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Anno XLI
20.11.2019
Numero
730
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO
Ricariche telefoniche
Quarant’anni di Tornado:
un grazie a tutti i lettori!
di Silvio Forcellini
Il Tornado ha appena compiuto
40 anni: quale persona sana di
mente avrebbe immaginato il
raggiungimento di un simile tra-
guardo quando, nel settembre
del 1979, uscì il primo numero
composto da sole cinque pagi-
ne, copertina compresa, e per-
dipiù ciclostilato “alla buona”?
Certo non i primi amici a sotto-
scrivere l’abbonamento (5.000
lire a semestre) e a dare fiducia
a una banda di “sprovveduti”
con in testa…un’idea meravi-
gliosa: fare un giornale. E
nemmeno, credo, gli stessi pro-
tagonisti (il gruppo “storico”
formato da Ermanno Geronazzo, Dario Spada, Duilio Masocco, Mario Durighello, Renato D’Orlando, Sergio Mel-
chiori, Soave Tomasi e Silvio Forcellini), che si buttarono nell’impresa con tanto entusiasmo e…tanti interrogativi.
Interrogativi che il “padre fondatore” Ermanno Geronazzo (senza il quale - va detto - il Tornado non sarebbe esisti-
to) ben sintetizzò fin dalle prime righe: “Anche questo foglio è una speranza, anzi, mentre sta muovendo i primi, tra-
ballanti passi, ci accorgiamo che il realizzarlo non è poi tanto facile. E’ comunque un tentativo di smuovere qualche
acqua stagnante in queste zone malate di immobilismo; come un tentativo deve essere anche recepito dai lettori,
se lettori ci saranno. A noi basterebbe che fra tanti strafalcioni e futilità, che conoscendo gli autori saranno inevitabi-
li, ogni tanto spuntasse qualche cosa di buono e anche solo di stimolante. Lo spirito di avventura che contraddistin-
gue questo esordio non ci consente di fare promesse: può darsi che in futuro il foglio si ampli ma può anche darsi
che tutto finisca nel consueto buco nell’acqua… Tuttavia già il fatto che queste poche righe abbiano visto la luce
costituisce per ora un successo”. Solo qualche anno dopo, facendo un primo bilancio, un’altra “colonna” del Torna-
do, Mario Durighello, riprese quelle parole, scrivendo: “Il tempo consentirà di sciogliere in senso positivo gli interro-
gativi di Ermanno, i primi “traballanti” passi si trasformeranno in una avventura esaltante”. Eh sì, di “avventura esal-
tante” ora si può proprio parlare, ma facciamo un piccolo passo indietro…
Il Tornado nacque dalla passione per la scrittura e per lo sport di Ermanno, e la
promozione in Seconda Categoria della Polisportiva Tegorzo fu la scintilla che
dette il via a tutto: perché - si chiese Erman - non fare un foglio che racconti le
gesta della nostra squadra di calcio? Sorse subito il
primo problema: come tramutare questa passione in
un qualcosa che assomigliasse vagamente a un gior-
nale? Qui entrò in gioco Dario Spada, “l’uomo dalle
mille idee”…spesso inattuabili, ma non in quella oc-
casione. “Mi chiamo Dario e risolvo problemi!”, gli
avrebbe senz’altro fatto dire nella circostanza il regi-
sta Quentin Tarantino: fu Dario infatti, una sera in ge-
lateria, a presentare Duilio Masocco, “il mago del ci-
clostile”, a Ermanno. Tutto iniziò così. L’”eroico” Dui-
lio riuscì per anni a confezionare un prodotto (quasi)
sempre dignitoso, nonostante le condizioni di lavoro
decisamente proibitive (tra macchinari obsoleti e
temperature polari) e arrivando a utilizzare
all’occorrenza persino un incredibile inchiostro verde... I primi tempi furono dav-
vero pionieristici: articoli battuti con una gloriosa “Olivetti M 40” modello…“Presa
di Porta Pia” nella vecchia sede della Pro Loco di Fener, di fronte alle Poste, e
poi ciclostilati un po’ ovunque, almeno per i primi cinque numeri.
Dal n.6 al n.13 (dicembre 1979-marzo 1980) il primo salto di qualità: in quel periodo ci si poté avvalere della fotoco-
piatrice messaci gentilmente a disposizione da Maria Mondin e Luciano Tessaro presso la loro azienda. Questo,
all’epoca, il nostro calendario settimanale, un vero e proprio “tour de force”: il lunedì battitura articoli e impaginazio-
ne; il martedì e il giovedì stampa; il venerdì, infine, “assemblaggio”, che consisteva nell’unire con delle graffette i va-
ri fogli che componevano il giornale, senza dimenticare poi la fase della spedizione (etichette, francobolli…). Dati i
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tempi di riproduzione della “povera” Rank Xerox e il numero di fogli da fotocopiare (circa 2.000 per numero), molte
volte si finiva a tarda notte. E più di una volta, presi da compassione, ci venivano in aiuto gli stessi coniugi Tessaro
che, nelle pause di lavoro, …stampavano per noi durante la giornata.
Per non abusare oltremodo della loro disponibilità, si cominciò a pensare a un’alternativa e, con il n.14 (marzo
1980), arrivò l’incisore elettronico, che permetteva di incidere il cliché anche con originali opachi e che ci fu “donato”
dalla Pro Loco di Fener, editrice del Tornado. Iniziò allora la proficua collaborazione con don Sebastiano Follador e
la Parrocchia di Alano, che possedeva un ciclostile ma necessitava di un incisore. Noi avevamo il problema oppo-
sto, e quindi…unimmo le forze, con beneficio reciproco. Con il n.87 (febbraio 1984) l’incisore esalò l’ultimo respiro,
ma fu prontamente sostituito grazie alla sensibilità dell’Amministrazione Comunale di Alano guidata all’epoca da
Pietro Spada. A volte, quando i nostri “possenti” mezzi tecnici non ne volevano proprio sapere di funzionare, si fece
ricorso anche ad altri macchinari, questa volta di proprietà della Parrocchia di Campo.
Ma con l’andar del tempo, e il successo crescente che riscuo-
teva questa nostra “pazza” iniziativa, crebbero fortunatamente
anche le risorse finanziarie. Si abbandonò allora la stampa “fai
da te” e si preferì, per ottenere una migliore qualità, rivolgersi
a una tipografia: prima alla Cooperativa Servizi Culturali di
Conegliano (aprile-ottobre 1987), poi alla D.B.S. di Rasai (dal
novembre 1987 ai giorni nostri). Duilio, dopo anni di…stenti e
lettere di protesta (“Poligrafici alla riscossa!”), poté così final-
mente godersi la meritatissima “pensione”. Ed è stato proprio
con la D.B.S. dell’amico Silvio De Boni (e famiglia) che ab-
biamo osato…l’inosabile: dapprima la copertina con la grande
foto a colori che cambia di numero in numero (e che ha preso
il posto delle copertine “storiche”, opera di Renato D’Orlando e
di Paolo Bortolomiol), poi il colore anche all’interno, senza di-
menticare il successivo “sbarco” in internet, dove è possibile sfogliare tutti i numeri del Tornado degli ultimi dieci
anni (www.scribd.com/user/9297991/liberfree).
Fin qui la parte “tecnica”, ma molte altre furono le tappe salienti della storia del Tornado, il cui bizzarro nome - si di-
ce - fu coniato da Renato D’Orlando e Cesare Rizzotto durante una lunghissima “riunione”…al bar “da Sisto”, dalla
Concetta. La verità non la sappiamo nemmeno noi: di quella serata, chissà perché, si hanno notizie molto confuse.
Il primo numero, distribuito al “Valcalcino”, vide la luce - come detto - nel settembre 1979. Quella stagione il Torna-
do “coprì”, con abbondanza di servizi, tutte le partite di campionato, che purtroppo si concluse con la rocambolesca
retrocessione rimediata negli ultimi minuti dell’ultima partita casalinga contro la già promossa Suseganese. Memo-
rabile il commento conclusivo di Mario all’incontro: “Quando l’arbitro fischia la fine, vedo i Cavalieri dell’Apocalisse
cavalcare tetri il Valcalcino: addio, vecchio Tegorzo!”. E memorabili, in generale, furono le trasferte affrontate a bor-
do della Prinz 30 di Erman, subito ribattezzata da Dario “la batmobile”.
Ma solo per pochi numeri il Tornado si occupò esclusivamente di calcio. Con il n.4 si cominciò già a dare spazio agli
altri sport, con il n.5 anche a tutto quel che poteva riguardare la vita dei nostri Comuni: cronaca, attualità, cenni sto-
rici… Ben presto, da “foglio della seconda categoria” si tramutò in “foglio sportivo e non”. Fu soprattutto la vicenda
della miniera di Campo (tornata poi d’attualità, ma della quale cominciammo a scrivere già nel dicembre del 1979) a
far allargare gli orizzonti della Redazione. Contemporaneamente aumentò, oltre a quello dei lettori, anche il numero
dei collaboratori: tra i primi, in ordine di tempo, ricordo Nino Cela (e ancor oggi penso che poesie, disegni e racconti
di Nino siano tra le migliori cose mai pubblicate), Armando Forcellini, Cristiano Codemo Menoli, Roberto Forcellini,
Stefano Zatta, Rudy Zemke, Franco Franzoia, Gianfranco Collavo, Roberto Mondin, Adriana Buttol, Floriano Lici-
ni… (e mi scuso fin d’ora con quanti ho dimenticato). E poi Sandro Curto e Mauro Mazzocco, le attuali “colonne” del
giornale. Sandro entrò a far parte della famiglia del Tornado nel settembre 1980, Mauro nel giugno 1981. E poi via
via tutti gli altri, fino ad arrivare ad Alessandro Bagatella, Antonio Deon, Andrea Tolaini…
Con il n.28 (dicembre 1980) il Tornado divenne finalmente “maggiorenne”: dopo un anno di uscite semi-clandestine,
ecco giungere l’autorizzazione del Tribunale di Belluno. E, con l’autorizzazione, “sbarcò” al Tornado anche
l’indimenticabile Renzo Stefano Mattei, iscritto all’albo dei giornalisti e personaggio forse ancor più “pazzo” di noi,
che, anche per questo, fu subito nominato direttore responsabile, ruolo oggi ricoperto da Mauro. Il resto, più o me-
no, è storia nota. Pur mantenendo pressoché inalterata la struttura del giornale, abbiamo sempre cercato, nei limiti
delle nostre possibilità, di migliorarlo continuamente nei contenuti e nella grafica, ma soprattutto di dare spazio a
tutti coloro avessero qualcosa da dire. La rubrica delle lettere, non a caso, è sempre stata un punto di forza del no-
stro giornale e un punto di riferimento per i lettori. Tra i più affezionati, come non ricordare Paolo Licini “Menotti”,
abbonato al giornale e…alla rubrica delle lettere, all’interno della quale non mancava mai di esprimere la propria
opinione su tutto quanto riguardasse la vita amministrativa… E con l’avvicendarsi degli interventi “esterni”, anche
tra i collaboratori con l’andar del tempo ci fu un naturale ricambio.
Nel corso degli anni, però, non ci si limitò soltanto a fare il giornale (cosa già impegnativa di per sé), ma si cercò -
sempre come Tornado - anche di far altro: ricordo, tra le varie cose, “il Tornado sotto l’albero”, concorso di disegni
riservato ai bambini; la squadra di calcio giovanile, la “mitica” Tornado-Albatros; la riuscita “campagna” promossa
tra i lettori per la liberazione di Agostino Solagna, un nostro concittadino “abbandonato” nelle carceri peruviane; la
3
ATTUALITÀ
serata in onore di Dino Meneghin, la “leggenda” del basket nata a Fener; la pubblicazione del libro “O’ olést bén”
per ricordare in modo degno il nostro mai dimenticato Nino Cela (che ci ha lasciati prematuramente, così come Re-
nato, Renzo Stefano, Mario, Duilio…)…
Ma non vorrei aver dato sin qui un’immagine troppo idilliaca o
compiacente: non fu tutto rose e fiori! Essendo il Tornado
composto esclusivamente da volontari che sacrificano il pro-
prio tempo libero, ci furono naturalmente anche momenti di
stanca e di tensione. Il 1982 fu l’anno più difficile: dopo gli en-
tusiasmi iniziali, …sembrò esaurirsi la spinta propulsiva (come
si sarebbe detto una volta!). Crisi organizzativa e di motiva-
zioni misero in forse la sopravvivenza del giornale. In più, Er-
man proprio quell’anno si sposò con Rosanna e si trasferì a
Treviso, facendo giocoforza mancare, dal n.62, il suo sin lì
fondamentale apporto. “E adesso, senza Ermanno, ce la fac-
ciamo a tirare avanti sino al n.100?”, si chiese allora un
preoccupato Mario. La risposta di Sandro non si fece attende-
re: “Certo, e anche oltre!”.
Parole profetiche! Non 100, ma 730 sono i numeri del Torna-
do usciti nell’arco di questi 40 anni, indimenticabili per chi li ha
vissuti dal di dentro e, spero, anche per i tanti lettori. Ma cosa
ha significato l’esperienza del Tornado per la nostra comunità? E’ difficile, oltre che imbarazzante, “scriversi addos-
so”, tanto più che - come recita un vecchio proverbio - “chi si loda, si imbroda!”. Lascio, per il momento, questo ar-
duo compito alle parole che Orazio Piccolotto, a nome dei socialisti alanesi, ci rivolse in occasione dell’uscita del
n.100, parole che mi sembra possano ben sintetizzare l’intera esperienza del Tornado: “Nato…con un nome impos-
sibile, una copertina tra l’ermetico e l’allucinato, nessuna base finanziaria e, come unica prospettiva, un avvenire
incerto, oggi il Tornado presenta un biglietto da visita di tutto rispetto. Sorto come “foglio sportivo e non”, il “non” ha
assunto via via sempre maggior importanza. Così il Tornado ha finito con l’imporsi all’attenzione generale, perché
portavoce, serio, di informazione e perché aperto a tutti i contributi, anche a quelli obiettivamente indifendibili, senza
preclusioni e senza censure. E questo è un merito grande, segno di maturità e di forza”.
Insomma, se prendiamo per buone le parole di Ora-
zio (che, a quanto ne so, rispecchiano il pensiero del-
la maggior parte dei nostri lettori), credo si possa af-
fermare, senza timori di smentita e con un pizzico di
orgoglio (concedetecelo!), che il Tornado è fin da su-
bito entrato a pieno titolo nella vita della comunità per
la sua autorevolezza e per la sua apertura alle idee
più diverse; in una parola, che il Tornado è stato, ed
è, un organo di informazione che ”fa opinione”. O,
almeno, che fa discutere (tralasciando qui le etichette
che, a seconda delle convenienze, ci sono state ap-
piccicate di volta in volta: di essere “un giornale
scandalistico”, di essere “un giornale schierato”…).
Ma la grande forza del Tornado sta anche, e soprat-
tutto, nei suoi numerosi lettori, come testimonia la
crescita costante nel tempo del numero degli abbo-
namenti (arrestatasi solo in questi ultimi anni): già un
centinaio nel primo anno di vita, oltre cinquecento in occasione del decennale, più di mille dieci anni dopo, sino ad
arrivare successivamente al numero massimo di 1.250.
Un numero ragguardevole, se paragonato all’esiguità del territorio di cui ci occupiamo, ma un altro dato da sottoli-
neare è la cadenza quindicinale delle uscite (sempre rispettata), unici a livello nazionale tra i periodici editi da una
Pro Loco, tanto da essere additati a esempio all’incontro annuale di tutte le testate, che ci chiedono sempre: “Ma
come fate?” e alle quali rispondiamo sempre: “Non lo sappiamo nemmeno noi!”.
“In una società che sempre più si chiude nel privato siate uno stimolo alla riflessione critica e al dibattito. Dite la ve-
rità e fate circolare le informazioni sui temi che creino partecipazione”, ci scrisse un giorno Antonio Spada
dall’Ecuador, dove risiedeva. L’attenzione, palpabile, con la quale i lettori seguono, oggi come ieri, il Tornado, ci fa
credere che questo obiettivo sia stato raggiunto e, permettetemi di dirlo anche a nome di tutti coloro che, a vario ti-
tolo, hanno permesso il raggiungimento di questo straordinario traguardo, miglior riconoscimento al nostro lavoro
non potrebbe esserci. Dal Tornado un grazie di cuore a tutti!
Le foto di questo articolo Nella prima pagina: la copertina dedicata ai 40 anni del Tornado con la gloriosa “Olivetti
M40”; l’attuale staff de Il Tornado con la famiglia De Boni, titolare della tipografia D.B.S. di Rasai; Ermanno Gero-
nazzo; Dario Spada (con Silvio Forcellini ed Ermanno Geronazzo); Duilio Masocco. Nella seconda pagina: la coper-
tina del primo numero del Tornado e le successive, opera di Renato D’Orlando e Paolo Bortolomiol. Nella terza pa-
gina: la serata in onore di Dino Meneghin; la serata di presentazione del libro “O’ olést bén” di Nino Cela.
4 ATTUALITÀ
INTERVENTI All’assemblea dei Soci della Pro Loco di Fener sono inter-
venuti sia il presidente dell’Unpli provinciale Davide Praloran che il sin-
daco di Alano Amalia Serenella Bogana (accompagnata nella occasione
dall’assessore Novella Codemo e dai consiglieri Andrea Collavo e Luigi
Spada). Ciascuno, nell’ambito del proprio ruolo, ha garantito il pieno ap-
poggio alla “nuova” Pro Loco e ha espresso il ringraziamento nei con-
fronti di chi si è impegnato a mantenere viva questa “storica” realtà fene-
rese. Il sindaco - in un passaggio che condivido in pieno - ha rimarcato
inoltre come la presidente uscente Lorenza Segato (nella foto a fianco)
sia stata in questi ultimi anni lasciata praticamente sola a gestire
l’associazione. A Lorenza (che resta comunque all’interno della Pro Lo-
co) credo sia doveroso esprimere un “grazie di cuore” per il tanto tempo
sin qui dedicato al proprio paese.
6 CRONACA
P.s. Nell'articolo non sono stati volutamente inseriti nominativi onde non dimenticare qualcuno. Ma chi legge l'articolo
saprà certamente riconoscersi e potrà dire a se stesso e agli altri “io c'ero”.
Grazie a tutti.
7 ATTUALITÀ
8 CRONACA
riempita dei donatori della sezione per festeggiare tanti soddisfacenti traguardi. Tante le medaglie e i premi consegnati
per celebrare ognuno di quei 15 minuti passato in Centro Trasfusionale. Il primo traguardo delle 10 donazioni è stato
raggiunto da Burtet Vanessa, Lusa Alessandra, Mazzalovo Beatrice, Zanella Loredana, Zucchetto Diego, Mazzalovo
Onesta, De Boni Alex, Vergerio Venceslao ed Enrico Arduini; con 15 donazioni ottengono la medaglia di bronzo De
Boni Alex, Falcomer Myriam, Vergerio Venceslao e Zanella Laura. Con 25 donazioni nel proprio tesserino ritirano la
medaglia d’argento De Gan Vittorio, Tieppo Paola e Zanella Andrea, mentre la medaglia d’oro per le 40 donazioni in-
vece è stata ricevuta da Casagrande Luca e Petrizza Giancarlo. La targa d’argento per le 80 donazioni è stata ritirata
invece da Vergerio Marino e Vergerio Quinto. Con lo strabiliante numero di 100 donazioni, hanno ritirato le targhe
d’argento Solagna Angelo e Dallo Mansueto, consegnate direttamente dalla caposezione Annita D’Orazio accompa-
gnata dal primo Capo Sezione Luigi Tieppo. “Sono onorata di essere capo sezione da tanti anni e sono orgogliosa di
tutti – afferma commossa Annita - ma in particolare dei giovani, che sono il nostro futuro: l’attaccamento che dimostra-
no mi fa ben sperare. Un grazie speciale anche alla nostra segretaria Sonia Zanella, che mi affianca e mi sostiene in
tutto”. Con queste parole, la Caposezione ha invitato tutti i suoi volontari a proseguire i festeggiamenti presso il Centro
servizi di Marziai, sede dell'Associazione Pojat. Lo scorso 27 settembre è stato inoltre rinnovato il consiglio direttivo,
ponendo ancora in carica la caposezione Annita D’Orazio. I suoi vice caposezione sono Alex Berton e Quinto Verge-
rio, mentre Paola Tieppo è riconfermata tesoriere. Tra i consiglieri abbiamo Ernesta Bozzato, Vanessa Burtet, Giovanni
Menel, Roberto Sudiero, Manolo Vergerio, Marino Vergerio e Laura Zanella. Sonia Zanella è riconfermata segretario.
Un consiglio direttivo arricchito di nuove leve che saprà stupirci con brillanti idee e progetti. Ormai anche quest’anno
sta giungendo al termine anche per questa piccola sezione. Tuttavia, i suoi 41 donatori attivi, soltanto quest’anno, han-
no portato la sezione Fidas Marziai Caorera Vas ad essere presente in centro Trasfusionale a fine settembre ben 47
volte, dato in perfetta linea con la media annuale. È un risultato importante per una sezione così piccola, che può solo
sottolineare quanto sia importante per ognuno dei suoi volontari il dono del sangue. “Non so per chi, ma so perché”:
e, questa sezione, il perché lo conosce benissimo.
70 ANNI !!!
Il 26 Ottobre, una quarantina di coscritti della classe 1949 di Alano, Quero, Segusino e Vas si sono ritrovati a
Sarò “radical chic” (banale e scontata definizione usata da chi possiede un unico neurone - e nemmeno tanto fun-
zionante - e nessun argomento), ma credo che non sia più un Paese normale quello in cui una signora quasi no-
vantenne, sopravvissuta ad Auschwitz, sia costretta a girare con la scorta... O peggio ancora, come scrive Michele
Serra nell’articolo che segue, che sia diventato “il normale Paese dell’odio”. E c’è ancora chi minimizza...
mercoledì 4 dicembre
ore 20,30
presso la sede del circolo ACLI a Campo
Un viaggio lungo le strade della nostra emigrazione italiana
e dell’emigrazione straniera arrivata in Italia
Gianromano Gnesotto è giornalista professionista. Ha diretto per 24 anni il mensile “L’Emigrato”, rivista di
emigrazione e immigrazione in Italia e in Europa. È stato Direttore Nazionale per gli immigrati e i profughi
nella Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana. Docente presso l’Università di Bergamo.
14 MOSTRA
LIBRI
CRONACA
Verso la sorgente
A piedi lungo il Piave
di Edoardo Frassetto
INGRESSO LIBERO
Per informazioni www.centroculturalequero.it
18 RASSEGNA STAMPA
Vas né con Alano di Piave o Valdobbiadene come si era pensato negli scorsi mesi. Segusino rimane così com’è: i
servizi per la popolazione ci sono. Un’eventuale fusione con i Comuni confinanti comporterebbe vari passaggi, tra i
quali anche un cambio di provincia, che per la nostra amministrazione rappresenterebbe un ostacolo. Rimaniamo
così e andiamo avanti da soli».
da “Il Corriere delle Alpi” del 2 novembre 2019
SCOPA ALL’ASSO
“LA VOCE DEL BOSCO” (ITA 2019 – 77 min)
di Dimitri Feltrin con Francesca Gallo
Sandalo Produzioni
Nell’autunno del 2018 la montagna bellunese è stata messa a du-
ra prova da “VAIA”, la terribile ondata di pioggia e vento che ha
causato danni molto ingenti, modificandone parte del paesaggio
conosciuto.
Il regista trevigiano Dimitri Feltrin, con questo documentario ha
voluto mostrare come la vita in queste terre continui grazie a uo-
mini e donne che si impegnano a mantenerla viva. Lo fa attraver-
so la voce di Francesca Gallo che incontrerà personaggi e storie
di questo territorio.
Francesca costruisce fisarmoniche nella sua piccola bottega di
Treviso, ereditata da papà Luciano. È rimasta l’ultima artigiana in
Italia a realizzare completamente a mano armoniche a mantice,
fisarmoniche e organetti in legno. Strumenti usati da musicisti in-
ternazionali e destinati ai palcoscenici più importanti del mondo,
ma nascono nel bosco e in particolare quelli dell’agordino.
Con questo filmato Francesca ci accompagna in un viaggio alla
scoperta delle donne e degli uomini che in quelle terre non solo vi
vivono ma ne coltivano antichi mestieri, valorizzandone la cultura
e rigenerandone le tradizioni. Vecchi e giovani, donne e uomini,
che si muovono ai margini del bosco e che ogni giorno lo vivono e
Cartiera di Vas
prendere “La Voce del Bosco”
E’ possibile vedere in anteprima il trailer del film:
https://www.youtube.com/watc?v=sTSIwMiWV9k&t=2s
(M.M.) Nell’attesa e speranza che si concretizzi l’iniziativa della mostra dedicata a Nino Cela, di cui abbiamo
accennato nel numero scorso, idea sostenuta anche dai figli Ermanno e Daniela, proponiamo una poesia
dedicata a Fener, pubblicata nella raccolta “Quatro contrade.. ‘n canpanil”, (Agosto 1990 CC4C) assieme ad
un disegno dello stesso autore che per l’occasione aveva ritratto alcuni angoli caratteristici della conca.
23 CRONACA
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24 CALCIO
Lo Sporting Marca
apre una sede operativa a Vas
Grande partecipazione alla nuova apertura della sede operativa nella tensostruttura di Vas da parte della società
sportiva Sporting Marca di Segusino. L’attività di calcio a 5, che da anni la compagine segusinese porta avanti, ha
raccolto molte adesioni anche tra i paesi di Alano, Quero e Vas. Le iscrizioni sono andate oltre le più rosee previ-
sioni, tanto che in pochi giorni è stato raggiunto il numero di oltre 30 ragazzi dai 6 ai 12 anni che hanno iniziato con
entusiasmo l’avventura nel calcio a 5. Inoltre anche la squadra maggiore, che disputa il campionato nella serie D, si
allena nella stessa struttura portando il numero dei praticanti vicino ai 50. In totale i tesserati dello Sporting Marca
hanno raggiunto il numero di 80, che per il territorio è sicuramente un numero di tutto rispetto. Nella sede di Vas i
giovani atleti svolgeranno tutti gli allenamenti, mentre le partite casalinghe si disputeranno nelle palestre di Quero e
di Alano. Saranno ben quattro le squadre che giocheranno le partite nei due comuni e l’entusiasmo dei ragazzi ha
contagiato anche i genitori che seguono con passione allenamenti e incontri. Da oltre 25 anni il calcio a 5 è attivo
nel territorio grazie anche all’impegno del presidente Gianfranco Montagner, che ha sempre creduto nella valoriz-
zazione del territorio tramite lo sport. E che dà primaria importanza all’integrazione e soprattutto alla educazione
sportiva dei giovani atleti. L’educazione e il rispetto per amici e avversari, infatti, viene prima di qualsiasi risultato e
tutti gli allenatori dello Sporting Marca curano moltissimo questo aspetto. La conferma viene anche dalle numerose
richieste di partecipazione a varie manifestazioni a cui lo Sporting Marca è sempre molto apprezzato. La partecipa-
zione dei genitori all’attività dei giovani atleti è fondamentale per creare un ambiente dove tutti possano dare il loro
contributo affinché il gioco unisca etnie e culture diverse per poter dare ai ragazzi l’opportunità di crescere in un
ambiente sereno a divertente. Ricordiamo infine che il 18 dicembre, dalle 18 alle 20 in palestra a Quero, ci sarà un
incontro tra i nostri piccoli atleti e i giocatori della Came Dosson, che milita in serie A di calcio a 5, tra i quali alcuni
che giocano con la nazionale.
ASTERISCO
La foto di copertina
(M.M.) Spunta dal nostro archivio questa foto autunnale, scattata il due
novembre del 2007 da Roberto Sudiero, con una Sony DSLR-A100. Fa
parte di un piccolo tesoretto di immagini che Roberto ci ha consegnato
parecchio tempo fa e che custodiamo con cura. L’immagine ritrae,
secondo le informazioni che ci ha fornito l’autore, Val Bicadora, in Comune
di Alano di Piave. La macchina fotografica era impostata a 100 ISO e nr.
F=3,5. Un’immagine suggestiva e ringraziamo l’autore di averla voluta
condividere. Da una veloce ricerca in internet abbiamo solo trovato una
nota storica relativa alla Valle, teatro, a quanto pare, di guerra come del
resto tutte le nostre montagne. Nella pubblicazione di cui vedete la
copertina nell’immagine a fianco, si racconta di un ferimento registrato per
un militare che in questa valle combattè.
BOGO Antonio da Venezia aspirante ufficiale 113 compagnia mitragliatrici modello 907 F Durante un attacco di forti
pattuglie nemiche ai nostri posti avanzati da un posto completamente scoperto benché fatto segno a numerose
scariche di fucileria dirigeva con calma e criterio il fuoco della sua sezione dando esempio di coraggio ai propri
dipendenti e non tralasciava il suo pericoloso compito se non quando veniva gravemente ferito - Valle Bicadora (M
Tomba) 15 giugno 1918.
25 ATTUALITÀ
Garanzia Giovani:
aperte iscrizioni per Work
Experience specialistica
per Impiegato
amministrativo contabile
Si segnala l'apertura delle iscrizioni per la nuova
Work Experience di tipo specialistico per Impiegato
amministrativo contabile con competenze nella
gestione della privacy promossa da ENAC Veneto e
approvata con DDR 870 del 29/10/2019.
L'iniziativa è rivolta a 7 ragazzi/e iscritti/e al
Programma Garanzia Giovani in Veneto in possesso
almeno di qualifica professionale.
Questo percorso consiste in 200 ore di formazione
specialistica in aula e di un successivo inserimento in
tirocinio di 2 mesi presso un'azienda bellunese.
Si tratta di un'ottima opportunità di formazione ed
inserimento lavorativo per i giovani che non studiano
e non lavorano e desiderano acquisire
professionalità in ambito amministrativo.
La domanda di ammissione può essere
presentata fino al 5 dicembre 2019 alle 13.00.
Le selezioni si tengono venerdì 6 dicembre alle 9.30
presso la nostra sede ENAC Veneto di Feltre (Istituto
Canossiano in Viale Monte Grappa 1).
Si possono verificare i requisiti , leggere il bando
completo e scaricare la domanda di ammissione al
link: www.enacveneto.it/feltre
CRONACA
Carpen: doppia
festa in casa di
Albino e Antonella
di Alessandro Bagatella
Il mese di settembre scorso i coniugi Albino
Curto e Antonella Nicoletti hanno festeggiato il
loro 25° anniversario di matrimonio, circondati
dai famigliari ed amici, che augurano loro di
rinnovare la festa ai prossimi traguardi. Il venti
settembre a rallegrare la famiglia è arrivato
Logan, figlio di Paolo Curto e Greta Levati.
Doppia festa, quindi, in casa Curto! Auguri di
tanta felicità al piccolo Logan, alla mamma e papà i più vivi rallegramenti, ai nonni Albino e Antonella e ai parenti tutti.
Forza e coraio, che la fameia se sgranda! In foto: Albino a Antonella nel giorno del matrimonio e Logan con i genitori.
27
28 ATTUALITÀ
Quero Vas: Censimento Istat della popolazione
COME PARTECIPANO LE FAMIGLIE
Le famiglie coinvolte nella rilevazione hanno ricevuto una
lettera ufficiale a firma del Presidente dell’Istat e un pie-
ghevole informativo.
La lettera informativa comunica alla famiglia che è chiama-
ta a partecipare al Censimento, spiega le finalità conosciti-
ve e statistiche dell’operazione censuaria e avvisa
dell’obbligatorietà di risposta. La lettera fornisce le cre-
denziali di accesso al questionario online.
Tutte le informazioni rilasciate devono fare riferimento
alla data del 6 ottobre 2019.
Le famiglie che non hanno ancora compilato il questiona-
rio online o che lo hanno fatto in maniera incompleta rice-
vono un promemoria dall’Istat che ricorda loro l’obbligo di
rispondere.La famiglia può compilare il questionario online
oppure può contattare il Centro comunale di rilevazione
(CCR), Ufficio anagrafe tel. 0439781843, per ricevere l'as-
sistenza necessaria.
La compilazione del questionario online
potrà avvenire fino al 13 dicembre.
Dal 14 dicembre l’intervista sarà possibile
solo tramite rilevatore.
Le famiglie potranno:
essere contattate telefonicamente da un operatore
comunale per effettuare l’intervista
ricevere a casa un rilevatore, anche su appunta-
mento, per effettuare l’intervista faccia a faccia uti-
lizzando il proprio tablet.
La rilevazione si chiude il 20 dicembre 2019.
30 CRONACA
SANTO STEFANO
26/12/2019
Programma:
Ore 11.00 Santa Messa
Ore 12.30 Pranzo Presso il ristorante Castel Prada
Prenotazioni entro il giorno 23/12/2019 al
335.6836592 Andrea; 333.5476968 Dario; 0439.787378 Placido: 0439.787640 Ristorante
31 COME ERAVAMO
ATTUALITÀ
Carta di identità elettronica
La ricevuta vale come documento di riconoscimento
Il ministero dell'Interno ha diramato, finalmente, una importante circolare a chiarimento del valore
da attribuire alla ricevuta cartacea della C.I.E. (Circolare 9 del 16 luglio scorso)
Il Ministero chiarisce, infatti, in maniera incontrovertibile la possibilità di utilizzare la ricevuta della C.I.E. come
documento di riconoscimento anche per finalità diverse da quella elettorale, essendo la stessa in possesso della
caratteristiche formali di cui all'art. 35, comma 2, D.P.R. 445/2000*. Per permettere una efficace e pronta verifica della
autenticità della ricevuta, peraltro, il Ministero segnala che nella ricevuta è stato inserito un codice a barre
bidimensionale QR-CODE che permette di controllare anche l'esistenza di una C.I.E. in fase di produzione o di
consegna, associata al richiedente e contrassegnata dallo stesso numero riportato sulla ricevuta. L'avvenuta consegna
del documento, poi, priva la ricevuta di ogni valore. Fonte: Lo Stato Civile Italiano, Focus 41 del 23 ottobre 2019
* Art. 35, comma 2, D.P.R. 445/2000: 2. Sono equipollenti alla carta di identità il passaporto, la patente di guida, la patente nautica, il libretto di
pensione, il patentino di abilitazione alla conduzione di impianti termici, il porto d'armi, le tessere di riconoscimento, purché' munite di fotografia e di
timbro o di altra segnatura equivalente, rilasciate da un'amministrazione dello Stato.
CRONACA
In Ricordo di
Antonio Pastrello
di Alessandro Bagatella
Ad un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il 05.12.2018, famigliari ed amici
desiderano ricordare Antonio Pastrello, residente a Padova, ma di origini queresi,
della frazione di Santa Maria, dove risiedevano i nonni materni.
Le sue ultime volontà furono quelle di poter riposare a Quero, nel suo paese, e così
è stato fatto, avendo i famigliari esaudito il suo desiderio.
Assieme ai famigliari ed amici lo ricordano quanti lo hanno conosciuto.
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