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Quindicinale Anno XLIV 
04.08.2022
Numero
771
Editrice ASD Ponte Tegorzo
Chiuso in redazione il 23.07.2022 - Prossima chiusura il 03-09-2022
PNRR: Undici interventi per Alano di Piave - pag. 2Quero Vas: La minoranza interroga - pag. 4/5
I volontari della Fondazione Sant’Antonio Abate - pag. 10
Bocce: ASD Ponte Tegorzo Campione provinciale - pag. 20
ARRIVEDERCI A SETTEMBRE!
 
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1
“E’ sostenibile ed etico sfruttare le risorse del pianeta con la logica dell’usa-e-getta per comprare continuamente nuovi prodotti?” 
 
Vedere oggi i “
segni dei tempi 
” per un futuro migliore
di Cesare Turra
Con la locuzione “
segni dei tempi 
” si fa riferimento ad avvenimenti particolarmente significa-tivi che rivelano la direzione storica verso cui si orienta l’umanità. Letta al contrario, i grandi cambiamenti, soprattutto quelli sociali, non sono mai improvvisi, ma seguono una dinamica fatta di molteplici accadimenti significativi che, nel loro insieme e a saperli ben leggere, li preannunciano. Un po’ come succede con i lampi atmosferici e i tuoni che preannunciano la possibilità di un imminente temporale. E come prenderemmo un ombrello per uscire di casa se sentiamo il rombo dei tuoni in avvicinamento, così i segni dei tempi hanno il pregio di mettere gli interpreti nella condizione di anticipare o prevenire situazioni future. Se guardiamo i segni del tempo di questi ultimi anni, non abbiamo di che essere tranquilli: un virus pandemico che continua a mutare la propria struttura e che sembra ben lontano dall’essere debellato; una guerra ai confini europei volta a ridisegnare i confi-ni dell’influenza politica mondiale e che si ipotizza durare ancora per lungo tempo; l’economia mondiale che, tra inflazione, scarsità di materie prime e innalzamento del costo dell’energia, rischia di portare ad una recessione senza precedenti incidendo sul già scarso potere di acquisto degli stipendi delle famiglie; lo stesso clima che, con il caldo torrido di queste settimane, ha portato allo sgretolarsi di ghiacciai sempre più ridotti nelle loro dimensioni e ai numerosi incendi che hanno colpito diversi paesi europei. Per non parlare poi dell’emergenza acqua che, anche se tende a pas-sare sotto tono, è un altro di quei temi - è proprio il caso di dirlo - caldi su cui presto il mondo dovrà interrogarsi per trovare delle so-luzioni e operare gli opportuni interventi che evitino le tragiche conseguenze dell’aridità dei territori e della scarsità d’acqua. Se-gni dei tempi inquietanti, dunque, ma che hanno anche il pregio di pre-annunciare quale potrebbe essere il futuro e di metterci nelle condizioni di intervenire ora per eliminare o quanto meno limitarne gli effetti negativi. Sul clima, per esempio, si sta parlando da decenni della necessità di limitare il più possibile le emissioni nocive in atmosfe-ra, evitando i disboscamenti degli ultimi polmoni verdi formati dalle poche foreste come quella amazzonica e proibendo l’uso degli oceani come discarica in cui buttare la spazzatura mondiale. Ma importanti riflessioni vanno fatte anche sui princìpi del consumismo e sulle regole dell’economia che tanto influiscono sui temi sociali e su quelli ambientali: è sostenibile ed etico sfruttare le risorse del pianeta con quella logica dell’usa-e-getta che ci porta a buttare i prodotti che si rompono per comprarne di nuovi invece dell’usare i beni finché è possibile, per ri-pararli quando si guastano? E’ sostenibile ed etico socialmente il fatto che il venti per cento della popolazione consumi l’ottanta percento delle risorse mondiali? E’ sostenibile ed etico verso le future generazioni, che nei primi sei mesi dell’anno si consumino le risorse naturali che la Terra riesce a produrre in un anno? La risposta a que-ste domande, ovviamente, è scontata. Così come è scontata la domanda se vi sia e quale sia il limite dello svi-luppo economico che impone che la produzione, per andare bene, debba sempre esprimersi con una percentua-le in più dell’anno precedente. Le abitudini di vita dei singoli possono aiutare in questi mutamenti che con il trascorrere del tempo saranno sempre più sentiti dalla popolazione non solo per i cambiamenti climatici ma an-che per lo sviluppo di una società tecnologica in cui la forza lavoro sarà sempre meno necessaria e dunque me-no richiesta. Ma sui grandi temi come quello dei cambiamenti culturali e sociali della collettività nel suo insieme, il singolo può sì contribuire, ma solo limitatamente perché si tratta di modifiche di ampio respiro, estese e necessa-riamente globali. I
segni dei tempi 
, dunque, devono essere attentamente intercettati e analizzati non solo dai sin-goli, ma anche da chi rappresenta e guida la collettività. E’ l’intelligenza della classe dirigente che può assicurare l’imbocco strategico verso la giusta direzione, che può persuadere a quelle piccole rinunce che interessano i sin-goli per ottenerne un vantaggio maggiore anche per le future generazioni. Una classe dirigente e politica al servi-zio della collettività e che abbia una visione prospettica e l’onestà intellettuale di spingere il proprio sguardo in profondità nel futuro. Nel panorama politico contemporaneo, non ci sembra di riscontrare una classe dirigente do-tata di tale visione, né a livello mondiale né tanto meno nella nostra povera Italia, come le recenti vicende politi-che e di governo di queste settimane hanno messo in evidenza. Permane sempre la logica degli interessi partico-lari di questo o di quello schieramento, senza quella capacità di visione verso il futuro del Paese e del benessere della sua cittadinanza, senza curarsi di quali ricadute negative le scelte di bottega di oggi possano riversarsi suc-cessivamente sulla popolazione. Abbiamo parlato dei
segni dei tempi 
 come della capacità di cogliere le dinami-che del presente, ma anche come l’opportunità di pianificare in prospettiva il futuro, di coglierne le opportunità e prevenire il male. Le imminenti elezioni politiche impongono oggi a chi riesce a vedere nei
segni dei tempi 
 che molte cose devono essere radicalmente cambiate, di scegliere non chi propaganda i consueti slogan come “me-no tasse”, “maggior sicurezza nelle città”, “più lavoro per tutti”, “scelte green” ecc., ma chi ha una visione del futu-ro che vada ben oltre la giornata elettorale e che sia soprattutto in grado di spiegare dettagliatamente il “come” intende ridurre le tasse, “come” vuole assicurare la maggior sicurezza nelle città, “come” ritiene di garantire l’opportunità di lavoro a tutti, “come e quali” sono le scelte ecologiche da portare avanti, “come” e con quali stru-menti intende traghettare il Paese verso e quale futuro sostenibile e migliore. L’occasione per cercare, quanto meno cercare, di cambiare qualcosa lasciando a casa i miopi della politica nostrana è ghiotta: apriamo dunque bene gli occhi, tendiamo l’orecchio e, se sentiamo i tuoni avvicinarsi, non usciamo di casa senza ombrello!
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