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Quindicinale Editrice ASD Ponte Tegorzo

Anno XLIV

27.01.2022
Numero

762

Rally Colli Trevigiani ad Alano - pag. 1


Restauro della Chiesa di Alano - pag. 2-3
Omaggio al Maestro Gianmartino Durighello - pag. 8
Quero: chiuso il panificio Schievenin - pag. 10-11
Il “presepe di strada” fra Campo e Colmirano - pag. 12
Chiuso in redazione il 17.01.2022 - Prossima chiusura il 07-02-2022
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Tegorzo, Via Nazionale, 25 - 32031 FENER-ALANO DI PIAVE. REDATTORI: Sandro Curto, Silvio Forcellini. COLLABORATORI: Alessandro Bagatella, Tristano Dal Canton, Ivan Dal Toè, Antonio
Deon, Foto Comaron, Fotocolor Resegati, Ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Andrea Tolaini.
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gando direttamente ad uno dei nostri seguenti recapiti: BAR “DA RICCI” - Alano; BAR JOLE - Fener; CARTOLIBRERIA SCHIEVENIN ALBERTINA - Quero; ALESSANDRO BAGATELLA - Quero;
BAR “PIAVE” Carpen - LOCANDA SOLAGNA - Vas; ANTONIO DEON - Vas; BAR “BOLLICINE” - Scalon; BAZAR di A. Verri - Segusino.
1 RALLY

Rally Colli Trevigiani tra passato, presente e futuro


Lo start della ps Monte Tomba da Alano di Piave.
L’ultima volta fu al San Martino nel ‘76
C’è grande entusiasmo tra i ranghi del Motor Group per un 2022 che impegna subito alla riedizione del Rally Colli
Trevigiani (19/20 febbraio), dopo 13 stagioni di le-
targo da quello che fu in origine il Rally Montebel-
luna, coniato per la prima volta nell’ormai lontano
1993. Tra corsi e ricorsi storici, con quartiere ge-
nerale all’Asolo Golf Club di Cavaso del Tomba e
parco assistenza a Pederobba, anche la prova
speciale “Monte Tomba” (11,47 km) farà un tuf-
fo suggestivo nel passato ripartendo da Alano
di Piave per concludersi come sempre in prossi-
mità della pizzeria Basso a Cavaso. L’ultima volta
accadde addirittura nel 1976 quando la sfida era
targata San Martino di Castrozza, con i fasti del
tricolore assoluto e stranieri in campo di primordi-
ne dato che a vincere fu il francese Bernard Dar-
niche su Lancia Stratos. Su due altre prove intri-
se di fascino vintage farà leva il Colli Trevigiani
per radunare un nutrito parco partenti: “Ca’
Mostaccin” (8,53 km) e “Montello” (7,34). Tre
speciali da ripetere due volte con lunghezza totale
del percorso cronometrato di 54,68 km in grado di
marcare i distacchi e selezionare i migliori, assicu-
rando divertimento grazie a un tracciato tecnico e
veloce. Ulteriore incentivo a partecipare è la pro-
mozione per il Rally della Marca (17/18 giugno)
dove si potrà scontare l’intera tassa d’iscrizione
versata al Colli. Un impegno importante considerando che gli stessi organizzatori devono affrontare difficoltà di
budget, di reperimento sponsor e incognite varie. Ma qui entrano in gioco componenti di passione sportiva e spi-
rito di servizio tesi a valorizzare un territorio che ha una vocazione rallystica naturale, animando un viaggio curio-
so tra filari del Prosecco e laboratori manifatturieri di primordine. Colli Trevigiani e Marca, intersecando le sponde
del Piave, offrono una mirabile prospettiva su luoghi effervescenti, dove lavoro e tenacia si saldano con le risorse
naturali e il talento imprenditoriale. Le sfide automobilistiche ormai fanno parte della tradizione! (Stefan Francesco)
I testi qui sotto sono tratti da: https://www.rallycollitrevigiani.it/
Qui la passione per la guida
La Storia della manifestazione è figlia della natura di questi luoghi
Mettiamola così: chiuso nella cantina del Motor Group da 13 an- Tra il Montello e il Monte Tomba, nelle diret-
ni, finalmente è giunta l’ora di ristappare un Colli Trevigiani doc. trici tracciate dal Piave e dalla Pedemonta-
na del Grappa, tutto il territorio si presenta
Niente bollicine, anche se si corre tra i filari del Prosecco, ma un come un paesaggio perfetto, ideale teatro
vino invecchiato con saggezza, pronto a sorprendere di nuovo per sfide automobilistiche, un luogo adatto
per le sue qualità. Una squadra di sommelier sta preparando la per un'unica cosa: i rally.
cerimonia che si svolgerà a Cavaso del Tomba sabato 19 e Strade che si estendono dai paesi verso i
domenica 20 febbraio, con prove di assaggio su Monte Tomba, boschi, valli che si arrotondano tra le salite
Ca’ Mostaccin e Montello da ripetere due volte. e le discese e propagano il rombo dei moto-
Un minimo di storia non guasta. Quello che fu il Rally Monte- ri, curve che affrontano i monti fino alla ci-
belluna dal 1993 al 2007, divenne Colli Trevigiani solo nel 2008 e ma, attraversano i borghi, accarezzano le
2009, mettendo assieme 4 vittorie di Alessandro Bruschetta (im- colline, curve a perdita d'occhio.
magine Fotosport) con l’allora inseparabile Edoardo Civiero, 3 si- E' grazie a queste curve che, come un pro-
gilli di Massimo Gasparotto affiancato manco a dirlo da Renato cesso evolutivo naturale, le nostre strade
Bizzotto, 2 firmati da Maurizio De Piccoli che fu primo vincitore sono diventate un luogo di sfida, oltre a un
con Lucio Marangon su Peugeot 405 Mi 16. Un successo a testa modo di spostarsi. La velocità, la tecnica, il
per Sandro Giacomelli, Giancarlo Consonni, Adriano Lovisetto, coraggio qui sono protagonisti, sono carat-
Giorgio Venica, Alessandro Battaglin, Manuel Sossella, Paolo teristiche da sviluppare, sono una tradizio-
Pesavento ed Efrem Bianco. Qualcuno di loro potrebbe ripresen- ne: rally della Marca, rally Montebelluna,
tarsi al via per un brindisi di ripartenza carico di buoni auspici! Rally Colli Trevigiani, qui senza rally non si
può stare. Qui questa passione si coltiva.
2 ATTUALITÀ

Restauro della Chiesa, Comunità cristiana di Alano


Nel territorio di Alano di Piave è documentata l’esistenza di una “ecclesia di Petri de Lano” nel 1297. Era la
parrocchiale consacrata il 19 settembre 1503. Nel 1698 il Bertazzi parla di “chiesa parrocchiale dei Santi Antonio
abbate e Pietro Apostolo d’Alan”. Tra il 1760 e il 1778 fu ricostruita e il 30 novembre 1792 consacrata; S. Antonio
abate restò l’unico titolare della parrocchia. Chiesa e campanile gravemente danneggiati durante la prima guerra
mondiale, furono subito restaurati e il 16 novembre 1926 fu consacrato il nuovo altare maggiore. Scarni e
semplici cenni storici che ci testimoniano la tenace volontà degli abitanti di Alano di adeguare l’edificio chiesa alla
vita della Comunità. Abbiamo ricevuto in eredità “una bella, maestosa chiesa” sopravvissuta alla violenza di una
guerra che ha devastato il paese di Alano. Non potevamo non intervenire per mettere prima di tutto in sicurezza il
soffitto, che ospita un meraviglioso dipinto della “gloria” di S. Antonio abate. Tenendo presente l’anno di nascita
dell’edificio si sono scelti i colori più espressivi per restituire luminosità e colore all’ambiente. La passione, la
competenza, la cura e il gusto del bello, la visione dell’insieme e del particolare che hanno caratterizzato il lavoro
dell’Architetto Miuzzi e dei restauratori Altinate SNC di Sedico e R.W.S. srl di Vigonza consegnano una chiesa
calorosamente ospitale per Gesù Eucarestia sempre presente, per la Comunità cristiana convocata a celebrare
le grandi opere che il Signore compie per la salvezza di tutti; per ogni persona che vuole ascoltare e parlare con
il Signore, vuole invocare il suo aiuto e la sua misericordia. In questo periodo complesso e difficile caratterizzato
da cambiamenti veloci e profondi che arrivano al cuore della vita di ognuno, della coppia, della famiglia, della
società e della Chiesa è urgente una presa di consapevolezza che ognuno e tutti insieme ascoltando Gesù
crocifisso e risorto ci impegniamo e coinvolgiamo per un ”restauro”, una “ricreazione” dell’essere persona umana
capace di relazioni che generano vita, bellezza, condivisione e fraternità. E’ nella vita dell’essere umano il luogo
che Dio desidera abitare in questa terra. Prego e invito a pregare perché il “restauro” dell’edificio chiesa di Alano
ci provochi, ci appassioni ad attuare il “restauro della Chiesa, Comunità cristiana di Alano”.
Don F rancescoSettim o, parroco di Alano

L’intervento in sintesi
I lavori sono stati autorizzati dal Ministero della Cultura, dalla
Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per l’area
metropolitana di Venezia e le provincie di Belluno, Padova e
Treviso, e in parte finanziati dalla Conferenza Episcopale
Italiana, a valere sui fondi dell’8 x mille. La CEI con proprio
decreto ha assegnato alla Curia della Diocesi di Padova per i
lavori di restauro della Chiesa Parrocchiale San Antonio Abate
di Alano di Piave la somma di €. 121.446,00 a fronte di spesa
ammessa per €. 173.494,00. Rientrano in questo contributo il
consolidamento della volta, il restauro dei basamenti lapidei e
degli altari, il restauro e la tinteggiatura delle parti non dipinte,
il restauro dei portoni e delle bussole. Restano esclusi il
restauro artistico dei dipinti del Moro, del coro ligneo e del
campanile per una somma di €. 47.800,00. La Curia comunica
alla Parrocchia di Alano l’assegnazione del contributo e
l’autorizzazione a eseguire i lavori con lettera datata 2
dicembre 2020. La Parrocchia si attiva e già a partire dal 7
gennaio successivo si avviano le procedure per l’appalto.
Vengono invitate 10 ditte, dotate delle caratteristiche previste
per l’esecuzione di lavori su edifici vincolati; rispondono in 7 e
la ditta vincente risulta la R.W.S. srl con sede a Vigonza (PD).
Il 12 marzo viene stipulato il contratto e il 4 aprile consegnato
il cantiere e l’avvio dei lavori, previa comunicazione agli enti e
organi preposti. L’andamento dei lavori anche con
informazioni storiche sulla chiesa verrà illustrato in un
apposito incontro pubblico il 5 febbraio prossimo.
Ulteriori appuntamenti
per l’inaugurazione del restauro della chiesa di Alano
Domenica 13 febbraio Celebrazione eucaristica
presieduta da S.E. Mons. Claudio Cipolla, Vescovo di Padova
Sabato 19 febbraio Ore 20,30 in chiesa ad Alano
Cantare il deserto - Meditazioni in canto
In foto, dall’alto: i ponteggi, i colori, Serata a cura del maestro Gianmartino Durighello
fase di rimozione della rete e consolidamento della volta. e schola cantorum Pedavena
3

Parrocchia S. Antonio Abate in Alano


INCONTRO CON LA COMUNITÀ

SABATO 05 FEBBRAIO
ORE 20,30 nella CHIESA di ALANO

PRESENTAZIONE DEI LAVORI DI


RESTAURO DELLA CHIESA
PARROCCHIALE

ILLUSTRERÀ GLI INTERVENTI


L’ARCH. MAURO MIUZZI
TUTTA LA POPOLAZIONE E’ INVITATA
Posti limitati e accesso con GREEN PASS
4 LETTERE AL TORNADO

Comunicato stampa
Presentazione studio di fattibilità dell’area ex Eca
a cura dell’Amministrazione Comunale

Nella serata di giovedì 16 Dicembre, presso la sala consiliare del Comune, l’Amministrazione Comunale di Alano
di Piave ha avuto il piacere di incontrare le associazioni allo scopo di condividere la progettualità dell’area pubbli-
ca denominata ex Eca, approvata dal precedente mandato di Giunta Comunale lo scorso settembre. Si è iniziato
a parlare di riqualificazione dell’area ex Eca già dai primi anni 2000; sono state proposte numerose idee, ma per
motivi di varia natura, negli anni, non è stato possibile fare sintesi ed arrivare ad una progettualità di massima.
Questa progettazione nasce fondamentalmente dalla mancanza, e di conseguenza dalla necessità per il territorio
del Comune di Alano di Piave, di creare un’area destinata da utilizzare per l’emergenza nei casi di calamità natu-
rale. A tal fine si è pensato di realizzare uno spazio con una duplice funzione: poter soddisfare le esigenze della
Protezione Civile e dare la disponibilità dell’area ad altre associazioni per l’organizzazione di sagre, feste ed altre
attività affini agli interessi della nostra comunità. Lo studio di fattibilità tecnico – economica è stato predisposto
dall’Ufficio Tecnico Comunale con il contributo gratuito di amministratori comunali del precedente mandato e da
cittadini che hanno dedicato il proprio tempo ad una opportunità per la comunità di Alano. Un doveroso plauso ed
un grazie particolare a: Luigi Spada, Claudio Dal Zotto, Roberto Collavo, Maurizio Girola, Giampaolo Spada e
Franco Dalla Favera. L’Ing. Luigi Spada ha fatto un breve riassunto sui passaggi che si sono susseguiti dai primi
anni 2000 ad oggi e successivamente ha presentato il progetto a nome di tutti i progettisti, anch’essi presenti in
sala, ringraziandoli del contributo offerto alla stesura del documento di indirizzo. Questa progettualità ha
un’importante ricaduta sul nostro territorio, sia sotto l’aspetto della prevenzione da eventi calamitosi tipici nei casi
di emergenza, sia nella riqualificazione ambientale e sociale dell’area nei cosiddetti “momenti di pace”. Le pros-
sime sfide che riguarderanno la nuova Amministrazione saranno la ricerca di fonti di finanziamento per le attività
propedeutiche che seguiranno: progettazione definitiva ed esecutiva e realizzazione dei lavori. Lo spirito di
esporre l’idea progettuale puntava a condividere, per il momento in maniera ristretta alle sole associazioni che
sono rappresentative del territorio, il percorso svolto finora con lo scopo di raccogliere eventuali opinioni da inse-
rire nelle fasi successive. E’ volontà dell’amministrazione, non appena l’emergenza pandemica lo permetta, pro-
grammare una riunione aperta a tutta la cittadinanza per condividere l’attività finora svolta. L’incontro è andato
molto bene e ci sono stati degli importanti spunti di riflessio-
ne utili allo sviluppo e alla definizione progettuale.
Siamo dispiaciuti del fatto che, sebbene l’invito fosse rivolto
a tutte le 27 associazioni del territorio, solamente in 6 hanno
partecipato: Pro Loco Alano, Pro Loco Fener, Protezione Ci-
vile Alano, Gruppo Alpini Valderoa, Amici del Museo, Asd
Judo Alano di Piave, Amatori Tegorzo. Un doveroso ringra-
ziamento a queste associazioni per la loro partecipazione ed
il loro contributo, confidando in una più ampia adesione negli
eventi futuri da parte delle associazioni che non hanno aderi-
to.
L’incontro ha visto anche la rappresentanza dei 3 membri
della minoranza che ha partecipato all’evento portando alcu-
ne riflessioni a favore dell’argomento presentato concluden-
do con un ringraziamento e un plauso al lavoro svolto.
5 ATTUALITÀ

APS – Iscritta Reg. Naz. Nr.56 del 29.10.2018 e-mail: segreteria@prolocoalano.it

Tesseramento
SOCI
2022
E’ possibile rinnovare l’adesione
e versare la quota associativa di
€ 10,00
contattando
i membri del direttivo
Per rinnovare la quota
puoi anche rivolgerti a:
Panificio Errandi
Entra in PRO LOCO
Puoi fare qualcosa per il tuo paese,
partecipare è importante.
Fatti avanti e dai la tua disponibilità!

CRONACA

Alano: la classe 1961 in festa


Sabato 27/11 si sono ritrovati i coscritti di Alano, classe 1961, per festeggiare i 60 anni in compagnia
6 LETTERE AL TORNADO

Notizie dalla minoranza


I consigli comunali di novembre
Il 30 novembre si sono svolti due consigli. Il primo era il consiglio dell’Unione Setteville al qua-
le partecipavamo come minoranza con la nostra consigliera Susy, il successivo quello del
Comune di Alano di Piave. All’inizio del consiglio dell’Unione un lungo intervento è stato fatto da parte del sinda-
co di QueroVas Zanolla, attuale presidente del consiglio dell’unione, rispetto alla genesi e la storia dell’unione
Setteville e la fusione dei comuni di Quero e Vas. L’unione Setteville, della quale fanno parte i comuni di Alano e
di Quero-Vas è un’unione di volta ad ottimizzare i servizi dei due Comuni sia dal punto di vista economico che
organizzativo. Zanolla ha ricordato ad esempio i servizi sociali, le biblioteche e l’ufficio tecnico, come esempi di
efficienza ed efficacia. L’unione tra Quero e Vas in un unico comune, ha comportato inoltre un incremento dei
contributi a disposizione, che ha consentito di poter investire in molti progetti per il paese. La nuova sfida riguar-
derà ora la fusione anche con il comune di Alano, sempre nell’ottica migliorativa e di efficientamento. La data po-
trebbe essere quella del 2024, in occasione del termine del mandato attuale di Zanolla alla guida di QueroVas.
Abbiamo davanti quindi un anno e mezzo di lavoro per operare con questa visione del futuro per il nostro terri-
torio. La sindaca di Alano di Piave, Bogana, ha confermato il riassunto di Zanolla, e l’intenzione di proseguire su
questa strada, confidando anche nella maturità dei tempi vista l’attuale composizione del consiglio di Alano di
Piave con la presenza di una minoranza, da tempo mancante, con la quale intraprendere un percorso comune.
Le idee per la gestione futura sono molto chiare, continua Bogana. Alano Rinasce lavorerà in questo senso, col-
laborando e portando idee e facendosi portavoce delle idee dei cittadini, informandoli sulle varie attività che ver-
ranno portate avanti.
Il consiglio di Alano di Piave: Tre ordini del giorno hanno riguardato le convenzioni per la gestione in forma as-
sociata del servizio tributi, il servizio demografico e il CUP (quest’ultimo un comitato di garanzia per le pari oppor-
tunità). Queste convenzioni vengono fatte per trasferire la gestione di questi servizi presso l’Unione Montana Fel-
trina, sempre in ottica di ottimizzazione ed efficientamento, anche in quanto in Unione Montana ci sono le
competenze specialistiche per seguire questi aspetti. Gli sportelli sul territorio comunale saranno comunque ga-
rantiti.
Altri tre ordini del giorno hanno riguardato alcune modifiche al bilancio, che è necessario effettuare entro la fine di
ogni anno. I documenti sono complessi, e ci siamo concentrati su alcuni aspetti di dettaglio per i quali abbiamo
anche posto delle domande. Di particolare interesse sono diversi contributi che sono stati recepiti a seguito della
situazione emergenziale degli ultimi due anni, in particolare per la riduzione della Tari dell’82,82% che riguarderà
le utenze non domestiche della tariffa per la seconda rata dell’anno 2021. D’altra parte ci sono stati degli aumenti
nella gestione degli edifici scolastici (spese di riscaldamento) dovuti alla situazione emergenziale in atto. Un altro
aspetto che è stato spiegato dal vicesindaco Zancaner è stato quello dei ridotti introiti per la vendita del patrimo-
nio boschivo del Comune di Alano di Piave. Pur essendo il nostro territorio prevalentemente montano, infatti, la
difficoltà nel raggiungere alcune zone impervie e lavorare nei boschi si traduce nella scarsa appetibilità da parte
dei privati di acquistare questi lotti, anche se affidati in trattativa diretta.
Al termine del consiglio come di consueto c’è stata l’occasione di effettuare delle considerazioni “libere”. Ci è sta-
to fatto, nuovamente, un appunto rispetto al nostro modo di porci come minoranza, in particolare rispetto alla no-
stra comunicazione. Alcuni dei nostri interventi sulla stampa infatti sono passati come deleteri nei confronti del
lavoro della maggioranza e in alcuni casi anche visti come una “accusa” nei loro confronti. Dal canto nostro, que-
sto approccio di far conoscere ai cittadini quello che accade in paese, e soprattutto quelle che sono le scelte
amministrative per il futuro e le problematiche del nostro territorio e della popolazione, è stato lo spirito con il qua-
le siamo partiti anche in campagna elettorale, e che continueremo ad avere. La nostra intenzione non è quella di
accusare o denigrare qualcuno, ma è ben più alta, in un’ottica di progettazione condivisa e di partecipazione atti-
va di tutti. Questo approccio ha due obbiettivi: il primo è quello di far riavvicinare i cittadini alla “cosa pubblica”,
che riguarda tutti, una riflessione che ci siamo posti anche a seguito della scarsa affluenza alle elezioni che ha ri-
guardato il nostro Comune e in generale il paese. Il secondo è quello di individuare soluzioni, prospettive ed idee,
che se affrontate da più persone possono portare a grandi risultati, e che possono arrivare anche da chi, pur non
partecipando direttamente ai processi decisionali, può in questo modo dare il proprio contributo. Questo è
l’approccio iniziale che abbiamo seguito anche nella costruzione di quello che era il nostro programma elettorale,
redatto raccogliendo le idee di molti cittadini.
Ci accodiamo all’invito di Bogana rivolto ai nostri concittadini di partecipare anche ai consigli comunali e quindi al-
la vita pubblica “istituzionale” del paese, ed agli incontri del sabato mattina, ricordando a tutti che siamo comun-
que a disposizione come minoranza.
L’incontro del 16 dicembre: un progetto per l’area “Ex-Eca”. Giovedì 16 dicembre si è svolto un incontro con
le associazioni per presentare lo stato attuale del progetto in essere per riqualificare l’area “Ex-eca”. Si tratta
dell’area antistante la casa delle associazioni in via Tenente de Rossi, e il grande prato al di sotto di questa (di
fianco ai pannelli solari, nella parte bassa). Quest’area è stata individuata come area in uso alla protezione civile,
in caso di grandi calamità, e sarà utile a predisporre circa 500 posti in caso di necessità (grandi emergenze).
L’area infatti avrà la destinazione principale quella di campo di emergenza e dovranno essere predisposte le ope-
re necessarie ai servizi (canaline per la corrente elettrica, predisposizione per gli scarichi idrici, ecc..). Si prevede
7 LETTERE AL TORNADO

inoltre di realizzare una piccola struttura (un edificio), che prima era destinato al COC, il Centro Operativo Comu-
nale (la centrale operativa che viene attivata in supporto al sindaco in caso di calamità naturale), ma che ora ri-
mane “libera” per altre possibili destinazioni d’uso, da definire, in quanto il COC verrà attivato nel caso presso il
municipio. Durante l’incontro è stato presentato il progetto preliminare, che potrà essere modificato sulla base
delle idee delle associazioni e della popolazione, e si potrà ridiscutere a patto di mantenerne l’assetto principale.
Attualmente non ci sono contributi o risorse a disposizione per poter realizzare questo progetto, ma sarà utile
averlo “pronto” così quando si presenterà l’occasione saremo preparati. Come gruppo di minoranza stiamo pen-
sando a una possibile destinazione di quest’area, che dalle prime considerazioni potrebbe essere quella di area
per giochi e sport, per bambini e ragazzi adolescenti. Raccogliamo ovviamente le idee di tutti.
Elezioni provinciali 2021. Si sono svolte sabato 18 dicembre le elezioni provinciali anche a Belluno. Gli elettori
per queste amministrative sono i consiglieri dei Comuni della provincia. Anche la nostra sindaca è stata eletta
all’interno del consiglio provinciale; confidiamo che questo sia di utilità per avere una voce in più su tutti gli aspetti
che sono di competenza di questo ente e che possono avere una ricaduta sul nostro territorio. La lista Alano Ri-
nasce è nata in primo luogo per il territorio del Comune di Alano di Piave, ma sappiamo che hanno un’importanza
anche le dinamiche sovracomunali che pian piano impareremo a conoscere.
I consigli del mese di dicembre. Anche a dicembre si sono svolti due consigli, uno dell’unione montana Feltri-
na, al quale ha partecipato Dario come minoranza, e l’ultimo dell’anno per il Comune di Alano di Piave. Questi
consigli si sono svolti in modalità “online” vista la situazione contingente.
Il consiglio di Alano del 28 dicembre: Uno dei punti in discussione ha riguardato la modifica dell’IMU, l’aliquota
dei fabbricati di tipo D (esclusi i D10) e degli altri fabbricati è passata dall’8,6 per mille al 9,6 per mille, preveden-
do per il Comune un incremento complessivo degli incassi di circa 65.000 €. Su questo punto siamo intervenuti
come minoranza, chiedendo spiegazioni in merito a questo aumento in particolare per le imprese, visto anche
che nel DUP, il documento di programmazione (il documento che dettaglia i progetti di amministrazione dal quale
deriva il programma elettorale), è indicato che si vogliono favorire le imprese. Aumentare la tassazione non ci
sembra un modo per favorirle, anzi.
Ha risposto il sindaco, che ci ha ribadito come nei documenti sia indicata la motivazione ovvero “che l’incremento
concorre agli equilibri di bilancio”, e che se non fosse stato fatto si sarebbe dovuto incidere in altro modo gravan-
do su tutti i cittadini; non si tratta di cifre enormi e fra tutte le scelte possibili questa è sembrata la più “indolore”.
In pratica, questa scelta è stata fatta per necessità di chiudere il bilancio in pareggio, come prevede la legge.
L’alternativa, secondo l’amministrazione, era quella di alzare le tasse a tutti i cittadini oppure diminuire i servizi.
Il secondo punto ha riguardato l’aggiornamento del DUP e il bilancio di previsione 2022-2024. E’ un aggiorna-
mento del documento di luglio e la nostra sindaca ci ha spiegato che il bilancio del nostro comune, non avendo
entrate “speciali”, si basa tutto sulla tassazione e sui trasferimenti statali (che al momento non conosciamo nel
dettaglio essendo la finanziaria in approvazione). L’amministrazione ha cercato di mantenere alta l’attenzione
sugli aspetti sociali, la famiglia e in generale le fasce più deboli della popolazione, cercando di ottenere per quan-
to possibile i finanziamenti ulteriori messi a disposizione da altri enti (come quello del BIM che sarà utilizzato per
l’acquisto di mezzi utili ai nostri operai).
Questi documenti sono molto corposi e, soprattutto il bilancio richiedono un’analisi puntuale che le tempistiche di
consegna della documentazione spesso non consentono di effettuare. Un intervento della nostra consigliera Su-
sy ha riguardato proprio questa criticità. Abbiamo ribadito inoltre la nostra disponibilità a collaborare anche su
nuovi progetti, e in particolare a porre l’attenzione alle risorse che stanno mettendo a disposizione con il PNRR.
L’altro ODG degno di nota è quello relativo all’affidamento del servizio rifiuti alla Valpe Ambiente. Questa è una
“scelta obbligata” che è stata comunicata già dalla nostra amministrazione e riguarda una scelta a livello provin-
ciale da parte di tutti i Comuni del bellunese, in vista di una futura gestione unica a livello provinciale da parte dei
Comuni stessi.
Il consiglio si è concluso con gli auguri da parte del sindaco e della segretaria.
Il consiglio dell’unione montana Feltrina del 29 dicembre. Anche questo consiglio di fine anno ha riguardato
la corposa tematica del bilancio e del documento per la programmazione delle attività 2022-2024, in questo caso
dell’ente UMF. Tra le questioni, la più rilevante è stata quella relativa al calo di entrate che sarà previsto a seguito
della dismissione del servizio di gestione amministrativa della raccolta dei rifiuti (il servizio ecologia), che come
abbiamo visto sarà affidato ai Comuni. Questo servizio infatti rappresenta per l’unione una fonte di guadagno uti-
le anche per tutti gli altri servizi che l’unione mette a disposizione per i Comuni associati all’unione. Parte dei
mancati introiti è possibile che verrà richiesta a tutti i Comuni.
Conclusioni. Il consiglio in modalità online, pur avendo il vantaggio di poter essere fruibile da più persone, ha il
grande svantaggio di non consentire una discussione dettagliata di tutte le questioni che sorgono; confidiamo
pertanto che i prossimi incontri, compatibilmente con le regole e le normative statali, si possano effettuare in pre-
senza, trasmessi in diretta streaming come abbiamo proposto.
Come minoranza ci impegneremo, anche grazie alla disponibilità degli uffici comunali, a studiare le questioni tec-
niche per comprenderle e renderle comprensibili anche ai non addetti ai lavori. Rimaniamo come sempre a di-
sposizione, per quanto è nelle nostre possibilità, di tutti i cittadini di Alano di Piave.
8 PERSONAGGI

Omaggio al maestro Gianmartino Durighello


di Cesare Turra
In tempo di forzato distanziamento sociale, anche
l’arte si adegua. Così, chi ha voluto assistere alla
“13a rassegna compositori viventi per cori di voci
bianche giovanili a voci pari e miste” dedicata alle
opere del nostro compositore locale Gianmartino
Durighello, ha dovuto collegarsi on-line per vede-
re la diretta dell’evento sul canale YouTube
dell’organizzatrice Alessia Calcagni. Se da un lato
spiace di non aver potuto assistere dal vivo
all’esecuzione dei cori che si sono alternati nel
canto dei vari brani, dall’altro lato la rappresenta-
zione a distanza ha permesso allo spettatore di
ammirare le diverse ambientazioni e scenografie
in cui i coristi si sono esibiti, alcune delle quali
molto suggestive come quella nel santuario di
San Vittore a Feltre.
I quattordici cori, di Castelfranco Veneto, Genova,
Roma, Trieste e Vicenza, hanno dato vita nel loro
insieme ad una panoramica significativa delle
composizioni del maestro Durighello, che è rico-
nosciuto come uno dei più rinomati compositori
contemporanei di musica sacra.
La musica di Gianmartino ha la capacità di evoca-
re negli ascoltatori le immagini di luoghi e tempi
passati, proiettandoli nella spiritualità tipica di
quegli antichi monasteri che, sia pur
nell’imponenza della massiccia pietra delle pareti,
esprimevano altresì grazia e bellezza nei variopinti affreschi
di cui spesso erano adorni. In questi luoghi il canto ritmato
dei monaci scandivano il tempo della vita monastica, infon-
dendo nell’animo dell’ascoltatore un senso di pace, armonia
ed eternità. In questo contesto il canto sacro non è fine a se
stesso e non si esaurisce in un mero fattore estetico, ma di-
venta sacerdozio (sacer dotium, guida al sacro), preghiera
intesa come dialogo diretto con il divino, dove le voci umane
divengono esse stesse incomparabile strumento non solo di comunicazione e dialogo, ma anche di bellezza ed
armonia. “Quando l’uomo canta” - scriveva Gianmartino nel suo libro “Il canto è il mio sacerdozio” (Armelin Musi-
ca, Padova, 1997) - “si trova in una o nell’altra di due dimensioni: da un lato il canto è profezia (dice l’uomo
all’uomo rivelandogli la verità sul mondo e su stesso); ma il canto è anche grido! E’ primariamente grido. E’ il po-
vero che, urlando, rompe la volta celeste; è il bimbo che anela; è il dotto che domanda; è il giovane che cerca… Il
canto è l’incontro della domanda e della risposta… nella liturgia intesa come luogo dove si attua la nostra reden-
zione”. Il canto, dunque, per Gianmartino sembra essere quella vibrazione armonica che avvolge e lega il mondo
terreno a quella dimensione divina e metafisica cui anela ogni credente.
Per coloro che non hanno potuto vedere la trasmissione in diretta YouTube, il video della rassegna è disponibile
sul sito https://www.youtube.com/watch?v=A6Wr7Vbn1M4.

RINNOVO ABBONAMENTO:
SIATE CONCISI NELLA CAUSALE
Per il rinnovo abbonamento è possibile rivolgersi ai punti vendita indicati in seconda di copertina o usare il
conto corrente postale o il bonifico, sempre segnalati in seconda di copertina.
Ricordiamo l’importanza di comunicare il proprio numero di abbonato
e, per i correntisti, di scrivere una causale breve, concisa:
basta il codice abbonato, nome e cognome e aggiungere: rinnovo Tornado.
Così evitiamo troncamenti nella comunicazione negli estratti conto e possiamo attribuire
facilmente il rinnovo a chi spetta. Grazie
9 CRONACA

Nozze d’oro
per Maria e Luciano
di Sandro Curto
Lo scorso 20 novembre, nella chiesetta di Tessere, Maria Mondin e Lu-
ciano Tessaro hanno celebrato con parenti e amici il loro cinquantesimo
anniversario di matrimonio.
Nelle foto che proponiamo ai lettori, oltre a quella storica del 1971, tro-
viamo, in una, gli sposi con i figli Barbara, Daniele e Tiziano mentre
nell’altra si aggiungono la nuora Ylenia, il genero Loris e i nipoti Martina,
Elia, Elisa, Simone ed Elena.
A Maria e Luciano le congratulazioni per il traguardo raggiunto e l’augurio
di un lungo futuro insieme anche dalla redazione del Tornado al quale,
nel lontano 1979, hanno dato un importante contributo per la nascita e la
diffusione; i primi numeri venivano infatti fotocopiati nella loro azienda di
Colmirano.

Il raduno
della famiglia
Antoniazzi
(S.C.) Domenica 28 novembre,
l’agriturismo Bedin di Cornuda ha
ospitato il raduno della famiglia
Antoniazzi di Quero: tre fratelli,
cinque sorelle, coniugi, figli e nipo-
ti. E’ stata l’occasione per un buon
pranzo, per passare qualche ora
insieme e, soprattutto, per ricorda-
re tempi e personaggi passati a
cominciare dagli amati genitori Mi-
rella e Renato, indimenticato sin-
daco di Quero negli anni ‘70, la
sorellina Pia, i nonni Maria e Dui-
lio, Tecla e Giovanni, il carissimo
zio don Gabriele.
Nella foto troviamo, da sinistra, Lorenzo, Tecla, Manuel, Cristina, Gianna, Elia, Paola e Francesca.
10 CRONACA

Dopo 45 anni il panificio Schievenin di Quero


Il 31 dicembre ha cessato l’attività
06.12.1976 01.09.2001

(M.M.) Le immagini riassumono la storia


del panificio Schievenin, iniziata il
06.12.1976 e cessata il 31.12.2021.
All’inizio erano Domenico e Vittore, al-
lievi del fornaio Andrea Bertoncin
“Balét” di Fener, due giovani volontero-
si, alle prese con acqua e farina per
sfornare pane fresco tramite un forno
che si scaldava a nafta pesante. Gli
esordi con la clientela che gradiva il
prodotto, servita anche a domicilio non
solo a Schievenin, prima sede
dell’impresa, ma anche nei paesi del
comprensorio, dalla prima decina fino a
un centinaio degli ultimi tempi. Domeni-
co ha dovuto abbandonare per problemi
di allergia, ma Vittore ha continuato
l’impresa, con a fianco Ivana D’Alberto,
la moglie, presidio del negozio mentre
Vittore impastava, cuoceva e conse-
gnava, aiutato per un periodo anche dal
figlio Luca. E la ditta è cresciuta spo-
standosi a Quero a set-
tembre 2001, conferman-
do anche il punto vendita
come riferimento e nego-
zio di generi alimentari,
come si vede in foto.
Nuovi forni, a gas, fanno
crescere l’azienda, au-
mentare i clienti, compresi
anche numerosi negozi
della Conca. A Carpen
hanno atteso l’ultimo gior-
no di consegna, al Bar
Piave, per festeggiare Vit-
tore e ringraziare tutta la
ditta per il servizio presta-
to, consegnando anche
un diploma a testimonian-
za della stima meritata
negli anni.
In foto: storia dell’Impresa

A tutti i clienti, da Vittore e famiglia


GRAZIE!!!
11 CRONACA

L’ultima consegna di Vittore


di Andrea Tolaini
Ecco alcune foto fatte il 31/12 al Bar
Piave, a Carpen di Quero, dove Enzo,
Giuliana e gli amici si sono ritrovati per
fare una sorpresa a Vittore nel suo ul-
timo giorno di lavoro come panettiere.
Sorpresa riuscitissima vista l'emozione
di Vittore nel leggere la pergamena de-
dicata a lui, alla moglie Ivana e alla sua
attività. Una lacrima gli è scivolata via
dagli occhi. Tra l'altro quella del Bar
Piave è stata anche l'ultima consegna
prima di chiudere. Ora Vittore si potrà
dedicare alle sue passioni: le bocce, la
scopa all'asso...e l'Inter.

Qualcosa non torna…


(M.M.) L’ho notato passando con l’auto già da novembre
e l’ho fatto notare anche a chi di dovere… Il cartello che
si trova lungo la strada nei pressi della frazione di Santa
Maria, lungo la Statale Feltrina, a me pare sia stato ruo-
tato.
Da Quero avvicinandosi all’incrocio di Santa Maria sem-
bra che si possano superare i 70 Km orari, mentre scen-
dendo da Feltre, appena superato lo stesso incrocio, in
direzione di Quero, l’invito del cartello è di non superare i
70 Km orari.
Se non sbaglio dovrebbe essere l’esatto contrario!
Si vede che qualche buontempone (ma mica tanto, eh!)
ha voluto prendersi gioco degli automobilisti, senza tener
conto che con la sicurezza è meglio non scherzare.
La segnalazione di questo dubbio è stata fatta.
Speriamo che chi può e deve ponga rimedio e dia cer-
tezza alla segnaletica su un’arteria così trafficata e che
tutto sia sistemato già quando questo foglio arriverà agli
abbonati.

Ricordando Gianfranco
a cura di “La Ponte Tegorzo”
Il 31 dicembre scorso ci ha lasciati Gianfranco (Franco) Franceschin di Se-
gusino. Persona bonaria e cordiale, sempre pronto alla battuta e infaticabile
lavoratore. Appassionato di Bocce tanto da essere stato uno dei punti di for-
za della ASD Ponte Tegorzo.
La società, tramite “Il Tornado”, lo vuole ricordare con il post scritto nella
propria pagina Facebook:
"Al nostro Amico Franco...Ti vogliamo ricordare così...
... sempre e per sempre uno di noi...
Che la terra ti sia lieve. Ciao Franco".
12
13
14 CRONACA

Natività: ritorna il presepe in chiesa a Quero


segnalazione di Tristano Dal Canton
Dopo un po’ di anni di assenza,
ritorna, a grande richiesta, il
presepe in chiesa a Quero! Lo
spunto l’ha dato don Alessio e
l’invito è stato ben recepito dai
bambini di quinta elementare e
prima media che frequentano il
catechismo 2021/22. Nessuna
pretesa di velleità ed abilità arti-
stiche e lungi dalla maestosa
opera costruita con molta abilità
e pazienza negli edifici sotto-
stanti il patronato giovanile, rea-
lizzata con maestria da un grup-
po di giovani guidati dal mastro
Nicola; si tratta in questo caso di
una semplice realizzazione gra-
zie alla fantasia e buona volontà
di alcuni bambini che si sono ci-
mentati per la prima volta nella
costruzione di un grande prese-
pe. Per l’occasione non è man-
cato l’aiuto di qualche genitore
(chi per il muschio, chi per alcuni
aiuti logistici, chi per il telo di base) e si è cercato di recuperare statue e manufatti di quello che un tempo veniva
fatto nell’altare dedicato alla Madonna e San Girolamo. Insomma: ottimo lavoro di squadra e…chissà che questo
non sia anche l’inizio di una passione manuale ed artistica per alcuni di loro…

Notizie in breve
a cura di Sandro Curto

CHIUDE L’IMPRESA SECCO Dopo oltre sessant’anni di attività, col 31 dicembre 2021 ha chiuso i battenti
l’impresa Secco con sede in Alano di Piave. La ditta, guidata dal geometra Alfonso Secco, ha sempre operato
nell’edilizia in provincia di Belluno ma anche in quelle limitrofe e ha dato lavoro, nell’arco di tutti questi anni, a
centinaia di persone mantenendo sempre un’immagine di serietà e professionalità.
DECESSI Numerosi i decessi di questo periodo riguardanti tutte donne: ad Alano Teresina Tessaro vedova Si-
mioni (90 anni), Fiorenza Mazzier (68) e Susanna Spada vedova Pisan (91), a Quero Ines Canal (93), Angela Vi-
venzi vedova Dalla Piazza (88) e Irma Dalla Piazza (82), a Fener Guglielmina Bordin vedova Vedova (75) e a Mi-
lano la nostra abbonata Roberta Marella (68) originaria di Fener. Alle famiglie le condoglianze della Redazione.
15 ATTUALITÀ

Superbonus e altri bonus edilizi


Con la Legge di Bilancio 2022, i bonus edilizi sono stati prorogati per i prossimi anni.
In alcuni casi sono cambiate le regole, per altri sono state introdotte semplificazioni.
Superbonus
Per le abitazioni unifamiliari il superbonus 110% spetterà fino al 31 dicembre 2022, a condizione che al 30 giugno
2022 siano stati effettuati i lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo.
Per i condòmini e per gli immobili da 2 a 4 unità posseduti da un unico proprietario, il bonus sarà del 110% fino al
2023, poi scenderà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.
Tali scadenze valgono anche nel caso in cui si realizzino lavori di demolizione e ricostruzione di edifici.
Stesse scadenze e aliquote valgono per gli interventi effettuati sulle parti comuni condominiali, per quelli
realizzati sulle singole unità immobiliari del condominio o dell’edificio dell’unico proprietario (interventi trainati).
Stesse proroghe con riduzione dell’aliquota sono previste per le Onlus, le organizzazioni di volontariato e le
associazioni di promozione sociale (Aps).
Bonus ristrutturazioni
Il bonus del 50% per il recupero del patrimonio edilizio è prorogato di tre anni, fino al 31 dicembre 2024. Restano
confermati il tetto di spesa di 98mila euro per unità immobiliare e tutte le altre condizioni e adempimenti.
Ecobonus
La detrazione per la riqualificazione energetica degli edifici è prorogata fino al 31 dicembre 2024.
La proroga riguarda l’ecobonus ordinario del 50 o 65% e per le parti comuni del 70-75% o dell’80-85% in caso di
opere finalizzate anche alla riduzione del rischio sismico. Restano confermati i tetti di spesa le altre condizioni e
adempimenti.
Bonus facciate
Il bonus facciate è prorogato fino al 31 dicembre 2022 ma l’aliquota scenderà dal 90% al 60%. Confermate le
regole già vigenti: le spese agevolabili sono quelle per interventi, inclusi quelli di sola pulitura o tinteggiatura,
finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati in zona A o B.
Bonus verde
È prorogato fino al 31 dicembre 2024 il bonus verde del 36% per la sistemazione a verde di aree scoperte di
immobili privati a uso abitativo, di pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e pozzi, e per realizzare
coperture a verde e giardini pensili.
Norme correlate: Legge dello Stato 31/12/2021 n.234 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario
2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (Legge di Bilancio 2022)
Approfondimenti si possono consultare sul sito edilportale, raggiungibile a questo link:
https://www.edilportale.com/news/2022/01/normativa/superbonus-e-altri-bonus-edilizi-ecco-le-guide-
aggiornate_86610_15.html

Dal 14 gennaio stop alla plastica monouso


Possibile l’uso delle scorte fino ad esaurimento
L'addio riguarderà determinate categorie di plastica: quella non
biodegradabile e non compostabile e gli attrezzi da pesca contenenti
plastica. Insomma, piatti e bicchieri di plastica vecchio stile, bastoncini per
le orecchie, cannucce, contenitori e bicchieri per alimenti e bevande in
polistirene espanso. ll decreto, emanato "con l'intento di promuovere la
transizione verso un'economia circolare con modelli imprenditoriali,
prodotti e materiali innovativi e sostenibili", punta a "promuovere l'uso di plastica riciclata idonea al diretto
contatto alimentare nelle bottiglie per bevande", e prevede anche sostanziose multe per i trasgressori, da 2.500 a
25 mila euro. Ma i suoi effetti non saranno così repentini. Per esercenti e produttori, sarà infatti possibile usare le
scorte esistenti fino ad esaurimento. Per promuovere l'uso di prodotti alternativi a quelli vietati, il decreto prevede
agevolazioni per le aziende che ne facevano uso, sotto forma di credito d'imposta, nel limite massimo
complessivo di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024. Sono previste inoltre campagne di
sensibilizzazione, e gradualmente anche regole per lo smaltimento. Da qui ad un anno, il Ministero della
transizione ecologica dovrà indicare con un decreto i criteri ambientali minimi per i servizi di ristorazione, con e
senza l'installazione di macchine distributrici di alimenti, bevande e acqua, nonché i criteri ambientali minimi per
l'organizzazione di eventi e produzioni cinematografiche e televisive. (Fonte: ANSA)
16 ASTERISCO

Pietro Mazzier, “Piero Svansega”,


custode di arti antiche
di Jennifer Marie Collavo
È un venerdì sera di fine estate, l’aria frizzante delle valli alanesi a ricordare come la stagione stia ormai volgen-
do al termine. Tra la pioggerella fina che inizia a cadere, Pietro Mazzier (classe 1940), è pronto ad accoglierci,
l’aria forse un po’ imbarazzata ma al tempo stesso desiderosa di raccontare e svelare le passioni che occupano i
suoi giorni. Oltre la porta della stalla, si apre un mondo. È il suo rifugio. Radio Maria, con i lievi canti e le preghie-
re, sarà il perenne sottofondo alla visita. Non desidera essere fotografato in volto ma nel suo sguardo, dietro ad
un iniziale velo di pudore, si cela in realtà tutta la fierezza per il lavoro di una vita.
Figura 1. L'antico stiletto mostratoci da Piero
Il primo oggetto che ci mostra lega la sua produ-
zione ad un manufatto più antico. Si volta, apre
una scatola di legno che lui stesso ha finemente in-
tagliato, ed estrae un oggetto appuntito dalla fun-
zione assai particolare. “Savée cossa che l’è?” – ci
sfida, seguendo un gioco che ripeterà più e più vol-
te nel corso della visita, presentandoci un antico
stiletto. “L’avéa al manico de osso, senz’altro! Lo
portavano le donne sul reggicalze come difesa
personale”. Anche la scatola realizzata da Pietro,
però, ha una storia curiosa: “Sto qua i me ha dat
un pezzo di legno di quercia (e con sto legno qua
ho fat anca an sdraio) e l’ha oltre cento anni parché l’era delle baracche francesi nella guerra del 15-18”. Sì, sa
proprio come far rivivere il passato, Piero.
“Parché a mi me pias i laori all’antica” confessa con tutto l’orgoglio del portare avanti l’eredità della tradizione.
Perché lavorare il legno con le regole e gli strumenti di un tempo, non è per lui un semplice passatempo ma as-
sume quasi i contorni di una vera missione che tuttavia non è alla portata di tutti. “Ci vogliono molta pazienza ed
altrettanta passione!”: ecco le due doti magiche indispensabili per esercitare un simile mestiere.
“Per prima cosa bisogna conoscere il legno”, si raccomanda. E poi si volta a recuperare un’altra scatola, di colore
chiaro, lucidissima, “ma sta qua no la ha vernici! Che legno polo esser che no l’ha vernici?” ci interroga. La rispo-
sta arriva direttamente dalle sue labbra: “Questo qua l’è legno di bosso.” E poi ne racconta la realizzazione, tavo-
letta dopo tavoletta, il processo di ebollizione per far piegare il legno, l’aggiunta di una barra di ferro sulla parte
inferiore della scatola sennò, quando si solleva il coperchio, “la se rebalta”. Perché, come dice Pietro, “bisogna
sempre ingegnarse!” Poi è la volta di un’aquila in pino cimbro, ricavata da un unico pezzo di legno, intagliato nei
minimi dettagli fino a rendere l’impeto dell’animale, con le ali dischiuse e gli artigli contratti, pronto a spiccare il
volo.
Figura 2. La Croce post-bizantina del Cadore, esposta al Museo Diocesano di Feltre
fonte www.chiesabellunofeltre.it
Ma se, per un attimo, torniamo alle origini di questa sua passione per l’ebanisteria,
sono due i modelli che Piero cita continuamente. Il primo è un manufatto: la croce
post-bizantina del 1542 donata al Museo Diocesano di Arte Sacra di Feltre, di cui
descrive con emozione l’estrema plasticità degli intagli, con le sue nicchie e le figure
talmente espressive. Il secondo è nientemeno che Andrea Brustolon (Belluno 1662-
1732) “uno dei pì bravi artisti col legno che ghe n’era.” 1 E che bisognerebbe risco-
prire e valorizzare in quanto questo orgoglio del bellunese è stato davvero uno dei
maggiori intagliatori dell’età barocca, le cui opere sono oggi esposte nelle maggiori
chiese e nei palazzi veneziani e persino in una sala del Quirinale intitolata proprio
all’artista. Piero parla di Brustolon proprio come di un maestro, divertendoci anche
con un aneddoto legato ad una sua visita alla mostra allestita nel 2009 a Palazzo
Crepadona per omaggiare l’artista, con tanto di allestimento firmato dall’architetto
Mario Botta. Nel visitare l’esposizione, Piero si imbatte in un gruppo composto da
una decina di giovani, preceduti da una guida che, indicando una scultura più lonta-
na, dalle fattezze di un angelo, esclama: “questo è di ciliegio”. “Eh no – si intromette
allora Piero, che solo in quel momento ha intravisto l’opera ma il cui occhio esperto non si lascia ingannare
nemmeno da lontano – l’è pero!” “Impossibile!” ribatte categorica la guida. A quel punto, allora, Piero la sfida bo-

1
Per approfondirne la figura, si consiglia la lettura di Andrea Brustolon 1662-1732. «Il Michelangelo del legno», 2009, Skira Edito-
re, disponibile anche presso numerose biblioteche delle province di Belluno e Treviso
17 ASTERISCO

nariamente, suggerendole di controllare la didascalia in un angolo della sala: “Al varde, ghe paghe al gelato a tut-
ti se perde mi” E, naturalmente, non si sbaglia. Perché il ciliegio e il pero sono uguali appena intagliati – spiega -
però dopo otto o dieci anni, il pero mantiene il suo colore mentre ciò non accade nel caso del ciliegio… “e quel là
nol vegnia scuro quindi l’era de pero”.
Figura 3. Piero al lavoro con un tavolino smontabile di sua realizzazione
Precursore dei mobili smontabili, Piero ci mostra poi un
tavolino “perfettamente solido” ma che scompone in tre
parti e ricompone davanti ai nostri occhi, il tutto nell’arco
di pochi secondi. “Ghe n’é i numeri sotto parché questa
gamba qua la va sol che qua, no de là”. Ma per manufat-
ti come questi o come i tavolini in legno tornito, con le tre
colonne che si intrecciano senza mai incontrarsi, è la
partenza ad essere difficile, rivela. Perché è tutta una
questione di calcoli matematici. “L’é raggio per raggio
per 3,14 oppure diametro per 6,28. I 6,28 l’é che su un
cerchio bisogna andar col compasso sei volte finché no
se riva giusti. Dopo se fa una sì e una no, una sì e una
no e si ricavano i posti delle tre gambe.” Lo stesso vale per gli stampi per il burro, di cui Piero ha realizzato nel
tempo diversi esemplari ma “al burro l’ha un peso specifico alora bisogna che gli stampi i sie precisi con l’altezza,
la larghezza co tut”. Insomma, oltre ad avere delle ottime mani, per questo genere di lavoro ci vuole anche un
buon cervello! È ora la volta di un piccolo fregio intagliato una volta a mezzanotte, “intant che i fea i colpi de Ca-
podano”, e di una scatolina in legno di ontano rosso “bellissimo da lavorare”. Poi tocca ai sabot fatti da lui: “in in-
verno i porte mi, se sta caldi entro!” Un paio è realizzato in noce, l’altro è di acero campestre “ma i saria masa
pesanti….al difficile qua l’è che al de entro se costruis ma nol se vet dal de fora… l’è tut an dar avanti de fanta-
sia.” commenta, confermando quanta abilità sia necessaria per questo genere di interventi tutt’altro che banali.
Nel frattempo ha smesso di piovere e, prima che il buio cali del tutto, Piero ci conduce nel secondo regno in cui
ama rifugiarsi: l’orticello e il giardino delle piante aromatiche che cura portando avanti un’altra, antica passione.
“Pitost che ‘ndesse a scaje, me popà al avea pì caro che ‘ndesse a erbe parché l’era meno pericolo. Alora ‘ndee
a tor su erbe con quei de Lan ma al periodo dele erbe al dura al massimo 40 dì.” comincia a raccontare “La felce,
se quando che se la sgorla, la manda do dele piccole spore, stop, l’ha chiuso, no se pol pì raccogliere. La bella-
donna uguale, quando che l’è alta e l’ha le bacche. E da allora ho scominsià a conoscerle. L’unica che se racco-
gliea par al veleno l’era l’elleboro bianco. E adès, invece, al veleno i lo fa de sintesi.” conclude, con una risata dal
sapore un po’ amaro.
Figura 4. Le piante aromatiche
L’erbario appeso nella stalla propone una successione di pian-
te ciascuna con il proprio cartellino “Ma me toca metter al no-
me parché, quando che l’è secca, la melissa l’è uguale alla
menta, alora par no sbagliarme me toca meter su al biglietin in
cima.” Ma avverte: “La gente, se no la ha na conoscenza per-
fetta, l’é pericoloso. Mi ho do libri de do francesi che i avea a
Pieve de Soligo le vasche per il dimagrimento delle donne e
lori i spiega le proprietà dele piante senza disegni che par che
i te dis quasi ‘ràngete’.”
Figura 5. Una pianta di euforbia

E in seguito, orgoglioso, ci riconduce nel suo orto, illustrandolo


pianta dopo pianta. C’è la liquirizia di monte o felce quercina,
dal sapore dolcissimo - “ogni tanto ghe cave na radis e la ma-
gne” confessa. O l’euforbia, da cui bisogna star lontani “parché
la contiene acido gallico. Euforbia, ripeto, da non confondere
con l’Eufrasia, che la se usa par gli oci.” Ne taglia un rametto e
ci indica il latte che ne fuoriesce, capace di provocare irritazio-
ni e piaghe sulla pelle. Insomma, ecco un’altra lezione impor-
tante, un altro patrimonio di conoscenze da riscoprire, quello
delle proprietà delle erbe e delle piante che circondano.
Ricomincia a piovere ed ormai è scesa la notte. È davvero
tempo di salutare Piero, con la promessa di tornare presto per
immergersi di nuovo nel piccolo ed affascinante mondo a cui
ha dato vita all’ombra dei noci e dei pini sulle alture di Alano.
18 COME ERAVAMO

Cornuda 16 - 19 agosto 1983


Salita al Monte Bianco (4810 m)
note e appunti di Olivo Andreazza
Poiché finora abbiamo avuto un'ottima estate con poche
precipitazioni e tante giornate di sole, partendo stamattina
verso le sei da Cornuda, Lino, Elio ed io siamo fiduciosi che il
tempo continui ad essere bello anche nei prossimi giorni in
modo da poter effettuare l’escursione che abbiamo in
programma; in breve siamo a Maser dove è ad attenderci
Carlo Gallina. Eccoci quindi tutti e quattro a bordo del
pullmino guidato con perizia da Elio, filare veloci sulla strada
che passando per Castelfranco, Vicenza, Milano, Aosta, ed il
traforo del Bianco ci condurrà a Chamonix. Elio, Lino e Carlo
sono alla loro prima esperienza mentre io sono già stato in
vetta al Monte Bianco il cinque agosto 1973.
Senza difficoltà di traffico, attraversiamo la pianura Padana
poi la Valle d'Aosta quindi la parte superiore della Valle di
Chamonix finché arriviamo al villaggio di Les Houches 1007 m
di quota. Parcheggiato il nostro automezzo sul piazzale della
funivia e fatti i consueti preparativi, un’ora e un quarto dopo
l'arrivo cioè alle 14,15 ,stiamo salendo con la funivia per poi
trasbordare gli zaini nel variopinto trenino che seguendo un
itinerario originale quanto suggestivo ci trasporterà alla
stazione "Nid d'Aigle" o per meglio dire, dove termina il
binario. Mentre scendiamo, siamo accolti da un violento
temporale che dura una decina di minuti; la quota è 2375 m.
Subito dopo ci mettiamo in cammino seguendo il sentiero che
prende quota in fretta; a Les Rognes, 2695 m; cade
nuovamente una fitta e gelida pioggia. Passiamo vicino ad
una piccola baracca dove hanno trovato riparo alcune persone
che ci fanno cenni di saluto; invece di fermarci, noi preferiamo
continuare a. salire. Poco più su cadono neve e pioggia
assieme e c'è un forte vento; fa molto freddo che la fatica del
salire non riesce ad eliminare, bisogna quindi stare att enti a
non congelarsi le mani.
Sempre in mezzo al diluvio e bagnati da capo ai piedi,
entriamo nell'umile rifugio Tete Rousse, 3172 m. L'ingresso è
ingombro di zaini ed attrezzature, in sala da pranzo ci sono
tante persone intente a conversare, mangiare e consultare
carte topografiche. Siamo intirizziti dal freddo ed io riesco ad
avere le mani sciolte solo dopo un'ora. Subito consegniamo le
tessere del C.A.I.al gestore il quale ci comunica che c'è posto
soltanto in sala da pranzo; la sveglia è alle ore una per chi
sale in vetta e alle sette per gli altri: bisogna scegliere subito,
un breve consulto fra noi e si decide per le sette. Dopo cena si
avvicina a me, un po' impacciato, un bergamasco che
cortesemente mi chiede l'età: sessantatré, risposi e lui,
illuminandosi in volto, mi porge la mano dicendo: siamo
coetanei, ora mi sento più tranquillo. Fuori il tempo è brutto e
cade lenta la neve ma non è il caso di preoccuparsi perché è
un fatto normale in queste zone. Verso le nove il gestore ci
assegna i posti-letto non in sala da pranzo ma in una mal
areata e nella quale, su vari piani, ci troveremo in 14. Dopo
aver conversato con alcuni alpinisti svizzeri andiamo a
coricarci; in breve l'ambiente si surriscalda e l'aria diventa
umida ma in qualche modo arriva l'alba del giorno 17; alle sette, con le membra indolenzite per il mancato riposo,
mi alzo e assieme ai miei colleghi preparo lo zaino e faccio colazione. Il cielo è sereno e la temperatura molto
bassa; la bastionata rocciosa che si stende sotto il rifugio del Goûter è rivestita di neve fresca. Alle otto, saldato il
conto al gestore, usciamo dal rifugio Tete Rousse e camminando su ghiaccio vivo, in breve arriviamo alla base
della ripida bastionata rocciosa. Quanto è cambiato questo ambiente da dieci anni a questa parte! Sul pericoloso
canalone è rimasta solo qualche traccia del ghiacciaio che lo ricopriva da cima a fondo e quel po' di neve caduta
ieri che crea difficoltà a salire senza ramponi mentre sulla roccia essi sono di non lieve impaccio. Fa freddo e i
19 COME ERAVAMO

guanti sono bagnati. Sopra e sotto di noi un gran numero di


persone sale lentamente; per fortuna il terreno è gelato quindi,
salvo casi eccezionali, il pericolo di caduta pietre è
scongiurato. Il cielo è sempre sereno ma fa molto freddo e
dopo aver superato gli ultimi spalti di roccia, alle undici
entriamo nel solido rifugio del Goûter, 3817 m di quota. Il
giovane gestore a cui ci rivolgiamo per annunciargli il nostro
arrivo ci manda dalla cassiera che registrerà la nostra
presenza, ma prima ci avverte che i posti letto sono tutti
occupati. A mezzogiorno, fondendo della neve con il
fornellino, ci prepariamo un buon minestrone e verso le 15
saliamo fino a quota 4000 circa lungo il percorso che faremo
domani .Il sole riscalda e il panorama, sempre cangiante per
lo spostamento veloce di grandi nubi, è spettacolare; facciamo
alcune foto e chiediamo notizie sulle condizioni del percorso di salita ad alcuni alpinisti che scendono a valle e
alle 17 siamo di nuovo al rifugio. Senza soste arriva gente dal basso; nell'atrio zaini ed attrezzi ingombrano
persino il passaggio mentre in sala da pranzo comincia ad esserci ressa; io penso a come passeremo la
prossima notte. Un cartello informa che la sveglia è alle ore due per chi sale in vetta e alle otto per gli altri, ma
non occorre che il gestore faccia suonare la sveglia. Trovato un ridottissimo posto ad un tavolo, ci apprestiamo a
consumare la cena; adesso c'è anche acqua che l'elicottero ha portato su verso le 16 assieme ad altre provviste.
Intanto s'intrecciano fitte conversazioni in tutte le lingue immaginabili che io ascolto con vivo interesse e allo
stesso modo osservo la gran varietà di tipi e il loro abbigliamento. Chiedo al gestore di telefonare alla Vilma a
Cornuda, ma le batterie sono deboli e servono solo per comunicare con Chamonix .Ogni tanto arrivano altri
alpinisti armati di pile mentre nel rifugio ce ne sono dovunque nella sala, nei corridoi, sulle scale; alle 21 il gestore
ci assegna i posti sui tavolati, facendo spostare gli occupanti abusivi. Prima di distendermi vado fuori a vedere il
tempo: la neve cade a larghe falde mentre lontano verso Le Fayet il bagliore dei lampi indica che è in corso un
temporale. Ritorno nel camerone dove quasi tutti sono a letto e con l'esperienza di altre notti simili, mi tolgo tutti
gli abiti, tenendo solo gli slip; un vicino di Elio sta infilandosi nel suo nuovo sacco-piuma, imitato dai suoi amici.
Ben presto umidità e temperatura salgono inesorabilmente mentre frequenti scariche di gas biologico rendono
ancor più precario l'apporto di ossigeno ai polmoni. Verso le 24 esce Carlo e con difficoltà riesce a districarsi fra i
corpi distesi sui corridoi. La temperatura sale sempre e ogni tanto qualcuno esce dalla stanza. Poco prima
dell'una ho la sensazione che mi scoppi la testa ed in tutta fretta esco all'aperto; respiro con avidità l'aria gelida
della notte le nubi sono scomparse e un 'infinità di selle illumina il cielo; al fondo delle valli brillano vivide le luci
dei centri abitati lontani e vicini mentre il silenzio dei monti si stende su ogni cosa, Abituato da tanti anni a scenari
simili, ne rimango ugualmente affascinato. Rientro tutto infreddolito e trovo un posto lasciato libero in corridoio da
uno che non resisteva più, mi distendo e metto un braccio a protezione del viso da eventuali colpi di scarponi.
Verso le 11,30 il via-vai è a tal punto che rimanere li rappresenta un pericolo. Nel buio della notte, con la luce
oscillante delle pile, ognuno esegue quelle operazioni che precedono l’escursione. In tutti questi anni che
frequento rifugi alpini non ho mai trovato un affollamento come oggi e mi accorgo dal comportamento di tutti che
l'ampio margine di tolleranza di cui ognuno di noi è portatore è vicino al punto di rottura. Riusciamo ad avere del
the caldo poi portiamo zaini ed attrezzi fuori sul terrazzo. Alcuni sono partiti prima delle due altri sono in procinto
di avviarsi; io faccio la fila per pagare il conto mentre Carlo mi dice che Lino .sta poco bene. Una buona limonata
calda lo rimette presto in sesto. Alle 3,20 lasciamo anche noi il rifugio e, fatti pochi metri, vediamo la lunga e
spettacolare luminaria di chi ci precede. Al Col du Dôme,4300 m, vediamo il sorgere dell’alba ed attorno il
paesaggio immerso in un fiabesco crepuscolo, ma eccoci alle 6,30 alla capanna Vallot, 4360 m, dove è molto
laborioso sia entrare che uscire per via delle misure prese contro la bufera; con mia sorpresa non trovo più quella
struttura debole di 10 anni fa ma una più robusta e con l'entrata sul lato opposto. All'interno ci sono persone
stese su materassi, altre che si preparano una bevanda calda, altri ancora che si riposano seduti in qualche
modo; ovunque disordine e sporcizia. L'alba nitida delle alte quote si confonde ora con la dorata aurora e
innumerevoli vette vicine e lontane appaiono nitide ai nostri occhi mentre l'aria fine richiede una respirazione più
rapida. Riprendiamo a salir attorniati da distese di candida neve, sul tratto più bello della salita, quasi tutto su
cresta. Incontriamo gente che scende dalla vetta con il volto sorridente ed il passo agile: qualcuno ci rivolge una
parola di incoraggiamento altri un velato sorriso. Seguiamo il filo dello spartiacque mentre il percorso diventa più
ripido e le soste più frequenti. Ma ecco apparire finalmente l'ultimo tratto di cresta affilata e poi la vetta. Siamo
tutti un poco emozionati e con gioia osserviamo lo sconfinato panorama che una giornata eccezionalmente
limpida ci permette di ammirare dai possenti gruppi del Rosa, del Gran Paradiso, del Monviso a quelli estesi
dell'Alta Savoia, i ghiacciai scintillanti al sole, a città e paesi lontani. Fatte le foto di rito, ci prepariamo per la
discesa; la neve è buona e, con attenzione a non scivolare, siamo ben presto alla Capanna Vallot. Breve sosta e
poi giù fino al Col du Dôme dove, piegando a destra e sempre su ghiacciaio, ci inoltriamo sul Grande e poi sul
Piccolo Plateau ai lati dei quali enormi seracchi sembra che debbano precipitare da un momento all'altro. Siamo
adesso in un grande anfiteatro: il caldo è torrido e la luce del sole abbaglia gli occhi mentre la neve collosa rende
disagevole l'incedere. Ora stiamo scendendo sul ghiacciaio di Taconnaz percorrendo falsipiani e ripidi pendii e
aggirando larghi e profondi crepacci. Verso le 13 arriviamo nei pressi del rifugio Grands Mulets situato su uno
sperone roccioso a 3051 m di quota; il pendio glaciale dove siamo noi è 50 metri più basso. Qui si deve scegliere
20 COME ERAVAMO

se salire al rifugio e li pernottare oppure continuare la discesa a valle: viene deciso per la seconda e senza
fermarsi si continua la discesa. L'ambiente che vediamo da qui è anche grandioso alla sinistra il ghiacciaio di
Taconnaz che scende dall'Eguille du Goûter; alle nostre spalle i Plateaux e alla destra l'enorme e tormentato
ghiacciaio dei Bossons che scende dal Montblanc du Tacul e in una spettacolare colata di crepacci e seracchi,
arriva fino a 1300 m di altitudine. Poco sotto il rifugio il percorso diventa più severo e tortuoso e il ghiaccio più
compatto. Due sparuti gruppi ci precedono e uno ci segue mentre la moltitudine di alpinisti di stamattina è
rientrata seguendo la più agevole via di salita. Eseguendo continue deviazioni camminando a volte su esili lame
di ghiaccio o saltando da un bordo all'altro di infidi crepacci riusciamo finalmente a mettere piede sulla roccia alla
destra del ghiacciaio .0ono le ore I6 e mentre ci le-viamo ramponi, imbracatura e corda, notiamo che la stazione
della funivia è ancora molto lontana cosi nel timore che fermandoci a mangiare si corra il pericolo di perdere
l'ultima corsa, via di nuovo con un caldo afoso. Siamo a quota 2500 ed il cielo è sempre sereno. Mentre
camminiamo sul lungo ed accidentato traversone, vediamo le cabine della funivia salire veloci verso l'Eguille du
Midi, 3800 m, dove avviene il trasbordo dei turisti che, passando sopra la Mer de Glace su piccole navicelle,
andranno a Courmayeur. Alle ore 17 arriviamo alla stazione intermedia di Flan de l'Eguille, 2310 m, dove
troviamo gran movimento di turisti e un'ora dopo la cabina della robusta funivia si arresta alla stazione di
Chamonix. Con qualche difficoltà arriviamo alla piazza della chiesa dove si trova la stazione dei pullman. Poco
dopo siamo a bordo del bus con gli zaini che ingombrano il corridoio e alle 19 siamo davanti al nostro pullmino
dove ha termine questa affascinante avventura cominciata qui nel pomeriggio dell'altro ieri.
Cornuda 25 settembre 1983

Cena degli Scapoli: dicembre 1989


di Alessandro Bagatella

Preghiera degli scapoli


Ave o Maria Grazia Plena;
Gnen o scapola che la tera trema
che tu sie bela o che ti sie bruta
basta che no tu sie proprio distruta.
E ti scapolo vardete intorno
ghe ne scapole in tut al mondo
quel che conta la e la bontà
de catarse qua e par de là
insieme sempre e cosi sia
Sono passati trentadue anni da questo scatto, effettuato da Fotostudio
e i pensieri da la testa butar via.
Resegati, che ripropongo all’attenzione dei lettori, testimonianza della
30.12.1989 A lessandroB agatella  terza cena degli scapoli. L’incontro era nato per iniziativa del sottoscritto
e l’idea è stata portata avanti per oltre dieci anni, affiancata anche da
gite che prevedevano pernottamenti e cene in albergo. Poi… qualcuno ha cominciato a remare contro, forse per
invidia, chissà, e quindi ho smesso di occuparmi dell’iniziativa, nonostante gli appuntamenti avessero coinvolto
una compagnia di un centinaio di persone, partecipanti anche dalla bassa trevigiana. Chi ha provato a riproporre
l’evento è riuscito a programmare la festa per un paio d’anni, con la partecipazione di qualche decina di persone.
Resta il bel ricordo di questi incontri e anche un po’ di amarezza per l’ostracismo incontrato.
21 ATTUALITÀ

Pillole di Tecnologia – terza parte


Mpeg4 e DVB-T2: refarming ed aggiornamenti
di Tristano ing Dal Canton
Come riportato in qualche numero fa, continuano i lavori sia per il cambio Codec (passaggio al mp4 per l’alta
definizione) sia per il cambio dello standard trasmissivo della tv digitale
terrestre (T2). Proprio in questi giorni i “telespettatori” più praticanti avranno
notato come alcuni canali siano “spariti” dall’elenco: si tratta di quel
“refarming” delle frequenze (letteralmente: riassegnazione) di cui
parlavamo, ovvero la liberazione dei canali sopra i 700MHz. Con il decreto
del Ministero dello Sviluppo Economico del 21 dicembre 2021 è infatti stata
fissata per l’8 marzo 2022 l’attivazione in tutta Italia della codifica MPEG-4
per la trasmissione di tutti i programmi tv. Tuttavia le emittenti trasmetteran-
no i loro canali contemporaneamente sia con la “vecchia” codifica MPEG-2
che con la nuova codifica MPEG-4 (trasmissione in simulcast) ad eccezione
dei TG regionali RAI che verranno diffusi esclusivamente con il codec
MPEG-4. I canali che verranno trasmessi in MPEG-4 e visibili in alta qualità
saranno posizionati tra il numero 1 e 9 e al numero 20 del telecomando. Ad
esempio, il canale Rai 1 HD, attualmente visibile al numero 501, verrà spo-
stato al numero 1 mentre la versione in qualità standard (SD) verrà posizio-
nata al numero 501. Il processo di refarming avverrà per area geografica e
finirà completamente il 30 giugno 2022. Con il rilascio della banda 700MHz e
la redistribuzione delle frequenze tra le emittenti radiotelevisive bisognerà ri-
sintonizzare i canali televisivi: per molte TV la procedura di risintonizzazione
avviene automaticamente, per le rimanenti sarà da fare in manuale. La com-
pleta dismissione della codifica MPEG-2 dovrà comunque avvenire entro il
Traliccio in Cilladon
31 dicembre 2022.
TV locali: Il passaggio al codec MPEG-4 dei canali delle TV locali avverrà per aree geografiche in contempora-
nea con il calendario stabilito dal decreto Road Map. Le emittenti locali dovranno procedere alla dismissione del-
la codifica MPEG-2 in favore della codifica MPEG-4 nella stessa data prevista per l’attivazione della codifica
MPEG-4 da parte delle emittenti na-
zionali (8 marzo) al fine di far avvale-
re i cittadini degli effetti della risinto-
nizzazione necessaria per aggancia-
re le nuove frequenze dei canali dif-
fusi a livello nazionale. In particolare i
giorni fatidici per la nostra zona sa-
ranno dal 24 al 28 febbraio 2022
(Belluno e provincia, Prealpi vicen-
tine, parte della provincia di Vicenza,
Prealpi trevigiane, parte della provin-
cia di Treviso). In particolare, Tele-
belluno verrà spostato sul canale 22,
per cui ci potrebbero essere dei dis-
servizi in tutto il territorio provinciale,
vista la capillarità di tralicci locali. Ben
più “epocale” sarà lo Switch-Off verso
Refarming delle frequenze delle emittenti tv sulla banda sub700MHz lo standard DVB-T2, il digitale
terrestre di seconda generazione con
codifica HEVC, la tecnologia che consente di mantenere i canali attuali in uno spettro ridotto anche
aumentandone la definizione. Non sono ancora state fissate le date precise per il passaggio definitivo dal DVB-T
al DVB-T2, nel decreto della road map del Ministero dello sviluppo economico la transizione è prevista a partire
da gennaio 2023.
Ancora una volta: come capire se il proprio televisore supporterà ognuno dei due step previsti (quello in
atto e quello de l 2023)? Test per HD: è banalmente sufficiente (in questi ultimi giorni) controllare se ricevono i
canali in alta definizione: ad esempio sintonizzando Rai 1 HD (numero 501) o Canale 5 HD (numero 505) per
verificare se il decoder o TV ricevono tali canali in alta definizione. Test per DVB-T2: se il televisore è stato
acquistato dopo il 1° gennaio del 2017 è molto probabile che il dispositivo sia compatibile con il DVB-T2. Se
invece è un modello più vecchio si può verificare la compatibilità del dispositivo controllando le specifiche
tecniche dell’apparecchio: se è dotato di tuner DVB T2 con la codifica HEVC a 10bit, oppure verificare se si è in
grado di ricevere il canale 100 o 200 con apparizione a schermo della scritta “Test HEVC Main10”.
Fonte: https://nuovatvdigitale.mise.gov.it/
22
23 COME ERAVAMO

Foto d’altri tempi…


segnalazione di Sergio Masocco di Sanzan
(Alessandro Bagatella) La prima foto è stata scattata in occasione della Festa della Madonna della Salute,
davanti alla chiesa di Sanzan il 21.11.1952. Al rito religioso partecipano tanti devoti dai paesi di Carpen, Canal,
Le Croci, Belumat.

Nella seconda foto vediamo, invece, emigranti di Sanzan, di Canal e Le Croci appena ritornati dalla Germania,
giusto poco prima che Mussolini dichiarasse lo stato di Guerra. Si sono salvati in tempo dall’essere deportati in
campi di concentramento e nella foto stanno, probabilmente, festeggiando il loro rientro.
24 ASTERISCO

La segusinese Anna Rita Coppe consegna pacchi e corrispondenza con una Panda 4x4 di Poste
Italiane: «All’inizio erano stupiti di vedermi arrivare e mi sentivo come una specie di marziana»
La postina degli “eremiti” tra le colline del Prosecco:
«Per alcuni sono il solo contatto con il mondo»
Viaggia con il sole, la pioggia e la neve,
consegnando lettere e pacchi a grandi e
piccini raggiungendo anche i posti più
impervi. Il “Babbo Natale” delle colline tra
Valdobbiadene, Segusino, Follina e Mia-
ne, non si muove a bordo di una slitta
ma di una comoda, e certamente più
moderna, Panda 4X4 messa a disposi-
zione da Poste Italiane. Anna Rita Cop-
pe, 43 anni, è infatti occupata dal 2007 al
Centro di Distribuzione di Montebelluna
e fa parte di una task force di portalettere
che consegna soprattutto i pacchi e la
corrispondenza con una particolare at-
tenzione per le aziende, che da quelle
parti sono soprattutto vinicole. «Dopo un
po’ - spiega - conosci tutti e diventi un
po’ una di casa. Il posto più sperduto che raggiungo? C’è una casa isolata tra i boschi di Segusino, ci vive una
coppia che ha un sacco di animali da compagnia e da cortile. È un posto da eremiti ma con un fascino unico. Di-
ciamo che per alcuni sono il solo contatto con il mondo che hanno lassù».
Ogni giorno 130 chilometri
Ogni giorno Anna Rita fa fare alla sua auto fino a 130 chilometri. «E alla volte - sorride - si mangia anche in mac-
china, una sosta di 5 minuti e via, perché d’inverno le strade sono quelle che sono e inevitabilmente si corre il ri-
schio di non consegnare a tutti». In queste zone infatti operano soltanto le Poste Italiane anche perché gli altri
operatori preferiscono concentrarsi nelle aree cittadine a maggiore densità di popolazione dove l’attività è deci-
samente più redditizia per i corrieri. «Recapitare nella zona di Valdobbiadene non è facile - continua - su queste
colline ad ogni civico corrisponde una villetta, una bifamigliare o una cantina».
Distanze enormi tra un civico e un altro
«La distanza tra un civico e l’altro è notevole. Ciò significa che per far arrivare tutta la posta si percorrono tantis-
simi chilometri ogni giorno, qualche volta anche su strada sterrata. Ecco perché per facilitare le consegne è fon-
damentale la collaborazione dei cittadini nel tenere aggiornati indirizzi e numeri civici e nel posizionare corretta-
mente le cassette della posta. Quando la toponomastica è complessa ed è più difficile recapitare, gli altri corrieri
lasciano volentieri spazio a noi che garantiamo la consegna di qualsiasi plico, a qualsiasi cliente, anche nei luo-
ghi più impervi. Mi ricordo che in cima al Monte Cesen, a mille e cinquecento metri d’altezza, le prime volte le
persone erano sorprese nel vedermi arrivare e io mi sentivo come una marziana che invadeva la loro privacy».
I destinatari sono produttori vitivinicoli
Molti dei destinatari delle lettere di Anna Rita sono imprenditori che necessitano dei documenti trasportati per
mandare avanti gli affari. «Sono giustamente esigenti» chiosa Anna Rita ricordando che tra i suoi clienti ci sono
anche “istituzioni locali” come l’Osteria Senza Oste. «È un’intuizione imprenditoriale innovativa e fuori dagli
schemi: un successo confermato dalla presenza continua di persone, che fa capire come questa zona stia svi-
luppando anche una forte vocazione turistica. Oggi si vedono sempre più cicloturisti scorrazzare tra Valdobbia-
dene, Combai e Cison di Valmarino. E dobbiamo stare sempre più attenti quando siamo alla guida» aggiunge.
«Dopo i mesi difficili condizionati dal Covid - conclude Anna Rita - parlando con la gente della zona si capisce
che il segreto del postino è trovare il giusto equilibrio tra servizio efficiente e cortesia. Ed è quello, nel mio picco-
lo, che cerco di realizzare ogni giorno».
(da un articolo di Denis Barea, pubblicato sul “Corriere del Veneto” dell’11 gennaio 2022 - segnalazione di Silvio Forcellini)
25 CRONACA

31.12.2020
31.12.2022
Sono trascorsi ormai due anni dalla
chiusura del ristorante Castel Prada,
nel Comune di Quero Vas.
In tanti hanno percorso i tornanti che
dal fondovalle di Schievenin portava-
no in quota alla soglia del ristorante,
per moltissimi anni luogo preferito da
chi amava la buona cucina. Adesso,
chi si avvicina al vecchio esercizio
trova una panchina, su cui sedersi
all’ombra di un grande albero e anda-
re col pensiero ai tanti bei momenti
passati a Castel Prada.
Una panchina che serba 45 anni di ri-
cordi. L’ha immortalata in fotografia
Andrea Mondin, membro della fami-
glia che ha gestito il locale, e la con-
divide con noi per tener vivo il ricordo
delle tante storie che il ristorante ha
raccolto negli anni.

ATTUALITÀ

Quero Vas: nuova modalità raccolta rifiuti


Plastica e vetro sfusi nelle campane. Cartoni vanno compattati

E’ partito il nuovo sistema di raccolta


dei rifiuti a Quero Vas. Per un primo
periodo il porta a porta resta solo
per il secco indifferenziato, mentre
fin da subito plastica e alluminio tornano ad essere conferite nelle campane delle piazzole ecologiche. Adesso
serve la collaborazione dei cittadini. Sulle campane è scritto chiaramente cosa introdurre ed anche la modalità
con cui farlo. Nelle campane di plastica, vetro e lattine bisogna sversare i pezzi senza intasare i contenitori con
sacchi pieni. Nella campane della carta occorre compattare le scatole e non lasciarle intere per far in modo che ci
stia più materiale possibile. Niente di difficile. Già nei primi giorni si è notato, però, qualche comportamento non
proprio corretto, con rifiuti abbandonati ai piedi delle campane e sacchi al loro interno.
Aiutiamoci a tener pulito il paese!
26 ATTUALITÀ
27 ATTUALITÀ
28 KARATE

Milena Susanetto
Campionessa Qwan Ki Do con radici Queresi
Buongiorno, mi chiamo Gianluigi Susanetto, lo zio di Germano
e Silvano Susanetto. Sono nato a Quero, ma ora vivo a Som-
ma Lombardo, in provincia di Varese. Mi farebbe molto piace-
re se si potesse pubblicare su “Il Tornado” questa notizia.
In data 24 Ottobre 2021 mia nipote Milena Susanetto (diciot-
tenne, diplomata in lingue e iscritta alla facoltà di Scienze del-
la Natura e dell'Ambiente) già cintura nera di Qwan Ki Do
(Kung Fu di origine cino-vietnamita), degna figlia del padre
Sandro, anch'esso cintura nera; assieme alle sue due com-
pagne si è classificata terza - medaglia di bronzo - ai cam-
pionati mondiali di tale sport. In tante altre gare individuali si
è classificata bene,
il 14 Marzo 2021,
per esempio, a Lodi
è riuscita a battere
due suoi compagni
nella gara indivi-
duale.
Ho deciso di scri-
verti perché il gior-
nalista che ha dato
per primo la notizia,
ha scritto "Orgoglio
Sommese"; mi può
andar bene, sono
contento, ma non
dimentichiamoci che le sue radici sono di Quero e quindi
anche "Orgoglio Querese" e perché no, anche del nonno!
Grazie, Gianluigi Susanetto

CRONACA

23.12.1981 / 23.12.2021
40° anniversario per Ivano e Francesca
...stessa spiaggia stesso mare... per festeggiare i 40
anni di matrimonio Francesca Rech e Ivano Maz-
zocco hanno scelto il locale che li aveva visti sposi

novelli nel lontano 1981. Ottima cena e piacevolissima se-


rata, quindi, presso il ristorante "La Rotonda" di Quero
Vas, gestito, come allora, dalla medesima famiglia, che,
affermano gli sposi, “ci ha riservato una calorosa acco-
glienza. Non son cose che succedono di frequente!”
Nelle foto i non più novelli sposi con i testimoni: Faustino Chiea e Vincenzo Vizzari.
29 ATTUALITÀ

APS –Iscritta Reg. Naz. Nr.56 del 29.10.2018 e-mail: segreteria@prolocoalano.it

Tessère: le ricevute per la detrazione nel 730


Coloro che desiderano avere la ricevuta attestante l’importo del bonifico effettuato nel 2021 a sostegno del
progetto per il restauro di Tessère per la detrazione della donazione dalla propria Dichiarazione dei Redditi
possono inviare una e.mail entro il 28-02-2022 a: segreteria@prolocoalano.it indicando:
Oggetto: Ricevuta Donazione. Nel testo inserire i propri dati come segue:
Cognome e Nome …….. . Indirizzo ....… … CAP .........Città… …… Codice Fiscale. …………………….
Le ricevute saranno inviate alla e.mail del richiedente entro il 31-03-2022

Pro Loco Quero e Carnevale


La situazione generata dall’attuale pandemia consiglia
anche per il 2022 la sospensione della sfilata di Carnevale.
Conserviamo energie ed entusiasmo in vista della ripartenza per le future
manifestazioni a sostegno del turismo locale.
30 ATTUALITÀ

In memoria di Valerio Verardo


Un defibrillatore per la Protezione Civile
segnalazione di Pietro Cadorin
Alcuni volontari dell’Associazione Protezione
Civile di Quero hanno concluso positivamen-
te il corso BLSD (primo soccorso base con
uso del defibrillatore sia adulto che pediatri-
co) e l’Associazione ha finalmente acquista-
to un defibrillatore semiautomatico presso la
ditta ONPPI di S. Vendemmiano, ditta che ci
ha fornito anche il corso formativo. Questo
defibrillatore verrà usato dai volontari, ade-

guatamente formati, durante le loro attività e ogni volta che servi-


rà (speriamo che non debba mai essere usato).
L’acquisto è stato reso possibile grazie ad una donazione del
gruppo motociclistico di Crocetta del Montello, a seguito di quanto
raccolto durante le esequie del nostro volontario Verardo Valerio.
Una somma che ha coperto gran parte della spesa, donata, a loro
volta, dai fratelli Vanni e Valter Verardo alla nostra associazione
con lo scopo benefico e da noi spesi per questa iniziativa utile a
tutta la comunità. Volevamo ringraziare tutti coloro che hanno
contribuito a questa iniziativa, anche se dovuta ad un evento che
ci ha addolorato. Con l’occasione della festa di S. Barbara è stato messo, presso la grotta di Schievenin, un ri-
cordo del nostro volontario.

Bus al posto dei treni dal 27/2 al 11/6/2022


31 LETTERE AL TORNADO

Uno speciale anniversario


di Angelo Ceccotto
Che dire se non ringraziare il buon Dio per la salute che
ci ha regalato finora, pur con qualche umano acciacco.
Se poi guardiamo il decorso dei 55 anni passati insieme,
ci sorreggiamo guardando indietro, evocando momenti
gioiosi ma anche di grande dolore inciso da una profon-
da ferita che ancor oggi emerge negli anniversari e
compleanni di assenza di Gabriele, non meno nelle si-
lenziose festività dove di lui riemerge il ricordo stringen-
doci il cuore e facendoci spargere qualche lacrima. Im-
possibile ignorare questi momenti quando la cicatrice
riaffiora ogni qualvolta c’è un argomento di riferimento,
questo ti stringe sempre la gola. Ancora insieme? Eb-
bene sì, l’esperienza sa amalgamare gli avvenimenti di
un lungo percorso senza essere abbindolati dalle facilo-
nerie trasgressive del momento. Ormai non più giovani, cerchiamo di vivere il più possibile curando la nostra per-
sona oltre a sostenere chi più di noi ha bisogno. A riguardo, mai è venuto meno il nostro apporto all’impegno nel
sociale, un comportamento che va in parte a sopperire ciò che è venuto meno in famiglia.

Ci risiamo
di Angelo Ceccotto
Che dire di questa situazione virale Omicron che nuovamente ci ha sopraffatti ponendoci innanzi a una forte
preoccupazione, non sapendo come andrà a finire… Pur essendo meno infettiva, ci costringe a continuare a pro-
teggerci come prescritto dai regolamenti istituzionali. Premurato nell’evitare il virus, ho conseguito tutti i vaccini, il
cui impatto non mi ha causato alterazioni di genere, auspicandolo come via maestra per quanti ancora sono rilut-
tanti a farlo. Tutto questo ci è utile per non cadere nella trappola epidemica che ora sappiamo quali gravi conse-
guenze fisiche comporta. Per uscirne, è da evitare la “ghiottoneria” di certa stampa e di certi politici che favori-
scono ancor oggi quanti non cedono alla vaccinazione dando sfogo agli sponsorizzati della contestazione, ai
nulla facenti, agli improvvisati ideologi, non meno ai sapientoni preposti alla devastante guerriglia. Stupisce la
contraddizione di coloro che rifiutano il vaccino anti Covid-19, che invece poi smaniano nel fare il vaccino per an-
dare in ferie oltremare, sui monti a sciare, come sono solerti nel mettersi il piercing sulla lingua, sulle orecchie,
sul naso e altrove, come pure nel fare il raschiamento sottopelle per i tatuaggi. Vediamo che tutto questo è bene
accetto senza considerare le drammatiche conseguenze che nel tempo ne derivano. Essere rimbecilliti per
un’innocua puntura, da un siero protettivo che ti garantisce nel 70-80% dall’incolumità virale e dalla morte, per
aggrapparsi alla fantomatica libertà di scelta, fa pensare che su questi c’è ancora un torbido pensiero confusiona-
le. Il fatto sta che questa loro malata idolatria crea un danno enorme alla società che dobbiamo ingiustamente
pagare noi. E qui sarei drastico con chi, infetto, varcasse le porte dell’ospedale, facendogli pagare tutte le spese,
anche quelle derivanti come atto di giustizia e per la mia libertà da questi calpestata. Come uscirne dall’attuale
dilagante pandemia Omicron che ci castiga maggiormente per l’ingrato negazionismo altrui, se non attenendoci
alle normative governative per non pagare poi a caro prezzo le infettive conseguenze che sono ben riscontrabili
su chi ne è stato coinvolto. Pensiamoci prima di cadere in disgrazia, auspicando che il 2022 infonda a tutti sag-
gezza e comprensione per il bene di tutti.

“Milena”
di Maria Biz
La nostra lettrice Maria Biz ci ha inviato - nell’anniversario della morte, che cadeva il 21 dicembre - la seguente
poesia dedicata a Milena Zadra, originaria di Fener, che per lei è stata più che un’amica, una sorella.
Mia cara amica Milena, / giunta al termine della vita / Dio ti ha rapita / e portata con Lui / nella gloria del cielo. Le
tue lunghe primavere / ti son state regalate, / ma molto sacrificate, / e dai figli e nipoti / saranno amorevolmente
ricordate. Giovane ancora / nella migliore età / sei rimasta sola / e, per voler di Dio, / il tuo caro Paolo / se ne an-
dò all’aldilà, / lasciandoti nel dolore, / ma con tanto amore / d’aver voluto tanto bene / alla sua famiglia / e a quan-
ti in terra, / amici e parenti, lasciava. / Varia, tua sorella, / piange la tua mancanza. / Nella casa di Fener / le stan-
ze sono vuote senza te. / Nella piccola saletta / sfoglia l’album dei ricordi, / con lacrime agli occhi / e pianto
soffocato / rammenta il lungo tempo / assieme passato, / ora rimasto nel sogno dei ricordi. / Alla soglia del Santo
Natale / silenziosa salivi le scale / che ti portavano alla gloria del cielo / dove regna un nuovo mondo / di pace e
serenità. / Cara Milena, / ti sei portata via una parte di me, mi manca la tua compagnia, / il tuo volto, il sorriso, la
semplicità / di umile donna.
32 ATTUALITÀ

QueroVas
Ripubblichiamo il
calendario della
raccolta dei rifiuti
per il Comune di
Quero Vas per
richiamare
l’attenzione di coloro
ai quali era sfuggita
la precedente
pubblicazione.

Trattandosi di
modifiche importanti
al sistema di
raccolta dei rifiuti
rinfreschiamo la
memoria ad
eventuali distratti.
AUTOFFICINA Gelateria Artigianale “Gioia gelato”
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GOMM AUI STTOAF F I C I N A
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Via della Vittoria“Gioia gelato”
17/A FENER
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REVISIONI Via della Vittoria 17/A FENER
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Per info e prenotazioni
Pergelati
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semifreddi
gelati e semifreddi
347.8371557
Via Feltrina, 15 - 31040 Pederobba (TV)
Tel.: 0423 64373 - Fax: 0423 681757
347.8371557
Aperto da Lunedì a Venerdì
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E-mail: officinabailo@virgilio.it Aperto da Lunedì a Venerdì
Tel.: 0423 64373 - Fax: 0423 681757 Sabato e Domenica
dalle 14.00 alle 21.30
E-mail: officinabailo@virgilio.it dalle 11.00 alle 21.30
Sabato e Domenica
CHIUSO IL MERCOLEDÌ
dalle 11.00 alle 21.30
CHIUSO IL MERCOLEDÌ
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S. Maria di Quero (BL)


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