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Quindicinale Anno XLII
20.05.2020
Numero
736
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO
www.scribd.com/user/9297991/liberfree
Chiuso in redazione il 11.05.2020 - Prossima chiusura il 25.05.2020
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 Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL
Le opportunità (da sfruttare) del dopo Covid 19 - pag. 1/2L’ultimo taxi di Duilio Specia - pag. 3Mauro Mazzocco in pensione - pag. 4-5L’addio a due amici del Tornado - pag. 6Il saluto dell’amministrazione al dottor Stefan - pag. 8
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1
Le opportunità (da sfruttare) del dopo Covid 19
 
di Cesare Turra
 
Come sarà l’Italia o, meglio, come vogliamo che sia l’Italia una volta passata l’emergenza del Covid 19?
 
E’ difficile infatti immaginare un ritorno allo stesso stile di vita precedente, ma forse questo non è poi così grave se rap-presenta l’
opportunità di migliorare
 molti degli aspetti che prima non funzionavano.
 
La situazione presente.
 Se la pandemia ha messo in luce lo spirito di sacrificio di molti medici, infermieri, tecnici e operatori socio-sanitari e anche la solidarietà di altre categorie che si sono messe a disposizione del Paese per uscire dall’emergenza, la stessa ha evidenziato però anche diverse criticità che si sono manifestate nell’
insufficiente nume-ro di medici e infermieri,
 nella
ridotta capacità reattiva
ai primi casi di virus che hanno colto di sorpresa le strutture sanitarie deputate trovandole impreparate, nella
difficoltà dell’approvvigionamento dei presidi sanitari
fondamenta-li (mascherine, camici usa-e-getta, strumenti per la ventilazione assistita, tamponi per i test di rilevamento ecc.).
 
In questo non sono state di aiuto le scelte di diverse Regioni negli ultimi anni di
incentivare le strutture private a scapito di quelle pubbliche
 né la politica dell’
accentramento in grandi ospedali
 con l’
impoverimento della rete territoriale
che nell’emergenza in atto sarebbe stata fondamentale per l’assistenza capillare di quanti erano in isola-mento fiduciario presso la propria residenza domestica per evitare l’affollamento di ospedali ormai ridotti allo stremo. La stessa
governance dell’emergenza
 ha manifestato le lacune anche normative a cominciare dalla distribuzione del-le
 
competenze funzionali tra Governo centrale e Regioni nella gestione dei singoli aspetti di contrasto alla pandemia, ma anche nelle difficoltà dell’INPS di gestire la ricezione telematica delle domande di supporto economico e, successi-vamente l’erogazione delle casse integrazioni che, nel Veneto, a fronte di 15.980 domande di autorizzate, solo 1.887 sono state pagate per 3.676 beneficiari (fonte: Trovato Isidoro,
Cassa integrazione, il caos delle Regioni. In Lombardia  pagate solo 40 aziende
, in Corriere della Sera Online - L’Economia, 30 aprile 2020).
 
Le prospettive per l’immediato futuro.
 Si presume che sarà necessario almeno un anno, prima di poter abbandona-re del tutto le misure di sicurezza come la distanza interpersonale e ritornare ad una parvenza di normalità, mentre è chiaro che è già in corso una
grave recessione economica
 che rischia di portare alla
chiusura di molte imprese
con la conseguente impennata del livello di
 disoccupazione
. Anche i conti pubblici, che già collocavano l’Italia tra i Paesi più indebitati al mondo, subiranno un ulteriore peggioramento e con esso l’indebolimento nel nostro peso negoziale, come testimoniato della spaccatura tra i Paesi virtuosi del nord Europa e i Paesi europei più indebitati della fascia me-diterranea nella decisione delle strategie da perseguire a livello finanziario per il rilancio dell’economia e il sostegno dell’occupazione.
 
Opportunità e scelte fondamentali che coinvolgono tutti.
 Quando ci si trova ad un incrocio fondamentale per il futu-ro e le prospettive della propria vita, la scelta di quale direzione imboccare è sempre una
scelta e mai un automati-smo
. Possiamo anche scegliere di non scegliere e di delegare ad altri (al governo, al destino, al “
sarà quel che Dio vorrà
” ecc.) la decisione di quello che sarà il nostro futuro, ma anche questa è pur sempre una scelta. Ritorniamo dun-que alla domanda iniziale: come vogliamo che sia l’Italia, la nostra vita, le nostre abitudini dopo l’emergenza Covid-19? Ognuno può dare le risposte che ritiene adeguate al proprio essere, alle proprie capacità e alle proprie prospettive. Da parte mia condivido con Voi alcune riflessioni sul miglioramento, che coinvolge necessariamente:
 
FORZE POLITICHE
.
 Sono chiamate a terminare le polemiche tra di loro per
mettere a fattore comune idee, ener-gie e risorse
per il supremo interesse del Paese che non è quello di questo o quel colore politico, ma di tutti i cittadini italiani nel loro insieme. La politica - non mi stancherò mai di ripeterlo - è l’arte suprema della nego-ziazione e della mediazione, le cui scelte finali sono sempre la sintesi delle diverse posizioni in campo.
Non è stata una bella immagine quella dell’Italia che si è presentata politicamente frammentata in Europa a proporre interventi gli finanziari necessari al rilancio dell’economia, perché
la divisione ci fa vedere a livello internazionale come un Paese inaffidabile
 e que-sto comporta un
costo
 in termini di
credibilità
 e nella conseguente valu-tazione del “
rischio Paese
” che è uno dei fattori che determinano, tra le al-tre cose, il costo di collocamento del debito pubblico. Per spiegare con un esempio, queste sono le quotazioni degli indici obbligazionari a 10 anni di alcuni paesi (
fonte: Intesa Sanpaolo):
 Il valore negativo del titolo tedesco significa che gli investitori pagano per prestare i propri soldi al governo tedesco, e questo perché il “rischio Paese” della Germania è considerato così basso che i soldi così investiti sono al sicuro dal rischio di possibili default. In estrema sintesi,
gli investitori comprano la “sicurezza” del Paese
. Il rendimento/costo del titolo italiano invece è alto perché l’Italia è vista come un Paese a rischio, con una valutazione delle agenzie di rating (BBB per Standard & Poor’s e BBB- per Fitch) di poco sopra ai titoli considerati
 junk 
” (spazzatura). Un Paese con una frammentata e ostile classe politica sui principali temi macroeconomici, dimo-stra non solo di essere incapace di esprimere una comune politica economica condivisa ma soprattutto dotata di stabi-lità, perché se oggi c’è un orientamento e domani cambia la coalizione di maggioranza, è possibile che le carte in gioco siano nuovamente rimescolate e questa prospettiva non ispira fiducia negli investitori internazionali che sono disposti sì a comprare il nostro debito pubblico, ma ad
alti tassi di interesse
. La conseguenza è un costo pesantissimo per il debito pubblico che ricade sulle spalle degli italiani in termini di
minori risorse da utilizzare per i servizi pubblici
, per la necessità di mantenere un
alto livello di tassazione
, un
alto costo del lavoro
, la
minore competitività
 delle no-stre imprese, una
minore offerta di nuovi posti di lavoro
, una
minore capacità di spesa per i cittadini
. Un secondo aspetto demandato alla politica e che non può più essere posticipato se si vuole risollevare le sorti del Paese e rilan-ciare l’economia e il lavoro, è l’inderogabile
riorganizzazione e semplificazione della burocrazia
 che da anni costi-tuisce, insieme agli alti livelli di tassazione su imprese e cittadini, una delle principali cause della paralisi economica.
La  pubblica amministrazione deve agevolare la libera iniziativa professionale, imprenditoriale e commerciale, come previ-sto dalla Costituzione e non ostacolarla o, peggio, obbligare cittadini e imprese a scelte di illegalità per mantenere in
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