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Quindicinale Anno XLII
12.11.2020
Numero
744
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO
www.scribd.com/user/9297991/liberfree
Chiuso in redazione il 02.11.2020 - Prossima chiusura il 23.11.2020
Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario
 Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL
Non si vive di solo COVID - pag. 1I dati del COVID-19 in provincia - pag. 2-3Quero, consegnata la nuova palestra - pag. 4Nominata da Zaia la nuova Giunta del Veneto - pag. 6-7Una storia di generosità - pag. 14
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 ATTUALITÀ 
 
Non si vive di solo Covid
di Cesare Turra
La seconda ondata di contagi da Covid-19 è arrivata con irruenza portando con sé un forte aumento del numero di positivi al virus e il timore che le strutture sanitarie possano nuovamente essere messe a dura prova come lo scorso mese di marzo. A differenza della prima ondata, però, che aveva lasciato tutti sorpresi e disposti a farsi guidare dalle imposizioni del governo, questa volta i cittadini sono meno accondiscendenti e molto più critici sulle limitazioni del governo alle proprie libertà di movimento e di socializzazione. L’interrogativo che circola tra la gente è se le misure adottate con la chiusura anticipata di alcuni esercizi pubblici e la chiusura completa di altri, siano lo strumento idoneo per limitare la letalità del virus, sussistendo forte il dub-bio che forse sarebbero state altre le misure da adottare, come provvedimenti maggiormente mirati a tutelare le fasce più deboli e, in particolare, quella degli anziani che sono i più colpiti dalla mortalità del virus; con la predi-sposizione di maggiori controlli per evitare gli assurdi assembramenti visti in molte città italiane; con la puntuale pianificazione di orari, turni ecc., per consentire una qualche forma di normalità nello svolgimento delle attività commerciali di settori già pesantemente provati dal lockdown di marzo e che ora rischiano di chiudere definitiva-mente, con grave danno per l’economia nazionale. Nei cittadini prevale lo sconforto e la convinzione che la pausa estiva della pandemia sia stata sprecata da una classe politica troppo coinvolta da polemiche e indecisioni come quelle riguardanti l’apertura delle scuole, il se e come utilizzare i fondi europei, i limiti delle competenze regionali da quelle nazionali ecc., tralasciando di concen-trarsi sulla priorità loro demandata: organizzare una macchina dello Stato calibrata su interventi volti sì a tutelare il bene primario della salute, ma senza sacrificare le altre priorità non meno importanti per un Paese che ha un grande bisogno della ripresa economica per assicurare a tutti la dignità del lavoro, e con il lavoro i necessari mezzi di sostentamento per i cittadini e le loro famiglie. In questo navigare a vista senza aver fissato la rotta, si stanno perdendo di mira anche temi importanti come quello dell’emergenza sociale e comunitaria conseguente al Covid: si pensi ai disagi psicologici di molti anziani privati dei loro momenti di socialità negli spazi di aggregazione come l’Auser e costretti in molti casi alla solitudi-ne della propria abitazione, per non parlare viceversa delle difficoltà di relazione affrontate da molte famiglie ob-bligate ad una forzata e prolungata convivenza che, scontata per le generazioni del passato, fuoriesce oggi dai canoni e dalle caratteristiche del tutto nuove e particolari della famiglia contemporanea. Meriterebbe poi maggio-re attenzione il disagio conseguente all’incertezza sul futuro del lavoro per centinaia di migliaia di lavoratori, che non si può risolvere solo con i sussidi dello Stato che prima o poi finiranno o con l’imposizione del divieto di licen-ziamento, se queste misure non sono seguite anche da tempestive ed efficaci misure di sviluppo di nuovi posti di lavoro. Il Covid ha cambiato e cambierà le nostre abitudini di vita, richiedendo nuovi approcci interpersonali, nuovi stru-menti normativi, nuove soluzioni alle criticità che si presentano e si potranno presentare, ma anche nuove atten-zioni verso la gestione del potere e la relazione di questo con la cittadinanza. L’incertezza e la mancata risposta alla prospettiva di tali cambiamenti crea forti disagi di tipo psicologico come la depressione, ma anche di tipo so-ciale e comunitario come la sfiducia nelle istituzioni, il diffuso ricorso alla disobbedienza alle imposizioni normati-ve non condivise e l’emergere di gruppi estremisti che usano la forza come strumento per manifestare il proprio pensiero, come purtroppo stiamo vedendo in molte piazze italiane e che riteniamo pericolose non solo per i danni materiali arrecati alle città, ma perché offrono la giustificazione (voluta?) per introdurre nel Paese limiti alle libertà individuali in nome della sicurezza pubblica. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che il tema del cambiamento ne-cessitato da un nemico comune potente e invisibile come il Covid, nel corso della storia è stato utilizzato quasi sempre come chiave per aprire le porte del potere consegnandolo nelle mani di pochi, a spese delle libertà fon-damentali di tutta la collettività: quando un popolo smette di credere alle rappresentanze politiche che governano il Paese e queste non soddisfano il bisogno di risposte dei cittadini, la mancanza di alternative e di una forte e vi-gile attenzione dell’opinione pubblica sull’operato della politica non è mai a rischio della politica, ma della demo-crazia.
Un sito per informarsi 
Consultando le pagine web di Epicentro, curate dall’Istituto Superiore di Sanità, è possibile trovare dati affidabili.
Questo il link:
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/

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