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Anno XLII
03.12.2020
Numero
745
QUINDICINALE DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO
Alano e Quero Vas firmano per la biosfera del Grappa - pag. 1-2
In ricordo della maestra Spadarotto - pag. 3
Se n’è andata la “nostra maestra Prest”- pag. 4-5-6
Giovani: attivato il tavolo di lavoro interdistrettuale - pag. 7
Noi nonni - pag. 12-13-14-15-16
Chiuso in redazione il 23.11.2020 - Prossima chiusura il 09.12.2020
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Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL
AL MOLIN TABACCHERIA
RISTORANTE - PIZZERIA
EDICOLA
Ricariche telefoniche
Dopo la conclusione dell’iter di approvazione definitiva del Dossier di candidatura da parte dei Consigli Comunali
di tutti Comuni partecipanti al progetto, la sottoscrizione autografa del Dossier ha coinvolto i Presidenti delle tre
Unioni Montane coinvolte (Unione Montana Feltrina, Unione Montana del Grappa e Unione Montana Valbrenta) e
i sindaci dei 25 Comuni: Alano di Piave, Arsiè, Asolo, Bassano del Grappa, Borso del Grappa, Castelcucco, Ca-
vaso del Tomba, Cornuda, Feltre, Fonzaso, Fonte, Maser, Monfumo, Mussolente, Pedavena, Pederobba, Pieve
del Grappa, Possagno, Pove del Grappa, Quero-Vas, Romano d’Ezzelino, San Zenone degli Ezzelini, Seren del
Grappa, Solagna e Valbrenta. (N.d.R. in foto: il gruppo di amministratori alla cerimonia della firma del dossier)
La Cerimonia è stato l’ultimo atto formale prima della consegna del Dossier al Ministero e quindi all’UNESCO; un
momento che rappresenta un passo importante del percorso, arrivato a conclusione di due anni di lavoro sul ter-
ritorio e di condivisione con le comunità territoriali. Il Dossier di candidatura ora verrà consegnato al Ministero e
poi, attraverso il Comitato MAB nazionale, sarà trasmesso all’UNESCO.
L’esito della valutazione della Commissione MAB ICC sarà comunicato a maggio 2021.
In ricordo della
maestra Spadarotto
deceduta il 19.11.2020
La notizia è stata accolta con incredulità dai Queresi e da
quanti avevano nel cuore Maria Spadarotto, la maestra
per antonomasia, che ha dedicato la sua vita
all’insegnamento. Più sotto riportiamo una testimonianza
del segno che lasciato nella vita dei suoi alunni, ripren-
dendo la notizia diffusa dal Gazzettino (ediz. Treviso)
nell’anno 2014, quando un gruppo di suoi ex alunni le ha
fatto visita in occasione del 90° anniversario.
Nominata Cavaliere della Repubblica nel 2004, ha ritirato
l’onorificenza dalle mani del sindaco Bruno Zanolla.
Nell’occasione pubblicammo il suo curriculum (Tornado
nr. 472 del 22.06.2005) e ve lo riproponiamo qui per dare conto dello
spessore di Maria Spadarotto.
Il suo curriculum
Insegnante elementare dal 1945.
Inizio di carriera con un anno di volontariato all'Asilo Infantile (oggi
scuola materna parrocchiale).
Ha insegnato nella scuola elementare per 12 anni in provincia di Trevi-
so e per 26 anni in provincia di Belluno e precisamente a Quero capo-
luogo, suo paese natale.
La scuola è stata la sua famiglia; ad essa ha dedicato disinteressata-
mente la maggior parte del suo tempo.
Segretaria del Patronato Scolastico di Quero dal 1962 fino al 1972. Fi-
duciaria dal 1966 al 1984, anno in cui si ritirò dal lavoro. Segretaria
dell'Associazione Nazionale Famiglie Caduti Dispersi in Guerra della sezione di Quero dal 1962.
Nei primi anni essa è stata molto attiva in questa sezione, affiancando il compianto Presidente Cav. Angelo Vidal,
collaborando alla realizzazione e posa della lapide Monumento ai Caduti e Dispersi in guerra di 3 aule scolasti-
che. Nel corso della carriera si è dedicata anche alle attività sociali, dando una mano in parrocchia, insegnando
ai bambini e ragazzi in qualità di catechista ed assistente.
Per tre volte ha fatto parte del Consiglio Comunale di Quero, nel periodo dal 1960 al 1975.
Dopo il pensionamento dedica tutto il suo tempo alla famiglia e all'assistenza di un pronipote.
Nella foto dello studio Fotocolor Resegati: Il sindaco Bruno Zanolla consegna il diploma alla neo Cavaliere della
Repubblica: Maria Spadarotto.
La visita dei suoi primi alunni estratto da “Il Gazzettino” di Martedì 6 Maggio 2014
Ormelle - (an.fr.) Molti di loro oggi sono nonni, han passato la sessantina ma non si sono mai dimenticati di Maria
Spadarotto, la loro prima maestra elementare. In occasione dei suoi 90 anni hanno voluto andare a trovarla, un
bel gruppo. Una visita che ha commosso l'anziana signora che ha mantenuto vivido nella sua mente il ricordo di
quegli alunni, oggi diventati uomini e donne adulti. …omissis…. ancor giovanissima viene mandata a insegnare
alle elementari di Roncadelle e fa i suoi primi 5 anni completi con gli ex alunni che sono andati a trovarla. Inse-
gnava sia a Oderzo che a Roncadelle. …omissis…e si trovò giovanissima a dover educare 35 mocciosi della
classe del 1946. …omissis…. «II ricordo di quegli anni - dice
l'ex alunno Sante Carnelos - ci è rimasto nella nostra memo-
ria e nel nostro cuore. La maestra Maria fu come una se-
conda mamma, lei con il suo caratte-
re montanaro e con la bontà di don-
na con vocazione di insegnante».
Nelle foto: il gruppo che ha circon-
dato di affetto Maria nella cerimonia
di consegna del titolo di Cavaliere
della Repubblica e il disegno dedica-
tole recentemente dal nostro abbo-
nato Marcello Meneghin, tratto
dall’immagine che trovate più in alto.
4 CRONACA
Ginetta, Elda, mia sorella Gianna ed io eravamo andate a trovarla anche due anni prima, per i suoi 98 anni (foto
vicino al titolo) e siamo rimaste estasiate nel sentirla parlare con quella sua voce chiara e forte di noi, del suo
Campo, dei tanti ricordi… Voleva sapere della nostra vita e di quella di altre persone che per qualche suo motivo
le erano rimaste nel cuore.
Ognuna di noi le ha raccontato qualche episodio particolare che la riguardava e che era stato determinante per la
propria vita e lei ci guardava con gli occhi lucidi, colmi ancora di tanto affetto.
Abbiamo fatto assieme delle foto che poi le ho inviato. Mi scrisse: “…E mille grazie delle foto, assai ben riu-
scite; le tengo care perché ci siete voi. E’ bello che la maestra delle bimbette, che una volta erano come
“sue” tanto le amava, ora siano le stesse (anche se già nonne) e le vogliano bene come tanti anni fa…
Grazie, grazie!”
E’ stata lei che alla fine delle elementari ha consigliato con valide motivazioni i miei genitori che facessi l’esame
di ammissione alle scuole medie di Valdobbiadene e che quindi continuassi negli studi.
E’ stata lei che tra la prima e la seconda media, su richiesta di mia mamma che si sentiva in difficoltà, ha cercato
di spiegarmi il mistero della nascita dei bambini.
Da lei noi sorelle siamo corse, spaventate e poco vestite, la notte dell’incendio del fienile di Daniele fino a che i
pompieri spensero le fiamme.
Da lei si andava, di solito la domenica pomeriggio, a vedere la televisione per ragazzi dato che ben pochi aveva-
no l’apparecchio in casa.
Da lei durante un’estate (o due estati non ricordo) con altre ragazze sono andata ad imparare come si facevano i
cartamodelli per la confezione di bavaglini, pagliaccetti per neonati…
Da lei si organizzavano le festicciole della parrocchia; ricordo in particolare una giornata missionaria in cui siamo
andati con un carretto per le strade di Campo, cantando in lingue strane, inventate, per recuperare oggetti per
una pesca di beneficenza.
Maria Prest non fu “solo” una maestra intelligente e generosa, ma è stata per tanti anni un punto di riferimento
della comunità, amata veramente da tutti.
GRAZIE!
Clotilde Mondin
“I miei fiorellini”...
La maestra Prest si teneva sempre aggiornata sui progressi della tecnica. Un aspetto che a volte può passare in
secondo piano. Lei aveva una macchina fotografica e fotografava (e a colori già in quegli anni). Aveva un regi-
stratore e registrava… E ci sono diverse foto che la inquadrano col registratore in mano.
Ma soprattutto incollava nella memoria del suo cuore volti e suoni, sorrisi e voci dei suoi “fiorellini” in un grembiu-
le color verde prato. Tutto a colori!
Era bello. La nostra classe è stata una classe felice, che imparava a crescere felice e insieme. Perché ci senti-
vamo voluti bene. Poi, in particolare, affiorano i ricordi di quella personale didattica basata sull’amore per i suoi
scolari. La scatola delle cianfrusaglie e i nostri occhi incollati a quella mano che apriva e faceva uscire… E le
passeggiate, imparando ad amare e a crescere alla scuola di quella madre che è la natura.
Poi siamo cresciuti…
E ti accorgi che quello che rimane non è solo riconoscenza, ma sincero affetto. Perché l’affetto genera affetto. E
questo sentimento è cosa strana, perché si alimenta anche e forse di più con la distanza.
Così, quando andavamo a trovarla (e che bello vedere la danza festosa dei suoi occhi nel vederci non uno, ma
più di uno attorno a lei) ci accorgevamo che Maria ogni giorno ricordava tutti i suoi scolari, pensava a tutti i suoi
scolari, e pregava per tutti i suoi scolari. Davvero aveva fotografato e registrato nel suo cuore non solo i volti e le
voci di ognuno di noi, ma episodi che noi forse avevamo dimenticato. Potevano essere stati per noi semplici pas-
saggi, forse insignificanti, normali episodi da bambini. Ma per ognuno di noi lei aveva un preciso ricordo, un
aneddoto, che ci ripeteva irradiando luce
da quegli occhi che vedevano sempre
meno (e che forse vedevano benissimo
ciò che è importante vedere). Dai suoi
racconti scoprivamo davvero quanto ci
aveva amati e quanto ci aveva capiti.
Quanto ci aveva visto dentro. Perché
forse proprio e soltanto amando si può
vedere e capire. E lei aveva intuito i no-
stri sogni colorati. E sui nostri sogni e
sulle nostre strade ci accompagnava
sempre, come quel giorno in passeggia-
ta lungo la strada del Tegorzo.
Perché il suo non era solo un ricordo.
Non ha mai smesso la nostra maestra,
di portarci… in passeggiata. Ma ci affi-
dava sempre, ogni giorno e tutti, nella
sua preghiera al Signore e a Maria.
Foto a lato: un gruppo di suoi scolari
Il mio ricordo
È arrivata a Campo già insegnante e vi-
veva sopra la scuola dove insegnava. È
stata da subito accolta bene perché
educatrice e seconda mamma per i suoi
alunni. Qui vorrei che fosse Paolino a
descrivere, lui le voleva bene ,diceva
che per loro era una maestra modello,
paziente. Ricordava tutte le poesie e ce
le ripeteva anche a noi fratelli più vecchi.
Oltre all’insegnamento era presente in
molte associazioni cattoliche e sempre
di aiuto per chi ne aveva bisogno…. Se
Paolino fosse qui avrebbe scritto un libro
di racconti perché era sempre nei suoi
ricordi. Mi auguro che dal cielo guidi con
la sua preghiera i suoi alunni che lei ha
formato uomini.
Susanna Mondin
7 ATTUALITÀ
Grazie
a chi rinnova l’abbonamento con il proprio codice
(M.M.) Il nostro appello comincia ad avere seguito e notiamo che diversi rinnovi, nei punti di raccolta, riportano sulla ri-
cevuta il numero di codice abbonato. Grazie a chi ci usa questa premura! Lo ripetiamo: per rinnovare l’abbonamento al
periodico portate con voi il codice abbonato che trovate sulla etichetta dell’indirizzo. Questo rende più semplice
e veloce la registrazione della conferma della preferenza che avete voluto rinnovarci. Non è difficile, vero?. Grazie a
tutti per l’aiuto!
8 ATTUALITÀ
Si ricorda che la Circolare Ministeriale del 12 ottobre 2020 ha definito nuovi e più veloci tempi per l'uscita
dall'isolamento dei soggetti Covid positivi e per l'uscita dalla quarantena dei contatti di caso rimasti Covid ne-
gativi.
Al fine di semplificare i percorsi di uscita dall’isolamento e dalla quarantena di questi soggetti, considerato
l’elevato numero degli stessi in questa fase di sviluppo epidemico e la difficoltà del Dipartimento di Prevenzio-
ne di garantire stabilmente la formalizzazione tempestiva dei provvedimenti, si ritiene opportuno indicare
quanto segue:
i soggetti Covid positivi escono dall'isolamento (della durata minima di 10 giorni), se asintomatici,
dal momento in cui ricevono il referto NEGATIVO del tampone molecolare per SARS-CoV-2 (la comu-
nicazione ufficiale da parte del Dipartimento di Prevenzione giunge solitamente 2-3 giorni dopo, forma-
lizzando l'uscita già avvenuta);
i contatti di caso rimasti Covid negativi e asintomatici escono dalla quarantena a seguito di nega-
tività del tampone rapido eseguito al decimo giorno di quarantena. A questi soggetti il Dipartimento di
Prevenzione di regola non invia comunicazione formale.
9 ATTUALITÀ
10 CRONACA
Alano, le 92 “primavere”
di Agnese e Terzilo
Agnese Merciani e Terzilo Collavo, di Alano di Piave, coscritti e grandi amici, nei
giorni scorsi hanno compiuti la bellezza di 92 anni. Non potendoli festeggiare come
si dovrebbe causa Covid, mi limito in questo modo ad augurare ad entrambi anco-
ra tanti anni in salute, simpatia e memoria di tutti i ricordi e racconti che gradisco
ascoltare.
Con affetto, Betty.
Tantissimi auguroni a Terzilo anche da parte dei figli Miriam, Ugo, Egidio e Sergio;
dal genero Lucio; dalle nuore Katiuscia e Melinda; dai nipoti Michele, Simone, Sa-
brina, Ilaria, Elisa e Davide.
12 COME ERAVAMO
(M.M.) L’Università
degli Adulti/Anziani di
Belluno ha pubblicato
una edizione straordi-
naria del notiziario
“SempreVerde”, sup-
plemento de
“L’Amico del Popolo”
n. 34 del 27.08.2020.
La maggior parte del
notiziario è dedicata al
tema che vedete qui a
fianco rappresentato: i
nonni, con racconti e
memorie elaborate
dagli iscritti
all’Università. Ripren-
diamo quelli della pa-
gina dedicata alla se-
zione “Conca del
Piave”, frequentata
dai corsisti del Basso
Feltrino e nelle pagine
seguenti riproponiamo
il racconto originale di
Fiorenza Bernardi, residente in Alano,
che nel giornale citato compare in
forma compressa per ragioni di spa-
zio. Ogni racconto è una lettura ricca
di sentimento e di calore, che nel vol-
gere lo sguardo al passato non dimen-
tica di spronarci per il futuro. Di questo
ringraziamo l’Università ed i corsisti,
che aspettano di ripartire in sicurezza
con le lezioni in presenza.
13 COME ERAVAMO
“Ciao Francesca!”
di Fiorenza Bernardi
Eccone un altro che sbaglia il mio nome ma che emozione! Mi piace che la gente si sbagli e mi chiami Francesca
perché era il nome della mia nonna materna, la nonna che adoravo! Amo talmente questo nome che ho chiamato
Francesco il mio primo figlio.
La mia nonna materna, Francesca Lucchetta, è nata il 13 aprile 1894 (io sono nata il 12 aprile e festeggiavamo
insieme i nostri compleanni) a Falzé di Piave, in località Sant’Anna, in una grande casa colonica dei conti di Col-
lalto; ora quella casa è diventata un ristorante. La nonna è vissuta lì, in una grande famiglia patriarcale, assieme
a nonni, zii, cugini e a tre sorelle che, diventate adulte, emigrarono in Svizzera, in Piemonte e a Santa Giustina
bellunese.
Foto a sinistra: la nonna è la prima a sinistra, in piedi
Poi, verso i vent’anni,
Francesca ha cono-
sciuto un bel giovane
dagli occhi azzurri,
dallo sguardo severo e
con un bel paio di baf-
foni attorcigliati e rivolti
all’insù, alla Vittorio
Emanuele. Si chiama-
va Michelangelo Ra-
sera ed è diventato
suo marito il 14 no-
vembre 1914.
Foto tessera: il nonno
Michelangelo Rasera,
classe 1891, chiamato Micel
La giovane coppia è andata ad abitare sul Montello, in
una grande casa (casa Saccardo) assieme a due fratelli
del nonno e alle loro famiglie.
La nonna sperava di avere subito un figlio ma non arri-
vava e lei si disperava e piangeva pensando di non po-
terne avere ma poi, dopo quattro anni, nacque il primo-
genito seguito da altri nove figli……allora la nonna pian-
geva e si disperava perché era sempre incinta!
Foto sotto: il nonno è il primo, in piedi, a destra con delle vistose toppe ai pantaloni
Nel 1919 iniziarono a nascere i figli: Mario (emi-
grato in Francia), Gemma (morta di poliomielite a
22 anni), Albino (emigrato in Lazio, a Nemi), For-
tunata (deceduta a pochi giorni dalla nascita),
Giuseppe (emigrato in Piemonte), Augusta (la
mia mamma, emigrata in Francia), Ermenegildo
(emigrato in Australia), Angelo (emigrato in Fran-
cia), Giacomo (vissuto per tutta la sua vita con i
nonni) e Anna Maria, l’ultima, nata quando la
nonna aveva 42 anni. Quando nacque Anna Ma-
ria il primogenito aveva 18 anni e fu mandato a
chiamare la levatrice che conosceva bene la
strada!
Nella foto qui a lato: gli operai si ristorano pres-
so l’osteria centrale del paese; il nonno sta ver-
sando da bere
Negli anni ’30 la figlia Gemma si ammalò di po-
liomielite; i padroni di casa, temendo un’epidemia
e il diffondersi della malattia, diedero lo sfratto ai
nonni che furono costretti a trovare una nuova si-
stemazione. Si trasferirono in campagna Bidasio
in una casa di proprietari terrieri veneziani (Ange-
lo, Luigi e Anna Tallandini). I nonni erano mez-
zadri e un paio di volte al mese arrivavano i pa-
roni (proprietari) a controllare che tutto procedes-
se bene e a spartire i raccolti conservati con cura
nel biaver (granaio).
Durante la Seconda Guerra Mondiale i nonni si ritrovarono un’altra volta in prima linea ma questa volta non anda-
rono profughi e resistettero nella loro casa. Il nonno non dovette andare a combattere in quanto era parzialmente
sordo a causa di un’esplosione avvenuta sulla nave che lo trasportava in Libia durante la campagna di coloniz-
zazione. La nonna mi raccontava la storia di Pippo, l’aereo americano che perlustrava la zona del Piave e co-
stringeva la famiglia a stare nel buio più assoluto per non attirare la sua attenzione. I momenti più tragici erano
quando venivano sganciate le bombe e il nonno guardava la direzione che prendevano gli ordigni e dava
l’allarme. La mia mamma mi raccontava che in quei momenti vedeva i pantaloni del nonno tremare di paura. Un
giorno una granata ha colpito in pieno un grande ciliegio che cresceva non lontano dalla casa e ha distrutto la
pianta che doveva diventare il mobilio per la camera da letto di Albino, il terzogenito che era fidanzato e pensava
al matrimonio.
Terminata la Seconda Guerra Mondiale iniziò finalmente per i nonni un periodo di tranquillità. Continuava il lavoro
dei campi con la sua stagionalità: l’aratura, la semina del frumento e del granoturco (biava), la cura del vigneto e
dell’orto e, alla fine di aprile, la coltura dei bachi da seta con i bigat (vermi) che venivano nutriti con le foglie di
morer (gelsi). Ricordo la puzza che riempiva el biaver (locale in cui veniva conservato il mais) che veniva riempito
di grisoe (graticci) sulle quali venivano deposti i cavalier (bachi da seta). Se tutto andava bene, se la crescita av-
veniva senza sbalzi di temperatura, dopo un paio di settimane apparivano i primi bozzoli che, per i contadini,
erano una risorsa importante. A fine giornata la famiglia si riuniva in filò, nella stalla (unico ambiente riscaldato
della fattoria), il nonno, a lume di candela o sotto la flebile luce del lume a petrolio, leggeva ai figli, ad alta voce,
libri presi in prestito in canonica; la nonna cuciva o lavorava a maglia e confezionava calzini di lana grezza per
grandi e piccini. A quei tempi i bambini giocavano con gli oggetti più strani (ossetti di maiale, sassi, cerbottane, i
cassetti del tavolo diventavano barchette da far scivolare nell’acqua dei canali…) non c’erano soldi per i giocatto-
li, ma la nonna riuscì a barattare sei uova fresche delle sue galline con una palla che divenne il primo giocattolo
vero di mia madre. Nel 1946 iniziarono a nascere i primi nipoti, Francesca e Michele divennero nonni ben 23 vol-
te! L’estate più bella della mia vita l’ho trascorsa nel ’68, dai nonni, assieme a due cugini scalmanati: Attilio, poco
più grande di me, che abitava a Nemi (Lazio) e Claudio, mio coetaneo, piemontese di Casale Monferrato. In casa
dei nonni viveva anche lo zio Giacomo con la moglie Anna ed i figli Lauretta e Silvano. In casa dei nonni viveva
anche lo zio Giacomo con la moglie Anna ed i figli Lauretta e Silvano. Non ero mai vissuta in una famiglia così
numerosa e trovavo la cosa assai divertente. Noi ragazzini aiutavamo i nonni a rastrellare il fieno, a tagliare le
sime de grandiol (parte terminale delle piante di grano turco che veniva data alle mucche), a sgranare le pannoc-
chie per lanciarci i botoi (parte interna della pannocchia), a battere i fagioli secchi e aspettavamo con ansia i turni
dell’acqua per andare, rigorosamente scalzi, ad irrigare i campi.
Facevamo talmente tanta confusione che il nonno fu costretto a stabilire dei turni. Potevamo aiutarlo solo uno al-
la volta! A me è capitato il turno notturno! Il nonno aveva preparato i concoi (solchi) in cui faceva defluire l’acqua
del canale ed io dovevo correre in fondo al campo e urlare “La riva, la riva….” per avvisare il nonno che doveva
far deviare l’acqua in un altro solco.
15 COME ERAVAMO
Noi Nonni
Noi nonni siamo e saremo sempre la dolcezza, la tenerezza e la disponibilità per i nostri nipoti.
Siamo ormai liberi da impegni di lavoro e il dedicarci a loro è una tale gioia che ci riempie l'anima e ci fa sentire
persino più giovani. Li adoriamo i nostri nipoti e un po' li cresciamo, perchè ce ne prendiamo cura, quando i loro
genitori sono al lavoro. Non ci sostituiamo a loro, non sarebbe neanche giusto, ma li affianchiamo e per noi
nonni, almeno per me, è un vero piacere. Ci piace viziarli, coccolarli, consolarli e con loro giocare. Quante volte
ho giocato con loro a pallone, a tennis, a pallavolo oppure se il tempo era brutto con i giochi da tavolo o a fare
dolci: amavano moltissimo pasticciare con la farina! Anche fare i compiti con loro era molto bello. E poi ho letto e
raccontato molte storie, cantato loro canzoncine e filastrocche, soprattutto quando erano piccoli per farli
addormentare. Ora che sono cresciuti sono più indipendenti, ma il filo che ci lega è sempre di grande affettuosità.
I nostri nipoti sono il nostro futuro, il nostro prosieguo sulla terra. Per loro ci sentiamo ancora importanti e viviamo
così, assieme a loro, la nostra anzianità con più serenità. Nadia Mazzocco
(M.M.) Nel preparare le pagine tratte da “Sempre Verde”, notiziario dell’Università per Adulti/Anziani
uscito come numero straordinario allegato al settimanale “Amici del Popolo” lo scorso agosto, abbiamo
interpellato anche la responsabile locale della sezione “Conca del Piave”, Michelangela Ceccotto, che ha
avuto parole di ringraziamento per questa nostra iniziativa di compartecipazione ai nostri abbonati degli
scritti dei corsisti e ci ha aggiunto quello che leggete qui sopra, che, per ragioni di spazio, non ha trovato
luce sulle pagine di “Sempre Verde”. La rassegna è ora completa e ringraziamo noi il mondo di Uni3!
LETTERE AL TORNADO
La foto di copertina
(M.M.) Bella fotografia
dell’alanese Alessandra
Agrizzi, scattata in Località
“La Fossa” (870 m s.l.m.).
Belli l’inquadratura, il
soggetto ripreso ed i colori
dell’autunno che “riscaldano”
tutta l’immagine, scattata con
uno smartphone Samsung
A50 il primo novembre
scorso alle ore 13,16 F=1,7
ISO 40. La località è
descritta in numerose guide
escursionistiche, per
esempio questa: escursione
monte Tomba, Castel Cesil,
cima Palon, Archeset-Piz,
malga Barbeghera, La Fossa
(trovate la descrizione
completa al seguente link https://www.magicoveneto.it/grappa/mandria-palon-tomba/monte-tomba-castel-cesil-
cima-palon-archeset-piz.htm e sempre viene citata come luogo meraviglioso. Si trova anche qualche video, come
quello del sito per mountain bike qui citato: https://www.trailforks.com/video/2943/ Malga Barbeghera - La Fossa
(monte Palon, Alano di Piave). In primo piano si vede la “musa” (si legge con esse dura), strumento di lavoro per
portare a valle fieno e legna, guidata dalla parte anteriore per la migliore visibilità e controllo, ma anche
pericolosa se si affrontano pendii ripidi per la probabilità di esserne investiti. Nel “Dizionario del Feltrino rustico”,
di Bruno Migliorini e Giovan Battista Pellegrini, Liviana Editrice Padova 1971, viene definita come slitta da fieno.
CRONACA
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Superata la selezione la commissione valutatrice stilerà una graduatoria: i primi 30 candidati si potranno
iscrivere al corso.
La formazione è costituita da un totale di 1000 ore così suddivise:
- attività formativa teorica 275 ore in presenza o a distanza sincrona se non possibile in presenza e 205 ore di
formazione a distanza in modalità asincrona;
qualora fossero possibili le attività in presenza queste sarebbero previste con un insegnamento in aula dal lunedì
al venerdì dalle ore 15,00 alle 20,00 per un totale di 55 giornate, avvio delle lezioni febbraio 2021/ maggio 2021.
Alla conclusione di ogni modulo formativo è prevista una verifica con votazione in centesimi, la quale deve
risultare sufficiente per poter continuare il precorso.
- attività formativa pratica 520 ore dopo la formazione teorica così suddivise:
◦ 150 ore in degenza ospedaliera
◦ 170 ore in strutture per anziani
◦ 200 ore in area sociale, disabilità, assistenza domiciliare, salute mentale, suddivise in due esperienze da 100
ore.
Ogni tirocinio prevede un giudizio ed una valutazione che dovrà risultare positiva per tutte le suddette esperienze
per poter accedere all’esame finale.
La frequenza al corso è obbligatoria.
Esami finali al termine del corso.
Costo totale € 1.800 da versare in un’unica soluzione al momento dell'iscrizione al corso dopo aver
superato le selezioni.
Saranno accessibili finanziamenti regionali, per persone disoccupate da almeno 6 mesi, attraverso la richiesta di
voucher formativo di € 1.500, che sarà erogato alla fine del corso dopo approvazione regionale e comunque
qualora il richiedente abbia raggiunto la presenza di almeno il 90% del monte ore.
L'Organo di formazione provvederà a restituire la somma all'avente diritto.
Le modalità per la presentazione delle domande saranno disponibili prossimamente.
Coloro che non posseggono il requisito di disoccupazione, potranno accedere ad una borsa di studio pari a €
500. Le modalità di erogazione saranno comunicate all'avvio del corso.
La partecipazione al corso sarà regolata dagli accordi Stato/Regioni, dalle disposizioni della Regione del Veneto
e dal regolamento interno del Circolo Cultura e Stampa Bellunese.
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Veneto per sostenere le attività commerciali di
vicinato attraverso una campagna di sensibiliz-
zazione e di promozione dei negozi di vicinato.
In tutte le province del Veneto, le imprese esporranno delle vetrofanie e distribuiranno dei volantini con
l’invito alla popolazione a fare gli acquisiti nei negozi del quartiere di residenza e dei centri storici. “Il Natale si av-
vicina e sarà per tutti un Natale particolare – spiega Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto – Que-
sto sciagurato 2020 ha portato pesanti contraccolpi sulle attività commerciali cittadine, provocando riduzioni di
fatturato così pesanti che alcuni hanno dovuto gettare la spugna. Durante il lockdown molti negozi di vicinato so-
no stati fondamentali per larga parte della popolazione in tutte le città e in tutti i paesi. Con questa iniziativa –
prosegue Bertin – vogliamo sensibilizzare la gente a dare il proprio aiuto, per quanto sarà nella possibilità di cia-
scuno, ai piccoli negozi: quelli sotto casa, nelle strade dove passiamo ogni giorno, nelle piazze principali o più
decentrate, che si frequentano o si frequentavano abitualmente prima della pandemia. Il periodo che precede il
Natale, di solito destinato agli acquisiti per i regali, è il più propizio per dare questo sostegno. I negozi di vicinato
rappresentano un tassello fondamentale della comunità cittadina”.
Saranno migliaia le vetrofanie e i volantini in distribuzione in tutte le province, con una campagna volutamente
congiunta che coinvolge tutte le articolazioni provinciali dell’Associazione: un appello che vuol essere anche
l’invito a una mobilitazione ampia e condivisa, affinché il tessuto commerciale nel “cuore pulsante” delle città non
venga a spegnersi, con il rischio di un non ritorno, proprio mentre si accendono le luminarie natalizie.
LETTERE AL TORNADO
la figlia Anca
21 LETTERE AL TORNADO
Persona simpaticissima, squisita e generosa, la notizia della sua morte ha provocato dapprima incredulità, poi un
grande dolore in tutti coloro che, qui in zona, hanno avuto l’opportunità e la fortuna di conoscerlo. Mi (e ci) man-
cherà tanto. Dai molti amici di Fener (e dalla redazione del Tornado, di cui Massimo era un affezionato lettore),
un abbraccio fortissimo alla famiglia Zatta. Ciao Massimo, carissimo amico, che la terra ti sia lieve…
22 CRONACA
ATTUALITÀ
Riprendiamo, dal sito della Camera di Commercio, la parte dello studio relativo alla provincia di Belluno. Per leggere lo
studio completo seguire il seguente link: https://www.tb.camcom.gov.it/content/617/Areastampa/
In provincia di Belluno, nel secondo e terzo trimestre 2020, le aperture e le chiusure di sedi d’impresa sono caratteriz-
zate da un notevole ridimensionamento, pari rispettivamente al -39,2% per le iscrizioni e al -39,5% per le cessazioni.
Complessivamente nel semestre si sono registrate 234 iscrizioni e 193 cessazioni per un saldo positivo di +41 unità
(era pari a +66 il saldo dell’analogo periodo del 2019).
Concentrando l’attenzione sui dati mensili degli ultimi sei mesi, si osserva che le iscrizioni risultano tutte con volumi in-
feriori rispetto a quelli degli stessi mesi del 2019; similmente per le cessazioni, fatto salvo il mese di agosto.
In provincia di Belluno lo stock di imprese attive al 30.09.2020 risulta pari a 13.800 unità a cui si aggiungono 4.337 uni-
tà locali dipendenti. Il confronto con la consistenza al 31.03.2020 evidenzia una crescita di +40 unità per le sedi
d’impresa e di +83 unità per le filiali dipendenti, in rallentamento le prime e in accelerazione le seconde rispetto a
quanto accaduto tra marzo e settembre 2019 (rispettivamente +82 e +47).
Il commercio ha perso complessivamente -8 sedi d’impresa rispetto a marzo 2020, di cui -5 il commercio all’ingrosso,
che al contrario cresceva di +5 unità tra marzo e settembre dell’anno scorso, e -2 il commercio al minuto (calava di -15
unità nell’analogo periodo del 2019). Il comparto risulta invece in crescita in termini di filiali dipendenti (+24) quasi
esclusivamente con attività di commercio al dettaglio (+20) con valori ben al di sopra rispetto a quelli dell’anno prece-
dente.
Appena sotto la stazionarietà le attività manifatturiere (-2 unità), che continuano a risentire, per le sedi d’impresa,
delle perdite di imprese metalmeccaniche (-6 unità) compensate solo in parte dall’industria del legno-arredo (+3), in li-
nea con quanto successo tra marzo e settembre 2019. A due cifre invece il recupero in termini di filiali dipendenti (+13)
di cui +5 unità per l’industria metalmeccanica.
Anche il settore alloggio e ristorazione si mantiene pressoché stazionario (-1) rispetto a marzo 2020 dopo la crescita
a due cifre registrata nello stesso semestre del 2019 (+19). Anche per questo settore si registra un deciso incremento
per le unità locali (+24) ben al di sopra dei risultati di un anno fa (+9).
Tra marzo e settembre 2020 l’edilizia guadagna +14 sedi d’impresa e +3 unità locali ma risulta in decelerazione rispet-
to ai risultati dello stesso semestre del 2019.
23 ATTUALITÀ
I servizi alle imprese guadagnano +14 sedi, esattamente la metà rispetto a quanto registrato tra marzo e settembre
2020 a cui si aggiungono +11 unità locali. La crescita è principalmente imputabile alle attività immobiliari (+18 sedi),
mentre si registra la diminuzione delle attività del settore trasporti e magazzinaggio (-7 sedi) a cui si aggiunge anche
una flessione delle sedi operanti nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (-5, contro le +11 dello stesso
semestre del 2019) compensata da una crescita delle filiali (+7).
Tra marzo e settembre 2020 il comparto dei servizi alle persone cresce di +4 unità in termini di sedi d’impresa, a
fronte di una quasi stazionarietà dell’anno precedente; perde invece 1 unità locale contro le -5 unità di un anno fa.
In crescita e sostanzialmente in linea con quanto accaduto nello stesso periodo di un anno fa il settore agricoltura
(+21 sedi d’impresa e +6 filiali dipendenti).
Imprese artigiane
In provincia di Belluno le imprese artigiane attive, che al 30.09.2020 risultano pari a 4.724 unità, si mantengono
sostanzialmente stazionarie rispetto al semestre precedente (+4), ma in forte rallentamento rispetto al guadagno a due
cifre riscontrato tra marzo e settembre 2019 (+36). E’ l’edilizia il settore nel quale si concentra il maggior incremento di
sedi d’impresa (+15) anche se con valori inferiori rispetto a quelli registrati nello stesso periodo di un anno fa (+25).
CRONACA
COME ERAVAMO
Recita
all’asilo
di Alano
(S.C.) Dalla nostra abbonata Angela
Codemo riceviamo e pubblichiamo la
foto a fianco scattata all’asilo di Alano
(anno 1962 o 1963) nel corso di una
recita teatrale.
Frègole de dialeto
Tratto da Bellunesi nel Mondo – nr. 5 – maggio 2014.
COME STATU?
Ti te domanda come che stàe!
I dent i me manca,
Poesie in
me s-cioza i dénòci,
sentà su 'na banca,
pien de pedòci,
dialetto
e ti te me domanda senza vergogna come che stàe,
bruta carogna!
bellunese
POLENTA
Co an struch de polenta di Alessandro Bagatella
al me stomego se contenta,
col companasego da vesÌn
ocore an gòto de vin. In mezzo ad un libro ho ritrovato
Bela tòla pareciada queste poesie dialettali, che avevo
la fa na bona vardada.
messo da parte, pubblicate sulla
Par magnar mi son content,
an struch de polenta rivista “Bellunesi nel mondo”,
mèio che nient.
scritte da un poeta dialettale, come
SE NO TE… me, Sergio Reolon, emigrato in
Se no te sbat al cao de lat no te fa butìro.
Isvizzera.
Se no te ghe met al stropol al vin se svanpìs.
Se no te che met na biéta al mànego se s-cioza. Spero di fare cosa gradita nel
Se te toca pénder co te poI, te toca pender co no te ol.
renderle pubbliche anche sul
Mèio piànder col fun te i oci nostro periodico, affinché siano
che piandèr col mal ai denòci. conosciute anche dai nostri lettori.
Co te compra varda, co te vende sera i oci.
Meio eser sot al sol, caldi, che sot la tera fredi.
Co te magna tasi, co te tas, magna.
Belumat no se deventa. Belumat se resta.
L’INSOLITO
LOOK
Piazza Martiri
Alano di Piave
cell.
340.8994351
Se stai cercando un regalo di Natale per il tuo uomo, presso il negozio di barbiere “L’Insolito Look” di
Alano di Piave, in Piazza dei Martiri, puoi trovare delle cose interessanti: cere - gel - dopobarba - shampoo
e le ultime clipper per la cura della barba “Bandido”. Si ricorda che si riceve per appuntamento previa
chiamata al numero di cell. 340.8994351.
25 CRONACA
Francesco: il cristianesimo
trasforma il mondo
se si fa Vangelo
Libro della Libreria Editrice Vaticana
“Il Cielo sulla Terra.
Amare e servire per trasformare il mondo”.
Volume disponibile dal 24 novembre.
Prefazione di Martin Junge, segretario generale della
Federazione Luterana Mondiale
Descrizione
ASTERISCO
Malga Paoda
e
la “posa” rosa
(M.M.) Non spaventatevi. Il colore
della “posa”* di Malga Paoda non è
dovuto a inquinamento, ma dal
riflesso del cielo che il nostro lettore
(e sovente collaboratore) Michele
Remor ha colto l’8.11.2020 alle ore
18:10 con Canon Eos7D - F=5,6 - t.
1/30 s. Un fenomeno molto
suggestivo e che distrae un poco lo
sguardo dal magnifico panorama
verso le vette dolomitiche che si
possono scorgere da lassù.
* Posa = pozza d’acqua
27 COME ERAVAMO
Per non
dimenticare
di Alessandro Bagatella
Per non dimenticare propongo ancora delle
foto risalenti al grande conflitto mondiale
1915 – 1918, periodo nel quale tutto il
mondo era in guerra. Un conflitto che ha
registrato centinaia di migliaia di morti.
Ora, con il Covid 19, un’altra guerra, da
centinaia di morti.
COME ERAVAMO
gioia.gelato.fener
VIVAIO - PIANT E
di Mondin Duilio
di Piasentin Bernardino enologo
Realizzazione e Manutenzione Giardini
di Piasentin Bernardino enologo
di Piasentin Bernardino enologo
Prati - Irrigazione - Potature
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