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Anno XXXVII
21.05.2015
Numero
650
PERIODICO DI ATTUALIT DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO
Tassa pagata/Taxe Perue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL
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ALANO DI PIAVE
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Statale Feltrina, 25
Quero (BL)
CHIUSO IL LUNED
IL TORNADO Sede: Via J. Kennedy - 32031 FENER (Belluno). DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Mazzocco. REDATTORI: Sandro Curto, Silvio Forcellini. COLLABORATORI: Alessandro Bagatella, Ivan Dal To, Gianni De Girardi, Antonio Deon, Foto Comaron, Fotocolor Resegati, Silverio Frassetto, Ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Piero Piccolotto, Andrea Tolaini.
ABBONAMENTI: ITALIA Abbonamento annuale (18 numeri) 20,00 ESTERO Abbonamento annuale (18 numeri) 50,00.
LABBONAMENTO PU ESSERE SOTTOSCRITTO O RINNOVATO NEI SEGUENTI MODI: 1- versando la quota sul c/c postale n. 10153328 intestato alla PRO LOCO di FENER; 2- con bonifico
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GELATERIA DUE VALLI - Fener - BAR JOLE - Fener; MAURO MAZZOCCO - Quero; ALESSANDRO BAGATELLA - Quero; BAR PIAVE Carpen - LOCANDA SOLAGNA - Vas; ANTONIO
DEON - Vas; BAR BOLLICINE - Scalon; BAZAR di A. Verri - Segusino.
CRONACA
Cristina MURATORE
Giancarlo GARNA
Gianpaolo BOTTACIN
Renza BUZZO PIAZZETTA
Tatiana CONTE DE NARD
Gino MONDIN
Samuele PIANON
Lista n. 15
ZAIA PRESIDENTE
Lista n. 14
L'ALTRO VENETO - ORA! POSSIAMO
Barbara LANDO
Luca SALVIONI
Lista n. 13
MOVIMENTO 5 STELLE
Diego PAULETTI
Alessia CERENTIN
Pietrangelo PETTEN
Marta CASARIN
Roberto COLETTI
Lista n. 8
VEN[e]TO NUOVO
Renato SALA
Nedda PEZZAN
Ettore BERSANI
Teodora FOSCATO
Alberto ZILIOTTO
Lista n. 2
FAMIGLIA PENSIONATI CON TOSI
Massimo VIDORI
Marisa DALLA GASPERINA
Andreas QUINZ
Lisetta LANER
Axel DE PELLEGRINI
Lista n. 4
AREA POPOLARE VENETO con TOSI
Cesare BON
Giuliana CANEVE
Franco GIDONI
Metella SIROLA
Gianvittore VACCARI
Lista n. 16
LEGA NORD LIGA VENETA
SALVINI
Salvatore CUZARI
Barbara SAVARIS
Vittorio CIPPARRONE
Giulia DETTIN
Dario CONTIERO
Franco ROCCON
Elisa BERGAGNIN
Paolo TOM
Luciana CORTINA
Giorgio CAPRARO
Lista n. 17
INDIPENDENZA NOI VENETO
CON ZAIA
Lista n. 9
Lista n. 10
PROGETTO VENETO AUTONOMO PARTITO DEMOCRATICO
Matteo TOSCANI
Sabrina GRAZIANI
Diego VELLO
Daniela TEMPLARI
Leonardo COLLE
Lista n. 3
LISTA TOSI PER IL VENETO
Luca DE CARLO
Valentina DA ROIT
Gianantonio BONA
Monica MAZZOCCOLI
Giovanni FACCHIN
Lista n. 18
MELONI FRATELLI D'ITALIA
Andrea BONA
Alessandra BUZZO
Emanuele CERA
Alessandra DE BETTIN
Danilo MARMOLADA
Lista n. 11
VENETO CIVICO - MORETTI
PRESIDENTE
Maurizio ZATTA
Maria Concep. RIBON
Davide Maria PANTE
Rosita ROMOR
Giuseppe ZUCCARELLI
Lista n. 5
IL VENETO DEL FARE - FLAVIO TOSI
Lista n. 1
INDIPENDENZA VENETA
Francesco CROCE
Flavia COLLE
Maurizio DE CASSAN
Renata DAL FARRA
Roberto MOLIN PRADEL
Lista n. 19
FORZA ITALIA
Gildo TREVISAN
Lucia RUFFATO
Giangiacomo NICOLINI
Marta ZAMPIERI
Alessandro ZUGLIAN
Lista n. 12
ALESSANDRA MORETTI
PRESIDENTE PER IL VENETO
Antonio LORENZOLA
Mara DANESE
Vincenzo FORMICA
Sheila RECH
Gianluigi FURLIN
Lista n. 6
UNIONE NORD EST
Tiziano CIMARELLI
Chiara INVIDIA
Renzo SESSOLO
Cristina PADOAN
Dario BOECHE
Lista n. 7
RAZZA PIAVE - VENETO STATO
Possono partecipare al
voto tutti i cittadini iscritti
nelle liste elettorali dei
comuni veneti che abbiano
compiuto 18 anni il giorno
della votazione.
Assicurarsi di avere la
tessera elettorale
aggiornata e un
documento di
riconoscimento valido
Chi pu votare?
Si vota solo
domenica 31 maggio
dalle 7 alle 23
Belluno: 2 consiglieri;
Padova: 9 consiglieri;
Rovigo: 2 consiglieri;
Treviso: 9 consiglieri;
Venezia: 9 consiglieri;
Verona: 9 consiglieri;
Vicenza: 9 consiglieri.
I restanti 2 seggi sono
assegnati al candidato
Presidente della Giunta
proclamato eletto e al
candidato arrivato
secondo a livello
regionale.
ATTUALIT
ATTUALIT
CICLISMO
RASSEGNA STAMPA
QUERO VAS. Un colpo da 30mila euro. E quello messo a segno dai ladri dell oro rosso" che laltra notte sono entrati in azione
alle fonderie Albertini nella sede di Quero. Sul colpo indagano i carabinieri. Lultimo furto di rame avvenuto in provincia stato
quello messo a segno a novembre nella galleria di Col Cavalier a Belluno, dove sono ancora in corso i lavori. Anche in quel caso il bottino superava il valore di 30mila euro. Ieri mattina toccato alla ditta Albertini, che ha la sede centrale a Monza Brianza.
La fonderia, che a Quero ha lo stabilimento in via Piave al civico 34, stata visitata dai malviventi e la scoperta stata fatta ieri
mattina alla riapertura dopo il weekend. I ladri, sicuramente esperti in questo tipo di furti, nel fine settimana hanno agito andando a colpo sicuro. Erano organizzati: hanno prima forzato il cancello e hanno caricato il rame su un camion, con il quale erano
arrivati. Il colpo stato studiato chiss da quanto tempo. Il business del rame daltronde ormai sempre pi fertile visto che il
valore del metallo salito negli ultimi anni. Il rame si trova un po ovunque, cimiteri, tombini, gallerie, ferrovie e va letteralmente
a ruba visto che lo si pu smerciare per prezzi che vanno dai 3 ai 7 euro al chilo. Non era mai accaduto per un furto
in fonderia, dove il metallo di solito viene lavorato e fuso. Ieri non stato possibile parlare con i responsabili della ditta Albertini
a Quero, contattata al telefono nel pomeriggio. I centralini infatti hanno subito deviato la chiamata a Monza Brianza, dove ancora non erano a conoscenza del furto subto. Sono stati immediatamente informati i carabinieri di Quero che stanno indagando
sul caso a caccia di eventuali indizi, testimonianze o aiuto dalla videosorveglianza per dare un volto ai responsabili.
da Il Gazzettino del 5 maggio 2015
Consiglio comunale
CRONACA
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LETTERE AL TORNADO
Risposta al Capogruppo della lista Il Ponte relativa al taglio piante in Piazza Marconi
Il Pinus nigra, in gergo chiamato Pino nero, una delle piante tagliate, era fortemente attaccato da decine di nidi di processionaria che ne avevano rinsecchito completamente la fronda sud, sbilanciando lalbero e rendendolo pericoloso in
caso di precipitazioni nevose o forte vento. Nel caso di nevicate copiose lalbero si sarebbe caricato di neve solo nella
parte posteriore con il conseguente distacco della punta dellalbero, come si era gi verificato in altre situazioni.
Lattacco massiccio di processionaria difficilmente debellabile, anche con specifici trattamenti antiparassitari. Gli interventi hanno inoltre durata temporanea e con effetti limitati e conseguentemente, nel giro di alcuni mesi, lalbero sarebbe ridotto nelle medesimi condizioni anche per il contagio che ne deriva da altre piante infette della zona. Il Pino nero lhabitat naturale del parassita denominato processionaria; ma, mentre nelle zone con clima pi freddo, il rigore
invernale regola la proliferazione delle larve della processionaria (molti nidi durante linverno con temperature sotto zero cadono a terra ed in esso le larve muoiono creando di fatto un equilibrio stabile tra la pianta ed il parassita), nei paesi con un clima pi mite (come ad esempio la zona prealpina di Quero Vas), la stagione invernale non riesce a ridurre
la popolazione delle larve che proliferano a dismisura, provocando il rinseccamento degli aghi e dei rami portando lentamente a morte lalbero, con conseguente pericolo di caduta dei rami secchi o ancor peggio lo sradicamento
dellalbero stesso. Nel nostro caso, abbiamo tenuto anche conto che essendo lubicazione dellalbero nel parco pubblico di Piazza Marconi, con la presenza di bambini e ragazzi che giocano sotto gli alberi, cera anche il pericolo che i
giovani fossero esposti al pericolo delle punture della larva della processionaria che durante la migrazione primaverile
forma lunghe file a terra. Le punture di larva di processionaria provocano in alcuni casi problemi di allergia e comunque
un forte arrossamento doloroso (tipo orticaria) nella zona cutanea punta. Al fine di addivenire ad una soluzione rapida
e definitiva del problema, sollecitati anche da alcuni cittadini, sono stati interpellati anche i Servizi Forestali i quali, dopo
attento sopralluogo, hanno confermato la presenza del pericoloso parassita sul Pino nero ed in altre zone del territorio
comunale, ravvisandone la pericolosit e la necessit di trovare una soluzione al problema. Assieme al Pino nero si
proceduto allabbattimento anche di unaltra pianta posizionata di fianco al pino: il Taxodium distichum, che risultava
priva di fronda sul lato verso il pino, piegata e longilinea per mancanza di luce dovuta alla presenza dellaltra pianta. In
conclusione anche questa seconda pianta era pericolosa perch non in grado di resistere alle avverse condizioni atmosferiche.
Concludendo: nostra intenzione migliorare il parco pubblico di Piazza Marconi con future piantumazioni di altre
piante e la sistemazione delle attuali.
LAmministrazione Comunale di Quero Vas
Notizie sul parassita denominato Processionaria, tratte da: www.processionaria.it
Thaumetopoea pityocampa
La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) un insetto dell'ordine dei lepidotteri appartenente alla famiglia Notodontidae. Esso deve il suo nome alla caratteristica abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di "processione". Questo artropode si trova nelle regioni temperate dell'Europa meridionale, nel vicino Oriente e perfino nell'Africa settentrionale. E' uno degli insetti pi distruttivi per le foreste, capace di privare di ogni foglia vasti tratti
di pinete durante il proprio ciclo vitale. La pianta pi colpita il pino (in particolare il pino nero e il pino silvestre), ma
facile trovarne anche presso larici e cedri.
Il ciclo biologico del parassita
La processionaria attiva solo durante i periodi freddi dell'anno, dal momento che trascorre i caldi mesi
estivi come bozzolo seppellito sotto terra. Le falene
iniziano a emergere dal suolo nel mese di agosto;
trascorso qualche giorno iniziano la ricerca di piante
adatte per deporre le uova. Ogni femmina produce
un "ammasso" di uova che viene fissato ad un ago
dell'albero ospitante (vedi foto). L'ammasso pu contenere fino a 300 uova, dalle quali dopo almeno 4
settimane nascono le tipiche larve (vedi foto). Le uova sono completamente ricoperte da scaglie provenienti dall'addome della femmina. Nonostante la modesta dimensione, le larve sono dotate di forti
mandibole in grado di fagocitare i duri aghi gi subito
dopo la nascita (vedi foto). In poco tempo, spogliato
completamente un ramo, si muovono in fila alla ricerca di nuovo nutrimento. I bruchi vivono in gruppo. Inizialmente sono nomadi, spostandosi di ramo in ramo costruendo nuovi nidi provvisori, ma verso ottobre formano un nido sericeo dove affronteranno l'inverno (vedi foto). L'attivit riprende in primavera e le
processionarie, in genere verso la fine di maggio, si dirigono in un luogo adatto per
tessere il bozzolo. Trovatolo, l si interrano ad una profondit variabile di circa 15 cm.
Lo stato di crisalide ha durata di circa un mese, ma pu prolungarsi anche per uno o
pi anni. Linsetto, raggiunta la maturit e avvenuta la metamorfosi, durante il mese di luglio esce dal bozzolo. Ladulto
una falena con ali larghe 3-4 cm, di colore grigio con delle striature marroni; la femmina solitamente di dimensioni
lievemente maggiori del maschio (vedi foto). La loro vita molto breve: non pi di 2 giorni. Le femmine sono le prime a
recarsi sugli alberi ad alto fusto, dove vengono in seguito fecondate dal maschio. Il lepidottero vola alla ricerca della
pianta pi adatta per la deposizione delle uova e il ciclo ricomincia.
Effetti delle punture di Processionaria sulluomo
La processionaria, oltre a desfogliare piante intere, pu costituire un pericolo maggiore per l'uomo e gli altri animali. I
peli urticanti dell'insetto allo stato larvale sono velenosi, e in alcuni casi, fortunatamente limitati, possono provocare una
grave reazione allergica. Sono di seguito trattati i principali effetti che possono seguire lo spiacevole incontro con una
processionaria.
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LETTERE AL TORNADO
I peli urticanti della processionaria si separano facilmente dalla larva che li porta sul dorso, nel corso di un contatto o
pi semplicemente sotto l'azione del vento. Data la particolare struttura (terminano infatti con minuscoli ganci), questi
peli si attaccano facilmente ai tessuti (pelle e mucose), provocando una reazione urticante data dal rilascio di istamina
(sostanza rilasciata anche in reazioni allergiche). Chi avesse ripetuti contatti con la processionaria presenta reazioni
che peggiorano con ogni nuovo contatto. In casi gravi pu verificarsi uno shock anafilattico, con pericolo mortale (orticaria, sudorazione, edema in bocca e in gola, difficolt di respirazione, ipotensione e perdita di coscienza). A seconda
della zona del corpo interessata, diversi sono i sintomi:
In caso di contatto con la pelle: apparizione in seguito al contatto di una dolorosa eruzione cutanea con forte prurito.
La reazione cutanea ha luogo s sulle parti della pelle non coperte, ma anche sul resto del corpo: il sudore, lo sfregamento dei vestiti facilitano la dispersione dei peli.
In caso di contatto con gli occhi: rapido sviluppo di congiuntivite (con rossore e dolore agli occhi). Se un pelo urticante arriva in profondit del tessuto oculare, si verificano gravi reazioni infiammatorie e, in rari casi, la progressione a
cecit.
In caso di inalazione: i peli urticanti irritano le vie respiratorie. Tale irritazione
si manifesta con starnuti, mal di gola, difficolt nella deglutizione e, eventualmente, difficolt respiratoria provocata da un broncospasmo (restringimento
delle vie respiratorie come si verifica per l'asma).
In caso di ingestione: infiammazione delle mucose della bocca e dell'intestino accompagnata da sintomi quali salivazione, vomito, dolore addominale.
Nelle foto qui a fianco: Larva di processionaria con i peli urticanti
Dermatite da processionaria
ATTUALIT
I piccoli maestri
Luigi Meneghello
Gioved 4 giugno
Iniziativa realizzata nellambito dellAccordo di Programma tra Regione Veneto e Unione Sette Ville
Festival del Paesaggio...nuovi scenari di partecipazione
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CENNI STORICI
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CENNI STORICI
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CRONACA
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LETTERE AL TORNADO
Comune di Quero Vas (Bl) Recupero della memoria storico-agricola della Riva Querese del Tegorzo
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LETTERE AL TORNADO
alimentazione dal di sopra, molto pi efficiente e performante delle soluzioni precedenti, ma richiede un dislivello nel
salto d'acqua pari almeno al diametro della ruota stessa. E' la tecnologia pi sofisticata in questo settore e necessita
un accuratissimo sistema di alimentazione, ruota e pale costruite con molta precisione. Era diffusa soprattutto nelle
aree collinari e pedemontane dove vi era una discreta e costante disponibilit d'acqua, anche se non con masse paragonabili a quelle ricavabili dai grandi fiumi di pianura. L'energia ricavata e disponibile sull'albero rotante all'interno
dell'officina, fu per molti secoli sfruttata esclusivamente per le macine da grano e frantoi, cio la rotazione costante di
una grossa mola. Fu solamente nel XII secolo che venne inventato l'albero a camme, sostanzialmente dei grossi cunei
innestati nell'albero rotante (o albero motore), che permisero l'utilizzo di macchinari a movimento discontinuo o alternato. Ecco comparire i magli, grossi martelloni con la testa in ferro e come manico una trave di legno, sollevati dal cuneo
della camma e lasciati cadere. E poi meccanismi per azionare i mantici. Con questa tecnologia si diffusero enormemente le fucine e la lavorazione del ferro battuto. Il moto alternato permise l'invenzione delle segherie, di pestelli usati
anche per triturare panni e scarti di segheria per produrre la carta, di folli per le lane. Per trovare delle significative innovazioni bisogna giungere gi in epoca industriale, alla fine del XIX secolo. Per la molitura dei cereali venne inventata
la mola a cilindri, mentre tutta una serie di accorgimenti tecnici modific significativamente le strutture meccaniche:
ruote, pale e ruote dentate fatte in ferro, cinghie per la trasmissione della forza motrice, turbine idrauliche ad altissimo
rendimento collegate a generatori elettrici. Con quest'ultima tecnologia, per la prima volta nella storia, fu possibile disgiungere il luogo di produzione dell'energia dal luogo di sfruttamento della forza motrice.
1342: lungo le sponde del Tegorzo fiorisce la zona industriale di Quero Vas
La ricostruzione storica delle vicende dei
principali mulini che sorgevano lungo il corso delle acque del Tegorzo, fatta da Bona
Beda Paz nel libro Quero dalle origini al
XVIII secolo, ci permette di dimostrare come il loro passaggio di propriet nel corso
del Seicento e Settecento stato a vantaggio delle famiglie dei Casamatta, Banchieri,
Franzoia e Gobbato. Queste famiglie rappresentavano in quel periodo il pi importante indotto economico per il paese grazie
alle loro industrie tessili, le cui attivit, con i
mulini, avevano in comune lutilizzo della
forza idraulica. Le rive del Tegorzo hanno
rappresentato per diversi secoli, il polmone
economico della vita di Quero e dei paesi
della Pieve. Si pensi che il solo opificiolanificio dei fratelli Vincenzo e Giuseppe
Casamatta fu Giacomo, situato vicino alla
chiesetta di San Valentino, nel 1764 dava lavoro a oltre 700 persone. Il paesaggio ai lati del torrente era ricco di folli,
mulini e altri stabilimenti e dallesposizione delle chiodere su cui erano appesi i panni.
La famiglia Banchieri
La famiglia Banchieri, potente nucleo borghese che ha segnato la vita di Quero in et moderna, stata per lungo tempo proprietaria di folli e mulini lungo il corso del Tegorzo. Capostipite della famiglia il cittadino di Venezia Giovanni o
Zuane Banchieri figlio di Francesco, presente a Quero sin dal 1530 quando sposa Marta Pontini che gli porta in dote
200 ducati di beni stabili. Siccome il pagamento della dote non fu puntuale, adite le vie giudiziarie, Giovanni Banchieri
ebbe in pagamento dalla famiglia Pontini, nel 1535, un terreno di quattro campi ai Troi. La dote della moglie fu la base del patrimonio terriero di Zuane, si vedano per questo gli estimi dal 1538 in poi presenti presso lArchivio di Stato di
Treviso nella sezione Di qua dal Piave. Il patrimonio, fin da subito, fu comunque variegato ed esteso ad altre attivit,
infatti, Zuane acquist anche una delle osterie di Quero e intraprese lattivit di prestatore di denaro. Mor nel 1580 lasciando sette figli maschi (Taddeo, Domenico, Zuanne, Alvise, Francesco, Cristoforo e Zan Tomio) e una ragazza,
Giulia. Le gesta dei membri della famiglia proseguono in ambito imprenditoriale fin oltre la met del Settecento, espandendosi anche oltre i confini di Quero.
I folli della valle del Tegorzo
Dopo qualche cenno preliminare sulla famiglia Banchieri cerchiamo di ricostruire a grandi linee, e seguendo un immaginario filo cronologico, le vicende della Quero industriale. Le prime attestazioni di attivit produttive lungo il Tegorzo
si possono far risalire al 1342 quando si descrivono i beni appartenuti ai conti Collalto in Quero e passati al Comune di
Treviso. Tra questi vi sono tre mulini di cui due indicati in riva al Tegorzo. Negli anni 1459-1462 risultano essere in funzione almeno cinque folli; i proprietari erano: Zuan Antoni fu de maestro Piero, Stinien quondam Zani Maria, Lunardo
folador, Bortolamio de Antonio de Ricen, Dona de Antoni de Rizen. Nel 1499 diventano nove e nel 1518 dieci. Tutti
questi folli si trovavano lungo il Tegorzo, per la maggior parte in contrada dei folli. In contrada Calnova era situato
quello di Liberale Mozzetto e in contrada dal p de Chanzeniga il follo dei Griguol. Dopo il 1532 i folli sfondano quota
dieci, sono infatti undici in quellanno, il numero cresce ancora nel periodo 1538-1542. I folli appartenenti a Piero folador e ai suoi discendenti, finiscono, in tempi diversi, tutti alla famiglia Casamatta. Questo potente gruppo familiareindustriale arriver a possedere circa la met delle ruote disponibili. I folli Ricen, rimangono a questa famiglia, divenuta Rizenotto, almeno sino al 1542; nei decenni successivi questa famiglia non risulta pi nei ruoli dei follatori. Un altro
ramo dei Ricen, assunto il cognome Mozzetto, possedeva nel 1518 il follo in Calnova e mantenne la propriet
delledificio almeno sino al 1686, anche se da qualche anno il follo era stato dato in livello alla famiglia Gobbato. Dai
Ricen/Mozzetto derivano anche gli Zerman gestori di folli in Campo e in Calnova (in toto o in parte). Nel 1655 la famiglia Pontini acquista i beni, compreso il follo che fu dei Zermani. Altri follatori sono i Mazzocco. I primi sono Tomeo, Antonio e Vetor Mazzocco possessori di un follo nel 1499. Tralasciando le vicende di follatori minori nel 1708 sul territo-
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LETTERE AL TORNADO
rio di Quero risultano attivi sette folli, tutti concentrati nello stesso sito, quattro erano in disuso. Le famiglie di imprenditori nel settore laniero che emergono da questa centenaria vicenda sono individuabili in tre gruppi: Gobbato, Banchieri
e Casamatta. I folli ormai sono di minimo tre ruote (quattro per i Casamatta che hanno tintoria e altri meccanismi per
lavorazioni successive), una per follare, una per torcere e una per garzare.
Il follo Banchieri
Tornando ai Banchieri, gi gestori di mulini, come vedremo in seguito, giunsero tardi (solo alla fine del 1600) alla produzione della lana. Nel 1683 Giovanni Banchieri acquista follo e garzi in cattive condizioni, (sul Tegorzo, in localit
Menegotti in territorio di Quero) appartenuto per pi di centanni ai Mazzocco; lopificio era situato pi a valle dei folli
Casamatta e a monte di quello dei Mozzetto.
I mulini situati lungo il Tegorzo
Oltre ai tre mulini sopra descritti (Banchieri, Casamatta e Mozzetto), i Collalto ne possedevano uno, gestito dal mugnaio Giovanni di Campo, un secondo mulino era di propriet del mugnaio Bartolomeo. Entrambi erano situati sulla
sponda destra del Tegorzo, quella in territorio di Campo. Fino al 1538 non si hanno notizie certe sulla presenza e numero di tali impianti; in questa data assommano a cinque. Fino alla fine del Settecento il numero di mulini rimane oscillante fra quattro e cinque, oltre a quelli situati a Campo, a Colmirano e a Fener. Da unantica planimetria del 1681 possiamo ricostruire posizioni e ordine degli opifici che si trovavano sul versante querese. Partendo da monte cera per
primo in localit Last o delle Laste, il mulino a due ruote dei Banchieri; pi in gi si trovava il mulino appartenuto ai
Bertolini ma da poco acquistato dai Casamatta. Allincirca dove sorger nel 1696 la chiesetta di San Valentino il canale
di derivazione delle acque si divideva in due ramificazioni. La prima andava a spingere le cinque ruote del secondo follo dei Casamatta, la seconda le tre ruote del follo Gobbato che aveva a fianco le chiodere. Poi le acque si riunivano e
andando verso la localit Menegotti azionando il mulino dei Mazzocco, che divenne poi dei Banchieri ed infine il follo
dei Mozzetto in seguito acquistato da Bernardo Gobbato.
Il primo mulino Banchieri
La famiglia Banchieri, prima del mulino interessato in questi mesi dai lavori di recupero da parte del Comune di Quero
Vas, stata proprietaria di un altro sito
analogo, quello alle Laste. Gi a partire
dal 1462 il notaio Silvestro dichiarava che
nel suo terreno in localit alle Laste, nelle
vicinanze di una derivazione dacqua del
torrente Tegorzo, si sarebbe potuto costruire un mulino o un follo. Item ha. I. posta a le Laste compro cum. I. quarto de
terra vuoda destropada piena de spine e
rove, ma se porave far habia la possanza
uno molin over folo dei quali ge sono in
copia, de la qual ha niuna utilita, da ogni
parte comun e via comune.
Il mulino Banchieri, oggetto del progetto di recupero a cura del Comune di Quero Vas
Lopificio oggetto dellodierno restauro, sulla mappa del 1681, non compare ancora a nome Banchieri (viene, infatti,
acquistato dai Banchieri nel 1683). Solo nel 1683 Geronimo Mazzocco fu Giovanni vende il mulino a Giovanni Banchieri fu Domenico, e separatamente, come abbiamo visto, vende il follo annesso al mulino a Giovanni Banchieri. Il
mulino (una roda da mulin a palla con casetta ad uso) nel 1712 appartiene a Francesco Banchieri e lo tiene Battista
Faccinetto; l vicino laltra ruota (una roda da molin con casetta ad uso) di propriet di Pietro Antonio Banchieri e tenuta da Antonio Bertolini. Nel 1738 Laura Zambaldi, vedova di Francesco Banchieri, quale tutrice del figlio Antonio, cede a Francesco Buttuol una delle due ruote del mulino; nel 1743 il Provveditorato beni inculti di Venezia trasferisce
lintestazione delle due ruote ai nuovi proprietari, una ruota a Giacomo Banchieri e fratelli fu Pietro Antonio, laltra a Michele Buttuol. Nel 1768 il mulino con la ruota, dai Buttuol ritorna a Giuseppe Banchieri fu Antonio, che tiene il mulino
da grano a due ruote nel 1793 e nel 1811. Dal Censo stabile attivato - primo impianto del 1858 conservato
nellArchivio di Stato di Belluno, si desume come la propriet sia sempre stata descritta come due corpi divisi che si ritrovano ai numeri di particella: 624 come Mulino da Grano ad acqua con casa; 625 come casa colonica.
Il mulino Banchieri passa in propriet alla famiglia Furlan Domenico
Il vecchio mulino Banchieri rimase indenne durante i bombardamenti della Grande Guerra, forse perch riparato dalla
grotte e dal promontorio roccioso che sorgeva proprio dietro ledificio. I Banchieri affittarono il mulino nel 1919-1920 alla famiglia querese di Domenico Furlan e Maria Mazzocco, da sempre mugnai e proprietari di un appezzamento di terra con annesso un mulino ad una ruota a monte della chiesetta di San Valentino. Detto mulino venne completamente
distrutto durante i bombardamenti di Quero dellinverno 1917. Cosicch la famiglia Furlan, al ritorno dal profugato, prese in affitto la struttura a mulino situato poco distante e di propriet della ricca famiglia dei Banchieri. Lo condussero
per per pochi anni, preferendo poi laffitto di un mulino elettrico in paese in via Indipendenza (case famiglia Febo).
Lalto costo dellelettricit costrinse per quasi subito la famiglia Furlan a ritornare in affitto dai Banchieri presso il mulino nella localit detta delle chiodre. Ledificio era formato da tre costruzioni: la prima, la pi grande, ad uso laboratorio
ed aveva al suo interno due tramogge, due macine in pietra azionate dalle due pale esterne del mulino, una grande per
macinare il frumento ed una piccola per il grano, ed il necessario per la macinazione del frumento e del grano. Attraverso una porta situata a sud della struttura si entrava nel locale cucina che aveva un focolare (larin), un secchiaio in
pietra, un tavolo ed una grande credenza in legno. Attraverso una scala, anchessa in legno, si saliva al piano superiore dove erano situate tre camere da letto ed una stanza ad uso magazzino, dispensa. Di fianco alla cucina la stalla. La
famiglia Furlan possedeva due mucche, una vitella, un paio di capre, e alcuni conigli. Dietro alla stalla, tuttintorno
alledificio, esisteva un porticato dove erano sistemati gli attrezzi agricoli, la legnaia ed un pollaio. Sopra la stalla un
piccolo fienile. Poco prima del locale adibito alla macinazione del grano cera un piccolo ricovero per il mulo. Dietro
alledifico su tre terrazzi cera un vigneto con uve americana, crinto, francese e la cruina. Alcuni alberi da frutta, in particolare mele, erano situati qua e la sul pendio. Appena prima dei terrazzamenti a vite, su un pianoro era coltivato
lorto. Davanti alledifico sul fronte che guarda la frazione di Campo, a confine con il greto del torrente Tegorzo, cera
una fila di alti pioppi. Nei primi anni venti, Domenico Furlan acquist il mulino dalla famiglia Banchieri. Negli anni suc-
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LETTERE AL TORNADO
cessivi (1925-1935) per la scarsit di coltivazione del frumento nelle campagne di Quero, la ruota grande del mulino
and in disuso e venne tolta. Il mulino funzionava bene con la ruota piccola per la macinazione del grano. Negli anni
40 il mulino pass in eredit ai figli di Domenico Furlan, Pietro (classe 1902) e Bortolo (classe 1904) che ne detenevano la licenza. Il lavoro di mugnaio era per praticato da Pietro e da sua moglie Ettorelli Anna Maria (classe 1906), mentre il fratello Bortolo era impiegato come fattorino (procaccia) presso lufficio postale di Quero. La famiglia Furlan per le
famiglie dei contadini faceva anche il servizio di ritiro dei sacchi di grano e la conseguente consegna della farina direttamente nelle varie aziende agricole, per far questo faceva uso di un grande carro trainato da un mulo. Le famiglie contadine del territorio a seconda della preferenza, portavano il grano a macinare o al mulino della famiglia Furlan Pietro e
Anna Maria oppure al mulino di Furlan Giovanni situato pi a monte della chiesetta di San Valentino, lungo la stradina
detta della Cartiera. Negli anni la famiglia di Furlan Pietro crebbe numericamente, mamma Anna Maria mise alla luce
cinque figli, tre femmine Rosetta, Anna, Emilia e Elena, ed un maschio Giandomenico. Nel periodo 1957-1960, la Sade, ora Enel, realizza la galleria di derivazione collegata alla grande centrale idroelettrica di Quero. In prossimit del
mulino Furlan costru la finestra per lo sbocco del materiale di scavo. Lintervento, ascrivibile agli anni 60, ha sepolto
ledificio del mulino, denominato mulino Banchieri in riferimento alla importante famiglia che ne ha avuto la propriet fino al 1928, localizzato al mappale 102 del foglio 33, oltre che il canale di derivazione che garantiva il funzionamento
dellopificio. Sono stati cos sommersi gli antichi edifici, ultimi testimoni dellattivit industriale sorta fin dal 1300 lungo il
corso delle acque del Tegorzo.
Il progetto di recupero
Il progetto nasce dall'esigenza di recuperare un'importante testimonianza della memoria storica di un'area gestita in
maniera unitaria da secoli e che conteneva al suo interno funzioni importanti a carattere territoriale, come appunto il
mulino in oggetto, ancora in uso fino agli anni 50, e di
cui ancora alcuni conservano un ricordo preciso. Le ipotesi di rilancio dell'area da un punto di vista turisticoricettivo tendono al recupero dei luoghi della memoria,
per individuare percorsi all'interno del territorio comunale che consentano di ricostruire un rapporto con la storia recente e passata fatto non solo di ricordi ma anche
di sensazioni e di riscoperte delle tecniche in uso. Oltre
ad elementi di valore storico-architettonico come la
Chiesetta di San Valentino e numerosi edifici/mulini, e
qualora si riesca ad individuarlo la tendenza dei pi
ad assimilarlo ad altri immobili diroccati destinati un
tempo ad abitazione delle numerose famiglie che lavoravano la vasta tenuta con il quasi esclusivo ausilio delle braccia e dei rari animali da lavoro. Solo una ricerca
attenta, fatta attraverso l'esame di carte di archivio e la lettura di testi prodotti da storici locali consente l'individuazione
certa del luogo ove era attivo il mulino ad acqua. Lintervento di rimozione dei detriti, primo stralcio del presente progetto, ha portato alla luce i resti murari delledificio. In seguito sono stati effettuati dei sopralluoghi con lo strutturista Ing. Paolo Tolaccia, per prendere atto della situazione dei ruderi, abbandonando fin da subito lidea di un
ripristino, nella convinzione che la massa detritica ne
abbia scalzato alla base le strutture. Sotto la massa detritica inoltre sono andate sicuramente perdute tutte le
strutture portanti orizzontali. Da cartografia storica e da
documentazioni catastali si pu infine individuare lo storico tracciato della roggia di adduzione alla ruota idraulica, che proveniva da unica concessione dai mulini a
monte (Furlan1, Bertolini, Furlan2) fino al nostro per
proseguire poi verso un altro mulino, di cui si sono perse le tracce in sponda sinistra e quindi attraversare il
greto per servire poi gli opifici collocati in sponda destra
(Comune di Alano di Piave). Una ricerca in tal senso potrebbe essere utile per verificarne la posizione, il tracciato e lo
stato di conservazione, finalizzato alla verifica di possibili economie nella realizzazione del nuovo sistema di adduzione
previsto in progetto, che richiede un notevole investimento e tempi non certo brevi. Il progetto prevede di conservare i
resti murari, nonch tutto ci di interessante ai fini di una corretta ricostruzione storica che potr emergere dallo scavo,
svolto con la supervisione della Soprintendenza Archeologica di Padova. Allinterno dei resti murari, individuando in tal
modo lantico sedime, si intende collocare un prefabbricato con copertura a doppia falda di forma essenziale. Si proceder alla rimozione dei detriti: in ogni caso luso dei mezzi meccanici sar subordinato alla presenza di eventuali reperti
in situ e quindi allindagine preventiva. Particolare attenzione sar posta al consolidamento dei materiali lapidei. Inoltre,
una volta individuato il percorso del sistema di adduzione dellacqua, verificati i sedimi dal punto di vista archeologico,
si provveder a restaurare le antiche canalizzazioni con le sponde che, da testimonianze raccolte in loco, dovrebbero
essere realizzate, almeno nei pressi del mulino, in lastre di pietra. Tutta da confermare e valutare a posteriori la presenza dei meccanismi di molitura. Si prevede comunque una somma da destinare ad un intervento di ricostruzione,
non necessariamente fedele all'originario, aperto alla possibilit di riattivare l'intero sistema di macinazione, vaglio e
raccolta del prodotto finito nelle diverse tipologie.
Ore 18 SS. Messa alloratorio di SantAntonio a seguire bus navetta, a cura G.S.Astra e Auser, verso San Valentino.
Ore 19 Cerimonia inaugurale; interventi autorit. Presenti i discendenti della famiglia Banchieri. Banchetto conviviale,
a cura del Comitato San Valentino, e notte bianca con musica e canti di giovani artisti di Quero Vas e Alano.
19
CRONACA
Segusino, ha riaperto
il Bar-cht
di Silvio Forcellini
Parafrasando una nota canzone: Per questanno non
cambiare, stessa spiaggia stesso Piave Come restare insensibili a una proposta del genere, soprattutto se
a farla la segusinese Stefania Franceschin. Scherzi a parte, domenica 10 maggio - con una settimana di
ritardo per motivi burocratici - ha riaperto i battenti il
Bar-cht, il celeberrimo chiosco gestito da Stefania
che, per tutta la stagione estiva, dalle ore 10 alle ore
23, rappresenter una vera oasi di pace, di tranquillit e
di svago in prossimit del Piave. Noto anche, per
lappunto, con il nome di chiosco dellestate, situato
in un terreno di propriet di Stefania sito in via Verri 34,
sul lato destro della provinciale poco prima della galleria Vas-Segusino. Stefania, nella sua attivit, coadiuvata come di
consueto dai suoi familiari, in particolar modo dalla mamma Rosanna e dalla sorella Dorotea. Buon lavoro!
LETTERE AL TORNADO
E in programma marted 2 giugno, Festa della Repubblica
Il Direttivo
Cav. Claudio Carelle e Comm. Angelo Ceccotto
20
CRONACA
Lo Stato Sociale,
dal Reset al Concertone
di Silvio Forcellini
Nel luglio dello scorso anno si esibivano sul palco del Reset, al Parco
del Piave di Fener (vedi foto); il 1 maggio di questanno, li abbiamo
visti - alla sera, in diretta tv su RaiTre - suonare al Concertone
romano di Piazza San Giovanni. Stiamo parlando de Lo Stato
Sociale, a dimostrazione della bont delle scelte musicali compiute dai
ragazzi di Libero Pensiero. In pi, a Taranto, dove nella stessa data
si svolge un altro importante appuntamento musicale, tra i protagonisti
figuravano pure gli LN Ripley, intervenuti alledizione 2013 del Reset.
Tra le star dei concerti di Roma e Taranto cerano anche gli Almamegretta e i Subsonica, gi esibitisi a Fener in
occasione del glorioso Music Festival a tutta birra.
21
LETTERE AL TORNADO
I Carabinieri di Quero e di
Feltre ci hanno fatto visita
parlandoci del loro prezioso
lavoro e insegnandoci tante
cose
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JUDO
Qualificazione Campionati
Italiani JUNIORES
Sabato 18 aprile 2015
Con la medaglia doro alla qualificazione regionale per i Campionati Italiani classe juniores,
FRANCESCA VIDORIN strappa il pass per laccesso alla finalissima che si svolger a
Conversano (BARI) il giorno 3 maggio 2015. Congratulazioni e in bocca al lupo a
Francesca!!
A.S.D. JUDO ALANO DI PIAVE | Palestra Comunale in Via Don P. Codemo
Tel. 0439 779457 | Cell. 348 0447706
23
CRONACA
Bellissimo pomeriggio di musica e canzoni il 12 aprile al Centro Servizi San Giuseppe di Quero
Ad intrattenere i nostri Ospiti per quasi due ore
ci ha pensato il bravissimo Giorgio Fornasier
con una carrellata di successi dagli anni 40 ai
70, sempre accompagnati da qualche simpatico
aneddoto o ricordo. La musica e il canto, come ricorda anche il titolo dello spettacolo Canta che ti Passa, rappresentano il linguaggio
degli affetti, delle emozioni e della memoria, sono un mezzo per
creare la motivazione al narrare, al raccontare e al raccontarsi.
Cantare in gruppo rappresenta un'esperienza capace di far dimenticare la routine quotidiana, di distogliere la mente dell'Anziano dalle
preoccupazioni. Ringraziamo il signor Giorgio per la sua grande disponibilit, e tutti i famigliari, i volontari e gli amici che hanno condiviso con noi questo emozionante pomeriggio.
rinnovo
abbonamenti
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ASTERISCO
LETTERE AL TORNADO
avverte
tutta la popolazione che dal 18 maggio al 3 giugno 2015, in orario diurno (06.00-22.00) e notturno (22.00-06.00) saranno svolti indifferibili ed urgenti lavori sulla travata metallica della linea ferroviaria Treviso-Calalzo, nei pressi della
Stazione di Alano-Fener-Valdobbiadene. Tali lavori potranno comportare attivit rumorose, anche intense, che saranno
mitigate il pi possibile, onde limitare al massimo il disagio.
Alano di Piave, 4 Maggio 2015
Il Sindaco di Alano di Piave BOGANA Amalia Serenella
TENNIS
Fabio Scuglia (a destra nella foto) si aggiudica il torneo di 3a categoria al TC ITALIA di Castelfranco, con quasi un centinaio di partecipanti, orchestrato dal Giudice Arbitro Bruno Basso. In finale
Fabio Scuglia si imposto su Matteo Cinti in due set con il punteggio di 6/0 6/4. Partito come terza testa di serie del tabellone, in
semifinale riuscito ad imporsi sul favorito Daniele Valentino ancora in due set con il punteggio di 6/1 6/3 volando cos in finale
aggiudicandosi la competizione.
Si distinto anche Cesare Franceschin che dal draw di 4. riuscito a mettere entrambi in piedi in quello superiore, superando
due giocatori di classifica superiore.
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ATTUALIT
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CRONACA
2 Memorial
Mattia Licini
Informiamo tutti gli abbonati de Il Tornado
che nei giorni di sabato 20 e domenica 21
giugno 2015, presso i locali esterni della
palestra di Alano di Piave (interni in caso di
maltempo), avr luogo il 2 Memorial Mattia
Licini. Ringraziamo fin dora il Comune di
Alano di Piave che ha gentilmente
acconsentito a patrocinare levento e tutti
coloro che hanno contribuito con generosit
alla realizzazione dello stesso.
Si avvisa inoltre che chiunque avesse
piacere di partecipare tramite un contributo di
qualsiasi genere, pu contattarci ai seguenti
numeri:
Gabriele Rizzotto 333 7949479
Valentina Spada 349 8751775
Il ricavato sar devoluto in beneficenza
alla LIFC (Lega Italiana Fibrosi Cistica).
Un saluto cordiale, vi aspettiamo numerosi.
Gli amici di Mattia
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CENNI STORICI
Luigi Cadorna, uomo tracagnotto e volitivo, che dall'inizio della guerra (6 luglio 1914 al posto
del gen. Pollio, prematuramente scomparso) era capo di Stato Maggiore generale, nato a
Pallanza il 4 settembre 1850, unico figlio maschio di Raffaele Cadorna, gi capo di Stato Maggiore nel 1870 alla presa di Roma e di Clementina Zoppi. Raffaele Cadorna era stato nominato
all'epoca perch era uno dei non molti ufficiali dichiaratamente cattolici e che si pensava potesse coprire politicamente l'occupazione della capitale degli Stati della Chiesa. Anche suo figlio Luigi Cadorna probabilmente aveva raggiunto il massimo grado dell'Esercito Italiano per la
stessa ragione. Infatti, un comandante in capo di sentimenti cattolici, nel groviglio delle correnti
massoniche di cui era permeato l'esercito, risultava essere una buona copertura nei confronti
del mondo cattolico e del Vaticano, che parteggiavano notoriamente per l'Austria e per l'Impero. Le idee di Cadorna in materia di tattica militare (diede alla stampe in pi edizioni a partire
dal 1898, l'ultima nel 1907, un libretto intitolato Istruzione tattica; in queste pagine osservava che un movimento offensivo si sarebbe sempre risolto con un attacco frontale e che per
questo erano necessari comandanti autorevoli, quadri, affiatati, truppe disciplinate e la non intromissione di alcuno nelle decisioni da prendere, nemmeno del governo) erano prese totalmente dalla Francia e in particolare da quelle del
generale Joseph Joffre, che sosteneva l'attacco frontale e la rigorosa disciplina: in pratica si trattava semplicemente di
attaccare per ondate le linee avversarie. La prima ondata avrebbe perso circa l'80% degli effettivi, la seconda non pi
del 50% e con la terza, che si pensava non potesse perdere pi del 20%, si sarebbe potuta finalmente conquistare la
posizione nemica. Queste idee erano state ispirate a Joffre, ma anche agli altri comandanti generali, ivi compreso l'inglese Haig, da un delirante teorico militare, il generale Grandmaison (Nell'offensiva l'audacia la migliore sicurezza....Bisogna arrivare perfino all'esagerazione, e forse neanche allora andremo abbastanza lontani, oppure: Dal momento dell'azione ogni soldato deve ardentemente desiderare l'assalto alla baionetta per imporre la propria volont al
nemico e ottenere la vittoria...). Peccato che in breve tempo, il corso della guerra, si comprese che le mitragliatrici e le
bombarde, le armi da difesa avevano la superiorit tattica che rendeva le ondate del generale Joffre e de Grandmaison
assai meno efficaci di quanto, sulla carta e con estremo cinismo, i generali avessero calcolato.
Uomini politici, giornalisti, ma sopratutto soldati e ufficiali inferiori capirono sin dai primi mesi di guerra questa verit,
non per i generali a capo di tutti gli Stati Maggiori impegnati nel conflitto, i quali si accanirono, quasi fino alla fine,
nell'utilizzo di queste tattiche, che avevano il terribile risvolto dell'enorme perdita di vite umane.
Questo <risvolto>, colto dai soldati quasi subito, come si detto, comportava sempre pi diserzioni e ammutinamenti,
ai quali si reagiva con fucilazioni sempre pi numerose. Cadorna attribuiva il tutto al diffondersi della propaganda sovversiva, senza riuscire a capire che i soldati, che dovevano partecipare alla prima e alla seconda ondata, preferivano di
gran lunga sfidare i Carabinieri. Non era un ragionamento difficile, ma Cadorna, assistito da padre Semeria, il cappellano del comando generale, non riusc a capirlo fino a quando non vide tutti i suoi soldati scappare per le strade del
Friuli appena conquistato (a causa di gravi errori tattici, o decisioni prese in ritardo): era la ritirata di Caporetto.
Questa non vilt o codardia ma semplicemente la realt, provate a pensare se foste VOI a trovarvi a ventanni in
mezzo ad una carneficina ogni giorno, vivere in condizioni pessime, saper che sei sempre tra la vita e la morte, combattere una guerra che non hai voluto, generali o comandanti di area che non sanno comandare, che non vedono pi
in l del loro naso, che mandano intere compagnie alla morte certa, per conquistare ....niente, senza munizioni, senza
cesoie per tagliare i reticolati (all'inizio guerra erano 4 cesoie per compagnia)
Con questo mio pensiero non voglio processare o dare tutte le colpe a Cadorna (anche perch ci fu una commissione
d'inchiesta parlamentare per Caporetto e come sempre succede in Italia ne uscirono tutti innocenti) anche lui si trovato in mezzo ad una guerra con un esercito equipaggiato e armato inadeguatamente, non schierato idoneamente,
perch a da tener presente che noi eravamo alleati dell'Austria Ungheria, e Cadorna stesso fino a sei mesi prima organizzava e curava la difesa del confine francese, poi Salandra, Sonnino, e sua Maest stravolsero tutto, per e anche
vero che 300.000 morti sul Carso sono tanti, per arrivare poi a fare la resistenza sul Piave, Montello, Grappa.
Si vero, Cadorna aveva visto bene per il Grappa, difatti a fatto costruire la strada che ora porta il suo nome, a fatto
scavare un labirinto di gallerie e caverne, lo ha armato, ma il Grappa non doveva nemmeno servire perch la guerra
con l'Austria Ungheria doveva durare solo pochi mesi perch prima della fine dell'anno noi italiani dovevamo essere a
Lubiana e poi a Vienna.
Ottobre 1917 ritirata di Caporetto
L'8 novembre 1917 il Comandante in Capo dell'esercito Italiano Luigi Cadorna era stato allontanato dal suo posto con
una PROMOZIONE a rappresentante dell'Italia alla conferenza di Versailes.
Il 17 gennaio 1918, con un telegramma del Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando egli veniva convocato a
Roma davanti alla commissione per i fatti di Caporetto, assieme ai Generali Luigi Capello e Carlo Porro, mentre a Versailes veniva mandato il Generale Gaetano Giardino. Fra il 15 febbraio 1918 ed il 25 giugno 1919 la commissione teneva 241 sedute, consultando 2.310 documenti e ascoltando 1.012 testimoni. Ultimati i lavori, consegnava al Presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti successore di V.E.Orlando due grossi volumi, il primo sugli avvenimenti
accaduti, il secondo sulle responsabilit degli uomini. Nessun cenno veniva fatto sull'operato del Generale Pietro Badoglio, (quello famoso per l' 8 settembre 1943 seconda guerra mondiale) le cui responsabilit sullo sfondamento della
linea dell'Isonzo apparivano molto gravi, Badoglio comandava il XXVII Corpo d'Armata, che aveva il grosso dell'artiglieria della Seconda Armata. Doveva provvedere alla difesa a monte fino all'Isonzo; ma ci non fu fatto ne con l'occupazione effettiva con forze sufficienti, ne con una energica e tempestiva contromanovra, pare certo quindi, anche se mai
confermato, che dal documento fossero state stralciate 13 pagine che lo riguardavano, ma si sa Badoglio era protetto
dal Re entrambi facevano parte della Massoneria. Come si capisce lo Stato Maggiore dell'esercito italiano era formato
da gente che pensava solo a farsi la guerra tra di loro, tra gelosie e beghe personali, e non gli interessava certo il bene
dell'Italia.
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ATTUALIT
Programma :
ore
10,00
Ritrovo a Vas presso la sede del Gruppo Alpini per lo scoprimento della targa commemorativa e il
saluto delle Autorit.
ore
11,00
Sfilata verso il monumento in Piazza per lalzabandiera e lonore ai caduti accompagnati dalla
Banda di Alano di Piave.
ore
11,15
Santa Messa. Al termine Premiazione dei Donatori Benemeriti.
ore
13,00
Pranzo presso il ristorante Le Mesine a Bigolino (TV).
P.S. :Si prega di confermare la propria presenza possibilmente entro il 18 maggio 2015 ai sottoscritti :
Annita DOrazio Cell. 3391742331 - Zanella Sonia Cell. 3407198259 - Tieppo Paola Cell. 3476203942
Per amici, parenti e simpatizzanti (non donatori di sangue) il costo del pranzo di euro 25,00
La foto di copertina
ASTERISCO
Limmagine tratta dal libro di storia dedicato a Quero, opera di Beda Bona Paz, edito dal Comune di Quero
nellaprile 1990 per i tipi di Antiga (Cornuda). E un particolare di un disegno del 1710, a corredo della supplica di don
Antonio e Giacomo Casamatta per una pratica circa la derivazione delle acque del Tegorzo. Si notano sulla sinistra il
mulino e gli edifici annessi che erano appartenuti ai Bertolini. Tutta la riva dellabitato di Quero del Tegorzo, fra le due
strade, occupata dalle chiodere dei Casamatta. Compare per la prima volta la chiesa di S. Valentino, che era stata
costruita nel 1696.
(Archivio di Stato, Beni inculti, Disegni Treviso Friuli, mazzo 48, disegno 11)
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COME ERAVAMO
Con piacere propongo agli amici de Il Tornado questa foto, fornitaci gentilmente da Umberto Guerra di Quero. Lo
scatto, come sempre, opera
dello studio Resegati di Quero e
la data che si legge sul retro ci
porta, ammesso sia esatta, al
10.07.1947. Allepoca al Bar si
andava non solo per bere, ma
anche per intonare canti in vera
amicizia. Nella foto riconosciamo alcune persone. In alto le
Al Vin
proprietarie del bar: Prima e Candida Collavo e fra gli avventori a sinistra Vittorino
Dalla Piazza e poi Duilio Specia, Sisto Secco, Mario Mazzocco, Tullio Dal Canton,
Francesco Roman, Berton Giovanni, Domenico Dal canton, Cesco Guerra con la
fisarmonica. Tutti non li abbiamo riconosciuti e, quindi, lasciamo a voi lettori il compito di dare un nome a tutte le persone qui fotografate.
Al vin al e bon e
a tuti al ne pias
e al ne fa gnir ros al nas.
Se cominzia co na ombreta
e dopo na medeta
e in fin an bocal
e se va tuti allospedal
che al sia bianco
o che al sia nero
al ne porta de seguro al cimitero.
Veci, doveni e tosat
i a al fegato ormai ndat
a forza de bere vin
i asa al mondo ancora putin.
Dalla raccolta delle mie poesie
in dialetto. Alessandro Bagatella
Questa foto un ricordo per coloro che avevano vent'anni nel 1969 (classe 1949 del Comune di Quero). Voglio pubblicarla, sperando di far piacere ai miei coscritti, cos che possano vedersi come erano all'epoca. Ora con qualche anno
in pi e sparsi per il mondo (io vivo a Den Haag in Olanda), penso che faremo sicuramente fatica a riconoscerci. Spero
comunque che tutti possano godere di una buona salute.
30
KARATE
Sito www.shurenkan.it
CRONACA
In pellegrinaggio
a Torino
(M.M.)
In
diversi
abbiamo
approfittato del viaggio organizzato
dal vicariato di Crespano del Grappa
per recarci in visita a Torino per
lostensione pubblica della Santa
Sindone. Tre corriere per un viaggio
impegnativo,
ripagato
dalla
possibilit di partecipare al mistero
di questa icona religiosa, al centro
da sempre di accese discussioni.
Una sosta alla basilica di Maria
Ausiliatrice ha permesso, oltre alla
celebrazione della S.Messa, di
ammirare una chiesa in cui ha
lavorato per anni Secondo Moretti,
artista di origini queresi. In foto: i
pellegrini della parrocchia di Quero.
Gabriele:
gioia di mamma e pap
di Alessandro Bagatella
31
CINEMA
Pellicole d'autore tra i vecchi borghi del paese della Pedemontana Trevigiana
32
ATTUALIT
ONORANZE
FUNEBRI
ZD di ZAGO DINO
IMPIANTI ELETTRICI
VIDEO CONTROLLO
ASSISTENZA IMPIANTI TV
DIGITALI / SATELLITARI
ASSISTENZA CAME / NICE
di Ferdinando Carraro
PITTORE RESTAURATORE
Via Roma - Quero (BL) - Cell. 339.2242637
Azienda Agricola
SIMIONI DAVIDE
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E FRUTTI DI BOSCO
Via della Vittoria, 15 - FENER
Cell. 392.6391164
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SPADA
CONSEGNA A DOMICILIO
VIVAIO - PIANT E
di Mondin Duilio