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Anno XLV
19.01.2023
Numero
777
Ricariche telefoniche
Anche il governatore del Veneto Luca Zaia si è congratulato: “Una riconferma con un consenso tanto am-
pio – sottolinea Zaia - è segno che il lavoro compiuto è stato capito e apprezzato. Invio alla presidente Berton
le più sentite congratulazioni per la rielezione augurando a lei e a tutti i consiglieri di proseguire un buon lavo-
ro a beneficio del tessuto imprenditoriale bellunese”.
2 ATTUALITÀ
Tesseramento SOCI
2023
E’ possibile rinnovare l’adesione e versare la quota associativa di € 10,00
contattando i membri del direttivo
Per rinnovare la quota puoi anche rivolgerti a:
Panificio Errandi
Entra in PRO LOCO
Puoi fare qualcosa per il tuo paese, partecipare è importante!
Fatti avanti e dai la tua disponibilità
L’Otto gennaio gli Alpini del Monte Cornella, di Quero, si sono radunati
per l’assemblea annuale. Appuntamento alle ore 9,30 per il tesseramento
e alle 10 tutti presenti all’alzabandiera, in Piazza Duomo (foto sopra), con
onore reso ai Caduti e deposizione della corona d’alloro. La riunione del
gruppo ha permesso di riassumere le tante attività svolte nel corso del
2022 a servizio della Comunità, precedendo la partecipazione alla Santa
Messa ed il successivo pranzo sociale nella Casa delle Associazioni.
4 ATTUALITÀ
(M.M.) A distanza di sette anni dall’ultima festa, i donatori di sangue della sezione “B. Furlan” di Quero hanno
riannodato le fila dandosi appuntamento l’undici dicembre scorso per celebrare la giornata del Donatore e con-
segnare medaglie e diplomi a chi si è distinto nell’attività, libera e gratuita, di donazione di sangue e plasma.
Sono stati davvero tanti i premiati al termine della Santa Messa celebrata dal parroco don Alessio, lui stesso fra
coloro che hanno ricevuto un riconoscimento, alla
presenza di numerosi labari dell’Associazione Feltri-
na, cui Quero appartiene, testimoni del legame che
unisce tutti i soci volontari. Al termine della funzione
religiosa e della premiazione i discorsi di saluto
dell’assessore Alberto Coppe e del presidente feltri-
no Saverio Marchet hanno sottolineato l’importanza
del volontariato per la Comunità ed in particolare di
questo specifico tipo che offre solidarietà mettendo a
disposizione una parte del proprio corpo. Alla sezio-
ne di Quero viene riconosciuta la prontezza nel ri-
spondere alle chiamate e la elevata percentuale di
donazioni rispetto al-
la popolazione, tanto
da porla ai vertici del-
la statistica della ge-
nerosità. Un impegno
costante del direttivo
e dei volontari che
tutti hanno auspicato
trovi future e durature
conferme. La festa è
poi continuata con il
pranzo sociale otti-
mamente servito dal-
lo staff del ristorante
dell’Hotel Tegorzo di
Fener, ai cui tavoli
hanno trovato posto
centododici soci e
sostenitori.
6 CRONACA
Ci guida ancora la Costituzione, laddove prescrive che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine eco-
nomico e sociale che ledono i diritti delle persone, la loro piena realizzazione. Senza distinzioni. La Repubblica
siamo tutti noi. Insieme. Lo Stato nelle sue articolazioni, le Regioni, i Comuni, le Province. Le istituzioni, il Gover-
no, il Parlamento. Le donne e gli uomini che lavorano nella pubblica amministrazione. I corpi intermedi, le asso-
ciazioni. La vitalità del terzo settore, la generosità del volontariato.
La Repubblica – la nostra Patria – è costituita dalle donne e dagli uomini che si impegnano
per le loro famiglie. La Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte perché questo
serve a far funzionare l’Italia e quindi al bene comune.
La Repubblica è nel sacrificio di chi, indossando una divisa, rischia per garantire la sicurezza
di tutti. In Italia come in tante missioni internazionali. La Repubblica è nella fatica di chi la-
vora e nell’ansia di chi cerca il lavoro. Nell’impegno di chi studia. Nello spirito di solidarietà
di chi si cura del prossimo. Nell’iniziativa di chi fa impresa e crea occupazione. Rimuovere gli
ostacoli è un impegno da condividere, che richiede unità di intenti, coesione, forza morale. È
grazie a tutto questo che l’Italia ha resistito e ha ottenuto risultati che inducono alla fiducia.
La nostra capacità di reagire alla crisi generata dalla pandemia è dimostrata dall’importante crescita economica
che si è avuta nel 2021 e nel 2022. Le nostre imprese, a ogni livello, sono state in grado, appena possibile, di ri-
partire con slancio: hanno avuto la forza di reagire e, spesso, di rinnovarsi. Le esportazioni dei nostri prodotti
hanno tenuto e sono anzi aumentate. L’Italia è tornata in brevissimo tempo a essere meta di migliaia di persone
da ogni parte del mondo. La bellezza dei nostri luoghi e della nostra natura ha ripreso a esercitare una formidabi-
le capacità attrattiva.
Dunque ci sono ragioni concrete che nutrono la nostra speranza ma è necessario uno sguardo d’orizzonte, una
visione del futuro. Pensiamo alle nuove tecnologie, ai risultati straordinari della ricerca scientifica, della medicina,
alle nuove frontiere dello spazio, alle esplorazioni sottomarine. Scenari impensabili fino a pochi anni fa e ora da-
vanti a noi. Sfide globali, sempre. Perché è la modernità, con il suo continuo cambiamento, a essere globale. Ed
è in questo scenario, per larghi verso inedito, che misuriamo il valore e l’attualità delle nostre scelte strategiche:
l’Europa, la scelta occidentale, le nostre alleanze. La nostra primaria responsabilità nell’area che definiamo Medi-
terraneo allargato. Il nostro rapporto privilegiato con l’Africa. Dobbiamo stare dentro il nostro tempo, non in quello
passato, con intelligenza e passione. Per farlo dobbiamo cambiare lo sguardo con cui interpretiamo la realtà.
Dobbiamo imparare a leggere il presente con gli occhi di domani. Pensare di rigettare il cambiamento, di ri-
nunciare alla modernità non è soltanto un errore: è anche un’illusione. Il cambiamento va guidato, l’innovazione
va interpretata per migliorare la nostra condizione di vita, ma non può essere rimossa. La sfida, piuttosto, è pro-
gettare il domani con coraggio. Mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro, il futuro dell’umanità, significa
affrontare anzitutto con concretezza la questione della transizione energetica. L’energia è ciò che permette alle
nostre società di vivere e progredire. Il complesso lavoro che occorre per passare dalle fonti tradizionali, inqui-
nanti e dannose per salute e ambiente, alle energie rinnovabili, rappresenta la nuova frontiera dei nostri sistemi
economici. Non è un caso se su questi temi, e in particolare per l’affermazione di una nuova cultura ecologista,
registriamo la mobilitazione e la partecipazione da parte di tanti giovani.
L’altro cambiamento che stiamo vivendo, e di cui probabilmente fatichiamo tuttora a comprendere la portata, ri-
guarda la trasformazione digitale. L’uso delle tecnologie digitali ha già modificato le nostre vite, le nostre abitudini
e probabilmente i modi di pensare e vivere le relazioni interpersonali. Le nuove generazioni vivono già pienamen-
te questa nuova dimensione. La quantità e la qualità dei dati, la loro velocità possono essere elementi posti al
servizio della crescita delle persone e delle comunità. Possono consentire di superare arretratezze e divari, sem-
plificare la vita dei cittadini e modernizzare la nostra società. Occorre compiere scelte adeguate, promuovendo
una cultura digitale che garantisca le libertà dei cittadini.
Il terzo grande investimento sul futuro è quello sulla scuola, l’università, la ricerca scientifica. È lì che prepariamo
i protagonisti del mondo di domani. Lì che formiamo le ragazze e i ragazzi che dovranno misurarsi con la com-
plessità di quei fenomeni globali che richiederanno competenze adeguate, che oggi non sempre riusciamo a ga-
rantire. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza spinge l’Italia verso questi traguardi. Non possiamo permetterci
di perdere questa occasione. Lo dobbiamo ai nostri giovani e al loro futuro.
Parlando dei giovani vorrei – per un momento — rivolgermi direttamente a loro: siamo tutti colpiti dalla tragedia
dei tanti morti sulle strade. Troppi ragazzi perdono la vita di notte per incidenti d’auto, a causa della velocità, della
leggerezza, del consumo di alcol o di stupefacenti. Quando guidate avete nelle vostre mani la vostra vita e quella
degli altri. Non distruggetela per un momento di imprudenza. Non cancellate il vostro futuro. Care concittadine e
cari concittadini, guardiamo al domani con uno sguardo nuovo. Guardiamo al domani con gli occhi dei giovani.
Guardiamo i loro volti, raccogliamo le loro speranza. Facciamole nostre. Facciamo sì che il futuro delle giovani
generazioni non sia soltanto quel che resta del presente ma sia il frutto di un esercizio di coscienza da parte no-
stra. Sfuggendo la pretesa di scegliere per loro, di condizionarne il percorso. La Repubblica vive della parteci-
pazione di tutti. È questo il senso della libertà garantita dalla nostra democrazia. È anzitutto questa la ra-
gione per cui abbiamo fiducia. Auguri!"
12 ATTUALITÀ
CRONACA
La laurea
di Pierangela Ceccotto
Nello scorso mese di giugno 2022, all’Università di Ferrara,
si è laureata in Scienze e tecnologie della comunicazione
l’alanese Pierangela Ceccotto.
La tua famiglia è molto orgogliosa del traguardo raggiunto.
Ti vogliamo bene!
Papà Francesco, mamma Zonja, Marghe, Andrea e Sandro
13 CRONACA
Ricordando Alida
di Ivana Dalla Piazza
Il 29 dicembre scorso ci ha lasciato Alida Curto, vedova Zatta.
Nata a Carpen nel 1926, negli anni ‘50 si era trasferita con il marito Fiorino e la figlia Lo-
redana a Treviso, per stabilirsi poi definitivamente a Paese. Sono rimasti sempre molto
affezionati al loro borgo, cui ritornavano spesso.
Alida e Fiorino formavano una coppia allegra e briosa, oltre che di una disponibilità rara,
bastava chiedere e davano una mano, abitando anche vicino alla città.
Di Alida ricordiamo la positività e la vitalità, ma soprattutto la battuta sempre, pronta fino
alla fine. Ci teneva inoltre ad “essere sempre a posto”: con la testa in ordine e inappun-
tabile nel vestire!
Ora ha raggiunto il suo Fiorino, che è stato suo sposo per ben 63 anni.
La ricordano con grande affetto tutti i suoi parenti.
14 CRONACA
A ricordo dell’eccidio avvenuto durante la Prima Guerra Mondiale, la sezione Fanti di Alano di Piave – Quero
Vas, presenti rappresentanti di altre Associazioni d’Arma, ha promosso l’apposizione di una targa commemorati-
va sulla parete laterale dell’altare dei Caduti, nella chiesa di Quero. La cerimonia si è tenuta in occasione della
Santa Messa del 19 dicembre scorso e le foto qui sopra ne danno testimonianza. Resta così vivo il ricordo, affin-
ché non abbia a ripetersi, del terribile episodio, accaduto nel novembre del 1917 proprio all’interno di questo edi-
ficio sacro, dove avevano cercato rifugio i Fanti della brigata “Como”. La targa commemorativa è stata benedetta
dal parroco don Alessio.
Non si colgono le possibilità di migliorare drasticamente i servizi ai cittadini (sportelli evoluti con nuovi ruoli di ser-
vizio, avvicinamento ai cittadini dei punti di erogazione dei servizi, servizi per over 65,…..);
Si perde potere contrattuale e relazionale verso enti sovracomunali e fornitori.
Due scenari:
1. Si prosegue con l’Unione. Si impegnano risorse su attività di mantenimento anziché di servizi (es. si gesti-
scono 3 bilanci e 3 consuntivi, si protocolla di più, si gestiscono sedute degli organi istituzionali,…)
2. Salta l’Unione ed ogni ente ritorna autonomo. Gli enti sarebbero in difficoltà ad erogare i servizi
Difficoltà a ricoprire le funzioni attualmente assicurate da persone che seguono entrambi gli enti (es. polizia loca-
le, sociale, servizi tecnici, finanziario, segreteria,); Si dovrebbero sviluppare nuove entrate alternative;
Difficoltà a pensare in termini strategici lo sviluppo del territorio per attrarre risorse (finanziarie, giovani famiglie,)
2010 672.390,42 6260,18 16.723,75 874.687,89 867.290,10 300.162,94 415.912,40 1.776.711,6 1.243.994 149.720,12
ALANO
2021 571.813,67 11.793,30 18.408,82 889.082,87 792.952,66 - 437.130,13 1.820.897 870.914,29 99.525,88
QUERO
684.326,93 5.072,05 764.730,61 255.122,77 50,14 260.668,80 1.713.857 417.043,13 121.508,39
201O
QUERO
VAS 2010 288.833,43 2.402,65 16.000 249.549,95 233.373,63 36.246 248.095,80 756.674,49 322.721,02 65.832,11
VAS
2021 1.309.107,0 10.638,27 20.411,44 914.215,91 658.223,03 - 1.605.752,42 2.954.258 670.626,39 89.381,96
201O
UNIONE
BASSO
FELTRINO
2021 5.073,31 - 1.483.122 - - - 16.772,54 1.452.012 - 29.694,98
Beni demaniali
COMUNE beni beni I beni I beni Valore Valore
(strade,
immobiliari immobiliari immobiliari immobiliari Beni residuo patrimonio
fognature, Altro Totale
disponibili indisponibil indisponibili disponibili mobiliari debiti per
pubblica
(terreni) i (terreni) (fabbricati) (fabbricati) MUTUI abitante
illuminazione)
ALANO DI PIAVE 3.220.724 2.419.119 8.656 2.874.178 1.140.109 153.086 1.257.951 11.073.824 2.377.469 4.121
QUERO VAS 7.170.641 674.974 1.708.697 9.098.537 341.785 132.380 1.228.661 20.355.675 2.935.770 6.566
UNIONE BASSO
50.960 0 34.540 696.066 0 606 138.297 920.468 148.786
FELTRINO
Totale 10.442.325 3.094.093 1.751.893 12.668.781 1.481.894 286.072 2.624.909 32.349.967 5.462.025
17 ATTUALITÀ
L’indebitamento
(dati 2021)
CONFRONTO PARAMETRI ECONOMICO FINANZIARI
PARAMETRI ALANO QUERO VAS
I dati finanziari:
Numero abitanti 2.687 3.100 parametrazione
Entrate totali 2.909.730 4.853.575
CONTRIBUTO STATALE PER LE FUSIONI (valori in euro tratti da Ministero Interni) 1. Contributo dallo Sta-
to (+60% trasferimenti
QUERO VAS ALANO DI PIAVE TOTALE rispetto al 2010 per 10
anni):
Trasferimenti dallo Stato anno 2010 659.031 314.262 741.313,01 1.714.606 Ipotesi peggiore
72.877,5 17.856,43 81.234,29 (senza contributi per
171.968 Quero Vas)
- trasferimenti compensativi
4.261,75 883,22 5.960,10 11.105 (non riconosce i trasferi-
- contributo investimenti 23.314 23.551,05 24.945,5 71.810 menti aggiuntivi per
QueroVas). Trasferimenti
Totale base per conteggio contributo
558.578 271.971 629.173 1.459.722 aggiuntivi annuali dallo
statale Stato = 377.504,00 €
Contributo pari al 60 % anno 2010 377.504 377.504 anno. Trasferimenti
aggiuntivi dallo Stato in
Contributo per 10 anni 3.775.039 3775039 10 anni = 3.775.039,00 €
2. Contributo dedicato
dalla Regione
Trasferimenti
dalla Regione
=
500.450,00 €uro
in 3 anni
3. La riduzione costi di amministrazione (considera valore max indennità in vigore dal 2024)
RISPARMIO ANNUO = 334.195 – 265.500 = 68.695 €
4. Incremento trasferimenti da Regione per maggiore progettualità e priorità nei bandi;
5. Incremento trasferimenti dallo Stato per maggiore progettualità e focalizzazione;
6. Efficientamento della struttura: Recupero di 1 - 2 addetti da impiegare per le funzioni attualmente non svol-
te a pieno (es. sviluppo risorse umane, controllo di gestione, organizzazione, comunicazione, ecc…) e ridu-
zione costi di almeno 40.000 €uro;
7. Razionalizzazione approvvigionamenti; Economie da unificazione approvvigionamenti: valore approvvigio-
namenti servizi esterni 673.000 (ipotesi 5% = 34.000 €uro);
8. Razionalizzazione immobili; 9. Razionalizzazione impiego attrezzature e macchinari.
19 ATTUALITÀ
Il cuore di
San Valentino
a cura del Comitato San Valentino
I giovani volontari componenti del
consiglio direttivo hanno realizzato un
cuore in acciaio rivestito di luci a led
rosse posizionato all'interno della
roggia presso il mulino Banchieri.
Una realizzazione che in tutti coloro
che l’hanno vista ha suscitato
ammirazione nonché approvazione
per l'iniziativa.
L’opera rimarrà per sempre in questo
luogo caratteristico e ameno del
paese.
Per poter ammirare appieno l'opera
bisogna recarsi laggiù all'imbrunire o
meglio ancora quando è buio, ma per
gli innamorati andarci non sarà un
problema…
21 CUCINA
Le ricette di Alida
Antipasto
Mousse di mortadella con crostini di panbrioche e pane ai cereali
• 150 g mortadella IGP
• 50 g ricotta
• 25 g parmigiano
• Sale e pepe qb
Mescolare tutti gli ingredienti e riposare in luogo fresco. Scaldare la padella apposita e ungerla pochissimo ma
uniformemente servendosi di un pennello intriso d’olio.
Versare una piccola quantità di composto roteando la padella per far aderire uno strato sottile.
Girare dall’altra parte e finire di cuocere senza far colorire.
Ripieno: 1/2 cespi di radicchio - 200 g zucca a dadini - ½ scalogno - Olio EVO - Sale e pepe qb – Parmigiano
100 g gorgonzola - Latte qb
Imbiondire a fuoco dolce la cipolla, unire il radicchio tagliato a pezzetti, salare e pepare, sfumare con vino rosso.
A parte cuocere la zucca tagliata a dadini.
Farcire le crespelle con del radicchio, i dadini di zucca e un po’ di parmigiano. Mettere in forno a 100 gradi per
mantenerle al caldo. Sciogliere a fuoco dolce il gorgonzola e versarlo sulle crespelle.
Cestini pasta fillo pere noci e gorgonzola
Ingredienti per 6 cestini: Pasta fillo qb - 2 pere - 100 g gorgonzola – Burro - Una decina di noci
Preparazione: Imburrare degli stampini di alluminio, se sono di silicone non serve imburrare, rivestirli con fogli
sovrapposti di pasta fillo che andranno imburrati.
Sbucciare e tagliare le pere e spadellarle con burro, sfumare con poco cognac o rum. Farle raffreddare.
Riempire i cestini con le pere, dadini di gorgonzola e gherigli di noci.
Cuocere a 180 gradi per circa 10 minuti sorvegliando attentamente la cottura: non devono scurirsi troppo.
Spaghettoni con zucca, taleggio e speck
• 200 g di spaghettoni - 100 g di speck, - 150 gr di taleggio, - 300 g di zucca, - una cipolla piccola
• 30 g di noci, - timo, - olio, - sale e pepe.
Preparazione: Iniziate la preparazione pulendo la zucca privandola della buccia e dei semi per poi tagliarla a cu-
betti. Soffriggere la cipolla in padella con un filo d'olio a fuoco dolce, unire la zucca. Una volta cotta, togliete una
parte dei cubetti di zucca che metterete interi nel piatto mentre gli altri andranno frullati per realizzare il condi-
mento della pasta. Mettete i cubetti di zucca in una ciotola con il taleggio tagliato a pezzi in modo grossolano.
Aggiungete un pizzico di pepe e 3/4 cucchiai di acqua calda di quella che nel frattempo potete mettere a bollire
per cuocere la pasta, e frullate il tutto con un mixer a immersione fino ad ottenere una crema omogenea. Mettete
da parte il condimento e preparate lo speck tagliato a cubetti piccoli. Prendete una padella antiaderente e fatelo
cuocere senza aggiungere alcun condimento fino a renderlo croccante e dorato. Nel frattempo mettete a cuocere
la pasta in abbondante acqua salata. Togliete lo speck dalla padella e fatelo leggermente asciugare sulla carta
da cucina. Mentre la pasta cuoce mettete la crema e i cubetti di zucca che avevate messo da parte a far scaldare
in una padella piuttosto larga. Scolate la pasta ancora al dente tenendo da parte l'acqua di cottura. Terminate la
cottura della pasta in padella amalgamandola bene con il condimento, se questo risulta troppo denso aggiungete
un mestolo d'acqua di cottura della pasta per stemperare il tutto. Servite terminando il piatto appoggiando sulla
pasta i cubetti di speck che costituiranno la parte croccante del vostro piatto rendendolo ancora più appetitoso.
Guarnite con qualche fogliolina di timo e con qualche noce tritata grossolanamente.
22 PERSONAGGI
Salendo verso il centro di Alano, si apre sulla sinistra Alora noi altri erion boce de 14 o 15 ani, ma se ricor-
il borgo di San Vittore che ogni anno, a Natale, fa don tut.» Come non dimenticare anche, il 1° maggio
prova di creatività decorandosi di presepi artigianali 1945, l’arrivo dei primi carri armati americani a Fener
sempre sorprendenti ed originali. Su questo borghetto e quei soldati che «i era quasi tutti neri.. ai boce i ghe
raccolto, dove si respira un clima familiare, veglia dea cioccolatini, caramelle. A Fener i tedeschi i avea
idealmente Susanna Mondin, vedova Rizzotto, che fat saltar al pont, alora lori no i se era pers de animo, i
con la sua vitalità e lo spirito accogliente ospita avea fat al giro coi carri armati sul Tegorzo par rivar a
chiunque bussi alla sua porta. Classe 1930, si defini- Quero. A Fener, dove che ghe n’era ancora dei tede-
sce una “vecchia brontolona” ma la sua lucidità è in- schi scondesti, i a da aver sparà do al primo carro
vidiabile e spazia con agilità dal commentare i fatti di armato che ghe n’era… al soldà american l’era fora
cronaca al recitare a memoria Pianto Antico di Car- dal carro armato con la mitragliatrice ma no l’ha fat
ducci. tempo a mitragliare parché i lo ha colpì e l’è rimast in
Quando ci incontriamo, si siede al tavolo ed estrae un tera. Alora qualchedùn al ghe ha mes sora na bandie-
raccoglitore pieno di fogli manoscritti, con aneddoti e ra.».
storie di un tempo da tramandare a nipoti e pronipoti. Bisnonna di tre nipoti, Susanna non manca di evoca-
“Atu temp?” domanda. E come si fa a dirle di no? Fi- re la sua bisnonna da Balzan «che mi l’ho conosesta
niremo per registrare tre ore di racconti ininterrotti, di- parché l’e morta dopo de me nona» e che, sorriden-
visi in due puntate, però di cose da raccontare Su- do, descrive come «na furbacchiona, l’era ela che la
sanna ne avrebbe ancora parecchie! comandea, che la guidea i omeni. La ténia tuti a ste-
Molti dei suoi ricordi sono legati alla Madonna di Tes- ca, a regime, alora quando che l’andéa al marcà a
sere, a cui la popolazione si affidava nelle occasioni Montebelluna, le tre nóre le diséa: “dai dai che meton
più svariate: «chi che avea ‘na mucca che la dovea su la polenta” e poi le dea polenta e zuchero ai bo-
partorir, se la ghe ndea ben la portea an poc de ele- ce!»
mosina sul capitel. All’epoca, ciò, le mucche le va- Sottolinea pure l’importanza di tramandare e di ascol-
lea». Ma al santuario si rivolgevano anche, durante la tare i racconti delle generazioni precedenti: «Me ma-
Seconda Guerra mondiale, «le donne che le avea i ma la ne contea, ela, l’è par quel che poi son venisti
moros o i mariti via, allora le se avea organisà par su savendo le robe, sennò se i tàs tuti, no tu sa mai
ndar in denocio da qua in fondo a Tessere come vo- nient. Vara, me nono, al papà de me papà, mi no l’ho
to, se i tornea vivi dalla guerra. Na òlta no ghe n’era conosest; al avea 52 ani quando che l’e mort de na
la strada bela ma sas!». Il quadro della Madonna con polmonite però so tuta la so storia.» Susanna parla di
bambino passò, in qualche occasione, di casa in ca- lui come di un uomo generoso pur nella povertà, che
sa, sostando ogni notte presso una famiglia: «“Ooh fece il pastore per tutta la sua vita e che «l’avea
ghe né la Madonna Pellegrina” alora tuti che i se pa- l’animo masa bon! Me nona la se inrabiea parché
recea coi candelot…». Ma il colle di Tessere era an- l’era an pochet pì severeta ma se a lu ghe rivea là an
che il teatro di grandi feste popolari: «la prima l’era de puaret, lu l’avea corajo de verderghe al banco – na
San Giuseppe, patrono de la ceseta, allora là i venia olta ghe n’era i banchi dove che i metea entro la fari-
da Segusin, da Quero, da Fener, tuta la Conca la se na – “veni qua, veni qua!” al ghe impinìa al sachet e
radunea lassù e i vendéa barbagigi, carrobole. Al dopo ghe restea al banco quasi vodo e no l’avea pì
primo maggio i a tacà i falegnami a far festa lassù. da farghe la polenta ai soi. Alora me nona la ghe bra-
Quele le era le feste, ma a Tessere i ghe a sempre vea ma lu al disea “Utu farghe far cento porte? Asa
tenist tutti, i venia da tutte le parti par ndar su sto san- che ‘l vae”. L’é sempre stat generoso, sto om». Del
tuario. L’ultimo de majo, chiusura del mese, i lo fea nonno materno, invece, Susanna conserva dei nitidi
lassù le parrocchie di Campo e Alano insieme. Dopo ricordi, richiamando in particolare un aneddoto diver-
ghe n’era le altre messe.» tente: «A me nono da Balzan ghe avion dita “Nono,
Inevitabilmente, il racconto si sposta anche sulla quando che tu compis i ani – che li compia al dì de
guerra che, per la seconda volta nel giro di pochi de- sant’Antonio e al venia prima a mesa e dopo a ma-
cenni, aveva travolto il nostro territorio. Impossibile gnar là da me mama – te porton na olta al cinema”. E
non accennare al rastrellamento di tutti gli uomini e l’avon portà: i fea veder “Tosca”, pénsate sto vecio!
dei giovani del paese, sospettati di essere dei parti- Se ghe n’era altri arte al capia lu! Ma al ridéa! I fea
giani: «qualchedùn i lo ha mandà in Germania anca bei filmét!»
se nol centréa nient… Me zio al ghe ha més do o tre Susanna evoca con piacere anche la figura di Teodo-
setimane par venir in fora, che al parea pì morto che ro Licini, pittore alanese che «l’era venist a casa no-
vivo da quei campi là. Poi in te la stala onde che i te- stra e al ne ha fat do quadri. Uno co le caore e uno
deschi i avea i cavai, ghe n’era i prigionieri russi e a de me mama che la fea la polenta». Comincia allora
un, par evitar che parlesse, i ghe ha cavà tuti i dent. a leggere i suoi appunti manoscritti, integrandoli ogni
23 PERSONAGGI
tanto con qualche commento in dialetto: «Al tempo Mi no ho fat tempo nianca de imparar!» commenta ri-
dell’ultima guerra 39-45, il pittore abitava nella sua dendo. Dopo una parentesi in Italia per la nascita del-
casetta nella piazza di Alano. Io, giovanetta, lo co- la primogenita, Susanna torna in Svizzera con la
nobbi perché, per più volte, venne a casa mia per due bambina ma non manca qualche difficoltà, soprattutto
quadri dipinti da lui. Il primo dipinse due capre – una perché la loro sistemazione non era né molto confor-
rossiccia e una grande, grigio cenere – con la ca- tevole né adatta ad una giovane famiglia: «da subito
nàola di legno al collo: per noi malgari erano preziose erion su an corridoio senza an gabineto, olea ndar do
anche perché in due facevano latte come una mucca. a bas in cantina par aver l’acqua, ghe n’era na came-
L’è vera, in tute do le fea lat come na vaca. Quella più ra sol… ho resistì an pochet ma dopo avon catà na
vecchia – cosa eccezionale – partoriva ogni anno tre caseta, sempre co la cusina in comune ma una ca-
gemelli. Il pittore arrivava per diversi giorni con la sua mera par conto meo!» Quando la famiglia si allarga e
bisaccia a tracolla, cavalletto e i suoi attrezzi; si po- per i bambini arriva il momento di iniziare la scuola,
sava nella cucina dove avevamo un gran focolare con «mi ho pensà su do tre olte…me despiasea partir
una catena e appesa la caliera per la polenta… e parché stee ben là ma son venista in fora coi tosat e
quela no la manchéa mai al dì! Per diversi giorni, ver- lu [il marito, ndr] l’é restà laentro». Passa qualche an-
so il mezzogiorno, d’accordo con la mamma, la se- no e la famiglia si ricongiunge, pur conservando un
guiva a fare la polenta con un mestolo lungo, fino a certo rimpianto della Svizzera: «Erion su posti onde
cottura, e i ghe metéa pì de meda ora. Il camino, for- che stion ben, parché se ciapea di pì! Parché qua
se, per lui pittore era assai bello, ai lati venia dó delle quando che Giulio l’ha ciapà la prima paga, ghe venia
lunghe gocce nere che le era le ioze, come na pece da piander! “Mi tornerie in entro” l’ha dita. Giulio al sa-
parché se bruséa anca legna che no l’era tant seca. rie tornà entro in Svizzera, ma ormai avion i boce che
Ghe n’era anca an vaso dove pestavamo al sale. Me i ndea a scola qua…»
mama la metea an piè su sul larìn, la tenia la caliera Così, pensando al futuro dei ragazzi, i Rizzotto ri-
co na man mentre co l’altra la girava. Affianco al ca- mangono definitivamente in paese, una scelta in fon-
mino c’era una carega: lì il pittore fece salire il mio do ben compensata dalla soddisfazione di veder cre-
fratellino e, per farlo star zitto, gli portava una cara- scere la famiglia in un clima armonioso. D’altronde,
mella. Questo finché il pittore compì la sua opera, per per Susanna i suoi cari sono sempre stati il baricen-
diversi giorni. Mio cognato Elvio ebbe un buon mae- tro: oggi, per figli, nipoti e pronipoti lei rappresenta un
stro. Lu al era come an garzon e al se ha incontrà co inossidabile punto di riferimento, una dispensatrice di
me cugnada Irma». consigli ed incoraggiamenti, un porto sicuro dove tro-
Un ampio capitolo del racconto di Susanna è dedica- vare consolazione e una generosa padrona di casa
to, inevitabilmente, al tema dell’emigrazione. Come durante i pranzi domenicali. Ha novantadue anni, sì,
tanti giovani del tempo, infatti, anche lei si vede co- la nostra Susanna, ma non c’è giorno in cui non la
stretta a lasciare il proprio paese in cerca di lavoro. troverete attiva, nella sua casa piena di voci e di risa-
La prima volta nel 1949 - «Ieri!» - per spostarsi a Pie- te, sempre pronta ad accogliere chiunque suoni alla
ve di Cadore dove «ho fat cinque anni sule occhiale- porta ed abbia la voglia (e il tempo) di ascoltare.
rie. Là se laoréa tuta la setimana e dale olte i ne fea
laorar anca al sabo ma ghe domandion al permeso
almanco de venier do ala domenega, a portar dó le
robe sporche da lavar e dopo se se portéa su qual-
cossa da magnar. Onde che erion, avion la mensa a
medodì – tre dì la pastasciutta e do dì al minestron,
ma par noialtre che venion fora avendo le ore conta-
te, l’era oro! – e dopo se se rangéa la sera. Ma no
ghe n’era mia nient; se se scaldea sul motor dele
machine!» Ma era, in fondo, una sorte migliore di chi
rimaneva in paese per lavorare in filanda - «Ste tose,
i le tiréa indentro che no le avea nianca quatordese
ani e poi le venia fora che le era palide!» - oppure per
andare a servizio da qualche parte - «A servir? Su ste
fameje onde che ghe n’era de tut! L’era na grazia che
le ndese su fameje bone, ste pore tose». Anche in
Cadore il lavoro era faticoso ma almeno, tra Alano,
Campo e Colmirano, le ragazze avevano formato una
bella compagnia e si davano un po’ di coraggio a vi-
cenda: «Par ndar su, noialtre se impignia an vagon!
Se partia la domenega sera e per noialtre l’era na fe-
sta, na sagra – no par andar su onde che erion, al
fret! - ma parché se cantéa tut al lungo strada!» In foto, dall’alto: Susanna
Dopo il matrimonio, invece, Susanna raggiunge il ma- in Malga (1945), Con le
rito in Svizzera, a Zurigo, ed inizia a confrontarsi con compagne in Cadore, a
questa nuova realtà. «Quande che son rivada entro,
me cugnada la me ha catà posto dove che la laorea,
Malga Solarolo (luglio
su na tessitura: nianca quindese dì e i la ha serada! 1941), in Cadore (1951)
24
25 CRONACA
Babbo Natale
alla materna di Quero Vas
di Alessandro Bagatella
Il vecchio Babbo Natale è arrivato quest’anno alla scuola ma-
terna per far felici i bambini che con ansia e trepidazione lo
aspettavano. Sentimenti che si sono poi trasformati in vera
gioia. Il personaggio era interpretato dal sottoscritto secondo
una tradizione che si rinnova ormai da ben ventisei anni.
Un’incombenza che assolvo con piacere e che mi regala una
vera emozione. Anche a me sembra di tornare bambino ritro-
vandomi nelle vesti di Babbo Natale assieme a tanti bambini,
felici assieme ai loro insegnanti per un incontro festoso.
28 ATTUALITÀ
CRONACA
Laurea in
Strumenti a Percussione
Il 10 ottobre 2022 al Conservatorio B. Marcello di Venezia,
Francesca Miuzzi è diventata Maestro in Strumenti a Per-
cussione con la tesi dal titolo “I concerti per percussioni, in
particolare il concerto per marimba e orchestra di Ney Ro-
sauro”.
Il suo percorso musicale è cominciato alle scuole medie di
Quero con il primo anno dell’indirizzo musicale (nel 2011),
proseguendo poi con il liceo musicale di Belluno e infine con
il Conservatorio.
Congratulazioni da mamma e papà, nonni, zii e da tutta la
famiglia! Ad maiora!
30 ATTUALITÀ
La rappresentazione che emerge dallo studio è quella di un Paese a diverse velocità, in cui le differenze territo-
riali aumentano anziché diminuire. Ad esempio, nel periodo 2010-2021 le disuguaglianze territoriali tra le regioni
e le province autonome sono:
• aumentate per sette Goal: Povertà (Goal 1), Salute (Goal 3), Istruzione (Goal 4), Parità di genere (Goal
5), Energia (Goal 7), Lavoro e crescita economica (Goal 8), Città e comunità (Goal 11);
• diminuite per due Goal: Economia circolare (Goal 12), Giustizia e istituzioni (Goal 16);
• rimaste stabili per cinque Goal: Agricoltura e alimentazione (Goal 2), Acqua pulita e servizi igienico-
sanitari (Goal 6), Infrastrutture e innovazione (Goal 9), Disuguaglianze (Goal 10), Vita sulla terra (Goal
15).
Per alcuni Goal, come già ricordato, è stato possibile elaborare una prima valutazione dell’impatto della crisi
pandemica da Covid-19:
• per la Povertà (Goal 1) le differenze continuano ad aumentare anche nel periodo 2019-2021;
• per la Salute (Goal 3), nonostante il complessivo miglioramento in tutto il periodo 2010-2021, il gap esi-
stente nel 2019 è aumentato considerevolmente nei due anni successivi;
• per l’Istruzione (Goal 4) la media nazionale migliora in tutto il periodo, soprattutto grazie alle performance
delle regioni migliori, mentre negli anni della pandemia (2019-2021) si registra un peggioramento che è
maggiore per le ultime cinque regioni, rispetto alle prime cinque;
Per gli altri Goal analizzati sono stati registrati andamenti più confortanti.
All’interno del Rapporto, l’ASviS ha anche elaborato un decalogo di proposte per realizzare un’“Agenda territoria-
le per lo sviluppo sostenibile”, uno strumento a disposizione delle istituzioni per il monitoraggio e l’adozione di
norme. Tra queste, oltre alla già menzionata proposta sul governo del territorio, le più urgenti sono:
• l’approvazione in via definitiva della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile;
• l’estensione a tutti i ministeri dell’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile del Mims (oggi Mit) approvata
il 20 ottobre scorso;
• l’attuazione delle raccomandazioni sul dissesto idrogeologico della deliberazione della Corte dei Conti n.
17/2021/G del 18 ottobre 2021 in materia di finanziamenti, di accelerazione dei tempi degli interventi e di
governance.
Accanto alle proposte, il Rapporto ha prodotto una base conoscitiva e analitica originale e ad ampio spettro, illu-
strando numerose buone pratiche sviluppate a livello regionale e locale, analizzando i principali rischi causati
dall’azione antropica sul territorio e offrendo un quadro completo e aggiornato del progresso delle varie regioni,
province, Città metropolitane verso i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, attraverso indicatori
statistici elementari e compositi. Per la prima volta questo lavoro è stato presentato integrando i dati di ciascuna
regione e dei territori che la compongono in sezioni dedicate, così da disporre di 21 quadri conoscitivi completi,
uno per ciascuna regione e provincia autonoma.
Questo Rapporto, dedicato ai territori e lo sviluppo sostenibile, “rappresenta un contributo che riteniamo fonda-
mentale per il Paese nel momento storico che ci troviamo a vivere”, hanno concluso Mallen e Stefanini. Infatti,
“un nuovo approccio alla sostenibilità, come proposto dall’Agenda 2030, deve passare necessariamente dai terri-
tori, che possono e devono essere motori di un cambiamento di paradigma in un momento storico che ha mo-
strato ripetutamente la fragilità del sistema socioeconomico in cui viviamo”.
di Flavio Natale. Tratto da: https://asvis.it/
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