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Anno XLV
02.11.2023
Numero
789
Ricariche telefoniche
fotografie
fornite
dalla
ProLoco
di
Alano di Piave
3 LETTERE AL TORNADO
loncini. Il meteo è
incerto nella gior-
nata di sabato 23
settembre 2023,
ma tutti sono
pronti a salire nel-
le due corriere che
li porteranno a
Gardaland. Così
la Pro Loco di
Quero ha voluto
ringraziare coloro
che hanno dedica-
to il loro tempo e
le loro energie nella buona riuscita della 44a edizione della “Sagra
dei S’cios”, con un occhio di riguardo ai più giovani. Durante la
sagra, infatti, si è creato un gruppo di giovani e giovanissimi che
lascia ben sperare per il futuro dell’associazione e, pensando a
una meta che potesse andare bene a tutti, è stata organizzata
una giornata di svago in uno tra i più grandi parchi divertimento
d’Italia. I più intrepidi si sono diretti di corsa verso le attrazioni più
toste, altri hanno preferito quelle a tema avventura e anche per i
più piccoli c’era l’imbarazzo della scelta. Perfino chi non è partico-
larmente amante delle giostre, ha avuto dei piacevoli momenti ammirando gli spetta-
coli ispirati all’Oktoberfest e concedendosi qualche birra. Tutti poi, si sono ritrovati per
il pranzo al ristorante Aladino. Tutto ciò è stato possibile grazie a un fattore importan-
te: mentre a casa nel tardo pomeriggio imperversava il maltempo, a Gardaland i vo-
lontari venivano baciati dal sole. La sera, lungo la via del ritorno, il gruppo ha fatto
una sosta con i panini preparati dalla Pro Loco. Al rientro a Quero, la pioggia ha ac-
colto gli stanchi e assonnati partecipanti ma contenti di aver passato una piacevole
giornata in buona compagnia.
5 POESIA
Accadde vent’anni fa
a cura di Sandro Curto
Nel novembre 2003 la Famiglia Ex Emigranti di Alano, presieduta da Bruno Campana, festeggia la ricorrenza dei
25 anni della fondazione. Il programma prevede la proiezione di un documentario sulla catastrofe di Marcinelle
avvenuta nel 1956 in Belgio, la Santa Messa nella chiesa parrocchiale, l’inaugurazione in municipio del dipinto
commemorativo “Alanesi nel Mondo” di Elvio Meneghetti, la consegna del nuovo gagliardetto e il pranzo sociale
al ristorante Tegorzo. In quel periodo la Famiglia di Alano, nata ufficialmente il 3 dicembre 1978, contava ben 130
soci ed era una fra le più numerose ed attive in provincia. Erano presenti alla cerimonia, oltre al sindaco di Alano
Luigi Codemo, il presidente della provincia di Belluno Oscar De Bona, l’onorevole Maurizio Paniz, il consigliere
regionale Guido Trento, il presidente della Comunità Montana Feltrina Loris Scopel e il presidente
dell’Associazione Emigranti Bellunesi Gioacchino Bratti.
(S.C.) Nelle due cartoline postali pubblicate qui sopra, che ci sono state segnalate dalla nostra abbonata Angela
Codemo, troviamo vecchie immagini degli unici due locali storici del comune di Alano di Piave che sono ancora in
attività.
Quella dell’hotel ristorante Tegorzo, secondo l’infallibile memoria di Armando Gerlin, risale all’inizio degli anni
Settanta.
L’altra, che interessa l’attuale pizzeria “Da Ezio”, dovrebbe essere di qualche anno prima; vi compaiono la fonta-
na del Lavagol, nella casa adiacente il locale dove c’era l’ufficio postale poi trasferitosi al Piazzol all’inizio degli
anni Ottanta e, sulla destra, l’edicola, cartoleria e negozio di calzature gestito da Milio ed Elsa Durighello.
CRONACA
Auguri Dorinda!
Mai perdere l'occasione di
festeggiare i momenti belli
della vita, e così ha fatto la
nostra abbonata Dorinda
Vettor in Zucchetto, resi-
dente a Quero, celebrando
il suo 99° compleanno lo
scorso 8 ottobre insieme
alla sua famiglia.
7 COME ERAVAMO
Castagnate in amicizia
di Alessandro Bagatella
In autunno, anche un tempo, come si vede nelle foto dello studio Resega-
ti, ripresa da un vecchio bollettino parrocchiale (da Eco del Piave gennaio
1972) , ci si trovava per arrostire le castagne e trascorrere qualche mo-
mento in amichevole compagnia. La foto è abbastanza recente e vi lasciamo il gusto di riconoscere le persone ri-
tratte. Anche questo un modo per passare qualche momento di… socialità!
Longarone, diceva sempre “Vado, ma non so se torno”. Così come è stato commovente vedere le foto del papà
Massimo sulla sommità della diga. A tutti coloro che se lo fossero perso, consiglio di vederlo su Mediaset Infinity
(la visione è gratuita).
Il fenerese Vittorio Zatta lavorava per la ditta Monti - all’epoca “incaricata dalla SADE di realiz-
zare alcune opere per la messa in sicurezza della diga e per limitare e contenere le conse-
guenze della caduta della frana” - e figura tra i venti dipendenti morti il 9 ottobre 1963 (e ricor-
dati con un filmato fatto realizzare - proprio in occasione del 60° anniversario - dalla stessa ditta
Monti e reperibile su YouTube, dal titolo “Piergiorgio, e Gianni? - 9 ottobre 1963”). Tra gli
operai deceduti, colleghi di lavoro di Vittorio Zatta, anche i queresi Agostino Mazzocco ed Enri-
co Rizzotto.
Nella foto in questa pagina: Vittorio Zatta. Nelle foto nella pagina precedente: in alto, Laura Zat-
ta mentre depone un mazzo di fiori sulla lapide che ricorda il nonno; in mezzo, io con Massimo Zatta e con Laura
Zatta; in basso, un fermo immagine dell’intervista di Laura Zatta durante lo speciale trasmesso su Focus.
È iniziata la nuova stagione agonistica 2023/24 per gli Amatori Piave Tegorzo, ed è cominciata nel migliore dei
modi, con il primo trofeo. Sabato 23 settembre a Volpago del Montello si è svolta la finale di supercoppa CAM77
con le squadre vincitrici del Campionato 2022/23 (l’A.C.D. Belvedere, in finale contro di noi) e della Coppa
2022/23 (l’A.S.D. Piave Tegorzo). Dopo una bellissima prestazione abbiamo fatto nostro il match ai rigori (i tempi
regolamentari erano terminati con il punteggio di 1-1). Speriamo sia il prologo di un’altra splendida stagione.
P.S. Volevamo anche far notare che ultimamente l’impianto è sog-
getto a quasi quotidiani atti vandalici da parte di alcuni ragazzi che
definire dispettosi è un eufemismo. Essi non si accontentano di gio-
care nel campo, senza avere alcun permesso, ma forzano porte e
finestre pur di racimolare qualche pallone/scarpe da calcio/lattine di
coca/chiavi di ingresso presenti all’interno o qualunque cosa desti la
loro attenzione. Tutto ciò ci costringe a spendere energie, tempo e
soldi per riparare i danni subiti, cambiare le serrature quasi settima-
nalmente, costringendoci infine a far denuncia presso i carabinieri.
Sperando che questo stillicidio termini, vi ringraziamo anticipata-
mente per il vostro interesse, saluti.
LETTERE AL TORNADO
(M.M.) Riprendiamo l’articolo che Silvio aveva compilato vent’anni fa per ripercorrere la strada che ha
portato il nostro giornale al traguardo odierno. In realtà più che un traguardo dovremmo considerarlo come
una nuova partenza, considerato che nuove sono le sfide che dobbiamo affrontare e, almeno lo speriamo,
superare. L’avvento dei canali social e l’immediatezza della condivisione delle informazioni paiono figura-
re come superato il formato cartaceo. Noi ci crediamo ancora, se non altro per la possibilità di sviluppare
un ragionamento, approfondirlo se serve e ritornarci sopra semplicemente conservando il numero della ri-
vista, senza che i discorsi si perdano nei meandri della rete che conservano sì molto materiale, ma lo con-
fondono in contenitori enormi, dove tutto rischia di trasformarsi in melassa. Buona lettura!
“possenti” mezzi tecnici non ne volevano proprio sape- bunale di Belluno. E, con l’autorizzazione, “sbarcò” al
re di funzionare, si fece ricorso anche ad altri macchi- Tornado anche l’indimenticabile Renzo Stefano Mattei,
nari, questa volta di proprietà della Parrocchia di Cam- iscritto all’albo dei giornalisti e personaggio forse ancor
po. più “pazzo” di noi, che, anche per questo, fu subito
Ma con l’andar del tempo, e il successo cre- nominato direttore responsabile, ruolo oggi ricoperto da
scente che riscuoteva questa nostra “pazza” iniziativa, Mauro. Il resto, più o meno, è storia nota. Pur mante-
crebbero fortunatamente anche le risorse finanziarie. nendo pressoché inalterata la struttura del giornale,
Si abbandonò allora la stampa “fai da te” e si preferì, abbiamo sempre cercato, nei limiti delle nostre possibi-
per ottenere una migliore qualità, rivolgersi a una tipo- lità, di migliorarlo continuamente nei contenuti e nella
grafia: prima alla Cooperativa Servizi Culturali di Co- grafica, ma soprattutto di dare spazio a tutti coloro
negliano (aprile-ottobre 1987), poi alla D.B.S. di Rasai avessero qualcosa da dire. La rubrica delle lettere, non
(dal novembre 1987 ai giorni nostri). Duilio, dopo anni a caso, è sempre stata un punto di forza del nostro
di…stenti e lettere di protesta (“Poligrafici alla riscos- giornale e un punto di riferimento per i lettori. Tra i più
sa!”), poté così finalmente godersi la meritatissima affezionati, come non ricordare Paolo Licini, abbonato
“pensione”. al giornale e…alla rubrica delle lettere, all’interno della
Fin qui la parte “tecnica”, ma molte altre furono quale non mancava mai di esprimere la propria opinio-
le tappe salienti della storia del Tornado, il cui bizzarro ne su tutto quanto riguardasse la vita amministrativa…
nome - si dice - fu coniato da Renato D’Orlando e Ce- E con l’avvicendarsi degli interventi “esterni”, anche tra
sare Rizzotto durante una lunghissima “riunio- i collaboratori con l’andar del tempo ci fu un naturale ri-
ne”…dalla Concetta. La verità non la sappiamo nem- cambio (e non cito gli attuali solo perché sono sotto gli
meno noi: di quella serata, chissà perché, si hanno occhi di tutti).
notizie molto confuse. Nel corso degli anni, però, non ci si limitò sol-
Il primo numero, distribuito al Valcalcino, vide la tanto a fare il giornale (cosa già impegnativa di per sé),
luce - come detto - nel settembre 1979. Quella stagio- ma si cercò - sempre come Tornado - anche di far al-
ne il Tornado “coprì”, con abbondanza di servizi, tutte tro: ricordo, tra le varie cose, “il Tornado sotto l’albero”,
le partite di campionato, che purtroppo si concluse con concorso di disegni riservato ai bambini; la squadra di
la rocambolesca retrocessione rimediata negli ultimi calcio giovanile, la “mitica” Tornado-Albatros; la riuscita
minuti dell’ultima partita casalinga contro la già pro- “campagna” promossa tra i lettori per la liberazione di
mossa Suseganese. Memorabile il commento conclu- Agostino Solagna, un nostro concittadino “abbandona-
sivo di Mario all’incontro: “Quando l’arbitro fischia la fi- to” nelle carceri peruviane; la pubblicazione del libro
ne, vedo i Cavalieri dell’Apocalisse cavalcare tetri il “O’ olést bén” per ricordare in modo degno il nostro mai
Valcalcino: addio, vecchio Tegorzo!”. E memorabili, in dimenticato Nino Cela (che ci ha lasciati prematura-
generale, furono le trasferte affrontate a bordo della mente, così come Renato, Renzo Stefano, Mario…)…
Prinz 30 di Erman, subito ribattezzata da Dario “la Ma non vorrei aver dato sin qui un’immagine
batmobile”. troppo idilliaca o compiacente: non fu tutto rose e fiori!
Ma solo per pochi numeri il Tornado si occupò Essendo il Tornado composto esclusivamente da vo-
esclusivamente di calcio. Con il n. 4 si cominciò già a lontari che sacrificano il proprio tempo libero, ci furono
dare spazio agli altri sport, con il n. 5 anche a tutto quel naturalmente anche momenti di stanca e di tensione. Il
che poteva riguardare la vita dei nostri Comuni: crona- 1982 fu l’anno più difficile: dopo gli entusiasmi iniziali,
ca, attualità, cenni storici… Ben presto, da “foglio della …sembrò esaurirsi la spinta propulsiva (come direbbe
seconda categoria” si tramutò in “foglio sportivo e non”. un bravo segretario di sezione “comunista”!). Crisi or-
Fu soprattutto la vicenda della miniera di Campo (tor- ganizzativa e di motivazioni misero in forse la soprav-
nata ora d’attualità, ma della quale cominciammo a vivenza del giornale. In più, Erman proprio quell’anno
scrivere già nel dicembre del 1979) a far allargare gli si sposò con Rosanna e si trasferì a Treviso, facendo
orizzonti della Redazione. Contemporaneamente au- giocoforza mancare, dal n.62, il suo sin lì fondamentale
mentò, oltre a quello dei lettori, anche il numero dei apporto. “E adesso, senza Ermanno, ce la facciamo a
collaboratori: tra i primi, in ordine di tempo, ricordo Ni- tirare avanti sino al n. 100?”, si chiese allora un preoc-
no Cela (e ancor oggi penso che poesie, disegni e rac- cupato Mario. La risposta di Sandro non si fece atten-
conti di Nino siano tra le migliori cose mai pubblicate), dere: “Certo, e anche oltre!”.
Armando Forcellini, Cristiano Codemo Menoli, Roberto Parole profetiche! Non 100, ma 460 sono i nu-
Forcellini, Stefano Zatta, Rudy Zemke, Franco Fran- meri del Tornado usciti nell’arco di questi 25 anni, in-
zoia, Gianfranco Collavo, Roberto Mondin, Adriana dimenticabili per chi li ha vissuti dal di dentro e, spero,
Buttol, Floriano Licini… (e mi scuso fin d’ora con quanti anche per i tanti lettori. Ma cosa ha significato
ho dimenticato). E poi Sandro Curto e Mauro Mazzoc- l’esperienza del Tornado per la nostra comunità? E’ dif-
co, le attuali “colonne” del giornale. Sandro entrò a far ficile, oltre che imbarazzante, “scriversi addosso”, tanto
parte della famiglia del Tornado nel settembre 1980, più che - come recita un vecchio proverbio - “chi si lo-
Mauro nel giugno 1981 con un delirante articolo sul da, si imbroda!”. Lascio, per il momento, questo arduo
Circolo Culturale dei 4 Comuni. Poi, probabilmente, compito alle parole che Orazio Piccolotto, a nome dei
…cambiò spacciatore e diventò il valente articolista socialisti alanesi, ci rivolse in occasione dell’uscita del
che noi tutti conosciamo e apprezziamo (scusa, Diret- n.100, parole che mi sembra possano ben sintetizzare
tore, ma è così: vai a rileggerti!). l’intera esperienza del Tornado: “Nato…con un nome
Con il n. 28 (dicembre 1980) il Tornado divenne impossibile, una copertina tra l’ermetico e l’allucinato,
finalmente “maggiorenne”: dopo un anno di uscite se- nessuna base finanziaria e, come unica prospettiva, un
mi-clandestine, ecco giungere l’autorizzazione del Tri- avvenire incerto, oggi il Tornado presenta un biglietto
13 ASTERISCO
da visita di tutto rispetto. Sorto come “foglio sportivo e non”, il “non” ha assunto via via sempre maggior importan-
za. Così il Tornado ha finito con l’imporsi all’attenzione generale, perché portavoce, serio, di informazione e per-
ché aperto a tutti i contributi, anche a quelli obiettivamente indifendibili, senza preclusioni e
senza censure. E questo è un merito grande, segno di maturità e di forza”.
Insomma, se prendiamo per buone le parole di Orazio (che, a quanto ne so, rispecchiano il pensiero della
maggior parte dei nostri lettori), credo si possa affermare, senza timori di smentita e con un pizzico di orgoglio
(concedetecelo!), che il Tornado è fin da subito entrato a pieno titolo nella vita della comunità per la sua autore-
volezza e per la sua apertura alle idee più diverse; in una parola, che il Tornado è stato, ed è, un organo di in-
formazione che ”fa opinione”. O, almeno, che fa discutere (tralasciando qui le etichette che, a seconda delle con-
venienze, ci sono state appiccicate di volta in volta: di essere “un giornale scandalistico”, di essere “un giornale
schierato”…). Ma la grande forza del Tornado sta anche, e soprattutto, nei suoi tantissimi lettori, sempre più nu-
merosi, come testimonia la crescita costante del numero degli abbonamenti: già un centinaio nel primo anno di
vita, oltre cinquecento in occasione del decennale, più di mille dieci anni dopo, sino agli attuali 1.212.
“In una società che sempre più si chiude nel privato siate uno stimolo alla riflessione critica e al dibattito.
Dite la verità e fate circolare le informazioni sui temi che creino partecipazione”, ci scrisse un giorno Antonio
Spada dall’Ecuador, dove risiedeva. L’attenzione, palpabile, con la quale i lettori seguono, oggi come ieri, il Tor-
nado, ci fa credere che questo obiettivo sia stato raggiunto e, permettetemi di dirlo anche a nome di tutti coloro
che, a vario titolo, hanno permesso il raggiungimento di questo straordinario traguardo, miglior riconoscimento al
nostro lavoro non potrebbe esserci!
Dal Tornado un grazie di cuore a tutti!
Tempi moderni
(M.M.) Dapprima l’obbligo di trovare un nuovo editore e poi la necessità di avere un nuovo direttore responsa-
bile ci aveva messo alle corde, col rischio di un KO, facendoci comunque vacillare di fronte alle difficoltà buro-
cratiche che hanno costellato i nostri primi passi nella nuova dimensione editoriale. Grazie alla generosità di
ASD PonteTegorzo, rappresentata da Andrea Tolaini, che si è sobbarcata l’impegno di essere il nostro nuovo
editore, e di Cesare Turra, che ha sposato la nostra filosofia volontaristica e si è caricato il peso di direttore
responsabile, la nostra avventura continua e “Il Tornado” naviga fra gli scogli del mare dell’informazione. Con
l’aiuto di voi tutti abbonati siamo rimasti a galla e, come avete visto dalla copertina del numero precedente, il
traguardo dei quarantacinque anni di vita si possono considerare raggiunti. Adesso ci sentiamo un po’ sulle
barricate, presi di mira dall’evoluzione dei canali di informazione e dalle difficoltà riscontrate dalla distribuzione
postale, che con i suoi ritardi provoca malumori fra gli abbonati e danni economici alla testata. Purtuttavia, te-
stardi come nella prima ora, proseguiamo nell’offrire questo servizio d’informazione alle nostre comunità, spe-
rando di continuare a trovare sostegno e collaborazione per avere sempre notizie interessanti da sottoporre
all’attenzione di voi tutti.
Ancora una volta: grazie di cuore a tutti!
CRONACA
Le Croci di Sanzan
di Mattia Curto
Parliamo della vicenda della capra di Bepi Fent rapita da un ragazzo di Croci?
Parliamo dei ruderi che circondano la località? Parliamo delle bellezze paesag-
gistiche? Potremmo cominciare dai libri che parlano di Croci. Negli anni scorsi
il dott. Plinio Zatta ne aveva pubblicati ben due, intitolati entrambi Croci. Qua-
derni di ricordi della vita di un paese. Vi sono poi delle pubblicazioni scientifiche
a cura dei C.A.I: Il Grappa, un patrimonio da salvare del 1984 e Il paesaggio
dell’abbandono nel massiccio del Grappa (settore Nord-Orientale) del 1999.
Anche una rappresentazione cartografica può essere una lettura. Ad esempio
la Kriegskarte di Anton Von Zach realizzata tra 1798 e il 1805 e la carta asbur-
gica realizzata nella seconda campagna di rilevamento militare tra 1806 e il
1869. Infine, è possibile ricorrere alle fonti orali e, perché no, a quelle fotografi-
che; in questo senso la fortuna di essere originario di Croci e di avere nonni
con molte informazioni è indubbiamente un vantaggio importante. Tanti dati,
tanti racconti, tante esperienze dirette ma condensare tutto è complicato. Una
bella passeggiata (un vero e proprio survey) può aiutare a cogliere le cose che
leggendo sfuggono o semplicemente sembrano irrilevanti.
Data di pubblicazione: 2017 - Titolo della testata: Rivista Feltrina
https://www.academia.edu/36848746/Le_Croci_di_Sanzan
Le foto
L’ideale sarebbe ricevere le foto (Jpg – Jpeg – Png) direttamente dalla gallery del dispositivo che ha scattato
l’immagine. Da evitare il più possibile, invece, le foto che sono transitate attraverso i canali social, dato che que-
sti ultimi, per ragioni di spazio e di velocità di messa on line, tendono a comprimere fortemente le immagini, ren-
dendo difficile un buon risultato in stampa o l’elaborazione per ricavarne qualche particolare. Le dimensioni, infi-
ne, delle foto: senza esagerare in Mbyte, da 300 Kb a 1 Mb si avranno foto di qualità soddisfacente.
I nomi delle foto
Prima di mandarle sarebbe utile dotare le foto di un nome che le renda facilmente rintracciabili. I codici numerici
ci costringono a compulsarne decine per trovare quella giusta. Basta aggiungere un suffisso per facilitarne la ca-
talogazione (es. Via_degli_dei_IMG_20231014_111228.jpg).
Tipo di file
I file testo sono da preferire in assoluto, siano in word (doc – docx) o piuttosto in OpenOffice (odt). Evitare i file in
Pdf che costringono a conversioni non del tutto prive di effetti collaterali.
L’impaginazione
A noi basta il testo e che le foto siano separate dal testo. Poi pensiamo noi ad assemblare il tutto, secondo le
esigenze di spazio della pagina che abbiamo a disposizione. Se ci arrivano file con tentativi di impaginazione
dobbiamo resettarli e rimetterli in pagina e molte volte il codice che si nasconde dietro un apparente semplice
foglio complica le operazioni che dobbiamo compiere per adeguare il materiale alle nostre misure standard.
Questi sono alcuni consigli che possiamo fornire per cercare di snellire le incombenze da affrontare in sede di
impaginazione del periodico. Un compito che svolgiamo in autonomia per poi fornire alla tipografia un materiale
pronto per la trasformazione in lastre da mandare alle rotative. Con la collaborazione di tutti sarà tutto più sem-
plice.
Vi aspettiamo!
CRONACA
POESIA
Comunicato
Ad Alano di Piave e a Quero Vas
Si rafforza il servizio SPI CGIL
Nelle sedi di incontro territoriale si consolida la presenza degli operatori dello Spi Cgil per la definizione di tutte
le pratiche assistenziali e previdenziali e fiscali.
Essere vicino alle persone anziane nei territori distanti dalle zone centrali, che vedono una presenza rada di tra-
sporto pubblico, con orari difficili da conciliare tra andata e ritorno, è l’impegno principale del Sindacato dei Pen-
sionati della Cgil.
Si ampliano, infatti, gli orari della permanenza dell’operatore nella sede Auser di Quero Vas in via Roma,
29, per rispondere alle domande e necessità su pensioni, assegni familiari, Isee, Red, 730, Invalidità civile, Bo-
nus e Diritti inespressi.
Una maggiore disponibilità di tempo favorisce la conversazione e induce a instaurare dialoghi sui valori,
su quello che stiamo vivendo e su come vorremmo vivere.
Lo scambio di opinioni rafforza il Sindacato.
Ad ascoltare e definire le risposte sarà il nostro operatore Francesco Condoluci.
Ad Alano di Piave l’attività di consulenza e sostegno avviene ora in Municipio.
Gli orari:
Alano - lunedì dalle 09.00 alle 10.30
Quero - lunedì dalle 10.45 alle 12.00 e giovedì dalle 09.00 alle 11.00
Si ringrazia per la gentile accoglienza la direttrice del circolo Auser Al Caminetto, Elda Franzoia e la Sin-
daca di Alano di Piave Serenella Bogana per la disponibilità.
Come già molti sanno dallo scorso anno abbiamo attivato un nuovo servizio di messaggistica. Il servizio di SMS
massivo viene attivato periodicamente per informare tutti gli iscritti delle iniziative dello Spi nel territorio (assem-
blee territoriali, scadenze fiscali, compilazione RED, corsi di formazione, convegni manifestazioni ed altro).
Belluno, 12 ottobre 2023 Gentilin Maria Rita
Sabato 21 settembre 2013 l’inaugurazione, venerdì 22 settembre 2023 la festa del decennale. Sono stati dieci
anni intensi, di grande impegno e di duro lavoro, quelli della Trattoria Al Pescatore di Pederobba gestita dalla
famiglia alanese Gregolon-Ramirez, sacrifici che però sono stati ampiamente premiati da una numerosa e affe-
zionata clientela, attirata dalla bontà delle proposte culinarie e dalla simpatia e cortesia dell’intero staff. Per que-
sto Loris Gregolon, dalle pagine del Tornado, vuole ringraziare di cuore clienti, simpatizzanti, dipendenti, aiutanti
vari… Un grazie, in particolare, lo rivolge ai suoi genitori Tony e Raquel, “per l’indispensabile aiuto dato in tutti
questi anni”, e al fratello Ravel “perché, nonostante ora abbia preso un’altra strada, quest’esperienza ci ha fatto
crescere come uomini e come fratelli e ha reso più forte il nostro rapporto”. La Trattoria Al Pescatore (in via San
Giacomo 13, sulla “Feltrina”, tel. 0423.69760) è aperta tutti i giorni a pranzo, mentre il venerdì e il sabato anche a
cena. Questi gli orari: lunedì 06.00-15.00 / martedì 06.00-15.00 / mercoledì 06.00-20.30 / giovedì 06.00-20.30 /
venerdì 06.00-23.00 / sabato 06.00-23.00 / domenica 06.00-15.00. Oltre ai normali pranzi, molti sono anche gli
eventi speciali organizzati (come le cene a tema con menù di stagione, ad esempio), per cui è consigliabile se-
guire sempre le pagine internet del locale per non perdersi le varie prelibatezze proposte. Invitiamo tutti pertanto
ad andare a provare la cucina della Trattoria Al Pescatore di Pederobba, che anche gli “Amici del Martedì”, biz-
zarra confraternita di gaudenti con base a Fener, hanno inserito stabilmente nel loro ormai leggendario “Never
Ending Tour”. E se il locale è frequentato assiduamente dagli “Amici del Martedì”, vuol dire che si mangia bene.
Perché, come scriveva Virginia Woolf, “uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha man-
giato bene”…
Una volta fatto questo ci si dovrà informare sullo stato di salute di tutti gli organi e apparati e lavorare sul riequili-
brio di eventuali punti di debolezza. Particolare attenzione verrà dedicata alla salute dell’intestino nel quale ha
origine la maggior parte delle patologie essendo qui presente almeno il 60% delle nostre difese immunitarie. In
base alla situazione specifica potrebbe essere utile drenare e detossificare gli organi emuntori fegato e reni per
poter rispondere meglio ad eventuali integratori e terapie già in atto.
Nel corso del colloquio verranno presi in considerazione
l’alimentazione e lo stile di vita della persona perché anche da questi
dipende l’efficienza del nostro sistema immunitario. Si valuteranno la
qualità del sonno e delle relazioni con l’ambiente in cui vive, in parti-
colare i rapporti con familiari e nell’ambiente di lavoro. E’ ormai noto a
tutti che situazioni stressanti, momenti di grande cambiamento e diffi-
coltà di vita siano in grado di renderci suscettibili alle più svariate pa-
tologie. Solo a questo punto sarà possibile fornire dei consigli mirati
per permettere al corpo di reagire efficacemente nei confronti di at-
tacchi esterni di batteri o virus ma anche di eventuali stress che pos-
sono mettere alla prova il nostro sistema di difesa in particolare durante i mesi autunnali ed invernali.
*Naturopata – laureata in farmacia
ATTUALITÀ
di Mondin Duilio