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Quindicinale Editrice ASD Ponte Tegorzo

Anno XLV

02.11.2023
Numero

789

Nel ricordo del 4 novembre 1918 - pag. 1


Giro delle Fontane 2023 - pag. 2
Benvenuto don Giuseppe - pag. 3
Supercoppa agli amatori Piave Tegorzo - pag. 10
L’AUSER cerca volontari - pag. 18
Chiuso in redazione il 21-10-2023 - Chiusura entro il 12-11-2023
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IL TORNADO Sede: Via Nazionale, 25 - 32031 FENER-ALANO di PIAVE (BL). DIRETTORE RESPONSABILE: Cesare Turra. DIRETTORE OPERATIVO: Mauro Mazzocco EDITORE ASD Ponte
Tegorzo, Via Nazionale, 25 - 32031 FENER-ALANO DI PIAVE. REDATTORI: Sandro Curto, Silvio Forcellini. COLLABORATORI: Alessandro Bagatella, Tristano Dal Canton, Ivan Dal Toè, Antonio
Deon, Ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Andrea Tolaini.
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gando direttamente ad uno dei nostri seguenti recapiti: BAR “DA RICCI” - Alano; BAR JOLE - Fener; CARTOLIBRERIA SCHIEVENIN ALBERTINA - Quero; ALESSANDRO BAGATELLA - Quero;
BAR “PIAVE” Carpen - LOCANDA SOLAGNA - Vas; ANTONIO DEON - Vas; BAR “BOLLICINE” - Scalon; BAZAR di A. Verri - Segusino.
1
2 CRONACA

Giro delle fontane 2023: un successo consolidato


a cura del Comitato Fontane
Domenica 24 settembre si è svolta la 12a edizione del Giro delle fontane,
riscontrando un enorme successo con quasi 1200 iscritti, provenienti da
tutta la Regione e non solo. La bella giornata settembrina ha fatto da cor-
nice al serpentone di escursionisti che si sono cimentati nella scoperta
delle nostre valli. Molti sono i fedelissimi che ogni anno ritornano volentie-
ri, ma molti anche i nuovi partecipanti che speriamo di rivedere alle pros-
sime edizioni. Lungo il percorso erano presenti 7 ristori, dove poter bere e
assaporare specialità locali di ogni genere. All’arrivo, previsto come ormai
di consueto alla Casa delle Associazioni di Alano, i partecipanti hanno go-
duto del pasta party, oltre che del ristoro finale (l’ottavo). Un’altra novità di
quest’anno è stato il concerto della Banda Setteville che ha allietato chi si
è fermato per un meritato riposo. Non va dimenticato il ritorno dei mercati-
ni con espositori di diverse tipologie di manufatti artigianali e la possibilità
di visitare l’esposizione di moto d’epoca.
Ogni anno il Giro delle Fontane non delude le aspettative. La partecipa-
zione resta alta, i riscontri e i commenti pervenuti dai partecipanti sono
sempre più che positivi, e questa è benzina per chi offre il proprio tempo
nell’organizzare e realizzare l’evento. Organizzare una manifestazione di
questo calibro, con questa importante mole di partecipanti richiede molto
impegno e il coordinamento di molte associazioni e comitati.
Un ringraziamento a tutti i volontari che si sono adoperati per preparare i
vari ristori e per accogliere i partecipanti, senza dimenticare coloro che si
sono resi disponibili a gestire i 2 info-point presenti lungo il percorso, per
raccontare ai passanti le storie legate alla “Caseta de l’Aqua” e al Santua-
rio di Tessère.
Un ringraziamento doveroso anche ai nostri sponsor, che ogni anno cre-
dono nel nostro progetto e ci supportano, cosa non da poco! Infine, non si
può non ringraziare chi ha scelto di trascorrere la propria domenica con
noi, cioè tutti i partecipanti al giro, quindi grazie per aver partecipato!
P.S. Vi ricordiamo che il Percorso fontane permanente è aperto e segna-
lato tutto l’anno, venite a trovarci!
Ci vediamo il prossimo anno!

fotografie
fornite
dalla
ProLoco
di
Alano di Piave
3 LETTERE AL TORNADO

Grazie don Francesco…


a cura del Consiglio Pastorale Alano
Sono trascorsi più di dieci anni dall’ingresso di don Francesco
nelle parrocchie di alano, Campo e Fener. In questo periodo è
stato una guida, un punto di riferimento importante per le tre
comunità e la sua presenza silenziosa ma fattiva, ha portato
alcuni profondi cambiamenti nella realtà alanese. Fra le cose
più importanti, non possiamo non ricordare la ristrutturazione
della chiesa di Alano di Piave rimessa a nuovo anche con un
cospicuo Impegno economico da parte della parrocchia; il
passaggio della casa di riposo che da gestione parrocchiale è
diventata fondazione insieme alla casa di riposo di Quero e
Fonzaso. In questi tempi non è più pensabile che un parroco
sia responsabile di atti e avvenimenti che richiedono prepara-
zioni specifiche nella conduzione di una attività così Impegna-
tiva quale è la casa di riposo!! Durante il suo periodo trascorso
con noi ha portato, ormai a termine, anche i lavori del santua-
rio della Madonna di Tessere, punto di riferimento per tanti
credenti nella zona. Inoltre don Francesco ha rinnovato il mo-
do di crescere nella fede le nuove generazioni. Con l’avvio
dell’iniziazione cristiana gli adulti (genitori, catechisti, accom-
pagnatori) sono ora partecipi, in prima persona, alla formazio-
ne dei ragazzi. Non solo questo, ma tanto altro… perciò ci
sentiamo di ringraziarlo con tutto il cuore per quanto ci ha donato facendoci crescere come Cristiani!

… Benvenuto don Giuseppe!!


E dopo 100 anni ecco ancora un don Giuseppe! Sì’ perché nel 1923 fu assegnato alla
guida della nostra parrocchia di Alano, don Giuseppe Ciscato che per 43 anni, fino al
1966, ha portato avanti la sua opera tra noi! Domenica scorsa 15 ottobre infatti abbia-
mo accolto con grande gioia don Giuseppe Bertin, accompagnato da numerosi suoi ex
parrocchiani provenienti da Arteselle di Solesino (Pd). La realtà però ora è cambiata,
la missione nelle Parrocchie ha subìto una grande e nuova riorganizzazione. Don Giu-
seppe sarà parroco, referente pastorale, per le parrocchie di Alano, Campo, Quero e
Vas. In questo suo impegno sarà aiutato da altri due sacerdoti –collaboratori. La ceri-
monia ha visto la partecipazione dei sindaci di alano di Piave e di Quero-Vas che sul
sagrato della chiesa Parrocchiale hanno accolto don Giuseppe. La celebrazione è
continuata poi con la S. Messa, animata dall’unione delle schole cantorum delle quat-
tro comunità e dai vari gruppi parrocchiali. Il nuovo parroco durante la celebrazione

eucaristica ha espresso, con commozione, la sua gioia e il suo


entusiasmo nell’iniziare questa nuova avventura.
Naturalmente anche i laici dovranno fare la loro parte così da far
crescere la comunità. Dopo la cerimonia i presenti hanno potuto
partecipare al lauto rinfresco di benvenuto, organizzato presso la
sala della associazioni e alpini.
E’ stato un momento di scambio e di letizia fra i partecipanti che
hanno potuto gustare ogni “ben di Dio” offerto dalle varie Parroc-
chie! E ora rimbocchiamoci le maniche e collaboriamo insieme!!!
Foto ingresso don Bertin di Settimo Rizzotto
4 CRONACA

Una giornata in allegria pensando anche ai giovani


La Pro Loco di Quero a Gardaland
a cura della Pro Loco di Quero
Ore 7:00 del mattino, piazza di Quero: chi porta la giacca a vento, chi si arma di ombrello, chi indossa dei panta-

loncini. Il meteo è
incerto nella gior-
nata di sabato 23
settembre 2023,
ma tutti sono
pronti a salire nel-
le due corriere che
li porteranno a
Gardaland. Così
la Pro Loco di
Quero ha voluto
ringraziare coloro
che hanno dedica-
to il loro tempo e
le loro energie nella buona riuscita della 44a edizione della “Sagra
dei S’cios”, con un occhio di riguardo ai più giovani. Durante la
sagra, infatti, si è creato un gruppo di giovani e giovanissimi che
lascia ben sperare per il futuro dell’associazione e, pensando a
una meta che potesse andare bene a tutti, è stata organizzata
una giornata di svago in uno tra i più grandi parchi divertimento
d’Italia. I più intrepidi si sono diretti di corsa verso le attrazioni più
toste, altri hanno preferito quelle a tema avventura e anche per i
più piccoli c’era l’imbarazzo della scelta. Perfino chi non è partico-
larmente amante delle giostre, ha avuto dei piacevoli momenti ammirando gli spetta-
coli ispirati all’Oktoberfest e concedendosi qualche birra. Tutti poi, si sono ritrovati per
il pranzo al ristorante Aladino. Tutto ciò è stato possibile grazie a un fattore importan-
te: mentre a casa nel tardo pomeriggio imperversava il maltempo, a Gardaland i vo-
lontari venivano baciati dal sole. La sera, lungo la via del ritorno, il gruppo ha fatto
una sosta con i panini preparati dalla Pro Loco. Al rientro a Quero, la pioggia ha ac-
colto gli stanchi e assonnati partecipanti ma contenti di aver passato una piacevole
giornata in buona compagnia.
5 POESIA

Raccolte in un libro tutte le poesie di Martino Durighello


E io che forse poeta non sono…
E io che forse poeta non sono
ma che ogni giorno di poesia mi nutro (…)
a soddisfare la mia fame di Bellezza
(da Udór, in traduzione).
Martino Durighello ha dedicato gran
parte della sua vita a soddisfare questa
“fame di bellezza”; a leggere, studiare, scri-
vere e divulgare, promuovere la poesia.
Pensiamo soprattutto ai dieci anni di «Poe-
sia è…» che ha ospitato a Quero nomi tra i
più importanti del panorama letterario italia-
no.
Ma Martino Durighello, se è vero che
ha dedicato molto tempo a leggere, studiare
e divulgare poesia… di suo non ha pubbli-
cato se non poco o niente.
A qualche anno dalla sua morte, per
l’impegno e il sostegno collettivo di diverse
persone e amici, ecco allora questo nuovo
libro, ai tipi delle edizioni DBS, che racco-
glie tutte le sue poesie edite e inedite e che
verrà presentato
Giovedì 30 Novembre - ore 20.30
presso il Centro culturale di Quero
con la preziosa partecipazione di
Serena Dal Borgo e Serena Tronto
quali relatori,
e cornice musicale a cura di
Rebecca Curto, Pietro Andreola,
Gilberto Meneghin, Pietro Curto
e voce recitante delle Farine Fossili.
Casa, famiglia e terra d’origine sono sem-
pre stati elementi imprescindibili delle opere
di Martino, sentieri sotterranei che accom-
pagnano chi legge in un viaggio sempre
nuovo
[S. Tronto, Prefazione]
La poesia di Martino Durighello si muove
certamente sui binari dei ricordi, come via
maestra per risalire all’origine, attraverso i valori di Bellezza e Verità trasmessi dai nostri padri e dalle nostre ma-
dri.
E lo sfondo è innanzitutto la natura delle nostre montagne e delle nostre valli, la vita e il lavoro che le ha abi-
tate. Della nostra montagna i colori e i profumi, ma soprattutto le persone, tutte con la loro vita, la loro bellezza e
verità.
Non manca lo stile epigrammatico che sa farsi anche analisi e denuncia di fronte ai mali e alle deviazioni del
mondo. E poi il presente, con le sue gioie e le sue sofferenze, quali soprattutto quelle legate al lungo calvario del-
la moglie inferma. Ed è amore. Amore e attaccamento alla vita: e adès… avanti!
Scaturisce allora una profonda riflessione sulla vita e su quella parte della vita che è la morte, non senza un
pizzico di sana ironia. E una visione di luce! Tanta luce.
(Sono) versi intensi dove non manca l’ironia intelligente di chi sa guardare con uno sguardo obliquo tutto e
tutti, seduto su un masso montano o tra le pieghe del prato.
[Serena Dal Borgo, Presentazione]
6 COME ERAVAMO

Accadde vent’anni fa
a cura di Sandro Curto
Nel novembre 2003 la Famiglia Ex Emigranti di Alano, presieduta da Bruno Campana, festeggia la ricorrenza dei
25 anni della fondazione. Il programma prevede la proiezione di un documentario sulla catastrofe di Marcinelle
avvenuta nel 1956 in Belgio, la Santa Messa nella chiesa parrocchiale, l’inaugurazione in municipio del dipinto
commemorativo “Alanesi nel Mondo” di Elvio Meneghetti, la consegna del nuovo gagliardetto e il pranzo sociale
al ristorante Tegorzo. In quel periodo la Famiglia di Alano, nata ufficialmente il 3 dicembre 1978, contava ben 130
soci ed era una fra le più numerose ed attive in provincia. Erano presenti alla cerimonia, oltre al sindaco di Alano
Luigi Codemo, il presidente della provincia di Belluno Oscar De Bona, l’onorevole Maurizio Paniz, il consigliere
regionale Guido Trento, il presidente della Comunità Montana Feltrina Loris Scopel e il presidente
dell’Associazione Emigranti Bellunesi Gioacchino Bratti.

Il ristorante “Tegorzo” e la pizzeria


“Ai cacciatori” oltre mezzo secolo fa

(S.C.) Nelle due cartoline postali pubblicate qui sopra, che ci sono state segnalate dalla nostra abbonata Angela
Codemo, troviamo vecchie immagini degli unici due locali storici del comune di Alano di Piave che sono ancora in
attività.
Quella dell’hotel ristorante Tegorzo, secondo l’infallibile memoria di Armando Gerlin, risale all’inizio degli anni
Settanta.
L’altra, che interessa l’attuale pizzeria “Da Ezio”, dovrebbe essere di qualche anno prima; vi compaiono la fonta-
na del Lavagol, nella casa adiacente il locale dove c’era l’ufficio postale poi trasferitosi al Piazzol all’inizio degli
anni Ottanta e, sulla destra, l’edicola, cartoleria e negozio di calzature gestito da Milio ed Elsa Durighello.

CRONACA

Auguri Dorinda!
Mai perdere l'occasione di
festeggiare i momenti belli
della vita, e così ha fatto la
nostra abbonata Dorinda
Vettor in Zucchetto, resi-
dente a Quero, celebrando
il suo 99° compleanno lo
scorso 8 ottobre insieme
alla sua famiglia.
7 COME ERAVAMO

Castagnate in amicizia
di Alessandro Bagatella

In autunno, anche un tempo, come si vede nelle foto dello studio Resega-
ti, ripresa da un vecchio bollettino parrocchiale (da Eco del Piave gennaio
1972) , ci si trovava per arrostire le castagne e trascorrere qualche mo-
mento in amichevole compagnia. La foto è abbastanza recente e vi lasciamo il gusto di riconoscere le persone ri-
tratte. Anche questo un modo per passare qualche momento di… socialità!

Quero, 1986: Festa del Ringraziamento


di Alessandro Bagatella
I Coltivatori diretti di Quero nell’ultima domenica dell’anno 1986 si sono dati appuntamento per la prima festa del
Ringraziamento, ospiti del grande capannone di Ganz. Nel piazzale antistante il capannone, al cui interno è stata
celebrata la messa
dall’allora arciprete
don Donato Carelle
assieme al parroco
di Schievenin don
Vittorino Vedova,
sono stati esposti
tanti trattori e mac-
chine agricole, be-
nedette unitamente
ai presenti, giunti
anche dai paesi vi-
cini. Al termine della
funzione religiosa e
dopo il saluto del
presidente provin-
ciale degli agricolto-
ri, il capannone è
diventato luogo di
festa e allegria e
per tutti c’era da
mangiare e bere.
Se la memoria non
mi inganna la bella
iniziativa è stata resa possibile grazie all’interessamento del presidente agricoltori locali Vincenzo Mondin e del
suo vice Bruno Bagatella. (Foto Studio Resegati)
8 CRONACA

Il nonno, il fenerese Vittorio Zatta, morì nella tragedia del Vajont

Laura, dalla Puglia al cimitero di Fortogna


sulle orme del papà e in ricordo del nonno
di Silvio Forcellini
E così è passato anche questo 9 ottobre 2023, con i suoi tristi ricordi: la
tragedia del Vajont, con le sue 1.910 vittime; la morte di Orazio Piccolotto,
indimenticabile sindaco di Alano... Ma in questi ultimi anni, il 9 ottobre era
anche il giorno in cui ero solito incontrarmi con un carissimo amico, Mas-
simo Gino Zatta, fenerese trapiantato in Puglia ma sempre innamorato
della “sua” Fener (e il cui papà Vittorio morì nella tragedia del Vajont). In
questa data, immancabilmente, Massimo si recava infatti al cimitero di For-
togna, dove riposano i corpi delle vittime del Vajont (o, perlomeno, i 1.464
che sono stati ritrovati). Da tre anni, purtroppo, non ci incontriamo più, es-
sendo Massimo mancato prematuramente il 13 novembre 2020, all’età di
71 anni.
Con Massimo, che mi ha onorato della sua preziosa amicizia, ci siamo co-
nosciuti per caso, grazie proprio a questo giornale. Infatti, in occasione del
50° anniversario dell’olocausto del Vajont (come lo definì Tina Merlin dalle
colonne de L’Unità), avevo - tra le 1.910 vittime - ricordato i nomi dei morti
originari del Basso Feltrino: Giovanni Mozzelin (1934 -1963) di Alano; Vit-
torio Zatta (1917 - 1963) di Fener; Agostino Mazzocco (1919 - 1963) di
Quero; Enrico Rizzotto (1912 - 1963) di Quero; Ines Rizzotto (1926 - 1963)
di Quero; Floriano Solagna (1902 - 1963) di Marziai di Vas. Ai quali avevo
aggiunto anche quello di Gino Mazzocco (1923 - 1958) di Quero, che perse la vita durante i lavori di costruzione
della diga. Massimo - che aveva lasciato Fener con la famiglia (la mamma e le due sorelle più piccole) nel 1964,
pochi mesi dopo la perdita del padre - lesse l’articolo del Tornado in internet e si mise subito in contatto con me.
Da allora le sue visite al paese natìo si fecero sempre più frequenti, non solo in occasione del 9 ottobre. Avendo
riallacciato i rapporti con buona parte dei suoi compagni d’infanzia (e di questo non finiva di ringraziarmi, “riem-
piendomi” - senza che io avessi particolari meriti - di eccezionali prodotti enogastronomici del Salento di cui si-
stematicamente mi faceva dono), coglieva la occa-
sione di “volare” a Fener anche per altri appunta-
menti, fossero il transito del Giro d’Italia o il pranzo
del Tornado. Addirittura in una circostanza, la cena
“de Quéi da Fener” in programma un sabato sera,
ebbe il coraggio di prendere l’aereo il giorno stesso
per ripartire la mattina seguente, tanto era l’amore
per il suo paese d’origine. Si vedeva proprio che, ri-
vivendo qui i ricordi d’infanzia, era felice, quasi da
dimenticarsi dei problemi di salute.
Massimo era una gran bella persona, simpaticissima e generosissima, e mi manca tanto, però anche quest’anno
ho avuto lo splendido regalo della visita della figlia di Massimo, Laura Zatta (accompagnata dalla cugina Valenti-
na Vizzino), che ha voluto nuovamente ripercorrere l’abituale itinerario del papà in sua memoria (e in memoria
del nonno). Un bellissimo gesto e per me - lo ripeto - un bellissimo regalo. E sono sicuro che Massimo, ovunque
ora sia, sarà orgogliosissimo della figlia (come peraltro lo era sempre; infatti, me lo ripeteva tutte le volte in cui ci
sentivamo o ci vedevamo).
Laura, inoltre, è stata protagonista di una breve ma intensa
intervista all’interno dello speciale “Vajont, 9 ottobre 1963
- La montagna, la diga, gli uomini”, trasmesso su Focus
proprio la sera del 9 ottobre 2023. Curato da Luigi Bignami,
divulgatore scientifico, lo speciale ha cercato sul territorio
le cause del disastro e, per la prima volta, ha mostrato in
TV l’interno della diga e delle gallerie di servizio che servi-
vano alla manutenzione e al controllo dell’invaso. Oltre alle
voci di alcuni testimoni diretti e indiretti (come Laura, per
l’appunto) della tragedia, lo speciale ha proposto un ricordo
dell’accaduto di Mauro Corona, gli interventi di ingegneri e
geologi e le visite al Museo Longarone Vajont e al Cimitero
Monumentale delle Vittime del Vajont. Particolarmente commovente il passaggio in cui Laura racconta - basan-
dosi sui ricordi del papà Massimo - che il nonno Vittorio, quando partiva da Fener con la sua Vespa alla volta di
9 CRONACA

Longarone, diceva sempre “Vado, ma non so se torno”. Così come è stato commovente vedere le foto del papà
Massimo sulla sommità della diga. A tutti coloro che se lo fossero perso, consiglio di vederlo su Mediaset Infinity
(la visione è gratuita).
Il fenerese Vittorio Zatta lavorava per la ditta Monti - all’epoca “incaricata dalla SADE di realiz-
zare alcune opere per la messa in sicurezza della diga e per limitare e contenere le conse-
guenze della caduta della frana” - e figura tra i venti dipendenti morti il 9 ottobre 1963 (e ricor-
dati con un filmato fatto realizzare - proprio in occasione del 60° anniversario - dalla stessa ditta
Monti e reperibile su YouTube, dal titolo “Piergiorgio, e Gianni? - 9 ottobre 1963”). Tra gli
operai deceduti, colleghi di lavoro di Vittorio Zatta, anche i queresi Agostino Mazzocco ed Enri-
co Rizzotto.
Nella foto in questa pagina: Vittorio Zatta. Nelle foto nella pagina precedente: in alto, Laura Zat-
ta mentre depone un mazzo di fiori sulla lapide che ricorda il nonno; in mezzo, io con Massimo Zatta e con Laura
Zatta; in basso, un fermo immagine dell’intervista di Laura Zatta durante lo speciale trasmesso su Focus.

Accadrà giovedì 23 maggio, nel corso della tappa Fiera di Primiero-Padova

Il Giro 2024 transita per il Basso Feltrino


di Silvio Forcellini
A due anni di distanza dall’ultimo passag-
gio, nel 2024 il Giro d’Italia transiterà nuo-
vamente per Carpen, Santa Maria, Quero e
Fener, nel corso della 18a tappa Fiera di
Primiero-Padova di 166 chilometri in pro-
gramma giovedì 23 maggio. Tappa facile,
per velocisti, con una prima parte in leggera
discesa e che prevede poi l’attraversamento
delle terre del Prosecco, di Treviso e
dell’entroterra veneziano lungo il Brenta con
le sue ville venete, per arrivare infine in Pra-
to della Valle a Padova. Negli ultimi quindici
anni la “corsa rosa” aveva toccato il Basso
Feltrino in altre sei occasioni (due nello
stesso anno): il 12 maggio 2009 (tappa Pa-
dova-San Martino di Castrozza), il 24 mag-
gio 2012 (tappa: San Vito di Cadore-Vedelago), il 25 maggio 2012 (tappa: Treviso-Alpe di Pampeago), il 25
maggio 2014 (tappa: Sarnonico-Vittorio Veneto) e il 27 maggio 2017 (tappa: Pordenone-Asiago) e il 26 maggio
2022 (tappa Borgo-Valsugana-Treviso). E sem-
pre a proposito di corse ciclistiche professionisti-
che, domenica 15 ottobre la nostra zona è stata
interessata anche dal passaggio della Veneto
Classic, l’ultima gara di questa stagione 2023
con partenza a Mel e arrivo a Bassano del Grap-
pa. Sulla “Feltrina”, all’altezza di Fener (vedi foto)
sono transitati tre corridori in fuga (Michael Belle-
ri, Marco Frigo e Joey Rosskopf) con un vantag-
gio di circa un minuto sul gruppo. Alla fine, però,
ha prevalso Davide Formolo.

Milano, Denis Lovatel


non lascia ma raddoppia
di Silvio Forcellini
«Evviva, non stiamo più nella pelle. A partire dal 10 ottobre, è ufficialmente aperta la
nuova sede di “Denis Porta Venezia” in Via Melzo 18. Dopo il successo che ci avete
concesso in “Denis Moscova”, abbiamo lavorato con passione per creare uno spazio
altrettanto unico e non vediamo l’ora di accogliervi e servirvi la nostra croccante pizza
di montagna». Così l’alanese Denis Lovatel ha annunciato sui social l’apertura di un
secondo locale a Milano, dopo quello aperto in Via Statuto 16 nel giugno 2022. La tipi-
ca pizza - croccante, sottile e con ingredienti ispirati alle Dolomiti - della Pizzeria “da Ezio” (storico locale aperto
ad Alano dal papà di Denis, Ezio Lovatel, nel 1977) ha conquistato il capoluogo lombardo.
10 CALCIO

Primo trofeo per gli Amatori Piave Tegorzo


a cura dell’A.S.D. Piave Tegorzo

È iniziata la nuova stagione agonistica 2023/24 per gli Amatori Piave Tegorzo, ed è cominciata nel migliore dei
modi, con il primo trofeo. Sabato 23 settembre a Volpago del Montello si è svolta la finale di supercoppa CAM77
con le squadre vincitrici del Campionato 2022/23 (l’A.C.D. Belvedere, in finale contro di noi) e della Coppa
2022/23 (l’A.S.D. Piave Tegorzo). Dopo una bellissima prestazione abbiamo fatto nostro il match ai rigori (i tempi
regolamentari erano terminati con il punteggio di 1-1). Speriamo sia il prologo di un’altra splendida stagione.
P.S. Volevamo anche far notare che ultimamente l’impianto è sog-
getto a quasi quotidiani atti vandalici da parte di alcuni ragazzi che
definire dispettosi è un eufemismo. Essi non si accontentano di gio-
care nel campo, senza avere alcun permesso, ma forzano porte e
finestre pur di racimolare qualche pallone/scarpe da calcio/lattine di
coca/chiavi di ingresso presenti all’interno o qualunque cosa desti la
loro attenzione. Tutto ciò ci costringe a spendere energie, tempo e
soldi per riparare i danni subiti, cambiare le serrature quasi settima-
nalmente, costringendoci infine a far denuncia presso i carabinieri.
Sperando che questo stillicidio termini, vi ringraziamo anticipata-
mente per il vostro interesse, saluti.

LETTERE AL TORNADO

Incontro con il Prefetto


di Angelo Ceccotto
Dopo molteplici impedimenti causati dal Covid e da altri motivi, final-
mente si è aperta la porta prefettizia.
Era un appuntamento tanto atteso essendo motivo d’interesse interlo-
quire con S. Ecc. il Prefetto Dr. Mariano Savastano.
L’accoglienza è stata cordiale e il dialogo ha interessato il nostro opera-
re come Associazione Fanti Bellunesi e Alto Onore del Grappa, oltre
che sulle sorti della Provincia bellunese.
Un interessante colloquio nel corso del quale sono state valutati positi-
vamente tutti gli argomenti discussi.
Io e il Prefetto ci siamo lasciati con un cordiale saluto.
Nel congedarci, il Prefetto ha espresso il desiderio di visitare il Monte
Grappa, da lui mai visitato.
Io mi sono messo subito a sua disposizione, informandolo però che per
un’interessante visita va valutato il tempo, visita che va programmata
con attenzione poiché le attuali condizioni climatiche sono molto varia-
bili in alta quota.
Ora attendiamo il momento opportuno.
11 ASTERISCO

(M.M.) Riprendiamo l’articolo che Silvio aveva compilato vent’anni fa per ripercorrere la strada che ha
portato il nostro giornale al traguardo odierno. In realtà più che un traguardo dovremmo considerarlo come
una nuova partenza, considerato che nuove sono le sfide che dobbiamo affrontare e, almeno lo speriamo,
superare. L’avvento dei canali social e l’immediatezza della condivisione delle informazioni paiono figura-
re come superato il formato cartaceo. Noi ci crediamo ancora, se non altro per la possibilità di sviluppare
un ragionamento, approfondirlo se serve e ritornarci sopra semplicemente conservando il numero della ri-
vista, senza che i discorsi si perdano nei meandri della rete che conservano sì molto materiale, ma lo con-
fondono in contenitori enormi, dove tutto rischia di trasformarsi in melassa. Buona lettura!

BREVE STORIA DEL NOSTRO GIORNALE


Venticinque anni di Tornado:
Un grazie a tutti i lettori!
di Silvio Forcellini
Il Tornado ha appena compiuto 25 anni: quale persona gioco Dario Spada, “l’uomo dalle mille idee”…spesso
sana di mente avrebbe immaginato il raggiungimento inattuabili, ma non in quell’occasione! “Mi chiamo Dario
di un simile traguardo quando, nel settembre del 1979, e risolvo problemi!”, gli avrebbe senz’altro fatto dire
uscì il primo numero composto da sole cinque pagine, nella circostanza il regista Quentin Tarantino: fu Dario
copertina compresa, e perdipiù ciclostilato “alla buo- infatti, una sera in Gelateria, a presentare Duilio Ma-
na”? Certo non Mario Santangelo, il primo a sottoscri- socco, “il mago del ciclostile”, a Ermanno. Tutto iniziò
vere l’abbonamento e a dare fiducia a una banda di così. L’ “eroico” Duilio riuscì per anni a confezionare un
“sprovveduti” con in testa…un’idea meravigliosa: fare prodotto (quasi) sempre dignitoso, nonostante le con-
un giornale. E nemmeno, credo, gli stessi protagonisti dizioni di lavoro decisamente proibitive (tra macchinari
(il gruppo “storico” formato da Ermanno Geronazzo, obsoleti e temperature polari) e arrivando a utilizzare
Dario Spada, Duilio Masocco, Mario Durighello, Renato all’occorrenza persino un incredibile inchiostro verde...
D’Orlando, Sergio Melchiori, Soave Tomasi e Silvio I primi tempi furono davvero pionieristici: articoli battuti
Forcellini), che si buttarono nell’impresa con tanto en- con una gloriosa “Olivetti M 40” modello…”Presa di
tusiasmo e…tanti interrogativi. Interrogativi che il “pa- Porta Pia” nella vecchia sede della Pro Loco di Fener,
dre fondatore” Ermanno Geronazzo (senza il quale - va di fronte alle Poste, e poi ciclostilati un po’ ovunque,
detto - il Tornado non sarebbe esistito) ben sintetizzò almeno per i primi cinque numeri.
fin dalle prime righe: “Anche questo foglio è una spe- Dal n.6 al n.13 (dicembre 1979-marzo 1980) il
ranza, anzi, mentre sta muovendo i primi, traballanti primo salto di qualità: in quel periodo ci si poté avvale-
passi, ci accorgiamo che il realizzarlo non è poi tanto re della fotocopiatrice messaci gentilmente a disposi-
facile. E’ comunque un tentativo di smuovere qualche zione da Maria Mondin e Luciano Tessaro presso la lo-
acqua stagnante in queste zone malate di immobili- ro azienda. Questo, all’epoca, il nostro calendario
smo; come un tentativo deve essere anche recepito dai settimanale, un vero e proprio “tour de force”: il lunedì
lettori, se lettori ci saranno. A noi basterebbe che fra battitura articoli e impaginazione; il martedì e il giovedì
tanti strafalcioni e futilità, che conoscendo gli autori sa- stampa; il venerdì, infine, “assemblaggio”, che consi-
ranno inevitabili, ogni tanto spuntasse qualche cosa di steva nell’unire con delle graffette i vari fogli che com-
buono e anche solo di stimolante. Lo spirito di avventu- ponevano il giornale, senza dimenticare poi la fase del-
ra che contraddistingue questo esordio non ci consente la spedizione (etichette, francobolli…)… Dati i tempi di
di fare promesse: può darsi che in futuro il foglio si am- riproduzione della “povera” Rank Xerox e il numero di
pli ma può anche darsi che tutto finisca nel consueto fogli da fotocopiare (circa 2.000 per numero), molte
buco nell’acqua… Tuttavia già il fatto che queste poche volte si finiva a tarda notte. E più di una volta, presi da
righe abbiano visto la luce costituisce per ora un suc- compassione, ci venivano in aiuto gli stessi coniugi
cesso”. Solo qualche anno dopo, facendo un primo bi- Tessaro che, nelle pause di lavoro, …stampavano per
lancio, un’altra “colonna” del Tornado, Mario Durighel- noi durante la giornata.
lo, riprese quelle parole, scrivendo: “Il tempo Per non abusare oltremodo della loro disponibi-
consentirà di sciogliere in senso positivo gli interrogati- lità, si cominciò a pensare a un’alternativa e, con il n.14
vi di Ermanno, i primi “traballanti” passi si trasforme- (marzo 1980), arrivò l’incisore elettronico, che permet-
ranno in una avventura esaltante”. Eh sì, di “avventura teva di incidere il cliché anche con originali opachi e
esaltante” ora si può proprio parlare, ma facciamo un che ci fu “donato” dalla Pro Loco di Fener, editrice del
piccolo passo indietro… Tornado. Iniziò allora la proficua collaborazione con
Il Tornado nacque dalla passione per la scrittu- don Sebastiano Follador e la Parrocchia di Alano, che
ra e per lo sport di Ermanno, e la promozione in Se- possedeva un ciclostile ma necessitava di un incisore.
conda Categoria della Polisportiva Tegorzo fu la scintil- Noi avevamo il problema opposto, e quindi…unimmo le
la che dette il via a tutto: perché - si chiese Erman - forze, con beneficio reciproco. Con il n.87 (febbraio
non fare un foglio che racconti le gesta della nostra 1984) l’incisore esalò l’ultimo respiro, ma fu pronta-
squadra di calcio? Sorse subito il primo problema: co- mente sostituito grazie alla sensibilità
me tramutare questa passione in un qualcosa che as- dell’Amministrazione Comunale di Alano guidata
somigliasse vagamente a un giornale? Qui entrò in all’epoca da Pietro Spada. A volte, quando i nostri
12 ASTERISCO

“possenti” mezzi tecnici non ne volevano proprio sape- bunale di Belluno. E, con l’autorizzazione, “sbarcò” al
re di funzionare, si fece ricorso anche ad altri macchi- Tornado anche l’indimenticabile Renzo Stefano Mattei,
nari, questa volta di proprietà della Parrocchia di Cam- iscritto all’albo dei giornalisti e personaggio forse ancor
po. più “pazzo” di noi, che, anche per questo, fu subito
Ma con l’andar del tempo, e il successo cre- nominato direttore responsabile, ruolo oggi ricoperto da
scente che riscuoteva questa nostra “pazza” iniziativa, Mauro. Il resto, più o meno, è storia nota. Pur mante-
crebbero fortunatamente anche le risorse finanziarie. nendo pressoché inalterata la struttura del giornale,
Si abbandonò allora la stampa “fai da te” e si preferì, abbiamo sempre cercato, nei limiti delle nostre possibi-
per ottenere una migliore qualità, rivolgersi a una tipo- lità, di migliorarlo continuamente nei contenuti e nella
grafia: prima alla Cooperativa Servizi Culturali di Co- grafica, ma soprattutto di dare spazio a tutti coloro
negliano (aprile-ottobre 1987), poi alla D.B.S. di Rasai avessero qualcosa da dire. La rubrica delle lettere, non
(dal novembre 1987 ai giorni nostri). Duilio, dopo anni a caso, è sempre stata un punto di forza del nostro
di…stenti e lettere di protesta (“Poligrafici alla riscos- giornale e un punto di riferimento per i lettori. Tra i più
sa!”), poté così finalmente godersi la meritatissima affezionati, come non ricordare Paolo Licini, abbonato
“pensione”. al giornale e…alla rubrica delle lettere, all’interno della
Fin qui la parte “tecnica”, ma molte altre furono quale non mancava mai di esprimere la propria opinio-
le tappe salienti della storia del Tornado, il cui bizzarro ne su tutto quanto riguardasse la vita amministrativa…
nome - si dice - fu coniato da Renato D’Orlando e Ce- E con l’avvicendarsi degli interventi “esterni”, anche tra
sare Rizzotto durante una lunghissima “riunio- i collaboratori con l’andar del tempo ci fu un naturale ri-
ne”…dalla Concetta. La verità non la sappiamo nem- cambio (e non cito gli attuali solo perché sono sotto gli
meno noi: di quella serata, chissà perché, si hanno occhi di tutti).
notizie molto confuse. Nel corso degli anni, però, non ci si limitò sol-
Il primo numero, distribuito al Valcalcino, vide la tanto a fare il giornale (cosa già impegnativa di per sé),
luce - come detto - nel settembre 1979. Quella stagio- ma si cercò - sempre come Tornado - anche di far al-
ne il Tornado “coprì”, con abbondanza di servizi, tutte tro: ricordo, tra le varie cose, “il Tornado sotto l’albero”,
le partite di campionato, che purtroppo si concluse con concorso di disegni riservato ai bambini; la squadra di
la rocambolesca retrocessione rimediata negli ultimi calcio giovanile, la “mitica” Tornado-Albatros; la riuscita
minuti dell’ultima partita casalinga contro la già pro- “campagna” promossa tra i lettori per la liberazione di
mossa Suseganese. Memorabile il commento conclu- Agostino Solagna, un nostro concittadino “abbandona-
sivo di Mario all’incontro: “Quando l’arbitro fischia la fi- to” nelle carceri peruviane; la pubblicazione del libro
ne, vedo i Cavalieri dell’Apocalisse cavalcare tetri il “O’ olést bén” per ricordare in modo degno il nostro mai
Valcalcino: addio, vecchio Tegorzo!”. E memorabili, in dimenticato Nino Cela (che ci ha lasciati prematura-
generale, furono le trasferte affrontate a bordo della mente, così come Renato, Renzo Stefano, Mario…)…
Prinz 30 di Erman, subito ribattezzata da Dario “la Ma non vorrei aver dato sin qui un’immagine
batmobile”. troppo idilliaca o compiacente: non fu tutto rose e fiori!
Ma solo per pochi numeri il Tornado si occupò Essendo il Tornado composto esclusivamente da vo-
esclusivamente di calcio. Con il n. 4 si cominciò già a lontari che sacrificano il proprio tempo libero, ci furono
dare spazio agli altri sport, con il n. 5 anche a tutto quel naturalmente anche momenti di stanca e di tensione. Il
che poteva riguardare la vita dei nostri Comuni: crona- 1982 fu l’anno più difficile: dopo gli entusiasmi iniziali,
ca, attualità, cenni storici… Ben presto, da “foglio della …sembrò esaurirsi la spinta propulsiva (come direbbe
seconda categoria” si tramutò in “foglio sportivo e non”. un bravo segretario di sezione “comunista”!). Crisi or-
Fu soprattutto la vicenda della miniera di Campo (tor- ganizzativa e di motivazioni misero in forse la soprav-
nata ora d’attualità, ma della quale cominciammo a vivenza del giornale. In più, Erman proprio quell’anno
scrivere già nel dicembre del 1979) a far allargare gli si sposò con Rosanna e si trasferì a Treviso, facendo
orizzonti della Redazione. Contemporaneamente au- giocoforza mancare, dal n.62, il suo sin lì fondamentale
mentò, oltre a quello dei lettori, anche il numero dei apporto. “E adesso, senza Ermanno, ce la facciamo a
collaboratori: tra i primi, in ordine di tempo, ricordo Ni- tirare avanti sino al n. 100?”, si chiese allora un preoc-
no Cela (e ancor oggi penso che poesie, disegni e rac- cupato Mario. La risposta di Sandro non si fece atten-
conti di Nino siano tra le migliori cose mai pubblicate), dere: “Certo, e anche oltre!”.
Armando Forcellini, Cristiano Codemo Menoli, Roberto Parole profetiche! Non 100, ma 460 sono i nu-
Forcellini, Stefano Zatta, Rudy Zemke, Franco Fran- meri del Tornado usciti nell’arco di questi 25 anni, in-
zoia, Gianfranco Collavo, Roberto Mondin, Adriana dimenticabili per chi li ha vissuti dal di dentro e, spero,
Buttol, Floriano Licini… (e mi scuso fin d’ora con quanti anche per i tanti lettori. Ma cosa ha significato
ho dimenticato). E poi Sandro Curto e Mauro Mazzoc- l’esperienza del Tornado per la nostra comunità? E’ dif-
co, le attuali “colonne” del giornale. Sandro entrò a far ficile, oltre che imbarazzante, “scriversi addosso”, tanto
parte della famiglia del Tornado nel settembre 1980, più che - come recita un vecchio proverbio - “chi si lo-
Mauro nel giugno 1981 con un delirante articolo sul da, si imbroda!”. Lascio, per il momento, questo arduo
Circolo Culturale dei 4 Comuni. Poi, probabilmente, compito alle parole che Orazio Piccolotto, a nome dei
…cambiò spacciatore e diventò il valente articolista socialisti alanesi, ci rivolse in occasione dell’uscita del
che noi tutti conosciamo e apprezziamo (scusa, Diret- n.100, parole che mi sembra possano ben sintetizzare
tore, ma è così: vai a rileggerti!). l’intera esperienza del Tornado: “Nato…con un nome
Con il n. 28 (dicembre 1980) il Tornado divenne impossibile, una copertina tra l’ermetico e l’allucinato,
finalmente “maggiorenne”: dopo un anno di uscite se- nessuna base finanziaria e, come unica prospettiva, un
mi-clandestine, ecco giungere l’autorizzazione del Tri- avvenire incerto, oggi il Tornado presenta un biglietto
13 ASTERISCO

da visita di tutto rispetto. Sorto come “foglio sportivo e non”, il “non” ha assunto via via sempre maggior importan-
za. Così il Tornado ha finito con l’imporsi all’attenzione generale, perché portavoce, serio, di informazione e per-
ché aperto a tutti i contributi, anche a quelli obiettivamente indifendibili, senza preclusioni e
senza censure. E questo è un merito grande, segno di maturità e di forza”.
Insomma, se prendiamo per buone le parole di Orazio (che, a quanto ne so, rispecchiano il pensiero della
maggior parte dei nostri lettori), credo si possa affermare, senza timori di smentita e con un pizzico di orgoglio
(concedetecelo!), che il Tornado è fin da subito entrato a pieno titolo nella vita della comunità per la sua autore-
volezza e per la sua apertura alle idee più diverse; in una parola, che il Tornado è stato, ed è, un organo di in-
formazione che ”fa opinione”. O, almeno, che fa discutere (tralasciando qui le etichette che, a seconda delle con-
venienze, ci sono state appiccicate di volta in volta: di essere “un giornale scandalistico”, di essere “un giornale
schierato”…). Ma la grande forza del Tornado sta anche, e soprattutto, nei suoi tantissimi lettori, sempre più nu-
merosi, come testimonia la crescita costante del numero degli abbonamenti: già un centinaio nel primo anno di
vita, oltre cinquecento in occasione del decennale, più di mille dieci anni dopo, sino agli attuali 1.212.
“In una società che sempre più si chiude nel privato siate uno stimolo alla riflessione critica e al dibattito.
Dite la verità e fate circolare le informazioni sui temi che creino partecipazione”, ci scrisse un giorno Antonio
Spada dall’Ecuador, dove risiedeva. L’attenzione, palpabile, con la quale i lettori seguono, oggi come ieri, il Tor-
nado, ci fa credere che questo obiettivo sia stato raggiunto e, permettetemi di dirlo anche a nome di tutti coloro
che, a vario titolo, hanno permesso il raggiungimento di questo straordinario traguardo, miglior riconoscimento al
nostro lavoro non potrebbe esserci!
Dal Tornado un grazie di cuore a tutti!

Tempi moderni
(M.M.) Dapprima l’obbligo di trovare un nuovo editore e poi la necessità di avere un nuovo direttore responsa-
bile ci aveva messo alle corde, col rischio di un KO, facendoci comunque vacillare di fronte alle difficoltà buro-
cratiche che hanno costellato i nostri primi passi nella nuova dimensione editoriale. Grazie alla generosità di
ASD PonteTegorzo, rappresentata da Andrea Tolaini, che si è sobbarcata l’impegno di essere il nostro nuovo
editore, e di Cesare Turra, che ha sposato la nostra filosofia volontaristica e si è caricato il peso di direttore
responsabile, la nostra avventura continua e “Il Tornado” naviga fra gli scogli del mare dell’informazione. Con
l’aiuto di voi tutti abbonati siamo rimasti a galla e, come avete visto dalla copertina del numero precedente, il
traguardo dei quarantacinque anni di vita si possono considerare raggiunti. Adesso ci sentiamo un po’ sulle
barricate, presi di mira dall’evoluzione dei canali di informazione e dalle difficoltà riscontrate dalla distribuzione
postale, che con i suoi ritardi provoca malumori fra gli abbonati e danni economici alla testata. Purtuttavia, te-
stardi come nella prima ora, proseguiamo nell’offrire questo servizio d’informazione alle nostre comunità, spe-
rando di continuare a trovare sostegno e collaborazione per avere sempre notizie interessanti da sottoporre
all’attenzione di voi tutti.
Ancora una volta: grazie di cuore a tutti!

L’importanza dei numeri civici


(M.M.) Un indirizzo non è completo se manca questa piccola cifra: il numero civico. Controllate l’etichetta
del vostro periodico. Oltre alla via deve esserci anche il civico e questo per consentire al postino di trovare
la vostra abitazione rapidamente. Adesso che gli avvicendamenti del personale sono sempre più frequenti e
che non abbiamo più il solito postino che conosce a memoria i suoi “clienti”, occorre porre attenzione a questo
particolare per aiutarli nella consegna. Verificate e, se manca il civico, segnalatelo alla prima occasione di
rinnovo. In seconda di copertina, in basso, trovate tutti nostri recapiti. Un’altra informazione reperibile
sull’etichetta è la data di scadenza dell’abbonamento. Verificate anche quella, perché, come vi abbiamo già
segnalato, l’invio cessa dopo quattro invii senza che da parte vostra sia stato dato un cenno di interesse a
proseguire nella ricezione del quindicinale. Piccoli particolari che fanno una grande differenza!
14 POESIA

An brut dógo Pì de l pan Giammai l’odio avrà ragione dell’odio,


An dì che me nevódo solo l’amore avrà ragione dell’odio.
dughéa co n s-ciopét (Buddha)
mi ghe l ò cavà de man An dì, da bòcia,
e po ghe ò dita s-cèt: mi avée brancà na šìliga.
ò olést bén......a la paSe
Metésta te na càbia
“To biSnono
co n bearól e gran,
co un cusì na olta
l é stat là su te l Grapa ère restà de sas Dal libro ò olést bén
e dopo, come lu, a catàrla dopo an póc di Nino Cela
in Africa, Francia, bel che fréda...morta.
in Grecia e Albania, (M.M.) Dal libro edito nel 1997 dal Il Tor-
in JugoSlavia e Rusia, nado-Editrice ProLoco Fener con la col-
Co i me à serà anca mi
in tere de la malóra laborazione del Circolo Culturale 4 Co-
fra réde e fil de fer, muni (Alano di Piave-Quero-Vas-
i à mandà tanti in guèra...
Par premio, come a mi, sól lóra...mi ò capì... Segusino) proponiamo due belle poesie
i à dat la preSonìa!” del mai dimenticato Nino Cela, capaci di
No cónta gnànca el pan indurci a riflettere sull’inutilità dell’agire
I oci spalancàdi, umano quando si esprime attraverso la
el muSét curiós, se vìver no tu pól
violenza, attraverso la privazione della li-
el me à domandà lóra: co i te sèra su...
bertà delle persone. Che sia poi un fatto
“Ma chi élo che à vinšést?” se i spranga la to porta! anche culturale ce lo ricorda bene la pri-
Me són intavanà...
ma poesia e la reazione di fronte al gioco
Catìvo ò rispondést: del nipote che ha mosso brutti ricordi nel-
“Nesùn l à vinšést...
la mente del nonno.
Crédeme a mi: nesùn!”
. In questi difficili giorni è dunque quanto
L é restà là a vardàrme mai preziosa la sua voce a ricordarci che
confuSionà e tut rós... la violenza innesca spirali d’odio che si
fatica a disinnescare e che urge una co-
dughéa = giocava šìliga = passero scienza di pace per affermare, una volta
s-ciopét = piccolo fucile bearól = abbeveratoio di più, che la guerra non è una soluzione
s-cèt = franco, schietto alle controversie e che in guerra non vin-
vinšést = vinto ce nessuno, ma tutti ne escono sconfitti.
intavanà = arrabbiato

CRONACA
Le Croci di Sanzan
di Mattia Curto
Parliamo della vicenda della capra di Bepi Fent rapita da un ragazzo di Croci?
Parliamo dei ruderi che circondano la località? Parliamo delle bellezze paesag-
gistiche? Potremmo cominciare dai libri che parlano di Croci. Negli anni scorsi
il dott. Plinio Zatta ne aveva pubblicati ben due, intitolati entrambi Croci. Qua-
derni di ricordi della vita di un paese. Vi sono poi delle pubblicazioni scientifiche
a cura dei C.A.I: Il Grappa, un patrimonio da salvare del 1984 e Il paesaggio
dell’abbandono nel massiccio del Grappa (settore Nord-Orientale) del 1999.
Anche una rappresentazione cartografica può essere una lettura. Ad esempio
la Kriegskarte di Anton Von Zach realizzata tra 1798 e il 1805 e la carta asbur-
gica realizzata nella seconda campagna di rilevamento militare tra 1806 e il
1869. Infine, è possibile ricorrere alle fonti orali e, perché no, a quelle fotografi-
che; in questo senso la fortuna di essere originario di Croci e di avere nonni
con molte informazioni è indubbiamente un vantaggio importante. Tanti dati,
tanti racconti, tante esperienze dirette ma condensare tutto è complicato. Una
bella passeggiata (un vero e proprio survey) può aiutare a cogliere le cose che
leggendo sfuggono o semplicemente sembrano irrilevanti.
Data di pubblicazione: 2017 - Titolo della testata: Rivista Feltrina
https://www.academia.edu/36848746/Le_Croci_di_Sanzan

All’indirizzo sopra segnato si può leggere


l’interessante ricerca svolta da Mattia Cur-
to e poi apparsa sulla “Rivista Feltrina” nel
2017. Una lettura interessante.
15 ATTUALITÀ
16 ASTERISCO

Prendiamo le misure per… il Tornado


(M.M.) Sono molti coloro che inviano collaborazioni al periodico e non possiamo che essere grati per l’attenzione
che gli viene riservata. Il materiale arriva in più disparate forme, il che ci costringe a ripassarlo per adattarlo alle
misure della pagina della rivista. Per semplificare il lavoro che svolgiamo, prima dell’inoltro in tipografia, diamo di
seguito alcune indicazioni che riteniamo saranno utili a coloro che si mettono alla tastiera, per far sì che i file che
verranno inviati siano già correttamente impostati, almeno per quel che è possibile.
I margini La sillabazione

Le misure della pagina

Carattere e sue dimensioni

Le foto
L’ideale sarebbe ricevere le foto (Jpg – Jpeg – Png) direttamente dalla gallery del dispositivo che ha scattato
l’immagine. Da evitare il più possibile, invece, le foto che sono transitate attraverso i canali social, dato che que-
sti ultimi, per ragioni di spazio e di velocità di messa on line, tendono a comprimere fortemente le immagini, ren-
dendo difficile un buon risultato in stampa o l’elaborazione per ricavarne qualche particolare. Le dimensioni, infi-
ne, delle foto: senza esagerare in Mbyte, da 300 Kb a 1 Mb si avranno foto di qualità soddisfacente.
I nomi delle foto
Prima di mandarle sarebbe utile dotare le foto di un nome che le renda facilmente rintracciabili. I codici numerici
ci costringono a compulsarne decine per trovare quella giusta. Basta aggiungere un suffisso per facilitarne la ca-
talogazione (es. Via_degli_dei_IMG_20231014_111228.jpg).
Tipo di file
I file testo sono da preferire in assoluto, siano in word (doc – docx) o piuttosto in OpenOffice (odt). Evitare i file in
Pdf che costringono a conversioni non del tutto prive di effetti collaterali.
L’impaginazione
A noi basta il testo e che le foto siano separate dal testo. Poi pensiamo noi ad assemblare il tutto, secondo le
esigenze di spazio della pagina che abbiamo a disposizione. Se ci arrivano file con tentativi di impaginazione
dobbiamo resettarli e rimetterli in pagina e molte volte il codice che si nasconde dietro un apparente semplice
foglio complica le operazioni che dobbiamo compiere per adeguare il materiale alle nostre misure standard.
Questi sono alcuni consigli che possiamo fornire per cercare di snellire le incombenze da affrontare in sede di
impaginazione del periodico. Un compito che svolgiamo in autonomia per poi fornire alla tipografia un materiale
pronto per la trasformazione in lastre da mandare alle rotative. Con la collaborazione di tutti sarà tutto più sem-
plice.

I ritardi nella distribuzione della rivista


(M.M.) Continuiamo a raccogliere le lamentele di Voi abbonati e non possiamo che chiedere di portare pa-
zienza e sperare in un miglioramento del servizio postale. Ci siamo fatti interpreti, presso Poste Italiane, del
vostro disagio per il ritardo con cui ricevete la pubblicazione e ci troviamo in buona compagnia nel manifesta-
re questo problema. Confidiamo che non cambi per questo la Vostra scelta di seguirci con fedeltà.
17 LETTERE AL TORNADO

Associazione “Pro Loco”


32031 ALANO DI PIAVE - BELLUNO

Natale ad Alano aspetta solo te


Come ogni anno torna la rassegna dei presepi lungo le vie del Paese. Stiamo cercando di ampliare il percorso di
visita sempre di più permettendo così a tutti i partecipanti di non perdersi nemmeno un angolo del nostro Paese.
Se hai voglia di collaborare e esporre il tuo presepe (unico vincolo che sia facilmente accessibile e visitabile, es.
si trovi sulla strada) contattaci alla mail eventi@prolocoalano.it o contattate un membro del consiglio direttivo.

Vi aspettiamo!
CRONACA

La laurea di Marta Siragna


(s.for.) Per l’orgoglio e la gioia dei familiari, della nonna Giuliana Siragna e di amici
e parenti, venerdì 13 ottobre 2023 Marta Siragna ha conseguito la laurea magistra-
le in Scienze per il Paesaggio. La discussione della tesi e la proclamazione sono
avvenute presso Palazzo Wollemborg, la sede del Dipartimento di Scienze Storiche,
Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova. Nel corso di un lungo percor-
so carico di fatiche e soddisfazioni, la determinazione non è mai venuta meno a
Marta che, oltre allo studio, ha dimostrato anche grande interesse per le opportunità
offerte dall’Università come lo svolgimento dell’esperienza Erasmus. Il traguardo è
stato raggiunto con il voto finale di 109/110, discutendo la tesi dal titolo “Paesaggi
del Sulcis-Iglesiente: tra rischi e opportunità”. Ad assistere all’evento i genitori Ro-
berto e Sandra (residenti a Pederobba) e gli amici, che vediamo nelle foto.
Complimenti, dottoressa!

POESIA

Il Mare di Antonio Marchetti


Onde che si infrangono su uno scoglio.
Mare calmo che accarezza la riva…
Pesci che si nascondono sul fondo.
Pesci che si fanno dondolare.
Ti tuffi e ti fanno sognare,
ti tuffi e non ti senti solo.
Piccoli pesci colorati accarezzano il tuo corpo
e giocano con te.
Piccolissimi e quasi invisibili si avvicinano alla riva
e scappano in un turbinio di giochi. Il 22 luglio,durante il compleanno della mia nipotina
Sembrano piccoli diavoletti Diletta, Sebastiano, 8 anni, con i pennarelli e a mano
che si muovono ed esplodono di vita marina. libera ha disegnato questo pesce. Dopo averlo ritagliato,
Poi c'è, c'è quel pesce che sembra un re. prima di andare a casa, mi ha detto: nonno te lo regalo,
È quello che hai immaginato e sognato
È il Coris Striato! ma scrivimi una poesia sul mare. Non è stato facile.
18 LETTERE AL TORNADO

Comunicato
Ad Alano di Piave e a Quero Vas
Si rafforza il servizio SPI CGIL
Nelle sedi di incontro territoriale si consolida la presenza degli operatori dello Spi Cgil per la definizione di tutte
le pratiche assistenziali e previdenziali e fiscali.
Essere vicino alle persone anziane nei territori distanti dalle zone centrali, che vedono una presenza rada di tra-
sporto pubblico, con orari difficili da conciliare tra andata e ritorno, è l’impegno principale del Sindacato dei Pen-
sionati della Cgil.
Si ampliano, infatti, gli orari della permanenza dell’operatore nella sede Auser di Quero Vas in via Roma,
29, per rispondere alle domande e necessità su pensioni, assegni familiari, Isee, Red, 730, Invalidità civile, Bo-
nus e Diritti inespressi.
Una maggiore disponibilità di tempo favorisce la conversazione e induce a instaurare dialoghi sui valori,
su quello che stiamo vivendo e su come vorremmo vivere.
Lo scambio di opinioni rafforza il Sindacato.
Ad ascoltare e definire le risposte sarà il nostro operatore Francesco Condoluci.
Ad Alano di Piave l’attività di consulenza e sostegno avviene ora in Municipio.

Gli orari:
Alano - lunedì dalle 09.00 alle 10.30
Quero - lunedì dalle 10.45 alle 12.00 e giovedì dalle 09.00 alle 11.00
Si ringrazia per la gentile accoglienza la direttrice del circolo Auser Al Caminetto, Elda Franzoia e la Sin-
daca di Alano di Piave Serenella Bogana per la disponibilità.
Come già molti sanno dallo scorso anno abbiamo attivato un nuovo servizio di messaggistica. Il servizio di SMS
massivo viene attivato periodicamente per informare tutti gli iscritti delle iniziative dello Spi nel territorio (assem-
blee territoriali, scadenze fiscali, compilazione RED, corsi di formazione, convegni manifestazioni ed altro).
Belluno, 12 ottobre 2023 Gentilin Maria Rita

SPI CGIL BELLUNO SINDACATO PENSIONATI


Viale Fantuzzi, 11 - 32100 Belluno
tel. 0437 184 1425 – cel. 340 6551229
Email: spi.bl@veneto.cgil.it – pec: spibelluno@certificazioneposta.it
Sito: www.spibelluno.it

Quero: l’Auser cerca volontari


Il Circolo Auser “Al Caminetto” cerca
nonni vigili volontari per il servizio a
Quero. Un impegno relativo per ga-
rantire un’uscita in sicurezza agli
studenti ed alunni delle scuole que-
resi.
Per aderire all’invito
rivolgersi alla segreteria
della sede Auser, in
Via Roma, 29 a Quero,
aperta tutti i pomeriggi
dalle 15:00 alle 17:00
oppure telefonare
al nr. 0439 787861
19 CRONACA

I 10 anni della Trattoria Al Pescatore


di Silvio Forcellini

Sabato 21 settembre 2013 l’inaugurazione, venerdì 22 settembre 2023 la festa del decennale. Sono stati dieci
anni intensi, di grande impegno e di duro lavoro, quelli della Trattoria Al Pescatore di Pederobba gestita dalla
famiglia alanese Gregolon-Ramirez, sacrifici che però sono stati ampiamente premiati da una numerosa e affe-
zionata clientela, attirata dalla bontà delle proposte culinarie e dalla simpatia e cortesia dell’intero staff. Per que-
sto Loris Gregolon, dalle pagine del Tornado, vuole ringraziare di cuore clienti, simpatizzanti, dipendenti, aiutanti
vari… Un grazie, in particolare, lo rivolge ai suoi genitori Tony e Raquel, “per l’indispensabile aiuto dato in tutti
questi anni”, e al fratello Ravel “perché, nonostante ora abbia preso un’altra strada, quest’esperienza ci ha fatto
crescere come uomini e come fratelli e ha reso più forte il nostro rapporto”. La Trattoria Al Pescatore (in via San
Giacomo 13, sulla “Feltrina”, tel. 0423.69760) è aperta tutti i giorni a pranzo, mentre il venerdì e il sabato anche a
cena. Questi gli orari: lunedì 06.00-15.00 / martedì 06.00-15.00 / mercoledì 06.00-20.30 / giovedì 06.00-20.30 /
venerdì 06.00-23.00 / sabato 06.00-23.00 / domenica 06.00-15.00. Oltre ai normali pranzi, molti sono anche gli
eventi speciali organizzati (come le cene a tema con menù di stagione, ad esempio), per cui è consigliabile se-
guire sempre le pagine internet del locale per non perdersi le varie prelibatezze proposte. Invitiamo tutti pertanto
ad andare a provare la cucina della Trattoria Al Pescatore di Pederobba, che anche gli “Amici del Martedì”, biz-
zarra confraternita di gaudenti con base a Fener, hanno inserito stabilmente nel loro ormai leggendario “Never
Ending Tour”. E se il locale è frequentato assiduamente dagli “Amici del Martedì”, vuol dire che si mangia bene.
Perché, come scriveva Virginia Woolf, “uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha man-
giato bene”…

Nuova raccolta di Dino De Lucchi


(M.M.) Pubblicazione autoprodotta anche questa
seconda opera di Dino, autore di Levada che sca-
va nella memoria della storia del suo paese per
restituirci storie, aneddoti, racconti di fantasia che
traggono spunto da episodi che si narrano a voce,
col rischio che evaporino nell’aria senza che pos-
siamo goderne l’arguzia, la saggezza, che spesso
si trovano nei racconti popolari. Dino fissa sulla
carta le sue elaborazioni e lo fa con quella spon-
taneità propria dei contastorie, attenti all’effetto
del racconto sugli spettatori, senza paura di pie-
gare all’efficacia del racconto le regole grammati-
cali. Una lettura godibilissima per usufruire della
quale potete rivolgervi direttamente all’autore che
in appendice pubblica anche la sua mail:
dinodelucchi52@gmail.com
20 LETTERE AL TORNADO

L’approccio della naturopatia


ai disturbi del cambio stagione
di Luvi Dal Canton*
Mi capita spesso di vedere espressioni disorientate quan-
do comunico alle persone che la mia professione è quella
del naturopata. Non c’è da stupirsi visto che si tratta di un
mestiere relativamente nuovo. Ciò che non si sa è che la
naturopatia in realtà è una disciplina molto antica che ha
come scopo quello di aiutare l’individuo a conservare o ri-
trovare il proprio equilibrio fisico, emotivo e mentale utiliz-
zando metodiche non invasive. Possiamo tranquillamente
affermare che l’approccio naturopatico è stato ampiamente
utilizzato fino ai tempi dei nostri nonni, prima che la medi-
cina allopatica (quella convenzionale di oggi) si affermasse
come medicina ufficiale. Le problematiche quotidiane di
salute venivano affrontate dai nostri avi raccogliendo e poi
trasformando in varie “forme farmaceutiche casalinghe” dei
rimedi naturali, per lo più piante spontanee ma anche colti-
vate. Queste pratiche oggi purtroppo stanno velocemente perdendosi con la scomparsa degli ultimi conoscitori di
tali saperi ed è un vero peccato perché potrebbero costituire un’importante risorsa per la moderna farmacologia.
La naturopatia però non si occupa solamente di consigliare sostanze naturali utili a migliorare lo stato di benesse-
re. Si tratta di una disciplina molto più complessa. Vediamo insieme quali sono i pilastri sui quali si fonda questa
professione.
Identificare la causa
Il naturopata non si concentra solo sul trattare il sintomo riferito dal cliente ma cerca di scoprire l’origine del disa-
gio in modo tale da poter risolvere il problema alla radice. Il rischio altrimenti è quello di sopprimere momenta-
neamente il sintomo che potrebbe riemergere in altra sede o con caratteristiche differenti a distanza di tempo.
Approccio individualizzato
Non esiste per uno stesso problema un consiglio che sia valido per tutti. Ognuno di noi rappresenta un mondo a
sé stante che reagisce in maniera unica ad ogni stimolo e possibile terapia. Per questo il naturopata deve saper
cucire su misura su ogni cliente il percorso più adatto per migliorare il suo stato di benessere.
Considerare l’intera persona
L’essere umano non è un semplice insieme di ingranaggi ma un’unità complessa di corpo, mente ed emozioni
che va trattata come un tutt’uno. Un naturopata competente sa che intervenire solo sull’organo che manifesta il
sintomo spesso non risolve in maniera definitiva il problema perché quest’ultimo, nella maggior parte dei casi ha
radici anche in altri ambiti della persona.
Non nuocere
Qualsiasi intervento e consiglio dato al cliente non deve arrecargli danno. Che cosa c’è di più ovvio e scontato?
Vi assicuro che a volte non lo è. Oltre che evitare di compiere tragici errori dettati da superficialità e disattenzio-
ne, il naturopata deve essere in grado di valutare se la problematica della persona è di sua competenza altrimenti
sarà sua cura indirizzarla verso altre professionalità.
La naturopatia è quindi da considerarsi medicina integrata perché il naturopata, pur non formulando diagnosi,
può collaborare con medici e i professionisti del settore sanitario.
Prevenire è meglio che curare
Questo è quanto recita un vecchio proverbio e anche la naturopatia la pensa così. Suo obiettivo centrale è soste-
nere le persone nella promozione di uno stile di vita sano ed equilibrato. Agendo in maniera personalizzata su
ogni persona è possibile ridurre le predisposizioni che ognuno di noi ha ad ammalarsi in modo che, se anche si
dovessero presentare problemi di salute, la cura sia meno costosa in termini di tempo, energia e denaro sia per
la persona stessa sia per il servizio sanitario nazionale.
Quindi come opera il naturopata? Facciamo un esempio pratico che si addice a questo periodo dell’anno.
Ammettiamo che una persona si rivolga a me perché vuole prepararsi ad affrontare il cambio stagionale senza
soffrire di fastidiosi mal di gola, tossi, sinusiti, raffreddori e influenze durante l’inverno. Chiaramente esistono mol-
tissime sostanze utili per le loro azioni immunostimolanti e antiossidanti che si potrebbero consigliare. In realtà da
ciò che ho scritto sopra si può dedurre che assumere qualche fitoterapico a base di echinacea, lattoferrina o pro-
poli potrebbe non essere sufficiente. Questo significa che i prodotti naturali non funzionano? Ovviamente no!
Il piano personalizzato di benessere, che il naturopata costruisce durante le sue consulenze, per essere vera-
mente efficace va cucito su misura esaminando la storia clinica del cliente e le sue predisposizioni patologiche.
Per far questo sarà necessario individuare a quale biotipologia la persona appartiene. La biotipologia o costitu-
zione è una specie di “categoria” in cui si possono classificare gli individui in base a delle caratteristiche fisiche,
mentali ed emotive. La costituzione di appartenenza di un soggetto ci dà interessanti informazioni sulla maggior o
minor predisposizione a certe malattie e quindi sul diverso approccio nel trattamento da parte del naturopata.
21 LETTERE AL TORNADO

Una volta fatto questo ci si dovrà informare sullo stato di salute di tutti gli organi e apparati e lavorare sul riequili-
brio di eventuali punti di debolezza. Particolare attenzione verrà dedicata alla salute dell’intestino nel quale ha
origine la maggior parte delle patologie essendo qui presente almeno il 60% delle nostre difese immunitarie. In
base alla situazione specifica potrebbe essere utile drenare e detossificare gli organi emuntori fegato e reni per
poter rispondere meglio ad eventuali integratori e terapie già in atto.
Nel corso del colloquio verranno presi in considerazione
l’alimentazione e lo stile di vita della persona perché anche da questi
dipende l’efficienza del nostro sistema immunitario. Si valuteranno la
qualità del sonno e delle relazioni con l’ambiente in cui vive, in parti-
colare i rapporti con familiari e nell’ambiente di lavoro. E’ ormai noto a
tutti che situazioni stressanti, momenti di grande cambiamento e diffi-
coltà di vita siano in grado di renderci suscettibili alle più svariate pa-
tologie. Solo a questo punto sarà possibile fornire dei consigli mirati
per permettere al corpo di reagire efficacemente nei confronti di at-
tacchi esterni di batteri o virus ma anche di eventuali stress che pos-
sono mettere alla prova il nostro sistema di difesa in particolare durante i mesi autunnali ed invernali.
*Naturopata – laureata in farmacia

ATTUALITÀ

Avviata la campagna vaccinale antinfluenzale


È partita anche in Ulss Dolomiti, la campagna vaccinale antinfluenzale. Il 16 ottobre molti Medici di Medicina Ge-
nerale hanno iniziato le somministrazioni ai propri assistiti. A Cavarzano e in Comelico, grazie alla collaborazione
degli Alpini, sono state organizzate dai medici di famiglia delle sedute vaccinali dedicate.
Per chi è gratuito e raccomandato il vaccino antinfluenzale
Persone ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all'influenza;
Soggetti di età pari o superiore a 60 anni;
Donatori di sangue;
Bambini sani nella fascia di età 6 mesi - 6 anni;
Donne in gravidanza;
Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori;
Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione
da virus influenzali non umani.
A CHI RIVOLGERSI PER LA VACCINAZIONE GRATUITA
Al proprio medico di medicina generale o pediatra di libera scelta e alle farmacie aderenti
A partire da metà novembre entrerà in campo anche il Dipartimento di Prevenzione con sedute vaccinali dedicate
nei 4 centri Vaccinali.
La vaccinazione efficace strumento di protezione
La campagna vaccinale ha lo scopo di proteggere i soggetti più fragili dalle complicanze, evitare che le persone
debbano ricorrere alle cure urgenti in pronto soccorso, supportare la diagnosi con il COVID-19, dati i sintomi simi-
li tra Covid-19 e influenza. La vaccinazione antinfluenzale, inoltre, potrà essere somministrata in sicurezza as-
sieme alla vaccinazione anti Covid. La vaccinazione è uno strumento sicuro di protezione. Non occorre prendere
nessun farmaco o integratore prima della somministrazione. Gli effetti collaterali più frequenti sono qualche linea
di febbre e un po' di dolore nel punto di iniezione. La vaccinazione contro l'influenza è importante perché riduce il
rischio di gravi complicanze, tra cui quelle a carico del cuore. Vaccinarsi, infatti, riduce di oltre un terzo il rischio di
eventi cardiovascolari gravi soprattutto nei soggetti che già soffrono di malattie cardiache (infarto, ictus, etc.). La
vaccinazione risulta particolarmente utile infine nell’evitare riacutizzazioni di malattia nei soggetti immunocom-
promessi, diabetici, asmatici o con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). L’Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS) e il Piano Nazionale di Prevenzione vaccinale vigente riportano, tra gli obiettivi di copertura il
75% come obiettivo minimo perseguibile e il 95% come obiettivo ottimale per tutti i gruppi target.
Ulteriori raccomandazioni
Oltre alla vaccinazione, per la prevenzione della trasmissione dei virus influenzali, così come di altri agenti infetti-
vi come il COVID-19, è importante seguire scrupolosamente le misure igienico-comportamentali da adottare per
ridurre il rischio di diffusione:
lavare regolarmente le mani e asciugarle correttamente;
osservare una buona igiene respiratoria;
usare la mascherina o isolarsi volontariamente a casa se si presentano sintomi attribuibili a malattie respi-
ratorie febbrili specie in fase iniziale;
evitare il contatto stretto con persone ammalate, ad esempio mantenendo un distanziamento fisico di al-
meno un metro da chi presenta sintomi dell’influenza;
evitare di toccarsi occhi, naso o bocca con le mani. Belluno, 16 ottobre 2023
22 CRONACA

Fener, furti sulla “Feltrina”


(s.for.) Nella notte tra martedì 10 e mercoledì 11 ottobre, intorno all’1.30, due (o forse tre) persone armate di pic-
cone sono penetrate in tre esercizi commerciali di via della Vittoria, sulla “Feltrina”: Gioia Gelato, La Caneva di
Berni e Ortofrutta da Mattia e Valentina. Come spesso accade, mag-
giori sono stati i danni (le porte forzate) rispetto al bottino (la moneta
che c’era nelle casse).

Cinque generazioni in festa


per Vanessa
(s.for.) L’occasione è stata il primo compleanno della piccola Vanes-
sa, festeggiato domenica 13 settembre a Schievenin. Nella foto sono
ritratte ben cinque generazioni della stessa famiglia: la trisnonna Ma-
ria Antonia Dal Pos (nata il 13 maggio 1939), il bisnonno Ruggero
Todesco (nato il 17 febbraio 1959), la nonna Tania Todesco (nata il 7
luglio 1978), il papà Rudy Specia (nato il 9 ago-
sto 1997) e la festeggiata, la figlia Vanessa
Specia (nata il 13 settembre 2022).

La morte di Onorina Mazzocco


di Sandro Curto
Dopo un lungo periodo di ricovero nella casa di riposo Padre Kolbe di Pedavena è decedu-
ta, nelle scorse settimane, Onorina Mazzocco, 95 anni di Quero, vedova di Domenico Cor-
rà. Ai figli Antonio e Alessandro, entrambi nostri abbonati, le condoglianze della Redazione.

Valentino Rech in pensione


di Sandro Curto
Festa grande, sabato 7 otto-
bre, nell’accogliente Casa delle
Associazioni di Alano per il
pensionamento di Valentino
Rech, storico capogruppo degli
alpini del Valderoa da oltre un
quarto di secolo. Fra parenti,
alpini, membri della Schola
Cantorum e amici erano una
sessantina gli invitati presenti
che hanno gustato una delizio-
sa cenetta con piatto principale
una tagliata magistralmente
preparata da Franco. La vita
lavorativa di Valentino si è conclusa lo scorso 31 marzo ed è trascorsa quasi interamente alla Sjmec di Sergio Er-
randi dove aveva iniziato nel lontano 1983. Buona pensione, Valentino! (Foto Piero De Faveri).

In pensione anche i postini


Adriano Billò e Gianluigi Furlan
(s.for.) Possiamo annoverarli tra i collaboratori più preziosi del nostro giornale, al
pari di Daniele Facchin, Angelo Licini, Roberto Spada “Tabarìn”, Giustino Todover-
to… Parliamo dell’alanese Adriano Billò e del querese (ma alanese di residenza)
Gianluigi Furlan, “storici” postini del Basso Feltrino che sono appena andati in
pensione. Li ringraziamo per l’impegno e la dedizione nella distribuzione del Tor-
nado, fatto non scontato, nella ricerca costante di ovviare ai cronici disservizi di
Poste Italiane. Buona pensione a entrambi! (Foto: Lucio Codemo).
23 LETTERE AL TORNADO

“Via degli dei” finalmente completata


di Roberto Forcellini
“Questo è il racconto di un’avventura portata a termine dallo scrivente insieme ad un amico che vuole mantenere
l’anonimato, entrambi del ‘54, entrambi appassionati di escursionismo, entrambi iscritti al CAI sezione di Feltre”.
Con queste parole (tra virgolette) ho iniziato il mio precedente articolo riguardante la famosa via degli dei. Av-
ventura posta in atto durante la settimana santa di quest’anno 2023. Ora , a distanza di 5 mesi, ritorno a parlarne
perché quell’esperienza non era andata completamente a buon fine a causa di una maledetta vescica al tallone
destro, che mi fermò a S. Piero a Sieve a due tappe dalla conclusione dell’intero percorso, mentre ora posso ri-
tenermi soddisfatto di averla finalmente completata. Quando martedì 5 settembre c.a. ho letto la mail del CAI di
Feltre che mi annunciava l’organizzazione di una 2 giorni sulla Via degli Dei sono rimasto piacevolmente colpito,
a breve avrei potuto completare la mia avventura perché le tappe interessate era proprio le ultime due, cioè pro-
prio quelle che mi mancavano, così mi sono subito iscritto per non vanificare questa grandissima opportunità. Ho
risposto subito alla mail confermando la mia presenza, versato la
quota di partecipazione e chiesto di poter salire sul pullman a Fe-
ner senza dover salire a Feltre, visto che sarebbe passato di lì.
Ricevuto l’assenso del cambio di località di partenza piano piano
ho provveduto a preparare i bagagli, non solo lo zaino come
l’altra volta, ma aggiungendo il borsone che sarebbe rimasto sul
pullman fino all’hotel Dino di Olmo dove era prevista la cena ed il
pernottamento. Quindi avrei sostenuto un peso minore da portare
lungo il tragitto a piedi, da S. Piero a Sieve a Olmo e da Olmo a
Firenze. Partiti di buon mattino (5,30 da Feltre) ed effettuata una sosta in autogrill per i normali bisogni fisiologici,
alle 9,00 circa siamo arrivati a S.Piero a Sieve e da lì abbiamo iniziato il nostro tour. Abbiamo visitato la locale
chiesa costruita nel 1047 e sul sagrato fatta la prima foto ricordo di gruppo (foto sopra), da lì abbiamo intrapreso
la nostra prima salita su e giù per gli appennini toscani. Camminando di buona lena al seguito della nostra impa-
reggiabile guida, Ennio De Simoi ex presidente della sezione CAI di Feltre, siamo passati di fronte alla villa me-
dicea del Trebbio , che come cita la lapide affissa sul muro di cinta, è patrimonio Unesco. Una delle tante pro-
prietà della famiglia Medici che sovrasta l’immensa tenuta del Trebbio colti-
vata ad ulivi. Fatta provvista di acqua alla vicina fontana, siamo ripartiti
sempre su strada sterrata e siamo arrivati in prossimità dell’Abbazia del
Buonsollazzo, (https://it.wikipedia.org/wiki/Badia_del_Buonsollazzo) edificio
religioso costruito prima dell’anno 1000 ed ora abbandonato. Da qui ci sia-
mo diretti al monastero di Montesenario (https://www.montesenario.it/storia-
del-sacro-eremo-di-montesenario/#inizio) sia per visitare la bellissima chiesa
con un interno davvero molto decorato ma anche per concederci una breve
pausa e farci immortalare in un’altra foto ricordo sempre alla presenza dello
stendardo della sezione CAI Feltre. Da qui, sempre seguendo la nostra gui-
da ed anche i segni del CAI sui tronchi delle piante, seguendo l’altimetria del
territorio siamo arrivati ad Olmo dove c’era il pullman con i nostri bagagli ad
aspettarci. Fatta una bella doccia ri-
storatrice era giunta l’ora di metterci
a tavola per la cena con piatti davve-
ro deliziosi. Passata la notte di buon mattino ci risiamo messi in marcia
per la seconda ed ultima tappa, passando per Fiesole raggiungere Firen-
ze. Ricaricati i nostri bagagli sul pullman e salutato il nostro giovane auti-
sta, abbiamo preso il sentiero che da lì vicino ci avrebbe condotti a Fieso-
le attraversando dei bei boschi di castagno e fermandoci di tanto in tanto
per ammirare il panorama davvero spettacolare di Firenze. Dopo aver
raggiunto la sommità del monte con diverse installazioni di ripetitori di ogni
tipo e giunta anche la sospirata discesa che ci ha condotti in centro a Fie-
sole. Lì abbiamo incontrato 2 paesani, Vanzo e Scopel, che si sono ag-
gregati al nostro gruppo per tutto il resto del percorso fino a Firenze e poi
saliti con noi sul pullman fino a Fener. A Fiesole abbiamo ammirato
l’interno della chiesa, mangiato un boccone e poi scesi alla volta di Firen-
ze su percorso dapprima in pietra e poi asfalto fino a raggiungere Piazza
della Signoria dove abbiamo fatto la nostra ultima foto ricordo. Trascorse
un paio d’ore di libera uscita in centro a Firenze è arrivato il momento di
dirigerci verso il parcheggio dei pullman in periferia usando il tram. Per
fortuna il meteo è stato abbastanza clemente, ha piovuto solo per un bre-
ve tratto nel raggiungere Fiesole costringendoci ad estrarre dal nostro
zaino k-way e guscio, ma per il resto ci ha risparmiato una lavata. Concludendo la narrazione di questa bellissi-
ma gita posso affermare che la compagnia degli altri partecipanti è stata molto simpatica e divertente.
24 LETTERE AL TORNADO
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