Anno XL
05.04.2018
Numero
701
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO
Ricariche telefoniche
Era passato oltre un secolo dalla morte del “principe dei lessicografi” e la terra natìa non aveva ancora pensato a un
modo consono per celebrarlo. Va detto che furono più i queresi che gli alanesi a spingere affinché questa “gloria” del
nostro territorio fosse adeguatamente ricordata. In particolare, fu Jacopo Bernardi - di origini queresi e curatore, as-
sieme a Francesco Corradini, di Lettere di Egidio Forcellini al fratello Marco con biografia di Egidio ed altre aggiunte -
a lamentare l’oblio nel quale il Forcellini era caduto e a proporre di onorare la sua figura con un busto marmoreo pres-
so il Seminario di Padova e una lapide nelle vicinanze della sua casa natale ai Faveri.
Fu quindi formato un comitato ristretto di tre persone - di cui faceva parte, oltre al Bernardi e al Corradini, anche il que-
rese Antonio Carniello - che, il 1° maggio 1876, pubblicò un manifesto per rendere partecipi dell’iniziativa più persone
3 ATTUALITÀ
possibile e per lanciare una sottoscrizione, alla quale rispose poi tutta Italia, per raccogliere fondi per la costruzione.
L’articolo 5 di detto manifesto così recitava: “Ottenuti 400 soci, detratte le spese per la stampa delle lettere, il resto sa-
rà devoluto prima per la lapide presso Quero. L’adesione è fissata in lire 3 (italiane)”. E di seguito: “Fu scelto il luogo
presso il superbo Ponte sul Tegorzo a lato della strada nazionale…dove avrebbe potuto parlare allo sguardo dei pae-
sani e dei passanti”.
Come faceva giustamente notare il maestro Cristiano Codemo Menoli in un suo scritto del 1988, “Si nota come non ci
siano esponenti del Comune di Alano, della frazione di Campo e di Fener, che in quel tempo avevano medici e avvo-
cati laureati a Vienna. La risposta ce la danno i giornali dell’epoca: “…la gentile e storica Quero è il punto di convegno
di letterati e patriotti”.
Su una facciata si legge l’iscrizione in latino redatta dal Corradini: Aegidio For-
cellini / lexicographum principi / maximo patavini seminarii / ornamento / hoc
monumentum / quo loci ortum sepulcrumque / habuit / anno ab ejus morte CXI
/ ad tanti nominis / gloriam instaurandam / positum est. Tradotta in italiano: “A
Egidio Forcellini, principe dei lessicografi, massima gloria del seminario patavi-
no, fu collocato questo monumento nel luogo dove egli ebbe i natali e morì,
nell’anno 111° dalla sua morte, per rinnovare la fama di un nome così grande”.
Sulla terza facciata, infine, si legge: Col concorso d’Italia / promotori Jacopo
Bernardi / Francesco Corradini / Antonio Carniello / il XXVIII settembre
MDCCCLXXIX.
La mattina del 28 settembre 1879, giorno dell’inaugurazione, nella casa del querese Antonio Carniello (uno dei tre
promotori) si dettero appuntamento personalità politiche, religiose e della cultura provenienti da ogni parte d’Italia.
Successivamente il corteo, con alla testa la banda cittadina di Feltre, partì da Quero in direzione Ponte Tegorzo.
Essendo il monumento in territorio alanese, prese la parola l’allora sindaco di Alano Fortunato Parteli (dei Parteli di
Colmirano) che, tra le altre cose, disse: «…mi è dato d’annunziare che la lunga dimenticanza in che giacque il nome
del “principe dei lessicografi” Egidio Forcellini è degnamente e solennemente riparata…».
Il discorso ufficiale, invece, fu pronunciato da Jacopo Bernardi che disse, tra l’altro: «La vita di Egidio Forcellini fu vita
di semplicità immacolata, di impreteribile osservanza ai doveri sacerdotali fino allo scrupolo adempiuti, ma senza intol-
leranti irritazioni, senza malignità partigiane; fu vita di tranquilli purissimi affetti domestici e di esemplare affetto mater-
no. […] La sua è una vita di quarant’anni assidua, laboriosissima, intorno all’opera veramente monumentale di racco-
gliere in un corpo solo le disgregate membra di parole e cose, di credenze e di avvenimenti significati dalla lingua di
un gran popolo che, per la forza ineluttabile dei secoli, disparve, ma lasciò di sé tali vestigia da rendere disperata ogni
altra generazione ventura di raggiungere pari altezza: e questo popolo era formato dai nostri padri. […] L’opera e il
nome dell’insigne conterraneo vostro immortalmente staranno; cioè fino a tanto che la lingua e le imprese di un gran
popolo, del più grande che i secoli abbiano veduto, finché le arti, le lettere e i commerci e la sua civiltà si ricorderanno;
tanto la memoria di Egidio Forcellini, senza che nella sua modesta semplicità movesse egli in cerca di così alto fine,
seppe collegarsi, connaturarsi quasi, alla vita e alla storia del popolo latino. […] Lui che, consacrando tutti i suoi giorni
alla virtù, alla carità, alla scienza, visse e morì poveramente, inconscio della gloria di cui la posterità meritatamente
avrebbe onorato il suo nome».
Tra i molti oratori che via via si succedettero, merita di essere ricordato il giovane Antonio Carelle (dei Carelle di Cam-
po, ramo Moreno), studente diciannovenne (e futuro professore) che, definito “giovane di ricchezza d’ingegno e pro-
fondità di sentire” e incoraggiato dagli applausi dei presenti, ebbe così - grazie al Forcellini - il suo giorno di gloria.
Durante la Grande Guerra, la piramide triangolare eretta in ricordo del Forcellini subì dei danneggiamenti sulle tre fac-
ciate; delle dodici gradinate originarie, le prime quattro rimasero intatte, ma le restanti otto cedettero. Il monumento fu
ripristinato nel 1921 grazie al contributo dei signori Dalla Favera, Lomboni e Merlo.
Nel redigere questi sintetici cenni storici, ci sono stati molto utili sia le note redatte sull’argomento dal maestro Cristia-
no Codemo Menoli sia l’interessantissimo e documentato libretto Egidio Forcellini, un grande uomo di un piccolo pae-
se scritto nel 1968 dalla maestra Maria Prest, che molti nostri lettori certo ricorderanno e della cui opera consigliamo
vivamente la lettura.
4 ATTUALITÀ
In questi giorni - il 26 agosto - ricorre il terzo centenario della nascita di don Egidio Forcellini, e ben a ragione lo si ri-
corda. Il suo nome è infatti noto non solo fra i cultori di lingua latina per il Lexicon Totius Latinitatis, ma anche fra le
persone di cultura; ed immagino più ancora la sua memoria è viva tra voi e fedelmente tramandata alle nuove genera-
zioni. La lingua latina non è più studiata e conosciuta come ai tempi del Forcellini e come lo era ancora negli anni dei
miei studi, ma il suo nome e la sua fama vanno al di là dell’opera che ci ha lasciato. Nato in una contrada di Fener che
allora apparteneva spiritualmente alla parrocchia di Campo, da modesti genitori, entrò a 16 anni nel Seminario di Pa-
dova, dove completò i suoi studi umanistici prima, filosofici e teologici poi, rivelando fin dagli inizi grandi doti di intelli-
genza e di bontà. Fra i suoi professori più celebri figura Jacopo Facciolati, tanto da lui diverso per indole e finalità cul-
turali e tuttavia tanto vicino all’animo suo riconoscente. Famoso per la sua eloquenza, il Facciolati doveva divenirlo
anche nell’attribuirsi meriti che erano invece dell’alunno Forcellini, il quale seppe sempre unire allo studio e all’amore
per le lettere altrettanta cura per le discipline teologiche. A 23 anni fu ordinato sacerdote e celebrò la sua prima Messa
a Segusino, dove era parroco lo zio Uberto. Chiamato in Seminario, attese per qualche tempo (4 anni)
all’insegnamento del latino e del greco e poi gli fu affidato un genere di studi e di ricerche che dovevano tenerlo occu-
pato per tutta la vita, salvo brevi e poche interruzioni. Si trattava di affrontare l’idea di un NUOVO lessico latino da sosti-
tuire a quelli correnti. Fra tutti il lessico che per due secoli aveva avuto larghissima fama era il Calepino, così detto dal
luogo di origine del suo compilatore fra Ambrogio da Calepio. L’opera fu dedicata “ai chierici del Seminario di Padova
desiderosi di acquistare familiarità con la lingua latina”. Don Egidio Forcellini, finita l’opera, se ne tornò fra i suoi “per
avere un po’ di quiete” e visse ancora tre anni. I posteri in don Egidio Forcellini esaltarono con voce quasi unanime il
filologo colto e paziente che tanto ha contribuito a far conoscere la lingua di Roma. Ma troppo spesso hanno dimenti-
cato e disatteso le sue doti umane, le sue virtù illuminate da un senso religioso della vita e da una fede intensa e pro-
fonda. Vorrei ricordarne alcune con voi perché, anche se non possiamo seguirlo sulla via della cultura e della cono-
scenza del latino, possiamo almeno seguirlo su quella di una sincera umanità e di elette virtù. La prima qualità umana
che voglio ricordare è la sua grande umiltà: una qualità, questa dell’umiltà, che spesso rischia di essere dissimulata; si
ama dichiarare la propria pochezza perché altri esalti i nostri pregi e meriti. In don Forcellini fu sincera e traeva ali-
mento dal desiderio di essere ignorato, cercando di stornare da sé l’attenzione dei dotti e di celare la propria cultura,
pronto ad attribuire ad altri il merito di averlo avviato allo studio e alla ricerca. Umiltà e modestia furono due atteggia-
menti spirituali che accompagnarono sempre la vita di don Egidio, attento invece ad impiegare con scrupolo tutto il
tempo che il Signore gli concedeva. Per 40 anni attese al suo lavoro. Chi guarda i volumi del Lexicon non può non ri-
petere col prof. Amaducci «Come ha fatto? Da solo! Sembra un prodigio!». E lo sarebbe per chi non avesse avuto la
sua eroica cristiana tenacia. Rifulsero in don Forcellini anche i sentimenti più semplici e familiari, quelli che talora si
preferisce nascondere e che invece più di altri rivelano l’umanità e la nobiltà delle persone. Mi riferisco, pensando al
Forcellini, al suo amore per il Seminario: anche il Lessico nasconde tracce di tale affetto. Del Seminario amava i colle-
ghi e i maestri, i discepoli piccoli e grandi; per loro aveva lavorato, desideroso di dare un contributo alla formazione dei
futuri ministri della parola nel servizio di Dio e della Chiesa. Fu anche per qualche tempo padre spirituale e confesso-
re. Per noi è più facile seguire don Egidio nell’amore ai familiari e, prima fra tutti, alla mamma, ma non dobbiamo di-
menticare l’amore al Seminario. Non si manifesta in tutti allo stesso modo, ma deve esser sentito da tutti: il Seminario
è la prima e fondamentale comunità della Diocesi, è lì che si preparano i futuri pastori per le comunità parrocchiali; ed
esercitano meglio il loro ministero se seguiti, aiutati, amati dai fedeli della stessa comunità. Parlando di uno studioso
celebre per la sua opera può apparire superfluo soffermarsi un attimo a riflettere sulla sua vita spirituale. Non lo è,
perché Forcellini fu sacerdote e perché nei suoi studi mai si affievolì il suo riferimento a Dio. La pietà e l’amore che ri-
servava ai suoi familiari possono essere considerati come un riflesso del suo amore e della sua pietà verso Dio. Dio e
la sua Provvidenza erano i cardini della sua fede, mentre sentiva in modo perfino eccessivo il suo limite ed il bisogno
della pietà di Dio. Il suo rigore si sarebbe detto un po’ giansenista, tanto era severo, se non fosse stato sempre ac-
compagnato da un sereno abbandono nel Signore. La sua devozione ai Santi e specialmente alla Madonna fu esem-
plare. Ci piace ricordarlo mentre in Diocesi si sta ormai concludendo l’Anno Mariano. Fu per qualche tempo, negli ul-
timi anni, in attesa del nuovo parroco, vicario economo di Campo e fino alla fine - la Settimana Santa del 1768 - conti-
nuò a salire la lunga via che separava la contrada dei Faveri dalla parrocchia. Sono passati tre secoli dalla nascita di
don Egidio Forcellini, ma la sua memoria vive consegnata all’opera Lexicon Totius Latinitatis, che resta ancora insu-
perata. Voglio sperare che buona memoria, come di un figlio eletto, conservi il Seminario e non sia dimenticato in
questa comunità che forse è nota nel più vasto mondo perché la patria del Forcellini. Conservare la memoria di coloro
che ci hanno preceduto nel cammino della vita ed hanno concorso a promuovere la nostra condizione umana e il no-
stro sapere aiuta a mantenere vivo il legame con la storia, a capire meglio il senso dei nostri giorni, a sentirci sospinti
a fare per quanto sta in noi che il cammino dell’umanità prosegua e che nel suo itinerario ogni uomo si avvicini sempre
più alla verità, meglio se anche alla fede nel Signore, che è verità e vita. La memoria di don Egidio Forcellini che oggi
qui abbiamo evocato, l’onore che intendiamo tributargli e la sua opera e il suo esempio siano per ognuno di noi
un’occasione e un invito a pensare la nostra vita in termini di un servizio e di un atto di amore verso i nostri fratelli. Ciò
che rimarrà è il bene che avremo saputo fare e la testimonianza che del bene avremo saputo dare.
5 ATTUALITÀ
I Comuni che sono già abilitati al rilascio della Carta di Identità Elettronica offrono al cittadino un ulteriore canale per
esprimere la propria volontà riguardo alla donazione degli organi. Al momento del rilascio del documento di riconosci-
mento è possibile esprimere il proprio sì alla donazione degli organi e questa manifestazione di volontà viene trasmes-
sa al registro tenuto dal Centro Nazionale Trapianti. Nella tabella sopra esposta i dati relativi ai Comuni bellunesi.
LETTERE AL TORNADO
Autunno nel vigneto
a cura di Oliva De Rui
Sembrerebbe fuori luogo parlare di una stagione ormai trascorsa, ma penso che prepararci perché questa non arrivi
anzitempo nel nostro vigneto, sia alquanto utile. Guardando la foto di questa vite, a chiunque verrebbe da pensare che
sia stata fatta in autunno inoltrato; purtroppo non è così perché siamo ai primi di settembre 2017 e, accanto al bel colo-
re rosso-vino, possiamo vedere un’altra vite con le foglie ancora tutte verdi. La vite dai “bei colori autunnali” soffre di
una grave malattia: la flavescenza
dorata, trasmessa da una cicalina:
lo scaphoideus titanus che, nutren-
dosi di piante ammalate, trasmette
con la sua saliva il citoplasma da
una pianta all’altra. Quando nel vi-
gneto ci sono parecchie viti con
questi sintomi: giallumi per le viti a
bacca bianca, vivace arrossamento
per quelle a bacca nera, foglie che
si accartocciano verso il basso, tralci
con consistenza gommosa per
mancata lignificazione; allora se non
si interviene si rischia di perdere il
vigneto. E’ talmente grave questa fi-
topatia che il Decreto ministeriale
del 3 maggio 2000 ha stabilito la lot-
ta obbligatoria. Trattandosi di un in-
setto con una buona mobilità, è alquanto difficile liberarsene del tutto, però se facciamo qualcosa, possiamo tenerlo
sotto controllo, con danni accettabili. Due sono i modi di intervento: o lotta Integrata attraverso il monitoraggio e il rela-
tivi trattamenti con prodotti di sintesi (regolatori di crescita e a seguire un insetticida specifico) o con lotta Biologica
si accartocciano verso il basso, tralci
con consistenza gommosa per
mancata lignificazione; allora se non
si interviene si rischia di perdere il
7 vigneto. E’ talmente grave questa fi-
LETTERE
topatia AL TORNADO
che il Decreto ministeriale
del 3 maggio 2000 ha stabilito la lot-
ta obbligatoria. Trattandosi di un in-
setto con una buona mobilità, è alquanto difficile liberarsene del tutto, però se facciamo qualcosa, possiamo tenerlo
sotto controllo, con danni accettabili. Due sono i modi di intervento: o lotta Integrata attraverso il monitoraggio e il rela-
tivi trattamenti con prodotti di sintesi (regolatori di crescita e a seguire un insetticida specifico) o con lotta Biologica
quasi esclusivamente con prodotti a base di Piretro. A proposito di Piretro vorrei aprire una parentesi.
Le piretrine sono ricavate da un crisantemo coltivato prevalentemente in Kenia, Tanzania e Papua Nuova Guinea. Pur-
troppo anche il crisantemo è attaccato da parassiti che bisogna combattere. Uno studio australiano evidenzia che sia
in Tanzania che in Papua Nuova Guinea, per difendere le coltivazioni, si usano agrofarmaci di sintesi, tra l’altro i più
tossici. Quindi per salvare l’insetticida BIO si usano prodotti NON BIO. In Kenia fino all’anno 2000 gli agricoltori espor-
tavano il 95% della loro produzione di polvere di Piretro verso i paesi sviluppati. Oggi l’esportazione è scesa al 50%
perché sono intervenuti tanti problemi e molti si sono arresi (per irregolarità e scarse rese). Uno studio di HighChem
Agricolture (agroforniture) ha consigliato l’uso di 3 insetticidi per proteggere le coltivazioni di Piretro:
il Carbaril (proibito dalla UE dal 2006),
Il Dioxantion (un estere fosforico proibito dalla UE dal 2002),
e l’Alfacipermetrina (un piretroide di sintesi).
E così gli agricoltori Kenioti, col ricavato della vendita di Piretro, comprano sui nostri mercati altri agrofarmaci di sintesi
per poter continuare a produrre a casa loro.
La soluzione dei problemi in agricoltura non è mai facile perché tante e tali sono le variabili che influiscono sui risultati
che torna sempre attuale il detto: “par quant un el posse saver nol sa mai che basta”.
Mi viene da pensare però, che se tutti i viticoltori facessero i trattamenti (lotta integrata o bio) contro lo scaphoideus ti-
tanus, forse si riuscirebbe ad ottenere come per i vaccini l’effetto gregge e questo permetterebbe a qualche dissidente
di avere una probabile copertura non per merito suo ma perché altri hanno lavorato per lui.
CRONACA
COMUNE DI QUERO-VAS
PROVINCIA DI BELLUNO
AVVISO
DOMENICA 22 APRILE 2018
FIERA
si terrà l’antica
di Santa Croce
per ANIMALI e MERCI di qualsiasi genere
dalle 8 alle 13 esposizione e vendita di merci varie lungo via Nazionale
In piazza Marconi
davanti al municipio
Laori de na olta
rinnovata esposizione di
attrezzature, macchine agricole,
prodotti agricoli locali e animali. In piazza m
con il grupp usica dal vivo
o Alpen Bru
Grande stima del peso del vitello der
con ricchi premi.
Vi aspettiamo numerosi allo stand
dell'associazione agricoltori.
10 RASSEGNA STAMPA
Federica, la titolare del bar, regala fuori dal suo locale l’invenduto del giorno a chi ha bisogno.
«Nessuno si deve vergognare, le serrande dopo la chiusura sono abbassate e non viene visto».
L'offerta «All’esterno del mio bar - entra nel dettaglio la titolare Federica - depositerò tutte le sere un sacchetto di
pane fresco acquistato al mattino e che nel corso della giornata non è stato consumato; oltre a questo anche brio-
ches ed altro cibo che appunto avanza. Si tratta, lo specifico, di cose di giornata, non cose vecchie. Chi è in un pe-
riodo di difficoltà può passare a prendere qualcosa». Il via all’iniziativa mercoledì sera quando Federica l’ha lanciata
sul social. «Chi ha veramente bisogno, non è detto che abbia la possibilità di entrare in rete, per questo ha deciso di
diffondere la notizia tramite II Gazzettino». Conclude Federica: «Voglio fare una precisazione: chi ha bisogno non
deve aver paura o vergognarsi. Il tutto verrà messo fuori quando il bar è chiuso, per cui potete prenderlo tranquilla-
mente, nessuno vi controllerà».
da “Il Gazzettino” del 16 marzo 2018
I futuri ingegneri dell’ateneo patavino sono già al lavoro. Il sindaco Zanolla: «Grazie alle idee
dei ragazzi cerchiamo di ridare nuova vita al nostro paese e al commercio».
Quero quale caso-studio per creare una proposta che punti a far diventare la piazza del paese fulcro della vita co-
munitaria attraverso una riorganizzazione della piazza ma anche di tutto ciò che ruota intorno ad essa.
Il sindaco «La settimana scorsa, 65 studenti del quarto anno del corso di composizione architettonica ed urbana -
spiega il primo cittadino Bruno Zanolla - hanno fatto un sopralluogo alla piazza e a tutta l’area centrale di Quero. Ad
accompagnarli, oltre a me, il consigliere comunale l’ar-chietto Mauro Miuzzi che ha attivato i contatti grazie ad una
serie di conoscenze; l’obiettivo era quello di fargli vedere i tre punti principali su cui dovranno lavorare». I ragazzi
saranno infatti divisi in tre gruppi; il primo si occuperà di via Rimembranza, il secondo del lato posteriore del munici-
pio e il terzo gruppo della connessione della piazza (parcheggi, viabilità, funzione della piazza).
I documenti L'amministrazione comunale ha messo a disposizione degli studenti documenti, planimetrie, ricerche e
quant’altro possa essere utile ai ragazzi per redigere il progetto. La scelta del centro di Quero non è casuale ma de-
riva dal progredire della chiusura delle attività commerciali, un fenomeno in atto ormai in tutte le città e dovuto a
molteplici fattori tra cui un’errata politica fiscale e il proliferare del commercio elettronico. «L’obiettivo è quello di cer-
care di rivitalizzare la piazza facendola tornare al suo “compito” originale di punto di aggregazione e cercare di anti-
cipare quella che è una crisi sistemica dovuta allo sviluppo dei nuovi modi di fare acquisti», prosegue Zanolla.
«Pensiamo a tutto l’e-commerce che sta mettendo in ginocchio i negozi e le piccole botteghe ma che, a lungo an-
dare, metterà in difficoltà anche le realtà più grandi». Il riassetto organizzativo prevede anche che gli studenti ripen-
sino alle funzioni di alcuni edifici oggi vuoti ed in disuso che si affacciano sulla piazza. «Ci teniamo a questo proget-
to perché siamo convinti che usciranno delle cose interessanti ed idee innovative», conclude Zanolla. La vera sfida
sarà poi capire come realizzare e concretizzare, anche dal punto di vista economico, questo progetto».
da “Il Gazzettino” del 23 marzo 2018
Giovedì il mezzo di Simone Giupponi, di origine alanese, era stato centrato da un’auto;
poi in ospedale è stato colpito da un’embolia rarissima
cazione che sorge in rarissimi casi e che nel giro di 48 ore lo ha portato alla morte. Trasformando in tragedia un in-
cidente di per sé banale con quello scooter che era, da sempre, la sua passione. Simone, originario di Alano di Pia-
ve, abitava con la fidanzata a Montebelluna da un paio d’anni. Giovedì sera sono entrambi a bordo dello scooter
quando, per cause ancora al vaglio degli inquirenti, vengono centrati da un’auto davanti al Duomo, a una manciata
di passi da casa. Cadono, picchiano sull’asfalto, prendono una gran paura ma si guardano, parlano, si confortano.
Non sembra così grave. Entrambi finiscono in ospedale a Montebelluna. Simone ha una brutta frattura al femore.
Malgrado ciò è cosciente e lucido: parla con i medici, spiega di essere affetto da una patologia cardiaca, si preoc-
cupa di Asia. Viene sottoposto a una prima Tac, niente di anomalo. Ma poco
dopo, mentre visitano la fidanzata, inizia di colpo ad aggravarsi. È
un’embolia polmonare grassa: una complicazione che in questo caso parte
dal midollo osseo e che è considerata rarissima. I medici intervengono subi-
to, Simone finisce in rianimazione e perde conoscenza. Non la riacquisterà
più. È giovedì notte e inizia il calvario del 18enne e dei suoi cari: Asia, il fra-
tello Matteo (cui è legatissimo), la mamma Maria e la nonna Luigina, il papà
Giovanni. Attorno alle 3 di venerdì viene disposto il trasferimento al Ca’ Fon-
cello di Treviso, dove ci sono attrezzature (un cuore e un polmone artificiale)
in grado di far fronte all’emergenza. Simone entra in coma farmacologico.
Non riesce più a respirare da solo. Le ultime ore scandiscono le giornate dei
familiari verso l’inevitabile. Venerdì pomeriggio i medici spiegano tutta la gravità della situazione. La sera hanno ca-
pito che non c’è speranza. Sabato mattina, alle 11.27, viene dichiarata la morte cerebrale. Domenica spuntano le
rose bianche davanti alla chiesa. Simone se n’è andato da poche ore, la voce si sparge anche nel paese della non-
na materna, Colmirano di Alano. Lascia nel dolore più profondo i familiari, gli amici e i compagni di scuola dell’Ipsia
Carlo Scarpa di Montebelluna. Sul corpo dello sfortunato 18enne è stata disposta l’autopsia. Il funerale si terrà nella
chiesa di Campo, un’altra frazione di Alano di Piave. La bara bianca avrà un adesivo con il numero 46, quello di Va-
lentino Rossi, il pilota che amava.
da “La Tribuna di Treviso” del 26 marzo 2018
14 DONATORI DI SANGUE
Inquinamento
e salute dei bambini
rischi locali
Quale impatto hanno gli inquinanti sulla salute?
Come possiamo difendere i nostri bambini?
ne parliamo con
Sabato 14 aprile 2018, alle ore 20,00, presso la sede (bar ACLI di Campo) è convocata l’assemblea annuale
dei soci ACLI del circolo di Alano - Quero Vas. Chiunque, se lo desidera, può partecipare.
- Le ACLI affermano l’importanza fondamentale della famiglia, nella convinzione che “il bene della persona e della
società sia strettamente connesso con una felice situazione della comunità coniugale e familiare” (Gaudium et
Spes, 47).
- Le ACLI sono promotrici di democrazia. Si rivolgono a tutti i cittadini, perché sia riconosciuta la loro dignità e pos-
sano essere messi nelle condizioni di partecipare attivamente, ciascuno con un proprio ruolo, alla costruzione di
una società migliore, in cui tutti siano consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. Le ACLI si rivolgono così in
modo particolare alle persone più deboli, che vivono situazioni di disagio ed emarginazione perché poveri, soli,
stranieri, disabili, malati. Stanno con loro, offrono un aiuto perché con pari dignità si riconoscano pienamente parte
della vita sociale della comunità.
- Le ACLI considerano la promozione artistica e culturale una straordinaria opportunità di promozione sociale.
Conoscere e promuovere il valore di ogni persona, con particolare attenzione per chi è più debole, ci porta a coniu-
gare insieme l’entusiasmo per la diffusione della cultura e della conoscenza, con l’interesse per l’altro in una pro-
spettiva di vera e consapevole solidarietà.
- Le ACLI sono una grande associazione di associazioni, unite dalla condivisione dei valori della fede cristiana. So-
no questi valori, enunciati nella Dottrina Sociale della Chiesa, che ispirano la vocazione delle ACLI al servizio del
cittadino nei suoi bisogni della vita quotidiana, con particolare attenzione per i soggetti più deboli e al sostegno della
sua partecipazione attiva alla vita sociale del territorio in cui vive.
LETTERE AL TORNADO
L’ora di Scienza
Per capire come funziona il mondo e conoscere chi lo fa di professione
Unione
Unione Comune
Comune didi
Sette Ville
Sette Ville Quero Vas
Quero Vas
21 marzo 2018
I bambini, i ragazzi, gli insegnanti delle Scuole di
Alano di Piave, Quero Vas e Segusino, sostenuti
dalle Amministrazioni e dalle Biblioteche Comunali,
sono usciti in piazza per la giornata dell'Impegno
e del ricordo delle vittime innocenti di tutte le
mafie indetta da Libera, l'Associazione fondata da
Don Luigi Ciotti. Hanno piantato fiori, scritto
messaggi e lanciato riflessioni che non ci lasciano
indifferenti e che su queste pagine vengono
ancora una volta condivisi con tutta la comunità
perchè le parole possano diventare azioni, stili di
vita giusti e sostenibili.
"Da alcuni anni la nostra scuola scende in
piazza per la Giornata della memoria e
dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti
delle mafie e lo fa perché crede che per
contrastare le mafie, la corruzione, l’illegalità
occorre sì il grande impegno delle forze di polizia e di molti magistrati, ma prima ancora occorre diventare una
COMUNITÀ SOLIDALE E CORRESPONSABILE, che si adopera per la giustizia sociale, per la tutela dei diritti, per una
politica trasparente, per una legalità fondata sull’uguaglianza. Della corruzione e del malaffare è vittima innocente
purtroppo anche la “TERRA”, che ci sfama con i suoi frutti, ci disseta con la sua acqua che ci dona tutte le condizioni
per crescere e svilupparci ed alla quale ultimamente abbiamo dato in cambio solo grandi maltrattamenti, sfruttando il
territorio con l’eccessiva cementificazione, inquinando il sottosuolo, depauperando le sue risorse.
Oggi siamo qui anche per ricordare che “NOI” siamo una parte della terra, e la terra fa parte di noi.
Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe
di altri uomini. Giovanni Falcone
La mafia uccide... Il silenzio pure. Peppino Impastato
Ognuno nel posto che occupa, ha dei compiti da svolgere; in quanto esseri umani abbiamo anche dei doveri…
Essere responsabili vuol dire assumere appieno i nostri ruoli di figlio, madre, padre lavoratore, cittadino, amico,
studente, insegnante…Essere responsabili significa prendere il proprio posto e fare ciò che esige, piacevole o
spiacevole che sia. Anne Bacus-Lindroth
Parlate della mafia: parlatene alla radio, in televisione, sui giornali, a scuola… Però parlatene! Paolo
Borsellino
E’ vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata in particolare sul sesso, la razza, il colore della pelle,
l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le
opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la
nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali. Articolo 21 della nostra Costituzione
Essere responsabili significa essere capaci di rispondere per ciò che si è fatto… Essendo capaci di dare
spiegazioni quando ci chiedono il perché delle nostre azioni. Fernando Savater
La pace è autentica solo se è frutto della Giustizia; una società è giusta solo se rispetta i diritti fondamentali
della persona umana. Ogni uomo ed ogni donna, qualunque sia il suo posto nella società, può e deve
assumere effettivamente la propria parte di responsabilità nella costruzione di una vera pace nell’ambiente in
cui vive, famiglia, SCUOLA, impresa... Papa Giovanni Paolo II
Una buona istruzione di base è indispensabile per diventare cittadini consapevoli dei propri diritti e partecipi
della vita politica del proprio Paese. Rosaria Amato
Nella scuola e nella vita è necessario INTERESSARSI,
APPASSIONARSI, PRENDERE A CUORE... E' necessario tenere in
tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste o
battersi perché siano cambiate quando si vedrà che non lo sono.
Don Lorenzo Milani
Dobbiamo insegnare ai nostri figli a rispettare la Terra… Ricca delle
vicende dei nostri famigliari. Insegniamo ai nostri figli che la Terra è
nostra madre. Tutto ciò che accade alla Terra accade anche ai figli
della Terra. Se gli uomini sputano per terra, sputano su loro stessi.
Dal discorso di un Capo indiano
Basta parole! Quello che voglio sono i fatti! Se avessi voluto solo
parole, mi sarei comprata un dizionario!!! Mafalda di Quino
23 ASTERISCO
ATTUALITÀ
COMUNE DI QUERO VAS
UFFICIO TRIBUTI IMU TARI ICP
NUOVO GIORNO DI RECAPITO
MARTEDI MATTINA
ORARIO APERTURA SPORTELLO
VAS: DALLE 8,30 ALLE 10,00
QUERO: DALLE 10,30 ALLE 12,30
Per comunicazioni urgenti contattare l’Ufficio Tributi Servizio Associato Tributi dell’Unione Montana Feltrina
0439.317574 dalle ore 8,30 alle ore 12,30 tutti i giorni.
24 ATTUALITÀ
LETTERE AL TORNADO
Che peccato,
non ci sono più
gli alberi!
Con rammarico in questi giorni abbiamo vi-
sto tagliare gli alberi lungo la strada che
porta a Schievenin; magari non saranno
stati alberi belli e maestosi ma sicuramente
durante la stagione estiva offrivano un po'
d'ombra a chi si avventurava a piedi o in bi-
cicletta verso la nostra Valle.
Alcuni abitanti di Schievenin
25 LIBRI
Il Piave mormorò
1917-1918 fronte dolomitico: un fiume di racconti
Il Piave racconta la Grande Guerra. Non quella di scontri e battaglie, ma le storie
umanissime dei piccoli e a volte involontari protagonisti del conflitto: bambini,
donne, soldati. Vite diverse, accomunate dal legame con il fiume che diverrà sa-
cro alla Patria. A raccontare è Antonella Fornari, alpinista e scrittrice, nel suo
nuovo libro “Il Piave mormorò”. L’attenzione dell’autrice si concentra sull’ultimo,
difficile anno di guerra. Le vite di cui narra attraversano fatti epocali come gli ul-
timi scontri ad alta quota, il dopo Caporetto, il profugato. Ogni racconto è una
voce “dimenticata”, non riportata oppure solo parzialmente presente nei resocon-
ti ufficiali ma per questo capace di raccontare con grande forza cosa fu la Gran-
de Guerra. Palcoscenico delle vicende racchiuse nel libro è il fronte dolomitico
orientale. “Il Piave stesso è un figlio di queste montagne bellissime – spiega
l’autrice – esattamente come lo sono gli uomini e le donne che vivono in questi
luoghi. E dunque, quale testimone miglio-
re per riportare a galla queste storie? Es-
se rompono il silenzio in cui sono state
confinate per anni esattamente come fa il
Piave: fiume dal carattere tenace che
sfugge alla prigionia delle dighe costruite
dall’uomo e sempre ricompare per regala-
re a tutti noi il suo straordinario colore. In
esso si legge la storia antica dei paesi che attraversa, con la luce della cultura e
gli affanni della guerra. Una guerra sul Piave e per il Piave divenuto nel tempo
simbolo della vita e dell’energie di queste vetuste terre. Il Piave dunque e le sue
acque fatte di gocce senza tempo sono il filo conduttore di questi piccoli raccon-
ti: quasi miracolosamente sopravvissuti allo scorrere della Grande Storia e che
queste pagine riportano alla luce”. In un continuo omaggio a cime e paesi dolo-
mitici, da Sappada a Pieve di Cadore, nelle pagine di Fornari tornano a rivivere
figure come quelle di Pio Solero, Camillo De Carlo, Elia Tobolo de Lorenzo,
Giovanni Fontana, Orazio De Zolt, Giovanni Francesco Coffen, Giovanni Da Vià
Biral. I loro nomi sono per la maggioranza sconosciuti ai più, ma conoscere la
storia a cui sono legati significa aprire squarci di realtà diversi sul primo conflitto.
Scoprendo come la grandezza non fu solo degli eroi, ma anche dei piccoli.
Antonella Fornari, Il Piave mormorò,1917-1918 fronte dolomitico: un fiume di racconti,
Edizioni DBS, 2018. € 10 EAN 9788899369989
Per info e richiesta materiale ad uso redazionale: Laura Pontin – Coordinamento editoriale - info@edizionidbs.it
MOSTRE
26 ATTUALITÀ
Mamme insieme
La nascita di un bambino è certamente un evento carico di gioie ed
emozioni, ma allo stesso tempo costituisce anche un periodo critico di
adattamento ed implica numerosi cambiamenti nei rapporti familiari,
nel vissuto emotivo e negli aspetti organizzativi e pratici all’interno
della famiglia.
Nei primissimi mesi di vita del bambino spesso ci si trova soli ad
affrontare tutto questo, senza appoggio e confronto. Gli incontri dopo
parto organizzati dal Consultorio Famigliare dell'ULSS 1 Dolomiti,
offrono ai genitori e in particolar modo alle mamme momenti dedicati in
cui trovare sostegno, condivisione e approvazione per scoprire e
rafforzare le proprie competenze genitoriali, affrontare insieme i
problemi della quotidianità e condividerli con altre mamme.
Gli incontri sono coordinati e sostenuti dall'ostetrica Alba e sono aperti
alle mamme che desiderano incontrarsi e confrontarsi tra loro per
affrontare i dubbi, trovare soluzioni e condividere le esperienze intense
della maternità. Nei prossimi mesi alcuni incontri saranno dedicati a
temi specifici, oltre all'ostetrica si potranno incontrare la psicologa, la fisioterapista ed altri specialisti per approfondire
tematiche sulla salute della donna e del bambino.
I temi proposti sono:
i primi giorni del neonato, l’importanza della vicinanza con mamma e papà;
l’importanza dell’allattamento materno;
lo stato di salute di mamma e bambino;
ritmo veglia e sonno nel bambino;
igiene e alimentazione del bambino dalla nascita allo svezzamento;
rafforzamento delle fiducia, l’autostima e valorizzazione delle competenze genitoriali;
il massaggio del bambino:
se la mamma lavora, rientro della mamma al lavoro, l'inserimento del bimbo al nido.
Verranno anche affrontati e approfonditi insieme anche tutti gli argomenti proposti dai partecipanti.
Gli incontri si tengono il martedì pomeriggio in Biblioteca ad Alano di Piave ed a Quero sempre dalle 14 alle 16.
I prossimi appuntamenti saranno:
17 ALANO 24 QUERO
APRILE 10 QUERO
Fisioterapista DONNA E SALUTE
22 QUERO
MAGGIO 8 QUERO 15 ALANO 29 ALANO
DONNA E SALUTE
26 QUERO
GIUGNO 5 ALANO
DONNA E SALUTE
Per ogni informazione si può contattare: l'Ostetrica del Consultorio Familiare Distretto di Fener
il martedì mattina dalle 8.30 alle 12.30 al numero 0439.789346 oppure contattare dal lunedì al venerdì
Telefono Bianco n. 3293194100 dalle ore 8 alle ore 13.00
oppure la segreteria al n. 0439 883170 dalle ore 9.00 alle ore 12.30
a
sostituirlo con uno efficiente termico. Regolo il
re !
magari con un pannello sola 60°C in inverno.
estate e ORE 20.00 > A TAVOLA
termostato a 40°C in forno a gas, ottimi
In cucina meglio fornelli e dei coperchi,
la pentola a pression e e l’uso
c
MELLATA risorse. Nel frigo ci
ORE 7.45 > PANE E MAR li perché
stria riduco i tempi e risparmio ione e locali. Infine
prod otti di stag
solo
l
A colazione evito cibi indu ale. Me- sono
i
hanno un alto costo ambient marmella-
e c’è poca carne e di qualità.
g
glio frutta di stagione, pane .
ta, torte e biscotti fatti in casa ATUTTO.
ORE 21.00 > ROBOT LAV stoviglie? Il
lava
Devo comprare una nuova
27
ma
molta meno energia e, quin ecologico, senza
rsivo
e qualità con vestiti fatti per impatto elevato. Una T-shirt
un solo a pieno carico, con dete
duzione dei tessuti ha infatti di CO2 e 2000 litri di acqua.
kg prelavaggio né asciugatura.
“costa” all’ambiente circa 5
mia ior
BUTTO
VO? ORE 21.30 > STASERA LI ro metalli, carta, vetro
ORE 8.30 > COME MI MUOo ad andare a piedi o in …ma prima li differenzio: sepadifferenziata trasforma
a
Se è una bella giornata prov l’autobus. Faccio di tutto
o o e scarti di cucina. La raccolta rmia materie prime,
rispa
bici, così risparmio il tren proprio non è possibile offro
se i rifiuti in nuovi materiali e
per lasciare a casa l’auto energia, acqua e gas serra.
chiacche re e meno CO2.
passaggi: più
IN TV
LE PULIZIE ORE 21.45 > UN BEL FILM
base ai “pollici” ma an-
L
ORE 9.00 > L’ORA DEL re ossessionati dall’igiene ed evitare Ho scelto la TV non solo in Ho preso uno schermo
La regola è quella di non esse di, dannosi per noi e l’ambiente. a.
erici che all’efficienza energetic che al plasma perché
insetticidi, disinfettanti, batt e tanti rimedi della nonna: aceto,
i, LCD a cristalli liquidi invece circa la metà.
ni cons uma
Pochi saponi, solo ecologic a parità di dimensio
limone, sale e bicarbonato.
ICE FAI DA TE ORE 23.00 > A NANNA!
spegnere tutti gli stand-by
ORE 9.30 > GREEN OFF stampare un documento, imposto
di Un ultimo giro di casa per TV, frullatori,
Se non posso fare a meno lata o cer-
erisco di comprare carta ricic rossi, verdi o gialli di decoder, dopo tanto impegno,
te,
l’opzione fronte/retro. Sugg tica ho portato da casa anche una
plas Pc e microonde. E, finalmen
il meritato riposo.
tificata FSC. Per ridurre la ore e una caraffa per l’acqua. DA MA
PAN G
tazzina per il caffè al distribut
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