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Anno XL
26.04.2018
Numero
702
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO
Ricariche telefoniche
e la spesa. “Licenziato a forza”, l’artefice fu rispedito alle sue montagne, dove tenne sette anni la direzione del
seminario di Ceneda. All’arrivo di un altro vescovo, tornò a Padova, e si rimise al “tavolo calepinario”, come
modestamente chiamava la sua industriosa officina. Nel 1742 era giunto a “pone”, ma la nomina a confessore del
grosso seminario gli sottrasse praticamente il tempo per andare avanti. «Il mio Calepino sta male, al solito
interrotto, impedito quasi ogni dì, costretto a camminare colle tartarughe», scriveva, con umorismo non recriminante
né commiserante. Dopo nove anni, nel ‘51, liberato dall’ufficio, con una tirata finale di sedici mesi, riuscì a portarlo a
termine. Altri due anni richiese la rilettura, e otto la trascrizione fatta da copista in sedici volumi. Ma l’opera, di quasi
intera una vita, non andò ancora alla stampa. Né si sa che l’autore dimostrasse impazienze e risentimenti. A
settantasette anni, nel gennaio 1765, domandò di tornare dove era nato, in quel «meschino paese della miseria,
quasi fuori del mondo» (parole sue), e l’ottenne per grazia, con annui ducati cento. Visse tre anni, ancora, umile tra
umili, conforme al suo “costume aureo e puro”, elogiato da uno dei suoi vescovi. Si dilettava in lavori di artigianato,
e tra casa e campi, dove andava a “piccar” l’uva. Del suo sapere, il grande vocabolarista diceva che, se pur c’era,
era “scienza di parole”, nel senso inferiore che “l’imitazione di Cristo” le assegna in paragone al primato delle opere.
E protestava: «Io non intendo di fare al mondo comparsa di letterato, ma d’ignorante quale sono: anzi desidero di
non comparire per nulla». Con l’usata reverenza ricordò quel suo troppo esigente maestro, il Facciolati, nella
prefazione lasciata per il lessico, e vietava che altri lo pungessero in sua presenza, perché sentiva che «ciò punge
l’anima». Non mancava, per sua natura, di spirito. Sotto il ritratto alquanto florido dell’autore di un “Direttorio
mistico”, scrisse il versetto di Giovanni “non giudicate dalle apparenze”, in greco. D’un piovano, un omonimo
Forzellini, notò con esatti termini “la ventraia smoderata fuori di piombo”. Un nipote che vestiva con qualche
eleganza temeva che avesse a diventare “nepos”, che latinamente vale anche scialacquatore. Ma il suo gusto era
nella fede e carità, espresse con semplici sentenze, come “spes mea certa Deus”, “donar bisogna tutto a Dio”. Della
sua latinità non si serviva più che a effondere la contrizione, in distici. Morì il 5 aprile 1768, martedì dopo Pasqua,
alla vigilia degli ottanta, e fu sepolto da povero, «non avendogli trovato potere maggiore». Questo principe dei
lessicografi non vide la stampa del suo grande dizionario, che andò in tipografia solo dopo la sua morte, e si
pubblicò con la data del 1771. Il titolo, dato da altri, sarebbe apparso a lui certo troppo ampio. Non si sa per
determinazione di chi, il nome del reale autore venne preceduto, ancora, da quello dell’iniziale maestro, con
qualche incongrua ambiguità sulle parti: Totius latinitatis lexicon, consilio et cura Jacobi Facciolati, opera et studio
Aegidii Forcellini. Sbaglierebbe, tuttavia, chi volesse ascrivere la bonomia, l’umiltà, l’assoluta mancanza di
ambizione del Forcellini a semplice mitezza di carattere, a naturale ripugnanza della celebrità, a dolcezza e
tolleranza nei confronti dell’ambizione del maestro e dell’amico. No: nella sua modestia, nella sua serena
accettazione di un ruolo marginale, anzi, del mancato riconoscimento pubblico del suo enorme lavoro filologico -
perché, almeno in privato, vogliamo credere, e quasi sperare, che il Facciolati non sarà stato altrettanto avaro - vi è
qualche cosa di più e di diverso. Qualcosa, crediamo, che non ha tanto a che fare con la naturale predisposizione
del suo carattere, o, almeno, non solo con essa, ma con un afflato di autentica spiritualità, di autentica religiosità, di
autentico abbandono in Dio: perché chi possiede un tale spirito - come lo possedettero generazioni e generazioni di
studiosi, di artisti, di scienziati del Medioevo - non persegue la propria gloria, né si cura dell’ammirazione del
mondo, ma persegue soltanto e unicamente la gloria di Dio, di cui si ritiene un modesto, e fors’anche indegno,
strumento. Un servo inutile, secondo la definizione del Vangelo, si riteneva Egidio Forcellini: aveva risposto con
umiltà e dedizione totale al richiamo divino, ma sapeva di non aver fatto nulla con le proprie forze e di essere stato
nient’altro che un operaio al servizio d’un disegno più grande: da ciò la sua mansueta disponibilità a ritornare
nell’ombra, la sua aspirazione alla quiete del paese natìo, lontano dagli onori e dalla fama del mondo; da ciò la sua
serenità interiore, il suo equilibrio, la sua assoluta mancanza d’invidia o di amarezza. Da ciò, ancora, la sua
inclinazione alla vita semplice, la naturalezza con cui seppe passare dallo scrittoio dell’erudito ai lavori della vigna e
dell’orto, dal seminario della città famosa, ove era pur qualcuno, all’anonimato di un villaggio ai piedi delle Prealpi,
in cui non c’era un’anima che potesse comprendere e apprezzare il suo valore di latinista; e da ciò, per ultimo - ma
non da ultimo - la sua assoluta dirittura e benevolenza, per cui non tollerava che, in sua presenza, si dicesse
alcunché contro il suo invadente e non troppo scrupoloso maestro, perché il suo cuore era troppo limpido per
contenere la mala pianta del risentimento e troppo grande per albergare i germi dell’invidia o della gelosia. Era,
insomma, un vero cristiano, come ne ha prodotti tanti, nel corso del tempo, la società contadina pre-moderna,
particolarmente nel Nord-Est d’Italia: galantuomini dello spirito, umili membri di una “civica Dei” che viveva accanto
alla città degli uomini, dominata dall’ambizione e dalla malizia, anzi intrecciata ad essa, e tuttavia radicalmente
diversa da essa, quanto sono diverse le spighe di grano dalle ortiche e dalle erbacce che si mescolano in mezzo a
quelle: uomini e donne che, probabilmente, sono ancora fra di noi, accanto a noi, che incrociano i loro passi con i
nostri, ma che noi, il più delle volte, non sappiamo vedere, né riconoscere, proprio perché non fanno rumore, si
muovono in punta di piedi e fanno del bene con estrema semplicità, con pudore, quasi con ritrosia, e intanto
contribuiscono a rendere più lieta e amabile anche la nostra vita, senza che noi ce ne accorgiamo. L’albero buono
non può dare frutti cattivi, e viceversa. Vi sono ideologie che promettono la pace, la giustizia, la libertà, ma intanto
camminano sulle gambe di uomini e donne meschini, prepotenti, ambiziosi, che seminano dolore e amarezza
intorno a sé; e vi sono ideologie che non promettono il Paradiso in terra, perché vedono l’uomo così com’è, ossia
incapace di trasformarsi, da solo, in un angelo, ma che indicano, nondimeno, la via del Bene, perché lo vedono
anche come può diventare, se si lascia guidare da un Amore più grande: e sono queste ultime che producono una
messe copiosa di uomini e donne di pace, portatori di autentica comprensione fraterna e messaggeri di perdono e
riconciliazione. Rendiamo omaggio, pertanto, in Egidio Forcellini, non solo allo studioso esimio e disinteressato; non
solo all’uomo buono e mite, lieto di qualunque sorte venga da Dio; ma anche a quella religione e a quella cultura
che hanno saputo produrre, nel corso della storia, tanti uomini e donne di tal fatta.
4 CRONACA
In foto, dall’alto da sx: Il conduttore Roversi al Museo del Piave con Diotisalvi Perin, anima del Museo; una ripresa
all’interno del museo con i volontari all’opera; l’affresco sul muro della distilleria “Le Crode”; Roversi e il titolare della di-
stilleria: Vincenzo Agostini, mentre “assaggiano” il profumo della grappa, riscaldata sfregandola sul palmo delle mani;
all’interno del caseificio “LatteBusche” e, infine, inquadratura del coro Ana di Feltre con Guerrino Perenzin al centro
della foto, in seconda fila.
ATTUALITÀ
Un sogno che si avvera. Sono passati otto anni (era il 2010) da quando due amici queresi, Emil Bagatella e
Adriano Mondin, iniziarono quasi per scherzo - ma con grande passione - a produrre birra artigianale. Ma visto
che il prodotto incontrava il gusto degli appassionati, che cominciarono ad acquistarlo in quantità sempre maggiori,
emerse ben presto l’inadeguatezza del piccolo birrificio, situato in origine all’imbocco del ponte sul Piave che colle-
ga Quero e Vas. Da qui l’idea di un nuovo luogo di produzione, più adatto alle sopravvenute esigenze. I lavori di co-
struzione, in una nuova area sempre a ridosso della “Feltrina” e nei pressi della zona industriale querese, iniziarono
quindi nel novembre del 2016, per terminare il mese scorso. E martedì 27 marzo 2018, con il rituale taglio del na-
stro, l’agognato e meritato traguardo è stato finalmente raggiun-
to, con grande soddisfazione di Emil e Adriano. Nella nuova area
in via Feltre 23, che dispone anche di un ampio parcheggio, ora
sorge un birrificio di 500 metri quadrati destinato alla produzione
(peraltro attivo già dall’ottobre 2017), con una potenzialità che
oscilla tra i tremila e i quattromila ettolitri all’anno. E una birreria
di 300 metri quadrati, con circa 130 posti a sedere e una cucina
aperta sia a pranzo (con menù fisso, tre primi e tre secondi) sia
a cena (con menù più “rustico”). Nella sala - molto calda e acco-
gliente, grazie anche al molto legno utilizzato - si può quindi
pranzare o cenare ma, ovviamente, anche assaporare con la
dovuta calma - e a prezzi davvero contenuti - i numerosi tipi di
birra prodotti in loco. Ben venti, infatti, sono le spine a disposi-
zione dei clienti (di cui due a pompa). Otto contengono le birre
“tradizionali”, quelle che hanno accompagnato l’intera avventura
imprenditoriale di Emil e Adriano, mentre dodici quelle “stagionali”, che si alterneranno a seconda dei periodi. Tra
queste anche la birra “Tornado”, dedicata espressamente al nostro giornale, “birra a bassa fermentazione aroma-
tizzata al peperoncino “habanero”, che presenta color chiaro, gusto pulito e profumo caldo ed avvolgente del pepe-
roncino”. Ringraziando Emil e Adriano per il pensiero, non possiamo non sottolinearne il coraggio nell’affrontare una
sfida di tale portata in un momento storico non certo favorevole, augurando a loro e all’intero staff del Birrificio di
Quero (che conta al momento di una quindicina di persone) buon lavoro e un futuro…a tutta birra. Per concludere,
ricordiamo che il locale querese è aperto tutti i giorni con orario continuato dalle 6 del mattino (per le prime colazio-
ni) fino alle 2 di notte (per un’ultima birra in compagnia). Per informazioni o prenotazioni: tel. 347 504 8761. Oltre
alla birreria di Quero, resta aperta anche quella di Busche, rilevata da Emil e Adriano nel 2014.
A convivio i nati
nel gennaio 1948 di Quero
(S.C.) L’iniziativa di radunare i nati del gennaio 1948 di Quero era partita
alcuni anni addietro da Sergio Carelle e non poteva di certo fermarsi in
questo 2018 con l’importante traguardo dei 70 anni appena raggiunto. E
così l’appuntamento è stato rinnovato sabato 3 marzo all’agriturismo “Le
Mesine” di Valdobbiadene. Nella foto a destra, “i
magnifici sei” con, da sinistra, Antonio Corrà, Silva-
no Mazzocco, Angelo Santoni, Bruno Andreazza,
Giovanni Andreazza e Sergio Carelle.
Primavera e…primavere
Nella competizione anagrafica, il primato va a lei, a Silvia Dalla Favera, con le sue 95 (qua-
si 96) “primavere” (nella foto a sinistra). Onore al merito! Per quarant’anni concittadina fene-
rese (ora risiede a Feltre), Silvia ha il piacere - dalle pagine del Tornado - di inviare ideal-
mente una cartolina di cordialità e di auguri…“di lunga vita” a tutti i cari feneresi conosciuti e
ai loro familiari.
PIC-NIC
PIC-NIC PROGRAMMA
ore 8.00: ritrovo dei partecipanti a Fener, in Piazza Dante,
e partenza verso la Croce del Piajo
ore 10.00: “merenda” alla Croce del Piajo
ore 12.00: super-grigliata
con pollo, costesine, salsicce, braciole, polenta e…vino a volontà
CIRCOLO AUSER “AL CAMINETTO”
di ALANO DI PIAVE e QUERO VAS
Anche quest’anno il circolo Auser “Al Caminetto” organizza il soggiorno estivo. Dal 3 al 17 giugno
presso l’hotel “Le Terrazze” a Riccione, in posizione centrale e a pochi metri dal mare.
Prenotazione obbligatoria e versamento acconto entro il 24 aprile.
Per informazioni, programma dettagliato e prezzi rivolgersi in sede!
Informazioni e prenotazioni in sede AUSER di Quero Vas tel.0439 787861
Dal lunedì al venerdì dalle ore 15:00 alle ore 17:00
«Accompagnarci nelle domande che ci toccano in prima persona: cosa posso sperare? Come ricominciare una vi-
ta? È possibile perdonare? Quando l’arte sacra ci affianca nelle risposte alle domande vitali, allora diventa affa-
scinante e coinvolgente. A mio avviso non basta più che un museo sia “esperto d'arte”. È piuttosto chiamato ad es-
sere “esperto di umanità attraverso l’arte”».
Come facilitare questo approccio?
«Prima di tutto rallentando. Non posso far “ingurgitare” in una sola visita al museo 100 opere tra quadri e sculture in
60 minuti. Le opere vanno godute. Alla Gasc abbiamo iniziato a proporre percorsi di 3-6 quadri su un tema specifi-
co».
C’è secondo lei da parte degli artisti moderni un interesse verso l’arte sacra? Si pensi, ad esempio, al fatto
che fra qualche mese Feltre avrà un più grande museo diocesano di arte sacra con, appunto, una sezione
dedicata al contemporaneo.
«Sì, e molto. Il che è un bene. La novità, la sperimentazione è benvenuta, ma deve essere chiaro che l’arte cristia-
na è fatta per una comunità. Non basta avere una propria personale idea di sacro. L’arte deve comunicare: ci deve
essere un riferimento condiviso e questo è dato dal grande codice delle Sacre Scritture. Fra i progetti in cantiere ho
quello di valorizzare il patrimonio d’arte conservato nei depositi e lasciare che la fede continui a interrogare con arte
la vita».
da “Il Gazzettino” del 1° aprile 2018
ASTERISCO
Il 16 marzo a Feltre ha
riaperto il Bar La Chiusa…
di Silvio Forcellini
E’ iniziata il 16 marzo scorso l’avventura di Elisa Curto nelle vesti di ge-
strice del Bar La Chiusa. Storico locale alle porte di Feltre, “sovrastato”
dal santuario di San Vittore e Corona, da oltre 60 anni è una tappa obbli-
gata per chi transita lungo la “Feltrina”. “Condotto” per molti anni da Wal-
ter Zanella (nostro affezionato lettore di Caorera nonché presidente della
locale Pro Loco), e poi da Karin Dartora (anch’essa molto conosciuta in
zona per aver lavorato allo Jole Bar e al Bollicine), ora riapre al pubblico
rinnovato ma senza perdere l’atmosfera di osteria che per tanti anni lo ha
contraddistinto. Già dalle 5 del mattino è possibile gustare il primo caffè,
per poi proseguire con gli aperitivi di mezzogiorno e sera fino alle 20, ora-
rio di chiusura. Ma già in questo primo mese di attività sono stati offerti
due eventi ai clienti, la sera dell’inaugurazione con l’esibizione del cantan-
te Christian Pugliese e il weekend successivo con l’esibizione del chitarrista statunitense Travis Raab accompagna-
to dalla bellunese John Denver Project Band. Molte le idee che la giovane gestrice ha in mente per i prossimi mesi
per intrattenere gli avventori, non solo da sorseggiare o da sgranocchiare, ma anche a livello musicale e culturale,
anche per riscoprire le origini del nome de La Chiusa in parte già ripercorse nelle illustrazioni che si possono ammi-
rare nella saletta interna del bar. Come Tornado non possiamo che rivolgere un grosso “in bocca al lupo” alla nostra
giovane conterranea (Elisa è infatti originaria di Carpen) per questa nuova avventura, invitando i nostri lettori a se-
guire le sue proposte o sulla pagina Facebook del bar o, molto più semplicemente, fermandosi a gustare un buon
bicchier di vino accompagnato da un paninetto o da un invitante snack. Al Bar La Chiusa Elisa Curto è coadiuvata
da Alessandra Fabris, di Santa Giustina ma con trascorsi feneresi, e da Corona Paludetto, di Lamen. Giornata di
chiusura del bar: il mercoledì.
…e il 1° maggio a Segusino
riapre il Bar-chét
di Silvio Forcellini
Martedì 1° maggio - con il concerto del Trio Porco Quintet - riapre i batten-
ti anche il Bar-chét, il celeberrimo chiosco segusinese gestito dalla vulca-
nica Stefania Franceschin che, il giorno dell’inaugurazione, ospiterà an-
che Ape Regina Street Food (che delizierà i presenti con la sue pizze pre-
libate) e le illustrazioni di Lucia Serrano e le poesie di E.D.T. della mostra
“Il risveglio” (visibile fino al 29 aprile in Corte Finadri a Segusino e orga-
nizzata da “Il Collettivo”, la “neonata” ma già attivissima associazione cul-
turale guidata da Stephanie Rebuli che promuove l’arte in tutte le sue
forme). D’ora in avanti, dunque, e per tutti i giorni della stagione estiva, il
Bar-chét rappresenterà una vera e propria oasi di pace e di tranquillità, di
svago e di allegria in prossimità del Piave, grazie anche alle sue proposte
musicali e culturali. Per descriverlo, iniziamo dal “look”, che anno dopo
anno viene rinnovato, dato che in casa Franceschin la creatività non manca! Quasi tutto ciò che fa parte
dell’arredamento non è nuovo, bensì orgogliosamente ritornato a nuova vita o riciclato creativamente partendo da
diversi materiali di recupero. Poi le proposte enogastronomiche, che puntano come sempre su prodotti locali («per-
ché ne siamo fieri!», sottolinea Stefania), biologici, equosolidali, con un occhio di riguardo per le diverse esigenze
alimentari. Molte le novità di questo 2018, dal pane di grani antichi macinati a pietra di un piccolo mulino ai prodotti
13 ATTUALITÀ
del PPL (“Piccole Produzioni Locali”) come insaccati, formaggi e vino, fino alla collaborazione con Gioia Gelato, ge-
lateria artigianale di Fener. Insomma, ce n’è per tutti i gusti! E anche quest’anno non mancheranno i consueti “ape-
ritivi musicali”, con la presenza sia di artisti locali che, addirittura, internazionali (e per essere puntualmente aggior-
nati sui vari appuntamenti musicali in programma consigliamo di seguire la pagina Facebook del Bar-chét Chiosco),
ma molte altre ancora sono le sorprese in serbo, da scoprire di volta in volta! Conclude Stefania: «Il Chiosco Bar-
chét esiste perché è frutto della sincera compartecipazione di molte persone, che - ciascuna a suo modo - hanno
contribuito a far crescere quest’idea. Compresa la persona che pubblicherà questo articolo, che ci supporta sem-
pre. Quindi un grazie a tutti gli “amici del Bar-chét” e buona estate a tutti!» Noto anche, per l’appunto, con il nome di
“chiosco dell’estate”, il Bar-chét è situato in un terreno di proprietà di Stefania sito in via Verri 34, sul lato destro del-
la “provinciale” poco prima della galleria Vas-Segusino. Stefania, nella sua attività, è coadiuvata come di consueto
da tutti i suoi familiari, in particolar modo dalla mamma Rosanna e dalla sorella Dorotea. Buon lavoro!
PROGRAMMA:
- Architettura e strumentazione delle barche a vela, tipi di armo, modalità d’uso
- Il vento e la regolazione delle vele alle diverse andature
- Cenni sulle norme relative alla navigazione da diporto e per evitare gli abbordi in mare
- Venti e principali fenomeni meteomarini
- Prove pratiche in mare
A tutti i partecipanti sarà fornito un manuale di vela
CALENDARIO DELLE LEZIONI:
Giovedì 3 maggio: lezione teorica in Cartiera a Vas, ore 20.30
Domenica 6 maggio: uscita in mare
Domenica 13 maggio: uscita in mare
Opzionale: week end in Istria di fine corso (fine maggio/giugno)
INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI:
Cell: 329.2599260 - Mail: velaclubmontebelluna@libero.it
14 TEATRO
Ricette d’amore
di Cinzia Berni – Gruppo Teatrale Giovanile di Roncegno
TRAMA
Il giacinto a grappolo, noto come Muscari, deve il suo nome ai grappoli di fiori blu e viola. È una pianta perenne molto
resistente, facile da coltivare. Il Muscari originario dell’Europa è presente anche in Asia Minore e nel bacino del Medi-
terraneo, venne coltivato per la prima volta alla fine del sedicesimo secolo e attualmente annovera oltre 40 specie co-
nosciute. Appartiene alla famiglia delle Liliaceae, il suo nome deriva dal greco antico “musk” (muschio), in riferimento al
suo profumo caratteristico. Non tutte le specie di Muscari portano i fiori blu, ad esempio il Muscari botrioide, autoctono
italiano possiede fiori di colore bianco. Ciclo Colturale. La maggior parte delle specie di Muscari fiorisce tra febbraio e
aprile mentre alcune fioriscono in autunno. Si presentano in genere come piante basse con piccoli fiori di colore blu in-
tenso, in alcuni casi anche neri, raccolti in densi grappoli. In alcune specie, i fiori superiori del grappolo possono differi-
re per colore e forma da quelli posti nella parte sottostante. Il Muscari è una pianta molto diffusa nei giardini rocciosi e
può raggiungere i 20 centimetri in altezza. Curiosità su Muscari. Il Muscari è spesso usato in cucina. Sia i fiori che i
boccioli possono essere messi sott’aceto. In Italia meridionale, il bulbo di Muscari comosum (cipolla selvatica) è larga-
mente utilizzato in molte ricette tradizionali. È largamente utilizzato per preparare diversi piatti in combinazione con uo-
va, zucchine, patate, formaggio e olio.
15 CRONACA
Il Gruppo
Monte Cornella di Quero
organizza il viaggio in corriera
Domenica 13 maggio
in occasione dell’adunata
a Trento
Programma
Ore 05.30 partenza da Piazza Marconi con sosta intermedia
il ritorno è previsto dopo che il gruppo ha sfilato con sosta intermedia e
rinfresco.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 20,00
ISCRIZIONI FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI
ai seguenti numeri:
Antoniazzi Lorenzo 3334386893 - Schievenin Vilmer 3357283640
16 LETTERE AL TORNADO
Il Mercatino
Vendo Peugeot 207 1.4 70cv diesel, anno 2006, 190.000 km, Cinghia di distribuzione, pastiglie e dischi
dei freni nuovi 2.500,00 €uro - Se interessati contattare Federico +393203811330
17 CRONACA
Credo abbiano più valore poche parole dette con il cuore che il più prezioso dei regali. (M.M.) Una mamma ci ha
Pensando a ciò che un padre e una madre sono per i figli, credo che ogni giorno recapitato la lettera che
dovrebbe essere la loro festa. Il dono della vita è impagabile, ancor più se quella vita
è amata, cresciuta, educata con sacrifici, impegno e coraggio. Io mi ritengo una figlia ha scritto a suo
privilegiata. La solidità di un padre fedele, onesto e coraggioso, l’entusiasmo di un padre, chiedendo di
padre fiducioso e ottimista, la solidarietà di un padre umile, generoso e altruista, la pubblicarla a testimonianza
creatività di un instancabile lavoratore sono stati e sono tutt’ora i doni più preziosi che della ricchezza di
ho ricevuto. Sono valori edificanti per un figlio, sono pilastri sui quali si fondano le
scelte per il nostro futuro. Se la mia vita oggi è ricca e serena lo devo a te, che, sentimenti e valori che
assieme alla mamma mi avete dato tutto il bene possibile. Grazie anche per i tuoi ancora abitano i nostri
limiti senza i quali non avremmo bisogno di relazioni e senza relazioni vivremmo nella giovani. La accontentiamo,
solitudine e nella presunzione di essere perfetti. Il Signore ti protegga e ti faccia il felici di poter sottolineare
dono di vivere ancora per molti anni. Spero anch’io di averti dato qualche piccola
soddisfazione e spero anche che nella nostra famiglia non manchino mai la serenità e momenti così intensi.
la voglia di crescere insieme. Buona festa!!! Ti voglio bene, Sara
ASTERISCO
2018:
Prima uscita
in moto
segnalazione di Antonio Bronca
La foto, di FotoColor Resegati di Quero, testimonia il
ritorno in strada per la prima uscita della stagione
2018.
La speranza è che sia un buon anno, con tante belle
gite al mare ed in montagna, all’insegna della guida
responsabile, prudente e rispettosa del Codice della
Strada.
Il centauro Antonio Bronca, residente a Quero Vas
(Bl), augura a tutti i centauri una bella stagione e
manda un saluto a tutti i motociclisti.
21 LETTERE AL TORNADO
La chiesa di Campo
a cura di Silvio Forcellini
Testamento biologico
Disposizioni anticipate relative ai trattamenti sanitari
Scheda informativa tratta dal sito internet del Comune di Belluno
Il 31 gennaio 2018 è entrata in vigore la Legge n. 219/2017 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni
anticipate di trattamento”, composta da 8 articoli. I temi principali della legge riguardano il Consenso Informato (art.
1), la Terapia del dolore, il divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e la dignità nella fase finale della vita (art. 2),
come comportarsi con Minori ed Incapaci (art. 3), come registrare le proprie Disposizioni anticipate di trattamento (art.
4) e infine la Pianificazione condivisa delle cure (art. 5).
Il consenso informato
All’articolo 1, la legge «tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della persona» e
stabilisce che nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito senza il consenso «libero e informato»
della persona interessata.
Ogni persona ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata, in modo completo, aggior-
nato e a lei comprensibile, riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici e
dei trattamenti sanitari, nonché riguardo alle possibili alternative e alle conseguenze dell'eventuale rifiuto degli stessi.
Ogni persona ha il diritto di rifiutare, in tutto o in parte, qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario pro-
posto. Il medico curante è tenuto a rispettare la volontà del paziente di rifiutare il trattamento o l’accertamento proposto
ed è esente da ogni responsabilità civile o penale. In ogni caso il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari
a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico assistenziali.
Il consenso informato trova il suo presupposto nella relazione di cura tra paziente e medico ed è in questo rapporto di
fiducia che si incontrano l'autonomia decisionale del paziente e la competenza, l'autonomia professionale e la respon-
sabilità del medico. Nella relazione di cura vengono coinvolti, se il paziente lo desidera, anche i suoi familiari o la parte
dell'unione civile, o il convivente oppure una persona di sua fiducia.
Le disposizioni anticipate di trattamento DAT
Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di un'eventuale futura incapacità di autode-
terminarsi e dopo avere acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle sue scelte, può, attraverso
Disposizioni anticipate di trattamento (DAT), esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il
consenso o il rifiuto rispetto ad accertamenti diagnostici o scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari.
E’ possibile indicare una persona di propria fiducia, denominata «fiduciario», che faccia le veci nelle relazioni con il
medico e con le strutture sanitarie. Il fiduciario deve rappresentare le decisioni prese dalla persona che l’ha indicato
quando quella stessa persona non sarà in grado di esprimersi. Si tratta di un’indicazione che può essere revocata in
qualsiasi momento e il fiduciario stesso può rinunciare alla nomina attraverso un atto scritto.
L’eventuale nomina del fiduciario, che deve essere maggiorenne, deve essere fatta contestualmente alle DAT.
L’accettazione della nomina da parte del fiduciario avviene attraverso la sottoscrizione anche da parte sua delle DAT, o
con atto successivo, da allegare alle DAT. Al fiduciario è rilasciata una copia delle DAT. Il fiduciario può rinunciare alla
nomina con atto scritto, che è comunicato al disponente. L'incarico del fiduciario può essere revocato dal disponente in
qualsiasi momento, con le stesse modalità previste per la nomina e senza obbligo di motivazione.
Nel caso in cui le DAT non contengano l’indicazione del fiduciario o questi vi abbia rinunciato o sia deceduto o sia di-
venuto incapace, le DAT mantengono efficacia in merito alle volontà di chi le ha sottoscritte.
I minorenni sono esclusi da tutto questo: il consenso informato è espresso da chi ha la responsabilità genitoriale o dal
tutore. Va comunque sempre tenuto conto della volontà della persona minore, «in relazione alla sua età e al suo grado
di maturità, avendo come scopo la tutela della salute psicofisica e della vita del medesimo, nel pieno rispetto della sua
dignità».
Modalità di dichiarazione
Le Disposizioni anticipate di trattamento possono essere scritte a mano, al computer o video-registrate.
Negli stessi modi possono essere rinnovate, modificate e revocate in ogni momento. In caso di emergenza o di urgen-
za «la revoca può avvenire anche oralmente davanti ad almeno due testimoni».
Le DAT, per ora, possono essere firmate davanti a un pubblico ufficiale o a un notaio (prossimamente, anche presso il
Servizio Sanitari Nazionale). I documenti sono esenti dall’obbligo di registrazione, dall’imposta di bollo e da qualsiasi
altro tributo, imposta, diritto e tassa.
Altre informazioni
• La legge considera trattamenti sanitari la nutrizione, l’idratazione artificiali (somministrazione di nutrienti o soluzio-
ni idroelettrolitiche per via endovenosa o intragastrica su prescrizione medica).
• Nel nostro Paese l’aiuto al suicidio e l’eutanasia sono vietati e non possono essere contenuti nelle Dat.
• Ogni struttura sanitaria garantisce la piena e corretta attuazione dei principi di cui alla Legge 219/2017
• La legge inoltre ribadisce che il rifiuto o la rinuncia al trattamento sanitario non possono comportare l'abbandono
terapeutico. Sono sempre assicurati il coinvolgimento del medico di famiglia e l'erogazione delle cure palliative di
cui alla legge n. 38/2010 (Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore).
Documenti da presentare
Dichiarazione redatta nei modi spiegati sopra. Si consiglia di leggere il vademecum predisposto dal Comitato Etico Per
la Pratica Clinica dell’ULSS 1 Dolomiti.
25 ATTUALITÀ
Va evidenziato che i nodi vengono sempre al pettine come pure “chi la fa l’aspetti”! Parliamo pure della legge
elettorale fatta per sconfiggere qualcuno, ma se si ottiene il 50% + 1 dei voti non c’è scampo, il resto sono solo
scusanti appigli. S’invoca con insistenza lavoro, lavoro, lavoro, più che necessario specie per i giovani, ma nessuno
dà specifici indirizzi; e quali prospettive circa la situazione nel mondo: l’embargo verso la Russia, la guerra in
Ucraina e in tutto il Medio Oriente, il divario delle due Coree, l’ingarbugliata politica del Sud America, la fame
dell’Africa che dobbiamo mantenere, l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, i dazi americani, l’invasione
commerciale della Cina… Si pensa a tutto questo e quale può essere il lavoro del futuro? E’ qui che il mio ottimismo
viene meno, nel vedere le sorti del mondo travolto da un cataclisma di incertezze. Poiché dobbiamo avere fiducia,
aspetteremo con simpatia anche il governo che verrà, in modo benevolo ad assolvere le lusinghiere promesse.
ATTUALITÀ
L’Ordine degli Ingegneri in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili della
Provincia di Belluno ha organizzato una serie di incontri in varie sedi comunali del territorio provinciale al fine di
informare la popolazione sulle potenzialità dello strumento tecnico – fiscale
“SISMABONUS”
La Cittadinanza è invitata a partecipare all'incontro che si terrà
Venerdì 4 maggio 2018 alle ore 20,30
a QUERO
nella Sala delle Associazioni, Via Nazionale
(di fianco alla Biblioteca comunale)
Il materiale presentato dai Relatori (Ingegneri e Dottori Commercialisti) sarà scaricabile, liberamente e senza
password, dai rispettivi siti dei due Ordini Professionali interessati dove potrete trovare anche l’elenco dei
Professionisti che, con la loro disponibilità, hanno reso possibili queste serate divulgative.
BOCCE
Bocce:
il torneo di Pasqua
segnalazione di Antonio Bronca
Il torneo annuale di Pasqua, svoltosi a Pederobba (Tv),
quest’anno è stato vinto da giocatori della bocciofila Asd Pon-
te Tegorzo. Al primo posto Antonio Bronca (a sx in foto) ed al
terzo posto Fortunato Cadorin, ambedue residenti a Quero
Vas (Bl). Nella foto, scattata da FotoColor Resegati di Quero, i
due giocatori posano con due uova pasquali giganti. Se il
buon giorno si vede dal mattino… speriamo che sia un buon
inizio per un ottimo campionato.
A tutti gli atleti auguri per una positiva stagione sportiva.
28 ATTUALITÀ
COME ERAVAMO
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