Sei sulla pagina 1di 36

LOGOS

R S A A
Notiziario dell’Ispettorato regionale del Lazio

Il Tempio al tempo
del IV Grado

Dicembre 2011
A U T O S A G

DEUS MEUMQUE JUS ORDO AB CHAO


L U F T U P

SUPREMO CONSIGLIO
DEI SOVRANI GRANDI ISPETTORI GENERALI DEL 33° ED ULTIMO GRADO
DEL RITO SCOZZESE ANTICO ED ACCETTATO DELLA LIBERA MURATORIA
PER LA GIURISDIZIONE MASSONICA ITALIANA
GRANDE ORIENTE D’ITALIA - PALAZZO GIUSTINIANI

Grandi Dignitari
Sovrano Gran Commendatore: Pot.mo Fr. David Cerniglia 33
Ex Sovrano Gran Commendatore: Pot.mo Fr. Corrado Balacco Gabrielli 33
Gran Comandante del Campo - Luogotenente S.G.C.: Pot.mo Fr. Felice Gerbino 33
Gran Priore - Gran Ispettore - Presidente del STN: Pot.mo Fr. Luigi Milazzi 33
Grande Oratore - Gran Ministro di Stato: Pot.mo Fr. Flavio Balestrero 33
Gran Segretario – Gran Cancelliere: Pot.mo Fr. Leo Taroni 33
Gran Tesoriere Elemosiniere: Pot.mo Fr. Edo Biondo 33
Grande Architetto Revisore: Pot.mo Fr. Giuseppe Bertulu 33

Grandi Dignitari Aggiunti


Grande Oratore - Grande Ministro di Stato Agg.: Pot.mo Fr. Giorgio Gianni 33
Gran Segretario – Gran Cancelliere Agg.: Pot.mo Fr. Andrea Roselli 33
Gran Tesoriere Elemosiniere Agg.: Pot.mo Fr. Ugo Bellantoni 33

Grandi Ufficiali
Gran Guardasigilli: Pot.mo Fr. Angelo Florio 33
Grande Archivista Bibliotecario: Pot.mo Fr. Giovanni Casa 33
Gran Maestro delle Cerimonie,
Grande Esperto Tegolatore, Grande Portaspada: Pot.mo Fr. Enrico Simoni 33
Gran Capitano delle Guardie: Pot.mo Fr. Giovanni A. Puglisi 33

Tribunale del S.C.


Presidente: Pot.mo Fr. Rosario Morbegno 33
Giudice Effettivo: Pot.mo Fr. Vincenzo Bua 33
Giudice Effettivo: Pot.mo Fr. Riccardo Segre 33
r

5 Cariche 2011 della Loggia di perfezione


Maestri Segreti “Giano”
6 Introduzione
del Pot.mo Fr. Domenico Giancaspro 33
Ispettore regionale per il Lazio R.S.A.A.

Le Tavole del Fr. Oratore Alberto Castelvecchi 9


8 Cosa ci aspettiamo in concreto dal Rito 10 La Camera
di IV Grado 11 Fedeltà e Dovere 12 Il Silenzio
13 L’Obbedienza 15 La Discrezione 17 La Chiave
Spezzata e l’Urna 19 Gradi e Gradualità nel Rito
Scozzese 21La Superstizione 23 Il Disco Solare

S
25 I tre viaggi del Maestro Segreto 26 Sette e più Gioie
per l’abbellimento del Tempio

LOGOS
3
ommario

28 Allocuzione del Grande Oratore Gran Ministro


di Stato, Pot.mo Fr. Flavio Balestrero 33
nella Tornata Nazionale in IV Grado
del 15 ottobre 2011
4
L OGGIA DI PERFEZIONE
MAESTRI SEGRETI “GIANO”
ORIENTE DI ROMA
ommario
CARICHE PER IL 2011 A.D.
Pot.mo Re Salomone Luigi Filippi 32
Ven.mo Fr. Adonhiram Ezio Fadda 30
Fr. Esperto Fabrizio Celani 30
Fr. Oratore Alberto Castelvecchi 9
Fr. Oratore aggiunto Manlio Dalmasso 4
Fr. Segretario Andrea Fiduccia 4
Fr. Segretario aggiunto Claudio Spalvieri 4
Fr. Tesoriere Manlio Lo Presti 4
Fr.Tesoriere aggiunto Roberto Silvi 4
Fr. Maestro delle Cerimonie Domenico Bellantoni 4
Fr. Maestro delle Cerimonie aggiunto Tommaso Lazzari 4
Fr. Portastendardo Luigi Liolli 4
Fr. Capitano delle Guardie Alessandro Bracci 4

5
I Gradi sono quelli che ciascun Fratello
aveva all’atto dell’insediamento
Presentiamo in questo

fascicolo di “Logos” le Tavole

incise per i lavori della Loggia

di Perfezione dei Maestri

Segreti “Giano” all’Oriente

di Roma, nell’anno 2011.

S
Roma, 16 dicembre 2011 A.D.

ia dato merito al Fr. Oratore partecipazione di tanti Fratelli.


Alberto Castelvecchi 9, che Un lavoro che si è tradotto in
esse si commentano da sole per interventi spesso pregnanti, in
lucidità e ricchezza di contenuti, silenzi molte volte meditativi e

6 e fanno onore al Rituale del IV soprattutto in un costante, forte


Grado laddove ricorda ai nuovi e diffuso desiderio di contribuire
Maestri Segreti che “Noi abbiamo a far parte consapevole della
contratto l’obbligo di studiare la robusta catena del Grado.
Libera Muratoria nella sua storia,
nei suoi simboli (…), nella sua Ne rendiamo volentieri atto
morale”. ai Maestri Segreti, senza
dimenticare che la loro catena
Ma queste tavole rappresentano è solo il primo anello della
anche molto più di una più grande catena costituita
esibizione di buon sapere. Esse da tutti i Capitoli e le Camere
sono infatti il punto di avvio di dell’Ispettorato regionale Lazio,
un intenso e proficuo lavoro e dal lavoro che essi svolgono.
che la Loggia di Perfezione ha Un lavoro che, sia detto senza
svolto durante l’anno, grazie alla presunzione ma con cognizione,
ci rende orgogliosi di partecipare con
profitto alla magistrale costruzione
rappresentata dal Rito Scozzese Antico ed
Accettato.

Gli apprezzabili risultati colti dai


Maestri Segreti non sarebbero nemmeno
concepibili se non fossero inseriti in
questo contesto straordinario, di cui
ciascuno di noi si onora di fare parte.

Di ciò è qui data chiara testimonianza 7


con la pubblicazione della ricchissima
Allocuzione del Grande Oratore
Gran Ministro di Stato, Pot.mo Fr. Flavio
Balestrero 33, per l’ultima riunione
nazionale del IV Grado svoltasi a Roma
sotto la guida e l’impulso del Sovrano
Gran Commendatore David Cerniglia 33,
che l’Ispettorato regionale Lazio ha avuto
il privilegio di organizzare.

Pot Fr. Domenico Giancaspro 33 M.A.


Ispettore regionale per il Lazio R.S.A.A.
Cosa ci aspettiamo
in concreto dal Rito

P
Roma, 21 gennaio 2011 A.D.

otentissimo Re Salomone, c’è un Eviterò di chiamarvi a rispondere


passo indicativo del Rituale di nominalmente, uno ad uno, perché
Iniziazione, in cui l’Adonhiram so di poter confidare nella vostra
chiede al Maestro delle Cerimonie franchezza e schiettezza, e so che
chi sta conducendo «tra la schiavitù vorrete rispondermi. E so anche che
e le tenebre». Il Maestro delle una parte di quello che cercate, e
Cerimonie dice che è un Libero soprattutto di quello che troverete,
Muratore, che sta cercando la Parola non è comunicabile a parole,
Perduta. ma farà parte del vostro Segreto
8 (secretum) iniziatico.
L’Adonhiram lo avverte che la
Parola non è stata ancora ritrovata, Tuttavia in concreto vi chiedo: che
e dice: «cosa chiede questo Libero stimolo di ricerca vi ha mosso? Cosa
Muratore?». Risposta del Maestro vorreste ancora realizzare? In poche
delle Ceromonie: «Chiede di essere parole, cosa vi aspettate, adesso, dal
ammesso tra i Maestri Segreti Rito Scozzese Antico ed Accettato?
perché è passato dalla squadra al
compasso, perché ha visto la tomba
di Hiram ed infine perché aspira ad
elevarsi».

Ecco, queste sono già le prime


indicazioni del tema di lavoro di
questo Capitolo: lo frequentiamo di
nostra libera e spontanea volontà,
perché aspiriamo ad «elevarci».
Adesso io vi chiedo, Fratelli Maestri
Segreti: cosa vuol dire questo, per
voi?
La Camera
di IV Grado

P
Roma, 4 febbraio 2011 A.D.

otentissimo Re Salomone, il colore E dunque, facciamo bene attenzione:


nero della camera di IV Grado che ci a dispetto dei paramenti neri e della
accoglie richiamerà sicuramente per presenza di un’Urna, la nostra Came-
molti di voi l’oscurità del Gabinetto ra non è una Camera di contrizione
di Riflessione, che è uno strumento luttuosa, ma è un luogo di interiorità
iniziatico, non per caso, tipico del- in cui, visibilmente, sta maturando
la massoneria francese e dello scoz- una trasformazione rivoluzionaria. Le
zesismo. Il Gabinetto di riflessione, colonne bianche, segno visibile del
come sappiamo, è un luogo di «ma- nostro lavoro, si elevano squarciando
10 cerazione del seme», di separazione, la tenebra. Il cielo è aurorale – come
un luogo in cui affrontiamo, prima dice il Rituale di Apertura «le tenebre
ancora della concreta Iniziazione, il si sono dileguate davanti all’aurora e
tema del morire alla profanità per ri- la grande Luce risplende sulla nostra
nascere nella Via iniziatica. Loggia» – anche nel senso di un’an-
nunciazione alchemica: da questo
Anche la Camera di Mezzo che ci ha cielo cadono stille argentee.
accolto prima dell’Elevazione a Ma-
estri era una Camera nera, a lutto, in Adesso chiediamoci, fratelli: nella
cui siamo entrati di spalle, come ri- vita di tutti i giorni sappiamo rico-
percorrendo i nostri passi a ritroso. noscere (e attivare) i segni della tra-
sformazione dove gli altri vedono la
Il colore nero che ci accoglie qui non stasi, lo sgomento, il lutto? Da cosa
è però la stessa cosa: quello che dob- capiamo che dobbiamo cambiare,
biamo «macerare» qui è ben altro, prendere una decisione, trasformare
e fin dall’ingresso nella Camera, in la nostra vita? Sappiamo essere uo-
sede di Iniziazione, ci viene fatto ca- mini della trasformazione, a partire
pire che il buio in cui viaggiamo è la dall’analisi dei pensieri della nostra
profondità della nostra mente, della interiorità?
nostra meditazione interiore, che noi
dobbiamo diradare conquistando un
nuovo silenzio e una nuova scintilla
di consapevolezza.
Fedeltà
e Dovere

Potentissimo Re Salomone, nella vita di tutti i giorni nel


nostro Paese, il tatticismo prevale sui princìpi. Lo abbia-
mo sotto gli occhi con la politica: i patti vengono conti-
nuamente riscritti, le alleanze sono sempre fluide, tutto
Roma, 4 marzo 2011 A.D.

nale, al limite del fanatismo, e forse


dettato dall’ambizione. Ecco perché
i Maestri segreti sono vincolati a una
Fedeltà e a un dovere implacabili
(o quasi) è negoziabile. L’interesse transitorio prevale, “come la morte”, dice il Rituale: per-
insomma, sulla visione d’insieme. Ma la Fedeltà, l’Alle- ché se della parte più profonda della
anza, il Dovere di cui ci parla questo Grado non sono nostra coscienza si facesse scempio e
negoziabili. mercato profano tutto il Rito Scozze-
se ne verrebbe ferito e danneggiato. E
È vero che ogni verità umana – ce lo ricorda uno speci- il Rito Scozzese, che ci ha cooptato,
fico passo del Rituale – è relativa. Ma ciò non vuol dire ci affida una prova difficile: quella
assumere un relativismo totale: noi cerchiamo una di- di misurare, nelle nostre vite di ogni
mensione della Verità che non è relativa. Cerchiamo una giorno, quanto di questi princìpi, di
realizzazione che è interiore e segreta, e solo dopo potrà questa Fedeltà alla nostra coscienza,
essere esteriore e pubblica. Fedeltà, dunque all’impegno di questo sentimento profondo del
che abbiamo assunto, prima di tutto verso noi stessi, con Dovere sia vivo e operante.
la Promessa Solenne. E Fedeltà verso i princìpi di tradi- 11
zione e ritualità che sostengono una Via iniziatica. Chiedo allora un intervento schietto
e sincero ai Maestri di questa Ca-
Proviamo ora a vedere il lato puramente massonico (e mera: se abbiamo capito che qui, di
scozzese) della questione: i Maestri Segreti sono al cor- fronte a quell’Urna, si mette in gioco
rente di una evoluzione della leggenda di Hiram che non davvero la nostra autenticità di Ma-
è nota agli altri massoni. Hanno visto la tomba di Hiram, estri, la nostra volontà di conseguire
essendo Maestri. Ma ora sanno che esiste un Sanctum l’Iniziazione, cosa ne sarà ora delle
inviolabile, una profondità della coscienza che è rap- nostre vite? Esiste un “punto di vista”
presentata dalla seconda sepoltura di Hiram, da un’Ur- scozzese da cui ora possiamo “ri-
na che testimonia l’accensione di una scintilla, un’Urna lanciare” il nostro progetto di vita? È
che si dice conservi le ceneri di Hiram. Ma le ceneri di cambiato qualcosa, da quando siamo
Hiram non sono solo “cenere”: sono l’essenza, la fonte, qui? E soprattutto: a cosa ci sentiamo
la scaturigine verso cui indirizziamo la nostra ricerca per fedeli, ora?
trasformare noi stessi.

In quanto Maestri Segreti noi siamo i guardiani perime-


trali, i custodi, i portatori e i garanti dell’inviolabilità del
nostro Sancta Sanctorum interiore. Le passioni dei tre
cattivi Compagni, che sono ancora in circolazione, la
superstizione, il pregiudizio qui non debbono entrare.
Vediamo ogni giorno che catastrofi provoca – anche tra
fratelli, spiace dirlo – un atteggiamento fazioso e passio-
Il Silenzio

P
Roma, 18 marzo 2011 A.D.
Al Maestro Segreto viene ricordato,
nel Rituale di iniziazione, che il Rito
Scozzese mira all’elevazione dello
Spirito.

Guardiamo al disco solare sopra il


trono del Potentissimo Re Salomo-
ne, vediamo cosa si “sprigiona” da
otentissimo Re Salomone, ogni Gra- quell’Urna (in senso letterale, di usci-
do della ricerca massonica ha un suo ta dalle prigioni dell’anima). Stiamo
Silenzio, perché ogni Grado assistendo alla nascita di un nuovo
cerca di sciogliere, risolvere impacci stato di coscienza. Comincia qui,
diversi, metalli diversi. dunque, il lungo percorso di compi-
mento dell’Opera: dopo essere pas-
Bene, cosa deve tacere in questo Gra- sati già dal fisico all’animico (“Ho
do? Conosciamo il silenzio dell’ap- visto la tomba di Hiram”), ora ci pro-
prendista, e sappiamo quanto sia im- iettiamo dall’animico allo spirituale,
12 portante lavorare in quel Grado. e poi ancora guarderemo all’Univer-
sale. Dal denso al sottile, dai piccoli
Nell’Iniziazione a compagno il piano ai grandi Misteri.
dei sensi fisici deve tacere, per poter
essere riordinato e trasceso in una Il silenzio ha dunque il valore di una
sfera di sensibilità sottile, animica. nuova tecnica di meditazione su cui
Per il maestro massone, poi, il silen- avviarci nel Rito: deve tacere la parte
zio è d’obbligo di fronte ai tre cattivi ancora non risolta delle passioni ani-
compagni che cercano di conquista- miche, ma deve anche tacere quel la-
re la Parola senza avere le necessarie vorio mentale, quel mentalismo che
qualifiche. Quei tre cattivi compagni rischia di fuorviarci.Il Maestro mas-
sono una “rumorosa” parte di noi su sone dovrebbe sviluppare al massi-
cui dobbiamo lavorare a lungo. mo la sua individualità realizzativa
come Uomo già nel terzo Grado. Il
Ricordiamo che noi Maestri Segreti Tempio è compiuto, ci viene detto
siamo Leviti, siamo anche un corpo quando entriamo nel Rito. Ma ora
di guardia: i tre impostori sono ancora gli si fa capire che quell’individuali-
in circolazione e una loro ricompar- tà stessa, anche quella più educata e
sa sulle soglie di questa Camera, alla profonda, rischia di essere un metal-
ricerca del Sancta Sanctorum, non è lo spirituale.
da escludere. A chi ci chiedesse una
chiave d’accesso dobbiamo dunque Come uno dei tanti “idoli di metallo”
opporre una chiave spezzata. dice il Rituale di iniziazione, che ci
L’Obbedienza

P
Roma, 1 aprile 2011 A.D.
facciamo da soli, l’ego compiuto in
cui abbiamo creduto di specchiarci è
d’impaccio, appunto, nell’elevazio-
ne dello spirito.

Poi c’è il silenzio come sigillo di fe-


deltà iniziatica a questa Camera e,
con essa, a tutto il Rito Scozzese. Noi otentissimo Re Salomone, come Ma-
sappiamo che c’è curiosità da parte estri Liberi Muratori possiamo giusta-
del mondo profano, verso la Masso- mente ritenere di avere conquistato
neria e spesso verso il Rito Scozzese. una grande libertà interiore, una ca-
E anche i Fratelli massoni non scoz- pacità di autodeterminarci e di spin-
zesi, tra cui sediamo nelle Logge az- gerci autonomamente lungo la Via
zurre, talvolta ci guardano con fare iniziatica tradizionale. (Però sappia-
interrogativo: ma di cosa si occuperà mo anche che il nostro concetto di
questo Rito scozzese? Cosa mai ci Libertà trova nei Landmarks, per tutti
sarà da sapere, da scoprire, oltre la noi, la sua Regola e il suo confine).
leggenda di Hiram nel terzo Grado? 13
“Nulla e Tutto” potremmo risponde- Il Rito Scozzese ci pone ora di fronte
re, se fossimo in vena di indovinelli a un nuovo concetto di Obbedienza,
esoterici. Invece noi dobbiamo tace- e sulle prime molti Fratelli ne sono
re, tacere per il bene del Rito e dei stupiti, quasi contrariati.
Fratelli stessi. Come può un percorso di perfezio-
namento massonico, in cui libera-
Come potremmo ritrovare, nelle no- mente e spontaneamente ho scelto di
stre vite quotidiane, un esempio del lasciarmi cooptare, passare di nuovo
silenzio che stiamo cercando di con- per la porta stretta dell’Obbedienza?
seguire in questo Grado? Cosa deve Obbedienza a chi, o a cosa?
tacere, affinché possiamo elevarci
spiritualmente? Con una formula for- Chiariamo innanzitutto una cosa:
se un po’ semplice, potremmo dire l’Obbedienza di cui ci parla questo
che si tratta di passare dall’Ego all’Io? Grado non contraddice affatto, ma in
Dall’attaccamento alle cariche e ai qualche modo affina e “specializza”
riconoscimenti e allo status, al sem- l’ispirazione generale dell’Obbedien-
plice spirito di servizio e di dovere? za massonica.

Ma noi siamo capaci “mettere da Dobbiamo, però, con la franchezza


parte” una parte così importante di dei Maestri e ancor più con il rigo-
noi stessi in vista di una maggiore re degli Scozzesi, intenderci bene.
apertura umana? Quando diciamo “Io sono Maestro,
gli unici dettami che devo ascoltare sono quelli della mia ne, in ogni momento. Il reale conse-
coscienza”, dobbiamo stare attenti a una cosa sola: cosa guimento di questo principio richie-
intendiamo, cosa sentiamo quando diciamo “Io”? de di mettere da parte quei residui di
egoismo, personalismo, attaccamen-
Il Rito Scozzese lavora per l’elevazione dello Spirito, e to alle nostre passioni, al nostro ca-
allora è bene che sappiamo che non tutti gli attributi, le rattere, al nostro status. Residui che
prerogative, i privilegi e le acquisizioni di quel nostro af- rallenterebbero o addirittura impedi-
fezionato pronome “Io” ci serviranno a granché, se vo- rebbero il nostro percorso iniziatico.
gliamo intraprendere il cammino verso lo Spirito. C’è una vignetta di Altan, il famoso
disegnatore satirico, che dice: “spes-
Una volta costruito il Tempio della nostra interiorità, ora so mi chiedo chi sia il Mandante di
dobbiamo capire come abitarlo, e soprattutto cosa cerca- tutte le scemenze che faccio”. Ecco,
re, adesso che siamo alle porte del Sancta Sanctorum. a questa domanda dovremmo saper
rispondere con sempre maggiore sin-
Noi cerchiamo un “Io” più profondo, che ci permetta di cerità e rigore.
tentare il salto dal particolare all’universale, e per fare
questo abbiamo di fronte a noi tutta la declinazione dei E poi c’è l’Obbedienza al Rito in sé
Gradi Scozzesi. l’Obbedienza del Rito ci chiede dunque e per sé: questa è una cosa che, in
un atto di coraggio e di rinuncia: se ci attacchiamo alle un modo o nell’altro, dobbiamo ca-
nostre prerogative di Maestri, se crediamo a quello che pire. Il Rito ci imporrà dei compiti,
siamo stati e non a quello che saremo, il Rito ci riserverà ci chiederà di fare delle “cose”, an-
non poche amarezze. che in relazione al mondo profano.
Già adesso ci sta assegnando il più
Ma se capiamo di cosa si parla, quando si parla di ele- delicato e urgente dei compiti: pro-
vazione dello Spirito, allora l’Obbedienza ci apparirà in teggere l’Urna di Hiram, che poi è la
primo luogo come strumento, come metodo e come op- nostra capacità di rigenerazione spi-
14 portunità di lavoro su noi stessi. rituale, dall’Ignoranza, dal Fanatismo
e dall’Ambizione.
La gerarchia, per esempio: nella vita profana, come pure Domani compiti gravosi e sfidanti
qui al Rito, ciascuno di noi è portato a viverla secondo seguiranno, ma essi saranno prove,
le proprie inclinazioni personali. C’è chi per sua natura prove che devono servire al bene
è più scettico e ironico, e se ne ride di Gradi e Onori, e del Rito da un lato, e al progresso
c’è chi, magari per i suoi trascorsi militari o per caratte- dell’Iniziato dall’altro.
re, tende a sbattere i tacchi e mettersi all’ordine appena
vede un una persona di Grado superiore. C’è chi ama Ormai sappiamo che la distinzione
ragionare per via gerarchica e chi male si adatta a qual- stessa tra mondo reale, o profano, e
siasi gerarchia. mondo iniziatico, che viviamo qui
nel Capitolo, è illusoria: per il Mae-
Ma tutti questi atteggiamenti hanno in sé qualcosa di stro scozzese tutto è sacro, in quanto
profano. Consultiamo un buon dizionario, e vediamo da egli tutto vive e trasforma, giorno per
cosa viene “Gerarchia”. Viene dal greco “Hierarches”, giorno, seguendo i dettami dell’Ob-
“Gerarca, in quanto Capo (archos) delle Sacre Funzioni bedienza. È inutile chiederci se sia-
(hierà)”. mo pronti, se questo ci piace o non
ci piace. Ricordiamoci solo che se ci
Ecco, noi ci occupiamo di una gerarchia che è una diver- inchiniamo alla dignità di una sciarpa
sa scala di “priorità”: in quanto Massoni non cerchiamo lo facciamo in onore di una funzio-
un gerarca o un sacerdote “esterno” che faccia le cose per ne, di un Grado della vita spirituale,
noi. Cerchiamo un sacerdote interno, un nostro “Capo non in cieco ossequio a questo o a
delle funzioni Sacre” che deve guidare ogni nostra azio- quel Fratello. Nello Scozzese siamo
tutti Maestri, e tutti obbediamo a un
principio di unità: il Rito. La Discrezione
Certo, in quanto Massoni e Maestri,

P
non dobbiamo dubitare dell’affidabi-
lità e della purezza di un nostro Fra- Roma, 15 aprile 2011 A.D.
tello Maestro, sul piano di una rela-
zione “orizzontale e paritaria”.
In quanto Scozzesi, però, non pos-
siamo dubitare della gerarchia, sul
piano di una relazione “verticale e
spirituale”: quello di un Grado su-
periore è un Fratello Scozzese che
come noi, sta applicando inflessibil-
mente la sua capacità di Obbedienza
per il conseguimento di una trasfor- otentissimo Re Salomone, “Siate
mazione di tutto il suo essere, per il discreti, silenziosi, fedeli”, questa è
Bene del Rito e per l’Umanità. l’esortazione che Voi ci rivolgete nel
rituale. Cosa vuol dire essere discre-
Il Rito ci chiede di batterci contro la to, per un Maestro segreto? A prima
superstizione, e di difendere la liber- vista, se giudichiamo la discrezione
tà dello Spirito. Questa battaglia di secondo il senso comune, come “ri-
libertà, però, richiede spiriti tempra- servatezza”, basterebbe una applica-
ti nell’Obbedienza. Spiriti che non zione del Silenzio (“siate silenziosi”),
tremano, e che non esitano. Qui sta e basterebbe il fatto stesso di essere
l’efficacia e la natura essenzialmente definiti Maestri “segreti” a garanti-
iniziatica del principio “gerarchico” re la “riservatezza” stessa. Invece il 15
(sacro) della “nostra” Obbedienza. rituale aggiunge proprio questa rac-
comandazione, l’esercizio della di-
screzione, tra i primi compiti di uno
Scozzese in questo Grado.

Vediamo in primo luogo di appro-


fondire il senso di questa parola.
“Discreto” e “discrezione” vengono
da “discernere”, un verbo italiano
(e ancor prima latino, dis-cernere)
che vuol dire all’origine “scegliere
separando”, e quindi “vedere distin-
tamente”, “differenziare”, “distin-
guere”, “saper riconoscere”. E poi
di conseguenza, “saper giudicare”.
Giudicare quindi come attività vol-
ta a determinare come sono le cose,
o come dovrebbero essere. Ora, già
per la filosofia classica noi abbiamo
un giudizio secondo realtà, cioè che
le cose “SONO o NON SONO così”,
e un giudizio secondo valori, cioè
che le cose “SONO o NON SONO implica, si badi, necessariamente un giudizio di valore
buone”. Devo sapere come stanno negativo verso gli altri: ci sono ottimi Fratelli che si perfe-
le cose, ma devo anche sapere se le zionano ogni giorno con metodologie diverse da quella
cose, così come stanno, sono buone del Rito Scozzese Antico ed Accettato. E ci sono ottimi
per me, per gli altri Fratelli, per l’Isti- profani, che nella loro vita affermano virtù e capacità
tuzione, per l’Umanità. Questa capa- di perseveranza tali che dovremmo ammirarli: uno dei
cità di “separazione e valutazione” principali metalli in cui ci impastoiamo è proprio la pre-
della discrezione, dunque, sembra sunzione che, ipso facto, essere stati cooptati qui al Rito
rivolgersi in primo luogo alla nostra ci renda superiori a qualcun altro. Questa distinzione fra
attività interiore. È quel lavoro del noi Scozzesi e gli altri, “tutti gli uomini che Scozzesi non
solitario che nel silenzio analizza i sono”, deve invece servire soprattutto come stimolo al
suoi pensieri, di cui ci parla il rituale NOSTRO perfezionamento.
d’Iniziazione al IV Grado.
Essa è già una forma di dis-crezione. Perché se sappiamo
Vediamo in secondo luogo di capi- dire “cosa o chi NON È Scozzese”, forse andando avanti
re, in senso esoterico e iniziatico, nella frequenza del Rito riusciremo anche a dire e capi-
che rapporto c’è fra la discrezione re “COSA È Scozzese”, ovvero cominceremo a ESSERE
e il segreto. Dunque, se “discreto” Scozzesi, non a parlarne e basta.
viene da “discernere”, “segreto” (“se-
cretum”) viene da “secernere”. Dun- Se sapremo essere discreti, dunque, sapremo distinguere
que le due parole, se le osserviamo nella nostra interiorità. E poi sapremo cosa dire e cosa
in profondità, ci appaiono molto più non dire in presenza di altri: la circospezione è d’obbligo
vicine l’una all’altra, come due parti per il Maestro Levita. Con la discrezione e la circospe-
consequenziali della nostra attività di zione (circum-spicere, “guardare e perlustrare tutto at-
ricerca dello spirito, di estrazione del torno”) sapremo realizzare quella cintura di protezione
sottile dal denso: in senso alchemico, tutto intorno al Sancta Sanctorum, quella impenetrabile
16 ma anche in senso umano, morale, guardiania perimetrale che difende l’Urna, la Camera, il
e operativo, nella mia vita non pos- Rituale e il Rito Scozzese stesso.
so “secernere”, “estrarre il succo, l’es-
senza, l’aziz” se prima non riesco a I tre cattivi Compagni sono ancora in circolazione, non
“discernere”, “distinguere, separare, dimentichiamolo.
giudicare secondo realtà e secondo
valori”. Credo che questo lo sappia E da ultimo sapremo “distinguere, giudicare e separare”,
molto bene il nostro Segretario, fra- cioè individuare e scegliere, quali Fratelli hanno le quali-
tello Fiduccia, per le tavole magistrali fiche, le attitudini, le capacità di sacrificio personale e il
che ci fa ascoltare, ma che lo sappia- fuoco di ricerca per essere cooptati nel Rito. Così come
mo ancor meglio noi, in questo IV nel giudizio sulle cose, non mi basterà sapere che quel
Grado, se tacitando le cattive passio- Fratello è “così o così”, ma dovrò anche distinguere se è
ni e i rumori della mente cerchiamo “buono”, cioè “adatto, qualificato”, per il particolare tipo
di attivare, dentro di noi, il nostro Se- di lavoro che facciamo qui. Ma questo lo posso fare, lo
gretario interiore, la nostra capacità possiamo fare, Potentissimo Re Salomone, solo se lavore-
di dis-crezione e se-crezione. remo incessantemente su noi stessi.

C’è poi un valore operativo del Grado Solo se, esercitando la discrezione, sapremo separarci
che richiama anche il valore di “di- dalle nostre passioni e inclinazioni animiche, dai nostri
screzione” nel senso comune: ogni personalismi, potremo meritare quel “privilegio terribile”
giorno siamo a contatto con profani, dell’essere Scozzesi, che è anche una altissima respon-
e siamo a contatto anche con Fratelli sabilità: la responsabilità di cooptare nel Rito, a nostra
che non sono Scozzesi. Questo non volta, altri Fratelli Maestri.
La chiave spezzata
e l’Urna

P
Roma, 20 maggio 2011 A.D.

otentissimo Re Salomone, il com- percorso costruttivo e massonico, e


pito dell’Oratore sarebbe quello di ho ancora la sindrome del capoma-
dare ragguagli e indicazioni precise, stro muratore, il primo impulso che
come pure di fungere da punto di mi prende è questo: “Cerchiamo di
riferimento dottrinalmente solido e aggiustarla alla svelta, questa chiave,
(possibilmente) inattaccabile sui Temi e sbrighiamoci ad aprire l’Urna, per
che di volta in volta ci proponiamo. verificare se dentro possiamo trova-
re la scintilla divina, la scaturigine di
Ma qui nel Rito Scozzese ci riuniamo una vera Resurrezione umana”. Poi
tra Maestri, e sappiamo che nessun mi guardo intorno. E vedo che sono
Fratello è titolare di un Magistero di in buona compagnia. Questa chiave
Infallibilità. Noi siamo tutti in cam- spezzata al collo ce l’hanno in mol-
mino, siamo tutti cercatori sulla Via ti, e chissà se la mia è quella giusta.
della Parola Perduta. E la mente, in assoluta buona fede, 17
non si arresta. Mi chiedo: come si è
Dico questo perché la Chiave Spez- spezzata, questa chiave? Qualcuno
zata e l’Urna, per chi entra nel Rito ha provato a usarla, ed essa non ha
Scozzese, sono un bellissimo terreno sostenuto lo sforzo? Oppure è stata
di prova: simboli fecondissimi, per se volutamente spezzata, perché il Se-
stessi, e ancor più nella loro combi- greto custodito nell’Urna non venga
nazione dinamica e di meditazione. violato?
Ma simboli che rischiano di diventa-
re un enigma, perfino un rompicapo Poi, appena esco un po’ da una men-
iniziatico, se non cerchiamo di aprire talità puramente
la nostra mente. “causa-effetto”g”Chiave-Urna da aprire”,
forse mi accorgerò che la spezza-
Quindi proporrò ai Maestri Segreti tura, la scissione di questa chiave è
una serie di questioni aperte, spe- un indizio di lavoro molto fecondo:
rando che soprattutto quelli entrati prima di usarla per aprire qualcosa,
da poco in questo Capitolo vogliano forse devo riflettere su “cosa” o “chi”
intervenire: le Vostre riflessioni, le è scisso. Come Maestro, nel rito di
Vostre perplessità, Fratelli, sono linfa risveglio hiramico mi è stata indicata
vitale per i lavori di questo Grado. la possibilità di una rinascita che è sì
la separazione da uno stato di cose,
Dunque: c’è una Chiave Spezzata e ma è anche un “ricongiungimento”
c’è un’Urna. Siccome vengo da un sul piano animico e spirituale.
L’origine della parola “simbolo” stes- sto che aperto girando una chiave in
sa indica “due metà da ricongiun- una toppa. Allora forse comincerò a
gere”. La chiave sembra dunque il sentire che questa Chiave è la Chiave
simbolo per eccellenza. Il simbolo di una Conoscenza. Ma il mio livello
perfetto. Però io sulle prime, ancora di Conoscenza, soprattutto sul piano
preso dallo zelo di appropriarmi di spirituale – e anche su quello profa-
questa nuova grammatica scozzese, no – è ancora inadeguato. Questo il
vorrei affrettarmi a ripararlo. Perché Rituale di Iniziazione al IV Grado me
mi sembra strano che, per la prima lo dice MOLTO chiaramente.
volta nella mia vita, la Massoneria mi
abbia consegnato un simbolo spez- Qualche tempo fa, in questo stesso
zato. Uno strumento rotto. Tempio, un Potentissimo Fratello del
XXXIII Grado ci ha rivolto una consi-
Invece la chiave è parte di me. È un derazione che suonava così: “Guar-
simbolo, ma quel simbolo ora sono date Fratelli, che noi parliamo tanto
io. E questo mi porta dritto dentro la di questa Chiave e di questa Urna da
mia situazione hiramica di Maestro: aprire, ma io sono in Massoneria e
la Parola è perduta, si è interrotto, si è nel Rito Scozzese da anni, da tanti
spezzato l’asse del cammino, e forse anni, e non mi risulta che qualcuno
è importante, forse è PIÙ importante, abbia mai riferito di esserci riuscito”.
che io prenda atto una volta per tutte,
che per ricongiungermi alla Parola Quelle parole mi hanno fatto mol-
devo prima andare fino in fondo alla to riflettere: è più importante l’ansia
mia natura umana, e capirla. Forse è di arrivare alla mèta oppure il fatto
PIÙ importante capire che il Rituale che sono in cammino? Certo, se non
di IV Grado ci dice che dobbiamo prendo una direzione VERSO una
18 elevarci spiritualmente. Ma il percor- mèta, vagherò nella tenebra. Ma una
so di elevazione, il SALTO di qualità, volta iniziato, e iniziato al Cammino,
ora, non è più così ovvio. NATURA forse è bene che io mi concentri, qui
NON FACIT SALTUS, si è detto una e ora, su quello che devo fare. Cosa si
volta, la natura non fa salti. Infatti: il dischiuderà, nel Segreto di quell’Ur-
salto che mi si richiede non è “natu- na, e quando, per adesso non mi è
rale” sul piano dell’ingegno e della dato di sapere.
realtà umana.
Ecco, forse questo possiamo dirlo
Vi faccio una domanda, perché è proprio perché qui siamo tra Mae-
qualche tempo che la faccio a me stri: quando sono stato iniziato ap-
stesso: chi l’ha detto che quell’Ur- prendista, ho chiesto la Luce. Come
na vada, banalmente, aperta con la Maestro, ho imparato che il conse-
chiave, come un baule? E chi l’ha guimento di un po’ di Luce, di una
detto che, ammesso che non vada la- qualche Luce della Coscienza, è uno
sciata chiusa, si apra dall’esterno? Se stimolo a cercare ancora. Come Ma-
per un attimo faccio silenzio dentro estro scozzese, cerco la Luce, nel
di me, e mi libero da questa mania senso che cerco e cercherò sempre
da scassinatore, da Arsenio Lupin PIÙ Luce di quella che, fino ad oggi,
iniziatico, forse potrò considerare imperfettamente e umanamente,
che anche il Segreto dell’Urna sono sono riuscito a conseguire.
io. È il MIO Segreto, e forse va più
PENETRATO, nell’interiorità, piutto-
Gradi e gradualità
nel Rito Scozzese

P
Roma, 3 giugno 2011 A.D.

otentissimo Re Salomone, noi tutti, lavoro e nuove responsabilità, il non


in quanto Massoni e Maestri, sap- frequentare con assiduità i lavori, è
piamo già che ogni Grado è finito e indice che non stiamo lavorando.
compiuto in sé, in quanto ha linea- Dovremmo trovare un ragionevole
menti e compiti suoi propri. Sappia- punto di mezzo fra questi due atteg-
mo anche che alcuni Gradi hanno giamenti estremi.
origini e motivazioni diverse. Questo
non dovrebbe meravigliarci: la Mas- Un Maestro sa che quando si parla
soneria come Istituzione umana ha di Gradi, non è tanto il tempo che
declinazioni storiche e geografiche dovrebbe preoccuparci, ma il tem-
variabili, eppure l’evoluzione dina- po opportuno, quello che i Greci 19
mica delle nostre vicende non toglie chiamavano kairòs. Ogni Grado va
nulla al carattere universale della no- vissuto al momento opportuno, non
stra ricerca. D’altro canto ogni Gra- troppo presto, non troppo tardi. Ogni
do, oltre che finito, è in-finito. Nel Grado illumina di una luce nuova e
senso che il lavoro su questo o quel di una nuova energia le vicende e i
Grado, per noi, non avrà mai fine. simboli dei Gradi precedenti. Ogni
Chi di noi può dire di avere comple- Grado è pre-liminare, cioè si spinge
tato, una volta per tutte, il suo lavoro fino alla soglia, e precede la soglia
di Apprendista? Siamo sinceri: non del Grado successivo. Ogni Grado è
saremmo veramente Maestri se di- con-sequenziale, evolve e sviluppa il
cessimo così. nostro lavoro in una sequenza, in una
progressione continua.
Se veramente vogliamo parlarci da
Maestri, diciamo che la fretta nel vo- Queste erano le considerazioni di
ler passare di Grado, o ancor peggio ordine generale. Adesso cerchiamo
la convinzione che questo accada per di addentrarci nel tema specifico,
automatismo burocratico, è un abba- che riguarda Gradi e Gradualità nel
glio diffuso e ricorrente sotto ogni Rito. Tutti noi abbiamo vissuto, per
sole. E diciamo anche che, all’oppo- qualche giorno o per qualche mese,
sto, l’eccessivo indugiare e crogiolar- lo «choc» scozzese: come Maestri
ci in un Grado, la non disponibilità a ci sentiamo compiuti e realizzati nel
farci carico di nuove dimensioni del Terzo Grado, che è Grado di vertice,
ma qui ci ritroviamo alla BASE di un nuovo percorso, che Dobbiamo ESSERE all’altezza della
si preannuncia lungo e articolato. Perdipiù, sulle prime Maestria di cui ci fregiamo. Ogni
scambiamo il tono un po’ asciutto e perentorio di certi passaggio sarà una chiamata nuo-
comportamenti scozzesi per autoritarismo quasi militare- va. Verremo continuamente osser-
sco, e il continuo richiamo alla fedeltà e all’obbedienza vati dai Gradi superiori, non perché
completa il quadro di una via ostica, dura, dove dobbia- qualcuno voglia ostacolare il nostro
mo mostrarci inflessibili. Questo sulle prime non piace. cammino, ma perché si scrutano in
Come Maestro non accetto facilmente che qualcuno mi noi i sintomi, le movenze, le azioni
dica quello che devo fare. di chi è pronto per un nuovo Grado.
Se posso esprimermi con un termine
E qui sta il primo inciampo: se ci facciamo forti di quella a noi tutti noto, quella del Rito Scoz-
che consideriamo una Maestria acquisita, non progredi- zese è una tegolatura perenne. Sono
remo granché. Ma se viviamo la Maestria come stimolo io che, in quanto Maestro, continua-
e vocazione che non ha altri limiti che la ricerca della mente tegolo me stesso, mi vaglio
verità, allora il Rito ci riserverà non poche soddisfazioni. in profondità, uccido i miei idoli e i
Le nuove configurazioni simboliche che ci verranno pro- miei pregiudizi. Sono gli altri Fratelli
poste ad ogni passaggio di Camera proprio a questo ser- che sentono in me questa continua
vono: a darci la possibilità di lavorare sul serio in quanto ricerca di libertà, e lavorano ciascu-
MAESTRI TRA MAESTRI. no sul suo versante per meglio indi-
rizzarmi.
Il Venerabile Ispettore Adonhiram, ci dice il Rituale, siede
«a Occidente, tra le Luci». Ecco, prendiamo spunto da Un’altra caratteristica, che non balza
questa frase. Adonhiram altri non è che il nostro Vene- solo agli occhi per via delle sciarpe,
rabile interiore, un Venerabile che ha compiuto una ro- ma alle orecchie, è l’enunciazione
tazione su sé stesso: nella Loggia azzurra egli si trova ad meticolosa per ogni Grado delle pre-
Oriente, qui egli si RUOTA E SI VOLTA VERSO ORIENTE, rogative, funzioni, attributi, onori.
20 guardando più in là, o meglio, guardando più dentro. Ciò
non contraddice la direzione Occidente-Oriente del no- Quando ascoltiamo la Tavola del Se-
stro percorso, ma la arricchisce di una nuova tensione, di gretario ce ne rendiamo subito conto.
nuovi stimoli, di nuovi traguardi. Io devo confessarlo, sulle prime mi
chiesi: ma siamo matti? Come farò
La caratteristica più visibile dei Gradi Scozzesi è che essi, a ricordarmi tutte queste litanie che
a partire dalla cooptazione stessa, sono Gradi di «chia- sembrano blasoni nobiliari un po’ an-
mata». Prima di entrare qui, il nostro comportamento da tiquati, Gran questo e Gran quest’al-
Uomini e da Maestri ha dato buona prova. Siamo stati tro, Cavaliere, Ispettore, Commen-
contattati dal Rito. Abbiamo risposto sì. Adesso, se Scoz- datore, Sovrano? Ma facciamo bene
zesi vogliamo rimanere, non potremo tirarci indietro. attenzione, Fratelli, anche perché nel
Verremo chiamati a nuovi compiti, e quando ciò sarà, Capitolo dei Maestri Segreti abbiamo
dovremo essere pronti. L’enfasi dei rituali sulla fedeltà e la chance di vederli e sentirli tutti,
l’obbedienza vuol dire proprio questo. dal 4° al 33°, questi Gradi.

Lo Scozzese si può soffermare a lungo su ogni simbolo, e Man mano che andremo avanti, ci
meditare a fondo, ma se e quando chiamato, non induge- accorgeremo che anche quegli onori
rà. La trasformazione da uomo di pensiero massonico in sono «chiamate», sono richiami agli
uomo di azione massonica è una delle finalità di questo specifici compiti e alle specifiche re-
percorso. Ciò non vuol dire uccidere il nostro senso cri- sponsabilità che ciascun Fratello ha
tico, la nostra ricchezza interiore di Uomini del Dubbio. assunto verso sé stesso e verso tutti
Però non dobbiamo soffermarci troppo a parlarne e ba- noi. La catena di trasmissione della
sta. Dobbiamo ESSERE quello che diciamo e pensiamo. Tradizione e del Rituale deve essere
sempre vigilata, e allora ci sono gli
Ispettori. La coesione e l’operatività
La Superstizione
del Rito e dei nostri valori deve esse-
re propugnata, e allora ci sono i Ca-
valieri. E così via dicendo.

Se ben intendiamo, le sciarpe e le ca-


riche indicano specifiche evoluzioni
del nostro lavoro e delle nostre ca- Roma, 7 ottobre 2011 A.D.
pacità. Nel Rito gli attributi di ogni
Grado fanno parte essenziale del
Lavoro, e della struttura piramidale

P
del Rito stesso. Nel Rito la forma è
meticolosa, sostanziale ed essenzia-
le, perché di quelle cariche ed onori
saremo tenuti ogni giorno a dare pro-
va tangibile e concreta. Nonostante otentissimo Re Salomone,
le apparenze, il Rito non ha tempo come sappiamo il nostro Rituale
per orpelli e coreografie puramente di Iniziazione ci indica che siamo
decorative. entrati in questo Capitolo con il fine
di elevare il nostro spirito, ci esorta a
Altra caratteristica visibile dei Gradi combattere l’ignoranza e il pregiudi-
Scozzesi è la loro sequenza in catena zio, ci prescrive di migliorare in ogni
piramidale e ascensionale. Teniamo momento la nostra cultura iniziatica
presente che questo è per così dire e profana.
un NOSTRO punto di vista, dal bas-
so, perché da un punto di vista inizia- Tra i punti fermi della nostra Inizia- 21
tico è la cuspide della Piramide che zione Scozzese c’è la lotta contro
genera il Rito, e non viceversa. Quel- ogni superstizione. Il riferimento è
lo che tiene insieme questa catena è importantissimo per inquadrare la
Amore, è dedizione, ma è anche un nostra condizione di Maestri “Levi-
senso cavalleresco di servizio. ti”. “Superstizione” vuol dire letteral-
mente “ciò che rimane” – il “residuo
Veniamo da ultimo al Grado di Ma- superstite” di vecchie credenze e
estro Segreto: i Maestri segreti, ad usanze religiose o magiche. La Tribù
esempio, non dovrebbero sentirsi dei Leviti secondo il racconto biblico
«Fratelli minori del Rito». Il IV è un è l’unica che si rifiutò di adorare il
Grado d’ingresso, ma nel contempo vitello d’oro e mantenne fede al pat-
altissima è la nostra responsabilità: to con Mosè durante la sua ascesa al
noi difendiamo la soglia del Rito, vi- monte.
giliamo sulla soglia del Sancta San-
ctorum, tuteliamo il segreto su dove I Leviti scelgono la fedeltà al patto,
si trovi la seconda sepoltura hirami- quella che sarà l’Arca della nuova
ca, sosteniamo la piramide scozzese Alleanza, piuttosto che ripiegare su
tutta. Vi chiedo: vi sembra poco? vecchie abitudini di venerazione e
idolatria.

L’Arca presuppone un atteggiamento


nuovo e diverso: vuol dire “rifonda-
re il proprio presente e scegliere il terci con strati molto profondi non solo dell’animo uma-
proprio destino”, piuttosto che sem- no, ma della Tradizione.
plicemente affidarsi alla religiosità In altre parole: quello che noi chiamiamo “superstizio-
primaria e tribale. ne” spesso è la rimanenza superstite, la testimonianza
preziosa di antiche forme di ricerca e interazione col sa-
Il messaggio per noi Maestri è ab- cro. Siamo noi che non le capiamo.
bastanza chiaro: nel rapporto con
il sacro, noi non ci aspettiamo l’in- Del resto, forzando un po’ i termini del ragionamento, un
tercessione di un sacerdote o la me- osservatore esterno potrebbe dirci che noi Massoni altro
diazione di un idolo. Nessuno deve non siamo che la rimanenza di un vecchio ordine mura-
“agire per noi”. I simboli sono stru- torio, non più operativo ed efficace, perché non costruia-
menti, non idoli. Siamo noi a dover mo neanche mezzo muretto. Una “superstizione” su cui
trovare il sacro, la scintilla, l’allean- si sono innestati i residui di altre rimanenze, gnostiche,
za con il divino nella nostra ricerca cavalleresche, alchemiche, e quant’altro. Noi magari ci
interiore. Quindi quell’Urna che il sentiamo superiori a quell’osservatore, lo chiamiamo
Maestro Scozzese trova qui, appe- “profano”, ché la “costruzione” e poi “l’abbellimento”
na viene ammesso nel vestibolo del del Tempio si riferiscono alla nostra interiorità. Però, pro-
Sancta Sanctorum, non è un oscuro prio perché siamo tra Maestri e dobbiamo parlarci con
segno della volontà divina da vene- franchezza, è bene che su questa cosa noi riflettiamo: se
rare: è un simbolo attivo di ricerca pensiamo che mettersi un grembiule o pagare una ca-
dell’Iniziazione. Se qualcosa c’è, pitazione, far parte di una società di mutuo soccorso o
dentro questa Arca, c’è anche den- di una consorteria d’affari sia la Massoneria, allora quel
tro di noi. Ci attende una diversa di- profano ha ragione. La nostra ritualità così diventa una
mensione del silenzio, non più fisico forma vuota, e il corredo di cappucci, spade, sciarpe ci
come nell’Apprendista, ma animico rende grotteschi più delle maschere primitive che sfilano
e mentale, perché possa cominciare nelle feste di paese.
22 a dischiudersi un nuovo cammino.
Se invece vogliamo rifondare il nostro presente e sceglie-
Detto questo, va detto anche che a re il nostro destino, al pari dei Leviti del racconto bibli-
certe vecchie superstizioni noi do- co, possiamo vivere nella Ritualità e nella Tradizione un
vremmo guardare non tanto con principio di ricerca attivo e quotidiano: nella Massoneria
indulgenza e senso di superiorità, e nel Rito Scozzese Antico ed Accettato la Tradizione, la
quanto con il dovuto rispetto. Spesso scintilla vitale è “qui e ora”. Vista in questo modo, la Li-
dietro un’usanza, una sopravviven- bera Muratoria non è semplicemente una sopravvivenza
za di un vecchio spezzone formu- di antiche usanze, ma è il piano di lavoro su cui possia-
lare, un rituale, uno scongiuro, un mo riconnettere quel “qui e ora” con il “da sempre e per
proverbio, un rimedio, un farmaco sempre”. Mettere in contatto il tempo presente con ciò
non sta semplicemente l’ingenuità che è sempre stato e sempre sarà, dentro e fuori di noi.
un po’ rozza di una mente primitiva.
I cosiddetti usi primitivi, se abbiamo È un progetto ambizioso, ma si comincia dalle picco-
la pazienza di studiarli e se riuscia- le cose. Per esempio, proviamo a parlare dei rischi di
mo a fare uno sforzo di ascolto, ri- “superstizione” nostri, piuttosto che di quelli degli altri.
velano una mentalità cosmologica È importante che tutti i Fratelli Maestri Segreti presenti
raffinatissima, una vicinanza ai cicli questa sera, e in particolare quelli di recente iniziazione
e ai ritmi della natura, perfino delle a cui rinnoviamo il benvenuto in questo Capitolo “Gia-
intuizioni iniziatiche profonde. Se no”, ci diano un loro contributo. Cosa vuol dire per noi
banalizziamo ogni cultura diversa vivere concretamente la ricerca? Cosa vuol dire combat-
dalla nostra di moderni e razionali, tere la superstizione, oggi, per un uomo libero, per un
perdiamo la possibilità di riconnet- Maestro?
Il Disco Solare

P
Roma, 21 ottobre 2011 A.D.

otentissimo Re Salomone, questa cui emergiamo, ma in parte l’oscu-


sera noi Maestri Segreti ci impegne- rità protegge anche il perimetro del
remo in un lavoro di meditazione Sancta Sanctorum da coloro che non
attiva su un simbolo complesso e af- hanno le qualifiche iniziatiche per
fascinante, quel Disco Solare che il- addentrarsi qui.
lumina il Vostro Trono, e annuncia un
nuovo Grado di Luce a quanti, viag- Un altro segno di annunciazione: la
giando attraverso la tenebra, sono fi- tenebra delle pareti è squarciata da
nalmente giunti in questa Camera dei colonne di luce bianca che si eleva-
Maestri Segreti. Vi prego, Fratelli, di no verso il cielo. Colonne che par-
dedicare alcuni istanti di silenzio alla tono dalla Terra, 7 per lato. Il 7 è un
contemplazione di questo simbolo numero importante, e in questa ca- 23
mera serve a “criptare” un altro nu-
[SEGUONO ALCUNI SECONDI DI SILENZIO] mero: 1+6: il 16 simboleggia che i 4
lati di questo perimetro sono circon-
Le annunciazioni di Luce sono sem- dati simbolicamente da 16 colonne,
pre affascinanti: l’idea di una riscos- 4 per lato. 4 è il simbolo della Terra,
sa imminente, di una Rinascita dello è il numero della nostra batteria, è
Spirito dell’Uomo ci entusiasma e ci il quadrato di base su cui poggia la
fa trepidare. nostra Piramide Scozzese, è la “base
terrena” di realizzazione da cui noi,
In questa Camera i Segni dell’An- Maestri iniziati ai Piccoli Misteri,
nunciazione sono evidenti e insisti- veniamo avviati a quello che sarà
ti: ad esempio, cominciamo i Lavo- un nuovo traguardo: l’Iniziazione ai
ri nell’ora in cui “le tenebre si sono Grandi Misteri.
dileguate dinnanzi all’Aurora”. Il
momento “aurorale” della nostra co- Dal 4 della Terra al 3 del Triangolo,
scienza è rilevato dal cielo stellato all’1 del Cerchio: ecco il percorso
sopra la nostra volta, un cielo che indicatoci dal Disco Solare sopra il
si va schiarendo e da cui gocciano Vostro Scanno, Potentissimo Re Salo-
stille argentee, quelle stesse che pos- mone.
siamo vedere, qui, sulle pareti nere
intorno a noi. Le pareti sono nere, Ed ecco quindi, una volta che i no-
simboleggiano la tenebra densa da stri occhi si sono abituati a penetrare
nella tenebra, il simbolo declinato: L’Urna di Hiram, una
Z, un triangolo, un Cerchio, e un’annunciazione di Ener-
gia Radiante. Da Maestri conosciamo già una parte di
questi simboli: sappiamo ad esempio che il triangolo con
la cuspide rivolta in alto è un segno di fuoco: ricordiamo?
“Possa il vostro cuore infiammarsi d’Amore”, nella prima
iniziazione ad Apprendista, o la Stella Fiammeggiante
che abbiamo intravisto nell’ultimo Viaggio del Compa-
gno d’Arte.

Qui però le figure geometriche sono composte in modo


nuovo, il Pentalfa è declinato in altra forma: la Z, secon-
do l’interpretazione più corretta è un simbolo di “splen-
dore”, è quella Zizà di cui ci parla la tradizione come
momento di realizzazione massima e trasformazione del-
lo spirito. Dalla Stella fiammeggiante, che è il processo
iniziale e attivo della trasformazione, qui si passa a una
“Stella risplendente”, che è il compimento di quel fuoco
su un piano superiore: non è più la componente animi-
ca e individuale a bruciare, dissolversi e trasformarsi, ma
è una Luce perenne e non individuale che si annuncia.
Una Luce che arde senza consumarsi.

Questa Luce di Splendore Perenne irradia dall’Urna. Ma


quell’Urna è chiusa e la Chiave è spezzata, segno che noi
Maestri segreti ne percepiamo l’Annunciazione, ma non
24 siamo ancora in grado di conseguirla. Ne capiamo (forse)
la Potenza, ma non la viviamo ancora. E chissà se dopo
Hiram vi sia stato qualche Maestro, tra tutti noi Massoni,
a riuscirci. Noi possiamo intendere la sfida, se vogliamo
intenderla, ma sappiamo che solo sottomettendoci al do-
vere e conseguendo un nuovo silenzio potremo incam-
minarci. Sappiamo però ora dov’è racchiusa la Scintilla,
e custodiamo questo Segreto con inflessibile Fedeltà.

Facciamo allora insieme un istante di meditazione silen-


ziosa, osserviamo il disco solare...

[SEGUONO ALCUNI SECONDI DI SILENZIO]

Ecco, la domanda di questa sera: se quel Disco mi


parla, qui e ora, della mia condizione di Maestro
Segreto, cosa vuol dire quel Triangolo iscritto in un
Cerchio? Sono io? È il mio “Io”? Come vivo questa
condizione? A quale nuova sfida vi state preparando,
Fratelli Maestri Segreti? Cosa sta cambiando, in questi
giorni, nella Vostra vita? Cosa sentite, adesso che quella
Z, quell’Urna, quella chiave le trovate non solo sul
disco davanti a voi, ma sui paramenti che vestite?

I tre viaggi del
Maestro Segreto

P
otentissimo Re Salomone, i tre viag-
gi dell’iniziando Maestro Segreto
sono il tema di questa Tornata. Come
sappiamo si svolgono sotto la guida
Roma, 4 novembre 2011 A.D.

Vi è una prima dimensione più densa


e più spessa di lavoro dello Spirito,
che è quella che manifestiamo trami-
te la nostra complessione, il nostro
del MDC, in velocità crescente, tra corpo, le nostre movenze: è quella
“la schiavitù e le tenebre”. E la loro che un grande psicologo, Alexander
velocità crescente forse, come primo Lowen, chiamava la “spiritualità del
significato di base, ha proprio quello corpo”.
di sforzarsi di varcare questa spessa
ombra, per addentrarsi verso una Da questa dimensione si vede se,
nuova luce. come Maestri, stiamo manifestando
qualcosa del nostro lavoro spirituale
Naturalmente, ci vengono in mente anche dalla nostra esteriorità: da uno
i 3 viaggi che il profano iniziando sguardo, dalla nostra voce, dal nostro
compie nel Tempio, dopo aver com- comportarci dovrebbe trasparire, a
piuto un primo viaggio di terra nel chi sa intendere, che siamo Maestri.
Gabinetto di Riflessione. Solo che Il Maestro dovrebbe avere, in alcune 25
qui il contesto è un altro. Siamo Ma- cose, quella che i latini percepivano
estri, abbiamo visto l’Acacia e siamo come “gravitas”, che non è esatta-
già stati elevati in una Camera di mente lentezza, ma ponderatezza,
Mezzo. equilibrio profondo. Forse essa in
parte corrisponde a quella che il no-
La dimensione di nuova elevazione stro Rituale chiama “circospezione”.
su cui lavoreremo qui, e questo il Ri- Come Maestri Segreti, tempriamo il
tuale di Iniziazione ce lo dice molto nostro spirito nel Silenzio, nell’Ob-
chiaramente, è quella di “elevare il bedienza, nella Fedeltà, nella Discre-
nostro Spirito”. Cosa vuol dire que- zione.
sto, e perché i 3 viaggi si svolgono in
velocità crescente? Vi è una seconda dimensione, più
leggera e mossa – ed ecco il secondo
Ogni grado, se lo analizziamo per sé, viaggio, che accelera – in cui la no-
ha un suo elemento fisico, uno animi- stra spiritualità investe la dimensione
co, uno spirituale. I 3 viaggi indicano dell’anima, del sentire individuale,
qui 3 gradazioni di lavoro spirituale comincia a trasformarla e crea le pre-
che il Maestro dovrà compiere nel messe per cui, un giorno, potremo
suo percorso scozzese. Un percorso forse liberarci, elevarci, trascendere
che, lo ricordiamo, è suddiviso nelle l’anima stessa. Qui siamo ancora sul
3 fasi spirituali e alchemiche di Mas- piano del nostro io individuale. Lo
soneria Nera, Rossa, Bianca. spirito non è ancora completamente
“estratto” dall’animico, ma se voglia-
mo progredire dobbiamo alleggerir-
ci dalle passioni, dai pregiudizi, da
Sette
quei metalli della mente che ancora
ci rallentano. e più Gioie per
l’abbellimento
Il terzo viaggio scorre come un refo-
lo di vento: è una meta di spiritualità
libera, non condizionata da pulsioni

del Tempio
individuali e attaccamenti, e il moto
a questo punto non è più trattenuto
da alcun gravame. Si può dire forse
che tutto il nostro programma di vita
iniziatica, come Scozzesi, è raffigu- Roma, 2 dicembre 2011 A.D.

P
rato in questi 3 viaggi.

Aggiungerei solo che essi, probabil-


mente, non si svolgono su un unico
piano, ma, visto che di elevazione
spirituale parliamo, sono come 3 otentissimo Re Salomone, alla fine
curve spiraliformi, 3 rotazioni su noi di ogni Tornata di questo Capitolo
stessi, e dentro noi stessi, che com- dei Maestri Segreti, una volta passato
piamo in senso ascendente. il Sacco della Beneficenza, l’Oratore
dice che esso ha fruttato “Sette e più
Chiederei a questo punto ai Fratel- Gioie per l’abbellimento del Tem-
li Maestri Segreti, e in particolare a pio”.
26 quelli di recente ingresso in questo
Capitolo, il loro contributo proprio Ogni punto del rituale, se letto atten-
su questo tema: vita dello spirito, tamente, contiene indicazioni pre-
superamento degli attaccamenti in- ziose, e questo passo non fa eccezio-
dividuali, superamento degli attac- ne. I Maestri entrati da poco nel Rito
camenti animici. Come ci confron- Scozzese noteranno innanzitutto la
tiamo ogni giorno, da Maestri, con differenza con l’espressione “Tre e
questo lavoro? più mattoni per la costruzione del
Tempio” che per anni hanno sentito
pronunciare dall’Oratore delle Log-
ge azzurre. Prima osservazione uti-
le: lì si “costruisce” il Tempio, qui si
“abbellisce”. Cosa vuol dire? Ovvia-
mente escludiamo da questo “abbel-
limento” ogni significato puramente
decorativo in senso artistico, anche
se questa è una funzione importan-
tissima, per lo sviluppo del gusto e
della sensibilità, in cui già ci siamo
esercitati e ci esercitiamo quando
lavoriamo in Grado di Compagno
d’Arte. Il significato qui è un altro:
il Tempio in cui ci troviamo nel Rito
Scozzese non è il Tempio in costru- dovremmo ritirare la mano aperta dal sacco. Segno che,
zione perenne della Massoneria Az- almeno come attitudine e spirito di lavoro scozzese, sia-
zurra. Qui si intende un Tempio che mo venuti solo a “dare”.
è già costruito, e adesso va “abbelli-
to”. In termini di lavoro massonico, L’indicazione è chiara: nello spirito di Iniziazione, di
questo vuol dire che nella nostra in- obbedienza e di servizio del Rito, noi dobbiamo porci
teriorità ci sono ormai tutti gli stru- il problema ogni giorno di cosa stiamo facendo di buo-
menti operativi, le fondamenta e le no, per il Rito innanzitutto, ma anche per i nostri Fratelli
arcate, il tetto è posato. Massoni. E col tempo, dovremo concretamente verificare
se nella società civile, in quanto Massoni, esercitiamo
Il Tempio insomma è ben costituito un’azione benefica. In quanto Massoni, e Scozzesi, si
nella nostra coscienza, le figure del badi: l’iniziativa è sempre individuale, e la Massoneria
Venerabile e dei Sorveglianti e le al- non ci darà mai indicazioni di comportamenti, di politi-
tre cariche sono ben interiorizzate, che o di affari “collettivi”.
il grado di Maestro è acquisito e ora
dobbiamo procedere in un’opera, Le “gioie”, i “gioielli”, sono perspicui, cioè lasciano pas-
anch’essa infinita come la “costru- sare la luce: questo vuol dire che siamo ogni giorno più
zione” della Loggia azzurra: il “per- aperti a lasciarci attraversare dalla Luce dell’Iniziazione,
fezionamento”, il lavoro su noi stessi e anche dalla Luce che è presente in ogni angolo del
in Grado di Maestro, e l’”elevazione mondo, se sappiamo dove e come guardare. E inoltre
dello Spirito”, come dice il Rituale di abbiamo gli schermi e i filtri necessari (le “sfaccettature
Iniziazione al IV Grado. delle gemme”) per deviare e respingere le energie impro-
prie.
La nostra vita, se parliamo di abbel-
limento, dovrebbe essere investi- Mentre il lavoro dell’Apprendista produce materiali di
ta da una nuova forma di bellezza, scarto, di risulta, schegge, quello del Compagno leviga
non estetica ma interiore, quella che e sparge la calcina, e quello del Maestro traccia sulla 27
si riflette negli occhi dell’uomo che Tavola da Disegno, il lavoro del Maestro Segreto è volto
cerca di vivere tutto, anche la Profa- all’Interiorità, si condensa e si solidifica in «gemme». Le
nità, da persona che fa una ricerca gioie sono dunque il condensato di un’attività meditativa
spirituale. della Camera.

Poi c’è una notazione specifica, sul Ma soprattutto, questi gioielli spirituali con cui abbellia-
gesto che compiamo nel deporre mo il Tempio sono i nostri occhi. Dai nostri occhi, da un
queste gemme nel Sacco. Quando tipo particolare di Luce che emanano, si dovrebbe vede-
nella Loggia azzurra deponiamo il re, nel corso degli anni, se il Rito Scozzese ci ha permes-
nostro obolo nel Tronco della Ve- so di lavorare veramente sulla Via del perfezionamento
dova, come si sa, ritiriamo la nostra e dello Spirito. L’Ispettore Adonhiram, ricordiamolo, è il
mano con il pugno chiuso: segno Venerabile che compie una rotazione su se stesso, e con
che, nella Loggia Azzurra, lavoriamo le spalle volte a Occidente ora guarda più in là, cioè verso
per dare ma potremmo anche “pren- un Oriente più profondo e verso l’interiorità. Il tema degli
dere” – non solo sotto il profilo di occhi e della Luce lo conosciamo fin dall’Iniziazione di
una nostra eventuale disgrazia ma- Apprendista. Ma ricordiamoci che siamo entrati in que-
teriale, ma proprio per il soccorso e sto Capitolo con una bendatura opaca, e che ne siamo
l’aiuto, il sostegno che troviamo nei stati liberati. Adesso i nostri occhi, abituatisi all’oscurità,
Fratelli più esperti, nei Sorveglianti, possono guardare verso nuovi gradi di Luce e abbellire
nel Venerabile. Nel Rito, siamo, in- il Tempio riflettendo, ognuno con la sua energia e con il
vece, in qualche modo, Venerabili suo particolare percorso di perfezionamento, questa Ca-
di noi stessi. Infatti, ritualmente, qui mera e il Rito.
Dovremmo pensare a tante gemme
diverse, per forma e colore. Come
quelle di cui si serviva la Massoneria
operativa nell’abbellimento dei suoi
splendidi manufatti. Tante gemme di-
verse che però contribuiscono a un
lavoro comune.

Chiediamo ora ai Maestri segreti di

V
darci il contributo della loro riflessio-
ne, una loro personale gemma: come
vivete questo nuovo spirito di servi- Considerazioni
zio, questo “dare e restituire”? sul IV Grado
Cosa vuol dire, per voi, questa nuova
meditazione su un altro tipo di bel-
lezza, a cui ci chiama il Rito? enerabilissimo e Potentissimo Sovra-
no Gran Commendatore, Venerabilis-
simo e Potentissimo ex Sovrano Gran
Commendatore, Venerabilissimi Luo-
gotenente Sovrano Gran Commenda-
tore e Gran Priore, Potentissimi Sovra-
ni Grandi Ispettori Generali Membri
Attivi ed Emeriti del Supremo Con-
siglio, Potentissimi Grandi Ispettori
Generali Membri Onorari, Aggiunti
e Liberi, Elettissimi Sublimi Principi
28 del Real Segreto, Illustrissimi Grandi
Ispettori Inquisitori Commendatori,
Illustri Cavalieri Kadosh, Illustri Prin-
cipi Rosa+Croce, Rispettabilissimi
Cavalieri Eletti dei 9, Rispettabilissimi
Maestri Segreti, questa tornata rituale
nazionale in IV Grado è una splendi-
da occasione per vedere riuniti insie-
me tutti i Gradi della piramide rituale
del R.S.A.A.

Avete ascoltato le qualifiche un po’


altisonanti attribuite a ciascun livel-
lo della nostra Gerarchia, appellativi
che ad orecchie profane sembrereb-
bero ridondanti e antiquati, ma noi
sappiamo che ognuno di questi Gra-
di non è solo un titolo onorifico che
dà il diritto di indossare una determi-
nata fascia o collare, ma una Dignità
che corrisponde, o almeno dovreb-
be corrispondere, alla effettiva con-
quista di una stazione importante del
Allocuzione del Grande Oratore
Gran Ministro di Stato,
Pot.mo Fr. Flavio Balestrero 33
nella Tornata Nazionale in IV Grado
del 15 ottobre 2011

nostro cammino iniziatico. Ora, la base di tutta questa i Segni di Apprendista, Compagno e
imponente Gerarchia è il IV grado del nostro Rito, il Ma- Maestro.
estro Segreto, la cui Loggia di Perfezione costituisce non
solo la porta di ingresso nel Rito, ma anche la sede in cui Una situazione analoga si riscontra
vengono impartiti insegnamenti fondamentali, indispen- nella Massoneria Adonhiramitica del
sabili non solo per il lavoro della Camera, ma anche per 1736.
ogni ulteriore avanzamento.
In questo sistema di Alti Gradi, dove
Parlando di questo Grado, ovviamente, dirò cose ben però il quarto grado era quello di
note ai Fratelli dei Gradi superiori. Maestro Perfetto (che nel R.S.A.A. di-
verrà il V°), leggiamo, nel catechismo
Mi rivolgerò quindi soprattutto ai fratelli Maestri Segreti, del Grado, il seguente dialogo: 29
che vivono adesso l’esperienza di questo Grado, anche se
penso che ognuno di noi, io per primo, possa trarre giova- D: Come siete pervenuto a tanta
mento a ripassare concetti e simboli fondamentali. perfezione?
Naturalmente ci sarebbe moltissimo da dire, ma il tempo R: Tramite i Tre Gradi d’Apprendista,
a disposizione è limitato e quindi tratterò solo alcuni temi Compagno e Maestro.
e farò delle brevi considerazioni finali. Innanzi tutto è
evidente che il grado di Maestro segreto esercita un ruolo L’ingresso nel RSAA non implica
di raccordo nei confronti dell’Ordine; la stessa dizione quindi una rottura con il passato,
“quarto” lo colloca automaticamente come passo succes- come avviene nell’Iniziazione ad
sivo a quello di Maestro. Apprendista, che comporta un netto
stato di separazione tra il mondo pro-
In effetti, si entra nella Loggia di Perfezione del IV° Grado fano e quello iniziatico, mentre, con
con le stesse prerogative del Maestro Libero Muratore, il grado di Maestro Segreto non vi è
infatti, il nostro Rituale recita: soluzione di continuità tra Ordine e
Rito.
“Sono passato dalla squadra al compasso: ho
visto la tomba di Hiram”. Da un punto di vista simbolico, infat-
ti, il Tempio dei Maestri Segreti coin-
Questa necessità di riallacciarsi ai Gradi precedenti, è cide con il Sancta Sanctorum della
evidente negli antichi rituali che ci sono pervenuti. Ad Camera di Mezzo. In questa prospet-
esempio nel manoscritto Franken troviamo che durante tiva, tutti i FF. MM.SS. si colloca-
l’Iniziazione, il candidato doveva dare al Potentissimo Re no, idealmente, all’Oriente. Questa
interpretazione simbolica, oltre a in Tempio per libera e piena volontà, in altri termini, ab-
sottolineare l’elevata sacralità del biamo rivendicato la nostra libertà d’azione, ma a quale
Grado, rende visibilmente ragione libertà si fa riferimento? E’ solo di natura morale?
della funzione di difesa del Tempio
che costituisce una delle caratteristi- Personalmente ritengo che la vera libertà sia quella da se
che del IV grado. Qualità che viene stessi, ossia spezzare le catene con le quali sia il corpo
simboleggiata sia dall’appellativo che la mente ci tengono imprigionati.
di Guardiano della Soglia conferito
al M.S. che dall’Occhio Aperto che Come viene ripetuto nel rituale, bisogna liberare lo spiri-
compare sulla bavetta del grembiule to, liberare la nostra vera natura, ovvero l’essenza divina,
e nell’emblema araldico del Grado. dalla schiavitù della materia. Solo così Hiram sarà vera-
Infatti una delle peculiarità del Gra- mente risorto e ritroveremo la Parola Perduta. In questa
do è quella di: prospettiva, il primo passo è divenire padroni di noi stes-
si, caratteristica tipica del Maestro Massone, condizione
“…istruire e sorvegliare gli che non può chiaramente manifestarsi in chi è schiavo
operai…”. delle proprie passioni.

In altri termini, riversare nelle Log- Quindi non si esprime, dal punto di vista morale, un
ge Azzurre ogni sforzo volto ad in- giudizio sulla liceità di un atto, ma se ne valuta l’utilità,
crementare il livello iniziatico dei o meno, in funzione del raggiungimento del traguardo
Fratelli e valutare, con discrezione e prefissato.
ponderatezza, quali Fratelli Maestri
possiedano le necessarie prerogative Durante il primo viaggio l’Oratore dice: “Non farti mai,
per entrare a far parte del R.S.A.A. e, per adorarle, immagini scolpite. Non farti degli idoli di
specialmente, la loro determinazione metallo. Quando tu volgi gli occhi al cielo e contempli il
ad intraprendere un ulteriore e diffi- sole, la luna, le stelle, non rendere loro alcun culto.”
cile lavoro di perfezionamento.
30 Chiaramente questo rientra nella concezione monoteista
Nel rituale del Grado troviamo nu- ebraica a cui il rituale si ispira, e conserva sempre il suo
merose esortazioni che sono innan- valore, ma volendo estendere il concetto di idolatria al
zi tutto di carattere morale, ma non di là dell’ambito religioso, potremmo benissimo riferirci
solo. ad aspetti caratteristici della nostra attuale civiltà dove il
consumismo esasperato porta molti uomini a delle forme
Sono indicazioni importanti dal pun- di idolatria assurde, nei confronti di oggetti, denaro, po-
to di vista iniziatico operativo, perché tere ecc…. E’ necessario ridimensionare l’attaccamento
sono finalizzate alla eliminazione di che proviamo verso tutto ciò che ha il possessivo “mio”
ostacoli che è necessario superare davanti. E proprio allora che l’uomo, nella sua mente,
per progredire nel cammino verso la perde la propria libertà. Quando il possesso non è più
verità. Ad esempio, durante l’Inizia- un godere delle cose, ma un disperato bisogno, una vera
zione, il Potentissimo Re Salomone dipendenza che condiziona il nostro stesso esistere.
invita il neofita a sforzarsi di liberare
il proprio essere dalle passioni che È un grave ostacolo sul nostro cammino.
ancora lo avviliscono e che gli im-
pediscono di gioire della serenità del Il Re Salomone ad un certo punto afferma: “Ciò che ave-
Saggio. te udito traduce la suprema e perpetua preoccupazione
della Libera Muratoria che è l’abbattimento di tutti gli
Questo può sembrare un discorso idoli, di tutti i pregiudizi, di tutte le superstizioni, di tut-
morale, ma non è soltanto questo. te le menzogne…l’ideale dei Liberi Muratori è la verità.
Consideriamo che ognuno di noi, a Ogni concezione dell’uomo è progressiva e di conse-
suo tempo, ha affermato di entrare guenza relativa, la Libera Muratoria non ammette alcuna
concezione come definitiva”. che essere una indicazione, un suggerimento: non si
é chiaro che un ricercatore del Vero deve pensare di dover aprire l’urna, ma il suo contenuto
non deve ancorarsi a fedi o creden- va raggiunto per altra via.
ze di qualsiasi genere per permettere
alla sua mente, man mano che sale Inoltre il gioiello appeso al collare è una chiave d’avo-
proseguendo il cammino, di aprirsi a rio che indica, come dice il rituale, la circospezione, il
nuovi orizzonti. silenzio e la meditazione, cioè delle modalità di lavoro
iniziatico.
E ancora: “…Essa impone il dovere
di cercare la verità. Si potrebbe allora interpretare il simbolismo dell’urna
Abbiate un solo culto: quello della e della chiave come uno stato coscienziale. Quello
verità...”. Ma quale verità? dell’uomo ordinario che ha la consapevolezza dell’io ma
non quella del Sé. Infatti normalmente noi localizziamo
La risposta, a mio giudizio, non può il nostro senso di identità nel cervello, sede della mente,
che essere: quella che ci rende libe- mentre tradizionalmente l’essenza dell’uomo ha sede nel
ri, la verità su chi siamo veramente, cuore al quale non siamo più in grado di accedere.
la risposta all’imperativo “conosci te
stesso”. Il problema non è quindi quello di aprire l’Urna per im-
padronirsi di ciò che contiene, noi siamo già il Sé, ma lo
Come viene ripetuto nel rituale bi- ignoriamo perché ci identifichiamo con la falsa immagine
sogna liberare lo spirito, resuscitare che abbiamo di noi stessi; la questione è come riuscire a
Hiram. divenire consapevoli del Sé oltrepassando il velo dell’io e
della mente, che deve essere messa a tacere affinchè nel
silenzio interiore possa risplendere la luminosa presenza/
L’Urna ed il segreto consapevolezza che costituisce la nostra vera essenza, la
nostra natura originaria.
Resuscitare Hiram potrebbe equiva-
lere a ritrovare la propria essenza, A tutto questo bisogna aggiungere che aprire il “guscio” 31
concetto tradizionale, presente in della personalità è impresa ardua e pericolosa perché
molte antiche istituzioni iniziatiche, si tratta di vincere tutti i nostri condizionamenti fisici e
che ci guida al simbolismo centrale mentali e la resistenza del nostro Ego che, terrorizzato
del Grado. all’idea di dover scomparire, si opporrebbe con tutte le
sue forze, magari anche evocando dall’inconscio uno o
Se noi osserviamo il collare del Mae- più “guardiani della soglia”.
stro Segreto, vediamo che reca raffi-
gurata un’urna, la cui forma stilizza- A questo proposito sarebbe interessante fare riferimen-
ta ricorda quella di una bara, ed una to ad alcuni aspetti degli studi di Jung e della sua teo-
chiave spezzata, il tutto collocato dal ria dell’archetipo dell’Ombra, che rappresenta l’aspetto
collare al centro del petto, in corri- più sgradevole della nostra psiche, e impersona tutte le
spondenza del centro cardiaco. qualità che l’individuo rifiuta di riconoscere e tende a
reprimere.
Il simbolismo è abbastanza eloquen-
te; è evidente che l’urna contiene Ma questo richiederebbe un’intera, ulteriore, tavola.
qualche cosa di prezioso, simboleg-
giato dalla misteriosa lettera “Z”, ma
la chiave che permette d’impadronir- Obbedienza, Fedeltà
sene è spezzata, non si sa se per me-
glio custodire o per proteggere dalle Parlando di libertà è evidente che se abbiamo la libertà
conseguenze di un’incauta apertura. di fare, possediamo anche quella di non fare; conside-
Ma la chiave spezzata potrebbe an- razione che ci conduce ad affrontare un’apparente con-
traddizione tra la libertà e quello che Questa è una traccia di lavoro, si allude, come abbiamo
viene ad un certo punto enunciato: precedentemente sostenuto, alla possibilità di giungere,
tramite il Silenzio Interiore, al Segreto racchiuso in noi, e
“Il primo dovere è il sentimen- di lì porsi in Armonia con l’Universo.
to profondo di obbedienza”.

Tuttavia, è sempre bene ricordare Il Lauro e l’Ulivo


che in esoterismo il significato non
è mai quello letterale, infatti il termi- Il Rito d’Iniziazione a Maestro Segreto comporta, tra l’al-
ne obbedienza è connesso al latino tro, il ricevimento sotto il Lauro e l’Ulivo quale ricono-
“oboedire”, verbo composto da “ob” scimento della condizione iniziatica raggiungibile. Esso
che significa “davanti”, “di fronte” ed viene dato in anticipo e mostra ciò a cui l’iniziato può
“audire”, ossia, “udire”, “ascoltare”. aspirare sul suo cammino. Promessa d’immortalità, reca
la speranza di giungere un giorno alla Saggezza, alla
Questo, con ogni probabilità, è il suo Luce e alla Verità.
significato iniziatico, ed è ben lonta-
no da una servile sottomissione. Il simbolismo di tali piante è molto antico, e su questo
argomento si potrebbe parlare a lungo.
Ora, chi ascolta sta in silenzio; pro-
babilmente è inutile ricordare che L’alloro, albero sacro ad Apollo simboleggia l’immortali-
qui non si allude al semplice tacere tà conseguita tramite la vittoria. L’ulivo, albero sacro ad
ma a quello stato di coscienza parti- Atena, possiede un patrimonio simbolico troppo esteso
colare detto “Silenzio Interiore” che, per poterne accennare anche solo in parte; ricordiamo
d’altronde, è suggerito dalla stessa soltanto che queste piante erano un elemento simboli-
posizione d’Ordine. Questa condi- co importante nei riti della iniziazione eleusina, anche
zione di vuoto mentale, assoluta- in ragione del loro significato di purificazione, vittoria e
mente tradizionale, permette di su- pace.
32 perare i limiti sensoriali e consente di L’insegnamento che possiamo ricavare da tali simboli è
progredire lungo la Via, sino, forse, a che solo la purificazione, iniziaticamente intesa, ci può
pervenire all’intuizione della natura dare la vittoria su noi stessi e la pace che trae origine
del Segreto dell’Urna. dalla conciliazione degli opposti.

Nel rituale si fa anche riferimento alla


Fedeltà, termine derivato dal latino Considerazioni finali
“fides”, a sua volta connesso al gre-
co dove la radice “fid” corrisponde Il Rito d’Iniziazione al Grado è molto semplice, al can-
a “πειθ” con il valore di “persuado”; didato sono rivolte esortazioni brevi e comprensibili. Tra
quindi, “fedele” come “persuaso”, il queste, come abbiamo visto, vi è l’ammonizione ad ave-
che non significa credulone, o peg- re un solo culto: quello della verità. Questa esortazione
gio, ma indica: “colui che è intera- induce ad una concreta ed amara constatazione, infatti
mente conforme al vero”. Dire con- il Tempio è nelle tenebre e nel lutto, la parola di vita è
forme, a sua volta, sta a significare: perduta.
“essere in armonia”.
Il terzo grado si era concluso con la resurrezione, in
Nelle istruzioni del Grado troviamo: un’apoteosi di luce. Nel quarto, il Maestro è portato a
riflettere profondamente, perplesso di trovarsi ancora in
D: Quali insegnamenti vi avete una condizione di lutto, davanti alla tomba del Maestro
ricevuto? morto, con la disillusione che comporta l’essere divenuto
R: Quelli del segreto, consapevole della realtà della sua attuale condizione, la
dell’obbedienza e della fedeltà quale è assolutamente virtuale.
Il fatto stesso, tuttavia, d’essere edot- te” ci richiede un impegno superiore a quello che finora
to della propria situazione, congiun- ci veniva domandato. Non si può fare gli iniziati “part
tamente alla volontà di proseguire time”, una o due volte al mese. La coscienza, deve subire
lungo la Via Reale, costituisce il pre- un cambiamento che si protrae durante la nostra inte-
supposto necessario per ogni succes- ra esistenza o, altrimenti, si resta nel campo della pura
sivo progresso. illusione o della finzione. E’ un lavoro introspettivo che
richiama il VITRIOL del Gabinetto di riflessione ed ha
Ma qual è la sua reale situazione? E’ come base e strumento operativo il silenzio interiore.
evidente che egli è uscito dalla pro-
fanità, sui suoi occhi non vi è una Al nuovo Maestro Segreto vengono date delle precise in-
benda, ma un velo che lascia intra- dicazioni e viene fatta intravedere la meta da raggiunge-
vedere quanto lo circonda, inoltre re, cioè il ricogiungimento col proprio Sé, con la scintilla
sulla fronte è posta una squadretta divina contenuta nell’urna, ossia nella Camera segreta
d’argento che potrebbe simboleggia- del cuore. Sono molti i simboli che questo Rituale offre.
re che la sua mente non è più caoti- Già al momento della liberazione dal velo che gli copri-
ca, ma scorre lungo linee rette, ossia va gli occhi il candidato vede davanti a sé, all’Oriente
giuste, anche se ancora condizionata una bella immagine simbolica molto significativa che,
dalla materia. dall’esterno verso l’interno, raffigura un cerchio con in-
scritto un triangolo equilatero che contiene una stella a
Ora, il Rito fornisce, nella Camera cinque punte al cui centro è la lettera Z.
del IV Grado, delle precise indicazio-
ni operative, degli strumenti spiritua- Il cerchio rappresenta l’universo, l’infinito, oltre il quale
li per una liberazione del neofita dai vi è il non manifestato; il triangolo equilatero, simbolo
condizionamenti e dai legami che gli del ternario, l’equilibrio fra gli opposti, il Delta sacro,
impediscono la comprensione della il fuoco; la stella l’uomo e la lettera Z la scintilla divi-
verità na racchiusa in esso. Qui sono condensati i fondamenti
dell’esoterismo di questo Grado.
Rispetto ai primi tre Gradi che, ov- 33
viamente, fanno parte e continuano Il Maestro Segreto, viene invitato a meditare su questi
a far parte del nostro essere Massoni, simboli, e ha l’opportunità di comprendere come si col-
vediamo come l’ingresso al IV Grado loca l’uomo nell’universo e di riscoprire la sua natura più
fa intavedere un nuovo tipo di lavoro, intima, più sacra, di cui ormai ha individuato l’esistenza
più profondo. Qui si è chiamati a ri- e la sede misteriosa. Egli sa dove è la Luce, la Verità, ma
flettere e a meditare nell’intimo della non è nelle condizioni di impadronirsene. Il rituale gli
nostra interiorità. Infatti nel Rituale mette a disposizione il messaggio e le indicazioni opera-
di iniziazione al IV grado il Pot.mo tive per potere un giorno ricomporre la chiave del Tempio
Re Salomone ad un certo punto dice interiore. Adesso sta a lui, nella misura in cui riuscirà a
al candidato: “Il lavoro nella Loggia comprendere i suggerimenti che gli sono stati offerti, in-
di perfezione non ha lo stesso anda- camminarsi sulla via della Ricerca e scoprire in sè la scin-
mento di quello della Loggia Simbo- tilla divina. Se percorrerà questo sentiero, sarà in grado di
lica. Il nostro lavoro è costante come realizzare quanto dice il Rituale, fare in modo cioè “che
il lavoro del solitario che nel silen- la simbolica corona di alloro non sia sterile simbolo, ma
zio analizza nella sua mente i propri vittoria seguita da pace serena”, acquisizione reale di un
pensieri”. In queste poche parole c’è nuovo stato di coscienza germogliato nel profondo della
una notevole indicazione operativa, propria interiorità, che non potrà non riflettersi in tutti gli
che solo chi ha percorso effettiva- aspetti della sua vita e anche nei rapporti con gli altri.
mente questa via poteva indicare. Si
tratta di porsi come imparziale osser- Carissimi Fratelli, grazie per la cortese attenzione e un
vatore di se stesso, nella posizione augurio di buon lavoro a tutti.
del “testimone”. La parola “costan-

Potrebbero piacerti anche