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XL – 20191–2
Giacomo Baroffio
La formazione di un cantore gregoriano 7
Pasquale Troìa
Canti e musicisti dell’Archivio Musicale dell’Archivio Storico della
Comunità Ebraica di Roma. Una prima presentazione per un repertorio
da custodire, valorizzare e rinnovare 19
Giacomo Baroffio
Individuare recuperare studiare valorizzare
i frammenti librari liturgici 59
Nicola Tangari
Testimonianze d’oltralpe e altri frammenti liturgico-musicali
nell’Archivio di Stato di Sciacca 149
Pietro Moroni
I Graduali olivetani O, P, Q del museo della cattedrale di Chiusi 247
Marcello Mazzetti
Iter Cartusianum: Tracce di contrappunto alla mente
in una recensione dell’ut queant laxis 335
Livio Ticli
Peering into the 19th-century Tradition of the Miserere:
Traces of the Italian Falsobordone. Part 2 349
Aurelio Porfiri
The Struggle of Liturgical Music in Chinese
Between Self-identity and the Other After Vatican II 397
Sommario
Amina Fiallo
Un testimone francescano in Liguria: l’ufficio di sant’Antonio di Padova
nel Graduale ASD 268 dell’Archivio Diocesano di Savona 415
Segnalazioni
Nicola Tangari
La musica sacra in Italia in due recenti pubblicazioni a più mani 459
Recensioni
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Nonostante tanti indizi sfavorevoli, oggi ci sono ancora persone che s’in-
teressano al canto gregoriano. Soprattutto tra i giovani, talora lontani dalla
Chiesa e dalla liturgia. Gruppi ristretti o singoli individui cercano di prati-
carlo. C’è una via sicura e facile da percorrere? C’è un metodo particolare
per divenire cantori? La soluzione si può riassumere con una sola parola,
lo studio. Che cosa comporta la studio del gregoriano? Quali sono le condi-
zioni, quali le tappe?
Cominciamo subito a liberare il terreno da un fraintendimento diffuso.
Fondamentale è un approccio esperienziale in una condivisione vissuta su
un piano che non degeneri in un impegno meramente intellettuale e tecnico.
In riferimento allo studio in senso comune, valgono sempre alcuni punti
chiave: la chiarezza della visione d’insieme, la costanza dell’impegno, la
tenacia nell’affrontare i problemi posti dall’oggetto della ricerca, problemi ai
quali devono essere subordinate le nostre eventuali prospettive. Il che signi-
fica che talora non solo è possibile, ma è doveroso correggere il tiro rispetto
alle nostre convinzioni e attese iniziali.
La nostra prospettiva è condizionata dall’esperienza pregressa che
abbiamo avuto del gregoriano. In quale circostanza abbiamo ‘scoperto’ il
canto gregoriano e in quale contesto sociale? Lo abbiamo ascoltato per puro
caso? Ci ha subito colpito? È riaffiorato dalla memoria dopo che l’avevamo
ascoltato senza neppure accorgerci che quella ‘musica’ era diversa dalle altre?
L’abbiamo scoperto all’interno di un discorso culturale come un’importante
tappa nella storia della musica occidentale? Abbiamo letto con curiosità
qualche accenno a livello di terapia psicoanalitica? Ci ha annoiati a morte o
ha galvanizzato la nostra attenzione durante una celebrazione liturgica…?
Queste, e molte altre ancora, sono situazioni ciascuna delle quali con-
diziona comunque il nostro sentire e plasma il desiderio di conoscere e
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Un fatto dovrebbe essere chiaro sin dal principio. È una questione assai deli-
cata e si può delineare partendo da un esempio concreto della vita quoti-
diana. Immaginiamo un gruppo di giovani amici che in una ricerca scolastica
s’imbattano nella foto di uno sconosciuto e desiderino sapere qualche cosa
sul suo conto. Giovannino Rossi risulta essere il suo nome. Durante le inve-
stigazioni, i discepoli di Sherlock Holmes e della Signora in Giallo raccol-
gono una serie di informazioni. Si scopre qualche particolare della sua vita,
ad esempio, che era stato il sindaco del paese. Era però conosciuto meglio
perché da ingegnere aveva costruito un canale. Aveva provveduto anche
all’edificazione dei ponti sui quali tutti gli abitanti continuavano a transitare
e dove gli studenti si fermavano spesso per gettare l’amo nelle acque piene
di pesciolini. Con la fantasia sono state reintegrate le parti mancanti nella
narrazione e ogni ragazzo ha scoperto un aspetto particolare. Chi ha messo
a fuoco l’attività amministrativa del sindaco, chi ha compreso il contributo
sociale dell’ingegnere. Tutti sono fieri delle loro scoperte. Pierino si è ricor-
dato vagamente che Giovannino Rossi era suo nonno. Guardando la foto
non pensa né al paese né al canale, ma è tutto preso da quella figura. Sembra
prenda vita, esca dalla cornice per guardare il nipote e lasciarsi ammirare,
senza registrare le benemerenze civiche. L’attenzione è rivolta agli occhi, alle
labbra… sino a vederlo e sentirlo vicino, presente, vivo.
Qualche cosa del genere succede anche con il gregoriano. Lo si può stu-
diare fino a conoscere bene tanti aspetti storici, melodici, modali, ritmici
e quant’altro. Sono tutti gradi di una conoscenza interessante, opportuna,
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La formazione di un cantore gregoriano
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Premessa
1] È opportuno iniziare lo studio del canto gregoriano con un primo orien-
tamento di fondo. Il che comporta, di solito, la lettura di qualche scritto
che offra una panoramica esaustiva. In seguito si potranno attingere nuove
cognizioni con lo studio di testi specifici e specializzati. Non mancano sus-
sidi per soddisfare ogni esigenza, da un articolo divulgativo di rivista e di
enciclopedia a un poderoso lavoro monografico di natura estremamente
tecnica. 1
Aspetti generali
3] La storia come Storia della salvezza
− Rivelazione e tradizione
− La Parola di D-i-o nella Bibbia
− I cicli letterari: i libri storici, sapienziali, poetici profetici…
− I salmi: preghiera e poesia, generi letterari; trasmissione latina (salterio
romano…)
4] L’universo liturgico
− Realtà e categorie fondamentali: Presenza operante di Cristo e del suo
Spirito, memoriale, benedizione, mistero pasquale…
− Silenzio, gesti, parole…
− Famiglie liturgiche, riti e usi in Italia
− Anno liturgico
− Azioni: Eucaristia, sacramenti, Ore…
− Elementi letterari: letture, orazioni (eucologia), canti, rubriche
5] Le fonti liturgiche
− Documentazione storica, letteraria, artistica
− I libri liturgici e loro funzione ministeriale
8] il testo letterario
− contesto letterario e storico biblico (AT/NT, libro, capitolo, versi);
− aspetti filologici (ad esempio, quale recensione del salterio latino:
Romanum, Vulgata o altro?…)
− contesto liturgico (presenza del libro o dei versi in quale occasione
liturgica, nello stesso giorno o nella medesima azione…);
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9] la melodia
− trasmissione neumatica;
− esame modale e ritmico;
− architettura e stile (elementi strutturali);
− tecniche di composizione (idiomelo, melodia-tipo, centone, maqam,
esposizione per inclusione, chiasmo, tono salmodico…);
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bisbiglio: ______________________________________________________________________________________________
è un testo poetico. A nessuno è mai venuto in mente di trasmetterlo ‘a riga piena’ come
hanno fatto con il secondo testo, la prosa del Convivio (trattato I, cap. I, 5–6):
“Ahi quanto a dir qual era e cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel
pensier rinova la paura tant’è amara che poco è più morte ma per trattar del ben ch’i vi
trova, dirò de l’altre cose ch’i v’ho scorte io non so ben ridir com’i v’intrai tant’era pien
di sonno a quel punto che la verace via abbandonai…”.
“Dispregiar se medesimo è per sé biasimevole però che a l’amico dee l’uomo lo suo
difetto contare strettamente e nullo è più amico che l’uomo a sé onde ne la camera de’
suoi pensieri se medesimo riprender dee…”.
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Il ‘tocco del pianista’ è un altro grave difetto da evitare nel cantare melo-
die gregoriane. Si tratta di una modalità esecutiva plasmata in genere dalla
noncuranza e, spesso, dall’imitazione (inconsapevole) di alcuni stilemi pro-
pri della musica colta occidentale. Il fenomeno si evidenzia chiaramente in
due situazioni.
1] si canta imprimendo pressione all’inizio delle (singole) note. Il suono
come succede quando si pigia il tasto di un pianoforte si esprime in un decre-
scendo inarrestabile. L’esecuzione finisce per risultare pesante e fastidiosa,
costituita da tanti > > > > > > > > > >. Una caratteristica della voce umana è
la modulazione libera del volume che si può esprimere con infinite sfuma-
ture. Alcune possibili rappresentazioni: <<>>> ><>> >><< …
2] non solo singole note, ma alcuni gruppi neumatico-melodici sono
trattati secondo la dinamica appena ricordata, del tutto estranea al grego-
riano fino a comprometterne l’esistenza. Il che avviene quando ci si limita
a eseguire solo delle note senza riuscire a creare la specifica realtà musicale.
Basti pensare al gruppo di tre note discendenti (climacus) quando lo si canta
appoggiando sempre la prima nota. L’estetica gregoriana prevede la nota
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