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La musica dal V al XIV secolo

Musica Per Pregare

I.I.S. F. Bisazza, Classe I A sez. Musicale, Docente: Veronica Leonardi


 Con la caduta dell’Impero Romano, la Chiesa diventa
riferimento non solo spirituale, ma anche culturale, sociale e
politico.
 Nel medioevo, l’uomo di cultura è l’uomo di chiesa

La Chiesa al  Questo è il motivo per cui tutte le fonti musicali a nostra


disposizione per ricostruire la storia della musica medievale
centro sono di origine sacra
 Parallelamente alla musica sacra esiste anche la musica profana
che però ha lasciato poche testimonianze scritte, tra cui l’arte
dei Trovatori e dei Trovieri (poeti e musicisti provenienti da
Nord e Sud della Francia)
 La musica sacra è legata alla liturgia, cioè l’insieme di gesti e parole con
cui si svolge il rito religioso
 Nei vangeli, negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere di San Paolo
troviamo testimonianza della pratica dei primi cristiani di intonare
salmi, inni e cantici spirituali
 Gli apostoli appartenevano al mondo ebraico, dove la musica svolgeva
Le radici un ruolo importante non solo nell’ambito del culto, ma anche nella vita
quotidiana
ebraiche del  La prima testimonianza di una messa risale al 155 d.C. a Roma e la

Cristianesimo liturgia moderna presenta ancora gli stessi tratti, ovvero la lettura delle
Sacre Scritture (compresi canti e preghiere), che sorgono a modello del
culto delle sinagoghe ebraiche
 Il cristianesimo si diffonde in primo luogo in lingua greca, solo in
seguito si impose il latino, e questo è il motivo per cui tutt’oggi nella
nostra messa invochiamo il Kyrie eleison (dal greco=Signore Pietà.
Christe eleison= Cristo Pietà)
 Nel 313 d.C., l’Editto di Milano (o Editto di Costantino) pone la
religione cristiana come unica e obbligatoria dell’Impero romano
 Divenendo un culto libero (dopo le precedenti persecuzioni
cristiane), inizia a svilupparsi e sorgono anche dei luoghi
specifici dove professare: le basiliche
 Il rito principale è la Messa

Lo sviluppo del  La chiesa si organizza in diocesi con a capo il Vescovo

cristianesimo  Il Vescovo di Roma è il Papa, capo di tutta la chiesa, detentore


anche del potere politico
 Sorge parallelamente anche il monachesimo, cioè una scelta di
vita religiosa che prevede l’isolamento dal mondo totale o
parziale (ricordiamo San Benedetto da Norcia)
 Il rito dei monaci è l’Ufficio delle Ore
 A causa delle differenze ambientali e culturali e delle difficoltà
degli scambi tra comunità, iniziano a sorgere riti cristiani
differenziati e ciò comporta differenze anche sul piano musicale
I riti principali sono:

La molteplicità  Il rito Romano Antico (Roma) improntato ad una grande semplicità

dei riti  Il rito Ambrosiano (Milano) da Ambrogio, Vescovo di Milano (ad


Ambrogio si attribuisce lo sviluppo dell’Inno, forma poetico-
musicale di origine orientale)
 Il rito Gallicano (Francia)
 Il rito Mozarabico (Spagna)
 Il rito Bizantino (Costantinopoli)
 Una testimonianza musicale molto importante è l’Inno alla
Trinità, conosciuto come Papiro di Ossirinco, un Inno greco che
fa da ponte tra il mondo politeista greco e il mondo monoteista
Le fonti cristiano in quanto è scritto con notazione alfabetica (tipica dei

musicali e gli greci), ma dedicato alla Trinità (elemento cristiano).


 L’influenza ebraica e greca portarono a privilegiare il canto
stili dei canti all’Unisono, eseguito dal coro, oppure in alternanza tra solista e
coro (a volte anche in alternanza con i fedeli, dai quali però
venivano escluse le donne. Si hanno perciò dei cori maschili)
 L’Inno è la forma musicale la più importante della tradizione
cristiana
 È un canto di lode, spesso all’unisono, a volte accompagnato da
strumenti musicali
 È una sorta di poesia cantata
 Serviva già dai tempi più remoti a celebrare riti in favore degli dei
(un esempio è l’Inno di Apollo o Inno Delfico del II secolo a.C.)
L’Inno Caratteristiche: dell’Inno
 Presenza di un testo poetico dal contenuto sacro, di lode
 Struttura strofica: la stessa musica si adatta a tutte le strofe (questo
serviva ad agevolarne la memorizzazione poiché non esisteva
ancora la notazione su pentagramma, di conseguenza la
trasmissione dei canti avveniva oralmente e per imitazione)
 Il processo di unificazione del rito avviene più per motivi
politici che religiosi: il papa Stefano II chiede aiuto a Pipino il
Breve, re dei Franchi, per salvare i territori della chiesa
dall’invasione dei Longobardi.
L’Unificazione  Il papa, entrando in contatto con le usanze liturgiche gallicane e
dei riti: notandone le differenze con il rito romano, sente l’esigenza di
uniformare il loro rito a quello della sede papale.
IL CANTO  I Franchi traggono profitto da questo intervento poiché un
GREGORIANO legame con il centro del potere spirituale avrebbe dato un
carattere sacrale al loro regno.
 Carlo Magno (figlio di Pipino il breve) proseguì il progetto di
abolizione del canto gallicano in favore di quello romano.
 Per la realizzazione del progetto di unificazione dei riti, furono inviati da Roma sia i testi
liturgici, sia delle persone capaci di insegnare i canti.
 I vescovi d’oltralpe però non vollero eliminare del tutto i canti del rito gallicano ormai
consolidato, ma adattarono il canto romano alla loro tradizione, questo comportò una
fusione tra i due repertori (romano e gallicano).
 L’unificazione dei riti da vita ad un nuovo repertorio di canti definito «Canto
Gregoriano», erroneamente attribuito a papa Gregorio Magno in quanto nessuna fonte

La nascita del
coeva al pontefice attesta questa attribuzione.
 L’attribuzione a Gregorio Magno era un probabile espediente per conferire sacralità ad un

Canto
obiettivo che in realtà aveva sfondo politico, ovvero l’unificazione del Sacro Romano
Impero

Gregoriano  L’iconografia di Papa Gregorio Magno raffigura un monaco amanuense nell’atto di


scrivere su un foglio i canti che la colomba sulla sua spalla (simbolo dello Spirito Santo)
gli detta.
 Gli autori dei canti gregoriani restano anonimi
 Il canto gregoriano è ancora oggi il canto ufficiale della Chiesa Cattolica
 Secondo la tradizione, papa Gregorio Magno raccolse ed ordinò tutti i canti sacri in un
volume detto «Antifonarium Cento», la cui copia originale andò persa durante le
invasioni barbariche.
 La liturgia cattolica si organizza in un ciclo annuale di festività
che viene definito «Anno Liturgico» ed è suddiviso in «tempi»
 L’anno liturgico inizia quattro domeniche prima di Natale
 I tempi principali dell’anno liturgico sono: Avvento, Natale,
L’Anno Quaresima, Pasqua
Liturgico  Il tempo che si interseca tra questi periodi liturgici è
l’Ordinario.
 Esistono anche celebrazioni che hanno una propria autonomia,
come le messe da Requiem (per i defunti) o le messe di Nozze.
La messa viene celebrata ogni giorno, ma il culto principale
avviene la domenica.
I brani delle preghiere della messa hanno funzione diversificata:
troviamo i brani dell’ORDINARIUM MISSAE, presenti in ogni
messa e i brani del PROPRIUM MISSAE che si adattano alla
specifica festività.
Tutte le parti del rito vengono cantate.
LA MESSA I brani dell’Ordinarium sono:

Kyrie eleison, Gloria in Excelsis Deo, Credo, Sanctus, Agnus


Dei.
I brani del Proprium sono:
Introito, Graduale, Alleluia (o Tractus in Quaresima),
Offertorio, Communio
 KYRIE: canto ornato
 GLORIA: canto sillabico, non è presente in Avvento e in

• L’Ordinariu Quaresima
 CREDO: canto sillabico
m Missae  SANCTUS: canto semi ornato o ornato
 AGNUS DEI: canto semi ornato o ornato
 INTROITO: (canto sillabico) Antifona che introduce la festività (es. «Puer
Natus est» nel giorno di Natale, «Resurrexit sicut dixit» nel giorno di
Pasqua.
 GRADUALE: Responsorio in cui il solista, per cantare, sale i «gradini» del
pulpito
 ALLELUIA: Canto di gioia che in Quaresima viene sostituito dal Tractus
• Il Proprium  OFFERTORIO: Antifona che accompagna la presentazione delle offerte

Missae  COMMUNIO: Antifona per il momento dell’eucaristia


***
 L’Antifona è un brano corale che viene ripetuto dopo l’esecuzione di uno o
più versetti salmodici
 Il Salmo è un canto tratto dal libro dei salmi
 Il Graduale è un responsorio, cioè un brano che alterna una parte solistica
ad un coro
E’ il rito caratteristico della vita monastica.
Le preghiere quotidiane scandiscono la giornata del monaco secondo il seguente
schema:
 MATTUTINO: alle 2:00 di notte
 LODI: alle 5:00
 ORA PRIMA: alle 6:00

L’UFFICIO
 ORA TERZA: alle 9:00
 ORA SESTA: alle 12:00

DELLE ORE  ORA NONA: alle 15:00


 VESPRI: alle 17:00
 COMPIETA: alle 20:00
Ad ogni ora vengono intonati il Gloria Patri, un Inno, uno o più Salmi, una
Antifona, un responsorio.
I Salmi sono il cuore dell’ufficio delle ore e per essi viene creato uno stile
musicale detto «salmodico»
I testi e i canti della liturgia sono riuniti in grandi raccolte: il
GRADUALE per la Messa e l’ANTIFONARIO per l’Ufficio
delle ore. Il Salterio raccoglie tutti i Salmi.
 lo stile dei canti è monodico e rientra nell’ambito di un
I libri liturgici intervallo di sesta

L’esaltazione della parola  I compositori dell’epoca hanno utilizzato uno stile «scarno» per
porre in rilievo la parola e il suo significato.
 Con la musica si «interpreta» il testo e si da enfasi alla parola.
Epistula, S. Paolo. I
lettera ai
Thessalonicesi.
Recitativo liturgico I canti gregoriani vengono classificati nei seguenti stili:
(cantillazione)  STILE SILLABICO, SALMODICO O «ACCENTUS»: ad ogni sillaba
corrisponde una sola nota
 STILE SEMI-ORNATO O «NEUMATICO»: su una sillaba vengono cantate
una o più note
 STILE MELISMATICO, ORNATO, FIORITO, «CONCENTUS»): una
sillaba è «fiorita» da moltissime note che ondeggiano su altezze diverse,
prolungando la sillaba stessa per molto tempo, da qui la parola «ornato».
Gli stili del canto L’ornamento sull’ultima sillaba viene detto «Jubilus».
 L’Alleluia che è un canto di lode è in stile ornato, il Gloria e il Credo sono invece
in stile sillabico in quanto le verità espresse dal testo necessitano di una chiara
declamazione.
 Lo stile salmodico (Ufficio delle Ore) è in stile sillabico con formule melodiche
fisse.
Alleluia,  Gli interventi del celebrante (letture e orazioni) sono nello stile recitativo della
Christus «Cantillazione», ovvero una sorta di recitare intonato che ribatte spesso la stessa
resurgens, nota con delle piccole inflessioni della voce.
Domenica V
del tempo di
Pasqua
Gli attori principali della celebrazione liturgica sono:
 Il celebrante
 Il coro
 L’assemblea dei fedeli
Le modalità All’interno del coro vi erano dei solisti esperti che eseguivano

esecutive brani più complessi in stile Melismatico (ornato).


 Quando si alternano un solista e il coro, lo stile è detto
«Responsoriale».
 Nel canto dei salmi, il coro viene suddiviso in due gruppi che si
alternano fra loro e questo stile è detto «Antifonale»
 La notazione appare nel IX secolo
 Nasce probabilmente per facilitare la trasmissione dei brani
 La struttura dei canti è comunque pensata in modo da favorire
la memorizzazione, pratica che riguardava in particolar modo i
monaci
LA NOTAZIONE  I brani contengono degli schemi melodici ricorrenti che si
Trasmissione orale e presentano in forma variata o arricchita
scritta  Lo scopo della nascita della notazione non fu tanto quello di
tramandare con esattezza le note, bensì le indicazioni ritmiche
ed espressive, essenziali per una interpretazione
teologicamente corretta (esaltazione della parola)
 La prima notazione si avvale di segni grafici chiamati «Neumi»
che derivano probabilmente dagli accenti grammaticali greci e
latini
 I Neumi possono corrispondere a una o a più note
 I Neumi non sono inseriti in un sistema di righi e chiavi (non
esiste ancora il pentagramma), per cui non consentono di
I Neumi e le individuare l’altezza esatta dei suoni, né gli esatti rapporti tra
gli intervalli, ma solo la disposizione ascendente, discendente o
fonti unisona.
 I Neumi sono posti direttamente sopra il testo della preghiera,
da qui il nome di «NOTAZIONE IN CAMPO APERTO» o
«ADIASTEMATICA» (senza linee)
 Tra i più importanti documenti di canto gregoriano a noi
pervenuti troviamo i Codici di San Gallo e Laon
Peculiarità dei
Neumi
Questo Neuma si chiama «Pes» o «Podatus».
Il nome viene dal latino e significa «piede», perché la sua forma
ricorda un po’ l’impronta di un piede.
E’ un neuma di raggruppamento di due note in intervallo ascendente
Si presenta in più forme: ogni forma rappresenta un tipo di
espressività diversa delle note.

1. Il primo neuma ha dei tratti curvi e questo indica che le due note
devono essere cantate in modo fluido e scorrevole
2. Il secondo neuma presenta un’angolatura, questo ci dice che
entrambi i suoni devono essere ben marcati
Peculiarità dei 3. Nel terzo neuma, la prima nota viene considerata un trampolino
di lancio per la seconda
Neumi 4. Quest’ultimo neuma viene definito «liquescente» e indica che
l’esecutore non deve appesantire la pronuncia delle due note

I neumi comunque non rappresentano dei valori «fissi» e


«misurabili», sono solo dei segni per orientarsi. Spetta poi
all’esecutore il compito di trovare il giusto equilibrio della durata
dei suoni.
 Un aspetto tipico della trasmissione orale sono le «varianti» (ritmiche o
melodiche) dello stesso canto. Nel corso dei secoli, il canto gregoriano si è
corrotto con numerosissime varianti
 Le varianti sono dovute non solo ai diversi luoghi di esecuzione, ma è insita
anche nel processo di assimilazione dei brani
 Questo spiega l’assenza di una versione definitiva dei brani
 Nel XVI secolo, con la restaurazione voluta dal Concilio di Trento, la
Le varianti e gli Chiesa promosse un restauro del canto gregoriano e venne creata l’Editio
Medicea, ma a causa dell’assenza di fonti filologiche, questa edizione creò
studi filologici ancora più confusione
 Alla fine dell’800, presso il monastero benedettino di Solesmes in Francia
iniziò il recupero delle più antiche fonti scritte
 Il lavoro è stato inaugurato da Dom Gueranger e oggi a Cremona si trova
l’Associazione Internazionale degli Studi di Canto Gregoriano
 Nasce anche un’altra scienza: la Paleografia, che analizza le grafie dei
neumi (dal greco: palaiós=antico, grafé=scrittura)
Pagine da 30 a 36
letture e ascolti sul libro
Analisi dell’antifona
Analisi del salmo

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