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Spedizione in A.P. - art.

2 comma 20/c - Legge 662/96 - dci P N - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a sostenere le tariffe previste

11316 choraliter 22
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2007
n. 22

Gennaio-Aprile

Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali

Rivista quadrimestrale della FENIARCO

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Dossier

RIVISTA
QUADRIMESTRALE
DELLA FENIARCO
FEDERAZIONE NAZIONALE ITALIANA
ASSOCIAZIONI REGIONALI CORALI

EDITORIALE

di Sandro Bergamo

LE COMPETENZE DEL DIRETTORE


E LA METODOLOGICA DIDATTICA
DOSSIER

PRESIDENTE: SANTE FORNASIER

IL DIRETTORE DI CORO
COME LEADER DI GRUPPO
di Giuseppe Nucci

Foto di copertina:
Concerto in vesti bibliche, Rembrant

di Pier Paolo Scattolin

FOSCO CORTI: UN DIRETTORE AL


SERVIZIO DEL CORO E DELLA MUSICA 13
di Dario Tabbia

NOVA ET VETERA

CORALIT E CAPITALE SOCIALE 14


di Claudio Martinelli

Nova et Vetera
GIOVANNI MARIA NANINO

TRE CANZONETTE SPIRITUALI


DA DILETTO SPIRITUALE (ROMA, 1586)
Direttore responsabile:
Sandro Bergamo

ATTIVIT
DELLASSOCIAZIONE

Hanno collaborato:
Pier Paolo Scattolin
Giuseppe Nucci
Dario Tabbia
Claudio Martinelli
Maurizio Pastori
Flavio Becchis
Giorgio Morandi

Attivit dellAssociazione
SCHEDA REGIONE

Stampa:
Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn)
Associato allUspi
Unione Stampa
Periodica Italiana
Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c
legge 662/96 dci PN
Autorizzazione Tribunale di Pordenone
del 25.01.2000 n 460 Reg. periodici
Abbonamento annuale: Italia 10
Estero 15
c.c.p. 11139599 Feniarco - Via Altan, 39
33078 San Vito al Tagliamento (Pn)

NUOVI PROGETTI PER LA FENIARCO


LASSEMBLEA NAZIONALE A PESCARA 25
a cura di Puccio Pucci e Alvaro Vatri

VOCI DI PRIMAVERA 26
di Flavio Becchis

Scheda Regione

NOTIZIE
DALLE REGIONI

FEDERAZIONE CORI BOLZANO 28


A.R.CO.VA 31

Notizie dalle Regioni 33

Redazione:
via Altan, 39
33078 San Vito al Tagliamento (Pn)
tel. 0434 876724
fax 0434 877554
e-mail: info@feniarco.it
Progetto grafico:
Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn)
Roberto Roveri - Agenzia G.V. - Bologna

LE OPERE PER CORO A CAPPELLA


DI GYRGY LIGETI 22
di Mauro Zuccante

Comitato di redazione:
Giorgio Morandi
Puccio Pucci
Alvaro Vatri
Mauro Zuccante
Segretario di redazione:
Pier Filippo Rendina

17

di Maurizio Pastori

Rubriche
SCAFFALE 40
di Alvaro Vatri

RUBRICHE

DISCOGRAFIA 42

a cura di Alvaro Vatri

MONDOCORO 43

a cura di Giorgio Morandi

CONCORSI 47

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dossier

EDITORIALE
di Sandro Bergamo

antare in un coro lincrocio tra


un fondamentale momento musicale e una profonda esperienza
umana: o, se preferite, il buon cantare nasce dalla somma di una corretta impostazione musicale del coro e da una sua equilibrata dinamica di gruppo. Musica e socialit: il coro come luogo dove si assolvono ad un tempo le funzioni musicali (ai
pi diversi livelli: dalleducazione di base
alleccellenza di concertistica di livello
professionale) e quelle sociali (sia interne
al coro, sia nei confronti della comunit di
cui il coro espressione e diventa elemento di identit: il paese, la parrocchia, la
scuola).
Centrale, in tutto questo discorso, la figura
del direttore: ad esso stato dedicato il
Convegno delle Commissioni Artistiche tenutosi a Fiuggi lo scorso ottobre (vd. resoconto sul n. 21 di Choraliter) e di cui pubblichiamo, nel dossier di questo quadrimestre, le relazioni. Un direttore che dovr
avere non solo competenze musicali ma anche un progetto definito di coro, quanto a
repertorio, suono, stile, e soprattutto la capacit di trasmettere tutto questo ai suoi
cantori destreggiandosi tra la necessit di
trovare il consenso senza scadere nella demagogia e la capacit di essere comunque
di traino verso mete che, il pi delle volte,
sono estranee allesperienza quotidiana degli stessi coristi. questo il tema trattato
nella prima relazione da Pier Paolo Scattolin, direttore di coro e compositore.
Giuseppe Nucci, docente alla Libera Universit Internazionale degli Studi Sociali
di Roma, ha affrontato, con gli strumenti
della sociologia, il ruolo di leader che il direttore di coro deve saper sviluppare allinterno del proprio gruppo.
Loccasione della presentazione del libro
Il respiro gi canto di Fosco Corti,
stata loccasione per ricordare la sua figura come modello di uomo e direttore, che
ha fuso in s le conoscenze musicali e la
qualit del leader.
Completa questo dossier uninteressante
analisi compiuta da Claudio Martinelli, direttore dellUfficio per la promozione culturale della Provincia di Trento, sui cori
del trentino. Dallo studio di Martinelli
emerge un quadro non scontato della coralit amatoriale, con utili elementi di rifles-

sione che arricchiscono il quadro tracciato a Fiuggi.


*******
A margine di queste tematiche, vorrei dar
conto di due notizie che ci invitano ancor
una volta a riflettere sulla visibilit della
nostra pratica musicale e sulla necessit
di accrescere la nostre capacit di comunicazione.
Ha suscitato un breve dibattito, con intervento tra gli altri dellex ministro ai beni
culturali, Veltroni, la notizia, pubblicata
allinizio dellanno, che alcune grandi biblioteche americane avrebbero provveduto, dati del computer alla mano, a scartare
dagli scaffali i volumi raramente consultati dagli utenti. Da ex-bibliotecario posso
dire che la notizia meno sconvolgente di
quanto possa sembrare: da sempre si
provvede a riporre in magazzino (mai a
buttare!) quelle opere che non sono necessarie allutenza e comunque, leggendo
gli articoli, si capisce che il computer
svolge il ruolo di indicatore, rimanendo
sempre al bibliotecario la scelta dello
scarto. Tuttavia il rischio di trovare limbecille che scarta lOrlando Furioso (3
consultazioni) e si tiene i romanzi adolescenziali di Moccia (30 prestiti), di un bibliotecario, cio, che abdica ad ogni funzione di proposta e aderisce piattamente
alle richieste di mercato c, eccome.
Ma quello che vorrei dire a tutti gli scandalizzati intervenuti in quella discussione,
compreso lottimo Veltroni, che con la
musica, senza che nessuno intervenisse

scandalizzato, si fatto e si fa esattamente cos. Quali spazi e a quali ore sono concessi nelle reti pubbliche e private alla
musica darte e quali alla musica di consumo? Quante volte il comportamento di
chi gestisce fondi e spazi pubblici si fa
guidare solo dal numero dei clienti rinunciando a riflettere sulla qualit culturale delle proposte? Quante volte i mezzi
di comunicazione danno dignit culturale
a fenomeni di dubbia qualit ponendoli
sullo stesso piano della musica pi impegnativa?
Per fortuna, nonostante lo scarso sostegno, qualcosa si muove, ed la seconda,
bella, notizia: nel 2006, le vendite discografiche legate in qualche modo alla cosiddetta classica sono aumentate del
20%, le presenze ai concerti del 10%.
Contemporaneamente, sono calate in modo consistente le vendite in altri settori,
rap in testa (e se permettete, anche questa
una bella notizia).
Anche la coralit, diffondendo cultura
musicale, ha fatto la sua parte e il servizio
di due pagine pubblicato su Repubblica
del 18 marzo mostra che qualcuno comincia ad accorgersene. Sar bene, allora, che
tutti comincino a prenderne nota, in primis quanti si occupano di informazione,
di programmazione televisiva, di politica
culturale: non solo si deve, ma anche si
pu proporre qualit e non essere penalizzati. A noi, con la nostra rivista, con lattivit delle nostre associazioni regionali,
dei nostri cori, della Feniarco, il compito
di far sentire sempre di pi la voce della
coralit.

Il tavolo dei relatori al Convegno di Fiuggi.

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LE COMPETENZE
DEL DIRETTORE E LA
METODOLOGIA DIDATTICA
di Pier Paolo Scattolin

a presente relazione ha come soggetto la figura del direttore del coro amatoriale, solitamente non legato alla produzione teatrale o del coro che comunque non sia espressione di
unattivit professionale: queste
due ultime tipologie corali hanno
infatti obiettivi e organizzazione del
lavoro molto diversi.
Va innanzi tutto detto che nel mondo amatoriale la figura del direttore
di coro ha avuto unevoluzione
marcata nellaspetto della propria
preparazione; senza voler mettere
dei confini precisi si pu dire che
negli ultimi 25 anni lo spessore tecnico e artistico del direttore avanzato in maniera decisa e netta.
Si potrebbe dire tout court che in
Italia ci sia stato un passaggio da
una direzione corale dilettantesca
ad una maggiormente consapevole
e professionalizzata; questa constatazione non comporta un giudizio
sul risultato artistico raggiunto dal
coro amatoriale in questa evoluzione: quante volte abbiamo visto cori
ben guidati da direttori dilettanti
e, al contrario, cori che non hanno
raggiunto alcun significativo risultato artistico pur guidati da direttori
istruiti e patentati.
In queste osservazioni introduttive
vorrei segnalare anche levoluzione
del coro amatoriale che col tempo si
fissato obiettivi e traguardi artistici sempre crescenti, che hanno accompagnato quello del trovarsi per
fare musica.
Recentemente si sono sviluppati cori nelle scuole e cori che per esempio fra gli obiettivi hanno quelli di
carattere terapeutico come quelle
formazioni che nascono negli ospedali o che sono in maggior parte
composte da persone con abilit
diverse.

Ma il tema affidatomi non porta a


sfiorare che di sfuggita la storia della coralit e gli aspetti sociologici
legati alla componente umana e dellattivit del coro.
Da queste prime osservazioni introduttive comunque credo che risulti
evidente che la figura del direttore di
coro sia ancorato fortemente al concetto di paidia: il ruolo del direttore di coro, oltre che genericamente
musicale, coinvolge la dimensione
pedagogica ed educativa nella formazione musicale del coro sia amatoriale che professionale.
Questo aspetto comporta una grande
responsabilit in molti aspetti delle
competenze del direttore: per esempio la scelta del repertorio, frutto
di enorme studio, ricerca delle fonti
e lettura delle partiture, avviene di
conseguenza con grande consapevolezza nel rispetto delle possibilit
tecniche e del graduale percorso
formativo e tecnico del coro con cui
interagisce.
Il non gettarsi immediatamente ed
esclusivamente sul pezzo che piace
al direttore e al coro, ma cercare la
gradualit dellapproccio al repertorio costituisce un impegno notevole,
ma alla fine sicuramente redditizio,
soprattutto se finalizzato a far raggiungere al coro una naturale dimestichezza con la traduzione sonora
della grafia antica e moderna. Non
dimentichiamoci inoltre della possibilit da parte del coro di chiedere
espressamente un lavoro ad un compositore (la commissione), purch
scritta tenendo conto delle possibilit tecniche e di lettura del coro. Si
avvia cos un circuito virtuoso di reciproca crescita fra compositori e
cori amatoriali: i lavori prodotti per
cos dire in forma laboratoriale, dove la traduzione di grafie e simboli
abbiano immediata spiegazione ed

esecuzione, diventeranno sicuramente di sicuro approccio e di pregevole consistenza espressiva.


Soprattutto allinizio, naturale che
la scelta del repertorio cada su pezzi facili: limportante che siano di
grande bellezza estetica e di interesse poetico-musicale per gli esecutori. Sono brani che proprio per
la loro bellezza possono anche diventare occasione di studio tecnico
ed espressivo evitando il descrittivismo o il puro gioco sonoro.
Parallelamente quindi si pu opportunamente procedere alla crescita
tecnico espressiva del coro con gli
esercizi di lettura e tecnici derivati
dal pezzo allo studio.
importante fare un programma di
studio tecnico accanto allapprendimento del repertorio: per esempio
la fase del riscaldamento delle voci
pu essere utilizzata per inserire
esercizi di lettura e di tecnica semplici ma efficaci, tali che non diano
al cantore la sensazione di essere
sottoposto ad un processo di alfabetizzazione di tipo scolastico, e introducano nellattivit di riscaldamento e apprendimento una fase di
carattere ludico. Quello del riscaldamento pu diventare un momento formativo fondamentale sia per
le voci dei bambini sia per quelle
degli adulti. Questo tipo di attivit
didattica richiede da parte del direttore una particolare attenzione a
due aspetti: il primo la ludicit
dellesercizio; laltro aspetto riguarda la programmazione nel tempo degli esercizi, in modo che gradualmente si sviluppino cicli contenenti i temi tecnici del repertorio.
Nella musica contemporanea, la tridimensionalit e la spazialit del
suono, cio lo spessore del suono
dato dalla variabilit del numero
dei cantori e dalla variabilit del

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timbro nella produzione di un medesimo suono, costituiscono peculiarit di quel repertorio che crea ulteriori motivi di interesse nella scelta del repertorio.
Sono molti anche i brani di compositori italiani utilizzabili per questo
itinerario, ma rimandiamo ad unaltra occasione per affrontare il repertorio italiano in maniera pi approfondita.
Soprattutto nei riguardi dei giovani
il continuo riferimento giustificativo nelle scelte del repertorio e della
sonorizzazione vocale-strumentale al vissuto sonoro crea equivoci
enormi dal punto di vista educativo
e pu produrre labbandono di efficaci prassi didattiche consolidate in
tutta Europa.
Alle volte sembra che si preferisca
una scorciatoia che apparentemente
e superficialmente attira i giovani,
magari anche il consenso di qualche
genitore musicalmente poco alfabetizzato e magari entusiasta per le
performance spettacolari di triste reminiscenza e scimmiottamento dellintrattenimento televisivo.
Tutto ci non produce un buon investimento per il futuro approccio musicale di un giovane che passer dallo stato dellinfanzia-adolescenza a
quello dellet adulta.
Non credo che si possa essere tacciati di passatismo quando, allinterno di un percorso didattico che rispetti levoluzione e la naturalezza
delle necessit giovanili, li si avvii
allattivit della musica in maniera
meno superficialmente ancorata.
La didattica corale deve evolvere,
ma senza compromettere i risultati
acquisiti dal lavoro di tante personalit del mondo corale anche italiano:
solo non dobbiamo alienare il ruolo
educativo che ci compete e non avere paura di fare fatica per trovare soluzioni pedagogicamente idonee e
tanto meno, quando necessario, di
andare controcorrente.
I direttori devono continuare nellesercizio del ruolo di educatori e non
devono limitarsi allattivit di intrattenitori ammiccanti e semplificanti
abdicando al vero ruolo che quello della trasmissione del sapere co-

rale: i ragazzi sono attratti e


si divertono nel cantare la
bella musica, e contemporaneamente nel fare un percorso di crescita, di conoscenza del linguaggio: non
sottovalutiamo le loro pulsioni estetiche, che occorre
comunque indirizzare e
non far vivere solamente
istintivamente sul terreno
del conosciuto.
Anche laltro aspetto dellattivit direttoriale, la
concertazione, si trasforma in un percorso di ricerca musicale profonda, e
non prodotto, come spesso
succede, dallaccondiscendenza ad aspetti superficiali e di immagine. I cantori
amatoriali spesso non
Paidia : dal greco, indica la formazione
hanno le armi per difendercult urale d ellu o m o, f o n d a t a sulla
si da direttori improvvidi:
conoscenza filosofica.
di qui la grande responsabilit morale del direttore di
cori, ma cattivi maestri ben cocoro rispetto per esempio al direttonosciuto!
re dorchestra, il cui ruolo di educaCredo che su questa questione i
tore, eccetto nel caso di formazioni
maestri abbiano una responsabilit
giovanili, si sviluppa maggiormente
ben precisa. Nei confronti dei cori e
e pi direttamente nella sfera musidei singoli cantori in mezzo a cui si
cale collegata al risultato dellesetrovano ad esercitare la propria atticuzione in tempi rapidi e con le cavit, i direttori dovrebbero porsi il
ratteristiche della produzione musiproblema della crescita culturale e
cale professionale.
tecnica del coro in cui svolgono atC, a mio parere, anche un altro
tivit. Non va dimenticato che per
aspetto che pu compromettere il
alcuni direttori lattivit corale copercorso formativo dei giovani e anstituisce un importante contributo
che degli adulti, che lostacolo
alla formazione del proprio curricurappresentato da un crescente ramlum artistico, che in qualche caso si
pantismo della figura direttoriale:
concretizzato nel raggiungimento
fenomeno che si verifica, qualche
di un posto di lavoro, per esempio
volta anche in buona fede, quando si
nellambito dellinsegnamento nelle
divide il processo di crescita del discuole secondarie e nei conservatorettore da quello del coro, e quando
ri. In ogni caso il problema dellalquesto inteso esclusivamente cofabetizzazione prioritario nel
me veicolo di autopromozione.
mondo corale amatoriale. Oltre alla
Si verificato molto spesso di assibuona volont personale e alla distere allassoluto immobilismo tecsponibilit dei maestri e dei cantori,
nico di cori, dove la giustificazione
dobbiamo tutti insieme collaborare,
rappresentata dalla scarsa qualit
(e in questo caso i corsi didattici ordei cantori: affermazione che in
ganizzati dai cori nellambito delle
questa sede non pu essere svisceattivit associative regionali sono
rata, ma che anche solo col buon
benvenuti e troveranno sempre sosenso risulta priva di ogni fondastegno): dobbiamo fare ogni sforzo
mento musicale, psicologico, tecniper avviare la coralit italiana verso
co etc. Il detto non esistono cattivi

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La lettura del segno musicale favorisce lapprendimento da parte dei


coristi.

una fase di pi matura consapevolezza del far coro, mentre in Europa la preparazione del cantore
indubbiamente migliore grazie anche a condizioni didattiche ambientali (attivit corale nelle scuole
e nelle chiese) molto efficaci. Nellattuale fase del nostro associazionismo questo tema didattico visto
dai rappresentanti e dalla commissione artistica come uno dei pi urgenti e da affrontare con sempre
maggior determinazione.
Ragioni morali ed esigenze artistiche
devono rendere responsabili i direttori nei confronti dei propri cori, in
qualunque tipo di attivit musicale i
cori siano coinvolti e in qualunque
livello tecnici-artistico il direttore si
trovi ad agire e raggiungere.
Il nostro associazionismo deve diventare punto di riferimento di una
problematica che nasce lontano, ma
che non possiamo pi fingere di non
vedere.
Credo che nelle attivit didatticoformative la Feniarco e le nostre associazioni corali tengano fede agli
obiettivi primari della coralit, mantenendo il rapporto con le esigenze
della base (costituita dai cori e dai
direttori) e corrispondendo a reali
esigenze della coralit italiana: speriamo che queste prospettive possano essere recepite anche in ambito
federativo dove le giuste necessit
di rappresentativit internazionale
devono coniugarsi saldamente alle

vere e pi immediate necessit di


una coralit che alla base sta facendo grandi sforzi per saldare ritardi
culturali e scolastici e per consentire al cantore unattivit soddisfacente e pi consapevole.
Per rendere pi agevole, pi appetibile lattivit corale opportuno che
gradualmente si passi da una fase di
apprendimento ad orecchio ad un
metodo che renda pi consapevole
il cantore davanti al segno musicale.
Per fare questo basta impiegare
qualche minuto della prova in un
percorso frazionato in piccole unit
didattiche e inserite in un progetto
per esempio triennale, per migliorare e fare crescere il coro dal punto di
vista della lettura.
La lettura del segno musicale accorcia i tempi di apprendimento, rende
il cantore autonomo e partecipe,
crea interesse nei pi giovani (si
tratta in fondo di studiare un codice), in molti casi crea curiosit anche nei cantori pi anziani.
Fra gli aspetti metodologici vorrei
fare luce su alcuni punti fondamentali.
Metodologia della prova
Occorre razionalizzare il tempo a
disposizione con una programmazione delle varie fasi della prova, tenendo conto della curva di attenzione, dellalternanza fra pezzi di studio e di concerto. Ampio spazio de-

ve essere dato alla lettura musicale e


allesercizio vocale-intonativo: in
poche parole bisogna progettare un
processo di alfabetizzazione che in
qualche anno porti il coro ad affrontare i problemi tecnici nel modo pi
ampio possibile (lettura, intonazione, vocalit, fraseggio).
Nel processo metodologico, soprattutto con i giovani pu essere importante la scelta del metodo (Goitre, Kodly etc.). I giovani chiedono
la comprensione del testo musicale.
Non si consideri esaurito il ruolo del
direttore solo come responsabile
dellinsegnamento delle parti e delle scelte interpretative, ma si deve
dare importanza al processo di alfabetizzazione. Nel processo di razionalizzazione della prova molto efficace la proposta di un modo di formulare il vocalizzo che non serva
esclusivamente a scaldare la voce,
ma che imposti o aiuti alla risoluzione di problemi tecnici tecnica del
pezzo che si vuole eseguire: il medesimo vocalizzo pu essere utilizzato per innescare processi di lettura musicale.
Esempio metodologico della fase
iniziale della prova:
1. socializzazione attraverso il gioco: esercizi di rilassamento fisico anche a coppie di cantori;
esercizi ritmici a coppia con le
mani: ritmi binari e ternari, ritmo
col punto; esercizi singoli con
mani e piedi (per esempio il piede batte il tempo forte, le mani
marcano i tempi deboli, oppure
suddividono in maniera binaria o
ternaria i tempi);
2. fase dedicata alla respirazione di
tipo diaframmatico ed emissione
di note tenute, inizialmente allunisono poi a due voci con un
suono di base invariabile (nel
programma si svilupperanno sovrapposizioni di suoni consonanti - ottave, quinte, terze e seste - poi dissonanti, per esempio
tonica e sensibile eseguite contemporaneamente, in modo che i
cantori si abituino allindipendenza e allautonomia): il senso
degli esercizi a due voci sta nel
fatto che lintonazione del coro

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migliora pi velocemente se non
si cura solo laspetto individuale, ma se si mettono in correlazione fra loro i cantori attraverso
esercizi a pi voci (intonazione
relazionata su un suono di base);
3. fase fonetica dedicata agli esercizi con le consonanti: studio delle dentali, labiali, nasali; vocalizzi con le nasali, con suono a
bocca chiusa ed esercizi con le
vocali; impostazione degli apparati mobili (lingua, labbra, laringe etc.); occorre inoltre sviluppare la programmazione dei vocalizzi, iniziando da quelli pi
semplici con estensione limitata
e progressiva introduzione di
esercizi pi complessi nellestensione e negli intervalli;
4. fase polifonica con luso di canoni con le scale maggiori e minori: il canone la forma pi semplice di organizzazione polifonica e pu assumere facilmente il
carattere ludico; uso di frasi cadenzali a 4 voci e facili modulazioni;
5. momenti di creativit individuale
attraverso la tecnica aleatoria e
improvvisativa (organizzazione
anche graduale di grumi/clusters
di suoni nei registri acuto, medio
e basso, esecuzione di suoni legati, staccati, glissati di cui si
stabilisce solo la direzione ma
non una precisa melodia, esecuzione di ritmi liberi con uso delle consonanti, etc.).
Il percorso tecnico programmato
pu essere efficacemente fatto sia
nella fase di riscaldamento, sia durante lo studio dei brani, selezionando comunque durante la prova
gli esercizi utili al superamento delle difficolt dei brani allo studio.
Infine luso della lavagna luminosa
molto utile se si vuole avviare e
programmare la lettura musicale.
Con questo semplice strumento si
cattura lattenzione contemporaneamente di tutti i cantori sulla partitura che allo studio: con la
proiezione della partitura il direttore ha maggior facilit nella sua analisi e nella lettura cantata, con grande risparmio di tempo.

Lattenzione alla cura dei processi


di studio che riguarda lintonazione
ormai indispensabile per poter
progettare con serenit lattivit
concertistica del coro e si evitano
anche quei fenomeni di allontanamento e di perdita di cantori: se il
coro stonato non piace a nessuno,
nemmeno a chi ci canta.
Anche la costruzione del suono corale un elemento fondamentale
nella personalizzazione di un coro e
di cui il direttore ha la competenza e
responsabilit. Ci vorrebbe molto
spazio per approfondire questargomento; in questa sede sufficiente
dire che una delle strategie pi redditizie per creare un suono esteticamente interessante quella di
esercitare pazientemente un meticoloso lavoro per non umiliare i timbri
personali di ciascun cantore, ma di
impastarli come se fossero strumenti dorchestra senza costringere
la voce a particolari scelte di conformit precostituita: lunisono della
sezione non significa la ricerca di
uniformare il timbro di ciascun cantore, perch proprio la differenza
timbrica di ogni voce a creare il suono interessante e particolare di un
coro.
Fondamentale da parte del direttore
lo stile di approccio allattivit
corale, con i conseguenti risvolti
psicologici e umani che ne derivano.
La metodologia didattica strettamente legata alla necessit di creare
un percorso di crescita umana e tecnica adeguata alla realt del gruppo.
La ricerca da parte del direttore di
sviluppare la propria attivit esclusivamente in formazioni corali dove
i cantori siano gi musicalmente
formati (eccettuata lattivit in cori
professionali), spesso nasconde
lincapacit del direttore di agire
tecnicamente per la crescita del coro e di basarsi solo su elementi di
esteriorit, ma senza radicare
profondamente la propria azione di
musicista.
Molti direttori italiani hanno sviluppato una buona tecnica della prova,
proprio perch sanno di rivolgersi

spesso a persone poco alfabetizzate: patrimonio didattico di grande


valore su cui imprimere una forte
attenzione: quel tipo di tecnica assolutamente compatibile anche con
il mondo professionale, anzi aiuta
alla chiarezza, allottimizzazione
del tempo di prova, alla serenit del
rapporto umano con gli esecutori,
visti come indispensabili collaboratori alla ricerca della giusta via
interpretativa ed esecutiva a loro
proposta.
Il ruolo del preparatore vocale
pu essere svolto dal direttore stesso, che conosce con pi chiarezza
gli obiettivi tecnici ed artistici del
coro. Questo richiede per un percorso di conoscenze tecniche nella
produzione del suono che arricchisce moltissimo la preparazione di
un direttore, ma che richiede molto
impegno e applicazione: la scelta di
un preparatore non in sintonia con
gli obiettivi del direttore pu sviare
dal raggiungimento del suono ottimale del coro, allunga i processi di
fusione timbrica perch lattivit si
disperde eccessivamente nellattenzione tecnica verso il singolo: lesperienza (sia con risultati negativi
che positivi) corale del teatro ci dimostra come non serve un coro di
cantanti, ma un gruppo ben addestrato allinsieme.
Poche parole infine sulla tesi didattica della contiguit dei repertori
nella formazione di un direttore.
La contiguit di repertori vocali e
sonori diversi come il canto popolare, la musica antica e contemporanea ha dimostrato di poter contribuire in maniera determinante alla
crescita dei direttori, di creare prospettive di repertorio concertistico,
di studiare avvicinandoli mondi e
spazi sonori diversi e di creare prospettive di sinergie fra questi orizzonti sonori. tuttavia importante
che un coro nel suo iter si caratterizzi per scelte precise ed eviti la
complessit dei repertori, che richiederebbero ognuno particolari e
precisi moduli espressivi, di emissione e interpretativi.

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IL DIRETTORE DI CORO
COME LEADER DI GRUPPO
di Giuseppe Nucci

ESORDIO
nche se sono abituato a interlocutori piuttosto variegati,
questa la mia prima esperienza in cui ho lopportunit di parlare a direttori di cori e spero di riuscire a sintonizzarmi - il termine mi pare
appropriato - con voi in modo chiaro
ed efficace.
Quando mi stato chiesto di parlarvi
di leadership la mia prima preoccupazione stata quella di capire quanto
robusto sia il nesso che lega una realt
organizzativa aziendale a un coro.
Nel vostro ambito immagino che alcuni affermino che: il coro unaltra
cosa, non pu essere considerato come unazienda noi facciamo musica, ma credo che anche per fare musica rilevano, e non poco, anche gli
aspetti organizzativi e gerarchici (Robert Schumann diceva: Se tutti fossero primi violini non si potrebbe fare
unorchestra).
Vediamo se riesco a convincervi che,
pur tenendo conto delle forti specificit che caratterizzano i cori, pu affermarsi che, senza dubbio, un coro
una vera e propria organizzazione.
Il vocabolo organizzazione trae origine dal termine greco organon che significa strumento, mezzo e, ancora
oggi, il significato di questo termine
sottolinea il nesso teleologico che lega la struttura organizzativa agli
obiettivi che si vogliono conseguire.
Il sociologo Max Weber, indica lorganizzazione come quella struttura
caratterizzata da precisione, rapidit,
chiarezza, regolarit, affidabilit ed
efficienza e basata sullelaborazione
di un rigido sistema di divisione dei
compiti, di un sistema di supervisione
gerarchica e di un sistema di regole
formali e non.
Queste definizioni, che compaiono
nei testi di management, penso possano trovare ospitalit anche nella vostra realt.

E il collegamento alla leadership?


Cito due riferimenti pescati nella
mia memoria.
Il primo risale a circa 4 anni fa, nel
teatro di Chieti, in cui il maestro Riccardo Muti tenne una lezione che inizi pi o meno cos: La maggior
parte dei non addetti ai lavori si chiede a cosa serva quella persona che in
piedi, con un bastoncino in mano, si
agita davanti ad un certo numero di
musicisti. Io cercher di mostrarlo.
E cos, dopo aver fatto suonare autonomamente un brano allorchestra locale, da lui mai diretta, successivamente prese la direzione facendo interpretare pi volte il medesimo brano ottenendo infine una performance
di ben altro spessore rispetto a quella
iniziale. Mi parve allora, e lo penso
tuttora, che si fosse trattato di una vera e propria lezione di leadership. E
seppure riguarda un direttore di orchestra credo che il protagonista sarebbe potuto essere benissimo anche
un direttore di coro.
Il secondo ricordo - di tuttaltro genere - si riferisce a un recentissimo
commento di un telecronista sportivo
che, a proposito dellInter - non me
ne vogliano gli interisti anche perch,
come juventino, faccio ormai parte di
una specie protetta - diceva che questa squadra sta mostrando la fondatezza del principio secondo il quale
undici ottimi solisti non necessariamente fanno unottima squadra.
Questi due flash mi hanno aiutato a
individuare con immediatezza forti
assonanze tra il concetto di leadership e le attivit del dirigere, del
coordinare, del guidare, del motivare,
del coinvolgere, insomma di competenze che sono tanto del manager di
qualsiasi azienda quanto di qualunque direttore di coro.
Da questa analogia posso anche trarre un altro assunto - ribadisco per
che non sono un addetto ai lavori - e

cio che essere direttori di un coro


cosa completamente diversa che essere ottimi coristi.
Nelle aziende si dice che dirigere
un vero proprio mestiere, e anche in
presenza di una lunga esperienza lavorativa, quando si diventa manager
si deve ripartire quasi da zero.
Per un dirigente/direttore, infatti, labilit tecnica - per voi labilit artistica - non costituisce pi lessenza del
ruolo ma rappresenta una sorta di
sensibilit che, seppure molto importante, deve limitarsi ad accompagnare e sostenere limpegno principale,
che appunto quello del dirigere.
Ed questa convinzione che mi accompagner nei circa 25 minuti che
mi sono stati concessi per intrattenervi fondamentalmente su due temi: la
leadership e il ruolo di leader.

LA LEADERSHIP
Iniziamo con la leadership. Nellattuale contesto organizzativo la leadership costituisce un processo che
influenza gran parte delle attivit individuali e di gruppo, la definizione
degli obiettivi e le modalit per conseguirli e si realizza quando il leader
riesce a farsi seguire dai collaboratori nel perseguimento delle mete organizzative.
La leadership mostra la sua estrema
rilevanza in vari ambiti.
Innanzitutto essa una componente
essenziale del processo di cambiamento. Si ha ormai consapevolezza
di dover talvolta modificare visioni
culturali e approcci tecnici per poter
operare con efficacia ed efficienza
ma, allo stesso tempo, poche resistenze sono cos forti nellambito
delle dinamiche infraorganizzative
come quelle al cambiamento. E ci
del tutto naturale. Muoversi secondo
nuove prospettive provoca incertezza
e stress. Le persone desiderano quindi ancorarsi a prassi e modalit con

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cui hanno confidenza, come garanzia
di tranquillit e sicurezza.
chiaro, allora, che per vincere questa sorta di andamento inerziale della
cultura, tanto organizzativa quanto,
come nel nostro caso, artistica, necessario innanzitutto intervenire sulle
mappe cognitive di tutti i componenti dei gruppi. Ma per far questo occorre una serie di capacit alcune delle quali vengono sintetizzate appunto
nel concetto di leadership.
In particolare, sotto questo profilo si
parla soprattutto di leadership visionaria e trasformazionale, in grado
di favorire lempowerment dei collaboratori, di istituzionalizzare la cultura del cambiamento e di indicare
una vision condivisa che assicuri
chiarezza, coinvolgimento e senso di
appartenenza e che aiuti i collaboratori a superare il caos, la tensione e
lo stress che qualsiasi mutamento
comporta.
In secondo luogo la leadership - intesa come requisito del capo o appunto del direttore - il pi potente strumento dellorganizzazione
process oriented; i leader diventano lorganizzazione, umanizzandola, facendo perdere alla struttura, al
gruppo, il suo significato meccanicistico.
In terzo luogo la leadership capace
di incidere in profondit sulle motivazioni dei collaboratori - nel vostro
caso di ogni singolo artista - sulla loro fidelizzazione, sul modo di vivere
il proprio ruolo allinterno del gruppo, sul grado di coinvolgimento e, in
definitiva, sulle modalit con cui
esplicano le rispettive prestazioni artistiche. Ad esempio, nelle aziende
private, da una ricerca emerso che
la probabilit che i dipendenti di un
cattivo leader lascino il proprio lavoro quattro volte superiore rispetto
alla media.
In quarto luogo la leadership determinante per indicare i codici etici su
cui poggia il gruppo. Si tratta di ideali condivisi e fortemente interiorizzati che sono difesi e applicati dal leader. Essi sono comunicati con numerose modalit ma quelle pi efficaci
sono soprattutto le azioni personali: il
capo, infatti, in ogni caso influenza i

propri collaboratori, innescando un


effetto domino che si riverbera sul clima dellintero gruppo. La credibilit
della leadership - pi che negli altri
casi - connessa a come i leader mettono in pratica ci che dicono: detto
con unespressione tradizionale, si
tratta di dare il buon esempio. Il loro
prestigio dipende anche dal coraggio
e la coerenza che profondono per rimanere fedeli ai valori dichiarati.
In quinto luogo il requisito della leadership costituisce, in definitiva, lelemento che distingue chi dirige rispetto a chi esegue: in altri termini un
virtuoso primo corista potrebbe anche non possedere una valida leadership mentre per un direttore essa indispensabile.
Questi sono solo i pi importanti
campi in cui la leadership esplica un
ruolo fondamentale, ma ve ne sono
molti altri; tuttavia, il concetto forte
che vorrei sottolineare che la leadership costituisce un perno formidabile per la valorizzazione del capitale
umano, lasset per eccellenza, e rappresenta la vera sfida per tutte le strutture organizzate.
Le principali teorie
tradizionali sulla leadership
A questo punto, pu essere interessante soffermarci sulle tradizionali
teorie riferite alla leadership che, in
sintesi, possiamo raggruppare in tre
categorie: le innatiste, le comportamentiste e le relativiste.
a. Teorie innatiste
Esse partono dallassunto che i leader
posseggono dei tratti personali specifici, in grado di determinare la fedelt
dei collaboratori. Si tratta di teorie deterministe che partono dallassunto indimostrato - che leader si nasce.
Queste teorie sono oggi poco accreditate per gli evidenti limiti concettuali
mostrati.
b. Teorie comportamentiste
(o behavioriste)
Un secondo tipo di teorie fa riferimento ai rapporti umani. Iniziato ad
affermarsi negli anni 60 ad opera di
McGregor, e poi di Rensis Likert, Robert Blake e Jane Mouton, ha oggi
raggiunto il suo livello di massima
elaborazione con William Ouchi.

Gli assunti che ne scaturiscono sono


molto interessanti.
I leader, pi che a una rigida azione
di controllo, sono orientati al risultato. Essi, oltre a verificare i livelli di
performances, enfatizzano limportanza della pianificazione, dellorganizzazione e del coordinamento e attribuiscono significato fondamentale
alla formazione, alla crescita dei collaboratori e, pi in generale, al rapporto umano.
Secondo queste teorie, i collaboratori
che subiscono da parte del leader
unattivit di controllo molto invasiva
e mirata alle attivit perdono parte
della loro motivazione mentre una
supervisione pi generale e attenta
alle componenti umane determina un
maggiore rendimento.
c. Teorie relativiste
Questultimo tipo di teorie assume
che occorre esercitare un determinato
stile di leadership solo dopo aver fatto una diagnosi della situazione, in
relazione, ad esempio:
- al proprio sistema di valori;
- ai fattori riferiti ai collaboratori
(capacit, maturit, grado di autonomia, senso di responsabilit e
desiderio di partecipazione);
- fattori riferiti alla situazione (tipo
di organizzazione, grado di efficacia del gruppo e entit dellimpegno da affrontare).
In base a questi fattori il leader dovrebbe avere la capacit di scegliere
uno degli stili che si collocano su un
segmento che va dalla leadership imperniata sul capo (autocratica) a quella incentrata sui collaboratori (democratica).
A titolo di esempio, possiano citare
unimportante teoria relativista, quella di Hersey e Blanchard, denominata life - cycle theory, secondo la quale il leader deve basarsi sul grado di
maturit del collaboratore, intendendo per maturit la capacit di accettare obiettivi impegnativi e di perseguirli con determinazione e responsabilit.
Al riguardo possiamo individuare tre
fasi:
- allinizio del rapporto il collaboratore inesperto e il manager molto orientato al compito e poco alla

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relazione. Si preoccupa soprattutto
di spiegare il contenuto della prestazione lavorativa ed esercita una
leadership incentrata sul comando
e controllo;
- con la maggior esperienza maturata dal collaboratore, il manager inizia a orientarsi alla relazione ed
esercita una leadership in cui
emergono elementi di convincimento e di coaching;
- dopo che il collaboratore ha acquisito elevata competenza e sicurezza, il manager si orienta alla relazione e poco al compito. La sua
leadership caratterizzata dalla
partecipazione e dal sostegno.
In definitiva, comunque, la maggior
parte degli studiosi concorda sul fatto
che non esiste uno stile ideale poich
sono molti i fattori con cui la leadership interagisce e, a seconda delle
specifiche situazioni, risultano opportune alcune scelte al posto di altre.

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La leadership risonante
La teoria emergente dagli studi pi
recenti quella della leadership risonante - il cui principale sostenitore
Daniel Goleman, uno dei massimi
esperti in leadership a livello mondiale - che consiste fondamentalmente nella capacit del leader di innescare sentimenti positivi nelle persone che gestisce.
Facciamo un esempio. Chi ricopre
ruoli di responsabilit, davanti a prestazioni modeste o deludenti di coloro che da lui dipendono, spesso lamenta in costoro mancanza di coinvolgimento, di passione, di entusiasmo e di dedizione.Ma questo atteggiamento, paradossalmente, la prova del fallimento del capo pi che dei
suoi collaboratori. La motivazione e
lentusiasmo non si sviluppano spontaneamente ma devono essere costantemente alimentate. E ci richiede
una serie complessa di capacit che,
sinteticamente, viene definita come
leadership.
La leadership risonante si basa sullintelligenza emotiva che, a sua volta, individua quattro dimensioni essenziali e diciotto competenze.
Sarebbe troppo lungo soffermarsi su
tutte ma riteniamo utile fare cenno al-

meno alle quattro dimensioni essenziali.


a. Consapevolezza di s
Si intende la capacit di un soggetto
di conoscere a fondo i propri valori e
di rimanerne fedele nelle scelte che
via via opera. Inoltre richiesta la
piena conoscenza delle proprie emozioni che, altrimenti, non potrebbero
essere gestite. Chi consapevole di
s si dirige verso obiettivi fortemente
motivanti accompagnato da entusiasmo e determinazione che gli permettono di trovare lenergia per affrontare impegni gravosi e di essere in grado di trarre le lezioni utili e le opportunit nascoste, anche dalle sconfitte.
Ci determina un rapporto equilibrato, coerente e sincero con s stesso
che si riverbera positivamente nei
rapporti con gli altri, determinando
risonanza. Ma la consapevolezza di
s ha una lunga serie di altri effetti.
Tra questi ricordiamo quello di costituire un bacino di alimentazione per
lintuizione, e cio per quella modalit di risposta a situazioni nuove che
si basa su criteri decisionali che un
soggetto ha sedimentato nel proprio
processo, anche inconsapevole, di
apprendimento.
b. Gestione di s
sostanzialmente la capacit di dominare le proprie emozioni che, come abbiamo appena visto, presuppone la consapevolezza di come si .
Appare unovviet che un capo non
possa gestire le emozioni degli altri
se non in grado di gestire le proprie
ma, purtroppo, spesso ci accade. Il
sapersi controllare consente molti
vantaggi come, ad esempio, quello di
bloccare i propri impulsi negativi anche se giustificati - conservando un
atteggiamento sereno anche nelle circostanze critiche in modo da mantenere un clima di fiducia, essenziale
per i propri collaboratori.
c. La consapevolezza sociale
Consiste sostanzialmente nellempatia, e cio nella capacit di essere in
sintonia con gli interlocutori. Essa
poggia sullabilit di interpretare i
sentimenti di una persona attraverso
le espressioni del volto, la postura, i
gesti e cio attraverso la comunicazione non verbale. Ci presuppone
quattro capacit: quella di saper

ascoltare, quella di interpretare correttamente la comunicazione non verbale, quella di considerare con il massimo rispetto i sentimenti degli altri e
quella di saper fornire, rispetto agli
input ricevuti, risposte attente a tali
sentimenti, coerenti e funzionali ai
propri obiettivi.
d. Gestione delle relazioni
interpersonali
la dimensione in cui si manifesta
gran parte dellabilit di un leader.
Consente di realizzare unampia rete
di relazioni in grado di mobilitare
energia, entusiasmo ed emozioni. Deve mirare a creare spirito collaborativo, senso di appartenenza e sinergia
verso determinati obiettivi.

I LEADER
Veniamo ora al secondo - e ultimo tema - che tratter, e cio passiamo dalla competenza a colui che la possiede
e cio dalla leadership al leader.
Anche il concetto di leader molto
complesso e ad esso sono riconnesse
un gran numero di definizioni. Tra le
pi significative potremmo prendere
quella secondo la quale il leader colui che indica - anticipando i tempi - i
grandi obiettivi da raggiungere, avvalendosi anche di una profonda capacit di comprensione della psicologia
dei singoli e soprattutto dellambiente
e della cultura con cui interagisce.
In estrema sintesi possiamo affermare
che il leader colui che governa quel
processo attraverso il quale si influenzano le attivit individuali e di gruppo
orientandole a fissare determinati
obiettivi e a conseguirli. In questo
processo il leader deve far coniugare
gli interessi particolari degli individui
con quelli del gruppo.
Tuttavia il leader deve saper utilizzare diversi stili, passando da uno stile
allaltro, a seconda delle circostanze.
Vediamo i principali.
a. Stile visionario
I leader visionari indicano alle persone il piano generale e i relativi
obiettivi senza tuttavia fissarne le modalit per conseguirle. Tutti sono
quindi coinvolti e hanno la possibilit
di capire il proprio ruolo, di conoscere la meta a cui tendere e di percepire
il valore del proprio contributo.

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Tutto questo stimola spirito di iniziativa, entusiasmo nonch orgoglio e
senso di appartenenza ad una squadra
che mira ad uno stesso traguardo. Ci
crea le condizioni per un clima emotivo positivo, che costituisce uno dei
principali presupposti per la fidelizzazione di un soggetto ad un gruppo.
Inoltre, il comunicare costantemente
il quadro di insieme e gli scopi a cui
tende una certa attivit complessa,
stimola lo spirito diniziativa di
ciascuno.
I leader che appartengono a questa tipologia devono soprattutto distribuire
e condividere informazioni e conoscenza.
Questo tipo di leader prezioso in
presenza di radicali cambiamenti
mentre trova difficolt in ambienti lavorativi imperniati sul tecnicismo in
cui prevale, nei collaboratori, unelevata competenza tecnica ( facile
per lui fare tutti quei bei discorsi ma
poi non sa neanche come funziona
[una certa cosa]).
b. Stile coach
Il leader coach si caratterizza per essere, per antonomasia, colui che si
propone di far crescere i propri collaboratori. Egli si adopera per fargli
conoscere le loro potenzialit ed i limiti, i percorsi da percorrere per migliorarsi e li ncora a obiettivi personali e professionali a lungo termine
per creare una motivazione duratura.
In altri termine il leader coach si focalizza pi sullo sviluppo della persona che sui compiti da svolgere.
Questi leader delegano, non stigmatizzano risultati negativi e, soprattutto, contribuiscono significativamente
a fidelizzare i propri collaboratori al
gruppo.
c. Stile affiliativo
Il leader affiliativo mira a creare forti rapporti interpersonali, enfatizzando limportanza dei sentimenti altrui.
uno stile che viene praticato soprattutto nei momenti di crisi che ci
si propone di superare attraverso la
coesione interpersonale per sollevare
il morale, migliorare larmonia e il
rapporto con il gruppo.
Le competenze necessarie al leader
sono soprattutto ladattabilit, lottimismo, lempatia, la gestione dei

conflitti e la capacit di concentrarsi


sui bisogni emotivi dei collaboratori.
d. Stile democratico
utile usarlo soprattutto quando il
leader non ha ancora preso una decisione e vuole ricevere suggerimenti
dai propri collaboratori. Ci pu accadere quando il leader non possiede
unadeguata esperienza o necessita di
idee innovative e laiche.
comunque indispensabile che si abbiano collaboratori che diano la massima garanzia di seriet, lealt e capacit.
e. Stile battistrada
uno stile di emergenza, da usare
con molta cautela e per periodi molto
brevi. Spesso il leader che lo utilizza
molto esigente sia con s stesso che
con gli altri ma necessario che questo stile sia rivolto a collaboratori
molto capaci e motivati, altrimenti si
corre il pericolo di schiacciarli.
Serve quando il fattore crescita essenziale (e quindi nelle fasi iniziali di
un progetto o nelle competizioni dichiarate).
I rischi pi frequenti sono che il
leader opprima colui che non ritiene allaltezza della situazione, che
tenga troppo sotto stress i collaboratori, che censuri i comportamenti
senza che per in precedenza sia stato chiaro nellesporre ci che voleva,
che non fornisca feedback sulle prestazioni: in questi casi il risultato un
clima teso, dove domina insicurezza
e timore di sbagliare.
f. Stile autoritario
lo stile pi rischioso perch fa correre concretamente il rischio di creare un clima di disaffezione e di insicurezza. infatti probabile che esso
provochi demotivazione perch spesso si commette lo sbaglio di sottolineare le critiche piuttosto che le lodi,
non sono spiegati gli obiettivi ma si
pretende la mera esecuzione di operazioni, non si pensa a coinvolgere
nel progetto complessivo i collaboratori. La frase sintomatica che spiega
questo approccio degenerativo
Voi non dovete pensare ma solo
eseguire!.
Tuttavia in alcune, ben specifiche,
circostanze, questo stile pu essere
utile. Ci accade, ad esempio, quan-

Il leader colui che governa i


processi ch e in flu e n z a n o le
attivit individuali e di gruppo

do bisogna dare una scossa ai collaboratori per segnare un momento di


discontinuit con comportamenti non
pi tollerabili.

CONCLUSIONI
Unultima importante questione:
leader si nasce o si diventa?
Le risposte a questa domanda hanno
creato in letteratura una copiosa e
tuttaltro che univoca serie di opinioni: pu essere utile riassumere le diverse tesi che possiamo sintetizzare in
due teorie che si contrappongono.
La prima si rif ad una concezione
tradizionale che nata nellambiente
militare, e cio al concetto di arte del
comando, secondo la quale la leadership non un modello, o un sistema in
quanto - secondo unesemplificativa
affermazione - nessun modello o sistema di comportamenti di leadership
pu prevedere le circostanze, le
condizioni e le situazioni in cui il
leader dovr influenzare loperato
degli altri.
La seconda tesi, che potremmo definire di natura pi aziendalistica, pur
accettando la possibilit che alla base
della leadership vi siano qualit innate, ritiene tuttavia che nel complesso
sia determinante, per raggiungere
standard di valore, un vero e proprio
percorso di crescita.
Si tratta di imparare ad acquisire le
competenze necessarie per unefficace leadership.
Il sistema pi efficace un apprendimento in grado di far maturare nuove

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abitudini che sostituiscano le vecchie, ormai inadeguate. Tutto ci pu


realizzarsi solo con un processo lungo e costante - che si inserisce nel
concetto di lifelong learning - in cui
gioca un ruolo decisivo la motivazione e che possiamo strutturare in quattro passaggi.
Partiamo dal primo step: la definizione del s ideale. Stabilire chi si vorrebbe veramente essere, una delle
analisi pi difficili. Molti lo scoprono
a seguito di eventi traumatici come la
perdita di una persona cara o dopo
aver rischiato di morire per una grave
malattia.
Queste persone vedono non solo il
mondo con occhi diversi, ma anche
con s stessi avviano un nuovo rapporto introspettivo. Tra le ragioni di
questa miopia iniziale spicca quella
del s normativo: spesso, inconsapevolmente, riteniamo di voler essere
quello che gli altri - la famiglia, i modelli culturali con cui impattiamo o le
subculture dei gruppi a cui apparteniamo - hanno scelto per noi. E ci
accade anche nel mondo professionale in cui le organizzazioni e i gruppi
propongono dei modelli-obiettivo a
cui riteniamo di doverci uniformare.
Quando il gap tra il proprio s ideale
e il s normativo elevato le conseguenze sono devastanti: o ci si rassegna ad abbandonare i propri sogni e
le proprie aspirazioni oppure ci si ribella con decisione.
Il secondo step la definizione del
proprio s reale. Il principale problema quello di fare unesatta diagno-

si delle proprie caratteristiche al fine


di intervenire su quelle in cui si rilevano carenze o che comunque sono
suscettibili di miglioramento. E qui
arrivano le prime grosse difficolt
perch le persone, e soprattutto quelli che operano ad alti livelli di
responsabilit, raramente ricevono
feedback corretti ai fini dellautovalutazione (per timore, per piaggeria o
per invidia). Ci tanto pi grave in
quanto ognuno di noi radica le proprie abitudini, comprese quelle cattive, cos lentamente che finisce per
non rendersene conto.
Inoltre vi sono molte altre visioni distorte che non consentono una obiettiva autoanalisi. Tra tutte vorrei ricordare la sindrome delleccellenza.
Da un numero elevato di interviste
risultato che molti dirigenti, che pur
avevano conseguito validi obiettivi, si
mostravano insoddisfatti di s stessi.
Ci potrebbe apparire come un atto
di umilt, di sottovalutazione delle
proprie performances. Al contrario
emerse che queste persone avevano
una cos alta percezione di s stessi
che paradossalmente non potevano
correttamente autocompiacersi perch non riuscivano a trovare dei risultati degni di loro!
In realt, contrariamente a quanto
molti pensano, lenfatizzazione dei
propri punti deboli - tipica di coloro
che si definiscono esigenti innanzitutto con s stessi - provoca demotivazione e frustrazione che si riflette
negativamente sulla leadership.
Il terzo step quello della definizio-

ne di un progetto di apprendimento.
Esso deve innanzitutto mirare a produrre cambiamenti che ci faranno
sentire meglio nel futuro. Bisogna
fissare degli obiettivi che devono essere realistici e soprattutto adeguati
ai nostri valori e alla nostra filosofia
di vita.
Lultimo step prevede la ripetuta attuazione di quanto appreso, affinch
si consolidi, e la verifica del feedback.
chiaro che tutto ci, da un lato, presuppone una partecipazione convinta,
non limitata alla dimensione intellettuale ma estesa a quella emotiva e,
dallaltro, deve impattare in processi
di sviluppo in cui il must sia imparare ad imparare.
In conclusione, per rispondere alla
domanda posta poco fa, tra le due tesi che ho riassunto, propendo per
quella secondo cui leader si pu diventare - chiaramente non tutti allo
stesso modo - rispetto a quella deterministica per la quale capi si nasce.
Vorrei ora congedarmi da voi con
unaffermazione per me dogmatica:
la leadership strettamente correlata
alluomo e al suo sistema di valori.
Al riguardo mi sembra pertinente una
citazione di George Gershwin che dice pi o meno cos:
Per me i sentimenti contano pi di
qualsiasi altra cosa, pi della tecnica
e della conoscenza. Naturalmente il
sentimento da solo, senza altri certi
attributi, non sufficiente, ma lelemento essenziale.1

To me feeling counts more then anything else, more than technique or knowledge. Of course, feeling by itself, without certain other attributes,
is not enough, but it is the supreme essential. George Gershwin (1898-1937).

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FOSCO CORTI: UN DIRETTORE AL


SERVIZIO DEL CORO E DELLA MUSICA
di Dario Tabbia

osco Corti amava gli uomini.


Credo che questo sia il presupposto indispensabile e
necessario per comprendere la sua attivit nel mondo corale, le sue iniziative, la sua disponibilit didattica.
Questo principio era alla base del suo
operare instancabile affinch la coralit italiana iniziasse quel rinascimento di cui oggi finalmente cominciamo a vedere i frutti. Ma in realt, il
grande lavoro da lui svolto nei corsi
di formazione per direttori non era finalizzato solo alla crescita tecnica dei
futuri musicisti ma, soprattutto, nel
far comprendere cosa effettivamente
significasse essere un direttore di
coro. In altre parole non era tanto importante sviluppare abilit e competenze quanto insegnarne un uso consapevole e proficuo.
Sono personalmente convinto che Fosco Corti non avrebbe potuto far altro
nella vita se non dirigere un coro.
Credo infatti che in questo strumento
egli avesse riconosciuto tutti gli elementi necessari per fare un cammino
comune verso qualcosa di pi grande.
Pi volte nel libro Il respiro gi
canto, che raccoglie i suoi appunti
sulla direzione di coro, viene ricordato come per il Maestro ogni crescita
fosse una crescita insieme, che un
cammino non aveva senso senza
compagni e in questo cammino, chi la
conosceva, doveva indicare la strada
agli altri e aiutarli a percorrerla.
Queste premesse sono indispensabili
per capire chi sia il direttore di coro,
quali caratteristiche debba possedere,
quali siano i suoi compiti, i suoi
doveri.
Innanzitutto, essere come un vero
innamorato, spassionatamente disinteressato. Gi solo questa affermazione ci costringe a riflettere, a capire come non ci dovremo aspettare altra soddisfazione, se mai verr grazie

al nostro lavoro, che quella di aver


portato alla conoscenza di molti
quello che era tesoro di pochi e che
per poterlo fare sia indispensabile
non fare calcoli di alcun tipo, ma di
dare se stessi al completo servizio
della musica e del coro che la
esegue.
Non un caso infatti che tutta la sua
tecnica di direzione fosse centrata
sulla necessit di evitare innanzitutto
di fare quelli che lui chiamava gesti
inutili, perch servono a noi stessi
che dirigiamo, ma non alla musica,
n al coro. Niente esteriorit quindi,
n esibizionismo: il direttore deve
esprimersi con gesti che siano una
memoria visiva di quanto contenuto
nella partitura, che siano di aiuto e
non di ostacolo al cantante che deve
dar voce ai sentimenti e alle emozioni che essa contiene.
Un direttore trasparente, che ha il
compito difficilissimo di mettere in
contatto musica e coristi senza imporre la propria presenza se non nellespressione delle proprie competenze.
Quello che rendeva la sua direzione
assolutamente unica era la estrema
coerenza fra analisi interpretativa e
gestualit, frutto di studio, di rigore
ma soprattutto di amore verso lespressione vocale. Una tecnica di direzione che non pu non ricordare la
concezione michelangiolesca della
scultura, limportanza di togliere dalla materia quello che superfluo, di
eliminare tutto ci che nasconde lopera stessa.
facile intuire quanto sia estremamente complesso e difficile conseguire un tale stato di maturit, quanta sicurezza debba possedere il direttore nel giungere a questo punto di
arrivo. Tuttavia, sempre con quella
estrema coerenza di cui si parlava,
pi il cammino si rivela arduo, tanto
pi necessario incoraggiare con un

sorriso chi lo percorre.


La serenit che lo accompagnava in
qualsiasi momento, egli stesso la regalava e infondeva a tutti gli allievi e
colleghi in difficolt.
Corti aveva compreso che la musica,
per vivere, ha bisogno di uomini che
sappiano eseguirla e, al tempo stesso, che gli uomini hanno bisogno
della musica per vivere. Il direttore
non deve far altro che mettere in contatto queste due realt, facendole vivere entrambe, rendendosi magicamente invisibile.
Naturalmente questo significa conferire al coro e alla sua attivit un significato che trascende quello strettamente musicale per diventare esperienza di vita, strumento grazie al
quale possibile dar voce a un canto
comune, veramente corale in quanto
espressione della nostra singola
realt armonizzata con quella degli
altri.
Allora il nostro canto andr ben oltre
il pentagramma e luditorio, partendo dal cuore per farvi ritorno.
Fosco Corti amava gli uomini, su
questo non c dubbio.

Fosco Corti in concerto

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CORALIT E CAPITALE SOCIALE


di Claudio Martinelli
Direttore dellUfficio per la promozione culturale della Provincia autonoma di Trento

esibizione di due cori alpini


del Trentino al Festival di
Sanremo, con la cantante Antonella Ruggiero, ha dato a tutta la coralit un risalto mediatico straordinario, che ha avuto una risonanza anche
dopo il festival con numerosi articoli,
non ultimo quello su Repubblica di
domenica 18 marzo 2007.
Laccento stato posto sulle suggestioni che lesibizione ha evocato, ma
stata anche unoccasione per mettere in luce lenorme quantit di persone che fanno parte di questo mondo la
cui importanza non sempre riconosciuta. Stando ai dati, i cori di vario tipo (alpini, polifonici, voci bianche,
vocal jazz) sono in Italia circa 2300
per 70.000 coristi; ma per il Presidente della Feniarco questo dato relativo ai complessi corali affiliati alla Federazione ma quelli non iscritti sono
molti di pi sfiorando le 250.000
persone.
Siamo di fronte ad un fenomeno la cui
la produzione culturale rappresenta
lelemento fondamentale o piuttosto
la vera essenza di stare in un coro
lesperienza umana e sociale che lo
stare insieme produce?
Sia luna che laltra.
Solitamente si tende per ad enfatizzare il valore culturale del movimento
corale citando per esempio nel caso
della coralit alpina i nomi importanti (A. B. Michelangeli, A. Pedrotti,
R. Dionisi, ecc.) che hanno contribuito a creare un repertorio unico nel suo
genere. Difficile invece trovare una
simile enfatizzazione dellesperienza
sociale e aggiungerei civile e democratica rappresentata dal vivere
lesperienza corale. Eppure il tempo

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che i coristi dedicano allattivit del


coro rappresenta un tempo di vita
importante.
In cosa consiste questa esperienza e
come viene percepita dai coristi?
Cercher qui di dare una, se pur non
conclusiva, risposta prendendo spunto da una ricerca sui cori alpini del
Trentino.
In questo contesto non tanto la capacit musicali che pu esprimere la
coralit che ci interessa ma piuttosto
puntare i riflettori sulla sua dimensione sociale.
la coralit come capitale sociale
che cercheremo di mettere a fuoco.
Il concetto di capitale sociale
usato in sociologia e in economia politica per indicare linsieme delle relazioni interpersonali essenziali per il
funzionamento di societ complesse
ed altamente organizzate. Il capitale
sociale generalmente definito come linsieme delle istituzioni, delle
norme sociali di fiducia e reciprocit,
delle reti di relazioni formali e informali che favoriscono lazione collettiva e costituiscono una risorsa per la
produzione di benessere. A livello
aggregato, il capitale sociale un fattore del processo di sviluppo umano,
sociale ed economico. In particolare
il capitale sociale primario ha come
ambito di relazione la famiglia e le
reti informali primarie (tra familiari,
parenti, vicini, amici); consiste nella
fiducia primaria (face-to-face e intersoggettiva) e nella reciprocit interpersonale. Il capitale sociale secondario ha come ambito di relazione
lassociazionismo di societ civile (le
associazioni o reti civiche di individui e/o famiglie); consiste nella fidu-

cia secondaria (verso gli individui


che hanno in comune solo lappartenenza ad una associazione o comunit civile o politica) e nella reciprocit sociale allargata (estensione dello scambio simbolico a coloro che
appartengono ad una stessa associazione o comunit civile o politica).
Il capitale sociale secondario fattore precipuo di cultura civica, che indica quelle buone pratiche attraverso
cui i cittadini esercitano i loro diritti
e responsabilit per quanto attiene
alla vita pubblica della citt o municipalit1.
Il termine specifico di capitale sociale pu essere fatto risalire ad autori
lontani nel tempo (L. J. Hanifan,
1920; J. Jacobs, 1961; G. Loury,
1977) ma una prima teoria esplicativa del capitale sociale stata espressa a partire dagli anni ottanta (tra
i primi autori si possono citare
P. Bourdieu e J. Coleman, R. Putnam).
Nel costruire la comunit, come nelle organizzazioni economiche, deve
esserci unaccumulazione di capitale
prima che il lavoro di costruzione
possa essere fatto.
Per capire come la coralit sia, come
peraltro altri modelli di associazionismo, un importante elemento per la
coesione sociale e cio sia un elemento significativo per identificare il
capitale sociale di una comunit
prenderemo spunto come sopra ricordato da una ricerca condotta sulla coralit alpina pubblicata nel 2000 sotto il titolo La coralit alpina del
trentino. Dalla modernizzazione secolarizzata alla cristallizzazione dellidentit2. In questa ricerca condotta attraverso la somministrazione di

1 P. DONATI, La famiglia come capitale sociale primario, in Famiglia e capitale sociale nella societ italiana, Ottavo Rapporto Cisf sulla Famiglia in Italia, edizioni S. Paolo, Cinisello Balsamo, 2003.
2 P. G. RAUZI, C. MARTINELLI, M. ORSI, La coralit alpina del Trentino, Edizioni Arca, Trento, 2000.

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un questionario di 45 domande si
cercato tra laltro di mettere a fuoco
gli elementi di socializzazione che
un coro pu rappresentare per una
persona.
La ricerca ha coinvolti circa 1500
coristi3.
Il 50% dei intervistati aveva unet
compresa tra i 30 e i 49 anni. Laltro
49% si distribuisce per una percentuale del 18,6% tra i 15 e i 29 anni e
per il 30% dai 50 anni in su.
Interessante, per gli spunti di riflessione che ci offre, il confronto dei
dati sullet dei componenti dei cori
alpini con i dati relativi allet della
popolazione corrispondente e cio
dei maschi residenti in Trentino dai
15 anni in su.
Dalla comparazione tra i due dati
emerso come le classi di et in cui
stato diviso lintervallo tra i 14 e i 24
anni siano sotto rappresentate nella
coralit alpina (il 7,6% contro il
15,6%) rispetto alla popolazione maschile generale; la classe di et tra i
15 e i 19 anni denota una differenza
di oltre sei punti percentuali. Mentre
tutte le altre classi di et sono sopra
rappresentate, tranne la classe di et
tra i 60 e i 64 anni che presenta una
percentuale quasi uguale e la classe
di et oltre 64 che presenta una
percentuale notevolmente inferiore
rispetto alla popolazione generale.
La minor presenza di giovani tra i 15
e i 19 anni possibile spiegarla riconducendola alla condizione giovanile cio alle condizioni sociali,
culturali ed economiche che caratterizzano i giovani. I modelli culturali
(pensiamo solamente al tipo di musica consumata) e di socializzazione a
cui fanno riferimento; la stessa condizione economica di quasi totale dipendenza dalla famiglia nel caso degli studenti e di precariet nel caso
dei giovani disoccupati ostacolano
lavvicinamento alla coralit alpina
che propone un modello culturale basato su modelli musicali molto lonta-

ni dallimmaginario giovanile e un
modello di socializzazione che presuppone - lo vedremo meglio pi
avanti - unintegrazione sociale molto forte. Il che significa che per un
giovane ci vogliono motivazioni molto forti per decidere di inserirsi in un
gruppo integrato di et superiore
(adulta).
Per quanto riguarda invece i dati che
si riferiscono alle classi di et 60
64 sembra prevalere una sorta di fattore di resistenza. Coloro che appartengono a questa classe hanno sicuramente un rapporto con il coro di lunga data, se non addirittura come fondatori. Intervengono, inoltre fattori
dintegrazione che per un anziano assumono un valore notevole soprattutto in un contesto sociale in cui se esiste una questione giovanile esiste
anche una questione anziani che si
estrinseca attraverso la progressiva
marginalizzazione delle persone.
Quindi il restare nel coro, nonostante
tutti i possibili fattori negativi (et,
decadimento della voce, ecc.), rappresenta per i soggetti anziani un modo per sentirsi ancora attivi e spostare nel tempo la loro marginalizzazione sociale.
L80% degli intervistati aveva unoccupazione mentre i pensionati erano
rappresentati da quasi il 19% dei
coristi.
Degli occupati il 25% lavorava nellindustri, il 24% nel terziario pubblico, il 22% nellartigianato, il 13% nel
commercio, il 10% nel terziario privato e il 7% nellagricoltura. Di tutti
gli intervistati oltre il 62% erano lavoratori dipendenti (compresi quelli
che hanno dichiarato di essere pensionati). La distribuzione dei coristi
nei vari settori economici coincide
con la distribuzione che si trova nellintera popolazione maschile del
Trentino.
Il 14,6% dichiarava di possedere solo
la licenza elementare (a questa percentuale va aggiunto un ulteriore

4,2% che dichiara di non aver concluso la scuola media inferiore, per un
totale pari al 18,8%); il 51,8% dichiara o di possedere la licenza media
(26,5%) o di non aver ultimato le
scuole medie superiori (25,3%); il
21,4% in possesso del diploma di
maturit. I laureati sono il 3%.
Oltre il 60% del campione dichiarava
di essere sposato mentre poco pi del
30% celibe.
Il raffronto con la popolazione maschile generale, di et superiore ai 15
anni, mette in evidenza come la categoria degli sposati sia sopra rappresentata mentre quella dei celibi sotto rappresentata. Questo dato propende per lidea che la coralit alpina
uno spazio di socializzazione per persone con una situazione stabile, anche
da un punto di vista affettivo.
Se mettiamo assieme questi due dati,
quello relativo alla popolazione generale e alla distribuzione nelle varie
classi di et, si arriva alla conclusione
che la coralit alpina fortemente attrattiva sia nei confronti di coloro che
hanno una vita affettiva stabile, (sposati), sia per coloro che si trovano nella condizione di celibe oltre una certa
et, in cui presumibile pensare che
questa condizione sia in fase di stabilizzazione.
La maggior parte (oltre il 62% mentre
poco meno del 17% avevano contribuito a fondare il coro) entrata nel
coro perch contattata e convinta da
amici o da conoscenti. Questi dati ci
indicano come i cori alpini reclutino i loro aderenti tra la cerchia degli
amici e dei conoscenti di coloro che
gi partecipano allattivit e configura
quindi il coro come un luogo significativo di socializzazione di una comunit i cui tratti (socioeconomici e
culturali) sono alquanto omogenei.
Questo dato confermato, in parte,
anche da cosa si deve fare per entrare
in un coro che denota una complessiva non formalizzazione delle procedure di reclutamento.

3 In Trentino il cori alpini sono unottantina, e i coristi sono oltre 2300. Eppure finora non esiste uno studio sistematico di questo fenomeno che
risale al 1926 e che si sviluppato, in maniera consistente, a partire dalla met degli anni sessanta dello scorso secolo, guarda caso in concomitanza con il Concilio Vaticano Secondo e la crisi dei cori parrocchiali. Il mondo accademico si completamente disinteressato del fenomeno considerandolo, probabilmente, n inerente agli studi etnografici o antropologici (basti ricordare le considerazioni non certamente lusinghieri
che degli etnomusicologi avevano alla coralit alpina) n tanto meno un fenomeno che poteva interessare alla sociologia, che guarda caso si dovrebbe interessare dei fenomeni sociali della modernit, tra i quali si colloca a pieno titolo la coralit alpina.

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Anche i dati sui fattori che esercitano


attrazione verso un coro vanno nella direzione di proporre un modello
di socializzazione allargata. In questa
direzione va la percentuale (67,8%)
di coloro che dichiarano di essere
stati attratti soprattutto per lamicizia
e la compagnia.
Latteggiamento verso le attivit di
un coro possono dare molte informazioni rispetto al tema qui trattato. Per
misurare questo atteggiamento abbiamo diviso le attivit in tre tipologie: le attivit di preparazione e di
apprendimento dei brani (le prove);
le attivit artistiche riconducibili
principalmente allattivit concertistica; ed infine le attivit sociali (le
cene e le gite sociali, il dopo prova).
Il quadro complessivo dei dati indica
una scelta molto chiara nel considerare lattivit di preparazione la pi
importante. Questo emerge non soltanto dalle preferenze accordate a
questo tipo di attivit (il 72,9%). Al
secondo grado di importanza troviamo lattivit artistica (il 28,6%). Le
attivit sociali sono in fondo alla graduatoria del grado di importanza (solo il 7,7%).
Per un altro verso il 67,8% dei soggetti intervistati ritiene che lattivit
a cui si dovrebbe dedicare pi tempo
(risorse) dovrebbe essere quella che
consente al coro di accrescere la
bravura tecnica, mentre per meno di
un terzo (precisamente per il 25,2%)
sarebbero le attivit che permettono
di accrescere lamicizia quelle a
cui dedicare pi risorse.
Questo dato pu darci utili indicazioni sui bisogni soddisfatti dal coro e
da quelli insoddisfatti che sono
espressi in termini di attivit cui dedicare pi impegno. Leggendo questi
dati dal punto di vista della soddisfazione dei bisogni si pu sostenere
che il coro alpino sembra soddisfare
in maniera efficace quei bisogni legati alla sfera della socializzazione e
che quindi necessario che il coro
dedichi pi risorse per soddisfare un
bisogno tecnico: cantare bene.
Un altro dato significativo rappresentato dalle valutazioni sulla qualit
che il coro dovrebbe avere (ma che
non possiede). Anche qui come nel
caso delle attivit alle quali il coro
dovrebbe dedicare pi tempo lac-

cento posto non tanto, o non solo,


sui dati diretti ma sul loro significato
indiretto. Dai dati emergono chiaramente alcune questioni interessanti:
la prima che per la maggioranza degli intervistati, il 51,6%, la qualit
che il proprio coro dovrebbe avere (e
che quindi non possiede) relativa al
senso di responsabilit, mentre per il
29,7% riguarda le persone e il clima
e per il 14,8% la bravura nel cantare.
Questattivit quantitativamente la
pi rilevante se pensiamo che, mediamente, un coro si trova due volte la
settimana per svolgere questattivit
e per non meno di 40 settimane lanno.
Il ragionamento sulle prove molto pi articolato di quello che appare
a prima vista. Questo momento contiene sicuramente una valenza che
definiremo tecnica che consiste
nello svolgere tutte quelle pratiche
che permettono ai singoli coristi e
quindi al coro di apprendere i brani
per poi eseguirli in pubblico sotto
forma di concerto. Attraverso lo svolgimento di queste attivit il coro,
considerato nel suo insieme, esplicita
quelle funzioni che potremo chiamare manifeste che vengono, in altre
parole, esplicitate e che coincidono
con gli scopi statutari.
Accanto a queste funzioni manifeste esistono delle funzioni latenti
altrettanto significative e importanti,
comuni a tutti i gruppi e associazioni,
e che consistono nel soddisfare i bisogni di socializzazione e di affettivit che gli individui esprimono.
Queste funzioni sono state identificate, nel questionario, con la variabile
amicizia o gruppo mentre le funzioni manifeste sono state associate
con le variabili tecniche, come la bravura del coro.
Questimpostazione o chiave di lettura ci permette di meglio capire e analizzare i dati che sono emersi dalle
interviste.
Quello che ci interessava era s capire perch una persona entra in un coro (al di l della risposta scontata della passione per il canto che proprio
per questo abbiamo escluso dalle risposte preconfezionate) ma anche delineare la dinamica esistente tra le
due funzioni, quella manifesta da
una parte e quella latente dallaltra.

Dalle risposte del campione, emerge


chiaramente come la funzione latente
in gran parte soddisfatta, mentre gli
intervistati esprimono indiscutibilmente un bisogno legato soprattutto
alla funzione manifesta. in questa dinamica che i dati trovano una
loro chiave di lettura. La richiesta di
dedicare pi tempo alla crescita della bravura tecnica del coro dimostra
come la grande maggioranza degli
intervistati ritiene, per quanto li riguarda, soddisfacente la socializzazione. Anche quando si esprimono
sul senso di responsabilit si nellambito della questione tecnica pi
che in quella della socializzazione.
La responsabilit, in un coro, riferita soprattutto allassiduit della presenza alle prove e, in secondo luogo,
allattivit concertistica.

In conclusione i dati che abbiamo sopra, se pur succintamente, riportato fanno emergere
limportanza del corso come
spazio in grado di offrire alle
persone una forma di allargamento della socializzazione,
dintegrazione nella comunit
di appartenenza e di assunzione
di responsabilit che difficilmente sostituibile. Se il capitale sociale un indicatore del
benessere allora i cori sono
fondamentali per garantire, anche nel tempo, un mantenimento di questo capitale indispensabile per definire, anche nella
societ post industriale, quel
senso di comunit e di appartenenza che rappresenta una ricchezza da non disperdere.

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GIOVANNI MARIA NANINO


TRE CANZONETTE SPIRITUALI DA DILETTO SPIRITUALE (ROMA, 1586)
di Maurizio Pastori

Giovanni Maria Nanino, nato a Tivoli nel 1544 ca. da famiglia di origine valleranese (prov. di Viterbo), fu probabilmente fanciullo cantore nella cappella musicale del Duomo di Tivoli: a
puero in hac facultate versatus sum (Mottetti 1586, dedica). Al servizio del cardinale Ippolito
II dEste nellanno 1562 fu poi cantore nella cappella Giulia in Vaticano (1566-1568) e quindi
maestro di cappella nella Basilica di S. Maria Maggiore (1571-1575) e nella chiesa di S. Luigi
dei Francesi (1575-1577). Il 27 ottobre 1577 venne ammesso nel Collegio dei Cantori Pontifici,
allinterno del quale svolse pi volte incarichi di rappresentanza e, per almeno tre anni, di magister cappellae (1597 [?], 1598, 1604, 1605).
Visse intensamente la vita culturale e musicale della Roma tardo-rinascimentale frequentando i
mirabili concerti che si tenevano alla Trinit dei Pellegrini e partecipando alla costituzione
della Confraternita de musici sotto linvocazione di S. Cecilia, nucleo originario dellattuale
Conservatorio romano.
Ad una discreta produzione musicale associ una intensa attivit didattica che lo vide maestro di
buona parte dei pi noti esponenti della scuola musicale romana tardo-cinquecentesca (Francesco Soriano, Gregorio Allegri,
Felice Anerio, Ruggero Giovannelli ed altri) e che gli procur presto fama ed ammirazione tali da far nascere la leggenda di
una presunta prima scuola pubblica di musica fondata insieme al fratello Giovanni Bernardino Nanino con la collaborazione di Giovanni Pierluigi da Palestrina. In effetti Nanino e Palestrina furono amici e colleghi e lindomani della scomparsa
del Princeps Musicae Nanino seppe degnamente collocarsi come personaggio rappresentativo dei musici romani nel decennio successivo. Mor in Roma l11 marzo 1607 e fu sepolto nella chiesa di S. Luigi dei Francesi.

n questa sede voglio brevemente presentare tre composizioni inedite di Giovanni Maria Nanino, che potranno facilmente
trovare favore presso cori polifonici e
gruppi vocali. Non ho scelto brani dalla sua produzione sacra manoscritta
(appartenente principalmente agli Archivi delle Cappelle Sistina e Giulia)
opere belle e sublimi come le defin
Giuseppe Baini in quanto per la maggior parte con doppio coro. La sua rilevante produzione madrigalistica, oltre
le difficolt che presenta, reclama ancora un studio approfondito, mentre alcune canzonette (ad es. dal Primo Libro delle Canzonette a 3 voci, Venezia,
1593) sono gi abbastanza note. Pertanto ho preferito scegliere tre canzonette spirituali tratte dallantologia Diletto Spirituale, curata da Simone Vero-

vio e pubblicata in due versioni nel


1586: DILETTO SPIRITUALE canzonette a
tre et a quattro voci composte da diversi ecc.mi musici. Raccolte et scritte da
Simone Verovio. M. Van Buyten, Roma
1586 e DILETTO SPIRITUALE canzonette a tre et a quattro voci composte da
diversi ecc.mi musici. Raccolte da Simone Verovio. Intagliate et stampate dal
medesimo. Con lintavolatura del cimbalo et liuto. Roma 15861.
Nel 1586 Nanino che negli anni
1580-1582 era stato compositore nel
Collegio dei Cantori Pontifici aveva
gi pubblicato la maggior parte della
sua produzione a stampa: il Primo libro
dei madrigali (Venezia, tra il 1571 e il
1574 con ristampe nel 1579, 1582, e
poi del 1605 e 1609), il Libro di madrigali (il Secondo?) insieme ad Annibale

Stabile (Venezia, 1581 con ristampa


nel 1587), il Terzo libro dei madrigali
(Venezia, 1586) e il Libro dei Mottetti a
3 e 5 voci (Venezia, 1586), quello che
contiene lartificio di sua invenzione
del doppio canone su un cantus firmus.
Inoltre dal 1574 le sue opere figurarono
frequentemente nelle edizioni antologiche europee, presentandolo come uno
dei musicisti pi apprezzati per numero
di presenze2 e di composizioni fino al
1639, ben 32 anni dopo la morte.
Le tre canzonette sono trascritte dalledizione con lintavolatura del cimbalo et liuto. La parte strumentale, probabilmente di Simone Verovio, riproduce le quattro parti con laggiunta di
qualche nota di passaggio e abbellimenti nelle cadenze intermedie e finali.
I tre brani furono gi trascritti nellOt-

1 Cfr. Rpertoire International des Sources Musicales. Recueils imprims XVIe-XVIIIe sicle. I. Liste Cronologique (a cura di F. Lesure), G. Henle, Mnchen-Duisburg 1960, 331. La prima versione consta di 1 vol. in 4 e contiene brani di F. Anerio (6), M. van Buyten, R. Giovannelli (3),
L. Marenzio (2), R. del Mel (2), Palestrina (3), G. Peetrino, F. Soriano (2), S. Verovio; ristampa 1592. La seconda versione consta di 1 vol. in
4 e presenta alcune varianti di autori e brani, ma le tre composizioni di Nanino sono le stesse rispettivamente ai ff. 13v-14 e 17v-18, 19v-20;
ristampa 1590. La raccolta stata edita in ristampa anastatica nella collana Bibliotheca Musica Bononiensis diretta da G. Vecchi, IV 38a, Forni, Bologna 1971.
2 Cfr. Rpertoire International, 293-510; F. PIPERNO, Gli eccellentissimi musici della citt di Bologna. Con uno studio sullantologia madrigalistica del Cinquecento, L. Olschki, Firenze 1985, 20-22.

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tocento da E. Frober nel Jubilus rytmicus de nomine Jesu (N. Legouix,
Parigi 1857), raccolta di brani su versi
di S. Bernardo messi in musica da
G. M. Nanino, G. Pierluigi da Palestrina, F. Anerio, F. Soto, G. Allegri e
R. Giovannelli.
Lambito privilegiato nelle quattro voci
quello medio-alto, tuttavia per una
eventuale esecuzione, oltre a ricordare
che il corista dellepoca era poco pi
basso dellattuale, si noti che cantori e
compositori non si preoccupavano particolarmente di intonare le note allaltezza scritta nella parte: Andrea Adami,
ad esempio, nelle sue Osservazioni per
ben regolare il Coro de i Cantori della
Cappella Pontificia (A. De Rossi, Roma 1711) ricorda che i vari brani dovevano essere intonati tenendo conto della comoda esecuzione di tutte le voci.
Si noti, infine, che la parte del cembalo
scritta una quinta sotto (tranne quella
del secondo brano).

18

Le tre canzonette hanno la medesima


struttura in due parti entrambe con ritornello e una chiara e suggestiva sonorit modale, lievemente stemperata dalle frequenti alterazioni.
La prima canzonetta che troviamo
scorrendo lantologia Quando cor
nostrum visitas che presenta la prima
parte in stile quasi omoritmico con un
semplice ma efficace spostamento di
accento nel cantus, espressivo del delicato senso mistico che ispira il brano;
la seconda parte mostra un articolato
contrappunto, particolarmente intenso
nella ripetizione dellultimo verso (et
intus fervet caritas e, nella seconda
strofa, vam dicere sufficimus).
Quando cor nostrum visitas
Tunc lucet ei veritas,
Mundi vilescit vanitas
Et intus fervet caritas.
Amor Jesu dulcissimus,
Et vere suavissimus,
Plus millies gratissimus,
Vam dicere sufficimus.3

Nella seconda canzonetta, Jesus in pace imperat, la prima parte presenta un


verso in stile omoritmico con cadenza
seguito da un altro verso in contrappunto; la seconda parte riprende di
nuovo con un verso in stile omoritmico
(Hunc mea mens desiderat) che crea un
bellissimo effetto sonoro - con conseguente efficace effetto invocativo/affermativo - tra la conclusione del verso
precedente e il nuovo articolato contrappunto imitativo del verso successivo nel quale emerge la semplice e bella
melodia modale del cantus resa ancor
pi espressiva dallarmonia costruita
dalle altre voci: molto espressive la
parti dellaltus con lintervallo di ottava e del bassus che richiama la parte
del cantus.
Jesus in pace imperat
Qua(e) omnem sensum superat.
Hunc mea mens desiderat,
Et illo frui properat
Qua(e) omnem sensum superat.
Hunc mea mens desiderat,
Et illo frui properat
La terza canzonetta, Jesu spes penitentibus, la cui prima strofa tratta dallinno Jesu dulcis memoria, riprende lo
schema della prima canzonetta presentando prima due versi in stile omoritmico, quindi, nella seconda parte, un
primo verso in elegante contrappunto
imitativo e un secondo verso in stile
omoritmico arricchito da una bella progressione del bassus. Questo brano
venne trascritto nel 1842 da Pietro Alfieri, il quale, per stemperare alcune
durezze, tolse le due alterazioni nel secondo verso della prima parte (nel cantus e nel bassus: cfr. batt. 3), quindi vi
applic lintero testo del suddetto inno
Jesu dulcis memoria e aggiunse un
semplice Amen (IV-I).
Jesu spes penitentibus,
Quam pius es petentibus,
Quam bonus te quaerentibus,
Sed qui invenientibus.

Jesu dulcedo cordium,


Fons vivus lumen mentium,
Excedens omne gaudium,
Et omne desiderium.
Nella trascrizione ho preferito mantenere i valori delle note delloriginale
interpretando lindicazione di tempo
come quattro tempi di minima, diversamente, ad esempio, da Alfieri che trascrisse il suddetto brano lasciando i valori indicati ma con battute di quattro
tempi di semiminima. La scelta, oltre al
fatto di dare maggior fluidit allesecuzione, supportata sia dalledizione
originale stessa, dove la parte del cembalo presenta proprio battute di quattro
tempi di minima, che da trascrizioni
coeve, ad esempio in manoscritti per
uso didattico.4
Spero che queste canzonette e le poche
righe che le presentano possano suscitare interesse tra appassionati e professionisti e aprire la strada ad una rivalutazione e conoscenza del personaggio
e, soprattutto, della sua musica.

Bibliografia essenziale: A. ADAMI,


Osservazioni per ben regolare il coro
della Cappella pontificia, tanto nelle
funzioni ordinarie che nelle straordinarie, A. De Rossi, Roma 1711, 180181; A. LIBERATI, Lettera al Sig. Ovidio
Persapegi, Mascardi, Roma 1685;
F.-X. HABERL, Giovanni Maria Nanino. Musicista tiburtino del secolo XVI.
Vita ed opere secondo i documenti archivistici e bibliografici, traduzione
con note e aggiunte di G. Radiciotti,
Annesio Nobili, Pesaro 1906. G. O. PITONI, Notitia de contrapuntisti e compositori di musica (1740), trascrizione
di C. Ruini, Olschki, Firenze 1988,
113-114. R. J. SCHULER, The Life and
Liturgical Works of Giovanni Maria
Nanino (1545-1607), tesi, University
of Minnesota 1963; S. DURANTE, voce,
in Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti, V,
UTET, Torino 1988, 322-323.

3 Il termine vam forse appartiene a forme rielaborate dal tardo latino ecclesiastico.
4 Ad esempio si vedano i brani in partitura contenuti nel manoscritto M 14 della Biblioteca Corsini, redatto da un personaggio della cerchia di
Nanino: i brani del nostro autore sono ai ff. 22-24; 29-32v; 96-96v; 98-98v.

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LE OPERE PER CORO A CAPPELLA


DI GYRGY LIGETI
di Mauro Zuccante

doverosa prassi ricordare sulle pagine di questa rivista la


scomparsa di illustri musicisti
italiani che, attraverso le loro opere,
hanno lasciato tracce significative nellambito della musica corale. Ma
giunto il momento di fare uneccezione. giunto il momento di ricordare la
figura di un compositore straniero.
Gyrgy Ligeti morto il 12 giugno dello scorso anno, allet di 83 anni. Ci ha
lasciato uno dei pi grandi musicisti
europei della seconda met del XX sec.
La sua arte si espressa toccando i
massimi livelli sia nei generi della tradizione (musica da camera, per strumento solista, per orchestra, per il teatro), che in quelli della sperimentazione (musica elettronica, pantomima,
composizioni gestuali, happening).
Ma nella musica corale stato autore di
pagine, che si collocano come pietre
miliari nel corso della musica occidentale degli ultimi decenni. Un titolo su
tutti, il Lux aeterna 1. Dallanno della
sua composizione esiste un prima e un
dopo nella musica per coro. Molti han-

22

no ammirato gli aspetti innovativi e visionari di questa pagina magistrale;


molti hanno ricalcato come un modello
(ma nei casi meno felici sarebbe
pi corretto dire scimmiottato!) le
procedure compositive e lo schema formale di questopera di valore artistico
assoluto.
Non credo che Ligeti sia da annoverare
tra coloro che hanno vissuto lesperienza dellavanguardia come un atto di fede. Non gli apparteneva il carattere radicale del rivoluzionario. I suoi punti di
riferimento stanno l, ben riconoscibili,
tra i grandi della tradizione: i polifonisti fiamminghi, Beethoven, Bartk,
Debussy2. Eppure dalla lezione del passato egli ha saputo elaborare un linguaggio ed uno stile di spiccata originalit ed attualit, senza cedere ai compromessi dellaccademismo, ai lacci
del dogmatismo, o alle facili lusinghe
delle mode3.
In tal senso significativo che, allepoca della composizione del Lux aeterna,
in piena fase di sperimentazioni elettroniche, di innovazioni grafiche e di in-

dagini nel campo dellaleatoriet, mirate ad interpretare una complessit che


oramai stava sfuggendo ad ogni controllo, egli recupera la scrittura tradizionale. Ci al fine di imbastire un discorso che altro non se non unalta lezione di contrappunto in edizione aggiornata4. Quindi, mentre lorecchio
percepisce lo stretto intreccio polifonico come una fascia sonora (continuum
sonoro), in cui sembra dissolversi ogni
principio contrappuntistico, unattenta
analisi della partitura rivela, invece, come la struttura lineare di microintervalli sia data dalla rigorosa successione di
tre canoni di altezze asimmetrici. Il canone, dunque, uno dei principi fondanti del contrappunto, sta alla base di
unopera che si configura come un
ponte tra la lezione del passato e la musica della nostra epoca pi recente.
Ligeti mette a frutto le acquisizioni fatte nel campo della musica elettronica a
Colonia, dove ha lavorato gomito a gomito con Karlheinz Stockhausen e Herbert Eimert5, e le coniguga con il solido
mestiere appreso in Ungheria nelle

1 Il Lux aeterna per coro a 16 voci a cappella stato composto nel 1966, a quarantatre anni, su commissione di Clytus Gottwald, direttore della Schola Cantorum di Stoccarda; il testo, su cui si basa la composizione, quello canonico della Liturgia per i defunti. Il brano costituisce una sorta di appendice al Requiem (1963-1965), prova ne sia che nellOro supplex se ne avverte distintamente unanticipazione.
2 Il rinnovamento delle arti consiste sempre nella modificazione progressiva di ci che esiste gi (G. LIGETI, Pensieri rapsodici e disordinati sulla musica e sulle mie opere in particolare, Neue Zeitschrift fr Muzik, Mainz, 1993); e ancora: Io ho sempre intrattenuto una relazione ambivalente con la tradizione, anche nel periodo dello sperimentalismo pi radicale. Da un lato alla Scuola Superiore di Musica di Budapest ho ricevuto un insegnamento tradizionale nel senso pi stretto del termine; daltro lato nella mia musica anche quando appartenevo alla tendenza cosiddetta sperimentale, alla quale del resto sento ancora di appartenere il passato musicale ha sempre avuto un ruolo di estrema importanza, non come spunto per citazioni musicali, neppure come modello di magistero artigianale, piuttosto come aura, come allusione (da un colloquio con M. Lichtenfeld, Neue Zeitschrift fr Muzik, Mainz, 1984)
3 A poco a poco si presenta il pericolo dellaccademismo. Personalmente, essendo un antiaccademico, io vorrei combattere in me questo pericolo,
ossia non vorrei continuare a comporre secondo i vecchi clich dellavanguardia, ma nemmeno ricadere in un ritorno ai vecchi stili. Io cerco, proprio negli ultimi anni, di trovare anzitutto una risposta per me, una musica che non sia rimasticatura del passato, neppure del passato dellavanguardia. (da un colloquio con M. Lichtenfeld, Neue Zeitschrift fr Musik, 1981; riportato in M. LICHTENFELD, Da Le Grand Macabre alla Tempesta. Con un saggio sulle Hlderlin-Phatesien, in E. RESTAGNO, a cura di, Ligeti, EDT, Torino, 1985)
4 Ho, allora, combinato quello che avevo appreso allo Studio [sintende allo Studio di fonologia del Westdeutsche Rundfunk di Colonia] con le mie
conoscenze contrappuntistiche acquisite a Budapest. Tra i grandi maestri della polifonia, io ero allepoca molto impressionato da Ockeghem: esistono nella sua opera strutture che io qualificherei stagnanti, nel senso che le voci si accavallano costantemente come le onde. Le composizioni
per orchestra Apparitions (1958-1959) e Atmosphres (1961), come il Requiem (1963-1965), sono composte da trame polifoniche multistrato, con
interferenze; ho chiamato questa tecnica diridescnza micropolifonia, nonostante polifonia ipersatura sarebbe stata una definizione pi adeguata. (G. LIGETI, Pensieri rapsodici e disordinati sulla musica e sulle mie opere in particolare, op. cit.)
5 A Colonia Ligeti porta a termine tre lavori di elettronica pura: Glissandi (1957), Pice lectronique n. 3 (1957-1958) e Artikulation (1958).
6 A Budapest insegnavo armonia nello stile di Bach e contrappunto nello stile di Palestrina. Era puro mestiere. Sin da allora, per me il mestiere
inteso in senso antico molto importante, anche se non ne faccio un uso diretto. Cos come del resto bene che un pittore astratto sappia dipin-

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classi di Ferenc Farkas, Sndor Veress,
Pl Jrdnyi e Lajos Brdos, in fatto
di tecniche della composizione tradizionale6.
Questa fusione di esperienze costituisce i presupposti per la formazione di
un immaginario poetico trascendente,
contemplativo, che intende esplorare le
dimensioni delleterno, in cui la percezione del tempo muta in funzione del
flusso sonoro. Significative le parole
del musicista riportate da Enzo Restagno: una musica che suscita
limpressione di un fluire senza inizio e
senza fine. Vi si ascolta una frazione di
qualcosa che iniziato da sempre e che
continuer a vibrare allinfinito. Tipico
di componimenti siffatti il non avere
cesure che lidea di flusso non consentirebbe. Formalmente questa musica si
presenta come unentit statica. Essa
risulta immobile ma solo in apparenza;
allinterno di quel permanere, di quella
staticit, vi sono impercettibili modificazioni che mi fanno pensare alla superficie di unacqua nella quale si rifletta unimmagine. Ora la superficie
sincrespa lievemente e limmagine
scompare, ma molto lentamente. Quando la superficie torna ad essere liscia vi
scorgiamo unaltra immagine7.
Ma la produzione per coro del musicista ungherese ci aiuta a capire come il
compimento di questo percorso di ricerca abbia radici ancora pi lontane,
anteriori cio al 1956, anno in cui egli,

deluso da un clima ostile e di chiusura


e preoccupato dagli eventi politici seguiti allinstaurazione del regime comunista, lascia la terra magiara.
Sono riemerse negli anni recenti le
composizioni giovanili del periodo ungherese. Tra di esse un ragguardevole
numero di arrangiamenti di canti popolari e alcune composizioni originali per
coro.
Ligeti ha raccontato di essersi dedicato
allelaborazione di canti popolari, in
quanto questo genere di lavori era lunico ammesso per lesecuzione pubblica dallAssociazione dei musicisti durante gli anni del comunismo. Tutti gli
altri suoi pezzi venivano, invece, proibiti8. Eppure, questa condizione di restrizione e di isolamento (ragioni per
cui, come si detto, egli decise di lasciare lUngheria) fin per rivelarsi
unutile palestra, in cui esercitare il mestiere e soddisfare uninnata propensione alla ricerca. Fu proprio Zoltn Kdaly ad insistere, affinch il giovane
musicista si dedicasse alla trascrizione
dei canti popolari9. Linteresse per lindagine nellambito della musica popolare, riaffiorer pi avanti negli anni,
quando egli, incuriosito dalle strutture
poliritmiche, aprir una nuova fase nella sua produzione musicale10.
Ma torniamo alla produzione corale degli anni giovanili e soffermiamoci su
alcuni titoli significativi.
In jszaka (La notte) e Reggel (Il mat-

Gyrgy Ligeti

tino)11, brani in cui il giovane Ligeti


sembra definitivamente affrancarsi dalleredit di Bla Bartk, compaiono il
tipico procedimento linguistico del progressivo addensarsi dei percorsi vocali,
nonch lintervallo di ottava, una caratteristica della scrittura di Ligeti, che ritroviamo anche nei lavori pi avanzati,
l dove assume la funzione di segnale
che delimita le macro-articolazioni
formali.
Ma la cifra stilistica pi personale, cio
la predilezione per luso della tecnica
del canone, era gi emersa nelle opere
precedenti di stile diatonico-modale, le
quali ricalcano i modelli di scrittura corale della scuola di Zoltn Kdaly12.

gere nudi, paesaggi o statue. Fa parte della sua formazione. Deve imparare larte e la tecnica della prospettiva. Questo mio atteggiamento risale ai
tempi delluniversit. Non potrei comporre come compongo se non avessi imparato il mestiere. Il mio Requiem ne un esempio. Il secondo movimento una fuga, bench non abbia niente a che fare con Bach, ma non sarei riuscito a scrivere quel pezzo senza essere passato attraverso questo
insegnamento. (G. LIGETI, Lei sogna a colori?, ALET, Padova, 2004)
7 E. RESTAGNO, a cura di, Ligeti, op. cit.
8 I brani musicali che non ricevevano lautorizzazione a essere suonati davanti ad un pubblico normale venivano eseguiti una volta nellAssociazione dei musicisti e quindi vietati. Molti pezzi li potei ascoltare una volta soltanto. (G. LIGETI, Lei sogna a colori?, op. cit.)
9 Ligeti non risparmia il sarcasmo nel ritrarre la figura di un nume tutelare della musica ungherese: Allora Kdaly aveva quasi settantanni, era molto stimato in Ungheria e veniva considerato il maggior musicista del Paese. Non aveva collaborato n con i nazisti n con i comunisti. Lasciava che
i comunisti lo acclamassero, ma non fu mai dalla loro parte. E in pi era molto popolare per via della sua attivit didattica. Kdaly era una specie
di icona sacra nazionale, e si comportava di conseguenza. La sua prima moglie aveva ventiquattro anni pi di lui e veniva da una famiglia ebraica
molto ricca. Quando mor a novantasei anni, Kdaly, ormai ultrasettantenne, si rispos con una donna che aveva quarantanni meno di lui. Giravano molte barzellette su questo fatto. Era un uomo particolare. Quandera in societ, era estremamente sgradevole e pieno di boria. Lo incontravo
spesso alle conferenze o ai convegni sul folclore. Aveva sempre con s un nettaunghie, si osservava le dita e si puliva le unghie in continuazione.
Era un uomo molto bello, alto e terribilmente orgoglioso. Aveva laria di un egocentrico scorbutico. Ma era di buon cuore, e mi aiut molto. Kdaly aveva pi considerazione per me di quanto pensassi. Mi reputava una persona seria e dotata di talento. Io non ne sapevo nulla. Non avevo studiato con lui. Fu grazie a lui che ottenni il posto al Conservatorio di Budapest. Nel 1954 volevano espellere me e altri due insegnanti del Conservatorio per via del nostro atteggiamento anticomunista. Lo venimmo a sapere solo durante la rivoluzione. Io avevo mostrato ai miei studenti la Sinfonia dei Salmi di Stravinsky. Kdaly mi aiut molto dietro le quinte, sostenendomi in ogni modo. (G. LIGETI, Lei sogna a colori?, op. cit.)
10 Ci si riferisce alle opere in cui lelemento centrale il ritmo, soprattutto ai funambolici tudes pour piano (libro I, 1985; libro II, 1988-1994; libro
III, 1995-2001), composti dopo aver approfondito, tra gli altri, i canoni metrici della musica delle popolazioni africane.
11 Si tratta di due composizioni per coro a 8 voci miste, del 1955, su testi di Sndor Weres.
12 Linfluenza in Ungheria dei principi delleducazione musicale ideati da Kdaly, basati sulla pratica del canto corale, testimoniata dalle parole dello stesso Ligeti: Io avevo una voce normale, non bella, ma sapevo cantare bene a prima lettura. Oggi non ci riesco pi. Non ho pi voce. Cantavamo molto anche a cappella, soprattutto Monteverdi (G. LIGETI, Lei sogna a colori?, op. cit.)

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Esemplari le due miniature intitolate


Kt knon (Due canoni), rispettivamente del 1947 e del 195213.
Invece, Magny (Solitudine)14 Ligeti lascia presagire la futura sensibilit per la
stasi armonica, che evoca orizzonti di
desolazione; i lunghi pedali della parte
iniziale e di quella finale incorniciano
un episodio, il cui carattere ispirato al
canto popolare. I suoni lunghi sostengono brevi frammenti di recitativo sullo
stile del lamento (tipico modulo espressivo del folklore magiaro, gi ripreso da
Bartk), una precognizione di futuri lavori (si pensi al finale del Trio per violino, corno e pianoforte, del 1982, in cui
linee melodiche cromatiche discendono
gradatamente, quasi piangendo).
Compiuto il grande balzo, con la composizione del Lux Aeterna, trascorre un
periodo di tempo che vede sia il consolidamento di uno stile, sia le aperture
(intorno agli anni Ottanta) verso nuove
avventure musicali, che produrranno
notevoli trasformazioni nel linguaggio e
nelle concezioni estetiche di Ligeti15. Un
ritorno di interesse per la formazione del
coro a cappella si registra con due impegnativi lavori di questo periodo.
Le Drei Phantasien nach Friedrich
Hlderlin (1982) riuniscono, come una
ricapitolazione, le conquiste della scrittura messe a punto con il Lux Aeterna
(le micropolifonie, il flusso sonoro che
che si materializza impercettibilmente,
si dipana e ritorna nel nulla dissolvendosi), con lomaggio alla tradizione del
coro a cappella di scuola ungherese. I
frammenti dei versi tratti da Hlderlin
suggeriscono al compositore una variegata collana di situazioni musicali. Vere
e proprie sequenze di pittura sonora si
associano alle immagini e alle emozioni evocate dal testo letterario, secondo
la prassi del madrigale rinascimentale.
A ci va aggiunto che improvvisi tumulti e bagliori squarciano le sezioni

pi statiche, infondendo alla partitura


tratti di natura espressionista. In ognuno
dei brani che compongono il trittico si
percepiscono momenti in cui la tensione accumulata con lintreccio polifonico sfocia ora nellurlo, ora in violente
declamazioni omofoniche, ora in brusche interruzioni, ora in abissali cadute
nel profondo.
I Magyar Etdk, ultima opera dedicata
al coro a cappella, sono dellanno successivo, 1983. Concepiti nella forma
dellaforisma, i tre pezzi si caratterizzano per lo sviluppo di un particolare processo compositivo. Ligeti intende rigenerare, attraverso alcuni tratti caratteristici della propria scrittura, la costruzione musicale implicita nei versi di Sndor Weres. Nel primo una complessa
struttura a canone16 descrive il graduale
disgelo di una stalattite; nel secondo il
gracidare delle rane sintreccia in un intricato intreccio polifonico; nel terzo si
sovrappongono cinque diversi motivi
ad evocare la confusa baraonda di voci
in una fiera.
Ecco, infine, di seguito, lelenco in ordine cronologico delle opere di Gyrgy
Ligeti per coro a cappella, in cui si evidenziano le opere giovanili (decennio
1945-1955); lo stacco del Lux Aeterna;
le opere dellultimo periodo (decennio
1982-1993)17.
Igeden fldn (Lontano da casa)
Testi di Blint Balassa e dalla tradizione popolare; quattro pezzi, per 3 voci
femminili (1945-46)
Betlehemi Kirlyok
(I Re a Betlemme)
Testo di Attila Jzsef; per 2 voci miste,
o femminili (1946)
Bujdos (Desolazione)
Testo di tradizione popolare; per 3 voci
miste (1946)
Hsvt (Pasqua)
Testo di tradizione popolare; tre pezzi,

per 3 voci di fanciulli (1946)


Magnyi (Solitudine)
Testo di Sndor Weres; per 3 voci miste (1946)
Magas ksziklnak
(Da una roccia di alta montagna)
Elaborazione di un Canto popolare ungherese; per 3 voci miste (1946)
Kt knon (Due Canoni)
Testi dalla tradizione popolare e da Sndor Weres (1947/1952)
Kllai ketts (Doppia danza di Kll)
Due elaborazioni di Canti popolari ungheresi; per 4 voci miste (1950)
Lakodalmas (Matrimonio)
Elaborazione di un Canto popolare; per
4 voci miste (1950)
Haj, ifjsg (Oh, giovent)
Testi dalla tradizione popolare; due pezzi, per 4 voci miste (1952)
Hortobgy
Tre elaborazioni di Canti popolari ungheresi; per 4 voci miste (1952)
Inaktelki ntk (Canti di Inaktelke)
Tre elaborazioni di Canti popolari ungheresi; per 2 voci miste (1953)
Ppain (La vedova Ppai)
Elaborazione di una tradizionale ballata
ungherese; per 4 voci miste (1953)
jsszaka Reggel (La notte Il mattino)
Testo di Sndor Weres; due pezzi, per
8 voci miste (1955)
Mtraszentimrei Dalok (Canti di Mtraszentimre)
Quattro elaborazioni di Canti popolari
ungheresi; per 3 voci di fanciulli, o femminili (1955)
Lux Aeterna
Testo liturgico; per 16 voci miste (1966)
Drei Phantasien nach Friedrich Hlderlin
Testo di Friedrich Hlderlin; per 16 voci miste (1982)
Magyar Etdk (Studi Ungheresi)
Testi di Sndor Weres; tre pezzi, per
16 voci miste (1983)

13 Particolarmente interessante il secondo dei due canoni dal titolo Pletykazo asszonyok (Le comari), che anticipa le ironiche parodie sulla conversazione e sovrapposizione confusa di voci (vd. Aventures e Nouvelles Aventures, 1962-1965, e Vsr, terzo dei Magyar Etdk, 1983). Ecco il testo: La zia Giulia e la zia Caterina, bla bla bla, passano in loro tempo in un cantone e la loro lingua gira come un arcolaio, sapete voi,
bla bla bla. Incredibile. E in questo passare del tempo, bla bla bla, aggiustano per lamore di Dio camice e cotillons davanti a casa, bla bla bla.
14 Lavoro per coro a 3 voci miste a cappella, risalente al periodo degli studi a Budapest (1946), concepito in stile madrigalistico, su testo di Sndor Weres.
15 Il percorso evolutivo dellopera ligetiana scandito da tappe ben riconoscibili si sintetizza nella seguente citazione: Il ruolo della micropolifonia ora assunto da una polifonia pi geometrica, ritmica, con cui simulare acusticamente la profondit. Alle superfici iridescenti si sostituisce, dunque, uno spazio immaginario, pluridimensionale, in cui il tempo sempre prigioniero scolpito in tutti i suoi istanti (A. MORRESI, Gyrgy Ligeti: tudes pour piano, premier livre, EDT, Torino, 2002)
16 Canone a 12 voci in rapporto metrico di 3 contro 2 e, nello stesso tempo, canone a specchio a 12 voci sui 12 intervalli della gamma cromatica.
17 Si escludono dallelenco i Nonsense Madrigals, (1988-1993), su testi di William Brighty Rands e Lewis Carroll, in quanto si tratta di sei
pezzi destinati a 6 voci maschili soliste; sono stati composti, infatti, per lensemble dei Kings Singers.

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attivit dellAssociazione

NUOVI PROGETTI
PER LA FENIARCO:

LASSEMBLEA NAZIONALE A PESCARA


a cura di Puccio Pucci e Alvaro Vatri
n appuntamento atipico
quello del 9 -10 marzo a
Montesilvano, Pescara, caratterizzato da due separate riunioni:
il sabato pomeriggio i delegati regionali ai progetti APS sono stati
riuniti per i lavori di approfondimento sullo stato di attuazione dei
quattro progetti elaborati dalla Feniarco che hanno ottenuto lapprovazione da parte del Ministero delle
Politiche Sociali, e, lindomani, dallAssemblea propriamente detta.
Tutte le Associazioni Regionali erano presenti al massimo livello di
rappresentanza, elemento ormai costante, indicatore e al tempo stesso
fattore di una crescita continua della
federazione nella sua realt e nelle
sue potenzialit.
Nella sessione del sabato si parlato dei 6 Progetti APS accolti dal Ministero delle Politiche sociali e posti
in essere, con un enorme sforzo progettuale e organizzativo dalla FENIARCO. Vale assolutamente la pena di riferirne sinteticamente anche
in questa sede. Il Presidente Fornasier ha esaurientemente presentato i
risultati sin qui acquisiti per il progetto Coralmente, relativo allindagine conoscitiva delle realt corali italiane. Sono state fornite indicazioni precise sulle risposte sinora
ottenute e sono stati forniti significativi dati che permetteranno alle
regioni di predisporre le opportune
sollecitazioni ai cori che ancora non
si sono attivati. stata sottolineata
la valenza del risultato che questo
censimento on line potr avere come immagine della Feniarco da proporre al Ministero, ma che permetter anche la creazione di un prezioso data base, aggiornabile in tempo
reale da parte di ogni singolo coro e
che fornir una fotografia delle risorse umane, delle attivit svolte dai
cori italiani e dellentit dei repertori che i cori frequentano. Il progetto,
che sta uscendo ora dalla fase sperimentale, prevede un ampliamento

della procedure e permetter tutta


una serie di indagini sui dati inviati
dai cori. Animato ma esaustivo il
confronto tra i delegati sulla scelta
delle varie griglie informatiche che
permetteranno a soggetti diversi
Feniarco, Associazioni regionali, cori, privati - di accedere al data base.
Successivamente si passati ad analizzare gli altri progetti APS sulla
base delle relazioni prodotte dal
Dott. Marco Fornasier dello staff
della segreteria Feniarco.
Il progetto Cori solidali, che prevedeva di creare sinergie tra le attivit musicali di soggetti corali e gli
utenti di strutture socio assistenziali,
identificate regione per regione,
gia in piena fase operativa; stato
molto interessante e significativo
ascoltare alcune delle esperienze gi
realizzate che hanno sottolineato il
grande ritorno emozionale che hanno avuto questi incontri di intensa
umanit; testimonianza di solidariet quindi, che ha profondamente
coinvolto i coristi.
Un argomento impegnativo e di indubbia valenza sociale stato poi
quello introdotto dal Progetto APS
Feniarco: un primo bilancio sociale illustrato da una relazione di

ottimo taglio sociologico, che ha


prospettato la filosofia e le finalit
del progetto. Ogni Associazione che
opera nel terzo settore sente la necessit di fare un bilancio sullimpatto sociale della propria attivit,
cercando anche di verificare se il
suo operato risponde alle finalit
che si data, al fine di determinare
leffettiva incidenza e i vantaggi
che ne sono derivati per i soci. Il bilancio sociale aiuter i soggetti no
profit a rendicontare i risultati conseguiti e le azioni poste in essere per
realizzarli; ma sar anche uno strumento gestionale che orienter lAssociazione nellideazione dei nuovi
progetti per sempre meglio qualificare la proria operativit. Per approfondirne ulteriormente tutte le
problematiche e gli obiettivi ed illustrare ai responsabili regionali le varie fasi in cui il progetto si dovr articolare verranno organizzati una serie di incontri, dislocati su tutto il
territorio nazionale.
In virt di queste iniziative in via di
attuazione, la Feniarco ha potuto
presentare al Ministero delle politiche Sociali due nuove proposte sperimentali sulla Legge 7.12.2000
n.383, denominate Feniarco: solo

Il tavolo della Presidenza allAssemblea di M ontesilvano

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attivit dellAssociazione
VOCI DI PRIMAVER
di Flavio Becchis

opo il successo delle passate edizioni il Festival di Primavera approdato nuovamente a Follonica (GR) dal 22 al 25
marzo 2007. Dieci i cori presenti a
rappresentare 7 regioni italiane. Passeggiando nel villaggio turistico che
ospita i cori si respira quella brezza
di freschezza, di vivacit ed entusiasmo che i giovani sanno portare e trasmettere coi loro crocchi allegri, i colori vivaci ed i motivetti intonati qua
e l.
Ogni anno alcuni accorgimenti vengono adottati per migliorare lorganizzazione e lapproccio al canto corale; tre gli ateliers offerti ai ragazzi:
Balletti, Canti e Danze Rinascimentali con Dario Tabbia, Canti Etnici
con Carlo Pozzoli e Vocal PopJazz con Alessandro Cadario.
La proposta portata avanti dallefficientissima ed affiatata squadra dellAssociazione Cori Toscana guidata
dal presidente Nando Catacchini
sempre attenti e premurosi nel
rispondere alle numerose istanze provenienti dalle scuole.
Il coordinamento affidato al sempre
presente segretario Feniarco Lorenzo
Benedet.
Questanno stato aggiunto un
nuovo atelier per poter lavorare
in maniera pi efficace con i ragazzi
e sempre disporre dello stesso
organico.
Entriamo pi nel vivo della manifestazione e vediamo come si sono sistemati i vari incastri che hanno portato alla realizzazione di questo coloratissimo festival.
Venerd 23 marzo si sono svolti contemporaneamente tre concerti: a Follonica presso lEx Fonderia Leopolda, a Grosseto nellAula Magna dellIstituto tecnico Commerciale Fossombroni e a Massa Marittima nel
teatro di San Bernardino. Ad accogliere i cori partecipanti al Festival
c sempre stato un gruppo corale o
strumentale delle scuole secondarie

Il Presidente Fornasier saluta la Corale G.Verdi di Teramo

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coralit e Musicando. Si tratta di


due nuovi progetti che intendono
racchiudere alcune proposte per la
produzione di eventi musicali, per la
formazione alla cultura musicale rivolta al mondo della scuola, per la
creazione di una banca dati che raccolga i records ed i documenti che
investono rilevanza istituzionale utili alle Associazioni.
Dopo la pausa serale che ha visto
una visita alla Casa dAnnunzio con
lintervento della Corale G. Verdi di
Teramo, diretta dal M Vetuschi, si
ufficialmente aperta il giorno 10 la
fase assembleare propriamente detta, mentre le onde dellAdriatico in
tempesta continuavano a battere con
insistenza le bianche scogliere calcaree della barriera posta a protezione delle belle spiagge abruzzesi.
I lavori dellAssemblea prevedevano fondamentalmente la presentazione dei bilanci, alcune deliberazioni a conferma e completamento delle iniziative APS, rapporti ed affidamenti con Istituti di credito, la approvazione di alcune partecipazioni
ad eventi legati alla attivit in campo
internazionale.
opportuno subito soffermarsi sul
tema dei bilanci: lAssemblea ha dovuto constatare con soddisfazione
anche questanno, la consistenza del
lavoro svolto dalla Feniarco, numericamente rappresentato con estrema
chiarezza dalla voci si spesa e di entrata; indice di una perfetta conduzione amministrativa, suffragata anche da una puntuale relazione dei
Sindaci, che hanno attestato la regolare rispondenza del consuntivo alla

esposizione dei dati fatta dal Presidente. Lapprovazione di questi documenti di spesa e di previsione ha
trovato il consenso unanime dei delegati regionali.
Ha meritato sicuramente particolare
attenzione lanalisi fatta dal Presidente sulla dinamica dei finanziamenti che prevista per tutti i progetti APS. Ogni progetto finanziato
viene liquidato dal Ministero solo al
termine della attuazione completa e
previo inoltro di una rendicontazione accuratissima. Ci implica che,
con il volume delle iniziative proposte ed approvate, la Federazione dovr anticipare forti somme per consentire il loro concretizzarsi. Un impegno che richiede la consapevolezza, la solidariet ed anche possibilit
di parzializzare lindice di rischio da
parte di tutti i soci Feniarco.
indubbio che la Feniarco sia ormai
una realt importante, una organizzazione grande e complessa operante in quello che viene definito il terzo settore e deve quindi porsi in
prospettiva il problema di dotarsi di
strumenti e strutture idonee a governare i vari processi che le sono propri. Spunti in tal senso sono emersi a
conclusione dei lavori per avviare
una riflessione che alla prossima Assemblea che si terr in Umbria sar
oggetto di approfondimento.
Bilancio dei lavori svolti quindi
molto positivo. Il dibattito, condotto
con professionalit dal Presidente,
sempre stato equilibrato e costruttivo. Ancora ottime le prospettive di
crescita per lAssociazione.

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attivit dellAssociazione

MAVERA

di primo grado locale, si sono esibite


la scuola L. Pacioli di Follonica,
L. da Vinci di Grosseto e il Coro
Omero Martini delle Scuole di
Massa Marittima. Buona affluenza di
pubblico che ha assistito con interesse e partecipazione ai programmi
svolti dalle scuole.
Sabato 24 al mattino le scuole hanno
visitato Massa Marittima e le rovine
etrusche di Roselle ed hanno potuto
apprezzare e conoscere la zona dal
punto di vista storico e turistico.
Nel pomeriggio parallelamente agli
ateliers si svolto il Convegno di studi sullAlfabetizzazione musicale con
relatore Giorgio Guiot, direttore Artistico dellAssociazione CantaScuola di Torino. Partendo dallesperienza personale ha tracciato un percorso
ed una serie di riflessioni sul canto
corale a scuola e con i ragazzi delle
diverse et, proponendo una metodologia da utilizzare, analizzando le abilit dei ragazzi, il delicato rapporto tra
direttore di coro e coro. Nel corso del
suo lavoro si chiesto: Il coro a
scuola solo nei Licei o in tutte le
scuole? Molte le riflessioni scaturite,
a tal riguardo sono stati fatti riferi-

Gli ateliers di Canti Etnici e di Vocal Pop Jazz


durante il Concerto di Gala

menti ai nuovi documenti emanati


dal Ministero della Pubblica istruzione nel campo corale e musicale in
genere.
Sono emersi aspetti importante del
cantare insieme, il canto stato visto
come un occasione per migliorare

LE SCUOLE PARTECIPANTI
Coro Chorus Caelestis della Scuola Media A. Volta
di Gorla Maggiore (VA)
Ensemble Gargallo del Liceo Classico Gargallo di Siracusa
Coro Polifonico dellIstituto Superiore A. Tilgher
di Ercolano (NA)
Coro del Liceo Scientifico G. Galilei di Perugia
Coro del Liceo Scientifico G. Alessi di Perugia
Coro Hebel del Liceo Ginnasio S. M. Legnani
di Saronno (VA)
Coro del Liceo Classico E. Cairoli di Varese
Coro del Liceo Scientifico A. Einstein di Teramo
Coro del Liceo Scientifico M. Buonarroti di Monfalcone (GO)
Coro Diapason dei Licei Scientifici B. Touschek
e V. Volterra di Grottaferrata e Ciampino (RM)

lo star bene con se stessi e con i


compagni.
Spesso emergono problemi di repertorio e allora richiesto da parte del
direttore un notevole sforzo nel reperire il materiale; non di rado deve
commissionare ad amici compositori
larmonizzazione di brani che tengano conto del coro, oppure il direttore stesso che, come un abile sarto,
confeziona un vestito su misura al
proprio coro.
Vincente la scelta dei tre docenti: Daria Tabbia ha fatto apprezzare la musica profana rinascimentale allapparenza lontana dalla realt dei nostri
giovani; Carlo Pozzoli, con un lavoro
paziente, ha fatto conoscere brani e
repertori di tradizione popolare provenienti dallAfrica, dallAsia e dallEuropa dellEst; infine Alessandro
Cadario ha avvicinato la coralit alla
realt giovanile con tre armonizzazioni di brani tratti dal repertorio pop
italiano.
E siamo giunti al sabato sera: i ragazzi sentono lemozione delloccasione, si preparano al concerto di Gala.

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attivit dellAssociazione

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Giada frequenta lultimo anno del Liceo Scientifico Einstein di Teramo,


alla sua terza esperienza al Festival
di Primavera: Ho trovato utili gli
Ateliers sia per cantare insieme agli
altri che per conoscere nuova musica.
Noi cantiamo a cappella repertorio
del Medio Evo e Rinascimento. Il nostro coro formato da 90 coristi, qui
siamo soltanto una parte. Abbiamo
partecipato al Concorso a Rieti dove
abbiamo vinto un premio. Mi rimarr
sicuramente un bel ricordo di Follonica e del Festival di Primavera.
Incontro il Dirigente Scolastico del
Liceo Ginnasio S. M. Legnani di
Saronno (VA) e gli domando come
nata lidea del coro scolastico nella
sua scuola; mi risponde: Gi quando
ero preside in una Scuola Media avevamo un coro che cantava brani complessi quali per esempio Bettinelli.
Quando sono arrivato al Liceo allinizio ho avuto alcune difficolt, il coro veniva considerata attivit di serie
B, ma sono stato determinato perch
sono convinto che la voce ha un
aspetto educativo oltre che emozionale, dalla cooperazione di tutti i ragazzi avviene la fusione delle voci.
Ero un po preoccupato per il curricolo pesante dei ragazzi (35 ore settimanali), ma poi rimani folgorato
quando loro ti dicono che straordinario cantare insieme. Questa mattina a Massa Marittima i ragazzi durante la visita della chiesa hanno sentito un forte desiderio di cantare, si
creata ununione ed unempatia
incredibile.
Il concerto di gala viene introdotto da
Mauro Chiocci Vice Presidente
Feniarco che ha annunciato le novit
per il prossimo Festival di Primavera
che si svolger sempre a Follonica
nella Primavera 2008. Sar presente
un coro giovanile ungherese e il
Coro Giovanile Italiano.
Arriva il momento dei cori scolastici
che eseguono un brano del loro repertorio, in conclusione vengono presentati i lavori degli ateliers. Con il
canto comune proposto da tutti i ragazzi come una sorta di inno del Festival di Primavera, diretto ed arrangiato da Alessandro Cadario: si tratta
di Gaudeamus Igitur presente nel volume Teencanta si conclude questa
magnifica esperienza; arrivederci al
prossimo anno.

FEDERAZIONE
CORI BOLZANO
RECAPITI
Sede: via Castel Weinegg 1/d - 39100 BOLZANO
Tel./Fax: 0471 400707 e-mail: federcori.bolzano@tin.it

a Federazione Cori Bolzano


unAssociazione apolitica,
con fini esclusivamente culturali e senza fini di lucro: si impegna a promuovere la collaborazione e
lintesa fra i Cori. (Art.1)
aperta a tutti i Cori della Provincia di Bolzano che accettino i principi dello Statuto. (Art. 2)
La Federazione vuole raccogliere
tutte le risorse corali del Gruppo linguistico italiano presenti in Alto Adige, fornire loro riferimento e supporto per i problemi di comune interesse, nellintento di trattare tutti i Cori/Corali alla stessa stregua, senza
differenze o privilegi per alcuno, indipendentemente dal loro livello artistico o dalla loro anzianit.
La Federazione propone interventi
di servizio ed eventi culturali finalizzati alla promozione e crescita della
coralit in tutte le sue espressioni artistiche, per la conservazione ed il
rafforzamento del patrimonio culturale che essa esprime. (Art. 3)
I cori svolgono la loro attivit in maniera autonoma rispetto alla Federa-

Consiglio Direttivo,
eletto il 20 gennaio 2007:
Presidente
Vicepresidente
Segretario
Consigliere
Consigliere
Consigliere

Corrado Borgogno
Livia Bertagnolli
Claudio Marcon
Silvana Nicola
Sergio Maccagnan
Vittorino Varolo

Collegio dei Revisori dei Conti:


Roberto Falzin, Nicola Russo
e Mario Venturin
Collegio dei Probiviri:
Maria Luisa Coltri,
Clemente Cavallar
e Giovanni Cattoi

zione attraverso le loro Assemblee e


le riunioni dei rispettivi Consigli Direttivi, i Cori decidono autonomamente il loro programma annuale
delle attivit che poi inviano per conoscenza alla Federazione ( previsto dallo Statuto art. 4). Anche dal
punto di vista economico i Cori provvedono autonomamente a richiedere
i contributi alla Provincia, agli Enti
locali o ad altri Sponsor.
Partecipano comunque, quando possibile, anche alle iniziative proposte
dalla Federazione Cori.
Per le attivit pi rilevanti, anche sotto laspetto contributivo, la Ripartizione Cultura della Provincia e lAssessorato Cultura e Spettacolo del
Comune di Bolzano si sono accordati per sentire il parere della Federazione Cori.
Compito della Federazione quindi
il coordinamento delle attivit, come
i Concerti importanti o le Rassegne
organizzate dagli stessi Cori, soprattutto per evitare le sovrapposizioni di
data: cosa non facile anche a causa
dei tempi necessari per la prenotazione delle Sale di concerto. per anche una questione di correttezza tra
cori. Il problema si presenta quasi
esclusivamente con i Cori di canti
della montagna e canti popolari che
vantano per questo maggiori tradizioni organizzative.
La Federazione Cori Bolzano affiliata alla FE.N.I.A.R.CO. Partecipiamo alle Assemblee semestrali nazionali, ma piuttosto scarsamente alle
attivit proposte a livello nazionale.
La nostra una piccola Federazione
rispetto a quelle regionali del resto
dItalia.
Siamo affiliati anche allAGACH
che lAssociazione che raccoglie le
Federazioni Cori distribuite sullArco Alpino (sono 12), a partire dalla
Val dAosta, al Friuli, comprese la
Federazione Cori del Trentino, il

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scheda regione
Sdtiroler Sngerbund, le Federazioni di Salisburgo, Innsbruck, Vorarlberg, Liechtenstein e la Baviera. Partecipiamo alle Assemblee semestrali
ed anche ai Concerti organizzati dallAGACH: due anni fa, per esempio,
il Coro Monti Pallidi di Laives ha
rappresentato la nostra Federazione
in un grande Concerto natalizio a
Caldaro assieme ai Cori di altre 5 Federazioni; il prossimo Concerto, Natale 2007, si terr a Murnau in Austria ed un nostro Coro sar invitato.
Le attivit della Federazione Cori
Bolzano puntano, in ordine di importanza, alla formazione e cio di
Corsi di impostazione vocale, di vocalizzo e di interpretazione organizzati sistematicamente per i Cori/Corali che li richiedono: Corsi che vengono tenuti da insegnanti qualificati
di Bolzano o provenienti dalla Federazione Cori del Trentino e che si rivelano essere molto importanti per la
formazione ed il mantenimento della
tecnica vocale di ogni coro. Questanno sono previsti n. 7 Corsi per
altrettanti Cori.
Nei limiti delle nostre possibilit, per
quanto riguarda la disponibilit dei
nostri Direttori di coro, interveniamo,
laddove richiesti, nelle Scuole Elementari e Medie per avviare i ragazzi
al gusto del canto corale.
Organizziamo, e questo il sesto anno, il Concerto di S. Nicol di Musica Sacra, al quale vengono invitati a
partecipare un Coro della nostra Federazione ed un Coro di prestigio
proveniente da fuori Provincia o da
fuori Federazione.
Dal 2002, Anno internazionale della
Montagna, stata avviata la produzione di filmati di circa 20 minuti per
ciascuno dei dieci Cori della Montagna; il risultato stato di ottima qualit e di piena soddisfazione.
stato pubblicato un libro che riporta la fotografia ed il curriculum di
ogni coro iscritto alla Federazione.
Tra le varie attivit organizzate prevediamo anche questanno la Messa
Cantata, cos chiamata nel nostro
gergo: trattasi di una iniziativa che da
diversi anni gode di una certa popolarit presso la Chiesa di S. Domenico a Bolzano, dove, nei mesi da Gennaio a Marzo e da Ottobre a Dicembre si alternano i Cori iscritti ad animare la S. Messa delle ore 11.00, sia

Corali di Musica Sacra che Cori di


Canti della Montagna. In questo modo la Messa citata gode senzaltro di
una maggiore affluenza e Don Carlo
Moser, il Rettore della Chiesa, non
pu che essere contento. Risulta essere una simpatica passerella aperta a
tutti e che a volte d la possibilit di
esibirsi, in ambiente familiare bolzanino, anche ai Cori/Corali altrimenti
non conosciuti.
Laspetto economico della Federazione fa riferimento in minima parte alla
Quota Sociale annuale che ogni Coro
versa alla Federazione, ma soprattutto con i contributi del Ufficio Cultura
della Ripartizione Cultura Italiana
della Provincia Autonoma di Bolzano, dellUfficio Cultura dellAssessorato Cultura e Spettacolo del Comune di Bolzano e della Fondazione
Cassa di Risparmio di Bolzano. Se
non fosse per questi Sponsor ben
poco si potrebbe organizzare.
Da diversi anni abbiamo intrapreso
unattivit definita Interventi di accostamento alla realt corale scolastica: cio, con alcuni nostri maestri
di coro disponibili siamo riusciti ad
entrare nelle scuole elementari e medie, dove abbiamo insegnato e insegniamo ai ragazzi alcuni brani semplici di canto popolare liturgico. Questo avvenuto in alcuni Istituti di
Bolzano, a Bressanone, Brunico, Fortezza, Vipiteno, Laives, Laghetti,
Egna, Salorno per merito di Sergio
Maccagnan, Ilario Sedrani, Ilario Del
Piccolo, Guglielmo Rodighiero. Non
sempre facile: la Sovraintendente
Scolastica daccordo, alcuni Dirigenti Scolastici sono entusiasti, ma
gli insegnanti di musica non sempre
ci aprono la porta perch... devono
completare il loro programma.
Sappiamo che per fortuna anche lIstituto Musicale A. Vivaldi di Bolzano interviene positivamente con insegnamenti di canto nelle Scuole.
Per dare sostegno a questa attivit
stata istituita formalmente una Sezione Interna nellambito della Federazione Cori Bolzano denominata Federazione Junior.
Detta Sezione vorr raccogliere tutti i
Cori di ragazzi in et dai 6 ai 13 anni,
riservata quindi a Cori prevalentemente scolastici provenienti da Scuole o Istituti di tutta la Provincia di
Bolzano e che potranno essere forma-

Il Presidente Corrado Borgogno.

ti da gruppi di classe, di pi classi o


di Istituto, Cori che per la logica dellet degli stessi ragazzi dovranno
subire una rotazione graduale e continua di cantori: limportante che i
suddetti Cori vengano costituiti, con
una loro precisa denominazione,
possibilmente permanente es. Coro
V B Scuola Elementare... ecc..
stato presentato un regolamento
(nelle loro esibizioni i Cori canteranno senza basi musicali ma solo,
eventualmente, accompagnati da tastiera o pianoforte) e per loro viene
organizzato almeno un concerto-rassegna in Teatro nel periodo natalizio.
Abbiamo chiesto per questo alla Sovraintendenza Scolastica la collaborazione necessaria per informare ed
incoraggiare la partecipazione di tutti gli Istituti scolasti della Provincia.
I problemi della Federazione sono
quelli dei Cori. La grande maggioranza di loro soffre della mancanza
di un ricambio dei coristi e in qualche caso anche dei loro insegnanti.
Non solo un problema locale, si
presenta anche a livello nazionale,
ma qui in Alto Adige, almeno per il
gruppo linguistico italiano, dove siamo in pochi, questo fenomeno si
esalta ancora di pi. Assistiamo a
concerti di cori, sia per quanto riguarda il canto popolare che la musica sacra, dove non si pu non osservare che troppi coristi hanno il capelli bianchi, cantano con il cuore, cantano di mestiere, sono anche commoventi per la loro dedizione e passione, ma non possono certo avere la
voce fresca, efficace e pulita di un

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trentenne. Pur di non vedere questi


cori ridursi allosso nel numero dei
loro componenti abbiamo il motto
mai mollare!, certo per chi ce la fa
ancora.
I giovani stentano ad avvicinarsi al
mondo del canto corale. Ritengono
che sia unattivit troppo impegnativa (le prove ed i concerti), hanno una
miriade di altri impegni anche interessanti, ma tra loro prevale senzaltro il senso della libert, a volte privo
di ideali e di intenzioni serie di integrarsi alle espressioni culturali della
nostra societ. Il canto corale , infatti, unattivit culturale.
Per quanto riguarda il canto corale
dobbiamo tornare ancora ai banchi di
scuola. Se riesce confortante, nel panorama corale italiano lalto livello
creativo, quello esecutivo - malgrado
lattiva e preziosa presenza di accademie, gruppi, complessi, societ
- non pu non risentire negativamente della mancanza tutta italiana di una
cultura musicale di fondo, causata a
sua volta, dalla protratta esclusione
della musica, formativamente e socialmente intesa nella stessa accezione corale, dalla cerchia degli insegnamenti umanistici, artistici, letterari,
scientifici, impartiti nella maggior
parte delle scuole pubbliche (dal Di-

zionario della Musica dei Musicisti Ed. UTET).


Nelle scuole italiane infatti si fa letteratura musicale, poca musica, ma non
si insegna per niente il canto corale,
salvo rarissime eccezioni, canto corale che una disciplina formativa importantissima per i nostri ragazzi, ed
fortemente costruttiva spiritualmente, socialmente e anche fisicamente. Il Senatore Andrea Mascagni
ha detto ad una Assemblea della Federazione Cori che gli insegnanti di
Musica, laddove ci sono, non possono insegnare canto corale nelle scuole perch a loro volta non hanno
avuto linsegnamento di questa disciplina nei Conservatori musicali di
provenienza.
Per inciso per possiamo finalmente
osservare che con il Decreto del Presidente della Giunta Provinciale 8
settembre 2000, n. 35 si parla di: Istituzione del corso di direzione di coro e del corso di direzione di banda presso il Conservatorio di musica
Claudio Monteverdi di Bolzano.
C da sperare che in breve tempo
anche nelle nostre scuole si potr insegnare il canto corale, sempre che i
programmi scolastici ufficiali lo consentano.
Nella nostra realt altoatesina esiste

Cori iscritti alla Federazione al 20 gennaio 2007:


Musica sacra, liturgica e spiritual (n. 17): Associazione Musicale S. Maria
Assunta di Merano, Corale Corpus Domini di Bolzano, Corale Cristo
Re di Bolzano, Istituto Musicale A. Vivaldi di Bolzano, I Cantori del
Borgo di Sinigo, Corale Non nobis Domine di Merano, Coro Parrocchiale Gries di Bolzano, Coro Polifonico Don Bosco di Bolzano, Corale
San Giuseppe di Bolzano, Corale San Leonardo di Bronzolo, Corale
Santa Maria Maddalena di Vadena, Corale San Michele di Bressanone,
Corale San Nicola di Egna, Corale San Paolo di Bolzano, Corale San
Pio X di Bolzano, Corale Santo Spirito di Brunico, Corale Santo Spirito di Merano.
Musica lirica (n. 1): Corale cittadina G. Verdi di Bolzano
Spirituals e Musica Jazz (n. 1): Vocalists Le Pleiadi di Bolzano.
Canti della Montagna e popolari (n. 10): Coro Amici della montagna di
Fortezza, Coro Castel Bassa Atesina di Salorno, Coro Castel Flavon di
Bolzano, Coro Cima Bianca di Vipiteno, Coro Concordia di Merano,
Coro Lancia Iveco di Bolzano, Coro Laurino di Bolzano, Coro Monti
Pallidi di Laives, Coro Plose di Bressanone, Coro Rosalpina di
Bolzano.
Totale: 29 cori, con circa 700 coristi

laltra Associazione gemella per il


Gruppo linguistico tedesco, il Sdtiroler Sngerbund con il quale il
rapporto assolutamente cordiale,
aperto e simpatico: impostato sulla
reciproca collaborazione, ma chiaramente sappiamo che il confronto tra
le due Federazioni un po come
quello tra il topolino e lelefante
giacch noi contiamo 29 cori iscritti
e loro ben 404 ed anche di ottimo livello tecnico di preparazione. Siamo
noi a chiedere semmai la collaborazione, vista la potente, collaudata
organizzazione ed anche la loro
disponibilit.
Vuole essere un appello ai Cori che
ancora non conosciamo (ci sono) e
che non osano o non intendono costituirsi come Associazione e chiedere
di iscriversi alla Federazione Cori.
Potrebbero ottenere collaborazione e
soprattutto essere inseriti in un organismo di riferimento, a sua volta inserito in associazioni nazionale ed
europea. Non c niente da temere,
anzi importante fare gruppo e non
isolarsi.
Lappello pi forte vuole essere rivolto ai Giovani, alle persone che
sono in grado di impegnarsi in un
complesso corale, uomini o donne,
ad andare a cercare un Coro/Corale,
quello pi vicino a casa. Esistono i
Cori virili, ma anche quelli misti e
questi ultimi offrono loccasione anche per le coppie di sposini a cimentarsi in questa attivit. Informatevi! A Bolzano esiste in pratica un
Coro o una Corale mista in ogni Rione, anche un Coro per musica lirica.
A Laives, Vadena, Bronzolo, Egna,
Salorno, Sinigo, Merano, Bressanone, Fortezza, Vipiteno, Brunico,
ovunque esiste almeno un gruppo
corale che accoglie senzaltro nuovi
coristi disponibili ad impegnarsi. Si
scoprir con sorpresa il magico effetto del lavoro di gruppo dove ognuno
potr essere protagonista e potr gradualmente appassionarsi.
Coraggio! Chi volesse informazioni
potr rivolgersi o direttamente ad
uno dei Cori elencati oppure alla
stessa Federazione Cori Bolzano,
che potr dare a tutti adeguate indicazioni.

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A.R.CO.VA.
ASSOCIAZIONE REGIONALE CORI VALLE DAOSTA
RECAPITI
Sede: Via San Giocondo, 8 - 11100 Aosta - Tel./fax: 0165 43995 - www.arcova.org - info@arcova.org

I PRIMI PASSI
La storia dellARCOVA decisamente
recente, infatti inizia solo 10 anni fa, il
17 settembre del 1997 dopo una serie di
incontri che fanno emergere forti motivazioni in tal senso. Viene stilato un primo statuto che riporta:
- La volont di salvaguardare e diffondere la cultura corale in Valle dAosta.
- Limpegno nel promuovere iniziative
dirette a conservare e sviluppare il patrimonio corale ed etnomusicale delle
varie realt culturali presenti sul territorio. Lesigenza di confrontarsi in
modo diretto tra i cori per tutelare interessi morali, materiali, artistici e culturali.
- Linteresse a stabilire relazioni continuative con Enti pubblici, amministrativi, culturali, artistici, turistici editoriali. Allora i cori presenti erano solo
13, attualmente sono 29, e, con larrivo a breve del 30, coinvolgeremo tutte le realt corali presenti in valle.
LAVVIO DELLA PROGETTAZIONE
E LA PRESIDENZA FILIPPINI
Agli organi associativi (Assemblea ge-

nerale dei soci, Consiglio Direttivo) presieduti inizialmente, ma per pochi mesi,
dal M Giuseppe Cerruti, viene affiancata una Commissione Artistica formata
da personalit scelte al di fuori della nostra piccola regione: il M Marco Berrini, il M Gianni Cucci e il M Mauro
Zuccante che contribuiscono a suggerire, proporre e valutare i progetti con
professionalit tale da permetterci di varare iniziative importanti e originali che
ci fanno crescere nella capacit di programmare un percorso associativo dove
non ci si pongono solo obiettivi immediati dettati dalla contingenza, ma si
punta a finalit di ben pi ampio respiro.
Il Presidente M Angelo Filippini mette
in opera un cantiere di iniziative che
hanno chiari obiettivi: rendere sempre
pi vivo linteresse verso il canto corale
attraverso concerti, come ad esempio la
rassegna di Natale Nol en choeur, incentivare lo sviluppo della cultura vocale e corale e investire sulle scuole attraverso i corsi di formazione e aggiornamento di musica corale per gli insegnanti della scuola dellinfanzia e elementare
e quelli per direttori di coro.
La valorizzazione e larricchimento

DIRETTIVO

COMMISSIONE ARTISTICA

Il Presidente
Marinella Viola
Email: info@arcova.org
Il Vice-Presidente
Diego Favre
Email: vicepresidente@arcova.org
Il Segretario
Massimo Arcaro
Email: segreteria@arcova.org
Il Tesoriere
Email: tesoreria@arcova.org
Consigliere
Daniela Denarier
Email: denarier@arcova.org
Consigliere
Albert Lanice
Email: laniece@arcova.org

Marco Berrini
Gianni Cucci
Mauro Zuccante
Efisio Blanc
Angelo Filippini

Il Presidente Marinella Viola

del repertorio valdostano passa attraverso lavvio della pubblicazione di


Chantons Nol, un volume di canti
natalizi nelle lingue e dialetti parlati in
valle con lapporto di grandi compositori italiani, mentre nasce il notiziario dellassociazione Tourdion come strumento di informazione e formazione, di
comunicazione di idee, iniziative, riflessioni al quale viene poi affiancato il sito
internet.
Ma si propone anche un costante contatto con il mondo corale italiano e si avvia
cos il corso nazionale residenziale per
compositori in collaborazione con la
Feniarco a cui lArcova si associa dal
1999.
A tutto ci si aggiunge una attenta gestione finanziaria, che davvero importante per le nostre associazioni che hanno anche il grande impegno di trovare le
risorse e i contributi necessari alla realizzazione dei progetti.
LA PRESIDENZA BLANC

COMITATO DI REDAZIONE
DI TOURDION
IL DIRETTORE
Barbara Grimod
Massimo Arcaro
Marco Fogliadini
Patrizia Guichardaz
Chiara Martello
Monica Usel
Chiara Del Missier, GRAFICA

Il M Efisio Blanc diventa Presidente


nel 2003, consapevole di raccogliere
onori e molti oneri, ma fiducioso del
ruolo che lassociazione svolge per la
coralit e intenzionato a raccogliere le
eredit con slancio.
Lobiettivo principale continuare a investire per il futuro del canto corale,
verso le nuove generazioni, per la ricerca di un suo ruolo allinterno del pi
ampio mondo culturale, in Valle e fuori

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scheda regione

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Valle, con la considerazione che esso


rappresenta una tra le espressioni migliori della tradizione della nostra
regione.
Viene cos promosso cos un fare cultura allinterno di tre campi dazione
privilegiati: limmagine della coralit,
la didattica e lorganizzazione dei cori,
le iniziative per bambini, ragazzi e
giovani.
Limmagine della coralit valdostana si
afferma cos con il seminario Comporre per coro oggi che diviene nel
2006 Seminario europeo per giovani
compositori in collaborazione con la
Feniarco e, attraverso questa, con Europa Cantat un grande palcoscenico
per una piccola regione.
Il progetto di registrazione dei 2 CD
Les voix de la Valle, con una selezione dei repertori dei cori, realizza
una fotografia istantanea del canto
corale valdostano e permette che gli associati collaborino fattivamente per un
prodotto comune non concorrenti tra di
loro, ma pronti al confronto che condizione irrinunciabile per la crescita
qualitativa e la continua ricerca di miglioramento.
I tradizionali concerti di Natale riducono le esibizioni dei cori locali, ma solo
per poter ospitare cori eccellenti: lArs
Cantica Choir di Milano diretto dal
M Berrini, il Coenobium Vocale di
Rochette Piovene diretto dalla M Maria Dal Bianco.
Si collabora con lOrchestre dharmonie du Val dAoste per un concerto
dove una settantina di coristi, provenienti dai diversi cori esistenti sul territorio, si esibiscono in occasione dellanniversario dellautonomia con risultati stimolanti e, soprattutto, una
partecipazione appassionata.
Viene organizzata a Saint Vincent lassemblea autunnale 2005 della Feniarco
e viene realizzato un Corso per Direttori di Coro a frequenza gratuita in
collaborazione con la Fondazione Istituto Musicale, che coinvolge importanti docenti e professionisti del mondo
corale quali Berrini, Blanc, Nuti, Manfrin, Della Sciucca, Baroffio, Manzo,
Farinella, Neumann, Hogset, Fratelli,
Manara e Leo.
LA PRESIDENZA VIOLA
Il 6 giugno del 2006, al termine del
triennio del Presidente Blanc, lAssemblea dellARCOVA vota un nuovo
direttivo, presieduto dalla M Marinel-

la Viola, che parte subito con alcuni


dei punti fondamentali che lARCOVA deve testimoniare e supportare:
credere nellassociazione, nella collaborazione e nella possibilit di avere
un campo di confronto dove si possa
concorrere a continuare a dare visibilit ai progetti culturali, alle attivit
sociali, ai percorsi musicali e didattici.
Si ripercorrono gli anni passati per apprezzare la mole di lavoro, laccuratezza e il coraggio delle scelte, ma soprattutto la visibilit che la nostra piccola associazione ha acquisito tra le
altre regioni italiane e addirittura in
campo europeo.
Sottolineare poi alcune parole quali
cultura corale, patrimonio musicale,
confronto ed esperienze, interessi artistici, ricerca, selezione, divulgazione,
pubblicazioni, rapporti e relazioni,
educazione, formazione e aggiornamento, permette di individuare su cosa
indirizzare le energie per far fruttare al
meglio questo prezioso patrimonio.
Allinterno del Direttivo si individuano cos alcuni temi che diventano i capitoli della nostra programmazione
triennale, quella che ci guider fino al
2009.
I punti attorno ai quali lavoriamo riguardano diversi aspetti: lorganizzazione associativa e quella pi strettamente musicale.
C, in tutta la programmazione, un fil
rouge che scaturisce dalla prospettiva
con la quale ci muoviamo in questo
primo anno: la comunicazione che per
noi rappresentata dai rapporti e dalle
relazioni che nascono allinterno della
associazione (tra le varie figure che la
compongono) e allesterno di essa
(con enti, amministrazioni regionale e
comunali, pubblico e sostenitori).
Riteniamo inoltre importante anche
tutto ci che connesso ad una buona
comunicazione, comprese quelle condizioni logistiche e organizzative che
la supportano qualitativamente e riescono ad agevolarla.
Da qui limportanza e la necessit di
individuare una sede per lARCOVA,
che si da poco realizzata, dove disporremo di un ufficio (fornito di quello splendido computer, con annessi e
connessi che abbiamo ricevuto dalla
Feniarco), di un archivio e biblioteca
dove tutti potranno consultare il materiale musicale e di corrispondenza che
riceviamo, e di una sala dove posizionare il nostro impianto di registrazione

che servir anche agli allievi della locale Scuola di Formazione e Orientamento Musicale.
Per il 2007 abbiamo gi realizzato un
calendario che, al di l di essere un
simpatico e giornaliero incontro con i
nostri cori (infatti stato spedito con
generosit allegato al notiziario) , in
prospettiva, uno strumento per la programmazione di concerti, rassegne,
appuntamenti vari che cos possibile
distribuire meglio durante lanno e
quindi sar riproposto anche per il
2008.
Si concluso il corso per direttori di
cori misti con il M Giorgio Mazzucato con una formula di prova guidata e
sostenuta molto apprezzata dai partecipanti, dal docente e dagli stessi cori
che ne hanno potuto beneficiare.
Sempre in campo didattico, nata una
commissione interna dellArcova
formata da direttori insegnanti nei vari
livelli di scuola che si confrontano
per dare forma ad iniziative che vedranno la collaborazione con i vari
soggetti educativi della Valle in campo
musicale.
Abbiamo potuto gustare laltissima
qualit musicale del Genova Vocal Ensemble della M Roberta Paraninfo nei
concerti di Natale e, ancora nellambito dellorganizzazione di concerti,
stiamo realizzando, con il coro di Nizza La Sestina, i cori Polifonico di Aosta e Neuventse due serate a favore di
Medici senza frontiere.
e poi compiamo 10 anni e festeggeremo partendo proprio dal 17 e 18 novembre date in cui ad Aosta tutti gli
associati si esibiranno in luoghi quali
sale e salette, chiese, piazze, strade e
androni con messe cantate, concerti,
sveglie e albe, serenate e aperitivi musicaliper una pacifica e corale invasione del nostro capoluogo; e per suggellare il tema dellincontro, proseguiremo a gennaio con quattro Nol
contemporanei in quattro localit differenti che vedranno ancora impegnati
tutti i 30 cori dellArcova.
Nellultima assemblea, svolta il 28
febbraio, tutti i soci hanno deciso di
chiedere ai Presidenti Angelo Filippini e Efisio Blanc di mettere a disposizione dellassociazione le esperienze maturate, la professionalit
acquisita e la creativit in veste di
Commissari tecnico-artistici, sottolineando la volont di mantenere vive
le nostre passioni.

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notizie dalle Regioni

A.R.CO.PU.
Associazione
Regionale
Cori Pugliesi
Via M argherita
di Savoia, 13
72029 Villa Castelli (BR)
Presidente:
Pierfranco Semeraro

ercoled 21 marzo scorso a Bari, presso lAuditorium La Vallisa si svolta la conferenza


stampa di presentazione della stagione concertistico-corale di Puglia.
Hanno presentato la stessa lAssessore al Mediterraneo ed Attivit Culturali della Regione Puglia,
prof.ssa Silvia Godelli, ed il Presidente dellARCoPu (Associazione Regionale dei Cori Pugliesi)
il M Pierfranco Semeraro. La stagione si sviluppa allinterno del territorio della regione Puglia,
in collaborazione con 26 gruppi corali tra i numerosi federati in ARCoPu provenienti da Bari, Molfetta, Castellana Grotte, Putignano, Carbonara, Locorotondo, Altamura, Corato, e da Brindisi, Cisternino, Villa Castelli, Mesagne, Ostuni, e poi da Foggia, Lucera, Monte SantAngelo, Biccari,
Faeto, ed ancora da Lecce ed Aradeo, ed infine da Taranto, Martina Franca e Manduria: tutto ci
mettendo in rete ed evidenziando nella giusta misura la cultura corale e le potenzialit artistiche
della stessa regione.
Si tratta di una stagione damplissimo respiro che si svilupper fondamentalmente sul nostro territorio pugliese, dal Sub Appennino Dauno sino al Salento ed ancora dalla Valle dItria alle Murgia
Barese - ma anche varcando a volte i confini - dal 25 marzo sino al 31 dicembre 2007. La stagione vedr la partecipazione di cori pugliesi, gruppi italiani ed ospiti internazionali.
Saranno settantacinque concerti distribuiti da nord a sud della regione, tutti caratterizzati da un
unico cartellone, da un unico contenitore che avr naturalmente la partnership dellEnte Regione
Puglia. Ospiteremo nel cartellone lOrganizzazione non Governativa Medici senza Frontiere per
la cui opera sar sensibilizzato il pubblico.
La stagione, diradandosi durante lanno e spalmandosi sullintero territorio regionale permetter
ad un pubblico stimato attorno alle 60.000 presenze, di godere di esecuzioni di sicuro prestigio con
repertori di vario genere che spazieranno dal polifonico vacale allo spiritual, dal barocco pugliese al contemporaneo, dalloperistico al rinascimentale, dal pop al gospel.
Telenorba sar il mediapartner televisivo riservando, tra laltro, una pagina sul televideo; Radionorba sar mediapartner radiofonico dando informazioni sui concerti. Demo sar mediaparner per
la carta stampata.
Concerto dapertura a Bari domenica 25 marzo con la Petite Messe Solemnelle di Gioacchino Rossini con il Coro Sudcontrocanto diretto da Donato Falco per poi continuare con un anno intero di
musica.
La stagione ospiter ancora il Coro Giovanile Italiano diretto da Stojan Kuret nella sua tourne
estiva nellunica tappa pugliese a Taranto presso il Castello venerd 3 agosto p.v.; ed ancora il Coro Silverstones del Liceo Strath Haven di Wallingford in Pennsylvania (USA) diretto da John
Shankweiler a Locorotondo il 2 aprile p.v.; ed ancora la Bristol Choral Society, formazione corale
inglese, diretta da Adrian Partington sempre a Locorontondo il 29
maggio p.v. con un concerto intitolato la musica: ponte tra le culture, concerto che verr bissato il 31 maggio 2007 a Bari.
Ospiteremo ancora il Coro Pugliese, formazione corale allestita con
i migliori artisti del coro della nostra regione, che proporr un concerto su musiche di una compositrice contemporanea israleliana
specializzata, Hagar Kadima, docente del Levinsky College of Education in Tel-Aviv.
Tutti i concerti saranno resi pubblici sul sito www.arcopu.com.

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notizie dalle Regioni

Federazione
Cori Bolzano
via Castel Weinegg 1/d
39100 Bolzano
Presidente:
Corrado Borgogno

i svolta sabato 20 gennaio presso la Sala Grande del Comune di Vadena, piccolo paese alle
porte di Bolzano, lAssemblea generale ordinaria della Federazione Cori Bolzano.
Presenti ventitre cori sui ventinove iscritti alla Federazione, lassemblea aveva, fra laltro, il compito di eleggere i componenti il Direttivo in carica per i prossimi tre anni.
A presiedere lAssemblea stato chiamato il dott. Ing. Alessandro Beati, padrone di casa nella sua
qualit di Sindaco del Paese.
Oltre allimportante carica istituzionale, il dott. Beati svolge la funzione di Direttore della Corale
S. Maria Maddalena, presente nel paese da molti anni, e del Coro dei Sindaci, un complesso che
riunisce i sindaci di vari Comuni, grandi e piccoli, e che, pur trovandosi raramente e senza ambizioni di eccellere nel campo musicale, riesce a lanciare un messaggio di unit tra persone diverse
che lavorano per un obiettivo comune, mantenendo le proprie identit.
AllAssemblea era presente lAssessore alla Cultura in lingua italiana della Provincia Autonoma
di Bolzano, dott. Luigi Cigolla, che ha ringraziato il presidente uscente, Hansi Cattoi, per essere
riuscito a far crescere la Federazione.
LAssessore, presente a molte delle manifestazioni organizzate dai nostri Cori in provincia, ha raccontato le sensazioni di serenit che lascolto di un coro porta alla gente ed ha concluso affermando che ascoltare per due ore i cori, aumenta la voglia di vivere.
Il Presidente Cattoi, ringraziando, rilancia che anche cantare per due ore nel coro aumenta la voglia di vivere.
I lavori, che hanno portato allapprovazione allunanimit del lavoro svolto nellanno trascorso sia
sotto il profilo organizzativo che finanziario oltre alla previsione per lanno entrante, si sono conclusi con lelezione del nuovo Consiglio Direttivo.
A grande maggioranza risultato eletto Presidente il dott. Corrado Borgogno che ha raccolto attorno al suo progetto di organizzazione della Federazione, struttura di servizio, coordinamento e
raccordo fra i vari Cori che conservano la loro preziosa autonomia, diciotto voti.
Ad affiancarlo il Consiglio Direttivo composto da Livia Bertagnolli, Silvana Nicola, Nicola Bonfrisco, Sergio Maccagnan, Claudio Marcon e Vittorino Varolo.
Nel corso dellAssemblea stata conferita la carica di Presidente Onorario al Maestro Clemente
Cavallar per la sua inimitabile costanza nel guidare la Federazione per ventiquattro anni consecutivi.

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L
ACOM
Associazione
Cori Molise
Via A ppennini
86023 M ontagano (CB)
Presidente:
Guido M essore

Associazione Cori del Molise ha attivato per la prima volta nel 2006 una nuova iniziativa legata al periodo natalizio intitolata NataleinCanto. stata articolata in 7 concerti dislocati in vari centri della Regione. stato un festival natalizio di carattere itinerante nel quale quasi tutti i cori associati hanno dato un prezioso contributo in termini di disponibilit e di lodevole impegno.
Dal mese di febbraio lAssociazione ha dato il via al corso di vocalit La mia voce tenuto dal M
Giorgio Mazzucato. Un corso indirizzato alla scoperta, lettura e disciplina della voce cantata articolato in tre weekend di 8 ore ciascuno nelle seguenti date: sabato 17 e domenica 18 febbraio; sabato 24 e domenica 25 marzo; sabato 28 e domenica 29 aprile. I coristi e i direttori di coro iscritti
al corso hanno dimostrato grande interesse e notevole impegno.
Allinterno della suddetta iniziativa stato inserito un seminario sulla vocalit tenutosi sabato 14
aprile nella Sala delle conferenze della Biblioteca Provinciale P. Albino di Campobasso. Il seminario stato realizzato in occasione della presentazione del volume Vox Arcana di Maria Luisa
Sanchez Carbone. In tale circostanza si sono inseriti gli interventi del M Giovanni Acciai La vocalit e la prassi esecutiva nel Rinascimento e della Prof.ssa Maria Sanchez Carbone Rapporto
tra la vocalit antica e la contemporanea. La manifestazione si conclusa con un concerto dei cori di voci bianche Coeli Lilia dellIstituto Comprensivo A. Colozza di Campobasso e Voix
DEnfants del Collge Albert Comus dYvetot Rouen (Francia).
Al momento lAssociazione impegnata nella preparazione dellannuale Rassegna Corale Regionale che avr luogo questanno nellantica chiesa romanica di S. Michele della cittadina di Campolieto nei giorni 5 e 6 maggio 2007. Va inoltre segnalato che la nostra Associazione ha aderito al
Progetto Cori Solidali della Feniarco, conclusosi venerd 24 marzo con un concerto tenuto dal
Coro Polifonico femminile Samnium Concentus assieme al Coro dellUniversit della Terza Et
e del Tempo Libero.

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notizie dalle Regioni

Q
A.R.C.C.
Associazione
Regionale Cori
Campani
Via Trento, 170
84131 Salerno
Presidente:
Vicente Pepe

uesta prima parte del 2007 stata per lAssociazione Regionale Cori Campani intensa e costruttiva. Nuove realt corali si sono interessate alle attivit dellARCC e, in maniera lenta ma
costante, si stanno inserendo nella nostra realt contribuendo a renderla sempre pi attiva e consapevole
delle
potenzialit che una regione come la Campania (terra da sempre ricca di storia e cultura musicale)
pu dare allintero mondo corale italiano.
La decisione presa nello scorso anno di rendere itineranti i luoghi delle assemblee e di coinvolgere oltre che i rappresentanti delegati delle singole associazioni anche le corali per una esibizione ha
fatto s che sia lassemblea generale di marzo svoltasi presso la sede del Coro Libentia Cantus ad
Ercolano (NA), sia la relativa rassegna siano risultate affollate e partecipate.
Un grazie sentito va quindi al Presidente, al direttore Carlo Intoccia ed a tutti i componenti del Coro Libentia Cantus per come si sono prodigati per la riuscita dellevento.
Si poi tenuto a Salerno presso la chiesa dellImmacolata il concerto relativo al Progetto Cori Solidali attivato dallARCC e denominato Canto per Te. stata una splendida manifestazione affollatissima e coinvolgente che ha visto la partecipazione di sei corali: Coro Note dellAmore (composto dai fanciulli e dalle mamme di Casa Betania il centro di prima accoglienza coinvolto nel
progetto); il Coro Arcobaleno; il Coro Calicanto; il Coro dei Piccoli Cantori; il Coro di Santa Teresa ed il Coro Armonia che stato il coro laboratorio e che per una durata di ben 7 mesi ha contribuito al lavoro del proprio direttore (nonch Presidente dellARCC) Vicente Pepe nella realizzazione dellintero percorso formativo di tutti i partecipanti alliniziativa.
Una vasta eco ha ottenuto il progetto su stampa, radio e televisioni locali e non, al punto da ipotizzare una prosecuzione dello stesso con il coinvolgimento di istituzioni locali.
Molte le manifestazione che direttamente o indirettamente coinvolgono lAssociazione, ne citiamo
alcune come il Concorso nazionale per cori scolastici e cori amatoriali che si svolger a Vallo della Lucania (SA) il 20 aprile 2007; la V Rassegna per cori scolastici Le voci danzano che si terr
a Salerno dal 17 al 20 Maggio.
Sar inoltre riproposto il Concorso per compositori sulla canzone napoletana che tanto interesse ha
suscitato nella prima edizione.
Importante inoltre il contatto avviato dal Presidente regionale con istituzioni locali per un coinvolgimento dellAssociazione nella realizzazione di eventi e manifestazioni culturali; un primo esempio si potr riscontrare con linvito ricevuto dallARCC da parte del Comune di Salerno nel coinvolgimento organizzativo della manifestazione Salerno Porte Aperte.
Infine sono stati contattati vari docenti di fama nazionale per corsi di perfezionamento rivolti ai coristi ed ai direttori degli associati allARCC.

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notizie dalle Regioni

I
A.S.A.C.
Associazione per lo
Sviluppo delle
Attivit Corali
Via Castellana, 44
30174 M estre (Ve)
Presidente:
A lessandro Raschi

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n osservanza agli artt. 7 e 8, dello Statuto dellASAC, stata convocata lAssemblea Generale
dell'Associazione, fissata per domenica 22 aprile 2007 alle ore 9,00 in prima convocazione e alle ore 10,00 in seconda convocazione presso il Teatro parrocchiale di Rubano (PD). Dopo i lavori
dellAssemblea e una breve pausa pranzo, alle ore 14.00 stata indetta una riunione alla quale sono stati invitati, oltre ai Consiglieri e i Commissari e Consulenti Artistici, i direttori e i delegati dei
cori ASAC per affrontare alcune delle tematiche maggiormente sentite nel mondo corale. Moderatore del dibattito stato il M Giorgio Mazzuccato. Al termine della riunione, alle ore 17.30, si
potuto assistere al concerto del coro Mortalisatis di Maser (PD). A tutti i cori che hanno recentemente dato alle stampe volumi o Cd o Dvd stata data la possibilit di allestire una piccola esposizione delle loro realizzazioni negli spazi predisposti allesterno della sala del teatro. stato cos
possibile creare una vetrina dei materiali pi recenti frutto del lavoro dei nostri musicisti e cori
e avere loccasione per far conoscere questo lavoro anche alle altre realt corali.
Anche per il corrente anno 2007, lASAC propone lo svolgimento di un corso residenziale per Direttori e Allievi Direttori di Coro volto alla formazione ed aggiornamento sulle materie indispensabili e fondamentali per migliorare la preparazione individuale indirizzata alla direzione di un coro. Saranno istituiti due corsi: Corso A, propedeutico (massimo 25 iscritti) e Corso B, avanzato
(massimo 12 iscritti). Sar disponibile un coro laboratorio. Il docente sar il M Stojan Kuret e il
corso si svolger nei locali dello storico Palazzo delle Contesse di Mel (Belluno). Il corso si svolger dal 28 al 30 agosto (corso A) e dal 30 al 2 settembre (corso B). possibile iscriversi ad un
corso e seguire laltro come uditore. Quanto prima saranno pubblicati sul sito dellASAC i particolari dello svolgimento dei corsi e il modulo di iscrizione.
A partire da settembre riprenderanno presso il conservatorio le attivit in collaborazione con lASAC. Per lanno accademico 2007-2008 sono programmati seminari per direttori di coro (docenti:
Mariano Dante, Pierluigi Comparin, Piervito Malus, Massimo Sgroi) oltre al consueto corso di
formazione per coristi (gennaio - giugno, con incontri a cadenza settimanale), docenti: Lia Serafini (tecnica vocale), Piervito Malus (lettura cantata con la solmisazione dottava ed educazione
dellorecchio). inoltre programmato per il mese di giugno un concerto corale, nel corso del quale gli allievi della scuola di Musica corale e direzione di coro e della scuola di Didattica della musica si alterneranno alla direzione di alcune fra le pi qualificate formazioni corali della provincia.
Il progetto Laboratorio corale, che nel corso dellanno accademico 2006-2007 ha visto la collaborazione tra la Consulta provinciale ASAC di Belluno e la sede decentrata di Feltre del Conservatorio di Vicenza, verr riproposto anche nellanno accademico 2007-2008.
Come nelledizione precedente Laboratorio corale si propone di fornire le conoscenze di base necessarie per la lettura a prima vista della musica, affinando lorecchio interno, il senso ritmico ed
il controllo dellintonazione attraverso lapprendimento e la pratica di tecniche di lettura ritmica e
della solmisazione dottava (do mobile) nella lettura cantata; di affinare limpiego della voce, attraverso lapprendimento delle tecniche di base di respirazione e di emissione vocale; di affrontare le principali problematiche relative alla scelta, allanalisi ed allo studio del repertorio corale ed
alla concertazione e direzione corale. Si rivolge a maestri di coro e coristi in possesso di una preparazione musicale di base e di una sufficiente abilit nellapprendimento delle parti ed a docenti
di Educazione musicale, che desiderano migliorare ed aggiornare le proprie competenze nel campo della didattica del canto corale. Gli iscritti potranno partecipare come uditori e come gruppo laboratorio alle lezioni di direzione corale nellambito della scuola di Didattica della musica.
Gli allievi della scuola di Didattica della musica potranno a loro volta partecipare come uditori e
collaboratori del direttore alle prove dei cori che parteciperanno al progetto. A conclusione programmato un saggio-rassegna corale, con la partecipazione delle formazioni corali del conservatorio e dei cori che avranno ospitato gli allievi della scuola di Didattica della musica, ai quali sar
affidata la concertazione e la direzione di parte del repertorio in programma. Coordinatore del progetto il M Piervito Malus, docente di Direzione corale nella Scuola di Didattica della musica
presso la sede decentrata di Feltre

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notizie dalle Regioni


5 edizione Gospels & Spirituals

I
A.R.S. CORI
Associazione
Regionale
Cori Siciliani
c/o presidente
Via M ons. La Rosa, 1
96016 Lentini (SR)
Presidente:
Francesco Rapisarda

l 2 e 3 dicembre 2006 si svolta a Catania, presso la Parrocchia S. Maria della Consolazione, la


Rassegna Corale Gospels & Spirituals.
Nata nel 2002 come manifestazione regionale, la Rassegna raggiunge cos la sua quinta edizione:
un evento di cultura e di spettacolo diverso dal tradizionale che propone un programma di musica
sacra di grande impatto emozionale e con elevato grado di coinvolgimento!
Diverse le formazioni che si sono esibite in questi cinque anni, dal quartetto vocale alle grandi masse corali, e che, attraverso il confronto, hanno avuto una occasione di crescita e di perfezionamento.
Levento viene organizzato dalla Associazione Culturale Elios di Mascali (CT) e patrocinato dalla
Regione Sicilia, dalla Provincia Regionale di Catania, dallA.P.T., dal Comune di Catania, dalla
FENIARCO e dallArs Cori. Grazie al continuo sostegno degli Enti patrocinanti, ledizione 2006
ha allargato la partecipazione ai gruppi corali presenti oltre lo stretto, divenendo prima edizione nazionale.
Sabato 2 dicembre si sono esibiti: Good News Voices (CL), Coro Gospel A. M. Family (LE),
Coro Polifonico I Giovani Musici (SR), Soul Singers (CT). Domenica 3 dicembre la manifestazione si svolta in versione pomeridiana, con lesibizione di: The Twelve Strings Gospel Choir
(AG), Corale Polifonica Stesicorea (CT), Coro Gospel Holy Light (PA), Soul Singers (CT). Il
tutto si concluso con lanimazione della Santa Messa: un momento veramente speciale a cui hanno partecipato oltre 100 coristi e che ha dato lopportunit di sperimentare lemozione delle celebrazioni gospel cos come avviene nelle Chiese di Harlem!
Come ogni anno sono stati predisposti uno speciale annullo filatelico e la stampa di 500 cartoline
celebrative, numerate progressivamente.
Divenuto ormai uno degli appuntamenti gospel pi significativi in Sicilia, la Rassegna Corale Gospels & Spirituals si conferma un punto di riferimento, unoccasione preziosa per poter scambiare e condividere la gioia, la profondit, la magia del God Spell.

Coro Regionale Siciliano

i sono concluse il 10 marzo 2007 le audizioni per la formazione dellorganico del Coro regionale Siciliano. Una commissione itinerante ha selezionato i cantori nelle sedi di Palermo, Catania e Messina per facilitare la partecipazione degli aspiranti in considerazione dellampio territorio regionale e delle numerose adesioni.
Grande lentusiasmo e tante sono le attese per questa nuova formazione corale che avr lonore
di rappresentare la coralit siciliana.
La guida del coro stata affidata al M Fabio Ciulla, stimato artista ed affermato musicista, figlio
della terra siciliana che ha accettato con entusiasmo lincarico.
Ci auguriamo, afferma il presidente dellArs Cori Franco Rapisarda, che questa esperienza possa essere apprezzata e supportata da tutta la coralit siciliana e soprattutto da chi amministra la cosa pubblica siciliana perch il Coro regionale patrimonio di tutta la Sicilia e necessita di essere
sostenuto anche materialmente con opportuni aiuti economici.

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notizie dalle Regioni

USCI FVG
Unione Societ Corali
del Friuli Venezia Giulia
Via A ltan, 39
33078
San Vito al Tagl. (Pn)
Presidente:
Sante Fornasier

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abato 17 marzo si tenuta presso la prestigiosa cornice del Teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento lAssemblea ordinaria dellUSCI Friuli Venezia Giulia. Tra i vari punti allordine del
giorno, ampio spazio di riflessione stato dedicato alle numerose quanto proficue attivit realizzate
nel corso del 2006, nonch ai progetti che con sempre rinnovato impegno umano ed economico
lAssociazione si gi avviata a realizzare in questo 2007.
In particolare, il 2006 si concluso con un appuntamento molto atteso da parte di tutta la coralit regionale: Nativitas Canti e tradizioni natalizie in Alpe Adria, un progetto la cui formula consolidata conferisce continuit ad un impegno concreto che lUSCI regionale porta avanti ormai da sei anni, con lobiettivo di offrire un momento privilegiato di riflessione su uno dei momenti pi forti e
sentiti della cultura cristiana: il Natale.
Quarantotto sono i concerti che da sabato 25 novembre a domenica 7 gennaio si sono distribuiti sul
territorio dellAlpe Adria, tra le province del Friuli Venezia Giulia e i vicini Trentino, Austria e Slovenia; oltre sessanta le formazioni corali e strumentali coinvolte ed unite tra loro da un solido progetto che offre lo stimolo ad elaborare nuovi programmi ma anche a recuperare tradizioni musicali a
rischio di irreparabile perdita, per ritrovare le specifiche identit e allo stesso tempo prendere coscienza di tradizioni altre, vicine e lontane. Non sono mancati, come gi per le passate edizioni, appuntamenti dedicati alle Voci Bianche e gli ormai consueti Concerti dorgano.
Tra le numerose attivit artistiche inserite nella programmazione per il 2007, un posto di grande rilievo certamente rivestito dal Festival Europeo per Cori Giovanili, che si terr dal 25 al 27 maggio
a Lignano Sabbiadoro (Ud), organizzato da AGACH - Arbeitsgemeinschaft Alpenlndischer Chorverbnde (Unione delle Federazioni Corali Alpine), U.S.C.F. - Unione Societ Corali Friulane della
Provincia di Udine, U.S.C.I. Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con e con il patrocinio di
Feniarco.
Questo grande evento vedr la partecipazione di 18 cori giovanili, di cui 6 dallestero, 5 dalla Regione Friuli Venezia Giulia e 7 dalle altre Regioni italiane. Sei saranno i concerti che si terranno nella serata di venerd 25 maggio su tutto il territorio regionale e nei quali i cori potranno esibirsi con il
proprio repertorio. Nella giornata di sabato 26 saranno inoltre attivati 4 ateliers di canto: Musica Romantica docente, Oskar Egle; Musica Contemporanea docente, Thomas Kranebitter; Vocal Pop
Jazz docente, Carlo Pavese; Musica Popolare docente, Enrico Miaroma.
Il Festival si concluder con un grande Concerto di Gala nel quale i circa 600 coristi presenteranno
i brani studiati in ciascun atelier, riunendosi in un gran finale a cori riuniti per eseguire lInno Europeo e il Veni Creator Spiritus, brano commissionato per loccasione al compositore friulano Orlando
Dipiazza.
Nellambito della formazione e dellattivit seminariale, sono proseguiti anche nel 2007 gli ormai
tradizionali Incontri gregoriani, tenutisi il 10-11 febbraio e il 24-25 marzo presso lAbbazia di Rosazzo. Affidati alla sapiente guida del prof. Nino Albarosa, gli incontri sono stati dedicati questanno allanalisi ed interpretazione di brani tratti dal repertorio gregoriano dellAvvento.
Tre sono invece gli appuntamenti di cui si compone Voce e consapevolezza corporea, ciclo di seminari di preparazione al canto, con lezioni dedicate alla respirazione, alla vocalit ed al metodo Feldenkrais, condotto dai docenti Paolo Loss e Bettina von Hacke. Dopo il primo incontro tenutosi il
28-29 aprile, i prossimi appuntamenti saranno, sempre presso lAbbazia di Rosazzo, il 2 e 3 giugno
e il 6 e 7 ottobre.
Notevole apprezzamento da parte dei corsisti coinvolti hanno riscosso anche i Corsi di formazione
per direttori di coro organizzati dallUSCI della Provincia di Pordenone, articolati in tre moduli tra
loro indipendenti tenuti dai Maestri Marco Berrini, Vera Marenco e Adriano Martinolli dArcy.
LUSCI Friuli Venezia Giulia ha intrapreso inoltre una preziosa collaborazione con lAssociazione
Culturale Nuovo Accordo di Trieste, finalizzata alla realizzazione di Intonat Corso di intonazione naturale, rivolto a direttori, coristi e musicisti e teso a sviluppare la sensibilit uditiva dei partecipanti rendendoli consapevoli dei meccanismi dellintonazione naturale, in modo tale da utilizzare
le sfumature di intonazione per ottenere altrettante sfumature di colore, che aiutino a dare ulteriore
significato ed interpretazione alla musica. Il corso si svolger a Trieste dal 24 al 27 maggio e sar
tenuto dal M Davide Lorenzato.
Lintero mese di luglio sar invece dedicato a Verbum Resonans Seminari Internazionali di Canto
Gregoriano, giunti questanno alla loro tredicesima edizione, prestigioso punto di riferimento insieme a poche altre realt italiane per lo studio e lapprofondimento teorico e pratico di un patrimonio musicale e culturale dal valore inestimabile, offrendo corsi di livelli differenziati che permettono di accostarsi al repertorio gregoriano con diversi gradi di approfondimento. Dal 16 al 21 luglio
presso lAbbazia di Rosazzo, i corsisti partecipanti potranno scegliere di frequentare uno dei quattro
corsi tenuti dal prof. Nino Albarosa, direttore dei Seminari, e da validi e qualificati docenti quali Bruna Caruso, Paolo Loss e Alexander Schweitzer. Come di consueto saranno inoltre attivate lezioni co-

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notizie dalle Regioni


muni di Liturgia, di Vocalit Gregoriana ed Esercitazioni dAssieme.
Ad integrare lattivit di studio, sar inoltre proposto un calendario di Concerti e Messe in gregoriano che ineteresser dall8 al 21 luglio tutte le Province del Friuli Venezia Giulia. Ad essere coinvolti saranno il Gruppo Vocale Laetetur Cor di Schio (Vr), diretto da Ermanno Cocco, il coro
Officium Consort di Pordenone, diretto da Danilo Zeni, il Coro Hortus Musicus di Trieste, diretto da Fabio Nesbeda, e il Gruppo Corale Schola Dilecta di Tavagnacco (Ud), diretto da Giovanni
Zanetti.
Sul versante editoriale, agli inizi del 2007 stato dato alle stampe lAnnuario illustrato dei cori associati, un vero e proprio libro dalla veste grafica curata ed elegante contenente, oltre ai dati
anagrafici degli oltre 270 cori associati, anche la foto ed il curriculum di ogni coro. Il volume sar
distribuito a tutti i cori iscritti ed anche ad enti, istituzioni ed associazioni quale testimonianza
tangibile della viva attivit culturale e musicale regionale.

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L
A.BA.CO.
Associazione
Basilicata Cori
via Lucania, 16
75023 M ontalbano
Jonico (MT)
Presidente:
Rocco Pontevolpe

ABACO si sta preparando allevento culturale del 4 agosto 2007, la venuta del Coro Giovanile Italiano in Basilicata. Di questo si discusso nellAssemblea Regionale tenutasi a Garaguso Scalo (MT): dopo aver analizzato e approvato il bilancio consuntivo 2006, e dopo aver parlato
degli impegni Regionali, ampia stata la discussione sul CGI, dove tutti allunanimit hanno fatto
rilevare una grande soddisfazione per questo avvenimento di rilevanza Nazionale.
Lorganizzazione ABACO si gia messa in moto per soddisfare al meglio questa novit. Quindi la
Citt dei sassi accoglier il CGI con estremo piacere.
Il CGI nella sua sessione estiva, far tappa oltre che in Basilicata, in altre due regioni quali il Molise e la Puglia.
A Matera si esibir presso lAuditorium del Conservatorio E. DUNI, una struttura capiente e giusta per questa significativa rappresentazione corale. Tanti sono stati gli Enti coinvolti per loccasione, dal Comune alla Provincia, fino alla Regione Basilicata.
Il Presidente Rocco Pontevolpe vede questa occasione come un significativo riconoscimento Nazionale per questa Regione che ricca di valide Associazioni Polifoniche e di Maestri di grande
prestigio, dando cos lopportunit di ascoltare un coro preparato e diretto da Stojan Kuret, direttore di coro di fama internazionale, musicista e didatta.
LAssemblea regionale ha concluso la sua assise deliberando una novit, unica per la Regione Basilicata, la nascita del Coro Regionale Lucano, dando mandato alla Direzione Artistica Regionale formata dai Maestri Don Angelo Auletta, Carmine Catenazzo e Mario Demitolo di redigere il
percorso necessario alla sua strutturazione lavorando insieme alla Commissione Artistica Regionale che formata da tutti i Direttori Artistici delle Associazioni iscritte.
Viva soddisfazione da tutti i presidenti e maestri presenti, e soprattutto dal Presidente Rocco Pontevolpe che insieme al gruppo dirigente riuscito a portare a compimento una volont che da tempo esprimeva di consolidare.
Un progetto in grado di allineare finalmente la coralit regionale agli altri contesti regionali, dove
i cori regionali sono istituzioni di pluriennale esperienza, che gi da tempo illuminano il panorama
della coralit nazionale, rappresentando le proprie regioni nei contesti che lo richiedono.

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rubriche
SCAFFALE
d i Al v a r o Va t r i

ANDREA FROVA
Armonia celeste
e dodecafonia. Musica
e scienza attraverso i secoli
BUR Biblioteca Univ. Rizzoli

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l 29 gennaio 2007 abbiamo


assistito alla presentazione
del libro di Andrea Frova
presso la libreria del Parco della Musica a Roma, presenti lautore, il musicista Nicola Piovani e il prof. Gianni Canarini, docente di Fisica e di
Acustica musicale allUniversit di
Bologna. Pubblico di studenti, musicisti, docenti di conservatorio. Brillante e suadente lesposizione di Andrea Frova, che, ricordiamo, professore ordinario di Fisica Generale e
docente di Acustica Musicale presso
lUniversit di Roma La Sapienza.
Il lavoro esamina dal punto di vista
fisico, biologico e neurale, le possibili cause del grande divario che si
aperto tra il pubblico e i compositori
del XX secolo: in particolare messa sul banco degli imputati la musica
dodecafonica. Scrive lautore nellintroduzione: Centanni sono trascorsi dallavvento della musica dodecafonica e di altre forme di musica
sperimentale da essa scaturite, basate sullabbandono dellarmonia tonale e sullintroduzione di regole
alternative a quelle classiche. Regole
che per lo pi non tengono conto
della fisionomia percettiva del pubblico e proclamano anzi il divieto di
piacere.
Fatto unico nella storia della musica
e dellarte in genere, a un secolo di
distanza queste composizioni persistono nel non stabilire una comunicazione con buona parte degli ascoltatori, ricevendo al pi consensi di
cortesia.
La musica dodecafonica fatica a
parlare allascoltatore, non suscita
stati emozionali. Musica che per
semplificare appeller genericamen-

te musica adiabatica. Laggettivo


tratto dalla termodinamica per descrivere un processo che avviene
senza scambi di calore tra il sistema
in cui si svolge e lesterno.
La presa di posizione di Frova dunque nettamente in favore dellarmonia classica, suffragata non solo da
motivazioni estetiche, ma sostenuta
dalle neuroscienze che indicano come le sue radici risiedano nella fisica
del suono e nella biologia delludito,
comune a tutti i popoli. Ma vediamo
sinteticamente il percorso del libro.
Si parte da un dato: la quantit di
informazione contenuta in 20 secondi di musica equivale a quella stipata
in Guerra e Pace. Come possibile che il cervello umano elabori cos
facilmente questa sterminata massa
di dati musicali?
A permetterlo sono schemi che la
neurologia ha individuato precisando
che, se la musica evade la configurazione adatta a quegli schemi cerebrali, si percepisce il suono come puro
rumore non riconducibile a una forma. La forma dunque neurologicamente fondata su uno spettro armonico ed questo il punto di partenza
dellindagine di Andrea Frova che ricostruisce la storia delle relazioni tra
musica e scienza: dalle teorie platoniche e pitagoriche che individuavano alla base di tutto unarmonia musicale divina, passando per i rapporti
tra la matematica e le composizioni
di Bach, inoltrandosi nella fisica degli strumenti musicali, fino a spiegare i motivi (soprattutto di ordine
scientifico-percettivo) per cui nel
Novecento la composizione musicale
divarica drammaticamente dagli
schemi armonici delle et classiche,
creando una frattura netta tra i compositori contemporanei e chi ascolta.
Abrogando melodia e armonia, e rinunciando alla stimolazione di reazioni fisiche ed emotive in sostanza
privilegiando il nuovo rispetto al
bello e al significativo, la dode-

A ndrea Frova

cafonia si conferma oggi una strada


chiusa.
Una posizione provocatoria che non
poteva non suscitare un animato dibattito tra chi vede nelle tesi di Frova
un atteggiamento reazionario, teso a
negare diritto di esistenza a tutta la
musica non tonale presente in molte
altre culture, oltre che a capolavori
della musica del 900, e coloro i quali, invece, vi colgono loccasione per
liberarsi da un certo conformismo e
per dire finalmente con molta chiarezza perch certa musica non riesca
a piacere. stato interessante notare
durante il dibattito seguito alle relazioni come tra i sostenitori delle posizioni di Frova ci fossero musicisti e
insegnanti di conservatorio che si sono dichiarati entusiasti propagatori
del suo verbo proprio tra gli studenti. Forse sar stata questa la ragione
del successo anche commerciale del
libro, andato letteralmente a ruba in
soli tre mesi, tanto che leditore ha
provveduto in tempi rapidissimi alla
ristampa.
Certamente il caso Frova uno stimolo positivo al dibattito sulla politica musicale nel nostro paese; semmai c da riflettere sul fatto che a
suscitarlo sia stato un uomo di scienza e di cultura che frequenta la musica solo come ascoltatore. E gli addetti ai lavori?

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rubriche
ALCUNE OSSERVAZIONI
SUL LIBRO DI FROVA
Abbiamo chiesto ad Antonio Nobili, un cantore amatoriale
ch e d i p r o fe s s i o n e f a i l f i s i c o r i c e r c a t o r e , u n c o m m e n t o s u l l i b r o d i A n d r e a Fr ov a .

l punto di partenza del libro costituito dalla domanda sul perch dello scarso apprezzamento
della musica dodecafonica da parte del grande
pubblico ed il tentativo dellautore quello di cercarne la
risposta in termini scientifici, mettendo in campo uno
strumentario che va dallacustica fisica, alla psicoacustica, alla neurofisiologia ed alle reti neurali.
Largomento estremamente stimolante, ma il lavoro di
non facile lettura tanto che spaventa il profano e non soddisfa laddetto ai lavori; il destinatario del libro di fatto
un mediatore che dovrebbe trasferire ad una platea pi allargata le elaborazioni in esso contenute.
Una seconda osservazione preliminare che lautore ha
tentato di rendere largomento autosufficiente, inserendo
nel testo tutti i presupposti conoscitivi necessari con la
conseguenza di rendere difficile seguire il filo principale
del discorso.
Con queste premesse la parte pi interessante del libro inizia dal capitolo 6 Ludito e la percezione dellaltezza.
I capitoli precedenti hanno la funzione di fornire elementi di conoscenza scientifica utili per comprendere il nu-

cleo del discorso, a parte un discutibile primo capitolo di


eccessiva, poco motivata stroncatura dellesperienza dodecafonica (nella sua versione seriale).
Il principale elemento di interesse contenuto nel capitolo 6
costituito dalla descrizione dellapparato auditivo e di come i suoni si trasformano in segnali nervosi trasferiti al cervello: molto importante a questo proposito la conclusione
che nellorecchio interno un suono complesso viene scomposto nelle armoniche che lo costituiscono e che al cervello arrivano pacchetti ordinati di segnali ciascuno dei quali
generato da unarmonica costituente il suono.
Nel processo percettivo quindi il suono viene scomposto
e ricomposto nelle sue componenti fondamentali (le componenti di un suono complesso sono suoni puri, sinusoidali come quelli emessi dal diapason); questo significa
che la ricostruzione del suono un processo subliminale
che sfugge alla nostra coscienza, che per esiste e ci
appartiene.
Nel capitolo 7 Caratteri fisici, psicologici e musicali del
suono, largomento di fondo costituito dalla percezione dellintensit sonora e dalle curve isofoniche.

41

Si osserva leffetto distorcente del suono percepito rispetto a quello reale, specie sulle frequenze ed intensit
basse.
Con questo capitolo viene esaurita la molto interessante
(anche per un corista medio) questione della modalit di
percezione di un suono, separando le problematiche relative allaltezza rispetto a quelle legate allintensit.
Il capitolo 8, Le basi naturali dellarmonia classica il
punto pi interessante del libro e contiene due passaggi
importanti: cosa distingue in termini fisici una consonanza da una dissonanza e perch queste ultime non sono
gradite.
Il primo punto il pi agevole da capire, facendo anche
ricorso ad un indice specifico, lindice di consonanza tra
due suoni il cui valore varia da 1 (unisono) a 0.75 (ottava), 0.42 (quinta), per arrivare a valori dellordine di 0.1
per le dissonanze.

In realt, lindice di consonanza legato alla complessit


del suono risultante in termini di armoniche superiori: pi
alto lindice maggiore la sovrapposizione delle armoniche superiori dei suoni base (a titolo di esempio, se si
prende un intervallo di quinta do-sol e si parte dal do1, ci
sono sovrapposizioni sulle scale 3, 6, 9).
Questa osservazione spiega poi il secondo punto, se si accetta il principio, peraltro abbastanza condivisibile, della
pi difficile accettazione da parte del cervello di un numero di informazioni pi elevato di quello per il quale era
stato addestrato, considerando, a questo proposito, anche
limportante elemento costituito dallautoconsonanza del
singolo suono, che dipende dalla sua costituzione come
somma di suoni base intervallati di una ottava.
Indubbiamente questo avviene nel caso della musica dodecafonica rispetto a quella basata sullarmonia.
Molto si potrebbe discettare su tale argomento

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rubriche
DISCOGRAFIA
a c ur a d i Al v a r o Va t r i

Domenica 7 gennaio ho ricevuto il cortese invito da parte del Coro Musicanova, diretto dal M
Barchi, a presenziare al Concerto nella Chiesa dellAracoeli in Roma, nel corso del quale stata
presentata lultima fatica discografica del coro: il CD WhiteinBlack, contenente la Messa di Steve Dobrogosz (nota come Jazz Mass), in programma per la serata, e alcuni Spiritual. Nella cornice davvero suggestiva della chiesa, gremita di persone attente e coinvolte, il Coro Musicanova
ha offerto una esecuzione impeccabile del proprio repertorio e della Messa, ma questa volta cera
qualcosa in pi, si percepiva un particolare clima di impegno sereno e gratificato dallaver potuto
realizzare, come ha detto il M Barchi, un sogno, una impresa coraggiosa producendo qualcosa di bello e di utile per la diffusione della cultura musicale corale.
Proponiamo ai lettori di Choraliter un incontro con questo sogno realizzato e con i suoi contenuti culturali, illustrati dallo stesso direttore Fabrizio Barchi nelle note di accompagnamento del
CD che riportiamo integralmente.

42

ellarte, nella letteratura ed in maniera


ancora pi tangibile nella musica, la
contaminazione il frutto positivo di
un incontro, di un rimescolamento di elementi
di diversa provenienza. Il risultato spesso non
un deturpamento del materiale dorigine ma
un arricchimento reciproco, una neo-genesi
che principia una nuova arte, una nuova letteratura e una musica stilisticamente rigenerata.
Larte trova nel corso della sua storia strade e
percorsi nuovi per uscire dallaccademico, per
avventurarsi l dove nessuno
aveva mai osato. Da questo
punto di vista loperazione fatta da Steve Dobrogosz (1956),
compositore statunitense formatosi a Boston, ampiamente rappresentativa: trasferitosi
a 22 anni a Stoccolma diviene
subito una figura di spicco nella terra scandinava, soprattutto
nei circoli jazzistici. La sua
musica emblematica di un
perfetto equilibrio fra studi
classici e intrusioni nel jazz.
Pur rinunciando alla timbrica
caratteristica delle percussioni
e degli ottoni il compositore
riesce, nella Messa per coro,
orchestra darchi e pianoforte,
ad immergerci pienamente nelle armonie sonore tipicamente
jazz.
Legare insieme il testo sacro
dellOrdinarium Missae (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus,
Agnus Dei) con i temi ora brillanti e spiccatamente ritmici
del pianoforte, ora intensamente melodici del coro e dellorchestra, poteva sembrare
unoperazione ardua: in realt

il testo sacro acquista nuovo significato e nuovi spunti di riflessione attraverso la gioia, ritmicamente accentuata e prorompente del Kyrie
e del Sanctus, o nei momenti di estasi lirica e
meditativa come avviene nel Gloria, in buona
parte del Credo e nellAgnus Dei finale. La vena creativa del compositore ci sembra particolarmente ispirata e il risultato di questa operazione sorprendente.
Lo studio di questa partitura ci ha indotti ad avventurarci nellesecuzione degli spiritual, genere da sempre nel repertorio del coro Musicanova. Misurarsi con questo tipo di musica poteva sembrare, fino ad alcuni decenni fa, una
ardita operazione per un coro europeo; crediamo che attualmente non abbia pi senso ergere
degli steccati repertoriali inaccessibili che la
musica degli anni 60 - 70 ha definitivamente
abbattuto.
Se il gospel, accompagnato da strumenti e nei
caratteristici dialoghi tra il solista ed il coro,
una forma di preghiera radicata fra le comunit
nere e dunque pi difficilmente accessibile ai
"bianchi", lo spiritual, con le sue linee melodiche ben caratterizzate, genere pi tipicamente corale. Eseguito quasi esclusivamente a cappella, ha un impatto costruttivo non dissimile a
certa musica contemporanea e ben lontano dallestemporaneit, che elemento distintivo del
suo parente pi prossimo, il gospel.
La letteratura riguardante lo spiritual molto
ampia: nel CD proponiamo sei titoli (Ain-a
That Good News!, Were you There?, The
Battle of Jericho, All my Trials, Didnt my
Lord Deliver Daniel, Gonna Sing!) scritti
da alcuni fra i pi apprezzati compositori del
genere, a volte veri e propri specialisti di questo repertorio.

Per ricevere gratuitamente WhiteinBlack


www.coromusicanova.it/sostieni.htm

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MONDOCORO
MONDOCORO

Curiosit, navigazioni, spigolature su Internet, riviste, libri


a cura di Giorgio Morandi

ensavo quasi di non farcela, ma eccomi allappuntamento quadrimestrale per


proporvi alcune notizie liberamente scelte fra le innumerevoli intraviste nel precedente quadrimestre, qua e l su giornali e riviste o in siti internet e notiziari diversi. Nel periodo per antonomasia
portatore di vita nuova, di risveglio,
di nuova creativit posso ancora
una volta porgere i migliori auguri
a tutti quanti sono impegnati a
qualsiasi livello nella coralit italiana odierna.

LArmonia non solo un ideale estetico, ma lanelito


primario di tutti gli uomini di buona volont. LArmonia
frutto della concordia e della pace. Cantiamo dunque per
creare lArmonia e contribuiremo a creare la pace!...
(Alvaro Vatri,
Presidente dellAssociazione Cori del Lazio)

La musica un dono agli uomini. Chiunque ne abbia


scoperto i segreti sa quale tesoro essa rappresenti, un tesoro al riparo da qualsiasi cupidigia. Essa porta pace al cuore triste o che soffre. Essa porta gioia e dolcezza. La sua lingua comprensibile a tutti i popoli. Essa dice lindicibile.

CHORUS AMERICA

Grande Associazione Corale


nordamericana
La sua mission quella di sostenere e rafforzare
i Cori, di incrementare lapprezzamento della Musica Corale affinch un sempre maggior numero di
persone siano arricchite dalla sua bellezza e dalla
sua forza. Essa serve lintera gamma dei cori professionali, di quelli a base volontaria, di quelli di
ragazzi e giovani e dei cori sinfonico/lirici. Per
realizzare i propri scopi statutari Chorus America
fornisce informazioni, pubblicazioni, conferenze,
consulenze, programmi di preparazione, indagini
e studi, networking e premi e riconoscimenti per
sostenere i Cori del Nord America.
I programmi per Direttori di Coro di Chorus America hanno la reputazione di dotare i direttori di
abilit, mezzi e suggerimenti che li aiuteranno nei
loro sforzi quotidiani di presentare attraenti concerti di alto livello. Dal 1977 ad oggi legioni di Cori hanno tratto beneficio dai servizi di Chorus
America. Quando Chorus America aiuta i Cori a fare il loro lavoro con maggior efficienza appare
chiara la differenza fra il crescere in maniera responsabile ed il semplice stare a galla, fra il raggiungere nuovi livelli di eccellenza artistica ed organizzativa ed il rimanere statici. Attualmente vi
aderiscono 1.600 Cori, soci individuali ed imprese

(J.F. Duchamp, maitre de Chapelle,


Les Petits Chanteurs de Lyon)

connesse alla musica corale, un vero potente gruppo di Direttori di Coro, Amministratori di Gruppi,
Membri di Consigli Direttivi, Cantori, operatori in
campo musicale e semplici amanti della musica
corale. LAssociazione ha un propria rivista The
Voice, davvero zeppa di informazioni, notizie, annunci, avvisi ed anche pubblicit connessa alle attivit Corali dei propri associati che viene distribuita ad oltre 4.000 direttori di Coro portando
interviste, profili, notizie ed attivit corali, opinioni e commenti, strategie organizzative, operazioni
di fundraising di successo, tecniche di marketing. Inoltre tutti gli associati ricevono la newsletter eVoice con articoli ed informazioni per la comunit corale.
website: www.chorusamerica.org

UN MASTERCLASS
IN DIREZIONE DI CORO
A CAPPELLA NEGLI USA
Esattamente a Minneapolis dal 5 all8 ottobre
2007. Organizzato da Chorus America insieme a
VocalEssence e St. Olaf College, vedr Philip Brunelle, Anton Armstrong, Sigfried Johnson, Tom
Hall, Kathey Romey, Pearl Shangkuan and John
Staheli gestire i laboratori relativi al repertorio
Classico, a quello Spiritual ed al repertorio Con-

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MONDOCORO
temporaneo. Il Corso sar arricchito dalla presenza di ospiti speciali quali Osmo Vnsk dellorchestra del Minnesota e i compositori Dominick Argento, Libby Larsen e Stephen Paulus.
(eVoice April 2007).

LIBRI
I l C o r o c o m e f a m i g l i a ( T h e C h o i r a s F a m i l y
91 I II 93 by Stollak & Stollak).

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Autorit o Autorevolezza?
Gi negli anni 80 alcuni studi sulla famiglia hanno mostrato come pur esercitando un fermo controllo sui loro figli i genitori possono essere nonmanipolativi circa la distribuzione del potere in
famiglia e comunicano chiaramente ai figli la coscienza che essi personalmente ed interpersonalmente saranno pi maturi e competenti
Quanti direttori confondono sbagliando uno
stile autoritario con quello autorevole?
Stollak & Stollak, come altri scrittori (per es. Palmer nel 1981), quale metodo sicuro per una miglior
performance del Coro hanno raccomandato anche
una leadership maggiormente cooperativa e meno
autoritaria ma queste ipotesi non sono state ancora provate. possibile che un diverso stile del
Direttore possa variare il livello di soddisfazione
per lesecuzione del proprio coro e per la propria
carriera?
comunque possibile che le prime esperienze autorevoli rispetto a quelle autoritarie o a quelle benevolmente compiacenti contribuiscano sia a pi
positive esperienze per tutti coloro che vi sono
coinvolti, sia a una migliore successiva partecipazione
possibile, per esempio, che un Direttore autoritario incapace di o non interessato a creare nel coro un ambiente famiglia arrivi a suscitare e favorire coalizioni del coro (come complesso) contro il
pubblico o la giuria e perfino coalizioni interne al
coro stesso. Allo stesso tempo facile che tale Direttore susciti nei cantori paura di fallimento, terrore di perdere In cori con Direttore autoritario
possibile che manchi totalmente la gioia del cantare, del contribuire alla creazione musicale e la
sperimentazione dello stare insieme (ChoraltalkL 080207 2322).

CONDUCTORS COUNT: What Chorus Boards,


Music Directors, and Administrators Need To
Know (I DIRETTORI CONTANO: ci che Consiglio Direttivo del Coro, Direttori di Musica ed

Amministratori devono sapere).


un nuovo libro di Chorus America che offre suggerimenti concreti sulla costruzione delle relazioni, sulla valutazione delle carriere, sui passaggi di
gestione.
Usando dati dellindagine nazionale sui Direttori
di Coro svolta da Chorus America il libro esamina
in grande profondit il multi-sfaccettato ruolo dei
direttori di coro e suggerisce strategie per costruire relazioni di lavoro produttive che tengono
in considerazione le diverse caratteristiche di lavoro. Un libro che ogni Direttore di Coro dovrebbe leggere. (35,00 Dollari Usa 27 euro circa)

LEADING THE SUCCESSFUL CHORUS: A Guide


for Managers, Board Members, and Music Dir e c t o r s (D I R I G E R E U N C O R O D I S U C C E S S O :
Una guida per Managers, Membri di Consiglio
Direttivo e direttori di coro).
Questa valida guida alla gestione del coro risponde alle domande pi frequenti che girano attorno
alla gestione di un coro di successo. Fra i temi
trattati vi quello della gestione del coro, della
direzione artistica, del Coro e della Musica, il management, la produzione dei concerti, le tourne,
la finanza e la raccolta fondi, il marketing, la formazione ed il coinvolgimento della societ, come
pure una ampia appendice con materiale esemplificativo. (35,00 Dollari Usa 27 euro circa)

CORO GIOVANILE MONDIALE


Artista per la Pace dellUNESCO

un progetto promosso da ICCM (International


Center for Choral Music) sotto il Patronato ufficiale di Jeunesses Musicales Internationales, International Federation of Choral Music ed Europa
Cantat.
indiscutibilmente una delle pi interessanti
esperienze musicali ed interculturali offerte a
giovani di tutto il mondo. I giovani Italiani selezionati questanno sono Davide Fior (A2), Alberto
Folino (T2) e Fabio Biagio La Torre (B1) e in attesa di un po di fortuna per essere ripescata - Maria Chiara Gallo (S1).
Questanno il Coro Mondiale giovanile sar attivo
nelle usuali due sessioni:
- Sessione Estiva: nel periodo dal 9 Luglio al 2
Agosto, in Sudafrica, sotto la direzione di Peter
Dijkstra (Olanda) e Sidumo Jacobs (Sudafrica).
- Sessione Invernale (Europea): nel periodo Di-

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MONDOCORO
cembre 2007-Gennaio 2008, in luogo da stabilire, e
sotto la direzione della signora Theodora Pavlovitch (Bulgaria). Il programma comprender anche
un brano del 2003 di Francesco Milita (Direttore
del Coro ANA di Latina) Bitte Nicht vincitore allInternational Rainbow Competition di Amstelveen, Olanda.
Il Coro Mondiale Giovanile ora presenta un sito
totalmente rinnovato: www.worldyouthchoir.org o
www.worldyouthchoir.net nel quale sono presentate dettagliatamente tutte le informazioni.

CORO GIOVANILE ITALIANO


Tra il 17 ed il 23 Aprile si svolta a Roma, Bari,
Reggio Calabria e Verona laudizione dei giovani
Italiani che hanno chiesto di partecipare alla costituzione del Coro Giovanile Italiano 2007. Dal 22
luglio al 2 agosto sotto la direzione del M Stojan
Kuret prender reale consistenza e dopo un periodo di intensa preparazione offrir quale prodotto
della propria attivit tre concerti in cui saranno
proposte esecuzioni ad alto livello della Musica
popolare Italiana. In particolare il programma
dello studio e dei tre concerti che avranno luogo
nelle regioni del sud Italia comprender elaborazioni e nuove composizioni ispirate al repertorio
popolare delle regioni italiane. I Concerti avranno
luogo secondo il seguente calendario:
Venerd 3 agosto Taranto
Sabato 4 agosto Matera
Domenica 5 agosto - Luogo da definire

CORI LITURGICI,
flash pi o meno rubati
(al Bollettino Ceciliano di Marzo 2007)
Credo che tra i cori italiani soltanto una piccolissima percentuale non si presti con gioia al servizio liturgico nella propria parrocchia, anche come
forma di restituzione alla societ di una parte di
ci che dalla societ riceve (persone, ospitalit,
attenzione, sostegno).
Spero che lautore Don V. Donella accetter questa
diffusione dei suoi pensieri o di pensieri da lui citati, cos come penso che i cori possano essere portati a porre attenzione ai concetti che presento.
Uso del Latino: In nessuna parte della Costituzione Conciliare si dice che proibito luso del
latino. Lo stesso Messale tipico di Paolo VI del

1970 in latino e precede tutte le varie traduzioni in volgare che sono soltanto consentite (D.
V. Donella)
Messe per i giovani: Al riguardo si nota limportanza di evitare quelle forme musicali che non
inducono alla preghiera, perch soggette a regole
duso profano (Instrumentum Laboris, al sinodo dei Vescovi, 08.07.2005)
Una solenne musica sacra con coro, organo, orchestra e canto non unaggiunta che incornicia
e rende piacevole la liturgia, ma un modo importante di partecipazione attiva allevento cultuale.
Lorgano da sempre e con buona ragione, viene
qualificato come il re degli strumenti musicali,
perch riprende tutti i suoni della creazione e d
risonanza alla pienezza dei sentimenti umani
Rimanda al Divino in grado di dare risonanza
a tutti gli ambiti dellesistenza umana (Papa
Benedetto XVI)
La Liturgia non una cosa nostra, prima di
tutto cosa del cielo Sbaglia dunque chi pretende
portare nei riti la quotidianit povera e banale o la
musica della piazza, la cosiddetta musica duso.

MUSICA INTERNATIONAL
Durante lassemblea Generale del 14 marzo scorso
(a cui in rappresentanza della Feniarco era presente G. Morandi) Musica International ha eletto il
suo nuovo Consiglio Direttivo. I membri sono Dolf
Rabus (Presidente), Claude Delley (Vice Presidente), Barbara Bieri (Segretaria) Dominique Lecheval
(Tesoriere), Jean-Marc Poncelet (consigliere), Philippe Brunelle (Consigliere) Stephan Schuck (Consigliere) e Guillaume Deslandres (Consigliere). Jan
Sturm resta direttore del Progetto Musica, una
raccolta al momento di circa 150.000 partiture
corali con indicazioni per la loro reperibilit e
frammenti di partitura per farsene unidea.

SITO WEB DI IFCM


IN QUATTRO LINGUE
Il sito www.ifcm.net si presenta ora in quattro lingue: inglese, francese, tedesco e spagnolo. Presto
potrebbe comparire anche una versione cinese.
Le news, il calendario degli eventi ed il database
(disponibile soltanto per i soci) continueranno ad
essere soltanto in Inglese, ad eccezione dellarchivio dellICB (International Choir Bulletin) in quan-

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MONDOCORO
to il loro aggiornamento non compatibile con lenorme quantit di lavoro di traduzione che richiederebbe.

EUROPA CANTAT:
Due nuove Commissioni

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Commissione per la Musica: Il Consiglio Direttivo


di Europa Cantat ha nominato Fred Sjoberg (Svezia), Harold Lenselink (Olanda, paese che ospiter
la XVII edizione del Festival Europa Cantat nel
2009), Kari Ala-Pllnen (Finlandia), Xavier Baulies (Catalogna-Spagna), Sverine del Forge (Belgio, come rappresentante della commissione Giovanile), va Kollr (Ungheria), Andrei Parrot (Gran
Bretagna) e Aleksander Vacek (Ucraina) membri
della nuova Commissione per la Musica.
Comitato Giovanile: Maja Backlund (Svezia), Alessandro Cadario (Italia), Daniel Kunz (Germania),
Victoria Liedbergius (Svezia), Linda Magnussen
(Norvegia), Vesselin Pavlov (Bulgaria), Jan Schumacker (Germania) e Daphne Wassink (Olanda). Un
augurio speciale ad Alessandro Cadario (di Varese)
perch abbia grande successo nel diffondere musica, conoscenza associazionistica, contatti forti
con giovani di vari paesi europei.

NUOVI CD
Frieder Bernius ci offre la sua visione su un capolavoro assoluto della musica sacra barocca, la
Messa in re minore di J. S. Bach. Questo attesissimo incontro supera tutte le premesse. Il maestro
tedesco effettivamente riesce a trovare in esso il
giusto sound creato da una sottile alchimia fra il
suo rispetto dellarchitettura principale ed il suo
senso del dettaglio, sonorit sensuali ed eleganti
linee musicali, laccentuazione del ritmo vitale
dellopera e la profondit ritmica che lo trascende.

Questo bellissimo lavoro, realizzato con cura, talento e convinzione, fa dellascolto un momento di
vera gioia per il cuore e per le orecchie di chi
ascolta. (M.Bach, D.Taylot, M. Ullman, R.Nolte,
Kammerchor Stutgart, Barockorchester Stuttgart,
Frieder Bernius conductor Carus, 83.211).
Di Arvo Prt, il suo amico e biografo Paul Hillier
offre una antologia di nove pezzi vocali a cappella
o con accompagnamento dorgano (Da pacem, Salve Regina, Psalm 117 e 131. Magnificat, An Zen
Wassern Zu Babel, Dopo la vittoria, Nunc Dimittis,
Littlemore Tractus).
Il coro Filarmonico da Camera Estone ancora una
volta mostra di essere un meraviglioso strumento
sotto la bacchetta del direttore inglese: il ventaglio di colore e le dinamiche rendono giustizia alla musica di Prt e ben traduce la profondit del
suo misticismo. Bench non ci siano particolari
problemi, lascolto per intero di questo disco si rivela abbastanza tedioso a causa di una approssimata lettura della musica combinata con una sonorit dalleco pesante. (Harmonia Mundi HMU
807401).
Altri CD che meritano una attenzione speciale sono la bellissima antologia Medieval Christmas
eseguita dallOrlando Consort (Harmonia Mundi
HMU 987418) e la non meno splendida Antologia
Orthodox Christmas contenente musiche del
19 e 20 secolo ed in particolare i brani mai incisi prima di Kastalski e di Izkevov cantati con talento e passione dal Coro Filarmonico da Camera
Estone. (Paul Hillier cond. Harmonia Mundi
HMU 807410).
Christmas Vespers at Westminster Cathedral
(Martin Baker, cond. Hyperion CDA 67522) e quindi un bellissimo giro sulle Christmas Carols rivisitate da Howells, Rutter, Holst, Pott, Warlock,
Goldschmidt e altri (Hyperion CDA 67576).

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concorsi
CORO SOLDANELLA DI BRENTONICO (TN)
con il Patrocinio di:
MART MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO
FEDERAZIONE DEI CORI DEL TRENTINO
con la collaborazione di:
CONSERVATORIO A. BONPORTI DI TRENTO

CONCORSO DI COMPOSIZIONE SOLDANELLA


REGOLAMENTO
PREMESSA - Tra le fila dellesercito italiano che combatt la
prima guerra mondiale sulla prima linea del versante nord del
Monte Baldo trentino, ci furono anche volontari inquadrati nel
Battaglione Ciclisti-Automobilisti Lombardo. Tra questi figurano alcuni nomi illustri del movimento futurista italiano, che
presero parte a numerose azioni di guerra attiva in particolare negli ultimi mesi del 1915. Erano di stanza a Dosso Casina, una
localit sopra Brentonico (ca. 1600 m. s.l.m.), a meridione della
valle che collega Rovereto al Lago di Garda. Si ricordano in particolare: Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Antonio
SantElia, Luigi Russolo, Mario Sironi, Antonio Bucci.
ART. 1 Il Coro Soldanella di Brentonico (TN), con il Patrocinio
del MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di
Trento e Rovereto, della Federazione dei Cori del Trentino e con la collaborazione del Conservatorio A. Bonporti di Trento, indice il Concorso di Composizione
Soldanella su un unico testo poetico dato: con BOCCIONI a dosso casina (parole in libert). di Filippo
Tommaso Marinetti (Dosso Casina Monte Baldo trentino, autunno 1915).
ART. 2 Il Concorso disciplinato dal presente Regolamento. La
partecipazione al Concorso gratuita ed aperta a compositori di ogni nazionalit, senza limiti di et. Ogni concorrente pu partecipare al Concorso con una sola composizione.
ART. 3 Il Concorso si articola in una sola categoria. Possono
essere inviate solo composizioni per coro maschile, a
cappella o con accompagnamento strumentale, per un
massimo di quattro voci e di eventuali strumenti, fino ad
un massimo di cinque, a scelta del concorrente. Le composizioni devono essere concepite per essere eseguite anche da cori di livello semi-professionale. Esse devono
avere una estensione massima di centosessanta battute.
ART. 4 Il testo poetico con BOCCIONI a dosso casina (parole in libert) ha solo valore di testo di riferimento. Ogni
concorrente deve ispirarsi allo stesso, in piena autonomia
e libert creativa, per i contenuti e per gli aspetti che pi
riterr opportuni.
ART. 5 Le partiture, in sei copie chiaramente leggibili in formato A4, devono essere anonime. In copertina deve essere indicato solo il titolo e un motto, che sar anche riportato allesterno di una busta sigillata contenente: generalit del concorrente, luogo e data di nascita, indirizzo, recapito telefonico e/o di posta elettronica, curriculum artistico e codice fiscale. Le buste sigillate saranno
immediatamente consegnate al Segretario comunale di
Brentonico che provveder ad aprirle in seduta pubblica
presso il Municipio di Brentonico solo dopo che la Giuria avr decretato il brano vincitore del Concorso. La
presenza di firme o di altri segni di identificazione apposti sulla partitura o sulla busta che conterr la composizione inviata comporter lesclusione dal Concorso. Le
opere inviate non saranno restituite.

ART. 6 Le composizioni dovranno essere inviate a mezzo lettera raccomandata al Coro Soldanella di Brentonico,
Piazza Dalla Chiesa 3, 38060 Brentonico (TN), entro e
non oltre il 22 settembre 2007. Far fede la data del timbro postale di invio.
ART. 7 Il compositore che risulter vincitore del Concorso sar
premiato con un lingotto doro (999/1000) del valore nominale di acquisto pari ad Euro 1.000. Il vincitore del
Concorso sar avvisato personalmente, mentre il risultato del Concorso sar pubblicato, si presume entro la fine
di ottobre 2007, sul sito internet: www.soldanella.org. Il
compositore dellopera premiata dovr inviare tempestivamente la liberatoria alla stampa e diffusione secondo il
modello che sar fornito dal Coro Soldanella.
La eventuale pubblicazione e diffusione di altre composizioni inviate avverr solo ed esclusivamente alle condizioni e previa sottoscrizione di una apposita liberatoria
alla stampa e diffusione rilasciata da parte degli autori
secondo il modello che sar loro fornito dal Coro Soldanella di Brentonico. intenzione dellorganizzazione del
Concorso dare adeguata diffusione alla composizione
vincente, e anche ad eventuali altre composizioni non
premiate, in particolare nellambito di importanti manifestazioni culturali e di spettacolo nellanno 2008 da individuare assieme agli Enti patrocinatori e collaboratori.
ART. 8 La giuria, il cui giudizio insindacabile e inappellabile, sar formata da cinque membri esperti in composizione, coralit e in arte ed estetica futurista e contemporanea. Funger da segretario della giuria il segretario comunale di Brentonico.
I cinque membri della giuria saranno scelti di comune
accordo tra il Coro Soldanella di Brentonico, il Museo di
Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, la
Federazione dei Cori del Trentino e il Conservatorio A.
Bonporti di Trento. La composizione della giuria sar
comunicata entro la fine di settembre 2007 sul sito internet: www.soldanella.org.
ART. 9 La direzione del Concorso si riserva di apportare le modifiche ritenute necessarie al presente Regolamento o di
non effettuare il Concorso qualora intervengano cause di
forza maggiore, escludendo qualsiasi risarcimento a
qualsiasi titolo per i concorrenti. Ogni eventuale modifica al presente Regolamento sar tempestivamente segnalata sul sito internet: www.soldanella.org. Linvio delle
composizioni comporta, da parte del concorrente, la totale e incondizionata accettazione del presente Regolamento. In caso di contestazioni o controversie sar competente il Foro di Rovereto.
ART. 10 Le informazioni trasmesse dai concorrenti saranno utilizzate dal Coro Soldanella di Brentonico nel rispetto
delle norme vigenti circa il trattamento dei dati personali (D. Lgs. 196/2003).
Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Coro Soldanella,
Piazza Dalla Chiesa 3, 38060 Brentonico (TN);
tel. 347 7114889; fax 0464 395801;
email: corosoldanella_brentonico@yahoo.com.

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concorsi
CONCORSO INTERNAZIONALE PER DIRETTORI DI CORO MA
IV EDIZIONE ANNO 2007
BANDO
La Fondazione Mariele Ventre di Bologna bandisce la quarta edizione del Concorso Internazionale per direttori di coro Mariele
Ventre.

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1. Regolamento
1. Il concorso aperto ai direttori di coro di entrambi i sessi i quali, alla data del 30.06.2007 non abbiano ancora compiuto il 40
anno di et.
2. La domanda di partecipazione al concorso, redatta in apposito
modulo, va indirizzata, tramite raccomandata dallItalia o altra
forma postale equipollente dallestero, alla FONDAZIONE MARIELE VENTRE, Largo Mariele Ventre n. 3 - 40125 Bologna
(Italia) entro il 10.06.2007, data di scadenza del bando. Far fede il timbro postale.
La domanda deve contenere:
- dati anagrafici dell'interessato;
- indirizzo, numero telefonico ed eventuale e-mail;
- curriculum degli studi e dell'attivit musicale (l'attivit di direttore di coro deve essere comprovata dalla dichiarazione del coro o
dell'associazione/ente musicale);
- VHS/DVD di unesecuzione effettuata dal candidato quale direttore di coro. Tale esecuzione dovr comprendere una prova di
concertazione di un brano a cappella e lesecuzione integrale del
medesimo;
- ricevuta dellavvenuto pagamento della tassa di iscrizione di ? 75
sul C/C Postale n. 28097400 intestato a: Fondazione Mariele
Ventre, Largo Mariele Ventre n. 3 - 40125 Bologna (ITALIA)
causale: CMV 2007 oppure su C/C n. 074000004858W presso
Banca CARISBO, Filiale Bologna 2 Torri, coordinate bancarie
CIN I, ABI 06385, CAB 02504, intestato a: Fondazione Mariele
Ventre, Largo Mariele Ventre n. 3 - 40125 Bologna (Italia).
La domanda discrizione al concorso implica il pagamento della
tassa discrizione e l'accettazione del regolamento, delle caratteristiche delle prove, del repertorio e del calendario.
3. Lammissione al Concorso ad esclusiva discrezione della giuria, che esaminer le singole domande individuando i concorrenti ammessi nel numero massimo di 12: essi verranno informati
entro il 15.07.2007.
Per gli ammessi al concorso previsto lalloggio gratuito a Bologna.
4. Non possono partecipare al concorso i vincitori di uno dei premi
delle passate edizioni.
5. Per ogni controversia competente il Foro di Bologna.
2. Concorso
1. Il concorso si svolger a Bologna dal 9 al 13 ottobre 2007 presso lAula Absidale di S. Lucia, Via de Chiari, 23 e si articoler
in due fasi: preliminare e finale.
2. I candidati saranno ammessi alle prove in base alla sequenza risultante dallestrazione dei nominativi inseriti in un'urna. Tale
estrazione sar effettuata dal segretario del concorso la mattina
del 9 ottobre alla presenza dei candidati.
3. La fase preliminare (9, 10, 11 ottobre) prevede l'esecuzione di tre
brani estratti a sorte dal candidato, uno per ognuno dei tre periodi storici previsti nel repertorio. Ogni concorrente ha a disposizione 15' di prova prima dell'esecuzione.
4. La fase finale (13 ottobre 2007) prevede l'esecuzione di tre brani
estratti a sorte dal candidato, uno per ognuno dei tre periodi storici previsti nel repertorio; questa fase prevede la partecipazione
di un massimo di 5 concorrenti che, prima dell'esecuzione, hanno a disposizione 15' di prova per ognuno dei brani dei repertori

Rinascimentale-Barocco e Romantico e 20 di prova per i brani


del repertorio Moderno-Contemporaneo. La sequenza determinata dallestrazione valida per lesecuzione con tutti e 3 i cori.
5. La prova della fase preliminare consiste nell'esecuzione di tre
brani estratti a sorte la mattina del giorno 9 ottobre 2007 presso
la sede della Fondazione Mariele Ventre. Ogni concorrente eseguir tre sorteggi, uno per ciascuno dei tre periodi (Rinascimentale-Barocco, Romantico, Moderno-Contemporaneo). Le estrazioni relative alla fase finale saranno effettuate il giorno 11 ottobre 2007, al termine della riunione della giuria.
Per il periodo Rinascimentale-Barocco ogni concorrente diriger
il coro Ensemble Orlando Fribourg di Friburgo (Svizzera).
Per il periodo Romantico ogni concorrente diriger il Coro Polifonico di Ruda (Ruda - Italia).
Per il periodo Moderno-Contemporaneo ogni concorrente diriger il coro Grex Vocalis di Oslo (Norvegia).
2a. Premi
1. Saranno assegnati tre premi, a giudizio insindacabile della giuria,
intitolati a Mariele Ventre:
I classificato: 7.000 + coppa dargento della Presidenza della
Repubblica Italiana
II classificato: 3.500
III classificato: 2.000
2. I tre primi classificati dovranno partecipare gratuitamente al concerto finale che si terr a Bologna il 13 ottobre 2007, pena l'annullamento del premio.
2b. Giuria
1. La giuria internazionale composta da 7 membri, scelti dalla
Fondazione Mariele Ventre fra le personalit pi conosciute e
qualificate del mondo corale.
2. La giuria si riserva il diritto di non assegnare un premio qualora
non vi siano candidati meritevoli del medesimo.
3. Il giudizio della giuria insindacabile e inappellabile.
2c. Lingue
Le lingue ufficiali del concorso sono litaliano e linglese. Sono
ammesse anche le lingue francese, tedesca e spagnola previo avvertimento da parte dei candidati.
2d.Disposizioni finali
1. I vincitori rinunciano a qualsiasi compenso o diritto per fotografie, registrazioni o per trasmissioni effettuate durante il concorso
e il concerto finale.
2. In caso di forza maggiore, la Fondazione si riserva di apportare
eventuali modifiche al presente regolamento.
3. Il materiale inviato per lammissione al concorso non viene restituito.
3. Repertorio
Questo il repertorio da cui saranno sorteggiati i pezzi: ogni singolo titolo (salvo diversa indicazione) costituisce un brano valido per la singola estrazione.
a. Fase Preliminare
Periodo Rinascimentale Barocco
William Byrd: Ave verum corpus
Josquin Desprez: Ave Christe
Jean Richafort: Sur tous regrets
Periodo Romantico
Moritz Hauptmann: Wunderbar ist mir geschehn

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RO MARIELE VENTRE

Felix Mendelssohn-Bartholdy: Sommerlied


Robert Schumann: Die Rose stand im Tau
Periodo Moderno e Contemporaneo
Trond Kverno: Ave verum corpus
Akira Miyoshi: Kadode
Francis Poulenc: Esultate Deo
b. Fase Finale
Periodo Rinascimentale- Barocco
Claudio Monteverdi: Ecco mormorar londe
Giovanni Pierluigi da Palestrina: Nigra sum(Canticum canticorum)
Tomas Luis de Victoria: Nigra sum sed formosa
Periodo Romantico
Gioachino Rossini: Preghiera
Franz Schubert: Die Nacht D 983,4
Louis Spohr: Rastlose Liebe op. 44, n. 2
Periodo Moderno e Contemporaneo
Javier Busto: O magnum mysterium
Trond Kverno: Ave maris stella
Knut Nystedt: O crux
Ai candidati ammessi al Concorso verr inviata una copia di tutte le partiture nelle edizioni previste dal bando, ad esclusivo uso
di studio.
4. Sezione Speciale
Dallanno 2007 prevista una sezione speciale dedicata ai direttori di coro di voci bianche. Il concorso si svolger in ununica
sessione il giorno 12 ottobre 2007, alla quale sar ammesso dalla giuria un numero massimo di 8 concorrenti, che dirigeranno il
Coro I Piccoli Cantori delle Colline di Brianza di Rovagnate
(LC), Italia. Valgono le disposizioni di concorso sopraindicate.
4a. Disposizioni particolari
I candidati saranno ammessi alle prove in base alla sequenza risultante dallestrazione dei nominativi inseriti in unurna. Tale
estrazione sar effettuata dal segretario del concorso il giorno 11
ottobre 2007 presso la Fondazione Mariele Ventre alla presenza
dei candidati. Il concorso prevede l'esecuzione di due brani
estratti a sorte dal candidato, uno per ognuna delle due tipologie
previste nel repertorio.
Ogni concorrente ha a disposizione 20' di prova prima dell'esecuzione.
Il premio unico per il 1 classificato pari a 2.500.
4b.Repertorio
Brani a cappella:
Alessandro Costantini: Confitemini Domino
Francis Poulenc: La petite filel sage (da Petite voix)
Francis Poulenc: Le hrisson (da Petite voix)
Brani con Pianoforte:
elab. Armando Franceschini: Canzone dei Pifferai
elab. Vaclav Kucera: Son tre notti che non dormo
Henry Purcell: Come ye sons of art
Giuria:
Jacques Barbier (Francia)
Laurent Gendre (Svizzera)

Carl Hgset (Norvegia)


Stojan Kuret (Italia)
Fumiaki Kuriyama (Giappone)
Walter Marzilli (Italia)
Theodora Pavlovitch (Bulgaria)
Direttore artistico: Daniele Proni
Presidente della Fondazione Mariele Ventre:
Maria Antonietta Ventre
Relazioni esterne: Paola Brunori Calzolari
Ufficio stampa: Paola Soffi
Segretaria del Concorso: Gabriella Broccoli
Segreteria organizzativa: Donatella Polletti

Stage per direttori di coro


La Fondazione Mariele Ventre, in occasione della IV edizione del
Concorso Internazionale per Direttori di Coro, organizza in collaborazione con FENIARCO presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna nei giorni 9, 10 e 11 ottobre 2007, uno
stage per direttori di coro italiani che al 31 dicembre 2007 non abbiano compiuto il 40 anno di et.
Lo stage avr come programma lanalisi di alcuni brani del repertorio corale del Rinascimento, del Romanticismo e del Novecento e la
concertazione dei medesimi con 3 cori specializzati in ciascun repertorio. Il tema del 2007 sar La musica sacra nei secoli
Liscrizione aperta a 10 allievi effettivi e 15 allievi uditori che saranno ammessi alla partecipazione in base al curriculum.
La domanda di iscrizione deve pervenire presso la FONDAZIONE
MARIELE VENTRE di Bologna, Largo Mariele Ventre n. 3 - 40125
Bologna (ITALY) entro il 15.09.2007.
I candidati ammessi al Concorso Internazionale per Direttori di Coro potranno assistere quali allievi uditori, a titolo gratuito, oltre ai 25
previsti.
Lo stage sar tenuto dai maestri Carl Hgset, Stojan Kuret, Walter
Marzilli.
I costi di partecipazione per gli allievi effettivi di 250,00, per gli
allievi uditori di 180,00.
Per 5 allievi effettivi e 5 allievi uditori la quota di iscrizione sar coperta da FENIARCO in collaborazioni con le Associazioni Corali
Regionali.
Le spese di alloggio a Bologna sono a carico della Fondazione Mariele Ventre per tutti i partecipanti.
Agli ammessi allo stage verr inviata una copia delle partiture a scopo di studio. Al termine dello stage verr rilasciato diploma di partecipazione.

Informazioni:
FONDAZIONE MARIELE VENTRE
Largo Mariele Ventre, 3 - 40125 Bologna (Italy)
Tel. 051 30.48.56 - Fax 051 429.40.83
www.concorso.marieleventre.it
concorso@marieleventre.it

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