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n. 34 - gennaio-aprile 2011
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Anno XII n. 34 - gennaio-aprile 2011
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n. 34 - gennaio-aprile 2011
DossieR
Donne di cori
Chiara Moro
popolare al femminile
Edy Mussatti
fragmentA
Efisio Blanc
Nino Albarosa
Dossier compositore
Jonathan Rathbone
Leonardo Di Pierro
gregoriano femminile
13 alla ricerca
di sonorit inedite
intervista a Jonathan Rathbone
portrait
Franca Floris
11 il perch di un coro
Davide Benetti
40 Concorsi corali:
Attivit dellAssociazione
Mauro Marchetti
Michela Francescutto
Michela Francescutto
48 la realt dellutopia
Nova et veterA
21 which was the son of
Andrea Angelini
canto popolare
cronacA
52 applausi al concorso di maribor
Andrea Venturini
54
Rubriche
INDICE
Sandro Bergamo
56 Discografia&Scaffale
62 Lettere al direttore
64 Mondocoro
un genere
tutto al femminile
di Chiara Moro
direttore del coro femminile
clara schumann
Dirigo il coro femminile Clara Schumann da quasi trentanni, infatti il prossimo ottobre
festeggeremo il trentennale. una formazione femminile attualmente composta da circa venti
elementi, donne di et compresa tra i trenta e i cinquntanni. Quando ho formato questo coro,
allora denominato Corale S. Pio X, lintento era quello di riunire un gruppo di ragazze teso al
servizio liturgico nella chiesa della parrocchia di nostra appartenenza. proprio in seno a una
chiesa che spesso nascono i cori amatoriali dove si vedono protagonisti nelle celebrazioni
liturgiche, dapprima con lesecuzione di semplici canti adatti al popolo e poi, attraverso uno
studio pi accurato, con lesecuzione di brani pi complessi, come quelli di genere polifonico.
Cos stato per noi: alla base stava lanimazione del servizio liturgico e non avevamo delle
motivazioni specifiche per formare un coro prettamente femminile. Poi ha fatto seguito uno
studio pi approfondito sul genere femminile, sul suo percorso storico, gli autori. Sempre pi
nutrita da esperienze musicali, maturate nel tempo assieme alle mie coriste, potrei dire di aver
colto quali sono alcuni degli elementi che determinano e caratterizzano questo genere di coro.
Innanzi tutto riflettiamo sullorigine del coro femminile. Mentre si trovano accenni sullesistenza
di cori femminili in Italia e Francia nei secoli precedenti all800 (soprattutto nellambiente sacro
e di corte), sicuramente il coro femminile si afferm nel periodo del Romanticismo tedesco.
Alla fine del XVIII secolo si parla di voci femminili e non di cori femminili, in quanto questa
accezione non era diffusa al tempo. Mi riferisco agli anni in cui Franz Schubert (1797-1828) si
dedic alle composizioni a pi voci, con o senza accompagnamento strumentale, definite come
Chorlieder, composizioni cio destinate alle societ corali amatoriali, indipendenti dallambito
teatrale o ecclesiastico. Il genere compositivo del Chorlied aveva riscosso un immediato favore
in tutti i paesi tedeschi a partire dai primi dellOttocento, ma rimase a lungo prerogativa dei cori
virili. Solo nel 1839, con Felix Mendelssohn, si avranno i primi Chorlieder per coro misto, e pi
tardi, con Robert Schumann e Johannes Brahms, Chorlieder per coro femminile. Decisivo per lo
sviluppo qualitativo dei cori femminili fu il fatto che molto spesso i compositori fungevano
anche da direttori musicali. Qui devono venir senzaltro ricordati Johannes Brahms, Robert
Schumann, Robert Franz ma anche altri autori come Richard Barth, Alexis Hollaender, i quali
furono attivi in questa doppia funzione.
A questo proposito da ricordare il famoso Hamburgischer Frauenchor, fondato da Johannes
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quanto i cori misti o virili. Anzi, riesce a esprimere passionalit intensa e sentimenti intimi e delicati.
E poi, come tutte le formazioni corali, anche quella femminile presenta le sue difficolt. Quando le
coriste diventano mamme, ad esempio. Ovviamente devono congedarsi per un periodo pi o meno
lungo e di ci il coro risente non poco. La loro assenza crea un vuoto tale da impedire il raggiungimento
di quella completezza sonora necessaria al fine di ottenere al massimo la produzione dei suoni armonici
(problema, questo, decisamente pi risolvibile nei cori misti). Ci accade soprattutto nei cori
dallorganico pi ristretto, dove ogni voce come un tasto del pianoforte: se viene a mancare mancano
gli armonici. Se poi tre o quattro coriste rimangono incinte nello stesso anno (caso a noi capitato!) ci si
trova veramente in difficolt. Nel prosieguo si aggiungono assenze pi frequenti dalle prove di coro
perch la corista donna mamma al 100%, dovendosi assumere responsabilit maggiori, rispetto alla
figura maschile, nellaccudire i figli, nel seguire la loro crescita ecc. Se il bimbo sta male e ha la febbre
la mamma sta a casa! Se il figlio deve studiare e non ha terminato i compiti la mamma sta a casa!
E poi la mamma velocemente deve
preparare la cena prima di venire alle
prove, magari accompagnare a casa il
genitore anziano o bisognoso di cure;
la mamma fa da taxi per portare e
prendere i figli dagli allenamenti
sportivi, e cos via. E forse alle nove
o nove e mezzo riesce a raggiungere
la sede del coro magari incassando
pure il rimprovero del direttore di
coro che sottolinea il suo ritardo.
naturale e forse inevitabile che la
donna abbia questo ruolo
fondamentale nel nucleo familiare, ma tutto ci chiede alla corista mamma grandi sacrifici per poter
continuare a partecipare allattivit corale. Lodevole, quindi, e degno di plauso quellimpegno che tante
coriste mamme si assumono con grande sforzo per amore della musica. A seguito di questi problemi,
sicuramente il coro femminile pi penalizzato rispetto ad altre formazioni, e spesso costretto a
rinunciare a trasferte per partecipare a concerti o a concorsi. Infatti, se pi di qualche corista si trova in
difficolt per motivi di lavoro, famiglia o figli, il coro non pu esibirsi causa parte dellorganico assente.
Ci riguarda sicuramente quei cori femminili amatoriali formati da donne di et media, con lorganico
stabile e collaudato, nel quale difficile un rimpiazzo in quanto la fusione e lintesa tra le coriste
ottenuta negli anni hanno caratterizzato e determinato il complesso. Ovviamente cori femminili
dallorganico pi numeroso composto da quaranta-cinquanta elementi, come le splendide formazioni che
provengono dallest (Lettonia, Lituana, Ungheria, Finlandia ecc.), o cori femminili dalle voci giovanili,
magari sorti allinterno di scuole di musica dove garantito un ricambio e/o un potenziamento
numerico, non hanno questo tipo di problema da affrontare.
Per concludere penso che questo genere tutto al femminile nasconda una bellezza raffinata e intima,
legata a quellaffascinante epoca chiamata Biedermeier. Epoca in cui nellambito di circoli ristretti
avveniva lesecuzione di buona parte della musica di Franz Schubert, affidata a piccoli organici (come i
nostri cori femminili!?) e al di fuori dellufficialit delle sale da concerto.
Proviamo a immaginare casa Frhlich, dallatmosfera cordiale e intima, dove Anna, la maggiore di
quattro sorelle, pianista, concertista e insegnante di canto presso il Conservatorio della Societ degli
Amici di Musica di Vienna, accoglieva nel suo salotto artisti, poeti, musicisti tra i quali anche Schubert,
ormai ben conosciuto nei circoli borghesi e artistici per i suoi Lieder e la sua musica da camera.
Guardiamo da lontano quella scuola di canto organizzata da Anna Frhlich, dove lei si prefiggeva di dare
leducazione musicale, e dove presentava la musica corale in concerti e serate musicali in cui le sue
alunne avevano raggiunto un notevole livello qualitativo, anche grazie alle composizioni di Schubert
scritte per loro.
Oppure facciamoci trasportare in un luogo dallatmosfera pi mistica e religiosa, pensando a Felix
Mendelssohn, quando in uno dei suoi viaggi in Italia compose dei Mottetti (op. 39) ispirandosi al canto
eseguito da alcune monache, quelle monache dalle voci dolci, tenere e commoventi, abituate a cantare il
responsorio. Quelle donne che non concesso vedere
Questo il coro femminile.
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Provarli, i brani,
non lasciarli l
a rimanere pagine per sempre.
non stilisticamente corretto (polifonia sacra), ma
si canta con solisti (madrigali) e cos via si rinuncia
a godere di musica straordinaria, di notevole pregio
artistico, che allarga le possibilit vocali di un singolo
cantore, di un settore e di tutto un coro.
Forse di difficile esecuzione: questo s vero!
Per chi non se la sente di affrontare un simile
repertorio in concerto potrebbe essere interessante
anche riservarne il suo uso, almeno per un certo
periodo di tempo, esclusivamente a scopo didattico e
gi questo sarebbe un punto di arrivo (o di partenza?).
Anche il secolo XVIII offre interessanti spunti per un
concerto con il gruppo femminile; viene subito in mente
lo Stabat Mater di Pergolesi che, sebbene scritto per
due voci femminili soliste, spesso viene eseguito con
un intero coro oppure affindando al coro le parti pi
corali per definizione quali la fuga finale: una vera
soddisfazione per le voci sostenute dagli archi.
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popolare
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di Edy Mussatti
direttore del coro femminile
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alla ricerca
di sonorit inedite
intervista a Jonathan Rathbone
a cura di
Leonardo Di Pierro
musicologo
Jonath
in collaborazione con il
Gruppo vocale Ansibs
dal musicista inglese e i concerti hanno avuto luogo con successo a Pordenone
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Jonathan Rathbone_______
Il maestro Rathbone uno tra i massimi esponenti del genere chiamato contemporary a
cappella, genere che amplia gli orizzonti della musica a cappella spaziando dal vocal pop jazz
al folk. Dopo un apprendistato come corista alla Cattedrale di Coventry e una borsa di studio
in musica corale al Christs College di Cambridge dove ha studiato matematica, ha perfezionato
la sua educazione musicale alla Royal Academy of Music con un secondo diploma,
specializzandosi in canto e composizione. La carriera compositiva di Jonathan Rathbone
comprende opere per teatro, film, radio, concerti e musica sacra. Tra le sue pi recenti
composizioni ricordiamo: Requiem for a Condemned Man (per due solisti, orchestra e coro) e
unopera per coro a cappella per i Vasari Singers. stato direttore musicale e arrangiatore per
i Swingle Singers dal 1984 al 1996 e ha lavorato con musicisti e orchestre di importanza
mondiale (P. Boulez, S. Grappelli, G. Martin). conosciuto a livello internazionale oltre che in
veste di docente anche di cantante, compositore, direttore e arrangiatore. Conduce corsi e
ateliers in tutto il mondo ed membro della Commissione Musicale di European Choral
Association Europa Cantat.
Masterclass
Vaison-la-Romaine
France
Georg Grn
Silvana Vallesi
and the CUYO University choir
(Mendoza, Argentina) in residence
Full information on request :
activites@choralies.org
Choralies
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Questo lultimo brano del famoso album Around the world - a folk song collection dei Swingle Singers
pubblicato nel 1991. Tutti i brani, come il titolo dellalbum suggerisce, sono arrangiamenti per formazione corale
di melodie folkloristiche provenienti da ogni parte del mondo.
Il risultato sonoro di questalbum molto eterogeneo sia perch le melodie scelte, provenienti da diverse parti
del globo, hanno caratteristiche intrinseche nettamente differenti le une dalle altre, sia perch gli arrangiatori
sono quattro. Questo significa quattro teste, quattro modi distinti di approcciarsi allarrangiamento, quattro
musicisti di generazioni successive con coinvolgimenti e ruoli specifici allinterno dei Swingle Singers. Ognuno di
loro, inoltre, ha dovuto dare a ogni singolo brano un carattere sonoro ben distinto e particolare per non sradicare
la melodia dalla sua terra, e permettere cos allascoltatore di viaggiare virtualmente in parti diverse del mondo a
ogni traccia del cd.
Tra questi, chi riusc in modo impeccabile a rendere particolarmente significativo ogni singolo brano, fu Jonathan
Rathbone, allepoca giovane cantante e compositore del gruppo, che arrangi ben otto dei venti brani presenti
nella compilation.
Vem kan segla uno di questi.
Si tratta di unantica e famosa melodia popolare svedese il cui testo con traduzione a fronte :
Otto versi dei quali i primi quattro sono forme di domanda retorica e i quattro successivi sono la risposta alle
domande precedenti. Il testo descrive un ritmo di vita scandito quotidianamente dalla presenza del mare che
influenza lesistenza degli abitanti del luogo. Rathbone ripropone costantemente nellarrangiamento elementi che
richiamano questa realt. Egli fa s che il moto incessante delle onde, linfluenza del freddo vento e il remo usato
dal pescatore vengano fisicamente tradotti in musica dal compositore.
Questantica melodia popolare viene ripetuta invariata per due volte: una nei primi quattro versi, laltra nei
successivi. La melodia si sviluppa su una lunghezza di otto battute da 6/8 con unestensione melodica di
unundicesima: uno slancio rapido di due battute e mezzo verso lacuto con un importante salto di quinta
ascendente al suo interno. La discesa pi lenta per ritornare verso la tonica ha allinterno un salto di quinta,
questa volta discendente, come a controbilanciare il salto dellandata.
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di Michele Pozzobon
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essenziale in grado di comunicare la forza oggettiva ed eloquente del suono. Lintenso studio di
quegli anni lo porter a elaborare, agli inizi degli anni Settanta, un suo personalissimo stile che,
come abbiamo gi osservato, chiama tintinnabuli. Il nuovo linguaggio sar alla base di celebri
pagine strumentali (Fur Alina, alcune versioni di Fratres, Tabula rasa) e di suggestivi brani vocali
(Missa sillabica, Summa).
Nel 1980 Prt lascia lUnione Sovietica e si trasferisce con la moglie e i figli prima a Vienna e
poi definitivamente a Berlino. In questi anni il compositore vive un periodo molto creativo. Si
susseguono lavori importanti che vengono accolti con favore e interesse dal pubblico di tutto il
mondo. Brani di ampio respiro come De profundis, Te Deum, Miserere, Stabat Mater, Passio,
sono destinati a lasciare una traccia significativa nella storia della musica della seconda met
del Novecento.
E proprio ladozione dello stile tintinnabuli induce Prt a rivolgere unattenzione nuova e
particolare alla musica vocale. Molto eseguito dai gruppi vocali di tutto il mondo il Magnificat
(1989). Ricche di fascino sono molte altre pagine corali del compositore estone: The Woman
with the Alabaster Box (1997), Kanon pokajanen (ampio lavoro, sempre del 1997, articolato in
otto parti), Nunc dimittis (2001), solo per citarne alcune.
Arvo Prt ancora molto attivo e continua a regalarci opere di grande suggestione, fedele
sempre a un linguaggio estremamente sorvegliato e rigoroso capace, pur nella coerenza a una
scelta stilistica gi fatta, di rinnovarsi continuamente in una ricerca appassionata della verit
fisica e trascendentale del suono.
Prima di accostare Which was the son of, brano vocale che Prt ha scritto nel 2000 e che sar
oggetto di analisi, mi sembra opportuno spendere due parole sullo stile tintinnabuli che, come
abbiamo gi ricordato, il compositore mette a punto nella prima met degli anni Settanta del
Novecento e che, a partire dal 1976, informer i suoi lavori.
Per descrivere la sua nuova personale scrittura il compositore ricorre a un termine che
abitualmente viene utilizzato per indicare il suono delle campane e che divenuto lemblema della
sua estetica musicale: tintinnabulo. La tintinnabolazione confida il compositore ci in cui
posso trovare risposte per la mia vita, per la mia musica, per il mio lavoro. Nelle mie ore pi
oscure, ho la netta sensazione che tutto ci che esiste al di fuori di questa sola cosa non abbia
alcun significato. Ci che complesso e multiforme
mi confonde, e io mi sento costretto a cercare
lunit. Che cosa dunque e come la posso trovare?
Tracce di questa perfezione appaiono in molti modi
e tutto ci che non essenziale viene a cadere. Il
tintinnabolo qualcosa del genere. Mi trovo solo
con il silenzio. Ho scoperto che una singola nota,
quando risuona nella bellezza, sufficiente.
Questunica nota, o una pausa, o un momento di silenzio, questo mi conforta. Io lavoro con pochi
elementi, con una, due voci. I materiali sono molto primitivi: una triade, una tonalit specifica. Le
tre note di una triade sono come campane. Ecco perch parlo di tintinnabolo. 1
Riportando liberamente le parole di Leopold Brauneiss, musicologo che ha studiato
attentamente e definito in modo articolato lo stile tintinnabuli, possiamo dire che le
caratteristiche del linguaggio elaborato da Prt dopo lunghi anni di intensa e sofferta ricerca
possono essere cos riassunte:
riduzione delle tecniche compositive agli elementi tonali fondamentali fatti di scale e di
triadi;
definizione di una nuova frase musicale basata sulla ripartizione delle scale e delle triadi in
due linee distinte: da una parte le voci melodiche fondate su frammenti di scale, dallaltra le
voci tintinnabuli formate esclusivamente dalle note di una triade;
adozione di un nuovo tipo di cadenza che, entro un determinato arco di tempo, conferisce a
ogni singola nota un preciso peso e significato;
elaborazione di un sistema compositivo altamente formalizzato, in cui i percorsi melodici e
armonici sono determinati da una rete di regole strettamente connesse (una sorta di
semplice matematica fondata su singole entit numeriche) che si articolano in una formula
strutturale fondamentale. 2
nova et vetera
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Esempio 1
Esempio 2
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Esempio 3
Esempio 4
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Associazione Regionale
Cori Marchigiani
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per
e cantori
direttori di coro
FANO (pu)
Direttore
Nicole Corti
Repertorio francese e inglese
del 20o Secolo
In collaborazione con
Comune dI Fano
Coro polIFonICo malatestIano
InContro InternazIonale polIFonICo
CItt dI Fano
Con il contributo di
mInIstero del lavoro, della salute e delle polItIChe soCIalI
Iscrizioni entro
il 31 maggio 2011
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Esempio 5
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Note
1. La dichiarazione riportata nelle note al
programma di sala stese da Wolfgang Sandner in
occasione dellesecuzione del Passio Domini nostri
Jesu Christi secundum Johannem di Arvo Prt,
eseguito da The Hilliard Ensemble presso
lAuditorium C. Pollini di Padova il 28 marzo 1988.
2. Cfr. L. Brauneiss, Unintroduzione allo stile
tintinnabuli, in Arvo Prt allo specchio, a cura di E.
Restagno, Il Saggiatore, Milano 2004, pp. 148-49.
3. Il presente lavoro si propone di offrire agli
appassionati e cultori di musica vocale unattenta
lettura stilistica e interpretativa del brano di Prt
senza la pretesa di essere esaustivo.
Unapprofondita analisi tecnico-stilistica della
composizione richiederebbe ben altro impegno e
spazio.
4. evidente il carattere costruito, quasi
artificiale, di questo elenco di nomi: sono 11 serie
di 7 nomi, per un totale di 77 nomi. Il sette
numero sacro dominante: Davide e Abramo
sono ciascuno il 7 nome della loro serie. Ges pu
apparire come il 78 nome, o come linizio della
dodicesima serie, e cio della dodicesima
settimana, lultima della storia del mondo.
(G. Ross, Il vangelo di Luca, Citt nuova, Roma
2006, p. 139). Non mi sembra che il simbolismo
sotteso al passo di Luca trovi una sottolineatura
nella struttura e nella musica del brano di Prt.
5. Nella presente analisi ci si avvale, in alcune
occasioni, del contributo di L. Brauneiss,
Unintroduzione, cit., pp. 193-96.
6. probabile che la scelta della lingua inglese sia
da mettere in relazione con il carattere
programmaticamente sovranazionale del gruppo
vocale formato da dieci giovani cantori per ogni
singola nazione (et compresa fra i 18 e i 23 anni),
provenienti da dieci stati europei.
7. L. Brauneiss, Unintroduzione allo stile
tintinnabuli, cit., p.194.
8. Ges quando cominci il suo ministero aveva
circa trentanni ed era figlio, come si credeva, di
Giuseppe (Lc, 3, 23).
9. Il carattere antifonale del passo e le pregne
sonorit accordali che seguono lenunciazione
melodica dei bassi, infondono allampio episodio il
carattere di un canto gospel ante litteram.
10. Una siffatta organizzazione degli accenti
imprimerebbe al passo un interessante e leggero
andamento di danza.
11. Il vangelo di Matteo si apre con unaltra celebre
genealogia di Ges (1, 1-16). Essa ha inizio proprio
da Abramo, in un percorso inverso rispetto a quella
di Luca, che porter a Giuseppe e Maria e alla
nascita di Ges Cristo.
12. P. Hillier, Osservazioni sulla prassi esecutiva
della musica corale di Arvo Prt, in Arvo Prt allo
specchio, cit., p. 225. Il contributo di Hillier offre
altre utili indicazioni sul modo di eseguire le
composizioni vocali di Prt.
13. Ivi, p. 228.
14. E. Mineur Saette, Microcosmo nella cattedrale.
Intervista ad Arvo Prt, in Arvo Prt allo specchio,
cit., p 248.
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tuttaItalia
Italia
concerti
concerti
workshop
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turistiche
mare
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arte
arte
tradizioni
tradizioni
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nova et vetera
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Incontro Tnu Kaljuste in un ristorante di Rimini, ove ceniamo assieme dopo aver trascorso
una lunga e intensa giornata al Conservatorio di Cesena. Qui, dal 17 al 19 febbraio, il
famoso artista estone ha tenuto un masterclass per cantanti e direttori sulla musica corale
di Arvo Prt. In repertorio cerano alcuni dei suoi brani pi amati come il Magnificat, il Da
nobis pacem, il Which was the son of Gli appassionati a questo repertorio hanno risposto
numerosi: il corso ha visto la presenza di 24 partecipanti, provenienti da Italia ma anche da
Francia, Germania e Australia. Un concerto finale e la consegna degli attestati sono stati il
suggello di questa meravigliosa esperienza voluta dalla direzione del Conservatorio di
Cesena e realizzata in collaborazione con lAssociazione Musica Ficta.
C stata una decisione veramente significativa che ti ha portato a essere il musicista che
sei attualmente?
A mio parere stato davvero importante e determinante il fatto di avere dei compositori
intorno: la loro presenza ha suscitato in me un forte interesse verso questo tipo di musica.
Se una persona si dedica allo studio di uno strumento, come il pianoforte o il violino, si
ritrova poi a eseguire una consistente quantit di musica scritta nel passato; se invece vive a
stretto contatto con diversi compositori, si trova come immerso in quello che possiamo definire
autentico linguaggio musicale. Questo per me stato un messaggio estremamente importante.
Mio padre stato direttore di un coro di voci bianche e un insigne didatta: ha scritto una
enorme quantit di libri sullargomento ed stato un sostenitore del metodo Kodly. La mia
prima esperienza musicale avvenuta proprio allinterno del suo coro. Non saprei dire se, a un
certo punto della mia vita, ho deciso che sarei diventato musicista, o se mi sono sentito tale fin
dallinizio. stato un po come quando viaggi per mare: le onde ti portano in una certa
direzione.
La musica di Arvo Prt ha avuto in Italia e
in tutto il mondo una grande popolarit,
molto maggiore rispetto a quella ottenuta
da altri compositori contemporanei. Qual ,
secondo il tuo parere, il motivo di un cos
grande successo?
Talento, punto! Semplicemente talento.
Negli anni Sessanta Prt ha composto brani
utilizzando diversi sistemi compositivi; ha scritto musica per bambini e poi, quasi
improvvisamente, ha ideato uno stile completamente innovativo, i tintinnabuli, che
costituiscono lessenza della sua musica. Parliamo veramente di un grande compositore.
30
Il potere poetico va
di pari passo con la musica.
estoni pi antiche, facendo realmente tesoro della nostra
musica folk. Quando svilupp i primi arrangiamenti di musiche
folk si rese conto che lEstonia era un Paese piccolo; tuttavia
il suo intento era quello di conservare la cultura della
madrepatria, attratto dal fatto che la lingua di derivazione
ugro-finnica rischiava di essere dimenticata da persone che
vivevano in un Paese che apparteneva alla Russia gi da molti
anni. Quando Tormis scrisse i sei Cycles (Livonian Heritage,
Votic Wedding Song, Izhorian Epic, Ingrian Evening, Vepsian
Paths and Karelian Destiny) nessuno sapeva nulla riguardo la
loro origine. Gran parte della popolazione che viveva in
Estonia utilizzava lingue diverse e Tormis pens che lestone
nova et vetera
31
32
canto popolare
33
e lis piorutis
mangin jerbutis che son l.
Il to pinsir, o biele,
cui sa l cal sar!
e le pecore
brucano lerba che sta l.
Il tuo pensiero, o bella,
chiss mai dove sar!
34
Note
1. Il termine cadenza viene utilizzato come
strumento di organizzazione del discorso
musicale. Come la punteggiatura nella lingua
italiana organizza le diverse frasi che
compongono il discorso (pensate al punto, al
punto interrogativo, o quello esclamativo, alle
virgole, ai due punti) cos le cadenze
determinano un effetto conclusivo pi o meno
marcato, oppure generano una sospensione,
unattesa
2. Occorre ricordare che nei corali spesso sono
presenti modi di condurre la melodia e
larmonia che si rifanno ai cosiddetti modi
antichi. Pur non volendo trascurare la portata
del fenomeno, riteniamo necessaria una
semplificazione non essendo questa la sede
per un approfondito studio storico del corale.
3. Le lettere scritte in piccolo dopo il numero
delle battute indicano il tempo in cui avviene il
fenomeno esaminato, per esempio: 5a =
battuta 5, primo quarto; 8c = battuta 8, terzo
quarto.
4. Occorre ricordare che la parte superiore,
per motivi psico-acustici, viene sentita come
pi esposta; da ci consegue che:
a. nella prima posizione (p.m. di 8 a) si d una
condizione di rafforzata chiusura in se stessa
della triade;
b. nella seconda posizione (p.m. di 3a) si d
una condizione di apertura verso lalto con
accresciuta intensit luministica;
c. nella terza posizione (p.m. di 5a) si avverte
una dominanza panoramica, una visione
slargata e aperta che contrasta con quella
chiusa della prima posizione.
M. De Natale, Larmonia classica e le sue
funzioni compositive, Ricordi, Milano 1986.
5. Con lespressione dissonanza non si intende
un fenomeno acustico sgradevole allorecchio,
bens una situazione di instabilit che
necessita di essere risolta. Per esempio la
triade di dominante non sgradevole
allascolto, ma, creando una forte tensione,
deve necessariamente portarsi (cio risolvere)
sulla tonica.
6. La dominante secondaria un accordo di
dominante (V grado della tonalit) riferito a un
grado diverso della tonica. La sua funzione
quella di creare una apparente e brevissima
modulazione, che agendo come elemento di
disturbo, rende ancora pi appagante il
raggiungimento della vera tonica. La cadenza
finale acquista un effetto pi potente, perch
deve compensare le digressioni armoniche
precedenti.
La linea dei tenori sembra condurci gradualmente dalla dominante alla tonica,
creando una tensione che risolve e trova il suo appagamento nellaccordo
conclusivo.
La linea del basso disegna una grande cadenza che estendendosi per tutto il
pezzo determina un principio compositivo che governa la composizione.
certamente difficile, se non impossibile, stabilire quanto coscientemente
abbia operato linventore della melodia; pi facile immaginare che
larmonizzatore (nel caso Gianni Malatesta) abbia in modo conscio o inconscio
attinto alla sua preparazione musicale, alla sua esperienza e alla sua
musicalit nel creare una coerenza mirabile.
Ci sia consentita unultima osservazione sulla armonia. Questultima
canto popolare
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Tu, come molti altri direttori di coro, non hai avuto una
preparazione accademica nellambito della coralit (sei una
pianista), ma a un certo punto della tua carriera ti sei
dedicata al coro. Cos che ti ha indotto a questa passione?
Ebbene s, sono una direttrice di coro senza diploma in
direzione corale! La mia formazione decisiva si compiuta nei
primissimi anni di vita (ma non si ancora fermata).
Mio padre, medico di professione, era anche un pianista e
musicista molto appassionato: mia sorella e io siamo nate con
il respiro della musica e siamo cresciute a musica classica e
jazz.
Ci che stato davvero fondamentale per la nostra crescita
che mio padre, facendoci ascoltare i dischi in vinile, cantava
tutte le parti degli strumenti dorchestra, o quelli solistici, con
il nome delle note, cantava gli accordi in verticale mimando
a volte gli strumenti, altre volte il direttore dorchestra,
impersonava gli andamenti armonici o quelli melodici,
oppure quelli ritmici, a seconda di cosa doveva essere
evidenziato, facendoci vivere la musica come un
discorso, come una storia da narrare.
Salto qualche anno di studi, arrivo al diploma di
pianoforte e divento anche insegnante del metodo
Yamaha, che ha il suo corso pi importante con i
bambini tra i 4 e i 6 anni, giustamente, il momento
dove lorecchio musicale ha il suo apice di sviluppo.
Il metodo prevede classi di bambini che ben presto
suonano in ensemble e cantano in coro, ed ecco
che mi trovo a dirigere cori di 80 bambini. Ma non si pu
essere direttore di coro se non si anche corista: la mia
formazione si arricchisce notevolmente negli anni in cui canto
nelle fila nel coro Polyphonie Studium diretto da Francesco
Lambertini, il maestro da cui apprendo molto del repertorio
corale e della tecnica direttoriale. In effetti posso dire che non
ci sia stato un momento preciso in cui sono diventata una
direttrice di coro: ho cominciato a esserlo a tre anni con i
dischi e nel corso della mia vita lho fatto diventare realt.
Non possiedo il diploma, ma non ho mai smesso di
studiare, approfondire, mettermi in discussione, cercare di
crescere.
Non si pu essere
direttore di coro
se non si anche corista.
portraiT
37
crescere insieme, sviluppando capacit, gusto musicale e sintonia, diventando nel tempo,
ora giovani donne, ottime musiciste e pilastri imprescindibili del gruppo.
La particolarit di questo gruppo la capacit espressiva e comunicativa nellatto
esecutivo, maturata grazie a un costante impegno, caratterizzata da un ritmo di
apprendimento proporzionato allet, vissuto senza fretta di risultati e con una sintonia
di pensiero musicale derivato dalla quantit di anni trascorsi a cantare insieme. Oggi
posso dire che, anche se let quella del coro giovanile, il GVE una formazione
matura, responsabile, appassionata e di grande sprone sia per le formazioni che seguono
a ruota (i Piccoli Cantori e i Giovani Cantori dellAccademia), sia per la formazione mista
che li vede protagonisti insieme a una nutrita squadra maschile (lo JanuaVox).
facile riconoscere in te una certa attenzione verso gli aspetti teatrali dellesecuzione,
anche nel cantare. Quale valore attribuisci a questo elemento?
La musica tutta, ma molto di pi il canto, narra una storia. Per narrarla, lespressione
coinvolge tutto, la voce, gli occhi, il corpo intero. Nel coro il direttore non il protagonista
del racconto, ma solo colui che ne dipinge il quadro, lasciando al coro totalmente la
narrazione.
Anche la staticit di un brano sacro rinascimentale
non va confusa con una staticit fisica o con uno
sguardo spento o distaccato dellesecutore. Inoltre,
perch rimanere nella solita posizione a sezioni?
Allepoca di queste composizioni, non esisteva.
Dal punto di vista tecnico, poi, ne guadagna il
volume delle voci e la responsabilit di ciascun
corista che, in questo modo, diventa solista fra
solisti. Nel repertorio sette-ottocentesco,
ovviamente, naturale mantenere lo schieramento
ufficiale, perch in questo modo veniva pensata lesecuzione. Infine una piccola
riflessione sui programmi dei concerti: non una lista di pezzi, magari belli di per s ma
scollegati, oppure messi in ordine cronologico. Per me importante che ogni brano sia
collegato al successivo da un filo rosso che renda lintero concerto comprensibile e
fruibile come un unico grande pensiero, ununica linea di fraseggio che inizia con la
prima nota e scende sullultima, portando variet di dinamiche espressive esattamente
come ogni singolo brano.
Nessuno pi di un giovane
ha la mente aperta, elastica,
predisposta alle novit.
Roberta Paraninfo____
Diplomata in pianoforte nel 1987 si dedicata soprattutto alla musica da camera e alla
collaborazione con strumentisti e cantanti. Da numerosi anni cura personalmente progetti
di educazione musicale e sviluppo della coralit per le classi delle scuole primarie e
progetti di formazione per insegnanti. Ha diretto e fondato, a partire dal 1994, diverse
formazioni corali.
Attualmente dirige il coro di bambini Les Petits, il coro di voci bianche I piccoli cantori
dellAccademia, il coro giovanile femminile Genova Vocal Ensemble, il coro giovanile misto
Janua Vox, il coro femminile Good News! Ha ricevuto tre volte il premio come miglior
direttore: nel 2005 al Concorso corale nazionale di Vittorio Veneto, nel 2006 al Concorso
polifonico internazionale di Arezzo, nel 2007 al Concorso internazionale per gruppi vocali
solistici di Vittorio Veneto. fondatrice dellAccademia Vocale di Genova.
38
provare
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Concorsi corali:
quali repertori e quali bandi
di Mauro Marchetti
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Cantare giovane!
di Michela Francescutto
Feniarco, con il sostegno del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, organizza per questanno
a Torino il festival Cantare giovane! che prevede la partecipazione di otto cori di voci bianche e
giovanili di alto livello provenienti da diverse regioni dItalia. I ragazzi saranno impegnati per cinque
giorni, dal 29 giugno al 3 luglio, in numerose proposte concertistiche su alcuni dei pi prestigiosi
palcoscenici della citt di Torino e del Piemonte. Oltre ai concerti sono previsti dei momenti di
approfondimento con direttori di fama internazionale e con i maestri degli altri cori partecipanti. I
cori protagonisti di questo evento saranno: Coro giovanile Dauno U. Giordano di Foggia diretto da
Luciano Fiore, Coro Diapason di Roma diretto da Fabio De Angelis, Coro giovanile Il Calicanto di
Salerno con Silvana Noschese, Coro
da camera del Conservatorio di
Torino diretto da Dario Tabbia,
VociInNote di Torino con Dario
Piumatti, Piccolo Coro Artema di
Torviscosa (Ud) sotto la direzione di
Denis Monte, Coro giovanile I
Minipolifonici di Trento diretto da Stefano Chicco e Coro Artemusica di Valperga (To) diretto da
Debora Bria. Queste realt corali, conosciute in tutto il territorio nazionale, offriranno inoltre il loro
contributo alle celebrazioni per il 150 anniversario dellUnit dItalia, inserendosi a pieno titolo tra i
numerosi eventi organizzati dal Comitato Italia 150 a Torino. I cori partecipanti, infatti, proporranno
la prima esecuzione di un brano commissionato a Alessandro Cadario, giovane compositore italiano
gi noto nel panorama internazionale, con tema proprio la costituzione dello Stato italiano e la sua
peculiarit linguistica che trova riscontro nella numerosit dei dialetti e delle lingue regionali. Si
tratta quindi di unesperienza intensa e di forte valenza qualitativa, che permetter ai ragazzi di
venire a contatto con differenti culture corali e che arricchir la citt di eventi stimolanti e di giovani
dalle voci vivaci. La serata iniziale si terr nel Tempio Valdese di Torino, dove gli otto cori si
esibiranno in un concerto di apertura che permetter loro di presentare le proprie tradizioni
musicali. Venerd 1 luglio sar la regione Piemonte, in quattro sue localit, a fare da scenario ai
concerti sul territorio, che avranno per protagonisti due cori uniti da una giornata di studio e
divertimento e che proporranno un repertorio in parte condiviso. Sabato 2 luglio, serata finale del
Unesperienza intensa
e di forte valenza qualitativa.
cantare
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CD
CD
CHORALITER
Feniarco, attraverso la sua rivista CHORALITER, intende celebrare il 150 anniversario dellUnit dItalia dedicando ad esso un cd monografico o antologico da
allegare al n. 36 (settembre-dicembre 2011).
Al presente bando potranno partecipare
tutti i cori italiani.
Le registrazioni, edite o inedite, dovranno essere state realizzate, alla data di scadenza del bando, da non pi di 5 anni e dovranno contenere uno o pi brani, tutti legati ai momenti fondativi dellItalia Unita
e della sua identit (Risorgimento, Grande
Guerra, Resistenza). I brani potranno essere realizzati con qualsiasi tipo di organico (a cappella misto, voci pari maschili
o femminili, voci bianche , con accompagnamento strumentale e interventi di voci soliste), purch il ruolo del coro sia preponderante.
Le registrazioni dovranno essere di qualit
sul piano dellesecuzione, della registrazione e del repertorio proposto.
Le registrazioni andranno inviate a Feniarco entro il 31 agosto 2011. Una commissione dascolto costituita dal direttore della rivista e da due componenti della commissione artistica nazionale valuter le registrazioni pervenute, formulando una graduatoria in base ai predetti criteri.
La commissione dascolto potr selezionare,
per la pubblicazione, anche singole tracce,
che confluiranno in un cd collettivo.
I costi di realizzazione delle registrazioni sono a carico dei cori. I cori interpreti del cd
selezionato forniranno inoltre una liberatoria che autorizzi Feniarco alla pubblicazione
e diffusione, rinunciando ad avanzare diritti.
A ciascun coro interprete del cd pubblicato
saranno riservate 100 copie omaggio del cd.
Bando di partecipazione
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46
CMT
Choral
Management
Today
Gestione e organizzazione
delleassociazioni corali
maggio / giugno 2011
info su
www.feniarco.it
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iniziativa realizzata
con il contributo del
48
La realt dellutopia
ASSOCIAZIONE
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Cronache
dal futuro
cronac
dal
Edizione Estate 2022
di Carlo Pavese
ASSOCIAZIONE
che
51
52
Alcuni anni fa, tre per la precisione, chiamato a far parte della
giuria di un noto concorso corale internazionale, ebbi modo di
ascoltare il Sofia Vocalensemble. Il coro svedese mi colp
subito oltre che per le indiscutibili doti vocali e interpretative,
per il coinvolgimento emotivo dei cantori e la forte capacit di
trasmettere queste sensazioni al pubblico. In quelloccasione
il coro, diretto da Bengt Olln, si classific al secondo posto,
battuto per un soffio al Gran Premio.
Con piacere ho ritrovato questo coro allXI Concorso Corale
Internazionale di Maribor, pi in forma che mai, determinato e
molto preciso, in grado di incantare con un suono
emozionante, caratterizzato da unottima sezione femminile
dalle forti tinte, evocative della propria terra dorigine. Queste
doti, unite alla severit stilistica e interpretativa e allequilibrio
generale, sono state colte dalla Giuria che ha decretato il
Sofia Vocalensemble vincitore con ampio margine dellXI
Concorso Corale Internazionale di Maribor, giudizio condiviso
dal pubblico presente.
Se questo fosse stato un romanzo giallo, avendo ormai
svelato il finale, avrei terminato il mio compito; riprendo
invece dallinizio per raccontare, in sintesi, la tre giorni corale
di Maribor, svoltasi da poco.
Entrato a far parte dellEuropean Grand Prix for Choral
Singing Association, lXI Concorso Corale di Maribor, citt
della Bassa Stiria Slovena, a pochi chilometri dai nostri
confini nord orientali, si aperto venerd 15 aprile nel ridotto
della Union Hall con linaugurazione di un ritratto bronzeo di
Jacobus Gallus, tributo alle origini slovene del noto
compositore tardorinascimentale. Nella stessa Union Hall,
elegante sala con una platea capace di circa 400 posti,
iniziata subito dopo la competizione con il concerto dei nove
cori ammessi al concorso, concerto che, seppur non
competitivo e dedicato alla musica del proprio paese, ha
permesso ai cori di mettere subito in campo le proprie
capacit vocali e comunicative. In quella che un tempo si
sarebbe definita serata dedicata alla musica popolare (ma che
le moderne elaborazioni corali spesso poco conservano di
veramente popolare) stato possibile apprezzare i cori, alcuni
nel proprio costume tipico, i quali hanno proposto i brani o
semplicemente le atmosfere del paese di provenienza. Tra
tutti mi sento di segnalare il coro sloveno Komorni zbor
Megaron diretto da Damijan Mocnik che ha proposto, in modo
intelligente e garbato, un apprezzabile spaccato di tradizione,
aperto e chiuso dal noto canto Pa se slis, dove i giovani
coristi, in abiti tipici, hanno saputo arricchire il canto con una
giusta dose di movimento scenico.
Prima dicevo che i cori ammessi a questa edizione sono stati
nove e purtroppo lItalia non stata rappresentata da alcun
coro. Devo altres segnalare che una buona parte dei cori in
CRONACA
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A.R.C.C. Campania
www.feniarco.it
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2011
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U.S.C.I. Lombardia
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A.R.CO.M. Marche
A.CO.M. Molise
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discografia&SCAFFALE
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RUBRICHE
conquista di un patrimonio culturale nostro, finalmente in controtendenza alla scarsa autostima culturale che in Italia governanti e governati hanno verso se stessi e il proprio paese.
Sandro Bergamo
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rafia&
58
discogr
RUBRICHE
Gastone Zotto
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Steven Mithen
Legger cantando
Non un testo nuovissimo, quello che presentiamo oggi: pubblicato negli Stati Uniti nel 2005 stato tradotto ed uscito in
Italia nel 2009. Daltronde, ci sono libri che chiedono di essere
letti con attenzione, e bisogna aspettare che venga il momento
per dedicarvisi. Il canto degli antenati di Steven Mithen uno
di quelli. Mithen non un musicista: un archeologo che ha
indagato soprattutto nella preistoria, andando alla ricerca delle
abitudini dei nostri progenitori, oltre lhomo sapiens, fino a risalire a Neanderthal e oltre.
I risultati della sua indagine prospettano uno scenario inedito
sullo sviluppo delle capacit musicali e sul loro rapporto con le
facolt del linguaggio. Due aspetti ritenuti, a torto, secondo
Mithen, in stretta relazione, con la musica ritenuta derivazione
e sviluppo della parola. Analizzando una serie di casi clinici,
lautore intende dimostrare come le due facolt siano autonome.
Nella prima parte dellopera vengono infatti presentati una serie
i casi in cui la perdita del linguaggio a seguito di lesioni cerebrali
non ha compromesso le capacit musicali, fino al caso estremo
del compositore impossibilitato a insegnare per perdita quasi
totale della parola che proprio in quel periodo della sua vita
scrive i suoi capolavori. Viceversa, diversi sono gli esempi di
amusia interessanti tanto amatori quanto professionisti che, pur
vedendo compromesse le facolt musicali, non hanno alcun
riflesso su quelle del linguaggio. Le due facolt, musica e linguaggio, sono infatti governate da due diverse parti del cervello,
collocate in due distinti emisferi.
Nella seconda parte lanalisi si sposta sui reperti antropici e
le conclusioni di Mithen stravolgono quanto credevamo di
sapere: lo sviluppo della parola recente (non prima di 50
mila anni fa) e limitato allhomo sapiens, mentre la musica
pi antica. Lo studio si concentra sulluomo di Neanderthal.
Le dimensioni del cervello, insufficienti a contenere tutta la
massa impegnata a gestire la parola, le caratteristiche di altre
parti del cranio, che impedirebbero, per esempio, un sufficiente afflusso di sangue alla lingua e fanno pensare a un organo
molto meno versatile del nostro, inducono lautore a negare
a questo progenitore la parola: al contrario, altre caratteristiche e lo sviluppo di aree del cervello destinate alla musica ne
indicherebbero il pieno possesso delle facolt musicali. Luomo di Neanderthal poteva comunicare attraverso suoni intonati: dotato di orecchio assoluto e capace cos di distinguere
le diverse altezze, era in grado di trasmettere segnali significativi ai suoi simili. Non si trattava di un linguaggio articolato,
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sono condivisi anche dai siti
delle associazioni regionali e provinciali
che aderiscono al progetto web
62
letterE al direttore
Egregio Direttore, () nel n. 33 settembre-dicembre 2010 trovo una lunga dissertazione del maestro Pier Paolo Scattolin dal titolo Un secolo di canto popolare.
()
Nel saggio di Scattolin vengono citati i musicisti che hanno contribuito a impreziosire con le loro elaborazioni il repertorio dei cori, nel testo vengono segnalati
molti complessi corali a partire dallo storico coro della SAT.
Dopo attenta rilettura dello scritto del maestro Scattolin noto una singolare dimenticanza. Il Maestro si scordato di menzionare il Coro ANA di Milano. ()
Certamente citare tutti i complessi corali italiani, che secondo le ultime statistiche
pare siano oltre 5000, sarebbe stato impossibile. Nello scritto molti dei complessi
corali citati sono scomparsi da decenni e, nella maggior parte dei casi, hanno lasciato
pochissime tracce ragguardevoli del loro percorso musicale. Quindi, caro Direttore,
per un pi ampio approfondimento sul percorso musicale del Coro ANA di Milano e
pi avanti mio personale, mi permetto di lasciare qualche informazione che forse
potr essere utile per il maestro Scattolin da tenere in archivio per eventuali altri
saggi. Il Coro ANA di Milano nasce nel settembre del 1949 e viene considerato il
primo coro nato nellambito della Associazione Nazionale Alpini. I cori inseriti nel
saggio nascono tutti, esclusi SOSAT e SAT ben dopo il Coro ANA di Milano. Ovviamente let anagrafica non giustifica alcun merito artistico se esso manca. Il coro in
oltre sessantanni si esibito in Italia, in Europa, in America, in Canada, e ultimamente
in Australia, il maestro Scattolin potr trovare ampie informazioni sul sito del Coro
ANA di Milano. ()
Dal 1954 a oggi la discografia del nostro coro vastissima. () Per circa tre anni
abbiamo tenuto una trasmissione settimanale su TV2 della RAI dedicata ai canti
degli alpini e ai canti popolari presentati da Paolo Limiti.
La mia formazione musicale si quasi interamente esplicata a Milano. Sono entrato
giovanissimo come cantore nella Cappella Musicale del Duomo di Milano, studi
in conservatorio. Con il maestro Bruno Bettinelli il mio percorso stato straordinario, la mia parentela con lui mi ha permesso di avere un contatto personale con
un grande compositore, un didatta eccezionale che mi ha concesso lopportunit
davere un lungo rapporto di studio e di collaborazione fino a poco prima della
sua morte. Sono entrato nel Coro ANA di Milano nel 1955 (avevo ventanni), ho
assunto la direzione del Coro nel 1973.
Ho avuto frequenti contatti con molti musicisti, divenuta poi vera amicizia: con
Luciano Chailly, Angelo Mazza, Mino Bordignon Bruno Zanolini (). Sono stato molti
anni or sono presidente dellUSCI di Milano. Ho tenuto lezioni nelle universit (Statale
di Milano) Istituto Gonzaga di Milano. Nel 2008 il Coro ANA di Milano ha tenuto per
la prima volta un concerto al teatro degli Arcimboldi di Milano con lOrchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano con un concerto dedicato al 90 Anniversario della
Vittoria nella Prima Guerra Mondiale, diretto per loccasione dal maestro Giovanni
Veneri e ripetuto poi lanno successivo nel Duomo di Milano alla presenza di oltre
7000 spettatori in occasione della beatificazione di don Carlo Gnocchi.
Ecco caro Direttore in sintesi il percorso del Coro ANA di Milano e mio personale.
Nel saggio del maestro Scattolin trovo molti nomi di direttori di coro con i quali
ho avuto rapporti di stima, di amicizia e anche di collaborazione: Paolo Bon, Bepi
De Marzi, Angelo Agazzani e molti altri ().
Termino caro Direttore questa mia sostenendo che per una corretta informazione
RUBRICHE
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64
MONDOCORO
a cura di Giorgio Morandi
RUBRICHE
tra laltro) rispetto a ci che sanno fare la maggior parte dei miei
colleghi universitari. Davvero, un coro di scuola superiore oggi
a prima vista legge meglio di noi (lo dice uno studente universitario americano, laureando). Come molti altri hanno sottolineato, Takadimi appropriato per tutte le et, dai bambini piccoli
agli adulti.
Felice lettura a prima vista!
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Solo due pareri fra i tanti: Uno dei miei studenti ha detto Avere
questo libro vale quanto i quattro anni dei miei studi allUniversit. Esso risponde a moltissime mie domande (Judy Roberts,
professore in educazione della voce ed educazione musicale
dellUniversity of Central Arkansas). La pi importante pubblicazione sullinsegnamento delluso della voce negli ultimi
venti anni (il canadese Reid Spencer, attore, cantante, educatore della voce).
Maggiori informazioni e ordini presso www.voicecarenetwork.
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66
RUBRICHE
insegnanti, funzionari del governo, altre sono analfabete o ignoranti; alcune hanno subito abusi, altre sono nate in situazioni
sfortunate Mi sbagliavo aggiunge nel credere che queste
persone volessero cantare solo musica gospel. Loro amano
anche Bach e Beethoven, Chopin e Debussy; sono affascinate
dalla Sagra della Primavera e attirate dalla storia di Pierino e
il Lupo. Abbiamo avuto lezioni su tutto, dal canto gregoriano a
John Cage E mi ero sbagliata anche nel pensare che avrebbero
preferito imparare la musica a orecchio.
Infatti queste donne hanno imparato a leggere la musica e hanno appreso che le note nella pagina in realt significano qualcosa. In classe, una volta, Amanda ha sollecitato una discussione su cosa si pu qualificare come musica. Per valutare le
loro reazioni, ha sbattuto il pugno sul pianoforte e ha chiesto:
Questa musica?. Credeva di conoscere quale sarebbe stata
la loro risposta, ma, di nuovo, si sbagliava. S, musica!
hanno detto. Sembra arrabbiata, ma rappresenta come ci si
sente dentro, e questo va bene. Va bene essere arrabbiati. Questo sicuramente musica! Quando stato chiesto loro di definire la musica, hanno detto che la musica gioia e anima.
Una donna ha chiesto di scrivere anche guarigione sulla scheda. La maggior parte sono donne molto provate, ma tutte sono
forti.
Nei miei sforzi per insegnare a queste donne, sono io che ho
imparato. Sono stata accolta e servita. Insieme abbiamo sperimentato una ospitalit reciproca che molte stanno cercando, e
credo fermamente che la musica pu facilitare questo. Ho avuto
la fortuna di vedere persone unirsi per formare una comunit,
legate dal canto Non siamo certamente lunico coro senza fissa
dimora, conclude Amanda Weber. Esistono molti cori non
convenzionali, come i cori nei carceri, cori nelle case di cura, e
cori composti da cantori con handicap mentale o fisico Io
aspetto con ansia il giorno in cui questi gruppi non saranno pi
classificati cori non convenzionali. Quel giorno, davvero comprenderemo la definizione di musica come guarigione. La
vedremo come potenza al di l di noi stessi: una gioia inspiegabile, una agitazione per il cambiamento, uno strumento di
giustizia sociale, e un modo per costruire una comunit in un
mondo che cos disperatamente ne ha bisogno. Sottoscriviamo? Credo che saremo una grande compagnia!
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1 Concorso internazionale
di composizione corale
La prima edizione del Concorso Internazionale di Composizione
Corale organizzato da IFCM (Federazione Internazionale per la
Musica Corale) in collaborazione con ECA - Europa Cantat e JMI
(Giovent Musicale Internazionale) si concluso con buoni risultati: 65 composizioni provenienti da quattro continenti sono
state sottoposte alla giuria composta dal tedesco Graham Lack
(presidente), dal finlandese Reijo Kekkonen, dallaustraliano
Stephen Leek e dallinglese Jonathan Rathbone. La giuria ha
nominato il vincitore e ha assegnato due menzioni speciali.
Opera vincitrice del primo premio: White, those that stayed still,
del compositore Matthew Van Brink (New York, Stati Uniti). Prima menzione speciale: At that hour, del compositore Tom Norman Harrold (Glasgow, Scotland, Regno Unito). Seconda menzione speciale: Drawing number one, del compositore Michael
Fili (Pittsburgh, Stati Uniti).
Lopera vincitrice sar pubblicata da un editore musicale prestigioso mentre ICB (International Choral Bulletin) presenter
unintervista al compositore vincitore e presenter un estratto
dellopera allo scopo di promuovere il compositore e le sue
opere.
Per maggiori informazioni rivolgersi al direttore artistico del
concorso Andrea Angelini (andrea@angelini.cc).
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Brevissimamente
Poi se interessa ci torniamo su
Il pubblico conta! In qualit di leader che si dedicano alla promozione delle attivit corali, noi tutti direttori, amministratori,
membri del consiglio direttivo, volontari e cantori lavoriamo
senza risparmio di fatica per garantire leccellenza del prodotto
artistico.
Stiliamo programmi, facciamo prove, raccogliamo danaro, vendiamo biglietti, viaggiamo, mettiamo gi sedie e leggii cos da
poter cantare. S, cantare! Ed essere ascoltati!
Senza le stupende persone del nostro pubblico non ci sarebbe
concerto! E allora gli ascoltatori (e non importa solo quanti)
sono essenziali al concerto quanto di esecutori. E non soltanto
perch comprano biglietti o danno contributi finanziari. Essi
respirano nel nostro suono, esalano il loro apprezzamento originando un dialogo che ci sostiene.
E allora il caso di chiederci: Chi sono i nostri ascoltatori? Cosa
vogliono? Come stanno cambiando?
un suggerimento, magari per un prossimo dossier di Choraliter.
E tu
sei pronTO
a cantare?
Stiamo preparando la XVIII edizione del prossimo
Festival Europa Cantat che avr luogo dal 27 luglio
al 5 agosto 2012 per la prima volta in Italia, a Torino.
Il festival ospiter partecipanti provenienti da tutto
il mondo e offrir 40 atelier per cori, gruppi vocali,
singoli cantori di ogni livello, toccando tutti i generi
musicali. Verranno inoltre attivati appositi programmi
per direttori e compositori. Durante il festival, si
potr assistere a oltre 100 concerti e numerosi eventi
musicali e culturali con ospiti di fama internazionale.
Al tramonto tutti i partecipanti e il pubblico di Torino
si riuniranno in piazza per cantare insieme nellopen
singing serale. In terra piemontese, le persone
vivranno 10 giorni di sorprendenti esperienze: musica,
arte, cultura, sapori e, ovviamente, incontri e nuove
amicizie! Le iscrizioni al festival apriranno nel mese
di giugno 2011. A breve saranno disponibili maggiori
informazioni sulle modalit di partecipazione e sul
programma artistico della manifestazione sul sito
www.ectorino2012.it.
Vi aspettiamo a Torino!
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ISSN 2035-4851
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