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R S A A per la Giurisdizione d’Italia

Gran Loggia Massonica Generale Italiana


R L Sebetia Ter

I QUADERNI
DELLA
LOGGIA MADRE
Numero uno
Finito di stampare,
per le “EDIZIONI FRATERNE”,
nelle officine di grafica e composizione
dei Figli della Vedova
a spese dei medesimi
nel mese di agosto 2019
www.glmgi.org
2
INDICE
Preambolo 4
A Fulvio Di Trapani 7
Breve profilo profano e massonico di Fulvio Di Trapani 11

La ricostruzione documentale della nascita del Rito Scozzese Antico e Accettato


Premessa 17
Parte prima: il mito 18
Parte seconda: le fonti 22

3
Preambolo1

L’espressione “LOGGIA MADRE” ha, nello scozzesismo, un significato peculiare


che è da ascrivere alla collocazione che è stata riservata a questo particolare tipo di
Officina nell’ambito di Statuti, Costituzioni e Regolamenti propri dell’Ordine
massonico scozzese. A tale aspetto sarà dedicato il giusto spazio in uno dei prossimi
numeri dei “Quaderni della Loggia Madre”.
Per gli scopi di questo preambolo, è sufficiente sapere che la comparsa di questa
dizione si fa risalire al XIV secolo a Kilwinning, piccolo paese dell’Ovest della
Scozia. Una tradizione leggendaria riferisce (anno 1150) di Costruttori (che parlavano
una lingua straniera) che erano impegnati nella costruzione dell’Abbazia e della Torre
ed erano già riuniti in una corporazione di Mestiere che dovette in seguito dare
origine ad un’altra, meglio conosciuta come “Heredom di kilwinning” che ben presto
si diede il titolo di LOGGIA MADRE, con la prerogativa di rilasciare Costituzioni di
altre Società operaie. Peraltro la leggenda ed i suoi sostenitori raccontano che al titolo
di Loggia Madre il Re di Scozia Robert Bruce I aggiunse quello di “GRAN LOGGIA
REALE DI HEREDOM” in virtù dell’alta protezione dispensata proprio dalla Corona
Scozzese.
L’antico privilegio di rilasciare costituzioni viene in seguito conservato ed esteso (ad
esempio nelle Costituzioni dette di Napoli del 1820/21) a quello di Direzione (e
presumibilmente costituzione) dei Capitoli provinciali appartenenti alla Grande
Loggia Madre Provinciale (Logge dal IV al XVIII grado).
Nei decenni successivi e con l’evolvere di Costituzioni e Regolamenti il ruolo delle
Logge Madri si è impoverito degli aspetti strutturali ed organizzativi, per assumere
quello di guida, negli Orienti nei quali è presente, rispetto allo Studio e/o Istruzione.

1
Il preambolo è comune a tutte le pubblicazioni dei Quaderni della Loggia Madre ed è stato redatto dal MVFulvio
Di Trapani in occasione della pubblicazione del numero zero nel mese di dicembre 2016

4
La Loggia Madre “Sebetia ter” all’Oriente di Napoli riprende e rinnova queste
antiche tradizioni. Studio ed Istruzione affiancano, infatti, in maniera complementare,
le finalità istituzionali di ogni Loggia scolpite invalicabilmente nelle Costituzioni,
Regolamenti e Rituali della Gran Loggia Massonica Generale Italiana.
La crescita massonica di ciascun Fratello deve essere intesa e vissuta in maniera
assolutamente personale. Che non vuol dire egoistica. Ogni Maestro, se allevato in
maniera coerente con le antiche regole, sa che il patrimonio di conoscenze che egli
acquisisce deve essere messo a disposizione dei Compagni d’Arte e degli
Apprendisti. Naturalmente con le metodologie, le forme e nei tempi dovuti.
E’ in questo contesto che è maturato nei Fratelli della Sebetia Ter, il desiderio di dare
vita ad una pubblicazione periodica, ad esclusivo uso interno, nella quale loro, e non
solo loro, possono esporre approfondimenti e riflessioni su temi di interesse
massonico quali Storia del RSAA, cultura iniziatica, studio di Sistemi rituali ed
architetture organizzative della Massoneria italiana e mondiale. Un particolare filone
di ricerca è dedicato, come già anticipato, proprio alla storia della Loggia Madre
Sebetia Ter idealmente erede della antica Gran Loggia Madre Provinciale “La
Sebezia”.

I “Quaderni della Loggia Madre” hanno dunque l’obiettivo di rafforzare nei Fratelli
la conoscenza del RSAA che, nel panorama vastissimo delle Istituzioni che possono a
giusta ragione definirsi Massoniche, è assolutamente UNICO.
Questa Unicità del RSAA è retta da due Pilastri:
 IDENTITA’
 SPECIFICITA’.
Entrambi reggono la trabeazione costituita dalle
 CARTE FONDANTI

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Tutti questi elementi architettonici, poi, reggono il Timpano, rigorosamente
triangolare, che costituisce la Piramide Scozzese.

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A Fulvio Di Trapani

Questo secondo numero dei Quaderni della Loggia Madre purtroppo esordisce con un
nuovo sentito commiato, questa volta rivolto a Fulvio, dopo quello che lui ha
dedicato al nostro Decano Pot∴ Domenico Manno nella prima uscita dei Quaderni.
Ancora una volta la nostra Istituzione è stata messa a dura prova, è stata colpita alla
testa ed al cuore, perdendo uno dei suoi uomini migliori, massone di razza dotato di
lungimiranza invidiabile.
Non possiamo che raccogliere i Suoi insegnamenti, uniti a quelli dei Potentissimi
Fratelli della nostra Istituzione che, prima di lui, hanno lasciato la vita terrena per
guidarci dall’Oriente Eterno. Tutti uomini liberi di altissimo e finissimo rango.
Fulvio aveva delle qualità specifiche che lo rendevano unico ed insostituibile. Quanto
ci mancherà il Suo sorriso sornione che illuminava di speranza ed ottimismo anche i
momenti più cupi o gli inevitabili frangenti di stallo della nostra Istituzione. La tenera
ed amorevole ironia con la quale riportava i Fratelli sulla strada maestra, correggendo
i loro eccessi di entusiasmo ovvero le involontarie distrazioni dagli scopi comuni,
senza mai perseguire l'uomo bensì esclusivamente il comportamento e l'errore in sé.
Lo straordinario carisma di cui era dotato, peculiarità dell'Uomo oggettivamente al di
sopra della media, generosamente irradiava la nostra Famiglia al servizio degli
obiettivi collettivi. Attraverso la mai doma perseveranza di trarre il massimo da ogni
Fratello unita all'ineguagliabile capacità di amministrare con infinita saggezza ed
eccezionale lungimiranza il governo della cosa massonica, riusciva ad intravedere
con largo anticipo e fissare saldamente i migliori orizzonti comuni, quelli che ci
hanno consentito di costruire ponti invece di muri.
Grazie proprio al Suo incommensurabile amore per la Massoneria ed il genio
prognostico al servizio della Sua Famiglia di elezione, siamo stati orgogliosamente
fautori e pionieri di un percorso solo apparentemente singolare in Italia, ma che in
virtù del metodo rigoroso, della finalità tipicamente Scozzese di "riunire ciò che è
sparso" sulla base di indelebili Valori condivisi, dell'entusiasmante, auspicabile e

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grandioso obiettivo ultimo, si è manifestato non solo una strategia brillante e
fruttifera, ma anche una scelta lodata ed ammirata in campo internazionale tanto da
diventare un fulgido esempio da imitare per le Potenze estere che hanno a cuore i
medesimi ideali ed analoghi scopi.
Attraverso la costituzione della Dieta Massonica Scozzese d’Italia, che la nostra
Istituzione ha avviato nel 2016 congiuntamente ad altre due Comunioni Massoniche
di Rito Scozzese Antico e Accettato, ci si è solennemente impegnati, durante la
cerimonia di consacrazione a Parigi, a compiere tutto quanto nei rispettivi poteri per
collaborare e riavvicinarsi nel segno dei Padri Fondatori dell’Istituzione italiana
concretizzatasi anch’essa a Parigi, nell’A∴D∴ 1805 sotto l’Egida del Supremo
Consiglio di Francia.
Tale luminoso percorso ha avuto la propria evoluzione con la trasformazione della
DMSI in Federazione Italiana dei Supremi Consigli di Rito Scozzese Antico ed
Accettato, che nel biennio successivo ha ricevuto la formale investitura e
riconoscimento internazionale, nel settembre del 2018, in occasione della riunione
A.I.M.E. in Paraguay. In virtù della condivisione di Valori e Principi con i nostri
prestigiosi ed amatissimi Fratelli ed Alleati ovvero il Supremo Consiglio dei Sovrani
Grandi Ispettori Generali del 33° ed ultimo Grado del Rito Scozzese Antico ed
Accettato della Libera Muratoria per la Giurisdizione Massonica d’Italia ed il
Supremo Consiglio dei Sovrani Grandi Ispettori Generali del 33° ed ultimo grado
della Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato del G∴O∴I∴R∴S∴A∴A∴-
Giurisdizione Massonica d’Italia, possiamo orgogliosamente affermare di essere al
lavoro, senza soluzione di continuità, per collaborare, lealmente e senza tregua, al
fine di avvicinare le tre Comunioni di RSAA allo scopo di raggiungere la uniforme,
armoniosa e convinta volontà di ritornare alle iniziali condizioni strutturali di Unicità
della Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato, così come costituita in Italia
nel 1805 A∴D∴
In aggiunta a ciò, per consolidare l'unione con le rispettive basi azzurre delle suddette
Comunioni massoniche, è stata contestualmente costituita l’Alleanza Massonica

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Scozzese Italiana (A∴ M∴ S∴ I∴) nella quale le Obbedienze firmatarie si
riconoscono radicate nella Tradizione della Massoneria ortodossa Scozzese così come
manifestatasi nel mondo nel 1801 ed in Italia nel 1805.
Dobbiamo riunire ciò che è sparso, ciò che la storia dello scozzesismo in Italia
attribuisce, senza dubbio alcuno, ad una determinata eredità che è quella del Pot∴
Fausto Bruni, che noi rivendichiamo e che il Supremo Consiglio di Francia ci ha
sempre riconosciuto, grazie anche all’azione genetica del nostro compianto Decano
Pot∴ Domenico Manno e proseguita con amorevole dedizione e brillante esito dal
nostro amatissimo Sovrano Gran Commendatore Pot∴ Fulvio Di Trapani.
Oggi il Supremo Consiglio di Francia, nonché l'intera Associazione Internazionale
Massonica Scozzese, riconosce la Federazione composta dai tre Supremi Consigli che
diedero vita all'originaria Dieta Massonica Scozzese d’Italia e che procedono con una
intesa perfetta, come l'unico organismo di ortodossia scozzese che operi in piena
legittimità in Italia.
Il dado è tratto! Nulla può tornare più indietro: abbiamo il dovere di portare a termine
il percorso che abbiamo delineato perché ce lo chiede la Massoneria, ce lo chiede la
storia, ce lo chiedono i Padri Fondatori.
Il significato della nostra azione risiede in questo orizzonte.

Fulvio ha dimostrato una visione proiettata al futuro, attraverso un ricorso proattivo


alla Tradizione del passato, ma con i piedi saldamente radicati nel presente. Le idee
di Fulvio oggi camminano sulle nostre gambe e quelle dei nostri Alleati perché anche
noi siamo fortemente convinti della bontà del percorso che porteremo a termine
affrontando e superando qualsiasi difficoltà: lo dobbiamo a noi stessi ma soprattutto
lo dobbiamo alla Massoneria italiana.

Non solo ci ha trasmesso i Suoi infinitamente saggi insegnamenti, ma quando ha


compreso che stava ineluttabilmente giungendo il momento di sospendere i Lavori
allo Zenit della vita mortale, si è amorevolmente premunito di lasciarci sulla strada
9
più giusta e corretta, avendo con un ultimo sforzo voluto indicarci anche il traguardo
migliore, per noi e per l'intera Massoneria italiana, da raggiungere.
Grazie Fulvio.

Il Sovrano Gran Commendatore

Alberto Albanesi 33

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Breve profilo profano e massonico di Fulvio Di Trapani
Fulvio Di Trapani è nato il 19 ottobre del 1951, si è sposato ed ha avuto due figli.
Si è laureato in Scienze dell’Informazione. Ha svolto tutta la sua professione di
informatico nella Sanità; prima all’Ospedale Cardarelli di Napoli del cui Centro
Elaborazione Dati è divenuto Dirigente, poi ha diretto i Sistemi informativi
dell’Azienda Sanitaria Locale “NAPOLI 1”, quelli dell’Agenzia Regionale Sanitaria
della Campania; è andato in pensione il 1° gennaio del 2013.
Nell’Ordine è stato iniziato nel 1989 nella Gran Loggia Generale d’Italia nella R∴L∴
“Sebetia Ter” all’Oriente di Napoli della quale è stato Segretario fino al 1991; è stato
fondatore e M∴V∴ della R∴ L∴ ”Emmanuele De Deo” fino al 1994.
Nel 1995 è stato fondatore della R∴L∴ ”I Fratelli Vitagliano” nella quale è stato
attivo e quotato fino al 2001, anno nel quale è entrato nel Piedilista della R∴L∴
”Pitagora”.
Nel 2017 è diventato M∴ V∴ della R∴L∴ Sebetia ter, la Loggia di Ricerca della Gran
Loggia Massonica Generale Italiana.
Ha seguito tutto il percorso delle Logge napoletane che, guidate dal Decano degli
Scozzesi italiani Pot∴ Fr∴ Domenico Manno, hanno raccolto e perpetrato il già
pluricentenario impegno della Massoneria scozzese napoletana nell’affermazione e
nella successiva conservazione e difesa dei valori tradizionali ed ortodossi dello
Scozzesismo.
Il cammino si è sviluppato dapprima nella “Gran Loggia Generale d’Italia”, base
azzurra del S∴ C∴ di R∴ S∴ A∴ A∴ di Fausto Bruni che confluì, successivamente nel
1992, nella “Gran Loggia Regolare d’Italia” di osservanza Inglese.
Meno di due anni dopo è stato fondatore della “Gran Loggia Massonica Italiana” che
andava a ricostituire la base azzurra del Rito di Fausto Bruni, andata dispersa nella
negativa esperienza della GLRI.
E’ stato, nel 1998, rifondatore della “Gran Loggia d’Italia della Massoneria
Universale” del G∴ M∴ Piero Angelo Mininnj, indispensabile passaggio nell’opera

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di conservazione della tradizione scozzese messa in serio pericolo da derive di
irregolarità del G∴M∴ della GLMI e dello stesso Sovrano Fausto Bruni.
La GLIMU è stata la prima base azzurra del R∴ S∴ A∴ A∴ di Domenico Manno.
Infine è stato, nel 2003, fondatore della “Gran Loggia Massonica Generale Italiana”
attuale e serena base azzurra del R∴ S∴ A∴ A∴ di Domenico Manno.
E’ stato più volte Gran Dignitario e Gran Maestro Aggiunto.
Nel Rito è stato chiamato nel 4° Grado nel 1990 nel R∴ S∴ A∴ A∴ di Fausto Bruni.
Attraverso i successivi aumenti di luce è stato insignito del 33° ed ultimo grado sotto
la spada del Sov∴ Fausto Bruni nel 1997 e chiamato nel Supremo Consiglio.
Poco dopo ha abbandonato il S∴ C∴ di Fausto Bruni insieme al Pot∴ Fratello Manno
ed altri Fratelli e nel 1998 è stato fra i fondatori del “Supremo Consiglio dei Sovrani
Grandi Ispettori Generali del 33° ed ultimo grado di R∴S∴A∴A∴ per la
Giurisdizione Massonica d’Italia”, di cui è stato Gran Segretario Cancelliere, Gran
Ministro di Stato e Luogotenente Sovrano Gran Commendatore.
E’ stato Presidente delle Camere di 4 e 9° Grado, Saggissimo della Valle e Presidente
di Camera Capitolare.
Nel 2007 è stato eletto Sovrano Gran Commendatore del RSAA.
Ha guidato la Delegazione del S∴ C∴ d’Italia nei Conventuum dei SS∴ CC∴ di R∴
S∴ A∴ A∴ del Mondo di Libreville nel 2006 e di San Paolo nel 2008.
Ha Organizzato la riunione internazionale di Napoli del 2012 ed è fra i fondatori
dell’AIME (Alliance Internationale Maçonique Ecossaise), nata in quella occasione,
guidando la delegazione italiana nella II riunione dell’AIME a Foz do Iguaçu del
2014.
Ha coadiuvato con la Segreteria permanente del consesso dei Supremi Consigli di
R∴S∴A∴A∴ del Mondo per l’area geografica dell’Europa.
Nel novembre 2016 è stato il cofondatore della Dieta Massonica Scozzese in Italia.
Nel 2016 ha concluso il suo novennio, passando la spada al Pot∴ Fr. Gino Da Prato.
È passato all’O∴ E∴ il 2 maggio 2018.

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Nel X° incontro dei Supremi Consigli di Rito Scozzese Antico e Accettato
appartenenti all’AIME che si è svolto in Paraguay a settembre 2018 gli è stata
intitolata la Commissione di studi per la ricerca storica e per l’archivio della
Massoneria Scozzese presieduta dal Sovrano onorario del Supremo Consiglio di
Francia, Pot∴ Fr∴ Claude Collin.

Fulvio Di Trapani 33∴


Sovrano Gran Commendatore di RSAA dal 2007 al 2016

Con Paul Veisset, Sovrano del S∴C∴ di Francia e Domenico Manno, Sovrano del S∴C∴ d’Italia
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VII Riunione internazionale dei Supremi Consigli di Rito Scozzese Antico e Accettato.
Ottobre 2012, Napoli. Nascita dell'AIME.

VII Riunione internazionale dei Supremi Consigli di Rito Scozzese Antico e Accettato..
Ottobre 2012, Napoli. Intervento del SGC del S∴C∴ di Francia

14
Con Claude Collin, Sovrano del S∴C∴ di Francia. Marzo 2018, Roma

Con Claude Collin (Sovrano del S∴C∴ di Francia), Jacques Mathieu (Sovrano del S∴C∴ del Belgio), Hubert
Greven (ex Sovrano del S∴C∴ di Francia), Vincenzo Frajia (Gran Maestro della GLMGI). Marzo 2018, Roma.

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Le prime agapi all'inizio degli anni 90

Le agapi bianche con i Fratelli che hanno condiviso un intero percorso massonico.
Gennaio 2009, Reggio Calabria

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La ricostruzione documentale della nascita
del Rito Scozzese Antico e Accettato

PREMESSA

Ricostruire la genesi ed il consolidamento del Rito Scozzese Antico Accettato


basandosi sulle fonti certe è la naturale prosecuzione del magistrale lavoro compiuto
dal Pot∴ Fulvio Di Trapani nel numero zero dei Quaderni della Loggia Madre, nel
quale si è occupato in maniera oltremodo esaustiva, di illustrare le origini della
Massoneria, lasciando ad opere successive l’impegno di approfondire la storia dello
scozzesismo.

Questa seconda parte che ho avuto l’onore di studiare, analizzare, esaminare ed


interpretare, ha avuto come protagonista, purtroppo solo nella prima fase, ancora una
volta il caro Fulvio che mi ha aiutato, consigliato ed indirizzato, non senza fraterni
confronti accesi e passionali, verso una cernita di testi e di autori particolarmente
affidabili dal punto di vista della Ricerca, propriamente detta, ossia del metodo
rigoroso e severo di selezione delle fonti.
Il passaggio all’Or∴ E∴ del Pot∴ Fulvio Di Trapani mi ha obbligato a condurre
autonomamente le Ricerche ed a riorganizzare, sulla base dei documenti condivisi, un
lavoro compilativo di ricostruzione storica delle vicende che hanno investito il Rito
Scozzese.
L’obiettivo di questo lavoro non era realizzare una “magna carta” ma stimolare
qualche fratello, lungo il percorso, a meglio interpretare la storia dello scozzesismo.

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Parte prima: IL MITO

Entrare nel merito della genesi del RSAA non è stato mai agevole anche se la
letteratura di riferimento è corposa ed apparentemente lineare e fluida: ció che oggi
consideriamo certezze, domani potrebbero essere vaghe convinzioni. Il Massone che
nutre il dubbio e si nutre di esso, deve essere pronto a cogliere nuove e continue
sfumature della Ricerca, purché siano scientificamente documentate.
Il mio invito è di non prendere per assolute ed incondizionate le conclusioni di questa
analisi perché esse sono frutto di tendenze di Ricerca personali, come ogni
appassionato studioso deve necessariamente vantare anche se offrono uno spaccato di
studio realizzato con metodo certosino e scientifico.
Ma quelle certezze che oggi abbiamo devono essere patrimonio della conoscenza di
ogni Massone scozzese che si riconosce nell’ortodossia dei lavori, del mito e dei
documenti costitutivi.

Questa prima parte che viene definita “il mito” ha l’ambizioso desiderio di
ripercorrere la genesi “ordinaria”, quella più conosciuta, consolidata e diffusa del
Rito Scozzese Antico Accettato, ma non per questo minoritaria; vuole essere inoltre
un concreto strumento di conoscenza per i fratelli che percorrono la piramide
scozzese pur non approfondendo, volutamente, i singoli gradi (che devono rimanere
prerogativa di studio di ogni singolo fratello) e cercando di utilizzare terminologie e
fonti di facile lettura ed interpretazione.
A questa prima parte, come detto, seguirà un’altra con una tesi più avanguardista,
rinnovata e particolarmente profonda.
Sarà compito nostro e della nostra sensibilità individuare una autonoma chiave di
lettura sulla base dei documenti consultati.

Il Rito Scozzese Antico Accettato è il rito, tra quelli che seguono la massoneria
simbolica, più diffuso, più articolato e completo, tra quelli praticati al mondo.

18
In questa sede non è utile affrontare il contraddittorio dilemma se la Massoneria
speculativa nata come sappiamo nel XVIII secolo, sia l’evoluzione di quella
operativa nata con le confraternite di mestiere, o più semplicemente, se la Massoneria
moderna abbia raccolto dalle gilde solo l’organizzazione, la struttura e la forma.
Non è neanche utile, per i motivi detti, passare in rassegna i manoscritti delle
associazioni di mestiere anche se essi rappresentano in qualche modo una sorta di
primitivo rituale, simile a quello che utilizziamo nei nostri lavori architettonici.
Pur non volendo parlare delle Corporazioni di mestiere, su una cosa è utile
soffermarsi: secondo alcuni documenti il Rito scozzese trova la sua genesi nella
confraternita di mestiere che ha realizzato l’abbazia di Kilwinning in Scozia,
corporazione che prese il nome di “Heredom di Kilwinning” e risale circa al 1150; la
stessa Loggia agli inizi del 1200 si autoproclamò Loggia Madre di Scozia ed è la
prima Loggia conosciuta al mondo: Heredom, come facilmente intuibile, significa
Erede.
Su questo approfondimento sono concordi vari testi della letteratura massonica: il
famoso libro di Porciatti “Simbologia massonica. I gradi scozzesi” (Atanor edizioni);
“la Luce massonica” (Hermes edizioni) che parla del “Rito di Heredom” meglio
conosciuto come “Rito di Perfezione” strutturato in 25 gradi e che trae le proprie
origini dalla Loggia di Kilwinning in Scozia; ed anche “la charte fondamentali della
universale massoneria di rito scozzese antico e accettato” (Atanor edizioni), che
raccoglie la traduzione fedele dei documenti fondativi del Rito Scozzese Antico
Accettato e parla del Rito di Heredom e del Rito di Kilwinning (oltre a molti altri)
come ossatura del Rito così come lo conosciamo noi oggi.
Alcuni studiosi ci parlano inoltre di un cosiddetto “Rito Primitivo” di origine incerta
ma ricollegabile al Rito di Heredom e del cosiddetto “Capitolo di Clermont”, nato in
Francia intorno al 1740 dai Rosa+Croce di Heredom francesi, costituito dapprima in
7 gradi e successivamente, intorno al 1754, in 22 gradi oltre i 3 della Massoneria
simbolica, comprendendo anche il Consiglio dei Cavalieri d’Oriente e d’Occidente

19
(tipicamente Templare): tutto ciò nel 1762 è confluito all'interno del Rito di
Perfezione di Heredom.
Di fonte più solida è il Rito di Ramsay, del quale tutte le fonti parlano e che
collocano in periodi simili ma non identici.
Il rito di Ramsay, secondo alcuni studiosi, vede la nascita intorno al 1728 con la
denominazione di “Rito dei Cavalieri Templari di Ramsay” che prevedeva 3 gradi
templari oltre i gradi simbolici. A sostegno del Rito è stato il mitico “discorso di
Ramsay” che nelle vesti di Grande Oratore della Gran Loggia di Francia, avrebbe
dovuto leggere egli stesso il 24 marzo del 1737; le fonti non ci aiutano a sapere se il
discorso è stato mai letto e se lo stesso Ramsay fu presente a quella Tornata. Quel
discorso rappresenta, secondo gli studiosi delle fonti, un elemento estremamente
importante per “...un risveglio filosofico ed un richiamo all’unità massonica...un
catalizzatore del processo evolutivo del Rito Scozzese...” e perché contiene le basi per
la costruzione degli alti gradi; riassume infatti a tutto il mondo massonico di allora i
valori di riferimento degli “Antichi” e la prospettiva di continuità data loro dalla
massoneria scozzese. Ramsay sottolineava sia gli aspetti esteriori dello Scozzesismo
(origini cavalleresche e formazione degli alti gradi) sia quelli più nascosti, legati alla
vera essenza della Massoneria ed alla realizzazione della “grande opera”.
Appare evidente dunque, che seppur non identiche, le ricostruzioni storiche fornite
dai maggiori testi offerti dal vasto panorama della letteratura massonica, sono
pressochè simili anche se avvolti da un certo alone di mito che supera l’aspetto della
certezza delle fonti.

Per trovare la medesima linearità documentaria basata sulla certezza delle fonti, in
merito alla struttura del Rito Scozzese Antico Accettato, bisogna iniziare a
considerarlo dal consolidamento del “Rito di Perfezione di Heredom” che poi, non è
altro che la struttura delle Costituzioni del 1762 dette “di Bordeaux”, le prime
Costituzioni certe che fanno parte del cosiddetto corpus juris del Rito Scozzese.
Il 21 settembre 1762 nacquero le prime Costituzioni da una commissione composta
da 9 commissari nominati dal Gran Consiglio dei Sovrani Principi del Real Segreto.
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Le costituzioni del 1762 che governavano il Rito di Perfezione erano organizzate in
25 gradi distribuiti in 7 classi (compresi i gradi simbolici) con il vertice rappresentato
dal grado denominato “Sublime Principe del Real Segreto” che governava i gradi
inferiori.
Il Rito di Perfezione trovò subito eco mondiale grazie a Stefano Morin che ebbe
l’incarico di diffondere in America l’alta Massoneria scozzese.
Pochi anni dopo, il primo maggio del 1786, Federico II di Prussia, con lo scopo di
riunire le diverse correnti e mettere ordine ai gradi, stilò le cosiddette “Grandi
Costituzioni”, dette “di Berlino”, che sono quelle sulle quali oggi poggia il Rito
Scozzese Antico Accettato dove “Antico”, secondo l’incipit del documento, sta per il
Rito più antico tra quelli fusi; ed “Accettato”, secondo altre fonti, per le cosiddette
“Logge di Accettazione” scozzesi nate intorno al 1600.
Le costituzioni del 1786 quindi organizzano e compongono il mosaico del Rito
Scozzese Antico Accettato ma soprattutto vedono la nascita del 33° grado, ossia il
grado di “Sovrano Grande Ispettore Generale”, che non ha una profonda base
esoterica ma ricopre il compito strategico di governare la Piramide scozzese: è
dunque un grado esclusivamente di Governo.
Nel 1875, le Costituzioni dette di “Losanna” sono intervenute per modificare qualche
articolo delle grandi Costituzioni, senza intervenire sull’ossatura.

In merito al “mito”, quanto appena detto è il risultato dei miei studi sui testi più
conosciuti oggi in commercio, sui pilastri della letteratura di riferimento consultati
dalla massa di lettori.
A questa prima parte, come detto in precedenza, seguirà un’altra più avanguardista,
libera da preconcetti storici, scevra da tabù preconfezionati, affamata di fonti storiche
certe, e quindi, di sicuro, non meno attendibile della ricostruzione più conosciuta
offerta alla massa di lettori.

21
Parte seconda: LE FONTI

Il core del nostro approfondimento sulle origini del Rito Scozzese Antico Accettato,
nella parte prima di questo contributo, è stato circoscritto ad una ricostruzione quasi
accademica della genesi del Rito che trova un grande vulnus nel reperimento delle
fonti, condizione che trasmette una certa diffidenza nei cultori del metodo, e quindi
nei sostenitori delle ricostruzioni storiche basate sulla certezza delle fonti.

Tralasciando dunque tutto ciò che antecede il XVIII secolo, proprio perché di difficile
interpretazione scientifica, relegando egoisticamente tale periodo al “mito”, in questa
seconda parte cercherò dapprima di approfondire la nascita della tradizione scozzese
partendo dalla base simbolica; successivamente cercherò di analizzare le particolari
dinamiche che hanno contribuito alla definizione di quello che conosciamo ancora
oggi come il corpus juris del Rito Scozzese Antico Accettato ed infine comprendere
il consolidamento dello stesso in ambito internazionale.

LA NASCITA DELLA TRADIZIONE SCOZZESE PARTENDO DALLA BASE SIMBOLICA

Sin dalla nascita del primo Supremo Consiglio del Mondo, quello di Charleston del
1801 (da molti considerato nato nel 1802, perché in effetti proprio in quella data è
diventato operativo e “regolare” con un minimo di 9 membri), è riscontrabile un
approccio particolare nei confronti dei primi tre gradi, infatti, mentre la circolare per
i due emisferi dice chiaramente che “…non esistono interferenze tra i due corpi”
(intesi come i gradi simbolici da un lato ed il sistema dei Grandi Ispettori Generali,
dall’altro); la patente rilasciata al De Grasse – Tilly dal medesimo Supremo Consiglio
conferiva poteri per “…costruire, stabilire ed ispezionare tutte le Logge, Capitoli,
Consigli e Concistori…”.

Nella seconda metà del 1700 in Francia, soprattutto prima della rivoluzione francese,
era radicata una solida tradizione scozzese composta da Logge scozzesi indipendenti

22
in contrapposizione alla struttura del Grande Oriente di Francia, considerato non di
tradizione ortodossa scozzese.
Il Grande Oriente di Francia nel 1776 iniziava a sviluppare accordi con il sistema
scozzese Rettificato e nel 1781 con il sistema filosofico della Loggia Contrat Social
per far formare ritualmente le Logge inquadrate amministrativamente nella propria
struttura, consentendo ai sistemi sopra citati di mantenere la loro autonomia nei gradi
superiori.
Il Grande Oriente di Francia nel 1786 cominciava a costruire un proprio sistema di
gradi superiori, meglio conosciuto come Rito francese e che terminava con il grado
dei Rosa Croce.
La rivoluzione francese inevitabilmente creò scompiglio anche nella Massoneria,
tanto che nei primi anni del 1800, subito dopo il periodo rivoluzionario, proprio
quando le vicissitudini scozzesi internazionali vivevano una fase di grande
metamorfosi storica, anche gli equilibri scozzesi in Francia risentivano di tale
situazione precaria.

Dopo la rivoluzione francese, il Grande Oriente viveva una condizione quasi di


monopolio massonico perché aveva assorbito nel 1799 la Gran Loggia di Francia e
perchè le realtà scozzesi con le quali aveva instaurato accordi non si erano riprese
dallo scossone rivoluzionario. A questo, faceva da contraltare il grido di ortodossia
delle Logge indipendenti e custodi dell’osservanza della tradizione scozzese come La
Parfait Union e la Reunion des Etrangers, alle quali si affiancano quelle scozzesi di
nuova costituzione come Eleves de Minerve (fondata nel 1802), Triple Unitè
Ecossaise (fondata nel 1801), Saint-Alexandre d’Ecosse (erede della prestigiosa
Contrat Social; alla ripresa dei lavori nel 1801, assorbì molti membri della madre
loggia ed accolse in maniera eccezionale il De Grasse – Tilly), Loggia madre
scozzese di Francia (già Loggia madre scozzese di Marsiglia).
Ma, come accennavo prima, il periodo storico era fertile alla grande metamorfosi che
arrivò in Francia intorno al 1804 quando dall’America si concretizzò, con il Supremo
Consiglio di Charleston nato due anni prima, un sistema nuovo, ben organizzato,
23
articolato in 30 gradi (separato dai gradi simbolici) che comprendeva gradi scozzesi
di antica pratica che si rifacevano all’Antica maestranza ed ai gradi scozzesisti di
metà 1700, e governato da un Supremo Consiglio dei Sovrani Grandi Ispettori
Generali del 33° grado.
Seppur molto vicino alle tradizioni scozzesi presenti in Francia, ancora questo nuovo
organismo escludeva i gradi simbolici.
Nel 1804 dunque il De Grasse – Tilly, co-fondatore del Supremo Consiglio madre del
mondo ed in possesso di una patente rilasciata proprio a Charleston, cominciò a
gettare le basi per il Supremo Consiglio di Francia sviluppando i gradi mancanti al
sistema filosofico della Saint-Alexandre d’Ecosse per costruire il sistema dei Sovrani
Grandi Ispettori Generali.
Ancora però non si era affrontata la questione dei gradi simbolici che non tardò ad
arrivare.
La Saint-Alexandre d’Ecosse ad ottobre 1804 convocò Venerabili e delegati di tutte
le realtà scozzesi presenti in Francia ponendoli su un piano di pari dignità: in quella
sede si diede vita alla Gran Loggia Scozzese di Francia.
Il dado dunque era tratto: per la prima volta i gradi simbolici rientravano a pieno
titolo nella struttura piramidale del Rito Scozzese Antico Accettato.
Anche dopo la fusione tra Gran Loggia Scozzese e Grande Oriente, avvenuta dopo 40
giorni per volere di Napoleone (atto del 3 dicembre 1804), era comunque stata
mantenuta la struttura, dove i gradi simbolici e quelli sino al 18° grado erano
governati amministrativamente e normativamente dal Grande Oriente ed il resto dal
sistema dei Grandi Ispettori Generali.

Consolidato il sistema nei suoi 33 gradi, bisognava individuare una identità rituale
autonoma ai primi 3 gradi che avesse un legame forte con la tradizione scozzese
antica.
In Francia, le fonti (soprattutto i grandi tegolatori scozzesi del Delaunaye e del
Vuillame stampati nel 1813 e nel 1820) ci dicono che erano presenti significative
esperienze di rituali scozzesi/antichi e francesi/moderni dedicati ai primi tre gradi.
24
Tralasciando quelli considerati moderni è utile soffermarci su quelli di tradizione
antica, per meglio interpretare la genesi della ritualità ortodossa scozzese.
La fonte certa che ci illumina sull’esistenza di rituali scozzesi antichi è sicuramente la
“Guida dei Massoni Scozzesi”, una stampa del 1820 con la raccolta dei Rituali
scozzesi antichi.
In quel particolare periodo storico si stava dimostrando determinante l’esperienza
degli scozzesisti trapiantati in America che per ovvie ragioni vantavano conoscenze
approfondite sulle “incomprensioni” di carattere rituale tra “Modern” ed “Antient”
che, dal 1751 con la nascita a Londra della seconda Gran Loggia, ebbero gravi riflessi
in tutto il mondo anglosassone.
Le fonti ci forniscono una informazione estremamente importante per capire
realmente il livello di contaminazione tra le varie tradizioni ed esperienze: De Grasse
– Tilly, Frederick Dalcho, Tomas Bowen, membri effettivi del primo Supremo
Consiglio del mondo, sono stati membri della “Gran Loggia Antient York Mason”,
figlia della Gran Loggia di tradizione antica fondata a Londra nel 1751 ed estesa sin
dal 1758 anche in America.
Questa seconda Gran Loggia ha fondato la propria differenza, rispetto alla prima, su
rituali e cerimoniali, rifacendosi a pratiche tradizionali e ad una composizione sociale
molto differente. La muratoria “antica” e “moderna” rispecchiava differenti chiavi di
accesso sociale alla Massoneria: quella definita antica era composta perlopiù da
immigrati irlandesi e scozzesi, spesso artigiani e commercianti; quella definita
moderna era, invece, estremamente aristocratica. La forza della nuova Gran Loggia,
che in pochi anni si pose sullo stesso livello per importanza e numero di iscritti
rispetto alla prima Gran Loggia, trovò linfa in Laurence Dermott, Gran Segretario e
soggetto che la letteratura massonica britannica pone sullo stesso livello di James
Anderson che, come sappiamo, scrisse le Costituzioni dei liberi muratori pubblicate
nel 1723 e John Theophilus Desaguliers che contribuì a costituire la Gran Loggia
d’Inghilterra e ne fu il terzo Gran Maestro.

25
Nel 1756, dopo cinque anni dalla nascita della Gran Loggia degli “antichi”, Laurence
Dermott scrisse la prima Costituzione che intitolò “Ahiman Rezon” che evidenziava
ed accentuava le differenze rituali che, nel caso degli antichi, si facevano risalire alla
fine del 1600. Dopo anni di intense ed aspre incomprensioni, nel 1809 la prima Gran
Loggia rimosse le modifiche introdotte nei rituali che erano oggetto di contestazione
da parte degli antichi e, per amalgamare questo processo, creò la Lodge of
Promulgation con il compito di riportare i testi rituali alle antiche origini; questo fu
l’input per una completa riappacificazione che si concretizzò nel 1813 e che vide la
nascita della “Gran Loggia Unita d’Inghilterra” (“unita”, appunto), tutt’oggi emblema
della Massoneria mondiale di tradizione anglosassone. Senza il motivato e
giustificato dissenso degli antichi, oggi la massoneria britannica sarebbe molto
diversa da quella che conosciamo.

De Grasse – Tilly, come detto in precedenza, gettò le basi inoltre per il Supremo
Consiglio di Francia e stimolò la nascita della Gran Loggia Scozzese di Francia, forte
anche della conoscenza dei rituali e delle tradizioni dei cosiddetti “antichi” di natura
britannica.
La letteratura di riferimento fornisce un caposaldo che ci consente di conoscere la
tradizione antica, rappresentato dall’Exposure Three Distinct Knocks (tre colpi
distinti).
La fusione tra l’Exposure Three Distinct Knocks e il Regulateur du Macon (di
tradizione moderna), insieme a testi di tradizione scozzese presenti in Francia,
diedero vita ai rituali scozzesi dei primi tre gradi alternativi a quelli francesi.
La versione più antica dei rituali scozzesi dei primi tre gradi si basa su un rituale di
Apprendista della Loggia “Triple Unitè Écossaise”, storica Loggia particolarmente
attiva e convinta sostenitrice della tradizione scozzese antica, siglato dalla Gran
Loggia Scozzese di Francia (dove, va ricordato, De Grasse – Tilly fu il fautore) che,
quindi, ci consente di datare esattamente il manoscritto alla fine del 1804.
Come detto in precedenza, bisogna attendere il 1820 per vedere la prima versione a
stampa dei rituali scozzesi dei primi tre gradi: finalmente comparve la “Guide des
26
Mason Ecossais” per contrapporsi naturalmente al “Regulateur” di tradizione
francese.
A questi due testi di tradizione antica (il rituale di Apprendista della Loggia “Triple
Unitè Écossaise” e la Guida dei Massoni Scozzesi) dobbiamo aggiungere un altro
manoscritto dei primi tre gradi che è presente nel fondo Kloss presso la biblioteca del
Grande Oriente di Olanda.
Il confronto dettagliato dimostra che, tra il manoscritto della “Triple Unitè Écossaise”
(1804), il manoscritto del fondo Kloss (1805) e la “Guide des Mason Ecossais”
(1820), non esistono differenze significative: questo significa che ci troviamo di
fronte ad una tradizione certa, consolidata e regolare. La presenze delle fonti citate ci
fornisce anche un’altra informazione, ossia che di rituali veri e propri di tradizione
antica, si può discutere della loro divulgazione solo dopo il 1804; prima di questa
data ci si può confrontare, dal punto di vista di fonti rituali, solo con scozzesismi
legati al sistema definito “moderno”.
Si rimanda ai testi di riferimento per conoscere in maniera dettagliata la costruzione
dei rituali scozzesi antichi che confrontano, modificano, arricchiscono le tradizioni
con gli altri rituali, con lo scopo di conformarsi quanto più possibile alla ritualità
degli Antient.
Nel 1829, e poi nel 1843, a fronte di una condizione di stasi e di mancata diffusione
capillare delle “Guide des Mason Ecossais”, il Supremo Consiglio di Francia decise
di apportare delle modifiche nei testi di tradizione antica allineandoli, per alcuni
aspetti, a quelli della tradizione francese moderna, tanto osteggiata.

IL CORPUS JURIS DEL RITO SCOZZESE ANTICO ACCETTATO


Affrontata in maniera dettagliata la genesi della base simbolica scozzese, è utile
approfondire il consolidamento del corpus juris del Rito Scozzese Antico e Accettato
che, anch’esso, ha vissuto fasi estremamente articolate e forse, per certi versi, ancora
con aspetti sconosciuti.

27
La ricostruzione dei passaggi fondamentali documentati parte da Santo Domingo e
dalla Jamaica nei primissimi anni dopo il 1760. A Santo Domingo era ben integrata la
muratoria scozzese, anche quella degli alti gradi, erano presenti infatti a metà del
1700 la Saint-Jean de Jerusalem Ecossaise, la Parfaite d’Ecosse e successivamente
due Capitoli: Consiglio dei Cavalieri d’Oriente e Capitolo dell’Aquila o del Sole. Nel
1763 si trasferisce a Santo Domingo un francese di nome Etienne Morin in possesso
di una patente datata 1761 che gli consente di fondare una propria Loggia e, più in
generale, di diffondere gli alti gradi ovunque si troverà nel mondo. Questa
prerogativa concessa al Morin rappresenta il principio per la nascita e lo sviluppo
oltreoceano della muratoria scozzese di Francia e la formazione del primo
antecedente chiamato Sistema dei Principi del Real Segreto che poi,
successivamente, porterà alla formazione del Rito Scozzese Antico Accettato.
Etienne Morin vantava una corposa esperienza muratoria scozzese: nel 1745 fonda la
Loggia Perfaite Loge d’Ecosse; nel 1749 lavora con la Loggia Saint – Jean de
Jerusalem; nel 1750 risulta come Maestro scozzese nella fondazione di una Loggia
ad Abbeville; nel 1757 fonda due Capitoli di alti gradi; nel 1761 è membro della
Loggia La Trinité all’obbedienza del Gran Maestro il Conte di Clermont. Proprio nel
1761 la Loggia Saint – Jean de Jerusalem (gli statuti del 1745 dicono che sia una
emanazione diretta del Conte di Clermont per la realizzazione dei suoi progetti di
riorganizzazione della muratoria francese) ed il relativo Gran Consiglio delle logge
regolari di Francia rilasciano al Morin la patente che legittima la diffusione di
quello che sarà il Rito Scozzese Antico Accettato.
La Loggia Saint – Jean de Jerusalem ed il successivo Gran Consiglio delle logge
regolari di Francia potrebbero coincidere con il cosiddetto Rito di Clermont; questo
si evince dagli statuti del 1745 e da quelli del 1755 (firmati proprio dal Conte di
Clermont) che parlano di un sistema di 7 gradi. Alcune fonti dimostrano come gli
statuti del 1755, potrebbero essere stati la base dei futuri statuti della Gran Loggia di
Francia.

28
Morin, dunque, poteva essere considerato uno dei massimi esperti di “gradi superiori”
proprio in quel periodo storico quando veniva praticato, con alcune differenze uno
con l’altro, a Parigi, a Bordeaux e nel sud – ovest della Francia un sistema ben
organizzato chiamato Sistema di Perfezione (a volte chiamato anche Sistema
dell’Antica Maestranza, composto da 7 gradi: Maestro Segreto; Maestro Perfetto;
Segretario Intimo o Maestro per Curiosità; Prevosto e Giudice o Maestro Irlandese;
Intendente degli edifici o Maestro Inglese; Maestro Eletto; Maestro Eletto Perfetto o
Grande Scozzese).
Mentre nel sud – ovest della Francia operava il Sistema di Perfezione appena
descritto, a Parigi viene utilizzato un altro rituale, sempre definito Sistema di
Perfezione che comprende 11 alti gradi (Maestro segreto; Maestro Perfetto;
Segretario Intimo; Prevosto e Giudice; Intendente degli Edifici; Maestro Eletto dei
Nove; Maestro Eletto dei Quindici; Sublime Eletto; Gran Maestro Architetto;
Cavaliere dell’Arco Reale; Grande Eletto Perfetto).
Successivamente, prima del 1763, vengono utilizzati rituali che comprendono gradi
appartenenti, anche in questo caso, al Sistema di Perfezione (Maestro segreto;
Maestro Perfetto; Maestro Perfetto per curiosità o Segretario Intimo; Prevosto e
Giudice o Maestro Irlandese; Intendente degli Edifici o Maestro in Israele o ancora
Maestro Scozzese delle tre I.I.I.; Maestro Eletto dei Nove; Illustre Eletto dei
Quindici; Sublime Cavaliere Eletto; Gran Maestro Architetto; Arco Reale;
Perfezione ultimo grado della Muratoria o Grande Eletto Perfetto; Cavaliere di
Oriente o della Spada; Principe di Gerusalemme).
Lo scozzesismo vivace presente in Francia in quel periodo ha fatto fiorire diversi
sistemi di gradi superiori (Rosacroce; Kadosh) ed una miriade di raccolte confuse di
gradi superiori ed è ragionevole oltre che probabile che Etienne Morin partendo da
Parigi con la Patente portò con se, oltre ai gradi del Sistema di Perfezione, anche un
insieme di alti gradi, magari ancora non perfezionati: il sistema nel suo complesso
verrà identificato nel 1770, dopo la fondazione sempre ad opera del Morin il 30 aprile
del 1770 del Gran Capitolo dei Principi del Real Segreto alla guida di un sistema di

29
25 gradi dotato di un gruppo normativo, come il Sistema dei Principi del Real
Segreto.
Proprio il testo normativo composto da tre manoscritti contenenti rituali e
regolamenti, elaborato nel 1771 da Francken dopo la morte del Morin, è il perno del
primo caposaldo giuridico della costituzione del Rito Scozzese Antico e Accettato
che la ricostruzione “mitologica” non considera.

Una cosa appare chiara immediatamente: il nuovo testo normativo non è altro che
l’adattamento degli Statuti e dei regolamenti della Gran Loggia di Francia redatti nel
1763; per esempio, dei 33 articoli degli Statuti del 1763, gli Statuti del 1771 ne
riprendono fedelmente 24, ne modificano 4, alcuni li invertono e ne introducono solo
4 nuovi.
Le Costituzioni francesi (dette di Bordeaux) del 1762, ossia le prima Costituzioni che
ancora oggi, insieme a quelle del 1786, reggono il Rito Scozzese Antico Accettato
hanno quindi una fonte evidente: è il corpo regolamentare del Sistema dei Principi
del Real Segreto che, come abbiamo detto precedentemente, corrisponde agli Statuti e
regolamenti generali del 1771, contenuti nei manoscritti del Francken.
In sostanza, il primo pilastro giuridico che viene datato al 1762 e che ancora oggi si
pone alla base del Rito Scozzese Antico Accettato, è databile invece, secondo fonti,
al 1771; la versione elaborata posteriormente, definita del “1762”, è il risultato di
alcuni ritocchi utili per sostenere la legittimità della fondazione del sistema
successivo che la leggenda ci riporta come Grandi Costituzioni del 1786: a quanto
detto va aggiunto un altro elemento che non gioca a favore del mito, ossia che, sia la
versione integrale delle Costituzioni del 1762, sia le Costituzioni del 1786, sono
apparse pubblicamente, così come li conosciamo oggi, solo nel 1832 quindi con il
rischio di essere state oggetto, negli anni, di numerose manipolazioni.

Dopo una lunga premessa ed un necessario excursus storico per far meglio
comprendere la nascita delle “cosiddette” Costituzioni del 1762, è opportuno
approcciarsi con lo stesso rigore metodologico per illustrare la nascita delle Grandi

30
Costituzioni del 1786. Anche in questo caso si ritiene indispensabile tracciare un
breve profilo storico per incardinare il nuovo dettato normativo di consolidamento del
Rito nel contesto storico/muratorio di riferimento.
È utile innanzitutto inquadrare meglio il nuovo grado di governo del sistema a 25
gradi, il Principe del Real Segreto che è menzionato per la prima volta in un rituale
del 1768 e semplicemente abbozzato nel 1771 ma nasce con la funzione ben precisa
di governare il sistema appoggiandosi al grado Kadosh templare, completandolo in
un certo senso, per continuare l’operazione di conquista di Gerusalemme, costruendo
un collegamento simbolico con l’Ordine Templare.

Per intravedere la comparsa del sistema dei Grandi Ispettori Generali è obbligatorio
fare un salto di quasi tre decadi e posizionarci nel 1797 quando, secondo la tesi più
accreditata tra quelle presenti, De Grasse – Tilly e De La Hogue stavano sviluppando
un nuovo sistema a 33 gradi per utilizzarlo nella formazione del Supremo Consiglio
delle Indie Occidentali Francesi. Proprio all’interno di questo Supremo Consiglio si è
potuta tenere, il 26 maggio 1801, la conferenza del 33° grado che ha sancito la
costituzione del Supremo Consiglio di Charleston. Questa tesi è avvalorata dal fatto
che De Grasse – Tilly e De La Hogue nel febbraio 1801 sono citati, all’interno del
bollettino della giurisdizione sud del Supremo Consiglio del 33° grado per gli U.S.A.,
come massimi ufficiali del Supremo Consiglio delle Indie Occidentali Francesi.
Quanto affermato è un fatto storico fondamentale per intendere come il Supremo
Consiglio delle Indie Occidentali Francesi sia stato il padre del Supremo Consiglio
degli Stati Uniti d’America. Sempre il De Grasse Tilly, nel 1803, elevò a 33 gradi il
Consiglio dei Principi del Real Segreto di Kingston, costituendo il Supremo
Consiglio delle Indie Occidentali Inglesi.
Nel dicembre del 1802 la famosa Circolare attraverso i due emisferi annunciava al
mondo la nascita del Sistema dei Grandi Ispettori Generali fondato su un sistema
costituzionale di 33 gradi e governato da un Supremo Consiglio per gli Stati Uniti
d’America. Da quel momento, il nuovo sistema composto da 33 gradi si è sviluppato

31
velocemente arrivando, sempre ad opera di De Grasse – Tilly, in Francia esortando la
divulgazione del Rito in Europa.

Perché questa lunga premessa storica per parlare delle Grandi Costituzioni del 1786?
Perché il Supremo Consiglio degli Stati Uniti, il Supremo Consiglio delle Indie
Occidentali Francesi, il Supremo Consiglio delle Indie Occidentali Inglesi sono stati
fondati e trovano legittimità proprio nelle Costituzioni del 1786, sconosciute però
sino a quel momento (e lo saranno ancora per un po’ di tempo).
I suddetti Supremi Consigli, in assenza delle Costituzioni, lavorarono grazie ad un
testo normativo privato, accessibile solo a coloro che ne avessero diritto: i
Regolamenti annessi al rituale del 33° grado del Supremo Consiglio di Francia, ne
sono un esempio.
Il dettato normativo del 1786 divenne pubblico solamente nel 1832 con la
pubblicazione da parte del Supremo Consiglio di Francia del Recuel des Actes du
Supreme Conseil de France: è plausibile che le Costituzioni fossero una copia
lasciata da De Grasse – Tilly perché risultano identiche a quelle trasmesse al
Supremo Consiglio d’Italia, al Supremo Consiglio di Spagna ed al Supremo
Consiglio del Belgio, tutti fondati con la partecipazione, appunto, di De Grasse –
Tilly che risulta l’anello di congiunzione di tutti i primi Supremi Consigli, sia
oltreoceano che in Europa.

La storia delle Grandi Costituzioni del 1786 (dette anche Costituzioni Francesi) è,
dunque, complessa anche per la contrapposizione con le Grandi Costituzioni Latine,
comparse solo nel 1834 ad opera di Roume de Saint – Laurent, Grande Ispettore
Generale che gli atti lo danno a piè di lista del Supremo Consiglio di Francia nel
1818. Le Costituzioni Latine sono una versione pressoché identica a quella Francese
con una sola differenza, che di fatto risulta sostanziale: risultano antecedenti a quelle
del 1786 e sono, secondo riscontri maggiormente dettagliati, più complete ed antiche;
difatti le Costituzioni Latine diventano quelle ufficialmente osservate dopo la ratifica
nel Conventum di Losanna del 1875.

32
IL CONSOLIDAMENTO IN AMBITO INTERNAZIONALE DEL RITO SCOZZESE ANTICO E
ACCETTATO

Come ultima parte, è infine necessario comprendere il consolidamento del Rito


Scozzese Antico Accettato in ambito internazionale. Ci troviamo di fronte dunque ad
un periodo di formazione del Rito Scozzese che possiamo identificare nei dieci lustri
che vanno dal 1750 al 1802 (nascita del primo Supremo Consiglio del mondo); in
questo intervallo di tempo il Rito Scozzese Antico Accettato aveva vissuto delle fasi
ben precise: si era contraddistinto per i legami con le esperienze scozzesiste degli
antichi; possedeva un proprio corpo normativo basato sulle Costituzioni del 1762 e
del 1786 ed una precisa ritualità dal 4° al 33° grado formatasi nel corso del tempo ed
in varie fasi; aveva un Governo rappresentano dal Supremo Consiglio dei Sovrani
Grandi Ispettori Generali; disciplinava la propria diffusione perché consentiva ad un
membro del Supremo Consiglio, opportunamente autorizzato, di fondare un altro
Supremo Consiglio in un altro Stato.
Alla soglia del 1875, altra data importante nel consolidamento del Rito Scozzese
soprattutto dal punto di vista costituzionale e regolamentare, esistono circa 30
Supremi Consigli nel mondo (senza considerare che in alcune nazioni coesistevano in
maniera concorrenziale più Supremi Consigli, come è avvenuto in Italia dopo l’Unità
del 1861). Completata la fase di diffusione dei Supremi Consigli, più o meno
capillare per ogni nazione, è subentrata la necessità di dialogare, di trovare un legame
a livello internazionale per amalgamare le piccole divergenze rituali o regolamentari
maturate negli anni e per creare una identità più solida, perché questa crescita ha
determinato, naturalmente, alcune difficoltà e questioni irrisolte (ancora oggi tra le
più dibattute): la prima è sicuramente riconducibile alle fonti normative e soprattutto
alle Costituzioni del 1786 rese pubbliche solo nel 1832 dal Supremo Consiglio di
Francia con il testo Recueil des actes du Supreme Conseil de France; la seconda
riguardava il rapporto tra gli alti gradi e la dichiarata indipendenza amministrativa e
rituale delle Grandi Logge; la terza si concentrava sulla diffusione, e sui problemi che
da questa derivavano, di diversi Supremi Consigli all’interno della stessa nazione; da

33
qui nasce la necessità di dover trovare una sintesi ed una visione univoca del mondo
scozzese in ambito internazionale, attraverso un metodo di consultazione in congressi
internazionali che offriva la possibilità di gettare le basi per un percorso condiviso
che si concretizzò, negli anni successivi, nei primi tre Conventuum di Parigi, Losanna
e Bruxelles.

Per meglio intendere le dinamiche internazionali del Rito Scozzese è bene


evidenziare sin da subito che la prima diffusione avviene grazie a due soggetti: il De
Grasse – Tilly e il Delahogue. Essi parteciparono attivamente nel 1802 alla
fondazione del primo Supremo Consiglio del mondo prima di tornare a Parigi nel
1804 per fondare la Loggia Saint – Napoleon ed entrare in collegamento con la Saint-
Alexandre d’Ecosse, De Grasse – Tilly quindi concesse ad alcuni Fratelli il 33° grado
e fondò il Supremo Consiglio di Francia; dopo un mese fondò la Gran Loggia
Generale Scozzese di Rito Scozzese Antico e Accettato (nel pieno rispetto della
tradizione Antient) che entrò in competizione con il Grande Oriente ma che ebbe vita
breve perché si estinse nel 1818. Dopo aver contribuito alla nascita del Supremo
Consiglio d’Italia nel 1805, nel 1811, trasferitosi in Spagna, De Grasse – Tilly fondò
il Supremo Consiglio di Spagna e nel 1817 il Supremo Consiglio del Belgio.

Il Supremo Consiglio di Francia fu rifondato nel 1821 e per avere maggiore peso e
legittimità in ambito internazionale organizzò a Parigi, nei primi mesi del 1834, il
primo Conventum internazionale di Supremi Consigli che si concluse con la
sottoscrizione di un Trattato di alleanza con allegati i principi fondamentali di
esistenza del Rito Scozzese2. Il Trattato, oltre a sugellare l’alleanza tra i Supremi
Consigli identificò, come base costituzionale e normativa, le Costituzioni del 1762 e
quelle del 1786 nella versione latina, pubblicata per la prima volta proprio a margine
del Trattato e disciplinò il sistema di coordinamento tra i vari Supremi Consigli

2
Per l’elenco dei principi si rimanda a VATRI G.M., il rito scozzese da nazionale a universale 1802-1907, Edizioni età
dell’acquario, Torino, 2008

34
attraverso incontri periodici e lo scambio di rappresentanti (quelli che oggi
identifichiamo come garanti di amicizia).
Dopo il Conventum di Parigi del 1834, che ha visto la firma del Trattato di alleanza
franco-belga (così chiamato per il ruolo esercitato dal Supremo Consiglio di Francia e
dal Supremo Consiglio del Belgio), i Supremi Consigli si confrontarono nel
Conventum di Losanna nel 1875 che arrivò dopo una fase di accesa dialettica
massonica tra il Supremo Consiglio d’Inghilterra che aveva chiesto ufficialmente al
Supremo Consiglio della Giurisdizione nord degli Stai Uniti, nel 1856, di organizzare
un nuovo Conventum, mettendo contestualmente in evidenza la propria visione
cristiana dei fondamenti del Rito Scozzese; il Supremo Consiglio della Giurisdizione
sud degli Stati Uniti che promosse un Conventum da tenere a Londra nel 1861 ma
che non ebbe il tempo di organizzare per lo scoppio della guerra civile; nel 1870 il
Grande Oriente di Francia dando un riconoscimento ad un Supremo Consiglio della
Louisiana, attirò l’ira dei Supremi Consigli degli Stati Uniti che annullarono i
rapporti, alimentando ancor di più invece quelli con il Supremo Consiglio di Francia;
nel 1874 il Supremo Consiglio di Francia propose come sede del nuovo Conventum
la città di Losanna chiedendo al Supremo Consiglio della Svizzera, visti i rapporti
solidi con tutti i Supremi Consigli del mondo, di organizzare l’evento.

Il Conventum di Losanna si aprì a settembre del 1875 con 25 Supremi Consigli


invitati; dei 25 invitati, 8 Supremi Consigli erano presenti con una delegazione (tra
questi il Supremo Consiglio di Torino che godeva dei rapporti internazionali e che il
28 agosto 1875 decise la fusione con quello di Roma che durò solo un anno per poi
scindersi nuovamente; i documenti ufficiali del Conventum di Losanna parlano del
Supremo Consiglio di Roma ma in realtà è il Supremo Consiglio di Torino con sede
temporanea a Roma); 3 Supremi Consigli erano presenti per delega; mentre i Supremi
Consigli di Palermo, Napoli, Messico e Spagna furono considerati irregolari e non
ammessi ai lavori. Alcuni Supremi Consigli lasciarono i lavori prima della
conclusione del Conventum (tra questi anche l’Italia), di conseguenza la
Dichiarazione dei principi finale fu sottoscritta solo da 6 Supremi Consigli. È curioso
35
sottolineare che durante i lavori è stato proposto del Supremo Consiglio di Francia di
adottare il motto Libertè, Egalitè, Fraternitè in sostituzione del motto Deus Meumque
Jus: la proposta non è stata accordata pur tuttavia concedere ad ogni Supremo
Consiglio la possibilità di aggiungere invocazioni secondarie.
Il Conventum di Losanna si concluse con l’approvazione di 3 documenti: il Trattato
di unione, alleanza e confederazione dei Supremi Consigli di Rito Scozzese Antico e
Accettato; le Grandi Costituzioni del 1786 revisionate; il Tegolatore dei gradi
stampato a cura del Supremo Consiglio della Svizzera; un manifesto del Convento di
Losanna, a carattere divulgativo. Il tegolatore è una sintesi, una raccolta di tutti gli
elementi di riconoscimento di ogni grado (segni, toccamenti, ecc) che serve come
identificazione prima di consentire l’ingresso in Loggia ed ha avuto, quello approvato
a Losanna, come riferimento il Thuileur des trente – trois degrès de l’Ecossisme du
Rit Ancien, dit Acceptè pubblicato nel 1821 a Parigi. Il documento più interessante
ovviamente fu il Trattato di alleanza3 che sollevò, però, una problematica rilevante
sulla definizione del Grande Architetto dell’Universo: all’interno della “dichiarazione
delle dottrine antiche e imprescrittibili del nostro Ordine”, veniva indicata come
dottrina della Libera Muratoria il riconoscimento di una forza superiore della quale
proclama l’esistenza sotto il nome di Grande Architetto dell’Universo; nella
“dichiarazione dei principi” invece evidenziava come la Libera Muratoria
proclamasse l’esistenza di un principio creatore sotto il nome di Grande Architetto
dell’Universo; il “manifesto del Conventum”, infine, sosteneva che la Muratoria
ponesse il principio che il Supremo Creatore ha donato all’uomo il più prezioso dei
beni; il diverso approccio, le diverse posizioni, assunte anche in virtù di differenti
correnti di pensiero che aleggiavano in Europa, portarono inevitabilmente al
fallimento del Trattato.

3
Il Trattato riprendeva fedelmente la dichiarazione franco/belga del primo Conventum del 1834, aggiungendo, tra le
altre cose, una dichiarazione delle dottrine antiche e imprescrittibili del nostro Ordine ed una dichiarazione di principi.
Per conoscere i punti del Trattato si rimanda al testo VATRI G.M., il rito scozzese da nazionale a universale 1802-1907,
Edizioni età dell’acquario, Torino, 2008

36
In questo contesto storico il Grande Oriente di Francia nel 1877 decise di eliminare il
requisito essenziale della fede in Dio per l’appartenenza alla libera muratoria; il
Supremo Consiglio d’Inghilterra, per evitare ogni dubbio, chiarì la propria posizione
sostenendo ufficialmente che la Libera Muratoria proclama l’esistenza di Dio, il
Grande Architetto dell’Universo, e l’immortalità dell’anima e chiedendo ai Supremi
Consigli della Confederazione di abbracciare senza riserve tale posizione. In assenza
di posizione chiare sull’argomento tutti i Supremi Consigli, ad eccezione solo di 4,
rigettarono il Trattato dichiarando, di fatto, il fallimento del Conventum.

Per rilanciare e far fronte in maniera costruttiva alle tematiche affrontate a Losanna, il
Supremo Consiglio del Belgio si espone come organizzatore di un nuovo Conventum;
nel 1907 a Bruxelles si apre il terzo Conventum (dopo Parigi e Losanna) strutturato in
confederazione di Supremi Consigli e con una rappresentanza qualificata: erano
presenti, infatti, 20 Supremi Consigli più 4 Supremi Consigli assenti ma pienamente
coinvolti; la delegazione italiana era guidata da Saverio Fera, nome che non passa
inosservato a chi conosce le dinamiche vissute dal Rito Scozzese Antico Accettato in
Italia, soprattutto a partire dal 1908.4
Il Conventum di Bruxelles non creò documenti innovativi meritevoli di un particolare
approfondimento ma definì, insieme ai Conventuum di Parigi e Losanna,
l’internazionalizzazione del Rito Scozzese Antico Accettato e sottolineò l’opportunità
di tenere periodicamente riunioni universali di coordinamento e organizzazione tra
Supremi Consigli: consuetudine ormai consolidata e tutt’oggi praticata con
continuità, soprattutto dopo la presa di distanza del Supremo Consiglio di Francia,
fedele all’ortodossia del Rito Scozzese Antico Accettato, dal Supremo Consiglio
degli Stati Uniti, e con il primo Conventum di Parigi del 1996 dove attorno al
Supremo Consiglio di Francia altri Supremi Consigli guardiani della tradizione
scozzese – tra questi anche il Supremo Consiglio d’Italia fondato dal Pot.∴ Domenico

4
Saverio Fera fu inoltre presente al successivo Conventum di Washington nel 1912 quando era Sovrano Gran
Commendatore del RSAA dopo la scissione del 1908. Nel medesimo Conventum il RSAA guidato da Fera fu considerato
l’unico legittimo e regolare in Italia.

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Manno 33∴ che ha guidato, dopo aver firmato la risoluzione di Parigi e Gande, la
delegazione italiana al III Conventum dei Supremi Consigli di Rito Scozzese Antico
e Accettato di Atene nel 2001 ed al IV Conventum tenuto a Belgrado nel 2004 –
hanno ricostruito una vera internazionalizzazione del Rito che si è contraddistinta nel
2012 con la nascita dell’AIME (Alliance Internationale Maçonique Ecossaise) con la
firma del “Trattato di Napoli” e che continua ad operare con unione e prosperità.

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BIBLIOGRAFIA

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Brenner, Cosenza, 2002.
VATRI G.M., Ahiman rezon, Edizioni l’età dell’acquario, Torino, 2004.
VATRI G.M., Il rito scozzese da nazionale a universale (1802 – 1907), Edizioni l’età
dell’acquario, Torino, 2008.
VATRI G.M., L’origine dei gradi simbolici del rito scozzese antico e accettato (1804
– 1805), Edizioni l’età dell’acquario, Torino, 2009.
PORCIATTI U.G., Simbologia massonica. Gradi scozzesi, Atanòr, Roma, 2011.

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R S A A per la Giurisdizione d’Italia
Gran Loggia Massonica Generale Italiana
Oriente di Napoli
Valle del Sebeto
R L Sebetia Ter n° 1

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