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OTTOBRE
2000
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INDICE
Come
Editoriale
EDITORIALE
Come
di Alberto Clementi
Con la V Conferenza nazionale in programma per il novembre 2000 si
conclude un ciclo importante della vita della SIU. Si esaurisce la lunga
Dove
imboccare sia stata ormai tracciata dall’ Assemblea di Napoli con l’Ufficio
Marino Folin
di Qualificazione in joint venture con INU e Assourbanisti secondo il
Università e città
modello dei cugini francesi. I tentativi che abbiamo fatto ci dicono
Giuseppe Imbesi,
comunque che l’impegno è assai gravoso, e non può essere affrontato in
Giuseppe Las Casas
modo troppo volontaristico.
Riflessioni sui problemi
C’è bisogno di organizzare per bene queste attività, per sfuggire ai rischi
specifici delle Facoltà di
di dilettantismo che sono ancor più inaccettabili quando sono in gioco
Ingegneria.
delicati processi di valutazione e di riconoscimento delle professionalità.
E le esigenze di rafforzamento delle strutture investe un po’ tutte le nostre
attività, da quelle propriamente culturali a quelle della comunicazione e
REGIONI pagina 17
disponibilità al dialogo e alla libertà del confronto, senza mai essere stati
Architettura
mi. Un patrimonio che può diventare una risorsa importante nella confu-
di Roma “La Sapienza”.
(Alberto Clementi)
Proposta dei percorsi
formativi nella classe
Pianificazione territoriale,
urbanistica e ambientale.
Dove
Enrico Costa
Scelte formative del
corso di PTU&A della
Facoltà di Reggio
L’argomentare del bollettino può rispecchiare in modo abbastanza ade-
Calabria.
Maurizio Carta guato le attività e i temi che interessano la SIU. Tre ordini di problemi regi-
Nodi di una riforma. strano un’evidente assiduità: raffinare e accreditare la formazione, inda-
gare permanenze e novità della professione, migliorare la riconoscibilità
WEBSITE pagina 32 del fare urbanistica. Se il numero precedente segnava un’attenzione ai
mestieri e alla ricerca, questo raccoglie le preoccupazioni di una riforma
dell’insegnamento annunciata e non ancora verificata dall’attuazione. È
Reti di associazioni per
un tema che ha già impegnato con significativi episodi diverse realtà uni-
la pianificazione
territoriale e urbanistica.
Bollettino della SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI numero due
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versitarie, anche a nome e per iniziativa della SIU (Napoli, Venezia, Roma, Reggio Calabria) e continuerà ad impe-
Editoriale
gnare con riflessioni ulteriori che coinvolgono l’intero assetto delle Facoltà di Architettura e di Ingegneria, per lo
meno per quanto attiene la formazione dell’urbanista. Se il bollettino diviene uno strumento partecipato, esso può
registrare i vari ordini di problemi ed i modi in cui i decreti d’area spingeranno le diverse realtà regionali a pro-
nunciarsi nel merito della formazione ovvero dei mestieri dell’urbanista. Appare sempre più evidente che la liber-
tà di interpretazione dell’autonomia universitaria attraverso i decreti d’area viene esaltata e ciò impone l’attiva-
zione di un registro degli accadimenti e di un osservatorio dell’insegnamento che abbia maggiore compiutezza e
facilità di divulgazione. Tutto ciò può essere agevolato da un programma di lavoro e di verifica con un impegno
di assiduità per lo meno quinquennale, quanto cioè pone il percorso formativo dei tre anni di laurea di primo livel-
lo, più i due di laurea specialistica.
Sinora la SIU si è mossa per appuntamenti, importanti e utili, più o meno annuali. Ciò non basta. Le diverse real-
tà regionali in cui la SIU può articolarsi – emergeva anche nell’ultimo direttivo – potrebbero darsi compiti utili e
complementari per reggere meglio la dimensione che i tre ordini di problemi pongono. Si tratterebbe di costuire
un programma di strumenti utili all’intera comunità associata nella SIU. Le prime opportunità operative potreb-
bero coincidere già con alcune azioni di fatto avviate.
I casi dell’Osservatorio della didattica cominciato a Napoli e del Bollettino prodotto a Palermo, potrebbero essere
affiancati da altri due osservatori uno della ricerca, e uno della professione, integrando l’impegno già avviato
dall’Assourbanisti, da promuovere per iniziativa di altre sedi, in stretto contatto tra loro e con capacità di scambio
di informazioni e conoscenze.
L’emergere di mestieri differenti, pur apparentati dal comune convergere su città e territori, la riforma degli studi
che incalza, il primeggiare di questioni ambientali a confronto con le tematiche dello sviluppo e dell’occupazione,
competono con un sistema di regioni e paesi dagli accentuati divari. Il territorio è materia localizzata e chi ne fre-
quenta i problemi ha necessità di fondersi con le specifiche complessità e differenze che il variare dei luoghi e delle
società insediate comportano, pur con la capacità di un costante intreccio e raccordo con gli avanzamenti com-
plessivi della disciplina. In questa direzione nuove responsabilità chiamano ad un impegno ulteriore oltre le nor-
mali previsioni. La Regione Siciliana, con D.A. del 22/3/2000, grazie ad un’azione di stimolo congiunta del CdL
di Palermo e dell’Assourbanisti, già permette ad “ingegnere o architetto o dottore in possesso di laurea in urbani-
stica, o in pianificazione territoriale ed urbanistica, o in pianificazione territoriale, urbanistica ed ambientale) iscrit-
to all’albo professionale (ovvero, per i laureati in una delle discipline urbanistiche sopramenzionate, ad un’asso-
ciazione di categoria di rilevanza nazionale o all’albo degli esperti di pianificazione territoriale del Ministero dei
lavori pubblici) di redigere il progetto di piano regolatore generale ai sensi dell’art. 2 della legge regionale 27
dicembre 1978, n. 71”. Si tratta quindi di dare ordine di impegno adeguato ad un’azione di accreditamento com-
plessivo di formazione e professionalità che passa ancora attraverso i luoghi delle commissioni o dei riferimenti
istituzionali ma che deve saper trovare ragioni certe nella costruzione di una cultura e di una consapevolezza
morale di cui la SIU può farsi carico nelle varie Regioni con accentuati strumenti di elaborazione e diffusione. Per
queste ragioni un bollettino sempre più capace di registrare e dare forza alla identificazione della SIU, dando voce
anche alle realtà regionali, può diventare strumento di equilibrio tra complessità epocali e specificità locali.
(Nicola Giuliano Leone)
SIU N e w s l e t t e r
Quote
Socio effettivo: L. 150.000
Socio aderente (dottorandi, specializzandi, giovani urbanisti): L. 70.000
Il pagamento può essere effettuato mediante bonifico bancario intestato alla Società Italiana
degli Urbanisti presso la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, Agenzia 59 -
Politecnico, via Bonardi 4, 20133 Milano sul cc. 4872-1 ABI 06070 CAB 01749.
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Eventi
presso la sede della Società Geografica Italiana, nel parco di Villa Celimontana
Giovedì 16 Novembre
Ore 10.30 – Nuove forme del Piano: tre interpretazioni a con- Presiede: Roberto Gambino Discussant: Mosè Ricci
progettazione urbanistica
Ne discutono: Bruno Dente, Carlo Lefevbre, Franco Purini, Paolo Lucina Caravaggi, Università di Roma “La Sapienza”, “Aree
Piani d’area vasta
Ore 12.30 – Giuseppe Campos Venuti: Le prospettive per una pianificazione d’area vasta, riflessioni a margine di un caso
meridionale”
Michele Zazzi, Università di Parma, “Sperimentazioni ambien-
più efficace azione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
Ore 14.45 -16.15 – Sessioni parallele tali in recenti PTCP: il progetto delle reti ecologich e ”
I Sessione: Nuove dimensioni, nuovi temi e nuove pratiche della
nel Piano” Sandra Bonfiglioli, Politecnico di Milano, “La città del presen-
Innovazione delle pratiche
Giuseppe De Luca, Università della Basilicata, “L’indagine te. Materiali di riflessione sulle pratiche di governo del territo-
Urbanistica e territoriale orientata in una prospettiva stori c a ” ri o ”
Rosario Pavia, DAU Pescara , “Abitare tra le reti, orientamenti Gabriele Pasqui, Politecnico di Milano, “Sperimentazione sociale
per una nuova urbanistica” e nuove pratiche di governo nell’area milanese”
Giuseppe Fera e Myriam Colosimo, Università di Reggio
Calabria, “Dal Piano normato al Programma operativo di
Presiede: Giuseppe Dematteis Discussant: Pier Carlo Palermo
II Sessione: Governance e innovazione nelle politiche urbane
Agenda 21: il progetto LIFE a Messina”
Raimondo Innocenti e Marco Massa, Università di Firenze, Presiede: Susanna Menichini Discussant: Enzo Andriello
riforma universitaria
Carolina Pacchi, Politecnico di Milano, “Profili professionali Ore 12.15 –13.30 – Sessione plenaria
Nuovi profili
della formazione, nella direzione di po locale. Questa domanda proviene, giore successo. (Vittadini al gem-
una riflessione generale sulla for- prevalentemente, da vari settori della mario di Venezia di giugno). Il
Eventi
mazione come addestramento pro- pubblica amministrazione e si lega ad terzo ed ultimo nodo verte su come
fessionale alla lettura e interpreta- attività quali: l’assistenza e redazione raccordare tutto questo nell’appli-
zione delle forme e dei processi ter- di programmi integrati; il sostegno cazione del nuovo ordinamento e
ritoriali al di fuori del tradizionale per i patti territoriali; e la consulenza del modello 3+2+2, sforzandosi di
percorso formativo dell’architetto. per accedere a fondi europei. calibrare le competenze scorporabi-
E’ possibile tracciare una prima, E’ indubbio, infatti, che alla pubbli- li nel 1° livello. Si tratta probabil-
provvisoria “mappa” dei profili ca amministrazione è richiesta, mente di definire “pacchetti” for-
professionali cui tentativamente attualmente, una più efficace fun- mativi secondo il modello dei cre-
fare riferimento nella costruzione zione strategica, che indirizzi le diti che sia capace di allargare, pre-
di specifici programmi didattico- azioni, organizzi il processo deci- cisare le competenze senza farle
formativi: urbanisti-progettisti, sionale, costruisca il consenso su eplodere, orientandosi verso una
legati alla dimensione fisica del ter- programmi e iniziative. E questo didattica il cui nocciolo non è più
ritorio ed esperti di progetto urba- nella direzione di una ricostruzione nella disciplina, ma nella funziona-
no; pianificatori strategici; pianifi- (tanto più avvertita e necessaria nel lità ad un saper fare.
catori esperti di programmi com- Mezzogiorno) di capitali di natura E’ indispensabile, in ogni caso, che
plessi; project leader, con specifiche civile e di reti di relazione tra attori l’università abbandoni decisamen-
competenze di governo della dello sviluppo. te la condizione di disorientamento
dimensione spaziale delle politiche Rispetto a questa mappa delle com- in cui si trova e che l’urbanistica ita-
settoriali; animatori territoriali, che petenze emergenti, tre mi sembra- liana esca dal circolo vizioso del-
lavorano a stretto contatto con la no i nodi principali: il primo è quel- l’autoreferenzialità (vedi quanto
società locale; esperti di consensus lo di come potenziare la capacità di detto da Bernardo Secchi al semina-
building, gestione creativa dei con- apprendimento collettivo e sociale rio di Venezia di giugno).
flitti e progettazione partecipata; delle istituzioni formative e segna- L’insieme della questione mi sem-
pianificatori settoriali (esperti di tamente di quella universitaria. bra apra verso la discussione in
ambiente, infrastrutture); coordina- Non sarei certo di poter facilmente corso all’Iuav.
tori di èquipe multidisciplinari. annoverare la nostra università tra C’è poi il tema di come legare l’uni-
Le varie ipotesi tendono a conver- le istituzioni “intelligenti”, capaci versità ad un sistema formativo
gere, sinteticamente, in diverse di scegliere, tra le interazioni inter- fortemente disperso e sempre più
“aree”, che vale la pena richiamare correnti con gli attori, quelle pro- esteso che passa attraverso le
alla nostra memoria per cercare di duttive, mostrando di riuscire a Regioni, nella erogazione di massa
fare un qualche ragionamento: c’è selezionare tra il complesso delle ingentissima di risorse finanziarie,
un’area legata ad una capacità ana- interazioni “stupide”, scansando che in molti casi scavalcano le uni-
litica di base; c’è ne una seconda quelle opportunistiche e mediocri. versità, in molti casi le coinvolgono
legata ad una capacità di comuni- Il secondo nodo si basa su come secondo formule, programmi di
cazione delle informazioni sulla conservare, arricchire, rendere rico- incerta decifrazione, che anche nel
città e sul territorio; un’altra area noscibile un’identità ed un ruolo nostro settore stanno sperimentan-
attaccata ad una competenza di all’urbanistica e quindi, in una do “tasselli” formativi di difficile
gestione operativa e di decisione; qualche misura, a tutti quelli che si catalogazione: rapidi, frantumati,SIU N e w s l e t t e r
ancora un’area connessa ad una formano con un nocciolo definibile di una specializzazione contingente
capacità di promozione di politiche con uno specifico inerente lo studio e fuggevole, ma che comunque
territoriali e di sviluppo sostenibile e il progetto delle diverse pratiche di sono indicatori di esigenze che non
ed infine c’è un’area che si lega governo del territorio, che si legano alla possono essere trascurate.
ad una competenza di pianifica- comprensione e regolazione dei proble- Questo pone al centro della nostra
zione regolativa e ad una di pia- mi di territorializzazione. Su questo attenzione la capacità di effettuare un
nificazione fisica. interverrà, credo, Roberto Gambino. La monitoraggio per apprendere, orien-
Queste aree sembrano tutte soste- conservazione di questa identità deve tarci e orientare.
nute da un’ansia, un’esigenza di avvenire evidentemente senza porsi A livello di applicazione del nuovo
più intensa operatività, ma soprat- come ostacolo al cambiamento. ordinamento, questo tema in qual-
tutto di spiccata capacità promozio- Si tratta di preparare congiunta- che modo richiama quello dell’o-
nale, nonchè da una generale aspi- mente tecnici capaci di guidare la rientamento e del tirocinio.
razione alla interdisciplinarietà e a governance verso le politiche euro- C’è poi il tema introdotto da
un più marcato orientamento prati- pee e nazionali, ma anche tecnici Clementi della valutazione della
co da sviluppare attraverso l’offerta capaci di agire nel locale. sperimentazione del nuovi percorsi
di esperienze di apprendimento E’ possibile individuare un nuovo formativi e sulla possibilità di una
concreto (tirocini e laboratori). paradigma di riferimento? Nel carta sottoscritta consensualmente
In questa direzione, non va trascu- seminario di Venezia di giugno dai dipartimenti a dominante urba-
rata la crescente domanda di piani- veniva formulata l’ipotesi che quel- nistica, che si collega alla discussio-
ficazione strategica volta a costrui- lo dello sviluppo sostenibile fosse il ne sul più forte ruolo cui saranno
re condizioni idonee per lo svilup- più promettente, di probabile mag- chiamati i dipartimenti nella con-
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duzione della didattica (vedi la l’urbanistica e le trasformazioni per evitare le contraddizioni che la
relazione di Francesco Indovina al delle pratiche professionali. nostra area ha già scontato dura-
Eventi
seminario Iuav del dicembre 1999), La situazione ha preso a correre e, mente con i laureati dei corsi di pia-
che rafforza l’esigenza di un coor- nonostante la lungimiranza con cui nificazione di Venezia e Reggio
dinamento permanente tra le strut- abbiamo posto il problema all’atto Calabria.
ture e che la SIU può cercare di della nostra istituzione, oggi corria- Qui nascono i problemi che appaio-
affiancare e sostenere. mo seri rischi di trovarci imprepa- no tuttora irrisolti e che richiedono
“Napoli è alla fine del viaggio” dice rati all’appuntamento della riforma una reale capacità di cooperazione
il protagonista del romanzo di Ben sull’autonomia didattica, non tra le università, le associazioni di
Jelloun sull’Albergo del Poveri di diversamente da quanto accadde settore, gli ordini professionali.
Napoli. Deformando gratuitamente all’inizio degli anni ‘90 con l’intro- Nessuno può infatti pensare di
il senso dell’affermazione dello duzione del Nuovo Ordinamento risolvere da sè questo delicato pro-
scrittore marocchino, se ne può didattico delle Facoltà di blema, che mette a confronto la
ricavare un augurio per la SIU che Architettura. natura e il senso dei progetti forma-
Napoli sia all’inizio di un nuovo Oggi ci troviamo di fronte ad uno tivi, le attese dei gruppi sociali e del
viaggio per un sostegno efficace scenario di cambiamenti radicali mercato del lavoro e le garanzie
alla più proficua presenza dell’ur- che stanno investendo non solo i richieste sulla qualità delle presta-
banista, e dell’urbanista italiano, processi formativi e i mestieri del- zioni professionali. Occorre creare
nella società europea. l’urbanistica, ma anche le strutture tavoli comuni che consentano di
Se guardiamo alla nostra tradizione tradizionalmente deputate in Italia costruire soluzioni condivise almeno
per lo più di urbanisti-architetti a fungere da cerniera tra università e tra SIU, INU, AssoUrbanisti, Ordini
scorgiamo la figura inaugurale dell’ professione, gli Ordini professionali. degli Architetti e degli Ingegneri.
”architetto integrale”, e Gustavo Con il Regolamento sull’Autonomia Ed è quanto appunto stiamo cer-
Giovannoni quando, alla fine degli didattica appena emanato dal mini- cando di fare, anche se al momento
anni dieci, temeva che la “povera stro Zecchino e con i Decreti d’Area la risposta degli Ordini appare elu-
Architettura” tra Scienza e Arte che sono attesi a breve si liberaliz- siva e poco affidabile, forse anche
finisse per “essere sbranata tra zano di fatto i curricula e i percorsi per la incertezza generata dalla tor-
quelli che la tiravano da una parte e didattici, rinviando le innovazioni mentata vicenda della loro riforma
dall’altra”. Oggi, per l’urbanista, alle disponibilità e alle capacità che non riesce ancora a concludersi.
tirato tra locale e globale, tra deci- effettive dei singoli Atenei. Le rela-
sione e promozione, tra politiche e zioni tra gli Atenei diventano di 2. Antecedenti
piano, c’è da sperare che si riesca fatto competitive e si offrono le Il lavoro fatto quest’anno dalla SIU
ad evitare quello stesso rischio. condizioni per promuovere offerte porta contributi rilevanti alla pro-
formative meglio raccordate alla spettiva di confronto costruttivo tra
specificità dei contesti regionali riforme dell’insegnamento e tra-
oltre che al ruolo nazionale e inter- sformazioni della professione.
nazionale che ogni Ateneo si sente In particolare con il nostro semina-
di voler svolgere. rio di giugno a Venezia, organizza-
Alberto Clementi E’ una linea che la SIU ha contribui- to come anticipazione alla
to a promuovere fin dal convegno al Assemblea di Napoli, si sono tocca-
SIU N e w s l e t t e r
tende a orientare di conseguenza la Urbanistica Nazionale a Venezia. sforzi intensi se limitati nel tempo,
riforma verso i temi delle politiche Effetto di queste riunioni è stato come dimostra l’esperienza del
Eventi
e delle strategie d’azione che l’impegno assunto con INU e dossier sulle ricerche presentato
costruiscono il necessario orizzonte AssoUrbanisti per attivare presso il alla Seconda Biennale delle Città e
di senso e di efficacia per i progetti CNEL un tavolo di discussione sui degli Urbanisti d’Europa di Roma
possibili. O ancora chi preferisce temi del rapporto tra formazione e del ‘97, del dossier sui mestieri
indebolire l’organizzazione dell’in- professione, e un tavolo con gli dell’Urbanista nello stesso anno e il
segnamento per discipline e per ordini professionali per verificare dossier sulla didattica universitaria
rendere possibili forme di appren- se è possibile dare finalmente corso che viene presentato in questa
dimento più interattive coerenti a quanto da tempo informalmente occasione.
con lo statuto dell’urbanistica inte- concordato sull’albo degli urbani- Dunque la proposta dovrà essere
sa come pratica sociale a base terri- sti. Contemporaneamente è stato accompagnata da un attento studio
toriale. interessato anche il CUN che si è di fattibilità, ad evitare soluzioni
Le diverse posizioni hanno in mostrato disponibile a recepire le che non siamo poi in grado di
comune il rifiuto di una riforma indicazioni provenienti dalle asso- sostenere in modo credibile.
fatta con aggiustamenti e addizioni ciazioni di settore.
di singoli pezzi che vogliono b. linee di orientamento per la speri-
rispondere a segmenti di domanda 3. Proposte di azione mentazione della riforma didattica.
emergente e che di fatto tendono a Assunto che la ricerca di nuovi rap- Da molti è avvertita l’esigenza che
confermare la struttura di fondo porti tra forme dell’insegnamento e la SIU non sia soltanto lo specchio
dei processi formativi esistenti. della professione impegna ad una dei processi di riforma in corso di
Occorre piuttosto muovere da un azione di confronto e collaborazio- sperimentazione, ma anche un
progetto culturale complessivo ne a tutto campo che trova un limi- luogo di possibile orientamento su
entro cui vanno ridefiniti ruoli e te soltanto nella disponibilità mate- linee che meglio rispondono ai
contenuti dell’insegnamento del- riale di tempo e di risorse da parte principi da noi condivisi (e sotto-
l’urbanistica dentro le facoltà di della SIU, il programma delle azio- scritti con la “Carta dei principi”
architettura e ingegneria ma anche ni a breve termine dovrebbe riguar- adottata in occasione della Seconda
dentro le altre facoltà che concorro- dare a mio avviso: Assemblea). Come è evidente, si
no a formare le figure professionali a. attuzione di un osservatorio sui tratta di un tema delicato che può
a vario titolo coinvolte nelle attività processi formativi nell’area urbanistica; prestarsi a possibili equivoci e
di trasformazione della città e del b. definizione di linee per 1’orienta- incomprensioni. Del resto al
territorio. E il progetto culturale mento “attivo” dei processi di rior- momento - pur avendo istituito da
dovrà comunque nascere da una ganizzazione dei percorsi didattici; tempo una commissione di studio -
interpretazione critica delle nuove c. messa a punto e sperimentazione non disponiamo ancora di criteri
condizioni che caratterizzano l’agi- delle funzioni di accreditamento. operativi a cui rifarci per indirizza-
re urbanistico in una fase di profon- re le iniziative di quelle sedi che
da trasformazione delle forme del hanno mostrato la loro disponibilità
territorio e delle forme di vita di chi a. osservatorio sulla formazione nell’a- ad una collaborazione con la SIU.
lo abita, allo stesso modo in cui nel rea urbanistica. Ciò che possiamo fare per l’imme-
passato si sono prodotte svolte L’osservatorio va pensato fin dall’i- diato è di selezionare alcune espe-
SIU N e w s l e t t e r
decisive nei nostri modelli formati- nizio come una struttura che con- rienze che sembrano più feconde,
vi in corrispondenza di una diversa corre organicamente all’”Osservatorio approfondirne la conoscenza e
tematizzazione del ruolo dell’archi- nazionale per i programmi di architet- offrirle in modo strutturato alla dis-
tettura e dell’urbanistica nei con- tura e ingegneria” previsto espressa- cussione e al confronto. Dopodichè
fronti del territorio. mente dal Gruppo di lavoro ministe- diventerà possibile estrarne indica-
Altre importanti occasioni di con- riale per l’area dell’Ingegneria e zioni e linee guida che potranno
fronto sono state promosse dell’Architettura; dovrà quindi rap- forse essere estese ad altri contesti
dall’INU d’intesa con la SIU. Voglio portarsi realisticamente alle moda- in cui le condizioni appaiono com-
sottolineare il clima di feconda inte- lità di analisi e valutazione che parabili.
sa su questi temi che caratterizza i sono praticabili in quel contesto, In fondo, questa è una tipica attivi-
rapporti attuali tra le nostre asso- chiarendo la propria funzione e le tà di Osservatorio e forse va fin dal-
ciazioni, come del resto con proprie possibilità di contributo. l’inizio messa in carico nel suo pro-
l’AssoUrbanisti. Questa convergen- Va inoltre tenuto presente che la gramma di lavoro.
za è un patrimonio che va speso costruzione e il funzionamento del-
bene, in una situazione generale l’osservatorio sull’urbanistica com- c. funzioni di accreditamento.
condizionata da molti arroccamenti porta un considerevole impegno da Più ancora dell’orientamento è l’ac-
e chiusure particolaristiche. Di parte di tutti noi. E l’esperienza creditamento che appare la funzio-
notevole utilità è stato il seminario dimostra che la SIU è poco attrez- ne strategica per assicurare uno
tenuto presso il CNEL in ottobre, e zata a svolgere attività continuative snodo accettabile tra processi for-
quello organizzato successivamen- fondate solo sul volontariato. mativi e riconoscimento professio-
te nell’ambito della 4ª Rassegna Mentre è singolarmente capace di nale dei titoli di studio.
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La SIU è impegnata da molto re in modo troppo stretto percorsi for- sta sviluppando presso il loro
tempo su questo tema, ma ancora mativi e competenze professionali.
Eventi
Ministérè de l’Equipment.
non è riuscita a produrre risultati Al momento, come già riconosciuto Questa mi sembra una via da per-
spendibili concretamente. La labili- dalla Associazione Nazionale degli correre anche in Italia.
tà delle condizioni esterne e la loro urbanisti, sono possibili due diver- L’accreditamento degli urbanisti di
continua evoluzione hanno frenato si percorsi per giungere al ricono- intesa con ministero dei Lavori
la sperimentazione che avevamo scimento della professione di urba- Pubblici, (rinnovando la filosofia
avviato l’anno scorso al Politecnico nista: la istituzione di un nuovo dell’albo degli “esperti di pianifica-
di Torino con una commissione Albo o di una sezione specifica zione” soppresso come noto dalla
mista SIU-INU-Ordini professiona- dell’Albo degli Architetti e degli “Bassanini”) e soprattutto contri-
li. Questa situazione di incertezza - Ingegneri; oppure la costituzione di buendo a definire una procedura e
che temo essere tutt’altro che con- una Associazione di autocertifica- un metodo per esercitare concreta-
giunturale - rende ancora più com- zione delegata per legge a ricono- mente quelle funzioni più comples-
plicato operare “in corsa e dal scere chi è abilitato a esercitare la sive di accreditamento che ci è
vivo” per costruire un metodo di professione di urbanista. tanto più difficile immettere nei
accreditamento chiaro e generalizzabile. La SIU due anni fa aveva maturato processi formativi delle università.
Intanto altri si stanno muovendo. una prima intesa con l’Ordine degli Può essere questo il modo di uscire
Le facoltà di Ingegneria stanno ela- Architetti e quello degli Ingegneri dall’impasse in cui ci troviamo ormai
borando una propria via per istitui- per l’introduzione della Sezione da troppo tempo? Io credo di sì.
re le funzioni di accreditamento. specializzata dentro l’Albo esisten- Si tratta però di disegnare un per-
Noi rischiamo ancora una volta di te opportunamente riarticolato. corso realistico fondato prima di
arrivare troppo tardi, a cose fatte e Sembrava quasi una cosa fatta, e tutto sul metodo delle intese. Intese
senza considerazione per i proble- invece le vicende successive hanno tra associazioni del settore, - se pos-
mi della nostra area. allontanato di nuovo il traguardo al sibile con gli Ordini professionali -
Sulla nostra capacità di agire con- punto che oggi sembra di dover con il ministero dei Lavori Pubblici
cretamente sto in verità perdendo cominciare daccapo, ma con una (un po’ sul modello francese) che
l’ottimismo che mi è abituale. sfiducia crescente nei confronti dovrebbe essere garante della cor-
Naturalmente stiamo lavorando, in degli Ordini e della loro capacità di rettezza procedurale. Con quelle
particolare stiamo dando seguito assecondare le riforme necessarie. rappresentanze istituzionali signifi-
all’impostazione decisa tre anni fa, Più difficile - ma anche più stimo- cative per l’esercizio della profes-
quando si convenne che per l’accre- lante - appare la via della sione (ANCI, UPI, Regioni,..) che
ditamento la SIU deve agire ricor- Associazione autocertificante. sono disponibili a riconoscere la
rendo alla concertazione e al parte- Proprio la esperienza fatta fin qui ci qualificazione prodotta da questo
nariato. E il tavolo di trattativa SIU- insegna quanto difficile sia l’auto- “Ufficio” espressione delle associa-
INU-AssouUbanisti presso il CNEL governo del nostro settore discipli- zioni del settore.
proposto al recente Congresso INU nare, attraversato da spinte con- La validazione legislativa di questa
di Venezia è il frutto di questo traddittorie e spesso da individua- pratica potrà maturare poi con i
orientamento. lismi che ostacolano la costruzione tempi necessari. Sulla base delle
Ma ai tavoli bisogna andare portan- di visioni condivise e operanti nel- esperienze fatte finora, dobbiamo
do una propria visione, forti di una l’interesse di tutti. Eppure non c’è infatti riconoscere che il voler ante-
SIU N e w s l e t t e r
progettualità che consente un dia- dubbio che solo attraverso un porre la definizione normativa
logo fecondo con le altre compo- nostro maggior impegno verso una genera conflitti al momento irreso-
nenti. Purtroppo io non vedo anco- politica comune si potrà partecipa- lubili, soprattutto impedisce di
ra maturo questo momento della re attivamente ai processi di rifor- avviare un processo di sperimenta-
nostra progettualità, forse frenati ma in atto, che incentivano le auto- zione che può aiutarci a costruire
come siamo da una diversità di nomie ma che al tempo stesso regole e pratiche realmente efficaci.
vedute interna allo stesso Consiglio richiedono una forte dose di coor- Consideriamo inoltre che la funzio-
Direttivo che peraltro non ha trova- dinamento e di responsabilizzazio- ne di qualificazione/accreditamen-
to ancora modo di esprimersi com- ne di tutti gli urbanisti che operano to deve tener conto di un mercato
piutamente e di sfociare in una nelle università. professionale che si dilata ormai su
posizione di maggiore chiarezza. tutta l’Europa. Al momento la
È un tema delicato quanto crucia- 4. Una via da percorrere situazione è alquanto confusa, e
leed è necessario rilanciare la Intanto mi sembra di grande utilità servono regole per orientare meglio
nostra iniziativa, e la discussione di conoscere meglio l’esperienza fran- il riconoscimento delle titolarità in
oggi dovrà dare indirizzi sul modo cese, che è la più simile a quella ita- urbanistica. Dunque si apre un ver-
di procedere. liana anche se assai più avanzata. sante di lavoro i cui interlocutori
Il tema dell’accreditamento si lega Per questo abbiamo invitato la vice sono il Consiglio Europeo degli
inevitabilmente con quello del rico- presidente della Società Francese Urbanisti e le altre Società degli
noscimento professionale del titolo degli Urbanisti, che ci darà conto in Urbanisti. In particolare appare
di studio, anche se a mio avviso è particolare della interessante inizia- opportuno avviare una collabora-
profondamente sbagliato intreccia- tiva dell’Office de Qualification che si zione con la Società Francese degli
numero due Bollettino della SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI
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Urbanisti, che mi sembra la più Toscana, dal Piemonte. Altre ver- base volontaristico fatta di genero-
vicina alle nostre posizioni. La pre- ranno certamente se decidiamo sità e di disponibilità individuali
Eventi
senza oggi di Francoise Maquigny, oggi di avviare concretamente que- necessarie per sopperire ad una
vicepresidente della SFU, può con- sta modalità di funzionamento struttura organizzativa ancora non
sentire un utile riscontro sulla fatti- della nostra Società, che ha un gran consolidata.
bilità di questa prospettiva. bisogno di liberare le energie dis- Ora che si sta portando a compi-
Se questo è un percorso condivisi- ponibili ed estendere la partecipa- mento le prime attività previste nel
bile, si può cominciare fin d’ora con zione attiva dei propri iscritti per mandato istitutivo della Società,
un programma di lavoro che non limitare i rischi di una involuzione ora che sono stati tracciati con più
deve sottostare alle defatiganti verticistica che nessuno di noi vuole. sicurezza i percorsi di lavoro e le
verifiche esterne, in particolare forme organizzative, si è fatto il
degli Ordini, che ci hanno paraliz- 6. Una ipotesi per il prossimo tempo di aprire all’ingresso di
zato fino ad oggi. anno nuove forze in grado di rilanciare
Alla luce della esperienza che ed estendere l’impegno della SIU.
5. Altre iniziative in corso abbiamo fatto finora, appare Stanno scadendo le cariche elettive
L’attenzione alle riforme dei pro- opportuno ristrutturare l’agenda definite alla Assemblea di Torino.
cessi formativi e ai loro esiti nei degli impegni organizzativi per il Forse questa può diventare la occa-
confronti del riconoscimento pro- prossimo anno e in prospettiva sione per discutere dei modi e delle
fessionale non esaurisce per fortu- anche per gli anni successivi. persone attraverso cui impostare
na gli interessi che la SIU sta svi- Non diversamente da quanto acca- una seconda fase (una seconda
luppando in questi anni. de per le altre Società consimili, generazione?) della vita della
Alla precedente Assemblea di dovremo preoccuparci soprattutto nostra Società. Con l’augurio le
Roma del ‘98 si è avviata una rifles- di organizzare un Congresso tema- scelte incombenti di organizzazio-
sione sullo stato delle tendenze tico annuale a scadenza fissa, pre- ne di nuovi profili formativi e di
della ricerca urbanistica italiana. In parato con adeguato anticipo nuove forme di riconoscimento
quella occasione venne presentato (almeno di sei mesi) e aperto alla della professionalità non ci trovino
un programma di lavoro da partecipazione di esperti tanto impreparati, ma al contrario diven-
Bernardo Secchi a cui era stato interni che esterni alla SIU. tino la testimonianza della nostra
richiesto di predisporre il percorso L’Assemblea sarà chiamata a deli- utilità nel raggiungere soluzioni da
per giungere alla costruzione di un berare sul tema da assumere per il tutti condivisibili.
Rapporto SIU da aggiornare ogni Congresso, eventualmente sulla
due anni. L’interesse suscitato allo- base delle proposte predisposte dal
ra ci conferma l’importanza di que- Consiglio Direttivo.
sta attività che forse deve ancora Questa finalizzazione più esplicita
trovare modelli organizzativi e delle nostre attività dovrebbe con-
metodi di lavoro adeguati, ma che sentire di organizzare meglio il
certamente può costituire un punto lavoro di tutti e soprattutto di far
di forza della nostra Società. conoscere per tempo agli iscritti il
Intanto la SIU sta finalmente cer- programma assunto, evitando le
cando di migliorare la propria rincorse dell’ultima ora che lascia- SIU N e w s l e t t e r
capacità di comunicazione e quindi no tutti insoddisfatti.
di servizio rispetto ai propri iscritti. Naturalmente, tutte le altre attività
Presentiamo oggi la SIU Newsletter che la SIU sarà comunque in grado
promossa per iniziativa di Giuliano di sviluppare (Osservatorio, Tavolo di
Leone e del gruppo palermitano. concertazione, Azioni di sperimentazio-
Inoltre presentiamo il sito web ne per l’accreditamento, …) potran-
della SIU predisposto da Piero no offrire l’occasione per ulteriori
Rovigatti e dal gruppo pescarese iniziative che volta per volta
che consentirà di mettere in circola- potranno essere messe in agenda
zione la cospicua mole di docu- con un coinvolgimento parziale o
mentazione prodotta dalla SIU in complessivo della base di iscritti.
diverse circostanze, troppo poco Così le Sezioni regionali saranno
conosciuta anche perchè priva di libere di programmare le proprie
adeguati canali di diffusione. attività, una volta concordato con il
Infine si stanno attivando le Sezioni Direttivo il piano di lavoro e il fab-
regionali, previste dal nostro bisogno di risorse.
Statuto ma ancora da istituire for-
malmente. Sono giunte richieste 7. Condizioni per il rilancio
dall’Abruzzo, dal Lazio, dalla A sei anni dalla sua istituzione la
Lombardia, dalla Sicilia, dalla SIU può ormai ritenere conclusa la
Campania, dall’Umbria, dalla fase dell’avvio che si è retta su una
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Rettore.
Università e Città
L’Università è anche un luogo in cui il tempo cessa
Nell’ambito delle attività didattiche della Facoltà di di esistere. Costituisce il termine degli studi ed è lì
Architettura di Palermo si è svolto, il 27 e 28 aprile che si realizza la condizione finale, conclusiva
scorsi, un incontro con Marino Folin sul tema della fon- della vita dello studente: una volta usciti
dazione delle città, organizzato da Nicola Giuliano dall’Università si cessa per sempre di essere stu-
Leone e Giuseppe Guerrera. L’occasione è stata propizia denti. Tuttavia, pur rappresentando la fase conclu-
per una riflessione più ampia sui principi che hanno siva della vita degli studi, la sua dimensione atem-
ispirato il nuovo assetto dell’Università, approfittando porale le conferisce lo strano potere di dilatare
della presenza di uno degli estensori della riforma. Si questa “fase finale” in una lunghezza indefinita: è
riporta una sintesi del suo contributo. l’unico luogo al mondo in cui si possono gestire gli
studi senza necessariamente seguire i corsi che
l’Istituzione mette a punto.
All’interno di epocali spostamenti migratori di Il tempo, nell’Università, cessa di esistere: ma,
popolazioni la città si sta profondamente trasfor- quale luogo senza tempo e quale luogo che non si
mando, ed in questa città che non è più quella che rapporta con l’esterno, esibisce la sua estraneità
noi siamo abituati a considerare - quella chiusa rispetto alla città che è invece il luogo per eccellen-
all’interno di confini, quella sfrangiata, la città za del tempo e delle relazioni.
metropolitana - c’è qualcosa di molto più comples- Questo è stato il carattere simbolico che ha con-
so, qualcosa per la quale si stanno coniando anche traddistinto l’Università in Europa, con le sue
nuove definizioni. Si può quindi intraprendere leggi, le sue regole, chiusa al suo interno, senza
una discussione sulla rifondazione della città inte- tempo, oltre il tempo della città; tutti aspetti di un
sa non come un tutt’uno, un unicum, ma come temperamento indipendente che hanno spesso
parte di un sistema ramificato complesso. generato dei conflitti nei rapporti con la città, a
All’interno di questo sistema in trasformazione volte inaspriti al punto da portare la città a pren-
occorre ancora aprire un campo di riflessione su dere le distanze dall’istituzione ed a considerarla
quale ruolo abbia l’Università all’interno della come un elemento non più positivo al suo interno
città, indagare la profonda trasformazione che (oggi, di contro, si assite ad un’inversione di ten-
l’Università in Italia sta subendo e, soprattutto, denza che vede qualunque comune d’Italia con-
quelle trasformazioni che ridefiniscono anche tendersi una sede universitaria).
complessivamente il modo di essere dell’Università Con la fondazione dell’Università di Padova la
nei confronti della città. Repubblica di Venezia attesta questi difficili rap-
Prima di introdurre i cambiamenti che l’Università porti tra università e città: la Serenissima crea la
sta oggi attraversando, occorre ricordare come sua sede universitaria in una città di confine,
SIU N e w s l e t t e r
nasce l’Università in Europa e quali rapporti ha distante trenta chilometri; l’Università, proprio
intessuto storicamente con la città. perché fuori dal tempo, è vissuta come fattore di
Università e città sono termini assolutamente com- scandalo per la città, intacca la Repubblica con la
plementari: l’Università è un’istituzione che nasce sua extraterritorialità. Questo originario e conflit-
- sette secoli or sono in Italia e poi si diffonde nel tuale rapporto tra Università e città dura a lungo
resto del mondo - come un’istituzione profonda- nel tempo, attraversa anche l’Unità d’Italia per
mente urbana; si qualifica come struttura urbana e continuare fin nello Stato Italiano attuale.
diviene parte integrante della città occidentale. L’inizio del nostro secolo segna una significativa
Nasce e continua ad essere per lunghissimo tempo, svolta nella storia dell’Università inaugurando il
nonostante alcuni cambiamenti e fino a tempi primo consistente sviluppo delle sedi universitarie
recentissimi, come una istituzione “totale”, un italiane: tutte le sedi universitarie di Milano –
“convento”, una struttura inserita all’interno della “Statale”, “Politecnico”, “Cattolica” – hanno all’in-
città capace al contempo di rappresentare un circa settant’anni. In questa stessa fase storica, la
mondo che si conclude al suo interno. stessa Università di Padova, chiusa per secoli nella
L’Università si configura come un luogo senza rap- sua extraterritorialità, comincia per una serie di
porti con l’esterno: è una struttura atipica come ragioni ad aprirsi a ventaglio, ad espandersi, a cre-
istituzione sociale, dotata di strutture proprie rigi- scere secondo nuove modalità; è questo il momen-
damente chiuse rispetto all’ambiente esterno (basti to storico che vede infrangersi il modo di rappor-
pensare alle Università di Bologna, di Padova e di tarsi dell’Università nei confronti della città.
Pavia); all’interno dell’Università, per statuti anti- L’Università è andata crescendo dentro la città
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Temi
le di spazi già destinati ad altre attività e che per è l’unica istituzione capace di garantire alla città la
ragioni diverse la storia ha svuotato delle proprie formazione di capitale umano indispensabile alla
funzioni (strutture come conventi, ospedali, etc.); crescita della città stessa.
la Statale di Milano, ad esempio, nasce all’interno Il mutamento dell’Università ha molte analogie
di una struttura presistente. con i cambiamenti che sono in corso all’interno
La seconda soluzione si rispecchia nella costruzio- della città; ma in particolare alcuni cambiamenti
ne di “città universitarie”; si tratta di veri e propri che hanno luogo all’interno dell’Università, e non
quartieri costruiti al margine della città esistente, nella città, ridefiniscono le relazioni tra Università
come parti periferiche di essa; non si possono assi- e città in modo molto innovativo. Tra i cambia-
milare a veri e propri Campus perché lo studente menti a cui stiamo assistendo il processo di rifor-
non vive al loro interno, se non in rari casi. I quar- ma in corso all’interno delle università del nostro
tieri universitari vengono realizzati dentro la città Paese costituisce una svolta radicale, di portata
ottocentesca con le stesse regole che sottintendono indubbiamente epocale: l’Università tende oggi a
alla costruzione della scacchiera della città del modificare la sua configurazione di stadio finale
secolo scorso; nello sviluppo urbano sorgono quar- della formazione superiore. L’idea di fondo è che
tieri universitari a fianco dei quartieri residenziali. la formazione universitaria sia articolata in cicli
In Italia il modello del Campus, spesso utilizzato finiti, conclusi, brevi, ciascuno dei quali dà la sua
in alcuni paesi del resto d’Europa e in particolare specificità formativa. La riforma introduce, accan-
nei paesi anglosassoni, storicamente non ha mai to alla laurea tradizionale, la laurea specialistica, i
attecchito; il Campus universitario rappresenta il masters di perfezionamento di primo livello, i
modello classico che mantiene fino in fondo quel- masters di perfezionamento di secondo livello. Il
l’antica ipotesi “combattiva” dell’Università quale regolamento sull’autonomia universitaria che defi-
luogo totalmente chiuso rispetto al resto della città, nisce la nuova articolazione degli studi modifica
chiuso al punto tale che gli studenti non solo vi l’attuale situazione in cui esiste il corso di diploma
svolgono le attività didattiche ma addirittura vivo- universitario e il corso di laurea articolati in paral-
no all’interno del recinto universitario. lelo e come unica successione al sistema degli studi
La situazione attuale è molto contraddittoria: nei universitari il post-lauream del dottorato di ricerca
rari casi in cui si è realizzato un Campus (come nel o della scuola di specializzazione; si tratta di un
caso sui generis di Palermo), lo studente non vive sistema ereditato da un lontanissimo passato in cui
al suo interno. Ciò che definisce un Campus è l’articolazione degli studi era organizzata secondo
invece la sua coesione, la riconoscibilità di una cicli molto ristretti.
comunità scientifica e studentesca che vive al suo L’articolazione dei cicli costituisce una innovazione
interno. Nel momento in cui gli studenti e i docen- molto interessante poiché i vari cicli vengono pro-
ti non vivono nel Campus, quest’ultimo diventa nei posti in successione tra loro e non in parallelo, quin-
fatti un recinto al cui interno sono contenute le sedi
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di è consentita dalla riforma la possibilità che lo stu-
delle attività universitarie che pochissime relazioni dente possa passare, finito un ciclo, ad un altro con
hanno tra di loro; vengono meno di conseguenza le una specializzazione diversa. Ma è vero anche che,
motivazioni che condizionano le scelte localizzati- nel caso di articolazione in parallelo, è ammesso che
ve, ragion per cui le sedi universitarie potrebbero lo studente, nel corso della sua vita universitaria,
essere ubicate anche in sedi distanti tra loro. possa cambiare idea, possa decidere di seguire un
La trasformazione dell’Università, che si delinea altro percorso, riprendere per un altro.
più marcatamente durante gli anni ‘20 e ‘30, riceve La riforma scardina alla base il principio
un drammatico impulso dopo gli anni ‘60, quando dell’Università in quanto luogo concluso, perché
l’avvento dell’università di massa determina una l’Università, per quanto riguarda l’attività didatti-
crescita incontrollabile che sfugge a qualsiasi pos- ca, inevitabilmente deve intrecciarsi con i movi-
sibilità di progetto razionale: l’Università cresce menti della vita: non deve solo relazionarsi con gli
allora in modo schizofrenico e drammatico. ordini professionali, con i quali dovrebbe già con-
La città reagisce sempre più rapidamente ai pro- frontarsi, ma deve entrare in contatto col mondo
blemi urbani che l’Università innesca; l’Università dell’imprenditoria e con le esigenze di una società
deve porsi, ad esempio, la questione degli alloggi in cambiamento che pongono il problema di nuove
per gli studenti, tentando di risolvere i problemi di professionalità, di un’articolazione diversa della
conflitto e di competizione sul mercato immobilia- professionalità, di nuove competenze.
re tra la popolazione studentesca fuori sede e la La formazione che oggi l’Università fornisce è
popolazione urbana residente. ancorata su figure professionali fossilizzate. La
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quali siano i cambiamenti della società per forma- Altro nodo fondamentale è quello della ricerca:
re in anticipo nuove professionalità trasformando- l’Università deve affrancarsi dalla logica del finan-
si in un’istituzione flessibile e in continuo aggior- ziamento concesso esclusivamente dal Ministero e
namento. avviarsi verso la creazione di nuovi canali di finan-
Tutto ciò apre ad un periodo di sperimentazioni ziamento esterni al sistema università. E’, infatti,
per un’Università che si è formata secondo le vec- molto difficile che la ricerca finanziata dal
chie regole e il cambiamento non sarà affatto faci- Ministero abbia la possibilità di confrontarsi con il
le. La sperimentazione - a cui gli studenti di mondo esterno: questo tipo di ricerca è, nella quasi
Architettura non sono nuovi - è stata organizzata totalità dei casi, una ricerca autoreferenziale che
finora all’interno dei grandi ordinamenti nazionali inizia e si conclude all’interno dell’Università.
che periodicamente vengono calati dall’alto e che In questa logica, l’Università può dare un suppor-
ciascuna facoltà doveva seguire. La sperimentazio- to in più rispetto all’attività professionale (anche
ne, tra l’altro, non sarà più la via per arrivare ad un su temi relativi al territorio) proprio per il ruolo
momento di stasi, di quiete: per i prossimi anni la istituzionale che riveste.
sperimentazione sarà il modo di essere della for- Logiche nuove, inoltre, vanno adoperate anche
mazione. relativamente ai sevizi che l’Università offre.
Per tracciare rapidamente un quadro della riforma Questa è una occasione assolutamente straordina-
universitaria, si possono estrarre quali aspetti più ria: dalle aule dell’Università alle biblioteche, alle
rilevanti la didattica, la ricerca, i servizi aule informatiche, a qualunque attrezzatura che
dell’Università, i problemi dell’autonomia e, quin- sia all’interno dell’università, tutto deve essere
di, il modo di rapportarsi dell’Università rispetto pensato non solo per la formazione degli studenti,
alla società. ma in qualche modo anche per essere utilizzato dal
Per quanto riguarda la didattica, strettamente con- territorio.
nessa al problema della ridefinizione delle profes- Questa è la grande novità e la grande scommessa
sionalità oggi necessarie, il nodo fondamentale è che l’Università ha di fronte; da questo punto di
costituito dalla possibilità per ogni studente di vista, sarebbe del tutto coerente che l’Università si
costruire percorsi didattici personalizzati in fun- aprisse alla città, che gli atenei, per così dire, si dis-
zione della figura professionale che si intende rag- integrassero.
giungere; questa è una innovazione assolutamente L’Università, che è stata concepita come luogo con-
essenziale in quanto consente di pescare anche dai cluso rispetto alla città, deve totalmente esplodere
settori disciplinari di facoltà diverse in una pro- verso l’esterno. E’ un’operazione che è esattamen-
spettiva di assoluta libertà. te l’opposto di quella del Campus: l’apertura delle
Oggi per costruire un nuovo percorso disciplinare strutture universitarie all’esterno consente di scar-
occorrerebbe che ogni Facoltà attivasse tutti gli dinare i confini tra l’Università e la città.
insegnamenti necessari al suo interno; si trattereb- Da un punto di vista fisico, la totale disintegrazio-
SIU N e w s l e t t e r
be di un processo molto lungo, difficile e, anche, ne dentro la città dovrebbe consistere in un sistema
alla fine molto rigido, perché una volta attivati di relazioni fittissime: l’Università dovrebbe artico-
tutti gli insegnamenti, si dovrebbero individuare larsi in parti, molto ben visibili nella città, capaci di
quelli necessari e inamovibili. Lo studente potreb- diventare elementi strutturanti, veri e propri punti
be costruire così il suo percorso didattico prenden- di riferimento, dell’organismo urbano.
do alcuni insegnamenti dalla propria facoltà, ma, Il punto di arrivo di oggi è fortemente legato ad
se necessario, riferirsi anche ad altri settori disci- una città che non è più racchiusa all’interno di un
plinari di altre facoltà. perimetro murario, come lo era la città medioevale
Un percorso non più fossilizzato apre un altro ver- al cui interno l’Università si disponeva come un
sante di problematiche rimettendo inevitabilmente episodio altrettanto recintato e impenetrabile dal-
in discussione il rapporto che oggi c’è tra un corso l’esterno, ma è una città a rete, una città diffusa,
di laurea e la ricerca. fatta di nuclei, con interrelazioni con un paesaggio
Una nuova impostazione della didattica, vista in che sempre più sta diventando parte della città
questi termini, porta a conseguenze di grande stessa.
significato perché impone all’Università di uscire In questa ottica l’Università sta vivendo una radi-
dai suoi confini: costruire dei percorsi di studio cale trasformazione: cessando di essere un nucleo
basati sulle nuove professionalità significa con- chiuso, si apre alla vita urbana e partecipa attiva-
frontarsi con il mondo esterno, dunque mente a questo straordinario momento di ricostru-
l’Università è costretta a valicare i suoi stessi mar- zione della città.
gini aprendosi verso l’ambito della formazione
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Temi
scenza al lavoro che un gruppo di colleghi ha
Riflessioni sui problemi specifici
avviato nell’interesse di tutti, ci si propone di pro-
delle Facoltà di Ingegneria
Pubblichiamo, per gentile concessione degli autori, il seguire nel tentativo di costruzione del quadro
documento presentato all’Assemblea di Napoli. delle diversità di istanze che la situazione attuale e
Attraverso questo documento si sono sottoposti alla le prospettive tipiche delle Facoltà di Ingegneria
riflessione collettiva taluni aspetti di maggior rilievo circa i tende a determinare.
problemi specifici delle Facoltà di Ingegneria inerenti il rin- Questo tentativo si collega alla necessità di stimo-
novo degli itinerari formativi. Essi si presentano, infatti, lare, confrontare e promuovere il dibattito interno
– come più volte è stato osservato – con caratteri propri, alle Facoltà di Ingegneria, allo scopo di pervenire
fortemente distinti da quelli maturati nel quadro delle alla definizione di percorsi formativi finalizzati ad
facoltà di Architettura e nei CdL in Pianificazione una figura di professionista di alto livello, figura
Territoriale Urbanistica e dell’Ambiente. In relazione a che riporti i tratti dei saperi tipici dell’Ingegnere
tali problemi di specificità, si è voluto approfittare dello moderno nel campo della analisi, della valutazione,
sforzo organizzativo, posto in essere dalla SIU attraver- della gestione e della progettazione dei processi.
so l’impegno di alcuni colleghi, al fine di meglio In particolare, sulla base dei contributi e delle
comprendere attualità e prospettive degli insegna- osservazioni che si riceveranno, sarà possibile sti-
menti delle discipline urbanistiche nelle nostre molare e valutare il quadro delle proposte formati-
Facoltà nel quadro dei rilevanti cambiamenti in ve tipiche delle Facoltà d’Ingegneria che, già fin
corso. Appare utile, infatti, verificare se entro tali cam- d’ora riconosciamo estremamente complesso.
biamenti nuovi ruoli per l’urbanistica e nuove figure di A partire da questo documento, verrà messa in
professionisti possano venire delineandosi a partire dalla opera una procedura di raccolta e organizzazione
formazione dell’Ingegnere. della informazione, della quale si intende dare
conto attraverso un’attività evolutiva di reporting.
1. Introduzione Questo documento, al punto 2, definisce una
Dopo una difficile fase di avvio che non possiamo prima ipotesi di lettura degli orientamenti relativi
ancora considerare archiviata(1), la SIU ha certa- al quadro dell’offerta che emerge da un insieme
mente già conseguito una dimostrazione efficace non-sistematico di conoscenze relative alle caratte-
di quanto siano urgenti e importanti le istanze che ristiche delle diverse sedi.
sono state sollevate circa i requisiti minimi di un Al successivo punto 3 vengono proposte un insie-
professionista che intenda esercitare nel campo me di questioni finalizzate a precisare il quadro
della Pianificazione Territoriale Urbanistica e dell’offerta e i relativi apprezzamenti.
dell’Ambiente. La realizzazione di “SIU-newslet- Al punto 4, infine, viene, abbozzata una proposta
ter” consente una prima riflessione ordinata sulla metodologico-procedurale per proseguire nella
identificazione delle problematiche di fondo e costruzione di un disegno che include le pluralità
sulle strategie che vengono delineandosi. del mondo della formazione nel campo dell’urbani-
SIU N e w s l e t t e r
L’estrema delicatezza delle istanze che si pongono, stica, anche in relazione alle pluralità dei modi in cui
impone, a sua volta, una grande circospezione nel la domanda potenziale va sempre più articolandosi.
valutare lo stato dell’arte, che comprende non solo Tale proposta verrà affinata sulla base dei riscontri
programmi formativi e scientifici in atto, ma anche e delle considerazioni ottenute.
e soprattutto le esigenze di rinnovamento poste
dal rapidissimo mutamento del quadro normativo 2. La formazione in urbanistica e pianificazione
sia relativo all’Università sia relativo alla strumen- territoriale nel quadro dell’offerta tipico delle
tazione disciplinare. Ciò implica: facoltà di ingegneria
– una particolare cura nella documentazione e nel- Questo punto riporta dei titoli attraverso i quali –
l’analisi dello stato di fatto che deve essere affidata a seppure in maniera schematica e riduttiva - può
metodi rispettosi delle Istituzioni (2); essere facilmente riconosciuto il diverso articolarsi
– una particolare cura nel coinvolgimento dei dei gruppi di ricerca e i caratteri dei percorsi for-
soggetti responsabili della progettazione e della mativi coltivati nelle Facoltà di Ingegneria.
realizzazione dei percorsi formativi che non Questa ipotesi di classificazione è astratta ed è da
possono che essere tutti i docenti dell’Area; intendere come esclusivamente strumentale al fine
– una ancor maggiore attenzione nel considerare le di dare corpo ad una riflessione sistematica sui
aree disciplinari vicine, le quali dovranno contri- problemi aperti e sulle prospettive e, in un secon-
buire al disegno e alla realizzazione dei percorsi do momento, per sviluppare un’indagine analitico
formativi con saperi specifici che - certamente - valutativa.
Bollettino della SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI numero due
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La classificazione proposta non intende, dunque, Territorio che giustamente vengono considerati
Temi
esaurire la gamma certamente più vasta dei temi e “trasversali” e che si collegano ai settori delle risor-
delle caratterizzazioni, né assegnare gruppi di se naturali, dell’idrogeologia e dell’idraulica e
ricercatori a nessuna di tali categorie, in quanto è della difesa del suolo;
più probabile che ognuno coltivi, eventualmente - dall’altro integra i temi della progettazione
con pesi ed attenzione diversi, tutte o gran parte di ambientale, ritrovando inevitabilmente i temi della
queste tematiche individuate in prima istanza. complessità verso cui conduce l’analisi del sistema
ambientale. In questo senso appare l’approccio che
A) L’urbanistica tecnica più di altri tende a mettere in crisi i paradigmi
Si intende collocare in questa categoria la tradizio- della razionalità e si apre alla riflessione teorica
ne dell’urbanistica delle origini sviluppatasi nelle sulle relative conseguenze.
applicazioni ai Regolamenti Edilizi e in una
manualistica anche di recente formazione. D) L’analisi del sistema funzionale urbano e la gover-
Nel suo sviluppo più vicino a noi, sembra conti- nance dei processi evolutivi
nuare ad oscillare fra un ruolo quasi di servizio In questo ambito di ricerca si ritrovano gli svilup-
alla progettazione delle trasformazioni fisiche e lo pi che negli ultimi trent’anni hanno fatto seguito
sviluppo di tecniche gestionali e di tecniche anali- ad un approccio di tipo sistemico. Diversità di lin-
tiche. Questa interpretazione trova spazio nel qua- guaggi e di approcci hanno caratterizzato il lavoro
dro della tradizione delle Facoltà di Ingegneria e svolto in questo ambito: da un lato, la gerarchia e
tende a fornire al tecnico che opera sulla città i il dimensionamento dei servizi e lo studio dell’ar-
saperi necessari per inserirsi nel processo di tra- matura funzionale urbana e territoriale spesso con
sformazione proponendo la soluzione di problemi attenzioni di tipo quantitativo; dall’altro, lo studio
operativi (“problem solving”). anche formalizzato dei processi evolutivi (modelli-
In misura proporzionale alla positività del contri- stica dinamica) e delle reti di flussi.
buto del sapere sostantivo e del livello di defini- Mentre il linguaggio formalizzato sembra poter
zione del corpus disciplinare, essa sembra trovare trovare accoglienza particolarmente attenta presso
riconoscibilità nel quadro degli insegnamenti delle gli altri settori di insegnamento delle Facoltà di
Facoltà di Ingegneria, ma a questo riguardo (con Ingegneria, dall’altro appare come un approccio
grande evidenza) appare strano, ad esempio, il ancora poco integrato nel quadro complessivo
parere del Collegio dei Presidi circa la non-obbli- delle iniziative di studio del settore, rivelandosi
gatorietà dell’insegnamento di Tecnica Urbanistica allo stesso tempo:
per l’Ingegnere Civile (4). – minoritario, in quanto curato da un numero
ridotto di studiosi e docenti;
B) L’approccio sintetico al progetto urbano e territoriale – promettente per il futuro in quanto è fra i giova-
E’, evidentemente, l’approccio più eclettico in cui ni laureati in Ingegneria che si avviano alla ricerca
lo studio della storia della, rappresentazione, dei che le prospettive del linguaggio formale trovano,
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modelli urbani e degli schemi distributivi analiz- quasi naturalmente, immediata accoglienza quan-
zano un quadro “a-priori” in cui si colloca la ricer- do esse vengono presentate.
ca tipica delle logiche del progetto urbano, come di In questo contesto, la diffusione degli strumenti
quello architettonico (che, invece è, per sua natura, dell’informatica (GIS, Decision Support System,
di tipo a-posteriori”). Per queste ragioni la integra- modelli analitici e di simulazione) si mostra come
zione nel corpo delle discipline delle Facoltà di un possibile contributo peculiare che l’ingegnere
Ingegneria appare talvolta non facile. del terzo millennio potrà dare alla disciplina.
Rappresenta l’area di sovrapposizione con gli inse-
gnamenti del settore disciplinare H14B e si integra E) Sistemi di conoscenza e razionalità nei sistemi di
in modo particolare con i programmi e le prospet- gestione e di valutazione e decisione
tive attuali dell’Ingegnere Edile circa la formazio- La complessità del sistema di attori, aspirazioni e
ne dell’Ingegnere-Architetto. Alimenta inoltre i obiettivi che intervengono sulla scena delle tra-
Laboratori di Progettazione urbanistica. sformazioni territoriali e delle decisioni pubbliche
circa la allocazione di risorse e le politiche territo-
C) L’ambiente e la complessità riali in generale, ha posto in una luce nuova lo stu-
Appare come un punto di vista estremamente dio della decisione e della razionalità collettiva e -
variegato: conseguentemente - della gestione delle risorse e
- da un lato ricerca punti di collegamento con disci- degli spazi entro cui le comunità agiscono.
pline più tipiche delle Facoltà di Ingegneria, recen- In questa direzione sono state sviluppate due
temente ritrovatesi nei giovani CdL in Ambiente e attenzioni spesso interagenti: quella ai meccanismi
numero due Bollettino della SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI
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della interazione che riguarda comunicazione e genere, con tutta la strumentazione delle tecniche
partecipazione e quella della messa a punto di tec- di comunicazione verbale e visiva) sulla cui impor-
Temi
niche di supporto al monitoraggio e allo sviluppo tanza non c’è bisogno di commento; occorre, caso-
dei processi decisionali (le metodologie multicri- mai, rilevare come finalizzare e possibilmente
teri di valutazione e di aiuto alle decisioni). arricchire le attività di laboratorio e applicazione
Tale attenzione si presenta in misura fortemente in questi settori, nel passato confinate a ruoli di
diversificata entro i diversi gruppi di lavoro tro- servizio (7);
vando spazi di applicazione di diversa ampiezza e – i settori delle Matematiche sia per la formazione
con diverse caratterizzazioni. analitica e sistematica sia per gli aspetti strumenta-
L’ingegneria della conoscenza e il management li e concettuali legati alla Statistica e alle recenti
della decisione collettiva aprono un ampio venta- evoluzioni della Ricerca Operativa;
glio di ricerche e di attività solo in parte esplorate – i settori emergenti dell’Ingegneria Gestionale che
e, soprattutto, pongono un’esigenza di innovazio- dalla tradizione della gestione aziendale, in alcuni
ne e finalizzazione delle tecniche, che si riflette in casi, cominciano a dirigersi verso i temi della
tutti gli orientamenti sopradelineati, i quali devo- gestione pubblica (8);
no poter mutuare fra loro aspetti anche parziali – ultimi, ma non ultimi, i settori dell’Architettura,
con riflessi nell’ambito della formazione. da quello tradizionalmente consolidato della
Alle diverse linee di approccio delineate in una Architettura Tecnica a quelli della Composizione
prima approssimazione ai punti precedenti, deve Architettonica e della Storia dell’Arte e della Città,
corrispondere una ancor più articolata configura- del Restauro e del Recupero Tecnico, rappresentano
zione del personale docente e ricercatore del rag- una caratteristica tutta italiana nella formazione
gruppamento H14A e, in particolare, di quello che degli urbanisti - pianificatori.
opera nelle Facoltà di Ingegneria. Sembrerebbe una grave imprudenza ed un grave
L’osservazione che si intende sottoporre all’atten- spreco rinunciare a queste possibilità di integrazio-
zione riguardo a questo punto si riferisce princi- ne in un quadro di attività scientifica di altissimo
palmente alla esiguità del numero di operatori; livello che oggi viene sviluppato nelle Facoltà di
ove non si traduce nella responsabilità di più corsi, Ingegneria.
investe la necessità di offrire entro un numero assai
ridotto di ore di lezione o di crediti didattici un ser- 3.2. Problemi e specificità locali
vizio formativo troppo ampio (5). Contenuti e pro- L’ultima considerazione dovrebbe essere conside-
grammi formativi devono essere in grado di inte- rata ovvia, essa, tuttavia, riceve nuovo impulso dai
ragire e scambiare contenuti e apporti formativi. cambiamenti in atto che dovrebbero spingere le
nostre Facoltà al maggior rapporto come le società
3. Problemi in relazione al quadro complessivo locali.
dell’offerta delle facoltà di Ingegneria La fortissima proliferazione di sedi che si diffon-
3.1. Discipline del territorio e altri settori delle Facoltà dono in tutte le regioni e province al di fuori delle
di Ingegneria tradizionali aree metropolitane spingendosi
SIU N e w s l e t t e r
La valutazione del quadro di offerta didattica delle nell’Osso d’Italia pone problemi peculiari certa-
Facoltà di Ingegneria nelle nostre discipline non mente differenti da quelli delle città industriali,
può non considerare l’insieme del quadro di offer- delle città portuali e dei nodi ferroviari dove le
ta. La ristrettezza delle risorse e l’approccio, oggi Facoltà di Ingegneria si inseriscono in un tessuto
imposto, ad un regime di mercato competitivo, produttivo spontaneamente vocato ad accoglierle
obbliga ad una competizione fra i diversi CdL e indi- e ad integrarle.
rizzi che investe sia le risorse di bilancio, che il Formazione di base e formazione finalizzata si
tempo/crediti che lo studente deve conseguire. confrontano con domande specifiche che occorre
Non sembra possibile in alcuna misura sviluppare considerare con molta attenzione, al fine di ricerca-
questo ragionamento senza promuovere le sinergie re un opportuno punto di mediazione. Due rischi
con gli altri settori cogliendo tutte le possibilità di sembrano infatti presentarsi:
finalizzazione comune che è possibile stabilire con: – risponde alla domanda di preparazione di tecni-
– i settori dell’Ambiente: difesa del suolo e idro- ci che dovranno operare in quel dato contesto ter-
geologia, ingegneria sanitaria e impiantistica, fisica ritoriale, sviluppando ricerca e formazione in dire-
dell’atmosfera e idraulica (6) il cui sapere tecnico e tec- zioni per le quali il confronto locale non potrà aver
nologico deve essere integrato nella cultura del piano, luogo così come non potrà generarsi il previsto
che è fatta di mediazioni, di rinunce, di priorità; impulso allo sviluppo dei sistemi locali e, non ulti-
– i settori della Rappresentazione (disegno, dise- mo, non verrà suscitato l’interesse dei potenziali
gno automatico, GIS, la capacità espositiva in finanziatori locali;
Bollettino della SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI numero due
OTTOBRE
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za impossibile il confronto con la universalità della mento delle Facoltà di Ingegneria, entro i margini
ricerca scientifica. della autonomia e nel rispetto e nella valorizzazio-
La società civile non è tutta ugualmente contenta ne delle peculiarità, ma verso il conseguimento di
di sostenere una Università isolata e rinchiusa in se requisiti minimi comuni;
stessa, per converso esula dalle finalità – la individuazione di programmi di applicazione
dell’Università quella di essere esclusivamente che favoriscano lo sviluppo equilibrato e il con-
una struttura di servizio delle realtà locali, né fronto costruttivo dei diversi modi di intendere le
tutti concordano con prospettive che tendono a nostre discipline nel terzo millennio entrante;
delineare un’Università “super-liceo”. – la individuazione di strategie di crescita in armo-
Le nostre discipline sono naturalmente esposte al nia con la crescita Facoltà di Ingegneria nel suo
rapporto con il territorio; potrebbe essere un complesso.
nostro compito cercare la giusta mediazione fra le La prima forma di interazione che ci sembra neces-
due esigenze o i due rischi estremi di cui sopra, sario richiedere è quella di un segnale di interesse
garantendo alta specializzazione e capacità di per il tema e, immediatamente dopo, le prime con-
generalizzazione e confronto con la multidimen- siderazioni critiche sulla eccessiva semplificazione
sionalità dei territori dei paesi europei ed extra- del quadro descrittivo che qui è stato proposto.
europei. Solo in un momento appena successivo verranno
diffusi dei questionari sui programmi e le tenden-
4. Conclusioni: metodologia e programma di ze e i problemi delle diverse sedi. Su questa base
lavoro potrà essere esaminata la elaborazione e la valuta-
Il senso annunciato di questa nota è quello di zione delle forme più opportune per supportare il
cogliere appieno l’opportunità offerta dal lavoro lavoro già avviato dalla SIU, al fine di non circoscri-
dei colleghi, per riflettere sulle questioni tipiche vere la eventuale, partecipazione a questa iniziativa
delle Facoltà di Ingegneria in un’ottica che consi- da pare di alcuni di noi a forme passive tendenti ad
deri la diversità come una ricchezza, ma che non accreditare una pur meritevole azione svolta da
rinunci alla individuazione di standard e requisiti pochi altri.
comuni. La fase analitica che occorrere mettere in
piedi non dovrà solo esplorare per l’ennesima NOTE
volta (in maniera più o meno completa) program- 1) Cfr. l’intervento di G. Piccinato del 26 novembre 1998.
2) Il pregevole sforzo di documentare programmi di ricerca e
mi e collocazioni culturali dell’attività scientifica: itinerari formativi nelle Università Italiane non riveste ancora
questa dovrebbe piuttosto esplorare (e stimolare) caratteri di sistematicità tali da garantire completezza e obietti-
la voglia di innovazione. Al di là di quelle che pos- vità o, per lo meno, condivisione nella interpretazione. (cfr. il
dossier presentato in occasione della rassegna INU del 1997).
sono essere aspirazioni personali occorre allora
Pertanto occorre deliberare lo sviluppo di una ricerca docu-
finalizzare a questo fine la base conoscitiva valu- mentativa attorno a programmi e attività che dipinga in modo
SIU N e w s l e t t e r
tando le risorse in campo e le loro prospettive di soddisfacente il quadro delle diversità e molteplicità delle
crescita o di riduzione, la voglia e la capacità sia situazioni.
3) Se si conviene che sarebbe una grave imprudenza considera-
personali che di contesto a cambiare e sperimenta- re unitariamente il quadro delle discipline nelle Facoltà di
re, valorizzando tutti gli approcci tipici che oggi è Architettura, ancora più grave sarebbe considerare unitario il
possibile cogliere e contribuendo a farli meglio quadro delle discipline entro le Facoltà di Ingegneria, dove, la
specializzazione raggiunta nelle diverse aree tende a spingere
conoscere e considerare. la nostra disciplina (come molte altre) in uno spazio di isola-
Per questi fini, una volta che, approfittando del mento: eppure “…è il territorio, per sua natura, ad essere inter-
lavoro avviato dai colleghi della SIU, si riscontras- disciplinare!…” (cito a memoria da Pierluigi Crosta).
4) Cfr. la lettera inviata alla Conferenza dei Presidi la primave-
se il necessario interesse a questi problemi, occor- ra scorsa da tutti i docenti del settore.
rerà rendersi disponibili a sondare e ad elaborare 5) Probabilmente non è automatico generalizzare questo qua-
attraverso una attività intensa di interazioni e dro di difficoltà e corre dunque documentare le diverse situa-
zioni entro un quadro valutativo che consideri i problemi delle
ragionamenti che, improntati ai principi della più sedi più piccole e che consideri la integrazione dei diversi corsi.
ampia partecipazione (cioè di tutti i docenti dell’a- 6) Alcuni colleghi aggiungerebbero il ruolo che la produzione
rea), sfruttando tutti gli strumenti delle telecomu- industriale e le macchine inducono sui processi di trasforma-
nicazioni, consenta in un tempo non troppo lungo zione-consumo dell’ambiente.
7) Brutta distinzione che oggi dovrebbe essere finalmente can-
di pervenire alla identificazione di ipotesi di lavo- cellata per riconoscere che tutte le discipline sono allo stesso
ro circa: tempo di servizio e di scopo.
– la definizione di figure professionali e del relati- 8) Figure come quella del City Manager o, più semplicemente
l’Ingegnere Capo degli Enti Locali mi sembra l’esempio tipico
vo fabbisogno formativo; di un tecnico formato alle tecniche e ai principi della gestiona-
– la innovazione dei programmi e degli itinerari lità, dell’economia e della giurisprudenza.
numero due Bollettino della SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI
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2000
17
Giovanna Bianchi, Susanna Menichini, ne di contese e conflitti per l’uso del suolo - for-
Massimo Olivieri, Roberta Strappini mare una figura professionale capace di tra-
Regioni
con i contributi di Aldo Cuzzer e durre in piani e progetti urbanistici le diverse
Federico Malusardi e le integrazioni di spinte sociali, economiche e politiche non
sembra più rinviabile.
Maurizio Garano e Paolo Scattoni
La nuova riforma universitaria da una parte e l’au-
Obiettivi per il Corso di tonomia dei singoli Atenei dall’altra spingono a
Laurea in PTUA della costruire nuovi Corsi di studi orientati rispetto al
complesso ed ampio quadro dei problemi del terri-
torio e dell’ambiente, non solo per dare maggiori
Facoltà di Architettura
dell’Università degli Studi scelte di formazione agli studenti, ma anche per
di Roma “La Sapienza” radicare ed improntare i corsi rispetto sia ai carat-
teri e alle risorse del territorio di appartenenza che
alle tradizioni culturali e di ricerca dei singoli
1. Le motivazioni e gli obiettivi Atenei e delle singole Facoltà.
L’urbanistica, alle soglie del Duemila, si presenta I caratteri peculiari della situazione italiana, e della
come la disciplina delle interconnessioni tra le scuola romana in particolare, più facilmente rico-
politiche, le morfologie sociali e le trasformazioni noscibili e spendibili nel contesto europeo possono
fisiche. In tempi in cui è forte la richiesta di dere- essere individuati in:
golamentare la pianificazione urbanistica, il ruolo - presenza diffusa sul territorio nazionale di un
di questa disciplina, mutevole e fluida in relazione patrimonio archeologico, architettonico ed artisti-
al sempre più veloce cambiamento della società co di eccezionale valore e di un insieme di caratte-
civile e del territorio, appare strategico. ri ambientali e paesaggistici sia naturali che antro-
La complessità del fare urbanistico oggi esige una pizzati, altrettanto eccezionali;
formazione specifica, in grado di risolvere i pro- - consolidata tradizione di attività e di studi, in
blemi di assetto dei vari contesti e di contribuire al ambito accademico e professionale, non limitati
mantenimento o al raggiungimento del difficile all’indagine storica e filologica, ma estesi all’inter-
equilibrio tra interessi individuali e interessi della pretazione del ruolo attivo della progettazione e
collettività. Se a ciò si aggiunge il continuo molti- della conservazione;
plicarsi degli strumenti di intervento e delle possi- - lunga esperienza e attenzione agli aspetti fisici
bilità di reperimento di risorse economiche e finan- della pianificazione ed alla valorizzazione del rap-
ziarie sia pubbliche che private, appare evidente la porto con l’architettura, che si esprime compiuta-
necessità di formare una figura professionale, l’ur- mente nel disegno del piano.
banista, capace di inserirsi, con competenza scienti- Su queste basi si propone quindi di strutturare il
fica, nel governo dei processi di sviluppo e nel pro- nuovo Corso di studi in cicli temporali caratteriz-
getto delle trasformazioni della città e del territorio. zati di volta in volta da temi specifici, rappresenta-
Superare l’urbanistica intesa come sommatoria di tivi delle problematiche emergenti, rispetto ai SIU N e w s l e t t e r
saperi diversi spesso acriticamente assunti e mira- quali costruire i percorsi formativi degli studenti,
re invece a considerarla una disciplina che deve orientare le diverse discipline e conformare i pro-
decodificare domande mai esattamente poste e grammi didattici. I temi che vengono proposti per
proporre azioni trasformative attente ai luoghi, ai il primo ciclo formativo sono:
soggetti, alle risorse e all’innovazione, rappresenta - compatibilità tra trasformazione, innovazione, svi-
uno degli obiettivi prioritari del Corso di studi. luppo della città e del territorio e valorizzazione e
L’esigenza di istituire un nuovo Corso di studi in conservazione delle risorse storiche archeologiche,
PTUA all’interno della Facoltà di Architettura di paesaggistiche e ambientali;
Roma “La Sapienza”, nasce da una positiva valu- - nodalità come categoria strutturante le trasfor-
tazione di questa rinnovata professionalità e dalle mazioni della città e del territorio del nostro tempo
possibilità di inserimento qualificato nel mondo sia in termini fisici che economico-finanziari;
del lavoro che il nuovo Corso potrà offrire alle - qualità come obiettivo per la costruzione e la
nuove generazioni di studenti. valutazione del piano e del progetto al fine di supe-
In un paese come l’Italia istituzionalmente ed rare la pratica conformativa e affermare una prati-
amministrativamente articolato (più di ottomila ca che ricerchi la rispondenza tra obiettivi e azioni.
comuni, oltre cento province e venti regioni) - in
cui la ricchezza e le “diversità” del patrimonio sto- 2. I contenuti formativi
rico-culturale e paesaggistico-ambientale sono Il Corso di studi si propone la formazione di una
dominanti ma in cui è sempre presente la pressio- figura professionale di urbanista che sia capace di
Bollettino della SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI numero due
OTTOBRE
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inquadrare i problemi e le azioni in una visione paesistico, piano territoriale con valenza ambienta-
Regioni
- coadiutore nella direzione tecnica delle procedu- Roberto Cassetti, Emanuela Belfiore
re e dei processi amministrativi complessi nella
Regioni
formazione, approvazione e implementazione dei
L’insegnamento dell’urbanistica
piani e dei progetti; nelle università italiane
- coordinatore di procedimenti non complessi nella
formazione, approvazione e implementazione dei 1. Il cuore dell’insegnamento: la progettazione
piani e dei progetti. dello spazio
La classe di studio fornirà competenze orientate a
svolgere le seguenti attività: La visione formativa multidisciplinare della nuova
- analisi e valutazioni per studi, piani e progetti Facoltà
urbani, territoriali e ambientali; Richiamandosi esplicitamente alla tradizione della
- gestione delle procedure finalizzate all’istruttoria “Scuola romana” la nuova Facoltà si propone di
tecnica relativa agli atti di pianificazione e proget- creare una Scuola che riporti in un alveo unitario
tazione urbanistica, territoriale e ambientale; architettura e spazio urbano, piano e progetto, città
- direzione tecnica e gestione dei sistemi di moni- e territorio, per formare una figura integrata e con-
toraggio della città, del territorio e dell’ambiente; sapevole di progettista in grado di plasmare e
- costruzione del quadro delle convenienze negli padroneggiare tutte le trasformazioni di uno spa-
interventi pubblico-privato; zio insediativo sempre più diversificato, diffuso e
- coordinamento di attività amministrative per la territorializzato. Figura di cui si intende svilup-
gestione ed il controllo delle trasformazioni urba- pare la padronanza dei diversi processi, la capa-
ne e territoriali. cità critica e l’apertura culturale, in una parola
l’adattabilità al mutamento peculiare della real-
Secondo livello tà contemporanea.
La classe di studio ha lo scopo di formare la figura La visione formativa della nuova Facoltà è quindi
professionale dell’urbanista, con competenze una visione multidisciplinare della progettazione,
rivolte alla pianificazione, alla progettazione e alla fondata sull’inscindibilità culturale dei diversi
gestione dei processi di trasformazione della città, approcci disciplinari e sulla progressiva verifica,
del territorio e dell’ambiente. Ciò comporta fonda- nell’attività operativa, del loro comune apporto
te conoscenze dei caratteri storico-culturali ed d’insegnamento. Da qui un iter degli studi conce-
ambientali del territorio e della città; dei principi pito non come un percorso guidato, come struttu-
strutturali, morfologici, funzionali, scientifici e razione gerarchica di tante discipline separate fra
gestionali degli stessi; dell’uso appropriato delle loro, ma come più punti di vista di un’unica realtà,
teorie, dei metodi e delle tecniche. La classe di stu- come compresenza di alcuni grandi alvei discipli-
dio fornirà competenze orientate a svolgere, oltre a nari paritetici, uniti da una comune visione di
quelle del primo livello, le seguenti attività: fondo: la progettazione dello spazio antropico.
- pianificazione e progettazione urbana, territoria-
le e ambientale; SIU N e w s l e t t e r
Dall’unitarietà progettuale alla specializzazione: l’evo-
- redazione degli strumenti urbanistici a scala luzione dell’insegnamento dell’urbanistica
urbana e territoriale, generali, attuativi e di settore; E’ nell’ambito di questa visione complessiva che
- redazione di piani e di progetti ambientali (piani di l’insegnamento dell’urbanistica deve trovare un
bacino, piani di aree protette, piani paesistici, piani proprio ruolo e una propria collocazione.
territoriali con valenza paesistico-ambientale); L’urbanistica è nata con le prime città. Nei secoli si
- progettazione urbana e gestione dei processi sono modificati i suoi obiettivi, i suoi principi, le
attuativi di interventi complessi; sue tecniche, il suo campo d’azione, in relazione
- formulazione di regolamenti e normative in allo sviluppo delle città, del loro assetto spaziale,
campo urbanistico, ambientale e paesistico; dello stesso pensiero. Poi, con la rivoluzione indu-
- coordinamento delle attività e delle procedure di striale e l’urbanesimo, l’urbanistica ha subito una
valutazione di impatto; profonda trasformazione, di natura e dimensioni.
- coordinamento delle attività e delle procedure di Si è affermata come scienza autonoma. I suoi prin-
valutazione di fattibilità dei piani e dei progetti cipi, codificati in un corpus organico da un poten-
urbanistici, territoriali e ambientali; te movimento di pensiero, quello dell’urbanistica
- direzione di uffici per la gestione ed il controllo moderna, si sono diffusi in tutto il mondo. Sono i
delle trasformazioni urbane e territoriali. principi del “piano” come strumento razionale di
organizzazione delle funzioni urbane, della sepa-
razione delle attività e della scomposizione della
città in parti, della costruzione di un nuovo spazio
Bollettino della SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI numero due
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urbano, aperto, fluente tra gli edifici. Tali principi taria della progettazione della città ne è uscita
Regioni
hanno dominato indiscussi per più di mezzo seco- distrutta, in favore di una visione specialistica
lo. Ma il processo progettuale con cui sono stati incentrata sul piano.
applicati, e quindi l’insegnamento dell’urbanistica, Ben presto tuttavia anche questa è stata messa in
sono variati nel tempo. Oggi poi, di fronte al profi- discussione. Già dalla metà degli anni ‘70 hanno
larsi di una ulteriore rivoluzione urbana che vede iniziato a svilupparsi nuovi processi spaziali - di
la città tradizionale dissolversi in grandi regioni deconcentrazione e di integrazione funzionale -
urbanizzate, ne vanno emergendo di nuovi. che ne hanno minato i principi e le soluzioni. Sono
Per delineare dunque il ruolo che l’insegnamento emersi nuovi problemi, più urgenti e acuti, di com-
dell’urbanistica può assumere nella nuova Facoltà petizione urbana e di sviluppo economico, di com-
di Architettura occorre rivolgere uno sguardo al patibilità ambientale. Si sono andate affermando
passato, partendo dagli anni della sua fondazione, nuove correnti di pensiero, individualiste ed anti-
quando i principi dell’urbanistica moderna inizia- moderne, che ne hanno messo in crisi i fondamen-
vano a scontrarsi con quelli della grande composi- ti concettuali. La pianificazione globale è stata
zione urbana di matrice ottocentesca. Quei princi- messa sotto accusa e l’attenzione si è concentrata
pi introducevano la separazione tra l’organizzazio- sulla strumentazione operativa, sugli interventi.
ne funzionale della città (il piano) e la sua compo- L’idea di piano in senso moderno è andata così in
sizione fisica (il progetto). Ma i due aspetti erano crisi. La progettazione della città si è disarticolata
considerati inscindibili, due passaggi di un unico in una molteplicità di filoni tra loro autonomi - le
processo progettuale. Come nell’Ottocento, in cui tecniche di valutazione e di gestione dei progetti,
l’oggetto principale dell’urbanistica era la costru- la riqualificazione, la difesa dell’ambiente, la
zione dello spazio urbano, l’urbanista era essen- gestione del traffico - volti a superare le strozzatu-
zialmente un architetto. E’ in questo quadro, nel re dell’azione pubblica e a sciogliere i problemi più
confronto tra diverse idee di città - quella ottocen- urgenti e acuti. Si è persa la dimensione d’insieme
tesca e quella moderna - accomunate però da un della progettazione della città. L’insegnamento del-
atteggiamento progettuale comune, che si colloca l’urbanistica, a Roma come in Italia, ha seguito que-
l’insegnamento della Facoltà di Architettura di sta nuova svolta, diametralmente opposta alla pre-
Roma a partire dalla sua fondazione fino a tutti gli cedente. Ha puntato sulla gestione degli interventi,
anni ‘50. Progettazione della struttura funzionale e sulla riqualificazione urbana, sulla pianificazione
progettazione della forma fisica erano indissolubil- dell’ambiente, abbandonando questa volta la ricerca
mente legate. La progettazione della città era vista sul disegno d’insieme della città. E’ stato il trionfo
come un fatto unitario. della specializzazione.
Negli anni ‘60 e ‘70 questa unitarietà progettuale si
è andata via via sgretolando. L’orizzonte urbano si L‘insegnamento dell’urbanistica nella nuova Facoltà: la
è enormemente dilatato e sono emersi prepotente- ricomposizione del processo progettuale
mente i problemi insediativi indotti dai processi di E’ questa la situazione attuale. Ma è la strada giu-
SIU N e w s l e t t e r
edilizio, all’ottica della riqualificazione che ha, ricerca personale. E’ una logica formativa che ha
viceversa, come cardine i servizi superiori, come riflesso i momenti di dibattito fra più approcci, di
Regioni
strategia l’integrazione funzionale e come modello complessità e di apertura del pensiero.
formale lo spazio pubblico. A queste diverse logiche hanno corrisposto nel
Organizzazione funzionale e composizione fisica tempo strutturazioni didattiche differenti, basate
tendono dunque di nuovo a ricomporsi in un sulla rigidità o viceversa sulla flessibilità dell’iter
unico processo progettuale reimmettendo prepo- degli studi, su di una costellazione disciplinare
tentemente l’urbanistica nel campo di formazione intorno ad un alveo portante o su di una pluralità
proprio dell’architetto. Ma questa ricomposizione di filoni disciplinari continui nel tempo, sulla fran-
non deriva da un nuovo statuto disciplinare, non tumazione in moduli o viceversa sull’unitarietà
nasce dalla costruzione di una nuova impalcatura degli apporti disciplinari. L’urbanistica è passata
concettuale coerente come quella dell’urbanistica progressivamente da materia specialistica colloca-
moderna, costituisce solo un indirizzo che - in una ta a coronamento dell’iter degli studi, come aper-
pluralità di approcci, di angolature, di soluzioni - tura ai problemi della città, a filone disciplinare
va emergendo nella maggior parte delle esperien- continuo negli anni, come angolatura formativa
ze recenti di pianificazione e progettazione urbana necessaria alla preparazione dell’architetto.
in Europa. L’insegnamento dell’urbanistica oggi
nella nuova Facoltà deve cogliere questo nuovo L’evoluzione delle logiche formative e delle strutturazio-
indirizzo e reimmettere al suo centro la progetta- ni didattiche
zione dello spazio: i principi, le strategie e le rego- E’ opportuno ricordare brevemente le tappe prin-
le dell’organizzazione funzionale e della composi- cipali di questo percorso negli ultimi quarant’anni
zione formale della città e del territorio. E deve per capire la strutturazione didattica dei vari
tenere conto della pluralità di approcci e di linee di modelli formativi, comprenderne le origini e valu-
ricerca da cui esso scaturisce. Se l’asse portante tare l’evoluzione dei pesi reciproci delle diverse
dell’insegnamento ritorna ad essere la progettazio- aree disciplinari e del loro assetto nei vari anni.
ne della città - della sua forma fisica e della sua Negli anni Sessanta il percorso degli studi era rigi-
struttura funzionale - vista come processo unitario, damente prefissato, basato su di un alveo portante
questo avviene però in un quadro di pensiero molto ricco, continuo nei cinque anni, rappresenta-
aperto, complesso, che si alimenta e si arricchisce to dalla progettazione architettonica cui si affian-
d’una molteplicità di punti di vista, di analisi, di cavano due filoni minori di materie tecnologiche e
proposte. storiche e una costellazione di discipline di base e
specialistiche. L’urbanistica, collocata in successio-
2. Il progetto formativo: una sequenza disciplina- ne agli ultimi due anni, era vista come una disci-
re progressiva plina specialistica.
Con gli anni Settanta, dopo la protesta studente-
Il problema della scelta del modello formativo sca, cambia tutto. Rimangono solo pochi capisaldi:
E’ questo il caso attuale. La presa in carico della un asse di discipline della progettazione architet-
SIU N e w s l e t t e r
progettazione della città nella nuova Facoltà di tonica, le matematiche e le materie strutturali, una
Architettura richiede dunque una logica formativa storia e un restauro e le due urbanistiche, collocate
aperta e implica una nuova centralità dell’urbani- sempre agli ultimi due anni. Per il resto flessibilità
stica nella formazione dell’architetto. totale: ogni studente poteva crearsi il proprio iter
Qual è la strutturazione didattica che può rispon- degli studi.
dere a questo nuovo quadro concettuale? Negli anni Ottanta la flessibilità cede nuovamente
Nell’organizzazione degli insegnamenti finora si il passo ad un’offerta rigida, articolata però in più
sono intrecciate, nella Facoltà di Architettura, due percorsi formativi, i cosiddetti indirizzi, che prefi-
logiche diverse. Una ha concepito l’iter degli studi gurano più specializzazioni della figura dell’archi-
come un percorso guidato, a partire da alcune tetto. Cambia anche il modello formativo: è il
nozioni di base fino ad un progressivo affinamen- periodo della strutturazione delle discipline in filo-
to della disciplina, come tanti gradini di una ni continui negli anni (che mantengono comunque
costruzione unitaria. E’ una logica formativa che un notevole grado di opzionalità interna). Alla
riflette l’esistenza di una impalcatura concettuale progettazione architettonica, alla tecnologia e alla
coerente e organica, cui tutto il dibattito disciplina- storia si affiancano l’urbanistica, le materie struttu-
re può essere ricondotto. L’altra si è basata vice- rali e, sorprendentemente, anche il disegno.
versa sulla proposizione di percorsi plurimi di L’urbanistica, non più concepita come disciplina
conoscenza, sull’apertura di angolature diverse specialistica, ma come visione più ampia della pro-
nello stesso campo disciplinare, sullo stimolo alla gettazione dello spazio, è collocata ai primi anni, e
Bollettino della SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI numero due
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ai due corsi tradizionali se ne affianca un altro, suc- Come tutti i modelli formativi avvicendatisi nel
Regioni
cessivo, dell’area socio-economica. Inoltre, all’ur- tempo, questo presenta elementi di forza ed ele-
banistica è dedicato uno specifico percorso forma- menti di debolezza che, se non sciolti, possono
tivo, caratterizzato da un filone pressoché conti- metterne in crisi l’efficacia rispetto agli obiettivi
nuo di materie urbanistiche, cui si aggiunge negli fissati. Gli elementi di forza consistono nella sua
ultimi anni un gruppo di discipline dell’area capacità di stimolare, attraverso visioni plurime,
socioeconomica. quello che è stato efficacemente chiamato il pen-
Con gli anni Novanta (riforma del 1993) l’ordina- siero complesso, ossia la ricerca personale, l’intelli-
mento degli studi cambia di nuovo. Si abbandona genza e la consapevolezza nel padroneggiare e nel
l’idea della pluralità di percorsi formativi in favo- plasmare lo spazio insediativo. Gli elementi di
re dell’unicità della figura dell’architetto. Si ritorna debolezza risiedono, come si è visto nelle applica-
ad un unico iter di studi rigidamente prefissato nei zioni finora effettuare, nella carenza di coordina-
primi quattro anni e totalmente flessibile all’ultimo mento all’interno delle sequenze disciplinari, nella
anno, con i soli due capisaldi della progettazione scarsità di integrazioni tra i vari filoni e nella sua
architettonica e dell’estimo. Si consolida il modello relativa rigidità.
formativo a filoni disciplinari continuo negli anni Il passaggio quindi dal modello alla strutturazione
del periodo precedente, ma lo si gerarchizza, intro- didattica vera e propria non richiede solo una
ducendo in esso due concezioni nuove, quella del quantificazione del peso delle diverse aree disci-
laboratorio, ossia del lavoro in aula, e quella del plinari, richiede l’adozione di strategie di coordi-
corso integrato, con più apporti didattici intorno namento, di forme di integrazione interdisciplina-
ad un corso principale: per la prima volta l’appor- re e di un certo grado di flessibilità e di sperimen-
to formativo delle varie discipline è frantumato in tazione. Sono tutti elementi questi che non devono
segmenti ordinati gerarchicamente. L’urbanistica essere pensati ex novo, devono essere solo definiti
si struttura definitivamente in un filone autonomo e precisati. Essi infatti discendono logicamente
continuo negli anni, comprendendo le materie dalla visione formativa che è alla base della nuova
socioeconomiche che coprono un’interruzione al Facoltà: una visione aperta, multidisciplinare, inte-
terzo anno dell’area disciplinare. grata in un’ottica progettuale unitaria. Il coordina-
mento delle sequenze disciplinari, e i conseguenti
Il modello formativo della nuova Facoltà: una pluralità obiettivi formativi, si fonderanno quindi su di un
di filoni disciplinari continui integrati fra loro accostamento progressivo alla disciplina, dai fon-
Quale di questi modelli si adatta meglio alla visio- damenti al cuore centrale, anziché sulla sua disar-
ne formativa multidisciplinare della nuova ticolazione in parti. Fra i vari filoni si troveranno
Facoltà? Quale strutturazione didattica ne discen- poi, in ciascun anno, elementi di ricucitura, attra-
de e quale può essere in essa il peso e la sequenza verso dibattiti e conferenze. Si manterrà infine,
delle materie urbanistiche? ogni anno, un spazio di opzionalità per la perso-
nalizzazione del profilo formativo da parte degli
Se l’obiettivo è quello di insegnare a connettere, a
studenti e per iniziative di sperimentazione.
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Regioni
logica di contenuti e tradizioni della ricerca e della si corsi di laurea di primo e di secondo livello
didattica e di respingere eventuali spinte a trasfor- dovrà accertare l’equipollenza dei crediti relativi.
mare la riforma in una occasione per la con-
quista di visibilità e spazio da parte di singo- 2. L’orientamento del Dipartimento di Urbanistica
le aree disciplinari, che cercano nuova collo- Come intende muoversi il DUN nello spazio pro-
cazione. posto dai decreti d’area? Occorre ricordare che il
Una trasformazione efficace deve invece partire DUN è sorto quattro anni fa sulla base di un pro-
dal riconoscimento prioritario del senso degli getto di unità delle discipline urbanistiche e della
ambiti formativi e professionali in cui oggi viene pianificazione urbanistica e territoriale, fertilizzato
scomposto il campo tradizionale dell’architettura e da innesti provenienti da altri campi: progettazione
dell’ingegneria edile e, dunque, dal senso dei nove architettonica, estimo ed economia urbana, discipli-
percorsi formativi principali (tre lauree di base e na giuridica della pianificazione urbanistica.
sei lauree specialistiche) a tutt’oggi individuati. Rispetto a tale progetto, la iniziale denominazione
Tra questi percorsi, si potranno così individuare della classe - “Discipline urbanistiche e della
priorità e articolazioni specifiche - anche in rap- PTU&A” invece dell’attuale “PTU&A” - sarebbe
porto alle risorse esistenti, di personale docente e forse risultata più congrua: avrebbe mantenuto
di tradizione - evitando “nomadismi” improvvisa- unito il patrimonio della tradizione; non avrebbe
ti e proposte surrettizie di nuove identità discipli- marcato un percorso di separazione tra progetto,
nari e trovando, al contrario, nuove solidarietà e piano e politiche; non avrebbe alluso a una divi-
convergenze mirate ad aprire un vero processo di sione tra forme di pianificazione strategica e
sperimentazione. Un processo che trasformi la pianificazione operativa.
nostra Facoltà (unitamente alle altre cointeressate) All’interno dell’odierna configurazione delle classi,
in un soggetto sempre più capace di formare com- in ogni caso, il DUN ritiene di esplorare la strada di
petenze rispondenti al diagramma sempre più arti- una prudente autonomia dell’area, sostenuta
colato che si va configurando nella società e nel responsabilmente da un fitto dialogo con le altre
mercato del lavoro. aree disciplinari della Facoltà e dell’Ateneo (princi-
Al fine di favorire una discussione del tipo indica- palmente con Ingegneria, ma anche con altre aree
to, proponiamo dunque di condurre un esame del Polo delle Scienze e delle Tecnologie) che può
attento delle competenze complessive che i decreti accrescere il patrimonio delle competenze occorren-
d’area attribuiscono alle diverse classi di laurea, ti per un adeguato sostegno ai percorsi formativi.
per individuare contiguità, intrecci e percorsi con- In particolare, per quanto concerne il corso di lau-
vergenti. rea di base in Architettura ed edilizia, il DUN ritie-
Se si esaminano le competenze richieste dal decre- ne di poter contribuire alla didattica riguardante
to per la formazione di primo livello nella classe “la contestualizzazione e l’impatto delle soluzioni
della PTU&A, si nota che tre di queste competenze
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edilizie” e per il corso di laurea specialistico in
(“analisi delle strutture urbane, territoriali e Architettura e ingegneria edile, per gli analoghi
ambientali”, “uso di metodi e tecniche di rappre- aspetti a sostegno della progettazione dell’ambien-
sentazione e di comunicazione”, “valutazione te fisico.
delle trasformazioni urbane, territoriali e ambien- Rispetto ai modelli per ora più definiti che emer-
tali”) si collegano a quelle previste per altre classi gono nel panorama nazionale - quello di Venezia e
di laurea di primo e secondo livello (alla “conte- quello di Milano (il primo rivolto ad una relativa
stualizzazione dell’impatto delle soluzioni edili- separazione delle discipline urbanistiche da quelle
zie” richiesta per il corso di laurea di primo livello della pianificazione, il secondo orientato verso un
della classe Architettura e edilizia; alle “analisi relativo “appiattimento” delle prime sulle secon-
specialistiche del paesaggio” richiesta per il corso de) - la nostra proposta intende percorrere la stra-
di laurea di secondo livello di Architettura del pae- da di una unità autonoma fra discipline urbanisti-
saggio; alla “contestualizzazione territoriale delle che e della pianificazione, pensate come approcci
conoscenze specialistiche dei manufatti storici” - diversi che interagiscono fortemente, non solo
da integrare per gli “aspetti figurativi” - del corso all’interno dell’area stessa, ma anche con altre aree
di laurea di secondo livello di Storia e conserva- disciplinari.
zione dei beni architettonici, paesaggistici e L’obiettivo è una riforma che contribuisca ad inse-
ambientali; alla “progettazione di opere di costru- rire nella prospettiva europea un’offerta didattica
zione dell’ambiente fisico” prevista per il corso di di settore del Mezzogiorno; un’offerta attenta alle
laurea di secondo livello di Architettura e esigenze di questo territorio, che propone una for-
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già presenti nella nostra società, che sono di diver- 4. Progetti formativi proposti
sa estensione e radicamento, più o meno chiara- L’insieme dei percorsi formativi di seguito specifi-
mente distinguibili e tutte sostenute da un’esigen- cati è articolato in:
za di più intensa operatività, ma soprattutto di – Laurea di primo livello (triennale): “tecnico del
promozionalità. territorio”/”operatore territoriale” (titolo da defi-
Di seguito si richiamano dunque le principali com- nire);
petenze individuate e le principali figure profes- – Laurea specialistica di secondo livello (biennale):
sionali nuove o da rinnovare: “pianificazione territoriale, urbanistica e ambien-
– competenza analitica di base; tale” (laurea con due indirizzi: “progettazione
– competenza di comunicazione delle informazio- urbanistica” e “governo del territorio” oppure due
ni sulla città e sul territorio; corsi di laurea distinti da specificare);
– competenza di gestione operativa e di decisione; – Master di primo livello (dopo il triennio, annua-
– competenza di promozione di politiche territo- le): “Urbanistica e sviluppo sostenibile” (3) e
riali e di sviluppo sostenibile; “Marketing urbano e mercato immobiliare” (4);
– competenza di pianificazione regolativa e di pia- – Master di secondo livello (dopo il biennio, bien-
nificazione fisica. nale) (titolo da definire) (5);
Figure professionali: – Dottorati di ricerca (triennale): “Razionalità e ope-
– animatori/facilitatori del processo di decisione e ratività della pianificazione in campo ambientale”.
di “implementazione”;
– funzionari interni agli enti di gestione dei piani
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“Tecnico del territorio”/”Operatore territoriale”, pro- te del settore imprenditoriale classico che sul ver-
sante del cosiddetto terzo settore o anche dei sog-
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posta di Laurea di I livello
La titolazione precisa andrà definita nel momento getti no profit.
di una maggiore precisazione e condivisione della Sembra pertanto logico immaginare, per i detento-
proposta. il programma formativo punta comun- ri di lauree del tipo tecnico/operatore del territo-
que all’offerta di competenze adeguate a compiti rio, una evoluzione del mercato del lavoro che
di collaborazione, e non alla capacità di elabora- porti a una equivalenza fra domanda pubblica e
zione autonoma di strumenti d’intervento, da con- domanda privata, con la conseguente necessità di
seguire invece al termine di un successivo biennio formare nell’Università tecnici in grado di svolge-
di laurea specialistica. re ruoli intermedi di collaborazione tanto nella
Si tratta quindi di progettare il percorso formativo consueta formazione e gestione di piani urbanisti-
di un tecnico intermedio (che si può tentare di defi- ci, quanto nella costruzione e implementazione di
nire come “tecnico del territorio” o come “operato- atti programmatori di più recente tradizione.
re territoriale” secondo l’ipotesi avanzata Le forme e le fasi del percorso formativo descritto di
dall’Iuav) con riferimento agli obiettivi formativi seguito vengono definite in riferimento ad un chia-
qualificanti definiti dal decreto ministeriale, che è ro orientamento pratico (che assume la teoria come
opportuno qui richiamare. presa di coscienza della prassi), base per l’acquisi-
Il laureato possiede le conoscenze per valutare i zione di competenze - intese come condensazione
caratteri fisici, storico-culturali, ecologico-ambien- di un saper fare - guidate da un’efficace impostazio-
tali, paesaggistici e socio-economici del territorio ne critica, riferita ad un oggetto complesso.
ed è in grado di usare le teorie, le tecniche e i meto- Alla base del percorso formativo, infine, stanno
di della pianificazione dell’ambiente per valutare i due principi ispiratori che riguardano il primo le
processi di trasformazione e i loro effetti nel più competenze e i “contenuti” da acquisire e il secon-
ampio contesto culturale, sociale, economico, do le modalità didattiche.
ambientale, paesaggistico e per condurre tecnica-
mente procedure amministrative e attività produt- Competenze e contenuti generali
tive connesse. Si fa riferimento a cinque competenze che aprono
Le due principali aree di competenza indicate verso ambiti di contenuto che verranno in seguito
(quella della valutazione dei caratteri - di natura precisati:
molteplice - dei processi di trasformazione del ter- – competenza analitica di strutture urbane, territo-
ritorio e degli effetti ad essi relativi e quella della riali e ambientali;
conduzione, dal punto di vista tecnico, di proce- – competenza sull’uso di metodi e tecniche di rap-
dure amministrative e di attività produttive nel presentazione e comunicazione;
campo), colgono infatti adeguatamente il quadro – competenza di valutazione delle trasformazioni
delle esigenze riconoscibili in questo settore di atti- del territorio e dell’ambiente (prevalentemente dal
vità e rappresentano una base che va tenuta unita punto di vista paesistico);
senza riduzioni. – competenza nella collaborazione ad attività di
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L’ambizione della proposta che si avanza è dunque gestione vitali trasformazioni;
di dare sostanza, in termini di percorso formativo, a – competenza nell’elaborazione di atti per il gover-
una figura professionale che non separi gli aspetti no del territorio.
della pianificazione strategica da quelli della proget-
tazione urbanistica, e pertanto a un tecnico/operato- Laurea specialistica in PTU&A, proposta di corso di
re capace di intercettare e orientare una domanda laurea del 2° livello
consistente. In particolare, un’attenta considerazio- Nei due anni della laurea specialistica, la forma-
ne dei caratteri e delle pratiche tecnico-ammini- zione è volta a definire figure professionali in
strative in campo urbanistico prevalenti negli enti grado di svolgere attività di progettazione, pianifi-
locali del Mezzogiorno autorizza a ritenere che cazione, valutazione e gestione della città e del ter-
questi ultimi esprimeranno, nei prossimi anni, una ritorio e di analizzare l’ambiente naturale e
domanda di lavoro in questo campo crescente costruito e i suoi processi di trasformazione nel
rispetto ai livelli odierni e comparabile con quella tempo, tenendo presente delle culture e delle atti-
già oggi esistente nel Centro-Nord. Per converso, vità che ne hanno determinato la formazione.
appare più che probabile una prosecuzione delle Figure da inserire nella libera professione, in istitu-
attività connesse agli strumenti della programma- zioni ed enti pubblici e privati operanti per le tra-
zione regionale strategica e negoziale (patti territo- sformazioni e il governo della città, del territorio e
riali, programmi urbani complessi), nel cui ambito dell’ambiente (enti istituzionali, enti e aziende
il ruolo dell’iniziativa privata cresce sia sul versan- pubblici e privati, studi professionali e società di
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Periti in PTUA, al D.M. sull’equipollenza tra le ta ed integrata offerta formativa, chiedono di dis-
Lauree in PTU&A e in Architettura, tutti provvedi- costarsi, sia pure in misura non rilevante, dal mini-
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menti in linea con il pieno riconoscimento profes- mo (nove crediti per la laurea triennale e quindici
sionale dell’urbanista pianificatore da noi più volte crediti per la laurea specialistica) previsto per le
invocati e sostenuti. attività formative a scelta dello studente.
Un riconoscimento professionale ben esplicitato, Per quanto riguarda quindi l’insieme delle attività
oggi, dagli obiettivi formativi qualificanti sia delle formative caratterizzanti le classi (minimo trenta-
Lauree triennali nelle “Discipline urbanistiche e sei crediti per la laurea triennale, e minimo settan-
della Pianificazione Territoriale e Ambientale”, sia tasei crediti per la laurea biennale specialistica) si
delle Lauree specialistiche in “Pianificazione articolerà l’offerta formativa specifica, l’unica in
Territoriale Urbanistica e Ambientale”, che dovrà grado di caratterizzare il profilo del laureato trien-
accompagnarsi ad una formazione mirata a nuovi nale della classe VII e del laureato specialistico
ambiti professionali aperti all’urbanista pianifica- della classe LI, in modo da ottenere la massima
tore da alcune forme innovative di intervento sul specificità nel campo delle discipline della
territorio (comunitarie, ma non solo) per le quali Pianificazione Territoriale Urbanistica ed
non esiste ancora un profilo professionale, ma che Ambientale, dando per scontato che le indicazioni
l’attuazione della riforma consentirà di precisare, sui minimi ministeriali stabiliti per i crediti nelle
anche nell’articolazione curriculare, e che va nella attività formative di base, affini o integrative ed a
direzione della libera professione, della ricerca, del scelta dello studente, siano state opportunamente
lavoro autonomo in ambito cooperativo, dell’im- valutate, in sede di elaborazione della riforma,
prenditoria giovanile, delle società di consulenza, come più che sufficienti per la formazione dell’ur-
delle società di ingegneria, degli enti locali, dei banista pianificatore.
soggetti comunitari, eccetera.
3. L’organizzazione dell’offerta formativa e una
2. Una scelta decisa per una formazione orientata scelta forte per un forte impegno dell’Ateneo
Non si risponderebbe in modo adeguato agli Per quanto riguarda l’organizzazione dell’offerta
importanti riconoscimenti, fin qui enumerati, del- formativa, si darà particolare rilievo ai “Laboratori
l’identità e della capacità dei nostri laureati come d’anno” (almeno tre per le lauree triennali e alme-
urbanisti pianificatori se non si fosse coerenti fino no due per le lauree specialistiche), appoggiando,
in fondo, rafforzando l’identità dei nuovi laureati, ove opportuno/necessario, le attività didattiche, e
sia triennali che specialistici, nella direzione speri- non solo i Laboratori, anche ai “centri” o “labora-
mentata e collaudata. Sarà quindi opportuno, sia tori” dipartimentali del Dipartimento di “Scienze
per la Laurea triennale che per quella biennale spe- Ambientali e Territoriali” (Storico, Giuridico,
cialistica, da un lato non rinunciare alla tradiziona- Rischio, Strategie d’intervento, Cinema-città) e
le denominazione in PTU&A, almeno fino a quan- degli altri Dipartimenti interessati.
do l’indirizzo resterà unico, e – se è importante, Le tematiche dei Laboratori non potranno che
come lo è, la specificità e l’approfondimento for- essere d’ordine strutturale (dando rilievo alle SIU N e w s l e t t e r
mativi – privilegiare le discipline specifiche (H14A metodologie), piuttosto che congiunturale (evitan-
e H14B, ma non solo) e non superare il numero do cioè il rischio di limitarsi ad esercizi applicati-
minimo di crediti indicati dalla riforma per le atti- vi), fermo restando che i tematismi su cui basare le
vità relative alla formazione di base: ventiquattro esercitazioni potranno – o dovranno – fondarsi sui
crediti per il laureato triennale e trenta crediti per temi più attuali con i quali la Pianificazione è chia-
la laurea specialistica. mata a confrontarsi. La peculiarità delle tematiche
Analogamente, potrebbe non essere necessario della pianificazione consiglierà di presentare agli
superare il numero minimo di diciotto crediti per studenti il Corso di studi triennale con un oppor-
la laurea triennale e di quarantaquattro crediti per tuno seminario introduttivo, il quale vedrà impe-
la laurea specialistica, da attingere dalle attività gnata gran parte del Corpo Docente.
formative relative a discipline affini o integrative. Per la laurea triennale, che non prevede Tesi di
Naturalmente questa scelta di attenersi ai minimi Laurea, occorrerà trovare un giusto modo perché
crediti per gli insegnamenti non caratterizzanti lo studente possa concludere in maniera identifica-
non va presa come una gabbia rigida, ma come bile il proprio iter, anche attraverso un “prodotto”
una ipotesi di lavoro tendente a riconfermare apprezzabile dal mercato, avviandosi così verso
anche in questo modo la specificità del percorso l’inserimento nel mercato del lavoro e verso l’e-
formativo del “3+2”; si terrà anche conto delle pre- ventuale accesso ai successivi studi specialistici.
cise opzioni prospettate dagli studenti, i quali pur Bisognerà avere la capacità di fornire sia una pre-
domandando alla scuola una più ampia, struttura- parazione di base per il triennio sia una prepara-
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zione di tipo operativo, per una professione eserci- l’urbanistica a Reggio Calabria non si esaurisco-
tata senza transitare necessariamente anche per il no né nel PTUA, né in Architettura; che tali iden-
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biennio specialistico, fermi restando evidentemen- tità, specificità e qualità sono tanto forti da poter
te i diversi livelli di competenza. La specificità costituire non solo la premessa di un proficuo
delle tematiche “specialistiche”, e la considerazio- interscambio didattico nell’ambito dei due corsi
ne che non tutti i futuri allievi proverranno neces- di laurea e, nei rapporti, con le altre facoltà
sariamente dal triennio della classe VII, consiglie- dell’Ateneo, ma anche di ulteriori iniziative di
ranno di presentare, ai nuovi iscritti, lo stesso eccellenza che qualifichino ulteriormente, nel
Corso di studi biennale con un opportuno campo dell’urbanistica e della pianificazione,
Seminario introduttivo per gli specializzandi, pre- l’Università degli studi di Reggio Calabria.
sentazione che vedrà impegnata, ancora una volta, Soltanto in questo modo, e con la consapevolezza
gran parte del Corpo Docente. della nostra identità, si potrà fornire una soluzione
Anche la laurea specialistica sarà connotata per adeguata alla nostra identità ed alla nostra storia, e
ciascuno degli anni almeno da un Laboratorio supportare adeguatamente e motivatamente non
annuale, struttura portante della didattica, e dal solo la richiesta di destinazione di risorse e di inve-
Laboratorio di Laurea. Al contrario della laurea stimenti che l’Ateneo dovrà compiere sul piano
triennale, la laurea specialistica, la cui prova finale della docenza, ma anche le richieste d’investimen-
prevede un minimo di quindici crediti (invece di to sul piano delle strutture e delle infrastrutture.
un minimo di nove crediti compresa la lingua stra- Soltanto partendo da queste premesse potrà essere
niera previsti per il triennio), potrà/dovrà preve- affrontato il problema della ripartizione dei crediti
dere che le capacità progettuali e di coordinamen- fra le aree, avendo così ben chiara quale “architet-
to previste dagli obiettivi formativi qualificanti tura di sistema” andremo a costruire.
siano suffragate da una vera e propria Tesi di
Laurea. Oltre al valore strategico attribuito prima 4. Un’ultima considerazione: 3+2, oppure 5,
alla formula “introduttiva” del Seminario e poi al oppure entrambi?
Laboratorio (“workshop”) – inteso come “struttura Poiché nel passaggio dal triennio all’eventuale lau-
portante” di ogni singolo anno – sarà valorizzata la rea specialistica lo studente verrebbe a perdere non
potenzialità del sistema dei crediti, sia graduando meno di 30 crediti (prova finale ed altri) della lau-
al meglio il rapporto lavoro all’università-lavoro rea triennale, una volta sperimentata la strada del
individuale, superando una rigida parità, sia ricor- 3+2 come percorso principale - cioè pienamente
rendo anche alla soluzione del lavoro di ricerca e compiuto - sul quale innestare lauree triennali
documentazione guidato dalla docenza (“rea- parallele e lauree specialistiche biennali parallele,
ding”), mettendo in campo anche le figure dei dot- si potrebbe anche lavorare sul modello della “lau-
torandi e degli assegnisti e dando il giusto valore rea quinquennale specialistica di tipo europeo” in
alla didattica “frontale” (“lectures” o “ex-cathe- Architettura della Classe IV (comprendente al pro-
dra”), soprattutto nei settori disciplinari fondanti e prio interno il 3+2 senza laurea intermedia) e su
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strutturanti l’insieme delle classi VII (3) e LI (2). un’ipotesi di “laurea specialistica quinquennale”
Seguendo gli schemi ministeriali dei “decreti d’a- (comprendente al proprio interno il 3+2 senza lau-
rea”, sia per la laurea triennale che per quella spe- rea intermedia, anch’essa di taglio “europeo”)
cialistica saranno meglio specificati – facendo teso- anche per il PTU&A, realizzando così forti “econo-
ro dell’esperienza di un quarto di secolo nella sede mie di scala” sui circa almeno 30 crediti (cioè addi-
di Reggio – gli obiettivi strategico–formativi e i rittura un credito su sei) della laurea triennale che
contenuti particolari e finalizzati dell’offerta didat- rischierebbero, così come il seminario di accesso al
tica. Lo faremo non partendo da zero, ma fondan- Biennio, di essere ripetitivi per lo studente che fin
doci su una tradizione che a Reggio ci dà la con- dall’immatricolazione avesse ben chiaro l’obiettivo
sapevolezza di continuare un “buon” lavoro: del conseguimento della laurea specialistica, senza
quello iniziato negli anni ‘70 sotto la spinta di passare per quella triennale.
Astengo e con l’assenso di Quaroni (Cdl in La coesistenza di Corsi di studio triennali, bienna-
“Urbanistica”), quello degli anni ‘80 (Cdl in li e quinquennali, tutti in PTU&A, dovrebbe
PT&U), quello degli anni ‘90 (Cdl in PTU&A), e comunque garantire, in caso di ripensamento dello
quello degli anni 2000 che dai precedenti non può studente, il passaggio dal sistema 3+2 al quin-
non derivare, pur con le necessarie critiche e gli quennio unico, e dal quinquennio unico al sistema
indispensabili aggiornamenti, ma senza ingiustifi- 3+2, e ciò nel pieno rispetto dello spirito della rifor-
cate soluzioni di continuità. ma universitaria che stiamo per varare.
Lo faremo, anche, nella consapevolezza che iden-
tità, specificità e qualità dell’insegnamento del-
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toriale nel percorso formativo dell’architetto,
Nodi di una riforma
dovuta alla forte tradizione urbanistica della scuo-
Prospettive per l’urbanistica nei Corsi di
Laurea in Architettura e in Pianificazione la di architettura palermitana, fondata e orientata
Territoriale, Urbanistica e Ambientale della dagli insegnamenti di Edoardo Caracciolo,
Giuseppe Caronia, Carlo Doglio, Vincenzo
Cabianca, Leonardo Urbani, ed oggi rafforzata dai
Facoltà di Architettura di Palermo
loro allievi e compagni di battaglie. E’ stata pro-
Affrontare gli impegni che la nuova riforma asse- prio questa forte identità urbanistica della Facoltà
gna all’insegnamento dell’urbanistica significa di Architettura di Palermo che, negli anni prece-
ripensare le relazioni tra architettura ed urbanisti- denti, aveva consigliato di non procedere all’atti-
ca, significa agire per una figura integrata di archi- vazione di uno specifico percorso formativo in
tetto urbanista e contemporaneamente potenziare Ptua, come le esperienze di Venezia e Reggio
una figura specialistica di planner, in cui non è la Calabria suggerivano, ritenendo più forte la figura
dimensione territoriale la discriminante ma le con- integrata dell’architetto urbanista e abbastanza
notazioni dei problemi e le relazioni territoriali, potente la scuola palermitana per orientarne la for-
sociali ed economiche sui cui agire. Impegno degli mazione.
urbanisti della Facoltà di Architettura di Palermo è E’ storia nota che in tempi più recenti, è maturata
quindi quello di fornire e potenziare la cultura del la consapevolezza che oggi una specifica organiz-
territorio all’interno della laurea in architettura e zazione di un percorso formativo per l’urbanistica
articolare ed individuare le specifiche articolazioni e la pianificazione territoriale, in seno alla Facoltà
della professione nella laurea in pianificazione ter- di Architettura, sia in grado di garantire la neces-
ritoriale, urbanistica e ambientale. Le note che saria attenzione nei confronti delle componenti
seguono illustrano la presenza delle discipline spaziali delle trasformazioni della città e del terri-
urbanistiche nel Corso di Laurea in Architettura torio, di inquadrare correttamente il rapporto tra
nell’attuale ordinamento ed anticipano alcuni indi- l’assetto degli insediamenti e la loro configurazio-
rizzi di riforma per la Classe delle Lauree in ne tridimensionale, di articolare correttamente i
Urbanistica e Scienze della pianificazione territo- contenuti della progettazione a scala territoriale e
riale e ambientale. urbana. Di conseguenza la Facoltà ha ritenuto dal
La presenza delle discipline urbanistiche nel CdL 1998 di avviare il CdL in Pianificazione territoriale,
in Architettura è così articolata: tre corsi di Analisi urbanistica e ambientale, con l’obiettivo di immet-
dei sistemi urbani e territoriali al primo anno (60 tere nell’ambito della ricerca, della didattica e della
ore), tre corsi di Urbanistica I al secondo anno (60 professione operatori di elevato livello culturale e
ore), tre corsi di Urbanistica II (60 ore) ed un corso tecnico in grado di affrontare con appropriata con-
di Diritto Urbanistico (60 ore) al terzo anno, un sapevolezza e preparazione i problemi posti
corso integrato di Sociologia dell’ambiente e attualmente dalla complessità dei contesti, delle
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Geografia urbana e regionale (120 ore) al quarto relazioni e dei valori.
anno, insieme a tre Laboratori di Urbanistica con L’organizzazione didattica del CdL in Ptua, par-
sei moduli di materie di approfondimento. tendo dall’ordinamento ministeriale, individua
Rilevante è la presenza della disciplina al quinto uno specifico percorso orientato ad un potenzia-
anno, in cui è attivato – per il terzo anno consecu- mento della componente sperimentale della disci-
tivo – un Laboratorio di Sintesi finale in plina: viene infatti attivato un Laboratorio per cia-
Pianificazione urbana e territoriale, il quale ha scun anno di corso, organizzato in un corso princi-
affrontato annualmente tematiche precise e rile- pale ed uno o due moduli di materie di approfon-
vanti: le centralità urbane, la strada, il paesaggio. dimento dei temi o di supporto al progetto. In par-
Al Laboratorio di sintesi si accompagna un’offerta ticolare, il primo anno viene attivato un Laboratorio
didattica da cui scegliere materie dai settori dei di Analisi delle morfologie urbane e delle tipologie edili-
trasporti, , dell’architettura del paesaggio, della zie, orientato al tema della conoscenza ed interpre-
pianificazione territoriale e delle politiche, dell’e- tazione della città e del territorio; al secondo anno
conomia urbana e della valutazione e programma- viene attivato un Laboratorio di Urbanistica, orienta-
zione urbanistica. Un’offerta analoga, con un to ai temi del recupero e della riqualificazione; al
numero inferiore di insegnamenti, sarà prevista terzo anno viene attivato un Laboratorio di recupero
per il Corso di Laurea in Architettura di Agrigento, e riqualificazione ambientale, urbana e territoriale,
giunto al suo secondo anno di attivazione. orientato alla sperimentazione progettuale. In par-
Dal quadro delle materie attivate emerge una ticolare al terzo anno si è ritenuto necessario pro-
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cedere ad un coordinamento della didattica fina- umano. Gli esiti formativi di questo accordo finan-
lizzata alla simulazione di uno strumento di piani- ziario appaiono rilevanti, poiché esplicitano nel
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ficazione applicato ad un caso di studio concreto CdL in Ptua di Palermo la formazione di esperti
nel territorio regionale. A tal fine si è individuato nella pianificazione territoriale con particolare
nel Laboratorio di recupero e riqualificazione riguardo alle indicazioni ed agli strumenti offerti
ambientale, territoriale e urbana il nodo centrale dalla Comunità Europea, con riferimento all’utiliz-
della didattica di terzo anno, ed i diversi corsi, pur zo efficace delle risorse economiche comunitarie
mantenendo l’autonomia della didattica e la speci- ed allo Schema di sviluppo del territorio europeo.
ficità dei relativi percorsi teorici e metodologici, In particolare, al termine di ogni anno di corso e
orienteranno le loro applicazioni ed esercitazioni fino al terzo anno, viene rilasciato, previo esame
verso il medesimo caso di studio, anticipando l’e- finale, un attestato di frequenza comprovante una
sortazione della riforma ad incrementare le attività progressiva acquisizione di competenze nell’anali-
formative ad elevato contenuto sperimentale o si urbana, nell’analisi territoriale, e nell’analisi
pratico. socio-economica del territorio e dell’ambiente.
Riteniamo che, benchè il CdL in Ptua abbia deciso Appare evidente come questa articolazione in per-
di non far partire da quest’anno la sperimentazio- corsi formativi annualmente conclusi rende facile
ne dei nuovi decreti d’area, l’attuale percorso for- il passaggio alla laurea triennale, poiché già indivi-
mativo si trova oggi non impreparato ad affronta- dua una specificità di un percorso di apprendi-
re la nuova sfida imposta dalla riforma degli studi mento in grado di produrre un tecnico del territo-
universitari in una laurea triennale di I livello ed rio che possiede gli strumenti per “un’analisi delle
una successiva laurea biennale specializzante. Il forme e delle relazioni funzionali dell’ambiente
CdL in Ptua di Palermo, infatti, fin dalla sua costi- fisico e dei suoi processi evolutivi, per collaborare
tuzione ha agito nel medesimo spirito della rifor- alla pianificazione e progettazione urbanistica, ter-
ma ed in condizione di trasformare dal prossimo ritoriale, ambientale, per analizzare il montaggio e
anno accademico (2001/02) il percorso formativo la gestione dei progetti complessi e dei programmi
senza disconoscere il percorso già avviato, ma anzi di opere pubbliche e per valutare gli effetti delle
utilizzando le sperimentazioni compiute e propo- azioni di pianificazione sul contesto insediativo,
nendo un agevole passaggio verso il nuovo ordi- ambientale, paesaggistico, sociale ed economico”,
namento. A partire da questo impegno che anima i così come emerge dagli obiettivi formativi della
docenti – fortemente stimolati dall’impegno del riforma.
Presidente del CdL, Nicola Giuliano Leone – si sta Un secondo nodo riguarda gli esiti professionali ed
procedendo a riformulare il percorso didattico alla occupazionali della laurea in Ptua, i quali sono
luce di alcune peculiarità già in atto e che hanno articolati in un sistema di figure sintetizzabili in:
costituito in questi anni un campo di sperimenta- - tecnici delle amministrazioni pubbliche di gover
zione di alcuni nodi della riforma. no e gestione del territorio (sia a livello regionale
Il primo nodo riguarda l’individuazione di risorse che a livello europeo, grazie all’accreditamento in
finanziarie aggiuntive rispetto al bilancio ordina- sede europea del percorso formativo);
SIU N e w s l e t t e r
rio, in grado di potenziare i servizi offerti agli stu- - esperti nel settore privato, relativo ad agenzie che
denti e di garantire quelle attività di tutoraggio, di forniscono servizi di analisi e gestione del territo-
accompagnamento ed inserimento professionale e rio di livello elevato (in particolare imprese di pro-
di valutazione follow up, indispensabili per l’effica- duzione o servizio per la progettazione o imple-
cia della riforma verso una università capace di mentazione di sistemi informativi territoriali, siste-
dialogare, senza gap o complessi di inferiorità, con mi di analisi multicriteriale, valutazioni di impatto
il mondo del lavoro, con le pubbliche amministra- territoriale dei progetti, etc.);
zioni e con i problemi territoriali, proponendosi - liberi professionisti nel campo dell’urbanistica e
come partner forte dei soggetti istituzionali e della pianificazione territoriale;
sociali. La questione delle risorse finanziarie è stata - ricercatori e docenti in enti di ricerca ed istituzio-
affrontata utilizzando la possibilità che l’Unione ni universitarie.
Europea finanzia la formazione nelle regioni ad Sul versante delle figure professionali costante è
Obiettivo 1, ed individuando quindi nella proble- stato l’impegno del CdL, in collaborazione con la
matica dello sviluppo regionale nel quadro dell’u- SIU e con l’Assourbanisti (si ricordi il convegno di
nificazione europea un ambito specifico per una inaugurazione dell’anno accademico 1998/99), per
nuova applicazione della pianificazione territoria- accreditare e qualificare il percorso formativo in
le e del progetto urbanistico orientati da una indif- pianificazione territoriale, urbanistica e ambienta-
feribile sostenibilità dello sviluppo in ragione dei le presso le istituzioni regionali, le quali come è
fattori ambientali e della qualità dell’insediamento noto hanno competenza statutaria sull’urbanistica:
numero due Bollettino della SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI
OTTOBRE
2000
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impegno che ha dato come risultato l’emanazione l’esperienza del CdL in Ptua, potrà provenire una
di un Decreto Assessoriale che consente al dottore proposta di Master di I livello, formata dalla tra-
Regioni
in possesso di laurea in pianificazione territoriale, sformazione del Corso integrativo in Sistemi
urbanistica ed ambientale iscritto all’albo profes- Informativi Territoriali che annualmente viene
sionale (ovvero ad un’associazione di categoria di proposto agli studenti del corso di laurea come
rilevanza nazionale o all’albo degli esperti di pia- completamento di una formazione che attraversa
nificazione territoriale del Ministero dei lavori l’innovazione tecnologica e si alimenta delle sue
pubblici) di redigere il progetto di piano regolato- opportunità per semplificare la gestione dei feno-
re generale ai sensi dell’art. 2 della legge regionale meni territoriali e per incrementare l’acquisizione
27 dicembre 1978, n. 71. Si tratta di un atto che della conoscenza utile per la pianificazione.
completa un processo nazionale che ha equiparato Appare chiaro che il panorama è mutevole, molte
la laurea in Ptua alle laurea in Architettura ed in sono le prospettive offerte, altrettanto numerosi i
Ingegneria edile per la partecipazione ai concorsi punti di vista da cui traguardare il futuro della for-
pubblici. Naturalmente il processo non è completo mazione in urbanistica, unica guida la consapevo-
e consegna alla nostra responsabilità un’articola- lezza di un percorso già avviato con risultati che
zione dei percorsi formativi (triennio + biennio di altri hanno giudicato interessanti, con un’assisten-
specializzazione) che dia sostanza a questi ricono- za finanziaria dell’Unione Europea che in tempi
scimenti, che individui con precisione le figure for- brevi potrebbe trasformarsi in certificazione di
mate, le loro opportunità ed i loro limiti, i loro pro- qualità, con una costante interazione e discussione
fili complessivi e le articolazioni possibili che con la SIU e con tutti i soggetti interessati al raffor-
discendono dagli stili e dai ruoli che l’urbanista si zamento del “punto di vista del territorio”, insie-
trova quotidianamente ad interpretare per rispon- me a quello della società, dell’economia, dell’arte e
dere ad una domanda territoriale, sociale e politica della politica.
sempre più articolata.
Un terzo nodo riguarda il ruolo dei Master di I e II
livello che la riforma incoraggia, come percorsi di
specializzazione fortemente orientati alla profes-
sione, all’acquisizione di competenze specifiche, di
expertise tecniche in grado di rispondere a sempre
più precise richieste che il territorio e la società
richiedono all’urbanista. Ancora una volta la rifor-
ma trova terreno fertile nel CdL in Ptua di
Palermo, il quale, grazie al contributo finanziario
dell’Unione Europea, ha avviato un sistema for-
mativo integrato composto, oltre che dal corso di
laurea, da quattro corsi di specializzazione post-
lauream dedicati a temi specifici di preminente SIU N e w s l e t t e r
interesse regionale. Il primo corso di specializza-
zione (diretto da Marcella Aprile) riguarda la for-
mazione di “esperti in progettazione comunitaria”,
cioè figure professionali in grado di cogliere tutte
le opportunità dei fondi europei in un quadro di
creatività delle proposte, coerenze territoriali degli
esiti e sostenibilità economica dei progetti. Il
secondo corso di specializzazione (diretto da Carla
Quartarone) riguarda tre figure (mediatori del
patrimonio, tourist information provider e marke-
ting manager del turismo culturale) all’interno
della promozione, valorizzazione e gestione delle
risorse culturali come opportunità di sviluppo
locale autocentrato. I corsi, che hanno già prodotto
altrettanti protocolli d’intesa con le istituzioni loca-
li e con soggetti internazionali per la loro promo-
zione, potranno costituire i primi Master di I o II
livello che la Facoltà di Architettura di Palermo
inserirà nell’attuazione della riforma. Ancora, dal-
Bollettino della SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI numero due
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RESPONSABILI LOCALI: Angela Barbanente, Bari, Dipartimento di Architettura e Urbanistica, angelab@dau02.poliba.it – Sandra Camicia, Perugia, Istituto di Ingegneria Ambientale, camicias@unipg.it – Maurizio Carta, Palermo, Dipartimento Città e Territorio,
mcarta@unipa.it – Rita Colantonio, Ancona, Istituto di Disegno Architettura e Urbanistica – Paolo Colarossi, Roma Sapienza, Dipartimento di Architettura e Urbanistica – Giuseppe De Luca, Potenza, Dipartimento di Architettura, Pianificazione ed Infrastrutture di Trasporto,
deluca@unibas.it – Paolo Fusero, Genova, Dipartimento Pianificazione della Città, del Territorio e del Paesaggio, alcozer@polis.unige.it – Ugo Ischia, Venezia, Dipartimento di Urbanistica – Umberto Janin, Torino, Dipartimento Interateneo Territorio, janin@tin.it – Daniela
Lepore, Napoli, Dipartimento di Urbanistica, dalepore@unina.it – Mosé Ricci, Pescara, Dipartimento di Architettura e Urbanistica, ricci@sensible.it – Scira Menoni, Milano, Dipartimento di Scienze del Territorio, menoni@mail.polimi.it – Chiara Merlini, Ascoli – Domenico
Passarelli, Reggio Calabria, Dipartimento di Scienze Ambientali e Territoriali, dsat@unirc.it – Anna Palazzo, Roma III, Dipartimento di Progettazione e Scienze dell’Architettura, palazzo@arch.uniroma3.it – Massimo Preite, Firenze, Dipartimento di Urbanistica e
Pianificazione del Territorio – Michele Talia, Roma Sapienza, Dipartimento di Pianificazione Territoriale e Urbana – Luciano Vettoretto, Venezia, Dipartimento di Analisi Economica e Sociale del Territorio, luciano@cidoc.unive.iuav.it – Bruno Zanon, Trento, Dipartimento
Reti di associazioni per la pianificazione territoriale e urbanistica SIU Newsletter
La connessione in rete, lo scambio delle esperienze e l’internazionalizzazione
Website
del dibattito urbanistico sono tra gli obiettivi della Siu: questa rubrica vi con- Direttore:
tribuisce con una selezione di nodi della rete dell’urbanistica. Nicola Giuliano Leone
ASSOCIATION INTERNATIONALE FUTURE GENERATIONS ngleone@unipa.it
DE TECHNICIENS, EXPERTS ET http://www.future.org
CHERCHEURS E’ un’organizzazione internazionale Redattore responsabile:
http://www.globenet.org/aitec non governativa che lavora per Maurizio Carta
L’Aitec è una associazione creata incrementare e consolidare lo futu- mcarta@unipa.it
nel 1983 da professionisti che pro- ro sostenibile.
vengono da diverse esperienze e Redazione:
promuove riflessioni e dibattiti su INU – Istituto Nazionale di Angela Badami, Adamo
temi d’interesse comune e sulle Urbanistica
principali questioni urbanistiche. http://www.inu.it
Lamponi, Daniele
E’ il sito ufficiale dell’Istituto Ronsivalle, Giovanni
AESOP - Association of Nazionale dell’Urbanistica. Speranza
European Schools of Planning Dipartimento Storia e
http://www.ncl.ac.uk/aesop ICLEI - International Council for
E’ l’associazione europea che Local Environmental Initiatives Progetto nell’Architettura
mette in rete le università ed i http://www.iclei.org corso Vittorio Emanuele, 188
dipartimenti universitari che inse- E’ un’agenzia internazionale per 90134 Palermo
gnano e conducono ricerche nel l’ambiente che si occupa del gover- Tel: +39.091.7434263
campo della pianificazione urbana no locale. Riunisce più di 350 città Fax: +39.091.6113980
e regionale. e regioni nel mondo che hanno
come finalità il raggiungimento di Promosso dal
Dipartimento di Storia e Progetto
APA - The American Planning obiettivi per un futuro locale soste- nell’Architettura
Association nibile.
http://www.planning.org
L’obiettivo dell’APA e del suo albo ISOCARP - International Society
professionale dei pianificatori è of City and Regional Planners
incoraggiare la pianificazione nel- http://www.soc.titech.ac.jp/isocarp
l’ambito degli interessi della società. L’ISOCARP è la storica associazio- con il contributo
di Ingegneria Civile ed Ambientale, bruno.zanon@ing.unitn.it – Corrado Zoppi, Cagliari, Dipartimento di Ingegneria del Territorio, zoppi@vaxca1.unica.it
ne internazionale di pianificatori e
ANCSA – Associazione Nazionale urbanisti, fortemente orientata ai
Centri Storici e Artistici professionisti ed alle pratiche urba-
http://www.ancsa.org nistiche.
L’Ancsa si propone di stimolare il
dibattito sul tema del centro storico ITALIA NOSTRA Unione Europea
presentando alcune riflessioni che http://www.italianostra.org
riguardano proposte, programmi ed E’ il sito ufficiale che l’Associazione
esperienze pratiche ritenute signifi- utilizza per diffondere la “cultura
cative per l’innovazione dei rapporti della conservazione” del paesaggio
e delle relazioni tra ambiti urbani. urbano e rurale, dei monumenti e
del carattere ambientale delle città.
Arcosanti
http://www.arcosanti.org SIU – Società Italiana degli Società Italiana
SIU N e w s l e t t e r