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PAESE :Italia AUTORE :Di Virna Bottarelli

PAGINE :14;15;17
SUPERFICIE :293 %
Forme
PERIODICITÀ :Mensile

1 dicembre 2022

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non si torna
Con PaoloPascucci,professoreordinario di Diritto del lavoro
all'Università di Urbino CarloBo, un dialogo sul mondo del lavoro
oggiin Italia, tra problematicheirrisolte e nuove prospettive.
di Virna Bottarelli

Pascucciè professoreordina- "I modelli di produzione si sono evoluti econ


Paolo
di Diritto del lavoro all'Universi-
rio
di Urbino Carlo Bo.

loro sono cambiati il lavoro e le norme che
disciplinano i rapporti di lavoro", dice. "Al-
Nel suo curriculumspiccano,oltre alle espe- cuni periodi storici hanno dato vita a cam-
rienze accademiche, diversi incarichi isti- biamenti epocali: gli anni Settanta, con la
tuzionali, che lo hannovisto collaborarein crisi petrolifera che ebbericadute importan-
qualità di espertogiuslavorista con diversi ti sui livelli occupazionali; la fine degli anni
governi e ministerie gli hannoconsentitodi Ottanta, con l'inizio della globalizzazione,
vivere in primapersonai cambiamentiinter- che ha esposto le imprese a una concorren-
venuti nelmondodellavoroin Italia negli ul- za di scala mondiale; gli anni Duemila, con
timi decenni. l'innovazione tecnologicaela digitalizzazio-

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ne a definire nuovi modi di lavorare e nuo- L'imperativo è quindi andare verso il cam-
vi profili professionali. In questo percorso biamento. Ma qual è la direzione giusta?
storico abbiamo assistito essenzialmente al La crescente temporaneità dei contratti di
progressivo declino della fabbrica fordista e lavoro è un dato di fatto e va affrontata inve-
all'avvento di un mondo del lavoro che, oggi, stendo seriamente in due ambiti: le politiche
è qualcosa di profondamente diverso rispet- attive del lavoro, che non devono però essere
to al passato, conforme di lavoro, contratti concepite come una bandiera da sventolare
e profili professionali nuovi". Come inqua- ogni qual volta si cerchi il consenso, e la for-
drare, anche dal punto di vistagiuridico,uno mazione, che è essa stessa una politica attiva.
scenario così diversificato? Secondo Pascuc- Occorrono interventi strategici e strutturali
ci dobbiamo chiederci " se lenostre categorie che rispondano alla questione più urgente:
concettuali sono adeguate e sufficienti per quella, come dicevo, dell'occupabilità. I la-
un mondo del lavoro così cambiato, nel qua-
voratori devono sviluppare competenze pro-
le èdifficile trovare un modello contrattuale fessionali che migliorino la loro attitudine a
prevalente", ma dobbiamo anche " tenerefede essere occupabili. La materia è complessa e
a quei principi costituzionali che ci impon- serve un'azione di raccordo tra Stato e Re-
gono di vigilare sempre sul rispetto dei dirit- gioni, essendo queste ultime le titolari della
ti e sulle condizioni del lavoro stesso". formazione professionale. Qui si gioca a mio
avviso la partita, e non tanto nell'adottare
Quali sono a suo avviso le principali critici- provvedimenti di flessibilizzazione dei rap-
tà che andrebbero risolte, oggi, sullo sce- porti di lavoro, come peraltro è già stato fatto
nario del lavoro nel nostro Paese? senza grandi risultati. Il "teorema"di stampo
Dobbiamo tenere presente che qualsiasi ri- liberista secondo cui alleggerendo i vincoli in
forma del diritto del lavoro non può, da sola, uscita dai rapporti di lavoro si favorirebbero
risolvere le criticità e che quando si decide di le assunzioni è tutto da dimostrare, mentre è
intervenire sul sistema delle tutele lavoristi- chiaro che se si rafforza il bagaglio di cono-
che occorre prestare molta attenzione, per- scenze dei lavoratori la loro occupabilità mi-
ché il rischio di creare effetti non calcolati e gliora.
non calcolabili è sempre molto alto. Credo
che la questione ancora aperta nel nostro La formazione ha ricadute positive anche
Paese riguardi essenzialmentela definizione sulla competitività delle imprese. C'è con-
e l'adozione di una seria politica industria- sapevolezza su questo punto?
le: da tempo se ne avverte la necessità, ma Le rispondo facendo riferimento al contrat-
in realtà non si è mai realmente affrontato to di apprendistato, che è definito "a causa
il problema.Nello scenario contemporaneo mista" perché prevede non solo lo scambio
il vero tema è infatti, ancor prima dell'oc- tra prestazione lavorativa e retribuzione,

cupazione, l'occupabilità: dove sono oggi le ma anche l'obbligo formativo del giovane
principali prospettive occupazionali?Abbia- lavoratore/lavoratrice. C'è sempre stato un
mo bisognoinnanzitutto di una politica in- dibattito sul sotto- inquadramento retributi-
dustriale che sappia cogliere le opportunità vo dell'apprendista, che la norma legittima:
di lavoro offerte dalla transizione ecologica secondo alcuni la minore retribuzione del
dei nostri sistemi produttivi e dobbiamo te- soggetto viene giustificata con il fatto che
nere presente che, per quanto cerchiamo di dovendo lui/ lei frequentare corsi di forma-
valorizzare e rafforzareil contratto di lavoro zione, l'azienda deve sostenere degli oneri,
è illusorio
a tempo indeterminato, pensa- ma a mio avviso è più corretto imputare il
re di poter tornare al paradigma del secolo sotto- inquadramento retributivo alla mino-
scorso, nel quale la regola era la continuità re produttività del lavoratore, in quanto an-
dei rapporti di lavoro lungo l'intera vita la- cora in fase di formazione. L'impresa, infatti,
vorativa. I percorsi lavorativi sono diventati non ha solo oneri nel formare l'apprendista,
frammentati, a volte intermittenti, ed è im- ma anche un vero e proprio interesse in tal
probabile che questa tendenza si inverta. senso. La formazione deve essere vista come

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un patrimoniofondamentale del contratto di sono persone ancora valide dal punto di vista
lavoro: l'impresa che oggi opera in un certo fisico e mentale, con un prezioso bagaglio di
modo, nel prossimo futuro potrebbe dover esperienza? Credo serva una riflessione poli-
adottare nuove modalità di lavoro, per questo tica adeguatasu questo tema nell'ottica della
sarebbe importante formare il personale in sostenibilitàdell'intero tessuto sociale.
modo che sia flessibile, aperto ad apprende-
re. Estendere l'obbligo di formazione in tutti Si è occupato molto di sicurezza sul lavo-
i rapporti di lavoro, non solo circoscriverlo ro: quali sono, ancora oggi, le lacune da
all'apprendistato, sarebbe la vera rivoluzione colmare per garantire a tutti i lavoratori
copernicana di cui abbiamo bisogno. di operare senza compromettere la pro-
pria salute e incolumità?
Un altro nodo da sciogliere riguarda le Bisogna comprendere che il tema della sicurez-
pensioni. Qual è la via più sostenibile, a zasul lavoro è un tema intimamente legato al li-
suo avviso, per riformare il sistema pen- vello di organizzazione dell'azienda. Purtroppo,
sionistico? in Italia, scontiamo il fatto che, mediamente,le
I fattori di cui dovrebbe tenere conto un le- nostreaziendehanno dimensioni molto ridotte
gislatoreprevidenziale attento sono diversi: e, soprattutto,struttureorganizzativenon sem-
l'allungamento della vita media, che è un pre adeguate a gestire la sicurezza sul lavoro.
dato di fatto, la frammentazione dei contrat- Dati alla mano,incidenti e morti sono maggiori

ti di lavoro, che produce carriere previden- laddove non c'è adeguata organizzazionee sul
tema della sicurezza non sono coinvolti tutti
ziali non lineari, i lavori usuranti e un con- i
cetto di " usura" che va riconsiderato anche lavoratori.Del resto, la sicurezza in azienda non
alla luce della maggiore attenzione al benes- può essere improvvisata, non è una questione
sere psico-fisico dei lavoratori.Non c'è dub- marginale o un costo da affrontaresolo perché
bio che siano da caldeggiare interventi che in caso di violazioni sono previste delle sanzio-
privilegino una certa flessibilità nell'uscita, ni: l'idea della sicurezza dovrebbe essere inti-
tenendo conto ovviamente degli oneri, ma mamente connessa all'agire imprenditoriale,
sullo sfondoci si dovrebbe interrogare anche così come prevede la nostra stessa Costituzione.
sul ruolo che le persone, una volta termina- Se non si cambia, alla base, la concezione della
ta la propria vita lavorativa, assumono nella sicurezza,ponendola in stretta correlazione con
società: si può valorizzare in qualche modo l'organizzazione,continueremo ad avere i tre
l'attività di questi cittadini, che, nonostante morti al giorno che purtroppo abbiamo regi-
non siano più nel mondo del lavoro, spesso strato anche negli ultimi anni.

Chi è Paolo Pascucci

Natoa Pesaro nel 1954, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza


presso l'Università di Urbino e il perfezionamentoin Diritto del lavoro
e della sicurezza sociale presso l'Università di Bologna. Paolo Pascucci
è oggi professoreordinario di Diritto del lavoro nel Dipartimento di
Giurisprudenzadell'Università di Urbino Carlo Bo, del quale è stato
anche Direttore. È presidente della Commissione tecnico-scientifica
di "Olympus", Osservatorio per il monitoraggiopermanente sulla
legislazione e giurisprudenza sulla sicurezza del lavoro, istituito presso la
stessa Università, e ha collaborato con vari Ministeri e con la Commissione
di garanzia della legge sullo sciopero nei servizi essenziali. Fra le sue
numerose pubblicazioni scientifiche si segnalanoquellesullosciopero
nei servizi essenziali, la sicurezza sul lavoro, la retribuzione, il mercato del

lavoro e la formazione.

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