Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Riassunto
La devozione al santuario della Salette, nonostante la sua apparenza popolare e montanara, è stata fin dall’inizio
attraversata da derive inquietanti : abbracciata dai gruppi esoterici influenti nella cultura francese ottocentesca, è arrivata a
coinvolgere – per loro tramite – celebri intellettuali come Bloy, Maritain, Huysmans e Massignon, tanto da spingerli alla
conversione. Se agli scrittori l’idea di una Madonna che piange per i mali del mondo moderno piaceva perché la sentivano
vicina alla loro inquietudine e al loro odio per il progresso, agli occultisti come Boullan la minaccia di liberare Satana dalla
sua prigione faceva pensare a una imminente Apocalisse che avrebbe aperto la Terza era, quella dello Spirito Santo,
identificato con Lucifero. Una devozione inquietante che il nuovo ordine dei missionari della Salette, istituiti dal vescovo di
Grenoble proprio per controllare i santuario e riportarlo nei binari di una devozione ortodossa, ha difeso fino a emarginare
la stessa veggente Mélanie e a diffidare – con l’appoggio del Sant’Uffizio – dalla diffusione del segreto di cui essa si
dichiarava portatrice.
Scaraffia Lucetta. La Salette : un santuario reinventato da intelletuali e occultisti. In: Mélanges de l'École française de
Rome. Italie et Méditerranée, tome 117, n°2. 2005. Sanctuaires français et italiens dans le monde contemporain. pp. 677-
693;
doi : https://doi.org/10.3406/mefr.2005.10457
https://www.persee.fr/doc/mefr_1123-9891_2005_num_117_2_10457
LA SALETTE
UN SANTUARIO REINVENTATO DA INTELLETTUALI E OCCULTISTI
1
Questo decreto non è mai stato abrogato e stupisce pertanto l’uscita recente di
opere edite in ambito ecclesiastico (come quella di M. Corteville, La «Grande Nou-
velle» des Bergers de La Salette. Le plus grand amour, les plus fortes expressions,
Roma, 2000 – estratto di una tesi discussa nella Facoltà di Teologia della Pontificia
Università San Tommaso d’Aquino – che tra l’altro utilizza documenti conservati
nell’Archivio del Sant’Uffizio) volte a difendere il segreto.
2
Sull’apparizione de La Salette cfr. La Salette. Apocalypse, pèlerinage et littérature
(1856-1996), textes réunis par F. Angelier et C. Langlois, Grenoble, 2000, e la documen-
tazione raccolta e pubblicata dallo studioso Jean Stern, missionario salettiano, in La
Salette. Documents authentiques : dossier chronologique intégral, I-III, Paris, 1980-1991.
.
678 LUCETTA SCARAFFIA
3
Sull’ordine cfr. J. Jaouen, Les Missionaires de Notre-Dame de La Salette, Paris,
1953.
.
LA SALETTE : UN SANTUARIO REINVENTATO 679
4
Fra le carte del Sant’Uffizio sono conservati due lunghi e minuziosi rapporti
su questi testi, scritti su carta intestata del vescovado di Grenoble ma privi di firma.
.
680 LUCETTA SCARAFFIA
Il libro di Bloy, La femme qui pleure (uscito nel 1908), che ha conosciu-
to un certo successo (nel 1938 si era già alla settima edizione), costituisce la
punta di diamante di un filone di devoti de La Salette – formatosi negli ulti-
mi decenni dell’Ottocento – appartenenti al fior fiore dell’ambiente intellet-
tuale francese come Joris Karl Huysmans, Louis Massignon e più tardi Jac-
ques Maritain, Ernest Psichari e Paul Claudel, che sembrano essersi av-
vicinati a questa devozione per vie piuttosto eterodosse che passano
attraverso l’occultismo, molto diffuso negli ambienti colti del periodo. Nel
decreto non si fa parola di altri scrittori, come Huysmans (che del resto
non aveva pubblicato la sua opera dedicata a La Salette, Là-haut), e neppu-
re dei legami di Bloy con l’esoterismo, né tanto meno della devozione verso
La Salette esibita da uno dei più famosi satanisti francesi, Jean-Antoine
Boullan. Si può supporre però che questo pericolo fosse ben noto alle ge-
rarchie ecclesiastiche, come dimostra nel complesso tutto l’atteggiamento
tenuto dai padri salettiani. Mélanie, con il suo segreto, era a ragione ritenu-
ta il tramite fra questi ambienti occultisti, i cattolici oltranzisti e la devo-
zione popolare. La caratteristica comune a tutti gli intellettuali devoti de
La Salette è infatti la difesa di Mélanie e l’accettazione del segreto : con la
condanna di questo venivano quindi condannati, sia pure indirettamente,
anche i sostenitori d’ispirazione occultista senza rendere palese la contami-
nazione esoterica che aveva subito questa devozione.
Nei documenti raccolti dal Sant’Uffizio in preparazione al decreto, in-
fatti, non si parla mai di derive esoteriche o occultiste della devozione sa-
lettiana – tracce probabilmente cancellate con cura dai missionari che si
erano là installati (non si trova nel piccolo cimitero del santuario, ad esem-
pio, la tomba di Tardif de Moidrey, il religioso esoterico che aveva condot-
to per la prima volta Bloy al pellegrinaggio e che era morto a La Salette) –
ma solamente delle correnti di cattolici tradizionalisti, che interpretano il
segreto come un avvertimento delle manovre di Satana e si presentano co-
me difensori contro queste forze occulte negative. Questo atteggiamento
prudente potrebbe avere le sue radici molto lontano : già all’inizio del Sei-
cento un’Istruzione del Sant’Uffizio 6, che raccomandava estrema cautela ai
5
Archivio del Sant’Uffizio, Censura librorum, 1879-1882, p. 12.
6
Si tratta dell’Instructio pro formandis processibus in causis strigum maleficio-
.
LA SALETTE : UN SANTUARIO REINVENTATO 681
giudici in questo tipo di cause, aveva esercitato in Italia una forte influenza
tanto che, a partire dalla seconda metà dello stesso secolo, erano scompar-
se quasi completamente le condanne per stregoneria.
Ma qualche traccia di questi legami della devozione salettiana con il
mondo occultista è comunque rimasta : il cardinale arcivescovo di Lione
Hector-Irénée Sévin ad esempio, in una lettera del 5 ottobre 1915 al San-
t’Uffizio, parla apertamente di una alleanza fra massoni (nome con il quale
si alludeva a tutta la spiritualità non cristiana) e visionari cattolici. Un so-
stenitore del segreto, invece, che si nasconde dietro lo pseudonimo di Pier-
re de La Salette sostiene – sempre in una lettera al Sant’Uffizio – che le pre-
dizioni di Mélanie si sono già avverate, e che il demonio sta infiltrando di
suoi emissari gli istituti religiosi, dove si celebrano messe nere e si pratica-
no profanazioni sacrileghe 7. Secondo costui, che usa parole simili a quelle
di molti altri sostenitori del segreto, la devozione a La Salette dovrebbe ser-
vire proprio ad anticipare e contrastare l’attività di questi occultisti. Ma già
il gesuita Louis Billot, in un rapporto redatto nel 1909 sulla dottrina dei
cattolici apocalittici 8, sottolineava l’ambiguità di questi continui riferimen-
ti a Satana, con il quale queste sette oltranziste sembravano rivelare un po’
troppa dimestichezza.
Probabilmente Billot, come lo stesso arcivescovo di Lione Sévin (non-
ché il suo predecessore de Bonald), erano ben informati a proposito della
setta occultista che si era formata a Lione prima sotto la guida di Pierre-
Michel-Élie Vintras, poi sotto quella di Boullan. Questa era nata per lottare
contro i satanisti ma rapidamente era scivolata nella pratica di messe nere
e riti satanici di vario genere sulla base della sconcertante teoria della ripa-
razione elaborata dall’abbé Boullan 9, grande devoto de La Salette e che si
accompagnava nelle sue imprese a Adèle Chevalier, una delle prime mira-
colate del santuario. Del resto, il legame fra gli occultisti di Lione e La Sa-
lette risaliva al 1847, quando una parte del segreto di Mélanie era stata
pubblicata dall’abbé Léopold Baillard, originario di Sion-Vaudémont, che
.
682 LUCETTA SCARAFFIA
poi avrebbe lasciato la Chiesa per unirsi, insieme con la profetessa che lo
accompagnava, alla setta di Vintras10.
Gli intellettuali
10
Cfr. J. Stern, La Salette vue par Léon Bloy, in M. Arveiller, P. Glaudes (éd.),
Léon Bloy, Parigi, 1988, p. 166.
11
Nel piccolo museo affiancato al santuario una stanza è dedicata alle testimo-
nianze di devozione degli intellettuali.
12
J. K. Huysmans, Là-haut ou Notre-Dame de la Salette, Parigi, 1965. Si tratta di
un’edizione critica curata da Michèle Barrière, più esattamente definita nei seguenti
termini : «L’étude et la première publication intégrale d’une première version d’En
route, roman dont les conditions d’élaboration sont longtemps demeurées mal con-
nues» (p. 28).
.
LA SALETTE : UN SANTUARIO REINVENTATO 683
13
Cfr. J. Maritain, Carnet de notes, Parigi, 1965, cap. III. Alcuni estratti furono
pubblicati dallo stesso Maritain nel 1946 in una lettera a Louis Chaigne (L. Massi-
gnon, La Salette. Témoignages, Parigi, 1946, p. 87-92).
14
Cfr. L. Massignon, L’amitié et la présence mariale dans nos vies, in J. Maritain.
Son œuvre philosophique, in Revue thomiste, LIV, 1948, p. 6-8.
15
J. Marx, La Salette dans la littérature catholique des XIXe et XXe siècles, in Appa-
ritions et miracles. Problèmes d’histoire des religions, ed. A. Dierkons, 2/1991, p. 93-
121.
16
F. Angelier, Les écrivains de La Salette : Huysmans, Bloy, Claudel, e F. L’Yvon-
net, Un destin à rendre jaloux les anges : Louis Massignon et La Salette, entrambi in
La Salette. Apocalypse, pèlerinage et littérature (1856-1996) cit., p. 185-191 e p. 193-219.
.
684 LUCETTA SCARAFFIA
17
J. Grondeux, La religion des intellectuels français au XIXe siècle, Paris, 2002,
p. 165.
18
Cfr. in proposito J. Marx, Poétique de La Salette, in Mélanges de Science Reli-
gieuse, LVII, 2000, p. 31-41.
19
J. Marx, La Salette dans la littérature catholique cit., p. 103.
20
Ivi, p. 106.
21
L. Massignon, Notre-Dame de La Salette : le voile de ses larmes sur l’Église, in
Dieu Vivant, 1946, n. 7, p. 19.
22
R. Maritain, Les grandes amitiés, Friburgo-Parigi, 1982-1999 (Œuvres complè-
tes, XIV), p. 400-403.
.
LA SALETTE : UN SANTUARIO REINVENTATO 685
Gli occultisti
L’ambiente esoterico francese vantava infatti un rapporto speciale con
la Vergine apparsa ai pastorelli : essa, infatti, anche nella bizzarra descri-
zione fisica, sembrava corrispondere perfettamente alla Madonna descritta
da Eliphas Levi, ovvero l’abbé Constant, che nella sua conversione all’occul-
tismo aveva portato intatta la devozione mariana di cui aveva dato prova in
alcuni scritti quando era ancora fedele a quanto aveva ascoltato al semina-
rio di Saint-Sulpice. Maria costituisce la figura centrale della sua interpre-
tazione della storia 24 : in quanto madre dell’umanità riassume in sé tutte le
23
R. Barbeau, Un prophète luciférien, Léon Bloy, Parigi, 1957, sostiene in modo
credibile che, benché Bloy non nomini mai apertamente Eliphas Levi, l’influsso delle
idee di quest’ultimo su di lui sono evidenti.
24
Cfr. P. Bénichou, Il tempo dei profeti. Dottrine dell’età romantica, Bologna,
1997, e J. W. Burrow, La crisi della ragione. Il pensiero europeo 1848-1914, Bologna,
2002.
.
686 LUCETTA SCARAFFIA
25
Cfr. R. Barbeau, Un prophète luciférien, Léon Bloy cit.
26
Cfr. in proposito L. Scaraffia e A. M. Isastia, Donne ottimiste. Femminismo e
associazioni borghesi nell’Otto e Novecento, Bologna, 2002.
27
Cfr. H. Multon, Le discours sur l’Apocalypse dans les années 1870 : une réponse
aux malheurs des temps, in La Salette. Apocalypse, pèlerinage, littérature (1846-1996)
cit., p. 65-80.
.
LA SALETTE : UN SANTUARIO REINVENTATO 687
où je marche, et j’en bénis le Ciel» 28. Proprio a La Salette Boullan aveva co-
nosciuto la prima miracolata, la veggente Adèle Chevalier che sarebbe di-
ventata sua seguace. Con lei, avrebbe cercato di fondare un ordine, maschi-
le e femminile, destinato alla «riparazione», cioè a combattere i satanisti e
in generale il male della modernità : il progetto, per un certo tempo accet-
tato dalle autorità ecclesiastiche, degenerò presto in una setta occultista
dove si commettevano atti orribili e si celebravano messe nere 29. Come mi-
nimo, Boullan e i suoi seguaci combattevano il male con gli stessi mezzi.
L’inquietante abbé è stato il primo a parlare di «apostoli degli ultimi tem-
pi» alludendo ad un gruppo di eletti, illuminati dal messaggio de La Salet-
te, che avrebbe dovuto salvare il mondo dalla rovina 30. Boullan fino alla sua
morte, avvenuta nel 1893, fu il direttore di coscienza più ascoltato da Huy-
smans, che scrive nel 1892 : «Il n’y a que Boullan qui, malgré toutes ses hé-
résies, est à coup sûr un prodigieux mystique, et m’explique les phases par
lesquelles je dois passer. Celui-là est bien étonnant, tout de même» 31. E il
pellegrinaggio a La Salette, compiuto con les «bons toqués» della piccola
setta lionese doveva essere per lui lo squarcio che apre le nuvole : gli piac-
que il paesaggio, e la proibizione della Chiesa alla diffusione del segreto gli
faceva sospettare – come già a Bloy e Boullan – macchinazioni piuttosto
che sagge precauzioni. Huysmans non dimenticherà mai questo viaggio,
fatto nel luglio 1891 : sfavorevolmente colpito dalla bruttezza artistica del
santuario, nella notte sale alla sua spoglia celletta e qui, anche se non è nar-
rato nel suo romanzo, «il est plus que probable que Huysmans connut sa
nuit de Pascal entre les quatre murs mal blanchis de cette prison libératrice
gardée par un humble Christ de plâtre étendu sans art sur le bois d’une
croix rustique» 32.
Bloy
L’opera di Bloy, Celle qui pleure, condannata nel decreto, risulta l’unica
pubblicata fra quelle previste in difesa de La Salette da parte degli intellet-
tuali (non pubblicano come si è detto Huysmans e Maritain). Bloy scrive
sia per compiere la promessa fatta tanti anni prima a Tardif, e solo parzial-
mente assolta con l’opera incompiuta sul simbolismo de La Salette, che per
28
Lettera di Boullan, citata in A. Artinian e P. Cogny, Introduction à J. K. Huy-
smans, Là-haut, ou Notre-Dame de La Salette, Parigi, 1965, p. 28.
29
Cfr. M. Thomas, L’abbé Boullan et l’Œuvre de la Réparation cit.
30
Cfr. J. Stern, La Salette vue par Léon Bloy cit., p. 167.
31
Lettera di Huysmans citata in A. Artinian e P. Cogny, Introduction à
J. K. Huysmans cit., p. 41.
32
Ivi, p. 34.
.
688 LUCETTA SCARAFFIA
33
L. Bloy, Celle qui pleure, Parigi, 1938 (settima edizione), p. 21.
34
Ivi, p. 13.
35
Ivi, p. 14.
36
Queste note sono state pubblicate dalla moglie Jeanne dopo la sua morte :
L. Bloy, Le symbolisme de l’apparition (1879-1880), Parigi, 1925.
37
Ivi, p. 157.
38
Cfr. H. Multon, Le discours sur l’Apocalypse cit.
39
L. Bloy, Celle qui pleure cit., p. 120.
.
LA SALETTE : UN SANTUARIO REINVENTATO 689
40
Citato in J. Marx, La Salette dans la littérature catholique cit., p. 102.
41
J.-L. Barré, Jacques e Raissa Maritain. Da intellettuali anarchici a testimoni di
Dio, Milano, 2000, p. 65.
42
L. Massignon, Notre-Dame de La Salette cit., p. 19.
43
L’incontro fra i Maritain e Benedetto XV è descritto dal filosofo nel suo Car-
net de notes cit., p. 131.
44
M.-J. Lory, La pensée religieuse de Léon Bloy, Parigi, 1951, p. 190.
.
690 LUCETTA SCARAFFIA
Maritain
45
La lettera, conservata negli archivi Maritain, è riportata da M. Corteville, La
«Grande Nouvelle» des Bergers de La Salette cit., p. 424.
46
Un altro significativo intervento di Maritain fu rivolto a Montini in una lettera
del 12 aprile 1948, nella quale tra l’altro l’allora ambasciatore di Francia presso la
Santa Sede alludeva «aux intentions et aux demandes que la Sainte Vierge a réité-
rées depuis un siècle d’une façon si pressante et si significative» a proposito del-
l’auspicio formulato da «quelques personnes» perché il papa consacrasse la Russia
al Cuore Immacolato di Maria. E continuava : «Mais comme votre Excellence le sait
.
LA SALETTE : UN SANTUARIO REINVENTATO 691
.
692 LUCETTA SCARAFFIA
des vieux gnostiques chrétiens» 49. E ancora, sempre allo stesso mittente :
«J’insiste sur ce point avec la plus grande énergie. La cause de Notre-Dame
de La Salette n’a absolument rien à voir avec Léon Bloy. Il y a autant de
distance entre les deux questions qu’entre le ciel et la terre» 50.
Non possiamo, però, pensare che Maritain ignorasse le derive esoteri-
che ed eretiche di questa devozione, anche al di là del ruolo chiave di Bloy.
Nel 1948, infatti, il carmelitano Bruno de Jésus Marie – anch’egli scrittore
convertito e amico dei Maritain 51, che aveva fatto loro da tramite per l’in-
contro con Benedetto XV e con il cardinale Billot durante il primo viaggio
a Roma nel 1917, tanto che la sua biografia di Giovanni della Croce sarà
preceduta da una prefazione di Jacques – nella rivista Études carmélitaines
che dirige riproduce, in un numero monografico su Satana, una parte della
confessione manoscritta di Boullan, seguita da un’analisi grafologica e da
una psicologica scritte da due esperti. Nella sua nota introduttiva, lo stu-
dioso carmelitano rivela di avere avuto accesso alle confessioni scritte dal
satanista mentre era prigioniero nelle carceri pontificie nel 1869 e conser-
vate nella Biblioteca Vaticana 52 insieme con la relazione del miracolo di
guarigione di Adèle Chevalier a La Salette. Bruno de Jésus Marie riconduce
la radice delle teorie di Boullan alle credenze gnostiche che vedevano lo
Spirito Santo come principio femminile della divinità e ne segue l’influen-
za nella setta polacca dei mariaviti, fondata nel 1906 dal prete cattolico sco-
municato Jan Kowalski e dalla visionaria Maria Francesca (Felicia) Koz-
lowska, religiosa francescana, per influenza di alcuni fedeli di Boullan di-
spersi dopo la morte di quest’ultimo. Con la Chiesa mariavita, scrive lo
studioso, «le rêve de Boullan est réalisé» : intorno a una donna «incarna-
zione della santa Vergine» si sarebbe realizzata la salvezza del genere uma-
no per gli «ultimi tempi» che si avvicinavano. I mariaviti – presto accolti
dai Vecchi Cattolici ma da essi condannati nel 1924, quando la setta polac-
ca contava centinaia di migliaia di seguaci – sono collegati all’apparizione
de La Salette, come prova anche la documentazione conservata tra le carte
49
Lettera di Maritain al cardinal Billot del 4 luglio 1918, citata in M. Corteville,
La «Grande Nouvelle» des Bergers de La Salette, p. 419.
50
Ivi, p. 420.
51
Su Bruno de Jésus Marie (Jacques Froissart) cfr. Gérard de la Trinité, Note
biographique. Le père Bruno de Jésus Marie, in Études carmélitaines, XLIV, 1964, p. 7-
53, e M.-F. James, Ésotérisme, occultisme franc-maçonnerie et christianisme aux XIXe
et XXe siècles, Parigi, 1981, p. 56-58. Dell’amicizia fra Bruno de Jésus Marie e i Mari-
tain parla N. Possenti Ghiglia in I tre Maritain, Milano, 2000.
52
Cfr. Bruno de Jésus Marie, La confession de Boullan (seguito da S. Bresard,
Étude graphologique, e da J. Vinchon, Étude psychiatrique), in Études carmélitaines,
XXVII, numero dedicato a Satan, 1948, p. 420-426.
.
LA SALETTE : UN SANTUARIO REINVENTATO 693
del Sant’Uffizio, dove figurano infatti due lettere in difesa del segreto e di
Mélanie firmate con lo pseudonimo di dottor Mariavé. Nonostante, quindi,
il carmelitano riconosca la deriva eretica della devozione salettiana, grazie
al metodo – «moderno» e «scientifico» più che teologico – con cui affronta
la sua fonte, cioè le confessioni di Boullan, il testo viene riconosciuto dagli
esperti come originato da «tendenze perverse» e «paranoiche», opera quin-
di di un disadattato cronico. Il satanista viene così ridotto a malato menta-
le e la devozione mariana de La Salette risulta sgombra da ogni influenza
occultista.
Conclusioni
Lucetta SCARAFFIA