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22

999
Biblioteca Nazionale
Centrale -- Firenze
K.

ENCICLOPEDIA

ECCLESIASTIGA.
ENCICLOPEDIA

ECCLESIASTICA

IN CUI TRATTASI

DELLA SACRA SCRITTURA, DELLA DOGMATICA , MORALE , ASCETISMO , PASSIONI ,


VIZII, VIRTU' , DIRITTO CANONICO , LITURGIA , RITI, STORIA ECCLESIASTICA ,
MISSIONI , CONCILII , ERESIE , SCISMI, BIOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA ECCLESIASTICHE,
ARCHEOLOGIA E GEOGRAFIA SACRE , BCC . ECC.

COMPILATA

DA UNA SOCIETA ' DI ECCLESIASTICI

SULLE OPERE DEI PRINCIPALI TEOLOGI , CANONISTI , STORICI , EC . EC.

B DIRBTTA DALL' ILL. ° B REV . ° MONS.

FR . PIETRO DOTT. PIANTON

ABBATE DI S. M. DELLA MISERICORDIA , PRELATO DOMESTICO DI S. S. PAPA PIO IX , PROT. APOST.,


CAPP . CONVENTUALE COMMEND . DEL S. M. O. GEROSOLIMITANO , ECC ECC . ECC .

opera accettata e benedetta

DA S. S. PAPA PIO IX .

PRIMA EDIZIONE ITALIANA .

VOL . I.

VENEZIA
STABILIMENTO TIP . ENCICLOPEDICO DI GIROLAMO TASSO EDIT .
185 4 .
Venetiis .in Curia Patriarchali
unni 1854 .
Nihil obstat quominus imprima !!:)
* AUR , PATR.

22.4.1
19
(all'esterno.)

All'Ilust. " o Sig. Sig . Paline Coll.mo

Sig. Girolamo Easso

Tipografo

in VENEZIA
(nell'interno .)

‫ ובן‬0
JU ." Signore !

In seguito dell' omaggio fatto da V. S. III.- * per mezzo del suo figlio

Luigi alla SANTITA ' di NOSTRO SIGNORE del primo Volume


dell'Enciclopedia Ecclesiastica , che redatta da varii Sacerdoti viene
per di lei cura pubblicandosi coi tipi veneti , la stessa SANTITA ' SUA

mi ha dato l'onorevole incarico di significarle il pontificio suo gradi


mento per simile offerta. Inoltre il SANTO PADRE, nella fiducia
che l' intrapresa opera sia per corrispondere mercè il divino aiuto al
commendevole fine di giovare specialmente gli studi della ecclesiastica
gioventù , mentre applaudisce al propostosi divisamento , comparte
ben di cuore sì a lei, che a tutti i collaboratori l' Apostolica Benedi
zione.

Lieto di compiere un tale comando , mi dichiaro con sensi di di


stinta stima

Roma 25 agosto 1836.

Di V. S. III,ma

Dermo 06b.mo Servo


LUCA PACIFICI ,
1
Le Enciclopedie, che per tutta Europa in questo secolo si pubblicarono,
dimostraronsi col fallo di utilità grandissima per ogni classe di persone , es
sendochè tengano esse luogo della più fiorita e scelta Biblioteca . Ad ognuno,
e in ogni scienza , è dato in esse, perchè estese coll'ordine alfabetico, trovare
quanto gli abbisogna sapere : al dotto , se vuole richiamare alla memoria
quello che sa ; ad altri, se desidera conoscere quanto a lui si rende neces
sario , quando voglia frequentare le colte società , e non rendersi come
estraneo a' discorsi che si tengono su d'ogni ramo di scienze , di lettere e
d'arti nelle conversazioni.
Quanto qui dico , benchè si riferisca più propriamente alle Enciclopedie
che trattano di tutte in generale le scienze e le arti, vale ben anche per
quelle varie Enciclopedie , che a questo o quel ramo parziale dedicandosi
dello scibile umano, in pocbi anni trovarono grande favore nel pubblico ,
segno non dubbio del loro vantaggio. Che se un tale vantaggio è riconosciu
lo per quanto alle scienze od arti profane si addice , chi potrà revocare in
dubbio tale ulilità darsi pure in quanto si spetta alla scienza sacra e reli
giosa ? Di qui il giovamento che apporta una Enciclopedia per quei tutti
che o sono già ascritti al sacro ministero degli altari , o sono per dare il loro
nome tra i figli di Aronne.
Le parole della increata Sapienza : Labia sacerdotum custodient scien
tiam, bastevolmente ammaestrano qual sia l'incarico di quelli che nel san
tuario od entrarono, o ne sono già sulle soglie. Imperocchè se di essi è
dovere ammonire, correggere, consigliare, dirigere, e guidar quasi per mano
nella via del vero e del giusto ogni redento da Cristo , quante cognizioni non
abbisognano, di quanti lumi non devono essere fregiati, di quanta erudizione
abbelliti, di quanta scienza , in una parola, arricchiti I Senza di ciò è impos
sibile combattere l'errore nelle sue radici, innestare nei cuori virtù, appale
sare la malvagità delle insidie e scoprire gli ingannevoli agguati degli spiri
tuali nemici, porre l'uomo sulla strada di rettitudine. La quale scienza però
cotanto necessaria se in molte ramificazioni dividesi per cotal guisa da non
prestarsi al buon volere di tutti con somma facilità per le svariate occupa
zioni del ministero , chi non sente l' alta voce di essa che impone ogni rita
glio di tempo a lei doversi, per esercitare le occupazioni del ministero me
desimo con quella fedeltà ed esattezza che esige la loro elevatezza e subli
mità ? Imperò se d’infra la necessità ed il buon volere un ostacolo si disco
pre al conseguimento del fine desiderato non solo nella privazione del
tempo, ma sibbene nella impossibilità del possesso dei moltiplicati volumi ,
in cui essa rinserrasi, non sarà per certo male accelto quel libro chc po
nendo sott'occhio ogoi parte della scienza religiosa, offra la più chiara, la più
facile , la più comoda, la più variata e completa delle teologie , traltando nei
8

suoi articoli non solo di quanto alla Sacra Scrillura appartiene, ma sì ancora
della Dogmatica e della Morale , delle Passioni , delle Virtù e dei Vizii ,
del Diritto Canonico , della Liturgia e dei Riti , dell' Ecclesiastica Storia ,
dei Concilii, delle Eresie e degli Scismi, della Biografia e Bibliografia eccle
siastiche , dell ' Archeologia e Geografia sacra , di tutti insomma quei rani che
ad essa si addicono, per cui porgerà pronto sussidio a chiunque abbisogne
rå in breve tempo d'illuminarsi sopra questo o quel punto religioso, o ri
chiamarsi alla mente le idee già prima concepite, per adoperarle all'oppor
tunità in cui potrà repentinamente trovarsi .
Nè il contenersi ciò lutto nel libro presente è quello che ci dà unica spe
ranza che sia bene accolta dagli Ecclesiastici una Enciclopedia, di cui finora
Italia mancava , mentre simili lavori , diversamente però ordinati, da studiose
società di Ecclesiastici raccolti o compilati , vedevano in Francia in questi
ultimi tempi la luce. L'intera fiducia nostra è collocata nella cognizione che
gli articoli tutti , i quali formano il gran corpo dell'attuale lavoro , per
ogni ramificazione teologica , sono tratti da quegli autori , i quali mai semi
pre furono riguardati siccome i luminari della scienza teologica. Basta
infalti far noti i nomi di un Aquinate , di un s. Antonino , Cabassuzio
Reiſfensthuel , Calmet , Sanchez , Concina , Cuniliati, Antoine , s. Alfonso di
Liguori , Orsi , Bercastel , Andres , Bergier , ec. ec. per vedere come le
fonti non possano essere nè più sicure, nè più sublimi.
Il tutto qui non istà : perocchè l'ottima accoglienza fatta dalla Curia
Patriarcale Metropolitana fin dal suo principio a colesto divisamento e
l'eccitamento amorevole e premuroso che ci fu fatto onde renderlo di
pubblico diritto , come cosa di grande utilità , e l' essere stata l'Opera
ora accettata e benedetta da S. S. Papa Pio IX, è quello che mette pie
nezza alla fiducia nostra di poter per esso giovare a quei lulti, che nella
vigna del Signore si adoprano.
Il nome stesso di chi la dirige, commendevole per sè medesimo, non
solo per la profondità nelle scienze ecclesiastiche, ma ben anche pel vasto
sapere nella classica letteratura , e nei disparati rami scientifici, per cui ebbe
ed ha stima non solo appresso i nostrali, ma ancora appresso gli stranieri,
e precipuamente appo la Corte Romana , da cui fu sempre con affetto e
distinzione riguardato , speriamo che dica a sufficienza come non siamo
caduti in errore nell'offrire al ceto ecclesiastico un libro che di moltis
simi volumitenendo le veci, supplisce al grave dispendio che dovrebbero
quei lalti incontrare che volessero nelle diverse e varie fonti consultare la
verità in materia teologica ed ecclesiastica .
E questo il perchè noi ci facciamo solleciti di porgere ai Sacerdoti la
presente Enciclopedia , sicuri che dal loro buon volere e sentire saremo
sostenuti nelle laboriose e dispendiosissime cure , cui per essa attendiamo.

Settembre 1856 .
L'EDITORE.
ENCICLOPEDIA

ECCLESIASTIC A.

A-A , A , A.
A. Prima lettera dell'alfabeto di tutte le AM. B. M.CUR. amico benemerenti curavit.
AM . M. CON . ET. SIB . annico monumen
lingue, tranne dell'etiopica, nella quale occu
pa il tredicesimo luogo. Noi non ci fermere- lum condidit et sibi.
mo nell'esaminare il suono di essa o quanto A. MR. a marmuribus.
può ad essa pure spettare secondo l'uso di A. M. SACR. a municipalibus sacris.
verso cui servi appo le varie nazioni . Solo , A. M.S.D.A. a monumento suo dolus abeslo .
attenendoci a quanto forma l'oggetto prima AN . JIS. annos duos semis.
rio di questa opera , osserveremo le abbre AN , N. annos natus.
viature di questa lettera, le quali saranno di A. 0. F. C. amico optimo faciendam cu
giovamento alla spiegazione di ciò che riguar- ravit.
da i monumenti spettanti alle ecclesiastiche AR. DD . III. NON . MAI . aram dedicavit
cose, come ai monumenti sepolcrali , alle la tertio nonas maias.
pidi sacre ecc . AR . V. V. D. D. aram votum volens dedi
A. absolvo . cavit, vel aram votivam volens dono dedit.
AA. augusti duo. A. T. V. aram testamento vovit.
A. A. A. augusti tres . A. VIC. PUB . a vico publico .
A. A. A. F. F. auro argento aere pando fe AUSP . S. auspicante sacrum
riundo. A. XX . H. E. Annorum viginti hic est.
A. A. L. R. apud agrum locavil requie A. Le preposizioni A ed Ab, con le quali
torium . viene tradotta la Min degli Ebrei , nella no
AB . abdicavit. stra Vulgata hanno significati diversi da quel
AB . AC. ab actis. li che appartengono alla lingua latina. Que
ABDIC . IN . E. L. F. E. abdicavit in ejus sti sono ebraismi , di cui alcuni ne indiche
loco fuctus est. remo. A od Ab trovasi invece di propter ,prae,
A. B. M. amico bene merenti. praeter, absque; leggesi in luogo di inter , c
ABN . abnepos. numero ; è posta per ultra , seorsim ; invece
ACOL . acolithus. di apud, contra, ad , versus, ante , post, ec . ec .
A. D. ante diem . Nelle comparazioni mostra l'eccesso , e si
A. CVR. AMIG. a cura amicorum . gnifica : in puragone, più che, in confronto ec.
AD. adjutor . Fa talvolta la perifrasi del genitivo , come
ADF . adfuerunt. nel salmo 11, al vers. 1 : Forma i patroni
A. D. P. ante diem pridie . mici o gentilizii , come in S. Matth . 21, 11 ;
ADQ. adquiescit. Habac. 3 , 3. Trovasi invece di praeter , abs
AED . D. S. P. aedem de suo posuit. que nel Salmo 72 , 25 ; invece di inter nei
AER. P. aere publico. Numeri , cap. 8, v. 11 , 15 , ec.; invece di con
A. H. D. M. amico hoc dedit monumenlum . Ira nei Salmi 18 , 13 ; 51 , 7 ; 93 , 13 ; Isa.
A. K. ante Kalendas. 2 , 10 , 4 , 6 ; 25 , 4 ; in luogo di apud ,
A. L. animo libens annis vel annorum quin come nel Salmo 138 , 11 ; Eccl . 41 , 21 , ec .;
quaginta . per unte nei Prov . cap. 8 , v. 22 , ed in Ha
A. LB. animo libens. bac. 1 , 12 .
A. L. F. animos libens fecit. A , A , A. In cinque luoghi della Scrittura
A. L. V. S. animo libens votum solvil . trovasi questa espressione : cioè in Geremia , 1 ,
Encicl. Eveles. Vol. I, fasc . I. 2
10 A ED N- ARRON
8 ; 14 , 15; Ezech . 4 , 16 ; 20 , 49 , e Gioe- doto , siccome il Dio che liberati gli aveva
le , 15. In ognuno di questi luoghi si deve dalla schiavitù , gli eresse un altare, gli offeri
prendere nel senso di una esclamazione, come sacrifizii, e fece danze a suo onore. Mentre l
trovavasi nel testo ebreo , che nel luogo di sraello abbandonavasi a tale culto sacrile
Geremia , in cui la Vulgata traduce A , a , a , go , scese Mosè dal monte , e di aspri rim
e negli altri , legge una sola volta ahah ovve- proveri percosse il fratello e gli Ebrei . Ten
ro heu . tò Aronne di giustificarsi, e già sembra che
A ed 1. Alfa ed Omega. Sono la prima e si fosse reso colpevole per debolezza soltan
l'ultima lettera dell'alfabeto greco , e corri- to , intimorito dalle miuacce degli Ebrei ,
spondono alle nostre A e 2. Sono usate nella avvegnachè rispose al fratello : « Tu sai come
sacra Scrittura per significare : primo princi- questo popolo sia malvagio. » Dio gli perdo
pio ed ultimo fine. no , nè fu compreso nella strage dei ribelli ,
AARON od Aronne, primo gran sacerdote eseguita dalle genti della tribù di Levi , ar
degli Ebrei , figlio di Amram e di Jocabed , mate del brando sterminatore ; 23000 dei
pronipote di Levi , fratello di Mosè , e nato più colpevoli perirono nello stesso giorno .
tre anni prima di lui in Egitto verso il 2430 Dopo che Mosè ebbe data al popolo la legge
dalla creazione , 1574 avanti G. C. Allorchè di Dio, Aronne ed i suoi quattro figli , Na
Dio risolse di francare il suo popolo dalla dab , Abiu , Eleazaro ed Itamaro , vennero
schiavitù di Egitto, diede Aronne per compa- eletti ad esercitare il sommo sacerdozio. Mo
gno a Mosè in tale importante missione , e i sė li purificò con acqua sacra e vesti Aron
due fratelli si presentarono insieme al re di ne degli abbigliamenti della sua dignità, cioè
Egitto per annunziargli la volontà del Signo- di una veste color di giacinto , di una tunica
re, locchè ad altro non riuscì che ad indura- di lino , dell'efod e del razionale o pettorale
re maggiormente il cuore di quel monarca . in cui erano incisi i nomi delle dodici tri
- Per convincerlo della verità della missioné lo- bù d' Israello. L'olio santo sparso sulla testa
ro ebbero d'uopo ricorrere a 'prodigii. Aron- di Aronne e la mitra di cui gli venne decorata
ne cangiò in serpente la verga di Mosè ; ope- la fronte, resero compiuta la sua consacrazio
rarono lo stesso prodigio i maghi del re , ne. Nella parte anteriore della mitra eravi una
ma il serpente di Aronne divorò tutti gli al- piastra d'oro , in cui si leggevano queste pa
tri deimaghi. Nė ciò valse a smuovere il mo- role : La suntilà è . del Signore. Il sommo
narca ; Aronne cangio in sangue le acque del sacerdote portava pur anche sul petto i sim
l'Egitto. Si vide nascere una quantità di ra- boli denominati Urim e Thummim , median
nocchi, di cavalette , ec. Alla voce dell'invia- te i quali Dio gli aveva promesso rivelar
10 di Dio, la peste sopraggiunse a tanti flagel- gli la sua volontà. La dignità cui Aronne era
li e la terra fu coperta delle più buie tenebre. stato innalzato, eccito grande invidia ; Core ,
L'angelo del Signore colpi di morte tutti che discendeva nello stesso grado da Levi ed
i primogeniti degli Egiziani, lasciando im- era assai riputato per età e per ricchezze ,
* puniti quelli degli Israeliti. Allora soltanto gli volle disputare il supremo sacerdozio ;
consenti Faraone che partissero gli Ebrei. na il Signore lo sprofondò nella terra coi due
Era Aronne dotato di molta eloquenza. In complici suoi Abiron e Datan , e 250 altri
parecchie circostanze perorò egli a Faraone , che eransi ribellati a Mosè e Aronne, e li ave
e parlò al popolo in luogo di Mosè che durava vano obbligati a rifuggirsi nel tabernacolo. Id
fatica ad esprimersi. Mosė, recandosi a ricevere dio era sollecito di vendicarli, scagliando con
sul monte Sinai le tavole della legge,seco con tro il popolo un fuoco sterminatore; ma Aron
dusse Aronne accompagnato dai suoi figli Na. ne con l'incepsiere in mano si frappose tra i
dab ed Abiu, e da settanta dei veochi d'Israel- morti ed i vivi , ed ottenne grazia per Israello .
lo . Dio si fece loro vedere. Mosè però ricondot- Il gran sacerdote fece scolpire sopra dodici ver
tosi solo nella stessa montagna, vi rimase qua- ghe i nomi delle tribù; quello di Aronne era
ranta giorni : e gli Ebrei mal soffrendo la di sopra quello della tribù di Levi; furono poste
lui assenza, chiesero ad Aronne che desse loro tutte nel tabernacolo , e la dimane la verga di
degli Iddii i quali potessero scortarli , e nel Aronne si vide coperta di fiori e di frutta. Il
cammino precederli. Aronne fu debole cosi che fuoco del cielo arse in seguito l'olocausto di
secondo la domanda ,ed impiezando i pendenti Aronne, ma due dei figli del pontefice, Nadab
e gli altri ornamenti che gli svinministrarono ed Abiu , avendo posto nell' incensiere fuoco
le femmine ed i fanciulli , fece fondere un vi- profano, malgrado la proibizione di Dio, fu ro
tello d'oro , ad imitazione del bue Api , nume no subito fulminati, e Mosè non permise au
degli Egizii , e cui parte degli stessi Ebrei ave- Aronne di piangere quei colpevoli puniti dal
va adorato in Egitto . Il popolo adorò quell'in Signore. Le incombenze di Aronne e di quelli
AARON (S .)— TAKON -ABEN -CHAIM
della sua famiglia consistevano nel custodire il 9 Gan Eden , Orlo di Eden , dello anche
santuario, il quale soli avevano la permissione Sefer milzwoth , Libro dei precelli, il quale in
di accostarsi. Soli del pari potevano eseguire le XXV trattati contiene tutti i rili e precelli
cerimonie tolle che si pratica vano al di qua dei caraiti , e gli illustra e difende, ove occorre,
del velo steso nell'ingresso del luoge santo . contro dei rabbaniti. La biblioteca pubblica di
Era loro proibito il.bere vino o qualunque al . Leida, che in genere di libri di questa sella è
Iro liquore che inebrfasse. Tutte le offerte non certamente la piu ricea che v'abbia in Europa,
destinale ad esser arse sull'altare erano di loro ne possede due esemplari, un altro quella di
propriela ; ma i soli maschi di tale famiglia a. Jena ed un terzo la mia privata, diceva il De
vevano dirillo a parteciparne, ed erano obbli. Rossi, Diz. degli aulori Ebrei, pag. 3. Dal mio
gati dinutrirsene nell'interno del luogo santo. codice, cosi prosegue, consta che il libro è sta
Delle primizie e degli altri doni votivi che era to composto dal nostro Aronne nel 1354. 1. ib
no loro egualmente destinati, potevano pero le Catalogo ragionato dei miei me. , al cod. 133 ;
intere famiglie essere partecipi . Tulti questi sempre lo stesso scrittore. Chi ama di vedere
privilegi di cui godeva la famiglia di Aronne l'indice dui trattati e le loro malerie, consulij
erano in compenso dell'assoluto divieto fattole l'opera sopraccilala dello Schuparl, che lo dà
dal Signore di possedere terreni. Gli Israeliti per disteso alla pag . 68 del cod . del Sibero ehe
giunti per la seconda volta a Cades stavano già egli aveva per le mani, il quale passò in segui
per porre il piede nella terra promessa, cuito a quelle del Danzio.
pure sospirava grandemente Aronne, al quale 3. Cheden forà, Corona della legge . Co
da Dio venne significalo che sarebbe morlo mento letterale, sollile, diffuso sopra il Penta
prima di passare il Giordano, in punizione di leuco, ms. nelle bibliot. di Leida e di Jena .
aver altra volta dubitato di sua possanza . Esso é slato composto nel 5122, o nel 1362,
Aronne, rassegnato alla volonlà del Signore, si cone leggesi in principio del secondo dei detti
ritirò sui monte Hor, dove Mosè lo spoglio de codici, e dopo i due libri precedenti che vi si
gli abiti pontificali, e ne vesti immedialamente trovano citati . Il Danzio , che possedeva gli
il suo figlio Eleazaro. Aronne spirò fra lebrac- esemplari di queste due opere ultime che sono
cia del fratello in età di anni 123, avendone passati in appresso alta biblioteca di Jena, si
passa li 40 nell'esercizio del sacerdozio. era proposto di pubblicare di amepdue una
AARON ( S. ). Fondatore del primo monasle- versione latina, e questa stessa idea aveva an .
ro che fu eretto in Bretagna, nacque in quella che concepita della prima Beniamino Martini,
provincia nel principio del secolo sesto . Viveva che non è stala ne dall'uno, nè dall'altro man .
nell'esercizio delle cristiane virli in mezzo al . data a termine.
la propria famiglia, come lui da poco converti 4. Nolzer emunim , Custode della fede, libro
ta, allorchè s. Malo giunse in quelle contrade che ha 11 capi e tratta dei fondamenti della
al fine di predicarvi la fede. I due santi si as. legge, come il primo, col quale è forse lo stesso
sociarono nelle fatiche e nella predicazione. sotto altro tifolo. Esso è stato composto dall'au
Breve tempo dopo s. Aaronne, raccolti parecchi tore nel 1346 e sta ms. nella biblioteca di Lei.
zelanti neofiti, ader) alle lcro preghiere, fab- da , nella quale conservansi parimenti alcune
brico un monastero ed acconsenti di essere il sue Costituzioni sulla Scechilà od uccisione
loro padre spirituale. Con molta saggezza ed degli animali. V. Rossi.
edificazione li resse fino alla sua morle, avve AARON- ABEN-CHAJM . Fez. Sec. 16. It
nula nell'anno 580. La festa di lui si celebrava desio di stampare quanto aveva scrillo fece
nella diocesi di S. Malò il giorno 22 digiugno. intraprendere al nostro Aaron il viaggio di
AARON-ACHARON, figlio di Elia, rabbino Venezia, dove si trovò nel 1609 e pubblico
caraita , nativo di Niconiedia, visse verso il alcune opere. Sono queste :
1346 , ed ha composto parecchie opere in gran 1. Un Comento sopra Giosuè e sopra i Giu
pregio presso la sua sella . dici, che si è pubblicato col sacro testo, io ſo
1. Eiz chaiim , Albero della vila, opera filo- glio, col titolo di Lew Aaron, Cuore di Aronne.
sofica e teologica, che espone i fondamenti del Sbaglia il Wolfio attestando, anche col libro in
la religione, e la verità della legge mosaica se mano, che non contiene che il libro di Giosuè .
condo la mente dei caraiti. Cosi ei ne spiega il Esso abbraccia due commenti, uno letterale e
contenuto medesimo nelia prefazione alseguen- l'altro allegorico sopra quei due libri , e doveva
le suo libro assai meglio che nol faccia il Saba- estendersi anche ai libri di Samuele e dei Re
tai ed altri . Ved . lo Schupart, Della sella dei che l'autore aveva finiti e pronti. Quindi è che
caraili, pag . 74. Esisteva nis. in Venezia. portain fronte il titolo di Profeti minori, sollo
19 AARON - ARISCON - AASBAI
il nome dei quali intendono gli Ebrei tutti i codice pubblico il Wolfo nel l . 4 della sua
suddetti libri storici. Ma non si è stampato al- Bibliot . Ebr. , pag . 1096 e seg. , degli Estralli
Iro che questo volume, il quale è rarissimo, e dei primi due libri e la prefazione.
R. Mosė di Francoforle ne ristampò degli 3. Comenlo sopra Isaia, e sui Salmi, amen
estralli nella Bibbia rabbinica d' Amsterdam due mss. nella biblioteca di Leida.
del 1724 . 4. Comento sopra Giobbe, è citato dall'aulo
2. Korban Aaron -offerta di Aronne. Co. re nel suo Comento sul Pentateuco.
mento diffuso ed acuto sul Sifrà, che è un an 5. Chelil Jofi, Perfello in bellezza , piccolo ,
tico Comento sopra il Levilico. Esso comparve ma egregio libro di grammatica e di sacra cri
nello stesso formalo , città ed anno, e l'autore tica , molto raro, stampato in 8.° , Costantino
vi ba premesso , sotto il titolo di Midah Aaron, poli, nel 1581 , che è descrillo a lungo dal Si
Qualità di Aronne, un comento sopra i tredici monio nella Biblioteca crilica, t. II , pag. 201 ,
modi di R. Asmaele d’intrepretare la sacra e dietro lui dal Chauffepiè nelle nole al suo
Scrittura . Egli lavorò anche dei comenti sopra Dizionario .
il Sifri ed il Mechilà , e qualche altra opera 6. Seder Tefilolh, ordine di preci secondo il
che resto inedita. V. Rossi. rito della sinagoga dei caraili . E stampato in
AARON-ARISCON , figlio di Giuseppe, rab- Venezia in due vol. in 4.° piccolo, nel 1528 e
bino caraita , viveva a Costantinopoli nel secolo 1529, non nel 1500 o 1508, come, dietro ad
decimoterzo. Egli era dolto interprete della una vaga asserzione di Mardocheo, notano il
legge, abile, teologo ed uno dei più illustri Wolfo e il Boisi , ed è di tanta rarità , che il
scrittori della sua setta . Esistono di lui : Mardocheo stesso caraila ne parla senza averlo
1. Un Comento sul Penlaleuco , intitolato veduto. La parte che in questa specie di Bre
Marchar, Scello, che è in fatti scelto, preciso, viario carailico ha avuto il nostro Aronne è,
eccellente, grammatico e lelterale, ma altaccato che egli ha disposto, nell'ordine in cui si tro
all'odierna punteggiatura e masora del testo, è vano, lutte le preci relative alle feste ed altri
talvolla allegorico , soltile ed oscuro . Tal è il giorni , che ha loro premessa una sua prefazio
giudizio che ne davno i nostri dolti Cristiani . ne, e che le ha arricchile dei suoi Piulin od
V. il Simonio, Storia critica dell'antico Tesla- Inni sacri, che si vedono inseriti nella prima
mento, pag. 163 ; il Frey, Prefazione agli parte dal foglio 94 al 109. E lo stesso che il
estratti; il Wolfio, Biblioteca Ebraica , t. 1 , Rituale dei caraili, che l'appendice della Bi
pag. 120, ed ultimamente il Boisi nelle Disser- blioteca rabbinica del Buxtorfio dice stampato
tazioni che servono di supplemento alla Sloria in Venezia senza indicare verun apno. Due
degli Ebrei del Basnage, t . II , pag. 334, il qua- altre opere che portano il titolo di Elz chaiim
le fa del nostro autore un lungo articolo . Que e di Morè Aaron attribuiscono al nostro autore
sto Comento esiste manoscritto nella biblioteca il Bartolaccio, il Basnage,e il Sabatai , che non
di Leida, nella nazionale di Parigi , e in quella sono sue, dice il Rossi , Dizionario diaut.Ebr .,
dell'Oratorio della suddella città . Quest'ultimo ma bensì di Aronne figlio di Elia . V. De Rossi.
codice porta in fronte che è stato composto del AARUSIO (Giacomo Matteo). Questo scrit
5054, o nel 1294 , e da questo stesso codice col- tore che fioriva nel secolo XVII , si dedicò ad
lazionalo coll'antecedente pubblicò il Frey se- opere riguardanti non solo la parle ascetica
dici Estratti con una traduzione latina e sue della teologia, ma si anche quella che riguar
note. Uno più breve ne aveva dato prima il da l'interpretazione della sacra Scrittura. So
Morino nelle Antichità della chiesa Orientale, pra di queste parti teologiche ei ci lasciò due
pag. 364, e parecchi altri ne avea fatti Simo- scritti, i quali vennero demandatialla stampa,
nio, che sono restati inediti. In arabo trovavasi il primo a Leida nel 1629, il secondo a Affnia
ms. in quella prima biblioteca di Leida il nel 1635, e sono Exilium pietatis. e De tropis
Comento sul Genesi, tradotto senza dubbio da sacrae Scripturae, vel introductio ad sacram
qualche caraita di Egitto o di Arabia, il quale Scripturam . Anche una terza opera di lui si
dice nella prefazione di averlo chiamato col ti . potrebbe annoverare fra quelle che apparten
tolo di Metzach Aaron, fronte di Aronne. Ale gono alla parte ecclesiastica, ed è un trattalo
tri caraiti lo hanno comentato. dell'uso che si deve fare della filologia.
2. Comenlo sopra i profeti primi, cioè sopra AASBAI . Cosi addimandavasi un figlio di
i libri di Giosuè , dei Giudici,di Samuele, dei Machati , di cui si fa menzione nel secondo li
Re, ms. nella accennata biblioteca pubblica di bro dei Re, unicamente per l'eroismo di suo
Leida, e, per testimonianza di Mardocheo, in figlio Elifelet, ch'era uno de' trenta prodi di
mano dei caraiti della Liluania . Da quel primo Davide.
AB - ABACUCCO 13
AB. Undecimo mese dell'anno civile degli" ricordia con opere di pietà ' e di penitenza ; il
Ebrei, ed il quinto dell'ecclesiastico che inco . 2.° stabilisce tre giorni di digiuno rigoroso a
mincia da Nisan. Il mese Ab corrisponde alla pane, acqua ed erbe innanzi la festa di s. Mi
luna di luglio, ed ha frenta giorni. Gli Ebrei chele ; il 4. impone di pagare le decime.
digiunano il primo di questo mese per onorare ABACO 0, con altro nome , ABACUCO. Poco
la morte di Aronne, ed il nono in ricordanza ci narra l’ecclesiastica Storia di questo santo
dello incendio dei due templi, di quello di Sa- marlire, la cui festa si celebra il 19 gennaio in
lomone abbrucialo dai Caldei capilanali da uno a quella di s. Mario suo padre, s. Marta
Nabuccodonosor nel 588 avanti G. C.; e del sua inadre, e s. Audiface suo fratello. Di Persia
secondo riedificato dopo la schiavitù ed incen- solto il regno di Claudio Secondo vennero a
diato dai Romani nel 70.º anno dell'era volga. Roma. Le loro occupazioni erano di soccorrere
re, quando Vespasiano strinse d'assedio Geru. ai prigioni per la fede di Gesù Cristo, solleva
salemme. Credono pure gli Ebrei che questo re i gementi fedeli, esortarli alla costanza nei
sia il giorno in cui gli esploralori della terra di tormenti mostrando qual corona di gloria a
Capaan ritornarono negli accampamenti , e vrebbe premiata la perseveranza nella fede di
trassero il popolo a rivolta . Nel digiuno di Cristo. Sollo il regno di Aureliano o di Diocle
questo giorno ricordano anche il divielo che ziano accusati per la loro professione di Cristia
fece loro l'imperalore Adriano di abitare in ni, furono tralli dinanzi ai giudici , che indi
appresso nella Giudea, donde doveltero rimi- speltiti della loro fermezza nella fede di Gesi
sar da lungi Gerusalemme , e deplorarne la ro . Cristo, ordinarono la loro morle, per cui ven
vina. Nel giorno 15 rammemoratio un anti nero decapitati. I loro'corpi , sepolti a qualche
co costume, secondo il quale le zitelle ebree miglio da Roma, verso l'anno 820 solto il pon
uscivano nella campagna in candida vesle e le lificato di Pasquale I furono trasferiti nella
nevano danze innanzi aʼgiovani affine di ese cillà, e collocali per la maggior parte nella
sere da essi impalmate. Il digiuno del giorno chiesa del titolo di s . Adriano .
diciollesimo fu ordinato in Inemoria cbe la ABACUCCO . L'oltavo dei profeti minori .
lampada del Santuario, la quale sempre rima. Si ritiene che incominciasse a profetizzare poco
Deva accesa, trovossi spenta in quella nolle sole prima della schiavitù di Babilonia . Secondo s.
to il regno di Acbaz. Ved. CALENDARIO. Girolamo, questi è il medesimo di cui si parla
AB. È lo stesso che Abba, donde l'italiano nella storia di Daniele, e che trasportato da un
Abate. È questa una voce comune alle lingue Angelo porlo da mangiare a questo profeta nel
ebraica e samaritana . Abba , Aba o Anba in lago dei leoni . Fino dal principio delle sue
siriaco e in eliopico significano egualmente che profezie altamente ei si lagna della licenza e
Abu in arabo, padre, quegli che ha generalo, de'delilli che regnavano impunemente nel re
benchè in appresso lali voci sieno stale usate gno di Giuda , e minaccia a quel ridenle e ri
per significare padrone,signore, fondatore, au nomalo paese una grave ruina per opera dei
fore, inventore e simili. Le chiese della Siria e Caldei; lo che dimostra come incominciasse a
dell'Etiopia chiamano i loro vescovi col titolo profetare avanti la prima venuta dei Caldei
di Abba. E siccome nei prischi tempi i suffra. nella Palestina, l'anno 3.º di Gioachino re di
ganei davano questo titolo ai loro metropolita- Giuda, lo che concorda con l'opinione di quelli
ni , cosi il popolo di Alessandria diEgillo inco. che lo fanno coevo di Geremia, e poco dopo
minciò a chiamare il proprio patriarca Buba o Giosia . Predisse pure le villorie di Nabuccodo .
Papa . Perciò allorchè nel Nuovo Testamento nosor, e la sua trasformazione in beslia, e la
leggiamo in S. Paolo ed in S. Marco Abba Pa sua morte. Quindi rimbrotta e minaccia l'ip
ter, la voce Pater nun devesi' ritenere che una giustizia e la crudeltà dei Caldei, i quali altri .
pura interpretazione della prima Abba. buivano alle false loro divinità la gloria delle
AB . Ved . A. loro viltorie. Indi , ricevuto da Dio ordine di
ABA . Nome di un luogo d'Inghilterra ri- scrivere ciò che aveva vedulo, da prima con
cordato nella storia ecclesiastica per un conci- danna l'incredulo , e dichiara che il giusto
lio che vi fu tenuto l'anno 1012 alla presenza vive di fede, poscia iu veisce con ogni zelo e
del re Etelredo. Questo concilio è ricordato nel vigore, minacciando danni e ruina contro del
Tomo X del Labbè sollo il nome di Abanense , l'ambizioso e di quello che nella violenza in
od anche apud Hambam . Le malerie frattale nalza la propria grandezza , e di coloro che allo
speltavano alla disciplinaecclesiastica, e perciò false divinità prestano adorazioni; in tine tras
furono falti selle staluti, nel primo dei quali i portalo da repentina inspirazione, innalza ce
fedeli sono esortali ad implorare la divina mise- lebre canlico alla bontà di Dio, il quale, men
ABADDON - ABADESSA
Ire è sdegnalo delle iniquilà degli uomini, dello stesso monastero , dicendo però il Triden
framniischia allo sdegno i Iralli di misericor. lino, doversi osservare quegli slaluli, coslilu
dia . Estolle con somme laudi gli antichi bene- zioni e consuetudini, che in ciascun monastero
fizii di Dio in Israele, e conchiude con la spe- vi fossero ; per cui se in taluno vigesse la costu
ranza di vedere il suo popolo liberato dalla manza , che anche le converse votassero nella
schia vilù , e di poter cantar lielo le magnifi- elezione, questa si dovrebbe pur conservare, ed
cenze di Dio. allora la elezione si dirà fatta , che concorrerà
ABADDON . Voce ebraica che significa rovi- alla nomina la maggior parte delle volanti,
na , perdizione , slerminio. Quindi l'Angelo giusta l'ordinazione diNicolò V nella costitu
dell’Abisso è chiamato Abaddon nell'Apocalissezione Digna reddimur. Eccelluale da questa
al capo 9, v . 11. a questa voce corrispondono i regola sono le abadesse dell'ordine cassinense,
luoghi seguenti : Job . 28, 22 ; 31.12 ; Ps. 87, per le quali, affinchè la elezione sia canonica,
12 ; Esth . 8, 26 ; 9, $ ; Prov. 17 , 20, in cui conviene che concorrano due delle tre parli
vella Vulgala leggesi, invece della voce Abad . volapli . Il vescovo pero, o qualsivoglia altro
don che è nel leslo , la sua traduzione: perdi superiore, non può dare il suo suffragio in lale
lio, interfeclio, plaga. elezione ; quanlunque a lui si compela in caso
ABADESSA. Il nome di Abadessa altro non di dissidenza su di essa prefiggere il tempo in
significa, che la prima di un monastero, cui si cui debbano convenir sulla nomina , onde il
addice il governo delle monache che in esso monastero non rimanga senza capo , il qual
unile conducono la vila , unicamente attenden- tempo vanamente trascorso, le votanti perdono
do a lodare e pregare il Signore. Secondo il il diritto, e la noinina passa nel superiore.
Concilio Tridentino , a questo grado non può I prelati regolari son obbligalidi denunciare
esser elella una monaca, che ancor non abbia agli ordinarii il giorno della elezione delle
40 anni di età , ed ollo ne abbia passati nella abadesse che a sè sono soggetle, affinché od in
religione. Se però non vi fosse in esso mona- persona o per sostituto intervengano , omessa
stero chi giungesse a questa età , allora si po- la qual cosa, e falla la elezione prima del gior
trebbe eleggere quella che superasse i trenta no fissato, Gregorio XV con sua bolla che in
anni , e ne avesse passali almeno cinque nel comincia, Inscrutabili, loro dà facoltà di pu
monastero dopo la professione, conducendo ret• dirli . Ma se in vilali, nè personalmente nè per
la condolta . Ed intorno a lale elà dalla sacra delegata persona intervengono, il superiore re
Congregazione venne stabilito che niuno possa golare ha ogni diritto di precedere alla elezio
dalla legge del Concilio dispensare, tranne il ne, che in questo caso sarebbecanonica e valida .
Sommo Pontefice, per cui se per dispensa o del Intervenendo poi il vescovo od il suo vicarin,
Vescovo o del Nunzio fosse falta la elezione, non può seco condurre il notaio, nè prima del .
pel diritto sarebbe nulla ; e di pari modo se la elezione personalmente ascoltare, od inter:
una sola si trovasse nel monastero che avesse rogare le monache in materia alla elezione spel
l'età richiesta , ove assolutamente non fosse tante, nė per sè o per altri nolare i voti di es ,
inabile, dovrebbe essere eletta, ancorchè una vi se ; come si rileva dalle definizioni della sacra
fosse più abile di lei , ma che mancasse anche Congregazione dei vescovi e dei regolari sopra
di un solo mese, all'età stabilila . A questo gra. tale materia .
do però non culte le monache possono esse Falta la elezione dell'abadessa, tostamente
re scelte, che colei la quale fosse illegittima, deve essere pubblicata , manifestando il numero
ovvero fosse aggravata da pubblica penitenza, dei voli che oltenne, e quanti ne ebbero le al .
quando non fosse unicamente stala salutare, tre monache; che se in questa pubblicazione
sebbene avesse oltenuta la remissione, o fosse tosto insorgano monache che si oppongano,
vedova, non potrebbe senza pontificia dispensa dichiarando di aver elelta un'altra diversa
essere scelta. Una cieca ed una sorda dal dirit- dalla pubblicata ; giusta l'opinione dei più
to sono escluse. accreditati teologi, queste monache debbono
Lo che delle qualità dell'eligenda premesso , essere di nuovo sentite da persona non sospet.
dicendo del modo dell'elezione, conviene osser- ta , affinché consti della verilà, e sia canonica
vare esservi legge, per la quale ogni elezione di Ja elezione. Alla quale canonicità ricercasi non
una abadessa deve essere fatta a voti secreti, lo solo che la maggior parte del capitolo con
che se mancasse per qualunque ragione si vo- corra, ma che questa parte sia la più sano ,
glia , siccome nulla si riguarderebbe. I quali net cui significato variano di costanza gli au
voli, secondo il gius comune, possono essere tori ; dicendo alcuni per essa intendersi la più
dati unicamente dalle monache corali professe giusta, e quella che a maggiore ragione si ap
ABADIE 15
poggia,mentre altri vogliono che sana si chia- alla nomina . E cost l’abadessa ha facoltà di
mi quella parte che consta di persone cospi- conferire una parrocchia , e di nominare un pa
. cue per dignità , età , prudenza e pietà. Che roco, e dargli instituzione ogni qualvolta sia
che nullameno dicano gli autori, piacemi ab- egli dall'ordinario approvato idoneo al gover
bracciare l'opinione del Reiffenstuel che din no delle anime.
ce , la parte sanu consistere nella maggioran L'abadessa in fine non può, propriamente
za , purchè dalla maggioranza non sia eletta parlando, dispensare con le sue monache nel
indegna persona ; poichè in tal caso la parte le osservanze regolari ed ecclesiastiche, poichè
maggiore essendo privata per quella volta del ciò spetta alla giurisdizione spirituale, di cui
diritto di eleggere, la elezione sarebbe valida,
è incapace una donna. Che se alle volte os
sebbene fatta dalla parte ininore , che in servasi essa dispensare in ciò , convien dire
questo caso siccome la più sana si dovrebo che faccia tali cose ministerialmente per com .
be riguardare. missione del suo prelato ; ovvero dichiaran
E posto che nella elezione ogni cosa abbia do soltanto che in questo od in quel caso il
proceduto regolarmente,e sia valida e canonica digiuno , a cagion di esempio , la recita del
la elezione stessa, conviene avvertire che per l'ufficio ed altra simile cosa cessa di obbli
la bolla di Gregorio XIII in data 1 gennaio gare , ed in tal modo si debbono intendere i
1583 , la quale incomincia Exposcit debilum , privilegi che concedono alla abadessa la fa
un ' abadessa non può durare nel suo incari- coltà di dispensare. Nè può dar pubblica be
co più di un triennio , cessato il quale non può
nedizione alle sue monache , ma benedirle a
per un altro triennio venire eletta a qualsia- quel modo soltanto che fanno i genitori coi
si ufficio nel monastero , espressamente lega figli, nè predicare, ma ristringersi solamente
gendosi : Elapso triennio careant ( abbatissae)a delle esortazioni in capitolo. Altre cose che
omni prorsus auctoritate , aç a regimine et potrebbero riguardare l'abadessa , e che si
administratione monasterii per trienniumi abs convengono ancora alle altre monache, a non
tineant. Ma volendosi dalle monache, trascor- nioltiplicare la materia senza necessità, saran
so il triennio, nuovamente eleggere la cessan no poste alle voci Monache , MONASTERO , Re
te , abbisognano di una dispensa della sacra LIGIONE , Novizie .
Congregazione , la quale, ottenuta , 'menoma ABADIE O ABBADIE (Jacopo ). Fran
mente deroga alla'citala gregoriana costituzio- cese --. Sec. 17 . Crallato della Religione
ne, che, finito il nuovo triennio , nuovamente Cristiana, pubblicato a Rotterdam nel 1684
è in vigore giusta il decretato della sacra e ristampato nella medesima città nel 1688 ,
Congregazione medesima deputata da papa In- con importanti aggiunte , 2 vol . in 8 .
nocenzo XII a ventilare la causa proposta dal L'anno dopo egli uni a quel primo il trat
la Congregazione Cassinense. tato della divinilà di Gesù Cristo , che forma
L'abadessa , sebbene non abbia facoltà di di esso la terza parte. L'opera intiera ebbe
commutare e dispensare nei voti delle sue numerose edizioni in Francia, 3 vol . in 12 .
monache, mancando di spirituale giurisdizio Pochi libri sono stati ricevuti con più entu
ne di cui è incapace , per quel potere domi- siasmo di quello che deslò la comparsa di
nativo che le si compete sulle altre monache, questo ; e cattolici, e protestanti , tutti con
i loro voti può render nulli , sendochè pel vennero a colmarlo di elogi , ed il tempo non
voto di obbedienza la volontà di esse si ne ha infievolito il grido. Bussi- Rabutin , che
trasferisce in quella dell'abadessa . Ed è pa- tenuto non era per uomo molto credente ,
rimenti per questa obbedienza che in coscien- scriveva alla Sévigné : « Finora non sono sta
za ai comandi di essa sono obbligate di sot » to commosso mai da tutti gli altri libri che
toporsi in quelle cose, che loro impont non » parlano di Dio, e ne vedo ora chiara da ra
per potere di giurisdizione che non ba, ma » gione ; la sua origine a me sembrava dub
per quel potere dominativo spirituale , che » bia , ma trovandola libera e netta nel libro
ad essa diedero le stesse monache in forza del » di Abbadie, scorgo ora un pregio a ciò che
voto. o non apprezzava prima . Vi ripelo , è un ec
E può di simil maniera l'Abadessa instilui » cellente libro ; mi dipinge tutto ciò che mi
re benefizii,econferire cappellanie, in quanto al » dice, e costringe la mia ragione a non du
titolo ed al possesso soltanto, non in quanto al » bilare di ciò che le pareva incredibile. **
potere che ha il beneficiato,ed alla giurisdizio . L'autore ha il vantaggio sopra tutti quelli
ne del loro esterno, ciò egli ricevendo dal ve- che scritlo avevano fino a lui sulla stessa
scovo o dal prelato, che ammette ed autorizza materia , di tutte stringere le controversie
la collazione, e l'instituzione, per cui tutta l'in- cogli increduli. Combalte gli alei nella prima
stituzione e la collazione dell'abadessa riducesi parte , i deisti nella seconda, ed i Sociniani

+
16 ABAILARDO
nella terza . « Filosofo e teologo ad un tempo, Erano già diciotto anni che costui era
w dice l'abate Houteville , la sua maniera di stato condannato da un concilio congregato
» comporre è inoltre della tempra migliore , a Soissons, allorchè, obbliando questa igno
» cioè toccante, pura, animata. » Nessuno gli minia canonica, aggiunta a tante macchie so
contende il merito eminente di avere dato al- ciali e ricominciando a sfigurare i nostri mi
le prove morali che non dipendono dalla sola steri colle bizzarre idee della sua dialettica ,
riflessione e dal ragionamento tutta la conve venne caritatevolmente ammonito dal dotto
nevole ampiezza. La sua opera non lascia e santo abate di Chiaravalle . Promise da pri
quasi che desiderare a questo proposito,e de- ma di ritrattarsi ; ma la presunzione di lui
ve servire per modello ; le quistioni di fatto poco comune e la memoria dell'antica sua
non vi sono trattate colla stessa estensione , gloria nella disputa, fecero ben presto svani
ma quelli che gli rimproverano la brevità in- re una tale risoluzione. Giunto a di lui noti
torno a ciò , dovrebbero considerare che ai zia che Bernardo aveva avuto una viva con
suoi tempi non si era per anco ottenuto con tesa coll'arcivescovo di Sens, si esibi di giu
tanto successo, come dappoi,che le regole della stificare la propria dottrina in un concilio
grammatica, le lingue antiche , la storia , la che doveva tenersi in quella città , e vi fe'
cronologia contribuissero a far escire dall'o- chiamare il santo abate , a cui per l'altra
scurità dei secoli tultociò che quelle diverse parte fu intimato di colà trasferirsi con tut
sorgenti possono fornire in fatto di difficoltà ta sollecitudine. Molto meno bisognava alla
contro i monumenti sacri della rivelazione. vanità di Abailardo per trionfare anticipata
Gli elogi quasi illimitati conceduti a quell'o- mente con quello sciame di ammiratori, che
pera eccellente soggiacciono ad alcuna modi- egli era solito di strascinare dietro di sé. Il
ficazione per la terza parte, dove sembra che concilio si tenne il 2 di giugno 1140 , l ' as
più aridità si scorga , meno forza e meno semblea annunziata con affettazione dai fauto
vigore. ri e dai discepoli del governatore, non fu men
ABAILARDO 0 ABELARDO ( PIETRO ). Reli- numerosa che augusta. Oltre i prelati delle
gioso dell'ordine di s. Benedetto, nacque nel provincie di Sens e di Reims, vi si trovava
1079 a Palai , piccolo borgo , distante alcune il re Lodovico il Giovane unitamente ai conti
leghe da Nantes , del quale Berengario suo di Sciampagna e di Nevers, a un infinito
padre era padrone. Egli pervenne ad una tri- numero di curiosi di ogni condizione tratti
sta celebrità nel centro della Francia per la a cotesta disputa come ad uno spettacolo di
pompa e la frivolezza dei suoi talenti , per la teatro.
strana maniera con cui se ne prevalse, per la Lungamente dubbioso non ne fu l'esito .
pena non meno strana che gli fu fatta soffri- Bernardo, avendo letto ad alta voce alcune
re, e, finalmente, per quella turbolenta pre- erronee proposizioni estratte dalle opere di
sunzione con cui studiossi di coprire tanta Abailardo, lo citò, qualora le confessasse , a
materia d'ignominia e di scherno . Noi ci provarle , oppure a correggersi. Ad una tale
guarderemo dal narrare le romanzesche e sto- intimazione rimase atterrato tutto l'orgoglio
machevoli circostanze dei primi anni di lui , del dialettico, a cui nello stesso punto manca
racconto che deve venir rigettato non sola- rono lo spirito, la memoria, e perfino la parola
mente da una penna consacrata alla Chiesa, ma che ei maneggiava con tanta facilità. Confesso
eziandio da ogni scrittore onesto e sensato . Di di poi ai suoi amici , che tutte le potenze del
fatti che importa a noi il corruttore ed il l'anima sua si erano trovate come in catene.
rapitore della sua propria discepola, il celiba- Potè appena balbettando ,appellarsi al Papa :
tario forzato e sempre appassionato; il dialet- subito dopo ritirossi confuso seguito dai suoi
tico insuperbito de' vani trionfi della sofistica aderenti non men di lui sconcertati. La sua
sua capacità e sempre abbandonato alla sua appellazione non era canonica, perocchè i gių
mania per la novità e per lo straordinario in o- dici erano di sua scelta . Tuttavolta, per un
gni genere ? Ei non può meritare certamente atto di deferenza verso la santa Sede, i padri
qualche attenzione che pei suoi errori , o per si astennero dal decidere intorno alla persona
le inaudite sue proposizioni in materia di dî Abailardo. Ma poichè il pericolo della sedu
fede, e non deve fissare gli sguardi che per la zione rendeva molto più urgente la condanna
penitenza a cui parve che l'eccesso delle sue della sua dottrina, quindi ne condannarono le
umiliazioni sinceramente lo conducesse verso proposizioni dopo essersi convinti colla tradi
la fine dei suoi giorni . Non apparteneva chezione de' santi dottori che le medesime erano
ai cinici del nostro secolo di far comparire non solamente false , ma di più eretiche . Tali
questo libertino pedante come un personaggio sono i termini in cui si esprime la lettera sino
d'importanza dale che i vescovi diedero commissione a s .
ABANA 17
Bernardo di estendero, affine di ollenere dalla quale, rimasta per molto tempo nascosta , ė
papa la conferma della loro sentenza . stata poi pubblicata dal Martene ( Thes. nov .
Intanto A bailardo prese la via di Roma, col- Anecd., tom . V ). Quivi egli sfoggia molta sotti
la mira di vedere la fine della sua appellazio- gliezza dialettica, e filosofica e teologica erudi
ne. Passò per Cluny, ove incontrosei con Ri- zione, un gran miscuglio di santi padri e filo
naldo abale di Cistello, uomo di una virtù che sofi e di altri autori sacri e profani , e molle
lo ha fatto registrare nel catalogo dei santi ca frivole ca villazioni in materie si gravi e si se
nonizzati nel suo ordine. Rinaldo, di concerto rie . Quante fatiche per esaminare se debba Id
con Pietro il Venerabile, dotato al pari di lui dio dirsi sostanza , ovvero accidente, e se sia
dello spirito di pace e del dono della persua- compreso in qualche categoria d' Aristotele , e
sione, impegno Abailardo a riconciliarsi coll'a- per decidere altre questioni ugualmente vane !
bate di Chiaravalle. Ignorasi a qual sorta di Quante ricerche puramente logicali , ed affatto
ritrattazione o di spiegazione ei si assoggettas- inutili pei teologi ! Queste opere sono veramen
se ; ma solo si sa che la ritrattazione dei suoi te opere teologiche ripiene di dialettiche sotti
errori fu sufficiente , poichè il pio e dotto abate gliezze, opere composte ad uso degli scolari ,
ne rimanesse soddisfatto. Nel corso di una tale per quanto crede il Martene (Thes. Novorum
negoziazione, il papa , confermando le decisioni Anecd ., tom . 5), e veri saggi di scolastica teolo
del concilio di Sens, condanno non solamente gia , benchè in un metodo più libero e men uni
gli errori , ma la persona eziandio di A bailardo.' forme e com passato ,con uno stile più elegante
Anzi lo confuse con Arnaldo da Brescia , co. e pulito, non alterato da voci barbare e disso
mandando che l'uno e l'altro fossero arrestati nanti , e con una eloquenza non arida e rozza,
siccome erelici , e separatamente rinchiusi in ma fluida ed amena, corredata di continui trat
un monastero . Questa nuova fu per lui un ti di sacra e di profana erudizione, che innal .
colpo di fulmine, ma nello stesso tempo di sa zano non poco A bailardo sopra la classe dei
Jute. Nausealo della gloria del mondo, che ter- posteriori scolastici.
minava in obbrobrii di lal natura , vi rinunzio ABANA . Fiume di Damasco , di cui parlava
sinceramente, e fino alla morte, si fissò in quel Naaman generale del re di Siria , encomiandone
porto a cui la Provvidenza lo aveva condotto. la bontà delle acque al profeta Eliseo, che egli
Colà non fece che languire pel corso di due avea ordinato di lavarsi sette volte nel Giorda
apni che visse ancora ; ma col suo fervore e no per guarir dalla lebbra . Credesi che questo
singolarmente colla sua docilità e la sua mode- fiume sia lo stesso che il Barrady ovvero
stia persuase a tutto il mondo, che se il raps- Chrysorrhous, che trae le sue sorgenti nelle
marico era stato l'occasione della sua peniten- giogaie del Libano verso oriente, e , bagnate nel
za , la grazia però ne era il solido principio. suo corso le pianure di Damasco , perdesi nel
Sebbene primeggiasse nella teologia scolasti- deserto, quattro o cinque leghe al mezzogiorno
ca Guglielmo Campellense, pure dovette cédere di questa città , come si legge nel viaggio di
il posto allo stesso suo discepolo Abailardo , il Maundrel da Aleppo a Gerusalemme.
quale confessa di sè apertamente, che dava la Sopra questo luogo torna di utilità sentire
preferenza allo studio delle ragioni dialettiche in qual modo scrivesse il Signor Poujoulat, nel
sopra tutti gli altri insegnamenti della filosofia mese di maggio 1831 ( Correspondance d' 0
( V. Histor. calam . suar.) ; e diventato poi pro- riente. Lettr. 148, tom . 6, pag . 203-205 . ) Ciò
fessore, venne in tale fama di sottilissimo dia . che arreca tanta freschezza e bellà ai giardini
Jeltico, che concorrevano alla sua scuola da di Damasco sono le acque abbondanti del Bar
Roma, dall'Inghilterra, e da lutta la colta Eu- rady o Barrada . Il viaggiatore non può a meno
ropa ( Ped. Fulco. Epist. ad sbaelard.). Pietro di restarsene rapito d'ammirazione osservando
nelle idee dialettiche entrò a scrivere opere con quanto bella maniera le acque del fiume si
teologiche , e trasferi a queste il metodo e il dividano pei varii rioni della città, e luoghi
gusto della sua scuola, e gonfio del suo sapere circonvicini ..... Il Barrady trae la sorgente
e grande agli occhi suoi , credè di poter colla al nord -ovest di Damasco, dieci leghe distante.
umana ragione comprendere tutto Dio, come Il Barrada non può essere che il Farfar della
scrissero i vescovi di Francia al papa Innocen . Scrittura ; la denominazione moderna è una de.
zo ] ] ( Baronio Append. ad Ann . Eccles. ad rivazione corrotta dal nome primitivo. I Greci
ann. 1140). Le sue opere teologiche sono quelle ed i Romaniaddimandavano questo fiumeChry.
che scrisse sul mistero della Trinità , una in tre sorrhoas . L'acqua di questo fiumenon è pota
libri col titolo d ' Introduzione alla teologia, bile che dopo la sua unione al fiume Jigt, la cui
ed altra in sei col titolo di Teologia cristiana , sorgente è à cinque ore da Damasco , al nord ,
Encicl. Eccles, Vol. 1. Fasc. I. 5
18 ABANI- ABARBANELE
giunti al villaggio di Maksau a due ore dalla in cui da gran tempo Abrabanele era morlo, e
città , i due fiumi che più non ne formano che resto sorpreso, dice il De Rossi , Diz. aul. ebr. ,
un solo sotto il nome di Barrady, si dividono che di questo anacronismo non siasi accorto il
in selle rami. La situazione in cui il fiume si Conforti , il quale nel Korè Adoroth porta per
divide, offre di quelle belle vedule romantiche, vera questa data, e per colmo d'inavvedutezza
che s'incontrano nelle montagne della Svizzera e negligenza veramente imperdonabile ne ag
e del Tirolo. Negli antichi tempi , il fiume non giunge un'altra consimile in fine del Deulero
si divideva che in due rami, cioè il. Farfar e nomio che non esiste. La data che leggesi in
l'Abana ; si aggiunsero cinque puovi canali , fine del Deuteronomio è del 226 o 1466, ed è
perchè tutto il paese fosse largamente irrigalo. anche essa erronea , e scorsa per manifesto er
Il primo ramo, chiamato Djazzié, bagna Salab rore di stampa di una Caf per una Nun in
hiè , soggiorno delizioso , coperto di case di vece del 256 o 1496, anno in cui Abrabanele
piacere, al nord-ovest di Damasco, lontano da trovavasi realmente in Napoli, e potè ripulire
circa un miglio ; il secondo ramo, chiamato in quella città e finire quel Comento da lui
Tora ovvero Toura, offre una quantità mag- poco prima rilrovato in Corfù . Questa seconda
giore di acque di tutti gli altri , e bagna dei vera lezione ed anno offre in fatti l'edizione
luoghi elevati posti al nord della città . Il terzo
separata che si è fatta di questo Comento in
chiamasi Barrias , ed umetta il quartiere del Sabbionetta, che è molto più corretta di quella
serraglio , che è il più bello di Damasco ; il di Venezia . Diversamente vuolsi giudicare di
quarto, conservando il nome di Barrada, lam- quella del Genesi, perchè sendo essa ripetuta
be le mura di Damasco verso il nord ; il quin . in due diverse maniere, e queste inalterabili , e
to, dello Carnavat, ovvero Kenovat, fornisce trovandosi ritenuta negli stessi termini nel mio
d'acqua la maggior parte della città pel mezzo codice, prosegue il De Rossi , loc. cit. , 658, si
di acquedotti , che la recano alle pubbliche ba a credere che da questo stesso codice essa
fonlane, ai bagni, ai khani ed alle moschee ; il sia stata trasportata in quell'edizione . Alcune
seslo nominato Akrabarra, ovvero fiume degli Dissertazioni tratte da questo Comento e da
scorpioni, traversa la parte meridionale di Da. quello dei Profeli primi ne ha tradotte in lati .
masco , ed irriga cosi una melà del gran sob- no il Buxtorfio e pubblicate nel suo Cosri e
borgo di Meidan : l'Akrabarra era forse l'Aba . nelle sue Dissertazioni filologico -leologiche.
na della Scrittura ; Beniamino di Tudela dice Due di esse trovansi riprodotte dall’ Ugolino
che l'Abana altraversa la città ; il settimo in- pel lomo XXV del suo Tesoro. Il Comento
fine, detto Derary ovvero Deramy, scorre al sopra il Deuteronomio intitolato : Machved
sud dell'Akrabarra e bagna l'altra metà del amisend - il carro doppio - è stato stampato
sobborgo di Meidan . Tutti questi fiumi, dopo a parte a Sabionetta in fol. nel 1551. Questa
essersi prestati a beneficio della popolazione, edizione è molto rara e conserva alcuni passi
ed avere irrigato il paese per ogni parte si ri- originali contro la religione cristiana e i prin
congiungono poco dopo Damasco al Barrada, cipi, che sono stati soppressi nelle altre. Ved .
che loro diede l'origine, ed i sette canali, riu-gli Annali ebreo-tipograf. di Sabbionella, pag .
niti in un gran fiume, si perdono oscuramente 10, del Rossi .
in un abisso all'est di Damasco , chiamato da 2. Comento sui Profeti primi, ovvero Giosuè,
gli Arabi Bahr -el-Merg. i Giudici, Samuele e i Re, in fol., senza anno e
ABANI . Ved . FRATELLI MORAVI . luogo, ma in Pesaro nell'anno 1511 o 1512,
ABARBANELE O ABRABANELE ( Isacco ). Lipsia 1686, e Amburgo 1687. La prima edi
Dotto Portoghese che scrisse un Comento sul zione è più intera e rara. Quelladi Napoli
Pentaleuco , in fol., Ven. 1379. Esso è stato del 1493 è falsa , è confuso l'anno e luogo della
ristampato nella medesima città e in Annover composizione coll'anno e luogo della stampa,
nel 1540, ed ultimamente in Amsterdam nel e così varie altre accennate dai bibliografi. Ol
1768. É stato da lui composto negli ultimi tre alle Dissertazioni del Buxtorfio , alcune
anni della sua vita, e sul principio del secolo allre latine ne ha pubblicato il Mejero.
XVI in Venezia, come ne fanno fede la sua 3. Comenti sopra i Profeti posteriori, cioè
Risposta a R. Saul e la nota in fine dell' Eso- Isaia, Geremia , Ezechiele e i Xll Minori, fol.,
do che lo annunzia finito in quella città nel Pesaro, 1520 e Amsterdam , 1641. Quella prima
1506. E dunque un vero e solenne anacroni- edizione conserva molti passi originali contro
smo e patente falsità quella che contiene l'epi- i cristiani tolti nell'altra, ed è molto rara.
grafe pel libro del Genesi dell'edizione veneta , Tutte le anteriori sono false. La maggior parte
che sia stato finito in Napoli nel 282, o 1522 , dei Profeti minori è stata da varii autori tra
ABARBANELE 19
dolla in latino, e confutati i luoghi anticristia- 4.0 , Sabbionetta , 1957. Vi si spiega il cap. 23
ni , come l'Empereur ed il Granberg confuta. dell' Esodo, e si tratta delle promesse dei padri '
rono i capi LII e LIII di Isaia. e dell'eccellenza e varii modi della profezia ; è
4. Comento sopra Daniele solto il litolo di stato ristampato in Amsterdam , e tre diversi
Majéne ajescua - Fonti di salute, in 4. senza codici manoscritti sono conservati.
luogo , 1551 , e Alpsterdam , 1647. L'Aharbanele 10. Miftihaloth elohim -- opere di Dio
lo ha composto in Monopoli nel 1497, come opera che tratta filosoficamente della creazio
egli stesso dichiara in fine. L'edizione del 1551 ne del mondo e contro la sua eternità , e illu
è stata dai bibliografi malamente attribuita & stra varii luoghi del Morè nevochim , 4.0 . Ve .
inolte città , ma è di Ferrara e rarissima. Ved . nezia, 1592 .
il Commentario storico della tipografia ebraica 11. Tzuroth ajesodoth - figure o forme dei
ferrarese, pag. 18, del De Rossi. — 11 Buxtor- fondamenti - operetta filosofica , stampata in
fio figlio le aveva tradotte in lalino, ma non Sabbionetta coll'Alered zekenim, e in Venezia .
stampate. Alcuni capi o pezzi sono stati tra 12. Tesscuvoth o Risposte a R. Saul , 4.0 ,
dotli e confutati dal Carpzovio, dall'Ulsio e Venezia , 1574. Då conto in essa delle opere da
dal Varenio , e una più compiuta confutazione sè pubblicate, e di varii altri luoghi del Morè,
ne aveva formato il Grosgebaver, che resto e sono state scritte da lui in Venezia uno o
manoscritta . Ved . il Wolfio , tomo 4 , pag. 87. due anni prima della sua morte. Ei ha aggiun
5. Muscmia jescua - il bandilore della salule to io fine un Mammar , Ragionamento o Dis
-4 . senza luogo, ma in Salonichi , 1526 , Am- sertazione su lo stesso More.
sterdam , 1644, Offenbach, 1767. Malamente si 13. Jescuoth messico le salvezze del suo
è rapportata a Napoli e Costantinopoli l'edi- Messia, creduto perdulo, ma che si conserva
zione del 1526, che è rarissima . Lo scopo dello manoscritto nella biblioteca nazionale di Pari
autore in questo libro è d'illustrare scelti ora- gi . Ved. De Rossi , Bibl. giudaica anticrisl. ,
coli di diciasselte profeti, che parlano della ſu . pag. 13. In esso si espongono le antiche tradi .
Tura redenzione degli Ebrei , e non possono, zioni o testimonianze talmudiche e medraschi
per suo sentimento , intendersi in senso spiri- che del Messia.
tuale, come fanno i cristiani. Esso suolsi per 14. Laakad anneviim - l'assemblea dei pro
ciò considerare dai nostri teologi per un per- feli, ms. in cui si tratta dei varii gradi della
fetto compendio della moderna teologia giu- profezia e di quelle di Mosè e degli altri profe
daica del Messia, opposta alla nostra , e in que- li . Lo ba sostituito al Machazè scadai, da lui
st'opera, come negli antecedenti Comenti sui perduto nella sua fuga da Lisbona , che tratta
Profeti posteriori e sopra Daniele, spiega l'A va di questo argomento, e vi era dietro negli
barbanele tutto il suo fiele contro la nostra ultimi anni della sua vita.
religione, e tutti i modi di atterrarne i fonda. 15. Tzedek olamim- la giuslizia de'secoli
menti. Ved. la Bibliot. giudaica anticristiana ms. imperfelto , @he trattava del mondo presen
del De Rossi , pag . 7 e seg . II Majo ne diede te e del futuro, o del paradiso e dell'inferno , e
una traduzione latina , sotto il titolo di Praeco della risurrezione dei morti e dei premii edel
salulis , in Francoforte sul Meno , 1711 . le pene dell'altra vita.
6. Roscamanà - capo della fede— fol. pic 16. Jemolh olam -- giorni del secolo, o Cro
colo , Costantinopoli, 1505. Vi tratta degli arti. nica delle afflizioni e persecuzioni sinora sof
coli della fede giudaica . Il Vorstio lo tradusse ferte dal popolo ebreo, ms., che non pare stata
in latino, e lo stampò in Amsterdam nel 1638. finita e che sussista.
7. Zevach pesach sacrifizio di Pasqua 17. Scamain chadasim Cieli nuovi, ms.
o dei riti di celebrare la Pasqua , ivi , 1505. in cui con nuovi argomenti dimostra la novità
8. Nachalad ovotheredità dei Padri - del mondo, e illustra il capo XIX della parte
Comento sui Pirchè avoih nella forma, anno II del Morè.
e luogo dei due precedenti, la cui epoca deve Queste opere mostrano un grande ingegno ,
fissarsi dall'epigrafe comune di quest'ultimo, una mente profonda, una erudizione vasta, un
e notarsi che l'anno 5266 corrisponde al no possesso delle antichità sacre , della leologia,
stro 1506. Ved. De Rossi, Annali ebreo- lip. dal della polemica, della storia e delle scienze, un
1501 al 1540 , p. 2. Tutti e tre sono stati ri- raciocinio acuto : e le due nazioni concorrono
stampati in Venezia ed altri luoghi. Quelle a farne i dovuti elogi. I suoi Comenti sono let.
prime edizioni di Costantinopoli sono molto terali e stimali , maadattati al gusto del To
rare.
slato e del secolo per questioni. Egli considera
9. Alercd zekenim - corona dei vecchi
o il capo ipliero od una sua parle, e muove

1
20 ABARCA - ABATE

varie questioni che scioglie in seguito lunga- so oriente. Formano parle di queste montagne
mente. Le sentenze che propone si studia di Nebo , Phasga e Phogor, nel primo dei quali
appoggiarle non colla cieca autorilà dei mag- mori Mosė ; e fu sopra questi monti che Gere
giori, ma con ragioni , e perciò bene spesso si mia nascose l'arca dell'alleanza allorché Ge
scosta dai talmudisti, o li spiega in modo che rusalemme fu presa dai Caldei.
convengono con lui . Tale è il giudizio chedan . Il torrente Arnon divide questa catena di
no del suo metodo e del suo sistema gli eruditi montagne in due parti ; quella del Nord e quel
di Lipsia nei loro Alli dell'anno 1710, pag . 233. la del Sud ; e soggiunge che alla prima appar
L'A barbanele, dice il Simonio nella sua Storia tiene il monte Nebo , la cui velta chiamasi
crilica del vecchio Testamento , pag . 380, mi è Phasga. Ma meglio torna sentire in proposilo
parulo di tutti i rabbini quello, di cui si possa Leone Delaborde, che ci porge una osservazio
profittare il più per l'intelligenza della Scrit- ne in proposito da non doversi omeltere. Esi
tura. Egli ha scritto in uno stile puro e facile ste, dice egli, nei nomi dei monti citati nell’An.
ad intendersi , ancorchè sia troppo prolisso ed lico Testamento una confusione che non è
abbia nella sua maniera di scrivere più lequa- propria di quella chiarezza e precisione con
lità di un oratore, che di un interprete della cui la Sacra Scrittura ordinariamente si espri
Bibbia. Inoltre egli rapporta ordinariamente me, confusione che non si spiegherebbe senza
nei suoi Comenti la spiegazione degli altri rab- sapere come essa esista anche oggidi presso gli
bini , che egli esamina talvolta , e su la quale, abitanti di quei luoghi medesimi. Ma distin
dice anche con molta libertà il suo sentimento. guete un picco isolato dall'intera catena , e to
Il suo metodo è ciò non ostante molto noioso , sto ogni difficoltà sarà lolla . I monti Abarim si
perchè egli fa una quantità di quistioni, che estendono dal paese di Edom , frontiera dei
risolve in seguito, come si può vedere nei co- Moabili , sino alle pianure del Giordano, vici
menti che fa sul Pentateuco, e sopra Giosuè e no all'imboccatura di questo fiume nel Mar
i libri di Samuele e dei Re. Vi si osserverà Morto. Gl'Israeliti vi accamparono alle falde
nondimeno che egli spesso non fa che raffinare dalla parte meridionale, al sud del torrente
le spiegazioni degli altri rabbini e che in molti Zared , che passarono poi . Al nord di questa
luoghi è troppo sottile ... Mostra anche do- catena spiegava i suoi ultimi rami , i monti
vunque troppo accanimento contro la religio Pisga, sino alle pianure del Giordano, domi
ne cristiana ed i principii dominanti, contro i nando da una parte il Mar Morto, dall'allra il
quali inveisce senza riserva, e in modo si ol- deserto ; là s'ionalza un picco : questo è il mon
traggioso che non fa onore al suo carattere. te Nebo, dove Mosè saliva, e forniva i suoi
ABARCA ( PIETRO). Nasceva a Jacca nell'Ara- giorni .
gona l'anno 1619, ed entrava nel collegio della ABARON . Questo è il soprannome di Elea
società di Gesù nel 1641. Il suo studio versaya zaro, quarto fratello di Giuda Maccabeo , 1 .
intorno alla scienza teologica..nella quale di. Mach ., 2, 5. Il nome di Abaron in ebreo signis
venne cosi profondo da essere tenulo in Ispagna fica collera. Giuseppe lo chiama Auran ovve.
per il più gran teologo del suo tempo, secondo ro Avran ; ed il primo libro dei Maccabei al
l'asserzione del signore d'Hermilly . È certo capo 6 , 45 lo dice figlio di Saura. Saura in
che questo dolto gesuita insegnò con gran me greco significa salamandra : i soprannomi dei
rilo pel corso di 25 anni teologia , e che la su- figli di Matatia sono d'ordinario nomi d'ani
blimilà de'suoi scritti lo fece ritrovar seggio mali . Si rese illustre per la sua morte, como
nei secoli avvenire. I trattati che primeggiano vedremo alla voce ELEAZARO .'
di lui sono sulla scienza e la volontà di Dio, ABASGIA . Provincia della diocesi di Tra
Ja predestinazione, la Trinità, l'Incarnazione cia dipendente dal patriarcalo di Costantino
e le perfezioni di G. C. poli, la quale nel secolo VI , regnando Giusti
ABARIM . Monti situali all'oriente del Mar niano, ricevelle la fede di G. C. Da quel mo
Morto, al di là del Giordano. Si estendevano mento questa provincia ebbe Vescovi i quali
nella tribù di Ruben , nel paese dei Moabiti , posero la loro cattedra a Sebastopoli , al pre
ed al di qua e al di là dell'Arnon . Avevano sente Sirmene , città ricordala nelle antiche
molte ramificazioni, che con varii nomi si din memorie come arcivescovado, e nelle recenti
stinguevano. E impossibile indicarne la reale quale metropoli.
estensione. Eusebio e s . Girolamo parlano in ABATE . Il vocabolo Abate, nella ebraica e
molti luoghi di questi monti, collocandoli il siriaca lingua , altro significato non ha, che il
primo sei miglia distanti da Esebon verso oc- corrispondente al nostro latino pater, padre.
cidente, il secondo selte miglia da Liviade ver Tale è la opinione di santo Agostino, di san
ABATE 21
Girolamo e s. Tommaso. Gli Abati si distin. ne non appartiene all'essenza, ned è sempli
guono in secolari e regolari , i quali hanno cemente necessaria , affinché gli Abati eserci
benefizii ecclesiastici col titolo di Abazia. E tino la loro potestà dell'ordine e dell'ufficio,
poichè fra loro diversificano , sarà bene nota ma si riduce ad una semplice solennità , po
re come quadruplice sia questa differenza de tendo anche gli Abati regolari non benedetti
gli Abati. esercitare liberamente e lecitamente ciò che
E primamente sonovi di quelli , che non so- esercitano gli Abati benedetti, come abbiamo
lamente hanno giurisdizione sui sudditi , ma dalle costituzioni di Eugenio IV per gli Aba
anche portano le insegne pontificali a somi ti di S. Giustina di Padova in data 30 giu
glianza dei vescovi. In secondo luogo ve n'han- gno 1436 , e di Pio V pegli Abati dei Cano
no , che, sebbene insigniti della dignità abazia nici Regolari dell'anno 1566 , 16 gennaio e
le, pure ne hanno giurisdizione episcopale , di Giulio II per gli Olivetani dell'anno 1507
nè usano delle vescovili insegne . In terzo luo 30 giugno. Pegli Abati poi Basiliani abbiamo
go se ne incontrano di quelli , che in alcu- i privilegi concessi da Eugenio IV , Paolo III ,
ne chiese cattedrali, nel coro e nelle radu Gregorio XIII , e la sacra Congregazione del
nanze stanno nel seggio più degno ; per cui concilio in data 16 febbraio 1619 dichiaro
soppresse o distrutte le chiese collegiate o espressamente che gli Abati regolari per di
conventuali cui presiedevano siccome prima ritto possono conferire gli ordini minori ai
dignità, nelle cattedrali passarono col titolo loro sudditi , quantunque non abbiano ricevu
di Abati, e col privilegio della precedenzato la benedizione.
nel coro e nei comizii . Da ultimo, alcuni Le quali cose cosi premesse , conviene osser
possedono solamente le Abazie in commenda , vare che sebbene la elezione di un Abate an
e non in titolo , e tali Abati commendatarji , ticamente si facesse dal vescovo , al presente
eccettuati quelli di S. Maria Farfense e di S. viene fatta dalla congregazione dei monaci
Salvatore per concessione di Urbano VIII , cui deve presiedere ; che se però taluno fos
non possono far uso dell'abito e dell'inse se eletto contro l'ordine del Sommo Pontefi
gne vescovili. Ciò degli Abati secolari. ce , tale elezione sarebbe invalida, e se uno
Gli Abati regolari, che sono veramente eletto da laica persona accettasse la elezione,
Prelati , e che col nome di Prelati nei sa rimarrebbe scoinunicato. Cosi nelle leggi del
cri canoni si appellarono, triplicemente distin- diritto si trova. E comunque abbiamo delto che
guonsi . gli Abati altri sieno secolari, altri regolari , pure
Alcuni ve ne sono , i quali non hanno sud- convien porre attenzione che per un monastero
diti regolari da sè dipendenti, ma hanno un non può essere eletto Abate un cherico secolare,
proprio territorio, in cui esercitano una giu , ma deve essere un monaco professo, ed istrutto
risdizione vescovile , e talvolta anche tempo- nelle regole monacali . All'età e qualità dell'eli
rale, come sono gli Abati Cassinensi , quelli di S. gendo devesi anche porre attenzione , richie
Maria Tremitana dell'Isola della Congregazio- dendosi per un Abate l'età di anni 30 , sola
ne Lateranense, ed altri simili . I secondi han- mente bastando gli anni 22 qualora ottenga
no sudditi regolari soltanto , cui presiedono, dispensa dal Papa, la quale dispensa richiede
come sono gli Abati Lateranensi ,diS. Benedet- si per uno costituito negli ordini minori , e
to ed altri , i quali per privilegio usano delle per uno irregolare ; eletto però che egli sia ,
insegne pontificie. In terzo luogo finalmente devesi ordinar sacerdote.
si trovano gli Abati di solo nome,,ovvero ti Per ciò che si addice al regime di un mo
tolari , i quali non hanno in fatto dei sudditi , nastero , abbiamo dal diritto e dalle definizio
o perchè i monaci lasciarono il luogo, o per- ni di varii concilii non potere un Abate
chè il monastero fu altrove trasportato , o senza dispensa pontificia presiedere a più Mo
perchè fu dato in commenda a qualche che- nasteri, nè molti abali ad un sol monaste
rico secolare. ro , nel qual ultimo caso non mai venne da
Degli Abati altri ottengono la benedizione, la lor facoltà . Ed erano ancor questi Abati
altri benedetti non sono . Gli Abati che chiedo- in uno a' monaci loro soggetti un tempo al
no di essere benedetti, debbono ricevere la be- la giurisdizione del vescovo , dalla quale fu
nedizione dal vescovo , non però dagli altri A- rono tolti al tempo di Gregorio I, restando
bati , ed una volta ottenuta , se passino ad però nel vescovo la facoltà d'invitarli al
un' abazia , che seco porti l'uso della mitra , Sinodo , cui ove non vengano , sprezzando
non abbisognano di essere benedetti di nuovo , l'invito ed il comando, vanno incontro alla
come si raccoglie dalle decisioni della Congre- scomunica ,
gazione dei riti . Per ultimo punto i privilegi , quegli Abati
Conviene però osservare che tale benedizio- che possono usar della mitra, nello intervento
29 ABATE COMMENDATARIO - ABBANDONO DI DIO
al concilio od al sinodo possono far uso di mic contenti di por loro dinanzi il libro non ha
tre auree , non però aventi gemme, o lamine molto stampato col titolo : Osservazioni di
d'oro o di argento ; e quelli che possono da un solitario cittadino, nel quale l'autore con
re al popolo la benedizione , hanno facoltà quello spirito d'imparzialità che ad ogni sag
d'impartirla dopo il mattutino, dopo la mes- gio si addice, esaminate le ragioni degl ' im
sa , e dopo il vespero , unicamente nelle loro pugnatori e sostenitori delle Abazie , a chiara
chiese, e quando abbiano privilegio di con- luce del più splendido meriggio dimostra l'u
ferire il sacramento della confermazione, deb- tilità delle Abazie o monasteri, e il gravissi
bono sempre usare del crisma consacrato dal mo danno che ne proverrebbe alla società dal
vescovo . Si possono consultare i varii capi la loro distruzione , rispondendo , senza dar
del diritto, che trattano degli Abati, le costi- luogo a repliche , a tutte le obbiezioni dei
tuzioni dei Pontefici Urbano VIII, 101. Ex- nemici del monachismo. Lo che in breve re
poni nobis ; 104 Exponi nobis ; 97 Exponi stringendo , senza entrare in grande dettaglio,
nobis ; di Benedetto XIII , Commissi nobis , si può conchiudere : 1. Che in tutte le Aba
i Concilii Turonense 2 , cap . 7 ; Toletano, 1 , zie o monasteri osservanti , tutta la entrata
cap. 5 ; Laterenense 5, Sess. 9 ; Lateranense 4 , si consuma nel luogo stesso ove stanno e nei
ec. ec.; ed il decreto della sacra Congregazio- luoghi prossimi, mentre i secolari, se ne fos
ne dei riti 27 settembre 1659 . sero padroni, la spenderebbero in qualche
Degli abati Basiliani, Benedettini , Camal- luogo lontano dai prossimi abitatori. 2. Che
dolesi, Celestini , Cisterciensi , Olivetani , in tutte le calamità che affliggono le campa
di Monte Vergine, Vallombrosa , parleremo, gne, non vi ha più pronta e più certa risorsa
ai rispettivi articoli BASILIANI , Benedetti- di quella che possono prestare le Abazie. Se
NI, ec . si facesse calcolo di tutte le buone opere ,
ABATE COMMENDATARIO . Ved. Com- che in questo genere si fanno dai monasteri,
MENDA. i nemici del monachismo si adirerebbono con
ABATE MITRATO . Ved. Abate. tro le loro stesse declamazioni. 3. Che quel
ABATE TITOLARE. Ved. Titolo. le vaste abitazioni che si dicono insultatrici
ABAZIA . L'origine di questa fondazione ri- della miseria pubblica, sono state innalzate
sale all'epoca del primo concilio ecumeni- dalle braccia degli abitatori prossimi alle
co di Nicea .Alcunipietosi monaci applicaron- medesime , i quali si hanno in questa ma
si a dissodare terreni incolti a solo oggetto niera guadagnato il loro sostentamento che
di recar conforto ai poveri : quelle generose non avrebbono acquistato altrove ; e che in
fatiche furono coronate dall'esito più fortu- ciò si è osservato il canone dei politici filo
nato , giacchè in breve quegli aridi deserti fu- sofi i quali sostengono che la migliore specie
rono cangiati in campi fertili e ridenti. In di elemosina è quella di dare al popolo di che
appresso in quei luoghi si eressero grandio- lavorare.
si monasteri, che il nome ricevettero di Abazie. ABBA. In siriaco significa padre , siccome
La moltitudine delle Abazie dell'uno e del- db in ebreo ha lo stesso significato. S. Paolo ,
l'altro sesso non è sorprendente a quelli che Rom . 8 , 15 ; Gal. 4 , 6 , dice che noi abbia
sanno l'infelice stato di Europa nel decimo se mo ricevuto da Dio lo spirito di figliuoli di
colo, e nei successivi. I monasteri erano non Dio : Abba ovvero padre mio. Gesù Cristo,
solamente gli unici asili della pietà, ma an- nella sua preghiera nell'orto degli Olivi dis
cora la risorsa dei popoli che in essi vi trova- se a suo padre, Marc. 14, 36 ; Abba, mio pa
vano gli aiuti spirituali , e quel riposo, cui non dre, ogni cosa a voi è possibile .
potevano altrove godere. Tra gli ebrei solamente coloro che erano
Non mai si declamò tanto, quanto a' gior- nati da padre libero potevano chiamare il lo
ni nostri , contro le ricchezze , la sontuosità e ro genitore con tal voce, ciò che era vietato ai
la magnificenza delle Abazie. In alcuni dizio- figliuoli degli schiavi .
narii geografici, ove si parla di città e di bor ABBADESSA . Ved. ABADESSA .
ghi in cui si trovi un Abazia , si pone sempre ABBANDONO DI DIO. Questo è lo stato
la ricchezza di essa in contrasto con la mise- più funesto, in cui l'uomo possa cadere, poi
ria dei popoli vicini , procurando d'insinuare chè allora Iddio lascia il peccatore al suo re
da una tale vicinanza l'odio della religione e probo senso . Un obblio totale di Dio e della
dei suoi ministri , e con esso la ruina spiri- cura della sua salute, una vita colpevole , l'o-,
tuale. Qualunque sieno le dicerie dei nemici stinazione del cuore, sono le cagioni di tale ab
del celibato, i quali dall ' imbrandire un'ar- bandono. Questo è, secondo i teologi , un segno
ma contro di questi luoghi traggono donde ordinario della riprovazione, ed il suo effetto è
inveire contro la religione , noi taceremo , sovente l'impenitenza finale. Ma, secondo la
ABBANDONO DEL BENEFICIO ABBIGLIAMENTO 23
dottrina dei Padri, Iddio non abbandona l'uo. G. C. Diedero occasione a questo scritto mol
mo, che dopo essere stato abbandonato da lui : te questioni insorte fra’ cattolici sopra il sen
ed allora l'uomo, lasciato alla sua corruzione, so di certe espressioni che trovavansi nella
è capace di precipitarsi nei maggiori eccessi, confessione di fede proposta da sottoscrivere
quantunque ei sia del numero di coloro, che a Berengario nel concilio di Roma dopo la
sono i più illuminati e più dotti . Questo ab condanna della sua eresia.
bandono non è tuttavia sì intero , che Iddio ABBECEDARII . Ramo di Anabattisti , i
privi assolutamente il peccatore di ogni gra quali sostenevano non essere necessario alla
zia ; ed il tesoro delle misericordie del Si- salvezza eterna nė il saper leggere nè il saper
gnore rimane nondimeno aperto per quei che scrivere. Ved. anche ABECEDARII .
vogliono sinceramente ritornare a lui . ABBIGLIAMENTO . Quella conveniente dis
ABBANDONO DEL BENEFICIO. ' V. Dimis- posizione delle vesti , e di quanto serve ad
SIONE. ornare estrinsecamente la persona si può ad
ABBANDONO AL BRACCIO Secolare. È que dimandare abbigliamento. Questo non solo ha
sto quell'atto col quale taluno , condannato di mira di far che apparisca adorno di grazie
dal giudice ecclesiastico, viene consegnato alla chi ne lo usa , ma ancora tende ad occultare
giustizia secolare, affinchè, secondo le leggi , all' altrui sguardo quei naturali difetti che
subisca le pena meritata pei suoi delitti . I talvolta fanno oggetto di derisione coloro che
delitti pei quali, secondo i Canonisti , un che- li recano . Perciò se lo abbigliamento aggiunge
rico delinquente dev'essere dato al braccio grazia e decoro alle naturali qualità estrinse
secolare , sono : l ' eresia , se il colpevole è im che di taluno , è necessario che di tal modo lo
penitente, secondo l' extravagante de haeret.c . si usi , che pella eccedenza od aumenti la pro
Ad abolendum S 1 ; 2. la falsificazione delle pria stima di sè o facciasi altrui suggetto di
lettere pontificali : In falsario literarum pa inciampo nellº esercizio della virtù ; percioc
pae ; Extrav. de crim . fals. c. Ad falsariorum ; chè quanto , debitamente usato , è permesso ,
3. la calunnia in odio del proprio vescovo.c. altrettanto è riprovevole qualora giunga a
Si quis sacerdotem , 11,9 , 1 , ecc. mutarsi in causa di peccato. E che lo abbi
ABBATE , ABBAZIA . Ved. ABATE , Abazia . gliamento moderato ed onesto sia lecito, chia
ABBATE (Stefano ) . Nativo di Palermo, ramenle il dimostra l ' Apostolo Paolo, il qua
meritava fama non tanto pei posti che occu- le sopra un tanto argomento scrivendo al suo
pava di assessore, vicario, canonico ; visitator diletto Timoteo , cosi si esprimeva : Volo
generale , e superiore del seminario di Catania, piros orare in omni loco , levantes puras ma
quanto per la purezza de' suoi costumi , e per nus sine ira et disceplatione : similiter et mu
la sua scienza estesissima nella teologia scola- lieres in habitu ornato , cum verecundia el 80
stica e morale, e vel diritto canonico . E fu- brietate ornantes se. Le quali parole in habilu
rono frutti del suo studio e sapere , le opere ornato , cum vcrecundia et sobrietate ornantes
ch ' ei faceva di pubblico diritto , fra le quali se, dimostrano fuor d'ogni dubbio come lo
distinguonsi: 1. Theologus principis etc.; abbigliamento moderato e verecondo egli per
2. Pax allritionistarum et contritionistarum metta alle donne. Alle voci dell ' Apostolo fa
elc. ; 3. L'anno sucro ec.; 4. Theologiaemo eco l' Angelico, scrivendo : « Possono lecita
ralis tractatus, etc. mente le donne abbigliarsi o per conservare
ABBATI . Nome con cui ne' tempi trascor- la decenza del proprio stato , o per accresce
si si addimandavano alcuni ricchi signori i re nella grazia, e piacere agli uomini » (2 , 2 ,
quali, senza ricevere gli ordini sacri, possede- quaest. 169. art. 2 ad 4. ) . E di verità l'ag
vano delle abbazie. Questi si dicevano anche giustalezza della dottrina dell'Aquinate si
abbati laici . Col progresso del tempo un tal discopre, osservando: che gli ornamenti del
nome fu appropriato a quelli che possedeva- corpo furono instituiti non solo per favorire
no le decime dei villaggi, in uno al diritto di la natura , ma per proteggerla dalle varietà
presentazione alle parrocchie , come si può delle stagioni , e per far nota la diversità del
leggere al tit.1, art . 30. Cout. de Béarn . grado. A ciò arroge che siccome nel corpo fi
ABBATI. Nome impiegato a significare un sico distinzione di membra e congrua disposi
ramo di valdesi che sul fornire del secolo XIV zione di parti si altrova, cosi ancora è neces
erasi diffuso in Italia , per cui ogni sorta di sario che il corpo politico abbia le sue mem
brutalità era cosa piacevole. Questi perfidi bra distinte da proprii segni ed ornamenti ,
breve tempo sussistettero . affinchè dalla varietà delle parti, e dalla otti
ABBAUDO . Fra gli analecta di Mabillon ma disposizione risplenda la bellezza di tutta
trovasi un breve trattato di questo autore del- la comunità . Di più ancora , le donne , oltre
l'XI secolo intorno alla frazione del corpo di questi titoli , possono ornarsi o per piacere
24 ABBIGLIAMENTO
ai mariti coi quali sono congiunte, o per più dipingersi il volto, peccano per lo più mor
facilmente incontrare chi con essoloro si spo- talmente , poichè passano d ' ordinario alla
si . La bellezza infatti delle donne è dote pri- esecuzione di ciò mosse da una intenzione la
maria , e la prerogativa per cui si distinguo- sciva , e dal disprezzo di Dio . A questo sen
no, siccome gli uomini primeggiano per va- , tenziare del magno teologo , santo Bernardi
lore , fortezza e gravità: La propagazione del no da Siena aggiunge , che quelle donne le
genere umano è il fine per cui fu la donna quali si dipingono il volto , si rendono inde
formata : questa si distingue non per lettera- gne di accostarsi alla sacra comunione, com
tura, perizia nell'armi , sublimità d'ingegno , mettendo tre peccati mortali , il primo contro
ma pella sola bellezza , per cui si studia di Dio , il secondo contro il prossimo , il terzo
piacere agli uomini , ed eccitare il loro amore contro sè stesse.
per eseguire il dovere matrimoniale. Tale è Dello abbigliamento nel vestire osservere
la dottrina del somino Paolo, come si ha dal- mo che questo consistendo in veli , anella ,
la sua lettera a quei di Corinto : Quae aulem monili , nastri e simili altre cose , ove non
nupta est, cogitat quae mundi sunt , quomodo ecceda la spesa secondo lo stato proprio, non
placeat viro. Adunque se il conveniente e pu- si commetterà, procacciandolo , se non colpa
ro abbigliamento esterno è permesso alle don- veniale. E nel taglio delle vesti talora facen
ne maritate , ed a quelle che sono per dive- dosi lo abbigliamento consistere congiunta
nire mogli , non si addice però a quelle che mente alla qualità della materia , diremo che
nè sono maritate , nè al matrimonio si av se la superfluità consiste nell'inverecondo
viano. abbigliamento , e che troppo eccita al peccato
Ma se è lecito lo abbigliarsi alle donne, con- di carne, non andrà mai privo di colpa mor
viene porre grande attenzione alla necessità tale. A discoprire infine la colpa mortale o
assoluta , doversi lo abbigliamento trattenere veniale dallo stato, dalla coscienza e dalla in
fra i limiti dell'onestà e del dovere ; percioc- terezza dei costumi trascriveremo quanto la
chè dove l'onestà ed il dovere siano compagni sciò scritto santo Antonino arcivescovo di Fi
di esso, sarà sempre scevro di colpa ; quando renze: « Quanto allo stesso abbigliamento in
ne siano da esso disgiunti, si tramuterà in sė può contenere due peccati , cioè la super
grave peccato. Nè tale asserto vuolsi che ca- fluità della spesa : ciò appartiene alla prodi
priccioso ritengasi, perciocchè ad avvalorarlo galità ; e lo incitativo ed eccitativo alla libi
abbiamo le divine Scritture, in cui ogni abbi- dine, cui quell'abbigliamento può esser di
gliamento che ecceda i limiti dell'onestà, del guida. Quanto alla superfluità, non essendo
decoro, del dovere , siccome pietra di scanda- peccato mortale ogni prodigalità, ma alle vol
lo, eccitamento alla colpa , voce che invita , ie e più di frequente veniale , perciò non si
che spinge al delitto vituperevole dinanzi agli potrà quello sotto tale rispetto giudicare mor
occhi di Dio e dei buoni, è grandemente ri . tale , ove non siavi stato un eccesso molto e
provato. Il capo terzo di Isaia , il nono dello vidente ed enorme..... Quanto poi sia lo
Ecclesiastico , il settimo dei Proverbi, il se eccesso per cui si commetta un peccato, rego
condo della prima lettera di san Paolo à Ti- la certa non si può assegnare. Perciò deve
moteo , ed altri molti contengono le esecra lasciarsi alla prudenza ed allo arbitrio di un
zioni contro gli abbigliamenti indecorosi , in uomo onesto . In quanto poi lo abbigliarsi può
decenti , e che sono altrui causa di spirituale essere eccitativo alla lascivia, sembra polersi
ruina . Alle sentenze infallibili delle pagine fare distinzione intorno alla occasione data o
sacre si possono aggiungere quelle dei padri ricevuta. Qual sia poi questo eccesso per cui
della Chiesa, da cui è con ogni forza ripro- si commetta mortale peccato , devesi lasciare.
vato ed esecrato , ed in peculiar modo di s . allo arbitrio di un uomo saggio, il quale co
Cipriano , lib. de disciplina et habilu virgi- nosce per esperienza, ove lo eccesso , che mula
num ; di santo Agostino , lib. 3 de doctrina il peccato di veniale in mortale, sia posto . »
christ. , cap. 12 ; di s. Gregorio Magno, hom . Conchiudiamo adunque coi Padri e Teolo
40 in Evang .; di Tertulliano , lib. de cult. gi , dicendo , lo smodato abbigliamento delle
femin ., cap . 11 , ai quali si uniscono nel donne pella superflua e prodiga spesa dei beni
concorde pensare tutti i teologi più sapienti . di famiglia essere sempre peccato mortale
Queste cose premesse , fa duopo osservare quando alla famiglia porta danno o serve ad
che siccome varii sono i generi di abbiglia- impoverire ; lo smodato abbigliamento delle
mento, cosi varii possono essere i modi di donne fatto in modo da attrarre al peccalo
commeltere peccati per questo mezzo . E dice carnale essere sempre peccato mortale.
s . Tommaso per primo (2 , 2 , quacst. 119, art. Da questi principii si avranno le morali
2 , ad 2 ) , che quelle donne le quali usano conclusioni seguenti :
ABBOMINAZIONE - ABBONE ( S. ) DI FLEURI 25
1. Non potersi assolvere quella donna che luoghi dei Proverbi in cui si trova , e nell'Ec
tenesse col suo abbigliamento scoperta una cli. 13 , 24 ; Isa . 1 , 13 ; 41 , 24 ; 66, 17.
qualche parte in vereconda del proprio corpo 6. Dolore, sdegno, dispiacere . Job . 11 , 20 .
per piacere all'amante, che in ciò ha continuo I pastori di armenti erano in abbominazio .
eccitamento al peccato d'impurità. ne appo gli Egizii , come abbiamo dalla Gene
2. Doversi astenere dall'uscire dicasa quella si al capo 46 ; e sappiamo dall’Esodo che gli
giovane che , quantunque usi di abbigliamento Ebrei dovevano immolare al Signore nel de
modesto , pure conosce essere occasione altrui serto le abbominazioni degli Egiziani, cioè i
di peccato; però quando giuste e necessarie ca- loro animali sacri , i loro buoi , gli agnelli , ec.,
gioni non le sieno di motivo all’escita , tra le i cui sacrifizi erano riguardati dagli Egiziani
quali cause non si può ammettere la soddisfa siccome cose abbominevoli ed illecite. La Scrit
zione della propria volontà , come vollero al- tura ordinariamente attribuisce il nomediab
cuni teologi troppo lassi: comandando la cari. bominazione all'idolatria ed agli idoli , tanto
tà verso il prossimo di evitare in ogni modo a cagione che il culto degli idoli è in sè stesso
possibile il danno di lui .
una cosa abbominevole , quanto perchè le ceri
3. Non si devono ammettere ai SS. Sacra monie idolatriche erano accompagnate da dis
menti , e specialmente a quelli della Penitenza solutezze ed azioni nefande. Mosè chiama an
e della Comunione, quelle donne, che con de che abbominevole ogni animale, il cui uso era
bita modestia a quelli non si accostano, e quel . vietato agli Ebrei .
le che non hanno gli omeri ed il pello coperti L'abominatio desolalionis , predella da Da
da un velo, o da altro vestito che non sia tras niele, significa , secondo i migliori interpreti ,
parente, secondo lo editto di Innocenzo papa l'idolo di Giove Olimpico ,che Antioco Epifa
XI promulgato e confermato da Clemente XI ne fece collocare nel tempio di Gerusalemme.
il giorno 5 luglio 1713. E ciò si vide anche in questa città nell'ulti
Sulla norma delle riferite dottrine con faci mo assedio fatto dai Romani capitanati da Ti
lità altre cose spettanti alla pratica si potran lo, cioè le insegne delle armate romane ripiene
no trattare dal saggio e prudenle rettore delle di figure dei loro numi e dei loro imperatori ,
anime. che furono collocate nel tempio dopo la presa
ABBOMINAZIONE. Questa parola , poco della città e del tempio medesimo.
usata appo i Latini, significa nella Scrittura : ABBONE (S.) di Fleuri . L'anno 1004 Ab
1. Ogni peccato , ogni azione delittuosa in bone di Fleuri fu la vittima del suo zelo per
generale, come nei luoghi seguenti . Apoc. 21 , la disciplina monastica. Giunto al monastero
27 ; Levit. 18, 22 , 28, 29 ; Isa. 41 , 24 ; 66, 3 ; della Réole su la Garonoa , col disegno di met
Gerem . 6, 15 ; 7 , 10 ; Ezec. 5, 9, 11 ; ed in al tervi la riforma, aspeltava mano forte per par
tri luoghi di questo profela. Mal. 2 , 11 ; I te del conte di Bordeaux e del visconte, che era
Mac . 1 , 51 . il protettore dei diritti dell'abazia. In questo
2. Il peccato d'idolatria in particolare , la breve intervallo, i suoi dipendenti trovarono
prostituzione al culto degli idoli , e le cerimo lite con quelli del luogo. Ei li riprese aspra
nie risguardanti questo culto. 2 Par. 33 , 2 ; mente, e credeva estinta la turbolenza ; ma la
Apoc. 17, 4, 5 , Deut. 12, 31 . scontentezza aveva un principio assai diverso
3. Un idolo, una falsa divinità, una cosa ap da quello che pensava il santo abate. Avendo
partenente al culto idolatra. I Mac. 6, 7 ; IV egli altresì fatta una correzione ad un monaco
Reg . 23, 15 ; Ezech . 8, 28 ; Eccli. 49 , 3 ; Zacc .di liberi costumi , il colpevole mostró uno sde
9,7 ; Deul. 29, 17 ; Ez. 7, 20 ; 11 , 18 ; 24 , 20. gno che fu seguito da mille voci di sedizione.
In molli luoghi in cui il testo greco traduce La lite ricomincio fra i Guasconi ed i Francesi
abominalio, la Vulgala legge Deos, ovvero Dea del seguito dell'abate . Dalle ingiurie si passò
od anche Idolum : III Reg . 11,5,7 , ed altrove . a'colpi , e un Guascone fu rovesciato per terra .
4. Profanazione di qualche cosa santa. Mall. Abbone, per calmare il tumullo, corse in mez
24 , 15 ; Dan . 9, 25 ; 11 , 31 ; 12, 11 ; Marc. 13, zo ad una grandine di pietre, da cui restò ille
14. Altri intendono in questi luoghi la voce so ; ma uno di quei furiosi gli diede un aspro
abbominazione per l'idolo stesso , ovvero la colpo di lancia che gli passò il cuore. Coslui,
slatua di Giove Olimpio. I Mac. 1 , 57 ; 6 , 7 . disse il santo senza scomporsi, dice davvero ;
5. Cosa abbominevole, oggello di orrore e di ed al monaco Aimonio che lo seguiva pallido e
avversione. Ps. 87,9 ; Luc. 16,13 ; Eccli. 41 , 8; tutto tremante, che faresti dunque , soggiunse
Deul. 7, 28, 26 ; 17, 1 ; 23,18 ; 27, 15 ; Prov . 3, egli , se il luo sangue fosse quello che scorres .
32. Questa voce non ha altri sensi in tutti i se ? Mori nello stesso giorno , e fu sotterrato
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fasc, I.
26 ABBONE DI PARIGI-ABBRACCIAMENTO
nella chiesa del luogo , ove si vuole che si ope- perché monaco dell'abazia di S. Germano dei
rassero molli miracoli. Bernardo, duca di Gua- Prati , merita ricordanza specialmente per qual
scogna , condanno a morle l'omicida unila . tro discorsi composti da lui ad istanza di Lo
mente ai complici di lui, e aggiudicò al mo . lario vescovo di Poitiers e di Fulrado ve
nastero di Fleuri quello della Réole , che gli scovo di Parigi intorno alle cerimonie del
apparteneva di diritto, ma il cui possesso era giovedi santo. Da questi si conosce che i Ve
contrastalo. scovi nel giovedi santo consacravano il sacro
Restaci una raccolta di Canoni, ed un ' Apo. Crisma,che si lavavano gli allari e il pavimento
logia di questo dotto abate , che aveva fatto delle chiese , che si purificavano i vasi sacri e
studii eccellenti , singolarmente nelle celebri che si riconciliavano i penitenti stati cacciali
scuole di Reims e di Parigi , e che aveva inse- dalla chiesa all'incominciare del digiuno qua
gnato a Fleuri prima di esserne a bale. Ben resimale, a nulla dire dell'unzione con cui
lungi dal mostrarsi contrario allo studio dei esorta questi ultimi a non ricader nel peccato,
monaci, loro ei lo raccomanda come esercizio ed alla forza con cui esalta l'eccellenza della
il più utile alla pietà dopo l'orazione ed il di- religione cristiana pel prezzo che ha costato a
giuno. La contesa che ebbe con Arnoldo di Or- Gesù Cristo.
leans diede luogo alla composizione della sua ABBRACCIAMENTO . È questa quella e .
Apologia. Quel vescovo diocesano di Fleuri so sterna dimostrazione di affello con cui di so
steneva che l'abate, oltre la confessione della vente gli amici ed i congiunti si manifestano
sua dipendenza quanto allo spirituale, doveva l'interno vicendevole amore , e di cui soventi
altresi prestargli giuramento di fedeltà come fate sogliono usare quegli stessi che amoreggia
suo vassallo : pretensioni in altri tempi scono . no, quasi per essa , con falso modo però, certifi
sciute, ma dipoi divenute mollo comuni fra i carsi della sensibililå che conservano nel cuore.
vescovi e gli abali, dopo che le abazie non era Comunque lo abbracciarsi vicendevole, allo
no più fra le mani dei signori laici o di altri ra che da nessun pensiero contrario alla pudi
vescovi. Abbone , riconoscendo lutti i diritti cizia ed alla onestà è accompagnato, e neppure
episcopali di loro natura, pretendeva che, quan- da alcun atto antecedente o concomitante della
to al temporale, il suo monastero non dipen- volonlà che ad ogni purezza non sia congiun
desse che dal re . Da siffatla questione si . passò to, in sè non sia peccaminoso, pure è sentenza
a quella delle decime, che i vescovi congregati comune dei teologi che lo abbracciamento an
in concilio a S. Dionigi in Francia tentarono che in parti oneste , come nel volto e nella
di riprendere sui monaci e sui laici ; ma questi mano , allorchè si faccia per carnale piacere, è
tentativi non produssero che una sedizione, sempre peccato mortale. Il quale priocipio ha
per cui i vescovi furono costretti a fuggirsene luogo specialmente quando lo abbracciamento
senza aver pulla stabilito. E siccome veniva avvenga fra due amanti e fuori del matrimo
incolpato Abbone come cagione di questa vio- nio . E di verità se colpa mortale ella è fuori
lenza, quindi ei compose la sua Apologia per del matrimonio cercare, od avvertitamente am .
giustificarsene, e la diresse ai re Ugo e Rober- mettere qualunque diletto carpale anche mini
to, grandi protettori dei monaci. mo, mentre queste cose non ammeltono parvi
Nella sua raccolta dei Canoni , diretta agli tà di materia, e da sè tendono allo spargimento
stessi principi, ei non manca di riferire le au del seme genitale, od alla fornicazione in uno
lorilà contrarie agli attentati dei vescovi sulle non maritato, ne avviene di certa conseguenza ,
libertà monastiche ( Ved. Anaclet . , t. 2 , p. dice santo Antonino , essere mortale peccalo
248 ) . Ne cita altresi di molto concludenti per permettere di venire abbracciati da quello o da
la continenza dei cherici. Ma nulla bavvi in quella che si conosce essere mosso per questo
questa opera che meriti riflessione più di cio alto ad uno amore libidinoso , perchè la per
che dice dei protellori dei diritti della Chiesa. missione di ciò è una cooperazione, ed un con.
Erano questi uomini nobili , a cui i vescovi e sentimento alla colpa mortale dell'altra parte ;
gli abati avevano dalo delle terre in feudo , con e sono degni di morle, al dire di s. Paolo, ad
palto di proteggerle e di difenderle. Abbone ne Rom . 1 , non solo quelli che fanno il male, ma
fa risalire l'origine fino ai concilii dell'Africa , ancora quelli che acconsentono a farlo.
i quali avevano decretato che si dimandereb Eppure in mezzo a tanta facilità di commel
bero agli imperatori degli scolastici ossia avvo . tere grave colpa per questa via, quanta non è
cati per sostenere gli interessi della Chiesa in- la facilità, nelle giovani specialmente, di an .
nanzi i tribunali laici . nuire a quegli abbracciamenti che reiterate
ABBONE,cui fu dato il soprannomedi Parigi, volte anche in un giorno medesimo gli amanti
ABBRACCIATALABBREVIATORE DI CURIA 27
lor porgono ! Le blande parole, le promesse il fare un cardinale , la quale altro non è se non
più delle volte simulate , le attestazioni di un un effettivo abbracciamento che fanno i cardi
illibato affelto , sono tanti stimoli alle infelici nali vecchi a quelli di nuova nomina .
per assecondare una cosa che schiude un bara. ABBREVIATORE . Dalla mansione affidata
tro di calamità solto ai loro piedi . La indolen- ad alcuni di ridurre in compendio le concessio
za dei genitori , la negligenza delle madri che, ni falle dal Sommo Pontefice ai postulanti di
falle peggiori dello struzzo che abbandona sul- versi, e di estendere poscia le lettere pontificie
la sabbia le ova senza curarsi di esse , stimano secondo l'usalo slile della curia Romana, il
potersi fidare della onestà , prudenza, fortezza nome di abbreviatore deriva . Dividevansi essi
delle figlie amoreggianti , dischiudono il varco in abbreviatori di Parco Maggiore ed in abbre
a quei funesti abbracciamenti , che poi si tra. viatori di Parco Minore , così chiamati dalla can
mutano in lugubre scena di desolazione e di celleria , dove si raccoglievano per iscrivere ,
lagrime . Perciò nella direzione della coscienza detta Parco. Gli abbreviatori di Parco Maggio
di queste è necessaria altrettanta saggezza re sono dodici. Il collegio degli abbreviatori di
quanta è la facilità, che per una troppa conni- Parco Minore ora più non esiste.
venza esse perdano quei pregii che costituisco Perchè prestar l'opera propria tragge con
no mai sempre la vera nobiltà, la vera eccel- sè, quando gratuitamente non facciasi, di rice
lenza di una giovane cristiana , vere lo stipendio , cosi a questi si addice pure
Non potrà impertanto il saggio direttore spi- una tassa, oltre la quale loro non è lecito rice
rituale impartire l'assoluzione a quella giova- vere cosa veruna, lo che se non osservano, per
ne che, permettendo di venire abbracciala e bolla di Martino Quinto che incomincia In d .
baciata dal suo amante, trovossi nella conti- postolicae, sono a varie pene soggetti . E Sisto
nuazione o prossimità di peccato ; ma in cam Quarto colla sedicesima sua costituzione che
bio dovrà ammonirla, tali abbracciamenti non incomincia Divina , regolò il loro uffizio per
essere segno di vero amore ; che il vero amore modo che potessero gradatamente ascendere
non presenta altrui occasione di spirituale dal Parco minore al maggiore, dichiarando in
royina. sieme i loro uftizii compatibili con altri della
E dovrà similmente giudicare reo di mortal Curia , e resignabili , dei quali uftizii alcuni
colpa quell'uomo che abbraccia una vicina vengono conferiti dal vice-cancelliere , altri dal
sua con piena deliberazione di sentirne piacere Sommo Pontefice. Paolo Quinto poi , con la se
e di dilettarsi carnalmente, sebbene intenzione conda sua Costituzione, il cui principio è Ro .
ferma egli abbia di non progredire più oltre , mani Pontificis, volle che gli Abbreviatori del
nè pericolo siavi di polluzione, dicendo lo An- Parco Maggiore godessero dei privilegi dei re
gelico, che la fornicazione essendo un mortale ferendarii di ambe le segnature ed avessero nel
peccato , e molto più essendolo le altre specie palazzo apostolico diritto al pane ed al vino.
di lussuria , ne avviene di conseguenza , che il A questi privilegii altri loro ne aggiunse di
consenso nel diletto di tale peccato sia peccato onorifici il Pontefice Leone X colla costituzio.
mortale, e perciò gli abbracciamenti fatti per ne Summi, dichiarandoli famigliari e commen
questo piacere sono sempre peccato mortale, sali del Papa , nobili conti palatini , dando loro
confermando la cosa con la autorità di s. Ago- facoltà di creare doltori coi privilegii delle uni
stino. versilà , ed anche creare notai ; di poter dichia
E cosi si giudichi di un marito, se a cagio- rar nobili tre persone, e crear militi aurati
ne degli abbracciamenti della propria moglie va con altri molli privilegii .
soggelto alla polluzione , od incorre nel prossi Gli abbreviatori usano l'abito prelatizio ,
mo pericolo di questo orribile peccato, dicendo cioè calze, soltana , fascia e mantelletta paonaz
il Martenio, accerrimo impugnatore delle lasse_za, rocchetto e cappa nelle funzioni ecclesiasti
opinioni: Oscula , tactus , amplexus inhonesti che.In tutte le processioni che si fanno dal
intra conjuges occidere solili, eccusantur a Papa, come la processione del Corpus Domini
peccato morlali, modo sese contineant intra li ed i pontificali , e quando i cardinali assumono
miles affectus conjugalis et absit pollutionis i paramenti, gli abbreviatori, in vece della cap .
periculum . pa, portano sul rocchetto la colta.
Usi adunque ogni mezzo il saggio direllore ABBREVIATORE DI CURIA . Ollre i citali
spirituale a togliere questo costume in quelli abbreviatori di Parco Maggiore , nella dataria
che lo avessero , considerando come sia con esso apostolica esiste un apposito ufficio per le bol
con tutla facilità accompagnato il peccalo. le, composto dal cardinale prodatario, dal pre
ABBRACCIATA . Cerimonia che usasi nel lato abbreviatore di curia, da un sostituto e da
28 ABBREVIATURE DI CURIA-ABDALLA'
uno scrittore secrelo. L'estensione delle bolle Se. co . ex. val.ap .: secundum communem 6 % -
per via di curia spella all'abbreviatore di cu limationem valorem annuum .
ria o in suo luogo al sostituto . Veste abito pre Thia ., Theolia.: Theologia.
lalizio. Xpli .: Christi.
ABBREVIATURE DI CURIA , od a dir me Xplni : Christiani.
glio ABBREVIATURE DELLA Cancelleria Roma ABDA. Due sono le persone di questo nome
na . Queste prendono il nome dalla voce ado- che si incontrano nella Scrittura . Il primo no
perata dai Romani Nolae, donde l'altra derivò minato nel terzo libro dei Re al capo quarto,
di nolarius ossia abbreviatore. Queste abbre. v . 6 , è il padre di Adoniram , cui devesi la ri
viature consistevano e consistono in certi segni cordanza del nome. - Il secondo, rammentalo
formati ad acquistare spazio e tempo. Nelle da Nehemia al capo 11 , v. 17, è un levita di .
spedizioni della Cancelleria Romana le abbre- scendente dal celebre Iditun . Questi trovasi
viature sono di stile. Esse sono scritte senza fra coloro che ritornarono dalla schiavilà con
dittonghi, senza punti e senza virgole; e se una Zorobabele.
bolla fosse diversamente scritta, ciò basterebbe ABDALLA '. Questa voce ebrea che nella lin .
a farla rigettare siccome falsa . I brevi sono gua originale scrivesi Habdalah è il nome di
scritti più distesamente . Per una regola di una ceremonia usata appo gli Israelili in gior
cancelleria é proibito di abbreviare le date e le no di sabato , con tutta la più rigorosa osser
cifre dei rescritti . Noi riferiremo alcuni esem vanza, e consiste nello accendere al tramonto
pi delle principali abbreviature usate nella del sole, come je prime stelle appaiono nel fir
Cancelleria Romana , siccome quelli che giove- mamento, un cereo od una lampada a due lu.
ranno grandemente alla facile lettura di que. cignoli intorno a cui l'intera famiglia raccoglie
gli scritti che da essa vengono spedili . si . Ciò fallo, dal capo della famiglia vien presa
Aa : anno. una cassetlina ripiena di aromi ed un calice
Aa : anima. ripieno di vino, sopra il quale pronunzia una
All. de Câ : auri de Camera . spezie di benedizione , cantando o recitando ad
Abs. o Ab.: absolulio . alta voce alcuni cantici , con cui prega sopra
A cên .: a censuris. della stessa famiglia grazie e favori dal cielo.
Aiâr, : animarum . Compiute queste preghiere, egli porge al suo
Almus : Allissimus. vicino la cassetta da prima , indi il bicchiere,
Arbô : Arbitrio. della quale odora gli aromi , e dal calice deliba
Ap. , Arcpo . , Archepo .: Archiepiscopo. il liquor contenuto. Successivamente gli altri
Bb.: benediclus. astanti ripelono la medesima ceremonia. For
Beneûm .: beneficium . nilo il giro , dividonsi , facendosi vicendevoli
Cå ., Cam .: Camera. augurii di felicità pella nuova settimana.
Caa., Ca .: causa. Abdallà significa propriamente questa separa
Cogtis : Consanguineitalis. zione o divisione , ed è per cosi dire il punto
Comm .' Epo. : Commillatur Episcopo. di divisione fra l'una e l'altra seltimana.
D. N .; PP.: Domini nostri Papae. Con questa voce Abdalla' sono parimenti
Defino.: Definilivo . chiamati in Persia i religiosi , e corrisponde al
Duc. au , de ca .: Ducalorum auri de camera. l'altro nomne Dervis con cui dai Turchi i reli
Fel . rec. pred . n .: Felicis recordationis prue- giosi addimandansi . Nel dialetto arabo e per
decessoris nostri. siano Abdallah corrisponde alle parole Servo
Huoi. Humoi. : hujusmodi. di Dio, consacralo al Signore.
Kai . Kl .: Kalendas. ABDALLAH AL Suarei è il nome di un cele
Lo.: Libro. bre dottore musulmano, che divenne fondatore
Maa.. maleria. di una setta chiamata al suo nome Shafeili.
0.: Non. Questi viveva in sul finire del secolo oltavo ,
Oes., Oi : omnes, omni. ed aveva composto delle opere spettanti il di
Purg. cano.: purgalio canonicu. ritto civile e canonico dei mussulmani , opere
R. , Rta .; registrata . che di tanta chiarezza erapo adorne, che in
Rle.: regulae. breve servirono ad estendere quella dottrina in
S. R. E. Sanctae Romanae Ecclesiac. lutto l ' Oriente. Dicevasi di lui , che egli era
S. V .; Sanclitalis vestrae. pegli uomini ciò che è il sole per la terra. Al
S. V. Or.: Sanctitali vestrae oralor . presente i suoi sellarii sono unicamente ri .
S. M. M .: Sanctam Muriam Majorem . strelli nell ' Arabia.

1
ABDEL - ABDERAMO II 99
ABDALLAH SABA era un ebreo che abbraccio Azaria compagno di Daniele. Questo nome
il maomettismo e divenne autore della set- significa servilore di Nugo ovvero Nego, che &
ta dei Goluiti , le cui stravaganze giungeva- il sole , o la stella del mattino cosi chiamata
no a tanto da deificare Ali cugino di Maomet- dal suo splendore. Fu questi con Anania e
to, e gli imani suoi successori. Molti di que- Misaele, gittato nella fornace ardente di Babi
sti settarii credevan di partecipare essi me- lonia perchè ricusava di adorare la statua di
desimi della natura divina. Nabuccodonosor. Sembra che a quel tempo
ABDEL, padre di Selemia , trovasi ricor- Daniele fosse lontano da Babilonia, poiché
dato, nella storia per l'ordine che ricevette non incontro la sorte de' tre suoi compa
da Gioachino, re di Giuda, il figlio di lui , di gni. Dalla condanna di questi tre giovanet
arrestare Geremia e Baruc. ti Dio ne ebbe gloria, dimostrando la sua on
ABDELMESLIAS ELMECHINI. Nel to- nipotenza col liberare i suoi servi dalle fiam
mo VI degli Annali del Baronio trovasi me, mandando fra essi l'angelo suo, e punen
detto di una deputazione del patriarca di A- do coloro che esiguivano l'ingiusto coman
lessandria al papa Clemente VIII , che il mo- do del superbo ed irreligioso monarca .
naco egiziano Abdelmeslias aveva pubblicato, ABDERAMO II , soprannominato il Vit
ed insieme una professione di fede che fu data torioso. Successe a suo padre Al -Hakem l'an
a Roma il 14 gennaio 1595. Il Moreri per no 822 di G. C. , 206 dell'egira , in età di
tanto cadde in errore facendo il sopraddet- 30 anni . La fortuna gli fu propizia fino dal
to Abdelmeslias patriarca d'Alessandria , suo avvenimento al trono , mentre lo libero
nella sua edizione nel 1759 , poichè questi da Abdallà,suo pro- zio, il quale essendosi le
era un monaco cofto, prete del monastero divato in armi per rapirgli lo scettro, fu inse
S. Macario pel deserto di Egitto , dell'ordi- guito ed obbligalo a chiudersi nella città di
ne di s.Antonio ed uno dei procuratori e degli Valenza , dove mori di rammarico. L'anno
oratori di Gabriele patriarca d'Alessandria . dopo Abderamo s'impadroni di Barcellona
ABDEMELEC , eunuco e servitore del re e ne scaccið i Francesi. Fedele ai disegni dei
Sedecia , avendo inteso che Geremia era sta- suoi predecessori , egli mirava a continuare
to cacciato in oscuro carcere ed insalubre per quella guerra , quando la sollevazione di Me
ordine dei principali di Gerusalemme, ne av- rida e di Toledo lo costrinse a differire l'im
verlì il re , facendogli conoscere l'intenzio- presa.Gli fu duopo ristabilire la calmanel suo
ne che avevano di farlo morire di fame, regno, e scacciare i pirati normanni che sac
perchè il pane incominciava a mancare nella cheggiato avevano le città di Lisbona, di Me
città. Sdegnato il re di questo empio modo dina -Sidonia , di Cadice e di Siviglia. Rias
di operare , affidò ad Abdemelec una scorta' sunte poi le ostili sue mire contro i cristiani ,
di soldati, ordinandogli di estrarre il profe- Abderamo inviò successivamente contro Ra
ta dal carcere, lo che egli esegui tostamente, miro , re di Leone e delle Asturie , due e
in ricompensa di cui ottenne di sentire dal serciti che furono respinti . Dopo lungo alter
profeta come nella presa della città che si nare di vittorie e di rovesci , questo princi
farebbe da Nabuzardan , egli sarebbe salvo pe rinunzio alle conquiste per far fiorire le
dal ferro nemico , cosa verificatasi , l'anno arti in seno alla pace. Cordova fu lastricata ,
del mondo 3416 , avanti G. C. 584 , avanti ed ornata di superbi edifizii ; molte fortez
l'era volgare 588 . ze ed una flottiglia tutelarono la sicurezza
La condotta di Abdemelecco dimostra quan- di essa . La corte di Abderamo divenne la
la nobiltà di carattere egli avesse . E bello ve- più splendida dell'Europa: egli vi fece veni
dere questo straniero intraprendere di togliere re i poeti ed i filosofi dall' Oriente, e la re
il profeta alla vendetta di una fazione pazza e se il soggiorno delle arti , delle scienze e dei
detestabile di Ebrei che volevano la sua mor- piaceri. Nullameno questo principe, di cui e
te, e giungere al compimento dei suoi disegnirano cosi dolci i costumi, fu , a quanto di
con quel coraggio e semplicità nella precauzio- cesi, intollerante. Permise ai mussulmani, con
ne che esigeva il bisogno di una pronta esecu un editto , di uccidere sul fatto tutti quei
zione. Sedecia, abbandonando Geremia si pri- cristiani che parlassero contro il Corano e
vò di quella parte di elogi che si dovettero ad Maometto.
Abdemelecco, e si trasse invece quei rim Abderamo mosso da cieco fanatismo e da
brotti che sono dovuti alla sua debolezza nel pazzo furore nel sostenere la religione di Mao
credere alla volontà dei nemici del santo pro- metto, fierissima persecuzione mosse contro i
feta. Cristiani,che estese per ben sessant'anni i suoi
ABDENAGO. È questo il nome caldeo colpi ; pure sempre si vide nei fedeli la stessa
dato dall' uffiziale del ro di Babilonia ad costanza e lo stesso ardore nel sostenere la ve .
30 ABD-YSU-ABDIA
rità della legge che professavano. Costui , men- ricolare, la venerazione delle sante immagini ,
tre pascevasi dell'orribile spettacolo di una e quasi tutti i riti romani . Interrogato sulla
moltitudine di vittime immolate alla micidia- Scrittura e sulla tradizione, rispose con una
le sua religione, conoscendo inutile il marti- perfetta esattezza, ammise quelli fra i libri
rio ad estirpare i credenti in G. C. , si ri- santi che sono rigettati dai settarii , come pure
dusse a far tenere un concilio a fine di ar- l'autorità dei padri greci e latini , che aveva
restare mediante l'autorità episcopale, l ' ar- letti quasi tutti tradotti in caldaico o in a
dore con cui i fedeli sfidavano la morte. Di rabo ; e , per dir tutto in poche parole , mo
fatti i vescovi proibirono di presentarsi in av strossi istruito fino al segno di recar maravi
venire al martirio . Ma o fosse per la oscurità di glia . La sua giurisdizione stendevasi dalla
un decreto concepito alla foggia di quei tem- Siria sino al fondo delle Indie sui popoli sog
pi in termini allegorici e poco intelligibili , o getti al Turco,al sofi di Persia ed al re di Por
fosse piuttosto per la persuasione in cui si togallo.
trovarono i conſessori che i prelati non aveva ABDI. Tre persone di questo nome abbia
no preleso che di far la vista di contentare il mo nella Sacra Scrittura.
monarca, ognuno di loro interpretò il rego 1. Un levita della famiglia di Merari , no
lamento giusta le personali sue disposizioni. minato perchè avo di Etan o Iditun celebre
Furono adunque vani gli sforzi dello impe- cantore, ricordato nel primodei Paralipomeni,
ranle a giungere al suo fine, ed inutile , al capo 6 , v . 44 , al capo 15 , v . 17 , ed al capo
gni maligna sua arte , con cui tentava di 25 , v . 1 .
far prevalere la sua legge e la sua possan 2. Un levita della stessa famiglia, che fu pa
za sopra i cristiani , che anzi il suo regno fu dre di Cis , menzionato fra quelli che risposero
l'epoca nella quale i cristiani cominciarono ad al pietoso invito del re Ezechia per purifica
adeguarsi in potere ai Mussulmani . Sventu- re il tempio profanato , e ristabilire il culto.
rato nelle sue ultime imprese , Ramirolo vinse , Di questo fa ricordanza il secondo libro dei
l'Aragona ebbe i suoi particolari sovrani ; la Paralipomeni nel capo 29 , v . 12 .
Navarra divenne un regno, tutto il settentrione 3. Un laico , che durante il tempo della
della Spagna in fine si levò contro, di questo schiavitù erasi stretto in matrimonio a don
persecutore della legge di verità e di virtù , na straniera contro divieto della legge, e che
che forni la sua carriera mortale in Cordo- poscia rimandò conforme alla legge , di cui
va colto da apoplessia l’anno 832 di G. , C. in Esdra esigette una perfetta osservanza. I Esdr.
età di anni. 62 , dopo averne regnato tren- 10 , 26 .
tuno. ABDIA . Leggendo la Sacra Scrittura, qual
ABD-YSU . Nella sessione vigesima seconda tro volte troviamo ripetuto il nome di Abdia,
del concilio di Trento si lesse una lettera e ognuna delle quali ci presenta un personaggio
dificante del cardinale Amulio Veneziano di diverso.
nazione, e protettore delle chiese straniere del Il primo è un intendente della casa di Acab
Levante. Facevasi in essa sapere a' padri che bo re di Israello al tempo del profeta Elia.
Abd -Ysu , patriarca di Muzala nell'Assiria, di Durante la siccità e la fame che desolavano la
là dall’Eufrate, era arrivato a Roma per ren Gjudea e la Samaria, secondo la predizione di
der obbedienza al Sommo Pontefice e profes- Eliseo, Acabbo, conforme alla narrazione che ci
sare pubblicamente la fede romana . Si crede presenta al terzo libro dei Re al capo 18 , or
che questo patriarca fosse l' immediato suc- dinò ad Abdia di percorrere le campagne, os
cessore di Sulaka che fece atto di sommes- servando se vi fosse un qualche luogo irrigato
sione sotto il pontificato di Giulio III . Abd-Y- che potesse prestar soccorso agli uomini ed al
su scriveva egli stesso al concilio, che l'ecces- le bestie che morivano di fame e di sete; ordi
so della fatica era la sola cosa che lo trat ne che Abdia esegui fedelmente , e ritrovato
tenesse dal recarsi a Trento giusta il primo mentre facea le sue investigazioni il profeta Elia,
suo disegno, e pregava i padri a spedirgli i lo- gli presto ogni ossequio ed obbedienza, e, secon
ro decreti ,ch'ei voleva puntualmente osserva- do il comando che gli diede,ritornòannunzian
re nella sua chiesa. Mandava egli altresì la sua do ad Acabbo che Elia era arrivato .
professione di fede; in cui diceva in sostan Ecco quanto la Scrittura ci narra di questo
za che credeva col cuore , confessa va con la uomo che in mezzo ad una corte corrotta sep
bocca la fede della santa Chiesa Romana in pesi tener immune da colpa , e mantenere la
tutta la sua estensione , e che approvava lut sua fede al Signore. La prudenza di Abdia
to ciò che questa approva , e rigettava iutto ciò eguaglia la sua fede e la sua obbedienza ; senza
che essa condanna . Ammetteva tutti i nostri cui non avrebbe potuto evitare una morte cru
sacramenti , senza ecceltuare la confessione au- dele pel coraggio con cui tolse al furore della
ABDICAZIONE - ABECEDARIO 51
moglie di Acabbo i cento profeli che nascose e glia di Merari , impiegato da Giosia alla ristau
mantenne in due diverse caverne. razione del tempio di Gerusalemme, come dice
Alcuni credono che questi fosse il medesimo il secondo libro dei Paralipomeni al ca po 34 ,
che è annoverato fra i dodici profeti minori, e vers. 12.
che essendosi fallo discepolo di Elia, Iddio gli ABDICAZIONE . Allo per cui alcuno fa una
comunicò il suo spirito profetico. Altri voglio- semplice e pura rinunzia alla sua carica ; di
no che egli fosse marilo della donna di Sunam versa dalla rassegna (V.), la quale si fa in fa
appo cui alloggiava il profeta Eliseo , che fa vore d'un terzo .
il lerzo centurione inviato dal re Ocozia per La storia ecclesiastica offre un esempio cele
imprigionare Elia ,e che venne risparmiato dal bre di abdicazione nella persona del Sommo
fuoco del cielo. Ma la Scrittura non dice il no- Pontefice s . Celestino V , che cinque mesi dopo
me di questo ultimo messo , e non trovasi al- la sua elezione rinunzio pa pato. Il successo .
cuna prova che ci dimostri essere stato quel- re di lui, Bonifazio VỊII , chiuder lo fece in
l’Abdia di cui parliamo, nè che egli sia il me una fortezza della Campania , dov'era guardato
desimo che il quarto dei dodici profeti minori , giorno e notte , nè veder lo lasciavano a chic
come vogliono alcuni scrillori. chessia . Ved , Celestino V.
Il secondo Abdia è annoverato in quarto ABDIEL, figlio di Guni , era della tribù di Gad ,
luogo fra i profeli minori , avendo scritto un e capo di sua famiglia. ] Par . cap .5, vers. 15 .
solo capitolo contro l'Id uniea . Se questi fosse ABDON . Per cinque volte leggiamo nell'An
il medesimo che il nominato di sopra, conver tico Testamento ripetulo questo nome, sempre
rebbe asserire, che alla corte di Acabbo, pesse- indicante una diversa persona od oggetto .
cutore dei profeti, vi fosse un profeta ; cosa im Il primo è un figlio di Illel , della tribù di
possibile ad ammettersi. E come in vero avreb- Efraimo, giudice d' Israello. Successore di Ahia
be egli potuto starsene in un luogo in cui non lon nell'anno del mondo 2840 , avanti G. C.
poleva , per la corruzione e l'empielà che vi re- 1160, e prima dell'era volgare 1164. Giudico
gnava, adempiere al suo ministero ? Non si può Israello per olto anni , lasciando alla sua morte
neppure supporre che lo esercitasse in secreto numerosa posterità .
verso alcuni fedeli che vi si trovavano di na. Il secondo è un figlio Abiga baon e di Maa
scoslo , come operava l'Abdia menzionato più cha . 1 Par . 8, 29 ; 9 , 35 , 36.
sopra, perciocchè il ministero profetico stabili. Il terzo è figlio di Mica , inviato da Giosia
to per la pubblica utilità si adempiva pubbli- alla profetessa Olda per dimandare consiglio
camente e con pericolo della vita. Nelle sue sul libro della legge che era stato trovato nel
predizioni minaccia , comedicemmo, gl'Idumei tempio. Il Par . 34 , 20 .
di una perdita lotale in pena della inumanità Il quarto è un beniamita figlio di Sesac. I
esercitata contro i loro fratelli. Il profeta li Par . 8, 22 .
rimprovera di essersi congiunti ai nemici di Il quinto è il nome di una città di Aser.
Giuda, quando si scagliavano contro Gerusa. Jos. 21 , 30 ; 1 Par, 6, 74.
lemme, e di aver teso aguati per uccidere quelli ABECEDARII. Eretici provenienti dagliana
che cercavano colla fuga salvarsi. Dice che Ge- ballisti , i quali pretendevano che per salvarsi
rusalemme sarà ristabilita, che la casa d'Israele non occorresse saper leggere nè scrivere, anzi
sarà rialzata e si renderå signora di quelli che neppure conoscerele prime lettere dell'alfabeto :
l'banno dominata ; che essa sarà come un ſuo- da che ebbero il nome. Erano costoro indolli a
co, e la casa di Esaù come paglia. Predisse con tale errore dal principio di Lutero , che diceva ,
Tutta chiarezza il ritorno di Giuda dalla schia- ogni privato esser giudice del vero senso della
vitù. Imita in qualche luogo lo stile di Gere- sacra Scrittura senza ricorrere al magistero
mia , di cui alle volte copia anche le parole della Chiesa e de' Padri. A ciò aggiungeva
Crediamo che le minacce di Abdia contro Storck, discepolo dell'eresiarca , che essendo
Edom avessero effetto in parte per mezzo di Dio stesso quello che illumina ogni singolo fe.
Nabuccodonosor, che nel quinto anno dopo la dele, lo studio delle lettere distraeva dall'udir
rovina di Gerusalemme rivolse le sue forze ne la voce, sicchè chi studiava le lettere trova
contro le nazioni vicine degli Ebrei , e che il vasi in grave pericolo dell'eterna salute.
resto si effettuasse al tempo dei Maccabei. ABECEDARIO . Sant'Agostino chiama salmi
Il terzo Abbia ricordato nel primo libro dei abecedarii (abecedarios psalmos ), quelli i cui
Paralipomeni, al capo 27 , vers. 19, è il padre versi sono segnali o incominciano secondo le
di Jesnaia, che viveva al tempo di Davidde. lettere dell'alfabelo. Un esempio ne abbiamo
Il quarlo finalmente è un levita della fami- nel salmo 118, nel quale gli olto primi verselli
39 ABECOURT - ABELLI
nell'originale cominciano lulti dall'aleph, i della giustizia . Il suo sacrifizio è menzionato
nel canone della Messa con quelli di Abramo
secondi otto dal beth, e cosi di seguito fino agli
e di Melchisedecco.
ultimi olto, incomincianti dal tau , ch'è l'ulti-
ma lettera dell'alfabeto ebraico. ABELIANI . Solto gli imperatori Arcadio ed
ABECOURT. Nella Gallia Cristiana, tomo Onorio, cioè nel quarto secolo, sbucarono nel
VIII, col . 1228, edizione del 1759, solto di l'Africa nelle vicinanze di Ippona alcuni erelici
questo nome trovasi ricordata una celebre ab- detti Abeliani od Abeliti dal nome di Abele.
bazia dell'ordine premonstratense, assai vici- Costoro, ammeltendo il matrimonio, averano
na a S. Germano en- Laye, ch'ebbe a fondatore però per ioassima di vivere colle loro mogli in
nel 1180 certo Guasione, signore di Poissy ,ie una professata astinenza , senza avere mai alcun
la cui chiesa nel 1191 fu consacrata solto commercio carnale colle medesime. Con questi
l'invocazione della B. Vergine. principii ben vedevano che la loro setta di bre
ABEIANZA . Antico vocabolo usato nel di. ve avrebbe avuto fine, e perciò, affine di perpe
ritto, cui i dottori sostituirono le parole jusad
tuarla, adottarono dei figli stranieri , che face
rem , ovvero diritto personale. Questo termine vano eredi di ogni loro sostanza, a condizione
si usava per dinotare una cosa di cui non si che quelli che nascevano da essi appartenessero
era ancora in possesso, ma che si altendeva in al novero loro . Pretendono alcuni che fissasse
virtù di un giudizio conforme alla legge. In- ro i loro principii sul testo di s. Paolo, ove si
torno a questa si può esaminare la estrav. Jo. legge nella prima Epistola ai Corinti al capo
22. de praebend. ni 6.• Decrel. de praebend. c.7 , vers. 29 : « Coloro che hanno mogli , sieno
Si libi absenti, el de elect. c. Quorumdam, el c.
come non ne avesseroalcuna. » Altri da tale
Cum non doceat. opinione dilungandosi, asserirono aver questi
ABEL. V. ABELE. fanatici preso il principio del loro errore da
ABEL . Sotto questo nome inconlriamo due Abele, che ritenevano che si fosse ammogliato,
cillà , una al nord di Damasco fra il Libano e ma che non avesse mai conosciuto carnalmente
l'Antilibano, menzionata nel terzo libro dei Re, la sua moglie. Sant'Agostino però, parlando
al capo 15 , vers. 29 ; l'altra nella Perea, o Ba- delle cresie in apposito libro, ci fa sapere che
tanca al di là del Giordano qualtro leghe da non tardarono molto ad accorgersi della loro
Gadara verso l'oriente. Di questa fa nola il lic follia, per cui in breve ritornarono nel seno
bro dei Giudici al capo 11 , vers. 33. della Chiesa .
ABELARDO . V. ABAILARDO. ABELITI. Vcd . AbeliaNI .
ABELE, secondo figlio di Adamo e di Eva, ABELLI . Solto questo nome si trovano ram .
nacque l'anno del mondosecondo, avanti G.C. mentati due personaggi , i quali si distinsero
3998. Fratello di Caino, con lui offeriva sacri- non solo per integrità di costumi, e sapere in
fizio al Signore, ma con cuore ed intenzioni fallo di cose sacre,ma si bene perciocchè lascia
mollo diverse, per cui Dio mostrò di accettare rono alla posterità alto di trarre alla virtù cri
le offerte del primo, mentre quelle del secondo stiana. Il primo di nome Antonio , dottore della
apertamente non accoglieva. Di ciò Caino con- celeberrima facoltà di Parigi, ed in alto grido
cepi grave invidia, e colse il destro di uccidere di rinomanza del suo sermocinare dal perga
a tradimento l'innocente fratello. La morte di mo, battagliando i vizii , illuminando le menti
questo innocente avvenne l'anno del mondo 130. ed attraendo i cuori alla via del bene, non la .
San Paolo fa l'elogio di Abele , dicendo, che sciava che un discorso intorno alla maniera di
per la ſede offriva a Dio un'ostia più eccellente ben fare orazione, ed ipsieme una breve inter
che quella di Caino, e che fu dichiarata giusta , pretazione della orazione dominicale. A queste
Dio stesso avendo reso testimonianza che accet. devonsi aggiungere allre due operelte, cioè.Cose
tava i suoi doni , e che a cagione della sua fede necessarie da praticarsi al Cristiano, e Cose ne
il suo sangue parla ancora dopo la sua morte. cessarie a conoscersi per un Cristiano; ed in fine
Lo stesso Apostolo paragona la voce del sangue alcuni discorsi sulle lamentazioni di Geremia.
di Abele a quella del sangue di Gesù Cristo , ed Il secondo di nome Luigi, sebbene vescovo di
il Salvatore nell'Evangelio lo pone a capo dei Rhodez, tuttavia lasciava egli pure negli scritti
sanli perseguitati per la giustizia, e lo qualifica il suo nome ; chèabbiamo di lui un compendio
col nome di giusto. Sant'Ambrogio ha enco . di Teologia, edieciolto altri trattali , di cui uno
mialo con molta cloquenza il merito e la san- sui principii della morale cristiana , un altro
tità di Abele in due libri che ha composto so. sull'eresie, un terzo sulle tradizioni della Chie
pra questo soggetto. Si può a tutto diritto an- sa , un altro intorno al culto della B. Vergine,
noverarlo pel primo dei martiri della verità e alcune meditazioni ecc .
ABELONI-ABESAN 33
ABELONI . Lo stesso che Abeliani o Abeli- ti fu stampato a Venezia nel 1526 da Bom
ti . Ved . ABELIANI . berg. Alcune parti di tale grand' opera venne
ABENDANA . (GIACOBBE ), dotto ebreo spa ro separatamente stampate. Non vi si trova
gnuolo. Poiché nel Commentario del Rabbino no nè le allegorie tanto famigliari ai rabbini,
Salomone furono ommesse molte cose intor nè le ridicole inezie della cabala . L'autore
no alle parti scelte della sacra Scrittura che non osò di uscire in aperta censura dei Carai
aveva impreso ad illustrare , cosi Abendana , ti , nemici delle tradizioni , perocchè i dotti ed
osservatane la mancanza, formò uno spicilegio il suo popolo erano attaccatissimi al metodo
delle cose suddette ; ed a questo aggiunse un loro , ma si astenne dal farne uso, e si valse
altro commentario sui passi scelti,sulle parole con discernimento dell'autorità degli antichi ,
e le cose più astruse della Scrittura, che pub- indagando con esattezza il senso grammaticale
blicò a Francoforte sotto il titolo La perfezio delle espressioni, e spiegando il testo più let
ne della bellezza. teralmente che gli fu possibile. Il suo stile,
ABEN -EZRA O ABEN-ESDRA (ABRAHAM vago per eleganza , è però conciso soverchio ed
Ben-Merr), celebre rabbino spagnuolo, sopran- a tale che fassi oscuro, onde fu d'uopo com
nominato, per le immense sue cognizioni, il porre dei commentarii per ispiegare i commen
Saggio , il Grande , l' Ammirabile , nacque , tarii suoi . Arn . Pontaco pubblico una traduzio
secondo l'opinione universale, a Toledo nel ne latina dei Comentarii di Aben - Ezra , sopra
1119. Fu ad un tempo astronomo, filosofo , Abdia , Giona e Sofonia, Parigi , 1569 , in 4º .
medico , poeta , filologo e grammatico , pos- Leusden ne pubblicò una secondanel 1662 ad
sedeva a fondo tutte le lingue dei dotti , ed Utrecht . Il testo ebreo' di Aben -Ezra sopra
era versatissimo nella letteratura araba. Gli Gioele fu stampato a Parigi nel 1563,e poscia.
scrittori ebrei lo decantano in oltre siccome con note da Leusden ad Utrecht nel 1636 .
abile cabalista, ed uno dei più celebri inter- Roberto. Stefano stampò a Parigi nel 1556 in
preti della sacra Scrittura . Aben -Ezra si de un volume in 4 il Commentario d ' Aben
dicò di fatto ad ogni maniera di cognizioni Ezra sopra Onia, unitamente a quelli di due
e le perfezionò con luoghi viaggi nell'Inghil- altri rabbini. Il Cantico dei Cantici venne se
terra , in Italia e nella Grecia. Venne soprat- paratamente stampato a Parigi nel 1870. Si
tutto in grido per le sue ardite interpreta- pubblico inoltre a Costantinopoli, nel 1532 il
zioni della Scrittura : sostenne che gli E- suo Commentario sulla Legge. Non si trova
brei non avevano traversato il mar Rosso per ormai quasi più l' edizione fatta a Napoli del
prodigio, ma che Mosè approfitto di un ri- suo Commentario sul Pentateuco .
flusso all'estremità del golfo per trarsi al E qui non è da tacersi come intorno alle
l'opposta sponda. Questi tanta riputazione si sposizioni singolari ed arrischiate , ed alle sen
acquistò nell' astronomia, che i più celebri tenze nuove che occorrono nei comenti di
dotti di quel tempo adottarono le sue scoperte. Aben -Ezra sui libri sacri, le opinioni sono di
Nondimeno sembra che quelli i quali gli vise, e parecchi rabbini d'Italia, come avverte
hanno attribuito l'invenzione del metodo di R. Beniamin Espinorsa nel suo commento su
dividere il globo celeste in due parti me quello di Aben -Ezra, sopra i Profeti e gli
diante l' equatore , ignorassero come questo Agiografi, tengono che fossero aggiunte dai
metodo è tanto antico, quanto l ' astronomia. suoi discepoli. Rossi poi non esce in posi
La biblioteca della Sorbona possedeva una tiva sentenza nè sull'epoca della nascita ,
Traduzione francese della Sfera di Aben -Ezra nè su quella della morte di Aben -Ezra , né
fatta nel 1275 da mastro Deiade.È da creder- afferina che precisamente avvenisse in Rodi:
si che quel dotto rabbino avrebbe spinto più Osserva egli che le epigrafi delle sue opere in
oltre gli innumerevoli suoi lavori , se la morte dicano come Aben - Ezra viveva tuttavia nel
non lo avesse colto a Rodi nel 1174 , nell'età l'anno 1167. Posteriore dunque deve essere
di 55 anni . la morte a tale anno , e siccome gli stori
Siccome le epoche della sua nascita e della ci convengono che visse 75 anni , e non 55 ,
sua morte non sono onninamente precise, co come abbiamo detto con la opinione di Dep
si non mancano alcuni che lo fecero vivere si. ping , se per l ' epoca della sua morte si fis
no agli anni 75. Comunque sia , fu durante i sa l'anno successivo al 1167 , cioè l' anno
suoi viaggi che Aben -Ezra , dedicatosi con e- 1168 , ne risulterebbe che egli fosse nato
sclusione alla cultura delle scienze e delle let nell ' anno 1093 .
tere, compose gran parte delle sue opere , tra ABESAN , ovvero Ibsan, era della tribù di
cui non parleremo che di quelle le quali al . Giuda, e fu ottavo giudice d'Israele. Successe
la nostra materia appartengono . a Jefte in questo uffizio l'anno del mondo
suo Comentario compiuto sui libri san 2823. Mori a Betlemme, ed ivi ebbe tomba, se
Encicl. Eccles . Vol. I. Fasc . I. 5
ABESTA --ABIBAS
condo il libro de'Giudici al capo 12 vers . 10 . cha figlia di Criele o di Abessalom , troviamo
A questo successe Ajalon nel governo d'Israel- scritto al terzo libro dei Re al capo 15, e nel
lo l'anno del mondo 2830 , ay . G. C. 1470 . secondo dei Paralipomeni al capo 13. Costui ,
La Scrittura non determinando a qual Bet sucessore del padre nel regno lo fu anche
lemme egli appartenesse, insorse questione sul nella empietà e non tenne lo scettro che per
fissare la vera città; per cui il Coquerel fu di tre anni , lasciando Asa per suo successore l'an
opinione che egli fosse di Betlemme di Zabu- no del mondo 3049 , av . G. C. 951 .
lon , mentre Giuseppe, nelle sue antichità , lib. Sotto di questo nome il secondo libro dei
5 , cap. 9 , sostiene che ei fosse di Betlemme Paralipomeni ricorda al capo 29 , vers . 1 , una
di Giuda . donna che fu madre di Ezechia re di Giuda.
ABESTA , ovvero Avesta. Commentario Credesi che ella fosse figlia di quel Zaccaria,
del Zend , libro sacro dei Persiani, il quale sommo pontefice, che per comando di Gioas
dai sapienti del paese viene attribuito a Zo- fu ucciso fra il tempio e l'altare.
roastro . L'Abia ricordato nel primo libro dei Para
ABGARO . Nome comune a parecchi regoli lipomeni al capo 24 , vers . 10 , era un di
d ' Edessa in Mosopotamia, che regnarono con scendente di Eleazaro figlio di Aronne, e fu
pochi intervalli dal secondo secolo av . G. C. capo di una delleventiquattro classi sacerdo
fino al terzo secolo dell'era cristiana. tali , in cui Davidde divise i ministri del tem
Uno tra essi è conosciuto nella storia eccle-
pio. Zaccaria, padre di Giovanni Battista , era
siastica per quello che ne narra Eusebio (libr.della classe di Abia, ottava fra le ventiquattro .
I , cap. 13 ) . Secondo il detto storico , Abgaro Anche il figlio di Bechor , 1 Par . 7 ,
scrisse a Gesù Cristo pregandolo a venire a 8 , e la moglie di Esron , da cui nacque
guarirlo d'una malattia ; il Salvatore gli rispo-
Asur, padre di Tecua, 1 Par . 2 , 24 ,addiman
se e promise mandargli un suo discepolo. E davasi Abia.
difatti, sempre secondo Eusebio, dopo l'Ascen ABIATAR , figlio di Achimelecco, decimo.
sione, s. Tommaso mandò s. Taddeo che guari pontefice degli Ebrei. Alle volte addiinandasi
Abgaro e convertì la città di Edessa. Eusebio anche , Achimelecco , ovvero Ahimelecco . 1 .
riporta lettera e risposta , e dice averle tratte
Reg. 21 , 1. Alloraquando Saul , preso da sde
dagli archiviid’Edessa e tradotte dall'originale
gno contro i sacerdoti di Nobe, inviò chi li
siriaco in greco. I critici si divisero d'opinione
ponesse a morte, Abiatar, che era ancora gio
intorno alle dette lettere e al fatto cui si riferi-
vanetlo , scampo dalla strage , ricovrandosi
scono ; ora però tutti si accordano nel ritenerle
nel deserto appresso Davidde. 1 Reg . 22 , 11 .
come apocrife. Fatto è che la Chiesa non pensò Tenne il sommo sacerdozio nel tempo in cui
mai a porle nel numero degli scritti canonici. Saule trasportò questa carica dalla famiglia di
ABIA . In varii luoghi della Sacra Scrittu-
Itamar in quella di Eleazaro, eleggendo Sadoc
ra trovasi ricordato il nome di Abia , per cuia sovrano pontefice. Così v'ebbero due gran
converrà osservare quali persone sieno desi- sacerdoti nel medesimo tempo in Israel
gnate sotto questo nome medesimo. lo , Abiatar dalla parte di Davidde, Sadoc da
E per primo il menzionato nel primo dei quella di Saule. Sadoc rimase dopo la morte
Re al capo 8 , v. 2 , e nel primo dei Paralipo-di Abiatar sino sotto il regno di Salomone, sot
to cui la sola stirpe di Sadoc esercitò le fun
meni al c . 6 , vers. 28 , e il secondo figlio di
zioni sacerdotali a preferenza della casa di ]
Samuele, fratello di Joele. Fu questi che aven-
do disgustato il popolo per la sua mala am tamar che venne espulsa, secondo la predizio
ne di Eli . 1 Reg. 2 , 50 e seg .
ministrazione della giustizia, lo trasse a chiede-
re un re a Samuele , cosa avvenuta l'anno del San Marco ( 2 , 26 ) chiama Abitar il som
mondo 2909 , av . G. G. 1191 . mo sacerdote Abimelecco o Achimelecco che
Nel terzo libro dei Re si parla di un nuovodiede a Davidde la spada di Golia e i pani della
Abia al capo 14 , vers . 1 , ec. E questi era figlio
proposizione.
di Geroboamo, primo re delle dieci tribù . Ca ABIB.Fu questo il nome che gli Ebrei da
duto questo giovane in gravissima infermità, vano al primo mese del loro anno santo, come
sua madre consultò sull'evento il profetaAbia, abbiamo dal capo 13 , vers . 5 dell’Esodo. In
ed ottenne in risposta che egli morrebbe, e cheappresso fu nominato Nisan ( V.) , e risponde
sarebbe il solo di tutta la sua famiglia cui ver-
al nostro mese di marzo.
rebbero impartiti gli onori della sepoltura. ABIBAS , ovvero Abidas, figlio di Gamaliele,
Mori infatto al ritorno di sua madre l'anno il quale, siccome suo padre, essendosi converti
del mondo 3046 , av . G. G. 954 . to al Cristianesimo , ebbe il favore, dopo sua
Un altro Abia , re di Giuda e successore di morte , di essere sepolto nella medesima tomba
Roboamo, la cui madre addimandavasi Maa- in cui si era collocato s . Stefano.
ABIDAN- ABILENE 35

ABIDAN , figlio di un uomo nominato Ge- caduto infermo, in breve forni il mortale suo
deone della tribù di Beniamino, si trovò capo corso .
della sua tribù al tempo dell'uscita dall' E ABIGAILE fu anche una sorella di Davidde ,
gitto, e dell'erezione del tabernacolo. Num .A , moglie di Jether, e madre di Amasa.
11 ; 10 , 24 ; 22. Offrì, al pari degli altri ca ABIGEATO . Con questo nome si intende
pi , un bacino d'argento del peso di 130 sicli , una fraudolenta rapina di pecore , buoi, caval
un piatto d'argento di 70 sicli , un vaso d'o- li , od altro di simil genere fatta nei pascoli,
ro di 10 sicli ripieno d'incenso , un bue , un ovvero fra l'intero cumulo ed unione del
ariete , un agnello di un anno per essere offerti gregge, come si ha dalla legge 1 , S 1., ff. de
in olocausto ; due buoi , cinque arieti , cinque Abigeis. E fu detto propriamente preda
capri, cinque agnelli pel sacrifizio pacifico ,ed fraudolenta nei pascoli , o fra l'unione del
un irco per i peccati. l'intero gregge , perciocchè se taluno dera
ABIEZER , della tribù di Beniamino, della basse pecore , buoi , cavalli , od altro di simil
città di Anathoth , era uno dei trenta prodi genere che andasse errando , o fosse rimasto
dell'armata di Davidde. 2 Reg. 23 , 27 ; 4 nei pascoli , dopo che la massa fu condotta al
Par . 11 , 28 ; 27 , 12 . l'ovile, allora egli non acquisterebbe il nome
Un altro Abiezer figlio di Galaad , che lo di abigeo, ma di ladro , secondo la legge so
era di Machir , è rammentato nel libro dei praccitata e l'altra num. 47 , lit. 14.Cosi pu
Numeri al capo 26 , vers. 30 , ed in Gios.,cap . re abbiamo delto fraudolenta rapina di peco
17 , vers. 9. Questi fu uno dei primi ad im- re, buoi, cavalli, ec ., in numero del più , per
pugnare la spada per iscuotere il giogo dei ciocchè se della frode taluno usasse per rapi
Madianiti , all'invito che venne fatto da Ge- re un bue , un cavallo , una pecora , non
deone al suono di tromba . Jud. 6 , 34 . sarebbe denominato abigeo , ma ladro ; ricer
ABIGABAON , altrimenti Ner, padre di Ab- candosi a commettere l'abigeato che il furto
don , di Gis ec. , uno degli avi di Saule, e dei si estenda sopra varii oggetti, trovandosi scrit
principali abitanti di Gabaon. Abi-Gabaon to nella legge final. ff. de furtis. Abigeus non
era il soprannome di Jehiel padre di Ner, di est, sed simplex fur, qui de grege ovium minus
quel Ner cioè che nominavasi anche Abiel . 1 quam decem , et de grege pecorum minus quam
Par . 8 , 30. Era per conseguenza bisa volo di quinque abducit.
Saule. Questo Jehiel soprannominato Abi In quanto ai doveri di coloro che commet
Gabaon , era lo stesso che Seror, figlio di Be- tono l'abigeato, a non moltiplicare la materia
chorath, figlio di Afia, figlio di un uomo del- senza necessità, ne parleremo all'articolo Re
la stirpe di Beniamino. 1 Reg. 9 , 1 . STITUZIONE , dove saranno esaminati i singoli
ABIGAILE . Da prima fu moglie di Nabal doveri di coloro che divennero ingiusti pos
del Carmelo, poscia divenne sposa di Davidde, sessori delle altrui sostanze , secondo i varii
il quale ad essa prese affetto , allora quando modi con cui ciò può accadere.
gli si presentò offrendo dei doni per calmare ABIHAIEL. Fu questi padre di Suriel
il suo furore contro Nabal , che aveva a lui della famiglia di Merari , secondo il libro dei
ed ai suoi negato soccorso ed alimento mentre Numeri , cap. 3 , vers . 33 , 35 .
fuggiva lo sdegno Saule, trattando con in ABIHAIL . Da prima indica questo nome il
giuriose parole e minacce i petenti . figlio di Huri , e il padre di Michael, di Mo
Se in Nabal discendente di Caleb ,ben lun- sollam e di altri . 1 Par. 3 , 14 .
gi dall'osservare le belle qualità di quest'uo In secondo luogo così chiamasi il padre
mo, altro non vedesi che un sommo orgoglio, della regina Ester ed il fratello di Mardocheo .
e grandissimi difetti accompagnati a molte Esth. 2 , 15 ; 9 , 29 .
ricchezze ; chè era costui duro, brutale, per In terzo luogo porta questo nome una figlia
verso ; in Abigaile discopresi, secondo la nar di Eliab , fratello di Davidde, e sposa di Ro
razione del primo libro dei Re al capo 25 , boamo re di Giuda. Questa donna fu madre
vers . 15 e seg. , congiunta a rara beltà una di Jehus, di Somoriam e di Zoon , come di
grandissima prudenza. E fu a queste in uno mostra il secondo libro dei Paralipomeni al
alla prontezza nella esecuzione dei suoi saggi capo 11 , vers . 18 , 19 .
consigli, che Nabal dovette la propria vita, e Finalmente indica la moglie di Abisur ,
la salvezza delle sue sostanze, quella vita che da cui nacquero Abobban e Molid . 1 Par.
egli poscia a lungo non tenne, perchè passato 3 , 19 .
l'istante del suo tratto superbo ed orgoglioso, ABILENE . Piccola provincia nella Celesi
e considerato pacatamente il pericolo massimo ria fra il Libano e l'Antilibano, di cui per
della vita e delle sostanze cui erasi esposto , lungo tempo Lisania tenne il governo. Abela
fu da tale e tanto spavento sopraffatto , che , ovvero Abile ne era la capitale e trovavasi al
36 ABIMELECCO-ABISAG

nord di Damasco e di Paneade , ed al mezzo- gli tesero insidie , favoriti da Gaal figlio di
giorno di Eboli . -- Dicesi anche Abilina. Luc. Obed . Seppe Abimelecco la cosa e raccolla
cap. 3 , vers. 1 . gente agguerrita marciò contro la città , se ne
ABIMELECCO.D'un Abimelecco re diGe- impadroni,“la distrusse , e in un con essa la
rara nell' Arabia Petrea parla il capo 20 della torre di Sichem , non risparmiando la vita a
Genesi . Questi nel pellegrinaggio di Abramo, chiunque là si trovava. Poscia voltosi a The
invaghitosi di Sara che riputava sorella del bes , la strinse d'assedio , ed era già per ap
sant' uomo , fece che a se fosse condotta, e già piccarvi il fuoco alle porte, quando una don
la riteneva appresso di sè per gioirne, quando na , gittatogli sul capo un pezzo di maci
minacciato da Dio di gravi castighi, la ritornò na , gli ruppe il cranio. Sdegnato di vedersi
tostamente al marito, rimproverando Abramo ferito per mano muliebre, la sua superbia non
di averlo ingannato additandola per sua sorel- gli permetteva di sopravvivere alla ignomi
la. Aggiunse alla ritornata consorte magnifici nia , onde pregò il suo scudiere di finirlo ; e
doni. Si ritiene da alcuni che questo Abime- questi senza frapporre il menomo indugio gli
lecco poscia stringesse con Abramo quell'al- diede la morte. Cosi in mezzo alle sue scel
leanza di cui parla la Genesi stessa al capo leratezze trovò il meritato castigo , ed in uno
vigesinio primo . con esso i Sichimiti seppero qual vantaggio
Di un secondo Abimelecco fa menzione il avvenga dallo assecondare le mire ambiziose e
ca po vigesimosesto della Genesi . Questi era crudeli degli empi . Si esamini il capo 9 del
probabilmente figlio del precedente, e questi libro dei Giudici .
fu pure colui che riprese Isacco perchè fingeva ABINADAB. Porta questo nome : 1. Un
che sua moglie fossegli invece sorella, per ti- fratello di Davidde, che era secondo figlio di
more che, dicendo la verità , venisse ucciso. Isai. 1 Reg . 16 , 8 ; 17 , 13 ; 1 Par . 2, 13 .
La quale ragione com’ebbe manifestata ad A- 2. Un figlio di Saule. 1 Reg. 31 , 2 . 3. Un
bimelecco questi diede ordine di non insul- levita di Gabaa, nella cui casa fu portata l'ar
tare menomamente la moglie d ' Isacco , mi- ca del Signore , rimandata da’ Filistei , al
nacciando di morte chiunque avesse osato farle tempo di Samuele. A Reg . 7 , 1 ; 2 Reg . 6 , 3 .
il menomo insullo . Rimase adunque tranquil ABINOEM, Uomo di Cedes nella tribù di
lo Isacco nel costui reame, e benedetto dal Si- Neftali, padre di Barac ( V.) che fu giudice
gnore tanto crebbe in potenza da far che in con Debbora .
gelosisse il medesimo re , e gli ordinasse ABIRAM . Figlio primogenito di Hiel di
di ritirarsi dai suoi dominii : lo che Isacco to- Bethel . Allorchè Giosuè prese Gerico , pro
stamente eseguì . Ma Abimelecco venne tanto- nunziò maledizione ed esterminio contro
sto a lui accompagnato da Ochozat suo amico chi cercherebbe di riedificarla ( Jos. 6 , 26 ) ;
e da Phicol duce dell'esercito , chiedendo ami- ciò che ebbe effetto quando Hiel tentò l'im
stà. Isacco, dimentico di ogni ingiuria a torto presa ; chè fino dallo incominciarla Abiram
ricevuta , amichevolmente trattolli , e con essi mori e con lui tutti gli altri suoi fratelli . 3
strinse vera alleanza , ed in pace sen visse. Ta- Reg. 16 , 34 .
le avvenimento accadeva l'anno del mondo ABIRON . Uno dei congiurati contro Mosè
2200 , avanti G. C. 1800. - ed Aronne, che con Core, Dathan ed Hon ten
Il terzo Abimelecco è quel sacerdote del Si- tarono di usurpare il principato ed il sacer
gnore che diede a Davidde la spada di Golia dozio , ciò che andò loro fallito, perciocchè
quando egli fuggiva perseguitato da Saule . Os- ingoiato fu dalla terra coi suoi compagni , e
servisi che il leslo ebreo, in vece di questo no pagarono tulti la pena del loro delitto.
me, legge Achimelech ( 1 Reg. 21 , 9) , e nell'E ABISAG. Una vergine di Sunam nella tribů
vangelio di s. Marco è detto Abiatar al capo 2. di Issacar. Davidde,essendo dell'età di sessanta
vers . 26 . i anni , dopo un regno agitato da intestine discor
Abbiamo anche un quarto Abimelecco, che è die e da altre sventure ed afflizioni per quasi
figlio di una moglie di Gedeone, fra quelle di quaranta anni , trovasi così debilitato per
secondo grado . Costui,col mezzo dell'ardimen- mancanza di calori e di forze,chei medici alla
to e della superbia , fattosi riconoscere dai Si- conservazione della sua vita ordinarono che da
chimiti qual re, per tre anni fece loro sentire una qualche giovane ei fosse riscaldato. A tale
giogo di ferro e di crudeltà. Fra'suoi delitti si oggetto venne scelta Abisag, che era una delle
annovera l ' aver barbaramente uccisi sopra più belle donzelle di tutto Israello. 3 Reg. 1 ,
una medesimapietra sessantanove dei suoi fra- 3. Davidde la prese per moglie, mai però la co
lelli . Ma la tirannia di lui non tardò a dive- nobbe. Adonja , dopo la morte di Davidde, la
nire esecrabile ai suoi sudditi , i quali , men chiese in isposa: ma Salomone, accorgendosi
tre egli recavasi ad Orfa , si ribellarono e che egli voleva con questo matrimonio aprirsi
ABISAI-ABISSINIA 37
la strada al regno , lo fece morire. 3. Reg . religione abbracciata dalla corte e da gran
2 , 25 . parte degli abitanti , ma poi la chiesa di Abis
ABISAI . Era questi uno dei prodi del suo sinia continuò, nel quale prevalse la religio
tempo, ed uno dei principali generali dell'ar- ne romana, a dipendere dal patriarca di Ales
mala di Davidde . JI Calmet lo fa figliuolo di sandria , è ad osservare le dottrine ed i riti
Zuri e di Servia sorella di Davidde ; non di quella chiesa ; per cui fra gl'infeliei Abis
saprei però donde egli ritraesse tale cognizio- sini si rinnovarono i prischi errori , e funestis
ne, poichè questo nome Zuri non trovasi sime false dottrine . Poco dopo tale epoca re
nella Serittura , la quale parlando di Abi- gnava Elesbaan , il più potente principe, ed il
sai, di Gioabbo e di Asael , non nomina che solo conquistatore che abbia mai occupato il
Sarvia loro madre. La disfatta di diciottomi- trono abissino. Dopo lui nuove tenebre, nuo
la Idumei nella valle delle Saline, sommessio- va incertezza. Vantano i maomettani , egli è
ne dell ' Idumea a Davidde ( 1 Par . 18 , 12 ) , vero, di aver piantato in Abissinia la loro fede,
la sconfitta degli Ammoniti vicino a Maacha ma la asserzione non giustificano nè colla sto
( 2 Reg. 2, 14 ) , la cacciata dei Jebusei dalla ria né colla tradizione locale. Fatto più certo
cittadella di Sion , la morte del gigante Je- è lo stabilimento in quel paese, avvenuto in
sbibeno nel momento che era per ferir Da- questo torno di tempo, di un gran numero di
vidde, la sua collera contro Semei , per cui era Giudei risospinti verso l'Occidente dalle con
già per ucciderlo nelle vicinanze di Baburim , quiste dell'islamismo. Diversi tentativi fatti in
se Davidde non lo impediva, sono azioni ope- appresso dalla Chiesa Romana, per convertire
rate da Abisai, che attestano quanto fosse il alla fede cattolica gli Abissini , altri risultati
suo valor militare, la sua forza nel maneggio non ebbero che conflagrazioni civili e persecu
dell'armi , la sua devozione al suo signore zioni . Ma la sposa vera di Gesù Cristo nel cui
Davidde. seno arde continuamente quella vivissima
ABISSINI . Questo nome è conosciuto nel- fiamma della carità portata in terra dal divi
la ecclesiastica storia perchè presenta una set- no Maestro, non cessa di lagrimare sulle sven
la cristiana stabilita in Abissinia , la quale è ture di quei miserabili nè stancasi d’inviare
una ramificazione di quella dei Cofti . E per. ad essi i suoi figli, quali sorretti dalla grazia
ciocchè questi niegano le due nature in Ge pericoli e tribolazioni quotidianamente si
sù Cristo, nel quale vogliono che una sola espongono, affine di togliere le fitte tenebre
ve ne sia , e rigettano il celebre concilio di che regnano in quel paese, e diffondervi la
Calcedonia, cosi pure tale falsa dottrina gli luce dell'evangelica dottrina , l'unica per la
Abissini professano , laonde vengono addi- quale si possa acquistare l'eterna vita. Intor
mandati Eutichiani e Monofisiti. Ma se in no a ciò più propriamente diremo all'artico
lale caso ai Cofti si uniformano, da essi pe- lo ABISSINIA (Chiesa d ' ) .
rò e dalle altre sette giacobite differiscono ABISSINIA . I popoli dell'Etiopia che oggi
per alcuni usi nazionali. Un vescovo o me di si dicono Abissini, avevano ricevuto la fede
tropolita, cui si dà il nome di Abuna , che fin dai primi tempi della Chiesa, e , giusta le
significa padre nostro , governa la chiesa abissi- loro tradizioni, per le cure dell' Apostolo s.
na, e questi dipende dal patriarca cofto , che Matteo e dell'eunuco della regina Candace; ma
risiede in Alessandria, e dal quale solamente il corso dei secoli e le difficoltà della comuni
i sacerdoti sono ordinati . Fanno preghiere cazione col centro del Cristianesimo ne aveva
pei defunti , ed invocazioni agli angeli e santi, no talmente alterata la religione,che pur trop
e tale e tanta è la venerazione verso la Vergine po più non sapevasi qual nome se le dovesse
Maria, che i Gesuiti recatisi nei loro paesi dare. Erano costoro al tempo stesso battezzati
onde cercare la unione di quegli sventurali e circoncisi,avevano similmente preso diverse
alla vera Chiesa di Gesù Cristo, ebbero gravi osservanze dai Maomeltani e dagli idolatri da
accuse da essi sopra un tal punto. Venerano cui erano attorniati; e,ciò che forse gli allon
le immagini dipinte, ma le abborriscono in in tanava anche più dalla santa unità ,era il rico
statua o rilievo, tranne la Croce. Dicono l'ani- noscere per capo della Chiesa il patriarca di
ma umana increata, asserendo che in sei gior. Alessandria, il quale, già seguace dello scisma
ni Iddio aveva terminate tutte le sue opere. e della eresia diEutiche, ispirava loro la mag
Ammettono i libri apocrifi ,ma ritengono sicco- giore avversione pel nome latino. Essendo ca
ine autentici i canoni degli Apostoli e le co- duto nell'animo ad alcuni avventurieri porto
stiluzioni apostoliche. Il cristianesimo fu in- ghesi di scoprire il famoso prete Gianni , il
trodotto fra gli Abissini nel quarto secolo qual passava per un possente monarca cristia
per opera di Frumenzio che s. Atanasio loro no stabilito in mezzo agli idolatri, ed essendo
diede per primo ' vescovo . Fu allora questa eglino penetrati pel mare dell ' Indie nell'im
38 ABISSINIA

pero dell'Abissinia , ne confusero il sovrano agli avvenimenti che potessero sopraggiunge


con quell'antico monarca lartaro , il cui in- re, dichia rolli ambidue successori al patriar
forme cristianesinio poteva realmente parago ca. Ignazio uni ai tre prelati dieci scelti coo
narsi con quello degli Abissini . Gli parlarono peratori, perchè faticassero sotto i loro ordi
dei misteri della fede, e siccome quel princi- ni , e diede ad essi una lettera non men com
pe, per dome David , era virtuoso ed uomo di movente che istruttiva pel re degli Abissini .
to senno , gli piacquero tanto i loro prin- In essa raccomandava il drappello apostolico
cipii , che non volle più riconoscere il pa- formato sul modello della società di Gesù
triarca di Alessandria , ma anzi prestò ubbi- Cristo e degli Apostoli , cioè di un capo e di
dienza al Papa , inviandogli una solenne am- dodici discepoli tutti disposti a sacrificare an
basceria. che la vita per la salute del principe e dei
Dopo la morte di David , Claudio suo figliuo- suoi sudditi . Del resto esponeva egli in quel
lo e successore, educato nella religione roma la lettera le prove le più sode e le più evi
na ed alleato del re di Portogallo , da cui ave- denti cosi della unità cattolica, come del pri
va ricevuto soccorsi essenziali in un'occasione mato del successore di Pietro, che è il centro
che si trattava della sua corona , pregollo a di cotesta unità, e da cui deriva la pura dot
procurargli similmente alcuni uomini capaci trina della fede cristiana.
a combattere i nemici della salute. Il re di I missionarii s' imbarcarono a Lisbona ,
Portogallo, di concerto col Sommo Pontefice, direttamente se ne andarono alle Indie, affine
giudicò che per sodamente stabilire quella d'informarsi dello stato in cui trovavasi al
Chiesa, faceva di mestieri darle un patriarca lora la religione in Etiopia. La precauzione
ed alcuni vescovi almeno per le sediprinci- non poteva essere più saggia ; intesero che il
pali , e credette di non poter meglio dirigersire Claudio, delto altrimenti Asnasaghez, erasi
che al fondatore della fervente compagnia di lasciato riguadagnare dai Cofti , ossia Euti
Gesù . Al solo nome di patriarca e di vesco- chiani , e che non era in alcun modo disposto
vo, Ignazio tremò come al maggior pericolo a ricevere la fede cattolica. Non si giudico
che potesse correre il nascente suo ordine ; opportuno di esporre la persona del patriarca.
ma riflettendo poi che un patriarcato e simi- Quidi fu mandato Oviedo con alcuni altri dei
li vescavadi erano meno dignità che croci ,ac- suoi compagni , che nulla poterono ottenere
cordò ciò che il principe domandava e gli no- nell'animo del principe nel poco tempo che
mind tre soggetti di una capacità e di una gli restava da vivere, e che cercarono la loro
eminente virtù . Nugnez era messo in capo di consolazione fra quelli dei suoi sudditi che
lista , come colui che Ignazio desiderava che avevano conservato disposizioni più favore
fosse fatto patriarca , senza però manifestare voli alla predicazione della vera fede. Essendo
apertamente una tal brama. Nugnez avea fa- rimasto ucciso Asnasaghez in una irruzione
ticato a lungo in Africa tanto per la libera- di Maomettani suoi nemici , Adamas suo suc
zione degli schiavi quanto per la conversione cessore dichiarossi apertamente contro gli o
dei ripnegati , e trovavasi allora a Lisbona , perai apostolici , e fu uno dei più crudeli per
ove gli interessi della sua missione lo avevano secutori dei veri cristiani . Intanto il palriar
obbligato a fare un viaggio. I due vescovi , ca Nugnez , non volendo lasciare inutile la
che il loro generale aveva ideati, erano Ovie- grazia della sua consacrazione, volse gli sguar
do e Carnero. Tutti e tre parvero anche più di verso la China, ove ebbe la sorte di aprir
costernati che il santo fondatore, allorché lo- la porta al Vangelo .
ro si parlò di mitra e di pallio. Nugnez scris Comunque fino da quel momento venissero
se a Roma , che gli piacerebbe infinitamente in mille svariate maniere perseguitati i cri
più di passare il restante dei suoi giorni alla stiani , ed insultata la religione di Gesù Cristo
catena cogli schiavi di Barberia,che di sedere dagl'iniqui settarii dell’empietà, pure la Sede
nel primo posto nella casa del Signore . Ricu- Apostolica non perdette di vista quelle genti
sarono essiunanimemente ed invincibilmente, infelici, e madre amorosa in ogni modo procu
fintantochè il vicario di Gesù Cristo non ebbe rò di trarre dalla via di iniquità gli infelici, e
loro fatto un comando assoluto di accettare . ricondurli nel grembo della verità e della vita .
Oviedo e Carnero andarono dall'Italia a Non mancarono mai di quei prodi che, consa
raggiungere Nugnez a Lisbona, ove lutti e tre cratisi al Signore, e fatto voto di loro vita pel
furono ordinati vescovi.Il Papa nominò que- bene delle anime, assistiti dalla grazia e forti
st'ultimo patriarca, e gli mandò il pallio con ficati dalle benedizioni del Cielo, intrepidi af
facoltà illimitate cosi per l'Etiopia , come pei frontarono pericoli e la istessa morte affine
paesi vicini . Fece Oviedo vescovo di Nicea , di sgombrare le tenebredello intelletto, e farche
Carnero vescovo di Gerapoli ; e avuto riflesso la vera luce dell'Evangelio d'infra quei mise
ABISSINIA (Chiesa D')-ABISSO 59
randi brillasse . Da una nota di Mons . Masaja, Nato e cresciuto nell'islamismo , si fece cri
vicario apostolico dei popoli di Galla, che tra- stiano per occupare il trono di Devra- Tabord ;
scriviamo, si avrà donde conoscere qual sia lo ma sempre mussulmano di cuore, tradisce in
stato attuale dell'Abissinia per ciò che risguar- secreto la religione che in pubblico va pro
da la religione. fessando. Nei suoi stati i settarii di Maometto
« L'importanza di questa missione , dice empiono tutti gli impieghi principalissimi, si
egli , consiste, non tanto nel numero dei suoi spartiscono fra sè le spoglie delle chiese, e
neofiti, che non oltrepassano i dieci mila , possono impunemente fare proseliti colla
quanto nella necessità di serbar ai cattolici violenza e colle baititure. Il medesimo si può
quest' unica via di comunicazione coll’Africa dire del regno di Choa , ove i Mussulmani go
centrale. Si sa , che l'islamismo guarda tutte le vernano sotto il nome del principe.
coste di questo ampio continente ; che un im » Laonde si dee conchiudere, l'elemento av
menso cordone di popoli fanatici , di conti verso alla nostra fede nell ' Abissinia essere ,
nuo incitati dagli emissarii della Mecca , im- non tanto l'eresia , quanto il maomettismo ,
pedisce ai cristiani di penetrare nell'interno . molto più formidabile di lei . Del resto si so
Ma passate quelle frontiere, incontransi tribù no collegati insieme nella persona del Ras ed
errant le migliori dell'Africa , le quali pro in quella dell' Abuna , per soffocare la mis
mettono ricca messe agli apostoli ,quando que- sione cattolica. E l'ultima persecuzione non
sli abbiano la fortuna di giungere sino ad es fu altro che il risultamento del loro accordo
se . Ora, l'Abissinia è oggigiorno il solo pun comune e palese.
to , onde introdurvisi ; chiuso che fosse , la » Un altro fatto incredibile , e nondimeno
bloccatura dell'interno, per mano dei Turchi , verissimo, è il persistere, che i Mussulmani
sarebbe perfetta . fanno, nel pubblicare nell'interno dell'Africa,
» Per la qual cosa gli sforzi loro tendo che tutto l'universo è maomettano, e che tutti
no tutti , con accorta perseveranza, verso quel- i potentati del mondo sono tributarii del gran
la contrada che investono da ogni parte. I signore » .
mezzi di operare hanno grandissimi, il prose ABISSINIA (CHIESA D ' ) . La chiesa abissina,
litismo ardente, e rapidi pur troppo sono i lo- come fu detto nell'articolo precedente, appar
ro progressi ; chè già due terzi almeno del pae- tiene alla setta degli Eutichiani; ed è governa
se di Galla sono musulmani ; e nell'Abissinia ta dall'Abuna , ch'è il metropolita , ricono
cristiana compongono una terza parte del po scente pero la primazia del patriarca di Ales
polo. Nelle città capitali del Gondar, del Ti sandria. Gli Abissini hanno sette sacramenti
gro e del Choa, signoreggiano altresi pel nu come i cattolici; credono la presenza reale di
mero le ricchezze, l'influenza loro ; ogni traf Gesù Cristo nell'Eucaristia e la transustan
fico è in mano ad essi , ed ogni impiego supe ziazione; approvano l'invocazione dei santi , il
riore è ad essi devoluto. Il polere politico sol culto delle reliquie e le orazioni pe' defun
tanto non hanno per anche usurpato in mo- ti ; fanno uso della croce e dell'acqua benedet
do espresso , perchè la legge fondamenta ta , e si comunicano solto le due specie.
le del paese vuole che i principi sieno cri Hanno anche comuni coi Gofti alcune prati
stiani . Pure negar non si può che, ad on- che giudaiche, come la circoncisione e l'asti.
ta delle tradizioni nazionali, il maomettismo nenza dal sangue e dalla carne di animali soffo
non si allargbi viemaggiormente ogni dì , cati, e simili . I sacerdoti abissini , possono es
in guisa che fra breve , sarà giunto alla supre- sere ammogliati, a condizione però che lo fac
mazia. Ubiè nel suo regno di Tigro, Berci ciano prima di aver preso gli ordini sacri. Il
Gono nel Gojam , Toko-Brillè nell' Amara matrimonio d'un monaco e di una monaca
ed alcuni altri principi di piccol conto , so- ritiensi come sacrilego.
no i soli capi abissinii, che resistano alla tur Gli Abissinii hanno preti , monasteri e chie
chesca influenza . Sotto il loro stendardo reli- se nelle quali cantano i salmi di Davidde tra
gioso e politico si raccoglie un popolo di cri- dotti in lingua etiopica. Il primo ordine eccle
stiani in numero di un milione e mezzo , siastico è il Komaso Huguemos, equivalente
i quali sono eretici per nascimento , ma ab- a' nostri arcipreti . Vi sono anche canonici ,
braccerebbero di buon grado la nostra fede, ove possono essere am mogliati , e i loro beneficii
l'Abuna (V.) ed i Mussulmani non li tenesse- passano spesso a'loro figliuoli. I monaci deb
ro oppressi . bono condurre vita celibe, fanno voti e vivo
» Capo a questi ultimi è il Ras , che ben no del lavoro delle loro mani .
si può chiamare il dittatore dei principali a ABISSO . Con questo nome nella divina
bissinii , siccome colui, che sotto il comando Scrittura viene significato l'inferno non solo ,
suo conta un esercito di centomila soldati . ma i luoghi più profondi del mare, ed il caos
40 ABITAZIONE
stesso donde era coperto di tenebre al princi Nella Divina Scrittura questa voce ha di
pio il mondo, e sopra cui portavasi lo Spiri . ' versi significati, e denota:
to di Dio. Gen. 1 , 2. Gli antichi Ebrei , e tut 1. Il mare nella Genesi al capo 7 , vers . 11 ;
ti gli Orientali ancor di oggidi credono che nel Salmo 103 , verso 6 .
l'abisso , il mare , le acque circondino tutta 2. I vapori e la rugiada della terra . Gen.
Ja terra : che la terra sia quasi nuolante so 49 , 25 .
pra l'abisso ; credono che la terra abbia nel 3. Grandi e terribili calamità . Psal. 41 , 8 .
l'abisso le sue fondamenta . Ed è sotto le a 4. Grandi ricchezze . Amos 7 , 4 .
cque ed al fondo di questo abisso che Giob 5. Infine tutto ciò che è profondo e di in
be , cap. 26 , 5 , ci descrive posti i giganti commensurabile estensione .
a gemere e soffrire la pena del loro delilto ; è ABITAZIONE . A tacere in questo nostro
là dove sono confin ati quei Refuim ( V.), an- articolo quanto potrebbe porgere di che for
tichi giganti , che durante la loro vita faceva- mare lungo ragionamento intorno alle abita
no tremare i popoli . Prov . 9 , 18 ; 21 , 16 ; zioni , solo considereremo come le genti su
Psalm . 70 , 20 ; Isai 26 , 14. Infine è in que- bito che ebbero provveduto ai bisogni della
sto oscuro luogo dove i profetici fanno vedere vita , dovevano rivolgere il pensiero ad ab
i re di Tiro, di Babilonia , di Egitto condur- bandonare gli antri e le caverne che prima
re sempre la vita in mezzo ai crucci per espia- mente abitavano , per procurarsi asili più sani
zione del loro orgoglio e della loro empielà . e più aggradevoli, donde avveniva che i pri
Questo abisso è la terribile dimora dei demo- mi alloggiamenti dovessero essere proporzio
nji e degli empii . nati alla facilità di ogni luogo , di ogni cli
L'Apostolo san Giovanni , nella Apocalis- ma e relativi alla cognizione ed al genio del
se al capo 20 , vers. 1 , 2 , cosi si esprime: Et vi- le diverse colonie. E fu per ciò che cono
di Angelum descendentem de coelo , habentem sciamo che le canne, i rami, le frondi degli
clavem abyssi , el cutenam magnam in manu alberi, le cortecce, e le terre grandi furono i
Suu. El apprehendit draconem , serpentem materiali adoperati nei primi tempi per le abi
antiquum , qui est diabolus el satanas, et li- ' tazioni. Le prime case infatti degli Egiziani e
gavit eum per annos mille. El misit in a- de' popoli della Palestina, al dire di Diodoro,
byssum , et clausit, el signavit super illum erano di canne intrecciate insieme ; e di pre
clc.; mentre prima , al capo 9 , vers . 1 , a- sente ancora si trovano nel Perù molte abita
veva detto : Ēt vidi stellam de coelo cecidis- zioni formate diquesta maniera .Le prime case
se in terram , et data est ci clavis putei a- dei Greci non erano che di creta, perocchè i
byssi. Et aperuit puteum abyssi : et ascendit popoli di quella parte stettero del tempo senza
fumus putei sicut fumus fornacis magnae, et sapere la maniera di fabbricare i maltoni . In
obscuratus est sol , et aer de fumo pulei , Islanda non sono le abitazioni composte che
etc. di pezzi di pietre o grossi sassi uniti insieme
Le fontane ed i fiumi, all'opinare degli E. con fango ed alga , e ricoperti di cespugli. Gli
brei avevano tutti la loro sorgente nell'abis- Abissinii abitano in capande composte di
so, ovvero nel mare , come si legge nell'Eccl. fango e di paglia. Le case del Monomotapa so
al cap . 1, verso 7 ; sortivano per canali no di legno. Si sono in altri tempi veduli dei
invisibili , e percorrendo il sentiero che essi popoli , come se ne veggono anche al pre
stessi si erano aperto , scorrevano sopra la sente, per mancanza di materiali , ma più
terra. Al tempo del diluvio gli abissi inferio- ancora di cognizione, fabbricare delle capanne
ri , ovvero le acque del mare, ruppero i loro di pelle, di ossi di cani marini , o di altri gros
ritegni, le fontane superarono i loro argini e si pesci .
si diffusero sulla terra, in quello stesso tem Omettendo di progredire su tale materia ,
po che le cateralte del Cielo si aprirono ed date già alcune nozioni sulle prime abitazioni ,
innondarono l'universo. Gen. 7 , 11 . per non allontanarci di molto da quanto deve
L'abisso che copriva la terra al principio formare il fine di questo libro, e lasciando di
del mondo , e che era agitato dallo spirito di progredire nella materia proposta per giungere
Dio con un vento impetuoso ( Gen. 1, 2 );que- sino a noi , segnendo il modo di ridurre le abi
sto abisso è nominato per anticipazione,poichè tazioni sino allo stato attuale in cui trovansi,
compose in seguito il mare , ovvero le acque osserveremo come le abitazioni di quelli che
dell'abisso, sortendo e colando all'ingiù , ri- esercitavano un qualche ufficio pubblico ritro
mase superiore la terra quasi un'isola in vavansi sino da remotissimi tempi al luogo
mezzo al mare che comparisce in un istante stesso congiunte in cui l'ufficio si doveva am
agli occhi nostri dopo essere stata lungo tempo ministrare. E già risalendo all'antichità ritro
nascosa sotto le acque. viamo nell'Egitto e in altri paesi del globo ,
ABITAZIONE 41
dove un qualche culto alle false divinità si avevano, la quale fosse aperla a chiunque del
rendeva, le abitazioni di quelli che alla religio- pastore rintracciasse, non si può tuttavia asse
ne erano dedicati sempre congiunte al luogo rire che questa stabilità di dimora ad essi man
stesso in cui gli alti religiosi si praticavano. Le casse . Perciocchè se la tirannia impediva il
tende dei levili e dei sacerdoli nel deserto cir- pubblico culto alla Divinità sempiterna, se
condavano l'Arca del Signore, e stabilili per luoghi non si permettevano dalle leggi degli
ciò quasi nel mezzo alle altre tribù, avevano idolatri in cui concorressero le genti a prestare
la facilità di raccogliere gli obblatori dei doni, ossequio, ed innalzar preghiere al Dio vivente,
ed entrare nel santuario a farne l'offerta . Il non si può, strettamente parlando, asserire che
tempio di Salomone era siccome cinto da quel- tali abitazioni mancassero ai rettori delle ani
le stanze che, servendo d'abitazione a’ministri , me, agli amministratori della grazia divina nel
porgevano loro ogni mezzo di essere prontissi- mondo. I sacri ministri sempre abitavano, seb
mi all'esercizio del loro ministero. Nè ciòsola- bene variando di stanza, in mezzo alla porzio
mente vedevasi fra quelli che al vero Dio tri- ne di popolo che dirigevano, nè mai , per quan
butavano omaggio, che anche oggidi, percor- to la persecuzione in fierisse, questo abbandona
rendo le regioni idolatre, si vedono i luoghi in vano. Cosi dai tempi apostolici , in cui nella
cui vivono i falsi sacerdoti attaccati ai pagodi stessa Roma gentile furono i sette diaconi isti
dei numi , e congiunti alle cappelle della diso- tuiti , che avessero cura degli orfani, delle vedo
nestà e dell'idolatria. ve, delle giornaliere distribuzioni ai miseri ,
L'idea che l'abitazione dei sacri ministri che nei sette rioni di quella città si trovavano,
dovesse essere unita al luogo in cui avevano fino allora che fu donata pace alla Chiesa, an
dovere di esercitare le loro funzioni ſu tanto do sempre la cosa. Sbandito il paganesimo e la
antica quanto la religione medesima, quanto bipenne, il rogo, gli uncini di ferro, le ruote,
il principio doversi erigere un luogo proprio gli eculei , e quanto la barbarie sapeva ritrova
che fosse esclusivamente sacro alla divinità . re a martirio dei credenti , come vennero eret
Questa idea dalla remota antichità si propa- ti luoghi alla vera Divinità , e sulla corona
gava cogli uomini nei tempi posteriori , si conva- portarono siccome gemma splendidissima gli
lidava col cristianesimo, con esso si diffondeva, imperanti la croce, abitazioni proprie furono
da esso veniva sanzionata , e passata in legge. stabilite pei ministri di Cristo, e fatte leggi in
Che se nel suo primordiare non si vede così appresso intorno ad esse dalla Chiesa medesi
patentemente firmata da stabilire un capo del- ma, affinché, essa sussistendo, da quelli cui e
la legislazione, non è a dirsi perciò che nel cri rano stabilite venissero abitate.
stianesimo stesso i fondamentali principii di E qui entrando coi leologi e canonisti ad
essa non si trovassero. Il bisogno di fuggire esaminare la cosa , conviene primamente osser.
alle ricerche degli empi, i quali vedendo dalla vare che il Sommo Pontefice è obbligato di
novella legge di Cristo mossa guerra ad ogni avere sua stanza dell'alma città, ed ivi pure
turpe passione, e ruinato il sistema del delitto devono abitare i cardinali ; perciocchè se que
e della empietà, si scagliarono con ogni potere sti , a somiglianza dei seniori d'Israello che
sopra i zelanti ministri , che a null'altro tende- aiutavano Mosè nell'amministrazione delle
vano che a dissipare le tenebre dello intelletto, cose appartenenti al popolo di Dio, devono al
illuminar la ragione, togliere le genti allo erro- Papa porgere assistenza e servigio, non potran
re perchè camminassero la via del vero e del no l'uffizio loro adempire, ove abbiano abita #
retto, era d'impedimento allo avere una fissa zione in luogo remoto da esso. I vescovi poi
abitazione a coloro che dedicati al ministero devono abitare nel luogo della loro cattedrale,
dell'Evangelio, unicamente attendevano alla come chiaramente si deduce dal Capo Placuit
dilatazione della legge di grazia . Di qui vedia- ut nemini, in cui dal Concilio di Cartagine fu
mo come erano stanza dei pastori ora le recon- così stabilito, Placuit: ut nemini sil facultas, re
dile catacombe, or le caverne e le spelonche , licla principali cathedra, ad aliquam ecclesiam
or la casa privatadiqualche buono credente, in in dioecesi constitutam se conferre, vel in re
cui celali, finchè la procella calmasse, viveva- propria diutius quam oporteat constitutam cu
no, a non privare i credenti di chi li dirigesse ram, vel frequentationem propriae cathedrae
nel retto calle della perfezione, ad invigorirli negligere. Che se hanno due chiese cattedrali,
nel sostenere la pugna contro gli iniqui, a cor. allora potranno a piacimento abitare presso l'u
roborarli de'farmachi salutari, a confortarli na o l'altra. Tuttavia, comunque sia questa la
nel percorrere vigorosamente lo stadio che con- opinione di molti teologi, parmi poter dire con
duceva alla gloria. Pure se fissa abitazione non più verilà, il vescovo poter fissare la sua abita
Encicl, Eccles. Vol. I. Fasc. 1. 6
1

ABITAZIONE
zione in qualunque luogo della diocesi : per- deve fregiare un ministro del sacro lempio,
ciocchè se non una od altra chiesa viene ad es ma il principale ornamento che deve in esso
so data ad amministrare , non una od allra nobilmente risplendere si è la mondezza ed il
porzione di popolo viene affidata a reggere, go- candore. Di modo che, dice s. Cirillo Alessan
vernare e dirigere nella via di salute, ma le drino , chi non è mondo, chi non conduce vita
chiese tulte della sua diocesi, ed il popolo tutto immacolala non può dirsi con verità sacerdote
nella sua diocesi compreso ; ne avviene che in vero di Dio, quasi che il veleno della inconli
qualunque luogo della diocesi egli abiti, sem- nenza sia cosi penetrante e potente che vaglia
pre trovasi in mezzo a quelli che sono alla sua ad annichilare un carattere indelebile e sacro :
cura aſlidali, ed ai quali egli deve rivolgere la quindi apparisce il motivo per cui la Chiesa ,
sua vigilanza e le sue fatiche. E questa opinio- perchè dagli ecclesiastici fosse lunge non solo
ne trovasi sanzionata dal tridentino Concilio un tal vizio, ma ancora il sospetlo, tutleispie
medesimo, quando espressamente dice , che i gasse le sollecitudini sue.
Vescovi sono obbligali alla personale residen . E qui non farò che riportar fedelmente le
za nella loro chiesa o diocesi: lo che venne stesse parole del Tridentino, il quale, nella +
pure dichiarato dal Pontefice Benedetto XIV sessione vigesimaquinta al capo decimoquarto ,
nella sua bolla che incomincia Ubi primum , de Reformatione , cosi sopra materia cotanto
pubblicata il giorno 3 dicembre 1740, in cui al importante si esprime: « Quanto sia vergogno
paragrafo quarto cosisi esprime: Personalem in so, dice egli, al nome dei cherici che si sono
ecclesia vestra, vel dioecesi servelis residentiam . consacrati al culto divino, macchiarsi sordida
In quanto ai parochi, questi devono abitare mente d'impudicizia e di concubinato, la cosa
nella casa della chiesa loro affidata , ove sia a da sè stessa lo manifesta con iscandalo univer
tal oggetto stabilita ; che se non hanno casa sale dei fedeli, e con somma ignominia della
canonica , devono abitare in un'altra, la quale chericale milizia ; adunque per richiamare i
sia posta entro i confini della loro parrocchia, ministri della Chiesa a quella continenza ed
almeno moralmente, cioè in una la quale si integrità di vita che conviene, ed acciocchè il
trovi in situazione che porga ad essi facilità di popolo apprenda quindi a tanto più rispettarli,
essere in breve alla chiesa parrocchiale, spe- quanto li vedrà più onesli , proibisce il sacro
cialmente per le sacre funzioni , ed a cui i par- Concilio a qualunque cherico , che ardisca di
rocchiani possano recarsi senza grave incomodo aver concubine od altre donne di cui possa
quando hanno bisogno del loro pastore, o per sospettarsi, in casa o fuori di essa, o trattare
lo ricevimento dei sacramenti , o per altre cose in alcun modo con queste ; altrimenti si puni
in cui dal paroco possano venire aiutati. Per sca colle pene imposte dai canoni o dagli sta.
la qual cosa non si potrebbe dire che un pa- tuti delle chiese : che se avvisati dai superiori
roco osservasse questa legge della abitazione, non si asterranno da queste case , ipso faclo re
quando avesse la casa sua in colal luogo , cui stino privi della terza parte dei frutti, sovven
non potessero i suoi aggetti recarsi nelle loro zioni e proventi di qual si sia loro benefizio e
necessilà se non con grave incomodo. Che se pensione, e questo si applichi alla fabbrica
ad un paroco fossero due parrocchie commes della chiesa ..... se però perseverando nello
se , delle quali niuna avesse preferenza sull'al- stesso delitto, colla medesima od altra femmi
tra o per dignità o per contenere maggior nu . na , non ubbidiranno ancora alla seconda am
mero di popolo,allora, conforme alla opinione monizione, non solo perdano i frutti, .... ma
dei teologi in generale e della sacra Congrega- restino ancora sospesi dall'amministrazione
zione medesima, sarebbe a lui in libertà lo sce- dei medesimi benefizii ... e se cosi sospesi non
gliersi l'abitazione in qualunque di esse meglio ostante non le discaccino, restino perpetua
gli piacesse . Ma altre cose diremo in proposito mente privi di essi .... Ma se dopo averle ab
allorché si parlerà della residenza ( V.). bandonate una volta, ardiranno riprenderne
Quanlunque ogni menomo neo di colpa dis- l'interrotto commercio , oltre la detta pena
convenga agli ecclesiastici , i quali per l'eminen- siano scomunicati. » In oltre rilevasi dal capo
za del loro ministero sono tenuti con ogni Clericus 20 , distinz. 18 , che i cherici non do
sforzo ad aspirare alla perfezione evangelica, è vrebbero nè meno frequentare le abitazioni
d'uopo dir tuttavia , che niun altro vizio più delle femmine, e sappiamo anche dal capo si
diametralmente si opponga al sacerdotale ca- forle 21 , distinz. 81, che non solo era proibito
rattere, e più lo renda deforine di quello della ai cherici frequentare le case delle femmine,
disonestà. Non vi ha dubbio, dice il sapientis- ma era inoltre vielato ammellerle nelle proprie
simo Origene, che il treno intero delle virtù abitazioni .
ABITINO DELLA MADONNA ABITO 45
Da ciò lullo apparisce con quanto rigore Lo stesso costume si osservava nei sacrifizii a
procedasi dalla Chiesa per togliere ogni incen : Venere di Cipro .
tivo di incontinenza, ogni sospetto di colpa ai Altri vogliono che Mosè abbia solamente in.
suoi ministri. Non ostante tali austerissime terdelto con questa legge alle donne l'uso delle
disposizioni, ogni sospetto rimosso, è permesso armi, ed agli uomini gli esercizii muliebri, qua
agli Ecclesiastici ritener non solo nelle proprie si volesse significare non ritrovarsi nella nazio
loro abitazioni quelle donne che con vincolo ne ebrea donne guerriere a somiglianza delle
di sangue sono ad essicongiunte, ma le estranee Amazzoni e di Semiramide, e queste non do
eziandio, quando sieno utili e necessarie per versi intromellere fra le file militari per ciò
la condotta dell'interiore governo economico, che avrebbe potuto accadere di sconcio . Il testo
quali sarebbero le donne di servigio di età spe ebreo è molto favorevole a questa opinione,
rimentata, che tali ordinariamente quelle si che da molti rinomati interpreti è sostenuta.
reputano che toccarono l'anno quarantesimo. Leggesi infatti nel testo : aivasi , cioè gli instru
Dissi ordinariamente, poichè, tolto ogni sospet menli, le armi, dell'uomonon saranno nella don .
to , sono permesse anche le donne di età mino na, el’uomo non vestirà gli abiti delle donne. »
re, come si può rilevare dal capo Cum omnibus Alberico Gentile , sapiente giureconsullo,
27, distinz. 81 , nel quale si legge che, lolto giudicò che Mosè volesse con ciò velare una
ogni sospetto, è lecito ai cherici ritenere nelle impudicizia , che temeva far troppo conoscere
loro abitazioni la madre, l'avola, la zia, so- nominandola col proprio vocabolo. Tali delilli
relle e nipoti con tutte le altre seco congiunte erano troppo conosciuti a quel tempo, special
con yiocolo di parentela. mente nel paese di Canaan ; e ciò che dimostra
In fine ogni cherico è obbligato a rimuovere Mosè aver voluto vielare con le suespresse pa
dalla sua abitazione ciò tutto che non possa role qualche cosa di più rilievo che gli abili
convenire con quella altissima dignità di cui è non fossero, è che poscia prosegue dicendo :
rivestito . « quegli che fa cosi è abbominevole innanzi
ABITINO DELLA MADONNA . V. SCAPO- agli occhi di Dio. »
LARE Cangiar d'abilo, e lavare gli ubili, erano
ABITO. Fino da remotissimi tempi troviamo cerimonie usitate per disporsi a qualche azione
nella sacra Scrittura fatta menzione dell'abito santa , e che richiedeva una particolare purezza .
quando Mosè proibiva agli Ebrei di travisarsi, Giacobbe, dopo il suo ritorno dalla Mesopota
all'uomo cioè di assumere una veste muliebre, mia, Genes . 55 , 2, ordinò a' suoi di gillare gli
alla donna d'indossare l'abito dell'uomo. Con dei stranieri che erano nelle loro case, cambiar
ciò quel legislatore volle precauzionarli contro di abito, ed andare con lui a far sacrifizio in
gli abusi che provengono dal cangiamento di Betel. Mosė, Esodo 19, 19, ordinò al popolo di
vestilo. Una donna in abito virile non custo- disporsi a ricever la legge del Signore purifi
disce tutto quel pudore che è proprio del suo candosi, e lavando gli abiti loro : Sanclifica
sesso , ed un uomo in abito muliebre entra fa- illos hodie el cras , lavenique vestimenla sua.
cilmente dove il pudore lo vieta. L'impor- Cio in molti luoghi della Scrittura si trova.
tanza di questa legge è, più che fra noi ,sensi Lacerare gli abili per dolore è costume in
bile fra gli orientali , ove le donne vivono se- molli luoghi dei libri santi menzionato. Gia
gregate dagli uomini. Ad ogounoè noto lo stre- cobbe avendo inteso che Giuseppe suo figlio
pito che sollevo in Roma l'azione di Clodio, era stato divorato da una bestia feroce, si lace
che Travestitosi da donna entrò nel consorzio ro gli abiti , si rivesti di un cilicio, e fu a
delle malrone romane che celebravano una fe- lungo inconsolabile. Gen. 37, 34. Quegli che
sla alla Buona Dea. reco ad Eli in Silo la trista novella che l'Arca
Alcuni interpreti ritengono che Mosè con del Signore era caduta in mano dei neovici,
questa legge volesse principalmente interdire comparve cogli abiti lacerati , e la testa coperta
agli Ebrei alcune superstiziose cerimonie che si di polve. I Reg. 4 , 12.
commettevano in alcune feste pagane. Nella Un abito tessuto di lana e di lino era vietato
festa di Bacco gli uomini assumevano gli abiti dalla legge : Veste quac ex duobus texla esl,
Jelle donne, e così pure in quelle di Venere, non indueris. Levit. 19, 19. Gli Ebrei anche
mentre nelle solennità di Marie le donne pren- oggidi osservano questa proibizione, ved uni
devano gli abiti degli uomini. Nell'Oriente gli scono mai un abito di lana con materia di li
uomini d'ordinario facevano sacriGzii alla luna no, od uno di lino con materia di lana, come
in abito muliebre, e le donne in abito virile, dice Leone da Modena , trattando delle Cere.
onorandosi questo astro qual nume e qual dea . monie degli Ebrci, part. 1 , cap. 5 .
ABITO
L'abilo straniero, di cui parla Sofonia al gnore si dedicarono od in una qualche religio
capo 1 , vers. 8, dicendo : Visilabo super omnes ne particolare approvata dalla Sede Apostolica,
gui induti sunt veste peregrina ; indica gli abi. od at chericato secolare. Parleremo adunque
ti singolari che prendevano gli Ebrei seguen- degli abiti e degli uni e degli altri, non ommet
do le mode straniere, non contentandosi delle tendo in tale proposito quanto di utile cogni
stoffe, delle tele, dei colori , delle tinture del zione può essere nella parte che noi trat
proprio paese, che cercavano in Babilonia, tiamo.
nella Caldea, nell'Egitto, a Tiro ecc. Alcuni ABITO è anche vocabolo religioso partico
credono che gli Ebrei non si contentassero so- larmente adoperato per denotare il modo di
lamente d'imitare il culto e le superstizioni vestire degli ordini religiosi, in uniformità al.
dei gentili, ma che di più volessero anche ve la regola che professano. Tali sono, a cagion di
stirsi degli abiti di essi nelle loro empie e sacri- esempio, gli abiti di s. Benedetto , s . Antonio, s ,
leghe cerimonie. Altri intendono quegli abiti Agostino, s. Domenico, s. Francesco ecc. In
stranieri che prendevano al povero ed all'infe- modo assoluto dicesi in questo senso che talu
lice, e che ingiustamente si appropriavano, con- no vestà l'abito del tale o tal altro ordine per
tro la proibizione della legge dell'Esodo al ca- indicare che egli fu ascritto a questa o quella
po 26, v. 27. religione osservante ; e così lasciare l'abilo si.
L'abito che ha lo strascico, detto nella Scrit- gnifica abbandonare l'ordine religioso, in cui
tura Veslis poderis , lanto nella Sapienza al taluno era entrato. Nell'abito religioso per
capo 18, vers . 24, quanto nell'Ecclesiastico al quanto si voglia spinger oltre l'esame, non tro
capo 27 , vers. 9. e nell'Apocalisse al capo 1 , vasi al certo principio veruno di vanilà. I fon
vers. 13, significa letteralmente un abito che datori degli ordini, che erano da principio abi.
discende sino ai piedi , un abito lungo e che tatori dei deserti e delle solitudini , diedero nei
striscia, un abito di cerimonia . Nella Sapienza primordi della istituzione gli abiti soliti a por
dinota il manto sacerdotale del sommo ponte- tarsi nei paesi , con qualche differenza leggera
fice, detto in ebreo Mehil, che era formato di nella forma da quelli profani. Gli abiti prinsi
lino di colore blu celeste, con un abbassamen- tivi di s. Antonio, s. Ilarione, s. Benedetto .,
to di melegranate formate di lana di color gia. sappiamo dagli storici che erano formati di
cinto, di porpora e chermisina , e con sonagli pelli di pecora , vestimento comune dei contadi
d'oro. Nell' Apocalisse indica l'abito con cui ni e di quei pastori che abitavano le mon
Gesù Cristo apparve a san Giovanni ; egli era tagne. Simili abili diedero pure ai loro disce
vestito di un abito lungo, e con una cintura poli. In progresso di tempo, instituendosi gli
d'oro. Nell' Ecclesiastico significa un abito di ordini religiosi nelle città o vicino ai luoghi
onore, di distinzione , un ornamento che non abitati, presero l'abiloche dai religiosi dei luo
si concede se non alle persone costituite in ghi stessi era comunemente indossato . Così s.
Domenico diede ai suoi seguaci l'abito dei ca
qualche dignila.
Gli antichi conservavano spesso un gran nu- nonici regolari che egli aveva sempre portalo.;
mero di abiti, i quali perchè non si tagliavano, e simil cosa dicasi dei Barnabili, Gesuiti, Tea
potevano facilmente accomodarsi ad ogni sorta tini ed altri ; i quali se oggidi sembrano colan
di persone. I re ebrei, come sappiamo dal ter- to diversi dai comuni degli ecclesiastici, spe
zo libro de' Re al capo 10, vers. 25, e dal quar- cialmente in qualche ordine, come sarebbe il
to capo 22, vers. 14, avevano gran depositi di domenicano , il carmelitano ecc. ciò avvenne
abiti , e spesso facevano con essi dei doni. Que. perchè quelli furono costanti nel mantenere
sto uso è anche oggidi appo gli Orientali ordi- nelle loro comunilà l'abilo primitivamente
nario, e specialmente fra gli Arabi. adottato, mentre il clero secolare andò mutan
Ció detto degli abili antichi, e di quelli do il proprio secondo il mularsi de'tempi ed
menzionati nella divina Scrittura, esaininiamo il variare delle circostanze.
la cosa per quanto si addice alla parle del di E primamente, sebbene sia vero che l'abito
non forma il monaco, secondo il contenuto nel
ritto ecclesiastico.
Il modo di vestire, la forma, la qualità, il capo Porrectum 13 de Reg ., ma bensì la pro
colore, fu sempre ed è anche al presente qual ſessione religiosa, secondo il capo E :x parte 22,
segnale distintivo fra le varie classi delle per- cod. til., pure affinchè la professione religiosa
sone. Lo che se generalmente si può asserire, formi il vero monaco , conviene che il Novizio
molto più conviene giudicarlo quando parlasi per l'anno intero di prova porti l'abito mo
di quegli abiti che formano distinzione fra nacale, o regolare , senza cui la professione stes
quelli che vivono nel secolo, e quelli che al Si sa che egli facesse sarebbe invalida , e ciò con
ABITO
forme alla sanzione del concilio di Trento al anche far a meno di vestirlo , quando taluno dei
capo 15 , Sess. 25 de Regular ., con cui concor. regolari passando per luoghi infedeli od ereti
dano generalmente i dottori , e la Glossa nel cali, per quell'abito potesse incorrere in peri
capo finale alla parola Habilus, dove espressa- colo della vita , od andar soggetto a qualche
mente dice la professione religiosa doversi fare gravissimo danno . Questi casi e ragioni tolte
nell'abito monacale , ed espressamente pure di mezzo , chiunque fra’regolari temerariamen
proibi che in altro abito questo possa eseguir te dimettesse l'abito proprio, tosto sarebbe sco
si la sacra Congregazione dei Vescovi e dei Re- municato, leggendosi nel diritto al capo : UL
golari il giorno 17 aprile 1602, periculosa 2, Ne Clerici vel Monachi in 6 :
L'abito dei novizii è triplice, secondo le di. Ul periculosa evagandi materia subirahatur ,
versità delle religioni e delle costituzioni, non districlius inhibemus , ne de cclero aliquis
che della medesima consuetudine. Imperocchè quamcumque religionem lacile vel expresse
in alcune religioni non è menomamente di professus, in scholis vel alibi temere habilum
stinto da quello dei monaci professi; in altre religionis suae dimillat, nec accedulad quaevis
è distinto, ma la distinzione non è tale che sludia lillerarum nisi a suo praelalo cum con
esteriormente si veda, ma tutta è interna per silio sui conventus, vel majoris partis ejusdem ,
così dire, come allora che essa consiste nella sibi eundi ad sludium licentia primitus sit
benedizione che è comune anche all'abito dei concessu; si quis autem horum temcrarius vio
professi: in altre religioni è tale distinzione lenter exlilerit , excomraunicalionis incurrul
interamente esterna , consistendo o nel colore sententiam ipso facto. Temeraria poi sarà la
diverso dall'abito dei religiosi professi , od dimissione dell'abito, quando venga fatta ad
in qualche altro segno dell'abito stesso con- oggetto di poter andarsene vagabondo senza
giunto per cui a prima vista i novizii distin- ragionevole causa , chè, quando una giusta cau
guopsi . Che se tale differenza può portar seco sa vi fosse, mancando la temerità , non incor
l'abito dei povizii , non si ba perciò donde in- rerebbe il dimissionario nella scomunica. Ed
ferire che divenga invalida la professione quala in questa scomunica ipso facto incorre ezian
ra questo abito distinto taluno dei proſes- dio colui che dell'abito non si spoglia, ma lo
sandi non porti , essendo sufficiente alla valin occulta così, che sortendo dal suo chiostro non
dità di essa , che sebbene novizio , abbia por- possa vepire conosciuto , e perciò gli resti li
tato l'abito della religione. berlà di poter a talenlo recarsi ignoto ove me
Quindi un novizio che porti pell’apno in- glio gli aggrada.
tero di prova l'abito della religione, nè poi lo Dalla scomunica pon sono colpiti tulli co
dimetta , ritiensi tacitamente professo , quando loro che , sebbene lemerariamente dimettesse
nello esteriore l'abito del noviziato non sia di ro l'abito proprio , pure non escissero dal loro
stinto da quello dei professi, e concorrano in monistero, perciocchè in questi mancherebbe il
quello che de lo veste le altre qualità richieste fine di vagare liberamente, fine sopra cui cadde
dall'ordine. Non cosi pero conviene giudicare la sentenza di pena. E così pure vuolsi inten
quando siavi distinzione tra l'abito del pri- der di quello che dell'abito proprio si spoglias
mo e quello che i professi usano indossare. se o per dormire con più comodità , o per istu.
Tale è il comune opinare dei teologi appog. diare con più attenzione, o per correre più
giati alla sentenza della Clement. Eos qui 4. speditamente , o per mondarlo, ' o per entrare
de Regularibus. nel bagno, poichè in tali casi la dimissione non
E questo abito di religione conviene che pa- si può ritenere operata per disprezzo della leg.
tentemente si osservi indossato da quelli che a ge, come osservano doltamente il Suarez , il
qualche ordine appartengono , che piun rego. Sanchez, il Barbosa con altri molti . Ecceltuati
Jare, conformealla Sess, 29 de Regular ,, cap. 19, pertanto i casi suespressi, sempre un regolare è
in fin. del Tridentino , può di sua voglia far a in doverediindossar l'abito della sua religione,
pieno di vestire l'abito proprio. Nec detur, dice essendo questo , come dice il Tridentino Conci
il concilio , licentia cuiquam reguluri occulle lio, alla Sessione 14, cap. 6, un segno protesta
ferendi abilum suae religionis. Queste parole tivo del proprio ordine. Quindi insorgono di
però non si devono intendere per modo che spute fra' teologi se un regolare sia obbligalo
tolgano in qualunque siasi caso la facoltà ad di vestir l'abito proprio anche coricato nel
un regolare, o di ommettere di vestire l'abito letto, e debba dormire con esso ; e rispondono
che gli appartiene , o di portarlo solto altre che pel gius comune non lice ad un regolare
vesti, con venendo i teologi ed i canonisti, po- professo dormire senza l'abito proprio, lo che
tersi celare l'abilo religioso solto altre vesti, od ove non osservasse , quando giusta e ragionevole
46 ABITO
causa non lo favorisse, sempre commetterebbe Dette quesle cose dell'abito per quanto ri .
peccato. Se poi questo peccato sia veniale o guarda quelli che si ascrissero ad un ordine
mortale sono nell'opinione divisi , per cui con- regolare, conviene che il nostro esame rivol
verrà conchiudere dipendere onninamente la gasi anche sopra di quelli che cherici secola
cosa dalla forza della legge, ossia dalle regole e ri addimandansi.
costituzioni particolari di ciascun ordine ; le Essendo che i cherici in vigore del ricevi
quali regole ove non sianvi sopra tal punto, mento degli ordini separati sieno dal mondo,e
conviene ricorrere al gius comune , dal quale nella milizia arruolati di Gesù Cristo , lungi
si apprende che ove la dimissione dell'abito sarebbe dalla loro professione indossar le divi,
nel tempo di dormire non sia accompagnata dal se che appartengono al secolo , anzi che quelle
disprezzo della legge , e dallo scandalo , non usare che al chericato con vengonsi.Per la qual
porta seco peccato alcuno , sebbene rimanga al cosa , quantunque la Chiesa abbia bene avvers
superiore facoltà di poter infliggere a chi di . tilo, che l'abito ,comeabbiamo di sopra accen
mette l'abito un castigo. nato, non costituisce il monaco , nè la santità
Tanto è richiesto che un regolare porti l'abi. della vita consiste nelle esteriori divise, nulla
to dell'ordine proprio, che sono obbligati di dimeno fu sempre mai premurosa e sollecita ,
vestirlo persino quelli che sono innalzati al che i cherici usassero vesli all'ordine loro pro
grado eminente di cardinali, secondo le costi- porzionate:ulper decentiam habilus exlrinseci,
fuzioni di Gregorio XIV che incomincia San- giusta il Tridentino, morum honestatem intrin
clissimus, o di Benedetto XIII Cuslodes. Si secam oslendant, Sess. 14 , cap . 6 de Reformal.
milmente dicasi di quelli che fra ' regolari Quantunque però varie cose si trovino nel
vengono elevati all'episcopato. I vescovi ed i gius comune, nei concilii e nelle costituzio
cardinali regolari pero, quantunque senza mo ni dei Pontefici, nulla è stato decisivamente
tivo dimettano l'abito dell'ordine loro, non per definito in ordine alle vesti dei cherici ; quindi
questo incorrono nella scomunica inflitta da è che essendo sommamente difficile determina
Bonifacio VIII nel capo citato , perciocchè i re esattamente la forma, quella veste devesi
Vescovi ed i cardinali, sebbene sieno tenuti a dagli ecclesiastici usare, la quale pro loci con
portar l'abito del loro ordine religioso, per cui dilione sia conveniente alla modestia ed alla
non indossandolo peccherebbero, tuttavia tro . gravità, affinchè i secolari da quello che cade
vandosi fuori della religione, la legge non è sotto ai loro occhi prendano argomento del
coattiva per essi, e non possono perciò venire l'interno che essi non vedono, e l'esteriore di
compresi nel novero universale dei professi di mostri l'interna santità, nulla apparendo di
cui parla il Pontefice , e specialmente perchè vano , nulla di superfluo. Quindi per altra
cessa la causa e la ragione del testo citato , co- parte ne segue, che il loro vestito esser non de
me osservano il Possevino, il Petra , il Bar ve o lacero, o sordido, sicchè avvilisca la loro
bosa, l’Azorio ed altri con essi. condizione, ma decenle sempre dentro i confini
Abito e colore speciale fu prescritto per ogni di una giusta moderazione.
ordine regolare, e questa diversità di abito e di Vien dagli antichi canoni prescritto che i
colore deve essere osservata ancor dalle mona. cherici non usino vesti secolaresche sotto pena
che, che vivono sotto una regola approvata della scomunica. Nel Concilio romano I sotto
dalla santa Sede ; donde avviene che un or . il papa Zaccaria al capo 4 cosi si legge : Epi
dine religioso non può assumer l'abito proprio scopi, presbyleri, diaconi saecularibus indu
di un altro , poichè a questo oggetto ciascuno mentis non ulantur, nisi condecel lunicu sa
oltenne espressi privilegii dalla santa Romana cerdolali.... quod si lemere praesumpserint
Sede, come il dimostrano chiaramente le varie conlra statula agere , communione priventur ,
costiluzioni emanate in proposito dai Sommi ec . Vuole il dello concilio che non si facciano
Pontefici, e specialmente quelledi Gregorio IX lecilo usare vesti rosse o verdi o gialle, pettora
ed Innocenzo IV Quia confusio habitus,di Gre- li e selle dorale ; ma non determina la forma
gorio XI Virtule conspicuos, di Clemente VIII delle medesime. San Girolamo nella lettera vi
e di Alessandro VII Ex injunclo nobis e di gesima seconda -a Nepoziano tom . 4, colon .262 ,
Benedetto XIII Prctiosus in conspectu per dice : Ornatus ul sordes pari modo fugiendue
quanto all'ordine dei predicatori, e per quello sunt , quia allerum delicias , allerum gloriam
dei minori l'altra di Gregorio IX Regularem redolel. Nel concilio Lateranense a cui presie
vilam , di Clemente IV Virtule conspicuos , di deva Innocenzo Il Pontefice, fu fatto il cano .
Urbano VIII Cum sicut , a tacere delle altre , ne seguente : Nec in superfluitale scissuri ,
che spettano agli altri ordini regolari . 141 colore restiuin , ncc in 10nsilra, inlucntium
ABITUALE 47
quorum forma el excmplum esse debent, of role sono le seguenti : « Su dopo essere stati
fendal aspectum . avvisati dal proprio vescovo per mezzo di pub
L'indicato concilio romano vuole che i che- plico editto, non porteranno essi un abito one
rici non portino le fibbie ed altri legamenti di sto chericale ed al proprio ordine conveniente,
oro o di argento né anelli, quando così non ri. ed alla propria loro dignilà , e secondo l'ordi
chieda la dignità. Che le vesti non sieno curio- nazione e comandamento del vescovo istesso,
samente listate, senza giusta causa , la qual co- possano e debbano esser corretti colla sospen
sa è pure ordinata dalla Clementina al capo sione dagli ordini ed ufficio, beneficio e frulli,
Quoniam 2, de vita et honcst. Cleric. Per veste rendite e proventi dei medesimi ; e se una vol
listata s'intende di diversi colori a striscie. la corretti, di nuovo mancheranno in questo,
Arg. cap. Vidua 16 caus. 20, così nota la Glos- colla privazione ancora di tali uffizii e benefi
sa nella citata Clementina , Barbosa ibid . n . 2, zii, secondo la costituzione di Clemente V pub
Bonacina, tom. 3. De Censur., disput. 3 , que- blicata nel Concilio di Vienna, che incomincia .
stione 6, punto 6, num . 1 . Quoniam renovando et ampliando. » V. Van
Viene inoltre prescritto che le vesti degli Espen , cap, 2. de vil. el honest. Cleric. tom . 1 .
ecclesiastici sieno davanti serrate , nulla no Che se hanno i cherici dovere di portare
tando o la troppa lunghezza o la brevità .Cap . l'abito proprio dell'ordine loro , ne consegue
Clerici officia 15 , quantunque nel capo Non gravemente peccar que'tutti che costituiti negli
liceat 32 , dist. 23 , si ordini ai cherici di portar ordini sacri non abbiano l'abito dell'ordine lo
sempre le vesti talari secundum Aaron ; il che ro , non potendosi a meno di non lacciar questi
pure stabili Sisto V nella costituzione che co- di grave temerità , comesi esprime il Tridentino
mincia Cum sacrosanclum. Ciò egualmente ri , nella sopra citata sessione. E cosi pure convien
levasi dal capo Episcopi 3 , dal capo Sine or . asserire perdere il privilegio del foro ed ancho
natu 4, caus. 21 , questione 4 . del canone quel cherico che, per tre volte am
Così parimenti fu stabilito dal glorioso san monito dal proprio vescovo , negligente si dimo
Carlo nei suoi concilii provinciali , confermati strasse e caparbio nel non voler indossare l'a
dalla santa Sede apostolica , come si vede nel bito del suo stalo.
volume che li comprende, Act. Eccl. Mediol., In quanto all'abito clericale , religioso e dei
pag . 18, ai quali inerendo il cardinale Spada Terziarii, si potranno vedere altre cose a com
di Osimo cosi si espresse nel Sinodo : In sa. plemento della intera materia alle voci Cheri
cris constituli, sicut et beneficiati intra moenia co, Convento, Novizio, TERZIARIO , ec. , sendo
civilatis et oppidorum omnino de die lalari quanto diremo strettamente congiunto alla ma
habilu utantur, sub poenis etiam carceris arbi- teria che si dovrà esaminare in quegli articoli .
trio nostro infligendis. Pullium etiam illi cor. ABITUALE. Questo termine si adopera per
respondere decet, ne nolabililer brevius parial indicare un dono , una grazia, che si riceve per
deformitatem ; il che pure fu confermato dalla virtù dei sacramenti, e questa grazia è detta
-suo successore cardinale Giacomo Lanfredini abituale, poichè ella è permanente in noi come
con approvazione della sacra Congregazione. un abito acquistato, quantunque non si acqui
Qui però è da nolarsi che per veste talare si sti dalla reiterazione degli atti. 7. Grazia .
intende una veste decente che scenda sollo il ABITUALEdicesi pure una specie d'intenzio
ginocchio ,e però i canonisti pulla determinan- ne che ha tanto il ministro dei sacramenti ,
do , insegnano doversi in questo rimettere al- quanto il suscipiente medesimo. E qui parlan
l'uso degli ecclesiastici probi , ed al costume dosi d'intenzione, converrà osservare, che l’in
dei luoghi , poichè ogni legge deve avere la sua tenzione abituale non basta alla validità del
epicheia. Tali leggi sono state in processo di sacramento. Imperocchè, secondo la istituzio
tempo assai moderate. Benedetto XIV nella ne di Cristo nel fare i sacramenti, ricercasi nel
sua notificazione quarta, tomo quarlo, edizione ministro un'azione chesia umana e deliberata :
di Bologna, dopo aver parlato della forma del- tale non è quella che viene prestata da una in
le vesti , permelte l'abilo corto ed anche di co- tenzione puramente abituale , siccome quella
lore , per altro decente , in viaggio ed in che non procede nė vien fatta in virtù di essa
campagna. o per suo movimento od influsso : perocchè la
Sono adunque prescritti a'cherici abiti pro- intenzione una volta avula, ma che è passala
prii dell'ordine loro , per cui mancando a que o mancata onninamente tanto in sè , quanto
sta ragionevolissima prescrizione, devono i ve ancora ne'movimenti in allora eccitati, non in.
scovi regolarsi nella guisa che viene stabilita fluisce per nulla nell'opera che poi viene falla ,
dal sacro Concilio di Trento le cui precise pa . e riguardo ad essa opera è lo stesso come se,
48 ABITUATO
non vi fosse mai slata ; e quindi può ritrovar- penitente a costituire la materia essenziale del
si in un dormiente , in an ubbriaco ed in sacramento , i quali se non sono moralmente
un pazzo, e però non consacrerebbe un sacer- presenti , e colla forma moralmente uniti, od il
dole abbriaco, il quale proferisse sopra il vino sacramento non sussiste, 9, a meglio dire, non
le parole della consacrazione. si fa sacramento ; e nel matrimonio hayvi il
Ma se l'intenzione abituale non basta nel contratto, il quale nemmeno negli umani ne
ministro per la validità dei sacramenti , non gozii ha luogo senza il consenso almeno vir
così è la cosa per quanto riguarda quello che tuale.
il sacramento riceve. Benchè in un adulto sia ABITUATO O ABITUDINARIO . Con que
necessaria la vera interna intenzione al valido sto vocabolo nel senso morale si intende colui
ricevimento dei sacramenti, non è però in esso , il quale ha contralto consuetudine di commel
come nel ministro, necessaria ( se si eccettuino tere sempre il medesimo peccato , o di ricadere
i due sacramenti della penitenza e del matri con moltissima frequenza in esso . Ed intorno
monio) l'intenzione nè alluale , nè virtuale ; a questo punto , convien distinguere due sorta
ma basta l'intenzione abituale. Ciò è certo di abituali. Altri sono consuetudinarii, che
presso tutti i teologi , e si ricava evidentemente durante il loro abito si sono confessati, e si
dall'uso e dalla disciplina, che la Chiesa ha confessano, promettendo sempre di emendarsi
sempre tenuto e praticato; poichè consta che dielro le ammonizioni del confessore, ma sem
essa non ha mai ricusalo di accordare i sa- pre sono nelle slesse colpe. Altri poi sono di
cramenti necessarii a quelle persone , le quali, quelli , i quali non sono mai confessati , op
oppresse da subito malore, perdevano la favel- pure non sono mai stati seriamente ammoniti
la o la cognizione, quando da qualche indizio dell'obbligo di emendarsi.
appariva, essere stali da prima desiderati da Se si tratta di un abituato della prima clas
esse. Ora in tali persone non può aver luogo se , egli è evidente che non può essere assolto,
nè la intenzione attuale, la quale non può stare perchè, avendo più volte mancato alla promes
senza che la mente badi e rifletta a ciò che sa, non può il confessore prudentemente giu
vuole ; né la virtuale, la quale importa qual- dicareche egli sia emendalo. Nè v'immaginate,
che molo , operazione o tendenza impressa e dice il cardinale Denoffio nella sua pastorale
derivante dalla passata attuale intenzione, e Istruzione , che le vostre esortazioni falte nel
tuttavia durante e sussistente. Rimane dunque brevissimo spazio che lo confessate , possano
la sola abituale, consistente nella volontà una rimanergli cosi impresse da vincere la di lui
volta avuta , nè mai ritrattata . Questa sola consuetudine che è come una gran pietra,sotto
adunque è stata sempre dalla Chiesa ricono- cui egli giace miseramente sepolto . Fa duopo
sciuta bastevole al valido ricevimento dei sa per la repentina conversione di questi peccato
cramenti. Nè deve alcuno recarsi a meraviglia , ri un miracolo straordinario della grazia divi
che questa basti per chi riceve, e non basti per na, sicchè è necessario provarli per un tempo
chi amministra i sacramenti per la loro vali- congruo e differir loro frattanto l'assoluzione.
dità: perciocchè chi amministra é agente , chi Se poi l'abituato è della seconda classe, vi
riceve è paziente ; e più ricercasi per agire , co sono dei teologi che giudicano potersi assol
me a tutti è noto, che per patire . Anzi sembra vere , quando vi concorrano le condizioni se
al continuatore del Tournely e ad altri , che, guenti: 1. che non sia mai stato ammonito , nè
secondo la pratica della Chiesa per la estrema abbia giammai avuto nolizia dei rimedii da
unzione , basti pur anche la intenzione inter- mettersi in pratica; 2. che protesti di avere un
prelativa. Imperocchè si concede questo Sacra- vero dolore; 3. che sia disposto a praticare
mento alle persone, che, colte all'impensata da tutti i rimedii suggeritigli , sebbene duri e diffi
impetuoso malore , hanno già perduto l'uso cili ; 4. che premetta per lo più la confession
della ragione; perchè chi è cristiano , e vuol vi- generale. Così il Baluart. Ma chi non vede tali
vere e morire nella cattolica Chiesa , vuole an cose essere argomenti insufficienti e deboli per
che essere nel debito tempo aiutato coi sacra . poter giudicare con prudenza della disposizio
menti . Ma comunque ciò sia , egli è certo che ne del penitente ? Intanto si ricerca una con
basta la intenzione abituale che si può sup- fession generale, me questa non si può fare
porre e può esservi anche nei moribondi di tal stante pede con un abituato da più anni .
fatta. Da questa regola però è necessario eccet- Dunque non si può assol verlo subito. Si vuole
tuare , come già abbiamo accennato , i due sa- inoltre che protesti di aver un vero dolore; ma
cramenti della penitenza e del matrimonio ; come potrà assicurarsi il confessore che tale sia
perchè nel primo gli atti ricercansi dallo stesso la di lui contrizione , quando è fresco dalle
ABITUATO 49
colpe , nè per alcun tratto di tempo ba cessato Vi sono degli altri i quali si appoggiano , per
dalla prava sua consuetudine ? Si esige cha dare l'assoluzionea questi abituati , alla regola :
egli abbracci i rimedii , sebben duri e difficili. Poenitenti et pro se el contra se credendum :
Ma e perché non si adatta a disporsi per qual . ma conviene osservare che questa regola tolla
che tempo a ricevere l'assoluzione colle pre- da s. Tommaso nel supplemento , q . 8, art. 5 ,
ghiere, colle limosine, colle opere di penitenza ? ad 2, non è nel senso in cui la prendono cotesti
Quelli che sono penetrati da vero dolore si sot. Teologi , cioè di credere ad ogni asserzione del
tomeltono volentieri al beneplacito del confes. penitente. L'Angelico intende che si deve pre
sore, e quelli che ricalcitrano sono quei soli star fede al penitente, quando asserisce delle
che non hanno contrizione. cose delle quali egli solo ha, e può avere co
Insiste però il Beluart. Il Sacramento di pe- gnizione, ma non allora che le sue promesse
nilenza fu instituito non già solo per togliere non corrispondono ai fatti. Imperciocchè inse
i peccati , ma altresi per preservare dai fuluri. gna egli nel citato luogo : Reclor Ecclesiae
Non assolvendo adunque tali abituali , si viene debel vullum pecoris sui agnoscere per sollici
a privarli del principale e più efficace rimedio, tam exterioris conversationis considerationem ;
e quindi ad essere come quei medici stolti , che et in hac cognitione non oporlet quod credat
danno all'infermo le medicine più utili quan- subdito, sed certitudinem facti in quantum po
do sono guariti . Questo specioso argomento lest inquirat. Non basta adunque che il pe
però è appoggiato sopra una base falsa, od al- nitente asserisca di essere pentilo, e che pro
meno dubbiosa. Bisogna prima provare che ponga di emendarsi , ma , quando è consuetudi
l'assoluzione data ad up abituato abbia il suo nario, si deve attendere , che la sua promessa
effetto, cioè gli rimelta i peccati, e lo preservi venga comprovata dal fatto. Tutti i penitenti
dai futuri , giacchè non essendo egli disposto, asseriscono di aver dolore, ma questo dolore
ella è invalida ed inefficace. Il confessore in que parte sempre dall'animo veramente contrito ?
sto caso, assolvendo sarebbe anzi come quel Quindi fu perciò condannata da Innocenzo XI
medico, che desse un rimedio intempestivo, il la seguente proposizione : Poenitenti habenti
quale, lungi dal guarire l'infermo, lo uccides- consuetudinem peccandi contra legem Dei, na
se. Per adoperare adunque prudentemente do- turae et Ecclesiae, etsi emendationis spes nul.
vrà il confessore sempre differire l'assoluzione la appareat, non est deneganda, nec differenda
all'abituato. absolutio, dummodo ore proferal se dolere, et
Trovasi taluno, che inclinando alla opinione proponcre emendationem .
del Belvart nella circostanza che l'abituato In quanto finalmente alla emendazione ri
difficilmente possa ritornare al confessore, o chiesta in un abituato perchè possa essere as
non abbia l'opportuna assistenza degli altri , solto, convieneconsiderare che non mancarono
ovvero si tema che con quelli non possa essere dei probabilisti tanto benigni, i quali dissero
sincero, crede che per tali ragioni si possa as- doversi dare l'assoluzione agli abituati recidivi
solvere. Io pero penso coll'autore delle Anno tutte le volte, che si confessano senza aspettare
tazioni , che nemmeno in questo caso il confes. alcun segno di emenda , bastando, come essi in
sore possa tranquillamente alzare la mano. segnavano, che dicessero di essere veramento
Infalli le addotte circostanze, e quante altre pentiti . Sebbene dagli antecedenti premessi ri
possono estrinsecamente concorrere, valgono manga una lale opinione abbattuta, pure con
forse a cambiare il cuore del penitente, a ren- viene conoscere se basli qualunque sforzo, che
derlo più disposto , ed a porgere argomento al faccia il penitente per emendarsi , oppure qua .
confessore che egli sia degno dell'assoluzione ? lunque piccola emenda e diminuzione nel nu
Se egli deve formare un prudente giudizio mero dei peccati . Le sacre Scritture in tanto ri
sulla emenda di lui , non potrà pero giammai cercano tutto lo sforzo, e tutto lo studio e dili
determinarsi senza aver prima provato il pe- genza. Nel capo quarto del Deuteronomio leg
nitente. Si ricordi il confessore, che egli , come giamo : Quum quacsieris Dominum Deum
scrive l'Angelico : non potest ligare el solvere tuum , invenies eum , si tamen toto corde quae
ad arbitrium suum, sed tantum sicut a Deo sieris eum . Questa condizione toto corde si
sibi praescriptum est ; e legga il discorso di s . legge ripetuta nel primo libro dei Re, al capo
Tommaso di Villanova nella feria sesta dopo settimo, vers. oltavo, in Gioele, ed in molti al
la quarta domenica di Quaresima, dove egli tri luogbi della Scrittura , che richieggono nel
chiama i confessori rovina delle anime pella penitente il ruggito dell'orso, il gemito della
loro facilità di assolvere, quando dovrebbero colomba , ed il pianto come nella morte di un
fare ogni cosa per salvarle. primogenito. Anche s. Francesco di Sales, nelle
Encicl. Eccles . Vol. 1. Fasc. I.
50 ABITUDINE ABIU
sue Coslituzioni Sinodali, comanda : Confes. fossero lasciati prendere dal vino, per cui ob
sarii diſſerant absolutionem iis , qui viliosis ha- bliarono di assumere del fuoco sacro onde of
bilibus eradicandis neruos omnes ( non già ferire l'incenso, ma tale snpposizione ha poco
qualche piccolo sforzo ) non intendant, alias fondamento , poichè se si consideri che allora
in confessione admoniti el correcti. Dunque erano di servizio, si vedrà facilmente coine non
von basta che il penitenle abbia fallo qualche poteva rimaner ad essi il tempo per darsi al
sforzo per meritare l'assoluzione, ma deve ave- gozzovigliare . Allri vogliono che nella loro
re impiegalo ogni sforzo. Ma basterà qualche punizione Dio abbia voluto dare ad ognuno
piccola emenda ? No. Lo dice il Segneri nel un esempio di quanta fedeltà ed esaltezza
suo Cristiano Istruito, parte 5 , disc , 14, num.8. richiedasi nell'esecuzione dei doveri del mini
« lo riguardo e lengo questa mulazione, come stero sacro .
puramente accidentale, cioè , perchè il sacro ni. Sopra questo avvenimento il signor Coque
nistro ha roinaccialo il penitente di non assol rel fa alcune osservazioni che stimiamo utile
verlo, oppure perché era imminente qualche riferire, perocchè di giovamento ai lettori . La
grande solennità, o linalmente perebé a carpire legge del Levitico, cap. 6 , vers. 12 , 13, dice egli,
l'assoluzione bisognava almeno qualche poco ordinava di mantenere continuarente il fuo
cessare dal commellere peccati. » Infalti quegli co dell'allare, cui erasi misto fuoco celeste
che la diminuito soltanto il numero delle col- disceso sulle prime vittime di Aronne ; questo
pe, o ha praticalo i rimedii suggeritigli, o doveva servire a consumare l'oloca usto e bru
non gli ha praticati . Se gli ha praticati , vuol ciar i profumi; e la proibizione fatta nell'Eso
dire che non furono sufficienti a guarirlo dalla do al ca po 30, vers. 9, di offerire incenso con
sua infermità , e che quindi è necessario il re- fuoco profano , dalla preservazione di questo
plicarli prima di assolverlo. Se poi non gli ha fuoco sacro emanava . E vero che non trovasi
pralicati , egli è chiaro, che è indisposlo. Dun- questa proibizione formalmente espressa con
que non basta solamente qualunque sforzo, la morte dei due fratelli ; ma questo stesso av
non basta una piccola emenda per poter assol- venimento la suppone , come apparisce dal con
vere un abituato recidivo. Dunque non si deve testo delle parole di Mosè. Egli è cerlo, che
assolvere se non chi fugge con grandissima di- negli statuti riguardanti la gran festa della es
ligenza il peccato, e ne lascia l'abito, e se talora piazione, allora quando il sopimo sacrificatore
tade, quando ad oggetto di fuggire la colpa entrava nel luogo sanlissimo una volta all'an
abbia adoperalo tutta la forza sua, la sua ea no e non più, si trova l'ordine positivo , come
dula sarà tale da doversi ascrivere a fragilità si legge nel Levitico al capo 16, vers. 13 , di
non mai a malizia. abbruciare i profumi nel ſuoco dell'altare. Il
ABITUDINE . Altro non è l'abitudine che la rito di questa instituzione fu forse rinnovato
tendenza o disposizione ad operar checchessia , con maggior forza dopo l'avvenimentodeplora
prodotta dalla frequente ripetizione degli atti . bile dei due figli di Aronne, indotto da ciò a
E ciò vogliasi detto non sol se la cosa si con pensare che la stessa obbligazione era imposta
sidera sotto l'aspelto fisico, ma sì ancora ove ai semplici sacerdoti, per riguardo ai profumi
Ja si voglia riguardare nel senso morale. Delle che si abbruciavano ogni giorno. Exod . 30 , 7 ,
abitudini altre sono acquistate, ed altreipfuse. 8 ; Luc ., 1 , 9. Rischiarato questo punto,è facile
Le prime quelle si addimandano, le quali si a conoscere il resto del sacrilegio commesso nel
contraggono col mezzo di alti reiterali ; le se. luogo santo, e non nel santissimo. Nadab ed
conde, ossia le infuse, sono quelle che a noi Abiu , superbi dell'alta loro dignità , spinti da
vengono comunicate da Dio, nè si possono da brama di godere del nuovo loro diritto, senza
noi acquistare per qualsivoglia forza od indu- aspettare il momento rigorosamente stabilito
stria che noi facciamo. Abitudini sono le virtù della offerta giornaliera, e come si può con
teologiche , della fede, cioè, della speranza e chiu dal resto del racconto descritto nel
della carità , ecc. Levitico, al capo 10, vers. 9, 10, sortiti dal
ABIU Figlio del sommo sacerdote Aronne e banchello che avevano fatto dopo gli ultimi
di Elizabeth , fu divorato dal fuoco con suo fra- sacrifizii, corsero al tabernacolo per celebrare a
tello Nadab, perchè aveano osalo offrire l'incen- talento e per una superbia delle sante cerimonie
so con fuoco profano. Questa sventura avvenne che erano loro affidate. Quanto impertanto sia
nell'ottava della consacrazione di Aronne e dei stalo giuslo il castigo, dopo breve considera
suoi figli, e della dedicazione del tabernacolo, zione lo si conosce . Il culto levitico incomin
l'anno del mondo 2544, av . G. C. 1486. Molti ciava ; il suo sacerdozio era instituito ; le sue
commentatori ritengono elie Nadab: ed Abiu si prime vittime erano ancor fumanti , ed il fuo
ABIUD - ABIURA 51
co dal Cielo aveva santificato la sua instituzio- Cristo. A prevenire, per quanto sta in essi , una
ne. Era dunque possibile dopo ciò tutto lascia- diserzione dei loro seguaci, hanno piantato il
re impunita una pubblica profanazione ? La principio che cercano in mille guise diffonde
religione di Mosè doveva incominciare da una re : l'uomo oneslo non rinunzia mai alla sua
empietà ? Qual colpo funesto non sarebbe egli religione. Ma quante falsità in questa massi
stato ad un culto nascente ! Qual taccia im ma non si trovano ! e come, senza avvedersene ,
pressa sopra un sacerdozio appena instituito ! gittano un dardo contro di sè medesimi! Impe
Se tali erano i sacerdoti, che cosa sarebbero rocchè con tale principio non facciano forse da
stati i semplici fedeli ? quanti profanatori non ignominiosi i loro stessi antenati , che la reli
sarebbero sortiti da questa prizna profanazione, gione in cui nacquero abbandonarono per ab
e nel sistema delle instituzioni di Mosè, in cui bracciare la nuova e perversa in cui vissero ?
tutto è legato, ove tutto questo apparato di Non affilano un'arma contro quegli empii apo
cerimonie domandava un'attenzione costante , stoli della loro çiforma , i quali dal grembo
e serviva come di cinta e di difesa al dogma dell'unità , della vera Chiesa di Gesù Cristo ,
della unità di Dio, che sarebbe stato di utile e della religione celeste e divina si tolsero , per
di buono, se l'ebrezza avesse scusalo un'em- formarne una a capriccio, in cui fosse lecita la
pietà, se, fin dal primo giorno, un prodigio turpitudine , il vizio ? L'uomo onesto non ri
non avesse vendicato un sacrilegio commesso nunzia mai alla sua religione, dicono gliempii .
nell'esercizio stesso di un pontificato ? L'errore Ma perché diffondere libri che contrarino a
quasi involontario, e troppo comune in cui si questo principio, perchè muovere guerra a quel
cadde, giudicando di simili fatti, è quello di li che nella propria religione vivono tranquil.
isolarli : Israele non poteva essere Israele sen- lamente, perchè tanto curarsi di innestar nella
za cullo e senza sacerdozio : dunque ciascun mente sofismi con cui combattere la verità
rito doveva essere difeso , ciascun sacerdote do- delle massime in cui l'uomo nacque e sen vive ,
veva essere sorvegliato da Dio medesimo, e la perchè in fine adoprar della forza onde la falsa
morte di Nadab al tempo di Mosè ebbe la stes. ed empia loro religione si abbracci ? Le opere
sa utilità che quella di Hoza al tempo di Da. loro impugnando il principio che sostengono,
vide. Questo fuoco uscito dinanzi l'Eterno ad evidenza dimostrano la malvagità della
secondo alcuni fu una folgore sortita dalla legge solto cui vivono , e come ad essi ogni
nube sapla , secondo altri una fiamma che si abiura rincresca , siccome quella che prova ad
slanciò dall'altare dei profumi ; ma fosse l'una evidenza coi falli la falsità della religione che
o l'altro, la sostanza rimane, la punizione cioè vantano per vera , mentre unicamente è un an
dei due fratelli, lo che fu di esempio grandis. masso di errori , di assurdità, di delitti.
simo ai superstiti di quanta purezza convenga Alla abiura impertanto è obbligato chiun
essere adorni , e di quanto para intenzione nel que sia convinto di eresia , e deve giurar fer
servizio di Dio. mamente di non più aderire a quanto aveva
ABIUD era terzo figlio di Bale, e nipote di prima seguito, o con esso avea relazione, con
Beniamino, come dal primo libro dei Paral ., forme all'ordine del concilio di Costanza , nel
cap. 8, vers. 1 , 3. — Un altro ABIUD è mento- l'ultima sessione sulla costituzione di Martino
vato da s. Matteo al capo 1 , vers. 13 ; e quesli Quinto, e questa abiura facendo deve pure accet
era figlio di Zorobabele uno degli antenati di tare quelle pene salutari che sono proporzio
Gesù Cristo secondo la carne. Il Grozio ritiene nate alla colpa. Che se colui il quale fa l'abiu
cbe a lui Zorobabele indirizzi le parole del ca ra de vehementi, come dice il diritto, cioè se è
po dodicesimo dell'Ecclesiastico . sommamente sospetto, poscia ricade nella ere
ABIURA , ABIURANTE . L ' abiura è il giu- sia abiurata realmente, e si ha di questa sua
ramento con cui un eretico convertito rinun- ricaduta certissima prova , conviene che sia trat
zia ai suoi errori, e fa professione della fede tato siccome un ricadulo, siccome quello che
cattolica. Questo rito è necessario per poter abbia finto con finzione di diritto ; che se fu la
essere assolto dalle censure incorse, ed essere sua abiura de levi , ricadendo nella eresia , ove
riconciliato colla Chiesa. siavi piena prova , non si tratterà come ricadu
I protestanti, acerrimi nemici della cattolica to , ma sarà gravemente punito. Quando talu
Chiesa , non mancano mai di porre in ridicolo le no abiura una eresia formalmente, ed un'altra
conversioni e le abiure dei loro complici, che in generale, se poi in essa od in altra ricada ,
sorretti dalla grazia divina, conoscendo l'er. siccome recidivo deve esser trattato, dice il
rorein cui vivono, lo delestano, l'abbandonano capo Accusabes de haeret, in 6, S cum vero. E
per ritornare nel seno della vera sposa di Gesù questo abiurante una eresia formalmente, se
52 ABIURA
poi dia ricello agli eretici , li favoreggi e non rant, ad quae restitui nisi ab eodem Summo
possa scusarsi con prova di aver fatto lali cose Pontifice vel ab eadem sacra Congregatione co
per allre ragioni remote dall'eresia , siccome ram Sanctitale sua habenda non possint. Prac
recidivo sarà pure trattato. sens autem decretum omnibus superioribus rc
Di ogni eresia, come abbiamo detto, con viene ligionum intimare mandavit idem Sanclissimus
che si faccia l'abiura ; se perd taluno abiuri Dominus Noster .
una eresia in particolare, e poscia universal A dimostrare come la grazia dell'Altissimo
mente neghi gli articoli di fede, conviene che sia potenle a muovere i cuori di coloro cho
come recidivo sia trattato , anzi se vi ebbe fin . vivono nell'induramento della falsità , e far
zione nella sua abiura, è dannato alla pena di che si appiglino a quell'unica verità che può
morte. Quando poi coloro che seguivano una renderli avventurati nel tempo, e felici nei se
eresia abiurarono con dalo giuramento, hanno coli eterni , riferiamo alcuni avvenimenti di
alla assoluzione dirillo, comeinsegna Clemente abiura solenne fatta da quelli , il cui nome solo
VII, nella sua costituzione vigesima seconda deve essere uno stimolo alla imilazione per
Placuil; che se trovasi cotale, che sia sospelto quegli sventuratiche in una falsa religione con
di eresia , e neghi di fare l’abiura, allora , secon- ducono la loro vila. Nel 311 , Costantino il
do le canoniche leggi , si dovrà consegnare alle Grande, signore delle Gallie, preparavasi a pas
potestà civili , e persistendo nella negativa di sare in Italia alla testa di tutte le sue forze
fare l'abiura , si dovrà trattar come eretico, per detronizzare l'imperatore Massenzio. Aspro
dice Martino V , nella sua costituzione prima diveniva il conflitto, quando il cielo accorse a
Inter cunctas $ 14, dove altre cose in proposi- confortare quello che doveva dare specchiato
to potrà ritrovare il lettore. esempio di sè, e farsi ministro della Provvi
E ciò in generale sia detto , poichè parlando denza divina alla diffusion del Vangelo. Ap
in particolar modo di quei sacerdoti secolari parve nell'aria , come narra l'istoria, una
che abiurano de levi, con viene avvertire, in croce luminosa, nella quale era scritto a leltere
conformità ai decreti della sacra Congregazione di fuoco : In hoc signo vinces. A tale portento
generale della inquisizione, che questi, fatta Costantino si converti; le sue falangi con lui ;
l'abiura , non sono impediti dallo esercitare e queste animate da un coraggio invincibile,
tutti gli ordini loro, amministrare i Sacranien- l'anno seguente egli condusse in Italia, ripor
ti ed udire le confessioni dei fedeli : non cosi tò una decisiva villoria sotto le mura di Roma ,
però se abiurano de vchementi , rimanendo e fece con lui salire sul trono la religione cri
allora da ogni esercizio sospesi . In quanto stiana. - Clodoveo , che i Francesi chiamano
finalmente ai Regolari abiuranti , ancorchè Clovis, re dei Franchi, di fresco stabilito nel set
l'abiura loro sia de levi, pure rimangono ina- tentrione delle Gallie,aveva per vicini i Visigo
bili ad ogni grado ed uffizio del loro ordine ti , popolo armigero e suo nemico, che occupava
regolare. Ecco in qual modo parla il decreto la parte meridionale di quel paese. Ad oggetto
di Urbano VIII promulgato nella Congregazio di poter loro resistere con maggior successo si
ne del santo uffizio il giorno 1 ottobre 1626. procurò l'alleanza dei Borgognoni , signori del
Sanctissimus Dominus noster justis de cau la Gallia orientale, e chiese ed ottenne la mano
sis animum suum moventibus, decrevit, et sla . di una principessa del loro sangue, Clotilde,
tuit, ut in posterum Regulares omnes cujus. nipote del re Gondebaldo . Cotesta principessa ,
cumque ordinis , religionis, societatis et insti allevata nella fede cattolica , adoperò a conver
tuli, quibus pro delictis ad sanctae Inquisitio. tire il suo sposo idolatra . Ella fu debilrice alla
nis officium spectantibus, poenitentiae genus politica del trionfo che ottennero le sue pie
aliquod imposilum fuerit , salutaribus poeni- esortazioni. La Gallia era ripiena di cristiani
lentiis exceptis, aeo ipso ad omnes religionis ortodossi ; i Visigoti professavano l'arianismo.
sude gradus el officia inhabiles censcantur. Et Clodoveo conobbe che il mezzo più sicuro di
deinceps eliamsi poenilenliae tempus expleve. raffermare ed estendere il suo dominio era
rint vel gratiam receperint, ad illa lamen pro. quello di abbracciare il cristianesimo e di en
moveri nullatenus possint, nisi prius obtenta trare nella comunione romana. Ei lo abbrac
a Sanclissimo Domino nostro, vel ab hac con ció veramente e fu battezzato a Reims il 23 di.
gregatione coram Sanctilate sua habenda spc. cembre 469 dal vescovo s. Remigio. Sicambro
ciali, et expresse rehabilitationis gralia. Alias gli disse il prelato, piega il capo , ed ormai
premotio quaelibel nulla sil, et promoventes adora quello che ardevi; ed ardi quello che
ipsi privationem suorum officiorum , ac prae- adoravi. San Remigio aggiunse alla cerimonia
terea vocis activae et passivae ipso facto incur- del battesimo quella della consacrazione. Tro
ABIURANTE - ABLUSIIS 35
mila Franchi , e moltissime donne, tra le quali si eseguisce la cerimonia. L'ablegato riceve dał
trovansi le due sorelle di Clodoveo , Albofleda e segretario dei brevi ad principes i brevi cho
Lantechilde, si fecero ballezzare in quel giorno S. Santità invia al sovrano dei cui slali trova
memorabile. — Enrico IV , nato nella religione si il cardinale nuovamente creato. L'ablegalo
protestante, sali sul trono di Francia il 1 ago. non può presentare questo breve al sovrano
sto 1589 per la morte di Enrico III . La Lega che mediante la prima intelligenza col mini
e la Spagna erano potentissime, e la Francia stro degli affari esteri , al quale egli arreca una
faceva voti acciocchè la sua religione divenisse lettera del medesimo Papa .
quella del nuovo monarca . Enrico si fece in Se il nuovo cardinale trovasi nella città in
struire, ed assistelle a parecchie conferenze fra cui havvi la corle, l’ablegalo, a nome del Pa
protestanti. Vedendo che questi concedevano pa , prega il sovrano di degnarsi d'onorare la
che si potesse salvarsi nella religione cattolica; funzione di sua presenza , e di porre egli stesso
Dunque, disse, concedele che si possa salvarsi il berrello sulla testa del nuovo cardinale. Se
nella religione di quesli signori ? Avendo i mj. il cardinale nuovamente creato trovasi in al .
nistri risposto che non ne dubitavano , pur- tra città dello Stato, presentate che egli abbia
chè si vivesse con onestà ; il re soggiunse : In le lettere indirizzate al sovrano, prosegue il
tal caso abbraccerò la loro religione e lascierò suo viaggio a compiere la cerimonia.
la vostra ; perchè essendo della loro , io mi Come giunse, e da messi in viali dal nuo
salvosecondo essi e secondo voi , ed essendo del vo cardinale è condolto all'alloggio fissatogli,
la vostra, io mi salvo secondo voi, ma non già fa una visita al cardinale e concerta con lui
secondo essi. Ora prudenza vuole che segua la del giorno e del luogo della cerimonia . D'ordi
via più sicura. Il 25 luglio 1593 alle ore 9 del nario il luogo è la cattedrale. La sera prece
maltino Enrico si recò alla chiesa di S. Dioni- dente il cardinale fa dinanzi all'ablegato il
gi , ove l'arcivescovo di Bourges ricevelte la giuramento prescritto a tutti i cardinali ; il
solenne sua abiura, dopo che fu cantato il Te giorno della funzione cantasi solennemente la
Deum, e celebrata la messa dello Spirito Santo. messa in rendimento di grazie ; la quale com
ABIURANTE. V. ABIURA. piula , si procede alla cerimonia dell'imposi.
ABLEGATI PONTIFICII ed APOSTOLI- zione della berretta : questa si fa o da un car
Cl . Gli ablegali pontificii sono quelli che re- dinale, se vi è presente, o da un vescovo; man
cano per parte del Papa: 1. ai re le fasce da lui cando i quali , l'ablegato porge al cardinale il
benedette pei neonati principi eredi del regno; Missivo di cui un ecclesiastico fa lettura; quin .
2. ai nuovi sovrani ed ai capitani che si segna- di in un bacino presenta al cardinale la ber
Jarono nelle guerre in difesa della religione, il retta che diper sè egli si colloca sulla testa.
presente delle insegne di onore, dello stocco e ABLUSIIS od ABLUVIIS ( GOFFREDO DE) .
del berrellone benedelti ; 3. la berretta cardi . Nasceva l'Ablusiis in Abluis, oggidi Ablis, nel
nalizia ai nuovi cardinali non residenti in tredicesimo secolo. L'indole sua tranquilla ,
Roma. ed il disprezzo che dimostrava fino dall'età pri
Gli ablegati apostolici sono quelli che il ma delle cose del secolo, davano a divedere come
Papa manda: 1. ai nuovi cardinali per distin- egli poco di questa terra curasse. Ed in fatli
zione singolare col cappello rosso cardinalizio; non appena ebbe l'elà, si ascrisse alla domeni
2. a presentare la rosa d'oro benedetta e man cana famiglia, dove fece risplendere in se quel
dala in dono a chiese illustri , a sovrani e per le virtù che attestano quanto l'uomo ami le
sonaggi segnalati. Gli ablegali apostolici e pon cose superne, sicchè in breve divenne decoro
tificii si scelgono di ordinario fra i monsigno dell'ordine cui apparteneva, nel quale splen
ri camerieri segreti o di camera, sebbene non delle per anco per quel coraggio che si addice
manchino esempi, i quali dimostrano che tal. a combattere il vizio, e per quella magnanimi.
volla vennero anche date queste missioni a tà che allesta quanto l'amore del prossimo
persone nobili secolari. prevalga all’amor di sè stesso . Così decorato
L’ablegato incaricato di recare al nuovo car. egli condusse la vita fino al 1318 che fu l'ulti
dinale il cappello, primadipartire da Roma la modi sua carriera mortale. Che s'egli moriva ,
visita a tutto il sacro collegio, quindi riceve rimaneva però il suo nome : 1. in alcuni com
dalla sacra Congregazione dei riti la istruzione mentarii assai brevi , chiarissimi e tullo metoa
per compiere la sua missione. Sua Eminenza do intorno ai qualtro libri del Maestro dello:
il cardinale segretario dei brevi , per ordine del sentenze; 2. negli atti che egli stese in qualità
Santo Padre, fa spedire il breve chiamato mis . d'inquisitore, carica che decorosamente sosten
sivo , il quale si legge pubblicamente quando ne ; donde si possono avere importantissime
ABLUZIONE
notizie intorno alla storia si ecclesiastica che suetudine osservala in tulla la Chiesa che la
proſana de'suoi tempi. prima abluzione si faccia con puro vino, la se •
ABLUZIONE. Questa parola che generica- conda con vino ed acqua . L'acqua sola perlan .
menle presa altro non significa che mondamen- to non si può adoperare per fare la prima
10, purificazione, lavanda, nel senso ecclesiasti. abluzione senza infrangere quella consueludi :
co ad un peculiare significalo è congiunta . Pri- ne, e perciò senza commettere un grave pecca
ma però di parlare particolarmente di essa è lo. Ma di più convien dire quella non essere
necessario ſermarsi sopra alcune generali che una consuetudine, bensì un chiaro precetto,
possono riguardarla . Tulli i popoli , in tutti i come apparisce dalle decretali d'Innocenzo III ,
lempi , hanno pensato che la pulitezza del cor. che cosi si esprime : Semper sacerdos vino per
po fosse il simbolo della purezza dell'anima ; fundere debet, postquam totum acceperil Eu
chè il peccato si può considerare come una charistiae sacramentum. Di questa decretale si
macchia dell'anima, per cui lavandosi il corpo, serve s. Tommaso per dimostrare che questa é
un uomo dimostra il desiderio di purificarsi necessità di precetto .
l'anima. Quindi le abluzioni necessarie alla sa Quanto appartiene alla seconda abluzione,
nità nei climi caldi , sono divenute un allo re consta essere il sacerdote tenulo a doverla far
ligioso , universalmente. Forse si è creduto che col vino mescolato coll'acqua. Questa è pari
questa cerimonia avesse la virlù di cancellare menti una universale consuetudine della Chie.
i peccati agli occhi della Divinità ? Se gl'igno- sa , contro cui alcuni sacerdoti nulla possono
ranti si sono dati a credere tali cose, i saggi fare, im perciocchè questa consuetudine devesi
hanno sentito e conosciuto, che un rito esterno venerare da tutti i fedeli.
non può essere efficace se non in quanto è gra Si può aggiungere, come argomento , la stes
to a Dio, ed accompagnato da un sentimento sa decretale d'Innocenzo III che or ora accen
interno di penitenza . nammo. Imperciocchè quel pontefice parla del.
Le abluzioni furono in uso al tempo dei pa- l’abluzione in genere ; per la qual cosa come
triarchi, perocchè se ne parla in Giobbe ; Mo- della prima, cosi della seconda si deve egual-,
se ne prescrive un gran numero ; Gesù Cristo mente tenere. Quantunque s. Tommaso sembri
l'ha consacrate dando al ballesimo conferito spiegare questa decretale della prima abluzione
in suo nome la forza di cancellare i peccati . soltanto , tullavia apertamente insegna , che se
La Chiesa, animata dallo stesso spirito, ha con- la consuetudine osservata nella Chiesa di ado
servato pure l'uso dell'acqua santa . Si sa che perare per la seconda abluzione vino con acqua
i pagani praticavano pure diverse sorta di ablu- non si appoggia alla decretale d'Innocenzo ill ,
zioni, e che i maomettani si lavano più volte è basata però sulla ragione, perciocchè il vino
al giorno, specialmente avanti la preghiera. per ragione della sua umidità è ablutivo ; per
Forse una superstizione generale ha occupa- ciò si assume dopo avere ricevuto il Sacramen
to in ciò tolli gli spiriti ? Chiunque si persua- to per purificarsi la bocca. Donde il santo in
de che per cancellare il peccato basta lavarsi ferisce che perciò quello si deve usare anche
il corpo senza avere alcun sentimento di com- nella seconda abluzione.
punzione e di pentimento, senza alcun propo Conchiudiamo pertanto che i sacerdoli sono
silodi correggersi , è certamente superstizioso ; obbligati non solo per universale consueludine,
abusa di un segno destinato a ricordargli ciò ma anche pel precetto della Chiesa, di servirsi
che far deve internamente, ma l'abuso in al . del vino nella prima abluzione, e dove anche
cun genere nulla prova contro un uso ulile in il precetto non sia chiaro e distinto, a ciò esser
sè stesso. tenuti per l'uso universale, che ha luogo di
Del nome di abluzione si fa uso per anco legge, specialmente dal tempo in cui il concilio
per dinotare l'azione del sacerdote, il quale di Trento vieto di fare alcuna cosa contraria
dopo la comunione prende un poco di vino e ai riti ed alle cerimonie instituite da una lode
d'acqua per consumare più facilmente l'Eu- vole coslumanza nella celebrazione del santo
caristia . Ella è ancora usata nelle altre cerimo- sacrifizio della messa. Cosi ogni sacerdole è le
nie ecclesiastiche, nelle quali i sacri ministri si nuto ad adoperar vino nella prima abluzione,
lavano le mani. Di quest' abluzione che il sa e vino ed acqua nella seconda ; e l'operare al
cerdole fa nella Messa convien qualche cosa trimenti è commettere grave peccato.
osservare . Dell'abluzionedel battesimo parleremo sot.
Il sacro concilio di Trento alla sessione vie to l'articolo BATTESIMO ; ora conchiudiamo
gesima seconda, assolutamente vieta di mutar l'articolo coll'esame, se l'abluzione dei piedi
checchessia nelle cerimonie della messa . E con che si suol fare nella Chiesa debbasi annovera
ABNEGAZIONE - ABOAB 55
re fra' Sacramenti. E sopra un tal punto dif con le preci di purificarci delle brutture di
fusamente trattato dal Bellarmino, Tournely, colpa .
Boreart ed altri , diremo, che anticamente in ABNEGAZIONE . Nel senso morale o reli
alcune chiese, sebbene l'abluzione precedesse gioso l ' abnegazione è la rinunzia a sè stesso ,
al ricevimento del battesimo, pure mai si ri- ossia alle proprie passioni. Ma queste parole
tenne fra i Sacramenti; imperocchè questa è alle proprie passioni possono intendersi in due
instituita in esempio di umiltà, come abbia- sensi: poichè e significano la rinuncia alle co
mo da s . Giovanni al capo 13 , ove leggesi : se desiderate dalle passioni , ed a cui spingono
Exemplum dedi vobis , ut quemadmodum ego le passioni medesime, o la rinuncia alle stesse
feci vobis , ita et vos faciatis. Alcuni padri in passioni. Non obbedire alle passioni egli è un
una maniera metaforica chiamano questa a- praticare l'abnegazione in quel modo che è
bluzione Sacramento , come s. Ambrogio nei voluto dalla legge morale : cioè egli è un fa
libri dei misterii al capo 6 , e s. Bernardo nel re il bene, ma non la perfezione del bene .
primo sermone in Coena Domini. Imperocchè Un'altra abnegazione è quella di non cedere
questa sacra abluzione, siccome instituita da soltanto ai proprii pensieri, ma di combatter
Cristo, non è solamente un segno di umiltà li , non solo impedirne il dominio , ma sog
e di rispetto col quale anticamente solevasi giogarli, non solo rifiutare le loro brame,
onorare gli uomini ; ma è un rito sacro e mi ma praticare ciò che ad essi ripugna . A tre
stico con cui ci vengono insegnate le vie di si possono ridurre le umane passioni; pia
esercitar l'umiltà. Questa abluzione dei pie- ceri , ricchezze, ed opori . Chiunque loro re
di ci eccita a continue preghiere, a mondarci siste al certo fa un atto di abnegazione: ma
con frequenza delle colpe veniali , ed alla vi- ogni abnegazione che soltanto si limita alla re
gilanza contro i movimenti interni della su sistenza non è che imperfetta ; chè queste facil
perbia e della concupiscenza. Imperocchè sic- mente risuscitano e muovono di nuovo la loro
come camminando i piedi si bruttano dalla guerra per entre al cuore nello spirito dell'uo
polve, cosicché restano contaminati se spes- mo . Userà dunque di un'abnegazione perfetta
so non si lavano ; per egual modo avviene chiunque avrà cura di sbarbicarle dall'anima
all'anima, la quale macchiandosi dalle esala- propria sostituendovi ciò che loro è imposizio
zioni degli appetiti carnali , abbisogna di fre ne diretta, cioè amore della mortificazione ai
quenti abluzioni . A ciò mirando i surriferiti piaceri , la povertà alle ricchezze, amore del
padri chiamano con significato men proprio l ' umiltà agli onori ed alle delizie terrene.
l'abluzione un sacramento. Sentiamo s. Ber ABNER , figliuolo di Ner generale delle trup
nardo da noi sopra citato nel suo sermone de pe di Saule. Per sette anni conservò la coro
Baptismo: Laoamur ,dice, igitur in baptismum , na ad Isboseth , figlio di quel re , contro Da
quia deletur chirographum damnationis nostrae. vidde che regnava in Ebron . Uccise Asaele
Della abluzione dei piedi poscia soggiunge : terzo figlio di Sarvia sorella di Davidde e
Et unde scimus quia ad diluenda cuncta quae fratello di Gioabbo e d’Abisai. Essendosi po
non sunt ad mortem , et a quibus plene cavere scia inimicato con Isboseth , si recò presso
non possumus ante mortem ; ablutio ista perli- Davidde , il quale lo ricolmo di carezze e fe
net ? Ex eo plane quod offerenti manus, et ce seco lui alleanza . Ma nel mentre se ne tor
caput ad abluendum , responsum est. Qui lotus nava, Gioabbo, fattolo chiamare e trattolo in
est, non indiget nisi ut pedes lavet. Lotus enim disparte, quasi volesse parlargli in segreto ,
est qui gravia peccata non habel, cujus caput, gl’immerse la spada nell'anguinaia per vendi
idest intentio, et manus, idest operatio, et con care la morte di suo fratello Asaele; come si può
versalio munda est. Sed pedes qui sunt animae vedere nel secondo libro dei Re al capo terzo .
affectiones, dum in hoc pulvere .gradimur, ex ABO, città vescovile della Finlandia , il cui
tolo mundi non possunt esse , quin aliquando vescovalo fu fordato da papa Adriano IV nel
vanitati, aliquando voluptati aut quriosituli ce 1158. Questo era suffraganeo di Upsal. Que
dat animus plusquam oporlet. In multis enim sta città però fino dal secolo decimosesto ab
offendimus omnes .... Nemo perniciosa secu bracciò la riforma luterano -episcopale. Al
ritate dormitet, declinans in verba maliliae ad presente non è più residenza vescovile.
excusandas excusationes in peccatis . . . . Hinc ABOAB (EMMANUELE ), rabbino spagnuolo ,
cst quod in oratione quam ipse constituit,quoti- è noto per un'opera che lasciò dopo la sua
die pro peccatis illis voluit nos orare. Adunque morte avvenuta nel 1629 , intitolata : Nomo
con quella abluzione non si monda neppure logia sive dissertationes legales . L'autore si
dei peccati veniali , ma si eccita alla cognizio studia di provare l'autorità delle antiche tra
ne della nostra infermità, affinchè ci studiamo dizioni o della legge orale, di cui egli stabili.
36 ABOBI - ABORTO
sce la necessità nella prima parte della sua inflisse pene spirituali a coloro che lo procu
opera, e l'origine ed il progresso nella secon rarono. Comprendendosi dunque lo aborto nel
da parte , come pure la continuazione della precetto naturale negativo: non occides, egli o
Storia de' dottori ebrei fino al suo tempo, in- fuor di dubbio non esser lecito procurarlo se
cominciata da Scherita Gaon . Egli v'inserì la non nel caso in cui , non procurandolo , e la
lettera ché Orazio del Monte, nobile italiano, madre ed il figlio perissero. Che se poi il feto
gli aveva scritto su questo quesito : Quomodo da abortirsi non si potesse battezzare , allo
dici possit angelicum esse emendare se. V’in- ra neppure in questo caso si può procurarlo
seri pure la risposta data da lui ad Orazio per salvar la vita della madre ; perciocchè la
nel 1607. Questa risposta è in latino , la let- vita spirituale del feto devesi anteporre alla
tera d'Orazio in italiano. vita corporale della madre medesima.
ABOBI . Padre di Tolomeo , il quale fece Nei tempi delle scolastiche sofisticherie si
assassinare Simone Maccabeo suo suocero nel distinse l'aborto di feto animato da quello di
castello di Doch , come leggiamo nel primo feto inanimato , e tanto potè questa arbitraria
libro dei Maccabei al capo 16 , vers. 11 e seg. distinzione sull'animo degli scienziati , che la
ABOLIZIONE . Questo termine significa stessa santa Penitenzieria dovelte farne me
l'abrogazione o la estinzione di una legge o moria nelle sue decisioni sino a precisare il
di una consuetudine . tempo dell'animazione, il quale nel trentesi
ABORTO . L'aborto è il parto prematuro mo giorno è stabilito pei maschi, e nel cin
di un feto umano o vivo o morto . Quando que- quantesimo pelle femmine,secondo le varie as
sto parto non sia nè direttamente nè indiret- serzioni degli scienziati . Attualmente pero che
tamente procurato, è scevro di colpe ; ma ove la teologia metafisica non si arroga di positi
unaqualche causa vi sia per procurarlo, tuttivamente saperne più in là del convenevole
quelli che a questa causa concorsero , si ren- alla nostra corta intelligenza dei misteri di Dio ,
dono rei di grave delitto , cioè di omicidio o non bisogna esser troppo facili verso chi pro
tentato o commesso innanzi a Dio ed agli uo cura uno aborto anche subito dopo il conce
mini . Se alcuno per soddisfare alla propria pimento, dovendosi anzi considerarlo siccome
libidine, o per odio meditato avrà fatto all'uo reo di tentato o commes30 omicidio , colla
mo od alla donna alcun che, od avrà qualche riserva pero che nelle pene ecclesiastiche non
cosa prestato per modo da impedire che non incorre se non chi procura lo aborto dopo il
possa generare o concepire, o nascere la pro- tempo in cui credevasi avvenire l'animazio
le , quale omicida si tenga , dice il Concilio ne del feto. Le quali pene colla autorità della
Eliberitano nel capo quinto intorno all'omí bolla Effraenatam di Sisto V ,diremo appunto
cidio . Ed a ragione questa legge formava, per- che sono quelle degli omicidi : cioè che il che
ciocchè ciò ripugna alla umana specie, ed al rico resta privo di ogni privilegio chericale ,
fine naturale dell'uman seme, che di sè è or- uffizio , dignità e beneficio , inabile ad una
dinato alla generazione ed alla conservazione ulteriore sacra ordinazione, ed impedito nello
degli uomini , e perciò è un sommo delitto. esercizio degli ordini ricevuti. Anche il laico
Per le quali cose ogni ragione esigeva che da contrae una piena irregolarità.La dispensa pel
Dio fosse questa nefandezza punita ed in ogni cherico è riservata al Papa, benchè secretissi
caso proibita ; perciocchè se ciò alle volte mo al delitto ne sia. Aveva anche il preloda
focco nosso vi avrebbe pericolo che gli uo- to Pontefice fulminata indistintamente per
fi del piacere della congiunzione tutti la maggiore scomunica, ma Gregorio XIV
bliassero la prole , e spesso sot- in quella parte mitigò la succitata costituzio
etesto si !! ) rassero dalle cure , ne di Sisto V , con l'altra sua Bolla che ha
ech
la qual cosa ri- per principio Sedes Apostolica pia Maler. Da
na specie , e sa « questa ultima costituzione apprendiamo che
, di omicidio , la assoluzione dalla scomunica riservata da
nor delle pene. Sisto al Sommo Pontefice, può essere da ogni
barbare sieno vescovo impartita, e da qualunque confessore
abborrito e pu- delegati dal vescovo stesso ; e che nelle altre
zionate al grado pene non incorre se non colui il quale ab
lo aborto procura. bia procurato per qualunque modo lo aborto
olici èdegno di eter- del feto animato . Da queste pene però anche
non è rigenerato con per la costituzione Gregoriana niuno può as
aborto comunque pro- solvere tranne il Sommo Pontefice, perciocchè
ciale 2, e la Chiesa Sisto Vinfliggendolo riservò a sė ed aʼsuoi su
ABOU -ABRAMIANI 57
cessori la facollà di dispensare ed assolvere , ancella di Giuditta. Abra adunque è l' espres
come dalle seguenti parole della sua Bolla che sione generica appo gli Ebrei per indicare l'an
si leggono al S 8 : Ac tam absolvendi quam di- cella di una donna di grado distinto.
spensandi facullalem hujusmodi eliam quoad ABRAAME , I '. ABRAMO (S.).
forum conscientiae in casibus superius cxpres . ABRACADABRA , 0, secondo altri, ABRASA
sis, Nobis el Successoribus nostris dumtaxat DABRA , che tale è appunto il nome con cui
reservamus; e Gregorio solamente moderò la chiamasi nella lingua greca , altro significato
cosa in quanto alla assoluzione dal peccato e non ha , secondo la più probabile opinione, che
dalla scomunica, stabilendo che non ostante la quello di decrelo divino. Variano gli autori
strellissima riserva di Sisto questa assoluzione nell'assegnarne la derivazione, poichè alcuni
si possa dare presentemente in foro conscien- vogliono che sia un derivato da Abraxas od
tiac dal vescovo , o da qualunque confessore Abras, altri da altre sorgenti che di poco gio
lanlo secolare quanto regolare deputato a tal vamento torna il riferire, e non farebbero che
fine dal vescovo, come dalle parole che leggiano inutilmente allungar la materia . E questa una
al g 2 di essa : Quilibet Presbyter .... specia- parola magica che, ripetuta e scrilla in una cer
liter per loci Ordinarium deputatus , plenanı ta determinata forma ed un certo numero di
el liberam in foro conscientiae tantum absol . volte , riputa vasi che avesse una virlů terapeu
vendi habeat facultatem , eamdem prorsus , tica , cioè di guarir dalla febbre. Scrivendo la
quam idem Sixtus V , Praedecessor noster sibi parola Abracadabra sopra altrettante linec
et suis successoribus reservavil. E la pena del- quante sono le lettere che la compongono , e
la bolla Effraenatam incorrono tutti quelli che levando a ciascuna linea l'ultima lettera , si
approvarono l'aborto fatto a loro nome, purchè forma un cono o triangolo rovesciato , che ap
abbiano dalo questa approvazione prima che peso al collo per mezzo di un filo di lino , ha, al
lo aborto stesso sia avvenuto; poichè in questo dire di Sereno Sammonico la virtù di cui ab
caso si ritengono siccome causa influente alla biamo testè fatto parola. E noloche i Basilidia
procurazione dello aborto medesimo ; nè in ni credevano che la parola Abraxas avesse una
questa parte la suddetta costituzione venne virtù terapeulica e che gli ebrei attribuivano
menomamente mitigata dalla Gregoriana : co- pure virtù benefiche ed anche terapeutiche alla
sa che non devesi asserir per quelli che diede voce Abracalan ; egli è perciò probabile che Se
ro l'approvazione dopo l'avvenimento del feto, reno , il quale viveva nel terzo secolo, abbia tollo
non potendosi riguardare costoro come causa da essi una tale credenza. Sereno Sammonico ha
influente all'aborto . composto un poema eroico sulle prescrizioni
Dal sin qui detlo si ha donde dedurre i co- medicinali e cabalistiche. Ecco la figura del
rollarii seguenti per ciò che alla morale pratica l’Abracadabra ed i versi che le appartengono .
si appartiene. E per primo diremo peccar mor
A B Ꭱ ᎪᏟ A D A B Ꭱ Ꭺ
talmente quel marito che esige il debito dalla ABRACA D A BR
consorte, che conosceva portare un felo di otto
A BRACA DAB
mesi , perciocchè la esponeva a grave pericolo di
aborto, come si ha dall'Angelico delle Scuole. A BRAC À DA
A BRA CAD
E cosi pure di mortal colpa si aggrava colui
A B RACA
che, polendo, non impedisce lo aborto, sebbene
non incorra nelle pene della bolla sopraccitata, A BRAC
non avendolo procurato. Sopra le basi propo AB Ꭱ Ꭺ
A BR
ste sulla dottrina dei più accreditati teologi
A B
avrà con che dirigersi il sacerdote cui è com
messa la cura delle anime. А Abracadalra
ABOU , ABILFARGI. E questo il nome di Inscribes chartae quod dicitur ,
un arabo scrittore nestoriano del secolo XIII , Sepius et subter repeles, sed detrahe
summa
che lasciò : 1. delle note arabe sopra i salmi; Et magis atque magis desint elementa figesi m
2. Un comment ario arabo sopra s. Malteo ; Singula quae semper rapies et caetera figuris
conum
3. La spiegazione dei Vangeli di s.Marco , di Donec in angustum redigatur littera memento :
lino collum redimire :
s. Luca e di s. Giovanni tradotta dal siriaco in His lannexis con
Talia guentis ducent vincula
arabo. co omorbos
Lethalesque abigent (miranda polenta l! l ) .
ABRA.La Scrittura dà questo nome alle fan
ciulle delseguito di Rebecca , a quelle della figlia ABRAMIANI od ABRAMITI, eretici
di Faraone, a quelle della regina Ester, ed alla ti anche Samosateni, Puoliniini, Pico ?
Encicl. Eccics. Vol. 1: Fasc . I.
58 ABRAMIANI---ABRANO
da Paolo di Samosata loro capo, che verso l'an- che significa fuoco, e la città di Ur donde Iddio
no 262 ebbe ardire di sconvolgere il mistero trasse Abramo per condurlo nella Terra Pro
della Trinità e della Incarnazione, per condur- messa. Fatto conoscere al padre suo il male
re più facilmente alla ſede caltolica Zenobia re- che commetteva rimanendo nella idolatria , lo
gina di Palmira che preferiva la religioneebrai- indusse ad abbandonare la città di Ur, ed a re
ca a lulle le altre. Secondo lo stolto suo inse- carsi al luogo dove lo chiamava il Signore. Si
gnamento, il solo Padre era Dio ; il Figlio e lo recarono infatti amendue nella cillà di Charres
Spirito Santo non erano che altributi della Di- ovvero Haran , dove il padre di Abramo mori;
vinilà . E siccome Paolo cercava di ravvicinare indi Abramo passò nella Palestina che era abi.
la religione cristiana allo insegnamento di tata da’Cananei , del qual paese iddio gli pro
Abramo, forse avvenne da ciò che i suoi adepti mise farlo padrone, e ricolmarlo di benedizio
furono chiamali Abramiani . Che che ne sia , ni ; ma sorvenuta la fame, recossi in Egillo per
tale dottrina fu condannata dal concilio di An- rintracciar nutrimento, e fu qui dove fece appa
tiochia l'anno 264 ; e siccome i Paoliniani non rire che Sara fosse sua sorella , del che ebbe
ballezzavano che in nome del Figliuolo e dello rimbrotlo da quel re, che, conosciuta la verità ,
Spirito Santo, cosi dal concilio di Nicea fu sta- ja ritornò a suo marito, che di nuovo fece ri
bilito che quelli di questa selta che rientrasse- torno nella terra di Canaan , ove piantò le sue
ro nel seno della Chiesa , fossero ribatlezzati . tende fra Betel ed Hai , luogo in cui aveva pri
Teodorelo asserisce che verso la metà del quin- ma eretto un altare.
to secolo , questa sella anticristiana più non Abramo e Lot suo nipote possedendo buon
esisteva, ma che fu fatta rivivere da cerlo Abra- numero di armenti, avvenne che insorgesse fra'
mo od Ibraimn nel secolo nono solto l'impera loro pastori dissidii per la pastura , a fornire i
tore Niceforo . quali stabilirono di separarsi , come veramente
ABRAMIANI od ABRAMITI 0 Deisti Boe- successe, rilirandosi Lot dalla parte di Sodoma,
Mi , furono certi contadini ignoranti della dal cui eccidio fu poscia scampato per prote
conlea di Pardubith in Boemia che uscirono zione divina.
dalla loro oscurità nel 1782 e professavano la lotanto Sara aveva concepilo secondo le pro
credenza seguita da Abramo prima della legge messe falte da Dio ad Abramo , e partorilo
della circoncisione. La dottrina intorno alla Isacco in quell'anno medesimo; e fu dopo que
unilà di Dio ed 'il Pater nosler erano tutto ciò sta nascita che, insorle questioni fra Sara ed
che riconoscevano della Bibbia. Nel 1783 resi. Agar madre d'Ismaele, quest'ultima venne ri
stendo a quanto si faceva per la loro conversio mossa dalla casa di Abramo. Verso questo tem
ne, furono cacciati dai luoghi ove abilavano e po medesimo Abimelecco striose alleanza con
dispersi ne'confini dell'Ungheria, della Tran Abramo in quel luogo che addimandasi Beer
silvania e della Schiavonia , dove alla fine fu- Sabea, ovvero Pozzo del giuramenlo .
rono costretti ad abbracciare la religione callo Dopo ciò Dio ordinò ad Abramo di sacrifi
lica . Una parte di questa setta si conservò lut . cargliin olocauslo suo figlio Isacco, al cui co
tavia tenacemente ferma agli abbracciati prin mando pronto mostrandosi , si contentò il Si
cipii . gnore della sua solleciludine nell'obbedire agli
ABRAMO, nominato posteriormente Abraa. ordini suoi , vincendo ogni affetto terreno. Av
mo, era figlio di Tare, nato ad Ur cillà della venne tal fallo l'anno 2133 , quando Isacco
Caldea, l'anno del mondo 2008, ar . G. C. 1992. aveva l'elà di 25 anni . Dodici anni dopo Sara
Passó quest'uomo i primi anni della sua vila mori nella cillà di Ebron , con allro nome Ar
nella casa paterna dove si adoravano gl'idoli, bea, e pianta che l'ebbe, Abramo le dicde ono
per cui molli credono che egli pure da princi- rifica sepoltura. Ma sentendosi vecchio fece che
pio questo culto seguisse , cui rinunziò per il Isacco prendesse moglie, col qual fine inviò il
Jume ricevuio da Dio, per cui ebbe a soffrire ledele suo servo Eliezer nella Musopotamia, con
gravissime persecuzioni dai Caldei , i quali , co ordine di ricondurgli una donna di sua nazio.
me dice s . Girolamo, lo cacciarono in una ar ne. Eliezer eseguicon tulla sagyezza il comando ,
dente fornace, ma ne fu liberalo miracolosa e condusse in isposa ad Isacco Rebecca figlia di
mente da Dio. Il testo della Vulgata infatti, nel Batuele nipote di Nacor. Abramo, dopo la morte
secondo libro di Esdra al capo 9 , vers. 7 , in- di Sara, avea sposato Cetura , da cui ebbe sci li
dica espressamente che ei fu liberato dal fuoco gli : Zamram , jecsan, Madan , Madian , Jesboce
dei Caldei , e gli Ebrei comunemenle lo inse- Sue, che furono capi di altreltanli popoli che
gnano. Ma avvi molta apparenza che ciò abbia abitarono l'Arabia ed i contorni della Palesti
avuto origine da un equivoco nella parola Ur na . Infine, dopo aver vissuto 175 anni , mori ,
ABRAMO 59
e ſu sepollo nella tomba di Sara nel campo e essere sull'ideale fondata . Il Coquerel esamina
nella caverna di Macphela che egli aveva com- posteriormente i falli principali della vita di
perato da Efron. lui , ed arrivato alla nascita di Isacco , passa to
Vanamente Voltaire ed altri increduli si sto all'avvenimento del Moria, il più celebre di
studiano dimostrare in un articolo della Bio- tutta questa storia. La nascita di Isacco accen
grafia Cattolica intitolato Abraham e segnato C. nata, oltre l'ordine naturale, non lascia di esse
D. R., essere dubbiosa l'istoria di Abramo. Va- re sorprendente se non allora che le promesse
namente essi paragonano al Thaul degli Egizii , divine si richiamano alla memoria. Queste pro
al Zoroastro dei Persiani il nostro patriarca, al. messe che sembravano ritirate all'ordine che
fine di introdur dubbii nella storia di lui . Le ebbe Abramo di sacrificare il figlio cui erano
circostanze dettagliate della nascita , vita, costu- congiunte, risplendono maggiormente dopo la
mi, dimora, azioni di questo patriarca che ne sommessione del padre all'ordine divino . La
presenta l'istorico sacro, sono tali da non po- vita intiera di Abramo è una lunga prova di
tersi ritrovar mai in uno dei personaggi favolo- fede, riassunta tutta in questo solo sacrifizio .
si . Per prova della loro discendenza da questo Questo dimostra ad evidenza che una tanta
patriarca gli Ebrei producono genealogie au- prova fu e sarà sempre l'unica fra tutte quelle
tentiche, sopra cui erano fondate non solo le che si possa dare alla umanità ; njuno si è tro
loro speranze, ma il diritto comune di loro na- valo nė si troverà mai nella grave posizione di
zione al possesso della terra di Canaan , in- Abramo. Il nome di Abramo, dice inoltre il so
sieme al diritto rispettivo di ciascuna tribů. praccitato scrittore, il suo esempio , la sua allean
Gli Ebrei non erano i soli che discendevano da za , la promessa che egli ha ricevuto riempiono
Abramo, ma con essi di aver a capo questo per la Scrittura. I ministri e gli istorici delle due
sonaggio sigloriavano parimenti gli Ismaeliti; e economie dimostrando al popolo la sua desti
queste due nazioni , sempre fra loro nemiche , si nazione , richiamando alla lor mente le vie
univano nell'attestare all'universo la origine che prepararono la redenzione, sempre rimon
lorocomune.Gli Arabi maomeltani , discendenti tano sino ad Abramo. L'Eterno degnossi por
dagli Ismaeliti , riconoscono vicendevolmente tare il nome di Dio di Abramo , e Cristo trasse
questa origine comune , e gli altribuiscono la da questo litolo una delle prove della immor
fondazione della Mecca ; tradizione falsa, ma che talila nostra. Malt. 22, 32 ; Marc. 12 , 26 ; Luc.
Tuttavia prova la esistenza di questo patriarca . 20.37 . La voce dalla nube più volte richiama
Nella Biografia sacra il Coquerel consacra alla inemoria di Mosè che Dio si è manifestato
qualcbe pagina ad Abramo , da cui all'uopo ad Abramo. Exod . 6, 3 ; 55 , 1 ; 32, 13. Il legisla
nostro è necessario trarre alcune osservazioni tore ( Levil. 26, 42) in una delle sue preci d'inter .
principali . Il nome di Abramo, dice il Coquerel, è cessione si appoggia alla memoria dei giuramenti
quellosenza dubbiochelrovasipiù generalmente divini , e nei suoi discorsi al popolo cita ad ogni
conservalo nella memoria degli uomini. Egli istante il nome di questo patriarca. Numer . 32,
contiene le tradizioni , i culli , gli andali di una 11 ; Deut. 1 , 8; 6, 10; 9, 5; ecc . 28, 13; 30, 20 ;
moltitudine di popoli diversi . L'Asia è ancor 34, 4. Giosuè nei suoi saluti , Jos. 24 , 3 , Elia
piena della sua gloria; gli ebrei , i cristiani, i allora dal suo sacriſizio ; III Reg. 18, 56; David
unsussulmani rimontano sino a lui . Cosi favole de nei suoi salmi , e nella sua ultima prece ;
senza puinero si mescolarono alla sua storia ; Ps. 105 , 6 ; Giosafalte nel digiuno che celebró ;
le prelensioni dei rabbini, l'immaginazione dei Ezechia nella sua riforma ; Neemia nella festa
poeli, l'inesallezza degli storici,gli attacchi de- del ristabilimento , hanno sempre resa tesli
gli increduli l'hanno di secolo in secolo sligu . monianza alla alleanza di Abramo. L'Evange
rats. Si volle riconoscere Abramo fra il novero lio non è meno pieno delle memorie di lui , fino
delle divinità e degli eroi del paganesimo. Lo dallo incominciare dei cantici di Maria e di
si considerò siccome un personaggio allegorico, Zaccaria; Luc. 1 , 53, ecc.; il titolo di figli di
un essere immaginario, il genio di un astro, il Abramo era ancora cosi santo agli occhi degli
capo di una scuola di astrologhi e di magbi. Ebrei , come in moltissimi luoghi si trova di
Tanle memorie e favole suppongono necessa- ciò ricordanza, che si credevano santificati dal
ramente un fondo di verità,perciocchè in qual diritto di assumerlo. Mall. 3, 9 ; Luc. 3, 8.
modo la memoria di Abramo non si sarebbe Cristo il dono ad una inferma che guariva ,
perduta , se non fosse stalo durante la vila sua Luc. 13 , 16 ; ed a Zaccheo convertilo , Luc.
celebre per le ricchezze non meno che pei suoi 10, 9 ; cui dimostrò che colui il quale si di
costumi e pella sua numerosa famiglia? Tanta lungasse dalle opere di Abramo, perdeva ogui
gloria che si dilſuse nei tre continenti non può diritto di appartenere alla sua stirpe, Joan . 8,
60 ABRAMO ( S. )
33, ecc.; idea che san Paolo riprodusse negli go le sponde dell'Eufrate. Volendo imilare il
Alli al capo 13, vers. 26, e nella sua Leltera ai patriarca di cui portava il nome, usci di patria
Romani , capo 0, vers. 7. Egli è in questo di- per visitare gli anacoreli d'Egitto con animo
scorso che jehu rese testimonianza ad Abra. d'imitarli : ma venne preso, maltrattato e ri
mo, essere trovalo pieno di gioia alla vista del tenuto prigioniero per cinque anni da' Saraceni
giorno di salvezza. a cagion di G. C. Liberato dalla sua prigione,
Essere con Abramo, essere a banchetto con passò nelle Gallie verso la fine dell'impero di
lui nel regno dei cieli , essere nel seno di Valentiniano III , o si fermo nell’Alvernia
Abramo ; Matt. 8 , 11 : Luc. 13 , 28 ; 16 , 22 , presso una chiesa di cui gitlavansi allora le
ecc.; sono espressioni figurate che dimostra- fondamenta e di cui egli stesso compiè l'edifi
no la futura felicità , e questi qual padre dei zio in onore di s. Cirico M. ( lat . Cyricus ), del
credenti è introdotto nella parabola del ricco quale eransi di oriente portate le reliquie, e
malvagio. San Pietro e santo Stefano, Aclor. passare si facevano per quelle di s. Ciro figlio
5,13 ; 7 , 2 , l'hanno nominalo nelle loro apo- di s. Giuditta. Vi fondo egli un monastero,ove
logie; s . Paolo s'appoggia pel suo ministero ; mori verso l'anno 472, dopo d'avervi santa
Roman . 11 , 1 , 2 ; Corint. 11 , 22 ; nel nome del mente menata la vita . Fu lumulato il suo cor
figlio di Abramo ; egli spiega sotto un rapporto po nella chiesa di S. Cirico, il cui monastero
allegorico la nascita dei suoi due figli; Galat, venne cangiato in una parrocchia della citlà di
4,22 ; mostra perchè il Messia doveva nascere . Clermont, ove il cullo di s. Abramo sussiste
dalla stirpe di lui , Hebr . 7 , 1 , ecc.; appli . ancora oggidi . La sua festa è segnata ai 15 di
canda a Crislo le idee che gli Ebrei vi con- giugno nel martirologio romano. San Gregorio
giungevano. La sua fede soprattutto occupò gli di Tours, s. Sidonio Apollinare, lib. 7 , epist.
autori sacri; s, Paolo di essa più volte parló , 17 , Baillet, Vies des saints, tom . 2.
Roman . 4 , 4 , ecc .; Galal. 5 , 6 ; Hebr. 11 , ABRAMO ( S.). Solitario e prete. Nacque
8, ecc.; e s. Giacomo dimostra chiarissimamen . nel IV o nel VI secolo nella Siria, oMesopota
te come questa si accordi con le opere di lui ; mia di ricchi parenti , che lo fidanzarono ad
Jacob . 2 , 21 , ecc. una giovinetta essendo egli ancora fanciullo.
ABRAMO (S. ) od ABRAANE O ABRANE, Era Giunto il tempo prefisso alle nozze, fu egli co
della diocesi di Ciro in Siria. Abbraccio e stretto a conchiuderle; ma il giorno stesso del
gli dapprima la vita solitaria , recossi poscia a la cerimonia , abbandonata la sposa, si ritrasse
predicare nelle estremità orientali del Libano , in una celletta lungi tre quarti di lega , della
ove converli molli pagani mercè la sua dol- quale chiuse l'ingresso, affinchè, intieramente
cezza, la sua pazienza , la sua carità che lo im- libero , potesse unicamente occuparsi di Dio e
pegnò a pagare una grossa somma per gli abi . della preghiera . La fama della sua santità si
tanti del paese agli ufficiali dell'imperatore , diffuse ben presto nei circonvicini paesi e gli
il che egli fece coll'intervento de' suoi amici . altrasse numeroso concorso di popolo, che ga
Dopo aver faticato tre anni in questa contra reggiava in sollecitudine nel trar profillo dalle
da, tornò nella antica sua solitudine, donde ſu savie istruzioni di lui . Non fu questo il solo
tratto suo malgrado e collocato sulla called ra avvenimento ch'ebbe a turbare la di lui soli
vescovile di Carres in Mesopotamia , la stessa tudine. Il vescovo della città da lui abbando
che Haran , in cui il patriarca Abramo aveva nata l'ordinò prete, ad onta della sua resisten
stanziato prima di far passaggio alla terra di za, e lo spedì a predicare la fede in una borga
Canaan . Lavorò egli questo non colto terreno , ta vicina ch'era zeppa d'infedeli. Preparossi
tanto colle sue virtù , quanto colle sue cure e egli a questa penosa missione col digiuno , colla
fatiche, vivendo austerissimamente . Essendosi preghiera, coʻgemiti; vi soffri strani strapazzi
lo splendore di sue virtù e di sue grandi azio . dagl'infedeli fino ad esser oppresso , dilaniato
ni diffuso fino a Costantinopoli , Teodosio il e spesse volte lasciato per morto nel corso di
Giovane lo chiamò alla corte e l'accolse sicco. Tre anni ; dopo i quali , commossi i suoi perse
me angelo del Signore. Mori egli a Costantino- culori dalla sorprendente pazienza e dall'invin
poli, donde fu riportato a Carres sua sede. 1 cibile coraggio di lui , tutti , in numero di piir
martirologi latini non fanno menzione di lui ; di mille , si convertirono. Li abbandono Abra
ma i greci celebrano la sua memoria il 14 feb. ino un anno dopo la loro conversione per rin
braio. Ved. Teodoreto vescovo di Ciro nella chiudersi nella solitudine,ove mori d'anni 70 ,
Filotea ; Baillet, Vies des saints, tom . 1 . senza aver nulla mai rallentalo del rigore di
ABRAMO ( S. ) abate in Alvernia. Nacque sua penitenza, spinto da lui fino all'astinenza
verso la fine del IV secolo nell'alta Siria , lun- dal pane stesso. La Chiesa greca ne fa la festa
ABRAMO 61
ai 29 d'ottobre con quella di s. Maria sua ni . rabbino spagnuolo e discepolo del rablino Mo
pote, e la Chiesa romana ai 16 marzo. Baillet , sè Haddarschan , che fioriva nel secolo XIII,
Vies des Saints, tom. 1 . annovereremo lo scritto intitolalo La medila
ABRAMO. Molti sono gli autori i quali por. zione dell'anima affilla nel baller le porte
tano questo nome, le cui opere se tulte voles . della penilenza, ov'egli tratta dell'origine e del
simo annoverare, sarebbe cosa lunga di trop- la natura dell'uomo, di che deve l'uopio occu
po , e quale non si conviene al libro presente , parsi in questo mondo, del ritorno a Dio colla
in cui ci siamo proposti di serbare quella brevi- penitenza dopo il peccato, dell'arte di ben mo
tà , che nulla alla chiarezza e perfezione degli rire e della fine del mondo . Nell'altra , chiama
articoli togliendo, possa pure piacere al letlo- to lo Scudo dei forli, d’ABRA MO Ben-David- ARIB,
re. Noi adunque fermeremo a fracciare le si tratta in nove capitoli della strullura delle
principali , e quelle specialmente che fanno al camere o appartamenti del tempio, delle vesti,
l'uopo ecclesiastico . delle pietre preziose e delle loro proprietà , de
Di ABRAMO ABEM-Daguar abbiamo un libro gli uffici de lesiti,del canto e della musica de
che ba per titolo : Emunarania, la fede subli- gli Ebrei, degli istromenti di musica ecc.
mala, in cui questo scrittore del secolo XV si Una specie di cronologia perfetta de'patriar
studia di accordare la legge di Mosè colla dote chi, de'principi e dei dottori ebraici , abbiamo
trina de' filosofi. Vi tratta della trasmigrazio- nell'opera di Abramo Ben -David Halevi del
ne delle anime ; vi esamina se esse sieno slate secolo XII intitolata , Il libro della tradizio
create al principio del mondo o se vengano ne o della dottrina mosaica trasmessa dagli
creale ogni giorno ; e quando s' uniscano ai antichi ai loro discendenti ; e nell'altra che ha
corpi, per titolo Libro della fede elevata o sublime,
Di ABRAMO BAR-JUDA , di Barcellona, si ha questo medesimo autore ci lasciò tre trallali ;
un'opera teologica intitolata : 1 quallro ordini, l'uno dei principii della natura , l'allro dei
e divisa in quattro parti , di cui la prima tral. principii della fede e della legge, il terzo della
ta dell'esistenza di Dio, la seconda della Prov- medicina dell'anima.
videnza, la terza della causa finale della legge ABRAMO Ben - R- Isaac lasciò uno scrillointi
mosaica , la quarta ed ullima del fine dei pre- tolato La dimora o l'abilazione della pace, ope
cetti della medesima legge, ra doltissima che contiene, comechè senza or
L'opera che ha per titolo Mangiam hachoe- dine, tulle le scienze naturali e divine, allego
ma, ossia la fontana della sapienza , di Abramo riche e mistiche in tredici traltati , ove si par
Ben-ARIE, Leu-Kalmankas , è una introduzio la del mondo, di Dio, della divina legge, della
ne della dottrina cabalistica, raccolta dagli scrit: provvidenza, de’profeli e della profezia, della
ti del rabbino Isacco Luria, in cui trallasi al : dottrina , della cabala e de'suoi fondamen
tresi della creazione e de'suoi secreti . ti , ecc .
ABRAMO BEN - AZUR scrisse intorno al sacrili . Abbiamo dell'ilaliano AbraMO Ber-Isaac-LA
zio d'Abramo, la qual opera altro non è che NIĄDO, scrittore del secolo XVII , uno scrillo in
un commentario sul libro Siphri ; e di un litolato Lo scudo d'Abramo, stampato a Ve
com mentario pure sul Cuntico de cantici,e sul nezia, in 4.° nel 1603, presso Daniele Zanetti ,
libro di Ruth ci dono ABRAMO BEN -CHAIJM . per cura del rabbino Isacco Gerson . Quest'ope
ABRAMO Ben -CHANANIA- Jachel. Rabbino ra ,apprezzalissimada Giudei,tratta in 17 que
italianodella famiglia de'Galiki , assai nola fra slioni , con una maniera piana ed oratoria , dei
gli Ebrei, abbandonò il giudaisgio per abbrac diversi misteri della legge di Mosè, della cir
ciare la religione cristiana, al principio del se. concisione, delle nozze, della limosina , della
colo XVII , sotto il papato di Paolo V , e fu no : confessione de'peccati , della resipiscenza, ecc.
miato Camillo Jaghel, dal nome che portava Da ABRAMO Usque, giudeo portoghese, vuolsi
Paolo V prima del suo pontificato. Fece egli che sia stala tradolla la Bibbia in lingua spa
ullizio di revisore de' libri ebraici nella Marca gnuola : essa è voltata parola per parola sul le
d'Ancona nel 1619 e 1620. Aveva composto sto ebraico; il che la rende oscurissima: oltre
nel giudaismo, La buona dolirina o Cale : di che le parole non ne sono sempre puramen
chismo giudaico fra un discepolo ed un mae: te spagnuole, ma di un cerlo quale antico lin
stro, ove gli articoli della fede mosaica e l'al- guaggio spagnuolo il quale non usasi che nelle
tre cose che appartengono ai costumi sono tral : sinagoghe. Di più v'ha di particolare in questa
tale con altrettanta brevilà che chiarezza ed þibbia spagnuola l'essere essa sparsa diun gran
eleganza .
numero di asterischi apposti a certi vocaboli,
Fra le opere di ABRẠuo Ben -Cupa o Cissa ', i quali significano che tali vocaboli sono diffi
62 ABRASAS - ABRINCATESE
cili ad intendersi nella lingua ebraica, e che ABRECH . Nome imposto da Faraone a Giu
possono essere interpretati in diversi sensi. seppe allorchè l'avvenimento ebbe mostrata
Finalmente a tacere di molti altri dello stes . vera la spiegazione che questi aveva data dei
so nome i cui scritti di mediocre conto si con- sogni di quel re . Discordano tra loro gl'inter
servano manoscritti nelle varie biblioteche , preli intorno al significato di questa voce. Vo
compiremo quest'articolo ricordando certo A- gliono taluni ch'essa vaglia padre del re, e cio
BRANO Echellense, dolto maropita , il quale, tanto più è presso al vero, quanto che Giusep
avendo dapprima insegnato le lingue siriaca ed pe medesimo disse a ' proprii fratelli com ' egli
arabica nel collegio reale a Parigi , dalla congre . era stato costituito padre di Faraone. Allri af
gazione depropagandafide fu associato nel 1656 fermano che il re egiziano, riguardando in un
a coloro cui ella adoperava nella traduzione puplo stesso e ai merili di Giuseppe ed alla
della bibbia in arabo. Di questo dollo si hanno sua giovane elà, gli desse un tal nome, che
molle opere, ed alcune particolarmente in cui suona pudre lenero, spiegazione accolta da s .
ni concilia i sentimenti degli orientali con quel Girolamo che la prefer iad un'altra adoltala
li della Chiesa romana contro i protestanli. da Aquila e dall'interprete della Volgala , se
ABRASAS 0 ABRAXAS. Questa voce troyasi condo i quali abrech non sarebbe che un gri
ricordata nel primo secolo della storia ecclesia- do di comando per gli Egizii a piegar le ginoc
stica ove parlasi dell'eresia di Basilide , il qua chia innanzi a Giuseppe. Gionala e l'autore
le da Terlulliano e da s . Girolamo è annove- della Parafrasi di Gerusalemn me riconoscono
rato siccome il primo che diede a Dio onnipo- che ab significa padre ; ma non sapendo sce
lente il nome di Abrasas. Il Vossio crede che gliere tra le due interpretazioni che alla silla
con questo nome fosse indicalo Milra ossia il ba rech vengono accomodale, le hanno riunite
Sole, divinità dei Persiani. Basnage e Beauso. insieme, quasi dicessero il giovin padre del re,
bre stimano che questo nome derivasse dalla conciliazione che non piacerà gran fatto alle
superstizione degli Egiziani. Nè tale opinione sensate persone.
è solamente a conghieltura fondala, ma sopra ABREU . Quattro personaggi ritroviamo nel
falti si appoggia . Col nome di Abrasas infalli la storia ricordati che portano questo nome :
indicansi piccole statue di lastra di metallo , e Il primo è certo ABREU DE MElo, che venne
principalmente di pietre intagliale, cariche di in rinomanza nel Portogallo per diversi poe
figure di divinità egiziane, combivate con sim- mi sopra la natività di N. S. , l'Assunzione
boli zoroastrici e giudaici , e con caratteri che della B. V. ecc .
offrono una associazione bizzarra di lellere Il secondo di nobile lignaggio, addetto alla
greche, fenicie, ebraiche e latine, le quali non congregazione degli Agostiniani riformati, do
offrono alcuna significazione. Gli Abrasas sono po aver insegnala leologia con gran lode nel
un simbolo del sole, indicato dalle parole abra- l'università di Evora, mandò alla posterità il
sus v abrazas, le cui leltere formano in greco suo nome per un trattato nel quale si spiega
il numero di 363 cicli , che, secondo i gnostici, il mistero della scala di Giacobbe, di cui ei fa
concentravano il primo ciclo simbolo della Dio l'applicazione alla morale.
vinità. Ed in vero l'a corrisponde all'i , il b E per opere tramandate alla posterità, qua
al 2 , la r al 100 , l'a all'1 , 1 ' * al 60, l'a all'i, li sono, specialmente in materia sacra : 1. La
l’s al 200 : lo che complessivamente forma 365. spiegazione delle parole che gli Evangelisli ri
Questa specie di amuleti sono per la maggior portano della purissima Vergine ; 2. la spiega
parte di un assai misero lavoro, e non risalgo. zione del cantico di M. V .; 5. la spiegazione
no più in là dei tenipi della sella dei gnostici del cantico de' tre fanciulli , tulle messe allo
Basilidiani sollo il regno di Adriano . Se le fi- stampe, salj a non mediocre grado d'onore il
gure principali sono di un miglior gusto, egli terzo Abreu di nome PIETRO, religioso spagnuo
è perchè esse sono state eseguite più anticamen . lo della stretta osservanza di s. Francesco, nel
le, e le lettere ed i sinboli accessorii vi sono la provincia d'Andalusia, che fioriva nel 1518 .
slali aggiunti poscia per formare questa specio Il quarto, di nome Sebastiano, ascritto fino
di talismani. dal 1610 alla compagnia di Gesù, in cui pro
Questi monumenti non sono rari . Macario fessò con onore le umanità pel corsoditre anni,
e Giovanni Chiflato hanno pubblicato dei trat- la filosofia per egual tempo, e la teologia per
lati sugli Abruxas, e l'opera di quest'ultimo lo spazio di 15 anni, sopravvisse specialmenle
contiene un sufficiente numero di figure. [ 1 per due opere : la prima intitolata Il parroco
Montfaucon le ha riprodotte quasi tulle col- perfello, la seconda una teologia in selle volumi.
l'aggiunta di molte altre . ABRINCATESE. È questo il nome di un si
ABRITO - ABSINZIO 6.5
nodo che si tenne nell'anno 1172 nei confini observantium legis plurimum valel consuetit
della Normandia e della Brelagna. In esso si do ... Unde dicitur a jurispcrilo, quod in re
discusse sulla morte che venne dala iniqua- bus novis constiluendis evidens debet esse utili
menle al celebre s. Tommaso di Cantorberi. tas, ut recedatur ab co jure, quod diu alyuum
Enrico II , re dell'Inghilterra, per cui coman visum est. Può adunque una legge abrogarsi o
do quell’empia morte aveva avuto luogo, si da una contraria consuetudine legittimamente
presentó penitente, e domando di riconciliarsi stabilila, o dallo stesso legislatore, odal succes
colla Chiesa , lo che ottenne con l'assoluzione sore di lui , o finalmente da chi abbia una su
dal suo debito che ricevelte in quel sinodo. periore giurisdizione.
ABRITO, città vescovile, della diocesi di Tra. ABSALON od ABSALON O Absolon . Nome
cia , nella Bulgaria e Valacchia . Un tempo era di un celebre abale di Spinkerbac, il qua
questa soggetta alla metropoli di Traianopoli . le vivea nel principio del secolo XVI, che
Sembra ch'ella fosse la settima ciltà vescovile resse con sapienza e virtù l'abazia alle sue
della Mesia , secondo le osservazioni di Gerocle cure commessa , e lasciò 50 sermoni sopra le fe
nella sua opera intitolata Notizia . ste dell'anno che furono stampali col titolo
ABROGAZIONE. Il proporre una legge di- Sermones feslivales.
ceasi da' Latini legem rogure : epperò il di Altro abate di questo nome e di gran merilo
struggerla, essendo già stata in pieno vigore, resse la badia di S. Vittore fino al giorno 13
fu detto legem abrogare. L'abrogazione adun- settembre 1203, che fu l'ultimo di sua vila .
que d'una legge è la totale di lei cassazione : ABSCONSA deriva dal verbo abscondere, e
Abrogalur legi, cum prorsus tollilur, l. 102 , non è altro che una specie di lanterna cieca di
ff. lib. 50, t . 16. Può questa accadere o per una cui in alcuni luoghi i monaci usano per legge.
contraria consuetudine che legittimamente si . re in coro le preci notturne.
stabilisca ; o per una legge posteriore con cui ABSELIO (GUGLIELMO ). Fu questi monaco
il legislatore dichiari annullata la precedente ; Certosino innalzato da'suoi confratelli per le
od anche per una nuova legge, in cui, senza sue rare virtù al priorato della Certosa di Bru
farsi alcuna menzione pell'antica , si conten- ges. Sempre intento a crescere nella perfezio
gano divieti o precelli che le sieno affatto con- ne, mai cessó d'attendere ad essa pel corso di
trarii . Poichè non potendo nè il legislatoreco- quarant'anniche visse in quest'ordine religioso.
mandare nè il suddito eseguire due cose che E poichè chi ama il bene cerca pure che altri
scambievolmente distruggansi , coll'ultimo co- ad esso si addrizzino, così a ciò ei attese non
mandamento dee intendersi cangiata la volon . solo col pratico esempio, ma eziandio co'suoi
fà del legislatore, e però cessato l'antico. Ben- seritti ; chè mirano a questo fine i diversi (ral
chè una delle proprietà d'ogni legge sia la di tati ascelici da lui composti, quali sono : 1 .
lei stabilità, pure non ve n'ha alcuna , fra Tractalus ad semper candidam coeli Reginam ;
quelle che diconsi prettamente positive, che 2. De vera pacc ; 3. Speculum el de officio Mar
non possa , anzi non debba talora essere abroga- thae ; 4. Dialogi inter parrem el filium spiri
ta . La perpetuilà della legge è un di lei altri. tualem , ecc.
hulo ; ma la tendenza che dev'essa avere a sla ABSIDE od APSIDE , voce derivata dal gre
bilire o conservare il ben pubblico ne costilui- co civis che significa colla. Era questo il nome
sce l'essenza . Or non potendo il ben pubblico che davasi anticamente agli oralorii od ai cori
esser sempre formato nel modo istesso e cogli posti dietro l'altare , nei quali i religiosi cau
stessi elementi , la stessa sollecitudine pe'comu. tavano l'officio fuori della vista del popolo.
ni vantaggi, che indusse il legislatore a stabili Si dava pure il nome di Absidi a certi depo
re una legge, potrà e dovrà assai spesso indur- siti fatti a volta , nei quali si mettevano le ar
lo a cassarla. Bastano a mostrar ciò due consi- che contenenti le reliquie dei sapti .
derazioni : 1. Non sempre l'efficacia di un ABSINZIO. Pianla nominata molte volte
mezzo qualunque corrisponde alla speranza nella sacra Scrittura, e che a cagione della sua
che ne avevano concepito i calcolatori più ac- qualità amara presto luogo a molle metafore
corli. Accade talora, diceva il pontefice Giovan- agli autori sacri . Il conversare con una donna
ni XXII , che quod conjectura profecturum cre- di pravi costumi sembra da principio piacevo
dit, sequens experientia nocivum ostendal. La le, ma alla fine si cambia in oggetto amaro
seconda considerazione l'abbiamo dall'angelico come l'absinzio , dicono i Proverbi, al capo 5 ,
dottor s. Tommaso, 1 , 2, q. 97 , a. 2, ove dice : vers. 3, 4 , accagionando amari e dolorosi dis
Habet ipsa legis mulatio quantum in se est de piaceri. Io voglio nutrire di absinzio questo
trimentum quoddam communis salutis, quia ad popolo, diceva il Signore per Geremia al cap.
64 ABUB - ABULBARCAT
9, vers. 15 , ed al capo 23, vers. 15, poichè mi prele egiziano, ed è rinomatissimo per un
ha abbandonato per seguire il culto di Baal ; trattato dei Fondamenti della Fede, diviso in
io voglio cangiare in amarezza fra le nazioni i due parti , e per un'opera intitolata : La lam
piaceri proibili cui egli si fece lecito dedicarsi
parla delle lenebre, e la dichiarazione degli
nella sua patria ; lo disperderó fra'popoli di officii. Nella prima parte del trattato egli parla
cui non avrà cognizione, e lo perseguiteró con di un Dio in Ire persone, di G. C., della risur
la spada . Il Signore mi ricolmo di amarezza , rezione dei morli , delle sante immagini, del
scrive il profela nelle sue Lamentazioni, cap. battesimo e dell'Eucaristia. Nella seconda
3, vers. 15 , 19 , m’inebriò d'absinzio ; io gli dis-
parle dice della preghiera, del digiuno, della
si : Signore, sovvenitevi della mia miseria in cuilimosina, dell'eccellenza della legge cristiana ,
giaccio , dell'amarezza di cui mi ricolmaste, edei precetti dell'Evangelio. L'opera intitolata
dell'absinzio di cui mi inebriaste, dei patimen- la Lampada è divisa in 24 capitoli , il primo
ti si duri coi quali mi avele punilo.-Dio rim . dei quali è sulla fede della Trinità e dell'In
brolla ai giudici iniqui di aver cambiato in ab-carnazione. Il secondo racchiude due esposi.
sinzio per ‫ از‬povero i giudizii che questi aveva zioni del simbolo di Nicea . Il terzo parla del
dirillo e ragione di allendersi dalla giustizia. l'economia di G. C. dalla sua incarnazione
Amos 5,7 ; 6 , 13. Il profeta dell'Apocalisse fino alla sua ascensione al cielo ; dell'elezione
parla di una stella caduta dal cielo sulla terza degli Apostoli e della fondazione della Chiesa.
parte dell'acque dei fiumi. Questa stella , egliIl quario delle imprese dei dodici Apostoli e
dice, Apocalys., cap. 8, vers. 11 , chiamasi ab- dei setlanta discepoli. Il quinto contiene una
sinzio ; la terza parte dell'acqua fu cambiata tavola dei canoni degli Apostoli , de' concilii
in absinzio, e molti uomini ne bevettero ; be- generali e particolari, i canoni dei Padri e dei
veltero la desolazione, perchè esse erano amare. patriarchi d'Alessandria e le ordinazioni degli
ABUB. Stromento da fiato, di cui gli Ebrei imperatori.Nel sesto ei discorre dei libri ca
usavano nei sacrificii. La sua forma, secondo nonici dell'antico e del nuovo Testamento.
la comune opinione , era quella di un corno . Racchiude poi i canoni d'Ammonio e d'Euse
ABUCARA (TEODORO). Secondo il riferire bio sui vangeli ed alcuni trattati intorno alla
del Giornale dei dolli, Abucara fu metropoli- verità della fede cristiana. Il settimo compren
tano della provincia di Caria , ed era stato ore de un catalogo degli scrittori ecclesiastici.
dinato da Metodio, ed ebbe parte ai torbidi L'ottavo parla della chiesa e della dedicazio
onde fu agitata la chiesa di Costantinopoli a ne. Il nono della preparazione e consecrazione
proposito di s . Ignazio e di Fozio. Tale è pure del patriarca. L'undecimo dell'elezione e con
l'opinione del Moreri , la quale è messa in dub- secrazione dei vescovi. Il duodecino dell'or
bio da altri scrittori . Checchè ne sia , parlando
dinazione dei preti . Il decimoterzo dell'ordi.
noi degli scritti di Teodoro Abucara , con viene nazione dei diaconi, dei suddiaconi ministri
osservare che l'autore di essi fosse il soprac- inferiori. Il decimoquarto dei frati e del regime
citato od altro qualunque, segnalò il suo zelo dei monasteri. Il decimoquinto del battesimo:
per la religione con diversi traltati su differen .
Il sedicesimo delle ore del giorno e della notte.
ti materie di leologia. Ve n'ha più di 40 con- Il diciassettesimo della liturgia e dell'Eucari
tro gli Ebrei , contro i Maomettani , contro gli stia . Ildicioltesiinodel digiuno della quaresima,
Eretici, ed intorno ad altri soggetti , come sul .
della settimana di passione.Ildecimonono dei50
l'incarnazione di Gesù Cristo, ecc . giorni tra la Pasqua e Pentecoste. Il ventesimo
ABU - ISAAC. Fiori questo scrittore nel se del matrimonio . Il ventunesimo dei funerali
colo XIII , secondo che narra Fausto Najron . de'morli e dell'estrema unzione. Il ventesimose
Abu apparteneva alla sella dei monofisili , ed condo delle lezioni del vecchio e nuovo Testa
era di Alessandria d'Egillo . Fra le opere che mento che si recilano nel corso dell'anno e dei
gli si attribuiscono, conviene notare una colle- giorni di festa secondo il rito dei Gofli. Il ven
zione di canoni, e la costituzione della Chiesa iesimoterzo del calendario dei Cofli . Il venti
d'Alessandria in due parli ; nella prima delle quattresimo delle pilture ed immagini, delle
quali egli tratta di tullo che riguarda la poli- campane, della frequentazione dell'Eucaristia ,
zia ed il regime della Chiesa ; la seconda versa dell'incenso, dell'assemblea nella chiesa, delle
intorno al governo dei laici. Questi è autore fasce funebri, dei cerei e delle lampade, e del se
altresi di un'opera di questioni ecclesiastiche, gno della croce che i Cofli non fanno che con
e di una lunga spiegazione delle parole di Gesù un dito, della nudità dei piedi nella chiesa,
Cristo : quodcumque ligaveris super lerram, etc. della tonsura dei capelli in generale, e di quel
ABULBARCAT Ber -Cabani . Era questi la dui cherici in parlicolare, della confessione
ABUL - FARAGIO - IBUNOFEL 65
auricolare e dell'uso di conservare l'Eucari. elevazione degna del trono. Il suo spirito illu "
stia e di trasportarla da un luogo all'altro, minato sapea rendere a Dio ciò che è di Dio, a
dell'uso delle fave, dei lupini e dei basloni Cesare quel che è di Cesare, e servire ancora
nella chiesa , della mescolanza del sale col pane le potenze straniere, senza mai dar ombra alla
benedetto, del canto ecclesiastico, ecc . Porta ottomana. Cosi col consenso , e con ap
ABUL- FARAGIO ( GREGORIO ). Non ri- plauso ancora del gran signore, fu pregato dai
guardando noi questo celebre uomo se non in Veneziani di essere loro console, e fu provve
quella parte che si aspetta allo scopo nostro duto ancora da Luigi XIV del consolato della
ecclesiastico, fra’moltiplici e celebri suoi scritti nazione francese. Il principe dei Drusi , a fron
ci limiteremo a ricordare il libro delle Dire- te dell'enorme differenza del suo cristianesimo
zioni o compendio dei canoni ecclesiastici e da quello di Abunofel, lo riveriva come suo
delle leggi secolari, ove si rapportano i canoni padre, lo ascoltava come suo oracolo , e gli la
de concilii, le costituzioni e gli statuti dei Pa. sciava la cura di esercitare la giustizia sopra i
dri , le risposte dei saggi e dei dottori della cristiani . Ma stabilito giudice del suo popolo
Chiesa, le leggi degl' imperatori cristiani. Se- dal principe, per la sua bontà ne era il padre,
condo : un libro di morale che tratta dell'eccel- e sempre ebbe il secreto di mantenere l'autori.
lenza dei costumi secondo lo spirito dei padri tà senza farne sentire il peso , e di renderla
anacoreti e dei dottori approvati ; terzo : una amabile senza sneryarla. Onorato dai primi
cronaca siriaca divisa in tre parti, dal princi- potentati, faceva risorgere nell’Oriente la no
pio del mondo fino ai tempi dell'autore. La bile semplicità dei primi patriarcbi , e l'ospita
prima parte è intitolata Cronaca dei padri e lità generosa del padre dei credenti. Teneva
dei re, e contiene la storia di ciò ch'è accadu- tavola aperta, non solo per le persone conside
to da Adamo fino al regno dei Caldei sotto rabili del suo cantone, ma per istranieri senza
Nabuccodonosor, dai Caldei sino ai Medi ed ai credito, per tutti i viandanti, e soprattutto pei
Persiani; da questi fino ad Alessandro il Gran . poveri , che trattava come suoi figliuoli. Anda
de e Tolomeo re d'Egitto. Essa tratta in se va loro incontro , gli interrogava con premu
uito degl'imperatori romani tanto d'Oriente ra, e con una specie d'inquietudine si faceva
che d'Occidente, ecc . in trecentotrentadue ca- spiegare per minuto i loro bisogni , e contava
pitoli. La seconda parte è intitolata Cronaca per giorni perduti quelli che non avevano
de'patriarchi e deʼgiacobiti, ed è suddivisa in messo in esercizio la sua carità . Non si può
due parti, la prima delle quali ha per titolo : esprimere quanto la sua sensibilità s'interes
Continuazione dei sommi pontefici dell'antico sasse soprattutto per la religione. Non poteva
Testamento da Aronne fino ad Anano suocero udir parlare delle violenze usate di quando in
di Caifa. La seconda ha per titolo : Sloria dei quando dai maomettani brutali, senza versar
sommi sacerdoti del Nuovo Teslamento. La ter- lagrime; equando vi era chi se ne maraviglias
za parte è intitolata : Cronaca dei patriarchi, se : a lo porto, diceva egli, tutti i cristiani nel
dei primati, e Mafriani d'Oriente, tanto Cal . mio cuore ; possono essi ricevere qualche feri
dei ortodossi, che eretici , nestoriani e gia- ta, senza che ne sia colpito io stesso ? Si, mal
cobiti, da s. Tommaso apostolo fino a Gaballa- grado la distanza dei luoghi, io risento ogni
ham , che reggeva i Nestoriani l'anno di G. sferzata che si scarica sopra di essi pel bagno
C. 1282 ; e da Marutas primo Mafriano dei di Costantinopoli. » Tali sono i cuori che la
Giacobiti fino all'anno 1286, in cui Abulfa- grazia del cristianesimo forma ancora nei pae.
ragio occupava la medesima digoilà. si , ove da tanti secoli tutto cospira ad affogarla .
ABUMA . Città di Giuda, con altro nome Oltre la virtù , il cielo aveva fornito Abuno
chiamata Ruma, patria della madre del re fel di tutta la destrezza necessaria per proteg
Gioachino, secondo lo storico Gioseffo nelle gere la vera religione in mezzo alle insidie, in
Antichità. cui egli con essa trovavasi, e per conservare la
ABUNA . Nome dalo dagli Abissini al loro sua propria vita , si preziosa perciò, sino all'età
metropolita. Questa voce significa padrenostro. avanzata in cui la coronò con una morte santa
V. ABISSINI . e pacifica. Siccome era riconosciuto in ogni
ABUNOFEL. Maronita il più ricco ed il più parte per protettore dei cristiani, di rado si di
distinto delle montagne dell' Antilibano, era scostava dalle montagne, per timor di cadere
anche il cristiano il più virtuoso, il più zelan- fra le mani di alcuni barbari fanatici. Intanto
te cattolico di quei paesi . Nato in una condi- un signor possente di cotesta nazione ebbe la
zione ordinaria , in mezzo a barbari e sotto il curiosità di vedere un cristiano si famoso, e
giogo della tirannia, la sua anima aveva una gli spedi un uomo a posta per pregarlo di la
Encicl. Eccles. 1, Fasc. I. 9
66 ABUSCIACHERO - ABUSO
sciarsi trovare in un luogo appuntato. Abuno. ghi circon vicini . I maomettani, che, dopo aver
fel, da uomo di spirito, prese la cosa in ischer. abbracciato il cristianesimo, non potevano a.
zo, si scanso con gentilezza da tale abbocca. speltarsi nei luogbi più aperti che l'ultimo
mento ed incarico il messaggio della seguen- supplizio, ivi trovavano almeno un primo ri.
te lettera : covero, sino a tanto che si potesse farli passare
« Signore, voi potele desiderare di vedermi, sotto un altro dominio.
perchè non mi conoscete, ed io, perchè mi co Queste missioni sono anche oggidi conserva
nosco, non devo aver veruna brama di farmi te, nè manca lo zelo degli apostoli di Cristo a
vedere, e certamente non merito l'onore che diffondere il lume di verità su quelle genti .
volete compartirmi. Io sono però si pago del ABUSCJACHERO O ABUSCIACRO (Petro ).
vostro invito, che non potendo la persona che Lo Assemani ci fa conoscere questo diacono
vi fu tanto vantata, voglio almeno presentarvicofto che viveva nel secolo XIV , per un libro
il suo ritratto ; ed eccolo al naturale . La mia ch'ei compose intitolato Dimostrazione, divi
statura è un poco al disopra del mediocre, ho so in 50 capitoli , che versano sulla immensità
Ja testa grossa, la fronte larga, i colori vivi , la di Dio e sul modo di questa immensità, sul .
barba folta , il naso corto , ma si trova che non l'unione, la sostanza , la persona , la differenza
istà male pel mio viso ; ed imiei occhi , più che della persona, della sostanza e della natura; la
a fior di testa, fanno dire che ho la guardatu- volontà e l'operazione, il segno della Croce, la
ra fiera. In breve, quelli che mi vogliono far processione dello Spirito Santo ; la circoncisio
la corte, dicono, che nell'aria e nel portamento ne, il ripudio, l'Eucaristia ; gli azimi ed il pa
ho qualche cosa di grande ; ma quel che io ne fermentato ; l'uso di prender dell'acqua e
posso dir di me stesso è, che rassomiglio a certe delle eulogie dopo l'Eucaristia ; l'azione di
figure che si veggono in certe medaglie arrug- mangiare rapporto a G. C. risorto ed agli An
ginite, o sopra vecchie tappezzerie. Giudicale geli ; l'albero di cui Iddio vieto il frutto ad A
ora, o signore , se si deve essere curioso di ve- damo; l'unità di essenza e la trinità di perso
dere un tal uomo, o almeno se questo uomo ne in Dio ; il digiuno quaresimale, ecc .
deve aver la smania di farsi vedere : noi non ABUSO . Quesla voce altro non significa,
abbiamo che a perdere l'uno e l'altro in co- propriamente parlando , se non che con versione
testo abboccamento . » di una cosa dall'uso per cui fu ordinata ad un
Con una intelligenza a questo grado Abunofel uso diverso, come si ha dalla legge 19, e 35 $ 2
comprese senza difficoltà che alcuni pretesi cor. De usufruct. Per la qual cosa ne avviene esse
sali erano missionarii inviatigli dalla Provvi re meritevole di perdere ogni potere chiunque
denza ; e per secondarli , risolse di stabilire una di questo si serve ad usi diversi da quelli
missione fra i Maroniti delle montagne, che che debbe, come dal capo Privilegium ; donde
difficilmente partecipavano dei frutti delle al . ne segue che gli abusi non hanno alcun valore,
tre missioni . Assegnò loro un sito nel suo pro- nè sono di verun effetto, giusta il definire del
prio dominio, cioè nella parte del Libano , che la Ruota romana, parte 9, tom . 2 ,divis. 460,
chiamasi Kesroan, nel borgo di Anlura, posto num. 44. Quindi sarà un abuso fare la proces
fra la città di Berilo e l'antica Gibail , ove si sione col Santissimo Sacramento in tempo di
lavoravano i legni di cedro , che Iram re di volte nel giovedi e venerdi santi, della qual
Tiro somministrò a Salomone pel tempio di cosa havvi proibizione assoluta affinché non si
Gerusalemme . Cedelle loro un terreno spazioso faccia. È abuso che il superiore di un mona
per una cappella, una casa con un giardino, e stero, sebbene abbia giurisdizione spirituale e
sostenne tutte le spese della costruzione.Antura temporale, faccia porlare innanzi a sè la croce
significa in arabo sorgente di acquu di roccia , a somiglianza degli arcivescovi. È abuso che
e porta questo nome per essere vicina ad una un canonico , un cherico o suddiacono ante
montagna pietrosa , da cui scaturisce una fon- riore venga preferito al canonico sacerdole po
tana abbondante la quale porta la freschezza steriormente eletto , come insegna la sacra
e la fecondità in tutlo il vicinato. Lo stabili . Congregazione dei riti nelle sue decisioni, dal
mento di questa missione procurò vantaggi la quale parimenti sappiamo che tutti gli abu
inestimabili. L'aria essendovi sana, contribui- si devono essere tolti di mezzo, affinché non
va molto al ristabilimento dei missionarii dopo ne derivino scandali maggiori, per cui pecche
le loro corse penose nelle montagne. Ma il me ranno a proporzione dell'abuso coloro che per
glio era che questa contrada, quasi tutta cri- metteranno l'introduzione di essi, ned use
stiana caltolica, presentava un asilo sicuro con ranno la cura ed altenzione richieste onde on
tro le persecuzioni che si suscitavano nei luo. ninamente rimuoverli .
ABUSO 67
Fra gli abusi secolari, secondo s . Cipriano, la sua costituzione Elsi alias ; dal quale sup
che in un libro trallò espressamente di questi , plizio, sebbene possa salvarsi il reo quando sia,
si annoverano le classi seguenti : Un sapiente minore di età, luttavia, quando superi gli anni
senza opere ; un vecchio senza religione ; un venti , sebbene non abbia completo l'anno 25 ,
ricco senza elemosina ; una donna senza pudo- devesi punire colla pena medesima , come di
re ; un padrone senza virtù ; un fratello lili- chiarò Urbano VIII nella sua costituzione che
gante ; un povero superbo ; un vescovo negli incomincia Apostolatus officium . Che se tale
gente , un popolo senza disciplina. Dodici sono abuso commettasi da un sacerdote che assolve
poi le specie degli abusi che possono aver luo un penitente senza averne giurisdizione , la
go in un ordine regolare, da cui viene viziatå pena è quella della sospensione dopo la senten
l'intera macchina della religione: 1. Un prelato za del giudice, come dal capo Placuit 9, que
negligente; 2. un discepolo disobbediente ; 3. stione 2, e dall'altro capo Placuit de poenil. ,
un giovane ozioso ; 4. un vecchio ostinato ; 5. distinzione 6 , e diportandosi in ciò come con
un monaco curiale ; 6. un monaco causidico ; fessore, quando confessore non sia, può inoltre
7. un abito prezioso ; 8. cibo squisito ; 9. ru esser punito colla medesima pena del falso ,
more nel chiostro ; 10. lite in capitolo ; 11 . come dall'argomento della legge Eos qui diver
dissolutezza nel coro ; 12. irriverenza all'altare. sa Glinal.ff. ad Legem Cornel. de Fals . Se poi
Se abbiamo detto un nonnulla delle specie l'abuso venga commesso da un sacerdote che
di abuso, ora conviene che osserviamo le pene assolva dalle censure e dai casi riservati senza
stabilite dalla Chiesa per la diversa qualità de- averne giurisdizione, egli incorre nella scomuni
gli abusi , affinchè da esse intenda ognuno ca, nella privazione degli uffizii,dignità e benefi
quanto ogni genere di esso debba essere elimi. zii , e diviene inabile ad essi, conforme alla sen
nato dalla cristiana società . tenza della sacra Congregazione eranata per
Se maliziosamente si commelte abuso nel ordine di Clemente VIII contro tutti quei sa
conferire il battesimo , in ciò che riguarda la cerdoti secolari o regolari , che presumono di
materia, o la forma, o l'intenzione, e giuridic assolvere, fuori del pericolo di morte , dai casi
camente si possa provare che ciò venne fatto contenuti nella bolla In Coena Domini ovvero
col fine positivo di non conferire il Sacramen- dai cinque casi clementini , che sono in Italia
to, quantunque non trovisi espressa nel diritto riservati al Papa.
una pena per cosi grave delitto, pure dovreb Se abbia luogo abuso nella Eucaristia , quando
be essere quella dell'ultimo supplizio, poiché sia stato commesso contumeliosamente e sacri
se di tal modo è meritevole che si punisca co- legamente, calpestandola cioè coi piedi , porgen
lui che è ingiusto uccisore del corpo , per una dola in cibo a giumenti, gittandola in luogo
maggior ragione merita tal punizione chi è immondo , in questo caso la pena inflitta a co
omicida dell'anima. Che se questo abuso versò storo è quella della morte. Che se venga com
nella volontaria e maliziosa reiterazione del messo per un furto sacrilego , od il ladro ab
baltesimo, pel diritto civile tanto quegli che il bia intenzione ed in fatti ne usi per cose su
battesimo conferisce, quanto colui che lo riceve, perstiziose , incantesimi ed altri sortilegii, ov
della pena di morte devesi punire , come dalla vero la riceva dalle mani del sacerdote fingen
legge Si quis 2. Cod. Sanctum baplisma ilere- do di comunicarsi, e poscia ai detti fini super
lur. Questa legge pero oggidi ſu mitigata , e la stiziosi e sorlilegii la conservi , e la adoperi, è
punizione è prescritta diversamente dai codici parimenti degno della pena di morte; siccome se
civili delle diverse nazioni . Secondo il diritto derubando la sacra pisside, indegoamente getti
canonico, tanto il ribattezzantequanto il ribat- in terra il Santissimo Sacramento. Parimenti è
tezzato, ancorchè il fatto sia occulto , diventano degno di morte colui che deruba la sacra pissi
irregolari, come dal capo Confirmandum 65, di- de affine di colarla o venderla, e con essa oce
stinz. 60; e dal capo Afris 3, distinz . 98 , ecc. casionative , come dicono i teologi , asporta le
Se abuso si commetta in confessione da uno sacre Particole, ovvero derubando la sacra pissi
che, non essendo sacerdote,fingesi tale per ascolo de, getta le Particole nel ciborio o sopra l'alta
lare le confessioni altrui, la prima pena è quella re. Se taluno commetta abuso vomitando la sa
della irregolarità ; la seconda, che sia nella pu- cra Eucaristia per sua colpa essendosi prima
nizione trattato come se fosse eretico, secondo la inebbriato e riempiulo fuor misura per vora
costituzione di Gregorio XIII che incomincia cilà ,ove sia laico, secondo l'antico diritto deve
officii nostri; la terza è quella di consegnarlo vivere in penitenza per quaranta giorni , se
al braccio secolare , affinchè lo punisca coll'ul- cherico per settanta , se poi fosse vescovo per
timo supplicio, come stabili Clemente VIII nel novantasei, come si ba dal capo Si per ebriela
68 ACABBO
tem . De consecratione, dislinct. 2. Se poi si cevuti rimane sospeso ad arbitrio del vescovo,
commelta abuso nella negligente o meno de- il quale può , imposta pria conveniente peni
cente custodia della Eucaristia , cosi che per tenza, e dal reo in parte eseguita , togliere a lui
una tale negligenza la sacra Eucaristia soffra la sospensione , comedalcapo Ex litteris 2, De
qualche ingiuria , quegli , cui è devoluta tale clerico non ordinato ministrante. Quegli poi
eustodia, deve per tre mesi essere sospeso dal che non essendo ordinato sacerdote, si attentas
proprio officio , secondo il dato espresso nel ca se di celebrare la messa , e di ascoltare le sacre
po Slaluimus 1 , De custodia Eucharistiae. Se confessioni, dopo l'abiura de vehementi, e la
poi l'abuso commettasi da un sacerdote, il qua- degradazione, deve essere consegnato al brac
le senza acqua nel calice, senza candele accese, ciò della giustizia secolare per la pena, confor
e con pane fermentato consacri, allora la pena me alle costituzioni, di Gregorio XIII che in
è la privazione dell'ufficio e del benefizio , co- comincia Officii nostri, di Clemente VIII Et
me dal capo Lilteras 14, De celebratione Miss . alias, di Urbano VIII Apostolatus officium .
Per l'abuso nel matrimonio, se venga commes . Che se senza gravissima necessità si commette
so da un cherico che contragga matrimonio, abuso da un sacerdote con la reiterata celebra
sebbene sia negli ordini sacri, la pena è quella zione della messa in un medesimo giorno, al
della scomunica e della irregolarità ; oltre cid , lora egli diviene irregolare.
siccome con questa opera sua diverrebbe sospet Varie sono le pene per lo abuso che si fa
to di eresia , può essere anche punito dalla sa. della sacra Scrittura, e queste variano secondo
cra inquisizione con pena proporzionata , la le varietà dell'abuso medesimo. Imperciocchè
quale, secondo la gravità del fatto , può anche si può abusare prendendo le parole della sa
essere quella della galea. Se poi da un qualche cra Scrittura ed adattandole a cose turpi per
poligamo viene eseguito questo abuso , allora dimostrare acume d'ingegno, ovvero ad ogget
le pene variano secondo la varietà del delitto. li berneschi, o per deridere la semplicità della
Abuso nell'ordine, se avvenga per conferire frase scritturale, ovvero un qualche mistero
o ricevere gli ordini , non avendo la età richie- della fede , o le instituzioni ecclesiastiche. Si
sta dal diritto, ovvero si riceva o si amministri può abusare della sacra Scrittura , servendosi
nei tempi non permessi o senza le lettere di dei suoi testi a sostenere un qualche manife
missorie, o senza il legittimo titolo , o non ce sto errore contro la fede ed i costumi; oppure
Jebrando la messa, o non avendo osservalo gli per produr mali effetti col inezzo dei sortilegii,
interstizii , le pene variano colla varietà del degli incantesimi, ecc . Quindi , secondo la mag
delitlo. Se venga commesso per essere gli ordi- gior o minor gravità di questi abusi , avuto ri
ni furtivamente ricevuti , l'ordinato non può guardo alle circostanze del luogo , del tempo,
ministrare nell'ordine ricevuto , ed essere pro- degli effetti susseguiti , devesi pure proporzio
mosso ad ordini superiori . E se il vescovo pro- nare la pena . Che se usasi della sacra Scrittura
ferì la scomunica contro coloro che furtiva. per proteggere i detti ereticali , allora queslo
mente agli ordini si accostano , il solo Papa abuso deve essere punito colla pena da inflig
può dispensare da essa ; nou così se tal cherico gersi agli stessi eretici.
entri in una qualche religione ed ivi sen viva ACABBO , re d'Israele, figlio e successore di
lodevolmente , poichè in questo caso può di- Amrii, come dal terzo libro dei Re, capo 16,
spensare anche il vescovo od il suo prelato. vers. 29. Questi regno 22 anni , cioè dall'anno
Che se il vescovo non proferi contro costoro del mondo 3086 sino al 3107. Malamente ope
scomunica, allora il vescovo stesso può dar la ro innanzi al Signore, e le sue empietà supera
dispensa , imposta pero una penitenza conde rono quelle di tutti coloro che erano stati pri
goa. Se l'abuso versi per aver saltuariamente ma di lui . Sposo Gezabele, figlia del re dei Si
ricevuto gli ordini, chi questo abuso commise donij per nome Etbaal, la quale introdusse in
è sospeso dall'ordine saltuariamente ricevuto, Israele il culto degli idoli Baal ed Astaroth , e
e non può essere promosso agli altri ordini trasse Acabbo al culto delle false divinità . Dio,
senza dispensa, la quale può essere anche ac- sdegnato di tante scelleranze gl'inviò il profeta
cordata dal vescovo , quando non abbia mi. Elia ad annunziargli in pena dei delitti una
nistrato nell'ordine ricevuto; se poi abbia mi- sterilità che dovea durare tre anni ; dopo di che
nistrato nell'ordine ricevuto, allora abbisogna si ritirò, temendocheil re e la regina lo facessero
della dispensa apostolica. Se versi lo abuso in morire. Passata la carestia , ben lungi dal ri
ciò che un laico ad un semplice cherico mi. tornare a Dio col pentimento, Acabbo'in vei con
nistri in un ordine sacro che non ha , egli di- tro Elia , accusandoloqual sovverlitore d'Israele.
viene irregolare, e però quanto agli ordini ri- Di ciò Elia non temelte, ma franco all'empio re
ACACIA - ACACIO 69
rimbrollò l'empielà ed i delilli. Fece convoca- Sedecia ed Acabbo, che il re di Babilonia frisse
re i quattrocentocinquanta profeti di Baal, cui nel fuoco . » Lo che ebbe l'intero effetto .
dimostrò l'empietà del loro culto, e come il Dio Questo supplizio consisteva nel calare a po
di Abramo era il solo e vero Dio d'Israele, per co a poco il condannato in una caldaia d'olio
cui sdegnato il popolo di aver prestato orecchio bollente, ovvero nel farlo arrostire a secco in
a questi perversi , che nulla più facevano che una grande padella arroventata . I Maccabei, s .
trarlo di delitto in delitto , tutti li sacrifico. Giovanni Apostolo e molti martiri cristiani
Pure volle ancora Iddio mostrarsi ad Acabbo sostennero questo barbaro tormento.
propizio, per dargli eccitamento di ritornare a ACACIA. Albero il cui legno è durissimo, nè
lui, e la sua protezione gli dimostrò rendendo viene alterato dall'aria o dall'acqua. I suoi
lo vincitore di Bepadad re di Siria , che aveva fiori sono bianchi o rosei , ed a grappoli. È in
in vaso i suoi stati ; ma avendolo Acabbo fatto dicato nella Scrittura sotto il nome Schilta che
prigione, lo rimise in libertà , e di più fece al ha un nome simile in arabo. Abbonda in Ara
leanza con lui. Di ciò fu severamente sgridato bia ed in Egitto. Molti interpreti intendono
da Elia. A tutti questi misfatti l'altro ancora nell'acacia il legno di Selim che sovente è no
vi aggiunse di far perire miseramente Naboth , minato nel libro dell'Esodo, al capo 25, al ver
perchè questi gli aveva ricusato la vendita di setto 5 e seguenti. Altri stimano che si trattas
una vigna, che era eredità dei suoi maggiori. Fu se di qualche altro , come della quercia e simili .
in questa occasione che Elia predisse le più gravi La versione siriaca tradusse questa espressione
sventure alla casa di Acabbo, e soprattutio l'in legno di Selim per legno di ebano , quella dei
fausto finedi Gezabele, che sarebbe divorata dai Settanta per legno che mai imputridisce. A co
cani nel luogo stesso dove Naboth era stato uc noscere il vero converrebbe ricercare a quale
ciso. All'annunzio di così severa punizione tre- allezza arrivi il legno di setim che fu impie
mò l'empio Acabbo, ed umiliossi dinanzi al Si- gato nella costruzione dell'arca, poichè l'acacia
gnore, che sospese e rivoco in parte la sentenza nei nostri climi non è che poco più di un ar
pronunziata contro di lui . Dopo tre anni però busto. Alcuni però ritengono che nelle parti
che viveva in pace e tranquillità colla Siria , di Egitto si dia questo nome ad un albero che
impugnò le armi contro di essa, per istigazione giunge all'altezza di quaranta piedi.
di Giosafat re di Giuda , e venne ad aperta bat ACACIANI. Nome di varie sette di eretici ,
taglia presso Ramoth di Galaad. Fidando nelle alcune delle quali sostenevano che il Figliuo
profezie degli empii sacerdoti di Baal, che gli lo fosse solamente di sostanza simile al Padre
annunziavano la vittoria , indispetti contro là e non di una sostanza medesima : mentre altri
verità annunziatagli Jal profeta Michea , che dicevano che non era soltanto una sostanza di
glidimostrava perdita e ruina, e tanto in furore slinta, ma dissimile. Due di queste sette tras
montò che questo profeta medesimo fece chiu sero il nome da Acacio vescovo di Cesarea , che
dere in carcere . Ma è vano cozzar contro Dio, visse nel secolo quarto , e cangið necessaria
ed egli che non aveva voluto intendere la sua mente di dottrina in modo che divenne in di
voce per mezzo dei profeti che Dio gli inviava , versi tempi capo di amendue.- Un'altra selta
dovelle sostenere il castigo. La mischia ferveva, prese il nome da Acacio patriarca di Costan
il nemico lo incalzava dappresso , e mille colpi tinopoli che visse nel finire del secolo quinto .
miravano contro lui . Invano egli mutò vesti ACACIO . Fra quelli che nella persecuzione
mento onde non esser riconosciuto dal nemico, di Decio resero illustre il nome del cristiane
chè una freccia il colpi, e mori sopra il suo coc - simo merita di essere ricordato Acacio vescovo
chio tutto intriso di sangue. Ciò avveniva l'an di Antiochia , la cui confessione è di tanta ce
no del mondo 3107 , avanti Gesù Cristo 898. lebrità nella storia, da non potersi omettere in
Di un secondo ACABBO fa menzione la Scrit . questi nostri articoli senza mancare alla inte
tura in Geremia, al capo 29, vers. 21 , 23. Que grità di essi. Era quesli, come dicemmo , ve
sti era figlio di Colia, ed era uno dei due falsi scovo di Antiochia. Ignorasi precisamente in
profeti, che seducevano gli Israeliti in Babilo- qual provincia di Oriente , ma si sa che que
nia. Il Signore li minacció, per mezzo di Gere sta non era l'Antiochia di Siria. L'imperato
mia , di darli in braccio di Nabuccodonosor , re, a cui il consolare Marziano credette di do
il quale li avrebbe fatti morire alla presenza di ver dare la relazione che segue , non potè trat
quelli cui seducevano , ed i Babilonesi si ser- tenersi dall'ammirare la confessione di questo
virebbero del loro nome, allora quando avreb atleta. Questa relazione, rivestita di tutti i ca
be voluto scagliare la maledizione contro tal ratleri dell'autenticità e certamente tralta dai
uno, dicendo : « Faccia a te il Signore come a pubblici registri , somministra una delle più
70 ACACIO
belle prove del compimento della divina pro- Marziano disse : « Ecco ciò che i cristiani sono
messa che lo Spirito Santo parlerebbe per boc. soliti di rispondere ; ma lu deyi immediata
ca di coloro, che per il nome di Gesù Cristo mente venire a sacrificare in mia compagnia al
sarebbero condotti innanzi ai tribunali e che gran Giove ed alla divina Giunone , per cele.
egli loro inspirerebbe una sapienza alla quale brar quindi nella gioia e nei piaceri il solenne
i loro nemici non potrebbero resistere. banchetto . » Acacio rispose : « Come mai egli e
a Tu che vivi solto le leggi romane ( cosi io possibile di onorar come Dio colui, la cui lom .
cominciò il suo discorso il consolare a questo ba è certamente in Creta? E egli dunque risu
ammirabile confessore ), certamente amar devi scitato ?» Finalmente disse Marziano: « È di me.
i nostri principi. » Acacio rispose: « E chi li stieri sacrificare o morire. « Ecco , disse Acacio ,
ama più di noi ? Continuamente noi preghia- l'argomento più decisivo ; i ladroni della Dal
mo per essi , per la prosperità del loro regno, mazia non se ne servono meglio , allorché nel .
per la gloria delle loro armi , e generalmente l'angolo di una foresta non offrono altro pal
per tutto quello che può interessarli. » Mar. to, che la perdita delle sostanze , o della vita .
ziano disse : « Sacrifica dunque all'imperato . Tu finora li sei piccato di una maggiore equi
re, affinchè tanto più egli conosca il tuo rispet- tà e ragionevolezza . Ma ciò poco importa . Ta
to ed il luo amore. » Acacio rispose : « Noi e puoi farmi bensi morire , non già convincermi
col cuore e con l'allello rendiamo all'impera- nè spaventarmi. Le leggi proscrivono gli adul
tore tutto quello che gli dobbiamo ; ma egli teri, i ladri , gli omicidi. Se ho commesso alcu
non ha alcun diritto di esigere sacrifizii. E cbi no di questi delitti, sono io il primo a condan
mai può sacrificare ad un uomo mortale,qual. narmi. Ma se sono punito, perchè adoro il vero
ora riflettasi che se oggi ci comanda , forse do . Dio, la volontà arbitraria del giudice , e non
mani sarà soggetto al colpo della morte ? L'im- già la legge è quella che mi condanna. E pen
peratore non men di noi è sommesso a Dio. sa bene, che tu operando cosi ti rendi inescu
Non è lecito il rendere i divini onori , se non sabile, perchè ognuno sarà giudicato, comeavrà
all'immutabile ed onnipossenle Signore del giudicato gli altri.» Quindi Acacio per la forza
cielo e della terra, innanzi a cui deggiono tre- del suo spirito , o piuttosto per quella dello
mare tutte le altre podestà. » Spirito di Dio, di cui era l'organo , faceva in
Marziano a cui piaceva il ragionare , e che qualche modo il personaggio di giudice , ed it
cercava un'occasione di combattere con van. giudice quello di reo. Questi rispose assai con
taggio i principii del cristianesimo , chiese di fuso : « lo ho ordine non già di esaminare tan
conoscere questo Dio. Acacio gli disse : « Desi- te cose, ma soltanto di ridurti alla ubbidienza ,
dero che tu possa acquistarne la vera cognizio- o di punirti . - Ed io, disse Acacio, ho proibi
ne, ma una cognizione utile e salutare. . Chi zione ed orrore di rinnegare il mio Dio. Se tu
è egli ? » ripiglio Marziano. Acacio rispose: all li credi ciecamente obbligato a seguire la volon .
Dio di Abramo , d'Isacco , e di Giacobbe. » tà di un uomo , che ben presto morrà come
Marziano disse : « Sono forse questi altrellanti tutti gli altri , e come essi diverrà pascolo dei
Dei che tu nomini? No , rispose Acacio, ma vermi ; quanto più non debbo io obbedire à
colui il quale si è manifestato a quesli uomini Dio onnipossente ed infinitamente saggio , il
venerabili, è il vero Dio che dobbiamo temere.- quale minaccia coloro che lo negano innanzi
Qual è dunque il suo nome ? » prosegui Mar- agli uomini , di negare loro in faccia alla corte
ziano. Acacio, seguendo la regola insegnata da celestiale allorchè egli verrà in tutta la pompa
Origene, non citò che i nomi cui Dio prende della sua gloria a giudicare i vivi ed i morti ?»
nelle sacre carte. Marziano gli replico : « Da Il consolare, il quale credevasi dotato di mol
quali chimere sei tu occupato ! Lascia le cose to talento per argomentare e di conoscere mol .
jo visibili, e piuttosto appigliati ad onorare gli to la dottrina dei cristiani , per convincerla di
Dei che puoi vedere. » Acacio disse : « Quali errore e di stravaganza , credette di poter trar.
sono gli Dei chetu mi proponi? » Marziano sog re grande vantaggio da quanto Acacio aveva
giunse: « Sacrifica ad Apollo , che ci preserva detto. a Tali sono, ei ripiglio, le folli idee della
dalla peste, dalla carestia, e che governa e con vostra setta; ed io voleva appunto udirle dalla
serva tutto il mondo.-- A cbi dici mai ? rispose tua bocca . Iddio ha dunque un figliuolo secon .
Acacio ; a quell'Apollo, il quale ardendo di un do voi? — Sì rispose Acacio . - E chi è egli ?»
impuro amore, ne segui il timido oggetto, sen- dimando Marziano. Acacio rispose : all Verbo
za prevedere che egli lo farebbe inutilmente? di verità , la parola di grazia.v Marziano disse :
Dovrò jo adorar coloro, che arrossirei d'imita. « È egli questo il suo nome ? » Acacio replico:
re, e di cui tu stesso puniresli gl'imnitatori ? » « Tu non me lo avevi peranche richiesto.» Mar
ACACIO - ACACIO DI BEREA 71
ziano disse: « Nominalo. Egli si chiama dirtelo. Sono comunemente chiamato Acacio ,
Gesù Cristo, » disse Acacio: Marziano ripiglio : ma il vero mio nome è Agatango: e i miei
« Da qual donna Dio lo ha. egli avuto ? » Aca compagni che.qui vedi , sono Pisone vescovo
cio rispose: « Non bisogna ragionare di Dio , di Troia ed il prete Menandro . Non mi chie
come si ragiona di vili mortali . Ha egli forma der di più e fa tutto ciò che ti piacerà. »
to il corpo del primo uomo , poi gli ha dato Marziano terminò finalmente l'interrogatorio ,
la vita e l'anima. Cosi ha egli generato il dicendo : « Renderò conto di tutto all'impe
suo Figliuolo in una maniera totalmente spi ratore, e finchè non giungeranno le sue ri
rituale , ma necessaria producendolo dal pro sposte, tu starai in prigione. » Il processo ver
prio suo seno , siccome c'insegnano le divine bale venne infatti spedito all'imperatore De
nostre Scritture. » Marziano ripiglio : Dio è cio, il quale non potè leggerlo senza ammirare
dunque corporeo ? — Donde deduci tu una tal le risposte del santo, siccome diede a conoscere
conseguenza, disse Acacio , perchè noi lo dicia sorridendo mentre se ne facea la lettura . Co
mo invisibile ? Egli solo si conosce perfetta mando che ei fosse messo in libertà , e trasfe
mente, ma noi perciò non siamo meno certi ri Marziano al governo della Panlilia . Il gene
della sua virtù e della sua possanza . » Marziano roso prigioniero dopo essere stato tratto di car
disse : « Se egli ha corpo , non ha per conse cere, converti molti infedeli , si rese celebre
guenza nè cuore nè intelligenza, poiché l'in per la sua santità e pe'suoi miracoli, non mo
telligenza ed il pensiero non ci vengono che no che per la sua dottrina, per la sua saggezza ,
per mezzo dei sensi . » Acacio ripiglio : « La e finalmente mori in pace. La Chiesa onora
intelligenza non nasce dalle nostre membra : la memoria di questo illustre confessore ai 31
Dio è quegli che ce la då. Il corpo e lo spirito di marzo.
nulla hanno di comune, se non per la onni · ACACIO, soprannominato Monophthalmos,
possente volontà del Creatore. » il cieco di un occhio, viveva verso la metà del
Allora Marziano , abbandonando un mezzo quarto secolo, e fu discepolo di Eusebio, a cui
che gli riesciva troppo male : « Osserva, disse, successe nel 340 nel vescovato di Cesarea .
i Catafrigi , i quali erano cristiani,e che oggi Ei si fece distinguere nei concilii di Antio
di sacrificano come noi : imitali . Raduna tut. chia e di Sardi , e fu deposto in questo ultimo
ti cristiani della legge cattolica , e fa che ab con molti dei suoi confratelli, ma essi forma
braceino la religione dell'imperatore. - rono un altro concilio a Filippopoli in Tra
Non io, disse Acacio, ma Dio bensì è il loro cia, ove condannarono alla volta loro le dot
padrone. Essi mi danno ascolto allorchè li de trine degli avversarii . Forte per la protezione
termino alle virtù : ma se gli inducessi al de dell'imperatore Costanzo, Acacio fece deporre
litto, non avrebbero per me altro sentimento s. Cipriano vescovo di Gerusalemme ed eb
che il disprezzo. » Marziano disse : « Dam be molta parte dell'esilio di papa Liberio.Era
mi tutti i loro nomi . » Al che Acacio : aSono uomo di gran sapere ed eloquenza , ma poco
essi scritti nel libro celeste. » Marziano favel sincero e molto dominato dall' ambizione e
lando dei preti prosegui : « Ove sono i tuoi dallo spirito di raggiro. Scrisse buon numero
compagni, i maghi ed i dottori di questo er di opere che si sono smarrite. Quella di cui
rore artifizioso ? Altre colpe noi abbia più rammarica la perdita, è la vita di Euse
mo a rimproverarci dinanzi a Dio, rispose bio di Cesarea , del quale egli era stato disce
Acacio, ma per quel che riguarda le infer polo. Morì verso l'anno 365. Viene considera
nali invocazioni e tutte le tenebrose osservan to come il capo di un ramo di Ariani, chia
ze della magia, sempre le avemmo in estremo mati dal suo nome Acaciani.
orrore. Da Dio solo ottenghiamo quelle mera ACACIO DI BEREA , nato verso l'anno
viglie di grazie e di beneficenze che ci vedi 0- 322 , abbracciò la vita monastica , fu incari
perare . » Marziano disse : « Bisogna bene che cato di molte importantissime missioni dai ve
siate maghi sommamente accorti , per infettar scovi di Antiochia e di Berea, comparve con
tutto l'impero con questa insensata e danposa distinzione a Roma , dove difese la dottrina
religione. » Acacio replico : Noi disinganniamo delle due nature in Gesù Cristo alla presenza
gli uomini intorno a quei fanatismi di divi- di papa Damaso, e fu fatto vescovo di Berea
nità, che voi siete tanto semplici di riverire e nel 378. Egli intervenne al concilio di Co
di temere, sebbene gli abbiate fatti voi mede- stantinopoli . Le sue trattative con papa Siricio
simi . » Marziano disse : « Dammi i loro nomi fecero cessare lo scisma che desolava da 17
se vuoi salvarti.» Acacio rispose : « Tu che non anni la chiesa di Antiochia. Di amico di s.Gio
puoi vincermi essendo io solo, speri poi di vanni Crisostomo, divenne uno de'suoi più ar
vincerini quando saremo in gran numero ? Se denti persecutori, collegandosi con Teofilo di
vuoi saper il mio nome, nulla m'impedisce di Alessandria . Il personaggio che ei rappresen
72 ACACIO- AGAIA
tava in tale occasione, e la parte che ebbe l'anno 489. Rimangono di lui due lettere ,
nell' ordinazione di Porfirio, gli attrassero l ' una in greco nel 4. tomo dei Concilii , in
dalla parte del Papa una sentenza di scomu dirizzata a Pietro il Follone, l'altra in latino
nica, la quale non fu levata che in capo a dieci a papa Simplicio sullo stato della chiesa di
anni . La sua vecchiaia non gli permise di as- Alessandria.
sistere al concilio di Efeso . Ei non approvo ACACIO di MELITENE 0 MELITINA ,
sulle prime gli Anatemi di S. Cirillo , ma cosi chiamato dalla chiesa , in cui aveva il
terminò riunendosi ai vescovi ortodossi dopo grado di lettore fino dal 390 , e nella quale
la condanna di Nestorio .Mori in età di 110 succedette a Letoio nel vescovado. Massima
anni. La di lui condotta ineguale negli af fu la dignità con cui governo questa chiesa,
fari ecclesiastici spiega la varietà dei giudi- per cotal modo che dopo sua morte ottenne il
zii a suo riguardo. Egli era unito con s. E soprannome di Grande e di dottore. Scrisse
pifanio e s . Flaviano. Le sue lettere sono nella nel 431 contro Nestorio, del quale però non
Raccolta dei concilii del p. Lupi . cessava d' esser amico, e dal quale si tolse in
ACACIO , vescovo di Amida sul Tigri , ver tieramente come tornarono vane tutte sue
so l'anno 420 , vendette i vasi d'oro e d'ar cure a far che abbandonasse gli errori . Ab
gento della sua chiesa per riscattare settemila biamo ancora l'omelia che recitò nel con
schiavi persiani . Egli sovvenne ai numerosi lo- cilio Efesino, nella quale chiaramente di
ro bisogni e li rimando al lavoro. Il monarca , stingue le due nature in G. C. Nel 437 si
tocco da tale generosità , chiese una conferen- uni a Rabulla vescovo di Edessa per impedi
za al rispettabile vescovo, e fu singolarmen- re che gli scritti di Teodoro Mopsuesteno e
te ai colloquii loro attribuita la pace che av di Teodoro di Tarso si diffondessero, ed a tale
venne tra il monarca persiano e l'imperato- fine scrissero insieme ai vescovi d' Armenia
re Teodosio il Giovane. per avvertirli che stessero in guardia contro
ACACIO, patriarca di Costantinopoli, asce- gli errori novelli , e nel rimanente di sua
se a tale dignità nel 471. Ei vi portò un ca- vita fu tutto impegno a difendere la inte
rattere ambizioso, intraprendente e versatile. grità della dottrina cattolica contro dei no
Il primo scopo di Acacio fu d'innalzarsi , nè vatori .
fu scrupoloso nella scelta de' mezzi . Tento di ACAIA. Provincia della Grecia la cui capi
far riconoscere la supremazia della sua chie- tale era Corinto . San Paolo predicó a Corinto
sa sopra quelle di Antiochia , di Alessandria nell' Acaia . Gli Atti degli Apostoli insegnano
e di Gerusalemme . Costretto a piegare sotto che s. Andrea soffri il martirio in questa stes
l'autorità di papa Simplicio , ei cercò tosto sa provincia.
di valersene siccome appoggio contro l'impe L'Acaia era una delle due grandi divisioni
ratore Basilisco , il quale proteggeva Pietro il della Grecia. Allorquando i Romani diven
Follone , uno dei zelanti difensori della ere nero padroni della Grecia , vi compresero ,
sia di Eutichio . Acacio sollevò Costantinopo- indipendentemente dal paese che componeva
li , e Basilisco esser stato balzato dal tro- la Grecia propriamente detta, l'antico regno
no poco tempo dopo da Zenone, od essendo- della Macedonia , e formarono due provincie :
si ricoverato in una chiesa, il patriarca ne lo 1. la Macedonia , che comprendeva la Ma
Irasse a forza, e lo consegnò al nuovo impe- cedonia , l' Illirio , l'Epiro e la Tessaglia ;
ralore. I vizii e le eresie di questo non trova- 2. l'Acaia, che comprendeva la Grecia pro
rono più in Acacio un formidabile nemico. priamente detta ed il Peloponneso : ciascuna
Slanco d' ingannare il Papa coi suoi artific di queste due provincie era governata da un
zii , si palesò a lui contrario apertamente , proconsole. Corinto era capitale e la resi
ed indusse Zenone a pubblicare nel 485 denza del proconsole di Acaia. Questa resi
una formula, ossia editto di unione , che fu denza proconsolare era tenuta da Gallione,
chiamato Henoticon , e che era totalmente favo- quando gli Ebrei di Corinto trassero s. Pao
revole agli Eutichiani. Acacio pose tutto in lo al suo tribunale , come dagli Atti Apo
opera perchè fosse ricevuto tale editto nelle stolici , capo 18 , verso 12 , ecc. Apollo,ebreo
provincie, ciò che gli attirò gli anatemi di convertito , percorse l' Acaia in qualità di a
Roma. Citato da papa Felice III dinanzi un postolo . S. Paolo visitò di nuovo questa pare
concilio adunato in Roma, parve che il pa- te della Grecia, come dagli Atti suddetti ca
triarca per un istante piegasse; ma dopo lanciò po 19 , vers. 21 , e dalla Epistola ai Romani
anatema contro Felice, fece ritenere i legati , capo 15 , vers . 26. Stefano, Fortunato ed Acaico
depose i vescovi ortodossi, ne mise degli sci- furono i primi Achei che abbracciarono il cri
smatici in loro vece, e perseguitò apertamen- stianesimo, come dalla prima lettera di s. Pao
te i cattolici . Finalmente cessò di vivere lo ai Corintii, capo 16 , vers. 15. Non tardarono
ACAICO - ACARIO 73
i fedeli di Acaia a meritar lodi da s . Paolo per e da ciò che deducesi la complicità nel delillo.
la loro carità , come lo vediamo dalla seconda E quando anche fossero stali senza colpa, os
sua lettera ai Corintii , cap. 9 , vers. 2. Tulli te serva un moderno scrittore, Iddio che è asso
stificavano il disinteresse di questo Aposlolo luto padrone della vila e della morte , pole
generoso , e magnificavano la sua fama. Essi si ordinare che perissero corporalmente insieme
convertirono dopo quelli di Tessalonica , il cui col padre reo, ad esempio e terrore di tullo
esempio aveva falto in essi una profonda im- il popolo. Il Signore, nel far provare il suo
pressione, come lo attesta il medesimo s. Paolo sdegno a quelli che non ebbero parte al pec
nella prima sua lettera ai Tessalonicesi al ca- cato , non fa loro ingiustizia , conciossiache
po 1 , vers . 7 , 8. o sono rei di altre colpe dinanzi a lui, e non
ACAICO : Discepolo di s . Paolo, raccoman banno da dolersi se sono puniti; o sono giusti ,
dato da questo apostolo a quelli di Corinto , cui e la pena temporale serve per essi di prova e
recò la prima lettera che scrisse loro l'apostolo si converte in merito mediante la pazienza .
stesso l'anno 56 di G. C., come si ha dal capo A CAPPELLA. Questa voce é usala nella
16 , vers . 16 della l ai Corintii . musica sacra , ed indica che gli strumenti debo
ACAN ovvero Achan . Figlio di Carmi della bono progredire obbligatoriamente all'unisso .
tribù di Giuda, avendo osservalo un mantello no, ovvero all ' oltava colle diverse parli del
di porpora, una lamina d'oro, dug-nto sicli canto. Il tempo a cappella viene segnato con
di argento fra le spoglie di Gerico, se li appro un 2, ovvero con un C tagliato, & . L'espressio
prio, e li nascose nella sua tenda contro l'ordi. ne slile a cappella significa una composizione
ne del Signore, che aveva ingiunto espressa- per sole voci , senza strumenti, di un genere
imente di distruggere Gerico e tutto ciò che ad grave , alla maniera antica, e per lo più forma
essa apparleneva. Alcuni giorni dopo questo ta sopra il canto fermo. Con altro nome cbia
avvenimento, Giosuè spedi tremila uomini a masi questo stile anche alla Palestrina per la
prendere la città di Hai tre o quattro leghe di- circostanza che Gian Pier Luigi Palestrina ,
slanle da Gerico, ma furono in breve obbligatia onde ottenere che il papa Marcello II non abo
volger le spalle; cosi avvenne una seconda vol lisse la musica di chiesa , fece eseguire nella do
ta , benchè la perdita che facevano fosse di niun menica di Pasqua dell'anno 1556 una sua fa
conto . Questa cosa nullameno pose scoraggia mosa messa a sei voci senza stromenti, della poi
mento fra gli Ebrei, per cui Giosuè e gli altri Missa papae Marcelli, la quale distinguendosi
cari , coperti di doglia, si prostrarono innanzi per uno stile semplice, nobile, grave ed espresa
al Signore, chiedendo che non abbandonasse il sivo , si merilò l'applauso universale, e l'ap
suo popolo. Fu allora che il Signore fece co- provazione del Pontefice .
noscere cbe fra i combattenli era stato com ACARIO o Aicardo ( S. ). Nasceva Ácario
messo peccato , per cui nel giorno posleriore, a nel VII secolo da onorata famiglia , la quale
discoprire il delitluoso , raunato il popolo , si amando di vedere il giovane crescere perfetto
trasse la sorte, la quale da prima cadde sulla nelle ottime discipline, lo consegno all'abate
tribu di Giuda, poscia nella famiglia' di Zara , S. Eustasio del monastero di Luxeu in Bor
indi sulla casa di Zabdi , infine nella persona gogna, affinché come si conveniva lo educas
di Achan , che non tardó a confessare il suo se. Le cure di questo santo non furono vane,
peccato, cagione di grave danno al popolo, e a perciocchè Acario crebbe così nella riputazio
ricevere colla morte la punizione. Il luogo in ne della virtù da otlenere l'onore di succede
cui Achan fu lapidato chiamossi in appresso re a Evreolo vescovo di Nojon e di Tournai.
la valle di Achan e trovavasi a settentrione di Nel nuovo elevato impiego ei non tralasciò
Gerico. falica per la salute del suo popolo, nè manco
· Vi sono alcuni che vogliono che il solo Achan mai a quel zelo ch'è proprio di un santo pa
abbia subita la pena del delitto commesso , di- store . Di tante sue sollecitudini oltenne il pre
cendo il testo : tullo Israele lo lapidò , ma la mio l'anno 639, quando l'anima di lui ritorno
maggior parte degli sposilori ritiene che il ca in seno al Creatore .
sligo sia stato sofferto dalla intera famiglia ACARIO O AICARDO . Era figlio di Anscario
di lui, la quale credono che con lui fosse col- ed Ermena nobili personaggi del Poitù . Ver
pevole di aver trasgredito la legge del Signore . so l'anno 624 lo posero sotto la disciplina di
İl Martini infatti saggiamente osserva, essere Ansfrido , religioso commendabile per dottrina
stato impossibile ad Achan nascondere nella e pietà , alle cui cure il giovinetto perfetta
sua tenda tullo quel bollino senza che alcuno mente rispose, ed abbracciò la vila monastica
de' suoi avesse donde accorgersi della cosa, ed nell'età di dieciollo anni . Postosi posteriore
Encicl. Escles. Vol. 1. Fasc. JI. 10
ACARITI - ACCADEMIA
menle sollo la disciplina di s. Filiberto , da sostegno, e fu egli che il proprio figlio sacrifico
queslo venne fallo nominare primo abate di all'empio Moloc, come abbiamo dal secondo
una nuova abazia che fondava. Recatosi poscia libro dei Paralipomeni al capo 28, e dal quar
a Jumièges, santificò quella comunità non solo to dei Re al capo 16. In sul finire del regno di
co'delti suoi di sapienza celeste , ma ancora Gioafan Iddio incominciò ad inviare sopra il
dando l'esempio di ogni specchiatissima virtù. regno di Giuda armate straniere, ma special .
Quivi santamente mori l'anno 687 , nel 13 di mente solto il regno di Acaz avvenne che i re
sua vila . Il moderno Marlirologio Romano fa Razin di Siria, e Facee di Israello piombarono
menzione di lui nel giorno 15 settembre, che colle loro armale sopra il suo regno porlando
credesi essere stato il giorno di sua morte. terribile devastazione. Pure il Signore si volle
ACARITI. Sella mussulmana fondata da dimostrare pietoso verso l'infelice regnante, ed
Acari , i cui punti fondamentali erano la pre- il profeta Isaia gli annunzio che il Signore de
destinazione gratuita e la predestinazione fisi, gli esercili lo avrebbe liberato dalle mani dei
ca. Gli Acarili sostenevano che Dio agisse per suoi avversarii . Questo tratto della divina
leggi generali , e con già particolari e proprie bontà non valse a far che il suo cuore cambias
di ciascun individuo ; che egli è l'agente prin- se, per cui , persistendo nelle prime empielå , no
cipale, e l'autore di tutte le azioni degli uomi- vellamente fu dai sopraddetti regnanti assalilo.
ni , ma che questi sono liberi di volgersi verso il Vedulosi vicino allo stremo, chiamò in suo soc
bene o verso il male, e che acquistano da sé corso il re di Assiria Teglath - Phalasar , che
soli i diritti al premio od al castigo . infallo vi accorse, lo sosteone, lo aiuto, il li
ACATISTO . Nome di un indo che solen- berò dagli invasori , come si legge nel quarlo
nemente negli antichi tempi cantavasi nella libro dei Re al capo 16 ; ma mentre Acaz stima
chiesa greca il sabbato della quarta settimana vasi tranquillo, vide l'ausiliario mular fede,
di quaresima , in onore della Vergine, per aver ed udi da lui una voce che esigeva grave tri
essa liberata tre volte la ciltà di Costantinopoli buto. A tale intimazione egli si vide in massi
dall'invasione dei barbari. Questo nome signi- ma angustia, perciocchè mancando di quanto
fica senza coricarsi, e cosi l'inno solenne chia- Teglalh - Phalasar richiedeva , gli convenne
mavasi , perché il popolo vegliava l'intera spogliare il tempio e la reggia onde saziare l'ava
notte celebrando le laudi della Vergine. rizia di lui , e comperare così a carissimo prez
ACATTOLICO . Così chiamasi chiunque zo la pace. D'infra tante sciagure in luogo di
non appartiene alla Chiesa Cattolica. In varii vedere la mano di Dio che si aggravava sopra
paesi i protestanti vengono chiamati acattolici, il suo capo per le iniquità che commettera, si
voce che torna meno odiosa di quella con cui rivolse ai numi bugiardi , il cui sdegno tento
dovrebbero addimandarsi; ned acattolici i soli placare con sacrifizii. E fu allora che per co
protestanti si chiamano, ma quelli ancora che mando di lui il tempio del vero Dio venne
ad altre selle o religioni appartengono, coine chiuso , furono eretti allari alle false divinilà .
gli Ebrei, i Greci ecc. e consacrali boschi ad onore di esse. Angustia
ACAZ , re di Giuda, figlio di Gioalan , è ce to, oppresso, non ritrovava un istante di re
lebre per le sue empietà ed i suoi delilli . Vi quie, pure al Signore non si convertiva,che anzi
ha qualche diſficoltà nell'assegnare l'elà che tanto più il disprezzava quanto erano maggiori
aveva quando incominciò å regnare. Il sacro le interne ed esterue molestie che lo affliggeva
testo dice che aveva 25 anni , ma come ac no . Finalmenle la morte pose termine alle
cordar ciò con quanto dice posteriormente, che sue scelleranze, venne sepolto in Gerusalemme,
egli cioè regno 16 anni e morì in età di 36 ? Ad ma non ebbe l'onore della lomba reale, che le
accordare questa difficoltà con viene ammettere sue iniquità nol permisero, come si legge nel
Ja opinione di quegli interpreti che dicono che secondo libro dei Paralipomeni , al capo 28. Eb
Acaz aveva 11 anni quando da suo padre fu be Ezechia suo figliuolo a successore l'anno del
associato al governo, e che 25 ne aveva alla mondo 3278, av. G. C. 732 , anno in cui av
morte del padre suo, quando cioè incominciò a venne la morte dell'empio.
governare e regnare da sè. Costui, solo rimasto ACCADEMIA . Gli Ebrei furono sempre sol.
nel regno, anzichè seguire l'esempio de' buoni leciti e premurosi di insegnare e studiare la
suoi antecessori, fu empio quant'altri mai, e legge che avevano ricevolo da Mosè. I padri
con ogni sorta di empietà e di barbarie conta. di famiglia la insegnavano e la studiavano
minò il suo regno. Per lui furono erelte statue nelle proprie loro case . I rabbini insegnava
alle false divinilà, ed a Baal precipuamente ; no nel tempio, nella sinagoga, nelle accademic.
per lui l'idolatrico cullo ebbe un validissimó Si pretende che anche prima del diluvio vi fos
ACCADEMIA
sero accademie in cui i patriarchi insegnassero che quelli che in essi vivevano, andassero ad
le scienze, la pietà , il modo di onorare conve- ascollare i profeti quando si trovavano nei
nevolmente il Signore, come si può vedere nel luoghi in cui essi vivevano. Ezechiele rac
l'opera del Boulduc Ecclesia anle legem . Si conta diversi colloquii che ebbe coi seniori di
colloca Adamo a capo, indi Enos , in fine Noé. Israele, che molte volte eransi recati a lui per
Melchisedecco , si dice , insegnava nella città di consultarlo negli affari della nazione. Il popo
Carial- Seefer, altrimenti Ebron , nella Palesti- lo lo circondava sovente per intenderlo ed ascola
na . Abramo che aveva ricevuto instruzioni da farlo, sebbene poi poco conto facesse di sue pa
Eber, insegnò nella Caldea e nell'Egitto. Gli role.
Egiziani , al dire di Gioseffo Flavio , appresero A queste Accademie o comunità dei profeli
da lui l'astronomia e l'aritmetica ; Giacobbe successero le Sinagoghe. Si dubita se prima
successe ad Abramo nell'esercizio dello am della schiavitù di Babilonia vi fossero di tali
maestrare. La Scrittura dice, Genesi, 25 , 27, Accademie ; ma si legge nella Scrittura al sal
che era un uomo semplice e che abitava solto mo 23 , vers. 8, che Nabuccodonosor abbrució
le tende, cioè, secondo il Parafraste caldeo, che tutte le sinagoghe del paese. 1 seniori d'Israele
era prefetto e ministro del luogo della dot- passarono la notte pregando il Signore nel
trina . luogo dell'assemblea, come leggiamo in Giu
Ma checchè si dica sopra di ciò, facilmente si ditta al capo 6, vers. 21 , 22 : Per totam noclem
vede come tutte queste cose abbiano poca soli . intra ecclesiam oraverunt, chiedendo soccorso
dità di prove. Non si può dubitare che Mosè, contro Oloferne. Il testo greco di Ester al ca
Aronne ed i seniori d'Israello non abbiano po 4 , vers. 16, insegna che vi erano sinagoghe
ammaestrato il popolo nel deserlo, e sievo sta a Susa nel tempo di Ester e di Mardocheo.
ti premurosi di insegnar loro ed alle loro fa- Si conosce con certezza che dopo la schiavitù
miglie a lemer Dio, ma tutto ciò ancora non babilonica il numero delle accademiche scuole
ci porge prova veruna intorno alle Accademie si moltiplicò fuor di misura nella Giudea , per
di cui parliamo. Solto Giosuè troviamo una cotal modo che nella sola Gerusalemme se ne
specie di Accademia , tenuta dai profeti, in cui annoveravano quattrocento. Ogni mestiere ave
i figli dei profeli, cioè i loro discepoli, viveva. va la propria, e gli stranieri pur anco ne pos
no nell'esercizio di una vila ritirala ed auste- sedevano , come ci assicura il Vitrigna: De s
ra , occupando il lempo nello studio, meditazio- nag. veler .
ne e lettura della legge di Dio. Di tali Accade. Non fu introdotta che dopo la schiavitù la
mie ve ne avevano a Naioth di Ramala sotto distinzione in Israele di Farisei , Sadducei , Esse
Samuele. Davide e Samuele vi si ritrovarono. ni. Si trova nell'Evangelio anche la setta de
Saule inviò per prendere Davide, ma gli invia- gli Erodiani , Ogni selta aveva la sua partico
ti , incontrandosi con una turba di profeti, si Jare Accademia.
unirono ad essi, e incominciarono con essi a Il metodo d'insegnamento delle sinagoghe, e
profetare, avendo a capo Samuele : cosi fecero delle accademie o scuole si trova perfettamente
pur anco quelli che Saule invió per la secon- nell'Evangelio e negli Atti . Gesù Cristo in elà
da e la terza volta ; ed essendo venulo egli stes. di dodici anni si trovò nel tempio in mezzo ai
so, fu preso dallo spirito di Dio, ed incomincio dottori , ascoltandoli ed interrogandoli . Essen
a profetare come gli altri . do un giorno entrato nella sinagoga di Na
Ritroviamo Accademie ancora sotto i profeti zaret sua patria , gli fu presentato il libro di
Elia ed Eliseo ip Betel e nella pianura di Geri. Isaia , che aperse e lesse una parte di esso, po
co, come lo dimostra il quarto libro dei Re, scia sedelte per parlare. San Paolodice diavere
dove al capo 2, verso 3 si legge : Egressi suni studiato sotto la scuola di Gamaliele ; Filone
filii prophetarum qui erant in Bethel,e l'altro insegna che nella accademia degli Esseni i fan
del medesimo luogo , vers, 5 : Accesserunt filiiciulli sono assisi ai piedi dei loro maestri, che
prophelurum qui erant in Jericho. Un gran nu. interpretano ad essi la legge, e ne sviluppano
mero se ne trovava ancora nel regno di Israele, il senso allegorico e figuralo alla foggia degli
come dal secondo libro dei Re, al capo 18, vers. antichi filosofi.
4 , ecc . Alcuni hanno creduto che Elia diri San Girolamo dice che poco tempo prima
gesse una comunità posta sul monte Carmelo . della nascita di Gesù Cristo due famosi rabbi
Questi profeti si consultavano negli affari im- ni , Sampaied Hillel , capi di due celebri accade
portanti, e ad essi recavansi per ascoltare le mie, formarono due partiti fra gli Ebrei, e di.
loro lezioni . Queste scuole sussisterono fino vennero i capi degli Scribi e dei Farisei . Aki
alla schiavitù di Babilonia , e sembra anche ba loro successe, e fu maestro del celebre Aqui.
76 ACCAIN- {CCARON
ļa , interprele della Scrittura del Vecchio Te- vededalla storia che gli Ebrei ne sieno slatii soli
stamento. Akiba ebbe a successore Meir, dopo possessori. Gli Accaroniti furono i primi a sta
eui venne Jobanan figlio di Zachai, indi Elie- bilire che l'arca del Dio d'Israele fosse ri
zer, poscia Delſon , Giuseppe Galileo, infine mandala al suo paese , per liberarsi dai mali
Giosuè cbe presiedette a questa accademia sino che soffrivano. L'idolo di Beelzebub era prin
alla presa di Gerusalemme, Cosi gli Ebrei da- cipalmente adorato dagli Accaroniti. Alcuni
vano la successione dei loro dottori al tempo pretesero, ma a torto , di poter confondere Ac
dis. Girolamo. caron con la torre di Stratone posla nel luogo
I rabbini insegnano che dopo la rovina di in cui poscia Erode il Grande fabbricò la città
Gerusalemme si stabili una scuola od acca di Cesarea di Palestina . Cesarea era molto più
demia a Jaſné, poscia nominala Ivelin in Ga- al settentrione che non fosse Accaron .
lilea, ed un ' altra a Lidda, ovvero Diospoli. Secondo Barbié du Bocage, Accaron era si
Akiba insegnò a Diospoli, poscia a Jaſnė. Ga- tuata due leghe dal mare, sui confini meridio
maliele gli successe a Diospoli, ed egli successe nali della tribù di Dan . Non potrei direche ciò
a Gamaliele a Jafuė. Ma la più famosa acca fosse propriamente vero. E neppure piena fede
demia del paese era quella di Tiberiade sul parmi poter prestare al Calmet, che disse, come
mare di Galilea. In questa professarono suc esponemmo, appartenere Accaron da principio
cessivamente Giuda il santo discepolo di Meir, alla tribù di Giuda, poscia essere passata a
Chanina e Johanan . Qualche tempo dopo,Giu- quella di Dan . Jo trovo bensì un villaggio
da si ritirò da Tiberiade ed aprì scuola a Se- menzionalo parimenti due volte come Accaron
phoris, e vi insegnò per selle anni . nelle medesime circostanze : questo è Tamna
Dopo la caduta delle scuole della Palestina , ovvero Thamnata; la prima volta al capo 15 ,
che avvenne circa alla metà del terzo secolo , vers . 57 ; di Giosuè, allorquando trattasi della
gli Ebrei cercarono la successione dei loro dol- divisione di Giuda ; la seconda al capo 19, vers.
jori al di là dell'Eufrate, a Sora, a Pandebita, 43, quando avvi questione di quella di Dan .
a Nohardea , ed a Perutz -Schibbun, luogbi po. Quando anche Accaron e Thamna fossero state
co conosciuli , e la cui posizione è dubbiosa. amendve situate nei confini delle due tribů , ri
Credono che i dollori Rab e Samuele discepolo marrebbe sempre a sciogliersi la questione, per
di Giuda il santo abbiano fondate queste qual motivo sono esse nell'istesso tempo at
accademie verso l'anno 220. Sussisteltero sino tribuite a Giuda ed a Dan ? Thamnata non è
al 1030 di Gesù Cristo, epoca in cui furono forse lo stesso che Thamna ? E non vi potevano
distrutte dai Saraceni . essere anche due Accaron , una delle quali fosse
Dagli avanzi di queste accademie si formaro una città, l'altra un sobborgo della stessa cil
no quelle dell’Egitto e di Europa : i loro dot- tà ? Che che ne sia , sono persuaso che la città
teri comparvero principalmente in Ispagna. di Accaron non fu ceduta alla tribù di Dan,
Mosè figlio di Maimonide era nalo a Cordova , poichè dopo la divisione si trova che la tribù
fu discepolo di Averroè si ritirò in Egillo, ove di Giuda, e non quella di Dan, prese Accaron
mori l'anno di G. C , 1203. Rabi Nathan , fu col suo territorio . I Filistei , approfittando
capo della scuola di Roma, ove mori nel 106. del disordine che regnava fra gli Israelili, ri
A benezra , altro famoso rabbino, morì a Rodi presero senza dubbio questa città. Noi la ve
nel 1174. Rabi Salomon , nominato altrimenti diamo più lardi in loro potere, come si asseri
Raschi ovvero Jarcbi, nato a Lunel in Proven . sce nel primo libro dei Re al capo 5 , vers, 10 ecc.;
za, mori a Treviri nel 1180. Kimcki, nalo a ma poi furono costrelli ritornarla agli Israeli
Narbona, fiori dall'anno 1200 sino verso il ti . Ê dunque inesatto il dire con Barbiè du Ba
1250. Ecco i principali rabbini ed il tempo in cage ed altri, che Accaron non dipendette ca
cui fiorirono nelle ebraiche accademie. stantemente dai Filistei , ovvero che gli Israe
ACCAIN . Cillà della tribù di Giuda , della litinon la possedellero mai, poichèquantunque
quale s'ignora la posizione. Di questa parla non l'abitassero , tuttavia ella fu in varie epo
Giosuè nel capo 15 , vers . 37 , che loro tributaria . Golia , essendo stato ucciso
ACCARON , ovvero Acron , ed in qualche da Davide, l’armata di lui prosegui i Filislei
edizione si legge anche Ekron .Ciltà e satrapia sino ad Accaron , ciò che dimostra che a quel
dei Filistei . Nella prima divisione che fece tempo Accaron era rilornata in patere di que
Giosuè venne data alla tribu di Giuda , ma in sti elerni nemici degli Ebrei. Di già divenuta
Sguito ſu cessa a quella di Dan . Ella è si- questa cillà oggello delle divine vendette, ne
muata vicina al Mediterraneo fra Azoto e Ja . fu minacciata gravemente, come sappiamo da
mnia. Accaron era una città possente, e non si Geremia, ea po 25, vers. 20 ; da Amos, capo 1 ,
ACCAS - ACCESSIONE 77
vers. 8; Sofonia, capo 2, vers, 4; Zaccaria, ca- Nella chiesa Ambrosiana, al principio dei ve
po 9, vers. 6 , 7. Il re Alessandro Bala, in rico. speri d'ogni giorno si canla invece il Lucer
noscimento dei servigi ricevuti da Gionata, il- nario il quale sembra corrispondere perfetta.
lustre fratello di Giuda Maccabeo, gli diede in mente all'Accendile. In alcune chiese non è
proprietà Accaron con tulto il suo territorio, un coro di musica che canli l'Accendile, ma si
come abbiamo nel primo libro dei Maccabei, bene il Diacono o gli Accoliti od anche i can
al capo, 10, verso 89. Accaron fu infine punila tori del coro.
dall'Eterno, come tutte le altre cillà dei Fili. ACCENTI ECCLESIASTICI. Sono apliche for
stei , e per cotal modo che oggidi è quasi im . mule del canto ecclesiastico , le quali consiste
possibile assegnare il luogo, ove fosse questa vano nel modulare la voce , secondo l'inter
cillà un tempo cosi ricca e possente . A questo punzione , quando cantavansi le lezioni dei
propositocos) dice il signor Poujoulat nella sua vangeli e delle epistole.
Corrispondenza orientale, lettera 150, tomo 6, Si contano fino a selte di queste formule,
pag . 375. « Parlilo da Jbna, dopo un'ora di che sono : 1. l'immutabile, quando la finale
cainmino verso il mezzogiorno , vidi alla destra d'una parola non aveva nel luono cangiamen
sopra un terreno elevato delle rovine : ferma- to di sorta ; 2. la media , quando cantavasi di
tomi ad esaminarle , vi scopersi un acquedotto , una terza più basso ; 3. la grave, quando il
ed è l'unica cosa che merita in questo luogo canto era d'una terza più grave ; 4. l’acula ,
osservazione. Non trovo nelle vecchie cronache che si usava cantando alcune sillabe prima
alcun castello , la cui posizione corrisponda a dell'ultima d'una terza più grave, e l'ultima
queste rovine , e non so qual nome loro attri. del tuono medesimo di prima ; 5. Ia modera
buire. Queste vecchie macerie corrispondono ta , quando le sillabe precedenti l'ultima si can
molto alla posizione dell'antica città di Ekron . tavano d ' una seconda più acute , e l'ultima
Una mezz'ora più lungi passai il torrenle Sor del tuono precedente ; 6. l'interrogaliva ,quan
rec.» La Vulgata ,è vero , traduce nel primo libro do alle ultime sillabe d' un'interrogazione si
dei Re. al capo 17 , vers, 32, in questi termini : dava una seconda più acuta ; 7. l'acula , quan .
« Gli Israeliti inseguirono i Filislei sino alla do infettevansi a gradi le ultime sillabe ver
vallata ed alle porte di Accaron ; » ma il testo 80 la quarta , con cui terminar doveva la sil .
ebreo legge: asino alla valle di Gai , e sino laba finale. Ded . Canto ECCLESIASTICO .
alle porte di Ekron . » Eravi dunque una val ACCES . Prode uffiziale di Davide , e padre
le di Accaron ovvero di Ekron . di Hira, come leggiamo nel secondo libro dei
ACCAS O ACCA. Fu questi vescovo di Ha- Re al capo 23 , vers . 26 .
gulstad in Inghilterra, la cui sede fu trasferila ACCESSIONE . Con tal nome addimandasi
a Durbam . Secondo il costume di quei tempi , uno dei modi di acquistare il dominio di qual
chė viveva ei nel VII ed VIII secolo, aveva che cosa . L'accessione è duplice , l ' una natu
abbracciata la vita monastica e stretto erasi rale , come sarebbe quella che proviene dal par
in amicizia con Beda . Nell'anno 705 fu or. to degli armenti, dalla produzione degli alberi
dinato Vescovo, e comunque rivestito di tale e simili, per cui si aumenta il dominio di
dignità superiore all'abaziale, nullameno qua- qualche cosa ; l'altra artificiale, ovvero indu
si sempre si chiama abate. Sostenne l'incarico striale, è quella per cui taluno accresce il pro
vescovile come si conveniva ad otlimo paslo- prio dominio per mezzo della pittura, scriltu .
re, nè mai omise cura pel bene del suo po- ra, ecc . I modi di questa accessione industriale
polo nei 35 anni che tenne la cattedra vesco sono contenuti nei due versi seguenti che si
vile , poichè moriva verso l'anno 740. Egli è leggono nelle Institut. de rer, divers.
ricordato, oltrechè pe'suoi merili , ancora pei
suoi scrilli , i quali versano intorno alle vite Quidquiil plantalur, seritur, vel inaedificatur,
e patimenti de' Santi , le cui reliquie riposa Omne solo cedil, radices si lamen egit.
vano nella sua chiesa ; intorno agli uffizii ec
clesiastici che si recitavano in coro, ecc. Sopra questo modo di acquistar possesso di
ACCENDITE. E questo vocabolo liturgico col una cosa con verrà ossservare alcune cose che
quale sidenota e principia una cerimonia prati alla pratica pur gioveranno . Se taluno ad una
cata in molte chiese per accendere i cerei nelle gemma che possede, abbia con l'oro altrui
solennità . Ad Angers, un piccolo coro cantava fallo un contorno, od a qualche vaso di bella
in musica l'accendile nel modo seguente : Ac- pietra alcun che di prezioso abbia congiunto,
cendile fuces lumpadarum ; eja : psallite, fra- diviene di quelle cose padrone ; pure questo
tres , hora sest ; cantate Deo ; eja , cja, cją. dominio non toglie al padrone della cosa che
78 ACCESSO AL BENEFIZU - ACCETTAZIONE
egli alla propria congiunse il diritto di ripe. no a questo oggetto è concepito nei termini
tere il giusto valore di essa . Così se nel proprio
seguenti: Accedo domino ....., scrivendo
fondo si fabbrica con materiali altrui,per questain questo luogo il nome di quelli cui danno
accessione al fondo del costrutto ediliziosi acqui.
il loro suffragio. Ove non vogliono mutare il
sla il dominio, ma havvi ancora l'obbligo di voto già dato, scrivono invece nel breve Acce
esborsare il prezzo degli adoperati effetti. Che se
do nemini. Dalla voce accedere adunque che
invece con materiali proprii si edifica nel fondonella nostra favella significa unirsi , derivo
allrui,il padrone del fondo ha diritto alla fabbri-
l'accesso di cui qui abbiamo fatta menzione.
ca stessa, perciocchè colui che conosce non es . ACCESSORIO cbiamasi ciò che forma la
sere di sua proprietà il fondo sopra cui edifica,parte secondaria di un tutto, ciò che talvolta
devesi ritenere che abbia fatto cessione delle forma l’abbellimento di un soggelto, che è posto
sue robe al possessore del fondo medesimo; a donar grazia all'intera composizione. Intorno
ma se l'edificatore riputava che il fondo fosse a questo accessorio troviamo neldiritto e delle
sua proprietà, allora il possessore del fondo varie sentenze proferite dalla Ruota Romana:
che richiede l'opera edificata per sè, deve esbor-
primo : che egli segue la natura dell'oggello
sare il prezzo non solo del materiale, ma delle principale cui è annesso ; secondo : che il giu
spese ancora incontrale per l'edificazione. Le dizio proferilo sull'oggetto principale serve an
piante poi collocate in un fondo altrui sono di che pell’accessorio ; terzo : che non altera me
quello che ve le pose finché non abbiano fatto nomamente la disposizione principale, e che
radici, ma quando radicarono, passano in pro- si ritiene concesso a quello cui è concessa la
prietà del fondo; così abbiamo nel libro se cosa principale, il quale, ove non tenga, nep
condo delle Instituzioni , dove al 31 si legge ; pur l'accessorio tiene. In fine che cessa, il
Si vicini arbor. ila lerram Tilii presserit, ut principale cessando.
in ejus fundum radices egeril, Tilii effici ar. ACCETTAZIONE. Non una, ma moltiplici
borem dicamus. Ratio enim non permillil ut idee porge innanzi questa voce, che altro non
allerius arbor esse intelligatur quam cujus in significa, generalmente parlando, che il ricevere
fundum radices egerit . Et ideo prope confi- che fa taluno una qualche cosa. E poichè a ciò
nium arbor posila, si etiam vicini radices ege- si può talora essere anche indolli da un qual
rint, communis fit. che particolar sentimento, cosi essa varja pa
Io simil modo si giudichi degli altri modi rimenti dal significato particolare. Seguendo
sopra annoverati, con cui può avvenire que impertanto i varii casi , intorno ai quali può
sta accessione. versare, ritroviamo che essa riguarda talora le
ACCESSO AI Benefizi . Chiamasi con questo persone , talora le cose. Parliamo or della
nome il diritto che un cherico acquista per un prima.
beneficio futuro, ed è una specie di coadiutoria. ACCETTAZIONE DI PERSONE. La Scrittura cosi
Jl Papa conferisce qualche volta questo diritto appella l'errore di un giudice, che favorisce
ad un ricorrente mancante di qualche qualità una parte con pregiudizio dell'altra, che ha
personale ma momentanea, come sarebbe il più riguardo ad un potente che a un povero,
difetto di elà ; e in questo caso il Papa affida Dio cið proibisce nel Deuteronomio, al capo 1 ,
l'amministrazione del benefizio ad una terza vers. 17, ed altrove, essendo questo un delit
persona chiamata cuslodi nos, e ciò sino a che to contrario alla legge naturale ; Giobbe lo ha
il provvisto cum jure accessus sia giunto al . in orrore, come lo vediamo nel capo 24 , vers ,
l'elà che fa cessare la sua incapacità. Gli ac. 31 , del suo libro. Nell'antico e nuovo Te
cessi sono stati aboliti dal Concilio di Trento, slamento Dio si dichiara di non essere ac
il quale però diede facoltà ai Papi di nomi- cettalore di persone, e che quando trattasi di
nare i coadiutori agli Arcivescovi e Vescovi in buone opere e di ricompensa, egli traita egual .
caso di urgente necessilà, e previą cognizione mente i Giudei ed i Gentili . Di qui ne segue,
di causa . che Dio non possa, senza ingiustizia, donare
ACCESSO . Questo termine si adopera per più beni naturali e soprannaturali ad una per
indicare il modo usato alle volte nella elezione sona, ad una famiglia, ad una nazione, che
del Papa. Quando impertanto della elezione non ad un'altra. Quando si tratta di grazie
del Pontefice, i voti si trovano divisi, senza o di doni puramente gratuiti , questo non è
che la maggiorità abbia designato l'eletto, so un affare di giustizia. Ciò che Dio dona ad
gliono alcuni cardinali trasportare il loro voto uno, non reca pregiudizio ad un altro. Puo
ad uno di quelli , in favore del qualesi può far egli adunque donare a taluno la grazia della
piegare la maggioranza. Il breve che deposita. fede, del battesimo, questo o quel mezzo
ACCETTAZIONE 79
della salute, e può negarlo ad un altro. Può pon consistendo nella nobiltà quella virtù che
punire un peccatore in questo mondo , e in essi ricercasi. E di un tale peccato si aggra
può differirne il gastigo nell'altro sino dopo verebbe pur quegli , che, ricevuta alcuna cosa
la morte ; mentre al colpevole da ciò che si è da distribuire egualmente fra molti , maggior
meritato viene osservata giustizia . Niuno può porzione ne donasse,a quelli per cui sente
Jagnarsene. Dio non chiede conto se non dei maggior tenerezza. Di questo modo però non
suoi doni . devesi ragionare quando trallasi di una grazia
Per acceltazione di persone s'intende ancora o favore, avendo luogo l'acceltazione di perso
quella preferenza , che nelle cose spirituali si ne solamente in quelle cose che si devono fare
dà ad una persona di un grado distinto a diffe- per debilo di giustizia ; cosi , a cagion d'esem
renza delle altre di condizione comune. pio, una dispensa matrimoniale potrebbe ad
Il celebre Benedetto XIV nel suo Sinodo Dio una nobile persona essere concessa, ad una ple
cesano al libro 7, cap. 10, num . 9 , altamente bea negata senza colpa veruna , dicendo s.
riprova simile maniera di operare , dicendo , Tommaso : a la dispensa di contrar matrimonio
che il Vescovo, il quale si dichiara pronto a si suole concedere affinchè abbia a regnare la
conferire il Sacramento della confermazione a pace ; il che è certamente più necessario alla
tutti i fanciulli posti in pericolo di vila , si ulilità comune tra le grandi persone, cui per
guardi bene di non accorrere più volentieri a ciò più facilmente si concede senza accellazion
quelli che sono più distinti per nascita , e cari di persona . » Ora parliamo dell'accettazione
a sè stesso, ed indugi di recarsi ai poveri ed dei doni .
agli altri dell'infima plebe ; poichè ciò avver. ACCETTAZIONE DEL DONI è molto affine alla
rebbe con accettazione di persone, e con iscan. accettazione di persone ; e spessissimo lo ac
dalo di molli : dalla qual cosa quanto sia da celtare un dono divien causa poi che si con.
abborrirsi, specialmente nell'amministrazione metta il peccato di accettazione di persone.
dei Sacramenti , si raccoglie da una costituzio. Questo peccato di acceltare doni si com melle
ne ancora di lui , solto il numero 101 , nel tom . ogni qual volta si riceve una elargizione per
1 del suo Bollario. un'opera che far si dovrebbe anche con chi il
Secondo la definizione poi che ne dà il Pal . dono non desse, specialmente essendo dovuta
mano é un vizio per cui senza giusto motivo si per obbligo di giustizia, o per altro motivo,
då o si attribuisce a laluno ciò che altrui si Accettare perlanto un dono con patto espresso
dovrebbe per titolo di giustizia : la quale de- ed implicito di fare una tal opera , che altri
finizione è pure conforme a quella dell'angeli- inenti far si dovrebbe per debito di giustizia, è
co doltor s. Tommaso, il quale dopo aver delto : sempre peccato mortale di sua natura, contro
Personarum acceptio quod est eum aliquid la giustizia medesima commesso, e perciò chi
personis allribuitur juxta proportionem digni- il dono riceve è obbligato alla restituzione,
latis ipsius : soggiunge : » L'accettazione di qualora però non siavi un giusto motivo che
persone si oppone alla giustizia distributiva. » possa scusare. Diversamente si deve dire dei
Pella qual cosa un peccato di accettazione di doni ricevuli per un'azione da farsi non per '
persone si com melte ogni qual volta taluno è obbligo di giustizia, ma di qualche altra virlů.
promosso alla prelatura od a qualche altra ca Doni poi ricevuti per un terzo motivo quelli
rica perchè è dovizioso, o proprio consanguineo, si addimandano che vengono dati od accettati
della qual affermazione ne adduce questa pro- per commeltere un qualche peccato , o per un
va : « Perchè il prelato non è padrone di ciò peccato già commesso.
che lo spirituale riguarda, e per questo non Simili sorta di doni non si possono in verun
può dare quelle prebende o quei titoli a suo modo ritenere , ma annullato un contratto, de
talento ; ma ne è soltanto un distributore, se vonsi necessariamente restituire. Perciocchè in.
condo l'esprimersi dell'Apostolo : Sic nos esci- valido è del tulto il pallo fatto di una lurpe
stimet homo ut ministros Chrisli. » azione da praticarsi o praticata ; chè è nulla
Diqui , per quanto alla pratica si aspetta, os- Ja obbligazione di cose ingiusle od impossibili.
serveremo: farsi reo di peccato di accettazione Commessa però che sia l'azione turpe, si può
di persone, secondo la dottrina dell'Angelico, ricevere e ritenere il prezzo stabilito o dato,
colui che un beneficio conferisce a taluno pel poichè in questa circostanza non viene esso
solo titolo di nobiltà che possiede, a preferenza dalo per lo peccato , ma per quell'atto materia.
di un altro che ne è più degno , ma di questo le, in quanto che è utile e di piacere a chi lo
titolo è privo ; poco o nulla giovando alla da ; ed in qualche modo laborioso e pericoloso
Chiesa che i suoi ministri sieno nobili o plebei, a chi lo riceve : e percio è un prezzo slimabile
80 ACCETTAZIONE
e venale , ossia vendibile. Delto questo si ha abbia avulo effelto o per mezzo di Jellera , o
donde poter far giudizio intorno a ciò che ri- per qualche altro modo, come si ha nel lib . 13,
guarda la pratica. Ma progrediamo nella male- Si aliquid ff. de donat., lit. Eliam per interpo.
ria , che può solto questa voce cadere. silam 4, c. tit. eod , e loc. cit . Absentem . Nè fi
E qui della donazione parlando osserveremo nalmente giova agli avversarii di questa dot
che questa non incontra alcun obbligo prima trina il diritto canonico, in cui al capo Quali
che abbia avuto luogo l'accettazione, per cui ter de paclis, ed al capo Si tibi absenli, de
rimarrebbe sempre facoltà al donante di revo- praeben., si trova qualche cosa che a primo a
carla quand'anche avesse voluto ad essa obbli- spello sembra esser loro favorevole. Impercioc
garsi con giuramento. L'accettazione però ri- chè nel primo testo soltanto si dice che una do
tiensi seguita, quando il dono venga fallo ad nazione per un nudo patto che vi sia ba vigo
uno che trovasi presente e si sta silenzioso ; re, quanlunque non abbia avuto luogo la sti
poichè nelle cose favorevoli il silenzio devesi pulazione che non può essere negata : ma non
ritenere per un assenso . Tale accettazione poi si fa alcuna menzione di dono non acceltalo .
di una cosa donata non può essere fatta da uno Nel secondo testo poi trallasi di benefizii, e si
presente per altra persona che trovisi lontana , dice che un Vescovo avendo conferito un bene
quando a ciò non abbia commissione speciale ; fizio ad un chericio assente; ed ignaro perciò
dalla qual regola viene eccepita l'acceltazione dell'avvenuto conferimento, non può revocare
di cose donate ad una chiesa o luogo pio, sendo la collazione. Ma altro è la collazione dei bene
probabile, secondo il Laiman ed altri che, an fizii intorno cui il Vescovo non ha allra facol
che senza acceltazione, i doni falli a questi luo- tà che di conferirli, e perciò, falta la collazione
ghi abbiano valore, e sieno irrevocabili. Tut non può revocarla ; altra cosa è la donazione,
tavia molti sono i casi nei quali l'accettazione la quale non ha alcun valore prima dell'acceta
può venir falta da una persona per un'altra, tazione. Osserveremo però col Sanchez, che se
come dal padre e dalla madre pei figli, dai una donazione è fatta agli infanti, essa è valida
tutori pei pupilli , da un monaco pel mona anche prima dell'accettazione del donatario,
slero, da un marito pella moglie, da un pa- poichè per essi accetta la legge, lo che ha luogo
drone pel servo. parimenti pelle donazioni fatte alle ciltà ed ai
Abbiamo dello che una donazione , prima paesi .
dell'accellazione , non induce obbligo alcuno, e Se per mezzo di un messaggio si faccia la
ció seguendo l'opinione di Lugo, Tournely, donazione di qualche cosa a persona lontana,
Habert, Concina , Antoine, Soto , Sanchez , lo può essere revocata finchè dinanzi a questa il
che essere a verilà appoggiato si scorge dal co donatario esprima la sua accettazione. Tale è
noscere come ciò derivi non solo dal gius po la comune opinione dei dottori , i quali poi non
sitivo , ma anche dal gius di natura, od almeno con vengono intorno a quella che venisse fatta
da quello delle genti . Leggiamo infatto nel lib. per via di lettera , volendo alcuni che obblighi
Absenli, ove parlasi de Donat. in questo modo : tostochè la lettera pervenne al donalario, allri
Si nesciat donatarius , rem quae apud se est sibi essere necessario che risposla di accettazione
esse donalan , donalac rei dominus non sit, et- riceva il donalore.
iamsi per servum ejus cui donabalur missa In fine con viene sciogliere un dubbio sopra
fuerit, nisi ea menle servo ejus dala fuerit, ut tal punto, se cioè dopo la morte del donante si
slalim cjus fiat. E poichè senza vicendevole possa fare validamente l'accettazione del dono.
consenso delle parti non ha vigore un contrat- il Lessio con altri distingue. Se la donazione
to, e niuna di esse può acquistare un diritlo fu fatta , ed il messo o la lettera di donazione fu
sulla cosa che cade sollo il contratto medesimo, spedila pria della morte del donante, allora può
ne segue che senza accellazione del dono, il do- aver luogo l'accellazione : perciocchè la dona
nalario non può entrare in possesso della cosa zione virtualmente rimane nello scrillo, od ap
donata , e perciò, rimanendo il donalore, finchè presso il messo spedito. Con più probabilità
l'accellazione non segua , inmune da qualun- però conviene negare la cosa, non potendosi
que obbligo,potrà a suo talento revocare la do- dopo la morle del donante unire al consenso
pazione. Nė giova il meltere in campo , a sosle- del donatario la volontà di lui , cosa necessaria
nere l'opposla sentenza, dire che nel libro Nec nell'accettazione. Al dubbio poi se il donatario
ambigi (f. De donal, si trova che una donazione possa ritenersi la cosa accettata dopo la mor.
falla a lonlani è valida ; perciocchè la Glossa te del donante, diremo potersela ritenere quan
yon tarda a spiegare il modo, dicendo doversi do solo in buona fede abbia fatta l'acceltazione
jotendere la cosa così quando l'accettazione del dono, il qual dono se priina della morte
ACCETTI - ACCIDENTI 81

del donante non sia ancora stato fatto, ma or- che compose sopra la solennità dell'Epifania ,
dinato, e non eseguito pella avvenuta morte pelle arringhe in onore di Leone X , nonchè
del donante, il donatario non può più fare l'ac- per la Cronaca riputalissima ch'ei scrisse del
cellazione. Da ultimo osserveremo che se il do- convento di S. Marco di Firenze.
natario morisse prima di fare l'accellazione ACCIDENTI. Si chiamano con questo nome
di un dono, agli eredi di lui non passerebbe le spezie eucaristiche, poichè sussistono sen
tal facoltà , questi succedendo soltanto nei di- za soggello, ciocchè pon può succedere se non
ritti reali del defunto, nè mai nei personali , se sovrannaturalmente. Data questa definizio .
come è quello di accettare una donazione. ne, è necessario osservare alcune cose in pro
L'accellazione versa ancor sulle leggi. Que- posilo, rimettendo poscia il lettore all'articolo
sta accettazione, sebbene sia richiesta dai cano- EUCARISTIA col quale il presente è strettamen.
nisti siccome condizione senza cui una legge te congiunto.
non può aver vigore, non viene ammessa dai Diremo adunque da prima che dopo la con
teologi , i quali con più verità asseriscono le sacrazione tutti gli accidenti , che da principio
leggi di un assoluto magistrato non dipendere costituivano il pane ed il vino , cioè la quanti
pel loro valore dalla accettazione e dal consen- tà e la qualità, rimangono parimenti , ma pero
so del popolo, ma obbligare tostochè sono pro senza subbietto, perciocchè il loro subbiello so
mulgate, ed il popolo essere tenuto ad adempie. stanziale si converti nel corpo di Cristo. Se poi
re quanto esse prescrivono, nè poter senza con gli accidenti , ovvero le spezie sacramentali,
taminarsi di colpa sottrarsi alla loro obbedien- possano e corrompersi e servire di nutrimento
za ; ma di ciò diremo più diffusamente parlan. siccome prima della consacrazione, lo afferma
do della legge a suo luogo. Ved . LEGGE. l'angelico s. Tommaso nella 3 p ., q . 77 , art. 4,
ACCETTI (GIROLAMO). Fioriva nel secolo e di ciò dalla stessa esperienza siamo ammae.
XVII fra la domenicana famiglia ed apparte- strati. All'articolo sesto l'angelico suddetto
nova ad un convento di Brescia. Nominato pei dimostra che tali accidenti veramente servono
suoi meriti al vescovado di Fondi, non potè di nutrizione.
andarne al possesso, perchè morte lo colse pri Intorno al tempo necessario perchè si cor
ma della sua consacrazione. Il suo nome è noto rompano le spezie ricevute nella comunione ,
ancora per un trattato di teologia simbolica variano di opinione gli autori . Alcuni asseri
scolastica mistica che fu dato alle stampe. vano che dal momento che le particole si erano
ACCETTO (REGINALDO D'). Era questi pu- ricevute in bocca, cessa va di essere il corpo di
re domenicano del convento di S. Pietro M. Cristo sotto quella spezie , ma tale opinione
a Napoli . I suoi talenti lo fecero brillare sulla siccome falsa venne da tutti reietta. Perciocchè
calledra ove insegnò teologia fino al 1590, epoca il corpo di Cristo rimane sotto le spezie fino
in cui morì, lasciando fra gli altri suoi scritti a tanto che queste si corrompono ; le quali se
un trattato Dell' anno santo, ed uno Del ce si corrompessero appena ricevute, toslo cesse
libato e delle ricchezze spirituali della Chie- rebbe di ritrovarsi sotto di quelle. Or quanto
ba ; Salutationes ad sanctificandum nomen Dei al tempo che durano incorrotte nello stomaco
dicendae a confratribus socielatis ejus ; opere le spezie ricevute, varie sono le sentenze degli
tutte che furono in Napoli date alle stampe. autori . Il Cardinale de Lugo, disp. 10, narra
ACCI. Era questa ciltà della Corsica , sede di aver interrogato in proposito peritissimi
vescovile ai tempi di s. Gregorio, sede che fu medici, e specialmente Giovanni Menelfo, pro
tolta perchèmessa a soqquadro la città dai Go- fessore nell'Accademia romana della Sapienga
ti . Nell'anno 1033 Innocenzo Il vi eresse di il quale asseri, che la particola ricevuta dai
nuovo un vescovato, assegnandovi per catte- laici si corrompe nello stomaco dopo il primo
drale la chiesa di S. Pietro deHaco: fece il Ve- minuto. Ma io, dice il P. Leandro dal SS. Sacra
scovo dipendente dal metropolitano di Geno- mento nel trattato 7, disp. 10, q. 28, consulta
va, Pio IV Trasferi la sede a Mariana , piccola ti molti medici d'illustri Accademie, dico col
città della stessa diocesi. loro giudizio, essere necessarii a ciò almeno al .
ACCIAJUOLI (ZENOBIO). Questo Fiorentino meno quattro minuti ; e per le spezie che rice.
apparteneva all'ordine di s. Domenico. A taceve il sacerdote abbisognare almeno un quarto
re delle traduzioni ch'ei fece dal greco e dale d'ora . E poichè sonovi dall' una parte e dal .
l' ebraico in latino di alcune opere di antichi l'altra molle ed autorevoli prove le quali as
padri, per le quali venne a rinomanza, noi ri- solutamente nulla concludono di certo, con
corderemo con l'Altamura il suo nome sic- verrà ded urne con maggiore probabilità, che la
come degno d'encomio pei Poemi e sermoni corruzione della spezie negli stomachi dipen
Encicl, Eccles, Vol. 1. Fasc, II. 11
82 ACCIDIA - ACCLAMAZIONE
de dalla maggiore o minore allività degli sto Sebbene poi l'accidia sia peccato di tanta
machi stessi. Ma per la riverenza e rispello gravezza, non è a credersi che manchi di op.
dovuto alla grandezza del Sacramento, lascia. portuni rimedii. Saranno pertanto rimedii
te tulte le opinioni in non cale, sarà bene av. contro l'accidia , l'orazione, tutti gli esercizii
vertire, che tutti quelli che lo ricevono debbo- di religione e di pielà , la quotidiana medita
no almen almeno per un quarto d'ora slarse . zione delle cose celesti, della passione di no
ne nel raccoglimento ed in quella fervida pre- stro Signor Gesù Cristo , e dei patimenti dei
ghiera che valga a dimostrare quanlo si ap- santi, delle perfezioni e dei benefizii di Dio ,
prezzi il beneſizio di aver accolto in sè stessi dei premii di una ſervida carità , della brevila
Gesù Cristo , e come si stimi prezioso quel della yita , della eterna beatitudine, della dan
tempo in cui si può adorarlo nel proprio pet- nazione sempiterna ; la lettura di libri spiri
to , parlargli, chiedergli grazie, e dimostrargli tuali , lo ascoltare quotidianamente la messa,
il proprio amore. la frequenza della confessione e comunione
ACCIDIA . L'accidia presa in un ampio si con la debila disposizione, la temperanza, la
gnificato è un certo tedio, ovvero rilassa tezza fuga dell'ozio, la penitenza carnale, ecc.
dell'anima dell'esercizio delle virtù a cagione Per la qual cosa allorchè un confessore sco
della fatica , o della difficoltà che vi è unita. pre in uno dei suoi penitenti una facilità a
Cosi presa non è un vizio speziale, ma genera- commettere questo peccato, e si vede, benché
Je, perchè , come dice s. Tommaso, ogni vizio lontano, il pericolo di cadere in vizio così ab
rifugge il bene dell'opposta virtú, ed è contra. bominevole, si studii quanto sa e può di pre
rio a quella virlù di cui fugge l’allo. È poi scrivere gradatamente quei rimedii che trova,
un peccato mortale o veniale, secondo che per secondo lo stalo e condizione del suo peniten
essa viene violato il precetto in una cosa gra. te , più opportuni affine di prevenir la caduta,
ve o leggera. ed armarlo di uno scudo potente contro il ne
L'accidia strellamente presa è una tristez- mico spirituale , che tenta ogni via per farlo
za , ed un tedio della amicizia di Dio , donde cadere nel baratro, non dimenticandosi mai di
ne avviene, che chi lo sente, di questa amici- proporre fra i primi rimedii una breve gior
zia non si cori . Presa sotto questo senso è un naliera meditazione della passione di Gesù Cri .
vizio speciale, e di per sè è mortale peccalo, slo. Iinperciocchè chi sarà che, contemplando
imperciocchè specialmente e gravemente ripu- la passione di Gesù Cristo, non si senta infiam
gna alla cristiana carità verso Dio. mato di amore per lui , e trascuri di operare
Figlie dell'accidia sono la malizia, per cui ciò che piace all'uomo dei patimenti, e non
taluno odia i beni spirituali, e vorrebbe che si allontani dal peccato ?
non vi fossero : o perchè si pente di aver fal ACCLAMAZIONE. Null'altro è l'acclama
to il bene, o perchè disprezza il benefizio di zione se non un grido di allegrezza, di applau .
Dio, desiderando, per esempio, di non aver co so, voli di prosperilà che fannosi nello stesso
nosciuto Cristo, di non aver professala la re- tempo da parecchi in favore d'una persona
ligione a cagione delle difficoltà che incontra che vuolsi innalzare ad una dignità .
da superare nel rendere ossequio a Dio. Di sua L'acclamazione era un tempo la maniera
nalura questo vizio è peccato mortale. La pu- onde elesgevansi i Vescovi e i magistrati. Cosi
sillanimità, la disperazione, il rancore, che è per acclamazione fu elevato alla sede di Mi.
uno sdegno ed un fastidio contro quelli che fano' s. Ambrogio ; cosi s. Alessandro il Carbo.
inducono alle opere ed al fervore delle virtù ; e nio fu fallo vescovo di Comana nel Ponto.
perciò cerca fuggirli. Il torpore, che è ana lan . ACCLAMAZIONI ora diconsi i voli di allegrez
guidezza dell'animo, per cui il bene o si om . za e di prosperità che si rivolgono ai Sommi
melte, o si pratica con negligenza. Questo è Pontefici , quando prendono possesso della Se
mortale peccato ogni qualvolta il bene ommes de apostolica, e diconsi eziandio i voti di rin
so è gravemente precettato ; ed é sempre as. graziamento e di felicità , coi quali nel fine
sai pericoloso, e dispone al peccato mortale. de concilii si loda Dio, perchè degnossi con
La distrazione della mente nella preghiera e durre a buon fine l'adunanza, e si pregano le
negli altri esercizii spirituali . Anche questo è benedizioni del cielo sulla Chiesa e sui fedeli,
peccato mortale, ove l'orazione o l'esercizio Le acclamazioni trovansi praticate ne' con
spirituale sia gravemente comandato , se dara cilii ecomenici. Si facevano ai Papi , agli Au
volontariamente in una parte notabile; sarà poi gusti , a' Patriarchi ed ai Vescovi . Anche nel
veniale peccato nell'orazione non comandata, se Concilio di Trento furono pronunciate le ac
non si fa intorno ad oggetti gravemente illecilio clansazioni nell'allima sessione, Benchè non
ACCO - ACCOLITO 83
tanlo spesso , pure le acclamazioni si leggono Gli accoliti erano giovani fra i 20 e 25 an
usale anche ne'concilii provinciali . ni destinati a seguire sempre il Vescovo e ad
ACCO ovvero Acho ed Ace. Ciltà, cui questo essere al di lui comando. Le loro principali
ultimo nome fu dato dopo la presa di Tolemai funzioni , nei primi secoli della Chiea, erano di
de ; e trovavasi sita al nord del Carmelo, ed portar loro le lettere che le chiese si scrive
aveva un buon porlo. Da principio loccò in vano a vicenda , quando vi era bisogno di
sorte alla tribù di Aser. I crociati l'appella- consiglio per qualche affare rilevante , e per
rono Acri. Il fiume Beleus sbocca nel Mediter. che nei tempi di persecuzione i gentili cercavano
raneo al nord della città di Acco. Gli Israeliti tutte le occasioni di profanare i nostri misteri ,
non vollero sterminare gli abitanti di : Acco, oltre l'inviolabile segreto, facea pegli accoliti
che restò ai Cananei ed ai Fenicii . Spesso nel di mestieri una assai sperimentata fedella ; era
libro dei Maccabei si parla di Acco solto il no no i messaggeri dei Vescovi : portavano le eulo
me di Tolemaide , come vedremo all'articolo gie, cioè i pani benedetti , che si mandavano
TOLEMAIDE. per segno di comunione; portavano ancora
ACCOLITATO . Quarto ordine minore, quel. T'Eucaristia nei tempi antichi ; servivano al
lo che è immediatamente avanti il suddiacona l'altare dopo i diaconi, e tenevano il luogo
to. Il sacro ministro che n'è insignito, dicesi dei suddiaconi avanti l'instituzione di que
accolilo. Ved . l'articolo seguente. sli . Nel martirologio si legge che in questi tem
ACCOLITO . Questa voce significa quello pi tenevano gli accoliti alla messa in volta
che accompagna seguendo. Presso gli autori la patena, come ora fanno i suddiaconi, ed al
ecclesiastici , è dato questo nome ai giovani Irove si legge che gli accolili sostenevano la
alunni che aspirano al santo ministero ed han cappuccia che serviva alla comunione col ca
no fra gli ecclesiastici il poslo dopo i suddia lice. Finalmente presentavano ai Vescovi ed
coni . I più antichi monumenti della chiesa agli altri ministri le sacre vesti. Ora le loro
greca non fanno menzione di accoliti : ma la funzioni ' sono mutate. Nel Pontificale viene
chiesa latina ne ha sino dal terzo secolo. San loro assegnalo l'uffrcio di portare i candellie
Cipriano, il papa Cornelio ne parlano nelle lo- ri , accendere icerei,preparare il vino e l'acqua
ro epistole, ed il Concilio quarlo di Carlagi. per lo sacrifizio, e quesli sono per lo più gli
ne prescrive la maniera di ordinarli . uſſizii degli accolili .
Il nome infalli e gli ulfizii proprii di questi Eranvi nella chiesa romana tre sorta di
ordini, dice ilTridentino Concilio, debbonsi ri. accoliti : quei che servivano il papa nel suo
ferire ai primi tempi della Chiesa. e cosi pa- palazzo, addomandati palatini ; gli stazionarii
rimenti discorre Benedetto XIV nel suo lie che servivano in chiesa ; ed i regionarii che
bro del Sinodo diocesano, lib. 8 , cap . 9. Ma aiulavano i Diaconi nelle loro funzioni nelle
sebbene s. Cipriano e papa Cornelio ne parlino diverse parti della città.
nel modo da noi accennato, pure non essen Oltre agli accennati uffizii proprii degli
do slalo determinato il tempo in cui avven- accoliti, dovevano ancora presentare al Pon
ne la istituzione di questi ordini minori , co- tefice, che si accostava all'altare, la sacra Eu
si vi ba discordia tra scrittori di fama ri . caristia in aperta cassella . Compito il sagrifi
putata. Quello però che vi ha di cerlo si è zio portavano in bisacce le offerte consacrate
che il pontefice Celestino che governava nel nella messa , e le presentavano al sacerdote che
terzo secolo la Chiesa , fa espressa menzione di doveva dividerle ; tenevano, come dicemmo, le
questi , allorquando disputando con Novaziano, cannelle con cui i fedeli dopo la comunione
diceva : a Ignoro che vi dovesse essere nella assumevano dal calice il sangue di Cristo , e le
Chiesa un solo Vescovo, in cui però sapeva presentavano al sacerdote che portava il cali
esservi quarantaquallro sacerdoti , sette diaco- ce, allorchè egli medesimo il sangue assume
ni , sette suddiaconi, due accoliti , ecc. » E di va ; tenevano sollo la bocca di chi si comu
fermo essendo dapprincipio gli ordini minori nicava la palena, affinchè una qualche parti.
parte dei doveri dei diaconi, retlamenle pen- cella della sacra Eucaristia non cadesse in ler.
sano quelli che stimano doversi assegnare l'ori- ra ; scrivevano il nome di quelli che si dove
gine di questi alla istituzione del diaconato. vano battezzare, segnayano negli scrutini il no
Imperocchè non essendo sufficienti i Diaconi me dei catecumeni , loro imponevano le mani ,
a soddisfare lutti i loro doveri , la Chiesa se e recitavano il simbolo pegli infanti.
paró come cerle parli da questo uffizio, e sla. Quanto al modo finalmente con cui gli ac
bili proprii ordini, secondo le diverse incum. coliti vengono ordinali , il Vescovo dopo di aver
benze.
loro consegnato il candelliere con la candela.
84 ACCOLTI - ACCONCIATURA DEL CAPO
e le ampolle vuote, chiude le ordinazioni , in- distintivo proprio del suddiacono. « Il laico, poi
nalzando al Signore preghiere pegli ordinati. dice il Cabassuzio, cantando nella messa solen ,
L'ordinazione degli accolili può venir fatta ne la epistola senza manipolo ma vestito della
dal Vescovo ogni giorno festivo anche fuor del : dalmatica , non contrae irregolarità , quindi
la messa , ma non pero dopo l'ora del mez: neppure lo accolito , che non usa di un seguo
zogiorno, di un ordine superiore. »
Per cio che si aspetta all'età, non fu sem ACCOLTI ( BENEDETTO), Merita di essere in
pre la medesima disciplina ecclesiastica, come queste pagine ricordato specialmente per una
lo dimostra il Tommasini, l'et. et Nov. Eccl, opera che egli scrisse intitolata Trattato dei
discipl., part. 1 , lib. 2, cap. 67. Imperocchè an- dirilli del Papa sul regno di Napoli. Nativo
ticamente vi era costume che i genitori offe . di Firenze, mostrò fino dalla sua fanciullezza
rissero i loro figliuoli , i quali venivano ascrite grande amore allo studio nel quale col crescere
ti al clero, e nel tempo' conveniente erano pro- degli anni fece tali e tanti progressi da meritare
mossi agli ordini . Questi non appena erano il titolo glorioso di Cicerone dei tempi suoi,
offerti, ricevevano la tonsura ed il lettoralo, Favorito dal suo zio Pietro Accolti che era del
come ricorda il canone primo del concilio To. la porpora insignito , egli polè aprirsi il varca
letano secondo. Il Tridentino però nulla sta- ad un qualche avanzamento , cui però, meglio
bili intorno all’età in cui sono da conferirsi che il favore dello zio, contribui il suo proprio
gli ordini minori , lasciando le cose allo ar. merito . Ammesso alle magistrature della corte
bitrio del Vescovo. Generalmente però non di Roma , merito assai bene appo il pontefice
vengono conferiti se non dopo il settennia Leone X , che a premiare il suo ingegno o
compiulo. talento gli conferì il vescovato di Cadice, dal
Intorno alla accolita abbiamo alcune defi. quale fu tolto per essere promosso a quello di
nizioni della sacra Congregazione dei rili e Cremona da Adriano VI . Qui però non ri.
del concilio, che gioverà recare a comune no maso, che fu a non mollo innalzato all'arcive
tizia . La Congregazione pertanto dei riti ordi- scovato di Ravenna , Rifulgevano le sue virtù
nò che non debbasi assumere un accolito per non meno della sua cura indefessa allo adem
cantare l'epistola o l'evangelio solennemen- pimento dei proprii doveri . Queste cose con :
te, quantunque vi fosse penuria di diaconi e giunte al talento distinto che lo abbelliva , mos
di suddiaconi , e quelli che avessero trasgre- sero l'animo di Clemente VII a rivolgere la
dito quest'ordine essere meritevoli di una pu- sguardo sopra di lui , ed a premiarlo conforme
nizione, non pero grave, quando abbiano can- al suo merito. Perciò ei lo creò cardinale il
tato l'epistola senza stola o mapipolo. giorno 3 maggio 1427 ; ed insignito della por
Dalla Congregazione del concilio abbiamo pora, di cui in ogni azione si mostrò degnissi
essere necessaria una dispensa dall'irregolarità mo, mori in Firenze nel 1549.
ad caulelam per quell'accolito che solenne. ACCONCIATURA DEL CAPO . Consiste
mente avesse cantato l'ep,stola con la luni- questa nel modo con cui le donne specialmente
cella e gli altri indumenti sacri, ma senza ma- attendono alla pettinatura, affine di non com
nipalo ; ciò che parimenti si deve dire di quel parir da meno anche in questa parte nella so
cherica non diacono che avesse cantato il van. cietà appo cui vogliono vantare e pregi e bel.
gela senza la stola , lezze. Non di rado sopra tal punto cadono nella
Tali sono le decisioni della sacra Congrega- eccesso, per cui si aggravano di peccato. Per
zione ; pure alla dimanda se sja divenuto irre- ciocchè quanto è lecito quel modo decoroso di
golare un accolila che in una villa canti la epi. aver cura della capigliatura, per cui si mostra
stola vestito del camice e della dalmatica, il e decenza ed amore di politezza , altreltanto è
Covarruvia , Angelo di Clavasio , Battista Tro- dannevole quando sia spinto così da ostentare
vamula, il Tabiena ed altri molti con questi quella vanilà e superbia, la quale è dalla legge
negativamente rispondono, dicendo che quan- cristiana abbominata, Nelle divine Scritture si
tunque questo accolito fosse vestito del camice ha donde accertarsi di ciò, che nei proſeti leg
e della tunicella , pure non esercilò un ufficio giamo le minaccie che fa il Signore alle donne
che è proprio del suddiacono, e però non in- d'Israele perchè ostentavano vanità ed orgo
corse nella irregolarità, essendo da molli secoli ' glio anche nell'acconciatura del capo.
costume introdollo nella Chiesa che gli stessi Ma lasciando le pagine di verità dalle quali
laici in luogo degli accoliti e dei Suddiaconi si ha donde conoscere non mancar di peccato
possono esercitare il loro ministero, con questa quella donna che iltempo miseramente perde
differenza che non usino del manipolo, che è in simile vanilà , e che con ciò cerca pure di
ACCOPPIAMENTO - ACCRESCIMENTO 85
essere inciampo alla virtù , basta leggere un esercitare l'ingegno. Questo difetto si può al
trattato contro simigliante lusso, impresso a tribuire ancora alla ambiguilà inseparabile da
Parigi , per convincersi come il lusso in que- questa scienza. Fu ancora imputato di essere
stione sia contro natura, sia che lo si consideri incostante nell'opinione : colpa che Accorso ha
in sè stesso, sia che lo si consideri come opera comune con quasi tutti i pratici professori del
di Dio , sia infine che la si riguardi come per la cavillosa giurisprudenza ; di essere inoltre
dulo dal percato del primo uomo,o come ri- digiuno di cognizioni di storia, di cronologia,
parato dalla grazia di Gesù Cristo. 1 di lingua greca , per la cui inscienza si dice che
ACCOPPIAMENTO DI ANIMALI DI specie egli sbagliò l'interpretazione di molte leggi
DIFFERENTE, Tale accoppiamento era proibito ( V. Ermolao Barbaro, in castigationibus posle
dalla legge del Levilico registrata al capo 19, rioribus ad Plinii ltbrun 14 , cap. 4 ). Vi fu chi
vers. 19. La Vulgata legge : Jumentum luum portò la censura contro di lui oltre ogni limi .
non facies coire cum alterius generis animan- te di giustizia, componendo un ampio volume
tibus. Il testo ebraico ha la parola Kileajim , unicamente per rivelare al pubblicò i pretesi
Tutti gli interpreti consultati intorno a questa suoi errori . Non mancarono però ad Accorso
voce, tanto più difficile a spiegarsi in quanto prodi apologisti, tra i quali è rispettabile il
che non trovasi in nessun altro luogo, conven . nome dell'esimio giureconsulto, grecista e filo
gono nell'asserire che essa rinchiude l'idea sofo Gianvincenzo Gravina ( De Origine Juris
di mescolamento ; ma siccome questa mescolan . civilis, lib. 1 , n. 155 ). In tempi a noi più vici
za od unione non può essere che quella di ni comparvero sommi uomini, i quali guidati
spezie diverse, cosi la Vulgata usò di una pe. furono dai lumi della risorta filosofia sul dub.
rifrasi per esprimerne il senso. Sembrami pe- bio sentier delle leggi. Si approfittarono essi in
rò che siavi grande differenza fra la voce ju- parte dei lavori di Accorso , e portarono la scien
mentum usata dalla Vulgata e la voce del te za legale ad una perspicuità e ad un'armonia
slo ebreo , poiché, secondo l'ebreo, la proibi. che non era sperabile ai tempi di lui . Conchiv
zione è ristretta agli animali significati dalla deremo dunque da ciò , dice il Corniani , com , 1 ,
voce Kileajim , mentre, secondo la Vulgata , si che ilnostro chiosatore sarà sempre singolare
estenderebbe anche agli animali da soma , ju e distinto, quantunque l'opera sua possa in
menlum. Se questa differenza esistesse real- oggi essere divenuta inutile .
mente , cosa che con verrebbe accuratamente ACCOS. Un discendente di Aronne, capo di
esaminare, allora sarebbe facile il conoscere la una famiglia sacerdotale cui toccò il settimo
ragione per cui Davide ed i suoi figli avevano posto , allora quando Davide regolò l'ordine e
un numero assai grande di muli , come osser, gli uffizii sacerdotali, I Par. 24, 10. I discen
veremo all'articolo Mulo . denti di Accos furono fra quelli che ritornaro
ACCORSO ( Giovanni ), nato in una villa no dalla schiavitù di Babilonia nella Giudea
prossima alla città di Firenze nel 1182, mor con Zorobabele ; ma poichè non poterono ri
to nel 1260. L'Accorso con incredibile diligen- trovare lo scritto in cui era registrata la loro
za raccolse tutte le chiose degli annotatori ap- genealogia per giustificare e comprovare che
piccate al corpo del gips civile, ne confrontò le erano discendenti di Accos, furono espulsi
opinioni, fece scelta di quelle che a lui sembra. dal sacerdozio, in upo ai discendenti di Hobia
vano più ragionevoli , le dispose in ordine, vi e di Berzellai , che erano allo stesso caso, Esdr,
aggiunse le sue, ove le credette opportune, e 2,61 , 62; Neh . 7, 63, 64. Fu detto che l'Ac
venne così a stabilire una sola chiosa unifor- cos di cui parlano Esdra e Neemia era diverso
me, corretta, e completa in ogni sua parte, La da quello menzionato nel libro dei Paralipo
glossa pubblicata da Accorso venne sì falla- meni , ma io credo che fosse il medesimo, e che
mente slimata ed ammirata , che si attribui ad fu questa la ragione per cui si esigette la pro
essa autorità quasi eguale a quella del testo , o ya genealogica.
ACCRESCIMENTO DEL POPOLO EBREO nel
nei casi ove le leggi erano oscure o mancanti,
si diede alla medesima forza di legge. Accorso l'Egitto, Sta scrillo : « l figli d' Israele, Psal .,
fu detto il chiosatore per eccellenza, l'illumi- 17 , 16 , fruttificheranno, si moltiplicheranno ,
natore della ragione civile, l'oracolo dei gių- aumenteranno, si fortificheranno estremamen .
risti . Ma in mezzo a tanti applausi non man. te nel paese di Gessen ; Gen. 45 , 11 , il miglior
carono ad Accorso i suoi detrattori. Fu acca- dell'Egillo; ibid. 47, 6, 11 ; ed il paese ne
gionato di oscurità , e fu difeso dicendo che egli fu riempiuto. » Exod. 1 , 7. I figliuoli d'l .
yolle con ciò lasciar luogo a' suoi discepoli di sraele partirono dal paese di Ramesse, ovvero
86 ACCRESCIMENTO
di Gessen , Gen. 47 11 , essendo circa 600,000 tence est trop pénible, leur vie trop dure, leur
uomini a piedi senza contare le donne ed i fan . nourriture trop chétive : mais les tribus arabes
ciulli . Esodo, 22, 37 ; 38, 25. élablies et fixées sur les lisières des pays culli.
Voltaire esercito la sua incrudulità sopra vés, comme en Égypte et en Syrie, s'accroissent
questa cifra di 600,000 uomini in istato di por. extraordinairement et deviendraient un sujet
tare le armi, ovvero dell'età circa di venti an- d'inquiétude pour les gouvernements , si leur
ni , e fra cui non è compresa l'altra parte della prospérité n'etait pas entravée, et, pour ainsi
popolazione. dire, reguliercent arrêtée par les guerres que
Malgrado le prove matematiche prodotle dal leur suscitent les tribus voisines qui convoi.
celebre Dureau de la Malle , in confutazione di lent leur position favorable. Les Hebreux
quanto l'incredulo sosteneva, conviene osserva. n'ayant point un pareil obstacle devaient rem
re non esser mancati parimenti in Francia ed plir la terre : Impleverunt lerram . Ils parli
in Alemagna di coloro che sopra questo punto cipaient avec les Égyptiens aux bienfats d'un
e sopra altri ancora ripeterono le obbiezioni climat aussi pur que celui des bords du Nil .
di Voltaire, come se fossero qualche cosa di Or la fécondité des femmes égypliennes fut
nuovo. E vero che fra costoro non mancarono proverbiale. On l'a attribuée à la qualité de
di quelli che inverniciarono la cosa in modo l'eau. Aristote cite une Egyptienne qui accon
da farla apparire appoggiata tutta ad una cha qualre fois de suite de cinq enfantes. Les
scienza elevata , ed altri usarono di tale riserva dévastationes occasionnées par les maladies, les
da potersi chiamare pusillanimità od ipocrisia. tyrannies, les guerres , n'ont jamais pu depeu
Per onore di questi scrittori amiamo di crede- pler ce pays que dix années de paix et de bon
re che non abbiano essi avuto cognizione al ne administration rempliraient de nouveau .
cuna del calcolo fatto dall'autore della Po- 'Toutefois les étrangers, comme les Turcs et
liorcelica degli antichi. Se, per esempio , il si les Marneloucks, se reproduisent difficilement
gnor Wiener avesse conosciuto questa conſula sur ce sol : mais cette e xception ne peut s'élen.
zione senza replica , non avrebbe avuto cuore dre aux Isräelites qui ne participaient point
di dire, che « la fede la più robusta non sa aux excès aux quel se livrent ces conquérants,
prebbe ammeltere come istorica la cifra ecces- dès leur arrivée dans le pays, el qui d'ailleurs
sivamente elevata, cui si fa ascendere la popo- elaint venu en Égypte avec leurs femmes et
Jazione ebrea ...... che usci di Ramesse , e s'étaient multipliés dans leur race , tandis que
che tal cifra non può andarsene immune dal ces étrangers arrivent seuls, achetent des escla .
rimprovero che si addice alla esagerazione evi ves et disparaissent sans enfants au milieu des
dente ; » e poscia soggiunge: « Essa non viene épuisements de la polygamie. » V. Comm . geo
immediatamente dallo storico, ma dalla tradi- graf. sull' Esodo in fol., Par ., 1841, pag. 2.
zione istorica : se ne trovano di eguali nell'o Il medesimo Laborde, ritornando sopra il
rigine della storia romana, ed anche ai nostri medesimo soggetto all'occasione di un testo
giorni appo i popoli orientali. » Jo veggo in parallelo che trovasi nel medesimo libro al
queste parole due supposizioni, l'una per pro- capo 12, vers. 37, dice: « È impossibile in 0
var l'altra : la prima si è che il numero sia riente, quanto alla popolazione , fare che un
esagerato ; la seconda che la tradizione lo ab- calcolo segua quelle regole di statistica che
bia esageralo. In questo modo di argomentare, sono ricevute in Europa. La fecondità delle
dove trovasi la critica, la logica, il raziocinio ? donde non ba limiti in Egilto, e si conosce
Quanto alle esagerazioni reali che trovansi qual differenza debbasi stabilire in un calcolo
nell'istoria romana ed in altre, queste non pro- di falti simili a quelli cui citano Aristotele,
vano ciò che il signor Wiener impula in queso Strabone , Plinio ed altri , fatti che si osservano
luogo gratuitamente alla tradizione ebraica . anche oggidi , malgrado lo stato di miseria e di
L'accrescimento della popolazione degli Ebrei oppressione in cui vivono gli Egiziani,
nell'Egitto nulla contiene di ripugnante : ed » lo non ammetto adunque alcun dubbio
ogni uomo illuminato non esita ad ammettere sulla possibilità dell'accrescimento del popolo
questo fatto di già tanto lontano da noi: egli ebreo tal quale viene indicato dal sacro testo,
trova invece dei fatti permanenti che ne prova- ed oltre ciò ancora , perchè dice il testo mede
no la certezza . Cosi il signor Leone di Labor- simo che la protezione di Dio sorreggeva il po
de sopra tale soggetto si esprime, usando del- polo nel suo servizio : in fine perché nella pro
le parole seguenti : « Les nomades du desert ne babilità dello sviluppo degli altri popoli, que
multiplient pas beaucoup, parce que leur cxis. sto accrescimento poteva aver luogo.
ACCUB - ACCUSA 87
» Porgerò qui una tavola di proporzione sta con Zoroha bele. Esdr. 2, 45. Questi non è no
bilita sopra le basi ordinarie dell'accrescimen- minato nel testo parallelo di Neemia al capo
to della popolazione, tal quale si trova nel 7, vers. 48.
Lillerarischer Anzeiger del 4 ottobre 1796. ACCUSA . Con questo nome s'intende quel
Il numero di 603, 550 uomini capaci di por la deposizione che si fa in giudizio di un qual
tar le armi fa ascendere necessariamente la ci. che fatto accaduto od a danno della società in
fra totale della popolazione a 2,400,000 anime. generale o in particolare di qualche membro
Supponendo che delle sellanta persone che di essa . Questa, ogni qualvolta è dalle leggi ri
giunsero in Egitto, dopo venti anni non ne sie- ' chiesta , ammette necessità di essere praticata,
no rimaste che quaranta, avente ciascuna due tendendo le leggi di per sè stesse alla conser
figliuoli ; che dopo ogni periodo di venti anni , vazione dell'ordine, ed a sbarbicare quei mall
sia morto un quarto della popolazione esi- che la società scompigliano e portano danno
stente nel periodo precedente: si ottiene la pro- gravissiino ai membri di essa, non che al mana
gressione geometrica che segue : tenimento della pubblica e privata tranquillità ,
Dopo i primi venti anni , i quaranta rimasti impongono dovere nei loro soggetti a depor
con due figli in giudizio quei delilli che al retto ordinamen
ciascuno 80 te di essa si oppongono. Ma ge l'accusa è ne
So
108 60 ; 60 X 2 = 120 cessaria quando il pubblico bene la esige, con
4 viene che allentamente si osservi essere di
120
120 90 ; 90 x 2 = 180 somma importanza che i fatti sopra cui si ap
4
180 poggia sieno reali , e non apparenti , che fonda
180 - 135 ; 135 x 2 270
tamente sussistano, e non soltanto nella imma
E continuando la progressione si ottiene: ginazione. L'accusa fatta di un evento imma
arn ginario o non meritevole di essere deposto, ned
6 1 è voluta dalle leggi , né di vantaggio ritorna ;
Ovvero chè anzi questa, polendo allora procedere da
80 + un principio di odio, sarebbe meritevolissima
+ 80 di condanna , e quindi commetterebbe gravis
simo peccato colui che a ciò si lasciasse indur
-977,280.
re da tanto detestabile spirito. Gonviene adun
&좋 1 2 que che l'accusa sia sempre accompagnata da
Ecco le precise parole con cui il cilato La- quella regola che la stessa giustizia prescrive
borde conchiude osservando questa progressio- in argomento di tanta importanza.Egli è per
ne. « Neuf cent soixanle et dix - sept mille ciò che dalle leggi medesime sono alcuni elimi
deux cent quatre vingts hommes, âgés de vingt nati dal poter porgere un'accusa, onde si co
ans et capables de porter les armes , forment nosca con quanta ca utela deggiasi procedere
une réunion supérieure, d'un grand tiers, au sopra tal punto , ma ciò appartenendo più
chiffre dont en a besoin ; mais comme le nom- presto all'articolo AccusATONE, ci riserviamo
bre d'années adopté est plus fort que celui solto di quello parlarne. Ora diremo contro
qui s'écoula réellement entre l'arrivée en É. quali persone non sia l'accusa accettata .
gypte et la sortie, la compensation pourrait Per primo adunque non può essere portata
s'y trouver. » Comment citat. pag ..63, col . 2. un'accusa contro gl’infanti, i furiosi, i men
ACCUB. Tre persone di questo nome ritro- tecalti, perciocchè per mancanza di ragione i
viamo rammentate nella sacra Scrittura. delitti non sono ad essi imputati. Contro i mi
1. Cosi addimandavasi il quarto figlio di nori però , perchè sono capaci di ragione, può
Elioenai della famiglia di Davide , come dal essere fatta un'accusa, siccome possono essere
primo libro dei Paralipomeni al capo 3,vers. 24. puniti , sebbene con pena più mile, a cagione
2. Un levita capo dei portinai , í Par. 9, 17, di loro età e della loro imprudenza .
26 , stabilito in questo impiego da Samuele e In secondo luogo, un'accusa che abbia pro
da Davide. I suoi discendenti ritornarono dotto l'effetto suo, cioè che l'accusato sia stato
dalla schiavitù con Zorobabele. Esdr. 2, 42 ; punito, non può essere rinnovata.
Neh . 7 , 46. Fra questi avvi uno di nome Ac In terzo luogo, non possono essere accusati i
cub, che leggeva e spiegava la Scrillura ; Nch . 8, magistrati civili , i presidi od i legali delle
7, e che era capo dei portinai, cap .11 , vers. 19. provincie, finchè sono in carica, quando l'ac
3. Il terzo è un capo dei Natinei, i cui discen- cusa non versi intorno a delilli riguardanti
denli ritornarono dalla babilonica scbiavitù il loro offizio, ovvero quando il delitto non sia
88 ACCUSATO
notorio ; ma negli altri delitli l'accusa devesi l'amministraziotie del suo benelizio , ma solo
protrarre sino al termine della loro magistratu- tanto una conveniente porzione.
ra , come abbiamo dalla legge Si adulter 33 , S Ora , per quanto può servire alla pratica, os
ullim . ff. ad leg . Juliam de adult.Intorno a ciò serveremo, che qualora taluno fosse anche ac
per altro devonsi osservare le ordinazioni legali cusato di capitale delitto e dalla sua confessio
dei singoli stati . ne egli conoscesse dover sostenere la pena pur
In quarto luogo, non possono i cristiani es. capitale, dovrebbe solto peccato mortale rispon
sere accusati dagli infedeli , dagli eretici , dai dere al giudice che ne lo interrogasse secondo
giudei , come abbiamo dal capo Pagani, caus. 2, l'ordine del diritto, come al suo legiltimo su
quaest. 7 . periore, e confessare la verità di ciò di cui fosse
In fine non possono essere accusati tutti interrogato, la quale se negasse con uno sper
quelli i quali non conoscono alcuno a sè supe giuro , commetterebbe un maggiore peccato, di
riore, come il Sommo Pontefice, gli imperato- cendo s. Tommaso : « Chiunque opera contro
ri , i re ecc . giustizia pecca mortalmente ..... si aspetta
Con grande caulela e circospezione devesi poi al dover di giustizia obbedire al superiore
ammettere un'accusa contro i Prelali ed i su . in quelle cose che al diritto di superiorità ap.
periori, dicendo il quarto Concilio di Laterano partengono. » Che se il giudice non osservasse
al capo ottavo : Quia dicit Concilium non le regole del diritto, allora l'accusato non sa
possunt omnibus complacere, cum ex officio te- rebbe obbligato alla sua confessione, che avreb
neantur non solum arguere, sed etiam incre. be dalla mancanza donde non riconoscerlo per
pare , quin etiam interdum suspendere , non suo superiore.
numquam vero ligare, frequenter odium mullo Alla domanda se uno accusato di delillo che
rum incurrunt , el insidias paliuntur. Ideo porta seco infamia e disonore, possa essere elet
sancti patres provide slaluerunt ul accusatio io ad una qualche ecclesiastica dignità , si po
praelatorum non facile admillatur, ne concussis trà facilmente rispondere , esservi da prima
columnis, corrual aedificium, nisi diligens ad- grande diversità tra la collazion " e la elezione.
hibeatur caulela, per quam non solum falsue, Quanto si aspelta alla collazione di un bene
sed eliam malignae criminalioni januae prac. fizio da doversi dare ad un Cherico che fu giu .
cludantur.
ridicamente accusato o denunziato, slimia ino
ACCUSATO . Da ciò che diremo in appresso che essa non possa essere canonica ,ove l'accu .
dello accusatore, facilmente si potrà compren . sato non dimostri la propria innocenza , e sia
dere che cosa sia l'accusato . Per la qual cosa tale dichiarato per sentenza del giudice. Ciò
qui daremo soltanto alcune regole che al sog. apparisce dai canoni di s. Gregorio , lib. 4 ,
getto appartengono, da cui si avrà donde de. Epist. 24 , indicl. 3, in can . Omnipotens; di Cele
durre come corollarii ciò che in pratica devesi stino 1 , in can. Tanlis ec. , e da mollialtri con
osservare. testi del dirillo comprovati dalla Glossa : lo
E per primo, ogni accusato, allorchè è inter- stesso insegnano l'Ostiense, il Panormitano,
rogalo legittimamente dal giudice, è obbligato Antonio di Butrio ed altri. Dice il Panormi
a rispondergli e manifestare la verità ,eccelluati tano : « Che mentre è pendente l'accusil, ossia
alcuni casi parziali , come vedremo, nei quali l ' inquisizione contro alcuno, questi non può
pero non è mai lecita la menzogna, quantunque essere promosso ad alcun benelizio od offizio ...
per questa si facesse cosa utile a gé medesi e ciò ha luogo ancora nelle dignità secolari. »
mo. Secondo. Nel giudizio non viene ammessa Soggiunge dipoi che a mentre è pendente
l'accusa contro gli impuberi . Terzo. I consi- l'accusa viene aggravata l'opinione dell'accu
glieri delle curie superiori , in quei tribunali sato, così che in questo luogo non si può dire
soltanto di cui sono membri , possono essere persona integra del tutto . Sebbene poi la pen
accusati . Quarto . L'accusato di un delitto non denza dell'accusa non privi alcuno dello acqui-,
è ammesso ad accusare di un pari delillo il stato diritto nè dello esercizio di quel diritto...
suo accusatore. Quinto. Ogni accusalo che nulladimeno è inutile ricercarne un nuovo. »
viene dichiarato innocente, può appellarsi con Il sin qui detto è provato da moltissimi tesli .
tro il proprio accusatore e delalore, per il dan- monii del diritto canonico e romano, che lun .
no sofferto . Seslo. Un parroco accusato didelit- go sarebbe di riferire. La ragione cui questo
to nella curia , può essere interdelto dai suoi canonisla si appoggia sembra decretoria. Impe
ordini anche prima che sia convinto : nel qual rocchè, sebbene l'accusato non sempre debbasi
caso le rendite della sua parrocchia non pos- reputar reo , per dirillo tuttavia tale si reputa,
sono aggiudicarsi al sacerdote, cui è commessa finchè apparisce la falsilà del delitto che gli si
ACCUSATO 89
è apposto , e perciò è impedito dal ricevere giurisprudenza ecclesiastica e la secolare. Im
onori ; per la qual cosa cotesto uomo non deve perocchè alla secolare non basta la confessio
essere ammesso agli ordini , come vuole il ca ne del delitto fatta dal reo, ma prima d'in
none lodato dalla Glossa , finchè lo appostogli fligger la pena esige essa altre prove .
delitto non sia stato dimostrato falsità. Non cosi trattasi la cosa nella giurispruden
Ne per tale motivo si può canonicamente za ecclesiastica. Imperocchè i giudici ecclesia
eleggere questo accusato finchè vige un pro- stici , secondo i laici , non condannano i rei a
cesso : perchè in questo caso ha luogo l'infa- pene ' corporali , ma tendono solo colle loro
mia, dice il Panormitano, e, secondo la rego- pene alla salute ed alla emendazione dell'ac
la di Bonifazio VIII , agl'infami non si può cusato: perciò la confessione del reo non deve
conferis dignità. si prendere come segno di spontanea rovina,
Ma se questo uomo sia semplicemente ac ma come nota di desiderio della propria salu
cusato, ned abbia riportata infamia pella già te ed emenda: per la qual cosa la regola Nemo
fatta inquisizione od altrimenti , allora la ele- auditur perire volens non ha forza in questo
zione di lui a qualche dignità non sarebbe caso . Donde raccogliesi che un giudice può
contro i canoni : perchè non trattano della condannare un accusato alla pena canonica
semplice elezione, ma solamente della promo- dopo la volontaria confessione del proprio
zione che molto è diversa dalla prima. Gosi delitto.
Innocenzo IV nel suo commentario sopra le Che se uno accusato, ad evitare i tormenti
decretali, il quale con espresse parole dice, che acerrimi cui viene esposto, preferisce la morte
la sola infamia che può derivare dalla sempli- cui sa incontrare confessando il delitto appo
ce accusa è bastante acciocchè il cherico non stogli ; sebbene innocente, dichiara di esser col
sia promosso alla dignità, quantunque non sia pevole, al comando del confessore che chiama
sufficiente che semplicemente si elegga: per la in soccorso, e cui appalesa la propria innocen
qual cosa si punirebbe, dice il medesimo Papa, za , niega di obbedire, e perciò di ritrattare la
se non fosse vero il delitto di cui viene accu confessione già emessa , asserendo sempre di
sato; e cosi sarebbe facile, se ciò fosse vero, di preferire la morte ai crudeli tormenti cui an
escludere dalla elezione. Con Innocenzo IV drebbe di nuovo soggetto, questi non può ri
convengono molti altri autori . cevere l ' assoluzione.
Pure dobbiamo confessare , come vogliono Egli è vero che autori riputatissimi , come
molti , che la infamia proveniente dalla ac un Domenico Soto, un Angelo di Clavasio , un
cusa, o vera o falsa , sia un ostacolo alla ele- Gregorio Sairo, un Pietro Navarro ed il car
zione, non meno che alla promozione . Ma la dinale Toleto stimano che se questo uomo è
parte di mezzo segue l'Ostiense, e avvicinan- di vile condizione , è probabile che il confes
dosi alla sentenza d'Innocenzo IV , afferma sore lo possa assolvere ; e che il Silvio sem
che essa è più verisimile ; specialmente se si bra propendere alla opinione di questi auto
intende dell'accusa non ancor pubblica . Pri- ri , di cui le seguenti sono le ragioni che ad
mus scilicet occullus, accusatus , non prohibe- ducono a prova del loro asserto : 1. Perchè
tur eligi , et sic intelligitur prima opinio. Se- quest' uomo può preferire la morte ai tormen
cundus vero eligi prohibetur sicut et ille , con ti, sembrandogli più aspri ed insopportabili
tra quem fit inquisitio, quae non procedit, nisi della stessa morte. 2. Perchè fa soltanto in
contra infamatum , . ... talis ergo repellitur : giuria a sè stesso essendo d ' infima condizio
quia famu electi in nullo debet vacillare . Que- ne, e perchè anche ove avesse parenti, la mor
sta distinzione la ammette pure il Panormi- te di lui non sarebbe loro di vituperio, avuto
tano , poichè dice: « Stimo che si debba rite- riguardo al basso stato. Pure questo teologo
nere che uno inquisito non si può eleggere , dimostra non piacergli tale opinione , che co
poichè prima ebbe luogo l'infamia : e la ele- nosce soltanto probabile ab extrinseco , cioè
zione intorno a questo non si può fare.» Que- pegli autori che la difendono, per lo che egli
sta opinione è confermata dal canone di sopra come di cosa dubbia favella.
lodalo di Celestino I e di Alessandro III I in L'opposta opinione, che stimiamo solamen
can. Cum in cunctis 7 , de electione . te vera , è basata a maggiori ragioni. Imper
E qui progredendo sopra altre cose che pos- ciocchè niuno avendo dominio della propria
sono riguardar la pratica,osserveremo un non- vita e dei suoi membri , non gli è permesso
nulla intorno alla confessione che fa uno ac- privarsi di loro ; e se in ciò perseveri con
cusato del proprio delitto, senza che sianvi pertinace consiglio , non si deve assolvere dal
prove di esso ; richiamando da prima alla confessore.
mente quella grande diversità che passa tra la Per le quali cose converrà conchiudere,
Encici. Eccles. Vol. 1. Fasc . II. 12
90 ACCUSATORE - ACEMETI
che se l'accusa io, ritrattando la propria con pistri dell'altare alcuno non sia ammesso ,
fessione può provvedere alla propria salvez- che pella sua vita e costumi goda cattiva fama
za , ove ricusi di farlo , il confessore non po- appresso la società, cui deve presiedere; cosi
frà assolverlo, non essendo la negazione di lui per togliere ogni adito in simili accuse alla
priva di mortale peccato. calunnia , devesi ricordare come l'accusatore,
ACCUSATORE. Accusatore e denunziatore il quale deponga il falso contro un candidato
fra sé diversificano nel significato . Imperocchè ai sacri ordini , sia , secondo le leggi , da pu
accusare altro non è che riferire al giudice un nirsi coll'esilio, ed in perpetuo da segregarsi
delitto affinchè egli lo punisca pel bene comu- dalla sacra comunione , secondo che riferisce
ne , e l'accusatore ha l'obbligo di provare il Benedetto XIV De synodo Dioccesana , lib. 5 ,
delitto: denunziare poi altro non significa che cop. 3 .
riferire un delitto specialmente pella emenda ACE O ACCO , chiamata altresì Tolemaide.
zione del reo , o per il bene comune senza ob Appartiene questa città alla diocesi giacobitica
bligo di provarlo . di Alessandria. Sul principio del secolo duode
Quelli che sono tenuti ad accusare per ob- cimo divenne la sede di un vescovo giacobita .
bligo di giustizia , e perciò al risarcimento ACEFALI, ossia ESITANTI, sotto il qual no
dei danni avvenuti pel loro silenzio , sono me venivano indicati quegli inquieti novato
tutti coloro che a ciò sono deputati, e rice- ri , i quali, senza altro carattere che la loro
vono uno stipendio dal governo , i custodi indocilità e la loro indifferenza, ned ammette
dei campi , dei boschi , almeno in quanto è vano il concilio di Calcedonia, nè si dichiara- :
necessario per rimuovere il danno del padro- vano in favore delle opinioni da quel concilio
ne. Gli altri privati hanno questo obbligo, proscritte. Severo Eutichiano era capo di co
quando il delitto altrui può essere nocivo al- storo che fiorivano nel 512 , sotto l'imperato
la società, come sarebbero la eresia, il tradi re Anastasio, il quale apparteneva alla setta
mento , i falsificatori di monete, i pubblici la medesima, e lasciò per molti anni la libertà
dri ecc . Imperciocchè ognuno ha dovere di di ricevere o rigettare le sante decisioni del
rimuovere quanto può il danno dalla socielà; citato concilio ; poichè le guerre che doveva
chè la parte è obbligata anche con proprio sostenere contro gl ' Isauri e contro i Persiani ,
danno a procurare il bene del tutto . Simil- lo costringevano ad usare ogni riguardo , per
mente a ciò tutti sono tenuti, quando tratta non perdere l'affetto di tutti i suoi sudditi.
si di rimuovere un grave danno dall’inno Mia allorchè nulla ebbe più a temere per par
cente; la carità evangelica obbliga ad impedi te degli stranieri , si dichiarò apertamente A
re il male del giusto , ancorchè male al reo cefalo e perciò contrario al santo concilio , e
ritorni , secondo il dire dell ' Ecclesiastico al cominciò a tormentare i cristiani , singolar
capo quarto : Libera eum qui injuriam patitur mente Macedonio, patriarca di Costantinopoli.
de manu superbi. Nè in questo caso si deve ACELDAMA , ebr. campo del sangue . Pic
ommettere l'ammonizione segrela , tranne il colo campo al mezzogiorno di Gerusalemme
caso in cui si conosca che questa non impedi- che i sacerdoti comperarono con le trenta mo
rebbe il male. nete di argento, che Giuda aveva ricevuto per
Quantunque poi quest'obbligo di accusare prezzo del sangue del Salvatore . Credendosi
per rinuovere il male dalla società si conven che non fosse lecito di consecrare quel denaro
ga ai membri di lei , quegli si guardi di farlo ad usi sacri , essendo prezzo di sangue , essi ne
che la sua accusa non può provare, secondo la comperarono il campo dello stovigliaio per de
dottrina dell'Angelico Dottore: Ad hoc nullus stinarlo cimitero degli stranieri . Elena, madre
tenetur , quod non potest debito modo perficere. di Costantino, ne fece coprire una parte perché
quest. 18 , art. 1. In questo caso si accontenti vi si deponessero i cadaveri , essendo antica
di avvertire la persona cui il male sovrasta , mente invalsa la credenza che la virtù sarco
nè nomini la persona che medita il male, ove fuga, ossia divoratrice della carne, di quella
necessilà non lo esiga. Poichè a niuno è lecito terra fosse tale da fare che i corpi ne rimanes
senza necessità togliere l'altrui fama o nuo sero consumati in due o tre giorni . Vi si sep
cergli negli altri beni . pelliscono di presente gli Armeni che banno
Siccome questa accusa o denunzia può an un convento magnifico sul monte Sion .
che aver luogo ove si tratta delle sacre ordi AGEMETE . V. ACEMETI .
nazioni , secondo le apostoliche costituzioni, ACEMETI. Così chiamati da una parola
che eccitano i jedeli a deporre se mai qualche greca che significa non dormienti, cioè vigilan
delitto conoscono in quelli che agli ordini sa li, erano certi religiosi che fiorivano nei primi
cri devono essere promossi, affinchè tra i mi- secoli della Chiesa , e che divisi in tre veglie o
ACERENZA-ACESIO 91

cori, salmeggiavano giorr.o e notte senza inter- eleggere, in tempo di sede vacante, un vicario
ruzione. Niceforo dà agli Acemeti per fondato- generale che presiede a tutta la provincia, e vi
re un Marcello vescovo di Apamea . Bollando mantiene l'ordine fino alla nomina del nuovo
vuole invece che fossero instituiti da Alessan- Arcivescovo, nomina che è regia per un in
dro abate, successore di lui , che fiorì nel 420 ; dulto di Clemente VII.
es . Gregorio Turonese racconta che Sigismon ACERNO. Città vescovile nel regno di Na
do re di Borgogna , pentito di aver ordinata la poli , suffraganea di Salerno. Il primo Vesco
uccisione del proprio figlio, si ritirò nel mo vo che noi conosciamo non è più antico del
nastero di S. Maurizio , e vi stabili l'ordine l'anno 1136. Nella sua cattedrale dedicata al
degli Acemeti per dare una perenne testimo- la s . Vergine , si conserva il cranio di s. Do
nianza del suo dolore. La vita cui questi mo nato vescovo e martire. Il numero dei suoi
naci eransi dedicati non permettendo ehe at- canonici non è fisso , ed ogniprete, quando sia
tendessero ad un lavoro, fece si che fossero della città, vi è aggregato. Tuttavia vi sono
creduti Messaliani. Alcuni di loro si mostra- sempre quattro dignitarii , cioè un arcidiaco
rono aderenti a Nestorio, e furono perciò con- no, il primicerio , il tesoriere ed il cantore.
dannati dal papa Giovanni II. Un tempo solamente vi avea un convento di
Ad imitazione degli Acemeti si stabilì pure minori osservanti ed alcune confraternite.
l'ordine religioso delle Acevete , le quali ave ACERRA . Nome di un altare che gli anti
vano anch'esse una perpetua salmodia. Que- chi Romani accostumavano d'innalzare nella
ste monache, secondo alcuni scrittori, usaro stanza in cui trovavasi un defunto, e presso il
no di portare una veste di color verde , fre- defunto medesimo. Gli amici e congiunti of
giata di una croce rossa ; e sopra di quella un frivano , sopra di questo, timiami ed incensi
mantello di colore diverso con un velo nero fino al momento in cui veniva il cadavere
sul capo . Ora non esiste alcuna comunità tradotto alla sepoltura. Forse il vero fine di
nè mascolina nè femminina di quest' ordine; queste offerte che si abbruciavano era quel
benchè il nome di Acemete si potrebbe giu- lo di allontanare la puzza che poteva traman
stamente dare a quelle religiose che hanno dare il cadavere. Anche al presente appoi
per istituto l'adorazione perpetua del Ss . Sa- Cinesi conservasi una tale costumanza. Essi
cramento . innalzano l’Acerra, ossia l'altare mortuario ,
ACERENZA , Acheruntium . Città della Ba- in una camera tappezzata del colore cui ado
silicata nel regno di Napoli , i cui abitanti , se- perano nelcorrotto, e vi collocano sopra una
condo la tradizione , abbracciarono la fede di immagine dell’estinto, cui ciascuno che vi si
Gesù Cristo prima dell'anno 300. I dittici avvicina saluta quattro volte piegando il ca
di questa chiesa prima di s . Giusto ricorda- po, ed offre obblazioni e profumi.
no sedici vescovi che la governarono pel cor ACERRA , citlå ad otto miglia da Napoli,
so di duecento anni. Essendo da prima sotto la cui origine è ignota , siccome pure chi fosse
Otranto per un decreto di Urbano II , che il primo ad annunziare in essa la fede di Gesù
porta la data del 1099 , passò sotto metro- Cristo . Solo si deve ricordare pella sua catte
poli di Salerno, e finalmente da Nicolò II la drale di gusto antico, dedicata all'Arcangelo
sua cattedra fu eretta in arcivescovado , cui s . Michele, la quale è decorata a sufficienza.
da Alessandro II furono dati per suffraganei ACESIO , vescovo di Costantinopoli sotto il
i vescovi di Angalona , di Gravina , di Poten- regno di Costantino, fu discepolo di Novato ,
za , di Tricarico , di Venosa , con una diocesi fondatore di una setta , la cui dottrina in ciò
molto estesa . Non duro a lungo però questo consisteva, che quelli i quali avevano man
florido stato per tale arcivescovado , percioc- cato di fedeltà nei tempi di persecuzioni, o
chè , costretti gli abitanti a stabilirsi altrove che dopo avere ricevuto il battesimo aveva
per cagion delle guerre che desolarono il pae- no commesso qualche peccato mortale , non
se, il papa Innocenzo III le uni in perpetuo il dovessero essere ammessi alla comunione del
vescovado di Matera, a condizione che l'Arci- la Chiesa , neppure quando dessero prove di
vescovo negli alti pubblici , si qualificherebbe sincero pentimento. Nel 325 , all'epoca del
vescovo delle due città; e l'Arcivescovo oggi- concilio di Nicea, Acesio, invitato da Costan
di risiede a Matera. tino ad andarvi , quantunque fosse separato
La cattedrale della infelice Acerenza , che è dalla comunione della Chiesa , sostenne nuo
una delle più antiche, è pur anche una delle vamente le sue esagerate opinioni. L'impera
più pregiate pei suoi ornamenti. Il suo capito- tore , comprendendo i pericoli di una dottrina
lo è composto di un arcidiacono , di un canto- che tanto disanimava per la sua severità , ri
re e di dodici canonici. Esso ha il diritto di spose ad Acesio : « In questo caso ergiti da te
92 ACHAD - ACHIAS
solo una scala , ed ascendi al cielo tu solo : » intenti ad istruire la gioventù non solo nelle
parole notabili nella bocca del primo principe belle lettere e nelle scienze , ma molto più ad
sovrano che avesse seco fatto ascendere il cri- informarla alla pietà.
stianesimo sul trono .
ACHERI (D. Luca), nato a S. Gentin nel
ACHAD, ovvero Archad, secondo i Settan- 1609 , morto a Parigi nel 1685 in età di an
ta. Città fabbricata da Nemrod , e ricordata ni 76. Come si legge nell'opera 1 tre secoli
nella Genesi al capo 10 , vers . 10 , di cui però della letteratura francese, il gran numero di
s'ignora la posizione . opere che questo dotto e pio benedettino del
ACHAN . Ved . ACAN . la congregazione di S. Mauro ha tratto dalle
ACHIAZIB . Questo nome, che trovasi nel li- tenebre e pubblicate, gli ha meritato un luo
bro dei Giudici al capo 1 , vers . 31 , altro non go fra i dotti di quel secolo , e le eccellenti
dinota che la città di Ecdippa , la quale tro- prefazioni che mise in fronte ad ogni edizio
vasi sul Mediterraneo tra Tiro e Tolemaide. ne , provano che avrebbe potuto essere egli
ACHELNOT, arcivescovo di Cantorberi, stesso un degno autore.
che viveva nel secolo undecimo. Variano gli ACHERONTINI (LIBRI). Gli Etruschi, al
autori intorno allo stato primitivo di lui , chè pari di tutti gli altri popoli , avevano una reli
altri lo vogliono monaco Benedettino, altri lo gione, e con essa una legge che regolava le cose
fanno appartenente al capitolo di Cantorberi alla religione spettanti. Questa era contenuta
in qualità di decano. Checchè però ne sia di nei libri già citati , nei quali parimenti erano
tali opinioni , egli è certo che, elevato alla se- scritti i dogmi della loro falsa dottrina . Gli
de di Cantorberi , godette dei favori di Capu- Acherontini erano adunque i loro libri sacri.
to il Grande , il quale deve a questo prelato Tuttociò che spettava alla divinazione , al volo
saggio e virtuoso l'avere moderato somma- degli uccelli,almangiar dei polli, ai segni delle
mente il proprio spirito barbaro e poco inci- viscere degli animali sacrificati, donde traeva
vilito. Narrasi di reliquie che Achelnot por no i loro presagii , contenevasi in questi libri.
tò nella sua diocesi reduce da Roma , ma con Un collegio di sacerdoti era il depositario di
poca assicurazione, per cui non crediamo do- essi , e ad essi soli spettava la loro lettura ed
versi sopra tal punto fermare. Piuttosto dire- interpretazione , perciocchè dicevano che ai
mo quanto vi ha di certo, che egli cioè lasciò profani non era lecito entrare nei penetrali
un volume di epistole , ed un altro in lode della scienza celeste. Fino a che durò la loro
della SS . Vergine, che dedicò a Fulberto ve- dominazione in Italia , i libri Acherontini ven
scovo di Chartres . Saggezza ed ogni genere di nero tenuti con grande rispetto : perduto il
virtù furono indivisibili compagne di lui nel- loro potere , questi sacri libri furono tantosto
l' episcopato , per cui diede luminosi esempli dimenticati .
del modo con cui deve condurre la vita que ACHIAB. V. ERODE IL GRANDE .
gli che è ascritto al santuario non solo , ma ACHIAS . Quattro personaggi la Scrittura ci
di quanto debba operare colui che è dell'epi- presenta sotto questo nome . Il primo è un fi
scopato insignito. Irreprensibile nella sua glio del sommo sacerdote Achitob (I Reg. 14,
condotta , col corredo di ogni opera perfetta 6 ) , e suo successore nel sommo pontificato.
mori questo prelato in odore di santità il Lasciò morendo questa dignità a suo fratello
giorno 26 novembre dell'anno 1038 . Achimelecco, che fu messo a morte per ordi
ACHELOO , chiamata in latino Achelous , è ne di Saule. I Reg. 22 , 11 .
una città vescovilo dipendente dalla metropo Il secondo Achias era un custode dei tesori
litana di Lepanto in Grecia. Questo nome ad del tempio sotto Davide. I Par. 26 , 20. E
essa fu dato dal fiume Acheloo che ne la bagna . probabile che nel testo ebreo la voce Achia
ACHEOLO (S.) . Sotto di questo nome fro- non sia un nome proprio , quale il fecero la
viamo una abbazia dell'ordine di s. Agosti- Vulgata, il Pagnini , il Cahen, e generalmente
no , fabbricata da s. Firmino vescovo di A- tutti gli altri traduttori . La Vulgata, ometten
miens nel quarto secolo . Col progredire del do la parola levita che trovasi nell'originale ,
tempo andò soggetta a delle mutazioni, e fi- traduce : Porro Achias erat super thesauros.
nalmente nel secolo settimo cessò di essere Il Pagnini letteralmente : Et levitac Achiiah
cattedrale, chè in quel tempo la cattedrale fu super thesauros .. Il Cahem : Et levitae ;
trasportata nella città da S. Salvo . Passò in Ahia crat praepositus thesauris.
appresso ad una comunità di cherici stabilita Il terzo Achias , secondo il Calmet , era fi
in quel luogo dal vescovo Rosico; e finalmen- glio di Esrom , della tribù di Giuda, I Par. 2 ,
te al presente appartiene ad una congregazio- 26 ; ma qui sembra esservi errore .
ne di venerabili ecclesiastici che tutti sono Il quarto finalmente era un figlio di Naa
ACHILLA (S . )-ACHIOR 93
man della tribù di Beniamino, secondo il Cal cesso a suo padre Achitob nel supremo ponti
met stesso . I Pur . 8 , 7 . ficato degli Ebrei. Davide, fuggendo Saule , si
ACHILLA (S. ) . Ascritto questo santo fra gli ricovrò in casa di Achimelech , a Nobe, ove
ecclesiastici della chiesa di Alessandria , fece era allora il tabernacolo. Il gran sacerdote gli
vedere quelle virtù che rendono degno chi le diede il pane della proposizione, e la spada
possiede di salire a' gradi maggiori dell'ec del gigante Golia, che conservavasi come cosa
clesiastica gerarchia. E già mancato il Vescovo preziosa, siccome ci narra il primo libro dei
di Alessandria, gli occhi furono rivolti sopra Re ai capi 21 e 22 ; consultò indi il Signore
di lui , e venne insignito della dignità episco- per sapere che cosa Davide dovesse fare. Doeg,
pale di quella chiesa in sul finire del secolo che era allora in Nobe , andò tosto a riferire
terzo o nel principio del quarto. Nė malamen- tutte queste particolarità a Saule , il quale
te operarono in questa elezione , chè anzi i fat- montò in terribile sdegno , e fece passare a
ti mostrarono come essa fosse preceduta dalla fil di spada Achimelecco e tutti i suoi sacer
verilà delle opere che adornavano l'eletto. Ed doti in numero di ottantacinque, e tutti gli
in vero , e collo splendore della dottrina, e col- abitanti di Nobe. La città fu per suo ordine
la sua pietà illustrò quella chiesa che fu alle eguagliata al suolo , e Abiatar , uno dei figli
sue cure affidata, nè solo da prima, chè mai di Achimelecco, fu l'unico che fuggisse a tan
cessò fino alla sua morte avvenuta nell'anno fa strage .
313 di dimostrarsi per vero e zelante pastore ACHIMOTH . Nel primo libro dei Parali
della vigna di Cristo . I martirologii di Ado- pomeni al capo 6 , vers. 25 , è ricordato come
ne, di Usuardo, ed il romano segnano la sua un fratello di Elcana.
festa il giorno 7 di novembre . ACHINOAMera una donna nativa diJezrael,
ACHILLEO , diacono della chiesa di Valen- e, secondo il Calmet, fu seconda moglie di Da
za , intrepido confessore della fede di Gesù vide. Essendo stata fatta schiava dagli Ama
Cristo, per la quale diede la propria vita, ri- leciti nel saccheggio di Siceleg , Davide la
cevendo la palma del martirio congiuntamente trasse dalle loro mani col resto del bottino.
a Felice perfetto fedele della medesima città. Sembra a questo luogo che il Calmet sia
V. Felice martire. corso un errore, poichè dalla Scrittura ap
ACHIM , figliuolo di Sadoc, padre di Eliud . parisce che ella fosse la prima moglie di Da
Apparteneva alla tribù di Giuda, ed era della vide . Ed in fatto quando la Scrittura parla
famiglia di Davide . San Matteo, tessendo la ge- del matrimonio di Davide con Abigaile, dice
nealogia di Gesù Cristo, nel capo 1 , vers. 14 , non già che questo principe sposò anche Achi
fa menzione di lui . noam , ma che era già sposato, come si legge nel
ACHIMAAS , figlio e successore del gran testo originale nel primo libro dei Re al capo
sacerdote Sadoc , fatto consapevole dei partiti 25 , vers . 43.In secondo luogo, quando parla di
che Achitofel proponeva nel consiglio di As- queste due spose di Davide, nomina sempre
salone, fu sollecito nell'andare a ragguagliar. Achinoam in primo luogo . Questa segui Da
ne Davide, che a tale avvertimento fu debi- vide appresso Achis re di Get, quando stimo
tore della sua salvezza . Assalone avendolo fat- prudente sottrarsi alle maligne ricerche di
to inseguire , gli riuscì di salvarsi , nascon- Saule, e poscia dimorò con lui a Siceleg, dove
dendosi in un pozzo a Bathurim , fino a che fu fatta schiava dagli Amaleciti. Liberala to
le genti che lo inseguivano ebbero passato ol- stamente dal suo marito, lo segui in Ebron , ė
tre. Dopo la sconfitta di Assalone, Gioab gli lo vide consacrare re, come narra il secondo li
permise di portarne la nuova a Davide . Eb- bro dei Re, al capo 2 , vers. 2 , e seguenti ; e fu
be per successore nella dignità del sommo sa in Ebron parimenti che ella diede alla luce
cerdozio Azaria. La guerra di Assalone con- Amnon , come si ha dal primo libro dei Para
tro Davide , di cui abbiamo fatto cenno , av- lipomeni al capo terzo.
venne l'anno del mondo 2981 , avanti Gesù ACHIOR, capo degli Ammoniti , che milita
Cristo 1019 . vano come ausiliarii nell ' armata di Oloferne,
Un secondo AchiMAAS è ricordato nel pri- generale di Nabuccodonosor, all'assedio di Be
mo libro dei Re, al capo 14 , vers. 50 , qual tulia. Interrogato da Oloferne sulla situazione
padre di Achinoam , sposa di Saule. degli Ebrei , ei vantò i costumi e le leggi di
Un terzo Achimaas finalmente che fu sposo quel popolo, e raccontò gli effetti della prote
di Besemath figlia di Salomone , ed intendente zione di Dio in tutte le circostanze, nelle quali
di questo re nella tribù di Neftali , è menziona- erano restati fedeli ai suoi comandamenti. « Se
to nel terzo libro dei Re al capo 4 , vers . 15 . essi si sono resi colpevoli di qualche prevari
ACHIMELECH od ACHIMELECCO , suc- cazione , aggiunse Achior, il loro Dio ce li darà
94 ACHIRAM-ACINDINO
in mano , e noi non corriamo rischio niuno ACHITOB. Nome che aveva il figlio di Phi
nell'attaccarli: altrimenti , ei prenderà la loro nee , nipote del gran sacerdote Eli. Suo padre
difesa , e noi ne riusciremo svergognati.» A tale essendo stato ucciso nello sventurato giorno in
discorso gli uffiziali dell'armata volevano ucci- cui fu presa l'arca del Signore dai Filistei,
derlo , ma Oloferne si contentò di farlo legare suceesgead Eli suo avo , l'anno del mondo 2888.
ad un albero sotto le mura di Betulia , perchè Ebbe per successore suo figlio Achia verso
gli assediati venissero a liberarlo e lo conduces- l' anno 2941 , avanti Gesù Cristo 4089 .
sero seco loro, coll'intenzione di farlo passare Il secondo Acuitos era figlio di Amaria, e
a fil di spada con tutti gli abitanti di Belulia padre del gran sacerdote Sadoc che fu fregiato
quando se ne fosse reso padrone. Gli Ebrei di questa dignità sotto Davide e Salomone.
di fatti presero Achior , il quale li mosse a Un terzo ACHITOB trovasi menzionato, fi
compassione , narrando loro l'avvenutogli . glio anche questo di un Amaria della famiglia
Ozia, capo del popolo , lo accolse nella sua ca- di Eleazaro , come il precedente fu padre di
sa . Betulia essendo stata poscia liberata da un altro Sadoc, anche questi gran sacerdote ,
Giuditta, Achior si fece circoncidere, e fu ri come abbiamo dal primo libro dei Paralipo
cevuto fra i figli d'Israele, fra'quali passò il meni, al capo 6 , vers . 11 , 12 ; ma, secondo il
rimanente di vita sua . capo nono, versetto undecimo, questo Sadoc
Un uomo della città e tribù di Neftali , amic non era che nipote di Achitob.
co di Tobia , aveva pure il nome di Achior, Nel libro di Giuditta, al capo oftavo, ver
come si legge in Tobia, al capo 11 , vers. 20. setto primo, g’incontra un Achitos figlio di
ACHIRAM . V. AHIRAM . Melchia e padre di Rafain , tutti antenati di
ACHIS , re di Geth . Davide essendosi risol- Giuditta.
to di allontanarsi da Saule , che cercava di far ACHITOFEL nativo di Gilo , fu per gran
lo morire, si ritirò nel paese dei Filistei , nella tempo amico di Davide che teneva i consigli
città di Geth , dove regnava Achis , appo cui si di lui siccome venuti da Dio medesimo : ma
finse insensato onde evitare un nuovo pericolo quando abbandono questo principe per farsi
che vedeva sovrastarsi per opera degli ufficiali partigiano di Assalone, il Signore confuse tut
del re . Davide fuggi adunque questa sventu- ti i consigli che Achitofel diede a questo fi
ra e si ritirò da Geth l'anno del mondo 2994 , glio ribelle . Achitofel fu quegli che per to
avanti Gesù Cristo 1056 . gliere ogni speranza di riconciliazione fra i
Tre o quattro anni appresso Davide fece due principi, indusse il figlio ad usare pub
sentire ad Achis il desiderio che avova di riti- blicamente delle concubine di suo padre. Il
rarsi nei suoistati ; ma Achis, conoscendo il va- perfido ministro ebbro di furore, vedendo che
lore di Davidde e le cagioni del malcontento il fedele Cusai aveva fatto fallire il suo dise
di Saule contro di lui , diedegli facoltà di en- gno di sorprendere Davide che non avrebbe
trare, e lo ricevette in Geth con 600 uomini , potuto scappargli , si ritirò nella città di Gilo,
le loro mogli ed i loro figli. In appresso Achis ove si appiccò per disperazione l'anno 1033
diede a Davide la città di Siceleg per soggior- avanti Gesù Cristo.
narvi coi suoi , come aveva desiderato. ACHOBOR era padre di Balanan re degli
Circa due anni dopo i Filistei si posero in Idumei , come si legge nel primo libro dei Pa
campagna per combattere gl ' Israeliti , ed A- ralipomeni al capo primo; e l'altro, ricordato
chis disse a Davide di accompagnarlo alla da Geremia al capo vigesimo sesto, era padre
guerra. Egli adunque sen venne , e mentre i di Elnathan , ed ufficiale del re Giosia, quegli
Filistei erano accampati ad Afec città situata che fu inviato da questo principe per consul
nel Gran Campo ovvero nella vallata di Jez- tare la profetessa Olda intorno al libro della
rael , Davide ed i suoi formavano la retro- legge ritrovato dal sommo sacerdote Elcia l'an
guardia con Achis, cosa che non piacendo al po del mondo 3380 , avanti Gesù Cristo 620 .
principe dei Filistei , Davide ritornò a Sice ACHOR, valle nel territorio di Gerico nella
leg, da dove poco tempo dopo passò in Ebron tribù di Beniamino. In questo luogo fu lapi
nella tribù di Giuda , dopo la disfatta di Saule dato ed abbruciato Acan con tutta la sua fa
nei monti di Gelboe. Dopo ciò la Scrittura miglia, come narra il libro di Giosuè al capo
nulla più dice di Achis . 7 , vers. 24. V. AcAn.
ACHISAMECH , padre di Ooliab, uno dei ACINDINO (GREGORIO ) , monaco greco del
celebri artefici impiegati da Mosè nella costru- XIV secolo , si dichiarò contro Gregorio di Pa
zione del tabernacolo, quando il popolo era lamas, e contro i monaci del monte Athos ,
nel deserto , come leggiamo nell'Esodo al capo specie di quietisti , i quali, immaginandosi di
31 , vers. 6 . vedere nelle loro contemplazioni la gloria di
ACISLE - ACOSTA 93
Dio apparsa nel monte Tabor , affermavano ACONZIO (Giacomo ). Uomo quanto lode
che ella era increata ed incorruttibile, tutto vole pel suo ingegno , pella sua grande pe
chè non fosse l'essenza divina . Acindino con netrazione , solido giudizio e pella sua modestia
molto calore adoperò in tale controversia . I e moderazione, nelle materie religiose , altret
suoi oppositori lo accusarono di credere quel- tanto vituperevole pel suo passaggio, cioè dalla
la luce creata e finita . L'imperatore Gio . verità all'errore, chè costui apostato dalla re
vanni Cantacuzeno tenne le parti loro , ed il ligione cattolica in cui era cresciuto ed edu
sinodo di Costantinopoli condannò il senti- cato. Il suo nome però è tramandato alla po
mento e la persona di Acindino. Questi , co- sterità specialmente pei suoi scritti , che sono :
stretto ad occultarsi , compose diverse opere 1. De methodo, hoc est de recla investigan
in favore della proscritta dottrina. Gretser ha darum tradendurumque scientiarum ratione .
fatto stampare il suo trattato : De essentia et Quest'opuscolo, dice il Tiraboschi , tom . 7 ,
operutione Dei in greco ed in latino , Ingolstadt,p. 2 , lib . 2 , cap. 2 , non ha ombra della bar
1616 , in quarto . Trovasi nella Grecia ortodossabarie scolastica, ma è scritto con precisione e
di Allaccio un poema che egli aveva composto con eleganza, e spiega assai bene in qual ma
contro Palamas, con frammenti di altre opere. niera e con qual ordine in noi si formino le
ACISLE. Infieriva nelle Spagne la perse- cognizioni , come debbasi definire esattamente
cuzione di Diocleziano , e già gli eroi del- ogni cosa , e con quai gradi da una verità si
la fede intrepidi sostenevano quanto la cru- passi allo scoprimento di un'altra.
deltà dei persecutori poteva di più feroce Si accinse in questo libro a dichiarare le
inventare. Fra questi annoverar si deve an- origini , le chiarezze, le verità, gli ordini del
che un certo Acisle , il quale , perchè pro- le cognizioni , e rimuoverne i pregiudizii, le
fessore della religione di Gesù Cristo, fu trat- oscurità , i sofismi , il che fece cosi avveduta
to in Cordova sua patria innanzi ai tribunali . mente , così brevemente , e cosi elegantemen
Vani tornarono gli sforzi degli empii a smuo- te , che non solo il secolo decimosesto , tut
vere la sua costanza , vane le lusinghe ed ogni tochè ingombro ancora di giuochi e di pueri
arte più scaltra che potesse all ' uopo venir zie dialettiche, ma il seguente ed il decimot
posta in opera ; perciocchè egli immobile ri- tavo lo ammirarono come un grande legisla
manendo nella confessione della verità , so tore della ragione , ed un maestro precursore
stenne magnanimamente la morte . In Cordo- di quegli altri grandi che fiorirono dappoi .
va il giorno 17 novembre si celebra la solen 2. De stratugemalibus Sutanae in religionis
ne memoria del suo martirio. negotio ecc . , lib . 8. Per quanto fosse buona,
ACOLITATO , ACOLITO . V. ACCOLITATO , osserva il Buonafede , la logica dell ' Aconzio ,
Accolito . ne usò molto miseramente nell'affare più rile
ACOMINATE. Due personaggi abbiamo vante della sua vita , perchè apostato dalla
sotto di questa voce annoverati nella storia , religione cattolica , e si rifuggi in Inghilter
il primo di nome Coniate Michele , Frigio di ra , ove scrisse questa satira : la quale , co
nascita , e arcivescovo di Atene , che fiori nel mechè stampata più volte tradotta in varie
secolo decimoterzo ; l'altro di nome Coniate lingue , fu ritenuta irreligiosa ed irragionevo
Niceta , fratello del primo, e del primo non le , e scostumata da ' suoi medesimi partigia
meno illustre pegli storici suoi scritti . Di Mi- ni , e non servi ad altro che a dirimere quella
chele sappiamo che scrisse un Traltato della giocosa questione della distanza tra la logica
croce , non che dei Sermoni ed altri opuscoli , docente e l'ulente.
per cui trovò nome fra' dotti nei secoli po ACOSTA ( GIUSEPPE ). Di questo gesuita
steriori . spagnuolo, nativo di Medina-del-Campo , che
Niceta scrisse venlun libri di storie , che dopo aver dato lezioni in vari luoghi della
trovansi nel corpo degli scrittori della Storia Spagna , venne impiegato nelle missioni delle
Bizantina alla decimaquarta sezione. Comin-. Indie occidentali, nelle quali affatico indefes
ciò dalla morte di Alessio Comneno seguita samente per la eterna salute di quelle genti
nel 1118 dove ateva terminato Zonara , fino dedicate al culto idolatra , noi abbiamo varii
al 1203 , in cui Costantinopoli fu presa dai scritti in materia ecclesiastica, i quali fanno
Latini. Siccome era gran lettore e imitatore veramente onore all'autor loro , sebbene que
di Orazio , cosi il suo stile si risente molto sti soli non sieno,che all'Acosta procacciaro
del poetico. Ha però sano giudizio , e somma no rinomanza appo le età future. Impercioc
veracita. chè , sebbene egli versasse nella parte sacra , e
Il nome di Coniate provenne a questi due con questo mezzo cercasse diffondere la luce
scrittori dall'essere nativi di Colossi , che nei del vero , e condurre le genti a salute, non
bassi tempi addimandavasi Coni. tralasciò quella pur anco che alle buone let
96 ACOSTA- ACQUA
tere si addice , ed alle scienze eziandio , che viene dall'acqua , e tutto in essa risolvesi. Si
a nulla dire della Storia naturale e mora- potrebbe dimostrare che questa dottrina porta
le degli Indiani che ei compose , lascio pu- l'impronta dell'insegnamento mosaico : opera
re degli scritti sulla natura del nuovo mon- sarebbe questa bellissima, la quale stabilirebbe
do , che più volte videro la luce a mezzo che sopra questo punto una tradizione primi
della stampa. Ma facendoci a quanto si aspet- tiva fa l'origine della scuola ionica . Talete in
ta alla parte ecclesiastica ricorderemo di lui : fatto era Ionico, e con verità si disse che ei nac
1. Un'opera intitolata De procuranda Indo- que a Mileto ; ma altri mostrarono che egli
rum salule, ove trattasi dei mezzi più oppor- abbandonò la Fenicia sua patria per passare
tuni a togliere quegli infelici all'errore. in Egitto, e poscia nella Grecia . Le scienze
2. De Chrislo revelato libri novem . 3. Con- fisiche dimostrarono anche ai giorni nostri la
cionum , libri tres ; in cui scorgesi quella un- verità del racconto su questo proposito conte
zione e quella forza che è propria di quel- ' nuto nella storia sacra : esse provano che la
lo che tutto è intento a sbarbicare la ini- materia era in origine in uno stato di fluidità
quità, ed a piantarvi le cristiane virtù . 4. U. come ce lo dichiara Mosė . Prima della creazio
na traduzione latina dei decreti del Concilio ne dell'atmosfera, dice il Chaubard nella sua
di Lima. opera L'universo spiegato dalla rivelazione
Acosta reduce dalle sue missioni moriva in num . 58 , non vi erano nè potevano esservi dei
Salamanca il giorno 15 febbraio 1600 di an- vapori acquosi , come ve ne sono al presente al
ni circa sessanta, coprendo la carica di rettore di sopra della terra. Cosi tutte le acque del no
di quel collegio. stro mondo, od almeno gli elementi , ossigeno
ACOSTA ( EMMANUELE ). V. Costa . ed idrogeno, di cui si compongono, erano riu
AGOSTA O D'ACOSTA (GABRIELE) . Que- nite in una sola massa . Ora, la Bibbia distin
sti era del Portogallo , e nasceva nel borgo di guendo assai bene la massa delle acque del
Torresvedras appartenente alla città di Coim- l'universo dalla massa delle acque della terra ,
bra. Dedicatosi per tempissimo ai buoni stu- è evidente che l'abisso liquido , di cui qui si
di, in essi ottimamente progredi, e distintosi tratta , altro non era che la massa elemen
nella università di Coimbra , citò di es lare delle acque dell'universo). Poichè ,
sere eletto a professore di teologia in sostitu- secondo il racconto della Bibbia, la terra era ,
zione a Luigi Sotto -Mayor, cui la vecchiaia co- nella sua origine , intieramente coperta ov
strinse a domandare riposo . Mentre egli oc vero circondata dall'abisso delle acque , ne se
cupava questa cattedra , dimostrò nelle sue gue evidentemente che essa è di forma globo
lezioni quanto egli fosse in tale scienza pro- sa , ovvero , come dicono gli astronomi, una
fondo. Chiarezza d'idee , facilità di espri- sferoide.
mersi , aggiustatezza nei suoi ragionamenti L'acqua serviva appo gli Ebrei alle purifica
ch'erano sempre accompagnati dalle prove lezioni legali, ed era un simbolo della purifica
più solide ed inconcusse fecero si , che con zione spirituale. L'uso di queste abluzioni tro
onore fosse riguardato da quanti stimavano vasi anche nel paganesimo. I pagani,dice il Fa
non la superfizialità , ma la solidità delle bricio , fecero sempre gran conto dei bagni non
scienze . Al suo merito solamente ando debi- solo per la proprietà e mondezza esteriore , ma
tore di un canonicato di cui venne provvisto . anche siccome d'una parte della loro religione.
Ma non bastava ad Acosta lo insegnare dalla Essi hanno particolarmente attribuito all'ac
cattedra solamente.egli voleva altresi porgere qua del mare la virtù di mondare dai peccati,
ai successori di che intrattenersi con utilità perchè naturalmente l'acqua salsa col suo sa
negli studi sacri , e compose perciò dei com- pore è la più propria a mondare il corpo di
mentarii sul capitolo 49 della Genesi , sopra qualunque altra . Dio stesso aveva dato agli
Ruth , sulle Lamentazioni di Geremia , e so- Ebrei diverse leggi riguardanti le aspersioni e
pra i profeti Giona e Maluchia . le abluzioni con l'acqua che per essi erano un
ACQUA . Dopo che Dio creò la materia, al- tipo della purificazione spirituale , del penti
lorchè era ancora nello stato addimandato mento e della rinunzia al peccato , ma essi
caos dagli antichi , le acque circondavano il caricarono queste cerimonie di un gran numero
globo terrestre ; Gen. 1 , 2. Questa tradizione di particolarità che la cangiarono in altrettan
rivelata da Dio , raccolta e registrata da Mo- te superstizioni , nella qual cosa furono seguiti
sè, fu conosciuta dagli antichi filosofi greci . dagli eretici giudaizzanti fra icristiani,come gli
Talete , il primo dei sette savi , ed il fonda- Elcesiti , che, al dire di s. Epifanio , credevano
tore della prima scuola di filosofia , nomina- di render culto a Dio col mezzo di bagni. Sem
ta ionica , insegnò che l'acqua era il principio bra che Maometto abbia preso dagli Etrei i
di tutti gli esseri materiali . Secondo lui, tutto gran lavacri che ordinò ai suoi seguaci, i qua
ACQUA 97

li in uno alla preghiera li annoverano fra i do- vieta di più vedere quello sopra cui gli cadde
veri di religione cui debbono adempire. sospetto ; se la donna continua a vederlo, e il
Acque cambiate in sangue . Fu questa la pri-. marito li trova insieme, od ha prova contro
ma piaga con cui Dio percosse l'Egitto. Farao- di lei , allora dai rabbini viene obbligato a ri
ne che aveva resistito ad un miracolo di grazia pudiarla, quando anche ei non volesse, ed a
qual erasi quello di vedere la verga converti- vivere per sempre separato da lei .
ta in serpente, doveva poscia vedere e sostene Egli è certo, che da lunghissimo tempo i po
re i miracoli di punizione. All'ordine di Dio, poli di Oriente hanno l'uso di far altre prove
Aronne alzò la sua verga , percosse il Nilo, e di differenti sorte a quelli che sono sospetti di
tutte le acque di cui si servivano gli Egiziani qualche delitto che non si può scoprire coi
si convertirono in sangue . L'Istorico sacro naro , mezzi ordinarii . Le più comunisono quelle del
ra che anche i magbi di Faraone fecero egual . ferro arroventato e dall'acqua bollente. Pre
mente , e s. Agostino vuole che le acque da sentemente sono queste prove comuni nella
essi cangiate fossero quelle del paese di Ges- China. Allorquando un uomo è accusato di
sen che era stato preservato dalla piaga gene un delitto capitale , lo si interroga se sia dis
rale. posto a sostenere una o l'altra di tali prove ;
E fu dietro questa opinione di s. Agostino se vi si sottomelte, si pone nelle sue mani
che alcuni commentatori, fra'quali il padre de selle foglie di un certo albero, e sopra di esse
Carrières, diconochei maghi mandarono a cer un ferro rovente. Lo liene per un certo tem
car dell'acıqua nella terra di Gessen ; cosa che po, poscia lo gilta in terra. Tosto gli si chiu
non è della nel libro della Sapienza, ma solo de la mano in un pezzo di cuoio che porta
tanto che gli Israeliti , allorquando i loro ne- l'impronta del sigillo reale : se dopo tre giorni
mici non ritrovarono acqua, godevano di aver la mano è sana , è assolto, ed il suo accusatore
ne in abbondanza . Ora gli Israeliti non erano condannato a pagare un marco d'oro al sovra
lulli rinchiusi , per così dire, nella terra di Ges no. La prova dell'acqua si fa gillando un a
sen , ma si trovavano dispersi in altre parti delo nello nell'acqua bollente : se il reo lo estrae
l'Egitto , ed abitavano frammisti agli Egiziani , colla mano senza riceverne scoltura, é dichia
siccome di questi se ne trovavano anche nella rato innocente.
terra di Gessen . Si può adunque far la doman Acque dell'abisso. Queste sono le acque del
da se gli Egiziani amici degli Israeliti fossero mare, dei rivi , le acque nascose sotterra . Si
preservati da’mali con cui Dio percosse il pae- chiamano acque inferiori per distinguerle da
se ; ma che chene sia, si può conchiudere che quelle del cielo, dalle nubi , dalla pioggia, dalla
gli Egiziani vicini agli Israeliti posero dell'ac- rugiada , che si dicono acque superiori, divise
qua non tocca nei loro pozzi , e che fu su di que- dalle inferiori.
sta che i maghi operarono il loro prodigio, piut Acque di contraddizione. Mosè narra che gli
tosto che voler sostenere che la facessero tras- Israeliti essendo arrivali a Cades, e mancando
portare dalla terra di Gessen . l'acqua, si sollevarono contro di lui e di Aron
Acque di gelosia, che si facevano bere alle ne, e mormorarono che gli avessero tratli in un
donne sospelte di adulterio. V. ADULTERIO. deserto dove morrebbero di sete . Mosèed Aron)
Questa prova indicata in una maniera tanto ne allontanatisi dalla moltitudine , entrarono
circostanziata in Mosè, e tollerata fra gli Ebrei , nel tabernacolo del Signore, e prostesi a terra
è una delle cose più straordinarie che si possa- pregarono lui di soccorso ; e fu allora che il Si
no immaginare e che non si poteva eseguire gnore loro ordinò di raunare il popolo, e per
senza un continuo miracolo fra gli Israeliti . cuotere colla verga una pietra dinanzi a lui ,
Non si pud dubitare che i sapienti della nazio- donde scaturirebbe dell'acqua . Mosè così fece e
'ne non abbiano sempre disapprovalo grande, dopo due volte che percosse la pietra , l'acqua
mente tal uso, e che Mosè non l'abbia accorda. sorti in larga copia. In luogo di Acqua di con
to se non se spinto dalla durezza del cuore de- traddizionecomeleggela Vulgata , il testo ebrai
gli Ebrei accostumati apparentemente a vedere co ha Acque di Meribah , cioè di querela , di
simili prove appo gli Egiziani, ovvero appo gli mormorazione, ad espriinere la sollevazione del
altri popoli da loro conosciuti , e ca pacidi por- popolo contro Mosè.
tarsi agli ultimi estremi, ed alle più grandi Acqua dei piedi. Con questo nome gli Ebrei
violenze se loro fosse stata negata . chiamavano l'orina. Isaia 36, 12 : Ut bibant
Dopo la rovina del tempio falta dai Romani urinam pedum suorum ; il testo ebraico invece
non si parla più di questa prova, ma se un ma- legge : aquam pedum suorum .
rito concepisse sospello contro sua moglie, le Acque di Menor. Molli credono che queste
Eneici . Eccles, Vol . 1, Fusc, 11. 15
98 ACQUA
fossero le acqua del lago Semechon , posto tra chissimo nella Chiesa cattolica di benedire
la sorgente del Giordano , ed il lago di Tiberia- l'acqua con preghiere, esorcismi e cerimonie,
de. Ma è molto più probabile che Merom fosse , onde far poi un'aspersione sui fedeli e sulle
come dice Eusebio, dodici miglia da Sebaste cose da essi adoperate. Con questa benedizione
verso Dotaim . Debora dice , che Zabulone la Chiesa domanda a Dio di purificare dal pec
Neftali combatterono contro Sisara nel cantone cato quei che se ne serviranno, di sottrarli alle
di Merom . Ora è sicuro che il combattimento insidie dell'inimico della salute, e dai flagelli
avvenne alle falde del monte Tabor, e lungo il di questo mondo . Il p. Brun , Sp. delle cerem .,
torrente Cison . tom. 1 , ha provato che l'uso dell'acqua santa
Grandi acque, nello stile profelico, dinotano è di tradizione apostolica, ed è stato conserva.
un popolo numeroso. to presso gli orientali separati dalla chiesa ro
Acque fedeli, si appellano nei profeti quelle mana già da più di dodici secoli . Riguardo
acque che non vengono mai meno, la cui sor alle obbiezioni dei protestanti, che trattano
gente mai cessa . quest'uso di superstizione è da vedersi Thiers,
Acque vive , indicano le acque delle fontane Trattalo delle superstizioni, tom . 2, lib. 1 ,
in opposizione alle acque delle cisterne , alle L'acqua benedetta è duplice. Una ordinata
acque morte . alla consacrazione o riconciliazione di una
Acque straniere, furtive, significano i piaceri chiesa polluta, o per ispargimento di sangue,
illecili con donne straniere. o per effusione di seme, e questa si benedice so
Le acque molte volte significano le afflizio- lamente dal Vescovo con vino e cenere. L'altra
ni, le calamità , come nei Treni al capo terzo, con cui si fa l'aspersione delle case e delle al
nei Salmi 88 ; 118 , 123. tre cose inservienti all'uso nostro, si benedice
Oltre a ciò della Sacra Scrittura le acque con sale dal sacerdote, nè può il diacono fare
sono sovente prese in un senso metaforico, ed questa benedizione, per la qual cosa apparte
in significati opposti. 1. Significano talvolta i nendo all'ordine sacerdotale, ove si facesse da
benefizii di Dio, come nel libro dei Numeri al un sacerdote scomunicato o sospeso, questi di
capo 24.- 2. Gesù Cristo chiama la sua dottrina verrebbe irregolare.
e la sua grazia fonte di acqua viva . - 3. In un L'acqua benedetta non è un Sacramento ,
senso contrario i flagelli dell'ira diDio sono pa- poichè non infonde la grazia, nè rimette i pec
ragonali alle alluvioni,comeabbiamoneiSalmi . cati ex opere operato, ma un sacramentale che
Acqua del Ballesimo. Nella Chiesa romana toglie in qualche modo i peccati veniali , in
la più solenne benedizione dell'acqua è quella quanto che eccita la mente ad una elevazionee
dei fonti baltesimali, che si fa le vigilie di Pa- divozione attuale, che è una virtuale contrizio
squa e di Pentecoste . La formula di questa be . ne dei peccati veniali , la quale li rimette; per
nedizione si trova nelle Costituzioni Apostoli . la qual cosa l'acqua benedelta ha una virtù
che al libro settimo, capo 43, ed è conforme a santificativa degli uomini , in quanto che eccita
quella che si usa anche oggidi. Tertulliano e la divozione, e purificativa, in quanto per essa
s. Cipriano ne parlano già nel terzo secolo. vengono rimessi i peccati veniali , ed ablativa
Acqua mescolala con vino nell'Eucaristia. della sterilità delle cose mondane, ed una virti
L'uso di mettere l'acqua nel vino che si consa- avversiva delle insidie del diavolo, e difensi
cra nella messa è antico quanto la istituzione va delle cattive fantasie, come dice il Pontefi
dell'Eucaristia, e si osserva nei padri del secon ce Alessandro I, nella Epistola prima, al capo
do e terzo secolo, come s . Giustino , s. Clemen- 20, con le seguenti parole : quam sale con
te Alessandrino, s . Cipriano , e se ne fa men spersam populis benedicimus, ut ea cuncti
zione nelle più aptiche liturgie . I padri danno aspersi sanctificentur et purificentur ; quod et
per ragione di quest'uso, non solo che Gesù omnibus sacerdolibus faciendum esse manda
Cristo cosi ha faito instituendo l'Eucaristia, mus ; nam si cinis vitulae sanguine aspersus
ma che l'acqua mista col vino è simbolo del populum sanctificabat atque mundabat, mullo
l'unione del popolo cristiano con Gesù Cristo magis aqua sale aspersa, divinisque precibus
e figura dell'acqua e del sangue che uscirono sacrata populum sanctifical atque mundat. El
dal di lui costato sulla croce. si sale aspersum per Elisacum prophelam ste
Gli Ebioniti e gli Encraliti furono condan rililas aquae sanala est, quanto magis divinis
nati perchè consacravano coll'acqua sola ; e precibus sucralus salsterilitatem rerum auferi
gli . Armeni lo furono nel concilio di Trullo humanarum , et purgat, et caelera bona multi
perchè consacravano col vino puro. plical, el insidias diaboli averlit, et a phan
Acqua santa o benedella. E un uso anti- tasmalum versuliis homines defendil !
ACQUARIANI - ACQUARO 99

La benedizione dell'acqua lustrale devesi Chiesa ai sacerdoti che mescolassero l'acqua


fare ogni giorno didomenica ,eccettuate le feste col vino nell'offrire il calice, si perché si re
di Pasqua e delle Pentecoste, come insegna il puta che così abbia fatto il Signore, si ancora
Gavanto, e con quest'acqua devesi poi asper- perchè dal di lui costato scaturi l' acqua insie
gere il popolo e l'altare dicendo l'antifona A. me col sangue, il qual sacramento si rinnova
sperges od allra propria del tempo congiunta- per questa mescolanza : ed acqua addimandan
mente al salmo Miserere, ovvero alprimo ver- dosi i popoli nella Apocalisse di s . Giovanni ,
selto di esso, come si trova ordinato dal Conci- si rappresenta l'unione del popolo fedele col
lio di Ravenna tenuto sotto il pontefice Clemen- capo Cristo. » L'acqua anche in altro momen
te V , al capo nono, e da Leone IV nella sua to nel sacrifizio della messa è necessaria , come
Omelia De cura pastorali,n'on che dal Concilio dicemmo parlando dell'abluzione (V.).
primo di Milano, alla parte seconda , titolo De Celebre è lo esempio, dice parlando dell'ac
officio Sacristae. Questa aspersione poi devesi qua il pontefice Benedetto XIV , degli esperi
fare dalcelebrante non ostante qualunque con- menli vulgari, per provar l'innocenza di alcu
traria consuetudine, la quale più presto devesi no, comedel ferro arroventato, del camminar
chiamar corruttela che consuetudine, contra- sulle brage ardenti, che un tempo erano molto
riando alle rubriche del Messale Romano ed in uso in Italia . Non trascurarono i padri d'im
alla disposizione del Cerimoniale dei Vescovi; pugnare questo costume, come esperimenti e
e conviene che sia falta ad ogni dignità e Ca- pericoli coi quali Dio veniva provocato ad ope
nonico, incominciando dalla parte destra, e non rare un miracolo , e la Chiesa l'interdisse con
una aspersione generale in giro, come la Con- molte sanzioni. Nulladimeno rimase in Italia
gregazione dei Rili prescrive. e specialmente a Firenze lo abuso di ciò : al
Ove l'acqua benedetta si osservasse manca- presente però per divina bontà niun vestigio di
re, ed altra non ve ne fosse, allora devesi ag- questo iniquo costume rimase. Nella Vestfalia
giungere alla benedetta altra acqua non be- restava tuttavia il costume di giltare nell'acqua
nedetta in minor quantità, poichè allora tulla rigida coloro chesi stimavano streghe e malefici,
l'acqua diviene benedetta, tale essendo l'ordi- affine di esperimentare la loro innocenza , le
ne del Rituale Romano. gando loro le mani ed i piedi , pretendendo
Della benedizione dell'acqua nella vigilia che se si sommergevano erano innocenti, se re
della Epifania, V. Epifania . stavano a fior di acqua erano rei . Questo abbo
L'acqua, come è di un uso comune nelle co- minevole uso però fu tolto dalle stesse leggi del
se della vita fisica e materiale, così di non mi- paese, come certifica Van -Espen nel suo Dirit.
nor uso si è nelle cose della vita spirituale. Eccl. Univ. part. 3 , til. 8, cap. 4, num . 59.
L'acqua infatti è la materia necessaria pella ACQUARIANI . Erano costoro una setta di
amministrazione del battesimo da Gesù Cri- eretici , i quali la mattina non impiegavano
sto istituito, senza cui non sarebbe vero batte- che l'acqua sola pel santo sacrifizio , per timo
simo il sacramento amministrato , secondo le re che l'odor del vino li facesse riconoscere cri .
espressioni del concilio Tridentino alla setti- stiani . Non avevano però la stessa difficoltà
ma sessione, canone secondo, dove del batte. pel sacrifizio della sera ; perciocchè il costume
simo dice cosi : a Chi dicesse che l'acqua vera di allora era di celebrare due volte il giorno.
e naturale non è di necessità nel battesimo , Ma la moltitudine non era solita di assistere
e che perciò quelle parole di Gesù Cristo no a questa seconda celebrazione , la quale era
stro Signore : Nisi quis renatus fuerit ex aqua molto meno solenne. Dal secondo concilio di
et Spiritu Sancto, si possono in un senso meta- Cartagine vennero condannati . E fu in questo
forico interpretare , sia anatema. » Colle quali che s. Cipriano, vescovo di questa città, osser
parole quel sacro Concilio impugna e condan- vò che non bisognava offrire il solo vino , ma
na l'empietà di Calvino e di Lutero, i quali che era d'uopo eziandio mescolare nel calice
vogliono metaforiche le voci di Gesù Cristo. un poco di acqua a fine di mostrare l'unione
L'acqua parimenti ricercasi nel santo sacrifizio del popolo fedele con Gesù Cristo ; favellando
della messa e per apostolica tradizione, e se- egli come noi facciamo dopo la condanna degli
condo lo esempio di Gesù Cristo, poichè un ultimi sacramentarii , a Il sacerdote, dice, offre
poco di acqua si vuole al vino frammischiare nella chiesa un vero sacrifizio quando imita
prima dell' oblazione del calice , la quale in Gesù Cristo , il quale a Dio suo padre ha offer
uno al vino si consacra. Intorno a ciò avvisa il to il sacrifizio del suo corpo e del suo sangue. »
Tridentino Concilio nella sessione vigesima se ACQUARO ( MATTIA D' ). Questi che chia
conda, al capo seltimo, a essere comandato dalla mavasi Ivone col suo nonie di famiglia , come
100 ACQUASPARTA - ACQUAVIVA
toccò l'età conveniente , entrò nell'ordine di s. 8. Collationes ferialcs; 9. Contra Wigandum
Domenico, nel quale si applicò con tulto im- pro Trithemio , libr. 1 .
pegno allo studio della filosofia e della teolo ACQUAVIVA . Questo nome ci presenla
gia , scienze che poscia egli stesso insegno con dapprima l'idea di alcuni luoghi, poi ci parla
onore ; anzi a tanto giunse che il cardinale di alcuni personaggi.
Giulio Antonio Sartorio lo fe'suo teologo. Per farci pertanto dai primi osserveremo
Sebbene amasse lo studio filosofico, ed in fat- che nelle storie sollo il nome di ACQUAVIVA ci
to di filosofia lasciasse alcuni scritti intorno viene indicata una abazia di Canonici regolari
ad Aristotele, tuttavia in queste nostre pagine di s. Agostino, fondata ai tempi d' Ugo arcive
ei dev'essere annoverato per ciò che in fatto scovo di Tours , morto nell'anno 1023.
teologico compose. Lasciava egli dei Commen Anche tre città d'Italia ritroviamo cheporta
tarii assai considerevoli sopra quanto Capreo- vano questo nome, ciascuna delle quali preten
Jo aveva scritto intorno alle sentenze'; ed il de essere stata episcopale, e si attribuisce i Ve
Possevino gli attribuisce anche de'Commen- scovi, i cui nomi trovansi negli atti ecclesiasti
tarii sui dodici profeti minori e sui passi più ci . Non addentrandoci nella perquisizione di
difficili della sacra Scrittura. cose che sono oscurissime, per quanto alle cit
Abbiamo anche di lui un trattato Delle con là soprannominate si aspetta , restringeremo il
traddizioni apparenti nella dottrina di s. Tom- nostro dire nell'indicare i nomi dei Vescovi*
maso e del modo di conciliarle, ecc . ch'esse si attribuiscono . In qualilà di vescovo
ACQUASPARTA ( Matteo d’ ). La ciltà ove d ' Acquaviva assistelte al Concilio di Roma
nacque diede il nome a questo uomo che vive- tenuto sollo il papa Ilario nell'anno 465 cer
va nel secolo XVI addetto all'ordine di s . to Paolino o Paolo ; indi ai concilii di Roma
Francesco. La sua altenzione agli studii teolo- sollo Felice III nel 487 , e sotto Simmaco nel
gici , e l'indefesso studio di essi fece che fosse 497 e 502 vi fu un certo Benigno, cui sembra
riguardato e slimalo come uno de' più dolti essere succeduto Bonifazio che si trovò al Con
teologi del suo lempo. Nel 1287 fu eletto ge- cilio pure di Roma sotto il pontificato di Sim
nerale del suo ordine, ed il pontefice Nicolò maco nel 503.
IV , tratto dal suo sapere e dalla sua pielà , lo Ora venendo alle persone che portano il
creò Cardinale della s. Romana Chiesa . Eleva- nome d' Acquaviva ricorderemo primieramen
to a tale dignità , non abbandonò lo studio del- te certo Claudio, che eletto generale dei Ge
le scienze sacre, che anzi facendo di questo le suili alla cui socielà apparteneva, si rese ce
sue ricreazioni scrisse sopra il Maestro delle lebre pella molta saggezza e moderazione con
sentenze, sopra l'Epistola di s . Paolo ai Roma- cui la diresse pel corso di trentaquattro anni .
ni ecc. Moriva a Roma nel 1302. Nė la sua celebrità a questo sol punto ristrin
ACQUATICI. Costoro avevano per princi- gesi , perciocchè egli visse ai secoli futuri nelle
pio it credere che l'acqua fosse un principio molte opere di pietà che lasciava, tra cui ri
coelerno a Dio, come si può vedere nel Lexi- corderemo il Directorium exerciliorum s.
con di Hockman. Ignatii; Meditationes in psalmos 4 et 113 ; 16
ACQUA VETERE ( Giovanni d'). Nome di epistole, lequali sono altrettanti trattati ecc. -
un religioso dell'ordine dei carmelitani', il A lui nipote era il padre RIDOLFO Acquavi
quale si dedicò interamente alla scienza delle va , della compagnia di Gesù , nato nel 1550 .
divine. Serilture nella quale divenne profondo. Passato in India ftel 1577, fu mandato con al
Scrisse un'opera divisa in tre libri intitolata tri missionarii ad Acbar imperatore del Mogol .
Fasciculus temporum sui ordinis. Nel primo Tornato a Goa e inviato a Salsete, con altri
di questi libri ei cerca di mostrare con ogni quattro padri fu posto a morte dagl' idolalri
prova possibile che Elia ed i profeti sono stati il 25 luglio 1582. ·
i fondatori del suo ordine. Il secondo libro al Un altro Acquaviva dimandavasi OTTAVIO,
Iro non contiene che una enumerazione dei ed apparteneva ad una illustre ed antica fami
santi dello stesso ordine. Nel ferzo lesse una glia del regno di Napoli . Fatti progressi nelle
cronologia dei generali che lo governarono. leltere greche e latine e nel diritto, si diede egli
Oltre all'opera suddetta furono stampati di a conoscere a Sisto V , che il fece referendario
Jui : 1. Manuale; 2. Dialogus inter carmelitanum dell'una e dell'altra segnatura e vicelegato
et carthusianum ; 3. Epistolae familiares; 4. De del Patrimonio di S. Pietro. Divenne Cardina .
purilate conceptionis B. V. Mariae; 5. Sermo- le nel 1891 , poscia legato della Campagna di
num de temporeetsanctis libri VI; 6. Quadra- Roma e finalmente legato d'Avignone . Sioppose
gesimale ; 7. Propugnaculum carmelitanum ; agli altentali de' protestanti e governò con tal
ACQUEA - ACRAPATENE 101
prudenza e saggezza che ricondusse la calma cose si frammischiano per modo che da essa
e la tranquillità nella provincia. Il cardinale una terza ne derivi ; nel qual caso se i corpi
Acquaviva amava e proteggeva i letterati e vo unili si possano separare, si debbono al loro ri
lea aver sempre alcun dotto in casa sua. No- spettivo padrone. Quinto:col mezzo della con
minato all'arcivescovado di Napoli , recossi fusione, quando cioè di due cose una terza ne
alla residenza e vi mori ai 13 dicembre 1612, deriva , come nel sopraccitalo esempio del vino
d'anni 32 . e dell'olio. Sesto, per mezzo della prescrizione,
ACQUEA . Solo ricorderemo questa città intorno alla quale alla voce propria diremo.
vescovile dell' Illiria Orientale, perchè un suo Posti questi principii , diremo essere necessi
Vescovo chiamato Vitale sottoscrisse alla let- tà sapere che in due modi ingiustamente si
tera del Concilio di Sardica, ch'era diretta alle acquista qualche cosa . Primo, quando l'acqui
chiese soggette a questa metropoli . Acquea ap- sto è di sua natura ingiusto , come avviene
parteneva pur essa alla metropoli di Sardica. quando lo si fa con danaro rubato o provenien
ACQUI . Anticamente chiamavasi questa cit- te da usura, onde il compratore è obbligalo alla
tà col nome di Aquae Slatelliae. E tradizione restiluzione. a Alcuna cosa malamente si acqui
che i discepoli dell ' apostolo s. Barnaba sieno sta in due modi , dice s. Tommaso, in un modo
stati i primi a diffondere la legge cristiana in quando l'acquisto è ingiusto di per sè, come
questo paese, e che il primo Vescovo ſosse Zaº quando si acquistano le cose col mezzo della
iorino ovvero Zelerino, uno de 65 missionarii rapina, del furto, della usura, che l'uomo è
inviati cola dal papa Silvestro. Estesa oltre- obbligato a restituire ; né di quella pagar le
modo era un tempo la diocesi di questa chiesa decime. » Quando poi la cosa comperata è un
cattedrale, ma col variare del tempi fu di mol- campo, si deve dare la decima al pastore. a Tut.
to ristrella , e dal pontefice Alessandro JII fu tavia, dice lo stesso santo Dottore, se qualche
riunita al vescovato d ' Alessandria. Questa campo sia stato comperato con denaro ricava
unione però non durò molti anni , perciocchè lo dall'usure, l'usuraio è in obbligo di dare
ritornò Acqui ad essere ancora città vescovile, al parroco le decime di quel campo, perchè i
sebbene non comprenda più l'antica estensione. frutti non sono provenienti dall'usura, ma da.
ACQUISGRANA (Concilio dI ). V. AMALARIO. dono di Dio. »
ACQUISTO. Non è altro che uno dei modi In secondo luogo, qualche cosa si può com
con cui si diviene padroni di qualche cosa. Si perare con denaro proveniente da ingiusto
può poi acquistar qualche cosa in molle ma- guadagno, illecito e turpe. « Alcune cose poi si
niere. Prima , in forza dell'alluvione , cioè dicono male comperate, soggiunge il santo dot
quando i fiumi col loro corso tolgono da un tore, perchè si comperano col mezzo di una
podere una parte di lerreno, e la trasportano turpe causa , come col meretricio, coll'istrionato,
in un altro ; per cui il possessore di un podere ed altri simili modi, pei quali non si è tenuto
diviene padrone anche di quella parte di terra alla restituzione. » Anche in questo caso i
che fu col mezzo della corrente del fiume ag- compratori debbono pagare le decime. Pure ,
giunta alla sua. Secondo : col mezzo dell'acces. avverte il medesimo santo dottore , che queste
sione, cioè quando alcuna cosa alla propria si decime non si devono ricevere da coloro che
aggiunge. Questa è di due modi , naturale l'una, manifestamente perseverano nel loro peccato,
come avviene nel parto di una schiava , nei affinché non sembri che la Chiesa favorisca i
feti della pecora , e nelle piante che nascono loro vizii , e scandalo ne derivi , ma che si pos
nel proprio fondo. La seconda industriosa, sono ricevere subito che siensi ravveduti .
quale si è quella, che avviene per mezzo della ACRA. Nome greco che significa in generale
pittura , del fabbricato , delle incisioni delle una citladella. Il re Antioco Epifane, avendo
piante, ecc.; nel qual caso il padrone della fatto edificare una cittadella sur un'eminenza
schiava è padrone dei parti nati da essa , secon- che dominava il tempio, quell'eminenza ebbe
do il dire delle Instituzioni delle cose : il nome di Acra . Vi si costrussero in appresso
Quiquid plantatur, seritur ,vel inaedificatur, il palagio d ' Elena, regina degli Adiabeniani,
Omne solo cedit, radices si lamen egit. quello di Agrippa, gli archivii pubblici ed il
Terzo: lo acquisto del dominio di una cosa si concilio ed il luogo delle assemblee de' magi
fa col mezzo della specificazione, quando cioè strati di Gerusalemme. Jos ., lib. Anliqu., c. 7
dalla materia appartenente al primo padrone e 14 ; e lib. 23, c. 11 , p . 446. Jos ., De bello, 7,
se ne ricavi una nuova specie di cose , come il C. 13.
vino dall'uva , l'olio dalle ulive, ecc. Quarto : ACRABATENE. Cantone della Giudea che
col mezzo della commistione , quando cioè le stendevasi tra Naplusia o Sichem e Gerico
102 ACRABATENE - ACTA SANCTORUM
volgendo ad oriente . Aveva circa dodici miglia delle sacre immagini . Leone Allazio ne parla
o quallro legbe di lunghezza . Traeva il suo nella sua dissertazione : De Script. Simeon .,
nome da un luogo chiamato Ascrabim , situato pag . 84 , e ne cita alcuni passi del suo libro.
a nove miglia o tre leghe da Sichem verso le Adv. Hollinger, p. 200. Abbiamo pure di Co
vante. Euseb. alla v. Acrabe in Jos. De bello, slantino un'orazione sul martire Neofito, una
lib. 2, c. 11 . altra sopra s. Teodoro Ferro, una terza sopra
ACRABATENE. Altro cantone della Giudea S. Giovanni Damasceno, nella quale è prolisso
sulla frontiera dell'Idumea verso l'estremità più che non convenga . Fu anche difensore ze
meridionale del mar Morto. Parlasi di. questa lante della causa dei Greci contro i Latini , e
ultima Acraba tenenel primo libro dei Maccabei. scrisse diverse opere principalmente sopra la
ACRIDA . É una città episcopale di Macedo- processione dello Spirito Santo.
nia e metropoli della Bulgaria sul monte Oier Il secondo Acropolila ossia Giorgio cbe so
vus vicina al lago Licnide donde il Drino slenne importanti missioni , fra cui annoverar
scorre all'entrar nell'Albania . Noi vediamo un si deve quella ch'ebbe dall'imperatore a papa
Vescovo di questa città assistere nell'anno 879 Gregorio X, per ristabilire la pace e la unione
al concilio di Costantinopoli pel ristabilimento fra la chiesa greca e la romana , lasciò alcuni
di Fozio. L'arcivescovo dei Bulgari vi mise in fi- scritti anche in fatto di religione. Questi sono :
ne la sua sede : e gli assegnarono per suffraganee un trattato della fede, della virtù e dell'ani
quattordici chiese, sette col titolo di metropoli ma ; trenta preghiere di cui ei faceva uso dopo
e le altre episcopali . Le prime sono Castoria in la ripresa di Costantinopoli e di cui parla nel .
Dardania , Pelazonia o Baalia aggiunta a Per la sua storia.
leape, Edosser o Bodene, Coritza aggiunta a Se ACSAPH o Axape , città della tribù di Aser,
Jasfora, Belgrado con Canina, Tiberiopolio Stru- il cui re fu vinto da Giosuè. Verosimilmente
mnitza e Gelene o Grebent . Le sette altre chiese Acsaph ed Acriba , di cui parla Giosuè al capo
sono quelle di Sisane, Moglene o Mogline, e Mo 19 , non significano che la stessa città di Ecdip
lesche o Moleschi, di Prespe, di Debron , di Gin pa sulle coste della Fenicia. Si può leggere su
zabe, e di Cora aggiunta con Mocra . Per bene questo punto il libro di Giosuè al cap. 12 ,
intendere tutto ciò è d'uopo notare che quan vers. 90 .
do i Bulgari , nazione selvaggia e barbara di ACTA SANCTORUM . Sono collezioni di rag
Europa , ebbero conquistata la Mesia inferiore guagli intorno agli antichi martiri e santi tan
ed una parte della Dalmazia alla fine del setti- to della Chiesa cattolica quanto della greca. Si
mo secolo, ed abbracciata nel IX la religione usa più comunemente come titolo di un'opera
cristiana che avevano quasi distrutta in tutte voluminosa che comprende tutte queste noti
queste provincie , il loro re domandò al papa zie , cominciata ad istanza dei padri della com
Adriano II un diacono della Chiesa Romana , pagnia di Gesù nell'anno 1645 , da Giovanni
di nome Marino , per Vescovo della nazione . Bolland , gesuita di Anversa , e continuata dopo
Inviato un altro Vescovo dal papa , non trovò la sua morte da altri religiosi dello stesso or
grazia appresso al re, il quale anzi lo scacciò e dine , conosciuti sotto il nome di Bollandisti
s'indirizzò al Patriarca di Costantinopoli che ( Anversa , Brusselles e Tongerloo, 1643-1794 ,
gl'inviò un Vescovo greco . Costui , dopo avere 53 vol . in folio ). Vi si trovano alcune notizie
esercitate le funzioni episcopali ora in una cit imperfette di persone che si sono segnalate per
tà ora in un'altra , fissò in Acrida finalmente santità di vita e costanza di fede al tempo del
sua sede. le persecuzioni dei cristiani fino dai secoli se
ACRON . V. ACCARON . condo e terzo ; le narrazioni particolari e le
ACROPOLITA . Due personaggi distinti ci biografie non essendo cominciate se non col
presenta questo nome , l'uno ajdimandato quarto secolo, dopo del quale furono moltipli
Costantino figlio di Giorgio e soprannomato il cate all'infinito sino alla fine del medio evo .
giovane Melafraste , l'altro Giorgio chia . Dal secolo sesto in appresso si sono ricavate
mato. Amendue si distinsero per dignità appo molte opere da questa immensa massa di ma
la corte di Costantinopoli, e meritarono onori , teriali . La prima collezione critica di leggende
riputazione e stima. Lasciando però noi chec- originali fu stampata da Bonino Mombrizio
chè alla storia profana può appartenere, e solo nell'anno 1474. Ma la gran collezione sovrac
dicendo di quanto è proprio a questi scritti , cennata vince tutte le altre di simil genere in
diremo che il primo compose un'arringa sul estensione, in fedeltà ed imparzialità. Si sce
martire Teodosio, il quale, nalo a Costantino . vera pur anche dalle altre per soda critica e
poli, pati sotto Leone l’Isaurico per la causa per illustrazioni ecclesiastiche eccellenli, che
ADA - ADALBERTO 103
la faranno sempre un tesoro pregiatissimo di anche Addo. 2. Uu figlio di Semei della
storiaecclesiastica , quando la verità siagiudizio- tribù di Beniamino. I Par. 8, 21. – 3. Un
samente separata dai meno autentici racconti, figlio di Jeroam , non però padre di Maasias,
dallo storico che prende a descrivere le manie come dice il Calmet al luogo dei Paralipomeni
re e l'indole di quei tempi . V. BOLLANDISTI . libro 1 , cap. 9, vers . 12. - 4. Il padre di
ADA, una delle mogli di Lamech, madre di Maasias , uno dei capi militari scelti da Gioia
Jabel e di Jubal, che fu il padre di quelli da quando volle far riconoscere Gioas per re.
rammentati al capo quarto della Genesi quali I Par. 23 , 1 .-- 5. Un discendente di Bani
suonatori di cetra, come il primo fu padre di che sposò una donna straniera al tempo della
quelli che si diedero ad abitare sotto alle ten- schiavitù . Esdr. 10 , 29 .
de e diedersi alla pastorizia. ADALBERONE , arcivescovo di Reims, can
Incontriamo nella Scrittura, al capo 36 celliere del regno sollo Lotario e Luigi V , fu
della Genesi , una seconda Ada , figlia di Elon uno dei più dotti prelati di Francia nel decimo
Eteo, e sposa di Esan . Questa fu madre di Eli- secolo. Divenuto arcivescovo nel 969, aduno
faz. E questa medesima donna è nomata anche molti concilii per ristabilire l’ecclesiastica di
Judith figlia di Peori , lo che non deve recar sciplina , e seppe farla osservare colla sua fer
meraviglia, qualora si sappia essere frequente mezza e col suo esempio. Fece venire molti
nella sacra Scrittura il ritrovare che una stes- dotti a Reims, e diede alle scuole di quella cit
sa persona sia con diversità di nome nei sacrità nuovo splendore. Nel 987 Adalberone consa
luoghi in cui cadde di parlare di essa , addi- crò Ugo Capelo, il quale gli continuò la digni
mandata . tà di gran cancelliere. Ei mori il giorno § di
ADAD . La Scrittura fa menzione di molti gennaio del 988. Si trovano molte delle sue
personaggi dello stesso nome. Il primo discen- lettere fra quelle di Gerberlo, e due suoi discor
dente da Esaù, successore di Usam nel regno si nelle Cronache di Moissac. La chiesa di
d'Idumea, regnava ad Avith ; ei disfece i Moa- Reims gli era debitrice della maggior parte dei
biti nel campo di Moab. suoi beni .
Il secondo era un principe del sangue reale ADALBERTO O ALDEBERTO , famoso im
d'Idumea che scappò fanciullo all'eccidio di postore del secolo oltavo, il quale vantava di
tutti i maschi di quella contrada , ordinato da aver ricevuto pel ministero di un angelo am
Gioabbo generale dell'armata di Davide . Si mirabili reliquie, col mezzo delle quali pote
rifuggì in Egitto, dove fu accolto da , Faraone va ottenere da Dio tutto ciò che dimandava. Il
che gli fece sposare la sorella di sua moglie, volgo, i villici , le donne particolarmente , si
Dopo la morte di Davide e di Gioabbo, Adad lasciarono sedurre : fu preconizzato taumatur
ritornò in Idumea , sali sul trono dei suoi pa- go : ei non camminava che seguito da una lur
dri, fece guerra a Salomone, di gran guasti ba immensa. Dei Vescovi ignoranti e compri
travagliò le sue terre , e servi per istrumento gli conferirono l'episcopato. Distribuiva i suoi
alle vendette di Dio onde punire quel principe capelli, e i ritagli delle sue unghie come og.
della sua idolatria . getto di divozione. Persuaso che egli era supe
Il terzo Adap fu l'ultimo re d'Idumea, suc- riore agli apostoli ed ai martiri, ricusava di
cessore di Balanan . Il nome di Adad o Adab consacrare loro chiese, onore che riserba va a
era comune a tutti i re della Siria. sè solo. Nè guari andò che si videro croci ed
ADAD- REMMON città nella vallata di Jez . oratorii sorti sui margini delle fontane e dei
rael , o, come meglio precisa il luogo Barbié du boschi, che rendevano deserti i templi . Dispen
Bocage, città della Samaria nella pianura di sava egli dalla confessione, sotto pretesto che,
Meggeddo nella mezza tribù di Manasse. Fu penetrando nell'interno delle coscienze, non
qui dove avvenne la fatale battaglia nella qua. aveva bisogno di quella per assolvere. Final
le Giosia re di Giuda fu ucciso dalle truppe mente, stanchi i Vescovi di tante strayaganze ,
di Necao re di Egitto. Posteriormente questa lo condannarono, nonché i suoi libri, nel con
città fu chiamata Massimianopoli in onore del- cilio di Soissons nel 744. Adalberto non fece
l'imperatore Massimiano. E distante diecisel caso della loro condanna . Con venne che il papa
te miglia da Cesarea di Palestina, e dieci miglia Zaccaria ne adunasse uno di più autorità in
da Jezrael . Roma , ad istanza di s. Bonifazio, in cui quel
ADATA. Varie sono le persone indicate da fanatico fu nuovamente condannato del pari
questo nome nella Sacra Scrittura . che un altro stravagante d ' Ibernia che faceva
1. Un uomo della tribù di Levi, figlio di le stesse pazzie in Alemagna. Carlomanno e
Etan, e padre di Zara. I Par. 6, 41. Chiamasi Pipino lo fecero carcerare dopo il concilio di
104 ADALBERTO - ADALIA
Soissons, ed è molto verisimile che abbia fini- si celebra il di 29 di aprile ; fu denominato
to i suoi giorni in prigione. I suoi scritti che l' Apostolo della Prusia . Il principe di Polo
furono giudicati degni del fuoco nel concilio di nia Boleslao riscatto il suo corpo per un egual
Roma , non erano che un tessuto d'imposture peso di oro.
e di assurdi . Essi consistevano nella storia del . ADALBERTO. Monaco di Perignano. Mori
la sua propria vita , della quale non resta omai in odore di pietà il 23 dicembre 853. Egli
che il principio, una pretesa lettera di Gesù compose la storia della traslazione del cor
Cristo portata dal cielo da s. Michele, che tro- po di s. Benedetto da Monte Cassino in Fran
vasi , quantunque un poco tronca, nei Capito. cia. Dette due parole sulla distruzione di Mon
lari dell'edizione di Baluzio ; in fine, in una te Cassino, questo autore presenta un compen
formula di preghiere all'uso dei suoi settato- dio di notizie storiche assai curiose sulla fon
ri . Ne furono conservati dei frammenti negli dazione del monastero del Fleury o Perignano.
atti del concilio romano , e nelle lettere di s. Egli è il più antico autore che abbia scritto
Bonifazio . sull'origine di questa abazia .
ADALBERTO (Santo), vescovo di Praga , ADALBERTO (S. ). Primo arcivescovo di
nacque nel 939 di una famiglia nobile Boe. Magdeburgo in Sassonia, fu allevalo fino dalla
mia, Libicenski, e studió a Magdeburgo presso tenera sua età nel monastero di S. Massimiano
l'arcivescovo Adalberto di cui prese il nome.. di Treveri . Egli fu eletto e consacrato Vesco
Reduce a Praga e consacrato Vescovo, fece inau vo de'Rugi o Russi a Magonza l' anno 962.
dili sforzi per correggere i costumi del clero di Giunto al luogo della sua missione nulla oblió
Boemia che lo perseguito e lo costrinse a fuggire per istruire i Russi ; ma senza alcun frutto,
a Roma , dove il papa Giovanni XV lo sciolse ciò che lo determinò a tornare in Alemagna.
dagli obblighi verso la sua diocesi: entrò allora Avendo l'imperatore Ottone 1 ottenuto, dal
in un convento in cui per umiltà faceva il ser- papa Giovanni XII, l'erezione della città di
vigio di cuoco . 1 Boemi lo ridomandarono, ed Magdeburgo in metropoli , s. Adalberto vi fu
il popolo di Praga lo accolse con trasporto di eletto a comun volo primo Arcivescovo, affret
gioia : ma la corruzione della sua greggia che tandosi ciascuno a gara di rendere giustizia al
andava ognora crescendo, lo scacciò di nuovo. suo merilo. Egli disimpegno per tredici anni
La pia sua austerità mal comportava i vizii dei tulli i doveri d'un buon pastore con istanca
Boemi, ed egli si ritirò nuovamente a Roma : bile vigilanza , e mori nell'esercizio delle sue
l'arcivescovo di Magonza si dolse col papa che funzioni trovandosi in viaggio per compire il
Adalberto abbandonasse in tale guisa la sua corso delle sue visite pastorali , il 20 giugno
chiesa ; erasi l'Ungheria convertita allora al dell'anno 981 .
cristianesimo; il vescovo di Praga se ne andó ADALDAGNO (S. ), vescovo di Brema, illu
presso il principe Geisa, e predicò il vangelo strò anche egli il suo zelo per la conversione
agli Ungheri, assistito da un interprete. Eser- dei Barbari . Adam. lib. 2, cap. 1. Fu il succes
cito lo stesso ministero in Polonia , prima a sore dell'arcivescovo Unni , che aveva avuto il
Cracovia, indi a Gnesen di cui fu Arcivescovo . coraggio di annunziare il Vangelo in Danimar
Ma il suo zelo, e forse l'indole altiva del ca al re Gormo, nemico formidabile del nome
suo carallere d'uopo avevano di più difficile e cristiano, e che converti il principe Aroldo fi
più pericoloso assunto. Idolatra era pur tut- gliuolo di cotesto tiranno, senza però battez
tavia la Prussia , nè la fede cristiana era mai zarlo . Unni passò di là dal Baltico fra gli Sve
stata predicata a quelle genti ; egli vi si recò desi , ove nessuno missionario erasi per anche
con debile scorla , e sulle prime predicò con arrischiato di tornare, da sellanta anni in qua
gran frutto a Danzica , allora Gedania. Trallo dopo la morte di s. Apscario , Ivi ei fece rifio
dal suo zelo approdo in un'isoletta, i cui sel rire la fede che vi era stata come annientata
vaggi abitanti lo accolsero con mali modi. In durante i regni tempestosi e sanguinolenti di
timò loro che abbandonassero i loro dei , lo che molti re. Adaldagno. applicossi , come il suo
li eccitò all'ira , per cui nello sdegno lo presero, predecessore, alla conversione dei pagani del
e lo incatenarono : i suoi compagni Cremava Nord , e particolarmente dei Danesi , fra cui il
no : « Non vi affliggete, ei disse loro, però che Cristianesimo cominciò allora a prendere qual
havvi cosa più gloriosa che morire per Gesù che consistenza .
Cristo? » I barbari offesi lo trafissero con lan ADALI , padre d'Amasa, della tribù d'Efraim .
cie, instigati da un sacerdote gentile, ed egli II Par. 28, v. 12.
ottenne in taleguisa l'onore del marlirio. Que. ADALIA . Quinto de' figliuoli d' Aman, che
sto evento accadde nell'anno 997 , La sua festa venne appeso al pati bolo coʻsuoi fratelli per
ADAM ADAMO 105
ordine d ' Assuero, come si legge nel libro di di cui fu formalo, chè Adamo significa Rosso :
Ester al.cap. 9, v. 8 . Dio avendo tratto Adamo dal limo della terra ,
ADAM (Giovanni), gesuita , nativo del Lic gli inspiró un'anima vivente, e gli diede su
mosino , predicò nella quaresima del 1656 al premo potere sopra tutti gli animali della fer
Louvre in presenza del re e della regina , e mori ra . Lo collocò in un orto delizioso, e gli diede
superiore della casa professa di Bordeaux il 12 un precelto di non cibarsi dell'albero della
maggio 1684. Egli acquistossi più fama pel suo scienza del bene e del male sotto pena di per
zelo contro i nuovi discepoli di s . Agostino; che dere la sua felicità , ma instigato da Eva sua
ei chiamava il dollore bollente, l'Africano risº moglie che era stata sedotta dal serpente, tras
caldalo , che per le sue opere, di cui le princi• gredi il precetto, ed in punizione fu scacciato
pali sono: 1. Sermoni per l'avvento, Bordeaux, dál luogo del gaudio e circondato dalle calami
1685 ; 2. Un'ottava di controversia sul SS . Sa. là della vita , fu condannato a procurarsi il
cramento dell'allare, dove le parole di Gesù proprio sostentamento colla falica e coi sudori
Cristo sono prese come figure dai protestanti, della sua fronte. Adamo ebbe dei figliuoli e
e come verità dai callolici, Bordeaux, 1678 ; 3. delle figliuole, fra'primi dei quali si annovera
Trionfo della SS. Eucaristia ecc . contro il mi no Caino, Abele e Seth . Adamo, secondo il sa
nistro Claudio, Sedan , 1671 ; Bordeaux , 1672. cro testo , visse 930 anni .
ADAMA , una delle cinque delittuose città che Adamo fu dotato da Dio di estesissime cogni
furono distrulle dal fuoco del cielo, e sepolte zivni , ed il testo della Genesi , dove parlasi del
sollo le acque del mar Morto . Questa era la la creazione dell'uomo, è sublime.
più orientale fra quelle che furono sommerse, « La longevità di Adamo e degli altri pa:
e sembra che non sia slala totalmente in- triarchi devesi attribuire alla robustezza del
goiata dalle acque, ovrero che gli abilanti ne temperamento , alla frugalità ed alla eccellenza
abbiano fabbricata un'altra sui confini orien- dei frutti antidiluviani non solo, ma massi
tali del mar Morlo ; poichè Ísaia , secondo i mamente al volere divino, il quale ordinò in
Settanta , dice che Dio distruggerà i Moabiti , la tal modo che più presto si propagasse il genere
città di Ar e gli avanzi di Adama . umano, e più agevolmente si tramandassero ai
Un'altra città di questo nome trovavasi nel- posteri il culto di Dio, le arti e le scienze. Ada:
la tribù di Neftali , come abbiamo nel libro di mo in mezzo alle sciagure ed alle più gravi
Giosuè al capo 19, vers. 56. I Settanla la chia- afflizioni che gli trafissero l'anima, ebbe cam
mano Armath , e la Volgata Edem . po di far penitenza del suo peccato . Egli mori
ADAMANZIO . Ved : ADAMO. in tempo che Lamech, padre di Noè, aveva
ADAMITI , sella di eretici del secondo seco- cinquantasette anni ; e nel corso della lunga
lo, il cui capo fa un certo Prodico, discepolo di sua vita fu amareggiato colla perdita di un fi
Carpocrate. Presero il nome di Adamiti , pre- glio innocente , colla riprovazione dell'altro ,
tendendo di avere l'innocenza di Adamo, di e se vide moltiplicare l'uman genere, vide an
cui nelle loro chiese, che chiamavano Paradiso, che crescere a dismisura la corruzione. La
imitavano la nudità ; per cui entrando in esse Chiesa sino dai tempi più remoti, per testimo
si spogliavano dei loro vestiti . Una delle prin- nianza di santo Agostino, tien fermo che Ada
cipali loro massime era la comunità delle don . mo sia salvo, cooie appare chiaramente dal ca
ne. Vivevano , o, meglio, fingevano di vivere po 10 della Sapienza , vers. 1 , 2. »
nella continenza e nella solitudine, condanna Sulla unità dell'uman genere, Ved. Bianchi:
vano il matrimonio , e quando taluno di loro ADAMO DI BREMA , cosi chiamato, non perchè
aveva commesso un qualche delitto , era scac Brema fosse sua patria , ma perchè ei vi fu ca
ciato dalle loro assemblee, dicendo che anche nonico, nacque, secondo qualche storico a Meis
Adamo, losto che mangiò il frutto, fu scacciato sen . Si dedicò per tempo allo stato ecclesiastico
dal Paradiso. Questa eresia fu rinovala in e fece i suoi studi in un convento . Nel 1067,
questi ultimi tempi da un certo Piccardo, nativo Adalberto,arcivescovo di Brema, lo fece canoni
di Fiandra , che si ritirò in Boemia , dove intro co e direttore delle seuole di quella città , cari
dusse questa setta : Trovò seguaci in Polonia ca allora non meno d'importanza che di ono
ed in Inghilterra , ed i nuovi Adamili , da quan- re, poichè quelle scuole erano i soli istituti di
to si narra , tengono le loro radunanze in tem- pubblica istruzione. Adamo consacrò intiera
po di notte, ed osservano esattamente la mas mente i suoi giorni alle sue funzioni , alla pro
sima : giura, spergiura, nè rivelare il secrelo . pagazione della fede cristiana, ed alla compo
ADAMO fu il primo uomo creato da Dio. sizione di una Sloria Ecclesiastica , intitolata :
Ricevette un tal nome dal colore della terra Historia ecclesiastica ccclesiarum hamburgen
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fasc. 11.
106 ADAMO DI EVESHAM_ADAMO ARCHIMANDRITA
sis et bremensis , vicinorumque locorum sc- plare, e quarantaselle sermoni sopra differen
plentrionalium ab anno 788 ad 1072, Copena- ti soggelti , opere tutte che meritarono l'onor
ghen , 1559, ccc. Tale opera , divisa in quallro della stampa.
libri , è la più preziosa e la più particolarizzala ADAMO detto D'Arras. Questi portò il no
che si abbia sulla storia dello stabilimento del me di Arras dalla città in cui nacque e nella
cristianesimo nel Nord dell'Europa. Siccome quale fece vedere i primi germogli di quella
l'arcivescovado di Bremja era il centro delle virtù che doveva in appresso distinguerlo. An
missioni nelle quali Adamo medesimo fu impie- noiato delle cose del secolo, si ascrisse alla ec
gato, egli pure viaggio per le contrade del Nord , clesiastica milizia, nella quale fece conoscere
da Anscario visitate duecento anni prima: cosi come amore del vero servizio di Dio gli avesse
trasse nozioni importanti si dagli archivii del fallo abbandonare gli onori del mondo. E fu
l'arcivescovado, che dalla biblioteca del suo questo amore pella virtù che egli dimostrava
convento, e finalmente dal con versare che egli continuamente che influi fuor misura a distin
aveva fatto cogl'idolatri e coi missionarii . Ada. guerlo anche in mezzo ai ministri dell'altare.
mo viveva all'epoca in cui l'alto clero, dopo Fu egli adunque elevato da prima alla digni
di avere unicamente e per lungo tempo trava. tà di arcidiacono di Parigi, indi fallo canoni
gliato alla propagazione della fede, comincia co di S. Illers. Ma comunque egli cercasse ce
va ad essere occupato dei suoi temporali inte- larsi alla comune ammirazione , sempre nol po
Tessi: aveva pur egli scritta , fra le altre, la sto. tè come avrebbe bramato, che anzi al crescere
ria del suo protettore, l'arcivescovo Adalberto, della sua cura nel vivere vita privata e scevra
uomo vano , abile cortigiano, favorito di En- da quelle gravi cure che fanno i più provetti
rico III , e sempre intento ai mezzi espedienti a tremare nella direzione delle anime, maggio
dilatare ed innalzare la diocesi in cui domina- re era la stima che egli olteneva appo lutti :
va : egli compi quell'arduo assunto con più stima che fu chiaramente manifestata quando ,
saggezza di quella che suolsi credere di trovare alla morte del vescovo di Terouanne , ei gli
in un canonico dell'XI secolo. Aveva molto fu surrogato nell'anno 1213. In questa nuova
letto e piacevagli di cilare, ma sembra dalla dignità nulla ommise di ciò che era proprio
sua poca esattezza che citasse presso che sem- del suo dovere, chè indefesso egli mostravasi
pre a memoria ; il suo stile è semplice e molto nel dirigere la sua diocesi con quella paterna
scorrente, pieno di ravvicinamenti, senza anti. cura che è propria di un ottimo pastore. Se
tesi, ma garrulo e senza nerbo. nonchè quegli che ama vivere la vila della
ADAMO . Soprannominato di Evesuam . Era annegazione e della croce trova sovente anche
questi dell'ordine di s. Benedetto, se si presta nelle ecclesiastiche dignità un inciampo alla
fede al dire del Pitseo, ovvero di quello dei perfezione. E cosi fu del nostro Adamo di Ar
Cisterciensi , secondo l'affermare del Possevino. ras, il quale amò piuttosto occultarsi alla vi
Che che però si voglia credere intorno a queste sla comune, che risplendere sulla calledra ve
opinioni, con viene confessare che egli , nell'or- scovile. Abbracciò egli pertanto l'ordine di Chia
dine cui apparteneva, si distinse non solo per ravalle, ove morì in odore di santità , lascian
virtù , ma ancora per sapere, a modo tale che do la storia di quell'ordine.
merito di essere eletto abale del monastiro di ADAMO DI CORLandon . Ricorderemo que
Evesbam in Inghilterra, donde a lui derivò il sto canonico e decano di Laon che fioriva ver
soprannome di già enunciato. Prova del suo so la fine del secolo dodicesimo e nel principio
talento e della sua doltrina sono alcuni sermo del decimoterzo per il suo libro intitolato :
ni che egli compose per le solennità, ed un vo. Ordinarius ecclesiae , sive ordo divini officii
lume di leltere, dalle quali si conosce come in ecclesia laudunensi , non che per alcune
fossse nelle teologiche discipline versato. soluzioni di diverse questioni sulla sacra Scril
ADAMO. Si sa di questo monaco che fiori- tura ; nelle quali opere egli dimostrò come se
va verso l'anno 1180, eche apparteneva all'or- era commendevole per natali e costumi , lo era
dine premostratense, che amante degli studii , egualmente per dottrina.
lasciò degli scrilli che attestano come il tempo ADAMO ARCHIMANDRITA. Superiore di un
impiegasse utilmente in quelle scienze che deg. monastero di monaci Caldei , ed arcidiacono
giono essere proprie di chi dedicó sé medesimo di Elia patriarca di Babilonia. Quando și
al servizio del Signore. Scrisse Adamo un com tratto di abiurare il nestorianismo che era
mentario latino intorno alla regola di s. Ago- professato da questi, Elia inviò l'archiman
slino ; un trallato del triplice tabernacolo di drila a Paolo V , del quale seppe meritare la
Mosė ; un libro delle tre maniere di contem- stima e l'affetto per modo tale che il ponte
ADAMO - ADAR 107
fice scrisse ad Elia in data del 7 delle calen Di queste una ne scrisse ad Odone vescovo
de di aprile 1614 , dichiarandogli il proprio di Parigi , la quale non ispira che carità ed
amore per Adamo, che riguardava come tene- umillà ; una a Stefano certosino sulla medita
ro figlio a cagione della sua pielà, della sua zione dell'infanzia e della passione di Gesù
regolare condotta, del suo zelo per conoscere Cristo ; una alla contessa di Perche, cui egli
la verità , della sua docilità nel soltornetter- prescrive una regola di vita ; una a Gugliel
visi ed abbracciarla. Reduce in patria con mo ben giovine a cui raccomanda prin
tanle commendatizie, essendosi distinto nel più cipalmente il timore di Dio e la divozione alla
plausibile modo, fu consacrato arcivescovo di B. V. Maria ; una a G. monaco di Pontigny ,
Amida e patriarca di Gerusalemme. Nulla di a cui prescrive il modo di dirigere i novizii ;
più ci dice la storia, restringendosi essa ad an. una ad una vergine nominata Margherita ;
noverare tre sermoni di lui intorno alla fede, una al vescovo di Ely ; una ad uno dei suoi
che si trovano nelle dispute dello Stroza sul amici ; una a Nicolò, cui egli esorta a conti
domma dei Caldei, pag . 19, 205 , 225. Il pri- nuamente pensare a Gesù Cristo, e principal
mo è conforme alla dottrina dei nestoriani , mente a pensare alla divina infanzia di lui ;
alla quale Adamo aderiva ancora allorchè lo una all'abate di Turpeny intorno alla divo
compose ; il secondo ed il terzo sono cattolici , zione a Gesù ed a Maria ; una a B. canonico
e furono scritti dall'autore dopo l'abiura che di Tours, ove spiega la maniera con cui Ma
fece a Roma del nestorianismo . ria ha glorificato il Signore ; una a'suoi fratel
ADAMO. Questo nome sovente Trovasi se li , a cuiraccomanda la dolcezza e l'unità, e
gnato nella storia della sacra letteratura, pre- sortandoli a portare il giogo di Cristo ; una ad
sentandoci essa opere diverse di materia scrit un amico cui esorta al dispregio del mondo ;
te da autori che Adamo si addimanda vano . una ad altro amico, ove tratta dell'odio del
Abbiamo infatti di Adamo D'Alderspac, re- vizio , dell'amore alla virtù , e del dispregio
ligioso cisterciense, un trattalo di teologia mo- della vanità ; una all'abate di Vernuce , in
rale. cui parla della penitenza o confessione; una
Scrisse sulla Cantica, su s. Dionigi Areopa- alla contessa di Chartres per eccitarla al dis.
gita ed intorno al maestro delle sentenze Ada- pregio del mondo ed all'amore di Dio ; una a
MO di Marisco, frate francescano, sopranno- G. arcidiacono di Beslem sul silenzio ecc.
minato Doctor illustratus. ADANA . Due sono le città che portano que
De cavendo ab haeresi ; De ordine mona sto nome. La prima è vescovile sotto la me
stico; Dialogus rationis et animae, furono com tropoli di Tarso. La seconda è nell'Armenia,
posti da Adamo cisterciense. e merita essere ricordata per due concilii che
De sumplione Eucharistiae, de patientia tri- vi si tennero, l'uno nel 1316 sulla riunione ;
bulationum ecc., ebbero ad autore cerlo Apamo l'altro per confermare il concilio di Sisa, co
denominato il Certosino. me narra il Galano nella sua opera intitolata :
Una traduzione e correzione del Talmud de Concil. Armen .
gli Ebrei è opera di Adano od ADAMANZIO , ADAR , figlio e successore di Achobor re del.
agostiniano di Firenze, che la imprese per or- l'Idumea. Regnò nella città di Phau , come ab
dine di papa Gregorio XIII , e che la lasciò in- biamo nella Genesi al capo 36 , vers. 59. Cosi
completa perchè dalla morte sorpreso . dice il Calmet, il quale era certamente, per
Di Adamo infine soprannominato il vecchio, ciocchè non fu nè figlio nè successore di Acho
monaco cisterciense , sono alcuni trallati di bor; ma bensi succedette a Balanan , che non
pietà , ed un volume di sermoni latini . trovasi donde dedurre che fosse suo padre: per
E poichè abbiamo noi parlato di opere, i cui ciocchè a Seir la monarchia era elettiva.
autori ebbero il nome di ADAMO , forniremo ADAR , dodicesimo mese dell'anno santo
l'articolo presente dicendo degli scritti di certo degli Ebrei, e sesto dell'anno civile. Non ha
Adamo di Perseigne, abate dell'ordine di che ventinove giorni , e corrisponde al nostro
Cistercio, che fioriva sul finire del secolo duo- febbraio ; ed alle volte entra anche nel mese
decimo, colla riputazione di uomo commende- di marzo, secondo il corso della luna . Nel ter
volissimo per santità, eloquenza e cognizioni zo giorno di Adar fu compiuta la fabbrica
si nelle umane lettere che nelle divine. E qui del tempio per le sollecitudini di Aggeo e di
a tacere dei suoi sermoni a monaci congregati Zaccaria, e si fece la dedicazione. Nel settimo gli
in capitolo , del suo Mariale, nonché di quan- Ebrei celebrano un digiuno in onore della
to scrisse intorno ai santi , ci fermeremo a dire morle di Mosè. Nel tredicesimo celebrano il di
delle varie sue lettere. giuno che chiamano di Ester, in memoria di
108 ADAR -- ADDERETH
quello di Ester , di Mardocheo e degli Ebrei mandato dalla storia di uno di quegl' invitti
di Susa per distruggere le sventure di cui era- che soffrirono il martirio verso l'anno 503
no minacciati per opera di Amano. Nel quate sollo l'imperalore Diocleziano, quando una cit
tordicesimo hanno la festa del Purim ovvero tà della Frigia in cui esercitava l'uffizio d'ins
delle Sorti , in ricordanza di essere stali libe- tendente delle finanze del dominio imperiale fu
rali dalla crudeltà di Amano. Il vigesimoquin- messa a ferro e fuoco da'soldati di questo perfi.
to ricordava Geconia re di Giuda innalzato da do imperatore, che abbominavano il nome cri
Evilmerodac sopra tutti gli altri re che erano stiano. La memoria di lui, e quella degli altri
alla sua corle, Siccome l'anno lunare degli suoi compagni viene celebrata nella chiesa il
Ebrei è più corto del solare di undici giorni , giorno 7 di febbraio .
i quali al termine di tre anni formano un ADAUCTO O AUDACTO . Viveva nel quarto
miese, così allora intercalano un tredicesimo secolo al tempo della persecuzione di Diocle
mese che chiamano Veadar, ovvero il secondo ziano. Compagno di Felice vescovo d ' Africa ,
Adar, che ha ventinove giorni . divideva con lui le fatiche a diffondere la luce
ADAR , ovvero Hazer - ADAR, villaggio indi . dell'Evangelio, ed a mantenere nella fede i cre
cato nel libro dei Numeri al capo 39, ed in Gio- denti . Presi entrambi quando i cristiani si rin
suè al capo 15. Barbie ritiene che fosse una città tracciavano nell' Africa secondo gli editti del
collocata ai confini del paese di Canaan, verso l'imperante, inutilmente furono tentati e tor
il sud , non lungi dal deserto di Cades- Barne. mentati , affinchè , rinunziando alla verità , ab
ADAR -CONIM , specie di moneta di cui par. bracciassero la religione idolatra , chè fermi
la il primo dei Paralipomeni al capo 29 , e che persistendo nel confessare la legge di Gesù Cris
la Vulgata traduce per soldi d'oro ed i set sto, dal furore degli empi ebbero la palma del
tanta per pezzi d'oro . Era una specie di dari- martirio.
co che valeva 20 dramme di argento , secondo ADAZER , luogo confuso con molta verisi
alcuni, e, secondo altri , corrispondeva a undi- miglianza da molti autori con la cillà di Adarsa
ci lire, undici soldi , nove denari ed un quarto (V.) ch'era nella tribù di Efraimo, quattro mi
della monela francese. gliadistante da Bethoron , e poco luogi da Gopla
ADAREZER , figlio di Rohob re di Soba na . Questa confusione però non deve aver luo.
nella Siria . Davide, mossosi alla conquista del go, perchè nel testo sono separatamente nomi:
paese sino all'Eufrate, lo sconfisse, facendogli nale amendue.
prigionieri ventimila fanti , mille seltecento ca ADBEEL , terzo figlio di Ismaele, e capo di
valieri , e mille cocchi a quattro cavalli . Vana una tribů d' Ismaeliti , Gencs . 95 , 13.
mente gli alleati di Adarezer vennero in aiuto ADDAR , Gglio di Bale, nominato anche Hered
di lui , poiché essi pure rimasero vinti . Fu nel libro dei Numeri al capo 26 .
grandissimo il bottino riportato a Gerusalem Eravi anche di questa nome una città nella
me da Davide dopo questa battaglia. La Scrit- tribù di Giuda , come si legge in Giosuè al ca
tura menziona le armature di oro di Adarezer po 15, ed un'altra in quella di Efraimo, che
e l'immensa quantità di rame e di bronzo por- nel primo libro de'Maccabei è addimandata
tata via dalle città di Bete, di Berolh , di The- Adarsa e Adazer. Fu presso di questa che se
bath e di Chan, e ricorda l'oro e l'argento gui la rinomata battaglia tra le genti di Giu
tollo alle genti soggiogate. Tutte queste cose fu: da Maccabeo, e quelle di Nicanore, ai tredici
rono da Davide consacrate al Signore , come del mese di Adar . Nicanore in questo conflit
allestano il primo libro dei Paralipomeni al to rimase morlo sul campo, e tutto il numero
capo 18, ed il secondo dei Re al capo ottavo. so esercito di lui fu tagliato a pezzi da pochi
ADARSA . Era questa una città appartenen prodi . Era situata tra Bethoron e Gazara, che
te alla tribù di Efraimo, lontana quattro mi- stavano dalla parte australe della stessa tribu
glia da Belhoron , e chiamata col nome di Ada di Efraimo.
zer nel primo libro dei Maccabei al capo selli Eusebio ricorda aneora un'altra Addar nei
mo, vers. 45. È degna di ricordanza in princi, contorni di Lidda avvero Diospoli , nel cantone
pal modo pella celebre ballaglia avvenuta nel di Thainna.
le terre che da lei dipendevano fra Giuda Mac ADDERETH , nome ebreo che davasi, ad
cabeo e Nicanore, il primo dei quali con 3000 una specie di mantelló falto di pelle o di ricchi
comballenti disfece l'esercito del secondo com tessuti appo gli Ebrei e gli Orientali . Quello
poslo di 35000 persone , come si legge nelle fatto di pelle era visato dai poveri , dai dovizio:
Antichita gindaicheal libro dodicesimo, capo 17. si il secondo, Gen. 25 , 23 ; Jos . 7 , 21 , IV Reg .
ADAUCTO . Il solo nome è queslo a noi tra- 2 , 8 ; Jon . 3 , 6. Zucc. 15, 4 .
AD DOMINUM - ADELAJDE 109
AD DOMINUM . È questo il principio di ra di questo profeta fosse intitolata Midrasch ,
un Salmo di Davide secondo la Vulgata , di ossia ricerche : della sua vita però non si sa
quel Salmo che è il primo dei quindici che alcuna particolarità . Sembra tuttavia che egli
chiamansi Graduali. In questo Salmo il pro- abbia scritto qualche profezia contro Geroboa
feła si lamenta e della pravità dei detrattori mo figlio di Nabal in cui trovasi una parle
suoi , e della lunghezza del suo esilio. della vita di Salomone. Gioseffo ed altri con
Il suo titolo, che è concepito nei ternini se- lui ritengono che questo Addo sia stato in
guenti , cioè Canticum gruduum , molte cose viato a Geroboamo quando trovavasi a Betel
ci propone a considerare. Tcodozione pure tra- dedicando l'altare dei vitelli d'oro.
duce Cantica ascensuum , ed Aquila e Simmaco , L'Addo, di cui scrive Zaccaria al capo primo,
Cantica pro ascensibus. Nella versione caldea verso 1 , era padre di Barachia ed avo di Zac
leggiamo : Canticum in gradibus abyssi: iscri. caria. In Esdra è nominato semplicemente fi
zione al certo oscura , ma però dilucidata da . gliuolo di Addo.
gli Ebrei nel Talmud . Tract. Succah. cap. 5, Addo addimandavasi anche uno dei princi
sect.4. Narrano questi pertanto , che al tempo pali sacerdoti che ritornarono dalla schiavitù
del secondo tempio, mentre, finita la schiavi di Babilonia con Zorobabele, Neh . 12 , 4 .
ti , si giltivano di esso le fondamenta, scaluri ADDUS . Ciltà della tribù di Giuda, dove
dalla terra una copiosissima vena di acque, che Simone Maccabeo pose il suo campo per in
elevandosi all'altezza di 1300 cubili, minac. pedire a Trifone, che aveva proditoriamente
ciava d'innondar tutto il mondo , se cerlo fatto prigione Gionata Maccabeo , l'ingresso
Achitofele non vi fosse accorso , ed opportuna: nel paese. Da alcuni si ritiene che sia la stessa
mente non avesse scritto l ' ineffabile nome di città che Adiada . Parlasi di essa nel primo
Dio sopra i quindici gradini del tempio. Que- libro dei Maccabei ai capi 12 e 13.
sło fu opposto siccome argine alle acque che ADELAIDE (Santa ), era figlia di Rodolfo II,
crescevano. Tale è la favola ideata dagli Ebrei re di Borgogna, uno di quelli chc disputarono
intorno a quelle parole del Salmo 129 De il regno d'Italia ad Ugo conte di Provenza . I
profundis clamaviad te, Domine. Il Tremellio duci rivali , avendo fatto la pace nel 933, con
però ed il Giunio traducono l'iscrizione cbrea vennero che Adelaide sposalo avrebbe Lotario
per Cantica excellentiarum ; la qual traduzio. figlio di Ugo. Il matrimonio però non si fece
de non dispiace al Muis ed agli altri interpre- che nel 947 ; quindi Adelaide tocco il sedicesi
ti . La lezione però più comunemente ricevu mo anno, nel tempo stesso che Berta sua ma
ta è quella di Canticum graduum. dre, dopo dieci anni di vedovanza, si marito
Che cosa sieno questi gradi , e perché a tali con Ugo 11. Il matrimonio di Adelaide con Lo
salmi sia slalo dato un tal nome, vedremo la tario fu avvelenalo da timori e da affanni con
cosa più opportunamente e con maggior dif. tinui. Berengario, marchese d' Ivrea, prese le
fusione quando l'articolo GRADUALI ( V.) chia. armicontro Ugo, e lo sforzò a porre al capo di
merà sopra un tal punto la nostra attenzione, suo figlio la corona ; ma non pago della prima
ADDI era figlio di Cesan , e padre di Mel . rivoluzione, e volendo regnare egli stesso, si
chi . È collocato da s. Luca fra gli antenati crede che volesse avvelenare Lotario nel 950.
di G. C. Allora si fece incoronare col nome di Berenga
ADDO , figlio di uno dei discendenti di Le- rio JI, e nel tempo stesso volle dare Adelaide
vi , è il medesinio che Adaia , in isposa a suo figlio Adalberto, ciò che avendo
Molli sono ancora i personaggi di questo'no la principessa ricusato, la fece chiudere nel ca
me nella Scrittura . Nel libro terzo dei Re si stello di Garda, sulle sponde del lago di tal
trova un Addo figlio di Aminadab, cui Salo nome. Confinata nel fondo di una torre non
mone affidò il governo del cantone di Maba- " aveva che una fantesca per servirla ; ma la
naim . Cosi dice il Calmet, lo che però non è sua bellezza, la sua saggezza, la sua pietà ave
appoggiato a verità , perciocchè questo Addo vano guadagnali tutti i cuori, ed ognuno che
era figliuolo di Ahinadab , il quale ebbe da l'aveva conosciuta, non istudiava che il mezzo
Salomone il governo di quel påese, come ve. di strapparla da si orribile cattività. Un prete,
dremo a quella voce. V. AHINADAB . di nome Martino, riusci finalmente a scavare
Nel secondo libro dei Paralipomeni , al capo una via sotterranea , che penetrava sino alla
dodicesimo, parlasi di un Addo che fu profela torre, e fece fuggire la regina con la sua fante,
del regno di Giuda ; e scrisse le gesta dei re sca. La condusse all'altra estremilà del lago di
gni di Roboanjo e di Abia. Sembra da questo Garda, e non osando fidarsi a niuno, la nascose
libro medesimo al capo tredicesimo che l'ope- nei canneli, nutrendola di pesci che egli stesso
110 ADELBERTO - IDELELMO
pescava dal lago. Fraltanto,Alberto Azzo, signo- Si conserva porzione di sue reliquie in una
re di Canossa , che dal prete aveva avuto antici- bella cassa che fa parte del tesoro di Annover.
pato avviso del fatto, raccolse on drappello di Sant'Odilone, abate di Clugnì, ha scritto la vita
cavalieri , con cui venne a prendere Adelaide, di lei .
e la condusse nella sua fortezza. Canossa, nel ADELBERTO . Monaco e discepolo di s.
distretto di Reggio presso al fiume Enza , era Vincenzo di Metz, fioriva nel secolo decimo, fa
fabbricata sopra una rupe isolata , e tagliata cendosi vedere colle opere come seppe ollima
perpendicolarmente. Frattanto i signori italia- mente prolillare delle lezioni e dell'esempio
ni , irritati contro Berengario, avevano a’davni del suo maestro. Nè solamente per pietà era
suoi invocalo il soccorso di Oltone di Sasso- egli commendevole , ché una cronaca dedicata
nia. Il monarca alemanno entrò in Italia pochi al vescovo Adalberone in cui tesse la serie dei
mesi prima che fuggisse Adelaide, arrivò sino vescovi che governarono quella chiesa fino al
a Pavia, senza incontrare resistenza, ed Alber- suo tempo, è prova come sapesse congiungere
to Azzo condusse in quella città Adelaide, che all'esercizio delle virtù claustrali anche l'amo
Ottone sposò nella festa di natale dell'anno re agli studii . Nè questo fu l'unico lavoro dela
951. Tale maritaggio non dava all'imperatore le sue cognizioni letterarie , perciocchè nella
nuovi diritti sul regno d'Italia , ma l'amore Sloria letteraria di Francia , al lomo sesto ,
degli Italiani per la bella ed infelice principes- pag. 396 , troviamo che di lui si parla , come di
sa loro gli facililo la conquista . Adelaide du- autore di un compendio dei Morali di s. Gre
rante il regno del secondo marito, e di suo fi- gorio sopra Giobbe, che intitolo Specchio, po
glio Ottone II , si rese sempre più cara ai suoi tendo servire al lettore siccome mezzo utilissi
sudditi per la sua pietà e per le sue virtù . 11 mo alla cognizione dei proprii spirituali biso
clero, riconoscente alla sua munificenza, mosso goi . Quest'opera fu ricevuta con massimo pia
dalla realtà dei fatti, e dalla verità dei prodigii cere, poichè le cose in essa contenule servivano
che attestarono la santità di sua virtù , l'ha ca- grandemente al bene di ogni persona.
nonizzata. Il papa Silvestro II la chiamava ADELELMO (S. ). Figlio di un gentiluomo,
lo spavenlo dei regni, e la madre dei re, ma mostrò fino dai suoi primordii un disprezzo dei
Ottone II si lagnava alcuna volta della sua li- beni terreni ed un vero amor dei celesti. Come
beralità . Nell'anno 978 incorse discordia fra fu in potere di operare conforme alle sue bra
il figlio e la madre, onde Adelaide, allontanata me, distribui i suoi beni ai poveri , e rimasto
dalla corte, fisso sua dimora in Pavia. Nel 980 privo dei genitori , se ne andò in pellegri
ella si riconcilio coll'imperatore mediante le naggio a Roma. Nel viaggio incontratosi col
cure di s. Mayeul , abate di Clugni . Oltone III, beato Roberto, dopo trallen utisi in colloquii
suo nipote, troppo ascoltando la gelosia di Teo- spirituali , tanto s'infervoro della vita mona
fania sua madre, la allontano nuovamente dal . slica , che a lui promise di farsi religioso nel
la corte ; ma una subitanea morte avendo ra suo con vento, come in patria riedesse . E cosi in
pita Teofania, Adelaide fu obbligata ad assu- fatto successe,e dappoichèebbe compiuto a piedi
mere la reggenza. Staccata in certa guisa dal il suo pellegrinaggio , digiunando tutti i giorni,
mondo, la principessa considero il potere con ecceltuate le domeniche e le feste, pregando Dio
feritole come un gran peso. Si diede per altro continuamente, e chiedendo elemosina. Entra
con instaticabile sollecitudine all'amministra- to nel monastero, breve tempo stette qual sem
zione dei pubblici affari, e lungi dal trarre ven- plice monaco, chè pelle sue virtù a lui venne
detta degli autori dei suoi mali passati , cercò dalo il grado di maestro dei novizii, indi , se
ogni occasione di beneficarli. Forzata qualche condo le asserzioni di alcuni storici, fu elello
volta ad usare severità, la temperava colla dol- abate. Lasciando però noi le incertezze, poiché
cezza. Per l'ordine e pella regolarità la sua tutti non concorrono nell'affermare tale ele
casa offeriva la sembianza di un monastero.zione, ed altenendoci a quanlo è verilà storica,
Adelaide institui stabilimenti pii in diverse asseriremo che chiamato ne' suoi stati da Al
provincie, e specialmente nella citta di Magde- fonso VI re di Castiglia e di Leone, ivi governo
burgo , ove per lungo tempo fece residenza. l'ospizio e la cappella di S. Giovanni Evange
Nulla trascuro per la conversione delle genti lista di Burgos, e fu abate di un monastero
dell'isola di Rugen e di altri idolatri del Nord . che fondò sotto la regola di s. Roberto , ed in ,
Nell'ultimo anno di sua vita intraprese il sieme diresse un opistale che vi fece fabbricare.
viaggio della Borgogna per riconciliare il re Eminente in virtù, fini santamente i suoi gior
Rodolfo coi suoi sudditi, ma mori per via a ni nell'anno 1100, ed è celebrata la sua festa
Seltz in Alsazia ai 16 dicembre dell'anno 999. il giorno 50 gennaio.
ADELGREIF-- ADEODATO 111
ADELGREIF (Giovanni ALBERTO) , fanati- virtù , per modo tale che dopo non molto egli
co del secolo XVII . Costui diceva che sette An- fu eletto abate del monastero di Malmesburi,
geli lo avevano incaricato di rappresentare Dio che resse per più che trenta anni con alta ri
in terra, di sbandirne il male, e di battere i putazione di saggezza, di doltrina e di santità .
sovrani con verghe di ferro : si dava i titoli Diviso il paese dei Sassoni in due diocesi dopo
d'imperalore, di re dei cieli, di padre eterno, la morte di s. Eddo, ad una di queste fu no
di giudice dei vivi e dei morli, ec. Tali pretené minato Adelmo qual Vescovo, nella qual di
sioni erano pericolose in un secolo in cui la gnità dimostrò quel zelo e quella vigilanza che
follia non faceva perdonare l'empietà . Fu im conviene ad un perfetto pastore, ed in que
prigionato a Koenigsberga, accusalo di eresia, sta maniera resse quella chiesa per quattro
di magia, condannato a morte, e giustizialo il anni , cioè sino all'epoca della sua morte che
di 11 ottobre 1636. Sapeva perfettamente avvenne il 25 maggio dell'anno 709, giorno
il greco, il lalino, l'ebraico, e parecchie lingue in cui dal martirologio viene ricordato il nome
moderne. Morendo sostenne che il giorno terzo di lui . Non appena moriva che diffondevasi il
risusciterebbe. I suoi dodici articoli di fede ,che nome suo siccome quello di un santo , ed
sono dodici articoli di empielà , e delle più as. aveva ben tosto un cullo religioso in tulla
surde e strane cose che uomo possa ideare, fu- l'Inghilteșra.
rono solennemenle condannati con tulli gli Sebbene ogni sollecitudine ponesse nella
altri scritti di lui , che si possono riguardare cura che gli veniva affidata e quale abate e
non solo come parto di un cuore corrotto ollre qual Vescovo, tuttavia sa peva trar donde occu
misura, ma come un nucleo di tullo ciò che pare oltimamente quei ritagli di tempo che
pazzamente può un uomo sostenere, che sia siccome ricreazione o riposo potevano a lui es
privo d'intelletto e di ragione. Si potrebbero , sere concessi . E fu in questi che egli scrisse De
in una parola a dirlullo, addimandarli raccol- laude virginum ; de virginilate ; una lettera
ta delle umane follie. sulla celebrazione della Pasqua contro gli er
ADELMANNO , discepolo di Fulberlo ve rori dei Breloni ; un trallato dei peccali capi .
scovo di Chartres, era ondiscepolo di Beren- tali, ecc ., opere lutte che già furono fatle pube
gario . Eletto vescovo di Bresse vesso l'an- bliche col mezzo della stampa .
no 1048, come intese che Berengario negava la ADEMARO ovvero AIMARO, nato nel 988, del
presenza reale del corpo di Gesù Cristo nel Sa- l'antica casa di Chabanais, monaco di S. Cybar
cramento dell'Eucaristia e che insegnava sì di Angoulême e di S. Marziale di Limoges, si
fallo errore, gli scrisse una lellera, nella quale, rese celebre nell'XI secolo per l'ardore con cui
dopo avergli rammentata l'antica loro relazio sostenne la disputa sul preteso apostolato di s.
ne e quella con Fulberlo vescovo di Chartres, Marziale, seguendo alcuni atti falsi recente
comune loro maestro, lo scongiura ad abban- mente fabbricati. Morì in un viaggio per Ter
donare il suo errore, facendogli vedere non es ra Santa nel 1030. La sua Cronica di Francia
sere impessibile a Dio , che tullo creò dal nien. dall'origine della monarchia arriva fino al
te, di cangiare il pane ed il vino nel corpo e 1029. Sebbene non sia esalto per la cronolo
nel sangue di Gesù Cristo. Aveva anche ante- gia , e che gli eventi sieno registrati senza ordi .
cedentemente scritto sopra di tale oggetto a ne , è nondimeno un monumento utile per la
Paolino vescovo di Melz, affinchè ammonisse storia, principalmente dopo il tempo di Carlo
Berengario, e lo eccitasse a ravvedersi dell'er- magno. Essa fu data in luce dal p. Labbè nella
ror suo, ma questa ultima lettera andò ormai sua nuova Biblioteca di manoscrilli, con alcu
perduta , non rimanendo che la prima nella nediminuzioni e correzioni , e passò poscia
collezione degli autori che trattarono sull'Eu- nella maggior parte delle compilazioni sulla
caristia , e nelle Biblioteche dei Padri . storia di Francia. Il p. Labbé ha fallo conosce
ADELMO (S.). Apparteneva ad una nobile re col mezzo della stampa Commemoratio abba
famiglia del regno di Westsex o dei Sassoni. tum S. Marlialis dall'848 sino al 1020, ove si
Ognicura ebbero i suoi genitori onde fosse ed u . trovano varii tratti della storia della diocesi di
cato non solo nelle scienze , ma ancor ne'co- Limoges. Negli Analecta del p. Mabillon si
stumi , ed a tale oggetto lo collocarono giova. legge la gran leltera di Ademaro sull'aposlo
netto nell'abbazia di S. Agostino di Cantorbe. lato di s. Marziale.
ri . Abbracciata la vita monastica nell'an . ADEODATO , papa eletto nell'aprile del 673,
no 667 , si pose sotto la disciplina di s. Adria. successe a Vitaliano ; era per nascita Romano,
no, abate del monastero di s . Agostino, ove educato nel monastero di S. Erasmo sul monte
fece progressi straordinarii nelle scienze e nelle Celio, di cui crebbe gli edifizii, e nel quale pose
112 ADEODATO - ADIEL
un abate ed una comunilà . Adeodalo , di cui la ADHA . Festa che i marmellani celebrano
storia non fa più nolabile menzione, mori nej ai 10 del mese di Dhoulhegiat, che è il duodecis
giugno dell'anno 667 , dopo qualtro anni e due mo ed ultimo dell'anno loro. Questo mese es
mesi di pontificato. Il bibliotecario Anastasio lo sendo particolarmente destinato per le cerimo
dipingesiccome pontefice di teippra dolce, alla . nie che si osservano dai pellegrini alla Mecca,
bile, e largo di elemosine verso i poveri. Donno prende il suo nome da tale circostanza , perchè
11 o Domno occupòdopolui il soglio pontificale. la parola significa niese del pellegrinaggio. In
ADEODATO ( S. ). Apparteneva a nobilissima detto giorno sacrificano con gran solennilà alla
famiglia della Neustria, ossia della Francia oc- Mecca, e non altrove, una pecora che si chiama
cidentale. Fin dalla sua giovinezza si consacrò collo stesso nome della festa . I Turchi chiama
con tale ardore alla virlù che fu giudicato de no comunemente questa festa il Grun Bairam
gno del chericalo, del sacerdozio e dell'episco- per distinguerla dal piccolo che melte fine al
palo. E già in ques’uliimo grado succedelte a loro digiuno, e che i cristiani del Levante
Raurace, vescovo di Nevers, nell'anno 655. In chiamano la Pasqua dei Turchi. S Maomettani
tale dignità costituito, ogni sua premura era celebrano questa festa fuori della città della
quella di istruire il suo popolo e trarlo al bene Mecca in una valle dei contorni , e qualche
non solo colla frequente predicazione, ma an- volta vi sacrificano un cammello .
che col suo esempio : nella preghiera era pure ADIABENE , contrada della Siria bagnala
indefesso . Amante però della solitudine e della dal fiume Lico che si scarica nel Tigri . JE
vita penilenle, abbandono il suo vescovato , nome di Adiabene non leggesi nella Vulgala,
onde interamente dedicarsi al Signore nell'a ma di esso la menzione Gioseffo al libro via
sprezza del vivere é nella contemplazione. A gesimo delle sue Antichilà, dove favella di Ele
tale oggetto si ritirò nei monti Vogesi , dove na regina degli Adiabeniti, e di Izato suo figlio
si nascose in una caverna, in cui visse per convertili al giudaismo al tempo dell'impera
qualche tempo, solo nutrendosi di erbe salvati tore Claudio verso l'anno 41 di Gesù Cristo .
che. Scoperto, ebbe provvigioni in abbondanza , Sonovi alcuni scrittori che sostengono che
fabbrico tosto in questo luogo una cella ed questa regina e suo figlio abbracciassero il cri
una cappella sollo il nome di S. Marlino, é slianesimo , e Gioseifo volle onorare la sua
come poscia ebbe in dono da Cbilderico II re nazione , menzionando una conversione di ris
di Austrasia una valle, che egli chiamò la val- ' nomale persone ed appropriando ai suoi quan .
le di Galilea, fece costruire un monastero, po- to era gloria alla Chiesa cristiana.
nendo i religiosi che vi si raccolsero da prima Secondo l'opinione di Eugenio Bore, il Tigri
solto alla regola di s . Colombano, indi a quella è anche oggidi nominato dai Caldei Zeba o
di s . Benedetto. Incapace per la vecchiaia, e Daba , dal qual nome gli antichi Adiabene
perchè privo di forza a cagione delle aspre e chiamarono tutta la contrada o prese da esso
lunghe sue penilenze al lavoro delle mani , irrigato, che estendevasi talmente al sud da
andò a rinchiudersi nell'antica sua cella di S. venir confuso con l'Assiria medesima.
Martin , donde dava quei saggi precetti che ADIAFORISTI, voce formatasi dal vocabolo
ottimamente servivano alla perfetta direzione greco diaphoros, differente , dall'a privativo,
del suo monastero, lo che fece sino al giorno onde viene a significare indifferente. Cosi chia
ultimo di sua vita che fu , secondo alcuni, il 19 mavansi nel secolo XVI i seguaci di Melanto
di giugno dell'anno 679 , e, secondo altri, delo ne, che quantunque partigiani della dottrina di
l'anno 684 . Lutero , riconoscevano tuttavia l'autorilà della
ADER ( LA TORRE DI). Secondo s. Girolamo, è Chiesa. Più tardi si diede tal nome ai Lutera
questo il nome del luogo dove l'angeloannun- ni moderati che sottoscrissero al così dello
ziò ai pastori la nascita di Gesù Cristo . Interim ,
ADESSENARII . Nome di una setta di eri ADIAS addomandavasi un Ebro fra ' discen
stiani che ammeltevano la presenza reale del denti di Bani, che ritornò dalla schiavitù di
corpo di Gesù Cristo nell'Eucaristia, quan- Babilonia . Questi essendosi sposato a donna
tunque non per via di transustanziazione . Dif- idolatra nel tempo della schiavilù contro il
ferivano perciò considerevolmente fra loro stes- pracello della legge, al ritorno la ripudio, come
si quanto a questa presenza , essendochè alcuni si legge nel primo libro di Esdra al capo 10 .
sostenevano il corpo di Cristo essere nel pane, ADIEL , figlio di Adiel, della tribu di Giuda.
altri intorno al pane, altri solto il pane. Il Cosi asserisce il Calmet al capo 4 del primo
nome loro deriva dal latino adesse, esser pre- libro dei Paralipomeni. Egli però va erralo ,
sente. Ved , anche IMPANATORI. perciocchè il leslo non nomina il padre di
ADIN-ADIURAZIONE 113
Adiel, ma dice soltanlo che Adiel era della tri- cosa dallo stesso Dio contestando la di lui mi
bù di Simeone e capo di sua famiglia . Altri lo sericordia ed i meriti di Gesù Cristo ; e di
fecero figlio di Asiel , ma questo pure è un questa adiurazione spesso fa uso la santa Chie
errore . sa ; e di essa uso primamente s. Paolo scriven
Troviamo un altro Adiel, ricordato al capo do ai Romani , al capo 12 : Obsecro ilaque vos,
9 del libro sopraccitato . Questi era figlio di fratres, per misericordiam Dei, ut exhibeatis
Jesra e padre di Maasai . E chiamato Azrael fin corpora vestra hosliam viventem , sanctam , Dei
glio di Ahasi e padre di Amasai, nel libro di placentem .
Neemia al cap 11 . E imperativa , quando per la interposizione
Il terzo Adieu, di cui parla il primo libro del nome divino comandiamo qualche cosa ai
dei Paralipomeni al capo 27, era padre di As- sudditi , come fece s. Paolo nella sua prima let
moth , uno dei dignitarii alla corte di Davide. tera a quelli di Tessalonica, scrivendo al capo
ADIN , capo di una famiglia, i cui discenden . 5. Adjuro vos per Dominum, ul legatur epistola
ti , in numero di 454 , ovvero di 655 , rilornaro. haec omnibus sanctis fratribus. Della prima ,
no dalla schiavitù di Babilonia con Zorobabe- lecito usare verso i superiori , gli eguali, gl'in
le, come leggiamo in Esdra al capo 2, vers. 10. feriori; della seconda solamente verso gl'infe
Al capo 10 poi egli è rammentato siccome uno riori , sopra i quali usiamo di un qualche potere.
dei capi del popolo. La adiurazione solenne è quella che si fa , se
ADINA , uno dei prodi di Davide . Era Ru- condo la prescrizione della Chiesa , dai suoi
benjte figlio di Siza , e capo di sua tribù , nella ministri a ciò specialmente stabiliti . La priva
quale altri trenta prodi trovavansi al paro ta poi manca di questa solennità e si può far
di lui . da chiunque.
ADITHA, ovvero Adatha od anche Adia e Finalmente propria addimandasi quella ad
ADITHAIM , città della tribù di Giuda , vicino a jurazione, che in voca il nome di Dio od i
quella di Dan . Jos. 15, 36. Eusebio rammenla santi , in quanto banno relazione a Dio ; im
due città di questo nome , una verso Gaza ,, propria quella che invoca i santi secondo la
l'altra verso Lidda, all'oriente. propria loro eccellenza, i loro meriti , la loro
ADIURAZIONE . Questa voce alle volte suo- dignità .
na egualmente che l'indur altri a giurare, co L'adiurazione strettamente presa è un alto
me si raccoglie dalla Genesi nel capo 24 : Pone di religione distinto da tultigli altri . E prima
manum tuam subler femur tuum, ut adjurem mente che appartenga alla virtù della religione
te. Presa sotto questo aspetto non differisce dal apparisce : perchè per mezzo dell'adiurazione
giuramento : e solamente la particella ad le dà protestiamo sommo onore a Dio, mentre inter
forza maggiore, ed aggiunge fermezza al giura- poniamo la sua autorila , come onnipotente
mento . appo gli uomini , per ottenere qualche cosa.
La vera nozione dell'adiurazione, di cui qui Questo poi è un ufficio di religione. Che sia
parliamo, si può trarla dallo Angelico Dottore, poi distinta dagli altri atti di religione, è mani
il quale cosi la definisce, 2 , 2, quaest . 90, art. 1 : festo. Imperocchè dall'orazione è distinta per
Adjuratio est obleslatio divini nominis seu rei ciò che colla orazione domandiamo alcuna
sacrae, qua quis urgetur vel imperio vel obse cosa al Signore ; pella adiurazione non solo
cratione ad aliquid faciendum , vel omittendum . domandiamo alcuna cosa a Dio, ma ricerchia
Lo adiurare pertanto appo i Latini è come lo mo anche per Iddio ; lo che è cosa diversa. Che
esorcizzare dei Greci , e l'esorcismo è la adiura- anzi non sempre domandiamo, ma spesso co
zione, e l'adiuratore è lo esorcista. Non è ne mandiamo in virtù di Dio : il che quanto sia
cessario che espressamente contestiamo il nome diverso dalla preghiera ognuno ben vede. Col
divino ; ma basta se interponiamo uomini san- giuramento poi ha una qualche affinità ; poi
ti , o cose sante. Imperocchè siccome nel giura. chè siccome usiamo di questo per dare alle
mento adduciamo Iddio in testimonio della ve cose una certa fermezza di verità, cosi l'adiu
rità, come presente od in sė, o nelle sue creatu- razione si fa per dare efficacia al comando od
re nelle quali in modo speciale rifulge ; cosi alla domanda. Del resto è differente, perchè
nella adiurazione contestiamo il medesimo, af- nel giuramento Iddio si chiamaa testimonio
fine di muover taluno a fare ciò che bramiamo, della verità , nell' adiurazione poi lo si chiama
o per amore o per timore di lui .
come obbietto di amore o di timiore a quelli
Questa adiurazione è deprecativa od impera- che adiuriamo, affine di muoverli a far ciò che
tiva, privala o solenne, propria od impropria. ricerchiamo. E quantunque non ci dia un pre .
È deprecativa quando domandiamo qualche cetto di questo atto, nè naturale, nè divino,
Encicl. Eccles. Vol. I, Fasc. II. 15
114 ADIURAZIONE
può avvenire che i ministri della Chiesa si dedi vobis potestatem calcandi super serpentes
trovino, alle volte, nella necessità di usare del. et scorpiones, el super omnem virtutem inimi
l'adiurazione, specialmente per allontanare i ci : et nihil vobis nocebit. Quindi si deduce che
demonii dai corpi ossessi. Cristo abbia dato ai suoi fedeli la facoltà di
L'adiurazione, affinché sia lecita, ricerca le scacciare i demonii dagli energumeni . Tra que
medesime condizioni del giuramento, cioè la sti fedeli peró la Chiesa alcuni ne consacra, e
verità, la giustizia , il giudizio. Quegli che adiu- då loro una speciale facoltà di esercitare l'adiu
ra pertanto deve adiurare pel vero Dio, non razione solennemente e pubblicamente.
per i falsi dei , e con animo sincero d'implora La facoltà che hanno i ministri della Chiesa
re alcuna cosa. Ricercasi poi che la cosa da im- in forza dello esorcistalo , è uguale in tutti , sic
petrarsi sia lecita . Ed è anche dovere di far ciò come la potestà di consacrare è uguale in tut
in una grave necessità e con somma riverenza. ti i sacerdoti . Il potere poi , che è annoverato
Se manca la prima condizione, cioè se l'adiu Tra le grazie che addimandansi gralis datae, è
razione si fa per i falsi dei , e non per il vero ineguale, come ne lo dimostra la esperienza : 8 .
Dio , essa é un grave peccato. La mancanza questo lo dona lo Spirito Santo a chi vuole e
delle altre condizioni è leggiera colpa . come vuole. Quindi cogli occhi osserviamo che
Senonchè qual cosa mai si dovrà dire di degli esorcisti , altri hanno una maggiore , allri
quel povero, che, fingendo miseria , adiura il una minore efficacia , altri una più presta, ed
ricco a sovvenirlo in nome di Gesù Cristo ? E altri una più tarda . Nè ciò dipende assoluta
cerlo da prima che colui che adiura , non solo mente dalla maggiore eccellenza della coscien
deve avere un animo sincero nell'interporre za , imperocchè sappiamo che degli uomini em .
il nome di Dio, ma anche la causa , per cui egli pii hanno profetato, come un Caifasso, e rive
ciò fa , deve esser giusta. Per la qual cosa il p. lato cose future, come Balaamo. Per la qual
Suarez, nel quarto libro, al capo 4, numero ter cosa trovasi appresso s. Matteo al capo 7 , ver
zo, sostiene, che questo poverello, che finge ne sello 22, che , mulli dicent in die illa : Domine,
cessità, pecca mortalmente, servendosi del no Dornine, nonne in nomine tuo prophetavimus ,
me del Signore per sostenere la sua finzione, et in nomine tuo daemonia ejecimus, et in no
ed oltenere con più di facilità ciò che doman mine luo virtutes multas fecimus ? El tunc con
da. Aggiunge però che allora solamente com fitebor illis : quia nunquam novi vos : discedile
melte colpa grave , quando è grave la finzione: a me qui operamini iniquilatem . Sebbene poi
diversamente, di lieve colpa si macchia . ciò sia assolutamente vero, pure comunemen
In quanto poi a coloro che adiurano, a quel te la santità della vita giova molto a cacciare
li che possono essere adiurati , convien dire che i demonii : e specialmente a ciò serve la eccel
Dio, gli angeli e lutle le ragionevoli creature Jenza delle teologiche virtù , cioè una viva fede
possono adiurare , se dicasi dell'adiurazione e fermissima in Dio, una costante speranza ed
privata . E infalli Dio può adiurar le creature una ardente carità. Per ciò che gli erelici , che
pella contestazione dell'amor suo, per trarle sempre di tali virtù furono privi , non polerono
ad operar qualche cosa. Gli angeli ancora o mai conseguire tale facoltà: e sebbene Lutero,
buoni o malvagi , e gli uomini pure possono in Calvino ed i loro seltatori la abbiano le molte
terpellare il nome di Dio o dei santi , affine di volte tentata, mai ottennero il loro scopo : chè
trar taluno a far ciò che ricercasi o pell’amo- l'operazione dei miracoli tende a confermare
re o pel limore di loro. la verità ; e gli eretici della verità sono nemici.
L'adiurazione solenne, secondo le regole pre Le disposizioni poi di quelli che devono fare
scritte dalla Chiesa , si può solamente fare dai le adiurazioni sono l'assidua preghiera, la ca
suoi consacrati ministri, i quali sono insigniti stigazione dei sensi e della carne coi digiuni
del grado di esorcista. Imperciocchè gli altri ſe ed altre opere di fatica, una profonda umiltà
deli possono adiurare i demonii privatamente, dell'animo , una ferma speranza di riportar
non solennemente. Che questo potece sia stato viltoria nel nome del Signore.
dato da Dio alla sua Chiesa lo si raccoglie aper La sola ragionevole creatura può adiurare.
tamente dal capo 16 di s. Marco, dove sla scrit Perciò lo stesso Dio può adiurare per sè stesso
to : Signa autem eos qui crcdiderint, haec se e pei suoi santi . Imperocchè , quantunque Dio
quentur. In nomine meo daemonia ejicient ecc . non sia da sè medesimo distinto, tuttavia niu.
Ed allorchè gli Apostoli soggiungevano a Cri- na cosa impedisce che egli non possa muovere
sto : Domine, etiam daemonia subjiciantur nobis gli altri presentando la sua bontà.
in nominc luo? egli loro rispondeva come si Che poi tutte le sole ragionevoli creature
legge in s. Luca , al capo 10, verselto 19 : Ecce possano essere adiurate egli è certo. Ed in vero
ADIUTORE 115
che gli angeli buoni e gli uomini non abbiano quell'opera prava che ei meditava, ed a cui
potere di venire adiurati ella è cosa manifesta. egli col proprio aiuto soccorse. Il quale aiuto,
i demonii poi non devono essere adiurati con perciocchè in varie maniere può essere posto,
un modo di preghiera, ma in un modo impe- chè non solo le sole fisiche forze son quelle per
rativo ; imperocchè, sebbene sieno per natura le quali altri giunga all'effettuazione di una
a noi superiori , pure ne sono soggetti pella loro opera , ma dal concorso delle intellettuali spes
ostinata ribellione inverso Dio, non assoluta so questo deriva , cosi , qualunque volta talupo
mente, ma pello aiulo divino e pei merili di si farà adiutore nella iniquilà o col consiglio ,
Cristo, il quale ci diede la facoltà di poterli al- o col comando, o con l'acconsentimento, la pro
lontanare, affinchè non ci sieno nocivi, secondo vocazione, la lode e la adulazione, o nascon
l'insegnamento dell'Angelico , 2, 2, quaest. 90 , dendo l'altrui delitto, o fingendo di non vede
artic. 2 : Possumus ergo daemones adjurando re, o partecipando alle opere, o difendendo le
per virtutem divini nominis, tanquam inimicos, altrui malvagità, altrettante egli si dovrà ri
repellere, ne nobis noceant spiritualiler , vel guardare siccome compartecipe dell'altruipec
corporaliter, secundum potestatem divinam da- cato, reo in causa e negli effetti funesti , e quin
tam a Chrislo secundum illud Lucae 10 : Ecce di alla soddisfazione obbligalo. Di qui l'im
dedi vobis etc. Non tamen licitum est eos adju- portanza di scrulinare assai bene la coscienza
rare ad aliquid ab eis addiscendum , vel eliam di coloro che rozzi per educazione, o per volon
ad aliquid per eos oblinendum : quia hoc per- taria malizia, non reputano sè medesimi col
tineret ad aliquam societalem cum ipsis ha pevoli se non allora che materialmente diven
bendam : nisi forle ex speciali instinctu , vel nero adiutori nella altrui colpa , se pure non
ratione divina aliqui Sancli ad aliquos effe. diviene, come pur troppo accadde di sovente,
clus daemonum operatione utuntur, sicut legi che anche il materiale soccorso che porsero
tur de beato Jacobo, quod per daemones fecit alla commissione dell'opera delittuosa, non sia
Hermogenem ad se duci. da essi ritenuto che per un'opera di pura arni.
ADIUTORE. Altro non significa che quegli cizia e di carità . Ed è da questa cecità in cui
il quale presta altrui l'opera propria affinchè vivono costoro che si vedono moltiplicati i de
questi conduca a compimento qualche impresa . lilli ; e s'intendono quei parlari , i quali dimo
E perciocchè dall'aiuto prestalo spesso addivie- strano come abbiano radicato quasi nella mente
ne che una cosa veda il suo compimento , ov- il principio funesto, esser di dovere il soccorrere
vero nella imperfezione rimanga, quando colui altrui quando questi opera per la propria uti
che la imprende non ha in sé medesimo tutta lità. La niuna distinzione nella utilità proce
la facoltà e la potenza di agire di per sé solo dente da azioni virtuose, che è l'unica e reale
sino al perfezionamento dell'opera stessa , cosi utilità dell'uomo, da quella che proviene per
l'adiutore, divenendo in qualche modo causa via delle estorsioni , del raggiro, della cabala e
efficiente l'azione, parteciperà alla bontà o ma- di mille altri mezzi indegni non solo dell'uomo
lignità dell'azione medesima. Ma il precetto cristiano, ma dell'uomo onesto sociale, è quel
di carità obbliga ad amare il prossimo co la funestissima sorgente, da cui emanano quel
me sè stesso, e quel di natura ad operare pe- le funeste azioni fatte comunemente dagli uo
gli altri quanto si amerebbe che fosse prestato mini che si stimano onorati appropriandosi il
a sè medesimo, e a nulla fare altrui che non nome di adiutore. Sopra una tale materia in
si vorrebbe fatto a sè medesimo: dunque l'uf- denso velo ravvolta è necessario che le istruzio
fizio dell'adiutore non deve rivolgersi ad al . ni di quelli cui sono commesse le anime a reg
tre cose che quelle non sieno tendenti al bene gere e condurre ai pascoli salutari sieno forli
del simile proprio. Quindi ne segue che ogni ed accompagnate da ogni chiarezza, affinchè il
adiutore il quale presta l'opera sua pel pecca- popolo di Gesù Cristo conosca qual baratro si
to, di peccato pur si contamina : dè solamente schiuda con questo modo di aiuto che stima
egli diviene reo della colpa commessa dal prin- porgere al simile suo. Ed avviene dalla imper.
cipale agente, per colal guisa da essere obbliga- felta nozione del nome di adiutore, che pasco
to al risarcimento de' danni da quel male no quelle maligne mormorazioni le quali men
provenienti, ma oltre a ciò egli diviene pure tre tendono a regolare talano, tolgono altrui il
colpevole di reilà, per la violazione del precet- buon nome, e quella integerrima fama alla cui
to sublime di amore , secondo il quale doveva conservazione egli ha ogni diritto, e si osserva
invece farsi adiutore al suo simile per ritrarlo no le famiglie scadute nella sventura precipita
dalla via del male, e rimetterlo nella strada te da questi falsi ed indegni adiutori in un pe
dell'equilà , togliendolo dall'attuazione di lago senza fine di mali maggiori.
116 ADIUTORE - ADONAI
Il nome di adiutore dovrebbe esser proprio sorta di tormenti a far che rinunziasse alla fe
di ogni cristiano, secondo il dello del Maestro de ; poichè egli seppe vincerli colla sua costan
Divino, che dichiaro aver posto ognuno su que- za ed intrepidezza nel sostenere ogni sorta di
sta terra affinché si adoprasse al bene ed alla maltrattamento piuttostochè negare il suo Dio.
felicità del proprio fratello ; ed il fraterno amo Come ottenne la libertà , e fu reduce in patria,
re che deve allignare nell'anima di ogni uo distribui una parle dei suoi beni ai poverelli ,
mo come figliuolo di Gesù Cristo , impone al- ed un'altra ne donò all'abbazia di Tirone ,
tamente questo sublime dovere di prestare l'o- nella quale egli medesimo prese l'abito di san
pera propria all'altrui bene. L'adiutore adun- Benedelto, vivendo poscia una vita austerissi
que cristiano dovrà adoperarsi a pien potere ma sotto la regola diquesto santo padre.Il suo
onde coi suoi consigli togliere la cecità da quel . vitto erano erbe condile con sale, la sua bevan
le menti che sono ottenebrate dalla caligine da pura acqua, ecceltuati i giorni delle grandi
dell'errore, colla sua prudenza dirigerle pel ret. solennità , il suo dormire la nuda terra, il suo
to tramite della virtù , e colle proprie forze in- vestire un aspro cilicio. Queste sante pratiche
tieramente occuparsi per sostenere il vacillan- mai non lasciò per tullo il corso della sua vi
te , sorreggere il caduto, assistere il meschino , ta che finì il 30 aprile dell'anno 1132, 0 , se
consolare lo afflitto, soccorrere al misero , pro- condo l'opinare di altri storici , nell'anno 1135.
teggere l'oppresso, diſendere colui che per l'al- I miracoli che in gran numero furono operati
trui malvagità è prossimo alla spirituale cadu- da lui dopo la morte divennero irrefragabile
ta. Nè solo a parole il vero adiutore deve for- testimonianza della santità della vita che egli
mare le sue azioni , ma alle parole congiungere condusse, e furono cagione che il popolo aves
anche l'azione materiale, specialmente quando se una gran divozione verso di lui .
il proprio stato gli ponga il destro di poterlo ADMATHA era uno dei principali uffiziali
fare a beneficio del prossimo; chè il possessore della corte di Assuero; come abbiamo dal libro
di suslanze dovendo essere l'adiutore del ta- di Ester al capo primo, versetto decimoquarto.
pino e del poveretto, contrarierebbe alle dis ADOM ovvero Adam , città sulle rive del
posizioni della Provvidenza, qualora torcesse Giordano. Alcuni la collocano sul mar Morlo,
invece l'occhio e l'aiuto dai miserabili. un poco avanti al luogo in cui gli Israeliti pas
Se non che il principal fine cui deve tende sarono il Giordano, altri la fanno posta verso
se l'adiutore verace, è quello di soccorrere al . Scitopoli e Sartan , e questa è la vera sua situa
trui col proprio esempio. La lezione del Di- zione, come appare dal libro di Giosuè, al ca
vino Maestro è sublime. « lo vi ho dato esem po lerzo .
pio, egli diceva, affinchè siccome io feci, cosi ADOMMIN , cillà o montagna nella tribů
pur voi facciate , .... ed egli incominciò pri- di Beniamino. Gli uni la pongono al mezzo
ina ad operare, poscia alle opere congiunse lo giorno, allri al settentrione di Gerico. Se è ve
ammaestramento. » L'esempio è una lezione po . ro che si passava per Adommin onde venire da
tentissima, è un mezzo validissimo che caden . Gerusalemme a Gerico , come ordinariamente
do sotto agli occhi di chi abbisogna di succor si crede, conviene che Adom min fosse all'ovest
so , gli serve di stimolo non solo alla imitazio- di Gerico. Si vede che il viandante di cui par
ne, ma di sostegno ancora nello esercizio della la Gesù Cristo in s . Luca , fu spogliato dagli
virtù , conforme ai comandamenti divipi. assassini mentre andava da Gerusalemme a
Dette queste cose in generale sull'riliutore , Gerico, e fu attaccato ad Adommin, tra queste
converrebbe osservare questa voce col Diritto due citlå .
Canonico , cioè converrebbe dire di quelli che ADON , uno degli Ebrei che ritornarono
sono dati in aiuto o sussidio ai beneficiati cui dall'Eufrate a Gerusalemme, come si legge nel
impotenza od altra cagione impedisce di esegui- primo libro di Esdra, al capo secondo, verset
re i loro doveri ; ma perciocchè comunemente to 59.
guesti vengono nel Diritto col nome di coadiu ADONAI. Uno dei nomi di Dio, che corri.
tori indicati, cosi a quella voce ci riserviamo sponde al latino Dominus, ed al greco Küpros.
traltare di essi . V. COADIUTORE. Questa voce significa propriamente miei signo
ADIUTORE . Volgarmente chiamatos. Uste- ri in numero plurale , come Adoni significa
ro. Figlio di un gentiluomo di Normandia , mio signore in numero singolare. Gli Ebrei
aveva dato fra i crociati il suo nome, e nell'e che per rispetto o per superstizione non profe
sercito loro dopo aver militato per ventisette rivano mai il nome Jehova, in sua vece legge
anni , cadde finalmente prigione in mano dei vano il nome Adonai ogni qualvolta incontra
Saraceni . Invano questi si adoperarono con ogni vano la voce Jehova nel sacro testo, ma gli an
ADONE- ADONIA 117
tichi Ebrei non avevano questo costume, nè i santi che ha preferito gli antichi atti di s.
trovasi alcuna legge, la quale proibisca di pro- Dionigi alla favolosa storia immaginata da Il
nunziare il nome di Dio. Mosè impiego la vo- duino; che egli non confuse santa Maria Mad
ce Adonai quando pregò il Signore di non ca. dalena colla peccatrice del Vangelo , e che, se
ricarlo di una missione difficile appresso il re guitando l'esempio dei Greci , diede il nome
di Egitto. di Dormizione alla Assunzione di Maria Ver
ADONE ( SANTO ), arcivescovo di Vienna gine. La migliore edizione di quest'opera è
nel Delfinato ; nacque nel Gattinese verso l'an. quella data da Rosweide, Anversa, 1613, Pa
no 800 , 'da una antica famiglia. Allevato nel rigi, 1648. Le due prefale opere mostrano gran
l'abbazia di Ferriéres, ivi si consacrò alla vita de cognizione della storia profana ed ecclesia
stica nel loro autore. Adone è anche autore
religiosa , e passò qualche tempo dopo nel mo
nastero di Prum , vi provò alcun disgusto, di una vita di s. Desiderio martire, uno dei
viaggio in Italia, soggiorno cinque anni Ro- suoi predecessori, che si trova in Canisio, e
ma, e raccolse dovunque materiali per le ope di quella di s. Teuderio o Chef stampata negli
re che in appresso compose. L'arcivescovo di Acta sanctorum dell'ordine di s. Benedetto.
L'opera che aveva scritto contro lo scisma
Lione s . Remigio lo trattenne seco quando ri
torno, e dopo averlo impiegato nella sua dio- dei Greci miseramente è andata perduta .
cesi, lo fece eleggere arcivescovo di Vienna ADONIA , quarto figlio di Davide, non gli
nell'860 . Il papa Nicolò gli inviò il pallio. A aveva dato motivo di lagni , ma dopo la morte
done non fece mutamento veruno nella umil- dei suoi fratelli maggiori concepì il progetto
tà della sua vita cristiana. Il suo clero era di farsi coronare, vivente ancora suo padre.
l'oggetto precipuo delle sue cure. Fece pure D'allora in poi non comparve più in pubblico
saggi regolamenti per la decenza del culto che alteramente e con pompa, scortato da guar
pubblico, fondò ospitali , comparve con digni- die a cavallo e preceduto da cinquanta corri
tå in diversi concilii, e ne tenne egli stesso dori . Gioabbo ed il gran sacerdote Abiatar
parecchi a Vienna onde mantenere la purezza assecondarono le sue mire ; allora Adonia, non
della fede e dei costumi. Adone merito la confi- più dubitando del buon successo del suo ambi
denza dei papi Nicolò I ed Adriano I ) , é dei rezioso disegno, andò ad offrire sagrifizii presso
Carlo il Calvo e Luigi II , che sovente seguita- alla fonte di Rogel , ove furono invitati tutti
rono i consigli di lui . Ebbe parle nelle pub- i suoi fratelli, tranne Salomone. I principali di
bliche faccende che vennero trattate ai suoi Giuda, fra cui vi erano più servitori del re, ac
tempi , ed allorchè Lotario volle rimandare clamarono re Adonia. Davide, informato del
la regina Tilberga, fece a quel principe le più l'avvenuto dal profeta Nathan e da Bersabea
forti rimostranze per distornelo. Mori ai 16 madre di Salomone, fece subito ungere questo
dicembre 875 in età di 76 anni . principe in Gibon dal gran sacerdote Sadoc.
La chiesa di Vienna ha sempre onorato Tutto Israele lo riconobbe, ed Adonia, per evi
la memoria di lui . La lunga vita di Adone tare la punizione onde era minacciato, andò a
fu consumata nell'adempire ai doveri di re- rifuggirsi a piedi dell'altare, nè usci di là se non
ligione, a quelli del vescovado, e nello studio quando il nuovo re gli promise perdono. Ado
delle lettere, specialmente della storia. nia non abbandonò altrimenti il suo disegno.
Egli è autore. 1. Di una Cronaca univer. Dopo la morle di Davide fece chiedere in ispo
sale, che comincia dalla creazione del mondo, sa Abisag, vedova del defunto suo padre, contro
ed è divisa in sei età : essa fa autorità pei la proibizione della legge, che proibiva i mari
primi tempi della storia di Francia . Si vede taggi fra i figliastri e le matrigne, e contro l'uso
che Adone conosceva i buoni autori , ina la il quale non permetteva alla vedova di un re
mancanza di critica gli fece mettere molta con- di rimaritarsi con un altro re. Salomone pene
fusione in tale opera importante stampata a trò l'intenzione di suo fratello, e lo fece mette.
Parigi nel 1512, 1922, 1961 , ed in Roma nel re a morte l'anno 1014 avanti Gesù Cristo.
1743. Troviamo rammentato un altro Adonia nel
2. Di un grande e piccolo Martirologio : il secondo libro de'Paralipomeni al capo decimo
primo fu accolto con avidità, perchè era in settimo , ed era uno dei leviti incaricati da
un ordine molto migliore di quelli fino allora Giosafatte re di Giuda d'insegnare la religione
comparsi, non lasciava giorni vuoli , e conte- al suo popolo.
neva ristretti non troppo lunghi delle vite dei Il terzo ADONIA è menzionato nel libro di
santi . Si osserva che Adone fu il primo ad Neemia , al capo decimo, versetto 16, ed era un
inserire nella lista delle feste quella di tutti capo del popolo, uno di quelli che al tempo
118 ADONIBESECH-- DORAZIONE
di Neemia segnarono la rinnovazione dell'al- invece della parola Jehovah, che gli Ebrei pen
leanza. sano essere proibito di pronunziare, debbono
ADONIBESECH , re di Besech nella terra sempre leggere Adonai. Questi sono opposti
di Canaan , confinante con la tribù di Giuda, ai Jehovisti, di cui i principali sono il Drusio,
principe feroce e potente, che avendo fatti pri- Capello, Buxtorfio, Alting e Reland, il quale
gionieri settanta re, fece tagliare a tutti l'estre- ha pubblicato una collezione dei loro scriiti su
mità dei piedi e delle mani , nè volle che si des . tale argomento.
se loro altro nutrimento, che quanto avessero ADOR O ADORA . Secondo l'asserire di Gio
potuto raccogliere colla bocca dagli avanzi del seffo nel libro tredicesimo delle sue Antichită ,
la sua mensa . Facendo guerra agli Ebrei , cui al capo 17 , era questa una città appartenente
aveva giurato di sterminare, ſu disfatto, pre- alla tribù di Giuda , la quale trovavasi sui con .
so nella sua fuga, ed ebbe la stessa sorte che fini dell'Idumea nella parte meridionale pres
egli aveva fatta provare ai re suoi captivi ; fu so Eleuteropoli.
condotto con le mani ed i piedi tagliati a Ge ADORAM . Due persone troviamo rammer
rusalemme, ove mori l'anno del mondo 2585 , morate solto questo nome nella sacra Scrillura.
avanti Gesù Cristo 1415 . La prima era un figlio di Jectan e pronipote
I settanta re, fatti schiavi da Adonibesech , di Heber, come dice il libro del Genesi , al ca
non erano che, come lui , altrettanti capi di po 10 , vers . 27.— È detto anche Aduram .
città od emiri. Il diritto della guerra in quei La seconda, da quanto leggiamo nel primo
tempi ed in quei paesi era ben diverso dal libro dei Paralipomeni, al capo 18, vers. 10 ,
nostro. I capi falti prigioni erano subito in era un figlio di Thou re di Hemath, quegliche
potere del vincitore, il qual faceva tosto ta- andò per ordine di suo padre a complimentare
gliar loro i diti delle mani , affine di renderli Davide, e congratularsi con lui per la vittoria
jncapaci a maneggiare le armi . Egli pure fu che questi aveva riportata sopra Adarezer re
punito in questo modo per una giusta rap- di Siria .
presaglia . Altri storici , sebbene non orientali, ADORAZIONE . Questa voce, generalmente
narrano dei simili fatti anche avvenuti in presa , significa quell'atto con cui si porge altrui
altre nazioni . la propria sommessione in segno della altrui
ADONICAM , capo di quella famiglia, i cui eccellenza . L'eccellenza adunque e la grandezza
discendenti, in numero di seicenloseltanlaselte della persona adorata è la ragione principale
uomini , ritornarono dalla schiavitù babilonica dell'adorazione. Adunque lante sono le specie
a Gerusalemme, Esdr . 2 , 23. di adorazione, quanti sono i generi delle dignità .
ADONIRAM , intendente dei tribuli di Sa- E poichè la dignità una è increata , creata la se
lomone, e capo dei 30,000 uomini che questo conda , cosi la adorazione dividesi in quella che
re in viò al Libano per tagliare i cedri che dove- devesi alla increata maestà che è Dio, e addi.
vano servire alle immense ſabbriche che aveva mandasi Lalria , ed in quella che prestasi allo
progettalo, come abbiamo dal terzo libro dei creature pella eccellenza di un ordine sopranna
Re, ai capi quarto e quinto. torale partecipata da Dio, come sarebbe quella
ADONISÉDECH , re di Sedech ovvero Ge. della grazia , della santilà, della beatitudine, e
rusalemme, avendo inteso che i Gabaoniti ave. chiamasi Dulia con la quale i santi si onorano.
vano strelto alleanza cogli Ebrei , i quali aveva. Ecome poi maravigliosamente sopra tutti i san
no preso Gerico ed Hai , colto da limore confe. ti e gli spirili celesti primeggia la Vergine San
derossi con gli altri di Jerimoth , Lachis, Eglon tissima Madre di Cristo Signor nostro, cosi es
ed Hebron , marciò contro gli Israeliti , dai qua sa con peculiar culto si adora che il nome as
li poi furono tutti sconfitti sotto il comando di sume d'Iperdulia, ossia culto superiore a quel
Giosuè in quella tremenda giornata in cui egli lo di Dulia prestato ai santi , inferiore a quello
arresto il corso del sole fino al compimento di Latria dovuto a Dio.
della battaglia . V. Giosue'. lo secondo luogo l'adorazione dividesi in in
ADONISTI , nome che si dà ai teologi od terna ed esterna . La interna è un atto con cui
ai critici, i quali sostengono che i punti ebraici lo spirito sottomettesi a Dio, siccome a supre
generalmente uniti alle consonanti della paro- mo Signore di tutte cose ; e per questa ragione
la Jehovah non sono punti naturali apparte, gli angeli ed i beati adorano Iddio . La esterna
nenti a quella parola , e non esprimono la sua è visibile altrui, e con azioni esteriori si ma
vera pronunzia , ma sono punti vocali spettan- niſesta , come sarebbe lo abbassar del capo, la
ti alla parola Adonai e Elohim, stati applicati prostrazione del corpo, i baci , le genuflessioni,
al nome ineffabile, per avvertire i leltori , che ed altri segni di simil genere ; la quale, aflin
ADORAZIONE 119
che sia reale conviene che alla interna sia con che Giuditta, veduto Oloferne, di questi modi
giunta, senza cui non sarebbe adorazione, ma usò per onorarlo: Viso Holoferne adoravil eum ,
adulazione, finzione, e perciò dispregevole. prosternens se super lerram , Judit c. 10 , v . 20.
Amendue ogni cristiano è obbligato a porgere a Colla genuflessione anche adoriamo il somino
Dio, come sapientemente insegna lo Angelico, Pontefice. In segno di adorazione a Dio innale
2, 2 , quaest. 84 , arl. 3, ove del seguente modo ziamo le mani al cielo ; di questo atto usiamo
favella : Quia ex duplici natura, intellectuali pur anche per supplicare gli uomini delle ne
scilicet, et sensibili , duplicem adorationem Deo cessilà in cui versiamo. Anche la percussione
offerimus, scilicet spirilualem quae consistit in del petto è un atto di per sè indifferente, e seb
interiori mentis devotione, et corporalem qune bene sia propriamente determinata per chiede
consistit in exteriori corporis humiliatione. Et re a Dio perdono dei commessi peccati , pure
quia in omnibus actibus latriae, id quod est ex- alle volte si usa anche a riguardo di una per
terius referlur ad id quod est interius, sicut sona che fu offesa , a cui chiediamo perdono .
ad principalius, idea ipsa exterior adoratio fit Ma questo segno più s'aspetta alla virtù della
propter interiorem , ut videticel per signa hu- penitenza che della religione. L'adorazione
militatis quae corporaliter exhibemus excite- adunque esterna privata ,affinchèsia divina, di
lur noster affectus ad subjiciendum se Deo : pende dall'intenzione dell'adorante, ove non
quia connaturale est nobis ut per sensibilia sia destinata ad adorar Dio da qualche legge
ad intelligibilia procedamus. particolare, dall'uso o dalla consuetudine.
In terzo luogo l'adorazione dividesi in asso. Quindi avviene che mentre i privati pubblica
luta ed in relativa. Assoluta è quella, secondo mente esercitano tali esterne azioni, non è suf
l'opinione dei più recenti teologi , che prestasi ficiente ch'essi abbiano una buona intenzione,
alle creature che sono capaci di eccellenza , di ma devesi aver anche riguardo alle circostan
sanlità e di grazia. Ma le sole creature sono ze del luogo , del tempo, delle persone e della
di queste doti capaci ; dunque a queste sol- consuetudine. La più eccellente poi di tutte
tanlo l'adorazione assoluta si deve . Tale descri- queste esterne azioni con cui si adora Iddio è
zione, secondo il comune sentimento dei teolo- il sacrosanto Sacrifizio, di cui si parlerà al
gi , può avere un sano senso , tuttavia, onde 10- proprio luogo. Ved. Messa .
gliere agli eterodossi ogni mezzo alla calunnia, Alla domanda se siavi un precelto divino e
devesi dire che ogni culto religioso risguarda naturale che obblighi ad adorar Dio con alli
Dio, in Dio si risolve, in Dio sta e si appoggia . interni ed esterni, con verrà affermativamente
Per la qual cosa la sola adorazione prestata a rispondere conforme alla fede cattolica .
Dio , esaltamente parlando, devesi chiamare as E di verità consta dalla divine Scriliure esi
soluta ; il culto poi che ai santi presliamo stere un tale precetto, che al capo vigesimo del
a Dio si riferisce, siccome a vero e primo prin- l’Esodo leggiamo, non che al capo decimo del
cipio: poichè onoriamo i Santi per Iddio, per Deuteronomio. Ego Dominus Deo luus : ...
l'intima congiunzione che hanno con Dio, per Non habebis deosalienos in conspectu meo. N
la dignità , la grazia , la santità partecipata loro facies tibi sculptile. Il qual precelto è affer
da Dio. Per la qual cosa il culto di questi sem . mativo in quanto che ordina un cullo, e nega
pre esprime una relazione a Dio. Dicesi poi dai tivo proibendo il culto delle altre divinità. Più
teologi assoluta adorazione quella che pre- congruentemente poi con parole negative vien
stasi ai Santirelativamente alle immagini ed posto, perciocchè dal naturale instinto l'uomo
alle reliquie, le quali essendo inanimate cose e cosi trasportasi al cullo verso Dio, da abbiso
perció prive dell'intima eccellenza, cosi il culo gnare più presto di essere raffrenato onde nella
toche loro porgesi, riguarda le persone che rap. superstizione non cada , di quel che sia essere
presentano ; e perciò ad esse si porge un cul- spinto ad adorare il suo creatore. Che sia po
to relativo . sçia naturale un tal precetto, egli è evidente.
L'adorazione che prestasi alle creature a ca- Imperocchè a qual altra cosa siamo noi mag
gione delle loro doti naturali e dignità si ap- giormente spinti dalla natura che a quella di
pella osservanza , e puossi prestare coi me iribuire adorazione a lui dal quale ogni cosa
desimi esterni segni coi quali onorasi Dio. Im- riceviamo ? Ed avendo da Dio una duplice na
perciocchè le esterne azioni sono adiafore od tura ricevuto, spirituale e materiale, ne segue,
indifferenti, e di queste si può usare tanto per con atti propri di ambedue, ossia con adorazio
adorar Dio, quanto per onorare gli uomini. ne interna ed esterna doversi onorare l'autore
Colla genuflessione, prostrazione del corpo Id- di questa natura.
dio si adora ; eppure sappiamo dal Sacro Testo E per dir' ora del tempo in cui tale precelto
120 ADORAZIONE
ci obbliga, converrà osservare che in quanto è Salomonis. 3. Reg. 8. Secundo, propter sacra
negativo sempre e per sempre obbligazione ci mysteria, el alia sanctilalis signa quae ibi con
impone, siccome è proprietà di tutti i negativi linentur . Terlio, propter concursum multitu
precelli, i quali di lor natura vietano le prave dinis adoranlium , ex quo filoratio magis exau
azioni ; in quanto poi è affermativo, in cer dibilis.
ti determinati tempi egli con obbligazione ci Le quali cose specificate così , richiamando
stringe. E qui ommettendo le probabilistiche alla mente , come nella divisione già fatta intor
opinioni di coloro che ardiscono sostenere in no alla diversità del cullo con cui adorazione
nessun tempo per sè stesso e direttamente im- si presta, sia annoverato quel di lalria , sarà ne
por obbligo tale precetto di adorar Dio, ma cessario sopra di questo brevemente fermarsi.
sollanto indirettamente, chè troppo chiara è Il solo Dio ha quella dignità infinita che è
la falsità di tale sentenza , affine di occuparsi incomunicabile alle creature ; e questa infinita
nel confutarla ; seguendo la comune opinione dignità è comune a tutte e tre le divine per
dei teologi converrà asserire che questo precet- sone. Adunque il culto di lalria al solo Dio
to direttamente e per sè stesso ci comanda l'at- Uno e Trino si deve , secondo il detto dell'evan.
to di adorazione in quei tempi in cui ciascuno gelista s. Matteo al capo quarto : Dominum
è tenuto ad emettere gli atti di fede, speranza e Deum tuum adorabis, et illi soli servies . Impe
carità , come a suo luogo vedremo (V. Atti), es rocchè la latria è quel servigio che siamo ob
sendo la medesima la ragione di entrambi i bligati di prestare a Dio solo. Quindi ne segue,
precetti. Imperocchè essendo noi stati creati che le singole persone possono separatamen
affinchè il Dio nostro con atti di fiducia, di te essere adorate con culto di latria, ognuna es
speranza, di amore e di religione adoriamo, e sendo Dio, purchè niuna di esse esplicitamen
da questi la vila nostra morale e cristiana es te si escluda : non potendosi concepir l'una
sendo sostenuta, de segue che con quella fre- senza le altre. Per la qual cosa la Chiesa a
quenza noi dobbiamo ripetere questi uflizii di ciascuna di esse dedicò giorni solenni , affin
religione che è necessaria al sostentamento ed chè distintamente noi potessimo adorarle.
aumento della vita morale e cristiana medesi . Ma poichè la adorazione esterna generalmen
ma. Nè a ciò ogni cosa reslringesi , che , oltre te con lerata è adiafora, necessario qualche
il precello naturale e divino, abbiamo anche segno pel quale manifestiamo il culto dovuto
l'ecclesiastico, da cui in ogni giorno festivo al solo Dio. Questo è il sacrifizio , che senza
sianao obbligati ad adorar Dio. Quindi a ciò ri- commettere superstizione, a niuna creatura per
guardano tutte le festività , ed in questi giorni quanto eccellente si voglia , può essere offerilo.
tutti i fedeli deggiono offerire a Dio col sacer Quis vero , dice lo Angelico, 2, 2, quaest. 84,
dole il sacrificio . art . 1 , sacrificandum censuit, nisi ei qaem
Che se imperlanto dal precello naturale di . Deum , aul scivil, aul pulavit, aut finxil? co
vino ed ecclesiastico siamo obbligati di adorar sa che da prima il grande Agostino aveva in
Dio, e se dal primo e secondo alcun luogo segnata nel libro decimo della Cillà di Dio al
non ci viene prescritto per questi atti di ado- capo quarto . Egli è adunque certissimo appo
razione, che Dio essendo ovunque presente, tutti, e Dio Uno, e le singole tre persone, tanto
(può in ogni luogo essere adorato da noi , non congiuntainente quanto separatamente, da noi
cosi devesi conchiudere intorno al terzo, ossia potersi e doversi adorare.
al precetto ecclesiastico. La Chiesa , prescriven Che Cristo , siccome seconda persona della
dolo Dio medesimo, eresse i suoi templi, in cui Trinità , debbasi adorare con culto di latria, dal
si celebrassero sacrificii, ed il culto divino so- sin qui detto apparisce a pien meriggio. Se
lenne . La chiesa adunque è il luogo in cui, se debbasi a Cristo, come uomo, adorazione con
condo l'ecclesiastico precetto, dobbiamo adorar culto di latria ponesi in dubbio. Il qual duh
Dio. E della convenienza e congruenza della bio però tostamente svanisce che sappiasi , es
erezione dei templi tre convincenti ragioni lo sere tutti i teologi con s. Tommaso concordi nel
Angelico Dottore ci porge, così favellando 2 , 2, l'asseverativa opinione , di cui l'Angelico nella
quaest. 84, art. 3 , ad 2 : Determinalus locus terza parte, alla questione vigesiınaquinta, ar
eligitur ad orandum, non propter Deum qui ticolo primo , porge la seguente ragione: Cum
adoratur, quasi loco concludatur, sed propter in Chrislo sil tantum una persona divinae et hu
ipsos adorantes. El hoc triplici ratione. Pri. manae naturae, eliam una hypostasis, et unum
mo quidem propter loci consecrationem : ex qua appositum ; est quidem ejus una adoratio, et
specialem devotionem concipiunt oranles, ul unus honor ex parte ejus qui adoratur ; sed
inagis exaudiantur ; sicut patet ex adoratione ex parle causae quae honoralur , possunt dici
ADORAZIONE 121
essę plures autorationes, ul scilicet alio honore evidentemente dal detto si vede . Mentre poi
honorelur propler sapicntium increatam , et con culto di latria adoriamo Cristo , con su
alio propter sapientiam creatam . Cristo speci- premo e più eccellente culto onoriamo tanto
ficativamente preso amendue le nature, divina la divinità di lui , quanto l'umanità ad essa
al umana, comprende: adunque in lui risplen- congiunta. Ommesse però sopra questo pro
de quella infinita dignità cui si addice il culto posito le discussioni, sembrami più sicuro lo
di latria. Imperocchè onde adorare alcun tut- asseverare co la comune dei Teologi doversi
to e le sue parti costituenti , non è necessario adorar Cristo con culto di latria.
che la ragione della adorazione sia insita ad E con questo culto parimenti devesi ado
ogni parte; ma è sufficiente che in alcune di rare il corpo di Cristo nel triduo di sua mor
esse risieda. Col culto di latria adoriamo l'Eu- te , perciocchè era unito al Verbo divino. E
caristia, perchè ivi trovasi Dio , che è la ra- gualmente si deve dire del sangue naturale
gione della adorazione . E mentre onoriamo sparso nella sua passione; del sacramento del
una qualche santa persona , veneriamo tutte l'Eucaristia , come defini il Tridentino Con
le parti di essa ; sebbene la santità che è la cilio contro Lutero e Calvino.
causa dell'adorazione, non sia insita a tutte. Ma e dell'Ostia innalzata dal sacerdote nel
Adunque onde adorar Cristo con adorazione la Messa , che dir si dovrà ? A questa dovrassi
di latria , anche siccome uomo specificativa , adorazione assoluta o condizionata ? Cosi ri
mente considerato, basta che l'umanità di lui sponde l’Angelico : Dicendum , quod, qui ado
sia terminata nella sussistenza divina che è la rat Hostiam non consacratam , adorare eam
formale ragione dell'adorazione. polest sub conditione, scilicet si esl consecrata .
Non cosi conviene conchiudere intorno alla Non lamen oportet, quod haec conditio semper
Umanità di Cristo , come astratta dal Verbo sit actu explicita , sed sufficit quod habitu te
divino; perciocchè allora, come dicono i Teo- neat illam . Unde non peccat adorans eam , quia
logi con s. Tommaso, presentando questa sol- non adorat puram creaturam , sed Christum
tanto una dignità creata e limitata, non col secundum intentionem . Sacerdos autem , quan
culto di latria devesi adorare , ma con quel di tum est in se , fucit populum idolatrare, quia
dulia. Ecco le parole dell'Angelico nella terza offert ei puram creaturam . Non è necessario
parte , alla questione vigesima quinta, articolo che questa condizione espressamente si pon
secondo : Honor adorationis proprie debetur ga , ma basta che ella sia in abito ed implici
hypostasi subsistenti , tamen ratio honoris po- tamente. É lecito assolutamente adorarla ,
test esse aliquid non subsistens , propter quod poichè niuna prudente ragione di sospettare
honoratur persona cui illud inest. Alloratio vi ha che il Sacerdote non abbia voluto con
igilur humunitatis Christi dupliciter potest in sacrare. Basta adunque che il cristiano sia
telligi. Uno modo , ut sit ejus sicut rei adora- cosi disposto da non attribuire ad essa adora
tae: et sic adorare carnem Christi, nihil aliud zione ove sapesse che non fosse consacrata ;
est quam adorare Verbum Dei incarnatum ; perciocchè chi adora un'ostia non consacrata,
sicut adorare vestem regis , nihil aliud est non esercita un atto di religione, ma di ido
quam adorare regem vestitum ct secundum latria , la quale per invincibile errore a lui
hoc adoratio humanitatis Christi est adoratio non viene imputata.
latriue. Alio modo potest intelligi adoratio hu Ora a compiere questo articolo intorno al
manitatis Christi, quae fit ratione humanitatis l'adorazione,converrebbe diredi quelculto che
Christi perfectae omni munere gratiarum ; et devesi alla Croce di Cristo , ed agli altri stru
sic adoratio humanitalis Christi non est adora- menti di sua passione, della adorazione dovuta
tio latriae, sed duliae. alla Vergine, agli Angeli , ai Santi , del culto
Se sia lecito praticamente adorare l'Umani- da prestarsi alle immagini della Santissima
tà di Cristo con adorazione di dulia per le Trinità, di Cristo Signore, e dei Santi , non che
create perfezioni che la abbellano, variano di di quello con cui onoransi le sacre reliquie;
opinione i Teologi. Molti tengono la parte ma perciocchè di ognuna di queste cose ca
negativa , come il Vasquez, il Silvio ed altri . drebbe in acconcio anche altra volta parlare,
Molti la affermativa , appoggiati alle espres- quando tratterassi dei singoli articoli che esse
sioni di s. Tommaso, che dice : Una et eadem riguardano, così a togliere confusione, ed a col
persona Christi adoratur adoratione latriae locare precisamente il tutto al luogo opportu
propler suam Divinitatem , et adoratione du- no, stimiamo dover di questo culto e adorazio
liae propler perfectionem humanitatis. Che ne parziale discorrere ad ogni singola voce
amendue queste adorazioni si possano rende- summentovata, cuied adorazione eculto hanno
re a Cristo a cagione delle due nature , già relazione, e trovansi strettamente congiunti .
Encict. Eccles. Vol. I. Fasc. U. 16
122 ADORAZIONE PERPETUA - ADOZIONE
ADORAZIONE dicesi anche l'omaggio che vie ADOZIANI. Eretic iche comparvero in Fran
ne dai Cardinali , come à vicario di Gesù Cri- cia e nella Spagna verso la fine dell'ottavo se
sto in terra , prestato al Sommo Pontefice dopo colo, i quali pretendevano che Gesù Cristo in
la sua elezione . quanto uomo non fosse figlio di Dio che per
ADORAZIONE PERPETUA . Sotto questo adozione. Questa eresia ebbe per autori un
nome sono indicati alcuni istituti di monache certo Felice vescovo di Urgel , ed Elipando ar
le quali avevano ed hanno per regola princi- civescovo di Toledo. Ella era una conseguenza
pale l'adorazione perpetua del Santissimo Sa- di quella diNestorio che ammetteva due per
cramento, per modo che succedonsi le mona sone in Gesù Cristo , per cui riconosceva due
che o religiose nel tempo di notte e di giorno figliazioni differenti, poichè la qualità di figlio
nel porgere adorazione , innalzando preghiere si riferisce necessariamente alla persona. Se
innanzi a Gesù Cristo Sacramentalo . La più condo i principii cattolici invece la natura di
celebre fra le case dell'adorazione perpetua è vina e l'umana non formano in Gesù Cristo
quella che fu instituita a Marsiglia dal dome- che una sola persona. L'errore degli Adoziani
nicano P. Antonio Le Quieu . fu combattuto vivamente da Alcuino, Agobar
ADORBIGANE . E questa la denominazione do, Paolino patriarca di Aquileia , e da molti
di due città che erano sede vescovile . La prima altri scrittori di quel secolo. Che cosa mosse
era anche metropolitana della diocesi di Cal- quei due a sostenere una tesi cosi strana ? E
dea che credesi essere l'antica Media; la secon- possibile che da principio vi fosse ignoranza ;
da era la città vescovile della diocesi di Mafria- il secolo ci permette di crederlo : ma poichè il
no d'Oriente giacobita. Questa sede fu istitui- papa Adriano in una sua lettera enciclica
ta nell'anno 630 da certo Marutha, del quale espose il sentimento ortodosso , non avevano
a suo luogo diremo. V. MARUTHA. più scusa . L'orgoglio gli indusse a rimaner fer
ADORNO (Gian Agostino). Uscito dalla mi nell'opinione riprovata, ed Elipando mo
antica famiglia degli Adorni, fino dalla sua strava di essere tanto sicuro del fatto suo, che
prima infanzia dimostrò amore alla pietà e in una lettera scritta all'abate Fedele, tratta
cura di esercitarsi nelle opere della beneficen va da eretici , da ignoranti , da servi dell'Anti
za . E poichè conobbe che il segregarsi dal se- cristo tutti quelli che credevano il contrario .
colo era di grande giovamento alla vita spiri- Si tenne un concilio a Narbona nell'anno 791 ,
tuale, ed il meditare le eterne verità serviva dove l'affare fu proposto, ma non deciso: al
sommamente alla mutazione dei costumi , per- meno non ce ne resta documento .Ma in quelli
ciò quanto era in lui adoperavasi affinchè tenuti a Cividal del Friuli nell'anno stesso, a
quelli che conosceva condurre vita secolaresca Ratisbona nel 792 , a Francoforte sul Meno
e mondana con detrimento dell'anima , a simil nel 794 , per ordine di Carlomagno, ed a Roma
genere di opere si dedicassero . E poichè vede- nel 799 sotto il pontefice Leone III , Felice ed
va la massima difficoltà di ottenere il suo fine Elipando furono condannati . Intanto costoro
per la mancanza di operai che esclusivamen- stavano fermi. Si ritrattavano, è vero , di tratto
te si dedicassero ad aiutare il prossimo in in tratto, ma poi ricadevano nella stessa falsa
tali giovevoli cose, stabili in suo cuore, e con- dottrina; per cui morirono nell'eresia, e l'edi
dusse ad effetto la fondazione della congrega- fizio falsamente da essi eretto ruino , ed ogni
zione dei Cherici regolari minori , gittandone cosa andò nell'obblio.
in Napoli le prime fondamenta , ed ottenendo ADOZIONE . Per conforto dei figliuoli , i
ne l'approvazione dal pontefice Sisto V nel- quali rimangono privi di genitori , fu ritrovata
l'anno 1588 . l'adozione, per cui quelli che figli non han
Era incombenza di questi Cherici raccorre no procreato , si prendono cura di essi come
quanti amavano fare gli esercizii spirituali , ed se fossero proprii . Per fare una tale adozione,
occuparsi al loro bene spirituale in questo san- di cui si trova memoria anche nella divina
to ritiro. A cio Adorno aggiunse ai suoi figli Scrittura , come nella Genesi al capo 48 , nel
di imitare gli Acemeti di Costantinopoli ,e nel- l'Esodo al capo 2 , ed in Ester al capo 1 , varii
le regole ordinò che sempre uno di essi doves e diversi riti, secondo la diversità dei tempi e
se trovarsi in orazione innanzi al SS. Sacra- dei luoghi , troviamo che furono usati. E per
mento. Napoli , che ebbe l'onore di vedere na- ommettere la maniera con cuiibarbari accostu
scere, e crescere nel suo seno questa congre- mavano di adottare, diremo che appresso i Ro
gazione di tanto giovamento alle anime , fu mani ciò si faceva dinanzial pretore od al ma
pure il luogo dove in odore di santità questo gistrato, i quali dovevano vegliare alla osser
pio fondatore fini sua vita il giorno 29 set- vanza delle leggi : se poi si trattava di una ado
tembre 1591. Era nato nel 1550 . zione perfetta, siccome è nel nostro caso, allora
ADRA- ADRIA 125
si doveva fare alla presenza dei comizii cu sa divinilå , come leggiamo nel quarto libro
riati , chiamati anche ad assistere i pontefici, e dei Re al capo 17 .
con altre solennità , come riferisce il Gravina, Un secondo AÐRAMELECH trovasi ricordato
nel tomo primo dell'Origine del diritto civile, dal profeta Isaia al capo 37 , versetto 38 , e nel
alla pag. 208. Le altre nazioni avevano altri quarto libro dei Re al capo 19. Era questi fi
riti nello adottare: i Goti adottavano i figliuo- glio di Sennacheribbo re di Assiria, che redu
li toccando loro la rba , i Franchi recidendo ce da Ninive dopo la sventurata spedizione
la barba dell'adottato . Ma più comunemente contro il re Ezechia, fu ucciso mentre prega
appresso i cristiani fu ricevuta una certa spe- va nel tempio di Nesroch , dai suoi due fi
cie di spirituale adozione, la quale praticavasi gliuoli Adramelech e Sarasar . Ignorasi il per
recidendo i capelli degli adottati. chè da questi due principi fu commesso il
Ma ommesse tutte queste ed altre simili parricidio ; ma quello solo che si conosce è,
formule di adozione, convien dire di quella che dopo la uccisione del padre, si salvarono
che dalle leggi civili è ammessa anche al pre- nelle montagne di Armenia, e che Assaradon
sente. Distinguono esse due specie di adozio ne loro fratello successe sul trono . Si pone la
ne, perfetta, cioè ed imperfettu. La prima av morte di Sennacheribbo l'anno del mondo
viene quando una estranea persona sui juris 3293 , avanti Gesù Cristo 705 .
per rescritto del principe in tal modo passa ADRAMITE . Città capitale della Misia a
nella famiglia od in potere dello adottante da siatica nell'esarcato di questo nome. Questa
divenire come figlio legittimo e naturale di è sede vescovile.
lui , ed erede di sua facoltà , tanto ab inte ADRAON . Nella sesta sessione del Concilio
stato quanto per testamento. Imperfetta quel- di Calcedonia, come narra Guglielmo di Tiro
la addimandasi, quando estranea persona che nel libro 16 , al capo 10 dei suoi scritti , si fa
è sotto il potere del padre, dell'avo ecc ., per menzione di Adraon come di una città vesco
autorità del solo magistrato o di altro giudice vile nell ' Arabia, il cui vescovo era suffraga
si asserisce come figlio o nipote di quello che neo di Bosta . In appresso ebbe il nome di Ca
lo adotta , senza che passi in potere o nella strum Bernardi de Slampis .
famiglia di lui , del quale però non diviene ADRASSO . Questo è il nome di una città
erede necessario per testamento , in cui può episcopale della diocesi di Antiochia, la quale
essere ommesso, sebbene gli succeda nel pos- era sotto la metropoli di Seleucia .
sesso dei beni ab intestato . Le stesse leggi ci ADRIA . Antica città celeberrima un tem
vili poi turpe e disonesto riputando il matri- po , che diede il nome al mare Adriatico . Di
monio fra questi, dichiararono nulle le nozze; pende attualmente dal metropolitano di Ve
primo, fra lo adottante e lo adottato, e quelli nezia , mentre un tempo dipendeva dal me
che discendono da lui ; secondo, tra lo adotta- tropolitano di Ravenna. E opinione comune
to ed i figli naturali dello adottante, e la mo che essa abbia ricevuto il cristianesimo nei
glie dello adottato , ed a vicenda fra lo adot- primi tempi della Chiesa, e vuolsi che un di
tato e la moglie dello adottante. Questa pa- scepolo di s. Pietro vi abbia predicato con
rentela civile pertanto è uno degli impedi- frutto la religione di Gesù Cristo. Questa
menti dirimenti il matrimonio , osservandosi città ha un vescovo il quale la maggior par
però che sempre sussistono quelli del primo te dell'anno risiede a Rovigo, altra città di
e terzo modo suespresso: ma nel secondo caso, questa diocesi stessa , stando Adria sul confi
cioè tra lo adottato ed i figli naturali dell'a ne di essa . Ha una cattedrale dedicata a S.
dottante cessa l'impedimento, quando l'ado- Pietro, fabbrica nuova, in sostituzione all'an
zione cessa, ed il figlio viene emancipato, poi- tica dicui parte ancora ne esiste ; ed un ca
chè in questo caso sciogliendosi il vincolo, pitolo di canonici, di cui la prima dignità è
sciogliesi ancora l' impedimento che dal vin- l ' arcidiacono. Nell'articolo Adria stampato .
colo derivasse. nel Dizionario universale delle scienze eccle
ADRA , città poco lontana da Damasco. Il siastiche, Milano , 1853 , tanti e tali sono gli
profeta Zaccaria, come leggiamo nel capo 9 , al errori in proposito di questa antichissima
vers. 1 , dei suoi scritti parlando contro di es- città vescovile , che troppo lungo sarebbe se
sa, le fece a nome di Dio gravi minaccie. tutti si volessero confutare, per cui ci basterà
ADRAMELECH . Era una delle divinità a l'osservare che al certo non si conobbe il luo
dorale in Sefarvaim da quelli che erano là go di cui si scriveva, e che niuna cura fu pre
venuti in luogo degli Israeliti trasportati ol sa per correggere quanto forse fu malamente
tre l'Eufrate. Queste genti facevano passare i scritto in proposito dai padri Richard e Gi
loro figliuoli pel fuoco in onore di questa fal- raud , dai quali l'opera citata è compilata. Con
124 ADRIA - ADRIANO

ciò vogliamo pure dichiarare che questo arti 1. Sull'ispirazione o linguaggio interno di
colo non è il solo di quell'opera in cui si tro- Dio, lavoro , col quale dimostra i varii mo
vino cose che non devono essere ammesse, di di cui il Signore si serve per far sentire
quali storiche verità sua voce e manifestare all'anima la sua volon
ADRIA (Pietro d ’), vescovo di Vico. Dal tà , ed insegna parimenti il modo col quale
luogo di nascita ebbe Pietro il suo sopranno- l'anima deve diportarsi affine di intendere
me. Prese l'abito della religione di s. Dome- questa voce, e da quali disposizioni deve essere
nico, in essa fu discepolo del celebre Aquina- accompagnata. Piano è lo stile, grande l’un
te. Amante dello studio , il maestro poteva zione, per cui è alla capacità di ciascuno.
gloriarsi di averlo per uno dei suoi uditori. I 2. Sull'orazione dominicale, discorso o trat
progressi che ei fece nella pietà e nella scienza tato che ne porge una spiegazione completa di
sotto la direzione di un santo che nelle lezio- ogni parte di essa , e ne dimostra la sublimità ,
ni infondeva ai suoi alunni lo spirito del Si- donde si deduce in qual maniera debba essere
gnore, e perciò amore alla perfezione, gli ot- recitata affinchè sia valida innanzi al trono
tenne di essere eletto vicario generale della del Signore.
provincia di Sicilia nell'anno 1294. La sa 3. T're trattati: il primo della vita alliva , il
pienza di lui nella direzione delle cose tutte secondo dei beni temporali , il terzo delle opere
spettanti al suo ordine e nel mantenere quel- della misericordiu; in ognuno dei quali egli fa
la disciplina che porge mezzo allo avanzarsi conoscere quelle cose che dalla legge cristiana
nella perfezione , fu ammirata dal pontefice sono ordinate a conseguire l'eternoguiderdone .
Clemente V, il quale volle dare alla diocesi 4. Dell'origine e dei progressi della vila ce
di Vico in questo uomo un vero pastore , e nobilica , opera in cui egli esamina donde ebbe
nell'anno 1306 gli conferì il vescovato . Dieci principio il vivere di quelli che allontanavansi
anni circa tenne questa dignità , nella quale dal secolo e si ritiravano nelle solitudinia con
dimostrò mai sempre come il Pontefice aveva durre i loro giorni ; indi saggiamente va osser
veduto assai bene nel provvedere a quella vando le cause per cui la vita cenobitica pro
chiesa con tale pastore. gredì , ed i cenobiti si moltiplicarono ecc.
ADRIANA. Due città vescovili troviamo ri Oltre a questi si ha pure di lui uno scritto
cordate sotto di questo nome. La prima, di cui sull'obbedienza , un altro della confessione, un
parlano tutte le notizie ecclesiastiche, trovasi terzo della comunione frequente ecc.
nell'Ellesponto, diocesi d 'Asia, sotto la me ADRIANISTI . Cosi chiamaronsi alcuni stol
tropoli di Cizico, e di essa anche si parla sot- ti ed empii, i quali si fecero discepoli di Adria
to il nome di Adrania e Hadrian . no Amstedio, uno dei novatori del secolo XVI .
ADRIANI. Vescovato appartenente alla pro- Agli errori degli Anabattisti molte altre be
vincia di Bitinia sotto la metropoli di Nico- stemmie aggiungevano questi perfidi, cioè di
media. cevano che Gesù Cristo era stato formato dalla
ADRIANI. Questo soprannome ci dimostra donna, alla stessa guisa degli altri uomini, che
nelle storie due uomini appartenenti alla com non aveva fondata la religione cristiana ecc.
pagnia di Gesù , nella quale lasciarono fama ADRIANO (P. Elio) , imperatore romano ,
del loro sapere per alcune opere che hanno ebbe per padre Elio Adriano Afro, cugino di
composto. Traiano , e per madre Domizia Paolina d'il
Il primo, che fioriva nel secolo decimoquar- lustre famiglia di Cadice. La sua casa origina
to, scriveva alcune opere di pietà in fiammin- ria era d'Italica nella Spagna, città nativa di
go , chè egli era di Anversa ; le quali poscia Traiano, ed in cui Eutropio dice che Adriano
dal canonico Gerardo Brunel erano tradotte in nacque anche egli: secondo Sparziano, egli nac
latino , onde meglio per esse porgere pascolo que a Roma il 24 gennaio dell'anno 76 di G.
spirituale a quei tutti che amavano colla let- C. nel settimo consolato di Vespasiano e nel
tura illuminare la propria mente a conoscere quinto di Tito . Non aveva che dieci anni quan
la via della perfezione. do mori suo padre, ed ebbe per tutori Traiano
Il secondo, di nome Antonio , pure fiam- e Tazio cavalieri romani . Dopo aver fatto som
mingo, che entrava nella religione nell'anno mi progressi nella lingua greca militò in Ispa
1544 , ed in essa moriva il 18 ottobre 1580 , gna , finchè Traiano lo richiamò. Condusse po
dopo avevi tenuto le principali cariche , nelle scia in Mesia verso la fine del regno di Domi
quali dimostrò quella sapienza che si convie- ziano la seconda legione ausiliaria ; dicesi che
ne ad un ottimo direttore ; lasciava alcuni in quella città , poichè aveva egli la debolezza
scritti che ottennero l'approvazione dei sag. di credere all'astrologia giudiziaria , un negro
gi . Questi sono : mante gli predicesse il suo avvenimento all'im
ADRIANO 125
pero . Il suo prozio gli aveva fatto già la stessa derarlo si voglia , può essere egualmente pa
predizione; in seguito Sura, favorito di Traia ragonato a Domiziano od a Tito. Abbiamo
no, moribondo, gli predisse che da quel prin veduto come egli credeva all'astrologia , ed
cipe verrebbe adottato. Quando Traiano lo era difatto superstizioso allo estremo: a questa
fu da Nerva , Adriano gli recò le congratula- disposizione del suo spirito fu attribuita la
zioni dell'esercito, ed e ' fu quegli che annun- persecuzione che ei fece ai cristiani . Non vi
ziò al principe la morte di Nerva. Apparisce furono altresi che soverchi argomenti di rim
che Traiaño non avesse per Adriano vera af- proverargli dissolutezza e crudeltà. Essendosi
fezione: ma questi era meglio veduto dall'im- fatto dichiarar imperatore in Antiochia il di
peratrice Plotina , perocchè gli ottenne dal 11 agosto 117 , scrisse al senato che i soldati
l'imperatore in matrimonio sua nipote Giu- lo avevano costretto ad assumere questo tito
lia Sabina. Adriano, fatto questore , ed inca- lo, e creò suo tutore Tazio prefetto del pre
ricato dei registri del senato, cesso quell'uf- torio. Abbandonò poi tutte le conquiste di
ficio per accompagnare l'imperatore nella Traiano , sia che non volesse troppo esten
guerra contro i Daci, il dodicesimo anno del dere un impero già immenso , o che fosse ge
regno di T'raiano. Divenne console , poi tri- loso della gloria del suo predecessore. Egli fe
buno del popolo, e parti di bel nuovo contro ce anzi demolire gli archi del magnifico ponte
i nemici seguendo l'imperatore. Tanto si se- eretto sul Danubio d'ordine di Traiano, per
gnalò in quella guerra , che Traiano gli fece timore , diceva egli , che potesse servire ai
dono del diamante che egli stesso aveva rice- barbari per far correrie sul territorio del
vuto da Nerva, quando questo principe lo a- l'impero. Giunto a Roma, Adriano rinunzio
dotto. Adriano ben a ragione tenne il dono agli onori del trionfo preparato per Traiano ,
qual pegno della sua futura adozione. Fatto e che il senato a lui offeriva, e li fece rende
pretore , diede al popolo magnifici giuochi re all'immagine del suo predecessore. Dono
durante la lontananza di Traiano , indi fu tutto quello che era dovuto al fisco , ed arse
eletto arconte di Atene. Ammalato essendosi pubblicamente tutti i conti, onde niuno fosse
Traiano , lasciò l'esercito sotto gli ordini di più per tale oggetto molestato . Molte altre
Adriano , già da lui creato governatore della largizioni finirono di conciliargli il pubblico
Siria , e morì poco tempo dopo. Variano gli favore ; indi mosse contro ai Sarmati , che
autori sulla maniera con cui Adriano giunse avevano fatta un'invasione nell ' Illiria. Ei li
all'impero. Pretendono gli uni che adottato disfece, ma dai luoghi stessi in cui ottenne la
da Traiano, un anno dopo legittimamente gli vittoria , scrisse al senato contro quattro per
succedesse ; altri asseriscono che Plotina, sem- sonaggi consolari , cui aveva onorato Traiano
pre ad Adriano propizia , tenesse per tre gior- dell'amicizia sua , e accusandoli di avere con
ni occulta la morte di Traiano , e che le let- spirato contro di lui : il senato li mise a
tere di adozione spedite al senato non fossero morte , senza neppur far loro sapere di che
che supposte ; Dione giunge perfino a dichia- venissero incolpati. Lo sdegno pubblico co
rare che egli teneva questa particolarità da strinse tosto Adriano a dover ritornare a Ro
Aproniano suo padre, governatore della Cili- ma , ove dichiaro che quelle illustri vittime
cia , in cui mori Traiano. Comunque sia , erano perite senza di lui saputa : ma a tal
Adriano , asceso all'impero , cominciò a reg- discolpa tanto meno si prestò fede che non
gere con dolcezza , e fece palese l'intenzione tralasciò di far ancora perire molti altri di
sua di perdonare ai suoi nemici . Viene cita- stinti cittadini . Cessò nondimeno alla fine di
ta la parola che disse ad uno di essi nel mo- sparger sangue e si contentò di togliere la
mento della sua esaltazione: Eccovi salvo. Mo- carica di pretore a Tazio , dandogli invece
strossi benefico col popolo , nemico del fasto , sede nel senato . Adriano al quale molto pia
buono verso i soldati, coi quali divideva le ceva di viaggiare , e che spesso diceva : ache
fatiche ed i perigli . Fece molti regolamenti un imperatore, ad imitazione del sole, dove
dei quali era base l'ordine e la giustizia. I va illuminare tutte le regioni dell'universo, »
senatori, i cavalieri poveri , ed il popolo fu- si diede a visitare tutte le provincie dell'im
rono ristorati dalle sue liberalità ,e dall'istan- pero , ed occupò 17 anni in continui giri .
te in cui cominciò i suoi viaggi, in che spese Passo prima nelle Gallie ed in Germania ,
gran parte del suo regno , lasciò ovunque donde tragitto in Inghilterra , al fine di pre
segni ntanifesti della sua magnificenza. Final- servare i paesi che possedevano i Romani dal
mente non vedrebbesi in lui che uu ottimo le correrie dei Caledonii ovvero Scozzesi: fece
principe, se tante brillanti qualità non fosse- innalzare una muraglia che si stendeva in
ro stale miste con difetti e vizi cosi odiosi , lunghezza 80 miglia lungo la riviera diEden
che, secondo la maniera con la quale consi- nel Cumberland , fino a quella di Tyne nel
.
126 ADRIANO
Northumberland. Molti Romani di grado di- ni , una disparità si ributtante non manco di
stinto caddero allora in disgrazia, perchè man fare in essi profonda impressione. Verso quel
carono al rispetto dovuto all'imperatrice Sa- l ' epoca gli Ebrei si ribellarono da Adriano ,
bina , e lo storico Svetonio fu di quel novero, il quale dopo stabilita una colonia romana in
Reduce nella Gallia vi fece erigere varii mo- Gerusalemme, aveva dato a quella città il
numenti : gli viene altresi attribuita la co nome di Elia Capitolina , e fabbricato un
struzione dell'arena di Nimes e del ponte del tempio alle pagane divinità nel sito medesimo
Gard . A Tarragona in Ispagna , uno schiavo in coi era stato adorato Jehova . Gli Ebrei in
gli corse addosso colla spada alla mano , e po- dignati elessero per capo un certo Barcoche
co manco che non lo uccidesse. Adriano, come ba , e gli diedero il titolo di re. Tinnio Ru
ebbe inteso che quello schiavo era pazzo , si fo , che comandava in Giudea , ebbe sulle
limitò di farlo mettere fra le mani dei medi- prime qualche vantaggio sopra di essi , ma il
ci . In Africa seppe la morte di Plotina ; si loro numero ognor più crescendo, tutti i Ro
affrettò di tornare a Roma ; e dopo di aver- mani che vi si trovavano furono trucidati.
le tributato grandi onori funebri, la colloco Adriano affidò il governo di quella guerra a
fra gli dei , non avendo dimenticato mai che Giulio Severo ; questo generale , riguardato
era debitore ad essa della corona. Egli fu au come il più abile al suo tempo , riprese Ge
tore del disegno del tempio che fece edificare rusalemme , e la ridusse in cenere l'anno 136
ad onore della città di Roma e di Venere , di Gesù Cristo. Bitther, o Bether, piazza for
ma non potè tollerare la critica che ne fece te, fece più resistenza, ma cesse, poichè il mag
lo scultore Apollodoro , di cui la morte avve- gior numero dei suoi abitanti peri di fame.
nuta indi a non molto è pur uno dei delitti Nè perciò fu terminata la guerra ; ella duro
che macchiano la memoria di Adriano. Que- tre anni e mezzo finchè una compiuta vitto
sto principe passò di nuovo in Asia , e convo ria dei Romani, e la presa di Barcocheba vi
cò tutti i re vicini, colmando di presenti quei posero fine . Assicurasi che 580,000 Giudei
che si arresero ai suoi inviti . Essendo in E- furono uccisi : i Romani medesimi soffersero
gitto, fece riedificare la tomba di Pompeo, ed immense perdite: gli Ebrei che sopravvissero
onorù l'ombra sua con cerimonie funebri . furono venduti al prezzo stesso dei cavalli ,
Quel viaggio è divenuto vergognosamente fa- tanto in un mercato detto di Terebinto, quan
moso , perocchè a quell'epoca videsi sorger to in quello di Gaza ; quelli che non rimase
la vile passione dell'imperatore per Antinoo , ro venduti furono trascinati in Egitto, e dati
giovine di Bitinia, di rara bellezza , il quale , in preda ad un popolo che aveva orrore per
secondo alcuni, si annego nel Nilo, secondo essi. Adriano proibì loro sotto pena di morte
altri , si ammalo , onde prolungare la vita di di entrare in Gerusalemme , e per mettere in
Adriano. In balia sempre alla più pazza su colmo la loro umiliazione , fece porre sulla
perstizione, l'imperatore avea ricorso alla ma- porta che conduce a Betlemme un porco di
gia per conservare i suoi giorni , ed aveva in- marmo. Ognuno sa che animale immondo è
teso che per riuscirvi era d'uopo ritrovare il porco agli occhi degli Ebrei. Poco tempo
chi volesse immolarsi per lui . Il suo favorito dopo gli Alani o Messageti attaccarono l'im
fu il solo che volesse fargli tal sacrifizio . Se pero ; ma Adriano spedi contro di essi Arria
la gratitudine soltanto per si raro olocausto no ; governatore allora della Cappadocia , e
avesse prodotto l'eccessivo dolore diAdriano, celebre per la sua storia di Alessandro.
si potrebbe appena biasimare l'esagerazione , L'imperatore andò poscia in Atene, e decor)
ma la turpe passione che si univa lo rendeva quella città che egli prediligeva di molti mo
tanto odioso quanto ridicolo . Adriano , dice numenti, dei quali sussistono ancora le rovi
Sparziano , pianse il suo Antinoo come se ne. Ebbe egli il pazzo orgoglio di consecrarvi
avesse perduto una moglie adorata ; gli edifi a sè medesimo un altare , e di permettere ai
cò molti templi , cui diede sacerdoti che ren Greci di dedicargli un tempio , che fu chia
devano oracoli da lui stesso composti . Gli mato Panelleniano. Di ritorno a Roma dopo
artisti ebbero comando di rendere immortale tanti viaggi , Adriano , la cui salute si andava
il dolore di Adriano, moltiplicando le imma- indebolendo , risolse di eleggersi un successo
gini dell'oggetto del suo culto , i pittori e re. Commodo Vero, che superò molti concor
gli scultori lavoravano a gara. Poco tempo do- renti , era uomo di licenziosi costumi, e pre
po Paolina , sorella di Adriano, morì , e que- tendesi che Adriano non l'abbia adottato
gli che aveva spinto sino alla stravaganza le che a vergognose condizioni. Comunque fos
profusioni pei funerali di un vile favorito , se , il nuovo Cesare fu creato pretore , e po
lasciò seppellire la propria sorella senza pom- sto alla testa dell'esercito diPannonia . Adria
pa niuna . Malgrado la corruzione dei Roma no fece in seguito costruire nelle vicinanze
ADRIANO I 127

di Tivoli quella celebre villa , della quale le nino fece osservare che sarebbe d'uopo allora
reliquie attestano anche oggigiorno la magnifi. annullare altresi la sua propria adozione, ed
cenza . Làegli s'immerse.secondo Aurelio Vitto- il senato non insistette più . Adriano ottenne ,
re, siccome altre volte Tiberioa Capri,in vergo- siccome d'uso , gli onori dell’apoteosi . Fra
gnose dissolutezze . Ebbe egli un'altra somi- gli edifizii numerosi innalzati da quel princi
glianza , odiosa non meno, con quell ' impera- pe , insigne sarà sempre il ponte sul Tevere ,
tore, ed è la crudeltà a cui si abbandono, fa- oggidi chiamato ponte Sant'Angelo , del pari
cendo perir con mezzi secreti, ed anche aperta- che il suo mausoleo sotto il nome di Castello
mente , molti illustri personaggi, fra i quali si s . Angelo . Sino dal regno di Giustiniano quel
annovera Serviano suo cognato, e Fusco suo la mole immensa servi per fortezza , uso a cui
nipote, accusati che avessero aspirato all'impe- ai giorni nostri è tuttavia destinata. Ve
ro. Vero essendo morto, Adriano gli accordò devasi un tempo sulla sua sommilà un carro,
gli onori dell'apoteosi, e dopo alcune esitazio- sopra cui era la statua di Adriano ; ora in ve
ni nella scelta di un successore, elesse Tito An- ce havvi la figura di un angelo di bronzo che
tonino , a condizione che questi adotterebbe tiene in mano una spada.
alla sua volta Marco Annio Vero, chiamato ADRIANO I , Papa , nato a Roma da distinta
poi Marco Aurelio, e L. Vero figlio di Com- famiglia, fu eletto nel 772 , dopo la morte di
modo Vero. L'imperatrice Sabina mori poco Stefano III , in un'epoca in cui la chiesa di
tempo dopo l'adozione di Antonino, ed Adria- Roma abbisognava di un nuovo protettore. Le
no fu accusato di averla avvelenata , o che vessazioni degli imperatori di Oriente con
trattata l'avesse con tanta indegnità che ella tro Martino I, Eugenio I e Silverio, predeces
si diede morte. Tuttavia egli non mancò di sori di Adriano , avevano destato nel popolo
farne una divinità . Il suo male facendosi ogno romano e nel Papa medesimo il desiderio di
ra più grave, ricorse alla magia , poi divenuto sottrarsi al dominio della corte di Costanti
feroce per l'eccesso dei suoi dolori , comandò nopoli , la cui potenza erasi molto indebolita
la morte di varii senatori , e commise ad in Italia per la sua lontananza e per lo sta
Antonino di farne perire molti altri . Antonino bilimento dei Longobardi . Questi dal canto
non eseguì il barbaro suo ordine. Stanco di e loro non adoperavano sempre lealmente con
sistere, chiese replicamente una spada od illa corte di Roma . Taluno dei loro monarchi
veleno, e promise di premiare quello che lo aveva fatto al Papa delle donazioni che veni
aiutasse ad abbreviare la sua vita ; non vi fu vapo rivocate dai successori ; Stefano II ave
niuno, che esporre si volesse al rischio di ren va implorato il soccorso di Pipino , il quale
dergli tale servizio. Andò a Baia, dove disprez- · obbligò Astolfo ad una intera restituzione.
zando i medici e le loro prescrizioni, abban- Desiderio alla volta sua dipartivasi dall'ese
donatosi all'intemperanza delle mense, riusci cuzione dei trattati . Egli aveva già riprese
ad accelerare il termine della sua vita. Egli molte città dell’Esarcato . Adriano s'indiriz
morì in quella città il 10 luglio 138 , in età di zò di bel nuovo al re di Francia. Carloma
sessantadue anni . gno , allora regnante , venne in soccorso del
Pochi giorni prima aveva composti i versi Pontefice , e portò le sue armi in Lombar
seguenti, resi celebri più per la situazione in dia. Durante le operazioni dell'assedio di
cui egli li fece, che pel merito loro reale : Pavia , egli andò a Roma per visitare Adria
no, che lo accolse con istraordinari onori . Lå
Animula vagula , blandula, confermò egli al Papa la donazione di Pipino,
Hospes comesque corporis, facendovi considerevoli aggiunte. Adriano dal
Quae nunc abibis in loca canto suo creò il monarca patrizio romano.
Pallidula, rigida, nudula ; Tali ebbe principii una memoranda rivoluzio
Nec, ut soles, dabis jocos. ne che Adriano non vide finire ,cioè il ristabi
limento dell'impero di Occidente.Egli non fu
Il talento della poesia non era il solo che testimonio del fine della monarchia longo
possedesse Adriano. Abbiamo veduto come egli barda. E però duopo osservare come la dona
conosceva l'architettura; era pur anche pitto- zione di Carlomagno non consisteva ancora
re e musico: riusciva in molti di quegli eserci- che in diritti . Adriano ne usò nobilmente ;
zii per cui si richieggono forza e destrezza ,ed soccorse i Romani oppressi dalla fame, arricchi
era prodigiosa la sua memoria. Quando mori , la chiesa di S. Pietro di ornamenti magni
rammentando il senato le crudeltà che mac- fici, e sparse copiose elemosine. Adriano invió
chiarono il principio e la fine del suo regno, legati che si ebbero il primo posto nel secondo
voleva annullare tutti i suoi editti ; ma Anto- Concilio di Nicea , convocato contro gli ico
128 ADRIANO II - ADRIANO III

noclasti, ed a quello di Francoforte ove con- zio per essersi opposto al ristabilimento del pa
dannata venne l'opinione di Elipando. V. A- triarca di Caria , e dei sacerdoti di Bulgaria ,
DOZIANI . Mori egli il di 26 di dicembre del che avevano partecipato allo scisma di Fozio :
795 , avendo tenuto la santa Sede 23 anni , egli voleva che comparissero a Roma per ,es
dieci mesi e diciassette giorni . I Romani lo servi giudicati , quantunque non fossero di
piansero qual padre loro. Carlomagno altresi pendenti dalla santa Sede. Adriano ottenne
l'onorù delle sue lagrime , e compose un epi- che Lamberto , duca di Spoleto , venisse pri
tafio in cui il suo nome è con quello congiun- vato del suo ducato per avere saccheggiato la
to del Pontefice , in questi versi da religiosa città di Roma il giorno stesso della sua con
amicizia dettati . sacrazione. La sua condotta con Lotario il
giovane fu ferma del pari che prudente. Que
Nomina jungo simul titulis, clarissime, nostra: sto monarca aveva ripudiato Titberga per
Hadrianus, Carolus, rex ego , tuque pater . isposare Valdrada : i predecessori di Adria
Quisque leges versus, devolo pectore supplex , no II, Benedetto III e Nicolò I, avevano sco
Amborum milis, dic, miserere, Deus. municato Lotario. Forse Carlo il Calvo che
aspirava agli stati di suo nipote , sordamente
Adriano univa a sublimi virtù talenti po- si adoperava a far condannare Lotario senza
litici e letterarii . Facendo egli dono a Carlo- remissione. Adriano preferì l'indurlo a chie
magno della raccolta dei canoni, delle epistole dergli un generale perdono. Del resto , ei
dei Papi e delle decretali , accompagnò il pre- non giudicava della principale questione del
sente con una epistola in forma di poema, divorzio il cui giudizio aveva riservato ad un
ogni verso della quale comincia con una let- concilio .
tera del nome del monarca . Era questa per Adriano fu meno fortunato nel progetto
quel tempo opera ricercatissima. che formò di favorire la pretesa dell'impe
ADRIANO II , fatto Papa il dì 14 dicem- ratore Luigi II contro gl'interessi di Carlo
bre 867 , dopo la morte di Nicolò I , era Ro- il Calvo, che si era impadronito di una par
mano, e suo padre si nominava Talare . Aveva te della successione di Lotario. Fu in tale
egli per due volte ricusato il pontificato , quan- occasione che Inemaro di Reims gli scrisse
tunque vi fosse stato generalmente eletto do con vigore per fargli sentire che la dignità
po la morte di Leone IV e di Benedetto III . sua non gli concedeva diritto niuno di pro
Ma la terza volta il suffragio del popolo e del nunziare sulle contese che insorgevano tra
clero fu sì unanime, le loro preghiere cosi vi- Sovrani . Adriano però non fu tardato da tale
ve , che egli non potè a meno di accettare. scritto nel tenere in seguito le parti di Car
Gli ambasciadori dell'imperatore Luigi si la- lomanno , ribellatosi contro il re suo padre.
gnarono per non essere stati invitati all'ele- Incmaro di Laon , nipote dell'arcivescovo
zione . I Romani risposero che non lo avevano di Reims , che si era reso odioso colla sua
fatto per dispregio , ma per timore che non condotta, parteggiò anche egli per Carloman
passasse in uso di aspettare gl’inviati del no . Condannato nel concilio di Attigni , egli
principe per l'elezione del papa. Il popolo appellò al papa , che lo volle proteggere , e
voleva anzi che fosse consacrato sull'istante, sottrarre alla sentenza del concilio ; ma provo
ma attesero la risposta dell'imperatore , il Adriano tale resistenza nel re e nei vescovi
quale confermò l'elezione , dichiarando che di Francia , che finalmente cesse , e faceva
egli non intendeva che venisse data cosa niu- Carlo il Calvo una risposta piena di benevo
na per la consacrazione di Adriano, ma all'op- lenza e di elogio . Adriano morì verso la fine
posto voleva che, lungi dal togliere cosa al- dell'anno 872 , lasciando rispettabili ricor
cuna alla Chiesa, romana. le fosse restituito danze dei suoi lumi e delle qualità del suo
ciò , che le era stato tolto. Essenziale cosa è cuore . Lodasi sopra ogni altra cosa il suo dis
l'avvertire a tali circostanze , onde vedere a interesse e la sua larghezza verso i poveri .
qual segno il Papa ed i Romani fino da allora Mostrò di andar oltre nei principii sull'auto
aspirassero alla indipendenza. Adriano perven- rità pontificia , ma riconobbe il suo torto :
ne alla Sede pontificia di 76 anni , dispiegò un ebbe non poche virtù e sparse beneficenze.
vigore di cui pareva che non si dovesse aspet- Furono conservate alcune sue lettere . Nella
tarlo dalla età sua. Sollecitò con ardore la sua epistola al Concilio di Costantinopoli ,
condanna di Fozio patriarca di Costantinopo- Adriano convenne essere permesso ai vescovi
li , che fece deporre e sottomettere a pub- di accusare , giudicare e condannare il Papa
blica penitenza. Adriano s'inimico poscia col- in causa di eresia .
l'imperatore Basilio, e coll'arcivescovo Igna ADRIANO III , Romano di nascita , figlio di
ADRIANO IV 129

Benedetto, eletto Papa nell'884 , successe a Ma- tato . Egli ebbe in seguito qualche contestazio
rino, e non occupò la sede che un anno e quat- ne con l'imperatore Barbarossa ; la prima fu
tro mesi. Ruppe, ad esempio del suo predeces- intorno al cerimoniale che doveva essere os
sore, con Fozio, patriarca di Costantinopoli, il servato nella unzione imperiale, chequel prin
quale non ammetteva che lo Spirito Santo cipe ricevette dal Papă. Federico si tenne poi
procedesse dal Figliuolo come procedeva dal offeso che Adriano lo trattasse qual vassallo ;
Padre. E questo il solo tratto conosciuto della ma il papa in una sua lettera gli diede schia
vita di Adriano III, il quale pareva dare di sè rimenti che raddolcirono il principe , e la pace
grandi speranze. fu trà essi ristabilita. Di nuovo venne turbata
ADRIANO IV , eletto Papa il giorno 5 di- per la nomina all'arcivescovado di Ravenna
cembre 1154 , era nato verso la fine del prece- che Adriano rieusava di confermare. Tale con
dente secolo a Langley, vicino a St. - Albans, tesa abbracciò questioni di gran rilievo, e si
nell' Hertfordshire. E questi il solo Inglese prolungo molto oltre il pontificato di Adriano.
che sia stato innalzato alla sede pontificiā. I Noi la seguiremo sotto i successori suoi. Negli
suo nome era Brekspere ovvero Spezza lancie. intervalli di pace e di buona intelligenza fra
Suo padre era servo nel monastero di Santo Federico ed Adriano; questi , coll’assenso del
Albano, in cui fu poscia ricevuto nel numero l'imperatore, volle sottomettere Guglielmo re
dei religiosi . Il figlio non venne giudicato de- di Sicilia che gli negava omaggio pei suoi stati ,
gño di esservi ammesso a ragione dell'assoluta ed alcune restituzioni: Adriano condusse in
mancanza di educazione proveniente soltanto persona un esercito contro Guglielmo. Il suc
dalla sua indigenza . Costretto a mendicare il cesso corrispose sulle prime alle speranze del
pane ed a cercare fortuna sotto straniero cielo , Papa , che rifiutò vantaggiose condizioni ; ma
traversata la Francia, gli riusci di farsi rice- fu alla sua volta dalla fortuna tradito, e Gu
vere per servo nel monastero di S. Ruffo; nei glielmo, avendolo chiuso in Benevento , otten
dintorni di Avignone . Là continuò egli ad in- ne che niun appello da'suoi tribunali sareb
struirsi nelle lettere e nelle scienze, nelle be portato alla corte di Roma, che il Papa non
quali fece progressi tanto rapidi quanto lumi- invierebbe legati senza suo consentimento, e
nosi. Il suo contegno oflicioso e la sua applica- che le elezioni ecclesiastiche dovrebbero essere
zione al lavoro lo resero grato ai religiosi , intieramente libere. Tuttavia si sottopose egli
che lo ammisero nel numero loro , e dopo la ad un annuo tributo . Enrico II, meditando al
morte dell'abate, nel 1137 , il sub merito lo lora la conquista dell ' Irlanda, ne chiese l'in
fece scegliere per superiore con unanime voce ; vestitura al Papa, sotto pretesto di strappare
ma non andò guari che l'invidia gli suscitò quei popoli all' idolatria. Accordò Adriano al
querele; i monaci lo accusarono al papa Euge- re d'Inghilterra quanto bramava : in tale gui
nio III, il quale gli diede vinta la causa, e dis- sa i sovrani medesimi volontarii si sottomette
se agli avversarii licenziandoli : « Andate, eleg- vano ad un'autorità che in altre circostanze
getevi un superiore col quale possiate, e piutto- tenevano essere loro dovere di non conoscere e
sto vogliate vivere in pace : questi non sarà combattere. Qui hanno fine i principaliav
lungamente a carico vostro. È di fatti Euge- venimenti politici del pontificato di Adriano.
nio lo ritenne presso di sè, lo fece nel 1146 La sua vita privata presenta particolarità che
cardinale vescovo di Albano, e l'inviò subito scevre non sono d'importanza. Amava la verità
legato in Danimarca ed in Norvegia. Al suo rio e la cercava con ardore. Giovanni di Salisbury ,
torno venne trattato con molta distinzione dal suo amico e compatriotta, essendo venutoa vi
Papa Anastasio IV , al quale successe. Enrico sitarlo mentre eranella Puglia, Adriano gli apri
re d'Inghilterra mandò ambasciatoria congra- il suo cuore , e lo assicuro che piuttosto di ve
tularsi con lui ; e i monaci di Sant' Albano gli dere egli la Chiesa oppressa da tanti mali , ben
accompagnarono, recando al Papa ricchi doni . avrebbe voluto non essere uscito mai d'Inghil
Adriano non ne accettò che parte, rammentan- terra . Avendogli chiesto poi che cosa si dicesse
do a quei religiosi , però senza rancore, anzi di lui e della chiesa di Roma, Salisbury gli ri
con qualche piacevolezza, che altre volte gli spose con ammirabile sincerità: « Dicesi, che vi
avevano ricusato un abito. Il nuovo papa sé sono persone le quali dominano sul clero sen
gnalo dapprima il suo zelo contro Arnaldo di za rendersi modello della greggia. Sono esse
Brescia, discepolo di Abailardo, sedizioso e avare ed insensibili alle miserie dei popoli ;
torbido entusiasta, i settatori del quale attac- sembra che tutta la religione loro non consista
cato e ferito avevano il Cardinale Gerardo sulla che nell'arricchire » ..... Nori si sa ciò che
via Sacra. Adriano mise la città di Roma sotto più sia degno di ammirazione, se la dolcezza di
l'interdetto finché non fosse punito tale atten- Adriano , o la franchezza dell'amico suo .Non
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc . 11: 17
1530 ADRIANO V - ADRIANO VI
dimeno si può osservare come i rimproveri di mandò ambasciatore presso Ferdinando il Cat
avarizia e cupidigia che questi si permette, non tolico, che lo nominò vescovo di Tortosa in
possono essere per nulla applicati ad Adriano, Ispagna. Dopo la morte di Ferdinando, Adria
la cui generosità e disinteresse erano ovun no divise la reggenza di quel regno col cardi
que riconosciuti. Egli aumentò il patrimonio nale Ximenes, e fu innalzato al cardinalato
di s. Pietro di molti acquisti, ma era , dice il l'anno 1517 : rimase solo governatore della mo
Fleury, si alieno dall'arricchire i suoi paren- narchia durante l'assenza di Carlo V , allorché
ti , che non lasciò a sua madre, la quale gli so- questi parti per la Germania nel 1520. A quel
pravvisse, altra sussistenza che la carità della l'epoca sorsero nella Spagna le turbolenze co
chiesa di Cantorberi. Adriano morì in Ana- nosciute sollo il nome di comunità o guerra
gni il di primo settembre 1189 , consommari- della Santa Lega. Il nome di Adriano sta le
putazione di capacità e di virtù . Non era altri- gato a quegli avvenimenti : la di lui condotta
menti uomo comune quegli che innalzato si in quei procellosi momenti deve fissar intorno
era dalla mendicità e dallo stato servile alla lui l'opinione della posterità, più che il suo
prima dignità della Chiesa. Ebbe egli dottrina, governo pontificio, il quale breve troppo eb
eloquenza e generosità , ed era tutto attacca- be duralo perchè lasciasse storiche traccie. La
mento alle prerogative di Roma . Si trovano Spagna inclinava ad una generale sollevazione .
delle lettere di Adriano IV nella Raccolta dei Le eccessive imposizioni , rinnovate ogni gior
Concilii . Egli aveva inoltre scritta la storia no, insopportabili riescivano al popolo; i fa
della sua legazione nel Nord , un trattato della vori accordati ai Fiamminghi , e l'insaziabile
Concezione di Maria Vergine, ed alcune ome- avidità del signore di Chièvres e delle sue crea
lie, delle quali viene fatta menzione nella Bi- ture indignarono la nobiltà; in fine la dispensa
blioteca pontificale. dei benefizii, nei quali quei medesimi Fiam
ADRIANO V , eletto Papa nel giorno 12 minghi avevano grandissima parte, animava la
luglio 1273 , era Genovese di nascita ed aveva gelosia ed il risentimento del clero spagnuolo.
nome Ottobono dei Fieschi. Successe ad Inno- Quest'ultimo motivo di livore non era il meno
cenzo V , il quale occupata non aveva la Sede violento, e dirigevasi particolarmente contro
che cinque mesi , ed egli non la tenne che un Adriano stesso, e soprattutto poi contro Gu
solo. Era già ammalato quando fu eletto. Ven- glielmo di Croy. provveduto dell'arcivescovado
ne trasportato da Roma a Viterbo, dove mori , di Toledo. Una forte tempesta minacciava la
dicendo ai suoi parenti che venivano a visitar- reggenza di Adriano, e quantunque il numero
lo : « Sarei ben più contento che mi vede- dei gentiluomini capi dei malcontenti non fos
ste Cardinale in salute che Papa moribon- se molto considerabile, nondimeno Padilla,
do. » Maldonado , Pedrolaso di Guzman , Pedro Gi
DRIAN VI , fatto Papa nel 1592 , era co-
ADRIANO ron , Acuna, il conte di Salvatierra, sono nomi
nosciuto sotto lo stesso nomedi Adriano, che ei chiari nella Spagna ; ed altri signori in gran
non volle cangiare all'epoca delle sua assunzione numero non attendevano che il favorevole
al pontificato. Nacquead Utrechtnel1459. Suo istante per levarsi la maschera, o favorivano
padre , chiamato Fiorenzo Boyers, era o tessitore, segretamente gli sforzi della santa Lega. Adria
o fabbricatore di cervogia ,o, secondoaltri,legna- no non aveva nè bastante fermezza , nè bastan
iuolo . Adriano fece i suoi studi a Lovanio, nel te abituazione ai politici affari per tenere una
collegio degli Ostiarii , dove si mantenevano sicura condotta in mezzo a quella rivoluzione,
gratuitamente dei poveri scolari. Studiò con cui era incaricato di reprimere. Dopo che ebbe
qualche successo filosofia e teologia, per cui la acconsentito alla commissione militare e civile
regina Margherita d'Inghilterra , sorella di dell'alcade Ronquillo contro la città di Segovia,
Eduardo IV , e vedova di Carlo il Temerario , ed alla mossa di Fonseca contro Medina del
duca di Borgogna, si assunse di fare le spese Campo, diede la prova della sua debolezza ri
necessarie pel suo ricevimento al grado di dot- chiamando quei due uomini troppo ardenti
tore . Fatto successivamente canonico di S. Pie- forse ma di costante fedeltà, sicchè furono ob
tro , professore di teologia, decano della chiesa bligati a partire dalla Spagna per presentare
di Lovanio , e finalmente vice -cancelliere della le loro doglianze a Carlo V. Il Cardinale stava
università, soddisfece al suo debito di gratitu- continuamente in orazione nel suo gabinetto,
dine verso di essa istituendo un collegio che chiedendo al cielo rimedio a tanti mali di cui
portò il nome suo , destinato al gratuito man accusava egli de Chièvres. Scrisse lunghe lette
tenimento dei poveri che si volessero applicare re agli insorti , e ne faceva scrivere dall'im
agli studii. Bentosto Massimiliano I lo elesse peratore a ' loro capi , che da ciò giudicavano
a precettore di suo nipote Carlo V , indi lo quanto erano deboli quei mezzi , che si pote
ADRIANO DI TEBE 131
va loro opporre ; finalmente Carlo V fu co te di Roma. Il cardinale Pallavicini dice di
stretto di dare al suo precettore , cui non Adriano VI : « Fu egli eccellente ecclesiasti
voleva di troppo umiliare , un consiglio di co, ma in fatto un Papa assai mediocre. » A
sei persono, scelte fra gli uomini i più com driano era solito dire : « che era d'uopo dare
mendevoli, tra i quali disegnò l'ammiraglio gli uomini ai benefizii : e non i benefizii agli
di Castiglia, don Federico Henriquez e don uomini : » e le sue scelte furono sempre da
Inigo Velasco , contestabile. Questi due illu- questa saggia massima governate. La frugalità
stri Castigliani conservarono la monarchia al sua, la sua semplicità di costumi, la sua av
sovrano loro ; il quale non indugio a confes- versione per ogni sorte di lusso facevano vi
sare nelle lettere che ad essi scriveva , come vissimo contrasto colla magnificenza del suo
doveva ai loro utili servigi la corona. Il Car- predecessore. Accostumati allo splendore di
dinale , in preda alle sue irresolutezze , fece una corte pomposa , sempre occupati della
atti ad ispirare lo scoraggiamento nel partito memoria di Leone X , del quale il genio , la
dell'imperatore ; fuggi di notte tempo dalla politica , l'appassionato amore per le belle
città di Vagliadolid per recarsi a quella di arti avevan fatto una seconda volta di Roma
Rio Secco , e mandò a 'chiedere agli insorti ' il centro della grandezza e delle ricchezze e
le bagaglie che in essa aveva abbandonate. delle cognizioni, i Romani non erano più ca
Fortunatamente per esso , l'ammiraglio Hen- paci di stimare le religiose virtù di Adriano,
riquez ed il contestabile andarono tosto a Rio il quale , senza avvertire allo spirito del suo
Secco , adunarono i membri principali del secolo, li riconduceva a semplici ed austeri
la nobiltà, armarono i loro vassalli, e si mi- costumi, richiamandoli ai tempi primitivi
sero in istato di opporre eguali forze a quelle della Chiesa. Adriano spinse la riforma sino
della Santa Lega : riusci loro dapprima in alle più minute cose. Di 100 palafrenieri che
parte colla violenza , in parte colla destrezza aveva Leone X , egli non ne conservò che 12 ,
di staccare qualche capo , o finirono col di- onde diceva egli averne più che i Cardinali.
struggere i ribelli nelle pianure del Villalad . Tutto il rimanente della sua casa venne rego
L'anno seguente , 1522 , Adriano venne in- lato sullo stesso piede. Parve sordida e dispre
nalzato al pontificato, successore di Leone X , gevole al popolo romano tale economia , e se
cui era cosa assai malagevole il sostituire. Egli ne vendicò con sarcasmi. Alla sua morte fu
si trovava allora a Vittoria col contestabile e trovato scritto sulla porta del suo medico : AL
l'ammiraglio di Castiglia, i quali non servi- liberatore della patriu. Adriano mori il 24
rono meno utilmente all'imperatore nella settembre 1825 , dopo un anno circa di pon
guerra controại Francesi , la quale "Adriano tificato. Pieno di dottrina e di pietà , manco
non avrebbe potuto mai compiere senza il egli di quell'avvedimento che deve presiede
soccorso di quei due uomini tanto pel loro re agli atti della politica, e di quella fermez
principe zelanti. Il nuovo Papa giunse a Ro za di carattere che la fiducia prescrive ed il
ma il giorno 31 agosto. Intraprese alcune ri- rispetto. Rinnovò l'alleanza della santa Sede
forme , e segnalò il suo zelo in questo propo- coll' impero. La maggiore delle sue sventure
sito particolarmente nelle istruzioni che die fu di essere obbligato a comandare , siccome
de alnunzio Francesco Chereget , cui spedilo fa noto alla posterità il suo epitafio che di
alla dieta di Norimberga adunata per le tur- cesi da lui medesimo composto:Adrianus VI
bolenze suscitate da Lutero. « Confessate in hic situs est qui nil sibi infelicius in vita quam
genuamente , egli disse , che Dio permise que- quod imperare duxit. Adriano lasciò alcuni
sto scisma e questa persecuzione , a cagio- scritti di divozione, ed un Commentario sul
ne dei peccati degli uomini , má ben più quarto libro delle Sentenze. Abbiamo anche di
per quelli dei sacerdoti , e prelati della lui Quaestiones quodlibeticae, e le Regulae Cun
Chiesa .....mentre noi sappiamo essere ac cellariae.
cadute in questa santa Sede cose nefan ADRIANO DI TEBE. L'anno 582 si tratto
de , abusi nelle cose spirituali , eccessi nelle nella Illiria un affare contenzioso , il quale ,
prescrizioni , nei decreti che ne emanarono dandoci un'idea degli imbarazzi e delle fati
ecc . » Tali confessioni fatte con profonda u che di s . Gregorio, presenta alcune importan
miltà , ma che la prudenza non avrebbe forse ti particolarità delle formalità giudiziarie ec
consigliate , racchiudono un'implicita censu- clesiastiche, e un notabile esempio dell' auto
ra della condotta di tutti indistintamente i rità della santa Sede fino nell'impero di 0.
predecessori di Adriano ; furono queste sog- riente . Essendo stata mossa lite innanzi al
getto di trionfo pei partigiani della riforma, e l'imperatore contro ad Adriano vescovo di
di biasimo per gli scrittori attaccati alla cor. Tebe , per cause civili e criminali , da due
152 ADRIANO ( S.)

malvagi Vescovi da lui deposti , il principe , primate, il quale fu dal Pontefice condannata
giusta i canoni, rimando Adriano a Giovanni a trenta giorni di penitenza, per lo spazio dei
di Larissa suo metropolitano, affinchè defini: quali sarebbe privato della comunione , sotto
tivamente giudicasse il civile, prendesse co pena di un trattamento più rigoroso ov'egli
gnizioni del criminale e facesse la sua rela non obbedisse. Si riserbò parimente di esami
zione alla corte. Sebbene le accuse fossero nare e punire più severamente gli altri abusi
mancanti di prove , l'arcivescovo di Larissa ch'ei poteva aver fatti del suo patere in Illi
non lasciò di condannar l'accusato , si quan- ria , e si mostrò tanto più sdegnato delle pre
to al criminale come quanto al civile. Aggiunse varicazioni di quel prelato, in quanto che egli
anzi alla ingiustizia la violenza e l'oppressio- era depositario di una porzione più rispetta
ne, facendo chiudere Adriano in una carcere bile dell'autorità pontificia , attesa la sua qua
angusta , e malgrado l'appellazione frapposta lità di vicario della santa Sede. Quanto al
all'imperalore , lo sforzo ad acchetarsi con metropolitano Giovanni di Larissa , Gregorio
uno scritto firmato di suo pugno, alla senten : gli scrisse nei seguenti termini, « Coll'ultimo
za su l'uno e l'altro oggetto . Tuttavolta il » tuo fallo , ben ti meriteresti di essere escluso
Vescovo oppresso conservò una sufficiente li . »> dalla comunione del corpo di Gesù Cristo ,
bertà di spirito, per non confessare i suoi pre » per aver dispregiata l'ammonizione del mio
tesi delitti che in termini ambigui, i quali la » predecessore , il quale aveva tolto alla tua
sciavano una strada aperta alla sua giustifica v giurisdizione il vescovo Adriano e la sua
zione . Tostochè fu messo in libertà , fece aver » chiesa di Tebe . Noi però portando la man
luogo alla sua appellazione innanzi all'impe » suetudine e la condiscendenza fin dove pos
ratore e rappresento tutti gli atti del processo » sono giungere, ci contentiamo di ordinare la
fatto dall'Arcivescovo .L'imperatore ne com , esecuzione di quel primo ordine ; di mo
mise l'esame ad Onorato , nunzio del Papa in » do che le pretensioni che potresti avere
Costantinopoli , ed a Sebastiano , segretario » contro di Adriano , restino decise dai nostri
di stato . Ambidue rimandarono Adriano as » nunzi a Costantinopoli , qualora sieno me
soluto , dopo la più esatta discussione. Ma si » diocri , e rimosse alla sede di Pietro , ove
ottenne un nuovo ordine dall'imperatore , » sieno considerabili : il tutto sotto pena di
onde l'aifare venisse nuovamente rimesso al » scomunica, da cui non potrai essere assoluto
vescovo della Prima Giustiniana, per nome » che per ordine del romano Pontefice , fuor
Giovanni come quello di Larissa , e vicario » chè in articolo di morte . Restituirai pari
dellasanta Sede in qualità di primate dell'Il » menti senza indugio tutti i beni, mobili ed
liria . Il vescovo di Tebe non rimase più con » immobili , della chiesa di Tobe, che sei ac
vinto al tribunal del primate , di quelche lo » cusato di ritenere , giusta l'annessa nota.
fosse stato a quello del metropolitano , non » Che se intorno a ciò insorgerà qualche con
ebbe più la stessa debolezza di confessarsi col: » tesa, voglio parimente che il nostro nunzio
pevole , e ciò non ostante venne condannato. » alla corte di Oriente ne prenda cognizione .»
alla deposizione. In tal foggia il Papa s . Gregorio termino que
Allora ei si appello al Papa, significò la sua sto affare che riguardava alcune chiese della
appellazione a Giovanni di Giustiniana , il Grecia , la quale formò sempre la giurisdizio
quale promise al nunzio Onorato di spedire ne del patriarcato di Costantinopoli.
agenti in Roma, che sostenessero la sua sentens ADRIANO (S.) . Quattro martiri dalla sto
za. Adriano vi anda egli stesso , e querelossi ria ecclesiastica ci vengono rammemorati sotto
delle ingiustizie, sì del suo primate, come del il nome di Adriano .
suo metropolitano. Lungamente , ma sempre Il primo fioriva a Roma nel terzo secolo ,
invano, aspetta Gregorio ,che i medesimi, giu- quando infieriva la persecuzione di Valeriano
sta la loro promessa, spedissero qualcheduno imperatore. Fu allora che, preso come cristia
per difendere la lor sentenza . Ma quell'uomo no , dimostrandosi intrepido nel confessare la
grande non sapendo cedere agli studiati indu: fede di G. C. , sostenne il martirio in unione
gi e alle cabale , procedette, senza più ritarda a s. Eusebio, s. Marcello diacono , s. Ippolito
re, al giudizio ; esaminò con somma attenzione e molti altri.
tanto il processo di Giovanni di Larissa, quan Il secondo fu martire di Nicomedia . Ufficia .
to quello di Giovanni di Giustiniana, e trovò le nelle armate dell'impero nel secolo quarto ,
cosi ingiuste nella sostanza le loro sentenze , non potè sostenere la crudeltà con cui Licinia
come irregolari nelle forme. Immediatamente travagliava i cristiani , per cui coraggiosamente
ristabili Adriano nella sua sede, dopo di avere rinfacciando a questo perfido l'ingiustizia di
senza nessun riguardo annullata la senlenza del sua condotta , ebbe tronco il capo in ricom
ADRIANO ( S.)--- ADSON 133
pensa di aver trattata la causa della umanità Abbiam dilui : 1. Vita Jesu Christi, ex quatuor
e della giustizia. evangelistis breviter contenta , Anversa , 1578 ;
Il terzo è martire di Cesarea in Palestina, pubblico tale opera sotto il nome di Christius
ove nella persecuzione di Diocleziano , dopo es nus Crucius, in seguito alla quale fece stam
sere stato dell'anno 309 esposto ai leoni , i pare un discorso De christiana beatitudine. 2 ,
quali si dimostrarono verso di lui rispettosi, Theatrum Terrae Sanclae, opera adorna di .
fu pugnalato . carte geografiche , ed impressa cinque volte
Il quarto infine, che era discepolo di 8. Lan- in foglio , 1590 , 1993 , 1600 , 1628 , 1682 ,
doaldo , missionario dei Paesi Bassi verso l'an- E divisa in tre parti: la prima è una geogra
no 667 , fu assassinato mentre stava raccoglien- fia della Terra Santa ; la seconda una descri
do le elemosine per sovvenirealle necessità dei zione di Gerusalemme , che l ' autore fece
fedeli. stampare nel 1584 , 1588 e 1592 ; e la terza
ADRIANO (S.) , abate di Noridano pres- una cronica dal principio del mondo sino alla
so Napoli , indi di S. Pietro di Cantorberi. morte di s. Giovanni Evangelista, che egli
Questo virtuosissimo Africano, e versatissimo pone nell'anno 109 di Gesù Cristo,
nella conoscenza della Scrittura , dei canoni ADRUMETO , città dell'Africa nella Li
della Chiesa , delle costituzioni monastiche , bia , capitale della provincia Bizacena. Si leg
di tutte le scienze umane ed ecclesiastiche, ge negli Atti Apostolici , che s . Paolo an
fu inviato in Inghilterra da Papa Vitaliano, dando per la prima volta in Italia , s'imbar
onde con Teodoro , che era stato consecrato co sopra un vascello che veleggiava per Adru
vescovo di Cantorberi , si adoperasse a pro- meto ; ma sembra con ogni verosimiglianza
pagare la religione cattolica. Adriano pronta- che nel testo si debba leggere piuttosto Adra
mente obbedi , e gli effetti della sua missione milo , poichè si sa dalla testimonianza di s.
corrisposero alle brame del Pontefice, per cui Luca che s. Paolo doveva andare in Asia , e
giunse , in unione a Teodoro , a rendere la che Adramito era una città marittima della
chiesa d'Inghilterra conforme a quella di Misia nell' Asia Minore , dirimpetto all'isola
Roma . Condotte a questo punto le cose , fu di Lesbo.
obbligato ad assumere il regime dell'abazia ADSON (Enrico) , nacque nel principio del
di S. Pietro di Cantorberi , detta altrimenti X secolo, nelle montagne del Giura nei din
di S. Agostino, nella quale santamente fini di torni di Condat, oggidi S. Claudio, da nobile
vivere il 9 gennaio dell'anno 709 , dopo di famiglia. I suoi genitori lo mandarono a fa
avervi formato un gran numero di pii e dotti re gli studii nell'abazia di Luxeuil , che ave
discepoli , come narra Beda nella sua Storia va una scuola già celebre , diretta dai monaci
d'Inghilterra . dell'ordine di s. Benedetto . Adson fecesi ben
ADRIANOPOLI. Quattro città vescovili ri- presto distinguere pel suo fervore nell'ader
corda questo nome nei fasti ecclesiastici. piere ai suoi doveri , e facilmente risolse di
La prima era anche metropolitana del non lasciare mai più una vita che aveva per
la provincia di Emimonte nella diocesi di lui tante attrattive di bontà e di reale bel
Tracia . lezza . Fece i suoi voti nell'abazia di Luxeuil ,
La seconda, chiamata dai Turchi Andru , fu e ne divenne il trentesimosesto abate , secon
sede arcivescovile latina sotto il patriarca di do il Dunod, Storia della chiesa di Besanzone.
Costantinopoli. Era d'uopo che godesse di grande riputazio
La terza era suffraganea a Claudiopoli , una ne e meritata, poiché molti Vescovi gli affi
delle città dei Mariadeni della Paflagonia. darono l'organizzazione delle scuole nelle lo
La quarta apparteneva alla provincia di Pi- ro diocesi , e vi furono monarchi , i quali in
sidia , nella diocesi d'Adria , sotto la metropoli importanti occasioni non isdegnarono di con
di Antiochia . Questa è ricordata in tutte le nor sultarlo . Ei mori nel 992 , in un viaggio che
tizie e negli atti dei cancilii. aveva intrapreso per visitare i luoghi santi ,
ADRICOMIO (CRISTIANO) , nacque ad Aelft in compagnia di Ilduino , conte d ' Arci nella
in Olanda il 14 febbraio 1533 , abbracciò lo Sciampagna,
stato ecclesiastico, fu ordinato sacerdote il gior, Adson ha scritto le vite di alcuni santi rea
no 2 marzo 1561 , ed ebbe la direzione delle ligiosi , delle quali il Calmet fece stampa
religiose di Santa Barbara sino al momento in re quella di s. Mansuelo , primo vescovo di
cui le guerre di religione avendolo costretto ad Toul , ed il Martenne l'ha inserita nel terzo
abbandonare la sua patria , si ritiro prima a tomo del suo Thesaurus novus anecdotorum
Malines, poi a Maestricht, e finalmente a Co- ecc . Ha scritta altresi la vita ed i miracoli
Jopia , dove mori il 20 giugno 1985 . di s, Vulberlo o Wandalberto , terzo abate di
134 AD TE

Luxeuil, e nello stesso tempo la storia della ecc. In tutto il salmo si osserva commendata
sua abazia. Tale curiosissimo lavoro è stato la verità e la misericordia del Signore, e co
stampato dal Mabillon , Suec. Benedict. III, me lo scrittore ponga in lui la sua confiden
part. 2 , p . 451 ; e siccome di un autore qua- za ; i quali caratteri si convengono perfetta
si contemporaneo, non può a meno di essere mente a Davide molestato dal suo figliuo
importante per la storia del medio evo . Vie- lo. Ma si può anche vedere la posizione del
ne attribuito allo stesso Adson un Trattato popolo ridotto in ischiavitù , il quale , in
dell'Anticristo , che egli aveva composto , di mezzo alle pene che soffriva dai suoi nemici,
cesi, ad inchiesta della regina Gerberga , spo- confessava i proprii peccati , ne implorava
sa di Luigi d'Oltremare. È stampato nelle perdono , e poneva tutta la sua speranza nel
opere di Alcuino e di Rabano Mauro. Signore .
AD TE. Tre salmi abbiamo nella Vulgata Finalmente, se vogliasi ammettere come par
che incominciano da queste voci Ad te, che te di questo salmo il versetto : Libera , Deus,
portano i numeri 24 , 27 , 122 , secondo l'or Israel cx omnibus tribulationibus suis , appa
dine con cui sono disposti . risce che il profeta implora piuttosto la libe
Sopra il primo che incomincia Ad te, Do- razione del suo popolo dai mali che soffriva,
mine, levavi animam meam ecc ., conviene oso di quello che implorasse la propria.
servare, che incomincia da una orazione fat I padri spiegano questo salmo come un'ora
ta a Dio da un uomo ravvolto nell'afflizione zione della Chiesa a Gesù Cristo , o di Gesù
e prosegue nella dimostrazione che la mise- Cristo all'eterno suo Padre, o dell'anima af
ricordia e la verità del Signore non manca flitta a Dio suo liberatore.
no mai a quelli che in lui ripongono la sua Il secondo di questi salmi, cui sono prin
fiducia . cipio le parole Ad te, Domine , clamabo, con
Il titolo di questo salmo è cosi : In finem , tiene una orazione del giusto , che geme nel
psalmus David, e ciò nella Vulgata; perchè l'afflizione e che si lamenta della empietà dei
nel testo ebraico, nella versione dei Settanta, suoi nemici, dei quali vaticina lo sterminio,
ed in alcuni antichi Salterii solamente si leg- rendendo in fine grazie al Signore per l'aiuto
ge Psalmus David. E questo il primo salmo che gli presta, e pregandolo di salvare il suo
acrostico che troviamo nel testo , fra i sette popolo, e di colmarlo di benedizioni.
che esso ne contiene ; del cui uso e fine non L'iscrizione di questo salmo è cosi: Psalmus
sono concordi nella opinione i rabbini . Kim- ipsi David , la quale nulla di particolare ci
chi ritiene, che nella maniera acrostica fos- presenta all'idea , donde ne segue , secondo
sero appositamente scritti quei salmi i quali l'avviso di Origene , di Eusebio e di s . Giro
trattavano di un qualche grave argomento : lamo, doversi riferire a quanto trattano i sal
altri sono di opinione, che tali composizioni mi precedenti, la quale opinione è suffragata
sieno state scritte in questo modo onde aju- dalla maggioranza degl' interpreti , dei quali
tare la memoria di quelli cui si addiceva il salmi precedenti , che sono il 25 e 26 , noi
cantarle in cori : altri infine pretendono che parleremo all'articolo Dominus ( V.).
negli acrostici vi fosse una qualche grazia Teodoreto, Niceforo, Eutimio dicono che
musicale , la qual cosa però è a noi onnina- questo salmo fu composto da Davide quan
mente ignota . do era molestato da Saule ; altri lo riferisco
Il Grozio pretende, ed asserisce con fermez- no al tempo della persecuzione di Assalonne;
za che tali cantici erano scritti ad uso dei gio- altri alla defezione di Seba , figlio di Bochri .
vanetti , i quali imparavano gli elementi della Alcuni pretendono che Davide l'abbia com
lettura . posto , quando , finite le guerre, si trovò in
In quanto all'occasione per la quale fu scrit- grembo della pace e della felicità ; nè manca
to questo salmo, nulla si può asserire con si- no di quelli che lo interpretano della ricupe
curezza, ed è d'importanza che si riferisca a rata salute di Ezechiele, ovvero anche di Da
Davide, a Saule , a Salomone, od agli schiavi piele. L'opinione più probabile però è quel
di Babilonia, come osservano Origene ed Ata- la che debbasi riferire al tempo della schia
nasio appo Daniel Barb. Quelli che lo spie- vitù di Babilonia; e già l'esposizione che ab
gano di Davide scacciato da Assalonne , dico- biamo data superiormente dell'argomento
no che il peccato di cui il profeta implora conviene della verità di tale opinione. I pa
misericordia , si riferisce al peccato che ei dri Agostino, Girolamo , Cassiodoro, Beda ed
commise con Betsabea, ed alla morte di Uria, altri lo riferiscono a Gesù Cristo, che innal
al qual senso dà vigore il verselto 21 del sal- zo preghiere al suo Divin Padre nella sua pas
mo stesso, dove dice : Custodi animam meam sione,
ADULAZIONE 155

Il salmo 122 , che è il quarto dei salmi gra- presso taluno , di quello che coloro che si
duali, è una orazione degli schiavi di Babilo- infingono dolci e teneri amici ; chè quelli
nja, che chiedono a Dio la loro liberazione, e spesse fiate proferiscono il vero, questi non
si lagnano dei mali e della crudeltà che loro mai ..... Ma non so come possa esser vero
fanno soffrire i Babilonesi . ciò che Terenzio disse nell ' Andria : il rispet
Alcuni attribuiscono questo salmo a Davi- to verso gli amici partorisce l'odio . Verità è
de, come il Vatablo ed altri , e vogliono che molestia , e perciò da essa l'odio ne deriva, il
egli l'abbia composto, mentre faceva la guer . quale si può chiamare il veleno dell'amici
ra cogli Ammoniti. Il Siro parimenti lo rife- zia ; ma l'ossequio è molto più molesto , per
risce a Davide, ma ritiene che Zorobabele co- ciocchè dimostrandosi indulgente verso gli
gli altri schiavi di Babilonia lo abbiano can . errori dell'amico , si permette ch'egli preci
tato dopo il loro ritorno, ottenuta che aveva- pitosamente caggia, ... ė turpe cosa cattivar
no la libertà . Origene , s. Giovanni Grisosto- si l'amore altrui con lusinghe e con maligne
mo , Teodoro Eracleota , Teodoreto , Beda lo approvazioni .
spiegano come una preghiera degli schiavi op In quattro modi poi il peccato di adulazio
pressi sotto al giogo della schiavitù , ponendo ne si può commettere, come vedremo; ed in
in Dio la loro speranza. Il Lirano, Muis, Mol- tre modi ancora può l'adulazione, al dire di
ler ed altri lo riferiscono agli Ebrei quando s. Tommaso e del Gaetano , essere mortale
erano perseguitati dal re Antioco Epifane. peccato. 1. Per riguardo alla cosa che si lo
Meglio è però seguire l'opinione che abbiamo da , quando cioè si esalta con lodi un'azione
riferito dei padri greci. ch'è peccato mortale. 2. In riguardo al fine,
ADULAZIONE è una lode eccessiva fatta quando cioè alcuno si encomia , affine di re
con parole e con fatti, in una comune conver car nocumento al prossimo . 3. In riguardo
sazione. alla occasione che si porge alla persona loda
Colui che colle sue approvazioni , adulando ta di peccato mortale. Per quanto si aspetta
taluno, lo eccita a portare danno altrui , come, due primi modi , non si può scusare di
per cagione di esempio, alla vendetta, a recar peccato mortale , perchè l'adulazione si op
ingiurieesimili altre cose, o lodando il delitto pone direttamente alla cristiana carità. Nel
o rimbrotlando l'ignavia nel tralasciare la ven terzo modo può alle volte versare l'adulatore
detta od altro delitto, devesi riguardare come in mortal colpa o pella inavvertenza, o per 1
obbligato ad una stretta restituzione, ove l'al- chè reputa lecite e convenienti le sue lodi, o
tro suo pari sia stato eccitato e spinto da lui perchè non istima di porgere altrui occasio
a recare altrui danno. E di fermo egli in que- ne di ruina.
sto modo è causa morale del danno che altrui In quattro modi adunque, come dicemmo,
si fa : imperciocchè egli è riputato come uno il peccato di adulazione commettesi . 1. Quan
che porge consulto al male , proponendo la do si loda in taluno una qualche qualità che
lode che ne consegue al vizio , come motivo egli non abbia , ed è una bugia , il che si fa
movente di operazioni. per amor di piacere o di ottenere lode di
Niuna cosa, al dire di s. Tommaso, cosi fa- buon dicitore , come osserva santo Agostino
cilmente corrompe la mente dell'uomo quan- in Can . Primum 8 , 22 , 9. 2. Lodando la vita
to l'adulazione. E questa un grave peccato dei buoni più di quello che convenga, como
contro la carità , perciocchè loda il vizio al- dice s. Gregorio. 3. Lodando in taluni un'a
trui , eccita e spinge a recare altresi danno ed zione che è mortalmente cattiva , e credendo
apre come il sentiero di commettere il delito si di farla ritenere per buona . Ormisda Pa
to. Auree sono le parole con cui Cicerone ri- pa condanna questa specie di adulazione, di
prova questo vizio crudele nel suo libro del- cendo : Quae est ista justitiae inimica benia ,
l'amicizia. Convien tenere per indubitato gnitas, palpare , id est adulare , criminosos et
non avervi peste maggiore, nell'amicizia, delo vulnera eorum usque in diem judiciä incurata
l'adulazione , delle lusinghe e dell'approva servare. In can . si quis 29 , distinct . 50. 4.
zione. L'approvazione provocatrice al delit- Finalmente si commette peccato di adulazio
to lungi si caccia , essa non solo è indegna ne , col diminuire la gravezza del peccato,
dell'amico , ma ancora di chi amicizia non chiamando il mortale veniale delitto .Di que
sente. Quegli le cui orecchie sono chiuse co- sta sorte di adulazione parla il reale Salmista
si da non poter sentire dall'amico parole di allor che dice : Laudatur peccator in deside
verità , tema molto del proprio bene. E co riis animae suae et iniquus benedicitur : e s.
nosciuto abbastanza quel-detto di Catone, Paolo : Si adhud hominibus placerem , Christi
molto più meritar lande i crudeli nemiei ap servus non essem .
136 ADULTERA
Ommeltendo pertanto di recare l'autorità giunta. Il Mill cita molti altri manoscritti
di più scrittori riputati, basti il dire che per greci, in cui parimenti non leggesi . Origene,
giudicare rettamente della qualità del pecca- san Giovanni Crisostomo, Teofilatto , il Non
10 di adulazione , è sufficiente lo avere sotto no nella sua parafrasi di san Giovanni non
occhio un estratto della dottrina di s . Tom- la conobbero . Eusebio non la leggeva , poi
maso. E peccato mortale , secondo il santo che asserisce di averla trovata in un esem
Dottore , quando ripugna alla carità , non plare ebreo di s. Matteo, che serviva ai Naza
è mortale quando ad essa non ripugna . In reni . Egli è però vero che lo stesso Eusebio ri
tre modi alla carità ripugna. 1. Rispetto al conobbe questa storia nei suoi Canoni , or
la materia di lei , come quando si loda il vero nella sua Armonia Evangelica , ma altri
peccato di alcuni : poichè allora ripugna al- sostengono che Eusebio fece osservazioni non
l'amore di Dio, contro la cui giustizia l'uo- sulla storia della donna adultera, ma sui ver
mo discorre, e contro l'amore del prossimo, setti che la precedevano. A tutto ciò si ag
che induce al male. Donde ne avviene che giunge , che gli Armeni la recisero dalla loro
sia peccato mortale , secondo il dire di Isaia Bibbia, che nè l'edizione siriaca stampata nel
al capo quinto : Vue qui dicitis malum bo- le Poliglotte di Parigi e di Londra, nè l'anti
num . 2. Riguardo all'intenzione, come allor ca versione gotica di Ulfila la contengono. I
quando si adula taluno a questo fine di nuo- manoscritti in cui trovasi variano grande
cergli con frode o nel corpo o nell'anima, ed mente fra loro; alcuni la contengono isolata
anche questo è peccato mortale, secondo il di- in fine dell'Evangelio di san Giovanni , altri
re dei Proverbi; al capo vigesimosettimo: Mer alla fine del capo vigesimoprimo di s. Luca ,
liora sunt vulnera diligentis quam fraudulen- altri in margine al capo ottavo di s. Giovan
ta oscula blundientis. 7. Pella occasione al- ni , altri infine la segnano cori asterischi per
trui di peccare, anche senza che l'adulato- dimostrare che è dubbiosa Eutimio che la
re ne abbia intenzione, ed in ciò devesi con- riporta nel suo cominentario , confessa che
siderare se sia occasione data o ricevuta , e non si trova nei migliori manoscritti . Ecco
qual danno ne avvenga . Se poi alcuno per ciò che di più forte portasi in campo contro
desiderio di dilettare altrui , o per togliere questa storia:
qualche danno imminente , o per conseguir A favore di essà per contrario si può dire ;
qualche cosa avrà adulato taluno, non ope- che tutti gli esemplari di cui si è servito Ro
ra contro la carità, e perciò il peccato sarà berto Stefano , e che sono in numero disedi
veniale . ci , e quelli consultati da Teodoro Beza, in pu
ADULTERA . Donna adultera ricordata mero di diciassette; leggono questa storia, ad
nell ' Evangelio. L'istoria di questa donna eccezione di un solo , citato da Beza . La mag
che fu presentata a Gesù Cristo , onde su di gior parte di quelli del Mill la riconoscono pa
lei pronunziasse sentenza , è narrata nell'E- rimenti. Taziano; che viveva nell'anno 160 di
vangelio di s. Giovanni , ma in un buon ru- G. C. , ed Ammonio che viveva nel 220 , l'han
mero di esemplari greci di questo Evangeli- no riconosciuta per canonica , e l'hanno posta
sta non leggesi . I manoscritti più antichi , nella loro Armonia Evangelica . L'autore delle
quali sono quello del Vaticano, l'Alessan- Costituzioni Apostoliche, la Sinopsi attribuitaa
drino , il Codice Ephremi, Roberto Stefano, e santo Atanasio la riconoscevano: s . Girolamo;
molti altri più moderni non la contengono . s. Agostino, s . Ambrogio e tutti gli altri padri
San Girolamo osserva che al suo tempo man- latini non fecero difficoltà veruna onde am
cava in molti libri tanto greci quanto lati- metterla , quantunque non ignorassero le diffe
ni. La maggior parte degli antichi padri gre- ' renze degli esemplari greci . Santo Agostino
ci non l'hanno letta . Dei ventitre commen- conghiettura chealcunifedeli troppo poco ilus
tatori che formano la collana di s . Girolamo minati ; od anche nemici della vera fede, abbia
alcuno non l'ha interpretata : ciò che fa cre no tolta questa storia dall ' esemplare di san
dere che essa non si contenesse nei loro li- Giovanni, per timore che non apparisse che il
bri . Maldonato assicura che di tutti gli esem Salvatore autorizzasse il disordine colla facili
plari greci da lui consultati , uno solo ne ri- tà del perdono.Moltiantichi manoscritti siria
trovò in cui fosse scritta , quello cioè che ci l'hanno letta : trovasi in tutte le stampe
contiene i commentarii di Leonzio sopra s. greche e latine , per cui non devesi avere dif
Giovanni , e lo stesso Leonzio poi non fece ficoltà nell'ammetterla. Si possono vedere i
di essa parola nei suoi commentarii, ed il te- commentatori di s . Giovanni al capo ottayo;
sto greco che giunse a lui contiene questa le note del Mill sul nuovo Testamento , il
storia segnata in modo da mostrare che fu ag- Fabricio dove tratta degli Apocriſi del Nuoro
ADULTERA 151
Testamento, tomo primo, pag . 355, e gli altri gioni spiegano la ommissione di essa in un
autori da lui cilati . modo assai naturale. Imperocche, oltrechè tro
Questa risposta alle obbiezioni portate con- vasi nell'Evangelio secondo gli Ebrei, ciò che
tro l'autenticità della storia della donna adul- doveva farla riguardare come sospetta , e che
tera ; non sembraci sufficiente. Eccone una trat- offre molte difficoltà istoriche, nello stesso lem :
ta dalla Introduzione ai libri del Vecchio e ро che sembra sconvolgere l'ordine della nar:
Nuovo Testamento, pubblicata sotto il nome razione di s . Giovanni, poteva apparire che
di M. Glaire. Dopo avere esposte le obbiezio- fosse favorevole all'adulterio. « Ecco qual fu
ni, così dice l'autore : Queste ragioni , comun- la cagione della discordanza degli antichi ma
que speziose, non ci sembrano forti abbastan noscritti a questo proposito, dice giudiziosa -
za per farci abbandonare l'autenticilà di que- mente Giansenio , Ermeneulica sacra , $ 191 ,
sta storia. Essa leggesi in sei antichi mâno num . 440 : i cristiani greci , per una delicatez
scrilli , di cui uno è quello di Cambridge ; za eccessiva, credettero,come osserva santo Ago
s. Girolamo ci assicura che al suo tempo tro- stino, De conjug. aduller . 46 , cap. 8 , che non
va vasi in molli esemplari greci e lalini . Ag- si dovesse leggere nella chiesa la storia della
giungiamo che degli scolii posti ai manoscritli donna adultera , per timore che il sesso non vi
attuali testificano che ella trovavasi nei ma scorgesse una autorizzazione a peccare, od al
noscritli antichi . Leggesi anche nella maggiormeno una scusa del suo peccato : altri temendo
parte dei manoscrilli attuali. In secondo luo- di porgere un pretesto ai gentili per accusare i
go, molte antiche versioni la contengono: pos- cristiani di legittimare un cosi grave pecca
siamo nominare l'antica Itala , la Vulgata di to . Donde avvenne che essendosi fermati da
8. Girolamo , la versione siriaca di Gerusa- principio a segnare questa storia con un segno
lemme, l'eliopica e la slavonica. Quanto alla particolare, si fini col non inserirla nelle copie
versione armena , da principio essa pure la che dovevano servire alle pubbliche letture ; e
conteneva , e solamente in un'epoca posteriore questa ommissione avrà in appresso servito di
venne tolta. In terzo luogo, trovasi citata nel regola per qualche altro manoscritto: » Cosi
le Costituzioni Apostoliche, in santo Ambro- riassumendo le cose , si trovano più ragioni per
gio, s. Girolamo, sånto Agostino, s. Leone , s . ammettere questa storia, che quelle non sieno
Pier Crisologo , Cassiodoro, nelle due Armo- che la vorrebbero espulsa . Imperciocchè ; 1. El
nie attribuite a Taziano ed Ammonio . In quar: la hà un gran numero di manoscrilli antichi
to luogo , i caratteri intrinseci provano che in suo favore , e l ' Alessandrino ed il Codice
ella è veramente l'opera di s. Giovanni; poi. Efremi sono mulilati in questa parte. 2. Op
chè lo stile è perfellamente quello di tale Evan- pone sei versioni alle due che si allegano con
gelista, ed oltre a ciò gli interpreti hanno di- tro la sua autenticità . 3. La maggior parte dei
mostrato che le difficoltà da essa presentate era- padri citati come favorevoli ad essa non la ri
no facili a sciogliersi. Il legame stesso del di- gettano positivamente ; essi non parlano nel
scorso prova l'autenticità di questa storia . In modo di quelli da noi allegati , i quali favella
fatto il versello 12 del capitolo ottavo, di cui no nella maniera la più chiara in favore di es .
ella fa parte, comincia cosi : Gesù parlando di sa: circostanza tanto più importante, in quan
nuovo al popolo. Ora la parola di nuovo dimo- to che testimonii positivi la riportano sempre
stra che già prima il Salvatore aveva parlato appoggiati a testimonii negativi , e che questa
al popolo, e specialmente ai Farisei , e sarebo regola deve avere tanto più di peso ed autorità
be all'intutto fuori di luogo, se si recidesse la nella questione attuale, che tutte le chiese cri
istoria di cui si tralla . Nė si può sostenere stiane hanno ricevuto questa storia da un tem
che la parola di nuovo sia riferibile al capo po immemorabile, e che anche oggidi la leggo
antecedente, poichè esso è compiuto con una no nella pubblica oftiziatura. 4. Le prove in
lunga discussione che fecero fra loro gli Ebrei, trinseche che militano a suo favore sono tral
fornita la quale, termina il capitolo con que- te dal medesimo stile , e dalla sua strellissima
ste parole : E ciascuno se ne ritornò alle pro- connessione cogli antecedenti e conseguenti , co
prie cuse . Infine , se vogliansi consultare le si che gli argomenti interni opposti s' appog
leggi della critica , non si trova alcuna ragio- giano sopra difficoltà tali da ritrovarsi nei luo
ne che deterniini a credere che tale storia sia gbi i più incontestabilmente autentici . 5. Fi
stata inserita nell' Evangelio di s . Giovanni , nalmente molte sono le ragioni che possono
non ha alcun motivo che induca a suppor- provare le sue ommissioni in alcune versioni
re che una penna straniera ve l'abbia , per cosi manoscrille, ecc. , mentre nessuna ve n'ha che
one.
dire, innestala , mentre per contrario molte ra possa giustificare la sua inserzi
Encicl. Eccles, l'ol. 1, Fasc. III, 18
158 ADULTERIO
ADULTERIO . La legge di Mosè puniya sanzionala. Non conviene credere però che cia .
l'adulterio colla pena di morte di amendue i scuno avesse la libertà di far morire l'adul
complici , come si rileva dal capo vigesimo del tero od adultera senza fornia di giudizio : per
Levitico. Sembra che prima della legge mosai- ciocchè, sebbene Filone dica che fra gli Ebrei
ca questo delitto fosse punito colla pena del la semplice fornicazione era punila coll'ulti
fuoco, poichè sappiamo dalla Genesi al capo mo supplizio, e che contro l'adultero tulli co
38 , che Giuda avendo inteso che Tamar era spiravano a dimostrare che era degno di mille
caduta in questo nefando delillo, ordinò che morli , e che era permesso di mettere a morte
fosse condotta innanzi a lui , e fosse abbruciata. un uomo macchiato di questa nefandezza sen
Colla morte l'adulterio pure era punito dalla za forma di processo, tuttavia la pratica negli
legge di Costante e Costanzo imperatori. La Ebrei ci dimostra il contrario. Nella causa di
legge delle dodici tavole dava impunità a quel Susanna si procedette colle forme regolari, s'in.
marito che, sorpresa la moglie nell'adulterio , tesero i testimonii, si venne al confronlo ,si ria
l'avesse uccisa : e Solone permetteva al marito perse il processo secondo l'avviso di Daniele ;
di punirla a suo talento. Appo gli Egiziani lo e quelli che presentarono a Gesù Cristo una
adultero era punito con mille colpi di basto- donna sorpresa in adulterio, non ardirono la
ne, ed alla adultera era reciso il naso . In una pidarla sul momento ; vollero trarre il Salva
legge del Codice Teodosiano si trova che tal iore a condannarla, ed autorizzare ad essi que
delittuoso doveva essere cucito in un sacco di sta esecuzione . Gli Ebrei volevano che vi fos.
cuoio come il parricida . Capitolino dice che lo sero almeno due testimonii, i quali deponessero
imperatore Macrino faceva abbruciar vivi gli contro una donna adultera, per provare che
adulteri ; Costantino ordinò la stessa cosa con- ella era degna di morte. Se il marito manca di
tro uno schiavo reo di tale delitto. Ammiano testimoni , ed ha d'altra parte prove convin
Marcellino narra che sotto gl'imperatori Va. centi dell'infedeltà della sua sposa , è obbliga
lentino e Valente furono uccise alcune perso- lo di ripudiarla , secondo queste parole dei Pro
ne che di tale reità eransi contaminate . verbi al capo decimottavo : Quegli che ritiene
Giobbe fa vedere l'orrore in cui teneva que una donna adullera è un pazzo ed uno insen
sto grave ed enorme disordine colle seguenti salo. Pretendono che quando vi avesse un solo
parole del capo 51 : Si deccplum est cor meum testimonio che deponesse contro la fedeltà di
super muliere, et si ad oslium amici mei in- una donna , il marito doveva rinviarla alla sua
sidialus sum, scorlum allerius sil uxor mea, famiglia e ripudiarla.
et super illam incurvcntur alii. Hoc enim nefus Quando un uomo, spinto dallo spirito di ge
est, el iniquilas maxima. Ignis esl usque ad losia, sospettava che sua moglie avesse com
perditionem devorans, et oinnia eradicans ge messo un adulterio, in primo luogo, la condu
nimina . ceva dinanzi ai giudici , e loro esponeva di
La Chiesa di Gesù Cristo pose sempre l'a aver più volte avvertito sua moglie di non tro
dullerio nel novero di quei tre grandi delite varsi secretamente con certa persona , ma di ciò
ti , che ella sottomelteva alle più rigorose pro- ella aver lenulo poco conto ; ma poichè voleva
ve di penitenza, ed a cui ella non accordava il ella sostenere la propria innocenza e non vo
perdono che in fine : lo mette a pareggio del leva confessare il suo peccato, egli domandava
I'omicidio e dell'idolatria . Nella Scrittura che venisse condannata a bere l'acqua amara,
l'idolatria e la apostasia sono ordinariamente affinché Dio dimostrasse con questo mezzo
chiamate col nome di adulterio e di prostitu- ciò che ella voleva occultare. L'uomo faceva
zione spirituale. Prostituirsi agli idoli cananei , udire i suoi testimonii , e poscia l'uomo e la
cadere nell'adulterio dell'infedellå , sono e. donna erano condotti a Gerusalemme innanzi
spressioni comuni nei profeli specialmente. al sinedrio, che era l'inappellabile tribunale
Mosė nel Levitico colloca l'adulterio nel grado per simile sorta di cause. Tutti questi partico.
dell'incesto e degli altri delilli della stessa lari , che non si trovano in Mosè, sono insegna
specie, che hanno meritato che Dio estermi- ti dai rabbini.
nasse i Cananei. I giudici del sinedrio cercavano ogni mezzo
La pena ordinaria di questo delitto era la per far confessare alla donna il suo peccato, ma
lapidazione, come sembra da s. Giovanni al persistendo essa nella negativa, la si poneva ad
capo 8 : Haec mulier modo deprchensa est in aspra prova , per estrarle una qualche confes.
adulterio : in lege autem Moyscs mandavit no- sione; lo che come tornava inutile, veniva
bis hujusmodi lapidare. Noi non troviaino condotta alla porta Orientale , e dopo averla
scrilla in Mosè questa pena, ma l'uso l'aveva spogliata dei suoi abili ordinarii, ed averla ve
ADULTERIO 139
slíta di nero alla presenza di una gran molti. Se la donna era innocente, ritornava con suo
tudine del suo sesso, un sacerdote le diceva , marito, e le acque non le accagionavano alcun
che se veramente ella era innocente di ciò di cui dolore, anzi la fortificavano nella salute, e do
veniva incolpala nulla doveva temere ; che se navano ad essa una nuova fecondità ; se era rea ,
invece nel suo cuore sa peva di essere rea, sof- tostamente impallidiva , e dando altri segni di
frirebbe lutte quelle gravissime pene di cui era vicina morte, era tralla fuori del tempio, affin .
minacciata dalla legge . A tali parole ella ri- chè non lo contaminasse morendo , e finalmen
spondeva : Amen , amen . te moriva accompagnala da quelle sventure
Il sacerdote allora scriveva quanto la legge contenute nelle maledizioni , le quali avevano
conteneva, cioè le parole seguenti, che trovansi effello anche su di colui che era stato complice
registrate nel libro dei numeri al capo quinto : del delitto con essa , quantunque fosse da lei
Loquere ad filios Israel, et dices ad eos : vir lontano.
cujus uxor erraverit, maritumque contemnens, I rabbini insegnano che dopo il ritorno della
dormieril cum allero viro , et hoc marilus de- schiavitù babilonica si soppresse la prova delle
prehendere non quiverit, sed latel adulteriunı donne sospette di adulteria, e ciò per due ra
el lestibus argui non potest, quia non est in- gioni . La prima, perchè gli adulterii erano di
venta in stupro: si spiritus zelolypiae concila . venuli troppo comuni, e l'altra , per non espor
verit virum conlra uxorem suam , quae vel pol- re il nome di Dio ad essere con troppa frequen
lula est, vel falsa suspicione appetitur, addu za nominato nelle acque di amarezza. Allora
ceteam ad sacerdotem , et offeret oblationem pro adunque che un marito aveva concepito sospel
illa ..... Cumque sleteritmulier in conspectu to contro l'infedeltà di sua moglie, ed aveva
Domini, discooperiel (sacerdos) caput ejus, el testimonii che deporre potevano di averla ve
ponet super manus illius sacrificium recorda- duta in secreto con altre persone sospelle, con
tionis el oblalionem zelolypiae : ipse aulem le- tro la proibizione di suo marito, ella era tosla
nebit aquas amarissimus, in quibus cum cxe mente ripudiata o privata della dote.
cralione maledicla congessit. Adjurabilque e Dette queste cose in generale sopra l'adulte
am et dicct : Si non dormivil vir alienus le- rio per quanto riguarda al modo con cui nella
cum , el si non polluta es deserlo marili thoro, ebraica legge era riguardato, sulla maniera pa
non le nocebunt aquae istae amarissimae , in rimenti con cui era da quella legge traltato,
quas maledicla congessi; sin aulem declinasti a non che delle prove che erano posle a provaru
viro tuo, atque pollulu es, el concubuisli cum la verità o falsità di un'accusa intorno a de
allero viro , his maledictionibus subjacebis : lillo di tanta gravità , crediamo più dappresso
Det le Dominus in n.aledictionem , exemplum- alla cosa stessa doversi fare, ed esaminarlo sot
que cunclorum in populo suo : putrescere fa- to quell'aspetto da cui ne viene porto a consi.
ciat femur tuum , el lumens ulerus luus dis- derazione dalla morale cristiana , affine di me
rumpatur : ingrediantur aquae maledictae in glio comprendere qual giudizio si debba emel.
ventrem tuum , et uhro tumescente putrescat tere sopra questo peccato, e qual sia la dottri
femur. Et respondebil mulier , amen , amen. na della Chiesa di Gesù Cristo intorno a pun
Scribetque sacerdos in libello isla maledicta , et to di tanta rilevanza nella vita morale cristiana .
delebit eu aquis amarissimis, in quas maledicla Adulterio adunque chiamasi la violazione
congessit, et dabit ei bibere. della fede coniugale.
Lelle queste maledizioni , mentre un sacer La fede coniugale abbraccia sollo di sè un
dote apparecchiava l'acqua amara, che l'ac- vicendevole dominio che ha ognuno dei coniu
cusata doveva bere, un altro lacerava i vesti- gi sul corpo e sull'affetto dell'altro nei limili
menti di lei sino al pelto, le scopriva la testa, sempre della legge santa di Dio. Adulterio
le scioglieva le trecce, le legava con una cintu- quindi sarà ogni alto lussurioso e grave diuno
ra gliabiti al disopra delle mammelle, le presen. e dell'altro dei edesimi, ed anche di tutti
tava la decima parte di un eli , indi tre pinte due, quando quest' atto si contrapponga alla
di farina e di orzo in una scodella senza olio fede coniugale . Quanto l'adulterio sia abbomi
el incenso . nevole al cospetto di Dio, apparisce più chiaro
L'altro sacerdote che aveva apparecchiato da ciò che si legge nel capo 6 dei Proverbi. In
le acque amare, allora le porgeva da bere al esso dice il Signore : Qui adulter est propter
l'accusala, la quale, come le aveva ingbiottite, cordis inopiam , perdel animam suam , turpitu
riceveva la scodella in cui Irovavasi la farina, dinem et ignominiam congregat sibi, et oppro
e dopo averla agitata alla presenza del Signore, brium illius non delebitur. Nel Vecchio Testa .
se ne giltava una parte nel fuoco dell'altare. niento gli adulteri erano irremissibilmente la
140 ADULTERIO
pidali, ed anche presso le altre antiche incol- di non leggiera importanza, cosi parmi lecito ag.
te nazioni erano assoggettati a pena consi- giungere un nonnulla diquelloche scrisse e san
mile o di poco minore. L'attuale legislazione, zionò colla sua autorità l'immortale Pontefice
a dir vero, non è tanto severa nell'argomento: Benedetto XIV nella sua celeberrima opera De
pure anche essa pone l'adulterio fra le politiche Synodo Dioecesana. Ed , in prima , dopo aver di
trasgressioni, ed assoggetta l'adultero alla pena mostrato quanto sia grave questo delitto dalle
di uno a sei mesi di arresto , e l'adultera ad una pene che contro i rei infliggono anche le umane
anche maggiore, quando nascono dubbi sulla leggi , egli riferisce le severe pene, con cui dalla
legittimità della prole. Chiesa nei primi secoli si puniva. E primamen
Per l'oltraggio che esso fa al sacramento , la te egli dice non potersi pensare una scomunica
Chiesa anticamente assoggettava i rei a venti- più severa di quella per cui l'uomo battezzato
cinque anni di penitenza, ed anche ora , se i perpetuamente è rimosso dal ricevimento dei
medesimi vogliono a sè stessi provvedere, de- Sacramenti, ed ogni speranza gli è tolta di po
vono adoperare gran cura nello esporre relta- tersi riconciliare colla Chiesa ; pure nei primi
mente la propria coscienza al conſessore , e secoli i rei di alcuni atroci delitti , quali sono
questi moltissima nel distinguere la minore o l'idolatria , l'omicidio e l'adulterio , con questa
maggiore gravilà del peccato, onde potervi ap- pena veniano punili... In secondo luogo, egli
plicare gli adallali rimedii. prova che quella legge medesima, la quale då
E qui fa mestieri di aggiungere come lo diritto all'uomo di volere il divorzio, ove in
adulterio si possa in triplice maniera com adulterio abbia trovata la donna , lo dà egual
mettere. 1. Allorquando uno non ammogliato mente alla donna che il marito abbia trovato
conosce carnalmente una maritata . 2. Quando reo di simil delitto. In quanto poi al diritto,
l'ammogliato carnalmente conosce una donna che un tempo era accordato al marito di ucci
che non abbia marito. 3. Quando tutte e due le der la moglie ritrovata adultera , egli discorre
persone sono congiunte in matrimonio . cosi : « Secondo le antiche leggi , il marito
Dalla detestazione in cui la Scrittura divina avea autorità di uccidere la moglie ritrovata
tiene cotesto orribile vizio, si può raccogliere nell'alto dell'adulterio. Col progresso del tem
quanto esso sia grave. Ed in verità l'adultera po, pel diritto dei Digesti, del codice di Giusti
alla malizia della fornicazione un'altra ancora piano, fu data anche facoltà al marito di ucci
ne aggiunge contro la giustizia dovuta all'altro der l'adultero, che turpemente fosse ritrovato
dei coniugi, viola la fede matrimoniale , di- nella propria casa a trattar colla moglie. Al pa
strugge il bene della prole , confonde i figli le- dre ancora fu accordato di uccidere la figlia che
gittimi cogli spurii . Lo adultero pertanto é fosse stata sotto il suo potere, nella propria casa
peggiore e più iniquo del fornicatore, arroganº del genero, ritrovata nell'adulterio, purchè in
dosi il diritto che ha l'uno dei coniugi sul uno ad essa ucoidesse anche l'adultero . Ma
corpo e sull'affello dell'altro. Di più viola o come lulle queste leggi concedevano impunità
fa violare la fede che naturalmente debbonsi i ai trasgressori contro il quinto precetto del
coniugi mantenere , e fa grave ingiuria al sa. Decalogo , per cui ad ognuno è vietato di ucci
cramento del matrimonio. Finalmente é fune: dere taluno di propria autorità , cosi furono
sta origine di molti mali , facendo spesse volte annullate dal diritto canonico , come si trova
insorgere contese, dissidii , omicidii e scandali . nel can. Inter haec 55 , quaest. 2. Per la qual
Per la qual cosa appena -si può esprimere con cosa da Alessandro VII , nel giorno 7 settem
parole la gravità di questa delitto, jinperciocchè bre 1665 , fu condannata questa proposizione
essa ripugna a lulle le leggi naturali e divine in corpore 19 : Non peccut marilus occidens
ed umane. Gli stessi bruti abborrono l'adul. propria auctoritatc uxorem in adulterio depre
terio, come provar si potrebbe cogli esempi de- hensann. Che anzi tanto il diritto canonico ab
gli elefanti, delle cicogne , dei colombi, delle borrisce dalla uccisione della moglie anche sco
tortore e di altri , che conoscono la propria perla nell'adulterio, da non assolvere dall'im
compagna . Abbiam gia veduto , in principio pedimento quel marito che commettesse questo
dell'articolo, di quali pene gravissime gli anti- delitto , così che non possa con altra donna
chi infedeli punivano questo vizio. Il diritto contrar matrimonio , locchè insegna s . Tom
canonico scomunica gli adulteri . Le leggi civi- maso in 4 , dist. 38, q . 1 , art . 2. Pur condonano
li infliggono pene contro gl'iniqui . Finalmente alquanto alla umana imbecillità, ed al subi
lo adultero perde il diritto di ricevere il debi- taneo sdegno da cui sono infiammati gli uomi
io coniugale dalla parte innocente. ni allorchè osservano coi proprii occhi recarsi
Siccome poi si tralla in questo articolo di cosa anche vitupero a sė ed alla propria famiglia ;
ADULTERIO
percio Alessandro III stabili che non incorresse 4. Un confessore non dovrà trattare egual .
scomunica al Papa riservata colui che ponesse mente l'uomo e la donna che l'adulterio ha
le mani sopra un chierico discoperto a trallare commesso. Imperocchi, sebbene apparisca in
turpemente con la moglie, con la madre, con sulle prime che il peccato debba essere lo stes
Je sorelle. Insomma, conchiudiamo, avvertendo so, e lo sia di fatto in quanto alla malizia, pu
che l'adulterio nel laico è punito colla scomu re v'ha non poca differenza per le conseguen ,
nica , nel chierico con la deposizione : che en ze del medesimo, Il matrimonio , principio e
trambi devono assoggettarsi ad una certa peni- base di ogni sociale convivenza , vuol essere in
tenza ; che le donne adultere, ove non sieno più egual modo santa mente trattato dai coniugi , i
ricevute dai loro mariti ,devonsichiudere in un quali ove facciano copia di sè con chi non sia
monastero ; che ovunque è legge ricevuta, per loro consorte, egualmente derogano ai vicende
l ' adulterio potersi fare un divorzio perpetuo. voli diritti dell'uno sull'altro , e contrappon
Per quanto poi si aspetta alle obbligazioni gonsi al fine principale del loro contratto ;
che riguardano giustizia , convien osservare che con questa differenza però che dall'adulterio
se da certi segni evidentemente consta che la del marito non nasce verun apparente sconcio
nata prole proviene dall'adulterio, allora lo in famiglia, laddove può nascere da quello del
adultero deve all'offeso marito compensare la moglie per la incertezza della prole , per la
i danni , che gli derivano dai figli che nascono, maggiore riservatezza, richiesta dalla società
incominciando dal terzo anno dell'età loro, nel nelle donne, ed anche per l'ingiuria al natu
qual primo triennio si aspetta alla madre di rale pudore, che suol essere sempre maggiore
alimentarli . Se entrambi gli adulteri accon- in esse che non nell'uomo. Da ciò scorgesi cho
sentirono al peccato, pro rata debbono compen- il confessore dee diportarsi in conformità delle
sare il marito dei danni , e cosi pure gli eredi circostanze che accompagnano il delitto del
legittimi. Che se una delle parti non soddisfa l'uno e dell'altra .
al proprio debito, l'altra è tenuta per intiero 5. Una moglie che chiaramente confessa
alla soddisfazione. Che se l'adultero sollecitò avere il suo marito adulterato, può separarsi
con lusinghe la donna , allora si aspelta a lui la da lui quoad thorum , ed anche negargli il de
compensazione : ove però egli manchi , questo bito. Imperocchè, quantunque il Gaetano ap
obbligo passa nella donna , poichè, quantunque poggiato alla testimonianza di s. Ambrogio,
provocata ed eccitata, liberamente ella acoon- pensi che al solo marito si competa la separa
senli e fu cagione dei mali . zione quoad thorum, nè si convenga quel dirit.
Dalle suesposte dottrine si potranno dedurre to alla moglie, perchè di ciò non si trova men
i corollarij seguenti che saranno tulli appli- zione nella Scrittura ; tuttavia devesi ritenere
cabili alla pratica morale. per cosa certa ed indubitata essere lo adulterio
1. Una donna maritala devesi riguardare rea giusta e sufficiente causa di separazione quoad
di adulterio ogni qual volta abbia commercio Thorum per amendue i coniugi.
carnale con uomo non suo, sebbene il proprio E di verità, questa medesima cosa asseriscono
marito acconsenta. Imperocchè non solo que un antico Canone di Innocenzo I , scrivendo al
slo deducesi dalla seguente proposizione con vescovo Esuperio, il Concilio Milevitano lo
dannata da Innocenzo X : Copula cum conju- dalo da Graziano nel suo Decreto, e s. Giro
gala, consentiente marilo, non est adulterium ; lamo nella sua lettera ad Oceano in cui dice :
adeoque sufficit in confessione dicere se esse « Comandò il Signore non potersi a bbandona
fornicatam ; ma ancora da ciò che il diritto re la moglie per qualunque causa, tranne la
del marito non è assoluto, ma circoscritto fra fornicazione : e se fu abbandonata, dover essa
cerli limiti, cioè che può usare della propria rimanersene senza marito, Tutto ciò che viene
moglie in ordine al matrimonio , non conce. permesso agli uomini , lo deve essere di conse
dere altrui l'uso di essa , perchè ripugnante guenza alle donne : imperocchè non è da do
alla santilà dello stato matrimoniale , al bene versi abbandonare la donna adultera , e ri .
della prole , alla giustizia, alla fedeltà, alla tenersi l'adultero marilo , v Di questa cosa
pudicizia ed alle altre virtù . rende ragione nel suo Canone Innocenzo I ,
2. Questo peccato commettesi, sebbene il ma perchè dic'egli : Christiana religio adulteriuna
trimonio non sia ancor consumato, essendo il in utroque sexu pari ratione condemnat ... ,
matrimonio rato vero matrimonio e perfetto. vir utique submovebitur, si ejus fragilium de
5. Come rei di questo peccato si debbono ri• tegatur. Dello stesso parere è pure santo Ago
guardare coloro che congiunti in matrimonio, stino, come apparisce da molti luoghi delle
nell'allo di esso pensano altrui e si dilellano. sue opere.
149 ADULTERIO
Per secondo. La medesima dottrina fu inse- videtur esse ut pudicitiam vir ab uxore exigal,
gnata da tutti i più celebri teologi e canonisti, quam ipse non exhibeat. Di qui il posto prin
che seguirono il Maestro delle Sentenze e s. cipio.
Tommaso, e fra gli altri il Tostato, s. Anto Lo stesso devesi dire del marito , che essen
nino, il cardinal Bellarmino ed il Tolelo, i do da principio innocente, giustamente ricu .
quali in questo caso concedono il medesimo di- sa il debito coniugale alla moglie che fu col
ritto alla moglie ed al marito, conforme alle ta in adulterio, ma dipoi di simile delitto
parole dell ' Apostolo, che espressamente dimo- si inacchiò. Imperciocchè, com'egli commi
strano che la moglie può alle volte separarsi se il delitto, giustamente non può negare tal
dall'uomo : Praçcipio non ego sed Dominus : debito, come insegna s. Antonino, e molto
urorem viro non discedere : quod si discesse- prima aveva dichiarato Innocenzo III in una
ril, manere innupiam , aut viro suo reconciliari. delle sue Decretali al vescovo Ambianese con
In terzo luogo, a tutte queste autorilà devesi queste parole : Tua fraternitas requisivit utrum
aggiungere la ragione, la quale vuole che sipos. aliquo denegatur uxori suae in adulterio de
sa marcar di fedeltà a colui che primo infran- prehensae, debitum conjugale ; si ipse poslmo
se la fedeltà, per cui Alessandro II cosi discor-
dum cum alia perpetrel adulterium manifeste,
re : Nec lu ci, cliamsi promissum (uum jura. cogi debeat, ut eadem marilali affectione per
mento vel fidei obligatione interposila firmas- traciel. Super quo libirespondemus, quod, cum
ses, aliquatenus teneris ; si conslal eum condi-
paria crimina mutua compensatione delcantur,
tioni minime paruisse. La qual regola convie. vir hujusmodi fornicationis oblentu suae uxo
ne fuor di dubbio col nostro principio, non ris ncquit consorlium declinare.
avendo la moglie dala polestà all ' uomo del Donde a più forte ragione segue, che co
suo corpo, se non con questa condizione: lui che lo adulterio, benchè occulto, commise,
« Se non peccher ai contro la legge del matrimo non può con buona pace di sua coscienza ac
nio ; » come dice Innocenzo III in una sua De cusar l'altro che è reo di un pari delitto , ona
cretale. Donde segue che quando l ' uno dei de ottenerne il divorzio. « Il divorzio, dice san
due non soddisfece a questa condizione, non è Tommaso, per motivo di fornicazione si fa
giusto che l'altro sia a servitù soggello, cui si
quando uno accusa l'altro di simile peccato ;
era sottoposto solamente sotto questa condizio- perciò quando entrambi sono colpevoli del de
ne, secondo quella regola del diritto : Non ser-lilto, non si può instituire il divorzio. » Per lo
vanti fidem fides servanda non est. che l'adultero, il quale abbia ollen uta favore
Di più in ogni contratto sonovi sempre del. vole sentenza di divorzio, non potrà in buona
le condizioni giuste ed oneste , come si è que. coscienza usarne ; e se abbia lasciata la moglie,
sta , sebbene non siavi falla alcuna eccezione deve di nuovo a lei unirsi, come consta dallo
con parole espresse, come lo prova diffusamen- parole della decretale di Innocenzo III, pur ora
te la Glossa, che tra le altre stabilisce pur citate, e dall'altra dello stesso Pontefice all'ar
questa : Si mihi sercabilur ndes. Donde si pud civescovo Torinese, in cui porta questa ragio
raccorre che alla moglie ed al marito il me ne della sua decisione : Cum malrimonii jus
desimo diritto competesi . in ulroque lacsum consislat, paria delicia mu
6. Un marito adultero non può senza colpa tua compensalione tolluntur.
dividersi dalla moglie adultere. Sant'Agosti 7. Non può essere condannata una moglie
no nel canone del Decreto di Graziano dice : innocente che vuole abbandonare l'adultero
a Non havvi cosa più iniqua che lo abbando- marilo, sebbene questi abbia fatto del delillosuo
pare la moglie a cagione di adulterio, se egli penitenza. E di verità, avendo l'uno dei con
stesso si conosce reo di questo peccato : impe- iugi oltenuto il diritto di abbandonare l'altro
rocchè quivi ha luogo quella sentenza : In quo a cagione della di lui infedeltà , niuna legge
enim alterum judicas, lemelipsum condemnas ; può obbligare a rimeltere ancora il reo nella
eodem enim agis quae judicas. Per la qual cosa sua grazia, quantunque egli sia emendato nei
chiunque vuole abhandonare l'adultera con- costumi, ed abbia fatto penitenza. Cosi la pen .
sorte, deve pria esser libero da queslo vizio. » sano egualmente molti altri autori , primo dei
La ragione che arreca il santo Doltore è la se- quali è s. Bonaventura che dice : Ad reconci
seguente : « Se sei capo conduci : quella seguirá lialionem faciendam .... aut unus pelit et
il suo capo . Ma guarda dove vai . Non irtene aller repugnat.... si autem aller petil, aut
dove non vuoi che ti segua. » Alla dottrina nocens pellil innocenlem , el sic non debet cogi
di santo Agostino sono conformi le leggi roma ad reconcilialionem .... quantumcumque mu
ne, una delle quali cosi contiene : Periniquum lier facial poenilentiam , numquam acquiril jus
ADULTERIO 145
in virum , ipso nolente, nisi vir fornicetur ; et crudeltà ed ingiustizia di lui, dice : Posl septem
hoc propter contumeliam quam intulit matri annos peractae poenitentiae dimillere eam per
monio ; quia directe peccavil contra bonum fi- approbatam causam poteras, si voluisses: 0c
dei . In 4 , 35 , art. 1 , quaest. 5 . cidere autem nullatenus debuisti.
Il secondo è s . Tommaso, il quale dice, che: Comunque le esposte ragioni sieno di tanta
a la penitenza della moglie deve indurre l'uo- evidenza da nulla in contrario poter giudica
mo a non accusare ed abbandonare la moglie , re, per la rinomanza degli autori sopra cui
ma che tuttavia a ciò non si può costringerlo, fondansi, tutti concorrendo a dimostrare con o
nė puo la moglie colla sua renitenza richia. ghi chiarezza la verità del principio, non sarà
marlo dall'accusa. » Il che parimenti devesi fuor di luogo riportare quelle obbiezioni che
intendere della moglie fedele verso il marito sono poste in campo contro il principo me
infedele. Il santo Dottore poi arreca la ragione desimo, e vedere come da esse niun valore ritrag
di tale decisione, con cui si può rispondere alla gasi alla impugnazione della verilå stesposta .
prima scusa della moglie, ragione che è confer Per primo adunque si obbiella, che se la mo
mata ancora dall'autorità di santo Agostino. glie non è tenuta per obbligo di giustizia a
Quia cessante culpa, dice lo Angelico, elquan- ritornare in pace col marito , è obbligata al.
tum ad actum , et quantum ad maculam adhuc meno dal precello di carità ; altrimenti sareb
manet aliquid de realu et cessante etiam rea be causa dei peccati d'impudicizia , che egli
tu quoad Dcum , adhuc manet reatus quoad commelſesse di nuovo, i quali potendo essa im
poenam humano judicio inferendanı: quia ho- pedire col rendergli il debito coniugale, a ciò
mo non videt cor, sicul Deus. In 4, dist. 33, è obbligata .
quaest. unic. artic. 6 ad 2 . A questa prima obbiezione rispondiamo che
Il seguente raziocinio conferma questa deci- essendo giusta la ripulsa della moglie, ella non
sione. Il diritto, di cui gode il coniuge inno- pecca contro la carità che deve avere verso il
cente di poter negare il debito coniugale al- marito , poiché la carità ordinata riguarda pri
l'adultero, è di sua natura perpetuo, come con ma sè stesso, e , come comunemente si dice: Tu .
sta dalle parole di Cristo pronunziate senza ec nica pallio propior esl : cioè , può essa, salva
cezione, ed il cui senso è universale, assoluto la giustizia , evitare il male , che potrebbe in
e senza alcuna restrizione. Omnis qui dimise- contrare coabitando con lui , ed anteporre il
rit uxorem suam, excepla fornicationis causa , proprio vantaggio a quello del marito, il quale
facit eam moechari. Matth. 5 , 32. Pertanto per propria sua colpa si spoglio del diritto che
quella decisione non è da restringersi ad un aveva sopra la donna; « e pella contumelia che
cerlo tempo: ed il coniuge innocente, ove il arreco al patrimonio , perchè direttamente pec
voglia, puo perseverare in essa , e certamente co contro la fedeltà, » come dice s. Bonaven
dopo la sentenza pronunziata dal giudice ec tara .
clesiastico può abbracciare lo stato religioso, O Che se il marito si è veramente convertito,
ricevere i sacri ordini , e perciò privare per- può con l'aiuto divino e coll'uso frequente dei
petuamente la parle colpevole del debito con- sacramenti, oltenere da Dio il dono della per
jugale. severanza , e conservarsi continente , come lo
È ben vero, che essendo l'adulterio occul. sono molti altri i quali vita celibe e casta con
lo, nè giuridicamente approvalo, non può la ducono.
parte innocente abbandonar la colpevole quoad Per secondo citano alcuni canoni , coi quali
thorum : pure nel foro della coscienza gode del si studiano di provare, cheil marito, dopo fat
diritto dinegare a lei il debito coniugale, il ta penitenza del suo reato,non deve essere ri
qual diritto si appoggia, non alle esterne azio- guardato dalla moglie siccome adultero e che
ni del foro ed alla sentenza del giudice che perciò ella deve ritornargli il suo anticodiritto.
pronunciò il divorzio, ma alla infrazione della A ciò si risponde, che è vero, il marito, dopo
fede coniugale.
falta penitenza del suo peccato , non essere reo
Alle prove fin qui recate si può aggiungere di tal delitto innanzi a Dio, avendone ottenuta
un canone antico, in cui apparisce manifesta- la remissione col mezzo della penitenza, ma ciò
mente sciolta siffatta questione, come ogger. nullameno, rimanere in lui un'ombra di colpa,
va il Ledesma autore non dispregevole : im come dice s . Tommaso el quod cessante etiam
perciocchè Stefano V Pontefice Massimo, cui realu apud Deum , adhuc manet reatus quoad
Graziano altribuisce quel canone, scrivendo ad poenam humano judicio inferendam; nel qual
Astolfo uccisore della propria moglie per so senso devesi pure intendere la dottrina di
spetto di adulterio , dopo aver condannala la santo Agostino sopra tal peccato.
146 ADULTERO
Terzo. Si aggiunge la Decretale tratta da un ipsius, districle compelles. In cap . 3. Porro de
antico Concilio delle Gallie, sul cui lesto si divorl. lib . 5 , lil . 19. li che però devesi in
appoggia l'Estio, intendendola con troppa frel . tendere in modo che il marilo non possa esiger
ta. Imperciocchè anche quel Concilio parla sol- da lei il debilo coniugale.
tanto del debito della obbligazione assoluta e A tali autorilà si può aggiungere anche quel
rigorosa , come osserva la Glossa in questa vo Ja di Celestino Í , il quale dichiara che il divor
ce Debel, che egli spiega in questi termini, de- zio quoad habitationein non si può fare per
bilo honestatis et non necessilalis, adducendone impotenza , se non quando quel difetto fu giu
tale ragione : Quia eliam post poenitentiam post ridicamente approvato : ed in molti altri ca
sel eam accusare de adullcrio. noni egualmenle viene stabilito che la donna,
L'ultima ragione finalmenteche mettono in abbandonala dal proprio marito sollo pretesto
campo per provare che la moglie è tenuta a ri di adulterio , deve essere rimessa in ogni suo
conciliarsi col marito; più bella in apparen- dirillo col marilo .
za, ma più debole in sostanza delle altre, è trat Quando poi l'adulterio è pubblico, il mari
ta del canone Ego diti.Ma essendo trallo que. to non può nemmeno in questo caso abbando
sto dall'opera intitolala Liber Pastoris solto il nare la moglie prima della sentenza del su
nome di Erma, che si dice che abbia vissuto periore, siccome consta dalle decisioni surrife
e l'abbia scrillo nel secolo secondo , non può rile di Alessandro III . La ragione di ciò la por
decider la cosa , poiché quell'opera è apocrifa, ge Graziano, dicendo che la stessa separazione
come concordavo critici di sanissima menle e è una pena , e che la pena a niuno si aspetta di
di riputata sapienza . infiggerla se non al giudice.
7. Pecca mortalmente un marito innocente Nullameno sono da eccettuarsi alcuni casi ,
che di sua privata autorilà abbandona la mo- nei quali senza pecca to si può fare il divorzio ,
glie adultera in quanto all'abitazione. Impe- anche prima della sentenza del giudice. i . Se
rocchè,quantunque sia lecito alla parte inno- l'adulterio sia notorio cosi , che niuno di esso
cenle abbandonare l'altra rea di adulterio possa dubitare , come se il reo abitasse insieme
quoad Thorum, così non devesi asserire quoad coll'adultera. 2. Se per sentenza pronunzia
habitationem . L'adulterio, od è pubblico, od ¢ ta dal giudice il reo fosse convinto di questo
occulto. Se occullo, l'innocente non può di delitto. 5. Se egli avesse confessato giuridica
privata sua autorilà abbandonare il reo in mente l'adulterio: valendo tale confessione, se
quanto al domicilio : poichè ciò non avverreb- condo Bonifazio VIII , ad una pubblica mani.
be senza scandalo, e conseguenteoiente non lo festazione.
si potrebbe dare senza commettere peccalomor ADULTERO . Da quanto abbiamo dello del
tale; per la qual cosa è assolutamente neces- l'adulterio, sarà facile allellored'essersiformala
sario che v'intervenga l'autorilà superiore, co- quella perfetta idea dell'adultero, che porta il
me si stabilisce nel canone del Concilio Aga- nome stesso con seco . Ora è necessario osserva
tense : Si antequam apud Episcopos compro re alcuna cosa intorno all'obbligo del risarcia
vinciales dissidii caussas dixerint , el , priug . mento che hanno gli adulteri .
quam in judicio damnentur , utores suas abjic Egli è certo che se il delillo è occullo, e so
cerint , a communione sanctae Ecclesiaeet populi la prole non è nala , od è morta appena nala ,
coelu , pro eo quod fidem , ci conjugia maculant, gli adulteri non sono tenuti a verun risarci
excludantur. Can . 25, in cap. Sueculares . Ciò mento dei danni , perchè danni non ve ne esi
viene proibito egualmenle in un altro canone stono. Ma se il delitto è noto , e vive la prole,
di Alessandro II , ed Alessandro III procede ognun vede che essi devono riparare all'ingiuria
ancora più oltre. Imperciocchè proibisce il die dei mariti, ai danni ehe soffre la prole legilli
vorzio falto di privata autorità , anche nel caso ma ed alla conservazione della prole adulterina.
d'impedimento dirimente , pubblico e notorio, Quanto adunque all'ingiuria, ossia rispetto
e vuole che colui , il quale dimanda il divorzio, al marito dell'adultera, sarà tenulo l'adulle
aspetti il giudizio della Chiesa; e che se avesse ro non più a risarcirlo con denaro, sebbene ciò
abbandonata la propria moglie, di nuovo seco potrebbe suggerirglisi di fare quando il marito
la prenda , finchè giunga la sentenza dal giudi fosse povero , in via pero di elemosina e segre
ce . Ecco le parole di questo Pontefice: Pru- tamente, ma piuttosto col chiedergli perdono
denlia lua cognoscal, quod etiamsiparentela es- o per sè stesso, o col mezzo di mediatori , col
selpublica el notoria , absque judicio Eccle . fargli benefizii , col prendere protezione di lui,
siae ab ca separari non potuil. Quare ipsum ail e sovvenirlo nelle di lui urgenze.
cam recipiendam , quae pelit rcstilulionem Quanto alla prole nala, se l'adultero ha
ADULTO 145
forzato l'adultera ad accondiscendere alle sue que l'adulto è capace di conoscere le cose , e
brame, è obbligato alle spese della gravidanza , formare sopra di esse giudizio, converrà pari
ed al mantenimento del figlio sino a tanto che menti che intorno a ciò che la morale e la re
sia capace di guadagnarselo da sè solo : se poi ligione riguarda egli abbia a praticar ciò senza
l'adultera fu spontanea nella colpa, l'adultero cui nè potrebbe ricevere le grazie che pel suo
è tenuto a somministrare alla prole gli alimen- mezzo sono concesse, nè conseguire gli effetti
ti dopo un triennio, con questo però, che se la di quei Sacramenti , cui egli è invitato a rice
adultera non può, o non vuole alimentarla, yere.
egli deve del tutto supplirvi . La ragione è Per la qual cosa ove fosse stato congiunto ad
chiara, perchè egli non meno che l ' adultera una falsa religione, come sa rebbe l'ebraica, non
furono causa principale del danno, che al ma . potrebbe, quantunque il chiedesse, ricevere il
rito è avvenuto, nè può essere scusato nemme- battesimo, se prima non avesse apprese le veri
no nel caso, in cui l'adultera l'avesse eccitato là che lo riguardano, e peccherebbe gravemen
all'adulterio . Tale è il sentimento di santo An . te colui che, senza aver premessa la debita istru
tonino nella sua Somma, part. 2, lib 2, cap. 2, zione, il Sacramento gli conferisse, operando
par. 2, ove cosi scrive: De adultero autem cu contro il comandamento di Cristo , che impone
jus est filius , dicendum videlur, quod si scit di istruir prima quelli che sono da battezzarsi.
vel credil verosimililer illum esse suum , ubi Ed a proposito di questa istruzione conviene
mater ipsu salisfacere non valel, videtur quod anche osservare non doversi essa affidare ai
teneatur de expensis educationis patri pulali- laici , affine di non sovvertire l'ordine dell'ec.
vo : quia causam efficacem tali danmo dedil. clesiastica gerarchia , come il Vernicelli am
Lo stesso si raccoglie dalla regola stabilita dal maestra. .
Pontefice Gregorio IX nel capo : Si culpa de Nè basta che egli trovisi istruito, ma di più
injuriis et damno dalo. è necessario che lo adulto abbia un consenso o
Finalmente deve anche compensare i danni formale o virtuale, od almeno interpretativo,
recati ai figli legittimi ed agli altri eredi ne come ricercasi nel ricevimento di ogni Sacra
cessarii. Infatti i figli legittimi per la intrusio- mento, affinchè validamente lo riceva ; tale es
ne della prole illegittima rimangono privi in sendo il comune insegnamento di tutti i teolo
parte dei beni paterni, ed è di giustizia che lo gicon s. Tommaso, il quale nella 5 part . quest .
adultero li compensi,quando l'adultera man 68, art. 1 , dice : Ex parte baptizali requiri
casse di soddisfare. tur volunlas sive intenlio suscipiendi Sacra
Quando però trovasi in dubbio che la prole mentum .
partorita dalla adultera sia sua, non è tenuto Per la qual cosa colui che sostenesse bastare
in foro esterno a verun risarcimiento, essendo al valido ricevimento dei Sacramenti, che l'a
stabilito illius esse filium, quem nuptiae de- dulto non abbia una volontà contraria, ma che
monstrant. Ma non così nel foro della coscien- si diporti solo passivamente, sarebbe in evi
za , nel quale è obbligato pro rala dubii. Im- dentissimo errore. Imperciocchè piun adulto
perocchè il dubbio può assolverlo dal totale può venire giustificato ove non vi acconsenta ;
compenso , ma non può distruggere che egli come definisce la cosa il Concilio di Trento
ancora sia stato una causa per sè stessa suffi- alla sessione sesta, capo settimo, dove dice : Ju
ciente alla generazione della prole. Così la sen- stificatio est sanctificatio, el renovalio vilac in
tono il Molina, il Vasquez , il Sala , l'Azorio, terioris hominis per voluntariam susceplionem
il Turriano , il Martinez ed altri . gratiae et donorum. Non puo adunque dipor
Nè il giudizio del foro esterno può assolvere tarsi passivamente l'adulto, ma con verrà che
l'adultero dal risarcimento , perciocchè il foro egli abbia intenzione almeno interpretativa ,
esterno se ne sta appoggiato alle presunzioni , come apparisce dalla costante tradizione della
e definisce quello che può condurre al ben co Chiesa .
m'une ed alla pace della famiglia senza toglie In quanto poi a quegli adulti , che hanno
re le obbligazioni , che nascono dalla giustizia abbandonata la vera fede , e poi ad essa fecero
della coscienza . ritorno, non sono obbligati di ritrattare la loro
ADULTO è quegli che cresciuto in età può apostasia pubblicamente innanzi agl'infedeli
rellamente usare di sua ragione, discernere ciò con pericolo della loro vita ; ma è sufficiente
che è vero da quello che è falso, e formare una che ciò facciano espressamente innanzi ai fe
qualche meditazione intorno alle cose che gli deli ; implicitamente poi innanzi agli infedeli,
si presentano o come degne di essere abbrac- deponendo l'abito che è protestativo della falsa
ciale, o come degne di essere fuggite. Se adun- seita, ed as tenendosi dagli atti d'infedellà . Cosi
Encicl, Eccles. Vol. 1. Fasc, III. 19
146 ADURAM - AEN
rispose la Sacra Congregazione del santo Uſi caduti in pericolo di morle, sono privi dei sen .
zio al primo dei dubii proposti del P. France si, nè sono atti a dimostrare alcun desiderio di
sco Lombardo dell'ordine dei Minori , missio questo sacramento : perciocchè la loro pielà e
nario a Tunisi nell'Africa . Il dubbio era que fede è un argomento non dubbio della brama
sto : Se fosse necessario che gli apostati, i quali che dimostrerebbero di riceverlo, ove il potes
rilornavano a penitenza , si dovessero obbligare sero. Questo costume lo approva il dollore s.
a ritrattarsi esplicitamente e pubblicamente Tommaso, oltre tutti i Rituali, cui suffragano
innanzi agli infedeli, con pericolo della vita : il Concilio di Parigi dell'anno 1557 , e s.Carlo
oppure se fosse sufficiente che abiurassero pub- Borromeo nelle sue instruzioni, dicendo : In
blicamente innanzi ai fedeli, ed esplicitamente firmis qui sana mente dum erant, illud pelic
l'apostasia nei proprii bagni, che sono le car runt aul verisimile est quod peliissent, eliamsi
ceri degli schiavi , ed implicitamente appresso postea in amentiam inciderint, vel rutione ser
gli infedeli, astenendosi dagli alli d'infedeltà monere uli desierint, ministrabilier item . Che
e deponendo il loro abito. A questo cosi ſu ri- anzi osserva il Suarez , convenir comunemente
sposlo : Sacra Congregatio censuit apostalas a che l'infermo, il quale è privo dei sensi ed è
fide ad poenitentiam redeuntes non teneri ad incapace degli altri Sacramenti, sia soccorso
abjurandam apostasiam publice coram infideli- col rimedio dell'Estrema Unzione: Quia inter
bus, sed sufficere ut eam abjurenl in balneo fines praecipuos hujus sacramenti esl supple
coram fidelibus, abstinendo ab actibus in fidelis re vices sacramenti Poenitentiae, quando vel
Tulis , et deponendo habilum infidelium , quule- illud applicari non potest, de facto non solis
nus sil protestativus fulsac religionis. Si vero ulililer appliculum est.
sil aequivocus, posse deferre : quod si illa de ADURAM . Lo stesso che ADORAM ( V. pag .
lutione ratione personae aliqua orialur suspicio, 118 , col. 2 ) , figlio di Jectan .
teneri aufugere cum primum poterint. ADURAM . Impiegalo ai fribuli sollo il regno
Osserviamo finalmente, se uno adulto cadu- di Roboamo. Questo principe avendo irritalo
to in frenesia , aggravato da male e vicino a le dieci tribù colle sue risposte ardile ed im
morire possa ricevere l'Estrema Unzione. Se prudenti più che non si convenisse porse loro
noi imprendiamo l'esame di quanto scrissero occasione di introdurre uno scisma, e di sepa
autori celeberrimi in proposito, ritroviamo non rarsi dalla casa di Davide. Osservando questa
doversi all'inſelice negare questo estremio con- rivolta , Roboamo slimò opportuno d'inviare
forlo . E di verità , l'immortale Benedetto XIV ad esse Aduram soprantendente ai tribuli, alli
nell'opera De Synod . Diocc., al libro 8, capo ne di ricondurle colla dolcezza alla sommessio
0 , numero 4 dice: che agli adulti , i quali dopo ne, ovvero , secondo alcuni , aſline di calmarle
l'uso della ragione diedero manifesti segni di dando loro nelle niani colui che pelle imposi
pazzia è da conferirsi il sacramento dell'Estre . zioni gravose era stato motore della rivolta .
ina Unzione, secondo lo statuto del Concilio Che che ne fosse il motivo, la fine sen ſu che
Arausicano nel canone 13 : Amentibus quae- il popolo sdegnalo gitlossi sopra Aduram , lo
cumque pietalis sunt conferenda. La medesiida lapidò e lo mise a morte. Allora Roboaino tre
dottrina insegna l'Angelico, cui per testimo- niebondo fece tosto ritorno a Gerusalemme.
nianza del dotlo Saurez lutti i teologi consen- Questo avvenimento ebbe luogo l'anno del
tono. Tuttavia, quanlunque sia tale la cosa , è mondo 5029 , av . G. C. 971 .
necessario che vi sieno quelle condizioni che Col nome di ADURAM si trova anche una cit.
sono citate dal Navarro nel suo Manuale al c. tà fortificata da Roboamo; forse era la stessa
22 , num . 13 , con queste parole : Cuilibet lamen che Adar ovvero Huzer -Adar , nella tribù di
ejusmodi infirmo est administrandum , etiamsi Giuda.
jam sil amens el phrenelicus, si absque irre ADVIGILIO . È voce denotante le laudi con
serentia Sacramenti id fieri possil, el polueril cui si dà fine all'ufficio delle vigilie o malli
ante peccarc, et antequam insanieril, expresse tino .
aul lacile petient illud, aul, si meminissel , AEN . Questo termine significa una fontana,
pelilurus fuissel, nec in peccalo mortali nolurio e Irovasi dato a molte cillà . Quella di cui par
insanierit. Jiamo attualmente, apparteneva da principio
Inoltre devesi presumer che ogni fedele, di alla tribù di Giuda , Gios. cap. 15 , 32 : in ap
cui non consti il contrario, avrebbe ricercato presso fu cedula alla tribù di Simeone, come si
questo Sacramento, ove lo avesse poluto. V'e vede dal libro di Giosuè, al capo 19, 7. Euse
diamo infatti le molte volte essere mupili del bio dice che Aen corrisponde a Belh -anin, col
l'Estrema Unzione tulti quelli , che di repente locata quattro miglia da Ebron , e due da Te
AEN GANNIM- AFARSATACHEI
rebinto ; e da alcuni si vuole che il sacerdote soprannome di Aleo . Del resto costui, pia con
Zaccaria ed Elisabetta, genitori di s. Giovanni seguente degli altri seguaci di Ario, acquistò una
Battista, dimorassero in questa città, e non in odiosa bensì , ma somacelebrità,facendosi capo
Ebron , come si pretende da altri . di una selta di Ariani , la quale sembrò nuova ,
AEN -GANNIM era una città della tribù di in quanto era la più ardita la meno dissolu .
Giuda. ta. Sostenne che il Verbo non sole non era
AENNON ovvero Ennon è il luogo in cui consuslanziale , o uguale al Padre, ma che nep
8. Giovanni baltezzava nel Giordano. Era vi. pure gli era simile. Era egli giunlo a questo
cino a Salim otto miglia da Scitopoli verso segno colla sua temerità nello scandagliare la
mezzogiorno, secondo Eusebio. profondità dell'Essere divino, che egli vanla
AERJANI . Sant'Agostino , che scrisse nel vasi di concepirlo cosi chiaramente, come co
428 il suo libro delle Eresie dice che que nosceva sè stesso , quanturque appena cono
sti erelici, seguaci di Aerio, erano allora in gran scesse le divine Scrillure, e molto meno anco
numero nella Panfilia. Il punto principale del ra le opere dei padri . Ma alcune confuse lezio
la dottrina loro era che i Vescovi non sono di. ni della dialettica, ed una gran forza di polmo
stinti dai preti per niun diritto divino , ma che ni gli tenevano luogo di ogni merito. Ma non
dopo il Nuovo Testamento, i loro doveri e le potè credere che vi fosse una generazione eler.
loro autorità sono le stesse. Aerio sostepne na in Dio, perchè non trovava modo di combi
eziandio che non era duopo pregare pei morti , narla colle categorie di Aristotele. Quanto ai
e negò la necessità di osservare le feste coman . costumi , egli non teneva in alcun conto nè di
date, e di celebrare il giorno di Pasqua . Chia- giuni , nè orazioni , nè alcun genere di buone
ma egli Antiquarii i fedeli che seguivano le opere, nè tampoco l'osservanza dei precelti del
cerimonie dalla Chiesa stabilite, e che si atte- decalogo, riducendo tutto il Cristianesimo alla
nevano alle ecclesiastiche tradizioni . Soslene- fede, od alla cognizione dell'Essere Supremo.
va che il sacrifizio della Messa era in utile per Mentre taluno gemeva innanzi a lui sopra al .
la remissione dei peccati. Sant'Epifanio, con cune colpe le più vili commesse con donne ,
temporaneo di Aerio, è quegli che di proposito egli non faceva che scberzarvi sopra senza al
l'ha combattuto nel suo libro delle Eresie, nel cuna verecondia ; e tratto questa vergognosa
la Eresia 77. Si può leggere in proposito san- passione quale necessilà naturale ed indifferen
tº Agostino, de Haeres., cap. 53, ed il Sandero, le, come quella di grattarsi in un prurito. Era
Haeresi 79. questa la frase di cui si serviva . Ma non sem
AERIO , eresiarca del IV secolo, nacque nel pie l'iniquità trova sostegno ancor appresso
Ponto, e seguì da prima gli errori e le opinioni i malvagi . Più volte Aezio era stato scopo allo
empie e stolte di Ario. Verso l'anno 355 , in accuse di altri erelici . I semi-Ariani, radunali
vano egli contese il vescovato di Sebaste in Ar- nell'assemblea scismatica di Sirmio del 358,
menia ad Eustachio. Credesi che prendesse al- fecero bandire Aezio co' principali suoi disce
fora la risoluzione di separarsi dagli ortodossi, poli dalla Frigia. Poi . dopo il conciliabolo di
dei quali sino a quel momento aveva fatto Seleucia, Costanzo, principe bizzarramente re
parte : questo solo è certo , che egli fondò una ligioso, era alla fin fine rimasto scandalezzato
nuova sella, ed ebbe molli seguaci che dal suo dei discorsi di Aezio, per cui convenne agli
nome vennero chiamati Aeriani, i quali in una Ariani medesimi accordare la condanna di
al loro capo, esclusi dalle chiese e dalle città quest'empio, in fatto poco diverso da tanti al
furono costretti a vivere una vita errante. tri cui si facevano traltamenti del lullo con .
AEZIANI. V. A ezio e ANOMEI. trarii . Aezio fu mandato in esilio alle falde
AEZIO . Lo strano patriarca Leonzio, uno di del monte Tauro ; e, ciò che è molto singolare,
quei cattivi soggetti , cui s . Eustazio aveva ri- egli non fu , sebben condannato , dichiarato
cusato l'ingresso nel clero suo, e che dagli A- eretico, né disonorata la sua dottrina della dis
riani fu posto sulla cattedra di Antiochia , fu somiglianza. Sembra che dall'esilio non più
quegli che mise pel clero, e che con tutte le facesse ritorno. I suoi seguaci denominali ven .
forze sostenne Aezio, candidato anche più dis nero Aeziani ed anche Anomei ( V.).
pregevole , figlio di un malfattore pubblica AFAEREMA, una delle tre toparchie aggiun.
mente giustiziato, ridotto egli stesso in servitù , te alla Giudea dal re di Siria , come si vede dal
quindi operajo in rame, e ladro screditato nel primo dei Maccabei al capo medesimo. Credesi
suo mestiere, e poi medico, ossia ciarlatano , che fosse la stessa che Efrem indicata da 3. Gio
sofista ridicolo, finalmente dommatizzante si vanni al capo undecimo.
grossolano ed empio, che il popolo gli diede il AFARSATACHEI, Y. DINEI.
148 AFARSEI - AFEC
AFARSEI . V. DINEI. stessa che Alec della tribn di Issacar, il Cal.
AFEC ovvero APAEC. Varie sono le città met pensa che fosse la stessa che Afec della Ce
che s'incontrano menzionale nella Scrittura lesiria . Jos. 13 , 4 .
con questo nome.- La priina era nella tribù di Ecco tutti i tesli in cui trovansi i nomi di
Giuda, e propriamentein quel luogo dove sta- Afec ed Afeca, e sopra ognuno di essi le suppo
vano accampati i Filistei , allorquando si ri- sizioni di Hurè, Calmet e Sanson . Jos. 12, 18.
condusse da Silo l’arca del Signore, che fu pre- Hurè pone Afec nella tribù di Manasse e d'Is
sa in battaglia dai Filistei. Apparentemente è sacar , Sanson vicino a Jezrael , nella divisione
la stessa che Afeca indicata in Giosuè al capo di Issacar. — Jos. 19 , 30 ; Hurè, Calmet e Sanson
quindicesimo.- La seconda era nella vallata di nella tribù di Aser , ma Calmet vicino al paese
Jezrael . In questo luogo accampavano i Fili- dei Sidonii e nella Celesiria, e Sanson vicino
slei , quando Saule e la sua armata era vicina ad Amma. — Judic . 1 , 31 : Hurè e Sanson
a Jezrael nelle montagne di Gelboè. — La terza nella tribù di Aser. - I Reg . 6, 1 : Hurè e
era nella tribù di Aser, vicino al paese dei Si . Calmet nella tribù di Giuda ; e l'ultimo vici
donii . - La quarta nella Siria , ed era una delle no alla Pietra del Soccorso , nella tribù di
principali del regno di Benadad , come abbiamo Dan.-- | Reg .29, 1 : Hure nella tribù di Aser ;
dal terzo libro dei Re al capo vigesimo : presso Calmet nella vallata di Jezrael , che si sa situata
questa città fu impegnata battaglia tra Acabbo nella tribù di Issacar, Sanson la stessa che Jos.
e Benadad, in cui i Sirii furono vinti . 12 , 18 ; vicino a Jezrael , nella tribù di Issa
Convien dire sopra questo punto che il nu car. III Reg . 20 , 26, 50; e IV Reg. 13 , 17, Hu
mero e la posizione delle città di Afec sia dif. rè nella tribù di Aser, Calmet nella stessa tri- .
ficile a determinarsi, perciocchè gli cruditi sono bù e nella Celesiria ; Sanson nella tribù di
discordi oltremodo fra loro. Il Şimone, proba- Issacar. Afeca confusa con Afec da Simon ,
bilmenle dopo Gioseffo fa menzione di una Hurè , Calmet e Sanson ; Jos. 13, 4. Hurè nel
torre che portava il nome di Afec, vicino ad la tribù di Aser, Calmet nella stessa tribù , San
Anlipatride, in cui molti Ebrei si ricovrarono son nella tribù di Issacar 15, 53 ; Hurè e
per mettersi in sicuro dal furore di Cestio, ge- Calmet nella tribù di Giuda .
nerale dell'armata romana ; poscia, citando A Abbiamo detto che, secondo l' Hurė, vi sono
dricomio , dice che eravi un luogo nominato tre città di Afec ovvero Afeca , situate, l' una
Afeca nella tribù di Ruben , presso cui al nella tribù di Aser , Jos. 13, 4 ; 19 , 30 ; Judic .
tempo di s . Girolamo vedevasi un bel borgo : 1 , 31 ; 1 Reg. 29, 1 ; III Reg . 20, 26, 30 ; IV
infine annovera molti luogbi di simil nome, Reg . 15, 17 ; la seconda della tribù di Ma
cioè una città nella tribù di Aser, una torre nasse e d' Issacar ; Jos. 12,18 ; la terza
vicino Antipatride, un'altra città nella tribù nella tribù di Giuda ; Jos. 15 , 53 ; 1 Reg . 4, 1 .
di Aser celebre per le molte rivoluzioni che vi Vediamo che il Calmet ammette parimenti
ebbero luogo. Hurè enumera tre città di Afec tre città di Afec : la prima situata nella tribù
od Afeca, una nella tribù di Aser, l'altra nella di Giuda : Jos. 15 , 53 ; I Reg . 4 , 1 ; la se
tribù di Manasse o d'Issacar, la terza nella tri . conda nella vallata di Jezrael in Issacar ; I Reg .
bù di Giuda. Barbié du Bocage non ne am- 19, 1 ; e la terza nella tribù di Aser vicino
mette che due, una nella tribù di Aser, l'altra al paese dei Sidonii nella Gelesiria , Jos. 13, 4 ;
nella tribù d'Issacar ; ne riconosce poscia una 19 , 30 ; III Reg . 20 , 26 .
terza , col nome di Afeca , nella tribù di Giuda, In fine che dal Sanson sono ammesse duo
La Geografia Sacra del Vence si esprime in città col nome di Afec : l'una nella tribù di
questo modo : « Afec città della tribù di Aser.) Aser, vicino ad Amma ; Jos. 50 , 30 ; e l'altra
Jos . 19, 30. Judic. 1 , 31. N. Sanson la colloca della tribù d'Issacar vicino a Jezrael ; Jos. 12,
vicino ad Amma-A fec,città reale dei Cananei. 18 ; 13, 54 ; ' 1 Reg . 29, 1 ; III Reg. 20 , 26 ,
Jos. 12, 18. N. Sanson suppone che fosse la 30 ; 1V Reg . 13, 17 ,
stessa Afec, sitnata vicino a Jezrael nella divi Ora ecco ciò che gli storici sacri c'insegnano
sione di Issacar ; I Reg . 29, 1 . Afec che il di certo : 1. Che avvi una città di Afec nella
Calmet suppone essere nella Celesiria; III Reg . tribù di Aser. Jos. 19, 30 ; Judic. 1 , 31 .
26, 26 ; IV Reg. 13, 17, N. Sanson ritiene che 2. Un'altra nella tribù d'Issacar : i Filistei
fosse nella tribù di Issacar. Afec città che il erano accampati in Afec, e gli Israeliti vicino
Calmet pone nella tribù di Giuda vicino alla alla fontana di Jezrael , I Reg. 29, 1 ; ora Jez
Pietra del Soccorso ; I Reg . 4 , 1 . A feca ,città rael era nella tribi d ' Issacar , la fontana di
della tribù di Giuda. Jos. 15 , 53 . A feca , al . Jezrael era senza dubbio nelle vicinanze di
tra città che il Sanson riteneva che fosse la questa ciltà , donde segue che Afec non ne
AFERINAGHIAM- \ FFERTE DOMINO 149
fosse di molto lontana . - chè l'affabilità e la dolcezza pia vincola i cuo
3. Due città di Afe-
ca differenti da quella diAfec ; Jos. 13,4 ; 18 , 83. ri che la gravità e la forza. Chiunque segui
Resta adunque l'incertezza ancora fra i geo- perfettamente la sua dottriva non depose mai
grafi sacri di qual Afec si parli in Jos . 12 , 18 ; la vesle brillantissima dell'affabilità . Innume
1 Reg. 4 , 1 ; JII Reg . 20, 26, 30 ; IV Reg. revoli sarebbero gli esempi di quelli che opera
13, 17 . rono prodigii di valore con questa virtù , ma ba
AFERINAGHIAM . Festa che i Parsi o Gue- sti ricordare per tutti il Salesio, che l'uomo
bri seguaci di Zoroastro ed adoratori del fuo- dall'affabilità si può nomare, per iscorgere quan
co celebrano durante i dieci giorni ultimi del- ta sia la possanza di questa virti . Insomma
l'anno. Essa è consacrata a preghiere, a ren non può alcuno essere veramente cristiano, dir
dimento di grazie per la prosperità che si è si veramente figlio di Cristo se l'affabililà non
goduta lungo l'anno , ed è anche destinata a faccia sua prerogativa.
banchetti fraterni. Nei primi cinque giorni Due vizii per eccesso si oppongono a que
espongonsi cibi delicati pei genii o pegli spiriti sta virtù , l'adulazione cioè e la connivenza al
celesti ; ed in uno degli ultimi cinque, ogni le prave inclinazioni e costumi degli altri . Que
casa è tenuta ad imbandire un gran banchetto sti vizii comunemente diffondonsi, e sono co
in onore dei morti della famiglia . Questo ban me istrumenti di superbia e di vanagloria.
chetto funereo, chiamato Aferinaghians, secon-. Imperciocchè gli uomini che van tracotanti ,
do le credenze dei Guebri , rallegra le anime adulano tutti , onde acquistare applausi ed ac
dei defunti , i quali alla loro volta colmano di clamazioni di vanilà.
benedizioni coloro che cosi si radunarono in Altri due vizii per difetto a questa virtù si
loro commemorazione con ispirito di earità e oppongono egualmente , il tedio ed il litigio.
di pietà fraterna . Questa festa già esisteva pres. L'uomo che ama la contesa , dimostra nel suo
so gli antichi Persiani , e fu conservata da Zo volto una tetra severità , e nel suo parlare
roastro. tristezza . Allorchè sente discorrere, è grave ,
AFFABILITA ' . Virtù alla giustizia congiun . e con gravità risponde. Questo vizio è som
ta , per cui gli uomini nella civil società cosi mamente dannoso nei superiori e in quelli
agli altri loro simili conformano ed opere e di- che hanno cura di anime; che esso impedisce
scorsi , da non recare a chicchessia offesa qua- il frutto del loro ministero . Lo stesso Traiano,
lunque, nè causa di tristezza o dolore con le imperatore gentile, condannava nei superiori
parole e coi fatti . Nè un tal modo conviene questo vizio. Della qual cosa sentendo discor
che si ristringa unicamente con quelli , verso rere diversamente da alcuni, che non vede
cui interno sentimento di affetto e di amicizia vano bene che in lui vi fosse molta affabi.
si prova, o inverso coloro per cui , sebbene av. lità, rispose, secondo la testimonianza di Eu
verso spirito non abbiasi , pure sentimento sen . tropio : « che egli voleva essere tale imperalore
sibile non si nutre, perciocchè se la carità da cui coi privati, quale avrebbe bramato che fossero
tutti gli uomini sono in fratellanza congiunti gl'iniperatori con sè , se fosse privato. » All'affa
è quella nobile sorgente, da cui affabilità deri- bilità molto influiscono l'indole, il tempera
va, conviene che essa si estenda a quei tulli coi mento, la instituzione. Tuttavia questa virtù
quali fa d'uopo di conversare. Ora se il con- col continuo esercizio vince il tedio e la bra
versare cristiano non esclude da sè coloro me. mosia di litigare, e raffrena il letro umore.
desimi da cui si provo dispiacere o disgusto, ne AFFERMATIVI. Nel tribunale della inqui
segue che anche coi medesimi contrarii debbasi sizione romana affermalivi si chiamavano que
usar di affabili maniere e di dolce colloquio. gli erelici che di propria bocca confessavano gli
Jl Redentore, che si può addimandare la mede errori loro, od erano convinti di essere intera
sima affabilità nella sua sublimità e nella sua mente colpevoli degli errori dei quali veniva
eccellenza, mai di gravi maniere, di modi au no accusati ; e cosi pure con questo nome
steri adoprò verso quelli stessi che avversava chiamavansi quegli eretici che persisteano con
no le operazioni di lui ; e se talvolta tuonava pertinacia nelle loro false dottrine dopo la in
contro del vizio, ed il peccatore rimprovera. terrogazione del tribunale suddetto, come di
va , le sue ammonizioni e gli stessi rimproveri chiara Emerico nella parte 2, questione 54
ispiravano affabilità e dolcezza. E fu per questa del suo Director inquisitorum .
via che trasse a sè gli erranti , e quelli che AFFERTE DOMINO. Cosi incomincia il
incespicavano nella caligine folta della iniquilà salmo 28, che contiene un rendimento di gra
ricondusse alla luce . Siate affabili e dolci, ei zie per la pioggia che il Signore aveva manda
ripeteva a suoi seguaci ; e a ragione, impercioc- lo al suo popolo.
130 AFFETTAZIONE-AFFETTO
Nel titolo leggiamo : Psalmus David, in con AFFETTO . È quell'intimo sentimento del.
summatione tabernaculi, cios quando forni il l'anima pel quale taluno è portato ad amare
Tabernacolo in Sionne, dove colloco | Arca , una persona, procurare il suo bene, cereare la
che aveva falta tradurre da Cariatiarim . Que- sua felieità, dimostrare la propria gralitudine.
gli che pose questo titolo al salmo, pensò che Non avvi cuore d’uomo in cui questo affelto
Davide con esso in vilasse i sacerdoti ad of non regni, chè anzi l'affello è quello che signo
ferire sacrifizii al Signore in quel Tabernacolo reggia spesso il cuore medesimo. Di qui la ne.
che testé aveva eretto ; alla quale opinione so cessilà di usare di quella intelligenza e giusta
no favorevoli i due primi versetti . ragione di cui l'uomo stesso fu adorno dal suo
Il testo greco legge non in consummatione Creatore, onde regolare l'affello stesso, affinché,
tabernaculi, ma bensì pro exilu de taberna- lasciato libero a sé, non passi quella linea che
culo, lo che mette in grande imbarazzo gli in- gli è segnata , oltre cai cosi potente diverrebbe
terpreti . San Basilio lo spiega del giorno in cui la sua forza da non poterseneguarentire quando
i sacerdoti , avendo finite le loro funzioni , esor a pravo fine fosse inclinalo. E posciachè l'ip
tavano i loro successori a fare i sacrifizii, ed a telletto illuminato dalla religione e dalla fede
fungere i loro doveri con grande diligenza e ba donde sollevarsi sopra la sfera delle create
dignità . Altri stimano che sia un'esorlazione cose, e da esse salire ad un primo principio, al.
ai sacerdoti ad immolare le vittime con cui si la cognizione di un Dio infinitamente buono in
chiudeva l'ultimo giorno della festa dei Ta sè stesso, le cui misericordie sono infinite, la
bernacoli . Alcuni rigeltano questo titolo per- cui provvidenza tocca ambo i confini dell'uni
chè non trovasi nel testo ebreo, e neppure nel- verso ; un Dio da cui ogni cosa ricevette, o
le prime edizioni dei Settanta. Non mancano dal quale la esistenza viene conservata, ed ot.
infine di quelli che lo riſeriscono al tempo di tiene ciò che gli è al bene di assoluta ne
Ezechia dopo la villoria che questi riportò so- cessità ; un Dio dal quale è destinato a frui
pra Sennacheribbo, o dopo la sua ricuperata re una sempiterna felicità , al quale sublimissi
salute. L'opinione migliore però è di quelli mo fine egli di quellegrazie generali e partico
che lo vogliono scritto per rendere grazie al Si . lari lo arricchisce che all'uopo fanno direlta
gnore della pioggia ch'egli aveva concesso dopo mente ; cosi l'affello suo deve prima rivolgerlo
una terribile siccità che aveva desolato il paese. a Dio ed alle cose di Dio, lunge dal quale non
AFFETTAZIONE , che chiamasi anche Af- può trovare pace e tranquillità nella vita : per
FECTIO BENEFICII , altro non è che un'appren- ciocchè qualora Dio nell'amore siposponga, nel
sione che fa il Papa di un beneficio , colla l'interno dell'anima solo si proverà quella gra
quale proibisce all'ordinario collatore di con ve distrelta la quale porta con seco l'inquietu
ferirlo per questa volta. Quindi essa differisce dine, i tedii , l'affanno più funesto, e che solo
dalla riserva , in quanto che l'affettazione suc- circonda la vita di amarezza e di pianto . Che
cede col fatto e senza formalilà di costituzioni ; se per ogni dovere conviene portar soinmo af
esercitando con essa il Papa la nomina una felto a Dio, ne segue la necessità di ripetere so
volta , non proibisce all'ordinario collatore di vente quell'allo con cui protestando a Dio
riprenderla un'altra volta ed in seguito ; final- amore, facciamo che l'amore veramente in noi ,
mente essa olliene il suo effetto malgrado lo sia eccitato. Quindi non si potrà giudicare imº
eccezioni che hanno valore nelle riserve. mune di colpa quell'uomo che fosse dinnenlico
Questa affettazione non si può fare dal ca di rivolgersi spesso con questo affetto espresso
pitolo senza l'assenso del Vescovo o del Papa , a parole al Signore . Ma lasciando di progredi
e senza lettere patenti debitamente registrate. re sopra tale soggelto di cui avremo più campo
Di regola generale un benefizio affetto a cerle a parlare dicendo dell ' Amore di Dio (V.), esa
persone non può essere conferito ad altre sotto miniamo la materia sotto altri aspetti .
pena di nullità di provvista , e le poche ecce L'affetto , secondo gli esseri cui può venire ri
zioni che vi hanno, non servono di esempio . volto, ammette la divisione seguente : aſiello
Vi sono nella Chiesa dei benefizii affetti a de- paterno e materno, affello filiale, affetto con
terminali uſlizii, come, a cagion di esempio, ai iugale , aſetto di riverenza , di amicizia , di
vicarii , ai semi -prebendati , ai cappellani ecc. Ma gratitudine. La diversità di questo porge don
conviene osservare che il registro degli statuti de vedere la diversità dei doveri, che sono sic
e delle bolle dei Papi che ordinano queste affe- come altrettante emanazioni dell'affetto mede
zioni , deve essere anteriore alla introduzione simo.
delle aspettative accettate, come osserva il ce L'affetto pertanto con cui i genitori devono
lebre La Combe nel suo Dirillo Canonico. amare i loro figliuoli, con viene che sia regolato
AFFETTO 151
da quella carità e da qnella giustizia per la in difesa contro le prevenzioni favorevoli o
gnale non sieno in varia maniera trattati i fie sfavorevoli; respingere ogni sentimento di pre
gli loro . L'eguaglianza di questo affello pater- dilezione, e soprattutto di avversione, qualora
no deve regnare nell'animo loro a togliere tut. vogliono che in essi sia vero affetto . Si vede
ti quei gravissimi danni che possono alla dj . per vergogna della umanità quello che nelle
versità derivare: perciocchè se ad ognuno di bestie non si osserva : si veggono genitori, che
essi diedero la vita materiale, devono parimen . concepiscono un vero allontanamento per taluni
ti ad ognuno quanto all'oltima conservazione dei loro figliuoli ; o li trattano duramente, e
di essa si addice non solo , ma quanlo in pari da sè li rimuovono ; e questo perché sono sgra
maniera conviensi al mantenimento ed incre. ziali per loro natura , perchè hanno qualche
mento della vita spirituale.Che anzi con mag. difello di corpo, o perché sono afflilli da infer
gior attenzione conviene che questa parte sia milà . E non sono questi figliuoli abbastanza
da essi traltata . Imperocchè se la spirituale su infelici senza che i loro padri ne aggravino la
stanza nella nobiltà e sublimità supera la ma sorte ? Il loro deplora bile stato dovrebbe piul
teriale, ne consegue che in peculiar modo le tosto eccilare la compassione, che la durezza
cure di questo affetto allo spirito sieno indiriz- dei genitori. In vece di trattamenti ributtanti
zate. Devono imperlanto per questo affetlo ai lor si dovrebbe ogni sorta di conforto e di con
figli loro una buona educazione cristiana , la solazione. Molto più comuni delle avversioni
quale lanto è importante, quanto è som mo il sono le preferenze date ad un solo sopra gli al
principio dellato dallo Spirito Santo, che la tri : preferenze sovente ingiuste, sempre odiose,
strada che avrà tenuto un giovane, la prosegui- talvolta funeste. Il motivo di queste predile
rà ancora nella sua vecchiezza : quanto è gran . zioni è per ordinario tanto frivolo , quanto
de lo ammaestramento della esperienza, una condannabile. Una figura più bella, maniere
cattiva educazione popolare la terra di ribaldi , più graziose, un maggior brio di spirito, un
e l'inferno di riprovali. Che se i genitori por- carattere più aperlo, più insinuante , più lu
tano veramente affello ai figli loro, ne segue singhiero , ecco quello , che quasi sempre de
da esso dover rivolgere ad essi quella vigilanza termina questi amori esclusivi che pochi ge
per la quale guarentirli da lulle,quelle scia. nilori si prendono la pena di dissimulare.
alire spirituali e temporali da cui facilmente Laonde per questo amore di un solo silirano
si trovano avvolli quando a questa parte im- addosso l'allontanamento, ilmal umore, l'odio
porlantissima i genitori non altendono con o di tulli gli altri ; e, ciò che non è raro , l'in
goi loro potere. Nè giova il dire di alcuni , es- gratiludine anche del prediletto , guastato dalle
sere snaturati quei genitori , i quali ogni qual. eccessive carezze , dalle reiterale conipiacenze,
volla sono necessarii alla buona direzione dei dalla indulgenza male applicata . Ed è ben
Joro figliuoli i castighi , ad essi si appigliano ; Jungi, che sia questo tutto l'inconveniente del
perciocchè per contrario si dovrebbero riguar- le predilezioni. Esse portano perpetuamente il
dare siccome privi di affello quando nella ne torbido nelle case, bandiscono l'unione frater
cessità non usassero di questi , dicendo lo Spi- na, tanto necessaria alla pace ed alla felicità
rito Santo, che la riprensione e la punizione comune,e stabiliscono tra i figli del medesimo
danno sapienza ; e che il figlio abbandonato padre la discordia , il rancore, l'odio, l'inimici
alla sua volontà diviene la confusione di sua zia . Ma che ? è dunque un obbligo strello
madre. Prov. 13, 14. Pur troppo si osserva luta dei genitori di interdirsi ogni contrassegno di
togiorno una lagrimevole conseguenza di affet. preferenza nella dimostrazione del loro affetto ?
to mal in teso nei genitori ; perciocchè questi No, senza dubbio ; anzi una eguaglianza di
stimando di amarli quando lasciano impuniti trattamento tra’figli tutti non sarebbe talvolta
i loro difetti, quando secondano le malte loro nè giusta in sé stessa , nè utile per essi. Sareb
brame mondane, quando si gloriano di esporli be contro l'equilà versare i favori colla me
in mezzo al fascino del mondo, non si accor desima abbondanza sopra il figlio obbediente
gono scavare solto ai piedi dei figli loro un ba e sopra l'indocile ; sopra l'applicato e sopra il
ratro di sciagure. Ma conchiudiamo questa negligente ; sopra il mansueto e sopra il vio
parle, osservando quanto sia nei genitori de- lento ; sopra il divoto e sopra l'irreligioso.
testabile quell'affetto che cade in predilezione Ma le preſerenze devono essere sempre ricom
viziosa, per quanto riguarda quelli che di mol . pense, ed i figli devono conoscere che sono
li figliuoli son padri. tali : allora spariscono gli inconvenienti; esse
Devono colla maggior cura guardarsi da ogni non avranno più se non veri vantaggi , saran
acceltazione di persone tra i figli loro ; tenersi no per quello che le ayrå meritate un incorag
152 AFFILIAZIONE

giamento, pegli altri uno stimolo. Senonchè egli mentarsi il principio che i coniugi debbono
è omai tempo di osservare che cosa richiegga cosi strettamente amarsi da formare di due una
l'affelto Gliale. sola volontà , un cuor sol di due cuori, ne av.
Il vero affetto filiale verso i genitori impone verrà fuor di dubbio che per esso unicamente
quel genere di obbligazione che i giovani sono tenderanno a formarsi quella vicendevole feli
tenuti di riconoscere e di adempire, quel gene- cità , che può soltanto provenire da quell’amo
re di obbligazione che la natura e la religione re che è paziente, benigno, e null'altro deside
impongono verso gli autori dei loro giorni. ra che quanto può piacere all'obbietto di sua
Non ha forse preleso l'assurda filosofia del no tendenza. Di qui il rimuoversi i liligi , le dis
stro secolo , devastatrice di ogni sentimento sensioni , e quelle aspre maniere che portano
onesto, distruggitrice di ogni principio virtuo- sempre con seco conseguenze dannose. Di qui
so, di degradar ancora in questo punto l'uomo quello attendere continuato a quanto nella
sino alla condizione delle beslie , spezzando il privata società che formano colla loro famiglia
vincolo sacro e caro, che unisce i figli ai loro può introdurre il bene, la perfezione.
padri ; cacciando in bando dal loro cuore ogni Affelto di amicizia quello si può addiman
allaccamento reciproco, che forma la felicilà di dare pel quale taluno che professa amore ad
tutta la loro vila ; sciogliendo la giovenlù da altro suo simile, studiasi con ogni premura di
ogni rispetto , da ogni riconoscenza, da ogni procacciare il suo bene. Donde si vede quanto
sommessione verso i genitori, dal momento in sia meritevole di condanna quell'affetto dicui
cui le cure paterne avrannu cessalo di esserle si vantano verso i loro amici gli uomini del se
necessarie ? Ma per la felicilà dell'umanità, il colo. Non si avveggono gl'infelici , che mentre
suo barbaro tentativo non la inspirato che assecondano quelli cui dicono amare nelle paz
orrore. Le anime oveste lo ban rigettato con ze lor voglie , nel disfogamento di loro pas
esecrazione, le inonesle stesse con disprezzo. sioni , piuttostochè adoprarsi a porre dinanzi
Il benefico autore della nostra natura ha volu- ad essi i farmacbi opportuni, e con ammoni
to, che i figli fossero intimamente, e restassero zioni e consigli trarli dalla ruina, invece di af
costantemente legali agli autori deiloro giorni, fetto, di amicizia , deggiono confessare di nutri
con un nodo ancora più strello della ragione, re odio e livore. Chi ama veracemente non
con un sentimento anteriore a qualunque ra cerca che il bene, quel bene che fondasi sopra
gionamento . Ha voluto che l'anor rispelloso stabile base, per cui all ' urlo e cozzar di aqui
e sommesso dei figliuoli, che è il fondamento lone rimane, nè sperdesi ; per la qual cosa dal
della società umana e il principio fecondo di l'osservare quanto l'amico adopera per l'ami
virtù , non dipendesse dai sofismi di un intel- co , si avrà donde conchiudere se reale affello
letto limitato e sviato, non fosse il gioco dei egli conservi in cuore per lui.
capricci di una volontà depravata . Egli lo ha Affello di gratitudine infine quello si chia
scolpito nel cuore umano , e tanto profonda- ma pel quale taluno mosso dal benefizio rice
mente, che non può mai interamenle esserne vuto sente in sè dovere ricompensa al benefal
cancellato. Onora tua madre in tutti i giorni tore, per cui sludia ogni mezzo per dimostrare
della tua vita , o mio figlio, diceva Tobia ; ri- sua gratiludine, come riconoscenza regni nel .
chiamati tutti i mali, che essa ha sofferti,luttii l’animo suo ; al quale oggetto ha cura di evi
pericoli che ha incorso per le, quando ti por- tare ciò che gli può esser di offesa, e praticare
tava nel seno suo . Un essere che non ha per quanto gli può tornare piacevole e caro .
dulo ogni seòsibilità, può egli mai dimenticar Se non che presentavdoci il fine stesso del
la falica, le pene, le infermità, che ha accagio- l'opera nostra sopra di ciò dovere alle relative
nato a sua madre ; le cure sempre tenere , tal- voci intrattenere ancora il lettore, come saran
volla umilianti ed ignobili , che ha ricevuto da no quelle di Amico, Conjugi, FIGLIUOLI,GEN
lei , e da suo padre, nella sua prima infanzia ? Toni, GRATITUDINE, cosi, a non moltiplicar la
Per adempiere questo essenziale dovere, non materia , in esse diremo di quanto più da vicino
abbiamo che ad abbandonarci al sentimento il può spettare a quella direzione pratica che
più naturale, il più dolce, il più caro, il più deve tenere ogni direttore di anime per ciò che
tenero dei nostri cuori , qual si è quell'affello si addice agli oggetti sopraccitali.
che in essi profondamente radicalo, fa conosce AFFILIAZIONE . E lo ascriversi che fa
re come ai genitori debbasi onore , obbedienza , taluno ad un qualche ordine regolare, o ad
e quel soccorso per cui corrispondere a quanto una di quelle congregazioni dalla Chiesa rico
fecero pei loro figli, nos iute, le quali altro non hanno per fine che
Or dell'affetto coniugale dicendo, uce ram l'esercizio di atti di pietà ed opere pie.E sic
AFFINITA 153
come a queste pratiche di religione sono annes Vers. 14. Non farai sfregio al tuo zio
se delle grazie spirituali, quali sono indulgen- paterno , sposando la moglie di lui , la quale
ze , applicazione di Messe e simili, così a gode- è tua prossima parente.
re di esse è necessario che ogni affiliato osser Vers. 15 . Non avrai che fare colla tua
vi quelle regole , si attenga a quelle leggi che nuora , perchè ella è moglie di tuo figliuolo ,
sono stabilite al retto andamento dell'ordine e tu non le farai oltraggio.
o della congregazione; perciocchè se dalla os Vers. 16 . - Non ti congiungerai colla mo
servanza di queste dipende la fruizione di glie di tuo fratello ; perchè ella è una cosa
tutti i beni spirituali , ne consegue che chiun- stessa con tuo fratello .
que non le osservi non potrà di esse parteci Vers. 17 . Non ti unirai insieme alla
pare. Variano poi gli obblighi col variare del- madre ed alla figlia. Non prenderai la fi
la congregazione, cui taluno è affiliato , come glia di suo figliuolo o di sua figlia per far
si potrà osservare agli articoli Minori Osser- le oltraggio ; perchè queste sono del sangue
VANTI , RIFORMATI , Terziarii ecc. di tua moglie ; e tali matrimonii sono ince
AFFINITA', secondo s. Tommaso , è una stuosi .
prossimità, un vincolood una congiunzione fra Vers. 18 . . Non prenderai per concubina
certe persone, che nasce da carnale accoppia- la sorella di tua moglie ; nè avrai commercio
mento o lecito nel matrimonio , od illecito per con essa vivente tua moglie.
fornicazione , la quale però deve essere com Era dunque proibito il matrimonio tra la
piuta e sufficiente alla generazione. Ho deito figlia ed il padre , e tra il figlio e la madre ,
fra certe persone , cioè divengono affini del- fosse anche matrigna ; tra fratelli e sorelle
l'uomo che ha avuto commercio tutti i con- germani, uterini , consanguinei ; tra l'avo e
sanguinei e le consanguinee della donna , cui la nipote , sia per parte di maschio o di fem
egli si è accoppiato , e così tutti i consangui- mina ; tra il nipote e la zia materņa ; tra il
nei e le consanguinee della donna incontrano nipote e la moglie del zio paterno ; tra il
l'affinità coll'uomo . suocero e la nuora ; tra un fratello e la mo
Propriamente parlando la voce affinità si glie dell'altro fratello , eccettuato il caso
distingue dalla consunguineità, che è una pa- che le fosse morto il marito senza figliuoli ,
rentela o congiunzione di sangue. E questa come si vede dal cap . 25 del Deuteronomio .
cosa premessa, pria di osservare quali sieno le Non si poteva parimenti sposare ad un tem
regole in proposito prescritte dal vigente di- po madre e figlia ; e con la madre la figlia
ritto canonico , osserveremo con tutta la pos- del figliuolo della madre ; o quella di sua
sibile brevità quali fossero i gradi in cui il figlia , come pure due sorelle ad un tempo ;
matrimonio era proibito dalla legge mosaica. ma poteva sposarsi la seconda dopo la morte
Ogni prescrizione in proposito la leggiamo della prima.
nel Levitico al capo 18 , ove incominciando La necessità, dice il Montemanni , scuso i
al settimo versetto nel modo seguente , il Si- figli di Adamo , i quali per propagare l'uman
gnore comanda : Non ti unirai in matri- genere dovettero unirsi colla propria sorella .
monio tu , o figliuola , col padre luo , nè tu o Così pure prima della legge scritta alcuni Pa
figliuolo, colla tua madre . triarchi sposarono due sorelle ad un tempo , e
Verso. 8 . Non avrai che fare colla mo delle nipoti, ed anche sorelle non uterine, co
glie del padre tuo : perciocchè ella è stata ri me appare da Abramo . Ma tali matrimonii
conosciuta dal patre tuo. sarebbero stati vituperevoli , senza una spe
Vers. 9. — Non avrai commercio colla so- ziale permissione di Dio, dopo che la religio
rella di padre o di madre, sia ella nata in casa ne li proibì. Ruben ed Assalonne che fecero ol
tua , ovvero fuori . traggio alle concubine del proprio padre , si
Vers. 10. — Non ti congiungerai colle fi- coprirono di eterna infamia. San Giovanni
glie di tuo figliuolo , o colla nipote da parte Battista rimbrottò coraggiosamente il reEro
di tua figlia ; perocchè ella è tuo sangue. de perchè riteneva la moglie del suo fratello :
Vers. 11 . Non ti unirai colla figlia del e l' Apostolo scomunicò l'incestuoso di Co
la moglie del padre tuo , cui questa partori rinto perchè ebbe disonesto commercio colla
del padre tuo , onde ella è tuo sangue . moglie di suo padre.
Vers . 12 . Non ti congiungerai colla so Sant'Agostino adduce delle sode ragioni
rella del padre tuo ; perocchè ella è del sangue rapporto a questi impedimenti matrimoniali.
stesso di tuo padre. Dice egli nel libro decimoquinto della Città
Vers. 13 . Non ti congiungerai colla so di Dio, che il fine del Creatore fu di esten
rella di tua madre ; perocchè ella è del sangue dere , più che fosse possibile . l'unione , l'a
di tua madre . more , e la fratellanza tra tutte le famiglie ; &
Encicl . Eccles. l'ol . I. Fusc . III. 20
154 AFFINITA '

che inoltre l'onestà naturale voleva che le che due fratelli possono lecitamente unirsi in
persone strette fra di loro coi vincoli del matrimonio con due sorelle , e l'uno di essi
sangue e della parentela , dovendo coabitare e può prendere in isposa la madre , l'altro la
trattarsi famigliarmente, si guardassero con figlia , e cosi il padre ed il figliuolo con
occhio casto e pudico . giungersi , l'uno colla madre, l'altro colla
Gesù Cristo , innalzando le nozze alla san- figliuola.
tità del sacramento , e dichiarandole indissolu Convien però por mente in primo luogo ,
bili , ha lasciato alla sua Chiesa la facoltà di che sebbene qualche teologo sostenga che dal
apporre e di sciogliere , tranne i casi proibiti matrimonio solo proceda l'affinità almeno ini
dal diritto naturale , gl'impedimenti impe- ziativamente , pure è opinione del Sanchez ,
dienti o dirimenti il matrimonio; come abbia- cui la più dei teologi aderiscono , che dal
mo dal concilio Tridentino alla sessione vige- matrimonio nasce bensì un impedimento di
sima quarta . pubblica onestà più stretto assai di quello
Secondo il vigente diritto canonico , l'affi- che ha origine dagli sponsali de futuro , non
nità per lecita copula annulla il matrimonio però l'impedimento di affinità, non verifican
contratto fra gli aflini sino al quarto grado dosi pel rato matrimonio il carnale congiun
inclusivamente, mentre una volta lo annulla- gimento .
va sino al settimo. Quella poi nata da illecito La seconda , che da una copula sodomiti
comercio lo annulla sino al secondo grado in ca non viene l'affinità , perchè da quella non
clusivamente, come fu stabilito dal Tridenti- segue la generazione della prole , e quindi
no nella vigesima quarta sessione , De Refor- non può appellarsi carnale congiungimento ,
mal. Matrim . cap . 2 , in cui si legge : Impe- come lo diniostra il celebre giurista Pirhing ,
dimentum quod propter affinitatem ex fornica- nel libro quarto , tit . 14 , sez . 1 , num . 22 .
lione contraclam inducitur , ct matrimonium In terzo luogo , che se due Ebrei , a cagion
postea fuctum dirimit ad cos tantum , qui in di esempio , Samuele e Rebecca , aflini in ter
primo et secundo gradu conjunguntur, costrin- zo grado, hanno contratto e consumato il ma
git. trimonio , e di poi ricevono il battesimo , il
Finalmente è necessario osservare che l'af- loro matrimonio è valido , sebbene contratto
finità , siccome la consanguineità , ammette coll ' impedimento di affinità in terzo grado :
stipite , linee e gradi . Per stipite s'intendono perciocchè nel tempo in cui lo contrassero
le due persone che si sono carnalmente cono non erano soggetti alle leggi della Chiesa , ed
sciute , le quali però non si dicono affini , il battesimo che hanno ricevuto rimette bensi
ma principio di affinità , in quella guisa che tulle le colpe, ma non iscioglie le nozze va
il padre e la madre sono il principio della lidamente celebrate secondo il diritto di na
consanguineità . La linea è la serie delle per- tura . Nè giova il dire , che gli Ebrei contrag
sone che sono fra sé affini , e questa è retta govo matrimonio , e possono separarlo colli
ovvero trasversale . Sono affini in linea retta bello del ripudio ; imperciocchè se Samuele
quelli che sono consanguinei nella stessa linea avesse celebrato le sue nozze col patto, che gli
delle persone che sonosi carnalmente cono fosse lecito di ripudiare Rebecca , egli non
sciute , e lo sono in linea trasversale quel- avrebbe contratto validamente il matrimonio,
li parimenti che nella linea medesima sono essendo ciò direttamente opposto alla natura
consanguinei . Per conoscere adunque in qual del contratto. Ne vien dunque che Samuele e
modo siano affini i congiunti o consanguinei, Rebecca non sono sciolti pel battesimo dal
a cagion d'esempio , di Tecla e di Pietro , vincolo matrimoniale, come lo dimostra il so
che ebbero carnale commercio , si porranno pra lodato Pirhing al libro quarto , tit . 14 ' ,
per istipite gli stessi Pietro e Tecla ; quindi sezion. 2 , num . 38 .
il figliuolo di Tecla avuto da altro matrimo In quarto luogo, se fra due persone affini in
nio è affine in primo grado di Pietro, il nipo- secondo grado si vuole contrarre il matrimo
te poi di Pietro sarà affine in secondo grado nio, per la valida celebrazione di questo , ben
di Tecla . chè basti in faccia alla Chiesa la dispensa re
Vuolsi però fare un'avvertenza a spiegazio- golarmente ottenuta , ed eseguita dall'Ordina
ne del comun detto : affinitas non parit affini- rio , dopo aver verificate le condizioni tutte
lutem , cioè che l'affinità contratta da Pietro contenute nel pontificio rescritto ; pure sic
non fa che i suoi consanguinei sieno affini di come non viene riguardato dalla legge civile
quelli , coi quali egli ha contratta l'affinità, e per valido quel matrimonio , il quale non
così quella di Tecla non discende nei suoi sia contratto secondo anche il prescritto della
consanguinei per modo , che divengano affini stessa legge , cosi venendo proibite le nozze
dei consanguinei di Pietro . Ne viene quindi fra affini in primo e secondo grado , sarà ne
AFFINITA 153

cessaria , oltre la dispensa anzidetta , che dal . glia della potestà dei PonteficiRomani, benchè
la autorità competente sia sciolto dalla legale più volte ricercati e pregati, se ne sono sempre
proibizione che trovasi espressa al § 66 del astenuti, nė mai accordarono tali dispense. »
Codice universale austriaco , e ciò per l'ob- Così il grande Pontefice. Da questa sentenza si
bedienza e rispetto dovuto alla legge, per non può concludere non essere di diritto naturale
incorrere nelle pene minacciate contro chi ar il primo grado di affinità in linea retta , giac
disce di opporsi, e pel bene della prole , la chè l'essersi astenuti i Pontefici Romani dal
quale , ommessa l'accennata impetrazione, ver- dispensare da tale impedimento, non prova che
rebbe considerata come illegittima . essi non ne abbiano la podestà . Dipoi: se l'aſſi
Quinto , che per dimandare questa dispen- nità in primo grado di linea retta fosse di di
sa è necessario che vi sieno legittime cause ritto di natura, lo sarebbe sempre, e quando
prescritte dal diritto canonico , come ob ho- fosse originata da un lecito congiungimento, o
nestatem familiae , ob excessum aetatis , ob an- quando da uno illecito : ma cosi è che in talgra
gustiam locorum , ed altre , come si può vede- do di affinità, cioè ex copula illicita, in caso oc
re presso il Corrado , libro settimo, capo se culto , si può ottenere dispensa per gravissimi
condo . motivi : dunque non addiviene questo impedi
Sesto finalmente, che per la dispensa è ne mento dal diritto di natura . Possono vedersi
cessario che lo impedimento non sia di diritto a prova le cartelle di facoltà che vengono con
naturale, nel qual caso non si può assoluta cesse ai Vescovi dalla Sacra Penitenzieria , ove
mente ottenerla : e che il Concilio di Trento loro si accorda di dispensare in questo caso ,
dice , che non solo la dispensa non si concede quando intervengano le circostanze ivi notate .
fra gli affini di primo grado , ma che ancora Dunque se l'affinità è in primo grado di li
in secundo graudu nunquam dispensetur nisi in nea retta , si potrà bensì avere dispensa quan
ter magnos principes , ed ad publicam causam . do sia cx copula illicita , quando il caso sia
Sessione vigesima quarta , De Reformat. Ma- occulto , e quando intervengano gravissimi
trim. , cap . 5 . motivi , non però quando sia originata da ma
E posciachè si toccò come di passaggio di trimonio, astenendosi in questo caso il Roma
quelle dispense che sono necessarie affinchè si no Pontefice dal concederla .
possa fra affini contrarre legittimamente il Per secondo osserveremo , che per quanto
matrimonio , così è necessario qualche cosa si aspetta alla linea indiretta ossia collaterale .
più chiaramente vedere ancora sopra questa in tutti i gradi di quella , non eccettuato il
parte di tanta necessità a conoscersi perfetta- primo , il Papa può dispensare ; poichè da
mente, quanto è il bisogno di trattare con quella linea il matrimonio é proibito sola
ogni esattezza un argomento della massima mente dal diritto umano , nel qual diritto il +
importanza. Adunque è necessario da prima Papa può dare dispense , come dice Innocen
vedere , ove l'affinità sia in primo grado , se zo III , scrivendo al Preposto del capitolo di
lo sia in linea retta , od in linea trasversale. Macerata : Secundum plenitudinem potestatis
Se lo è in linea retta , non una sola è la deci- de jure possumus supra jus dispensare. È dun
sione dei teologi . Altri sostengono che questo que nella facoltà del Papa permettere che tal
impedimento e di diritto di natura, e quindi uno si sposi con la vedova di suo fratello , e
non può avere dispensa: altri tengono il con con la sorella della propria moglie . E primie
trario , senza distinguere se l'affinità sia nata ramente ciò si prova dalla Decretale di Inno
da lecito od illecito commercio . Senza addur- cenzo III, in cui questo Sommo Pontefice per
re gli argomenti dell'una e dell'altra parte , mette a quelli che , essendo infedeli , avevano
piacemi riportare il sentimento di Benedet- preso per moglie le mogli ripudiate dai loro
to XIV , come egli lo espone con ogni chia- fratelli , da cui non avevano i defunti fratelli
rezza nell’aureo libro De Synodo Diveces., lib. ottenuta veruna prole , di ritenerle come lor
9 , cap . 13. num . 4 . E incerto , cosi egli mogli legittime. Propter infirmitatem gentis
scrive , se l'affinità, nata da matrimonio, per ejusdem concedimus, ut matrimoniis contractis
diritto di natura dirima il matrimonio in pri- cum relictis fratrum utantur . De divort. lib . 4 ,
mo grado di linea retta, mentre riputatissimi et 9. Secondo , ne porge un esempio di ciò
autori insegnano, che nessuna affinità, nemme- Emmanuele re di Portogallo cui Alessandro
no in primo grado di linea retta , dirima il VI permise con due successive sorelle il ma
matrimonio per naturale diritto , ma soltan- trimonio ; ed Enrico VIII re d'Inghilterra il
to per legge ecclesiastica , e conseguentemente quale , per dispensa di Giulio II , disposos
potersi dal Romano Pontefice dispensare sopra a Caterina di Aragona vedova di Arturo
siffatto impedimento .... Ma checchè dir si vo suo fratello , la quale dispensa fu conferma
156 AFFINITA '

ta da Clemente VII , secondo il parere delle cognizione ne avverrà la soluzionedimoltiplici


più celebri università di Europa consultate questioni che in proposito potrebbero essere
dallo stesso Pontefice. Donde raccorre si può introdotte.
che se lo affine nel grado citato ha una giu Ed in primo luogo diciamo che non essen
sta ragione per dimandare dispensa di am- do una sola la consuetudine delle diocesi, cosi
mogliarsi colla vedova nel proprio fratello , ogni Vescovo può seguir quella che nella sua
può avanzare la domanda alla Curia Romana , ritrovò, niuna innovazione introducendo . Av
e, ottenuta la dispensa, di essa servirsi . vertasi poi che il Vescovo deve dare di per
Ad una prima dilucidazione di questa dif- sè stesso questa dispensa , non mai concederne
ficoltà aggiungeremo finalmente che il Pon- al suo. vicario la facoltà, nè può dispensare se
tefice può dispensare in tutti i gradi di affi- non per ragioni di utilità e di necessità . E la
nità in linea retta inferiori al primo : imper- ragione per cui il Vescovo può ritenere l'antico
ciocchè dal secondo grado di affinità in linea costume dei suoi predecessori si è , che la con
retta si può dispensare cosi , come lo si può suetudine per cui è riservata al Papa la dispen
dal primo in linea laterale: non essendovi al sa dagli impedimenti dirimenti , non ha forza
tra ragione da addurre per prova che lo affine di legge universale, nè può obbligare in quei
alla affine non possa in matrimonio congiun- luoghi nei quali un contrario costume preval
gersi , se non che il rispetto che l'uno deve al- se , come lo provano le seguenti parole di Gre
l'altro per naturale diritto, rispetto che non gorio IX : Licet etiam longevae consuetudinis
può stare con la eguaglianza degli sposi in non est vilis authoritas, non tamen esl usque
quanto all'alto del congiungimento adeo valilura ut vel juri positivo debeat praeju
In terzo luogo diremo che l'affinità non dicium generare, nisi fuerit rationabilis ct le
meno nasce dal delitto della fornicazione, quan- gitime, sit praescripta.
tunque commesso per forza, di quello che dal 2. E certo che niun canone riservò queste
l'atto coniugale , come dichiara Innocenzo III dispense al Papa , sebbene egli solo ne abbia
in due Decretali . Tuttavia è da osservarsi che il possesso, e si è fatto proprio per un'antica
lo impedimento per ciò avvenuto non ha luo- consuetudine questo diritto sopra dei Vescovi,
go se non nel primo e secondo grado, come pei quali la consuetudine ha luogo di legge .
stabili il Sacro Concilio di Trento alla citata 3. Ogni Vescovo può dispensare nei gradi
sessione , dicendo : Propterea Sancta Syno- proibiti, ogni qualvolta l'impedimento è del
dus ... impedimentum quod propter affini- tutto occulto , e ne avverrebbe grave scandalo
tatem ex fornicatione contructam inducitur, et per la protrazione del matrimonio.
matrimonium postea fuctum dirimit ad eos lan 4. Lo stesso si deve dire se l'impedimento
tum qui in primo et secundo gradu conjungun- sia pubblico, nè i cotraenti possano ricorrere
tur , obstringit ; in ulterioribus vero gradi- facilmente al Papa o pella miseria, o pella
bus staluit hujusmodi affinitatem matrimonium troppa distanza ecc.
postea contractum non dirimere. Donde segue 5. Allorchè l'impedimento è pubblico , co
che colui il quale abbia avuto carnale com- munemente il solo Pontefice può dispensare,
mercio con una donna , non può contrar ma- poichè la potestà vescovile in ciò si estende
trimonio coi consanguinei di lei in primo solamente al foro interno .
grado come la donna con quelli dell'uomo. 6. Per un antico uso della Chiesa Gallicana,
Ma l'uno e l'altro possono poi validamente e nel terzo grado non si concedeva alcuna di
lecitamente congiungersi in matrimonio coi spensa, come consta dal concilio di Vorms,
vicendevoli consanguinei in terzo grado , co- nella diocesi di Soissons, tenuto sotto il pon
me espressamente dichiarò Sisto V , nella tificato di Stefano II, l'anno 752 .
Costituzione del 18 novenibre 1566 con que 7. Sonovi alcuni Vescovi tuttavia , i quali ri
ste parole : Nos omnem ambiguilatem tollere et tengono un'antica consuetudinedi dispensare
animarum tranquillitatem , ac matrimonii li- nel quarto grado al quinto, ed anche nel ter
bertali, quuntum cum Deo possumus , consulere zo al quarto grado di affinità o di consangui
volentes declaramus, et auctoritate apostolica neità. Altri ancora ve ne sono, i quali , per una
decernimus , nullum hodie impedimentum re antica consuetudine, hanno ildiritto di dispen
manere quominus in ulterioribus grudibus hu sare nell'affinità spirituale, nell'affinità pro
jusmodi libere et licite matrimonium contrahi veniente da delitto o da pubblica onestà , non
possit. solo dopo il contratto matrimonio, ma ancora
Conviene da ultimo esaminare quando il prima .
Vescovo abbia facoltà di dispensare sopra gli 8. Finalmente, in quanto agli impedimenti
impedimenti di affinità , perciocchè da questa dirimenti occulti, che sono unicamente di di
AFFITTO 157

ritto ecclesiastico, o che esistettero prima che avvicina alla compera e vendita, avendo quasi
il matrimonio venisse in buona fede contratto, le stesse regole ; imperciocchè se nella compera
non ottenutane la necessaria dispensa essendo e vendita per il prezzo si trasferisce la merce ,
pubblico il matrimonio , nè potendosi sperare nella locazione e conduzione , invece della co
i coniugi senza scandalo, o moralmente non si sa , opera o diritto alienato in perpetuo, l'uso
può avere ricorso al Papa , il Vescovo può di- solamente di essa si trasferisce per un tempo
spensare . Dicemmo che esistettero prima del determinato . Perciò la locazione e conduzione
matrimonio contratto in buona fede , cioè sono un trattato oneroso nel quale una parte
quando i coniugi non si maritarono onde più dà ad uso le cose o le opere, l'altra la merce
facilmente ottenerne dispensa a cagione della de, e quindi si permuta il denaro o piuttosto
copula avuta; imperciocchè , ove ciò avessero il diritto di esigerlo con un'opera e coll' uso
falto, ad essi il Vescovo non può validamen- di una cosa altrui . Dicesi cosi anche quel
te concedere la dispensa. contratto col quale si oltiene l'uso di una
Dette queste cose intorno all'affinità cono cosa non fungibile, per un tempo e prezzo de
sciuta in antecedenza al matrimonio , conviene terminato. Instit. S 2 de locat. et conduct. I.
dire qualche cosa intorno all'affinità soprav- 2 , ff. locat. conduct. Nel contratto di locazio
veniente al matrimonio. ne e conduzione si distingue se la cosa conce
Sebbene l'affinità dirima il matrimonio fu- duta ad uso produca utilità senza altra fatica
turo nei modi indicati, anche nel matrimonio ovvero se non ne produca che impiegando fa
legittimamente contratto può avvenire che al- tica ed industria . Nel primo caso il contratto
cuno dei coniugi abbia illecita copula con un chiamasi di pigione , nel secondo il fitto. Se
consanguineo del proprio consorte, e che quin- vengono ottenute insieme le cose dell'uno e
di divenutogli affine possa bensi, ed anche deb- dell'altro genere, il contratto si denomina lo
ba rendergli il debito coniugale, non mai però cazione in generale o si determina secondo la
chiederlo senza ottenere dispensa. Ciò poi av- qualità della cosa principale. La locazione e
viene , giusta quel principio verissimo , che conduzione differisce essenzialmente dal pre
quod dirimit matrimonium contrahendum , si stito e dal precario. Il conduttore di una cosa
superveniat matrimonio contructo , impedit pe- urbana dicesi inquilino , quello di un fondo
titionem debiti. Si rifletta pero che il coniuge rustico dicesi colono.
perde il diritto di chiedere il debito, quando Affitto DEI FONDI RUSTICI ; locatio fundi.
egli abbia copula illecita con consanguinei del Questo consiste nella conduzione di un fondo
• suo consorte in primo e secondo grado soltan- che di sua natura produce qualche cosa, sia
to , non se viene ad averla con consanguinei colla coltivazione, come campo o vigna , sia
fuori di questi gradi, mentre le leggi in que- senza coltivazione, come bosco ceduo, pasco
sto caso non vietano la domanda del debito, lo o stagno. Si può anche costituire un affit
come chiaro apparisce dal capo primo De eo to di una cava , di un luogo onde si estrae
qui cognovit. Non perde però l'accennato di- sabbia , calcina , carbone. Si può anche dare
ritto il coniuge che commette incesto con un in affitto un diritto di pesca , di pedaggio , il
consanguineo suo , come pure se pecca con passaggio di un ponte, di un porto ecc . Il pro
uno spirituale cognato, mentre le leggi eccle- prietario di un terreno non può denunciare
siastiche tacciono nel proposito. Sibbene atte- il suo affittaiuolo nè rescindere l'affitto alle
sta il Sanchez , essere pratica parziale di al- gando l'intenzione di volerlo lavorare colle
cuna chiesa che i coniugi, che usarono copu- proprie mani . L'affitto dei fondi rustịci sor
la carnale con un consanguineo dei loro con- te la natura dell'usofrutto . I contratti di af
sorti sino al secondo grado, non possano leci- fitto devonsi mantenere dai minori, quando
tamente passare a seconde nozze, e che quan- sieno seguiti col regolare assenso de' loro tu
do le avessero contratte, non possano chiedere tori , 1. Si tulelae ff. de administratione et pe
il debito senza dimandare dispensa. Avverte ric. lutor ., e dagli eredi , Instit. de locat. Ne
però lo stesso Sanchez che tale dispensa puos- sono però eccettuati il donatario e il legata
şi concedere dal Vescovo , mentre la pratica rio , perchè questi vengono considerati come
è universale .
successori particolari , Qui fundum ff. locati ,
AFFITTO . Convenzione colla quale si dà a e non è eccettuato il figlio erede solamen
pigione, in locazione, a censo un'eredità, una te della porzione legittima, perchè questa ,
cosa, un diritto, ecc . Il locatore non trasferisce per esser tale , dev' essere senza peso , l . Quo
che l'uso e il godimento, non la proprietà del- niam .
la cosa . I Romani asserirono, S8 , ff.de pericul. Affitto EREDITARIO . È una convenzione
et commod ., che la locazione e conduzione si colla quale si cede il fondo di un'eredità
158 AFFRANCATO - AFRA (S. )

verso una rendita annuale e fissa che non alienan., anzi la locazione fatta per sei o nove
è redimibile , e che il conduttore si obbliga a anni senza il predetto beneplacito apostolico
pagare senza che possa esimersene , fuorchè è nulla anche nel primo triennio , come di
abbandonando il fondo . chiarò la Kuota Romana 1 luglio 1612 , alla
Di qui si può dedurre siccome corollarii: causa Aventina bonorum , part . 3 , decis. 435 ,
1. Che quello che da una cosa ad affitto de- num . 3. Intorno a questa materia però ritor
ve mantenerla tale che l'altro ne possa usare neremo allorquando saremo agli articoli AliE
e godere liberamente ; lo che ove non facesse, NAZIONE , Beni ECCLESIASTICI , Locazione, ecc .
non avrebbe all'affitto diritto, e, ripetendolo , Affitto DI BESTIAME . V. CONTRATTI .
operereble contro giustizia. AFFRANCATO , in latino libertinus. Que
2. Egli è obbligato di fare tutto quello che sto termine significa propriamente uno schia
è conveniente e necessario pel mantenimento vo messo in libertà . Negli Atti degli Aposto
della cosa data, ove diversamente non sia sta- li, al capo sesto, si parla della sinagoga degli
to convenuto. affrancati , che si innalzarono contro s . Stefa
3. Egli non può rimuovere l'affittuale del- no , che disputarono contro di lui , e con ogni
la cosa datagli , fuorché nel caso che la con calore sostennero che lo si dovesse mettere a
servazione di essa esigesse una riparazione in- morte. Gli interpreti si divisero di opinio
compatibile coll'uso dell'affittuale, o che lo ne sulla parola libertini ovvero affrancati. Gli
affittuale non solvesse il prezzo pel quale l'ha uni credono che il testo greco , che legge li
ricevuta. bertini , sia falsato, e che si debba leggere in
4. Il locatore essendone il padrone, deve sog- vece Libystini. Il nome liberlini non è greco,
giacere alla perdita della cosa data , quando e i nomi cui è congiunto negli Atti fanno
questa avvenga senza colpa dell'affittuale. giudicare che s. Luca abbia voluto dimostra
5. Il locatore deve notificare all'affittualere i popoli vicini a Cirene e ad Alessan
quei difetti dai quali è affetta la casa locata; dria. Ma tale illazione non è appoggiata so
altrimenti , succedendo danno, egli è tenuto a pra alcun manoscritto , nè sopra veruna ver
soddisfarlo . sione.
6. Non può affittare una cosa a coloro che Altri credono che gli affrancati , di cui par
sa con certezza doverne abusare per abbando- lano gli atti degli Apostoli , fossero Ebrei che
narsi al peccato, quali sono le meretrici , per- Pompeo e Sosio condussero schiavi dalla Pa
chè darebbe egli occasione e facilità al loro in- lestina in Italia; i quali avendo ottenuta la li
fame commercio. bertà , si stabilirono a Roma , e vi restarono
Quanto all'affittuale , esso deve aver cura sino al tempo di Tiberio , che ne li scacciò
della cosa che ha ricevuta come se fosse pro- sotto pretesto delle superstizioni straniere che
pria, mantenendola in quello stato per cui egli voleva bandire da Roma e dall'Italia .
non riesca inutile al proprietario al tempo Questi affrancati poterono ritirarsi in gran
della restituzione, od egli ne senta grave dan numero nella Giudea , ed avere una sinagoga
no pei guasti che vi ha recati : poiché ove a Gerusalemme , ove trovavansi quando s .
detrimento notabile la cosa ricevesse , avret- Stefano fu lapidato. I rabbini insegnano che
be obbligo di giustizia di compensare il pro- in Gerusalemme v'erano sino 480 sinagoghe,
prietario. senza contare il tempio .
Affitto DI BENI ECCLESIASTICI. Per beni AFRA (S. ) . Era cortigiana nella città d'Au
ecclesiastici s'intendono quelle possessioni de- gusta , seconda provincia della Rezia , che di
stinate al mantenimento dei ministri della cevasi Vindelicia , città detta anche ora Au
Chiesa, a conservarne gli edifizii, e sostene- gusta ( in tedesco Augsburg), ed è nel regno
re le spese che il culto esteriore esige, e sono di Baviera, capoluogo del circolo dell'Alto Da
differenti dalle cose sacre , perché quelli ser- nubio. Vivea essa ai tempi degl'imperatori
vono ad uso del culto esterno, queste sono de- Diocleziano e Massimiano Erculeo ? fu con
stinate alle spese da farsi pel mantenimento vertita a Gesù Cristo da un Vescovo stranie
delle persone e cose necessarie al culto divi- ro , nomato Narciso, il quale , fuggendo la per
no. Le locazioni per diversi anni sono proi- secuzione che travagliava nel suo paese i cri
bite agli ecclesiastici, se non si osservano le stiani , erasi rifugiato ad Augusta e aveva , sen
stesse formalità che i canoni richiedono per za conoscerla, preso alloggio in casa di lei . La
l'alienazione , cioè che senza licenza apostoli- persecuzione essendosi dilatata fino ad Augu
ca non si possano affittare per più di un sta, Afra fu presa e presentata, come cristia
triennio , come abbiamo dalla Estravagante na , al giudice Caio . Gostui,non avendo potu
Commun . cap. ambiliosue, de rebus eccles . non to vincerne la costanza , la condanno ad esser
AFRAATE (S . )-AFRICA ( Chiesa D') 159

abbruciata viva , ciò che fu eseguito con gran tendere in un linguaggio mezzo greco e mez
giubilo di s . Alra , che in mezzo alle fiamme zo persiano : e ciò non ostante, popolo, magi
lodava e ringraziava Dio . Mentre la santa con- strati , persone di guerra , dotti ed ignoranti,
sumava il suo sagrifizio , tre donzelle sue do- in una parola tutti volevano ricevere le sue
mestiche , Diga o Didia, Eunomia o Eunemia, istruzioni . Un giorno l'imperatore Valente ,
Eutropia o Euprepia , che erano state sue guardando da una galleria del suo palagio
schiave, peccatrici come essa , convertite e bat- sulla strada maestra verso l'oriente , vide un
tezzate da s. Narciso , erano sulla sponda del vecchio coperto di un cattivo mantello , il
fiume. Gli ufficiali che presiedevano al mar- quale camminava con una celerità singolare
tirio di s . Afra eransi ritirati; esse tolsero il per l'avanzata età sua . Volle sapere come
corpo di s . Afra , accompagnate da Ilaria sua egli chiamavasi e per qual ragione cammi
madre e lo posero nel sepolcro che questa san nava con tanta fretta . Gli fu detto essere il
ta aveva fatto scavare per sè e pei suoi, a due solitario Afraate , per cui tutta la città era
miglia dalla città. Il giudice Caio avendolo piena della più profonda venerazione , e che
saputo , le fece tutte abbruciar vive nel sepol- si trasferiva alla piazza ove i Cattolici si ra
cro medesimo, che rinchiuse cosi quattro mar- dunavano. Arse ad una tale notizia Valente
tiri con s . Afra, cioè Ilaria sua madre , Didia , di sdegno ; pur nulla disse , ned ebbe il co
Eunomia ed Eutropia sue serventi . Alcuni raggio di bandirlo, avvegnachè avesse già pre
diedero a s . Afra due zii , anch'essi venerati so una tale risoluzione . Il santo potè adun
come martiri , l'uno chiamato Afro, fratello di que porgere quei continuati soccorsi di cui
suo padre , l'altro detto Dionigi , fratello di i Cattolici abbisognavano in mezzo alle false
sua madre e ordinato prete dal vescovo Nar- dottrine che dallo stesso imperante si soste
ciso . Apud Sur ., pag. 45. Altri uniscono ai nevano .
nostri santi 23 altri martiri, che sostennero il AFRICA . Nome composto dall'a privativo
martirio nella medesima città . In riguardo a e dalla voce pporn , freddo , e significa senza
s . Narciso non si sa di certo che ne avvenisse freddo, poichè ella è situata per la massima
dopo il martirio di s . Afra . Dicesi ch'egli siasi parte sot !o i tropici. Si compone dell'Egitto,
trattenuto quasi nove mesi ad Augusta predi- degli Stati Barbareschi, della Numidia, della
cando la fede di G. C. , ciò che gli ha meritato Libia, della Nigrizia, Abissinia, Etiopia, Gui
il titolo di apostolo di questo paese. Il corpo nea, Congo, Cafreria, ecc .
di s. Afra, perduto e ritrovato più volte, dal L'Africa fu in origine abitata da Cham e dai
l'anno 1064 in poi è sempre rimasto ad Au- suoi discendenti. Genes. cap. 10. Mizraim po
gusta nella chiesa fabbricata in suo onore , polò l'Egitto. I Phetrusim , i Nephluim , i Ca
dove se ne celebra la festa il 5 agosto. Glian- sluim , i Ludim popolarono le altre parti di
tichi martirologii la segnano al 6 o 7 di questo questo paese , di cui non si sa perfettamente i
mese. Coloro che pretendono essersi per ab- confini. Noi poniamo i Laabim nella Libia e
baglio posta al 5 , vogliono ciò sia provenuto Phut tra la Numidia e la Libia lunghesso il
dal grosso errore che si è fatto di confondere Mediterraneo. Si ritiene che molti Cananei ,
s. Afra d’Augusta nella Vindelicia sul Lech , scacciati dal loro paese da Giosuè,si sieno riti
cioè a dire d' Augusta in Baviera, con una s . rati nell'Africa. I Maomettani credevano pa
Afra o Afera martire d’Augusta , città della rimenti che gli Amaleciti , i quali abitavano
Siria sull'Eufrate, la cui festa nel martirolo- anticamente nei dintorni della Mecca ,ne fosse
gio antico , attribuito a s. Girolamo, è vera ro stati scacciati dai re discendenti di Zioram .
mente segnata sotto questo giorno. Gli atti di Quanto allo stato del cristianesimo in que
s. Afra, quali gli ha pubblicati il p . T. Rui- sta parte del mondo , veggasi l'articolo seguen
nart, paiono abbastanza sinceri , ma non sono te, non che l'articolo Missioni , come pure tutti
punto originali . Baillet , tom : 2 , 5 agosto. quelli che nel corso dell'opera saranno dedica
AFRAATE (S. ). Il più glorioso sostegno ti a' singoli suoi regni ed imperi, come Abis
dei cattolici della Siria , quando contro di essi SINIA , Congo ecc.
infieriva l'imperatore Valente , fu al certo di AFRICA ( Chiesa D' ) . Il principio della
solitario s . Afraate, Persiano di nascita , e di chiesa d'Africa , come quasi di tutte quelle
una illustre famiglia , da lui abbandonata e dell'Occidente, è ravvolto in un impenetrabi
gualmente che la sua patria, a fine di ritirar- le velo . Vuolsi che dall ' Apostolo 3. Simone
si in un paese straniero , nel quale sperava di sieno stati diffusi in quell'ampia contrada i lu
vivere sconosciuto . Tutti però, tratti dall'am- mi della fede, ina di questo fatto non havvi te
mirazione della sua vita interamente celeste , stimonianza che porga una prova sicura . Al
accorrevano a lui . Poteva egli appena farsi in- tempo di Tertulliano, la chiesa d'Africa , che
160 AFRICA ( CHIESA D')

comprendeva quello spazio di terra posto tra Unerico segui le tracce di suo padre : esilið
lo stretto Gaditano e la Cirenaica , secondo 444 vescovi, rialzo gli eculei e rimise in opera
la denominazione che le davano i Romani , si le caldaie. Vittore Vitense , scrittore contem
segnalava per la sua purezza e costanza nella poraneo , lasciò un racconto dei mali che af
dottrina , e molti furono quegli atleti che a flissero l' Africa a quel tempo . Più di 4000
mantenere illibata la fede di Gesù Cristo ba- ecclesiastici tra vescovi , sacerdoti e diaconi,
gnarono questa terra del loro sangue sotto il furono mandati in esilio . Non fu se non sot
regno di Severo , alla cui morte la città di to Ilderico che i cattolici poterono rientrare
Cartagine,riedificata ed abbellita , divenne la nei loro privilegii ; ma nel 531 questo prin
illustre sede del metropolitano incaricato di cipe fu spogliato della sua autorità da Geli
invigilare sulle chiese particolari della pro mero. Giustiniano però , avendo risolto di
vincia. L'Africa , sempre sottomessa all' uni- vendicarlo , mando qualche tempo dopò nel
tà cattolica , diede al vescovo di Roma, da cui l'Africa una flotta di 500 vele sotto il co
dipendeva, i segni più sinceri di devozione e mando di Belisario. Approdata presso Carta
sorse contro le innovazioni che seminarono gine alla vigilia della festa di s . Cipriano , l'ar
nel suo seno alcuni eretici ; ma egli è soprat- mata romana sconfisse un corpo di Vandali ,
tutto nel momento del pericolo ch'ella si at- che si diedero alla fuga , e lasciarono in una
teneva più strettamente alla Sede di s. Pie- chiesa edificata nelle spiagge del mare le im
tro. Tale fu la condotta che seguì nella que- mense ricchezze che vi avevano ammassate. Si
stione del battesimo degli eretici, in cui pre- narra che i Cattolici , profittando di questi
se tanta parte s. Cipriano, uno dei suoi santi preparativi , accendessero le lampade e cele
pontefici. Nei tempi di persecuzione i luoghi brassero i misteri nel tempio stesso che i ne
in cui quei puri fedeli raunavansi a celebra- mici avevano poc'anzi ornato. Cosi gli Ariani ,
re i divini misteri ed innalzare i loro gemiti 107 anni dopo la loro conquista , furono cac
al Cielo, erano le catacombe , nelle quali so ciati dal territorio africano. Il secolo settimo
pra le tombe dei martiri erigevano i loro al- più felicemente esordiva . Gregorio il Grande
tari . Così dalla grazia sorretti si mantenevano era asceso al pontificato , l’Africa si era inte
nella purezza dei costumi e nella verità della ramente rialzata dai diversi colpi che l'aveva
fede. Tertulliano ci lasciò una commovente no travagliata , i Monoteliti erano stati con
descrizione della purezza dei costumi cristia- dannati unanimemente, ed i loro errori erano
ni di quell'età , ed una pittura interessantis- come sepolti, quando cominciò una nuova lot
sima degli usi particolari ricevuti nell'Afri- ta e ben delle antecedenti più aspra . Dall'Ara
ca. Nel principio del secolo secondo la bia era già partito il turbine che dovea svel
chiesa d' Africa annoverava novanta vescovi, lere questa nobile pianta . Il deserto non fu
ed intorno al 250 era sparsa dovunque. Sotto che un debole e temporaneo ritegno agli Ismae
Costantino ircominciò una nuova era per es- liti . Abdalla, fratello di Osmano, invase l’A
sa . Lo scisma e l'eresia le laceravano il seno, frica romana nel 647 , e ne riportò un ricco
e le suscitarono contro altre persecuzioni. I bottino. Fu questo il preludio delle sciagure
Donatisti e le loro ramificazioni eran per essa che dovevano seguire. Invano Giovanni Pa
più crudeli della spada dei tiranni. Ma costoro trizio lotto contro il torrente , invano ebbe
vennero fiaccati e vinti dal grande Agostino ; qualche trionfo ; i Mussulmani , accresciuti di
comparvero e si propagarono successivamente nuove forze, tornarono alla conquista , e nel
gli errori degli Ariani, dei Pelagiani e dei Ma- 695 s'impadronirono di tutto il paese . Gli
nichei , che pure furono dal sommo Dottore Osmanli , predicando il Corano colla scimitar
colla forza della eloquenza e colla verità della ra, cominciarono a perseguitare i fedeli , e fini
dottrina respinti. Vintiquesti eretici sorsero al . rono collo sterminarli . Quali ne fossero le con
tri avversarii . Nel 421 i Vandali, gli Alani , i seguenze lo mostra lo stato miserando di quel
Goti , padroneggiando questa contrada, vi pian- le costiere. A nessun luogo della terra si ri
tarono gli errori di cui erano infetti, per cui di volge con maggior dolore l'occhio oggidi del
tante chiese così splendide, di tante città così cristiano quanto a quella contrada ove trovasi
popolate , non rimanevano più , al dire di s. appena qua e là fra le meschite una povera
Agostino, se non Cartagine , Ippona e Cirta.cappelletta cattolica ,e si noverano alcune poche
Morto questo padre , la calamità si raddoppiò ; migliaia di cristiani , mentre sorgeano , or sono
che Cartagine, Ippona e Cirta, strette d' asse- quattordici secoli , innumerevoli chiese rette da
dio da Ganserico , videro in breve i loro tem- più che 300 illustri vescovi campioni della
pli spogliati, cacciati i Vescovi e mossa gene- fede. Dall'orlo delle sabbie del Saara sino al
rale persecuzione per introdurre l'arianismo. mare , una popolazione fiorente industriosa fe
AFRICA (Concilii D' ) 161
lice obbediva al Vangelo e dava come allo sta- Quello del 597 , coinposto di quarantaquattro
to cosi alla religione uomini sommi per men Vescovi, proibisce a tutti i cherici di entrare
te e per cuore, mentre al presente un popolo nelle osterie per bere e mangiare, fuorchè
povero, abbietto, perfido e ladro per sei secoli viaggiando, in caso di necessità. Proibisce lo
flagello dell ' Europa, agricoltura quasi nessu ro altresì di tenere in casa alcuna donna e
na , e l'indolente e fatale religione islamitica stranea , permettendo soltanto la madre , l'a
ne tengono il luogo . Se non che è necessario vola, la zia , la nipote , le mogli dei loro fi
osservare come l'animo dei fedeli abbia don- gliuoli maritati o dei loro schiavi , o finalmen
de confortarsi al vedere su questa terra infe- te quelle di loro famiglia, che vi dimoravano
lice, che fu per tanti secoli ravvolta nelle te- prima della loro ordinazione. Ogni sordido
nebre del maomettismo, sorgere una provin- traffico resta proibito ai Vescovi, ai Preti ed
cia, l'Algeria, la quale conquistata nel 1830 agli altri cherici ; e viene determinato, che
dalle armi francesi, venne anche in parte ri- coloro i quali nulla avendo in tempo della lo
donata alla Chiesa di Cristo. Egli è di qui , ro ordinazione , acquisteranno poscia patri
donde facendo capo quegli evangelici eroi , che monii , saranno giudicati usurpatori dei beni
la Chiesa, madre amorosa , invia a diradare le sacri; qualora non li diano alla Chiesa , a me
tenebre dell'errore , e spargere il lume della no che ciò loro non venga per eredità o per
verità evangelica, si diffondono nei più remo- ordinazione. L'età della consacrazione delle
ti ripostigli dell'Africa, deridendosi delle gra- vergini deve essere almeno di venticinque an
vi fatiche, e trovando gioia negli stessi tor- ni . Si scorge in questo statuto che vi erano
inenti, affine di evangelizzare i pargoli, illu- vergini di due sorte, alcune viventi in comu
minare i ciechi , ridurre nella via i traviati , nità, altre in case private; perchè vi è detto,
soccorrere ai zoppicanti , togliere al demonio che quelle le quali avranno perduto i loro pa
le anime per tornarle a Gesù Cristo . Egli è renti , saranno messe dal Vescovo in un mo
di qui donde diramansi nelle varie contrade nastero di vergini, od in compagnia di alcune
le più dimentiche di questa misera terra que- virtuose matrone . Il terzo canone reprime un
gli atleti che hanno per iscopo soltanto rui- abuso molto singolare, il quale consisteva nel
nare l'edifizio di Belial , e piantare il vessillo dare l'Eucaristia ai corpi morti.Gli altri ri
della croce di salvazione. Basta leggere le an- guardano per la maggior parte le ordinazioni ,
nuali relazioni della Congregazione di Propa- le quali non sempre si facevano sulla faccia
ganda a conoscere come a nulla risparmisi per dei luoghi ; perchè il vescovo di Cartagine,
aiutare e correre , onde tolto il vizio , vi sia per far sentire la difficoltà di avere , secondo
stabilita la virtù , ed annientata l'idolatria od l ' ordinaria consuetudine dell ' Africa , dodici
altro culto ingiurioso alla Divinità, quello del Vescovi a questa cerimonia, disse ch'era ob
vero e solo Creatore del cielo e della terra bligato a ordinare quasi tutte le domeniche.
sia -solidamente fondato. Nė le speranze di Questo concilio riforma altresì i pomposi ti
buon successo svaniscono , chè anzi crescono toli che si davano al Vescovo della sede prin
fino dall'epoca surriferita. E già il decesso cipale della sua contrada, come quelli di som
Sommo Pontefice Gregorio XVI, giubilandoin mo Sacerdote o di principe dei Sacerdoti, e
suo cuore al vedere l'aumento dei Cattolici colà vuole che sia chiamato semplicemente Vesco
stabiliti , stimò di annuire alle domande del vo della prima sede. Da cio deriva il titolo di
re dei Francesi, che richiese un Vescovo per primate che i Vescovi di ogni provincia pren
Algeri , capitale della provincia. Ma queste co- devano in Africa.
se ricordate cosi alla sfuggita , riserbandoci di Allorchè per la sconfitta di Gildone nel 399 ,
trattare di esse con più diffusione quando ci cessarono le turbolenze,si celebrò in Cartagine
verrà dato parlare delle varie parti dell'A un concilio nazionale, molto più numeroso del
frica , passeremo a discorrere dei numerosi precedente. Vi si numerarono 214 Vescovi , e
concilii che furono in questa terra un tempo vi si fecero 104 canoni , i quali per la maggior
tanto commendevole tenuti . parte riguardano le ordinazioni ed i doveri del
AFRICA (Concilii TENUTI IN ) . Le confe- clero. L'esame che viene ordinato nel primo
renze che spesso si avevano cogli eretici e spe canone avanti di consacrare un Vescovo , è ap
cialmente coi Donatisti, furono vantaggiose al- punto simile a quanto trovasi parimenti nel
la chiesa dell ' Africa , poiché diedero motivo a principio del Cerimoniale delle nostre ordina
due concilii che si celebrarono in due anni zioni . Il sesto determina che gli sposi , dopo di
successivi, e che stabilirono molti regolamenti avere ricevuta la benedizione del Sacerdote,
di disciplina, la cui saggezza gli ha fatti pre- debbano per rispetto osservare la continenza
ziosamente conservare fino ai giorni nostri . la prima notte . Il ventesimo quarto scomunica
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc . III . 21
162 AFRICA (Concilii D' )

il fedele, il quale nei giorni di solennità , in- della Chiesa, di esser sollevato al pontificalo.
vece di assistere agli uffizii della Chiesa , fre- Ma ad onta de' suoi raggiri , essendo stato
quenta i teatri. Col cinquantesimoprimo vie- eletto s. Cornelio, il dispetto ch'ei n'ebbe, lo
ne ordinato ai cherici di lavorare per pro- fe'cader nello scisma , che cominciò dalla sua
cacciarsi il vitto ed il vestito . ordinazione illegittima; e poco appresso si ag
Ora però diremo più propriamente di cia- giunse l ' eresia .
scuno dei concilii tenutisi nell'Africa , rego Per coprire la sua ambizione con qualche
Jando la cosa conforme agli anni in cui essi plausibile pretesto, egli accusò s. Cornelio di
vennero convocati. violatore della disciplina ecclesiastica, per un
Africa (Concilio d' ) , Africanum , l'anno eccesso d'indulgenza verso coloro che avevano
200 in circa. Fu tenuto da Agrippino , vesco- abbandonata la fede durante la persecuzione
vo di Cartagine, e v'intervennero i Vescovi di Decio. Egli escludevali per sempre dalla
d'Africa e di Numidia. Vi fu deciso che non riconciliazione, volendo che si esortassero sol
bisognava ricevere senza battesimo quelli che tanto alla penitenza ; fu ardito di sostenere
lo avevano ricevuto fuor della Chiesa , contro che la Chiesa non avea il potere di rimettere
alla pratica osservala sin allora in Africa. i peccati mortali : poco dopo soggiunse, che i
AFRICA (Concilio D ') , l'anno 251 sopra i caduti non dovevano più sperare salute , per
caduti nella persecuzione , in occasione dello quanta penitenza facessero , quand' anche so
scisma di Felicissimo, di Novalo e di Nova- stenessero il martirio; aggiungeva, che si par
ziano . I pochi lumi che abbiamo di questo tecipava ai delitti di tutti quelli coi quali
concilio ci vengono dalle lettere di s . Cipria- comunicavasi: che tutta la Chiesa era corrot
no. Felicissimo cra prete di Cartagine , era ta, perchè accordava la comunione a'peccato
stato convinto di molti delitti , e temendo di ri ; scrisse a tutte le chiese per trovar parti
esser punito da s. Cipriano , che era allora giani del suo errore ; spedì inoltre per ogni
nel suo ritiro a causa della persecuzione, die- parte lettere piene d'imposture e di calun
de principio allo scisma in quella chiesa. Si nie , scritte in nome di alcuni confessori di
oppose costui alla commissione piena di cari- Roma che egli avea tratti alsuo partito.
tà , che san Cipriano aveva data a due Vesco San Cornelio non volle prendersi minor
vi e a due preti di distribuire, per parte sua , cura per la verità di quello che Novaziano se
del denaro a' cristiani che fossero poveri , e ne prendesse per la eresia , e scrisse a tutti i
di assister quelli che poteano fare qualche Vescovi. Il frutto delle sue lettere fu la cele
mestiere ; e dichiarò che non comunicherebbe brazione di più concilii e particolarmente di
con coloro che volessero ubbidire a s . Gi- quello di cui si tratta . Per occasione dun
priano , e restare nella sua comunione , e fece que di questi scismi , e per acchetarli , s . Ci
ogni sforzo per separare una parte del gregge priano usci dal suo ritiro ; convocò i Vescovi
dal suo pastore. d'Africa e furono ammessi in questo conci
Qualche tempo dopo Novalo e cinque preti lio i sacerdoti e i diaconi . Dapprincipio, per
di Cartagine si unirono con Felicissimo , di cui togliere ogni pretesto agli spiriti deboli, che
aveano fomentato lo scisma, e abbandonarono aveano potuto prestar fede alle calunnie , che
la comunione di s . Cipriano. Ma siccome No- il partito di Novaziano spargeva contro s .
vato temeva di esser deposto dal sacerdozio a Cornelio, i padri del concilio risolvettero che
cagione de'suoi delitti , che pur troppo lo meri- si domanderebbe la testimonianza dei lor fra
tavano, così per prevenire la sua sentenza risol- telli che aveano assistito alla sua ordinazio
vette di andarsene a Roma. Volendo sempre ne , e che si spedirebbono deputati a Roma
più imbrogliare le cose , si sforzò di trarre dal per rilevar veramente ciò che fosse ivi avve .
suo partito i caduti , promettendo loro la pace; nuto , ma questo non impediva , che s . Ci
e prima di partire stabili egli diacono Felicissi- priano non riconoscesse per legittima la ele
mo senza permissione di s. Cipriano. Cosi No- zione di Cornelio. I deputati di Novaziano
vato formò sulle prime in Africa lo scisma di essendo arrivati a Cartagine , fecero istanza ,
Felicissimo. Questi facevaprofessione di ricever che i Vescovi esaminassero le accuse contro
i caduti, esentandoli dai rigori della peni- il Papa s. Cornelio , ma i padri del concilio
tenza. San Cipriano paragonava Novato ad una risposero , che non comporterebbero , che la
nube, che portava dappertutto il fulmine e riputazione del lor confratello Cornelio fosse
la grandine. Intorno a quel tempo Novaziano attaccata, dappoichè era egli stato eletto e or
avea desto in Roma un somigliante scisma . dinato per tanti suffragi ; e postochè un Ve
La sua ambizione ne fu l'origine ; avea egli scovo fosse stato eletto pel giudizio dei Vesco
conceputo il desiderio , opposto allo spirito vi , era delitto l'ordinarne un altro per la
AFRICA (CONCILII D') 165
stessa sede. E il concilio ne scrisse a s . Cor- fermità, pare , secondo l'opinion de' più dotti ,
nelio una lettera sinodale. che questi concilii parlino de ' peccatori , che
Si esaminò la causa di Felicissimo e dei non dimandarono la penitenza e la comunio
cinque preti che lo aveano seguito; fu con ne se non in tempo dell'infermità , e non di
dannato e scomunicato . Siccome le due sette quelli che erano caduti infermi dopo aver ab
di Felicissimo, di Novaziano e di Novato ro- bracciata la penitenza. Novato e Felicissimo
vinavano la penitenza per due contrarii ec furono condannati in quel concilio , che duro
cessi; poichè il primo l'aboliva, ammettendo lungo tempo.
senza di essa quelli ch'erano caduti nel de AFRICA ( CoNciLIO GENERALE D') , tenuto a
litto , e il secondo la rigettava assolutamente, Ippona l'anno 393 li 8 ottobre. Aurelio di
vi si discusse la questione de' caduti , e si sta- Cartagine vi presiedette ; Megalo di Colamo ,
bilì che i Libellatici , che aveano abbracciata primate di Numidia , e tutti gli altri primatí
la penitenza subito dopo il lor fallo , sarebbe- delle provincie d’Africa vi assistettero: Ceci
ro ammessi alla comunione ; che quelli che liano e Teodoro vi parlarono a nome degli al
avessero sacrificato sarebbero trattati più se tri Vescovi. Videsi in questa occasione qua
veramente, senza però toglier loro la speranza le stima s . Agostino si fosse già acquistata .
del perdono , per timore che la disperazione Quantunque foss' egli allora semplice prete,
non li rendesse peggiori : che si terrebbero fece un discorso in faccia di questa celebre as
lungamente in penitenza, affinchè procurasse- semblea sopra la fede e il simbolo, ad istanza
ro colle lor lagrime di ottener la misericor- de Vescovi , e confuto in esso espressamente
dia di Dio, che si esaminerebbero le varie cir- i Manichei. Del rimanente ci resta un sol
costanze , causae, voluntates , dei falli di ogni frammento degli atti di questo concilio. Vi si
reo , le loro intenzioni , i loro impegni, per re- regolò , che il vescovo di Cartagine comande
golare a tenor di quelle la direzione della lorrebbe ogni anno aiprimati di ogni provincia,
penitenza; che si tratterebbero con più indul- in qual giorno si dovesse celebrare la pasqua
genza quelli che avessero resistito lungamen- l'anno seguente , affinchè quelli lo facessero
te alla violenza dei tormenti, e si giudico che noto ai lor suffraganei. Si ordinò , che si ter
tre anni di penitenza basterebbero per farli rebbe ogni anno un concilio di tutta l'Africa,
ammettere alla comunione tra uno o due an ora in Cartagine , ora in qualche altra pro
ni. Furono stesi parecchi articoli , ovver ca- vincia ; e questo costume si osservò fino al
noni, sopra diversi casi che si presentavano , l'anno 407. In questo Concilio furono stesi
e se ne compose uno scritto che fu mandato quarantaun canoni, che servirono di modello
a tutti i Vescovi. Il Baronio è di parere, che ai concilii posteriori.
fosser questi canoni , che si chiamarono poi AFRICA (Concilio D ') , tenuto a Cartagine
canoni penitenziali. Il concilio, per impedire l'anno 397 li 28 agosto. Quest ' è quello che
che non si accordasse la pace a coloro, che chiamasi ' il terzo Cartaginese. Il vescovo Au
non facessero una vera penitenza , fece questo relio vi presiedette alla testa di 44 Vescovi .
decreto, non come un sentimento privato, ma Vi si fecero molti decreti particolari in con
come una cosa di assoluta obbligazione, il che seguenza di varii lamenti , che alcuni Vescovi
testimoniò colle minaccie e cogli anatemi , che fecero sopra certi abusi .
vi aggiunse . Concilio frequenter acto, non con Africa (CONCILIO D') , l'anno 401 li 13 set
sensione tantum nostra, sed comminatione de- tembre. Vi si tratto della più utile manierà
crevimus, etc. Riguardo ai Vescovi e ad altri onde condursi co’ Donatisti. Si risolvette di
ministri della Chiesa, che avevano sacrificato, trattare con essi con molta dolcezza e di far
ovvero che avessero testimoniato con de’ bi- loro comprendere , per quanto fosse possibile,
glietti di averlo fatto, i padri del concilio or il misero stato in cui erano , colla speranza
dinarono , che si potrebbono ammettere alla che Dio aprirebbe loro gli occhi , e toccherebbe
penitenza , ma che sarebbero assolutamente loro il cuore : che si riceverebbero gli ecclesia
esclusi dal sacerdozio e dalle funzioni eccle- stici i quali volessero riunirsi nelle funzioni
siastiche . Il concilio ordino , che si accorde- del lor ministero. Il Concilio fece poi alcuni
rebbe la comunione della Chiesa a coloro , decreti risguardanti la disciplina .Si confermo
che, dopo la lor caduta , non avendo cessato quello dell'anno 390, che avea proibito l'uso ,
di far penilenza, cadessero in malattie more del matrimonio ai Vescovi , sacerdoti e dia
tali . coni , sotto pena di esser deposti .
E se i concilii posteriori ordinarono, che si 1. Quanto agli altri ecclesiastici è detto , che
rimettessero nel numero dei penitenti quelli ogni chiesa seguirà il suo costume. 2. Proibi
che avessero ricevuta la Comunione, nella in- zione a' Vescovi di cambiar il luogo della lor
164 AFRICA ( Corcilij D')

sede , e assentarsene per lungo tempo. 3. Che l'anno 405 ai ventitré agosto . Vi si determi
qualor vi fosse bisogno di tener un Concilio no, che si scriverebbe ai governatori delle pro
generale , tutti i Vescovi di ogni provincia si vincie per supplicarneli di accudire all'unione
radunerebbero in due o tre classi , da ognuna per tutta l'Africa , perchè non v'era se non in
delle quali eleggerebbero a vicenda deputati, Cartagine, e che si scriverebbe altresì all'im
che sarebbero obbligati a portarsi prontamen- peradore per ringraziarnelo a nome di tutta
te al Concilio , o a far inserire le loro scuse l’Africa della espulsione dei Donatisti .
in lettere pubbliche , cui la provincia scrive Africa (Concilio D') , tenuto in Cartagine
rà al Concilio . 4. Che gli ecclesiastici privi l'anno 407 ai 15 luglio. I deputati di tutte
della comunione e deposti per qualche delit- le provincie africane vi assistettero. Vi si cam
to , avrebbero un anno di tempo per produrre biò di comun consentimento quanto s'era or
la loro giustificazione, e se nol facessero den dinato dal Concilio d'Ippona: cioè, che ogni
tro l'anno, non vi sarebbero più ammessi . 5 . anno si adunerebbe il Concilio generale d'A
Se un Vescovo preferisse alla chiesa o degli frica , perchè i viaggi riuscivano troppo labo
eredi stranieri che non gli siano parenti , o riosi a'Vescovi . Si decretò per tanto, che quan
de' parenti eziandio , se sono eretici o gentili , do accadesse qualche affare, il quale risguar
sarà anatematizzato dopo morte: ma questo si dasse tutta l'Africa, si scriverebbe al vescovo
vuol intendere dei beni, de' quali l'ottavo ca di Cartagine , il quale convocherebbe il Con
none del concilio d'Ippona avea loro permes cilio, laddove ei giudicasse, che riuscir doves
so di disporre; vale dire di quelli, che fossero se più comodo ; che gli altri affari sarebbero
stati loro donati , ovvero dei beni patrimonia giudicati ciascuno nella sua provincia; che se
li . 6. Che per evitare la superstizione, non si vi fosse qualche appellazione, l'appellante e
ammetterà nessun altare o cappella sotto il l'appellato nominerebbero ciascuno dei giudi
nome di un martire, quando non si sappia di ci, dai quali sarebbe assolutamente proibito
certo , che v'è il suo corpo , o che abbia ivi l'appellare. Per impedire ai Vescovi di andar
abitato, ovvero che vi abbia patito; e che si alla corte senza necessità, il Concilio decreto,
distruggeranno gli altari, che sono stati eretti che qualora alcuno di essi vi andasse, si note
sotto pretese rivelazioni . Non è noto quai Ve- rà nella lettera formata, che gli si darà per la
scovi componessero questo Concilio , ma v'è Chiesa Romana , e che a Roma gli si darà una
luogo di conghietturare, che fossero in gran lettera formata per la corte. Che se un Vesco
numero, e che vi entrassero s . Alipio, s. A- vo , dopo aver preso una lettera formata pel
gostino e s . Evodio . viaggio di Roma, senza dire ch'egli ha biso
Africa (Concilio d') , tenuto a Milevi l'anno gno di andar alla corte, vi andasse a quel mo
402 ai 27 di agosto . Aurelio di Cartagine vi do, sarà separato dalla comunione. Non si po
si trovò presente, essendovi stato invitato, di- tranno erigere nuovi vescovadi senza il con
c'egli , dalla forza della carità e dell'amore dei senso del Vescovo, da cui si smembra la nuo
suoi fratelli, e avendo Dio fortificato la sua de va sede, di quello del primate e del Concilio
bolezza. Vi si rilessero i canoni d'Ippona e di intero della provincia. Si regolarono gli affari
Cartagine,e i Vescovi li confermarono e li sot- dei Donatisti convertiti . Il Concilio deputo
toscrissero. Per toglier via ogni difficoltà che all'imperatore, a nome di tutte le provincie
potesse insorgere intorno all'ordine della pro- d'Africa, i vescovi Vincenzo e Fortunaziano,
mozione , si determinò che tutti quelli che eletti per difendere la causa della Chiesa nel
fossero creati Vescovi , prenderebbero una let- la conferenza coi Donatisti , e per dimandare
tera scritta , ő segnata di mano dell'ordinante , all'imperatore cinque avvocati per consuma
in cui sarebbero registrati il giorno e il con- re , in qualità di difensori, tutti gli affari del
solato della loro ordinazione. la Chiesa .
AFRICA ( Concilio D') , tenuto in Cartagine Africa (Concilio d’ ) , tenuto in Cartagine
l'anno 403 ai venticinque agosto. Vi si fro- l'anno 418 il primo di maggio, composto diol
varon presenti s . Alipio e s . Possidio . Non si tre a duecento Vescovi . Vi si decisero nove ar
sa chi fossero gli altri Vescovi . Questo conci- ticoli di dottrina contro i Pelagiani : furon que
lio fece citare i Donatisti a entrare in confe- sti distesi da s . Agostino , che fu l'anima di quel
renza ; ma eglino con alterigia ridicola ricusa- Concilio . Questi nove articoli , ovvero canoni ,
rono di accettare , dicendo che non potevano son pervenuti fino a noi , e sono in data del
entrar in conferenza con peccatori . Il Conci- primo di maggio 418. I tre ultimi decidono as
lio si vide astretlo a dimandar all'imperatore solutamente , che non si può dire di nessun uo
delle leggi contro i Donatisti . mo, ch'egli sia senza peccato ; e questa verità
Aprica (Concilio p') , tenuto in Cartagine fu decisa solennemente,con anatema a chiun
AFRICA ( Concilii D' ) 165

que la combattesse . Oltre a questi otto ca- Scrisse inoltre una lunghissima lettera a tut
noni , il più antico codice della Chiesa roma te le chiese del mondo , o tult' i vescovi cal
na ne mette un nono, posto dopo il secon tolici sottoscrissero. L'imperatore Onorio fe
do , col quale il concilio condanna sotto pena ce un decreto contro i Pelagiani, e appoggio
di anatema, coloro che pretendono , che i fan- colla sua autorità la decisione della Chiesa.
ciulli morti senza battesimo godano vita bea Aprica ( Concilio D' ) , tenuto in Cartagine
ta fuor del regno de' cieli . Fozio , del quale l'anno 419 ai 25 maggio nella basilica di Fau
non può cader dubbio che non abbia avuto sto, e convocato da Aurelio vescovo di Carta
ottimi manoscritti, dice Tillemont , riconosce gine, assistito dal primate di Numidia e da
questo canone. E ciò che aggiunge forza al- Faustino legato del Papa. I primati di diver
l'argomento siè che sant'Agostino , nella sua se provincie d' Africa , vale a dire delle due
lettera a Bonifacio, afferma, che i concilii ei Numidie , della Bizacena , della Mauritania ,
Papi avevano condannato l'errore dei Pela- della Cesariana, della Tripolitana, vi assistet
giani , che ardivano attribuir ai fanciulli non tero coi vescovi della Proconsolare; sicchè fu
battezzati un luogo di salute e di riposo fuo rono al numero di ducendiciassette vescovi.
ri del regno del cielo. Vi presiedette s. Aurelio. Il legato del Papa
Nello stesso concilio furono stesi dieci al- ch'era vescovo , fu collocato dopo i due pre
1ri canoni, che risguardano i Donatisti . Si de- sidenti : e dietro ai vescovi vi erano i due le
creto, che in quei luoghi dove vi fossero cat- gati preti : i diaconi stavano in piedi. Santo
tolici e Donatisti , che avessero riconosciuto Agostino vi fu presente. Nella prima sessione
diversi vescovati , i Donatisti, in qualunque si lesse l'introduzione del Papa a' suoi legati ,
tempo si fossero convertiti , dipenderebbero e il primo canone ch'ei produceva per mo
dal vescovo, che gli antichi cattolici del luo- strare, che tutt' i vescovi possono appellare al
go avessero riconosciuto . Che se il vescovo Papa. Sant' Alipio rappresentò che siccome
donatista si fosse convertito , le parrocchie co non si leggeva negli esemplari greci, che ave
si mescolate, dove i Donatisti dipenderebbo- vano del concilio Niceno, bisognava che Aure
no da lui , e i cattolici dal vescovo di un'al- lio inviasse a Costantinopoli, dov'era l'ori
tra città , sarebbero divise egualmente tra ginale del concilio, perchè se ne facesse venire
l'uno e l'altro, il più vecchio facendo la di una copia autentica. Frattanto fu detto , per
visione , l'altro scegliendo. Lo stesso concilio non offendere il legato del Papa, che servireb
ordinò con un altro canone notabile , che se i bero a Zosimo, e che osserverebbero i canoni .
preti e gli altri cherici inferiori si aggravas- 2. Si lesse quello che risguarda le appellazio
sero del giudizio del loro vescovo , potranno ni , e s . Agostino promise, che sarebbe osser
esser giudicati da' vescovi vicini , e appellare vato, finattantochè si avessero degli esemplari
da essi al primate, ovvero al concilio d'Afri- più sicuri del concilio Niceno. 3. Si lesse il
ca ; ma che se pretendono appellare oltre al simbolo niceno coi venti canoni ordinarii , o
mare , nessuno nell'Africa comunicherà con diversi regolamenti fatti ne' concilii d'Africa,
loro. Permette inoltre di velare e consecrare tenuti sotto Aurelio . 4. Si tratto dell'affare
una vergine prima dei venticinque anni , qual. di Apiario. Questi era un prete di Sicca nella
ora la sua castità si trovasse in pericolo per Mauritania. Dopo essersi renduto reo di più
il potere di coloro, che la chiedessero in ma- delitti , era stato deposto e scomunicato da
trimonio, o ch'ella domandasse questa grazia Urbano suo vescovo , ed avea appellato da lui
trovandosi in pericolo di morte, purchè quel- al Papa , quantunque fosse questo proibito da
li da' quali ella dipende la chiedano con lei . più concilii africani, ed il Niceno avesse pre
Siccome i vescovi di questo concilio aspetta- scritto, che gli affari degli ecclesiastici termi
vano ciò che fosse per fare papa Zosimo in nerebbero nella loro provincia , non accordan
proposito de' Pelagiani, così i principali tra do a quelli nessun altro appello . Contuttocio
essi restarono a Cartagine, e vi formarono per il pontefice Zosimo , secondo il Baronio , rice
lungo tempo quasi un concilio generale. Del velte l'appellazione di Apiario , e lo ristabili
rimanente papa Zosimo, avendo riconosciuto, nella comunione. I vescovi d'Africa acconsen
ch'erasi egli lasciato sorprendere dai Pelagia- tire non vollero alla pretesa del Papa intorno
ni , diede la sua sentenza , la quale confermò i alle appellazioni dei vescovi a Roma : il che
decreti del concilio d'Africa , e conformemen- cagiono grandi costernazioni, che diedero luo
te al giudizio di papa Innocenzo suo prede- go senza dubbio ad un concilio, del quale pe
cessore , condanno di nuovo Pelagio e Cele- rò non ci resta alcun monumento.
stio , li ridusse alla classe de ' penitenti , se E siccome i vescovi africani s'erano dolu
abiuravano i loro errori , se no , li recideva ti che Zosimo , ricevendo Apiario , violava le
assolutamente dalla comunione della Chiesa . re della disciplina ecclesiastica , cosi furo
166 AFRICA ( Concilii D' )

no molto sorpresi quando intesero il legato rilevato che i canoni citati da Zosimo non
Faustino spedito dal papa in Africa per que erano altrimenti del concilio Niceno , scris
sto affare , vedendo che Zosimo attribuiva sero pero al papa Celestino una lettera , nel
questi canoni al concilio Niceno. Sostennero la quale, dopo essersi doluti dell'assoluzio
que' padri , che i canoni allegati sotto il no ne ch'egli aveva data ad Apiario , lo prega
me di Nicea per giustificare la pretesa di Zosi- rono a non ascoltare più in avvenire si fa
mo, non si trovavano in nessun esemplare nè cilmente coloro , che a lui venissero dall'A
greco, nè latino . In fatti erano canoni del fal- frica , a non voler più ricevere alla comu
so concilio di Sardica , che i Donatisti aveva- nione coloro che ne fossero stati da essi se
no sostituito in lungo del vero. Gli stessi pa- parati, rappresentandogli , ch'ei non poteva
dri volevano bensi che i cherici potessero ap- farlo senza violare il concilio Niceno , il qua
pellare dal giudizio dei loro vescovi al prima- le prescrive , che siffatti affari sieno termi
te e al concilio provinciale , ma non ai vesco- nati nelle loro provincie, in guisa che non
vi delle provincie vicine . Del rimanente san è permesso portarli altrove senza una defi
Cirillo fece recar in mezzo dal prete Innocen- nizione particolare della Chiesa ; non si può
te, deputato dal concilio Cartaginese , la co- sperare più prudentemente la grazia ed il
pia fedele del concilio Niceno , tratta dal- lume dello Spirito Santo per molti vescovi
l ' originale , ch'era custodito negli archivii raunati liberamente in ogni provincia , di
della sua chiesa . Nella seconda sessione si fe- quello che per un solo in particolare ; ed
cero sei canoni intorno alle accuse dei cheri esser cosa più naturale , che gli affari sia
ci . Quest' è l'ultimo concilio, di cui ci resti no giudicati dove son nati , e dove si tro
no gli atti nella collezione de' concilii. vano le instruzioni e i testimonii necessa
AFRICA ( Concilio ' ) , tenuto l'anno 426 rii , di quello che trasportarli oltremare . Fi
in occasione dello stesso Apiario. Dopo essere nalmentc supplicano il Papa di non più in
stato rimesso dal concilio precedente, essendo viare legati per far eseguire i suoi giudi
ricaduto in altri enormi delitti , che lo fecero zii , per non introdurre, dicono essi , il fa
privare della comunione , e scacciare di Tra- sto del secolo della Chiesa di Gesù Cristo ,
baca, città nella Proconsolare d' Africa, si ri- che deve prescrivere il lume della semplici
fugio a Roma. Il papa Celestino avendo pre- tà , e lo splendore della umiltà a tutti coloro
stato ſede a quanto seppe colui rappresentar- che non cercano altro che Dio. Si pretende,
gli per giustificarsi , lo ristabili nella comu- che la chiesa d ' Africa siasi mantenuta in pos
nione , e vi aggiunse una lettera pei vescovi sesso di giudicare i preti definitivamente e sen
d'Africa . Questa condotta del Papa diede mo za appellazione fino a s. Gregorio Magno.
tivo a que' vescovi di raunarsi da tutta l'A AFRICA ( Concilio D' ) , l'anno 449 solto
frica a Cartagine, e di tenervi un concilio u Grato vescovo di Cartagine. Vi si stesero tre
niversale. Di tutti quelli, che v'intervenne- dici canoni intorno alla disciplina. Ved. Car
ro , non ci restano i nomi che di quindici so TAGINE.
lamenle; i tra quali leggesi quello di Aurelio AFRICA ( Concilio D' ) , l'anno 525 tenuto
di Cartagine, Servus Dei , ch'era confessore , per istabilire la disciplina che dovea osser
Fortunaziano, ecc . varsi in Africa. Si lesse un compendio dei
Apiario si presentó al concilio con Fausti- canoni fatti sotto Aurelio . I tre ulimi sono
no , che fe' comparsa piuttosto del suo pro- per proibire assolutamente di appellare ol
tettore , che di giudice : volle anzi esiger da tre mare, senza distinguere tra vescovi e non
essi che ricevessero Apiario nella loro comu vescovi. L'ultimo concilio d'Africa , e il pe
nione . I padri credettero di dover prima esa- nultimo dal sedicesimo : dal che s' inferisce,
minare la sua rea condotta , di cui cercò egli che tra quello del 419 e quello del 426 si
giustificarsi coi suoi usati artifizii: ma Dio tennero due concilii generali , dei quali non
permise per liberare i vescovi da un esame , abbiamo noi veruna notizia .
in cui la loro pietà pativa moltissimo , che AFRICA ( CoNciLIO D ') , l'anno 645 , tenuta
Apiario non potesse resistere ai rimorsi del- tra Pirro di Costantipoli e s . Massimo abate,
la coscienza, e confesso suo malgrado i de- in presenza del patrizio Gregorio e di alquan
litti de' quali era accusato. I padri non po- ti vescovi. San Massimo vi dimostrò che vi
terono a meno di non arrossare udendo la erano due volontà e due operazioni in Gesù
confessione di tante infamie : nefandae tur Cristo . Pirro si arrendette alle sue pruove , c
pitudines. Faustino cedette alla evidenza del- andò poi a Roma , dove ritratto ciò che avea
la verità , e il reo fu reciso dal corpo del- prima insegnato d'una sola operazione , e fu
la Chiesa. Siccome i padri del concilio ave cosi ammesso alla comunione; ma ritorno in
vano avuto risposta dall ' Oriente e aveano appresso allo slesso errore.
AFRICA Concilii D ) 167
AFRICA ( Concilio D' ) , l'anno 646. Mol- varono ducentodiciassette vescovi , i quali
ti concilii furono tenuti in Africa contro i versavano lagrime di gioia , veggendosi cosi
Monoteliti in quest'anno. Uno in Numidia , tranquilli e in tutto numero , dopo tutto
un altro nella Bizacena , un terzo nella Mau- quello che avevano sofferto . I vescovi ariani ,
ritania , e un quarto a Cartagine nella provin- subito che la setta ebbe perduto il vantaggio
cia Proconsolare. di essere la religione della corte , corsero ad
Africa ( Concilio GENERALE DELL ' ) . Do- abiurare in sì gran numero , che si dubitò se
po diversi concilii particolari , il vescovo di fosse prudente cosa il conservare ad essi la
Cartagine s . Fulgenzio, celebre pei trionfi ri- loro dignità e le loro rendite .
portati sulla eresia, ne convocó uno da tutte Si chiese il parere del sommo pontefice
le provincie dell’Africa , e vi si trovarono Mercurio, ossia Giovanni II. Questi era mor
sessanta vescovi. Tom . 4 , Conc . pag. 1630. to dopo un pontificato di tre anni e mezzo
Fra le altre disposizioni assicuravano essi il circa .Agapito arcidiacono della Chiesa roma
diritto di esenzione ai monasteri che ne go na , che gli era succeduto due mesi e mezzo
devano ; e fu citato come un regolamento dopo, cioè il 22 gennaio 533 , ricevette la let
opportuno per la provincia Bizacena, un de- tera dei vescovi africani. La opinione di lui
creto antico, in cui determinavasi che i mo- si fu , esser d'uopo uniformarsi esattamente
naci dell’upo e dell'altro sesso non sarebbe- ai canoni , i quali proibiscono e dipromuove
ro , siccome il clero secolare , soggetto al ve re agli ordini sacri , e di conservare in essi gli
scovo diocesano; ma che qualora si trovasse- eretici riconciliati . Ciò non ostante ordinò che
ro diverse persone radunate da molti luo- fosse provveduto alla onesta loro sussistenza .
ghi per sottomettersi immediatamente, per « Tutto cio che i medesimi possono chiedere
esempio , alla chiesa di Cartagine , avvegna- di più , egli soggiunse, non è che un avanzo
che il loro monastero fosse situato in una di ambizione , per cui vi ha luogo a temere
altra diocesi , continuerebbero a dipendere che sia solida la loro conversione. » Dall'al
dal vescovo di Cartagine , e non già dal ve tra parte, l'imperatore , a cui parimente scris
scovo della diocesi in cui il monastero fosse se il concilio di Cartagine, era di parere che
piantato. Trovaronsi diversi esempi di que- fosse ad essi conservata la loro dignità, e ne
sto privilegio, e si provò anche cogli scritti scrisse al Papa , ma però col conveniente ri
di sant ' Agostino, che i monasteri fondati spetto. Nella stessa lettera egli fece la sua pro
dai suoi discepoli non appartenevano già nè fessione di fede; volendo qual docile figlio al
ai fondatori , nè alla chiesa d'Ippona , ma la Chiesa aver segni di comunione per parte
bensì alla comunità . In tal forma i vescovi del nuovo suo capo, fino dal di lui ingresso al
più zelanti per l'evangelica perfezione, ed i pontificato. Approvò Agapito questa confes
più intelligenti nella scelta dei mezzi atti a sione di fede, perchè , siccome si esprime ,
conservarla, non risguardano come contrario la trovò conforme alle regole dei padri ; e non
alla gerarchia ciò che la Chiesa , reprimendo già , ei soggiunge espressamente, perchè venge
tanti abusi, lascia però sussistere fino dai pri- da noi attribuita qualche autorilà ad un laico
mi secoli . in quel che riguarda la dottrina : eccellente
Africa ( Secondo concilio GENERALE DELL ') . avvertimento per questo principe , di cui il
Come l'imperatore Giustiniano ebbe rista- saggio Pontefice pareva che prevedesse i futu
bilito il governo romano nell'Africa, la divi- ri traviamenti, e paventasse il naturale pru
se in sette provincie , assegnando ad ognuna rito ad ingerirsi nelle cose della religione.
il suo presidente , i quali poi dipendevano Coll'occasione del monastero di Ruspi , fon
tutti dal prefetto del pretorio , residente in dato da s. Fulgenzio , il concilio dell'Africa ,
Cartagine. Si usò la maggior diligenza per far- consultato da Feliciano successore del santo
vi rifiorire la religione cattolica , e per ripa- vescovo , rispose , che non bisognava fare al
rare i danni cagionati da più di cento anni di cun cambiamento in ciò eh ' era stato ordina
un eretico e barbaro dominio. Furono pur an to dall'arcivescovo Bonifacio , e che tutt'i mo
che estési i limiti antichi della fede , cui si nasteri in generale dovevano godere di una
fece conoscere a molti popoli Mauri , ed a intera libertà , colle condizioni prescritte dai
quelli in singolar modo che venivano detti concilii , cioè che i monaci si volgerebbero al
pacifici, a cagione della loro fedeltà nell'os vescovo diocesano, per l'ordinazione dei che
servare i trattati coi Romani . Essendo morto rici , e la consecrazione dei monasteri : che
Bonifacio vescovo li Carlagine, Reparato, suo pel rimanente i medesimi sarebbero sotto la
succesore con vocò un concilio generale di tut: condotta dei loro abati; e che quando l'aba
ta l'Africa , il che non erasi per anche veduto te fosse morto , ne sceglierebbero un altro sen
dopo il principio delle persecuzioni, vi si tro: za che il vescovo se ne attribuisse l'elezione.
168 AFRICANO (S.) – ACABO
Questo medesimo concilio domando all'impe- de vescovile della provincia di Arcadia, di
ratore la restituzione dei beni e dei diritti pendeva dal patriarcato di Alessandria . Co
della Chiesa dell'Africa, usurpati dai Vanda- me l'altra città testè annoverata, cosi que
li ; il che fu accordato ; a patto però che le sta pure ebbe tal nome dal culto che in al
terre restituite pagassero i tributi. tri tempi si rendeva in essa a Venere. In
AFRICANO ( S. ) , che volgarmente addi- appresso le fu cambiata la denominazione in
mandasi s . Afrigno od Efrico, e per corruzio- quella di Alsia.
ne anche s. Frico , reggeva nel sesto secolo la AFTARDOCETI. Eretici i quali seguivano
chiesa di Cominges qual vescovo . Delle azioni la dottrina di Gaiano , vescovo eretico di A
di lui nulla ci dicono gli storici , ma dal sa- lessandria, per cui furono detti anche Gaiu
pere che la sua festa principale si celebra il nili e Fantusiasti: costoro sostenevano, che il
giorno primo di maggio , quella della inven- corpo di G. C. incorrutibile ed impassibile
zione del suo corpo il giorno 16 gennaio , e non aveva potuto soggiacere alla morte ; quin
l'altra della traslazione di sue reliquie il di alcuni Eutichiani conchiudevano esservi
giorno 8 febbraio , si ha donde argomentare in Gesù Cristo una sola natura , e trassero il
come egli fosse dato ad ogni pratica di virtù , e nome di Monofisiti; ed altri una sola volontà,
come abbia fatto suo studio di crescere quo- e furono detti Monoteliti.
tidianamente nella perfezione cristiana. Questi eretici che turbarono la Chiesa nel
AFRODISIA (S. ). E questo il nome di una sesto secolo sotto il pontificato di Agapito ,
celebre abazia la cui fondazione si attribuj- furono vittoriosamente confutati dai santi
sce a sant' Afrodisio vescovo di Béziers , il Padri Giustino martire , Atanasio , Basilio
quale, secondo narrano le storie , stabili in es- ed altri . Il nome di loro deriva dal greco
sa la regola di s. Benedetto ; ai quali religiosi ap94.970s, incorrutibile, e goxew , immaginarsi.
furono sostituiti alcuni canonici regolari con AFUTEI , come c'insegna il primo libro
un abate, cui il Papa accordò il privilegio di dei Paralipomeni al capo secondo, vers . 53 ,
ufficiare pontificalmente. Nel decimo secolo furono chiamati quegl ' Israeliti , che torna
peri dopo varie vicende cui andò soggelta , e ti dalla schiavitù , si stabilirono nel loro an
dopo essere stata ruinata alla fine del nono, tico paese.
fu secolarizzata, e cangiata in una chiesa col AGABA . Di questo luogo parla Gioseſſo nel
legiale , il cui capitolo è composto di tre di- libro decimoterzo delle sue antichità , al capo
gnità , di nove canonici e di diciannove bene- vigesimoquarto , e lo descrive come una for
fiziali, ecc. tezza vicina a Gerusalemme , la quale fu ce
Col nome di AFRODIsia era pure distinta duta ad Aristobolo , figlio di Alessandro Gian
una città vescovile della diocesi di Tracia , neo, dal suo governalore che addimandavasi
dipendente dalla metropoli di Eraclea . Vi fu Galerto.
vescovo certo Teofronio , il quale sottoscrisse AGABO , profeta , ed uno dei settanta di
alla lettera della sua provincia diretta dal- scepoli del Salvatore , secondo i Greci , pre
l'imperatore Meone intorno alla morte di s. disse che vi sarebbe grandissima carestia so
Brotero di Alessandria. pra tutta la terra, e s. Luca negli Atti cin
AFRODISIADE . Denominazione che le fu segna, che questa avvenne sotto l'impero di
data dal culto impuro che tributavasi a Ve- Claudio, il quarto anno del suo regno, e il 44
nere, era la città metropolitana della diocesi di G. C. Gli storici profani fanno menzione
dell ' Asia nella provincia di Caria. Si ritiene di questa faine , e Svetonio dice che per tale
dagli storici che san Giovanni Evangelista vi motivo l'imperatore stesso fu insultato e do
abbia predicata la fede di Gesù Cristo , e che, vette rifuggirsi nel proprio palazzo. Come la
assecondando la predicazione di lui , siasi con- fame affliggeva la Giudea, i fedeli di Antio
verlita alla religione vera del Redentore . chia che ne furono informati , fecero delle
Al tempo della persecuzione di Diocleziano , collette , e inviarono e quei cristiani elemo
questa terra fu bagnata dal sangue dei marti- sine onde soccorrerli. San Paolo e s. Barnaba
ri , fra i quali si annovera Rodopiano dia- furono incaricati di portar queste offerte ai
cono; la cui festa si celebra nella chiesa lati- ſedeli di Gerusalemme. Act. cap. 11 .
na il terzo giorno di maggio. Gl'imperatori Dieci anni appresso , cioè l'anno 58 di G. C.
cristiani , che abborrivano veramente nel cuo s. Paolo andando a Gerusalemme, come giunse
re tutto ciò che poteva rammentare le paga- a Cesarea di Palestina, vi arrivò il medesinio
ne iniquita, cambiarono il nome a questa cit- profeta Agabo , recossi a visitare s. Paolo e
tà, e la chiamarono Stuuropoli in onore della quelli che gli erano compagni, ed avendo pre
croce di Gesù Cristo . so la cintura dell'Apostolo, e legatosi con essa
AFRODITOPOLI. Questa città ch'era se- e mani ed i piedi, disse che l'uomo cui ap
AGAG -AGAPA 169
parteneva, sarebbe nello stesso modo legato da- ticolarizzata della sua religiosa ambasciata .
gli Ebrei di Gerusalemme, e dato in mano ai Quest'opera comparve a Roma, e venne dedi :
gentili . Ciò udendo gli astanti; pregarono s. Pao- cata dall'autore al cardinale Francesco Barbe
lo di non progredire il suo viaggio. Ma questi rini , arcivescovo di Reims , nipote del Papa .
ad essi rispose che era sempre apparecchiato a Aganduro lasciò un'altra opera in due volu
soffrire, non solamente la prigione, ma la stes- mi , la quale contiene una storia generale delle
sa morte per il nome di Gesù Cristo. Non si isole Molucche e Filippine dalla loro scoperta
conoscono altre particolarità sulla vila di Aga- sino alla metà del secolo in cui viveva .
bo. I Greci dicono che fu martirizzato in An AGAPA , voce derivata dal greco yutin , amo
tiochia , e ne celebrano la festa il giorno 8 dire, che designa quel pasto di carità che face
marzo ; i Latini del nono secolo la facevano il vano fra di loro i cristiani nelle loro assem
9 febbraio. blee per manlenere la concordia e l'unione fra
AGAG. In un canto profetico di Balaam in i membri del medesimo corpo, e per ristabilire
favore d' Israele leggiamo questo versello : almeno a piedi dell'altare la fraternità cristiana.
Tollelur propter Agag rex ejus , et auferetur Da principio queste agape si facevano senza
regnum illius. Num. 24 , 7, ed in questo re si scandalo e senza disordine. I gentili, a'quali
vede Saule, primo re d'Israele,chefu rigettato era ignota la maniera ed il fine di esse, prese
dal trono per non avere eseguito la legge del ro quindi occasione di fare rimproveri ai cri .
l'interdetto sopra Agag re degli Amaleciti.Agag stiani. Gli accusarono di uccisori di fanciulli,
era re degli Amaleciti, i quali avendo inuma e di mangiatori delle loro carni, e d'impudici
namente attaccati gl' Israeliti nel deserto, dopo coperti dalle tenebre. Il popolo credulo ritene
l'uscita dall'Egitto, allora quando erano inte va per vere sì falte calunnie ; ma Plinio , dopo
ramenle stanchi , ed avendo massacrati quei esatte informazioni, rese conto a Traiano, ed
tulli che non avevano potuto seguire il grosso assicuro che nelle agape tutto era innocenza o
dell'esercito, Iddio non si contento della vilto- frugalità .
ria che fece riportar su di essi a Giosuè , ma L'imperatore Giuliano , benché nemico di.
protesto di distruggere la memoria di Amalec chiarato dei cristiani , confesso che la carità dei
dalla terra , e che loro farebbe guerra eterna e cristiani verso dei poveri , le loro agape, la cu
senza misericordia. Exod . 17 , 14 , 16. Ordinò ra dei loro sacerdoti verso i miserabili erano i
in fatto in appresso a Saule per mezzo di Sa- veri motivi , per cui i gentili abbracciavano la
muele di marciare sopra di Amalec, e di taglia. religione cristiana.
re a pezzi lulto ciò che gli apparteneva ; ma Diversi abusi consigliarono i Vescovi a sop
Saule conservò invece un ricco botlino e lo primere le agape. Sant'Ambrogio le fece cessare
stesso re Agag , della qual cosa ſu punito colla della chiesa di Milano. In quelle di Africa re
perdita del regno, ed Agag fu ucciso per ordine starono in favore dei cbierici e per gli ospiti .
di Samuele in Galgala . Così fini la vita questo Santo Agostino le aboli in Ippona, siccome erano
di Amalec verso l'anno del mondo 2930 , state vietate dal concilio Laodiceno nel canone
avanti G. C. 1070. Da lui discendeva Amano. 17. Ved . Tillemont, Memor . tom . 13, pag. 206 .
Ved, anche AMALECITI e SAMUELE. Vi è stata grande questione fra gli eruditi ,
AGANDURO ( RODERICO MAURIZIO ), mis se l’Eucaristia si amministrasse avanli o dopo
sionario spagnuolo , visse sotto i regni di Filip- il convito delle agape. Sembra che da princi
po III e Filippo IV . La congregazione degli rio si facesse dopo, ad imitazione dell'ultima
Agostiniani scalzi , di cui era membro, distin cena del Salvatore. Ma si vide miglior partito
guere si faceva per apostolico zelo. Ebbero i re- quello di amministrare l'Eucaristia alle per
ligiosi di essa somma parte nei tanto rapidi sone digiune , e sembra questo uso introdotto
quanto transitorii progressi della callolica reli- nel secolo secondo . Il concilio secondo di Car
gione nel Giappone e convertirono la numerosa tagine ne eccettuó il giovedì santo, in cui le a
nazionede'Tagali, i quali occupavano la grande gape si facevano avanli di ricevere l'Eucaristia .
isola di Lusson e che rimasero cristiani sino al Si crede che la disciplina non sia stata dovun
di d'oggi. Aganduro fu scelto da' suoi confra- que uniforme. Orig . Eccles. lib. 16; cap. 7 .
+ Pretendono
telli nel 1640 coll'approvazione di Filippo IV alcuni scrittori che il costume
perchè andasse a Roma a fare omaggio ed a pre- delle agape - sia derivalo dal gentilesimo; que
stare obbedienza a Papa Urbano VIII da par- sto è uno dei rimproveri . di Fausto Manicheo .
le de' novelli converliti . Scrisse egli la storia Ma costoro non sanno che i Giudei avevano
delle conversioni falte nel Giappone e nelle il castume di mangiare delle villime immolate
Filippine, alla quale aggiuose la relazione par al vero Dio, e che in tale occasione si univano
Encicl. Eccles . Vol. 1. Fasc . III. 22
470 AGAPETE-AGAPETO
parenti ed amici . Il cristianesimo nato fra gli Ma comeclie sotto il nome di aga pete inlen.
Ebrei prese questa usanza per sè stessa indif- dano alcuni quelle donne che nelle case dei
ferente, ma buona o cattiva , giusta il fine che'
cherici furono di nascosto introdotte , pure
la dirige. I primi fedeli, nel principio in picco-
conviene avvertire, che con questo nome ven
lo numero, si consideravano come una fami . gono indicate tutte le altre donne estranee, co
glia di fratelli , e vivevano in comune. Lo spi.me lo dimostrarono ad evidenza Gottifredo
e Ferdinando Mendoza. E difatto gli impera
rilo di carità istitui questo con vito , in cui re
gnava la temperanza. Moltiplicati vollero con tori Onorio e Teodosio il Giovane, volendo la
servare l'uso primiero, e poi vi introdussero legge sanzionare conforme al canone Niceno ,
abusi , per cui le agape furono tolte. vietarono ai cherici lo abitare non solo con
San Gregorio Magno permise agl'Inglesi no donne seco ritenute sollo il nome di sorelle,
vellamente convertiti di far con vili sotto le ma con qualunque si sia estranea, eccettuato
tende, nel giorno della dedicazione delle loro la madre, la figlia e la sorella germana , colle
chiese, o delle feste di martiri , dietro alle chie. quali avendo uno stretto vincolo di consangui
se e nel loro recinto. neilà, si toglie ogni sospelto di delitto. Eum qui
Avvi un'imagine di agape in molte chiese probabilem sueculo disciplinam agit, decolo
cattedrali , e collegiate nel giovedì santo, dopo rari consortio sororiae appellationis non decet.
la lavanda dei piedi e degli altari , mentre nel Quicumque igitur , cujuscumque gradus sacer
capitolo, nel vestibolo, ed anche nella chiesa si dolii fulciuntur vel clericalus honorc censen
fa una colazione. S. Greg . Ep. 71 ; Fleury, Sl. tur , catranearum sibi mulierum interdicla
AGAPETE. Nome che davasi,aldire dell'im- consorlia cognoscant: tantum eis facullale con
mortale Benedetlo XIV, nella sua opera De cessa, ut matres, filias atque germanas, intra
Synod . Dioces. , lib . 11 , cap . 4 , num . 4 et 5 , a domorum suarum sepla contineant. In his enim
certe donne a Dioconsacrate, e ad alcuni uomini nihil sacvi criminis existimari foedus naturale
parimenti consacrati a Dio , i quali solto una permillil. Leg. 19, Cod. De Episc. el Cleric. Nel
cerla specie di adozione spirituale, se le elegge. medesimo senso esposero il canone Niceno ogni
vano a madri , sorelle o figlie, e solto pretesto di qualvolta i posteriori concilii lo rinnovarono.
fomentare la loro pietà seco le ritenevano nel . Il concilio Cartaginese IV dell'anno 398 dice,
la casa. Perchè poi questa coabitazione , sebbe- che il cherico non abili con donne estranee. Lo
ne alle volte fosse priva del tutto di delitto , Arelatense II stabilisce, che se alcun cherico
pure non andava mai esente dal pericolo di riliene seco per diporto alcuna donna estranea ,
commettere un qualche peccato, perciò sempre eccetto l'ava , la madre, la sorella, la nipote,
fu riprovata dalla Chiesa. Contro questo abuso sia rimosso dalla comunione. Il concilio Ro
acremente invei s . Cipriano nella sua leltera 62 mano, a tacere di tanli altri , radunato da Zac
a Pomponio vescovo . I padri Antiocheni, scri- caria Papa nell'anno 743 dice : Ut presbyteri
vendo a Dionisio Papa , imputarono grave de- vel diaconi subintroductas mulieres nullo pa
Hilto a Paolo di Samosata , che per sentenza clo secum audeant habilare, nisi forsilan ma
del concilio era stato rimosso dal patriarcato, trem suam, aul proximitatem generis sibi ha
il ritenere appresso di sè le agapete, ed il per- bentes, quae suspiciones effugiant, sicul in Sy
mettere ai chierici suoi di fare altrettanlo. nodo Nicaena continetur. Canon . 2. La mede
Quid hic referre attinet, dicono quei padri , sub- sima cosa viene ordinata dai concilii di Ma
introductas, ut Antiocheni vocant, mulieres tam gonza dell'anno 815 , e di Reims dell ' 815,
ipsius, quam presbyterorum ejus ac diacono can . 22.
rum ? in quibus non hoc solum , sed etiam alia Non sono le agapele da conſondersi colle
insanabilia crimina quorum conscius est, ut DiaconESSE, Ji cui Ved. a suo luogo .
illos sibi obnoxios habeat . Allo stesso fine poi AGAPETO , diacono della gran chiesa di
di rimuovere dalla Chiesa la peste delle aga- Costantinopoli, viveva verso l'anno 527 di G.
pele, come le chiama s. Girolamo nella lettera C. Indirizzo egli all'imperatore Giustiniano ,
22 ad Eustochio, sembra che abbiano mirato i quando ascese al soglio , un'opera in 72 capito
padri Niceni, allorchè vietarono ai cherici di li , intitolata Charla regia , contenente alcuni
ritener seco donne di soppialto introdotte . E consigli sui doveri di un principe cristiano .
siccome subito non furono a questo sottomessi, Tale opera venne in sommo pregio , e merild
perciò con tutta forza in veirono contro di essi all'autore un posto tra i migliori scrittori di
Gregorio Nazianzeno in carmine continente quell'epoca. Ella è stata stampata la prima
praecepta Virginum , Girolamo , lett. cit., il volta in greco ed in latino , Venezia, Zacharias
Grisostomo ed altri padri . Calliergis, 1508. in 8.; spesso ſu unila dopo
AGAPIO-AGAR 171
le Favole di Esopo. L'edizione più corretta è dogli quella negoziazione politica, tutle volse
quella che ne diede Banduri nella raccolta inti- le cure sue agli affari della Chiesa. Malgrado
tolata Imperium orientale, Parigi 1711 , in fo- gl'intrighi dell'imperatrice Teodora, la quale
glio, 2 vol . L'ultima edizione è quella di Lipsia, proteggeva Anlimo , partigiano di Eutichio ,
1733, in 8, in greco ed in latino, per cura di Agapilo lo fece deporre ed eleggere in sua ve
Gio. Ang. Groebel, con note pochissimo impor- ce Mennas, il quale egli consacrò di sua mano.
tanti . Luigi XIII , in gioventù , l'avea tradotla "Agapito mori a Costantinopoli il 17 d'aprile
dal latino in francese . La sua traduzione fu 536. Il suo corpo fu trasferito a Roma e se
stampata nel 1612, in 8, e molt'altre volte. polto nella basilica di san Pietro. Conservate
AGAPIO. Nei fasti ecclesiastici, secondo il si sono alcune sue lettere. La sua memoria s
riferire del Baillet nella sua opera Vile dei onorata dai Latini ildi 20 settembre e dai Gre
Santi, sotto il giorno 30 aprile, troviamo ricor- ci il 17 d’aprile.
dato un Vescovo di questo nome, il quale reg AGAPITO II , eletto Papa nel 946. La sto
geva una chiesa nella Numidia , ed aveva a ria nulla dice dell'origine sua, e poche cose
compagni di sue apostoliche fatiche s. Giacomo ancora intorno alla sua vita . L'Italia in preda
e s. Mariano. Quando nell'anno 259 si tormen era a turbolenze : Berengario aspirava alla co
tavano i cristiani per cagione della religione , rona ; Agapito opporgli voleva Ottone re di
Agapio pure fu preso , e scoprendosi in lui quel . Germania , il quale desiderava dal canto suo
la fermezza che si conveniva ad un pastore che di ricevere dal Papa la corona imperiale ; nè
dovea anche coll'esempio infervorare il suo l'ebbe che dal successore di Agapito. Questo
popolo a rimaner saldo nella confessione di G. Pontefice inviò altresì ad Ottone un legato ,
C., gli fu troncato il capo del giorno sesto di al fine di adunare un concilio, che fu tenuto
maggio. ad Ingelheim , ed in cui giudicate vennero le
AGAPJO , monaco greco del monte Atos o questioni tra Ugo conte di Parigi e Luigi di
Monte Santo, fioriva nel secolo decimosettimo. Oltremare, e nel quale Ugo fu deposto dal
Questi merita di essere ricordato per un'opera seggio metropolitano di Reims che stato era
pregevolissima che scrisse in greco volgare, la tolto ad Artaldo per cagione della sua fedeltà
quale ha per titolo : La salute dei peccatori. verso il legittimo suo sovrano. Agapito mori
Dimostra in essa la trasustanziazione in una nel 956 onorato per le sue virtù , e pianlo so
maniera così formale che il pastore Claudio, non prattutto per la sua beneficenza.
avendo potuto rispondere al suo passo, riſerilo AGAPITO (S.). Viveva nella città di Pale
nel libro Perpétuité de la foi del grande Arpal- strina presso Roma , quando sotto il regime di
do, prese il partito di negare che questa ope- Aureliano si rintracciavano i cristiani per farli
ra appartenesse veramente all'autore di cui pasto delle fiere o decapilarli. Agapito era al
porta il nome, solto prefesto, che Allazio non lora in tenera età ; ma quantunque giovinel
ne ha fatto parola, quasichè Allazio avesse ci- to dimostravasi già vecchio nello esercizio
tai tulli i libri - composti dai Greci moderni . delle cristiane virtù. Preso dai soldati di Au.
AGAPITO I , eletto Papa verso il cominciar reliano, il governatore credeva cosa facile trar
del mese di giugno 555 , Romano di nascita ed re alle sue brame questo giovane che contava
arcidiacono della chiesa di Roma . Nell'epoca solamente quindici anni , ma non avvenendo co
in cui quel Papa viveva, l'Italia soggetta era m'egli si lusingava, anzi in lui trovando chide
al dominio de' Goti ; ma i Papi non erano rideva le sue minacce, e beffavasi delle sue pro
perciò meno sotto la protezione degl'impera- n ,esse, serbandosi inconcusso nel confessare
tori d'Oriente, i quali conservavano le prete- G. C. e nel deridere le false divinità innan .
se loro sulle provincie un tempo dal romano zi cui si voleva che ei si prostrasse, ordinò che
impero dipendenti. I romani Pontefici, ur . fosse decapitato, la qual cosa fu tantosto ese
tati spesso da tali due potenze , erano a vi- guita dagli stolti ministri dell’insano furore
cenda e le vittime ed i mediatori loro . Teodato, di questo preside. Si ricorda la memoria di
re dei Goti, temeva che l'imperatore Giusti- questo partire, che attualmente si onora in
niano pensasse a riconquistare l'Italia, ciò che Palestrina, dove si conservano le sue reliquie ,
avvenne di fatto alcuni anni dopo, duce essen il giorno 18 di agosto.
do Belisario. Onde sviare per allora il turbine, AGAR. Egiziana di nazione, ancella di Sara
Teodato mando Agapito ambasciatore a Co- moglie di Abramo. Sara, giunta a tarda età, né
stantinopoli . Il Papa era allora tanto povero vedendosi capace a figliare, e memore delle pro.
che per supplire alle spese del suo viaggio, fu messe divine per le quali Abramo doveva dive
costretto a dare in pegno i vasi sacri , nè riuscen- nir padre di numerosa figliuolanza, lo indusse
172 AGAR
a prender Agar in isposa, onde cosi le promesse figli di essa. Il peso posto sulle spalle di Agar
divine avessero effetto . Avvenne che Agar,sen- indica l'attaccamento insensato ed infruttuo
tendosi madre, nutrì disprezzo per Sara , dalla so della sinagoga ad osservanze legali che la
quale venne corrisposta con ingiurie. Sara incurvano a terra, e che Gesù Cristo ha abo
indusse finalmente Abramo a cacciarla di casa. lite. Il pane e l'acqua dati in poca quantità
Cosi avvenne, ed Agar era per ritornare in sono una prova che ella ha abbandonato una
Egilto col figlio suo, quando viaggiando pel casa abbondante, e che è condannata a mori
deserto di Bersabea, le venne meno l'acqua ché re di fame e di sete per non avere ricevuto
aveva con seco, ed Ismaele stava per morire di quello che è il vero pane, e la eterna sor
sete. Fu allora che depostolo sotto le spesse gente di quell'acqua che perennemente disse
frondi di un albero, si ritirò. á deplorarne la ta. Agar ed il suo figlio camminano nel de
perdita, chè il cuore non le soffriva di vedersi serto senza guida, senza strada, e si affatica
il figlio mancare sotto gli occhi. Ma il Signo- no inutilmente, insegnandoci che la nazione
re ebbé compassione degli in felici,e l'ammae- ebrea , rinunziando al Vangelo , ba perduto la
strò del luogo dove troverebbe un pozzo .Ella luce , la saggezza , la speranza ed il frullo di
prese adunque Isnaele , lo portò alla fontana, tulte le sue fatiche. Non v'ha chi sia più mi
jo refocillo coll'acqua , riempi i suoi otri, e si serabile dell'Ebreo, nè più desolato della Giu
ritirò nel deserto di Faran , ove Ismaele crebbe dea. Il tempio , il sacerdozio, Gerusalemme,
e dimoro. Fattagli in appresso sposare una don. il regno, lo stesso paese, tutto fu loro rapito .
na di Egilto, egli divenne padre di dodici figli, Agar ed Ismaele errano a lungo dintorno ad
che furono capi di dodici tribù nell'Arabia do una fontana senza vederla . Gesù Cristo si mo
ve fissarono stanza , abitando quel tratto di stra agli Ebrei in tutta la Scrittura ; lo splen
paese che da Evila si estende sin dove l’Eu- dore della sua croce brilla per ogni parte;
frate si unisce col Tigri . sono in mezzo all'impero di lui , ed ancora le
Sopra questo avvenimento di Agar scacciata tenebre lo nascondono ad essi , per toro vo
dalla casa di Abramo , è necessario fermarsi al- lontà . Con viene che Dio spedisca un angelo
quanto con alcune considerazioni . Fa meravi . che dimostri ad Agar una fonte che era al
glia , a vero dire , come Abramo siasi indotto a frettanto necessaria quanto visibile . Dacchè la
discacciare Agar dalla sua casa, e quanto poco ritrovò , fu per lei come se avesse trovato it
abbia pensato quest' uomo tanto caritatevole tulto, dicendo la Scrittura in appresso che
a provvedere una madre mandata in esilio, ed Ismaele crebbe, divenne padre di molti prin
un figlio diseredato ed esposto a perire di fame cipi . Se alcuna di queste circostanze fosse
e di sete in una solitudine . Nulla è più sör. mancata, la figura avrebbe oscurata la verità ,
prendente di tutte queste circostanze . Perchè in luogo di esserne l'immagine . Conveniva che
affrettarsi a fare di buon mattino un'azione Abramo si diportasse in una maniera appa
che tanto lo aveva afflitto ? Perchè non com rentemente inumana , affinchè operasse in un
metterne a Sara l'esecuzione ? Perchè dare modo illuminato e profetico. Conveniva cho
Così poche provvigioni ad una madre e ad un nel racconto Mosè nulla ommellesse di ciò che
figlio che pur era suo ? Perchè impor sulle era essenziale al mistero , quantunque semi
spalle di un'infelice quanto le avrebbe po- brasse ingiurioso ad Abramo . Lo spirito uma
tuto portare uno degli animali che in buon no non sarebbe disceso in un dettaglio sì poco
numero ei possedeva ? Perchè inviarla senza importante secondo il debole lume della ragio
guida , senza disegno, senza consolazione ? Tut- ne. Si avrebbe detto troppo, ovvero troppo po
to ciò apparisce tanto contrario alla umanità co : e qui devesi conoscere che una mano su
ed alla giustizia di Abramo , che non si può periore conduceva quella di Mosė ; e che una
a meno di non esserne tocchi , quando non si sapienza infinita cui tutto è presente , indicava
pensi al di là del semplice racconto che nei più grandi avvenimenti futuri , sotto le più
porge la Scrittura . Ma dopo che s. Paolo tol . piccole circostanze di una storia passata .
se il velo che copriva questo mistero , si ve . Queste riflessioni conducono naturalmente
de, nella diligenza d'Abramo , la saggia pre alla conclusione seguente , che è una delle re
cauzione degli Apostoli di non lasciare dei gole che si deve seguire nella interpretazione
falsi fratelli e de bestemmiatori coi fedeli della Scrittura . « Allorquando nella Scrittura
pieni di riconoscenza e di amore per Gesù si trovano cose che nella semplicità del loro
Cristo; si vede nella severità di questo pa- racconto non convengono col nostro debole lu
triarca quella di Dio stesso nello scacciare dal . me della ragione , ovvero coll'idea che noi ab
la sua casa la sinagoga orgogliosa in uno ai biamo delle persone cui quegli avvenimenti si
AGAREI - AGATOPOLI 175
aspellano, è regola sicura, che sotto di ciò tro sore di quanto io sono. » Irritato Quinziano
vasi un qualche mistero che conviene rispetta- per tanta fermezza, fece porre Agata in prigione
re umilmente, quando non si giunga a cono- dopo averle fatto battere il volto. Il seguente
scerne il senso. v dì , trovando in essa la medesima resistenza , quel
AGAREI sono i discendenti d ' Ismaele, che . perfido giudice soffrire le fece la più orrida
chiamansi anche Ismaelili e Saraconi, ed in . tortura, e furibondo di vedersi vinto dalla e
fine Arabi, dal nome generale del paese che roica di lei pazienza, comandò che le venissero
abitavano . Il nome Saraceni non viene loro strappate le mammelle e che fosse posta nuda
da Sara , come alcuni hanno creduto, ma da sopra le accese brage. Agata, 'condotta dopo
Sarak , che significa ladro ; perchè la maggior tale supplicio in prigione spirò, nell'allo di fi
parte dei Saraceni erano dediti al ladronec- nire una preghiera a Dio, l'anno 251 di G. C.
cio. Quanto agli Agarei, questi abitavano nel- Abbiamo due papegirici di sant'Agata , scrilli ,
l'Arabia Felice , secondo Plinio. Strabone li l'uno nel settimo secolo da s. Adelmo, d'In
unisce coi Nabatei e coi Chavlotei , la cui di- ghilterra , l'altro nel secolo nono da s. Melodio
mora era piuttosto nell'Arabia Deserta. Altri patriarca di Costantinopoli, ed in oltre due
credono che la loro capitale fosse Petra, altri- inni composti in suo onore dal Papa Damaso
mnenti addimandata Agar , e per conseguenza e da sanl’Isidoro di Siviglia .
converrebbe collocarli nell'Arabia Potrea . L'au Il martirio di questa santa fu espresso da
tore del Salmo 82 , al vers. sesto , li unisce ai fra Sebastiano dal Piombo pel cardinale d'A
Moabili , e nei Paralipomeni , al libro primo , ragona in un quadro che fu cosa rára .
capo quinto, sta scritto che i figliuoli di Ruben , AGATA DE'GOTI ( S.). V. AGA TOPOLI.
al tempo di Saule fecero guerra contro gli AGATONE ( S.), Papa , nato a Palermo, en
Agarei , e divennero padroni del loro paese, al- trò prima nell'ordine di s. Benedelito, divenne
l'oriente delle montagne di Galaad . Eccoadun- tesoriere della Chiesa, e fu insigne per umiltà
que il vero ed antico paese degli Agarei . Traia- ed inclinazione a fare il bene. Eletto papa e
no, essendo entrato nell ' Arabia, fece inutil . consacrato il giorno 26 di giugno 678, aboli il
mente l'assedio della capitale degli Agarei , di tributo che gl'imperatori esigevano dai Papi
cui non potè mai giungere a rendersi padro. alla loro elezione , e colmo di beneficenze il
ne. I figliuoli di Agar si vantavano anticamente clero e le chiese di Roma. Notabile è il suo
di sapienza , come insegna Baruc al capo ter- pontificato, specialmente per la condanna dei
zo . Diconsi anche Agareni. Monoteliti , i quali furono giudicati nel sesto
AGARENIANI . A postati cristiani , cosi chia concilio generale tenuto a Costantinopoli, ed a
mati, perché abbracciarono la religione di Mao- cui intervennel'imperatore Costantino Pogo
metto e degli Arabi che discendono da Ismaele nato. I legati del Papa tornarono a Roma col
figlio di Agar. Rinunziarono al Vangelo per ab - mi di benefizii dall'imperatore e di dimostra
bracciare il corano verso la melà del secolo VII. zioni di stima per Agatone, il quale mori nel
Costoro negarono la inità , bestemmiarono 682, il 19 gennaio, giorno in cui celebra la
allre cose di Dio, ed in mille altri pessimi Chiesa la sua memoria.
errori furono ravvolti . AGATONE, lettore della chiesa di Costan
AGATA (Santa ). Vergine e martire, nata a tinopoli . Nominato nell'anno 680 secretario
Palermo o in Catania , però che le due città si del sesto Concilio generale, fece alcune copie
contendono l'onore di averle data la culla. esaltissimee bellissime degli atti di esso Conci
Nobile, bella e d'illustre famiglia, Agata si lio per le cinque chiese patriarcali. Viveva an
era a Dio consacrata fino da' suoi più teneri cora nell'anno 712, poichè in data di questo
anni . Quinziano, uomo consolare e governato. anno abbiamo un'opera di lui che si conserva
re della Sicilia , come ſu informato della beltà e in greco ed in latino nella raccolta dei Concilii,
delle ricchezze della giovanetta vergine, spero dalla quale siamo ammaestrali di tutte le ini
di poter appagare la sua passione, e la sua avari- quità e frodi che il tiranno Bardane, sopran
zia mediante gli editti contro i cristiani. Com- nominato il Filippico, intraprese contro il se
mise che fosse presa Agata e condotta dinanzi sto Concilio di già accennato .
al suo tribunale in Catania . La giovane, veden AGATOPOLI . Due città vescovili troviamo
dosi esposta alle di lui persecuzioni, fece la se- ricordate sotto questo nome, la prima delle
guente preghiera : « Gesù Cristo, sovrano si- quali dipendeva dall'arcivescovato di Adria
gnore di tutte le cose, lu vedi il cuor mio, lu nopoli nell'Emimonte , chiamata al presente
sai quale è il mio desiderio, sei tu il solo posses- Golopoli; ed è una città della Tracia .
474 AGAUNO-AGDE
La seconda, detta anche S. Agata dei Goli , è di Natale, dell'Epifania , dell'Ascensione, del .
una città vescovile nel regno di Napoli sotto la la Pentecoste; e degli altri giorni solempi, sieno
metropoli di Benevento. celebrate nelle chiese parrocchiali ; e restano
AGAUNO, chiamato anche con altra deno 8comunicati coloro che in quei giorni , senza la
minazione S. Maurizio. Era questo un mona. permissione del Vescovo, diranno la messa o
stero situato in uno dei cantoni Svizzeri , che faranno l'uflizio negli oratorii . I laici che non
divenne celebre per due concilii cbe vi si ten- si comunicano a Natale, Pasqua e Pentecoste,
nero, i quali presero il nome di concilii di A. non debbono essere riputati cattolici . È loro
gauno. Nel primo che fu radunato il 14 marzo espressamente comandato di assistere la dome
dell'anno 525, si confermo la salmodia conti nica alla megsa, e di rimanervi sino alla fine.
nua di S. Sigismondo re di Borgogna. Gli alti Ebbe verosimilmente s. Cesario molla parte
di questo concilio sono sottoscritti da pove ve a queslo canone. Aveva egli in mira la riforma
scovi e nove conti ; il secondo fu tenuto nel . di un abuso allora assai comune tra i fedeli,
l'anno 888, ed in esso venne eletto e coronato che si emancipavano col tenersi lontani dalle
re di Borgogna Rodolfo, come si ba dagli atti istruzioni della salute. A fine d'impedirli di
del concilio medesimo. uscire di chiesa subito dopo il Vangelo, e per
AGDE (Concilio di). Città di Francia nel conseguenza senza avere ascoltata l'omelia, os
la bassa Linguadoca, nella quale esso venne te sia il sermone, il suo zelo lo portò più volte a
nuto nell'anno 506. Vi si fecero quaranta chiuder le porte ; ed i colpevoli medesimi gli
sette canoni, senza comprendervi quelli di al . seppero buon grado di questa specie di forza :
cuni concilii posteriori, comequello di Epaona, tanto è vero , che l'umana debolezza vuole tal
i quali vi furono aggiunti. Trovasi nel ventesi ora essere sostenuta da mezzi differenti dalle
mo secondo l'origine di ciò che è stato poi det- regole comuni , ma che però non lasciano di
to beneficio : cioè l'usufrutto dei beni ecclesia. essere sommamente efficaci fra le mani di una
stici ceduto ai cherici, in luogo delle mercedi saggia discrezione , e soprattutto di una emi
che l'antica disciplina loro attribuiva in pro nenle santità. Comanda altresi espressamente
porzione dei loro servigii . Di più resta ivi or- il concilio e con tutta chiarezza, che si accordi
dinato agli ecclesiastici di avere i capelli più il viatico a coloro, i quali sono in pericolo di
corti ; apparentemente, perchè portandosi lun- morte, e che danno segni di penitenza . Pre
ghi i medesimi dai conquistatori delle Gallie, scrive lo stesso concilio l'uniformità nella ce
mettevasi un'aria di fasto e di grandezza nel lebrazione del divino ufficio , ne enumera mi.
l'imitarli . Per la stessa ragione ancora si ram nutamente le diverse parti , e c'instruisce che
menta ai cherici che i loro abiti ed i loro cal. fino d'allora esso era composto di antifone, di
zamenti debbono convenire alla umiltà del lo collette, ossia di orazioni , d’ioni e di capitoli.
ro stalo. Vien detto che i Diaconi non potran Per la parola di antifone, il cui senso fu di
no essere ordinati che ai 25 anni , i Preti ed i poi ristretto ad alcuni passi tratti dai salmi,
Vescovi ai 30 ; e che prima d'innalzare agli or- intendevasi anticamente i salmi intieri , e gli
dini coloro che sono ammogliali , fa d'uopo a inni stessi cantati a due cori : dopo di che , o
vere il consenso delle loro mogli , esigere che dopo alcune letture di libri santi , doveva farsi
si separino di abitazione, e che facciano gli uni la preghiera. Tulto ciò significa, che la sostan
e le altre voto di continenza . Non si permette za dell'uffizio , e lo spirito dei canoni si è di
di dare il velo che alle vergini giunle ai qua- pregare dopo di aver cantato. Cantare è un se
ranta anni ; ilche, secondo ogni apparenza ,deve minare, dice in uno dei suoi sermoni s . Cesa
intendersi di quelle che restavano in mezzo ai rio, che deve essere qui riguardato come suo
pericoli del secolo . Viene espressamente ordi interprete ; e pregare è un coprire il grano
nato a tutti i fedeli di non ecceltuare dal di- per limore che gli uccelli non lo porlino via .
giuno quadragesimale se non le domeniche, e Può recar meraviglia che per questo concilio
non già i sabati ; certamente perchè i Goti , ve- sia stata scelta la piccola citlà di Agde ; ma essa
nuti dall' Oriente, avevano di colà recata la era più importante che non si pensa nell'ordi.
consuetudine di non digiunare i sabali di qua ne ecclesiastico. Eravi in Agde un monastero
resima. L'uso dei popoli germanici di abitare di trecenlosessanta monaci , fondato qualche
più volentieri nelle campagne che nelle città , tempo prima da s. Severo, siriaco di nascita ;
e che i Romani cominciavano ad imitare, fece e questa sola casa somministrava molta facili
permettere gli oralorii , ossia cappelle domesti- tà per la celebrazione di un concilio , come si
che. Ma viene ingiunto che le foste di Pasqua , raccoglie dagli AttiBenedell., tom . 1 , pag. 578.
AGE-AGGEO 473
AGE. Padre di Semma, uno de'valorosi del- un commentario sul profela Isaia dal vigesimo
l'esercito di Davide, come abbiamo dal secon- capo fino alla fine; un'esposizione di Daniele ;
do libro dei Re, al capo 23, vers. 11 . delle note sopra i dodici profeti minori ; delle
AGEDA (Sinodo di). Assemblea di dottori note sulle epistole degli Apostoli in greco ed in
ebrei tenutasi nell'anno 1650, così denomina- latino ; delle note sui tre primi capi dell ' Apo
ta da una pianura in cui si radunarono per calissi ; diversi squarci scelti de commentarii
discutere se il Messia fosse già comparso. Que. dei rabbini su Giobbe; un trattatello dei pesi e
sta era composta di più che 300 rabbini. Dopo delle misure. Richard Simon , lettera 26 del
molte discussioni , conchiusero negativamente, tom . 1 dell'edizione d' Amsterdam 1730 , loda
allegando per causa , che egli indugiava a veni- molto i commentarii d'Agellio sui Salmi . « L'au .
re, i loro peccati, e la durezza nel persistere in tore, egli dice, si è principalmente applicato a
essi. Intorno al modo della venuta dissero, che rischiarare la nostra Vulgala e nel tempo me
egli doveva nascere da una vergine, e che ver desimo il testo dei Settanta : nel che benissimo
rebbe come conquistatore per liberare gli Ebrei è riuscilo ; perocchè essendo uno di coloro che
dalla sommessione agli altri , e che nulla mu • da Papa Gregorio XIII ſurono impiegati alla
terebbe della religione mosaica . Da alouni cat- bella edizione greca dei Settanta di Roma , egli
tolici che si trovavano presenti furono allegati ebbe il tempo e tutto l'agio di consultare
argomenti che provavano la falsità dei loro ra un numero grande di manoscritti greci che tro
gionamenti , e l'errore delle loro conclusioni ; vavansi nelle biblioteche di questa grande città;
ma non furono ascoltali. ed è in ciò appunto ch'egli distinguesi . Egli 8
AGELLIO . Questo dolto teatino, nativo di si esallo nel riferire le lezioni dell'antica Bib
Sorrento , che altamente si distinse nel secolo bia greca del Vaticano, che distingue con mol
decimosesto per la sua erudizione, e sopra tut- ta accuratezza quelle che sono della prima ma
to per la perizia nelle lingue dotte, e per le no da quelle che sono della seconda, la quale
sue opere intorno alla sacra Scrittura, era uno tutto ha sfigurato quell ' impareggiabile mano
scritto per adattarlo ad esemplari greci di data
di quelli cui erasi data la ispezione della tipo-
grafia del Valicano, i quali vegliavano princi- più recente . »
palmente su ciò che stampavasi, e rivedevano AGEMI ( Anna ). V. Anna Agemi.
sopra buoni manoscritti le edizioni che intra AGEN . E questa una delle più antiche sedi
prendevasi . Pietro Morino, come intese la ele. vescovili della Gallia, ed è suffraganea dell'ar
zione di Agellio al vescovato di Acerno nel re civescovalo di Bordeaux .
gno di Napoli , scrivendo al cardinale Gaeta AGENDA . Appo i protestanti corrisponde al
nel 1595 , altamente si duole per la perdita chenostro rituale e messale, poiché con tat nome
faceva la tipografia del Vaticano di questo dot- chiamano essi il libro in cui sono contenute
to che le era tanto necessario, e dal quale la le preghiere ed i riti del loro culto. E perchè
Chiesa rilraeva vantaggio , ed onore la santa la riforma innumerevoli fiate cangio di cre
Sede; chè il suo spirito, la sua scienza, la sua denza, cosi avvenne di questo libro che vario
rara intelligenza delle sacre lettere erano am all'infinito col variare del culto esteriore ; 'ché
crollalo un domma della falsa dottrina da essi
mirevoli . E di questo spirito, di questa scienza,
di questa rara intelligenza bene fanno fede ir. ammessa , dovevano anche le cerimonie sparire
refragabile : che lo rappresentavano, perché non avevano
1. Un commentario sui Salmi e sui cantici, più senso, e perció quante furono le basi del
ch'egli compose. protestantismo, altrettanti i sistemi simbolici.
2. Un commentario sopra le Lamenlazioni di Egli è perciò necessario il dire come l'agenda
Geremia , tratto dagli autori greci, con una sia varia , secondo che diverse sono le sette dei
spiegazione ed una catena di padri greci che protestanti, e diversi i principii ed i riti che
egli traduisse. sono amm da questi.
3. Un commentario sui Proverbi di Salo AGGEO , secondo la Vulgata , il decimo dei
mone. minori profeti. · Ignorasi l'anno e il luogo
4. Un commentario sopra il profeta Abacuc- preciso di sua nascita ; ma è comune sentenza
co : opere tutte che divennero pubbliche rol che egli nascesse nel paese de' Caldei mentre il
mezzo delle stampe, a tacere di altri scritti di popolo ebreo era cold callivo . Ritorno Aggeo
cui il p. Le Long fa menzione al lomo 3, pag. nella Giudea con Zorobabele e cogli altri suoi
$39 della Storia dei cheriçi regoluri. nazionali quando Giro diede ad essi la libertà .
Queste opere di cui il p. Le Long tiene di- Il secondo anno dopo il ritorno fu suo impe
scorso e che sono in latino come le prime , sono gno di eccitare gli Ebrei ad offerir sacrifici e a
178 AGGI-AGGRESSORE
rialzare il tempio, Si geltarono subito le fonda. nel secondo tempio. Il Desiderato da latte le
menta ; ma l'opera fu inlerrolta pei maneggi e genti , l'aspeltazione delle genti , secondo le
per le cabale de Samaritani che svolsero l'ani- frasi di Giacobbe, doveva comparire nel tem
mo di Giro . La proibizione continuò anche pio di Zorobabele per dare la pace. Ora essen
solto il di lui successore Cambise. Ma dopo do questo tempio già da diciotto secoli rovi
quattordici anni d'interruzione, regnando Da- nato, come sonosi avverate le profezie, se tut
rio figliuolo di Istaspe, fu ripigliato il lavo- tora si allende il Messia ? D'altronde Gesů
ro. Il profeta Aggeo , secondato dal profeta Cristo onorò il secondo tempio di sua presen
Zaccaria, sgridò il popolo , percbė, intento a fab- za, vi predicò la doltrina di pace e di eterna
bricare le proprie case, non si prendeva pre- vita , vi fece dei miracoli ecc. Egli adunque à
inura d'innalzare la casa di Dio. Disse che la il Messia , nè altro hanno da aspettarnegli Ebrei
siccità e gli altri mali da cui era afflitto in al- dopo che il secondo tempio è rovinato e ridot
Jora Israele, erano causali da questo rilardo. to a quella desolazione che durerà fino alla
Le esortazioni furono tanto efficaci, che tutti consumazione, e fino alla fine, come predisse
si accinsero con ardore all'opera , e , nell'anno Daniele, al cap . 9, v. 27 .
sesto di Dario ai tre del mese di adar, il tem Raccomandiamo uno studio profondo del
pio era terminato. Il re concorse alla spesa. libro di Aggeo a chi și voglia accingere a di
Non credesi però che fossero terminati anche sputare coyli Ebrei.
i porlici ed altri lavori d'ornato, che proba AGGI, della tribù di Gad , capo della fami.
bilmente furono condotti a fine sollo Arlaserse glia degli Aggiti , Num. 26. Era figlio di Gad ,
Longimano. Se ne fece la dedicazione con gran e nipote di Giacobbe.
de allegrezza e con copiosissimo numero di AGGITH , quinta moglie di Davidde , e ma .
vittime ( Agg.cap. 1 ; Esdr. lib. 1 , cap . 1 , 2, 4 , 8, dre di Adonia, come si vede nel secondo libro
6) circa gli anni del mondo 3574, av. G. 817 . dei Re al capo 3.
Come che fossero già trascorsi poco meno di AGGRAVAMENTO. È questo un termine
70 annidacchè il primo tempio innalzato da adoperato nel dirilto canonico per indicare
Salomone era stalo distrutto , nondimeno vi una censura ecclesiastica di maggior forza del
erano ancora dei vecchi reduci dalla schiavilů la scomunica; e può corrispondere alla scomu
babilonica , i quali si ricordavano della magni- nica maggiore in qualche modo. Nell'antica
ficenza di quello. Quesli vecchi , meniori della disciplina, la scomunica privava della comu
meravigliosa grandezza del primo tempio , nione, o partecipazione ai sacramenti , al sa
quando si geltarono le fondamenta del se crifizio della Messa, ai suffragii della Chiesa
condomion,polerono contenere le lagrime. Ma ecc.; ma l'aggravamento interdiceva allo sco
li consolo il profeta Aggeo, dicendo a nome di municalo il commercio della vita civile coi fe
Dio: lo metterò in movimento il cielo e la ter- deli . Il riaggravamento si stendeva ancora
ra , il mare e il mondo. E mellerò in movimen. più oltre, e proibiva ai fedeli anche di comu
to lulle le genti , ed empirò di gloria questa nicare nelle cose profane, come - nel mangiare
casa . Mio è l'argento e mio è l'oro ... Maggio- ecc. , con colui che era scomunicato ed aggrava
re sarà la gloria di questa ultima casa che del- to. L'aggravamento ed il riaggravamento era
la prima; e in questo luogo darò la pace. no due gradi diversi di scomunica destinali
(Agg . cap . 2 , v . 7 , 8, 9, 10 ). ad aumentare le pene esteriori della scomuni
Con queste parole voleva dire il Signore che ca in quello che rimaneva disobbediente. Per ,
sebbene il secondo tempio fosse nieno splendi- dare un'idea più spaventevole dello aggrava
do in ricchezze e in orgamenti, sarebbe stato mento veniva pubblicato col suono delle cam
più glorioso del primo, perchè il suo Verbo, il pane, si accendevano cerei che poi si estingue
Messia, il Redentore, Colui che da tanti secoli vano in segno di lutto gellandoli a terra e cal
era preconizzato e desideralo, lo avrebbe riem. pestandoli , si erigevano bare nella chiesa, e vi
piulo della sua maestà e deļla sua gloria . si celebravano cerimonie lugubri .
Le profezie di Aggeo sono dagli stessi Ebrei AGGRESSORE colni si addomanda , il
riconosciute per divinamente ispirale e per ca- quale iniquamente e con violenza assalisce la
noniche. Perciò le parole accennate sono una altrui vita, e porta via le altrui sostanze.
arma invincibile a confondere la loro ostina Secondo la dottrina di s. Tommaso, gl'inse
zione. gnamenti del calechismo romano ed il comu
Tutte le più raffinale cavillazioni e sofisti ne parere dei dottori , ad ognuno è lecito di
cherie si rompono contro il citato testo che uccidere un cotal noino nell'alto del suo mis
evidentemente parla della comparsa del Messia fatto, purché ciò si faccia cum moderamine in
AGHTAMAR - AGILULFO 177
culpalae tutelae. La ragione di ciò la troviamo : defendat, nisi ei qui habet publicum auctori,
primo, nell ' Esodo, al capo 22 , dovesta scritto, tatem : qui intendens hominem occidere ai sui
che chi uccide un aggressore notturno non è defensionem , refert hoc ad publicum , bonum ,
reo di morte ; perciocchè, come spiega sant'A- ut patet in milite pugnante contra hostes cl in
gostino, si può presumere che colui sia venuto ministro judicis, et isli peccant, si privatu libi
non per derubar solamente, ma ancora per uc- dine moventur . 2 , 2 , q. 94 , art . 7 .
cidere . Secondo , dal capo 18 De homicid ., dove Ma conchiudiamo asserendo che il percuo
sta scritto, che ogni legge ed ogni diritto per- tere o l'uccidere un ingiusto aggressore della
mette di rimuovere la forza con la forza .Terzo, vita rade volte è privo di colpa; poichè quasi
l'uomo ha diritto di conservarsi la propria mai si osservano le condizioni ricercate alla
vita ingiustamente impugnata, e di preferirla lecita difesa. E perciò alcuni padri condanna
a quella dello ingiusto aggressore, il quale per no indefinitivamente la uccisione fatta senza
pura malizia si espone in questo pericolo di pubblica autorità, per il pericolo cioè della
morte. vendetta, e di eccedere nel modo della difesa,
Ma affinchè ciò sia lecito, ricercansi alcune od a cagione della intenzione diretta di uc
condizioni , cioè : cidere.
1. Che sia attuale aggressore: imperocchè AGHTAMAR . È un'isola in mezzo del
prima dell'aggressione e dopo non è lecito uc- lago Varagurcaram , il cui Arcivescovo èda 500
ciderlo, poichè allora non vi è la forza da anni riguardato come scismatico dal Cattolico
doversi respingere, nè vi ha bisogno di difesa di Eschmiazim e dalla chiesa armena. Ei dice
dove non vi è aggressione. Quindi per comun si Patriarca contro il decreto di questa chiesa .
parere non è lecito uccidere o percuotere co- Ha sotto di sè otto o nove vescovadi, che sono
lui, che prima ha percosso , e fuggi , ovvero ne' monasteri intorno al lago, cioè : Safan ,
per qualche ferita ricevuta è fatto incapace di Gafgi, Basti ecc . Quanto al dirsi lui Patriarca
nuocere: imperciocchè in questo caso la uccisio- da più di 500 anni io non deciderò nulla :
ne o la percossa non è necessaria a rimuovere però non negherò che molto tempo prima che
l'ingiuria, che già fu praticata, e di già l'ag- l'arcivescovo Zaccaria avesse tolta la cassa ove
gressione cessò : perloché sarebbe quella una era il braccio di s. Giorgio dal monastero di
vendetta illecita ad uomo privato. Parimenti Eschmiazim , e messala nella sua isola, i Vesco
chi sa che altri lo cerca per ucciderlo , non vi di quest'isola si dicevano Cattolici. Si sa
può prevenirlo, uccidendolo , poichè ciò non che il Papa Benedetto XII, scrivendo a Con
sarebbe vera difesa . solatore Cattolico di tutta l'Armenia, nel 1341 ,
2. Che nulla più oltre si operi di quello che distingue tra gli Armeni tre Cattolici, quello
è necessario a conservare la vita. Impercioccbè di Colombo o di Eschmiazim , il Cattolico del
non è lecito di recar maggior danno, o di usar la piccola Armenia , vale a dire quello di Sis,
maggior forza di quella che è necessaria per , ed il Cattolico d ' Agh tamar. Aggiunge anche
difender la vita : altrimenti non sarebbe dife- che gli Armeni convengono essere questi tre
sa, ma ingiusta vendetta, e perciò dice Inno- Cattolici in possesso di un tal nome fin dall'im
cenzo III, nel capo citato ; Quamvis vim vi re- pero di Eraclio e che hanno una fede, un
pellere omnia jura et omnes leges permittant , battesimo differente. Ora io non conosco al
tamen id fieri debet cum moderamine inculpa- tro Cattolico d ' Aghtamar che quel Zaccaria
tae tutelae, non ad sumendam vindictam , sed di cui si è parlato, che abbia preso da quella
ad injuriam propulsandan . Quindi se privan- epoca in poi questa qualità; e ciò che vi ha di
do l'aggressore delle armi , e indebolendolo o certo si è che Giovanni , suo succesore,avendo
ferendolo,si può evitare la morte, non è lecito restituito quella reliquia al monastero d'E
ucciderlo : poichè in questo caso la sua mor- schmiazim , divenne solo il Cattolico di tutta
te non è necessaria alla difesa della propria la nazione e che i suoi successori continuaro
vita . no quindi ad assumere questo titolo,
3. Che nulla si faccia per odio o per vendet AGILULFO . Re dei Longobardi, che primo
ta, nè che si voglia di per sé la morte dell'ag- abiurò l ' arianesimo e lo fe’abiurare ai suoi
gressore, ma che alla conservazione della pro sudditi .
pria vita si abbia di mira con qualche giusta Fra le cure principali che tenevano oc
difesa disè. Perciocchè la uccisione di un uomo cupato l'animo del Pontefice s. Gregorio, e
fatta di privata autorità non è un fine lecito, che da lui estraevano le massime operazioni,
nè un mezzo di per sè necessario alla propria quella si deve annoverare che riguardava la
difesa . Illicitum est, dice s. Tommaso, quo conversione dei Longobardi . Autari loro re, da
homo intendat occidere hominem , ut seipsum essi eletto dopo un interregno di dieci anni ,
Encici. Eccles, Vol. I. Fasc . UI. 23
178 AIGNIANI_AGIOSIDERO

era morto , come il suo predecessore, senza la- le voci, cosi aggiunte quoste cinque alle venti
sciar figliuoli . La di lui vedova Teodelinda , la due , formano ventisette. Le lettere doppie
quale piaceva alla nazione , era stata dichiara- sono : Caph , Mem , Nun , Te, Sade.
ta sua erede, comechè figliuola di un principe A proposito dei libri Agiografi dobbiamo
straniero , cioè del re di Baviera. I popoli si ri- fare due osservazioni :
portarono unicamente alla inclinazione di lei 1. Gli Ebrei mettono nei libri de' profeti
per la scelta di un re. Puul. hist . 16. Ella quelli che noi chiamiamo storici , come Giod
sposò Agilulfo, duca di Torino, uno dei trenta suė, i Giudici , Samuele e gli altri libri dei
che avevano ritenuta l'autoritàdurante l'anar- Re ; nè per altra ragione crediamo che il fac
chia ; ma prima volle che egli abiurasse l'aria- ciano , se non perchè tutti questi sono stati
nesimo . La nazione dei Longobardi, la qua- scritti da profeti. Al contrario essi ripongo
le sembra essere stata poco amante dell'ere no nel numero degli Agiografi i libri di Da
sia , come di qualunque principio di religio- niele e di Giobbe che noi annoveriamo tra i
ne , seguì cosi facilmente l'esempio dei suoi profeti, anzi lo stesso Davide che appelliamo
padroni, che in breve tempo sparirono fra per antonomasia il Profeta. Della qual cosa,
loro tutti gli Ariani . Agilulfo regnò dal 590 comechè si possa dagli Ebrei assegnare qualche
al 616 . ragione , cioè che questi sono profeti, anzi ec
AGJNIANI. Eretici che comparvero nel- cellenti profeti , ma che nella maggior par
l'anno 664 , ed a cui fu dato questo nome per- te dei loro scritti discorrono chiaramente
ch'era principale loro errore il dire che si do- altre cose con diverso metodo da quello dei
verano gli uomini astenere dal matrimonio, profeti, ci pare ad ogni modo che si fatta rą
pretendendo non esser Iddio l'autore di esso. gione sia molto smilza e digiuna, e che tale
Il nome loro proviene dal greco a privativa , debba ad altri sembrare. Conciossiache se
e purri, donna. contano nei libri profetici altri scritti , so
AGIOGRAFO è parola greca che significa lamente perchè vergati da profeti, sebbene
scritto santamente. Tutti i libri ispirati e posti non contengano nessuna profezia , ma una
nel canone potevano chiamarși agiografi. Ma pura e aperta storia di fatti accaduti, o per
con questo nome venivano dagli Ebrei indicati che non contano anche quelli che, oltre di
alcuni libri , che essi appellano ketuvim.San Gi- essere stati scritti da'profeti, contengono e
rolamo (in prologo galcato ) ci fa sapere che ziandio delle profezie , comunque miste ad
gli Ebrei nel gran concilio presieduto da Esdra altre cose ?
dopo la cattività babilonica formarono il ca 2. Gli Ebrei non hanno nel loro canone
none della santa Scrittura, e lo divisero in tre molti libri del Vecchio Testamento , che sono
parti , Thora ossia legge, Profeti e Agiografi. in quello della Chiesa cattolica , come, a mo'di
Sotto la legge contavano i cinque libri di Mosè esempio, Tobia , Giuditta, la Sapienza , l'Ec
ossia il Pentateuco. Sono i Profeti otto libri , clesiastico, Baruch , i libri dei Maccabei , ben
cioè : 1. Giosuè; 2. Giudici con Ruth; 5. Sa- che fossero presso di essi di qualche autorità .
muele ossia i due primi libri de ' Re; 4. Terzo Anche i novatori ne rigettano una parte, como
e quarto dei Re chiamati Melachim ; 5. Isaia ; quelli che avendo cominciato a disprezzare
6. Geremia ; 7. Ezechiele ; 8. I dodici libri dei ostinatamente l'autorità della Chiesa, si sono
profeti da essi chiamati There Asare. Sono gli fatti una legge costante di sprezzarla in ogni
Agiografi nove libri , cioè: 1. Giobbe; 2.11 Salle- cosa , amando meglio di rendersi ridicoli col
rio di Davide; 3. I Proverbi di Salomone; 4. dare più fede alla vecchia sinagoga nemica di
l'Ecclesiaste ; 5. Jl Cautico de' cantici ; 6. Da- Cristo, che alla Chiesa cui lo Spirito Santo
niele ; 7. I Paralipomeni ; 8. Esdra ; 9. Esther; promise assistenza , e che l’Apostolo chiamo
in tutto ventidue libri corrispondenti alle colonna e base della verità. Ved. gli articoli
ventidue lettere dell'alfabeto ebraico. Lo stes- Canone , Bibbia, DEUTERO -CANONico, e tutti i
so santo Dottore però accenda altre due divi- singoli articoli dedicati ai varii libri deutero
sioni degli Ebrei . Una di coloro che conta- canonici della Bibbia .
no ventiquattro libri dividendo Ruth dal AGIOGRAFI diconsi anche gli autori di vite
libro de Giudici, e le lamentazioni di Gere- di santi .
mia dalle profezie dello stesso , ponendoli tra AGIOLOGICO . Questa voce altro non si
gli Agiografi; l ' altra di chi enumera ven- gnifica se non che un aggiunto ai discorsi od
tisette libri pur secondo il numero delle let- agli scritti che trattano sopra i Santi , o sopra
tere . le cose sante.
Siccome cinque lettere appo gli Ebrei sono AGIOSIDERO . È una specie di campana di
doppie, essendo diversamente scritte per mez cui fanno uso i Greci che dimorano sotto la
zo di esse il principio, il mezzo e la finale del dominazione dei Turchi in Oriente, onde invi
AGIOSIMANDRO-AGNELLO 179
tare i fedeli alle preghiere della chiesa. Esso lato, e tutto il popolo ripeteva : «È il soccorso
consiste in una lamina di ferro larga quattro di Dio. » Si videro ben presto le bandiere dei
dita, e lunga sedici, che appendono con una Romani e dei Goti , i quali condotti da Ezio e
fune alla porta della chiesa e percuotono con da Teodorico, venivano in soccorso di Orleans.
un sasso onde in vitare i fedeli alle sacre fun- La ciltà fu salva, e gli abitanti non altribuiro
zioni. Di ciò usavano nei tempi passati , sapen- no meno la loro salvezza alla virtù ed alle
do che il sultano . Mahmud a' nostri giorni preci del Vescovo, che al coraggio dei Romani
permise le campane ai cristiani di Pera, e cosi e dei Goli , Agnano morì due anni dopo, nel
avvenne anche a quelli in altri luoghi slan- 453. Venne pubblicato in Orleans nel 1803 un
ziati. Quando portano il viatico ad un infer- ristretto della vita e dei miracoli di s. Agnano
mo , il cherico vi precede portando in mano in 8.
l'agiosidero che tratto frallo ei percuote tre AGNATI . Col nome di agnali si chiamano
volte, dando con questo il segno ai credenti di i consanguinei che discendono da parte ma
quella pratica religiosa. Dicesi anche Agiosi- schile. Questi , siccome i cognati , succedono nel
mandro. l'eredità ab intestato per diritto comune . Con
AGIOSIMANDRO. V. AGIOSIDERO . viene però avvertire che i due gradi ammessi
AGLA , parola cabalistica e misteriosa ado- dal diritto civile costituiscono un grado solo,
perata specialmente dai Mussulmani. Credono secondo il diritto canonico; perciocchè nel di
costoro che, pronunziandola tre volte stando ritto canonico si considera la sola distanza dal .
rivolti verso l'oriente, abbia virtù di far ritro. lo stipite ; e poichè distanno un sol grado dal
vare le cose smarrite, di far conoscere gli av lo stipite, così distanno di un sol grado fra lo
venimenti dei paesi lontani , e di operare molti ro . Ma il gius civile enumerando le persone,
altri prodigii di questo genere. ne avviene che costituisca due gradi . Così un
AGNANI ( Concilio D' ), Aganicum , anno fratello è distante di un grado dal padre, ed
1160 , 24 marzo. Il Papa Alessandro III, assi un altro fratello parimenti di un gralo, fra
stito dai Vescovi e dai Cardinali di suo sogui- loro distanno di due gradi. Da ciò nella linea
to , vi scomunico l'imperatore Federico e collaterale non trovasi mai il primo grado, se
dichiard lutti quelli che avevano giurato fe- condo il diritto civile.
deltà a quel principe assolti dal giuramento. AGNELLO ( Andrea ), di Ravenna , storico
Non pare, dice Fleury, che Federico sia stalo del nono secolo, ha composto la storia dei Ve
men di prima obbedito , e men riconosciuto scovi e degli Arcivescovi della città sua natia .
imperatore dopo questa scomunica . È scritta con poca esattezza , e l'autore vi pro
AGNANO O AIGNAN (S.) , nominato Ania- rompe nell'odio che gli inspirava contro i
no dagli storici del medio evo, originario di Papi lo scisma che divideva allora le chiese di
Vienna nel Delfinato , fu attirato in Orleans Ravenna e di Roma, e particolarmente la mor
dalla fama del santo vescovo Euverlo. Ordina- te del suo avolo o bisavolo, il quale , avendo
10 Sacerdote, gli fu affidata la direzione del cospirato contro Paolo I,venne posto in prigio
monastero di S. Lorenzo di Orgerils, e successe ne a Roma e vi mori . Il p . Bacchini, bene
poscia ad Euverlo. Egli fece riedificare la chie- dettino, pubblicò nel 1708 ed arricchi di dotte
sa della Santa Croce, fondata dal suo predeces. annotazioni quest'opera che egli trasse dalla
sore, e si vuole che da lui avesse principio il biblioteca della casa d'Este, e che ha questo
privilegio dei vescovi di Orleans di liberare i titolo : Agnelli, qui et Andreas, abbatis S. Ma
prigionieri al loro ingresso nella città . Occupa. riae ad Blachernas, liber, pontificalis, seu vilac
va egli la sede episcopale da 60 anni , quando Pontificum Ravennatum, etc. , 2 vol . in 4. to.
Orleans venne assediata da Attila nel 451 ; ave. Muratori l'ha ristampata nella sua raccolta ,
va già prevedulo l'invasione dei Barbari, e Script. Rer. Ilatic ., tom . 2, part . 1. Malgrado i
chiesto soccorso ad Ezio generale dei Romani . difetti di tale storia essa è preziosa, tanto pel
Allorchè gli Unni incalzarono l'assedio, essen- grande numero di fatti che non si trovano al
dosi già resi padroni dei sobborghi , Agnano trove, quanto pei documenti e per le disserta
sostenne il coraggio degli assediati sino all'ar zioni che l'accompagnano.
rivo degli attesi soccorsi. Mando sulle mura un AGNELLO. Solto questo nome talvolta nel
uomo di sua confidenza, incaricato di osserva la Scrittura viene anche indicalo il capretto ,
re se nulla si scorgesse in lontananza ; il mes- poichè, per esempio, nella scelta della vittima
saggiere lorno due volte senza recargli speran- pasquale si poteva prendere indifferentemente
za , ma la terza volta dichiaro che aveva sco un capretto od un agnello, come abbiaino dai
perla una leggiera nube all'estremità dell'oriz . l'Esodo al capo dodicesimo ; ed in generale la
zonde : « È il soccorso di Dio, » esclamò il pre- ebraica voce Sch si spiega lanto dell' uno che
180 AGNELLO DI DIO - AGNESE ( BEATA )
dell'altro. Agrius anniculus , che si traduce Annunziata come cristiana , sofferse con eroica
agnello di un anno, può anche significare agnel- costanza i più atroci lormenti, e ricuso di por.
lo nato in quell'anno, ma tolto alla poppa, gere incensi agl ' idoli . Il giudice la mando al .
perciocchè sappiamo che dalla legge dell'Esodo lora in un luogo di prostituzione: ma le virtù
al capo citato era proibito d'immolare un agnel- della vergine indussero rispetto in quei disso
lo finchè ancora poppava, e cuocerlo nel latte luti che volevano insullarla. Uno fra essi, fie
di sua madre : in tutte le altre occasioni però glio di Sinfronio , prefeito del pretorio, avendo
la legge voleva che l'agnello avesse almeno ol- spinta l'audacia più lungi che gli altri , fu ,
to giorni prima di offrirlo in sacrifizio. dicesi, rovesciato a terra mezzo morto, e diven
i profeti ci rappresentano il Messia qual ne cieco ; ma gli spaventati compagni olten
dolcissimo agnello, che vien portato all'altare nero da Agnese che ella gli rendesse la vista e
senza che innalzi un belalo. San Giovanni la salute. Malgrado tale straordinario successo ,
Battista indica il Salvatore sotto il nome di il giudice, sempre contro Agnese invelenilo, la
Agnello di Dio, e nell'Apocalisse in molti luo- condanno a perdere la testa. Udr ella la sen
ghi viene indicato sotto il nome di un agnello tenza senza turbarsi, e, secondo l'espressione
immolalo. In Isaia al capo undecimo sta scrite di santo Ambrogio, s'incammino ella al sup
to che al tempo del Messia l'agnello ed il lupo plizio con più piacere di quello che un'altra
pascoleranno insieme; e nell'Evangelio al gior. incamminala sarebbesi al talamo. Al tempo di
no del giudizio i giusti sono paragonati agli Costantino le venne innalzata una chiesa nel
agnelli . Il Salvatore invia i suoi Apostoli a luogo stesso in cui era la sua tomba : il papa
predicare il Vangelo alle nazioni siccome agnel. Innocenzo X ne fece erigere un'altra solto l'in
li in mezzo ai lupi, come si legge in s. Luca al vocazione della stessa santa nel luogo in cui si
capo decimo . crede che fosse posta a repentaglio la sua ca
Nella Scrittura la parola Agnello è adope- stilà. Tutti i martirologi fanno ricordanza del
rata siccome un valore, od un mezzo di paga la festa di s. Agnese, ma in differenti giorni .
mento , avendo Abramo pagato cento agnelli La Chiesa latina però la celebra il 21 di gen
per una porzione del campo cotoperato dai fi- naio.
gliuoli di Hebron . AGNESE ( Beata ) , di BOEMHA , era fi
AGNELLO DI DIO . Con questo nome san glia del re Primislao, e faceva fino dai primi
Giovanni Battista chiamò Gesù Cristo allor- giorni suoi l'edificazione di tutte le contrade
quando lo vide venire a lui , per indicare l'in- del Settentrione. Destinata successivamente in
nocenza di questo divin Salvalore, e la sua qua- isposa a tre sovrani, promessa ad uno di loro ,
lità di vittima che doveva essere immolata pei e non potendo amar altri che il divino Sposo,
peccati del mondo. In fine poteva fare allusio- si mise sotto la protezione della Regina delle
ne alle parole del profeta che diceva : Fu im- vergini, onde poter compiere il proponimen
molato perchè il volle, e non apri bocca ecc . to che aveva fatto di esserle sempre sirnile.
AGNELLO DI DIO. Nella Storia degli or Il cielo fece nascere gli avvenimenti come es
dini militari troviamo che nell'anno 1564 Gio- sa desiderava, e i suoi vincoli spezzaronsi da se
vanni soprannominato il Grande re di Svezia , medesimi. L'imperatore Federico, ch'era il terzo
per ricompensare alcuni signori della sua cor- il quale aveva dimandato di sposarla dopo la -
ie, institui un ordine di cavalieri cui diede il morte di Giolanda, figliuola del re di Gerusa
nome d'ordine dell'Agnello di Dio. La collana lemme, fu il solo che le facesse provare qual
dei cavalieri era figurata di corone d'alloro, che difficoltà. Di già gli ambasciatori di questo
sormontate da corone reali , sostenute da leoni principe erano arrivati alla corte di Boemia, e
e lucerlole. Al basso v'era una medaglia del facevano i preparativi necessarii per seco con
Salvatore dalla quale pendeva un Agnello Pa. durre la principessa con una magnificenza de
squale. gna del loro padrone. La medesima però spedi
AGNELLO PASQUALE. V. PASQUA. segretamente a Papa Gregorio IX , e lo fece pre
AGNESE (S. ), vergine e martire. Secondo s. gare di sollrarla ad un giogo che le veniva im
Agostino e s. Ambrogio, ella non aveva che 13 posto contro sua volontà . Il re Primislao, che
anni , allorchè, nel 303, l'imperatore Dioclezia aveva conchiuso questo matrimonio, era mor
no ordinò contro i Cristiani una persecuzione to poco dopo una tal convenzione , e gli era
celebre nella storia della Chiesa. Nata da una succeduto Venceslao IV , suo figliuolo. Agnese,
delle prime famiglie di Roma, dotata di rara avendo ricevuto dal Papa una bolla conforme
bellezza, Agnese si vide ricercata da molti dei ai suoi voti , andò a trovare il re suo fratello ,
più distinli giovani , ma ella con fermo animo e supplicollo ad appoggiare una risoluzione
annunzio la risoluzione di consacrarsi a Dio. ulorizzata dal Sommo Pontefice. Il nuovo re
AGNESE (S .) - AGNOITI 181
ne avverti gli ambasciatori, e questi ne infor- sa medesima stabili un monastero a Monte
marono l'imperatore Federico che da prima pulciano, secondo la regola di s . Agostino, e
mostrossi un poco sdegnato ; ma dopo alcu- l'istituto di s. Domenico. Umiltà, prudenza ,
ne riflessioni prese un sentimento, od almeno mortificazione, preghiera , aspro digiuno , e
un linguaggio tutto contrario : « Se ella mia somma pazienza erano le virtù che la decora
vesse lasciato, ei disse , per qualunque altro vano ; favorita in oltre della virtù dei mira
mortale, certamente io ne avrei tratta una coli, del dono della profezia e di molte altre
luminosa vendetta ; ma non mi è lecito dis- grazie straordinarie. Condusse sempre in que
approvare che mi preferisca uno Sposo ce- sto modo la vita senza che le dignità o gli o
leste . » nori che le venivano tributati potessero un
Fino allora Agnese era vissuta alla cor istante mutarla . Mori il 20 aprile dell'anno
te come nel più austero dei chiostri. Al di- 1317. I miracoli che furono operati al suo
giuno della quaresima accoppiava quello del- sepolcro mossero l'animo di Benedetto XIII
l'avvento, e di molti altri tempi particolari, a trattare della canonizzazione di lei , la qua
nel corso dei quali era cosi rigorosa la di lei le egli infatti esegui , dichiarando Agnese de
astinenza , che appena mescolava poche stille gna dell'onore degli altari , e stabilendo il
di vino col pane e coll'acqua in cui consisteva giorno 20 aprile come sua festa .
tutto il di lei cibo. Ma prendevasi una somma AGNI ( TOMMASO ). Varie sono le opere per
premura di occultare la sua penitenza. Aveva le quali questo personaggio, nativo di Leontino
sempre un cilicio ed una cintura di ferro sotto in Sicilia, merita ricordanza. Dapprima deve
le vesti ornate di oro e di gemme, che la sua essere rammemorato qual fondatore della casa
condizione la obbligava a portare Passava qua- di S. Domenico a Napoli nell'anno 1231 , indi
si tutte le mattine in diverse chiese , e per es come ministro della provincia di Toscana nel
sere anche in maggior libertà di prolungare i 1255 , poi qual vescovo di Betlemme, dignità
suoi colloquii con Dio; senza essere conosciuta, conferitagli da Alessandro JII col titolo di le
vi andava frequentemente prima dello spuntar gato della Santa Sede in Terra Santa , quindi
del giorno vestita da cittadina oppure da ope- siccome arcivescovo di Cosenza, alla qual se
raia. Finalmente dopo essersi liberata da quel- de fu innalzato da Clemente IV nel 1272 , da
la brillante servitù , in cui erasi avuto speranza ultimo come patriarca di Gerusalemme. In
di ridurla , abbracciò un genere di vita che ognuna di queste cariche Agni dimostrò quella
potesse dare un libero corso al suo fervore. Edi- saggezza che si conveniva , e fu la sua reggen
ficata da lungo tempo dell'istituto di s. Fran- za felice. Ammirato dai buoni , stimato dai
cesco, e di quanto erale stato narrato intorno medesimi Sommi Pontefici , fece conoscere
alla vita meravigliosa di santa Chiara, fondo quanto valga la virtù congiunta alla vera pru
un monastero a Praga sotto il nome di S. Sal- denza nella direzione del popolo cristiano. Fi
vatore, e con sette altre vergini d'illustri nata- nidi vivere in S. Giovanni d'Acri nell'anno
li , vi si consacrò solennemente a Dio. Chiara, 1277 , ed alla sua morte lasciava alcuni scrit
con cui fu in corrispondenza di lettera, le man ti che divenivano ai posteri testimonii del suo
dò cinque delle sue religiose per formare quel- sapere e della sua sana critica.
la nascente comunità. Ella esortò in singolar AGNOITI, nome dato ad una setta di Eu
modo Agnese all'amore della santa povertà ; tichiani , la quale, comparså nel secolo sesto ,
ed Agnese prese così bene lo spirito di Chiara, diceva che Gesù Cristo come uomo ignorava
che mai non volle che il monastero, di cui fu certe cose, e tra le altre quando accadesse il
abbadessa e fondatrice, avesse delle rendite fisse; finale giudizio. Questo errore, adottato da al
malgrado le molte istanze che le fece su di ciò cuni solitarii, dei contorni di Gerusalemme ,
il re suo fratello. Ella aveva trent'un annoin fu combattuto soprattutto daEulogio patriar
tempo della sua consecrazione, e ne visse di ca di Alessandria ; ma fu ritornato a vita da
poi altri quarantacinque. alcuni protestanti. Gli Agnoiti fondavano la
AGNESE (S.) di MONTEPULCIANO. Nasceva loro dottrina sopra un passo dell'Evangelio in
Agnese verso l'anno 1274, e gli albori della sua cui leggesi appo s . Matteo cap. 13 , vers . 32 :
età dimostravano com'ella era chiamata alla a Quanto a quel giorno nessuno lo sa , nè gli
perfezione, e fino dai 9 anni dimostròuna vo- Angeli che sono nel cielo , nè il Figliuolo, ma
glia si ardente di consacrarsi a Dio , che fu con- il solo Padre . » Ma i Cattolici, spiegando questo
dolta nel convento delle suore dette Sacchine, passo, l'altro portano in campo in cui si leg
ove all'età di 14 anni fu celleraria. Agnese ve- ge , negli Atti , al capo primo, che Gesù Cristo
sti l'abito di s. Domenico e divenne abba- disse ai discepoli suoi , che ad essi non appar
dessa d'un convento a Boceno. In appresso es- teneva il conoscere il tempo nè il momentoche
182 AGNUS DEI

il Padre pose in suo potere, con le quali pa- tanto il Pontefice ciò che può mutaro quella
role egli voleva reprimere la loro indiscreta candidezza che è propria di essi , come si osser
curiosità, loro facendo conoscere che ignorava va dalle seguenti parole : Vcrum eos altos et
per essi questo giorno e che non era della sua mundos agnum illum purum et innocentem re
missione il manifestarlo. Tale risposta è fon- praesentantes, qui occisus pretiosissimo san
data şulla interpretazione di molti padri della guine suo nos redemit, decenter , ac reverenter
Chiesa , e tra gli altri di s . Basilio , s. Ambro a cunctis haberi, deferri et custodiri praecipi
gio e s. Agostino ; sopra gli altri luoghi della mus. Da queste parole parimenti non sembra
Scrittura in cui Gesù Cristo descrive le cir- proibito di ritenerli dipinti con miniature,
costanze ed i segni che devono precedere il quando queste fossero state fatte ad essi prima
giudizio ; in fine sulle parole di s. Paolo che della benedizione, purchè, come osserva il San
dice, in Gesù Cristo essere rinchiusi tutti i chez, cosi non si tengano per venderli ; la qual
tesori della sapienza e della scienza . - Il cu- vendita, come soggiunge il medesimo teolo
rioso di questi Agnoiti si è che a forza di so- go , il Bonacina, il Diana, il Lezzana ed altri ,
fisticherie e di cavilli teologici dall'eutichia- può aver luogo in quel caso che essa riguardi
nismo erano passati all'opinione diametral- solamente il prezzo della materia , e non
mente opposta di Nestorio , opinione che pur pið , come sarebbe il prezzo della cera, della te
avevano in sommo orrore. Anzi s . Gregorio ca ecc.
Papa , nella epistola 42 , dice apertamente , Secondo il dire del Gohat , in Esper. truci.
non poter essere agnoila chi non è nestoriano. 8 , num . 839 , non è permesso a chiechessia li
Ad altri eretici che comparvero in sul fini- quefar la cera di cui sono formati, e mescolar
re del quarto secolo erasi pur dato il nome di la con altra cara, onde aumentarne il numero ,
Agnoiti. Teofrone di Cappadocia , della setta quando non siavi a ciò un privilegio speciale ;
degli Eunomiani, fu loro capo , aggiungendo perciocchè quell'azione è all'intutto profana,
gli errori della setta cui apparteneva alle suo e ripugnante alla intenzione del Sommo Pop
capricciose dottrine . Insegnava doversi battez- tefice che con grande rigore e costanza riservo
zare per la morte di Cristo, e non giusta la a sè stesso la facoltà di benedirli e consacrarli;
forma da Gesù Cristo instituita nel battesimo. la qual cosa maggiormente si conosce da quan
Egli chiamò i suoi seguaci Eunomisfroniani , to contiene la costituzione quadragesimaterza
cioè Eunomiuni sapienti, ma colla sua morte di Paolo V che incomincia Romanum sopra un
disparve anche questo nome e loro rimase tal punto. E sebbene per la consacrazione che
quello di Agnoiti dato loro dagli avversari, hanno con l'olio sacro ed il Crisma, non do
nome che meglio loro compete , significando vesse esser permesso che ai soli chericiordina
Ignoranti, dal greco ciprocin , ignorare. ti in sacris il toccarli, tuttavia al presente ,co
AGNUS DEI. Cosi addimandasi alcuni me dice il Sanchez, questa facoltà è tacitamen
pezzi di cera , dalla figura dell'agnello che to concessa a tutti i fedeli, cui non è proibito
portano scolpita e che sono benedetti dal il toccarli, specialmente quando lo facciano per
Papa pontificalmente vestito , con sacre ceri- divozione.
monie , la domenica in Albis dopo la sua Ed affinchè una perfetta idea si abbia sopra
consacrazione , e poi di sette in sette anni questa materia , conchiuderemo riportando
nella ottava di Pasqua. Intorno a questi A- quella parte dell'editto pubblicato in Roma il
gnus Dei abbiamo una Costituzione di Grego- giorno 14 ottobre 1716 e registrato nel Bolla
rio XIII che incomincia Omni certae , colla rio di Clemente XI , per ciò che riguarda gli
quale , sotto pena di scomunica non però ri- Agnus Dei.
servata , proibisce a qualunque si voglia « La santità di nostro Signore vuole col
persona di dorare o dipingere a colori , ed suo apostolico zelo provvedere, che alle sacre
esporre in vendita gli Agnus Dei . Donde os- reliquie .... comeancora alle cere benedette
servasi essere proibito le miniature di simili e consecrate col sacro Crisma dai Sommi Pon
Agnus Dei e il mercanteggiare con essi a ca- tefici, chiamate comunemente Agnus Dei, si
gione delle benedizioni che sono loro annes- conservi la dovuta riveranza ed onore, e chesi
se , la qual cosa colui che commettesse di si- levino affatto tutti gli abusi , inerendo alla
monia peccherebbe. Non apparisce perd da disposizione dei sacri Canoni e del Concilio di
tale costituzione che siavi proibizione di te- Trento nella sezione25 , De Invocat.et Venerat .
ner gli Agnus Dei in teche aurate o di argen Reliq. Sanct. , alle istituzioni apostoliche e agli
to , ovvero cingerli all'intorno con materia editti speciali altre volte emanati d'ordine
diversa affine di meglio conservarli,ed a dimo- dei SommiPonteficisuoi predecessori , partico
strare il pregio in cui si hanno, proibendo sol- larmente di s. Pio V e della santa memoria di
AGNUS DEI - AGOBARDO 183

Glemente VIII, quelli confermando e respetti- in abito pontificale, gl'intinge nell'acqua be


vamente rinnovando e ampliando. nedetta , e li benedice dopo averli estratti da
» Parimenteordinaed espressamente coman essa . Si pongono in un vaso che un suddia
da, che nessuna persona ardisca, nè presuma cono porta al Papa , dopo che nella messa ha
dipingere o miniare , ovvero far dipingere o detto l'Agnus Dei , e glieli presenta dicendo
miniare con oro od alcuna sorte di colore gli tre volte : « Questi sono gli agnelli che vi an
Agnus Dei benedetti, nè in lal modo vender- nunziano l'alleluia , ecco che vengono al fonte
li, o ritenerli per farne vendila, sotto pena pieni di carita, alleluia.» Il Papa li distribui
di scomunica ipso fucto, imposta nella bolla sce poi ai Cardinali, Vescovi , Prelati , ecc . Si
della santa memoria di Gregorio XIII , ed al- può consultare in proposito l ' Ordine Roma
tre pene riserbate a nostro arbitrio. Volen- no , l'Amalario, Walfrido Strabone, Sirmon
do che da tutti si debbano decentemente te- do , Raimondo ecc.
nere, portare e custodire bianchi e mondi , AGNUS DEI. E una parte della liturgia
come rappresentanti quell'innocentissimo e romana, ossia preghiera nella Messa, fra il Pa
divino Agnello, di cui portano impressa l'im- ter noster e la comunione , con la quale ora
magine. zione si fa una professione di fede della re
» E benchè la santa memoria di Paolo V denzione , dicendo per due volte ; « Agnello
nella sua bolla, che incomincia Romanum li- di Dio , che togliete i peccati del mondo , ab
cet Pontificem destino solamente i RR. Monaci biate misericordia di noi , » e soggiungendo
di S. Bernardo e di S. Pudenziana di Roma al la terza volta : a Agnello di Dio, che togliete
sacro ufficio di fare detti Agnus Dei , e di rin- i peccati del mondo , dateci la pace . » Nelle
novare i rotti colle stampe che si conservano Messe dei morti poi , invece, si dice per due
nel palazzo apostolico ; quindi se alcuno ar- volte : « Agnello di Dio, che togliete i peccati
disce di tenere, o fare stampe false dei medesi- del mondo , date a loro riposo ; » e la terza
mi , o fabbricare Agnus Dei , incorrerà nella volta : « Agnello di Dio, che togliete i pecca
pena della galera per dieci anni rispetto agli ti del mondo , date a loro riposo sempiterno .»
uomini, e della carcere per dieci anni o fru L'Agnus Dei fu introdotto nella messa dal
sta rispetto alle donne. Papa s . Sergio I nel 697 , e volle si cantasse
» Nella qual pena incorrerà ancora chiun- 'mentre si spezzavano le ostie, azione che mol
que distribuirà scientemente detti Agnus Dei to a lungo durava nelle antiche liturgie .
falsi, come se fossero veri , o benedetti, .... 0 AGOBARDO , nato nella Gallia Belgica ,
commetterà furto sacrilego ..... di Agnus nella diocesi di Treviri, verso la finedel seco
Dei benedetti , o muterà od allererà maliziosa- lo VIII , fu amico di Leidrado, vescovo di Lio
mente il nome o il numero del Sommo Ponte- ne, che lo elesse non solo suo coadiutore , ma
fice, impresso in ciascheduno degli Agnus Dei ben anche suo successore , e lo fece ordinare
benedetti ecc. » da tre Vescovi. Tale ordinazione, irregolare
L'origine di tale cerimonia è antica nella all'intutto , mosse grande rumore tra i Ve
Chiesa Romana. Walfrido Strabone ne fa au- scovi di Francia ; ma venne ratificata, o, per
tore Gregorio Magno, che anzi di questi Agnus meglio dire , rettificata . Agobardo era uno di
Dei fa menzione l'Ordine romano, in cui molto quegli uomini focosi che corrono al bene
vi ha di s. Gelasio . senza ritenulezza e senza tolleranza , e cui 8
Prendevasi anticamente il resto del cereo pa- facile sovente di traviare. Egli prese parte
squale benedetto nel sabbato santo, ed a pezzi nella ribellione dei figli di Luigi il Buono , e
si distribuiva al popolo. Ciascuno lo bruciava si fece noto cogli scritti suoi su tale sogget
in casa, nei campi, nelle vigne ecc ., quale pre- to , anzi credesi che egli fosse il compilatore
servativo contro i prestigii del demonio, e con- del breve che il Papa Gregorio IV pubblico
tro i turbini e le tempeste. E ciò pratica vasi contro Luigi il Buono , ma riconobbe final
anche fuori di Roma; ma nella città l'arci- mente il suo errore , e dopo di essere stato
diacono, invece del cereo pasquale, prendeva al- deposto nell'835 dal concilio di Thionville ,
tra cera, sopra cui versava dell'olio, ne faceva fu ristabilito , e morì il 6 giugno 840 nel
diversi pezzi in figura di agnello, li benediceva Saintonge, ove era andato per pubblici affari.
e li distribuiva al popolo. Agobardo era dottissimo personaggio , ed in
Tale si è l'origine degli Agnus Dei che i Pa- relazione con Adalardo ed altri uomini in
pi di poi benedissero con solenni cerimonie , signi del suo tempo. Lasciò gran numero di
come abbiamo detto. Delle quali ecco la de- scritti , dei quali tra i primi che ei compo
scrizione. Il sacrista prepara gli Agnus Dei se , ed i tre più celebri ad un tempo , sono
molto tempo prima della benedizione. Il Papa quelli contro Felice d'Urgel , contro gli Ebrei , e
184 AGONICLITI - AGOSTINIANE

contro la legge di Gondebaldo. Questa legge , bellamente si spiega, il giardino del Signore.
che autorizzava i giudizii per duello fu abro- Le nipoti e le cugine di Agostino ne facevano
gata mercè le sollecitudini di lui . Agobardo altresi parte. Il Tillemont crede che fosse il
scrisse anche contro le prove dell'acqua e del monastero medesimo in cui viveva verso il 425
fuoco ecc . , che si chiamavano allora i giudi- la figlia del sacerdote Gennaro, e che colå pure
zii di Dio. si educassero le povere orfane raccomandate
AGONICLITI. Il solo nome che è compo- alla custodia della Chiesa. La regola dettata da
sto dall ' « privativa, da yuvú , ginocchio , e da sant'Agostino è quella che sommariamente
xdirw , piegare , porge sotto occhio, direi qua- qui presentiamo.
si , ciò che tenevano gli appartenenti a que 1. Tutto sia comune fra le monache.
sta setta. Erano adunque costoro un'unione 2. Le più ricche non s'insuperbiscano per
di stolti usciti nell'ottavo secolo a propagare aver recato maggior dote al monastero .
le loro follie, che consistevano nell'asserire , 3. Non si cantino in chiesa che i salmi e gli
insegnare e sostenere essere contro la religio- inni della liturgia.
ne piegare il ginocchio mentre si assiste agli 4. S'osservino il digiuno e l'astinenze or
uffizii divini , e per questo , qualunque fosse dinate dalla Chiesa, fuorchè in caso di malattia.
la sacra funzione cui intervenivano , stavano 5. Si abbia cura dei malati .
sempre ritti , nè mai il ginocchio piegavano . 6. L'abito sia modesto ; s'osservi la più ge
AGONISTICI, voce che , dal greco dywvía losa cautela nel trattar cogli uomini , affinedi
Beggae , comballero, significa lottatori , e che lo- conservare il tesoro dell'innocenza .
l'o convenne per la lotta continua che soste 7. Si ammoniscano le suore erranti con
nevano contro la verità. Erano questi i di- dolcezza, le pertinaci si correggano con mi
scepoli di Donato , da lui spediti a far prose- sura .
liti alla falsa dottrina per le campagne e cit 8. Niuna suora possegga alcuna cosa di pro
fà. Infiammati dal massimo fanatismo non prio, ma riceva per usarne ciò che le sarà dato.
perdonavano costoro a stenti e fatiche per Una sola custodisca tutti gli abiti e li dispensi
hattagliare il cristianesimo , e talvolta si mo- regolarmente.
stravano cosi crudeli da usare somme violen 9. Și curi la nettezza del corpo; s' usino i
ze , e richiamare l'attenzione delle autorità bagni con maggiore o minore frequenza , secon
locali a reprimere la loro audacia. Costoro si do il consiglio del medico. ( Prescrizione indi
possono chiamare la peste dell'Africa cri- spensabile in un clima cocente . )
stiana , dacchè vi fecero guasti spietati . Dal 10. Si eviti ogni alterco, ogni disputa, e si
loro girare continuo ed infaticabile ottennero rimettano prontamente le ingiurie .
anche il nome di Circuitori , Circumcellioni, 11. Si obbediscano con pronto ed intiero
Coropiti , Catropiti e Montensi. Ved . Dona- animo la superiora ed il Sacerdote direttore.
TISTI . 12. Si legga pubblicamente la regola una
AGONIZZANTI ( CONFRATERNITA DEGLI ) . volta la settimana, affinchè si riduca bene in
È questa un'unione di penitenti persone la mente di chi avesse avuto la disgrazia di tras- .
quale esiste in Roma , di cui è obbligazione gredirla, e serva di consolazione a quelle che
principale pregare e far pregare per coloro che l'avranno osservata esattamente.
sono condannati a morte dalla giustizia. Quin La forma ed il colore degli abiti non essen
di a tal fine il giorno antecedente all'esecuzio- do determinati, l'ora degli esercizii religiosi
ne rendono consapevoli molti monasteri di non essendo indicata, non è da maravigliarsi
religiose; affinchè innalzino preci per l'infe- che l'ordine delle Agostiniane stendendosi in
lice. Il giorno in cui si eseguisce la sentenza , paesi di climi e di costumi diversi , abbia, se
espongono nella loro chiesa il Ss. Sacramento , condo i luoghi , adottato foggie e colori diversi
e vi fanno celebrare buon numero di messe per gli abiti , ed ore di preghiere non punto
pel delinquente ; nella domenica susseguente l'una all'altra conformi.
assistono all'uffizio dei morti. L'abito della Le monache di Nola vestono un abito bigio
società è un sacco bianco con una mozzetta cinto d'un cordone bianco con sandali di le
violacea, sulla quale vi ha una medaglia rap- gno ; quelle di Napoli osservano la regola di
presentante la nascita di G. C. sant' Agostino e portano il cordone di s. Fran
AGOSTINIANE . L'esempio di sant'Ago- cesco ; quelle di Vedano a Milano portano
stino, che fu in Africa fondatore della vita re- l'abito di s. Chiara ed osservano la regola di
golare, ed il suo consiglio indussero la vedova sant'Agostino.
sorella di lui a raccogliere in vita regolare Le Agostiniane Sculze ebbero cominciamen
molte vergini che formarono , come il santo to in Ispagna, e ne fu institutrice una dami
AGOSTINIANI 185

gella di nobile condizione , chiamata Pruden- le . 3. Che questo concorso non è già an
zia Grillo, la quale donando la propria casa tecedente nè fisicamente predeterminante ;
ed i suoi beni al p . Alfonso d'Orotseo del ma simultaneo, indifferente , versatile e fles
l'ordine eremitano di sant'Agostino , questi sibile a beneplacito della volontà , di manie
edificò il monastero nel 1589 , dedicandolo ra che Dio concorre a tale azione solo per
alla Visitazione di Maria Santissima, e depu- chè la volontà si determini ad agire, e 88
tandovi a prima badessa Giovanna Velasquez. questa non lo fa , Dio non presta altrimen
Furono queste le prime religiose Agostiniane ti gli aiuti della sua grazia. 4. In quanto
Scalze delle quali il Papa confermò la regola alle opere soprannaturali , le medesime crea
nel 1610. Le Agostiniane di questa riforma ture libere hanno bisogno di un soccorso spe
digiunano dagli Ognissanti fino al Natale , ciale e soprannaturale della grazia. 5. Che
dalla Settuagesima fino a Pasqua , ed inoltre nello stato di natura innocente questa grazia
ogni mercordi, venerdi e sabato : vestono di non è già stata per sè stessa efficace e di sua
sargia nera. Quelle del Portogallo vestono di natura , come lo è di presente , ma versatile
bianco , ed hanno l'abito stretto al corpo da e dipendente per la sua efficacia dal consenti
una cintura di cuoio . Ma nei giorni di festa mento del libero arbitrio. Questa grazia la
usano abito nero con un lungo mantello. chiamano adjutorium sine quo non , Soccorso
Vapno a pie' nudi con sandali di corda : un senza il quale ogni creatura libera non può
velo bianco loro copre il capo e ricade sugli fare alcun'opera soprannaturale e che l'è con
occhi , e su quello ne aggiungono un altro seguentemente necessario per siffatta condi
nero. Oltre ai voti consueti aggiungono un zione d' opere , ma che non pertanto non vi
quarto voto di non parlar mai agli esterni , determina efficacemente la volontà, a differen .
neppure ai loro parenti ; e quando per ca za dell'auxilium quo o della grazia efficace
gion di malattia i medici o chirurghi debbo- per sè stessa o di sua natura , qual ci viene
no visitarle , si coprono di un gran man conferita nel presente stato di natura cor
to , di maniera che il loro volto mai non si rotta. 6. Che nello stato di natura innocen
vede. te non esistettero decreti assoluti , efficaci, an
Un'altra riforma dell'ordine Agostiniano è tecedenti al libero consentimento della vo
quella che si chiama delle Agostiniane Recol- lontà della creatura , e per conseguenza nes
lette , fondata da Marianna Mancanedo , pata suna predestinazione alla gloria , anteriore al
di nobile famiglia ad Alba di Tormes , l'anno la previsione dei meriti , nessuna riprovazio
1568. Gli esercizii queste religiose consi ne che non supponesse la previsione dei de
stono in una pronta obbedienza , in orazioni meriti. 7. Che nello stato di natura corrot
ed in mortificazioni quasi continue . Oltre ai ta, la grazia per sè stessa è necessaria per tut
soliti digiuni esse digiunano dall'esaltazione te le opere che sono nell'ordine soprannatu
di S. Croce fino al Natale; dalla Settuagesi- rale , e solo a cagione della debolezza dell' y
ma sino a Pasqua , ed ogni mercordi, venerdi mana volontà guasta dal peccato di Adamo ,
e sabato . S'occupano ciascuna alla sua volta non già del sovrano dominio di Dio sulla
nelle incombenze le più basse, professano una creatura e sulla dipendenza essenziale della
estrema povertà , non potendo nè ricevere nè creatura verso il Creatore , come la voglio
donare neppure un'immagine senza permes- no i Tomisti . 8. Sebbene essi confessino aver
so . Questa povertà vedesi nei loro abiti che Iddio una infinità di mezzi sconosciuti al
sono grossolani , e nello astenersi che fanno l' uomo per determinare liberamente la vo
dall'uso di panni lini , fuorchè in caso di lontà , fanno consistere la natura della gra
malattia . I primi voti solenni furono da esse zia efficace in una certa dilettazione e vin
pronunciati il 25 maggio 1604 . cente soavità con cui Dio inclina e determina
AGOSTINIANI , Augustiniani, Augustinia- al bene la volontà , senza ferire la libertà . Cioc
nenses. Nome che nelle scuole s'attribuisco ai chè essi spiegano in varie fogge : perocchè
teologi che fanno professione di seguire la gli uni , come i padri Bellelli e Berti , fanno
dottrina di sant'Agostino ,specialmente sulle consistere l'efficacia della grazia in una di
materie della grazia e della predestinazione . lettazione vincente , non solo indeliberata ,
Ecco il loro sistema. 1. Essi distinguono tra ma ben anche operante in modo relativo e
lo stato d'innocenza nel quale Adamo fu per gradi, senza essere non pertanto neces
creato e lo stato di natura corrotta in cui na- sitante, poichè lascia in ogni caso la libertà
sciamo noi tutti , tra le opere naturali , e le d' indifferenza e un vero potere di resister
opere soprannaturali. 2. Sostengono che tut- le ; gli altri fanno consistere l'efficacia della
te le creature abbiano bisogno dell'attua- grazia in una dilettazione vincente non per
le concorso di Dio per qualsiasi opera natura- gradi e relativamente , ma semplicemente ed
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fusc . III .
186 AGOSTINIANI
assolutamente. 9. Oltre la grazia efficace am eremitani alla regola di s. Benedetto, se ne ro
mettono pure un' altra specie di grazia ch'essi devano da lungo tempo parecchi altri , i qua
chiamano sufficiente , grazia reale propria- li facevano professione di seguire la regola di
mente detta , perchè dona alla volontà abba- S. Agostino . La più ragguardevole di codeste
stanza di forza a produrre , sia mediatamen- congregazioni era quella di Brittina nella
te , sia immediatamente ,opere soprannaturali Marca d’Ancona , stabilita sotto il pontifica
e meritorie , relativamente alle circostanze to di Gregorio IX , dal beato Giovanni il
presenti , ma che frattanto non sorte il suo Buono , che dopo di aveţ lungamente fatto
effetto senza il soccorso d'una grazia efficace. il mestiere di giocoliere , erasi convertito in
10. Allorchè Dio chiama qualcuno efficace una maniera inaspettata. Questo Papa asse
mente , gli dà una grazia efficace per sè stessa gno da prima una forma di abito fisso presso
ed accorda agli altri una grazia sufficiente per agli eremitani , che colla variazione del vo
1 compiere i suoi comandi. 11. Sostengono che, stito talvolta si confondevano coi frati Mino
in quanto allo stato di natura corrotta , è ri , e che facevano diminuire verso di que
d'uopo ammettere , colla volontà in Dio di sti la carità dei fedeli. Ad oggetto di stabilire
salvare tutti gli uomini , alcuni decreti as- anche una maggiore uniformità, il Papa Ales
soluti ed efficaci per sè stessi che riguardano sandro IV assoggetto indistintamente tutti co
le opere che sono nell'ordine soprannaturale. desti solitarii alla regola di sant'Agostino.
12. Che la prescienza di queste medesime AGOSTINIANI ( Eremiti ) . Sant'Agostino
opere è fondata su decreti assoluti ed eſſicaci. aveva formato due comunità, l ' una a Tagasto
13. Che ogni predestinazione , sia alla gra- mentre era ancor laico , l'altra ad Ippona
zia , sia alla gloria , è intieramente gratuita. poichè fu prete, ed in cui raccolse , essendo
14. Che la riprovazione positiva si fa riguar- Vescovo , tutto il suo clero. Egli non aveva
do dei peccati attuali ; e la riprovazione ne- stabilito regola particolare, ma seguitava la
gativa à riguardo del solo peccato originale. regola del Vangelo. Si rinunziava alla pro
Ved. il P. Berti , Theologiae disciplin. tom . 3 , prietà , non si osservavano quelle pratiche ri
e nella sua apologia intitolata : Augustinianum gorose introdotte negli ordini di sant' Anto
systema de gratia ab iniqua bajuni et jan- nio e di s . Pacomio. Convien credere che pri
seniani erroris imputatione vindicatum ecc . ma e dopo la morte di sant'Agostino molte
Si dividono gli Agostiniani in rigidi e ri- altre instituzioni si formassero ad imitazione
lassati o mitigati. Rigidi sono quelli che so- , di quella .
stengono tutti i punti or ora esposti; rilassati Le persecuzioni dei Vandali, che eransi im
quelli che, nelle opere soprannaturali , distin- padroniti dell'Africa , avevano costretto i di
guendo tra le facili e le difficili , non esigono scepoli del vescovo d'Ippona a cercare un asi
la grazia efficace se non per queste ultime , e lo in Europa , dove stabilirono comunità so
sostengono che per le altre, qual è la preghie , miglianti a quelle che i barbari avevano dis
ra , mercè la quale si possono ottenere grazie perse , e i cui membri chiamaronsi Eremiti
più abbondanti , basta realmente la grazia suf- di sant'Agostino. Questi varii monasteri es
ficiente e sorte non di rado il suo effelto sen- sendosi a poco a poco annodati in varie con
za che abbisogni d'altro soccorso. Tal era il gregazioni , Papa Alessandro IV le riuni tut
sentimento del Cardinale Noris, del P. Tomas- te sotto ad un solo generale nel 1254 ; gli
sino ecc . statuti ne furono compilati nel 1287. Que
AGOSTINIANI poi diconsi non solo i teologi st' ordine aveva in Europa quarantadue pro
cattolici di cui fu più sopra accennato il si- vincie , e fin dal 1080 una casa a Lovanio.
stema scevro di errore ; ma questa appella Dopo l'unione generale di tutti gli Eremiti
zione viene usurpala eziandio da coloro che di sunt Agostino , varie parziali riforme die
seguirono gli errori di Baio e di Giansenio, i dero luogo a formare nuove congregazioni ,
quali hanno la pretesa che le dottrine loro fino a quindici all'incirca ; quella fra le al
estratte sieno dalle opere di sant'Agostino .Ma tre , chiamata di Centorbi , fondata in Sicilia
di questi pseudo-agostiniani parleremo, come nel 1579, sulla montagna di questo nome. I
a luoghi più opportuni , negli articoli Gian- religiosi di siffatta congregazione usano san
sexo, GIANSENISMO , QUESNELLO, BAJO , ecc . dali , lavorano la terra , e non vivono che di
AGOSTINIANI MENDICANTI . In sul fornire elemosina.
del 1200 Alessandro IV riunì cinque congre La più celebre di tali riforme è quella degli
gazioni di eremitani in un sol corpo, che for- Agostiniani Scalzi, che praticano grandi au
mò l'ordine degli Agostiniani mendicanti. Ol- sterità. Autore ne fu nel 1532 il P. Tommaso
tre i discepoli dis . Guglielmo di Malaval , di Gesù . Questo religioso , nato a Lisbona ,
morto cent'anni prima , e soggetti con questi aveva seguitato il re Sebastiano nella sua spe
AGOSTINIANI-AGOSTINO (S.) 187
dizione contro i Mori , ed aveva avuto il dolo- un'anima naturalmente retta , o dotata a un
re di veder perire quel giovine principe nel tempo stesso di quel gusto di ragione che non
l'età di venticinque anni col fiore della no- può lasciar di sentire un certo amore del vero
biltà portoghese, in una battaglia contro l'im- bene; inseguito per l'altra parte continuamen
peratore di Marocco . Egli stesso fu fatto pri- te dalla grazia , di cui doveva essere il trionfo,
gione e stette in ischiavitù fino alla sua morte, non meno che il difensore, chiedeva a Dio la
che avvenne nel 1582 . castità, ma con voti inefficaci, che temeva pur
AGOSTINIANI . Eretici del secolo decimo- anche di vedere esauditi . Per colmo di sciagu
sesto, discepoli di un sacramentario chiamato ra, la curiosità e l'inquieta attività del suo
Agostino, il quale sosteneva che il cielo non spirito lo avevano impegnato nel commercio
si aprirebbe a nessuno prima del finimondo. de' Manichei. I loro discorsi, tanto più pom- .
AGOSTINIANISMO. E la dottrina sostenu- posi , quant'erano più grandi gli errori che
ta dai teologi agostiniani. Ved . quest'articolo. dovevano nascondere , lo nausearono sul
AGOSTINO ( S.) . Uno dei più celebri lu- le prime della senplicità delle divine Scrit
minari della Chiesa , acerrimo propugnatore ture, e poco dopo lo precipitarono nella ere
della fede cattolica , il padre della grazia , il sia .
profligatore degli eretici , nasceva a Tagaste La lettura delle epistole di s. Paolo, sì bene
nella Numidia il 13 novembre 354 di un'o- adattate al genio di Agostino , fu quella che
nesta famiglia , ma poco ricca di beni di for- diede l'ultimo colpo alla sua fermezza , unita
tuna . Il padre di lui , per nome Patrizio , eser mente ai discorsi di un santo sacerdote di Mi
citava un piccolo impiego nella magistratura , lano , di nome Simpliciano , il quale aveva già
e prima di morire ricevette il battesimo. Mo- servito al grande Ambrogiodi maestro nelle vie
nica, sua madre, accoppiava alla pietà più te- della pietà. Agostino,sopra alcune idee tuttavia
nera la sorte di aver sempre professato la ve confuse di riforma, avea formato il progetto di
ra fede. Aveva ella tentato d'inspirarla a suo vivere in comune con un certo numerodiami
figlio fino dagli anni suoi più teneri , nè mai ci , fra cui i due principalierano Alipio e Nebri
vi fu cosa , la quale più di questa parte del dio , Africani siccome lui , e cotanto alla sua
materno dovere le stesse a cuore ; non cre- persona affezionati , che pel solo piacere di vi
dendosi madre che per metà, conforme espri- vere continuamente in sua compagnia , aveva
mevasi, finchè comunicato non avesse la vita no abbandonato la loro patria , ove possedeva
della grazia a colui che le era debitore della no delle terre, ed erano fra i primi del paese .
vita naturale. Ma la dissipazione del giuoco e Ma siccome alcuni di questi amici pensavano
degli studi medesimi , le compagnie , le oc a prender moglie, ed altri l'avevano già presa,
casioni che si offrono a' grandi talenti e alle si fece riflessione che le donne potrebbero non
anime socievoli , precipitarono Agostino in contentarsi di una tale società . Erano le cose
sommi disordini , e lo trassero finalmente a questo punto , quando Agostino fece la cono
nella più deplorabile schiavitù della voluttà. scenza del prete Simpliciano. Accordandogli
Fu presa una straordinaria cura delle sue ra- questi tutta la sua confidenza , gli confessò fa
re disposizioni per le scienze che facevano migliarmente con tutte le più minute circo
concepire a suo padre le più alte speranze. stanze i suoi errori e tutte le sue debolezze .
Comparve e brillo successivamente nel luogo Procurd Simpliciano d'inspirargli coraggio ,
della sua nascita e nella capitale dell' Africa. narrandogli come il retore Vittorino, noto per
Ma neppur questa era un teatro degno del su una traduzione sommamente stimata delle o
periore suo genio. Egli credette di potersi pere di Platone , non solo aveva trionfato su
produrre nella prima città del mondo; e ven- tutte le passioni della carne , ma di più aveva
ne a Roma in età di ventinov'anni , per in- rinunziato sul punto alle speranze e a tutti
segnarvi la eloquenza , sempre assai onorata gl' intrighi del secolo.
nell'impero . Un altro giorno , mentre Agostino favellava
Strascinava egli seco dovunque le stesse de- sugli stessi oggetti al fedele suo Alipio , Pon
bolezze, e ben lungi dal guarirle, le accresceva ziano, il quale esercitava una ragguardevole
da per tutto. L'ozio de' piccolipaesi , la licen- carica alla corte , ed era un uomo molto dab
za delle popolate città , gli spettacoli del teatro , bene , venne a fargli visita in qualità di suo
pei quali aveva una forte passione , tutto in compatriota; perocchè era Africano egli pure .
lui alimentava quel principio di sensualità che Siccome egli vide sopra úna tavola le epistole
snervava il suo coraggio , e che di giorno in di s . Paolo, così la conversazione si tenne na
giorno rendevalo sempre più incapace di scuo turalmente sopra argomenti di pietà ed egli
tere quelle catene sotto il peso delle quali però riferì diversi passi della vita di s . Antonio , di
non lasciava di gemere. . . Imperciocchè con cui nè Agostino nè Alipio aveano mai udito
188 AGOSTINO (S.)

parlare. Intesero con sorpresa fatti si mirabili Nello stesso tempo compose il suo trattato
e cosi recenti. Ponziano non era meno stupi- dell'Ordine , il quale non ha quasi relazione
to di una simile ignoranza in uomini cotanto che all'ordine degli studii ; poi scrisse quelle
culti. Questi begli spiriti non sapevano neppu- pie e tenere conversazioni con sè medesimo ,
re , che in Milano , ove vivevano , vi fosse un che egli intitolo Soliloqui . Ricevuto il batte
monastero , il quale ricordasse gli angelici co- simo in Milano la vigilia di Pasqua 24 aprile
stumi, di cui il padre dei cenobiti avea dato 387 , al suo ritorno dall'Italia passò ancor
le prime istituzioni in Egitto. Ponziano rese tre anni in un ritiro che erasi scelto , e sen
loro conto anche della singolar conversione di za ristringersi alle opere di penitenza ed alle
due signori della corte, accaduta leggendo una meditazioni utili a lui solo , ei credette di do
vita del medesimo s. Antonio da loro trovata ver servire la Chiesa coi suoi scritti. Allora
a Treviri presso alcuni monaci , fra i quali e- fu che egli compose contro de Manichei i due
rano casualmente entrati. suoi libri sulla Genesi , in uno stile più sem
Durante tutto queste racconto , Agostino plico di quanto aveva scritto sino a quel tem
parve assorto nelle più profonde considerazio- po. Lo spirito di Dio incominciava già a
ni . Allorchè Ponziano si fu ritirato: « A che riempirlo interamente , a regolare per anche
" pensiam noi? » disse eglial suo amico con un il suo stile , e a purgarlo da qualunque vani
tuono di voce straordinario , ed alzandosi con tà , il che era l'ultima cosa e forse la più
una viva commozione. « Gl'ignoranti rapisco- difficile. Il libro intitolato il Maestro fu com
» no il cielo sotto gli occhi nostri ; e noi , insen- posto nello stesso ritiro . Il santo dottore, nel
» sati, con tutta la nostra scienza , noi languia- tempo dei suoi traviamenti , aveva avuto un
» mo nell'infetto fango del vizio ! Arrossiremo figlio naturale, per nome Adeodato, che, sul
» noi di seguirli ? Ma non sarà ella infinita- l ' esempio di Davide , egli continuava ad a
» mente maggiore la nostra vergogna , qualora mare teneramente , piangendo la colpa che gli
» non ne abbiamo il coraggio ? » Riguardavalo aveva data la nascita. Il libro del Maestro •
Alipio senza parlare, molto stupefatto di una un dialogo fra Agostino e suo figlio : e tendo
cotanto straordinaria agitazione ; e lo seguì nel a provare non esservi alcun altro maestro, il
giardino , ove questa lo trasporto. Si assisero quale c ' insegni efficacemente , fuorchè l'e
entrambi nel luogo il più rimoto. Era quello terna Verità. Compose altresi in quel primo
l'ultimo conflitto di Agostino contro alla gra- ritiro il suo trattato Della vera religione, in
zia, la quale già in lui trionfava di tutte le ri- cui mostra che questa non trovasi che nella
bellioni della sensualità ;e l'inferno, nel pun- Chiesa cattolica ; ed in cui tratta dei mezzi
to di perdere uno schiavo , la cui liberazione affettuosi d'innalzarsi a Dio , con una forza ,
doveva essere di tanta conseguenza , adoprava con una sublimità e purità di stile che fan
tutta la sua forza e tutti i suoi artifizii affine no riguardare quest'opera come una delle
di mantenersene il possesso. Agostino speri- migliori sue produzioni. Poco dopo la sua or
mentava dei movimenti convulsivi , si batteva dinazione a Sacerdote in Ippona , ei compose
la fronte, si strappava i capelli, si graffiava le il suo libro Dell' utilità della fede , affine di
membra, e adiravasi contro se medesimo di ritirare dal manicheismo Onorato , suo ami
non poter risolversi a fare ciò che pareva di- co, tratto da lui altre volte in questo errore .
pendere soltanto dalla sua volontà. Ma final . Scrisse poscia il libro Delle due anime, sempre
inente le tenebre sue si dissiparono, come pu- contro ai Manichei , i quali pretendevano che
re l'imaginaria impossibilità che ei trovava in ogni uomo vi fossero effettivamente due
ad obbedire alle ispirazioni divine. Prende anime, l'una buona e l'altra cattiva , e che
l'efficace risoluzione di seguir Gesù Cristo rendevano questa assurda ragione della me
pel più angusto cammino dell'evangelica per- scolanza dei beni e dei mali , o della origina
fezione , e sul fatto rinuncia al matrimonio del male.
! ed a tutte le vane sollecitudini del secolo . Ma di tutte le opere composte da s. Agosti
Poscia incominciando a compiere i disegni no contro cotesti dannosi settarii , quella che
del cielo sugli incomparabili suoi talenti, merita la maggior attenzione, riguardo ad al
scrisse le prime sue opere contro i principii cuni punti di dottrina anche oggidi importan
degli accademici e dei pirronisti , e sulla fe- tissimi , è senza dubbio il suo trattato Del li
licità di conoscere Dio ; perocchè volle eser bero arbitrio , diviso in tre libri . Sebbene lo
citarsi da prima intorno ad argomenti accon avesse egli composto prima del suo episcopato ,
ci a rassodarlo nelle sue pie risoluzioni. I sen- ed anzi in parte prima di entrare nel clero ,
timenti di cui sono pieni , vanno al cuore , egli ne parla per tutto ,e fino nelle sue Ritrat
ma lo stile è di una eleganza ricercata , e sen tazioni , come di un'opera, i cui esatti e sodi
1e tuttavia della ostentazione della scuola . principii confutano in una vittoriosa maniera
• AGOSTINO (S.) 189
tutti i nemici della libertà . A fine di distrug- una produzione degna del Creatore. Possiamo
gere con un colpo la base del Manicheismo egli con questo libero arbitrio aiutato dal celeste
distingue , indipendentemente dal peccato ori- soccorso , ossia colla volontà , quale la abbiamo
ginale, due sorta di mali , quello della pena e nello stato presente; poichè fra s. Agostino ed
quello della colpa, ciò che ne tormenta e ciò i Manichei non trattavasi che dell'uomo cadu
che ne corrompe. a Dio, dice egli, è la causa to nel peccato; possiamo, dissi , portarci al be
» del primo senza cessar di esser buono; poi- ne od al male. « Ma tutti gli atti della volontà,
» che la sua bontà gli fa punir quelli che sono » soggiunge il santo dottore, non vengono e
» malvagi...... Per quello poi che riguarda » gualmente da Dio. Imperocchè se tutti i no
v il male propriamente detto, e in singolar mo » stri movimenti verso l'oggetto della salute
» do quello del peccato che ci è personale, o » procedono dal Signore , quelli però che ci
» gnuno , egli soggiunge , ne è l'autore colla » portano al male , in quanto che ci allonta
» propria volontà . » E qui giovi osservare, che » nano dal vero bene , sono gli effetti proprii
egli non attribuisce già questa sorta di male » del nostro nulla, ossieno le difettose opera
alla volontà di Adamo. » zioni della nostra debolezza, che l'Onnipos
« Il disordine, egli ripiglia, proviene, a vero » sente non fa che permettere.
» dire, dalla cupidigia o dall'amore dei beni Quanto alla sostanza dell'empietà manichea
» caduchi; Dio però non permette che quello riguardo alla origine del male , le sottigliezze
» che è fuori dell'uomo, lo riduca a rendersi e la lunghezza di una tale questione non ci
» colpevole sottomettendosi al giogo della cu- permettono di esporre la soda e veramente
» pidigia : ma il suo libero arbitrio è quello filosofica maniera con cui essa è parimenti
w che lo determina a seguire una si cattiva confutata in questo secondo libro . Si trovano
» guida , e che cosi lo allontana dalla sua vera ivi argomenti tali , i quali non possono cho
» felicità . Donde però procede egli mai , che rimanere indeboliti qualora s'imprende di
» volendo tutti essere felici, tutti però non lo compendiarli , e fa d'uopo soprattutto stu
» sieno ? La ragione si è , che tutti non vo diarli nella loro fonte. Per l'altra parte vi si
» gliono ben vivere, senza di che non è possi- vedrà che i sacri nostri dottori non ignorava
>> bile esser felice. » no il metodo, di cui si fanno tanto onore al
Ma Dio non deve egli essere riguardato sic- cuni moderni , e che consiste nel discendera
come la causa del peccato ( opporrà forse talu- dai primi principii alle conseguenze le più re
no) , poichè egli ci ha dato il libero arbitrio, mote , per via di una continua concatenazione
senza il quale noi non avremmo peccato ? A d'idee analizzate con esattezza e precisione. In
questa obbiezione risponde s. Agostino nel se- questa forma s. Agostino dimostra che non
condo libro , che Dio aveva una giusta ragio- possiamo perdere, nostro malgrado, il sommo
ne di crearci liberi , affinchè facessimo delle bene che possediamo colla volontà : dal che
opere meritorie; il che non avremmo potuto conchiude, che la coazione propriamente det
fare senza il libero arbitrio ; siccome senza di ta non può cosa alcuna su questa facoltà del
ciò il Signore non avrebbe avuto luogo di l'anima nostra , e che tutta la violenza che
render palese questa sorta di giustizia , che questa può sperimentare, non è distinta dalla
consiste nel coronar la virtù e nel punire il necessità .
delitto. Il terzo libro prova in termini chiari , che il
Il santo dottore distingue i beni in tre di peccato di cui ci rendiamo colpevoli, non è al
versi ordini, che tutti vengono da Dio: quelli trimenti un movimento necessario che proven
coi quali non si può che viver bene, e sono le ga dalla natura dell'uomo , poichè allora il
virtù ; quelli senza cui si può viver bene, e so- peccato non sarebbe più una colpa , non essen
no i corporali ; quelli finalmente che stanno dovi atto colpevole, quando agiscano la natura
nel mezzo fra gli uni e gli altri , e senza i quali e la necessità . Il movimento con cui l'uomo si
non si può viver bene, e sono le potenze del allontana da Dio , non sarebbe una mancanza
l'anima, di cui il libero arbitrio è una parte. riprensibile, qualora non fosse volontario : cioè
Non si può fare un cattivo uso della virtù, non fosse un atto di volontà che stesse in no
perchè l'effetto proprio della virtù si è di usar stro potere di produrree di non produrre,con
degnamente degli altri beni; ma per quel che forme i Manichei, coi quali si disputava, in
riguarda i beni del secondo e del terzo ordine, tendevano la parola di volontà. Se questo dis
si può farne abuso: il che non impedisce che i ordine vien dato per una pena necessaria e
medesimi non sieno beni, giacchè può farsi di inevitabile, il delitto di colui che lo commette
essi un uso buonissimo . Il libero arbitrio dun- deriva sempre dalla sua volontà, in quanto e.
que , sebbene alquanto minore della virtù , gli si è volontariamente esposto ad una tal pe
190 AGOSTINO ( S. )

na. Quanto poi alle conseguenze del primo cere il demonio , vincendo le nostre passioni,
peccato, le quali sono la ignoranza e la concue contro ai principii dei Manichei ; il libro che
piscenza, ciò che in noi si riprende come una direttamente combatte la famosa epistola del
colpa, si è non già la ignoranza involontaria, Fondamento, cioè tutto lo spirito della dottri
ma bensì la negligenza nello istruirci : sicco- na di Manete ; il libro del Lavoro manualc
me parimente veniamo rimproverati non già dei monaci ; il trattato della ſede delle cose
di non guarirci da noi stessi , ma di disprez- che non si veggono; quello del Catechismo, os
zare il medico caritatevole che vuole guarir- sia della istruzione dei Catecumeni ; le sue
ci . Tali sono i nostri peccati proprii ; e in Confessioni, i suoi trentatré libri contro Fau
queste occasioni l'uomo per sua colpa avreb- sto Vescovo manicheo ; i quattro libri della
be perduto cosi la facoltà di cercare per ap- Conformità degli evangelisti, che formano una
prendere ciò che non sa, e che gli è pure im- eccellente disputa contro i pagani ; le que
portante sapere , come quella di ottenere stioni sopra i Vangeli di s . Matteo e di s . Lu
con un'umile orazione la luce e gli altri soc ca , e le annotazioni sopra Giobbe; il libro
corsi di cui ha bisogno. Che se si nominano del Bene coniugale : tuttociò non è che una
peccati, il male che commettiamo per igno- parte delle opere da lui pubblicate nei tre o
ranza, ed il bene che non facciamo per impo- quattro primi anni del suo episcopato. E po
tenza , egli è a cagione del primo peccato li- sciachè i libri a Simpliciano sono si acconci a
beramente commesso, da cui essi traggono la far che si afferri il vero senso di molti altri
origine, e di cui sono la pena. Siccome si dà scritti del santo dottore intorno alla grazia,
il nome di lingua ai suoni articolati, che la cosi ad evitare il biasimo da cui altri non an
lingua produce coi suoi movimenti, cosi chia- darono liberi per ommettere di parlare di es
masi peccato non solo il peccato attuale, com- si , crediamo giusto con la possibile brevità
messo con una libera volontà e con cognizio- esaminarli .
ne , ma di più i movimenti indeliberati, ne Il primo libro comprende due questioni tol
cessario effetto ed inevitabile pena del pecca- te dall ' epistola di s. Paolo ai Romani . Nella
to. In tutto ciò , il dottor della grazia suppo- prima trattasi dell'uomo sotto la legge, para
ne, che Dio , prima di qualunque peccato, a- gonato all ' uomo sotto la grazia. Su di ciò il
vrebbe potuto crearci soggetti a questi pecca- santo dottore dice , che la legge non è viziosa
ti impropriamente detti, o piuttosto a queste in sé stessa, ma che diviene nociva a colui che
miserie, di cui possiamo fare un buon uso se ne abusa , o che non si sottomette a Dio
per la nostra salute , e per la gloria del Crea- con una pia umiltà, a fine di poter compierla
tore. Lib . III, cap. 25 . colla grazia. « È vero, egli soggiunge , che la
Il santo dottore, mostrando finalmente che, legge non dà la forza di fare ciò che coman
ben lungi dal riguardare come un articolo di da ; ma , per altro , ci avverte di chiedere la
fede la condanna dei fanciulli morti senza bat- grazia che conferisce questa forza . Nello stesso
tesimo alla pena del fuoco , trovava anzi una . tempo che il Signore somministra il soccorso
somma difficoltà nel decidere intorno la sorte , esteriore della legge , egli opera interiormente
di questi fanciulli; dice anzi in termini preci- nell'anima , e dà la grazia dell'orazione con
si , che siccome può esservi uno stato medio cui si ottiene la grazia di compiere ciò che la
fra quello in cui si fanno delle buone ope- legge prescrive. »
re, e quello in cui si commettono dei peccati, Nella seconda questione si tratta della gra
cosi potrebbe esservi parimenti una sentenza tuità della vocazione alla fede ; ma prima di
media fra quella che distribuisce la ricom- entrarvi, bisogna ben afferrare ciò che l'au
pensa , e quella che condanna al supplizio. tore osserva da principio , come necessario per
Tali sono nei libri Del libero arbitrio i pun- la intelligenza di s. Paolo su questo propo
ti che abbiamo creduto di dover osservare, a silo : cioè , che l ' Apostolo aveva in mira di
fine di far conoscere che la dottrina di s. Ago- abbattere l'orgoglio degli Ebrei, i quali cre
stino non è meno contraria ai nemici della devano che colla servile imitazione della leg
libertà che a quelli della grazia. ge avessero meritato di essere chiamati al
Creato Vescovo, sebbene innumerevoli fos- Vangelo . Parimente a fine di qui intendere il
sero le cure di lui , nulla però scemarono della nostro santo dottore, è necessario riferire la
maravigliosa fecondità della sua penna. I due sua dottrina sulla gratuità della grazia. Egli
libri a Simpliciano , nei quali risponde alle stabilisce il principio , che la fede non è do
questioni che quel vescovo di Milano gli ave- vuta alle opere precedenti , e che essa è la
va proposte sopra la Scrittura ; il libro del prima grazia; non già che il dono della fede
Combattimento cristiano , sulla maniera di vin- preceda necessariamente e senza eccezione
AGOSTINO (S.) 101

qualunque altra sorta di grazia , o che non piglia il santo dottore , Esad non è egli sta
vi sia alcuna grazia nello stato d'infedeltà, to chiamato in una maniera che fosse segui
o sia fuori della Chiesa ; ma bensi perchè ta dal consenso ? Perchè il Signore è padrone
la grazia della fede non è la ricompensa dei dei suoi doni , nè si può chiedergli conto del
meriti precedenti, tanto effettivi che preve- le sue opere. Del resto , il Signore non co
duti . stringe a peccare quello al quale non dà que
Sant'Agostino cita, dietro s . Paolo, l'esem- ste grazie di elezione, il che vuol dire , secon
pio di Giacobbe e di Esaù per mostrare la do ciò che abbiamo detto più sopra , che colla
gratuità della prima grazia , in quanto che sottrazione di questa sorta di grazia, Dio non
Giacobbe era stato preferito ad Esau prima lo costituisce già in necessità di peccare. Dun
che l'uno e l'altro fossero nati , e per conse que Esaù e quelli che egli rappresenta, ban
guenza prima che i medesimi avessero fatto no le grazie assolutamente richieste per non
cosa alcuna per determinare la scelta del Si- peccare necessariamente : poichè il santo dot
gnore . Tutte le operazioni della grazia, e tut- tore dice , senza eccezione che Dio non co
ti gli atti della volontà che le corrisponde, stringe l'uomo a peccare e che non lo neces
sono qui compresi dal santo dottore sotto il sita : imperocchè costringere non significa che
nome di giustificazione, la quale però non im- necessitare ; ed ognuno conviene, che i Pela
pedisce che non vi sia una corona di giusti- giani medesimi , ad onta della loro sottigliez
zia ; poichè questa è fondata sulla cooperazio- za , non hanno mai fatto una si chimerica di
ne della volontà. Se dal gran numero di co- stinzione riguardo agli atti della volontà. É
loro che sono chiamati , pochi sono gli eletti , cosa infatti che implica contraddizione il dire
la ragione si è, che pochi sono quelli i quali che ciò che è volontario sia forzato , o, il che
seguono la vore che li chiama . « La vocazio- torna lo stesso , conforme dice s. Agostino in
ne, dice l ' Apostolo , non viene già da colui parecchi altri luoghi , che si voglia la stessa
che vuole, nè da colui che corre ; » ciò non cosa .
ostante è necessario il volere ed il correre; e Egli non adopera altre ragioni per la con.
in seguito della vocazione, l'uno e l'altro è danna dell'uomo peccatore, nè per la giustifi
in nostro potere col mezzo della ispirazione e cazione della divina giustizia: in nessun luogo
della impulsione che essa contiene. Se dun- egli ricorre al peccato originale per dedurne
que tutti quelli che sono chiamati non se. la necessità di peccare atlualmente. Egli si
guono, ciò accade perché non si segue senza contenta di mostrare che l'uomo, privato della
volerlo , e perché tutti non lo vogliono. « E- vocazione da noi esposta, e che egli chiama
saù , soggiunge il santo dottore, in termini che congrua , può, malgrado una tale privazione,
abbiamo creduto di tradurre scrupolosamente e col soccorso delle grazie ordinarie, fuggire
e letteralmente, Esaù non ha voluto e non è il peccato.
corso : ma se avesse voluto e fosse corso , sa Il secondo libro a Simpliciano versa sopra
rebbe arrivato , coll'aiuto di Dio, il quale questioni tratte dai libri dei Re, e molto meno
chiamandolo a sè gli avrebbe dato altresì il spinose che quelle del primo. Basterà osserva
volere ed il correre, se col dispregio della vo re in primo luogo, che il timor di Dio, lodato
cazione non fosse incorso nella riprovazione. nel Vecchio Testamento , sebbene chiamato
Perciò la buona volontà è tutta ad un tratto servile, è pur anche lodato da s. Paolo: in se
di Dio e di noi , di Dio per la vocazione, di condo luogo, per qual ragione lo spirito ma
noi per la cooperazione. » ligno che s'impadroni di Saule, sia nominato
Ora vi sono diverse maniere di chiamare spirito del Signore, e in qual senso sia detto
e diverse maniere di condursi riguardo alla che lo spirito di menzogna fu inviato per in
vocazione , in conseguenza di cui essa ottie- gannare Acabbo . « Queste espressioni forti a
ne o non ottiene il suo effetto. Nel gran nume- famigliari alle divine Scritture, dice s. Ago
ro di quelli che sono chiamati , coloro sono e- stino, non significano che una semplice per
letti che sono stati chiamati in tal maniera, missione , e non già un ordine positivo per
che seguono la voce che li chiamava : ma parte del Dio di ogni santità. » Quindi il
quelli che non ubbidiscono alla vocazione, non santo dottore confermava ciò che aveva pro
sono eletti, perchè non hanno seguito , avve- posto nel libro precedente, cioè, che sebbene
gnachè fossero chiamati : e sebbene il Signore Dio non accordi a tutti i peccatori la grazia
chiami la moltitudine, non ricolma però del- della giustificazione , e perciò si dice che ne
le sue misericordie se non quelli che chiama indura alcuni , non per questo li riduce alla
della maniera con cui loro conviene di essere necessità di peccare.
chiamati, affinché seguano. « Ma perchè , ri E qui dir converrebbe parimenti delle sue
493 AGOSTINO (S.)

lettere, fra cui di quelle a Gennaro che riferi- per tutto ciò che suppone l'autore, princi
scono la diversità delle consuetudini nelle di- palniente per la ignoranza e per la concupi
verse chiese e dei suoi libri contro Parmenia- scenza, le quali non convengono che alla na
no, uno dei successori di Donato , e di quelli tura medesima corrotta . a In una parola, le
del Battesimo, se altre importanti opere di lui prove del libero arbitrio sono cosi luminose ,
non richiamassero il nostro pensiero. prosegue il santo dottore , che vi ha luogo a
Questo oracolo del mondo cristiano era ob- temere, in vederle, che si riponga la sua confi
bligato a continuamente rispondere ad ogni denza in sè stesso, siccome fanno i Pelagiani.
sorta di domande. Due monaci africani del Fa d'uopo perciò accoppiare a questa consi
monastero di Adrumeto , venuti a Uzala, ri- derazione quella di una grazia puramente
trovarono la sua lettera a Sisto, e ne trassero gratuita , senza cui non è possibile far cosa
una copia che riportarono al loro monastero. alcuna di bene per la salute , e che è la sor
Alla prima lettura che ne fecero i loro con- gente di ogni nostro merito. »
fratelli , cinque o sei di loro , male interpre A questo proposito egli cita il testo di san
tando il senso dell'autore, pretesero che egli Paolo che dice, che non già egli , ma la grazia
distruggesse il libero arbitrio. Indarno alcuni di Dio con lui era quella che faceva il bene; e
altri tentarono di far loro comprendere che lo cita , secondo quanto leggesi ancora nella
avevano torto. Gli animi si riscaldarono; per- Vulgata : la grazia di Dio con me , e non gia
turbata la comunità, due dei più ardenti de- la grazia che è in me , giusta una lezione al
terminarono di andar a trovare Agostino , per terata, la quale non è sostenuta da quasi al
fare che si spiegasse egli stesso : e l'abate fu cun esemplare , e che fino al tempo degli ul
costretto ad acconsentirvi, per timore di un timi errori era rimasta in quella oscurità che
maggior disordine. Vi andarono infatti e par- essa merita. Il dottore della grazia prova di
larono con molto impegno , ma il santo dot- poi collo stesso Apostolo, che nell'affare della
tore , non veggendo nel loro entusiasmo e nel salute i buoni pensieri , i sentimenti di pietà,
loro errore fuorchè un eccessivo timore , ne la forza per combattere, le vittorie che si ri
compassionò la semplicità e la debolezza , li portano, la perseveranza , la fede medesima
tratto con molta mansuetudine e riguardi, li che meritar non si può colle opere, tutto in
trattenne per lungo tempo presso di sè, e pie- somma è l'effetto di questa grazia. « La glo
namente spiegò loro la cattolica dottrina , ri- ria celeste, egli soggiunge , è una grazia ella
guardante la liberlà dell'uomo e la grazia in- stessa , poichè è la ricompensa delle opere pro
teriore di Gesù Cristo . A fine poi di soffocare dotte dalla verità della grazia.» In questo sen
nel loro principio i più piccoli germi dell'er- so il santo dottore intende ciò che dice il Van
rore, diede pur anche ai medesimi una lettera gelo, là dove è scritto che si accorda una gra
sugli stessi oggetti per Valentino loro abate e zia per una grazia. Spiega in qual maniera
per tutto il suo monastero. Conosceva gli Dio dà ciò che comanda : cioè dando il suo
stratagemmi del padre della menzogna, e l'ar- soccorso a colui al quale comanda l'azione.
tifiziosa inclinazione dei suoi emissari nelle « Dio opera in noi , dice egli ancora, affinchè
più fervorose comunità. noi vogliamo , ma quando vogliamo e voglia
Questo però non fu hastante al suo zelo. mo in maniera che operiamo, allora con esso
Con pose egli a bella posta una nuova opera, noi egli coopera. Quanto al male, esso agisce
intitolata Della grazia e del libero arbitrio, sui nostri cuori , non già inclinandoci al pec
che diresse a Valentino ed ai suoi monaci . Sic- cato , ma precisamente lasciandoci peccare: di
come l'oggetto di quest' opera era il dissipa- maniera che esso non indura l'uomo, se non
re le prevenzioni di coloro , i quali colla li- permettendo che il medesimo resti sedotto od
bertà non possono accordare la grazia , perciò indurato.
ei raccolse le maggiori prove di questi due I Pelagiani, attribuendo il nome di grazia
punti di fede. Comincia dallo stabilire il lic alla legge , la celebravano con somme lodi e
bero arbitrio colla Sacra Scrittura, che è pie- la rappresentavano siccome un soccorso suffi
na di precetti e di promesse ; cioè, dallo sta- ciente per la pratica della virtù . Sant'Agosti
bilire una vera potenza , libera non solo da no perciò, riducendola al suo giusto valore, di
violenza , ma eziandio da necessità, e capace ce che non solo la legge non è la grazia, ma
di determinarsi per una scelta che le è pro- che la legge senza la grazia è la lettera che uc
pria; e non già per una facoltà passiva unica- cide. Sarebbe un far uso di una strana dialet
mente atta ad essere strascinata dal peso di tica , qualora da ciò volesse inferirsi che il
una forza estranea . Qui non trattasi che dello santo dottore desse per cattiva la legge antica .
stato presente della natura : la cosa è visibile Su questo punto riguardante l'ammaestra
AGOSTINO (S.) 196
mento della nuova legge, como parimenti sulo sostenula dal difensora della sana dolttina, bas
l'antica legge, egli ragiona come faceva di mes sterebbe sola a stabilire la sufficienza delle gratuit
stieri per procedere in un modo conseguente, zie accordate per fuggire il male e praticare la
8 per annientare la pretensione degli eretici ; virtů. « Non si correggono già , egli dice, i soli
alle due leggi iodistintamente egli applica il predestinati; ed è evidente che nessuno possa
testo : la lettera uccide. Ciò che egli dice ale venir corretto pel caso in cui sia egli stato mu
tresì della carità e del timore, non ha biso- nito delle grazie seguite dall'effelto. Senza ques
gno che di essere fedelmente spiegato, per far sta sorta di grazie pertanto può evilarsi il pec
cadere le interpretazioni pericolose. Non solo calo, » Aggiunge che la grazia, la quale ci ren
egli vi parla della carità propriamente delta, de il bene talmente possibile, che siamo degni
ma sotto questo nome comprende ogni specie di correzione qualora l'ommettiamo, non per
di buona volontà che Dio c'inspira per la no- questo ce lo rende necessario. Uno dei princi
stra salute, ogni affezione del cuore pei veri pali vantaggi che s. Agostino trova nella corres
beni, e fino lo stesso timore delle pene eter: zione, si è che questa fa ricorrere alla preghie
ne, che ci tiene lontani dal peccato : timore, ra pel cui mezzo si ottiene la grazia dell'azio
secondo il santo dottore, assai diverso dal tie ne ; dal che conchiude che i superiori hanno
more del mondo, a cui egli attribuisce la ca- sempre diritto di riprendere coloro che si con
duta di s. Pietro ; ma che è piuttosto un do : ducono malamente, oppure che dopo di essersi
no della grazia , per resistere alle lusinghe bene condotti mancano di perseveranza ; poichè
della seduzione ed agli assalti della concupi. per propria loro volontà non banno essi perseves
scenza.x tato. « Lo avrebbe fatto se l'avessero voluto ; »
Sant Agostino fece partire il suo libro uni. prosegue il santo dottore in termini precisi ,
tamente ad una seconda lettera per 1 abate indicando cosi nel peccatore una vera potenza
di Adrumeto ; e Valentino gliene mostró la di volere o di non volere. Nè diversamente si
sua gratitudine per mezzo di quello stesso esprime riguardo al principio della caduta de
religioso il quale aveva giâ recato la lettera gli Angeli, e del primo uomo nello stalo d'ina
diretta a Sisto. Intese il santo con giubilo il nocenza. Quindi il dottor della grazia riconosce
ristabilimento della pace nel monastero; ma in questo stato e in quello in cui siamo, una
poi seppe nello stesso tempo che dai buoni medesima specie di potenza , quanto al fondo
suoi principii alcuni deducevano conseguenze ed all'essenza, av vegnachè la nostra debolezza
dannose, interamente opposte alle prime. « Se abbia bisogno di un asssi più potente soccorso .
la grazia è necessasia per osservare i coman. Un autore consideratissimo osserva a questo
damenti , dicevano essi, i nostri superiori deb: proposito, che la distinzione fra la grazia della
bono contentarsi di ammaestrarci e di pregare natura innocente e quella della natura corrot
per noi , senza correggerci , allorchè usciamo ta ba realmente risvegliato molte dispute fra
dalla via del dovere. » A queste nuove dif- i teologi ; ma ben lungi dal pretendere con
ficoltà, rispose il santo con una nuova opera ciò di mettere a livello i dottori delle scuole
che intitolo Della correzione e della grazia , caltoliche coi difensori delle proscritte novità .
e che parimenti diresse all'abate ed ai monaci distrugge apzi nello stesso luogo tutti i princi
di Adrumelo : pii degli errori recenti.
Senza accusare alcuno , egli non potè non Sant'Agostino dice ancora che Dio ci fa per:
risentire qualche commozione alla vista di al- severare invincibilmente; ossia in un modo in
cuni ignoranti poco soddisfatti di quelle attens superabile : espressione la quale, presa letteral
zioni e ragionamenti, che avrebbero persuasi i mente, distruggerebbe l'attività dell'anima, ed
dotti più profondi. Ciò nondimeno non si lascið annichilerebbe il libero arbitrio. Ma poi egli
scappare alcun segno di particolare avversio- si spiega in mille diversi luoghij e qui egli non
ne, alcuna dura espressione che potesse avvi: pretende di esprimere se non una grazia, la
lire, ma si contento di opprimerli con forti ra. quale opera infallibilmente la nostra perseve
gioni , e fece uso di termini , i quali corrispon-. ranza, e che colla nostra fedeltà nel corrispon
dessero a tutta l'energia dei pensieri . Verso il derle ci rende invincibili contro tutti gli assal
fine di questa ultima opera egli rimelte i suoi ti dei nemici della salute. «Qualunque sia l'uso
lettori al trattato Della grazia e del libero ar : che facciasi della grazia, egli soggiunge la vos
bilrio, il quale relativamente a parecchi arti lontà del Signore non è mai vinta; poichè se i
coli deve esserne riguardato siccome la chiave, peccatori non fanno ciò che egli vuole, egli pe:
ossia la introduzione: to dispone, come meglio vuole, della loro sorte,
La giustizia della correzione, che viene qui glorificando la sua giustizia sopra quelli che
Encicl, Eccles. Vol. I. Fasc. Ili,
AGOSTINO ( S.)
hanno ricusato di glorificare la sua misericor Alle proposte obbiezioni rispose s . Agostino
dia , u con due libri , intitolati oggidi separatamente :
Dopo queste opere che il bisogno presenle Della predestinazione dei Santie Del dono della
richiedeva, s. Agostino ripiglio con nuovo ar- perseveranza ; ma che non fanno che una sola
dore quella delle Rilrallazioni, la quale più e medesima opera , della quale lullo il con .
non tardò ad uscire alla luce in due libri . Con- tenuto non aveva altre volle che il primo di
tiene il primo l'esame degli scritti composti questi due titoli . Il disegno della prima parte
dopo la sua conversione fino al suo episcopato ; si è di mostrare che non solo l'accrescimento,
ed il secondo si estende a tutto ciò che scrisse ma eziandio il principio della fede è un dono
dal principio del suo episcopato sino al tempo di Dio ; che perciò la predestinazione non può
cui fece cotesto esame, cioè egli segui l'ordine essere fondata sui nostri merili , ne da noi vie
dei tempi , cominciando dai suoi tre libri con ne in alcuna maniera . « Appartiene, egli dice,
tro gli accademici , e terminando a quello Del- alla scelta della volonlà umana il credere, o il
la correzione e della grazia. Numera egli no non credere : ma Dio è quegli che prepara la
vantatré opere diverse , in dugentotrentadue volontà . Le maggiori grazie polrebbono non
Jibri , nei quali segna perfino le espressioni che avere il loro effello ; ma esse lo hanno sem
gli sembravano riprensibili, e nello stesso tem- pre infallibilmente ; l' uomo senza di loro è
po giustifica ciò che in essi era stalo mal a pro. munilo sollanto di grazie comuni, non può as.
posito censurato. Restavano le sue lettere e i solutamente superare lutte le difficoltà , e real
suoi sermoni ; ed egli immediatamente intra- mente non le supera : può però sempre prega .
prese l'esame delle sue leltere, il quale non ebe re , e coll ' orazione ollenere più abbondanti
be il tempo di condurre al suo compimento. soccorsi, i quali avvivino e sostengano la no.
Non cessa vasi intanto di consultarlo da ogni stra debolezza . Dio volge la nostra volontà co
parte. Due laici distinti per dottrina egualmen- me più vuole ; poiché dà , secondo che gli piace ,
te che per pielà,denominali Jario e Prospero, le grazie, il cui effetto è infallibile. » Il libro
gli comunicarono le obbiezioni che i Semi - De- della predestinazione dei santi prova che
lagiani facevano contro i suoi principii . Dio ci ha elelli , non già per aver egli pre
Scrissero amendue di comune consenso a vedulo che saremmo santi , o che crederem
8. Agostino, e gli proposero le difficoltà degli mo ; ma bensi affinché credessimo e fossimo
erelici sopraddetti, impegnandolo ad estirpare santi : il che significa che i meriti natura
fino gli ultimi avanzi degli errori, cheerano al . li preveduti non sono altrimenti la ragione
lora in vigore. Lo informiavano che a Marsiglia per cui Dio destina la sua grazia ; ma che egli
ed in altri luoghi delle Gallie, parecchie per- destina la sua grazia come la cagione dei me
sone, anche di quelle che erano nel novero rili soprannaturali . A fine poi di distruggere
dei grandi servi di Dio, attribuivano al libero nello stesso tempo la predestinazione dei Semi
arbitrio non meno la fede che i primi sforzi Pelagiani,e quella dei Pelagiani rigorosi , egli
dell'uomo relativi all'eterna salute; che stabj . fa vedere che il principio stesso della fede vie.
livano la cagione della nostra predestinazione ne da Dio .
sulla previsione delle future nostre buone ope Nel libro Del dono della perseveranza, lo
re ; che riguardo ai fanciulli , pretendevano scopo dell'autore si è di mostrare che la perse
che se gli uni pervenivano al ballesiino, e gli veranza nel bene sino alla fine della vita , è un
altri morivano senza averlo ricevuto , ciò era a dono di Dio. I Semi- Pelagiani facevano dire al
"cagione delle opere buone o caltive che avreb. dottor della grazia , che coloro i quali non ave.
bero falte, qualora fossero vissuti , e delle quali vano ricevuto la perseveranza, non potevano
Dio colla sua prescienza aveva ab eterno una perseverare ; come se la perseveranza finale
piena cognizione. L'errore fondamentale di fosse qualche cosa che si ricevesse fino dal
questi Pelagiani miligati consisteva nella falsa principio, e che in avvenire facesse necessaria
persuasione, che il principio della salute venga mente perseverare. Perciò il santo loro dice,
dall'uomo , cioè che colle sole forze del libero che l'uomo non ha ricevuto il dono di perse
arbitrio si possano credere e desiderare i beni veranza , finchè non abbia terminato di perse
eterni , e che per mezzo dei primi sforzi della verare. Per la stessa ragione, egli soggiunge,
volontà si ollengano le grazie interiori . « La che si domanda la perseveranza che per anche
grazia proposta ad ognuno, dicevano essi for- non si ha, e che si può meritarla pregando :
malmente , siccome trovasi nelle lettere di Pro. come si può privarsene indurandosi nel pecca-,
spero e di lario, deve, egualmente che la vo- to : cioè, che nel presente stato della nalura
cazione gratuita , intendersi del battesimo e corrolla , ella è impossibil cosa il perseverare
dell'invilo generale fallo dal Vangelo, » senza soccorsi straordinarii, senza una spezial
AGOSTINO (S.) 195
provvidenza : ma che l'uomo può ottenere gli carattere della sua virtu . Modesto si nei suoi
uni e l'altra coll'orazione, siccome se ne rende mobili , come nei suoi vestimenti, evitava colla
indegno per la colpa . a Sebbene coloro i quali diligenza medesima l'indecente ed il magnifi.
non perseverano, egli prosegue, possono perse- co. Faceva uso di biancherie e di scarpe, se
verare , e quelli che perseverano possano non condo la costumanza divenuta la pin comune :
perseverare, havvi però un'infallibile connes ma non per questo biasimava molto coloro
sione fra la predestinazione e la perseveranza ; che an ano a piedi scalzi , ammonendoli sola
concossiaché la predestinazione altro non è se tanlo di starsene in guardia contro la vanità .
non la prescienza e la preparazione dei benefi .. Frugale era la -sua tavola , sulla quale comu.
zii di Dio, per mezzo dei quali tutti coloro che nemente non si faceva uso che di legumi . Al
sono salvali , lo sono sicurissimamente. Non lorchè vi si trovavano o persone di debo.
meno impenetrabili sono i giudizii del Signore, le salute, oppure altri ospiti, perocchè egli era
allorchè, per esempio, fra due uomini dabbene, molto ospitale ed affabile, si portava in tavola
l'Onnipotente dà la perseveranza all'uno, e non anche la carne.
la dà all'altro ; allorchè di due in ſedeli, l'uno Fuori dei cucchiai , non eravi alcun'altra
egli ne chiama in maniera , che abbraccia la argenteria , non già per indigenza, ma per amo.
fede, e non chiama l'altro, o non lo chiama re di povertà . I suoi cherici vivevano sempre
modo che si renda docile . Vedesi che nella con lui , vestiti ed alimentali a spese comuni.
supposizione di s . Agostino , vi sono degl'infe . Facevasi la lettura mentre si mangiava , sì per
deli , i quali non sono chiamati, almeno imme- nulrire lo spirito nel lempo stesso che il cor
diatamente , alla fede; ma nulla però egli pro. po, che per essere meno esposti a dimenticare
nuncia da cui conchiudere si possa che siano le leggi della temperanza . Per lo stesso timore
privati di tulle le altre grazie. di oltrepassare i limili della sobrielà che si era
Del resto il santo doltore si fa una premura prescritli , per quanto dice egli medesimo, mai
di dichiarare in fullo ciò ch'egli ha detto non mangiava fuori di casa, per quanti in vili
sulla necessilà della grazia , versa principal- gli si potessero fare. Non si vedevano donne
menle sull'ordine soprannalurale. Soggiunge mangiare alla sua tavola, alloggiare nella sua
con una meravigliosa modestia , che non deb- casa, o frequentarla in alcuna maniera , ne
bonsi accellare indistintamente e senza esame tampoco le sue sorelle o nipoti : non già che
tulle le sue opinioni ; e che siccome le sue parenti cosi prossime con fossero al coperto da
ritrallazioni mostrano che cerlamente egli non qualunque sospetto, ma perchè le medesime
si crede infallibile nei primi suoi scritti, cosi chiamano ordinariamente altre donne, il cui
parimenti negli ultimi potrebbe essersi ingan- commercio è meno indifferente. Allorchè le
nato sopra alcuni articoli , i quali non riguar- persone del sesso muliebre volevano favellargli,
dano che la maniera di spiegare il domma , la egli le riceveva alla presenza di alcuni cherici ,
cui fede però non è meno cerla . Era egli dun- e dopo la sua conversione, mai non gli accadde
que ben lontano dalla maniera di pensar di di trattenersi colle medesime da solo a solo .
coloro, i quali vogliono credere nell'errore tul Non è possibile di tralasciare alcuna delle
ta la Chiesa che ammaestra, piullostochè im- minute circostanze di una vita cosi chericale,
maginarsi , non già che s. Agostino siasi effetti. e cosi degna di servir di modello a qualunque
vamente ingannato (poiché la Chiesa non ren prela to, come ad ogni cherico veramente reli,
de meno che essi giustizia all'esattezza del dot. gioso : mapuò dirsi che anche qui il dottore !
for della grazia ) , ma bensi che s'ingannino egli più grande del pastore , tanto per la incoaipa
no slessi nella loro maniera d'interpretarlo. rabile fecondità della sua dottrina . quanto per
Delle queste cose intorno agli scritti dell'interesse particolare, con cui la Chiesa ha
santo doltore che il giorno 28 di agosto dell'an . sempre riguardato s. Agostino sotto questo
no 430 lasciava la valle delle miserie per rica- punto di vista. Sebbene abbiamo a lungo dello
vere in cielo quella corona che con ogni opera delle opere di lui, non ne abbiamo però tocca .
di giustizia e di sanlità erasi meritalo, è neces. to che una picciolissima parte , e precisamente
sario, pria di fornire gli accenti intorno a lui , quanto era necessario per avere una giusta
brevemente osservare il carattere che egli ave. idea della sua doltrina sopra i punti principa :
va , e quali fossero i suoi principii contro i Pe. li . Possidio ci ha lasciato un catalogo delle
lagiani e i Semi-Pelagiani, eretici da lui con le opere del santo dollore, che fa ascendere sino
armi della verità profligali. al numero di mille Trenta, compresi i libri , i
Una condolta uguale, uniforme, costante, sermoni, le lettere, parecchie delle quali sono
lontana da lutti gli estremi : tal fu sempre il altrettanti trattati completi ed alcuni scrilli
190 AGOSTINO (S :)
che non sono giunti sino a poi ; e di più sog. della salute. « Non ho potuto trovare in alcun
giunge di non aver potuto numerarle tutte. » luogo ( dice espressamente sant' Agostino
In questa incredibile moltitudine di produzio- anche dopo che il pelagianismo fu condan
ni, ciò che osservasi principalmente, dopo la » nato dal Pontefice 'Zosimo ), non ho trovato
purezza del domma e della morale, la profon. » in alcun luogo, che Pelagio abbia confessato
dità della scienza e della erudizione, l' esten » la necessità assoluta del soccorso interiore e
sione delle vedute , la forza del ragionamento, » preveniente della grazia di Gesù Cristo per
l'infinita sagacità di spirito, la bellezza della w la volontà e per l'azione .... Se ricono
elocuzione, forse eccessiva, e talvolta degene- » scesse, egli prosegue ( De Gral. Chr., cap. 47),
ratite in sottigliezza, secondo il gusto già cor . » che Iddio ci aiuta in tal forma si per volere
rollo di quel tempo ; ciò che osservasi, dico, » che per agire, e in modo che senza questo
colla maggiore edificazione, si è la modestia » soccorso noi non vogliamo e non facciamo
dell'autore, la quale nulla ha che uguagli ' v alcuna cosa di bene, e che tale è la grazia di
se von il merito che da essa viene onorato. Dio per mezzo di Gesù Cristo, non restereb ,
Bisognerebbe trascrivere gl'interi libri di Ago » be più fra noi , per quanto mi pare, alcun mo
slino per far vedere tutti gli umili sentimenti » tivo di disputa. « Nell'ultima opera di que
che aveva di sè medesimo ; ma questi vi sono sto santo dottore , chiamata opera imperfetla
espressi con un candore, ed una tale semplici . perché la morte gl ' impedi di terminarla , egli
tà che non lasciano dubbio alcuno che egli non fa parimenti consistere il veleno dell' eresia dei
sendisse in fondo al suo cuore tutto ciò che Pelagiani nella loro ostipazione a negare, che
esprimeva colla sua penna. la volontà dell'uomo abbia d'uopo di una
Nella sua disputa con s. Girolamo, ognuno grazia , la quale sia un soccorso interiore e gra
non resto meno intenerito che edificato della fuito per l'operazione del bene,
sua moderazione e della sua deferenza, in tem Per quel che riguarda i discepoli mitigati di
po in cui aveva in favor suo il vantaggio della Pelagio, detti comunemente Semi -Pelagiani ,
verità. Se si adduce il rispetto dovuto ad un questi non insorgevanodirettamente contro alle
doltore consumato, e che si era renduto così decisioni dei concilii d'Africa, confermati dai
benemerito della Chiesa, trovansi la stessa mo- Papi , e dal consenso della restante Chiesa. I
destia e quasi gli stessi riguardi pel giovane preti di Marsiglia, imbevuti delle nuove opi
vescovo di Eclana , Giuliano, il più arrogante nioni , mostravano molto rispetto e sommissio.
difensore del pelagianismo, e che per effetto di ne per le costituzioni apostoliche, nelle quali
sola presunzione erasi determinato a misurar. Roma non erasi per anche espressamente spio
si con un dottore di questo grado. Ma il più gata su quelle artificiose sottigliezze che non
degno monumento della sua umiltà è senza era naturale di sospettare ( Ep. ad Aug. ). Costo
contraddizioni il libro delle sue Confessioni. ro non avevano alcuna difficoltà di riconoscere
Quanto mai bisognò che egli fosse vivamente con tutti i Semi -Pelagiani la necessità della
penetrato del sentimento della grandezza di grazia , postochè però nell'uomo si riconosces
Dio, e della sua propria bassezza ; quanto mai se una buona volontà, la quale precedesse
bisognò che egli fosse assorto nei sentimenti questo soccorso, e cercasse questo rimedio alle
della sua compunzione e della sua abbiezione, sue ferite. Tali sono la testimonianza e le
per pubblicare alla faccia del mondo intero le espressioni d'llaria, quell'altro discepolo , il
sue più umilianti debolezze, per caricare que. quale per la difesa di sant'Agostino secondo
sto quadro coi più forti colori, e per trasmet, si bene lo zelo di s. Prospero. Sant'Agostina
terlo a tutti i secoli futuri ! ci fa conoscere egli medesimo qual fosse l'er
Per lasciar finalmente una chiara idea della rore dei Semi -Pelagiani , allorobè ci dice, che
dollrina del difensor della grazia contro i Pe esso in nulla differiva dal pregiudizio in cui
lagiani e i Semi- Pelagiani, ci accingiamo a bre in altri tempi egli era stato , credendo che la
vemente restringere tutto ciò che finora fu fede non fosse un dono di Dio ; e che almeno
detto, ad alcuvi punti principali , i qual faranno pei suoi principii la grazia non fosse necessa
conoscere a un colpo d'occhio, se cosi è lecito ria. Può osservarsi alla sfuggita quanto questa
esprimerci, tullo il sistema di sant'Agostino. eresia fosse diversa dai quadri immaginarii
Comincino i nostri lettori dal rammentarsi che negli ultimi secoli sono stati delineati da
che Pelagio, Celestio e tutti i Pelagiani rigo- alcuni oratori interessati a notare ingiuriosa
rosi negarono costantemente la necessità asso . mente gli ortodossi i più zelanti nel contrad ,
Juta del soccorso della grazia interiore di Gesù dirli .
Cristo, per volero a fare il bene nell'ordine In conseguenza dei principii che il dottar
AGOSTINO ( S. ) 197
della grazia ha principalmente é costantemen Finalmente siccomo vi sono due sorta di
te stabiliti contro a'Pelagiani e a'Semi-Pelagia . precetti, l'uno di osservare la giustizia, l'al
ni è chiaro ( e questo è il terzo capo della sua tro di portarla alla sua perfezione, cosi pari
dottrina ) che nello stato presente della nalu. mente vi sono due sorta di peccati. « Allro è,
ra tralignata, l'uomo ha un bisogno assoluto dice il santo dollore, il compimento di questo
della grazia interiore di Gesù Cristo. Non si precetto: non desiderare; altro l'osservanza di
può, senza un errore assoluto, sollrarre dalla questo : non seguire i tuoi desiderii. » Noi non
sua influenza la minima azione soprannatura . entreremo nella spiegazione di quest'ultimo
le, i principii stessi della fede, nulla di ciò che articolo: essa esigerebbe uno sviluppo ed una
dispone alla salute. Sant' Agostino dice anco- eslensione per cui saremmo obbligali ad uscir
ra , che gli uomini , se vogliono, possono comº dai limili che ci siamo prescritti. Basta pero
piere i precetti: ma che appartiene al Signore rammentarne l'oggetto, per far comprendere
preparare la loro volontà. Per tutto egli inse. in qual senso il dottor della grazia dice che
gna, come un punto incontrastabile della dot- vi sono dei precetti necessarii, e che la libertà
trina cattolica, che questa grazia, o quella che è perita pel peccato di Adamo. Se da alcune
può ottenerla , mai non manca ai giusti. La espressioni generali si è conchiuso che la gra
grazia che in tal foggia prepara i cuori, ben zia di evitare il peccato viene ricusata anche
lungi dal distruggere, stabilisce anzi il libero ai giusti ; questi peccati necessarii sono quelli
arbitrio ; poichè essa è la sola che gli renda che consistono, non già nel seguire i proprii
possibile la salute, giacche essa è la sola, che desiderii, ma nel non risentirne i primi moti :
possa fargli praticare le opere che meritano la colpe impropriamente dette, e che ci rendono
salute medesima . « Tuttavolta dando essa in infelici, senza renderci rei. Quindi per una
» questa guisa il potere di fare il bene, dice evidente conseguenza, e giusta i termini espres
» espressamente il santo dottore, non ne im . si dal dottor della grazia, la libertà che è peri
» pone però la necessità ; ma dipende dalla vo- ta, è quella che si aveva nel paradiso terrestre,
» lontà l'acconsentire o il non acconsentire.» di ottenere cioè colla inmortalità la perfezione
Per un'altra conseguenza dei principii di della giustizia. Quindi parimente la grazia ri
sant'Agostino, la grazia non è sempre seguita cusata ai giusti , è quella di cui mancava l'A
dal consenso della volontà, la quale può resi. poslolo , allorchè esclamava : « Ho volontà di
sterle : e che pur troppo le resiste frequente. » fare il bene , ma non trovo come farlo per:
mente. a Or quando essa le resiste, dice il san » fettamente . Imperocchè, che cosa è ella que
no to doltore, coloro che ricusano di seguire la » sta perfezione del bene, ripiglia il santo dot
» voce che li chiama, non debbono darne la v tore, se non l'assoluta esclusione dal male,
» colpa che a se stessi, perchè sono chiamati » od il compimento di questa legge: non desi
» in modo che possono seguire liberamente ; e » derare ! »
» quelli che seguono, non debbono attribuir. Tali sono i più importanti punti della dot
v sene la gloria, poichè non hanno seguito , se trina di sant'Agostino , sui quali abbiamo cre
v non perchè erano chiamati in maniera da duto di poterci diffondere, e ci è senibrato ne
» non ricusare il loro consenso. » La grazia cessario d'insistere sopra una si importante e
della perseveranza finale e della predestinazione delicata parte della tradizione. Ma qualunque
non è meno certa: consistendo la predestinazio. sieno gli scogli fra cui egli ha camminato, la
ne dei santi, giusta il santo dottore, nella sag- sua dottrina, sempre pura e luminosa agli oc
gia distribuzione dei divini benefizii, con cui chi di chiunque saprà esaminarla a fondo, non
coloro che sono salvati , lo sono sicurissima- sembrerà meno lontana da tutti i precipizii e
mente. La predestinazione è interamente gra- da lutti i traviamenti , Tali furono sino al suo
tuita : la sola misericordia del Signore è quella tempo le testimonianze di quattro o cinque
che lo determina a chiamar coloro he sono Papi, di un maggior numero di concilii, i quali
eletti , di maniera che questi non dispregino trassero anzi dagli scritti di lui la maggior
la voce che li chiama ; e tutti non sono chia . parle dei loro decreti, di lutti i più santi ed i
mali a questo modo, Quale ne è la cagione ? più celebri dottori dell' Oriente e dell'Occi
Nessuna intelligenza creata può assegnarla : dente . Tanto appunto esprime s . Prospero con
essa è impenetrabile, ma non è ingiusta. 11 forme di dire esatte del pari che poetiche:
dottor della grazia , non 'men che l ' Apostolo , « Nelle ostipate guerre dei Pelagiani contro
non ha che queste due parole da rispondere alla Chiesa, l'armata cattolica non ha com ,
a tal quistione: « Oh profondità ! si può so » baltuto, e non ha trionfato che per mano di
spettare d'iniquità il Dio di ogni giustizia ? » » Agostino : non solamente la Chiesa di Roma
198 AGOSTINO (S .)-AGOSTINO DA ALTELD
o e quella dell'Africa, ma i figli eziandio della rio dioltenere, in qualità di vescovo di Can
✓ promessa , in tutta la estensione dell'univer- torberi, suprema autorità sopra tutta la chie
v so sono stati costantemente secolui d ' accor. sa inglese, quantunque sorta appena. Di falto
v do sui dommi della grazia, e su tutti gli al- ottenne dal Papa, e ne ebbe il pallio, con istru .
» tri articoli di fede. » zione però di erigere dodici vescovali , de'quali
Quanto poi all'opera celeberrima di s. Ago- sarebbe stato il metropolitano. L'attaccamento
stino, intitolata Cilià di Dio, ne parlereino ap- di Agostino alla Santa Sede gli fece tenlare di
positamente in articolo separato. condurre solto la sua giurisdizione i Vescovi
AGOSTINO ( S. ), primo arcivescovo di Can . inglesi del paese di Galles , che differivano dal .
torberi , fu mandato , nel 596 , da san Gregorio la chiesa romana nella celebrazione della Pa
il Grande a predicare il cristianesimo nell'In- squa , ed in alcune alire pratiche. Venne in
ghilterra, di cui è consideralo l'apostolo. Quel giustamente rimproverato, che impiegasse al
Pontefice gli diede per compagni in quella mis- tri mezzi , che quelli della persuasione, per
sione alcuni Benedettini del monastero di San . giungere a'suoi fini, e che eccitasse Etelberlo a
t'Andrea di Roma, e cominciò dal conferirgli muovere l'armi contro quei Vescovi , che ne
l ' episcopato. Agostino , essendosi dapprima gavano di riconoscere l'autorità pontificia . Po
trattenuto alla corte di Brunechilde, regina di chi sanli occorrono nel leggendario, cui fosse
Francia , fece coi suoi compagni un primo Ira- altribuito tanto nnmero di miracoli . Ciò che
gitlo in Inghilterra . Spaventato dalle difficoltà vi ha d'incontestabile è il cambiamento one
e dai perigli a cui andava incontro proponendo rato dopo la sua missione nei costumi dell'In .
una nuova religione a popoli ancora poco di ghilterra. Egli mori nel 604 ; altri dicono nel
rozzali , e dei quali al tullo ignorava la lingua, 607, ovvero 614 , dopo che ebbe nominato Lo
indirizzò al Papa alcune rimostranze ; ma il renzo suo successore .
Papa , lungi che desislere volesse dal suo dise AGOSTINO ( Maria Maddalena Di S.). Na
gno, accordò facoltà al missionario prende. ta da nobilissima famiglia di Palermo, sopran
re seco interpreti tolti dai Franchi , la cui lin- nominala Tardella , ebbe nel battesimo il no
gua era pressochè la stessa che quella degli me di Cecilia. La sua inclinazione fino da fan
Anglo-Sassoni . Furono essi accolti quella vol. ciulla era per le opere di pielà, e come crebbe.
ta meglio che non avessero speralo, da Etel- dimostrò desiderio d' entrar nel chiostro, Vin
berlo re di Kent , il quale, per vero. lasciava li ti gli ostacoli della carne e del sangue , profese
bero alla sua sposa Berla, figlia di Cariberto , sò in Palermo il 28 agosto 1636 nel monaste
ed ai Francesi che ella aveva seco condolli , ro delle Carmelitane Scalze. Esalla osservatri .
l'esercizio della loro religione, e si slabilirono, ce della regola attrasse sopra di sè gli sguardi
nel 597 , a Dorevernum , della poi Cantorberi, delle sue consorelle, e per ben sei volte fu elet
Dopo una conferenza in cui, mediante i suoi la a reggere quel monastero, locchè fece con
interpreti , Agoslino espose dinanzi al re i prin- rara prudenza e scrupolosa regolarità . Ammi
cipii fondamentali della cristiana religione, ed rata per le sue virtù , e tenula in grande ri
ebbe in conseguenza la permissione di tentare «putazione di santità , finì la sua vita il 20 no .
alcune conversioni , si diede a predicare il Van- vembre 1694 , lasciando due scrilli ; il primo
gelo, e non fece da prima che pochi proseliti , intitolato : Fondazione e traslazione del mona
ma allorchè Etelberlo acconsenti di ricevere il stero di S. Teresa ecc. nella ciltà di Palermo;
battesiino, il suo esempio venne imilalo da il secondo: Riflessioni sopra la regola c costitu
molli dei suoi suddili . L'influenza dell'inviato zione delle Carmclitane Scalze.
di s. Gregorio si presto si estese, che nel solo AGOSTINO (Micuele di S. ). Carmelitano,
giorno di Natale ei diede il ballesimo a 10000 maestro dei novizii , priore , delinitore , as
persone nel fiume Swale. In mancanza di sa - sistente al provinciale, e finalmente tre volte
cerdoti bastanti alla cerimonia, Agostino bene- provinciale egli stesso , fra le altre opere lasciò:
disse quella riviera , poi comando alle genli ivi 1. Introductio in terram Carmeli ; 2. Pia vita
radunale che vi entrassero due a due, e mu in Chrislo pro incipientibus, proficientibus et
tuamente si conferissero il sacramento della ri- perfectis ; 3. Instilulionum mysticarum libri
generazione in nome della Ss. Trinità . Nei quatuor ecc.
primordii della sua missione egli si astenne di AGOSTINO DA ALFELD. Questo reli
violentare le coscienze, e si contento di con- gioso dell'ordine di s . Francesco vivea nel se
verlire i lempli pagani in chiese cristiane ; ma colo XVI . La sua vita , fornili i doveri di reli
pei rapidi e felici successi allargate le sue mi- gione, era interamente dedicata allo studio del .
re, e cresciuto in esso il zelo, gli venne deside. le cosa teologiche. Di questo assorlo sono tesli.
AGOSTINO D'ASCOLI.- AGOSTINO 199
monianze le opere seguenti di lui : 1. Liber quo ploro l'aiuto opporluno e si pose al cimento
contra Marlinum Lutherum contendil divino Furono avventurate le sue fatiche, e vide il
jure institulum hoc esse ut lotius Ecclesiae clero riſormalo per ogni modo ed osservators
Christianae caput romanus sit pontifex ; 2. Theo' di una esalla disciplina , il popolo umile e sog.
ses ; 3. Pia collatio cum Lulhero super Biblia getto di cuore alle massime della virtù . In
nova Alveldensi ; 4. Oratio dc Ecclesia bipar mezzo a tante cure sovente ritiravasi nel con
tita et Lutheri ac Lutheranorum ruinoso funda. vento del suo ordine , ed ivi apriva pienamen
menlo ; 5. Epistola ad Lutherum ; 6. Pro mis- te il suo cuore a Dio nel silenzio dell'orazione,
sa contra Lulherum ; 7. De Coinmunione sub per attingervi nuovi lumi, per rinnovellarsi nel
ulraque specie adversus eumdem ; 8. Exposi ' fervore dello spirito. Trasferito da Papa Gio .
tio Cantici Salve regina. 9. Sermo de Confessio- , vanni XXII al vescovato di Luceria in Italia
ne sacramentali ; 10. De Malrimonio . nel 1307 , vi sbarbicò all'inlullo gli avanzi
AGOSTINO D'ASCOL ) . Fioriva verso il del maomellismo che vi s'era introdotto pel
1385 nell'ordine Agostiniano, ove ſu dottore soggiorno dei Saraceni in quel paese . Divo
in teologia . Prova del suo sapere sono le ope- tissimo verso la Madre di Dio, ai suoi popoli
re che ci ha lasciato ; cioè : 1. Commentarium in pure tal divozione inspirava . L'umiltà era
quatuor libros sententiarum ; 2. Superwoange• sua virlů predilella, e s'ammirava soprat.
lia dominicalia ; 3. Super Genesiin quaedam lutto la sua compassione verso gli afflilli, l'il.
moralia ; 4. Lectiones in universam Scripturam libala sua carità verso i poveri , l'indefessa sua
etc. Da lutte queste opere apparisce come egli vigilanza a ristabilire e conservare nel clero
avesse grande cognizione della sacra Scrittura, le leggi della disciplina ecclesiastica . Corredalo
non che dei Padri, i quali si diedero alla inler. da lante virtù e merili santamente spiro il
pretazione di essa , e come bene sa pesse frar giorno 3 agosto 1325 , e Papa Giovanni XXII
donde porgere ai fedeli quegli ammaestramen- collocò il nome di lui con grande solepnilà nel
ti , giovevoli alla emendazione dei costumi , e catalogo dei santi .
ad inspirar affello per le opere di pielà . AGOSTINO PI PAVIA . Ebbe questo none
AGOSTINO DI GAZOTHES ( S. ). Nacque dalla cillå che gli diede i natali . Entrato nel .
verso l'anno 1259 a Traù città della Dalioa- la congregazione dei Canonici Lateranesi, ove
zia . Educato fin da'suoi primi anni da genilo. mori nel 1520 , si dedico specialmente allo stu
ri che alla nobillà del casalo aggiungevano la dio della storia ecclesiastica , e scrisse sopra di
pietà e la religione, die' prova di una saggezza questa materia . Abbia po infatti di lui una es.
superiore alla propria età . Docile alla chiama. posizione di tutti gli ordini religiosi , nella
la di Dio abbandonò la famiglia dedicandosi al quale molto diffondesi su quello degli Agosti
servizio del Signore nell'ordine dei frati Pre. niani , sulla vita , la dottrina e le virtù di s . A.
dicalori l'anno 1277 , o, secondo altri , 1278. La gostino, e fà vedere che gli Eremilani di quel
sua dolcezza , la sua umiltà, il suo raccoglie l'ordine sono posteriori di molto ai Canonici
mento , la sua modestia ed assiduilà alla pre. regolari . Nė la storia era l'unico suo studio,
ghiera divennero bentoslo un oggetto d'ammi. chè congiungeva a questo anche l'altro delle
razione anche a 'più provelli nel cammino del- Scritture, come lo prova un'opera ch'ei scris
Ja virtù . Con questi mezzi l'amore allo sludio se intitolata : Specchio della Croce , ovvero
della religione, il silenzio, il ritiro, il disprez. Commentario sul salmo Deus, in nomine into
zo di sė.stesso e l'obblio del mondo e con la salvum me fac.
meditazione dei libri santi , disponevasi ad an AGOSTINO. Varii sono quegli scrillori che
nunziare a'popoli la divina parola, che fu l ' ecclesiastica storia rammenta sotto di que.
sempre sul suo labbro efficace, perchè avva. sto nome, della cui vila poco sapendosi, es
lorala dall'esempio delle virlů , che praticava. sendo piuttosto ricordati pei loro scrilli , noi
La Dalmazia e l'Italia furono i primi campi ci limiteremo ad indicare i principali per quan
ch'egli irrigo co suoi sudori evangelici. Per to riguarda la parle bibliografica ed ecclesia
corse poscia la Bosnia dove convert ) molli e. stica .
retici. Nell'Ungheria rintuzzo gli assalti che Abbiamo adunque di un Agostino, Cappuc
i pagani moveano furiosamente contro la reli. cino di Narbona del secolo XVI ) , un lomo di
gione cattolica. Chiamalo a Roma dal Ponlefi. sermoni sull ' Eucaristia, per la quaresima e
ce Benedetto XI fu consacralo vescovo di Za. l'avvento , ed un' operella intitolata Jesus
gabria . Percorse Agostino collo sguardo quelle Chrislus in Eucaristia ecc. Sull'Eucaristia la
province e mille mali vi scorse nel clero e nel scio pure discorsi certo Agostino DOMENICO
popolo . Pianse allora dinanzi al Signore , ina . Palermilano, prele e dollore in Teologia.
200 AGOSTINO (ANTONIO )-- AGREDA :
Una teologia tomistica, i privilegi di tutti Tarragonae, 1586 ; -1. Epilome juris pontif
gli ordini religiosi, un compendio di gius ca- cii veteris , Tarragonae, 1586 ; Parigi, 4641 ; -
nonico sono opere di certo AGOSTINO DELLA 7. De quibusdanı veleribus cunonum colleclo
Vergine Maria , religioso Carmelitano. ribus judicium , stampato nella Raccolta delle
Di AGOSTINO DELLA VITTORIA , prete dell'or. Decisioni della Ruota Romana di Teodosio De
dine della Carità, abbiamo finalmente la vita Rossi .
di S. Giovanni di Dio. AGOSTINO ( Giuseppe). Nativo di Paler.
AGOSTINO ( Antonio) , arcivescovo di Tar. mo nell'anno 1573, si dedicò per tempissimo
sagona, ed uno dei più celebri giureconsulti e allo studio, e come entrò nella compagnia di
dei più illustri prelati che la Spagna abbia Gesù , con tale e tanto profillo avanzò nelle ot.
prodotto, nacque in Saragozza nel 1516. Suo time discipline e nelle scienze sacre, che ebbe
padre, vicecancelliere di Aragona, e primopre. l'incarico dapprima di insegnare filosofia, la
sidente della suprema corte di giustizia di quel qual cattedra occupò in Roma pel corso di sei
regno, non risparmiò nè cure, nè spese per l'i . anni . Mandato poscia da' suoi superiori a Lior
struzione di quel figlio che ei destinava alla ne e ad Avignone, con ordine di dare lezioni
Chiesa . Fu mandato alle università di Alcala di teologia, queste furono così distinte, che fu
di Henares e di Salamanca , e di là passò a Bo- obbligato di farle nelle chiese pel gran nume.
logna in Italia , onde perfezionarsi nelle cogni. ro diuditori che vi concorrevano. Richiama
zioni acquistate. In età di 25 anni pubblicò la 10 a Palermo, ebbe l'incarico di censore ed e
prima sua opera intitolata : Emendationum et saminalore sinodale del santo uffizio , nella
opinionum juris eivilis libri quatuor , la quale qual carica mori il 29 maggio 1643. Della sua
gli acquistò fama di dollrina e di gusto : peroc- scienza leologica ne fanno certi : 1. Nucleus ca:
chè egli fu dei primi che si valsero delle anti suum conscientiae ; 2. Due volumi di Commen.
chilà romane per l'intelligenza del diritto dele tarii sulla Somma di s. Tommaso ; 3. molt
lo stesso popolo. Indi a tre anni , il Papa Pao- traltali di teologia .
lo III lo fece auditore di Ruota ad istanza del AGOSTINO od AUGUSTINUs , nome dalo da
l'imperatore Carlo Quinto. Giulio III lo man . Giansenio al suo libro rinomato, che fu l'oris
dò in Inghilterra all'epoca del matrimonio del gine del giansenismo. V.GIANSENIO .
principe Filippo con la regina Maria. Come AGRAM . V. ZAGABRIA .
tornò a Roma, Paolo IV gli conferi il vescova AGREDA ( MARIA D ' ), della famiglia Coro
to di Alisi, e lo impiego, in Germania presso nel , la quale tutta abbracciò lo stato religioso.
l'imperatore Ferdinando. Filippo Il lo fece Il padre di Maria ed i suoi due fratelli vesti
trasferire alla sede di Lerida , ed in tale qualità rono l'abito di S. Francesco . La madre sua o
intervenne al concilio di Trento, ove si fece di. sua sorella professarono in un convento, fono
stinguere per le sue virlù e per le suecognizio. dato dalla loro fainiglia nel 1619 in Agreda,
ni . Nel 1874 fu eletto arcivescovo di Tarragona città di Spagna, sulle frontiere dell'Aragona,
e vi morì nel 1586, in età di 79 anui. Egli ha e ciò per obbedire ad una pretesa rivelazione.
goduto in vila di altissima considerazione, e Maria , nata nel 1602, vi fece i suoi voti nel
le opere che ha lascialo gli conserveranno la 1620, nello stesso giorno in cui li fece sua mas
celebrità in tutti i tempi . Queste 'gi possono dre, e venne sette anni dopo eletla superiora.
dividere in tre classi , cioè quelle che concerno. D'allora in poi le parve di avere frequenti
no la letteratura, gli scritti di diritto civile, e visioni , nelle quali Dio e la Vergine le ordi
Je opere in materie ecclesiastiche, delle quali nassero replicatamente di scrivere la vita della
ultimesolamentenoi ſaremo menzione, siccome Madre di Dio. Maria d'Agreda resistelle a quo
quelle che riguardano il nostro fine. Sono que- gli ordini per ben dieci anni ; finalmente inco
ste pertanto : 1. Tres antiquae collectioncs Des minciò a dar loro esecuzione ; ma un sacerdote
crelalium cum notis Anton. Augus., Roma, 1583; da lei consultato mentre era assente il suo eon
Parigi, 1609; -- 2. Cunones poenitentiales cum fessore ordinario, la persuase a gellar alle fiam
nolis, Tarragonae, 1581 ; - 3. Dialogi XL de me quegliscritti:rilornato quest'ultimo, le fece
emendatione Gratiani, Tarragonae, 1581, Pari- ricominciare il mistico suo lavoro. Dio e Ma
gi , 1804. Baluzio ne diede una edizione con ria le iterarono in sogno lo stesso comando, e
note nel 1672; 4. Notae in canones LXXII Maria d'Agreda termino alla fine, nel 1655,
ab Adriano Papa promulgalos. Tale opera è di scrivere la l'ila della Ss. Vergine.
stata pubblicata nel quinto voluine della racá : Questa opera singolare, divisa in olto libri,
colla dei concilii di Binio. 5. Constilutio- fu slampata a Lisbona, a Madrid , a Perpigna
nes provinciales el synodales Tarraconenses , no ed in Anversa . Maria d ' Agreda narra la
AGRICOLA (S .)- AGRICOLA 201

essa , come non si tosto la Vergine venne al stiana : era questo il vero suo sentimento, e si
mondo , che Dio ordinò agli Angeli di tras- ebbe torto nell'attribuirgli opinioni molto
portare la vaga fanciulletta nel cielo empirco; più erronee. Non insegnò mai che le buone
le assegno, perchè la sorvissero, cento angeli opere sieno inutili , e molto meno meritò il ti
di ciascheduno dei nove cori, ne destino do- tolo di Anomeo ( V.), il quale dinota una setta
dici altri perchè stessero sempre presso di di Ariani, nè ha potuto essere applicato a Gio
lei in forma visibile e corporea , ed altri vanni Agricola che per effetto di somma igno
diciotto dei più distinti fra quelli che discen- ranza della storia delle opinioni del suo tem
devano per la scala di Giacobbe , onde por- po . Mosemio, che gli dà il titolo di ventosus et
tassero le ambasciate della regina al sommo versipellis, vano e non conseguente, lo giusti
re. Nel XX capitolo ella descrive ciò che av fica poi su questo punto. Uno dei più celebri
venne alla Vergine nel corso dei nove mesi teologi della comunioneluterana, C. L. Nitzsch ,
in cui rimase nel ventre di Anna sua madre, professore a Wittemberga , andò più lungi, e
narra poi che prima dell'età di tre anni Ma- prese la difesa di Giovanni Agricola. Le di
ria spazzava la casa aiutata dagli Angeli ecc. spute che insorsero sulla sua dottrina , e che
Del resto tale romanzo , quantunque bizzarro, stavano per attirargli l'avversione dell'eletto
è nondimeno ben ordito , e scritto anche con re di Sassonia , lo determinarono a lasciare
eleganza. Conchiuderemo dicendo che l'opera Wittemberga, e ad accettare il posto di primo
di Maria d'Agreda venne esaminata con mol- predicante a Berlino. Si dedico con fervorealle
ta cura nella Sorbona a Parigi, e ne meritò sue nuove funzioni , e si ritratto sulla fine
censura e condanna; censura da cui fu pure di quell'anno. Alcuni dubbii si elevarono sulla
percossa dalla Congregazione di Roma nel sincerità di tale ritrattazione; ciò che più vi
1681 , ponendosi all' Indice il libro già men- ha di certo, si è la parte ch'egli ebbe nel 1548 ,
zionato . con Giulio Pfug e Michele Sidonio, alla com
AGRICOLA (S.). Troviamo nel martirolo- pilazione dell'Interim d’Augusta ed alle con
gio registrato un santo del nome di Agricola, troversie degli adiaforisti, o dei teologi prote
martire di Bologna , che sotto gli.empi Dio- stanti , i quali consentivano ad ammettere sic
cleziano e Massimiano Erculeo fu messo in come indifferenti parecchie parti del rituale
croce e trafitto con grossi chiodi , di sena romano , riguardate dapprima come incompa
toria famiglia, colto, manieroso, prudente, fa- tibili colla dottrina dei riformatori. Costui fu
condo, saggio, che battendo l'ecclesiastica mi- associato a Melantone ed a Brentz per la con
lizia fu innalzato al grado di Vescovo, nella segna della confessione augustana, e fu uno di
qual dignità le doti soprammentovate furono quelli che sottoscrissero gli articoli di Smal
da lui accresciute e santificate con una solida calda nel 1537. Mori a Berlino il 22 di set
pietà. In questo nuovo genere di vita accreb- tembre dell'anno 1566 .
be anzichè diminuire le sue penitenze, ed al AGRICOLA (FRANCESCO). Fu questi un in
momento ch’ebbe la sacra unzione fino al defesso scrittore di opere acre,che fiori nel se
giornodi sua morte , avvenuta il 17 maggio del- colo XVII , e che pose ogni studio affine di
l'anno 280 tutto applicossi al bene pubblico e porgere con quanto scriveva un mezzo piano e
particolare del suo prossimo. facile onde tutti camminassero pel buon sen
AGRICOLA ( Giovanni ), chiamato pure tiero. Egli è di qui donde traluce ovunque in
Magister Islebius, perchè era di Eisleben nel mezzo alla sua erudizione, la sua pietà e quella
la contea di Mannsfeld, città in cui nacque Lu- carità evangelica ch'era distintivo dell'animo
tero. Contemporaneo e discepolo di quel ri- suo . Lunga è la serie de'suoi scritti che repli
formatore, ebbe non poca parte,tuttochè sub - cate volte videro le stampe ; per la qual cosa
ordinata , ai lavori ed agli atti , che assicura- dicendo noi dapprima che diversi libri compo
rono il successo della riforma, e prepararono se intorno alla Sacra Scrittura, soggiungere
l'organizzazione della chiesa luterana. Il suo mo che abbiamo di lui ancora : 1. Attestatio
vero nome era Schnitter, ossia Mietitore, che Patrum , Petrum Romae fuisse; 2. Propugnacu
rese latino seguendo l'uso del suo secolo. Pre- lum fidei; 3. Tractatus de Sanctorum reliquiis;
dicò successivamente e con sommo zelo in De primatu Petri Apostoli et successorum
Eisleben , a Francoforte sul Meno e nella die- cjus Pontificum romanorum ; 5. Speculum poe
ta di Spira. In quest'ultima città diede egli nitentiae ; 6. Sui doveri di ogni condizione; 7 .
nascimento alla setta degli Antinomii, o Anti- Una confutazione degli Anuballisti; 8. Delle
nomiani , sostenendo con Melantone , la cui meditazioni per la sellimana ecc . ecc .
fama eccitava la sua gelosia , l'inutilità della AGRICOLA. Se i principali personaggi ri
legge di Mosè nell'opera della conversione cri- cordati dalla storia abbiamo fatto conoscere un
Encicl. Eccles. Vol. I. Fusc. IV. 26
202 AGRICOLTURA-AGRIPPA
Giovanni e Francesco Agricola testè mentova- trarchie. Un anno dopo Agrippa parti onde
ti, non è per questo che sia fornito il novero visitare il suo regno. Passando per Alessan
degli Agricola che meritano ricordanza in que- dria, fece il suo ingresso in quella città con
sti nostri articoli, perchè scrittori di opere ec tanta pompa, che eccitò invidia in quegli abi
clesiastiche. tanti , i quali sempre inclinati al motteggio, lo
Abbiamo infatti d' Agricola Cristiano delle insultarono con una satirica processione, in cui
dimostrazioni teologiche sul matrimonio . un mendico rappresentava il personaggio di
Di Daniele , frate minore, un libro in cui è de un re giudeo. Agrippa ed i suoi compatriotti,
scritta la passione di N. S. Autore delle che erano nella città , rimasero offesi oltre
Concordanze Bibliche è certo Corrado Agri- modo per quell'insulto, del quale non pote
cola ; ed Enrico pubblico un'opera, che ha rono trarre vendetta, pero che Flacco, gover
per titolo Collatio veteris et novi Testamenti natore romano , non amava gli Ebrei. Ne ri
de salute per Christum promissa . - L'operetta sultò in Alessandria una persecuzione violen
intitolata La Fidanzata cattolica e l'altra L'in- ta contro questi ultimi ; ma Agrippa, informato
costanza delle cose umane è lavoro di Volfun- avendone l'imperatore, ottenne il richiamo e
go Agricola . la ruina di Flacco . Frattanto Erode Antipa,
AGRICOLTURA. Voce che trovasi tre volte che sposata avea la sorella d'Agrippa, vedendo
nella Vulgata, ma due volte soltanto per signi- con occhio d'invidia il suo innalzamento, fece
ficare l'arte di coltivare la terra . II Par . 16,10 ; un viaggio a Roma onde ottenere simili onori ;
e II Mach. 12, 1. La parola agricola significan- Agrippa lo accusò di avere preso parte nella
do colui che esercita quest' arte , è impiegata congiura di Seiano , lo fece bandire, e venne
almeno venticinque volté, ma quasi sempre nel in possesso della sua tetrarchia e de'suoi te
senso metaforico. Quando trattasi di Caino, per sori . Agrippa si vide indi a non molto in pe
la prima volta trovasi questa parola, Gen. cap. rigliosa situazione a riguardo di Caligola. Co
4 , vers. 2 : Fuit .. Cain agricola: Caino fu agri- mandato aveva il tiranno che la sua immagi
coltore. Due altre volte trovasi nella Genesi al ne fosse adorata nel santuario stesso del tem
capo 9 , vers. 20 , ed al capo 25 , vers. 27 . pio di Gerusalemme, ma gli Ebrei si opposero
Il primo capitolo della Genesi c'insegna che con tanta forza a tale profanazione, che il go
Caino fu occupato nel coltivare la terra, che vernatore fu obbligato a differire l'esecuzione
egli la fecondo con le sue fatiche, e che fu il del comando, ed a chiedere all'imperatore più
padre degli agricoltori. Cosi dai primi giorni ampie istruzioni. Agrippa venne a Roma on
del mondo l'agricoltura fu riguardata come il de intercedere pe' suoi compatriotti, e si pre
solo mezzo di ottenere dalla terra quelle ric- sentó al cospetto di Caligola, mentre questi
chezze che prima essa produceva spontanea- leggeva la lettera del governatore. Egli fu
mente . Genesi 4 , 2 . talmente colpito della collera che la sua vi
AGRIPPA, soprannominato anche Erode, re sta cagiono all' imperatore, che svenne, e por
di Giudea , figlio di Aristobulo e di Berenice, tato fu nel suo palazzo, donde scrisse all'im
figlia di Erode detto il Grande, fu educato alla peratore una lettera lusinghiera , inserita nelle
corte di Augusto con Druso figlio di Tiberio. Opere di Filone , la quale , combinata con
Il suo gusto per la profusione lo immerse in molto destro contegno , stornò per allora Ca
ispese tanto eccessive, che alla morte di Druso ligola dall'effettuare il suo disegno ; nulla
fu costretto a tornare nella Giudea . Passò al- dimeno vi tornò sopra in seguito , e terri
cuni anni in un castello dell'Idumea, in con- bili ne sarebbero state le conseguenze s' egli
dizione tanto miserabile che si sarebbe spon- non fosse stato trucidato l'anno 41 di Gesù Cri
taneo lasciato morire di fame, se sua moglie sto. Agrippa venne impiegato come media
ed alcuni suoi amici non fossero riusciti a tore tra Claudio ed il senato, e contribui a
rendergli coraggio. Tornò a Roma , dove si far risolvere Claudio ad accettare l'impero .
affezionò a Caligola , e commise l'imprudenza Almeno cosi afferma Gioseffo , ma niun auto
di manifestare il desiderio che aveva della re latino narra questo fatto. Comunque sia ,
morte di Tiberio . Quell'imperatore lo fece Claudio favori molto Agrippa, non solo confer
subito mettere in catene, ma non ispinse più mandogli i doni che ricevuto aveva da Cali
lungi il suo risentimento , ed Erode Agrippa gola , ma dando a'suoi regni di Giudea e di
viveva ancora quando Caligola pervenne al- Samaria tutta l'estensione che avuta avevano
l'impero. Quel principe lo fece liberare im- sotto Erode il Grande. Lo decorò dei consolari
mantinente, e gli diede una catena d'oro dello ornamenti , ed a sua preghiera accordò il pic
stesso peso di quella di ferro, che aveva por- colo regno di Calcide nella Siria ad Erode,
tato , col titolo di re , a cui aggiunse due te- fratello e genero del re degli Ebrei . A quell'e
AGRIPPA (ERODE )-AGGUIRE 203
poca Agrippa fermò dimora in Giudea , e go- interiore del tempio, e nel principio di quella
verno i suoi sudditi con dolcezza . In poco tem- rivoluzione contro i Romani , che si fatale riu
po egli cred e depose parecchi sommi sacerdo- scì alla nazione ebraica . Erode Agrippa, men
ti . Frammetteva alcune pratiche del paganesi. tre tentava di orare al popolo per acquetarlo,
mo alle cerimonie degli Ebrei, in modo che venne assalito a colpi di pielra , e scaccialo da
questi ultimi ne rimanevano scandalezzati ; Gerusalemme. Egli andò allora presso a Ce
diede inoltre dei combattimenti di gladiatoristio, governatore della provincia, il quale gli
ed altri spettacoli di gusto romano. Un cerlo porse assistenza contro gli Ebrei , e colla sua
Simone, austero seguace della legge di Mosè , persona e coi suoi soldati . Quando Vespasiano
avendogli fatto su questo proposito pubblici e fu mandato in Giudea, Agrippa gli condusse
violenti rimproveri, Agrippa se lo fece sedere un considerevole rinforzo. Durante l'assedio di
allato nel teatro, e per lusinghiere attenzioni Gerusalemme rese sommi servigi a Tito, e do
ne raddolci si faltamente la severità , che lo vi- po la presa di quella città venne a Roma con
de approvare dappoi tutte le sue azioni . Per sua sorella Berenice, colla quale v'ha sospetto
compiacere probabilmente agli Ebrei, persegui- che avesse incestuosa pratica . Ivi mori l'anno
tò i cristiani. Gli si attribuisce il martirio di 90, in età di circa 70 anni . Egli fu l'ultimo del
S. Giacomo minore, fratello di s. Giovanni, e Ja progenie di Erode che portasse il titolo di re.
la prigionia di s. Pietro. Egli era a Cesarea, con AGRIPPINJANI . Seguaci di Agrippino, ve
numerosa corte del pari che brillante, per ce scovo di Cartagine che visse nel terzo secolo , e
Jebrarvi de'giuochi in onore di Claudio, allor- fu il primo ad introdurre e diffondere la pra
che fece un discorso ai depulali di Tiro e di tica del ribattezzare.
Sidone venuti per sollecitare il suo favore. AGROPOLI (MARCHESE D' ). Si distinse que
Quei deputati e gli altri vili cortigiani ch'era. slo uomo per alcune dissertazioni ecclesiasti
no presenti, esclamarono che la sua voce era che che scrisse sopra i santi inventati a ca
quella di un Dio e non di un uomo : strava priccio, opera eccellente in cui disvela le favole
ganle adulazione, da cui Agrippa parve com- che intorno ad alcuni santi furono tramanda
mosso. Quasi nello stesso tempo fu assalito da te, e con sana critica esamina la verità delle
una malattia di visceri, che dopo acerbi dolori, cose, e da questa distingue l'errore.
prolungati pel corso di cinque giorni , lo fece AGUADO ( Francesco ). Gesuita spagnuo
perire, nell'anno 44 di G. C. , in elà di 54 an lo. Preso l'abito religioso nel 1588 si fe'distin
ni, de'quali ne aveva regnato selte. Lasciò un fi- guere per sa pere, a modo tale che fu addottoralo
glio e tre figlie ; la primogenita fu la famosa nelle umane lettere e nella filosofia. Il governo
Berenice che sposò Erode. Il popolo di Cesarea che esercitò sopra diversi monasteri del suo
e di Sebaste proruppe in somma gioia alla sua ordine, e per due volte di tutta la provincia
morte ; e spinse gli oltraggi alla sua memoria di Toledo, fu sempre accompagnato da una vera
sino a strappare dal palazzo i ritratti delle prudenza e da un sapere distinto, le quali doti
principesse sue figlie, e portarli ne' luoghi di lo fecero deputare due volte a Roma presso le
prostituzione; ma Cuspio Fado, mandato al. Congregazioni. Nulla diremo delle cariche che
cun tempo dopo nel paese come governatore, ebbe nella corte di Spagna solto Filippo IV,
ebbe ordine di pupire quell'eccesso. ma solo conchiuderemo, annoverando invece
AGRIPPA ( ERODE ), il Giovane, figlio del quanto fece rimanere ai posteri rispettato il
precedente, fu educalo a Roma , e non aveva suo nome : e queste sono le sue opere, cioè :
che 17 anni quando morì suo padre. Venne Trallati del perfetto religioso e del Sacramen
giudicato troppo giovane per regnare, e la Giu- to dell' Eucaristia ; Sermoni per la quaresi
dea, ritornata provincia romana, ebbe di nuo ma e per l'avvento , sui misteri e sulle feste di
vo governatori di quella nazione. Per altro co- Nostro Signore e della Ss. Vergine.
me Erode re di Calcide, suo zio, morì, Agrippa AGUIRRE ( GIUSEPPE ). Nacque in Logro
ottenne la soprantendenza del tempio, il pri- gno nella Vecchia Castiglia, il 24 marzo 1630 .
vilegio di nominare il gran sacerdote, ed indi Entrato nell'ordine di s. Benedetto si dedico
a poco il regno di Calcide in confronto di Ari- interamente allo studio della sacra Scrittura ,
stobulo, figlio del defunto re. Avendo udilo s. di cui venne scelto per primo interprete. I suoi
Paolo difendersi dinanzi al governatore Festo talenti lo distinsero persino in Roma, dove, in .
( secondo gli Atti degli Apostoli ) fu quasi in. signito della porpora, morì l'anno 1699, La
teramentecon vinto . Offese gravemenlegli Ebrei sua prima opera è intitolata : Ludi Salmanti
edificando un palazzo abbastanza elevato per censes ossia Theologia Norulenta. Sono que
chè dalla sua loggia si polesse vedere la corteste disserlazioni ch'egli compose secondo l'uso
201 AGUR-AHIMAM
dell'università di Salamanca. Pubblico anco AHI , figlio di Samor della tribù di Benia
ra un altro libro intitolato Traltalo delle vir- mino. I Par ., cap . 7.
tù e dei vizi o dei costumi. Vi tratta queste ma AHIA, o piuttosto Aniam, figlio diSarar, uno
dei prodi dell'armata di Davide. I Reg. 23.
lerie secondo i lumi naturali , e segue i princi-
pii del probabilismo che poscia abbandonò nel AHIA , il Felonite, uno dei trentasette cam
l'anno 1679. Altre opere ancora eiscrisse, del- pioni di Davide. I Par . 11 .
le quali ci dà notizia il p. Nicéron , nelle sue AHJA , figlio di Sisa , era l'ultimo dei tre prin
Memorie, tom . 3, pag. 225. cipali uffiziali di Salomone, che avevano il ti
AGUR. Il capo 30 dei Proverbi comincia tolo di secretarii ; il primo era Azaria figlio del
con questo titolo : a Parole di Agur figliuolo gran sacerdote Sadoc, ed il secondo Elihoreph
di Jakeh : » che, secondo la significazione dei fratello di Abia. III Reg. 4 .
vocaboli originali , si può tradurre, come appun AHIALON, della tribù di Zabulon , fu giu
to sta nella Vulgata : Verba congregantis filii dice d’Israele e successore di Abesan. Esercito
vomenlis : traduzione condannata da Le Clerc, questo ufficio per dieci anni , dall'anno del
il quale suppone che questi siano nomi pro- mondo 2830 al 2840, avanti G. C. 1160 a 1150 .
prii. Luigi de Dieu traduce : « Parole di colui AHIAM . V. Aha.
che si rammenta figliuolo dell'obbedienza. “ AHIAS, profeta del Signore che rava in
I padri ed i commentatori sono d'avviso ge- Silo. Si crede che fosse questo profeta quegli
neralmente che Salomone descriva sè stesso che parlo due volte a Salomone a nome di Dio.
sotto il nome di Agur figliuolo di Jakeh : al. La prima volta, quando gli promise la sua
tri congetturano che Agur egualmente che La protezione allora quando fabbricava il tempio ;
muele ( cap. 31 , 1 ) fossero sapienti vissuti aiIII Reg. 6 ; la seconda quando lo rimproverò
tempi di Salomone e suoi interlocutori nel li- e minacció per essersi dato alle sregolatezze.
bro dei Proverbi ; opinione che il Calmet cre Ahias fu quegli che scrisse la storia ovvero la
de all'inlullo priva di fondamento, non aven- biografia di questo principe. Si legge in santo
do il libro alcuva apparenza di dialogo. Que- Epifanio che egli aveva predelto a Salomone
sl’ultimo espositore crede probabile che Agur che le donne lo pervertirebbero, e Dio gli su :
fosse un altro autore ispirato di cui si credet- .
sciterebbe contro dei nemici , e che annunzio
te opportuno di unire le sentenze a quelle a Geroboamo che artifiziosamente si impos
di Salomone per la conformità della materia. sesserebbe del regno, e che due giovenche lo
AHALAB O Achalab, città della tribù di allontanerebbero dal Signore. Egli parlava dei
Aser, di cui non si sa precisamente la posizio- due vitelli d'oro che Geroboamo eresse, uno in
ne. Judic. 1 , 31 . Dan , l'altro a Betel .
AHARA , terzo figlio di Beniamino. I Par. 8, AHIAS, padre di Baasa re d'Israele. Baasa
1. Questi addimandasi anche Ahiram nei Nu- uccise Nadab figlio di Geroboamo (III Reg .15 )
meri. E detto pur anche Achiram . ed usurpò il suo regno in esecuzione delle mi .
AHAREHEL , figlio di Arum . I Par. 4 , 8. nacce del profeta Ahias di Silo .
AHASTARI , figlio di Assur e di Naava. I AHICAM , figlio di Sapham e padre di Go
Par . 4 , 5, 6 . dolia. Fu inviato da Giosia re di Giuda a con
AHAVA , fiume di Babilonia, o, meglio, disultare la profetessa Holda intorno al libro
Assiria, presso cui Esdra adunò gli schiavi che della legge, che era stato trovato nel tempio
conduceva in Giudea. Tre volte il nome Ahava ( IV Reg. 22), l'anno del mondo 3380 ,av. G.
trovasi nella Scrittura, cioè nel libro di Esdra C. 620.
al cap. 8, vers. 15, 21 , 31. Il Calmet dice a AHIESEL , figlio di Ammisadai e capo della
questo luogo, che Ahava era un fiume, ma dal tribù di Dan allora quando uscì dall'Egitto
contesto del capo apparisce che non si parli con 62700 uomini della sua tribù. Num ., cap .
dall'autore sacro di Ahava come di un fiume, 1 , cap. 2, cap. 10.
anzi sembra che si parli di un luogo, dicendo AHIEZER, figlio di Samaa di Gabaath , fu
il lesto : Congregavit eos ad ſuvium qui de il primo degli uomini fortissimi e bravissimi,
curril ad Ahava. Dai versetti però 24 e 31 che si unirono a Davide durante la persecu
del medesimo capo consta apertamente chezione di Saule. Suo fratello Gioas fu il secon
vi fosse un fiume di questo nome. do. I Par . 12.
AHAZ. Beniamita, figlio di Micha e padre AHILUD , padre di, Josaphat c di Bona. II
di Joada ovvero Jara. I Par. , cap. 7 e 9. Reg. 8, III Reg, 4.
AHER, della tribù di Beniamino, ſu padre AHIMAM , o meglio , Animas , gigante della
di Hassim . I Par. , cap. 7. razza di Enach . Fu scacciato da Ebron coi
AHIMAM - IALA (LUCA FERDINANDO) 205
suoi fratelli Sesai e Tolntai, quando Caleb pre- Altri variano d'opinione in proposito. Che
se quella città l'anno del mondo 2559, av. G. che poi ne sia, è certo che era un luogo abita
C. 1441 . to, e la patria di Eleazaro, il secondo fra'tre
AHIMAM , secondo la Vulgata, o meglio Aui. più valenti capitani di Davide ( II Reg. 23 ; I
Man secondo l'ebreo, era uno dei capi porti. Par. 11 ) ; di Selmon od Hai, uno dei trenta pro
nai del tempio. I Par . 9. di ( I Reg. 23 ; 1 Par. 11 ) ; e di Dudia o Dodai
AHIMELECH , figlio di Abiathar ( 1 Par. 18), capo della guardia di sua pers che faceva
è lo stesso che Achimelech di cui si è altrove no il servizio nel secondo mese. I Par. 27. In
parlato. V. ACHIMELECH. tutti questi luoghi la Scrittura Vulgata non
AHIN , figlio di Semida. I Par. 7. traduce shoh, ma Ahohiles, che significa abi
AHINADAB, figlio di Addo, presiedeva al tante di Ahoh.
cantone di Mahanaim al di là del Giordano, AHOHE, terzo figlio di Bale, nipote di Be
sotto il regno di Salomone. III Reg. &. Al niamino ( I Par. 8 ) ; i cui discendenti sono
cuni dicono che questa carica l'avesse non e addimandati Ahohili.
gli , ma il figlio suo. AHUMAI , figlio di Jahath della tribù di
AHIO, con suo fratello Oza, fu incaricato di Giuda.
condurre l'arca del Signore allora quando Da. A1 , od Hai , città della tribù di Beniamino.
vide la tolse dalla casa di Abinadab per collo- V. Hai.
carla nel tabernacolo a Gerusalemme. AJA. 1. Un figlio di Sebeon della stirpe di
AHIO, figlio di Abi-Gabaon e di Maacha. I Esaù. Gen.36. --2. Il padre diRespha. II Reg. 3.
Par . 8. 3. Città della tribù di Beniamino. II Esdr .
AHIO , beniamita, figlio di Baria. I Par. 8. 11. È la stessa che Hai ( V.), secondo il Calmet.
AHION, città della tribù di Neftali, che Ben AIALA (MARTINO). Nativo di Hieste, dioce
adad figlio di Tabremon , re di Siria , tolse a si di Cartagena, si ascrisse nella sua gioventù
Baașa re d'Israele, ad istanza di Asa , re di alla milizia ecclesiastica. Compreso dalla vera
Giuda (III Reg . cap. 15), che voleva con que- grandezza del sacro ministero, egli seppe cosi,
sta diversione far cessare le opere che Baasa fac uniformare le sue azioni alla disciplina ed al
ceva fare alla città di Rama. le leggi della Chiesa, da meritare la pubblica,
AHIRA, figlio di Enan, capo della tribù di stima. Fu questa che lo innalzò al grado di
Neſtali (Num . cap. I ), usci dall'Egitto alla te-vescovo di Guadiz, da cui fu poi traslatalo a
sta della sua tribù composta di 53400 uomini Segovia, indi all'arcivescovato di Valenza. In
tutti capaci di portare le armi, senza appove ognuna di queste sedi egli fece brillare non so
rare le donne, i fanciulli ed i vecchi. Fu il do- lo la virtù , ma insieme quella sapienza che si
dicesimo a fare l'offerta per la erezione del ta- conviene al rettore di una diocesi. Mori com
bernacolo . pianto da ognuno nell'anno 1566, in età di
AHIRAM. V. ARARA . anni 62 , poichè nasceva nel 1504. Amante dei
AHISAHAR, figlio di Balan della tribù di buoni studii, lasciò in alcuni scritti i frutti del
Beniamino. I Par . 7. le sue fatiche, fra cui la più importante opera
AHISAR, intendente della casa di Salomone. è un trattato delle tradizioni apostoliche.
III Reg. , 4. AIALA ( Luca FerdinaNDO). Spagnuolo an .
AHIUD, figlio di Salomi della tribù di Aser. che questo, che era nativo di Murcia , entrava
Fu destinato da Mosè ad occuparsi per la divi nell'ordine religioso di s. Domenico, nel qua
sione della terra di Canaan . Num . cap. 34 . le manifestava quella capacità e quei talenti,
AHIUD, figlio di Naaman e padre di Aza, che in appresso dovevano renderlo celebre
della tribù di Beniamino. I Par. 8. quando insegnava teologia ed annunziava alle
AHOBBAN , figlio di Abisar e di Abihail. I genti le parole di eterna vita. Nè la sua cele
Par. 2 . brità qui si restrinse ; che solo egli deve alla
aAOD, terzo figlio di Simeone, unodi quel- propria saggezza e virtù, l'elezione che di lui
li che andarono in Egitto con Giacobbe suo fu fatta dai suoi confratelli, eleggendolo priorc
avo e Simeone suo padre l'anno del mondo della provincia di Orano, e predicatore gene
2298, av. G. C. 1702. rale , non che lo incarico che poco dopo gli
AHOD, beniawita . I Par. 8. È il medesimo venne affidato di consultore e commissario del
che Aod giudice d' Israele che discendeva da Saulo Ullizio. Di lui abbiamo due scritti, se
Gera pur beniamita . Jud. cap. 3 ; Gen. cap . 46. condo l'affermazione di Echard al lomo secon
AHOH , cillà situata nella tribù di Giuda do ove tratta degli scrillori dell'ordine dei Pre
non lungi da Betlehem , secondo Adricoinio , dicatori , cioè un trałtalo Della vila e della
206 AIALON-AIGLIER
morle dell'Anticristo, un altro sulla grandez AICHSTADT. Vescovato in Alemagna, fon
za della Vergine. dato da s . Bonifacio arcivescovo di Magonza
AIALON , altrimenti Analon , cillà della verso l'anno 740 , aiulalo da Suigero conto
tribù di Dan . Jos. 19. Fu assegnata ai Leviti d ' Hirschbert. Il santo fondatore vi pose per
della famiglia di Caath . Alle volte trovasi sot. primio vescovo s. Villibaldo. Questo è suffra
to il nome di Elom ovvero di Ailom . Eusebio ganeo dell'arcivescovato di Magonza e preten
narra che al suo tempo era mostrato un luogo de avere la preminenza tra gli altri suffraga
detto Aialon tre miglia distante da Bethel ver nei . La chiesa calledrale è dedicata alla Vergi
so l'oriente ; ma questa non può essere la ce ne Santissima ed a s. Villibaldo ; il suo capi
lebre Aialon ricordata da Giosuè, allorquando tolo è composto di 10 canonici capitolari, di
disse alla luna di fermarsi sopra la vallata di 11 domiciliarii , tra i quali vi ha un decano,
Aialon . Nei Paralipomeni si colloca Aialon fra un prevoslo, un cuslode, un cantore, un letto
Betsames e Thamna. II Par. 28. Infine eravi te di teologia , un cellerario. Dal grembo di
anche una città della Aialon nella tribù di Za- quesli ebbe la Chiesa un pontefice che ſu Vit
bulon . Judic. 12. tore Il morto nel 1057, ed un cardinale, Gio
Cosi quattro città di Aialon si incontrano vanni d ' Ayck, morto nel 1462.
citate. La prima nella tribù di Dan , ed è quel . AIDAN , vescovo inglese, nato nel settimo
la di cui parla Giosuè. La seconda nella tribù secolo , in una delle isole Ebridi , all'ovest della
di Beniamino, tre miglia da Bethel verso l'o. Scozia; egli fu prima monaco in un convento
riente. La terza nella tribù di Efraimo, due di Yona, una di quelle isole. Nel 634 fu invi
miglia da Sichem verso Gerusalemme all'o- tato da Osvino, re del Northumberland , a re
riente di Bethoron . La quarta nella tribù di carsi nel suo regno per istruirvi gli abitanti
Zabulon , la cui posizione precisa non è indi- nella conoscenza e nella pratica della cristiana
cata . religione. Aidan adempi quella missione con
AIATH , secondo l'opinione adoltala da A- zelo pari al successo. Il venerabile Beda ci la
dricomio, Simon , Calmet,Vence, era una cillà , sciò il ritratto di quel Vescovo, che egli rap
e la stessa che hai abbruciata da Giosuè ; se- presenta quale modello di tutte le cristiane e
condo Hurè, un luogo nei contorni di Hai. morali perfezioni. Ci trasmise altresi il seguen
ALBERTO (S.). Nasceva in Fiandra nel vil . te caso degno di essere conservato, poichè ca
laggio di Espain verso l'anno 1060. Risoluto ratterizza lo spirito ed i costumi del tempo. It
di dedicarsi ad una vita austera e penitente, si re Osvino , in guiderdone degli apostolici ser
reco presso certo solitario che viveva nell’Hai- vigi del vascovo Aidan , gli aveva fatto dono
nault rinchiuso in una cella, e sotto la dire- di un bellissimo cavallo riccamente bardato. Ai
zione e disciplina di quello si pose, imitando- dan , viaggiando un giornosulmedesimocavallo ,
ne la penitenza rigorosa, ad ogni genere di o- incontrò un povero che gli cbiese elemosina ;
pere di pietà. Il loro cibo erano erbe crude ; fuo non avendo denaro, egli scese di cavallo e lo
co non ne vedevano mai ; le loro occupazioni diede al povero con tutto il suo corredo ,e con
erano una continuata preghiera e gli altri e tinuò il suo viaggio a piedi. Informato il re di
sercizii della vita solitaria. Stabilitosi con que. questo alto di carila , se ne dimostrò malcon
ste solide basi nella pietà intraprese a piedi tento, e facendone rimostranza al Vescovo pel
nudi il pellegrinaggio di Roma, vestendo un dono che avevagli fatto, questi rispose: « Sire,
aspro cilicio e mendicando per sostenersi in sembra che voi non abbiate considerato questo
vita ed in forze. Compiuto questo alto di divo . affare con quell'attenzione che merita. Forse
zione,come riedeva nell' Hainault, chiudevasi porreste voi maggior prezzo al parto di una
nell'abbazia di Crispino, dove rimase per 25 giumenta che ad un figlio di Dio ? » Beda nar
anni , in fine ai quali avendo i superiori espe. ra anche molli miracoli da Aidan operati in
rimentata la sua virtù , gli diedero il permesso vita ed in morte.
che egli aveva chiesto, ed altamente desidera AIGLIER ( BERNARDO), nalivo di Lione nel
va, di fabbricarsi cioè una cella in mezzo ad secolo decimoterzo . Addellosi al celo religioso,
un deserto sterilissimo, nel quale egli tradusse ebbe la grazia di essere scello dal Pontefice In
per altri 25 anni la vita, si può dire in un perpe nocenzo Quarto per uno dei suo cappellani,
luo martirio, e ciò fino al giorno di pasqua carica che non leone però lungo tempo, per
dell'anno 1140 , che fu l'ultimo di sua morta. ciocchè poco dopo fu fallo abbate di Lerios. Ed
le carriera . I martirologii segnano la sua festa era in questa carica quando segui Carlo di
il giorno 7 aprile , che è quello della sua morte. Angiò che andava a prendere possesso dei re
AICARDO , V. ACARIO. gni di Napoli e di Sicilia. Fu conosciuto in
AIGULFO ( S .) - AILLY 207
questa circostanza dalla corte di Roma, ed es . sta è segnata nel martirologio romano il 3 sel
sendo rimasto privo di abbate il monastero di tembre. L'avvenimento accadde verso l'anno
Monle Cassino, il pontefice Urbano Quarto fis . 675 .
so gli sguardi sopra di Bernardo siccome so AIGULFO (S.) od Aou . Dedicatosi fino dai
pra di una persona in cui vedeva le qualità più teneri anni alla vila penitente, segregato
alte a governare sapientemente, e lo elesse ab- dal mondo in una solitudine, studiavasi d’i
bate di quel celebre luogo. Come Aiglier fu in mitare la vila del profeta Elia e di s. Gio
possesso di quella dignità, si diede cura di ra vanni Ballista colle grandi astinenze e col
dunare un sinodo generale a S. Germano , delle quotidiane mortificazioni, Ma sebbene cosi
quale noi parleremo più propriamente a suo segregato vivesse dalla società, non poté però
luogo (V. GERMANO San), dove fece molte co- fuggire alle investigazioni dei fedeli che verso
stituzioni di grandissima utilità. Allora si vide l'anno 811 cercavano la persona che fosse con
meglio quanto Aiglier fosse fondato nella scien- veniente alla sede vescovile di Bourges. Aigul
za ecclesiastica, e di quale abilità fosse dotato fo vi fu eletto, sebbene a suo malincuore, e di
nella trattazione degli affari , per cui Clemente mostro colle opere la verità della buona scelta
Quartolo nominò Cardinale, e lo inviò in Fran- fatta di lui per quel vescovado. Diede opera
cia in qualità di legalo contro gli Albigesi. Que- anche in questa dignità affine di arricchirsi
sta missione fornita con onore, allra tosto ne di virtù e di meriti, e sovente, per istarsene
ebbe a Costanlinopoli per conchiudervi un'al- assolutamente con Dio in un santo raccogli
leanza contro i Saraceni. Questa non gli recò mento, si ritiraya in uno dei luoghi solitarii
minor lustro e decoro della prima . Adempiuti della sua diocesi. E fu in uno di questi spiri
gli obblighi particolari demandatigli dal Som- tuali ritiri che nell'anno 836 infermo, e ven
mo Pontefice, si ritirò nella sua abbazia , ove ne a morte il 22 maggio.
fu tutto premura nell'ottima direzione de'suoi AILA. Città dell'Idumea, che cadde in po
soggetti. Avvenne la sua morte il giorno 5 apri- tere di Davide e stette sotto la dominazione
le 1282. L'ingegno e la pietà che erano specia . degli Ebrei sino al regno di Gioram, figlio di
li prerogative di Bernardo spiccano ancor dei Giosafat, al quale gl' Idumei la ripresero, co
' suoi scritti che sono : De collalionibus; De bene me narra il secondo libro dei Re, al capo 8,
ficiis et officiis; In regulam S. Benedicti; Spe verso 14. Dal libro quarto dei Re, cap. 14 , vers.
culum monacharum , ecc . 22, sappiamo che Aila cadde in potere di Ozia
AIGULFO (S.). Era nato nell'anno 630 , ed o Azaria e di Razin re di Siria.
inclinato alla pietà aveva preso l'abito di s. AIGREFEUILLE ( CARLO D' ) , dottore in
Benedetto . Trovavasi nel monastero di Fleury teologia e canonico della chiesa cattedrale di
quando l'abbate Mammolo lo scelse . per sot. Mompellieri, viveva alla metà del XVIII seco
trarre le reliquie di s. Benedetto e di s. Scola- lo. Ha dato in luce : 1. Storia della cillà di
stica delle rovine di Monte Cassino e traspor. Mompellieri dalla sua origine, 1737, in foglio;
tarle in Francia. Aigulfo fedelmente eseguì quest'opera è divisa in venti libri , ed è stima
l'ordine dell'abbate, e preservò quei preziosi bile, quantunque non sia conosciuta che nel
depositi dalle rovine. Nell'abbazia di Lerins paese per la gloria del quale è stata intrapresa .
Ja disciplina era decaduta di molto e la pietà 2. Storia ecclesiastica di Mompellieri, 1739, in
infievolila, quando Clotario III , a rimetter la ſoglio, è volume che fa continuazione al primo.
prima nell'ordine e refocillar la seconda , in- Nel tredicesimo libro di quell'opera l'autore
vió Aigulfo, il quale vi fu eletto abbate. Il suo dà la lista dei vescovi di Mompellieri, la storia
zelo e la sua dolcezza non trasse egualiente delle sue chiese, dei suoi monasteri, dei suoi
frutti da tutti, che anzi alcuni vi furono i qua- ospitali , dei suoi collegi, e della sua università.
li malamente sentirono le sue voci amorose , e AILLY (PIETRO D '), Cardinale, soprannomi
più malamente vedevano le paterne sue cure nato l' Aquila dei dottori della Francia, ed il
pel loro bene. Arcadio e Colombo, monaci ri- Martello degli eretici, nacque a Compiègne nel
belli , formarono adunque contro di lui tristo 1550, di oscura famiglia, ed elevossi per meri
parlito : Aigulfo fu gittato in una prigione do- to alle prime dignità della Chiesa . Ammesso
ve gli fu tagliata la lingua, e venne privato senza pagamento nel collegio di Navarra , egli
degli occhi. Poscia fu abbandonato in mano di vi si fece distinguere, e pubblico prima dell'e
cerli pirati,che gli spaccarono la tesla nell'i- là di 30 anni dei trattati di filosofia, secondo i
sola di Amathis tra la Corsica e la Sardegna. principii dei Nominali, di cui le dispute coi
Trentatrè religiosi furono rapiti insieme con Reali agitavano allora tulli gli spiriti . Ricevu
lui , e con lui furono martirizzati. La loro fe- lo dollore nel 1380, e gran maestro del colle
208 AILOM - AIMONE
gio di Navarra, quattro anni dopo formd in di Reverby, nella contea di Lincoln , viveva
quella scuola i Gersoni ed i Clemangi. Incari- nel 1909, e fu educato in Iscozia con Enrico
cato poscia di andare ad Avignone onde orare figlio di Davide, re di quel paese. Passò la sua
dinanzi al Papa Clemente VII per l'universi. vita nel ritiro, e la consacrò alla studio. Fra
tà di Parigi , contro Giovanni di Monteson , il gli scritti sacri di lui abbiamo le seguenti ope
fece con tale felice successo che al suo ritorno re scritte in latino : 1. Sloria della vila e dei
fu creato cancelliere dell'università, élomosi- miracoli di Eduardo il Confessore ; 2. Storia
niere e confessore di Carlo VI. Quel re avendo- delle religiose di Wathun , che si trovano nei
lo mandato all'Anti -papa Pietro di Lana , egli, Decem Scriptores, pubblicati da Twysden a
C . 3. Sermoni; 4. Lo spec
ritornato che fu dalla sua missione, fece risol- Londra nel 1652.
vere il consiglio a riconoscere Pietro per le- chio di carità ; 5. Tratlalo sul Bambino Gesù ;
gittimo Papa, solto il nome di Benedetto XIII. 6. Trattato dell' Amicizia spirituale. Queste
Poco dopo fu nominato successivamente ai tre ultime opere , pubblicate a Douai, nel 1631 ,
vescovadi di Pay e di Cambrai ; ma ei non si trovano pure nella Bibliotheca Cisterciensis,
prese possesso che di quest'ultimo. Predicò con vol . 3, e nella Bibliotheca Patrum , vol . 23.
tanta energia sulla Trinità , innanzi a Benedet. AIMARO. V. ADEMARO.
to XIII, che quel Pontefice ne istituì la festa . AIMERICO MALEPAYDA O di MALEFAYE ,
Le sue istanze presso Bonifazio IX ottennero patriarca della chiesa di Antiochia , nacque nel
lo stabilimento dei teologi in tutte le catte- principio del XII secolo, nel borgo di S. Viance
drali del regno. Le cure che si diede d'Ailly nel basso Limosino, e si dedicò di buon'ora al
per estinguere lo scisma che divideva la chiesa lo stato ecclesiastico. Il suo zelo e la sua virtù
romana, sostenendo la necessità di un generale avendolo fatto distinguere in Oriente nella
Concilio per riuscirvi, produssero la convoca- Crociata pubblicata da Urbano II , fu creato de
zione di quello di Pisa , nel 1409. Pietro d'Ail- cano, indi patriarca di Antiochia , nel 1142.
ly vi si fece distinguere tanto per la doltrina, Lavoro per la riforma degli eremiti di Monte
quanto per la sua prudenza. Due anni dopo, Carmelo, gli aduno in congregazione e diede
Giovanni XXIII l'innalzò al cardinalato, è loro una regola . La sua riforma venne conſer
lo mandò in Germania in qualità di legato. Fu mata, nel 1180 , dal Papa Alessandro III . Tale
particolarmente per la parte che rappresentò principio ebbero i Carmelitani, dei quali s.
nel concilio di Costanza, che il prelato si è re Bertoldo fratello di Aimerico fu il primo ge
so celeberrimo : egli fu membro della commis- nerale. Questo Patriarca , che il Papa Alessan
sione incaricata di ricercare la causa delle ere- dro III aveva creato legato della Santa Sede
sie e di apporvi rimedio ; preside fu altresì in Oriente, morì nel 1187. Abbiamo di lui :
alla terza tornata di quel famoso concilio ; fece De institutione primor. Monach. in lege veteri
decidere che il ritiro di Giovanni XXIII e dei exortorum , et in nova perseverantium nel quin
suoi Cardinali non impediva che il concilio to vol . della Bibl. Patrum . Tale libro nel quale
non conservasse tutta la sua autorità : vi sos l'autore vuole provare che il profeta Elia è il
tenne coi suoi discorsi e con gli scrilli suoi fondatore dei Carmelitani, è la traduzione di
la superiorità dei concilii sul Papa, e la neces un'opera male attribuita a Giovanni di Geru.
sità di una riforma nella Chiesa , incomincian .salerme del quinto secolo.
do dal capo di essa. D'Ailly si era dimesso dal AIMONE, vescovo d ' Alberstadt nel secolo
suo vescovado nel 1411 , quando Martino V lo nono, fu discepolo d’Alcuino, e, nell'848, in
fece legato di Avignone , ove morì nel 1420 , tervenne al concilio adunato in Magonza con
come consta dalla relazione delle sue esequie tro Gotescalco. Egli morì nell'853, il 27 mar
zo. Scrisse : 1. Commenti sopra i Salmi, sopra
di Giovanni Le Robert, scritta nel momento
in cui vennero celebrate e dagli atti del capito.
Isaia e sull' Apocalissi ; 2. Sermoni sui vange
lo generale dei Certosini, che si radunava als li delle domeniche e feste dell'anno. Quando
l'epoca stessa. Il più conosciuto ed il più de- Pascasio Radberto (Ved. Pascasio) scrisse sul
gno di considerazione fra'suoi scrilti è il suo l'Eucaristia, tra altridotti uomini, anche Ai
Trattato della Riforma della Chiesa , pubbli- mone trattò su di essa, e non meno chiara
mente di Pascasio attesto la fede della tran
cato nell'ultima edizione delle opere di Ger
sone. In esso egli combatte il gran numero di sustanziazione ( Spicil., Tom . 12, pag. 27). Nel
ordini mendicanti, il fasto dei prelati, le sco suo trattato intitolato Del Corpo e del Sangue
del Signore, si legge in termini formali, che
muniche e la moltiplicità delle feste.
AILOM . V. AJALON. la sostanza, ossia natura del pane e del vino,
AILREDO O EALREDO,storico inglese,abate per l'operazione della divina potenza , è so
AIN -TANUR - AJACCIO 209
stanzialmente cangiata in un'altra sostanza , AIX (Concilio D ' ), in Provenza, tenuto l'ap .
cioè nella carne e nel sangue diGesù Cristo; no 1585 , nel mese di settembre daAlessandro
che il dubitarne è un'empietà ; che il gusto é Carigiano, arcivescovo di quella città, assistito
la figura del pane e del vino non rimangono dai vescovi di Apt, di Sap, di Riez e di Siste
nel Sacramento, che per risparmiarci la ripu- ron , suoi suffraganei, e dal gran vicario del
gianza che avremmo, nello stato attuale delle vescovo di Fréjus. Vi si fecero molti regolamen
cose, a bere ed a mangiare carne umana. ti , utilissimi per la disciplina della Chiesa e
AIN -TANUR. Era questa una città vescovi. la riforma de costumi, simili all'incirca a quel
le della diocesi di Caldea , di cui però s'ignora li del concilio di Bourges dell'anno precedente.
qual fosse la metropoli. Dice bensi una lettera Questo concilio fu approvato con un breve dal
del patriarca Elia scritta ai Frati minori d'A- Papa nell'anno 1586.
leppo nel 1615 che i cristiani si trovavano in AJA. Spesso nelle sacre Scritture si fa men
gran numero in questa città. La Biblioteca 0- zione delle aie, le quali erano, si può dire, qua
rientale, al lom . 3, parte 2 , pag. 715, dice che si simili alle nostre, cioè luogbi spianati nelle
uno dei suo ultimi Vescovi fu certo Basilio, campagne esposti all'aria e agli ardori del sole ,
cui fu conferita l'ordinazione dopo che mandò ove si disponevano i covoni gli uni presso gli
la sua professione di fede alla sacra Congrega- altri colle spighe in alto, sopra cui passavano
zione di Propaganda . il più delle vole i cavalli ed i buoi , affine di
AION . Il quarto libro dei Re, al cap. 15, estrarne il grano battendoli sotto a piedi.
vers. 29 , indica con questo nome una città di AJA D'ATAD. Luogo che vien posto da san
frontiera verso Damasco presa con allre città Girolamo, de loc. hebr. in Area Alad, e da Pro
d'Israele da Teglath -Phalasar re d ' Assiria. copio di Gaza due miglia distante dal Giorda
AIRE. Sopra questa città, ommettendo noi no, e tre miglia da Gerico , dove in appresso
di dire della fondazione, cangiamenti, muta- fu fabbricata la città di Beth-Agla. Quivi i
zione di nome cui fu soggetta, poichè tutto pog. figliuoli di Giacobbe, insieme agli Egiziani che
gia sopra congetture e non sulla certezza sto- li accompagnavano , piansero il loro padre, cir
rica , osserveremo soltanto che anche al presen- costanza che fece ad essa cambiare il nome in
te é città vescovile nella Guascogna, che conta quello di Abel- Mizraim , che significa il duolo
28 cure, 220 succursali e 30 vicariati. Le pri- degli Egizii.
me dignità del capitolo sono due arcidiaconi AJA DI NACHON . Dal libro secondo dei Re
e vi si contano 10 canonici. al cap. 6, vers. 6-7, siamo istruiti esser questo
AIRIACH. Merita d' esser menzionato que- il luogo in cui Oza fu colpito di morte, perché
sto castello di Francia per un concilio che vi si aveva steso la mano per sostenere l'arca vacil
tenne nell'anno 1020, 0, secondo altri storici , lante, azione che a lui non s'apparteneva. In
1023, che nei fasti ecclesiastici leggesi ricordato vece che col nome sopraddetto, nel lib. primo
col titolo di Concilium Airicense od anche di- dei Paralipomeni, al cap. 13 ,vers. 9, la troviamo
riacum . A questo concilio assistettero Roberto additata con quello di Aia Chidon . Entram
di Francia, Gioscelino arcivescovo di Bourges bi però questi luoghi sono sconosciuti. Non
e Leoterico arcivescovo di Sens. mancano spositori che opinano Nachon esser
AIROLI (Giacomo Maria). Di questo celebre il nome del proprietario dell'aia ; altri tradu
professore di lingue orientali nel collegio dei cono, invece di Nachon , aia preparata , cioè
Gesuiti di Roma che fioriva nel secolo XVIII , Juogo disposto opportunamente perchè vi fos
ricorderemo una dissertazione biblica, in cui se collocata l’arca dell'alleanza.
sono dilucidati alcuni testi più celebri della AJA D'AREUNA OD ORNAM . Areuna in-.
sacra Scrittura col mezzo delle lingue ebrea, dicava la persona cui apparteneva i' aia soprac
siriaca, caldea, arabica , greca e latina ; un trat- citata, la quale era posta sul monte Sion , dove
tato dell'eccellenza della lingua sacra , una in appresso fu fabb to il tempio di Gerusa
dissertazione sulle 70 seltimane di Daniele, de- lemme. Dice il secondo libro dei Re, al cap. 24,
dicata al Papa Clemente XI ecc ., bastando que ed il primo dei Paralipomeni, al cap. 21 , che Da
sli scritti a dimostrare e la sua elevatezza d'in . vide, avendo veduto sopra tal luogo l'Angelo
gegno, e la sua profondità nelle scienze sacre. del Signore in atto di colpire Gerusalemme, ed
AITHAN . Era questo luogo, situato tra Bet. avendo inteso come Iddio si era scelto quel luo
lemme e Tecua, uno dei soggiorni deliziosi, go per istabilirvi il suo culto, compero da A
dove sovente recavasi il re Salomone, come ci reuna il podere, e v’offerse un sacrifizio al Si .
ammaestra il primo libro dei Paralipomeni , al gnore.
cap. 11 , vers. 6. AJACCIO , città vescovile la cui diocesi com
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fasc. IV . 27
210 AJOSSA - SLACOQUE
prende lulla l'isola di Corsica , ed ha 66 cure, Gioseffo per significare il capo dei Giudei di
286 sussidiarie, 94 vicariati , una comunità di Alessandria , como si può vedere nelle sue
sorelle spedaliere di S. Giuseppe di Lione e pa. Antichità , al libro 18 , cap. 8. Talvolta , invece
recchi stabilimenti monacali e scuole cristiane. di Alabarca , egli lo chiama anche Elnarca , e
AJOSSA ( Antonio), celebre scriltore eccle- Filone lo dice Genarca ; le quali due ullime
siastico, che lasciò molti trallali su varie ma voci hanno il medesimo significato, cioè capo
terie , tra i quali primeggia quello intitolato d'una nazione. Il significato d’Alabarca è igno.
Disputatio de sanctissimae Trinitalis mysterio. to, ma la più probabile opinione si è quella
Egli apparleneva ai Cherici regolari di Napoli . che dai gentili fosse dato per dispregio al capo
AKIBA, rabbino nato nel primo secolo di degli Ebrei d'Alessandria, dal greco äraßu, in
G. C. Seppe acquistare tante cognizioni , che chiostro, e opzi , capo.
la sua scuola , prima a Lidda, poscia a Jafna , ALABASTRO, nome di quel marmo di cui
conteneva gran numero di discepoli . Fu egli era composto il vaso da cui Maria , sorella di
uno dei principali compilatori delle ebraiche Marta e di Lazzaro, verso l'unguento prezioso
tradizioni, alle quali egli aggiunse molli pre- sui piedi del Salvatore, allorquando a lui re
celli di sua invenzione, che il più delle volte cossi , mentre era in Betania in casa di Simo
erano degni di esso, e si estendevano sino alle ne il leproso, come narra l'evangelista s. Mat
più abbiette azioni . Dicesi ch'egli abbia alte- teo. Plinio dice che simile sorta di marmo tro
rato il testo della Bibbia in ciò che concerne vavasi nei dintorni di Tebe di Egilto e di Da
l'età nella quale cominciarono i patriarchi ad masco in Siria. In generale davasi il nome di
avere figliuoli, età che è più avanzata nei Set. alabastro ad ogni vaso alto a contenere li
tanta che nel testo ebraico, affine di far credere quori .
che l'epoca della venuta del Messia non fosse ALA DI S. MICHELE . Ordine cavalleresco
ancor giunta . Il più celebre dei libri di cui gli di cui vuolsi fondatore il re di Portogallo Al
Ebrei fanno autore Akiba è inlitolato Jelsi- fonso I , il quale lo instituì, secondo alcuni, nel
rah, ossia della Creazione. Il dollore De Rossi 1167 ; però, secondo altri , venne fondalo nel
così ne parla : « È questa un'opera cabalisti- 1205. Era quest' ordine destinato solo alle
ca anlichissima e celebratissima : alcuni la at- persone di nobile lignaggio . Chiunque ve
tribuiscono ad Akiba , allri ad uno scrittore niva ascrillo ad esso ordine doveva prestar
anteriore al Talmud, nel quale ne viene falta giuramento nelle mani dell'abate dell'ordine
menzione. Il litolo annunzia che ella è altresi dei Cisterciensi di Alcobaza, di voler esser fe
attribuita ad Abramo, e vi hanno alcuni Ebrei dele a Dio , al Papa ed al proprio re. Ogni ca.
che ardiscono riguardare quel patriarca come valiere aveva per obbligo di recitare alcune
l'autore di essa , ma senza verun fondamen- quotidiane preghiere , e di esborsare nello in
to ecc . « Fu stampato per la prima volta a Pa- gresso all'ordine cinquanta soldi pel manteni.
rigi nel 1452 , Tradotto in latino da Postel con mento della cappella di S. Michele nella chiesa
pole; a Mantova nel 1562, con 5 commenti ecc. di Alcobaza. Quest'ordine non ebbe però lun
ALABA (ESQUIVEL Diego ) . Nativo di Vite ga durata.
toria in Ispagna , fin da fanciullo dimostrò amo ALACOQUE ( MARGHERITA ), conosciuta sot
re allostudio, al quale dedicatosi con lullo im- to il nome di Maria , nacque il giorno 22 di
pegno nelle scuole di Salamanca, fece tali pro . luglio 1647 a Lauthecour, diocesi di Autun .
gressi da primeggiare fra' suoi compagni . La « Ella non aveva che tre anni, dice il suo sto
scienza del diritto ecclesiastico fu quella che rico, e già mostrava somma avversione al pec
maggiormente altrasse le sue premure, ed in calo. Dell'età di quattro anni prendeva gran
essa tanto si profondò da disimpegnare con de dilelto a trattenersi interamente con Dio, e
onore varie commissioni. Dopo essere stato pre- cercava la solitudine per occuparsi di Dio. »
sidente alla corte di Granata , fu nominato ve Giunta al nono anno rimase orfana del pa
scovo d'Astorga, e come tale intervenne al Con-
dre, e fu posta in un convento a Charolles.
cilio di Trento. Reduce passò alla sede d'Avila,
Fu soprappresa da reumatismo e paralisia pel
poscia a quella di Cordova, dove mori nell'ancorso di quattro anni : riconobbe ella la sua
no 1562, lasciando un'opera che porta per tito-
guarigione dalla Santissima Vergine, e fu allo
lo : De conciliis universalibus ecc. ra che per riconoscenza prese il nome di Ma
ALABANDA. Ciltà vescovile della diocesi ria. Di iredici anni passava tutta la notte in
d'Asia nella Caria Mediterranea , dipendente contemplazione. La sua famiglia che vedeva in
dalla metropoli d'Afrodisia. lei tali disposizioni , la persuase ad entrare nel
ALABARCA. È questo il vocabolo di cui usa convento delle Orsoline, a Maçon , dove ella
ALAM -ALANO 211

aveva una cugina , alla quale disse : « Se io lavole ragionale di quasi lulli i libri clie lege
venissi nel vostro convento , sarebbe per d geva . Possediamo di lui le seguenti opere :
mor vostro ; io voglio andare in uno in cui non 1. De vario Scripturae sensu ; 2. Moralia Bi
abbia nè parente nè conoscente niuno, al fine bliorum ; 3. Sermones nolabiles; 4. Elucida
di essere religiosa senza altro motivo che rium Scripturae ; 5. Praelectiones theologi
l'amore di Dio. » Per nulla conoscendo nè cae ; 6. Elucidationes Aristotclis. Ignorasi la
la cillà di Paray-le-Monial , nè il monastero data di sua morte.
della Visitazione che vi era , pensò là riti ALANO (GUGLIELMO), cardinale inglese , ar
rarsi , e vi si condusse con suo fratello . Entran- civescovo di Malines, nato nel 1532 ' a Ressal,
do nel parlatorio, un'interna voce le disse : È nella contea di Lancastro, educato ad Oxford,
qui dove li voglio. Ella vi fu ricevuta il gior- ricevè la principale sua istruzione da un pro
no 15 di maggio 1671 , vesti l'abilo di novizia fessore, ardentissimo cattolico, il quale inspiro
il 24 agosto dell'anno stesso, e fece professio- all'allievo suo lo stesso zelo per la sua dottri
ne il 6 novembre 1672. Le venne allora affi- na . L'avvenimento di Elisabelta, ed il siste
data la direzione delle educande. Dio le ap- ma d'intolleranza che ella spiegava , non per
parve , e le fece maravigliose comunicazioni . meltevano ad Alano di aspirare ad alcun avan
Ebbe ella visioni , estasi , rivelazioni , e fece zamento nella condizione di ecclesiastico , e
eziandio miracoli. Una religosa essendo cadu- potevano fargli temere piuttosto persecuzioni;
ta in letargia, Margherita oltenne da Dio che prese quindi il partito di andarsene a dimo
ella vivesse tanto quanto era d'uopo per rice- rare a Lovanio ,dove compose, in risposta ad
vere i Sacramenti, e di fallo, dopo essersi mu uno scritto dell'erudilo vescovo Jervel ,un'ope
nità di questi, la religiosa mori . Austerità e ra intitolala : Difesa della doltrina callolica
mortificazioni erano piaceri per suor Mar intorno al Purgatorio e delle preci pei defunli
gherila; scolpi con un temperino nel suo se- stampata ad Anversa nel 1565. Tale opera
no il nome di Gesù a grandi caratteri; pre- fu come il segnale di una lunga ed animata
disse la morte del p. de la Colombière gesui- controversia. L'alterazione di sua salute lo
ta missionario, stato suo direttore, poi suo di- determinò a ritornare in Inghilterra, ma il fer
scepolo. Ella aveva composto una piccola ope- vore del suo zelo non gli permise di dimo
ra mistica intitolata : La divozione al cuor di rarvi tranquillo : pubblico dei piccoli scrilli
Gesù, ed a quell'opera, di cui la più ampia che lo resero odioso al governo, e fu costret
edizione è quella che è stata pubblicata dal to a celarsi ; però dal suo ritiro pubblicò an
p. Croiset nel 1698, devesi l'istituzione della cora uno scritto apologetico, intitolato : Brevi
festa del Cuor di Gesù . Margherita Alacoque, ragioni per la fede cattolica . Siccome sem .
avvertita di sua morte mediante rivelazione , brava che il governo fosse determinato a non
vi si preparò col ritiro, e, contro l'opinione più tollerare il papismo, Alano fuggi di bet
dei medici, mori il giorno 17 ottobre 1690. nuovo, e si ritirò nelle Fiandre nel 1568. La
Giovanni Giuseppe Languet ha pubblicato la fama del suo zelo e dei suoi sforzi in favore del
sua vita solto questo titolo : La vita della vera cattolicismo. lo fece accogliere dovunque con
madre Margherila Maria, Parigi , 1729. Si tro- molta distinzione : a Malines professò teologia
vano in essa molte leltere ed opuscoli di Ma- con luminoso successo , e venne ricevuto dolio
ria Alacoque. re in leologia a Douai , ottenne un canonicato
ALAM . Fu uno di quelli, i cui figliuoli ri. a Cambrai, e subito dopo un altro canonicalo
tornarono dalla schiavitù di Babilonia con a Reims. Sempre ardenle a favore degli affari
Zorobabele ( Esdr., cap. 7 ). Alam è lo stesso della religione caltolica in Jughilterra, Alano
che Elam . I suoi discendenti ritornati con Zo aveva stabilito un seminario a Douai per la
robabele erano in numero di 1254 , Esdr. 2; e educazione della gioventù inglese : trasporto
70 quelli ritornati con Esdra, senza compren- poscia quello stabilimento a Reims. Ei conti
dervi Isai figlio di Alhalias, cap. 8. nuò a scrivere in favore della romana comu
ALAMATH , figlio di Jaada ovvero Jara, del. nione, e contro la chiesa anglicana . Gli scrilli
la tribù di Beniamino. I Par . 8, 9. di lui si sparsero per l'Inghilterra, e scalda
ALANO DE Lynx , teologo inglese del XV rono gli spiriti a tale che la regina tenne di
secolo, nato a Lynn , nella contea di Norfolk , dover cmanare un edillo che proibisse non
si fece distinguere pel suo talento nella pre- solo di venderli , ma ben anche di leggerli ;
dicazione. Egli si era fatto una regola che venne riguardato come nemico dichiarato del
dovrebbe essere seguita da tulli coloro che si la sua patria , ed ogni corrispondenza seco lui
danno allo studio : faceva per sè medesimo traltata come delitto di alto tradimento . Un
212 ALANO-ALBA
Gesuita, di nome Tommaso Alfield , fu giudi- vide più capace all'istruzione ed edificazione
cato e condannato a morte per aver portato in nelle Scritture, nei Padri e negli scrittori ec
Inghilterra alcune opere di Alano. Il principio clesiastici , componendone altrettanli discorsi
generale, dominante in tutte le sue scritture , da leggersi nelle feste principali dell'anno e
qualificava tutte le obbligazioni morali, civili nei giorni di quaresima.
e domestiche siccome interamente subordinate ALARDO O ADELARDO, detto d ' Amster
alle obbligazioni che imponeva il servigio di dam dal luogo dove nacque . Era questi dotto
Cristo e della Chiesa Romana. Che quindi se scrittore ecclesiastico nel secolo XVI , delle cui
un uomo si separasse da questa chiesa per adot- opere, che sono numerosissime, ci limiteremo a
tare l'eresia, sua moglie potesse abbandonarlo, ricordare tre volumi di conferenze tratte dalla
i suoi figli non prestargli più obbedienza, il Scrittura e dai Padri , siccome quelle che sono
suo schiavo ricusare di servirlo, e divenir libe- le più considerevoli . Queste conferenze hanno
ro ipso facto ; e, per necessaria conseguenza per titolo: Selectae similitudines, Dissertatiun
di tale dottrina, il sovrano macchiato di ere cula adversus haereticos ; De Eucharistiae sa
sia perdeva ogni autorità sopra i suoi popoli. cramento ; De peccato originali ; De justorum
Per la sua fermezza nel sostenere la verità del- operibus, ecc.
la cattolica religione in mezzo alle persecuzio ALASTORE . Nome appellativo di certi spi
ni , dalle quali era continuamente minacciato, riti maligni o demoni , i quali cercano unica
egli oltenne il cappello cardinalizio e l'arcive. mente di far del male.
scovado di Malines. Non tende residenza però A LATERE. Qualificazione data ai Cardi
in quella città, ma fermò stanza in Roma, do- nali che il Papa manda come legati nei paesi
ve visse altamente considerato , ed impiegando stranieri. Sono detti legali a latere, perchè so
la sua fortuna ed il suo credito a servire i cat. no assistenti e consiglieri ordinarii di Sua San
tolici inglesi che avevano abbandonato il loro tità . Sono i più ragguardevoli di tutti i lega
paese, e ciò sino all'anno 1574, in cui fini di ti , poichè a niun altro fuori di essi il Papa
vivere. Le opere che egli lasciò, oltre le citate, commette difare le sue veci nei concilii; e so
sono : 1. Difesa del legittimo potere, e dell'au- no così detti perchè non affida questa carica
torità del sacerdozio per la remissione dei che a quei suoi confidenti che gli sono sempre
peccati, con un supplimento sulla confessione al fianco . Un legato a latere ha la facoltà di
e le indulgenze, Lovanio. 1567 ; 2. Sui Sacra- conferire benefizii senza mandato e di legitti
menli, Anversa, 1976 ; 5. Cullo dei Santi e del. mare figli nalurali. In segno della sua autori
le loro reliquie , modesta e sincera apologia tà gli viene portata innanzi una croce. L'ap
dei cristiani cattolici che hanno sofferto per pellazione De lalere poi si applica a quei lega
la fede, si nel loro paese che altrove, 1583. ti pon Cardinali, cui viene affidata una lega
ALANO ed anche Alanis . Nativo dell'Aqui- zione apostolica.
tania venne per tempissimo in Italia. Quivi ALASCANI. Setta di Anti -luterani . Il dogma
aderendo alla voce di Dio che lo chiamava lon- che li distingueva , oltre il non ammettere il
tano dal mondo, abbraccio la vita monastica battesimo, era, che sostenevano doversi inten
nella badia di Farfa . Passati alcuni anni in dere di tutta l'azione o celebrazione della ce
questo pio raccoglimento de'cenobiti , bramo na, le parole della consacrazione. Si crede che
abbracciare la vita eremitica, al quale oggetto prendessero il nome da un Giovanni Alasco,
si ritirò sopra una montagna vicina, dove, for- barone polacco , soprantendente della chiesa
nili i quotidiani esercizi di pietà, s' applico a del suo paese in Inghilterra.
copiare molti libri dell'antichità. Guandelber ALBA, Alba Pompeja. Antica città d'Italia
to, abate del monastero di Farfa, avendo rinun- situata sul Tanaro presso gli Appennini . 1 suoi
ziato alla sua dignità nell'aono 761 , quei mo fasti ci istruiscono aver essa ricevuto la fede di
naci gittarono gli occhi sopra d'Alano loro con G. C. verso l'anno 250 dai predicatori di san
fratello, il quale, dopo avere combattuto ga- Dalmazio, ai tempi di Papa Cornelio, e l'antica
gliardamente per non esser eletto superiore , tradizione di questa chiesa c'insegna chemol
finalmente dovette cedere , e divenne il sesto to tempo prima v'aveva predicato l'Evangelo
abate di Farfa. La reggenza d'Alano fu ac- l’Apostolo s. Barnaba. Queste due cose posso
compagnata da altrettanto onore quanto buo no nel modo seguente essere accordate, dicen
na riuscita pel corso di 9 anni 3 mesi ed 8 gior do cioè che la persecuzione avendovi spenta la
ni , essendo egli morto il 2 marzo 770. Questo fede, s. Dalmazio ve l'abbia poscia ristabilita .
abale lasciò alla posterità un omiliario , in cui Ughelli assicura che solto il pontificato di san
raccolse con discernimento e con ordine quanto Silvestro v'era già in Alba un Vescovo, ed il
ALBA -ALBARASIN 213
più antico che 'noi conosciamo è s. Dionigi eziandio digrande fermezza quando trattavasi
che governava questa chiesa verso l'anno 352, di dare il suo parere e di sostenerlo. I suoi
e che fu trasferito qualche tempo dopo a Mila- scritti principali sono : 1. De ecclesiarum el
no, al cui arcivescovato il vescovo d'Alba era ad eas confugentium immunitate ; 2. Dispula
subordinato . tiones ac consilia , ecc.
ALBA ( Giovanni D' ). Certosino della casa ALBANO (S.), primo martire della cristiana
di Val Crist nel regno di Valenza in Ispagna. religione nella Gran Bretagna, nato, dicesi, a
La vita di questo uomo, che mori nel 1591, fu Verulam ,contea di Hertford, nel secolo terzo.
intieramente occupata nello studio della sacra É probabile che discendesse da famiglia paga
Scrittura e delle lingue orientali , soprattutto na, e di qualche distinzione. Essendosi con
dell'ebraica . E fu intorno alla sacra Scrittura vertito alla religione cristiana, andò a Roma
ch'egli compose moltissime opere, tutte di quale seguendo l'uso della gioventù inglese d'allora ,
che pregio, perchè profondo nella scienza sa e servi selt'anni negli eserciti dell'imperatore
cra, delle quali ci limiteremo a ricordare quel. Diocleziano. Egli fu decapitato nell'anno 303,
la che prima fra tutte vide le stampe più di per ordine del governatore di Roma, nè si
una volta, e che porta per titolo Floridus ma sa per quale motivo. Beda ed altri martirolo
nipulus divinae Scripturae, etc. gisti narrano i miracoli ch'egli operò, anche
ALBA GIULIA. Sede del vescovato latino vivente. Dicono che, com'egli s’incamminava
di Transilvania, vescovato che vi ſu eretto nel- al supplizio, trovò sulla via un ruscello che si
l'anno 1696. Questa città dicesi Carlsburgo. aperse per lasciarlo passare econ mille altre per
ALBANESI , eretici del VII secolo, che com- sone, e sentendosi struggere da ardente sete,
parvero nell'Albania e nella Georgia senza una sorgente zampillo dalla terra per disse
avere un capo determinato , da cui fossero con- tarlo. Si evidenti miracoli non fecero impres
dotti od istruiti . Ammettevano costoro due sione niuna sopra quelli che lo conducevano
principii , uno buono, che chiamavano padre a morte ; ma il carnefice nell'atto in cui gli
del Nuovo Testamento ; un altro catlivo, che tagliava la testa ; sentì gli occhi suoi smuoversi
addimandavano padre del Vecchio Testamen- dalla loro orbita , e divenne cieco affatto. Mitto
to. Spacciavano con massima audacia che il re , riferendo tali miracoli, ne parla con disprez
mondo era eterno ; che la materia era maligna ; zo, e blalero empiamente che s. Albano soffri
che il corpo di Gesù era celeste : in una paro- dopo morte un martirio ben più crudele del
Ja tutto ciò che era proprio dell'empia dottri. primo per le visibili favole colle quali una
na dei Manichei . credula superstizione disonorò la sua memoria.
ALBANI (GIOVANNI FRANCESCO ) Ved . Cle ALBANO. É una piccola città della cam
MENTE XI. pagna di Roma sotto il dominio pontificio. La
ALBANI ( GIAN GIROLAMO ). Nato a Berga. sua chiesa, ch'è un vescovato assegnato ad
mo nel 1594. Era figlio del conte Francesco uno dei sei Cardinali più anziani , esiste fino
Albani, il quale lo fece ammaestrare nelle belle dai tempi degli Apostoli o dei loro primi suc
Jettere e nella giurisprudenza civile e canonica . cessori. Non vi fu concilio dove non si trovi
Egli vi si fece dotto, e portò poscia le armi per registrato il nome di qualche Vescovo di
la repubblica di Venezia. A premiarlo de' suoi questa città. Sozomeno, parlando degli atti del
servigii, gli venne conferita la principale ma- concilio di Milano tenuto sotto Costantino,
gistratura di Bergamo, dov'egli si ammogliò. fa menzione di uno de'suoi Vescovi chiama
Il cardinale Alessandrino, il quale era inquisi. to Desiderio , che sostenne con irremovibile
tore della ſede negli stati di Venezia, ebbe oc costanza s. Atanasio contro il furore degli
casione di conoscere il conte Albani , e come fu Ariani , nè volle gianımai aderire alla condan
creato pontefice sotto il nome di Pio V , lo de- na di lui .
coro della porpora nel 1570 , essendo egli già ALBA PIETRA , Abbazia dell'ordine dei ci
rimasto vedovo. Dopo la morte di Grego- sterciensi, presso Limoges, rampollo di quella
rio XII nel 1985, sarebbe egli stato innal. di Chiaravalle, cui il papa Innocenzo III, con
zato al soglio pontificio, se non si fosse te- sua bolla del 1206, accerdo grandi privilegi e
muto di vedere regnare con lui i figli da esso confermò tutti i doni fatti al monastero dai re
avuti nel suo matrimonio. Questo Cardinale e dai principi cristiani .
mori a Roma li 25 aprile 1591 , in età di 87 ALBARASIN od ALBARRACIN . Citlå episco
anpi . Era uomo di genio elevato, di giudizio pale della Spagna sotto la metropoli di Sa
profondo, d'alta saggezza, di vaslissima eru ragozza. Il capitolo della cattedrale si compone
dizione, di non comune eloquenza . Era dotato di quattro dignilarii, olto canonici, ollo prebene

1
214 ALBARIA - ALBERICO
dali e molli cappellani. La diocesi numera 25 gue, che fioriva nell'anno 976 , e lasciava : Ire
parrocchie. libri della virginità ; un libro della caduta de
ALBARIA od Albara . Cillå vescovile della gli angeli ; cinque libri delle gerarchie degli
Seconda Siria soggetta alla metropoli di Apa- ' angeli ; sei libri di questioni sul libro della
mea. Bernardo 1 , patriarca di Antiochia, fu Sapienza di Salomone ; dei Commentarii sub
quegli che eresse Albaria in arcivescovado. Penlaleuco ; quattro libri sulla cattedra ponti
ALBA RIVA . Ricorderemo questa abbazia ficia c sulla religione, ecc.
dell'ordine cisterciense, fondata nel 1131 0 1135 Un libro intitolato Quo pacto papa sc gerc
da Villarcon vescovo di Langues, pell'uso re debeal in lolius imperii ecclesiastici negotiis.
singolare che in essa si osserva, come altestano curandis, che più volte vide la stampa, è la
gli autori , ed è che il Ss. Sacramento non si voro studiato di Giulio ALBERGATI.
conserva nell'altare maggiore, ma in un laber Ad Antonio finalmente è dovuta l'opera :
nacolo posto in fondo alla chiesa, e soltanto Instructio el decreta pro pastoribus ecc .
chiuso da una grata di ferro, di modo che il ALBERGHINI ( Giovanni ). Nasceva in Pa
ciborio può essere veduto da tutti . lermo nell'anno 1574, ed in questa città ve.
ALBELDA ( Mosè ), dollo rabbino , celebre sliva pure le lane del terzo ordine di s. Fran
pe' suoiscrilli,che sono : 1. Derasc Mosce, ov cesco nell'anno 1590. Tanto fu luminosa la
vero Spiegazione mislica di Mosė. Questo libro carriera degli studii che egli percorse , che,
contiene dei sermoni sul Pentateuco , e sopra giovine ancora , ſu insignito della laurea dot
altri argomenti, come il matrimonio, i funera- torale in teologia, e con grandissima riputa
li, la scomunica , ecc.; 2. Olat Thamid, ossia zione deltava lezioni in questa scienza e nella
l'Olocausto perpetuo: dotta spiegazione lelle- filosofia. Ammiralo pella sua rara dottrina,
rale e mistica del Pentateuco di Mosè, Iralla non tardò ad essere elevalo alle digoilà del
dagli antichi autori e scrilla con uno stile ora suo ordine, e governo molti conventi in quali
torio ; 3. Rescid Daath, ossia il Principio del là di superiore, indi fu fallo definitore della
la scienza. Sono questi sermoni sui principali provincia di Sicilia, e due volte provinciale.
articoli di fede ecc . Fu pure consultore e censore del Santo Uffizio ,
ALBENGA . Cillà vescovile situata in una impiego da lui sostenuto con lanta capacità,
pianura del Genovesato sulla Rodella tra Savo- che i giudici della inquisizione lo consulta
na e Venlimiglia. Omettendo di dire ciò che vano quale oracolo nelle questioni le più spi.
appartiene alla sua sloria civile, ci limiteremo nose. Univa ai talenti una rara pietà ed una
ad osservare le cose spettanti alla parte ecclesia . singolar devozione a Maria. Moriva nella stessa
stica . Sembra da alcune memorie, le quali cillà che il vide nascere, stando nel convento
però non hanno tutti i caratteri di slorica ve- di S. Maria della Misericordia , il giorno 26
rilà , che il Vangelo sia stato in essa annunzia- settembre 1644. I suoi scritti dicono a suffi
to dall'apostolo s. Barnaba all'epoca stessa in cienza di quella scienza di cui era adorno, e
cui lo fu agli abitanti di Genova. Quello che questi sono : 1. Manuale qualificalorum sanctae
si deve osservare si è che l'apostolo s. Barnaba inquisilionis ; 2. Lucubrationes scholasticae et
vi è onorato con un culto speciale. Quanto moralis Theologiae, ecc.
all'epoca in cui fu eretta a città vescovile, si ALBERICO , monaco e diacono di Monle
ingannano quegli scrittori che ne attribuisco- Cassino, cardinale del titolo dei Quattro Santi
no l'erezione a Papa Alessandro III nell'anno Coronati, viveva nel 1057. Intervenuto al con
1179, poichè troviamo memorie del suo vesco- cilio che tenne in Roma Papa Gregorio VII
vato nel secolo IV , ed Alessandro JII non fe . nell'anno 1079 contro di Berengario , ebbe lo
ce che staccarla dalla metropoli di Milano per incarico di difendere la fede della Chiesa, e di
sollomelterla a Genova, cosa che fu approvata combattere gli errori di questo sacramentario.
dappoi dai Pontefici Celestino III e Clemen- Egli , sebbene la cosa fosse ardua in sè stessa ,
te III , ma che non ebbe effetto se non nel se ne assunse l'incarico, ed in brevissimo tempo,
colo seguente sollo il pontificalo d'Innocen- dicono alcuni storici , in una settimana compo
zo III , epoca in cui Ottone, arcivescovo di Ge se un trattato del corpo del Signore. Questo
nova, fece valere questo suo diritto. non è però il solo scritto che qualifichi questo
ALBERGATI. Sollo questo nome ritrovia- dolto Italiano , poichè altre cose ancora egli
mo tre scrittori, i quali tulli lasciarono cose compose, come asserisce Pietro Diacono, il qua:
appartenenti alle scienze sacre. le ne fa sapere che sono di lui degli inni sopra
Il primo ė Luca , nativo di Bologna, distin s. Nicola , un dialogo sopra la musica, un trat
to per scienza, pietà e cognizione di varie lin- tato contro l'imperatore Enrico sulla elezione
ALBERICO - ALBEKO DELLA SCIENZA 215
del Papa, alcune dissertazioni sul giudizio fi- gioni che si avanzano in favore e contro la opí .
nale, sulle pene dell'inferno, sui godimenti del nione di quelli che tengono che fossero due
paradiso, sull'assunzione di Maria Vergine, so- alberi diversi. Mosè dice che Dio avendo pian
pra s. Paolo, s. Apollinare, sul martirio dei san tato il giardino dell' Eden , vi pose ogni sorta
ti Modestio e Cesareo, non che una vita di s. di buoni alberi, ed in particolare l albero
Domenico e di s. Scolastica . della vita in mezzo del paradiso, come pure
ALBERICO. Oltre al celebre monaco soprac. Valbero della scienza del bene e del male ;
cennato difensore delle verità di religione con Gen. cap. 2 ; e quando vi collocò l'uomo, gli
tro l'empio Berengario, questo nome altri tre disse; Gen. 2 , 17 : Mangia di tulle le frulla del
personaggi ci addila : Francese il primo e mo- giardino , ma non mangiare del frullo della
naco dell'ordine di Cistercio, che fiori va verso scienza del bene e del male, poichè nel mo
l'anno 1241 ; Inglese il secondo della famiglia mento che tu ne avrai mangiato , morrai. E
di Oxford e di Chiarenza , illustre fra' Canoni. quando il serpente tento Eva , le disse : Gen.
ci regolari dell'ordine di s. Agostino, verso cap. 3 ; Perchè Dio vi proibi di mangiare di lul
l'anno 1250 ; Italiano il terzo, denominato da le le frulta del giardino ? Eva rispose : Dio
Rosale, ed uno dei più dotti uomini che vives- ci permise di mangiare delle frulla del giar
sero verso il 1350. dino, ma ci proibi di mangiare del frullo che
Del primo abbiamo una Cronaca dalla crea- è nel mezzo al giardino, per timore che non
zione del mondo sino all'anno 1126. muoiamo. Il serpente replico : Voi non mori
Del secondo un trattato sulla Eucaristia, la rele, ma loslochè ne avrete mangiato, i vostri
vita di s. Osilo, e le antichità del suo monasle- occhi saranno aperli, e voi sarele come dei, co
ro, che portava il nome di questo santo. noscendo il bene ed il male. E dopo che Ada
Del terzo , un eccellente commentario sul mo ed Eva violarono il precetto divino , e Dio
sesto libro delle Decretali; qualtro libri di li scacciò dal paradiso, loro disse : Ecco Ada
Slaluli od Ordinazioni, un Dizionario di di mo è divenulo come uno di noi, e sa il bene ed
rillo civile e canonico, un trattato sui Tesli- il male : ma al presente lenio che egli prenda
monii ecc . anche il frutto della vila e ne mangi e viva e
ALBERO . Non avvi cosa più oscura , e per- ternamente. E il Signore lo scacciò dal para
ciò meno conosciuta nella Scrittura, di quello diso delizioso.
che i nomi ebraici delle piante e degli alberi. Da lutti questi luoghi si ha donde inferi
Noi non riputiamo darne qui una numerazio- re favorevolmente per la opinione che non
ne, ma invece ci riserviamo di parlarne come ammelle che un albero, di cui Dio fece divie
ci verrà presentata l'opportuna occasione dal- to ad Adamo di usare. 1. Perchè non è ne
le singole voci con cui nella Scrillura essi s'in- cessario riconoscerne due , potendo quello stes
contrano. so frullo che donava la vila ad Adamo , in
Allorquando gli Ebrei avevano piantato fondergli anche la scienza. 2. Il testo di Mo
una vigna od un albero , era loro vietato sé si può benissimo intendere di un albero
mangiarne le frulla dei tre primi anni ; quelle solo : Dio piantò Vulbero della vila ovvero
del quarto erano consacrate al Signore , cui della scienza . Spesso nell'ebreo la congiun
venivano offerte , come si ha dalla legge del Le zione el equivale alla disgiuntiva ovvero , per
vitico al capo 19 ; dopo di che potevasi usare cui nello stesso modo che: per timore ch ' egli
di tutti quei frulli che gli alberi producevano. non prenda anche del frullo della vila e viva
Le frulla dei tre primi anni erano ritenute clernamente, si può in questo senso spiegare:
impure. La Scrittura dice che in questi tre Per timore che avendone preso, credendo di
anni si doveva fare in qualche modo la cir. trovarvi la scienza , non ritorni per trovarvi
concisione degli alberi : Auferelis praepulia anche la vita. 3. Infine il demonio altribuisce
eorum . visibilmente allo stesso albero il frullo della
ALBERO DELLA SCIENZA DEL bene e del vita ed il frutto della scienza : Voi non morre
Male. Era questo albero piantato nel mezzo le, ma Dio conosce che quanlo prima avrele
del 'Paradiso terrestre, ed Adamo aveva avuto mangiato di questo frullo , saprete il bene ed
proibizione da Dio di toccarlo solto pena di il male. Li rassicura contro il timor della mor
morte. Gen. cap. 2 : Quo enim die comederis te, e loro promelle la scienza , offrendo il frut
ex co, morle murieris. Si disputa se l'albero lo vietato .
della vita e quello della scienza del bene e del Ma la opinione contraria apparisce meglio
male fossero il medesimo albero ; ed in questa fondata nella lellura del testo . Mosè distingue
questione i sentimenti sono divisi . Ecco le ra- manifestamente questi due alberi, l'albero del
216 ALBERO DELLA VITA-ALBERTO
la vita e l'albero della scienza ; perchè adun 8. Agostino, che lasciò trallali sulla presenza
que volerli confondere senza necessità ? La vi- reale di G. C. nell'Eucaristia, sul terrestre
ta e la scienza sono due effetti differenti allo paradiso , ecc. ; Giovanni Baltista , addetto ai
in tutto; perchè ad unque volere chè sieno pro- Cherici regolari Somaschi , e che qual verseg .
dotti dal medesimo frutto ? Il discorso che giatore intorno a sacri e morali soggetti si di
tenne Dio ad Adamo dopo il suo peccato è e stinse, e Nicola, nativo di Palermo : di questo
spresso chiaramente in modo da distinguere ultimo specialmente diremo, siccome di quello
due alberi, per timore che non prendu pari. di cui più degli altri dalla storia sappiamo.
menti del frutto della vila , e viva eternamen Nasceva Nicola pertanto nella città sopram
te, quasi che dicesse : egli gustò il frutto del- mentovata il giorno 20 dicembre 1652, e fino
Ja scienza, conviene allontanarlo perchè non dalla sua giovane età dedicavasi alla carriera
gusti anche quel della vita. Il demonio, a ve ecclesiastica. La sua scienza, pietà e gusto squi
ro dire, assicura Eva ed Adamo contro il tj- sito per le belle lettere che coltivo con succes
mor della morte, ma loro non offre che il fruto so, lo distinsero fino dai suoi primordii. Si tras
to della scienza , dicendo , che dal momento se l'ammirazione da prima per alcuni compo
che ne avranno mangiato, saranno illuminati nimenti in versi toscani che furono al somnio
come dei ; donde avviene che dopo il loro pec- lodati . Questo però non gonfiava il suo spiri
cato è detto, che i loro occhi furono aperti. to, nè le lodi che ei riceveva, specialmente do
Queste ragioni ci fanno preferire quest'ultima po ottenuto il grado di dollore in teologia, nel
opinione alla prima, che abbiamo già riferita. la profondità della quale scienza diede prove
Si può consultare s. Agostino nel libro sesto non dubbie, poterono smuoverlo dallo esercizio
dell'Opera imperfetta contro Giuliano, al ca. di quella virtù che è il fondamento della vi
po 30. Ved. Calmet Diz. Bibl. ta perfetta, voglio dire l'umiltà , virtù che egli
ALBERO della vita. Era un albero pian- apprendeva mirabilmente dalla considerazione
tato nel mezzo del paradiso , le cui frutta della elevatezza di grado in cui si trovava Ma.
avrebbero avuto virtù di conservare la vita ria santissima, verso la quale aveva massima
ad Adamo, se avesse obbedito a Dio. Ma que- divozione. A questa aggiunse il corredo di ogni
st'albero della vita divenne per lui un albero altra virtù, ed in peculiar maniera di una e
di morte, a cagione della sua infedeltà e disob- roica pazienza nei lunghi ed atroci dolori coi
bedienza. Il Bonnelly pensa che la tradizione quali piacque a Dio di esercitarlo alla perfe.
dell'albero della vita fosse conservata fra gli zione. Corredato da tanti meriti egli moriva
Egiziani da un bassorilievo, come si può ve- nella città ove ebbe i natali , il giorno 6 ottobre
dere nei suoi Annali di filosofia cristiana , tom . 1707, lasciando ai posteri memoria di sè an
21 , pag. 129. Ved , anche l'articolo prece cor nei suoi scritti, che sono :
dente. 1. Commentarii sacro -slorici della vita, dot
ALBERT ( FILIPPO ). Di questo ne porge trina e miracoli di Gesù Crislo .
notizie il. Tritemio De Script., il Possevino 2. Lo stato dei beati in paradiso : diviso in
Appar . , ed il Lucius nella sua Bibl. Carmel., due parti, nella prima delle quali tratta della
e ce lo addilano siccome un dotto Carmelita . beatiludine dell'anima, nella seconda della
110 , che viveva nel secolo decimoquinto , re beatitudine del corpo.
cando onore all'Alemagna sua patria, percioc 3. Offerte fervorose al Ss. Crocifisso ed a
chè nasceva in Nussia piccolo villaggio nei Maria immacolata ecc.
dintorni di Francoforte, non solo colle sue virtù , ALBERTO ANTIPAPA. V. Pasquale II, an
ma ancora colla sua scienza, della quale furo- tipapa .
no lodevoli frutta quanto egli scrisse sul Can .. ALBERTO, od anche con altro nome OL
tico dei cantici e sul Maestro delle sentenze. BERTO. Sigiberto, nella sua opera De scriptor.
ALBERTI . Fra’quattro Alberti, che trovia. ecclesiasticis, al capo 142, il Tritemio, il Pos
mo menzionati nella storia letteraria, e segna- sevino nelle opere altrove in più luoghi cilate
ti dagli autori che fecero il catalogo delle ope- ed il Dupin nella sua Biblioteca ecclesiastica al
re scritte dai varii personaggi appartenenti in secolo decimo, parla di questo Alberto monaco
ispecial modo agli ordini religiosi, cioè Lean- benedettino , come di un uomo che illustrava
dro, nativo di Bologna, dell'ordine di s. Do. il secolo decimo in cui viveva con la sua scien
menico, di cui fu anche generale, e che scrisse za nelle belle lettere e nelle materie ecclesiasti
non solo degli uomini illustri del suo ordine, che, e col zelo per la sua religione. Gli scrit
ma anche varie vite di personaggi distinti per ti che ci rimangono di lui, i quali consistono in
santità ; Luigi, dell'ordine degli Eremitani di alcune vite dei padri,ed inni ad onore dei santi
ALBERTO (S .) - ALBERTO ( IL BEATO ) 217
rendevano immortale il suo nome, secondo lo seco , e questa edizione italiana vi ha aggiunti
allestare dei sopraecitali scrittori, i quali con- gli opportuni e solidi ornamenti , che la rendo
cordemente ancora asseriscono, Alberto dovere no pregevolissima.
in gran parle questa sua celebrità anche alla ALBERTO (S.), di monte Trapano. Ebbe
istiluzione che fece di Burcardo vescovo di un tal soprannome in religione dal luogo di
Wormis, ed all' essere stalo causa che questo sua nascita avvenuta nell'anno 1242. Come fu
illustre personaggio s'applicasse allo studio grandicello ed intese che sua madre Giovanna
ecclesiastico , e pubblicasse il suo volume dei Pelizzi; nobile e pia donna , aveva promesso alla
canoni tanlo utile a fulli. Ss . Vergine , fino dal primo istante ch'egli ven.
ALBERTO (S.),vescovo di Liegi , cardinale ne alla luce, di consacrarlo a Dio sotto gli au .
e martire . Figlio di Goffredo Il conte di Lo spicii di lei , Alberto abbraccio l'istituto dei
vanio e fratello di Enrico duca di Brabante , Carmelitani, nel quale cercava ogni mezzo per
rinunziando alle terrene grandezze ed al fasto mortificare la carne. A niuna delle ausle
del proprio casalo, si dedico a Dio nella chiesa rità proprie dell'ordine mai Alberlo mancava ,
di Lingi, vestendo l'abilo ecclesiastico. Il pro- anzi , non contento pienamente di esse, porta
gresso nelle virtù fu tale in quest'uomo, che gli va il cilicio tre volte per settimana, nè be
occhi di lulli erano a lui rivolti , e come mori- veva vino ; ogni venerdi mescolava assenzio
va Raolio vescovo di quella cillà , ad unanime al suo cibo, l'ecitava fulte le nolli l'intero sal
consenso e.gli veniva elello a successore. L'im- terio a ginocchia piegate, e passava seliza in
peratore Enrico VI allamente avverso questa tervallo dalla preghiera alla lettura ed alle
elezione, e lale e tanlo odio concepi contro lo opere di carità. Incaricato della predicazione
elello, che inviò emissarii i quali gli togliessero percorse il regno di Sicilia evangelizzando e
la vita . Questi eseguirono l'empio ed iniquo lasciando ovunque le impronte della sua virtù ,
ordine ricevuto , e, dimentichi dei tralli di amo. csercizio nel quale perseverò sino alla fine dei
revolezza ed affetto con cui li ( raltava Alberto ' suoi giorni , che accadde in una solitudine vi.
nella propria casa ove erano accolli , con fredi- cina a Messina il giorno 7 agoslo 1292. Verso
ci colpi mortali gli trafissero il corpo. Ciò fu la metà del secolo decimoquinto egli fu a Roma
nel 1192. Il martirologio romano, dopo la ca canonizzato , e venne fissata la sua festa nel
nonizzazione che ne fecero Gregorio XIII e Si- giorno della sua morte ,
sto V , segna la festa di questo martire ai 24 ALBERTO DI SARZANA , viveva nel secolo
novembre decimoquinto. Uomo versatissimo nelle lingue
ALBERTO ( FRANCESCO GIUSEPPÈ ANTONIO greca e lalina, e nelle scienze sacre e profane,
Di Sant' ). Arcivescovo della Plata nell'Ame- interprete nel concilio di Firenze e vicario ge
rica meridionale. Di questo dollo scrittore ab. nerale dell'ordine dei Frali minori , celeberrimo
biamo: Obblighi del suddito verso il suo sovra- rimase alla posterilà pei molli suoi scritti la
no proposti per via di lezioni in domande e ri sciati, tra cui per la chiarezza e sublimità dei
sposte, traduzione dall'idioma spagnuolo nel pensieri e della esposizione noi ricorderemo un
l'italiano del sacerdote Nicolo di Lagua , colla irattato della penitenzn, composto nell'anno
aggiunta di varie annotazioni. 1433 , un discorso sull'Eucaristia, recitato l'an
Queste lezioni , dice il Giornale ecclesiastico no 1422, un discorso sulle condizioni dell'ami.
di Roma, 1790 , num : 11 , sono scritte con lutta cizia e sulla malizia dell'invidia, ecc.
la chiarezza e precisione, e tutte sono sostenute ALBERTO ( IL Beato) , patriarca latino di
dalla dottrina delle Scritture, dalla Tradizione Gerusalemme e legislatore dell'ordine dei Care
e dalla relta ragione. In fine di ciascuna . ad melitani , nacque nei dintorni di Parma, e do
utilità, diciamo pure; di lulli i leggitori , avvi po di essere stato priore di una comunità di
la stessa lezione, compendiata in forma brevis. canonici , venne successivamente nominato ve
sima e chiarissima di catechismo, che forma scovo di Bobbio e di Vercelli. L'opinione che
un esatlissimo estratto di essa , ed insieme ren- avevasi della sua prudenza, della sua retlitudi.
de facile la memoria degli oltimi insegnamenti ne e della sua capacità negli affari era tanta,
di quel dottissimo e żelantisimo Prelato. L'o. che l'imperatore Federico Barbarossa ed il Pa
pera è adornata di molte opportune annotazio. pa Clemente III lo scelsero per arbitro delle
ni dell'erudito sacerdote di Lagua, cayale dal loro differenze. Enrico VI , successore di Fede
le sacre Carte, dai santi Padried interpreti , dalla rico, lo creò conte dell'impero. I Papi Celestino
storia profana, e dal diritto delle genti , con III ed Innocenzo Ill impiegarono Alberto pur
cui particolarmente egli tocca i dirilli della essi con ottimo successo in parecchi negoziali .
guerra . Quest'opera ha lullo il merito intrin . Nel 1204 i cristiani della Palestina elessero
Encicl, Eccles. l'ol, I. Fusc . IV . 28
218 ALBERTO - ALBERTO MAGNO
Alberto patriarca latino di Gerusalemme: ma illustre, e collocarsi primo tra i filosofi, non
fu costretto di stabilire il suo soggiorno in San altro gli mancò che di nascere in tempi più fa
Giovanni d'Acri , perchè Gerusalemme era al- vorevoli allo svilupparsi del sommo suo inge
lora in potere dei Musulmani. In quel tempo gno. Ei fece i suoi primi studii a Pavia , nei
formò egli , per l'ordine deiCarmelitani, sagge quali oltrepasso tutti i suoi condiscepoli . La
ma severe costituzioni; i commissari dal Papa rapidità dei suoi progressi venne consacrala
Innocenzo IV elelti le miligarono in alcuni una favola , che ammelte varie spiegazioni.
punti. Il Papa lonocenzo III aveva invitalo L'ascendente di uno dei suoi maestri, il cele
Alberto ad intervenire al Concilio generale di bre domenicano Giordano, lo persuase ad en
Laterano, che si tende nell'anno 1215, ma trare nell'ordine di s. Domenico, nel 1921 .
Alberto fu trucidato nella città di Acri , il gior. Per la riputazione che si era acquistata, gli
no 14 settembre 1214, nella processione del- venne affidata, in quella società, l'istruzione
la esaltazione della s . Croce, da un uomo della gioventù , e si recò a Parigi , dove coin.
cui aveva garrito pei suoi misfatti. Alberlo mentò Aristotele con forlunato successo. Sic
viene onoralo qual santo dell'ordine carmeli come la doltrina del filosofo di Stagira era al.
tano il giorno 8 aprile, lora allora stata proscritta con bolla papale,
ALBERTO , cardinale, elettore di Magonza , parecchi biografi di Alberlo espressero il loro
figlio dell'elettore di Brandeburgo Giovanni, stupore ed il loro dubbio sulle sue pubbliche
nato nel 1490 , era già arcivescovo di Magde- lezioni di filosofia peripatetica a Parigi : maol
burgo, quando venne nominato arcivescovo di trechè un ragionamento non distrugge un fatto
Magonza. Leone X approvò l'elezione, quan- da tutti gli antichi storici della sua vila atle
tunque l'unione di due arcivescovadi nella stato, questo non è perciò che un esempio di
stessa persona fosse senza esempio in Germa- più dell'inutilità di quei divieti, che sono in op
nia. Avulo da Leone X il privilegio d'imparti- posizione colla generale opinione. Alberto veri
re indulgenze , ebbe ad opposilore Lutero, per similmente contribui a far cambiare la sua de
cui dovelte adoperarsi a più potere onde fer- cisione alla s . Sede, e gli fu permesso di spie
mare e distruggere l'opposizione: a tale effet- gare pubblicamente i libri di Aristotele sulla
to il Papa gl'inviò al concilio di Augusta il fisica.Accrebbesi lalmente la celebrità di Alber
cappello cardinalizio, ed una spada consacra to nel suo ordine, che venne innalzalo, nel
ta . Siccome la riforma di Lutero di giorno 1234 , alla dignilà di provinciale dei Domeni
in giorno acquista va più incremento, Alberto cani in Germania. In tale qualità egli ſermo
si dichiarò il protettore della Chiesa cattolica , residenza a Colonia, città che a quel tempo of
e nondimeno venne costretto ad accordare egli friva , più che allre, mezzi all'uomo studioso
abitanti di Magdeburgo e di Alberstadt il libe- ed al dollo che all'insegnamento inclinava .
· ro esercizio del loro nuovo cullo . Egli amava Perciò conservò egli sempre un'espressa pre
la pace, ed avrebbe voluto riunire i protestan- dilezione per Colonia in tollo il corso della
ti alla Chiesa ; altendeva regolarmente al- lunga e laboriosa sua vita' ; nè i favoridel Papa
l'uffizio divino; osservava l'adorazione delle Alessandro IV che lo chiamò e gli conferi l'ufo
reliquie, abbelliva le chiese , e soleva con dilet- fizio di maestro del sacro palazzo , nè la sua
to ripetere: Dilexi decorem domus Dei. Alberto elezione, nel 1260 , al vescovado di Ratisbona ,
fu il primo principe tedesco, che abbia dalo ri. cui non tenne che tre anni , polerono lunga
celto e protezione ai Gesuiti ; mori a Magonza mente allontanarnelo. É probabile che a Co
nel 1545. lonia facesse egli il suo auloma dotato di movi
ALBERTO Magno, della famiglia dei con mento e di parola, cui il suo discepolo s. Tom
ti di Bollstaedt , nacque, secondo alcuni , nel maso di Aquino spezzò a colpi di bastone la
1193, secondo altri, nel 1205 a Lauingen , nella prima volta che lo vide , nella supposizione
Svevia. Affermasi che ilsoprannome di Grande che non fosse altro che un agente del demonio.
non sia che una traduzione di Grol, Grool, in A Colonia similmente Alberto imbandi al ro
alto tedesco Gross, Grande, nome distinlivo dei Romani, Guglielmo conte di Olanda, il fa
di un ramo di sua famiglia ; ma tale supposi- moso banchello, in un giardino del suo moni
zione non ha fondamento , non avendo mai i stero , in cui, nel cuore dell'inverno, l'appara
conti di Bollstaedl portato quel pome : d'altro lo della primavera si presento ad un tralto e
anto l'estensione delle cognizioni di Alberto, disparse dopo il convito, cose meravigliose in
cosi sorprendente pel suo secolo, indica abba- quell'età . Come ebbe egli pagato il tribulo al
stanza l’epilelo, che i contemporanei hanno suo secolo, predicando, per ordine del Sommo
aggiunto al suo nome. Onde vieppià rendersi Pontefice, la Crociala in Gerioania ed in Boe
ALBERTO - ALBINO DEL BOSCO (S.) 219
mia, e poi ch'ebbe assistito al Concilio gene- essi una quantilà di concilii nella Gallia Nar
rale di Lione nel 1274 , ritornò nel suo ritiro, bonese, e furono finalmente condannali con
ove mori di 87 anni , nel 1280, lasciando più tutta la solennità nel quarto Concilio generale
scritli che alcun altro filosofo avesse composto Lateranense nell'anno 1215. Ma di questi
prima di lui ; tra cui distinguesi la sua spie- parleremo nuovamente all'articolo Domenico
gazione delle Senlenze di Pietro Lombardo, ed ( San ).
i suoi Commentarii sopra Aristotele. ALBINA . San Girolamo nelle sue lettere ci
ALBERTO, abate del monastero di S. Ma- rende istruiti chi fosse la Albina di cui allual
ria a Stade. Alcuni dotti lo credeltero Italiano, inente tratliamo. Era questa, dice egli, una no
ma lo hanno confuse col suo contemporaneo bile malrona romana che viveva nel quarto
Alberto da Pisa. I monaci di Stade vivendo secolo, e di cui era principal diletto la lellura
nella sregolatezza, il loro abate si trasferi a delle sacre Scritture, intorno alle quali quants
Roma , ed ottenne una bolla contro di essi ; ma volte le insorgevano difficoltà , altrettante scri
questa non produsse verun effetto, per cui af veva a questo santo dottore, affinché a lei le
flittissimo Alberto entrò nell'ordine dei Fran. dilucidasse. Di ciò parla pure il santo e subli.
cescani . Egli scrisse una cronaca in latino, la me interprete nella prefazione della lettera ai
quale va dalla creazione del mondo sino al . Galati ed in altri luoghi, ove anche fa men
l'anno 1256. Andrea Hoier vi aggiunse un zione di cerla Marcella figlia di Albina , di cui
supplemento che comprende una durata di 60 egli scrisse la vita.
anni . Questa cronaca fu pubblicata ad Helm ALBINO ( S.). Nalo da nobile ed antica fa
slaedt , nel 1587 , da Rainieri Reineck, il qua- miglia della Bretagna , sentivasi alla stessa no
le la corredo di nole, billà del casato superiore nei suoi sentimenti ,
ALBERTO (lu. Padre). È questi ricordato i quali lo eccitavano a cercare quella del cie
nel Giornale dei dolli dell'anno 1689 , alla pa- lo, Obbliando adunque ogni cosa terrena , non
gina 167 0,142, qual dollo cappuccino, che la- penso che a ridurre il suo corpo in servitù con
sciò fama di sè nelle Conferenze che ei scrisse quanti modi d'austerità poteva ritrovare più
sul simbolo degli Apostoli. In queste sono spie- proporzionali al suo disegno. Sopra tali basi
gale tutte le verità della religione; come pure regolando sè stesso, ben presto divenne per tut
le decisioni dei concilii sopra ciascun articolo ti i religiosi un modello di umiltà , di mortifi
vi sono riportate familiarmente in forma didia- cazione e obbedienza. I suoi confratelli ; in vista
logo, nel modo stesso con cui furono pronuncia. di tanla perfezione, lo elessero abate, e nel cor
te nelle missioni ed allrove, All'ordine che re so dei venticinque anni che governd, fece ri
gna in tutta questa opera aggiunge il padre Al- fiorire la disciplina monastica cosi bene, che la
berlo quella chiarezza e semplicità , che nulla fama di lui si sparse ben tosto nei lontani pae
togliendo alla sublimità degli argomenti tral- si . In mezzo a così splendidi esempi di santità ,
tati , serve mirabilmente alla comune istruzio- che per opera di Albino ovunque brillavano,
ne cristiana , avvenne che nell'anno 529 que' d'Angers, bi
ALBI . La stessa che Alba (V.), Alba Pom- sognando di un vescovo, chiesero questo abate
peja. per quella cattedra. Albino resiste a lulto po
ALBIGESI. Erelici del decimoterzo secolo. tere, ma invano , che è posto a reggere quella
Essi professavano gli errori de'Manichei, de'Pe- chiesa. Nulla mulò nel seggio episcopale della
trobrusiani e de' Valdesi. I loro principali er sua prima condotla, e mai sempre si fece am
rori erano ; che ogni sorta di persone aveva il mirare umile , mortificato , dolce, vigilante ,
potere di ascoltar le confessioni e d'assolvere ; pieno di zelo, di carità e di fortezza contro
negavano il Purgatorio e l'Inferno; dicevano, il vizio. Nel terzo concilio d'Orleans dimo
che il batlesimo non è che una semplice ceri- strò quel rigore che si conviene ad un petto
monia ; che il Corpo di G. C. non è più nel- episcopale contro i mali dominanti , e combatte
l'Eucaristia, che in ogni altro luogo; che il con ogni forza contro gli incestuosi, ottenendo
diavolo ha fallo il Nuovo Testamento e che col suo dire veemente e di verità che fosse fat
Jddio ha fallo il Vecchio. Essi proferivano del- to il regolamento contro tali matrimonii. Do
Je bestemmie contro di Cristo nato in Betlem- po lunghe fatiche e travagli sostenuti pel bene
me, e dicevano che il Crislo buono è ignoto, e del gregge di G. C. , santamente fini di vivere
che la Chiesa Romana era una caverna di lu . il giorno primo di marzo dell'anno 350.
pi . Si dice, che vivevano immersi in ogni sor ALBINO D'ANGERS (S.), Abbazia di be
ta di scelleraggine. San Domenico faticò molto nedettini di S. Mauro fondata in Angers nel
a distruggere quest'eresia ; e s'institui una Cro- sesto secolo dal re Childeberto.
siata contro gli eretici . Si tenne contro di ALBINO DEL BOSCO (S.), Abbazia rifor
220 ALBIS - ALCANTARA ( S. PIETRO DI )
mata dell'ordine dei Cisterciensi , la cui ſonº crociata . Zoeno, vescovo di Avignone e legalo ,
dazione si riferisce all'anno 1137 , ma l'au. col consiglio e coll'approvazione di molli
tore ne è ignoto. Ruinata per un incendio pel- Vescovi, delle provincie di Narbona, di Bour
l'anno 1240, fu ristabilita da una pia dama ges, di Bordeaux , vi pubblico un regolamento,
denominata Dionigia , di settantun canoni, parte per la estirpazione
ALBIS, V. DOMENICA . dell'eresia, parte per la riforma del clero . Vi
ALBIZZI (BARTOLOMMEO ), chiamato altresi si rinnovarono i canoni del concilio di Tolosa
BARTOLOMMEO di Pisa ( de Pisis ), nato nel de- dell'anno 1219. In questo conçilio vi si no
cimoquarto secolo a Rivano di Toscana, fu del minano Immurali gli eretici che si chiudeva
l'ordine francescano , ovvero dei Frali minori , no , come convertiti per forza, perchè infatti
e si rese celebre pel suo libro Della conformità si chiudevano tra quattro mura .
di s . Francesco con G. C., cui presentó al ca ALCADARI . Setta fra i Maomettani, i quali
pitolo generale del suo ordine nel 1599. Mori negano lulli i decreti eterni , immutabili, divi.
à Pisa il giorno 10 dicembre 1401. L'erudilo ni, e sostengono, il libero arbitrio. La parola
Tiraboschi, nella sua Sloria della belleratura è formata dall'arabo Alkadar, che significa de.
ilaliana, tom . 5, p . 144 , prima ediz ., parla di creto. Gli alcadari sono un ramo dei molaza
questo libro colla sua ordinaria sagacità. « l lili, e sono gli oppositori degli algiobari.
fralli di semplicità , dice egli , dei quali il trop ALCALA DI HENARES (Concilio D' ), Com
po credulo autore lo ha empito, hanno dalo ai plutense, tenuto ad Alcala di Henares, in Ispa
protestanti occasione destra a menarne gran gna , nella provincia di Toledo , il giorno 25
clamore contro la Chiesa Cattolica , come seella giugno dell'anno. 1326, da ) . Giovanni d'A
approvasse tullo ciò che viene scritto da cia- ragona , arcivescovo di Toledo, da tre Vescovi ,
scuno dei suoi. Marchand , tra gli altri , nel suo coi deputati di tre altri assenti. Non vi si fece
Dizionario storico, ha creduto bene impiegate ro che due soli canoni .
sedici grandi colopne , nel porre solto agli oc ALCANTARA ( S. Pietro DI ), Il Signore
chi lylle le edizioni che si sono falte, tutti i somministrava alla sua Chiesa non pochi santi
libri che vennero pubblicati copiro quell'ope. eminenti per contrapporli alle sacrileghe ca
ra , tutti quelli nei quali venne ella o ristrella lunnie e alle ingiuriose estemmie dei rifor
od estesa, finalmente lutte le ingiurie dai pro: matori eretici . Nel lempo dei Tommasi di Vil
testanti vomitale in occasione di essa contro i lanova, degli Ignazii di Loiola , dei Franceschi
due ordini dei Frati minori e dei Predicatori, Saverii, dei Filippi Neri , dei Gaetani di Thie.
ingiurie alle quali non manca di unire le sụe. ne, Goriva parimente s. Pietro d'Alcantara,
ALBO (GIUSEPPE), dotto rabbipo spagnuolo, contemporaneo egli stesso di santa Teresa, di
nativo di Soria nella Castiglia Vecchia, assislè, cui diresse cosi felicemente lo spirito nelle vie
nel 1412 , alla celebre disputa sulla religione le più sublimi della vita privata . San Pietro,
che ebbe luogo tra i Cristiani e gli Ebrei , in d’Alcantara predicò la riforma, e la stabili in
presenza dell' Antipapa Benedello XIII. Albo Ispagna, nell'ordine di san Francesco di cui
coin pose, nel 1425, solto il titolo di Hikkarim ,' era religioso , ma riconducendola sul principio
fondamenti della fede, una grandissima opera, alla purità approvata dalla Sede apostolica,
il cui scopo era non solo di provare la verilå facendo confermare altresì una tale ristaura
della credenza giudaica, ma di attaccare ezian- zione nel 1854 dal Papa Giulio III , prendendo
dio i dogmi del cristianesimo. Il dottor Rossi una strada interamenlo opposta a quella dei
afferma che egli avesse composto quel libro riformatori farisaici , conlenli d'imporre il pe
per rassodare nella fede quelli fra ' suoi com . so, senza dare il menomo ajuto per sostenerlo,
patrioti , che la disputa teologica a vesşe trallo. Si può dire all'incontro che tullaciù che pre
a vacillare . Tale opera ebbe parecchie edizioni; scrive la regola di s. Francesco, per quanto,
la prima pubblicata fu a Soncino, nel 1486 ; auslera ella siasi, è quasi un nulla in confron
alcuni scrittori , citati dal Volfio, la tradusseroto di quanto praticava il santo riformatore.
in latino. Nelle edizioni le più moderne, il Era per lui cosa assai comune il non man
ventesimo quinto capitolo della terza parle, giare che di tre in tre giorni ; e durante quel
più particolarmente contro i cristianidiretto , le contemplazioni in cui questo cherubino
venne soppresso .
mortale pareva già inleramente sciolto dai
ALBI (Concilio DI) , Aliense, tenuto nella sensi , ne passavano talvolta ollo senza che ei
città d'Alby , capoluogo del dipartimento del prendesse cosa alcuna. Camminava sempre a
Tarn , in Francia, nel mese di agosto dell'anno piè scalzi ; non si copriva mai neppure col
1234 da s . Luigi nel suo ritorno dalla prima cappuccio, per quanto violenta fosse la piog.
ALCANTARA (ORDINE MILITARE D'ALCIMO 224
gia e ardente il sole ; e sopra un orribile cilicio posilo col più squisito buon senso, con una se
di piastre di latta non portava che un abilo verità ed una soave vivacità , che reodeva la di
mollo stretto, o piuttosto un sacco di bigello lui conversazione sommamente interessante,
con un mantello dello stesso drappo. Tutto il Codeste particolarità le abbiamo da santa Te
suo sollievo nei freddi straordinarii consisteva resa , che era stata con lui in una strella corri
nel passare da un mal maggiore ad uno più spondenza ; e che per l'altra parte non aveva
piccolo , mediante un espediente che aveva i. il tatto meno sicuro in materia di spirito che
dealo ; di lasciare cioè per qualche tempo il di virlů .
suo mantello, di aprir la porta e la finestra , ALCANTARA (ORDINE MILITARE D'). Que
poi di chiuderle e di ricoprirsi . La sua cellet. st' ordine fu instituito nell'anno 1156 dai
ta , se pure si può cosi chiamare ciò che non e due fratelli Suero e Gomez Fernandez Bar,
ſa neppure un sepolcro, non aveva che quat- rientos per far argine alle incursioni dei Mo.
tro piedi e mezzo di lunghezza , talmente che ri ; e fu confermato l'anno medesimo dal ve
ei non poteva coricarsi per dormire. Stava del scovo di Salamanca, ed il 29 dicembre 1177
continuo in piedi o in ginocchioni , fuorchè dal Pontefice Alessandro III . Questi cavalieri
quel poco di tempo che accordava al sonno : osservavano la regola dei Cisterciensi, doveva
ed allora , sedulo, appoggiava semplicemente il no ſar voto di castità , dal qual voto però furo
capo ad un pezzo di legno incastrato nel mu. no sciolli in appresso da Paolo III , e vota
ro. In tal foggia ei passò quarant'anni senza vano parimenti di difendere la fede , l'im
dormire più di un'ora e mezzo in tutta la not . macolata Concezione della B. V., e di com
le e il giorno : austerità che confessò egli stesso battere i Mori . L'emblema di questo ordine
di essergli sul principio costata più di qualun- era una croce verde gigliata nell'estremità su
que altra , la quale noi non proponiamo che periore e nelle due orizzontali , sopra una gran
all'ammirazione dei fedeli, anzi piuttosto a cappa di lana bianca; e sul petio una croce
confusione dei riformatori o calunniatori del . d'oro smaltata di verde della stessa figura nel
la ſede manifestata con tali opere. le grandi funzioni ; negli altri tempi la por
La forza e la penetrazione del suo intendi- tano di sela verde. Sotto il regno di Ferdinan
mento uguagliavano le sue austerità, e la sem- do il Callolico, la dignità di granmaestro ven .
plicità della sua fede andava del pari coi suoi ne unila alla corona .
lumi : avvegnachè alle cognizioni acquistate , ALCHIMIA è l'arte di fare false monele , ar
le più chiare ed estese, egli accoppiasse , per cosi te che è dalla Chiesa e dallo stato condanna
dire, la chiara percezione delle cose sopranna- ta, e pel cui esercizio si contaminano di mor
turali svelale continuamente alla 'sublimità tal colpa coloro che ne usano, sempre ritornan .
delle sue contemplazioni, e tanla esperienza do a danno del prossimo, che col mezzo di es
nelle vie interiori , che fu in questo genere sa resta gravemente ingannato . In una costilu ,
l'oracolo stesso di santa Teresa. Lo spoglio zione di Giovanni XXII si trovano , al capo
delle cose terrene era in lui quasi eccessivo , e Spondent extravag.com , lib. 5. de crimine fal
così rigorosa la custodia dei sensi , che passò tre si, non solo le gravissime pene stabilite contro
anni in un monastero del suo ordine senza co. gli alchimisti, ma anche a quanto sieno obbli.
noscere alcụn religioso, fuorchè alla voce. Non gati coloro i quali , sapendo di possedere false
alzava mai gli occhisu ciò che lo circondava, monete, di esse usano con danno del terzo.
e soltanto tenendo dietro agli altri, ei poteva ALCIMO , sommo sacerdote degli Ebrei , suc.
recarsi agli esercizii del chiostro, é compiere cessore di Menelao ( 1 Mach .cap .7 ), era della
il suo cammino nei viaggi . Passò un gran nu- slippe di Aropne, non pero della famiglia nel
mero di anni senza vedere alcuna donna ; e la quale era stata fino a quel tempo tal digni
se pur ne vide in avvenire , ciò era come se tà . Fu empio e traditore della sua patria . Nella
non vedesse che ombre. Una penitenza così ri: persecuzione di Epifane apostato ; per cui di
gorosa durò quarantasette anni interi. Per la venne esecrabile a'suoi , e spogliato del sacer
qual cosa nella vecchiaia era și estepuato e dozio, trovandosi allo estremo, con mille men
talmente dimagrilo, che la sua pelle somiglia : zogne ed adoprando ogni mala arle, giunse a
va meno a quella di un corpo vivo, che ad una procacciarsi ancora riputazione, e vedendo che
scorza di albero diseccalo . Nondimeno visse pulla aveva potulo oltenere contro Giuda Mac.
fino ai settantatré anni , falicando incessante- cabeo per la saviezza di Nicanore, che insinua
mente. La sua pietà non lo rendelte intratta- va al suo re a conchiuder più presto una pace,
bile. Parlava poco ; ma siccome aveva l'inten- di quello che venire a baltaglia, cercò di in .
dimento eccellente, si spiegava sempre a pro- fondere nell'animo del re stesso sospelli con :
222 ALCORANISTI - ALCORANO

tro di questo prode che trovossi obbligato di samente da cotesla Vergine, senza nessuna al
venire sventuratamente alle mani . Sconfillo terazione di sua verginità ; lo nomina Verbo
l'esercito e morto Nicanore, Bacehide ed Alci e Messia. Similmente mette nel numero dei più
mo, per ordine di Demetrio, marciarono con santi personaggi, il Precursore del Verbo, fatto
20000 fanti e 2000 cavalli contro Giuda cui, uomo, i suoi Apostoli ed i suoi Martiri . Dice
di tremila che prima ne avova , erano rimasti che la legge di Mosè e il Vangelo sono libri
soli ottocento guerrieri. Terribilissima fu la divini . « Ma gli Ebrei ed i Cristiani, ei sog
pugna, ma il numero maggiore alfin vinse, Giu- giunge, hanno corrollo questi scritti divini; o
da restò sul campo, e Bacchide entrò trionfan- Dio mi ha inviato per ammaestrare la mia na .
te in Gerusalemme, e riconfermò nella cattedra zione in una maniera più sicura . Non bisogna
del sacerdozio il deposto Alcimo, che a lungo contentarsi di rinunziare alla idolatria ; fa di
non godelle del frutto di sue iniquilà , essendo meslieri adorare un Dio senza figliuoli, e sen
stato dopo brevissimo tempo percosso da Dio za alcun'allra persona , la quale divida il cul
con paralisia che gli tolse l'uso del fa vellare, to supremo che non si debbe rendere che a lui
e quello ancor delle membra, e dovelle in mez solo. É necessario ascollarmi come suo profeta ,
zo agli spasimi atroci del male lasciare la vita credere la risurrezione avvenire, il giudizio u .
l'anno del mondo 4731 , avanti Gesù Cristo niversale, l'inferno ove i malvagi arderanno
160, come abbiamo dal primo libro de' Macca- per sempre, ed il paradiso di cui i buoni, fra
bei, al cap. 9. truppe di belle donne, non avranno a ricusare
ALCORANISTI. Fra i Maomellani cosi ven al loro cuore cosa alcuna di quanto eternamen
gono chiamati coloro, che si altengono stretta- te lusingherà i loro sguardi : »
mente alla lettera od al testo del Corano per Quanto alle pratiche esteriori, egli prescri
una convinzione della sua sufficienza e perfe. ve la preghiera cinque volte al giorno, la cir
zione. I Persiani sono in generale Alcoranisli, concisione, e parecchie purificazioni corporali,
perchè ammellono il solo Corano per regola l'astinenza dal vino, dal sangue e dalla carne
della loro fede. I Turchi, i Tartari , gli Arabi, di porco, il digiuno del mese arabo di rama.
oltre il Corano, ammettono un gran numero dan , la santificazione del venerdi , e il pel
di tradizioni . Gli Alcoranisti , fra' Maomettani , legrinaggio alla Mecca, almeno una volta in
corrispondono ai testuarii fra gli Ebrei . Nulla vita. Gli Arabi vi onoravano in principal mo
trovano di eccellente fuori del Corano : sono do il tempio quadrato , di cui riferivano le
nemici dei filosofi, dei metafisici e degli scrito fondamenta ad Abramo, avvegnachè vi si ado.
tori scolastici . Per essi il Corano é culto. rassero gli idoli . Maometto medesimo racco
ALCORANO . In età di quaranlaquattro an manda caldamente che si onori una pietra
ni Maometto spacciossi apertamente per profe- nera che vi si trova incassata nella facciata ,
ta , e pubblicamente dom malizzó . Siccome l'A e che mostra una figura indecente. Vuole che
rabia era divisa in tre sorte di religioni, l'e. i suoi seguaci si volgano sempre verso questo
braica , la cristiana e l'idolatra , perciò accor- tempio per far la preghiera, qualunque sia il
dò egli qualche cosa a ciascuna di esse, onde luogo in cui i medesimi si trovano. 1 doveri
più facilmenle procacciarsi seguaci . Ma poichè di giustizia , la pratica della elemosina, il pa
l'idolatria trovavasi la più screditata , alleso i gamento stesso della decima , e parecchie al
progressi della rivelazione in tutte le parti del tre consuetudini che prevengono tutti gli uo
mondo conosciuto , e in conseguenza della ver mini colla sensibile relazione al bene della so
gogna che il genere umano aveva finalmente cielà , entrano nel piano della sua legislazione.
concepita degli antichi suoi errori ; ei credelte Ma ei ne mostra apertamente lo stabilimento
di poter facilmente dichiararsi contro a que- vizioso e tutto umano, ordinando di prender
ste speculative stravaganze, lasciando ai volut- l'armi per la propagazione della medesima;
tuosi suoi Arabi la reale dissolutezza dei loro di trucidare senza pielà tutti quelli che resi
costumi. Egli stabilisce l'unità di un Dio steranno, non assoggettandosi a pagare alme
sommamente perfetto, creatore dell'universo, no il tribulo . Assicura il paradiso a tutti quel
il quale in diverse epoche inspirò alcuni pro- li , che morranno combattendo per essa. Ad
feli perammaestrare gli uomini . Riconosce sic- oggetto di render più intrepidi gli incauti suoi
come tali Noè, Abramo, Mosè e generalmente seguaci , propone loro continuamente la prede
tutti quelli, che gli Ebrei tengono in venera- stinazione siccome un destino falale ed inevi
zione, ed aggiunge loro alcuni Arabi. Dichiara tabile ; dal che ad essi è derivalo, giusta alcuni
che il più grande di tutti i profeli è stato Ge- autori , il nome di Moslemini ossia Musul.
sù figliuol di Maria ; lo dice nato miracolo. mani, cioè rassegnati in una maniera pura
ALCORI- ALDEGONDA (S.) 225
mente passiva alla volontà di Dio . Alcuni os- quale l'università di Parigi deriva per non in
servatori, che ci sembrano più esatti, intendo- terrotta sucessione di maestri . A tale scuola
no , sotto questo nome , degli uomini salva- Alcuino aggiunse una biblioteca ed una specie
ti da morte perchè si sottomisero al vincitore. di accademia , della quale non isdegnò Carlo
Tutti questi articoli formano la base del- magno far parte, ed in cui ogni membro pren
l'Alcorano ossia del libro per eccellenza, ope- deva il nome di un personaggio dell'antichità .
ra famosa di Maometto. Vi si trovano essi Carlomagno prese quello di Davide, ed Alcuino
confusi senza ordine e senza metodo , sparsi quello diFlacco Albino . Alcuino andò in Inghil
nelle declamazioni e nei luoghi comuni, cari- terra, dove soggiorno tre anni , ma poi tornò
cati di ripetizioni innumerevoli , e mescolati in Francia per non più sortirne . Allora fu
coi tratti della più crassa ignoranza. Quindi che fondò sotto gli auspicii del principe mol
confonde Maria sorella di Mosè colla Madre te floride scuole in Aquisgrana, a Parigi e
del Salvatore. Tuttavolta l ' elocuzione ne è altrove. Nè andò guari che uni al titolo di
pura. Vi si trova dell'anima e del calore , restauratore degli studii quello di difensore
un'eloquenza ossia un entusiasmo capace di della fede contro Elipando e Felice vescovo di
fare impressione sopra i focosi popoli dell'A . Urgel , i quali rinnovavano nella Spagna gli
rabia , paese incolto e poco frequentato da- errori del nestorianismo. Ebbe in quel torno
gli stranieri , non tanto per la costituzione l'abbazia di S. Martino di Tours. Dopo di
micidiale di quelle terre ardenti , quanto per aver utilmente servito il suo principe in ra
la difficoltà di navigare sul mar Rosso . Ai rii negoziati ed averlo accompagnato alconcilio
tempi di Maometto , l'uso delle lettere era di Francoforte, nel 794 , non cessò dichiedere
per anche totalmente nuovo , ed egli stesso che gli fosse permesso di ritirarsi senza checiò
non sapeva nè leggere nè scrivere , di modo potesse ottenere ; quandonel 799 Carlomagno
che l'Alcorano fu esteso da un'altra mano. lo invitò a seguirlo a Roma, egli se ne scanso
In esso la contraddizione si rende sensibile ia per la sua avanzata età e per le sue malattie.
mille diversi passi , ma soprattutto nelle te- Nell' 801 , al ritorno del monarca, non ricom
stimonianze, che questo inconseguente sedut- parve in corte, che per congratularsi della coroi
tore rende alla missione del divino Istitutore na imperiale, che quel principe aveva portato
della nostra Chiesa. da Roma , e sollecitò il suo congedo con nuove
ALCORI . Casta d ' Indiani atei . Essi non istanze. Finalmente, avendolo ottenuto, si riti.
sono nè cristiani , nè maomettani , nè pagani; rò nella sua abbazia di S. Martino di Tours,
perciò tutti i popoli dell'India gli hanno in ed aperse tina scuola , a cui la sua riputazio
orrore. Sono costretti ad abitare fuori delle ne attraeva numeroso concorso di uditori .
città , all'estremità dei sobborghi; non pos- Quantunque lontano dalla corte, vi conservò
sono avere relazione colle altre caste , e sono tutta la considerazione di cui aveva goduto ,
obbligati a condurre i delinquenti al suppli- mantenne regolare corrispondenza coll'impera
zio. Si chiamano anche Theer. tore e colle principesse, nè uso del suo credito
ALCUINO. Celebre scrittore dell ' VIII se- che per ispogliarsi dei suoi beneficii. Libero
colo, nato nel Yorkshire, o, secondo altri , vi- allora da ogni cura temporale, si dedicò inte
cino a Londra , fu discepolo del venerabile ramente alla preghiera, allo studio , e fece di
Beda , e di Ecberto arcivescovo di York , di sua mano una corretta copia del Vecchio e
cui fu bibliotecario, e divenne abate di Can- Nuovo Testamento. In mezzo a tali dotti eser
torberi. La sua riputazione varcò il mare. cizii , egli morì il giorno 19 maggio 804 in
Carlomagno , che aveva avuto occasione di età di quasi 70 anni . Per umiltà volle restar
vederlo a Parma lo indusse ad andare in diacono tutta la vita.
Francia , e , perchè vi dimorasse , gli diede ALDEBERTO . V. ADALBERTO .
le abazie di Ferrières nel Gatinese , di S. Lupo ALDEGONDA (S.) . Nacque nell ' Hainaut
a Troyes, ed il piccolo monastero di S. Jos verso il 630 , dal beato Valberto, di sangue
se. Volendolo tenere presso di sè, lo fece suo reale, e dalla beata Batilde, che santamente
elemosiniere, e prese da lui lezioni di relto vivevano congiunti in matrimonio . Infervorata
rica , dialettica ed altre arti liberali. Quel- dagli esempii di pietă, che quotidianamente
l'epoca è la data dello stabilimento della scuo vedeva nella sua famiglia, ad amar Dio , stabili
la nominata Palatina , perchè tenuta nello in suo cuore di non volere altro sposo che Ge
stesso palazzo dove , sotto la direzione di al sù Cristo . E questo pensiero di giorno in gior
cuino , i più valenti istitutori di quel tempo no in lei crescendo in uno all'amore verso Ge
educavano il fiore della gioventù dell'impero; sù Cristo , ad effetto il condusse, ottenutane lic
scuola che fiori sotto i suoi successori, e dalla cenza dai suoi genitori, nel monastero che fece
224 ALDERICO-ALESSANDRIA (CHIESA DI)

erigere in una campagna coperta di boschi, de- prosapia, ma sudditi dell'impero francese,nac
nominata Malbode , dove si rinchiuse con un que l'anno 800 , e passö i primi suoi anni
gran numero di vergini cristiane, assumendo alla corte di Carlomagno. La sua vocazione
in seguito il nome di canonichesse. Nel go • per lo stato ecclesiastico rinunziare lo fece al
verno di queste sue consorelle , che le venne le cariche importanti , che volle conferirgli
affidato , e di altre che alle prime si aggiunsero, Luigi il Buono. Lasciata la corte di Aquisgra
sempre dimostrò quella saggezza che è propria na , andò a Metz , dove entrò nel clero , ma
dei santi , per cui venne in ammirazione ap- l'imperatore lo chiamò in corle,e lo fece suo
presso tutti i buoni . Ma l'invidioso serpente cappellano e suo confessore. Nell ' 851 passò
non poteva tollerare che con tanta specchiatez- al vescovado di Mans, ove pacificamente visse
za si esercitasse da queste vergini la virtù , e sino alla morte di Luigi il Buono . Lotario
mosse contro diesse, e specialmente contro Al- ne lo scacciò, nè ristabilito venne che da Car
degonda , le più fiere procelle, aggiungendoogni lo II dopo la disfatta di Lotario , nell'841 .
sforzo possibile per farle vacillare nella perfe- Aldrico impiego il riposo che aveva goduto a
zione. Dio stesso volle provare la fedeltà del rinvigorire la disciplina del clero della sua
l'eletta sua sposa. In ogni battaglia ella stette diocesi ; la resse con molta saviezza , la edifi
ferma ed immobile , nè mai dal confidare nel cò colle sue virtù, assistette a varii concilii ,
suo Signore cessava . Veduta dall' Eterno la e inori di paralisi, il di 7 di gennaio dell'856 ,
fedeltà e costanza dell'ancella, che la propria dopo 23 anni di episcopato. Egli aveva fatto
volontà umiliava mai sempre a quella del cie- una raccolta di canoni , tratti dai concilii e
lo, premio le diede conveniente, colmandola di dalle decretali dei Papi , per servire di regola
grazie straordinariee innumerevoliche allarma. al clero . E da compiangersi la perdita di que
rono la sua umiltà profonda , e che la trassero sto prezioso monumento, conosciuto sotto il
a desiderare una malattia umiliante e dolorosa, nome di Capilolari di Aldrico : il secolo nono
alta a confonderla e purificarla. Dio esaudi i nulla aveva prodotto di cosi erudito , nè di
suoi voti , e sebbene dilaniata da un cancro nel tanto giudizioso in quel genere. Non ci re
petto, sempre vegliò sulla condotta delle pro- stano di questo santo prelato che tre Testa
prie sorelle colla prima alacrità e fervore, sino menti , ed alcuni regolamenti di disciplina,
all'istante della sua morte, che avvenne il 30 pubblicati da Baluzio. La sua vita è stata
gennaio dell'anno 684 ; giorno in cui se ne scritta da Bollarido.
celebra la memoria . ALESSANDRIA ( CHIESA DI) . Una delle più
ALDERICO od ODERICO (S.) . Celebre ve antiche ed illustri chiese di Oriente , la cui
scovo di Sens , nato nel 780 da nobili e ricchi fondazione comunemente è attribuita all'e.
genitori. Sprezzatore del mondo edelle sue va- vangelista san Marco discepolo di s . Pietro , il
nità, nelle quali i suoi parenti volevano elu. quale, secondo Eusebio e s. Girolamo , la res
carlo, dopo essersi esercitato nella propria fa- se anche per 10 anni , cioè dall ' anno 52 al
miglia nell'astinenza ed altre pratiche di reli- 62 dell ' era nostra, epoca in cui ottenne il
gione , abbracciò lo stato monastico in cui die martirio. A san Marco successe Aniano od
venne modello di perfezione a tutti i suoi con- Anania , indi una serie di vescovi , di cui
fratelli. Conosciuto per la sua riputazione da poco più che il nome ci resta. Sino dal secondo
Geremia vescovo di Sens , fu ordinato prete, e secolo il vescovo di Alessandria esercitava una
dopo essere stato precettore nella corte di Fio certa giurisdizione sull'Egitto proprio , la
lippo il Buono, fu eletto abate, indi sul fini- Libia e la Tebaide ; indi questa si estese an
re dell'anno 828 vescovo di Sens. Nei varii cor più , per cui la sede di Alessandria era la
stati in cui Alderico trovossi , rese costante- seconda dopo Roma, e la prima in Oriente.
mente ammirabile la sua fede, il suo zelo Cosi rimase sino al Concilio ecumenico di
temperato dalla dolcezza , la sua umiltà, la Efeso , che tolse la primazia a questa sede per
sua saggezza, il suo perfetto distacco da ogni trasferirla al patriarca di Costantinopoli. A
bene temporale , la mortificazione di tutti i lungo i Papi si opposero a tale innovazione,
suoi sensi , la sua capacità e vigilanza sul pro- ma prevalse il potere e la volontà degl' impea
prio gregge, di cui sino alla morte, successa nel. ratori . Invano tenta il Basnage , nel libro se
l'anno 840 il 10 ottobre , non si mostrò meno condo della sua storia Ecclesiastica , storia
pastore e padre che giudice à un tempo e scritta a modo suo e non conforme alla verità;
medico. invano ei tenta , diceva, di provare che la chie
ALDOBRANDINI. V. CLEMENTE VIII. sa di Alessandria non obbedì mai a quella di
ALDRICO ( S.) , figlio di un gentiluomo sasa Roma, poichè i fatti evidenti e luminosi ed ir
sone e di Gerilda di Bavieta,amendue di reale refragabili testimonianze stanno contro di lui ,
ALESSANDRIA (CONCILII D ') 225
e mostrano a pien meriggio la falsità di sue in quelle menti ed in quelle anime la vera fede
asserzioni . Lungo di troppo sarebbe se voles- di Gesù Cristo; nè mancano di cogliere i frutti
simo dire e degli uomini che uscirono dalla dei loro sudori , chè le conversioni sono rapide
chiesa alessandrina e dei rivolgimenti cui essa e frequenti, sebbene ogni impedimento sia frap
andò soggetta ; per cui basterà il ricordare che, posto dai ministri di quelle sette.
sebbene agitatissime fossero le comunità cri. In Roma risiede pure un patriarca di Ales
stiane di Antiochia e Costantinopoli , nessuna sandria ino, in partibus, ed occupa il secon
però lo fu più dell'Alessandrina. Degli uomini do posto dopo quello latino di Costantinopoli.
illustri o noti nella storia ecclesiastica, che in Esso non gode di alcuna giurisdizione sui
Alessandria videro i natali , diremo quando luoghi.
l'alfabeto ci porterà ai loro nomi . V. Ario, Gle. ALESSANDRIA (Concilii D'). Parleremo in
MENTE ALESSANDRINO, ORIGENE, ecc. questo articolo dei varii concilii che si tennero
Gli imperatori di Oriente abbandonavano le in questa capitale dell'antico Egitto.
frontiere dell'impero in mano ai Bulgari, ai ALESSANDRIA (CONCILIO D'), Alexandrinum,
Parli ed ai Persiani, che erano invece loro oc- tenuto l'anno 231 sotto il vescovo Deme
cupazioni predilette frammischiarsi in questio- trio, il quale vi degrado Origene per essersi
ni teologiche, che, in luogo di sopire ed estin- mulilato . In un altro concilio, tenutosi poco
guere, attizzarono maggiormente coi loro decre. tempo dopo, egli vi depose lo stesso Origene
ti . Cosi fu di Zenone e del suo Enotico, ossia dal sacerdozio, e lo scomunico ; ma parecchie
edillo, decrelo, programma ( V. Exotico ) : ai chiese presero la difesa di Origene. Demetrio
patriarchi di Alessandria non fų lecito gover se la prese con Origene per una secreta gelo
nare se non acceltavano quella specie di tran- sia , veggendo la stima , che tutto il mondo
sazione imperiale . Al sesto secolo una con faceva di sua dottrina e di sua virtù. Se la
tesa diede origine ad una divisione, tuttor vi- presero contra Origene, dice s. Girolamo, non
gente, fra i cristiani orientali . Sotto il patriar- perchè egli insegnasse nuovi dogmi , non perchè
ca Timoteo III(519 ), venuto in Alessandria, Se vesse egli detto delle sentenze eretiche, come i
vero patriarca di Antiochia, insegno che il cor- suoi nemici voleano persuaderlo , ma perchè
po di G. C. era corrullibile ; Giuliano invece non potevano comportare lo splendore di sua
che era fantastico ; ed eccoti due nuove selte, eloquenza ; e perchè, quand'egli parlava, pa
dei corrutticoli e dei fantasiasti, due patriar- reva che tutti gli altri fossero muti . Origene
chi, un severila ed un giulianista , che si sco scrisse una lettera a' suoi amici per dolersi
municano a vicenda . Questo doppio patriarcato della ingiustizia di Demetrio . Egli pretende
solto altro nome dura tuttora, avendo la chie- che i suoi scritti gli fossero stati corrotti ; e de
sa di Alessandria un capo giacobita ed uno testa certi errori considerabili che gli s'impu
melchila . Sorgente di quest' ullima divisione, tavano : diceva in essa, che rimelteva i suoi
fu l'eresia eutichiana . I cattolici che si assog- amici e i suoi calunniatori al giudizio di Dio ;
gettarono all'editto di Marciano ed al concilio credendosi più obbligato ad aver compassione
di Calcedonia furono dagli avversarii chiamati di loro, che ad odiarli , e amando meglio pre
Melchili, cioé imperiali; gli eutichiani si chia. gar Dio, che usasse loro misericordia , di quel
marono Giacobili da Jacopo Baradeo o Zenza . lo che desiderar ad essi alcun male. Tutta
lo. Caduta Alessandria nel 643 in mano via i suoi scritti sono stati condannati dal quin
dei Musulmani , scambiò la croce con la mez to Concilio generale.
zaluna, le lettere ed il Vangelo col Corano e ALESSANDRIA ( Concilio n' ). È incerto il
colla scimitarra. Ora la sede degli Atanagi , dei luogo di questo concilio radunalo l'anno 235 ,
Clementi ecc. è retta da uomini ignoranti , dice il Labbè, sebbene si denomini d' Alessan
superstiziosi e miserabili . Il patriarca di Ales . dria. Geracle d'Alessandria vi ricondusse alla
sandria melchita (greco - scismatico) risiede al fede Ammonio, che aveva traviato.
Cairo e governa le chiese greche d’Africa e di ALESSANDRIA (Concilio D') , dell'anno 305
Arabia ; il giacobita o copto dimora nel mona ovvero 306, solto s. Pietro martire. Vi si depo
stero di S. Macario nella Tebaide( Allo Egitto ). se Melezio vescovo di Licopoli convinto di aver
Tanti infelici non sono perduti di vista dal sagrificato agl'idoli e di molti altri delitti . Me
Padre universale dei credenti, e mentre dal so- lezio, per vendicarsi, cominciò uno scisma, che
glio di Pietro egli innalza preghiere per la loro durava tuttavia quarant'anni dopo, come di
conversione, non cessa d'inviare in quei luoghi mostra il Tillemont nelle sue memorie.
de'suoi figli, i quali si adoprano colla carità ALESSANDRIA ( CONCILIO D'), dell'anno 319
del Vangelo ad estirpare gli errori ed infondere ovvero 320, tenuto da s. Alessandro e da lutto
Encicl. Eccles. l'ol. I. Fasc. IV . 29
226 ALESSANDRIA ( Concilii D' )
il clero a motivo dell ' eresia d' Ario, che in es- moglie di Licin io e sorella di Costanlino, e si
80 fu condannato. Ario era curato della chie. può dire, che, tra tutti i fautori d'Ario, non
sa di Baucale in Alessandria , non era egli pri- siavi il secondo più celebre di lui, e ch’abbia
vo di talenti esterni che imponevano, ed ave fallo maggiori danni alla Chiesa.
va tutte le apparenze di virlù. La gelosia che ALESSANDRIA (Concilio D’), dell'anno 324 ,
egli ebbe di veder s . Alessandro stabilito sul tenuto dal celebre Osio, vescovo di Cordova,
seggio di Alessandria , precipitollo nella eresia . inviato da Costantino per rimediare alle turbo .
La vita edificante del suo Vescovo non porgen- lenze cagionale dalla eresia di Ario, e per esse
dogli nessun pretesto di sollevarsi contro di re il mediatore della pace della Chiesa. Osio si
lui, s'avvisò che fosse d'uopo altaccarlo nel- adopero in questo affare con tutta fedeltà , e
la credenza : e siccome s . Alessandro predica- con quella sollecitudine e premura , ch'erano
va , conforme alle istruzioni ch'egli aveva ri . degne disua pielå , e della confidenza ch'avea
cevute dalla Chiesa, che Gesù Cristo Salvator in lui l'imperatore. Vi si trallò a fondo tutto
nostro , era anche Dio, Ario ſu ardito di affer- ciò che risguarda la Trinità e la condanna del .
mare, prima in qualche privato colloquio, e la dottrina di Sabellio. Noi non abbiamo su
poi pubblicamente, che il suo Vescovo s'ingan . di questo concilio di molti lumi , nè sopra quel
nava e cadeva nella eresia di Sabellio ; che Ge. che passo intorno ad Ario. Pare solamente che
sù Cristo non è Dio, ma una creatura tralla le cure di Osio, per grandi che fossero, sieno
dal nulla ; che per il suo libero arbitrio è riuscite troppo deboli per estinguer il fuoco
slalo egli capace di vizio e di virtù , ma che violentissimo acceso già da Ario. Credesi che
essendo mutabile per natura, avea voluto per la conclusione di questo concilio fosse di con
severare nel bene per libera elezione ; che Dio sa fessare il Figliuolo consustanziale al Padre.
pendo che sarebbe cosi , gli avea dato anticipa ALESSANDRIA (Concilio D' ), radunalo l'an
tamente, e in vista delle opere buone, ch'ei no 339. Sant'Atanasio vi fu eletto vescovo di
dovea fare, la gloria che avea egli ollenuto per quella città in luogo di s. Alessandro.
propria virtù ; ch'egli avea il nome di Dio so ALESSANDRIA (Concilio D'), dell'anno 340,
lamente per partecipazione , al par degli altri tenuto in favore di s. Atanasio : si celebró
uomini , ma ch'ei non era veramente Dio. dopo la morte di Costantino , e v’interven
Sant' Alessandro, dopo di aver fatto venire a nero cento Vescovi della Tebaide, della Libia
sè Ario , volle ricondurlo al dovere colla dol- e della Pentapoli, Vi si confutarono tutte le
cezza : impiego prima gli avvertimenti e le calunnie prodolle contro s. Atanasio dagli Eu
esortazioni per fargli aprir gli occhi sopra il sebiani . In questo concilio regnò la piena li
suo errore. Fece tener eziandio delle conferen- bertà ecclesiastica, il lullo si fece e si trallò se
ze col suo clero in presenza d'Ario ; ma Ario condo le regole, e in un modo assai diverso di
persistelle ne'suoi sentimenti, e sostenne con quello ch'era avvenuto tre anni addietro in
impudenza tutto ciò che avea già avanzalo. quello di Tiro. Sant' Alanasio vi reslo piena
Sant' Alessandro fu costrello finalmente a sco mente giustificato. Gli stessi Vescovi scrissero
municarlo in un ' assemblea del suo clero. una lettera sinodale a tutti gli ortodossi, al
ALESSANDRIA ( ConcILIO D' ), dell'anno 320 , îne d'esser più forti unendosi contro l'erro
tenuto da s. Alessandro alla testa di cento Ve. re . Eglino in quella lettera si lamentano che
scovi d’Egillo , senza contare i Preli che vi gli Eusebiani non cessassero di perseguitare
assistettero . Ario vi fu interrogato intorno alla s . Atanasio ; che lo hanno fallo esiliare ; che
sua fede, e all ' eresia, ond ' era egli accusato. banno spedita ai Ire imperatori una lettera
Ario sostenne con audacia il suo errore; e quan- piena di nuove calunnie. Lo giustificano da
do i Vescovi ebbero udite di sua propria bocca Tutto questo; risalgono all'origine delle persecu
le sue bestemmie, lo anatematizzarono coi suoi zioni sofferte da s. Atanasio, ed espongono, che
seltarii al numero di undici o dodici tra Preli e gli Ariani lo aveva preso ad odiare fin d'al
Diaconi . Costoro sostenevano che v'era stato lora che egli era solamente diacono ; provano
un tempo in cui il Figliuolo di Dio non esiste. che la sua ordinazione ſu secondo tutte le rego
va , e quindi ch'egli non era perfettamente Dio. le ; osservano che Eusebio di Nicomedia avea
Ario si ritirò in Palestina, dove sorprese parec- cambialo sede più volte, e ch'egli fa consistere
chi Vescovi, e fece di molti seguaci . Il più ri . la religione nella ricchezza e nella grandezza
guardevole fu Eusebio di Nicomedia , città di delle città , dimenticando, che chiunque è una
soggiorno degl'imperatori d'Oriente. Eusebio volta legalo ad una chiesa per lo vescovato ,
vi godeva una gran riputazione alla corte del .. non deve più cercarne un'altra, per non esser
l'imperalore, e possedeva il favore di Costanza, trovato adultero , secondo la dottrina della
ALESSANDRIA (Concilii D') 227
Santa Scrittura ; fanno vedere, che il concilio lo Spirito Santo era creatura , e non consustan
di Tiro non merita il nome di concilio, perché ziale a Gesù Cristo. Era questa una precau
la cabala di Eusebio vi dominava,e la potenza zione del tutto necessaria contro la nuova selta
secolare vi tenea oppressa la libertà: giustifica- de'Macedoniani: imperciocchè il concilio avea
no s. Atanasio dall'omicidio di Arsenio ; ri- già trallato pienamenle questo punto, e avea
levano le irregolarità del processo fatto nella dichiarato, che bisognava credere che lo Spi
Mareolide; si lagnano che gli Eusebiani lace- rito Santo avea la stessa costanza e la stessa
rino la Chiesa colle minaccie e col terrore : fi. divinilà che il Padre e il Figliuolo, non vi
nalmente esortano i Vescovi a non prestar essendo nella Trinità niente di creato , nè di
fede a quanto loro si scrisse contro s. Atanasio. Posteriore, nè d'inferiore; finalmente di ana
ALESSANDRIA (Concilio D' ) , dell'anno 362, tematizzare le stolte empielà di Sabellio, di
tenuto da s. Atanasio di concerlo con s. Euse- Paolo Samosateno, di Valentino, di Basilide
bio di Vercelli, per deliberare con esso lui e e dei Manichei ; che questo dovea bastare per
cogli altri Vescovi intorno agli affari della liberare i Meleziani da ogni sospello: e chc i se
chiesa di Antiochia . Gli ortodossi erano vissuti guaci di Paolino non dovean da loro esigere
lungo tempo uniti in comunione cogli Ariani , niente di più .
ma essendosi finalmente separati nell'anno Siccome poi la parola ipostasi, ossia sussisten
361 , non avevano potulo ottenere dagli Eusta za, turbava allora tutta la Chiesa ; impercioc
ziani , ch'erano gli antichi Cattolici di quella che i Latini intendevano per questo termine
cillà, che volessero unirsi con esso loro. la stessa sostanza , e non volevano riconoscere
Questo concilio è uno de' più importanti in Dio che una sola ipostasi , accusando di a
che siensi mai tenuti nella Chiesa, per la qua- rianismo coloro che ne ammeltessero tre ; i
lità e l'importanza delle sue decisioni , e per Greci,all'opposto, per la parola ipostasi inten
la purità della fede e il merito di quelli che dendo la persona , sostenevano, ch'era necessa
Jo componevano. Oltre a s. Alanasio e a s. rio ammetterne tre per non cadere nella eresia
Eusebio, eravi s. Astero di Petra nell' Arabia , di Sabellio, sant'Atanasio , per accordar gli uni
Pafnuzio di Sais e parecchi altri al numero egli altri, gl'interrogò con dolcezza, che cosa con
di venti. Vi si studiarono con tutta l'appli- questo intendessero, e rilevando dalle risposte
cazione possibile i mezzi più acconci per dar la che tutti erano dello slesso sentimento e che
pace alla Chiesa, dopo le procelle dell'eresia, non avevano altra fede che quella della Chiesa ,
ond'era stata agitata . Fu celebrato dopo la permise a ciascuno di far uso del termine ipo.
morte di Costanzo, il più insigne protettore stasi, giacchè convenivano nel senso, egli im
degli Ariani . Il concilio decise, che quelli che pegnò a contentarsi dei termini del concilio
erano stati i capi ei difensori della eresia, po- Niceno, senza arrestarsi a queste nuove que.
tessero ottenere il perdono colla penitenza , ma stioni . Contuttocio ,ad onta della saggia cop
che non potessero restare nel clero ; e che quel dotta di s. Atanasio , la Chiesa fu ancor lungo
li , ch'erano stati sedotti dalle violenze degli tempo agitata per la parola ipostasi.
altri sarebbono conservati nel loro posto, pur Lo stesso concilio stabili fortemente la dol
chè solloscrivessero il concilio Niceno. Infalli Irina della Incarnazione contro l'eresia , che
troviamo che in risoluzione del concilio di A- Apollinare cominciava sin d'allora a insegna
lessandria fu mandata a Roma, e interamente re, ma non ancora pubblicamente, e detini che
approvala dalla Chiesa Romana. Gesù Cristo era nato di Maria ; ch'egli era ve
Si trattò degli affari di Antiochia , cioè degli ramente uomo secondo la carne, e ch'egli non
Eustaziani, cbe non volevano sottomettersi e avea preso un corpo senz'anima , senza senti
s. Melezio, il quale era stato nella comunione menlo e senza intelligenza.
degli eretici, e da loro fatto Vescovo. I padri del Ma le sollecitudini di s. Atanasio e del con
concilio pregarono s. Eusebio e s. Astero a pas- cilio per procurare la pace nella Chiesa di
sar in Antiochia a nome di tutti loro, e scris- Antiochia, non ebbero quell'esito che si speras
sero una lettera ai tre Vescovi ; Lucifero, Simma. va per la precipitazione di Lucifero di Caglia
co ed Anatolio, nella quale testimoniavano la ri . Imperciocchè ordinò egli vescovo Paolino,
lor allegrezza, perchè i Meleziani volessero riu- capo degli Euslaziani ; riputandosi offeso, che
nirsi con quelli del partito di Paolino, cioè co s. Eusebio biasimasse questa sua ordinazione,
gli Eustaziani : gli esortavano a non esiger al- disapprovò i decreti del concilio, si separò dalla
tro dai Meleziani , se non che ricevessero la comunione di s. Eusebio , e poi di tutta la
confessione Nicena ; di anatemalizzare l'eresia Chiesa Cattolica ; dal qual fatto ebbe origine lo
ariana , e l'errore di coloro, che dicevano , che scisma dei Luciferiani, che durò quarant'anni
228 ALESSANDRIA (Concilii D ) - ALESSANDRO BALETE
Sant'Eusebio di Vercelli segnò in latino i de ALESSANDRINA ( VERSIONE ). V.SETTANTA.
creli di questo concilio alla testa di tulli gli ALESSANDRIA ( DELLA Paglia ).Città del Pie.
altri Vescovi , dopo s.Atanasio . Ruf. lib. 1 , cap . monte, eretta da Alessandro III in vescovado
29 , pag . 249; Alhan . de Ant. pag. 578; Hicron. l'anno 1175 , unendovi ad essa l'altro vescovado
in Lucif. , cap . 7 , pag . 144 . di Aqui , ciò che fu poi confermato da Innocen
ALESSANDRIA (Concilio '), dell'anno 363. zo JII . Tale unione duro sino all'anno 1405,
Fu composto dei Vescovi di tutto l’Egillo rau epoca in cui Innocenzo VII , diede a ciascuna
nati da s. Atanasio per soddisfare alla diman chiesa un Vescovo particolare.
da che gli avea fatto l'imperatore Giovinia ALESSANDRO il Grande. Fu figlio e suc
no di mandargli una esposizione della vera cessore di Filippo il Macedone. Il profeta Da
fede. Nella risposta s . Atanasio esorta l'impe niele nelle sue profezie al capo 7 , vers. 6 , e
ralore ad appigliarsi alla fede Nicena. capo 8 , vers . 4 e seguenti, raffiguró questo mo
ALESSANDRIA (Concilio D') , dell'anno 370 narca solto l'immagine di un leone che ha
incirca. Di questo concilio s. A tanasio scrisse quattro ali , a cagione della sua forza e della
al pontefice Damaso per rendergli grazie della rapidità delle sue conquiste, e solto la forma
condanna da lui pronunziata contro Ursacio e di un capro che percorre tulta la terra con tan
Valente. ta velocilà da non toccare il suolo , ed affronta
ALESSANDRIA (Concilio D") , lenuto nel 401 . un montone cornuto, lo rovescia e lo calpesta
Vi si condannarono gli scritti di Origene , senza che siavi chi possa liberarlo dalla potenza
altresi condannati in Occidente . Teofilo d'A- di lui. Questo montone figura Dario Codoma
lessandria vi fece pur condannare i quallro no ultimo re dei Persiani , il cui regno fu da
grandi fratelli. Lo stesso anno si celebrarono Alessandro interamente distrutto , fondandovi
parecchi altri concilii in Oriente, contro gli sulle sue rovine la monarchia dei Greci. Il
scrilti di Origene , come il Tillemont ne at- medesimo profeta, al capo 11 dei suoi scritti ,
tesla . vers. 39 , raffigura Alessandro nel ventre di
ALESSANDRIA ( CONCILIO D' ), l’anno 430 in bronzo che aveva la statua apparsa in sogno a
novembre raunato da s. Cirillo, patriarca di Nabuccodonosorre; e nelle cosce di ferro i suc
quella cillà per comunicarvi la lettera che Ce- cessori di lui .
lestino Papa aveagli scritta , e quella altresi che Narrasi di questo potente che essendosi a
lo stesso Pontefice avea scrilla a Nestorio. 11 vanzato contro Gerusalemme per distruggerla,
concilio deliberò di scrivere una terza lettera il pontefice Jaddo in uno agli altri sacerdoti
allo stesso Nestorio , per avvertirnelo con un rivestiti delle vesti solite ad usare nelle grandi
terzo monitorio tanlo a nome di quel conci- solennità essendogli andato incontro per pla
lio, quanto a nome della Santa Sede , a cor- carlo , Alessandro a quella vista si senli mos
reggere i suoi errori , e ad abbracciare la fe so a rispetto e prevalendo il gran sacerdo
de cattolica , altrimenti gli dichiarano che le fu il primo a salutarlo; della qual cosa ma
non vogliono più aver comunione con lui, e ravigliali gli ufficiali che lo seguivano, loro
che nol lerrebbono più per Vescovo. Questa disse , che non al pontefice rendeva omaggio ,
Tellera contiene, in primo luogo, una profes- ma al Dio dei Giudei , che eragli apparso sotto
sione di fede , che comincia dal simbolo Ni- le vesti e la figura del gran sacerdote che ivi
ceno ; poi una spiegazione esatta del mistero era presente , esortandolo a passare in Asia ,
della Incarnazione. Vi si risponde alle princi- promettendogli l'impero dei Persi. Jaddo spie
pali obbiezioni di Nestorio, e si termina final- gò a lui le profezie di Daniele , dopo che Ales
mente coi dodici celebri anatematismi, ovvero sandro salj al tempio , offerse sacrifizii al Si
capitoli di s. Cirillo ; cioè che quel santo avea gnore , ed accordata libertà agli Ebrei di vive
scelte alcune proposizioni di Neslorio e avea re secondo le proprie leggi , e concessa ad essi
anatemalizzato tutti quelli che le sosterreb- per selle anni esenzione dai tribuli , continuò
bono. Questi dodici anatematismi comprendo- in Asia le sue imprese e le celebri conquiste che
no lulla la sostanza della spiegazione di s . Ci- lo resero immortale.
rillo sopra il mistero dell'Incarnazione, e fe ALESSANDRO BALETE o di Bala. Figlio
cero in progresso molto rumore nella Chiesa di Antioco Epiſane, dal senalo romano fu ri
perché gli Eutichiani abusarono di alcune conosciuto per erede di Antioco , mediante i
espressioni contenute in quelli. Conc . Tom . 5 , mezzi adoperali a tal uopo da Eraclide di Bi
pag. 395. T. 1 , Conc. Eph. , c . 26 . sanzio , il quale in appresso raccolse truppe
ALESSANDRIA ( Concilio d'), tenuto nel 633 per lui e lo condusse a Efeso. Vincitore in se
il di 4 maggio (non riconosciulo ) dal patriarca guito di Tolemaide , fece alleanza con Gionata
Ciro a favore dei Monoteliti, Maccabeo , diede battaglia a Demetrio, cui vin
ALESSANDRO GIANNEO - ALESSANDRO D' EFESO 229
se e spoglio del regno. Ma non andarono pro- rizzo ai Giudei nel nono anno del pontificalo
speramente in seguito le sue imprese, chè fu- d'Ircano, essendo questo Alessandro l'inviato
nestamente fini; perciocchè combattendo con a Roma dai Giudei per istringere alleanza con
fro Tolomeo suo suocero e contro Demetrio quel popolo.
Nicanore, i quali si erano collegati contro di ALESSANDRO , figlio di Teodoro. Fu que
lui , fu vinto, e costretto a salvarsi in Arabia , sti il secondo inviato a Roma da Trcano per
dove Zabdiele, principe degli Arabi , gli fece rinnovare l'alleanza col senato, secondo l'at
troncare il capo, e lo spedi a Tolomeo. In pro- testare dello stesso Gioseffo nelle Antichilà,
posito di questo Balete si può consultare il libro 14 , capo 17 .
primo libro dei Maccabei al capo 11 , vers. 17. ALESSANDRO, figlio di Erode il Grande e
ALESSANDRO GIANNEO . Parla di que- di Marianne. Fu spedito a Roma con Aristo
sto terzo figlio di Giovanni Ircano il quar- bulo suo fratello, da Erode loro padre, dopo
to libro dei Maccabei al capo seltimo. Sa- la funesta morte di Marianne loro madre. Tor
lilo sul trono della Giudea, incominciò il suo narono essi nella Giudea , dove Salome, sorella
governo col far morire uno dei suoi fratelli . di Erode, che era stata la prima cagione della
Bellicoso per natura non tardò a muovere con morte di Marianne, li ruinò colle sue calun
tro Tolemaide, ma invece trovò di dover af- nie nell'opinione di quel principe barbaro ed
frontare l'oste di Tolomeo Laturo che marcia- inumano, che fece strozzare i suoi due figli a
va contro di lui . L'esito di questo combatti- Sebaste , altrimenti Samaria ; come allesta
mento fu funestissimo, perciocchè, oltre la per- Gioseffo nelle sue Antichità, libro 16, cap, 16 ,
dila di un numero considerevolissimo dei suoi, e libro 17, cap. 15 .
vide tutto il proprio paese guasto e ruinalo ALESSANDRO . Impostore giudeo della
dalle armi vincitrici di Laturo. Fu allora che città di Sidone. Riconosciuto costui , nell'isola
Gianneo penso stringere alleanza con Cleopa- di Creta , da tutti i Giudei per figliuolo di E
tra madre di Laturo, e tosto marciò colle sue rode, gli somministrarono anche il denaro per
armi nella Celesiria , ove a sè soggettò Galdara equipaggiarsi a fare il viaggio di Roma . Al
ed Amalo. Indi prese Rafia , Anledone e Gaza . l'arrivo di lui , dice Gioseffo , a Pozzuoli ,
Reduce a Gerusalemme, essendosi i Giudei ri i Giudei pure di Roma andarono in folla ad
bellati contro di lui nella festa solenne de laber- incontrarlo . Entrato in Roma con un treno
nacoli , ne fece trucidare circa sei mila. Quindi da re, il solo Augusto riconobbe in costui un
guerreggið con buon successo contro gli Am- impostore ; perciò , faltolo imprigionare , fece
moniti e i Moabiti.Tante vittorie non poterono morire colui , il quale lo aveva eccitato a tale
però salvarlo dall'odio dei Giudei , i quali finzione.
aveva più volte quetati con grande perdita di ALESSANDRO (Cireneo ). Questi era ſiglio
essi , contandosi cinquantamila i caduti sotto di Simone Cireneo, che aiutò il divin Reden
le armi di lui nei varii scontri che ebbero, tore a portar la croce nel salire il monte Cal
perciocche vedendo l'incapacità propria di vario.
vincerlo, chiamarono in loro soccorso Demetrio ALESSANDRO ( LISIMACO ). Era questi Ala
Euchero re di Siria, il quale nella battaglia barca di Alessandria, fratello di Filone ebreo.
che diede ad Antioco , lo costrinse a porsi in Era il più ricco dei Giudei dei suoi tempi , e
salvo nelle montagne. Ciò nullameno questo si distinse pei ricchi donativi che fece al lem
genio guerresco trovò di che rendere ancora pio. Fu padre di quell'Alessandro che di giu
terribile il proprio nome; ma non a lungo duró deo si fece pagano . Posto in prigione dall'im
questa nuova sua gloria perciocchè esa usto di peratore Caligola vi slelte sino al regno di
forze morì nel paese di Gerasa. Claudio, che ne lo fece liberare , come dice
ALESSANDRO. Di questo figliuolo di Ari- Gioseffo nelle Antichità al libro 20, cap. 3 .
stobulo e di Alessandro, e nipote di Alessandro ALESSANDRO . Giudeo di Cirene. Catullo
Gianneo, narra Giuseppe nelle sue Antichilà governava questa provincia quando da alcuni
al libro 10, capo 13, e nell'altra opera Della malvagi ed assassinifu accusato al tribunale
guerra giudaica al libro 1 , capo 7 , che ſu de- di lui con tali e tanti capi gravissimi, che fu
capitalo ad Antiochia l'anno del mondo 3935 condannato alla morte, la cui sentenza fu ese
per ordine di Pompeo. guita l'anno 73 di Gesù Cristo , secondo che
ALESSANDRO , figlio di Giasone. Il nome dice Gioseffo nel libro 7 de Bello al cap. 38 .
di questo uomo , come narra Giuseppe nel li. ALESSANDRO D'Efeso. Questo Giudeo
bro 14 , càpo 16 , delle Antichilà Giudaiche , ſu quegli cui devesi la calma introdotta nella
trovasi nel decreto che il senato romano indi moltitudine che erasi ammulinata contro s.
1 230 ALESSANDRO Cuola10— ALESSANDRO II
Paolo, allorchè annunciava loro la parola di l'imperatore per l'elezione del Papa, non era
vita elerna, come si ha dagli Atti Apostolici al caso nuovo negli annali ecclesiastici. Santo
capo 19, vers. 13 e seguenti . Stefano, san Cornelio, san Clemenle, sant'Ales
ALESSANDRO CUOraio . Persona ricordata sandro, san Pietro stesso, non erano stati altri .
da s. Paolo nella sua prima lettera a Timoteo, menti eletti dagli imperatori dei loro tempi .
al capo 1 , vers. 20 . Inoltre nella circostanza attuale tulli i passi
ALESSANDRO I (S.), elelto Papa nel 109, necessarii erano stati mossi per ottenere quel
successe a s. Evaristo e mori nel 119. Fleurycon . consenso ; l'affettato silenzio della corte di A
viene che le date di quell'epoca sono incerte, lemagna aveva costretto i Romani a passar ol
ma che la successione dei pontefici è fuori di tre. Tali ragioni erano esposte con molta ener
dubbio. Non si conosce particolarità niuna in- gia in uno scritto di Pietro Damiano, uno de
torno la vita di s. Alessandro. Le epistole stam- gli uomini più eloquenti e più virtuosi di
pate solto il suo nome sembrano supposte. quel secolo . Lo scritto fu fatto per essere letto
ALESSANDRO II , eletto Papa nel 1061 , si nel concilio di Osbov , in Sassonia, ove Ca
chiamava Anselmo di Badagio o di Bagio, di daloo fu deposto. Ma questo antipapa voleva
una nobile ed antica famiglia del Milanese. sostenere la sua elezione colla forza delle ar
Egli manifestò di buon'ora talenti e virtù , e mi , ed in guerriero apparato si presentò egli
venne onorato di due legazioni da Stefano 18 all'improvviso dinanzi a Roma, il giorno 14
e da Nicolò II , l'una nel Milanese, e l'altra in aprile 1062. Le sue truppe ebbero dapprima
Germania ; divenne poscia vescovo di Lucca. qualche vantaggio, ma Goffredo, duca di To
Verso quell' epoca comparvero due uomini ce scana, essendo venuto in soccorso di Alessan
lebri nella storia : Enrico IV , re di Germania dro, Cadaloo si trovò tanto incalzato, che potè
e poi imperatore , ed Ildebrando, conosciuto salvarsi soltanto a forza di preghi e di doni .
indi sollo il nome di Gregorio VII . L'ele- Ritornò a Parma , senza rinunziare tullavia
zione del nuovo Pontefice dopo la morle di alla sua impresa. Condannato nuovamente qual
Nicoló Il soggiacque ad alcune lentezze : i simoniaco nel concilio di Mantova, volle unire
Romani erano divisi . Jnviarono essi verso En- la malizia alla forza , e come ebbe sedolto alcu
rico, in età allora di dieci anni , e verso l'in ne truppe con presenti, entrò di soppiatlo du
peratrice Agnese sua madre, il cardinale Ste- rante la nolle nella città Leonina , e s'impa
fano, al quale fu negato accesso : riportò in- droni della chiesa di S. Pietro. Il popolo vi ac
dielro le lettere , che neppure avevano degna- corse in folla , e Cadaloo ed i suoi soldali furo
to di aprire. L'arcidiacono Ildebrando ebbe no tanto spaventati , che si dispersero, e si na
timore che un più lungo ritardo non gene- scosero ; Cadaloo stesso riparò nel castello San
rasse divisione maggiore negli spiriti : tenne l’Angelo, presso a Cencio, figlio del prefetto ,
consiglio coi Cardinali e coi nobili romani , e uomo cattivo, e che figurò anche sotto il pon
dopo tre mesi di vacanza , Anselmo fu eletlo, tificato di Gregorio VII . I partigiani di Ales
ed assunse il nome di Alessandro JI . Speravano sandro tennero Cadaloo assediato per due anni ,
che ei sarebbe accetto alla corte di Germania in capo a'quali riusci a fuggire travestito da
ove era conosciuto, ma s'ingannarono. Desi- pellegrino, dopo essersi riscaltato a prezzo di
derio Cardinale, abbate di Monte Cassino, e denaro dalle mani dello stesso Cencio. Questo
Roberto Guiscardo duca di Puglia appoggia- intruso poco sopravvisse a tale catastrofe. Non
ropo l'elezione ; ma Guiberto, cancelliere del dimeno Alessandro era sempre disconosciuto
regno d'Italia, suscitò i Vescovi di Lombardia da Enrico . Giunto all'età di diciotto anni,
la maggior parte, dice il Fleury, simoniaci , e quel giovane imperatore voleva ripudiare Berta
li determinò ad altra scelta . Varcarono i mon- figlia delmarchese d'Italia, dalui sposata da po
ti , portando un'aurea corona pel giovane En- co; la dieta di Worms gli aveva ricusato la
rico e l'offerta della dignità patrizia. Tale pro- sua approvazione: scrisse ad Alessandro , il
cedere li fece accogliere dalla imperatrice ma- quale inviò Pietro Damiano come legato al
dre. Fu tenuta un'assemblea o dieta generale concilio di Magonza, convocato affine di pro
a Basilea , nella quale si seppe l'elezione falla nunziare sopra quella gran causa . Il divorzio
a Roma senza il consenso dell'imperatore. Ta- fu rifiutato nel modo più umiliante per Enri
le difetto di forma parve un'ingiuria , e fu elet- co, il cui risentimento ebbe conseguenze tanto
to Pietro Cadaloo, vescovo di Parma , sotto il funeste sotto il pontificato del successore di A
nome di Onorio II, il quale, siccome di scan- lessandro. In quel torno Guglielmo di Nor
daloşi costumi, era stato scomunicato in tre mandia intraprese la conquista d'Inghilterra ;
diversi concilij . La mancanza del consenso del- gli par've espediente di rendersi il Papa favo
ALESSANDRO III 231
revole e gli inviò ambascialori . Alessandro gli nato Santa Ninfa, yi ſu consacrato da sei Ve
diede uno stendardo come segno della prole- scovi ; tutti i Cardinali del suo parlito ed il po
zione di san Pietro. Dopo la spedizione, Gu- polo romano in folla assisterono a quella ceri
glielmo presentó al Papa lo stendardo di Arol- monia. Viltore dal canto suo a fatica trovo
do, che aveva vinto ; immense somde vi ag- tre Vescovi , che volessero cooperare alla sua
giunse in oro ed in argento pel denaro di s. consacrazione. I due avversari scrissero cia
Pietro, e tale alleanza venne eziandio raffer- scuno a vicenda a Federico Barbarossa per ave
mata per le sollecitudini del Papa onde assicu- re la sua approvazione. Codesto imperatore li
rare la primazia all'arcivescovado di Cantor- rimise entrambi al concilio di Pavia , ch'egli
beri , occupato allora da Lanfranco. Assistito aveva disegnato di adunare per prevenire lo
dai consigli di Ildebrando, e dalle virtù di Pie scisma. Voleva Alessandro che un concilio non
tro Damiano, Alessandro intraprese di repri- potesse essere convocalo senza la partecipa
mere la simonja , e di correggere i costumi del zione della chiesa romana. Nondimeno eranvi
clero. Lo scandalo di quegli abusi era allora esempi contrari in simili circostanze, con la
al colmo, principalmente in Germania . In Fran differenza però che qui il Papa era divenuto
cia fece regolare molti oggetti di disciplina , o sovrano di Roma, e che si trattava di annullare
Jodò i Vescovi francesi per essersi opposti al un'elezione fatta dall'unione dei poteri politi
macello degli Ebrei , che un zelo in umano ab. ci . Comunque sia , il concilio di Pavia compo
bandonava al ferro dei carnefici . Dopo undi- sto di ’ Vescovi della Lombardia e della Germa
ci anni , sei mesi e ventidue giorni di ponti nia, ed a cui intervenne Federico, dopo di aver
ficato . Alessandro morì , il giorno 20 aprile preso ed abbruciato Crema che assediava, con
1073, universalmente compianto. Gli si altri fermò l'elezione di Villore. Alessandro vi fu
buiscono parecchi miracoli. Rimasero di lui deposto , ed egli scomunico Federico in una
quarantacinque lellere relative a punti di di- assemblea di Vescovi e di Cardinali tenuta in
sciplina e di religiosa morale. Anagni . Dichiarò i sudditi di quel principe
ALESSANDRO III , era di Siena , e si nomi. sciolti dal giuramento di fedeltà. Perseguitato
nava Orlando Rainucci , Canonico primadiPi- con accanimento e dall'imperatore e dall'an
sa , fu chiamato a Roma dal Papa Eugenio , tipapa , Alessandro riparò in Francia ove re
che lo colmo di distinzioni , e lo fece cancel- gnava Luigi il Giovane, allora in guerra con
liere ; « perocchè era eloquente, dice il Fleury, Enrico II re d'Inghilterra e duca di Norman
e bene istruito delle cose divine ed umane. » dia . Arnaldo, vescovo di Lisieux, concepi il
Eletto Papa, il 7 settembre 1159, dopo la mor: progetto di far riconoscere Alessandro daidue
te di Adriano IV , la sua elezione venne turba- monarchi; ciò che venne eseguito prima nelle
1a da violenze fino allora ignole. Di venticin- due assemblee particolari , l'una del clero an
que Cardinali che vi concorsero, tre gli ricusa- glicano a Londra e dei Vescovi norinanni nel
rono i loro suffragi, e scelsero Ottaviano, uno paese di Caux, l'altra del clero di Francia a
tra essi , solto il nome di Vittore III . Ales. Beauvais, e finalmente in un concilio generale
sandro era già insignito della sacra porpora, a Tolosa , dopo fermata la pace tra le due coro
quando Villore gliela strappo ; uno degli astan ne. Alessandro si fece parimenti riconoscere
ti senatori la prese. Villore, dal suo cappella- nella Palestina dalla potenza dei crociati . In
10 assistito, se ne impadroni di bel nuovo, e, Francia Alessandro conobbe Tommaso Becket ,
volendo prestamente vestirsene, dice Fleury, arcivescovo di Cantorberi, il cui assassinio de
la indossò pel verso contrario : cio fece dire stò tante turbolenze , e così alta indignazione.
come egli era elello a rovescio. Tale indecente La canonizzazione del santo martire, e l'asso.
e risibile scena, obbligo Alessandro e gli amici luzione di Enrico II furono opere di Alessan
suoi a ritirarsi nella fortezza di San Pietro, dro. Frattanto Vittore , dopo aver ottenuti
ove rimasero nove giorni sotto la guardia dei alcuni partigiani in Italia , mori a Lucca, dove
soldati stipendiati dal partito di Villore . Astret- i canonici della cattedrale e quelli di S. Frigi
ti dalle grida del popolo, i carcerieri traspor- diano ricusarono di seppellirlo nelle chiese loc'
larono i loro cattivi in più strella prigione al ro, quale intruso e scomunicalo . Federico non
di là del Tevere : ma in capo a tre giorni questi mancò di dargli un successore nella persona di
vennero liberati a mano armata dal popolo, di Guido da Creina , uno dei Cardinali settatori
cui era duce Ettore Frangipane con altri nobili . di Ottaviano, e che assunse il noine di Pasqua
Tale avvenimento fu accompagnato da segni le III . Alessandro sparse lagrime sugli errori e
di giubilo universale. Alessandro, condotto al- sulla morte di Oltaviano. Il nuovo antipapa
cune miglia lontano da Roma, al luogo nomi non visse a lungo , e gli venne sostituito Gio
233 ALESSANDRO IV
vanni , abate di Sturme, nominato Calisto III. estese le sue attenzioni dovunque eranvi er
Questi abiurò ben presto il suo errore ai piedi rori a combattere, mali a riparare ; il cattivo
di Alessandro, che lo accolse con gioia e lo trat. stalo degli affari di Palestina lo indusse a pub
tò con benevolenza. Finalmente alcuni scisma . blicare una nuova crociata, che venne accettata
tici , invece di Giovanni di Sturme, elessero da Filippo Augusto di Francia e da Enrico II di
Lando Sitino , della famiglia dei Frangipani, Inghilterra. San Bernardo fu canonizzato da
che essi nominarono Innocenzo III . Un cava . Alessandro, e questo diritto, diviso prima fra
liere, fratello dell'antipapa Ottaviano, prese il i metropolitani , venne poscia riserbato esclu
nuovo intruso sotto la sua protezione, dice sivamente al Papa. Alessandro si dimostrò in
Fleury, a dispetto di Alessandro , e gli diede spirato da quelle grandiose mire, che onorano
una fortezza di sua appartenenza vicina a Ro . la politica , e fanno amare la religione. Fu egli ,
ma. Alessandro ne lo trasse dappoi , e malgrado dice il presidente Henault, che in nome del terzo
la sua sommessione, lo tratto qual sedizioso. La concilio di Laterano, dichiarù che tutti icristia
maggior parte degli storici sdegno di occuparsi ni dovessero essere esenti dalla servitù , o piul
di tale personaggio. Alessandro trionfando suc- toslo, secondo il Fleury,dalla schiavitù . Questo
cessivamente dei suoi compelilori , era ritorna- Papa morì il giorno 30 agosto 1181 , a Città di
to in Italia , ove il voto generale lo richiamava . Castello, dopo 22 anni di un arduo e glorioso
Teneva stanza in Anagni, lontano da Roma, pontificato. Alessandro III spiegò sommafermez
però che la divisione de'partiti gl'iin pediva per za nelle avversità , moderazione nelle prospe
anche di entrarvi ;gli restava però da vincere la rilà , chiarezza di mente nell'amministrazione,
inimicizia di Federico . Quell'imperatore, che evangelica dolcezza , e talvolta una giusta e sag
aveva concepito il progetto della monarchia gia severità verso i suoi nemici . Vennero mol
universale , vedleva allora la prosperità delle to commendati il suo sapere e l'eloquenza ; ma
sue armi lurbata dalla insurrezione della Lom . non fu delto che lasciasse opera alcuna ,
bardia. Dovelle egli cedere alla cosi della Lega ALESSANDRO IV , eletto Papa a Napoli , il
Lombarda dopo le ripetute sconfille toccate alle giorno 25 ottobre 1254. Egli si addimandava
armi sue. Rollo venne il suo esercito a Legna- Rinaldo, era nipole del Papa Gregorio IX , e
no in Lombardia, e la flotta sua vinta da ' Ve. della famiglia dei conti di Segni . Suo zio avea
neziani all'altezza di Pirano in Istria . Fu in lo falto Cardinale, poi vescovo di Ostia, nel
memoria di quest'avvenimento che Alessandro 1251. All'epoca della sua assunzione al pon
diede il suo anello al doge, dicendogli di gel. tificato, gli ultimi rampolli della casa di Sve
tarlo nel mare, ch'egli dava in isposo alla via travagliavano a ricuperare la loro eredi
repubblica . Tale è l'origine della cerimonia, tà nei regni di Napoli e di Sicilia. Manfre.
che lulli gli anni si rinnovava a Venezia il di , figlio naturale dell'imperatore Federico II ,
di dell ' Ascensione. Federico pensò allora a e di cui forse ingiustamente venne sospeltalo
rappacificarsi con Alessandro, e , dopo alcune che avesse avvelenato suo fratello Corrado ,
agitazioni , la riconciliazione avvenne in Ve- Travagliava , e con avventuroso successo , ad
zia nel 1177 nel modo più solenne. Alcuni eseguire quella grande intrapresa, e per sè me
storici narrano di questa unione particolarità desimo e pel giovane Corradino suo nipote.
ingiuriose per Alessandro, ed umilianti per Talvolta aveva negoziato a tale effetto col pre
Federico ; è certo che non altro vi si fece , decessore di Alessandro, InnocenzolV , ma qua
che quanto si pratico tra questo principe ed si sempre combattuto lo aveva. Tenne la stessa
Adriano IV , e ciò che fu osservato dipoi in direzione col nuovo Papa, cui i vittoriosi suoi
simiglianti conferenze. Alessandro rientrò glo- progressi obbligarono di ritornare a Roma.
riosamente nella capitale del mondo cristiano. Alessandro fece offerire il regno di Sicilia ad
La sua prima cura fu quella di rimediare ai Edmondo, figlio del re d'Inghilterra Enrico
mali cagionati da un lungo scisma . Adunò il III ; ma questo progetto resto senza esecuzio
terzo concilio di Laterano, in cui intervennero ne. Non era altrimenti a lui riserbato l'ab
tutti i deputatidi Occidente, enel quale l'Orien- baltere tali nemici ; essi lo inseguirono sino a
le altresi fu rappresentato ; si procedette in es Roma . Una fazione, segretamente diretta da
so a riforme necessarie in tulle le parti . Sareb- Manfredi , costrinse il Papa a riparare talo
be troppo lungo riportare quelle che riguar- ra a Viterbo, talora ad Anagni. Durante il
dano la disciplina ; ma è degno di osservazio. corso di sì burrascoso pontificato, non trala
ne il regolamento che prescrisse, come in avve- sciò di occuparsi dell' ecclesiastica amministra
nire i due terzi delle voci dei Cardinali baste- zione ; restitui ai frati Predicatori quelle fun
rebbero per l'elezione del Papa . Alessandro zioni e quei privilegii , che loro aveva tolli
ALESSANDRO V - ALESSANDRO VÍ 255

Innocenzo IV , sopra lagnanza dell'università bordinazione. Alessandro V.per sentimento


di Parigi , e fece condannare il libro di Gué di umiltà ed in ricognizione del primioro sud
glielmo di S.? - Amour, intitolato : Dei peris stato ; accordò ai religiosi mendicanti privi
gli degli ultimi tempi; e l'eterno Evangelio legi, che ferivano gl' interessi ed i diritti
dei Francescani. Fu sotto il pontificato di As dell'università di Parigi ; come pure i de
lessandro IV , nel 1289, che comparve in creti del concilio generale di Laterano. Tali
Italia la setta dei Flagellanti, i quali , onde e- privilegi vennero tosto rivocati dal successo
spiare i vizii ed i disordini del loro tempo , re di Alessandro , Giovanni XXIII : Alessan
davano al pubblico lo spettacolo di una peni- dro nulla fece per la riforma della Chiesa.
tenza non meno scandalosa che atroce . Non Venne lodată la purità dei costumi , e si tace
tardarono quei fanatici a divenire presso tutte delle altre sue qualità. Ei mori a Bologna, il
le potenze, ed anche presso la corte di Roma , giorno 3 di maggio 1410 , dopo dieci mesi
un oggetto di disprezzo e di proscrizione. A- ed otto giorni di pontificato .
lessandro IV inviò a s. Luigi degli inquisito ALESSANDRO VI , nato a Valenza in Ispa
ri a sua richiesta . La storia non dissimuló gnà , l'anno 1450 o 1431 , eletto Papa nel
tale eccesso di pericoloso zelo da parte del 1492. Egli si chiamava Roderico Lenzuoli ,
monarca. Alessandro gli scriveva in una del ma prese il nome di Borgia , che era quello
le sue bolle , « che quantunque il regno di di sua madre , sorella del Papa Calisto III , e
Francia fosse superiore agli altri regni in no di un'antichissima e molto illustre famiglia .
biltà , s . Luigi lo illustravä più altamente Nondimeno alcune medaglie del tempo del
collo splendore delle sue virtù. » Egli mori a suo pontificato lo nominano ancora Lenzuoli.
Viterbo il 25 maggio 1261. Alessandro IV , La sua giovinezza fu segnalata per grandi ta
dice il Fleury , era pio , dedicato alla pre- lenti , come anche pei grandi suoi disordini.
ghiera , e praticante l'astinenza , ma si tene- Venuto in Ronia sotto il pontificato di Cali
va di lui che desse troppo ascolto alle adula- sto suo zio , fu creato Cardinale riel 1436 ,
zioni . Il peso degli affari politici , che i suoi e colmato di beneficenze . Confortato dalla
predecessori gli avevano posto addosso , non speranza di succedere à suo zio , affettò co
era secondo la debolezza del suo carattere. stumi molto regolari , ma alla morte di Cali
Ebbe dei nemici e delle sventure cui non sep- sto , avvenuta nel 1458 , successe Pio II , e
pe opporre nè abbastanza forza nè abbastanzà poscià Sisto IV , il quale, sedotto dall'appa
dignità. renza ed ipocrisia di Roderico , lo inviò in
ALESSANDRO V , si nominava prima Fi- qualità di legato presso i re di Aragona e di
largio . Nalo nell'isola di Candia da poveri e Portogallo , per regolare le loro contese sulla
oscuri genitori , passo gli anni primi nell'ac- Castiglia . Rodericô non fu fortunato nelle sue
cattare il pane di porta in porta. Un Frate negoziazioni ; è lo fu meno nel suo ritorno
minore italiano , notando in lui felici dispo- in Italia : fece naufragio, e poco manico non
sizioni , lo fece ricevere nel suo ordine. I perisse sulla costà di Pisa . Innocenzo VIII ,
superiori suoi lo mandarono a perfezionarsi che allora occupava le sede , proibi à Roderi
negli studii ad Oxford ed a Parigi . Galeazzo co di partire da Romia , ordine che egli poco o
Visconti lo fece precettore di suo figlio , o nulla volle osservare . Intanto la salute d'In :
gli procurò in processo di tempo il vescovado nocenzo VIII visibilmente declinava. Roderi
di Vicenza , poi quello di Novara , e final co si maneggiò ed ottenne di essere eletto do
mente l'arcivescovado di Milano . Innocené po la morte d' Innocenzo , il giorno 11
zo VII lo insigni della porpora , ed aveva agosto 1492. Assunse il nome di Alessan
70 anni quando venne innalzato alla sede di dro VI.
Roma dal concilio di Pisa , il giorno 26 giu A formarsi una giusta idea del sud sistema
gno 1409. Fu per terminare lo scisma di di amministrazione e dei progetti , dei quali
Occidente e per opporre un rispettabile av mirava all'esecuzione, duopo è tammentare in
versario ä Benedetto XIII ed a Gregorio XII , succinto la situazione in cui erano allora gli
che elessero Alessandro V ; ma egli non cor- affari d'Italia. Il lungo soggiorno dei Papi
rispose tampoco alle speranze che la sua an in Avignone , i tentativi del popolo di Roma
tecedente condottà aveva fatto di lui concepi- affine di ricuperare la sua libertà municipale,
re ; si lasciò condurre dai consigli del cardi: le concessioni ottenute dai baroni romani, vi
nale Cossä сhe gl ' impedi di recarsi a Roma , carii della Santa Sede , sia dagli imperatori ,
e lo determinò a rimanere a Bologna, ove egli sia da alcuni predecessori di Alessandro VI ,
era più sicuro di governare a suo talento . Be- sulle terre per lo innanzi appartenenti al do
nedetto XIII e Gregorio XII disprezzarono la minio della Chiesa, avevano considerabilmente
sua mediocrità e persisterono nella loro insu- affievolita l'autorità del Sommo Pontefice e
Encicl. Eccles . tol. 1. Fasc . IV . 50
234 ALESSANDRO VI

diminuito il pubblico tesoro. Alessandro ado- teressi. Faceva temere inoltre a Baiazet , CO
prò con ogni diligenza di ricuperare tali van me i Francesi, una volta padroni di Napoli ,
taggi . Volle principalmente spogliare possen- rivolgerebbero le armi contro di lui, e di fat
ti vicini ch ' egli ravvisava quali usurpatori. to tale progetto era altamente manifestato da
Erano questi i principi di Este a Ferrara , i Carlo stesso. Frattanto il re di Francia, dopo
Bentivoglio a Bologna , i Malatesta a Rimini , di aver vinto o fugato lutti gli ostacoli che
i Manfredi a Faenza , i Colonna in Ostia , i si erano opposti al suo passaggio, trionfante
Montefeltri in Urbino , gli Orsini, i Vitelli , si avanzava alle porte di Roma. Spaventato
i Savelli e parecchi altri ancora in altre con- Alessandro, cercò dapprima le vie della nego
trade d'Italia . Facendo rientrare la Santa Se- ziazione ; ma il vincitore voleva assoluta som
de nei suoi diritti , Alessandro travagliava al- messione . Alfonso, che era venuto in soccorso
l'innalzamento di sua famiglia , la quale lo di Roma, fu costretto a ritirarsi colle sue trup
assecondava in ogni sua impresa , ed in tal pe per difendere il proprio territorio. Le con
modo servendosi di mezzi personali pel com- venzioni fermate tra Carlo VIII ed il Papa
pimento de' suoi progetti , copriva il parti- furono, come succede sempre in simili circo
colare suo utile col velo dell'utile pubblico. stanze , dettate dalla forza, ed acconsentite dal
All'epoca del suo avvenimento alla sede pon- timore. La principale fu l'investitura del re
tificia , il re di Napoli , fra tutti i suoi vi- gno di Napoli. Alessandro consegnò a Carlo ,
cini , era quegli , che gli dava maggior om- l'ottomano Zizim , che mori dopo otto giorni
bra . Alessandro aveva formato contro di lui di dissenteria ; molti storici suppongono che
una lega coi Veneziani e con Lodovico Sfor- prima fosse stato avvelenato. Cesare Borgia ,
za , duca di Milano , o piutlosto reggente pure stretto ad Alessandro per sangue , allora
di quella sovranità , durante la minor età di Vescovo e Cardinale, poi noto sotto il nome di
Galeazzo suo nipote e pupillo , del quale vo- duca Valentino,seguìCarlo come ostaggio . Ma
leva disfarsi per usurpare il suo patrimonio. pochi giorni dopo la partenza dell'esercito
Ma Lodovico , diffidando della sincerità di A. francese per Napoli , ei si sottrasse dal campo
lessandro e della leggerezza dei Veneziani , ignobilmente travestito e tornò a Roma; dove
cercó un più possente alleato , e lo trovò in fu dal Papa ricevuto con gioia. Carlo , dissi
Carlo VIII re di Francia , giovane principe mulando lo sdegno, e rimettendo la vendetta a
pieno di valore , ed animato dal desiderio di tempi migliori , seguitò rapidamente i suoi
far valere i diritti del ramo di Angiò a quel felici successi ; al suo avvicinarsi Alfonso
trono , di cui la famiglia di Aragona lo aveva fuggi in Sicilia e lasciò a Ferdinando suo figlio
spogliato. Alessandro comprese che ausiliario la cura di difendere Napoli ; ma furono vani
tale non tarderebbe guari a divenirgli formi. i suoi sforzi ; la conquista fu terminata con
dabile. Stimo meglio farsene un nemico , e indicibile facilità . Alessandro diceva , « che i
si dichiarò per Alfonso , succeduto allora a Francesi avevano fatto quella conquista cogli
Ferdinando suo padre sul trono di Napoli , e speroni di legno, e che avevano segnato i loro
che oltremodo odiava in Lodovico l'oppres. alloggiamenti colla matita. » Tuttavia Ales
sore di Galeazzo , al quale aveva maritato sandro non perdeva di mira i suoi grandi pro
sua figlia. Alessandro non tardo far“ pagare getti contro di Carlo. Venezia già era pentita
ad Alfonso la nuova alleanza . Ottenne che d ' aver lasciato introdurre in Italia uno stra
Guifrido , il qual eragli congiunto per san- niero si formidabile. Lodovico, il quale aveva
gue , avrebbe il principato di Squillace e dato motivo a giusti sospelti sulla sua fedel
la contea di Cariati, e che sposerebbe donna tá , cominciava a paventare in Carlo un trop
Sancia , una delle figlie di quel monarca. po possente nemico. Alessandro fu sollecito
Tale trattato di unione , tale matrimonio , nel porre a profitto tali astiose disposizioni ,
e l'incoronazione di Alfonso , diedero luogo ed in una assemblea di alcuni Cardinali pro
a feste , che vennero celebrate a Roma con pose e fece deliberare una lega composta del
istraordinaria magnificenza e disconosciuta ai Papa , dell'imperatore Massimiliano , della
primi successori di s . Pietro. Alessandro cer- repubblica di Venezia e del duca di Milano ,
cava nemici al re di Francia sino dalle spon con facollà agli altri principi di accedervi ,
de del Bosforo . Ei negoziava con Baiazet, cui sotto le condizioni che piacerebbero ai primi
suo fratello , chiamato Gemma o Zizim , ave confederati. Carlo comprese il pericolo da cui
va inutilmente tentato di deporre. Questo era minacciato . Allora, sentendo che le sue
giovane principe era allora rifuggito in Ro- truppe , snervate dalle delizie di Capua , al
ma ,ed erasi posto sotto la protezione di Ales. pari di quelle di Annibale, chiedevano di ri
sandro . Questi destramente si serviva di tale tornare in Francia , aderi , e superato l'eserci
circostanza per mettere il sultano nei suoi in- to alleato che stanziava a Fornovo, nell'odier
ALESSANDRO VII 255
no ducato di Parma , sgombero dall'Italia . le prime sue cure . Confermò subito , con bol
Alessandro , liberalo da quel potente nemico , la dell'anno 1656, quella con cui Innocenzo X
non pensò più che al compimento dei suoi condannava le cinque proposizioni. S'intese
progetti contro i baroni romani che avevano poscia far constare per un atto particolare co
favorite l'armi francesi, e sopra alcuni infat- me le cinque proposizioni erano contenute
to giunse al compimento di essi. Ma intanto nel libro di Giansenio . Quest'atto , chiamalo
saliva al trono di Francia Luigi XII , avvenu , il Formulario , doveva essere segnato indivi
ta già la morte di Carlo VIII , e con questo dualmente da ogni ecclesiastico secolare e re
egli strinse nuovo vincolo politico, avendo in golare. Era stato proposto e compilato da una
mira di trar da lui aiuto a distruggere o spo- assenıblea del clero di Francia nel 1656. A
gliare una quantità di principi o signori, i lessandro lo prescrisse con una bolla del 1665 ,
quali , sotto il titolo di vicarii della Chiesa, che cangia alcuni termini a quel formulario ,
si erano , come già più sopra venne accennato, ma che ne conserva l'essenza ; Luigi XIV fe
arricchiti dei suoi antichi dominii. Siffatto ce registrare le due bolle dal parlamento. Un
progetto di Alessandro venne scoperto da Lo- affare di altro genere, cioè l'insulto fatto dal
dovico Sforza , per cui Alessandro infuriò e la guardia corsa al duca di Crequi, ambascia
puni severamente tutti uelli che furono so tore di Francia in Roma , cagionò ad Alessan
spetti di cooperazione in quella rivelazione ; dro molte inquietudini. Luigi XIV richiese
per la qual cosa sulla rovina delle altre po- riparazioni proporzionate all'offesa ; il cardi
tenti famiglie intese ad erger la propria a som nale Chigi, nipote del papa, si recò a fare le
ma grandezza . In mezzo al despotismo e al ti- di lui scuse al re ; i Corsi furono cacciati da
rannico modo con cui trattava le cose, per ve- Roma, o punizione tale venne attestata da
runa maniera conforme all'alta sua dignità , una piramide innalzata dinanzi all'antica lo
gli si sollevò contro il Savonarola , religioso ro stazione di guardia. Luigi XIV acconsenti
domenicano di Firenze , il quale colle focose che quel monumento fosse atterrato sotto il
sue predicazioni e per veementi scritture , pontificato di Clemente XI , al quale rese
tentava di suscitare i popoli e di ottenere la altresi Avignone , di cui si era impadronito
deposizione di un Pontefice che egli faceva dopo che ebbe ottenute alcune restituzioni pei
ravvisare come simoniaco , ed oltre a ció co- suoi alleati , i duchi di Parma e di Modena.
minciava a rappresentare la parte che poi fe- Alessandro VII emand , nel 1665 , una bolla
ce Lutero . Scomunicato dal Papa , continuò contro le censure, fatte dalla facoltà teologica
nondimeno a scrivere, ma finalmente proces a Parigi sopra gli errori di Vernant e di Gu
sato e condannato ad essere appeso e brucia- glielmo di Moya ; nel 1667 pubblico un'al
to , la sentenza venne eseguita. Insorte ani- tra bolla sopra l'attrizione. Accolse in Roma
mosità tra i Francesi e gli Spagnuoli, il Papa la famosa Cristina regina di Svezia , la quale
cominciava a disgustarsi dell'alleanza di Lui. aveva precedentemente rinunziato al lutera
gi XII, e manifestava già alcune incertezze , nismo per abbracciare la religione cattolica .
quando cesso di vivere il di 18 agosto 1503 , Canonizzò s . Francesco di Sales e s. Tommaso
in età di 74 anni circa , dopo 11 anni ed al. di Villanova, arcivescovo di Valenza , abbelli
cuni giorni di pontificato. Pio III gli fu suc Roma con edifizii , spese molto per terminare
cessore . il collegio della Sapienza, che orno di una bi
ALESSANDRO VII, nato a Siena il 12 feb- blioteca , e nominò il dotto Allacci ( Ved. Al
braio 1599 , chiamato Fabio Chigi , dell'illu- Lacci) bibliotecario del Vaticano. Amò le let
stre famiglia di questo nome , fu dapprima tere, e le coltivò egli medesimo con qualche
nunzio in Germania, inquisitore a Malta, poi buon successo. Si conserva di lui un volume
vice-legato a Ferrara , vescovo ad Imola , e fi- di poesie , stampato al Louvre nel 1656 , inti
nalmente cardinale. Egli aveva date liete spe- tolato Philomathi Musae juveniles ; egli le ave
ranze di sè pei suoi talenti e pel suo caratte va composte in gioventù , quando era membro
re , particolarmente durante i negoziati relaç dell' Accademia dei Filomati di Siena . Ales
tivi alla pace di Münster , e si supponeva in sandro ebbe nemici che lo accusarono di poca
lui somma severità di principii, perchè escla- sincerità , ciò che apparteneva forse meno a
mava contro gli abusi. Il cardinale di Retz , vizio del cuore , che alla versatilità della sua
che parla di lui nelle Memorie sue , non poco condotta. Di fatto verso la fine di sua vita e
contribui ad innalzarlo alla tiara , dopo la gli smenti quella grande severità che da bel
morte d'Innocenzo X , il 7 aprile 1653. La principio aveva spiegato. Si fece porre sotto
contesa insorta in proposito del libro di Gian- il letto una bara, onde abituarsi colla imma
senio , aveva occupato i due predecessori di gine della morte, locchè non gli impedi poi di
Alessandro VII : lal affare si ebbe parimenle darsi ad una specie di lusso. I nepoti ottenne
236 ALESSANDRO VIII - ALESSANDRO DI PAFLAGONIA
ro da lui grandi favori, dopo di essere stati santo , che nato da illustre famiglia nell'Asia
ripulsati da prima. Il cardinale di Retz , nel Minore, trovavasi alla corte dell'imperatore ,
suo secondo viaggio a Roma , pretende di aver disgustato delle grandezze mondane, rinunzia
trovato grande mutamento nelle cose. Ales- ad ogni onorifica carica , e si ritirò in una
sandro VII mori il giorno 16 marzo 1667 , terra vicina all'Eufrate per attendere alla
dopo 12 anni di pontificato. perfezione. Inspirata da Dio , dopo sette an
ALESSANDRO VIII , era Veneziano , fi- ni di penitenza , predicà agli idolatri della
glio del gran cancelliere della repubblica ; il Siria e della Mesopotamia la fede, e fece mol
suo nome era Pietro Ottoboni. Nato il 10 te conversioni . Poi si ritirò in riva all'Eu
aprile 1610, i suoi primi studii furono bril, frate , e nel tempo in cui Agostino sallovavasi
lanti. Tutti i Papi , da Urbano VIII in poi , alla più alta santità colla semplicità della fe
avevano contribuito al suo innalzamento , e de e delle virtù , Alessandro fabbricà un mo
l'avevano impiegato negli affari di somma nastero, nel quale ricevetto dei discepoli, che
rilevanza . Egli successe il giorno 16 ottobre imprese a formare sull'idea di una nuova di
1689. ad Innocenzo XI , sotto il pontificato sciplina. Consisteva questa a far cantare gior
del quale il marchese di Lavardin , ambascia- no e notte le lodi del Signore senza interru
tore di Luigi XIV , aveva sostenuto con tan- zione , dividendo i religiosi in molti cori che
ta fermezza il diritto di franchigia. La discus- si succedevano gli uni agli altri nella salmo ,
sione essendosi inasprita , il re si era impa- dia. Questi furono chiamati Acemeti . Ales
dronito di Avignone ; ei la rese di bel nuovo sandro li governo per venti anni ; indi si riti,
al Papa , sperando di ottenere con cią più ar- rò in un deserto, donde usci per recarsi a Pal
rendevolezza su tal punto, su quello della re- mira, ad Antiochia, a Costantinopoli per dif
galia , e sopra i quattro articoli della cele- fondervi la virtù , e finalmente mori verso l'an
bre assemblea del clera gallicano nel 1682 . no 430. Ved. Acemeti.
Innocenzo XI aveva ricusato la bolla ai pre ALESSANDRO (S.) , vescovo di Gerusalem
lati intervenuti a quell'assemblea , un gran me, occupava una sede episcopale in Cappado
numero di vescovadi erano vacanti ; Lui- cia , quando Narciso lo elesșe suo coadiutore
fi XIV minacciava di tornare nel pristino in quella di Gerusalemme. E questa la prima
stato la prammatica sanzioue. Sperava egli volta in cui sia fatta menzione nella storia
che Alessandro VIII sarebbe più flessibile , ecclesiastica della traslazione di un Vescovo
ma s'inganna. Dopo vani negoziati il Papa si ad un'altra sede , e della elezione di un
era determinata ad emanare una bolla con- coadiutore ; ma uopo è osservare , che tale
tro i quattro articoli , e la di lui morte sol- eccezione alle regole canoniche era suggerita
tanto ne impedi la pubblicazione. Tale con- dalla cadente età di Narciso , vecchio di più
dotta venne biasimata dalla maggior parte de- che cent'anni , e che avvenne in un conci
gli storici francesi. Alessandro erasi fatto più lio di Vescovi nella Palestina , convocato a
onore , dice uno di essi , condannando prece , tale oggetto. Alessandro era stato candiscepo
dentemente il peccato filosofico , con decreto lo di Origene , fu suo difensare, lo autoriz
del 1690. Alessandro soccarse con grandi som- zo a predicare quando ancora non era che
me di denaro i Veneziani e l'imperatore Leo- laico , e l'ordinò sacerdote di consenso dei
poldo nella loro guerra contro i Turchi . Trop, vescovi di Cappadocia. Aveva formato in Ge
po corto fu il suo pontificato, per fornire al- rusalemme una bella biblioteca che sussisteva
la storia molti avvenimenti . Non occupò la ancora al tempo di Eusebio , il quale molto si
Santa Sede che sedici mesi , e morì il pri- giovò di essa per la composizione della sua
mo di febbraio 1694 nell'ottantesimosecon- Sloria coclesiastica. Codesto santo Vescovo
do anno di sua età. Era dotato di dottrina , aveva abbracciata la fede nel 204 , ed era sta
eloquenza ed abilità nell'amministrazione. Il to nei ferri per sette anni ; venne carcerata
suo aspetto era nobile , le sue maniere obbli, ụna seconda volta all'epoca della persecuzione
ganti , piacevole la sua conversazione ; dei po- dell'imperatore Decio , e mori di miseria
veri aveva moltissima cura , e liberale era con nelle prigioni di Cesarea , nel 251. Di tutte
essi . le lettere ch'egli aveva scritto , non ci riman
ALESSANDRO (S.) , istitutore degli Ace, gano che i frammenti di quattro, conservati
meti. Mentre i barbari nel secolo quarto de- da Eusebio.
solavano per ogni parte la Chiesa , il Signore ALESSANDRO di Paflagonia, esercitò pri
faceva in tutte le maniere risplendere gli ef- ma la magia vagando pel mondo in compagnia
fetti della sua grazia , la quale è sempre mira- d'una vecchia , cui erasi unito perchè molto
bile nui suoi santi , e si riproduce nelle loro ricca ,e la quale abbandono poichè la ebbe spo
opere sotto mille aspetti diver ;. Il nostro gliata. Allora ritorno al suo paese , e di maga
ALESSANDRO ( S. ) 257

che era, si fece creder profeta, mediante alcu- ra chi fosse, ed in nome della Chiesa lo scon
ni oracoli delle Sibille , veri o finti che fosse- giurò a nulla nascondergli per amore di una
ro , ma da lui esposti a capriccio. Era dotalo inopportuna umiltà. Alessandro dichiarò tut
di non comuni talenti e destrezza , e a ciò to al suo Vescovo, la sua patria , la sua edus
accoppiavasi in lui una forma e statura tale, cazione , la nobiltà della sua stirpe , aggiun
che gli attraeva il rispetto del volgo inganna- gendo che il desiderio di mettere a coperto la
to. Egli sparse la voce che a momenti vorreb- sua virtù lo aveva ridotto nello stato in cui
be il nume Esculapio, Passati alcuni giorni , lo vedeva : quindi rispondendo ad ogni inter
mostró un piccolo serpente tenuto da lui rina rogazione che gli fu fatta , si fece conoscere
chiuso in un uovo; il giorno dopo ne fece ve- fornito di gran senno.
dere un altro molto più grande da esso addie Trovando Gregorio tanta intelligenza e tan
tato pel primo. Sorprendeva la dimestichezza ta virtù nel soggetto contro ogni aspettazione
di questo animale, e dava diletto la moltipli- proposto, più non dubito che la scelta non ve
cità dei suoi giri . Non vi volle di più perchè nisse dall'alto. Alessandro fu preso , e , fatto la
ne facessero una divinità : gli si offrirono sa vare, venne vestito di abiti convenienti. Tor
crifizii e doni di gran valore, gli si innalzaro- nato nell'assemblea , sembrò un uomo nuovo
no statue di argento, e correvasi da ogni lato e trasse l'ammirazione di ognuno . Non vi slu
per udire i suoi oracoli : ed era conveniente pile, disse Gregorio , se le apparenze vi tencua
in vero che si ricevesse alcun ricambio di 10 noll'errore. Il demonio voleva servirsene
tutto ciò che a lui si presentava. per tenere nascosta questa luce sotto il moggio .
Le sue finzioni però furono alla fine sco- Quindi fece l'ordinazione giusta i riti consa
perte , e come falsamente ei si arrogasse di crati dalla Chiesa. Tutto il corso dell'episco
predire il ſuturo, sicchè si vide abbandonato pato di s . Alessandro corrispose a principii
e reietto , e fini in un modo il più doloroso cotanto avventurosi. Governo perfettamente il
ed umiliante la vita , essendo stato divorato popolo fedele sino alla persecuzione di Decio ,
vivo dai vermi . sotto cui , col supplizio del fuoco , ottenne la
Questo impostore era nalo ad Abonotica, corona del martirio.
visse 70 anni, e mori verso il 178 di G. C. ALESSANDRO (S.) . Vescovo d'Alessandria.
Luciano ne lasciò la sua storia e il ritratto. Successe a s . Achilla come opinano s. Atana
ALESSANDRO ( S.) il Carbonaio. Fra i Ve- sio ed altri molti . Egli era un uomo, dice Teo
scovi che s . Gregorio di Neocesarea institui in ' doreto , nella vita del quale nulla vi era che
molte città , s . Alessandro, detto il Carbonaio , lodevole non fosse e la cui dottrina era tutto
è uno di quelli che furono di maggiore onore affatto apostolica ; era un zelante difensore del
a chi li scelse. La città di Comana, dipenden- la Chiesa, Ottenne la sede episcopale l'anno
te da Neocesarea , aveva inviato alcuni depu- 321 , come opina s . Girolamo, e, secondo altri ,
tati verso l'anno 237 per ottenere un pasto- verso l'anno 313. A quell'epoca Ario spiego
re. Gregorio vi si trasferi per esaminare quel- apertamente i suoi sentimenti e non teme di
li che venivano destinati a una tal dignità, e spargere il veleno che da lungo tempo si chiu
fece sapere che non bisognava già aver riguar- deva in cuore . Egli prese oocasioneda un ser
do nè alla nobiltà della nascita , nè alle die mone che il santo Vescovo tenne al suo popo
stinte qualità della persona; ma che si doveva lo sul mistero della Trinità. L'accusò di sa
dare la preferenza alla virtù , quando anche bellianismo, e pretendendo più e più allon
questa dovesse incontrarsi sotto un esterno tanarsi da questo errore, sostenne che v’ebbe
il più dispregevole . Se ella è cosi , disse uno un tempo in cui il Figlio non esisteva, e che
dei congregati , egli non deve scegliere che Az egli era per conseguenza una creatura come le
lassandro il Carbonaio. E chi è codesto altre. Costantino scrisse da Nicomedia, ov'era
Alessandro ? ripigliò Gregorio , convinto che andato, una lettera comune a S. Alessandro e
le strade di Dio sono spesso lontane di molta ad Ario , per indurli a riconciliazione e pace.
da quelle degli uomini . Alessandro trovavasi Il titolo od indirizzo concepito in questi ter
confuso nella folla , e lo si fece avvicinare. mini : Costantino ad Alessandro ed Ario, desta
Proruppero tutti in risa , vedendo un povera alquanta meraviglia per l'eguaglianza che po .
uomo mezzo nudo , col volto e col resto del ne tra un Vescovo ed un Prete, tra il difens
corpo anneriti dal fumo e dal carbone. Ma il sore della verità ed un eresiarca. Questo me.
carbona io comparve con un intrepido o mo desimo spirito molto costantemente in eguale
desto contegno , senza sbigottimento e senza condizione Alessandro ed Ario , e fa Alessan
ilmenomo segno di alterazione.Gregorio so- dro più colpevole d'Ario nella divisione della
spetto qualche cosa di straordinario; e , preso Chiesa. Ciò non rattenne il santo Vescovo dal.
Alessandro in disparle , gli chiese con premu l'opporsi con ogni vigore all ' eresia d'Ario,

:
238 ALESSANDRO (S .) - ALESSANDRO ( NATALE)
per soffocarla nel suo nascere raduno in Ales- sa nei giudizii dommatici . La causa d ' Ario
sandria un concilio e scomunicò l'autore di essendo in appresso stata rimessa al concilio
siffatla eresia : Ario e quelli del suo partito di Nicea , Alessandro vi assistette , e si dice
guadagnarono un qualche Vescovo che rice- che Alessandro fu come il capo del concilio o
vettero nella loro comunione. Mette in palese ch' ebbe molta parte alle decisioni di esso .
la loro dottrina erelica , fa osservare che si Non visse che 5 mesi dopo questo concilio e
sono ritirati presso alcuni Vescovi che li han- lasciò suo successore sant' Atanasio nella sua
no ricevuti nella loro comunione , ed hanno sede . S. Epiph . Haer . 69 ; Theodoret . lib. 1 ;
firmato lettore in favore di questi eresiarchi. Sozom. lib . 1 e 2; Tillemont, Hist, eccl.
Rimprovera la condotta di questi Vescovi e ALESSANDRO ( S.) . Primo vescovo di Co
li accusa d'aver violato il canone degli Apo- stantinopoli , dopo che tale città , detta Bisan
stoli e favoreggiato le fazioni di persone che cio , fu chiamata col nome attuale . Forte di
negano la divinità di G. C. Confuta poscia fensore della fede, rese muto un filosofo, cho
l'empia opinione degli Ariani . Alessandro fu voleva con lui disputare intorno alla religio
obbligato a scrivere una lunga lettera a tutti ne cristiana , dicendogli : In nome di G. C.
i Vescovi del mondo cattolico , riportata da io vi comando di tacere. Quando trattavasi ,
Socrate e Teodoreto , c. 6 , lib. 1 Hist., ove , che Costantino, ingannato dagli Ariani, pone
dopo di aver fatto osservare che la Chiesa cat- va suo studio a far ricevere questi eretici nel
tolica non forma che un sol corpo, e che tut. la Chiesa, Alessandro intimů preghiere e di
ti i Vescovi devono tutelarne la pace, dice es- giuni, affinchè ciò non avesse effetto, e tanto
ser dovere di ciascheduno il rendersi a vicen- fu il calore delle sue suppliche innanzi a Dio ,
da avvertiti di quanto accade in ciascuna dio- che si vide esaudito . Alessandro mori nell'an
cesi , perchè se uno dei membri è nell'affli no stesso in cui avvenne questo fatto , cioè
zione, gli altri s'affliggano con lui . Aggiunge nel 327 0 531. La sua festa è segnata appo
che aveva disogno di seppellire questo disor- i Greci nel giorno 50 agosto , appo i Latini
dine nel silenzio; ma poichè Eusebio prese a nel 28 .
proteggere questi apostati si credette in dove ALESSANDRO. Vescovo di Gerapoli, pri
re di romper il silenzio, per avvertire ed im- mate della provincia eufratesina , viveva nel
pedire che i suoi colleghi prestino ſede alle 431. Il nome di questo uomo, che avrebbe do
lettere che potrebbe Eusebio avere scritto. vuto primeggiare siccome specchio di virti ,
Confessa che la perdita loro gli arreca sensi- divenne, si può dire, esecrabile, prima per a
bile dolore , ma non è da maravigliarsi so si vere sostenuto la causa di Nestorio, sebbene
sono levati de' falsi dottori nella Chiesa i qua- malamente vi riuscisse nel concilio di Efeso;
li hanno corrotta la dottrina di Cristo , poi- secondo , per l'odio acerrimo che mai sempre
chè egli medesimo ce ne ha avvertiti pei suoi portò contro di s. Girillo , a cotal segno da
discepoli. Rappresenta la sua dottrina sotto separarsi dalla comunione dei grandi Vesco
tale aspetto che scopre ciò che ha di più on vi orientali, luminarii della Chiesa, piuttosto
dioso . Cotelier ha conservato un avvertimen- che rappacificarsi con un tal santo. Ma nella
to pastorale di Alessandro a'suoi preti del sua empietà trovò la propria sciagura , per
l'Egitto e della Mareotide. Esso fu scritto do- ciocche, stanco l'imperatore di sentirlo decla
po le due lettere già riferite , e vi è detto che, mare continuamente contro il nome della Ma
quantunque abbiano essi sottoscritto al pri- dre di Dio , che il concilio surriferito aveva
mo avvertimento, nel quale li esortava a ri- dichiarato competere alla B. V. , lo cacciò con
credersi della loro empietà e a professare la un editto dalla sua sede , o lo relego alle mi
fede cattolica, avea pure trovato utile di ra niere di Famozia, città dell'Egitto, dove fini
dunare ancora il clero d'Alessandria e della tristamente i suoi giorni .
Mareotide per fargli vedere la lettera che ave ALESSANDRO detto LICOPOLITA . Questo
va scritto a tutti i vescovi dopo la prima con- conoscitore profondo dei sentimenti dei Ma
danna d'Ario , e per avvertirlo che Caro e nichei compose un'opera sul loro dogma che
Pistro sacerdoti, Serapione, Potamone , Zosi- ogli confuta solidamente coi principii tratti
mo ed Ireneo diaconi si erano aggiunti agli dalla filosofia .
altri Ariani ed erano stati deposti. Li solleci ALESSANDRO ( Natale) , dotto storico ec
ta a sottoscriversi a questo atto, essendo giu- clesiastico dell'ordine di san Domenico, nato
sto , dice loro , che voi sappiate ciò che ho a Roano, il giorno 19 febbraio 1639 , dottore a
scritto e che l'imprimiate ne' vostri animi Parigi nel 1675 , professore di filosofia e teo
non altrimenti che se l'aveste scritto voi me- logia pel corso di 12 anni nel suo ordine ;
desimi. Questo documento ci fa conoscere provinciale nel 1706 ; esiliato nel 1709 a Cha
quale fosse allora la disciplina di questa chie- telleraul , perchè sottoscrisse il famoso Cuso
ALESSANDRO- ALESSIANI 239
di coscienza ; privato di sua pensione sul cle- Sono essi riputate dissertazioni contro il p.
ro nel 1723 a cagione della sua opposizione Frassen , sui soggetto della Vulgata contro
alla bolla Unigenitus ; morto a Parigi il 21 Launoi, onde provare come s. Tommaso è lo
agosto 1724 , dopo di aver perduto la vista autore della Somma Teologica , che porta il
alcun tempo prima , conseguenza del molto suo nome; contro i Bollandisti , al fine di ri
suo lavorare. Egli ad una profonda erudizio- vendicare per lo stesso autore l'Ufficio del Ss.
ne univa tutte le virtù di un perfetto reli- Sacramento . Tra gli altri suoi scritti , che men
gioso. I suoi sentimenti intorno al gianseni- narono grande rumore in quel tempo , uopo è
smo non tolsero che sino alla fine dei suoi annoverare : 1. La denunzia del peccato floso
giorni conservasse la stima di Benedetto XIII , fico ; 2. Lettere sopra il tomismo, indirizzate ai
che lo chiamava suo maestro , e quella dei Gesuiti contro quelle del loro p . Daniel, e che
più dotti Cardinali della corte romana, e dei troncate furono nell'edizione di Lione, in cui
più illustri Prelati della chiesa di Francia. La unite stanno con quelle del suo antagonista :
facoltà teologica, in riconoscenza dell'onore, Luigi XIV impose silenzio ai due partiti ; 3 .
ch'egli le aveva fatto con gli eruditi suoi L'apologia dei domenicani missionarii nella
scritti, volle assistere in corpo ai suoi fune- China ; 4. La conformità delle cerimonie chi
rali . Eletto da Colbert per essere del novero nesi coll'idolulria dei Greci e dei Romani.
degli uomini d'ingegno da esso incaricati di ALESSANDRO. Lungo sarebbe se noi vo
tenere ragionamenti a suo figlio , che fu poi lessimo dire partitainente ancora di tutti ques
arcivescovo di Roano , egli concepi il disegno gli uomini i quali il nome di Alessandro por
e l'idea della sua Storia Ecclesiastica , com- tarono ; nè lungo solo , ma ancora difficile di
parsa in 24 volumi in 8 , dal 1675 sino al parlare con verità delle azioni loro , percioc
1686. Quest'opera era giunta al quarto seco chè di quelli che noi riferiremo per lo più
lo quando il libraio seppe come il dottore le mancano le storie dal presentarci quei fatti i
Fevre ne faceva stampare a Roano una censu- quali servano a dare una vera idea della loro
ra ; per cui fece ogni sforzo e sagrifizio di de- vita. Limitando pertanto questo articolo a
naro onde non fosse proseguita , affinché la quanto può riguardare la bibliografia sacra,
storia avesse lo spaccio desiderato. L'opera es che pure , come abbiamo promesso , deve far
sendo comparsa in tempi di discordia fra la parte di queste pagine , ci fermeremo nel dire
corte di Roma e quella di Francia , in propo- brevemente di quegli scritti che uscirono dal
sito della regalia e dei quattro articoli del cle. la penna dei diversi personaggi denominati
ro, dispiacque a Roma di vedere come l'autore Alessandro.
apertamente favorisse in essa la causa di Fran ALESSANDRO DI CARPINETO , così detto dal
cia. Innocenzo XI la proscrisse con decreto 13 suo monastero , è autore di una Cronaca di
luglio 1684 ; ma ciò non impedi che l'autore questa abbazia, cui aggiunse parecchie cose
proseguisse il suo lavoro, e vi aggiungesse, nel che riguardano la sua fondazione, cronaca che
1689 , la Storia dell' antico Testamento. Il p . trovasi nell'Italia sacra di Ughelli .
Alessandro epiloga nel suo libro , sotto certi ALESSANDRO DI Hales , Francescano che
capi principali, ciò che di più considerabile viveva nel secolo decimoterzo, scrisse nn Com
avvenne nella Chiesa , ed esamina in partico- mentario sui Salmi di Davide , nna Summa
lari dissertazioni i punti controversi di sto- totius theologiae divisa in quattro parti ; Sum
ria, di cronologia , di critica , ecc. Lo stile ne mu virtutum ecc., opere tutte stampate.
è facile, saggio e modesto è il modo con cui ALESSANDRO DI S. ELPdto , città d'Italia,
combatte i suoi avversarii. Siccome suo scopo dotto Agostiniano del secolo decimoquarto,
principale era quello di fornire ai baccellieri compose per ordine di Giovanni XXII un
licenziati le materie loro già dilucidate , ei se trattato De jurisdictione imperii et auctoritate
gue nelle sue dissertazioni il metodo scolasti. Summi Pontificis, diviso in due libri .
co , rincrescevole al comune dei ſettori, ma co ALESSANDRO , monaco greco ed autore di
modissimo a quelli per cui l'autore intendeva un trattato dell'invenzione della croce , e, se
di scrivere. Alla storia tenne dietro, nel 1695; ('ondo alcuni anche di un'orazione sopra s .
una Teologia morale secondo l'ordine del Ca- Barnaba Apostolo.
techismo del concilio di Trento , di cui la piú ALESSANDRO Nekak , canonico regolare del
pregiata edizione è quella di Parigi, 1703 , in 1 ' ordine di S. Agostino, serisse un commenta
fogl., e poco dopo i suoi Commentarii sopra rio sui quattro evangeli ; un'esposizione sul li
il Nuovo Testamento , parimenti in 2 vol.'in tro dell' Ecclesiaste; un'altra sul Cantico dei
fogl. Questo dotto religioso è autore eziandio Cantici ; Le lodi della divina sapienza ecc.
di parecchi altri scritti meno considerevoli. ALESSIANI. Hanno preso questo nome da
2 40 ALESSIO (S . - ALESSIO (NICOLA)
santo Alessio , cavaliere romano , che elessero nio ed altri , manca questa storia di verità
a loro protettore, della qual cosa però s'igno- critica, ed è probabile che il s. Alessio di cui
ra la causa , poichè nella vita di quel santo si tratta altro non sia che s . Giovanni Cali
non par che si trovi cosa applicabile agli e- bita , che fu fatto conoscere a Roma da alcuni
sercizii di carità praticati dagli Alessiani. Que- monaci greci venutivi da Costantinopoli , sot
sti erano anche chiamati Cellebroeders, ossia to il nome di Alexis , che significa Curatore,
fratelli Cellili, parola il cui significato sta i- a cagione delle miracolose guarigioni accorda
gnoto . Si credono istituiti nel secolo decimo- te da Dio alle preghiere di lui; donde derivo
quarto; e da principio erano laici che si asso- il nome di Alessio.
ciavano per aver cura degli ammalati. Auber ALESSIO (ARISTÉNE ). Celebre uomo addet
to Le Mire o Miroeas asserisce che , quest' in- to alla chiesa di Costantinopoli in qualità di
stituto fu approvato dai Papi Bonifazio IX ed economo . Fu questi presente al concilio che
Eugenio IV , e che a richiesta di Carlo il Te- si tenne in Costantinopoli nell'anno 1166 , e
merario , furono riuniti in religione sotto la della sua celebrità derivata pella cognizione
regola di Santo Agostino , da Sisto IV, verso profonda che aveva nelle cose ecclesiastiche, ne
l'anno 1462 . fanno fede i padri che a quel concilio inter
Quest ' ordine abbracciava una volta due vennero , consultandolo su di ciò che prescri
provincie, quella del Brabante e quella di A vesse il diritto canonico nell'affare di Nicefo
Jemagna ; ma ciascuna era soggelta alla visita ro, patriarca di Gerusalemme ; alla qual di
di un abate di un ordine diverso . Questi relis manda non tardò a soddisfare citando contro
giosi erano tutti laici e non ammettevano fra di esso il canone trentesimosettimo del conci
loro sacerdoti . Assistevano gli ammalati, glilio di Gerusalemme. E fu pure sopra di tale
appestati , seppellivano i morti , custodivano i materia che egli scrisse facendo delle note so
pazzi , ed i loro conventi servivano di ergasto- pra una raccolta di canoni che vetine stampa
li pei fanciulli discoli. ta in greco ed in latino .
A Colonia accompagnavano al patibolo i ALESSIO . Vescovo di Melli in Italia . Co
condannati a morte. me in Laterano si teneva in concilio sotto
A Gand per ogni persona che moriva loro il pontificato di Giulio II , cioé verso l'anno
si dovevano dare uno scudo e quattro doppieri ; 1512 , Alessio da questo Pontefice ebbe ordi
ed uno scellino per ogni doppiere, che si ado- ne di tenere un discorso ai padri ivi raduna
perava ai funerali di una persona distinta. ti per la terza sessione. Obbedi questo vesco
A Mastricht ricevevano uno scudo, non so- vo , e parlò intorno al modo di tenere dei
lo per ogni cattolico che moriva , ma eziandio concilii, e sulla necessità dell'unione, affin
per ogni ebreo o protestante . chè influissero al berie della Chiesa , con ap
Recitavano tutti i giorni l'ufficio della San. provazione ed ammirazione dei padri medesi
ta Croce , vestivano un abito di sargia nera, mi . Questo discorso , congiuntamente alla let
uno scapolare dello stesso colore ed un cap- tera con cui dà al Pontefice notizia di avere
puccio; e quando andavano alle sepolture por- eseguita la sua volontà , trovasi fiella raccolta
tavano un mantello pure nero, in cui racchiu- dei concilii.
devano la punta del loro cappuccio. L'abito, ALESSIO (Nicola) , nativo di Perugia , ca
lo scapolare, il mantello scendevano sino alle notico da prima di quella cattedrale, indi ap
calcagna ; i superiori prendevano il titolo di partenente all'ordine di S. Domestico. Colli
priore . La loro insegna era una scala . vati i suoi talenti nell ' oratoria , divenne uno
ALESSIO (S. ) . Narrasi di questo santo , la dei più celebri predicatori d'Italia, a segno ta
cui festa è celebrata nella chiesa latina il le da riscuotere gli elogi dai Sommi Pontefici
giorno 17 luglio , e nella greca il 27 di mar- Paolo III e Paolo IV , e da vedere in Perugia
zo, che avendo sposato a forza per volontà dei sua patria convertite molte persone, tra le qua
suoi genitori , Eufemiano senatore ed Aglaide li non poche di vita licentziosa e dissipata al
illustre matrona , una giovane d'illustre casa l'intuito ; anzi a tanto giunse la mercè della
to, il giorno stesso delle nozze ne la abban sua forza e unzione avvalorata dalla grazia ce
dono , e se ne fuggi nella Mesopotamia , dove leste da trarre parecchie femmine dalla turpis
visse , elemosinando , per lo spazio di dicias- sima via del vizio, pelle quali poi coll'aiuto del
sette anni. Indi reduce a Roma , se ne stette Cardinale Fulvio Corneo vescovo di Perugia,
ignoto, fino alla morte , in un angolo del pa- procurò una casa di ritiro , e diedeparticolari
lazzo di suo padre ; e solo dopo la morte da costituzioni. Nulla diremo delle cattedre occu
uno scritto che egli stringeva nella mano si pate da lui, dalle quali sempre gli venne rino
conobbe chi egli fosse. Come osserva il Baro- manza e lode , nè degli ufficii importanti che
ALETTRIOMANZIA - ALFONSO DI Z ANORA
onoratamente egli tenne , contentandoci di an- apostolo, ed un evangelista. Di questo nulla
noverare ad encomio di sue doti e la Storia dei si sa di particolare. Cosi s . Marco al capo 2 .
re di Giuda e d' Israele che egli scrisse, ed i ALFERIO ( S. ) . Nasceva in Salerno verso
suoi Panegirici sopra i santi dell'ordine di s . la metà del secolo X da illustre famiglia, per
Domenico , non che alcuni trattati sulla SS. cui si distinse nei varii gradi onorifici che gli
Trinità , sul supremo bene , e sull'Eucaristia, furono impartiti dai principi di questa città .
e due volumi di sermoni che dall’Echard gli Ma fu appunto in mezzo a questi onori ch'ei
sono attribuiti . Morì della morte dei giusti il senti la nullità di quanto il mondo presenta
28 febbraio 1585 . va di grande, e determino dedicarsi a una vj
ALETTRIOMANZIA od anche ALLETTO- ta che conducesse a fini di maggior verità; ab
ROMANZIA . Questa parola composta dalle bracciò quindi la vila monastica sotto la re
due voci greche adéntwe , che significa gal- gola di s. Benedetto verso l'anno 991. Divul
lo, e parecia che indica divinazione, adopera- gatasi ben presto la fama di sua santità , il
vasi onde significare una specie di profezia principe di Salerno Gaimaro III gli affidò il
che era usitatissima fra i Greci , e côn la qua- regime dei monasteri di questa città, la qual
le per mezzo di un gallo si predicevano le cos cosa disimpegno con ottimo successo. Ma sic
se future. come ei tendeva a più alta metà di perfezio
ALECROMANZIA. È questa pure una vo- ne, perciò, lasciato quell'ufficio , si ritirò dap
ce formata dalle due greche adeupov che si- prima sul ciglione della montagna detta di s .
gnifica farina, e perteic , divinuzione. Se hele Elia , indi in uno spaventoso burrone occul
ta alettriomanzia si vaticinava il futuro col tossi detto Caverna , che in appresso divenne
mezzo di un gallo, nella aleuroinanzia si face- centro di una celebre congregazione ; essendo
va uso a tale fine di farina d'orzo o di altri che moltitudine d' uomini tratti dalla santità
grani. d'Alferio andarono in quel luogo a vivere sot
ALFABETO EBRAICO . V. LINGUA EBRAICA . to la direzione di lui . In questa caverna Al
ALFABETO GRÉCO E LATINO . Dire dell'al- ferio visse pacificamente fino alla morte sua
fabeto greco e latino , e fermarsi a parlare che avvenne nel 1030 .
sulla sua formazione , e sulle lettere che lo ALFITOMANZIA . Specie di divinazione
compongono ella è cosa , anzichè spettante á passata dai Gentili nel Cristianesimo, la quale
materia ecclesiastica , appartenente alla parte facevasi o in particolare coll'otzo o in generale
grammaticale. Osservando adunque in que- con qualche vivanda. Quando sospettavasi del
sto articolo quanto può convenire al fine del delitto di qualche persona , e si voleva cono
libro presente, diremo che nella consacrazio scere la verità, conducevasi questa innanzi al
ne di una chiesa , mentre si canta il Benedia sacerdote che gli porgeva a mangiare un pez
ctus , dal Vescovo consacrante sul pavimento zo di pane fatto d' orzo, il quale s ’era inan
cosperso di cenere colla estremità del pasto- giato con facilità dall ' accusata persona , que
rale si scrive l'alfabeto con lettere greche e sta riceveva la dichiarazione d'esser innocen
latine in forma di Croce . V. CONSACRAZIONE te, se lo trangugiava con istento , era dichia
DELLA CHIESA . rata colpevole. Deriva da ispitor , farina di
ALFACHI, voce usata generalmente dai Mo- orzo, e udvteda , divinazione.
ri per indicare il loro clero , o quelli che in ALFONSO (Pietro) , soprannominato di
segnano la religione maomettana. È in oppo- Burgos, forse dal luogo di nascita. Questo re
sizione ai morabiti, che corrispondono ai mo- ligioso dell'ordine di s. Benedetto che fioriva
naci presso di noi. nel secolo VI , si rese celebre non solo per le
ALFEO , padre di s . Giacomo Minore, pri- sue virtù e santità , ma anche pei lumi scienti
mo vescovo di Gerusalemme. Alfeo era sposofici , come appare dalle sue opere, delle quali
di certa Maria che credesi sorella della San- noi ne enumereremo alcune, cioè : 1. De im
tissima Vergine , donde deriva che san Gia- mensis Dei beneficiis et de tribus virtutibus
como è chiamato fratello del Signore. Molti theologalibus; 2. De Eucharistia; 3. De vita soli
credono che Alfeo sia lo stesso che Cleofa, taria ; 4. De religione tribusque volis religio
di cui parlo san Luca. Cosi Alfeo sarebbe il sorum ; 5. De immortalitate animae; 6. De vita
nome greco, e Cleofa l'ebraico o siriaco, se et laudibus Beatae Virginis Mariae; 7. De prae
guendo l'uso di quella provincia, in cui la paratione ad mortem ecc. Opere tutte che
ñiaggior parte degli uomini avevano due più volte furono fatte pubbliche colla stampa .
nomi . ALFONSO DI ZAMORA. Questo celebre rab
ALFEO, padre di Levi ovvero di s. Matteo, bino spagnuolo aderi agl’impulsi della gra
ehe Gesù Cristo trasse dal telonio per farne un zia , e nel 1506 egli ricevette il battesi
Encicl. Eccles. Vol . I. Fusc . IV.
242 ALFONSO M. LIGUORI-ALIENARE

mo. Occupavasi allora ilcardinale Ximenes sono pervenute fino a noi. È da compiagnere
nella sua celebre poliglotta, quando, conosciuti soprattutto la perdita delle sue lettere, di cui
i talenti del Zaniora,lo invito a mettervi ma- i soggetti versavano sopra importanti materie,
no. Impiego 15 anni in questo lavoro, fornito e la sua storia della Chiesa di Liegi.
il quale , compose un Dizionario di parole ALGIABARII. Setta maomettana di creden
caldaiche ed ebraiche del Vecchio Testamen- ti alla predestinazione , i quali attribuiscono
to , delle spiegazioni de'nomi ebraici, caldaici , tutte le azioni degli uomini buone o cattive al
greci del Vecchio e Nuovo Testamento , e al- l'opera od influenza di Dio. Gli Algiabarii sono
tre simili opere. Nè questo è il tutto, percioc- opposti agli Alkadarii . Sostengono i decreti
chè merita anche ricordanza la lettera ch'egli assoluti , e la promozione fisica. Quanto alla
scrisse agli Ebrei di Roma, dimostrando ad giustizia di Dio nel punire il male già fatto,
essi la loro ostinazione e rimproverando la essi la fanno intieramente dipendere dall'as
caparbielà dalla quale erano condotti a vivere soluto suo dominio sopra le creature.
nelle tenebre dell'errore. ALIAN , primo figlio di Sobal figlio di Seir.
ALFONSO Maria LIGUORI. V. LIGUORI. I Pur. , cap. 1 , vers . 40 .
ALGERI . Di questa nuova provincia del ALICARNASSO . Città vescovile, un tempo
l'Africa , in cui per la conquista fatta dalle ar- sotto la metropoli d' Afrodisiade , nella pro
mi francesi negli ultimi tempi , il Vangelo si vincia di Caria.
stabili e fuvvi formata una sede vescovile , a ALIENARE altro non significa che trasfe
non moltiplicar la materia ci riserviamo di rire in altri il dominio di alcuni beni stabili;
parlare all'articolo MissionI DELL'AFRICA ( V.) . onde alienazione sarà il trasferimento del
Ed in quello in fatto noi avremo donde consi- proprio dominio su di alcun bene stabile ad
derare l'utilità di questa sede vescovile, dalla altre persone.
quale come da centro in quei paesi , i missio E celebre, dice Benedetto XIV , de Synod .,
narii hanno il destro di potersi meglio che al- lib. 12, cap . 8 , num . 9 , la Costituzione di
trove, informare dei popoli, che vivono nella Paolo II in Extravag . Ambitiosae, de reb. Eccl.
cecità di un falso culto , ed accorrere ad essi non alienan.in tit.comm ., con cui vengono proi
per procurare colla diffusione delle massime bite le alienazioni dei beni appartenenti alla
del vangelo di Gesù Cristo la loro sempiterna Chiesa senza un permesso della Sede Apostoli
salute . ca ; e con cui quelle alienazioni di tali beni ,
ALGERO od ALGER , pio e dotto sacerdote che fossero state praticate , vengono dichiarate
della chiesa di Liegi nel secolo XII , che ri- nulle. Legge è questa per altro che risale ai
nunziò per amore dello studio, e pel gusto del primi secoli della Chiesa, facendone menzione
ritiro alle vantaggiose offerte di parecchi Ve- e Leone Magno ed Ilario Pontefici del secolo V ,
scovi della Germania , i quali , mossi dalla nel qual tempo era in tanto vigore, che i Ve
grande sua riputazione , cercarono di trarlo scovi nel giorno della loro consecrazione ne
presso di sė . Nel 1121 andò a chiudersi in promettevano con giuramento l'osservanza.
Clugnì ove morì , dopo dieci anni circa, nella Essendovi poi alcuni luoghi, in cui questa co
pratica esatta di tutte le monastiche osservan stituzione non fu ricevuta, disputano i dotto
ze. Abbiamo di lui : ri intorno alla validità di essa. Altri afferma
1. Un trallato della misericordia e della giu- no , altri negano , altri fanno una distinzione
stizia, dato alla luce da D. Martenne nel 5 to fra il valore dei contratti di alienazione , e le
mo dei suoi Fasti. E questa una raccolta di pepe inflitte contro i contravventori della co
passi dei libri dei santi Padri , di canoni edi let- stituzione. Dicono alcuni che la alienazione
tere dei Papi, accompagnati da brevi riflessioni non può aver luogo , poichè si ricerca il con
dell'autore, che sono quasi tutte giuste. senso della Sede Apostolica , come forma ne
2. Un trattato del Sucramenlo del corpo c cessaria all'atto , senza cui , in qualunque luo
del sangue di N. S., diviso in tre libri , che fu go fosse stato fatto , non avrebbe valore : ed
inserito nella Biblioteca dei padri. assolvono dalle pene e dalle censure inflitte
5. Un opuscolo sul libero arbitrio , reso coloro che la praticano nei luoghi ove la co
pubblico da D. Bernardo Penz nel 4 tomostituzione non fu ricevuta.
de' suoi Aneddoti. E questo , per quel tempo, Di già nella chiesa di Milano , al tempo in
un piccolo capolavoro di precisione e di niti- cui presiedeva s . Carlo Borromeo, eravi il co
dezza nelle più difficili materie di teologia, e stume di alienare i beni della Chiesa , senza
che più cose contiene che molti libri in fo- consultare la Sede Apostolica . Discussa la co
glio di scolastici . sa in una delle ordinarie congregazioni per
Algero ha composto altre opere , che non vedere se fosse ciò di utile e di vantaggio alla
ALIENAZIONE - ALIPIO (S.) 243
Chiesa, considerò per l'una parte quel santo re. Che se gli alimenti materiali a sostegno
pastore , non doversi riprovare , nè potersi to- e sviluppo della fisica vita i genitori debbono
gliere con facilità dalla sua diocesi questa prestare ai figli loro , molto più sono obbli
consuetudine, che aveva messe profonde radi- gati a fortificarli con quegli alimenti spiri
ci: ma per l'altra gli parve cosa inconveniente tuali , che sono diretti allo sviluppo delle fa
che la costituzione di Paolo non fosse nella collà intellettuali , e principalmente per ciò
sua diocesi ricevuta. Per la qual cosa , senza che riguarda la cognizione della religione san
venire ad alcuna deliberazione intorno a que- tissima di Gesù Cristo ed il perfezionamento
sto affare , consulto la Sede Apostolica , ricer- delle loro opere conforme a' divini dettati .
candone un giudizio: ed avendo inteso che il Per la qual cosa se ogni cura ponessero affin
Sommo Pontefice bramava che la costituzione che gli alimenti fisici non mancassero ad essi ,
Paolina , confermata dal Pontefice Pio IV e e trascurassero gli spirituali , non si dovreh :
dal Pontefice s . Pio V, avesse anche vigore bero riguardare siccome dotati di vera pre
nella diocesi di Milano , tostamente sottomet mura ed affetto, nè si potrebbe formar giudi
tendosi alla volontà del supremo Pastore, nel- zio che esercitassero con fedeltà i loro doveri ;
l'ultimo giorno di aprile del 1584 promulgò che anzi la conclusione da ricavarsi sarebbe,
il catalogo delle censure e delitti , dai quali viver essi in uno stato di colpa , ommettendo
il semplice confessore non può assolvere se- azione che sopra ogni altra importa ad essi
condo le ordinazioni dei canoni , dei concilii obbligazione strettissima nello adempirla con
e delle costituzioni apostoliche , comprenden- tutta la possibile cura ed attenzione.
dovi anche coloro , qui bonu ecclesiastica alie Che se obbligo di alimentare i figliuoli in-'
nant absque Sedis Apostolicae auctorilute. Act . combe ai genitori , i figliuoli parimenti sono
Eccl . Mediol . , part. 6 , num . 48 . vincolati da questo verso dei lor genitori me
Allo esempio di s. Carlo debbono unifor- desimi quando versano in necessità , sebbene
marsi gli altri Vescovi, quantunque nella lo- dai genitori stessi fossersi emancipati , e for
ro diocesi sia in valso il costume contrario ai massero una distinta famiglia ; nè potrebbero
sacri canoni ed alle costituzioni apostoliche; giudicarsi osservatori del quarto precetto del
ma avvertano che prima di abrogare, o pri- decalogo ogni qual volta ricusassero ai loro
ma di confermare questo costume introdotto, padri le cose necessarie alla vita , essendo in
devono sempre interrogare la Sede Apostoli- istato di poterle ad essi prestare.
ca, ed aspettarne la risposta da lei , come dice Nè diversamente si può dire del marito ver
Benedetto XIV , de Synod . , lib. 12, cap. 8 , so la moglie , perciocchè sendo egli capo della
num . 12. Ved . BENI ECCLESIASTICI . famiglia che costituisce, è tenuto ad essa prov
ALIENAZIONE . V. ALIENARE . vedere del necessario alla vita ancor materiale.
ALIFA , città vescovile del regno di Napoli, E poichè carità stringe gli uomini nella fra
suffraganea Benevento . Non si può deter : tellanza sublime in Gesù Cristo , sarà obbli
minare con certezza quando vi sia stato an- go di ogni fratello verso la sua sorella od i
nunziato il Vangelo , ma è certo che nel V fratelli minori, di prestar loro quegli alimenti
secolo era città cristiana ed aveva un Vesco- di cui assolutamente abbisognano per mante
vo proprio nersi in vita o lontani dalla sciagura, e di
AIL, città vescovile nella Frigia , soggetta quelli che posseggono beni di fortuna , prov
alla metropoli di Laodicea. vedere anche in questa parte alle necessità dei
ALIMENTI addimandansi quelle cose ne- Lazzari mendici , che implorano le briciole
cessarie alla conservazione quotidiana della della lor mensa onde togliersi l'orribile fame
vita , senza cui l'uomo ne potrebbe mante, che li molesta , affine di fuggire quella pena
nersi nelle forze corporali per poi esercitare i con cui fu castigato l ' Epulone superbo .
doveri dell'arte sua e della sua posizione , nè ALIMES , antica città della Palestina situa
svilupparsi in esse fino dall'età prima; in una ta nella tribù di Gad . Noi la troviamo ricor
parola non potrebbe vivere. Da ciò si vede data nel primo libro de' Maccabei al capo 5 ,
primamente come i genitori siano obbligati vers. 26 .
di prestare ai propri figliuoli quegli alimen ALINDA, città vescovile soggetta alla me
ti che si convengono alla loro età , cercando tropoli di Afrodisiade.
con questo mezzo di provvedere alla loro sa ALIPIO (S.) . Nativo di Tagaste , città del
lute e fisica costituzione , per cui pecchereb- l'Africa in Numidia ,si fece compagno di santo
bero ove li trascurassero in questa parte , ed Agostino abbandonando gli uffizii che gli erano
impiegassero invece le loro sostanze , i loro commessi , e che sempre esercitò con impareg.
guadagni in cose estranee a questo loro dove- giabile integrità . Con şant'Agostino ricevette
244 ALIPIO ( S .) - ALLACCI
il battesimo per mano di sant Ambrogio in dall ' u privativo, e da ) setouprea, mistero sa
Milano , la vigilia di´Pasqua dell'anno 387 . cro . Cosi si chiamano nel linguaggio di chie,
Fino al tempo che viaggio per la Palestina, sa , i giorni in cui non si fa alcun uffizio ,
onde visitare i luoghi santi , la qual cosa av Ved. LITURGIA.
venne l'anng 592 o 393 , fu sempre unito al ALLACCI (LEONE ), in latino Allatius, uno
suo santo compagno ; ma come di Palestina dei più dotti letterati del secolo decimosetti
ritorno , dove aveva stretto famigliare amici- mo, nacque nel 1586 nell'isola di Chio , da
zia con san Girolamo, nell'anno 594 fu crea- genitori greci scismatici ; ma egli venne tras
to vescovo di Tagaste , ed in tale qualità assi- portato fino dall'età di nove anni in Cala
stette a molti concilii d' Affica e di Numi: bria , dove cominciò gli studii suoi ; ei si re
dia, Nella celebre conferenza di Cartagine av- co a Roma nel 1600 , e, dopo di avere termi
venuta l’anno 411 , egli fu uno dei sette Vo : nati gli studii , vi ottenne molti impieghi . Il
scovi eletti per sostenere la causa dei Cattoli- Papa Gregorio XV lo inviò in Germania
ci contro i Donatisti ; in appresso ebbe parte nel 1622 , onde far trasportare a Roma la bi
con sant'Agostino in tutti i grandi affari dels blioteca di Eidelberga, di cui l'elettore di Ba
la chiesa d ' Africa. Nell'anno 419 viaggiò in viera aveva fatto dono al Pontefice. Il cardi
Italia per sollecitare l'imperatore Onorio con : le Francesco Barberini lo fece indi suo bi,
tro i Pelagiani. Di questo santo , rammenta- bliotecario. Finalmente fu creato biblioteca
to dal grande Agostino nelle sue confessioni rio del Vaticano nel 1661. Ei mori nel mese
e nelle sue epistole , s'ignora l'epoca della di gennaio 1869 , in età di 82 anni , dopo di
inorte, per cui rammenteremo soltanto che il aver' fondato collegi diversi nell'isola di Chia
martirologio romano fa inenzigne di lui il sua patria. « Era egli , dice il p. Niceron , un
giorno 15 agosto. uomo attivo ed infaticabile , dotato di mera
ALIPIO ( S. ) , soprannominato il Cionita o vigliosa memoria , che molto sapeva di ogni
lo Slilila perchè si tenne più di 50 anni sų maniera di erudizione ; ma che mancava di
di una colonna. Nativo di Adrianopoli , fu al aygiustatezza e di critica , sicchè nelle sue
levato nel santuario, e come fu in potere di sè , opere si scorge molta più lettura e sapere, che
distribuiti i proprii averi ai poveri, abbracció spirito e discernimento. » Lasciò gran nume
la vita solitaria e sali sopra una colonna al- ro di opere , la maggior parte di teologia o di
l'età di 32 anni , dove si costrui una specie di liturgia , di parecchie delle quali è soggetto
casa entro cui si chiuse. Dalla sua colonna la conversione dei Greci scismatici , Le prin
istruiva il popolo, predicava, scriveva lettere , cipali sono.
rispondeva alle difficoltà che gli si propone 1. De ecclesiue occidentalis et orientalis
vano, riconciliava i nemici, regolava le fami- perpetua consensione, Colonia, 1648 , Questa è
glie e le opere di carità. Formò tre comuni- la più considerabile delle sue opere. Egli si
tà : una di claustrali , i quali vivevano ai propone di provare , come lo annunzia il ti
piedi della sua colonna e che cantavano con tolo, che la chiesa latina e greca sono sempre
lui l'uffizio divino , l'altra di monaci rinchiusi state unite ella medesima fede.
in un chiostro a poca distanza dal primo , la 2. De utriusque ecclesiae ecc., in dogmate
terza di religiosi . Visse 33 anni sulla colonna , de purgatorio consensione, Roma, 1655 .
ne passò 13 ammalato, giacendo sempre su di 5. De libris ecclesiasticis Graecorum , Paris
un fianco , ed in questo stato morì da peni. gi, 1645 .
tente, avendo sempre sulle labbra le lodi del 4. De lemplis Graecorum recentioribus, Co
Signore. Il giorno 26 novembre è consacrato lonia, 1645 .
dai Greci alla memoria di questo santo, che 5. Graeciae orthodoxae scriptorcs , Roma ,
fiori nel VI secolo . 1632 .
ALITARCA . Secondo il cardinal Noris, e 6. Philo By rantinus de septem orbis specta
ra questo il nome del Pontefice della città culis, gr . et lat. cum notis, Roma, 1640 .
d ' Antiochia , la di cui dignità , la quale ap 7. Eustathius archiepiscopus Antiochenus
pellavasi Aliturchia , durava 4 anni , Epoch. ¢ xhameron ; ejusdem in Engastrimytho in
Syror. , pag. 220. L ' alitarca non era sacer , Origenem dissertatio ecc ., Lione , 1629. Vi ė
dote che nella città d ' Antiochia ed i giuochi molta erudizione nelle sue note, ed in que
che si facevano , avevano il nome di giuochi sta dissertazione egli sostiene , con Eusta
d ' Alitarchia , perchè erano stati istituiti da zio, come non fu già l'anima di Samuele che
Afranio, primo alitarca , l'anno 260 dell'era apparve a Saule, ma bensì quell'apparizione
d'Antiochia. non fu che l'effetto de prestigii della pitonessa
ALITCRGICI (GIORNI). Parola composta e del demonio.
ALLAH ALLATTARE 245
La lista di tutte le opere di lui si può leg- ne. Il dovere di allattare i suoi figli ne tras
gerla in Niceron ai tomi 8 e 10 . seco degli altri : l'assiduità alla casa , un re
ALLAH . Nome arabo dell'Ente supremo, gime temperante, la privazione dei piaceri
che per via del Corano passò nelle lingue di fragorosi, la sequestrazione dalle veglie, dalle
tutte le nazioni che hanno abbracciata la re- feste , dalle conversazioni prolungate nella
ligione maomettana. Esso è propriamente una notte: eccovi in realtà i motivi, i quali quasi
contrazione di al-ilah , composto dall'articolo sempre tolgono ai figliuoli il latte materno. E
al e da ilah, che corrisponde alla voce ebrai- l'amor del piacere il quale , più forte della
ca eloah, singolare di eleoim , e significa divi- tenerezza, bandisce questi infelici figliuoli dal
nilà in generale. L'articolo prefisso restringe la loro casa nel primo momento in cui vi en
il significato , ed al- ilah od Allah significa il trano, li rigetta in braccia straniere, e li ab
Dio vero, come opposto alle deità adorate da- bandona a cure mercenarie. Si crede di aver
gli idolatri. La parola Allah trovasi spesso soddisfatto alla natura facendoli venire di
come parte componente dei nomi propri ara tratto in tratto presso di sè, o andando a vi
bici : tale è Abd- Allah, cioè servo di Dio; Ale sitarli di tempo in tempo. Si resta persuaso
lah akbar , Dio è grande, ed è questo il gri , di anarli, perchè in mezzo alle dissipazioni e
do ordinario di battaglia dei Maomettani. La ai divertimenti non si dimenticano assoluta
frase bism Allah o bism Illah , nel nome di mente , non si abbandonano totalmente col
Dio , si trova invariabilmente proferita dai pensiero. Non pertanto è da osservarsi esser
musulmani divoti prima d' intraprendere als vi alcune madri alle quali è rifiutalo il mez
cuna cosa , ed avanti ai loro pasti , e vien po zo di adempiere a questa obbligazione, e che
sla pur anche nel principio dei loro libri, non porlano nel loro seno il nutrimento che
ALLATTARE. Nei primi tempi , che seguo- ricercano i loro figli. Provenga questo da de
no immediatamente la nascita di un figliuo- bolezza del loro temperamento, o sia l'effetto
lo , il bambino non essendo suscettibile ancpe della vita che menano, è evidente che devono
ra della educazione morale , tutte le cure dei trovar donna, che faccia le loro veci . Ma pri
suoi genitori sono dirette verso l'educazione mieramente devono portare a questa scelta la
fisica . Non è questo il tempo di occuparsi a più seria attenzione. Gli errori in questo ge
perfezionar la sua anima , ma sì bene a far nere sono si comuni e funesti , che non vi
crescere il suo corpo. Questa parte dei doveri hanno precauzioni che bastino, per non pren
paterni è straniera agli articoli nostri . Ve ne der inganno. Devono in secondo luogo tenere
è uno peraltro , che la religione raccomanda,, i loro bambini , più che sia possibile, vicini
e sopra il quale il nostro ministero pon può a sè stesse, e con una attenzione sostenuta so
restare in silenzio. Quando il sapiente e be- pravvegliare costantemente il bambino, e la
nefico Autore della natura , al momento della balia che gli dà il latte.
nascita di un figliuolo, colloca nel seno della Ciò posto osserveremo da prima per una
madre il nutrimento il più salutare, il più pratica istruzione , non mancare teologi che
confacente al suo temperamento , lo fa forse condannano di grave peccato quella madre, la
perchè rendasi ad esso frustraneo ed inutile ? quale , per liberarsi dagli incomodi che seco
« Le bestie feroci , dice il profeta Geremia, porta l'allattare, dà il proprio figliuolo a ba
Thren . 4 , 3 , banno scoperto le loro poppe, e lia. La quale sentenza , sebbene non sia ge
allattato la loro prole : la figlia del mio po- nerale, converrà tuttavia conchiudere doversi
polo è crudele come lo struzzo del deserto . » ogni madre tenere all' opinione più sicura , e
Per quai mezzi più potenti la Provvidenza soffrire il peso e l'incomodo che sente allat
avrebbe dunque potuto eccitare le madri a tando , ricordandosi che Sara allattò Isacco,
somministrare il proprio lalte al frutto del , Rebecca Giacobbe , Anna Samuele , e la stessa
le loro viscere ? Un amore più primaticcio e SS . Vergine allatto Gesù Cristo , affinchè il
più tenero per la parte dei loro figliuoli, una loro esempio, come dice s. Ambrogio, servisse
sanità più robusta più ferma per la parte di norma a tutte le madri : Provocantur foe
di esse medesime , non sono questi motivi minue meminisse dignitatis suae, el lactare fix
abbastanza forti per determinarle ? La madre lios suos .
di s . Luigi IX , la virtuosa Bianca, sul tror In secondo luogo peccherebbe mortalmente
no , non credeva potersi dispensare da questo quella donna, che conoscendosi infetta di mal
dovere ; e noi vediamo continuamente delle contagioso , allattasse un bambino , perchè lo
madri pretendere di sgravarsene sotto il pre- esporrebbe al pericolo di perdere la sanità, o
testo della loro condizione. Dico sotto il pre- di perire di morte immatura. Dico infatti Be
testo, perchè non è già questa la vera ragio- Dedetto XIV , de Synod. Dioeces ., lib. 11 , cap,
246 ALLEANZA
3 , num . 8 : Infantes spurii .... ad hospitaleza , se, potendo, non facesse vegliare una don
domicilium civitatis Bononiensis delati inter na quando è presa dal sonno , e per porger
dum a nutricibus alebantur .. le il bambino quando ha bisogno di latte,
contagiosis morbis infectis : ex quo fiebat , ut poichè questo sarebbe un mezzo sicuro per
miseri illi pueruli luem una cum lacte sugen conservare la salute alla madre , e la vita al
tes, aut cilo interirent , aut perpetuo aegrotu- l'infante .
rent. » Quanto alla seconda parte , cioè che può la
In terzo luogo , per quanto al costume che donna lecitamente tenersi in letto con cautela
hanno alcune,spezialmente nel tempo in ver- il bambino allorchè il pericolo è rimoto, la
pale, di prendere seco nel letto il bambino ragione è evidente . L'incomodo gravissimo
che allattano , con grave pericolo della di lui non è causa sufficiente a permetterle un tale
vita, con verrà distingnere. Se il pericolo cui pericolo ? Usando delle debite avvertenze non
si espone la donna di soffocare il bambino, o resta giustificata ? Se lo ommettesse , pecche
mentre lo allatta , o mentre lo tiene seco nel rebbe , non vi ha dubbio, gravissimamente,
letto , è pericolo prossimo , conviene che dal e succedendo la soffocazione , sarebbe cagione
suo costume si tolga ; se poi il pericolo è ri- d'infanticidio. Ma se essa procura di stare
moto , sembra che possa seguirlo , purchè usi svegliata nel tempo che ha il bambino al suo
le necessarie e convenienti cautele . Quanto al seno attaccato al petto , se mentre lo ha nel
la prima parte , egli è certo, che la morte an letto usa degli opportuni riguardi per tenerlo
che di un infante è un mal maggiore nel solo alquanto da sè lontano , affinchè nel volgersi
ordine naturale di qualunque incomodo che impensatamente non lo opprima, chi mai po
soffrir possa la donna. L'ordine della carità trà condannarla ? Su questo proposito , nel
esige , che il mal maggiore del prossimo, spe canone Consuluisti 6 , q . 5 , il Sommo Ponte
cialmente innocente , sia preferito al nostro ſice Stefano V scrisse nel modo seguente ad
minore , dovendosi amare il prossimo come Umberto vescovo di Magonza : Monondi sunt
noi stessi . Dunque il pericolo della morte del namque et protestandi parentes ne tam tenel
figliuolino deve essere preferito all'incomodo los secum in uno lecto collocent, ne negligen
della donna. Una sola eccezione potrebbe dar- tia qualibet perveniente suffocentur vel oppri
si , e sarebbe allora che l'incomodo fosse sì mantur unde ipsi homicidii rei inveniantur.
grande , che rendesse acerbissima la vita della ALLEANZA. Nelle sacre Scritture sovente
madre, e più ancora della stessa morte , ovve- si adopera il nome Testamentum , e nel greco
ro la esponesse a qualche gravissima malattia Accorxa , per esprimere il valore del vocabolo
con pericolo di perder la vita. Imperciocchè, ebraico Berilh , che significa alleanza, donde
posta questa circostanza, lo stesso ordine del- vengono i nomi di Vocchio e Nuovo Testamen
la carità ricerca, che la persona provegga a se to per indicare l'antica e la nuova alleanza .
medesima piuttostochè al bambino. Nessuno La prima alleanza di Dio cogli uomini è
per verità è tenuto ad amare il prossimo più quella che egli strinse con Adamu al momen
di sè stesso : anzi quanto alla vita temporale to della sua creazione, quando gli fece divie
ed ai beni necessarii alla conservazione della to di usare del frutto proibito. Gen. 2 , 16. E
vita medesima, ognuno è tenuto ad amare più questa , dice sant'Agostino , la prima alleanza
sè stesso , che il prossimo eguale od inferiore. di Dio coll'uomo, De civit. Dei , lib. 16 , cap .
Scrisse infatti sanť Agostino nel libro de 27 , p . 440 : Testamentum autem primum quod
Mendacio , cap. 6 : Si pro illius temporali vita fuctum est, ad hominem primum , profecto ila
suam ipsam temporalem perdat , hoc non est lud est : Quo die ederitis , morle moriemini.
jam diligere sicut seipsum , sed plusquam sei- Donde l'esprimersi dell ' Ecclesiastico, al ca
psum ; quod sane doctrinue regulam excedit. In po 14 , secondo il greco : Testumentum a sac
conseguenza quando si tratti di un incomodo culo, morle morieris .
si grave, la regola da noi superiormente data La seconda alleanza è fatta da Dio con l'uo
soffre questa eccezione. Per altro si noti, che mo dopo il peccato , promettendogli non sola
questo caso non è da confondersi con ciò che mente il perdono, purché facesse penitenza,ma
d'ordinario avviene , nè si può dare il nome anche la venuta del Messia, che lo riscatterebbe
d'incomodo gravissimo a quel che le madri in uno alla sua posterità dalla morte del
soffrir possono con un poco di pazienza, tan- peccato, e dalla seconda morte che è quella del
to più che si sono volontariamente assogget- l'eternità. San Paolo in molti luoghi ci parla
tale a queste molestie col congiungersi in ma- di questo patto , per cui il secondo Adamo ha
trimonio. Nė parimenti si potrebbe giustifi- riscattato e tolto alla morte quelli che il primo
care una madre posta in cosi grave circostan- Adamo aveva fatto condannare alla morte me
ALLEANZA - ALLEGORIA 247
desima. I Cor. 19 : Sicut in Adam omnes mo sanziono e suggello col suo sangue , che ha
riuntur , ita in Christo omnes vivificabantur. per fine e per obbietto la vita eterna , il cui
Ed altrove, Roman ., cap. 5 : Sicut per unum sacerdozio , sacrifizio e legge sono infinitamen
hominem peccatum in hunc mundum introi più sublimni che quelli del Vecchio Testa
vit , et per peccatum mors ... sicut per ino- mento , come si può chiaramente vedere da
bedientiam unius hominis peccatores constitu- quanto scrive san Paolo nelle epistole ai Ga
ti sunt multi , ita et per unius obeditionem ju- lati ed agli Ebrei.
sti constituentur multi. Ed il Signore , par ALLEANZA ( LIBRO DELL’ ) . Si parla nel
lando al serpente , disse , Genes. cap . 3 : Ini- l'Esodo al capo 24 di un libro dell'allean
micitias ponam inter te et mulieres, et semen za : Volumen foederis. Qual è questo libro ?
tuum et semen illius , ipsa ( l'Ebreo ed i Set- Poichè a noi non giunse sotto questo titolo ,
tanta leggono ipse ) conterct caput tuum ; et si disse che andò perduto. Se si legge con
tu insidiaberis calcaneo ejus. La posterità attenzione il capitolo 19 e seguenti dell ' Eso
della donna , che doveva schiacciare la te- do sino al luogo in cui si nomina il libro
sta al serpente , è il Messia , che colla sua dell'alleanza , facilmente si vedrà che sotto
morte tolse al demonio l'impero della mor- questo titolo Mosè intese parlare del Decalogo,
te. Hebr . , cap. 2 : Ut per mortem destrueret che rinchiude in effetto le condizioni dell'al
cum qui habebat morlis imperium , idest diu- leanza . Le leggi e gli ordini che si trovano
bolum . in seguito non ne sono che lo sviluppo , la
Una terza alleanza è quella che il Signore spiegazione ed il commentario .
fece con Noè allorquando gli ordinò di co ALLEANZA degli EBREI coi popoli . Dio
struire un'arca per salvarvi tutti gli animali loro aveva proibito severamente di fare al
della terra , ed alcuni uomini con lui , affinchè leanza , tanto politica , quanto matrimonia
con questo mezzo il mondo potesse essere ri- le coi popoli Cananei che egli voleva asso
popolato dopo il diluvio. lutamente ed interamente distruggere a ca
Questa alleanza fu rinnovata 120 giorni gione delle loro abbominazioni . Esod. cap.
dopo, allorquando le acque del diluvio, aven 23 , 24 ; Deut. cap. 7 ed altrove . Ma loro
do sgombrata la terra , Noè usci dall'arca con non proibi di stringere alleanza cogli altri
tutta la sua famiglia. popoli. Lungo tempo prima Abramo ed Isac
Tutte queste alleanze sono state generali co avevano stretta alleanza col re di Gera
fra Adamo e Noè e tutta la loro posterità. Ma ra . Mosè aveva dato lo esempio di allean
quella che Dio fece in seguito con Abramo fu za con nazioni straniere , e dell'equità ri
più limitata: essa non riguardava che questo gorosa con cui devesi conservare. Vi ebbe al
patriarca e la sua stirpe , che doveva discen- leanza fra Davide ed Iram re di Tiro ( II Reg.
dere da lui col mezzo di Isacco . ' Gli altri di- cap. 5 ) , la quale fu rinnovata da Salomone
scendenti di Abramo , per mezzo d' Ismaele (III Reg. cap. 5 ) , ed altre , che si riscontra
e pei figli di Cetura , non dovevano averne no indicate nei Paralipomeni, lib . I , cap. 3 ;
parte. In segno di questa alleanza fu la cir- lib. 2 , cap. 18 .
concisione che tutti i maschi della famiglia ALLEANZA ( ARCA DELL' ) . V. ARCA .
di Abramo dovevano ricevere l'ottavo gior ALLEGORIA , concetto nascosto sotto ve
no dopo la loro nascita , Genes . , cap. 17 : lame di parole , che valgono letteralmente
gli effetti e le conseguenze di questa alleanza cosa diversa : ovvero figura che si fa quando
sono sensibili in tutta l'istoria del Vecchio i termini non ritengono la loro propria signi
Testamento ; la venuta del Messia ne è la ficazione , ma dinotano qualche altra cosa :
consumazione ed il fine. L'alleanza di Dio oppure figura con cui dicesi una cosa, men
con Adamo forma quello stato, che noi chia- tre si vuole che se ne intenda un'altra ; a
miamo stato di natura ; l'alleanza con Abra- cui quella è allusiva. Per esempio , quando i
mo spiegata nella legge di Mosè forma la leg- profeti rappresentano il popolo di Dio sotto
ge del rigore ; l'alleanza di Dio con tutti gli l' allegoria di una vigna piantata, coltivata, e
uomini , per la mediazione di Gesù Cristo , che in luogo direndere buone frutta, produce
forma la legge di grazia . sterpi e grappoli amari , usano dell'allegoria.
La più grande , la più sublime, eccellente Le allegorie sono frequentatissime nella
e perfetta di tutte le alleanze di Dio cogli uo- Scrittura, quanto le metafore, le parabole, le
mini , è quella che egli fece con noi per la similitudini, le comparazioni. Gli Ebrei, ed
mediazione di Cesù Cristo : alleanza eterna in generale i popoli della Siria e della Pale
che deve sussistere sino alla fine dei secoli , stina , amavano questa maniera di dire figu
di cui ne è garante il Figlio di Dio , che la rato , come afferma s . Girolamo , e la im
248 ALLEGREZZE DELLA SS . VERGINE-ALLUVIONE
piegavano pressoché in tutti i loro discorsi. convien porre attenzione che le cerimonie nogi
Uno dei principali doveri di un commentato- furono gianımai ne universali, nè uniformi.
re è di distinguere il senso allegorico dal let ALLEMAGNA ( CHIESA DI ) . V. GERMANIA .
terale , e di richiamare il letterale all'alle ALLIRIO (S.) . Illidius . Nacque sull'incos
gorico . Gli antichi Ebrei , come i Terapeuti, minciare del regno di Costantino il Grande,
l'autore del libro della Sapienza , Gioseffo e e verso la fine d ' esso, per la sua santità , fu
Filone, e dopo di loro la maggior parte dei innalzato alla sede vescovile di Clermont.Cin
Padri , mutavano in allegoria gli stessi luo- quanta anni tenne il vescovato , tempo nel
ghi storici della Scrittura , ove il senso let- quale ad altro non attese che alla propria san
terale è il più sensibile. Ma queste spiegazio- tificazione ed a quella del suo gregge. La fama
ni allegoriche in sé stesse non sono atte ad delle buone opere di lui penetrò perfino alla
edificare. Esse non possono essere portate per corte del tiranno Massimo, il quale avendo
prova se non quando Gesù Cristo o gli Apo- una figlia ridotta agli estremi , perchè inva
stoli le hanno così adoperate. V. Senso DELLA sata dagli spiriti maligni , chiamò il santo af
SCRITTURA . finché volesse ridodarla a salute col mezzo
ALLEGREZZE DELLA SS . VERGINE. delle sue preghiere. Allirio vi accorse, invocò
Sono queste delle preghiere con le quali i fe- !' Onnipotente , e ridono a Massimo la figlia
deli si rivolgono ad invocare M. V. SS. liberata. Invano fu pregato a ricevere ricchi
ALLELUIA ovvero HALLELC - JAH , cioè lo- doni per tale azione, ch ' egli fu sempre co
DATE IL SIGNORE , tale essendo il significato stante nel rifiutarli. E già lasciava quella corte
della citata voce ebraica. Questa parola tro- per ritornare in mezzo al suo gregge diletto ,
vasi nel principio e nel fine di alcuni Salmi . quando nel viaggio infermò, e finì i santi suoi
Si cantava alleluja nei giorni solenni e di giorni . Il 5 giugno è consacrato alla memoria
allegrezza. Per vicos cjus ( Jerusalem ) alles di lui.
luja cantabitur, dice Tobia parlando dello ri . ALLOFILI, termine greco da á / 05 , altro,
stabilimento di Gerusalemine. San Giovan- diverso , e quan , tribi, gente , cioè d ' allra tri
ni nell' Apocalisse al capo 19 , dice che u. bů o natione , forestiere , straniero. Nell'an
diva nel cielo molte trombe , che cantavano tico Testamento ordinariamente si adopera per
alleluja. I ventiquattro vecchi , ed i quattro indicare i Filistei . Si può vedere sopra cið il
animali , che stavano dinanzi al trono del titolo del salmo $ 5 e di altri. Con questo now
l ' Onnipotente si prostravano , e cantavano me li chiamano pure i Settanta.
alleluja ALLON . Figlio d'Idaia, della tribù di Sis
Questo cantico di gioia e di lode passò dal- meone , come si legge nel primo libro dei Pa
la Sinagoga nella Chiesą . Nei funerali di s. ralipomeni, al capo 4 , verso 37.
Fabiola si cantarono molti salmi, e s'intuos ALLON -BAGUTH . Luogo della Palestina
no slleluja , dice s . Girolamo , in obitu Fa- ju vicinanza di Betlemme, ove fu sepolta De
biol.; e , secondo la narrazione dello stesso bora nutrice di Rebecca.
santo , in Epitaph. Paul., i monaci della Pas ALLUVIONE . È uno dei modi con cui si
lestina si scuotevano dal sonno per le veglie può acquistare il dominio di qualche cosa.
notturne al canto dell' Alleluja. Si ritrovo Questa è di due specie, altra addimandasi oca
tanta energia in questo termine , che si cre- culta, altra palese.La prima, che propriamen
dette opportuno conservarlo identico senza te chiamasi col nome di alluvione , è quella
farne traduzione greca o latina , temendo di per cui insensibilmente la parte di un fondo
diminuire il gusto e la dolcezza. Molti secoli ad un altro si unisce per modo tale da non
dopo la Chiesa ne proibi l'uso nei tempi di accorgersi dell'aumento. La seconda ,o la pub
penitenza , e nelle circostanze di lutto ; per- blica , è quella che avviene per mezzo dello al
ciò non si recita nella quaresima e nelle ese- lagamento delle acque, che nella loro piena e
quie de' morti . Ogni volta nella messa dei nel furore del loro corso trasportano talvolta
morti, secondo il rito mozarabico, si carita una parte notabile del fondo di un possessore
all'introito : Tu es portio mea , Domine , al- nel luogo di quello di un altro, per modo tale
leluja ; in terra viventium , alleluja , alleluja. che l'aumento del secondo cade subito sotto
Si narra nella vita di santa Radegonda, che degli occhi . Non così avviene dell'aumento
nelle sue esequie , in luogo dell'alleluia non successo in un fondo per via dell'alluvione
si udivano che pianti : la qual cosa insegna occulta , perciocchè questa senza avvedersene
che alle volte adoperavasi anche nelle circo- rimane proprietà di quello cui si congiunse.
stanze mortuarie . Ma sopra tale materia che Conviene però avvertire che l'accrescimento
appartiene soltanto alla parte disciplinare , successo per l'alluvione in quanto alla sostan
ALMA - ALMARICO 249
za diviene proprietà del padrone del fondo cui speri del sabato avanti la prima domenica del
unissi ; in quanto all'usufrutto , se l'incremen- l'Avvento fino alla Purificazione inclusivamen
to è occulto, esso spetta all'usufrulluario; se è te , osservando però che l'orazione susseguen
pubblico, al padrone proprietario. te quest'antifona è varia, poiché fino ai primi
ALMA o Alman . Termine ebraico, che si . vesperi del Natale si recita quella, che inco
gnifica propriamente una vergine, una don- mincia : Gratiam tuam, quaesumus, Domine ,
zella non ancora congiunta in matrimonio. Si ecc.; dai primi vesperi del Natale in seguito,
trova questo termine nel famoso luogo di Isaia l'altra : Deus, qui salutis aeternae.
al cap 7 , dove si legge : Ecce virgo concipiet, ALMARICA . Nome di una credenza, che el.
et pariet filium. L'ebraica lingua manca del be in Francia per autore un certo Almarico
termine, che significa propriamente una ver nell'anno 1209. Consisteva nell'affermare, che
gine, ed usa soltanto Almah. ogni cristiano era attualmente membro di Ge
San Girolamo, scrivendo intorno a questo sù Cristo, e che senza questa fede nessuno po
luogo d ' Isaia in cui trovasi il nome Alma, os teva salvarsi. I suoi seguaci andarono più ol
serva che il profeta non volle servirsi del no- tre, e stoltamente ed empiamente affermaro
me Bethula, che significa una giovane, ma ado- no, che il potere del Padre durò soltanto fin
però il termine Alma , che significa una ver. che durò la continuazione della legge mosaica ;
gine, che giammai comparve agli occhi degli che la venuta di Cristo introdusse una nuova
uomini.E questo il vero significato di Alma. legge; che al finire di questa cominciò il regno
Si sa che nell’Oriente le figlie non compariva. dello Spirito Santo, che la confessione ed i sa
no in pubblico, e rimanevano chiuse nelle lo- cramenti non erano più di alcun uso, e che
ro case e negli appartamenti delle loro madri, ognuno deve salvarsi per la sola operazione
quasi fossero religiose. Il parafraste caldeo ed interna dello Spirito Santo, senza alcun atto
i Settanta Traducono alma, per vergine. Akiba, esterno di religione. La corruzione della loro
famoso rabbino, gran nemico di Gesù Cristo e morale era pari all'assurdità ed empietà della
dei Cristiani , che viveva nel secondo secolo , loro dottrina. Le loro credenze furono con
prende questa voce nello stesso significalo. Gli dannate nel concilio di Sens nello stesso an
Apostoli e gli Evangelisti la spiegano nello no 1209 .
stesso modo. E gli Ebrei del tempo del Salva ALMARICO , eretico condannato da Inno
tore, che aspettavano un Messia nalo da una cenzo III nel 1206. Egli fu professore dell'u
vergine, non adoperavano altra parola per in- niversità di Parigi , dove insegnò teologia con
dicarla. distinzione. La sua fede non corrispose alla
ALMACHIO (S. ), martire, verso l'anno 400, stima , che si era di lui concepita. Egli insegno
era un monaco greco, chiamato anche col no nel 1204 molli errori , che sono riferiti al nu
me di Telemaco, venuto in pellegrinaggio ai mero di dieci nel quarto concilio Lateranense
santi luoghi di Roma, il quale trovandosi nel celebrato nel 1215. Il primo è lo stesso che
giorno primo di'gennaio nel Coliseo, mentre si quello di Berengario contro l'Eucaristia. Il se
facevano i giuochi dei gladiatori , mosso da un condo, che Iddio parlo come per s. Agostino,
improvviso fervore di spirito, entrò nel mezzo cosi per Ovidio. Il terzo nega la risurrezione
dei combattenti e gridò : Cessale omai, cessate dei morti. Il quarto è quello degli Iconoclasti.
dalle superstizioni degli idoli e dai sacrificii ll quinto, quello di Prodico nel punto della
profani; oggi è l oltava della Natività del Si- nudità del corpo. Il sesto, che non si può co
gnore. Per queste ardite parole, che sturbaro noscere Dio che nelle creature , e non già per
no quel cruento spettacolo, fu preso dai gla- la ragione, o pel lume soprannaturale. Il setti
diatori , ed immediatamente ucciso, santifican- mo, che non vi ha nessuna pena pel peccato
do col suo sangue quell'arena, che prima era, di qual si voglia spezie, e che il peccato cessa
per tante e si bestiali empietà e crudeltà, con di esser tale, se si faccia nella carità ; che nella
taminala ed infame. Di questo santo si conser fine del mondo tutte le creature rientreranno
vano reliquie a Milano e Genova. In Roma in Dio, donde uscirono .
nella chiesa del Coliseo era stata introdotta la Come Almarico non si era ritrattato che in
festa di questo santo dal padre De Tomasi, tea- apparenza , e gli uomini e le donne, che egli
tino, illustre servo di Dio. aveva sedotti , dichiararono e provarono ch'e
ALMA REDEMPTORIS . Questa è una del- gli era morto nei suoi errori , così la giustizia
le antifone finali che abbiamo nel Breviario fece diseppellire il suo cadavere, ed ordinò che
romano , la quale si recita al fine dell'uffizio, fosse gettato nel fuoco con alcuni altri deisuoi
dai primi vesperi dell'Avvento, ossia dai ve- discepoli morti nei medesimi errori.
Encicl. Eccles. Vol. I. fasc. IV . 32
250 ALMATH - ALOE
ALMATH , nono figlio di Bechor, figlio di concordino gli eruditi . Vario ne è il colore, se
Beniamino. I Par. 7. condochè la consuetudine o l'ordine della li .
ALMATH , città della tribù di Beniamino. turgia lo richiede. Nè i canonici soli se ne ador.
Ella è congiunta ad Anatoth . Tulle e due era nano, ma si ancora gli avvocati coucistoriali
no città di rifugio . della corte di Roma, gli uditori di Ruota ed i
ALMICI ( PIETRO Camillo ), prete dell'ora. cappellani papali . Vi ebbe un'epoca in cui l'al
torio, nacque in Brescia di nobile ed agiata fa- muzia si adoperò eziando dai cardinali , e se
miglia, il 2 novembre 1714. Studiò sino dalla ne arreca a prova ciò che si racconta di Ales
sua gioventù la teologia, la lingua greca , l'e. sandro III , il quale nel 1159 uscendo dal con
braica, nelle quali riuscì doltissimo. Il testo clave aveva indosso coll' abito cardinalizio an
delle sacre pagine fu il principale oggetto delle che l'almuzia nera : un tal fatto però è con
sue applicazioni, e vi accoppiò profonda co- trastato , od almeno passato sotto silenzio dagli
gnizione dei padri greci e latini : ma comprese storici . Del cappuccio onde è guarnita l'almu
altresi negli studii suoi la cronologia, la storia zia costumavano un tempo i canonici valersi
tanto sacra che profana, le antichità, la critica, a guisa di berretto, durante l'ufficiatura, come
la diplomatica , la scienza liturgica ; nulla fi- si raccoglie da un canone del concilio di Basi
nalmente fu straniero all'estensione ed all'at- lea e da alcune lapidi sepolcrali . V ebbe dei
tività del suo spirito. Egli era tanto cortese paesi, nei quali il sacerdote che per la prima
quanto dotto , e veniva consultato nella sua volta si accostava all'altare per celebrarvi la
patria quale oracolo : mori il giorno 30 dicem- santa messa, coprivasi la testa dell'almuzia co
bre 1779 in età di anni 65. Esistono di lui al me di un'insegna d'onore.
cune Riflessioni criliche sul libro di Febronio ALOE,specie di albero che vien dall'India,
intitolato : De stalu Ecclesiae, el legitima po c cresce all'altezza di olto o dieci piedi . Tulti
teslale Romani Pontificis ecc. i geografi orientali dicono che l'aloe , il cui
ALMON, città della tribù di Beniamino ( Jos. odore è squisito, non trovasi che nelle provin
21 ), sembra che fosse la stessa che Almath (V.) cie dell'India poste nel primo clima : che il
di cui fu parlato. Fu data ai sacerdoli della fa più eccellente di tutti è quello che trovasi nel
miglia di Aronne ( 1 Par. 6 ). Secondo Barbié l'isola di Senf, posta nel mar Indiano verso
du Bocage era situata al nord - est di Anatoth . la China. Altri rilengono pel migliore quello
ALMOGIM , sorta di legno di cui si parla che cresce nell'isola di Comar ovvero al capo
nel terzo libro dei Re al capo decimo, e che la Comorin . Molto di questo legno proviene an
Vulgata traduce per ligna thyina , ed i Set . che dall'isola di Sumatra e di Ceilan.
tanta per legni lavorali. Checchè ne dicano gli Alcuni interpreti credono che la voce ebrai
spositori , crediamo che nella voce Almugin si ca Ahalim significhi Aloc. La vulgata dice: Ut
debba prendere la prima parte Al come arti- tabernacula quae fixit Dominus, ma meglio ė
colo , e si possa intendere un legno grasso e Tradurre l'Ebreo : Siccome Ahalin che il Si
gommoso, ed in particolare l'albero cheprodu- gnore piantò. I Settanta e s. Girolamo tradu
ce la gomma di Armenia, ovvero quella di A- cono alle volte Ahalim per Stucten ovvero A
rabia . Si dice che la gomma di Armenia è pro- loen . Ma siccome l'aloe , preso nel senso di un
dotta da un albero simile a quello che porge albero , non è comune nè nell'Arabia, nè nei
la mirra, e che la gomma arabica deriva dal- paesi vicini , cosi altri traducono Ahalim per
l'acacia nera , che si credeva essere lo stesso Sandalo, il quale però era ignolo agli antichi,
che il legạo di Selim , di cui parla sovenle Mo- ed i moderni lo fanno proveniente pur esso
sè. Se ciò fosse, il legno Almugim di Salomone dall'India . Si conosce un aloe di Siria, di Ro
sarebbe lo stesso che il Selim di Mosè. di e di Candia, che è un arbusto cinto da spi
ALMUZIA, veste sacra che rassomiglia alla ne , del cui legno fanno uso i profumieri dopo
mozzetta di cui usano i canonici ed altri pre- averlo spogliato della corteccia .
Jati . Ricopre essa lespalle scendendo nel dipan Da questa pianta si trae una droga nomina
zi del pello, e al di dietro finisce in un cappuc- ta aloe che rende un liquore amarissimo, il
cio. Alcuni elimologisti vorrebbero che il nome quale viene impiegato nella imbalsamazione
almuzia venisse dal latino armus, appunto dal dei corpi per preservarli dalla putredine. Ni
portarla che fanno sull'omero, come suona la codemo acquisiò cento libbre dimirra e di aloe
parola latina armus ; ma qualche altro la de- per imbalsamare il corpo di Gesù Cristo, co
riva da due molli tedeschi che significano ber- meci narra l'Evangelista Giovauni. Nei Pro
rello dei vecchi. Pare che se ne conoscesse l’uso verbi si legge che la donna mondana profumo
sino dal secolo XI , sebbene in tal cosa non il suo lello dimirra, aloe e cinnamomo; e la spo
ALOGIANI- ALTANO 251
sa delle Sacre Canzoni dice che la mirra , l'a- rilalis, divisa in tre libri , nulla dicendo del
Joe ed ogni sorta di profumo trovasi nei giar- t'altra scritta pure da lui ed intitolata , Storiu
dini del suo sposo , cap. 4. Il testo ebraico in d'Inghilterra , come cosa che poco si addice al
questi luoghi legge Ahalim, che i rabbini tra- lo scopo nostro.
ducono per sandalo, specie di legno aromatico ; Nello Speculum charilalis . Alredo parla ex
ma la maggior parte intendono significato l'a- professo della carilà e delle altre cristiane vir
loe con questa voce . tù . Divisa in tre libri , come abbiamo detto nel
ALOGIANI . Nome di una setta di erelici primo libro, che è composto di 54 capitoli, Al
che comparvero nel secolo secondo della Chie- redo insegna che l'uomo , fatto ad immagine di
sa , i quali 'negavano che Gesù Cristo fosse il Dio, era capace della beatitudine, e che poteva
Logos ossia ilVerbo, il che li conduceva anche col suo libero arbitrio , aiutato però dalla gra
a rigellare il Vangelo di s. Giovanni e l'Apo. zia, amando incessantemente Dio, trovare la
calisse, ch'essi non volevano riconoscere ed felicità nell'idea della ricompensa preparata
ammeltere siccome scrilli di questo santo. Fu . gli da Dio ; ma che avendo cessato dall'amar
rono anche detti Teodaziani dal nome di Teo- Dio per attaccarsi alla creatura, cadde nella
dalo conciatore di Bisanzio, che ſu uno dei lo- miseria. Tralta quindi della riparazione del
ro capi, e Berilliani da Berillo , vescovo di l'uomo per opera di Gesù Cristo ; della gra
Arabia. zia del Redentore, dell'efficacia di della gra
Nell'Olanda si è dato il nome di Alogiani zia , tale di sua natura, che lascia al libero ar
ai Sociniani i quali negavano la divinità di Cri- bitrio la sua propria attività , di modo che si
sto e per conseguenza il Verbo Eterno, è l'uomo, il quale prevenuto ed aiutato dal .
ALOHE , padre di Sellum , come leggesi nella grazia, fa il bene, e lo fa liberamente .
secondo lib. d'Esdra al capo 5, vers. 12 ; e Il secondo libro è diviso in 25 capitoli. In
nel capo 10, vers. 20 . questo l'aulore si diffonde sugli effetti diffe
ALOMANZIA . Questa non è altro che una renti, che producono nel cuore dell'uomo la
maniera d'indovinare o predire le cose avve carità e la concupiscenza. Avverte che non
nire per mezzo del sale. Dal modo con cui bisogna prendere per carità, per amor di Dio
vien fatta è facile conoscere trar essa la pro. eerle affezioni momentanee, che sollevano tal .
pria origine dalle superstizioni dei pagani . E volta i nostri cuori alla contemplazione ed al
diſalli troviamo che Omero, ritenendo il sale desiderio dell'eterna verità : il vero amor di
come cosa sacra , gli dà il nome di divino, e Dio consiste in un sincero ed incessante atlac
dalla storia delle loro costumanze e dei loro camento alla volontà del supremo arbitro di
stupidi rili sappiamo a quante frivolezze era. ogni cosa.
no attaccati a proposito del sale . A cagion di Nel terzo libro, diviso in 41 capitoli, l'aulo
esempio ritenevano che una mensa fosse pro • re definisce la carità e la concupiscenza, lo che
fanata ove fosse avvenuta dimenticanza di non aveva ancora failo nei due libri antece
porvi il sale : nè solo che rimanesse profana- denti .
ta , ma che anche fosse preludio di gravi mali Qui però osserveremo che , oltre all'opera
per la famiglia. Tale sorta di superstizione citata di Alredo, nella Biblioteca dei Padri tro
trova anche oggidì luogo in mezzo alla gente viamo di lui anche un trattato dell'amicizia
cristiana , e sono in qualche luogo gravissimi i spirituale diviso in tre libri , ed in forma di
pregiudizii e le credenze falsissime della gente dialogo, i cui interlocutori sono Alredo, loven ,
volgare in particolar modo per riguardo al sa- Graziano e Gautiero. Nè ommettere possia
le ; pregiudizii e false credenze, che conviene mo di far memoria di un discorso del mede
studiare di togliere di mezzo alla società dei simo scrittore intorno al secondo capitolo di
fedeli, onde fra essi non s'abbiano a ritrova. san Luca , nel quale Alredo osserva che era
re ammesse le gentilesche superstizioni . costume tra i Giudei, allorchè si recavano a
ALPHA . Prima lettera dell'alfabeto greco. Gerusalemme nei giorni di festa, che, viaggio
V. A ED 2. facendo, gli uomini si tenessero separati dalle
ALREDO ( Beato). Di questo abate di Ried ," donne, perché le une e gli altri giungessero
val , latinamente Ricevallis , dell'ordine dei più puri alla celebrazione dei solenni riti .
Cisterciensi , uomo distinto per scienza e pietà , Prende occasione da ciò che accadde nel tempio
di cui diede sempre edificante esempio ai suoi tra Gesù ed i dottori di stabilire la divinità di
confratelli ed ai suoi soggelti sino al giorno 'Cristo, la sua consustanzialità col Padre e col
di sua morte avvenuta nell'anno 1166, noi ri . lo Spirito Santo.
corderemo l'opera cui é titolo : Speculum cha ALTANO (FEDERICO ), di Forli . Comparve
252 ALTARE
in Venezia col mezzo delle stampe nell'anno che questo fosse il primo altare eretto all'uso
1734 un'opera di questo uomo studioso intito- dei sacrifizii . Abele fece a Dio le sue offerte
Jata : De calendariis in genere et speciatim de delle primizie dei propri bestiami, ed è assai
calendario ecclesiastico ecc. E questa una dis. probabile che fosse poscia seguito il suo esem
sertazione che ha del merito non solo per la pio dai posteri . Ora ragionevolmente può cre
chiarezza con cui è scritta , ma molto meglio dersi che essi facessero quelle offerte sopra
perchè egli vi unisce al testo diversi calendarii qualche specie di altare, benchè della precisa
e altri antichi monumenti , congiunti a utili e materia e forma di questo non abbiamo al
necessarie cognizioni, le quali molto giovano cuna cognizione. Lasciando però , qualunque
ad aprire l'intelligenza di parecchi passi, che congettura, solo possiamo con fermezza asseri
senza ciò tornerebbero di grave difficoltà. re che da Noè ebbero gli altari principio.
ALTARE . L'altare è da tutti conosciuto es Dei tempi posteriori sappiamo che Giacobbe
sere quella mensa sollevata da terra su cui si compose un altare in Betel di quella pietra
offerisce a Dio sacrificio. medesima che avevagli servito di capezzale
Questi luoghi, sui quali si compiono i sa- nel tempo delmisterioso suo sonno, Gen. cap .
crifizii, dai gentili furono con nome distinto 28, vers. 18. Gli altari che Dio ordinò al suo
appellati. Quelli che erano consacrati a qualc fedel servo Mosė, dovevano essere di terra e di
che divinità in generale, erano semplicissimi e pietra informi. Exod . cap. 10, vers. 24. Di si
bassi , e si addimandavano Are ; gli altariassai mili pietre fu formato l'altare che per coman
più eminenti , dedicati ai Numi del cielo , dice- do dell'ebreo legislatore, Giosuè eresse sul
vansi Allari. Una tal differenza sembra fon- monte di Hebal , a somiglianza del quale è ben
data nella etimologia di questi stessi due no- credibile che poi fossero fatti gli altari di Sa
mi . Il primo probabilmente deriva dal greco, muele , di Saule e di Davide. Deut. cap . 27,
e significa preghiera ; l'altro, siccome opina. vers. 5 ; Jos. cap. 8, vers . 30. Siommeltono gli
rono diversi antichi scrittori , ab abitudine, de- altari formati secondo l'ordine e ildisegno da
notante eminenza. Presso i gentili , gli altari , tone da Dio medesimo a Mosè, esistenti nel
fra i quali alcuni stabili , ed altri durante la Tabernacolo, di cui parla l'Esodo al capo 27,
circostanza per cui venivano eretti , come sa vers . 1 ; e invece volgiamoci a discorrere degli
rebbero quelli che si solevano innalzare per altari presso i cristiani .
ordine dei consoli nel Campo Marzio , erano o Vi fu un tempo questione, se i cristiani usas
di legname, o di pietra , ed anche talvolta di sero sempre l'altare per compiere il divin Sa
zolle insieme riunite. Servivano questi non crifizio . I Calvinisti, negando la presenza rea
solo pei sacrifizii, ma ancora per confermare i le nella Ss . Eucaristia, si sforzarono di sostene
giuramenti e per asilo dei rei . La loro figura re il contrario, dicendo che la voce Thysiaste
era varia ; ora ovale, ora rotonda , ed ora qua- rion non fu presa nei primi tre secoli nel suo
drata. Vedasi Fasce : Compendio delle usanze proprio e vero significato, cioè per altare. Il
Romani. Uno scrittore, fra gli altaridei Gen oro errore trovasi latamente confutato dal Car
tili , oltre i già accennati , ne annovera un'altra dinal Petronio nella sua opera: De Sacros. Eccl.
sorta, cioè scavati nella terra . In quelli eretti Sacram. advers. Philippum Mornacum du Ples
in alto sacrificavano ai numi del cielo, nelle sis, lib . 2 , pag. 174 , e da Giuseppe Bingamo :
are ai numi terrestri , negli scavati agli dei in Orig . el Antiq. Eccl., lib. 8 , cap . 6 , S 12.
fernali. Presso i cattolici gli altari definisconsi: In ordine alla quantità vi fu qualche differen
Mensa, super quam conficitur et offertur Eu za locale fra i Greci ed i Latini . Nell'interno
charistiae Sacramentum et Sacrificium . Oltato della chiesa de'primi, uno ve n'è sempre sta
Milevitano cost definisce l'altare : Quid cnim to, come ben si rileva da s. Ignazio martire,
est allare , nisi sedes Corporis Christi ? Contr . Epist. ad Philadelph. , num , 4, p. 77, e da Teo
Pa men. E sant'Ambrogio : Quid est enim at- doreto, lib. 1. cap. 31 ; ma oltre di questo però,
tare, nisi forma Corporis Christi ? De Sacr., molti ne hanno usati e ne usano di presente
lib. 1 , cap. 2 ; lib. 5, cap. 2. negli oratorii annessi che appellano Pareccle
Antichissima certamente è l'origine degli siae, quasi appendici , ossieno aggiunte della
altari . Quello che fu eretto nella seconda e- chiesa. VediGoario : Not. ad Eucholog .; Leone
tà del mondo dal patriarca Noè in rendimen Allazio : De Graec. rec. templis, p. 177 , edit.
to di grazie, dopo il diluvio, al suo divino be- Paris ., 1646. Che i Latini poi, dall'elà partico
nefallore, egli è il primo di cui facciasi men- larmente di s. Gregorio Magno, ne avessero
zione nella Scrittura, Gen. cap. 8 , vers. 20. molliin unachiesa medesima, è manifesto pres
Non per questo si può affermare con certezza, so tutti . Ecco le espressioni della sua lettera
ALTARE 253

49 , diretta a Palladio vescovo, tom . 4 : Veniens delle abitazioni da loro elette e preselte per
lator praesentium insinuavit nobis, fraternita- propria dimora , o nella circostanza di visita
tem vestram ecclesiam construxisse, atque illic o di altri casi permessi dalla legge , o di as
tredecim altaria collocusse , ex quibus quatuor senza legittima dal vescovato . Tanto gli al
necdum dedicata comperimur remansisse. Ho tari fissi che i portatili debbono esser di pie
detto particolarmente , poichè infiniti monu- tra , in quella parte cioè , in cui è d'uopo de
menti dimostrano che un tal uso era in vigo- positar la materia da consacrarsi , dal che
re in tempi assai più remoti . Noi ci conten- ben si comprende qual debba essere la loro
teremo , per prova di ciò , rammentare, con latitudine necessaria .
Arculfo , vescovo francese , il quale nel seco In ordine agli altari di pietra esiste un de
lo VII visitó Terra Santa , il vetusto tempio creto di s . Silvestro papa, la cui autenticità è
del Santo Sepolcro di Gerusalemme eretto da grandemente sospetta. Difatti posteriormente
Costantino il Grande , in cui vedevansi tre al medesimo dimostra con certezza il Marte
altari , e quattro nella chiesa della Beata Ver- ne , nella sua opera : De antiq. Eccl. rit. , lib.
gine nella valle di Giosafat. Di molti altari in 1 , cap. 3 , art . 6 , che in molti luoghi furono
una medesima chiesa ne fanno menzione san eretti degli altari di legno. Dalla collezione
t'Ambrogio, Epist . 20 , ad Marcellin . soror ., dei concilii.sembra che l'Epaonense ordinasse
num . 8 ; sant'Agostino , sermon . 5 , De s. di non dover consacrare gli altari quando non
Steph., e De civit. Dei , lib . 8. cap. 27, quindi fossero di pietra . In progresso di tempo, can
Prudenzio , s . Paolino , s. Gregorio Turonen- giandosi la materia degli altari, venne a can
se , Giovanni Diacono e molti altri . giarsene ancora la forma , quindi è che non
Due maniere di altari debbonsi considera- più a similitudine di bassa mensa , ma co- .
re : i fissi o stabili , quali ordinariamente minciarono ad erigersi su quattro colonne
sono quelli che si trovano nelle chiese , ed i sulle quali posavasi la tavola di pietra , o a
portatili o mobili che per comodo o necessità guisa di tumulo , siccome erano i sepolcri dei
da un luogo all'altro si trasferiscono .Furono martiri , come abbiamo dal cardinal Bona :
questi ultimi ignoti sino al secolo VIII . Nel Rer. liturg. lib. 1. cap. 20 .
I'VIII poi si cominciò ad impetrare dalla Ora per dire della consacrazione degli alta
Santa Sede un troppo benigno indulto , onde ri , conviene osservare che questa al solo Ve
poter celebrare ovunque , anche in locali al scovo compete, il quale nella stessa messa può
divin culto non dedicati . Onorio III lo con consacrarne molti in una chiesa medesima. Il.
cesse ai regolari dell'ordine dei Predicatori semplice sacerdote non può essere per tal
ed ai Minori, ovunque si trovassero , salvi funzione delegato che dal solo Sommo Ponte
sempre ed illesi i parrocchiali diritti . In pro- fice ; perciocchè egli unicamente ha la supe
gresso i regolari egualmente che i secolari si riorità e potere pienissimo sopra il gius co
trovavano premuniti di resçritti o della Santa mune canonico, il quale ai soli Vescovi con
Sede o dei Vescovi rispettivi , per cui so cede una tal facoltà . Questa dottrina vien
venti volte accadeva che il divin Sacrifizio confermata dal fatto . Leone X autorizzo a
veniva offerto in locali privi della conve- tal uopo i religiosi dell'ordine dei Minori
nienza ben dovuta ad un si sacrosanto mi inviati alle spiagge orientali ; Paolo III i Pre
stero. Non andò guari però che l'abuso in ti della Società di Gesù nella circostanza del
valso fu daħa Chiesa represso. Nel XVI se- loro apostolato nella regioni infedeli, ove
colo il Tridentino ritirò i privilegi concessi , difficilmente si potevano ritrovare i Vescovi.
e sbandi ogni scandaloso disordine. Gli abati insigniti dei privilegi quasi epi
In sequela pertanto delle nuove disposizio- scopali non possono di presente , siccome ha
ni l'altare ciatico , ossia portatile , non può dichiarato più fiate la sacra Congregazione ,
oggi usarsi dai regolari non solo , ma con consacrare gli altari , meno che quelli delle
molta limitazione dai Vescovi stessi e dai chiese alla loro giurisdizione soggette.
Cardinali , giusta la provvida Costituzione di Il sacro crisma, la benedizione del Vesco
Clemente XI Apostolici ministerii , la quale vo e le reliquie dei santi martiri si rendono
però deve intendersi secondo la posteriore di- opportune per la consacrazione degli altari .
chiarazione di Innocenzo XIII , confermata Fu opinione del Suarez , del Vasquez , di
poi pienamente da Benedetto XIII con altra Reginald , di Lugo e di Layman con molti
Costituzione che incomincia In supremo, con altri , che le indicate reliquie, in rigor di
la quale viene stabilito che non possano eri- legge, non fossero essenzialmente necessarie.
gersi ovunque e nelle case particolari dei lai- Di quanto valore però esser potessero le loro
ci, ad eccezione ( oltre al proprio palazzo ) ragioni, non devesi in pratica recedere dall'u
254 ALTARE .
so e dalla consuetudine della Chiesa , la quale cia. Che se non è questo di presente in vigore,
le prescrive siccome essenziali . Difatti , pre- sempre rimase l'altro costante, in cui si sta
messa una tale omissione , come si verifiche- bilisce che niuno dei sacerdoti , senza speciale
rebbe l'orazione del Sacerdote : Oramus te , indullo , possa celebrare in qualunque degli
Domine, per merita sanctorum tuorum , quo- altari pontificii esistenti nelle basiliche pa
rum reliquiae hic sunt ? A tal uopo dai sacri triarcali di Roma , in quello consacrato da
dottori sono avvertiti i Prelati a vigilare con Sisto Quarto , sopra del quale il medesimo
ogni attenzione, onde una si pia , antichissi- celebró mentre ascrisse nell' albo dei santi s .
ma, lodevole costumanza sia scrupolosamen- Diego, e che quindi mandò in dono a Filippo
te osservata , coll'avvertenza però, che le re II re di Spagna ; nell'altro consacrato da Be
liquie non sieno che di santi già dalla Chiesa nedetlo XIV , e regalato a Giovanni re di
approvati . Nel piccolo sepolcro delle reliquic Portogallo; come pure in quello della basilica
è costume includere anche il nome del Ve- di Assisi dichiarato papale dal medesimo Be
scovo consacrante , e del santo ad onore nedetto XIV , con sua Costituzione Fidelis Do
del quale è dedicato l'altare. Le altre ce- minus, tom . 4 Bull., fol. 116 , edit. Venet., $ 6 .
rimonie e riti della Chiesa che deggiono ac L'altare stabile e fisso ha di mestieri in
compagnare una si religiosa funzione potran- diversi casi di nuova consacrazione. Tre sono
no vedersi per ordine nel Pontificale romano. le circostanze in cui può esso rimanere ese
Nella chiesa non consacrata , varii dottori crato. La prima è allora quando la mcnsa o la
opinarono non potersi nemmeno consacrare pietra ivi incassata, ov' è impresso il sigillo,
gli altari senza beneplacito espresso del som resta infranta enormemente, o diminuita per
mo Pontefice. La sentenza opposta però, dalla guisa che la parte rimanente atta non sia a
pratica corroborata , sembra avere maggiori contenere il piede del calice e l'ostia con la
gradi di probabilità. In vigor di legge comu- patena. Nel caso contrario non perde la sua
ne, senza l'annuenza dell'Ordinario , a niuno primiera consacrazione. La seconda , tostochè
è lecito nelle chiese consacrate erigere nuovi la mensa superiore , ovvero la pietra , viene
altari , sotto la pena della deposizione , pei mossa dall ' inferiore struttura , alla quale
cherici e della scomunica pei laici . trovasi immobilmente attaccata . Non restereb
Gli altari eretti sopra i sepolcri non sono be per altro esecrato, se questa fosse movibi
suscettibili di consacrazione , quando non sia le . La terza finalmente , quando il piccolo se
prima ripieno il vacuo , e non sieno tolti polcro , ove sono riposte le reliquie (ed è que
i cadaveri che ivi si giacciono " , ancorchè sto sentimento ancora di quelli che sostengo
non vi fossero rimaste che le inaridite loro no non esser queste essenziali alla consacra
ossa . Quindi è che in vigore delle replicatezione ) s'infranga ,o rimuovasi, o si diminui
decisioni della sacra Congregazione, le sepol- sca , perciocchè riguardasi sempre come parte
ture (ove non esistono i locali a tal uopo ).si essenziale e principalissima dell'altare.
debbono formare almeno tre cubiti lungi dal Differisce poi l'esecrazione dalla violazione.
l'ultimo gradino degli altari , in guisa che il Può la prima comprendere il solo altare senza
Sacerdote celebrante non sia costretto a cal- offesa della chiesa , come , viceversa, la chiesa
darle coi piedi . senza lesion dell'altare . Manifesta n'è la ra
Chiunque celebrasse nell'altare non consa- gione ; mercechè la consacrazione dell' una è
crato peccherebbe mortalmente , essendochè totalmente distinta dalla consacrazione dell'al
commetterebbe una grave trasgressione della tro, come con facilità si rileva da quanto si è
legge non solo, ma anche dell'ecclesiastica co- detto di sopra. Non cosi accade nella viola
stantissima consuetudine , sulla quale non è zione, mentre questa si estende al continente
in facoltà del Vescovo dispensare . Non è nul- egualmente che al contenuto. Quindi è che,
lameno essenziale che l'altare fisso sia consa- contaminata la chiesa , restano pure contami
crato , essendo bastante che lo sia la pietra nati tutti gli altari fissi esistenti nella me- ,
portatile nel medesimo collocata . desima.
In quell'altare, in cui il Vescovo ha solen Si dubita dai canonisti , se un altare debbasi
nemente pontificato, fu un tempo inibito che riguardare come violato, quando questo, o la
nel giorno medesimo vi celebrasse altro sem- chiesa nella quale esiste, sia stata consacrala
plice sacerdote senza licenza di lui, o senza o benedetta da un Vescovo pubblicamente sco
un ' urgente necessità. Ciò però si praticava municato . Altri sostengono la sentenza affer
per solo sentimento di rispetto ossequioso . mativa, altri la negativa. Deducesi a simili la
Oggi non è più in vigore questo decreto, onde ragione dei primi . Siccome, dicono essi , il ca
devesi stare alla consuetudine della provin- davere di uno scomunicato od infedele, giusta
ALTARE 255
il capo Consulisti, de Consecr . Eccles., rende avevan perduto sotto l'altro tilolo della re .
polluto il luogo ove è sepolto ; a fortiori la denzione degli altari . Si noti che col nome
consacrazione o benedizione di esso , emanata chiesa si intendevano le decime e le altre ren
per la bocca di uno scomunicato, dee produrre dite stabili ; e coll'altro altari tutte le oblazio
lo stesso effello. Gli altri insistono a rigor di ni e le rendite eventuali , che i laici lasciavano
legge, cioè appoggiati a quel principio desunto ai cherici titolali , appellati persone.
dal capo His qui, de Sent. Excomm .: che la vio. Quanto abbiamo detto fin qui , non deve ad
lazione della chiesa o dell'altare é a guisa di altro particolarmente servire, che a rilevar la
irregolarità , la quale non ha luogo che nei ragione perchè la Santa Sede apostolica nel ca
soli casi contemplali ed espressi nella legge dere dell'XI secolo attribui a se medesima l'au
medesima. L'opinione dei primi sembra tut- torità di disporre non tanto dei particolari pro
tavolta che debbasi tenere in pratica . Toslo venti della Chiesa romana, ma di quelli ezian
che l'altare resta profanato o per questo o per dio di tutte le altre chiese, avvenga che fino al
gli altri indicati motivi , ovvero esecrato, può secolo IX fosse stalo questo privilegio comu
alienarsi, e lecitamente rilenersi dal comprato- ne ed intero di ciascuno dei Vescovi respettivi,
re la mensa acquistata , purché in luogo one giusta la disposizione dei canoni . Ora diciamo
sto e decente sia custodita . Passiamo adesso degli altari privilegiati .
alla redenzione. L'altare privilegiato concedesi dal Sommo
Fu già un tempo, in cui dai Vescovi per- Pontefice ad tempus o perpetuamente, per uno
mettevasi che i monaci ed i collegi dei cano o per più o per ciascun giorno della settimana ,
nici per mezzo di alcuni vicarii soprinten- giusta il numero delle messe, che si celebrano
dessero ai ministeri degli altari e delle cose in quella chiesa , in cui trovasi ; per la qual
spirituali , ed essi direltamente alle entrate cosa debbonsi attendere in tale privilegio l'e
decimali delle chiese, sotto la rigorosa condi- spressioni precise della lettera di concessione.
zione però che nella mutazione degli indicati Especiale l'indulto che dichiara privilegiato
vicarii, in segno di grata e doverosa riconoscen- l'altare perpetuamente , mentre di ordinario
za essero versare nelle loro mani una certa non si suol concedere che per un settennio.
somma di danaro. Queste pecuniarie prestazio- Alle chiese patriarcali, metropolitane e catte
ni del secolo XI si dicevano redenzioni degli drali fu l'altare privilegiato perpetuamente
allari. concesso dall'autorità di Benedelto XIII con
In due maniere dai Vescovi facevasi la ces suo Breve che comincia Omnium saluli del 20
sione di essi , o ritenendone per sè slessi l'as- luglio 1724. Fu sentimento dei dollori che il
soluta disposizione , cosicchè, morto il vicario, principio del privilegio debba computarsi dalla
era in loro arbitrio donarli ai monasteri o ca fatta pubblicazione per mezzo dell'Ordinario,
pitoli , o farne quell'uso che più loro piaceva , ma tullo all'opposto decise la sacra Congrega
ovvero, rilasciando a tali Congregazioni la fa- zione colla conferma di Clemente XI , dichia
coltà, pagato al Vescovo il prezzo della reden- rando che il giorno della data del breve ė
zione, di sostituire nuovi vicarii, ogni qual quello, da cui dee cominciare a contarsi .
volta venivano questi a mancare, o per la mor Onde non equivocare in ordine all'interpre
te o per la rinunzia. tazione della clausola solita ad opporsi al bre
Il canone settimo del concilio di Clermont ve , dummodo in dicta Ecclesia lot missae quo
sotto Urbano II convocato in Alvernia nel 1095 , tidie celebrentur ecc. , fa di mestieri altendere
non solo ſa dell' una e dell'altra menzione, alla decisione della Congregazione predella. A
ma di più dichiara una simile costumanza de- tale oggello fa qui di mestieri riferire la so
testabile e simoniaca, decretando che gli allari stanza dei dubbii alla medesima presentati .
posseduti dai monasteri e dai collegi dei ca- Dubb. 1. Se l'indulgenza concessa colla condi
nonici per lo spazio di quarant'anni, ed anche zic di un numero determinato di messe, nel
di trenta, dovessero rimanere nel pieno loro tempo di quaresima e di avvenlo, o nelle cir
dominio, salvo però l'annuo censo che erano costanze di feste straordinarie, alle quali i re
soliti avere i Vescovi dagli altari , il quale ri- ligiosi sono mandati dai loro rispettivi supe
ducevasi a piccolissima somma ; contribuzione riori , resti in tali giorni sospesa mediante la
che chiamavasi sinodica o cattedratica. La fro mancanza di adempimento dell'opera ingiun
de a tali disposizioni fu contemporanea alla ta. 2. Se lo stesso debbasi dire allorchè man
legge; imperciocchè non andò guari che questi ca l'intiero numero delle messe, a motivo del
aggravarono le chiese che si trovavano solto la l'infermità dei sacerdoli secolari e regolari . 5 .
loro giurisdizione, rilevando da esse ciò che Se finalmente eguale esser debbe il giudizio
256 ALTARISTA - ALTERNATIVA
trattandosi di chiese secolari, per l'assenza dei sia la forma dei Sacramenti medesimi, percioc
canonici. A questi quesiti nel di 30 luglio che non potendosi formare sacramento senza
1701 cosi rispose la sacra Congregazione dei la propria materia e la debita forma, questa o
Concilii : Ad primum quod primam partem quella alterata sarebbe materia di grave pecca
pro tempore adventus et quadragesimae re . to in colui che in questo modo facesse. Dal
manere suspensam, non autem in reliquis, dum principio poi essere ciascuno obbligato ad at.
modo raro contingat. Ad secundum , remanere tendere alla operazione che imprende nel modo
suspensam . Ad lertium, provisum in primo. proprio ad un ente pensante, deducesi quanto
Avvenga che nell'anno del giubileo restino importi, specialmente nelle cose spirituali , l'e
generalmente sospese tutte le indulgenze con saminare diligentemente che sieno trattate in
cesse tanto dal Pontefice attuale, quanto dai quei modi che sono richiesti dalla santilà di
suoi antecessori , rimangono nulla ostante nel esse .
suo pieno vigore ( il che risulta dal decreto E poichè l'alterazione può essere cagione di
della sacra Congregazione del 22 giugno 1676) litigi nei contralti , e motivo di gravi contese
gli allari privilegiali , come pure tutte quelle negli affari appartenenti alla vita, cosi su di
indulgenze elargite unicamente a pro dei de questa rilorneremo a parlare qualunque volta
funti, come conformò Benedetto XIII il 10 giu- ne avvenga di poterlo fare, a schiarimento del
gno 1725. Anche in altro lempo non resta in la cosa da trattarsi.
veruna guisa alterato il privilegio concesso al ALTERNATIVA. In quanto ai benefizii ec
l'altare per suffragio dei trapassati, o sia que- clesiastici, l'alternativa trasse l'origine da Ni.
sto quotidiano, o in uno, o in più giorni della colò V nell'anno 1447, come nota Pirro Cor
seltimana, allorchè in essi per la ricorrenza dei rado ; imporocchè, come dice la Ruota Roma
ganti di rito doppio, non può celebrarsi la na, Nicolò Quinto fu autore della regola nona,
messa di requiem , imperocchè ha il medesimo o, secondo alcuni, dell'ottava della Cancelleria,
valore, o sia applicata per divozione o per ob- nella quale al Sommo Pontefice sono riservati
bligo, cosi avendo definito Innocenzo IX con i mesi di gennaio , febbraio , aprile, maggio,
la sua Costituzione che comincia : Cum felicis. luglio , agosto, ottobre e novembre, e conse
Tostochè l'altare diviene privilegiato, resta guentemente sono lasciati agli Ordinarii i me
un tal privilegio immutabile , ancorchè o per si di marzo, giugno, settembre e decembre cui
una impensata ruina , o per legittima autori- furono altri due mesi concessi alfine di attrar
tà, venisse traslatato in altro locale della chie re maggiormente i Vescovi a starsene nelle loro
sa. Ma di più , anche allora che dell'immagi- residenze. In forza dunque di questa concessio
ne o mistero in ossequio del quale fu l'indul- ne, il Papa può provvedere ad un beneficio nei
genza elargita, e in di cui onore fu l'altare de- mesi di gennaio,maggio, luglio, settembre e no
dicalo , ne fosse falta nuova copia, escludendo vembre ; i Vescovi , che questo favore accettarono,
l'originale consunto ; imperciocchè moralmen- nei mesi di febbraio, aprile, giugno, agosto, ot
te si giudica sempre lo stesso altare, come di tobre e decembre; e questa grazia comunemen
mostra il Gabat , tom . 3, tratt . 4 , num . 143, te chiamasi Allernaliva ; della quale affinchè
il che viene confermato da varie decisioni della possano i Vescovi godere, è necessario che tras
sacra Congregazione delle Indulgenze. mettano alla Dalaria del Sommo Pontefice le
Dalle varie parti , indumenti ed altri acces loro lettere patenti soscritte di propria mano e
sorii dell'altare si parlerà negli articoli relativi. queste sieno ricevute, e passate al registro, sen
ALTARISTA. E litolo d'ufficio nella Basili za cui dell'alternativa non possono fare alcun
ca Vaticana in Roma, e indica quel canonico uso. Cosi trovasi espressamente stabilito nella
ch'è specialmente incaricato della cura del regola nona della Cancelleria. E necessario pe
l'altar maggiore di essa. rò che a godere di questa grazia dell'alternati
ALTERAZIONE è la cambianza vello stato va, i Vescovi risiedano nella propria diocesi,
naturale di una cosa o in tutto o in parte per la qual cosa di essa non potranno usare
per cui non si può osservare che la cosa sia qualora sieno assenti, sebbene per una causa
tale quale era prima. giustissima ; anzi abbiamo dalla sacra Congre
Questa siffalta alterazione conviene osser- gazione e dalla Ruota, che non possono godere
vare con ogni possibile diligenza che non ab- di essa neppure se stieno lontani i tre mesi
bia avulo luogo nella materia spettante ai sa concessi dal Concilio ; per lo che richiedesi la
cramenti , perciocchè da essa dipenderebbe la residenza attuale quando il benefizio incomin
nullità del Sacramento medesimo. E cosi pari- ciò ad essere vacante.
menti è necessario esaminare che alterata non La detta regola impertanto, che dona al Ve
ALTI (Luocu - ALTISSIMO 237

scovo il privilegio dell'alternativa si deve in- cine alla Laguna. Ma dopochè Rolari , re dei
tendere così che egli realmente e con inten- Longobardi. cacciò affatto i Greci da Oderzo,
zione di rimanere stabilmente risieda nella da Concordia e da Altino, i Cattolici e i Ve
sua diocesi , perciocchè una residenza affetta- scovi , per non seggettarsi ai Longobardi aria
ta o fraudolenta e maliziosa , non gli si servi- ni , ripararono alle lagune ; quindi anche Pao
rebbe all'uso della grazia. Perciò non si po- lo , vescovo di Altino, col clero e col popolo
trà dire realmente residente quel Vescovo , nel 655 si rifugiò in Torcello , dove aveano
che per la maggior parte dell'anno stassi in trovato ricovero e stanza gli Altinati nelle
altro luogo fuori della diocesi sua , sebbene precedenti invasioni de'Barbari . Più sempre
questo fosse vicino, anzi contermine alla dio- decadde in seguito Altino , ridotta trovandosi
cesi propria ; e colanto è necessaria questa a castello , fino a che l'irruzione dei Franchi,
vera e reale residenza , che se egli fortuita- e poi quella degli Ugri nel secolo IX la ri
mente si trovasse nella sua diocesi al tempo dussero a niente. Ora non ne restano poco più
della vacanza di un benefizio , tuttavia non che i ruderi .
potrebbe per questo fruire del diritto dell'al Il vescovo d' Altino è antichissimo , e ne
ternativa per conferirlo ; lo che fu cosi stabi- fu Vescovo nel quarto 'secolo s. Eliodoro , a
lito ed ordinato a precludere la via alla frode nico di s. Girolamo, che forse visse oltre la
che si avrebbe potuto introdurre in proposi- fine del detto secolo . Trasferitosi il vescovo
to . E tanto é d'importanza assoluta questa d'Altino, come abbiamo detto , in Tortello
formale residenza , che un Vescovo non può nel 655 , il nome egli ritenne di vescovo Al
accettare l'alternativa se non trovandosi nelo tinate , assumendo poi quello di vescovo della
la propria diocesi , nè può instare per otte Nuova Altino e per ultimo , di vescovo di
nerla , quantunque si trovasse presente nella Torcello. Ma di questa seconda cattedra ve
Curia Romana , ma conviene che prima sen scovile parleremo nell'articolo TORCELLO.
vada alla diocesi sua , poscia faccia la petizio Nel castello anzidetto si tenne il cosi dello
ne, mandandone le lettere di accettazione alla concilio d'Altino , accennato nell'articolo se
Dataria, le quali portino nella data il nome guente .
della propria città . ALTINO ( Concilio ), Allinense , nell'an
L'alternativa concedesi ai soli Patriarchi , no 802. San Paolino , patriarca di Aquileia ,
Primati , Arcivescovi e Vescovi , non però ai secondo alcuni, vi implorò il soccorso di Car
Prelati minori , e questa ha luogo soltanto lomagno contro Giovanni e Maurizio Galbai
nei benefizii che sono di libera collazione del dogi di Venezia , de quali il primo avea fatto
Vescovo . non così in quelli , in cui la col- precipitare dall'alto di una torre Giovanni
lazione è simultanea al Vescovo ed al capito- patriarca di Grado , nell' 802. Questo è il
lo , ovvero per qualunque modo il capitolo tutto che si sa di questo concilio .
v'interviene. Dice infatto la regola della Can Convien però osservare dopo tutto questo,
celleria : Ad liberam ipsorum dumtaxat , non che il patriarca d ' Aquileia non aveva nel
autem aliorum cum eis dispositionem , seu prae- l' 802 ingerenza di sorta sulle chiese dell'E
sentationem vel electionem, nec etiam cum con- stuario, come vedremo nei varii articoli con
silio vel consensu seu interventu Capilularium sacrati alle cattedre vescovili erette nelle no
vel aliorum , aut aliis pertinentibus. Altre co- stre lagune. Ved . GRADO , CAORLE , Equilio ,
se in proposito si possono vedere nella Rota EracleA , MALAMOCCO , Venezia ; che i Ve
Romana, iom . 1 , ed in Gonzalez e Garcia, De scovi di esse , soli interessati nell'assassi
Beneficiis . nio di Giovanni , non il patriarca d ' Aquileia,
ALTI (Luogui ). V. ALTURE. ma quello di Grado riconoscevano come Me.
ALTIERI. V. CLEMENTE X. tropolita, e che essi non si sarebbero mai adu
ALTINO . Antica e celebre città vescovile , nati per questo in Altino, soggetta allora a
ora distrutta, d 'Italia, posta sul margine del Carlomagno. Inoltre anche la richiesta più
le lagune di Venezia presso l'antica foce del sopra accennata di s . Paolino all'imperatore
Sile, nove o dieci miglia ad oriente di Trevi- è da alcuni storici posta in dubbio.
so , sulla antica via Emilia - Altinate , che da ALTISSIMO . È una delle denominazioni di
Ravenna, per Altino e Concordia , conduce ad Dio , che significa a qualche modo , siccome
Aquileia. Fu manomessa e ruinata nel 452 egli , stando in cima a tutti gli esseri , sia lo
da Attila ; ma sotto Teodorico erasi rimessa , ro infinitamente superiore. Nell'antico Te
essendochè il Vescovo vi rimase pur sempre ; stamento si attribuisce ben sovente al Signore
e cosi fu pure quando, vinti i Goti , tornaro un tal nome ; quindi lo si chiama l'Altissimo
no a dominare in Italia gl'imperiali, che ul- in eterno ; e si dice l'Altissimo parlò ; e si e
time abbandonarono a' Longobardi le città vin sortano le genti a rivolgersi in tutte le necessità
Encicl . Eccles, Vol. 1. Fusc. IV . 53
258 ALTURE - ALVAREZ
all'Altissimo . Anche nel Nuovo Testamento dezze ed a' piaceri del secolo per consecrarsi
ricorre nello stesso significato una tal voce , e intieramente al servizio di Dio nell'ordine
si dà a Gesù Cristo l' appellazione di Figlio domenicano. L'anno 1368 ne ricevette l'abi
dell' Allissimo. Quindi è che questa sacra pa to nel convento di S. Paolo nella città di
rola deve indurre in noi sensi d'alla riveren- Cordova. Egli era modello di bontà ed innos
za ; poichè accennandosi con essa l'immensa cenza . Vestitosi d'un cilicio e gravato da u
grandezza dell'Essere Supremo , ne richiama na catena di ferro , mortificava la carne per
a ripensare alla naturale nostra miseria. reprimere le passioni , affinchè lo spirito si
ALTURE . Questa voce , che nel testo e ergesse più libero a Dio. Amava la solitudine
braico è indicata dalla parola bamoth , e nella ed il silenzio ; rigorosi erano i suoi digiuni
Vulgata dall'altra excelsa, e che soventi fiate e la penitenza continua. Dolce era la sua ca+
trovasi ripetuta in più luoghi , altro non dj- rità per tutti , ardente il suo zelo per la saa
nota se non quei luoghi eminenti sopra il lute dell'anime, per cui procurare si diede
quali gli Ebrei si recavano per fare i sacrifi- tutto alla predicazione. Non solamente cor
zii. Le allure si possono considerare in due se i villaggi della Spagna, ma passò in Italia
tempi distinti, cioè avanti la fabbrica del predicando con fervore apostolico. Iddio be
tempio di Gerusalemme, e dopo la costrazio- nedisse le sue fatiche, giacchè innumerevoli
ne del tempio. Nel primo tempo, cioè innan- furono i peccatori ch'ei distolse dal male e
zi la costruzione del tempio , non apparisce ridusse alla via cristiana, Indi egli peregri
che fossero dalla legge proscritte, quando no a Terra-Santa mosso da un fervido affet
però unicamente gli Ebrei si recarano in quel- to di tenera divozione alla passione di N. S.
le per adorare il vero Dio . E già sappiamo G. C. , e per qualche tempo si fermò in quei
che Samuele offerse in più luoghi dei sacrifi- sacri luoghi bagnati del sangue dell' Uomo
zii , lungi dal tabernacolo e dalla presenza del- Dio , a meditarne la misericordia infinita e
l'Arca , e che regnando Davide si oflersero l'immensa carità. Tanta fama egli acquisto
pure sacrifizii al Signore in Silo , a Gerusa- in grazia della sua predicazione, che fu scel
lemme , a Gabaon . Ma il tempio fornito , fu to a confessore dalla regina Catterina , mos
dalla legge vietato il sacrificare in altri luoghi glie d'Enrico II re di Castiglia , e poscia an
fuori di Gerusalemme ; per la qual cosa dopo che dal figlio di lei , don Giovanni. Il sa
quel tempo quei luoghi furono sommamente cerdote di G. C. seppe ottenere riverenza alle
riprovati , e gli Ebrei dichiarati dalla legge massime del Vangelo anco in mezzo a una
colpevoli qualunque volta ad essi recavansi , corte , dove per ordinario regnano tutte le
anzichè fare i loro sacrifizii nel tempio; quin- passioni ; nė v'era chi non fosse costretto a
di leggiamo che i santi re furono tutto ze lodare la sua rara modestia , il suo spirito
lo a distruggere questi luoghi che divennero d'orazione e di raccoglimento , il suo disin
abbominevoli innanzi agli occhi di Dio, e che teresse e tutte le altre virtù ch'egli pratica
traevano sopra del popolo i flagelli del Si- va. La regina , nel concedergli codesta grazia ,
gnore. volle somministrargli i mezzi d'erigere un
ALUAN , Primo dei figliuoli di Sobal del convento ; il che egli felicemente eseguì ,
la stirpe di Esaù. Successore di Thamna, fu fabbricó un convento che sotto il nome di
il secondo capo dell'Idumea ,come si può ve Scala Coeli divenne poi un collegio di santi
dere nella Genesi , al capo 56 . religiosi . Alvarez , giunto a vecchiezza, inve
ALULFO . Monaco benedettino nella badia ce di abbandonarsi alle dolcezze del riposo ,
di S. Martino , che viveva in sul fornire del continuò a predicare ed assistere gl'infermi ,
secolo XI . Egli compose una raccolta di sen a consolare gli afflitti e passare le notti in
tenze e massime tratte dalle opere di s . Gre- orazioni appie degli altari . Una vita così pu
gorio , intitolata perciò Gregorialis. rá ebbe termine con una santa morte il 19
ALUS. Luogo ove recaronsi gl ' Israeliti , febbraio 1430 nel convento di Scala Coeli.
come lasciarono la stazione di Daphea. Euse- Molti miracoli altestarono ben presto la san
bio e s . Girolamo pongono questo luogo nella tità d' Alvarez, e la memoria dell'eroiche sue
Idumea verso la Gabalena , nelle vicinanze di virtù attirò alla sua tomba non solo il popo
Petra , capitale dell ' Arabia Deserta . lo, ma anche i grandi, gli ecclesiastici , i Ve
ALVAREZ (B.) di Cordova , discendente scovi, che venivano ad invocare l'intercessione
dall'antica casa dei duchi di Cordova. Ebbe dell'illustre servo di Dio. Papa Benedetto XIV
a patria , per quel che si crede , la città stessa autorizzo il culto del B. Alvarez e lo estese a
di Cordova nell' Andalusia, La pietà, ch'egli tutto l'ordine domenicano , confermando un
succhiò quasi col latte , lo indusse a rinun- decreto della sacra Congregazione de'riti del 22
ziare di buon' ora alle dovizie , alle gran- settembre 1741. La sua festa è stabilita al 19
ALVAREZ (Diego ) -- AMABILE 259
febbraio . V. il padre Touron ne'suoi Hommes il calcolo del testo ehraico ed il calcolo della
illustres de l'ordre de s . Dominique, tom . 3. versione dei Settanta ; l' ultima dei libri di
ALVAREZ (DIEGO o Didaco) , religioso do- Enoch . Così nel Giorn . dei Dotti, 171 4 .
menicano spagnuolo , nato a Rio-Seco nella ALVARO ( PELAGIO ) . Nel 1329 Alvaro Pe
Castiglia , celebre per la sua profondità nella lagio, Spagnuolo di nascita , e celebre dottore
scienza teologica, di cui sempre fece suo parti- tra i frati Minori , allora penitenziere del Papa,
colar studio, e nella quale cosisi distinse da es e poscia vescovo di Silvia Portogallo , puh.
sere scelto pelle trattazioni sul proposito della blicò nella città di Avignone il suo trattato
grazia nelle congregazioni tenutesi in Roma, dei Lamenti della Chiesa. Ecco in qual modo
sotto i pontificati di Clemente VIII e Paolo egli vi parla intorno all'ora cessata questione ,
V. Questo ultimo ammirando la sua sapienza, che allora era fervente più che mai circa la pre
onde premiarło lo elesse arcivescovo di Trani valenza dell'autorità dell'imperatore romano
nel regno di Napoli , sede che governo sino alla su quella del Pontefice : « Siccome Gesù Cristo
fine dei suoi giorni , accaduta nell'anno 1640 , è il solo Pontefice ,che è signore di tutte le cose ,
con molta vigilanza , e coll'adoprare tutti quei cosi ha parimente per tutto un solo vicario ge
mezzi che dal suo sommo sapere e dalla sua nerale. Ora il Salvatore nel conferire che fecea
grande pietà gli venivano additati pel bene di S. Pietro una tal dignità , non ha certamente di
essa. Gli scrittidiquesto religioso ben dimostra- visa la podestà di cuiera investito ; ma l’ha data
no come non s'ingannassero quelli che alta- tutta intera al principe degliApostoli , appun
mente stimavanlo , e questi sono: 1. Un cons to come l'aveva egli medesimo. Quindi i Papi
mentario sopra Isaia; 2. Ottanta questioni sul essendo i successori di Pietro , sono i vicarii
l'Incarnazione con molte altre nella prima non di un puro uomo, ma sibbene di Dio ; o
parte della seconda di s. Tommaso; 3. Una poichè tutta la terra con quanto la riempie ap
lunga risposta alle obbiezioni sull'accordo partiene al Signore, cosi tutto è similmente
della libertà colla predestinazione; 4. Un trat- del Papa. .... Gl’imperatori pagani , conti
tato degli aiuti della grazia e della forza del nuò Pelagio, non hanno mai giustamente pos
libero arbitrio, diviso in dodici libri,nel quale seduto l'impero: giacchè nulla può possedere
si propose di raccogliere e spiegare tutte le ma validamente colui , il quale , lungi dall'obbe
terie che concernovo gli aiuti divinj , sia inter- dire a Dio, gli è contrario coll'idolatria o col
ni , sia esterni , cosi abituali , como attuali , se- l'eresia. Dal che risulta che nessun imperato
condo le dottrine di s. Agostino e di s. Tom- re ha giustamente esercitato il diritto della
maso . Egli sostiene non poter l'uomo senza il spada, se non l'aveva ricevuto dalla Chiesa
soccorso della grazia credere fermamente le ve- Romana , singolarmente dopo che Gesù Cristo ha
rità soprannaturali siccome rivelate ; da Dio conferito a s . Pietro l'una e l'altra podestà. E
procedere il principio della fede ; pon poter gli aveva detto : Io ti darò le chiavi del regno
l'uomo nello stato di natura corrotta nè ama dei cieli : non disse la chiave, ma le chiavi ,
re Dio sopra ogni cosa , nè vincere le grandi l'una per lo spirituale e l'altra pel tempora
tentazioni senza l'aiuto della grazia ; Dio non le.» Ben qui si vide un fedele ed ingenuo inter
aspettare il consentimento della volontà uma- prete della maniera con cui Giovanni XXII
na per aiutarla, ma aiutarla perchè essa voglia intendeva il regno di Gesù Cristo.
il bene, e volendolo lo faccia, ecc . ecc. AMAAD, città della Palestina sulla frontiera
ALVAREZ (Don GABRIELE) di Toledo. Il della tribù di Aser, come abbiamo dal libro di
pome di questo bibliotecario del re ci fu tra- Giosuè cap. 19 , vers . 26 .
inandato da una Storia della Chiesa e del mon AMABILE (S.) . Nell'opera intitolata De glo
do, che contiene i fulli principali accaduti dal ria confessorum , s . Gregorio Turonense parla
la creazione al diluvio , che egli compose e di quest'uomo che fioriva nel secolo V , e di
diede alle stampe nell'anno 1713 ; storia che è stinguevasi per pietà e per tutte quelle virtù
divisa in due libri : il primo, che comprende le quali innalzano all'onor degli altari . Ama
ventiquattro capitoli, finisce con una esposi- bile infatti tanto primeggiava nello esercizio
zione delle diverse opinioni che ebbero i paga- delle opere buone, che non appena fu ordinato
ni sulla creazione; il secondo, che ne compren- sacerdote , gli fu coinmessa la cura della par
de ventisei , termina coll'ingresso di Noè nel- rocchia di Riom nell’ Alvernia, vedendo il suo
l'Arca. A questa storia si trovano aggiunte Vescovo nel novello unto del Signore quello
cinque dissertazioni dello stesso autore, la pri- che conveniva al bisogno di quella gente. Tan
ma delle quali parla della situazione del para- to zelo Amabile impiegò nell'adempiere ai suoi
diso terrestre; la seconda della lingua primili- uflizii , che gli acquisto ben presto l'amore c
va; la terza della stagione in cui fu creato il la stima di tutti i suoi parrocchiani ; i qua
mondo; la quarta della differenza che corre tra li non mancarona ili seguire quegli esempli
260 AMABILE (SANT') - AMALBERGA ( S ) .
illustri e luminosi , che vedevano ad ogni i- buiscono l'opera che comparve nell'847 , in
stante sempre più risplendere nel loro pa- appoggio dell'opinione d'Incmaro di Reims,
dre. La sua vita fu un continuo operare pel intorno alla predestinazione, ma sembra veri
bene de' suoi figliuoli , ai quali se non pote- simile che Amalario fosse morto circa 10 anni
va soccorrere colle opere esterne , accorreva prima . Egli viene stimato l'uomo più dotto
in aiuto colla preghiera , della quale si ve del suo secolo della liturgia, e la lettura dello
devano sovente gli effetti portentosi. In que- sue opere è molto atta a confermargli questa
sta maniera egli fini la sua carriera mortale riputazione. Si ha di lui: 1. Trallato degli uf
pieno di meriti, l'anno 474 , ed il suo no- fizii ecclesiastici. Lodièalla luce nell'820;ma a
jne , registrato nel catalogo dei santi, viene vendo fatto il viaggio diRoma per ammaestrarsi
commemorato il giorno 11 giugno in cui si da sè medesimo nei ritidi quella chiesa , lo pube
celebra la sua festa. blicò di nuovo , nell'827 , con cambiamenticon
AMABILE ( Sant' ) , di Riom . La Gallia siderabili . La più corretta edizione è quella
christiana c'insegna essere stata questa una della Biblioteca dei Padri, fatta a Lione. Suo
antica abbazia in Francia, situata nella città scopo è di render ragione delle preci e cerimo
di Riom in Alvernia , e fondata da Durando nie che compongono l'ufficio divino. L'opera
vescovo di Clermont, abbazia che sussistette è utile e curiosa: essa non varrebbe meno, se
sino all'anno 1548 , in cui con bolla di Papa l’autore si fosse meno arrestato a cercarvi mi
Paolo JII in data 15 agosto fu secolarizzata , stici sensi . Agobardo e Floro , uno arcivescovo,
bolla pero che non ebbe esecuzione prima del l'altro diacono di Lione, l'attaccarono viva
giorno 25 marzo 1570. Era questa abbazia di mente. Certe espressioni nuove sull'Eucaristia
canonici regolari. fornirono materia all'accusa , che eglino inten
AMADATHI , padre di Aman , della stirpe tarono contro dilui nel concilio di Thionville,
degli Amaleciti, come leggiama nel libro di il quale diè vinta la causa all'autore, e nel
Ester al cap. 3 , ver . 1 . concilio di Querci , che giudicò l'opera'danno
AMADEISTI . Ved. Francescanı . sa , locchè non diminui per nulla la stima di
AMADEO VIII, duca di Savoia. Ved. Fell- cui egli godeva. 2. L'ordine dell'Antifonario,
CE V , antipapa. stampato ordinariamente col precedente. E
AMAL . Quarto figlio d' Helam , secondo la gli si sforza di riconciliarvi il rito romano
narrazione del primo libro dei Paralipomeni, col gallicano . Agobardo , malcontento che
cap. 7 , vers . 55 , egli accusasse la sua chiesa di aver introdot
AMALARIO ( FORTUNATO ) , da monaco di te innovazioni nel canto ecclesiastico, scrisse
Madeloc fu creato arcivescovo di Treviri nele contro Amalario. 3. l'Officio della Messa
1'810 ; ristabilì , l'anno successivo , la reli- nell'Appendice dei Cupitolari, di Baluzio. E
gione cristiana nella parte della Sassonia si una spiegazione mistica delle cerimonie del
tuata al di là dell' Elba , consacrò la prima la messa pontificale. 4. Lettere nello Spicilegia
chiesa di Amburgo , e recossi , nell ' 813 , in di Acheny . 5. La regola dei Canonici, di
ambasciata a Costantinopoli per ratificare la cui diremo nell'articolo AQUISGRANA (Conci
pace che Carlomagno aveva conchiuso collim , LIL D' ) .
peratore Michele Curopalata. Mori l'anno sez AMALBERGA ( S.).Vedova .naoque sul prin
guente nella sua diocesi. Abbiamo di lui un cipio del settimo secolo ed ebbe per padre uno
Irattato del battesimo , impresso fra le opere dei primi signori della corte di Francia in Au
e sotto il nome di Alcuino. Questa è una ri, strasia, e per madre la sorella del beato Piping
sposta alla lettera circolare, mediante la quale di Landen, maestro del palazzo e governatore
Carlomagno aveva consultati i metropolitani del santo re Sigeberto, padre di s.Geltrude e
de'suoi stati intorno a quel sacramento. L'i- di s . Begga e trisavolo del re Pipino. Venne
dentità del nome fece sovente confondere que- ella maritata contro il suo genio dallo zio Pi
sto Amalario col seguente . pino a un gran signore nominato Teodorico,
AMALARIO ( Sinfosio) , fu successivamente dal quale ebbe una santa figlia chiamata Fa
diacono e prete della chiesa di Metz , alla quale railla . Morto Teodorico, Pipino obbligo ancora
apparteneva anche per nascita , direttore del Amalberga ad unirsi in matrimonio col conte
palazzo sotto il regno di Luigi il Buono, abate Vidgero d'un casato nobilissimo del Brabante.
di Hornabac. Gorepiscopo della diocesi di Lio Ella ebbe di questo secondo letto due figlie, s .
ne , poscia di quella di Treviri, si pretende al- Gudula o s . Guta , e s . Reinelda o s . Ernella
tresi che egli sia stato insignito della dignità ed un figlio s . Emeberto o s . Ableberto. Dopo
Vescovile. Intervenne, nell'835, al concilio di aver provveduto allo stato de' loro figliuos
Parigi, che lo deputò alla corte, per recarvi, li , Vidgero ed Amalberga risolvettero di
con Alitgario, l'opera di quell'assemblea sul consacrarsi a Dio . Amalberga prese il velo
culto delle imagini. Parecchi autori gli attri, nel monastero di Maubeuge , e mori l'anno
AMALBERGA (S .)- AMANDO (S.) 261
670 il 10 di luglio. Le sue reliquie sono og- aveva drizzate le tende , trovavasi circondato
gi a Binches . La sua festa si celebra il 10 lu- da rocce. Saule vi si appresso , ed aspettando
glio anche nei Paesi- Bassi , dove il culto di il giorno della battaglia , pose imboscate nel
lei è stabilito. la vallata sita al piede della collina . Amalec ,
AMALBERGA (S.) . Vergine , nacque nel come luogo abitato , non é nominato che una
paese delle Ardenne l'anno 741. Ella servi sola volta , e non si conosce alcuna città ,
Gesù Cristo fino dalla sua prima età, poi ab- propriamente detta , che appartenesse agli
braccio la professione religiosa a Münster-Bil- Amaleciti.
sen . Ella studio d' imitare G.C. coi patimenti AMALEC , montagna nel paese di Efraim ,
e mori santamente nel 722 di 31 anno. La nella quale era situata la città di Faraton , in
sua festa si celebra il giorno 10 luglio. cui Abdon , figlio di Hillel , giudice d ' Israele,
AMALEC, figlio di Elifaz e di Thamna, ni- ebbe sepoltura. Nel cantico di Debora si al
pote di Esaú. Successe a Gatham nel governo lude a questa montagna.
dell' Idumea , come abbiamo dalla Genesi al AMALECITI. V. AMALEC.
capo 56 , vers. 12. Da lui vennero gli Amale AMALFI. Città arcivescovile del regno di
citi , popolo potente , che dimorò nell'Arabia Napoli, la instituzione della cui sede è di epo
Deserta , tra il mar Morto ed il mar Rosso , ca ignota , solamente conoscendosi che al
ovvero tra Evile e Sur. tempo di s. Gregorio Papa vi aveva un Ve .
Gl’Israeliti erano appena usciti dal mar scovo . Nell'anno 987 dal Pontefice Giovan,
Rosso , quando furono assaliti dagli Amaleci- ni XV fu eretta in metropolitana , e le furo
ti nel deserto di Rafidim , i quali misero no assegnati per suffraganei i vescovi di
crudelmente a morte quelli che la fatica e la Scala , di Capri , di Lintorno e di Reggio di
debolezza avevano obbligati a restarsene in- Calabria .
dietro . Dio ordinò allora a Mosè di far atlace AMALRICO ( AUGERI ) , dotto Agostiniano
care gli Amaleciti da Giosuè e di scrivere in ed abbate del monastero di S. Maria degli
un libro , che , l'inumana azione che avevano Aspiranti nella diocesi d’Elma in Germania ,
commessa sarebbe sempre presente agli occhi circa il 1362 si rese celebre pella sua Crona
di lui , e che ne trarrebbe forn labile ven ca pontificale , la quale altro non è che una
detta. Giosuè attaccò gli Amaleciti , e li bat. raccolta di oltre dugento altre cronache dis
tė , li sconfisse , intanto che Mosè , salito poste in ordine alfabetico . Questo libro fu
sul monte , accompagnato da Aronne e da dedicato al pontefice Urbano V; e poiché l'au
Hur , pregava tenendo le mani al cielo ele tore, nella enumerazione dei Papi , l'ultimo
vate. Ciò avvenne l'anno del mondo 2515 , che ricordi è Giovanni XXII , cosi è proba
avanti Gesù Cristo 1487 , prima dell'era vol- bile a questo non sia sopravvissuto di molto.
gare 1491 . Lo Sponde fa un grandissimo elogio di questo
Le minacce poi del Signore contro Amalec lavoro , ed assicura di non aver trovato una
si verificarono appieno sotto Saule, che ster cronologia pin esatta.
minò affatto gli Amaleciti . Ped, anche SA AMAM, città della tribù di Giuda , come
MUELE . si legge nel libro di Giosuè, al capo 45 , ver
AMALEC , città capitale degli Amaleciti , 80 26 .
secondo Adricomio , Simone , Calmet e Barbie AMAN . Ved. AMANO.
du Bocage. Adricomio la colloca nel deserto di AMANA. Monte di cui si parla nel Cantico
Faran , e Barbie poco lontano dalla frontiera de' Cantici . Alcuni credono che fosse il mon
degl ' Israeliti . Che che ne dicano tali scritto te Amanus nella Cilicia. San Girolamo ed i
ri , sembra potersi negare l'esistenza di que rabbini estendono le possessioni degl ' Israeli
sta città ; perciocchè sebbene la Scrittura, nel ti sino a questa montagna dalla parte del
primo libro dei Re , al capo settimo , parli di nord ; ed al tempo di Salomone sino a que
Amalec come di una città , tuttavia dal testo, sto luogo estendevasi la dominazione degl' I.
che dice, Saule esser giunto sino alla città di sraeliti . Il monte Amano separa la Siria dal.
Amalec, e aver collocato imboscate nella val la Cilicia , e si estende dal Mediterraneo al
lata , apparisce che non avendo posto l'as. l'Eufrate.
sedio a questa città mentre quest'arte era AMANDO ( S. ) La carità di Eligio nella
ormai conosciuta , Amalec non fosse una cit. conversione dei Paesi Bassi venne secondata
tà ; ma unicamente venir chiamata con que- da s. Amando e da s. Omero che già evange.
sto nome perchè in quel luogo si trovavano lizzavano in quelle vicinanze. Amando era
in gran numero raccolti gli Amaleciti , quasi nato nell'Aquitania nell'anno 585 o 389 ,
fossero in una città , e che questo luogo es- cioè , nello stile di quei tempi , di là dalla
sendo situato in una collina , in cui il loro re Loira ; poichè eta di Herbange presso a Nane
262 AMANDORLO - AMANO
tes nella Bretagna. Fin dagli anni suoi gio- cercare per ogni parte , affinchè venisse a
vanili segui le osservanze della vita mona- battezzare un figlio che era il primo che a
stica , la quale era allora risguardata come la vesse fino allora avuto da tutte le sue mogli.
strada pressochè unica per la virtù : ma ben Voleva anzi che per chiamare sul giovane
presto si persuase che il Signore voleva che principe la benedizione del cielo , Amando lo
ei passasse la sua vita senza stabilirsi in alcun prendesse per suo figliuolo spirituale. Non
luogo . Fu per tutto come straniero , e fece volle Amando accettare questa onorevole of,
parecchi viaggi , il che però non gli impedi, ferta ; ma amministrò il sacramento della ri
contro il consueto effetto di una tale instabili- generazione al fanciullo, che fu nominato Si
tà, di divenire un gran santo. Portò cosi lun- geberto , e che col tempo fece risplendere sul
gi questa inclinazione , che essendosi unite le trono dell'Austrasia tali virtù, che gli hanno
due podestà per farlo Vescovo , ei non accetto meritato un pubblico culto. Dicesi che non
l' episcopato che a condizione di non avere rispondendo alcuno mentre gli si dava la bene
alcuna sede determinata . Ricevuto in tal for- dizione dei catecumeni, il fanciullo, il quale
ma il carrattere episcopale , cominciò a predi- non aveva che quattro giorni , rispose distin
care, con consenso di s. Acario predecessoretamente amen .
di s. Eligio , nei territorii di Gand e di Tour Fu questi quel principe che , giunto alla
nai , poi nel Brabante . Munissi parimenti di corona, superò finalmente la ripugnanza che
un editto del re , molto singolare , qualora il santo Vescovo aveva a caricarsi della cura
sia ben tradotto ; poichè in esso vien ordina- di alcuna chiesa particolare , e che , di con
to che gli idolatri saranno sforzati a ricevere certo coi Prelati e con gran moltitudine di
il battesimo. Soffri in una maniera incredibi- popolo , lo stabili sulla sede di Tongres tras
le. Gli scherni e gli oltraggi erano i più lievi ferita di poi a Mastricht, dopo che quella
de ' suoi patimenti. Fu crudelmente battuto , città verso la metà del quinto secolo era sta
strascinato pel fango , gettato nei fiumi ; ed ta distrutta dagli Unni ; ma in capo a tre anni
ebbe mille simili occasioni di rammentarsi le ripigliò il solito suo metodo , di travagliare
massime di s. Gregorio il Grande , che le cioè per la conversione degli infedeli , senza
conversioni debbono essere l'effetto della per- essere attaccato ad alcuna sede. Quindi, dopo
suasione, e non già della violenza. Finalmente di avere ottenuta la permissione del Sommo
l'invincibile di lui pazienza e i suoi miracoli Pontefice , continuò a praticare anche per
fecero ciò che non avevano potuto ottenere nè lungo tempo la vita apostolica. Fu sotterrato
il timore, nè il peso dell'autorità. Gl'idolatri presso Tournai nel monastero di Elnon da
più ostinati non sapevano che replicare alla lui fabbricato, e dove mori nel 675 ,
risurrezione dei morti. Uno di loro che era AMANDORLO , sorta di albero di cui so
stato pubblicamente giustiziato pei suoi ladro vente si parla nella sacra Scrittura. Gli Ebrei
necci, venne ritornato a vita dalle preghiere lo chiamano Schaked , da una radice che si
del santo Vescovo ; per la qual cosa distrus- gnifica vegliare , porchè l'amandorlo è uno
sero immediatamente colle proprie mani i dei primi alberi che fioriscono in primavera .
loro templi , e vennero in folla å suppli- Il Signore , volendo mostrare a Geremia che
carlo perchè sull'istante li rendesse cri- era sempre apparecchiato a far scintillare la
stiani . sua collera contro il suo popolo, gli fece ve
Questi felici avvenimenti lo impegnarono dere un ramo di amandorlo : Quid tu vides,
a recarsi a tentarne dei nuovi in Germania, e Jeremia ? virgam vigilantem ego video . Invece
fino oltre il Danubio , ove gli Slavi nuova- di virgam vigilantem il testo ebrea legge una
mente usciti dalle foreste del Nord si erano verga di umandorlo .
sparsi per ogni parte. Pochi furono i frutti La verga di Aronne che produsse fiori e
che vi raccolse ; ed ei fece ritorno nel Belgio. frutta nel deserto era di amandorlo ; l'auto
Per una seconda volta andò a Roma , ove era re dell ' Ecclesiaste , indicando in un modo
stato prima di esser Vescovo , e donde s. Pie- enigmatico che i capelli del vecchio imbian
tro , che gli apparve, lo aveva esortato a tor- chiranno , disse , che l'amandorlo fiorirà.
narsene nelle Gallie. Era egli già nuovamen- Questo albero produce per tempissimo-fiori
te uscito dal regno per evangelizzare in paesi bianchi . Nella Genesi si legge che lo verghe
lontani , allorchè il re Dagoberto , cui con che Giacobbe poneva lungo i canali dove le
apostolica libertà rimproverava la sua cattiva sue pecore andavano a bere , erano di aman
condotta , lo scacciò dalla sua presenza e dai dorlo . Il testo ebraico invece ha la parola luz ,
suoi stati . Ma codesto principe, il quale, ben- noce.
chè di costumi molto dissoluti, aveva una fe AMANO , Amalecita ,discendente dal re Agag
de viva per molti riguardi, lo fece poscia che regnava al tempo di Saule.Divenuto il fa
AMANTI 263

vorito di Assuero re di Persia' , fu innalzato in tale atteggiamento da Assuero , il quale crr


da questo principe sopra tutti i grandi della de che egli voglia attentare all'onore della
sua corte, ed era prescritto ad ognuno che si regina. Viene tosto dato ordine , e pronta
presentava , di piegare il ginocchio davanti a mente eseguito , di appenderlo ad una forca
Jui , qualunque volta entrasse nel palazzo e alta cinquanta braccia , che l'orgoglioso fa
ne uscisse . L'ebreo Mardocheo solo vi si vorito aveva fatto innalzare nella corte del
rifiutò . Amano , che aveva ereditato l'an- suo palazzo pel supplizio di Mardocheo : i
tico odio della sua nazione contro la posteri- suoi beni furono confiscati in vantaggio del
tà di coloro che l'avevano cacciata dalla Pa- la regina , e la morte di dieci suoi figli
lestina , concepi allora il progetto di sfogare tenne dietro subito alla sua . La memoria di
la sua vendetta contro di Mardocheo , colla questo grande avvenimento , accaduto l'anno
rovina di tutti gl ' Israeliti sparsi pel vasto 453 av. G. C. , venne consacrata colla istitu
impero di Assuero , Rappresentò al monarca, zione di una festa annua , che si celebra an
essere quel popolo estremamente dannoso al- cora presso gli Ebrei . Essa dura tre giorni ,
lo stato per la sua prodigiosa moltiplicazione, comincia con un digiuno rigoroso, e termina
per la sua ostinatezza nel volersi governare con un festino , che l'ha fatta confondere
secondo le sue leggi particolari , per la di coi baccanali dei pagani . Ved. Ester e Purim .
lui perseveranza nell'esercitare una religione AMANTI si chiamano comunemente quei
esclusiva , differente da quella degli altri giovani e quelle donzelle , che sogliono cor
sudditi , e , per togliere la difficoltà che po- versare insieme amichevolmente colla inten
teva derivare dal vuoto che avrebbe lasciato zione e probabile speranza di congiungersi
nel pubblico tesoro la perdita di tanti uo un giorno in matrimonio . Da questa definizio
mini industriosi , offerse di riempirlo colla ne chiaro apparisce che lo amoreggiare dei
immensa somma di 10,000 talenti d'argento giovani , in sè considerato con tale intendi
dei proprii beni . Amand ottenne dunque un mento, non è punto riprovevole, attèsa la na
editto indirizzato ai governatori delle provin- turale inclinazione dei due sessi , comune a
cie , onde fare esterminare tutti i Giudei in tutti i tempi , a tutti i luoghi , a tutte le
un dato giorno. Questo editto , pubblica- condizioni ed età . Un tal costume , toltone
mente affisso nella città di Susa , capitale una qualche nazione orientale, che da un tale
dell'impero , mise in costernazione tutti gli uso per singolari motivi, o per proprie tradi
individui di quella nazione , la quale erazioni si discosto , ebbe , parer nostro , co
numerosa . La regina Ester riusci a farlo ri- minciamento colla umana società. Nè può es
vocare. Il nome di Mardocheo , rammentant sere altrimenti . Dovendo infatti i giovani ini
do Assuero il segnalato servigio che egli ave- ziarsi al matrimonio, contratto indissolubile,
vagli prestato per la scoperta di una cospira- che non cessa mai , se non per la morte , e ,
zione formatasi nella corte : « Che si deve dovendo convivere assieme quanto è lungo il
fare , disse ad Amano , onde onorare un uo corso della vita dell'uno o dell'altro , non è
mo che il re desidera colmare d'onori ? » A. forse necessario che le parti contraenti , an
mano , credendo sè essere l'oggetto di que- che volendo solo considerare il rodo coniuga
sta dimanda , non esito punto a rispondere: le come un reciproco contratto , si conoscano
che è d'uopo che quest' uomo , vestito della vicendevolmente e l'indole ed il temperamen
porpora reale , cinto il capo di diadema , sou to , e la educazione, ed il pensare, e le abitudi
pra un cavallo del re , sia menato in trionfo ni , ed i sentimenti , e la condotta morale e reli
per tutta la città , preceduto dal primo tra i giosa prima d'imporsi un giogo si duraturo ,
grandi della corte , il quale tenendo le redi- e nell'ordine della natura, della società e del
ni del cavallo gridi per tutte le strade e per la religione si sacro ? Qual legge umana o di
le pubbliche piazze: « Ecco gli onori che sono vina positivamente nel vieta ? Il conversare
dovuti a colui cui piace al re di onorare. » adunque dei giovani a questo altissimo fino
Ebbene , soggiunse Assuero , tutti questi ono non dovrà riputarsi dal confessore siccome
ri sono per Mardocheo; affrettati di farglieli un uso contrario alla natura del matrimonio ;
godere. Amano, confuso, umiliato , fu costret- bensi dovrà osservare attentamente che tal
to di andare a prendere Mardocheo alle porte uso non si converta in abuso ; chè riprove
del palazzo , e di presiedere egli stesso alla vole è sempre l'abuso delle cose, l' uso non
pompa trionfale , di cui erasi già creduto l'ea già : nè questo, secondo i principii del retto
roe. Questa prima disgrazia non fu che il ragionare, deve per quello abolirsi , ma rego
preludio della terribile catastrofe che doveva larsi a questo. Perciò appunto deve il confes
ultimare la sua caduta . Amano , prosteso ai sore rivolgere le sue cure per estirpare quella
piedi di Ester per chiederle grazia , è sorpreso libertà soverchia, licenziosa e colpevole , che
264 AMANZIA AMARIAS

si è introdotta nella gioventù di vagheggiarsi a anzi talvolta da lor si allontanano perchè a


vicenda e di trattarsi troppo alla dimestica grande loro agio possano comunicarsi i loro
senza quei riguardi , che sono dovuti alla pu • sentimenti a vicenda. Costoro , fatti più cru
rezza dei cristiani costumi, ed alla santità del deli dello struzzo che abbandona le proprie
Sacramento. Per la qual cosa sarà ottimo che ova , aprono la via a’peccati della loro figliuo
in pratica il confessore si attenga ai seguenti lanza , e quasi per mano ad essi la guidano.
principii . Perciò la severità dei confessori verso di que
Farå osservare impertanto agli amanti che sti non sarà mai soverchia, imperciocchè pur
santo essendo il fine del loro conversare per troppo con somma frequenza la società stessa
la intenzione che hanno di disporsi al ri- ha materia di lagrime e di tristezza per tale
cevimento del matrimonio , santo parimen- cagione .
te deve esserne il modo ; che Dio non bene AMANZIA . Città vescovile dell' Ilirio 0
dice i nodi tessuti dalla colpa; che siffatti no- rientale, dipendente dalla metropoli di Du
di prematuri nello stato di matrimonio so razzo .
gliono rompersi facilmente , e talvolta con AMANZIO (S.) , prete di Tiferno o Città di
grave amarezza degli sposi, con terribile scon Castello nell'Umbria. Viveva a'tempi dis .Gre
certo delle famiglie e con iscandali orren- gorio il grande nel secolo VI . La santità del
di della prole , l'ammentando quei sette ma la vita gli aveva meritato il dono dei miraco
riti di Sara sposa del giovane Tobia , i quali liti, quali erano si ordinarii , che Florido, ve
furono uccisi dal demonio la notte medesi- scovo di Tiferno, si fece un dovere di darlo a
ma delle nozze , perchè i loro amori furono conoscere a s. Gregorio . Questo santo Pontefice
peccaminosi. Dovrå oltre a ciò consigliarli fece venire Amanzio a Roma, lo stabili nell'o
soprattutto di non conversare mai da soli a spitale dove egli guarì un frenetico , che di
soli all'insaputa dei genitori, la cui presen- sturbava gli altri coi suoi gridi importuni.
za deve servir di guardia al loro conversare Questo è tutto ciò che sappiamo di s. Aman
medesimo. zio, la cui festa é segnata dal Martirologio ro
Che se egli ritrova che i modi usati dagli mano ai 26 di settembre . La sua storia tro
amanti sono peccaminosi , non dovrà accon- vasi al capitolo 55 del terzo libro de Dialoghi
tentarsi che i giovani moderino solo il loro di 3. Gregorio il Grande.
trattenimento , ma dovrà invece diportarsi AMARANDO (S. ) o AMARANTO , martire ad
con essi siccome con quelli di occasione prose Albi . Sostenne il martirio per G. C. nel secolo
sima e di mal abito. Nel quale diportamento III, sotto l'imperatore Decio o sotto Cron re
non potrà al eerto essere tacciato di sover de Germani,che invase le Gallie al tempo di
chio rigore: imperciocchè volendo anche sup- Valeriano e di Gallieno e che fece molti mar
porre che i medesimi non offendano la castità titi . La festa di s. Amaranto si celebra il 7
direttamente, egli è sempre vero che sono in novembre , e si venera la sua tomba nel vil
un grave pericolo di offenderla, mentre, come laggio di Vians , nel territorio d'Albi , secon
avverte san Girolamo , ove noti regna la mos do Gregorio Turonense.
destia del conversare tra persone di sesso di AMARE . V. AMANTI.
verso, è difficile guardarsi da morose diletta AMARIA , nome di un sacerdote reduce dal
zioni e da desiderii peccaminosi. Ora , se per la schiavitù con Zorobabele. Era padre di
detto dello Spirito Santo : Qui amat periculum Johanan.
peribit in illo: chi oserà condannare il confess AMARIAS , primo figlio di Maraioth , e pa
sore , che nega l'assoluzione agli amanti , i dre del sommo sacerdote Achitob. Amarias fu
.
quali dopo le più paterne ammonizioni lor sommo sacerdote al tempo dei giudici. Non si
fatte, dopo di aver toccato, per cosi dire, con possono fissare gli annidel suo pontificato. Il
mano il pericolo, tuttavia hanno l'impruden- suo nome si trova nei Paralipomeni,
za di resistere alle sue correzioni salutari, ně Un secondo AMARIAS trovasi annoverato fra '
vogliono arrendersi ai suoi prudenti consigli, sommi pontefici; era questi figlio d'Azaria. Al
ma durare protervi nei folli e pericolosi amo* çuni credono che fosse quello stesso Azaria che
reggiamenti? Nessuno certamente, a meno che si oppose ad Ozia , che inferociva contro il
non voglia, secondo l'apostolica frase , comu- sacerdozio.
nicare coi peccati degli altri , e farsi reo dop Un terzo AMARIAS era avo del profeta Sofo
piamente. nia , e padre di Godolia.
E di un simile rigore dovrà usare egual Nel primo libro dei Paralipomeni si fa men
mente contro quei genitori , che avendo fi- zione di un Amarias, levita , secondogenito di
gliuole da custodire nel tempo dell'amoreg- Hebron , che chiamavasi anché Jaath , e che era
giamento , le lasciano in balia di sè stesse, il terzo figlio di Caath .
AMARO - AMASIA 265
Nel secondo dei Paralipomeni rammenta un Egli mori l'anno del mondo 1981. Si puu
altro AMARIAS , levita , preposto alla distribu- consultare il secondo libro dei Re , al capo
zione dei doni tra i leviti al tempo del re E- 17 , vers. 25 ; cap. 19 , vers. 13 ; cap. 20 ,
zechia . vers . 4 e seguenti.
Di questo nome addimandavasi parimenti AMASA, figlio di Adali o Adlai , capo degli
uno di quei sacerdoti, che, dopo la schiavitù, Efraimiti, il quale fece mettere in libertà
segnarono la rinnovazione dell'alleanza con tutti i prigionieri che gl ' Israeliti avevano
Dio in nome del popolo. fatti sopra quelli di Giuda e di Beniamino
Sotto il regno diGiosafat, nel secondo libro nel tempo del re Acaz , come si legge nel li
dei Paralipomeni, viene ricordato un Amarias bro secondo dei Paralipomeni , cap . 28 ,
qual sommo pontefice. vers. 12 .
AMARO . Aggettivo usato più volte nella AMASAI, figlio di Elcana ( I Par . 6,35 ) ,
Scrittura. Io farò venire contro di voi i Cal- ch'era il secondogenito di Core. Era levita
dei , questa nazione amura ( Habac. d ) ; ed del ramo di Caath . Cosi opina il Calmet , ma
altrove : Guardate dal trarvi genti , che han- il Migne dice che non era un levita , bensi
no il cuore amaro , amari animo ; ovvero , co un prode cittadino , affezionatissimo a Da
me ha la Vulgata , animo concitati ; ed ancora vide .
nel secondo libro dei Re, al capo decimo set Un Amasai , levita del ramo di Merari , era
timo, si legge, che Davide nella sua fuga era figlio di Boni e padre di Helcia. I Par . 6,45 .
accompagnato da genti ripiene di amarezza , Un terzo è indicato nel primo libro dei Pa
come un'orsa cui furono tolti i suoi nati. ralipomeni al capo decimoquinto , sacerdote e
L'energia di questo aggiunto si manifesta a- cantore al tempo di Davide.
pertamente. Esso dinota la collera , lo sdegno, Un quarto , levita infine del medesimo no
il furore . Alle volte l'amarezza dell'anima me, si trova fra gli appartenenti al ramo di
significa semplicemente il dolore . Cosi Anna, Caath ; era padre di Matth , che esercitava le
madre di Samuele , era nell'amarezza , cum sue funzioni sotto il regno di Ezechia .
esset amaro animo. AMASIA , ottavo re di Giuda , era in età di
Le acque della gelosia che si facevano bere 95 anni , allorchè suo padre Gioas gli lasciò il
alla donna sospetta di adulterio , sono chiama- trono , l'anno 858 av. G. C. Sua prima cura,
te acque amare, a cagione del loro effetto; chè dopo di aver raffermato il suo potere ,fu di
producevano fortissimi dolori in quella che vendicare la morte di Gioas col supplizio dei
era colpevole. Lo zelo amaro , o di amarezza , suoi uccisori.Ebbe il suo regno felici primor
dice s . Giacomo, indica uno zelo , una gelo- dii . Aveva assoldati 100,000 uomini del re
sia , un odio mortale , permanente ; ed i cui gno d'Israello per far guerra agl'Idumei; ma
effetti sono ripieni di amarezza per quello che vietandolo Iddio, li congedo subitamente , ed
ne è l'obbietto . Il re Ezechia dice nel suo can a questa ubbidienza tenne dietro una com
tico che in mezzo alla pace di cui godeva , fu pleta vittoria. Amasia cadde nella debolezza
sorpreso da una grande amarezza : Ecce di adorare gl' idoli dei popoli vinti , e nella
pace amaritudo mea amarissima ; cioè da una crudeltà di minacciar morte al profeta man
gravissima malattia . dato a fargli rimostranza intorno alla sua ido
AMASIA , figlio di Jetra e di Abigaile, sorel- latria. Superbo per la vittoria, fece disfidare
la di Davide. Assalonne, ribellatosi a Davide , il re d' Israele , il quale non gli rispose altri
costitui Amasa comandante delle sue truppe. menti che mediante l'apologia del cedro del
Questi diede battaglia contro Gioabbo coman- Libano , di cui un cardo salvatico voleva spo
dante le truppe di Davide , e venne battuto , sare la figlia. Amasia , punto da tale risposta,
per cui il partito di Assalonne fu dissipato. gli rompe guerra, perde la battaglia , è fatto
Dopo tale disfatta Davide offrì ad Amasa il prigioniero, e dopo lunga schiavitù , non ri
perdono , e gli promise di dargli il comando torna nei suoi stati , che per esservi ucciso in
dei suoi eserciti in luogo di Gioabbo, che gli una congiura dei proprii sudditi . Aveva re
era divenuto insoffribile per la sua insolenza. gnato 29 anni ; ed ebbe per successore suo fi
Dopo la rivolta di Seba figlio di Bochri, Da- glio Azaria. IV dei Re, cap. 14 .
vide ordinò ad Amasa di radunar tutto Giu AMASIA , detta dai Turchi Amnasan, città
da , e marciare alla sua testa contro di Seba . d'Asia , segnata come prima metropoli del
Amasa obbedi, e mentre giungeva con l'eser- Ponto , dalla quale al tempo degl'imperatori
cito raccolto a congiungersi con quello capita- Marco Aurelio, Severo , Caracalla ed Alessan
nato da Gioabbo, a tradimento fu ucciso da dro Severo , dipendevano Neocesarea e le al
questo capitano . Tale fu la fine di Amasa. tre città del Ponto, che non era ancora stato
Encicl, Eccles. Vol. I. Fasc. V. 34
206 AMASIA - AMATO

diviso , come il fu dappoi , da Costantino, in scorso del profeta , gli fece rompere i denti
due provincie , nell'Ellesponto , cioè , e nel onde obbligarlo a tacere . Epifanio , De vita
Ponto Polemoniaco, la cui metropoli oggidi è el morte prophet ., cap. 12!, ed Isidoro , De vi
Neocesarea . I primordii della religione cri- ta et morte SS., cap . 43 , e Doroteo in Synop.
stiana nel Ponto si riferiscono ai tempi degli ed altri asseriscono che Amazias stesso fece
Apostoli ; giacchè s . Pietro indirizza la sua soffrire al profeta diversi supplizii, e che suo
prima lettera ai fedeli della dispersione del Pon- figlio Osias gli diede tal colpo sui piedi che
to , della Galazia ec . Sembra ancora dagli Atti lo riversò a terra . Il profeta, semiestinto , fu
di sant'Andrea , trascritti dal p . Combefis , portato a Tecua sua patria ove mori , e fu
che quell'apostolo sia stato a predicar l'Evan- sotterrato coi suoi maggiori ; tali. tradizioni
gelo ad Amasia , e nei dintorni del Ponto Eu- però non hanno tutti i caratteri richiesti dal
sino , allorchè si avvicinava all'Europa .' la critica , perché si abbiano per indubitate.
AMASIA , città vescovile della diocesi della Sembra anzi dagli scritti di Amos , che ab
grande Armenia nell' Elenoponto , alla quale bia progredito a profelare anche dopo quan
venne aggregata la chiesa di Docheum . to abbiamo riferito di lui intorno alle minac
AMASIAS , figlio di Zechri, era il terzo tra ce fatte ad Anasias. Amos visse sotto Ge
i più grandi capitani sotto il regno di Gio- roboamo II , verso l'anno del mondo 3215 ,
safat. Era capo di 200,000 uomini . Il Par . avanti G. G. 785 , e avanti l'era volgaro
17 , 16 . 789 .
Di questo nome avvi anche un Simeonita , AMASSAI, figliuolo di Azraello , uno dei
che fu padre di Josa , potente capo di famiglia sacrificatori ,, e capo di una grande schiatta
nella sua tribù . I Par .' 4 , 34 . che era ritornata dalla cattività di Babilonia ,
Un terzo Amasias era levita del ramo di Me- di cui viene fatta menzione in Neemia , cap.
rari ; questi era figlio di Helcias e padre di 11 , vers . 13 .
Hasabias. I Par. 6 , 45 . AMAT -DOR , ovvero EmatH , od HAMMATH
AMASIAS, sacerdote dei vitelli d'oro , che Dor , ciltà dei Leviti nella tribù di Neſtali.Fu
erano a Betel . Un giorno il profeta Amos , ceduta alla famiglia di Gerson. E nominata
cap . 7 , vers . 10 , avendogli detto che gli alti llamon nel primo libro dei Paralipomeni al
luoghi consacrati all'idolo sarebbero distrut- capo sesto.
ti , e che i luoghi da Israele tenuti per santi, AMATA , borgo vicino a Gadara , in cui e
sarebbero ruinati , e la casa di Geroboamo (II ) ranvi bagni di acque calde. Gabinio stabili in
sterminata , Amasia , sacerdote di Betel , in- questo luogo una delle cinque sedi della giu
vió a Geroboamo re d ' Israele dicendo , che stizia . Il nome Hamat in ebreo significa acque
Amos si ribello contro di lui in mezzo ai suoi calde.
stati , e che seminava discorsi da non potersi AMATEI , discendenti di Amat, uno dei fi
soffrire , dicendo che Geroboamo perirebbe di gliuoli di Chanaan . Credesi che abitassero
spada , e che Israele sarebbe tratto in ischia- nella città di Emath ovvero Amath , od Emesa
vità fuori del proprio paese . Nè di questo nella Siria , sul fiume Oronte. Leggesi nella
Amasia si contento , che , caricato Amos di Introduzione della Sacra Scrittura del Glaire,
scherni e derisioni, gli ordinò inoltre di sor- tom . 2 , pag. 16 , che gli Amatei occuparono
tire dal regno , e di non più comparire in inoltre le città di Semeron , di Cedes e di A
Betel a profetare. Amos ascolto , e rispose ad zor ; ma tale autore a questo proposito non
Amasia nel modo seguente : Non sum prophe- porge alcuna indicazione.
ta , et non sum filius prophctae : sed armenta AMATH . V. AMATEI .
rius ego sum vellicans sycomoros. Et tulit AMATHI , padre del profeta Giona , come
me Dominus, cum scquerer gregem ; et dixit rilevasi dal principio della sua profezia .
Dominus ad me: Vade, propheta , ad populum AMATHUS , ciltà posta al di là delGiorda
meum Israel . Et nunc audi verbum Domini ; no a miglia 21 da Pella verso mezzodi, secon
tu dicis : non prophelabis super Israel , et do la descrizione che ne fa Eusebio. Giusta le
non stillabis super domum idoli. Propter hoc conghietture di Raband, questa città sarebbe
dicit Dominus: uxor lua in civitate fornicabi- la stessa che Ramoth di Galaad .
tur : et filii tui el filiae tuae in gladio cadent , AMATISTA , pietra del razionale del gran
et humus tua funiculo mclietur ; et tu in terra sacerdote degli Ebrei. V. Ametista.
pollula voricris, et Isruel cuplivus migrabit de AMATITE ( Regione ) . Lo stesso che paese
lerra sua ( cap . 7 ) . di Amath . V. Amatei.
S. Cirillo Alessandrino , Praefat, in expo AMATO . V. AMANTI.
sil. in Amus, dice che Amasias, irritato dal di AMATO S. ( Amatus). Nacque nel secolo VII
AMATORE - AMBIZIONE 267
da piissimi parenti . Avendo abbracciata la re di Berodach -Baladan re di - Babilonia allo stes
ligione fu costretto a presiedere alla chiesa di 80 re Ezechia ; quella di Giuda Maccabeo ai
Sens , cui governo con tale saggezza, che quei Romani .
della terra ringraziarono lddio d'aver loro dato Nella corte romana gli ambasciatori del
un tale pastore . La loro felicità fu intorbidata Papa diconsi propriamente Nunzi e LEGA
dall'invidia, che calunniò il santo vescovo pres- TI (V. ) .
80 Teodorico III , che lo relegò nel convento AMBIZIONE è un perverso appetito di ono
di S. Fursy . Per la morte di s. Autain , Amatori e di dignità ,quando cioè, mancando di me
fu consegnato alla vigilanza di Mauronto , re- riti e di capacità, si agogna dignità ed impie
ligioso della stessa abbazia , che incarico s. ghi . In una triplice maniera , come dice lo
Amato della direzione d'un nuovo convento Angelico, 2 , 2 ,quaest.131 , art . 1 , è disordinato
chiamato Bruel o Brueil , falto da lui fabbri- questo appetito di superbia: Uno modo per hoe
care nella terra di Merville. Mori l'anno quod aliquis appetit testimonium de excellen
690 , e fu sepolto nella chiesa di Bruel . Il tia, quam non habet , quod est appetere supra
suo corpo fu trasportato l'anno 690 a Douai ; suam proportionem . Alio modo , per hoc quod
dove sta tuttora nella chiesa collegiale , che honorem sibi cupit non referendo in Deum .
porta il suo nome. Il martirologio romano ne Tertio, per hoc quod appetitus ejus in honore
fa menzione il 13 di settembre. quiescil, non referendo honorem ad utilitatem
AMATORE , O AMATRO ed anche AMETRO , aliorum .
nacque ad Auxerre da una delle più distinte Ciò premesso , l'ambizione sarà un mortale
famiglie del paese a' tempi dell'imperatore peccato :: 1. Allorchè l'uomo ripone il suo ul
Costanzo . Mentre era nella chiesa per mari- timo fine negli onori. 2. Quando taluno desi
tarsi , s . Valeriano , invece dell'orazione pel dera e ricerca onori e dignità con danno del
matrimonio, recitò quella per la consacrazio- prossimo, e detraendo all'onore divino . 3 .
ne a Dio . Amatore seppe approfittare di que- Quando si o ! tengono onori , dignità , carichie
sta circostanza per indurre la sua fidanzata a per mezzi illeciti , come col mezzo della simo
consacrarsi al Signore. Ella prese il velo , e nia , della frode ecc . 4. Allorchè taluno del
Amatore riceveite la tonsura clericale . Nel 388 tutto inabile a conseguir onori , e ad adempie
succedette ad Ellade nella sede vescovile. La re l'incarico di alcuni impieghi , pure ogni
sua viva fede, la sua profonda umiltà non cosa pone in opera per ottenerli .
impedirono che venisse calunniato ; ma la L'ambizione sa con arte finissima coprir la
sua innocenza trionfo. Egli morì l'anno 418 propria malvagità sotto il manto del servizio
nella sua sede , dopo aver designato s . Germa- da doversi prestare al pubblico e comune van
no per successore. Egli fu onorato del dono taggio. Conviene penetrare pertanto negl' in
dei miracoli prima e dopo la sua morte. Gli timi recessi del cuore per discoprirvi che non
antichi breviarii d'Auxerre segnano la sua l'utilità del prossiino , ma l'amore di superare
commemorazione al primo di maggio , giorno altrui è quello che eccita ad ottener dignità .
della sua morte . Testimonii dell'ambizione sono la dissimula
AMATUNTA . Due città di questo nome zione nell'amministrazione dei proprii dove
ritroviamo poter far parte degli articoli no- ri , l'amor del riposo e della tranquillità. Av
stri , perché amendue sedi vescovili . La pri- verte il più volte lodalo s . Tommaso , 2 , 2 ,
ma è soggetta alla metropoli di Scitopoli , la quest . 187 , art . 2 , che sicut ad inordinationem
seconda apparteneva alla metropoli di Salami- voluntatis pertinet quod aliquis proprio molu
na, nell'isola di Cipro. feratur : ita etiam ad inordinationem volunta
AMBASCIATORE. È un ministro pubbli- tis pertinet quod aliquis omnino contru su
co , mandato da un sovrano ad un altro so- perioris injunclionein praedictum gubernatio
vrano per rappresentare la sua persona , e nis officium finaliler recuset. Sarebbe cosa in
Irattare secolui degli affari dello stato. L'i- finita ove recar si volessero le testimonianze
storia santa parla di molte ambascerie , al- dei Padri contro gli ambiziosi. Ognuno nel
cune delle quali sono interessantissime e suo stato ambisce , e quanto più gli uomini
di grande istruzione . Meritano menzione quel- sono inetti , tanto più sono ambiziosi . Pochi
la di Jefte al re degli Ammoniti ; quella di son quelli che sieno scevri dall'ambizione , e
Davide ad Hanon figlio di Naas, altro re de- niuno v'ha che non cerchi pretesti onde co
gli Ammoniti ; quella di Ben-Hadad re di Si- prire il proprio delitto .
ria ad Acabbo re d ' Israele ; quella di Eze Dal fin qui detto apparisce, peccare di am
chia re di Giuda a Sennacheribbo re di As- bizione colui che privo di talenti , e versando
siria, e di Sennacheribbo ad Ezechia ; quella in una totale ignoranza della legge , concorre
268 AMBOISE-AMBONE .
ad un impiego , i cui doveri non può certa- di Luigi XII , ed il potere che esercitava
mente eseguire . E questo peccato in lui di d'Amboise sulla Normandia si estese sopra
viene maggiore allora quando profonde i suoi l'intiera Francia. L'ascendente di cui go
doni per giungere al suo fine, poichè egli co deva sullo spirito del re fu dapprima diviso
nosce che questi sono atti a far commettere col maresciallo di Giè ; ma la regina e mada
una ingiustizia , nominando uno non idoneo, ma d'Angoulême avendolo fatto cadere in dis
e rimovendo chi ne sarebbe stato ca pace . Pec grazia , d'Amboise diventò primo ministro ,
ca poi gravemente ogni qualvolta proferisce e conservò questo titolo e l'amicizia del mo
sentenza secondo il suo giudizio ; poichè egli , narca fino alla morte. Si troverà difficilmente
ignorando la legge , non può secondo quella nella storia un secondo esempio di un favore
giudicare ; donde ne avviene ch'egli versi in sì gran tempo conservato ; ma tante vera
un continuo pericolo di danneggiare altrui con no analogie tra il carattere del principe e
una ingiusta sentenza. quello del ministro , che sarebbe difficile il
AMBOISE ( GIORGIO D') , conosciuto sotto pronunziare quale dei due avesse più influe
il nome di Cardinale d'Amboise , nacque nel za sull'altro . D'Amboise avendo l'ammini
1460 nel castello di Chaumont-sur -Loire, di strazione del regno , fece grandi riforme nella
illustre casa , e fu nominato vescovo di Mon legislazione ,, per abbreviare i processi e pre
talbano , non arrivando ancora al quattordi venire la corruzione dei giudici ; mise in as
cesimo anno , ciò che prova il disordine in selto le finanze ; e diede un bell'esempio di
cui era la disciplina ecclesiastica a quel tem moderazione , contentandosi dell'arcivescova
po. Si può avvertire a ciò con tanto mag do di Roano , di cui in molta parte impiega
giore certezza , quando d'Amboise , essendo va la rendita a sollievo dei poveri , ed al
divenuto ministro , riformò questa del pari mantenimento delle chiese . Si può credere
che tutte le altre parti della pubblica ammi: che un uomo , il quale non si è smentito mai
nistrazione. Essendo stato scelto da Lui nel colmo della prosperità , non bramasse di
gi XI per uno dei suoi elemosinieri , il suo esser fatto Papa che per adoperarsi a miglio
disinteresse e la sua avversione pei raggiri , rare i costumi della cristianità ; ma facea
tolsero che quel sospettoso monarca a lui av- d'uopo , perchè gli potesse riuscire di alzar
vertisse . Gli fu d'uopo però di molta pru si sino alla Santa Sede , di essere più pru
denza , giacchè amava assai il giovine duca dente ch ' egli non fosse. Da Papa Giulio II
di Orleans , il quale era abbastanza male ve- fu eletto legato in Francia,ed è cosa veramen
duto in corte , perchè si ascrivesse a delitto te straordinaria che lo stesso uomo in so
essere connumerato fra ' suoi amici . Luigi XI congiungesse le funzioni di primo ministro e
alla sua morte avendo affidato il governo del quelle di legato senza che avessero a fargli il
regno ad Anna di Beaujeu , sua figliuola mag menomo rimprovero la Francia e la corte di
giore, il duca di Orleans, primo tra i princi- Roma. Mori a Lione, il 25 maggio 1310 , nel
pi del sangue , umiliato da una scelta che lo convento dei frati Celestini , in età di cinquan
escludeva dagli affari , formó un partito , pre t'anni.
se le armi , e fu vinto e fatto prigioniero. AMBONE . È una specie di pulpito o di
D'Amboise , che si era dichiarato in suo fa leggio delle chiese antiche , donde i preti od i
vore , divise seco lui l'avversa sorte. Allor- diaconi leggevano o cantavano certe parti del
chè Carlo VIII cominciò a regnare da sè re- l' officio divino e predicavano al popolo; chia
stituì la libertà al duca di Orleans , il quale mavasi anche analogium . Si ascendeva all'am
venne tosto in gran credito ; d'Amboise fu a bone da due lati,motivo per cui alcuno ne de
parte della novella fortuna del duca , ed ol- riva il nome da ambo , ambidue . Vi si mon
tenne l'arcivescovado di Narbona , che per- tava per via di gradini , il che fece chiamar
mutò , nel 1493 , con quello di Roano per graduale quella parte dell'uflizio che ivi si
avvicinarsi alla corte. Sembra che il ministe- diceva. Oltre il Vangelo , ch'era letto dall'alto
ro di questo prelato cominci da tale epoca , dell'ambone e l'epistola , che leggevasi da un
poichè il duca di Orleans , ch'era governato- gradino inferiore , si pubblicavano pure da
re generale della Normandia , gli conferì tut- questo luogo gli atti dei martiri , vi si faceva
ta l'autorità , e perchè le ottime riforme che la commemorazione dei defunti, e vi si noti
fece in quella provincia parvero nunzie di ficavano al popolo le lettere di pace e di comu
quelle , che dovea quanto prima mettere in nione, che una chiesa mandava all'altra. Il can
opera per la felicità del regno. Carlo VIII tore, dice il Fleury , dopo l'epistola saliva sul
essendo morto nell'anno 1498 , senza figli, il l'ambone col libro detto graduale od antifona
duca di Orleans sali sul trono , sotto il nome rio, e vi cantava il graduale ed il responsorio ,
AMBROGIO (S.) D'ALESSANDRIA — AMBROGIO (S.) DI MILANO 269
cosi chiamato , perchè con questo il coro d'imparare a bene intendere la santa Scrittu
rispondeva al canlore. Qui pure i catecumeni ra per non essere un'altra volta con false spie
facevano pubblicamente la professione di fede, gazioni ingannato , ed in questo Origene gli fu
ed i Vescovi le loro difese quando erano accusa- maestro ; e fu alle premure di Ambrogio che
ti: alcune volte vi si conchiusero anche trattati dobbiamo le tante laboriose opere di Origene
e vi si coronarono re e imperatori . Agli amboni concernenti la sacra Scrittura, la confutazione
sottentrarono i pergami e le tribune.Le antiche di Celso , ed altri libri . Ambrogio molto sof
basiliche od i templi grandiosi erano decorati fri pel nome di Gesù Cristo con giubilo e fer
di due amboni, i quali servivano , uno per l'e- mezza, e fu miracolosamente salvato da varii
pistola e l'altro per l'evangelio. Cosi in S. A- pericoli in cui per la fede era caduto. La mag
gnese di Roma, che vennero poscia levati per gior prova di sua costanza fu da lui data nella
dare maggiore spazio alla chiesa; così nella cat- persecuzione , che nell'anno 936 l'imperatore
tedrale di S. Marco in Venezia, ed altrove. Essi Massimino ordinò contro i cristiani . Furono
erano collocati ora a destra , ed ora a sinistra disertati i suoi beni , saccheggiata la sua casa ;
nelle chiese latine , ma nelle chiese greche era egli stesso oltraggiato ed offeso in tutti i modi,
l'ambone sempre nel mezzo . Erano gli am e condotto attorno quasi in trionfo , e presen
boni costrutti di marmi preziosi, e di marmo tato a principi e grandi dell'impero. Tutto fu
era pure il leggio su cui posare il volume. Que- vano per indurlo ad apostatare ; perlochè fu
sto leggio era ornato o da un'aquila o da un separato dalla moglie , dai figli, dai fratel
angelo , o da qualche altro emblema allusivoli , dalla sorella , e trascinato in lontane re
alle pagine sacre, e che più adattavasi a deco- gioni . Ad Ambrogio lontano Origene scrisse
rare con gusto e con leggiadria il luogo in cui la sua Esortazione al martirio, animandolo co
veniva impiegato. Quando l'architettura nor- gli argomenti e colle parole ad essere intre
manna o gotica introdusse l'uso di costruire pido nella confessione della fede , ed a voler
il coro nella nave di mezzo , si collocarono gli dar la vita per amore di Gesù Cristo. Final
amboni nella facciata di fronte al coro stesso, mente Ambrogio sfuggi , s'ignora il modo, a
e guardanti il popolo, sebbene lontani dall'al questa persecuzione , e visse poscia ancor
tare ove celebravasi.— A Roma esistono tutto- lungo tempo così piamente e santamente co
ra amboni amovibili nella basilica di S. Gio- me per lo passato. Egli mori circa l'anno
vanni in Laterano. 250 .
AMBROGIO (S.) , diacono d'Alessandria nel AMBROGIO , d'Alessandria, discepolo del fa
III secolo al tempo di Origene, ch'egli in una moso cieco Didimo, verso la fine del IV secolo .
delle sue lettere chiama ipywaroixons ( il solle- Scrisse un trattato dogmatico contro Apollina
cilatore delle sue opere), la cui memoria è opo re e dei commentarii sopra Giobbe.
rata dalla Chiesa ai 17 di marzo. Ambro AMBROGIO ( S.) , arcivescovo di Milano, nac
gio era uomo d'illustre lignaggio, ricco, que , secondo l'opinare della più parte de
fornito di molto insegno , di eminente pie gli storici , verso l'anno 340 , in Treviri, o,
tà. Il suo nome cominciò a suonare con ono come allri vogliono , in Lione , dove suo pa
re circa l'anno 230 , verso la qual epoca si uni dre, che si chiamava pure Ambrogio , e che
in matrimonio con una certa Marcella , da cui noverava dei consoli fra ' suoi antenati , aveva
ebbe molti figli. Egli cadde sulle prime negli sede in qualità di prefetto del pretorio delle
errori fantastici dei Valentiniani e dei Marcio Gallie. Essendo ancora in culla , uno scia
niti, ma subito li ripudiò appena Origene gli me di api gli entrò nella bocca , mentre dor
ebbe fatta conoscere la verità. Fu allora ch'ei miva , donde il padre ne trasse lieti prono
venneordinato diacono, e che strinse con Ori- stici per l'avvenire, e pensò che suo figlio fos
gene il legame della più intima amicizia . Essi se destinato da Dio a qualche importante
convenivano insieme e l'un l'altro si confor- ministero. Morto ad Ambrogio il padre, la
tavano allo studio delle cose sante. Nel tempo madre lo chiamò a Roma, dove ella aveva
della mensa si pascevano lo spirito con qual- già posto stanza colla figlia Marcellina , che
che parte delle sacre Scritture , che altri loro si era dedicata al Signore col voto di vergi
leggeva, e sopra cui poscia s'intertenevano con nità. Il giovinetto Ambrogio , vedendo un
edificazione; nè mai andavano al riposo senza giorno che la madre , la sorella ed un'altra
prima avere udito qualche tratto dei libri san- vergine baciavano riverentemente la mano
ti , ed anche bene spesso rubavano al sonno di un Vescovo , presentò loro anche la pro
qualche tempo per passare buona parte della pria a baciare , dicendo che anche egli un di
notte in colloquii spirituali . Cosi narra lo stes. sarebbe vescovo. Frattanto , progredendo nel
so Origene. Ambrogio ardentemente bramava l'ela , progrediva del pari in virtù e sapere :
270 AMBROGIO (S.) DI MILANO
studió la lingua greca , e l'apprese cosi perfet- giovo a lui l'adoperare tutti i mezzi immagi
tamente che, se ne accettui s. Girolamo , non nabili per fuggire quella santa dignità, che lo
v'ha padre latino che mostri saperla più di lui . faceva tremare,che finalmente ad essa dovette
Compiuti i suoi studii uscì di Roma, e tanta sobbarcare le spalle.
fama ollenne nell'esercizio di questa profes Animato da quella grazia che a posto cosi
sione, che il prefetto lo scelse a suo consiglie- eminente lo aveva chiamato, e sorretto dal
re, cioè lo nominò suo assessore . Essendo cote- la sapienza e fortezza celeste , ei non man
sto prefetto stato eletto dall'imperatore Va- cò alla sua missione , e fu pello adempi
lentiniano nell'anno 369 a gran maestro o go- mento del ministero sublime che esercitava
vernatore d'Italia e della Sicilia , non che delle che molto dovette soffrire per parte del gio
isole vicine e dell'Africa , volle giovarsi più vane Valentiniano , 0 , a meglio dire, di Giu
direttamente dell'opera del giovine Ambrogio; stina sua madre , ariana ostinata , principessa
e quindi lo fece chiamare al governo dell'Insu- orgogliosa , donna inquieta ed intraprenden
bria , della Liguria e dell' Emilia , che com te , e dimentica dei benefizii che Ambrogio
prendevano tutta l'attuale Lombardia con tut- le aveva fatti, ottenendo la pace da Massi
to il Piemonte sin oltre a Torino, il ducato di mo , che già era per piombare sopra l ' Ita
Genova, quelli di Parma e di Modena ed il Bo- lia , e togliere ad essa ed a Valentiniano il
lognese sino ai confini della Romagna. Si narra potere. Non per questo ei çedette , che sen
che sul punto di partire pel suo governo , s. pre propugnatore della verità si dimostro ,
Ambrogio, recatosi a ricevere gli ordinidi Ani- e battagliante valoroso contro l'errore; ed
cio Probo, prefetto di Roma , ſu da questo ma- adorno d'invilta costanza egli apparve allo
gistrato confortato a compiere l'ufficio suo con ra spezialmente che ricusò a Teodosio , mac
queste parole : Andate e operale non da giudi- chiato di colpa, l'ingresso nella chiesa ,dicendo
ce , ma da Vescovo . Il fatto mostro che questa a Ruffino che annunziava la venuta di lui,
esortazione fu una specie di profezia. Arri se ei volesse tirannicamente usare la forza, tu
valo in fatti in Milano, Ambrogio acquistò la potrai bensi vedermi trucidalo , ma ceder non
stima e l'amore di tutti con le splendide sue mai. Non vi fu occasione cheAmbrogio lascias
virtù . se fuggire, in cui , potendo con tutte sue forze
Le devastazioni dell'arianesimo in Italia , e adoperarsi al bene della Chiesa e dei fedeli , non
soprattutto nella chiesa di Milano, chiedevano lo facesse ; e tanta fu la sua cura e sollecitudi
un pastore potente in parole egualmente che in ne , tante le sue fatiche e le veglie , 'che venti
opere. Da lungo tempo era questa governata due anni di ministero lo avevano già spos
da un eretico, tanto più pericoloso , quantochè sato , quantuoque non avesse che soli cin
faceva sembiante di comparire ortodosso. Aus- quantasette anni. Del rimanente questo gran
senzio aveva ingannato l'imperatore Valenti- luminare non isfolgorò maj di luce sì bella ,
piano , giurando con una sacrilega sfacciataggi- come nello approssimarsi al suo fine. Assicu
ne che la sua dottrina era la medesima che rò egli allora alla chiesa il diritto di asilo ,
quella di Nicea , e l'indolenza di questo prin- che sotto un sì saggio prelato non poteva es
cipe riguardo alla religione lo avevano indotto sere abusivo . Ebbe anche maggior cura di
a credere all'impostore sulla sua parola , mal- conservarla nel privilegio di custodire invio
grado la contraddizione della sua condotta ed labilmente i depositi. Ma la preminenza, che
i reclami dei concilii . L'astuto furbo erasi cosi ad essa conservava con maggior attenzione ,
conservato pel corso di venti anni in possesso si era la gloria della beneficenza verso tutti i
di una delle sedi le più importanti della Chiesa. membri della repubblica e l'esempio del
Finalmente ei mori e lasciò tutto nel più e- disinteresse.
stremo disordine .In mezzo a tanto scompiglio, Intento a provvedere la chiesa di veri mi
fu inviato Ambrogio onde calmare ed ordinare nistri , un'aria immodesta, un gesto poco regola
le cose ; e già era vicino a scoppiare tumulto , to, un portamento, od alcune maniere superbe
quando Ambrogio corse alla chiesa per calmar erano altrettante ragioni decisive per rimanere
il popolo , cui esortò con una tenera ed insi- escluso dai posti chericali. Egli ne ricusò uno
nuante eloquenza alla concordia , alla saggia che veniva implorato da un soggetto, che per
moderazione, così necessarie per fare l'impor- l'altra parte egli amava, per la sola ragione del
tante scelta di buon pastore. Sul momento tut suo esterno poco composto. Ad un altro che
ta la moltitudine, Ariani e Cattolici, con una aveva già trovato nel clero, e che meritò dies
nime voto dimandarono lui medesimo per Ve- sere interdetto per qualche tempo, egli proibi,
scovo , e più non vollero udir favellare di alcun nel ristabilirlo,di non mai accompagnarlo, per
altro per Vescovo, fuorchè di Ambrogio. Poco che il suo portamento era alcun poco altero.
AMBROGIO (S.) DA SIENA-AMBROGIO CAMALDOLESB 971
L'avvenimento fece conoscere che i santi i più riori a molte delle opere di altriscrittoridi que
caritatevoli veggono spesso più di lontano che sto tempo, e che in esse vedesi eloquenza , vi
i sospettosi mondani . Il primo di questi due vacità, forza , e spesso grazia non ordinaria .
soggetti abbandonò la fede nella persecuzione La perizia ch'egli aveva della lingua greca gli
degli Ariani ; e l'altro per un affar d'interesse, agevolo il valersi delle opere dei padri di quel
rinunziò parimente alla professione delle sana la nazione, e singolarmente di Origene, da cui
dottrina . pero con saggio discernimento ei non trasse se
4
Cadde finalmente nella malattia di cui morì , non ciò ch'era conforme ai dogmi della catto
ma che il tenne a letto assai lungamente. Non lica religione . E sembrato ad alcuni, che s . Gi
si tosto Stilicone vide il pericolo, che lo ri- rolamo parlasse di lui talvolta con qualche
guardò come la più grave sciagura per l'impe- disprezzo; ma è da leggere la bella apologia
ro. Fece radunare tutti i migliori amici ch'ei che su ciò ne ha fatto il dottissimo ed esat
conosceva del santo, gli obbligo di andarlo a tissimo p. Giovanni Stiltingo. Act. Ss. Sept.
visitare , ed impegnarlo ad ottener dal Signore tom . 8 .
la prolungazione dei suoi giorni . Nulla era più AMBROGIO DA SIENA ( S. ) , dell'illustre
conforme ai proprii loro voti, che espressero al famiglia dei Sansedoni di Siena , in Toscana ,
santo Vescovo molto più colle lagrimeche col- nacque in questa città il 16 di aprile dell'an
le parole . « Non bramo di vivere , egli loro ri- no 1226. Entrato in età di diciassette anninel
spose , nè pavento di morire: la inia vita e la l'ordine di s . Domenico , tali progressi fece
mia morte sono nelle mani del Signore : que- nello studio teologico da ottenere in breve tem
sto buon padrone ne disponga secondo la sua po il grado di cancelliere; e divenire lettore di
misericordia. » teologia. Inviato ad esercitare quest'ultimo of
I suoi diaconi , vedendolo sensibilmente ficio in Colonia , vi aggiunse anche quello della
mancare, conferivano già all'altra estremità dels predicazione , nella quale raccolse copiosis
la camera ove era il letto dell'infermo, intorno simi frutti, reprimendo l’eresie , riconcilian
al successore che dare gli si poteva: ma par- do le famiglie, facendo gustare ai popoli quan
lavano così sommessamente, che avevano biso- to sieno soavi i frutti della carità di Gesù
gno della maggior attenzione per intendersi fra Cristo.
di loro . Intanto mentre nominavano Simpli Ed esercitavasi in tali opere di massimo van
ciano, il santo, sebbene lontano, prese la paro- taggio alle genti , quando fu richiamato a Sie
la , come se fosse stato del loro consiglio, e dis- na , e dal comune inviato a Papa Clemente IV ;
se ad alta voce , approvando la loro scelta ; è onde si adoprasse colle preghiere affinchè quel
vecchio ma è buono . Rimasero cotanto confusi, Pontefice togliesse l'interdetto , onde aveva gra
che si diedero ad una fuga precipitosa. Simpli- vata la città in pena dell'aver seguita la parte
ciano infatti gli succedette. Sant'Ambrogio vide dell'imperatore Federico Il contro la Santa
poscia Gesù Cristo venire a lui con volto ri- Sede sotto il pontificato di Gregorio X. Una
dente, e ne avverti Bassiano, vescovo di Lodi, seconda volta fu mandato a Roma per lo stes
che orava con lui. Egli morì pochi giorni do- so motivo ed ottenne di nuovo la riconcilia
po . Il giorno stesso in cui spiro, rimase in ora- zione della sua patria colla corte pontificia.
zione dalle cinque della sera fino all'ultimo Ricusate le molte onorevoli dignità prelatizie,
suo momento , colle mani stese in forma di chè il vivere semplice e da privato era cosa
croce, e movendo le labbra senza che si potesse gratissima all'animo suo fondato sulla vera
intendere ciò che diceva . Il vescovo di Verce umiltà, tutta sua vita passò in diverse legazio
era andato a riposarsi alquanto, non creden- ni utili alla Chiesa , e nelle missioni apostoli
do quell'istante cosi vicino . Udi una voce che che, in cui metteva una particolare sollecitu
lo chiamò tre volte, e che gli disse ; « Alzati dine sempre mostrandosi e da per tutto grave ,
sollecitamente ; egli è sul punto già dipartire.» umile, modesto, paziente, e dato alle opere di
Non si tosto il santo lo ebbe confortato, che penitenza. Fu arricchito del dono di profezia
rese -lo spirito, la notte del venerdì venendo il e di quello dei miracoli prima e dopo la sua
sabato santo , 4 aprile dell'anno 597 . morte, che avvenne in Siena ilgiorno 10 mar
Le molle opere che di lui ci sono rima- zo dell'anno 1286 , giorno in cui il martirolo
ste, dice il Tiraboschi, tom . 2 , par . 2 , lib. 4 , gio romano assegna la commemorazione di lui .
cap. 2 , num . 9 , sono un onorevole testimonio Sebbene s . Ambrogio non sia stato formalmen
del profondo sapere di questo santo dottore. te canonizzato , piire i sommi pontefici Gre
Se se ne tragga un troppo frequente uso del gorio XV ed Eugenio IV hanno permesso che
senso allegorico della Scrittura, egliècerto che se ne faccia l'uffizio come di santo canonizzato.
esse non sono inferiori ad alcuna, e sono supe AMBROGIO il Camaldolese naqu e nel 1378
972 AMBROGIO (PADRE)-AMBROSIANI
a Portico , nella Romagna, della illustre fami AMBROGIO (OBLATI DI S.) . San Carloaven
glia dei Traversari di Ravenna. Si fece camal- do per lunga sperienza riconosciuto, che senza
dolese di 22 anni , e divenne generale del suo l'aiuto di abili ministri evangelici che fossero
ordine nel 1431. Il suo merito lo rese cono- bene imbevuti del suo spirito e delle massime
sciuto ad Eugenio IV , che l'inviò al concilio che voleva inculcare, gli riuscirebbe difficilis
di Basilea, a quello di Ferrara , dove arringó simo, e per cosi dice impossibile di condurre a
l'imperatore Paleologo in greco, con facilità si perfezione la grande opera che aveva intrapre
grande,che fece maravigliare i Greci medesimi, so, fondò nel 1578 una congregazione di preti
e in fine a quello di Firenze, in cui fu incari- secolari, che dipendessero interamente da ' suoi
cato di stendere il decreto di unione tra le due cenni, e di cui potesse disporre nel modo
chiese . Tanti servigi l'avrebbero innalzato alla che giudicherebbe conveniente pel gover
porpora , se la morte di lui accaduta in Firen- no della sua diocesi. Questa congregazione si
ze nel 1439 , non avesse prevenuto le disposi- chiamò degli Oblati , perchè composta di per
zioni del Papa, che lo destinava a quella digni- sone che spontanee si offerivano, e fu appro
tà. Ambrogio accoppiava alle virtù di un buon vata da Papa Gregorio VIII. Fu data loro
religioso i talenti di un dotto stimabile . Avea, ad officiare la chiesa del Santo Sepolcro ,
per ordine di Eugenio IV , dato mano alla ri- ch'era centrale , ed in gran venerazione a Mi
forma di molti conventi dei due sessi caduti in lano.
grande rilassatezza . Le sue visite , le fatiche, le Gli Oblati non facevano che un voto sem .
traversie , cui andò incontro in tale penosa plice di obbedienza fra le mani dell'Arcivesco
missione , sono descritte con molta sincerità , vo di Milano, loro solo superiore , a cui doveva
nel suo Hodoeporicon , il quale contiene parti- no essere uniti come i membri al capo , non
colarità curiosissime, in cui talvolta è costretto avendo altra volontà che la sua, non ricercando
di esprimere in greco certi disordini che non fuorchè la gloria di Dio e la salvezza delle
volle far noti ad ogni sorta di lettori . Le altre anime, promettendo di assistere l'Arcivescovo
opere di questo dotto religioso sono traduzioni nel governo della sua diocesi , di lavorare con
latine , I. Dell'Epistola di s. Gio. Grisostomo a molto zelo in tutti gli impieghi a cuivorrebbe
Slagira contro i delratlori della vita monastica , destinarli in ogni tempo ed in ogni luogo, e
Alost , 1687 ; II . Della Gerarchia sacra di s. principalmente in quelli che più difettano di
Dionigi l'Areopugita, 1492 ; III. Della Scala istruzione, d'amministrare le parrocchie va
spirituale di san Giovanni Climaco, in conti- canti , di dar missioni , di fare il vice-curato, di
nuazione del trattato di Cassiano: De institutis governar collegi e seminarii , scuole della dot
coenobiorum , Colonia, 1540 , IV . Del trattato trina cristiana e confraternite, di dare gli eser
dell' immortalità degli spiriti, d'Enea il plato- cizii spirituali a quelli che debbono promuo
nico , 1645 ; V. Del trattato di Emanuello Cale- versi agli ordini sacri ; infine di sostenere qua
cos, contro gli errori dei Greci,Ginevra , 1992 ; lunque officio massimo o minimo che piacosse
VI . De'discorsi di sanť Efrem , Firenze , 1481 , all'Arcivescovo di affidar loro , e pel tempo in
Bressanone, 1490 ; Parigi , 1505 ; Padova cui gli piacesse di farlo durare.
1685. E il primo che abbia pubblicato alcuna AMBROSIANE. V. AMBROSIANI , ordine di
cosa di quel santo . Martene ha dato, nel terzo sant'Ambrogio .
tomo dell ' Amplissima collectio, le sue lettere AMBROSIANI, ossia Ordine di S. Ambro
distribuite in venti libri , di cui la maggior gio. Alcuni favoleggiando assegnano per fon
parte tratta di affari del suo ordine. datori agli Ambrosiani tre gentiluomini mi
AMBROGIO (Padre ) di Lombez , cap- lanesi , contemporanei di sant' Ambrogio , ma
puccino , di cui il nome di famiglia era La tanto è assurda tale asserzione, che non convie
Peirie, 'nato a Lombez , il 20 di marzo 1708 , ne sopra di essa fermarsi. Pare invece che que
successivamente professore di teologia , guar- sti religiosi fossero altresi eremiti , ai quali
diano e definitore del suo ordine , ebbegrandi Papa Gregorio XI, che reggeva la Chiesa
talenti per la direzione delle anime , trionfò, a dal 1370 al 1378 , permised'intitolarsi di
forza di umiltà, d'un amore di sè troppo sen- Sant'Ambrogio al Bosco, di vivere sotto la re
sibile e di un eccessivo desiderio della pubbli- gola di sant'Agostino e di recitarei divini offi
ca stima, e mori in odore di santità, al 25 dicii secondo il rito ambrosiano, ch'era quello
ottobre 1778 a St. Sauveur, vicino a Barèges, della chiesa milanese. Lo stesso Pontefice diede
in età d'anni 70. Si hanno di lui: 1. Trattato loro facoltà di scegliere un priore, che doveva
della pace interna, stampato molte volte ; 2 . essere approvato dall'arcivescovo di Milano, e
Lettere spirituali sulla pace interna, e sopra determinò la forma ed il colore dell'abito che
altri oggetti di pietà, 1776 . doveano portare.
AMBROSIANI 273
Altre simili case sorsero in Italia ; ma eranoseguire senza dimcoltà , le religiosa si sottomi
l'una dall'altra indipendenti ; nè prima del sero alla giurisdizione dell'ordinario.
1444 furono riunile in una sola congregazio Vestiyano di color bruno, e seguivano la re
ne. Papa Eugenio IV fu quegli che a ciò gola di sant' Agostino. Sono più che settanta
provvide , assegnando per capo luogo il con le monache di quest'ordine morle in odore
vento di Sant'Ambrogio al Bosco presso Mi- di santità ; tra le quali , una delle più celebri è
lano. santa Veronica di Milano, morta nel 1497 e
Tenevano un capitolo generale ogni tre an canonizzata da Benedetto XIV nel 1749. Que
ni , sia per rinnovare il capo , sia per fare i sta virtuosa fanciulla, nata di poveri genitori ,
provvedimenti acconci a mantenere nella con- campava col lavoro delle sue mani ; non sapé
gregazione l'ordine e l'osservanza della rego va nè leggere nè scrivere, e si sentiva nondi
la . Questa osservanza essendosi in seguito ri- " meno una grande inclinazione per la vita re
lassata , gli Ambrosiani pregarono nel 1575 s. ligiosa ; epperò si presento come serva al con
Carlo Borromeo di assistere al capitolo gene- vento di Santa Maria a Milano ; vi fu ammes
rale, e di dar loro i suggerimenti opportuni . Il sa dopo una prova di tre anni ; poi mori in
santo vi aderi, ed essi molto si vantaggiarono età di cinquantadue, dopo aver lasciato l'esem
dei suoi prudenti consigli . Nel 1589 Sisto V pio delle più sublimi virtù .
riuni gli Ambrosiani e gli Apostolini , e questa Anche nella terra di Varese al nord -ovest
unione fu confermata nel 1606 da Paolo V , e di Milano, v'avea un monastero di monache
nondimeno soli quarantaquattro anni dopo, per Ambrosiane, il quale non faceva parte di nes
bolla d'Innocenzo X , quest' ordine fu sop suna congregazione.
presso. Quest'ordine però fu illustrato da va Riconosceva per fondatrice Catterina Mori
rii santi e distinli scrittori . gia , nata a Pallanza sul lago Maggiore ; unica
E perciocchè dalla storia si conosce che qua .superstite di una famiglia composta di genito
si tutti gli ordini monastici si compongono di ri e di undici figliuoli, lulli morti di peste , fu
religiosi dei due sessi , cosi ciò che degli altri raccolta ed educata da una donna molto pia,
avvenne, accadde anche di questo. Noi trovia, la quale avendole instillato i proprii sentimen
mo dunque religiose di Sant'Ambrogio, o An- ti , fu causa che Callerina si ritirasse con alcu
BROSIANE. ne compagne, divole al pari di lei , in un ro
Selte damigelle , di cui tre di Venezia e mitorio , nel monte di Varese. Tutte furono
quattro di Pavia , essendosi riunite verso il vittima della pestilenza, ad eccezione di Calle .
1408 per vivere insieme nella osservanza reli- rina, che ne fu tocca; ma ritornando a Varese,
giosa , fondarono nell'ultima nominata città ricuperò la sanità . Non abbandonò per altro il
l'ordine delle Annunziate di Lombardia . Que- suo primo pensiero, e fondò una comunità ,cui
sl'ordine novello si propagó a Tortona nel Sisto IV permise di far voti , osservando la re
1419, a Piacenza nel 1425, ad Alessandria e gola di sant'Agostino, e portando l'abito di
Valenza nel 1443 , ed a Voghera nel 1454. Ma sant'Ambrogio al Bosco : e ciò nel 1474. I ca
verso il 1470 la madre Giovanna di Parma, nonici di Varese donarono nel 1501 le loro
dello stesso istitulo, donna di gran virtù , es- prebende alle religiose ambrosiane ; poco dopo
sendo slata deputata per riformare alcuni mo una damigella assai doviziosa avendo preso
nasteri caduti in rilassatezza, fondò molle nuo l'abilo di quel monastero, gli dono tutli i suoi
ve case dello stesso ordine , e verso il finire beni , in guisa ch'esso fu in grado di ricevere
dello stesso secolo, le varie comunità di An- cinquanta religiose ; la madre Gatterina Mori
nunziale formarono una congregazione che gia era stata superiora della comunità da lei
prese il titolo di Sant'Ambrogio e di Santa fondata fino al 1478. S. Carlo Borromeo spes
Marcellina, ovvero di Annunziate di Lombar- so visitava queste monache, presso le quali si
dia. Il monastero di Pavia , culla dell'ordine, vedevano i corpi incorrotti di Catterina Mori
ne fu dichiarato capo. gia e della beata Giuliana sua prima compa
Dapprima la madre Giovanpa leneva capi- gna. Queste religiose portavano uno scapolare
toli generali, e deputava religiose per visitare bruno sopra un abito dello stesso colore ; in co
le case dell'ordine. Ma Papa Pio V , non tro ro oltre a ciò indossavano anche un mantello.
vando cosa prudente che le religiose andassero AMBROSIANI, chiamati anche Pneumatici
peregrinando, comandò alla medesima di eleg- od Entusiasti, erano discepoli di certo Ambro
gere per visitatore un ecclesiastico che avesse gio seguace di Baldassare Hiebmaier, che in
le qualità necessarie. Locchè non potendosi e tervenne con salvodotto al concilio di Trento .
Encici. Eccles. Vok 1. Fasc. V. 33
274 AMBROSIANO ( Inxo) - AMBROSIANO ( RITO)
Costoro, secondo che ci riferiscono il Lindano legge al termine della nona lezione del mallu .
nel libro secondo dei dialoghi , e nella Panalo tino, eccettuato il tempo in cui si fa l ' officio
pia evangelica, e Giovanni Eccio nel libro che di feria . Nelle principali solennità , quando si
scrisse contro la confessione di Zuinglio , spaccanla in coro solennemente l'uffizio, comesi
ciando come impreferibili le suggesſioni dello suole praticare in alcune chiese, dal celebranle
spirito, vantavano le loro pretese rivelazioni ovvero dall'ebdomadario all'intuonarsi que
divino e rifiutavano ogni libro del Vecchio st'inno viene indossato il piviale. Nei rendi
Testamento. Del rimanente essi erano di sella ' menti di grazie che per varie ragioni la Chie
Anabaltisti, e menarono rumore specialmen- sa innalza all'Altissimo , sempre usa il canto
te nell'anno 1546. Ved. Praseolo Marcossio, dell'inno Ambrosiano .
De vitiis , sectis ed dogmatibus omnium hae AMBROSIANO ( Rito ). Nei primi sei se
relicorum , coli dell'era cristiana, nella chiesa latina v'eb
AMBROSIANO ( Inno ) , ossia Te Deum. bero quattro liturgie principali , quella di Ro
Questo fu da alcuni attribuito a san Sisebuto ma , quella di Milano, quella di Francia e quel
monaco , da altri a Niceta , da altri a s. Abon- la di Spagna . La liturgia di Milano e della sua
dio, e anche da alcuni a s . Ilario. Ma il cardi- diocesi , chiamata Rito ambrosiano, non è meno
nale Bona, eruditissimo nelle cose sacre, ap- antica di quella di Roma . Certamente ella è
poggiato alla costante tradizione e ad alcuni anteriore a s . Ambrogio, dicendo egli stesso di
manoscritti antichissimi, lo dice composto da averla ricevuta da' suoi predecessori ; e non fu
s. Ambrogio insieme con s . Agostino . Della in appresso chiamata col suo nome , se non
stessa opinione sono il Berti ed il Feller. Alo perchè egli vi fece molte addizioni . Cosi a lui
terbury, rapito dalla robusta e veramente su- si attribuisce il canto alternativo degl'inni o
blime semplicità di questo inno, lo preferisce dei salmi , ad imitazione delle chiese orientali ;
a tutti i fiori della poesia e della reltorica. costume che ben presto si diffuse in tutto l'Oc
« Imperciocchè,egli dice, distinguono tale can . cidente ; ed a lui parimenti sono attribuili mol.
tico da lanli allri alironde rispellabilissimi, ed ii prefazii, i quali, al dir di Valfredo, si can
a buon dirillo ammessi nella liturgia , non so . tavano anche alla messa . Negli antichi Sacra
lamente quel gruppo d'idee vaste, grandi , pro- mentarii, molte preghiere per la benedizione
fonde, sublimi , che ne compongono la sosian. del cereo pasquale e la consacrazione dell'olio
za, ma la maniera pur anche con cui tutto cio sanlo portano il nome di s. Ambrogio.
è raccolto o piuttosto giltato là con ingegnosa Dopo la sua morte la chiesa di Milano osser.
negligenza , infinitamente superiore agli sforzi vò inalterabilmente tutti quei riti ch'eglistes
dell'arte. Il passaggio rapido dal cielo alla ter. so aveva osservali od introdotti; i soli cainbia
ra , e dalla tremenda maestà dell'Eterno alle menti introdotti consistettero in qualche mu
miserie ed ai bisogni dell'uomo; adorazione , tuazione fra la liturgia ambrosiana e la romana .
terrore, amore, speranza , affetti vivi e leneri , Cosi si trova nel Sacramentario di s. Gregorio
apostrofi di ammirazione e di ossequio, di fi- alcune preci altribuite a s.Ambrogio, e reci
docia e di gratitudine ; dizione animata e in procamente la chiesa di Milano sembra aver
disordine, tra passi duri ed ineguali , versi sen- arricchito il suo Libro della messa, ossia il suo
za metro , senza numero e senza cadenza ; lutto Sacramentario, di molti introiti lolti dal ines
esprime un enlusiasmo alimentato dal fuoco sale gregoriano. Landolfo ci riferisce, che a'tem
della divinità, e dimostra vera la maniera im . pi di Papa Adriano I e di Carlomagno, come
provvisa e per cosi dire inspirala ; onde un'an. avvenne in tutte le altre diocesi ed in tutta la
tica tradizione ci narra che tale inno inimita- Gallia che aveva abbracciato il rito romano, si
bile ſu composto dai due grandi dottori della pretese che anche i Milanesi lasciassero il pro
Chiesa,Ambrogio ed Agostino. I protestanti che prio, e si uniformassero alla maniera comu
hanno failo man bassa su tante cose cattoliche ne ; ma il clero ambrosiano costantemente si
non ebbero talento di prescindere da questa, rifiuto alle proposte, sostenendo che il rito era
che si avvidero come non comporlava soslilu- apostolico, derivato da s. Barnaba per quanto
zione. « È pure osservabile, dice lo stesso Felo è tradizione, od almeno dai primissimi tempi
ler , che non è stato mai tradotto in altra lin- della Chiesa, e riordinalo da un uomo celeber
gua con apparenza di buon successo, prova di rimo per santità com'era s. Ambrogio , e per
una bellezza originale ed impareggiabile. ciò da doversi conservare ; cosicchè Valafrido
Quest'inno , colanto sublime , nella recita Strabone fino dall'anno 819 scriveva che Ain .
dell'officio divino si canta o privatamente si brogio, vescovo di Milano ,aveva ordinata la dis
AMBROSIASTI - AMEDEO 275
posizione tanto della messa che di tulti gli al- per tutti gli stali , le quali sono brevissime for
tri uffizii nella sua chiesa, ed altre liturgie, e mule, come: Kyrie eleison, ovvero Domine, mise
che queste ancora si mantenevano nella chiesa rere. L'introito manca di antifona, non ha Glo
milanese. Anche nell'anno 1440 il cardinale riu , nė ripetizione, tranne nella messa da mor
Branda Castiglioni tentò un'altra volta di abo . to. Il sacerdote fa il segno della croce sopra di
lire il rito ambrosiano ; ma Bernardino Corio sè e sull'altare, e bacia sempre successivamen
ed Oldoino ci riferiscono che il popolo di Mi l'altare, ed il Crocifisso . Prima dell'epistola
lano sollevatosi contro di lui , ed avendolo gitta si dice una o due lezioni seguite da due verset
to per terra, lo costrinse a desistere da quella ti dei salmi , chiamati altre volte psallenda ; e
inutile impresa. Di questo rito scrissero molte nei nuovi messali psalmellus. Dopo il Domi
cose Giuseppe Visconti dottore del collegio nus vobiscum , il ministro risponde tre volle
Ambrosiano, nel suo libro de Ritibus missae, Kyrie eleison. Nelle messe solenni dieci vecchi
lib. 2; il cardinal Bona nel libro 1 , cap. 10, Re o dieci vecchie, che rappresentano la Chiesa ,
rum Liturgicarum ; il Fumagalli nelle sue an fanno l'offerta del pane e del vino per l'obla
notazioni alle opere di Demetrio Cidonio , e zione. Il primo vecchio offre tre ostie, ed il se
nella raccolta Milanese dell'anno 1757 ; ed il condo un'ampolla di vino. Nei messali ambro
Muratori nella sua dissertazione 57 delle anti- siani vi sono prefazii proprii per tutte le mes
child italiane. Alcuni pretendono , e tra questi se. Mentre si spezza l'ostia, non essendovi l ' so
il Puricelli,che il rito ambrosiano continuasse gnus Dei, il coro canta un'antifona chiamata
puro e uniforme dalla sua prima istituzione fino confraclorium . All'azione di grazie dopo l'ora
al presente, senza che mai vi fosse introdotta zione, il celebrante dice ancora tre volte Kyrie
variazione veruna . Ma se per noi è lecilo trat- eleison . Invece dell'Ile missa est, il diacono
tare qualche cosa, sebbene confessiamo che la canta : Procedamus in pace, ed il popolo ri
liturgia ambrosiana non mancò mai anche pri- sponde: In nomine Christi. Tali sono le precipue
ma di s. Ambrogio, perchè ov'erano cristiani , differenze che distinguono il rito ambrosiano.
era chiesa ed erano sacramenti , e per conse V.Lebrun , Sulla celebrazione della messa , l . 3 .
guente up rito ; e sebbene ignoriamo eziandio AMBROSIASTI. V. AMBROSIANI .
quali sieno state le immutazioni da questo san AMEDEO. V. AMADEO.
to introdotte; pure conosciamo che alcune si AMEDEO, vescovo di Losanna, nacque alla
curamente ne ha falle, dandone egli stesso in Costa S. Andrea , piccola città del Delfipato. Era
qualche modo ad arguirlo dai suoi libri, e co- figlio d'Amedeo, signore di Hauterive, cugino
me, se non altro, lo intendiamo da Paolino che del delfino Guigues VII e parente dell'impe
ne scrisse la vita , e da Agostino nel libro 9 delle ratore Enrico V. Questo signore si fece religio
Confessioni; i quali ci fanno sapere aver egli so cisterciense nell'abbazia di Bonnevaux nel
introdotto il costume di cantare le antifone, le vicinanze di Vienna di Francia , l’anno 1119,
gl’inni , i salmi , secondo il costume degli orien- esuo figlio entrò nello stesso ordine l'anno 1139.
tali, come abbiamo più sopra notato. Del ri. Egli succedetle a Bibiano nell'abbazia di Hau
manente poi , anche dopo la morte di s. Am- tecombe e a Guido di Matigny nel vescovato di
brogio in valsero nella liturgia milanese molte Losanna. Morì nell'anno 1158. Ci lasciò otto
cose , che prima non erano. Il cardinal Bona, omelie in onore della SS. Vergine, che alcuni
appoggiato all'autorità di un messale, una vol . autori avevano falsamente attribuite ad Ame
ta appartenente alla Certosa di Garignano, ri- deo , francescano portoghese, che viveva nel se
ferisce che il sacerdote nel principio della mes . colo XIV .
sa, stando sull'ultimo gradino, fa il segno di AMEDEO, religioso dell'ordine di s. Fran
croce e poi va recitando alternativamente col cesco, il cui vero nome e Giovanni Menez . Pre
chierico l'antifona ed il salmo Judica me, Deus , se moglie nell'età di 18 anni, ma avendo abban
che ora per certo non ha luogo nella messa donata la sposa nell'istante delle nozze, portos
ambrosiana . si in Castiglia a combattere i Mori, dai quali
Ecco quanto il messale Ambrosiano offre ferito in un braccio, pensò di ritirarsi dal mon
di particolare. In esso si trova l'antica ver do. Si crede che da principio fosse eremita eche
sione itala , ma alquanto diversa da quella per desiderio di versare il sangue per la fede
di S. Pietro in Roma . Non vi sono messe pei ve porto in Granata, ove scoperto , fu flagellato.
nerdi di quaresima: questa soppressione è po- Entrò poscia nell'ordine di s. Francesco, dove
steriore a s. Ambrogio. Tutti i messali sino al se- fu ricevuto in qualità di frate laico. Dalla e
colo XVIcontengono dopo l'introito nelle quat- semplarità della sua condotta s'avvidero i su
tro prime domeniche di quaresima pregbiere periori qual torto gli avessero fatto, per cui lo
976 AMEDIANI - AMERICA
ammisero tosto agli ordini sacri nel 1459. Il Amen sembrava un tuono : In similltudinem
Papa Sisto IV lo chiamò a Roma nel 1471 e lo coelestis lonilrui amen reboal.
scelse per suo confessore. Ivi Amedeo dimoro AMENOFI . V. Faraone.
fino all'anno 1482, nel qual anno gli si permiso AMENTE. V. Demente .
di visitare i monasteri della sua congregazione, AMERICA . A non altro attendendo in quan
e mentre stava per restituirsi a Roma, mori a to a questo articolo riguarda, se non a quelle
Milano, il 10 agosto del 1482. Si ha sotto il suo cose chespettano alla parte ecclesiastica, ommet
dome un libro di profezie, che fu senza dub- tendo di dire della scoperta di questa parte del
bio alterato, poichè in esso si trovano mollis. mondo, della sua divisione , e di quanto si ad
simi sogni affatto opposti alla fede. dice al politico governo, siccome cose che poco
AMEDIANI . Ordine religioso già esistente all ' uopo nostro influiscono, osserveremo che
in Italia, i cui membri così chiamavansi dalla Leone X creò il primo vescovado a S. Domin
professione che facevano di essere in ispecial go capitale delle Antille , l'anno 1517, ed i
Inodo amatori di Dio, amantes Deum, o forse suoi successori ne eressero di tempo in tempo
perchè dicevansi amati a Deo, amati da Dio. degli altri , di cui si composero le cinque pro
Portavano un abito grigio e zoccoli di legno, vincie ecclesiastiche dei dominii già spagnuoli .
non avevano calzoni , e portavano per cintura Giovanni di Cumerraga, che fu il primo ve
una corda . Possedevano ventotto conventi , e scovo di Messico, tenne il primo concilio l'an
furono uniti da Papa Pio V , parte all'ordine no 1534, e regolò la disciplina delle sue chiese
de Cisterciensi, e parte a quello dei Zoccolanti presso a poco com'è dipresente, e questo con
o portatori di zoccoli . cilio fu confermato da Pietro di Contreras pri
AMELECH , padre di Gioas, di quel Gioas, mo arcivescovo del Messico, l'anno 1585. V.
cui Acabbo ordinò di custodire il profeta Mi. Messico. Si ordinò in questo concilio che ogni
chea sino al suo ritorno dalla guerra con cattedrale avesse cinque dignità, cioè un deca
tro la Siria, l'anno del mondo 3107 , av. G. C. no , un arcidiacono, un cantore, un teologo, un
893. tesoriere , dieci canonici , sei prebendati , sei
Un secondo A MELECH è rammentato in Gere. semi - prebendati e sei cherici od acolliti , con
mia, ch'era padre di Jeremiel ; e questo nel buoni redditi. Tutto questo trovasi poco più
ca po 56. Al capo 38 poi si fa menzione di un poco meno in ciascun vescovado.
terzo AMELECH padre di Melchia, I Portoghesi che si sono impadroniti del
AMELIA , città d'Italia , cui fu recata la fede Brasile, fecero creare il voscovo di S. Salvatore
dalla predicazione degli Apostoli , e vi fu confer- nel 1552. Innocenzo XI lo eresse in metropoli
mata col sangue di molti martiri , fra cui distin- nel 1676 con tre suffraganei, che in seguito si
guesi Firminia figlia del prefetto di Roma , che accrebbero a nove, come sono al presente.
dopo aver ivi convertito alla fede un ministro , I Francesi, fattişi padroni del Canadà nel
sotto l'impero di Diocleziano, dal prefelto Ma. principio del secolo XVII , stettero lungo tem
gnenzio fu fatta crudelmente lacerare, e indi po senza vescovado . Clemente X ne creò uno
precipitata in un torrente. Di questa santa , che nel 1674 in Quebec , sottoposto immediatamen
divenne protettrice di questa città vescovile, si le alla Santa Sede.
celebra la festa il 24 novembre. Sonovi d'intorno all' America molte e vaste
AMEN . Voce ebrea che significa, vero, fedele, isole dove la religione cristiana non fruttifica
certo. Si prende per affermazione, ed è questa meno che nella terra ferma. L'isola Spagnuo
Ja maniera di cui servivasi il Redentore per af- la fra le altre ha molti vescovadi . L'arcivesco
armare i suoi discorsi : Amen, amen dico vobis. vo di S. Domingo è il primate non solo di que
In fine prendesi per dimostrare una brama, un sti , ma anche di tutte le Indie. Egli ha per suf
desiderio. Gli Ebrei finiscono i cinque libri dei fraganei i vescovadi di S. Giovanni , di Porto
Salmi , secondo il loro modo di dividere il Sal- Ricco , di S. Jago, di Cuba, di Venezuela o di
terio , colla voce Amen , Amen, chei Seltanta tra- S. Anna di Corro, di Honduras e della Conce
dussero per yevolto, yevolto, ed i Latini per fiat, zione o della Vega.
fiat. La Chiesa greca e latina conservarono que. La Martinica , la Guadalupa, S. Cristoforo,
sta voce nelle loro preghiere, come pure l'allelu- S. Croce, S. Martino, S. Bartolommeo e la Do
ja e l'hosanna, perciocchè ritrovarono questo minica sono altre isole in cui la fede cristiana
termine più enfatico nell'ebraico che non nella si stabili con rapidi successi. La Martinica che
traduzione . In fine delle pubbliche preci , il po- n'è la principale , è divisa per la disciplina ec
polo ad alta voce rispondeva Amen; e s. Girola- clesiastica in tre parti . Ciascuna di esse con
mo altesla che in Roma l'unanime risposta tiene inolto parrocchie, dirette dai domenicani ,
AMERICANI-AMICO 277
gesuiti, cappuccini, sotto un prefetto apostolic sce che quelli che portano questa pietra nel
co. Vi sono anche dei fratelli della carità detti dito, veggono dei sogni. Fage e Vatablo sog
Fate bene fralelli per la la cura degl' infermi, giungono : Chaldaice vocatur Een-egla, quod
e delle religiose orsoline che si adoperano all'j . scilicet formam et similitudinem oculi vilulini
struzione della gioventù come nel Canadà . Ol- praeseferat; nam Een oculum, egla vitulum
tre queste quattro corporazioni religiose, vi so: significat. Ii Menochio dice che questa pietra
no anche nella Guadalupa dei carmelitani che è chiamala ametista , quod ebrielalem prohibe
disimpegnano anch'essi alcune parrocchie. Ma re credatur. Vuolsi piuttosto che tal nome el
meglio parleremo in proposito alla voce Mise la assuma dal colore che porta.
SIONI , dove ci verrà aperto largo campo a ve. AMI, capo di una famiglia reduce da Babilo
dere quanti sudori abbiano sparso e spargano nia al tempo di Esdra, come abbiamo nel primo
in questa terra quegl' intrepidi ohe lasciando libro del medesimo Esdra, al capo 2 , v. 57 ..
Ja patria, i genitori , i congiunti per amore di AMICIZIA . Lodatissima è nella Scrittura la
Gesù Cristo, ivi si recano onde muover guer- vera amicizia , cui sono atti o doveri principali
ra all'errore e togliere dalla infelicità lo mi. la benevolenza ed affezione interiore, la con
gliaia di anime che vivono ancora prive dell'e. cordia ed unanimità di desiderii , di volontà ,
vangelica luce . di sentimenli in tutto ciò ch'è giusto ed one
AMERICANI . I popoli dell ' America , che slo ; la prestazione di reali servigi al bisogno
non sono convertili , adorano ordinariamente ecc. L'esempio di Davide e di Gionata, dei
il sole e la luna . Quando questi pianeti si ec- quali si trovano elogi nelle pagine saere, e di
clissano credono che questi dei sieno in colle 8. Basilio e s . Gregorio Nazianzeno, di cui la
ra , e per placarli , gli uomini digiunano, le don- storia ecclesiastica lesse gli encomii, bastano a
ne maritate si graffiano la faccia, e le zitelle si dimostrare quanto sia commendevole la vera
fanno punger la carne con piccolissimo spille amicizia.
fino a tanto che abbiano sparsa upa certa quan AMICO. Nome che prendesi nella Scrittura
tità di sangue. Una delle loro grandi supersti- per il più prossimo in generale , o quegli con
zioni è quella di credere , che per placar di cui nulla si ha di diverso : Amerai il tuo ami
vantaggio i loro dei , bisogna ehe le donne si co come le stesso, cioè come il prossimo tuo,
uniscano coi loro sacerdoti. Si legga in propo- il tuo fratello , dice Dio nel Levitico ; e nel
sito, Pietr. Marlir. Gomor, e Ross. , Delle reli- Deuteromonio : quegli che avrà ucciso il suo
gioni del mondo. prossimo senza saperlo , e senza aver prima
Oggidi il lume del Vangelo diffondesi per la rancore, ma il cui ferro sarà uscito dalla vagi
cura di quei zelanti , che dimentichi di sè non na ed avrà ucciso il suo amico ec. , da ciò e da
temono d'inoltrarsi fra i più selvaggi a toglie- altri luoghi si ha donde vedere che la voce a
re loro la caligine, che gl'ingombra, ed in cam mico e prossimo sono sinonimi .
bio dell'errore da più anni incominciò a ri L'amico prendesi anche in senso di favori
splendere anche in mezzo a quei popoli la ve to. Così dicesi che Chusai era l'amico ossia il
rilà. V. MıssionI . favorito , di Davide ; Zabub , figlio Nathan ,
AMETISTA , pietra preziosa , la nona se era l'amico di Salomone ; Ochozath , l'amico
condo l'ordine con cui erano disposte nel ra- particolare di Abimelech re di Gerara. I santi
zionale del gran sacerdote. Il suo colore avvi sono soventi volte addimandati gli amici di
cinavasi a quello del vino e finiva in violetto. Dio, ma questo nome fu peculiarmente dato
Si dice che preserva dall'ubbriachezza, ed im- ad Abramo: e con questo nome i Musulmani
pedisce gli effetti del veleno. Il nome ebraico, generalmente lo chiamano ; pcr cui alla ciltà
che i Settanta e la Vulgata Traducono per A. di Ebron , in cui ritengono che Abramosia sta
melista , è Achalma, che può significare il so to sepolto, danno il nome della Città dell'a
gno . Il Caldeo, Onkelos, e la versione siriaca mico di Dio.
ha Enengla che significa occhio di vilello. Il L'amico dello sposo è il paraninfo, quegli
nome d'Issachar era scolpito sopra di questa che fa l'onor delle nozze e che conduce la spo
pietra sul razionale del sommo sacerdote. sa alla casa dell'amico.
Fage e Vatablo in Exod . 28, 19 si esprimo Nei Proverbi e nell ' Ecclesiastico si possono
no in questi termini , parlando dell'Ametista : osservare quali sieno le qualità del vero a
Haec gemina hebraice Abalamah dicitur að mico.
Halom , scilicet, quod somnium significat, quod Hurė, nel suo Dizionario della Scrittura Sa
videlicet, is qui hunc lapidem geslat, semper cra , attribuisce alla voce amico undici diffe
somnia videat. Questa interpretazione sembra renti significati, quattro alla parola amica ed
sia stata lolta da Aben Esdra, il quale asseri- altrettanti alla voce amicizia .
278 AMIDA - AMITTO
Intorno poi alla voce amico, presa in ca- sesto , che Caalh ebbe a figliuoli Amram , Issar
$0 vocativo, ha l'articolo seguente, Amice : Hebron e Oziel . Come possono dire i citati au
1. Questa voce in vocalivo dicesi in modo tori cbe Aminadab era figlio di Caalh e Core
grave e per amicizia, quando si pipolge il di- fratello di Aminadab, e questi figlio di Core,
scorso ad amici famigliari, come in san Luca : quando sappiamo che il padre di Core era
Amice , commoda mihi lres panes ...amice, Isar, e che Core non ha mai avuto per figlio
ascende superius. Aminadab ? Anzi leggendosi nel ripeluto ver
2. Alle volte adoperasi in senso d'ironia per sello 29 : · Aminadab filius ejus, Core filius
indicare che laluno è indegno del nome di a. ejus, Asir filius ejus; – in apparenza si do.
mico, come abbiamo in s. Malteo : Amice, ad vrebbe sospettare tullo il contrario, cioè che
quid venisti ? ed in s. Luca : Juda, osculo Po Core fosse figlio di Aminadab, e non questi di
lium hominis tradis. Core, la qual cosa non può essere ammessa .
3. E questa una maniera di parlare usata Un terzo AMINADAB , ovvero ABINADAB , era
in quasi tutte le lingue, quando rivolgesi il figlio del re Saule, ucciso con lui nella batta
discorso a persona che non si conosce. In que- glia di Gelboe l’anno del mondo 2949 , avanti
sto modo trovasi in s.Matteo : Amice, non facio G. C. 1051 , come dal primo dei Re al cap. 31 ,
tibi injuriam ... Amice, quomodo huc intra e dal primo dei Paralipomeni , cap. 8,
sli non habens vestem nuptialem . AMINADAB ovvero ABINADAB, era un levita
AMIDA , città metropolitana e vescovile del . abitante di Cariath - larim , presso cui fu depo
la Mesopotamia , nella diocesi di Antiochia . I sta l'arca ricondotta dal paese dei Filistei ; I
Severiani monofisiti, allorchè comparvero nel Reg. cap. 7. Questi dimorava a Gabaa, cioè
l'Oriente, sparsero in questa città i loro erro- sull'allure della città di Cariath - larim . Suo
ri , e dopo tal tempo i patriarebi domenicani vi figlio Eleazaro fu destinato a custode dell'ar
tennero sempre la loro sede sino all'anno ca , che stelle della summentovata città per 71
4176 , in cui Michele, ch'essi chiamavano il anno, cioè dall'anno del mondo 2888 şin al
grande, la abbandono per istabilirsi a Vardes . 2959, nel quale Davide la trasporto a Gerusa
Dionigi , uno dei loro patriarchi , dice nella sua lemme.
cronica , che nell'anno dei Greci 940, di G. G. AMIRALDISMO. Nome dato da alcuni acrit
629, l'imperatore Eraclio fece erigere un gran lori alla dottrina della grazia universale, qua
tempio, ma all'uso de' cattolici e non dei do- le venne spiegata da Amyroldus , e Mosè Amy
menicani. raut, e da altri suoi seguaci fra i riformali
AMIEL, figlio di Gemalli . V. ANMEL . della Francia usciti intorno alla melà del se
AMINADAB , della tribù di Giuda , figlio di colo decimosettimo. Amiraldo ed i suoi segua
Aram , e padre di Naasson e di Elisabet moglie ci dicevano : 1. Che Dio vuole la felicità di lule
del gran sacerdote Aronne , Exod . 6, ecc . Nel ti gli uomini , e nessuno è escluso per divino
Cantico dei Cantici parlasi dei carri di Amina. decrelo. 2. Che nessuno può salvarsi senza fe
dab, encomiandoli perchè di una leggerezza de in Cristo. 3. Che Dio non nega ad alcuno il
straordinaria , donde rilevasi ch'egli fosse un potere di credere, quantunque non conceda a
celebre cocchiere, i cui cavalli erano di una tutti la sua assistenza, affinché possano valersi
prestezza singolare. di questo potere a fine di salvezza , e che molti
Di un altro ANINADAB, figlio di Caath e fra- periscono per propria colpa . Coloro che ab
tello di Core, parla il primo libro dei Parali- bracciarono questa dottrina furono chiamati
pomeni , al capo sesto. Tale è l'opinione del universalisti; quantunque sia evidente che fe.
Calmet ; ma l’autore del Dizionario tradotto cero la grazia universale in parola, ma parzia
dal P. Prospero dell'Aquila ne distingue due : le in realtà , e sono imputabili di grand'incon
uno figliuolo di Caath , e l'altro figlio di Core. gruenze più che non siano i sopralapsarii.
Amendue però sono in errore, dice il Monte AMISADAI , padre di Abiezer, della tribu
mani nel suo Dizionario Biblico ; perocchè , di Dan , come abbiamo dal libro dei Numeri al
sebbene si legga nel capo citato al vers. 22 : cap. 1 , vers. 12.
Filii Caath : Aminadab filius ejus, Asir filius AMITAL , figlia di certo Geremia della città
ejus : ciò non vuol dire che Aminadab , Co di Lobna . Fumoglie del re Giosia , e madre di
re ed Asir, fossero figliuoli di Caath ; concios Joachas e di Sedecia re diGiuda . IV Reg . 23,31 .
siachè qui si fa solamente menzione dei poste AMITTO , Amictus . Presso gli antichi Ro
ri di Caath , cioè di coloro ch'ebbero origine mani era una sopravvesla che portavasi sulla
dalla sua famiglia , e che da Davide furono de tunica . Presso gli scrittori ecclesiastici & una
stinali a cantori della casa del Signore , Difatti delle parti dell'abilo sacerdotale , comune ai
sappiamo dal primo versetto dello stesso capo Vescovi ed ai sacerdoti . Esso consiste in un
AMIZADAB - AMMINISTRAZIONE DEI BENI DELLA CHIESA 979
pannolino benedetto, che l'ufficiante si mette vasi fatta menzione di un altro Ammiel, che
intorno al collo e sopra le spalle quando si ve non devesi confondere coi due, dei quali ab
ste per dir messa. L'amitlo mettevasi antica- biamo lestè discorso ; poichè questo era figlio
mente sopra la testa, come anche al presente di Obededom , ed apparteneva alla classe dei
si usa da alcune corporazioni religiose, in me- portinai del tempio, eletto a tale ufficio da
moria, dicono i canonisti , o del velo che nella Davide.
notle della passione i soldati gettarono sopra AMMINISTRAZIONE DEI BENI DELLA
la faccia di Gesù Cristo, o della corona di spi- CHIESA ecc. Con questo nome s'intende il
ne di cui gli cinsero la fronte. L'amilto, del governo od il maneggio degli affari appartenen
quale non si può fare più alcun uso o perchè ti alla chiesa , agli ospitali ed agli altri luoghi
è logoro, o per altra cagione, dev'essere ab- pii . I Vescovi erano originariamente i primi
bruciato e le sue ceneri devono esser messo ed i principali amministratori dei beni delle
nel sacrario. loro chiese (Canone degli Apostoli , concilio di
AMIZADAB, figlio di Banaia, il quale era Antiochia nel 341 , canono 25 ) ; e per evitare
uno dei capitani dell'armata di Davide. Ami : l'abuso ch'essi ne potevano fare, erano obbli
zadab capitanava parte della truppa solto suo gali a renderne conto nel sinodo della provin
padre. I Par . 27 , 6. cia . Ciò veniva pure osservato nel divieto che
AMMA , cillà della tribù di Aser, all'est di și faceva alle persone ecclesiastiche d'alienaro
Tiro, secondo l'opinione di Barbie du Bocage. i fondi dei loro benefizii senza il consenso del
Jos. 19, 30 . capitolo o della comunità. E non ſu che verso
AMMAN . V. AMMON . il secolo VI che, abusando i Vescovi della loro
AMMANITI . V. AMMONITI . Qui si noli autorità nell'amministrazione del temporale,
che la capitale degli Ammoniti, nominata nella si assegnarono alcune rendite fisse alle chiese
Scrittura Rabbalh - Ammon , e dagli scrittori parrocchiali , ed in appresso a ciascun beneficio
profani Filadelfia , alle volte chiamasi anche che si erigeva in titolo ( Concilio di Carpen
Amman, ed il paese Ammanite. I luoghi in cui tras ). Nelle chiese d’Oriente i Vescovi stabili
la Vulgata, in luogo di Ammoniti, legge Am vano degli economi, che non potevano essere
maniti , sono : III Reg. 14, 21 , 31 ; II Par . 12 , che cherici . Questa disposizione si trova rin
13 ; 24 , 26. In alcune edizioni moderne questo novata nel secolo VII da un concilio di Sivi .
errore fu corretto. glia, riferito da Graziano, e dal secondo di Ni .
AMMAUM o Emmaus. Parlasi di questa cit. cea, canone 11. S'ignora in qual tempo questi
tà nel libro primo dei Maccabei, come di un economi siano cessati ; ma ciò accadde proba
luogo presso cui Giuda Maccabeo sconfisse Ni- bilmente verso il secolo X. San Carlo, nel suo
canore. Era posto ventidue miglia distante da concilio V di Milano, part. 3, cap. 11 , ba al
Gerusalemme, in mezzo alla campagna dove tresì ordinato che fosse stabilito un economic
cominciano le montagne della Giudea. per la sua melropoli ; ed il concilio di Trento,
AM US. V. EMMAUS. sess. 24, cap. 16 , De reform., ingiunge dover
AMMIEL , figlio di Gemalli della tribù di sene in tutta la Chiesa stabilir uno dopo la
Dan , uno dei dodici deputatida Mosè, affinchè morte del Vescovo. In Francia era il re chesta
si recassero nella terra di Capaan a conoscere biliva questi economi durante la vacanza dei
il paese , come abbiamo dal capo decimolerzo vescovadi e degli altri benefizii consistoriali .
del libro dei Numeri, al verselto 13. V. Ospitali , BENI DELLA CHIESA .
Nel libro primo dei Paralipomeni al capo 1 Vescovi sono per dirillo amministratori di
terzo, versetto quinto, vien fatta menzione di tutte le cause pie ; anche le leggi commellono
un Ammiel, il quale è ricordato anche nel se loro la vigilanza sull'amministrazione delle
condo libro dei Re al cap. 9, vers. 4. Questi era chiese diocesane, e questo diritto loro talmen
della cillà di Lodabar, ed apparteneva alla tri- te appartiene, che possono esercitarlo quando
bù di Simeone. Ebbe a figliuoli Machir e Bet- anche un testatore gli avesse esclusi sotto pena
sabea, quella Betsabea che poscia divenne spo- di nullità del legato, qualora s'immischiasse
sa a Davide e fu madre a Salomone. E dicen- ro, come apparisce dal cap. Tua nobis de le
do di questo Admiel, conviene osservare che slamentis . Infatti essendo questa ingerenza die
al cap . 11 , del lib. 2 dei Re è indicato sotto il relta al pubblico bene , a questo non deve pre
nome di Eliam , cui si legge che era padre valere una privata volontà.
Achitofel. Insieme al Vescovo appartiene al parroco il
Al capo vigesimosesto, vers. quinto del sum sopravvegliare all'amministrazione del pecu
mentovato primo libro dei Paralipomeni , tro- lio della chiesa . I magistrati politici in vigila
280 AMNISADAI-AMMONI
no essi pure all'amministrazione di questi be- dalo da un orribile deserlo . Nella sacra Scril.
ni , perché l'imperante civile promulgando leg- tura nulla troviamo di particolare intorno ad
gi apposile, la cura che vengano bene ed util. Ammone, bensi ella parla di Chain , e della
mente amministrati . città di Ammone od Ammon , della quale ab
AMMISADAI. Di esso si parla nel libro dei biamo testè parlato. V. AMMON od anche No
Num . ai capi 1 , 12 ; 2, 25 ; 7,66,71 ; è lo stes Ammon.
so che AMISADAI ( V.). AMMONE (S. ), solitario, fondatore dell'ere
AMMIUD , discendente di Efraim , e padre di mitaggio di Nitria chiamato dal suo nome A
Elisana . Num . 1,10 ; 2 , 18 ; 7 , 48,53 ; 10 , 22 ; mos od Amun , nasceva nell'anno 285 nel bas
I Par. 7 , 26 . so Egillo da distinta famiglia per nobiltà e per
AMMIUD, della tribù di Simeone , era padre opulenza : ed i suoi parenti lo avevano obbli
di Samuele , non però del profeta. Num . 34 , 20. gato ad ammogliarsi nell'età di ventidue anni.
AMMIUD, della tribù di Neftali , era padre Ma chiamato fin d'allora ad una vila più per
di Phedael. Num . 34 , 28 .
felta, persuase alla sua sposa di conservare la
In fine abbiamo nel secondo libro dei Re un continenza, e condussero insieme questa vita
Ammiud , padre di Tholomai , re di Gessur, e angelica per lo spazio di diciotto anni interi .
nel primo dei Paralipomeni , un altro dello stes. Dopo di che, trovandosi Ammone in maggior
Sò nome, padre di Olhei , cap. 9 , vers. 4. libertà per la morte dei suoi genitori , si ritiro
AMMON , ovvero No-Ammon , ciltà dell'E- sul monte di Nitria , così denominato dal nitro
gitto . Il caldeo e l'autore della Vulgata tra- che se ne traeva in abbondanza. Ivi egli diven
ducono ordinariamente questa voce per Ales ne superiore di una moltitudine di monaci , e
sandria, nel qual errore furono tratti dal cre la sposa di lui , dal canto suo , governo un
dere che Alessandria fosse collocata nel mede- gran numero di vergini . Mori in elà di sessan
simo luogo di No - Ammon ; perciocchè doveva- tadue anni , nel 347, celebre per la virtù e pei
no certamente sapere che Alessandria era po- miracoli . Sant'Antonio, saggio suo estimatore
steriore a No- Animon ricordata da Geremia , ed amico, che viveva da lui lontano per uno
Ezechiele e Naum , che vissero molto tempo spazio di Tredici giorni di cammino, vide l'ani.
prima che Alessandria fosse fabbricata. I carat ma di lui ascendere al cielo.
teri con cui questi profeti contraddistinguono AMMONI , città della tribù di Beniamino,
No - Ammon , dimostrano ch'ella dovesse essere dicono Adricomio e Simone, posta sui confini
Diospoli, ovvero la cillà di Giove, situata sul di Efraimo all'ovesi , e, secondo Barbié du
Della , tra Busiris al mezzogiorno, e Mendese Bocage, patria di Selec , uno dei più prodi del
al nord , in poca distanza dal Mediterraneo . l'armata di Davide. A conferma di questa opi
La ruina di quesla cillà predella con tanta nione il Barbié porla il testo della Vulgata, in
chiarezza dai summenlovali proſeli, ebbe com cui si legge Selec de Ammoni, II Reg. 23 , 37, e
pimento sollo Asaraddone e Nabuccodonosor, e l'altro parallelo del primo dei Paral ., che ha
forse, dice il Calmet, anche sotto Sennacherib- Selec Ammoniles, e qualche altra ragione pre
bo. V. Comm. in Ezech . Che che perciò si abbia sentata dal contesto , e dalle qualità di Selec .
dello in favore di Diospoli , non inferma la Altri per contrario non conoscono, nè ammet
opinione di alcuni che ritengono che No- Am lono Ammoni, ed io credo che abbiano ragione.
non fosse la No -Ammon di Tebe, capitale del. Il testo ebreo nei due luoghi citati legge Selec
l'alto Egitto . Ammonile ; tocchési puo intendere tanto di Selec
AMMON , figlio di Lot, nato da un incesto come nalo in Ammoni , quanto come se fosse
commesso con la minore delle sue figlie l'anno originario della nazione degli Ammonili . Hurè
del mondo 2107 , av . G. C. 1393. Nulla si sa di nel suo Dizionario non ha che la voce Ammoni
particolare della vita di Ammon , solo che abi- quantunque poi dica Selec Ammonita.Calmet
tò la parte orientale del mar Morlo, al di là parimenti non ha la voce Ammoni, ed al nome
del Giordano , nelle montagne di Galaad , e che Selec, encumia quest'uomo come celebre fra la
fu padre degli Ammobili , popolo sempre infe .. nazione ammonila. Il Simon , sebbene ammel
sto agl'Israeliti . Genes. 19, vers, 34-38, e segg. ta la cità di Ammoni , pure dice Selec della
Vcd, anche AMMONITI . nazione ammonita. A proposito poi della città ,
AMMONE, dio degli Egizii , forse lo slesso copia Adricomio , che aveva copiato un altro, e
che Cham popolatore dell'Africa, padre di Barbie, adottando questa opinione, senza aver
Mizraim , progenitore degli Egizii . Rappresen- la sufficientemente discussa, stabilisce la posi
ta vasi sotto la figura di un montone , ed aveva zione di Ammoni nei limili di Efraimo, sicco -
un celebre tempio in un luogo delizioso circon me arbitrariamente Adricomio l'aveva da pri .
AMMONIO-AMNON 281
ma collocata suiconfini di Giuda. Meglio adun- porta sacco, dal suo primo mestiere , ch'era
que torna ritenere Selec come appartenente quello di porlar del grano nei sacchi . Mori ver
allo nazione di Ammon, a quella guisa che leg- so l'anno 230.
gendosi Urias Hethucus si conosce che egli ap AMMONITI , popoli discendenti da Ammon
parteneva alla nazione elea, conforme alla opi- figlio di Loth . Alle volte si addimandano anche
nione degli storici sacri . Ammanili. Costoro sterminarono i giganti Zom
AMMONIO. Filosofo cristiano , maestro di zommim , delle cui terre presero possesso. Il Si
Plotino e d'Origene, fiori in Alessandria , dove gnore proibi a Mosė ed agl ' Israeliti di assalire
insegnava pubblicamente la filosofia sotto l'im- gli Ammoniti , poichè non voleva che le terre di
poro di Alessandro. Porfirio falsamente lo accu costoro divenissero possedimento degli Ebrei ,
sa d'aver abbandonata la religione cristiana Prima dell'ingresso degl’Israeliti nella terra di
nella quale egli era stato allevato ; giacché è Canaan , gli Amorrei avevano conquistato mol
certo, come dimostrano Eusebio e s. Girolamo, ta parte di paese agli Ammoniti e Moabiti . Mosė
che fino al termine della sua vita è stato fedele loro lo tolse e lo divise fra le tribù di Ruben e
alla dottrina ed ai precetti del cristianesimo. di Gad . Al tempo di Jeſte, gli Ammonili dichia
Testimonii ne sieno, dice Eusebio , i suoi scritti rarono guerra agl ' Israeliti , ma furono sconfit
eccellenli, che sono monumenti autentici della ti . Sempre infesti però agli Ebrei , quantunque
sua fede e del suo spirito, come, per esempio, il volte erano battuti , altrettante si mostravano
libro intitolato: De consensu Mosis et Jesu . Nel forti ed ardimentosi nell ' assalire il popolo del
numero delle sue opere devesi porre un vangelo Signore ; ma finalmente Iddio scagliò sue ven
composto di lutti quattro i vangeli , ch'è una dette sopra costoro , perciocchè mentreapplau
specie di concordanza scritta con molta fatica divano congiunti ai Caldei alla ruina del tem
e con istudio , come attesta Eusebio nella sua pio ed alle sciagure del popolo giudeo, gli stessi
lettera a Carpiano, posta in fronte a'suoi ca Caldei fecero pesare gravi sciagure sopra di loro.
noni sui vangeli , il che ha fatto dire a s. Giro- Ciò avvenne cinque anni circa dopo la ruina di
lamo che Ammonio aveva scritto dei canoni si- Gerusalemme. In seguito figurano ancora una
mili a quelli d'Eusebio . Invero però non sono volta sul teatro della guerra , guidati da Timo
canoni quelli che aveva composto Ammonio ; teo, e sconfitli da Giuda Maccabeo, come il pri
imperocchè i canoni non sono che indici dei mo libro dei Maccabei ne ammaestra . Si posso
passi dei vangeli contenuti in uno o più evan no leggere in proposito di questi popoli le pro
gelisli ; la concordanza d'Ammonio invece con fezie del salmo 82, vers. 6 e seg.; di Geremia,
tiene il testo intero dei quattro evangelisti , dei cap. 49 ; di Ezechiele, cap. 21 ; di Amos cap . 1 .
quali erasi servito Eusebio per fare i suoi ca e di Sofonia, cap. 2.
noni, che si riferiscono a quella concordanza e AMNIOMANZIA . È questa una specie di di
ne sono come una tavola. Tritemio altribuisce vinazione o pronostico che si crede falsamente
ad Ammonio anche dei canoni, ma infine sono poter dedurre da quella specie di cuffia o men
quelli d'Eusebio. Esiste a Parigi nella Bibliote. brana che avviluppa alle volte la testa di un
ca dei Padri una concordanza dei quattro evan bambino appena nato. La ſollia di tale pro
gelisti, falsamente attribuita a Taziano da Vil- nostico, dal quale si vuol dedurre occasione di
tore di Capua, che il cardinal Baronio, il padre predire uno stato avventuroso pel neonato, è
Labbè e molti altri scienziati altribuiscono in- cosi chiara che sarebbe inutile volersi occupare
vece ad Ammonio . Egli è certo che l'opera pa . di proposito onde dimostrarla.
rigina non è l'opera di Taziano, mancante del AMNON , figlio primogenito di Davide e di
le genealogie di G. C.,genealogie che si trova- Achinoam , s'innamorò in sì fatta maniera di
no in quella concordanza. Essa d'altronde por- Tamar sua sorella , che giunse ad usarle vio
ta il titolo d' Harmonia IV Evangeliorum , ed lenza ; ma non si tosto ebbe commesso il dete
è attribuita nel titolo ad un autore d’Alessan- stabile eccesso , che la passione sua convertep
dria ; e questo ha fatto congetturare al Baronio dosi in odio , scacciò ignominiosamente Tamar.
che fosse l'opera d'Ammonio che trovavasi ad Davide, il quale amava Amnon , fasciò impu
Alessandria, e che porta difatti il titolo d'Har- nito il suo misfatto; ma Assalonne, irritato per
monia. Zaccaria d'altronde, vescovo di Crisopo- l'insulto fatto da costui a sua sorella , risolse di
li , che viveva nel secolo XII e che ha fatti dei vendicarsene. Invito i suoi fratelli a coovito,
commentarii su quell'opera d'Ammonio, ha se ed appena Amnon si fu abbandonato ai piaceri
guito questa stessa parola per parola , ciò che della tavola , egli lo fece accidere, l’anno 1030
sempre più conferma l'opinione del Baronio. avanti G. C .; altri dicono avvenuto tal fatto
Quest' Ammonio è soprannominato Saccas o l'anno 1026 .
Encicl. Eccles . l'ol. I. Fasc . V '. 36
282 AMOC - AMORE
Di un altro Amnon , figliuolo di Simeone, • dre, si diede all'adorazione degl' idoli, abban .
fatta menzione nel primo libro dei Paralipome donando il Signore. Ucciso da alcuni congiura
ni, al capo quarto , vers. vigesimo. li , come furono scoperti , ebbero essi pure la
AMOC, della stirpe de'sagrificatori che rilor- morte per le inani del popolo, che pose Giosia
narono da Babilonia. È nominato due volte, la sul soglio in luogo dell'ucciso. Fu sepolto nel
prima fra i principali sacerdoti, che ritornaro. la sepoltura di suo padre nell'orlo di Oza . Nul-,
no dalla schiavitù con Zorobabele e col sommo la oltre ciò si sa di sua vila . Mori l'anno del
sacerdote Giosuè ; la seconda , all'occasione di mondo 3567 , av. G. C. 633.
Eber, che senza dubbio era suo figlio, e ch’ė AMOR di Dio. Il precetto dell'amor di Dio
nominato fra i principali sacerdoti , o capi del. è fondato nel primo e più grande comandamen
le famiglie sacerdotali , ch ' esercitavano il loro to: Diliges Dominum Deum tuum ex lolo corde
ministero sotto il pontificato di Joacim , figlio tuo, ex lola anima lua , et ex lola mente fua ecc.
del pontefice Giosuè. E fondato in secondo luogo sui principii del
AMOLONE , discepolo , diacono e successore la natura , poichè tutte le crealure, nel pubbli.
di Agobardo nell'arcivescovato di Lione, nel car la gloria del loro autore, gridano incessan
l'anno 840, governo quella chiesa con mollo temenle, che si ami e si adori ; ma questa ob
zelo e saggezza sino alla sua morte, avvenula bligazione è particolarissima ai cristiani , e pros
nell'anno 852. Aveva egli goduto di somma ri- pria della nuova legge, ch'è una legge di gra
putazione presso il re Carlo il Calvo ed il Pa- zia e di amore.
pa Leone IV . Gli scritti che in poco numero In lerzo luogo fondasi sulla giustizia, percioc
esistono di questo prelalo, danno un'idea van chè s'egli è giusto di amare il nostro Greatore,
taggiosa del suo spirito e della sua erudizione, da cui riconosciamo Iullo ciò che abbiamo, es
Il principale di essi è una letlera curiosa a sendo Iddio la sorgente di tutti i nostri beni,
Teobaldo, vescovo di Langres, sopra alcune pre. egli è dovere che gli dobbiamo riconoscenza di
tese reliquie portate da Roma da cerli monaci amore. Questo precelto obbliga ad amar Dio con
girovaghi , e sopra le convulsioni che le donne un amore di preſerenza sopra lutte le creature,
provavano alla vista di tali reliquie, convul- cioè che tra gli oggetti che ci è perinesso di
sioni che si volevano spacciare per miracoli . amare, noi amiamo Dio sopra tutte le cose. In
« 1 miracoli, dice Amolone, rendono spesso la segnano però i teologi che l'amor di Dio in uno
salute agli ammalati , ma non la tolgono loro stato perfetto ab omni parle non è di espresso
" mai, e nemmeno l'uso della ragione a quelle precello, perchè in questa vita tal perfeziono
persone che hanno fede in essi, » La sua lette non è molto possibile per cagion del peso del
ra diretta a Golescalco, in cui egli confuta gliere la concupiscenza : chè questo privilegio non èche
rori a quel monaco attribuiti, è scrilla con som per i beati : ma che ognuno sia tenuto di ten
ma moderazione. Nulla sarebbe stato più allo dere a lal perfezione, di fare i suoi sforzi per
a trarlo da'suoi errori , se fosse egli stato colpe- giungervi colla grazia di Dio, e che questo è
vole, quanto il modo caritalevole e la destrez- quell'aumento che la Chiesa medesima doman
za con cui adopera il rispettabile prelato . Esi- da a Dio nelle sue pregbiere : Da nobis fidei,
slono pure di lui alcuni opuscoli sulla grazia spei cl charitatis augumentum . Questo precelto
e sulla predestinazione, dove vengono trattale obbliga a fare gli atti di amor di Dio di tem
le materie secondo i principii di sant'Agostino. po in tempo, particolarmente negli atti di re
Tutti i prefati scritti furono inseriti nell'edi- ligione, come le preghiere quotidiane, e nel ri
zione di Agobardo, pubblicata da Baluzio, nel cevimento dei sacramenti . Perché i precetli
1666 , da cui sono passati nella Biblioteca dei sono dali , dice s . Tommaso, 2, 2 , quacst. 44,
Padri . art . 2 , affinchè si facciano gli atti delle virtil
AMON , governatore della città di Samaria. convenevoli . 3. Egli ci obbliga di riferire a Dio
Costui ritenne prigione il profeta Michea per almeno virtualmente lutte le nostre azioni . In
ordine del re Acabbo, come abbiamo dal terzo falli, in questa vita l'uomo non può esser occu.
libro dei Re, al capo 22 , vers . 26 . palo in Dio in ogni momento espressamente, e
Il secondo Amon era il decimoquarto re di basta che il nostro cuore si porti a Dio con una
Giuda , figlio di Manasse e di Messalemelh fi- cristiana condolta ; e che nulla vi entri che sia
glia di Harus, della città di Jeteba . Incominciò contrario a questo amore, secondo le parole di
a regnare nell'anno del mondo 3365 , av. G.C. s . Giovanni nel ca po primo: Haec est charilas
635 , in elà di 22 anni , e ne regnò due in Ge. Dei; ulmandata ejus custodiamus, e s. Grego
rusalemme. Empio e spregevole agli occhi di rio, nell'Omelia XXX in Evang . , conchiude,
Dio, perchè imitalore della empietà di suo pa- che le nostre buono opere sono conseguentem3n
AMORE 985
te la miglior prova, che noi possiamo dare del nostri nemici è vero , dice s . Gregorio nel li
nostro amore per Dio : Probatio ergo dilectio- bro 22 dei Morali , al capo sesto, quando noi
nis, exhibitio est operis . V. Carita'. non siamo afflitti della loro prosperità , o che
AMOR DEL PROSSIMO . Esso è fondato sul noi non godiamo per le loro perdite o danni o
precetto della carità , che Gesù Cristo ci ha in- gastighi . » Questo è ilcerto segno che noi ve
segnalo e ch'egli chiama il secondo comanda- ramente gli amiamo.
mento : Secundum autem mandatum simile est Delte queste cose in generale intorno alle tre
huic : Diliges proximum fuum sicut leipsum ; sorta di amore , conviene alcunché osserva
Matt. 22, 39 ; cioè, l'amor che abbiamo per noi , re partitamente, per ciò che alla pratica può
dev'esser l'esempio e la regola di quello che essere di sussidio. Ed incominciando dall'amo
noi dobbiamo avere per il prossimo. Ciocchè re di Dio , sarà utile sapere coi teologi , per
fa comprendere, che uno deve amarsi, con pre primo essere ciascuno obbligalo in pratica al
ferenza al prossimo: perchè la regola e l'esem . l'amore di Dio, come giunge all'uso della ra
pio, come osserva s. Tommaso, 2, 2, q . 28, art. gione, e peccare chi omelte di fare alti di cari
* , sono preferibili alle cose, cui servono. Dal- tà . Dice in fatti s . Tommaso, 2, 2. quaest. 89 ,
l'altra parte, l'uomo per sè medesimo ha un art . 6, ad 3 : Ab aliis peccalis mortalibus potest
rapporlo più immediato a Dio, che per il pros puer incipiens habere usum rationis per ali.
simo. Così la carità , dopo Dio, si estende pri quod tempus abstinere, sed a peccato omissio
inamente all'amore che noi dobbiamo avere : 1 . nis pracdictae non liberalur , nisi quam cito
per l'anima nostra ; 2. per la nostra vita e tut. polest , se convertat ad Deum . Primum enim
to ciò ch'è necessario per conservarla ; 3. per quod occurrit homini discretionem habenti est
il prossimo. Ora bisogna amare il prossimo co. quod de ipso cogilet , ad quem alia ordinet ,
me uno deve amar sè stesso, quantunquo non sicut ad finem : finis enim est prior in inlen
con preferenza a sè ; ma questo amore che uno tione. Et ideo hoc est tempus quo obligalur ex
ha per sè e per il prossimo, deve rapporlarsi praeceplo Dei affirmativo, quo Dominus dicit :
a Dio, ch'è il nostro ultimo fine, e non a noi Convertimini ad me, et ego convertar ad cos.
stessi, ed egli è quello , in cui dobbiamo noi Pertanto meritamente Alessandro VII , il 24
porre tutte le postre felicità e beatitudini: co- settembre 1665 condannò la seguente proposi .
sicché questo amore non deve impedirci di zione, insieme ad altre ventisei , almeno come
amar Dio con tutto il cuore e con tulla l'ani- scandalose : Homo nullo unquam suae vitae
ma nostra , V. Carita'. tempore tenetur elicere aclum fidei , spei et
AMOR DEI NEMICI . Questo si obbliga in pri- charitatis , sive praeceptorum divinorum ad
mo luogo a condurli a Dio nel riconciliarsi eas virtutes perlinenlium.
con noi : « Non siate pigri , dice sant'Agostino Alla domanda se basti per adempiere questo
nell'esposizione dell'epistole di s. Giovanni , precetto non far cosa alcuna che gli si oppon
ad amare i vostri nemici . Quando un uomo vi ga , ovvero se sia necessario il fare alli espres.
maltratta , servilevi della preghiera per pla- si di amor di Dio, e quando corra quesl'obbli- ,
carlo . S'egli vi odia , abbiate pietà di lui. Que. go, si potrà primamente rispondere, che non
st'odio, che egli ha per voi , è come una febbre essendo il precetlo soltanto negativo , ma anco
del suo spirito : s'egli ne sia una volta guarito, ra affermativo , cosi non solo obbliga a non
vi ringrazierà delle cure, che voi avete prese fare e pensare cosa in opposizione all'amor di
per la sua guarigione. » Gesù Cristo ci ha co- Dio, ma allresi obbliga a fare atti espressi di
mandato di amare i nostri nemici : Ego autem carilà .
dico vobis : Diligile inimicos vestros ; benefaci. In quanlo alla seconda parte diremo con s.
te his qui oderunt vos, et orate pro persequen- Tommaso e col maggior numero dei leologi ,
tibus et calumniantibus vos. Matth . cap. 5. Que esser l'uomo tenuto agli atti espressi di carità :
sto precello ci obbliga non solamente a per- 1. Al momento in cui acquista l'uso della ra
donare ai nostri nemici nel fondo del cuore, e gione ; il qual momento però devesi prendere
ad essere disposti a servirli nei loro bisogni, moralmente, cioè per un tempo congruo e di
ma a testificar loro nelle occasioni , che non screto, ed è anche da osservarsi , che l'uso del
si ha verun odio per essi ; ciocchè deve farsi la ragione non viene in egual tempo ai fanciul.
conoscere, rendendo ad essi gli ordinarii dove . li , ma a chi più presto ed a chi più tardi , ed a
ri , che esigono la civiltà e la carità cristiana, grado a grado. 2. Che questo precelto obbliga
mentre ciò può servire per riconciliarci con nel pericolo di morte, non essendovi di più ne
loro e frastornarli dalla perseveranza nell'odio cessario in quegli estremi quanto che l'uomo
che hanno per noi . « Il nostro amore per i di tutto cuore a Die si converla . 3. Che questo
284 AMORE

obbliga eziandio più volte nel corso della vila ; stolo, convengono tutti i teologi , essere conte.
per cui la ommissione di ciò non può scusare nulo un precetto. Il che conferma l'Apostolo
di mortal colpa . Quindi è che le parole del di . ' medesimo nella stessa lettera, al capo sedicesi.
vino Maestro : Manete in dileclione mea , secon mo, vers . 13 , 14 , ove scrive : Vigilate, slate in
do la esposizione di Agostino, Gian Grisosto- fide, viriliter agile, et confortamini; omnia ve
mo, Teofilatto, Beda , Roberto Abate, dinotano stra in charitate fiani. Cioè, come spiega l'An
Ja continuazione, la frequenza, la perseveranza gelico nella terza lezione : « Ogni cosa devesi
dell'amor di Dio, e non solamente la dinota- riferire al fine della carità, cioè, ogni cosa de
no, ma la inculcano e la comandano. Dunque vesi fare per Iddio e pel prossimo. » La mede
non basta l'amor di Dio con alti espressi di ca. sima cosa comanda s. Pietro nella sua prima
rilà una sola volta all'anno , ida è necessario lettera , al capo primo, vers. 15 : Secundum eum,
di farli più volte, nè si saprebbe come scusare qui vocavit vos, sanctum, el ipsi in omni con
di peccato mortale chi non gli esercitasse al . versatione sancli silis.
meno una volta al mese , od almeno nelle so Il terzo argomento deducesi dal con une con
lennità in cui si ricordano i principali misteri senso de' Padri. San Basilio, nel libro secondo
de Baptis., al capo undecimo, dice : Necessa
della religione.
Oltre a questi tempi siamo tenuti per acci. rium estprueceplum Apostoli servare dicentis:
dens all'esercizio dell'amore di Dio : 1. Ogni Omnia honeste, et secundum ordinem fiant.
qual volta ci convertiamo al Signore, e ci ac El quum Paulus in Christo loculus ostendil,
costiamo al Sacramento della penitenza. 2. sive edatis, inquiens , sive quid aliud faciatis,
Quando essendo in disgrazia di Dio, siamo per omnia ad gloriam Dei facile.
ricevere od amministrare qualche Sacramento . San Girolamo, nella sua lellera a Ctesifon
3. Quando siamo gravemente tentati di odio te, risponde contro Pelagio in questi termini :
di Dio, essendone esso il più efficace rimedio Audi, ingrate sacrilege, Apostolum praedican
4. Quando sentiamo strapazzare e bestem tem : « Sive manducalis, sive bibilis, sive quid
ziare il divio nome, e vediamo fare qualche aliud facilis, omnia in nomine Dei agile. San
azione massimamente maliziosa in onta di sua t'Agostino, nel libro de Corrept. et gral., al
Divina Maestà , esigendo l'amor nostro filiale capo terzo dice : Praecepil Apostolus dicens :
che ricompensiamo con un atto dicarilà l'in « Omnia vestru in charitate fiant. »
giuria gravissima che le viene recata . L'ultimo argomento in fine si deduce dalla
Dalle parole che contengono il precetto di ragione. Le ragioni si possono richiamare a
amar Dio : Diliges Dominum Deum tuum ex tre principii, in forza dei quali ogni opera no
toto corde tuo ecc., chiaramente si vede come stra devesi riſerire in Dio ; cioè alla creazione,
virtualmente debba l'uomo riferire tutte le alla conservazione ed alla redenzione. Ed in
opere sue al Signore. Infatti, se Dio ricerca che vero per ragione della creazione ogni postra
gli sacrifichiamo tutto il cuore e tulta l'anima opera si deve riferire a Dio. Imperocchè sicco
nostra, con maggior diritto ei no ricerca tutte me Dio è principio di tutte le creature e delle
le opere che dal cuore e dall'anima procedlono . azioni , così anche è il fine cui devonsi queste
• Imperocchè chi vuole il suolo , vuole anche le cose rivolgere . Tutte le cose che Dio ha falto,
frutta che sono dal suolo prodotte . Quindi le fece per sé medesimo : dunque in ordine a
l'Angelico da questo precetto ottimamente in Dio tutte le cose devonsi desiderare ed amare.
ferisce che ogni opera nostra devesi a Dio ri E che ? Iddio non ha forse un assoluto e perfetto
ferire, 2 , 2 , quaest. 100 , art . 16 , ad 2 : Sub dominio in tutte le nostre azioni, non soto pel
praecepto charilatis conlinelur ut diligalur titolo della creazione , ma anche di una conti.
Deus ex toto corde, ad quod perlinet ut omnia nua conservazione ? Adunque per un doppio
referantur in Deum . Et ideo praeceptum cha- titolo a lui si devono riferire, e come a signo
rilalis implere homo non potest nisi eliam re e come a conservatore. Che se a Dio devon
omnia referantur in Deum . Soggiunge l'Ange- si tutte le cose e le azioni riferire pel doppio
lico , che questo precetto essendo affermativo, titolo che egli ne ha di creazione e di conser.
vazione, ciò maggiormente devesi fare pel tito
non obbliga però pro semper .
Il secondo argomento a prova della nostra lo ineffabile della redenzione. Oltimamente
asserzione si desume dall'apostolo s. Paolo , queste ragioni le tralla s. Bernardo, nel suo vi
il quale scrive nella sua prima leltera ai Co- gesimo sermone intorno alla Cautica , così espri
sintii , al capo decimo : Sive ergo manducalis, mendosi : Si lotum me debeo pro me fuclo, quid
sive bibitis , sive aliud quid facilis, omnia in addam janı pro refecto, el refecto hoc modo ?
glorium Dei fucile. In queste parole dell'Apo . Non enim tam fucile refectus quan fuclus. si
AMORE 985
quidem qui me lanlum el semel dicendo fecil, Joan. Videte, dic' egli, quanta opera facit su
in reficiendo profecto el dixit mulla, el gessil perbia. Ponile in corde quam similia facial, or
mira, et perlulit dura , nec tantum dura, sed quasi paria charitati. Pascil esurientem chari
el indigna ... In primo opere me mihi dedit, tas, pascit et superbia ; charitas ut Deus laude
in secundo se. Dalus ergo et reddilus , me pro tur, vestit nudum , veslit et superbia : jejunal
me debeo el his debeo. Quid Deo rilribuam pro charilas , jejunat et superbia : sepelil mortuum
ae ? Nam , etiam si me millies respondere pos charitas, sepelit et superbia .... Sed interior
sem, quid sum ego ad Deum ? Ed in vero noi charitas lollit locum male agitatae superbiae ..
colla infinita opera della redenzione fummo Audes aliquid dicere, sed non ego. Paulus dixil.
comperati da Dio dallo stato di servitù , secon Moritur charitas, idest homo habens charitatem
do il dire di Paolo nella prima epistola ai Co- confitetur nomen Christi, ducit ad martyriuni :
rintii , al capo sesto : Non estis vetri : empli confitelur el superbia, ducit ad martyrium :
enim estis pretio magno. Adunque non dob- ille habet charitatem , illorum habet charita
biamo vivere ed operare per noi , ma per il Si- tem . Sed audiat ab Apostolo ille qui non habet
gnore, secondo che dice Paolo nella seconda sua charitalem : Sidistribuero omnia ecc. Ergo Scri
epistola ai Carintii , al capo quinto : Pro omni- plura divina intro revocat a jactatione hujus
bus mortuus est Christus, ut qui vivunt jam forinsecus: et ab ista superficie, quae jaclatur
non sibi vivant, sed ei qui pro ipsis mortuus est. anle homines revocal nos intro. Redi ad conscien
Ed ai Romani al capo 14 : Nemo nostrum sibi tiam tuam : ipsam interroga. Noli allendere
vivil , et nemo sibi moritur. quid forel foris, sed quae radix est interna. Ra
Queste cose esposte intorno all'amore di dicala est cupidilas; species polest esse bonorum
Dio, è necessario qualche cosa osservare intor- factorum ; vere opera bona opera esse non pos
no all'amore che devesi al prossimo. E qui sunt. Radicala est charitas, securus cslo ; ni
per primo osserveremo intorno al dovere di hil mali procedere potest.
esercilar carità verso il prossimo anche con Le opere esterne sono morle alla vila eterna,
proprio danno, doversi per principio conosce ove non sieno vivificate dalla carità cristiana,
re, il danno distinguersi in due sorla , cioè in come l'Apostolo : Si charilalem non habuero,
temporale e corporeo , ed in ispirituale, la qua- nihil mihi prodest. Adunque le opere esteriori
le distinzione ammessa ne segue, che con dan- di liberalità , di beneficenza verso il prossimo
no temporale siamo tenuti ad usare la carità non sono inelte ad adempiere quel divino pre
verso il prossimo, dicendo la increata Sapien- cetto, da cui siamo obbligati ad amare il pros
za : Qui negligil damnum propter amicum , ju- simo. Si aggiunge che nello stesso modo, osser .
stus est. Proverb. 12 , 26. Non però egualmen- vata la debita proporzione, siamo obbligati di
le devesi dire quando il danno che sovrasla amare il prossimo e Iddio. La somiglianza di
sia spirituale, dicendo s. Tommaso : Delrimen- entrambi i precetti chiaramente ciò manifesta .
ta temporalia debct homo suslinere propter Ma Dio devesi amare con alto interno : adun
umicum, et in hoc ipso se magis diligil secun que con atti interni anche il prossimo. Della
dum spirilualem menlem : quia hoc per linel ud medesima specie in fatto è la carità con cui a
perfectionem virtutis , quae est bonum men miamo Dio ed il prossimo. Pertanto con un in
tis. Sed in spiritualibus non debet homo pali terno naturale e soprannaturale amore dobbia
detrimentum peccando, ut proximum liberet mo amare il prossimo. E questa l'opinione po
a peccato. Dalle quali espressioni è chiaro non sta fuori di controversia da' teologi, ed appro
essere alcuno tenuto ad usar carità verso il vala dal sommo pontefice Innocenzo XI , con
prossimo condanno spirituale ,ossia col peccato. dapnando le due surriferite proposizioni .
L'amore del prossimo poi è l'obbligo nel In quanto al significato di quelle voci: sic
l'uomo di amare il prossimo suo con parlico- come le stesso, contenute nel precello di carità
Jari atti interni , in forza del divino precello di verso il prossimo, basta consultare un istante
carità . La contraria opinione infatti fu condan- l'angelico dottore s. Tommaso , il quale nedarà
nata in queste due proposizioni . Non tenemur tostamente la spiegazione. Egli dice infatti, 2,
proximum diligere aclu interno et formali. 2, quaest . 44 , art . 7 : Modus aulem dilectionis
Praeceplo proximum diligendi salis facere pos- tangitur, cum dicitur, sicut teipsum : quod non
sumus per solos aclus internos . La dottrina est intelligendum ad hoc quod aliquis proxi
dunque della Chiesa è quella che dice noi es mum sibi aequaliter diligal, sed semiliter sibi.
sere obbligati ad amare il prossimo con un alto El hoc tripliciler. Primo quidem ex parte finis,
interno e formale. Questa dottrina la insegna ut scilicet aliquis diligal proximum propter
egualmente santo Agostino, in traci. 8 in Epist. Deum , sicut scipsum propter Dcum diligere
286 AMORE
debel; ut sic sil dilectio proximi sancta . Secun . sua felicità . Non inflalur per qualunque dole
do . ex parle regulae dilectionis, ul scilicet ali- del corpo e dell'animo, o per ricchezze e nobil
quis non condescendat proximo in aliquo malo, tà. Non est ambiliosa, affine di dominare con
sed solum in bonis, sicutel suae voluntati salis- arroganza sopra il prossimo. Non quaerit quae
facere debet homo solum in bonis , ut sic sit di sua suni , ma pone queste cose in dimenticanza
leclio proximi jusla . Terlio, ex parte rationis per aiutare il prossimo bisognoso. Non irrila
dile onis, ut scilicet non diligat aliquis pro tur pelle ingiurie che riceve, in modo da farne
simum propter propriam ulilitatem , vel dile- vendelta . Non cogilat malum, ma ogni cosa in
clionem, sed ex ratione quod velit proximo bo- buona parte interpreta , salvo però sempre la
num sicul pull bonum sibi ipsi, ut sic dilectio verità . Poscia soggiunge, non gaudet super ini
proximi sil vera. quilale, ma detesta e piange i peccati ed i vizii ,
Di qui le regole necessarie da osservorsi per perchè congaudet verilali. Questa verilà ella
lo adempimento del precelto di carila, le quali preferisce a tutte, di questa gode e se ne com
si riducono alle cinque seguenti . piace. Finalmente omnia sufferl. affine di con
1. Il prossimo dev'essere amato da noi con seguire l'eterna vila : omnia credil, appoggian
un amore affettivo ed effettivo , il quale ciog dosi alla verità di Dio che rivela, e della Chie
partendo da un cuor puro e da una rella co sa che propone : omnia speral, fidata all'onni
scienza, desidera il bene del prossimo , e si stu- potenza ausiliatrice di Dio : omnia sustinet pel
dia per quanto può di procacciarlo a lui. Il desiderio dell'eterna felicità .
bene inlendiamo di dire vero e divino. Il mu 3. I principali ufficii della carità fraterna li
tuo nostro amore in fallo dev'essere una im- descrive l'Apostolo nel capo sesto ai Galali ,
magine ed una similitudine di quello con cui dicendo: Aller allerius onera porlate, et sic cred
Cristo ne amo . Ma Cristo non ne amò in modo implebilis legem Christi. In questa mutua tol
da adornarci di dignità e titoli , da procacciarsi leranza delle nostre infermità specialmente ri
terrena ricchezze, da farne vivere tra le delizie splende la carità cristiana. Ognuno di noi ha
c le mollezze del secolo : ma ben piuttosto da le proprie nostre miserie. Alcuno non v'ha, il
renderne nemici di Dio e vive membra di lui , quale non presenti ad altri o da altri riceva
affinchè fossimo santi e sinceri amanti di Dio : occasione di disgusto.Affinchè adunque col vin
adunque noi che dobbiamo nell'amore imitar colo della pace uniamo a Cristo , vi è la sola
Cristo, dobbiamo amare il prossimo a questo carilà , la quale per Cristo soffre ogni cosa , che
fine, ch'egli viva a Dio, sia figlio di Dio, ecom- valga a farci conservare quest'unione de'cuori .
seguisca la elerna eredità dei figliuoli di Dio. 4. Dal fin qui delto chiaramente apparisce
Per inezzo poi dell'amore effettivo dobbiamo quanto sia vero che dall'amore di Dio e del
studiarci di rimuovere da lui tutti quegli osta. prossimo dipendono la legge e i profeti : peroc
coli , che sono d'inciampo al conseguimento del chè se davvero ami Iddio , osservi i di lui pre
sommo bene, e prestargli soccorso colle opere cetti. Se ami veramente il prossimo, eserciti
e col consiglio affinché si avanzi nella via di verso di lui lulli i doveri di equilà, di benefi
salvezza . cepza, di ospitalità, di giustizia. Imperciocche
2. L'apostolo s . Paolo ne spiega in un modo fa verso di lui ciò che vorresti che verso di to
maraviglioso i diversi caratleri e prerogative egli facesse, e ti astieni dall'operare quanto dis.
dell'amore fraterno nella sua prima lettera ai piacerebbe a le stesso . Poichè adunque tu non
Corintii, dicendo al cap . 13 : Charilas paliens vorresti esser ingannalo nei contratti , oppres
est, benigna cst: charitas non aemulatur, non so nel foro, abbandonato nelle calamità , tratto
agit perperam , non inflatur, non est ambilio- in insidie, calumniato , preso in inganno, non
80 , non quaerit quae sua sunt, non irrilalur , ardirai di far nulla di ciò al tuo prossimo ogni
non cogital malum , non gaudet super iniquila- qualvolta loamerai colla carità di Cristo. Imper
te, congaudet autem verilati : omnia sufferl; ciocchè con quella stessa misura tratterai il tuo
omnia credil, omnia speral, omnia suslinel. La simile con cui tu vorresti essere trattato da lui .
carità è paziente nel soffrire i difetti dei nostri 5. Finalmente , sonovi molti pii devoti uo
fratelli : è benigna nel conversare con essi e nel mini , e molle donne che si angustiano spesse
procurare la loro eterna salute. Non acmulatur volte intorno all'amore di Dio, ma non mai
nė apertamente nea in occullo, sia tacendo sentono scrupolo circa l'amore del prossimo.
meriti del prossimo, sia detraendo alla di lu . Tutta la loro ansietà si ristringe all'amor ver
virtù , od offuscandola, e non invidiando la so Dio, chè temono di non amarlo ; e vanno
prosperità di lui. Non agil perperam , insidian- sempre esitando se il loro amore sia naturale
dolo in qualche modo , o recidendo il corso di o divino. Il principale argomento che ne indi
AMORE 987
A eggere in noi l'amore di Dio è l'amore del principio. Sotto un'altra consideratione la
prossimo. Pertanto se desideri sapere se ami moglie ed i figli devonsi preferire ai genitori ,
Dio col cuore, osserva qual sia il tuo amore dice l' Angelico , art. 9 ed 11. La moglie in
verso il prossimo. Imperciocchè questi due pre- quanto all' amore intensivo ed alla coabitazio
celti sono cosi tra sé congiunti, che l'uno non ne, essendo una sola carne col marito , devesi
può stare senza l'altro. Dice infatti Agostino preferire a tutti ; la qual prelazione però non
spiegando llera s. Paolo ai Galati , num . impedisce il primo ordine per rispetto ai geni
45 : Cum ergo, in duobus praeceptis dileclio. tori . Anche i figliuoli comparativamente ad un
nis Dei et proximi“ perfecla sit charilas, cur ' padre che ama , sono ai parenti da preferirsi.
Apostolus solum proximi dilectionem comme. Pertanto i parenti ed i figliuoli si preferiranno
moral ? Nisi quia in dilectione Dei possuntmen. agli amici , ai benefallori, ai maestri ed a tutti
tiri homines, quia variores lendationes cam pro- quegli altri la cui naturale congiunzione è pri.
bant; in dilcctione autem proximi fucilius con ma . Dei congiunti poi in secondo grado dire
vincuntur eam non haberc , dum inique cum ho- mo, che sono assolutamente da preferirsi agli
minibus agunt. Consequens est autem ut qui ex altri meno congiunti, e cosi vedesi gradatamen
tolo corde, ex tota anima, ex loba menle Deum te discorrendo.
diligil, diligal et proximum tamquam seipsum : Or per traltare la parle spettante all'amore
quia hoc jubel ille quem ex toto corde, ex lota verso i nemici conviene premettere, che il pre
anima, ex lola mente diligit. Item diligere pro- cetto di carità verso gl'inimici obbliga necessa
aimum, idest omnem hominem lamquam sei- riamente, poichéCristo disse : Diligile inimicos
psum , quis polesl nisi Deuin diligul, cujus, vestros, benefacile his , qui oderunt vos; el ora
pracceplo el dono dilectionem proximi possit le pro persequentibus et calumniantibus vos .
implere ? Cum ergo ulrumque praeceptum ita Qui ommettiamo molti testimonii di sant'Ago
sil, ul neutrum sine allero possil teneri: etiam slino e di più Padri della Chiesa per dimostra
nomen horum commemorare plerumque sufficil re la necessità di questo precelto, essendo ben
quum agilur de operibus jusliliae, sed opportu . persuasi che non può essere ignorato dai cri
nius , illud de quo quisque facilius convincitur ; sliani , poiché Cristo medesimo lo provo col suo
unde cl Johannes dicit: « Qui non diligit fratrem esempio. Soltanto sarà necessario il dire qual
suum quein videt, Deum qucm non videl quo- sia il inodo di adempirlo, per vedere se sia per
modo polesl diligere ? » Mentiebantur quidem messo negare all'inimico quei segni esteriori ,
dilectionem Dei se habere, el de odio fraterno che dimostrino essere perfeltamente in pace
cam non habere convincebanlur, de quo judi- con lui. Una simile questione ci propone s.
care in quolidiuna vila et moribus facile est. Bernardino con queste parole : Quaerilur an
Ora osserviamo in qual modo debbasi divi. omnes teneantur ad signa dileclionis inimicis
dere i benefizii ai proprii congiunti secondo exhibenda ? Et videtur quod sic , quia Christus,
l'ordine dell'amore del prossimo. Math . 5 , ail : Si salutaveritis fralres vestros
Essendovi diversi gradi pei quali noi ci unia. tantum, quid amplius facilis ? Nonne et Ethni
mo al nostro prossiino, non rade volte avviene ci hoc faciunt? Ubi velle videlur, quod hoc non
che l'un sopra l'altro sia da amarsi. Devesi sufficit ad salutem. « Serm. 28 in fer. 3 post
però avvertire che l'obbligo di osservare l'ordi. 3 Dom. Quad.
lie di prelazione nell'amore, allora divienegra Tuttavia perché la regola generale può avere
le quando vengono estreme necessità di soc una qualche eccezione , che può derivare da
correre e all'uno e all'altro dei congiunti . Im- queste parole di Cristo, così spiega il suo pen
perciocchè, ove la necessità sia leggera, o grave siero : Ad quem dicendum quod est aliquid si
soltanto , lo sconvolgiinento dell'ordine non gnum , sine quo non potest exterius innolesce
sarà, assolutamente parlando, peccato mortale. re aclus dileclionis, ctiam illius ad quem omnes
Imperciocchè sempre sono da esaminarsi le cir- tenemur ; quia in ejus omnimoda negalione
costanze. Pertanto primamente devesi prestar praelendilur signum irae , scu odii cordialis.
soccorso al padre ed alla madre , essendo in una Hujusmodi aulem signum videtur salutatio ,
eguale necessità, che i genitori sono a noi più aut ad aliqua interrogala aliqualis responsio.
di ogni altro con giunti . Questa congiunzione Unde qui omnino inimico suo negaret verbum ,
infalli è prima naturale , immobile, fondata aut qui in ejus praesenlia semper averlil fusor
nella stessa natura . Adunque è maggiore di ciem, vel subilo fugil, signum ostendil odii cor
Tutte le altre congiunzioni che sopravvengono. dialis alque mortalis ..... Nisi ex causa valde
Perciò sono agli altri da preferirsi. Il padre poi ralionabili hoc ugal ; aut probabiliter timeat
devesi preſeri re alla madre, come più nobile ex hoc aliquid pejus accidere ; quarquam cliain.
288 AMORE
rationem el inlenlionem facti cui debeal inluen- esigendo la solennità del giudizio. Infatti, non
libus propter vilalionem scandali propalare, si è la carità che operi nell'offeso, ma piuttosto
bono modo hoc facere polest. lo spirito di vendetta , nè si deve giudicare che
Dal fin qui delto si puo giudicare come il desideri e cerchi l'emenda dell'offensore, ma
fuggire di discorrere e incontrare un nemico, bensì la umiliazione e l'ignominia , contro quel
ove ciò provenga da una qualche inimicizia cor detto di Gesù Cristo presso s. Matteo, al capo
diale, è d'impedimento all'accostarsi ai sacra 18, che dobbiamo esser pronti a perdonare i
menti essendo chi fa ciò per tale ragione indegno torti che riceviamo, non usque septies, sed us
di assoluzione. Il seguente argomento di s. Gre que septuagies seplies. Se poi la compensazio
gorio apertamente manifesta la verità dello as ne esibita dall'offensore non è equivalente al
serto. Dice il santo Pontefice : Sciendum quia l'offesa , nè si potè ridurlo a questo proporzio
inimici dilectio tunc veraciler cuslodilur, cuin nato compenso entro i limiti della cristiana mo
nec de profectu addicimur, nec de ruina illius derazione, nemmeno colla inediazione degli a
laelumur. Nam saepe in dilectionis imagine mici, e si rende necessario il giudizio per la e
erga inimicum animus fallitur, seque hunc di- menda di iui e pel pubblico bene, allora l'of
ligere aeslimat, si ejus vitae non contrarius feso non pecca pon accellando la compensazio
exislal; sed dileclionis vini occulle et veraciter ne offerta, ed esigendo il giudizio. Nel primo
nul profectus inimici aul casus interrogal. Hac caso in uno è obbligato a cedere al proprio di
elenim de re ad poenam semelipsum mens ho- rilto in favore del reo , anzi talvolta è pregiu
minis nescil, nisi eum , quem sibi adversarium diziale alla società tale sragionala connivenza ,
credil, in defectu vel profectu mulasse modum e nel secondo è vera carità il ricorrere al giu .
sui stalus invencril. Si enim de prosperitate red- dice per condurre il traviato nel rello sentie
ducilur, et de calamitate se odienlis laelatur ; ro, e quel male accidentale che gli sovrasta
constal quod non amal, quem non vull csse me ridonda in bene della società , che devesi nei
liorem ; eumque etiam slantem vcro persequi- debili modi conservare indenne, anche a costo
tur, quem cecidisse gralulatur. Lib. 22 Mo- di qualsivoglia privato particolare.
ral, in Job cap. 6. Finalmente intorno ai segni di benevolenza
Che se avvenga doversi per una legillima da dimostrarsi ai nemici ed al saluto da ne
cagione astenere da queste esterne dimostrazio- garsi ad essi , osserverenio i primi essere di due
ni , conviene però che colui, il quale cosi opera , sorta : altri generali, che si praticano verso cia
sia disposto in modo da fare al suo avversario scuna persona , i quali sempre siamo tenuti di
tutti quegli atti di amore e tutti quei beni che dimostrare in forza del precello : altri speciali,
sono necessarii per trarlo dalle calamità in cui che non sempre, ma alle volte soltanto ci ob
potesse trovarsi per una urgente necessità bligano, secondo il precello di carità . Cosi in
precipitato , come insegna s. Tommaso . Aliu segnò l'Angelico 2 , 2 , quaest. 27 , arl. 9 : Effe
pero sunt beneficia, vel dilectionis signa, quae clus el signa charitatis ex interiori dilectione
quis exhibet particulariter aliquibus personis : procedunt et ei proportionanlur. Dilectio au
el lalia beneficia, vel dileclionis signu inimicis tem interior ad inimicum , in communi quidem
exhibere non est de necessitale salulis, nisi se de necessilate praecepli absolute, in speciali
cundum praeparationem animi, ut scilicet sub-" autem est non absolule , sed secundum praepa
veniatur eis in articulo necessitatis. 2,2, quaest. rationem animi, ut supra dictum est . Sic ergo
25 , art. 9 in corp . dicendum est de effectu el signo dilectionis in
In quanto poi alla punizione che taluno può terius exhibendo. Sunt enim quaedam signa,
volere che venga inflilla a quello da cui fu of- vel beneficia dileclionis , quae exhibentur pro
feso, direnio con s . Tommaso, la cui dottrina è rimis in communi: puta cum aliquis urat pro
comunemente adoitata, che non può giammai omnibus fidelibus , vel pro toto populo: aut cum
andareesen te da colpa chiunque desidera o pro- aliquod beneficium impendit aliquis loli com
cura al suo prossimo qualunque pena afflilliva, munitati: et talia beneficia, vel dilectionis signa
qualora questa non la desideri o procuri pel inimicis exhibere est de necessitate praecepti.
bene, ch'è per avvenire od a lui od al pubbli . Si enim non exhiberentur inimicis, hoc perli
co, nella supposizione che la subisca . Per la qual nerel ad livorem vindictae, contra id quod di
cosa se l'offensore ha esibito all'offeso una citur, Levil. 19: « Non quaeres ultionem , et non
compensazione convenevole all'offesa, nèconsti eris memor injuriae civium tuorum. » Alia vero
essere necessaria l'opera del giudice per la e sunl beneficia, vel dilectionis signa quae quis
Inenda di lui , o pel benedel pubblico, non può exhibet particulariter aliquibus personis : el
scusarsi l'offeso da colpa non accettandola, ed . talia beneficia , vel dileclionis signa inimicis
1

AMORE (FRATELLI DELL')— AMOS 289


exhibere non est de necessitate praecepti, nisi AMORIO , città vescovile , che dagli atti del
secundum praeparationem animi , ut scilicet concilio di Calcedonia viene collocata nella
subvenialur eis in articulo necessitatis , se Galazia . Con questi atti concordano parimenti
cundum illud Prov . ( cap. 25 ) : Si esurierit le notizie dei vescovati. Ciò nulla meno vi
inimicus tuus, ciba illum , si silit, da illi po sono alcuni che sostengono che fosse sede me
thum. tropolitana, ed altri arcivescovile.
Del saluto per ultimo insegnano comune AMORREI, popoli discendenti da Amorreo
mente i teologi , ch'è permesso negarlo al ne- quarto figlio di Canaan , secondo il capo 10 ,
mico : 1. A punizione del delitto , se quegli vers. 16 della Genesi . Costoro popolarono lo
che il nega abbia autorità di punire la ingiu- montagne poste ad occidente del mar Morto,
ria, come sono i superiori ed i giudici , secondo non mancando però di possessi anche all'orien
l'esempio di Davide, il quale ricusò di riceve- te di esso , tra il torrente Jaboth ed Arnon , da
re alla sua presenza Assalonne. 2. Quando la cui avevano scacciati gli Ammoniti ed i Moa
carità verso il nemico e verso di sè medesimo bili . Le loro città, secondo il Glaire , furono
lo persuada: come se da un volto severo, e dal- Nabba , Hesebon , Bosor e Ramoth di Galaad .
la negazione del saluto o del discorso si puó Mosè conquistó questo paese , regnando fra di
sperare la emenda del nemico , o qualche spi- loro Sehon ed Og, l'anno del mondo 2553 , av.
rituale profitto. 3. Quando si prevede che dal G. C. 1447 .
nemico questi segni possono essere presi come Amos parla della loro statura gigantesca , e
segni di disprezzo . 4. Quando il delitto del del loro valore al capo 2 , vers. 9. Paragona la
prossimo è molto enorme e pubblico si può le- loro grandezza a quella del cedro, e la loro
citamente negare il saluto in segno di detesta- forza alla quercia. Spesso nella Scrittura il
zione e di abbominazione. Alle volte non solo è nome di Amorrei si prende in generale per tut
lecito, ma convien farlo , affine di non dimo- ti i Cananei .
strare sospetto di adesione . 5. Il padre e la ma Gli Arabi derivano il nome degli Amorroi
dre possono negare il saluto, il discorso ed al- dalla città di Gomorra , una delle cinque di
tri uffizii di benevoglienza ai figliuoli, che o strutte dal fuoco del cielo. Ma Gomorra od Ho
incontrarono un inconveniente matrimonio , o morra scrivesi molto diversamente da Emor
con qualche turpe azione disonorarono la fa- od Amor , padre degli Amorrei, onde apparisce
miglia . Possono ancora i genitori di questi cac non esservi alcuna ragione per conchiudere
ciarli dalla famiglia , comandare agli altri figli che Emor , capo degli Amorrei , abbia dato a
e domestici di pon prestar loro servigi, come Gomorra il suo nome.
lo facevano per lo innanzi , purchè però in AMOS , il terzo dei profeti minori nelle Bib
questi casi osservino due cose : la prima, che bie latine , ed il secondo dei Settanta, collo
cio non facciano per motivo di odio , ma di cazione che più delle altre sembra convene
una giusta punizione; la seconda , che il casti- vole, perocchè avendo esercitata la sua missione
go non ecceda la gravità del delitto. Conviene sotto i regni di Osia re di Giuda e di Gero
ancora che il fine di questa punizione sia di boamo II re d'Israello , egli deve essere po
esempio agli altri , affinchè sentano orrore di sto prima di Gioele, il quale occupa il secon
simili delitti . Dopo il fatto però poco giovano do grado, quantunque non sia comparso che
tali punizioni, prima ai parenti, i quali non dopo l'ultimo di quei principi . Amos non
fanno altro che vivere tristamente , mentre apparteneva già a quelle compagnie di uo
danno luogo nel loro cuore allo sdegno ; dipoi mini ispirati che divennero celebri sotto la
ai figli , i quali più presto s'inaspriscono e si condotta di Elia e di Eliseo: pareva che la
irritano di quello che si ravvedano. Abbisogna sua propria condizione non lo rendesse pro
adunque il confessore di grande prudenza af- prio a quell’augusto ministero: ei custodiva le
fine di non obbligare con troppa severità i ge- gregge nei campi di Tecua, quando gli so
nitori a prestare simili uffizii , e per non asse pravvenne la sua missione circa l'apno 780
condare di troppo l'odio segreto .
av . G. C. Egli profetizzò a Bethel, sede prin
AMORE (Fratelli DELL ”).Costoro erano fa- cipale dell'idolatria , annunziando a Gero
natici comparsi in Olanda verso l'anno 1590 , boamo la rovina della sua casa , e la cattività di
e che poscia passarono in Inghilterra, dove tutto Israello se persisteva nel culto dei falsi
Enrico Nicola di Liegi pubblicò le bestemmie dei . Amasia , sacerdote degl ' idoli , accorgendosi
della sua setta in molti libri , e fra quelli il dell'impressione che i discorsi del profeta fa
vangelo del regno , le sentenze dominicali , la cevapo sopra il popolo, e temendo per la sicu
profezia dello spirito di amore , la promulga- rezza del suo tempio , lo accusò dinanzi al ro
zione della pace sulla terra . d'Israello, ch'egli incitasse i sudditi a ribellare
Encicl . Eccles. Vol. I. Fuse . V. 37
290 AMOUR (GUGLIELMO DI S. )

da lui . Tale accusa costringe Amos a uscire da sopportando che questo concordato fosse stato
Bethel, ma predisse prima ad Amasia che sua fatto senza sua saputa , volle che le sue bollo
moglie si sarebbe prostituita in mezzo a tutta avessero il loro effetto; ed il 18 giugno dello
Samaria , che i suoi figliuoli e le sue figliuole stesso anno con una nuova bolla dichiarò de
perirebbero di ferro nemico , e che morrebbe stituiti da ogni loro dignità e beneficio , quali
egli stesso in terra profana, lungi dal sepolcro autori principali della controversia ,Guglielmo
dei suoi padri: ecco quanto sappiamo della di S. Amour, Odone di Douai , dottori in teo
vita di questo profeta. I Greci celebrano la sua logia , Nicola di Bar-sur -Aube e Cristiano ca
festa il giorno 25 di giugno, ed i Latini ildi31 nonico di Beauvais: loro proibì d'insegnare,
marzo. La sua profezia contiene nove capitoli . ed a ciascuno di ricevere le loro lezioni ; decre
Il suo stile ricorda lo stato in cui nacque, e si tando inoltre ch'essi verrebhero scacciati dal
riconosce facilmente per certa ruvidezza , e so- regno. Fu questa una sorgente dialterchi tra
prattutto per le similitudini tolte dalla vita quei dottori, e specialmente tra Guglielmo di
campestre; vi s'incontrano però talvolta vive e S. Amour ed i Domenicani. Questi l'accusaro
figurate espressioni , che non mancano di leg- no di aver insegnate dottrine contrarie alla
giadria. N'è prova la pittura ch'egli fa , nel Santa Sede, di aver fatto un libello diffamato
sesto capitolo, del lusso e della voluttà che re- rio contro il Papa, ed aggiunsero ch'egli aveva
gnavano in Samaria . calunniato il loro ordine. Guglielmo scrisse
AMOUR (GUGLIELMO DI S.) , cosi chiamato contro di loro il libro che tratta dei pericoli
da un borgo o villaggio della contea di Bor- degli ultimi tempi : i Domenicani lo rassegna
gogna di cui era nativo, dottore nell ' uni rono al Pontefice come ingiurioso alla Chiesa,
versità di Parigi , ebbe nel 1253 delle grandi e dovevano dire al loro ordine , perch' essi
questioni coi Domenicani e coi Francescani , egualmente che i Francescani v'erano maltrat
delle quali ecco la cagione. L'anno 1229 es- tati . Il Papa se ve offese, e sebbene avesse ri
sendo minorenne il re s. Luigi e gover- mandato Guglielmo assolto da Roma, ov'egli
nando la regina Bianca di Castiglia , l' uni- erasi recato per trattare la sua causa, gli spedi
versità di Parigi , non potendo aver giustizia nel viaggio una lettera colla quale gli proibiva
per la morte dialcuni suoi scolari , i quali erano di por piede nella Francia sotto pena della 3c0
stati uccisi dai soldati , sospese le sue pubbli- munica e lo priyava affatto della facoltà d'inse
che lezioni e ritirossi parte a Reims , parte ad gnare . Dopo la morte di quel Papa che segui nel
Angers . I Domenicani, i quali non avevano nes- 1261 , Guglielmo ritornò a Parigi , cangið a
suna autorità , pensarono che questa occa- spetto al libro e lo inviò a Clemente IV , il
sione fosse loro favorevole per farsi accettar quale gli rispose che lo avrebbe esaminato e
dottori in teologia, e si appropriarono una che avrebbe in proposito conferito con persone
pubblica cattedra col favore del vescovo di illuminate.
Parigi e del cancelliere dell ' università . Questa lettera è dei 17 ottobre 1266. Gu
Quattro anni dopo essi ottennero un'al- glielmo mori nel 1272 , comenota il suo epita
tra cattedra tra loro ed aprirono nelle altre fio che trovasi nella chiesa di S. Amour. Le
città del regno delle scuole pubbliche. L'u- sue opere furono stampate nel 1632 per cura
niversità volle opporsi a queste nuove istitu- di De Flavigni dottore di Sorbona , il quale
zioni , e proibì con decreto ai regolari d'oc nascose il suo nome sotto quello di Aletofilo
cupare per l'avvenire più d'una cattedra pub- ed i nomi della città in cui furono stampate e
blica. I Domenicani ricusarono di obbedire al 'dell'autore sotto il seguente enigma : Constan
decreto , ed essendo stati rigettati dal corpo tiae ad insignc Bonae Fidei apud Alctophilum .
dell'università , essi si rivolsero al Papa Inno Il libro Dei pericoli degli ultimi tempi è una
cenzo IV, il quale ordinò ai membri dell’uni- delle sue opere principali, ed è preceduto da
versità medesima di ristabilirli , sotto pena del- una prefazione sul libro dei Salmi, da un com
la scomunica . Dopo varie contese fra le parti, mentario imperfetto sul primo salmo e da un
gli arcivescovi di Bourges , di Reims , di Sens e sermone sopra la parabola del Fariseo e del
di Roano terminarono queste differenze al pri- pubblicano. Può conoscersi lo spirito di que
mo di marzo del 1256. Ai Domenicani furono ste opere dai passi che seguono. Egli dice che
conservate due cattedre , a condizione ch'essi quei regolari corteggiano le tavole dei re , dei
resterebbero segregati dalla società scolastica principi e dei prelati per iscroccarvi dei
dei dottori e degli alunni secolari diParigi , e buoni desinari , cosa sconvenientissima a reli
che rinuncierelibero a certiprivilegi di cui avec giosi ed a predicatori. Aggiunge ch' essi am
. I Domenica- biscono le prime cariche, e che si fanno nomi
vali Papa Alessandro IV graziati
ni promisero ogni cosa ; ma il Pontefice, inal nare dalle potenze secolari per predicare nelle

1
AMOVIBILE - AMPOLLA ( SANTA) 291
chiese senza dipendere dall'autorità dei Ve- rettizie le sue provviste , a meno che questi
scovi e degli altri prelati: mette in derisione beneficii non fossero che impropriamente ma
il nome di maestri che si danno tra di loro ; nuali, come lo sono i semplici ministerii o
ed applica loro queste parole di s . Paolo : vicarie temporali .
« Verranno degli uomini amanti solo di sè Intorno alla questione se i benefizii manuali
medesimi, avari, boriosi, superbi, maldicenti, possano essere rassegnati anche in favore, Fla
disubbidienti ai loro superiori, ingrati,empii , minio in conformità a parecchi altri autori
ecc . » Poneva poscia due questioni , cioè se sia decide che possono essere rassegnati.
lecito : 1. Di dare tutti i proprii beni ai po I benefizii manuali regolari impropriamen
veri e di ridursi alla mendicità ; 2. Se deb- te sono cosi appellati , perchè benefizii si di
basi fare la limosina ad un mendicante che cono quelli che si danno in titolo, e sono per
trovasi in forze ; e risponde negativamente petui. In sext. c. Praecepla distinct. 55. II
ad entrambe. Il resto de' suoi scritti è per superiore però non può senza motivo spogliar
giustificarsi dei rimproveri che gli fecero i ne il provvisto ; e se ciò avviene , egli può
due ordini di s . Domenico e di s . Francesco ; ricorrere ed impetrarne la restituzione.
ma è forza confessare ch'egli non fece che AMPOLLA ( SANTA ) . Fu il vaso di vetro
confermare i pregiudizii già esistenti contro consacrato nella chiesa di Reims , ove si cu
di lui . Avvi ancora un sermone di Gugliel- stodiva l'olio benedetto con cui si ungevano
mo di S. Amour sopra lo stesso soggetto , re- nel di di loro coronazione i re di Francia. La
citato il giorno della festa dei SS . Filippo e storia di questa santa ampolla di prodigii ab
Giacomo , e contenente le medesime massime. bonda , come ci narrano gli storici francesi;
Il suo stile è semplice ; vi fa pompa di erudi- dicendo essi che , mentre arrivarono l'arcive
zione in ciò che riguarda il diritto canonico e scovo Remigio e Clodoveo al battisterio , man
le regole dello stato monastico , ma l'applica cando l'olio santo per colpa del cherico che
malissimo , e può dirsi che lasciò vasto cam- lo portava , Remigio alzando gli occhi al cielo
po a' suoi avversarii per combatterlo e farlo e facendo fervorosa preghiera , apparve una
condannare. colomba la quale portava un'ampolla piena di
AMOVIBILE ( da amovere ). È un vocabolo olio santo , di cui l'Arcivescovo si servi pel
usato dalla Chiesa per significare un officio o battesimo del re , delle sue tre sorelle, di tre
beneficio che non è perpetuo, e del quale si mila dei suoi soldati , e d ' innumerevole mol
può ad nutum cambiare il titolare. Questo vo- titudine di uomini e di donne. Che , scompar
cabolo corrisponde a quello di manuale usato sa tosto la colomba , l'ampolla restò nella
dai canonisti. I benefizii manuali sono cosi ap- chiesa di S. Remigio di Reims, e dopo quel
pellati perchè quelli i quali li possedono so- tempo ne fu adoperato l'olio per ungere i re
no, per cosi dire, sotto la mano e nella dipen- di Francia alla loro incoronazione , olio che
denza dei loro superiori. Si distinguono due per simil uso e per volgere di secoli non isce
sorta di benefizii manuali : gli uni sono seco- mò mai di quantità.
lari e gli altri regolari . I secolari sono tali per Quando il re dovea coronarsi , andava col
loro natura e per disposizione del fonda- corteggio a Reims, ed entrava nella cattedrale,
tore ; ed i regolari sono tali per la qualità ove seguiva la cerimonia ; il re ponevasi a far
della persona che li possiede e ch'è sotto l'ob- preghiere, ed intanto veniva portata in proces
bedienza dei suoi superiori. sione dalla chiesa di S. Remigio l'ampolla
Alcuni in opposizione ai veri beneficii eret- santa , dal priore dell'abbazia vestito d'una
ti in titolo a perpetuità mettono nel numero cappa di stoffa d'oro , A montato sur un ca
dei benefizii manuali il diritto che il Papa ac- vallo bianco della stalla reale, che, coperto di
corda ad un particolare di godere, vita sua du- gualdrappa d'argento splendidamente ricama
rante, d'una porzione de' beni della Chiesa , ta, era condotto da due palafrenieri reali. Co
che , per esempio , si prende sopra le entrate priva il sacerdote un ricco baldacchino, pure
di un beneficio. Essi tengono anche per prin- di broccato , portato da quattro baroni, che si
cipio che i benefizii manuali non sieno neppu- chiamavano cavalieri della santa ampolla , ed
re compresi sotto le riserve generali del Papa, erano vestiti di raso bianco, con un mantello
nè sotto le regole della cancelleria, nisi de eis di seta nera , ed una ciarpa di velluto bianco
expressum fuerit. I medesimi asseriscono in ornata a frange d'argento , colla croce di ca
oltre che il legato del Papa non ha il diritto valiere annodata al collo da un nastro nero.
di riservare questi benefizii , ma aggiungono Si davano poi all'abbazia, per corteggio e ga
che un impetrante il quale ne sia provveduto , ranzia della santa ampolla, quattro signori ,
li deve enunciare , se non vuole rendere sur- questi seguivano ai quattro canti il baldacchi,
999 AMPOLLE - AMSDORFIANI

no , preceduto ciascuno dal proprio scudiere trasportato a Castello d'Aragona nel secolo
con una bandiera che recava da un lato gli XVI, e quello di Givillà gli fu aggregato verso
stemmi di Francia e di Navarra , e dall'altro la stessa epoca .
quelli delle loro famiglie. AMRAM . Due persone di questo nome tro
La santa ampolla non poteva essere traspor- viamo ricordate nella Sacra Scrittura, la pri
tata da Reims, e fu solo Luigi XI che nell'ul ma nell ' Esodo, al capo 7 , vers. 20 , ed era fi
tima sua malattia volle averla , e del suo olio glio di Caath , della tribù di Levi , quello stes
si fece ungere tutto il corpo . La santa ampol- so che sposò Giocabet, dalla quale ebbe Aron
la ebbe a sostenere le diverse vicende della ne , Maria e Mosè.
guerra e delle rivoluzioni. Ai 43 aprile 1 429 Il secondo Amram era figlio di Bani e fu uno
fu involata dagl ' Inglesi , ma gli abitanti di di quelli che reduci dalla schiavitù babiloni
Chène-Poulleux gl ' inseguirono , lor la ritol ca , si divisero dalle mogli prese contro la
sero e la riportarono a S. Remigio, per cui da legge , come dice il primo libro di Esdra , al
Carlo VII ebbero in compenso il privilegio di capo 10 , vers. 34 .
assistere alla consacrazione dei re di Francia , AMRAPHEL , Re di Senaar o di Babilonia.
ed il dono perpetuo della chinea bianca caval Costui si collegó ad altri tre re , ed uniti mos
cata dall'abate che portava la santa ampollasero guerra ai re della Pentapoli , sopra dei
alla cattedrale. Nel 1793 la santa ampolla fu quali riportarono dapprima vittoria , ma alla
rotta pubblicamente da Ruhl , commissario fine furono sconfitti da Abramo, come narra
della repubblica , ma l'olio santo fu ricupe- il libro della Genesi al capo 4 ; avvenimento
rato ; un buon prete ne raccolse le goccie con successo l'anno del mondo 2092 .
del cotone , e postolo in una lettera , lo man AMRI , generale degli eserciti di Ela re d'I.
dò ad un Benedettino : più tardi , dopo la ri sraele, acclamato re dall'esercito cui coman
staurazione, si trovò un'ampolla uguale al dava all'assedio di Gebbethon , dopo la morte
la prima , vi si mise sul labbro il cotone ; di Ela , assassinato da Zambri. Egli assali
l'olio colò nell'ampolla e apparve della quan- l'usurpatore assassino in Thersa , e lo forzo
tità solita . Tutto ciò si narra dai giornali ad abbruciarsi colla sua famiglia nel palazzo
francesi in occasione della consacrazione av- del re. Thebui gli contese altresi la corona
venuta a Reims di Luigi XVIII . - Il primo per quattro anni, ma finalmente si trovò egli
a parlare della santa ampolla fu Incmaro ar- signore di tutto Israele per la morte del suo
civescovo di Reims. competitore. La Scrittura loda il valore di
AMPOLLE della messa E DEGLI OLII SANTI . questo principe , ma gli rimprovera di avere
Diconsi ampolle i due vasi destinati a tenere spinta l'empietà più lungi dei suoi predeces
il vino e l'acqua che devesiministrare nel sa- sori; sorpassato però venne da Acabbo , suo
crifizio della Santa Messa. figlio e suo successore. Arri morì verso l'an
Con questo nome chiamavasi anche quel no 918 av. G. C. ,'dopo aver fondato Sama
vaso in cui ad uso conservavasi l'olio santo ria per farne la capitale del suo regno.
dei catecumeni e pegl'infermi. E necessario AMRI . Questo nome ci presenta altri quat
che tanto quelle che si usano nella Messa , tro personaggi additati nei diversi libri della
quanto le seconde sieno tenute con quella santa Scrittura , cioè :
mondezza che conviene all'azione cui servo 1. Nel primo libro dei Paralipomeni tro
po, e malamente si diporterebbe colui che do- viamo fatta menzione al capo settimo di un
vendone aver cura, poco di ciò si facesse cari- Amri figlio di Bechor della tribù d'Issa
co , poichè dimostrerebbe mancare di quello char.
spirito , dal quale dev'essere condotto quello 2. Lo stesso libro sopraccitato, al capo no
che tratta le cose sante, o spettanti ai sacri no, parla di Amri , ch'era figlio di Omrai.
misteri . · Le ampolle degli olii santi devono 3. Dallo stesso libro al capo vigesimosetti
essere custodite in luogo opportuno e decen- mo si ricorda un Amri , figlio di Michel , della
te , nè si possono , conforme le prescrizioni tribù d'Issachar.
ecclesiastiche, tenere esposte per modo che da 4. Finalmente nel capo terzo del secondo
chicchessia vengano tocche o maneggiate. An- libro di Esdra troviamo ricordato un AMRI
zi nella chiesa conviene che siavi il luogo op- qual padre di Zachar, il quale viveva al tem
portuno a tale oggetto , e questo foderato di po dello scrittore testè rammentato.
drappo violaceo . AMSDORFIANI . Sono settarii protestanti
AMPURIES. Era questa una città vescovile staccatisi dal luteranesimo nel secolo XVI,
della Sardegna soggetta alla metropoli di Tor- cosi denominati dal capo loro Nicola Amsdorf,
re, che essendo stala distrutta, il vescovato fu discepolo di Lutero , nato nel 1485 , morto al
AMSI-ANABATTISTI 295

Eisenach nel 1965. Quando Amsdorf abbraccio moravano nelle vicinanze del paese Seir, in
la riforma , Lutero lo mando soprantendente a cui Ana pasceva gli asini. Il termine ebreo
Magdeburgo, e nel 1542 , di propria autorità , maza , che significa trovare , si prende spesso
lo elesse vescovo luterano di Naumburgo, do- per attaccare, sorprendere l'inimico. Tale
po dichiarata nulla l'elezione fatta da quel spiegazione sembra la più vera .
capitolo. Cacciato dal seggio suo dagl' impe ANAB , città nelle montagne di Giuda ; di
riali , Amsdorf passò a Magdeburgo e poi ad cui parla Giosuè ai capi 11 , 31 ; 15 , ecc. San
Eisenach , dove mori. Gli Amsdorfiani sostene- Girolamo crede fosse la stessa che Betannaba ,
vano empiamente che le buone opero era- otto miglia distante da Diospoli , verso l'orien
no inutili anzi perniciose alla salute , proposi- te. Hurè dice che credesi che Anab fosse Nabe
zione , come si scorge , opposta al buon presso Lidda , e Barbiè du Bocage la colloca
senso ed alla Sacra Scrittura. Fu quindi Ams- non lungi da Hebron , dice che Giosuè ster
dorf rimproverato fin anche da alcuni lute- mind i suoi primi abitanti, che appartenevano
rani . alla stirpe dei giganti.
AMSI. Era figlio di Zaccaria , padre di Phe ANABATTISTI , eretici del sedicesimo se
lehia , come dal II Esdr . cap. 14 . colo, ch'ebbero per capi Stork , Muncer e
AMTAR , città della tribù di Zabulon , di Carlostad . Essi percorsero la Svevia , la Tu
cui però s'ignora la posizione precisa. ringia e la Franconia, e non mirarono a nien
AMULETO ovvero PRESERVATIVO. Qụesti te meno che a fondare nel seno della Ger
erano certi caratteri , certi ligamenti , ovvero manja una nuova monarchia. Uno de' loro
certe pietre o metalli scolpiti , cui si attribuiva errori , da cui presero il nome di anabattisti,
la virtù di preservare dal male e dagl'incante- consisteva nel ribattezzare i fanciulli sotto
simi o stregonerie. Alcuni credono che i Tera- pretesto che fosse nullo il battesimo conferito
fim di Labano, di cui parla il capo 21 , vers . loro nell'infanzia , perchè il medesimo de
19 della Genesi , che Rachele seco portò, e i v'essere preceduto da atti di fede, dei quali
pendenti cheGiacobbe sotterrò sotto una quer- i fanciulli sono incapaci . Essi si suddivisero
cia, fossero gli amuleti di quella famiglia . Ma in un gran numero di altre sette. Hutter , Ga
perciocchè sopra tal punto non concordano gli briele e Menno fondarono la società dei fra
interpreti , perciò nulla si può dire con preci- telli Moravi e la società dei Mennoniti . Il
sione di essi. Quello che si sa è, che gli amule- primo , ch'era discepolo di Stork , come lo
ti erano in grande uso appresso gli Ebrei , i era Gabriele, fece un simbolo e delle leggi.
quali li tenevano nelle loro case con grande cu- Il simbolo insegnava : 1. che Dio s'era scel
stodia , siccome cose preziosissime e nelle quali ta in tutti i secoli una nazione santa, chia
ponevano una grandissima fiducia . mata ad esser depositaria del vero culto ; che
ANA , figlia di Sebon Eveo, madre di Ooli- questo popolo era senza dubbio quello che
bama moglie di Esaù , mentre nel deserto vive- Hutter raccoglieva per istabilirlo in Mora
va , trovò sorgenti di acque calde. Egli è perciò via , come nella terra promessa ; che separar
che s . Girolamo tradusse il testo ebreo per Ja- si dal capo o trascurare le leggi del condot
mim , ed i Settanta o gli altri traduttori ebrei tiero di Israele era segno di certa dannazio
ritennero la voce Jamim , ovvero Jemim e tra- ne ; 2. che bisogna tenere come empie tutte le
ducono cosi : egli trovo i Jemim . Altri tradu- società che non pongono i loro beni in comu
cono :egli inventò la maniera di far nascere ne ; che non si può esser ricco individuo e
dei muli, accoppiando l'asino ad una giumen- cristiano nello stesso tempo ; 3. che G. C.
ta, ovvero un'asina ad un cavallo. Ma la Scrit- non è Dio , ma profeta; 4. che i cristia
tura non intende mai i muli colla voce Jumim , ni non devono riconoscere altri magistrati
nè si trova menzione dei muli che dopo Da- fuorchè i pastori ecclesiastici ; 5. che qua
vide . si tutti gli atti esteriori di religione sono con
Altri credono che Ana abbia sorpreso dei trarii alla purità del cristianesimo , il cui
popoli nominati Jamim ovvero Jemim nel de- culto dev'essere nel cuore , e che non si de
serto in cui pascolava truppe di asini . La ver vono conservar immagini perchè Dio lo ha
sione samaritana legge che Ana abbia trovato proibito; 6.che tutti quelli che non sono ribat
gli Emei, popolo di cui parla Mosè nella Gene- tezzati, sono veri infedeli, e che i matrimo
si al capo secondo: Emim in Save Cariathaim , pii contratti prima della nuova rigenerazione
e nel Deuteronomio al capo secondo : Emim sono annullati dall'obbligazione che si con
primi fuerunt habitatores ejus , populus ma trae con G. C .; 7. che il battesimo non cancel
gnus el validus , et tam excelsus , ul de Ena- lava il peccato originale, nè conferiva la
sim stirpe gigantes credercntur . Costoro di- grazia ; ch ' esso non era che un segno per il
294 ANACAMPTERIA-ANACLETO (S.)
quale ogni cristiano si assoggettava alla Chie- citavano continuamente nel procurarsi la faci
sa ; 8. che il corpo di G. C. non è realmente lità del pianto. Essi mescevano le lagrime col
presente nell'Eucaristia ; che la messa è una pape , e non s'incontravano che coi sospiri sul
invenzione del demonio , il purgatorio un so- la bocca; 11. gli Allegri , che stabilivano per
gno e l'invocazione de'santi un'ingiuria a Dio. principio che la gioia ed il buon viso sono il
Tali sono i dogmi che professavano gli Hutte- più perfetto onore che si possa rendere all'Au
risti o gli Anabattisti raccolti da Hutter sotto tore della natura ; 12. gl’Indifferenti, che non
il nomedi fratelli Moravi . Essi abitavano sem avevano preso alcun partito in materia di re
pre la campagna, in terre di gentiluomini, che ligione , credendole tutte egualmente buone;
prendevano in affitto per coltivarle . Tutti i 13. i Sanguinarii , che non cercavano altro che
Travagli si facevano in silenzio , ed era delitto di spargere il sangue dei Cattolici e dei Pro
il non osservarlo in refeltorio. La cena si face- testanti ; 14. gli Antimariani , che ricusa vano
va due sole volte all'anno, nel tempo desti- ogni onore ed ogni stima alla Vergine. Ved .
nato dal capo per la pubblica comunione , Patrou , Hist. des anabapl., ch'è una storia
e di ordinario la si faceva in uno scaldatoio compendiosa dei medesimi, in 12 .. , stampa
o nella sala che serviva di refettorio ai fratelli. ta ad Amsterdam e scritta sopra memorie ec
Fra gli anabattisti sorsero molte altre setle cellenti.
che non avevano di comune con essi che la ne Muncer , uno dei tre settarii sopra citati ,
cessità di ribattezzare. Tali furono: 1. gli Ada- avendo pubblicata la sua dottrina con più fu
miti , che in numero di più di trecento salirono rore degli altri , tanto a viva voce che in iscrit
tutti nudi sopra un'alta montagna persuasi di to, eccitò da per tutto delle sommosse di con
esser rapiti in cielo in anima ed in corpo; 2. tadini che si unirono e presero l'armi per ren
gli Apostolici, che praticavano letteralmen- dersi liberi e difendere, comedicevano , la pu
te l'ordine di G. C., di predicare sui tetti e rità del vangelo. Essifurono sempre sconfitti,
salivano difatti con molta agilità sui tetti e Muncer medesimo fu preso e giustiziato a
delle case , donde facevano sentire le loro vo- Mulhausen , con Pfeiffer suo compagno e cogli
ci ai passeggieri; 3. i Taciturni , che tacevansi altri capi della rivolta.
ostinati ogni qualvolta erano interrogati sul I moderni Anabattisti pensano più modera
la religione e sul partito da prendersi , per- tamente che non gli antichi , e i loro errori si
suasi di essere arrivati a quei tempi tristi riducono a rigettar il battesimo dei neonati , a
e difficili predetti da s . Paolo, nei quali do- sostenere che non è lecito prestar giuramento
veva esser chiusa la porta del vangelo ; 4. i nè far guerra, e per conseguenza che un buon
Perfetti, che si erano separati dal mondo per cristiano non può essere magistrato. Riguardo
adempiere alla lettera il precetto di non con- alla disciplina , alcuni di essi sono Presbiteria
formarsi al secolo e che col minimo sorriso o ni e gli altri mancano persino di ministri or
col mostrare un'aria di serenità e di soddisfa- dinarji . Dupin , Biblioth. Eccles ., XVI secolo .
zione credevano attirarsi quella maledizio- E possibile che siasi preso abbaglio in origine
ne di G. C. : Guai a voi che ridele , poichè confondendo i fratelli Moravi , o , comeli chia
piangerete; 5. gl’Impeccabili, i quali crede- mano in Germania, gli Herrn- huler cogli A
vano che dopo la nuova rigenerazione fos- nabattisti ; i fratelli Moravi, ritornati a sen
se facile il guardarsi da ogni peccato, e , per- timenti meno anticristiani , hanno molto
suasi ch'essi di fatto non ne commettevano degenerato dai loro padri . Egli è certo che
altrimenti , non invitavano alcuno a prega- presentemente questa setta è il solo ramo
re per essi e nell'orazione dominicale trala- di luteranismo che confessa senza tergiversa
sciavano quelle parole : perdonateci i nostri zione la divinità di G. C. , e l'efficacia asso
peccati ; 6. i fratelli Libertini , i quali preten- luta de' suoi meriti per la redenzione del ge
devano che ogni servitù fosse contraria allo nere umano .
spirito del cristianesimo; 7. i Sabbatarii che ANACAMPTERIA . Si dava questo nome ad
credevano doversi osservare il giorno di sab- una specie di piccoli edifizii adiacenti alle chie
bato e non la domenica ; 8. i Clancularii , i se , i quali erano destinati ad essere il cimite
quali asserivano doversi parlare in pubblico , ro dei forestieri e dei poveri.
giusta il comune degli uomini quando trattasi ANACEFALEOSI. V. Riassunto .
di religione, e dire soltanto in segreto ciò che ANACLETO ( S. ) Papa . Gli antichi bio
se ne pensa ; 9. i Manifestarii che professavano grafi distinguono due persone sotto questo
sentimenti affatto opposti a quelli dei Clancu- nome; gli scrittori moderni, e specialmente gli
larii ; 10. i Piangenli , che , immaginandosi es- autori dell'Arte di verificure le dale , non ne
sere le lagrime aggradevoli al Signore , s'eser- ammettono che uno , il quale tenne la Santa
ANACLETO II-ANACORETA 995
Sede dall'anno 89 sino al 100. Anacleto era costretto Innocenzo II a fuggire, negozio da
originario di Atene. Venne in Roma ove fu per tutto onde formarsi appoggi e procurarsi
convertito dagli Apostoli ed associato al santo suffragi; marito sua sorella a Ruggero duca
ministero da san Pietro. Dopo la morte di s. di Sicilia, al quale conferi il titolo di re: scris
Clemente fu assunto al pontificato,e mori nel se a tutte le potenze onde farzi riconoscere .
la persecuzione di Traiano. La Chiesa venera Prese forma lo scisma , e la contestazione fu
S. Anacleto come martire , benchè non si sap- Junga. Condannato dai concilii di Reims e di
pia con qual genere di morte abbia terminati Pisa, rigettato dalla massima parte del clero
i suoi giorni . Gli eretici lo confondono con s. di tutta la cristianità, disconosciuto da tutti
Cleto, che fu il terzo Pontefice , ed aggiungono, i sovrani, eccettuato Ruggero ed il duca di
che abbia governata la Chiesa unitemente a s. Aquitania , Anacleto si sostenne in Roma, mal
Lino e Clemente, ma sono smentiti dai più ' grado le armi dell'imperatore Lotario , cho
antichi ed autentici monumenti , che chiara- proteggeva Innocenzo II , e di cui le truppe
mente dimostrano l'assurdità e la falsità della vittoriose avevano spoglialo Ruggero di gran
loro asserzione. Esistono alcune false Decretu- parte dei suoi stati. Egli mori in Roma, ai 7
li sotto il nome di questo Papa. di gennaio del 1138 , dopo aver tenuta otto
Ed in quanto all'epoca conviene osservare, anni la combattuta dignità. Subito dopo la
come alcuni dicono, che non dall'anno 85 sino sua morte i suoi fratelli riconobbero Innocen
al 100 questo santo pontefice resse la Chiesa ; zo II e cessò lo scisma.
ma che fu eletto Papa il 7 settembre dell'an ANACORETA . Da una voce greca che si
no 85 , e dopo aver regnato 12 anni 10 mesi gnifica eremita , uomo che vive in solitudine .
e 7 giorni , mori il 13 luglio dell'anno 96 . V’ebbero in ogni tempo , negli andati perd
ANACLETO II , Antipapa, eletto nel 1130 , più che nei presenti , tranquilli alberghi di
dopo la morte di Onorio III, da piccola parte pace, a cui coloro ricoveravansi , che , stanchi
dei Cardinali,dicui il maggior numero, alcuni del mondo , desiderosi del loro meglio , non
giorni prima, aveva scelto Innocenzo II . Ana- che al corpo , ma sì all'anima principalmen
cleto s' appellava Pietro di Leone , come suo te, cercavano riposo. Che se quivi gli scorge
avolo. Questi , giudeo di nascita e dopo conver va una voce dell'alto , venivano o soli o
tito e battezzato da papa Leone, era dotto , accompagnati a regolare osservanza , erano
estremamente ricco, ed in grandissima consi- detti anacoreti. Molto dai poco sapienti filo
derazione . Suo figlio, padre di Anacleto, dota- sofi s'inveì contro di questi scioperati , dico
to degli stessi vantaggi e delle più grandi qua- no essi , che si sottraggono, per solo amore di
lità, fu in gran favore presso Papa Pasquale II. ozio, alle comuni fatiche, per isciupare i gior
Egli servi si bene la Chiesa romana nelle que- ' ni nel non far nulla . Senza curarsi di rispon
stioni delle investiture, e colle armi e coi con- dere di proposito ad un'accusa sì falsa , ba
sigli , che gli fu dato il governo della torre di sterà riflettere, che , quand ' anche cagioni so
Crescenzio, o castello Sant'Angelo. Anacleto si pra le umane non conducessero taluni a siffat
diede dapprima alle lettere , e si recò a studia- to proposito, non potrebbero con giustizia ve
re in Francia , dove prese l'abito dell'ordine nirne redarguiti , ove non si voglia togliere
di Cluni , ciò che acquistava in quel tempo quella onesta libertà di azioni , a cui ogni uo
grande stima. Essendo ancora giovanissimo, mo ha diritto. Poi soggiungeremo con un il
servi di ostaggio pel Papa nelle mani dell'ar- lustre scrittore, che se vi hanno asili a difen
civescovo diColonia. Venne restituito nel 1119 dere gl’inermi in tempo di guerra , e luoghi
nel concilio di Reims , dove comparve, dice ove i malati ricorrano onde implorare salute ;
Fleury, a magnificamente vestito , ma negro , sta pur bene che si dieno ritiri , si a tregua e
pallido ed in si cattivo stato , che tutti gli as- schermo dei combattimenti dell'anima , che a
sistenti lo trovarono più somigliante ad un medicina onde i cuori infermi guariscano e si
Givdeo o Saraceno , che ad un cristiano.» Non riconfortino. Troppo lungo sarebbe anno
andò guari che Calisto II lo fece Cardinale, e verare tutte le instituzioni , con cui a ciò si
l'inviò legato in Francia, insieme ad Innocen- provvide fino dai primi tempi della Chiesa :
zo II,al quale poscia disputo la tiara . Anacleto, basterà l'accennare solamente che l'Oriente
ottenutala , fece ogni cosa per conservarsela. fu il primo che mostrasse insigni esempii di
Tenne Innocenzo Il assediato nel palazzo di vita anacoretica . Sin dal terzo secolo si vide
Laterano, e s' impadroni della basilica e del popolarsi i deserti della Tebaide, nell'Egitto ,
tesoro di S. Pietro. Fece altrettanto di Santa di questa gente devota, la quale, o fosse per is
Maria Maggiore, e delle altre chiese di Roma . fuggire alle persecuzioni con cui gl'imperatori
Padrone della città e del territorio, dopo avere miravano a spegnere il cristianesimo nascente,
296 ANACRONISMO - ANANIA
ovvero per viversene nella solitudine più uniti tria di quattro sommi pontefici, cioè Innocen
con Dio , abbandonando le paterne case con ze III , Gregorio IX , Alessandro IV e Bonifa
aspre penitenze si travagliava. Tra questi al- zio VIII. Dicesi anche Agrani ( V.) .
cuni rimanevano da soli a soli , e contenti di ANAGNOSTI. Nome con cui sono designati
poca acqua e scarso pane, a null'altro attende- i lettori nella Chiesa di Oriente.
vano che alla contemplazione delle divine cose ; ANAGOGIA , ANAGOGICO . Anagogia è il
altri raccolti in famiglie, oltre alla preghiera, terzo dei sensi che si può dare alla Scrittura:
operavano nel dissodare quelle aride zolle , il litterale, l'allegorico, l'anagogico e il tro
nel tessere stuoie , ed esercitarsi in altri ma- pologico. Il senso anagogico è quello , quando
nuali lavori . San Paolo che fu il primo di que- spiegasi il sacro testo con rapporto al fine che
sti eremiti , s. Marione e s. Antonio l'abate , i cristiani devono proporsi, ch'è la vita eter
levarono in tutte l'orientale impero gran fama na. Per esempio, il riposo del sabbato nel sen
della loro santità , e furono i modelli dietro so anagogico significa il riposo della beatitudi
cui i più antichi dei religiosi ordini si fonda nie eterna.
rono in Occidente . De quali è da porre innan ANAHARATH.Città della tribù d'Issachar,
zi a tutti quello di s. Bernardo , che aveva come dice Giosuè al capo 19 , vers . 19 .
come a principal fondamento la solitudine ed ANAMA , città della tribù di Beniamino, dice
il silenzio. il Simon , presso Anathoth , soggiunge Barbie
ANACRONISMO . Come chiaramente si vede du Bocage , che dice anche che i figliuoli di Be
dalla lettura della parola , si conosce essere niamino vi si ritirarono reduci dalla schiavitù .
questa una voce composta dalle due xpovos , che ANAMELECH . Leggesi nel quarto libro dei
significa tempo, ed ave, che nella composizione Re , al capo 17 , vers. 31 ,che quelli di Sefarvaim
delle voci significa sopra, oltre ecc . Quindi ne inviati al di là dell'Eufrate , abbruciarono i
segue che anacronismo altro non dinota che loro fanciulli in onore di Anamelech e di Adra
un errore commesso nella cronologia, come av melech . Credesi che Adramelech significhi il
viene allorquando si descrive un fatto in ante- sole , e Anamelech la luna . Gli orientali ado
cedenza ad un altro che dovrebb' essere pre ravano la luna sotto il nome di una divinità ,
ferito nell'ordine . ed offrivano tanto al sole quanto alla luna vit
ANAFORA . Come dimostra il Le Brun nella time umane .
sua Spiegazione della Messa , tom . 2 , pag . 489 , ANAMIM , secondogenito di Mizraim , che
e pag . 615 , questa voce, ch'è interamente lin popolò la Mareotide , se si crede al parafraste
turgica , significa: 1. la seconda parte della li- Jonathan , figlio di Uziele; ovvero la Pentapoli
turgia d’Alessandria o dei Cofti , la quale cor- di Cirene, secondo il parafraste di Gerusalem
risponde al nostro canone;2. parecchie liturgie " me. Il Bochart ritiene che gli Anamim fossero
siriache, ed in particolare quella di s . Basilio. un popolo che abitasse nei dintorni del tempio
ANAGLIFI . Questo termine trovasi nel di Giove Ammone , e nella Nasamonitide.
lerzo libro dei Re al capo 6 , dove sta scritto : ANANEEL. V. Hananeel.
Sculpsit in eis picturam cherubin el palma NI , settimo figlio di Elienai , come dal
rum species et anuglypha. Quest'ultimo nome primo libro dei Paral . , al capo 3 , vers . 24 , il
è greco e significa ogni sorta di figure in rilie- quale discendeva da Davide .
vo , ovvero piuttosto ogni sorta di scultura in ANANIA , nome comune a molti personaggi ,
bosso ed in basso rilievo. Vasi pieni di figure di cui si fa parola nella Sacra Scrittura. Il pri
in rilievo, aspera signis , come dice Virgilio; mo è uno di quei tre giovani ebrei, i quali per
ovvero in asperitalem excisa, come dice Plinio, non aver voluto adorare la statua di Nabucco
sono ciò che si addimanda anaglyphu. donosor , furono gittati nella fornace ardente,
Ma il luogo dei Re, in cui questo termine si donde Iddio li salvò miracolosamente . Ciò av
trova, significa che Salomone fece mettere alle venne circa l'anno 358 avanti G. C. Il suo no
porte del santuario delle palme, dei cherubini me fu cambiato in quello di Sidrah dal capo
e dei gigli in basso rilievo, come si trovavano degli eunuchi di Nabuccodonosor , come si ha
nell'interno del santuario tutto intorno alle dal capo 1 di Daniele.
mura . L'ebreo legge semplicemente: Fece scol Il secondo era della tribù di Beniamino.
pire delle figure di cherubini ( in basso rilievo) Fece fabbricare una parte delle mura di Geru
e delle palme e dei fiori sbocciati. salemme al suo ritorno dalla schiavitù babilo
ANAGNI. In latino Anagnia od anche Ana- nica , come troviamo nel secondo libro di Esdra ,
gnium , ciltà vescovile , tanto per il governo, al capo undecimo, vers. 33 .
quanto per la religione dipendente dal Sommo Il terzo era un discepolo di Gesù Cristo, che
Pontefice. È celebre questa città perchè fų pa- dimoraya a Damasco. Ando egli per conanda
ANANO - ANAKCHIA 297
di Dio a trovar s .Paolo di recente convertito, prendente. Condannò a morte s . Giacomo con
gl'impose le mani e gli disse : Saulo, mio fra- giunto di Gesù Cristo, secondo la carne, vesco .
tello , il Signore Gesù, che li upparoe sul cam vo di Gerusalemme; pel qual fatto , che spiac
mino, mi ha mandato per restiluirli la vista é que generalmente a tutta la gente dabbene di
comunicarli lo Spirito Santo, come si legge ne- quella città , venne dal re Agrippa spogliato
gli Atti Apostolici al capo 9, vers. 10. E que- della sua carica, investendone Gesii , figliuolo
slo il solo avvertimento della vita di Anania di Damnao. Pare che questo sia l'Anano eletto
che ci noto. I Greci moderni lo vogliono dal consiglio degli Ebrei a governatore di Ge
uno dei settantadue discepoli , Vescovo e mar rusalemme l'anno 60 di Gesù Cristo.
tire, e ne celebrano la festa il primo di otlo ANANO , nativo di Lidda, capitano degli
bre ; i Latini il 25 gennaio. Ebrei , fu inviato a Roma da Quadrato per
rendere ragione di sua condotta all'imperatoru
Il quarto fu colpito dalla morte, appie di s.
Pietro, con sua moglie Safira, perchè amendue Claudio, essendo stalo accusato di avere ecci
vollero ingannare l' Apostolo sul prezzo della tala la divisione degli Ebrei dai Samaritani ,
vendita del loro campo , ad oggetto di riservar .come narra Gioseffo nelle sue Antichità al li
sene porzione , mentre avevano promesso di bro vigesimo, capo quinto .
tutto distribuirlo ai poveri. ANANO , figlio di Gionata. Si adoperò con
Il quinto venne creato sommo pontefice dei sommo calore onde impedire che gli Ebrei non
Giudei l'anno 49 di Gesù Cristo . Dopo 8 o 9 si ribellassero ai Romani , secondo la narrazio
anni di esercizio, Cumano governatore della ne di Gioseffo, De bello , lib. 2, cap. 24.
Giudea, avendolo accusato che cercasse di ri ANANO , nativo di Ammaus, fu una delle
bellare la sua nazione dai Romani, lo spedi in guardie di Simone capo dei ribelli , al tempo
catene a Roma , donde ritornò perfettamente della guerra giudaica. Egli si arrese a Tito che
giustifcato. Allora perseguitò i cristiani , tra- gli fedono della vita , come ricorda Gioseffo,
dusse s. Paolo dinanzi al gran consiglio dei De bello, lib. 7.
Giudei, e lo fece schiaffeggiare nel momento ANANO, fumoso dottore ebreo dell'VIII se
in cui principiava a difendere la propria cau- colo, fondatore o piuttosto ristoratore della sel
sa . « Dio li castigherà , muraglia imbianchita, »
ta dei Caraili, cioè di coloro che scrupolosa
gli disse l'Apostolo. In fatto alcuni anni dopo, mente attaccati alla lettera della legge di Mosè,
Agrippa lo spoglio della sua dignità , ed egli furigettano tutte le tradizioni e le interpretazio
trucidalo nel suo palazzo dai sediziosi , dei niallegoriche, immaginate dai talmudisti. Que
quali il suo figlio Eleazaro era capo. sta sella aveva perduto ogni rilievo dopo la di
• Il sesto, soprannominato Sadduceo, fu uno struzione del tempio di Gerusalemme, quando
dei più ardenti difensori della ribellione giu. Anano intraprese, verso l'anno 750 , di ritor.
daica contro i Romani , come narra Gioseffo, narla al primo suolustro. Combattè fortemen
de Bello , lib. 2, cap. 18. te i settatori di Hillel , o i seguaci delle tradi
Il settimo era un figlio di Masbal della stir-zioni , si fece moltissimi discepoli , e diventò
pe sacerdotale, ucciso dai Romani nell'ultimo capo della callivilà . La sella di cui egli fu ca -
assedio di Gerusalemme , come leggiamo nel po sussiste anche oggigiorno presso i Giudei .
lib. 6, cap . 15 di Gioseffo . ANARCHIA, termine greco che significa pro
Col nome di Anania da ultimo gli antichi priamente lo stato di un paese che trovasi sen
chiamavano s. Apiano successore a s. Marco za ca po. Per esempio , nella Scrittura si dice alle
nel vescovado di Alessandria . volte : Che in quel tempo non eravi re in Israel.
ANANO, figliuolo di Selb , sommo sacerdote lo ; ma ciascuno operava , quanto credeva più
dei Giudei , detto Anna nel vangelo di s . Luca , opportuno. Jud . 17, 6 ; 18, 1 , 31 ; 21 , 24. E
al capo 3, vers . 2. Sostenne la sua carica per questo il vero significato della voce anarchia.
undici anni , ed anche dopo la sua deposizione La prima anarchia che si conosca fra gli Ebrei ,
ne conservò il titolo e prese molta parte agli. .fu dopo la morte di Giosuè, quando il governo
affari. Era suocero di Caifa. A lui fu presenta- passò nelle mani dei capi delle tribù , che go
to Gesù Cristo appena catturato nell'orlo de vernavano secondo il proprio modo di vedere.
gli Olivi . Dopo la morte di questi capi , l'anarchia di
ANANO , figlio del precedente. Questi tenne venne maggiore , e credesi doversi riferire a
il sommo sacerdozio per tre mesi l'anno 62 di questo tempo l'istoria di Mica , e dell'idolo che
Gesù Cristo , come narra Gioseffo nelle sue eresse nella sua casa , Judic. 17 ; quella dei Da
Antichità, al libro 20 , ca po 8. Apparteneva alla niti che abbandonarono illoro paese per recar
sella dei Sadducei, ed era uomo ardito e intra- si ad abitare a Lais, Judic. 18 ; in fine la storia
Encicl. Eccles, Vol. 1. Fasc. V .: 38
298 ANASTASIA- ANASTASIO IV
del Levila , la cui moglie lu disonorala in Ga- Fu pure in della cappella ch'egli resito la
Jaa , non che la guerra delle dodici tribù con sua orazione o dispute leologiche che gli meri
fro quella di Beniamino, Judic. 19, 20, 21 . tarono il titolo di teologo. Marziano, economo
Contiamo con Usserio circa 22 anni di anar della chiesa di Costantinopoli , vi fece poscia
chia dalla morte di Giosuè, avvenuta l'anno innalzare un grandissimo tempio, la cui dedi
del mondo 2561 , sino alla prima schiavitù de- cazione si fece l'anno 459, da un sinodo di Ve
gli Ebrei solto Chusan Rasalhaim, l'anno del scovi raccolti dal patriarca Gennadio. V. San
mondo 2581. Diamo circa quindici anni al go- Gregorio Nazianzeno, oral. 28, 32, ecc.; Sozo
verno dei capi, dopo la morte di Giosuè, e set- meno, lib. 7, cap. 5 ; Teodoreto, lib. 2 ; Ba
te anni di anarchia da questo tempo sino alla ronio.
dominazione di Chusan Rasathaim re di Me. ANASTASIO I (Santo), nalivo di Roma, fu
sopotamia ( Judic. 3), incominciata l'anno del eletto Papa nel 398 o 399 e successore a Siri
mondo 2591 e ferminala ne! 2599 pel valore cio. Riconciliò le due chiese di Oriente e di Oc
di Olloniello. Abbiamo seguito Usserio, sicco- cidente. Una traduzione del libro dei Principii
me quello che più alla verilà si avvicina. di Origene di Ruffino eccito il suo zelo, e con
ANASTASIA . La Chiesa venera parecchie dannò quell'opera, ad imitazione di ciò che
sanle di questo nome. Quella , la cui comme aveva fallo s. Girolamo. Anastasio morì nel
morazione si fa ai 25 didicembre era d'illustre 402 compianto da questo illustre Padre della
famiglia di Roma, e viveva in sul principiare Chiesa. Si hanno di lui due epistole nelle Epist.
del quarto secolo. Gli alli di s. Crisogono, che Rom. Pontif. di D. Coutenet, in fogl. La raccol
fu suo lutore, e l'istitui nella fede, raccontano ta d'Isidoro contiene parecchie false Decrelali
che, durante la persecuzione di Diocleziano, sollo il nome di questo Papa. Gli si attribui.
questo santo essendo stato arrestato in Aqui- scono alcuni regolamenti, tra gli altri quello
leia, ove sofferse il martirio, la sua pietosa pu. che vieta di ordinar Preti gli eretici converti
pilla andò a raggiungerlo onde prestargli soc- ti , ed un'altra per inibire l'entrata nel clero a
corso. Nel 304 , secondo gli stessi alli, i quali coloro che venissero d'oltre mare, a meno che
non fanno però molla autorità , ella fu abbru non avessero in iscritto una testimonianza di
ciala viva per ordine del preſello dell' Iliria. cinque Vescovi, ed è prova che, a quell'epoca ,
Le sue ceneri furono recale a Roma, e deposte gran numero di eretici , venuti principalmente
nella chiesa che porta il suo nome. Gli atti d'Oriente, facevano traffico della loro conver
della santa , di Melafraste, le danno per isposo sione. La vila di lui fu esemplarissima; gover
un pagano chiamato Publio, ed aggiungono al nò con molta saggezza , e mantenne con zelo
tre particolarità che qui non si riferiscono, da l'ecclesiastica disciplina .
che tali alli non ispirano fiducia. ANASTASIO II , Romano, succedette al Papa
Un'altra AnastasJA OD ANASTRASIA , sopran- Gelasio I , il dì 28 novembre del 496. Doveito
nominala l'Antica, fu martirizzata in Sirmio, e combattere l'arianismo, ch'era protetto dal
la Chiesa l'onora egualmente ai 25 di dicem- l'imperatore d'Oriente , Anastasio I. Sped) le
bre, ma non sappiamo niuna particolarità nè gati e scrisse lettere a questo principe onde far
della vita di lei, nè intorno all'epoca precisa cancellare dai sacri dittici il nome di Acacio,
in cui viveva. Le sue reliquie , trasportale a ultimo patriarca di Costantinopoli. Si congra
Costantinopoli , rimasero alcun tempo nella tulò per lettera con Clodoveo della sua conver
chiesa della Anastasia o della Risurrezione , sione alla fede callolica . Esiste una sua lette
donde si trasportarono in quella di Santa So ra intorno alle differenze che dividevano le
fia ; ma non vi erano più, quando, nel 1453, i chiese di Vienna e di Arles. Questi scritti si
Turchi s'impadronirono della capitale dell'im- trovano nella Raccolta dei Concili di Labbe.
pero d'Oriente. Mori ai 17 di novembre del 498.
Jnfine una terza ANASTASIA , d'illustre fami ANASTASIO, Antipapa nell'855. V. Bene
glia romana, vuolsi ammaestrata nella religio. DETTO IJI .
ne cattolica da s . Pietro e s. Paolo, in unione a ANASTASIO III , elello Papa nel 911, 0, se
s. Basilia, sua amica. Amendue, secondo i mar condo allri , pel 913 dopo Sergio III . Viene lo
tirologii greci e latini , furono decollale per or dato per la dolcezza del suo governo, che duro
dine di Nerone . La Chiesa le commemora ai due anni ed alcuni mesi soltanlo. Questo è
15 di aprile. quanto di lui ci narra la storia .
ANASTASIA O Risurrezione è il nome di ANASTASIO IV . Eletto Papa ai 9 di luglio
una cappella di Costantinopoli, ove s . Grego- del 1153 , dopo Eugenio III , aveva nome Cor
rio Nazianzeno raduno i cattolici e ristabili o rado ; era Romano , vescovo di Sabina e Cardi
suscilo, com'egli dice, la parola della carità. nale. Innalzalo alla sede di san Pietro in elå
ANASTASIO (S .) - ANASTASIO SINAITA 999
avanzalissima, non vi rimase che un anno e coscritto è proprio delle sole creature corpo.
cinque mesi. Favori l'ordine nascente diSan rali. Dio non è nè creato nè corporale : non
Giovannidi Gerusalemme. Era ,dice il Fleury, pud dunque essere circoscritto. Si dirà forse
un vecchio di somma virtù e di grande espe- indecente che Dio sia nei luoghi e nelle crea
rienza negli affari della corte di Roma. Ab- ture, per le quali l'uomo stesso ha dell’av
biamo nove lettere di questo Pontefice nella versione ; ma non vi ha cosa creata che non
Raccolla di Labbè. sia opera di Dio, e come i raggi del sole non
ANASTASIO (S.), patriarca d'Antiochia, fu contraggono alcuna macchia passando per 100
promosso al patriarcato di quella città l'anno ghi infetli , a maggior diritto ciò non può suc
561. L'imperatore Giustiniano, caduto nell'er- cedere di Dio. Il terzo discorso è sopra l'incar.
rore degli Aftardoceli, i quali credevano che nazione. Il quarto sulla passione di Gesù Cri .
Gesù Cristo prima della sua risurrezione aves- sto. Il quinto sulla di lui risurreziove.
se avuto una carne incorruttibile ed impas ANASTASIO (S.) , Persiano, martire, fu
sibile , cercava di trarre Anastasio nella sua istrutto nella religione cristiana a Gerusalem
dottrina ; ma questi, fermo nella vera fede , me da un santo prete chiamato Elia e fu bata
nulla altro faceva che esortare i fedeli a guar- lezzato da Modesto, vicario della chiesa di Ge .
darsi dall'errore: cosa che irritando-Giustinia- rusalemme durante l'assenza del patriarcı
no, questi meditava di mandarlo in esilio ; ma Zaccaria , condotto prigioniero in Persia. Poco
non potè effettuare questo tristo divisamento, tempo dopo il suo baltesimo, si ritirò nel mo
poichè morte lo incolse. Anastasio non andd nastero di S. Anastasio sotto la disciplina del .
però esente da molestie, chè il successore di l'abate Giustino, dove concepi un ardente de
Giustiniano, Giustino, esegui l'iniquo disegno siderio di esser martire , e per questo si porld a
del suo antecessore, e caccið Anastasio dalla sua Cesarea . E qui , avendo veduti alcuni soldati
sede, alla quale fu di nuovo chiamato dopo 23 che facevano incantesimi e malefizii , li riprese
anni di esilio, e in essa fini di vivere il 598 con molta dolcezza , ma un ufficiale lo condus
o, secondo altri , 599. Abilissimo nella scien se tosto dal governatore Barza bane. Questo
za della Sacra Scrittura , dimostrò la sua dot magistralo gli fece da prima molte vantaggiose
trina in varii scritti, Nel secondo concilio di offerte per indurlo ad abbandonare la religione
Nicea, nel 787 , si lesse un passo della lettera cristiana ; poscia ordinò che gli fossero allacca -
di lui a certo scolastico e giureconsullo, nella te delle grosse pietre al collo e sul dorso, e lo
quale egli distingue l'adorazione che noi ren fece battere a colpi di bastone; ma tutto inu
diamo a Dio da quella che rendiamo agli an tilmente. Il sapto venne condollo in Persia,
geli ed ai santi , in ciò che noi non serviamo dove Cosroe gli fece tagliare la testa dopo stroz
che Dio solo. Vi si lesse anche un passo dei zalo, il 22 gennaio 628, giorno in cui i Greci
suoi sermoni sopra il sabbalo , ove parla del ed i Latini ne solennizzano la memoria .
culto delle immagini . Abbiamo oltre a ciò cin ANASTASIO SINAITA , sacerdote e monaco
que discorsi, che tutti i crilici attribuiscono a del monte Sinai , donde trasse il soprannome.
questo Anastasio . Questicomprendoosi tutti sot- Viveva sotto l'imperalore Maurizio, ed al più
to il titolo generale di Dogmi della vera fede. tardi nel 602 , che fu l'ultimo anno di quel
Nel primo ch'è sopra la Trinità , egli dice principe. Fece molti viaggi ad Alessandria e ad
di avere già scritto e parlato nelle sue chiese altre città dell'Egitto e della Siria , ove sovenli
dei dogmi della sua religione, e che essendosi volte difese a viva voce la fede cattolica contro
avvezzato sino dalla prima giovinezza a non gli Acefali, i Severiani e i Teodosiani . Ei parla
avere altro sentimento intorno alla fede che nel suo libro, inlitolato Odegos, ovvero Guida
quello dei santi Padri , egli era sicuro di non del cammino, di Giovanni che fu patriarca di
essersi punto ingannato intorno a ciò ne' suoi Alessandria per i Teodosiani dall ' anno 677
scrilli, e nemmeno nei suoi discorsi. fino al 686. Egli adunque a quel tempo viveva
Lo scopo del secondo discorso è di provare in età avanzala ; ma non troviamo che sia vis .
l'immensità di Dio a chiunque volesse por- suto più a lungo. È onorato come santo ; e
vi dei limiti, fino a sostenere ch'egli non sia l'opera più celebre che di lui si conserva e
in questo mondo. Anastasio fece loro questo quella dianzi ricordata, cioè: La guida del vero
ragionamento : L'operazione in Dio è insepa cammino, da alcuni attribuita a s. Anastasin,
rabile dalla sua sostanza . Egli opera in tutto ma senza ragione , poichè l'Anastasio cui l'at .
il mondo, poichè egli stesso lo ha creato e lo tribuiscono mori patriarca d'Antiochia nel 598
conserva ad ogni istante ; egli è dunque so ovvero 599, ed in quel libro si parla di Eulo
stanzialmente in tutto il mondo. L ' essere cir- gio che fu patriarea d'Alessandria nell'anno
300 ANASTASIO - ANASTASIO (S. )
608 , e di Giovanni patriarca dei Teodosiani ANASTASIO IL BIBLIOTECARIO , celebre é
dall'anno 677 sino al 686. È adunque necessa . dotlo scrillore del IX secolo , fu abbate di un
rio allenersi all'opinione comune, che riconosce monastero della Madonna di Transtevere in
il libro suimentovato come opera del monaco Roma , e bibliotecario del Vaticano. Intervenne
Anastasio, di cui parliamo. Anastasio, nel li nell'869 all'ottavo concilio generale, tenuto in
bro in discorso, dà prima molte regole utilis . Costantinopoli, nel quale Fozio venne condan
sine ed anche necessarie per iscoprire i raggiri nato. Le sue cognizioni ed il talento che posse.
de Severiani o seguaci di Severo, falso patriar- deva di parlare elegantemente la lingua greca
ca d ' Apliochia, riguardato a'suoi tempi come e la latina , furono ivi utilissimi ai legati pon
capo degli Eutichiani : in appresso egli dimo- tificii. Tradusse gli atti del concilio dal greco in
stra in una esposizione di fede, che i caltolici latino, non che quelli del VII tenuto nel secolo
riconoscono in Gesù Cristo due nature, due precedente. La maggior parte delle numerose
volontà e due operazioni, spiega cosa s' inten- opere che ha lasciate , sono traduzioni con
de per natura, per volontà, per operazione, simili stimate più fedeli che eleganti. Loscrit
proprietà, e tulli in fine i vocaboli adoperati to che gli ha acquistata maggiore celebrità è il
dalla Chiesa Cattolica quando si parla della suo Liber pontificalis, o raccolta delle vite dei
Trinità e dell'Incarnazione, colle rispettive de. Papi da s: Pietro fino a Nicolò I. Fra le edi.
finizioni ; tutte riprovando poi le eresie che un zioni falte di quest'opera merila essere ricor
ortodosso deve rigettare. Questo trattato è tut- data quella che il Muratori ha inserita nella
to spezzalo, per cui merita piutlosto il titolo sua grande raccolta Script. rer. ilal., vol . 3 ,
di memorie che quello di opera compila. pag . 1 , in cui trovasi corredata da erudite dis
Si riscontra un ordine maggiore ed una più sertazioni, scritte in diversi tempi e da diversi
regolare concatenazione nelle considerazioni autori . Ne risulta che Anastasio non fu pro
apagogiche sopra l'Hexameron, ovvero opera priamente l'autore, ma soltanta il compilatore
dei sei giorni della creazione, ma non ese ne di tali vite, che le trasse dagli antichi cataloghii
può trarre gran cosa a dilucidazione della slo- dei Pontefici Romani, dagli atti dei martiri e
ria e della lettera , attesochè si spiega quasi da altre memorie, accuratamente conservate
tutto in senso mistico ed allegorico, senza però negli archivi della chiesa romana; che in fine
distruggere ji letterale. Egli dedicó quell'opera non compose che le vile di alcuni Papi del suo
a Teofilo che chiama suo figlio. tempo, senza che neppure sia possibile di sta
V’hanno ancora di lui centocinquantaqual. bilirne con precisione il numero , o di ricono
Iro domande e risposte , le quali non sono che scere con certezza quelle che sono sue proprie,
una compilazione dei Padri e dei Concilii sul non essendo gli autori di quelle dissertazioni
la vila spirituale, e che da alcuni autori sono d'accordo su questo punto. Si pretende che
attribuite ad Anastasio di Nicea, oppure ad esistano due esemplari di queste vite de' Papi
uno scrittore del secolo undecimo, ecc. dell'edizione del 1602, in cui si trova la storia
ANASTASIO, apocrisiario, di Roma, soffri della papessa Giovanna.
molto per la fede nella causa de Monoleliti ANASTASIO (S.), monaco ed eremita nel se
solto l'imperatore Costante, nel settimo seco- colo XI , nacque a Venezia da una famiglia di
Jo. Scrisse voa lettera a Teodusio prete di Gan- stinta. Abbandonò il mondo e si consacrò a
gre per la morte di s. Massimo ; e cita in es- Dio ; non potè però nascondersi in modo che
sa dei frammenti degli scritti d'Ippolito ve l'austerità della sua vila ed il grido delle sue
scovo di Porto . virtù non lo facessero conoscere ; a tale che s.
ANASTASIO, abate del monastero diS. Eu . Ugo, abate di Clun ), visitando i monasteri
timio nella Palestina , fiori verso l'anno 740. di sua dipendenza ch'erano nelle vicinanze
Nel 759 s. Giovanni Damasceno scrisse contro dell'eremjlaggio d'Anastasio, volle visitarlo,
di Ini sul Trisagion ch'egli applica malamen e nel colloquio che seco tenne, il persuase a se
le, ed il suo libro era diretto a Giordano abba- guirlo a Cluni . Anastasio obbedi; vi dimorò
te del monastero. Si attribuisce da alcuni a per selte anni e fu il modello di tutti i frati .
questo Anastasio un trattato contro gli Ebrei , L'occupazione ordinaria del sant'uomo era la
che trovasi nella Biblioteca de'Padri; ma bene meditazione delle Scrillure, e l'assidua lettura
esaminato, si ha donde inferire che sia di altro dei Padri della Chiesa greci e latini : autori dai
autore, a lui posteriore, perciocchè in esso si quali attingeva quella vastità di dottripa , con
legge che da 800 anni eransi compiti gli ora- cui sosteneva le sue esortazioni. La fama che
coli di Gesù Cristo, le quali parole dimostrano si era procacciata in questo genere di predica
che l'autore doveva vivere nel nono secolo. zione fece si che il Papa Gregorio VII ordinas

1
ANASTASIO ( MARTINO. INATEMA 501
se all'abale diClubị che lo mandasse in Ispa. clesiae sacramentis Iraclatus ; - De censuris
gna a predicare il Vangelo ai Mussulmani, che ecclesiasticis tractatus ; Storia dell'antichi
ancora vi rimanevano. Anastasio si prestò con tà del monastero di San Martino de Scalis in
tutto zelo a questa pia opera, ma vedendo che Palermo; De monogamiq 6. Annae parenlis.
gl'infedeli ricusavano di aprire gli occhi alla Deiparae, scu perilas sindicata ; Vila di s .
verilà , ritornò a Cluni . Allora quell'abale vol . Rosalia verginę palermilana .
le ch lo accompagnasse in una visita ai suoi ANASTASIOPOLI. Tre cillå vescovili tro
monasteri , in ciascuno dei quali lasciava che vansi ricordate nella Geografia sacra sollo di
Anastasio recitasse qualche sermone . Però de questo nome.
sideroso Anastasio di menar vita eremitica , La prinia era nella diocesi di Tracia , dipen
pregò l'abate che lo lasciasse ritirarsi nei mon dente dalla metropoli di Traianopoli .
ti Pirenei . In questi luoghi visse egli tre anni La seconda, nella diocesi dell'Asia nella Fria
ammaestrando coloro che la sua vila edifican- gia Pacaziana , e qungta non viene ricordata
te chiamava al suo deserto . Dopo qualche tem che negli alli dei concilii .
po , l'abate Ugo chiamatolo a Cluni , Anasta La terza nella provincia di Caria , solto la
sio per obbedire si pose in cammino , ma nel metropoli di Afrodisia .
viaggio fu assalito da una febbre che lo costrin ANATEMA , pa rola greca che significa divi
se a fermarsi in un luogo della diocesi di Rieux sione, separazione . Si adopera principalmente
chiamato la Devola ed a ' nostri giorni Doydes, per indicare la recisione e la perdita intiera di
ove morì il 16 ottobre l'anno 1086 e fu sepol- un uomo separalo dalla comunione dei fedeli,
to nella chiesa di S. Martino . Abbiamo di san ovvero dal novero dei viventi , e di quelli che
t'Anastasio un piccolo libro in forma di lelte- godono nella società di un qualche privilegio .
ra nel quale fa la professione di fede sull'Eu . La parola ebrea cherem significa propria
caristia . Lo scritto è una risposta a Guglielmo mente , nella lingua santa , perdere , distrugge
abate di Corneilles suo amico, il quale in oc- re, sterminare , anatematizzare. Mosè vuole che
casione degli errori di Berengario gli aveva do. si donino all'analema e che si sterminino quelli
mandato il suo sentimen sopra il mistero che sacrificano ai falsi numi. Dio ordina che si
dell' Eucar istia . V. River. Hist. de la France, consacrino all'anatema le cillà dei Cananei che
tom . 8, pag. 162 e seg. Moreri . non si renderanno agl ' Israeliti . Acan avendo
ANASTASIO (MARTINO). Nasceva questi in convertito in uso proprio alcune cose del bola
Palermo, nella quale cillà tratto dall'amore lino di Gerico che il Signore aveva ordinalo
della solitudine, e di dedicarsi al Signorelungi all'anatema , fu sterminato con tutta la sua
dalle cose mondane, per le quali sentiva nel famiglia, i suoi animali , i suoi mobili , la sua
suo cuore disprezzo, vestiva l'abilo di s. Bene- tenda, e tutto ciò che gli apparteneva. Fu la
dello nel monastero di S. Martino che appar- pidato e consunto dal fuoco.
teneva alla congregazione di Monte Cassino, il Il nome cherem ovvero anatema prendesi
giorno 22 luglio dell'anno 1595. In questo a. anche alle volte per una cosa consacrata, vota
silo di pace e di tranquillità, Marlino non so- ta , offerta al Signore, in modo da non poterla
lamente altese a quegli atti di perfezione che più impiegare ad usi comuni e profani. Alcu
maggiormente uniscono le anime a Dio , ma ' ni pretendono che le persone, le quali erano
ancora si dedicò ai buoni studii , e si rese peri- consacrate al Signore venivano messe a mor
lissimo nelle lettere sacre e profane. Sebbene te, come abbiamo l'esempio nella figlia di Je
mollo occupato egli fosse nel governo di molle fle che fu immolata al Signore da suo padre.
case della sua congregazione, cui fu elelto in Alle volte l'intera nazione votava al Signore
ſorza dei meriti suoi , pure quanto colla virti taluno , od anche qualche città . Per esempio,
era altrui di edificazione, tanto coi suoi studii gl’Israeliti consacrarono al Signore il paese del
all'ordine cui apparteneva pecava lustro e de re Arad . Il popolo radunato a Masfa pronun
coro ; chè gli avanzi del tempo non nelle ri- ziò anatema contro coloro che non avrebbero
creazioni comuni , ma nello scrivere e nel pre. marciato contro i Beniamiti per vendicare l'ol
parare ai posteri monumenti della sua scienza traggio che avevano fatto alla moglie di un le
egli impiegava. E furono questi i modi coi vita . Saule anatema proferì contro colui che
quali passo i suoi giorni sino all'anno 1644 mangiasse alcun che prima dal tramonto, men
che fu l'ultimo di sua vita , morendo egli tre inseguiva i Filistei.
nel monastero di San Martino soprammento La scomunica tanto appresso gli Ebrei ,
vato, insignito del titolo di abale. Le opere quanto appresso i cristiani era una specie di
che allestano l'esposio sono : De seplen. Ee- anatema. Eranvi diversi gradi di scomunica ,
302 ANATEMI DI S. Cirillo
il mago iore, che propriamente dicevasi anate- bramerebbe essere separalo almeno per un
ma, ed il minore. Per l'anatema lo scomunica. lempo ( non dalla carità e dalla grazia di Cri
to non solo era privato della comunione delle sto ) , ma dalla beatitudine e dalla gloria di
preghiere e della partecipazione delle cose san- Cristo. E vuol dire, quantunque lali e tanti
te, ma anche dell'ingresso nella chiesa ,e della sieno i beni che abbiamo in Cristo (de' quali
compagnia dei fedeli. Ma di ciò diremo con più ha parlato nel capo precedente ), vorrei piut
precisione alla voce SCOMUNICA ( V.). Fra gli tosto di tutti questi esser privo, che vedere i
Ebrei , quelli ch'erano scomunicati non pole- miei fratelli perire. V. s. Tommaso. » La cari .
vano fare alcuna pubblica funzione nel loro tà , dice il Grisostomo, aveva talmente occupa
impiego : non potevano essere nè giudici nè lo l'animo dell'Apostolo , che quello stesso che
testimonii, nè fare le cerimonie dei funerali , sopra tutte le cose era desiderabile, cioè l'es
nè circoncidere i loro figliuoli, nè associarsi sere con Cristo, questo ancora egli per piacere
alla compagnia degli altri uomini , se non alla a Cristo poneva in non cale, chè anzi era pron
distanza di qualtro passi. Loro non si rende- to a rinunziare a quel regno de'cieli , ch'era
vano gli onori pubblici dei funerali , e se mo- ricompensa delle fatiche tollerate per Cristo :
rivano nella scomunica , si collocava una gran De compunct. lib. I , c. VIII . Può anche inten
pielra sulla loro tomba, ovvero si lapidavano dersi che bramasse che sopra di lui , come 80
i loro sepolcri, e vi si ammassava sopra una pra di un anatema, fossero rovesciati i mali
grande quanlilà di pietre, come si fese sul cor- proparati da Dio alla sua nazione, purchè po
po di Acan e di Assalonne. Si può vedere in pro- tesse ad essa recar salute.
posilo il Selden , De Jure natur. et gent., lib ., ANATEMA , in linguaggio ecclesiastico , è la
4 , cap . 1 . scomunica maggiore fulminata da un Vescovo,
Come abbiamo dagli Atli Apostolici, talvol- da un Papa, da un concilio, con esecrazione e
ta avveniva che alcuni si segregavano da sé me maledizione.
desimi , se non eseguivano certe determinate La maggior parte degli scrittori greci distin
imprese, come fecero più di quaranta uomini guono anatema scritto con un'o breve, vdes
che si dannarono all'analema, o a non man wce, da anatema scritto con un'e lunga dyabro
giare ne bere prima che non avessero data la pa. Scritto con un'e lunga, si prende in buo
morte a s. Paolo. Act. c. 23, v. 12. E quando na parte, e Polluce nel suo Lexieon as serisce
questo Apostolo desidera d'esser anatemizzato ch'esso ordinariamente significa i doni ch'e
pe' suoi fratelli, vuolsi intendere ch'egli desi rano consacrati agli dei .
dera di essere pei suoi fratelli trattato come uno In questo senso anche il Papa Alessandro
scellerato, ma non già separato da G. C. Epist. VII mandò alla Beata Vergine Aspricolense
ad Rom. c. 9 , 0. 3. San Girolamo ha seguito un panno tessuto coi suoi stemmi, dicbiaran
questo senso, ch'è conforme alla Scrillura , se- do, che come analema venisse religiosamente
condo, la quale, la parola di anatema, quando conservato .
è presa in senso odioso, significa amente es ANATEMI di S. Girillo . Intorno all'occa
ser segregato , trallato come uno scolleralo , sione di questi anatemi, V. ALESSANDRIA ( Con
tollo dal numero de viventi, slerminalo . cilio dij sollo s. Cirillo . Sono dessi i seguenti :
Riguardo alla preposizione greca ano ed alla 4. Se alcuno non confessa che l'Emmanue
latina a che sembrano significare una separa- le è veramente Dio, e che per conseguenza la
zione da G. C., a Christo, il Simon aggiunge Vergine è madre di Dio, poichè la medesima
che in questo luogo si deve intendere per pro. ha generato secondo la carne il Verbo di Dio
pler, perchè tale significazione gli viene tale incarnato , sia anatema.
volta attribuita nella lingua ebraica . 3. Se alcuno si trova, il quale non confessi
Questo passo di s. Paolo nella volgata leg. che il Verbo di Dio Padre è unito alla carne,
gesi : Oplabam ego ipse analhema esse a Chri. secondo l'ipostasi, e che colla sua carne non
slo pro fratribus meis, e monsig. Martini lo fa che un solo Cristo, il quale è Dio ed Uomo
traslata nel modo seguente : Bramava di esser tutto insieme , sia anatema.
io stesso separalo da Cristo pe' miei fratelli ; e 3. Se alcuno , dopo l'unione, divide le ipo
così lo commenta : « Nel greco e nella volgata stasi di Cristo, o non le unisce che per una con
è analema, la qual voce (oltre varie altre sj- nessione di dignità , di autorilà o di potenza ,
gnificazioni) s'intende delle cose separate dal e non con una unione naturale , sia anatema.
l'uso e dalla comunione degli uomini , non 4. Se alcuno attribuisce a due persone, o a
come sagre, ma come esecrabili e degne di es . due ipostasi le cose che si trovano , nei vangeli
sere sterminate. Dice adunque l'Apostolo, che o negli scritti apostolici, delte intorno a Gesi
ANATH - ANATOLIO ( S. ) 303
Crislo, o dai santi o da lui medesimo, e se ape alla dignità , e in cui la divinità abita sempli
plica le une all'uomo consideralo separata- cemente; e se non confessa che la medesima è
mente del Verbo di Dio, e le altre , siccome vivificante, perchè è la propria carne del Ver
proprie della divina maestà, al solo Verbo che bo che vivifica tutte le cose , sia anatema.
procede da Dio Padre , sia anatema. Finalmente il duodecimo anatema è contro
5. Se alcuno ha la temerità di dire che Gesù chiunque ardisse di negare che il Verbo di Dio
Cristo è un uomo che porta Dio , invece di abbia sofferto , o sia stato crocifisso secondo la
dire , ch'è un Dio in verità , come figliuolo carne, e chesia stato il primogenito fra i mor
unico e per natura, in quanto il Verbo si è ti, in quanto ch'è vita e fonte della vita , come
fatto carne, ed ha come noi partecipato alla Dio .
carne ed al sangue , sia apatema. Tali sono i dodici famosi anatemi di s. Ci
6. Se alcuno dice che il Verbo di Dio Padre rillo, o piuttosto del suo concilio. Sembreran
è il Dio od il Signore di Gesù Cristo, e se non no singolari le espressioni di alcune proposi
confessa che dopo che il Verbo si è incarnato zioni ; ma volevasi una ritrattazione formale
secondo le Scrillure, il medesimo e latto io. di tutte le insidiose e molto più singolari pro
sieme Dio ed Uomo , sia anatema. posizioni di Nestorio.
7. Se alcuno dice che il Verbo divino ha ANATH . Padre di Samgar giudice d’Israello ,
operato in Gesù Cristo come in on paro domo, come dal libro dei Giudici al capo terzo, vers.
e che la gloria del Figlio unico è stata comu- trigesimo primo.
nicata a quest'uomo, comead un tale diverso ANATHOTH , città della tribù di Beniami
dal Verbo , sia anatema . no, lontana tre miglia da Gerusalemme, gecon
8. Se alcuno ha la temerità di dire che l'uo. do Eusebio e s. Girolamo, ovvero venti stadii,
mo, a cui si è upilo il Verbo, dev'essere ado- secondo Gioseffo.
ralo con lui , glorificato con lui , chiamato Dio Col nome di Anathot chiamavasi pure l'ot
con lui, come essendo l'uno nell'altro ( impe- tavo figlio di Bechor.
rocchè la perpetua ed affellata aggiunta di ANATOLIA (S.). Vergine romava , era pro
quesla parola con , suggerisce lal pensiero ) ; e messa sposa ad un certo giovane romano addi
se non onora l'Emmanuele con una sola ado- mandato Aureliano , quando certo Eugenio ,
razione, e non gli rende una sola glorificazio- che bramava ardentemente la mano di sposa
ne, in quanto il Verbo si è fatto carne , sia della sorella di lei nominala Vittoria, ad Ana
anatema. lolia si volse onde piegasse l'animo della so
9. Se alcuno dice che il nostro Signor Gesù rella ad acconsentire al matrimonio . Anatolia ,
Cristo è stato glorificalo dallo Spirito Santo, anzichè perorare a favore di Eugenio, ascolto
come per una virtù che gli era estranea , e che le voci di Vittoria che avendo determinato di
ne aveva ricevuto il potere con cui scacciava rimaner vergine, ad Anatolia dimostrò il bello
gli spirili immondi, ed operava fra gli uomini di questa virtù , e la indusse a lasciare Aure
i miracoli divini ; e se non dice che lo spirito liano . I due amanti,vedendosi cosi abbandona
con cui gli ha operati , è il proprio e naturale ti infuriarono, ed ottennero dall'imperatore
suo spirito, sia anatema. Decio il permesso di averle nelle loro case , ove,
10. Siccome la Scrittura nomina Gesù Cri- ad oltenere il consenso del matrimonio , in va
slo il Pontefice e l' Apostolo della nostra fede, rie guise le maltratlarono; ma vani lornarono
e di ce ch'egli si è offerto per noi a Dio Padre tutti i loro sforzi, per cui maggiormente sde
in odore di soa vità ; se alcuno dice in conseguen- gnati le diedero in mano ai carnefici, dai quali
za , che il nostro Pontefice ed il nostro Aposto- ebbero il martirio. Il martirologio segna la fe
lo non è il Verbo stesso di Dio, dopo che si è sta di questa santa il giorno 9 di luglio.
fallo carne ed uomo siccome noi , ma ch'è ANATOLJO (S. ). Vescovo di Laodicea nella
quell'uomo ch'è nato dalla donna, come s'ei Siria , primeggiava forse fra quanti erano dolli
fosse un altro che il Verbo : oppure se alcuno nell'impero romano al suo tempo, secondo l'at
dice che il Cristo ha sofferto il suo sagriſizio testare di s. Girolamo . Grande si dimostrò la
non solamente per noi , ma eziandio per sè sua carità quando Emiliano il liranno, ribel
stesso (imperocchè chi non conosceva il pecca. lalosi ai Romani , era da questi assediato con
to , non aveva d'uopo di sacrifizio ), sia anatema. quelli del suo partito in un quartiere di Ales
11. Se alcuno nega che la carne vivificante sandria , poichè egli si adoperò ed oltenne che
del Signore sia la propria carne del Verbo che moltissimi ricevessero dai vincitori il perdono.
procede da Dio Padre, e se dice esser questa la Viaggiò in Siria ed in Palestina verso l ' an
carne di qualcun altro unilo al Verbo quanto no 264 , e trovandosi in Cesaroa, Teoleno, ve
304 ANAZARBA-ANCIRA (CONCILIO DI)
scovo di quella città, il fece suo coadiutore nel- ed aver cura e conservare con fedeltà quelle
la speranza che gli succederebbe. Ma diversa cose che sono loro affidate: imperciocchè affin
mente il cielo disponeva, poichè passando per chè facciano queste cose, sono ricevule nelle
Laodicea mentre andava al concilio di Antio- famiglie, ed ottengono a questo fine uno stia
chia celebralo l'anno 269, vi fu fermato ed pendio e vengono quindi obbligate da un con
elelio vescovo. Sua cura principale fu nella tralto oneroso .
novella dignilà , di attendere incessantemente Peccano ad unque mortalmenle: 1. se non ob
a distruggere l'eresia e l'idolatria, e propagare bediscono ai loro padroni o padrone in cose
Ja religione e la virtù , nel che non solo inces importanti ; 2. se riferiscono altrui i peccati e
santemente adopravasi,come dicemmo, ma ogni difetli della famiglia in cui sono ; 3. se perdo .
fatica, ogni studio , ogni opera egli poneva per no in ozio il tempo stabilito pel loro lavoro
giungerne al conseguimento. Nè ciò per un e negligentemente prestano i dovuti servigi :
giorno o per breve periodo di tempo soltanto, nel qual caso sono anche obbligate alla resti
ma per tutto il corso di sua mortale carriera , tuzione di quella parte di stipendio propor
che fu sempre luminosa per virti sino alla zionata alla propria mancanza . Itoperciocchè
fine avvenuta ai lempi dell' jinperatore Diocle non hanno diritto se non allo stipendio con
ziano, del quale non sembra che abbia esperi- veniente alla fatica ed alle opere che prestano.
mentato il furore, tatlo concorrendo á farci Di più devono compensare il danno ed il lucro
credere ch'ei tranquillamente morisse in mez- cessante, poichè furono causa ingiusta di quel
zo al suo gregge. La sua festa è segnata nel 1o, essendo derivato dalla omissione della dili
giorno 3 di luglio nel martirologio romano . genza e delle opere dovule per giustizia. 4. Ove
ANAZARBA . Era questa una città vescovi dispongano dei beni dei padroni senza loro
le nella seconda Cilicia, che fu distrutta da un consenso ; 5. se permettano che ricevano un
terremolo , e rifabbricata da Giustino col nome grave danno, mentre lo potevano impedire, o
di Giustinopoli. scorgendolo hanno taciuto, nè avvertirono i
ANBAR od Esbar , cillà vescovile della padroni , sia che estranei lo abbiano recato, sia
Caldea, appartenente alla provincia patriarca- degli altri di servigio , anche in quelle cose, di
le di Bagdad . La chiesa di Anbar, e quella di cui loro non è commessa una cura speciale.
Hil, posta aldi sopra di Anbar, dalla parte seto Imperciocchè chi è sotto l'altrui servigio, non
tentrionale dell'Eufrale, non formavano che deve permettere che al proprio padrone si ar
una sola sede. rechi danno, poichè niuno riceve in sua casa
ANCELLA chiamasi quella giovane la qua- un'ancella se non con questo patto che impe
le presta altrui il proprio servigio per una disca per quanto può il danno che altri gli può
patluila mercede. Da questa definizione si vede recare . Inoltre alle genti di servigio si addice
che, essendo esse soggette ai loro padroni, deb- rimuovere il danno che può provenire ai pa
bono ad essi aniore, riverenza, obbedienza e droni più che non agli estranei : perciocchè lo.
fedeltà. Diceva infalli l ' apostolo s . Paolo , ro specialmente è affidata la cura della casa,
parlando di ciò nella sua prima lettera a Ti e di ciò che in essa si trova ; e perciò devono
moleo : Servi doniņos suos omni honore dignos avere tutta la vigilanza possibile. 6. Se prima
arbilrentur. Ed agli Efesipi indirizzava su tal del tempo stabilito abbandonino la famiglia
proposito le seguenti parole : Servi, obedite do senza una causa . Imperciocchè secondo il con
minis curnalibus cum timore et tremore in tratto, e perció secondo giustizia devono servi.
simplicilate cordis vestri, sicut Christo : non re per tutto quel tempo: e sono obbligate, ove
ad oculum scrvientes, quasi hominibus placen- manchino, a risarcire il danno, che il padrone
les, sed ul servi Christi facientes voluntalcm ne soffre. Imperciocchè ogn'ingiustizia porla
Dei ex animo, cum bona voluntate servientes seco l'obbligazione della restituzione.
sicut Domino ecc. Al suo Tito poi volgendo le ANCIRA ( Concilio DI ) . Ancira era la me
parole scriveva al capo secondo : Servos domi- tropoli della Galazia , e sembra che quella cit
nis suis subdilos esse in omnibus placentes, non tà fosse stata scelta , come la più comoda per
contradicentes, non fraudolentes, sed in omni- congregarvi i Vescovi dell ' Asia Minore, del
bus fidem bonum ostendentes. Sono adunque Ponto , d’Armenia e della Siria nell'anno 314 .
tenule le ancelle di prestare ai loro padroni tut- In quelle provincie, le persecuzioni avevano
ti quegli uffizii, però con proporzione, che de- durato più a lungo e nella più violenta ma
vono i figli ai genitori. E di più sono obbliga- niera . Quindi il principale oggetto del concilio
te, secondo giustizia , a fedelmente prestar loro fu il regolare la penitenza dei fedeli caduti
servilù e lavoro, adempiere ai proprii doveri, nell'idolatria. Con questa occasione tali rego
ANCIRA - ANDEOLO ( S.) 505
Jamenti furono stesi alla penitenza degli altri quale stabilendo che il Figliuolo era simile al
delitti , e si cominciò a dare ai Vescovi una Padre nella sostanza , negavano poi schielta
maggior libertà di essere indulgenti, secondo le mente , ch'egli fosse della stessa sostanza , a
occasioni e le regole di una santa prudenza . dissero anatema al termine con sostanziale . I
Questo concilio distinse altresi le funzioni Semiariani deputarono a Costanzo ed ottennero
dei diversi ordini del chericato. Offrire e pre- la soppressione della seconda confessione , ov
dicare, ecco quelle che stabilisce come annesse vero formula di Sirmio dell'anno 337, l'asilo
al sacerdozio ; e ai diaconi attribuisce quelle dei più empi Ariani . Sozom . I. IV , c. 13 .
di presentare l'offerta e di far gli annunzii ANCONA. Aplichissima città arcivescovile
nella chiesa , ove per ufficio compievano ciò che del Piceno, una delle prime che dopo Roma ab
nelle profane assemblee era a carico dei pub- bracciassero la religione di Cristo, donde si può
blici banditori. Non è più permesso ai corepi- presumere che vi sieno stati Vescovi fin dalmo
scopi , quando anche fossero insignili del carat- mento che fu conosciuto il Vangelo ; non ad
tere vescovile , di ordinare sacerdoti diaconi , altro dovendosi attribuire il non essere giunti
nè ai preti della città far cosa alcuna nella dio . i loro nomi sino a noi , se non alla fierissima
cesi , senza una permissione in iscritto del Ve- persecuzione che Diocleziano mosse contro la
scovo titolare. Con queste ultime parole del religione cristiana. Speciale protettore di que
canone riguardante i corepiscopi, sembra che sta città è s. Ciriaco cui è dedicata la calledrale.
questa sorta di prelati inferiori non fossero ANDEOLO DI Lodeve, celebre cappuccino
per condizione se non altrettanti preti , aiqua- che viveva nell'anno 1653. Fu missionario a
li il Vescovo confidava la sua autorilà per la postolico ed eccellente predicatore, che segna
campagna ; e che nel caso in cui venissero ono- lò il suo zelo contro i Calvinisti , gli amabatisti
rali della consecrazione episcopale, la loro fa . ed altri eretici , com baltendoli a viva voce noi
coltà non si estendesse a conferire gli ordini solo, ma ancor cogli scritti . Celebre io lo dice
senza una espressa e speciale permissione. Se- va,e tale infatti il dichiarano: 1. Un compendio
condo il canone decimo, i diaconi, i quali ban- della dottrina cristiana insegnata dalla Chiesa
no dichiarato, allorchè sono stati ordinati, che cattolica romana, con un ristretlo degli errori
non rinunziavano al matrimonio , non saranno e delle eresie che insegna la prelesa chiesa ri
esclusi dal ministero per essersi poi ammoglia- formata dei Calvinisli. 2.Gli esercizii spiritua
li , e potranno esercitare tutte le funzioni del li pei novelli convertiti alla fede cattolica. 3 .
lor ordine. Tal è l'origine del voto tacito di Le domande giuste e ragionevoli che fanno i
continenza , che fanno anche i nostri cherici , cattolici ai seguaci di Calvino, onde ritrarli dai
col non rispondere cosa alcuna alla proposizio- loro errori , e richiamarli dalla morte eterna.
ne che loro fa il Vescovo prima di conferire ad 4. Sull'adorazione del vero Dio, dimostrando
essi il suddiaconato. Se alcune chiese partico- che i Calvinisti s'ingannano a partito e rozza
lari di Oriente si sono Gno da quella prima mente, dicendo che non si deve adorare iddio
età allontanate dalle rigorose regole della con . nelle chiese, nel sacramento dell'altare e nelle
tinenza clericale , vedesi almeno che ciò era immagini, 5. Sulla maniera di ottenere con
soltanto in riguardo ai ministri del secondo frutto le indulgenze, tanto per sè quanto pei
ordine, e nel caso di un bisogno particolare, il defunti. 6. Sullo stalo deplorabile della chiesa
quale non era di alcuna conseguenza per quel- calviniana, fedelmente e sinceramente rappre
le chiese, in cui non vi era questa penuria di sentato. 7. Un sommario di tutte le indulgen
evangelici operai , e molto meno ancora per ze accordate ai regolari dai sommi Pontefci .
quelle dell'Occidente . 8. Sulla cristiana perfezione, cui devono in
ANGIRA ( CONCILIABOLO D' ) dell'anno 358 , camminarsi coloro che vogliono entrare in pa
tenuto da alquanti Vescovi semiariani, aven radiso ecc. ecc.
do alla testa Basilio di Ancira e Giorgio di ANDEOLO ( S. ) od anche Andiolo. Esercila
Laodicea . Vi condannarono le più manifeste to nelle virtù cristiane , e desideroso delbene dei
bestemmie dell'arianesimo. I puri Ariani inse- suoi fratelli , animato dal vero zelo di carità
gnavano, che il Figliuol di Dio non era che annunziava il vangelo a Carpentras. E già la
una semplice creatura, ma i Semiariani crede. nullità del culto prestato alle false divinità era :
vano ch ' egli fosse sopra le creature, ed anco da molti conosciuta , mediante i suoi semplici
ch'egli fosse simileal Padre, ma non eguale e sermoni , e le chiare sue dimostrazioni , quando
consostanziale ; e gli Eusebiani favorivano dagli empii aizzati dallo spirito maligno fu
questo partito. Costoro fecero una lunga espo- preso, e presentato all'imperatore Severo che
sizione di fede, cui spedirono ai Vescovi, nella per quel luogo passava, accusandolo di sovver
Encicl. Eccles. Vol. 1. fasc. V. 39
306 ANDIRA - ANDREA DI CRETA
tilore del popolo conlro la religione dei numi. tri , ed ebbero poco dopo la sorte di ricevere
Sepero senza più pronunzio contro di lui la Gesù Cristo ospite in casa loro a Cafarnao .An
pena di morte, e gli fu spaccala incontanente drea non comparisce nell'Evangelio che per in
ja testa con una spada di legno. Cosi Andeolo dicare i cinque pani e i due pesci coi quali
riceveva col marlirio il premio di sue fatiche 5000 persone furono miracolosa menle saziale,
nel cielo l'anno 208.
e per fare a G. C. l'interrogazione sull'epoca
ANDIRA , città vescovile dell'Asia Minore, della rovina del tempio. Gli avvenimenti rela.
appartenente alla metropoli di Efeso. tivi a tale discepolo divengono incerli presso
ANDOCHIO ( S. ). Prele e discepolo di s . Po- gli antichi, dopo la morte del suo Maestro : gli
licarpo, vescovo di Smirne. Inviato dal suo uni lo dicono andato nella Scizia e nella Sog
maestro a predicar il Vangelo nelle Gallie, in- diana a portare la luce dell'Evangelio , gli al
naſliava dei suoi sudori il territorio di Autun, tri in varie contrade della Grecia , e lo fanno
allorchè sorpreso da alcuni inigui nell'eserci- soggiacere al martirio a Patrasso, capitale del
zio delle sue funzioni ecclesiastiche a Sedeloc, l'Acaia , senza poler fissarne l'epoca . I Mosco
fu tosto accusalo al governatore della provin- vili con vengono ch'egli annunzio la fede nel
cia Lionese. Tanto bastò perchè l'empio pre- loro paese. La comune opinione è ch'egli sia
side vedesse in lui un capitale delilto , pel qua- morlo crocifisso su quella specie di croce ad X,
le pronunziò sentenza di morte contro il ban- che da luidicesi appunto croce di s. Andrea .
ditore evangelico. Fu fallo quindi , in esecu ANDREA ( S.). Tribuno militare, marlire ,
zione degli ordini, ammazzare a colpi di ba- fu , unitamente ad un gran numero di soldali ,
slone, indi gittalo nel fuoco. Avvenne la mor- ch'egli aveva convertiti , tormentato e morto
te di Andochio solto il regno di Marco Aure. in Sicilia , ovvero, secondo altri,in Armenia l'an
lio, ed il 24 settembre è sacro nella Chiesa alla no 297 , ovvero 298 , sollo Massimiano. I Greci
memoria di lui. ed i Lalini fanno menzione di s. Andrea e dei
ANDRADA ( TOMMASO ) TOMMASO DI Ge- suoi compagni il giorno 19 di agosto.
su '. Quesli che vesliva ' l'abito agostiniano in ANDREA (S.). Martire in Lampsaco , com
Coin :bra, nel 1578 giltava i fondamenti della pagno di s . Pietro, di s . Paolo e di s. Dionigio
riforma di quelli che chiamansi scalzi ; ma martire della stessa cillà . Poco si sa di questo
fallo schiavo dagl'infedeli nell'anno slesso , martire, che accusalo di seguire la religione di
e gillato in oscurissimo carcere , più non poté Gesù Cristo, e disprezzare gl'idoli , cui folle.
per essa operare ; poichè in mezzo a quello mente tribula vano omaggio gli stolli gentili,
squallore mori alleviando le pene degli altri vane tornarono le blandizie, ed inutili le mie
schiavi cristiani . Aveva condotto in Africa il nacce onde rimuoverlo dalla ſede, poichè for
re d . Sebastiano, ed era stato preso nella infau- te nella confessione del vangelo, si dimostrò
sla ballaglia di Alcazar. In carcere scrisse in pronto a sostenere la morte piullostochè ido
portoghese un'opera pia intitolata : Trava- latrare. E la morte egli ebbe sollo l'impero di
gli di Gesù, piena d'unzione e spirante una Decio ed il proconsolato di Oltimo, morle pe
dolce pietà , stampata a Lisbona nel 1602-1609. rò crudele, poichè fu lapidalo. Il giorno 15
Fu tradotta in ispagnuolo, italiano e francese. maggio è consacrato dai Greci e dai Lalini alla
Morì nel 1582 in odore di santità. memoria di lui.
ANDRAVILLA , sede vescovile di cui parla ANDREA , dello di Creta dal luogo in cui
Innocenzo III . ten ne la sede arcivescovile , era nativo di Da
ANDREA (S .). Apostolo fratello di s . Pietro. masco. Compiuta onorificamente nella sua pa
L'uno e l'altro erano di Betsaida , ed esercita- tria la carriera dei primi sludij, recossi a Ge
vano il mestiere di pescatori a Cafarnao. An- rusalemme, dove abbracció la vila monastica .
drea fu dapprima seguace di s . Giovanni Bat. In questo nuovo slalo incominciò acerrima
tista; divenne poi il primo discepolo che G. C. pugna contro i Monotelili, che mai cesso di
elesse , ed intervenne alle nozze di Cana, quan- comballere, smascherando le loro false dollri
tunque s . Epifanio dica il contrario. I due fra. ne, dichiarando le loro follie, facendo pubbli
telli erano occupati alla pesca quando il Salo che le loro bestemmie , e rintracciando ogni
valore promise loro di farli pescatori d'uomi mezzo che la carità e la scienza vera polevano
ni, se volevano seguilarlo. Abbandonarono nel- suggerire onde ridurre nel buon sentiero gli
l'allo stesso le loro reli , ed irrevocabilmente erranti. Andalo a Costantinopoli, vi fu tralle
si allaccarono alla sua persona. Come Gesù nulo, e posto nel numero dei cherici di quella
Cristo ebbe formato, l'anno dopo, il collegio chiesa ; indi ordinato diacono, gli venne aſlida
degli Apostoli , furono essi posti a capi degli ale ta la cura di educare e nutrire gli orfani. Questo
ANDREA DI CRETA- ANDREA (S.) CORSINI 307
ufizio di pietà con tutto il zelo possibile egli Dio il primo frutto del loro matrimonio ; ma
sostenne, e le sue vigilanti premure erano di- sulle prime Andrea mal corrispose a quesla
relle a procurare, in uno all'educazione e nu- santa destinazione. Fin dall'età di dodici anni
trimenio fisico, l'educazione e nutrizione mo. ei mostrò molta indocilità e petulanza, e peg
rale, infondendo nel cuore di quei giovanelti giorò pur anche negli altri tre anni susseguen
quelle massime salutari , per cui fossero alli a ti , dopo i quali essendosi già obbliato fino ad
guardarsi in appresso dal veleno che i nemici ingiuriare la propria madre, questa gli tenne
della verilà andavano disseminando, e resistere il seguente discorso : « Pur troppo io veggo, fi
nella guerra del mondo, standosene fermi ed v glio mio , che tu sei quegli , che mi føsti rap
immobili alle vere massime del Vangelo di » presentato in sogno la vigilia della lua na
Gesù Cristo. Tante opere di virtù non isfuggi. » scita . Ma se mi parve di veder uscire un
rono gli sguardi comuni , ed egli dopo non » lupo dal mio seno, vidi altresi questo lupo
molto si sentì nominato all'arcivescovato di » medesimo trasferirsi ad una chiesa , e nel .
Creta , che governo per molti anni sempre con » l'alto di entrarvi cambiarsi in agnello. E
quella sapienza ch'è propria di chi vive ed » dunque tempo che tu sappi, che appartieni
opera per Gesù Cristo. Moriva alla fine det » non già a noi , ma bensì alla Madre di Dio,
secolo settimo, lasciando variisermoni , i quali » a cui tuo padre ed io ti abbiamo consacrato .»
versano sulla Natività della B.V., sull'Annun- Codesle parole lo colpirono in modo prodigio
ciazione , la Circoncisione, la Trasfigurazione , so : ei vi pensò tutta la notte, e prese la risolu
sopra Lazzaro, sulla domenica delle Palme; zione di convertirsi.
due sopra l'esallazione della Croce , tre sopra Nel giorno seguente ando a presentarsi ai
la morle della Vergine, sopra s . Tilo, s. Gior. Carmelitani, e dimando , come un segnalato
gio, s. Nicola, s. Palapio e sopra i defunli. favore, di essere ricevuto nell'ordine : grazia
ANDREA di Creta , martire, cosi chiamato che ottenne col consenso e con estrema soddis
dal luogo della sua nascita . Come Costantino fazione di suo padre e di sua madre. Nè andò
Copronimo pubblicava l'empio editto contro guari che superò i voti medesimni dei pii suoi
l'onore delle immagini, Andrea correva subilo genitori, col rigore delle austerità, con un se
a Costantinopoli onde difenderle. E presenta- vero ritiro , col disprezzo della gloria del seco
tosi all'imperatore senza nulla temere, disprez- lo, e colle più umili pratiche della santa follia
zandone il furore, non cessò dal dimostrargli della croce. Fu frequentemente veduto con un
l'assurdità in prima di quell'editlo, indi l'in . gran sacco alcollo questuare per le strade di fi
giustizia che conteneva , e come in ciò egli vo renze . Allorchè i di lui parenti se ne riputava
lesse dare un colpo alla religione cristiana, la no disonorati: « La mia gloria , diceva loro ,
quale nelle immagini ricordava l'oggello da consiste nel camminare, giusta le regole del mio
esse rappresentalo ; ed il culto non era prestato stalo, sulle orme di un Dio annichilato per la
alla scultura o pillura , ma a quanto esse rap- nostra salute. » Aveva in tanto orrore tulto ciò
presentavano, conforme l'intendimento della che risente lo strepito e la pompa, che evito
cattolica Chiesa. A tali rimproveri Copronimo persino le solennità che i di lui parenti aveva
monlò sulle furie, e sentendo che un vecchio no preparato per la prima di lui messa , e ando
sessagenario ardivä opporsi a'suoi divisamenti , a celebrarla in un piccolo convento fuori di
e rimbrottargli le sue malvagità, ordinò che città . In breve il cielo onorò coi miracoli l ' 0 -
tostamenle fosse appiccato . Ma avvenne, che miltà del suo servo ; e non si tosto ebb' egli
mentre passava per un mercato, gli fu reciso terminato i suoi studii a Parigi, ov'era anda
un piede , e per questa ferita unitamente a to a continuarli per un ordine espresso del ca
molti altri tormenti che aveva dovuto soffri- pitolo generale, che nel ripassare per Avigno
re, mori s. Andrea l’anno 762 di Gesù Cristo, ne, guarì un cieco pregando per lui .
vigesimoprimo dell'impero di Costantino Co Tornato a Firenze, falto priore del con
pronimo. I Greci ed i Latini lo rammemorano vento di quella città, ove non travagliava che
il giorno 17 ottobre. a farsi dimenticare dal mondo, allorchè fu
ANDREA (S. ) Corsini . Il principio dell'an- elelto vescovo di Fiesole. La modestia di lui
no 1373 fu segnato colla morte del santo ve. ne fu sì costernata, ch'ei prese la fuga, e con
scovo di Fiesole in Toscana nominato Andrea , molta segretezza ritirossi presso i Certosini,
.ed uscito dall'illustre casa Corsini nell'an Fu cercato inutilmente , e già si era sul punto
no 4302, il 30 novembre. Bullar. toin. 2, pag . di procedere ad una nuova elezione , allorchè
1061 e seg . ; Ughel . tom . 3 , p. 329. Prima del un fanciullo di tre anni si ayanzo nell'as
la di lui nascita, i suoi genitori promisero a semblea , e grido : « Andrea è quegli ch'è sta
308 ANDREA DE FRANCHIS (B.) ANDREA (GIOVANNI)
to scelto dal cielo ; mandate ai Certosini, e lo ne, e si ritirò nel convento di Pistoia fra' 5110
troverete colå in orazione. » Fu ricondotto, fratelli , ove dopo alcuni mesi mori in odore di
consecralo , e governo per ventitrè anni la chie. santità il giorno 26 maggio 1400.
sa di Fiesolo, portando le virtù vescovili a quel ANDREA di Rodi , così chiamato dal luogo
panto di perfezione, che viene come infallibil ove teneva la sede arcivescovile. Nato da geni
mente presagito dal rifiuto dell'episcopato . Ei lori scismatici , fu per tempo istrutto nelle di
ſece in singolar modo ammirare la sua carità vine ed umane lettere, per modo da poter leg
verso i poveri . Dopo i più maturi esami delle gere i padri delle due chiese, il che lo pose
sue virtù e dei suoi miracoli, egli è stato cano nella fortunata circostanza di conoscere tosto
nizzato dal Papa Urbano VIII . la verità ; la quale conosciuta, abiuro subito lo
ANDREA DE FRANCHIS ( B.) , vescovo di Pi- scisma , ed entrò nell'ordine di s. Domenico, o
stoia , dell'ordine dei predicatori . Nasceva An- ne professo l'istituto. Circa l’apno 1415 fu
drea dall'illustre famiglia de Boccagnis o de nominato all'arcivescovato di Rodi, ed in ta •
Franchis nell'anno 1583 ; la sua prima ed uca- le qualità potè assistere alla vigesima sessione
13:33
zione fu tale da ammaestrarlo a disprezzare il del concilio di Costanza, in cui a suo nome
mondo ed ogni suo fasto, ed a porre ogni sus ed a quello di Sigismondo imperatore dei Ro
felicità nell'amore e nel servizio di Dio. Con mani , sottoscrisse il 4 febbraio 1416 alle con
tali principii crebbe così nella virtù da divenire venzioni decretate a Narbona fra i legati del
in breve l'ammirazione dei suoi concittadini , i concilio, e gli ambasciatori dei re d'obbedienza
quali fissarono gli occhi sopra di lui, speciale di Pietro di Luna, ossia di Benedetto XIII .
mente allora che abbracciò l'istituto dei frati Nel 1407 assistette alla coronazione di Papa
Predicatori nel convento di Pistoia . Unendo Martino V , avvenuta il giorno 11 novembre,
egli alla soda pietà la vera scienza , fu in breve accompagnò quel Pontefice a Roma, e tanto gli
aito a porgere alla Chiesa e al prossimo utili fu affezionato da esserne ricambiato benissimo.
servigii . Negli anni 1361 e 1375 in cui la peste Quel Papa lo spedì poi a Costantinopoli onde
desolava l'Italia, egli coll'opera ſece conoscere affrettare l'unione delle due chiese, addimana
quanto valga quella carità cristiana di cui una data dagl'imperatori d'Oriente Manuele e suo
anima è adorna ; nulla tralasciò di quanto po- figlio ; e gli stessi padri del concilio di Basi
tesse essere altrui di giovamento, senza curare lea gli fecero vive istanze a tale oggetto , ma
sè stesso. Ma una carità sì officiosa non poteva senza sua colpa nulla si potè conchiudere. Re
a meno di meritargli la confidenza comune, duce a Roma poco tempo prima della morle
sicchè a lui vedevansi ricorrere e grandi e ple- di Martino V , si fermò sino a che ebbe speran
bei onde ricevere norme di vita e massime sa za della conclusione. Intervenuto al concilio di
lutari , vivendo all'intutto sotto la sua direzio- Basilea qual nunzio di Eugenio IV , a nulla
ne. Urbano VI, ragguaglialo di tante virtù , lo riuscendo colle sue pratiche, si ritirò a Ferra .
nominò al vescovato di Pistoia sopra istanza ra, ove trovandosi l'imperatore greco, e molti
del clero e del popolo, in età di quarantatré Vescovi di quella nazione, presentò loro un
anni . In quel nuovo posto di onore non fu egli simbolo , e d'accordo con essi prese le necessa
nè meno penitente , nè meno umile. Il suo zelo rie disposizioni per un altro concilio, che fu
per la salute delle anime e per l'onore della realmente intimato nell'anno 1438 ( V.BASILEA
casa del Signore , non mai mostraronsi in più Concilio di), e nel quale Andrea fe' mostra di
viva luce. Incominciò dalla riforma del clero, tutta l'eloquenza e di tutta l'erudizione di
riforma che gli tornò facile e per la sua per cui era ben adorno ; e si a Ferrara che a Fi
suasiva eloquenza , e per la santità di sua vita . renze puossi dire ch'ei fu l'anima del conci
Le sue rendite erano degliospitali , dei poveri , lio. Fermossi poi in quest'ultima città all'og
di quanti languivano. Durante la fiera divisione getto di ricondurre alla Chiesa romana gli Ar
delle opinioni originata dallo scisma d'Occi- meni e le altre comunioni greche. Finalmente
dente, egli stette sempre ed inviolabilmente il Papa lo spedi nell'isola di Cipro, onde ulli
unito ad Urbano VI, che aveva riconosciuto mare la sommessione di coloro, i quali sembra
pel legittimo successore di S. Pietro, e con lui vano parteggiare ancora per lo scisma, impresa
ſu pure la stessa cosa del suo gregge, il quale ch'egli felicemente compi . Dopo quest'epoca
in tutto seguiva l'esempio del virtuoso suo nulla più si sa di Andrea, donde si ha di che
nastore. Cosi, ammirato per la sua saggezza e conchiudere ch'egli sia morto in mezzo alle sue
" zza episcopale, governo per venlitre anni, più grandi fatiche per la pace della Chiesa .
quali amando di unirsi più intieramen ANDREA ( GIOVANNI ) , ovvero Giovanni di
0 colla preghiera, diede la sua dimissio- Andrea . Era valente scrittore in fatto di dirit
ANDREA ( S. ) AVELLINO - ANELLO 309
lo canopico, come dalle sue opere chiaramente martirio a Gerasalemme goitamente a Giunia
apparisce, e fioriva in sul forpire del secolo sua moglie. Episl. ud Rom ., cap. 16, vers . 7 .
XV , vescovo di Accia nell'isola di Corsica, in ANDRONICO ( S.), martire di Cilicia, com
di di Aleria nell'isola stessa, e finalmente de pagno di s. Probo e di s. Taraco.
stinato vescovo di Sabacia o Savona. ANDRONICO CAMATERO , governatore di
ANDREA ( S.) AVELLINO. I'. AVELLINO . Costantinopoli, si distinse per un libro cho
ANDREA ( S. ) DEL Cardo . Ordine militare scrisse nel 1150 contro i Latini in forma di
di Scozia istituito da Hungo re dei Pilli , o da dialogo tra l'imperatore Manuele ed i Cardi.
Acaio I re di Scozia nell'anno 809, o più ve- nali di Roma sulla processione dello Spirilo
risimilmente dal re Giaccomo IV nell'anno Santo ; opera che fu confutata da Vecco.
1534 , ch ' ebbe a proleltore s. Andrea . Que ANDRONICO di Costantinopoli detto il
st' ordine è di dodici cavalieri , dei quali il re Vecchio. Figlio dell'imperatore Michele, fino
è il capo. Ciascun di essi porta un cordone dal principio del suo regnare , che avvenne
turchino con medaglia d'oro smaltata , su cui l'anno 1283 , si mostro avverso all unione del
da un lato è effigiato s . Andrea , e dall'altro le due chiese, per cui richiamo tutti gli scisma.
evvi l'impresa col motto : Nemo me impune la tici che suo padre aveva scacciati, e perseguito
cesset.I medesimi porlano inoltre sul giusta- apertamente coloro fra i suoi sudditi che par
cuore e sul mantello al lato sinistro una croce leggiavano per la Chiesa Romana. Il Papa
di S. Andrea accantonata con foglie di ruta , il Clemente V lo scomunico. Suo nipote Andro
cardo e l'impresa nel mezzo , come lo deserive nico si ribello contro di lui , e l'obbligo a ce
Le Mire, Origine degli ordini equestri. derli il trono nel 1325. Andronico il Vecchio ,
ANDR) , città vescovile nel regno di Napoli , amareggiato da questo avvenimento, si ritiro
l'istituzione del cui vescovato si attribuisce in un chiostro, vi si fece religioso, e mori il
al Papa Gelasio, il quale vi nominò s. Riccar. 12 settembre 1332 in elà 72 anni .
do verso l'apno 492. ANDRUSIA , città vescovile dell'Illiria, spet
ANDRO. Isola appartenente alle Cicladi , tante alla melropolitana di Monembasia.
posta da Baudran sotto l'arcivescovado di Nas ANEA , ciltà della diocesi d ' Asia, nella pro
so . In questa città, che, secondo lo stesso scrit.
vincia dello stesso nome, come risulla da tulle
tore, contava seimila cristiani , eranyi due Ve-
le memorie su questa città ; gli atti del concilio
scovi , uno greco , l'altro lalino. Innocenzo III
di Efeso la considerano nella Lidia .
la sottopose alla metropolitana di Atene , ne ANELLO . L'antichilà degli anelli è cono
prima del 1272 si conosce di essa alcun Ve sciuta nella Scrittura ed appo gli scrittori pro
scovo latino. Ora è soggetta al regno di Grecia ,
fani . Giuda donò il suo anello a Tamar. Fa
ed è tuttora sede d'un Vescovo. raone, allorchè diede a Giuseppe il comando di
ANDRONICIANI. Discepoli di certo Andro. tutto l'Egitto, si trasse dal dilo l'anello, e lo
pose in dito a lui . Gl’Israelili dopo la vittoria
nico , il quale aveva adottato gli errori dei Se.
riportata sui Madianiti , offrirono al Signore
veriani . Essi stoltamente credevano che la me-
gli anelli , i braccialetti e le collane d'oro che
tà superiore delle donne fosse l'opera di Dio,
l'inferiore del diavolo. avevano preso ai nemici. Le donne israelite
ANDRONICIANO , autore del sesto secolo. portavano non solamente degli anelli al dito,
Fozio ne parla così nel Codice quadragesimo ma anche al naso ed all'orecchio. San Giacomo
quinto: « Ho letto dei libri di Andronicianodistingue l'uomo ricco e costituito in dignita
contro gli Eunomiani . Egli promette mollo dall'anello d'oro che portava al dito, Al ri
nelle prefazioni, ma non adempie a ciò che ha
torno del figlio prodigo il padre di famiglia
promesso, massime nel secondo libro. » ordino che questo suo figlio fosse di nuovo ve
ANDRONICO , grande della corte di Antio. stito, e gli pose al dito l'anello. Il Signore mi
co Epifane, che lasciato al governo di Antio-bacciando il re Geconia degli effetti della sua
chia , corrotto con doni da Menelao falso pon-
collera, disse che quand'anche egli fosse come
un anello nella sua destra, ei ne lo strapperà .
tefice degli Ebrei , fece uccidere a tradimento il
gran sacerdote Onia . Ma egli stesso porto poi L'anello serviva principalmente a sigillare,
la pena del suo delitto , poichè scoperta la cosa
e la Scrittura lo mette principalmente tra lo
da Antioco, fu fatto morire nel luogo stesso mani dei re e dei possenli , come del re di Egil
ove Onia era stato ucciso. to, di Giuseppe, di Achaz, di Jezabele o me
ANDRONICO , uno dei discepoli di Gesù glio di Acab ,del re Assuero, di Amano suo fa
Cristo, parente di s . Paolo, e suo compagno vorito, di Mardocheo che successe ad Amano
nella prigionia. Dicesi che abbia sofferto il nella dignità , del re Dario ecc. Le patenti
310 ANELLO PISCATORIO_ANFILOCO (S.)
ugni ordini di questi principi erano suggellati colla Chiesa. L'uso dell'anello pei Vescovi e
dai loro anello, e ciò li rendeva autentici e ri- antichissimo, poichè ne parla il quarto conci
spettabili. lio di Toledo tenutosi l'anno 633. E quindi ,
L'anello era un segno della sovrana autori- benchè Alcuino, Amalario e Rabano non no
lå . Dello innalzamento di Giuseppe, dimostra- parlino, dal loro silenzio non si può conchiu
to dall'anello che Faraone gli pose in dito, ab- dere, che l'anello non fosse in uso ai loro leni
biamo già detto. Alessandro il Grande avendo pi ; ma soltanto che quest' uso non era univer
dato il suo anello a Perdicca , ciò fece conosce sale , e principalmente che non era introdolto
re che lo avea destinato a suo successore. An- in Roma ; giacchè questi autori parlano espres
tioco Epifane, vicino a morire, mise tra le ma samente e minutamente dell'ordine romano.
ni di Filippo, uno dei suoi amici, il diadema, Opportunamente per anello s'intende quel
il manto reale e l'anello, affinchè lo recasse lo di un Vescovo, giacchè questi soli e gli ab
ad Antioco il giovane suo figlio e suo successo . bati che hanno l'uso dei pontificali, possono
re. Augusto, caduto in malaltia mortale, diede portarlo. E quantunque anche i canonici ed
il suo anello ad Agrippa , come al più giusto altre persone costituile in dignità possano por
dei suoi amici. tarlo , deve però essere senza gemma e senza
Si conoscono certi anelli magici, cui erano incisione, e , conformemenle a quanto penne
attribuiti alcuni effetti straordinarii, lanto per stabilito da Benedetto XIII , nel Concil. Rom . ,
preservare da certi mali, quanto per procurare tit . 16 , cap. 5, devono deporlo prima di cele
certe comodità e vantaggi . Gli Orientali , per brare la messa .
esempio , raccontano mille cose di un anello ANEM , ciltà della tribù d'Issacar, delta an
creduto di Salomone, che gli comunicava lu- che EngamiM , come si ha dal primo libro dei
mi ammirabili , per cui fu riguardato come il Paral . , al ca po sesto .
più saggio e più avventurato fra i re . Dicono ANEMURIO , città vescovile nella provin
questi , che un giorno avendolo perduto nel cia d'Isauria, sotto la metropoli di Seleucia
bagno, una furia infernale s’impossesso diesso , ANER, cillà della tribù di Manasse, che fu
e lo gettò nel mare. Salomone allora s'astenne data ai Levili della famiglia di Caath .
per quaranta giorni dal salire sul trono, non ANER ed Escol. Due Canapei che unirono
credendosi più capace di ben governare, perchè le loro forze a quelle di Abramo nello insegui
privo di un soccorso così necessario ; ma infine re che quesli fece i re Codorlahomor, Amra
io ricuperò per mezzo di un pesce che lo aveva phel ed alleali , che avevano saccheggiato So
ingbiottito, e che fu servito alla mensa di lui . doma, e trattala in ischiavitù . Non imilarono
Gli anelli o pendenli d'orecchie, tanto co- però il disinteresse di Abramo, perciocchè pra
inuni nella Palestina e nell'Africa, erano anche sero per sè parte del boltino rapito ai vinti .
apparentemente anelli superstiziosi e talisma ANFIBOLOGIA . Discorso che ha sentimen
ni cui si attribuivano effetti soprannaturali . to doppio ed equivoco , per cui si può intende
Giacobbe essendo arrivalo nella terra di Ca. re in due sensi . Molli , facendo uso di essa, cre
naan , nel suo ritorno dalla Mesopotamia, or dono di fuggir la menzogna, ma in sostanza
dino ai suoi di consegnargli tulli gl'idoli stra- l'anfibologia il più delle volte è una prelta
nieri che possedevano, e gli anelli o pendenti menzogna . V. Bucia.
ch'erano alle loro orecchie, locchè dinola che ANFIDROMIE. Cerimonia religiosa celebra
ad essi veniva allribuita una certa supersti- ta presso i Greci nel quinto giorno dopo la pa
ziosa virtù . scila di un fanciullo, e contenente una parla
ANELLO PISCATORIO, è quel segno o sigillo del nostro ballesimo, cioè la nominazione. Quel
di cera rossa , con cui vengono suggellati i bre- giorno, i parenti e famigliari convenivano nel
vi . Dicesi piscatorio, perchè porta l'immagine la casa dov'era il neonato ; si correva intorno
di s. Pietro nel momento che stava sulla nave al focolare tenendo in braccio il bambino ; si
pescando, e, secondo le osservazioni del cardi- faceva una presentazione di lui alle divinila
nal Pelra, di esso semplicemente uso san Pie- tutelari della casa ; rito proveniente dall'O .
tro . Questo anello viene conservato con mas riente e forse dagli Ebrei; e quindi gli s'impo
sima custodia da un intimo famigliare del Pa. neva un nome al cospetto degli astanti , i quali
pa , e dopo la morte del Papa tostamente viene tutti facevano dei piccoli doni in tale occasio
spezzato dal Cardinale Cameriere. ne : la cerimonia terminava con un banchelto.
ANELLO VESCOVILE. L'anello di un Vesco ANFILOCO (S. ) d'Iconio , nativo di Cappa
vo forma parte dei suoi ornamenti pontificali, docia , aveva contralto coi due illustri amici ,
ed è un segno del suo matrimonio spirituale Basilio e Gregorio, quella tenera e soda amici
ANFILOCO ( S. ) 311
zia eli'e fondato sulla conformita delle incli. aver soddisfallo al suo dovere col salutare il
nazioni, delle abitudini e delle stesse qualità padre ; e avvedendosi che Teodosio era per ri
indifferenti. Nalo , come dissi , nella Cappado- sentirsene, soggiunse : Come! voi non sapele
cia , era al par di loro di nobile casato , di una soffrire un'ingiuria falla al vostro figlio , e
scienza profonda, di una somma eloquenza, di permettete che si disonori il Figlio di Dio ? Lo
una virtù eminente e fortificata da un lungo imperatore, sorpreso e scosso da tal discorso,
uso della vita solitaria . Aveva sempre conser fece una legge colla quale proibi agli eretici di
vato una stretta relazione con Gregorio. Ma unirsi in assemblea . Teodoreto asserisce esser
poichè Basilio era stato fatto vescovo, Anfiloco, ciò occorso dopo il ritorno di Teodosio dall'Oc
il quale non lo fu che dopo di lui , cioè nell'an . cidente, cioè circa l'anno 592 ; ma v'ha mag
no 374 , sfuggi di seco incontrarsi , per timore giore probabililà che ciò avvenisse dopo il con
di essere costretto a ricevere gli ordini santi di cilio di Costantinopoli nell'anno 382, poiché
cui si credeva indegnissimo: precauzione pero fu in quest'epoca che l'imperalore Teodosio
che il raro suo merito e la pubblica stima re- promulgò quella legge . Non si conosce l'anno
sero inutile. Avendolo la Provvidenza condot. in cui morì s . Anfiloco . S. Girolamo, nel suo
to nella Pisidia , venne eletto , ad onta di tut. libro degliScrittori ecclesiastici , ne parla all'an
ta la sua resistenza , alla sede arcivescovile del- no 392 come se ancora vivesse; e vi fa pur an
Ja cillà d'Iconio, recentemente eretta in me- che menzione di un trattato sullo Spirito San
tropolidella seconda Pisidia , ossia della Licao- to, che s. Anfiloco gli aveva letto poco tempo
nia. Basilio gli scrisse intorno alla sua ordina- prima, e nel quale provava che lo Spirito San
zione, per consolarlo, incoraggiarlo ed in vitar- lo era Dio adorabile ed onnipotente. Le opere
Jo ad andare a vederlo . Anfiloco infatti vi an- di questo padre sono ricordate, e sempre con
do . Giusta la consuetudine che conserva vasi elogio, in quasi tulli gli antichi concilii , tra i
coi vescovi stranieri , gli si diede l'impegno di quali quelli d 'Efeso e di Calcedonia ne ripor
predicare innanzi agli abitanti di Cesarea , in tano anche alcuni passi contro gli errori di New
cui egli destò la maggiore ammirazione ; suf- storio e di Eutiche, senza però accennare da
fragio tanto più onorevole , quanto più sicuro quali sue opere gli abbiano tralli . Teodoreto,
e purificato era il gusto di quella numerosa ne'suoi dialogbi, fa uso di alcuni pensieri lol
udienza , avvezza all'alta eloquenza del suo ti dalle omelie di s . Anfiloco sulle parole del
proprio pastore . Aofiloco fino d'allora si pro. Vangelo : Mio Padre è più grande di me ; il
pose Basilio per modello e per guida nel com- Figlio non può nulla da sè solo ec.; e cosi an
pimento di lulti i doveri dell ' episcopalo. Egli che in Anastasio Sinaila , in Giovanni Dama
lo consullo non solo sulle profondilå specula. sceno ed in molti altri incontransi passi tolli
tive dell'Essere Divino , ad oggello di conſon- dalle opere di s. Anfiloco . Quasi tulli i fram
dere i solismi degli eretici , ma sulla scienza menti delle opere di questo scrittore furono
pralica eziandio del costume e della disciplina. raccolti dal padre Combefis, e pubblicati unita
Essendo arcivescovo , ebbe cura non solo menle a lulle le opere che del medesimo poté
della propria chiesa, ma ancora di lulle quel raccogliere , e sono: un discorso sulla nascita di
le a lui vicine; assistelle al duodecimo conci . G. C. , uno sulla Circoncisione, a cui va unilo
Jio di Costantinopoli , ove fu mandato perchè l'elogio di s . Basilio, un altro sulla passione
avesse cura degli affari ecclesiastici del suo del Signore, ed infine uno sulla SS . Vergine e
paese . Circa l'anno 385 tenne un concilio a S. Simeone. Questo ultima però non può esse
Sida contro i Messalini , di cui Fozio parla nel re di s . Antiloco, perchè in esso l'autore parla
volume 52. Teodoreto, al capo 16 del libro ſ contro l ' eresia di Nestorio, e fa quindi presu.
della sua storia , ci fa conoscere che s. Anfiloco mere che appartenga a s . Anfiloco vescovo di
supplico l'imperatore Teodosio di proibire Sida che assistelte al concilio di Eſeso nell'an
agli eretici ogni adunanza , e che l'imperatore no 431 , concilio che fu appunto celebrato con
non volle acconsentirvi, troppo duro sembran- tro quell ' eresia . Il padre Combefis ci dà anco
dogli un lal passo. Avvenne però che s. Anfi . ra quali opere di s. Angloco quattro omelie,
loco, ritornato dopo qualche tempo al palazzo sopra Lazzaro, sulla donna peccatrice, sul sab
imperiale , ed avendo, vicino a Teodosio, vedu . bato e sulla penitenza. Quest'ultima però non
10 Arcadio suo figlio già proclamato Augusto, è al certo opera sua , poichė, oltre, lo stile, che
salutò il padre non curandosi del figlio, e al- è affatto diverso da quello delle altre , vi si par
lorché Teodosio volle fargli conoscere il suo er la poi anche contro gl ' Iconoclaslı, unendovi
rore ingiungendogli al tempo stesso di rende molte favole, in venzioni di qualche Greco a
re omaggio a suo figlio, s. Anfiloco gli rispose. lui posteriore. Si dubita anche moltissimo se
312 ANFINO (S. ) -- ANFREDO (S.
il poema a Seleucio sia suo , attribuendosi to questo nome ricordale nella storia ecclesia
piuttosto a s. Gregorio Nazianseno, tra le opere stica. La prima era nell'Illiria orientale sotto
del quale trovasi stampato, ed ove notansi pur la metropoli di Tessalonica . La seconda nel
anche e il suo stile e le sue espressioni . Nè cer l'Armenia. La terza finalmente era una ciltà tra
to la vila di s . Basilio può essergli attribuita, la Macedonia e la Tracia , per la quale passaro
che che ne dica il padre Combeſis, non altro no s. Paolo e Sila andando a Tessalonica, eome
essendo la stessa che una continua favola af- abbiamo dagli Alti Apostolici , al capo 17 , v . 1 .
fatto contraria alla verità . In essa , difatto, si Questa con la prima forse si può confondere .
racconta fra le altre, che s . Basilio fu vescovo ANFORA . Alcune volte si riguarda come un
al tempo dell'imperatore Giuliano, ciò ch'è vaso capace a contener cose liquide, altre co
evidentemente falso . I Greci ed i Latini ono me una dala misura. Si legge nel profeta Da
rano la sua momoria il giorno 23 novembre. piele, al capo 14 , vers. 2 , che al Dio Belo si da
ANFINO ( S. ) od Aufino, martire a Cesarea vano sei anfore di vino al giorno. L'anfora
di Palestina . Di una delle più illustri famiglie non fu però mai una misura ebraica , ed il pas
della Licia, ebbe dai suoi genitori quella edu so ove si trova questo vocabolo non leggesi nel
cazione ch'era conforme alla propria nobillà lesto ebreo. li' anfora romana conteneva due
dei nalali , la quale terminata nell'anno 304 , urne, ovvero quarantotto staia romani, ed ot
ei ritorno da Berito nella Fenicia in seno della tanta libbre di dodici once. L'anfora attica
propria famiglia, che, avvolta nell'idolatria, conteneva invece 120 libbre.
invano tentò convertire , ad eccezione di un suo ANFREDO (S. ) di UTRECHT. Nalo dall'il
fratello di nome Edesio, che aderi volentieri lustre casato dei conli di Lovanio, erasi sempre
alle voci di verità che gli predicava. Mal soffe. segnalato con la sua equilà lino dall'ela pri
rendo di condurre i suoi giorni in mezzo a ge- ma, e fatto maggiore si distinse pella sua in
nitori e parenti idolatri, da essi si allontano , è trepidezza in reprimere i saccheggi all'epoca
andò in Cesarea di Palestina , ov'ebbe l'in- sua , cioè nel decimo secolo , cosi comuni nel
trepidezza di fermare la destra del governatore Belgio, come in qualunque altro luogo. Erano
Urbano ch'era per sacrificare agli idoli , men si notorii la sua rellitudine ed i suoi lumi, che
tre in quella città era giunto l'empio comando veniva egli ascoltato come un oracolo in tulli
di Galerio Massimiano di perseguitare i cri- i giudizii , ed in tutte le diete cui assisteva .
sliavi. Un tratto così forte gli valse la prigio- Mabill. secol. 6 Bened . pag . 83 ; Boll. 5 mag .
nia, durante la quale per ventiquattr' oro fu Studiava continuamente le leggi così divine
continuamente abbandonato alla tortura , indi come umane, ed impiegava nella lettura perfi
estratto dal carcere fu dilaniato a brano a bra no le ore della ricreazione ; di modo che una
no con unghie di ſerro, e finalmente abbru- inclinazione così straordinaria pei signori del
cialo sino alle ossa fu gettato nel mare. Euse suo tempo, faceva dir loro che Anfredo mena
bio pone questo avvenimento il giorno 22 a va la vita di un monaco piuttostochè di un
prile dell'anno 306 . conte . Di concerto con Ilsuinda sua moglie
ANFIONE (S. ) , vescovo di Epifania in Gi- fondò l'abazia di Thoron, delia quale fu pri
licia . Quando Massimino Daia proscriveva non ma abadessa Benedetta loro figliuola , Ilsuinda
solo, ma melleva a morte quei lulli che con vi si ritiro dipoi , e vi mori santanenle .
fessavano la fede di Gesù Cristo , Anfione non Voleva egli stesso abbracciare la vila mona
solo derise quest'ordine, ma impavido si stica,allorchè l'imperatore Ottone III lo sti
mostrò nel dichiararsi genorosamente seguace molò ad accellare il vescovalo di Utrecht. Ten
del Nazareno. Dopo questo avvenimento , il tò egli efficacemente di esentarsene , atteso
quale non sappiamo se gli abbia procurati tor- l'avanzata sua età, passata quasi tulla uni
menti , nulla dicendo in proposito Sozomeno camente nel tumulto delle armi . Ma poichè
che parla di lui , troviamo ch'egli intervenne l'imperatore continuava a fargliene le più vive
ai concilii di Ancira in Galazia, di Neocesarea istanze, ad Aquisgrana ,ove si trovavano insie
nel Ponto , e di Nicea , sollo Costantino l'an- me, ei prese la spada, e la depose sull'altar
no 525. Occupò la sede vescovile di Nicome . della Vergine, dicendo: « Fin qui ho protelto
dia, dalla quale Eusebio seguace degli Ariani con tutte le mie forze i poveri di Gesù Cristo ,
era stato rimosso, indi ritorno alla propria di oggi poi mi metto sotto la protezione della
Epifania , ove santamente morì. Nel martiro. santa madre sua colla nuova mia dignità . »
logio romano il suo nome si legge sotto il gior. Verso il fine della sua vita, perdette la vista ,
no 12 giugno e ritirossi in una casa di monaci da lui fonda .
1
ANFIPOLI . Tre sedi vescovili troviamo sol- ta . Alcuni hanno osservato , che sebbene egli
ANGADREMA (S .)- ANGELICHE (Mónache) 313

avesse preso l ' abito monastico , non lasciava De visionibus et revelationibus a Deo sibi datis;
però di assistere ai concilii ed alle diete. Mori 4. De oratione. 5. De sunctissimis Sucramentis;
l'anno 1012 , ed è annoverato fra i santi , non 6. De vita Christi; 7. De redemptione humana;
meno che Ilsuinda sua sposa . 8. De charitate ; 9. De fructu laborum et tri
ANGADREMA (S. ) o ANGADRISMA , vergine. bulationum ; 10. De remediis illusionum ; 11 .
Era figlia di Roberto gran referendario del pa- De paupertate spiritus; 12. De raplis et extasi;
lazzo, e custode del sigillo del re Clotario III, 13. De abnegatione sui; 14. De humilitate; 15 .
figlio di Clodoveo II e di s . Batilde. Essendosi Deamore Dei; 16. De paupertate Christi; 17. De
dedicata al Signore , si ritirò presso Boves , ove doloribus Christi ; 18. De B. Virginis Mariae
riuni una società di vergini e di vedove, che visionibus ; opere tutte stampate a Toledo nel
essa condusse a Dio coi suoi preziosi esempii 1505 in 4. e poscia ristampate in Venezia per
di umiltà, di dolcezza, di pazienza , di mortifi- il Sessa l'anno 1644 , in 16 .
cazione , di distacco dal mondo e di carità , ANGELA Merici , più conosciuta sotto il
esempii di cui fu doviziosa sino alla sua morte, nome d'Angela da Brescia, a motivo del lungo
avvenuta verso la fine del secolo VII ai 14 di suo soggiorno in quella città capitale del Bre
ottobre , giorno nel quale si celebra la festa sciano, nella Lombardia , ed anche perchè ivi
di lei . morì ; era nativa di Desenzano sul lago di Gar
ANGAMALA , borgo del Malabar a dieci le- da. I di lei parenti erano di condizione medio
ghe a levante da Cranganor. Il Papa Paolo V cre , ma ella si rese illustre per la fama delle
vi eresse nell'anno 1609 un arcivescovato la- sue virtù e per aver posto i primi fondamenti
tino , che fu in seguito trasferito a Cranganor. dell'ordine delle Orsoline nella città di Bre
Antonio Pimentel , gesuita portoghese, n'era scia, nell'anno 1537. Era questa una società
arcivescovo nell'anno 1750 . di sante fanciulle alla quale ella diede il no
ANGARIARE. Gli Evangelisti usano spes- me di s . Orsola per averia posta sotto la di
so questa voce per significare prendere per lei protezione. Giunsero al numero di 44
forza, costringere. La voce angari , donde vie. le fanciulle ch'entrarono in quella società
ne angariare , deriva originariamente dai Per- sotto la direzione d’Angela ; vivevano pe
siani , che chiamavano angari i postiglioni che rò tutte nella casa paterna, e non fu che dopo
portavano le lettere e gli ordini dei princi- la morte d’Angela , avvenuta il 24 marzo 1540 ,
pi . Siccome obbligavano le genti che si trova- nel trentaquattresimo anno di sua vita, che
vano lungo la via a servir loro di guida , e quelle Orsoline cominciarono a viverein comu
fornirli di cavalli, cosi si servivano del verbo nità . Il Papa Paolo III ne approvò l'istituto
angariare per indicare questa specie di ob- nel 1544 , e s. Carlo Borromeo avendone fat
bligazioni . Sembra che gli Ebrei fossero an to venire a Milano alcune, che moltiplicaronsi
cora sommessi agli angari sotto i Romani , fino al numero di 400 , lo fece nuovamen
poichè si obbligo Simone Gireneo a portare te approvare nell'anno 1578 dal Papa Gre
la croce di Gesù : Angariaverunt eum , ut gorio XIII. Veggasi la sua vita scritta dal P.
collerct crucem ejus ; ed il Redentore disse ai Ottavio Fiorentino e le Cronache delle Orso
suoi discepoli , che se venissero obbligati ad line.
allontanarsi per mille passi , si allontanasse ANGELI . V. ANGELO.
ro per due mila. Si crede che la distanza or ANGELICA ( SALUTAZIONE ) . V. Ave Ma
dinaria da un angario all'altro , ovvero, RIA .
da una posta all'altra, fosse di quattro mila ANGELICHE (Monache). Sebbene i Barna
passi. biti non sieno propriamente i fondatori di que
ANGELA (LA B.) Da Foligno, nell'Umbria. st'ordine, pure si possono riguardare come loro
Ebbe marito , ma rimasta vedova , abbracciò il legislatori.
terzo ordine di s. Francesco. Era essa di una Luigia Torelli , figlia ed erede di Achille To
santità maravigliosa , ed un perfetto modello di relli , conte di Guastalla, rimasta in età di ven.
umiltà, di pazienza, di pietà, di mortificazione, ticinque anni vedova del secondo marito, spre
di amore verso Dio.Mori nel 1309. La sua vita giate tutte le grandezze del irondo, si lieue ad
scritta dal suo confessore, e che contiene delle opere di pietà , di umiltà e di penitenza. ! -
cose affatto straordinarie , trovasi presso Bol- dò verso il 1530 un monastero di versin : a Mi
lando , e fu stampa ta separatamente a Pari- lano, con a guida e direttore un santo religioso
gi ed altrove. Questa serva di Dio ſu arricchita dell'ordine di s. Domenico, chiamato il padre
di tanta sapienza da esser soprannomata mae- Battista da Crema . Queste dálpaese della fon
stra de teologi. Scrisse : 1. De doctrina, et cru- datrice chiamaronsi Guastalline. Dopo la mor
ditione evangelica ; 2 : De ejus conversione; 3. te del Domenicano, accaduta nell'anno 1333 , la
Ancicl. Eccles. Vol. i. Fasc . V. 40
514 ANGELICI -- ANCELINA (B.)

contessa di Guastalla piglid per direttore Zac- tore un Domenicano, pigliarono l'abito di qael
caria , fondatore dei Barnabiti . l'ordine, aggiungendovi una croce di legno, che
Paolo III con breve del 1534 le permise di portavano sul petto , e l'anello d'oro di cui ab
costruire un monistero e di stabilirvi una con- biamo parlato .
gregazione di donzelle, che vivessero vita reli- Fanciulle delle principali famiglie d'Italia
giosa sotto la regola di santo Agostino , secondo pigliarono il velo nell' ordine delle Angeliche,
gli statuti che prescriverebbe l'arcivescovo di fra le quali si debbo no annoverare quelle di
Milano. Este , di Gonzaga e Borromeo. Un monastero
La contessa aveva venduto il suo stato di angeliche fu fondato a Cremona da una
di Guastalla a Ferdinando Gonzaga, onde, congiunta di Zaccaria, ed in seguito ai consi
avendo danari quanti convenivano, compe- gli di lui ; ed in appresso, ayli obblighi primi
rò ventiquattro case a Milano nella parroc tivi le Angeliche aggiunsero quello pur anche
chia di Santa Eufemia , e vi costrusse spedita- di perpetua clansura .
mente un ampio monisiero, con una bella chie ANGELICI. Sant'Epifanio nell'Eres. 60 , es.
sa , sotto il titolo della Conversione di s. Agostino nell'Ercs . 40 , insegnano che questo
Paolo. Il Gonzaga, nuovo conle di Guastal nome si dava ad alcuni eretici del terzo secolo ,
la e governatore di Milano , l'arricchi di pre- perchè credevano che il mondo fosse stalo crea
ziose suppellettili ; e le diede fra le altre co to dagli Angeli, ovvero perchè tributavano agli
se un calice d'oro massiccio siolgorante di Angeli un cullo superstizioso e tendente all'j
gemme. dolatria.
Compiuta nel 1859 la fabbrica, le Guastal ANGELICI. Ordine cavalleresco istitui
line cedettero la loro prima stanza , vicino a to nel 1191 da Isacco Angelo Flavio Comne
Sant'Ambrogio, ai Barnabili, e si trasferiro- no , imperatore di Costantinopoli, e non da
no nella nuova dimora. Ivi presero l'abito so- Costantino, come pretende Bernardo Giusti
lenne dopo un anno , e più tardi lo prese niani, nella sua Storia cronol. degli ord. ca
anche la fondatrice, che mutò il nome di Lui- vall. , cap . 3. Quest'ordine aveva cavalieri
gia in quello di Paola Maria . Adottarono al- laici ed ecclesiastici, sacerdoti d ' obbedien- '
lora anche il nome di Angelicle , studian- za e fratelli servitori. Esso assume anche il
dosi d'imitare la purità degli Angeli , e nome di ordine di Costantino, di S. Giorgio
cosi le chiamò Paolo III in un breve del dei cavalieri dorali, come dice il p . Heliot, nel
1536 , con cui le francò dalla giurisdizione primo libro della sua Storia degli ord, rel ., al
dell' arcivescovo di Milano , sottoponendole cap. 31 .
alla visita e direzione del generale dei Barnabi ANGELICO ( Abito) , Angelica Vestis, abito
ti . Ma quello che suona forze men bene si di alcuni monaci greci dell'ordine di s. Basi
è ,di aver queste'monache usato l ' epiteto ange lio . Di questi se ne distinguerano due specie,
lica a guisa di titolo , invece di chiamarsi ma il grande oud angelico, ed il piccolo . Il primo
dre o suora . era portato da quelli che facevano professione
La fondatrice di quest'ordine, Luigia To- di una vita più mortificata ; dagli altri il se
relli, morì a Milano , il 20 di ottobre 1559. condo. Ducange asserisce, nel suo Glossario la
Essa aveva fondato , oltre al monastero delle tino , che questo abito era pure in uso presso
Angeliche , una gran casa chiamata il collegio i monaci latini.
di Guastalla , per diciotto fanciulle nobili ed ANGELICO ( ABITO ) . Abito da monaco che i
orſane , che vi sarebbero educate per dodici Jaici , presso gli antichi Inglesi , indossavano
anni , e riceverebbero all'uscirne una dote di poco prima della loro morte, onde partecipare
lire 2000 , per maritarsi , o per prendere il velo . alle preghiere dei monaci, che per la loro vita
Una deputazione di milanesi gentiluomini am- si riguardavano come angeli tulelari .
ministrava e dirigeva quell'opera. Le maeştre ANGELICO (DOTTORE ). V. SAN TOMMASO.
incaricate dell'educazione di quelle fanciulle ANGELINA ( B.), istitutrice delle terziarie
vivevano in comune a guisa di religiose , ma francescane in Italia , naque in Monte Giove
non facevano voti . Chiamavansi dalla patria dell'Allina , nel territorio di Orvieto, l'anno
della institutrice Guastalline. 1337. Erano a lei genitori Giacoino di Leone
Le Guastalline portavano abito nero ed un Monte Marle dei conti di Corbara, Fatignano,
velo bianco sul capo , ed in dito un anello d'oro Annano, Sonnino ecc. , ed Anna figlia di Giaco
con sopra un cuore, sul quale era incisa l'ima- mo di Binnolo di Neri Burgari dei conti di
gine del Crocifisso. Le orfane avevano una ve- Marsciano ecc. ch'essa perdetle in tenerissima
ste turchina . età , restando sotto la tutela di Alessandra sua
L3 Angeliche avendo avuto per primo diret- ava paterna , e di Flandrina sua ava inaterna,
ANGELITI - ANGELO 315
amendue di lignaggio distintissimo. A dodici ANGELITI. Erano chiamati con tal voce
anni voto la sua virginità a Dio, ed a quin- alcuni eretici , ch'esistevano sotto il regno
dici fu maritata a Giovanni da Termis conte dell'imperatore Anastasio ed il pontificato di
di Civitella d'Abruzzo , senza che il medesi- Simmaco , circa l'anno 494. Questo nome
mo da lei mai pretendesse la violazione del loro derivò da un luogo della città di Ales
suo voto . Mortole il marito nell'anno 1574 , sandria , chiamato Angelio , dove tennero le
vesti l'abilo del terz' ordine di s . Francesco , prime loro radunanze . Costoro chiamavansi
congiuntamente ad altre di sua parentela , di- anche Severili da certo Severo , ch'era loro
spensando tutta la sua paterna eredità a solo capo , e Teodosiuni , da uno di essi nominato
lievo dei poveri ed a benefizio dei luoghi pii . Teodosio , che crearono Papa in Alessandria.
Amantissima della virginità , altre induceva a Le false ed empie doltrine professate da co
consacrarsi al Signore , dal che ne avvenne storo versavano nel negare il mistero della
ch'ella dovette sostenere persecuzioni non Triade Sacrosanta , insegnando supra un tal
lievi , che sempre pacificamente sopporto a punto abbominevoli errori .
confusione dei perversi e ad esempio dei buo ANGELO . Il nome di angelo significa in
ni . Acquistate così molte anime a Dio , insti- viato od ambasciatore , poichè Iddio si serve
tuì in Italia nell'anno 1585 la riforma delle degli Angeli per eseguire gli ordini suoi . Che
monache del terzo ordine di s . Francesco , gli Angeli vi sieno , tutta la tradizione lo in
dietro facoltà accordatale dal Papa Urbano VI , segna , ed è un articolo di fede , fondato nel
e nello stesso anno n'eresse il primo mona- la Scrittura così dell'Antico , comedel Nuo
stero a Foligno dedicandolo a s . Anna , indi al vo Testamento. Nel capo terzo di Daniele si
tri in altre città sino al nuluero di cinque , legge : Bencdicite, Angeli Domini , Domino ;
per cui Bonifazio IX concesse ad Angelina nel salmo 148: Laudute eum , omnes Angeli ejus.
e sue monache la facoltà di eleggersi ogni Il lempo della loro creazione non è deter
tre anni una ministra generale , carica cui minato ; ed i Padri e i Dottori sono divisi di
nel 1390 fu eletta Angelina da tutte le mona opinione in proposito , gli uni dicendo che
che , la quale fece capo di tutti gli altri il sono stati creati prima della creazione del
monastero di Foligno . Nulla diremo del suo mondo, altri che sieno stati creati nel primo
governo , che fu sempre congiunto a somma giorno della creazione. Gli Angeli sono puri
carità, squisita prudenza, reale profitto .Venti spiriti , come la Scrittura ne attesta , leggen
furono i monasteri eretti posteriormente in dosi nei Salmi: Qui faeis Angelos luos spiri
Italia , e molti di questi nelle principali città, tus, et ministros tuos ignem urentem ; e nel
come Napoli, Firenze, Roma ecc . L'esempla- l ' Epistola agli Ebrei , al capo primo : Nonne
rità che in essi regnava mosse il Pontefice omnes sunt administrulores spirilus ? I Padri
Martino V nel 1428 ,nonché Papa Eugenio IV l'hanno unanirnemente insegnato. Sant' Igna
nel 1435 , a confermare per brevi speciali a zio nell'epistola ai 'Tralliani li chiama incor
lei ed alle monache di sua congregazione tuto poreas mentes . Il quarto Concilio lateranese
te le facollà , privilegi e grazie già ottenute ha confermato questa dottrina : Crcator ab
nel 1585 da Urbano VI vivae vocis oraculo , initio lemporis de nihilo condidit crcaturam
e negli anni 1395 e 1403 da Bonifazio IX per spiriluulem et corporalem , angelicam et mun
brevi speciali. danam .
Le virtù della B. Angelina furono grandi e Gli Angeli malvagi peccarono con piena li
singolari : profonda la sua umiltà , rigida la bertà . Ciò non fu nè per ignoranza , nè per
sua penitenza, assidue e ferventi le sue ora alcuna malvagia passione. Un amor disordina
zioni , attivissima e prudente la sua vigilanza , to pella loro propria eccellenza fu la cagione
ardentissima la sua carità. Sorpresa da mor- della loro perdita, volendo essere simili a Dio,
tale infermità nel monastero di S. Anna di e superiori a tutto il creato. Abbiamo infatti
Foligno , ricevuti gli ultimi sacramenti, con- al capo decimoquarto d ' Isaia : Quomodo ceci
vocò a sè le sue monache, raccomandò loro la disli de coelo, Lucifer, qui mane oriebaris .
perseveranza in osservare la regola e le costi qui dicebas in corde tuo : in coelum conscen •
tuzioni che professavano , e le esortò a fon- dam , supra astra Dei exaltabo solium meum ...
darsi nella carità , nell'abbiezione di loro similis ero Altissimo ? Questa è la credenza
stesse , e nel disprezzo delle cose terrene e della Chiesa , che i malvagi Angeli furono
transitorie : tranquillamente poi riposò nel precipitati dopo il loro peccato nell'inferno ,
Signore il giorno 14 di luglio dell'anno 1435 , fondata sulle parole di s. Pietro , nell'episto
sellantesimotlavo di sua età . la seconda, al capo secondo : Deus Angelis pec
Della regola, dell'abito ecc . di questa rifor cantibus non pepercit, sed rulentibus Inferni
una terremo parola alla voce TERZIARIE (1.). delructos in Tarlarum tradidit eruviandus, in
310 ANGELO
judicium reservari; e su quelle di G. C. nel quella che fa menzione di questi diversi nomi
capo vigesimo quinto di s. Matteo : Discedile degli Angeli . Dei Serafini parla il capo sesto
a me maledicli in ignem aeternum , qui paratus d' Isaia: Seraphim stabant super illud , cioè 80
esi Diabolo et Angelis ejus. I Padri pretendono- lium . Dei Cherubini leggiamo nel capo terzo
no che l'aria ne sia ripiena , fondati sulle pau della Genesi : Dominus Deus ... ejecitque A
role di s. Paolo nella lettera a quelli di Efeso , dam , et collocavit ante paradisum voluplatis
capo 2 : Secundum principem potestatis aeris Cherubim ; e s . Paolo scrivendo agli Ebrei
hujus , spiritus qui nunc operatur in filiis dif- li nomina al capo nono : Superque eam ( Ar
fidentiae; e nel capo sesto : Non est nobis cole cam ) erant Cherubim gloriae. I Troni , le Do
luctatio adversus carnem et sanguinem , sed ad- minazioni, i Principali , le Potestà sono pure
versus principes et potestales , adversus mundi ricordati da s. Paolo nella sua lettera ai Colos
rectores tenebrarum harum , contra „ piritualia sensi , ove al capo primo così scrive : In ipso
ncquitiae , in coelestibus , condita sunt universa in coelis ... sive Troni,
Gli Angeli buoni godono dell'eterna felici- sive Dominationes, sive Principatus, sive Pote
tà , essi stanno sempre alla presenza di Dio : states . Delle Virtù parla lo stesso Apostolo
Angeli eorum , leggesi in s. Matteo al capo scrivendo agli Efesii, ove nel capo primo di
decimo ottavo , semper vir’ent faciem Pulris quella lettera si esprime nel seguente modo :
mei , qui in coelis est. Il loro numero è indefi- Constituens ( Christum ) ad dexlerum suum in
nito : Millia millium , leggesi in Daniele al ca- coelestibus supra omncm Principatum et potesta
po decimo , ministrabant ei , et c'ecies millia tem , et Virtutcm ct Dominationcm ; e nella pri
assistebant ei. La Scrittura fa menzione di tre, ma lettera ai Tessalonicesi parla degli Arcan
dei quali in particolar modo ci dice i nomi ; geli , scrivendo: Ipse Dominus in jussu et in
cioè : 1. Di s. Michele, il quale significa, quis voce Archangeli, et in tuba Dei ecc. Degli An
ut Deus ? come troviamo nell ' Apocalisse al geli infine troviamo fatta menzione nei luo
capo duodecimo, ove si legge : Michael et An- ghi di Daniele , di Tobia, di s. Luca che abbia
geli ejus praeliabantur cum dracone ecc . Il mo di sopra ricordato , a tacere di altri , nei
secondo è quello di Raffaele , che significa ri, quali la voce Angelo si legge.
incdio , medicina di Dio ; leggesi in fatti nel Iddio impiega gli Angeli di ogni ordine a
capo duodecimo di Tobia : Ego sum Raphael qualche ministero. 1. Gli Angeli sono i mini
angelus , unus ex septem , qui adstamus anle stri della giustizia di Dio : Egressus est Ange
Dominum . Da ultimo quello di Gabriele, cioè lus Domini , leggiamo nel capo trigesimosetti
forza di Dio . Quest'è ancor più celebre degli mo d ' Isaia, el percussit in castris Assyriorum
altri per molte rivelazioni che ha fatte per centum octoginta quinque millia ; e nel capo
ordine di Dio ; delle quali le principali sono: decimonono della Genesi: Delebimus locum
1.,quella fatta al profeta Daniele , come tro- ipsum ( Sodomam ), eo quod increverit clumor
vasi nel capo nono : Ecce vir Gabriel ... cito coram Domino , qui misit nos ut perdamus il
volans tetigit me ... et locutus est mihi; l'al- los . Essi devono accompagnar Gesù Cristo
tra fatta a Zaccaria, come leggesi nel capo prin nell'ultimo giudizio ; sta scritto nel capo vi
mo di s. Luca : Ego sum Gabriel qui asto un- gesimo quinto di s. Matteo : Cum venerit
fe Deum , et-missum sum loqui ad te. La ter- Filius hominis in majestate sua, et omnes An
za da ultimo è quella fatta alla Santissima geli cum eo. 2. Gli Angeli sono i fedeli cu
Vergine , per annunziarle l'incarnazione del stodi degli uomini loro affidati da Dio. Leg
Figlio di Dio nel suo seno. Leggesi infatti in giamo invero appo s. Matteo al capo decimot
s. Luca al capo primo : Missus est angelus Ga- tavo : Angeli eorum semper vident faciem Pa
briel a Deo in civitatem Galilcae, cui nomen tris mei, qui in coelis est, e negli Atli Aposto
Nazareth , ad Virginem desponsatam viro, cui lici al capo duodecimo : Angelus cjus est, di
nomen erat Joseph, ecc. cevano i fedeli, parlando di s. Pietro. Nel ca
Si distinguono gli Angeli in tre gerarchie , po quinto di Tobia cosi troviamo scritto: Sit
è ciascuna gerarchia in tre ordini o cori . I Deus in itinere vestro , el Angelus ejus comi
Serafini, i Cherubini ed i Troni sono nella tetur vobiscum ; nel salmo novantesimo ab.
prima ; le Dominazioni, i Principati e le Po- biamo : Angelis suis mandavit de le , ul custo
testà nella seconda ; le Virtù , gli Arcangeli diant te in omnibus viis luis ; sopra delle qua
e gli Angeli nella terza . Si vede la distinzione li parole cosi scrive s . Giovanni Grisostomo
di queste gerarchie nell’autore del libro della nell'omelia terza sopra l ' Epistola ai Colos
Celeste Gerarchia, attribuito a s. Dionigi , ed sensi : Hic manifestum est , quia,unusquisque
in s . Gregorio nell'Omelia trigesimaquarta fidelis habet Angelum suum . 3. E conseguen
sopra gli evangelii . Del resto , la Scrittura è za di questo pio sentimento il credere, che
ANGELO 317

i regni , le provincie , le città , le chiese ab- per governare questo mondo ; ch'ebbero com
biano il loro Angelo tutelare , e , per così dire , mercio colle donne , nel qual errore caddero
destinato alla custodia di tali luoghi . Il pro ancora molti altri padri, come Clemente Ales
feta Daniele , nel capo decimo , fa menzione sandrino nel libro terzo dei suoi Stromati ;
di un Angelo ; che vegliava sull'impero dei Tertulliano nel libro quinto, capo decimo De
Persiani : Et ecce Michael, sono queste le sue cultu foeminarum ; santo Ambrogió, nell'Apo
parole, unus de principibus primis venit in ad- logia di Davidde , capo primo ; Lattanzio , ed
Jutorium meum. 4. Essi presentano le nostre altri , per aver malamente inteso il passo del
preghiere a Dio. Diceva infatti l'Angelo Raf- la Genesi al capo sesto : Videntes filii Dei fi
faele a Tobia , come si ha'nel capo duodeci- lias hominum , quod essent pulchrae, accepe
mo : Ego obluli orationem tuam Domino ; erunt sibi 'uxores, ecc. unde nati sunt gi
nel capo ottavo dell' Apocalisse leggiamo : Ao gantes.
scendit fumus incensorum de orationibus san Origene similmente , nel libro secondo teci
clorum de manu Angeli coram Deo . Da ulti- epxwv , capo terzo , scrive : Angelos constaro
mo essi gemono sopra i disordini dei popoli, corpore, sed et animas habcre ; nam el nobiles
e godono della conversione de' peccatori. I te- sunt et sensu rationali praedili. San Basilio nel
sti seguenti chiaramente ci dimostrano la co- libro De Spiritu Sancto, al capo decimosesto ,
sa . Nel capo trigesimoterzo d' Isaia leggiamo: cosi scrive : Substantiam Angelorum esse spi
Angeli pacis amare flebunt , vedendo cioè i ritum aereum vel igneum . San Cirillo Alessan
disordini e le iniquità cui si erano date in drino, nel libro nono sopra Giovanni scrive ,
braccio le genti ; e per quanto si addice al che Iddio solamenle sia incorporeo , e perciò
peccator convertito , abbiamo nel capo deci- non possa circoscriversi, e che tutte le altre
moquinto di s. Luca : Gaudium erit coram cose possono circoscriversi , perché sono cor
Angelis Dei super uno peccatore poenitentiam pi . Cesario, nel Dialogo primo, interrogazione
agente . quadragesimoltava , afferma che gli Angeli so
Gli Angeli conoscono tutte le cose , che so no incorporei rispettivamente a noi , ma non
no nell'ordine naturale ; ma tale conoscenza a loro medesimi , essendo essi tenui e sottilis
è limitata a quelle che Dio vuole ch'essi simi corpi, come il fumo, il vento , ecc.; per
sappiano. Sono capaci di amore , poichè sono chè l ' Apostolo distingue i corpi celesti dai
creature ragionevoli , e il loro amor domi- terrestri. Tralascio s . Ilario, e s . Agostino in
nante è per Dio. Gli Angeli sono in qualche più luoghi delle sue opere , e quantunque in
luogo , dicono i teologi, ma essi non sono qualche luogo chiami gli Angeli spirituali ,
che colà , dove operano : essi vi sono non tuttavia sembra di aver riguardato alla men
circumscriptive , poichè la loro sostanza non te , ch' egli conosceva essere negli Angeli co
essendo corporea, non ha verun rapporto al me regolatrice di quel corpo etereo .
tale o tal altro spazio, che forma il luogo ove Ma eziandio nel concilio Niceno secondo ,
essi sono , ma essi vi stanno definitive, cioè di nella sezione quinta , si propone e si approva la
tal maniera , che la loro presenza non è pun- sentenza di Giovanni Tessalonicese , la quale
to in altro luogo. sostiene , che gli Angeli diconsi incorporei ,
Gli Angeli passano da un luogo all'altro . perchè non sono composti dei quattro elemen
Ciò si dimostra dalla Scrittura , che loro at- ti ; sicchè relativamente a noi sono invisibili ;
tribuisce di salire al cielo , e di discendere , tuttavia si sono veduti da molti ai quali Id
come leggesi nel capo vigesimottavo della Ge- dio apri gli occhi ; pertanto non sono affatto
nesi. Essi sono capaci di parlarsi vicendevol- incorporei , ma composti di aerea od ignea
mente , come si deduce dal capo sesto d' Isaia, sostanza, come leggesi nel salmo centesimoter
ove trovasi scritto : Seraphim clamabant aller zo : Qui fucis Angelos tuos spiritus , et mini
ad allerum. stros tuos ignem urentem .Fra gli antichi si ci
I Padri non sono concordi sulla natura de- tano a favor di tale opinione Eugubino nel
gli Angeli , cioè non convengono nell'afferma- libro ottavo De perenni philosophia , nel capo
re o negare se sieno o no corporei . San Giu- vigesimosesto , e Gaetano nel capo secondo
stino , nel Dialogo contro Trifone , stima che dell'epistola agli Efesij. Ma in verità parlano
gli Angeli non sono solamente corporei , ma dei demonii solamente, siccome dice s. Isido
che si cibano ancora di un'esca a noi ignota, ro nel libro primo De differentiis, capo dodi
come fu la manna che cadde nel deserto per cesimo : Angelos spirituales esse , daemones
alimentare gl ' Israeliti, e che nel capo vigesi- aereo corpore praeditos.
mosettimo si chiania pane degli Angeli , pa Al contrario moltissimi padri insegnaronc,
nem Angelorum . Il medesimo padre fu di o essere gli Angeli puri spiriti, e privi di ogni
pinione , che gli Angeli furono posti da Dio materia , come pure il concilio Lateranese IV
318 ANGELO CUSTODE-ANGERS ( Concilio DI)

sotto Innocenzo III nel capo Firmiter, de SS. chiamato Belingario o Berengario , sentendo
Trinitate . E questa sentenza al presente è la come da quell' inviato celeste venivano rim
più comune fra i Teologi. proverati gli empii e detestati suoi erros
Per altro la contraria opinioneche sostiene si , ne concepi odio e livore, il quale creb
gli Angeli corporei e spiriti uniti a corpi, non be nel perfido a tal segno , allorchè spe
è dichiarata eretica , secondo il dottissimo Peta- cialmente vide tratta la propria sorella dalla -
vio, nel libro primo De Angelis, capo quarto, via dell' empietà , che ne lo fece assasinare
ma solamente si giudica prossima all ' eresia , il giorno cinque di maggio dell'anno 1220 ;
perchè tal punto non è stato finora ex professo giorno in cui presso i Carmelitani si celebra
definito dalla Chiesa. E quantunque il citato la sua festa.
concilio Lateranese sia stato ecumenico, non ANGELO DI Clavasio . Fioriva questo frate
dimeno non tratta positivamente in quel luo- minore nel secolo XV , ed aveva fama di cele
go di tal controversia, ma per incidenza . Im- bre casista. Egli è autore in fatto di una rac
perocchè la mente dei Padri fu di definire con colta di casi di coscienza, chiamata la Somma
tro i Manichei, che Iddio è l'Autore di tutte Angelica,che in più luoghi fu data alle stam
e due le nature ; e che il Demonio fu creato pe. Nè questo solo lavoro è frutto di lui, che
buono per natura, e che siasi fatto malvagio possediamo pur anche altri trattati di teolo
per propria malizia : chè l'uomo pecco per gia , fra' quali meritano speciale menziono
suggestione del Demonio , sicchè non v'ha quello Sulla restituzione , e l'altro intitolato
genio veruno maligno , ossia un Dio autor del Arca fidei.
male . ANGELUS DOMINI . Sotto il pontificato di
Nė tampoco il concilio Lateranese propria- Giovanni XXII si stabili l'uso universale di
mente defini, che gli Angeli sieno incorporei , indirizzare alla Beata Vergine, almeno sul tra
ma solo di passaggio v'inseri l'opinione la montare del giorno, la preghiera detta Angelus
più ricevuta di quel tempo. Nė il concilio Domini. Questo costume aveva cominciato nel
Niceno nel luogo citato decise che sono cor- nella chiesa di Saintes , in cui per questo ef
porei ; poichèessendosi letto il passo di Gio- fetto erano avvertiti i fedeli col suono della
vanni Tessalonicese , Tarasio patriarca rivelo campana . II Papa Giovanni essendone stato
quello che ne seguirebbe : Ostendit , pater , e informato e sommamente edificato , autoriz
diam Angelos oportere pingi: nam circumscri- zollo con una bolla del 13 ottobre 1318 , e lo
pti sunt et hominum specie mullis adparue confermò , con un'altra del 7 maggio 1527 .
runt. Il concilio rispose , ctiam , Domine. Que Queste bolle accordano dieci giorni d'indul
sto dunque il concilio approva , che gli Angeli genza a coloro che faranno questa preghiera
sieno circoscritti , e comparsi nella forma u. in ginocchione. In seguito, oltrechè al tramon
mana , e perciò possano dipingersi. La qual tare del giorno questa preghiera si consiglio
cosa è molto differente dal definire che gli An- di recitarla anche all'alba ed al mezzogiorno,
geli sieno corporei. come si usa tuttora .
ANGELO CUSTODE . V. Angelo . ANGERS (Concilio dı) . Allo scopo di rego
ANGELO (S.), Carmelitano ,martire. Ebreo lare l'ecclesiastica disciplina , e togliere gli a
di origine , nasceva a Gerusalemme l'anno busi che si erano introdotti dalla pratica quasi
1185 , da genitori che avevano abbracciata e spenta di tenere provinciali concilii , fu ordi
professavano la religione cristiana . Una inter- nato quello di Angers per la provincia di
na voce celeste fino dalla sua gioventù ne lo Tours in Francia , ch ' ebbe luogo nel 1366 .
chiamava ad una vita più perfetta , che non Pubblicò trentaquattro articoli di regolamento ,
fosse quella che conduceva nella propria fami- I primi concernono i processi ecclesiastici , e
glia, sebbene la legge di Gesù Cristo interamen- mostrano sino a qual segno in quelle provincie
te osservasse .Per la qual cosa , come fu all'età i cherici porlassero l'amor delle liti ; ma pró
opportuna , abbandonati i suoi si ritirò in un vano altresì quanto un tal disordine fosse in
eremitaggio nelle vicinanze del Giordano , e ogni tempo contrario allo spirito della Chiesa ,
nel deserto del monte Carmelo. Quivi passati che prese le più serie misure per reprimerlo .
molti anni congiunto al suo Dio, sentissi mosso Gli statuli seguenti riguardano in gran nu
ad operare più propriamente pel bene de' suoi mero le eccezioni e le immunità delle chiese ,
simili , per cui s'imbarcò per la Sicilia onde senza però obbliare la riforma ed il solido re
convertire col suo esempio e colla sua parola golamento dei costumi clericali .
di carità quegli abitanti alla legge di Gesù Cri Fu proibita agli ecclesiastici qualunque ap
sto. Vi fu infatti considerato qual novello d . parenza di fasto e di vanità nel vestiario, come
postolo e molto ottenne colla sua predicazio pure tutti gli ornamenti che li rendevano si
ne e vita esemplare. Ma un signore del paese mili alle persone del secolo , e vominatamente
ANGHERIA - ANGILBERTO (S.) 319

gli abiti troppo corti . È Jello che questi deb- gnificato di questa voce appresso di noi , per
bono giungere almeno fino sollo il ginocchio, ciocchè anzi diverso è quello ch ' esprime nel
e non essere aperti di sopra . I monaci di s. suo senso reale. Indica essa furgumento , ora-,
Benedetto debbono portare vesti lunghe e lar . vezza o peso maggiore di quello che si può sop
ghe, similmente chiuse ; ed i canonici regolari portare, ed anche aggravio fallo altrui contro
la colla in ogni luogo. Restano interdetli gli ragione. Quindi sappiamo che gli Egiziani fa
abili corti agli uni ed agli altri . Viene proibi- cevano angherie sopra gli Ebrei infelici che te
lo, in virtù di santa obbedienza , e sotto mi nevano in ischiavitù ,imponendo ad essi insop
naccia del giudizio di Dio , a qualunque eccle- portabili lavori , e facendoli supportare cose
siastico ed ai Vescovi medesimi, il farsi servi. che erano contro ragione. E gli Evangelisti in
se in tavola più di due piatti in qualunque queslo senso adoperarono il termine angariare,
tempo , eccettuato però il caso del ricevimento donde derivò l'angheria appunto, perchè gli
di qualche principe. angari o messi regii obbligavano le popolazio
Ordina ai parrochi di risiedere nelle loro ni per le quali passavano, a preparar loro la
chiese, sotlo pena di perdere le loro rendite se cose neccessarie pel viaggio che dovevano com
si allontanano per on mese, e di esser privati piere ad eseguire le commissioni del monarca ,
dei loro benefizii , se per sei mesi restano as. i tesli evangelici sono: 1. S. Matteo al capo 3,
senli. Ordina cio stesso ai canonici, sollo pena vers. 41 , cosi dice: Quicumque le angariaveril
di perdere le distribuzioni , qualora non assi- mille passus, vade cum illo el alia duo , cioè
slano alle ore cominciando dal primo salmo , chiunque li angarierà per un miglio, va con
ed alla messa dalla prima orazione sino al fi. esso anche allre due miglia : 2. lo stesso S.
ne. Ordina parimente ai parrochi di dire l'uf- Malleo al capo 27 , vers. 32 , scrive : Exeuntus
fizio dei morti tutti i giorni di feria, ed a tute invenerunt hominem Cyrenaeum , nomine Simo
ti i capiloli , così secolari come regolari , di can- nem ; hunc angariaverunt ut tolleret crucem
lar giornalmente l'ullizio della Beata Vergine , ejus: - Nell'uscire incontrarono un uomo di
eccelluate le fesle solenni , il tempo dell'Avven . Cirene chiamato Simone, e lo costrinsero a por
to, ed i giorni in cui si fa della Beata Vergine. tare la croce di lui; cioè, come osserva monsia
Proibisce a quelli che ottengono benefizii gnor Marlini , di cui è questa versione italiana:
dalla corte di Roma, di tenerli occulti , e diffe- Gesù Cristo vuol farci intendere con queste
rire a prenderne possesso oltre sei mesi.Qua- parole : che dobbiano avere un cuore pieno
lunque collatore, ossia regolare ossia secolare, di pazienza e misericordia , e disposto a soffri
renderà pubblica, entro sei mesi , la collazio re anche di più di quello che vienci dalo da pa
ne che avrà falla . Se la qualilà del beneficio tire. Ved . Anche AngariaRE.
esige gli ordini sacri , si dovrà nominare un ANGIA (GracoMO D '), dell'ordine di s. Do
soggello, il quale sia in elà di ricevere almeno menico, cosi chiamato dalla ciltà d'Enghien,
il suddiaconato entro di un anno. Si determina dove nacque nel secolo XVI , è meritevole di
ciò che appartiene agli arcidiaconi , alla morte memoria per le annotazioni teologiche ch'egli
di ogni parroco, per ciò chiamavasi il di. fece alla Somma dell'Angelico dottor s. Tomma
rillo di letto ; cioè cinquanta soldi se la par- s0,opera di qualche pregio,e clie ci rimane stam
rocchia del defunto porla cinquanta lire di de . pata solto il titolo : Adnotationes in summam
cima , e cento soldi se porta cento lire. Del re Theologicam D. Thomae Aquinalis in primam
slo vien proibilo agli arcidiaconi, ch'esamina. parlem , in primam secundae el in secundanı
no i parrochi, di prendere cosa alcuna per secundae : annolazioni cui furono falle corre
fire spedire o sigillare le provvisioni. A quellizioni ed aggiunte , e condolle a perfezione da un
che danno le provvisioni per le cappellanie, altro confratello dell'autore, chiamato P. Anto
per gli ospedali dei lebbrosi , ed altri ospedali nio da Siena ; e con questo pure fatte pubbli
in generale, la stessa proibizione di nulla pren . che col mezzo della stampa .
dere per la spedizione delle lellere, nè pel si ANGILBERTO (S. ), od anche ENGELBERTO ,
gillo. Apparisce altresì da questo concilio esse- volgarmente Inglevert. Nalo da nobile fainiglia
re in quei tempi generalmente interdello in nel secolo VIII , e che fiori nel IX, non solo è
quaresima l'uso del burro e del lalle, ed anzi noto per quell ' amicizia che lo slringeva al re
il concilio ne fa un caso riservalo . Carlomagno, cui era carissimo, ma anche pel
ANGHERIA od anche ANGARIA , vocabolo matrimonio che striose con Berla sua figlia.
persiano che in lingua nostra significa nunzii, Educato alla corle, studio sollo Alcuino , che
messi dei re, ed esprime precisamente l'ufficio poscia il tenne quale suo figlio, e come ſu allo
proprio degli inviati regii. Ma non è tale il sie a trallare gli affari, ebbe dal r'e wolle missioui
320 ANGLICANI- ANGOULEME
ragguardevoli , e come Carlo elesse suo figlio al mezzogiorno. La stessa relazione conliene
Pipino a re d'Italia, diede a lui Angilberlo per allri falli che non sono immeritevoli della cu.
primicerio del suo palazzo. Ma divenuto pel riosità di quelli che si applicano alle antichi .
inatrimonio con Berla genero dello stesso Car. lå ecclesiastiche. Ecco tullo quello che la sto.
lo, acquisto per questo matrimonio un nuovo ria ci conserva intorno agli scritti ed agli sta
Krado di favore : fu posto duca o governatore luli di s. Angilberto : molle pero delle sue let.
della Francia marittima , della Schelda alla lere andarono certamente perdule.
Senna , e fu pur anche segretario del re e suo ANGLICANI si chiamano coloro che pro
primo ministro. Ma nè gli onori né le dignità ſessano la religione anglicana. Questa religio
di cui egli godeva alla corle poterono lunga. ne è la prelesa riſorma falta da Enrico VIII re
mente trallenervelo ; che annoiato dei piaceri d'Inghilterra. Gli Anglicani si sono divisi dal
mondani ed in voglialo di una vita più perfet: Ja Chiesa Romana. Essi sostengono che dei
ta, col consenso della moglie e del re, nell'an- selte Sacramenti non ve ne sono che tre insti
no 790, vesti l'abito monacale nel convento di tuiti da Gesù Cristo , cioè il Battesimo, l'Eu
Centullo, dal quale, a malgrado del suo amore caristia e la Penitenza, e che gli altri sienosla .
al ritiro , ſu di sovente obbligato ad uscire pel li aggiunti dalla Chiesa. Sollo Edoardo VI G
bene della Chiesa e dello stato. Infatti nell'an . glio di Enrico VIII , essi unirono a questi errori
no 792 fu dimandato da Carlomagno perchè quei dei Luterani e dei Zuingliani, lalche rigel
fosse compagno a Roma al vescovo di Urgel di tarono la presenza reale di G. Cristo ed il culo
nome Felice , che ritornava da Ratisbona in to dei santi . Cambiarono anche mollissimo nel.
Baviera , ov'era slalo condannato per eresia. la liturgia , e tutto ciò che non è anglicano si
Nell'anno 194 vi ritorno per la seconda volta , chiama in Inghilterra non conformista .
onde portare al Papa Adriano gli alti del con ANGLO -CALVINISTI. Da alcuni scrittori
cilio di Francoforte, unitamente ai libri Caro . questo nome è dato ai membri della Chiesa
lini ; ed una terza volla vi fu nell'anno 796 anglicana, come quelli che si accordano cogli
per congratularsi da parte del re col Papa Leo . altri calvinisti intorno alla maggior parte dei
ne lll per la sua esaltazione , e per conferire punti , tranne la gerarchia della chiesa che pres
con lui sul modo di conservare la disciplina so di loro è episcopale , mentre presso gli altri
nella Chiesa; infine nell'800 accompagno Car. è presbiteriana.
lo Magno che andavasi ad incoronare impe ANGLONA. Citlá vescovile del regno di Na
ratore d'Occidente. Fu principal cura di An- poli , ciltà che ruinata per causa delle guerre
gilberto quella che la disciplina ecclesiastica e e della miseria che n'è conseguenza ,cesso di
monastica fosse osservata ; e nei grandi affari essere sede vescovile , poiché ridotta ad uno
che trallò alla corte fino al termine di siha vita , stato infelice. Paolo III nell'anno 1546 credete
che accadde il 28 gennaio dell'anno 814 , dimo. te opportuno trasferire la sede vescovile a Tur
slrò non solo molta perspicacia d'ingegno, ma si , quivi erigendo in cattedrale la bellissima
sempre adopro quella equilà ch'è propria chiesa dell'Annunziazione.
delle anime che vivono unite col Signore, an ANGOULEME , Engolisma, citla vescovile
che allora quando le necessità del prossimo le dipendente dalla metropoli di Bordeaux . La
chiamano ad aver parte nelle cose della terra. chiesa cattedrale dedicata a s. Pietro, fu rifab
Oltre un poema che scrisse, lasciò purealla bricata nell'anno 1628, dopo essere stata di
memoria dei posteri quanto aveva falto nel strutta dai religionarii. Il suo capitolo era com
convento di Centullo da che n'era stato aba- posto di cinque dignità , cioè il decano, l'arci
te, lanto rapporlo alla edificazione maleriale , diacono, il canlore , il teologo ed il tesoriere.
che all'ordine stabilito nella celebrazione dei Nella città eranvi le abazie di S. Cibardo , dei
divini ufficii. Questo monumento è citato da Benedettini non riſormali, di S. Ausonio e del
Bollando, da Mabillon , Acta Suncl., lom . 6 , le Benedettine; non che i conventi dei Dome
pag. 3, e lib. 26 Annal. , num . 68, pag . 332. Si nicani , dei Francescani, dei Carmelitani scale
vuole ch'egli abbia fabbricato qualtro chiese, zi, ecc.
che le arricchisse lulte di un gran numero di Questa città è rinomata nella storia ecclesia
reliquie, di ornamenti preziosi, di vasi sacri. stica pei diversi concilii che in essa si tennero .
Egli ordinò che ogni giorno si cautassero tren. Il primo concilio vi fu tenulo l'apno 1117.
la Diesse ai diversi allari , ed a diversi cori, alle in occasione di une lile iosorta fra i religiosi
qualifassisterebbero trenta fratelli, senza com- dell' abazia di Bedon ' , e quelli di Quimperlay
putare le due messe solenni che si dovevano nella Bassa . Bretagna , per cerlo possedimento
dire nella comunità, una alla matlina, e l'altra denominalo Bello -lle, dalo all'abazia di Quim
ANGRA - ANIANO 321

perlay fin dalla sua fondazione , e trasferito Sebbene deposto dal generalato , Papa Bonifa
alla abbazia di Redon dai Papi Leone IX e zio IX nell'anno 1394 lo creò vicario gene
Gregorio VII , come abbiamo nel Mansi , t . 11 , rale della provincia di Bologna . Nel 1396 tro
pag. 319 . vossi al capitolo generale di Piacenza in qua
Il secondo dell'anno 1118 , fu per la con- lità di definitore della sua provincia. Mori
ferma dell'arcivescovo di Tours e di due al- nella città ove ebbe i natali , il giorno 16 no
tri Vescovi , come si legge nella raccolta del vembre 1400 .
Labbè, tom . 10 e nell' Hard . , tom . 6 . Sono opere di lui : 1. Quaestiones disputatae
Il terzo , dell'anno 1170 , per una donazio- in libros sententiarum ; 2. Commentaria in
ne fatta all'abbazia di S. Amando de Boisse , Psalmos; 3. Ad cardinalem S. Mariae Trans
come abbiamo nella collezione del sopraccita- Tiberim insigne opus et praeclarum de conce
to Labbè e nell' Harduino. plione B. Mariae; 4. Lectura super Michaeam ;
ANGRA , città vescovile delle Azzorre , di- 5. In Evangelium Matthaei liber ; 6. In Evan
pendente dalla metropoli di Lisbona. Il vesco- gelium Lucae liber unus; 7. Postillae super
vato fu eretto nel secolo decimosesto, e la cat- Joannem ; 8. Postillae in Apocalypsim ; 9. Ser
tedrale è dedicata al Ss. Salvatore. mones quudragesimales; 10. Dictionarium divi
ANGRIANI od AIGNANI , chiamato volgar- num, che altro non è che un dizionario della
mente Michele da Bologna, perchè questa cit- Bibbia, in cui si spiegano tutte le parole cita
tà fu sua terra nativa. Avendo professato l'isti- te nella Scrittura. Di quest ' opera però non
tuto dei Carmelitani , si distinse in esso pei iscrisse che le lettere A , B e C. 11. In quutuor
suoi talenti e pelle cognizioni scientifiche dele Evangelistas; 12. Lectura in psalmos poeniten
le quali erasi arricchito, per cui in qualità di tiales ecc . ecc . : opere tutte che furono date
dottore in teologia assistette al capitolo gene- alla stampa , e che dimostrano quanto fosse
rale che nell'anno 1372 si tenne in Aix di profondo il sapere dell'autor loro nelle scien
Provenza come definitore della provincia bo- ze teologiche.
lognese. Il grande scisma che fu causa di ANI. Levita , appartenente al numero dei
tante discordie nella Chiesa dopo la morte di musici che accompagnavano l'Arca nella tras
Gregorio XI , cagionò puremoltissimediscus- lazione che ne fece Davidde a Gerusalemme ,
sioni nei diversi ordini religiosi , ed in parti- come ci narra il primo dei Paralipomeni, al
colare in quello dei Carmelitani. I conventi capo 15 , vers . 18 .
di Alemagna, di Ungheria, di Boemia , di Po ANIA . Figlio di Sanida, della tribù di Ma
lonia, di Danimarca, di Svezia , di Norvegia , nasse , come leggiamo nel primo libro dei Pa
di Prussia , di Fiandra, e di molte altre pro- ralipomeni, al capo 7 , vers. 19 .
vincie attigue all’Alemagna unitamente alla ANIANO (S.) , primo vescovo di Alessan
Toscana, alla Lombardia e ad altri paesi d ' l. dria dopo s . Marco .Prima della sua conversio
talia, riconobbero per capo il Papa Urbano VI; ne avvenuta per la predicazione di s. Marco ,
ma i conventi di Francia , di Spagna , di esercitava il mestiere di calzolaio nella città
Scozia, di Napoli sostennero il partito di Cle- di Alessandria. Come aderì alla voce dell'Apo
mente VII , cui pure si attaccò Bernardo 0- stolo ed Evangelista, ed abbracciò la religione
lensis od Oleri, decimosettimo generale del cristiana sotto di un tanto maestro, fece pro
l'ordine dei Carmelitani, che appunto per ciò gressi cosi rapidi nella virtù , che alla fine di
fu deposto dal Papa Urbano VI , il quale or- due anni l'Apostolo lo elesse vescovo della
dino al capitolo generale che tenevasi a Bar- chiesa d'Alessandria, che per ventidue anni
règes l'anno 1379 , di eleggerne un altro il santamente diresse , avendo trascorsi i primi
quale fosse dei paesi sua obbedienza. Ese- quattro anni dell'episcopato sotto la direzio
gui il capitolo gli ordini del Papa, e fu eletto ne del suo maestro . Da ciò avvenne negli
col titolo di vicario generale Michele Angria storici la differenza nel calcolo degli anni che
ni , il quale in un altro capitolo tenutosi a Aniano occupò la sede di Alessandria , alcuni
Verne nell'anno 1381 , fu eletto, con univer- calcolandoli dal punto della sua elezione , altri
sale acclamazione , decimottavo generale del- dal momento che solo rimase per la morte del
l'ordine. Portatosi perciò egli a Genova onde suo protettore e maestro . Aniano, illustre per
ossequiare il Papa Urbano nell'anno 1386 , virtù e colmo di meriti , fini di vivere il gior
fu dal medesimo deposto dalla sua carica sen no 26 novembre dell'anno 86 di Gesù Cri
za che avesse potuto saperne la ragione. Que- to.
sti ritirossi allora nel convento di Bologna , ANIANO . Quanto l' Aniano di cui abbia
nel quale conservò il suo nome di Michele da mo testè detto si distinse per meriti e per
Bologna, sotto cui è generalmente conosciuto. virtù , altrettanto è biasimevole la condotta
Encicl. Eccles. Vol. I, Fusc. V.
522 ANIGE-ANIMA
di quello di cui parliamo nell'articolo pre- Neerda sull'Eufrate. Costoro ammutinatisi
sente , perciocchè, in luogo di attendere al dal loro padrone appo cui lavoravano per 80
mantenimento della santa dottrina della Chie- stenersi in vila ; si resero in appresso padroni
sa, egli, che era diacono di una città chiamata di alcuni pascoli intorno all'Eufrate in unione
Celeda , intraprese a favorire Pelagio ; ed a ad altri loro compagni dell'ammutinamento.
tanto giunse la premura di mantenere questo Per quindici anni vi dimorarono tranquilli ,
uomo di errori , che scrisse persino alcune quando Anileo si impossesso colle armi alla
opere contro la lettera di s. Girolamo a Tesi mano di una provincia di Persia , spinto a ciò
fonte, nelle quali, come il santo dottore c'inse- da passione amorosa, indi si spinse sulle terre
gna , con lunghe dicerie studiavasi di soste- ' di Mitridate, dove da prima ebbe vittoria,ma,
nere gli errori da Pelagio insegnati . Co- disfatto dappoi , dovette ritirarsi ne'primi suoi
noscitore profondo delle lingue greca e latina, luoghi, nei quali si 'stetta fino a che i Babilo
tradusse quindici omelie del grande Grisosto- nesi a tradimento lo fecero uccidere da inviati
mo, cioè le prime otto sopra s . Matteo , ed i spediti quasi per istringere alleanza con lui,
sette sermoni di elogio a s. Paolo , ponendo in Ciò avvenne l'anno di G. G. 40 .
principio di sua traduzione due lettere, la pri ANIM , città della tribù di Giuda; apparen
ma ad Orenzio , l'altra ad Evangelio. In tali temente è questa la borgata di Anam ovvero
traduzioni e negli altri scritti ebbe pero il Annem , od Ancem , di cui parlano Eusebio e
rimprovero da s. Girolamo di abusare dei s. Girolamo ; era posta all'oriente di Ebron
giuochi di parole. Senza fondamento viene alla distanza di otto o dieci miglia.
questo Aniano confuso con l'altro che scris ANIMA . E la più nobile parte di cui l'uo
se il codice Teodosiano ai tempi di Alarico , mo è formato ; ella è il principio della vita
poichè egli viveva al principio del secolo V , del corpo umano : ella è che pensa in noi ;
mentre il secondo fioriva al principio del se- che desidera, ed a cui il corpo ubbidisce. Essa
colo VI , come , quanto al primo , osserva è uno spirito immortale creato da Dio per
s . Agostino nell'opera contru Juliun .,e s. Gi- unirsi al corpo ; cioè è una sostanza spiri
rolamo . tuale ed immortale. La fede e la ragione ce
ANICE , specie di erba che produce granelli lo insegnano , perchè tutta l'economia della
odorosi. Gesù Cristo rinfaccia ai Farisei la religione è fondata sulla immortalità dell'a
loro esattezza nel pagar la decima dell'anice, nima.
della menta e del comino , per altro non e La fede c'insegna che ella è una sostanza
spressamente ordinata dalla legge , mentre non spirituale ed immortale ; poichè nella Scrittu
si facevano veruno scrupolo di mancar alla ra l'anima è sovente chiamata col nome di
giustizia , alla fede , alla misericordia , che spirito. Quis hominum scit, dice s. Paolo nella
pur sono doveri essenziali di religione , co sua prima lettera a quelli di Corinto , al ca
me si può vedere in s. Matteo al capo 25 , po 2, quae sunt hominis, nisi spiritus hominis,
vers. 23 . qui in ipso cst ? Nell ' Ecclesias. al capo terzo
ANICETO (S.) , elelto Papa nell'anno 157 , leggesi : Donec revertatur pulvis in terram
secondo l'Arle di verificare le date, e nel 150 , suum , unde erat , et spiritus redeat ad eum ,
secondo il Lenglet, successe a s . Pio I. Ebbe qui dedit illum . Nel capo terzo della Sapienza
disputa con s . Policarpo sopra il giorno in cosi sta scritto : Justorum animae in manu Dei
cui si dovesse celebrare la festa di Pasqua, ma sunt, et non tanget illos tormentum mortis.Ge
tale disputa non alterò l'amicizia che regnava sù Cristo medesimo ci fa sapere essere l'ani
fra questi due santi personaggi, che anzi s. A ma immortale , che nel capo decimo di s. Mat
niceto concesse a s . Policarpo la facoltà di se teo si legge: Nolite timere eos qui occidunt cor
guire la costumanza delle chiese d’Asia sopra pus, animam autem non possunt occidere ; e nel
tal punto ; e prima che da lui si dipartisse , capo duodecimo di s . Giovanni cosi troviamo:
lo fece offrire in sua vece il santo sacrifizio Qui odit animam suam in húc viundo, in vilam
dell'altare. Mostró Aniceto gran premura nel acternam custodit cam . Ed egli stabilisce que
conservare la fede in tutta la sua purezza con sta medesima verità contro i Sadducei, i quali
tro Valentino e Marcione, che eransi recati a negavano la risurrezione per questo passo del
Roma per corromperla alla sorgente. Dicesi capo terzo dell ' Esodo : Ego sum Deus Abru
che egli abbia sofferto il martirio il giorno 17 ham et Dcus Isaac et Deus Jacob , e ne inferi
aprile sotto il regno di Marco Aurelio. Ebbe sce , che Non est Deus mortuorum , sed vi
a successore s. Sotero. ventium , cioè, che come Dio è il Dio di Abra
ANILEO , fratello di Asineo , entrambi Ebrei mo, d'Isacco e di Giacobbe , dunque le loro
della provincia di Babilonia e della città di anime susistono , e vivono dopo la morte di
ANIMA 223 ?

questi patriarchi. Vi sono molti altri testi spiritualità e dell' immortalità dell'anina,
della Scrittura, i quali dimostrano questa ve- presa dall ' unità o dalla indivisibilità del sog
rità, e che per brevità si tralasciano. getto che pensa, è quella a cui i difensori della
Le prove, che ci somministra la ragione , o immaterialità si sono attaccati , come alla più
colle quali si è dimostrata l'immortalità del- forte di tutte.E per renderla eziandio più sen
l'anima, sono fondate sulla natura medesima sibile, le daremo altro lume.
dell'anima. Si è incominciato dal provare, che Jo che penso , a considerarmi precisamente
l'anima nostra non è materiale, ch'ella non come tale , sono un soggetto a parte e distinto
è ciò, che noi intendiamo per la parola mate- dagli altri ; io sono una vera sostanza, perchè
ria; donde si è conchiuso , ch'ella sia una so- l'idea generale della sostanza noi la tiriamo
stanza spirituale. Posto questo principio, si è dal nostro proprio essere pensante, ossia da me
fatto vedere, che la conseguenza che ne risulta che penso , non essendovi cosa meglio intesa di
è che sia immortale . esistere separatamente , quanto me pensante.
La spiritualità dell'anima, e la sua immor. Ma quanto è chiaro , che l' essere pensante sia
talità si prova con molti argomenti d'una una sostanza , altrettanto è manifesto, che quel
forza invincibile, e che si comprendono facil- la sostanza sia indivisibile, semplice e vera
mente per poco che si sia istrutto ne'principii mente una . Infatti io che penso , le differenti
di buona logica. Egli è certo , che quantun- sensazioni o idee , le paragono tra loro ; io che
que non abbiamo una cognizione perfetta del- gusto nel contemplare lo smalto d'una prate
la natura dell'anima nostra , nulla di manco ria o il suono degli stromenti da musica ; in
noi conosciamo la sua esistenza per sentimento una parola , io che penso sono il centro comu
e per coscienza . Nel conoscer me stesso io sono ne d'una infinità d'oggetti , ed il giudice, che
più che certo , che sono una sostanza, un sog- decide del loro valore; non sono sicuramente
getto semplice, indivisibile e veramente uno un composto di parti distinte , e che potessero
( perchè un soggetto che pensa esclude ogni separarsi e dividersi l'una dall'altra . Non bi
composizione, ogni estensione,ogni divisibilità, sogna che pensare e sentire , per convincersi,
che sono i caratteri della materia ); che io so che la cosa che sente e che pensa sia un sog
no un soggetto attivo , principio di azione e di getto semplice, e che in rigore sia uno , e non
movimento , un soggetto rappresentativo di più. Or questa cosa non potrebbe essere una
mille oggetti differenti, un soggetto che possie- sostanza materiale, poiché la materia è un com
de l'intimo sentimento di sè medesimo,di tut- posto di parti, un tutto divisibile in parti di
te le sue sensazioni o modificazioni attuali . stinte, le quali situate l'una a lato dell'altra,
Donde ho io diritto d' inferire, che questo sog- possono dividersi , e delle quali quella che toc
getto che chiamo anima mia, non è il mio cor ca immediatamente la sua vicina, non è più
po: poichè le proprietà che per interno senti- identificata con essa, che quanto il globo della
mento io affermo dell'anima mia , sono esclu- terra è identificato con quello di Saturno.
sive del mio corpo, cioè le idee che sono le pro- Questo ragionamento è sensibile per chiunque
prietà della sostanza che pensa, e che io chia- si degna farvi attenzione . La logica eziandio
mo mia anima, non potrebbero essere proprie- viene in soccorso , e dacchè se ne conoscono i
tà della materia , perchè il soggetto semplice ed principii , si sa, che l'idea di ciascuno attribu
indivisibile non può essere nello stesso tempo to rinchiude quella del soggetto. Ciò posto, e
soggetto divisibile e composto di parti ; il sog- le due idee del pensiero e della estensione non
getto , principio del moto non potrebbe essere avendo nulla di comune tra loro , questi due
il soggetto passivo, che riceve il moto : in una attibuti sono dunque incompatibili nel mede
parola, il soggetto che conosce sè stesso, che co- simo soggetto e suppongono due soggetti diffe
nosce l'estensione e si distingue da essa , non è renti ; perchè l'idea della sostanza estesa rin
soggetto esteso attualmente. Or quindi ne se- chiude quella d'un soggetto qualificato da
gue, che bisogna ammettere nell'uomo due questo attributo ; ma è manifesto, ch'ella non
esseri di differente genere che il Creatore ha rinchiude nulla di ciò che appartiene all'Ente
uniti sotto certe leggi e con legami ignoti , per che pensa; donde ne segue con evidenza, che
operar di concerto ; poichè sarebbe cosa assure il soggetto del pensiero, e quello dell'estensio
da l’ammettere in un solo e medesimo essere ne non potrebbono esser lo stesso, e che gli at
attibuti tra loro incompatibili , come appun- tributi essendo esclusi l'uno dall'altro , non
lo è l'unione del pensiero e della estensione in potrebbero unirsi in un solo soggetto non al
una sola e medesima sostanza ; e si vedrà , che trimenti che il semplice e composto, il divisi
ciò dice un'aperta contraddizione. E necessa bile e l'indivisibile.
rio pero d'osservare, che questa prova della I materialisti de'giorni nostri, questi spirili
324 ANIMA

forti , che riguardano con pietà il rimapente tabile, e le loro proprietà derivano dalla loro
degli uomini , danno ad intendere ne'loro scrit- essenza . L'anima pensa, perchè, tale è la sua
ti , che la nostra anima potrebbe ben essere la natura : ella vuole, poichè per sua natura ella
disposizione medesima degli organi del nostro è un agente capace di determinazione ed ele
corpo, e conseguentemente una sostanza pen- zione. La materia per sua natura è estesa, so
sante, ma puramente materiale. lida, suscettibile di moto, ma non già d'intel
Il corpo dell'uomo, dicono essi, è una mac- ligenza e di libertà. Iddio può imprimere alla
china maravigliosa, dalla quale tutti i nostri materia qualunque moto, di cui è capace, e mu
pensieri dipendono : subito ch'ella è divenuta tarla all'infinito ; ma vi sarebbe una contrad
perfetta, si vede che l'uomo pensa , e quanto dizione manifesta nel supporre che Iddio desse
più i suoi organi sono sottili , e meglio dispo- a questa materia proprietà ed attributi che non
sti , meglio egli pensa. Quando sono disordina- sono rinchiusi nella sua essenza, e che le fa
ti o imperfetti , come si osserva negl'insensati cesse produrre delle operazioni, che ripugnano
e negl ' infanti, male si pensa. Quando qualche alla sua natura. Iddio può bene impedire, che
ruota infrangesi, e questa è la morte, più non l'esser pensante creato da lui non pensi attual
si pensa. Questa quotidiana sperienza dimostra mente; ma avendolo fatto ciò ch'egli è, non po
dunque che l'anima non è altro se non se la trebbe impedire, che non sia suscettibile di
disposizione di questa macchina, di cui diffe- pensiero e che non abbia per sua natura que
renti combinazioni formano ciò che noi chia- sta facoltà di pensare, la quale deriva dalla
miamo il pensiero . Ma questo raziocinio è ben sua essenza : similmente avendo fatto la mate
debole per coloro che presumono di avere in- ria ciò ch'ella è, egli può ben fare che non si
finitamenle più penetrazione che gli altri, ed muova attualmente o che non prenda la tal fi
è facilissimo di farne conoscere la falsità. Dac- gura, ma non può fare ch'ella non abbia la
chè il corpo è stato destinato dal Creatore ad facoltà di esser mutata , e di ricevere tutte le
esser l'organo e come l'istromento dello spi- modificazioni possibili.
rito , le cose debbono farsi come si è detto ; ma La ragione è chiara ; poichè le nature delle
ciò non prova , che non vi sia nell' uomo uno cose sono immutabili come lo sono le idee, che
spirito invisibile che pensi e che esprima il le rappresentano, e cosi elleno non saprebbero
suo pensiero per mezzo dell'organo del cor- confondersi. Questo è il fondamento delle ve
po. Infatti , per quanto si voglia che sia bella rità che diconsi eterne, le quali esistono neces
i'anima unita al corpo dell'uomo, non appa- sariamente in Dio , e che sono essenziali della
rirà giammai ciò ch'ella è , se il corpo che le sua intelligenza, ed indipendenti dalla sua vo
serve d'organo per esprimere i suoi pensieri lontà. Le verità matematiche non ne hanno
oppure per imprimerli nell'immaginazione o altre: cosi dacchè la natura d'una sostanza è
memoria, si trovi mal disposto; simile in qual- di avere l'estensione com'è quella della ma
che maniera ad un suonatore, il quale, quan- teria , questa natura è fissa ed essenziale a que
tunque sia abilissimo, non sonerà di gusto , sta sostanza; non può ricevere alcuna modifi
se l'istromento sia disordinato, ma tal difetto cazione di cui ella non sia suscettibile , poichè
d'ordine non proverà mai l'incapacità della natura delle cose non può mischiarsi, vė
suonatore . confondersi: altrimenti si metterebbero delle
Da tale obbiezione n'è derivato, che i mate assurde contraddizioni come per esempio, che
rialisti abbiano ricercato , se Dio , che tutto Iddio può fare, che una cosa diventi un'altra
può, potrebbe fare un ente materiale pensante: senza cessare d'esser ciò ch'ella era, contro il
questione ridicola , ed ingannevole solamente comune assioma de’logici : Impossibile est idem
in apparenza , ma nella quale è facile di far co esse simul et non esse ; perchè ciò ch ' è con
noscere , che non intendonsi essi medesimi , e traddittorio nell'idea medesima delle cose, non
che ignorano, o ignorar vogliono i primi prin- potrebbe divenir l'oggetto dell'Onnipotenza
cipii del raziocinio . Si risponde loro di no , di Dio. Ammettere una potenza che si esten
cioè, non esser possibile , che Iddio abbia po- desse a'contraddittorii, sarebbe lo stesso che
sto nella materia la facoltà di pensare e di sen- rovinare ogni certezza , ed annientare ogni ve
tire, ch'è l'attributo proprio dell'anima. Si è rità. Cosicchè essendo la materia di sua natura
data già loro la prova di ciò in tante opere priva d'intelligenza , divisibile all'infinito , do
de’moderni filosofi ed apologisti della religion mandare se possa divenire un ente pensante,
cristiana, nelle quali si fa vedere tutta l'em- è lo stesso che domandare se possa essere nel
pietà e tutti i sofismi del loro sistema. Questa medesimo tempo un semplice e di visibile, una
prova è una dimostrazione, ed eccone il conte- vera unità; ed in una parola, se la materia , re
nuto. L'essenza degli enti è ferma ed immu- stando materia, possa cessare d'essere materia .
ANIMA 325
Questa prova dell'immaterialità dell'anima che la loro anima fosse immortale. Si asceuda
è uno scudo della sua immortalità. Imperoc sino al cominciar del tempo, si scorra la storia
chè questa immaterialità che la distingue to de’regni e degl'imperi, ciascuno resterà con
talmente dal nostro corpo , dissipa il timore , vinto , che la credenza dell'immortalità dell'a
in cui siamo, ch'ella muoia con lui, e fa sva- , nima è stata e sia tutt'ora la credenza di
nire i prestigii , che -i materialisti avrebbero tutti popoli del mondo. La conoscenza d'un
potuto far nascere, con dire, che la sua vita solo Dio ha potuto cancellarsi sulla terra ; gli
era il risultato d'una certa disposizione, e con uomini hanno potuto smarrirsi , e si sono in
seguentemente un composto risolubile ne'suoi fatti smarriti sull'oggetto della divinità nel
primi elementi , soggetto a tutte le vicende del moltiplicarla ; ma il sentimento dell'immorta
corpo, e che non poteva mancare di morire lità dell'anima non ha potuto cancellarsi dal
presto o tardi con questa forma. In fatti dac cuore de'popoli i più barbari. Essi tutti aspet
chè si è provato, che l'anima è una sostanza tano un avvenire , si figurano tutti una regio
immateriale, semplicemente unita al corpo, ca ne che le anime abiteranno dopo la morte. E
pace d'esserne separata, e di esistere in tale questa credenza non può essereun pregiudizio
stato di separazione, allora ognuno si persua dell'educazione, poich'ella non é differente se
derà facilmente, ch'ella non è stata creata per condo i differenti paesi : nè può essere una set
essere annientata ; e per molte ragioni. ta, perchè questo dogma non ha avuto capo
1. Se si considera, che l'uomo porta nel nè proteltore. Nondimeno gli uomini da se
fondo della sua natura un desiderio dell'im- medesimi ne sono persuasi.
mortalità, e una idea della beatitudine che 3. Sulle conseguenze pericolose, che strasci
la sapienza del Creatore, il quale l'ha im na l'idea della morte dell'anima e del cor
pressa, non saprebbe rendere illusoria. La sua po . Imperocchè se tutto muore e finisce con
eccellenza, l'uso ed il fine delle sue facoltà , i noi , tutto è confuso sulla terra, tutte le idee
suoi rapporti con Dio, poichè egli è suscetti- del vizio e della virtù son rinversate , poi
bile di religione, e ch'egli è fatto per avere chè le leggi che ci uniscono , e i doveri piir
con lui in una eterna società , e tutte le no- sagrosanti della società non sono fondati che
bili prerogative che distinguono l'anima no- sulla certezza d'un avvenire. Cosi se l'uomo
stra nell'ordine delle sostanze creale , hanno non attendesse più nulla dopo questa vita ,
per fondamento la sua immaterialità. Questa potrebbe riguardare la virtù ed il vizio come
immaterialità gli discopre le ragioni della sua pregiudizii dell'infanzia , e conseguenze della
immortalità. crudeltà dei popoli; gli adulterii , gli omicidii
2. S'egli è vero , come dicono i filosofi , chee gli altri delitti abbominevoli non sarebbono
nulla perisce, che le nature delle cose non ai nostri occhi che proibizioni umane e leggi
sono distrutte, quando passano in altre for- stabilite dalla politica dei legislatori . Donde
me differenti, dunque l'anima nostra , que- segue che i delitti più spaventosi e le vir
sta parte di noi medesimi, che pensa , che ra tù più pure potrebbero essere poste nel me
giona e sente, quantunque separata dal corpo, desimo livello, poichè un annientamento eter
perciò , poichè nulla perisce, non perisce: ella no deve presto o tardi uguagliare il giusto e
non cessa similmente di pensare e di sentire. l'empio ; donde finalmente segue che coloro
Quest' è la sua natura, e le nature non si mu- i quali avrebbero la disavventura di credere ,
tano. Dunque siccome la parte materiale del- che tutto finisse con noi , possono, ragionan
l'uomo non lascia dopo la morte d'essere un do coi loro principii , essere senza morale, sen
corpo materiale comunqne rendasi impercet- za probità , senza fede , nè avere altra regola
tibile agli occhi nostri; cosi l'anima non ces- che le loro passioni, nè altro freno che il ti
serà d'essere una sostanza immateriale e pen- more delle leggi civili , nè altro Dio che se me
sante. Ma come la sua natura è il pensiero ed desimi.
il sentimento, ella deve necessariamente pro 4. Sulla necesità di un avvenire : e questa
vare in questo nuovo stato del bene o del ma- necessità è fondata sull'idea medesima, che noi
le. Dunque ella è felice o infelice per una eter- dobbiamo aver di Dio, ch'è quella di un Ente
nità, poichè nulla perisce, e le nature non si sapientissimo e giustissimo. Or quest'idea so
mutano . la ci fa comprendere che un Dio giusto deve
La seconda prova dell'immortalità dell'a essere necessariamente il rimuneratore della
nima è fondata sul sentimento impresso, che virtù , ed il vendicatore della colpa. Indarno
l'uomo porta nel fondo del suo cuore di que- l'empio obbietterebbe non essere della gran
sta medesima immortalità. Imperciocchè gli dezza di Dio di trattenersi su di ciò che passa
uomini di tutti i luoghi hanno sempre tenuto, tra gli uomini , e di pesare i loro vizii e le
326 ANIMALI
hom virtù ; idea temeraria che si forma l'em- vista di un piccolo Lappone : l'orso non insul
pio della grandezza di Dio, come se gli fossero ta mai il passaggiero se non è de lui provoca
necessarie delle cure e delle attenzioni per os- to , o se di lui pon tende per li suoi piccoli
servare ciò che si opera sulla terra. Imperocchè figli.
se gli può rispondere , che al contrario non è Alcuni hanno preteso che la Scrittura pon
della grandezza di Dio lasciare i vizii senza ga gli animali al paro degli uomini per la in
castigo, e la virtù senza premio , e riguardare telligenza e per la riflessione. Infatti la Scrit
ugualmente l'uomo dabbene e l'uomo malva- tura manda il pigro ad apprendere la pruden
gio, poichè ne seguirebbe da questa orribile za dalla formica ; ma costoro non sapendo lo
supposizione che Iddio preferirebbe il vizio stile delle sacre carte, o fingendo di non saper
alla virtù . Perché ? poichè l'esperienza quoti- lo, s'inventano delle difficoltà contro il si
diana c'insegna , che in questa vita gli uomini stema della vera religione . Ma l'esempio della
più dabbene sono sovente oppressi dai nali, o formica rappresentataci qual prudente insetto,
per le malattie del corpo , o pelle ingiustizie e consiste in ciò ; la formica segue il suo natu
violenze, che provano dalla parte degli altri ; rale istinto per conservare la sua esistenza più
che gli empi e malvagi , gli uomini ingiusti e felicemente che può, raccogliendo il cibo nella
corrotti godono dei beni di questo mondo, e state per l'inverno : dunque l'uomo che ha
compariscono i beati sulla terra, e che molti si. parimenti il ragionevole istinto della sua fe
milmente ne godono in tutto il corso della lo- lice esistenza , si procacci i necessarii aiuti per
ro vita in una perfetta tranquillità ;che, in una li tempi , in cui ne avrà duopo , cioè in questa
parola, questo Dio giusto non distingue punto e nell'altra vita .
in apparenza i peccatori dai buoni , se ne sta Gli Ebrei distinguono gli animali mondi da
come in silenzio , il che apparisce prodigioso gli immondi. I primi sono quelli di cui si può
allo spirito umano . Or se non vi fosse un av- far uso in quanto al cibo ed ai sacrifizii; i se
venire, si farebbe della Divinità una ingiusta condi sono vietati tanto per cibo quanto per
intelligenza , che godrebbe della confusione e fare sacrifizio. Comunemente noi sacrifizii of
che impiegherebbe la sua potenza nel lasciare frivano soltanto : 1. Le vacche , i tori , i vitelli .
il mondo , ch'ella ha creato, in un disordine I buoi erano proibiti , perciocchè mutilati nelle
universale . Dunque posto un Dio, cioè una intel- parti genitali; per la qual cosa quando si leg
ligenza onnipotente e sapientissima , si deve- an- ge ch'erano offerti dei buoi , si devono ioten
mettere un avvenire, cioè un tempo , in cui dere dei tori . 2. La capra , il becco, il cervo . 5 .
ciascuno sarà ricompensato secondo le sue a . La peccora e l'agnello.
zioni .
Oltre queste tre sorta di animali , ve n'erano
Finalmente il dogma dell'immortalità del- innumerevoli altri permessi come cibo, toltone
l'anima è fondato sui motivi dell'autorità . Que il grasso d'ogni sorta d'animale offerto in 32
sta autorità è la Sacra Scrittura , la predica- crifizio, ed il sangue che agli Ebrei era vietato
zione degli Apostoli , che hanno sparso il loro sotto pena di morte.
sangue per rendere testimonio alla verità, il Tra gl'interpreti bavvi questione intorno
compimento delle profezie, la tradizione di tut- al soggetto della purezza ed impurità legale de
ti i secoli , cioè i fatti che dalla creazione del gli animali . Alcuni credono che questa fosse in
mondo hanno tenuto per certi tutti i grandi uso avanti il diluvio, perciocchè Dio ordinò a
uomini che sono comparsi nell'universo . Si Noè d'introdurre nell'arca sette coppie diani
può leggere su questa materia S. Agostino de mali mondi , e due d'immondi . Altri vogliono
immortal. animae, cap . 1 , num . 1 ;cap .6 , num . che la purezza ed impurità sia simbolica , ed
10 ; cap. 9 , num . 16 , ed altri . indichi soltanto la purezza ed impurità che gli
ANIMALI. É notissimo dalla Genesi , che il Ebrei dovevano ricercare ed evitare , secondo
Creatore diede all'uomo il dominio sopra tutti la natura e le inclinazioni degli animali , di cui
gli animali. Infatti un gradissimo numero di dovevano usare od astenersi. Il porco , per
essi sono docili e famigliari all ' uomo stesso ; esempio, significa la gola ; il lepre, la impudi
pare che spesso cerchino la società e la prote- cizia; la pecora, la dolcezza ; la colomba, la
zione : altri fuggono dalla presenza di lui , e semplicità, e così dicasi degli altri . Proibendo
non l'insultano se non necessitati da estremo l'uso del porco , Mosè ebbe a fine primario
bisogno. Lo stesso elefante , sebbene animale d'interdire la gola e gli eccessi nel mangiare e
di prodigiosa forza e grandezza , si conduce da nel bere. San Barnaba si estende a lungo so
un fanciullo : il leone si allontana da tutte le pra questi simbolici significati.
abitazioni degli uomini: la balena, d'immensa Altri credono che Dio abbia voluto allonta
grandezza, trema nel suo elemento, e rugge alla nare gli Ebrei dalla tentazione di adorare gli
ANIMALI 327

animali, facendo loro mangiar quelli di cui restituzione , essendo di un padrone il quale
la maggior parte era adorata dagli Egiziani , e sopra di essi esercita un diritto , affinchè non
facendo riguardar con orrore quelli cui si ren- sieno dal suo dominio tolti od uccisi. Nè si
devano onori divini . Tertulliano credette che può opporre che i conigli ed i colombi porta
Dio abbia voluto accostumare con ciò gli Ebrei no danno ai privati : perciocchè quando sono
alla temperanza , ed allontanarli dalla gola , utili alla società , questo danno si dovrà so
ordinando loro di privarsi di molte sorta di stenerlo , e questo dovere pare che sia loro
nutrizione, imposto dal governo subito che permette a
Infine molti commentatori non riconoscono taluno di erigersi un colombaio .
negli animali dichiarati impuri che delle qua Se poi questi animali hanno obbliato il co
lità naturali , che sono realmente nocive , od stume di ritornare , si deve credere che ab
almeno che tali sono nella idea de 'popoli. Mo- biano riavuto la prima natural libertà , e
sè proibì l'uso degli animali , degli uccelli , sien di quello che in tale stato li prende : il
dei pesci, la cui carne passava per cattiva e perchè , qualora sono ritrovati in questo sta
dannosa alla sanità ; gli animali feroci, dan- to, il padrone di prima non ha sopra di essi
nosi , velenosi , ovvero che erano tali dell'idea diritto alcuno.
del popolo. Sembra anche che Dio abbia vo Gli animali poi feroci e silvestri, se prima
luto separare gli Ebrei dagli altri popoli , co- di alcuno non furono , o se furono di altrui
me una nazion santa e consacrata al sno ser- diritto , e sono di già ritornati alla primiera
vigio, interdicendo loro l'uso di certi anima- loro libertà , divengono, posciachè sono pre
li creduti impuri , affinchè questa purezza e- si la seconda volta , sotto il dominio di
steriore figurativa li attraesse ad un'altra colui che li prende . Imperciocchè , godendo
purezza più perfetta e reale. di una naturale libertà , non sono di alcu
Ora, queste cose considerate, più dappres- no , e se a niuno appartengono , divengono
so facendoci a noi , in quanto riguarda gli a- proprii di quello che li prende , tranne il
nimali , dietro le normedel diritto , osserve caso in cui non si opponga la legge o la con
remo , che gli animali si dividono in man suetudine. Porro quamvis alienum pecus in
sueti e domestici , ed in feroci e silvestri . I agro suo quis deprehendisset , sic illud expel
primi , come sono le pecore , i cavalli , i pol- lerc debet , quomodo si suum deprchendis
li , le anitre , i buoi , ed altri di simil ge- set , quoniam si quis ex ea re damnum cepit ,
nere , quantunque fuggano e vadano erranti , habet propria actione . Leg . 39 , S ad Leg.
sempre però appartengono al loro primo pa- Aquil.
drone , nè addivengono proprietà di quelli Ciò posto, per quanto alla pratica si potran
che li prendono. Imperciocche , quantunque no dedurre i corollarii seguenti .
questi animali fuggano , non acquistano perd . 1. Un animale silvestre ferito in modo da
la loro libertà naturale , mentre di loro na esser preso , diviene proprietà del fetitore .
tura son domestici , e perciò rimangono del Imperocchè allora devesi riputare che pella
primo padróne. Per la qual cosa non è lecito ferita ricevuta egli abbia perduta la sua, na
prenderli o ritenerseli , come sieno di comu turale libertà , e che sia quasi preso , donde
ne. Lo stesso dir si deve di quelli , che quan- avviene che se qualcuno lo prende cosi feri
tunque silvestri di loro natura , pure ven- to , è obbligato alla restituzione. Non cosi
gono custoditi in apposito luogo da coloro che dicasi se la ferita fosse tale da non impedirgli
li presero , o che per uso soglino ritornare , la fuga , poichè in questo caso non avendo
dopo di avere liberamente vagato , in potere perduta la naturale libertà , egli è di quello
del loro padrone , come fanno i colombi , i che primo lo prende. Ex Instit. de rer . divers.
conigli , le anitre ecc .; imperciocchè quan 2. Pecca chi si appropria gli animali man
tunque si divaghino liberamente , pure non sueti altrui , ed è obbligato alla restituzione ,
godono della naturale libertà. Gli animali poi giusta la legge § de acquir .rcrum domin . e
sino a che sono privi della naturale libertà , de rerum divis. , sebbene si allontanassero
sono soggetti a un padrone , nè possono di- dal legittimo loro padrone, poichè la proprie
venir proprii di chi li prende. Inoltre que- tà rimane sempre di chi primo li possedeva ;
sti animali liberi non sono meno soggetti ai e nel caso che dalla negata restituzione ne av
padroni di quelli che si addimandano dome- venisse danno al possessore, il detentore di co
stici. Quindi non è lecito altrui prender pe- testi animali è anche obbligato alla restitu
sei nell'altrui peschiera , o tender lacci ai zione dei danni .
colombi dell'altrui colombaio : poichè , ove 3. Gli animali silvestri appartenendo a chi
cið si faccia , s'incorre nell'obbligo della primo li prende, ne segue che quantunque presi
328 ANIMAZIONE - ANIME PURGANTI

in altrui fondo, sono sempre proprietà del alle nostre, anime riscattate col sangue prezio
predatore , e non del padrone del fondo , il sissimo di Gesù Cristo , quelle cui possiamo
quale ha esclusivamente il diritto d'impedi- strappare dalle miserie e rendere alla felicità che
re altrui d'entrare in esso , ma non di pre- loro è destinata . Dio , rinchiudendole nella lo
tendere ciò che di silvestre in esso vien ro dolorosa prigione, ne ha consegnate agli uo
preso . mini le chiavi . In questa maniera concilia
4. Se gli animali mansueti entrano per ne- altresì i diritti religiosi della sua giustizia con
gligenza del loro padrone nel fondo altrui e le viste benefiche della sua misericordia. Eser
lo danneggiano , il padrone è obbligato al ri- cita la sua giustizia da sè stesso , e col mezzo
sarcimento del danno. degli uomini la sua misericordia , facendone es
ANIMAZIONE. Istante in cui è infusa l'a- si i ministri, rimettendone l'esercizio alla loro
nima nel corpo dell'uomo . Si ritiene comu- volontà , pietà e carità . Onorevole funzione
nemente che l'animazione del feto non succe- che loro viene impartita dalla sua Provviden
da che dopo quaranta giorni ; ma il padre Gi- za ! Non tocca che agli uomini essere gli angio
rolamo Fiorentino pretende che questa opi- li terreni che trarranno le anime dal soggior
nione sia dubbia di molto , e quasi conchiude no dei patimenti , e le trasporteranno nel san
doversi battezzare l'aborto in qualunque tem- tuario dell'eterna felicità.
po succeda. E questo il parere che egli so La Bontà Divina , conferendo agli uomi
stiene nell'opera intitolata Homo dubius, sive ni questo potere cosi dolce, cosi lusinghiero,
de baptismoabortivorum . Sopra tal punto però cosi glorioso , moltiplica anche per essi , ed
si può leggere quanto abbiamo detto all' are in favore di quelle anime , cui ella ama tan
ticolo ABORTO (pag. 56) . to , i mezzi di esercitarlo . Tutte le opere
ANIME PURGANTI quelle si addimandano meritorie di qualunque genere esse sieno ,
che nel Purgatorio si stanno onde mondarsi di opere di pietà , opere di mortificazione, ope
alcune macchie lievi da cui erano contaminate, re di carità fatte per loro , Dio le aggradi
alla morte del corpo, per poter poi, purificate, sce e si degna di farle volgere in loro sol
conseguire l' eterna gloria. Il dogma del Pur- lievo . Tutto quello che sarebbe soddisfatto
gatorio c'impone una verità tanto antica nella rio per gli uomini stessi , loro accorda di
Chiesa di Gesù Cristo , quanto lo è la Chiesa poterlo rendere soddisfattorio per esse. Quan
stessa : ed anzi più antica , poichè la vediamo te sono le suppliche , i sacrifizii, le indulgen
consegnata nei libri dei Maccabei, cioè, che è in ze , i digiuni , e le altre pene corporali, tutte
nostro potere di soccorrere le anime giuste ed dalla misericordia divina saranno applicate
infelici del Purgatorio, e di abbreviare i loro alla loro liberazione. L'indulgente Bontà Di
patimenti coi nostri voti e colle nostre offerte. vina , la quale moltiplica in questo modo i
Ciò che non possono per sè stesse , lo possiamo mezzi di sollevare quelle anime , cui punisce
noi . Il Concilio di Trento lo ha formalmente con dispiacere , cui desidera di ricompensare ,
definito. Perciò troviamo negli insegnamenti ne assicura altresi l'efficacia. I suffragi per
della nostra fede la spiegazione, il fondamento, i defonti non rimarranno giammai inutili .
il motivo del sentimento di rispetto pei mor- Può essere che non servano a quelli per cui
ti , il qual sentimento è stato infuso nei nostri sono offerti. Forse di già saranno nel soggior
cuori dall'Autore della nostra natura . Scorrete no della gloria , e non ne avranno più biso
le nazioni di tutti i paesi, seguitele in tutti i gno. Forse altresi , sciaguratamente condan
secoli; le vedrete tutte, colte e barbare, istruite nati agli eterni dolori , sono oramai fuori
ed ignoranti , raccogliere rispettosamente le di stato di profittarne. Non devesi però cro
spoglie corporee dei loro morti : riverire, deco- dere che queste opere meritorie possano es
rare ed abbellire i sepolcri in cui le racchiudo- sere perdute. Le offerte dei fedeli sono nei
no e riguardare come un attentato , soven tesori della Misericordia. Essa le spargerà
te anche come un sacrilegio , il violarle . Tutti conformemente alle pie intenzioni degli obbla
quei popoli, che erano privi dei lumi della fe- tori ; e le verserà sopra delle altre anime ,
de, si lasciavano condurre da ciechi ad una in- di cui saranno stati l'Angelo liberatore.
clinazione naturale , cedevano ad un impulso Che se nelle orazioni, sacrifizi , elemosine,
di cui ignoravano lo scopo. E noi pure possedia- indulgenze , digiuni ed altri atti dei cristiana
mo come essi questo sentimento prezioso dele virtù la Bontà infinita somministra dei mezzi
la natura; ma ne conosciamo l'oggetto : la no- per essere utili alle anime purganti , ne pre
stra sublime religione ce lo scopre, e vi ci di. senta altresì i motivi più potenti : commise
rige. Non è più una cenere fredda a cui ren- razione naturale, sentimento di tenerezza , ri
diamo degli sterili onori ; sono anime simili conoscenza, giustizia ,carità cristiana, interesse
ANIME PURGANTI . 329
personale : tutto ciò che può muovere gli uo cosi tenero di cui le assidue cure allevaro
mini , tutto ciò che è proprio ad influire e no la vostra infanzia , formarono la vostra
sopra il loro cuore e sopra il loro spirito , lo gioventù ? Quello sposo cosi fedele, che fece
riunisce, per eccitare la umana sensibilità , e la vostra felicità , con cui non avevato se
delerminare la beneficenza degli uomini. non un'anima sola ed un sol volere ? Quel
Esse sono uomini, e voi pure lo siete : que- figlio cosi sommesso, che corrispondeva con
sto solo titolo non basta egli forse per in- tanta docilità alle vostre instruzioni, in cui
teressarvi in loro favore ? Vi vantate di una vedevate rivivere voi stesso con tanta sod
tenera pietà riguardo i mali dei vostri si- disfazione ? Quel fratello cosi caro che fu il
mili : arrossireste di essere sospetti d'insen- compagno dei vostri primi anni , che ebbe
sibilità : la durezza del cuore è uno dei vizi parte ai vostri primi piaceri , con cui pas
che più vi sono odiosi. Biasimate un Nabal , saste tutti i vostri giorni in un'inalterabile
che riftuta alcune vivande a Davide , che ne unione ? Quell'amico cosi affettuoso , depo
ha un urgente bisogno. Riprovate il ricco sitario dei vostri pensieri , consolatore delle
malvagio , che non pensa a dare a Lazzaro vostre pene, consigliere nelle vostre difficol
neppure le briciole che cadono dalla sua tà ? Quel benefattore cosi generoso , che vi
mensa. Avete in orrore quel Sacerdote e quel ricolmò di tanti beni , a cui avevate dedicata
Levita, i quali, passando vicino ad un in una eterna riconoscenza ? Alcune lagrime da
felice coperto di ferite, sdegnano di soccor voi date nella loro perdita avrebbero forse
rerlo : e lodate al contrario, e benedite il ca estinta la tenerezza che loro portavate ? Que
ritatevole Samaritano che lo assiste con le sta tenerezza v' abbandonerebbe forse allor
sue sollecitudini e col suo denaro ; dite cer- chè potete darne loro i contrassegni i più
tamente nel vostro cuore , che , trovandovi solidi ed i più efficaci ? Non è anzi nel do
nella stessa situazione, imitereste quest'ulti- lore che vi cagiona la loro perdita , una con
mo. Avete senza dubbio qualche volta desi- solazione il pensare, che ora potete esser loro
derato che si presentasse a voi una simile più utili , di quello che lo foste nel tempo , in
occasione di esercitare la vostra benefica com- cui godevate della loro presenza : e ch'è in
passione. Voi vi trovate continuamente in vostro potere di far loro infinitamente mag
questa circostanza desiderata verso le anime gior bene, di quello che giammai ne abbiale
del Purgatorio ; lo sapete, non vi è momento ricevuto da essi ?
in cui non soffrapo : non ve n'è neppur uno, E ciò che riceveste da loro si è tutto
in cui non possiate sollevarle , ed abbreviare i quello che siete , tutto quello che possedete .
loro patimenti. Ah ! se la vita di un malfat- Siete debitore ai morti di quelle rendite di:
tore nei tormenti ha il potere di esercitare cui godete , di quello slato di cui siete in
la nostra pietà, di qual viva sensibilità non possesso, forse anche di quell'educazione che
deve penetrarci la contemplazione delle tor- vi ha reso capace di fare la vostra fortuna ,
ture più rigorose , alle quali sono date *in degno di esercitare i vostri impieghi. Sono i
preda tante anime giuste, virtuose , destinate morti quelli, i quali colle loro vigilie , colle
al cielo, di cui sono quasi degne ? loro privazioni ; v'hanno procurato tutto .
E forse altresì , fra quegli infelici, che sof- Si sono affaticati per voi : possedete col mez
frono nelle fiamme espiatrici , ve ne sono zo loro , come dice s. Giovanni , \ , 38 : ' Alii
di quelli che abbiamo conosciuto , che abi- laboraverunt, et vos in labores eorum introi
tarono gli stessi luoghi che noi abitiamo, che slis . Non è forse un dovere di riconoscenza ,
vissero nelle stesse società, che frequentarono un dovere che dovrebbe esser caro al vostro
gli stessi templi ; a cui fummo uniti coi le- cuore , d'impiegare nel far loro del bene , ed
gami del sangue, attaccati colle dolcezze del- il più grande fra tuiti i beni , una porzione
l'amicizia . Se Dio , rivelando la loro sorte , di quelle sostanze che possedete in grazia di
vi facesse conoscere , che gemono nell'abisso loro, e che senza di loro non vi sarebbero
del purgatorio , con qual ardore non v'af- giammai appartenute ?
frettereste a soccorrerli ? Cosa non direste , co Se non sapete essere riconoscente, siate al
sa non fareste, cosa non dareste per liberarli meno giusto, e giudicatevi da voi stesso. Quan
dai loro patimenti ? È dunque necessario , te volte non avete voi meritato la pena del
perchè vi occupiate della loro sciagura , che purgatorio, o anche di più rigorose ? Se avete
ne abbiate una cognizione positiva e sicura ? la fortuna di esserne esente , o di essere stato
E possibile che soffrano: è non basta que- liberato da quei peccati enormi, che danno in
slo perchè vi affatichiate per sollevarli ? E preda alle elerne pene, la vostra coscienza , in
dunque di già lontano dalla vostra memo. terrogata da voi stesso , oserà forse di rispon
ria , bandilo dal vostro cuore , quel padre dervi che se ne trova assolutamente netta e
Encicl. Eccles. l'ol. 1. Fase . VI.
330 ANIME PURGANTI

non è macchiata da niuna colpa veniale ? Po- Questa triplice ed unica Chiesa è altresi , se
tete forse essere nella fiducia di aver reso condo l ' Apostolo, un corpo, di cui Gesù Cri
alla giustizia di Dio una soddisfazione suffi- . sto è il capo , e tutti i suoi discepoli , mem
cientemente abbondante per i peccati gravi , bri . I membri di uno stesso corpo hanno tra
che vi sono stati rimessi dalla Misericordia ? di loro una sollecitudine reciproca ; tutte le
Se piacesse a Dio di togliervi attualmente da loro affezioni sono comuni : ciò che sente l'u
questo mondo , sareste forse felicissimo di es no , lo risentono pure tutti gli altri . Perciò ,
sere condannato alle sole fiamme espiatrici . è sempre egli stesso che ce lo insegna , ci
Qual diritto avreste allora a quei suffragi , rallegriamo di quelli tra i nostri membri ,
cui rifiutaste di porgere ? Fate per le anime i quali si trovano nella gloria ; e compatia
penanti quello che desiderereste che fosse fat mo quelli che sono nei patimenti. Ma non
to per voi, se giammai vi trovaste tra di loro, dobbiamo loro una compassione oziosa : gli
e meritate i suffragi dei vostri fratelli che la- sterili dispiaceri sarebbero insufficienti per
scerete sopra la terra , con quelli che accorde- soddisfare il nostro cuore , impotenti a solle
rete ai vostri fratelli che ne sono usciti avan vare i loro mali . Un sentimento più nobile,
ti di voi . più attivo , più efficace , ci attacca ad essi . Lo
Imperciocchè, quantunque separati da noi , stesso legame , che ci unisce a Dio , tiene stret
sono altresi nostri fratelli quegli infelici che tamente uniti tra di loro tutti i membri del
penano nel Purgatorio. Ai sentimenti natu- la sua Chiesa , in qualunque stato ed in qua
rali che ci attaccano ad essi , aggiungetene un lunque luogo essi sieno. Questo grande , que
altro d'un ordine superiore. Innalzate i vo sto sublime, questo potente legame, è la ca
stri sguardi verso il vincolo di religione, che rità di Gesù Cristo nostro capo, che da lui
vi scuopre la fede , il quale vi lega intima- stilla in tutti i membri del suo mistico cor
mente ad essi e con cui non fate con essi che po . Il colpo che termina la nostra vita scio
una sola società. Conosci, dice l'Ecclesiastico, gliendo la nostra materiale sostanza, rompe i
la comunione dei morti , cap. 9 , vers, 20 : legami terreni che ci uniscono ai nostri simi
Communionem mortis scilo. Questa santa co- li : ma il legame di carità che riunisce in Ge
munione è la reciprocità delle orazioni e dei sù Cristo tutte le anime , non è rotto collo
servigi che unisce le anime che sono ancora scioglimento del corpo . Se moriamo nella ca
in questa vita con quelle che sono in posses- rità, esso sopravvive a noi,trionfa con noi nel
so della vita futura. Non vi è se non una so- celeste soggiorno, sospira con noi' nella pri
la vera Chiesa. Essa trionfa nel cielo , pena gione della espiazione. L'inferno è l'unico
nel Purgatorio, milita in questo mondo . Nel- luogo in cui non penetra . La carità dei nostri
lo stesso modo, con cui tutte le chiese che fratelli regnanti con Dio nel cielo , è quella
sono sparse sopra la terra, compongono la che li fa intercedere per noi; la stessa carità
Chiesa cattolica , di cui l'essenza è di esser deve animarci riguardo ai nostri fratelli che
una ; cosi le chiese del cielo e della terra non soffrono nel Purgatorio. Ora la carità non è
formano tra di loro se non l'unica Chiesa di solamente compassionevole , ma attiva ; non
Gesù Cristo. Sono tre parti di un solo tutto, solamente tenera , ma benefica. Non si con
distinte ed unite , separate , ma non divise . tenta di piangere gl'infelici, ma li solleva ;
Concorrono colla loro unione alla costruzione non si ferma a vani desiderii , si manifesta, si
dell'edifizio , di cui parla s . Paolo , che non è soddisfa con solidi effetti.
inalzato dalle mani degli uomini ; di quel E potete voi dubitare che i vostri suf
tempio eterno del Signore , di cui Gesù Cri- fragii in loro favore non siano tanto utili
sto è la pietra angolare ; di cui gli Apostoli a voi stessi quanto a loro ? Quelle opere pie
ed i Profeti sono i fondamenti, di cui noi che esercitate in riguardo loro accresceran
tutti siamo le pietre. La terra è la miniera no il vostro proprio tesoro di meriti . L'o
da cui si cavano : il Purgatorio è il luogo in razione per i morti è non solamente l'e .
cui terminano di prendere quella lisciatura spressione della pietà , ma altresì la professio
che non avessero ancora ricevuto . Il Paradiso ne di fede al dogma cattolico ; l'esercizio del
è il celeste santuario stesso , in cui sono por- la speranza nelle promesse divine , la pratica
tate, e che continuamente si accresce , fino a della carità fraterna. Le limosine che distri
tanto che essendovi state collocate dalla mano buite per ottenere la liberazione dei vostri
di Dio tutte quelle che vi sono destinate , sia fratelli , sollecitano il perdono dei vostri
questo edifizio terminato, che costituisce l'e- peccati , che avete poluto commettere , spe
terna abitazione di Dio e dello Spirito di lui . cialmente nell'uso dei beni temporali . Sod
Æedificationem ex Deo habemus , domum non disfacendo per i morti, soddisfate altresi per
manu fuctam , aeternam in coelis. II Cor . 5 , 1. voi . Accelerate la loro gloria , preparate la
ANIME PURGANTI 331
vostra. Li mellete in possesso della felicità, vi segni il contrario, non convincono però le sue
rendele degno di possederla. Applicando loro ragion ?. Non la prima ragione, cioè perchè non
le vostre buone opere, Dio ve ne fa un merilo vedono Dio, perchè nel tempo dell'antico Te
personale. Fa del bene al giusto, dice egli , e stamento pregavano i deſuntiper i vivi , quan
ne ritroverai ricompensa : Benefac justo, et in- tunque Iddio non vedessero. Non la seconda ,
venies relributivnem . Eccli . 12, 2. Vi accorde- perchè sono nei formenti , perchè il ricco pre
rà quella misericordia che avrele accordata ai gava nell'inferno pei suoi fratelli . Non la ter
morti; e vi farà partecipare di quel riposo cheza , perchè cioè sono inferiori ; si perchè noi
avrete loro procurato : Faciat vobiscum miseri. preghiamo pei Vescovi e pei Pontefici; si per
cordiam, sicut fecistiscum morluis elmecum ;det chè, quantunque sieno a noi inferiori le anime
vobis invenirerequiem . Ruth ,c. 1 , v. 8, 9. Imper- del Purgatorio per ragione delle pene, pure
ciocchèquelle anime, cui Dio castiga cosi severa- sono a noi superiori per ragion della grazia e
mente, pure le ama sempre teneramente ; anzi della carità , in cui si trovano confermale . Fi .
perchè teneramente le ama , egli le castiga , per nalmente possono pregar per sè stesse ; dun
renderle degne del soggiorno della perfella pu- que anche per noi , che siamo ad esse uniti
rezza. Mistero di giustizia e di amore, dice un col vincolo della carità .
santo Padre : digiustizia che esige una soddisfa San Tommaso difende la contraria sentenza ,
zione, di amore che ne desidera il fine, di giu . 2 , 2 , quaest. 83, art. 3, ad 3, el art. 11 , als ;
stizia , che deve a sè stessa di dare un castigo ; el in IV distinct ., 15 arl. , quaest. 4 ad 2. 11 Sil
di amore, che ci stimola di farlo cessare. Sarà vestro , verb. Oralio ; 'Torre, 2 , 2 , quaest. 85 , art .
ancora niolto più potentemente eccitata in vo- 4 , disp. 6 ; Giovanni da S. Tommaso, ilisp. 26 .
stro favore questa somma misericordia , colle art. 8 ; Navarro , in Manual cap. 1 , de oral.
raccomandazioni, colle suppliche , colle istanze num . 22 ; lo Alense, IV Parl, quaesi. 26,memb.
che le verranno indirizzate per voi nel soggior. 3, art. 5 , S 1 ; lo Abulense, in cup. 6 Math.;
no della gloria , da quelle anime, che voi avre- Prado tom . 2, cap. 30 , quaest. 13 ; Azorio ; 1
le fatto entrarvi . Se le vostre opere soddisfallo- Part., lib. 9, cap . 10 , quaest. 10 ; Antonio dallo
rie possono avere questa forza , quali interces. Spirito Santo , IV Part., lil. 3 , cap . 3 , & 2 , num .
sori potenli avrete dalo a voi stessi ! Nel sog 24 ; e san Tominaso , loc.cil. art. 4 ad 3 , scrive
giorno dell'eterna carità avranno per voi la cosi : Dicendum quod illi quisunt in hoc mun
stessa carità che avrele avula per essi . Sarete do , aul in purgatorio , nondum fruuntur visio
slalo il loro angelo liberalore : essi saranno i ne Dei, ut possint cognoscere ca quae nos cogilise
vostri Angeli Custodi . Saranno gli appoggi mus vel dicimus ; et ideo corum suffragia non
della vostra debolezza , avendovi avuto per ric imploramus orando , vel a vivis petimus collo
paratore della loro. Vi difenderanno dai peri- quendo. Dipoi all'art . 2 : Illi qui sunt in pur
coli , vi preserveranno da quella miseria, da cui galorio, licel sint superiores nobis propler in
gli avele tralli : e dopo avervi protetto sopra peccabililalem , sunt tamen inferiores quuntum
Ja terra , nel modo stesso con cui gli avele pro- ad poenas quas paliuntur , el secundum hoc
Telli nel Purgatorio , vi riceveranno nei taber- non sunt in slalu orandi, sed magis ul orelur
nacoli eterni , in cui voi gli avete introdotti . pro eis. Adunque le anime che sono in purga
Si è dello che le anime liberate per le no torio non ascoltanu le nostre preci , nè le cono
stre preghiere od altri mezzi di pielà dal Pur- scono : perciocchè sono prive della visione di
galorio saranno interceditrici appo il trono di Dio in cui possono conoscere le nostre preci e
Dio per i loro liberatori ; ora è da osservarsi se il nostro bisogno. Inutilmen le adunque pre
possano essere invocate come tali finchè ri- ghiamo chi non può ascoltare. Gli elerodossi
mangono nel luogo di purgazione . Molti leolo ne pongono questo argomento riguardo ai
gi ripulatissimi affermano, potersi invocare le sanli che sono nel Paradiso. A questo argo
aninie purganli, affinchè intercedano per noi . mento noi rispondiamo che i santi che sono
ll Bellarmino, lib. 2 , de Purg.cap. 15 ; France- nel cielo conuscono le nostre preghiere od in
sco Silvio, in Supplement. 3, part.I, quaest. 71 , verbo od in altra maniera. Pertanto gli avver
art . 6 ; il Lessio lib. 2,cap .37 , dal num . 5 al 23; sarii devono assegnare un fine alla sentenza
Layman , tract . 1 , cap . 1, num . 5.; il Bonacina, contraria , per cui le anime purganti ascoltino
de Hor . can . quaesl. 1 , punct. 1 , ed il Ca- le nostre suppliche: altriinenti sempre persisto
stropalao, tract. 7 , disp. 1 pincl. 4 , con altri la sentenza di s . Tommaso, che inutilmente
sono di questa opinione. Il Bellarmino la pro- quello si prega che non può intendere le pre:
va confutando le ragioni dis . Tommaso. Quan- ghiere del supplice. Si arroge ancora essere ri
lunque, dice questo scrittore, s . Tommaso di pugnante alla ragione che il rco innalzi preci
332 ANINETA-ANNA
al re pegli allri in quello stesso tempo in cui fedeli invoca le anime purganti, e che Iddio
egli trovasi in carcere per soddisfare ai suoi non defraudò le belle speranze dei loro devoli
mancamenti. Da ullimo la Chiesa mai acco con la concessione di grazie le più segnalate.
slumò d'innalzare preci alle anime del Pur ANINETA , ciltà vescovile situata nella pro
çalorio , aſlinchè preghino per noi , la qual co vincia dell'Asia Minore che porta lo stesso
sa dimostra stimar essa che le anime purganti nome , dipendente dalla metropoli di Efeso.
non possono per noi pregare. ANINION O ANIGNON ( Michele D' ) , nato
E facile poi rispondere alle obbiezioni degli nel secolo decimosesto a Saragozza nella Spa
avversarii . 1. Nell'antico Testamento è narrato gna , divenne celebre pel suo sapere in modo
che i Padri , stando nel Limbo, pregavano per i da ottenere il soprannome di Ovidio. Ma seera
vivi . Aflinchè più chiara apparisca la risposta , rinomato pel suo ingegno poelico, non meno
conviene osservare, altra cosa essere che le ani . lo fu per aver collivalo lo studio della storia
me del Purgatorio preghino pertutto il popolo ecclesiastica con grande amore , ed in uno ad
in comune pelle cognizioni che avevano prima esso quello pur anche della giurisprudenza e
che morissero, ed altra assai diversa che inoale della morale filosofia . Elevato all'incarico di
zino preci per questo e per quello secondo che consultore del santo ufficio, sovente si trovò a
vengono supplicate. In quanto alla prima par. contatto di sostenere forti dispute contro i ne
te non si risponde negativamente. Cosi Mosè , mici del primato di s. Pietro e dell'unità del
Geremia cogli altri Padri pregarono per il po- la Chiesa ; per la qual cosa a conſulare costoro
polo in forza di quella cognizione che avevano anche cogli scritli meditó e compose un'opera
mentre erano in vita . In quanto alla parte se- intitolata : Tractalus de unitate ovilis et pa
conda , lo stesso dir si deve del dovizioso che storis ; opera nella quale non solo mostra
prega nell'inferno pei suoi fratelli ; l'orazione acutezza d'ingegno nello stringere gli avver
di costui non fu propriamente vera orazione, sarii con forti argomentazioni , ma ben anche
ma una certa naturale e veemente esclamazio- si fa vedere profondo nel riportare quei falli
nje . Imperocchè i dannati non possono volere che servendo a convalidare i suoi argomenti,
il bene dei loro fratelli ed amici. In terzo luogo, ed a chiarir vere le sue dimostrazioni , che
diremo esser vero che noi preghiamo pei Ve- apertamente dichiarano e mettono in pien me
scovi e pei Pontefici, poichè sebbene essi sieno riggio la nullità delle basi sopra le quali gli
a noi superiori pella dignità e pel grado, pure avversarii poggiano i loro delti a sostenere lo
noi siamo viatori ed in uno stato di poter pre errore e la loro perfidia.
gare. Ma le anime del Purgatorio non sono in ANISIO (S. ) , vescovo di Tessalonica nella
istato di pregare, come si è detto, sebbene in- Macedonia . Nell'anno 583 successe in quella
terpellate da noi , perchè non possono conosce sede vescovile a s. Ascolo, del quale fu pure
re le nostre suppliche. Le congellure che rife erede della pietà e di tulle quelle virtù che co
risce s. Tommaso pon devonsi prendere sepa- stituiscono un vero pastore del gregge di Gesù
ratamente , ma congiuntamente , ed insieme Cristo. Governò la sua chiesa con tutto lo
unile . Per lo che l'unica ragione per cui leani- zelo e la vigilanza che è propria di chi arde di
me purganti non possono innalzare preci per carità perfetta pel bene di quelli che gli sono
noi si è, perché loro è nascosa la nostra mise- affidati , e che è compreso dalla idea vera della
ria. Quantunque poi le suddette anime non sublimità della dignità episcopale. Congiunto
preghino per la surriferita ragione, pure a noi in amicizia a s. Giovanni Crisostomo , ebbe
sembra che preghino per sè stesse. Imperocchè gran parle nelle pene e tribolazioni che aggra
se non pregano per noi , perchè non conoscono varono quell'illustre luminare della Chiesa di
i nostri bisogni, questa ragione non ha luogo . Gesù Cristo . La memoria di s. Anisio dalla
per esse che le proprie loro calamità già cono- Chiesa è ricordata il giorno 30 dicembre.
scono : e perciò possono implorare la clemenza ANNA , moglie di Elcana che dim a va a
divina , sebbene sieno in carcere per soddis- Ramat o Ramalain nella tribù di Efraimo; ſu
fare alla divina giustizia per le loro mancan- questa madre di Samuele. 1 Reg. 1 , 2 , 3, 4 , ec.
ze, ciò non è loro d'impedimento per gittarsi Il cantico di Anna, dice Herder, Storia della
in braccio alla divina clemenza . Giovanni da poesia degli Ebrei, part. 2 , cap. 8, ci richiama
S. Tommaso , il Torre, Layman, i doltori di l'eroica Debora, in una sfera più umile e più
Salamanca, il Palao ed altri molti sono i pro- pacifica. Intorno a questo canto il Glaire, nella
pugnatori di questa sentenza. sua Introduzione ai libri del Vecchio e Nuovo
Checche però siasi delle due opposte senten Testamento. part. 2 , cap. 4, art. 5, S 4 , tom 5 ,
xe, egli è certo che la pielà e la divozione dei pag . 201, dice che è pieno di bellezze poeti
ΑΝΝΑ-ΑΝΝΑΤΑ 333
che in ogni genere. I pensieri sono ovunque Chiesa, l'eminenza di sua perfezione conferma.
grandi e nobili, lo stile sublime ed elevato . ANNA. V. ANANO.
Lo scopo che annunzia il soggello del cantico ANNA COMnena , figlia di Alessio Comneno
è vivo ed animalo ; in una breve ma energica imperatore e d'Irene , nacque l'anno 1083.
invocazione questa poelessa canta in Tuono Essa fu sposa di Costantino, figlio di Michele
inspirato gli attributi della Divinità che l'ha Duca. Si distinse specialmente l'anno 1118 in
soccorsa. Segue un'apostrofe veemente alla cui , essendo morti sua madre e suo marito ,
sua rivale sino allora orgogliosa ed insul- pose ogni sua consolazione nello studio delle
tante ; ed all'occasione del trionfo che Dio le scienze e delle belle leltere. Zonara ne fece
accordo, e di cui ne presenta il quadro il più grandi elogi, essendo stata una donna assai
vivo, fa la descrizione la più magnifica della amante delle scienze ed era sempre in compa
sua provvidenza . gnia degli uomini sapienti . Scrisse la storia di
ANNA , moglie del vecchio Tobia, della tribù suo padre dall'anno 1069 all'anno 1115. Questa
di Neftali, che fu condotta in ischiavitù a Ni. opera , intitolata Alessiade, è piena di spirito e
nive da Salmanassar re di Assiria . Dopo che di erudizione. È divisa in 15 libri i primi ot
Tobia perdette la vista,ecadde in miseria, Anda to furono stampati in greco, ' e tutta l'opera fu
si vide obbligata a guadagnarsi il giornaliero stampata a Parigi , colla versione e le note di
sostenlamento col lavoro delle proprie mani. Eschelio nel 1631. A questa edizione tiene die
Un giorno avendo portato in casa un capretto, tro quella di Ducange con note scientifiche.
Tobia la fece avvertita di osservare che non ANNA AGEMI. V. Endie .
fosse rubato, cui Anna con rimbrolti rispose. ANNALI , relazione semplice e precisa degli
Non mancó, però Tobia di raccomandarla a avvenimenti di ciascun anno. V. le Tavole slo
suo figlio, onde avesse per essa quel rispello riche cronologiche o Cronaca compendiosa del
che era dovuto al suo grado ed alla sua età ; e di la Storia santa ed Ecclesiastica in forma di
insinuargli che la collocasse nella sua tomba annali, a Perugia, 1670 in 4.° L'idea di que
dopo la morte, che avvenne prima dell'anno sla opera è tolta dalle Tablettes chronologiques
del mondo 3378, anno in cui fu presa la città del presidente Hénault .
di Ninive, da cui già il giovane Tobia era par ANNAT ( Pietro ), generale della congrega
tilo, secondo gli avverlimenti del padre. zione della dottrina cristiana, pubblicò nel 1700
ANNA , moglie di Raguele, cugino del vec un'opera teologica intitolata : Methodicus ad
chio Tobia, della stessa tribů . Ella e Raguele theologiam posilivam apparatus, in quo in gra
furono condolli schiavi a Ragez cillà dei Medi. tiam candidalorum posilivae et scholasticae
Era madre di Sara, che fu poscia moglie al theologiae, Scripturae sacrae, lradilionis divi
giovine Tobia . nae, S. Ecclesiae palrum sacrorum, Ecclesiac
ANNA , figlia di Fanuel , profetessa, vedova conciliorum , pontificiarum Ecclesiae decisio
della tribù di Aser , di cui parla s . Luca. num, nec non orlarum in Ecclesia haeresum
Rimasta vedova dopo selle anni di matrimo- clara, brevis et expedita delineatur idea , in 4 .
nio, si consacró al Signore, dimorò nel tempio, Quest'opera è divisa in selte libri : il 1. è sul
e ſu interamente occupata nell'esercizio della le prelezioni alla teologia ; il 2. sulla sacra
virtù e nel crescere in perfezione. Aveva ot. Scriltura ; il 3. sulla tradizione; il 4. sopra i
lantaquallr'anni, quando il bambino Gesù Padri distinti per l'eminente loro dottrina ;
venne presentato al lempio dalla Beatissima il 5. sopra i concilii ; il 6. sulle costiluzioni
Vergine, e recalasi a lui dappresso, dopo il giu- dei Papi e sulle decisioni della Chiesa ; il 7.
sto Simeone, confessò il Signore, e nel Bam- sull'eresie. Di questa opera veramente utile
bino riconobbe l'aspettato Redentore. furono falte ben selte edizioni : l'ultima accre
ANNA O THECEMINA , moglie di Geroboamo, sciuta e correlta si fece a Venezia nel 1744 in
primo re d'Israele. Il nome di questa princi. 4.° 11 P. Pietro Annat fu eletto due volte gene
pessa si legge solamente nel greco del terzo li- rale della sua congregazione, cioè nel 1694 e
bro de' Re, dove è dello che Faraone re di E. nel 1705. Mori ricco di fede e di merito a Pa .
gillo diede in moglie a Geroboamo, rifuggitosi rigi il 2 febbraio 1715 , nell'elà di 79 anni .
in Egitto, Thecemina , sorella maggiore della Journ. des. sav. 1700, pag. 425 , e seg .; Journ.
propria moglie. Ill Reg . c. 15 , v . 1 e seg. de Trévoux, mese d'aprile 1706, art. 50.
ANNA, madre della santa Vergine e moglie ANNATA . Annala , annuum vectigal vacan
di s. Gioachino. Ilgrado di madrediMaria dice lis beneficii. L'annata è l'annuo prodollo di un
a sufficienza di quali virtù essa deve essere sta- beneficio vacante . L'origine delle annale, che
la decorata ; ed il titolo di Santa ch'ebbe dalla si chiamavano anche vacanliae , può dedursi
534 ANNEGAZIONE - ANNIENTAMENTO
dai tempi diGiustiniano, il quale con una leg- permette d'imporre un grazioso sussidio sui
ye, Novell. 123, cap . 33, impose a'Vescovi una benefizii della loro diocesi onde provvedere ai
lassa da pagarsi dopo la loro consacrazione sol- loro bisogni . L'annata non consiste nel reddi.
to il titolo di intrhonislicum che prima di lui to effettivo di un anno intero, ma in ciò che è
si chiania va cathedraticum , che noi chiamiamo determinalo dalle vecchie tasse della cancel .
installazione, e che cadeva anche a favore della leria romana. Questa si paga prima della spe
Chiesa, nè poteva eccedere la rendita di un dizione delle bolle, come osserva il Cabassut.
anno . Novel. 153 , cap . 16. Anche i chierici del . lib. 3 , cap . 33 ;; il p. Alessandro, Hist. Eccles .
la chiesa di Costantinopoli , ai tempi del detlo tom . 1 , cap . 8 ; Tournely ecc.
imperatore, per essere iscrilli nella matricola ANNEGAZIONE . V. Abnegazione .
della Chiesa , pagavano una lassa della empha ANNEMONDO (S. ) , Annemundus, Anne
nislica, ovvero insinualica, e questa lassa col mondus, Enemundus , volgarmente S. Chau
nome di consuetudines richiamo all'antica mond , vescovo di Lione e martire, chiamato
forma nel 1038 Isacco Comneno imperatore, anche Dolfino o Delfino, era figlio di Sigone.o
lib . 2 jurisgracc. rom . Queste esazioni si man- Sigues governatore di Lione. Fu fatto vescovo
tenvero anche molto tempo dopo , come ne fan• di Lione dopo la morte di Vivenzio alla metà
no prova le cure adoperale per reprimerne gli del VII secolo . Umile, dolce, pio, giusto, pie .
abusi . Difalli il gran Pontefice san Gregorio , no di zelo adempi con esattezza i doveri d'un
in un concilio tenuto a Roma nell'anno 595, vero pastore. Nell'anno 659 O 660 , sotto la
parla di simili esazioni , e quelle sole permette reggenza di s. Batilde vedova del re Clodoveo
che qui ordinatus fueril .... neque vi aclus, II, un ministro di corte lo accusò di delillo
neque pelilus, posl acceptas charlas ....gra- d'allo tradimento , e gli ordinò a nome della
lis tantummodo causa dare volueril. Anche il regina reggente di recarsi a corle per giusti
Pontefice Zaccaria , in una sua lettera a Boni- ficarsi ; facendolo assassinare in viaggio nel
facio legalo apostolico , ne parla riprovando lo territorio di Châlons sulla Saona . Il suo corpo
abuso. Ivone Carnutense nell'anno 1090 , per fu trasportato a Lione e sepolto nella chiesa
iscusare i canonici della sua chiesa rimprove- dei religiosi di S. Pietro, i quali prelendono di
rali di siunile consuel udine, rispose, che quel conservarlo anche presentemente. Lo si onora
li Romanae ecclesiae consuetudine se defen- come martire il 28 di sellenibre.
dant, e nel 1311 ne venne proposta la riforma ANNESSO, appendix , è ciò che unito e for
solto Clemente V. ma parte di un altro, o che ne è dipendente.
L'origine delle annate si può anche dedurre È un accessorio , ovvero perlinenza d'un'ere
dalla concessione che il Papa talvolta faceva ' dilà o di un beneficio in conseguenza d'unio
ad un Vescovo, onde avesse il mezzo di pagare ne a' medesimi fattane. Gli annessi sono com
i debili della sua chiesa, od indelerminatamen- presi nei legali . Si distinguono due sorta di
te o per il primo anno dei frutti di lulli i be- annessi beneficiarii. Ve ne sono alcuni ch'era
nefizii di sua collazione, che si rendessero va. no per fondazione titoli di beneficii, i quali es
canti in un tempo determinato, per esempio di sendo stali uniti ad altri beneficii, hanno coll'u
due anni . Il Papa Giovanni XXII attribuissi nione cessato d'esser titoli distinli dai medesimi .
per un certo tempo quelle di lulta la Chiesa, Ve ne sono altri , i quali non furono titoli di be
le quali riescirono finalmente perpetue dopo neficii, ma non sono che terre e dipendenze di
Bonifacio IX e lo scisma di Avignone. Il con un beneficio. In parecchi casi riguardo a queste
cilio di Basilea , nella sessione XXI , le ha con- due sorta di annessi si seguono leggi diverse.
dannate, ed il suo decreto venne inserito nella ANNEsso è anche quelle, che chiamasi acces
Prammatica ; ma non lasciarono le stesse di sorio. Perciò annesso è quello che è separato
sussistere , essendosi considerate come necessa dalla cosa principale, ma che le appartiene o
rie al sommo Pontefice per sostenere gl'innu- per pallo o per l'indole stessa della cosa o per
merevoli pesi annessi alla sua dignità e risguar. consueludine. Di regola l'annesso lien dietro
danti il bene della Chiesa universale. Se i sa al principale. De regulis juris, in 6 , regul. 42 .
cerdoti della legge antica pagavano al gran sa V. ACCESSORIO .
cerdote la decima parte della decima , perchè ANNIENTAMENTO , in via di spiritualità ,
mai non la pagheranno parimenti al Sommo è una morte mistica e morale : e dicesi , che
Pontefice i sacerdoti della nuova legge ? l Papi l'anima è annientata allorchè è purificata da
hanno i medesimi diritti , e per conseguenza tulto ciò che può impedire la sua unione con
gli stessi litoli de' Vescovi; ed a questi it conci. Dio ; di maniera che la memoria non ricor
lio di Trento nel capo 18 della Riforma, sess. 23 , da le cose terrene, nè le immagini sensibili ;
ANNIO- ANNIVERSARIO 355
l'intellelto è libero dall'ordinario e grossola- prende per quell'onere od adempimento dell'o
no suo modo d'agire ; la volontà non senle al nere imposto di suffragare annualmente i de
tra inclinazione che il beneplacilo di Dio. In . funti nel giorno in cui avvenne la morte del
contrasi questa espressione in s. Gregorio Na l'institutore. Gli anniversari e le messe di re
zianzeno , Orat. 17 ; in s. Bernardo , serm . 71 quiem con canto che, secondo l'instituzione del
sopra la Caplica ; in s. Teresa, Camm. della testalore , si deyono annualmenle celebrare,
perfez. , c . 32 . possono essere canlale , quanlunque avvenga la
ANNIO o Giovanni Nanni, nacque a Viter giornata ſissa in una festa di doppio maggiore,
bo l'anno 1434. Avendo abbracciato l'ordine come decrelò la Sacra Congregazione dei Riti
dei frali Predicatori , si applicó con tutto lo il 22 novembre 1664 ed Alessandro VII il 22
zelo allo studio per riuscire abilissimo nelle gennaio 1667 , nel decreto che comincia Cre
scienze ; ed era versalissimo nelle lingue gre dilae, il qual decrelo però parla degli anni
ca , ebraica , arabica e caldea , e portò in lontani versari e messe cantate per disposizione dei
paesi la cognizione delle sacre Scrillure. La testalori , ma non di quelle a beneplacito dei
sua probilà, e le sue prediche gli conciliarono vivi . Gli anniversarii e le messe di requiem,
stima si grande da esser considerato presso la che debbono essere celebrate in un giorno fisso,
corle di Roma uno dei saggi personaggi del suo come nel terzo, sellimo, trigesimo, se avvenga
secolo. Secondo alcuni autori, Annio compose che quel giorno sia impedilo , possono esser
dei commentarii sopra tutti i libri storici della trasferili nel giorno seguente, secondo la sum
Bibbia, sopra i salmi, le profezie e sopra l'epi menlovata Sacra Congregazione nel 22 seltem
stole di s. Paolo. I due primi pero che furono bre 1607 , e 19 maggio 1614. JI Cerrelo poi ed
pubblicali e che gli frutlarono molto onore il Raimondo con La Croix , lib. 6 , parl.2 , num .
sono il suo trattato sull'impero dei Turchi , e 310 , reltamente dicono che possono essere an
quello che s'intitola : Trionfi che i cristiani ticipate , onde più presto i defunti sieno soc
riporteranno un giorno contro i Maomellani e corsi . Donde con ogni evidenza apparisce non
i Saraceni. Questa ultima, dedicata a Papa Si polersi cantar messe di requiem a beneplacilo
sto IV edirelta a tutti i re, non è che una rac. dei viventi nelle feste doppie, e ogni qual volta
colta di spiegazioni sopra l'Apocalisse . Nella sia offizio che escluda i doppi ; potendosi sod
prima l'aulore fa un compendio di ciò che tutti disſare alla loro pia volontà e petizione od an .
gl'interpreti callolici avevano scritto prima di ticipando o trasferendo in un giorno non im
lui sopra i cinque primi capitoli dell' Apocalis pedito, affinché non sieno violate le rubriche
se. Nella seconda espone i proprii sentimenti ed i decreli proibitivi .
dal sedicesimo capitolo fino al fine del libro, e Quegli che ha un onere anniversario di far
dice che Maometto è il vero Anticristo predetto celebrare un dato numero di messe, non è te:
da s . Paolo e di cui s. Giovanni descrive tutti nulo'a farne cantar una, ove non siavi annes .
i caratteri . La terza ed ultima parte non è che so quest'obbligo, e tali messe non possono es
una ricapitolazione succinta di ciò che l'au sere delte di requiem, quando accade in quel
tore aveva già pubblicato nel suo trallato del giorno un'officiatura di rilo doppio, conforme
l'impero dei Turchi. Niente peró rese più ce- agli ordini della Sacra Congregazione dei Riti ,
lebre Annio quanto i suoi diciassette libri del . 13 gennaio 1691 e 21 giugno 1670.
l'antichità ne'quali promise di dare l'opere di Un anniversario ordinato da un leslalore
Beroso, di Marsiglio, di Lesbo, di Calone, di per l'anima propria senza che sia espresso se
Sempronio , d' Archiloco , di Senofonte, di Me- per una sola volta od in perpetuo, devesi rile
tastene o Megastene antico sacerdote egiziano, nere perpetuo, perciocchè, come dice ils Barbo
di Quinto Fabio Pillore, di Filone, di Fron. sa ( in l. divorlio & quod in annuo 11 , ff.solut .
tino ed un frammento dell'ilinerario dell'im- matrimon ), anniversario , secondo il comune
peratore Antonino. Egli v'aveva aggiunto i consenso , non dicesi ciò che una sola volta av
suoi commentarii sulla maggior parte di quel. viene ; col Barbosa concordano il Cumano, il
le opere ; e ne aveva fatto ancora sopra i pri- Lancellotlo. il Perez ed altri.Sepoi l'onere per
mi ventiquattro re di Spagna e sulle antichità l'anniversario sia inerente ad un fondo, ri
di quella monarchia . mane sempre fisso al fondo medesimo, e passa
ANNIVERSARIO dicesi , secondo la defini con esso a quelli cui in appresso è devoluto,
zione della Glossa ( in Cap . cum creul, de ce secondo il testo della Glossa in leg. Levius
lebr. missar .), quod pro defuncto fit anno re de aliment. Legat. ecc .
voluto a die morlis suue. Per la qual cosa , stret Degli anniversari non fissi ed altri simili ,
tamente parlando, il nome di anniversario si che per espressa volontà dei testatori e fonda
536 ANNO
tori è proibito di darsi agli assenti per qualun VII . Se nelle Bolle, Decreli e simili , niuna
que ragione, ed ordinato di darsi a quelli solo trovasi delle sopra enunziate preposizioni, per
tanto che si trovano fisicamente presenti , non modo tale che la cosa sembri dubbia , se deb
possono partecipare neppur quelli che sono basi intendere dell'anno incominciato o del
lontani per indullo del Papa. sebbene perque- l'anno complelo, allora in una materia favore
sto indulto partecipino di ogni allra distribu . vole basta che l'anno sia incominciato , secon
zione di qualunque genere si voglia ; perocchè do il testo della legge Ideo de usucap . lib. de
il testatore può apporre ai legati lasciati nel aetat. Teslam .; se la materia poi è odiosa, al
suolestamento quella legge che più gli aggrada , lora richiedesi che l'anno sia compiuto ; conie
come abbiamo dalla legge : In re mandala Cod . dalla legge In omnibus de action . eloblig. part.
mandat. Ciò venne pure confermato dalla Sa. 1 , decis. 173 , num . 7 .
cra Congregazione dei riti nelle sue decisioni L'anno non ba in ogni nazione il medesimo
del 9 settembre 1667 e 5 maggio 1703. principio, per la qual cosa parlando di ciò che
ANNO , secondo Varrone , lib. 5 , de ling. la- appartiene alle cose teologiche, convien osser
lin. , dicesi ab annulo, perchè in sè stesso ri vare che nelle Bolle Pontificie il principio del
torna . E l'Arcidiacono nel capo.Si propter l'anno incomincia dalgiorno dell ' Incarnazio
num. 8, crede che l'anno cosi si dica ab ava , ne, cioè col 25 di marzo ; nei Brevi del Papa ,
quod est circum, e nonas quasi circumiens ; col giorno della Natività , cioè col 25 decem
imperocchè l'anno dove incomincia ivi fini- bre ; nei decreti delle Sacre Congregazioni, col
sce, quasi descrivendo un circolo , come dice il giorno della Circoncisione, cioè col 1 di gen
Baldo, consull. 458 in fin . Affine di prendere naio. Per lo che devesi porre grande attenzione
reltamente gli anni nei Sacri Canoni , nelle al tribunale da cui viese emanalo un qualche
Bolle, Decreti , Slaluli e simili , devonsi aver decreto , perciocchè, come osserva Pirro Corra
presenti le regole seguenti , osservate dai teo- do, se in una Bolla od in un breve non viene
logi e canonisti. osservalo lo stile proprio , facilmente cade so
1. Se le leggi , le bolle ecc. assegnano gli an . spelto di falsilà , come abbiamo pure dal capo
ni in genitivo, come se dicano : Ne quid fiat Quam gravi, decrimine falsi, dal Barbosa , da
ab aliquo , nisi fuerit 20 annorum ; allora ri- Mascardo, da Rebuff, ecc. ecc.
cercasi l'anno completo, come dice il Silvestro E qui retrocedendo alquanto, ed osservan.
in summa verb. aetas, quaest . 2, l'Azorio ed do l’anno appo gli Ebrei , conviene avvertire
altri . come essi avevano quattro sorta di anni.
II . Se l'anno viene indicato coll'accusalivo 1. L'anno civile, composto di dodici mesi,
e la proposizione, ad, come se dicano ad qual- che furono da principio solari , poscia lunari .
luor annos, basta che l'anno sia incominciato, Questo anno cominciava colla nuova luna più
secondo Qui filium ff. ad Trebellianum . vicina all'equinozio di autunno, cioè col mese
III . Se l'anno è indicato coll'accusativo e la in ebreo denominato Tizri, che corrisponde al
preposizione per, come per esempio per septem nostro settembre. Con questo mese regolavano
annos, l'anno deve essere completo. l'ordine degli affari e degli avvenimenti civili .
IV . Se gli anni sono indicati dalla preposi 2. L'anno santo che seguiva l'ordine delle
zione ante, e coll'accusativo, come anle annos solennità e cerimonie della religione, ed osser
viginti duos , ecc. , allora basta che l'anno sia vavasi negli altri affari appartenenti al culto.
incominciato, come si ha dal Concilio di Tren . Cominciava nel mese di Nisan , che corrispon
to, Sess. 23, cap. 12 . Je al nostro marzo, e la festa di Pasqua, che
V. Se gli anni sono indicati colla prepo- accadeva nel mezzo di questo mese, era come
sizione post ed il caso accusativo , come per la madre delle altre feste, ed il principio del
esempio dicendosi post decem annos, allora de l'anno santo.
vesi intendere dell'anno complelo , secondo 3. L'anno sabbatico, che si celebra va dopo il
che abbiamo nel Concilio Tridentino , alla periodo di sette anni, nel quale la terra non
Sess . 25, cap. 11 . era lavorata , le frutta e quanto essa produceva
VI . Se gli anni sono segnali con la prepo- erano spettanza dei poveri , degli orfani e degli
sizione in e nell ' ablativo , dicendosi, a cagion stranieri ; in una parola lutto ciò che la cam
di esempio, che alcuna cosa si faccia in anno pagna porgeva in quest'anno era comune. In
quinto , allora è bastevole che l'anno sia inco. comincia va col mese di seltembre , e finiva collo
mincialo ; per la qual cosa ciò di cui parlasi stesso mese, per modo tale che i prodotti del
si può fare in qualunque giorno dell'anno sesto anno potevano essere perfeltamen le rac
ch'è già incominciato. colli , e si poteva seminare per il raccollo del
ANNO DI CRISTO ANNO SANTO 337
l'ottavo anno affinchè la terra non rimanesse istituito affinchè la religione avesse donde
incolta per due anni . Dio aveva comandato provare i costumi dei novizii , ed il novizio
la osservanza dell'anno sabbatico per conser la austerità della religione. Quest'anno tanto
vare la memoria della creazione del mondo , pei maschi quanto pelle femmine incomincia
perchè ricevessero il sovrano dominio del Si- soltanto col giorno che indossano l'abito del
gnore sopra tutte le cose,ed in particolare sul- la religione ; ed incominciano i novizii a te
la terra di Canaan , ch'egli aveva data agli nere la vita degli altri religiosi, come abbia
Ebrei , abbandonando le frutta dei loro cam mo dal concilio di Trento, al cap . 15 , sess .
pi ai poveri ed allo straniero : lo che era una 25 , de Regularibus. Non è permesso poi as
specie ditributo che si pagava al Signore. Inol- sumere l'abito religioso ai maschi prima de
tre egli voleva inspirare la umanità al suo gli anni quindici , alle donne prima del quat
popolo , ordinando che abbandonassero agli tordicesimo, come si ha dalla sacra Congre
schiavi , ai poveri, agli stranieri , agli animali , gazione; per la qual cosa una giovane ch’en
le produzioni dei loro campi, delle loro vigne trasse prima di quella età in un monastero ,
e dei loro giardini . si dovrebbe soltanto ritenere come educanda ,
4. L'anno del giubileo si celebrava al ter e nulla più .
mine di sette settimane di anni , ovvero dopo L'anno poi di prova o di noviziato dev'es
l'anno quarantanovesimo . Questo aveva tut sere continuo , per cui quegli che lo inter
le le prerogative dell'anno sabbatico riguar- rompesse anche per due sole ore , dovrebbe
do al riposo della terra ed alla comunità del. incominciarne uno di nuovo , giusta il decre
le frutta che si lasciavano ai poveri ed a to della sacra Congregazione del concilio, ri
gli stranieri , ed alla libertà che si accordava ferito dal Fagnano nel capo al nostram de
agli schiavi ebrei . Era proprio di quest'anno Regul.; num . 27 , e nel capo Insinuante qui
ritornare in possesso dei loro beni quelli che Clerici vel voventcs , num . 36. Questo autore
li avevano ipotecati , o per qualche ragione però osserva , che se il novizio non uscisse
erano stati in addietro spogliati . I principali dal monastero , ma rimanesse in esso nascosto ,
motivi di questa legge erano : 1. di richia non si dovrebbe riguardare l'anno come in
mare alla memoria la creazione del mondo , terrotto , sul qual punto concorda anche il
con queste diverse manieredi sabbato ,di set- Navarro , cons. 33 i Puer quidem de Regul. ,
timo giorno , di settimo anno , e di sette ed altri .
settimane di anni . 2. Di conservare , per quan L'anno del noviziato o di prova non de
to era possibile, fra gli Ebrei la uguaglian vesi riguardare come interrotto se il novizio
za dei beni e delle condizioni , rimettendo esca dal monastero ritenendo l'abito della re
gli schiavi in libertà e facendo rientrare gli ligione, e con permesso del suo superiore , per
antichi proprietarii nei loro beni ipotecati recarsi a visitare un qualche santuario od i
od alienati . 3. In fine d ' indicare il solo so- suoi genitori egrotanti, o per altra simile cau
vrano dominio di Dio sui beni e sulle per- sa di salute ,comeopinano il Gonzalez, Grazia
sone degl ' Israeliti , ordinando che tutt' i be no, Peyrrin , Barbosa ed altri con de Vecchi,
ni della campagna fossero comuni durante il il qual e asserisce, che cosi fu deciso dalla sa
settimo anno , ed accordando il riposo alla ter cra Congregazione , l'anno però del novizia
ra , agli schiavi ed agli animali pel corso di to si deve riguardare interrotto per quel no
quell'anno. vizio , che aggravato da lungo morbo vie
ANNO DI CRISTO V. ERA CRISTIANA O VOLGARE. ne inviato a curarsi alla sua casa , come di
ANNO ECCLESIASTico . V. Anno . chiarò la sacra Congregazione , la quale non
ANNO DEI GRECI , 0 Era dei Seleucidi . Di esige un nuovo anno di prova , se , compiuto
questo parlasi sovente nel libro dei Maccabei. lo incominciato , prima di professare, il no
ed ebbe principio l'anno del mondo 3692 , vizio uscisse dal monastero per cagion di sa
prima di G. C. 308 , avanti l'era volgare 312 . lute con permesso dei legittimi superiori ,
Il primo libro dei Maccabei incomincia que- sempre però ch ' egli ritenga l'abito della re
st'anno in primavera , il secondo invece di ligione anche fuori del monastero . Quest'anno
autunno dell'anno del mondo 3692 , per cui poi di prova tanto è necessario , che , senza
da quest ' epoca incominciarono a contarli i esso , la professione fatta dal novizio nella
Siri, gli Arabi e gli Edessi , come si può ve- religione si dovrebbe assolutamente ritenere
dere appo il Petavio , Doctrina lemporum , ed per nulla. V. Noviziato.
il Bianchini , Dissert. ann . a mort. J. C. ANNO SANTO . Se gli Ebrei avevano l'an
ANNO NUOVO . V. TROMBE ( Fesle delle ) . no santo o del giubileo , i cristiani non sono
ANNO DI PROVA O DI NOVIZLATO . Fu questo da meno di essi, che anzi tanto più eccellente
Encicl . Eccles. Vol. I. Fasc. VI . 43
358 ANNONE ( S.) - ANNUNZIATA (ORDINE DELL")
ė tra noi questo anno, quanto la legge che pro ANNOTINA . La pasqua annotina era l'an
fessiamo ė la perfezione della loro; di questo niversario del batlesimo od il giorno nel quale
anno santo però, che trasse origine dell'anno da tutti gli amici si celebrava la memoria del
del giubileo antico, ci riserbiamo di parlare ricevuto luttesimo.
alla voce GIUBILEO. ANNOTINO ( CRISMA ); cioè crisma annua
ANNONE ( S.) arcivescovo ed elettore di le, che secondo un ordine romano, presso Ma
Colonia , della famiglia dei conti di Sonnen- billon , si componeva dall'arcidiacono la mal
berg nella Svevia, ſu prima rettore a Bamber- tina del sabbato santo,
ga , indi prevosto a Goslar. L'imperatore En ANNUNZIATA ( ARCICONFRATERNITA DELL' ) .
rico III , avendo inteso parlare dei suoi gran Fu istituita nel 1460 nella chiesa della Mi
talenti, lo fece venire in corte , e lo invió poco nerva a Roma sotto il pontificato di Pio II ,
dopo a Colonia in qualità di ambasciatore. E- e arricchita in appresso dal Cardinale spa
gli vi si condusse con tanta abilità, che l'arci- gnuolo Giovanni Torquemada , ad oggetto
vescovo Ermanno la raccomando come degno di dar marito a fanciulle povere. Ai 25 mar
di succedergli , e venne eletto nel 1055. Fu zo di ogni anno, festa dell'Annunziata , es
questi che contribui non poco a far cadere nel sa dá a 400 fanciulle una dote di venticin
meritato discredito l'antipapa Cadaloo , Sur. que scudi d'oro romani , oltre a trentasei
ud 4 decem . Herm . el Lamb. Chron. Nel prin ; paoli , da tener luogo di una veste di riscia
cipio del suo episcopalo soffri non poche con- bianca, o di un fiorino per le pianelle, che lo
traddizioni per parte di alcuni , i quali nol ro davansi per lo addietro . A quelle che bra
trovavano di una nascita bastantemente di- mano consacrarsi in un monastero vengo
stinta per una sele cosi cospicua. Ma ben pre- no somministrati cinquanta scudi . Pio V =
slo ei fece cessare tutte le mormorazioni, mo Urbano VII arricchirono questa confraterni
strando altrettanta grandezza che pielà nella ta , per la quale il Papa ha sollecitudini par
sua maniera di vivere. Sostenne quanto alcun ticolari.
altro dei suoi predecessori le dignità della sua ANNUNZIATA (ORDINE MONACALE DELL ' ).
sede e bene sodisfece ai suoi doveri così nello La regina Giovanna di Francia , già ripudiata
Stato, come nella Chiesa. Animava tutte le da Luigi XII , staccatasi interamente da un ,
sue opere collo spirito della fede. Slavasi in un mondo cosi ingiusto riguardo a lei , formò il
continuo raccoglimento, passa va in preghiere disegno di staccarne gli altri , e di congregare
quasi tutte le notti, visilava le.chiese a piè quel maggior numero che potesse di vergini
scalzi seguito da un solo servo , digiunava cristiane in comunità regolare. Siccome per
frequentemente , e praticava le più dure au- propria divozione ella proponevasi d'imitare
sterità. Le sue elemosine e le immense sue li- la Beata Vergine nella più perfetta maniera
beralità si diffondevano sopra ogni sorta di che le fosse possibile, quindi la regola che die
indigenti, diocesani , pellegrini, forestieri, ec- de alle medesime, non fu che un metodo prati
clesiastici , laici e mopaci. Dicesi che nella co e preciso di colesta imitazione, cui ridussea
sua diocesi non lasciò una sola comunità , la dieci articoli relativi alle dieci virtù principali
quale non fosse stata da lui regolata di terre- di Maria . Tali sono , nella idea della fondatrice,
ni . di pensioni o di fabbriche. Ma veggendo la purità, la umiltà, la carità ,la pazienza, la
rallentarsi in Germania la disciplina regolare, mortificazione, la prudenza e più spezialmente
credette di fare anche di più pei monasteri la riserva nelle parole, l'assiduità alla pre
colla riforma che colle elemosine. Siccome ghiera, il dispregio dei beni e l'ubbidienza che
aveva il raro talento di persuadere, e molto fa la base di tutta la vita religiosa . Essendo
era il credito di cui godeva nel regno, cosi eb- stato concertato il tutto fra la santa principes
be molti imitalori nell ' episcopato , e videsi sa ed un santo uomo religioso della stretta os
rifiorire nella maggior parte delle diocesi la servanza di s . Francesco, denominato Gilberto
monastica regolarità . Possedeva talmente An- Nicolai ch'era suo confessore, la regola fu esa
none il dono della parola, e singolarmente tan- minata da Lodovico d'Amboise vescovo diAlbi ,
ta unzione, che traeva le lacrime dai cuori il quale credette di riconoscervi cosi bene lo
più duri , e a tutti i suoi sermoni la chiesa spirito di Dio, che incontanente ne chiese egli
echeggiava di singhiozzi e di gemiti. A rime- stesso con istanza la conferma al sommo Pon
diare al male universale convocò un concilio tefice, la quale fu data da Alessandro VI con
ad Osborne nella Sassonia ; e fece pronun- bolla del 12 febbraio 1502. L'abito dell'ordine
ziare la deposizione dell'antipapa Cadaloo. Ri- ' consiste in una veste grigia, in uno scapolare
colmo di meriti passò al cielo il giorno 4 dia di scarlatto , nel che diversifica principalmente
cembre 1075 , lasciando grata memoria di se , dalle monache celesti dell'Annunziazione che
ANNUNZIATA (ORDINE DELLA CELESTINE DELL", - ANNUNZIAZIONE 339
l'hanno turchino, in una medaglia d' argento , Clemente VIII nel 1004 , confermata nove
sul petto, ed in un lungo mantello bianco pel anni appresso da Paolo V , ed in seguito an
coro. cora da Urbano VIII . Fu ricevuta con pre
ANNUNZIATA ( ORDINE DELLE CELESTINÉ mura in Italia , in Francia , e fin dall'anno
DELL' ) . Lo stabilimento dell'ordine delle An- 1622 a Parigi , in Alemagna e fino in Danie
nunziate Celestine nacque verso il 1602 ; marca , ove il maresciallo di Rantzan ebbe la
questa denominazione dipende dal colore che divozione di portarsi a farne uno stabilimen
ha una parte del loro abito, e con più verità, to. Il profondo ritiro e la non nieno severa
dalla vita angelica che conducono , potendosi modestia fra queste fervide religiose , fanno
dire che tutta la loro conversazione è nel che poco si sappia delle meraviglie della gra
cielo . Degne emulatrici delle figlie di s.Fran- zia , chiuse nei loro impenetrabili asili : ma
cesco di Sales , alle quali noi di proposito le uu odore di santità esala da essi , il quale in
rassomigliamo, e camminando con passo e- spira l'edificazione di tutti quelli che vi si
guale alla medesima perfezione , ciascuna per accostano.
la strada ad essa particolarmente assegnata ; ANNUNZIATA , ordine di cavalleria , isti
ciò che l'evangelica semplicità produce nel- tuito nel 1350 , o nel 1355 o 1360 , non con
l'ordine della Visitazione , la solitudine , poco cordando in questo gli scrittori . Dapprima fu
differente da quella del sepolcro nelle Annun- chiamato l'ordine del luccio «l' amore , nome
ziate, cagiona, cioè constituisce la vera difesa che da Amedeo VIII duca di Savoia , eletto
della regolarità e del fervore . Morte piucchè Antipapa dal concilio di Basilea , col nome di
civilmente , e come sepolte per tutte le per- Felice V , fu cangiato in quello dell'Annun
sone del secolo, tranne coloro che loro diede ziata l'anno 1434. apponendo alla collana dui
ro la vita , o che le hanno ricevute con esso cavalieri l'immagine della B. Vergine in
loro, alle quali pure non parlano che sei vol- luogo di quella di s. Maurizio ; ed invece dei
te l'anno, e tre sole sono visibili: non hanno modi di amore , delle ſuvicelle, aggiungendovi
in terra altro commercio che con le loro so pur anrbe le parole della salutazione angeli
relle in Gesù Cristo , senza potere ancora sot- ca, come abbiamo dal Toranza , da Menenio e
to ombra di zelo stendere questa pia affinità da Andrea Mendo , Dl orilin . mil.
ricevendo educande. Statuto di una squisita ANNUNZIATORE . Nella chiesa di Costan
saggezza, statuto che porta visibilmente l'im- tinopoli davasi questo nome ad un ufficiale ;
pronta di quella increata sapienza , la quale cui incombeva l'avvertire il popolo delle fe
semplice nelle sue vedute, ed infinitamente ste che occorrevano , e nelle quali dovevasi
diversificata nelle sue vie , ha voluto prepa- attendere alle opere spirituali per santificarle .
rare dei mezzi esteriori di salute, adequati a ANNUNZIAZIONE . Festa nella quale i
tutte le condizioni, mostrare cogli effetti quel cristiani celebrano la concezione , ovvero
lo che può supplire quasi a tutti gli altri ri- l'incarnazione del Figlio di Dio nel seno del
spetto alle persone del sesso . La solitudine o la B. V. Maria per opera dello Spirito Santo .
fuga del parlare , la barriera della solitudine, A torto l'Ospiniano eretico, de festis , dice
hanno fatto esse sole, fra le Annunziate, astret- che questa festa si fa solamente dai cattolici
te a poche austerità straordinarie , ciò che i in onore della B. Vergine, poichè essa appar
digiuni e le vigilie , il cilicio , la lunghezza e tiene anche all'umanità di Cristo , dicendosi
la solennità degli uffizi furono capaci di pro- appunto anche festa dell'Incarnazione , a
durre tulto al più in molti ordini antichi; motivo che i due misteri dell'Annunziazione
ma l'effetto ne fu più durevole. Il ritiro e e della Incarnazione non ne formano che uno.
la regolarità, sua indivisibile compagna, sono Alcuni autori pensano anzi che da principio
tuttora così esatte fra queste vergini invisi- fosse solamente in memoria dell'Incarnazione,
bili , come lo erano nel primo fervore della e che soltanto in progresso vi sia stato intro
loro istituzione. Ma non si conoscono fra di dotto il nome della B. Vergine . La detta fe .
loro le glosse, le interpretazioni , ' le speziose sta, dietro tradizione apostolica, si celebra nel
osservazioni sopra lo spirito della regola, im- giorno 95 di marzo tanto nella chiesa greca
maginate altronde troppo di frequente per elu- che nella latina , ed è di antichissima origi
derne la lettera . ne. Infatti Proclo , patriarca di Costantino
Quest'avventurosa religione fu instituita , poli , morto nel 446 0 447 , 3. Basilio di So
come abbiamo detto , sul principio del XVII leucia morto nel 445 , s. Giovanni Criso
secolo da una santa vedova di Genova , chia- stomo , S. Gregorio Taumaturgo e s . Ago
mata Maria Vittoria Fornari , sotto la dire- stino fecero discorsi per la festa dell'Annun
zione del padre Bernardino Zanoni della com- ziazione , e della stessa è fatta menzione anche
pagnia di Gesù . Ella fu approvata dal Papa nel Sacramentario del Papa Gelasio 1 morto
540 ANNUNZIAZIONE DI M. V.- ANSALDI (Casto InnocenZO)
nel 496. È quindi a sproposito che alcuni domeniche di quaresima se non nelle chie
scrittori moderni, dietro Perkins e Rivet , se dedicate al mistero , come abbiamo dal
movono dubbii sopra i due discorsi dell’An- la sacra Congregazione dei Riti , 1 settembre
nunziazione portanti il nome di s. Gregorio 1612 .
Taumaturgo , e ciò col preleslo che gli anti ANNUNZIO si dice riguardo alle feste od
chi non ne hanno parlato . altre cose che si leggono nel martirologio , e
Il Tillemont, nella prima nota sopra- la secondo l'ordine di esso si annunziano ai fe
Storia di nostro Signore Gesù Cristo, tom . 1 , deli . In molte chiese avvi costumanza nel
pag . 416 , dice pensare alcuni che sia stato giorno della Epiſania annunziare al popolo ,
stabilito il giorno 25 marzo per tale festa , dopo il canto del vangelo , le pricipali solen
non perchè si sappia di certo che il mistero nità dell'anno , indicando i giorni in cui ca
seguisse in tal giorno ; ma perchè, siccome il dono, nè le solennilà solamente , ma anche i
parto succede , ordinariamente , nove mesi giorni di digiuno, come sarebbe la quadrage
dopo il concepimento ; cosi , fissandosi la na- sima ecc . e questo annunzio vien fatto dal
scita del Redentore al giorno 25 dicembre, fu Diacono. A Vienna nel Delfinato ed in altre
creduto coerente al verosimile che il concepi- chiese il Vescovo od il capo annuncia la so
mento seguisse il 25 di marzo . Seguendo pe- lennità di Pasqua , dicendo : resurrexit Do
rò l ' ecclesiastica tradizione , in quel giorno , minus, e dando il bacio di pace a due cantori,
indipendentemente dall ' opinione dei nove i quali rispondono : et apparuil Petro.La stes
mesi fra il concepimento ed il parto , è sta sa cosa viene poi eseguita anche dagli altri
bilito il concepimento del Verbo Eterno , co- ecclesiastici presenti alla cerimonia. I Greci
me osserva il p . Onorato da S. Maria , nelle da Pasqua sino all' Ascensione di G. C. non
sue Riflessioni sopra le regole e l'uso della si rendono gli uni agli altri il saluto in altra
critica , tom . 2 , lib. 3 , dissert . 1 . guisa che dicendo : Cristo è risuscitato .
Intorno a questa festa si può anche consul Nella chiesa di Milano la promulgazione
tare il grande trattato di Benedetto XIV sulle della Pasqua si fa dal Diacono dopo il vange
feste di M.V. e di nostro Signore , parte se- lo nella messa solenne nel giorno dell'Epifa
conda , capitolo terzo . nia, con le seguenti parole: Noverit charilus
ANNUNZIAZIONE DI M. V. ( Liturgia ) . vestra , fratres charissimi, 'quod unnuente Dei
Quando la festa dell'Annunziazione accade misericordia ecc. , cui il coro risponde : Deo
nella sesta feria in Parasceve, ovvero nel sab- gratias. "
bato santo , si trasferisce l' ufficio ed il pre Nella chiesa Veneta , nel giorno e tempo
cetto di ascoltar la messa e di astenersi dalle sopraindicato , l'annunzio si fa colle seguenti
opere servili nella feria seconda dopo la Do- parole : Novcritis, fratres clarissimi, quod an
menica in Albis , protraendo ad altro giorno nuente Dei misericordia,ecc .
la festa che accadesse in quel giorno, ove non ANOB, figlio di Cos , della tribù di Giu
fosse up doppio di prima classe , come dalla da. I Par . 4 , 8 .
determinazione della Sacra Congregazione dei ANOMEI , eretici che negavano la divina
Riti il giorno 11 marzo 1690. Conviene pe inspirazione dei libri santi. V. Eunomiani. —
rò, in primo luogo , avvertire, che se in qual- . Col nome poi di Anomei furono anche chia
che luogo nella sopraddetta feria seconda do- mati nel secolo quarto i puri Ariani , poichè
Jo la Domenica in Albis accadesse un doppio essi , oltre alle cose sopraddelte , non solo ne
di prima classe , ed insieme l'Annunziazio- gavano la consustanzialità del Verbo , ma an
ne, anche quel doppio dovrebbe essere trasfe- che che fosse di una natura simile al padre.
rito , e l'Annunziazione dovrebbe essere ce ANSALDI (Casto Innocenzo ), Domenicano
lebrata in sua vece . In secondo luogo , che nativo di Piacenza da distinta famiglia il giorno
sebbene l'Annunziazione sia di seconda clas- 7 maggio 1710. A conoscere la vila di questo
se , pure accadendo un doppio di prima clas- illustre scrittore , anziché riferire gli uffizii
se trasferito , quella dovrebbe avere la pre- distinti e le cattedre onorifiche ch ' egli con
ferenza. Notisi per terzo , che protratta la molta gloria sostenne in Napoli ,Roma,Ferra
Annunziazione ad altro giorno a cagione di ra , Torino, stimiamo più opportuna cosa dire
un rito maggiore in quello cadente , non si alcunché degli scritti di lui, dai quali si ha
dovrebbe protrarre l'obbligazione di ascoltare donde vedere di quante ampie cognizioni ei
la Messa , ed astenersi dalle apere servili . Che fosse arricchito , quanto fosse nelle scienze pro
se in uno all ' Annunziazione si dovesse tras- fondo , quanta acutezza d'ingegno e sublimilà
ferire anche la festa di s . Giuseppe, questa d'intelletto lo distinguesse, quanta gloria ot
a quella dovrebbe essere posposta E . così l'uffi- tenesse nella repubblica letteraria. Sono opere
zio dell'Annunziazione non si può fare nelle pertanto del suo studio indefesso e della sua
ANSALDI ( Casto INNOCENZO ) 341
sana filosofia e scienza teologica che lo rende- alcuno degli argomenti che possono convali
va insigne , le seguenti : dare cotesla verità , che tocca da vicino la so
1. De baptismate in Spiritu Suncto et igne stanza della religione. Sarebbe stata cosa otti
commentarius sucer philologico-criticus. Nar ma che il P. Ansaldi si fosse soffermato più
rasi in s. Matteo , cap . 3 , vers . 2 , che s . Gio- lungamente intorno ad alcune delle prove che
vanni , vedendo molti Farisei e Sadducei, che accenna solo alla sfuggita. La promessa di un
venivano per ricevere il suo battesimo, disse Redentore, sempre sussistente nella posterità
loro . Io vi battezzo nell'acqua ....ma que- di Abramo sino alla venuta del Messia , pro
gli , che verrà dopo di me , vi ballezzerà nello messa che implica necessariamente la credenza
Spirito Santo e nel fuoco. Il P. Ansaldi im- dell'immortalità dell'anima, giacchè essa non
prende a schiarire in questa dissertazione il riguardava che beni futuri, era degna senza
vero senso di questo passo . Innanzi tutto dubbio di una più lunga discussione. Questa
confuta Milio , che aveva insinuato , essere prova ben dimostrata non poteva che trionfa
stata la parola fuoco aggiunta al testo di s. re delle sottigliezze del Le Clerc. « Tutte le
Matteo . Egli pretende che non si possa spie- religioni del mondo , così vere come false, dice
gare questo duplice battesimo senza tener Bayle , dipartono tutte da questo gran prin
conto d'una tradizione diffusa generalmente cipio, che vi ba un giudice invisibile , che
a quell'epoca fra gl ' Ebrei , della quale s. punisce o ricompensa dopo questa vita le a
Giovanni richiama ai suoi uditori la memo- zioni dell'uomo interne ed esterne ; donde si
ria per conformarsi alle loro idee . Il P. An- fa derivare la principale utilità della religio
saldi discende ai particolari , e tratta diver- ne. » Se questo articolo fondamentale è dun
si punti di antichità ebraiche, e molte que- que una conseguenza necessaria di qualsivo
stioni che più o meno si riferiscono all'ar- glia sistema religioso, deve essere del pari in
gomento , ma che tutte sono atte a soddisfare separabile dalla rivelazione fatta agli Ebrei ;
la curiosità del lettore . Finalmente egli so- perchè altrimenti le promesse del Messia , a
stiene, che s . Giovanni non ad Elia , come i cui questa stessa rivelazione si appoggia, sa
Giudei s'immaginavano , ma mirava al Mes- rebbero illusorie . Queste prove bastano a di
sia stesso che doveva esser la gloria e lo splen- 'struggere l'ipotesi del Le Clerc , perciocchè
dore del secondo tempio , e la cui venuta do- ove pur si abbandonassero a coloro che com
veva essere segnalata da stupendi prodigii . E battono questa verità , tutti quei passi dello
siccome l'apostolo s. Paolo dice degli Israeliti antico Testamento , nei quali , a detta loro,
( I Cor. 10 , v . 2 ) , ch'essi furono tutti bat non s'insinua che oscuramente l'aspettazione
tezzati nella nube e nel mare ; per questo che di una ricompensa futura ; ove pur si dicesse
quei due miracoli dimostravano la verità del con essi che le promesse della legge offrono ,
la missione del legislatore degli Ebrei, ed era secondo la lettera , soltanto ricompense pura
no nello stesso tempo segnisicuri di quell'an- ' mente temporali ; ove pur si lasciassero final
tica alleanza che il Signore volea stringere col ' mente da banda tutte quelle prove sussidiarie
suo popolo sul monte Sinai ; cosi quelli che che si ponno recare in favore di questo dog
volevano esser ammessi all'alleanza della gra- ma , che cosa ne verrebbe egli mai da coteste
zia, sono chiamati da s . Giovanni ballezzati concessioni ? Forse che se ne potrebbe inferi
nello Spirito Sunto e nel fuoco, in quanto essi re , che la religione giudaica non aveva per
sarebbero iniziati in questo nuovo passo . oggetto che promesse lerrene, e che ella non
Quindi lo stabilimento dell'una e dell'altra riteneva il dogma di una vita futura ? L'es
alleanza dovea esser dimostrato da prodigii senza della religione non ha cangialo giam
presso che somiglianti . Con quel duplice bat- mai : ella è sempre stata la stessa , e lo è , e lo
tesimo pertanto, il divin Precursore non volle sarà in tutti i tempi . La legge giudaica , la
insinuar altro , se non che la Chiesa di Cristo quale non fa che un corpo colla cristiana , é
e i fedeli che la dovevano comporre, sarebbe- necessariamente legata a quell'alleanza di
ro consacrati cogli stessi doni di profezia e di grazia che venne stretta coi nostri primi pa
miracoli , ma in un modo più alto e più eccel- ` dri , rinnovellata dappoi cogli antichi patriar
lente che non la Chiesa dell'antico Israele, sic- chi , predetla e predicata dai profeti, e con
come ne fanno fede la storia evangelica, gli sumata finalmente dal nostro divin Salvatore,
Atti degli Apostoli e i primi secoli del cri- che l'annunziò a tutta la terra. Consideran
stianesimo. do adunque la religione giudaica sotto que
2. De futuro saeculo ab Hebraeis ante ca sti varii aspetti, si può conoscere, apprezza
plivitatem cognilo adversus Johannis Clerici co re e discernere il grado di luce che ebbe
gilata commentarius. Questa materia è delle ro gl ' Israeliti sulla verità di cui si tratta .
più importanti, e l'autore non ha trascurato Scorti da questi luminosi principii , che non
349 ANSALDI ( CASTO INNOCENZO )
potrebbero essere mai troppo inculcati , noi natus est, invece di nati suni , come leggesi
non temeremo più le obbiezioni del Le Cler, nella Volgata e in quasi tutti i vecchi mss.
e neppure i vani tentativi di un altro più La ragione che ne adduce l'autore si è , che
recenle scrittore abbastanza celebre nella re- quella prima lezione doveva trovarsi in qual
pubblica delle lettere, il quale ha spinta que che antica versione .
sta ipotesi più lungi che non l'avesse ancor 4. De diis multarum gentium Romam evoca
falto alcun di coloro che l'avevano adottata lis , ecc . L'evocazione era una cerimonia che i
prima di lui . Romani praticavano per ordinario in tempo
Noi parliamo di Warburton , autore del- di guerra con tutta la debita solennità, e con
l'opera intitolata : The divine legatio of Moi- sisteva nello scongiurare gli dei tutelari d'us
scs ecc. ( La divinilà della missione di Mosè di- na città ad uscirne , perchè non fossero espo
mostrata secondo i principii d'un deista reli- sti ad esser profanati dai soldati quando fosse
gioso, colla considerazione che il dogma delle presa d'assalto , promettendosi loro con voti
ricompense e delle pene d'un ' allra vita non è solenni un culto più degno della loro santità ,
insegnato nell'economia mosaica ). Quest'ope- e templi e giuochi sia in Roma, sia in qualche
ra risplende di tratti sublimissimi d'ingegno altra parte dell" impero romano. Di questa ce
e ribocca d'una copiosissima erudizione ; ma rimonia usavasi pure nel paganesimo, quando
in essa non si ritrova l'autore della disser- si voleva destinare a un uso comune e profa
tazione sui tremuoti e sull'eruzioni che man no un luogo ch'era stato prima consacrato a
darono a vuoto il progetto formato dall'im gli dei . Solent qui liberare eum locum religio
peratore Giuliano di riedificare Gerusalem ne colunt , sacra ' inde evocare , dice Domizio
me. Le idee nuove in fatto di religione sono Ulpiano, famoso giureconsulto . Ansaldi esa
sempre pericolose , ed anche quell'ipotesi di mina in questa dissertazione quale sia stata
Warburton non fa che porger armia' Giudei , l'origine di tale cerimonia, ecc. Secondo il
anzichè guarirli dai loro pregiudizii . Il suo nostro autore, i Romani l'avevano instituita
sistema non può che snervare le prove della per un fine meramente politico. Questa ceri
divinità della religione giudaica , che che ne monia inspirava ai soldati un coraggio invin
abbian detto varii giornalisti parziali all'au- cibile, dacchè li persuadeva ch'essi non po
tore, i quali lo proclamarono l'unico scritto tevano più trovare resistenza in una città . Il
re atto a combattere vigorosamente gli argo- P. Ansaldi pretende che questa cerimonia fos
menti che gl'increduli oppongono alla divi se particolare ai Romani . Il Camerario pero
nità della legge mosaica . Ottima cosa sareb- sostiene che la maledizione, che Barac re dei
be stata che il P. Ansaldi sceso fosse in cam Moabiti voleva far lanciare da Balaam , altro
po contro un si illustre scrittore, certo che non era che l'evocazione, della quale questo
l'opera sua sarebbe tornata più utile alla re re desiderava servirsi contro il popolo di Dio
ligione. per privarlo della protezione dell'angelo che
3. Herodiani infanticidii vindiciae. Accedit lo conduceva.
dissertatio de loco Johannis, aliter atque habet 5. Patriarchae Josephi, Ægypli olim pro
Vulgata a nonnullis patribus lecto. Questedue regis , religio a criminationibus Basnagii vin
opere sono dedicate a Papa Benedetto XIV . dicata. Basnage, parlando dell'antica idolatria
Nella prima è posto in gran luce il fatto della , degli Egizi , nel cap . 7 delle sue Antichità e
strage di Betlemme negato da varii eretici an- braiche, ossia Osservazioni critiche sulla re
tichi. II P. Ansaldi osserva da prima, con lº pubblica degli Ebrei, aveva rappresentato il
sacco Vossio , che la religione cristiana non patriarca Giuseppe siccome un destro corti
ha avulo nemici più fieri de' cristiani mede- giano che non può essere scusato d'una col
simi , i quali non vergognano di mettere in pevole condiscendenza pei costumi e per la
dubbio e di combattere le testimonianze più religione del popolo col quale viveva . Ma il
favorevoli alla religione stessa. Egli ha dun- P. Ansaldi offre un'apologia di quel sant' uo
que voluto vendicare questo tratto dell'isto- mo, liberando dal più leggiero sospetto di
ria evangelica contro coloro fra gli antichi e tutte quelle superstizioni che lo scrittore osò
i moderni che ne hanno assalita l'autenticità, imputare al pio figlio di Giacobbe così fedele
e lo ha fatto da critico valoroso. L'assunto alla religione de ' suoi padri . La discussione
dell'altra dissertazione è di dimostrare il per- nella quale entra l'autore sparge molta luce
chè alcuni antichi padri, e fra gli altri Ter- sull'indole dell'idolatria di quel popolo an
tulliano, s . Ireneo e Vigilio di Tapsa, hanno tico : argomento che tutti sanno involto fra
letto il passo di s . Giovanni nel modo seguen- molta oscurità, e sul quale non si possono che
te : Pui non ex sanguinibus, neque ex volun- metter fuori alcune più o meno plausibili
tale carnis, neque ex voluntate viri, sed ex Deo congetture .
ANSALDI (CASTO INNOCENZO ) 345
6. De martyribus sine sanguine, altera ad- latori ai fondalori delle religioni nello sta
versus Dodwellum , in qua et Romani marly, bilimento de' misteri , i quali però ben presto
rologii loca a criminationibus Baelii vindican- degenerarono in vergognose superstizioni. Il
tur. Queste due dissertazioni , ristampale da P. Ansaldi , ad uopo di schiarire ciò che dice
Valvasense , annunciano uno scrittore molto s. Paolo nella sua Epistola ai Colossensi, cap .
istrutto nell'antichità cristiana, e sono piene 11 , v , 4 , 8, 16 , 18 e segg ., vi espone nella
di luminose osservazioni intorno alla storia sua opera divisa in 12 capitoli quale specie
de primi tempi della Chiesa. di misteri sia quella accennata dall'Apostolo
La seconda dissertazione offre nuovi argo- in delta epistola. Egli pensa che siano quel
menti contro la supposizione di Dodwel , il li della Teurgia , che sotto le ingannevoli sem
quale riprodusse lo strano paradosso di Ono- bianze di una ostentata santità , erano i più
frio Panvinio. Il padre Ansaldi dimostra con- atti a sedurre la semplicità dei fedeli , cui l'A
tro lo scrittore inglese che non bisogna esser postolo si sforza di allontanare da quel culto
maravigliati di quel numero prodigioso di sacrilego, che rendevasi principalmente agli
martiri che sono annoverati ne' fasti della Angeli , ai Principati ed agli altri spiriti ce
Chiesa , e di quell ' altra immensa schiera, lesti . Quindi erano essi fra' misteri del pa
di cui una costanle tradizione ci ha sempre ganesimo tenuti pei più nobili di tutti , e in
conservata la memoria, poichè era un uso co essi facevansi iniziare i filosofi e gli uomini
munissimo in quei secoli di concedere il no- più virtuosi e più rinomati nel mondo paga
me di martire a tutti quelli fra' cristiani che no . La Teurgia era un'arte sacra , che aveva
avevano sofferto tormenti per G. C., seb- i suoi riti determinati e le sue cerimonie. Il
bene non fossero spirati fra' supplicii. A co sacerdote teurgico o il mistagogo, che doveva
desti martiri il nostro autore dà il nome esser di costumi incontaminati , aveva l'inca
di martiri senza sangue ( Marlyres sine san rico di guidar l'iniziato e d'insegnargli le
guine ) . cerimonie , che consistevano in lustrazioni ,
7. De forensi Judcorum bucina commenta- espiazioni , astinenze ed altre pratiche lutte dif
rii . E certa cosa che l'uso delle trombe presso ficili molto ed incomode . Esse avevan fine
gli Ebrei era d'instituzione divina, dacchè lo colla rappresentazione di un misterioso spet
aveva ordinato il Signore a Mosè. Essi se ne tacolo nel quale eran mostrati all'iniziato
servivano nelle guerre ed annunziavano pure Angeli , Arcangeli e spiriti celesti . Quando
l'aprimento dell'anno civile, del sabbatico l'iniziato era giunto a quella perfezione, gli
e del giubileo. Se ne servivano pure per adu. si dava a credere che fosse come rivestito
nar il popolo per un affare o per una senten- dello stesso potere di quei genii , per la cui
za di un qualche individuo. Il nostro autore mediazione e sotto i cui auspicii egli dove
risale alla prima istituzione di quella ch'e va esser persuaso , che tutto gli fosse pos
ra destinata a convocare il popolo in somi- sibile. Nell'opera del P. Ansaldi non puos
glianti occasioni ; presentando molte curiose si lasciare d'ammirar la sua grande erudizio
osservazioni sull'argomento ; ed opina che ne egualmente che la sua diligenza nel racco
G. C. facesse allusione al suono di questa glier ciò che si riferisce alla teurgia. Egli vi
tromba, quando profetizzò a s . Pietro che lo spiega inoltre particolarmente quale fosse la
rinnegherebbe tre volte innanzi al canto del leurgia dei filosofi platonici , quale quella dei
gallo , cioè, secondo il P. Ansaldi, innanzi che primi eretici che si sforzavano di tenerla
l'araldo sonasse la tromba per annunziare nascosta , e quale finalmente quella de' iera
la convocazione dell'assemblea, in cui si do- tici, che possedevano il segreto dell'arte.
veva pronunziare la sentenza contro il Salva- Tutto ciò non è che un preambolo per ve
tore. nire alla spiegazione della dottrina dell' Apo
8. De Theurgia , deque theurgicis Ethnico- stolo e per dimostrar l'eccellenza della religio
rum mysteriis a D. Puulo memoratis commen ne cristiana, la quale riunendo la santità del
turius. I misteri del paganesimo altro non culto coi precelti della vera sapienza e delle
erano che un certo culto reso alla' divinità , più sublimi virtù ci propone un mediatore ,
sempre nascosto sotto tipi , figure , decorazio- che ci lava intieramente dalle nostre macchie,
ni , rappresentazioni intese tutte a conciliar- ci purifica col divin fuoco del suo amore, e
gli il rispetto del volgo. Oltre i sacrificii , le ci conduce a quella beatitudine , alla quale
feste, i giuochi, si stabilirono pure per essi aspiravano invano tutti i seguaci de' misteri
de misteri particolari nell'intento sia di della teurgia .
render loro maggior onore , sia di eccittare Ved . Gli scrittori d'Italia del conte Giammaria
gli uomini alle virtù . Pare che questo fosse Mazzucchelli, vol . 1 , part . 2 , pag . 812 ; Novel
il fine principale, che si proponevano i legis- le della re blica letteraria di Venezia , 1740
344 ANSALDI (PIETRO TOMMASO) —ANSBERTO (S. )
e seg.: Novelle lellerariedi Firenze , 1740 escg ., impedì che i medesimi prestassero un'effica
Giornale de' letlerati di Roma, 1746 e seg. , ce attenzione ai moltiplici bisogni della cri
Sloria letteraria d'Italia del p . Zaccaria v . stiana società , la grazia però dell ' Eterno
le 2 ; Nova acla eruditorum , Lipsiae , unno Pastore, di cui sono essi i vicarii , non opero
1743 , ecc . che più sensibilmente sul cuore dei Vescovi
Tutte le dette opere furono mandate alle che presiedevano alle diverse chiese del mon
stampe : la 1 .. in Milano nell'anno 1752 do. In Francia, s . Ovenio avendo prestato il
per cura di Filippo Argelati ; la 2.* pari- più importante servigio al re Teodorico, terzo
menti a Milano nell'anno 1748 ; la 3.º a Bre- di questo nome , mediante la buona intelli
scia nel 1747 ; la 4. parimenti a Brescia nel genza che ristabili tra' Francesi di Neustria e
1715 appresso Rizzardi.Diquesta però ne ab- quelli dell'Austrasia, pregò codesto monarca
biamo altre due edizioni di Venezia , l'una del a dargli per successore Ansberto di Chaucy
1753 , l'altra del 1761 ; la 5.- fu stampata nel Vesinese , richiesto con istanza dal clero
in Napoli appresso Felice Carlo Mosca nel- e dal popolo di Roano , come uno dei più de
l'anno 1738 , e cosi pure la 6. " nell'anno gni discepoli del santo Arcivescovo . Non solo
1744 ; questa ultima però fu ristampata a piacque al principe la dimanda ; ma impiego
Venezia da Pietro Valvasense nel 1756 ; la 7." tanto zelo nella esecuzione, quanto ne avreb
fu posta alle stampe a Brescia nel 1745 ; l'otta- be potuto impiegare il santo . Ansberto, allora
va finalmente vide la luce in Milano nel 1761. abbate di Fontenelle , era celebre alla corte,
ANSALDI (Pietro Tommaso)è rinomato per ove esercitava la carica di cancelliere , con
una dissertazione pubblicata col titolo De di- tutta quella nobiltà che un'anima delicata,
vinitate Domini nostri Jesu Christi, dissertazio- un ingegno sụblime , ed una soda pietà pos
ne che è piena di dottrina , e nella quale l'au sono aggiungere a quello della nascita , Act.
tore osserva che i teologi hanno dimostrata a Ss. Bened ., Tom . 2 , pag. 1048. Siccome era
sufficienza la divinità di G. G. colla Scrittu- promesso in matrimonio ad Angadrema, ar
ra , coi Padri dei tre prini secoli della Chie- ricchita dei doni di natura e di fortuna, non
sa , e coi concilii : quindi egli non se ne giova , meno che di quelli della virtù , codesta gio
per fermarsi ai soli monumenti antichi, fra i vanetta , impegnata dalla sua famiglia in quei
quali viene citando gran numero d'iscrizioni , primi nodi , confidò la sua pena allo stesso
di epitafi e di espressioni famigliari usate nel futuro suo sposo , e gli mostrò tutto il desi
linguaggio comune dai cristiani e dai gentili . derio che aveva di consecrarsi irrevocabilmen
ANSALONI (GIORDANO) , nativo di S. An- te a Dio. Ansberto , senza esitare , acconsenti
gelo, città della Sicilia . Entrato nell'ordine e face acconsentire i parenti di Angadrema ,
domenicano , ed in esso compiuti i suoi stu- affinchè questa potesse seguire la sua voca
dii , fu inviato missionario alle isole Filippi- zione . Parve che questo tratto di eroismo lo
ne nell'anno 1625. dove ebbe per primo rendesse incapace di vacillare negli spinosi
impiego quello di assistere gli ammalati nello sentieri della virlů . Infatti da quel tempo in
spedale di Manilla , nel qual paese applicatosi poi , per una rara eccezione, si avanzò nella
allo studio della lingua chinese , ed impa- pietà,a misura che si avanza va nelle grandez
ratala , si diede ad investigare gli usi e le ze , delle quali temette però sempre il con
superstizioni chinesi , al fine di scrivere poi tagio. Finalmente abbandonò segretamente la
contro ad esse onde mostrarne l'assurdità. E corte , e andò a seppellirsi nel monastero di
già a questo lavoro attendeva quando fu in . S. Vandrillo , dove già era abate dopo l'ele
viato al Giappone per consolare quei fedeli , vazione di s . Lamberto all'arcivescovado di
che da otto anni erano privi di missionarii , Lione , quando il re Teodorico lo costrinse
ed a procurare di estendere maggiormente la ad accettare la sede di Roano.
fede. Indicibili sono i patimenti ch'egli sof Illustrò soprattutto il suo episcopato col
ferse in questa visita , e basta il dire , a for- l'assiduità nell'amministrazione del suo
marsene un'idea , che questi finirono per lui popolo , col soccorrere gl'infelici di ogni
colla palma del martirio , che gli fu dato nel specie , col suo zelo pel mantenimento e la
modo il più barbaro che ideare si possa , poi- riparazione della Chiesa. A questo effelto
che appiccato pei piedi, coi fianchi stretti fra abbandono tutti i diritti che poteva preten
due tavole, e la testa nascosta entro terra , fu dere sopra le parrocchie . Nel quinto anno
lasciato morire . del suo governo , 689 di Gesù Cristo , ten
ANSBERTO (S.) , arcivescovo di Roano, na ne un concilio , a cui assistettero quindi
sceva da illustre famiglia nel villaggio di Chau- ci altri Vescovi , fra i quali si trovarono i
cy nel secolo VII. Se il breve regno di tanti metropolitani di Reims è di Tours. Accor
sommi Pontefici che si successore dal 650 al 700 dò un privilegio alla sua abadia di Fonte
ANSCARIO (S.) 345
nelle, colla condizione che i religiosi osserve- trionale, che è al di là dell'Elba ; rilenendola
rebbero la regola di s. Benedetto, e che, se vi come in serbo, esente da qualunque giurisdi.
mancassero, sarebbero soggetti alla riforma dei zione episcopale, e soggetta alla direzione del
vescovi congregati. semplice prele Heridach , che egli aveva in mira
ANSCARIO (S.), primo arcivescovo di Am . di promuovere all'episcopato . Le nuove con
burgo, vescovo di Brema , apostolo della Sve- quiste del Vangelo delerminarono Lodovico ad
zia e della Danimarca, era di nazione Francese, eseguir senza indugio ciò che la morte non ave
e nacque, a quanto pare , in Picardia sulla fine va permesso a Carlo di consumare. Quindi la
dell'VIII o sul principio del secolo IX . Allor- cillà di Amburgo fu eletla per metropoli. Non
chè il re Erioldo, sinceramente convertito, vol . vi fu luogo a deliberare per la scelta del me .
le coll'aiuto deil'imperatore Lodovico il Pio tropolitano, che la virlù , la capacità e lutte le
tentar di risalire sul trono della Danimarca, circostanze determinavano. L'imperatore no
desidero di avere in sua compagnia un uomo minò Anscario, il Papa lo confermò, e di più
apostolico, onde fortificarsi nella fede, e farla lo stabili legalo dei paesi settentrionali unita
abbracciare dai suoi popoli . L'imperatore ne mente ad Ebbone , arcivescovo di Reims ritor
parlò alla presenza di una moltitudine di ve. nato da quelle missioni, ma sempre affeziona
scovi e di signori , e dall'abale di Corbia , di to a codesta buona opera , cui era cosa eng
nome Vala , fu additato all'uopo il monaro penosa il proteggere che l'amministrare.
Anscario ; fatto venire alla corte con piena li . I due legali giudicarono opportuno che vi
bertà di accettare o di ricusare ciò di cui gli fosse un Vescovo residente nella Svezia ; e col
veniva parlato , ei non lardò a riconoscere la consenso dell'imperatore elessero perciò un
voce di Dio in quella del suo superiore, ed in parente di Ebbone, per nome Gausberlo . Im
tullo ciò che poteva manifestare l'ordine della medialamente dopo la sua ordinazione, ei par.
provvidenza, accettò senza esitare, e senza dare il con molto ardore per la Svezia , ove fu egli
ascollo ad una moltitudine di pusillanimi con- pure così bene accolto dal principe e dai popo
sigli . Partito impertanto, non risparmio fati- li , come lo era stato Anscario. Ivi egli fabbrico
che e Iravagli affinchè il suo apostolato corri una chiesa , annunziò il Vangelo con assiduilà,
spondesse alla divina chiamata, e n’ebbe don accrebbe considerabilmente il numero dei fe
de godere vedendo la religione piantarsi nella deli ; finché, per una sollevazione popolare e
Danimarca, da dove egli la eslese dappoi nella contro alla volontà del re, ei ne ſu scacciato,
Svezia. dopo di aver sofferle le ultime violenze.
Diffuso così il Vangelo , dopo sei mesi di fa . incontro s. Anscario la medesima sorle ad
tiche e consolazioni, in unione all'altro mona. Amburgo, ove i Normanni, in una non pre
co dell'antica Corbia di nome Vilmaro, che veduta irruzione, posero tulto a fuoco e a san
egli aveva a compagno, ritornarono in Francia gue, distrussero la chiesa ed il monastero che
per cercarvi i mezzi di perpetuare i prosperi l'Arcivescovo aveva fallo fabbricare con som
loro avvenimenti . Recavano essi all'imperato ma diligenza , e talmente desolarono il paese,
re lettere scritte di propria mano dal re di Sve- che quelli che fuggirono la morte o la schia
zia, giusta l'uso di questa nazione, meno bar- vitù , furono ridolli a disperdersi in luoghi
bara di quelle che le davano un tal nome, fra lontani spogliati di ogni cosa. Vita san Ans. in
le quali i grandi si facevano una gloria di non act. Bened. num . 12. I cherici trasportarono
saper scrivere. Il re , nelle sue lellere, lodava seco soltanto le reliquie. Il san lo Arcivescovo,
molto questi due uomini apostolici e racconta- che aveva sostenuto il suo gregge fino agli ulti
va i progressi che , alleso l'ammirabile loro mi estremi , salvossi con molto stento, in mezzo
condolta, faceva dei suoi stati la religione del . a spaventosi pericoli . Erro parecchi anni senza
l'imperalore. A fine di rassodare e moltiplica- beni, e senza modo di acquistarne, abbandona
re queste conversioni , Lodovico, ad imilazione to dalla maggior parte dei suoi discepoli , e
dell'augusto suo padre, non trovò niente di sempre in procinto di cadere fra le mani dei
meglio che stabilire in quelle vicinanze una Barbari , giacchè nulla polè trarlo dalla peno
sede arcivescovile , con autorità sopra tutte le sa carriera dell'apostolato, di cui continuò le
missioni del Nord, tanto per provvederle di funzioni in compagnia dei pochi cooperatori
buoni operai quanto per ordinarvi dei vesco- che gli rimanevano. Finalmente gli venne con
vi allorchè ne fosse il tempo. Tale appunto era ferito il vescovado di Brema che fu unito a
stato il progetto di Carlomagno, il quale, divi. quello di Amburgo. Di là ei sostenne con una
dendo la Sassonia in molti vescovadi, non ave perseveranza che mai non si smenti , la doppia
va altribuita ad alcun Vescovo la parte selten . sua missione di Svezia e di Danimarca, in vian
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fasc. VI.
346 ANSE - ANSELME
doyi i suoi cherici più zelanti , andandovi egli Il quinto è dell'anno 1077, e versa sulla di
stesso con rischio della sua vila o della sua li- sciplina, come dicono gli autori citati , il primo
bertà, e non cessando di rassodarvi in ogni ma- nel tomo 10, il secondo nel 6.
niera i fondamenti del cristianesimo. Suppliva Il sesto fu tenuto nell'anno 1100, e v'inter
il Signore alla mancanza di tulli i mezzi uma. vennero quattro arcivescovi , fra i quali eravi
ni . con una quantità di miracoli che, nella vita s. Anselmo di Cantorberi . Ugo, arcivescovo di
del santo Arcivescovo , riferisce Ramberto suo Lione, domandò un sussidio per le spese di un
discepolo e suo successore. Anscario coltivò viaggio che col permesso del Papa doveva fare
per lo spazio di trentasei anni , cioè sino alla a Gerusalemme, come si può leggere nel tomo
morle, e senza mai raffreddarsi, coteste terre 10 dei concilii , alla pag. 627 .
micidiali e selvagge . Se le turbolenze civili , le Il settimo fu raccolto l'anno 1112, e si trat
rivoluzioni moltiplicate, e lutti gli eccessi del- lò delle investiture, come abbiamo nel Labbe
la barbarie imperlirono, durante la vita di co al lomo 10 , e nell'Arduino al tomo 6 .
testo uomo veransente apostolico , che la messe L'ottavo finalmente e dell'anno 1299, e fu
non fosse cosi abbondante come egli aveva dj . tenulo sotto Enrico di Villars, arcivescovo di
ritto di ripromettersi, il seme evangelico peró Lione, come leggiamo nella Gallia Christiana ,
sparso di sua mano , ed irrigato dai suoi sudo. al tomo 4 , pag. 267.
ri , getið almeno profonde radici , le quali col . ANSEGISO , figlio di Anastasio e di Emel
lenipo si svilupparono, e produssero poi una rada : fu allevato per cura di Gervoldo suo pa
grande abbondanza di frutti di salute . rente, abbale di Fontenelles. I progressi che ei
ANSE , piccola città della diocesi di Lione fece nelle ottime discipline lo posero in grado
sulla Saona, celebre pei concilii in essa tenuti , di meritare alla corte la stima dei principi , per
e dei quali ora diremo. cui Carlomagno lo creò abbate di san Sisto di
Il primo concilio, che è detto Ansanum , An. Reims, e di san Mennio di Châlons nell ' 807.
sense, si tenne l'anno 990 per decidere delle Egli riordino il monastero di Flavigni , e fu
proprietà dei beni della abbazia di Clun ), il poscia abbate di Luxeuil , ed in ultimo di Fon
cui possesso le venne confermato dall'autorità tenelles. Nell'827 compose una raccolta dei ca
vescovile. In questo concilio si decretarono pitolari di Carlomagno e di Lodovico il Pio.
nove statuti , il secondo dei quali ordina di rin- Caduto poscia infermo nell'831 , nella sua ma
novare tutte le domeniche le sante ostie che si lattia che scorgeva aggravarsi, fece dono di tut
conservano nella chiesa ; il settimo proibisce di ti i suoi beni a varii monasteri , e cesso di vi.
lavorare il sabbato dopo nona , l'ottavo pre vere dopo lungo malore che sopportò con la
scrive ai laici di fare astinenza il mercoledì , di rassegnazione dei giusti nell'anno 835.
digiunare il venerdi e di assistere alla messa , se ANSELME (Antonio ), nacque nel giorno 13
possono, il lunedi, il mercoledi ed il yenerdi . gennaio 1652. Allevato fin dall'infanzia presso
Il secondo concilio si celebrò l'anno 994 é un suo zio , che lo fece frequentare le scuole dei
Trallo della disciplina e dell'instituzione o del padri della dottrina cristiana a Gimont, si di .
ristabilimento dei canonici nella Chiesa ro stinse negli studii , e dimostró una impareg
mana. giabile memoria, ed inclinazione al predicare.
Il terzo fu lenuto l'anno 1025 per regolare Come abbracciò lo stato ecclesiastico,fu il suo
l'ordinazione dei monaci di Cluni. In esso fu studio prediletto la predicaztone,alqual ogget
giudicato, che l'arcivescovo di Vienna ( nel to indefesso era nello studio dei padri e della
Delfinato ) non aveva diritto di ordinare i mo. Scrillura . Con tali fondamenti e coi doni sor
naci di Cluni, senza il consenso del vescovo di titi all'uopo dalla natura egli divenne celeber
Macon, non ostante il privilegio che si addu- rimo, e di sua celebrità attestano pure : 1. Una
ceva dell ' abafe Odilone, col quale gli era per raccolla di diversi discorsi che egli aveva reci
messo di far ordinare i suoi monaci da qualsi- tali, la quale, data alle stampe, comprende un
voglia vescovo. Questo privilegio fu dichiarato panegirico di s , Luigi , un discorso sulla cena
vullo , siccome contrario ai canoni di molti e molle orazioni funebri . 2. Panegirici dei sanli
concilii, e segnatamente a quello di Calcedonia , e orazioni funebri. 3. Sermoni per l'avvenlo ,
come leggiamo nel lomo 9 del Labbè, e nel 6 la quaresima, e sopra diversi argomenti ecc .
dell'Arduino. Anselme aveva fin dall'anno 1699 la ricca
Il quarto ſu radunato nell'anno 1070 per abbazia di s. Severo in Guascogna , dove ritiros
una donazione fatta all'abbazia di Ile-Barbe da si nel 1724 dopo aver ottenuto l'anzianità nel
Aicardo, vescovo di Châlons sulla Saona, come l'accademia delle belle lettere a Parigi. Quivi
si può vedere nei citati Labbé ed Arduino. egli passò gli ultimi quallordici anni della sua
ANSELMO (S.) DI CANTORBERİ 347
vila nella più perfella tranquillità, occupan Intanto moriva Lanfranco arcivescovo di
dosi dei suoi libri , predicando ancor qualche Cauforberi nell'anno 1089, colla riputazione
volta, beneficando largamente l'abbazia e le ch'erasi acquistata di uno dei prelati più pii
parrocchie che ne dipendevano, adornando le e più dolli del suo secolo. Dopo qualiro mesi :
chiese, componendo litigi , ed operando in som- da che egli era morto , il re Guglielino il Ros
ma tutto quel bene ch'era in sua facoltà di so non voleva riempire la sede di Cantorberi
fare o disecondare. Mori in età di 80 anni , il di cui si appropriava le rendile, cosa ch'egli
giorno 8 agosto 1757 . esercilava nelle altre called rali e nei monasteri
ANSELMO (S.), arcivescovo di Can'torberi. di cui si attribuiva i beni lostochè ne moriva
Nella Normandia, il monastero di Bec che a un vescovo od un abate, e non permetteva che
veva perduto il venerabile abate Eluino, ebbe loro si desse alcun successore. Avvenne in quel
la sorle di vedergli succedere s. Anselmo, che torno che Anselmo dovelle andarsene in In
nasceva da chiara stirpe nella città di Aosta ghilterra ed ivi rimaner per cinque mesi non
in Piemonte nel 1033. La fama di Lanfranco tanto per istabilire la regola del nuovo mona
aveva tratto quest'uomo raro dalla Lombar- stero che Ugo conte di Chester aveva fondato,
dia , dove egli aveva con molla felicità inco e per cui Anselmo era stato chiamato , quanto
mincialo i suoi studii . Vit. per Edmer , apud per terminare alcuni aſſari dell'abazia di Bec;
Bol. 12 apr., tom . 10. Li continuò sotto quel che aveva dei ricchi possedimenti nella gran
dotlo maestro, di cui in breve conciliossi l'a. Bretagna. Mentre egli colà si trovava, venne a
micizia , non tanto per la bella sua indole , Guglielmo il Rosso parlato , affinché desse un
quaplo pei suoi talenti e per le sue disposizio- pastore alla chiesa di Canlorberì, cosa ch'egli
ni alla virtù . Prima di farsi religioso, egli era giuro di non ſare finchè fosse in vila. Non ap
pieno di carità pei suoi condiscepoli , facevasi pena aveva emesso tale maligna protesta che
un piacere di aiutarli nei loro studii , studiava fu assalito da una malaltia cotanto violenta,
egli medesimo instancabilmente; e per conser- da trovarsi in breve agli estremi . Allora si
vare con più sicurezza la sua innocenza , ag. mando a cercare Anselmo, perchè lo aiutasse
giungeva alle sue faliche i digiuni , le vigilie, a fare una morte cristiana. Non tardo il santo
le più straordinarie macerazioni ed un severo ad accorrere ove la carità lo chiamava, si ado
ritiro. Entrato , dopo la morte di Gondolfo suo prò all'uopo quanto il suo zelo valeva , ed in
padre, nel monastero di Bec, ch'era diretto da dusse il re alla riparazione degli scandali che
Lanfranco , in elà di trent'anni fu slabililo aveva dati. Allorchè lo si vide cosi bene dispo
priore in vece di lui , ch'era stato fatto abate sto, da taluni dei suoi gli fu parlato di dare
di s. Stefano di Caen . Cominciò subito a se i pastori alle chiese vedovate, e soprattutto a
gnalare la sua capacità pel governo. Alcuni dei quella di Cantorberi . Ei disse che vi pensereb
fratelli mormoravano perchè egli era slalo lo . be, e dopo pochi momenti nomino Anselmo,
ro preferito nel priorato, avvegnachè contasse che fu colpito da questa scelta come da un ful
un mollo minor numero di anni di professio- mine, e poco manco non cadesse per lo spa
ne. Ei non si difese che col raddoppiamento di venlo. Grandi e reiterate furono le preghiere
carità, colla pazienza e colla modestia, e con prima che Anselmo cedesse, e vi volle quasi
quell'angelica mansuetudine, la quale, facen- vivissima forza perchè la novella dignità egli
do la sostanza del suo carallere, in breve gli accettasse.
acquistò lulti cuori . Eletto, contro sua vo Fatle finalmente le solite cerimonie, ei tor
lonlà , abate nel 1078, lanta fu la speranza che nò a trovare il re, cui predisse che di quella
dimostrò in ogni cosa, e tanto quella carità per infermità non morrebbe, ed ai vescovi e signo
cui sapeva farsi tutto di tutti , che ognuno sli- ri che lo accompagnavano annunzið future
mavasi felice di poterlo ascollare nei sermoni cose trislissime. La consacrazione di questo
ch ' ei teneva, ed i più grandi non si distin- santo a Cantorberi avvenne il 4 dicembre 1063
guevano che per una premura maggiore. Non da Tommaso, arcivescovo di York, con un ap
eravi in Inghilterra alcun personaggio di ri- plauso e concorso così straordinario, che di
guardo, il quale non avesse creduto di demeri- tutt'i vescovi del regno non ne mancarono
tare innanzi a Dio , ove non avesse prestalo che due soli per cagione di malaltia .
qualcbe buoo ufficio all'abale di Bec. Il re Allorchè Anselmo videsi stabilito nella sede
stesso Guglielmo il Conquistatore , che mo- arcivescovile, scrisse di nuovo, e più a lungo
strava cogl ' Inglesi tanta fierezza, era cosi affa- che fallo non aveva essendo abate, contro agli
bile verso di Anselmo, che alla di lui presenza errori di Roscelino. Credetle che un vescovo,
ei sembrava un altro uomo. singolarmente in un posto cosi eminente, nul
348 ANSELMO (S.) DI CANTORBERI
la dovesse avere più a cuore che di non lasciar rimanessero interdetti per lo spazio di quaran .
alcuna nube sulla sua fede. Ma persuaso, nello ta giorni , onde far penitenza : che se preferis
stesso tempo, che la migliore maniera di giu- sero di rinunziare all'altare, anzi che alle ver
stificarsi di un'eresia , si è di stabilire i prin- gognose loro abitudini , fossero interdetti in
cipii contrarii sulla unanimità di sentimento perpetuo, privati di qualunque beneficio ec
fra il capo ed i membri del corpo episcopale, clesiastico e dichiarati infami.
assoggello al giudizio di papa Urbano il trat Dopo esto felice accomodamento poco vis
tato che compose in questa occasione sulla fe- se sant'Anselmo. Era egli assai avanzato in
de della Trinità e dell'Incarnazione. Per la elà, e le ultime di lui fatiche ne avevano este
qual cosa tutto il mondo cristiano restò pie- nuato quelle poche forze che rimanevangli .
namente convinto della falsità delle imputa. Ciò non ostante la preminenza della sua sede ,
zioni di Roscelino. com baltuta da quella di York , parve che gli
Quanto egli aveva predetto sulla mutazione rendesse tutto il vigore dei primi suoi anni .
dei sentimenti di Guglielmo non tardò ad av- Tommaso , nominato a quell'arcivescovado,
verarsi, perciocchè avido dei beni della Chiesa, differiva da lungo tempo la sua consacrazione,
ei non indugio, dopo la sua guarigione, a ri- aspettando pure qualche incidente favorevole
chiamarli a spogliandone interamente in al disegno che aveva già manifestato, di divi
parte, in parte tirannicamente espilandoli . Nė dere la primazia d'Inghilterra. I suoi canoni
quella di Cartorberi andò esente, che anzi An- ci , di concerto seco lui , veggendo lo stato di
selao pella sua fermezza e costanza nella ese- languore in cui era ridotto s. Anselmo , gli
cuzione del sacro ministero venne fuor misu . scrissero audacemente che la chiesa di York
ra perseguitato, nè potè ritornare nella sua se era eguale a quella di Cantorberi . Ben senli
de, se non quando Enrico, successore di Gu- Anselmo tutte le conseguenze di tale attentato,
glielmo, vide esser vano ogni modo il più forte e del pregiudizio ch'esso lascierebbe dopo la di
e il più grave a far cedere Anselmo sopra i pun- lui morte , ove non si sollecitasse a reprimerlo.
li che riguardavano i diritti della Chiesa . El- Rispose in questi termini diretti a Tommaso :
mer. 4 novem. Allora fu che lo esortò a ritor. « Sappi che alla presenza ed in nome di Dio
nare nel suo regno , ove, al suo sbarco, venne onnipotente, io l'interdico da qualunque fun
ricevuto come l'angelo tutelare della nazione, zione sacerdotale, e ti proibisco d'ingerirli nel
ed il precursore della pubblica felicilà. La re- ministero di pastore, finchè cessando di ribel
gina in singolar modo, dopo di essere andala Jarti contro alla chiesa di Cantorberi tua ma
a rendergli affettuosi omaggi della sua filiale dre, tu non le prometta ubbidienza , siccome
pietà, lo precedette nel rimanente del viaggio hanno fatto i tuoi predecessori. Che se perse
affine di preparargli gli alloggi . Il re obbligos. vererai nella tua ribellione, proibisco, sollo pe
si di fare la restituzione di tutti i beni ch'era . na di perpetuo anatema, ad ogni vescovo della
si appropriati della chiesa di Cantorberì du . gran Bretagna , d'importi le mani , e di ricever
rante l'assenza dell'arcivescovo : di liberare ti nella loro comunione, se li farai ordinare da
tutte le chiese dalle contribuzioni imposte da qualche sicaniero . » Mandó poscia questa let
Guglielmo il Rosso : finalmente di più non da- tera a tutti i prelati d'Inghilterra, comandan
re e di non lasciar dare da verun laico l'inve- do loro , in virtù di sapla obbedienza, di met
stitura dei vescovadi e delle abadie per mezzo terla in esecuzione.
del pastorale e dell'anello. Anselmo, dal canlo Questo colpo di vigore opero anche dopo la
suo, dichiarò che la soppressione delle investi . morte del santo, il quale avendo languito sei
ture nulla diminuirebbe del rispetto e della mesi incirca , rese finalmente l'anima al suo
obbedienza effettiva dei prelati riguardo al Creatore, il 21 aprile dell'anno 1109, decimo
monarca . Immediatamente furono dati pastori sesto del suo pontificato, e seltantesimosesto
alle chiese vacanli , delle quali da lunghissimo dell'età sua . La di lui lettera contro Tomma
tempo era il numero assai grande. so , che allora ſu letta alla presenza del re, che
Stabilita in tal foggia la buona intelligenza teneva a Londra tutta la sua corte, vi fece una
e la concordia fra le due potestà, si procedette tale impressione, che undici vescovi dichiara
di concerto a ristabilire i costumi e la disci rono che vi si uniformerebbero puntualmente,
plina nel clero. A fine di efficacemente bandir. quando anche dovessero perdere la loro digni
ne il concubinato, si decreló che tutti i preli tà . Il re e l'assemblea vi acconsentirono, e fi
incontinenti abbandonassero le loro donne, nalmente l'ambizioso arcivescovo di York
qualora volessero continuare a dir messa : che promise con giuramento alla chiesa di Cantor
perdessero i loro mobili e le loro concubine, e beri l'obbedienza che le avevano prestata i
ANSELMO ( S. ) p . LUCCA - ANTEFERRI 349
suoi antecessori. Anzi pel rimanente di sua vi . che fu pubblicata varie volte colle aggiunte
ta egli ebbe un sommo rammarico di non esse del Liria e d'altri .
re stalo consacrato per mano di s . Anselmo. ANSLOA , cillà giả vescovile di Norvegia,
ANSELMO (S. ) , nato in Mantova nel seco- dipendente dalla metropoli di Drontheim , pri
lo XI , fu eletto vescovo di Lucca nel 1061 da ma che cola fosse introdotto il luteranismo ,
Papa Alessandro Il suo zio, e ne ricevette l'in. come asserisce il Labbè.
vestitura pastorale e l'anello dall'impera ANTANDRO , città vescovile dipendente
' tore Enrico II. Dolente di quest'alto abban- dalla metropolitana di Efeso.
donò la sua sede, e si ritirò nel monastero di ANTARADA . Cillà della Fenicia sulla costa
Cluni , dove rimase finchè non ebbe ricevuta del mar di Siria , che fu poscia chiamata Orlo
l'assoluzione da Papa Gregorio VII . Nel 1073 sa o Torlosa, sede di un vescovo soggetto al
riprese le funzioni vescovili, ed indi a quattro metropolitano di Antiochia, ed un tempo suf
anni fu mandato dallo stesso Papa legalo a Mi- fraganeo di Tiro. Nei concilii trovasi sotto il
lano con Gerale vescovo di Ostia per riconci nome di Costanzia , essendo così chiamata dal
liare i Milanesi colla Chiesa romana . Egli ebbe nome di Costantino il Grande. Presa dai Cro
pure altrionorevoli incarichi, e l'anno 1086 ciati nell'anno 1098, fu soggettata al patriarca
al 15 di marzo morì santamente nella ciltà di di Antiochia , finchè Innocenzo II l'assoggelto
Manlova che lo onora come suo patrono. Noi a Tiro, che formava parte del regno di Geru .
abbiamo di Anselmo due libri contro l'Antipa- salemme. Finalmente circa la metà del secolo
pa Guiberto ed i suoi aderenti in difesa di decimoquarto fu unila a Famagosta.
Gregorio VII , ed alcune raccolte composte di ANTECEDENTE. Termine usato dai teo
sentenze tratte da varii autori , nelle quali di- logi quando si parla dell'ordine dei decreti di
mostra che i beni della Chiesa non debbono Dio, ed è opposto a conseguente.
essere abbandonati all'arbitrio dei re o degli ANTEDONE, città vescovile nella Palesti
imperatori . Queste opere sono state pubblicate na dipendente dalla metropoli di Cesarea . Gio
dal Canisio, e si trovano pure nella Biblioteca seffo l'istorico dice che questa città fu anche
dei padri. chiamata Agrippa od Agrippiade in onore di
ANSELMO, monaco di S. Remigio , viveva Agrippa , e che un tal nome le fu posto da E
nel secolo undecimo. Questi ci è noto per una rode il Grande.
opera nella quale descrive prima di tutto l'an ANTEFERRI. Clausola adoprata nelle prov
tica chiesa di S. Remigio, e la nuova che le visioni dei benefizii , la quale significa che il
venne sostituita ; poi racconta la circostanza Papa intende che il supplicante sia preferilo
del viaggio che Papa Leone IX inprese da a qualunque altro. Di regola questa clausola
Roma a Reims per venire a consacrare questa non giova al supplicante in pregiudizio di un
chiesa, indicando minulamente tutto ciò che terzo, fuorchè nel caso che questi non abbia
gli accadde di memorabile sulla via . Finalmen- altro diritto sopra il beneficio che quello chia
te Anselmo chiude il suo racconto col riferire malo dai canonisti jus ad rem, e non già jus
alcuni miracoli operali dopo la consacrazione, in re, come spiega il capo Quoddam de prae
e col citare diffusamente la lellera scritta da bend . in 6.
Papa Leone a' Francesi per indurli a celebrare Conviene però in proposito dell'anteferri
il primo d'ottobre la festa della traslazione di notare, che questo non produce il suo effello
s . Remigio. di preferenza qualora si trova in concorso con
ANSELMO, canonico e decano della chiesa grazie maggiormente favorevoli ; come per e
di Laon, fiori l'anno 1103 , ed ottenne tanla sempio: se il Papa ha già concessa ed ordinata
riputazione di dottrina che gli fu consegnato la unione di un benefizio, allorchè egli ne in
un numero di giovani da instruire. Pietro A- veste alcuno colla clausola anteferri, non si fa
belardo volle sentire le lezioni di lui , ma non luogo alla preferenza, e prevale l' unione, per
ne parla con molta stima . Io mi recai , dic'e- chè la grazia dell'unione è più ampia di quel
gli , ad udir questo vecchio, il quale s'acquisto la della provvisione, mentre l'una è perpetua,
gran nome più per la pratica d'insegnare che l'altra temporale ; e la prima risguarda il van
per l'erudizione delle sue lezioni . Tutti coloro taggio della Chiesa ,la seconda quello della per
che l ' udivano, l'ammiravano ; ma i più dotti sona ; come si ha dal capo Sedes de rescript.
non ne facevano grande stima, perchè parlava elc. Quid agendum , de procur. in sexlo, e dal
bene e pensava male. Hist. calamil. suarum , l'altro Quamvis de praebend. in sexlo.
cap. 3. Anselmo fece una glossa interlineare e Ma con viene osservare, che la clausola so
marginale sull'antico e sul nuovo Testamento, praddetta , aggiunta al mandato di conseguire
350 !
ANTELMI- ANTELMO (S.)
un benefizio dopo la morte o la rinuncia di ricevuto il ballesimo. Vi si trovano poi anche
alcuno del cui beneficio sia avvenuta l'unione curiose riflessioni sull'antichità, origine, nomi
lui vivente, non dà al mandatario diritto di diversi e varia fortuna della città della cui chie
pretenderne la collazione a suo favore, come il sa tesse la storia . Era essa la cillà di Frejus in
medesimo fosse vacante, alleso che l'ordinata Provenza, dov'era stato canonico, e che in la .
unione fa nascere, nella chiesa cui fu unito tino dicesi Foro-julium .
quel beneficio, il jus in re o diritto sul bene 2. Molte dissertazioni sopra le opere di S.
licio medesimo; poiché, sebbene gli effelli del . Leone Magno e di s.Prospero , nelle quali egli
l'unione sieno sospesi sino alla morte o alla sostiene contro altri che i capitoli sopra la
rinuncia del possessore, l'unione però viene ad Grazia, la lettera a Demetriade , ed i libri del
essere eseguita prinja che siasi verificata la va. la vocazione dei genlili sono di s. Prospero, al
canza del benefizio . quale oggelto egli pone a confronto in varie
Nel caso peró, come osserva il Gomez , nel colonne disposto lo stile, l'andamento e l'or
suo frattato Mandalorum de providendo, num. dine di s. Prospero , collo stile, coll'andamen
9 , cap . 10 , in cui il Papa avesse ordinata l'u. to e coll'ordine che incontransi nelle opere in
nione di un benefizio ; ma prima che questa discorso, e dalla loro conformità conchiude che
seguisse, abbia colla clausola sopra enunziala le stesse non si possono togliere a s . Prospero
ordinato che ne fosse provvisto l'aspeltante, senza ingiustizia. Nelle sue osservazioni sul
per questa volta morendo il possessore, il man- trattato della vocazione dei gentili , dissipa le
datario sarà , in forza di quella clausola , prov- questioni che si fanno contro s. Prospero , ed
veduto del beneficio ; poichè tale provvista non esamina un'altra questione spellante a due
impedisce già l'unione rispetto alla proprielà leltere di s . Leone, la prima dirella a Settimio
del benefizio, ma solamente ne sospende per vescovo di Allino, e l'altra a ' Gennaro vescovo
quella volta gli effetti. di Aquileia .
ANTELMI (GIUSEPPE ), nato il 25 luglio 3. Una disserlazione sopra il simbolo di s.
1648 , si distinse sempre per l'osservanza dei Atanasio col titolo : Nova de symbolo alhana
suoi doveri , e per lo studio , cose che forma- siano disquisilio, nella quale rimise in vigore
vano l'unica sua occupazione. Versato som la congettura di Pithou , essere cioè quel sim
mamente negli affari ecclesiastici, divenne vi- bolo opera di un teologo francese. Questa dis
cario generale del vescovo di Pamiers nominalo surtazione è divisa in quattro parti . Nella pri
Verthamon , che allora trovavasi in grandi an ma si aggiungono alcune prove assai singolari
gustie per cagione delle decime, che avean pro- alle già note, per dimostrare che il detto sim
dollo nella diocesi sommi disordini . Antelmi bolo non è , nė può essere di s. Atanasio .Nella
colla sua dolcezza e prudenza cattivossi tal- seconda fassi una esalta indagine del tempo in
mente l'animo di lutli, che il vescovo al ri- cui il medesimo è stalo conosciuto, e poscia
torno nella sua diocesi trovò ristabilita la pace pubblicato solto il nome di s . Atanasio, e se ne
e la tranquillità. Ma nè le cure e le pene che stabilisce l' epoca alla metà circa del secolo V.
fu obbligato assumersi per quel lavoro , né la Nella terza si esamina qual possa essere il pae
sua mal ferma salute, gl’impedirono di appli- se dell'autore del detto simbolo, e confulasi
carsi allo studio e di comporre molte opere, il sistema del P. Quesnel che l'attribuisce a
nelle quali occupazioni a lui dilette egli fu tul- Vigilio di Tapso. Nella quarta finalmente si
to intento fino all'estreno si può dir di sua pretende di avere rinvenuto l'autore del sim
vita, che fini il giorno 21 giugno 1697 in età bolo in Vincenzo di Lerins. Le congelture di
d'anni quarantanove. Antelmi banno fondamento sulla conſormilà
Fra le dotte sue composizioni noi citeretno dello stile, delle espressioni e delle frasi di quel
la sua dissertazione latina : De initio ecclesiae l'autore col simbolo : non che in un passo nel
Foro-juliensis ecc ., nella quale egli dà risallo quale promette di ponderaro con maggior ac
al merito dicinque o sei vescovi che in quella curatezza le espressioni che riguardano la con
.chiesa si resero celebri nei secoli IV e V per fessione dei misteri della Trinità e dell'Incar
la loro santità e dottrina , e principalmente nazione .
dice di s . Leonzio che essa riconosce per suo ANTELMO ( S.) vescovo di Belley, nasceva
protettore. Trovansi in questa dissertazione da nobile famiglia di Savoia verso il 1107. Fu
alcune osservazioni sulla disciplina della Chie- dapprima dignitario dei capitoli di Ginevra e
sa, e singolarmente sulla costumanza praticata di Belley, rinunzió, ancora giovane, almondo,
in essa dal V all'VIII secolo di comunicare i e locco della vita edificanle dei Cerlosini , os
1 fanciulli sollo le due specie appena avevano servò con gran ſervore la regola di tali solita.
ANTELUCANO - ANTICRISTO 351
rii , e venne elello generale del suo ordine. suo libro delle eresie fa menzione di costoro,
Tornò nel pristino stato la disciplina che si nulla ci dice intorno al tempo in cui compar.
era alterata , e poi si dimise dalla sua dignità. vero a diffondere tanto sciocca doltrina .
Malgrado il suo amore pel ritiro , rese grandi ANTIBO (Antipolis) , città di origine greca
servigi alla Chiesa, divisa allora da uno sci in Provenza, che nei prischi tempi era sede
sma; seppe sconcertare i progetti dell'Antipapá vescovile, dipendente dalla metropoli di Aix ,
Vittore III cui sosteneva l'imperatore Federi ma che poscia passò sollo Embrun , finchè il
co Barbarossa, e contribui a far prevalere il Papa Innocenzo IV ne trasferì la sede a Gras
partito di Alessandro Ill , che era stato creato se nell'anno 1244.
secondo le formie canoniche, e ne fu ricompen ANTICIPAZIONE è una figura nella retto
sato col vescovado di Belley ; ma fu d'uopo di rica ebraica . V. PROLEPSI.
un ordine del Papa onde obbligare sant’Antel ANTICRESI. E vocabolo greco che significa
mo ad accettare tale onore. Egli cominciò la contrarius usus, ed è un contratto pel quale
riforma della sua diocesi da quella del clero, un debitore consente che il suo creditore goda
dimostrò una costante fermezza nelle contese le rendite del suo fondo o retaggio in luogo de
che egli ebbe con Umberto, conte di Savoia, gli interessi del debito o del prestito fino a che
scomunicó questo principe, per aver permesso ne sia pagato. Quindi differisce dal pegno in
ad uno dei suoi arcieri di uccidere un prete ; ciò che la compensazione non si fa nel pegno
ma il Papa, avendo assolto Umberto di Savoia, che in concorrenza del valore dei frulli e del
Antelmo lasciò la sua sede per ritirarsi nella l'inieresse legale, in modo che ciò che a que
grande Certosa . Venne, d'ordine del Papa, ri sto manca deve essere supplilo, e ciò che cresce,
condotto alla sua chiesa , diede nell'ultima sua dedotto dal capitale ; quando invece pel con .
malaltia l'assoluzione al conte Umberto , il tratto di anticresi la compensazione si fa in
quale venne a domandargliela, e mori ai 26 di maniera assoluta e senza stima : ciò che dà luo
giugno 1168 , d'oltre a 70 anni . go a molti abusi , e in diritto canonico ha
ANTELUCANO. Dagli scrittori ecclesiasti- consigliato la condanna di questa specie di
ci si applica questo aggettivo alle cose fatte contrallo, cap. 1 , 2 , exl. De usur. La ragione
nella notte o innanzi giorno. Troviamo spesso si è perchè colui che presta denaro non è pa
farsi menzione di assemblee antelucane ( coetus drone del pegno, e per conseguenza non può
antelucani ) dagli scrittori ecclesiastici, quando giovarsene senza ingiustizia, dovendo i frutti
parlano delle sante radunanze che tenevano i di una cosa cadere a vantaggio del padrone di
primitivi cristiani ai tempi delle persecuzioni ; essa : res fructificat domino suo ; e quindi se la
onde uniti , fuggendo alla osservazione dei gen- cosa impegnata perisse per caso fortuito , la
tili , cantare le laudi del Signore , fortificarsi perdita cadrebbe su colui che ha ricevuto in
coi divini misteri , affine di esser pronti al. prestito il danaro : res peril domino.
la confession della fede dinanzi ai tiranni . ANTICRISTO . Il nome di Anticristo in ge
ANTERO ( Sant ' ), Greco di nazione, elet nerale è dato a quelli chi si oppongono a Gesù
to Papa dopo la morte di Ponziano, ai 21 di Cristo, cioè alla sua dottrina . In questo senso
novembre 235 , ed lempo della persecuzione gli eretici nella Scrittura sono chiamati anco
di Massimino. Antero non occupò la santa Se- anticristi , e G. C. disse ch'egli era già venuto ,
de che un mese ed alcuni giorni . Mori ai 3 nella prima epistola dis. Giovanni , cap. 41. Ma
di gennaio 236. preso nel suo particolare significato, questo no
ANTIADIAFORISTI . Voce composta dalle me dinota l'empio che deve comparire nell'ul
due parole greche avre ed voic.popos, che con- timodi del mondo, e la Scrittura neha descritti
giunte significano opposti agli adiaforisti od i caratteri . 1. Sarà egli un uomo malvagio , op
indifferenti. Gli Antiadiaforisti erano cerli ri- posto ad ogni bene : Homo peccati filius perdi
gidi Luterani , i quali disapprovavano la giu- tionis, qui adversatur , el extollitur supra
risdizione vescovile, e non volevano riconosce omne quod dicitur Deus. 2. Vorrà egli farsi
re per ammissibili, anzi disprezzavano come adorare per un Dio : ila ut in templo Dei sc
inutili le cerimonie della Chiesa, nella qual co- deal , ostendens se tamquam sil Deus. 3. Risve
sa si opponevano ai Luterani moderni, i quali glierà contro la Chiesa la più gran persecuzio
chiamavansi ADIA PORISTI ( V. ). ne e molti cristiani vi soccomberanno. 4. Farà
ANTIASISTI . Eretici che dicevano essere falsi miracoli , per i quali molti saranno se
la fatica un delitto, per cui passavano la loro dotlı : Erit lunc tribulatio magna qualis non
vita in una massima accidia, e per lo più ric fuit ab inilio mundi, .... surgent pseudochri
posando o dormendo. San Filastrio, il quale nel sli , dabunt signa magna el prodigia , ila ul in
332 ANTIDATA - ANTIDICOMARJANITI
crrorem inducantur , si fieri potest, etiam -- Occidente, spiegherà il suo furore contro l'im
lecti. 5. G. C. distruggerà quell'empio col pero di Cristo . Exlollit super omne quod
soffio della sua bocca e lo condannerà collo dicitur Deus, aut quod colitur, ila ul in lem
splendore della sua presenza : Quem Dominus plo Dei scdeat. Allora Iddio darà il suo spiri
Jesus interficiet spiritu oris sui, el destruello, come si legge nel capo XI dell ' Apocalisse,
illustratione adventus sui. 6. Si farà una gran duobus lestibus, cioè ad Enoc ed Elia, et pro
ribellione contro la Chiesa , prima della sua phelabuntdiebus mille ducentis sexaginta , aini
venuta . 7. Egli non verrà se non che росоo prima cli saccis ... Cum finierinl testimonium suum ,
della fine del mondo , e dopo che il Van . bestia, quae ascendil de abysso, faciel adver
gelo sarà predicato a tutti i popoli : El in sus cos bellum , el vincet illos, el occidet cos.
omnes gentes primum oportet praedicari Evan- El corpora eorum jacebunt in plaleis civitalis
gelium ... Exsurgenl pseudochristi ... etc. post magnae quae vocatur spiritualiter Sodoma el
tribulationem illam sol contenebrabitur. Pri . Ægyptus, ubi el Dominus corum crucifixus
masio, Roberto, Haimon ad altri asseriscono , est. El post dies tres , el dimidium spiritus vitae
che l'Anticristo verrà dalla regione di là a Deo intravit in eos, et sleterunt super pedes
dall'Eufrate, dove credevano esistere le die suos et limor magnus cecidit super eos , qui vi.
ci tribù e quella di Dan . Beda e s. Girola- derunt eos , el audierunt vocem magnam de
mo stimano , che i suoi genitori saranno il coelo, dicentem eis : Ascendite huc ; el ascende
Demonio ed una donna la più prostituta. San runt in coelum in nube. I giusti si salveranno
Girolamo sul ca po 8 di Daniele scrive questo nel monte degli Ulivi ; e ad essi verrà G. C.
dell'empio: Unus de hominibus, in quo Sala- L'Anticristo salirà fino alla cima del monte,
nas habitaturus silcorporaliter .Sant'Ilariodia. dove sarà ucciso senza alcun che l'aiuti , come
cono inoltre dice , che comeGesù Cristo per via sembra accennar Daniele con queste parole:
di miracoli dimostró la inaestà della sua di- Figet tabernaculum suum Apadno inter duo
gnità, cosi l'empio si sforzerà con falsi prodi . maria super montem inclytum el Sunctum, el
gii d' esser égli Dio . Si dice che l'Anticristo veniet usque ad summilalem ejus, el nemno au
ubbidirà al Diavolo , acciocchè metta in opera xiliabilur ei. Si legga il Malenda de Antichri.
contro i fedeli ogni sorta di crudeltà . slo, e Calmet nella Dissertazione prefissa al
Resta ora da parlare in ordine al suo impero. l' Epistola di s. Paolo a' Galati. Ved. anche
Siccome si crede oriundo da Babilonia , cosi FINE DEL MONDO.
credesi che regnerà in essa città , come scrivono ANTIDATA, non è altro che un giorno più
Lattanzio e s.Girolamo, e da ogni parte i Giu- remoto di quello ch'è in fatto scritto in un
deisi ridurranno a lui , a quali darà egli i primi testamento, od in una lettera : come allorchè
uffizii della corle e del regno, al dir di S. Gi . si scrive una lettera od un testamento il gior
rolamo. Talmente guadagnerà co’falsimiracoli, no 20 giugno, e gli si dà la data del 1 giugno ;
colle lusinghe gli animi di coloro, che si sot . dove apparisce che l'antidata può aver luogo
tometteranno a lui comea vero Messia, e imme- tanto in s uno tromento giudiziale, quanto in
diatamente s'incamminerà contro del romano uno privato.
impero, secondo le parole di Daniele , le quali si L'antidata in amendue i casi è una menzo
adattano al regno dell'Anticristo : Bestia quar- gna scritta , e di conseguente un peccalo . Ma
ta terribilis, alque mirabilis et forlis nimis , l'antidata in un pubblico stromento è un pec
dentes ferreos habebal magnos, comedens alque calo più grave, tanto se sia fatta da un pub
comminuens, et reliqua pedibus suis concul- blico impiegato, quanto da una persona pri
cans : dissimilis autem erat cacleris besliis, vata .
quas videram ante cam , et habebal carnua L'antidata , ove sia scoperta , viene puni
decem. Considerabam cornua , et ecce cornu ta con gravissime pene in colui che la pose.
aliud par vulum ortum est de medio eorum, et Imperocchè la data è una cosa di somma im
tria de cornibusprimis evulsa sunt a facie ejus. portanza , come quella che serve a dimostrare
Quest' em pio ha dieci corna . Il corno piccolo se un qualche istrumento sia perfello ed au
è l'Anticristo, e le tre corna strappate dalla lentico : per la qual cosa le leggi ricercano que
sua faccia, i tre re che dovranno disfarsi dalui . sta solenne cerimonia, coine si può vedere dal .
La caduta di questi tre regni precederà alla le varie prescrizioni del codice.
fine dell'impero romano . ANTIDEMONIACO . Questa voce allro non
Soggiogato l'Egillo , l ' Etiopia e la Libia , dinota che un erelico od empio che nega l’esi
volterà l'armi contro Gerusalemme , l a quale stenza dei demonii.
facilmente soccomberà, e sarà sede dell'impe ANTIDICOMARIANITI , sella di eretici , i
ro . Dopo soggiogato l'impero d'Oriente e di quali pretendevano che la Vergine Santissima
ANTIDORO - ANTILIBANO 353
avesse avuti molti figli da s . Giuseppe, e che ANTIFONARIO. Da che il canlo gregoria
perciò non fosse stata sempre vergine. Questi no fu introdotto nella liturgia della Chiesa, e
furono i discepoli di El vidio e di Bonoso , co- secondo questo vennero modulati quei versetti
me meglio vedremo alla voce Elvipio. che si antepongono ai salmi, e quelle parti sa
ANTIDORO. Voce greca composta daduri, cre che nella commemorazione degli Apostoli ,
che significa pro, loco, vice, in luogo, invece, dei martiri , confessori, vergini ecc., si sogliono
e da dopov, donum , dono. Presso i Greci l'An- recitare, era necessario che di ogni cosa si fa
lidoro è un pane benedetto che si distribuisce cesse raccolta , onde fosse il tutto allestito ed
invece dell'Eucaristia a quelli che non hanno ordinato ad evitare nella liturgia la confusio .
potulo parteciparvi; ed è eziandio il pane, da ne, e quell'indugio che deroga alla gravità dei
cui se ne taglia una parte per la consacrazione. sacri riti. Il libro adunque in cui ciò tutto or
ANTIFELLA , ciltà vescovile sotto la me- dinatamente si sta , chiamasi antifonario, e di
tropoli di Mira, in Asia, detta altre volte He esso usano i sacri ministri quando, specialmen
bessus. La storia ricorda un solo Vescovo di te nel coro, celebrano solennemente le funzio
questa città chiamato Teodoro, il quale assi- ni divine per ciò che riguarda la salmodia.
stette al concilio di Calcedonia. ANTIGONO Soccheo , maestro di Sadok
ANTIFONA , che è parola greca, non altro capo dei Sadducei. Questi per un eccesso di
significa se non reciprocazione o avvicenda- spiritualismo insegnava che conveniva rendere
mento di voci ; cioè un controrispondere di al Signore un culto puro e disinteressalo , mas
voce a voce. Nella ecclesiastica liturgia si diè il , sima che fu interpretata di versamente da Sạ
nome di antifona a quel sacro versetto che si dok suo discepolo, il quale trasse la conclusio
premette al cantare o recitare di un salmo, e ne , non esservi nell'altra vita nè pena nė pre
dietro la cui intonazione un coro alternativa . mio, per cui conveniva in questo operare il be
mente risponde all'altro. Le antifone non van ne e fuggire il male, senza vista ditimore e di
no mai sole, ma, secondo le prescrizioni ritua speranza . Questa, dicono gli Ebrei , fu l'origi
li , si ripetono quando intere, e quando no, al ne della setta dei Sadducei . Antigono era suc
principio ed al fine di ciascun salmo; e ciò per cesso nella tradizione della dottrina al gran
indicare, come interpreta un dotto scrittore, la sacerdote Simone il Giusto, che fu som mo
unione e la carità con la quale devonsi inizia pontefice dall'anno del mondo 3702 al 3711 ,
re e finire le nostre azioni , che non armonizze avanti G. C. 209.
ranno grate al Signore, ove non sieno accom ANTIGONO , figlio di Giovanni Ircano, as
pagnate da quella che, fra tutte le virtù, è più sociato al trono da suo fratello Aristobulo. La
d'ogni altra necessaria all'uomo cristiano. San loro unione fu turbata dai gelosi e calunnia
t'Ignazio, patriarca d'Antiochia , secondo alcuni , tori , i quali giunsero a tanto di rendere Anti
trovo quest'uso delle antifone nella chiesa di gono sospetto ad Aristobulo, e sebbene questi
Oriente , ma sembra più conforme al vero che disprezzasse le calunnie e le male arti dei ne.
soltanto due secoli appresso fossero introdotte mici di suo fratello, nullameno giunsero a tan
da Floriano e Diodoro , monaci antiocheni . to da farlo porre a morte.
Nell'Occidente poi non vha dubbio che il ANTIGONO , figlio di Aristobulo, tratto pri
primo ad aggiungerle alla liturgia non fosse gione col padre a Roma da Pompeo, riebbe la
l'arcivescovo di Milano sant'Ambrogio. Il Papa liberlà da Cesare, che rinvio Aristobulo in
Damaso approvò il fatto; donde avvenne che Giudea a patto di sollevare quella provincia
da taluno ne fosse egli riguardato siccome l'au- contro Pompeo, ciò ch'egli non potè eseguire
tore. Le antifone si possono dividere in tre perchè avvelenato dai partigiani di Pompeo.
classi ; e sono, o scritturali, allorchè si com- Antigono allora ricorse a Cesare, ilquale non
pongono di parole tolte dalla Scrittura Santa ; fece luogo alle sue domande. Sventurato nel
o storiche, in quanto ricordano un qualche l'esito della sua impresa, e per sostenersi sul
avvenimento ; o miste, se partecipano di Scrit- trono della Giudea, ebbe alla fine tronco il ca.
tura e di storia. Qual senso poi morale si po in Antiochia per le operazioni di Erode, e
occulti sotto questo rito della Chiesa, lo ab- l'esecuzione di Antonio, l’anno 33 av. G. C.
biamo nelle seguenti parole del Pontefice san ANTILIBANO, catena di monti posta al
Gregorio Magno ; « In tanto con alterna mo . l'oriente del Libano e che forma con esso
dulazione cantiamo i salmi, in quanto che l'a . una lunga serie di montagne che si estende
more non puole essere giocondo se cessi di da settentrione a mezzodì e da mezzodi a set
essere scambievole . » Homil. 3 in Ezech . tentrione per lo spazio di quasi ottapta leghe.
ANTIFONALE : V. ANTIFONARIO .
Il testo ebraico della Scrittura non parla mai
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc. VI. 45
314 ANTILOGIA - ANTINOE
dell'Antilibano, servendosi sempre del nome un'opera di più imporlanza . Gli venne difalto
generico di Libano . I Settanta mettono al con- proposta la continuazione delle Decretali, ope
trario sempre Antilibano invece di Libano. ra interrotta per la morte del p. Costance e del
ANTILOGIA , ovvero contraddizione, oppo- p . Mopipot , ed egli ne accettò l'impegno ; ina
sizione. Si trovano nella Scrittura molte con fu costretto di lasciarla per applicarsi ad altro .
traddizioni apparenti , che gl ' interpreti e Molli religiosi aveanvi travagliato successiva
commentatori si occuparono di conciliare. E mente, e la gloria di terminarla sembrava ri
impossibile che lo Spirito Santo, il quale è serbala al p . Mauro d'Antine, il quale vi si oc
che nel
l'autore della sacra Scrittura , si contraddica cupò con tale impegno e successo ,
e cada in contrarietà reali ; ma la poca cono- l'anno 1733 vennero in luce i primi quattro
scenza che noi abbiamo delle cose divine e so- volumi , ricevuti con generale applauso dal
prannaturali, l'ignoranza in cui versiaino del . pubblico, come anche il volume 5.0 che sorli
la lingua , della storia e degli usi degli Ebrei , l'anno seguente, nel quale fu il p . Mauro obbli
la perdita di molti antichi monumenti, la con- gato a lasciar Parigi ed a ritirarsi a Pontoise.
discendenza che spesso ebbe il Signore di espri- Restava da pubblicarsi il 6. volume, ma D'An
mersi con una maniera umana e popolare tine v’aveva già data l'ultima mano e lo ave
quando parla delle sue perfezioni divine e del . va lasciato al p . Charpentier allora suo compa
le sue opere; tutto ciò contribuisce a spargere gno e socio nell'opera. Nel suo ritiro di Pon
della oscurità nei libri sacri , ed a farci vedere toise d'Antine applicossi ad altri studii. Dies
delle contraddizioni che non sono che appa- , si alla meditazione dei libri santi e soprattutto
renti , e sempre relative alla nostra maniera di a quella parte di storia intorno alle lodi del
concepire le cose . La verilà sempre in essi si Signore ; studio che gli fece nascere il pensiero
trova , dice sant'Agostino, De pracd. et gral. , di farne una traduzione dalla loro lingua ori
cap. 1 , ma talvolta in un modo più chiaro, tal ginale. Fece egli stampare dall'ebraico dei sal
altra più oscuro : Cum in voluminibus sacra mi con note tolte dalla Scrittura e dai Padri
rum Lillerarum ... aliqua velul a verilate per facilitarne l'intelligenza , e nel 1739 ne
diversum sonanle sentenlia , vel novelur lector, fece fare una seconda edizione, ed una terza
vel sollicilalur audilor , cerla et inconcussa nel 1740. Queste Ire edizioni non bastarono
fide Ieneri debet unius atque ejusdem Spirilus, ancora a soddisfare le ricerche del pubblico: egli
el ejus praeler quem nihil esl verilalis, aper . pensava di farne una quarta in nuova forma,ma
tius alibi, paulo obscurius alibi sonare mysle. la morte lo impedi . Le scoperte e le osservazio .
ria, ecc . ni ehe d'Antine fece sopra i diplomi in tale
ANTILUTERANI . Sacramentarii i quali occupazione cougiunte alle cognizioni ch'egli
dopo di essersi divisi dalla Chiesa con Lulero, aveva già acquistale ne'suoi sludii precedenti,
hanno poscia abbandonato questo novatore, ed gli suggerirono il progelto di un metodo per
hanno fallo selte differenti, come i Zuingliani , togliere le difficollà che s'incontrano nella cro
i Calvinisti, gli Anglicani ecc. nologia e nelle date degli antichi monumenti .
ANTIMENSA , Antimensia. Questa antinien . Concepi egli tale progetto nell'anno 1743, е
sa è una tovaglia che tien luogo d'altare con per suo uso parlicolare formo nell'anno stesso
sacrato presso i Greci. Questo tovaglie o pan . una tavola cronologica ed un calendario per
nilini servono loro perlanto quali altari con- petuo, senza che in allora proponessesi l'auto
sacrati sopra i quali si celebra la messa. re di darvi una maggiore estensione ; ma col
ANTIMO (S.) , vescovo di Nicoinedia nella tralto successivo v'aggiunse delle lavole cro
Bitinia e martire, fu decapitato per la fede nologiche e storiche dei concilii , dei Papi ecc .
sotto Diocleziano, il quale fece col santo Ve. La morte s'oppose al compimento di tal sua
scovo morire un gran numero d'altri cristiani . impresa. La lavola cronologica ed il calendario
I Latini onorano la sua memoria il 27 aprile. erano già terminati, allorchè fu assalito da un
ANTINE ( Mauro Francesco D' ), dotto re- colpo apopletico che lo tolse dal mondo il 3 di
ligioso della congregazione di s. Mauro, nacque novembre 1746 , nell'anno 59 dell'età sua.
il primo d'aprile 1688 a Gontieux nella dio ANTINOE, città vescovile della Tebaide su
cesi di Liegi . Si consacrò a Dio nell'elà di 23 periore, fu fabbricata dall'imperatore Adriano,
anni sotto la regola di s. Benedetto. Appena fi. e cosi chiamata da un giovane che si annego in
nito il corso de'suoi studii , ebbe l'incarico dai quel fiume. Alcuni hanno preteso che questa
suoi superiori d'insegnare la filosofia; ma l'in- fosse la capitale del paese ; ed i cristiani vi fos
segno per un anno, dopo il quale i suoi supe- sero in gran numero al tempo di Diocleziano.
riori lo chiamarono a Parigi per occuparlo in A'nostri giorni viene chiamata Insene.
ANTINOMIANI - ANTIOCHIA 533
ANTINOMIANI. Nome di alcuni eretici i Gerusalemme, andarono come per cercare si
quali sostengono che l'antica legge è di nessun curo asilo nella Fenicia , nell'isola di Cipro ed
utile od obbligo dopo il Vangelo, o mantengo. in Antiochia : e poichè fra di loro eranvi alcu
no dottrine , secondo le quali non vi sarebbe ni di Cipro e di Cirene, cosi annunciarono
necessità di buone opere e di una vita virtuo- Gesù Cristo, non solo agli Ebrei , ma anche ai
sa. Questa setta fu fondata verso l'anno 1538 Greci. Dio benedisse alle fatiche loro, e molli
da Giovanni Agricola e si sparse in Inghilter- furono quelli che, lasciata l'antica, la nuova
ra durante il prolettorato d'Oliviero Cromwel , legge di grazia abbracciarono. Della qual cosa
stendendo il suo sistema assai più oltre che come la chiesa di Gerusalemme fu informata,
non avesse fatto Agricola discepolo di Lutero. furono solleciti gli Apostoli a spedire in Alle
Alcuni dei suoi capi espressamente sosteneva. tiochia Barnaba, il quale, lielo di osservare i
no, che siccome l'eletto non può perdere la progressi della grazia di Dio nel popolo di quel
grazia, nè il divino favore, le cattive azioni ciltà, colle più vive preghiere ed istanze lo
che essi commettono non son veramente col- esortò a perseverare nel bene incominciato . Ne
pevoli , nè da considerarsi come prove di vio- solamente Barnaba si accontentò delle ammo
lazione della legge divina, e che, in conseguen. nizioni onde perseverassero, ma congiuntamen
za, non occorre loro nè di confessare le loro te a Saulo che seco avea vi condotto da Tarsi,
colpe, né di pentirsene. Secondo essi , uno dei dove lo aveva incontrato, incominciò ad ope
caratteri essenziali e distintivi degli elelti si è rare onde rimuovere la caligine dagli occhi di
che non possono far nulla di spiacevole a Dio, quelli che ancora gli avevano oltenebrati, ed
o di proibito dalla legge . La dottrina di Agri- in un anno che ivi si trattenne, lante furono le
cola era oscura in sè stessa, e fu assalita dallo conversioni, e si moltiplicarono cosi i credenti
stesso Lutero, il quale scrisse con virulenza in Gesù Cristo , che per la prima volta fu ai
contro di lui, e fu il primo a chiamare lui ed essi dato il nome di Cristiani, come abbiamo
i suoi proseliti Antinomiani. Agricola intrapre- dagli Atti Apostolici al capo undecimo. Nei
se di Jifendersi e si lagnò che gli venissero im- quali Alli cosi lo scrillore s. Luca prosegue : 1
pulate opinioni da lui non professale. Nicola In questo len po vennero da Gerusalemme ad
Amsdorf fu parimente imputato di essere anti. Antiochia dei profeti, uno dei quali, chiamalo
nomiano e sembra che fosse trattato più acre. Agabo, predisse per divina ispirazione che vi
mente che Agricola medesimo. sarebbe stata in tutto il mondo una grande ca
ANTINOMISMO. Opposizione alla legge. I restia, come avvenne di fatto solto il regno di
riformatori di Wittemberga si servivano di Claudio. Allora i Discepoli stabilirono di man
questa espressione per caratterizzare la dottric dare, ciascuno secondo le sue forze, delle ele
na di Giovanni Agricola, il quale professando inosine ai fedeli della Giudea, ciò che essi ese
l'insufficienza della legge, e particolarmente guirono per mezzo di Barnaba e Saulo. Quesli
quella dei comandamenti di Mosè per la con due Apostoli reduci in Antiochia dopo di avere
versione degli uomini, riconosceva esclusiva- percorse varie provincie dell'Asia, raccolsero
mente nell'Evangelio e specialmente nel dogma i fedeli della città, e loro esposero le meravi
il potere di renderli' migliori. La disputa teo- glie operate da Dio per mezzo loro fra i genuli.
Jogica relativa all'antinomismo comincio nel . Fu allora che alcuni venuti dalla Giudea in
l'anno 1527 , e durò per quarant'anni. Sotto segnarono ai fratelli questa dottrina : Se voi
la parola legge i disputanti non sempre inten- non siele circoncisi secondo la legge di Mosè,
devano la stessa cosa ; gli uni ne facevano uso non potele oltenere salvezza. Acl. , cap. 15 , vers.
per designare la legge morale in genere, gli al- 1. Ma Paolo e Barnaba avendo resistito con
tri l'opponevano alla fede, e v'era altresi chi molta forza a questa dottrina, si determino che
l'applicava ai precetti positivi dell'antico e i due Apostoli ed alcun altro dell'opposto par
del nuovo Testamento. tito, si portassero in Gerusalemme per diluci
ANTIOCHIA , città capitale della Siria, upa dare questa controversia cogli Apostoli e coi
delle più belle d'Orienle, era il soggiorno di seniori. Si raccolse pertanto la chiesa di Geru
upa grande moltitudine di Ebrei, chiamati dai salemme, e s. Pietro presiedette a quella adu
successori di Antioco Epifane, i quali godeva- nanza in cui si decise , che quelli che avevano
no del diritto di cittadinanza, come i Greci , e professata la fede di Gesù Cristo, non erano
vi avevano pur anche una magnifica sinagoga, obbligati alle cerimonie legali ; decisione resa
esercitandovi liberamente i loro rili e le loro nota con lettera ai fedeli di Antiochia, lettera
cerimonie. I discepoli di Gesù Cristo, dispersi che loro fu recala da Paolo e da Barnaba, con
dalla persecuzione loro mossa dagli Ebrei di alcuni altri discepoli . Essi ne fecero lettura alla
536 ANTIOCHIA
presenza di quei nuovi Cristiani,chene ebbero rono contemporaneamente dopo s. Pietro : E
molla consolazione. Cosi s . Luca ci descrive i vodio ordinato vescovo da s. Pietro pegli Ebrei,
primordii di quella cbiesa . Ignazio da 8. Paolo pei gentili , Cosi l'autore
San Girolamo, dilucidando il capo secondo delle Costituzioni Apostoliche. La fede fece in
della Lettera ai Galali , osserva che s . Luca non poco tempo dei mirabili progressi sotto la di
ha riferito nei suoi Atti tutto ciò che fecero gli rezione di questi due Vescovi. Non si potreb
A postoli ; osserva , per esempio, ch'egli non ha be però garantire ciò che dicono alcuni autori
delto, come s. Pietro fosse prima vescovo di dietro san Giovanni Grisostomo, cioè che ai
Antiochia e poi di Roma. E nel suo Catalogo tempi di s. Ignazio si contassero in questa cit
degli scriltori ecclesiastici assicura , come fatto tà fino a duecentomila cristiani ( Homil. in
1 Ignal. ). Il santo doltore vuol solamente far
di cui non si può dubitare, che quell'Apostolo
aveva governata pel primo la chiesa di Antio. conoscere, che quel santo martire occupavasi
cbia, da cui passò a stabilirsi a Roma . Eusebio indefessamente alla conversione degli abitanti
di Cesarea asserisce la stessa cosa ; e non sem di questa grande città, che montavano a due
bra che si possa pensare altrimenti per poco centomila . È però vero che fino dai primi tem
che si consulti la tradizione. Non è cosi facile pi, i Cristiani erano in gran numero. Giuliano
però l'indicare in qual tempo preciso s. Pie. lagnavasi nel IV secolo che fosse abbandonato
iro abbia governata questa Chiesa . Ciò che ne il culto degli dei , mentre i Cristiani derideva
dice l’autore della Cronaca Pasquale è asso- no pubblicamente lo zelo con cui adoperavasi a
lu tamente contrario al testo di s. Luca; e se è farne rivivere la venerazione, e disprezzavano
vero, come narra Eusebio dietro Apollonio,che il filosofo Massimo, da cui Giuliano imparava
Gesù Cristo abbia ordinato ai suoi Apostoli di i precetti dell'antica religione, e non mostra
non uscire di Gerusalemme, se non dopo do vano rispetto che al X ed al K , cioè a Gesù
dici anni ( lib. 3.Hisl., cap. 18), non è possibile Cristo ed a Costantino . E quell'Apostata , pun
che s. Pielro sia stato in Antiochia nel quarto to pur anche dalle arguzie colle quali gli abi
anno dopo l'ascensione di Gesù Cristo. Sareb- tanti d'Antiochia divertivansi a spese di sua
be ben più naturale lo stabilire questo viaggio barba e della ridicola affettazione con cui mo
al tempo in cui san Paolo ci dice, ch'ei gli si stravasi in pubblico come uomo singolare; s'ab
oppose perchè era riprensibile; imperocchè bandonava sovente ad una collera feroce contro
prima dell'arrivo di alcuni Giudei in quella di essi , e li minacciava delle ultime violenze.
città , dice s . Paolo , egli mangiava coi gentili ; Questa chiesa fu tosto considerata come la
ma dappoi si separó da loro per non iscanda- terza del mondo cristiano dopo quelle di Roma
lezzare quelli che parteggiavano per le cerimo- e di Alessandria , che credesi pure fondata da
nie legali. Ora questo si rfferisce a ciò che dice s. Pietro, ed a cui si riferiscono quelle parole
s. Luca (Act. 13 , 1 ) di alcuni venuti dalla Giu- della sua prima lettera al capo 5 , vers . 13 : Lu
dea , i quali sostenevano altamente doversi pra- chiesa che è in Babilonia vi saluta, unitamente
ticare la circoncisione, così che havvi luogo a al mio figlio Marco. Anche il primo concilio di
credere che l'apostolo Pietro si separasse dai Nicea pone questa chiesa d'Antiochia imme
gentili per sola compiacenza verso questi nuo diatamente dopo quella d'Alessandria , e vuole
vi venuti. Ora questo avvenne verso il quaran- che goda degli stessi diritti della capitale del
tesimoquarto anno di Cristo , quando Erode l'impero e della capitale dell'Egitio ; ma i
Agrippa morì in Cesarea di Palestina, dopo che vescovi d'Antiochia non ebbero il coraggio di
san Pietro fu miracolosamente liberato dalla sostenere nel progresso dei tempi i diritti della
prigione di Gerusalemme, ove quel principe loro sede. Flaviano, successore di Melezio in
lo aveva fatto rinchiudere . Ed in questa epo- questa chiesa, avendo bisogno del soccorso dei
ca noi poniamo l'episcopato di san Pietro in Vescovi della provincia di Bisanzio, acconsenti
Antiochia ed il principio del patriarcato di in pregiudizio di Paolino che ne era vescovo ,
questa città ; ma non possiamo fissare il tempo che la sede di Costantinopoli fosse la seconda
preciso in cui questo Apostolo stelte al gover- dopo Roma, e che quella di Antiochia fosse la
no di questa chiesa . San Girolamo dice ch'egli quarta . Questa cessione di diritto fu convali
vi tenne la sede per sette anni. Egli è certo data nel quarto canone di un concilio tenuto
però che san Pietro non andò a Roma se non nell'anno 381 e confermata nel ventesiinoltavo
sotto l'impero di Nerone. del concilio di Calcedonia, in onta all'opposi
San Pietro , partendo per Roma, nominở zione dei vescovi di Roma e di Alessandria.
suo successore in Antiochia Evodio, cui succes Non si possono abbastanza descrivere i mali,
se Ignazio . Alcuni pensano che ambi governa- . cui andò soggetta questa illustre patria di san
ANTIOCHIA 337
Giovanni Grisostomo, e tutte le vicissitudinia alcuno in Antiochia , che ricevesse il concilio
cui fu esposta tanto nello spirituale come nel di Calcedonia, ed i vescovi di Egitto che non
temporale. La desolarono l'eresie, gli scismi la erano veri Giacobiti o monofisiti, ma solamen
Jacerarono. Paolo di Samosata fu il primo che te Monoteliti, erano costretti a farsi ordinare
v’inalberò lostendardo dell'eresia. Siraccolsero dai vescovi della Siria marittima della diocesi
a questo proposito due volte i Vescovi di va- d'Antiochia .
rie provincie e diocesi, e finalmente lo depose. Questa trista condizione del patriarcato di
ro. Eustazio fu cacciato di sua sede dagli Aria Antiochia commosse vivamente il Papa s. Mar
ni che gli surrogarono Paolino di Tiro, quindi lino. Egli raccolse un concilio nella chiesa di
Melezio, che credevano del loro partito ; ma i Laterano ; e siccome non eravi allora alcun pa
Cattolici rigettarono quest'ultimo e si unirono triarca di Gerusalemme, nominò Giovanni,
a Paolino, che fu ordinato da Lucifero di Ca. metropolita di Filadelfia in Arabia , visitatore
gliari con alcuni altri Vescovi per opporlo a in suo nome di tulle le chiese d'Oriente, con
Melezio, di cui era sospetta la fede. Eranvi ogni potere ed autorità , affinchè stabilisse Ve .
cosi due Vescovi in Antiochia, i quali si combat. scovi e sacerdoti tanto in Gerusalemme che in
tevano l'un l'altro. Paolino, che sopravvis- Antiochia atti ad opporsi all'errore e a rista
se al competitore , fu scacciato egli pure , bilire la sana dottrina, raccomandandolo perciò
gli Ariani occuparono successivamente questa a due Vescovì della provincia di Arabia, pre
sede sotto gl'imperatori Costanzo e Valente, gandoli a sostenere il suo inviato con soccorsi
sino all'impero di Teodosio. Dopo il concilio e consigli. Ignoriamo quale fosse l'esito di que
di Calcedonia, celebrato nel secolo V , Pietro sta legazione. Sappiamo però che dopo Maca
Fullone e molti altri nemici dichiarati di quel rio, che fu condannato nel sesto concilio gene
concilio occuparono la sede di Antiochia . Se- rale l'anno 681 , la sede d’Antiochia , deserta
vero, il più cattivo di tutti , fu l'autore della di pastore fino dall'anno 637 , per l'invasione
eresia dei Monofisiti, e si sforzo di dilatarla ed il dominio dei Saraceni , quantunque avesse
in tutto l ' Oriente. I suoi discepoli, che erano sempre un Vescovo nominato , ma senza resi
in un grandissimo numero, gli diedero un suc- denza, fu vacante anche di elezione per qua
cessore della medesima setta, e da quel tempo ranta anoi prima del regno di Costantino Co
fino a noi non vi fu Vescovo in Antiochia che pronimo, fino al primo od al secondo anno di
non tenesse l'errore di Severo. Si chiamano sua dominazione 741 , in cui Hezan , califfo di
patriarchi dei Giacobiti siriani o suriniani. Antiochia, permise finalmente ai Cristiani di
Essi non hanno posta la loro sede in Antiochia eleggersi un Vescovo, che continuarono a no.
come i precedenti ; ma la trasportarono a Ta. minare sino alla fine dell'XI secolo, quando
crito in Mesopotamia , che è una città posta Antiochia fu presa dai Latini contro i Sarace
allo sbocco del Tigri . Presentemente la loro pi . Giovanni , allora Patriarca , non potendo ac
sede è a Diarbek nella provincia dello stesso costumarsi ai riti di questi nuovi venuti , si
nome. Fra i successori di Severo fuvvi un cer- ritirò in Costantinopoli , e lasciò ad essi la cura
to Atanasio, cui l'imperatore Eraclio promise di provvedere quella chiesa di un nuovo Pa
ilpatriarcato di Antiochia, vacante per la mor- triarca, come fecero di fatto. Intanto essendo
te di Anastasio massacrato dai Giudei , quando morto Giovanni in Costantinopoli , gli abitan
Cosroe secondo, re dei Persi, saccheggiava e di- ti di questa città gli sostituirono un successore
struggeva questa città , ma gli chiese per con- di loro rito, che sempre proseguirono a nomi
dizione che ricevesse il concilio di Calcedonja. nare, fino a che, cacciati dalla Siria i Latini dai
Atanasio disse che non era difficil cosa, purchè Saraceni nel 1267, continuarono in Antiochia
si adoperasse egli stesso affinchè fosse predica- i soli Vescovi di rito greco. Questa grande cit
ta una sola volontà ed una sola operazione in là fu finalmente ridotta a tale devastazione,
Gesù Cristo. L'imperatore, eccitato da Sergio che il Patriarca non potendo più risiedervicon
patriarca di Costantinopoli , vi acconsentì. decenza, trasporto la sua sede a Damasco. Nel
Teofanio, che ci racconta questo fatto, non ci presente dominio dei Turchi, i Nestoriani uni
dice poi se Atanasio in effetto divenisse vesco li vi hanno un Patriarca, e dalla vera ed unica
vo d'Antiochia . Alcuni anni dopo, Macedonio chiesa di Romane viene sempre nominalo uno
e Macario , che furono innalzati alla sede di col titolo di patriarca d' Antiochia , essendo
Antiochia ed ordinali a Costantinopoli senza il pure a questo patriarcato che ella rivolge le
consenso del popolo e del clero, difesero viva- cure di tenera madre amorosa , affinché sia dif
mente l'errore dei Monoteliti ; di modo che fusa nelle vicine contrade la vera dottrina del
nello spazio di oltanta anni non vi fu Vescovo l'Evangelio.
338 ANTIOCHIA CONCILII D' )
ANTIOCHIA ( Concilii D' ). Diremo ora dei Antiochia Concilio D' ), l'anno 264 le
varii concilii tenuti in questº illustre metro- nuto contro gli errori di Paolo Samosateno,
poli dell ' Oriente, cominciando dal primo, te vescovo di Antiochia , la cui vita per altro era
nuto sotto gli Apostoli . росо conforme alla santità del suo ministero,
Per dire dei concilii tenuti in questa rino. La corruzione dei suoi costumi gli fece perde
mata città , osserveremo che il primo vi fu ra re la cognizione della verità. Egli insegnava ,
dunato, secondo l'opinare di alcuni scrittori come av ea fatto Sabellio verso l'apno 255 , che
di cose ecclesiastiche, nell'anno 56 dagli Apo- il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo non
stoli stessi , i quali fecero nove canoni, che Tur- erano che una sola persona ; che il Verbo e lo
riano dice aver trovati in un manoscrillo di s. Spirito Sanlo erano nel Padre, ma senza aver
Panfilo martire, tolto dalla biblioteca di Ori- esistenza reale o personale, ma solamen te come
gene. Di questo concilio parla Innocenzo I nel . la ragione è nell'uomo ; in guisa che non c'era
la leltera diciottesima , ed è citato anche da veramente nė Padre, nè Figliuolo, nè Spirito
Gregorio vescovo di Pessinonte nel settimo con- Sauto, ma solamente un solo Dio. Ciò nulla
cilio generale, secondo di Nicea. Malgrado tuto ostante egli riconosce va che il Padre produce
te queste autorità , ai critici moderni questo va il suo Verbo, ma solamenteperoperare fuo
concilio pare immaginario : 1. perché non si ri di sè : nel che differiva da Sabellio. Il suo
trova menzionato in alcun antico monumento errore intorno all'Incarnazione non era men
della storia ecclesiastica dai suoi primordii capitale : non voleva che il Figliuolo di Dio
sino al Baronio ed al Binio ; 2. perchè questi fosse venuto dal cielo. Sosteneva che Gesù Cri
autori ne riportano i canoni diversamente ; 3. slo era uomo terreno e puro uomo ; che di sua
perchè questi canoni contengono inoltre cose natura non era in nessun conto superiore agli
assurde, false, indegne degli Apostoli. Il primo altri : confessava che egli avea in sė il Verbo,
canone, per esempio, prescrive che quelli che la sapienza e il lume eterno, ma solamente per
credono in Gesù Cristo, e che sono chianali abitazione e per operazione, non per unione
Galilei , sieno chiamati cristiani . Il nome di personale. Quindi ainmetleva egli in Gesù
Galilei non fu dato ai Cristiani che verso la Cristo due ipostasi , due persone , due Cristi e
metà del quarto secolo , solto Giuliano l' Apo- due figliuoli, uno de' quali era Figliuolo di Dio
stata. L'ottavo canone dice, che bisogna adora- per sua natura e coeterno al Padre, non essen
re l'immagine o la statua di Gesù Cristo in do egli che lo stesso Padre ; ma che quegli che
luogo degl ' idoli . Nei primi secoli della Chie . era Figliuol di Dio e di Maria, non era Cristo,
sa non si esponeva alla venerazione dei fedeli se non in un senso improprio ; che egli non era
nè statua, nè immagine per non dar luogo ai avanti che nascesse di Maria ; che egli era sog
Pagani d'accusare i Cristiani di avere sostituite getto al tempo ; che non avea ricevuto il titolo
le immagini agli idoli. Turriano e Gregorio di Figliuolo di Dio, se non perchè era il sog
vescovo di Pessinonte sono stati ingannali da giorno del Figliuolo vero , per maniera cheGe
un manoscritto attribuito falsamente a s. Pan- sù Cristo era giusto, non per natura , il che è
filo, e riguardo ad Innocenzo I si può intendere proprio ed essenziale carattere della Divinità .
che parlasse del congresso di s. Pietro con s. ma solamenle perchè esercitava la giustizia e
Paolo e s. Barnaba in Antiochia, come osserva la virtù , non per la sua unione, ma per la sua
Natale Alessandro nella sua Slor . Eccl. comunicazione col Verbo divino.
ANTIOCHIA ( CONCILIO D' ), Antiochenum ,l'an . L'orrore che ispirò in tutti la eresia di Pao
no 252, convocato sotto Fabiano che n'era lo, eccitò lo zelo dei santi Vescovi, per quanto
Vescovo, e che inclinava allo scisma di Nova- formidabile si fosse egli renduto col suo pote
ziano. Credesi che i Vescovi vicini, temendo le re e colla sua tirannia . Sao Dionigi Alessandri
conseguenze di questo scisma , volessero tenere no, tra gli altri , lo confutò ampiamente, ma per
questo concilio . Il Sinodico dice, che Demetria- rimediare a un male tanto pericoloso, i Vescovi
no successo a Fabiano tenne un concilio in Antio . di Oriente convennero da tutte le parti in An
chia, dove Novaziano fu condannato come faulo- tiochia, e in grandissimo numero . Quelli che
re de'peccali, cioèche la disperazione alla quale si trovaron presenti al concilio erano per la
ei riduceva i peccatori, era ordinata a precipi- maggior parte chiarissimi : tra gli altri Firmi
tarneli in eccessi d'ogni maniera : checchè ne liano di Cesarea in Cappadocia, s. Gregorio
sia, egli è costante , che l ' eresia Novaziana non Taumaturgo vescovo di Neocesarea e suo fra
fu rigettata universalmente che sotto il pon- iello Alenodoro vescovo di un'altra chiesa del
tificato di s. Stefano nel 254. Non si sa se Porto, Eleno di Tarso in Cilicia, Imeneo di
questo concilio avesse nessuna conseguenza . Gerusalemme, Teocteno di Cesarea in Pale- .
ANTIOCH ! A ( Concilii D' ) 339
stina , Massimo di Bosforo . Ve n'erano ancora le impressioni di quel famoso prete Eusebio
parecchi altri con una quantità di sacerdoti e che Costantino aveva fatto depositario del suo
di diaconi. Allora quando furono raunati, testamento, ed a cui Costantino accordava una
s. Dionigi Alessandrino scrisse loro per ani. confidenza anche più cieca, che non aveva fat
mare il loro zelo a difesa della verità . Non si to suo padre. Il prele e l'eunuco inſeltavano
sa precisamente ciò che siasi operato in que insensibilmente e a vicenda lo spirito dell'im
sto concilio. Questo solo si sa, che se ne tenne- peralore. L'infinita moltitudine di dommatiz
ro parecchi su questo affare, uno nel 264 , un zanti che riempivano la corte, nella quale non
secondo dicui si ignora il tempo, e un terzo si respirava più che un'aria di sofisma e di
nel 269.Quello che è fuor di dubbio si è, che raggiro, teruninarono di oscurare nell'animo
Paolo fere tutto ciò che potè per nascondere il del principe persino i primi principii della fe
veleno della sua eresia ; che i Vescovi esposero de. Trovavasi egli in questi termini , allorchè
la loro fede colla maggior chiarezza , e cheesor. comparve nel.concilio di Antiochia , detto della
tarono fortemente Paolo ad abbandonare la sua dedicazione, il quinto anno del suo regno, 341 .
presia ; che egli protesto , che non avea mai te. | vescovi eusebiani erano accusati di eresia
nuto gli errori che gli si imputavano. Si rac- da tutti gli altri . Non fu difficile ad essi l'im
coglie dalla lettera sinodica dell'ultimo di que- porre a un principe, il quale aveva in orrore
sti concilii , che nel secondo di essi s. Firmilia . soltanto il nome di eresia , ma non già la dot
no condanno gli errori di Paolo e che questo trina realmente eretica . Essi ve furono liberi,
erelico promise di correggersene. Ma siccome con formar nuovi simboli , la cui lettura non
in progresso si rilevò, che egli avea ingannato presentava cosa alcuna di empio, ma da cui
i Vescovi , cosi questi si radunarono per la ter non erano esclusi l'errore e l'empietà, cioè ,
za volta in Antiochia al numero di settanta, che non vi si adoperavano le espressioni consa
secondo s. Ilario . I padri , dopo aver impiegato crale dal concilio di Nicea , e che questo aveva
le esortazioni e le preghiere presso Paolo, sta- giudicato che fossero le sole, le quali bastasse
bilirono chiaramente l'unione della natura ro per conservare la fede. Jolanto si trovarono
divina e della natura umana nella sola perso dei pretesti affine di sopprimere il termine di
na di Gesù Cristo e la distinzione personale Consustanziale ; e si disse , che l'oggetto del
del Padre e del Figliuolo in una sola sostanza . concilio della dedicazione era, non già la con
Paolo fu convinto di tutti i suoi errori , e so danna del cristianesimo, ma quella bensi della
prattutto di credere che Gesin Cristo non era dottrina di Sabellio e di Paolo di Samosata ,
che un uomo. Fu deposto a pieni voli e sco che veniva rimproverata a Marcello di Ancira.
municato. Lo fu altresi pel giudizio di tutti i Pretendesi che questo concilio non lasciasse
Vescovi del mondo, essendo stato ricevuto dap. di fare eccellenti canoni di disciplina, i quali
pertutto il decreto del concilio. Theod . l. 2 , c . suno stati ricevuti in tutta la Chiesa. Imperoc
28 , p. 222 ; Euseb. 6. VII, c. 28 , p. 278 e c. 30 , chè sebbene siavi un altro concilio di Antio
jid . c . 30, Hist. ad ann . 264 , 17 ; Till. chia , più antico e più rispettabile di questo,
Antiochia ( Concilio D' ) ( non riconosciu- cioè sotto il pontificato di s. Eustazio, questo
10 ) l'anno 331. Gli Eusebiani sopra un falso ultimo però è quello a cui molti dotti attribuj
delitto di cui fecero ' eglino stessi accusare s. scono la disciplina , chiamata in generale del
Alanasio, lo deposero, e ottennero da Costantin concilio di Antiochia. Ma vi è più apparenza,
no, ch'ei fosse rilegalo a Filippi nella Mace. che questa sia derivata da molti diversi conci
donia, lii , di cui sono stati raccolti i canoni più van .
ANTIOCHIA ( CoNciLIO D' ), dello della Dedi- taggiosi .
cazione del 341. L'imperatore Costanzo era Vi si trovano molti regolamenti fatti in Ni
presente a questo concilio, e niuno più dubitava cea ; il che prova almeno ch'esso non è l'ope
delle cattive sue disposizioni relativamente agli ra degli Ariani dichiarati, ma tulto al più de
ortodossi. Questo principe, di una capacità me- gli Eusebiani , i più dissimulati e i più astuti
diocre , eavidissimo di fama, ebbe l'inclinazio- del partito. Vengono scomunicati coloro , i
ne, assai comune a questa sorta di genii , di vo " quali non osserveranno il decrelo di Nicea in
Jerne acquistare nelle dispute di religione, men- torno al tempo della celebrazione della Pasqua.
tre abbandonava agli eunuchi del palagio il Si proibiscono le traslazioni di vescovi da una
supremo polere. Egli era interamente schiavo sede all'altra ; e si prevengono tutt'i pretesti
di uno di costoro, il quale portava il no con cui l'ambizione o la leggerezza può co
me di Eusebio ; uorno vizioso e frivolo, senza prirsi per togliere a questa legge il suo effelto .
anima e senza carattere, ma che prendeva tutte La maggior parte degli altri canoni si aggira
360 ANTIOCHJA ( CONCili D ' )
inlorno al ministero del governo ecclesiastico, sentarsi all'imperatore, nella quale confessa
non meno che intorno alla stabilità e alla resi . vano la consustanzialità, e confermavano la
denza , alla sommissione dei preti ai loro ve ſede Nicena . V'inserirono il simbolo di Nicea ,
scovi , alla subordinazione puranche dei Core la fede del quale fecero profession di ricevere,
piscopi, sebbene questi avessero ricevuto l'or e particolarmente la parola consustanziale,
dinazione episcopale. Il quinto canone ordina protestando che questo vocabolo dinolava che
la pena di deposizione contro gli scismatici o il Figliuolo è della sostanza del Padre, che gli
stinali , e somministra il primo esempio di ciò è sirnile nella sostanza, e che questo termine
che chiamasi implorar nella Chiesa il braccio rovina la bestemmia degli Ariani e degli Ano
secolare. Seglino continuano, dice il canone, miani che vogliono che il Figliuolo sia stato
ad eccitare turbolenze fra i fedeli, sieno re tratto dal nulla . Socr. l. III , c . 25 , p. 204 .
pressi, come sediziosi , dalla polestà esterna. ANTIOCHIA ( Concilio D' ) , l'anno 379. Fu
I canoni quarto e duodecimo condannano convocato da tutto l'Oriente, ed è uno dei più
col maggior vigore un vescovo deposto, il qua- illustri, dice Tillemont, che siensi tenuti nella
le per sottrarsi alla servitù delle leggi della Chiesa, quantunque non se ne trovi nessun
Chiesa, non avesse lasciato di fare le sue fun- vestigio negli storici . Quel poco che noi ne sap
zioni , o avesse fallo ricorso alla potestà im- piamo trovasi nella collezione romana di Ol
periale . Era questo il grande oggetto dei setta- stenio, Tom . 1 , p. 165 , dove è detto , che la let
rii : e il restanle non serviva loro che d'inco- tera del concilio di Roma sotto Damaso, essen
minciamento e di velo per giungere più plau- do stata in viata in Oriente , tutte le chiese
sibilmente ai loro fini . Quindi , senza esamina orientali raunate in Antiochia la ricevellero
re la nullità del loro concilio di Tiro, stabili. di comun consenso, e tutti i Vescovi la con
rono in Alessandria un vescovo della loro fa fermarono colle loro soscrizioni , tra gli altri s .
zione in luogo di s. Atanasio ,che, dopo la morte Melezio Antiocheno, s. Eusebio Samosateno, s.
di Costantino, era tornato alla sua sede. Que. Pelagio di Laodicea , s. Eulogio di Edessa ec.
sli fu Gregorio di Cappadocia , Ariano dichia. Questa lettera autorizzava la fede della Chie
rato, e la cui intrusione fu delle più irregolari : sa sopra la Trinità, la Divinità dello Spirito
imperciocchè si fece accompagnare dai soldati Santo e condannava gli errori di Apollinare.
e in questa occasione si commisero delle vio- Till. Conc. Rom . t. I , p. 165.
lenze e delle crudeltà degne di pagani . ANTIOCHIA ( CONCilio D' ), l'anno 391 incir.
ANTIOCHIA ( Concilio D' ) , l'anno 361 rau. ca. Il vescovo Flaviano, assistito da molti pre
nalo dall'iroperator Costanzo ch'era allora in ti e diaconi , vi condanno e vi anatematizzò i
quella città . Questo concilio fu numeroso . Lo Messaliani, che riguardavano come inutili i
imperatore s'era proposto di farvi condannare sacramenti, e meltevano tutta la perfezione del
egualmenle il consustanziale e il dissimile in cristiano nella sola preghiera.
sostanza. San Melezio vi fu eletto di comun ANTIOCHTA , ( Concilio D' ) , l'anno 417 : al
consenso vescovo di Antiochia. Gli Ariani s'e. tri lo meltono tra l'anno 420 e 424 , tenulo da
rano lusingati ch'ei fosse della loro opinione, Teodoro vescovo di quella città contro Pelagio.
ma questo santo vescovo fece un discorso in Credesi che questo eretico fosse ricon venuto in
presenza dell'imperatore, in cui parlo con tut faccia di questo concilio da' suoi accusatori ,
ta la dignilà del Figliuolo di Dio, dicendo che che erano probabilmente i due celebri Eros e
egli abita in lui in identità, ch'egli è simile al Lazzaro. Pelagio non potè occultarsi davanti al
padre, ed è perfetta immagine di lui . Gli A concilio. Vi fu apertamente convinto di eresia
riani , sdegnati di questo discorso, subornaro e fu poi scacciato dai luoghi santi di Geru
no per modo l'animo dell'imperatore, che s. salemme . Tillemont crede, che questo concilio
Melezio fu esilialo a Melitene sua patria , un debba esser collocato alla fine dell'anno 417,
mese dopo ch'egli aveva fatto il suo ingresso in se a Pelagio devono riferirsi le parole di s. Gi
Antiochia. V. Sozom . IV , c. 28 ; Theod. 11 , 31. rolamo che il nuovo Catilina era stato scaccia
Antiochia ( Concilio D ' ), l'anno 363 solto to dalla città di Gerusalemme, non da qualche
Gioviano . Acacio di Cesarea e i suoi seguaci , potenza umana , ma dalla sola volontà di
vedendo che quel principe stimava san Mele Gesù Cristo, che era sol da compiangere,
zio, entrarono in conferenza a questo concilio . ebc molti de'suoi seguaci fossero rimasti a
Vi si trovarono ventiselte vescovi di diverse Gioppe con Lentulo. Mercat. Monilor. c . 3 ,
province. I principali erano 's. Melezio, s. Eu Hier . Ep. 35 , p. 129 , 6.
sebio Samosateno, Acacio di Cesarea ec. Dis ANTIOCHIA ( Concilio D' ), l'anno 432, te
tesero di comun consenso una lettera da pre nuto per far la pace tra s. Cirillo e Giovanni
ANTIOCHIA DI PISIDIA - ANTIOCO I 361
Antiocheno ; ma non fu conchiusa , se non AntiocuA (Concilio D '), l'anno 472. Pie.
l'anno seguente. tro Fullone vi fu deposto ; Gelasio pa pa e Li
ANTIOCHIA (CONCILIO D' ), l'anno 436 , rau . berato ne fanno menzione. Cap . 18.
nato da tulte le provincie di Oriente. Questo Antiochia ( Concilio D' ) ( non riconosciu
concilio scrisse tre leltere sinodali all'impe- to ), l'anno 508. Di questo concilio di Antio
ratore, a Procolo e a s. Cirillo. In questa ulti- chia scrisse Floriano una lettera sinodale, col
ma la memoria di Teodoro Mopsuesteno vi fu la quale dichiarava di ricevere i concilii di Ni
difesa. I Vescovi, parlando dei suoi estratti , si cea, di Costantinopoli e di Efeso , senza parlar
esprimono così : « Noi confessiamo esservi dei di quello di Calcellonia .
passi dubbiosi, e che possono intendersi altri ANTIOCHIA (Concilio D' ), l'anno 1140 : al
menli da quel che sono scritti ; ma ve ne son tri lo assegnano all'anno 1143 , tenuto dal
molli di chiari . Quanto a quelli che sembrano legato Alberico vescovo di Ostia, assistito da
oscuri , poi ne troviamo di somiglianti negli alquanti Vescovi della provincia di Gerusa
antichi , ai quali la condanna di questi reche- lemme e di Tiro . Vi si depose Paolo patriarca
rebbe pregiudizio. E a qual confusione non si di Antiochia , dopo di averlo citalo in tre gior
apre la porta, se si permelte di combattere ciò ni diversi . Era egli stato eletto tumultuaria.
che dissero i padri morti: altro è il non appro- mente dal popolo, senza la partecipazione dei
vare alcuni dei loro sentimenti , altro è l'anate. Prelati che si erano raunali per la sua elezio
matizzarli, quando anche non si estendesse l'a- ne , e le ricchezze gli avean fatte commettere
natema sopra le loro persone..... E non si sa , molte ingiustizie. Fu sostituito in sua vece Ai
che Teodoro ſu obbligato a parlare cosi , per merico , che era diacono di Antiochia. Tom . X
combattere l'eresie , alle quali opponevasi co Conc. p. 1026.
me difensor comune di tutto l'Oriente ? » Nella ANTIOCHIA DI Pisidia . Gli apostoli s. Pao
lellera a Procolo , gli stessi Vescovi dicono . lo e s. Barnaba furono quelli che recarono a
a A poi non appartiene il giudicare coloro che questo luogo la luce dell'Evangelio, come ri
son morli con buona opinione : questo è riser- ferisce s. Luca negli Atti apostolici , al capo 13,
bato al giudice dei vivi e dei morti . » Ma s. Ci vers. 14. Questa città è la metropolitana del
rillo fece una risposla al concilio, nella quale l'Asia , e come tale è ricordata nel concilio di
egli dice : « Quanto alle opinioni screditale Calcedonia, il quale la chiama anche col nome
di Diodoro e di Teodoro, che si sono sollevati di Antiochia la Salutare.
apertamente contro la gloria di Gesù Cristo, ANTIOCHIA sul MEANDRO, è una città ve
piuno, di grazia, le attribuisca ai santi padri scovile nella provincia di Caria , suilo la me
Atanasio, Basilio, Gregorio ed altri per non tropoli di Afrodisiade.
dar occasione di scandalo. » Cone. Baluz. pag. ANTIOCHIDE, concubina di Antioco Epi .
943 . ſane. Questo principe avevale donato le città
ANTIOCHIA (Concilio D' ), l'anno 445 , con di Tarsi e di Malota affinchè ne impiegasse le
vocato da tutte le provincie di Oriente da Do- rendile conforme alla sua volontà . sta dis
uno di Antiochia, in conseguenza dei lamenti posizione a que'cittadini parve un segno di
prodotti contro Atanasio vescovo di Perla , ac sprezzo insopportabile, per cui si sollevarono
cusato di diversi delitti . Fu citalo sino a tre contro Antioco, e questo principe fu obbligato
volle : egli rispose solamente che egli avea dei a recarsi in persona per ridurli all'obbedien
nemici nel concilio, e che si cercava la sua con za . I re di Persia avevano costume di fare si
danna . Fu dichiarato reo dei delilti onde era mili sorta di doni , e donare delle città alle lo
accusato , e fu deposto. Conc. Tom . VI , p. 759. ro donne per provvedere così alle bisogna dei
ANTIOCHIA (Concil.10 D' ), l'anno 448 da Do- loro abbigliamenti: Vxoribus attribuunt ci
mno vescovo di Antiochia, in proposito degli vilates hoc modo : haec civitas mulieri in redi
affari di ] ba vescovo Edesseno, accusato falsa- miculum praebeat ; haec in collum ; haec incri
mente di essere Nestoriano, e di aver dello che nes . Hi populos habent universos non solum
egli poleva essere Dio al par di Gesù Cristo , conscios libidinis suac, sed cliam administros ,
se lo avesse voluto ; ma i suoi accusatori, che dice Cicerone in Verr . 5.
erano i suoi stessi ecclesiastici , non poterono ANTIOCO, nome comune a molli re della
provar nulla. Iba si presentó al concilio , e di Siria , dopo Seleuco Nicanore, che è annumera
quattro accusatori ne comparvero due sola- to il primo re di Siria , dopo Alessandro it
mente. Non è nolo ciò che segui poi nel conci- Grande, e che fu padre di Antioco Sotero.
lio : il certo si è, che decise a favore d'Iba . ANTIOCO 1. Suo padre lo ebbe da Apa
Conc. Tom . IV , p. 642. mea , sua prima moglie, e venne soprannomi
Encicl, Eccles. Vol. I. F VI. 46
562 ANTIOCO ||--ANTIOCO IV
nalo Sotero o Salvatore , per aver impedita Grande, concepi fin da principio il disegno di
l'irruzione dei Galli, che volevano invadere impadronirsi dell'Egitto, locchè non essendo
l'Asia . Sembra che in questa occasione acca- gli riuscito, sebberte abbia mosso guerra a Fi
desse quanto è narrato nel secondo libro dei lometore che allora lo 'possedeva, andò a Ge
Maccabei, cioè che i Galati essendo andati ad rusalemme l'anno del mondo 5831 , dove fu
attaccare gli Ebrei in Babilonia, l’armata di ricevuto da Giasone cui aveva vendula la li
questi , sebbene di soli ottomila uomini, soste cenza di far sacrifizii, come sommo sacerdote.
nuli da quattro mila Macedoni, pure con tan L'ambizione degli Ebrei che ricercavano la
to impeto si scaglio sopra quella dei Galati , sovranilà pontificale, e la ricercavano da An
che uccise ai nemici 120,000 uomini. In con tioco , fu il principio e la sorgente dei mali che
siderazione di questa bella azione Antioco So piombarono sulla loro nazione sotto il regno
tero accordò agli Ebrei dell'Asia il diritto di di Antioco Epifane. Giasone si fece stabilire
cittadinanza nelle città dei gentili , e loro per- jo luogo di suo fratello Onia II ) . Menelao lo
mise di vivere conforme alla loro legge . Questo soppianto , e questi sommi pseudo-sacerdoti ,
privilegio fu concesso l'anno del mondo 3743, per compiacere ai Siri , presero le costumanze
avanti G. G. 257 . dei Greci , ed abbandonarono il culto del Si
ANTIOGO II , soprannominat o il Dio , figlio gnore . Intanto ardeva la guerra fra Antioco
e successore di Antioco Sotero, terzo re di Si- Epifane e Telomeo Filometore. Antioco soggio
ria , sposò Berenice, figlia di Tolomeo Filadel- gò l'Egitto, e mentre assediava Alessandria ,
fo, re di Egillo, benchè avesse già in moglie alla nuova diffusasi della sua morte gli abitan
Laodicea. Questa , vedendosi disprezzata in ti di Gerusalemme mostrarono allegrezza , che
questa forma , avveleno Antioco e Berenice, ed loro costò assai , poiché Antioco entrato in Ge
il loro figlio destinato a succedergli nel regno ; rusalemme con la forza, Iratto gli Ebrei come
dopo di che Laodicea fece riconoscere per re di ribelli e fece mettere a fil di spada quanti era
Siria Seleuco Callinico, che ella aveva avuto da no dai suoi soldati incontrati per le vie. Pene
Antioco. Ecco in qual maniera Dianiele aveva trò nei'luoghi sanli del tempio condolto dal
predetto questi avvenimenti: Et confortabitur falso sacerdote Menelao, derubò i vasi sacri e
rex lustri, et de principibus ejus praevalebit quanto di più prezioso vi aveva.
super eum et dominabitur ditione ; multa enim Nell'anno seguente, 3835 del mondo, facen
dominatio ejus. El post finem annorum foede- do una terza spedizione contro l'Egitto, invió
rabuntur: filiaque regis Austr iveniet ad regem in Giudea Apollonio con un'armala di 25000
! Aquilonis facere amicilium , et non oblincbit uomini , con ordine di uccidere tutti quelli che
forliludinem brachii, nec stabil semen ejus : et fossero in elà adulla , e di venderne le mogli
tradetur ipsa, el qui adduxerunt cam , adole- ed i figliuoli, lo che fu con ogni esattezza ese
scentes ejus, et qui conforlabanl cam in tem- guilo. Fu in questa occasione che Giuda Mae
poribus. Et slabit de germine radicum ejus cabeo si ritirò nel deserto con suo padre ed i
planlalio , con quel che segue, come notano gli suoi fratelli . Antioco, nella certezza che gli E
espositori a questo luogo. brei non sarebbero mai stali obbedienti , loro
ANTIOCO III , soprannominato il Grande impose di osservare le leggi de'gentili, e proibi
per la celebrità che ottenne nella storia greca i sacribizii ordinarii nel tempio ,e la celebrazione
e romana, a cagione delle guerre da lui fatte delle loro feste e del sabbato. A questa ordi
contro l'Egitto ed i Romani. Salito sul trono nanza molti si assoggettarono, ma altri le re
nell'anno del mondo 3781 , ay . G. ( . 219, fece sisteltero. Matatia ed i suoi figli si ritirarono
guerra a Tolomeo Filopatore re di Egitto , ma nelle montagne , Eleazaro ed i sette fratelli
ſu vinto presso Raphia, secondo la narrazione Maccabei soffrirono generosamente la morte
del terzo libro dei Maccabei. Successivamente piuttostochè trasgredire la legge dei loro pa
divenuto vincitore , ed estendendo la sua con dri : la statua di Giove Olimpico fu collocala
quista sulla Celesiria e la Samaria, gli Ebrei sull'altare del tempio, e si vide l'abbomina -
spontaneamenle si diedero a lui ; e fornirono di zione della desolazione nella casa di Dio .
viveri lutta la sua armata e gli elefanti. In ri Matalia essendo morto Giuda Maccabeo si
compensa di ciò fece loro gran donativi per le mise alla testa degli Ebrei fedeli al Signore, e
offerte ed i sacrifizii da eseguirsi nel tempio, mosse guerra agli inviati di Antioco, del che
ed esentò dal tribulo i senatori , sacerdoti , scri- mosso questi a sdegno, giuro di sterminare la
bi e cantori del tempio ; e permise agli Ebrei Giudea, e distruggere il tempio, e con esso il
di vivere conforme alla loro legge. culto del vero Dio. E già avvicina vasia Geru .
ANTIOCO IV, Epifane, figlio di Antioco il salemme, quando su di lui si aggravò la mano
ANTIOCO DI SIRJA-ANTIOCO DI PALESTINA 363
del Signore, e miseramente moriva in mezzo a Galilea . Ma la fine non corrispose ai lieli prin.
spasimi atroci , a nulla servendo a lui in quel cipii, poichè Triſone avendo stabilito di dive.
momento la pregbiera falta agli Ebrei che in . ' nir possessore del regno di Siria , incominciò
vocassero il Signore in suo aiulo, promettendo dallo impadronirsi di Gionala Maccabeo , cui
di riparare ai mali commessi, e facendo grandi trasse con inganno in Tolemaide, e lo fece pri
promesse, ove Dio gli ritornasse la sanità. Fi- gioniero , dove lo fece morire allora quando ri
ni i suoi giorni nelle montagne della Paretace. trovò un oppositore ai formali disegni d'im
ne nella piccola città di Tabes, l'anno del mon possessarsi di Gerusalemme nella persona di
do 3840 , avanti G. C. 160 , raccomandando a Simone fratello dell ' ipfelice. Rilornato in Si
gli Ebrei suo figlio Antioco , che in età allora ria frustrato nelle sue speranze , fece pure peri
di nove anni gli successe, governando intanlo re Antioco, è divenne in tal modo solo padrone
i suoi stati Lisia, che avverso agli Ebrei piom- di quel regno l'anno del mondo 3861 , av. G.
bò sulla Giudea con formidabile armata. In . C. 159. Ma gli empi non godono a lungo della
vano la resistenza ed il valore dei Maccabei si loro malvagilà ; e cosi avvenne di Triſone, che
oppose, che superati dalla forza e dal numero, pei suoi alli superbi divenuto odioso alle trup
dopo la fortezza di Betsura , anche Gerusalem- ne, si vide ben presto da esse abbandonato,de
me fu presa ; e le cose avrebbero per gli Ebrei dicandosi invece ad Antioco Sidete, che forina
peggioralo d'assai , se la nuova che Filippo, cui argomen lo del seguente articolo.
Antioco aveva confidata la reggenza durante ANTIOCO SIDETE, era divenuto già marilo
la minorità di suo figlio ; se la nuova , diceva, di Cleopatra , moglie di Demetrio Nicanore, e
che Filippo era giunto in Antiochia per assu con ciò sovrano di Siria. Questi pure scrisse a
mere il governo, non lo avesse indotto a far Simone Maccabeo confermando agli Ebrei le
pace con gli Ebrei , onde correre ad opporsi al . grazie che i re suoi antecessori avevano loro
le pretensioni di queslo; per la qual cosa , ab- accordato. Non andò però guari che ogni pro
bandonala la Giudea , volo col giovine re e messa fu rivocala , e le grazie ed i favori si con
tutta l'armata nella Siria . Ma qui non tardò verlirono in insulli e saccheggi, che tantosto
a venire Demetrio Sotero, cui per diritto spel- Gerusalemme fu presa, vana ritornando la re
tava il regno, e trovato il popolo disposto alla sistenza che Giovanni Trcano vi oppose : sebbe.
rivolta, si mise alla testa di esso ed incontanen ne lango sia stato l'assedio, pure alla fine do
le marciò contro Antiochia ove trovavansi Li- vette cedere al vincitore, che entralo fece ab
sia ed Antioco. La cillà, prima ancora che egli battere i parapetti, e lolto pingue bollino ri
vi ponesse l'assedio, gli apri le porte, e gli die- tornò in Siria l'anno del mondo, 5870 , av. G.
de nelle mani Lisia ed Antioco, che furono tan- C. 130 , da dove uscì dopo tre anni per com
toslo fatti morire. Ciò ebbe eſſelto l'anno del battere i Persi , che infalli conquise, renden
unondo 3842, av. G. C. 158. dosi padrone di Babilonia , conquista che tenne
ANTIOCO, figlio di Alessandro Bala, re di per poco tempo, essendo rimasto ucciso in una
Siria , ſu allevato appresso un principe arabo nuova baltaglia contro i suddetti l'anno del
di nome Elmalchuel. Condotto nella Siria da mondo 5874, av. G. C. 126.
Trifone, ebbe ildiadema reale, e le truppe, pri Di Antioco Grifo figlio di Deinetrio Nicano
ma comandate da Demetrio Nicanore, a lui si re e di Cleopatra, e di Antioco di Cizico nulla
rendellero. Per fortificarsi, sul soglio, scrisse diciamo, che nulla nelle loro azioni s'incontra
lettere a Gionata Maccabeo , gran sacerdote e che bene con venga alle cose che noi traltiamo.
capo degli Ebrei, con le quali lo confermava ANTIOCO , padre di Numenio , che fu uno
nella carica di sommo sacerdote , gli dava quat- degli ambasciatori del gran sacerdote Gionala
Iro toparchie, ovvero quattro piazze considera. appo i Romani e gli Spartani, trovasi ricorda
bili nella Gjudea, lo ricevea nel novero dei suoi to nel primo libro dei Maccabei ai capi dodi .
amici, e gli faceva donativi reali , dando nel cesimo e decimoquarlo .
medesimo tempo a Simone Macca beo , suo fra ANTIOCO , monaco di Seba, nella Palesti
tello, il comando generale delle truppe che era na, viveva nel principio del VII secolo. E au
no sparse sulla costa del Mediterraneo da Tiro tore delle Pundectae divinae Scripturae in cen
sino alle frontiere di Egitto. Tratto da queste lo novanta omelie separate. Nella sua prefa
dimostrazioni Gionata si diede al suo partito zione parla della presa di Gerusalemme, fatta
ed abbandonò Demetrio , allaccando in diversi da Cosroe, re di Presia , e racconta i crudi trat
incontri i generali di lui che occupavano anco- tamenli a cui soggiacquero i monaci della Pa
ra diverse piazze al di là del Giordano e nella lestina. V'aggiunse un poema nel quale pian
364 ANTIOPLAM ANTIPATRIDE
ge la perdita della vera croce, che i Persi ave- sio fu eletto contro Nicola Il l'anno 1099 , ma
vano portata via col loro bottino. Si trova il rinunzio egli stesso ; 19. Cadaloo, dichiarato
poema di Antioco in greco ed in latino nel sup. Papa senza l'acconsentimento dei Cardinali, e
plemento della Biblioteca dei Padri. per la sola autorità di Enrico IV , si slancio
ANTIOPLA, citlå vescovile della prima Te contro Alessandro II , eletto nel 1061 , ma fu
baide sotto il patriarca d'Alessandria ; chiama- scacciato due volte da Roma e tenne la sede
si anche con altro nome Antov od Antova. cinque anni ; 20. Guiberto da Ravenna , sotto
ANTIPA . V. ERODE. il nome di Clemente III, eletto nell'anno 1073;
ANTIPA (S.), martire di Pergamo, chiamato 21. Tebaldo, nominato Celestino II, cedette il
da Gesù Cristo nell' Apocalisse, suo fedele te- Pontificato ad Onorio ] l l'anno 1124 ; 22. Pie
stimonio , sofferse la morte per lui a Pergamo tro, figlio di Leone, occupo la sede contro il
in Frigia , al più tardi sollo Domiziano. La Papa Innocenzo II, eletto nel 1130 ; 23. Otta
tradizione del paese vuole che sia stato consu- viano, eletto dalla fazione di Pietro , usurpò il
malo in un bue dibronzo tulto rovente. Si ce pontificato contro Alessandro III nell'anno
lebra la sua festa l'11 d' aprile. 1159 ; 24. Pietro, religioso dell'ordine di s.
ANTIPAPA , è un competitore del legittimo Francesco , fu eletto a Roma mentre la sede
Papa, un capo di partito il quale fa nascere era in Francia. Giovanni XXII , creato l'anno
scisma nella Chiesa caltolica per delronizzare 1354, lo fece arrestare, e lo tenne in prigione
il Papa legittimamente eletto e porsi in suo fino al fine de'suoi giorni ; 25. Roberto, sotto
luogo. Si annoverano ventotto Antipapi dal . il nomedi Clemente VII , cominciò il grande
terzo secolo della Chiesa fino a noi , cioè ; 1. scisma l’anno 1378 e tenne la sede in Avigno
Novaziano, prele romano, eletto l'anno 251. 2. ne contro Urbano VI e Bonifazio IX suo suc
Ursicino, competitore del Papa Damaso, eletto cessore ; 26. Pietro di Luna , fu eletto da quelli
nel 367 ; 3. Eulalio, eletto nel 418 ; 4. Lorenzo, del partito di Clemente VII per succedergli,
nello stesso giorno che Papa Simmaco, l'an l'anno 1594 , e prese il nome di Benedetto
no 498 ; 5. Dioscoro eletto contro Papa Boni- XIII. Egli tenne la sede in Peniscola in Ca
fazio II , nel 530 ; 6. Pietro e Teodoro, l'uno talogna circa trenta anni contro Bonifazio
dal clero, l'altro dall'armata di Giustiniano IX , e i suoi successori Innocenzo VII , Grego
II , occuparono la sede per alcuni giorni l'an- rio XII , Alessandro V, Giovanni XXII e
DO 686 ; 7. Teodoro e Pasquale furono esclusi Martino V fino al 1424 ; 27. Egidio di Mugnos
per l'elezione canonica di Sergio l'anno 687 ; spagnuolo prese il nome di Clemente VIII e
8. Teolilalo si levò contro Papa Paolo I , eletto tenne il pontificato cinque anni contro Marti
nel 757 ; 9. Costantino duca di Nepi entrò nel no V dall'anno 1424 fino al 1429 ; 28. Ama
la chiesa di S. Paolo a mano armata , e si fece deo VIII duca di Savoia, creato dal concilio
dichiarare Papa dopo la morte di Paolo I av. di Basilea nel 1439, prese il nome di Felice V
venuta l ' anno 767 ed occupò la sede tredici e tenne la sede contro Eugenio IV e contro
mesi ; 10. Filippo fu pure dichiarato Papa dal. Nicolò V , in favore del quale rinunzio l'an .
la fazione di Valdiberto, prete romano, l'an no 1449.
Tio 768 ; 11. Zosimo s'oppose al Papa Eugenio Perché abbiano a cessare i mali contro gli
JI, eletto nell' 824 ; 12. Anastasio si dichiaro Antipapi , Zarabella propone questi rimedii. 1 .
contro Benedetlo III, creato l'anno 855 ; 13. Convocatio concilii, 2. Quod compromillant in
Sergio , contro il Papa Formoso, eletto nell'an confidentem judicem ; 3. Quod compromillant
no 891 ; 14. Bonifazio usurpo la sede dopo la de jure et de facto ; 4. Quod uterque cedul el
morte del Papa Formoso avvenuta nell'anno eligatur alius ; 5. Quod compelluntur cedere
896, ma ne fu ben presto scaccialo dal Papa etiam manu armala ; 6. Quod ambo decernant
Stefano VII ; 15. Leone disputò la sede a Gio uno moriente aller fial Papa ; el quod prohibea
vanni XII ed a Benedetto V , nel 955 e nel 964 ; tur nova electio omnibus cardinalibus; 7. Quod
16. Gregorio fu elello contro il Papa Benedetto alter alteri commiltul vices suas donec vixe
VIII l'anno 1012 ; 17. Silvestro detto llle rini, utroque in sua obedientia perseverante.
Giovanni XX , che Benedetto IX aveva avulo Zarabella, Consil. 150. De schismate inter In
a nemici ed a'quali abbandonò la sede lascian- nocent. III el Benedict. III.
dola egli slesso volontariamente, desistettero ANTIPATRIDE, chiamala anticamente Ca
dalle loro prelensioni per l'interposizione d'un phar-saba . Adricomio l'ha confusa con Dora ,
prele chiaralo Graziano, e cederono a Grego- e Giacomo di Vitry con Assus ovvero Arsus,
rio VI , legittimo Papa, l'anno 1014 ; 18. Min- città marittima della Palestina. Secondo Gio
ANTIPATRO -ANTIQUARII 365

seffo trovavasi 17 miglia circa lontana da Jop- donde ne avveniva ch' egli non potesse regna
pe, e l'itinerario diGerusalemme la collocare, cospiró contro il padre medesimo , ma
a dieci miglia da Lidda, e ventisei da Cesarea. andò fallito il suo colpo, perciocchè , scoperta
Erode il Grande le cambiò il nome, addiman- la sua congiura, si trovò in grave pericolo ,
dandola Antipatride in onore di suo padre An- dovette rifuggire all'astuzia , facendosi cioè
tipatro. Questa città era situata in una pia- chiamare a Roma dai suoi amici , i quali
nura fertilissima e ridente , bagnata da molte scrissero ad Erode che era necessario manda
acque, .non lungi dai monti , sulla strada di re quanto prima Antipatro presso l'impera
Cesarea. Secondo Barbiè du Bocage , era pri- tore .
mitivamente conosciuta sotto il nome di Ca Lasciò egli adunque frettoloso Gerusalem
pharsalama, e nel suo luogo al presente tro- me e credevasi in salvo, quando Erode, cono
vasi il borgo di Arsuf. Di Capharsalama si sciuto l'inganno, e come aveva deciso di avve
parla nel primo libro dei Maccabei. lenarlo per regnare , tosto lo richiamo , e non
ANTIPATRO, Idumeo , padre di Erode il appena era ritornato, lo fece comparire innan
Grande, come narra Gioseffo nelle sue Anti- zi a Varo , governatore di Siria : si produsse
chilà , al libro 14 , capo 2 ; era figlio di un il veleno che aveva preparato per dar morte a
altro Antipatro od Antipa , che era stato sta- suo padre, e come non potè addurre giustifica
bilito governatore della Idumea da Alessandro zione , fu imprigionato , indi ucciso da una
Gianeo, re dei Giudei. Antipatro, di cui par- guardia di Erode l'anno del mondo 4001 , e
liamo , parteggiò per Ircano; re e gran sacer- primo di Gesù Cristo.
dote dei Giudei , contro Aristobolo sug, com ANTIPEDOBATTISTI, è la denominazio
petitore. Rese grandi servigi a Giulio Cesare ne distintiva data a coloro che si oppongono
nella guerra che ebbe in Egitto, ed indusse al battesimo dei bambini, dicendo che si deb
gli Ebrei a dichiararsi per lui ; ed alla batta- bono ammaestrare perchè facciano poi quella
glia che si diede nel Delta , Antipatro coman- professione di fede,che dà loro diritto di rice
dava l'ala sinistra , e soccorse sì opportuna- vere questo Sacramento ed entrare nella co
: mente Mitridate che comandava l'ala destra , munione della Chiesa.
da fare che la battaglia finisse per lui colla ANTIPODE , voce composta da avti , con
vittoria , mentre doveva compiersi , senza il tro e toūs , piede. Chiamansi antipodi quei po
suo soccorso, colla perdita. Cesare, per dimo- poli che abitanoquella parte del mondo che
strarsi riconoscente ai suoi servigi ,lo stabili trovasi diametralmente opposta allå nostra. Vi
governatore della Giudea, ed in suo riguardo fu un tempo che si pretese, falsamente però ,
permise ad Ircano di ricostruire le mura di insegnare , che gli antipodi grano uomini di
Gerusalemme , della quale città Antipatro una specie diversa dalla nostra , i quali ave
procurò il governo a suo figlio Fazaele , e vano un'altra origine , un altro mondo , un
quello della Galilea all'altro suo figlio E- altro sole. Sant'Agostino condanna i sosteni
rode. Morto Giulio Cesare, Antipafro godet- tori di questa erronea dottrina , di cui era
te della stima ed amicizia dei Romani , del conseguenza che tutti gli uomini non avessero
che Malico ne concepi grande invidia , e de- un medesimo padre comune, cioè Adamo. Egli
terminò di farlo perire ; cosa ch ' esegui è parimenti in questo senso che il Papa Zac
col mezzo del veleno . Ma non ando la scel- caria condanno il vescovo Virgilio, come ap
leraggine di questo uomo impunita , percioc- parisce chiaramente dalla lettera che questo
chè dopo non molto Fazaele ed Erode lo fe- Papa scrisse a s. Bonifazio , arcivescovo di
cero uccidere ; avvenimento accaduto l'an- Magonza , suo legato : Quanto alla perversa sua
no del mondo 3961 , avanti di Gesù Cri- dottrina (di Virgilio ), sc è cerlo ch'egli so
sto 39 . stiene esservi un altro mondo ed altri uomini
ANTIPATRO , figlio di Erode il Grande e sollo la terra, un altro sole e un' altra luna ,
di Dori prima moglie del padre suo , vedendo scacciatelo dalla Chiesa . Un altro mondo , al
nei suoi due fratelli Alessandro ed Aristobu- tri uomini , cioè degli uomini che non sono
lo , che nascevano da Marianna , altra moglie della medesima nostra specie, o per lo meno
di Erode , un impedimento a potere in ap- che non hanno la stessa origine , lo stesso pa
presso regnare tranquillamente ed a capriccio, dre , un altro sole , un'altra luna : ecco gli
pose ogni arte sua nello indisporre suo padre articoli sui quali cade unicamente la condan
contro di essi , ed arrivò a tal segno da farli na fatta al Papa Zaccaria , e non già sull' esi
morire. Se non che la morte loro a lui non ' stenza anche allora riconosciuta, possibile o
apportò vero contento, chè anzi, inquieto tro- vera , degli antipodi .
vandosi perchè suo padre. traeva vita felice , ANTIQUARII. V. AERIANI , pag. 147 .
366 ANTIQUATA (PROPosizione)—ANTIVARI
ANTIQUATA ( Prorosizione ). V. Prorosi- chiarò il diacono Epifanio a nome di tutti i
ZIONE CONDANNATA . Vescovi nel concilio secondo di Nicea , di
ANTISABBATARII. Setta moderna che ne- cendo che la parola antilipi non poteva, nel
ga la necessità di osservare la domenica. Il la liturgia di s. Basilio , intendersi altrimen
principale suo argomento si è che il sabbato ti , che per simboli prima della consacrazio
fu una istituzione ebraica e che nel Nuovo ne , e che dopo la consacrazione erano chia
Testamento non si trova alcun comando di mati il corpo e sangue di Gesù Cristo. Cosi
osservarlo . I Quaccheri non si oppongono al- i Protestanti non possono trarre alcun van
l'osservanza della domenica, ma non danno taggio contro la presenza reale dalla maniera
importanza alcuna nè a questa nè ad altra for- di esprimersi dei Greci tanto antichi che
ma , e credono che non vi sia alcuna differen- moderni.
za dal lato religioso tra la domenica e qua Conviene poi bene ricordarsi che questo
lunque siasi altro giorno. vocabolo , che qualche volta significa tipo o fi
ANTITATTI. Nome di una selta di ereti- gura , esprime pur bene spesso tutto il con
ci del II secolo che operavano all'opposto trario nei commentatori , poichè indica la
di tutto ciò ch'era ordinato dalla legge , pre- realtà , annunciata dalla figura. Così dicono,
tendendo che un cattivo genio avesse creato che Isacco, Davide ecc . erano tipo e figura del
tutto ciò ch ' esisteva e che per ingannare gli Messia loro antitipo.
uomini avesse dato al male l ' apparenza del ANTITRINITARII. Sotto questo nome si
bene. comprendono tutte quelle sette di eretici che
ANTITETARIO . voce derivante dal greco si ardjrono di muover guerra a quell'Augusta
AVELS6700 , e significa opposto , contrario . Ap- Trinità dinanzi ai cui incomprensibili e re
propriarsi nel diritto, onde dinotare una per- verendi misteri adorando s'incurvano i po
sona acusata che cerca purgarsi della colpa re- poli cattolici . Quindi antitrinitarii furono i
criminando ; rifugio che viene scusato dalla Sabelliani , che nel III secolo bestemmiaro
regola del diritto stesso : Nullus pluribus in no , il Padre , il Figlio e lo Spirito Santo
de ſensionibus prohibetur , come si legge nel 6 non essere tre persone distinte , ma sì una
delle Decrelali , al capo 20. Opde ciò sia per- sola a cui si danno tre nomi diversi ; gli Aria
messo , richiedesi che il delitto recriminalo ni. , che negarono la divinità del Figliuolo ;
sia lo stesso od almeno più grave di quello , gli Eunomiani, che in poco o nulla differen
del quale è approvato l'antitetario. iziavansi dagli Ariani ; i Macedoniani, che
ANTITIPO . Parola greca che equivale a dicevano lo Spirito Santo essere da meno del
lipo o figura. Negli antichi padri greci e nella Padre e del Figliuolo ; i Greci scismatici ,
liturgia di s. Basilio i simboli del pane e del che affermano lo Spirito Santo non procedere
vino sono chiamati antitipi. Da ciò i Prote- dalle due prime persone divine, e finalmente i
stanti deducono che i Greci non riconosceva- Sociniani , che nel secolo XVI rinnovellarono
no la presenza reale , perchè essi chiamavano tutti gli errori degli antichi eretici intorno
antitipi i simboli eucaristici anche dopo la alla Trinità.
consacrazione. ANTIVARI, chiamata dagli scrittori eccle
Per rispondere a questa difficoltà fa d'uo- siastici Antibarium , ed anche Antiparos , era
po distinguere due epoche; l'una dei primi una città vescovile della Dalmazia nella pro
nove secoli , l'altra dei successivi. Convenia- vincia Prevalitana sotto Scodra o Scutari , di
mo che vi furono nei primi nove secoli dei poi sotto Durazzo. Nell'anno 1062 Alessan
padri e degli scrittori ecclesiastici i quali dro II conferi l'amministrazione spirituale di
chiamarono antilipi i simboli eucaristici an- questa città al vescovo di Dioclea ; e questa
che dopo la consacrazione, sia per ripetizione distrutta , trasferi al vescovo diAntivari i di
di ciò che ne avevano delto quando ne par- ritti di metropolitano, facendogli suffraganei i
lavano prima che fossero consacrati , come vescovi di Scutari , di Polati , di Drivasto , di
avvenne in s . Basilio, il quale ripete dopo la Dulcigno , di Cataro , di Dudoa e di Sorbio .
consacrazione tutto l'ordine della liturgia ; Nell'XI secolo sugli avanzi diDioclea fu eretto
sia nominandoli per ciò che sono stati , e per l'arcivescovato di Ragusi , sebbepe v’abbiano
le apparenze esteriori , che conservano dopo la fatta grandissima opposizione i vescovi di Spa- .
consacrazione, senza pregiudizio dell'avvenu- latro e di Antivari .
to cangiamento interiore. Gli scrittori greci Nel tomo secondo del Mansi , alla pag . 779 ,
più posteriori al IX secolo concordemente so- si trova che in Antivari fa tenuto un concilio
stengono non doversi chiamare antilipi i sim- nell'anno 1199, per la causa che si agitaya del
boli eucaristici dopo la consacrazione. Così di- vescovo di Suacion accusato di omicidio. E poi
ANTOLIANO (S . ) - ANTONINI 367
chè i vescovi di Antivari sono investiti de'di- condotta come cristiana innanzi al preside ,
ritti dei metropolitani di Dioclea , di cui por- il quale non potendo in verun modo trar
tano anche il nome, cosi da alcuni scrittori, la ad apostatare offerendo incensi agli ido
invece di concilio di Antivari , viene chiama- li , ordinò la morte di lei e dei suoi compa
to concilio di Dioclea . gni soprannominati , che avvenne nell'anno
ANTOLIANO ( S. ) , martire di Alvernia. 259 .
Mentre regnava Galieno, verso l'anno 266 , ANTONIANO ( Silvio ), nato in Roma nel
Croco , uno dei re Alemanni di Pomerania , 1540 , morto nel 1603. Quest' uomo dottis
portando il guasto nelle Gallie , avendo in- simo meglio che pei titoli e gl'impieghi di cui
contrato in Antoliano un forte oppositore al- fu decorato ( chè egli fu daprima eletto pro
le superstizioni che egli voleva introdurre ed fessore nel colleigo romano da Pio IV , indi
un intrepido confessore del Vangelo, onde to- fu rettore , poi segretario del sacro collegio
gliersi dinanzi chi non fosse un rimprovero sotto Pio V , segretario dei brevi sotto Clemente
alle sue perfide azioni colle sue buone opere , VIII , del quale fu anche cameriere e dal me
e coi discorsi di pietà, ordinò la morte del se- desimo creato cardinale nell'anno 1589 ) , ė
guace di Cristo , che Antoliano sostenne col rinomato nella cristiana repubblica letteraria
sorriso dei giusti sulle labbra , sanzionando pella sua opera : Della educazione cristiana
colla sua vita la verità di quella fede divina dei figliuoli , lib . 3 ; di cui così parla il Gior
cui era strettamente congiunto. nale ecclesiastico di Roma sotto la data 26 no
ANTOLOGIO. Voce greca che nell' idio- vembre 1785. « Questo incomparabile libro
ma nostro altro non significa che florilegio . racchiude compendiata quella scienza che leg
Con questo nome chiamasi un libro adopera- gesi in molti libri sparsa e diffusa, e com
to dai Greci , nel quale contiensi gli ufficii prende in sostanza tutto ciò che è d'uopo sa
dei santi , che nella loro chiesa sono princi- persi dai padri per educare religiosamente i
palmente nomati. Quindi è una specie di bre- loro figliuoli, e tutto quello che saper debbono
viario, che contiene gli uffizii quotidiani del i figliuoli per corrispondere all'industria ed
nostro Salvatore, della Beatissima Vergine , alla paterna educazione, e per essere utili al
e di alcuni altri santi principali, con altri uf- al Chiesa, al principe, alla patria e beneme
ficii comuni dei pontefici e confessori, secon- riti presso la prosterità. »
do il rito greco . Il Mazzucchelli poi, nella sua opera Scrit
ANTONELLI (Nicola ).Ricorderemo que- tori d'Italia, vol . 1 , p. 2, così sopra questa
st' uomo nativo del ducato d ' Urbino in Ita- opera si esprime: « Ella è stimatissima con
lia per una dissertazione, che pubblico a Ro- tandosi fra ' libri migliori che in questo gene
ma, dedicandola al Pontefice Benedetto XIII re si abbiano in nostra lingua , e si leggeva
col titolo : De titulis quos 8. Evaristus roma una volta nelle pubbliche scuole della Dottri
nis presbyteris distribuit ; nella quale prova na cristiana . L'autore tuttavia non incon
che i titoli stabiliti dal Papa Evaristo , al- trò affatto quanto al metodo nella intenzione
tro pon erano che chiese nelle quali i Preti di s. Carlo,che la bramava più adattata alla
titolari amministravano i Sacramenti, e non capacità dei fanciulli. Tale è il giudizio che
già i luoghi ove i fedeli si adunavano per le se ne reca dal signor d . Gaetano Volpi in fi
preghiere. ne della ristampa della istruzione delle don
ANTONIA , fortezza o torre di Gerusalem- ne maritate del cardinal Agostino Valiero .
me, posta verso l'angolo occidentale e setten- Per altro dalle lettere dell' Antoniano ' nel
trionale del tempio . Questa fu edificata da vol . 37 della raccolta delle lettere scritte a s .
Erode il Grande, e chiamata Antonia in ono- Carlo, si ricava che l'Antoniano mandava e
re del suo amico Marco Antonio. I Romani comunicava a s . Carlo i quinternetti di quel
vi tenevano per lo più la guarnigione, poichè l'opera di mano in mano che uscivano dalla
essendo costruita internamente a guisa di pa- sua penna. »
lazzo, ed esternamente fortificata nei quattro ANTONINI (ORDINE Degli ) . Nel 1297 l’or
angoli , ottimamente all ' uopo serviva. Fu da dine degli Spedalieri di sant'Antonio prese una
quesla torre che accorse il tribuno per sot- forma ed uno splendore tutto nuovo. Il mede
trarrre s . Paolo alle mani dei Giudei che vo- simo era stato come abbozzalo circa dugenio
levano farlo perire, come si legge negli Atti anni prima, allorchè le reliquie del santo pa
degli Apostoli , al capo 21 e seg. triaca della vita monastica furono trasferite
ANTONIA , vergine e martire . Allora quan- in Francia, e deposte in un priorato di Bene
do sotto il regno di Valeriano la persecuzione dettini nella diocesi di Vienna. Alcuni pii
contro i Cristiani si estese anche in Numidia , gentiluomini vi stabilirono allora uno spedale,
Antonia, in unione a Giacomo e Marjano , fu e vi si consacrarono al servigio degli infermi
368 ANTONINO
attaccati dalla malattia che denominavasi il gii , indirizzo una bolla all'abate , ove dichia
fuoco sacro, e per cui reclamavasi con un suc ra che le commende .di Sant' Antonio abbia
cesso unico l'intercessione di sant' Antonio . no ad essere riguardate quali vere dignità ; e
Non erano però legati da voti ordinari di reli- . che quindi i commendatori possano essere no
gione,avvegnachè avessero un superiore chia- minati commissarii apostolici per assumere
mato precellore o maestro , e portassero un abi- cognizione degli affari di cui l'esame sarà lo- .
to particolare, sul quale vedevasi la figura del ro affidato. L'abbadia di questo ordine sof
le stampelle di cui gli storpiati si giovano per ferse molto nel secolo XVI per parte dei Cal- '
camminare . Accaddero coll'andar del tempo , vinisti , i quali ne posero a sacco la casa nel
fra cotesti ospitalieri e i monaci del priorato, 1562 , 1567 , 1580 , 1586 e 1590 , e vi tru
alcuni litigii che furono portati a Papa Boni cidarono parecchi religiosi . Questi disastri a
facio VIII . Siccome questa pia società aveva vendo rovinato il temporale dell'abbadia e di
di già dei numerosi stabilimenti presso la una parte delle case che ne dipendevano , fu
maggior parte delle nazioni, e per le caritate- mestieri dar luogo ad una riforma , per la
voli sue funzioni erasi cattivato l'affetto pub- quale le commende non fossero più conferite
blico, il sommo Pontefice l'eresse in congre- in titolo , ma possedute in comune sotto l'am
gazione speciale e separata , con una nuova ministrazione di superiori triennali eletti dal
riforma di costituzione, la quale senza far di- capitolo generale che si tiene ogni triennio. I
menticare il primordiale fine dell'istituto , nuovi statuti che ancora vi si osservano , fu
vincolasse gli ascritti più particolarmente al rono stabiliti in un capitolo generale fino dal
culto divino ed alle funzioni ecclesiastiche chel'anno 1616 ,approvati da Luigi XIII nell'an
di loro natura sono perpetue. Il Papa dunque no 1619 , e confermati dal Papa Urbano VIII
loro diede la qualitàdiCanonici regolari di s. nel 1654 .
Agostino , ordine del quale osservavano già la ANTONINO ( Tito Aurelio Fulvio Anto
regola : confermo la transizione che Aimon di NINO Pio, conosciuto sotto il nome d ' ) , trae
Montagny, decimoseltimo gran maestro, aveva va origine da Nimes , e nacque in Lanuvio o
fatto col priorato surriferito, che era dei Bene-
Lavinio , nella Campagna di Roma, ai 19 set
dettini , i quali gli cedevano il priorato di san-
tembre dell'anno 86. La sua nascita e le sue
t'Antonio: ed uni in perpetuo alla casa speda- virtù gli acquistarono in breve onorevoli uf
liera fondata da Gastone e la chiesa ed il prio-fizii. L'anno 120 giunse al consolato , e fu
rato che egli eresse ad un tempo in abbadia scelto da Adriano come uno dei quattro per
principale dell'ordine degli Antonini o di san- sonaggi consolari tra i quali venne divisa la
t'Antonio. Quest' ordine ebbe da indi innanzi suprema magistratura dell'Italia. Diventò in
dei grandi contrassegni d'illustrazione, di che seguito proconsole d ' Asia , ed in tale dignità
può vedersi il ragguaglio , almeno in parte , superò la riputazione, che ivi aveva acquista
in Falco , storico di quell'ordine. L'ulti- ta il suo suocero. Ritornato in Roma fu am
mo gran maestro e primo abbate degli An messo da Adriano nel suo consiglio , in cui
tonini fu il sunnominato Aimon di Montagny si mostrò sempre inclinato ai modi di dol
morto nel 1316. Dopo di lui gli abati de cezza . Antonino mostrò alcuna renitenza ' pri
gli Antonini ebbero il diritto di presiedere ma di acconsentire ad essere adottato da Adria
alle assemblee generali della provincia , in no. Gondiscese finalmente , e , nel 138 , l'anno
caso di assenza o d'impedimento del vescovo medesimo della sua adozione , sali sul trono
di Grenoble. Gl’imperatori Sigismondo e fra le acclamazioni dei Romani. Mediante le
Massimiliano accordarono pure a questo or sue leggi , lo stato godė una tranquillità che
dine non pochi privilegii . Quest'ultimo de- pochi fatti soinministro alla storia . Fino dal
cretò che l'ordine degli Antonini si servisse principio del suo regno si segnalo per la sua
nell'avvenire', per istemma , dell'aquila ne- clemenza , la quale in lui mai venne meno , a
ra coll' ale spiegate in campo d'oro , con al- cotal modo che questa gli meritò il titolo di
tro scudo su cui apparisse una croce con fi- Pio, e di Padre del genere umano. Molte pub
gura di un T greco di colore azzurro , e purbliche calamità , come carestie , inondazioni ,
esso in campo d'oro : Ul inter caeleros chri- incendii e terremoti aflissero i suoi popoli :
stianae religionis ordines dignosceretur ; et la sua beneficenza e le sue liberalità ripa
omnes gentes ordinis Antoniani sublimitatem rarono a tali disgrazie per quanto gli era
et charitatem intelligerent. Ecco i termini del possibile. Sempre cogli occhi rivolti al be
diploma. I privilegii di quest' ordine furono ne , egli stesso faceva giustizia , e tra molti
confermati da molti Papi , i quali gliene con decreti di rilievo si citano di lui i tre seguenti .
ferirono anche di nuovi. Sisto IV , dopo di Non volle che un accusato assoluto potesse
aver riconosciuti ed approvati questi privile- essere processato di nuovo pel fatto medesimo.
ANTONINO ONORATO— ANTONINO ( S. ) 569
Proibi che si diseredassero, come per lo in va nel far sacrifizii alle false divinità ; il suo
nanzi , in vantaggio del pubblico tesoro, i figli martirio avvenne sotto il regno di Galerio
di coloro che non erano stati riconosciuti cit- Massimino e di Massimino Daia, ed è onorato
tadini romani . Finalmente permise alle don- dalla Chiesa il 13 novembre, giorno in cui
ne accusate di adulterio , di chiedere che fini la sua vita in unione a Zebin o Zebinas
fosse esaminata la condotta dei loro mariti, e Germano in Cesarea .
Emanò pure editti in favor dei cristiani , on Il secondo fu uno dei compagni di s. Mau
de sottrarli alle ingiustizie legali ed ai furori rizio , e fu martirizzato per la fede di Gesiv
popolari. Uno di tali editti si trova nella Slo- Cristo presso Piacenza .
ria ecclesiastica di Eusebio. Esso è indirizzato Il terzo è un martire di Pamiers in Lin
al popolo dell'Asia minore, e dà lode al ca- guadoca od Apamea in Siria , che pati nel
rattere dei cristiani. Antonino era giunto alla quarto o settimo secolo essendo incerti gli
età di 74 anni e mezzo, allorchè nel mese di autori nell'assegnarne l'epoca reale. Quello
marzo 161 di Gesù Cristo fu attaccato, nella che v' ha di certo si è che era onorato fino
sua campagna di Lori, da una febbre di cui dal secolo ottavo . La sua memoria si è ricor
egli tosto previde l'esito fatale . Fece a sè ve- data specialmente in Pamiers , che lo consi
nire i grandi officiali dell'impero , ed in pre- dera come suo protettore, il giorno 2 di set
senza loro, scelse a suo successore Marco Au . tembre.
relio, a cui fece recare gli ornamenti imperia ANTONINO ( S. ) . Patrono di Sorrento ,
li . Non andò guari che cadde in delirio, e nel città nel regno di Napoli, nacque l'ottavo se
medesimo punto si vide quanto a cuore questo colo , e fu religioso di un monastero del paese, ,
principe avesse la felicità dei suoi popoli . Mo- sotto la regola di Monte Cassino . Dopo la
rì dopo un regno di ventitré anni : le sue ce- morte di Bonifazio eletto abbate di S. Agrip
neri vennero collocate nella tomba di Adria- pino, resse quel monastero con molto zelo ed
no , ed ilsepalo unitamente gli decretò gli applicazione, non essendo mai ozioso, e non
onori divini. Tutto l'impero pianse la sua permettendo che lo fossero neppure i suoi re
perdita , quale pubblica sventura . Una del- ligiosi . Mori santamente verso l'anno 850 il
le più forti prove ' della venerazione che in- giorno 13 di febbraio , e la sua festa si cele
spirava il suo nome, si fu che per un secolo bra al giorno 14 di detto mese.
tutti gli imperatori presero il soprannone di ANTONINO ( S. ) , arcivescovo di Firenze,
Antonino, come quello che poteva renderli città in cui nacque l ' anno 1589 , verso la fi
più bene accetti al popolo. Marco Aurelio ed ne del pontificato di Urbano VI. Il nome di
il senato consacrarono alla sua memoria una Antonio, che gli era stalo posto nel battesi
colonna circondata da bassi rilievi . Essa an mo, fu indi cangiato in quello di Antonino .
cora sussiste in Roma, e porta il nome di co . Egli abbracciò l'ordine di s . Domenico nel
lonna Antonina . l'età di sedici anni , e divenne bentosto il più
ANTONINO ONOBATO, vescovo di Costan- umile, il più obbediente , il più raccolto ,
tina o diCirta, in Africa nel V secolo, è prin- il più austero fra i religiosi. Fu prescello ,
cipalmente conosciuto per una lettera indi- ancor molto giovane , per governare varie ca
ritta ad Arcadio vescovo spagnuolo , esiliato se o monasteri del suo ordine , e la virtù
da Genserico , insieme con altri tre Vescovi supplendo all'età , stabili ed assicurò dapper
della stessa nazione, per non aver voluto ab- tutto la regolare osservanza. In questa posi
bracciare l'arianesimo . Tale lettera , destina- zione Antonino trovavasi, quando già da no
ta ad incoraggiarli al martirio , piuttosto che ve mesi l'importante sede di Firenze rima
rinnegare la fede, è notabile pel vigore dello neva vacante , malgrado il gran numero dei
stile, pei vivi pensieri , e per gli incalzanti ra competitori che aspiravano a quel ricco arci
ziocinii . Essa produsse il suo effetto , giacchè vescovado ; gli uni portati da'cittadini di
quei quattro confessori di G. C. soffersero il quella città , gli altri dalle brighe della corte
martirio nel 437. Tale lettera era stata ad di Roma. Ma Papa Eugenio voleva un Ve
essi diretta due anni prima. Si trova nella scovo tale in tutto e per tutto , come i Fio
Biblioteca dei Padri, e nel Commentario di D. rentini in corpo glielo avevano richiesto, cioè
Ruinart sulla persecuzione dei Vandali. un prelato dotto , santo, sperimentato, e Fior
ANTONINO . Oltre ai personaggi ricordati rentino egli stesso , affinchè meglio conoscesse i
negli articoli precedenti , tre martiri di que costumi, e vie più si conciliasse l'affetto del po
sto nome sono dalla Chiesa onorati . polo che avrebbe a condurre. Stava cosi a cuo
Il primo sofferse il martirio nella Palestina re del Papa il soddisfare questi voti , edificanti
per opera di Firmiliano, a cui ebbe il corag sopra tutto per una città la quale avevagli
gio di rimproverare la stoltezza che dimostra sempre mostrata una divozione tutta partico
Encicl . Eccles . Vol . I. Fasc. VI. 47
370 ANTONIO (S. ) ABATE
lare , che in mezzo pur anche a tanti affari suasione ed a tutte le preghiere, e vi fu bi
maggiori che assorbir dovevano tutta la disogno di un ordine formale del Sommo Pon
lui attenzione, pareva pure che questo fosse tefice, il quale nel tempo stesso gli spedì le
il solo che lo occupasse. Un giorno che ei di- bolle gratuitainente, con rigorosa proibizione
vertivasi alquanto presso un frate domenicano, di lasciar più a lungo la sua chiesa senza pa
pittore bravo e faceto, i cui discorsi non lo ral- store. Finalmente ei ne prese possesso dopo
legravano meno che il talento , gli disse che l'ar- molti gemiti e lamenti, di cui certamente non
civescovado di Firenze gli dava più pensiero fu a parte il suo popolo il quale all'incon
che tutta la Chiesa. « Mi si richiede un san tro abbandonossi ad un giubilo quasi senza
to , un saggio, un dotto e che sia Fiorentino. misura . L'antico storico della sua vita con
Ove trovare una tal meraviglia ? Sono ben fessa che egli non saprebbe riferire tutto
nove mesi che questo pensiero non mi lascia quello che vide operarsi da lui di bello e di
dormire. — Santo padre, sei molto imbaraz- eroico nel governo di sua chiesa , ove diede
zato, ripiglio il frate ; ma troverai tutto ciò sino alla fine dei suoi giorni degli esempi ra
nel nostro padre Antonino .» A questo none, ri di saggezza, di prudenza, di carità, di zelo ,
Eugenio restossi come uomo a cui si cala la di dolcezza, di fermezza, di modestia , di pe
tenda che gl'involava la luce.Piccossi contro nitenza e di umiltà. Addormentossi nel bacio
sè stesso , e si arrossi di non vedere , per co- del Signore il 2 di maggio 1459 , vigilia del
sì dire, che per gli occhi di un altro un me l'Ascensione, dopo settant'anni di vita e tre
rito che gli era cosi personalmente noto , e dici di episcopato . Clemente VII lo canoniz
che al solo nome di un perfetto pastore avreb- zò l ' anno 1523. Si celebra la sua festa ai 10
be dovuto essere il primo a presentarsi al di di maggio. Parecchie opere ci sono rimaste di
Jui pensiero. Ei lo propose, e immediatamen- questo santo. Le principali sono : 1. Un ri
te la diocesi acceltollo a pieni voti col * mag- strello di teologia morale, diviso in quattro
gior rispetto e col più vivo giubilo. Egli parti , intorno al quale cosi parla il Grave
aveva cinquantacinque anni , era entrato, co son nella sua Histor . Eccles. : Summam do
me abbiamo detto , nell'ordine di s. Dome- ctrinalom quatuor in partes distributam compo
nico fino dall'età di sedici , e ne aveva go- suit, quae lutissimam salutis viam docel , et ad
vernato i monasteri in tutte le grandi città bene informandos fidelium mores dirimendosque
d'Italia, che dal canto loro lo impiegarono in conscientiae casus saluberrima suppeditat do
negoziazioni assai spinose. In tutti i luoghi e cumenta , quae omnibus animarum rectoribus
in tutti gl'impieghi aveva lasciato nella piit prorsus necessaria sunt. 2. Un compendio sto
alta stima la sua santità, la sua dottrina, la rico o cronaca tripartita , che contiene in ri
sua capacità nel governo monastico e nella stretto i più rimarchevoli avvenimenti di se
condotta dei più importanti affari. Ma secolo in secolo dal principio del mondo infino
tulla la di lui modestia non potè ecclissare all'anno 1458. 3. Un piccolo compendio per
talenti cosi splendidi, neppure tutta questa l'istruzione dei confessori. 4. Diversi trattati
luce non ne abbagliò giammai in menoma delle virtù , dei precetli , dei peccati e delle
parte la modestia . Saldo nella santa avversione censure. 5. Varii discorsi delle lodi della
delle dignità ecclesiastiche , sola garante irre. Vergine. 6. Alcuni dialoghi sui discepoli di
cusabile della vera santità, prese una ferma Emmaus.
risoluzione di non accettare l ' episcopalo. ANTONIO ( S. ) ABATE, patriarca dei ceno
Ricevelte la nuova della sua nomina mentre biti , nasceva a Com presso la città di Eraclea,
se ne tornava a Napoli con un suo nipote ed nell'alto Egitto, dalla parte della Tebaide, l'an
un frate del suo ordine , dopo la visita ad no 251 , da parenti distinti per nobiltà e ric
uno dei suoi monasteri. Abbandonata incon- chezza, e molto più ancora pei sinceri e co
tanente la strada di quella vasta città ove stanti loro sentimenti di religione. Gli diedero
la di lui celebrità non permettevagli di ri- una educazione cosi veramente cristiana, che
manere ignoto, avanzossi frettolosamente ver- sin da fanciullo mostrò una eminente pietà.
so il mare , col disegno di passarsene in Sar- Ebbesi tanta attenzione ad allontanarlo dalle
degna , e di starsi nascosto pel restante dei cattive compagnie, che non gli venne neppur
suoi giorni fra quéi mezzo -selvaggi isolani ; permesso di frequentare la scuola co giovanet -
ma i di lui compagni allegando l'ubbidien- ti della sua età . Quindi la scienza della salute
za che era dovuta al Vicario di Gesù Cristo, fu la sola di quell'anima prevenuta dalle ce
impedirono assolutamente al santo d'imbar- lesti benedizioni.Per tale motivo, avvegnachè
carsi, ed anzi gli usarono una specie di vio- fosse egli dotato di una rara penetrazione e di
lenza per ricondurlo fino a Siena . Colà resi uno squisito giudizio, non seppe nè leggero ,
stette invincibilmente a lutte le vie della per- nè scrivere, nè alcun'altra lingua fuorché la
ANTONIO ( S. ) ABATE 371
egiziana , la quale sotto il dominio romano era dei suoi natali , i diritti che essi gli davano
in uso fra i naturali del paese. Ma egli fre- nel mondo , e la cura medesima che prender
quentava con tanta assiduità le adunanze di doveva della gioventù di sua sorella . Gli riem
religione, ed ascoltava così attento gli evan- pi lo spirito con la immagine di tutti quegli
gelici insegnamenti , che in questa scienza si oggetti , i quali valgono a contentar le passio
rese uguale ai più esperti dottori . A questa ni , e fece ogni sforzo per accendere nel di lui
penetrazione accoppiò una prodigiosa memo seno gli ardori della voluttà ; ma il giovine
ria , per cui egli non si dimenticava mai di solitario tutto vinse con le orazioni e colla
ciò che una volta aveva imparato . Afine di penitenza . Il suo letto non era che una ruvi
adempiere con ogni esattezza il consiglio evan- da stuoia , ed egli la trovava anche troppo sof
gelico , rinunziò a tutto quello che aveva . E- fice , cosi che il più delle volte non corica vasi
rano già morti da circa sei mesi suo padre e che sulla nuda terra , e passava pur anche le
sua madre , i quali lo avevano lasciato , nel- intere notti senza dormire. Non mangiava che
l'età di soli diciott'anni , possessore d'im- una sola volta al giorno dopo il tramontare
mensa copia di beni , con una sorella ancor del sole , ed un tozzo di pane con un poco di
giovanetta , della quale egli prese tulta quella sale era il suo cibo : non beveva che acqua .
cura che da lui chiedevano la natura e la cri- Quanto allo astenersi dal vino e dalle car
stiana prudenza ; il perchè la affidò egli ad ni , era già questo il costume di tulti i so
alcune pie vergini , le quali la formarono sui litarii .
loro esempi. Egli poi si ritirò fuori di città Avanzando egli sempre di virtù in virtù ,
presso di un vecchio, esercitato nella vita ere trovò ben presto troppo comoda quella vita, e
mitica fino dalla sua giovinezza con una pietà desiderò un maggior ritiro, che andò a cerca
poco comune in quei tempi medesimi di fer re in un sepolcro lontano da qualunque abi
vore. tazione. Questi monumenti presso gli Egizia
Fino allora le anime privilegiate, che il Si- ni erano edifizii assai vasti , ove in diversi
gnore chiamava ad una pratica più perfetta sotterranei seppellivano e conservavano i mor
del Vangelo, avevano abitato alcuni luoghi re- ti della loro famiglia. Penetrato Antonio dal
moti assai vicini alle città ed ai borghi , senza solo timor del Signore, che lo sollevava al di
essersi pur anche determinate a penetrare nel sopra dei puerili timori di morti e di fanta
deserto. Lo Spirito Santo , il quale visibil- sime , scelse la più rimota di quelle tombe ,
mente guidava i passi di Antonio , non lo re- dove ei si rinchiuse, avendo pregato uno dei
se contento della sola imitazione di quel vec suoi amici di recargli di tratto in tratto qual
chio . Il discepolo di un tanto maestro, spinto che poco di pane. Gli spiriti maligni si ri
da una pia emulazione , non udiva mai parla- putarono comesfidati, e presentirono le scon
re di un santo , senza che subito egli voles- fitte che dovevano temere da quell'anima co
se da lui ricevere qualche esempio, o qual- raggiosa , il cui esempio ne doveva certamen
che insegnamento da praticare. Con una reli- te formar molte altre. Lo assalirono pertan
giosa curiosità osservava la virtù , in cui ognu- to con ogni loro artifizio , ed in tutti i modi
no di loro era eccellente; la mortificazione di cercarono d' intimorirlo. Stando noi a ciò che
questo, l'assiduità di quello all'orazione ; narra s. Atanasio , il quale lo aveva udito
in un altro il carattere mansueto ed affabile, dalla propria bocca del santo solitario, questi
la pazienza, la inclinazione ad essere benefico. vide un giorno le quattro mura della sua so
Portava seco nel suo ritiro tutte queste sante litudine spaccarsi da tutte le parti , ed una
immagini impresse nella sua memoria , come moltitudine di leoni , di dragoni e di mostri
in un libro indelebile ; e colå lungamente d'ogni specie , in atto di lanciarsi sopra lui.
meditando e pregando con effusione di lagri- Ei si pose a pregare , e spregiò tutte quelle
me , arricchiva l'anima sua di tutti i tesori illusioni. Un raggio di luce subito penetrò
della grazia e della virtù . Studiavasi in sin- fino a lui , e tutti quei fantasmi disparvero.
golar modo di essere il più umile, il più cor Sentendosi Antonio accresciute le forze, nel
tese di tutti i solitarii , in maniera che i vec- seguente giorno parti per il deserto vastissimo
chi lo chiamavano col tenero nome di figlio , della Tebaide . Aveva egli passato quindici
gli altri di amato fratello, ed era caro ugual- anni nel suo primo ritiro, in questo ne passo
menle agli uomini e a Dio . venti, cioè nelle rovine di un vecchio castello ,
L'inimico della salute non potè senza un ove , separato dal commercio di tutti gli uo
violento dispetto vedere ciò che presagir si mini , riceveva due volte all'anno soltanto al
poteva da principii cosi avventurosi. Lo as cuni pani, che gli venivano gettati sopra le
sali con ogni sorta di tentazioni, gli pose sot- mura. Ivi egli cominciò a stabilire i primi
t'occhio i beni che abbandonava , la nobiltà fondamenti della vita cenobitica.
572 ANTONIO (S.) DA LERINS — ANTONIO ( S.) DI ADOVA
Passati, come dicemmo, venti anni in questo personaggio distinto della Pannonia, chiamato
ritiro , al quale fu d'uopo impiegar violenza , Secondino. Morto il padre , Antonio si ritirò
ed alterrar quasi a forza la porta , affinchè in diverse solitudini, nelle quali condusse u
entrassero quelle numerose truppe di fervo na vita estremamente austera, e per fuggire
rosi discepoli , i quali venivano a schierarsi gli uomini , che, a motivo della sua santità, lo
sotto la sua condotta, non uscì che con ram cercavano, ando chiudersi nel monastero di
marico da esso , per andar a fondare sulle de- Lerins, dove mori dopo due anni di vita la
serte spiagge del Nilo quell'ammirabile popo- più perfetta verso il 526. Il suo nome si trova
lo di solitarii, il quale non ebbe altro linguag- segnato nel martirologio romano moderno ai
gio che quello dei santi cantici , nè altra leg- 28 di decembre. La sua vita si trova nella cro
ge che la perfezione del Vangelo. Ma allorchè naca di Lerins , in Surio , e nella edizione delle
seppe il pericolo in cui era la Chiesa , non opere d ' Ennodio , diretta dal padre Sismondo.
ebbe alcuna difficoltà di rientrare nel più allo ANTONIO ( S.) , soprannominato Cauleo ,
tumulto del mondo. Egli visitava continua- patriarca di Costantinopoli, nacque verso l'an
mente i confessori nelle prigioni di Alessan no 828 in una terra vicina a Costantinopoli ,
dria , nelle miniere ed in tutti i luoghi in proprietà di sua madre. Di dodici anni si ri
cui erano tenuti rinchiusi. Gli incoraggiava tirò in un monastero del quale fu poi abbate.
innanzi ai tribunali , gli accompagnava in In questo monastero fu di grande vantaggio
mezzo alla folla delle guardie e del popolo , per l'esempio di rare virtù , di saggezza e
fino al luogo della esecuzione . In mezzo a d'umiltà . L'anno 888 fu chiamato a succe
queste opere , mai vi fu chi ardisse mettere dere al patriarca 9. Stefano. Antonio ascese la
le mani sopra di lui . Dio lo riserbava per la sede patriarcale , dalla quale le sue virtù si
perfetta istituzione di un'altra sorta di mar- manifestarono in tutta luce. Egli fu il padre
liri ; ed egli, siccome prima vide spento il dei poveri, il medico degl'infermi, il soste
fuoco della persecuzione , andò a raggiungere gno dei deboli , il protettore delle vedove e
quelle vittime volontarie della mortificazione degli orfani , il pastore di tutti . Presiedette
cristiana. al concilio che Leone imperatore raduno a
Passata la persecuzione di Massimino e ri- Costantinopoli contro Fozio , e poco dopo mo
tiratosi d'Alessandria, fisso sua dimora sulla ri nell'età di circa 67 anni , nell'anno 895 ,
montagna di Colzim , vedendo come il deser- il 12 febbraio , nel qual giorno la Chiesa gli
to che è fra il Nilo ed il mar Rosso ove abi- celebra la festa.
tava , non lo toglieva interamente al com ANTONIO (S. ) DI PADOVA , nato a Lisbo
mercio delle persone del mondo ; e da essa na in Portogallo nell'anno 1195 , nel battesi
scese allora soltanto che cedendo alle preghie- mo aveva ricevuto il nome di Ferdinando. In
re di alcuni fratelli recossi con essi a visitare età di quindici anni entrò nell'ordine di s.
i monasteri di Piper stabiliti sotto la sua di- Agostino , cioè dei canonici regolari , fra i
rezione, i quali, trovati ch'egli ebbe nel mi- quali già acquistavasi molta fama nello stu
glior ordine ( dopo alcuni giorni che divise dio delle sacre lettere , allorchè furono ripor
* tra i suoi figli in Gesù Cristo, e la sua sorella tate in Portogallo le reliquie dei cinque Frati
invecchiata nella verginità , le cui figlie spi- minori che erano stati martirizzati a Marocco.
rituali , che essa formava alla perfezione del Concepi allora una ardente brama d'immo
loro stato nella stessa contrada , non la cede- larsi come essi per la fede , e determinò di
vano in virtù alle comunilà di uomini più abbracciare l'apostolica loro maniera di vi
coraggiosi ) , abbandono , ripigliando il cain vere , come la più acconcia ad aprirgli la
mino della sua montagna ; e da essa si tolse strada del martirio . Avendo quindi segreta
quando fu d'uopo accorrere onde premunire mente prese tutte le sue misure per la ese
i fedeli contro le empietà del perfido Ario .Co- cuzione di un tal disegno , ricevette inconta
si non risparmiando sè stesso quantunque nente l'abito da alcuni di loro , che aveva
volte il bene della Chiesa il chiedeva , di messi a parte del suo segreto, e che ei pregó a
virtù in virtù egli avanzava , finchè ricolmo di chiamarlo quindi innanzi col nome di Anto
meriti in età di cento cinque anni volossi a nio , affine di tenersi occulto . Ottenne la
ricevere la corona di sue fatiche e di sue mor- permissione di passare in Africa , e vi passò
' tificazioni nel cielo . Moriva il giorno 19 gen- realmente; ma Dio destinollo, non già a dive
naio del 556 , anno 19 dell'impero di Costan- bir martire egli stesso , ma bensì a mantenere
zo , nella bassa Tebaide, sopra recondita mon- lo spirito apostolico in un seminario intero di
tagna , che egli si aveva scelta da qualche an- martiri , cioè nella nuova sua professione, ed a
no onde vivere separato sino dai suoi discepoli. far rifiorire nel centro del mondo cristiano le
ANTONIO (S.) Da Lerins, era figlio di un virtù dei primi fedeli. Appena aveva egli pas

1
ANTONIO ( S ) ĐI PADOVA 373
sato il mare, che venne assalito da una si gra a distinguere i suoi confratelli accusati d'i
ve ed ostinata malaltia , che lo costrinse a rim- gnoranza prima di una tal epoca .
barcarsi per la Spagna. Ma non era quello il Ma l'amore della preghiera ed il ministero
luogo in cui Dio lo voleva : ed avendolo i ven- apostolico gli piacevano bene assai più che lo
li contrarii portato in Italia , ivi ei rimase cure del governo . Fecesi sgravare da qualun
per tutto il restante dei ' suoi giorni. que superiorità dal capitolo generale e dal Pa
Elia, deposto da s . Francesco , era tato ri- pa, ed andò a stabilire il suo soggiorno a Pa
stabilito dal medesimo santo , il quale erasi dova . In meno di un anno operò tanti frutti
dipoi persuaso che fosse sufficiente una tale di salute, e cosi celebre si rese in tutta que
umiliazione riguardo ad un uomo fornito di st'ampia città , che gliene fu dato il nome. Vi
altronde di talenti sommamente acconci al go- predicò tutti i giorni di quaresima, e non fe
verno del suo ordine. Anzi succedette a tutta ce che accrescere l'avidità dei suoi ascoltato
la pienezza del potere del santo institutore, il ri pel nutrimento evangelico. Accorrevano dai
quale nel corso della sua vita non ebbe che luoghi vicini in folte schiere che partivano di
dei vicarii generali; ma se ei fu circospetto notte tempo, e che facevano a gara onde es
finchè il suo ministero rimase cosi subordi- sere le prime a trovar luogo. Vi venne cosi
nato alla ispezione un santo, tostochè però grande il concorso , che essendo troppo picco
si vide sciolto da un freno, ripigliò la prima le le chiese, egli era obbligato di predicare in
sua inclinazione diametralmente opposta alla campagna aperta . Durante il sermone si tene
evangelica semplicità di Francesco. E siccome vano chiuse le botteghe. Vi si videro sino a
Elia aveva l'arte di guadagnarsi gli animi, trentainila persone , tutte cosi attente come
perciò traeva nel suo parere il maggior nu- quelle che erano prossime al pulpito. E per
mero, è teneva in freno il rimanente col suo verità, ei parlava con un fuoco, con una un
dispotismo. In questo modo l'ordine veniva zione, e con un decoro che sembravano meno
sovvertito. di un oratore mortale che di un Serafino. Nel
Sant'Antonio fu quasi il solo che avesse il l'andare ch'ei faceva al pulpito, era costretto ,
coraggio di opporsi ad una tal sovversione per penetrare la folla, di farsi circondare da
dell'istituto : il che lo espose ad ogni sorta di una truppa di giovani robusti e vigorosi . O
catlivi trattamenti . Poco manco che non fosse gnuno faceva a gara di toccarlo mentre passa
imprigionato come uno scismatico , il quale va, si procurava di tagliare qualche poco del
tendesse alla divisione dell'ordine. Intanto suo abito, o di strapparne almeno alcune fila,
gli riusci di fare il viaggio di Roma, scansó i che poi venivano conservate come reliquie
corrieri che Elia aveva spediti onde arrestar- preziose . Dopo il sermone , i pin grandi pec
lo per viaggio , e felicemente arrivò per sen- catori andavano a gellarsegli ai piedi , chie
tieri non práticati. Il Papa Gregorio IX , che dendo misericordia ; ed i sacerdoti non erano
ben ne conosceva la sapienza , e ne venerava sufficienti ad amministrar loro la penitenza.
la santità, lo ricevette a braccia aperte , ge- Ascoltava egli stesso tutte le confessioni che
mendo in vedere l'edifizio di Francesco cosi poteva ; l'ardore della sua carità suppliva al
gagliardamente scosso quattro anni soltanto le forze, ed i più sicuri effetti di pentimento
dopo la morte di lui . Cito Elia al suo tribu- lo compensavano ampiamente dell'eccesso del
nale, verificò le querele portate contro di lui, la fatica. Vedevansi i più mortali nemici ri
lo dichiarò decaduto dal ministero generale, conciliarsi insieme, gli usurai restituire i sor
e gli fece sul fatto eleggere un successore. didi loro guadagni, rimettere in libertà i de
Trovasi ciò nulla ostante una bolla pontifi- bitori che da lungo tempo tenevano in pri
cia , data o confermata in questo anno mede- gione, e spesso condonare ai medesimi tutti i
simo, interpretativa della regola del testamen- loro debiti, finalmente le peccatrici pubbliche
to di s. Francesco , che con tanta forza si era spezzare tutti i ferri che le tenevano incate
dichiarato contro a cotesta sorta di glossa. nate al delitto e prendere i costumi delle ver
La medesima si estende in singolar modo sul- gini più circospette .
la proprietà interdetta ai Frati minori , og Dopo di questa incomparabile missione,
getto di discussione, da cui per lungo tempo Antonio ritirossi in luogo solitario, poco lon
fu esercitata la scotistica sottigliezza , ed agi- tano da Padova, onde interamente consacrarsi
tata talvolta la gravità romana. Antonio che alla preghiera, ed alla meditazione delle cose
fu fatto entrare nel governo dell'ordine sen- elerne ; quando improvvisamente sentissi as
za perdere tempo in questi contenziosi raffi- salito da una violentą malattia , da cui hen
namenti, non istudiossi che a farvi rifiorire previde che non guarirebbe, avvegnachè non
con una esatta regolarità quell'amore e quella avesse che trentasei anni. Si fece riportare
coltura delle lettere che fin d'allora comincio a Padova , e ricevelle gli ultimi soccorsi del
376 ANTONIO (AGOSTINO ) - ANTONIO di S. MICHELE
la Chiesa , raccolse le sue forze per cantare i a coltivar le belle lettere e ne cavo gran pro
salmi che si recitano nell'amministrazione fitto, imperciocchè fin da piccolo scriveva in
dell'estrema unzione, e mezz'ora dopo ren versi ed in prosa , nella lingua latina e nella ·
dette placidamente l'anima al Signore il 13 spagnuola. Nella sua patria si occupo della
giugno 1231. La moltitudine dei miracoli salute delle anime , si vesti dell'abito dei
che si operarono alla di lui tomba lo fecero Frati minori scalzi di s. Gabriele , il quale
solennemente annoverare fra i santi , avanti il abbandono per passare alla regola de ' Frati
fine dell'anno in cui era morto ; e fu fissata scalzi di s. Giuseppe. Quando mori contava 81
la festa di lui il giorno 13 giugno, giorno del- anno. Egli compose in lingua spagnuola ; 1 .
la sua morte , Una breve spicguzione della regola dei frati
ANTONIO ( Agostino ) . V. Agostino Ano minori ; 2. L'alfabeto spirituale di Giovanni
TONIO. Taulero ; 3. L'instruzione del fedel cristiano;
ANTONIO ( il Beato ) , dell'ordine dei 4. Lo specchio spirituale, che è una compila
frati predicatori , martire del XV secolo, era zione delle opere di Blosio ; La vita e i mi
Piemontese ed aveva ricevuto l'abito da s. racoli di s. Antonio di Padova, in versi ; 6 .
Antonino, che fu poi arcivescovo di Firenze. Un carme latino in lode del medesimo santo ;
Egli aveva rinnegato la fede per abbracciare 7. Un dialogo fra Antonio e Bernardino con
la religione di Maometto nel 1459. Dopo tro l'oziosità ; 8. Un libro per l'istruzione dei
quattro mesi si penti e riceve di nuovo l'a- novizi ; 9. Caeremoniale, ad uso delle provin
bito del suo ordine, e portatosi in una assem cie di S. Giuseppe e S. Paolo ; 10. Vita s.
blea in cui trovavasi il sultano, egli dichiarò Francisci in versi ; 11. Statuta generalia Bar
esser pronto a morire per la fede. Indispetti- chinonensia , pubblicate a Toledo in un'as
ti i Maomettani, lo fecero lapidare. Appena semblea generale tenuta nel 1583. In que
morto, vollero abbruciare il suo corpo , ma si sta falica fu assistito da altri religiosi del
ne
assicura che neppure i suoi capelli furono suo ordi .
lesi dal fuoco . Allora lo gittarono in una cloa ANTONIO GENOVESE ( Marco ), Anto
ca, ma i Crisfiani lo seppellirono in una chie- nius Genuensis Barchinonensis , scrisse le ope
sa che i Genovesi avevano a Cartagine . La re intitolate : 1. Manuale Pastorum ; 2. Pra
vita di questo Beato fu scritta da Francesco xis archiepiscopalis curiae neapolitanae , in 4.,
da Castiglione prete canonico di S. Lorenzo a Venezia , nel 1767. Si rese illustre nella fi
di Firenze e riveduta sopra un manoscritto losofia e nella teologia nell'accademia di Napo
dal padre Orsi . Journal des savans, 1731 , li . Era stimato da Benedetto XIV , e mori
pag. 550 . verso il 1770. Pontal , Table des auleurs, al
ANTONIO DA CORDOVA , Spagnuolo, fu rin secondo tomo del suo Dizionario.
guardato come l'oracolo della teologia e da ANTONIO LE QUIEU , fondatore della con
tutti consultato . Aveva tanto amore allo stu- gregazione del SS . Sacramento dell'ordine di
dio che gli fece ricusare il vescovato di Pla- S. Domenico , nato a Parigi il 23 febbraio
cenzia . Egli mori a Guadalajara città della 1601. Fondo una congregazione cui pose no
Nuova Castiglia di 95 anni , nel 1585. Abbia- me del SS . Sacramento . Mori della morte dei
mo di lui. 1. De polestate Papae ; 2. Comm . giusti il 7 ottobre 1576 e lasciò alcune opere
in regulam S. Francisci quuestionibus disper- pie piene del fuoco dell'amor di Dio . La pri
tili : 3. Quaestiones quatuor de detractione, ac ma è intitolala : Della divozione alla vita se
restitutione famae ; 4. Annolationes ad com grcta di Gesù Cristo ; 2. Sırada verace per
pendium privilegiorum FF . Minorum et alio- giungere facilmente alla più alta perfezione
rum ordinum mendicantium ; $ . Quaestiona- cristiana e religivsa ; 3. L'amore di Gesù per
rium theologicum libris quinque distinclum ; l'anima ; 4. Trasporli dell'anima beata ; 5 .
6. Commentariu in 4 libros Magistri senten L'apparecchio al paradiso. Le due prime ven
tiarum ; 7. Arma fidei ; 8. De indulgentiis ; nero in luce ad Avignone , le altre restarono
9. Somma di casi di coscienza , scritta in ispa- mss. nel convento di Thor. V. il p. Arcangelo ,
gnuolo ; 10 , De conceptione B. Virginis. La Vila del padre Antonio, stampata in Avignone
scio mss . la' spiegazione dei casi riservati ai nel 1682 .
Vescovi , e il testo del diritto canonico , colla ANTONIO DI S. Michele , nativo d'Arles
rispettiva divisione, in lingua spagnuola . Ni- nella Provenza, che si distinse per pieià, zelo ,
cola Antonio , Biblioth. hisp . tom . 1 , pag . 88. sapienza e particolare abilità nello spiegare le
II P. Giovanni di S. Antonio , Biblioth. univ. allegorie della sacra Scrittura. Egli fondò la
Francisc. tom . I , pag . 100 , 101 . congregazione dell'Angelo custode. Abbiamo di
ANTONIO di Santa Maria , religioso del- lui: 1.Le regole e gli statuti di quella congre- i
l'ordine di s. Francesco. Per tempo s'applicó gazione; 2. Duc libri della malizia degli ange
ANTONIO DI SANTA MARIA-ANTROMORFITI 375

li; 5. I ratti della vila estatica con altri opu- G. G. , sulle virtù cristiane, sui vizii capitali
scoli ; 4. La storia della passione di N. S.; 5 . e sui mezzi efficaci di salute e di perfezione.
· Delle conferenze spirituali tratte dalla regola Sono da ultimo lavori di Antonio : 1. Medi
serafica, tre tomi mss.; 6. Dei cantici spiri- lazioni di tutti i giorni dell'anno; 2. I mezzi
tuali . Antonio meditava una bell'opera con ď acquistar la perfezione ; 3. Dimostrazione
tro gli spiegatori delle cose sante ; gli si attri- della verilà della religione cattolica .
buisce pure l'opuscolo intitolato : Catechesis ANTONIO (S.) , celebre abbazia , e capo
Theologica in Apocalypsin Joannis , misticis et dell'ordine degli Antonini . V. ANTONINI (OR
tropologicis exculpla conceplibus. DINE DEGLI ) .
ANTONIO di Santa Maria . Di questo re ANTONIO (S.) . Ordine Militare. Alberto
ligioso francescano difficile impresa sarebbe il di Baviera conte di Hainaut, d'Olanda e di
contare quanto ebbe a soffrire per il nome Zelanda , avendo divisalo far guerra ai Tur
di G. G. durante il lungo spazio di 37 anni , chi , stabilì nell'anno 1382 l'ordine dei ca
che dimorò nella China e nelle altre contra- valieri di sant'Antonio. Questi portavano una
de vicine a quella regione , dov'ei travaglio collana d'oro in forma di cintola da eremi
con zelo infaticabile per far conoscere ed ta , alla quale era appesa una gruccia con
abbracciare la legge di G. G. Sovente egli un campanellino, come suole essere dipinto il
fu perseguitato colla più crudele ferocia da- santo protettore dell'ordine, come narra Le
gl'idolatri , caricato di ferri, messo in car mire nell'opera De origin . ordin . equest. al
cere , esposto ad ogni maniera d'obbrobrii , di lib. 2 , cap . 12.
pene, di afflizioni e di miseria. Tutto ciò era ANTROPOLATRI. V. APOLLINÁRE .
nulla per lui , perciocchè amante di toglier ANTROPOLOGIA, voce derivata dalle due
l'anime agli artigli del demonio , incessante- parole greche év9pw to's, uomo e 2o4o ; , discor
mente predicava la fede cristiana , e costitui- so . E questo un modo di esprimersi usato
to prefetto apostolico delle regioni chinesi da frequentemente dai sacri scrittori , per cui ,
Papa Innocenzo X , continuò con nuovo ardo- onde accomodarsi al fiacco nostro intendi
re a fondare chiese , ad innalzare oratorii , ad mento, attribuiscono a Dio parti , azioni ed
aprire missioni . Frutto di tanti travagli fu la affetti che solo convengono all'uomo. Per
conversione di una moltitudine prodigiosa ciò si trova scritto che Dio ha occhi, piedi ,
d'infedeli , conversione alla quale egli attese mani , ecc.; per le quali espressioni lo Spiri
fino all'anno 1670 nel quale mori nella ca to Santo volle unicamente farci intendere le
pitale di Xantung. cose e gli effetti da Dio operati , quasi foss'e
Se dir volessimo di tutto quello ch'egli gli fornito di membra corporee e d'umane
scrisse a propagazione del bene , protrarre affezioni, comechè nulla egli abbia di tutto
si dovrebbe più di quel che convenga l’ar- questo , essendo un puro spirito, semplicis
ticolo presente , perciocche fino a 30 giungo- simo , immutabile , infinitamente perfetto e
no l'opere uscite dalla sua penna. Diremo superiore affatto al nostro debole modo di
adunque che la maggior parte di queste intendere.
scritte in lingua chinese versano sopra ma ANTROPOMANZIA. Specie di divinazio
terie di fede , intorno alla quale egli porge ne che si faceva dall' osservare le viscere
istruzioni a que' fedeli; altre contengono nar- di un fanciullo o di un uomo morto. Ciò è
razioni di quanto fecero i suoi confratelli al indicato pur anche dalla medesima voce che
bene di quelle genti , altre in fine trattano del derivando dalle due parole greche in pwntos ,
modo d'evangelizzare i Chinesi . uomo e JusvTELA , divinazione, dichiara in che
ANTONIO ( Paolo Gabriele ). Celebre è consistesse.
questo gesuita nato a Luneville il 21 gennaio ANTROPOMORFITI , antichi eretici , i
1679 per una Teologia morale, che meritò più quali sostenevano che Iddio aveva una figura
volte d'esser data alle stampe , tanta essendo umana, secondo la quale l'uomo era stato
la precisione, la chiarezza, la solidità degli ar- creato, ed i quali celebravano la Pasqua come
gomenti e la fermezza delle prove da ottenere i Giudei . Si legga in proposito s. Epifanio ,
gli elogi universali. Altra opera teologica ri- nell ' eresia 78. A questi errori altri pur ne
corda pure il nome di questo illustre scritto- aggiungevano , secondo s . Cirillo , poichè si
re , il quale anche per questo che abbraccia erano immaginati che la santa Eucaristia per
tutti i dogmi e le questioni teologiche che so desse la sua virtù qualora fosse conservata da
glionsi trattar nelle scuole , meritò onori ed un giorno all'altro , e che la medesima non
encomii. Infine abbiamo anche di lui delle servisse per la santificazione , se non quando
Letture cristiane in forma di meditazioni sul se ne faceva uso senza ritardo.
le grandi verità della fede , sugli esempi di Come il santo dottore conobbe questi errori
376 ANTROPOPATIA -ANVERSA
procurò di dissipare le loro illusioni , in un ANVENPORT o DAVENPORT (GRISTOFORO) .
libro che compose contro cotesti , in cui li Di questo erudito teologo , che nato a Co
tratto piuttosto da visionarii che da settari ventry in Inghilterra verso l'anno 1598 ,
ostinati . Quest ' opera non lascia di essere vestiva l'abito deiFrancescani il giorno 7 ol
sommamente acconcia a conſondere i Sacra- tobre 1617 , fra' quali si distinse in ogni ra
mentarii cui Cirillo combatte anche più for mo di letteratura ecclesiastica non solo , ma
temente nella sua omelia sulla scienza misti ancora in quelle sode virtù che abbelliscono
cu , nella quale però non aveva in vista i le anime che tendono alla perfezione , noi ci
Nestoriani. Tom . 5 Concil., part . 2 , pag. 378. teremo alcuni scritti , i quali provano che egli
ANTROPOPATIA, voce derivante dal gre- possedeva bene la teologia e la filosofia , i
co ; e formata dalle due parole õugpwros , uo- Padri , i concilii , la storia ecclesiastica ed
mo, e ac90s , che significa affezione, sentimen- anche profana. Sono questi : 1. Tractatus
to , passione. E questa una figura di locuzione adversus judiciariam astrologium ; 2. Parae
per la quale si attribuiscono a Dio umane phrastica expositio urticulorum confessionis
passioni ; nella pratica però confondesi col- Anglicanae ; 3. Tractatus dc praedestinatio
l'antropologia ( V.) . ne , de meritis , el de peccatorum remissione ;
ANTUSA ( S. ) , era sorella di Cazaro , e 4. Systema fidei , seu tructalus de concilio 16
figlinola dell'imperatore Costantino Copro- niversali ; nella qual opera tratta l'autore
nimo. Non solamente ella non prese mai la della regola e dei principii della fede, dell'au
menoina parte nelle iniquità dei principi del torità del concilio generale e delle sue defi
suo sangue ; ma di più parve anzi suscitata nizioni , della Chiesa , delle censure canoni
da Dio per loro confusione, per mostrar l'im- che , della transustanziazione , dell'ammini
potenza di tutta la grandezza e di lulta la strazione della comunione per mezzo dei dia
sapienza del secolo contro ai consigli dell ' On- coni , della comunione dei fanciulli , della
nipotente. Avendo il di lei padre voluto comunione sotto le due specie , della confes
sforzarla a prendere nno sposo , essa gli re- sione , del purgatorio , della invocazione dei
sistette a rischio della vita , e costantemen- santi , delle idee platoniche , del culto della
te protesto che non ne avrebbe mai allri croce , delle reliquie e delle immagini , del
che Gesù Cristo. Infatti come prima si vi- primato del papa , di s. Pietro , di s. Paolo
de in libertà dopo la morte di cotesto prin- e dei distintivi della Chiesa . Egli fa vedere
cipe , ella si consacrò irrevocabilmente al che la Chiesa è infallibile nelle cose che sono
Signore nel monastero di Santa Eumenia . formalmente o virtualmente nella sacra Scrit
Ma prima distribui ai poveri ed alle chie- tura e nella tradizione ; dice che il Papa lo ė
se tutto ciò che possedeva ; spogliossi dei suoi pure , quando la sua decisione è fatta nelle
ornamenti per arricchirne gli altari, rifab- forme. 3. Opusculum de definibilitate contro
brico i monasteri , e si fece un piacere di e- persiae immaculatac conceplionis Dei Genitri
ducare alcune giovani donzelle che ammae- cis ; 6. Apologia Episcoporum ; 7. Religio
strava , disponendole a ripopolare i santi a- philosophiae peripateticae discutienda ; 8. Spēe
sili del pudore devastati dall'imperatore suo gazione della dottrina cattolica romana; 6. La
padre. In questa maniera mostrossi in sin- Chiesa cattolica romana difesa contra quelli
golar modo rivolta a riparare la breccia la che l'accusano come fuulrice di un disegno
più rovinosa , che l'ultima persecuzione a- sanguinario formato dal Papa e dai cardi
vesse fatta alla casa di Dio . Siccome del- nali. Conviene osservare che queste due ul
la sua pietà non era minore l'ingegno, per- time opere che abbiamo citato , sono scrit
ciò l'imperatrice Irene sua cognata invitol- te in lingua inglese. Tutte le opere sopra
la frequentemente a seco dividere le cure indicale ed altre ancora ch'egli scrisse , le
del governo ; na ella preferi costantemente quali non riguardano materie ecclesiastiche ,
l'umiltà della croce alle più lusinghiere di- furono fatte di diritto comune col mezzo
stinzioni, e santamente morì in quella volon- della stampa , ricevute con piacere , ricer
taria oscurità in cui erasi sepolta durante cate con desiderio , lette con diletto , per
sua vita . ciocchè in esse si trova la vera scienza , e
ANUA , villaggio distante quindici miglia sono scevre da quelle inezie che per lo più si
da Neapoli , detta con altro nome Sichem , incontrano negli scritti di quelli che versano
stendesi verso Gerusalemme. su molte e variale materie. Egli mori nell'an
ANUS od anche Anum , città vescovile della no 1650 .
diocesi della grande Armenia , e sede dei catto ANVERSA , in latino Antuerpia od anche
lici fino dal tempo dell'irruzione dei Tartari, Andoverpum .Non essendo nostro istituto nar
che furono obbligati ad abbandonare il paese . rare ciò che alla storia profana dei singoli luo
ANZIANI-AOD 377 ,

gbi si addice, ma quelle cose unicamente espor . Francesco Sonnio, uno dei primi Vescovi e
re che fanno alla parle ecclesiastica clie noi dei più grandi uomini del suo tempo, ben
trattiamo; cosi omeilendo di parlare della sua persuasi della somma utilità che ridonda alla
fondazione, di sua posizione , celebrità e vi. Chiesa dalla celebrazione dei concilii , ebbe
cende cui andò soggetto col variare dei tempi , sempre la mira a celebrarne ; ma l'infelicità
soltanto esamineremo ciò che alla parte reli- dei tempi in cui viveva, il furore degli eretici
giosa di essa si aspetta . ed altre imperiose circostanze e disgraziale fu
Vuolsi comunemente che s. Amando vi ab- rono sempre d'ostacolo all'esecuzione de ' pii
bia pel primo predicato il Vangelo non solo e generosi suoi disegni, sino a che, scorgendo ,
nella città, ma ancora nei suoi contorni, quan- si egli valetudinario nè volendo togliersi la
do ancor non aveva una stabile sede , lo che consolazione di pur celebrarne alcuno a van .
avvenne tra il 626 ed il 647 ovvero 648, epo- taggio almeno della sua chiesa e ad esempio
ca in cui fu fatto vescovo a Maestricht. San de'suoi successori, superò tutte le di Nicoltà, e
Vilbrod , vescovo di Utrecht, continud le fati- radunato circa l'anno 1576 un concilio dioce
che apostoliche di s. Amando, ed indi a poco sano , raccolse tutte le necessarie ed opportune
il cristianesimo vi fece grandi progressi . Fino informazioni, e stabili quindi santi e salutari
dall'anno 726 Rohing , uomo ricco e distinto regolamenti , che furono poi anche pubblicati
per nobillà, e sua moglie Bebalinei, fecero do- ai 22 maggio del detto anno. Animato dallo
no a quel vescovo di una chiesa che s. Amando stesso zelo raduno nel 1610 il suo clero , e
aveva egli stesso costruita nella campagna di postosi cosi in grado di veramente conoscere
Anversa, e della terza parte delle contribuzio . i bisogni della sua chiesa , pubblico egli pure
ni che essi riscuotevano sopra la Schelda già ordinanze sinodali opportunissime e santis
percommercio famosa . Nell'anno 1559, dietro sime.
domanda di Filippo Il re di Spagna, Anversa ANZIANI , Primores, Seniores. Gli anziani ,
divenne città vescovile, poichè prima dipende. presso gli Ebrei erano capi delle grandi fami
va, per lo spirituale, dalla metropoli di Cam- glie che sotto la loro repubblica esercitavano ,
brai , da cui fu sottratta e messa sotto l'arci ina specie di governo sull'intero polo. Set
vescovado di Malines . Le si allribuirono sette tanta anziani vennero da Mose stabiliti in l
cillà coi villaggi e borghi adiacenti , e questa sraele, ai quali Iddio comunicó una parte dello
diocesi contava quasi cinquanta miglia d'Ita- spirito di quel legislatore, onde alleviargli il
lia di longitudine, e trenta in latitudine. Le peso del governo; e di qui , secondo il più de
ciltà erano Anversa, Lyre, Breda, Berg-op- gl'interpreti , ebbe suo cominciamento il sine
Zoom , Turnbout, Herendal ed Hooghstraten . drio. Simon asserisce che quelli che teneano i
La campagna era divisa in sei decanati,, cioè primi seggi nelle sinagoghe , venivano per l'or
d'Anversa, di Lyre, d ' Herendal, d'Hooghstra- dinario appellati Zekenim , anziani, ad imita
ten , di Berg -op -Zoom e di Breda'; ed eranvi zione dei settanta anziani stabiliti già da Mosè,
pur anche qualtro capitoli di canonici , oltre Supplem . alle cerim . degli Ebrei. Nelle prime
ire che esistevano già prima e che l’eresia di- assemblee dei cristiani quelli che occupavano
strusse; quattro abbadie e circa sessanta mo- il primo luogo presero il nome di presbyleri,
nasteri. L'abbadia di san Bernardo sopra la che equivale a seniori od anziani . Il Vescovo
Schelda fu tosto unita al vescovado ; ma al che ad essi presiedeva, assumeva il nome di
lempo di Gaspare Nemio vi ebbe un accomo- anziano, come l'assumeva appresso i Giudei
damento fra il Vescovo ed i monaci, pel quale il capo della sinagoga . Di qui lo scambiarsi
questi avendo abbandonato la metà della loro che si fa talora nel Nuovo Testamento la voce
entrata al Vescovo , elessero fra di essi un aba. Vescovo con quella di seniore, od anziano, seb
le nel 1636. bene sempre abbiano fra di loro differilo .
La chiesa caltedrale, dedicata alla SS. Ver ANZIO, città marittima d'Italia , altre vol .
gine, danneggiata da prima dal fuoco nell'an te considerevole , oggidi all'intutto ruinata .
no 1533, fu contaminata e profanata dappoi In essa la religione cristiana fiorì fino dai pri
dagli Iconoclasti, i quali , nel 1566, vi commi- mi secoli ; aveva una sede vescovile, che poi
sero orrende abbominazioni egualmente che in fu trasferita ad Albano .
tutte le altre chiese della città per lo spazio di AOD , figlio di Gera , della tribù di Beniami
tre giorni , saccheggiando e mettendo a pezzi no, fu eletto giudice d’Israello dopo Otoniello,
gli arredi sacri . verso l'anno 1443 av . G. C. Essendo stato
Anversa deve essere anche ricordata per un scelto per recare ad Eglon , re di Moab, l'an
concilio ed un sinodo in essa tenuli . nuale tributo che gl ' Israelili gli pagavano da
Eccles, Encicl, Vol. 1. Fasc. VI. 48
378 AOSTA - APAMLA
diciott'anni, concepi il disegno di profittare di della Persia , in cui Antioco Epifane innalzó la
quella ocoasione per liberare il suo paese dalla sua lenda, tra l'Eufrate ed il Tigri , allora
oppressione sotto la quale gemeva . Dopo di a- quando intraprese di spogliare il tempio di
ver consegnato il tributo, finse un importante Belo, ovvero di Diana di Elimaide ; disegno
segreto da comunicargli. Eglon fece ritirare che gli andò fallito , perchè antecedentemente
tutti coloro che erano nel suo appartamento , scoperto. Simmaco traduce il luogo ebraico in
e, poichè furono soli , Aod gli pianto un pu- cui si legge A padno nel modo seguente : Innal
gnale nel seno, ed usci immantinente, chiuden . zerà la lenda della sua cavalleria fra i mari.
dosi dietro la porta . Le guardie credettero che | Fuller invece traduce : innalzerà la tenda
il loro signore volesse riposare : e, quando, at- colla sua lunica . Appresso i Romani eravi co
teso alcun tempo, entrarono nell'appartamen- slumanza di porre alle volte al di sopra della
to, lo rinvennero mforto. Aod aveva avuto tem- lenda del generale, una corazza, od una tunica
po, durante il primo perturbamento, di giun- color di porpora, qual segnale di guerra .
gere sulle fronliere d'Israele. Dall'alto della Noi traduciamo il testo ebreo nel modo se
monlagna di Efraim fece suonar le trombe, guente : Drizzerà la sua tenda in Apadno dci
raccolse intorno a sè numerosa truppa , alla due mari, ovvero in Padan dei due mari, che
quale partecipò la sua azione, s'impadroni di corrisponde a due fiumi, la Mesopotamia si
ogni varco per cui i Moabiti avrebbero potuto tuata tra l'Eufrate ed il Tigri , due gran fiumi,
scappargli ; piombo sopra essi colla sua armata , e giustamente paragonati al mare. Dove legge
di modo che ne perirono diecimila in quella si : si collocherà nella montagna illustre, il le
giornata, la quale procurò una pace di novanta sto ebraico invece ha : sulla montagna di Zobi.
anni alla terra di Canaan . Teodoreto crede che Apadno fosse un luogo
AOSTA od anche Agosta , Augusta Prae- vicino a Gerusalemme; sản Girolamo con più
toriu . In questa citlà si ritiene che i discepoli precisione dice che Apadno era vicino a Nico
di s. Barnaba abbiano recato la luce evangeli- poli , ovvero Emmaus, ove incominciavano le
ca, quando quell'Apostolo predicava in Italia . inontagne della Giudea . Reland dimostrò che
La sua sede vescovile infalli è antichissima, Emmaus , delto in avanti Nicopoli , era diver
ed un tempo dipendeva da Milano ; ma al pre- so da quello di cui parla s. Luca . Ció però che
sente è sotto la metropoli di Tarentasia . Anche conferma la nostra asserzione, che cioè per
la cattedrale, dedicata alla B. V. Assunta ed al Apadno dei due mari si debba intendere la
B. Grato che ne fu Vescovo, è antica di molto . Mesopotamia, si è che in ebreo questa addi
Ventidue canonici regolari soggetti ad un Pro- mandasi Padan - Aram ,ovvero Aram- Naha
poslo e ad un Arcidiacono vi funzionavano. rain , la pianura di Aram , ovvero Aram dei
Piccola è la città , e poche quindi le parroccbie. due fiumi.
La diocesi ne contava sessantasei . E nolabile APAMEA , città della Siria sull'Oronte. Si
in Aosta il monastero di s. Orso, ove funzio- crede che sia stata fabbricata, o, per meglio di
navano canonici regolari, il cui priore vestiva re, ristabilita ed abbellita da Seleuco I re di
gli ornamenti pontificali, ed era subito dopo Siria , ovvero da Antioco Sotero, suo figlio, in
il Vescovo in dignità. onore della regina Apamea sposa di Seleuco e
APADNO. Daniele parlando dell'Anticristo, madre di Antioco. In apparenza è la stessa che
secondo la maggior parte dei commentatori, Sephama, città della Siria , di cui si è alle vol
ovvero di Antioco Epiſane, ed allenendosi al te parlato nella Scrittura . Fra gli autori avvi
senso letterale, dice che innalzerà la sua len una grande confusione intorno a questa cillà ,
da ad Apadno Ira il mare e la montagna illu- ed alle citlà vicine. Molti prendono Apamea
stre e santa, che egli salirà sino sopra la vella, per Epiphania. Poujoulat dice in un luogo che
e che niuno gli darà soccorso. Ora Irattasi di la cillà alluale di Hama era l'antica Apamea ;
conoscere dove Apadno fosse situato. Gli uni altri però non concorrono in questa opinione.
intendono con questo nome il monte Olivelo, Un'allra Apamea eravi nella Frigia , sul
in cui i fedeli si uniranno, e dove l'Anticristo fiume Marzia , e si vuole che l'arca di Noè sia
andrà ad altaccarli , e dove drizzerà la sua si fermata presso questa città , che quindi as
tenda tra i due mari, cioè tra il mar Morto ed sumeva il soprannome dell'Arca, e portava la
il Mediterraneo . Altri prendono la parola figura di un'arca nella sua medaglia.
Apadno in un senso appellativo, per esein pio APAMEA , figlia di Artabazo satrapo della
per un palazzo , una tenda. Ballriana, sposo Seleuco, uno dei generali di
Porfirio dice che Apadno era il nome di un Alessandro , ella diede il nome a tre città, delle ,
luogo nelle montagne dell'Elimea , ovvero quali la più celebre fu Apamea di Siria .
APATHOS - API 579
Un'altra Apamea , figlia di Antioco Sotero e ed il distacco dal mondo e da tulte le cose ter
di Stratonica, fu maritata a Maga re di Cirene. rene, necessario ai cristiani che aspirano alla
|| Visconti crede che ella sia la stessa che l'Ar- perfezione; ed in questo significato spesso viene
sinoa di cui parla Giustino : 'ma questa asser usato il termine apatia dagli antichi scriitori
zione è dubbiosa . ecclesiastici .
APATHOS o anche Patios, cillå vescovile APE , insello lavoratore del mele. La legge
solto la metropoli di Cesarea . Fra gli altri luo- antica lo riponeva tra gli animali immondi.
ghi nei quali si fa di essa menzione, primeggia Lev. c. 11 , v . 20.
la Palestina illustrata di Reland , lomo 1 , pa APELLE , eretico, viveva verso l'anno 166 .
gina 222. Dapprima segui la doltrina di Marcione, ma
APATIA, affectuum sacuitas, extinctio. È poscia adottò e propagò leopinioni di una pre
questa un'assoluta esenzione da passioni vizio- tesa profetessa, nominala Filumena. Tertullia
se, a segno tale da non sentirne neppur l'esi no pretende ch'essi avessero avuto insieme un
stenza. Un uomo apatico è un uomo imperlur- intrigo criminoso . La sua dottrina sulla divina
babile, cui nulla scuote. Gli stoici si vantava. natura consisteva nell'ammettere un princi
no dotati di tale apatia da non essere neppure pio perfettamente buono, di un potere ineffa
sensibili al dolore. Talora trovasi adoperato bile e superiore a lutto. Questo Dio aveva da
questo terinine anche parlando dei santi, ma to l'essere ad altro Dio, suo inferiore e sog
in questo caso null'altro significa , se non che getto, e questa seconda divinità , ch'era della
l'uomo perfetto tiene in freno le proprie pas- natura del fuoco, aveva creato il mondo. Circa
sioni , nè mai lasciasi superare da esse , per G. C. insegnava , ch'era figlio del Dio buono,
quanto ne sia talor comballuto. ed il suo Spirito Santo, e che aveva avuto un
La dottrina dell'apatia in senso assoluto , è corpo reale, il quale non era uscito dalla Ver
contraria alla sacra Scrittura, ai Padri , ai con- gine Maria . Secondo Apelle, egli lo aveva tral
cilii , alla esperienze ed alla natura dell'uomo. to dai quattro elementi pel discendere dal cie
Leggiamo infatti nel capo 24 , vers. 16 dei Pro- lo : e ritornandovi , aveva reso ad ognuno la
verbii , che il giusto cade selle volte al giorno ; porzione che gli spettava. Condannava, come
seplies in die cadil justus, ed in S. Giacoino, Marcione , il matrimonio ; rigettava l'autorità
al capo 3, vers . 2 , che noi tulli cadiamo in molli ' divina del Testamento Vecchio, non che quella
errori, e l'Apostolo, nell'epistola aiRomani al di Mosè ; e sosteneva che i profeti erano pieni
capo 7 , rappresenta l'uomo il più giusto sem . di contraddizioni.
pre in guerra con sè stesso. San Girolamo nei APELLJANI o Apellit ) . Discepoli o seguaci
suoi libri contro Pelagio e nella sua lettera a di Apelle. V. l'articolo precedente.
Tesifone ; s . Agostino, nel capitolo quarto del APHAEREMA. V. AFAEREMA .
nono libro della Cillà di Dio ; Lattanzio, nei APHARA . V. APHRA .
capitoli 14, 15, 16 del sesto libro delle sue In APHEC . V. Afec.
stiluzioni, combattono l'apatia come uno stato APHECA od APHEC, cillà della Siria sul
immaginario, impossibile, contrario al buon mente Libano,situata tra Eliopoli e Biblo .
senso ; ed il quinto concilio generale la condan APHERA. V. APHRA .
na nei libri di Origene , di Didimo Alessandrino APHES-DOMIM , luogo della tribù di Giu
e di Evagrio di Ponto, i quali la difendevano, da , tra Soco ed Azeca, ove i 'Filistei si alten
l'esperienza di tutti i secoli, nel lungo giro dei darono, allorchè Golia insultò le squadre israe
quali neppur un uomo presentasi senza passio- litiche. I Reg. c. 17 , v. 1 e segg .
ni e senza peccato, tranne la piena di grazie, APHIA . Uomo della tribù di Beniamino, era
Maria Santissima ; la natura dell'uomo debole, uno degli antenati di Saule, re degli Ebrei, co
incostante, inquieto di spirito e di cuore; la sua me dice il primo libro dei Re, cap. 9 , vers . 1 .
stessa origine, il nulla cioè da cui fu tralto, che · APARA O APHARA O APHERA 0 EPHRON , cillà
lo rende necessariamente imperfetto, e bisogne- della tribù di Beniamino, a cinque miglia da
vole quindi dell'aiuto della grazia divina , tulto Betel verso levante . Josue, c. 18, v . 23.
prova evidentemente l'impossibilità dell'apa APHRAIM . Eusebio mette un borgo di que.
lia. Si può leggere in proposito il concilio di sto nome a sei miglia da Legion verso tramon .
Trento alla Sess. 6, de just. can. 23, non che il tana.
libro del padre Onorato di santa Maria che ha APHSES, capo della diciottesima tra le 24
per titolo : Tradizione dei Padri sulla conten- famiglie sacerdotali scelte da Davide pel ser
plazione, tom . 2 , diss. 8, pag. 545. vigio del tempio. I Paral. c. 24 , v. 14 .
In un senso più mite significa il disprezzo API , nume adorato dagli Egiziani sotto la
580 APIARIO - APOCALISSE
forma di un bue od un toro. Essi avevano un lazione alla Santa Sede ; eran eglino malcon
bue consacrato, che nutrivano ad Eliopoli, e , tenti del legato che si era mostrato favorevole
che chiamavano Mnevis. Ne avevano un altro ad Apiario, e pregarono Celestino di non acco
chiamato Api , ed era consacrato alla Luna , ed gliere si facilmente appellazioni di lal fatta.
era nutrito in Menfi. Sotto la forma di questo Ved , Bercastel , Sloria del Cristianesimo. T. JI.
animale adoravano Osiride. Ecco i segni pei APOCALISSE . Questo termine significa in
quali si distingueva . Era nero per tutto il cor- generale Rivelazione, ed in particolare, l'Apo
po, tranne una macchia bianca quadrata sulla calisse ovvero la rivelazione ch'ebbe s. Gio
fronte : aveva sul dorso la figura di un'aqui . vanni Evangelista nell'isola di Patmos, in cui
la , ecc. era stato rilegato da Domiziano.Caio, prete del
Quando si aveva trovalo un vitello con que. la chiesa di Roma , che viveva sulla fine del II
sli segni , lo si conduceva con grande letizia al secolo della Chiesa , pare che dica che l'Apoca
tempio di Osiride, ove era nutrito, custodito lisse fosse dell'eresiarca Cerinto, apud Euseb.,
ed adorato in luogo di quel Dio, finchè viveva. lib. 3, cap. 28 Hist. Eccl. San Dionigi vescovo
Alla sua morte, era sotterrato con gran solen- di Alessandria dice, che alcuni l'attribuivano
nilà e con gran dolore, dopo cui n'era cercato a Cerinto, ma ch'egli la credeva di un santo
un altro che avesse i medesimi segni . Alle vo uomo chiamato Giovanni, che però non voleva
passavano molti anni primachè se ne potesse assicurare veramente che fosse dell'Apostolo ed
ritrovar uno, e quando se lo ritrovava, era Evangelista di questo nome. Nella Chiesa tiensi
quello un giorno di grandissima festa per tutto per inconstatato che l'Apocalisse sia dell'Apo
il paese. Non vi è dubbio alcuno che il vitello stolo s. Giovanni figlio di Zebedeo e fratello
d'oro che Aronne fece agl’Istraeliti nel deserto, di s . Giacomo ; ed i dubbii di Caio e di Dio .
e che i vitelli che Geroboamo propose alle dieci nigi d'Alessandria non hanno potuto impedire
tribù nel suo regno per adorarli, non fossero che tutta l'antichità a lui l'allribuisca d'una
che una imitazione del culto superstiziøso che nime consenso .
gli Egiziani rendevano al bue Api . L'Apocalisse non fu sempre riconosciuta
APIARIO, prete di Sicca in Numidia, sco. nella Chiesa per canonica. San Girolamo, An
municato dal suo vescovo Urbano, appello a filoco , Sulpizio Severo, osservano che al loro
Papa Zosimo , che lo ricevetle nella sua comu- tempo eranvi molle chiese nella Grecia che
nione. I vescovi d'Africa riguardarono questo non ricevevano questo libro. Non è segnato nel
appello come contrario all'uso ed a canoni catalogo falto dal concilio di Laodicea, nè in
della loro chiesa , e specialmente a'decreti del quello di s . Cirillo Gerosolimitano ; ma s. Giu
concilio Milevitano , i quali ordinavano, do- stino , sant'Ireneo , Origene , s. Cipriano, s. Cle
versi assolutamente terminare nella provincia menle Alessandrino , Tertulliano,e dopo di loro
la causa de' preti e de’cherici inferiori, e proi . Tutti i padri del IV e V secolo e dei seguenti,
bivano l'appellazione oltremare. Zosimo man . citano l'Apocalisse come un libro canonico .Gli
do legati in Africa, dove si convocó un con- erelici , nominati Alogi da s . Epifanio, i Mar
cilio nel 448. 1 legati allegarono i canoni del cioniti , ed i discepoli di Cerdone, Lutero e mol
concilio di Nicea , ma si riconobbe ch'essi non li altri eretici hanno rigettato l'Apocalisse di
erano di questo concilio, sibbene di Sardica. s . Giovanni ; ma ciò appunto prova ch'ella era
Morto Papa Zosimo prima che la faccenda fos- ricevuta nelle chiese cattoliche, ed i Protestanti
se condotta a termine, i padri di Africa scris- stessi hanno abbandonato Lutero in questo
sero a Papa Bonifacio, approvando la condotta punto, e Beza ha sostenuto fortemente l'au
d'Urbano . Avendo Apiario chiesto perdono tenticità e la canonicità dell'Apocalisse contro
de'suoi falli, fu riammesso all'esercizio del- le sue obbiezioni.
l'ordine, ma fuori della diocesi di Sicca. Riti . L'Apocalisse contiene ventidue capitoli. I
ratosi a Tabarco , cadde egli in delitti che di tre primi contengono una istruzione ai Ve
nuovo lo fecero deporre dal concilio provincia. scovi delle sette chiese dell'Asia Minore, che
le . Egli ne appello ancora al Papa Celestino, sono Efeso, Sunirne, Pergamo , Tiatira, Sardi ,
il quale mando Faustino in Africa , per convo- Filadelfia, Laodicea . I quindici capitoli seguenti
care un concilio, in cui Apiario, stretto dalla contengono le persecuzioni che la Chiesa ha
coscienza, confessò i suoi falli. I Vescovi ne sofferto e soffrirà per opera degli Ebrei , degli
confermarono la condanna, ed ebbe cosi termic eretici e degl'imperatori romani, principal
ne il litigio colla Santa Sede. Falsamente alcu- mente per parte di Diocleziano,di Massimiano
ni scrillori asserirono che i veseovi d'Africa Erculio, di Galerio Massimiano, di Severo, di
avessero allora contrastato il diritto d'appel- Massenzio, di Massimino,diLicinio, ed infine di
APOCALISSE 381
Giuliano l' Apostata. Dopo ciò si vede la ven- hapno intrapreso l'assunto di spiegarlo , come
detta che il Signore esercitera contro la perso- genti , che in mezzo delle tenebre vanno allo
na dei persecutori, contro l'impero romano e azzardo ove le trascina una buona o cattiva
la città di Roma, designata sotto il nome di fortuna. Ma più pacatamente esaminando que
Babilonia , la grande prostituta seduta sopra sta opera, vi ritrovai bellezze paragonabili con
setle colline. Infine i capiloli 19, 20 , 21 e 22 quanto v'ha di più sublime e maestoso nelle
contengono la descrizione del trionfo della profezie d' Isaia,di Daniele, di Geremia, di E.
Chiesa vincitrice dei suoi nemici , delle nozze zechiele. Vi ammirai l'ordine, la disposizione,
dell'Agnello, e della felicità della Chiesa trion- la scelta dei fatti, la luce opportunamente dif
fante: Si può vedere più a lungo ciò che ris- fusa sopra certi luoghi oscuri , fatti nobilmen
guarda l'Apocalisse nella dissertazione che l'a te ravvolti sotto figure nuove ed espressive ;
bale Du Pin aggiunse all'atralisi di questo lie una infinità di allusioni magnifiche a ciò che
bro, e nella Prefazione che trovasi al Commen. vi ba di più brillante nei profeti, ed a ciò che
tario di questo libro scritto dal Calmet, si pratica di più maestoso nel tempio : pittu
Quantunque il Calmet, per quanto s'aspetta re grandi e proprie ad inspirare rispetto e ri
alle bellezze di questo libro, rimetta il lettore verenza allora quando trattasi di attrarre l'at
al suo Commentario, pure crediamo di poter tenzione del lettore sopra qualche obbietto im
far osservare a questo luogo, « A bilissimicri• portante : la maestà di Dio, il suo potere infi
tici, dice egli, ammirano l'arte e la bellezza di nito, la sua autorità assoluta sugliimperi, sui
quest'opera. Si conoscono gli elogi datile da re, sulle cose del nuondo, indicata da tratti vi .
s. Girolamo. San Dionigi Alessandrino pon ne vi e toccanti. Il racconto è sostenuto, vivo, va
parla che colla massima ammirazione. Enri- riato, leggero, interessante. Non vidi mai poe
co Moro ritiene che mai sia stata scritta una ' sia più animata : perciocchè tutto è azione, dis
opera con maggior arle e bellezza ; tutto è pon- corso, ed i caratteri sono mirabilmente conser
derato, posto a suo luogo con la massima aggiu. vati . E quando una volta si afferra il filo del
statezza . Nullus, dice questo autore, Vision , l'istoria cui si fa allusione, sembra leggere una
Apoc., lib. 5, cap. 15 , in Synops. p. 1661 , nul- storia scritta figuratamente, ed abbellita da or
lus unquam liber majori cum artificio scriptus namenti poetici. >>
est, unoquoque verbo velul in bilance pensila Dopo aver citato il giudizio di un Vescovo e
lo . » L'ab. Du Pin dice, Apocal., pag. 253 di un monaco intorno all'Apocalisse, non sarà
a che lo stile dell'Apocalisse é elevato e profeti. inutile riferire quello pur anco di due sapien
co, che tutte le narrazioni e descrizioni dique. ti più moderni che onorarono l' età nostra ;
sto libro sono grandi, sublimi , ed espresse in l' uno letteralo celebre, Carlo Nodier ; l'altro
termini profetici, che esso è scritto con molta Rio, non meno distinto nello studio delle belle
arte ed elevatezza. Le figure dell'antico Testa- lettere che in quello delle arti . Il primo si e
mento vi sono spiegale in un,modo giustissie sprime in questi termini. a Indipendente dal
mo, e le espressioni degli antichi profeti sono suo evangelio, libro ammirabile, s. Giovanni,
impiegate molto a proposito. Il cielo e la ter- esilialo da Domiziano nell'isola di Patmos,
ra sono il lealro di tutte le visioni, Il Signore, compose l ' Apocalisse. Si chiamo questo un
l'Agnello, gli Angeli, le potenze infernali, i re poema, poiché cosi conviene addimandare la
della terra, l'idolatria ne sono gli attori ;e ciò epopea dell'ultimo giudizio, e noi non cono
che rappresentano è trattato in un modo vivo sciamo definizione che possa darne una idea
e nuovo che abbatte e tocca sensibilmente lo più esatta . L'immaginazione non abbraccio
spirito dei lettori . La narrazione è semplice e giammai scene più imponenti, e l'uomo non
naturale, ma nello stesso tempo grande ed ele- si è giammai servito per rappresentarle di co
vala, e le espressioni sono nobili e magnifiche. lori più straordinarii e più maravigliosi. »
Se vi ha qualche oscurità, non è nei termini, Bibl. Sacr., P. 88 .
ma nelle cose. » Rio considera oltre a ciò l'Apocalisse sole
« Se mi è permesso aggiungere il mio pen- to l'aspetto dalla pittura. » L'Apocalisse ,
siero a quello di questi illustri, prosegue il dice egli, è di per sè un poema sublime od a
Calmet, dirò ingenuamente che quando inco- meglio dire un'opera che non ba nome nella
minciai a lavorare sopra questo libro, non era lingua degli uomini . Pel suo carattere allego
prevenuto in suo favore, Io lo considerava co- rico e mistico ella fugge a tutte le forine, non
me un enigma, la cui spiegazione era impos- che a quella dell'arte. » Indi prosegue facendo
sibile all ' uomo senza una particolare rivela- i massimi elogi di questo libro, elogi di cui i
zione. Riguardava tulti i commentatori che maggiori non possono uscire da umano scrit
582 APOCALISSE di s . Pietro - APOCALISSE (CAVALIERI DELL')
tore , che sotto ogni aspetto del bello e del mae APOCALISSE DI SAN TOMMASO . Questa
stoso anche in fallo d'arte riguarda le cose. non è conosciuta che dal decreto di Papa Ge
De la Poés. Chrélien. dans son principe, dans lasio , che la pone nel novero dei libri apo
sa maliere et dans ses formes. crifi.
APOCALISSE di s . Pietro, Jibro apocrifo APOCALISSE di Adamo . I Gnostici, secon
di cui parlano Eusebio e san Girolamo, e che do il pensare di Epifanio , avevano un' Apoca
s . Clemente Alessandrino aveva citato nel suo lisse che attribuivano ad Adamo. Non si dubi .
Hypotiposeos. Al presenle non v'ha chi di es ta che coloro i quali si curarono di formare
so cura si prenda. Sozomeno dice che al suo quest'opera, non abbiano presa occasione da
tempo questo libro era letto nella chiesa il quanto sta scrillo nella Genesi , che il Signore
venerdi santo, nel quale tutti i fedeli digiuna. pose in Adamo un profondo sonno, ovvero , se
vano in memoria della passione del Salvatore. condo i Settanta , gl' inviò un'estasi .
Questo libro, che sembra essere stato composto APOCALISSE DI ABRAMO. Gli erelici Setici
poco tempo dopo la passione del Salvatore, avevano in istima una pretesa Apocalisse di
conteneva le predizioni sulla ruina di Gerusa- Abramo : era , al dire di Epifanio, Haeres. 39,
lemme , e sullo stato futuro della Chiesa. Teo- cap. 5 , un'opera piena di passi oscuri .
doto che viveva nel secondo secolo, la cila . APOCALISSE di Mosè. Giorgio Sincello,
Nelle Instituzioni divine di Lattanzio, lib. 4 , p . 27 , parlando di questa Apocalisse dice, che
cap . 21 , se ne trova un qualche frammento, vi è preso il luogo di s . Paolo ai Galati : Ne
contenente una rivelazione di Gesù Cristo a s. quc circumcisio aliquid valel, neque praepu
Pietro ed a s . Paolo, intorno alla guerra dei tium , sed nova crcatura. Celreno asserisce, es
Romani contro gli Ebrei, ed a'mali che dove servi alcuni che vogliono che questa Apocalis
vano accompagnarla e seguirla. se sia la stessa cosa che la piccola Genesi, al
APOCALISSE DI S. Paolo, libro apocrifo tro libro apocrifo conosciuto dagli antichi .
in uso appo i Gnostici ed i Caianiti . Contene APOCALISSE DI Elia. San Girolamo, Epist.
va , secondo la pretensione di tali eretici , le 101 ad Pammach ., dice, che gli eretici preten
cose ineffabili, che Apostolo aveva veduto, devano che il luogo di s. Paolo ai Corintii, I
durante il suo rapimento, e di cui dice ai Co- Epist. 2, 9 : Neque oculus pidit, ecc. , sia preso
rintii , non essere permesso divulgarle. Sozo- dall'Apocalisse di Elia . Origene, Homil. ultim .
meno afferma che molti monaci del suo lempo in Malth . 27, 9, citando le stesse parole, dice
facevano gran conto di questo libro, ed assicu- che non si trovano in veruna parte nei libri
ravano che l'avevano scoperto per mezzo di apocriſi di Elia.
una rivelazione divina, sotto l'impero di Teo. APOCALISSE ( Cavalieri DELL' ). Cos) ve
dosio, a Tarso, nella casa di s. Paolo, in cui divano chiamati i membri di una società di
era stato nascosto in una cassa di marmo sot- fanatici, che fu scoperta in Roma nel 1694 .
terra ; ma Sozomeno essendosi informato di “Agostino Gabrino , nativo di Brescia, loro ca
questo avvenimento da un prete della chiesa po, si fece chiamare principe del numero set
di Tarso , questi gli rispose che nulla di ciò sa tenario, e il monarca della santa Trinità . Que
peva e che riteneva questa storia come inven- sti fanatici dicevano che il loro scopo era di di
tata dagli eretici. fendere la Chiesa cattolica contro l'Anticristo,
APOCALISSE di S. Giovanni , differente che indi a poco sarebbe stato adorato.
1 dalla vera Apocalisse, di cui abbiamo parlato. Le divise di questa società erano una spada
Lambecio dice, che si trova manoscrilta nella ed un bastone di comando posti a croce, una
Biblioteca reale di Parigi : Cod . 119 Biblioth. stella raggiante, ed i Ire nomi degli Angeli Ga.
fol. 108-15 . briele , Michele e Raffaele . Molti di questi ca
APOCALISSE di Cerinto . Questo eresiarca valieri portavano i delti segnali sui loro abiti
aveva composto certe rivelazioni che fingeva e sui loro mantelli . Il loro numero fu portato
di avere avute , in cui parlava di un regno ter- sino ad oltanta . I più di loro erano artigiani
restre, e di certi piaceri sensuali che i santi che non lavoravano che con la spada al fianco.
devono provare per mille anni nella Gerusa- I loro sentimenti erano perniciosissimi, e fra
lemme. Vedemmo di già , nell'articolo Apoca- le altre cose solevano dire che una donna ,
Lisse, come alcuni antichi attribuivano a Ce. quando in nulla si rifiutasse al proprio mari
rinto la stessa Apocalisse di s. Giovanni , forse to, poteva recarsi ad altro uomo , che in ri .
indotti a ciò dall'ubuso che questo erelico fa. cambio un marito, specialmente se dell'ordine
ceva delle parole di questo santo Apostolo per loro, poteva rimandare la propria moglie qual
autorizzare le sue ribalderie. ora ne fosse sazio . In mēzzo a tali empietà di
APOCATASTASI - APOCRIFO 383
massime e di dottrine erano molto caritatevoli l’errore ovvero la superstizione, come sono i
verso i poveri , e pronti a soccorrere chi ne falsi evangeli di s. Tommaso , l'Evangelo dei
avesse bisogno. Leggesi nel Mercurio slorico Valentiniani , dei Simoniani , dei Gnostici, di
citato dal Moreri, che l'anno 1694 , nel giorno Marciano ecc ; lo che meglio vedremo alle voci
delle Palme Agostino Gabrino, essendo in chie. Arti , Evangelo, in cui faremo menzione del
sa mentre si cantava l'antifona : Chi è questo le opere apocriſe pubblicate sotto questi titoli .
re di gloria ? Quis est isle rex gloriae ? a que- Altri sono semplicemente apocrifi, nulla con
ste parole colla spada in pogno sguainata cor tenendo di contrario alla fede ed ai buoni co
se là nel mezzo degli ecclesiastici e gridò ad stumi, e che particolarmente possono esser let.
alta voce : lo sono, sono io questo re di gloria. ti per edificazione, come il terzo e quarlo libro
Egli fu loslo preso e condotto ove racchiudon- di Esdra, il terzo e quarto dei Maccabei, l'e
si i pazzi . Non andò guari però che un altro pistola di s. Barnaba ed illibro di Ermas . Gli
di questi fanatici , di condizione falegname, sco- aliri , dopo essere stati a lungo contrastati da
perse tutto quanto sapeva intorno la loro con alcuni , finalmente entrarono nel canone per
dotta e dottrina, per cui più che trenta ne ven il consenso delle chiese, come abbiamo dal con
nero arrestati. Il rimanente si dissipò, ed in cilio di Laterano e di Trento. Tali sono Giu
questa maniera ebbe fine quest'empia società. ditta , Tobia, i due primi libri dei Maccabei, la
APOCATASTASI. Parola presa dagli Atti Sapienza, l'Ecclesiastico, Baruch, le addizioni
degli Apostoli , cap . 3, vers. 21 , che significa rio che si trovano nel greco di Daniele e di Ester,
stabilimento, e ba dato luogo a gravi discussio- l'istoria di Susanna e di Belo, che s . Girola
ni teologiche. — Al principio del secolo XVIII no, Praeful. lib. Salom ., pone nel novero de
Petersen si è servito di essa per sostenere che gli apocrifi, e che dice essere letti nella Chiesa,
dopo un corso qualunque di tempo le cose tor senza essere ammessi nel numero dei canonici:
nerebbero, al punto in cui si trovavano prima Ecclesia quidem legit, sed intra canonicas
che il peccato entrasse nel mondo. Questa opi- scripturus non recipit. In fine sonovi alcune
nione avendo impugnatori, diede luogo alle di parti della Scrillura, che anche al presente so
scussioni apocalastiche. Conviene pero osserva . no contrastate, e che dagli uni sono ricevute
re, che che si dica dell'opinare di Petersen , come canoniche, dagli altri reielte ; tali sono i
che essa gli è anteriore di molto, incontrando- titoli del salmi , la piccola prefazione di Gere
si già fra le opinioni dei Millenarii. ipia , quella dell' Ecclesiastico, e, secondo alcu
APOCREA . Nome che i Greci davano alla di , le addizioni di Ester e di Daniele.
settimana da noi chiamala settuagesima. Que I protestanti collocano nel novero degli a
sta voce significa privazione di carne, il cui u- pocriſi non solo quelli che passano per tali
so era vietato dalla domenica che segue l'apo- nella Chiesa romana , come l'orazione di Ma
crea fino al secondo giorno dopo la quinqua- nasse re di Giuda, il terzo o quarto libro dei
gesima, nel quale incomincia il digiuno della Maccabei, il terzo e quarto libro di Esdra, l'E
} quaresima. pistola di s . Barnaba, il libro di Ermas, l'ad
APOCRIFO. Significa propriamente nascoso, dizione posta alla fine del libro di Giob, il Sal
secondo la greca derivazione. Si dà il nome di mo centocinquantuno; ma collocano nel nume
libro apocrifo: 1. a tutti quelli la cui autorità -ro degli apocriſi anche la Sapienza, l'Ecclesia
è ignota, tanto se non hanno il nome dell'au- stico, i due primi libri dei Maccabei , Tobia ,
tore, quanto se l'hanno; 2. a quelli che non Giuditta , Baruch, e le addizioni di Daniele e
sono nel canone sacro della Scrittura, e che di Ester, che non şi trovano nel lesto ebreo. In
non si leggevano pubblicamente nell ' assem- quanto al Nuovo Testamento sono di opinione
blea dei fedeli, ma che si potevano leggere par- divisa intorno alla canonicità dell'Epistola
ticolarmente per sua propria edificazione; 3. agli Ebrei , di quella di s. Giacomo, della se
si prende per un libro che non passa au- conda di s . Pietro, della seconda e terza di s .
tentico e d ' un'autorilà divina, quantunque Giovanni , di quella di s . Giuda e dell'Apoca
si ammetta come composto da un autore sa . lisse. Al presente però , tutti i Protestanti che
cro, o da un Apostolo , come sarebbe l’Episto- non sono caduti nel razionalismo, ammettono
la di s. Barnaba ; 4. infine si chiamano apocriſi tutti i libri del Nuovo Testamento siccome ca
i libri dannosi , composti dagli antichi eretici nonici . Le addizioni di Ester e di Daniele non
per autorizzare i loro pravi sentimenti . possono essere messe in dubbio dopo il decre
Sonovi adunque diversi gradi fra i libri a la del Concilio di Trento.
pocriſi. Gli uni sono assolutamente falsi, dan Chi amasse vedere un catalogo più lungo e
nosi, empi , composti da eretici per difendere mioulo degli scritti falsi ed apocrifi tanto del
384 APOCRISIARIO - APOLLINARE (S.).
l'Antico, quanto del Nuovo Testamento , cioè perfettamente a quella parte dell'uflizio divia
dei libri scritti dagli antichi col nome rispet- no che dai Lalini si chiama compieta, cosi det .
tabile dei patriarchi e profeti, può consultare ta perchè recitavasi dopo la réfezione della
il Fabrici neidue tomi stampati sopra questa sera. I Greci hanno due apodipni, uno più
materia, il primo dei quali versando sull'An- lungo che si recita nella Quaresima, l'altro
tico Testamento, porta per tilolo : Codex pseu- più breve pel rimanente dell'anno. La Chiesa
depigraphus veteris Testamenti ; ed il secondo lalina ne ha un solo per tutti i tempi , a meno
Coder apocryp !1!18 novi Testamenti. che non lo si voglia considerare come più lun .
APOCRISIARIO , Apocrisiarius, altro non go quando conviene in esso recitare le preci,
significa chemesso, inviato, agente. Con questo che vi sono congiunte, e vanno prima dell' o
nome appellavasi il deputato del Papa che razione od Oremus finale.
aveva sede in Costantinopoli , onde rappresen . APOLITICO, Apolylicum . L'apolitico, voce
tarlo appo l'imperatore, e mantenere la corri- formata dalla parola greca citouw , disciogliere
spondenza degli affari tra l'imperatore ed il nella chiesa greca significa le parti più con
Pontefice; cosa che termino quando in Costan . siderabili dell'ufficio divino , e consiste in
tinopoli incominciarono l'eresie degli Icono- certi versetti, che variano secondo il tempo ;
clasli che erano sostenuti dall'imperatore. Gli nella Chiesa latina consiste parimenti in certi
apocrisiari esercitavano alle corti dei principi versetti che si chiamano psillende susseguiti
cattolici l'ufficio di nunzii ordinarii , ed erano da altri che addimandansi completorii.
per lo più diaconi , ch'entravano come nunzii , APOLLINARE ( SANT' ), vescovo diGerapoli,
in gerarchia dopo i Vescovi. Quando faceva in Frigia , si rese celebre nel II secolo della
no le veci di legati , precedevano anche ai Pa. Chiesa per dolli trattati contro gli eretici del
triarchi . Secondo la Novella 6 di Giustiniano, suo tempo, in cui egli imprende a mostrare la
sembra che si chiamassero apocrisiarii tutle sorgente degli errori loro nelle antiche sette
quelle persone ecclesiastiche, le quali erano dei filosoti ; scrisse cinque libri contro i Paga
delegale dai Patriarchi alla corte dell'impera- ni , due contro i Giudei, edue della verità con
tore per risiedervi ed aver cura degli affari tro Giuliano, ove combatteva colla sola ragio
della loro chiesa. E questa costumanza inco- ne le false idee del paganesimo sulla divinità :
minciò sotto Costantino , e divenne più fre . deiCommentarii su molti libri dell'Antico
quente ai tempi di Giustiniano, il quale anzi Testamento di cui si leggono ristretti nella rac
stabili che col loro mezzo i Patriarchi facesse- colta : Calenue palrum . Apollinare indirizzo,
ro noli i loro bisogni, e che nessun Vescovo o verso l'anno 177 , all'imperatore Marco Aure
metropolita gli fosse presentato fuorchè collio un'eloquente apologia a favore dei Cristia
mezzo degli apocrisiarii del rispettivo Patriarca. ni . Essa produsse almeno in parte l'effetto che
Questi a pocrisiarii al presente si chiamano am se ne doveva attendere. Tale apologia era no
basciatori, procuratori, referendarii, ecc.; don- ta'bile, in quanto che citava Marco Aurelio
de si vede che non una persona qualunque era stesso in testimonio del miracolo operato solto
opportuna a sostenere questa carica , ma che i suoi occhi per la preghiera della legione meli
essa era affidala a personaggi distinti per sape. tina , tutta composta di Cristiani , ed alla quale
re e virtů . Sappiamo infatti, a prova di ciò, che egli aveva dovuto la salvezza di tutta la sua
. Gregorio Magno, il quale venne eletto alpon- armata , nella guerra contro i Quadi. S'ignora
tificato, avea sostenuto l'ufficio di apocrisiario . l'epoca della morte di sant'Apollinare, che
APOCRISIario, secondo il dire d'Incmaro, nel dovette accadere regnando Marco Aurelio .
suo libro de ordine palat., ai capi 13, 14 , è Niuno scritto ci rimane di lui ; ma Fozio che
anche il nome che nei monasteri si dà a quel- gli aveva letli , ne fa grandi elogi .
lo che ha cura degli arredi sacri, e corrisponde APOLLINARĘ (S.), primo vescovo di Ra
perfettamente a quello che noi chiamiamo sa venna . Fiori e resse quella chiesa nel primo o
grestano. secondo secolo, che variano gli autori nello
APODEMO ( S.). Uno degli otto intrepidi assegnarne il tempo preciso. Le sue faliche fu
che, uniti a Lupercio, confessarono in Saragoz- rono indicibili a fondare e far prosperare la
za innanzi ai tiranni la fede di Gesù Cristo, fede in mezzo a quelle genti, le quali ad altro
per cui fu fatto morire. V. LUPERCIO. non erano dedicate che allo sfogo delle proprie
APODIPNO, Apodipnum . E questa una pa. passioni ed al culto idolatrico ; basti il dire
rola liturgica com posla dalle due greche áno, che egli tanto soffri da spargere persino il sån
cbe significa dopo, e oritvov , che spiegasi in gue a sostenere l'evangelica verità . I Pagani ,
lingua nostra col nome cena, e corrisponde sdegnali contro sì forte oppositore della loro
APOLLINARE (S. ) Di Reins - APOLLINARE DI LAODICEA 585
empietà, empiamente lo malmenarono , e da- dal popolo è chiamato s. Aiplomay , se ne ce
gli atti del suo marlirio sappiamo che in lebra la festa il giorno 5 di ottobre.
capo a sette giorni di acerbi cruciati diede APOLLINARE, era professore di belle let
l'anima al suo Creatore . Ma sebbene così al- tere in Laodicea verso l'anno 362. Egli ab
testino gli scrittori ecclesiastici , s. Pietro bracciò lo stato ecclesiastico , servi alla chiesa
Crisologo attesta che la sua morte non ven di quella città in qualità di lettore , e ven
ne già dai suoi persecutori. Checchè ne sia , ne alla fine creato vescovo. Apollinare era
è certo che la Chiesa lo onora siccome un stato uno degli acerrimi difensori della con
martire , e come tale ne celebra la festa il 23 sustanzialità del Verbo contro gli Ariani ; ma
di luglio. nel meditare sui passi della Scrittura che
APOLLINARE (S. ) , martire di Reims. Fu danno a Gesù Cristo tutti gli attributi del
questi compagno di san Timoteo nelle fatiche la Divinità, giudico che gli fosse stata inu- ·
dell'apostolato, onde propagare la luce del- tile un'anima umana , che niuna presa ne
l'Evangelio nel III o IV secolo , fatiche che avesse , od almeno che l'anima umana, alla
gli fruttarono il martirio che egli sostenne quale si era unito il Verbo , non fosse sta
nella sopraddetta città il giorno 25 di agosto, ta che un'anima sensitiva , spoglia d'intel
giorno in cui negli antichi martirologi è no- ligenza ; che il Verbo divino presiedesse a
tata la sua festa. tutte le sue azioni , ed a tutte adempiesse le
APOLLINARE (S.) , vescovo di Valenza sul funzioni dell'anima. Questa opinione aveva
Rodano. Discendente da una famiglia di santi , per base i principii della filosofia pitagorica ,
non poteva che crescere coll'animo alla virtù la quale suppone nell' uomo un'anima ra
informato , nè calcare altre vie sull ' esempio gionevole intelligente , alta a provare l'agita
dei suoi che quelle che conducono alla santi- zione delle passioni, ed un'anima puramente
tà. Era figlio infatti di s . Isico e della beata sensitiva , incapace d'intelligenza. Viene at
Audenzia, ed aveva per fratello maggiore s. tribuito ad Apollinare di aver insegnato che
Avito che fu vescovo di Vienna . Educato , l'anima umana non aveva partecipato del be
meglio che nelle ottime discipline , nelle vie nefizio della redenzione ; che il corpo di Gesis
del bene ed in ogni opera di pietà , crebbe così Cristo, disceso dal cielo , non era nato dalla
da diffondere il lume di quelle virtù evange- Vergine Maria ; che egli era impassibile , c
liche che allignavano nel suo cuore, e che egli non aveva sofferto che in apparenza . Il dotto
con tutto impegno coltivava e cercava di ac- King pretende, nella sua Storia critica del
crescere. Così adorno di opere perfette , fu Simbolo, che questi ultimi errori e molti al
consacrato vescovo di Valenza verso l'anno tri che si appongono a tale eretico ; non fos
480. Come fu insignito di tale dignità , si sero che conseguenze le quali si traevano dal
dimostrò tutto impegno nel combatter l'eresie, suo fondamentale errore sulla natura di Ge
e mosse guerra terribile alla corruttela dei co sù Cristo , e che egli non gli avesse mai pro
stumi che osservava serpeggiare grandemente. fessati. Bisogna però confessare che essi ne
Impavido nello affrontare chiunque sen fosse erano bensì conseguenze immediate. I suoi
allegacciato al vizio, e nel correggerlo non so- discepoli aggiunsero alle sue empietà molte
lo, ma ancor nel punirlo conforme alle pro- altre stravaganze , tolte dai Manichei , sulla
prie colpe , usando degli spirituali castighi natura del peccato ; da Tertulliano , sull'o
atti a chiamare al ravvedimento il traviato , rigine dell'anima ; da Sabellio , sulla confu
nel concilio di Lione cui assistette , sottoscris- sione delle divine persone . Gli errori di Apol
se alla condanna di Stefano tesoriere dei ri- linare vennero condannati nel 362 prima da
sparmii di Sigismondo re di Borgogna , il s . Atanasio , suo antico amico, nel concilio di
quale fu scomunicato per uno scandaloso in Alessandria , in cui fu risparmiata la sua
cesto colla sorella di sua moglie . Di ciò Sigis persona, che neppure venne nominata, in con
mondo ne senlì corruccio e ma dò Apollinare siderazione dei servigii che aveva reso alla
in esilio, nel quale , dopo avere moltissimo Chiesa, e per la speranza di condurlo alla vera
sofferto, fu da Dio glorificato col dono dei mi credenza. Si fatto procedere non avendolo in
racoli. Richiamato infatti dal suo luogo di pe dotto a ravvedersi, i concilii di Roma , nel
na, narrasi che egli operasse la guarigione del 377 , e di Antiochia nell'anno seguente, lo
lo stesso re Sigismondo. Poco dopo assistette scomunicarono, ed egli fu con definitiva sen
al concilio di Eraona, i cui saggi regolamenti tenza condannato nel secondo concilio ecume
egli fece osservare nella sua diocesi con esat- nico, nel 381. Mori verso quest'epoca persi
tezza scrupolosa. Apparisce che sia morto ver stendo nella sua eresia . Dopo di lui , la sua
so l'anno 525. Nella diocesi di Valenza , dove setta si divise in molti rami, che alla fine si
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc. VI. 49
386 APOLLINARISMO-APOLLO
ridussero all'eutichianismo. Wisthon , nello Sterninatore, e che corrisponde all' ebraico
scorso secolo , ha rinovato il principale suo Abaddon, il cui significato è il medesimo. San
errore . Apollinare era riputato uno dei primi Giovanni , nell' Apocalisse, dice che un Angelo
uomini del suo tempo pei talenti , per l'eru- avendo aperto il pozzo dell'abisso , ne usci un
dizione e per la pietà Vincenzo di Lerins , fumo denso, e con questo cavallette simili a
Eusebio ed altri antichi autori dicono , che , cavalli di battaglia, comandate da un Angelo
in una multitudine di opere , aveva combat- dell'abisso, nominato in ebreo Abaddon , in
tuto l'eresie , e confutato vittoriosamente le greco Apollyon , ed in latino Exterminator.
calunnie di Porfirio contro i cristiani . Essi APOLLO . Ebreo della città di Alessandria ,
riconoscono che sarebbe stato una delle prin- che andò ad Efeso , durante l'assenza di s .
cipali colonne della Chiesa , se non si fosse Paolo , il quale erasi recato a Gerusalemme.
precipitato nell' eresia . Era questi un uomo eloquente e versato nel
APOLLINARISMO . V. APOLLINARE. le Scritture. Instruito dalla voce del Signo
APOLLINARISTI. Altrimenti chiamati Di- re , parlava con molto zelo e calore, spiegando
merili da s . Epifanio , erano eretici antichi , le cose riguardanti Gesù , sebbene sino allora
che negavano l'umana natura in Cristo , e non avesse cognizione che del battesimo di s.
mille bestemmie in proposito di ciò proferi-, Giovanni ; per cui non era che catecumeno ,
vano . Questa setta traeva il suo nome dall'A- nè conosceva ancora distintamente i misteri
pollinare mentovato nell'articolo precedente . della nostra religione , ma sapeva che Gesù
La loro dottrina, benché condannata più vol. Cristo era il Messia, e si dichiaraya altamen
te, come abbiamo pur dello , erasi diffusa in te suo discepolo. Essendo adunque giunto ad
quasi tutte le chiese d'Oriente , ed i seguaci Efeso, cominciò a parlare con forza nella si
di essa si suddivisero poi in varie sette . Nel nagoga , ed a mostrare che Gesù era il Cristo.
358 l'imperatore Teodosio fece una legge , Aquila e Priscilla, avendolo inteso , lo trasse
colla quale vietava a questi empii di tene ro a sè , e lo istruirono più profondamente
re adunanze, di avere vescovi ed ecclesiasti- della voce di Dio, e gli conferirono il battesi
ci , e di dimorare nelle città . L'esecuzione mo di Gesù Cristo.
rigorosa di questa legge, in uno coi decreti Qualche tempo dopo volendo andare in A
di differenti concilii , li ridusse a piccolissi- caia, giunse a Corinto , dove fece molto frut
mo numero , e la loro dottrina non fu di lun- to, convincendo gli Ebrei con la Scrittura , e
ga durata. loro mostrando che Gesù era il Cristo . In
APOLLINE. Tolomeo fa menzione di due questo modo egli inaffiò quanto san Paolo ave
città di questo nome , le quali erano nelle due va piantato ; ma l'attaccamento che i suoi di
Tebaidi. Egli pone la minore nella prefettura scepoli avevano per lui fu causa di quello sci
cofta dalla parte orientale del Nilo , e questa sma, di cui parla san Paolo nella sua prima
attualmente non è che una borgata alla quale lettera ai Corintii , lo che non impedì che fos
si dà il nome di Cossia . Dalle osservazioni pe- sero strettamente uniti col vincolo della car
rò che furono fatte in proposito sembra non tà. Apollo avendo inteso che s. Paolo era ad
essere da disprezzarsi la opinione di quelli , Efeso, andò a raggiungerlo, e fu allora che s.
che ritengono essere stata questa città quella Paolo scrisse la prima lettera ai Corintii , nel
cui addimandavasi Cusa , e della quale con la quale testificava che egli aveva pregato
molta frequenza si parla nella storia dei pa- Apollo di ritornare fra loro , ma che non
triarchi di Alessandria. Ma sebbene non sia aveva potuto risolverlo a ciò, facendo sempre
da rifiutarsi tale opinione , pure non si può sperar loro che vi andrebbe alla prima oppor
ammettere con sicurezza, mancando le fonda- tunità. San Girolamo è diopinione che Apol
menta sopra cui poggiarsi per la certezza cri- lo sia stato vescovo di Corinto , come si può
tica . Ciò che si sa è , che fu sede vescovile vedere da ciò che egli scrisse intorno al capo
nella prima Tebaide . Il primo vescovo di cui terzo della lettera di s. Paolo a Tito. Diver
la storia ci trasmetta il nome è certo Pabisco, samente da questo santo dottore opinano i
il quale assistette al concilio di Efeso; il se- Greci , i quali nel loro Menologio lo fanno ve
condo è Mercurio, giacobita , il quale fu pre- scovo di Durazzo, nè mancano di quelli che
sente all'assemblea dell'anno 1086 nella sostengono ch' ei sia stato vescovo di Colofo
causa di Cirillo II , patriarca dei Cofli . ne in Asia. La festa di questo Apollo è cele
Della seconda Apolline , ossia della città brata dai Greci il giorno 8 dicembre .
maggiore che portava questo nome, nulla si APOLLO o APOLLONE ( S. ) . Ritiralosi fi
legge nelle storie . no dalla sua gioventù nella Tebaide, intrapre
APOLLION . Termine greco , che significa se la vila eremitica , per cotal modo che tutto
APOLLOFANE - APOLLONIO TIANEO 387

il suo nutrimento consisteva in erbe crude e cide , ed oggidi non presenta che delle rovine
selvatiche. Dopo aver passato quaranta anni sotto il nome di Palaeo - Chori.
in questa solitudine , pieno dello spirito del Un'altra città di questo nome eravi nella
Signore si applicò alla conversione degl ' infe- Palestina situata molto vicino al mare tra
deli , non essendogli d ' impedimento l'età a- Joppe e Cesarea, quasi a distanza eguale. Gjo
vanzata in cui si trovava , avendo allora 65 seffo, Plinio e Tolomeo parlano di essa. Le
anni , chè quindici ne aveva quando abbap- tavole di Peutinger la pongono a distanza e
donò il mondo e si ritirò nel deserto . Da mol- guale tra Joppe e Cesarea. Alcuni la confon
ti miracoli furono accompagnate le sue pre- dono male a proposito con Antipatride, per
dicazioni , le quali dispiacendo ai gentili , fu ciocchè Gioseffo nelle sue Antichità parla di
da essi per tale oggetto carcerato . Ma la pri- stintamente dell'una e dell'altra .
gionia, benchè grave, non rallentò il suo fer APOLLONIA . Oltre le accennate due cit
vore ed il suo zelo, ed ebbe la contentezza di tà , ritroviamo ricordate nella storia sotto que
vedere convertiti molti pagani , e tolti al vi- slo nome:
zio molti scellerati che di esso facevano tur 1. Una città vescovile nella diocesi dell'Il
' pissima professione. Santamente mori verso liria sotto la metropoli di Gortina . Questa
l'anno 395 ; e la sua festa è celebrata dai non trovasi nelle Memorie ecclesiastiche , ma
Greci il 25 gennaio. abbiamo relazione che uno dei suoi vescovi ,
APOLLOFANE fu ucciso da venti soldati il quale è il solo che si conosca , assistette al
di Giuda Maccabeo nella fortezza di Gaza . concilio di Calcedonia.
ra , dove erasi ritirato in unione coi suoi 2. Una città dell’Asía minore, nella Misia,
fratelli Cherea e Timoteo , come leggiamo nel posta sul fiume Rindace .
secondo libro dei Maccabei, al c . 10 , vers. 37 . 3. Finalmente una città vescovile sotto Du
APOLLONIA ( Sant' ) , vergine e martire razzo .
di Alessandria . La vergine Apollonia di età APOLLONIADE . Città vescovile sotto la
provetta, e di una virtù generalmente rispet- metropoli di Sardi , nella provincia di Lidia .
tata, rese celebre in singolar maniera il suo APOLLONIO , uſficiale d'Antioco Epifane ,
coraggio nell'anno 249 , quando si persegui- è nominato dai Greci Misurca che può signi
tavano i fedeli seguaci di Gesù Cristo. Presa, ficare tanto governatore della Misia, quanto
e condotta innanzi al preside avendo confes- capo di scellerati . Spedito da Antioco Epifane
sata la fede del Nazareno, dopo che le furono a Gerusalemme alla testa di 2000 uomini
percosse le mascelle, fino a farle cadere tutti per trarne denaro, saccheggiò egli quella città ,
i denti , venne strascinata ai sobborghi , si l'incendio , e uccise un gran numero di abi
accese innazi a lei un gran faoco in cui si tanti , e diecimila ne fece schiavi per venderli
minaccio di gittarla, ove ricusasse più a lun- a lucro del re. Costui fu ucciso dopo due an
go di prender parte alla pubblica idolatria. Es- ni da Giuda Maccabeo, il quale prese la spa
sa dimandò alcuni' momenti , come per deli- da di lui per servirsene nelle battaglie . Si
berare sopra di ciò che dovesse operare, e al- può consultare il priino libro dei Maccabei al
lorchè fu lasciata del tutto sciolta , si lanciò capo terzo .
da sè medesima nelle fiamme. Aveva luogo di APOLLONIO DAO , governatore della Ce
paventare che la sua virtù venisse oltraggiata lesiria e generale delle truppe di Demetrio
in una maniera da lei assai più temuta che Nicatore figlio di Demetrio Sotero, avendo ab
la perdita della vita. La ispirazione partico- bandonato il partito di Alessandro Bala per
lare da cui non vi ha dubbio che sia stata in abbracciar quello di Demetrio , venne ad
quel punto condotta , la giustifica assai meglio accamparsi con possente esercito a Giamnia.
di qualunque altra ragione. In questo modo Gionata lo combattè , lo sconfisse ed ucci
ella compiè il suo martirio nel quale ebbe a se 1000 de' suoi soldati . Si può leggerne la
compagni s. Metro, s. Quinto e s. Serapione , storia nel primo libro dei Maccabei , al ca
che al pari di lei fermi nella confessione del- po decimo .
la legge cristiana , e nel rinfacciare agli empi APOLLONIO TIANEO , celebre impostore
le follie delle loro false dottrine e nel disprez- nato 3 o 4 anni prima di Cristo , a Tiana ,
zo della perfida idolatria suggellarono la dot- professava la filosofia di Pitogora. Fornito di
trina del cielo che professavano colla lor morte. molto ingegno, di memoria prodigiosa, ei par
La festa di questa santa si celebra il giorno lava bene e molto sapeva . Il popolo lo consul
9 febbraio tava come oracolo e lo seguiva ovunque mo
APOLLONIA , città della Macedonia , per la stravasi : poichè percorreva le città ammae
quale passò S. Paolo, per recarsi a Tessalonica, strando gli uomini a sacrificare tutto per la
Act. 17 , 1. Era situata all'ingresso della Cal- filosofia . Il Demonio gli comunicò il potere
568 APOLLONIO

d ' operare cose straordinarie, le quali pero nel quale, non essendo pago di confessare la
non possono attribuirsi che alla destrezza od fede di Cristo, ne fece l ' apologia, e lo recilo
alla soperchieria. Questo filosofo , dopo a- alla presenza dei senatori raccolti . Siccome
ver ingannato per lungo tempo il mondo, mo non era possibile l'indurlo a tradire od a
ri verso la fine del primo secolo senza che al- mascherare la sua credenza , il senato giudico
cuno fosse testimonio della sua morte. Dami- di non poter finire con decoro una scena di
de suo discepolo ne scrisse la vita , e dopo lui tanto strepito, che col condannarlo mediante
Filostrato . Apollonio compose alcune opere, un solenne decreto di essere decapitato : il che
le quali non esistono più ; cioè : quattro libri si esegui l'ottavo anno del regno di Commo
sull'astronomia giudiziaria , un trattato sui do, nell'anno 188 di G. G. Niceforo ha con
sacrificii , una raccolta d'oracoli e di lettere. fuso quest' Apollonio coll'altro di cui parle
Varii sono i giudizii fatti di Apollonio e men remo qui sotto , ed il quale scrisse contro i
tre era vivo e dopo la sua morte . Un filoso- Montanisti , ma s. Girolamo ed Eusebio non
fio di Corinto lo screditò siccome un impo- sono di questo sentimento, come si può vede
store. Gerocle scrisse un libro per metterlo a re ; in quanto a s . Girolamo, De script. ec
confronto con G. C.Dupin autore d' un libro clesiast. cap . 42 , e ad Eusebio, Chron . e lib .
intitolato : L'histoire d Apollonius de T'yane 5 Hist. , cup . 2. Si può anche consultare il
convaincu de faussetės el d'impostures , dice : Baronio , in Annal. et Marlyr. ad diem 18 u
· 1. che la storia d 'Appollonio è priva di te- prilis .
stimonii degni di fede : 2. che Filostrato non APOLLONIO , detto da s. Girolamo-perso
ha scritto una vera storia , ma un romanzo ; naggio sapientissimo , vivea sulla fine del se
3. che i miracoli aggiudicati ad Apollonio condo secolo e sul principio del terzo , sotto
hanno evidenti caratteri di falsità ; e che non gli imperatori Commodo e Severo . Egli scrisse
avvene uno il quale non possa attribuirsi in greco contro l ' eresiarca Montano , contro
al caso , alla destrezza od alla soperchieria ; 4. Priscilla e Massimilla sue profetesse e contro
che la dottrina di questo filosofo è contraria i loro discepoli ; rimproverava la loro avari
in molti punti alla retta ragione ed al sape- zia ' , e metteva in ridicolo le loro dottrine e
re che può acquistarsi colle sole forze della profezie. « Se essi, egli diceva , si credono
natura , eerti della loro innocenza , s'avanzino a giu
APOLLONIO . La religione di G. G. si dif- stificarsi degli errori di cui sono accusati,e se
fon veva nell'impero romano , e la mente de- ne sono convinti , si vergognino di ricadere
gli uomini che avevano seguito l'errore ri- nei medesimi falli; poichè quando essi neghe
maneva illuminala, le genti accorrevano ad es ranno avere i loro profeti ricevuto donativi ,
sa, ed i tormenti non potevano arrestare i e si proverà che ne ricevettero essi medesi
chiamati dal Cielo dallo abbracciare la veri- mi , allora saranno costretti a confessare che
tà. Fra questi fu pure Apollonio senatore ro essi non sono profeti. Si giudica della pianta
mano , che viveva sulla fine del secondo seco dal frutto , e si dee pure giudicare del profe
lo. Egli aveva studiata la filosofia di Platone, la dalle sue azioni. Or ditemi: un profeta si
ed allora molti platonici sostenevano coi loro tinge forse i capelli per farli cangiar di colo
scritti la dottrina del vangelo di Gesù Cristo . re ? un profeta ama forse di esser magnifica
Apollonio , il quale era stato istruito in questa mente vestito ? un profeta giuoca ai dadi ?
dottrina , fu accusato da un suo schiavo, che un profeta dà forse denaro ad usura ? Dichia
era cristiano ; e la causa fu tosto portata in- rino essi se queste cose sono o no legittime ,
nanzi a Perennio prefetto del pretorio . Questo ed io dimostrerò dipoi , che furono praticate
ufficiale , osservando esattamente le leggi , fe- fra loro . »
ce sul fatlo castigare colla morte lo schiavo , Appollonio compose quest'opera, che s. Gi
perchè aveva operato contro gli ordini di rolamo chiama insigne et longum volumen ,
Marco Aurelio , poco prima pubbicati , pei verso l'anno 215. Egli vi notò che il montani
quali era vietato di querelare i cristiani . Ma smo era stato scoperto quaranta anni prima ,
siccome essi ancora assoggettavano ad un pub- cioè nel 175. " Tertulliano, che cadde negli er
blico castigo coloro, che, dopo di essere stati rori di questa setta, vide con dispiacere questa
accusati, non rinunziavano solennemente alla opera di Apollonio, la quale metievala in ridi
loro credenza , Perennio fu di parere, che si do- colo; e per ripararvi scrisse sette trattati con
vesse su questo punto informare il senato, tro la Chiesa, nell'ultimo de ' quali cercò d'e
trattandosi di un senatore . Lasciò questo im- ludere la forza degli argomeni d ' Apollonio ,
pegno al famoso accusato, persona ugualmen- ch'ei trattava di frenetico e di calunnialore.
te da stimarsi e per le sue qualità e per la sua Non abbiamo più l'intero trattato d' Apollo
nascita . Compose Apollonio un bel discorso, nio, ma un solo frammento riferito da Eusebio .
APOLLONIO (S .)-APOSTASIA 389

APOLLONIO (S.), solitario, diacono nella pieni di sapienza celeste, i secondi colla forza
Tebaide , fu condotto prigioniero ad Antinoe dell'eloquenza, cogli aurei scritti , colla vee
in Egitto, verso l'anno 311. Il giudice , in menza delle argomentazioni battagliando l'er
nanzi a cui comparve, lo condanno ad essere rore, e continua guerra movendo all ' empietà,
abbruciato insieme a Filemone , che egli ave divenivano gl'impavidi sostenitori del vero,
va convertito. Miracolosamente essendosi e ed i custodi della illibata dottrina di Gesù
stinto il fuoco , s . Apollonio fu condotto in- Cristo .
nanzi al prefetto di Egitto, il quale lo fece E perciocchè lungo di troppo sarebbe se
gittare in mare insieme a Filemone ed al giu- tutti volessimo prendere ad esame cotesti scrit
dice d'Antinoe, che si era convertito alla vi- ti, sopra i quali dappoigli articoli da trattarsi
sta di quel miracolo. ci condurrebbero a dir nuovamente, come di
APOLLONIO -IERONE, città vescovile sot cose inseparabili dai loro scrittori, cosi rimet
to la metropoli di Sardi. Lucio suo vescovo tiamo i lettori ai varii articoli stessi , nei qua
assistè e sottoscrisse al concilio di Calcedonia , li avremo campo di meglio considerare quanto
e nel 438 alla lettera mandata all'imperatore a difesa e sostegno della religione di Cristo fu
Leone . scritto non solo, ma insieme ancor detto. V.
APOLOGETICO . V. APOLOGIA . Dronici, Origene , TERTULLIANO ecc .
APOLOGIA . Erano le apologie quegli scrit APORIOR, APORIARI . Questo verbo signi
ti coi quali al tempo delle persecuzioni alcu- fica essere nel dubbio, nella incertezza, nella
ni zelanti campioni presentavano agli impe- perplessità; e trovasi nella Vulgata, Eccli. 18 .
ranti la falsità delle accuse che lor si faceva- 3 : Cum quieoerit aporiabilur : quando l'uomo
no contro del cristianesimo , la sua virtù di- mediterà in riposo le maraviglie diDio, sarà
fendevano e la perfezione esaltavano. La più in un profondo sbalordimento . Ed in Isaia :
famosa fino dai primi tempi fu quella di Ate- Aporialus est quia non est qui occurrat, ecc . fu
nagora . Era questi un dotto Ateniese, che, co- nel dolore, perchè non si presentò persona per
me tanti altri , aveva fatto passaggio dalla fi- fermarlo . Ed in s . Paolo : Aporiamur, sed non
losofia al cristianesimo, e che impiego util- destiluimur: siamo nella perplessità , ma non
· mente la riputazione acquistatasi coi suoi ta- ci perdiamo di coraggio. Si trova anche nello
lenti nello esortare le genti alla cristiana vir- Ecclesiastico al capo 27 la voce Aporia, che
tù , checchè ne dicesse la più sfrenata maldi- deriva dalla stessa radice: Sic aporia hominis
cenza. E ricolma quest'opera , come pure il in cogitatu illius : quantunque l'uomo di so
bel trattato dello stesso autore intorno alla venti stia meditando, in fine trovasi nell'im
risurrezione dei morti , di vivacità e di ragio- barazzo , più incerto.
ni , di eccellente eloquenza, e di erudizione ad APOSTASIA . Significa una certa diserzione
operata a tempo ; e vi si trovano sviluppati o allontanamento da Dio rapporto a qualche
con pari esattezza e cognizione i più alti no- bene , nel quale l'uomo era tenuto a perseve
stri misteri. rate o in forza di precetto o in ragione di voto .
Altri pure furono quelli che apologie han- Triplice è l'apostasia, dalla fede, cioè, dall’ob
no scritto, come Apollonio senatore , del quale bedienza, dalla religione professata. Così comu
abbiamo parlato nell'articolo APOLLONIO , e pernemente i dottori con s. Tommaso 2 , 2 , quaest,
la quale s. Girolamo, facendone grandi elogi, 12 , arl . 1 , e la Glossa cap. 2, de Apostalis.
lo colloca nel novero degli scrittori ecclesia Strettamente parlando, la prima soltanto è
slici. Qui pero conviene avvertire che questo vera apostasia, ed appellasi di perfidia ; onde
santo dottore spiegò male il passo in cui Eu- in questa dicesi caduto quegli che intieramen
sebio parla di Apollonio. Eusebio dice sola- te recede dalla fede santissima di Gesù Cristo.
mente che questo senatore prese a viva voce Quindi è che l'apostasia differisce dall'eresia,
la difesa della religione cristiana alla presen- perciocchè la prima esclude del tutto la fede,
za del senato ; cosi l'intendono i migliori cri- , la seconda parzialmente. Nulladimeno l'apo
tici . Intorno a questa apologia si può consul- stata incorre in tutte le pene , alle quali sono
tare il dotto cardinale Noris nella sua Disser- soggetti gli eretici, e di più in molte altre an
tatio hypalica ecc . cora maggiori, essendo esso punibile non sola
Quanti furono i campioni ed i padri della mente per tutto il corso della sua vila natu
Chiesa , altrettanti apologisti si possono consi- rale , ma eziandio dopo la morte nei di lui e
derare; perciocchè se i primi innanzi ai tribu- redi per lo spazio intiero di un lustro .
nali , rimproverando l’empielà de ' falsi adora L'apostasia dall'ubbidienza latamente con
tori degli idoli , facevano conoscere il bello , il siderata, giusta l'insegnamento dell'angelico
sublime della legge del Nazareno, e sanziona- dottor s . Tommaso, a ragionesi potrebbe appel
vano col proprio sangue i loro detti vigorosi e lare qualunque trasgressore mortale della leg
390 APOSTASIA
ge divina: 2 , 2 , quaest. 12, art . 1 , ad 1 , giu- rettamente recarsi a presentare i suoi reclami
sta la espressione dell ' Ecclesiast. 10 : Initium od al Provinciale od al Generale del suo isti
superbiae hominis apostatare a Deo. Propria tuto . In tal caso egli non recede all'obbedien
mente però prendesi un tal nome per un al- za , ma si appella al giudice superiore, il quale
lontanamento dai comandi della Chiesa , dai appello altro non è in sostanza, che una dife
suoi legittimi canoni , dai suoi conciliari de sa contro l'ingiustizia ed il presidio dell'in
creti , insomma dalle sue leggi , resistendo con nocenza. Nè giova il dire che il Tridentino ,
contumacia alla medesima per superbia e dis- alla Sess . 24 , cap. De Regul., proibisce a qua
prezzo. lunque regolare di assentarsi dal proprio con
L'apostasia finalmente dalla religione , o vento , etium praetextu ad superiores suos ac
dall'ordine sacro con precisa espressione, deve cedendi ecc. , e che chiunque si troverà senza
dirsi un criminoso allontanamento o dall'una l'ordine in iscritto , sia dagli Ordinarii dei
o dall'altro con animo fermo e deliberato di luoghi punito, come disertore del proprio i
mai più ritornare al regolare istituto od alla stituto ; perciocchè non è presumibile il cre
clericale disciplina . Dicesi criminoso sllonta dere che il Concilio volesse derogare al gius
namento, per denotare , che questo, acciò sia di natura di difendersi dall'oppressore. La
vera apostasia, deve essere temerario ed indi- mente infatti di lui altro non è che di ripa
pendente, orde quelli che partono con la de- rare al disordine che inducono quei regolari ,
bita facoltà, o sono liberati dalla regolare os i quali senza veruna causa, o per lieve colo
servanza , o trasferiti legittimamente al vesco- . ralo pretesto cercano sottrarsi all'obbedienza
vado , non possono meritarsi il nome di apo del proprio superiore per andar vagando a lo
stati , giusta la Clementina prima de Elect. Di ro talento . In tal guisa decise la s. Congrega
cesi secondariamente con animo di non più ri zione , al riferire del Rodriguez , cui sotloscri
tornare ecc ., per significare che deve esservi la vono il Navarro , Comm . 2 , Regul. num . 67,
volontà assoluta di non ritornare all'istituto secondo la Glossa in Cap. Cum pastoris, 2 ,
abbandonato , nè ad altro ordine regolare. quacst. 7 , e nel capo Ex parle de accus. ; fi
Quindi è che chi da una religione, anche sen- nalmente il Barbosa in Concil. sess . 25 ,
za la debita facoltà, passasse ad altra più lata , cap. 9 .
per decisione d'Innocenzo , in capit . Intellexi Le pene stabilite contro dei regolari cadu
mus in fine de Ætat el qualitat., non incorre- ti nell'apostasia sono de jure communi: 1. La
rebbe rigorosamente nell'apostasia, nella quale scomunica, nella quale ipso faclo incorrono,
incorre soltanto quegli che rimettesi al secolo, quando per altro vi si unisca la deposizione
secondo la Glossa, cap . 1 De Apostatis. Cosi il dell'abito, come dal capo Ut periculosa ne cle
Panormitano , l'Arcidiacono, il Fagnano ed rici del monachi in 6 , nella qual censura pu
altri . Tuttavolta devesi esaminare la costitu- re incorrono quelli che, sebbene non depon
zione di Benedetto XIII Licet sacra. Essendo gano materialmente l'abito, ciò fanno formal
vi adunque la volontà di rimettersi dopo un mente, procurando occultarlo , come se non
breve spazio di tempo, rigorosamente non po- esistesse, conforme alla Glossa in Clementina
trebbesi appellare apostasia , ma un' illecita De Vit. et honest. Cleric ., capo Quoniam qui ,
fuga. Tuttavolta in pratica sono riguardati per alla voce Extrinsece. 2. La sospensione dagli
tali quegli individui, i quali, senza licenza dei ordini sacri , durante l'apostasia , come dal ca
superiori , ardiscono assentarsi dai rispettivi po Consultationi, de Apostat. et reiterant. Ba
loro conventi , eziandio ritenuto l'abilo rego- ptism ., lib. 5 ; ed esercitando i medesimi du
lare, e con intenzione di ritornare alla religio- rante la sospensione, incorrono nelle irregola
ne. Cosi nello statuto 61 , cap . 2 , della religio- rità, come è già manifesto, Cap. Cum aeterni,
ne di s. Francesco defini il Pontefice Giulio de Sentent. et re judic. lib . 2 , tit . 4 in 6 ; dal
II ; cosi la s . Congregazione dei concilii per co la quale irregolarità , sebbene ex jure commu
mando di Urbano VIII nel 21 settembre 1624 ; ni appartenga soltanto al Papa il dispensare ,
cosi finalmente Clemente V nella Costituzione nulladimeno de jure particulari possono coi
Pastoris aeterni vices del 18 febbraio 1675 , proprii sudditi dispensare i Prelati regolari ,
ove espressamente si legge : Ut regulares apo come apparisce dalla bolla Regimini di Si
statae et fugitivi ecc . tunc poenarum ipsis pro- sto IV , dall'altra Licet debitum di Paolo III ,
pter apostasiam hujusmodi inflictarum vel in e finalmente da quella di s. Pio V che comin
fligendarum . Egli è però qui da avvertirsi che cia : Dum ad Congregationem Cassinensem . 3 .
apostata non potrebbe dirsi quel religioso , La privazione dei privilegi della loro religio
il qnale ingiustamente e notabilmente aggra- ne, come dal concilio Tridentino, Sess. 25 de
vato dal proprio superiore , senza di lui licen- Regular. cap . 19 : ed oltre a questo le pene di
za parte dal suo monastero o convento per di- privazione della voce attiva e passiva , il car
APOSTASIA 391

cere, il digiuno, giusta le costituzioni dei di- provincia ove nacque : fu un dottissimo inter
versi regolari istituti . prete della Bibbia. Per alcune sue delinquen
Giusta il decreto della Sacra Congregazione ze fu rigettato dalla Chiesa, ed egli passò fra
del concilio approvato da Urbano VIII , ai ve- gli Ebrei , e pubblicó una nuova versione, che
scovi apparterrebbe raffrepar col carcere l'in fu di un indicibile nocumento per molti cri
solenza degli individui religiosi caduti nell'a- stiani .
postasia e vaganti per la loro diocesi, all'og Riguarda il secondo genere quelli che , seb
getto di restituirli ai loro superiori . Decret. 21 bene non abbandonavano affatto la cattolica
scttem . 1624. Prima però di divenire al rigo- religione , la univano insieme coll'ebraica, e
re, usando quella pietà propria della Chiesa cosi venivano a formarne una nuova. Tali
madre amorosa, debbono essi richiamarli, dol erano i così detti Celicoli , i quali congiun
cemente ammonirli , onde di spontanea loro gevano il battesimo colla circoncisione , L.
volontà si rivolgano all' abbandonato isti- 45 cod. Theod . de Hacres .; i Cerentiani, che
tuto. credevano indispensabile per salvarsi l'osser
Ai superiori eziandio regolari viene ingiun- vanza dell'antica legge unitamente alla nuova;
to dalla celebre Decretale di Gregorio IX , Ne gli Ebioniti , i Nazarei con molti altri nomi
religiosi, tit. De Regular. et transcunt. ad re- nati da s . Agostino, de Haeres. 8 , 9 , 10 , 20 ,
ligion ., ed antecedentemente dal concilio di 23 , i quali vivevano circa l'anno 72 di Gesù
Orleans I , dal Toletano VII, dal Costantino Cristo . Essi , fra i molti loro errori , confon
politano VII ; il cui testo è riportato da Este- devano il Vecchio col nuovo Testamento . Era
no , Disquisition . monastic. part . 2 , lib. 8 , no finalmente compresi nel terzo quei cri
sotto gravissime pene di ricercare con ogni at- stiani che non abbandonavano la religione
tenzione i fuggitivi e gli apostati , di riceverli cattolica, nè aderivano ai dogmi dell'ebraica
nei monasteri , di somministrare ai medesimi osservanza , ma soltanto conservavano alcuni
tutto ciò che al conveniente loro vitto può riti , come astenersi dalle opere nei giorni di
rendersi necessario, affinchè col rimedio della sabato, digiunare in quei giorni , nei quali
canonica penitenza possano espiare il loro de solevano farlo gli Ebrei , consultarli nelle
litto. A tale intendimento di quando in quan- morbose loro affezioni e simili. Ciò rileva
do non trascura l'apostolica Sede di promul- si dal can. 62 al 70 detto degli Apostoli ,
gare degl' indulti graziosi , coi quali viene ac- dal concilio di Laodicea , can . 29 e 37 , pres
cordato un termine proporzionato alla lonta so Labbè tom . 1 , col . 1635 , dal can . 49 e
nanza dei delinquenti, onde tornino alla reli- 50 del concil . Eliberitano , e finalmente dal
gione, confessino l'enorme loro caduta, im- l ' Agatense , dall'Epaonense, dal Matisconen
plorino umilmente il perdono e l'assoluzione se e di Orleans III e da molti altri .
dei loro superiori , promettendo una vita mo Accadeva sovente che alcuni cristiani , po
rigerata in appresso , rilasciando misericordio- co costanti nella fede, passavano al culto
samente il rigore delle pene ad essi dovute . dei Gentili . Altri ciò facevano spontaneamen
La santa Sede, seguendo sempre le tracce te , altri o per violenza , ovvero alterriti dai
della divina misericordia, rimette l'austerità tormenti che erano loro minacciati . Questi
delle pene dovute agli apostati nell'anno del propriamente non si chiamavano apostati , ma
giubileo, purchè di vero cuore pentiti tornino dicevansi Lapsis, fra i quali altri erano Thu
alla religione abbandonata, implorino il per- rificati, altri Sacrificati, altri Libellatici. Di
dono, ed umilmente richiedano l'assoluzione queste specie però parleremo ai rispettivi lo
al superiore regolare, come risulta dalle costi ro articoli.
tuzioni di Benedetto XIV Pastoris 25 , S1, Altri poi ve ne erano , i quali non abiu
tit. 3 , Bull . e Pastor bonus 91 . ravano Gesù Cristo nè spedivano veruna
Come abbiamo superiormente notato , l'a scrittura , ma mandavano in vece loro un
postasia è di tre specie . La prima essendo la gentile , loro servo od amico , onde immolas
più atroce e terribile, appellasi di perfidia, la se l'ostia profana , rinnegasse la religione ,
seconda d'ordine , la terza di monacato. Nei ed impetrasse dal magistrato il libello . Ve
primordiali secoli della Chiesa distinguevasi dasi la lettera del clero di Roma diretta a
l'apostasia di perfidia in tre generi. Apparte- s . Cipriano, Epist. 10. Altri finalmente per
nevano al primo coloro che, abbandonata af- placare l'ira dei magistrati , mentre dichia
fatto la religione cristiana, abbracciavano la ravano di essere cristiani , e ricusavano di
giudaica . Santo Epifanio , de Pond. et mens., incensare gl ' idoli , offerivano delle somme
num . 15 , tit . 2 , p. 171. Uno di questi apo- abbondanti di denaro , e con queste si pro
| stati fu un certo Aquila detto il Pontico ;dalla cacciavano il libello d'immunità. Onde é
392 APOSTATA - APOSTOLI

che trovandosi nelle circostanze di pubblici la cosa in giudicalo ; finalmente apostola dila
sacrifizii, si fingevano pazzi od epilettici per live, quando il giudice accettava il gravame
non essere astretti a sacrificare. In ordine a dell'appellante, e lo ritornava allo stato in
questi ultimi si consulti la costituzione di Be- cui era prima della sentenza . Intorno a questo
nedetto XIV, tom . 1 Bullar ., pubblicata con- punto si vedrà meglio la cosa all'articolo Ap
tro quelli, che pretendono di ritenere in cuore PELLO .
la fede, esercitando esternamente i riti degli APOSTOLI, voce che corrisponde all'Ita
infedeli. Eranvi, per esempio, alcuni cristia- liana Messi, Inviati, come si ha dal concilio
ni che vivevano in Turchia; onde godere i di Aquisgrana sotto Lodovico il Pio , nel quale
privilegi degli altri concittadini simulavano al capo nono si legge : Apostoli in latina lin
la religione maomettana , frequentavano le mo- gua missi interpretantur, quia ipsos misit Do
schee , non osservavano il digiuno ecclesiasti- minus evangelizare ad illuminationem omnium
co coll'uso delle carni , celebravano i malri- populorum . Tutti gli Apostoli ebbero il batte
monii avanti il cadi . Vedasi l'altra costitu- simo di Cristo , con questa avvertenza però ,
zione , che comincia : Quod provinciale Conci- come si raccoglie al capo Quando ab Hieroso
lium dello stesso Pontefice, e l'opera di lui : De lymis, e dall'altro Si eos de Consecr. distinct.
Synod. Dioeces. cap. 10 , num . 8. Si consul. 4 , che il solo Pietro fu battezzato da Cristo ,
ti pure il Devoti , Instit. Can . tom . 4 , lit. 5, e da Pietro, Andrea , Giacomo, Giovanni , e da
pag . 25 . questi gli altri ; come riferiscono Eutimio nel
APOSTATA . Da quanto fu delto più sopra cap. 3 Johann ., e Niceforo , lib .2 histor. cap. 3 ,
dell'apostasia, si ha donde chiaramente cono e secondo ritiene anche il Bellarmino . Da Cri
scere a chi si addica il nome di apostata , e sto poi tutti gli Apostoli furono ordinati sa
quali pene a lui sieno inflitte dalla Chiesa . V. cerdoti e vescovi , come rilevasi dal capo ulti
APOSTASIA. mo del libro 8 delle costituzioni apostoliche,
A POSTATA poi è il soprannome peculiare ove si legge : A Moyse constituli sunt Pontifi
sotto cui è conosciuto nella storia l'imperato- ces, Sacerdotes , et Levitue ; a Christo autem
re Giuliano, che nel secolo IV appunto apo- Salvatore nostro nos tredecim Apostoli ; ab A
stato dalla religione cattolica per abbracciare postolis vero ego Jacobus , et ego Clemens , et B
il culto degl'idoli . V. Giuliano . alii nobiscum, ne omnes iterum recenseamus.
APOSTATI . V. Lapsi , LIBELLATICI , Sacri- Communiter cero a nobis omnibus Praesby
FICATI , Turificati. leri, Diaconi, Hypodiaconi et Lectores. E che
APOSTOLATO , è la missione ricevita da- tale siasi la.cosa, ne abbiamo anche conferma
gli apostoli di recarsi nelle varie parti della ter- dal Tridentino , nel capo primo de Sacrificio
ra ad annunziare la verità della legge di Cri- Missae, sess. 22 .
sto. V. APOSTOLI. Tutti gli Apostoli immediatamente da Cri
Presso i Giudei si chiamava pure apostola- sto, e non per mezzo di Pietro, ebbero l'uffizio
to la commissione degli Apostoli della sina- dell'apostolato, e cosi la giurisdizione ed au
goga, cioè degli uomini autorizzati e spediti torità di predicare ovunque la parola di Dio,
dal gran sacerdote nelle provincie per esigervi di fondar chiese , crear vescovi, ecc ., come si
la riscossione di danaro chiamata Apostolo, e deduce, apertamente dalle parole di Cristo ri
per regolarvi la disciplina. ferite da s . Giovanni al capo 20 : Sicut misit
Anticamente nelle chiese col nome di apo me Pater , et ego mitto vos. Dalle quali parole
stolato era chiamato in generale l'episcopato. doducono i Padri , e precipuamente il Griso
APOSTOLE. Nel canone post appellationem stomo, Cirillo e Teofilato, che sieno stati creati
2 , quaest. 6 , e nel titolo De libellis dimissor . vicarii di Cristo ; anzi che abbiano ricevuto lo
parlasi delle Apostole, le quali altro non era stesso uffizio ed autorità da Cristo, e siccome
no che le lettere dimissorie chieste dall'appel- il Padre celeste inviò il suo Figlio , rivestito
lante al giudice a quo, per far constare al giu- di ogni podestà, cosi , soggiunge Cirillo, Cristo
dice ad quem dell'appellazione interposta ed disse : Sicut misit me ; affinchè s'intendesse che
attribuirne a quest'ultimo l'esame . Queste si nell'apostolica autorità ad essi attribuita da
dovevano chiedere nello spazio di trenta gior- Cristo, è contenuta la piena potestà ecclesia
ni , ed erano di tre sorta ; cioè ; apostole rive- stica, ed in s . Luca al capo 6 espressamente si
renziali, così chiamate quando lo stesso giudi- legge : Vocavit discipulos suos, el elegit duode
ce dichiarava che per riverenza al suo supe- cim ex ipsis, quos et Apostolos nominavit, ed
riore egli deferiva ad esso il giudizio della co in s . Giovanni al cap . 6 : Nonne ego vos duode
sa ; apostole negative, quando il medesimo di- cim elegi ? Paolo Apostolo dice apertamente di
chiarava che, malgrado l'appello, egli passava avere rieevuto l'autorità e la giurisdizione da
APOSTOLI - APOSTOLICITA ' 595
Cristo , con che prova di essere un vero Apo- ronense ecc ., si trovano i seguenti liloli dali ai
stolo . Cosi infatti si esprime scrivendo la pri- vescovi , come viris apostolicis, e l'altro ille
ma lettera ai Galali : Paulus Apostolus non ab rex viro apostolico illi episcopo , e si sa che
hominibus, neque per hominem , sed per Jesum nel regno suddelto sino all'ottavo secolo il ti
Christum , et Deum Palrem ; ed affine di dimo. tolo di apostolici era dato a lutti i vescovi in
strare aver da Cristo ricevuta l'aulorità , e non generale. Pero in seguito per decisione del con
da Pietro o dagli Apostoli, soggiunge : Cum cilio di Reims tenuto nel 1049 il titolo di apo
aulem placuil ci, qui me segregavil ex ulero stolico fu riservato unicamente al vescovo di
malris meae, et vocavil pergratiam suam , con- Roma, ossia al Sommo Pontefice. Da ciò il di
linuo non acquievi carni el sanguini, neque re, la sede Apostolica, nuozio apostolico ecc.
veni Hierosolymam ad antecessores meos Apo APOSTOLICI. Nome preso da varie selle,
stolos, sed abii in Arabiam , el ilerum reversus che pretendevano imitare i costumie le prati.
sum Damascum : deinde post annos tres veni che degli Apostoli. I primi Apostolici , chiamali
Hierosolymam videre Pelrum ecc.; ed al capo anche con altro nome Apotalliti e Apntallici,
2 : Mihi enin qui videbantur esse aliquid, nacquero dagli Encratili e dai Calari nel ter
nihil contulerunt. Che poi fosse eguale in lul zo secolo . Facevano costoro professione di asti
li gli Apostoli la giurisdizione e la potestà in nenza dal matrimonio, dall'uso del vino, dal
ogni parte del mondo, lo abbiamo apertamente la carne , dal denaro ecc. - Gerardo Sagarelli
dichiarato nel capo In novo, dist. 21 ; nel capo fu il fondatore di una seconda setta. Egli ob
Loquilur Dominus, cens. 24 , quist. 1 , la cui bligava i suoi seguaci ad andare di luogo in
sentenza è ritenula dal Bellarmino, Barbosa, Juogo vagando vestiti di bianco , con lunghe
Pirhing, Anaclelo, a tacere di moltissiini altri. barbe, scapigliati , colla testa scoperta , accom
Nè giova l'obbiettare il canone del capo Ita pagnati da donne che chiamavano sorelle spi .
Dominus, dislin . 19, nel quale Leone Papa sem rituali . Rinunziavano ad ogni sorta di pro
bra asserire che gli Apostoli non abbiano rice- prietà e di possedimenti , inveivano contro la
vuto immediatamente la giurisdizione da Cri corruzione della Chiesa Romana, predicavano
slo, ma da s. Pietro , perciocchè, bene conside- la sua caduta e lo stabilimento di una chiesa
rate le parole in quello contenute, si vede, che più pura sulle sue rovine , non accorgendosi
quel Pontefice in esso voleva rimbrottare alcu- infelicemente che con tali assurde e strane dot .
ni vescovi, che si erigevano contro la Chiesa frine impugnavano le verifà di Gesù Cristo, e
Romana, e loro provare, che non dovevano al combattevano la Chiesa da lui fondata e che
lontanarsi dalla Chiesa Romana , confermata dovrà durare sino alla consumazione dei seco
da Dio , e corroborata nella solidità di Pietro , li , e contro cui mai prevarranno le porte d'in
per colal modo che le porte dell'inferno non ferno e le macchinazioni degli empi . Sagarelli
prevarrebbero mai contro di essa. fini le sue pazzie stranissime coll'essere bra.
APOSTOLJ. V. APOSTOLE, APPELLO e DInis- ciato vivo a Parma l'anno 1300. A costui súc
SORIE , cedetle certo Fra Dolcino, il quale al nome di
APOSTOLIANI . Setta di Mennoniti che Apostolo aggiunse anche quelli di profeta e di
sorse per la prima volta nell'anno 1663 e capitano, e fece una spaventevole e sanguinosa
Trasse il suo nome da Aposlool, uno dei mini . guerra per lo spazio di più di due anni contro
stri Mennoniti ad Amsterdam . Erano con que- Reinerio vescovo di Vercelli . Fu finalmente
sli perfeltamente d'accordo in dottrina, eam . sconfitto e messo a morte nell'anno 1507. Col
nellevano alla loro comunione solamente co- la morte di questo fanatico non si estinse pe
loro che professavano di credere tutte le mas rò la selta, cheanzi si manteone in Francia ed
simne che erano contenute nella loro pubblica in Germania ed in altri paesi sino al comin
professione di fede. V. APOSTOOL. ciare del secolo XV , in cui fu tolalunente e
APOSTOLICHE E APOSTOLICI . Sul prin- stirpata durante il pontificato di Bonifazio IX.
cipio del cristianesimo le chiese fondate dagli APOSTOLICI CANONI . V. CANONI .
Apostoli, come Roma, Alessandria, Antiochia , APOSTOLICI PADRI. V. Padri .
Gerusalemme, si chiamarono Apostoliche, ed il APOSTOLICITA' è una delle quattro nole
nome di Apostolici si diede ai vescovi che le della Chiesa cattolica , cioè ch'ella trae la sua
governavano. Col progredire del tempo questo origine dagli Apostoli che la fondarono. I. In
nome si estese anche ad altre chiese, non per- ciò ch'ella rimonta senza interruzione dai pa
che fossero stale fondate dagli Apostoli, ma storiche la governano al presente fino agli Apo
pella conformità della loro dottrina. In Fran- stoli , che li hanno stabiliti in qualità di pa
cia nella Formula di Marculfo , in Gregorio Tu- slori , come Gesù Cristo li aveva inviati. Sigiu
Encicl. Eccles, Vol. 1. Fasc. VII, 30 .
394 APOSTOLINI - APPARIZIONE
stifica questo fatto dal catalogo dei vescovi di stoli . I primi erano ufficiali del gran sacerdote
ciascuna diocesi, e soprattutto dal catalogo dei e dei capi del popolo, che venivano spediti per
Papi in una maniera incontrastabile. Si legga recare i loro ordini in materia di religione: i
Ughelli , Ilalia sacra . II . Essa fa professione secondi si portavano a raccogliere un tributo,
di copservare nella sua purilà la medesima chiamato aurum coronarium , che gli Ebrei
doltrina che gli Aposloli insegnarono. 1. Accioc- pagavano ogni anno al gran sacerdote, i terzi
ché una dottrina sia stimata apostolica biso . introitavano il mezzo siclo, che ogni Israelita
gna ch'ella sia inserita nella santa Scrittu- doveva individualmente pagare al tempio.
ra o nella tradizione. Questo è quello che in Rispello agli Apostoli di Gesù Cristo , V. A
segnano i Padri. 2. Basta, che ella sia stata in . POSTOLI .
stituita da molti Padri prossimi ai tempi apo APOSTOOL (SAMUELE), autore di una setta
stolici , rendendo testimonianza, che tal era la di Mennoniti anabattisti sparsi nell'Olanda. I
dottrina della Chiesa . Basta eziandio che una Mennoniti si erano divisi in due partiti : uno
dollrina siasi trovala stabilita in lutta la Chiesa, ebbe a capo Abramno Galeno, medico olandese,
senza che alcun autore callolico l'abbia come l'altro questo Sainuele ; ma i costui partigiani
balluta come un errore , o novità ; poiché que. furono poi delli Scoslumali, per la poca auste
sto è segno, ch'ella sia stata stabilita dagli A. rezza delle loro dottrine. Questa divisione av .
postoli. Questa è la doltrina di sant'Agostino. venne nell'anno 1664. E nolo che i Mendoni
III . Questo carattere d'Apostolica non può con ti in generale sostenevano l'inutilità del bat
venire che alla Chiesa unita di comunione col tesimo dei fanciulli, e quella dei sacerdoti e
la sede di Roma ; poichè questa solamente , e del culto. Galeno professa và questadollrina su
niun'altra, tiene la dottrina degli Apostoli. Tutti i punti , e prescriveva lutte quelle dei Ri
Da loro essa ha ricevuti i suoi dogmi, dove i formati. A postool al contrario , mantenendo in .
capi delle altre società non possono dimostra . teramente il doppio principio dei Mennoniti,
re a chi essi siano succeduti. D'onde ne se . ammetteva sugli altri punti le dottrine di Lu
gue che la Chiesa Romana ha una mission di- tero . Le due sette sono di presente unite, od
vina per insegnare, per conferire i sacramenti almeno non differiscono in alcun punto essen
e per esercitare una legittima missione. ziale. Trovansi anche oggidi alcuni Apostolia
APOSTOLINI (ORDINE DEGLI). Siccome un ni nell'Olanda settentrionale.
oblio ricopre le origini dell'ordine di S. Am . APOTATTICI od APOTATTITI. Nome, che
brogio, così pure avviene di quello degli pel greco da cui deriva significa rinunziało
A postoliniche gli fu unito dai Papi Sisto V e ri, dato ad antichi eretici, i quali per unifor
Paolo V. Gli uni e gli altri erano probabile marsi ai consigli ed ai costumi degli Apostoli,
mente romiti sparsi per varie case senza un le- rinunziavano alle loro sostanze : ma in ap
game comune. Questi ultimi, dall'imitar che presso pretesero che il riounziare alle ricchez
facevano la vita povera degli Apostoli, si chia- ze fosse di assoluta necessità . Non manteneva
marono Apostolini. Nel 1461 il cardinale Cam no però costoro nè la purezza dei costumi de
pofregoso , arcivescovo di Genova , diè facoltà gli Apostoli, nè la santità della dottrina, e
a Giovanni di Scarpa di costruire una casa a giunsero in seguito ad adottare anche gli erro
Genova, e di riupirvi i suoi compagui, che di- ri degli Eunomiani e degli Ariani.
cevano di appartenere alla vila povera degli APPANNAGGIO . Con questa voce s'inten
A postoli , già propagatisi in Italia. Cotesti ro . dono quei sussidii che dalle parrocchie si paga
miti non facevano verun volo, e potevano tor vano al Vescovo, e che chiamavansi costume
nare al secolo a lor piacere ; ma nel 1496 fu. episcopale o sinodale, ed alcune volte anche
rono soggellati alla regola di Santo Agostino. limosina pasquale. L'esborso di questo appan .
Gli Apostolini veslivano un abito ed ano naggio o sussidio facevasi in occasione della lo
scapolare, sul quale indossavano una mantel ro consacrazione o di qualche fausta vicenda,
Jina di drappo bigio, cui era annesso un picco o quando erano richiesti dal Papa presso la
lo cappuccio ; ma dopo che furono riunili agli sua corte , ovvero ad un concilio , o quando si
Ambrosiani, pigliarono l'abilo di questi ulti recavano a Roma per ricevere il pallio, o final
mi, che consisteva in una veste di color bruno, menle anche quando andavano a visitare la
con uno scapolare cui era appiccato un cap- diocesi.
puccio ; quando sortivano, portavano un man APPARIZIONE. È questa l'immagine di
tello dello stesso colore. una sostanza incorporea o corporea in un cor
APOSTOLO, voce derivata dal greco ano po assunlosi o nel proprio, durante o dopo la
orodos , che,comedicemmo, significa inviato. V. vita, che si presenta al nostro spirito, alla no
Apostoli. Gli Ebrei avevano tre sorta di apo- stra immaginazione od ai nostri occhi in wa

1
APPELLANTE - APPELLO 395
niera non naturale ; poichè alcune apparizioni dei santi, a sollievo delle anime del purgato
sono visibili , altre immaginarie, ed altre intel . rio, e mantengono per conseguenza la comu
lettuali soltanto, o, ciò che torna lo stesso , al. nione tra la Chiesa trionfante, militanle e pur.
cune apparizioni si presentano agli occhi, al- gante.
tre alla immaginazione, ed altre unicamente APPELLANTE. V. APPELLO.
allo spirito, come insegna Isidoro, nel libro 7 , APPELLANTI . Cosi si dissero, nel princi.
cap . 8. pio del secolo XVIII , alcuni vescovi ed eccle.
La sacra Scrillura ricorda un gran numero siastici, i quali , non volendo sottomettersi alla
di apparizioni divine. Dalla Genesi sappiamo bolla Unigenitus, emanata da Papa Clemenle
che Iddio apparvead Adamo per rimproverar. XI contro l'opera famosa di Quesnello, inter
gli il suo peccato ( cap. 3), ad Abramo per or- posero appello al giudizio del futuro concilio
dinargli d'immolare il suo figlio ( cap. 22 ); leg- universale della Chiesa, Ved , APPELLO e Uni
giamo nell'Esodo al cap 3, che Iddio compar GENITUS .
ve a Mosè nel rovelo ardenle, ed il terzo libro APPELLARE. V. APPELLO .
dei Re, al capo 19, ricorda l'apparizione di APPELLAZIONE. V. APPELLO.
Dio ad Elia sul monte Orebbo. Ma queste ap: APPELLO. Pronunziata dal giudice la sen
parizioni e molte altre siinili non furono già tenza, onde al vinlo lolla non sia ogni speran
apparizioni della essenza di Dio, la quale non za, fu ritrovato l'appello . Sebbene all ' opinar
può vedersi in terra, e neppure in cielo cogli di Zoesio, in cap. Pusloralis 53 de Appell., di
occhi della carne : esse furono, o apparizioni Covarruvia, Pract. cap. 23 , e di Pinello , ud
di Angeli rappresentanti la persona di Dio , o Rubr. Cod . de Rescinden . vend ., p . 1 , num . 22 ,
apparizioni di Dio per figure, corpi od altri sembri che l'appello sia stato quasi introdollo
segni visibili , estranei alla vera natura. Rap . primordialmente dal gius positivo, tuttavia vi
porto alle apparizioni di Cristo , quelle che ei sono gravissimi autori, che ne ripelono l'origi
fece mentre era in terra, dopo la sua risurre ne da quel principio della legge di natura, con
zione, furono vere apparizioni del suo corpo ; cui gravemente prescrivesi di rendere a ciascu
e quelle che ei fece dopo la sua ascensione, deb no il proprio dirilto. Tanto poi gli uni che gli
bono attribuirsi agli Angeli che hanno rappre- altri con vengono , che dalla legge civile abbia
sentata la sua persona. l'appello ricevuta l'origine.
Nulla v'è nella Scrittura di più comunedelle Varia di falti fu questa nell'antica legisla
apparizioni degli Angeli . Un Angelo apparve a zione romana. Fra le leggi emanate dal conso
Maria ad annunciarle l'incarnazione del Fic le Valerio Publicola successore di Tarquinio
glio d'Iddio nel suo seno . Due Angeli in bian. Collatino ,con le quali innalzava l'autorità del
che vesti annunciarono la risurrezione del Sal: la plebe, ve ne ha una , nella quale si legge: Con
vatore alle pie donne che andavano al sepol- demnatis a Consulibus ad Populum provoca
cro ecc . . ri fas eslo . Fino ai decemviri ebbe questa un
La Scrittura e la storia della Chiesa non intero vigore. Dopo l'accettazione della legge
permettono di dubitare che alcuni defonti sie delle dodici Tavole, fu modificato in altre gui
no apparsi a persone viventi. Leggiamo nel se . se l'appello, fintantochè da Claudio Nerone
condo libro dei Maccabei, al capo 15, che Ge- al solo senato venne interamente rimesso .
remia ed Onia apparvero a Giuda Maccabeo . L'appello pertanto altro non è che una pro
Mosè ed Elia apparvero sul monte Tabor alla vocazione dall'inferiore al giudice superiore,
trasfigurazione di Gesù Cristo ecc . a cagione del gravame, a cui è soggetla una
Persone viventi e assai lontane apparvero delle parti. Molte sono le specie di appello che
non di rado ad altre persone e in sogno e nella veggonsi nel gius antico. Noi ci limiteremo
veglia, come abbiamo dalla Scrillura e dalla soltanto a quello che dicesi ragionevole ossia
storia ecclesiastica. legillimo ; all' insussistenle ossia di lieve mo
La ragione delle apparizioni non sono che mento . Il primo è quello che si fa per giusta e
la gloria di Dio ed il bene degli uomini . Esse legittima causa , e servalis jure serrandis : il
manifestano la bontà , la giustizia, la potenza, secondo quello, che s'interpone per ragioni
la grandezza, la maestà e la provvidenza di minime e spregevoli, onde é che, conosciutolo
Dio; servono a confermare l'immortalità del. per tale, può dal giudice rigettarsi.
l'anima, la risurrezione dei corpi e le altre Per tre cause principalissime è stato sempre
verità della religione; fanno conoscere la vo- in vigore l'appello. La prima si è per rimuo
lontà divina, eccitano alla penitenza, alla pra- vere il gravanje apportalo iniquamente ai soc
tica delle virtù, al cullo ed alla invocazione combenti ; la seconda, perché resti corrella la
396 APPELLO
malignità o l'imperizia del giudice ; la terza , qualunque dignità fosse costituito , ma di piát
onde la parte perdente , dalla propria incapa. sarebbe scismalico e soggetto a molle altre pe
cità o negligenza pregiudicata, possa tornare ne, come dal capo Ipsi sunt ecc . Di più non
nei suoi primieri diritti . Di fatti può alcuna vi appello dalla sentenza del Concilio Ecume
fiata avvenire, che la sentenza del primo giu . nico legittimamente congregato ed approvato ;
dice, quantunque giusta , venga dal giudice su- dalla intiera Congregazione dei Cardinali .
periore cangia ta , per il solo motivo delle nuo- L'appello devesi far sempre ( regolarmente
ve allegazioni , che furono ommesse o per igno. parlando ) di grado in grado al prossimo ed
ranza o per incuria nel primo giudizio. immedialo superiore, onde lesa e confusa non
L'appello è permesso non tanto a quelli che, resti l'altrui giurisdizione. Ex cap. Dilecte fi
condannati dalla sentenza del giudice, diretta li 66, de Appell., ove da Onorio III fu dichia
mente ne sentono il peso, ma eziandio a chiun . rato invalido l'appello al metropolitano, om
que interessa la revoca dalla sentenza medesi. messo il tribunale del vescovo ordinario, cap.
ma. Quindi a ragione può appellare il malle- Pervenit ad nos. Si eccettua per altro l'appello
vadore, quando il debitore principale già vin- fatto direttamente al Pontefice o al di lui le
to lasci in abbandono il giudizio ; cosi il ven- gato, il quale, per ragione di suprema dignità ,
ditore, contro del quale ha il regresso il com non riconosce verun grado inferiore. Can . Si
pralore , se il medesimo desista dalla causa . quis, 2 quaest. 6 , cap. 4 de offic. deleg. in 6 .
Nella lile comune l'appello di uno soltanto Cosi pure se il superiore conosce la causa uni
influisce al vantaggio dei socii, quando ne pos- tamente all'inferiore, potrà farsi l'appello, la
sa derivar la vittoria, avvegnachè i medesimi sciato il superiore medio, all'ulteriore. Cap.
non vi siano concorsi. Super 27, S Si vero de off. deleg. Giusta la
Allorchè la sentenza è nulla, inutile si rene legge unic. cod . Quando imperator, godono un
de ancora l'appello ; perciocchè questo a quel- tal privilegio le vedove e le persone miserabi
la sentenza unicamente si oppone, che quan- li , il quale è ridotto al gius divino dallo Scac
tunque iniqua ed ingiusta, fu talvolta valevo- cia, lib. 15, lit. 24, num . 480.
le, al solo oggetto di renderla informe, ed in Giusta le disposizioni dei Digesti e del Co
cotal guisa correggere la malizia con cui fu dice, il tempo d'interporre l'appello in causa
pronunziata . Frustraneo dunque sarebbe l'ap- propria era di giorni due, e dello spazio di tre
pello, quando la sentenza fosse stata proferita in causa altrui. Quindi però Giustiniano con
dal giudice incompetente, o , se competente, cesse a chiunque volesse appellarsi il corso di
contro l'ordine e la disposizione delle leggi, giorni dieci, la cui legge venne poscia appro
essendo sufficiente in tal caso unicamente pro- vata da Innocenzo III, e lo stesso stabili Boni
porre la nullità . fazio VUI, ordinando che una tal disposizione
Sonovi nullameno alcune cause, che rigetta. si dovesse osservare tanto nell'appello giudi
no affatto ogni appello, o perche debbonsi spe- ciale, che nello stragiudiciale. Questo tempo
dire colla massima celerità, o perchè l'appello incomincia a decorrere dal giorno della pro
stesso viene interposto all'oggetlo piuttosto di ferita sentenza, o da quell'atto, dal quale segue
ritardare il giudizio che per motivo di giusta l'appello.
causa . Egualmente questo non ha luogo quan Secondo l'antico diritto (il che di presente,
do il soccombente vi rinunzii o tacitamente o tanlo nella procedura canonica , quanto nella ci
espressamente, negligentando i giorni detti dai vile, osservasi sotto altro nome e sotto diversa
giuristi fatali, o quando egli approvi la sen- forma ), dopo l'interposizione dell'appello spe
tenza contro di sè pronunziata, o quando fi- divansi dal giudice inferiorealsuperiore alcune
nalmente sia stato reo confesso e convinto in lettere, che generalmente si appellavano apo
giudizio. sloli. Era questo un nome derivante dal greco
Restapoeziandio privalidel beneficio dell'ap- apo, o come altri vogliono apostello, il quale
pello quelli che si trovano assenti per vera con aveva lo stesso suono che il dimillo dei Latini ,
lumacia, o che nella medesima causa ebbero tre quasi dimissio alicujus causae, che faceva il
sentenze conformi; o quando espressamente fu giudice, dopo aver proferita la sua sentenza.
ad essi vietato dal principe ; finalmente quando Gli apostoli legati dividevansi priocipal
la sentenza fu proferita dal monarca ;ond'è che mente in Ire modi : in dimissorii, per inezzo
se alcuno presumesse di appellarsi dalla deci- dei quali ricevevasi l'appello; in reverenziali,
sione del Sommo Pontefice al futuro Concilio e con questi per atto di ossequio rimetleyasi
Ecumenico, incorrerebbe nella scomunica ri. l'appellante al giudice superiore ; in refulato
servala alla s . Sede nella Bolla de Coena, in rii, coi quali espressamente rigellayasi l'ap
APPHAIM - APPLICAZIONE 397
pello medesimo. Distinguevansi in secondo luo- Per la qual cosa anche nelle cose spettanti al
go in convenzionali ed in lestimoniali. Erano regime spirituale converrà, nell'appellarsi, os
i primi lellere, con le quali la parte avversa servare la stabilita gradazione.
con veniva di recar la causa al tribunale su APPHAIM , figlio di Nadab, come si legge
premo ; i secondi erano attestati di persone nel primo libro dei Paralipomeni, al capo 2.
probe ed oneste, dai quali rilevavasi avere il APPHUS . Soprannome che si dava a Gio
reo in tempo e modo conveniente addimanda- nata Maccabeo,e può significare quello che ab
te al giudice le dimissorie, e dal medesimo es- bonda , ovvero quello che dissipa, secondo la
sergli state negate. Non richiedendo il reo al diversa maniera con cui è scritto. Si legga il
giudice le lettere indicate entro lo spazio di primo libro dei Maeca bei al capo secondo .
giorni trenta, intendevasi per rinunziato il di APPIA , moglie di Filemone, amico di s. Pao
ritto di appello. E se in tal tempo dal giudice lo. Credesi che ella abbia sofferto il martiriocon
maliziosamente negavansi gli apostoli , il pro suo marito, a Colossi, sotto l'impero di Nero
cesso da esso compilalo perdeva affalto ogni ne, il giorno 22 di novembre, in cui se ne cele
vigore, come se non fosse stalo iniziato, cap. bra la festa.
Ab. eo de Appell. in 6. Chiunque bramasse Di questo nome v'aveva anche una citla ve
erudirsi più estesamente nella trattata materia scovile della diocesi d' Asia , nella Frigia Paca
veda Sigismondo Scaccia , de Appell., dal quale ziana , solto la metropoli di Laodicea .
è stata in ogni sua parte esaurita. APPIARIA , citla vescovile di Tracia solto
Oltre a ciò osserveremo, che l'appello od la melropoli di Marzianopoli, ebbe i due ve
appellazione legittimamente ricercata sospende scovi seguenti : 1. Lupicino, uno degli inviati
Ja giurisdizione del giudice inferiore, e riporta di s . Giovanni Grisostomo a Teofilo Alessan
la causa al superiore, cui si è fatta l'appella- drino, affine di eccitarlo a recarsi a Costantino
zione. Per la qual cosa fintanto che pende poli, onde rispondere alle accuse che s'inten
l'appellazione, nulla il giudice inferiore può lavano contro di lui ; 2. Marziale, uno di quei
trattare: ove poi abbia fatto qualche cosa, ciò vescovi che sottoscrissero alla lettera della
dal superiore riguardasi come non operato . sua provincia all'imperatore Leone.
Molte sono le cause in cui la domandata APPIO (FORO 'D '), luogo considerabile vici
appellazione non è d'impedimento al valore rio al mare venti leghe distante da Roma; sino
della sentenza pronunziata . Secondo il dirillo a questo luogo andarono i cristiani di Roma
comune, per l'appellazione non vengono so ad incontrare 8. Paolo, come abbiamo dagli
spesi i decreli che stabiliscono di dover dare Atli Apostolici cap . 28 , e da lì lo condussero
altrui gli alimenti , ned avvi appellazione so- fino o Roma .
spensiva nelle cause intorno alla restituzione APPIONE. È questi uno scrittore che visse
delle spoglie o di un momentaneo possesso e : 6 verso l'anno 196, ricordato da Eusebio nel
compromisso, nelle cause esecutive,le quali, se- quinto libro della sua storia, come quegli che
condo il costumee le leggi dei popoli , hanno il scrisse un libro sull'Opera dei sei giorni.
privilegio di una pronta esecuzione. Appresso APPLICAZIONE. Fuvvi nella Chiesa costu
la curia romana non mette tardanza l'appella. me, sino dal suo pascere, che i fedeli, i quali
zione nella causa in cui due concordi senten- intervenivano al Sacrifizio, offrivano pane e
ze furono pronunziate ; in quella ove trattasi vino, che poi veniva consacrato, come dimo
della mensile e giornaliera mercede, della re- stra s. Cipriano, riprendendo fortemente una
.stituzione di un deposito, delle obbligazioni donna , la quale essendo doviziosa, veniva al
camerali ecc. , come si può scorgere appresso la chiesa senza la sua offerta. Tanta poi fu la
Benedelto XIV , Constil. Rom.curiae 115, S 10 divozione di questo rito che i padri del conci
e seg. Parimenti non rilarda la esecuzione del- lio Matiscolese II celebralo nell'anno 585, a
le sentenze che infliggono le censure, ove trat- vendo scoperto che andava gradatamente di
tasi della correzione dei costumi ; e cosi pure minuendo, tosto si curarono di rimetterlo in
nelle cause, le quali non ammettono appella- vigore. Ned erano poche le offerte, che anzi,co
zione, secondo il Concilio Tridentino. Si esami. medimostra Cristiano Lupo, disserl. 3, prooem .
di Benedetto XIV , Constit. cit. 48, S 5 e seg. ad decret, el canon. Concil., tante erano che
Siccome poi tutli i sovrani hanno i loro ma. polevano servire di alimento agli ecclesiastici.
gistrati , cui ognuno può appellarsi ascendendo All'altare non era permesso di offerire altra
per grado sino a tanto che giunga al soyrano cosa che paneo vino, e se i nuovi prodolti del
medesimo, cosi il Sommo Pontefice ha i suoi campo offerivansi, questi venivano offerti ai
magistrati cui si può gradalamente appellarsi . vescovi, ai sacerdoti, ai diaconi ed ai cherici,
398 APPROVAZIONE
i quali egualmente fra sė dividevano queste quello per cni specialmente applicavasi, di
obblazioni, come consta dal canone terzo degli quel che sia al ceto tulto dei fedeli. Ma chi
Apostoli. 2 non vede come egli sia in un grave errore ca
Che poi sino dai primi secoli della Chiesa duto ? Imperciocchè, sebbene il Sacrifizio per
si accostumasse di offerire all'altare anche da parte delle cose offerte e del principale offe
naro, o prima della Messa, od avanti l'offerto- rente Cristo sia d'infinila virtù , non pero,se
rio, è cosa ignorata. Sappiamo bensì che nei condo la volontà dell'istesso Cristo, che lo ha
primi secoli della Chiesa in tutti i templi cri- instituilo, produce effelti infinili. Posto adun.
stiani eravi un'urna, entro cui veniva offerto que che sia limitato l'effetto del sacrifizio,
il danaro dai fedeli. Di ciò fa menzione Terlul- chiaro apparisce che egli più giova a quello
liano , uel capo 39 della sua Apologia. Giu- per cui viene applicato, di quello che agli al
stino, nella sua Apologia I all'imperatore An. tri , poichè, come bene argomenta il Suarez,
topino Pio , num . 67, quasi rendendo ragione lib . 3, in 3 parl. disp. 78, sect. 1 , el disp. 79,
del danaro che i fedeli offerivano, dice che ciò sect. 12 , o si considera come propizialorio , 0
facevano affine di soccorrere ai pupilli , alle ve come soddisfattorio : e certamente per quello
dove, agli infermi ed ai ministri dell'altare, i soddisfa specialmente, pella soluzione del cui
quali non potevano certamente trarre il neces . debito vjene erto a Dio : o si considera come
sario alla vila dalle semplici offerte di pane e impetratorio, e certamente muove Iddio a con
di vino. cedere maggiori beneficenze a quello per cui
Se non che quando siasi incominciato ad of- nominatamente il Sacerdote immolando l'Ostia
ferire danaro all'altare non possiamo con cer . divina, prega il Signore. Spiega diffusamente
tezza stabilire. Abbiamo al tempo di Agostino, tutta questa cosa s. Tommaso, in 4, distincl.
dottore della Chiesa, che nelle Messe pei de- 45 , art. 4 , quaestiunc. I el 2 1
fonti si offerivano danari, ma dicendo questo E poichè ancor delle cose sante si trova chi
santo che devono servire pei poveretti, non vuole abusare, cosi non manco col frascorre
sembra che venissero offerti nelle mani dei re dei tempi chi per ricevere più elemosine,
diaconi. Onorio di Augusta, scrittore del secolo più messe dicesse, od upa messa sola appli
XII, in Gemma animae, lib. 1. cap. 66, asseri- casse per quelli tutti dai quali riceveva l'e
sce che eravi costume di fare offerte di danaro lemosina. Cotesto abuso fu altamente riprova.
in luogo di pane e di vino, ma non assegna pe to dai Sommi Pontefici Alessandro II , de Can.
rò il tempo in cui ciò abbia incominciato. 53, Consecratione, dist. 1 , Innocenzo III, in
Ma comunque siasi la cosa , è indubitato , se cap. Consulvisti de celebr. miss., e Onorio
condo lo prova il Tomasini , De veli et nov . JII in cap. Te referente eod . til., il quale vieto
Eccl. discipl., parl. 3, lib. 1 , 7 cap. , num . 8, assolutameole ai sacerdoti di celebrare più di
che sino dai primordii della Chiesa offerivasi una Messa per giorno, tranne in quello della
pane e denaro, e che ciò si dava ai cherici in Natività di N. S. G. (.., . e questa Messa ordino
comune, non particolarıente ad un sacerdole che fosse applicala specialmente per quello, da
od all'altro, affinchè la Messa applicasse per cui la elemosina fosse ricevuta. Si può vedere
quello che faceva l'offerta. Il costume di dare Benedetto XIV , de Synod ., lib. 5 , cap . 9.
una elemosina al sacerdote particolare affinchè Pecca adunque quel sacerdote che, riceven
la Messa applicasse pell'offerente, o pei suoi do da più fedeli la elemosina o l'offerta per la
congiunti od amici , non fu introdotto prima Messa, un solo sacrifizio applicasse per colti i
dell'olla vo secolo , nè ricevuto prima del XII , singoli offerenti cumulativamente compresi, e.
come lo dimostra il Mabillon , in praef. 1 in sarebbe alla restituzione obbligato , perchè reo
saecul. Ill Benedict., num , 62. E che invero d'ingiustizia. V. ELEMOSINA , PARROCO.
in sul finire dell'olta vo secolo questo costume APPROVAZIONE dicesi quell'alto con cui
abbia incominciato, lo prova Crodegando, ve un superiore dicbiara alcuna cosa falla secon
scovo di Melz, della regola che prescrisse in do la regola della legge, e taluno idoneo a fun
quel tempo ai suoi canonici, in cui fu libero a gere vo qualche uffizio. Traltandosi di mo
ciascuno il potere ricevere elemosine, e di ero- rale, ci fermerenio a discorrere di quell'ap .
garle a loro volontà , quelle elemosine cioè che provazione che è necessaria ai sacerdoti affine
loro venivano offerte per la Messa che doveva- di ascoltare la confessione dei fedeli, e di quel
no celebrare. la ancora che sollo allri riguardi alla morale
Questa speciale applicazione della Messa fu teologia si appartiene. Pertanto :
riprovata da Valfredo Strabone del secolo IX, 1. L'approvazione è il consenso e la facolla
dicendo, che il Sacrifizio non era più utile a dal vescovo dala al sacerdote che slimo idoneo
APRIESAPROSIO 399

ad ascoltare le confessioni. Il senso poi del con- superiori. Per la qual cosa quei religiosi
cilio si è, che senza questa approvazione niuno che trovansi fuori dei loro monasteri, sap
possa non solo lecitamente, ma nè anche vali- piano di potersi confessare da chiunque ap
damente ascoltare le confessioni, come espres- provato , perciocchè se non jstabili alcuna
samente dichiarò la sacra Congregazione dei cosa intorno a ciò la sua religione, si deve
Cardinali, e consta dall ' uso continuo della ritenere che permetta che essi si confessino
Chiesa , e dal fine del concilio e da queste pa- appresso qualunque sacerdote approvato ove
role: Nullum posse confessiones audire, nisi non abbiano un altro religioso del proprio
ad id idoneus réputetur. La voce posse , ivi ordine.
detta semplicemente ed assolutamente, altro 4. Ricercasi anche l'approvazione del ve
non significa che validamente e lecitamente, scovo del luogo, ove si ascoltano le confessio
e non indica se non quello che è riputato ido- ni , cosicchè chi è approvato in una diocesi
neo a potere amministrare il Sacramento. Inol. non lo è in un'altra , nè si può in quella
tre poté ciò stabilire la Chiesa, perciocchèdan- confessare senza il permesso del diocesano.
dosi dalla Chiesa la necessaria giurisdizione Ciò consta dal costume della Chiesa , che è
pel valore dell'assoluzione, potè apporvique- ottima interprete delle leggi del concilio di
sta condizione come necessaria a ricevere la Trento, dalla costituzione di Clemente X Su
giurisdizione, ed a validamente esercitarla : co- perna , e da ciò che Alessandro VII condanno
si che il sacerdote non parroco senza l'ap- nel 1659. Invero la approvazione è un atto
provazione sia incapace di ricevere ed eserci- di giurisdizione ; ma un atto di autorità e
tare la giurisdizione, e perciò di assolvere va- di giurisdizione non sorpassa i confini delle
lidamente. autorità , e perciò quelli di una diocesi.
2. Non è poi 'sufficiente l'approvazione do 5. Il riferito decreto non riguarda coloro
mandata ed ingiustainente negata impercioc- che hanno un beneficio cui è annessa la cura
chè il concilio Tridentino ricerca che sia otte- delle anime : imperciocchè si stimano appro
nuta ,ed una ingiusta ricusa dell'approvazione vati nell'atto che ricevono il beneficio .
non è una approvazione. Nė di già valgono i APRIES od APRIETE , re d'Egitto , nomi
privilegi allegati in contrario, mentre il conci- nato Faraone Efreo, ovvero Hophra appo gli
lio Tridentino ed i Sommi Pontefici dero- autori sacri. Jerem . 44 , 50. Era figlio di
garono à qualunque contrario privilegio .Don- Psamis , e nipote di Necos o Necao, che ave
de ne avvenne che Alessandro VIleondanno le va guerreggiato contro, Giosia , re di Giuda.
seguenti proposizioni. 1. 'Satisfuctis praece- Regno 25 anni,e fu a lungo riguardato come
plo confessionis annuae qui confitelur re uno dei principi più avventurati del mondo.
gulari Episcopo praesentato , sed ab eo inju- Sventurato nella guerra contro i Cirenei, che
sle reprobata . 2. Qui beneficium curalum ha- si fecero re quello stesso ambasciatore Amasis
bent , possunt sibi eligere confessarium sim- che egli aveva loro inviato per ridurli alla
pticem sacerdotem non approbatum ab Ordi- obbedienza, cadde in loro potere e dal popo
nario . lo fu aorcato. Tale fu la fine di Apries, cui
3. Il decreto del concilio di Trento si ri- Geremia aveva minacciato che cadrebbe fra
stringe alle confessioni dei secolari anche sa-' le mani de ' suoi nemici , come egli aveva da
cerdoti, non dei regolari. Per la qual cosa ad to Sedecia re di Giuda nelle mani di Nabuc
ascoltare la confessione dei religiosi non si ri- codonosor re di Babilonia.
cerca l'approvazione del vescovo , ma quelli APRIGIO . Di questo vescovo di Beia nel
lo posson fare, che nol potevano prima del con- Portogallo che , uomo saggio ed eloquente, fio
cilio di Trento; mentre nulla intorno a ciòsta- riva verso l'apno 540, Isidoro di Siviglia tes
bili il concilio. Ora poi per ascoltare le confes- se gli elogi per la sua spiegazione dell'Apoca
sioni delle monache anche soggette ai regolari lisse, fatta con uno stile nobile, ed in un sen
si ricerca l'approvazione del vescovo diocesa so spirituale.
no, secondo la costituzionedi Gregorio XV In APROS, città vescovile di Tracia sotto la
scrutabili, e la settima di Clemente X. metropoli di Eraclea, che nelle antiche memo
Inoltre i religiosi di un ordine non possono rie è indicata come città arcivescovile, e nel
ascoltare le confessioni di quelli di un altro , le moderne quale metropolitana.
ove prima non abbiano ricevuta la facoltà dai APROSIO ( Angelico ). Di questo monaco
superiori dei penitenti. Perciocchè il Papa nel- agostiniano, nato a Ventimiglia il 29 ottobre
la sua concessione generale verso tutti i fedeli, 1607 , che in religione si distinse pe' suoi ta
non intende di derogare agli statuti delle reli- lenti e pella sua virtù , da meritare il vica
gioni, i cui varii membri non possono confes- riato generale della congregazione della buona
sarsi se non da un confessore stabilito dai loro Vergine Maria di consolazione in Genova, e
400 APSIDE - AQUILA
che dopo percorsi varii paesi d' Italia, si sta- di Soissons'e priore de la Ferté -sous -Jouar
bili a Venezia dove insegnò le umane lettere re , alle Osservazioni di M. Frezier , inserite
nel monastero di S. Stefano, ricorderemo fra nelle Mem . di Trévoux , luglio 1616 , p . 1268 ,
gli altri scritti : 1. la sua Biblioteca aprosia- e seg.
na ; 2. la sua Biblioleca degli apocrifi ; 3. le APSIDI O Absidi , detti anche doxologia o
sue Praelectiones in prophetam Jonam , opere doxalia, dal greco 0050 , lode , perché luoghi
tutte che più volte videro le stampe . Mori ove si cantano le lodi d'Iddio. Sono oratorii
verso il 1682 . segreti al di là dell'altare , dove i frati can
APSIDE. Sebbene alla pag. 63 di questa tavano l'officio , invisibili al popolo. Erano
nostra Enciclopedia all'articolo ABSIDE , ab- anche cappelle od arche bene innalzate e dis
biamo detto qualche cosa intorno a ciò che poste a volta ove mellevansi le reliquie dei
indicava questa parola , stimiamo a questo santi, ora casse o reliquiarii.
luogo opportuno il dire più chiaramente e APSOROS O APSORUS , città vescovile della
più propriamente di ciò che ad essa appar- diocesi dell'Illiria, chiamata eziandio Absirto .
tiene. Strabone nomina in plurale le isole Absirlidi ;
Apside adunque è parola usata dagli scrit- e Pomponio Mela distingue due città le quali
tori ecclesiastici per indicare la parte inte- infine non erano che una, o erano cosi vicine
riore delle chiese antiche, e dov'era colloca- l'una all'altra che si potevano facilmente
to l'altare. Si crede che questa parte di chie- confondere.
sa si chiamasse dai Greci allis e dai Latini APT , antica città vescovile di Provenza
absis. L'apside era fabbricata in figura emi, sotto la metropoli d'Aix , il cui vescovado
sferica, e consisteva in due parti , il coro o il era non solo il primo della seconda Narbone
presbiterio , e il santuario . Il coro terminava se dopo Aix, ma ancora il più commendevo
all'oriente in semicerchio. Le sedie ecclesia- le per la sua antichità , per la santità dei suoi
stiche vi erano poste in ordine sopra uno vescovi e pei privilegii che v'erano addetti .
strato esso pure a figura di semicerchio . AQUILA , nativo del Ponto nell'Asia Mino
Il trono del vescovo era posto in mezzo re, fu convertito con sua moglie Priscilla da
a quelle sedie ed era innalzato di molti s. Paolo, Act . cap. 18 , vers. 2 e seg ., aila re
gradini sopra gli altri . Questo trono chia- ligione cristiana. Siccome il mestiere di que
mavasi anch'esso apside. Chiamavasi anche sto era di fabbricar tende, cosi non è a ma- .
apside gradinala , perchè innalzato era di ravigliarsi come s. Paolo , ch'esercitava lo
alcuni gradini sopra il seggio dei sacerdoti ; stesso mestiere , abbia dimorato appo di lui
in progresso fu detto exchedra , poi trono e in Corinto, dove egli era da poco venuto di
tribuna . Italia, obbligato ad uscire da Roma da un e
Il santuario era all'altra estremità dell'a. ditto dell'imperatore Claudio , che bandi va
pside verso la navata , dalla quale era separa- tutti gli Ebrei. San Paolo abbandonò la di
to per mezzo di cancelli o d'una grata di fer-. mora di Aquila, per abitare appo certo Giu
ro , di rame o d'argento . E sebbene il resto sto , che alloggiava vicino alla sinagoga in Co
della chiesa fosse cosa assai mirabile per una rinto, e forse perchè Giusto essendo conver
quantità di colonne, quelle che formavano il tito dal paganesimo, i Gentili fossero tratti
santuario erano ancora più grandiose per la più facilmente ad ascoltarlo. Allora quando
rarità del marmo e per la magnificenza delle i Apostolo partì da Corinto fu accompagna
loro basi e de' loro capitelli, i quali erano $o to da Aquila e Priscilla . Andarono insieme
vente d'argento . ad Efeso , dove li lasciò affinchè col loro esem
L'altare era posto sopra molti gradini che pio fossero di soccorso a questa chiesa , e vi
chiamavansi pulpitum , a motivo ch'essi for- dessero delle istruzioni durante il tempo che
mavano una specie di tribunale; sicchè l'al- egli si fermerebbe in Gerusalemme. In que
trov vasi direttamente sotto la metà di sta città gli resero grandi servigi sino ad es
quello che chiamavasi allora ciborio, o la taz- porre la loro vita per servare la sua. Era
za , che s'innalzava sopra le colonne da cui no ritornati in Roma al tempo in cui s . Pao
il santuario era circondato . lo scrisse l'Epistola ai Romani, nella quale
Il p. Mabillon , Lit. gall. praef., lib. 1 , c. 8 , li saluta con grandi elogi . In fine erano ve
crede che questo ciborio non fosse altro se nuti ad Efeso , quando l ' Apostolo scrisse la
non ciò che ora chiamiamo padiglione o bul sua seconda lettera a Timoteo, nella quale lo
dacchino. Ma altri pensano che questo ciborio prega di salutarli da parte sua . Nulla si sa di
fosse una cupola, una torre molto elevata ed più sino alla loro morte. I Greciattribuiscono
appoggiata a colonne. V. la Risposta di M. ad Aquila il titolo di vescovo e di apostolo , e
Gordemoy, canonico regolare di S. Giovanni fanno grande solennilà ad onore di lui il gior
AQUILA - AQUILEIA 401
di Aquila e Priscilla , sua moglie , il giorno 8 dall'Egitto come l'aquila trae dietro a sè i
dello stesso mese . suoi piccini per abituarli al volo , svolazzando
AQUILA, proselilo giudeo , nativo di Sino- loro dintorno.
pe, nella provincia del Ponto . Egli si diede Nel salmo 102 al verselto quinto pure si
prima allo studio delle matematiche e dell'ar- legge, che il Signore rinnovella la giovinezza
chitettura. L'imperatore Adriano , secondo s. del giusto come quella dell'aquila: Renovabilur
Epifanio, In fece intendente delle sue fabbri- ut aquilae juventus lua, il quale ringiovanire
che , e gli commise di ricostruire Gerusalen ). fu causa di inolte opinioni , intorno alla rin
me, sotto il nome di Elia. Tale commissione novazione della gioventi dell'aquila. Il testo
gli forni l'occasione d'istruirsi nella religione ebreo pure, che noi abbiamo riferito lestè con
cristiana . Riceve il battesimo ; ma essendosi formealla Vulgata , si può anche spiegare cosi :
poi dedicato all'astrologia giudiciaria , egli fu Voi vi rinnoverete e la vostra giovinezza sari
scomunicato, la qual cosa gli fece abbracciare come quella dell'aquila , che è quanto dire :
il giudaismo. Aquila si rese celebre colla sua voi ricupererete le vostre forze, e sarete come
Versione greca della Bibbia , che è la prima l'aquila nella sua giovinezza.
falta dopo quella dei Settanta. Venne questa 11 simulacro presentatosi ad Ezechiele nella
alla luce nell'anno duodecimo dell'impero di sua visione offriva nella parte superiore l’a
Adriano, 128 di Gesù Cristo : ma fece poi la spetto dell'aquila. Ezech . 1 , 10.
seconda più corretta . Il suo metodo è di tra L'aquila è pure un emblenia dell'evangeli .
durra parola per parola , e diesprimere perfino sta s. Giovanni , al quale , perciocchè più ele
l'etimologia dei termini, a tale che s. Girola- valo e più sublime degli altri è nei suoi scrit
mo la riguardo piuttosto come un dizionario ti , cosi questo uccello fu assegnato per figura ,
dell'ebreo , che non come una traduzione fede. come quello che più degli altri leva alto il suo
le. Si aggiunga che avendo rinunziato al cri- volo.
stianesimo , ed intrapreso tale versione colla AQUILEIA , città , che per lungo tempo fu
idea di contraddire a quella dei Settanta , di arcivescovile e patriarcale, e lanto ragguarde
cui le chiese si servivano con vantaggio contro vole da essere chiamata lu seconda Roina. La
i Giudei , mutilò e indebolì ad arte tulli quei sua diocesi era estesissima ; chè oltre una gran
passi, che riguardano Gesù Cristo. Non è però parte del Friuli , comprendeva anche la Car
da negarsi che in tutto il resto non sia utile niola, la contea di Gorizia , ed una parte della
per conoscere il vero senso degli autori sacri . Carinzia e della Stiria . Vi si contavano molte
San Girolamo , il quale l'aveva dapprima biasi- città, cinquanta borghi e mille villaggi , vi si
mala , ne lodo poscia l'esaltezza . I Giudei elle- parlavano tre lingue diverse, secondo i diversi
nisti la preferirono altresi per l'uso delle loro paesi che la componevano , cioè l'italiano , lo
sinagoghe. Se ne rinvengono frammenti negli slavo e il tedesco .
Essapli di Origene. Aquila aveva aggiunto al Vuolsi però senza fondamento , che in Aqui
la seconda edizione della sua versione le tra- leia fosse primo Vescovo s. Marco evangelista ;
dizioni giudaiche, che aveva appreso dal rab ma è certo che questa importantissima città
bino Akiba suo maestro . Venne essa accolta della Venezia abbracciò la fede ne' primissimi
dai Giudei ellenisti ancor meglio della prima . tempi del cristianesimo. Durante i primi tre
Giustiniano ne vietò loro la lettura, perchè secoli , la cronologia de' vescovi d'Aquileia soſ
contribuiva a renderli più ostinati nel loro ferse alcune interruzioni; ma dal principio del
errore. I dottori della legge proibirono anche quarto essa procede di seguito ; e verso la fine
essi di adoperarla nelle sinagoghe , ed ordina- di detto secolo fu fatta sede metropolitana ,
rono di attenersi al testo originale ed alle pa- dapprima dell'Istria , e in seguito dell'intera
rafrasi caldce . Venezia e sino al fiume Sava, contando venti .
AQUILA , uccello del quale spesse volte è sette suffraganei , Ruffino ( V.), il traduttore di
fatta menzione nella sacra Scrittura , e che dal . Origene, era prete di questa chiesa. Nel secolo
la legge contenuta nel Levitico, al capo 11 , Vi vi fu uno scisma tra la sede d'Aquileia
vers. 13, e nel Deuteronomio al capo 14 , vers . e quella di Roma a motivo dei tre capitoli che
2 , è dicbiarato immondo pegli Ebrei . durò interrottamente fino al 698. In quel tem
Nel Deuteronomio parimenti troviamo l'a- po i metropolitani d'Aquileia assunsero il ti
quila rammentata, quando Mosè , come si leg . lolo di Patriarchi . All'invasione de ' Longo
ge al capo 32, vers. 11 , dice che il Signore ba bardi, il patriarca di Aquileia riparó a Grado
portato il suo popolo sulle sue spalle , come ( V.) che dapprincipio fu della Nuova Aqui
l'aquila porta i suoi aquilini; e che lo trasse leia, e vi rimase stabilmente , dappoichè nella
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fasc . Vn. 51

1
402 AQUILEIA (CONCILIO DI )
cillà di Aquileia prese posto un Patriarca aria- cessaria ai pastori; il 3. contro l'ubbriachezza';
no, che lorno poi in seguito caliolico. Olloue il 4. proibisce ai cherici i divertimenti secolare
11,oltre a'privilegii concessi a questa inetropoli schi, come la danza , la musica ecc .; il 6. proi
da Carlomagno e dai suoi successori, le dono il bisce ai vescovi suffraganei d ' Aquileia di con
castello d'Udine e molli beni nel Friuli, e Cor- dannare un prele, un abale o un diacono,sen
rado II ed Enrico III maggiormente crebbero za prima consultare il metropolita; l'8 . proibi
questi dominii, accordando a quella sede qua- sce i matrimonii clandestini ; il 10. contro gli
si tutto il Friuli , sicchè il Patriarca diventò abusiche regnavano in quei tempi; il 13. ordina
principe sovrano , Ma le continue disgrazie, cui che la celebrazione della domenica si debba in
prima era siala soggetla Aquileia , e poi le dis- cominciare all'ora dei vesperi del sabato , e
cordie tra 'Guelfi e Ghibellini, unila all'insa- che nella domenica si debba assistere a tulla
lubrità dell'aria per le acque che all'intorno vi l'officiatura. II V concilio ebbe luogo l'anno
stagnavano, indussero i Patriarchi, nel secolo 1015 per confermare la donazione fatta dal Pa
XIII , a trasferire la loro residenza nel castello di Triarca Giovanni ai canonici di Forlì; il V1 si
Udine. Da allora Aquileia più sempre decadde tenne l'anno 1181 e nel medesimo si rid ussero i
e si ridusse alla condizione d'un villaggio mal . canonici alla vita comune; il VII l'anno 1184
sano; ma i Patriarchi continuarono ad essere contro gl'incendiarii ed i sacrileghi ; I'VIII
principi indipendenti del Friuli , fino al 1420 , l'anno 1409 da Gregorio XII per l'estinzione
in cui i Veneziani acquistarono questa provin. del grande scisma d'Occidente. Questo Papa,
cia , ed Udine loro si sottomise. Il patriarcato nel portarsi a questo concilio da lui proclama
d' Aquileia peró sussistelle quanto allo spiri- to , creò molti cardinali in Siena mancandovi
tuale fino al 1758. Ma siecome una gran par- vescovi ; il IX l'anno 1596 , solto il Papa Cle
le della diocesi era situata negli slali della mente VII. Vi presiedelle il palriarca del
casa d'Austria , perciò Maria Teresa pretende- luogo Francesco Barbaro, e vi si pubblicarono
va la nomina del Patriarca , almeno alteruali. diciannove canoni riguardanti gli uffizii divi .
vamenle coi Veneziani , i quali obbligavano il ni , la residenza dei vescovi , dei parrochi, dei
Palriarca d'Aquileia a tener sempre un coa- canonici, la vita e i seminarii dei cherici ,
dinlore , cui essi ponioavano a loro piacere. AQUILEIA (Concilio Di ). Se nell'Orienle
Ricorse perciò le parti a Benedetto XIV , que- a profligare gli empi novatori che il veleno
slo Pontefice nel 1758, colla bolla Dominici delle loro empielà vomilavano si uniyano i
gregis, soppresse il patriarcato d'Aquileia, eri- padri e sentenza di condanna nei concilii emel
gendo in sua vece due arcivescovali, quello di levano, questo bisogno eravi ancora nell'Oc
Udine per la parle venela della diocesi, e quel- cidente. Gli alli del Concilio di Aquileia cele
lo di Gorizia per Paustriaca . bralo nell'anno 381 , come dicemmo ( 7. AQUE
In questa città si tennero molti concilii , di LEIA ) , meritano la maggior altenzione per la
cui accenneremo i principali . esaltezza colla quale istruiscono sulla maniera
II I , di cui come del principale daremo con cui fu proceduto contro Palladio e Secon
un succinto nell'articolo seguente , s'aduno diano , due vescovi ariani che vi furono de
l'anno 381 sollo il Papa Damaso I contro Pal- posti . Il primo impiego in singolar maniera lulti
ladio e Secondiano , vescovi ariani, che vi fu- gli immaginabili artifizii per nascondere i suoi
rono condannali unitamente a certo prete sentimenti col mezzo di equivoci ; e quando si
chiamato Altalo. Questo concilio fu sottoscrit . vide convinto , cerco d'ingannare l'autorità dei
to da trenta Vescovi, fra i quali il primo è s. suoi giudici, che egli diceva incompetenti. Ma
Ambrogio di Milano . Di questo però più pro- l'accorto impostore aveva a fare con un nemi.
priamente diremo. Il ll l'anno 553 sollo il ro ancora pin destro. Ambrogio, arcivescovo di
Papa Vigilio, contro il quinto concilio di Co. Milano, lo insegui in tutte le sue finzioni, e lo
stantinopoli, per aver egli condannato , in odio ridusse a chiedere generalmente ed insensata
del concilio di Calcedonia, i tre capitoli , giusta mente un più giusto e numeroso concilio : ap
quanto ne pretendevano i vescovi del conci. pello miserabile, di cui si fece quel caso che
Jio d' Aquileia, che per questo si separarono merilava, deponendo il suo autore. Non si
dalla Chiesa cattolica con uno scisma che durò trovarono, a vero dire, in questo concilio , che
cento anni . II III l'anno 698 contro il Papa Ser- Trentadue o trentatré vescovi ; ma , per l'altra
gio l intorno al medesimo soggetto. IU V l'anno parte, non si vide giammai un concilio più
791 , fu radunato da Paolino vescovo d'Aquile- santo, o almeno in cui siasi trovato un mag
ia : egli contiene quattordieicanoni: il 1. contro gior numero di santi riconoseiuti per tali dal
la simonia; il 2. sulla perfezione della virtù ne la Cbiesa. Erano essi la maggior parte d'Ilalia ,
AQUILINO ( S .)- AQUISGRANA 405
ma le altre regioni, ecceltuala la Spagna trop- rinomata è il suo Dizionario ebraico rabbini
po agitata dalle turbolenze del priscillianismo, co e lalmudico che compilò nel 1629.
vi avevano i loro deputati ; e tutto l'Occiden AQUINO . città d'Italia nel regno di Napo
te vi prese parte. Erano pur anche state dis- li , residenza di un vescovo che dipende dalla
poste le cose in maniera che i vescovi dell'O . metropoli di Capua , il quale dimora a Ponte
riente potessero venirvi , avvegnachè però non Corvo, luogo non molto lontano. Questa citlå
si credesse necessario di riunirsi in un mede- è celebre per aver dalo i natali all'angelico
simo luogo, conforme si fa intendere , posta la dottore s. Tommaso nel 1224 .
sicurezza dell'unione dei sentimenti. Non si AQUINO (TOMMASO D') . V. TOMMASO (San )
vide neppure alcuno per parte del Papa , nè di D'AQUINO.
tutta quella porzione dell'Italia che eragli im AQUISGRANA . Città d ' Alemagna , nella
mediatamente soggetta , cioè della prefettura Prussia Renana, celebre nella storia ecclesia -
del pretorio di Roma. La ragione può essere stica pei varii concilii in essa tenuti.
quella stessa che addussero gli orientali per Il primo radunalo nell'anno 789 fu rivollo
dispensarsene, cioè il costume di non radunar. a riordinare la disciplina. Vi si pubblico un
si cosi da ogni parte , se non pei concilii gene capitotare composto di ottantadue articoli. Se
rali , oppure l'inconveniente di abbandonare ne aggiunsero dopo altri sedici che riguardano
le loro chiese , senza una necessità urgente e puramente i monaci, e venluno per regolare
relativa al bene generale. diversi affari ecclesiastici.
San Valeriano in qualità di vescovo dioce AQUISGRANA ( CONCILIO D ' ) , Aquisgranen .
sano, occupava il primo luogo , come avevano se, l'anno 799. In questo concilio Felice Ur
fatto nel concilio di Costantinopoli s. Grego- gelitano essendo stato ascoltalo alla presenza
rio Nazianzeno, e, dopo lui , Nettario suo suco del re Carlomagno e dei signori , e confulalo
cessore. Ma sant'Ambrogio , metropolitano del dai vescovi, rinunziò al suo errore. Fu lotta
vicarialo d'Italia, di cui Milano era la capita- via deposto a tolivo disue ricadute. Scrisse
le, regoló tutta l'azione, giacchè non ve ne fu egli stesso la sua abiura in forma di lettera,
che una sola contro i vescovi erelici. I padri , diretta al suo clero e al suo popolo di Urgel .
prima di separarsi , scrissero agl'imperatori , Felice fu rilegato a Lione , dove passo il re
giusta il costume , affine d'implorare a favor slante di sua vita.
della Cbiesa la loro autorità . AQUISGRANA ( Concilio D' ) , ľanno 802
AQUILINO (S. ), volgarmente Aquelino, na nel mese di otlobre , tenuto per ordine di Car.
cque a Bayeux verso l'anno 620 da parenti lomagno. Questo concilio fu numeroso . I ve
nobili . Conservò lungamente la continenza scovi coi preti vi lessero i canoni , e gli abati
colla moglie e fu innalzato al seggio vescovile coi monaci la regola di s. Benedello , affinchè
della città di Evreux dopo la morte di s. Eter- gli uni e gli allri vivessero secondo la legge
no avvenula l'anno 650. Aquilino consacro le ch'era loro prescritta : non v'erano allora mo
sue cure, il suo travaglio ed il suo riposo alla naci nè religiosi, che seguissero altra regola
salute del popolo : e dopo le funzioni del suo che quella di questo santo. Di questo concilio
ministero ritiravasi in una cella lontana cento ci reslo un capitolare di sette articoli ; i più
passi dalla sua chiesa , dove praticava rigorose importanti sono quelli , che risguardano i Co
austerità . Egli fu presente nell'anno 688 al repiscopi. Fu stabilito che non potessero eser.
concilio di Roano. Sulla fine della sua vita di . citare nessuna funzione episcopale , e che sa
venne cieco e mori nel 695 dopo 42 anni di rebbero messi nel rango de semplici preti . Que.
episcopato. Il suo corpo fu sepolto in una chie- sta disciplina è conforme a quella degli anti .
sa che egli aveva fatta innalzare, e Dio vi rese chi concilii di Ancira e di Neocesarear. Contut.
celebre la sua memoria con molti miracoli. La loció solamente verso la metà del decimo seco
sua festa è segnata nel martirologio romano ai lo cessarono di aver autorità in Oriente e in
19 d'ottobre , e nondimeno și celebra ai 15 di Occidente.
febbraio nella chiesa d'Evreux . AQUISGRANA ( Concilio D ' ) , l'anno 809 ,
AQUINO (FILIPPO D') , celebre rabbino del nel mese di novembre. Vi si trattò la que
secolo XVII nativo di Carpentras, che abbrac. stione : se lo Spirito Santo proceda dal fi
ciò il cristianesimo , mutando il nome di Mar. gliuolo, come dal Padre. Per deciderla l'impe.
docheo in quello diFilippo. Falto professore di ratore mandò a consultar Papa Leone , cot
lingua ebraica a Parigi nell'anno 1610 , ivi di- quale i deputati ebbero una gran conferenza
mord fino il 1650, che fu l'ultimo di sua vita . sopra la parola Filioque, cantata nel simbolo
Fra le molle opere che abbiamo di lui , la più delle chiese di Francia e di Spagna , che in
-404 AQUISGRANA (Concilio v ') - IR
que'lempi non canlasasi nemmeno in Roma. do il giuramento prestatogli di fedeltà. Il ter
Il Papa avrebbe desiderálo , che si procedesse zo contiene molti avvertimenti agli ecclesia
dappertullo colla stessa riserva ; non condan- slici o monaci, all'imperatore istesso , a'suoi
pava però quelli che cantavano l'addizione figliuoli, a'suoi ministri. La seconda parle è
Filioque , conſessa va anzi che questa parola indirizzata a Pipino re di Aquitania per ob
spiegava la vera fede ; ma rispellava i concilii, bligarlo alla restituzione de' beni ecclesiastici.
che aveano proibilo di pulla aggiugnere al Vi risponde alla obbiezione dei secolari : che
silo bolo . male è servirsi di questi beni nei nostri biso
AQUISGRANA ( Concilio D' ), l'anno 816 nel gni ? ma i vescovi fanno vedere dalle sante
mese di settembre : vi si stese una regola per Scritture, che fino dal principio del mondo i
i canonici , composta di 145 articoli. Un'altra santi banno fatto a Dio de' sacrifizii e delle of
pur se ne fece per le Canonichesse , che conte. ferte, che gli sono state grate ; ch'egli ha ap
neva 8 articoli . provati i voti co‘quali gli si consacravano dei
Erano queste vere religiose strette con voto beni stabiliti, e ha dato ai sacerdoti tutto ciò
di castilà , e viventi in clausura velate, e vesti ch'era stato a lui consacrato : ch' egli puni
te di nero. Ad Amalario , diacono di Metz , fu severamente coloro , che hanno trascurato it
data l'incombenza di raccogliere da'padri e dai suo servigio, o profanato e saccheggiato le cose
concilij quanto riferivasi agli obblighi degli sanle .
individui d'aubo i sessi impegnati in questo Il re Pipino ebbe riguardo alle esortazioni
genere di vila . L'opera di Amalario fu appro- de' vescovi , e fece loro restituire i beni eccle
vata dai vescovi , che vi fecero alcune giunte. siastici da chi gli avea usurpati.
Con ciò rimase ſerma la regola dei canonici e AQUISGRANA ( Concilio D' ) , l' anno 842
compiuto il primo libro degli alli di questo In questo concilio i due re Luigi e Carlo it
concilio. Calvo , per ordine de' vescovi , divisero il regno
AQCISGRANA ( Concilio v ' ) ; l'anno 817. di Lotario in Francia con promessa di gover.
Vi si fecero delle Costituzioni sopra la re narlo secondo la volontà di Dio , e non come
gola di s . Benedello , che furono confermate Lolario avealo amministrato .
dall'imperatore Luigi Pio, ed eseguite per suo AQUISGRANA ( Concilio D' ) , l'anno 860
comando. il giorno 9 gennaio , lenuto a motivo della re
AQUISGRANA ( ConcILIO D' ) , l'anno 825. gina Tietberga, moglie di Lotario , che si co
Questo concilio ſu una conseguenza di quello nobbe rea di grave delillo in faccia dei vesco
di Parigi dello slesso anno. I vescovi scrisse- vi . Ella fece la stessa confessione al re , ed al
ro a’6 di dicembre la loro decisione all'in- cuni signori , e ai vescovi di nuovo in una se
peratore, ch'era ad Aquisgrana ; il tullo fu conda assemblea , tenuta pur in Aquisgrana al
trasmesso al Papa per mezzo di due vescovi . Ja metà di febbraio ; e fu rinchiusa in un mo
Non si sa qual fosse l'esilo di questo maneg- nastero, d'onde in appresso fuggi .
gio de' due vescovi presso il Papa : ma egli è AQUISGRANA ( Concilio D' ) ( non ricono.
certo , che i Francesi sostennero ancora per sciuto ) , l'anno.862 agli 8 di aprile. I vesco .
qualche tempo, che non era necessario nė far vi , supponendo senza ragione la nullità del
in pezzi , nè adorare le immagini, senza riceve- matrimonio di Lotario con Tietberga , gli per
re il secondo concilio Niceno , quantunque il nuisero di sposare un'altra donna, ed egli spo
Papa lo avesse approvalo : e tuttavia egli è del SÒ Valdrada , con gran dispiacere de' suoi sud
pari certo che furono sempre in comunione dili più fedeli.
colla santa Sede, senza potersi rilevare un mo AQUITANIA , parte delle Gallie , che poi
mento d'interruzione. formò la Guienna e la Guascogna. In questa
Aquisgrans ( Concilio p ' ) l'anno 850. provincia si tennero diversi concilii , il primo
Glialli di questo concilio son divisi in due dei quali porta la data dell'anno 863 , e fu
parli . La prima contiene tre capi: i due radunato contro Stefano conte d'Alvernia .
primi tralli dagli antichi canoni de ' padri Molti altri se ne tennero nel 1054 , per oggetti
mostrano qual dev'esser la vita e la dottri . riguardanti la fede cattolica e la pace della
na de ' vescovi , degli abati , de' monaci , dei Chiesa, non che affine di muovere i popoli a
preti: e sono piuttoslo esortazioni che leggi , e penitenza , come si può vedere nella raccolta
la maggior parte sono sentenze dei padri e del Pagi .
dei canoni, e minacciano di deposizione il ve AR , AGEOPOLI , ARIEL DI MOAB , ovvero RAB
scovo od allro ecclesiastico , che si scosterà BATI -Moab. Tulti questi nomi non significano
dall'obbedienza dell'imperatore Luigi, violan- che la stessa cillà , capitale dei Moabili, sita sul
ARA - ARAGONA 403
fiume Arnon , che la divideva in due parti. Teo- quinto al capo 17 , e da s. Girolamo nella sua
doreto la chiama semplicemente Ariel. Euse- opera De scriploribus ecclesiasticis, al capo
bio dice la stessa cosa , ed aggiunge che si chia . quarantesimo seslo , per alcuni opuscoli che
mava Ariel l'idolo dei Moabili . Sant' Epifanio aveva scritto sui dogmidella religione cristiana .
dice che addimandasi Arielilide un piccolo ARABICI . Sella di eretici che apparve nel
paese, che egli unisce a quello di Moab , all'l. l’Arabia intorno all'anno 207 dell'era volgare,
turea ed al paese dei Nabatei. Il profeta Isaia la quale sosteneva che l'anima nasceva e mo
la chiama la città di pietra cotta : Ad muros riva insieme col corpo , ma che nel giorno del
cocli lateris, cap. 16 : in ebreo , Kir -harèsel , giudizio doveva risuscitare insieme con lui :
o Kiriuthares. San Girolamo dice che que forono perciò delli thanalopsychai ( anime mor
sta città fu distrutta da un tremuoto quando tali ). Eusebio parla di un concilio tenuto in
egli era ancora giovane. Credesi che Charac- Arabia nell'anno 246 , cui furono chiamatique
Moba, ovvero Charux -Moab sia la stessa che sli settarii. Origene, incaricato di dispularvi
Ar od Areopoli. Parlasi di questa città nel li- contro di essi , li convinse del loro errore a se
bro dei Numeri e nel Deuteronomio. Il tre- gno che domandarono di rientrare nel seno
muoto già detto avvenne l'anno 365 di Gesù della Chiesa .
Cristo. Oggidì appellasi El- Raba. ARABISSO , città vescovile della seconda
ARA , città o cantone di Assiria , dove furo- Armenia , attribuita pero da Giustiniano alla
no condotte in ischiavitů le dieci tribu d’l . terza Armenia . Di questa sede non si conosco
sraele da Teglatphalassar , come si ha nel pri- no che soli cinque vescovi.
mo libro dei Paralipomeni , esempio che in ARACENI , .discendenti di Arac figlio di
appresso fu seguito da Salmanassare, il quale Charaan , che dimoravano nella città di Arca
diede fine al regno d'Israele. alle falde del monte Libano.
ARA , figlio di Jelher della tribù di Aser. I ARACH , cillà della Caldea , fabbricata da
Par. 7 , 38. Nemrod nipote di Cus. Gen. 10, 10. Era situa
ARA. Eretico, il quale , come narra Eusebio la nelle pianure di Senaar.
nella sua storia , al libro seslo, ca po vigesimose ARAD , città di primo ordine , come c'inse
sto, pretendeva che neppure Gesù Cristo fossegna Mosė nel libro dei Numeri , al capo vige
stało esente dal peccato originale. simo primo. Vicino a questa ebbe luogo il vi
ARA . V. ALTARE . gesimo primo accampamento degli Ebrei net
ARAB , cilla della tribù di Giuda , come tro- deserto.
viamo in Giosuè al capo 15 , vers. 52. ARADA , cillà ed isola nel Mediterraneo vi
ARABA , ciltà appartenente alla tribù di Be- cino alle coste della Fenicia dirimpello ad An
niamino, come dal capo 18 , vers. 22 del libro tarada, che è una città di terraferma. Al pre
di Giosuè. sente il suo nome é Ruad . Era cilià vescovile
ARABI , eretici . V. ARABICI . della diocesi di Antiochia della prima Fenicia ,
ARABIA . Parte considerevole dell'Asia , al solto la metropoli di Tiro . Arada fu assediata
mezzodi ed all'oriente della Giudea , che divi- nell'anno 647 dai Saraceni, il capo dei quali
desi in Arabia Deserla, Petrca e felice. Nel- le inando un vescovo ad intiinarle di arren
l'Arabia eravi una chiesa giacobitica della dio- dersi spontaneainenle ; e non avendo ciò olle
cesi di Mapbrian di Oriente, governata da due bulo , vi lorno e se ne iinpadroni l'anno se
vescovi, l'uno dei quali , detto propriamente guente, lasciando libero agli abitanti di Arada
vescovo degli Arabi, leneva la sua sede in Abu- di ritirarsi dove volevano . L'armata saracena
la , e qualche volta a Balada ed a Telapbar ; essendosene impadronita , ne distrusse fino le
l'altro che chiamavasi vescovo degli Arabi fondamenta.
Taaleben -Soeniti, risiedeva ad Hirta di Maa ARAGONA . Questa provincia di Spagna
mar. Nel 1137 Giovanni Sarug di Mapbrain merila essere rammentata pei concilii che in
divise la prima sede in due altre , cioè Balada essa furono tenuti, il primo dei quali è del
e Telapbar ; divisione però che poco tempo ha l'anno 1062, e fu ragunato nel monastero di
durato. S. Giovanni della Pegna, mentre governava la
Sotto il pontificato di Fabiano nell'anno Chiesa il Pontefice Alessandro II . E ignoto cio
246 si tenne in Arabia un concilio contro gli che vi si fece, sapendosi solamente che vi fu
eretici ARABICI ( V.). decretato, che i vescovi di Aragona sarebbero
ARABIANO . Questo scrittore che fioriva nel tralti dal monastero di S. Giovanni come era
secolo II , è ricordato da Eusebio nel libro stato stabilito dal re Sancio .
406 ARAM_ARARAT
Il secondo fu tenuto l'anno 1408 ovvero ARAMA, cillà della tribù di Nellali , Jos. 19,
1409, in favore di Pietro da Luna , Antipapa 32 , 39.
solto il nome di Benedetto XIII. ARAMA , cillà situata al mezzogiorno del
ARAM , quinto figlio di Sem , padredei popo. paese di Chanaan, ai cui abitanti , come a mol
li addimandati Aramei dal suo nome. Il paese li altri , Daviddeio viò parte del bottino ripor.
di Aram è molto esteso , volendosi intendere sot . talo sugli Amaleciti. | Reg . 30, 30.
to questo nome tutto il territorio compreso tra ARAMEI . V. ARAM.
il Mediterraneo, il monte Amano , le montagne ARAN , figlio di Thare, e fralello di Abramo
di Persia e quelle di Armenia . Tale è il paese e di Nachor ; fu padre di Lol, di Melchua edi
di Aram , ovvero della Siria nella sua più gran- Jescua ; morì prima di Tbare suo padre, lo
de estensione. L'unità di origine si manifesta che non era mai accaduto in avanti.
nei diversi popoli che abitano questa vasta 2. Un figlio di Disan , e fratello di Hus della
contrada : il loro idioma generale, quantunque stirpe di Scir Orreo. Gen. cap. 36, vers . 28.
vario nei dialetli , che sembra, dice Heeren , Po 3. Un figlio di Jeramiel, nominato Aram
lic. e comm. dei pop. dell'antichi, tom . 1 , pag . nella Vulgata. I Pur : cap. 2, vers. 25 .
190, essere il medesimo in tutta l'estensione ARANDA ( CONCILIO D' ) , in Ispagna, Aren
di quesla regione dell'Asia, proverebbe ehe dense, l'anno 1473 nel mese di dicembre, le
una popolazione considerevole vi si fosse ori . nuto per rimediare alla ignoranza e allo scor
ginariamente stabilita .L'Armenia , la Mesopo- rello vivere degli ecclesiastici. Camillo, arcive
tamia, la Babilonia , l'Assiria propriamente scovo di Toledo coʻsuoi suffraganei, vi fece
della, ovvero il Curdistan al di là del Tigri , e venli regolamenti sopra la disciplina, tra’qua
la Siria propria fra l'Eufrate ed il mare Medic li ve n'è uno, chedice, che non si conferiran .
terraneo sarebbero adunque stati compresi in no gli ordini sacri a quelli che non sapranno
questa vasta regione chiamata Aram nella il latino ; che gli ecclesiastici non porteranno
Scrittura e Siria nei tempi posteriori . Questo il lutto ; che i vescovi nion compariranno mai
ultimo nome di formazione assai recente deri- in pubblico, se non in rocchetlo e in canraglio ;
va dalla voce Sur ovvero Tyr, comé osserva che non porleranno mai abito di seta ; che si
Barbie du Bocage. faraóno leggere a mensa la Scrillura Savla, ec .
Sidistinguono nella Scrittura molli paesi col Gli altri canoni contengono dei regolamenti
nomedi Arao : cioè Aram Naharaim , ovvero la contro gli ecclesiastici concubinarii, contro i
Siria dei due fiumi, ch'è la Mesopotamia ; Aram matrimonii clandestini, la simonia , gli spelta
di Damasco, sram di Soba, Aram Bethrohob, coli, che si rappresentavano nelle chiese, i
Aram di Maacha. Amos profeta sembra che di giuochi proibiti agli ecclesiastici, i duelli , il
ca che i primi Arineni avevano la loro dimora rallo, ec . V. Tom. XIII Conc. p. 1446.
nel paese di Kir, nell'Iberia, in cui sbocca il ARANEO ( CLEMENTE ), celebre frate dome
fiume Cirus ; donde Dio li trasse, come aveva nicano che fioriva nel secolo decimoseslo. Egli
falto degli Ebrei dall'Egitto ; ma non si sa ollenne encomii pei suoi discorsi sacri , che fu
quando giungessé questa trasmigrazione. Ella rono dati alla luce in Venezia, ed onore e lode
deve essere molto antica, poichè Mosè nomina pei suoi commentarii sull ' epistola di s. Paolo
sempre i Sirii ed i popoli della Mesopotamia ai Romani, nei quali comballe i dogwi fonda
Armena. Il popoli della Siria fecero sovente mentali della dottrina di Lutero .
guerra agli Ebrei. Davidde li assoggellò e li ARAPHA od anche Rapha. Forse è questo
obbligo a pagargli un tributo. Salomone con . uo nome generico adoperalo per indicare un
servò sopra di essi la stessa autorità. Ma dopo gigante, od i giganti della schiatta di Enoc , i
la separazione delle dieci tribù da quella di quali abitavano la Palestina, ed eranochiama
Giuda , non apparisce che i Sirii sieno stati ti Raphaim , come si può vedere nel secondo li .
soggetti ai re d'Israele, ove ciò non sia avvenu bro dei Re al capo 21 , vers. 18 e seguenti.
to sotto il regno di Geroboamo II , che rista. ARARAT, celebre montagna nell ' Armenia
bili il regno d'Israele nella sua primitiva e sopra cui dicesi siasi fermata l’arca di Noè
stensione; come si può vedere nel secondo libro dopo il diluvio. Gli Orientali lachiamano Ar
dei Re. dag, ovvero Par -makdagh, la montagna del
ARAM, figlio di Esron, e padre di Amina. dito, perciocchè elevasi drilla ed isolata, come
dab. Nel primo dei Paralipomeni ėdello Ram . un dito alzato. Dai Persiani è detta Asis, cioè
ARAM, figlio di Somer e discendente di Aser montagna felice, avventurala, a cagione della
1 Par. 7 , 34 . scelta fallane da Dio perchè servisse come di
ARARI -ARAUXO 407
porto all'arca di Noè. E qui non sarà fuor di slini, Sullivan, dei Deryis mussulmani aļlual
luogo, parlando di questo monte , riferire le megle mantengono in un oratorio una lampa
narrazioni in proposito di quei dotti che lo da continuamente accesa. Si mostra sempre ai
visitarono di recente. Euco per primo G. Cur viaggiatori questa somınilà veperata sul cam
vier. Dice egli: « Ecerlo che la tradizione del mino da Mossul ad Amadia ; i Turchi la chia ,
diluvio esisteva in Armenia molto tempo pri- malo Djudi,
ma di Mosè Corenese, lo storico principale del ARARI . Questa parola , secondo alcuni , è il
medio evo : la città che , secondo Gioseffo, era nome della palria di Semma figlio di Aga ; se
chiamata la cillà della discesa, sussiste ancora condo altri , è un addiettivo, derivato da Arar ,
alle falde dell'Ararat, e ba il nome di Nachid- montagna, e significa montanaro. II Reg . 23 ,
chevan, che corrisponde allo stesso senso . » 11 , ecc. In questo libro vien fatta l'enumera
Giulio Klaproth, non meno celebre pe'suoi zione de' prodi di Davidde , indicandone il no
viaggi , che pelle immense cognizioni filologi. me e la patria,ragione per cui corrisponde me.
che, dice che il monte Ararat , nominato nel glio la voce Arari ad una località , una villa ,
racconto di Mosè, è senza dubbio l'Ararat di un borgo o simili. Ma un'altra difficoltà si
Armenia silualo al mezzogiorno dell'Arasse, la presenta nei pomi degli uomini; ai versetti 11 ,
cui velta è coperta sempre di neve. Gli abitan- 25 e 33 del capitolo cilato , la Vulgata legge ,
li del paese prelendono che ancora vi si vegga. Semma , e quanto al nome del luogo, legge al
po gli avanzi dell'arca di Noè. vers . 11 , de Arari ; al vers. 23 , de Harodi, ed
Dall'Arasse al termine del Tigri e sino alle al 33 , de Arari. L'ebreo invece al vers. 11
sive dell'Eufrale e del lago di Van si estendo . legge Samma ... d'Arari al 25 , Samma Ha
no lunghie calene, di cui la parte più elevata è rodile, al 33 , Shamma l'Ararite. Adunque è
il celebre monte Ararat nominalo nelle Sacre ignoto se tratlisi : 1. di una medesima perso
Scritture. Gli antichi lo chiamavano Musis , na; 2. di una sola e medesima località . Leggesi
uone che ancora conserva volgarmente nel anche nella Vulgata Aiam figlio di Sarar Ara
paese ; ma i Turchi gli danno quello di Agri, rite, che nel II Reg. 23, 33, è dello figlio di Sa.
Dagh. Il monte Ararat si forma di due iu ), chas Ararile , I Pur. 11 , 34.
mensi picchi , l'uno piu dell'altro . elevato ; ed ARASSE, fique celebre che sorge nel monte
erti a colar modo che fino al secolo scorso fu Ararat, lungi sei miglia dalla sorgente dell'Eu .
riguardalo come ito possibile il salirvi. frate, e va a metterefoce nel mar Caspio. È pro
La gloria dell'ascensione era riserbala al D. babile che sia questo il Gehon nominato nella
Fr. Parral , professore di fisica a Dorpal. L'an . Genesi, c. 2, v. 13. Il nome Gehon nella lingua
no 1830 ... dopo molti giorni di viaggio e di ebraica ha il medesimo significato del nome
inaudite faliche, pervenne all'altezza di 15138 greco Araxes, cioè scorrere impetuosamente.
piedi sopra il livello del mare , cioè 350 piedi ARATORE, suddiacono della chiesa di Ro
circa più alto del Monte Bianco . Là piantò nel mà, solto il Papa Vigilio , al quale dedico i
ghiaccio una croce nera con una iscrizione ... suoi versi nel 544 , era in moltissima stima per
Si disponeva ad ascendere ancora , allorchè fu la sua eloquenza. Noi abbiamo di lui un poema
obbligato dall'aria pesante, e da altre cagioni epico gli Ali degli Apostoli. Arrio Mendosa
a discendere freltolosamente per fuggire da to fece stampare a Salainanca con commenti
una certa morte . Rilornò al monastero di S. nel 1516. Esso trovasi pure nella Biblioteca
Giacomo, ma non riguardando come compiuto dei Padri . Gli è attribuita pure un'epistola in
il suo divisamento , si dispose ad una seconda versi a Paternio il quale avevalo esortalo ad
ascensione; ed il 23 settembre si pose in viag. attendere alla poesia. II p. Sirmond l'ha of
gio con un diacono di quel monastero, il 27 a ferla nelle sue note sopra Ennodio , verso la
tre ore era sul punto culminante della monta- fine. La stessa ritrovasi anche nella Biblioleca
gna . Ià vi trovo una piattaforma del diametro dei Padri, tom. 10 , p. 151. Aratore mori nel
di 200 passi , che poteva benissimo servire di 556 , ed era stato anche segretario ed intenden
appoggio all'arca allora quando essa vi si te di Atalarico re degli Ostrogoti .
fermo. ARAUXO ( FRANCESCO D'), nacque a Verin
I primi cristiani fabbricarono nel luogo in- da una delle migliori famiglie del paese, entro
dicalo dalla tradizione un convento , dello il assai giovane nell'ordine di s. Domenico e vi
monastero dell'Arca, in cui celebravano una professò nel 1601. Compiuti i suoi studii, in
festa annua in memoria del giorno in cui il segno la teologia a Burgos, poi a Complulo , e
patriarca era sortito con lulla la sua famiglia. Succedelle finalmente a Pietro da Herrera nella
Secondo il compagno di viaggio dell'abate Se- priina calledra di teologia nella università di
208 ARAXA - ARBITRO
Salamanca . Urbano VIII lo nominó arcivesco ARBELLA, cillà che N. Sanson colloca nel
vo di Segovia ,ad istanza del re Filippo IV , nella sua carla nella tribù d ' Issachar ; e non è
1648. Questa dignità non gli fece cangiar modo conosciuta che nella testiinonianza d'Eusebio
di vivere. Egli conservó le regole del suo ordi e di s. Girolamo, che ne fanno menzione. Bon
ne, e la porta del suo palagio era aperta a quan- frerio crede che sia la stessa che Artella, cilla
ti avevano bisogno di consultarlo, e specialmen- collocata dal Sanson nella tribu di Neftali . Il
le ai poveri dei quali era padre. Abbandonata Calmet ritiene che questa voce Arbella, che
la sede di Segovia , ritirossi a Madrid del con Trovasi nel | Mac. 9, 2 , sia posta in luogo di
vento del suo ordine per non pensare che alla Arbalte , e cheamendue derivinó dall'ebreo Ar
salule, lungi dagli affari del mondo. Egli morì both, che significa pianura. Adricomio aveva
di oltanta anni il 19 marzo 1664 ; e cinque an. collocata Arbella nella tribu di Neftali ; Simon ,
ni dopo il suo corpo fu trasportato a Salaman- Hurė, Barbiè adottano questa conghiettura al
ea . Lasciò egli molte opere di teologia e di filo. pari di Sanson . Di Arbella parla pure Osea al
sofia . Le prime sono opuscoli classificati per cap . 10, 14 , luogo che nella Vulgata è tradota
materia : cioè la scolastica , la morale e la posi- to : Sicul vastalus csl Salmana a domo ejus qui
liva , Dunai, 1633 , in 8.° e commentari sulla vindicavit Baul, con cui vuole indicare Ge
Somma di s . Tommaso , tom . 1 in fol. a Ma- deone. Il testo ebreo legge : Come Salmana
drid , 1764 , tom . 2 , ivi ;sulla prima e seconda ruinò la casa di Arbclla nel giorno della
a Salamanca 1638 in fol.; a Madrid 1646 , in guerra .
fol . 2 vol .; sulla seconda , a Salamanca , in fol., ARBITRO propriamente chiamasi un giu
1635 ; sulla terza parte , in l . 2, 1636 , Decisio dice elello dalle parli , che hanno un litigio.
ni scelle intorno allo slalo ecclesiastico e civile. Questi arbitri in due classi si distinguono. I
ARAXA , città vescovile della diocesi d’Asia primi, che, per ordine della legge, si nomina
nella Lidia sollo la ruetropoli di Mira. Si chia no le due o più parti litiganti, si chiamano ne
wa pure Araxus. cessarii ; volontarii addomandansi quelli che
ARBA O ARBO , ARBE , cillå vescovile della le parti si eleggono di per sé stesse senza veni
Dalmazia sollo la metropoli di Zara. re dalla legge a cio obbligale. Quesli, propria
ARBACE , generale dei Medi , e governatore inente parlando, si chiamano compromissarii ;
della Media sollo Sardanapalo re d' Assiria. gli altri , arbitri di dirillo, Leg. 7 , 11. de Negol.
Egli si uni con Belesi, governatore d' Assiria , gest. Molte sono in vero le cause le quali si
per cacciar dal trono Sardanapalo. Nei primi sogliono dagli arbitri condurre a termine. Cosi
Ire combattimenti ebbe la peggio ; ma nel quar. pel dirillo civile , se sono i giudici sospelti, si
to, essendosi posti dalla sua parte i Ballriani , possono domandare gli arbitri , i quali diano
sorprese Sardanapalo, e lo cacciò dal suo cam termine alla incominciata facenda : e cosi pu
po. Questo principe si ritirá a Ninive, ed afli re, secondo il diritto canonico, allora quando i
do a Salamene, fratello della propria moglie, giudici non convengono intorno alla ' revoca
il governo delle sue truppe. Salamene perdelo della lettera apostolica, ovvero si stimano so
te contro i congiurati due ballaglie. Ninive fu spetti , soglionsi costituire gli arbitri.
assediata per tre anni e presa da Arbace , il Gli arbitri volontarii non hanno alcana
quale fu sálutalo re , ma egli ricusó questo ti giurisdizione, nè sono propriamente giudici ..
tolo, contento di ben governare la sua nazione che ciò stabilire ai privati non si aspelta, ma
dopo averle resa la libertà . Ciò avvenne l'an- solamente ex compromisso fanno le parti di
no del mondo 3257. giudice. Il compromesso poi è una convenzio
ARBATTE, ciltà della Galilea che fu presa ne, per cui i litiganti sottomettono la questio
e distrutta da Simone Maccabeo . ) Mac. 5 , 23. ne al giudizio di qualcuno , e proinettono di
Cosil Calmel. Non si conosce nella Galilea obbedire nella loro sentenza. La convenzione
alcuna ciltà di questo nome. Alcuni credono ricevuta dall'arbitro si chiama receplum . Se
con molta verosimiglianza che questa parola condo l'antico diritto si obbligavano i liti
sia presa dall'ebraica Araboth , che significa ganti a stare al giudizio dell'arbitro colla re
pianura. Il Calmnél ritiene che questo sia il ligione del giuramento: ciò fu da Giustiniano
gran campo di Jezraele. La Bibbia del Vence vietato, Auih . Decernil. cod. de Recepl. el ar
ha questa annotazione intorno a questo luogo. bilr. , ma , secondo il diritto canonico , questo
Il Simon , Hurè , Barbié du Bocage prendono giuramento si può ommellere , ed ove una vol
Arbatle per una ciltà della tribu di Issacbar. la sia stato concesso , egli ha valore. Cap. 2 ,
Questi ritengono che sia la slessa che Arbath , Arb . Quando poi i litiganti si assoggetlavo ad
palria di Abi- Albon . una pena nella elezione degli arbitri , quegli
ARBITRO 409
che non volesse starsene al giudicato dell'ar se non entro il tempo stabilito dal compromes
bitro, deve subire la pena . so ; il qual giudizio, se il tempo fosse trascorso,
Tutti quelli che sono giudici , possono essere nullo sarebbe, secondo la legge del codice di
arbitri , siend private o pubbliche persone, o Giustiniano : Si ultra diem compromisso com
giudici ordinarii o delegati, come dice Ulpia- prehensum judicalum esl , sententia nulla est.
no , in leg . 9, ff. cod. Arbitri poi non possono L. Ex senl. C. de receplis Arbitris, lit. 5 , I. 2 .
essere eletti i servi, i pupilli , i furiosi, i pazzi , Nè sia fuor di luogo richiamare al pensiero
i minoreoni , le donne, i laici nelle cose spiri . legge Imp. 17. $ 2 e 7 , che dice, sopra un tal
quali, ove però non sieno per autorilà del ve- punto versando : Si plures sunt qui arbilrium
scovo aggiunti in una qualche questione a receperunt, nemo unus cogendus erit senten
chierici, e gli scomunicati vitandi, la cui so liam dicere; sed aul omnes, aut nullus. Donde
cietà devesi sempre fuggire. ne avviene che pella mancanza di uno, la sen
Quantunque igiudici arbitrarii sieno,secon- tenza pronunziata dagli altri è nulla , poiché
do la definizione di s. Antonino, quelli che quello che manca poteva diversamente sentire
nullam polestatem habentes cum consensu li intorno alla cosa , se vi fosse stato presente. Sic
ligantium in judices eliguntur in quos compro- ut tribus judicibus datis, dice un'altra legge ,
miltakur, ut eorum sententiae sletur , cosi han- quod duo ex consensu absente tertio judica
po facoltà di concedere dilazioni , d'interpor- verunt, nihil valel. Quia id demum quod ma
regiudizii; e finalmente di pronunziare le sen- jor pars omnium judicavil, ralum est: cum et
lenze decrelorie : pure perché si assumono dai omnes judicasse palam esl. Leg . Siculi 18.
litiganti , affinchè compiano i loro doveri , non Donde ne segue che la mancanza di un arbitro
secondo lo stretto diritto, ma amichevolmente , rende il giudizio privo di valore ; e quegli che
non solo come giudici , ma come mediatori del- da questo giudizio viene condannato, non è te
le parti debbonsi riguardare. Donde ne segue nuto di starsene ad esso. E la ragione di ciò è
che gli arbitri non sono obbligati a tutto quel evidente : poiché la facoltà tribuita agli arbi
rigore comei giudici , i quali devono uniforma- tri di giudicare, in essi è , per cosi dire , indivi .
re le loro sentenze secondo la legge, ma essi sibile, né d'infra essi può venire divisa : per la
possono, per quanto la equilà lo permette, u- qual cosa , non essendo uniti nel giudicare, la
sare di alcuni mezzi più miti ; mentre consta sentenza non è giuridica. Celso, nel libro terzo
dal compromesso delle parti che essi non furo- dei Digesti, scrive : Si in tres fueril compro
no eletti come giudici rigorosi, ma come ami- missum, sufficere quidem duorum consensum ,
chevoli componenli, ai quali commettono e le si praesens fueril el terlius. Alioquin , absenle
loro cose ed i lorodirilti perramore
a di pace , ed eo, licet duo consentiant, arbilrium non valere ,
onde togliersi da quelle spese e da quei dispia- quia in plures fuil compromissum ; et poluit
ceri che porta seco la lite. praesenlia ejus lrahere eos in ejus sententiam .
E qui giova osservare : 1. che l'uso degli ar Tra le persone da noi superiormente anno
bitri fu cosi utile riputato che Francesco II , verate, cui non può essere dato l'incarico di
Carlo IX e Lodovico il Grande re di Francia , arbitro devesi pure collocare il religioso clau
stabilirono che i litiganli dovessero stare seoza strale ; poichè egli separato dal mondo, e sollo
dubbio al giudizio degli arbitri da sè stessi e messo all'obbedienza del suo superiore,solita ,
Jelti ; che se non volessero fare cosi,dal giudi- rio nella cella , solamente deve altendere all'o
ce ex officio sarebbero eletti e dati loro, al cui razione, avendo abbandonata la cura delle cose
parere dovrebbero poi assoggettarsi ; il che a va del mondo : Placuit communi nostro concilio,
viene per lo più fra’mercanti in quanto al com dice Eugenio Papa , in Can.Placuil. 8 , 16, 9, 1 ,
mercio, fra quelli che hanno da formare una ut nullus monachorum pro lucro lerreno de
qualche società , che devasi dividere, ein simili monasterio exirenefandissimo ausu praesumat,
altri casi. 2. La legge dei Digesti , trattando de- neque aliis quibuscumque negotiis se se im
gli arbitri in quanto all’offizio che loro si plicare; sit claustro suo contentus , quia sicut
aspetta , dice che sciendum est, omne Iractatum piscis sine aqua caret vila , ita sine monasterio
ex ipso compromisso sumendum , nec enim monachus ; sedeat igitur solilarius , ct luceat ,
aliud illi licebil, quam quod ibi efficere possil,' quia mundo morluus est, Deo autem vivil. Ed
cautum est. Non ergo quod libel statuere ar. asserisce Pelagio Papa con espresse parole, in
biler polerit, nec in qua re libel, nisi de qua re canon . De praesentium parlilore, 20, 16 , 9, 1 ,
compromissum esl, el quatenus compromissum che causarum cognitio , conventiones , actus ,
est. In terzo luogo, che gli arbitri per la me- publica liligia er nullo pacto stalui religioso
desima ragione non possono proferire giudizio conveniunt. Un canone , tratto dal Concilio
Encicl. Eccles . Vol. I. Fasc. VII. 52
410 ARBOGA-- ARBRISSEL
Tarraconese, dice cosi : Nullus eorum , idest to degli ecclesiastici che aveva umiliati , e Mar
monachorum , forensis negotii susceplor , vel bodo, successore di La Guerche, il quale appa
executor existat , aggiungendovi questa ecce rentemente non amava quanto questi la rifor
zione : nisi quod monasterii exposcil ulililas , ma ed i riformatori , lo ringrazio delle sue cu
abbalis sibi nihilominus imperantis ecc. Can. re, e lo lasciò partire per Angers , dove andò
Monach. 15 , 16 , q. 1 . ad insegnare teologia . Ivi Urbano II lo intese
ARBOGA O ARBOGEN , città di Svezia nels predicare, e fu talmente contento dei suoi ser
la Vestmania. Enrico , arcivescovo di Upsal , moni , che il titolo gli conferi di predicatore
vi presiedette ad un concilio intorno alla di- apostolico, col permesso di predicare per uni
sciplina nell'anno 1596. Ivi si fece uno stalu versum mundum. Roberto dopo tale facoltà
to, il quale proibiva ai sacerdoti di benedire i andava predicando ovunque la parola di Dio.
matrimonii nei tempi vietati solto pena di de e dovunquesi trascinava dietro una moltitudi
posizione. Si ordino pure che chiunque com ne di uditori di ogni età e di ogni sesso , cui la
mellesse up omicidio in giorno di domenica, si sua eloquenza affezionava alla sua persona.
astenesse in quel giorno dalla carne per tutto Tale miscuglio di uomini e di donne non falli
il tempo di sua vila ; se lo commettesse in ve. ad eccitare la pubblica curiosità ed a scanda
nerdì , si astenesse dal pesce ; se lo commettesse lezzare alcuni , come si rileva da due lettere ,
in sabbato, si astenesse dai latticini . Ora , co la prima di Goffredo abbate di Vendome , la
me tulla la Svezia, è soggetta alla riforma lu- seconda di Marbodo, vescovo di Rennes. Fu al
terana. lora che, ciò intendendo, Roberto prese una ri
ARBORA O ARBOREA , città vescovile di soluzione molto straordinaria, e fu , come dice
Sardegna ; ora essa è in rovina . Le sue rendite Bayle , di fissare i suoi tabernacoli nelle so
ascendevano ad ottomila scudi romani , dei litudini di Fontevrault, Ji sottomettere gli uo
quali pagava trecentocinquanta fiorini alla ca. mini all'impero delle donne; e , mentre egli
mera apostolica . La stessa è poco popolata a imponeva a queste l'obbligazione di pregare ,
motivo dell'aria cattiva . La cattedrale è sot- volle che quelli , loro perpetui servi, fossero
to il nome dell'Assunzione. In questa città , occupali a diseccare paludi , a dissodare incolti
ollre la calledrale, eran vi una parrocchia , un suoli , a lavorare le terre che eglino avevano
seminario , nove convenli di frati , due ai mo- conquistato sulle acque e sul deserto. L'abba
nache e cinque confraternite. Questa città è la zia di Fonlev rault, fondata per le sue cure nel
patria del P. Papa generale dei frati predica- 4103, diventò in poco tempo considerabile e
tori, poi cardinale , è morto a Roma nel 1730. celebre, qualunque cosa in contrario dicesse
ARBORIBONZI, sacerdoti del Giappone , ro alcuni prelati del suo tempo (di cui egli non
che menano vita raminga , e vivono di elemo- avrebbe osato di accusare i costumi, se i suoi
sine. Copronsi la testa di berrette inlessute di non fossero stati esenti da rimproveri ) ed i tri
scorza di alberi, terininale in punta , ed orna. sli imitatori di Bayle, che a lui di male azio
te di fiocchi di crini di cavallo o di peli di ca ni scherzando attribuivano. Egli è certo che
pra . Vanpo vestiti di ruzzi panni, si lasciano la sua pietà non si smenti mai; che la sua ripu
crescere la barba ed i capelli , portano calzari tazione fu attaccata e non diffamata dalle ac
di ferro , e si spacciano alli a scongiurare i de- cuse, di cui ora abbiamo parlato; chei Papi , i
monii . re ed i prelali più insigni gli resero giustizia ,
ARBRISSEL ( Roberto D' ) , fondatore del e lo protessero contro tutte le maligne jnter .
l'ordine di Fontevrault , e dell'abbazia di prelazioni . Allorquando gli parve che il suo
questo nome , nacque nel 1047, nel villaggio stabilimento potesse fare a meno di lui , ripi
di Arbrissel , sette legbe distante da Rennes : gliò il suo primo impiego di predicatore am
andò di buon'ora a Parigi, ove fece rapidi pro- bulante , corse la Francia , esortando i ricchi
gressi nelle lettere , e fu ricevuto dottore in alla carità, i poveri alla umiltà, le femmine al.
teologia . Il suo vescovo, Silvestro di La Guer. l'amor di Dio. Assistette nel 1104 al concilio di
che, lo chiamò presso di sé , si giovò dei suoi Baugency, ed ebbe sede tra i prelati . Il vesco
talenti , gli conferì la dignità di arciprete e di vo di Poitiers rimase talmente soddisfatlo dal
ufficiale, ed ebbe la consolazione di vederlo la sua dottrina e delle leggi che aveva date ai
combattere con successo la simonia, l'inconti- suoi discepoli , che sollecito presso la santa
nenza e gli altri vizii del suo clero. Dopo di Sede la bolla della conferma; e nel concederla,
aver travagliato per quattro anni all'estirpa- il Papa Pasquale II dichiarò che prendeva que
. zione di tali disordini, Roberto si vide esposto , sl'ordine sotto la sua speciale protezione. In
per la morte del suo proleltore, al risentimen . mezzo alle sue apostoliche fatiche , Roberto
ARCA DELL'ALLEANZA 411
cadde málato, e mori nel priorato di Orsan , rore di questi principi malvagi , finchè Giosia
diocesi di Bourges, il 24 febbraio 1117 . loro ordinò di rimetterla nel luogo santo.
L'ordine di Fontevrault fino al 1798 , in cui Qualche tempo prima della schiavitù di Ba
fu soppresso unitamente a tutti gli altri , erabilonia, Geremia, prevedendo le sventure che
diviso in quattro provincie, ed erano : la pro- dovevano accadere alla sua nazione, diretto da
vincia di Francia, nella quale v'erano quindi- un lume soprannaturale, trasportò il laberna
ci priorati ; la provincia di Aquitania , quat- colo e l'arca dell'alleanza in una caverna
tordici priorati ; la provincia di Bretagna, tre- della montagna ove era salito Mosė pria di
dici priorati; la provincia di Alvernia , quin- morire, e dalla quale aveva veduta la Terra
dici priorati. Promessa . I sacerdoti avendo voluto por segno
L'abito degli uomini consisteva in una ve del luogo ove il profeta aveva nascoso questi
ste nera , una cappa con cappuccio, al quale e sacri depositi , non furono mai capaci di ritro
rano attaccati tanto di dietro che davanti, due varlo, e da Geremia ebbero gravi rimproveri " ,
lembi di pannolano, che essi nominavano Ro- per la loro curiosità, ed ei loro dichiaro che il
berli. luogo rimarrebbe occullo, fino a tanto che il
L'abito delle donne consisteva in una veste Signore raccogliesse il suo popolo disperso, e
bianca, una cocolla nera , una topaca bianca ed si riconciliasse con lui. Si dubita, e con ragio
una cintura di lana nera. Pronunciando i loro ne, che l'arca sia stata ristabilita nel tempio
voti, gli uomini e le donne promettevano sla- dopo il ritorno degli Ebrei dalla schiavitù di
bilità, conversione di costumi, castità perfetta, Babilonia .
nuda povertà ed obbedienza. I Talmudisti Galatin ., Genebr., Rab. , Juda
ARCA. Termine italiano ed anche latino, ed Abarbanel , Maimonide ed altri , raccontano
nella qual lingua significa propriamente un che Salomone avendo per una visione cono
cofano, una cesta, ed è questo il vero signifi- sciuto che gli Assiri avrebbero un giorno ab
calo della voce ebraica Aran , Aron, che Mosè bruciato il tempio, e trasportato quanto di
adoperò per indicare l'aruese in cui furono de più prezioso in esso vi aveva, fece fare sotterra
positate le tavole della Legge, in cui si trova un ripostiglio, in cui potea in caso di bisogno
vano scritte le parole dell'alleanza , od , a me nascondere le cose preziose, e che Giosia in
glio dire, i dieci principali comandamenti.Que- questo ripostiglio secreto pose l'arca dell'al
sta era di legno di Selim , coperta di una lami- leanza, la verga di Aronne, il vaso colla manna ,
na d'oro. All'intorno aveva nella parte supe- il peltorale del gran sacerdote e l'olio santo.
riore una specie di corona d'oro, e due Cheru. Ma durante la schiavitù di Babilonia , i sacer
bini stavano attaccati al coperchio. Ai quattro doti avendo perduto le tracce del luogo, al ri.
angoli eranvi quattro anelli d'oro nei quali torno questi oggelti non furono più trovati .
passavansi i bastoni con cui portarla nel viag Altri asseriscono che Nabuccodonosor tras
gio pel deserto. Ecco ciò che costituiva l'arca portò l'arca in Babilonia, e che questa trova
dell'alleanza, che, dopo il passaggio del Gior. vasi fra il novero degli altri vasi lolti dal tem
dano, rimase alcun tempo in Galgal , donde fu pio. Nė inanca chi crede, che Manasse avendo
trasportata in Silo. Era in questo luogo quan- collocato degli idoli nel tempio, ne tolse l’arca,
do gli Israeliti la fecero tradurre nel campo che più non venne rimessa . L'autore del quar
per dar battaglia ai Filistei, occasione in cui to libro di Esdra fa dire agli Ebrei della schia
cadde in poter dei nemici , i quali conoscendo vitù , che l' arca del Testamento ſu presa dai
essere questo il motivo per cui la mano del Si- Caldei nello spoglio del tempio.
gnore aggravavasi sopra di loro, la rimanda La Gemara di Gerusalemme , e quella di
rono a Cariath - iarim . In appresso fu veduta Babilonia riconoscevano che l'arca dell'allean
in Nobe sollo Saule. Davidde la Trasporto da za era una cosa che mancava al secondo tem
Cariath- iarim nella casa di Obededom, da do- pio dopo il ritorno dalla schiavitù di Ba
ve nel suo palazzo di Sion , finchè Salomone la bilonia. Gli Ebrei si lusingano che essa com
fece trasportare nel celebre tempio che aveva parirà di nuovo col Messia che aspettano.
edificato alla maestà del Signore in Gerusa- Mà Geremia, parlando del Messia e della voca -
lemme. Qui stette sino agli ultimi re di Giu- zione dei Gentili alla fede, dice che allora non
da, che, abbandonatisi all'idolatria , osarono si parlerà più dell' arca del Signore, che non
collocare i loro idoli nel luogo santo . Allora i visi penserà più, nè vi sarà più memoria di
sacerdoti, non potendo soffrire questa profa- cssa. Esdra, Neemia , i Maccabei, Gioseffo non
pazione, presero l'arca del Signore, e la tras- fanno mai menzionedell'arca dell'alleanza nel
portarono di paese in paese per toglierla al ſu- secondo tempio; e Gioseffo stesso dice espres
412 ARCA DI NOE
samente che nella presa di Gerusalemme falla sto sul Nilo. Era essa una specie di barra o di
da Tiro pulla eravi di ciò nel tempio. navicella che si avvicinava alla forma di una
Giuseppe, figlio di Gorion, che aveva vedu- cesta. Gli antichi ci ammaestrano che gli Egi
to i libri dei Macca bei, dopo aver raccontalo ziani usavano barchette di giunco per naviga
che Geremia aveva nascoso l'arca ed i veli le sul Nilo , le quali erano poi così leggere che
del tabernacolo di Mosė, fa dire da Geremia spesso le portavano sulle spalle, quando in
queste parole ai sacerdoti che l'avevano segui- contravano cascate di acqua che loro impediva
to e che volevano sapere il luogo ove tali cose no il viaggio.
erano state nascoste : Il Signore ha giurato che Rispetto all'arca di Noè, ogni ragione dimo
nessun uomo conoscerà questo luogo nè lo sco stra che ella a vesse la forma delle pavicelle di
prirà, sino a che il profeta Isaia ed io rilor- Egitto, ma che fosse di un volume immensa
niamo al mondo : ullora noi riporremo l'arca mente più grande. Aveva trecento cubiti di
nel Santuario, e solto le ale dei Cherubini. In lunghezza, cinquanta di larghezza, e trenta di
fine i rabbini concordano nel dire che l'arca altezza. Prendendo il cubito ebraico di venli
non comparve più dopo la schiavitù di Babi- pollici 44789 franc ., ovvero venti pollici emezzo
lonia, e che si colloco in sua vece nel santua- misura di Parigi, l'arca di Noè doveva avere
rio la pietra del fondamento, che si ritiene es 512 32789 di lunghezza, 85 35789 di larghezza,
sere la centrica della montagna santa . 1 Padri 51 31189 di altezza ; per cui tutta la capacità
e gl'interpreti cristiani per la maggior parte dell'arca era di 357,600 cubili cubici ebraici;
con vengono in ciò cogli Ebrei , che cioè l'arca e prendendo il cubito di dieci pollici, la sua
non sia stata più riposta dopo la schiavitù di lunghezza era di quattroceolocinquanta piedi,
Babilonia . Si può vedere in proposito la dis- la larghezza di sessantacinque, di quarantacin
sertazione di Frischmut De non speranda ar que era l'altezza . La sua figura era un qua
cae foederis reslilulione. drato oblungo , il cui coperchio poteva avere
Oltre le tavole dell'alleanza che Mosè mise qualche spigolo, affinchè le acque che cadeva
nell'arca , il Signore ordino che vi fosse pure no sopra potessero colare. La sua allezza pote
riposta la verga di Aronne che fiori, Num . 17 , va essere divisa in quattro parti, dando tre
10 ; il gomor o misura piena di manna , Exod . cubili e mezzo alla prima, sette alla seconda ,
17, 33 ecc . che si raccolse nel deserto . Tertul- otto alla terza , sei e mezzo alla quarta, lascian .
liano vuole che vi sieno slate collocate anche do i cinque cubili che rimangono dai treola
le dodici pietre che si trassero dal fondo del da dividersi in ciò che forma la colomba o la
Giordano, quando gli Israeliti lo passarono a carena ed i ponti . Mosè dice che l'arca aveva
piedi asciutti . Jos. 4 , 4 , 5. I Maomettani ( V. solamente tre divisioni e se gli interpreti ne
Bibl. Orient. p. 1032 ed 834 ) assicurano che ammeltono una quarta , convien dire che fac
vi si conservó anche uno dei calzari che Mosè ciano calcolo anche della carena.
depose prima di ascendere al roveto ardente, Il numero degli animali che dovevano en
Escod. 3, 5 ; ed oltre a ciò la tiara pontificale di trare nell'arca, non è cosi grande come può
Aronne, e un pezzo di legno chiamato Alouah , apparire all'immaginazione. Degli animali a
di cui Mosè si servi per addolcire le acque di quattro piedi non ne conosciamo checirca cen .
Mara. Soggiungono che quest'arca era stata totrenta specie , di rettili al più trenta specie.
dala bella e compila da Dio stesso ad Adamo, Non si conoscono che sei specie di animali più
e che successivamente passò per mezzo dei pa• grossi del cavallo . Pochi sono gli altri che lo
triarchi sino a Mosė; che tutti i ritratti dei pa. uguaglino, e grande il numero degli inferiori.
triarcbi erano rappresentati intorno all'arca, Degli uccelli pochi sono più grossi del cigno, a
e che la Sehekinath ovvero la maestà di Dio quasi tulli ad esso minori. Il numero dei retti
riposava sopra quesl’arca ; che in tempo di li é piccolo, siccome di piccola mole sono essi
guerra, sortiva dall'arca un vento impetuoso, pure; molti di questi vivono nell'acqua. Per
che precipitandosi sopra i nemici d'Israele, li la qual cosa, computato il tutto perfettamente,
cooquideva, che questa è la ragione per cui fa- si potevano comodamente collocare tutti gli
cevano marciar l'arca alla testa delle armate. animali a quattro piedi in trenlasei divisioni,
ARCA DI NOÈ, in ebreo Thèbal, è una spe- in altrettante gli uccelli, dando a ciascuna di
cie di cofano. Il termine di cui Mosė fa uso visione 25 172 di lunghezza , 29 di larghezza,
per esprimerla è differente dal nome ordinario 13 112 di altezza; per modo tale che calcolato
che usasi per indicare una cesta. Lo stesso ter. il luogo necessario per i viveri e gli altri uten
mine ebraico Thebal è da lui adoperato per si- sili necessarii, e raffrontalo colla capacità del
gnificare la culla di giunchi, in cui egli fu espo- l'arca , vi poteva essere ancora unacucina ,una
ARCA DI NOÈ 413
sala, quattro camere, ed uno spazio di quaran Cosi i trecento cubili danno cinquecento pie
taotto cubiti di lunghezza per passeggiare. Si di di lunghezza ; i cinquanta cubiti , danno ot
può consultare sopra quest'argomento l'opera tantatre piedi di larghezza, ed i trenta ne dan
di Le Pelletier di Roano sull'arca di Noè e no cinquanta di altezza.
quella di Giovanni Buteo sulla stessa materia. Queste tre dimensioni formano un volume
Quanto alla specie del legno di cui l'arca di due milioni settantacinque mila piedi cu
ſu fabbricata , l'ebreo legge legno di Gopher', bici per la capacità dell'arca.
i Settanta , legno quadrato, altri legno di cedro, Lo spazio per contenere un uomo è, ordina
ovvero legno incorruttibile. Bochart sostiene riamente parlando, come misura media, di 6
che la voce Gopher significhi il cipresso, poi. piedi di altezza, due di larghezza , ed uno e
chè nell'Armenia e nell’Assiria non sonovi otto pollici di grossezza. Queste dimensioni
che i cipressi di cui si possa far uso per fab- danno venli piedi cubici di spazio che qui as
briche da acqua, come era l' arca. Altri ri- segnasi per un uomo.
tengono che la voce ebraica Gopher significhi Prendendo questo numero 20 per diviso
in generale legno grasso e resinoso , come il re dei 2,075,000 piedi cubici , capacità del
pino, il terebinto ecc . San Girolamo traduce l' arca , il quoziente è 103,750 pel numero
questo luogo per legno bituminoso , ligna bi- degli uomini che l'arca poteva contenere ,
tuminiana . I parafrasti Onkelos e Jonatam e ove si suppongano collocati gli uni vicini a
qualche altro hanno creduto che questo legno gli altri , senza essere però strettamente uniti
fosse il cedro . Conviene però conchiudere che fra loro.
la cosa è indecisa; ma se si dovesse appigliar Ma assegniamo uno spazio sufficiente a cia
si ad una qualche qualità in particolare, pro scun uomo, tale quale converrebbe per un al
penderei pel cipresso, come il più acconcio alla loggio libero e comodo per poter agire, muo
costruzione. versi in ogni senso , e per vivere in un'aria
La più grande difficoltà che vien mossa in- sufficiente in quantità e salubrità. Dieci pie
torno all'arca di Noè cade principalmente di in ogni senso, cioè in lunghezza, larghezza
sulla sua grandezza, la sua capacità , e come e profondità, farebbero uno spazio di mille
si abbia potuto costruire un scello cosi piedi cubici , capacità che si può credere più
grande capace di contenere gli uomini , gli a- grande che non convenga per l'alloggio di
nimali e le provvisioni necessarie per il man un sol uomo. Ma noi supporremo questo spa
lenimento degli uni e degli altri pel periodo zio necessario pel caso presente. Cosi questo
di un anno intiero. Dal conoscere la perfe- numero 1000 essendo ammesso per divisore
zione di questo naviglio secondo le regole dei 2,075,000 , il quoziente 2,075 esprime
della costruzione si vedrà come la narrazione il numero degli uomini che avrebbero potuto
di esso che vien fatta dalla Scrittura ne di essere alloggiati nell'arca con ogni sufficiente
mostri l'autenticità , e ne porga le armi per comodità.
abbattere l'audacia di coloro che vorrebbero Ma la famiglia di Noè non era che di otto
pure indebolire l'autorità delle sante Scrit- persone , a ciascuna delle quali assegnando
ture medesime. 1000 piedi cubici di spazio per l'alloggio ,
Ecco un matematico celeberrimo, nato nel gli 8000 piedi essendo dedotti dalla capacità
1733 , morto nel 1815 , Thevenard , capo del- totale dell'arca (2,075,000 ) , resterà 2,067,000
le costruzioni, vice ammiraglio , ministro nel- piedi cubici di spazio destinato a contenere
la marina, senatore, pari di Francia ed au tutti gli animali, le provvigioni, munizioni ,
tore delle Memorie relative alla marina, pub- utensili ed altro necessario al sostenimento
blicate nel 1800 ,cheintorno all’arca esprime- degli uomini e delle bestie nel periodo di no
si nei modi seguenti. vanta giorni che rimasero nell' arca , secondo
La sua lunghezza era di trecento cubiti , la il testo.
larghezza di cinquanta, l'altezza di trenta. La seguente tabella offre il calcolo appros
Queste tre dimensioni formano un volume simativo dello spazio che gli uomini e le be
cubico di quattrocentocirquanta mila cubiti stie potevano occupare nell'arca.
per la capacità dell' arca . Ora il cubito e Si assegnerà qui per ciascuna delle diffe
braico che ha servito senza dubbio per queste renti grandezze d'animali una località tale
misure, era di venti pollici, misura di Francia. quale si è assegnata per ciascun uomo .
414 ARCA DI NOE

Spazio per ciascuna


Dimensione dello spazio Quantità supposta Spazio per ciascun delle classi
per ciascun individuo. d'individui viventi. individuo.
degli individui.

10 piedi di altezza P. cub. p. cub .


8 persone 1000 4000
10 » di larghezza
40 di lunghezza

12 di altezza 20 animali dei due 1728 34,560


12 » di larghezza sessi
12 » di lunghezza
11 p . sop. 11 , e sop. 11 p . 20 animali id . 1331 26,620
10 » 10 , 10 20 1000 20,000
9 >> » 9, 9 40 729 29,460
8 » » 8, 8 60 >> 5.12 30,720
7 >> 7, 7 80 3 43 27,440
6 >> 6, 6 120 » 216 25,920
5 » 5, 3 200 125 25,000
4, 4 400 5) 64 25,600
3 >> 3, 3 600 » 27 16,200
>>

2 >> 2, 2 800 » 8 6,400


1 112 » 1112 » 1112 1000 3 318 3,373
» 1, 1 1200 » 1 1,200
4560 anim . masc . e fem .
8 persone
4568 indiv, viventi 280,195 p . c .
Capacità totale dell'arca . 2,075,000
Resterà libero in capacità per le provvisio
ni 778 circa della capacità totale dell'arca 1,794,803

Restano dunque 1,794,805 piedi cub. di li- Gesner, Aldovrando, non ne osservarono che
bero , ovvero 57,394 tonnellate secondo l'uso 150 specie primitive . Quanto agli insetti ed
marittimo in ragione di 48 p. c . alla tonnel- ai rettili ne contarono soltanto 48. Questi
lata. Così la capacità totale del bastimento naturalisti adunque non conoscevano che 190
(2,075,900 piedi cub. ) era di43,229 tonnella- specie di animali ; e questo numero doveva
te , o di 86,458,000 libbre di peso , essendo uso essere raddoppiato a cagione dei due sessi ,
marittimo di calcolare una tonnellata in 2000 donde avveniva secondo essi che, unicamente
libbre di peso . La capacità adunque dell'arca avessero esistito 380 specie di animali accop
era più che sufficiente a contenere le otto piati . Ma siccome dopo l ' epoca in cui Ari
persone , ed i 4560 animali , i quali non stotele e gli altri hanno scritto in proposito ,
richiedevano che 280,195 piedi cub. di ca le scoperte ed i viaggi fecero conoscere delle
pacità, cioè circa 178 della capacità totale nuove specie, cosi il numero allegato di so
dell'arca. Ora gli altri 778 che restano liberi , pra è maggiore di quello che fosse presentato
formavano uno spazio assai maggiore del ri- dalle loro cognizioni, e soprattutto in quanto
cercato per tutte le provvisioni , gli utensili agli uccelli, serpenti ed altri rettili . Qui non
ecc . , necessarii per vivere i quaranta giorni sono compresi i pesci che dovevano nuotare
d'inondazione crescente, e gli altri cinquanta nelle acque del diluvio.
che le acque impiegarono per ritornare nel Riassumiamo , dicendo che la capacità del
loro letto , e lasciar l'arca sul monte Baris, totale dell'arca era di piedi cubici 2,075,000 ;
parte del Tauro , tra l'Armenia e la Mesopo- che gli uomini e gli animali occupavano p. c .
tamia . 280,195 , e che lo spazio rimanente libero era
E qui calcolando di 4560 il numero degli di p. c. 1,794,805 . Supponiamo in seguito che
animali dei due sessi , vedesi chiaramente co le provvigioni occupassero quattro volte più
me un tal numero non sia eccessivo parago- spazio che non ne occupassero i 4568 individui
nato a quello di ciascuna specie di animali , viventi ; questo spazio sarebbe di piedi cubici
che esistono sulla terra . Aristotele , Plinio , 1,120,780 : resterebbe adunque dispazio libero
ARCA ( Citfa ' ) -ARGANO 415
oltre quello necessario agli uomini ed anima- giorno 12 gennaio, mentre infieriva la perse
li , non che alle loro provvigioni , piedi cubiti cuzione di Massimiano e di Diocleziano.
954,220 , cioè che dopo aver destinato sufficien Il secondo che da Genserico, ariano, nell'an
temente , e con ogni comodità uno spazio per no 427 fu dalla Spagna trascinato nell'Africa ,
contenere e far vivere gli uomini e gli animali insieme ad altri invitti confessori, e cui fu ta
nell'arca, restava libero ancora nel bastimento gliata la testa , oltenne la corona del martirio
quasi un terzo della sua capacità totale. il 13 novembre, giorno in cui si celebra la sua
E qui non è bisogno di spiegare come ogni festa, conforme al riferir del Baronio ad an .427.
cosa fosse ordinatamente collocata , vedendosi ARCADIOPOLI. Questo è il nome di due
a prima vista comei grossi quadrupedi , i medii città vescovili , l'una dipendente dalla me
ed i piccoli erano contenuti nel primo compar- tropoli di Efeso , l'altra sotto quella di Era
to ; che gli uomini erano nel primo piano che clea nella Tracia ; e quest'ultima , al tempo
elevavasi di venti piedi sul fondo del naviglio ; del concilio di Efeso , era governata dal vesco
che il secondo poteva essere dodici piedi eleva vo di Bisa , ma in seguito ebbe il proprio ve
to dal primo e che oltre a questo rimanevano scovo, che divenne in progresso arcivescovo ,
diciotto piedi per giungere al coperto , spazio indi metropolitano.
sufficiente tanto per gli uccelli e gl’insetti vo ARCANGELO . Sono gli Arcangeli sostanze
lanti , quanto per gli altri animali , pei quali si intelligenti della terza gerarchia , ordine o coro
potevano costruire compartimenti opportuni secondo degli Angeli . Il nome loro deriva da
relativi alla loro specie ed alle loro abitudini . apxós , principe, ed ägyedos , angelo. V. ANGEL).
Che in fine le provvigioni , tanto solide che ARCANO ( DisciplinA DELL' ). Era un certo
liquide, per questo numero di esseri viventi , melodo di segretezza , per cui la Chiesa nei
potevano essere mantenute nei compartimenti primi secoli teneva nascoste le dottrine e le
relativi praticati a ciascuna estremità dell'ar- costumanze di alcuni misteriosi dogmi e dei
ca nei diversi suoi piani , collocandovi , secon Sacramenti si ai Pagani che ai Catecumeni ed
do la situazione dei varii viventi , gli alimenti ai nuovi fedeli; perché non fossero esposti alla
opportuni nei luoghi in cui si trovavano. derisione dei primi, e non fossero di scandalo
ARCA. Due città vescovili ed un monastero agli uni ed agli altri , come dice s. Atanasio, A
ci addita questo nome nelle pagine della storia polog. 2. Non volendo Dio fare ordinariamen
ecclesiastica. La prima, secondo l'Itinerario di te miracoli , ove la forza e la diligenza umana
Antonino, era nell’Armenia, e fu distrutta nel- può supplire ai bisogni , fu la Chiesa obbligata
l'anno 1286, insieme a sei altre città vescovili ad osservare tal disciplina, di cui aveva ammi
dei contoroi , come troviamo nel tomo 2 della rati gli esempi nella condotta del suo divino
Biblioteca Orientale. La seconda , giusta le no Maestro.
tizie greche e latine, che trovansi alla fine di Riguardo ai Pagani può intendersi quella
Codin . de offic ., era sotto la metropoli di Me- sentenza del nostro divin Redentore, il quale,
tilene. Sappiaino di questa città che nel 1449 come dice l'Evangelista s. Matteo, al capo 7 ,
il giorno 5 luglio dal Sommo Pontefice Nico. vers. 6, disse ai suoi discepoli : Non vogliate
Jo. V vi fu fatto vescovo certo Tommaso del . dare le cose sante ai cani , nè gellare ai porci
l'ordine di s . Francesco . le vostre gemme, acciocchè non le conculchino
Il monastero che addimandavasi Arca , era coi piedi, e non si rivollino contro di voi. Pos
situato sulle montagne della Persia , ed è ri- siamo anche considerare come catecumeni gli
cordalo nella storia per un concilio che vi si stessi discepoli di Cristo , mentre non erano
tenne l'anno 430, nel quale fu riposto sulla per anco ballezzati dal fuoco dello Spirito
sua sede Adiesu , arcivescovo di Seleucia , de- Santo. Ad essi Cristo dice, avanti di salire al
posto già ed imprigionato dal re Beheram . cielo, Joan . 16 , 12 : Ho ancora molte cose a
ARCADIA . Di questa regione posta sul Ni. dirvi; ma per ora non siete capaci di capirle.
lo fuori del Delta, verso la Libia, erano città E dei neofiti è da intendersi ciò che l'Apostolo
vescovili : Ossirino ovvero Beheneso , Clisme, disse ai Corintii , Epist. 1 , cap. 3, vers. 1 : Non
Nicopoli, Afroditone , Menfi, Thamiale, Teo. ho polulo parlarvi come a persone spirituali,
dosiopoli , Eraclea grande. ma quasi carnali, come a fanciulli nella dot
ARCADIO (S.). Due santi ed amendue mar trina di Cristo. Vi ho dalo il latte, e non già
tiri troviamo ricordati sotto questo nome. Il il cibo comune, poichè non potevale per anco
primo cui furono troncate a poco a poco le digerirlo, ma nemmeno ora il potete, essendo
membra, ed in fine aperto il corpo, sostenne voi lullavia carnali. Adunque vi sono alcune
questo barbaro martirio nella Mauritania , il verità di religione, che per motivo dell'umana
416 ARCANO
infermità o malizia non dovevano indifferen- intendesse nemmeno chi era maestro in Israel.
temente parteciparsi nei primi tempi a tutti . lo, cioè Giuseppe. Predico il mistero augusto
Che alcune misteriose verità , od alcuni mic della Eucaristia alle turbe stesse, sebbene fos
steriosi rili cattolici potessero incontrare trop- se loro duro questo ragionamento. Consiglio
po agevolmente la critica dei Gentili, ed essere parimenti a'discepoli la castilà, cosa gelosissi
di qualche scandalo a quelli che non etano per ma. 2. Dio è verità in sè stesso ed autore di
anco bene istruiti nel cristianesimo, lo dimo- ogni verità : sarebbe adunque autore di cose
stra la retta ragione. Varii costumi religiosi che possono essere scandalose nella ipotesi del
dei Giudei e dei Gentili avevano molta somi- la disciplina dell'arcano di sopra particolariz.
glianza coi rili dei cristiani , anzi alcuni erano zata. 3. La verità è utilissima al mondo tutto,
materialmente gli stessi, colla sola diversità come lo è l'esistenza di un sommo bene. 4 .
dell'oggetto che è l'anima dei riti esteriori. Quindi Gesù Cristo comandò ai suoi che pre
Alcuni riti ancora del cristianesimo, per certa dicassero il Vangelo ad ogni creatura . Che se
analogia con quelli dei Giudei e dei Gentili, aveva Gesù Cristo parlato ai suoi discepoli con
potevano da principio essere dannevoli alla qualche riserbo, comando però loro, Matth. 10,
mente occupata da false opinioni. Bisognava 22, cosi: Ciò che vi dico in privato, ditelo purs
a poco a poco togliere gli impedimenti , avanti in pubblico ; e ciò che io vidico all'orecchio ,
d'introdurre in quegli animi la verità . Molte predicatelo pure su'lelti. Dunque la disciplina
indisposizioni morali e fisiche si trovano negli dell ' arcano fu al più adoperala dallo stesso
uomini, sicché talvolta per lo minor male è da nostro Signore, ma in lui ebbe fine; mentre
tacersi il vero. dai due testi recati, egli comandò ai discepoli
Quindi i sanli Padri, illuminati e dalla ri- di predicare tutte le verità evangeliche, senza
velazione e dalla ragione, hanno spesso parla- distinzione fra esse , e senza eccezione di per.
to nei primi tempi della Chiesa, in maniera da sone .
non manifestare a tutti alcune verità caltoli. Ma non è cosi. 1. Gesù Cristo, che era uo .
che misteriose; ed in certe circostanze in cui mo insieme e Dio, autore della grazia e scru .
dei loro ragionamenti fossero uditori cristiani tatore dei cuori , polè predicare ciò che volle
già bene istruili , ed altri non ugualmente, ov senza danno della sana ragione. Gli uomini
vero i Catecumeni, usavano formule di dire che non sono dei , debbono attenersi ai coman
che potevano intendersi soltanto dai perili fe- di di Dio ed alle ragioni teoriche ordinarie da
deli , e non dagli altri ; e dimostravano di usa- lui insegnate. Cristo, come dimostrammo, non
re questa prudente cautela, soggiungendo la volle dire ai discepoli alcune verità , perchè
formula , Norunt initiali, o simile altra . Cosi non erano per anco in grado di penetrarle; co
pure gli stessi cristiani periti usavano la di- si fece lº Apostolo, dal cui discorso consegue,
sciplina dell'arcano nelle iscrizioni sepolcrali, che se a quei primi cristiani avesse dato il ci
poiché erano esposte alla vista anche dei cate- bo di alcune gravi verilà, avrebbe loro pregiu
cumeni , e potevano per qualche accidente ca. dicato, come ai fan illi è dannevole un cibo
dere nelle mani dei Gentili. Per cagion di e da uomo ben formalo. Cristo disse ancora, che
sempio, per dire nella iscrizione che il cristia. non erano da spargersi le gioie avanti ai por
no defunto fu battezzato nel lal tempo, diceva. ci ; dunque in qual si sia lempo si trovino
no : Gratiam percepit, consequutus est, od an. persone, che abbiano le stesse condizioni , è
che la sola parola percepit, consequtuus est, precelto il più ragionevole , l'usare la disci
perchè tali formule erano prudentemente ado. plina praticata da Cristo e dall ' Apostolo. Do.
perate dai santi Padri loro maestri . Hanno pa- po i tempi di Cristo vi poterono essere e vi
rimenti i primi cristiani nei loro monumenti furono infatli persone dello stesso carattere
adoperata la stessa prudenza, rammentando di quelle , con cui esso adoperó la disciplina
nei medesimi altre verità cattoliche ; come può dell'arcano ; dunque dovette la Chiesa imila
vedersi in una breve silloge di tali iscrizioni re il di lui esempio, determinato dalle ragio
fatta dall'eruditissimo abate Zaccaria. ni teoriche da lui manifestate.
Troverà forse taluno inutile e superstiziosa 2. Se Dio è verità, in sè stesso, ed autore di
questa disciplina dell ' arcano , prelendendola essa , non sono tutti gli uomini in ogni loro
contraria al costume di Cristo, e ripugnante al circostanza disposti a capirla e ad approfittar
merito della verità, ed al vantaggio degli vo ne . Non è tenuto Iddio a fare ordinariamente
mini . 1. Perché il nostro Signore predicò alle miracoli, ove si possa oltenere una cosa coi
turbe il mistero del ballesimo, che è la porta mezzi naturali dell'ordinario sistema. Altri
della cristiana religione, quantunque non lo menti Gesù Cristo ayrebbe dovuto in qualun
ARCEA-ARCHI 417
que tempo dire ai suoi discepoli ogni verità . ARCEA . Due cillå vescovili abbiamo di
Se essi non n'erano capaci , poteva ben egli questo nome : l'una nella diocesi d'Antiochia
colla sua divina potenza togliere dalle loro sotto la metropoli di Tiro , l'altra è sede ve
menti quelle tenebre, che li rendevano indi- scovile maronita nella Fenicia .
sposti : eppure nol fece ; anzi diceva di non ARCHELAO , figlio di Erode il Grande, cui
poter loro comunicare certe verità , perchè succedette, compiute le cerimonie funebri do
non erano allora capaci d'intenderle . Le cir- vute a suo padre, andò a Gerusalemme, dove
costanze delle persone non lolgono l'intrin- per sette giorni , secondo la costumanza,guar
seco merito al vero. do il lutto, cessato il quale diede un grande
3. Pertanto è da distinguersi la natura in- banchetto a tutto il popolo, indi dichiaro che
trinseca della verità che è di essere, e di po non assumerebbe il titolo di re sino a tanto
ter essere sempre utilissima a tutti, sebbene che l'imperatore non glielo avesse confermato ;
in atto non lo sia sempre a tutti ; mentre al quale oggetto recossi a Roma, dove dinan
per lo contrario la natura intrinseca della fal- zi Augusto gli venne contrastata questa ele
sità è di esser sempre dannevole a tutti . vazione dal suo fratello Antipa, e rimasta in
4. Altro è poi che Gesù Cristo comandi , decisa la cosa , gli Ebrei inviarono ambascia
senza apporre in quei testi obbiettati la ec tori a Roma chiedendo ad Augusto di vivere
cezione di verità e di persone, ed altro che in provincia romana secondo le proprie co
la escluda . Gli avversarii dimostrino , se pos- stumanze , senza avere a signore uno della
sono , da Cristo esclusa ogni distinzione. Le casa di Erode. Augusto lor diede udienza, ma
proposizioni di lui sono certamente assai ge- in fine, ascoltando pur anco la difesa di Ar
nerali : nelle proposizioni pero massimamen- chelao , sciolse l'assemblea senza nulla deci
te pronunziate non da metafisico, ma da ora- dere . Finalmente fatto a sè venire Archelao ,
tore, per quanto generali siano nei termini dopo alquanti giorni gli diede il titolo di El
positivi, da questi non resta esclusa la ecce narca , con la metà degli stati di cui aveva
zione , se espressamente non la escludano , o goduto suo padre, promettendogli il regno ove
non la escludono in maniera oratoria o famic si fosse mostrato meritevole di esso . Ma la
gliare, ma in modo metafisico. Ora le proposi- condotta di costui fu ben diversa da quel
zioni generali della Scrittura dette in un luo- la che doveva condurre . che tali e tante fu
go sono capaci di distinzione, allorchè in al rono le vessazioni ed i maltrattamenti fatti
tri luoghi della Scrittura v'abbiano altre ve ai suoi soggetti , che non potè fuggire dalle
rità chiarissime, che obblighino a porre l'ec accuse che da ogni parle venivano portate ad
cezione alle proposizioni suddette. Questo è Augusto contro di lui , e giunse ad essere da
un diritto di qualunque scrittura, che i suoi Augusto stesso rilegato a Vienna nelle Gallie ,
ragionamenti siano interpretati dalla concor ove visse in esilio il rimanente della súa
dia di tutta la sua dottrina , avendo un saggio vita .
scrittore il diritto di non essere creduto con ARCHELAO (S.) , vescovo di Casgar nella
traddittorio a sè stesso. Ma nella Scrittura , Mesopotamia , era pieno di zelo attivissimo
che è opera di un solo autore, Dio , v'hanno per la fede. Egli ebbe una celebre disputa
altre proposizioni , le quali dimostrano ad e coll ' eresiarca Manete alla presenza delle più
videnza, non doversi sempre predicare ogni ragguardevoli persone della città . Marcello ,
verità : dunque le proposizioni di Cristo po uomo ricco ed amico d'Archelao, avendo fat
sitive obbietate ricevono le eccezioni da que- to stendere i processi verbali di quelle di
ste altre. Cosi si può dire ancora delle pro- spute, costrinse il santo vescovo a metterle
posizioni composte con tali termini, che sem in sesto. Questi compose in lingua siriaca
brano di loro natura escludere qualunque una compiuta storia , la quale fu poi tradotta
distinzione; poichè anche nel nostro fami in greco ed in latino. Per questa opera s.Gia
gliare discorso si vuole negare con termini rolamo lo ' pose tra gli scrittori ecclesiastici.
assoluti ciò , che non deve essere negalo se Si segna la sua festa ai 26 dicembre.
non di rado, ed in una estrema necessità . A ARCHETIPO , Archelypus. Originale pri
dunque è cosa manifesta che insieme stanno mo, massimo, sul quale si forma un ' opera o
il comando generale di predicare il Vangelo una copia somigliante . Il mondo archetipo è
pubblicamente, e la disciplina dell ' arcano re- il mondo considerato qual era nella mente di
lativamente alle persone di sopra accennate ; Iddio prima della creazione.
giacchè nel senso scritturale la parola tulli ARCHI , città della tribù di Manasse al di
non significa in questo luogo tutte a singole là del Giordano , come dal capo decimosesto ,
le persone. versetto secondo del libro di Giosuè.
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc . VII. 53
418 ARCHIMANDRITA - ARCHITRICLINO
ARCHIMANDRITA . Questa voce , di ori ARCHIPERACITA O ARCHIPHERACITA , Ar
gine greco-barbara , significa , letteralmente chiperacila, Archipherucila, scripturae expla
presa , capo stalla , ma nell'uso comune di- nalor , officiale nelle accademie dei Giudei ,
nota un capo di monaci. L'autorità dell'ar- primo fra quelli ch'erano incaricati a legge
chimandrita non si limitava ad un solo mo re, spiegare ed istruire alle scuole. Quest'of
nastero , ma dominava quelli di una intera ficiale era diverso dal capo della sinagoga
città o provincia. Nell' Oriente ella salì ad chiamato archisynagogus, e Grozio li confon
uno splendore singolare nei secoli tra il quin- de male a proposito.
to ed il settimo. Primo a portar questo nome ARCHIPPO , di cui parla ş . Paolo nella sua
ſu un certo Dalmazio, rinomato fra i monaci lettera a quelli di Colossi e in quella a File
costantinopolitani del suo tempo ( 496 ) per mone . Alcuni credono che questi fosse vesco
istraordinaria santità . Aveva guerreggiato vo di tale città . Altri vogliono che fosse sem
solto Teodosio il Grande, poi abbandonò la plice prete , o solamente diacono di questa
moglie ed i figli, travne Fausto , con cui si chiesa . L'autore delle Costituzioni apostoli
rinchiuse in un monastero sotto la direzione che vuole che sia stato vescovo di Laodicea
di un solitario, Isacco . Questi morendo creò in Frigia . I Greci fanno la sua festa il 22
Dalmazio Egumeno, cioè superiore del con- novembre, e dicono che fu martirizzato a Co
vento . L'imperatore ed il senato lo venera- lossi solto il regno di Nerone. I Latini l'ono
vano altamente, ed elessero lui ed i suoi suc rano nel 20 di marzo .
cessori ad archimandrili e capi di tutti i con ARCHISINAGOGO , capo della Sinagoga.
venti di Costantinopoli. San Cirillo, scriven- Era un titolo di nffizio presso gli Ebrei . Or
do a Dalmazio , gli dà il nome di archiman- dinariamente avevano molti notabili che pre
drila , che qui figura la prima volta nella sto- siedevano alle sinagoghe ed alle radunanze che
ria , e la Chiesa il novera fra i santi. Gli ar tenevano . Il loro numero non era fissato, ned
chimandriti nel sesto secolo si moltiplicarono eguale in tutte le città. Ciò dipendeva dalla
assai, ma l'autorità loro declino. In Oriente grandezza dei luoghi , o più o meno dal nu
si conservano ancora , e celebre fra tutti è mero della gente che si recava alla sinagoga.
quello del monte Alhos.com Antica , come Alle volte si dà a questo il nome di Angelo
dicemmo, è la loro istituzione , trovandosene della Sinagoga, ovvero di principe della Sina
memoria nei concilii ecumeniei di Efeso del- goga . Gli Ebrei lo chiamano anche Cachamin ,
l'anno 451, e di Calcedonia dell'anno 451 , ovvero Saggio. Gli archisinagoghi presiedeva
nel quale dopo i vescovi soscrissero 22 ar no alle radunanze di religione , invitavano a
chimandriti. Ruggero I re di Sicilia, nell'an- parlare quelli che n'erano capaci, giudicava
no 1094 , destino , al dire del Moroni , certo no degli affari pecuniarii ed altre cose di que
Bartolommeo a superiore dei monaci Basilia- sto genere. Avevano il diritto di far pereuo
ni , gli soggetló tulli gli abati di quell'ordi- tere i contravventori alla legge. Potevano an
ne della Calabria e della Sicilia , dandogli il che scomunicare e scacciar dalla sinagoga
titolo di archimandrita, e fu il primo che si quelli che avevano merilata questa pena.
udisse nominare in Italia. Coll ' andar del V. Basnage, Hist. Hebr ., lib. 7 , cap . 7 , e Vi
tempo gli fu surrogato un commendalario da stringa , De Synagoga.
doversi eleggere nel monastero di S. Salvatore ARCHITRICLINO , che ordinariamente
di Messina, dove ne fu trasferita la giurisdi- si traduce per capo padrone dell'albergo ,
zione. E prelalo secolare di terzo ordine, go- meglio significa maestro od intendente al
de dei redditi che sopravanzano al manteni- bu festa . Questi era , secondo s . Gaudenzio ,
mento dei monaci, ha diocesi propria con au uno degli amici dello sposo , incaricato del
torità quasi vescovile,abito paonazzo, rocchet- l'ordine ed economia della festa. Dava gli
to e mozzetta , milra gemmata nei ponlificali, ordini suoi ai domestici , vegliava sopra o
pastorale, baldacchino e croce d'oro sul petto . gni cosa , faceva servire o meno a suo ta
Dà la benedizione solenne e privata , siede il lento . Qui conviviorum apparatum , ministros
primo dopo i vescovi nelle cappelle papali : alque ordinem dispensarel ; et hic pro officio
non dipende che dalla santa Sede in fatlo ec- architriclinus , hoc est triclinio praepositus ,
clesiastico, non è obbligalo a personale resi- dicebatur. Questi gustava e distribuiva il vi
denza : il suo palazzo gode delle immunità ec no ai convitati. La voce Archilriclinus fu an .
clesiastiche , ha diritto di aprire concorsi a be- che usata alle volte in luogo di Melropolita
nefizii vacanti della sua diocesi , ma non nus, Archiepiscopus ecc .; ed in questo senso si
la facoltà di concedere lettere dimissoriali per trova appo Tiderico Langenio in Saxonia, di
gli ordini , nèdi convocare il sinodo diocesano . cendo egli : Archilriclini sunt metropoles ul
ARCHIVII - ARCIDIACONO 419
pote Bremensis, Venerandus Magdeburgensis 13. di S. Giuliano. V. GIULIANO (S. ).
ecc. V. Puricello in Monum . Ambrosiae Basi 14. dell' Oruzione. V. ORAZIONE.
licae, pag. 107 , in cerb. Architriclinus. 13. dis. Bartolommeo. V. BARTOLOMMEO (S. ).
ARCHIVII , tesori , deposili , camere ove si 16. di S. Giuseppe. V. GIUSEPPE (S.).
custodivano i titoli ecc. Gl'imperatori romani 17. della B. V. della Visitazione degli Orfa
avevano i loro archivii parlicolari che chia ni. V. ORFANI .
mavansi Scriniu palalii , gli archivii sacri , 18. della Ss. Trinilù dei Pellegrini. V. Pel
Scrinia sacra, ed anche Scrinia Augusta. Gli LEGRINI .
arcbivii del palazzo e quelli delle ciltà erano i 19. della Pielà dei Carcerati. V. CARCERATI.
deposili degli statuli , dei concilii, delle leggi 20. della B. V. del Suffragio. V. SUFFRAGIO .
dei principi e degli atli si pubblici che privati. 21. delle Stimmate. V. STIMMATE.
Sempre gli archivii furono in grande venera 22. del Ss. Salvalore. V. SALVATORE.
zione e sappiamo che i Romani liguardarano 23. del Sudario. V. SUDARIO.
quasi presidio dello stato . 24. del Ss. Nome di Maria . V. Maria.
ARCHIVIO , tabularium . Luogo era questo 25. del Ss. Cuor di Gesù. V.CUOR Di Gesù .
nel quale si custodivano le carte di una badia , 26. degli Amanti di Gesù e di Maria . V.
di una comunilà, ecc. Nelle chiese l'archivio Gesu '.
era dalo in custodia ad alcuni cherici , i quali ARCIDIACONO. Secondo le antiche Decre
perciò si chiamavano cartularii , scriniarii , tali , tra le dignità ecclesiastiche hanno un luo
carlophylaces. go primario gli arcidiaconi, cui un sommo po
ARCHIVIO . V. BIBLIOTECA . lere concessero dopo quello dei vescovi. Gli
ARCHIVISTA , cartularius, scriniarius ecc . arcidiaconi da prima erano dell'ordine dei
Con questo nome chiamavasi il custode delle diaconi , ma i loro capi erano eletti a questa di .
carte appartenenti alle chiese. gnità il più delle volte dai vescovi. Erano pu
ARCIACOLITO , archiacolilhus. Questa era re superiori nella giurisdizione agli arcipreli,
una dignilà per la quale taluno dicbiaravasi ma a loro inferiori nell'ordine. Senonchè sti
capo degli Acoliti di una chiesa . L'arciacolito mandosi cosa assurda che ai sacerdoti non pre
non era obbligato al coro, ma neppure aveva siedessero altri sacerdoti, in appresso fu loro
voce nelle adunanze capitolari. imposto il dovere diessere sacerdoti.
ARCICAPPELLANO . Sotto la seconda razza Ad un tempo, come narra Isidoro nel Can .
dei re diFrancia si designava con questo tilo . 1, disl. 25, era esteso oltre inodo il potere del
Jo il dignitario che dirigeva la cappella del pa l’arcidiacono, che costituito a jure vicario del
lazzo. Godeva di una grande autorità negli af- vescovo , appellavasi anche l'occhio di lui, a
fari ecclesiaslici. Membro del consiglio e me. cagione della grande amministrazione e pote
diatore fra il re ed i vescovi, decideva esclusi. re che aveva negli afari da trattarsi, che a lui
vamente la maggior parte delle contestazioni , si aspettavano, ecceltuati gli uffizii intorno al
sollomellendo al giudizio del sovrano soltanto l'amministrazione dei sacramenti. Impercioc
le più importanti. I Papi affidavano qualche chè egli raccoglieva le obblazioni, le rendite,
volta agli arcicappellani le funzioni di apocri- le prebende, e le distribuiva ai cherici , ai po
siario. Da principio portarono il titolo di arci veri ed alla Chiesa ; melteva in possesso dei be
cappellani gli abali, poscia i vescovi. nefizii coloro, che erano stati eletti ed appro .
ARCICONFRATERNITA del Gonfulone. V. vati dai vescovi; e trallava quasi tutte le cau .
GONFALONE. se spettanti al foro vescovile. E sebbene da
2. di S. Anna dei Parafrenieri. V '. PARAFRE- prima ciò facessero per mandato del vescovo ,
NIERI. in progresso a tanto giunsero da ottenerne una
5. della Pielà . V. Pieta '. propria ed ordinaria giurisdizione, e si appro
4. dell'Immacolala Concezione. V. Gonce- priarono anche quei diritti che erano dei e
ZIONE, scoyi.
5.di san Ambrogio e s. Carlo. V. CARLO (S ). Un tanto potere degli arcidiaconi si studia
6. del Rosario . V. ROSARIO. rono i vescovi di toglierlo e diminuirlo, ed ora
7. della Misericordia . V. MISERICORDIA . appena ne rimane un'ombra ed una immagine.
8. del Ss. Sacramento . V. SACRAMENTO . Il sacro concilio di Treplo tolse agli Arcidiaco
9. di S. Rocco . V. Rocco (S.) . ni il diritto di riconoscere e di proferir giudi
10. della Carild . V , Carita '. zio intorno alle cause matrimoniali e crimina
11. del Ss. Crocefisso. V. CkociFI$ 50. li, che riser vo al vescovo : ad esso solo lasciò
12. di S. Gregorio. V. GREGORIO (S.) . il diritto di visitare le chiese, come prima ac
420 ARCIGERARCA -- ARCIPRETE
costumavano di fare, purché ciò facciano per il Pater noster , e dare all'Ebdomadario licenza
sè stessi e col consenso del vescovo, cui sono di cominciare. Ad esso parimente spetta il di
obbligati di render conto della visita che han re: Dies et aclus nostros ; Adjulorium nostrum ;
no fatta ed a lui presentare gli atti di questa. Dominus nos benedical; Dominus del nobis ec .,
Ora poi tutto l'incarico degli arcidiaconi fu e compiuto l'ufficio, niuno deve muoversi dal
ridotto ad assistere al vescovo allorché tiene poslo senza una speciale permissione di lui.
le generali ordinazioni , e di chiamare quelli Deve secondariamente esercitare l'ufficio di
che devono essere ordinali , come dice Benedet- prete assistente col piviale al vescovo cele
10 XIV nella sua Costituzione Er quo dile- brante, secondo il cerimoniale romano : ammi
clus, cap. 25, cap. 107. E siccome gli arcidia- nistrare la candela e la palma benedetta, quan
coni non sono più al presente vicarii nati del do però sia nel grado sacerdotale; ricever l’in
vescovo , cosi quell'autorità sen godono, che il censo subito dopo i diaconi assistenti ; convo .
vescovo loro concede, o che hanno , secondo gli care il capitolo in mancanza del Decano : in
stati e le costituzioni della Chiesa . Conviene questo far le proposizioni , e ricevere la risolu
che gli arcidiaconi sieno insigniti dell'ordine zione dei dubbii, ancorchè non fosse in sacris ,
diaconale, che sieno dottori o licenziati nelle appartenendogli ciò per diritto di giurisdizio
scienze teologiche o canoniche, come dichiara ne. In coro il vicario generale deve precedere
ed ordina il concilio di Trento , Sess. 24 , de l'arcidiacono, anche assente il vescovo, nulla
Reform . cap. 12 . ostante qualunque consuetudine in contrario.
All'uffizio di arcidiacono molte cose appar. ARCIGERARCA , archierarchus, capo della
lenevansi per diritto canonico ; e primjeramen. Chiesa. Si dava questo fome qualche volta al
te, comandare ai ministri e cherici della chie. Papa come capo della Chiesa .
sa , e richieder conto ogni tre anni ai medesimi Per ampliazione del significato questo nome
dell'esallo adempimento delle incombenze re- fu dato anche a'superiori di numerose o di
Jative alla qualità dei gradi in cui si ritrova. stinte comunità religiose ed ai religiosi secola
po ; essendo il vescovo impedito , visitare la ri , come può comprendersi dalla parola greca
diocesi; riformare ciò che aveva di mestieri di hierarches delle cose sacre.
correzione . Si avverta però che nei tempi no ARCIPRETATO . Dignità o grado ; ed anche
stri attuali, quando il vescovo trovasi impe- estensione della giurisdizione d'un Arcipre
dito, la visita della diocesi si deve effettuare TE ( V.).
per mezzo del vicario generale, per disposizio ARCIPRETE suona lo stesso che primo fra
ne del concilio di Trento, Sess. 24 , de Reform .i preti , dal greco dp5n , capo , e dall'italiano
cap. 3; il qual vicario in ciascun anno, od al- prele. Questo in due specie distinguesi , in ur
meno, attesa la vaslità , nel corso di due, deve bano cioè e in rurale ossia foraneo. Cap . Offic.
scorrer l'intiera diocesi , se pure una qualche 8. De off. Archipr. Il primo è costituito nella
ragionevole causa non lo impedisca dal far que- ciltà vescovile , e presiede ordinariamente agli
sto. Spellerebbe, in secondo luogo, jure canoni altri preti subalterni nella cura delle anime,
co, all'arcidiacono disporre il divino ufficio , l'altro nelle collegiate ed altre chiese della dio
distribuire ai cherici le lezioni , stabilire gli a-
cesi , ed esercita il suo uffizio in tutto il suo
colili , e dirigere gli altri ministri in ciò che ri-
vicariato .
guarda il servizio dell'altare. Cap. Offic. vero All'arciprete incombe lulto ciò che è proprio
2 , De offic. Archid. In terzo luogo dovrebbe a. dei parrochi in ordine al regime delle anime;
ver cura dei sacri vasi i più preziosi: visitare ma di più deve in vigilare se gli altri sacerdoti,
le chiese a lui subordinale. Quarto finalmente anche curati del suo vicariato adempiono per.
apparteneva all'arcidiacono l'esame dei che. fettamente il loro dovere, rappresentando al
rici , e la presentazione di essi al vescovo per vescovo con fedeltà qualunque grave disordi
la ordinazione ; ma il sacro concilio di Trento ne; amministrare i sacramenti con esattezza ;
ha poscia diversamente disposto, come abbia- far la benedizione del fonte battesimale, ed e.
mo delto.
sercitarsi in tutti quegli uffizii, ai quali non
In ordine alla preminenza dell ' arcidiacono può attendere il vescovo, e questo appunto è il
sovente ed in varie maniere è stato disposto motivo, per cui gli arcipreti si appellano Vica
dalle sacre Congregazioni, come si può vedere rii dali.- Vicarius Episcopi a jure dalus: onde
in Barbosa , in Collect. A postol. decis . verb. fra l'arciprele e l'arcidiacono passa questa
archidiaconus ecc. Siccome dignità primaria differenza che il primo è vicario del vescovo
ad esso conviene il dare il segno nel coro al quoad divinorum celebrationem , il secondo
principio del mallulino e delle ore, intonando quoad jurisdictionem .
ARCIVESCOVADO - ARCIVESCOVO 491
Sebbene l'arciprete ſoraneo sia stabilito a so che il vicario foraneo , cui questo diritto si
reggere il clero e i fedeli nella estensione di compele, trovisi lontano : 2 agosto 1894, 18 no.
tutto il suo vicariato, la giurisdizione sua non vembre 1996 ;~5. Chel'arciprete rurale non de
dimeno non è diretta, ma subordinata e dipen . ve essere accompagnato dai sacerdoti e dai che
depte dat vescovo e dal di lui vicario genera- rici , nè conviene che gli si porga l'acqua santa
le, in guisa che nulla può fare senza l'espressa coll'aspersorio al suo ingresso in chiesa, e gli
loro approvazione, come osserva la Glossa in si prestino gli altri onori, che dai canonici so
Cap. Ul singulae 4. de offic. Archipr. Egli non glionsi prestare al vescovo, non ostante qua
ha dignità dipersonato ; siccomegli altri cano- lunque consuetudine : 4 giugno 1615 ; - 6.In
mici due sole volte deve essere incensato in finechel'arciprete rurale, quando recasialla cat.
coro , nulla ostante la capitolare Costituzione, tedrale per obbedire al vescovo , od interviene
alla quale è stalo derogalo dal Ceremoniale al sinodo, non deve sedere in coro insieme coi
romano , come si ha dalla sacra Congregazio canonici della calledrale : 14 gennaio 1619.
ne dei rili 25 marzo 1602, dalla quale pari Quale poi sia l'uſtizio dell'arciprete rurale,
menti ſu deciso il giorno 4 luglio 1615 che a ossia (oraneo, il dà a vedere il Cap. Ul singu
lui non è permesso l'usare di sedia parata , nė lae plebes, nei termini seguenti : Ul singulae
di delegare in sua vece di arbitrio proprio nei plebes archipresbyterum habeant propter assi
giorni stabiliti alcuno a celebrare, cio apparte duam erga populum Dei curam, singulis ple
nendo per gradazione alle dignità ; che però bibus archipresbyteros esse volumus, qui non
deve avere la precedenza anche fra i canonici solum imperili vulgi solliciludinem gerant, vc
di cattedrale , allorché si trova parato : 3 set rum etiam presbyterorum , qui per minores li
tembre 1603, 21 dicembre 1601 , e 23 genna tulos, hoc est ecclesias, habitant, vilam jugi cir
jo 1662. cumspectione custodiant, el qua unusquisque
Che se subordinata al vescovo ed al vicario industria divinum opus exerceal , Episcopo suo
è l'autorità dell'arciprete rurale, quella delle renuntient. Nec allendal Episcopus non egere
cattedrali , essendo vera dignilà , ha tutti an . plebem archipresbytero, quasi ipse eam guber
nessi i privilegii provenienti dalla leggeo dalla nare valeal, quia elsi valde ioncus sit , decel
consuetudine per diritto ordinario, siccome tamen ul sua onera parlianlur , et, sicut ipse
l'arcidiacono, e perciò non possono questi nè malrici ecclesiae praeest, ila archipresbyteri
diminuirsi , nè togliersi ad arbitrio del vesco- praesinl plebibus, ut in nullo titubet ecclesia
vo ; e quindi è che nella sua assenza l'arci stica sollicitudo ; euncla tamen referant ad
prete celebra in vece sua ; dal che i canonisti episcopum , nec aliquid contra cjus decretum
concludono che egli in divinis, non foris, ha con ordinare praesumant,
l'arcidiacono la precedenza. Nulla oslante pe ARCIVESCOVADO O ARCIVESCOVATO. Que.
rò in ordine alle dispute di anteriorità si deve sto sostantivo denota la dignità suprema di *
sempre altenersi alle consuetudini delle chiese . chiesa metropolitana, il grado dell'arcivesco
Il sostituto dell'arciprete non deve occupar vo , come pure l'abitazione dell'arcivescovo e
poslo, nè partecipare degli onori che si con la diocesi soggella alla sua giurisdizione. V.
vengono al medesimo. Avvegnachè l'arciprele ARCIVESCOVO.
sia la prima dignità del capitolo, deve nulla. ARCIVESCOVO . Dimostrano i sacri dollo
meno cedere sempre il luogo al canonico cele- ri , che l'amministrazione della Chiesa mili.
brante, e non deve interessarsi nel regola tante non è regolata in modo diverso dalla
mento del coro , appartenendo ciò unicamente trionfante. Sonovi di fatti in questa diversi
al Cantore. Tali sono le decisioni delle sacre ordini e gradi di gloria , cioè, gli Arcangeli, i
Congregazioni, dallequalipure rilevasi : 1. Che Troni, le Dominazioni , i Principati ecc.: cosi in
all'arciprete per ragione di stola , e non di pre- quella ravvisiamo una egual distinzione, sicco
cedenza , spelta la precedenza nei funerali: 12 me in quella che è perfetta immagine della ce
marzo 1612, 4 maggio 1613 ; – 2. Che l'arci Jeste Gerusalemme. Oltre dunque alla dignità
prete deve conservarsi nel suo quasi possesso vescovile, della quale noi parleremo negli arti .
di celebrare le Messe, essendo assente il vesco coli EPISCOPATO e Vescovo, vi è l'allra supe
vo, non ostante la contraddizione del vicario : riore dell'arcivescovile, la quale dalla patriar
21 febbraio 1604 ; — 3.Chel'arcipretedella col cale vien preceduta , e questa per ultimo dalla
legiata apparato ha la precedenza sopra i cano- suprema , unica ed universale, cioè dal Capo
nici della cattedrale : 20 decembre 1601 , 25 gen . visibile della Chiesa. Degli arcivescovi adun
naio 1602 ; — 4. Chel'arciprete non può dis pern- que dicendo, conviene osservare, che sebbene
sare dalla osservanza delle feste, se non nel ca non si possa con certezza asserire essere stata
422 ARCIVESCOVO
la dignità arcivescovile dagli Apostoli istilui- scovi, nè esercitare le altre funzioni metropo
ta , con ogni ragione dobbiamo però ricono- litane e vescovili.
scerla per antichissima, facendo menzione di 5. Che devono domandarlo nello spazio di
essa lo stesso Concilio Niceno , lenuto solto tre mesi dopo la loro consacrazione, e cio colla
l'imperatore Costantino. V. Van - Espen , part. preghiera di costume Instanler, Inslantius, In
1 , Lil. 19 . stantissime ; e ciò al Sommo Pontefice nel con
Arcivescovo e metropolitano sono termini cistoro dei Cardinali , o per loro stessi , se sie
equivalenti : il primo sigoifica Capo e quasi no in Roma, o per un loro procuratore.
Principe dei vescovi suffraganei ; il secondo, 6. Che prima di ottenerlo devono prestare il
Signore della cillà madre. L'erezione delle giuramento di fedeltà ed obbedienza verso la
metropoli oggi appartiene al solo Sommo Pon- santa Sede, secondo la costituzione di Bene
lefice. Il metropolitano, oltre alla giurisdizio. detto XIV Rerum ecclesiasticarum .
ne della propria diocesi, riconosce ancora il 7. Che il pallio non possono darlo ad altri
dominio sopra le chiese tulle della provincia. a prestito, e che ove sieno mulati di sede, de
Era questo diritto avanti alla pubblicazione vono dimandarne un nuovo.Cap ...de Postulat.
dei Tridentino estesissimo ed immediato , oggi Praelat.
è estremaidente ristretto. V. METROPOLITANO. 8. Finalmente che l'arcivescovo dopo la sua
Pella superiorità impertanto che hanno gli morte viene sepolto col palio o coi pallii suoi,
arcivescovi sopra i vescovi, loro si aspetta il ove più ne avesse olten uti.
dovere di presiedere ai sinodi provinciali di Intorno ai giorni ed al lempo in cui può
quelle provincie cioè, che sono sotto la loro l'arcivescovo usare del pallio, noi diremo alla
giurisdizione. voce PALLIO .
Sonovi poi in Italia, secondo il riferito di Oltre alle cose qui esposte intorno all'arci
Bededelto XIV ,alcuni arcivescovi, i quali han- vescovo , altre ancora conviene osservarne in
no a sè soggetli alcuni suffraganei, comeilTea- proposito conformemente alle leggi canoniche
tino , quello di Brindisi , di Cosenza ed altri; ed alle pontificie costituzioni. Diremo pertan.
ed alcuni cui nessun ' sufſraganeo è soggello . to che l'arcivescovo , per quella giurisdizione
Questi secondi , come dice lo stesso Papa, De che ha sui vescovi suoi suffraganei, come loro
Synod., lib. 2 , cap . 4 , num . 5, non si possono , superiore ordinario ed immediato , può chia
con verità e propriamente parlando, dire ar- marli al dovere, ove manchino, ed anche colle
civescovi e metropolitani, ma più presto si de censure obbligarli all'adempimenlo del loro
vono addimandare così con questa restrizio- uflizio . Che può esercitare la sua giurisdizione
ne, di puro onore cioè, ossia onorarii e per obbligando i suoi suffraganei ad osservare dei
privilegio apostolico, secondo il testo del cano- divini uffizii lo stesso inetodo che tiene la
ne Scitote, 6, quaest. 3. chiesa metropolitana. Che questa giurisdi
Ed intorno agli arcivescovi con verrà osser zione medesima può esercitarla quando viene
vare : a lui deferita una causa in appello. Che poo
1. Che il pallio sacro , quanlunque sia una ordinare ai suffraganei che osservino i canoni
principale insegna del Sommo Pontefice, pure in fatto di simonia, e può anche loro infligger
i Pontefici Romani incominciarono a conce pene se sieno renitenti ; può obbligarli ad eri
derlo non a tutti gli arcivescovi, ma ad alcu- gere un seminario, a tenere ogni anno un si
ni pochi soltanto , i quali da essi furono costi- nodo, a stabilire un arciprete rurale ; a risie
tuiti vicarii apostolici. dere nelle loro diocesi. Che puở deputare un
2. Che gli arcivescovi in partibus non goda vicario, od un ufficiale nella chiesa suffraga
no dell'uso del pallio ; imperciocche possono nea, se, fra ollo giorni dalla morte del vesco
gli arcivescovi usare diquesto solamenle nelle vo, il capitolo non vi abbia provvedulo, o non
loro provincie, e questi arcivescovi in parli abbia elello uno, che ne sia degno.
bus abitano fuori delle provincie loro assegna Può parimenti chiamare ed obbligare i suf
te , come consta dalla decretale De auctoritate fraganei ad intervenire per la consecrazione di
et usu pallii. Ed oltrechè, non banno l'uso un altro suffraganeo ; esaminare una sentenza
del pallio, la loro giurisdizione è ristrella, di scomunica pronunziata dal suffraganeo; so
e come in certo modo legata. spendere, interdire, e scomunicare i suffraga -
4. Che il pallio è agli arcivescovi cosi ne- nei, quando siavi legittima ragione, e cosi il
cessario, che senza averlo ollenuto, non pos- vicario o l'uffiziale di essi : assolvere un sud
sono intimare e radunare il sinodo provin- dito del suffraganeo, ove questi non lo voglia
ciale , né consacrare il sapło crisma ed i ve- assolvere; conferire i benefizii vacanli per ne
ARCO CELESTE - ARCONS 423
gligenza dei suffraganei; instituire uno pre- allorchè li chiamava ; nè potere stabilire che
sentato dai patroni dietro negligenza del suf- le cause, le quali per l'appellazioue sono a
fraganeo , eseguire le ultime volontà de ' sud- sè devolute , si trattino altrove che nella sua
dili di un vescovo, ove questi sia negligente ; città e diocesi ; che non possa dare in visi
obbligare in alto di visita i suffraganei ed i tatore alla chiesa vacante di un suffraganeo ,
loro sudditi a pagare la procurazione. quando il capitolo l'amministri come con
Nell'atto della qual visita egualmente può viene ; nè revocare la censura dala dal pro
ascoltare le confessioni dei sudditi dei suffra- prio ordinario , nè procedere contro i suffraga
ganei , assolverli , ed ingiunger loro salutari nei nelle cause criminali.
penilenze, e può anche assolverli dai casi ri Le sacre Congregazioni dei vescovi ban
servati ai loro rispettivi vescovi ; concedere no da ultimo dichiarato che l'arcivescovo
indulgenza purchè non ecceda lo stabilito dal non può concedere veruna esenzione ai sud
concilio generale : l'autorità a lui si addice diti del suffraganeo , nè fare ai suffraganei al
anche fuori di visita. euna proibizione in quanto si aspetta al
A tutto questo arroge che egli può assol- l'osservanza delle feste, nė loro inibire ned
vere dalla scomunica un suddito del suffraga- ingerirsi nelle cause d'immunità ecclesia
neo, sebbene appelli il contrario, ed obbligare stica ; nè pubblicare monitorii di scomunica
il vescovo a mandargli l ' appellazione ; pro- a fine di rivelazione nella forma significavit
cedere contro i canonici dei suffraganei in nelle diocesi dei suffraganei , nè contro di es
caso che non vogliano osservare le censure si spedire un commissario , nè concedere ai
pronunziate dal vescovo , e conoscere i loro sudditi loro le dimissorie , nè far pontifica
eccessi nella cessazione a divinis ; interdire li nelle loro chiese senza licenza del vesco
qualcuno dal predicare in tutta la sua pro- vo ordinario ; nè obbligare i suffraganei a
vincia , esiliare da essa colui che commelte terminare una causa entro un tempo deter
delitto nella sua diocesi ; mandare ad eleino- minato ; nè concedere inibizioni nelle cause
sina per tutta la provincia per la fabbrica pendenti innanzi ad essi, ned assoluzioni da
della chiesa metropolitana ; obbligare gli ab censure inflitte dai vescovi in causa d'im
bati ed i prelali regolari negligenti a predi- munità.
care il vangelo nelle loro chiese parrocchiali ARCO CELESTE . Comparve esso dopo
soggette a monasteri , che non esistopo in il diluvio , come segno della promessa fatta
alcuna diocesi ; farsi portare innanzi la cro- dal Signore a Noè di non più mandare il di
ce in tutta la sua provincia, anche nei luoghi luvio sulla terra ( Gen. 9 , 12 ). Gl’incre
esenti , ed in essa ed essi dare al popolo la be- duli temerariamente trovarono di che ridire
nedizione, e cosi portare la mozzetta ed il roc- sul passo della Genesi sopraccitato. Dicono
chetto scoperto, purchè non vi sia presente essi empiamente , esser ridicolo dare un fe
un Nunzio od un Legato. nomeno, che fassi vedere in tempo di piog
Di queste cose annunziate intorno alle fa- gia, per segno che non pioverà più . Rispon
coltà dell'arcivescovo , vediamo quali sieno desi ad essi soltanto , che l'apparizione del
adesso proibite dal Tridentino , dagli altri l'arco celeste , mostrando la ricomparsa del
capi del gius e dalle decisioni della sacra Con- sole dopo i lunghi giorni del diluvio , mo
gregazione. strava pur anche che fin gli ultimi residui
Ed incominciando dalla prescrizione del d'umidità stavano per iscomparire dall'a
Tridentino , diremo , che l'arcivescovo al ria assorbiti dal sole : quindi l'arco celeste
presente non può visitare la diocesi dei suf- era un segno attissimo a mostrare come la
fraganei se non siavi una occasione conosciu- giustizia divina era ormai soddisfatta, e come
ta ed approvata nel concilio provinciale ; nè terminava affatto il castigo terribile inflitto
puo ingerirsi nelle cause che innanzi ai suf- all'uomo perverso . V. Diluvio.
fraganei si trattano in prima istanza . ARCONS ( CESARE ) . Questo avvocato che
Ordina poi il diritto che egli non possa fiori nel secolo XVII , si occupò di materie
assolvere gli scomunicati dai suffraganei o dai sacre e scrisse sulla sacra Scrittura tre dis
loro ufficiali se non in caso di appellazione , sertazioni. La prima versa intorno alla di
nè possa i loro popoli scomunicare ; che non sputa ch'ebbero tra loro s . Pietro e s. Pao
gli è permesso nella visita ricevere la procu- lo ; la seconda sul passo del capo 2, di s. Gio
razione in danaro o doni dai sudditi dei suf- · vanni , dove G. C. slabilisce s. Pietro suo
fraganei, e che sia tenuto alla restituzione in vicario in terra ; la terza intorno a' parec
duplo ove li ricevesse ; che non possa pro- ehie difficoltà che possono farsi sopra alcuni
mulgar censura contro gli uffiziali degli altri testi degli evangelisti che riguardano la ge
vescovi , perchè non comparsi innanzi a sè nealogia di G. C.
426 ARCONTE-ARDEA
ARCONTE DELLE CHIESE E DEI MONASTERI . dottrina , le quali egli ebbe la fortuna di ter
Il vocabolo arconte deriva dal greco ãozwo , minare. Quando ritornò divenne famigliare
capo, principe.Di esso i Greci fanno uso per del cardinale Borghese , nipote di Paolo V ;
indicare colui che aveva l ' intendenza delle ma avendo perduta la speranza di pervenire
chiese e dei monasteri . Tanto è rispettabile , alla dignità cui aspirava , si ritiro nel colle
questo nome nelle funzioni ecclesiastiche , gio de 'Greci di Roma , ovi morì verso il
che anche in Atene , dove erano di molti ar 1634 .
conti , al primo d ' essi spettava la cura delle Arcudio era tanto attaccato ai sentimenti
cose sacre e la presidenza sui ministri del della Chiesa latina, che oltenne dal Papa la
cullo. Che se il primo non poteva fungere permissione di celebrare messa secondo il rito
tutte le ecclesiastiche mansioni , allora alcu latino, dopochè sino allora erasi conformato
ne di queste , come la cura della celebrazio al rito greco. Egli aveva concepito la più forle
ne delle feste , della concordia fra i sacer- avversione contra i Luterani ed i Calvinisti.
doti , della punizione delle empietà e pro Con tale spirito ha composto il suo trattato
fanazioni dei misteri al secondo si deman della Concordia della Chiesa occidentale e della
dava. Chiesa orientale sulla amministrazione dei sa
ARCONTE deu Vangelo . Di questo era cramenti, Parigi, 1619.Suo scopo è di provare
dovere custodire il libro del Vangelo per ser- che le due Chiese erano in antico perfettamen
virsene nei santi misteri . te d'accordo , non solo sulla dottrina , ma an
ARCONTE DELLE CARTE . Narra Arcudio che sulla amministrazione dei sette sacramen
che questo arconte era sempre eletto fra i ti ; che i Greci moderni nulla banno cangiato
lettori , ed era dovere di lui custodire i libri
sulla loro natura , sul loro numero e sulla loro
di chiesa . virtù ;che i cambiamenti , cui si permisero sul
ARCONTE DEI LUMI O DEGLI comix . Era l'amministrazione, sono di poco rilievo , e che
questi un ufficiale ecclesiastico cui incombe nulla v'ha in essi d'incompatibile colla disci
va aver cura di quelli ch'erano prossimi ad plina della Chiesa latina sopra tale riguardo.
esser battezzali. Quest'opera è stimabile pei monumenti dal
ARCONTICI . Questa parola che , come l'autore raccolti con molta cura ed esaltezza ;
l'antecedente , deriva dal greco @oxwv, prin- ma la disonestano l'impero che vi regna , le
cipe , ci dinota certi eretici che sbucarono ingiurie che vi tengono sovente luogo di buo
verso l'anno 175 , ed erano UD ramo dei ne ragioni e le digressioni che di molta con
Valentiniani . La dottrina che professavano fusione l'intricano; in fine il metodo e le opi
diede ad essi questo nome , poichè spaccia- nioni degli scolastici, alle quali dà l'autore trop
vano che il mondo era stato creato dai Prin- pa importanza .
cipati , coro angelico. A questa follia altre Abbiamo di Arcudio altri due trattati rari e
empietà di dottrine pure aggiungevano. Dice- curiosi: 1. Opusculum quod inscribitur: ulrum
vano infatti che la redenzione del genere u delur Purgatorium , et an illud sil per ignem .
mano consisteva nella dottrina , rigettavano Roma, 1632 ; 2. De purgatorio igne adversus
tutti i Sacramenti, negavano la risurrezione Barlaam , Roma, 1637 .
dei corpi , mentre asserivano che le anime ARDA O ARDAMIRI . Città vescovile dell'llli
sarebbero risuscitale. Avevano dei libri par ria , dipendente dalla metropoli di Tessaloni
ticolari ch ' essi chiamavano le rivelazioni dei ca. Essa chiamavasi anche Eraclea .
profeti , libri composti da loro medesimi, ARDACHA O ARDACHADA, Piccola città del
tra i quali convieve ricordare la loro gran- la provincia di Leinster nell ' Irlanda con ve
de piccola Sinfonia . Diversamente gli uni scovo suffraganeo dell'arcivescovo di Armagh .
dagli altri vivevano , poichè mentre alcuni , Il suo vescovado è unito a quello di Kil
per ingannare i semplici , conducevano vita more.
penitente , altri per contrario si dedicavano ARDALEONE . Nel martirologio romano ,
ad ogni dissolutezza. Al tempo di s. Epifa solto il giorno 14 d ' aprile , troviamo falta
nio che parla di costoro all ' Eresin 40 , que menzione di questo santo. Era egli dapprima
sti empi sussistevano ancora , singolarmente commediante d' Alessandria , ed un di coloro
nella Palestina. i quali mettevano sulla scena i misteri dei
ARGUDIO ( Pietro ), dotto prete greco, na- cristiani per derisione. Ad un tratto la gra
to nell'isola di Corfù , fu allevato in Roma , zia di G. G. operò nel suo cuore, si converti
dove Clemente VIII l'impiego in molti affa e sotto l'impero di Massimiano Galerio so
ri , cui maneggiò con buon successo , special- stenne il martirio.
mente in Russia, dove fu inviato per regolare ARDEA . Di questa città ora ruinata poi fa
alcune contese insorte sopra certi punti di remo solamentemenzione per il concilio che vi
ARDEMORA - ARDUINO 423
si lenne nel 1155 a motivo di una contesa tra tratta del battesimo conferito nel solo none
i canonici di s. Giovanni e i monaci di s. Pie- di G. C. Il p. Arduino pretende , che quando
tro di Nurtei , rispetto ad alcuni possedimenti, Nicolò I e s. Ambrogio prima di lui sembrano
come riferisce il Mansi nel lomo 2, p. 423 . dire che gli Apostoli avevano conferito il bal.
ARDEMORA . Vescovado d'Irlanda unito a tesimo nel solo nome di G. C., debbasi ritenere
Lismora sotlo la metropoli di Cashel. ch'essi volevano soltanto che i baltezzali aves-
ARDENTI. Questo nome fu dato a certi ain sero ad invocare il nome di G. C.
malati i quali erano soprappresi da febbre ar 2. Una dissertazione intitolata Del Sucra
dente chiamata fuoco sacro, malaltia che si mento dell'allare , alla fine della quale l'auto
sviluppo in Francia sotto il regno di Luigi VII re pose una aggiunta riguardante il libro di
e che ebbe fine verso il 1130 per intercessione Giovanni Scoto Erigene, conosciuto solto il
di s. Genoveffa a cui onore in ringraziamento nome di Ratramno, che egli non dubilo conte
s'eresse una chiesa . ner l'errore, che fu poi di Berengario.
ARDFERTA . Questo è un vescovado suffra 3. Nell'opera Embolum primum , ovvero Del
ganeo di Cashel in Irlanda . potere di consacrare, Arduino dimostra che i
ARDON , figlio o meglio nipote di Caleb e Diaconi non lo ebbero mai , e che non l'hanno
di Azuba.comeleggiamo nel I libro dei Parali- giammai preteso.
pomeni al cap . 2 , v . 18 . 4. Un'altra opera ecclesiastica possiamo ci
ARDONE . Il primo nome di questo celebra taredi Arduino , intitolata Embolum secundum .
monaco fu di Smaragdo che cambiò nel soprac- nella quale spiega il canone decipiosettimo,del
ritato quando divenne uno dei primi discepoli concilio d'Orange, che fu tenuto nell'anno.
di s. Benedetto d'Aviano, e nonaco verso il 451 , ed il terzo del concilio di Tours radunalo
782. Divenuto compagno nei viaggi a s. Bene nel 567 .
delto, assistette al grande concilio di Franco Dell'Edizione dei Concilii che fece Ardui
forle nel 794. Recatosi nell'anno 814 s. Bene no, ecco in qual maniera ne parla l'Andres al
detto ad Aquisgrana presso Luigi il Buono , ad tomo 20 , part . 2, libro 5, cap. 1 , della sua Slo
Ardone fu affidato il governo del monastero ria dell'origine, progressi e dello stalo attun
d'Aniano, che sapientemente resse in qualità le di ogni lelteratura : « Dopo le faliche di
di amministratore sino all'elezione del nuo tanti eruditi in questa ampia impresa volle
vo abbate. Oltre queste notizie, nulla si sa di mettervi le sue mani anche l' Arduino, ed in
fui, solo conchiudendo il breviario d'Aniano vece d'accrescere i volumi, pensò anzi savia
ch'egli morì il 7 marzo dell'845. mente a diminuirli . A questo five non solo im
ARDUINO ( Giovanni ) . Gesuita ,che entrato piccioli il carallere , ed usò tutte l'arli tipo
giovane in quella società , vi si distinse per la grafiche per restringere la stampa , ma tolse
sua erudizione sacra e profana e per la singo- quanto credè meno conveniente a simili colle
larità de' suoi sentimenti . Mori a Parigi il 3 zioni, la sinopsi de concilii (che pienamente
settembre 1729 in elà di novantatré anni. Mol- si supplisce cogl'indici), prefazioni , disserta
te sarebbero le opere che di lui si potrebbero zioni, e note, che non sono de concilii, ma dei
citare, avendone egli pubblicate un gran nu- particolari , che hanno creduto di dare con es
mero di ogni genere ; ma noi che solo di eccle- se maggiore illustrazione agli atti de' medesi
siastiche cose parliamo, ci limiteremo a dire : mi , i sinodi degli Apostoli, che sono compresi
1. Di un libricciuolo che diede alla luce nel ne’loro Atti , scritti per divina ispirazione , da
1687 col titolo : De baptismo quaestio tripler . s . Luca ; le Costituzioni apostoliche, troppo
La prima di queste questioni tratta del batte- chiaramente riconosciute per apocriſe ; il libro
simo pei morti , del quale parla s . Paolo nel Pontificale, che , oltre mancare d'autenticità ,
cap. 18 della sua prima epistola ai Corintii. In niente ha da fare co' concilii; le due lettere ai
questa dissertazione si vede che il n. Arduino Corintii di s. Clemente, il trattato del primato
crede che per quei che si fanno battezzare pei della Chiesa Romana , e moltissimi altri monu
morli si debbano intendere coloro fra i Giu- menti pregevoli bensì per l'ecclesiastica erildi .
dei ed i Pagani , i quali alla vista delle malat- zione, ma poco interessanti per fa cognizione
tje e delle morti improvvise, allora frequenti, de'concilii : Culto viene da lui folto alla sua
si affrettavano ricevere il ballesimo . La se- collezione de'concilii, e sacrificato alla brevilà .
conda questione versa sul baltesimo ammini- Ma in luogo d'essi quanti altri pezzi più op
strato col vino, del quale si fa menzione in portoni ad una simile raccolta non vi ha inse
una risposta di Stefano II : risposta , che dal- riti !Un concilio Alessandrino , uno Seleucien
l'aulóre sicrede apocrifa. La terza questione se , uno Iconiense, tutti i greco- latini, e mol
112. , Encicl. Eccles. Vol. 1. Fasc . VII. 54
426 ARE - AREOPAGO
tissimi altri concilij si latini che greci, molte AREHA , ciltà e sede vescovile della seconda
allocuzioni, molte contestazioni, moltissime Augustanica, che si crede quella degli Arei , il
lettere, sermoni , edilli , e molte altre aggiunte cui vescovo Ciro assistè al concilio di Efeso .
di varie sorti, e ciò che distintamente vien lo ARELI, ultimo figlio di Gad, come leggiamo
Jalo da'critici , un indice geografico de vesco nella Genesi al capo quadragesimosesto , vers.
vadi , sono nuove ricchezze, che rendono la col. decimottavo. Nel libro dei Numeri lo si trova
lezione dell'Arduino il più prezioso tesoro di anche addimandato Ariel.
sinodica erudizione. Ma nondimeno molti si AREM. Dal secondo libro di Esdra al capo
Trovano malconlenti della sua troppo ristretta sellimo siamo ammaestrati che i discendenti di
economia , nè gli sanno perdonare la soverchia quest'uomo ritornarono da Babilonia a Geru .
severità d'avere sbandito dalla sua raccolta salemme in numero di mille e diciassette.
tanti bei pezzi , né lodare il suo giudizio d'a ARENA ( S. ). Questo santo fiorentino , fino
verne ritenuti alcuni allri meno importanti , o dai primordii della sua vita abbandonando le
d'aver alterali, o mal collocali, e cambiati a cose secolari, delle quali sentiva il disprezzo
suo modo parecchi passi: e in somma spiace, nell'intimo del cuore, entrò nell'ordine di s .
che la Collezione dell' Arduino, ricca di tanti Domenico, dove dopo aver professato, si dedi
preziosi monumenti, e piena d'altri bei pre- co alla predicazione, nella quale divenne ce
ki , non possa bastare da sè sola a soddisfare le leberrimo, avvalorando egli la forza di sue pa -
brame degli eruditi lettori , e lasci sempre il role colla santità della vita che trasse sempre in
desiderio e il bisogno di ricorrere alle anterio mezzo alla mortificazione e alla penitenza sino
ri , particolarmente alla Labbeana : e invece di all'anno 1576 , in cui mori a Porto-Ercole.
risparmiare la spesa d' alcuni volumi, l'abbia Abbiamo di lui due opere col titolo : Prima e
accresciuta , obbligando ad acquistare la sua seconda strada del giardino spirituale contro
Raccolta senza dispensare dal doversi anche la perlinace dollrina eretica .
procacciare la Labbeana. Gli addetti a un par AREO, od anche con altro como Ario, ra
lilo teologico allora romoroso levarono alte le di Sparta, quegli che scrisse ad Onia sommo
grida contro l'Arduino per avere scritto da sacerdote, chiamando nella sua lettera i Lace
Buon callolico sull'accettazione della bolla U. demoni fratelli dei Giudei , avendo anche essi
wigenitus, e il parlamento, e i Realisti, e il Du- Abramo per padre. E poichè molti sono stati
Pin, il Vilasse e i partigiani de' Giansenisti gli Arei re di Sparta, e gli Onia sacerdoti, cosi
giunsero a farne proibire la pubblicazione. Ma si ignora da quale Areo sia stata scritta, ed a
trionfarono contro le malevole trame la verità quale Onia in viata la lettera, nulla precisando
e la giustizia; e la Raccolta dell'Arduino vide in proposito il primo libro dei Maccabei, dove
liberamente la pubblica luce, scortata dalla so se ne parla , al capo 12, vers. 7, nè Gioseffo
vrana autorilà, e gloriosa dell'universale ap- nelle sue Antichită, dove, al lib. 12, capo 3, fa
provazione degli eruditi, » di questo scritto menzione .
ARE od ARES, citla vescovile della seconda AREOPAGITA . V. DIONIGI ( S.).
Armenia. AREOPAGO , luogo in cui gli Areopagiti ,
AREA od Aral. I discendenti di questo ri. nvvero i celebri giudici di Atene, anticamente
tornarono da Babilonia in nomero di 775, co- si radunavano. L'Areopago era situato sopra u
me abbiamo nel libro di Esdra, al capo secon na altura che nei prischi tempi stava quasi nel
do, vers. 5. mezzo della città ; al presente è fuori di Atene .
AREBBA , città della tribù di Giuda, dieci Se ne vedono ancora i rimasugli nelle fonda
miglia all'ovest di Gerusalemme, secondo Bar- menta che formano un semicerchio con massi
hié du Bocage. Forse può essere la stessa che quadrati di pietra di grandezza prodigiosa. Que
Arbea od Ebron. In vece di Arebba , si pod sle fondamenta sostengono una piattaforma di
leggere nell'ebraico Rabba . San Girolamo par. circa centoquaranla passi , che formava la cor
la di una città di Rabbo posta ai confini di fe di questo augusto senato. Nel mezzo osser
Eleuteropoli verso oriente. vasi un tribunale tagliato nella roccia , e tutto
ARECON , città della tribù di Dan , Jos. 19, all'intorno sedili tagliati nelle pietre, dove i
46, nelle vicinanze di Joppe, dice Barbié du giudici dell' Areopago s'assidevano all'aria
Bocage, come sembra anche essere indicato dal libera, mancando il tetto. Vicino a questo
testo , luogo si veggono alcune caverne intagliatenel
ARED, figlio di Gera, figlia di Beniamino, la roccia, ove pare si custodissero i rei chedo
Gen. 46, 21 . vevanocompariredinanzi ai giudici. Dicesi che
AREE, figlio di Olla , e nipote di Aser. I questi proferissero le loro sentenze in tempo di
Par. cap . 7, vers, 59. nofte, affinchè la voce delle persone che parla
AREOPOLI - ARETUSA 427
vano e si difendevano non li conmovesse. San plura , Patrum testimoniis el exemplis illie .
Paolo , avendo predicato in Atene contro la stralis .
pluralità degli dei , ed avendo dichiarato che ARETA , re d'Arabia. Marciò questi contro
veniva ad annunziare agli Ateniesi un Dioche Aristobolo con un esercito di cinquemila sol
essi adoravano senza conoscerlo, fu condotto dati e lo vinse affalto , e l'obbligo a rifuggirsi
dinanzi agli Areopagili siccome introduttore in Gerusalemme, dove l'assedio e l'avrebbe
di una nuova religione. Egli parlò allora con preso , se Scauro, venuto in soccorso di Aristo.
tanla sapienza che Dionigi, uno dei giudici , si bolo, non avesse obbligato Areta a ritornare
.converti, e il santo Apostolo fu lasciato libero nel suo paese, come narra Gioseffo, nel lib. 14
senza potergli opporre parola. delle Antichità .
AREOPOLI , città vescovile della diocesi di ARETA , nominalo dapprima Enea, re d'A .
Gerusalemme pella terza Palestina sotto la rabia. Questi fece guerra contro Anlipa e lo
metropoli di Petra. Sozomeno la pone in Ara- vinse. I Giudei di Damasco obbedivano ad Are .
bia, ed il nome di Areopoli par formato delle la quando s . Paolo predicandovi fu costretto a
due voci, Ar e polis per dire la cillà d'Ar. Re- uscirne discendendo in un canestro dalle inura
land crede che fosse situata sulla riva meridio. per iscampare dalle mani dei Giudei , i quali
nale del fiume Arnon , per la ragione che la cit- avevano indotto il governatore della cillà a to
là d ' Ar fu data ai figli di Lot, Moabiti. Sem nerne chiuse giorno e notte le porte per limo
bra che s.Girolamo confermai questo sentimen re che il santo loro non isfuggisse. Cosi Gio
to, dicendo che la città di Moab chiamavasi al seffo nel lib . 16 dell'Antichità e la II ai Corin .
suo tempo Arcopoli ; e dice Cellario non esser- tii , 11 , 32.
vi slata cillà chiamata Moab , essendo questo ARETA, arcivescovo di Cesarea, scrisse un
piuttosto nome d'un paese, giacchè è facile lo commentario sull'Apocalisse, che fu pubblica
scorgere non essersi aggiunto tal nome se non to in greco nel 1536 e 1568.
per distinguerla da Rabbath degli Ammoniti, ARETA (S. ), martire in Arabia, cui fu la
chiamandosi , infatti, la città di cui si tien qui gliata la testa nella ciltà di Nagran verso l'an
discorso, anche Rabbath Moab. no 522, unitamente ad altri trecentoquaranta
AREOPOLI O ARIEL O AR O RABBATH Moab. cristiani per ordine di Dunaan re degli Ome
V. AR. riti, popoli dell'Arabia Felice. I menologii dei
AREQUIPA, Arequipa. Città vescovile del- Greci segnano la sua festa a'24 di ottobre.
l'America meridionale nel Perú , suffraganea ARETINO (GUIDO), cosi chiamato da Arez
dell'arcivescovado di Lima, venti leghe lonta zo sua patria , monaco dell'ordine di s. Bene
na dalla costa. Il suo clima é si dolce, che tut- detto nel monastero di Pomposa vicino a Ra
lo l'anno è coperta di fiori. La cattedrale, de- venna, viveva circa l'anno 1028. Si dice che
dicata alla Vergine Assunta , oltre il collegio egli sia stato abbate ed abbia trovalo sei nold
de'gesuiti, aveva un capitolo composto di cin- nella musica, cantando l'inno di s . Giovan .
que dignità e di cinque canonici e sei conven ni in questa guisa :
li di frati, tre di monache. Ul queant laxis
ARESI ( Paolo). Teatino innalzato alla sede Resonare fibris
vescovile di Tortona nel 1620 sotto Papa Pao Mira gestorum
lo V , famoso predicatore, egregio teologo e ze. Famuli luorum ,
lante prelalo. Egli ebbe una cura singolarissi. Solve polluti
ma del suo gregge fino all'anno 1644 e mori Labii reatum .
nell'anno seguente, lasciando il suo vescovado Dai versi sopraccitati si osserva che le note
ad Urbano VIII . Abbiamo di lui : 1. Una orr musicali da lui ritrovate sono : UI, Re, Mi, Fa,
zione in lode di s. Carlo Borromeo, recitala da Sol, La, le quali formano la prima sillaba di
lui il 4 novembre 1610, nell'occasione della cadaun emistichio. Guido compose pure un
festa del santo e della nuova di sua canonizza- Micrologio, altro libro di musica, che dedicò a
zione ; 2. Arle di predicare bene ; 3. Lezioni, Teobaldo vescovo di Arezzo, ed un trattato
sermoni e orazioni diverse ; 4. De vera sacri della misura dei monocordi.
cantici Salamonis lum historico tum spiri ARETH O BARETH, foresta nella tribù di
tuali sensu novae quaedam velilationes ; 5.Ve Giuda, di cui fa menzione il primo libro dei
litationes in Apocalypsim ; 6. Dispulalio de Re. In questa si salvo Davidde durante la per
transmutatione aquae vino mixtae in s . missae secuzione di Saule.
sacrificio ; 7. De mundi tribulatione ejusque ARETUSA , citlà della Giudea nei contorni
réniediis, natúra, causis et affectibus, & S. Scri- di Marissa e di Azoth . Pompeo la ritorno ai
428 ARETUSA - ARGENTANO
suoi abitanti , con le città di Marissa, Azolh e degli Israeliti che erano stati tradotti al di là
Jamnia , dell' Eufrale. In unione ad altri Samaritani si
ARETUSA , cillà vescovile della diocesi di opposero alla ricostruzione delle mura di Ge
Antiochia nella seconda Siria , solto la metro- rusalemme. Cosi dal capo quinto del primo li
poli di Apamea , non ricevette la religione cri- bro di Esdra al versello nono.
sliana che verso la fine del IV secolo. ARFASAD od ARFASSAD, figlio di Sem , e
AREUNA . Mentre la peste infieriva a Ge- padre di Sale . Nacque l'anno del mondo 1658 ,
rusalemme, il profeta Gad per ordine del Si un anno dopo il diluvio , e mori l'anno del mon .
gpore comando a Davidde di erigere un altare do 2096 in età di 458 anni, Gen. 11 , 12 , ecc.
nell'aja di Ornan ovvero di Areuna Gebuseo. Nel libro di Giudilla si parla di un altro
Sembra adunque che Areuna fosse il nome di Arrasad od ARFASSAD che erá re dei Medi .
un abitante di Gerusalemme, che aveva la sua Credesi che sia lo stesso che Fraorle, figlio e
dimora e la sua aia sul monte Moria, ove in successore di Deioce re de' Medi . Il libro di
appresso fu fabbricalo il lempio di Gerusalem . Giuditta ci ammaestra che egli fabbricó Ecba
me. Davidde obbedi all'ordine del Signore, e lana , e dopo dodici anni di regno fu vinto da
compcrata l'area di Areuna , pagandola cin . Nabuccodonosor nella grande pianura di Ra
quanta sicli d'argento, ovvero, secondo i Para- gau ( V. ). Jud ., 1 , 1 , 5.
Jipomeni, dando seicento sicli d'oro , vi eresse ARGENTANO ( Luigi Francesco) . L'opera
l'allare al Signore. V. ancbe AIA D'AREUNA . cbe maggiormente conserva il nome di questo
AREZZO , Città vescovile nel gran ducato di Cappuccino, ragguardevole per la sua scienza e
Toscana. Ciò che rende questa città ragguar- per la sua pietà , che fioriva nel secolo decimo
devole sopra ogni altra cosa si è ch'essa fu tra sellimo, sono le sue Conferenze teologico -spi
le prime cillà d'Italia che riceveltero il Van rituali. Queste sono divise in tre parti : fino
gelo di Gesù Cristo, e lo ricevette da s. Roma- dalla prima conferenza l'autore dimostra che
10. Due giovani fratelli vi renderono una glo. il somino piacere del nostro spirito si è di co
riosa testimonianza alla religione cristiana sot . noscer Iddio. Nella seconda fa vedere, che i
10 Tiburzio, il quale li fece decapitare : essi si più deliziosi piaceri della volontà sono d'amar
chiamavano Lorenzino e Pergentino. Iddio, Nella lerza , che la maggior felicità della
La calledrale è dedicata alla SS. Vergine e memoria si è di ricordarsi di Dio . Dopo d'aver
a S. Donato, e vi si trovano anche le reliquie cosi disposto il nostro spirito, incomincia a
di Papa Gregorio X morto in Arezzo.Compp: ' parlarci nella quarta dell'esser di Dio. Nella
nevasi il suo capitolo di tre dignilà : un pro- quinta della sua unità . Nella sesta della trini .
posto , un arcidiacono , un primario , dodici là delle persone divine. Nella seltima della
canonici, undici mansionarii, tre cherici ,quat persona del Padre . Nell'olla va della persona
tro beneficiati, venticinque cherici o sacerdotidel figlio. Nella nona della persona dello Spi
a scelta del capitolo. Oltre la cattedrale sono in
rito Santo : e nella decima della reciproca di
Arezzo due collegiate, l'una dell'Assunzione mora delle persone divine l'una nell'altra ,
della Vergine, l'altra dell'Annunziazione; ed chiamala da' teologi Circuminsessione.
eranvi anche quallordici parrocchie ed undi- . Dopo d'aver parlato dell'essere di Dio e del
ci conventi. E degno di particolar menzione il le divine persone, viene alle sue adorabili per
celebre monastero di S. Flora dell'ordine di fezioni, e vi parla nell'undicesima conferenza
s. Benedelto, ove riposano i corpi di s. Flora ,della sua eternità . Nella duodecimpa della eter
di s. Lucilla e di Eugenio, martiri che vi di nità della creatura , che si è un'ammirabile
inorarono, parlecipazione di quella del suo Creatore.Nel
ARFAD od Arrat, sembra che sia stala ce. la decimaterza parla della sua inimensità e del
lebre cillà della Siria . Nella Scrittura si nomila sua presenza . Nella decimaquarta parla del
na sempre congiunta ad Emath, e Sennache la onnipotenza di Dio nella creazione del mon
ribbo vanlavasi di aver ridollo all'obbedienza do . Nella decimaquinta della sua bontà infini
Arphad ed Emalh , e di aver distrullo i loro ta nella creazione del picciol mondo, che si è
dei. Sappiaino che Emath è Emesu , per cui si l'uomo. Nella decimasesta della sua provvi
conghiettura che Arphad sia la città di Arad denza . Nella decimasettima della predestina
od Arvail, e ciò con tanto più di ragione in zione , che si è la parte principale della sua
quanto che con quest'ultimo nome trovasi provvidenza . Nella decimottaya parla delle
fulvolta anche nel testo ebraico . maraviglie della scienza infinita di Dio . Nella
ARFASACHEI . Popoli inviati dal re di Si- decimanona della sua giustizia : Nella ·ventesi
ria per abitare il pacse di Samaria , in lungo ma della sua misericordia . Nella vigesimapri
ARGENTO - ARGO 419

ma della pazienza di Dio nell'aspettar i pecca- meno poche cose s'incontreranno che non sie
lori a penitenza. Nella vigesimaseconda della no rendule mollo intelligibili a chiunque avrå
sa pienza di Dio . Nella vigesimaterza della sua solamente un po' di buon intendimento. Non
santila. Nella vigesimaquarta della sua bellez- è già che in qualche luogo non si trovino delle
za. Nella vigesimaquinta cerca se possiamo ren- verità alquanto astruse le quali non saranno
dere a Dio un amore reciproco a quello con cui da tutti inlese : ma certe cose, benchè non sie
ci previene. Nella vigesimasesta del dominio no indifferentemente adatlate alla capacità di
assoluto, che Dio ha sopra di noi. Nella vige lulli, non è bene il lasciarle : se non possono
simasellima del zelo di Dio per le anime no- comprenderle, almeno le rispettano, ed indi
stre. Nella vigesimoltava del zelo delle nostre pigliano motivo di concepire più rispetto per
anime per Iddio. Nella vigesimanona della vi- , le cose di Dio.
la di Dio, della quale noi dobbiamo vivere. E Non ,intraprende a trallar a fondo tulli i
la trigesima è una conclusione di tulla l'ope- soggetti particolari ; si contenta che il totale
ra, in cui vedesi il frullo che si può cavarne . sia sempre delle grandezze della S$. Vergine.
Nella seconda parte che risguarda il mistero · Non ha fatto la sloria della sua vita, non e
dell'Incarnazione, ba sempre seguita la dot- stende panegirici per tutte le sue feste, non es
trina più santa e caltolica che s'insegni nel- pone metodi di servirla e di praticare la sua
le scuole senza fermarsi sopra cerle questioni divozione, non dà regole o massime per l'ora
sollili più proprie a stordire la mente, e farvi zione , niente di tutto ciò : eppure tulto ciò
nascere dei dubbii , ad oscurare ed occultare la trovasi in queste conferenze. La storia della
verità , che non a soddisfarla col proporgliela sua vila vedesi quasi tutta intera ; vedonsi dei
nella sua chiarezza. Ha procuralo di non om- panegirici per lutte le sue feste, od almeno
meller nulla di quanto può istruire un Cri . la materia per comporli, metodi per práticar
stiano riguardo a G. C. utilmenle la sua divozione , istruzioni per l'o
Ma siccome le cognizioni che noi abbiamo razion mentale, e molte altre cose, delle quali
di Dio, ci servono poco, se non ci conducono l'anime divote della SS . Vergine potranno fa
al suo santo amore, ed i lumi che riceviamo re molto buon uso.
dalla scolastica leologia , per sublimi che pos ARGENTO. Sembra che questo metallo non
sano essere , non producono comunemente sì fosse in uso prima del diluvio ; almeno Mosè
buon effello, perchè ce li propone di una ma non fa parola di esso, non parlando che del
niera secca e sterile ; cosi si è applicato a met- metallo di rame, Gen. 4 , 22. Ma al tempo di
terle in un'altra luce per far amar G.C. col Abramo era di già comune, ed il commercio
farlo conoscere, ed accendere nei cuori il sacro facevasi con questo metallo . Ja Scrillura , Ge
fuoco del suo santo amore col rischiarare le nes. 13, 2 , ci insegna che questo patriarca era
menti con quei lumi divini.Quindi l'opera è ricco in oro ed argenlo, e che compero per 400
piena di riflessi e d'affetti, che fanno gustar al sicli di argento una sepoltura per Sara sua
cuore la bontà della verità, la cui bellezza la moglie. Questo metallo, secondo ogni apparen .
guadagnato l'intellello. Vi si troveranno so za non era monelalo, ma in pezzi di varia di
vente delle pratiche per metter in esecuzione mensione e peso, che si pesavano nel commer
il bene appreso : elleno sono accompagnale da cio ordinario.
forti motivi per concepire uo profondo rispel ARGIMIRO (S.), martire nella Spagna , di
to, ed un ardente desiderio d'amar Iddio ; e una famiglia della cillà di Cabra nell'Andalu
siccome G. ( .. è il divin modello che ci ha da. sia. Accusato dai Saraceni di aver parlato male
to il cielo, cosi la nostra principale obbligazio- di Maomello loro profeta, ſu condannato ad es
ne é d'averlo sempre dinanzi agli occhi nostri, ser ucciso da un colpo di spada il 21 giugno
affine di studiarne lulle l'azioni , di ben pesa- dell'anno 856.
re tutte le sue parole, di gustar il suc spirito , ARGISA , citlá vescovile d'Asia ricordata da
di vivamente persuaderci della verilà delle sue Jerocle . Questa città fu chiamata Algiza nel
massime, di regolar la nostra vita secondo la Concilio calcedonese. Procolo e Leone furono i
sua, d'entrar in tutti i suoi sentimenti, e tras- due soli vescovi che noi conosciamo, il primo
formarci tanto in lui che abbiamo gli stessi per aver assistito al concilio di Calcedonia, il
pensieri nella mente egli stessi affetti nel cuore. secondo al settimo concilio generale.,
Quantunque le grandezze della SS . Vergine ARGO. Quesla cillà era sede vescovile sollo
delle quali l'autore parla nella terza parte sie- Corinto , ma Isacco l'Angelo, imperatore greco,
no un soggello da sè molto olevalo, nulladi- che cominciò a regnare a Costantinopoli nel
430 ARGO - SRIANI
1185 e mori nel 1904 , la fece metropoli, Inno in tre piccoli volumi, sotto il nome di Vignout
cenzo Ill pero ne parla come d' una città da de Marville, e stampata a Roano.
questa metropoli dipendente. ARHUSEN , Arhusia, piccola città del Noril.
ARGO. Ciltà vescovile, in cui s. Paolino è Jutland in Danimarca , erelta in vescovado
di parere che portasse la religione cristiana verso il 930, e suffraganea di Luden. La sua
l'apostolo Andrea e che vi rintuzzasse l'alba . caltedrale era dedicata a S. Clemente, e la dio
gia de'greci sofisti. cesi comprendeva 322 parrocchie. Dopo ab .
ARGOB , cantone di un paese al di là del bracciata la rifornia luterana, Arhusen o Aar
Giordano, appartenente alla tribù di Manasse. huus diventò sede d'un vescovo luterano .
Questo cantone era nel paese di Basan , uno ARIA , Sovente nella santa Scrittura l'aria é
dei più fertili al di là del Giordano. In Argob designata sotto il nome di cielo, come leggiamo
si vedevano le 60 città nominate Chavolh -Jair, nella Genesi al capo 19, verselto 24 ; e gli uc
che avevano altissime muraglie e buone porte, celli dell'aria spesso vengono chiamali uccel
ARGOB , città capitale del cantone di Ar. li del cielo ecc.
gob. Eusebio dice che al suo tempo questo era ARIA od ARTA , era città vescovile della
un luogo a quindici miglia da Gerasa verso diocesi dell'Illiria occidentale, sotto la metropo
occidente. Forse è la stessa città che Rabat, li di Corinto, che fu nel qualtordicesimo seco
ovvero Rababa, di cui parlano la Misna e Gio- lo riunila nello spirituale a Lepanto dagli im
seffo. La versione samaritana scrive Rigob in- peralori Giovanni Paleologo e Giovanni Can
vece di Argob. tacuzeno.
ARGOB , luogo di Samaria, vicino al palaz ARJA , cillà vescovile dell'isola di Crela, e .
zo reale, dove Facea assassino Faceia figlio di posta da Gregorio fra le sedi latine suffraga
Manahenre d'Israello. Cosi la Vulgata . IV Reg. nee di quella metropoli. Leone X nel primo
18 , 25. Il leslo ebraico però ed il greco pongo- giugno 1520 le uni la chiesa di Cisamo ; Cle
vo Argob ed Arie come nomi di uomini , cioè mente VII nel 1526 quella di Cheroneso, ed il
come il nome dei due complici di Facea . 5 ottobre 1551 Giulio III quella di Calamone.
ARGONAUTI DI S. NICOLA E DELLE CON ARIANI E ARIANISMO. Erano gli Ariani cele
CHIGLIE. Ordine militare istituito da Carlo III berrimi eretici , settatori dell ' eresia d' Ario, la
re di Napoli verso la fine del XIV secolo, solo più perniciosa che sia comparsa nella Chiesi ,
lo il pontificato d'Urbano VI. Il loro patrono e che la desolo nel IV secolo. Ario era d'inge
era s. Nicola. Portano una collana formala gno acuto, ma furbo e ambizioso. Si mantenne
in mezze- lune d'argento, da cui pendeva una molti anni nei giusti limiti dell'ubbidienza e di.
nave con queste parole: Non credo lempori. venne diacono di Alessandria . Morto Acbilla,
Essi seguivano la regola di s, Basilio e il loro Ario adoperó ogni astuzia per succedergli,
abilo era di sela bianca , in forma di grande ma Alessandro conosciutissimo pel suo merito
cappa , sulla quale si poneva la collana, divenne vescovo . Questa elezione rovino tutte
ARGONNE (Don Natale,)nato a Parigi.Ab- le speranze d'Ario, che si gettò nel furor della
biamo di lui certa opera solto l'intitolazione gelosia, Alessandro fece molto per richiamare
di Lelture dei Padri della Chiesa. L'opera è di- Ario alla pace ed alla fede cattolica ; ma co
visa in quattro parti . La prima riguarda l'au- me questo superbo ricusò di sottoporsi, il ve
torità dei santi Padri . L'autore li divide in tre scovo congregó un concilio in Alessandria nel
classi o epoche : quelli dei tre primi secoli, 315, in cui fu Ario condannato a scomuni
quelli dei tre secoli successivi e quelli che illu- cato,
minarono la Chiesa. Nella seconda parte l'au Dopo quattro anni , nel 319, si tenne un al
tore parla della necessità della teologia scola- tro concilio cui presiedelte Osio , vescovo di
stica , inlendendo solto questo nome una vera Cordova , nel quale s'examinò di nuovo la cau
scienza ridotta ad ordine. Nella terza parte sa d'Ario, e si confermò la sentenza di scomu
presenta un metodo onde leggere i Padricon nica. Arioco'suoi artifiziie colla falsa eloquenza
frutto. Egli vuole che si cominci dalle opere trasse al suo partito quasi tulli i vescovi d'O
contro i pagani, poi contro i giudei e leggere i riente. Costantino imperatore, informato di
trattati contro gli eretici . Nella quarta parte tutti i mali d'Ario, lo chiamo a sé, e dopo di
egli parla dell'uso che si dee fare dei Padri per averlo inteso, ordino l'assemblea del concilio
essere regolati dei proprii studii e per leggere Niceno nel 329. Ario vi comparve, e sostenne
con attenzione. Compose Argonne anche dà il suo errore con tante bestemmio contro la
Raccolta dimiscellanee di storid e di letleratura Divinità del Verbo, che i Padri del concilio
ARIANI 431
furono costretti a turarsi gli orecchi per non ad Ario in qualila di capo del partito. Costan
ascoltarle. Il concilio fulminó l'analema contro
20 congrego nel 342 un concilio in Antiochia,
lui e contro i suoi errori, e Costantino l'esilio e senza ascoltare il sentimento de' vescovi cat .
nell ' Illirico coi suoi seguaci. Dopo qualche tolici , fece togliere dal Simbolo di Nirea le
lempo pelle premure de'suoi amici Costantino parole, genitum non factum, consubstantialem
lo richiamo . Venuto in sua presenza , Ario fe- Patri. Egli credelte che tal troncamento delle
ce una profession di fede delle più artifiziose parole del concilio, le quali annientavano l'a
che mai. L'imperatore si lasciò ingannare, e rianismo, dovesse bastare per rappacificar gli
gli diede libertà di ritornare in Alessandria . animi, e che i Cattolici restassero soddisfatti ,
Ma come Atanagio, che ne era allor vescovo , perciò che nulla si ponesse nel simbolo contro
non volle riceverlo alla comunione, malgrado la Divinità del Verbo. e contro la consostanzia
le minacce dell'imperatore . Ario si ritirò pres. lità col Padre Eterno. Queslo troncamento non
so i vescovi del suo partito, che tennero un piacque ad alcuno; una parte dei vescoviariani
conciliabolo a Tiro nel 335 , dove lo ristabili- pretese, che bisognav'aggiungere la voce ovoce
rono come vescovn . Sant ' Alanagio vi fu con . OVOLOS, simile, in luogo di ouooutros , consostan
dannato , e obbligato dai nreſelli dell'impera- ziale ; ella presentó una formula di fede, do
tore ad uscir dalla sua diocesi , Ario profillo vera scrilta la parola ópoloúsios . Dopo questo
del tempo per rilornare in Alessandria , e far- primo espediente si contrario alla fede, Co
vi de'nuovi partigiani.
stanzo s'immagino che per fermare più solida
Il popolo si tenne saldo pel suo vescovo , ed mente la pace, era necessario d'umiliare it
IT rumor fu sì grande, che si sparse in Tutte le capo de Cattolici d'Oriente. Egli ordino ai ve
cillà d'Egillo . Costantino, sdegnalo della con- scovi dell'assemblea di fare il processo a s. A
finuazione di tanti disordini, chiamò a sė A. tanagio, e sulle calunnie degli Ariani fu depo
ria in Coslanlinopoli, e l'interrogò di nuovo , sto dalla sua sede d'Alessandria , e vi fu rimpiaz
sulla fede, ch'egli leneva . Ario gli rispose in zato Gregorio diCappadocia ariano. Ma il con
una maniera equivoca, ch'egli seguiva quella cilio di Roma tenuto solto Giulio I nel 341
della Chiesa e gli fece una proſessinne di fede dichiarò s. Afanagio innocente, e non volle
assai piú ingannevole della prima. Costantino, riconoscer colui, che ne aveva usurpata la se
che la credeva sincera, diede ordine ad Ales. de. Questa condanna d ' Afanagio, falla in An
sandro, patriarca di Costantinopoli,di ricevere tiochia , mise sossopra tulla la Chiesa cattolica.
Ario alla comunione. Alessandro , che non vo Giulio I Papa domando la convocazioned'un
leva contristare l'imperatore, si pose ad orare concilio generale in Sardica. Costante, impera
per ollener da Dio la protezione contro di lore d' Occidente, ottenne da Costanzo suo fra
questo erelico. Il cielo esaudii suoi voli, emen tello la convocazione di questo concilio nel
Ire i faulori d'Ario lo conducevano in Trionfo, 347, in cui convennero i vescovi di tutte le
questo empio si allontana per un bisogno na: parti del mondo. Ma i vescovi Ariani, e so :
turale. e diede fuori tutti gl'infestini : in que prattutto i semi- Ariani, abbandonarono il con
sta gnisa mori l'empin. Il luogo ove mori fucilio, e congregaronsi in Filippopoli, città del
riguardato come il teatro della giustizia divi . la Tracia. Quivi gli Ariani vi fecero la sesta
na . Un certo Ariano lo compro. per edificarvi formola di fede, che condanna quelli i quali di
una casa , affin di cancellare una memoria si cono, che il Verhn sia d'una sostanza diffe
infame alla setta . Ciò accadde nel 356.
rente da quella del Padre , fogliendo la voce
Il cominciamento dello scisma, che nacque Consostanziale ; dipoi scomunicarono il Pana
dall'eresia d'Ario, deve ripetersi dal tempo Giulio I. s. Alanagio e tulli i vescovi d'O
seguente alla celebrazione del concilio Niceno. rienie, ch'erano del partilo di questo santo Pa
Allora i vescovi del parlilo ariano cessarono triarca. I maligni falsificarono la data del loro
di ubbidire al Papa e di ascoltar le leggi del- conciliabolo , e questa falsificazione diede l'uo
la Chiesa Romana. E se qualche volta appar- go all'errore di molli, i quali, ignorando que
vero riconoscerla nel tempo di Costantino, a. sta malizia degli Ariani, credettern , che Ginlio
scoltarono la legge di questo principe, ma non Je s. Alanagio fossero stati giustamente con
quella della sede di Roma. La morte di Co. dannati, e che la formola di fede di Sardica ,
staolino, accaduta nel 337, servi subito a sma- mandala in Antiochia , vi fosse stata confer
scherarla. Costanzo,suo figlio, che gli successe , mala .
si dichiarò a favor loro, e tollerò che depones. Ma essendo morlo Costante nel 350 e gli A.
sero Paolo dalla sede di Costantinopoli per so- riani ripigliando , tutto il loro credito, il Papa
stituirgli Eusebio di Nicomedia che successe Liberio, che svecesse a Giulio I, si insingo di
453 ARIINI
poler pacificare gli animi, se si congregava un giustificarsi per tutto ciò , ch'ella sembra va ve
nuovo concilio generale. Ne oltenne la licenza ra in apparenza . Nel concilio di Sirmio furono
da Costanzo, ed il concilio fu convocato a Mi- fatte molle formole di fede , e due tra le al
lano nel 335. Vi convennero i vescovi da tut- tre , nelle quali fu dello che il Figliuolo è
te le parti ; ma gli Ariani si divisero da've minore del Padre nella grandezza e dignità ,
scovi cattolici , e mentre i vescovi caltolici era- 11 Papa Liberio non sottoscrisse a veruna del
nocongregati nella principale chiesa di Milano, le due, ma solamente a quella, in cui era la
i vescovi Ariani si unirono nella cappella del parola ourouslos , e che gli Ariani intèrpretava
palazzo imperiale. Essi discacciaronos. Dionigi, no d'una maniera, che appariva ortodossa : Si
vescovo di Milano, dalla sua sede, é vi ' posero vede “ parimente dagli alli di questo concilio ,
Aussenzio ; econdannarono di nuovo s . Atana- che gli Ariani dichiaravano , che il Figlio
gio . I vescovi cattolici non ebbero la libertà di era Dio, come il Padre; e che tutti e due non
definir cosa alcuna , dimodochè questo fu un erano che il medesimo Dio. Ciò si dimostra : 1 .
concilio falso. Il Papa Liberio, sapulo ciò che dalla prima formola di fede formata di trenta
s'era fatto di scandaloso nell'assemblea degli sei articoli , nella quale si anatematizzavano
Ariani, ricusò di confermarne gli atli; la quale tutti quei , che avanzavano qualche proposi
cosa essendo dispiaciofa a Costanzo, lo mandòzione contro la divinità del Verbo, e contro la
in esilio coi vescovi più rispettabili che so Unità di Dio. 2. Dalla divisione degli Ariani ,
stenevano i diritti di questo Pontefice. Que. che segui dalla formula di fede, nella quale il
sta protezione dell'imperatore gonfio talmen- Verlo era detlo simile a Dio, poichè vi furo
te i cuori degli Ariani, che non osservaro. no de'vescovi che si rivoltarono, e pretesero,
no più politica. Ursacio e Valente, settatori di che questa formola non potesse riceversi, perchè
Ario, impegnarono i vescovi del loro partito la parola oporouscos ; simile al Padre conveniva
a pregare l'imperatore, di dar loro il permesso al Verbo come quella di opoguoios consostan
di congregarsi in Sirmio, ovė sei anni prima ziale ; ciocchè dimostra esservi de' vescovi, i
avevano celebrato un concilio per condannár quali per la voce óvoduslos intendevano il Ver
Fotino, che era nel medesimo errore di Ario. bo Dio. Perchè se i vescovi che ammettevano
Costanzo accordò loro la domanda , ed il con la voce ó Moou seos , avessero dichiarato espressa
cilio fu celebrato nel 557. V. SIRM10. mente che il Verbo non era Dio, e solamente
Ma come il partito ariano vi dominava , e simile al Padre nelle qualità esteriori, gli altri
Costanzo che v'era presente non aveva d'altro vescovi, che negavano la Divinilà del Verbo,
bisogno, che di favorirlo, i vescovi Ariani vi non avrebbero esclamato contro i primi, e sa
confermarono il loro errore, e decisero di do- rebbero restati nell'unione. Nondimeno la di
versi dire, che il Verbo era simile al Padre, e spula divenne si seria tra gli Ariani , che i ve
togliere la voce ÓMOLOÚstos,affinedi non confon- scovi , i quali avevano ammessa la Divinità del
dere le persone, e di non distruggerə la Trinità . Verbo, e la sua somiglianza col Padre, un anno
Costanzo riguardó quest'orribile espediente dopo, cioè nel 358, si congregarono in Ancira ,
come proprissimo a terminare totte le dispo : capitale della Galazia in Oriente, condannaro
te, fece chiamar Liberio che aveva fallo venire no lulte le selle, le quali rigettavano la Dipi
in Sirmio , ed obbligo rosi loi, come tutti gli nità del Verbo, e non ammisero, che coloro, i
altri vescovi presenti , di sottoscrivere alla for- quali credevano la somiglianza del Verbo col
mula del concilio . Liberio vi sottoscrisse, o Padre . Ed allora fu , che gli Ariani comincia
perché la violenza l'avesse costretto a lal de- rono a dividersi in due selle. Quei che riguar
bolezza, o perché fosse stalo sorpreso dall'e davano il Verbo non come Dio, ma come la
spression greca che credeva significare la mede- crealora la più degna , conservarono il nome
sima cosa che consustanziale, o finalmente per- d'Ariani , e si diede quello di Semi- Ariani a
chè si fosse lasciato ingannare dall'astuzia de- coloro , che consideravano il Verbo come Dio,
gli Ariani , i quali dicevano di non aver messa non già consoslanziale, ma simile al Padre.
la voce Opocourros, invece di opoloubcos, se non Questa divisione fu tanto solenne in quel tem
per distinguere le tre persone della Trinità e po , che le due sette congregavano concilii per
per non cadere nell'errore di Sabellio e dei vicendevolmente condannarsi. Gli Ariani con
Noeziani , i quali non ammeltevano in Dio che servarono per loro capi: Eusebio falso vescovo
una sola persona. Sembra intanto assai pro . di Costantinopoli ; prima vescovo di Nicome
babile , che Liberio, slanco dalle pene dell'esi- dia , Eudosso vescovo , d'Antiochia , Acacio
lio, solloscrivesse a quella formula in apparen- vescovo di Cesarea , Valente vescovo di Mursa,
za , ma che egli non vi credeva, sperando di Ursacio vescovo di Singed un . I capi dei Sem ja
ARIANI 433

ariani furono, Basilio vescovo di Ancira , Gior- per divertirneli , che lo scongiuravano d'aver
gio di Laodicea , ed Eustazio di Sebaste. Lo compassione di tanti popoli , ch'erano senza
seisma che incominciò a regnar tra gli Aria- pastori , e di non aspettare i rigori dell'in
ni intorbidò talmente lo stato della Chiesa , verno per lasciarli tornare alle chiese . Quie
che dall ' una parte e dall'altra si credette es sta seconda lettera non ebbe più felice suc
ser necessario un Concilio generale . L'impe- cesso della prima. Essi furono costretti a
rator Costanzo v'acconsenti ; ma gli Ariani fermarsi in Rimini e aspettar gli ordini, che
rappresentarono all'imperatore che il mezzo Valente portò loro da parte dell'imperatore.
di conservar la libertà della nazione e de'suf- I vescovi ariani congregati in Seleucia non
fragi era d'assegnar un luogo in Oriente do- seguivano che le loro passioni , non erano si
ve i vescovi orientali s'upissero , ed un altro tranquilli come i vescovi ortodossi di Rimi
in Occidente, ove si unissero gli occidentali . ni , sebbene oppressi . Ciascun prelato voleva
Che questi due concilii sarebbero tuttavia decidere secondo il suo capriccio. Gli uni
considerati come un solo , quando vi si stabi . pretendevano riconoscer il Verbo come simi
lisse la medesima fede. L'imperatore appro- le al Padre, gli altri domandavano che si to
vó la proposizione. Egli assegnò Rimini per gliesse si la parola simile , come quella con
i vescovi d ' Occidente, e Seleucia per i ve- sostanziale , e che s'acceltasse il rimanente
scovi d ' Oriente. Il concilio di Rimini, co- della formola della fede Nicena. Molti dice
ininciando nel 359 , fu numerosissimo , e di vano che il Verbo non era che una creatura ,
trecento vescovi assistenti , cinquanta sola- e non già Dio . Questa divisione di Seleucia
mente se ne contavano ariani . Appena i ve- doveva portar Costanzo a sottoscrivere alla
scovi d'Occidente furono congregati in Rimi- profession di fede de'vescovi cattolici di Rimi
ni , che ricevettero una lettera dell'impe. ni , il sentimento de quali era unanime ed in
ratore, con la quale si proibi va loro assoluta- variabile; ma la sua pendenza verso l'arianismo
mente di nulla definire, che riguardasse i ve era molto forte , ed egli non volle mai aprir
scovi di Oriente : ma il concilio non ebbe al- gli occhi per riconoscere il suo errore. Al
con riguardo ad un ordine si contrario alla contrario piccato della fermezza , colla quale
libertà del santo concilio. I dri conferma- j vescovi cattolici congregati in Rimini si
rono il simbolo di Nicea, e scomunicarono erano opposti al fine, che egli aveva di stabi
tutti i vescovi d'Oriente , che insegnavano il lire dovunque la fede ariana , usò d'un arti
contrario . La questione della consustanzialità fizio , che divenne funesto alla fede di molti
essendosi cosi definita, i vescovi riguardaro- particolari . Egli ordinò ai vescovi ariani ri
no il concilio come terminato , e deputarono tornati da Seleucia, ed a quelli che erano sta
venti de' loro vescovi , per render conto al- ti deputati dagli Ariani di Rimini di congre
l'imperatore di tutto ciò che si era operato garsi in Nicea città della Tracia , differente da
nel concilio . Dalle loro lettere all'imperato quella in cui si era celebrato il concilio ge
re si vede ch'essi lo avvertivano d'aver se nerale ; e dacchè gli Ariani vi furono con
guita la fede del concilio Niceno , ed avendo gregati, costrinse i deputati di Rimini di sot
essi conosciuto , che Valente ed Ursacio fo- toscriversi all'assemblea , e ad una formula
mentavano la divisione nel tempo che finge- di fede esteriormente ortodossa , ma realmen
vano di voler la pace, perció s ' erano separati te ariana , o per violenza o per inganno. Al
dalla comunione de' partigiani d'Ario e di cuni vescovi cattolici deputati di Rimini fu
tutti coloro che aderivano all ' eresia. Essirono impegnati a segnar la formula , ma il
terminarono le loro lettere , pregandolo d'aver maggior numero preferi la morte a questa $e
riguardo alle loro infermità, alla povertà ed gnatura . Gli Ariani, gonfi della loro falsa vit
al bisogno delle loro gregge, e che , poichè il toria sulla debolezza de' vescovi ch'essi avean
concilio era terminato, accordasse loro la li- sedotti o sforzati a sottoscrivere , pubblicaro
bertà di tornare nelle rispettive diocesi . L'im- no il loro trionfo , e diedero il nome di for
peratore Costanzo semplicemente rispose, che mola di fede Nicena alla formola ariana che
come egli era sul punto di partire per la guer- essi avean fabbricala. Essi portarono più ol.
ra contro i Barbari , non poteva trattare con tre la loro furberia , e come dovea presumersi
loro sulle materie di religione , le quali ri- che i fedeli sommetterebbonsi piuttosto alle
chiedevano una più seria attenzione, per cui decisioni del concilio di Rimini , il quale ave
vi avrebbe pensato. I vescovi , poco soddisfat va deciso nella pace, che a quello di Seleucia,
ti di tal risposta , scrissero una seconda lette- che era stato diviso dalla discordia , diedero
ra all'imperatore, colla quale l'assicuravano, alla loro assemblea di Nicea della Tracia il
che la fede da loro seguita era inviolabile , nome di concilio di Rimini .
ch'era inutile di meditare allri espedienti Questo inganno non fu loro di gran vaplag.
Encicl. Eccles . Vol . 1, frisc. VII , 53
ARIINI

#gio : ciascuno fu istrutto della perfidia degli prendere , e segnarono il formolario nel sen
Ariani , ed il loro formulario fu rigettalo dap- so caltolico , ch'era , che il Verbo era Dio
pertutto dai cattolici. L'imperatore conob- generato da Dio ab eterno , e che non era
be che il formulario fabbricato nel concilio punto creatura , poichè era sempre stato , sen
di Nicea della Tracia , e che portava il titolo za mai essere stato creato . Valente disfece le
della fede Nicena e di Rimini , non era di un loro firme e pubblicò che egli aveva ridotto
peso sufficiente per togliere le turbolenze. E- tutti i vescovi ad una medesima fede sul
gli convocò un concilio a Costantinopoli , in punto del Verbo , e che i vescovi d'Occi
cui , secondo Socrate, non assisterono che cin- dente avevano riconosciuto che il Verbo non
quanta vescovi ariani incirca delle vicinan era veramente Dio. I vescovi cattolici d'Oc
ze, o , secondo altri , solamente dieci , ch'eb- cidente dichiararono dappertutto che ricono
bero per presidente Acacio , vescovo ariano . scevano il Verbo per Dio , senza che fosse
Quest' assemblea , che era fatta per istabilire stato giammai fatto o creato ; e dichiararono
la pace , almeno tra i vescovi d'Oriente , pure che essi non avevano giammai preteso
servi maggiormente a dividerli . Acacio pro- di dare alla formola il senso che gli Ariani
pose all'assemblea una formola, che distrug- le davano . Che se erano stati sorpresi , non
geva la sostanza divina del Verbo , la sua bisognava attribuirlo che alla mala fede de
consustanzialità , e la sua somiglianza con gli Ariani , che avevano loro presentata una
Dio il Padre. I Semi - Ariani , melanconici formula equivoca , e che essi avevano spiega
perchè vi si era tolta la parola simile , si ri- ta in un senso cattolico . Non si potrebbe du
voltarono contro gli Ariani , e condannarono bitare , che gli Ariani dopo un tale inganno
Ario , e l'empietà della sua fede. L'impera- dicessero giubilando eiocchè riferisce s. Gi
tore , che era presente a quell'assemblea, non rolamo , a che tutto il mondo si maravigliò
volle punto retrocedere da ciò che aveva fat- di vedersi chiamato ariano , quando difatto
to proporre colla sua autorità . Egli diede la non lo era . » Imperocchè per essere tutto il
cura ad Acacio di far ricevere il nuovo formu- mondo ariano era necessario che la Chie
lario in Oriente.ed inviò Valente in Occidente sa , universalmente congregata in Rimini ,
con ordine di obbligare i vescovi , ch'erano avesse adottato l'arianesimo , locchè è asso
trattenuti in Rimini , di sottoscriversi al me lutamente falso. E non bisogna che far uso
desimo formulario . Tauro, governatore del. del semplice raziocinio per dimostrarlo. O il
la provincia , fu incaricato di far esegui- concilio di Rimini è riguardato come legitti .
re gli ordini dell'imperatore ; ma nè le mo ed ecumenico , o come malamente con
minacce nè le lusinghe poterono nulla sui gregato , o come un conciliabolo .Di qualun
vescovi di Rimini che ricusarono sempre que maniera si consideri , ugualmente consta
di sottoscrivere . Non vi furono che i vesco che la Chiesa universale non diventò ariana .
vi ariani , i quali avevano resistito al con Primieramente si può dire , che il concilio
cilio di Rimini , che vedendosi allora so di Rimini è legittimo ed ecumenico ; poiché
stenuti da un'autorilà superiore , si separa- tulli i vescovi del mondo vi furono chiama
rono dai vescovi cattolici ; si unirono in una ti , mentre quei di Seleucia non facevano
chiesa particolare , e segnarono il formulario che parte del concilio di Rimini . Perchè co
conformemente agli ordini dati da Costan me lo Spirito Santo si trova dappertutto col
20. La minorità del numero provò , ch'es la sua Chiesa , particolarmente quando ella
si operavano a capriccio , o per una debo- sia congregata nel suo nome, egli presiede so
le compiacenza verso l'imperatore , e la lo- pra quelli che si uniscono per rappresentar
ro assemblea non fu riguardata che come la , o che essi sieno rinchiusi in un sol luo
un'unione di fazionarii . Valente , inquielo go , o che sieno dispersi in varii luoghi . L'u
di aver cagionato un nuovo scisma in Rimi- nilà d'intenzione e di sentimento , e non l'u
ni , medito un ' altra astuzia per sorprende- nità del luogo, è quella che fa l'unità della
re i cattolici . Egli compose , dice s . Giro- radunanza della Chiesa . Su tal principio è
lamo nel dialogo contro i Luciferiani, una chiaro che il concilio di Rimini è legittimo ;
nuova formola di fede, nella quale fu dichia- ciò che è stato determinalo in questo concilio ,
rato , che il Verbo è Dio , generato da Dio deve essere la ſede della Chiesa . E come ciò
prima di tulli i tempi , e che non è una che è stato determinato a Rimini non è altra
creatura come sono tutte le altre creature. cosa , che ciò che si determinò in Nicea, indi
Egli diede delle spiegazioni cosi ortodosse ne segue che questo concilio non ebbe altra
a questo formolario , ed usò tanto artifizio fede che quella di Nicea ; cosi che la Chiesa da
per colorire la sua mala fede , che i vesco lui rappresentata non diventò ariana. Questo
vi del concilio di Rimini si lasciarono sor- fatto consta dalla condanna dell'eresia ariana ,
ARIANI 433
e dall'esposizione della fede contenuta negli rappresentare nè il mondo cristiano , nè la
undici articoli di Rimini, il terzo dei quali è Chiesa cattolica . Sembra nondimeno più con
queslo : Se qualcuno dice, che il Figlio di Dio venevole il sostenere la validità del concilio di
sia creatura, e che sia stalo fullo, sia scomuni- Rimini , e il dire , che le ragiovi addolte non
calo . Si legga s. Ilario , De fragm . lib. poster. bastano per distruggerla . Primamente, quando
de Synod. Ariuna, p . 74 . anche fosse vero che Costanzo non avesse con
Che se si opponga a questa esposizione della vocato il concilio, che per favorire gli Ariani.
fede di Rimini la firma, che i vescovi fecero il concilio non sarebbe men valido , poichè i
al formolario di Valente, questa firma non po- vescovi non si congregarono per abbando
trebbe distruggere ciò che fu determinalo pri- narsi alle malvage intenzioni dell'imperato
ma, poichè ella non fu firmala che relativa re ; ma per sostenere la vera fede, poichè essi
mente al terzo arlicolo della esposizione della determinarono il contrario di cio che egli pre
fede, in cui si defini che il Figlio di Dio non lendeva, e scomunicarono i vescovi del suo
è puplo creatura, e che giammai è stato fat- partito ; cosicchè il concilio di Rimini, invece
1o. L'inganno di Valente, nascosto sotto un di favorire l'ariadesinio, lo condanno. In secon
termine equivoco, non cambiò la fede dei pa- do luogo , non già la volontà dei principi , ma lo
dri del concilio di Rimini, poichè nel segnare Spirito Santo è quegli , che della la fede dei
jl formolario di Valente inlendevano essi , che concilii : dunque non si deve attribuire la va
il Verbo non era creatura. Questo formolario lidità o invalidità dei concilii intorno alle cose
von era un atto del concilio, poichè i vescovi da loro decise, alla volontà dei principi che
l'avean già disciolto : le lettere che avevano li congregarono.
scritto all'imperatore per la licenza di ritorna In secondo luogo la discordia , e la separa
re nelle loro chiese, non appartenevano al fallo zione dei vescovi congregati a Seleucia non
della fede. La formola che segui , non fu che una poterono cagionare lo scioglimento del concilio
formola di pacificazione che all'esterno nulla di Rimini. Primanente, perché la separazione
offriva di eretico, poich'ella diceva , che il di alcuni vescovi non ruppe la celebrazione
Verbo è Dio , generalo da Dio dall' eternità , del concilio , come consta dalla continuazione
ehe non è creatura . È vero che v'era dipoi , e validilà del concilio Niceno, e di Sardica ,
come sono lulle l'altre creature ; ma i ve sebbene molti vescovi del partito di Ario a
scovi cattolici riguardarono queste parole come vessero abbandonata l'assemblea. Secondaria .
di nessuna conseguenza. Imperocchè subito mente, perché il concilio di Rimini aveva di
che si disse, che il Verbo era Dio, generalo da già faite le definizioni della fede, ed aveva ter
Dio dall'eternità , non potevano essi più pen- minati gli atti , prima che la rottura dell'as
sare, che Valente pretendesse, che il Verbo semblea di Seleucia fosse stata fatta o ricono
fosse una creatura , quantunque differente dal- sciuta , poichè i deputati dei vescovi di Rimini
le altre, poichè lullo ciò che è creato , è creato giunsero a Costantinopoli prima di quelli di
nel tempo ; e conseguentemente ciocchè è stato Seleucia . È vero che Bellarmino e molti altri
creato dall'elernità , non potrebbe essere crea sono di sentimento , che il concilio di Rimini
tura . È dunque evidente che se vesco non sia stalo approvato, ma il p . Labbè ris
vi di Rimini passarono queste parole come ponde, che il p . Bellarmino ha probabilmente
sono l'altre creature, credettero , che Valen- confuso il concilio illegittimo dei vescovi aria
te pretendesse dire, che il Verbo era Dio, e ni a Nicea della Tracia , ch'essi chiamarono il
non crealura , come sono le altre creature , concilio di Rimini, col concilio realmente con
poichè essendo Dio, egli era generato da Dio, gregalo a Rimini , ove nulla si decise che non
e non creato , o fatto , come sono tutte le fosse cattolico , come si può vedere negli alli ,
creature, le quali sono create e falte. Che se che sono riferili pella Collezione de concilii del
al contrario si pretende che il concilio di Ri- p. Labbè, nel secondo loco. Sarebbe pertanto
mini sia falso : 1. perchè l'imperatore non lo più convenevole il dire, che se il concilio di Rio
congregò, che per favorire gli Ariani ; 2. perchè mini non fu approvalo , o s'egli fu rigeltato da
i vescovi congregati a Seleccia , i quali faceva- alcuni Papi , ciò non è derivalo, perchè esso
no parte del concilio ecumenico , si separarono abbia decisa qualche cosa contro la ſede nice
nella discordia , e resto il concilio disciolto ; se, na ; ma per timore che gli Ariani non voles.
io dico, il concilio di Rimini è falso , ne segue sero autorizzare il loro errore, ed ingannar
necessariamente , che il mondo non divenid . quindi i semplici.
ariano per la sottoscrizione del fornolario di Non sarà in ulile losservar qui , che molli
Valente ; poichè un conciliabolo non potrebbe hanno confuso il frallo della storia della ss
436 ARIANI
gnatura del formolario di Valente dai vescovi scovi callolici : e s'erano ancora in Rimini,
caltolici del concilio di Rimini, con quella del non v'erano traltenuti se non per ordine del
formolario di Sirmio , come molti scrillori si l'imperatore.
sono riportati ad autori in fedeli, ed a quei che Daccbè Valente ebbe cosi ingannali i vesco
non hanno letto gli originali dei concilii . Vi vi callolici di Rimini; ritorno come in trionio
sono alcuni , che han preteso che i vescovi di in Costantinopoli. L'imperatore lo accolse o
Rimini erano semplicemente caduti in un er- norificamente, e lo rimandò in Italia con or
rore materiale, e come essi non sapevano il dine di far solloscrivere il suo formolario a
greco, presero la parola èpocovolos, che signi- lutti i vescovi che non l'avevano sottoscrillo ,
fica simile, per quella di opoouolos che significa per non essere stati presenti al concilio. Va.
consoslanziale ; ma essi confondono ciocchèsi lente parti da Costantinopoli, e venne in Ro.
tratto nel Concilio sciscoalico di Sirmio con ma, per dar principio alla sua commissione.
quello che si fece in Rimini . Nel concilio di Comunicò egli gli ordini suoi al Papa Libe
Sirmiogli Ariani misero la parola ópOLOUGLAS in rio nell'anno 360 , e gli presenlò il suo for
luogo di v cougies che i Caltolici rigettarono molario ; ma Liberio ricusò di solloscrivere .
come contraria alla ſede Nicena. I Semi-Aria. Costanzo sdegnato ordinò che si conducesse
ni furono i soli che accettarono la parola ópe- Liberio alla sua presenza ; ma Liberio andò a
QUOLOS e cominciarono indi a distinguersi dai nascondersi nelle calacombe, donde non usci,
puri Ariani. Se furon vi alcuni vescovi cattoli se non dopo la morle di Felice elello Papa in
ci, che si sottoscrissero a tal cambiamento , ciò suo luogo. | vescovi d'Italia imitaronio la
accadde per inganno, o per violenza, come at- medesima costanza di Liberio contro il for
lesta 8. Alanasio di essere accaduto a Liberio. molario ariano, e tulfe l'astuzie di Valents
La formola , che Valente fece solloscrivere ai svanirono. L'imperalore divenne più furio
vescovi di Rimini, era si poco conforme a so, i vescovi ariani profillarono della occa
quella di Sirmio, che per ben della pace l'in- sione e non serbarono più alcuna politica. Es
peralore aveva ordinalo di loglierne la parola si fecero nel 360 un formolario di fede, che
ópolvoros , che volevano i cattolici , e quella di fu il secondo dalla loro parte e dichiararono
O LOLOURLOS che volevano i Semi - Ariani . che il Verbo era realmente creatura, ch'era in
Da tale osservazione, senza che sia neces- tutto dissimile dal Padre. Quindi lo scisma di
sario di ricorrere a tante arguzie, apparisce vento più considerabile che non era stalo, e
come deve rispondersi agli eretici,che accusano la persecuzione dei vescovi cattolici d'Orien
la Chiesa d'aver errato nel concilio di Rimini. te più violenta fino alla morte di Costanzo ,
Si risponderà agli eretici , che il concilio di avvenuta nell'anno 362. Sant' Alanasio pro
Rimini non ha punto errato , che gli undici fitto della calma, che i cattolici cominciaro
articoli dell'esposizion della fede son tutti cat no a godere dopo la morte dell ' imperatore.
tolicissimi, che le lettere dei vescovi del con- Egli celebrò nell'anno stesso un concilio in
cilio scritte all'imperalore sono piene di zelo, Alessandria dove riabilitò lutti i vescovi cat
di costanza per sostegno della fede, senza che tolici , che sembrarono sottoscriversi esterior
la persecuzione e la violenza abbiano potuto mente alle formole sospette degli Ariani, ma
smuoverli . Che i vescovi ariani di Rimini si che erano interiormente allaccati alla fede
divisero dall'assemblea, perchè i vescovi cat- Nicena . Sant'Ilario , vescovo di Poitiers nel
tolici non vollero nulla ampmetlere , che favo . l'Occidente, ed Eusebio vescovo di Vercelli in
risse all'arianesimo. Che se finalmente i ve. Orienle secondarono la pietà di sant'Atanasio.
scovi cattolici firmarono il formolario di Va. La pace parve ristabilita per lo spazio di tre an.
lente , lo firmarono nel ser.so cattolico , che ni , dopo dei quali la guerra più che mai si ac
poteva avere, e che Valente finse di dargli pri- cese, e si tennero da ogni parte particolari con
ma della solloscrizione de' vescovi . Si vede cili, nei quali gli Ariani ed i callolici vicen ..
ancora, che s . Girolamo istrutto del senso, in devolmente si condannavano. Il Papa Damaso
cui i vescovi solloscrissero , esclamó come in lenne un concilio in Roma nel 369 dove condan .
nome di tutti i vescovi ortodossi , che rappre. no Aussenzio vescovo di Milano che era aria
sentavano la Chiesa: che tullo l'universo era no. La persecuzione degli Ariani contro i cal
sorpreso di vedersi chiamalo ariuno, mentre tolici cominciò a mitigarsi nel 378 solto l'impe
che delestava l' arianesimo. Di più il formola- raloreGraziano; e Teodosio, divenuto imperalo .
rio di Valeule pon ſu giammai inserito negli re nel 380, cacciò gli Ariani dallechiesee ordino
alti del concilio di Rimini, perché il concilio di seguire la fede di Damaso in Occidente e
era teroripalo , quando egli lo presentó ai ve- quella di Pietro II patriarca di Alessandria jo
ARIANI 457
Oriente. Dopo un anno questo divoto impera- gogna. Odoacre re barbaro usurpo l'impero ro
tore fece congregare il primo concilio genera mano, e vi stabil ) i partigiani d'Ario. Evarico
le di Costantinopoli, dove si confermo di ouo re dei Visigoti fece lo stesso nella Gallia. Lo
vo la fede Nicena . L'imperatore prolesse il stesso fecero Alboino e i Longobardi in Italia
concilio, e proibì di sostenere, e d'introdurre nei secoli sesto e settimo; cosicché l'arianesimo
altra religione, che quella della Chiesa cat- Jesolo la Spagna, l'Italia e molte parti d'Orien
tolica. te e dell'Occidenle fino all'ottavo secolo, in cui
Lo zelo di Teodosio pel sostegno della fede questa eresia cominciò a comparir estinta per
brillo d'avvantaggio nel 383. Egli rinnovo le cure de'principi e de’vescovi. Nessuna ere
tutli gli edilli fatti contro gli Ariani , gli ob- sia cagionò tanti scandali , e durò tanto tempo
bligo di ritirarsi, ciascun nel suo ordinario do- nel mondo cristiano. li'eresia ariana allacco
micilio, acciocchè non infeltassero altre cillà il fondamento della religione coll'attaccare la
col veleno della loro dottrina. Cosi terminó divinità del fondatore. Il demonio impiego lut.
l'arianesimo che da sessanlatré anni desolava ti i suoi sforzi per istabilirla in tullo l'univer
la Chiesa. L'Occidente non godelle subito della so. Iddio volle permettere questo comballimen
tranquillità. Giuslina, vedova di Magnenzio, lo per avverare l'oracolo del suo Figliuolo, il
sposa di Valentiniano il Vecchio , fece risplen- quale disse, che la Chiesa è edificata sulla pie.
dere l'arianesimo, dacchè ebbe autorità di pro- . Ira immobile, e che tutte le porte dell'inferno
teggerlo. Valentiniano , imperalor d'Occiden- innalzate contro di lei non potranno giammai
te, suo sposo , essendo morto , ella diventò distruggerla. Il demonio suscito nel XVI seco
reggente dell'impero durante la minorità di lo, cioè verso l'anno 1531 , Michele Serveto, spa
Valentino il giovane. Appena ebbe ella lę gnuolo, dottore in medicina , il quale ringovo
redini del governo, che nel 386 fece pubblica- l'errore degli Ariani in alcuni luoghi dell'A
re un editto contrario a quello di Valentinia- lemagna e della Francia, aggiungendo a questa
no il padre, che era caltolico . Vi ſu prescritto errore molti altri ugualmente empi. Giorgio
che non si seguisse in fulto il dominio del Blandrala Piemontese, Valentino Gentile Ga
impero d ' Occidente, che la fede del concilio briele nella Pannonia, Gregorio Paoli ministro
di Rimini autorizzata dal falso concilio di Co. calvinista di Cracovia , Fausto Socino di Siena
stantinopoli. Ma s. Ambrogio, il cui zelo s'im in Polonia , Luca Slamborg monaco a poslata
mortalo per la sana dottrina , si oppose alle in Alemagna , Andrea Dudizio vescovo di Cin
intraprese di Giustina : egli ebbe la protezione que chiese in Ungheria, rinnovarono l'ariane
di Teodosio il Grande, e dacchè il giovane Va. simo nel medesimo secolo. Giovauni Casimiro
lentiniano fu in istato di governare da sè, lo re di Polonia nel 1658, fece un editto, con cui
attacco talmente alla fede cattolica , che ob- obbligó tulli gli Ariani ad uscire dai suoi sta
bligo Giustina a slarsene in silenzio, ed il par. li , o ad abiurare i loro errori . Molli fecero la
tito degli Ariani fu distrullo nella Chiesa loro abiura, e quei che furono ostinati , si riti .
d'Occidente . rarono in Olanda , do vuole, che tulla via
Intanto sorse nell'anno 386 qualche ribel se ne trovino alcuni solto il nome di Socinia
lione per parte degliAriani in Oriente. Demo- ni , i quali però professano l'arianesimo, o a
filo vescovo di Costantinopoli , e Teotjsso siria meglio dire l'eresia dei Noeziani. Imperciocchè
no si fecero capi del partito ariano. Ma Demofi- gli Ariani avendo adottata l ' eresia di Mace
lo fu discacciato dalla sua sede per le diligen- donio , il quale negava la divinità dello Spi
ze dell'imperatore . Si diede a quei ch'erano rito Santo, non riconoscevano che una per
discepoli di Teodosio il nome di Psaliriani dal . sona in Dio, locchè è il sentimento di Noe
la voce psaliro che significa pasticcio, perchè 1o, il quale non riguardava e il Verbo e lo
Teotisso era un pasticciero. Si chiamaronocon Spirito Sanlo, che come due nomi dati a Dio
altri nomi gli Ariani, secondo i capi che aveva- secondo le sue diverse operazioni . Gli Affuri
no alla loro testa. Essi avevano il nomedi Cur. lani , i Rogaziani , i Circoncellioni, gli Aeziani ,
siani e Pileciani, il primo da una voce che si i Parmeniani, i Macedoniani hanno attaccata
gnifica Curso, ch'era assai deforme; il secondo la divinità di G. C. Non è slato Ario il primo
dal greco tignxos scimia . Tutte queste selle ad insegnare, che G. C. non era Dio ; poichè
durarono qualche tempo senza gran rumore, Cerinto, Ebione, Valentino, gli Alogi, Noelo, i
ma accesero de'grandi incendi, dacchè gli Aria- suoi discepoli avevano pubblicata la medesima
ni ebbero la libertà di manifestarsi. empielà : ma come nessun eresiarca la difese
I Vandali portarono l'arianesimo nell'Africa, con tanta astuzia e con tanto successo come
in Italia, in Francia, e particolarmenteip Bor. Ario, perciò se ne è fallo il capo di quella ere
438 ARIANISMO - ARIBONE
sia. Leggasi Maimbourg, Tillemoni, e la Storia ARIAS MONTANO ( Benedetto), era di Si
dell'arianismo. viglia nella Spagna, di nobile ma povera fa
Quantunque l'errore di Ario non consistes- miglia , peritissimo nelle lingue orientali . Ac
se propriamente che nel negare la divinità del compagno, qual sacerdote , il vescovo di Sego.
Verbo, gli Ariani nondimeno adottarono tutti via al concilio di Trento , dopo di che si ritirò
quelli, che servirono a favorire la loro eresia. nelle montagne dell'Andalusia, donde fu ri
Come essi non potevano attaccare la divinità chiamato dal re di Spagna Filippo II , onde al .
del Verbo senza rigettar quella dello Spirito tendesse alla nuova Bibbia poliglotta , che ei
Santo, abbracciarono l'errore di Macedonio, e fece redigere giusta quella di Alcala già pubbli.
non fecero , per così dire, che nn corpo coi Ma- cata per cura del cardinale Ximenes . Non man
cedoniani , Neoziani e Sabelliani. I discepoli di carono invidiosi , i quali mal acconsentendo al .
Ario insegnarono in seguito : 1. che G. C. non l'onore che ad Arias veniva da questa edizio
era mediatore tra Dio e gli uomini , ma un sem ne, cercarono di deprimerlo, accusandolo di
plice istromento, per cui li conduceva alla ri- giudaismo , per cui fu obbligato di recarsi a
conciliazione, senza cb'egli contribuisse alla lo- Roma a discolparsi. La sua innocenza ebbe pie
ro salute co'meriti; 2. essi non credevano, che no trionfo, ed al suo ritorno gli fu offerto un
G. C. fosse sacerdote, ciocchè è stalo uno dei vescovalo dal re Filippo II , ovore cui non ac
principali errori di Nestorio ; 3. essi rigetta- condiscese, amando la tranquillità della vita,
vano tutte le tradizioni , e questa dottrina eb e morì a Siviglia l'auno 1598.
be corso solto Vicleffo. Bisogna pertanto os I trattati di Arias che trovansi nelle poli
servare che queste nuove opinioni non sono glolle di Anversa , sono nove libri delle Anti
state ricevute fra gli Ariani , che lungo tempo chità giudaiche, ed un trallalo che ha per li
dopo la morte di Ario, come si può vedere nel- lolo Joseph, o della interpretazione dei discor
le formule della loro fede, nelle quali i primi si misteriosi , nel quale egli spiega un gran
Ariani riconobbero G. C. per medialore e ade- numero di parole della sacra Scrittura.
rirono esteriormenle almeno alle tradizioni Le altre opere di lui sulla Bibbia sono un
apostoliche. Devesi ancora riflettere, a non commentario sopra Giosuè, un commentario
confondere indifferentemente quelli che si so- sul libro dei Giudici, alcuni schiarimenti so
no chiamali semplicemente Ariani , con quelli pra i primi trentun salmi; ed uno specialmen
che tra gli Ariani stessi ebbero qualche opinio- ie sul salmo 55 ; due tomi di commenti sopra
ne particolare , e talvolta nomi differenti, se Isaia ; un commento sopra Daniele ; uno sui
condo la persona che avevano a capo. dodici profeti minori ; alcune dilucidazioni
Ma essendo proprio degli eretici di ricer- sui libri del nuovo Testamento ; la storia del
care raggiri per nascondere le loro malvage genere umano, ossia della generazione di Ada
intenzioni, e coprire i loro errori coll'espres- mo ; lo spettacolo daviddico ; l' Ecclesiaste in
sioni le più verosimili , sarebbe qui a proposito versi ; le figure dell'antico Testamento spiega
di riferir le dodi formole della fede, che gli te in versi , ecc . ecc. Du .
Ariani presentarono , o composero nei diffe ARIASSO . Cillà vescovile solto la metropo
renti concilii e nei conciliaboli, ov'essi si tro. li di Perga , di cui si fa menzione specialmente
varono, ma si potran leggere gli autori citati pei suoi tre vescovi , che furono : 1. Pammenio,
senza portar più al lungo questo articolo, su il quale assistette al primo concilio di Costan .
cui sembra di esserci più del dovere estesi. A- s . tinopoli ; 2. Teofilo , che fu presente al concilio
ARIANISMO . V. ARIANI .
di Calcedonia ; 3. Giovanni , uno di quelli che
ARIANO . Secondo le congelture storiche sottoscrissero alla lellera in viata dalla sua
vuolsi che questa città abbia ricevuto la ſede provincia all'imperatore Leone . Or. Cr.
al tempo degli Apostoli e dei loro primi disce. ARIBONE, vescovo di Frisinga ' nell'ottavo
poli ; ma mancano fondamenti onde con cer secolo , tenne per tredici anni la cattedra ve
tezza asseverare la cosa . Quello che v'ha d'in- scovile, dopo aver dirello per setle anni il mo .
contrastabile si è che dal secolo undecimo vi naslero di Schelecdorf di cui fu primo abbale .
si trova un vescovo, e che non se ne conosce La sua attenzione e vigilanza onde il Signore
niuno di più antico E nel regno di Napoli. fosse veramente servito dai suoi figli fu som
ARIARATE . V. CAPPADOCIA. ma, nè mezzi trascuro che all'uopo fossero
ARIARATHIA , cillà vescovile dell'Armenia convenienti ed opportuni . Morì nell'anno 783 .
minore a mezza strada da Sebasle a Cucuso, e ARIBONE . Arcivescovo di Magonza dopo
da Nicopoli ad Arabisso, secondo la narrazione Etkembaldo, cioè nel 1021 , al fine di fare che
di Tolomeo N. E. le virtù fra il suo clero liorissero, ed i mali
ARIDAI - ARIMATEA 439
dal suo popolo fossero tolti , celebrò varii con Ariel, perchè divorava le vittime come un
cilii , dei quali fece salutari statuti al bene leone. Egualmente in Ezechiele, 43 , 15 , 16 ,
comune . Viaggio pure a Roma , e sempre si Gerusalemme è chiamata Ariel , ( 18. 29 , 1 :
mostrò molto zelante per tutto ciò che ri Vae , Ariel , Ariel civitas quam expugnavit
guardava l' ecclesiastica disciplina . Ma fu il David. ..... 2 : el circumvallabo Ariel) sia
suo governo di breve durata , che visse solo a cagione della sua potenza , sia a cagione
dieci anni nel vescovato , morendo l'anno della fierezza rispetto a Dio st e della sua
1031. Pure questo tempo bastó affinchè ei crudeltà verso i profeti ; ovvero, come vo
potesse lasciar tracce perenni di sua virtù , e gliono alcupi , perchè apparteneva alla tribù
far che presso ai posteri il suo nome vivesse. di Giuda , il cui simbolo era un leone. Hur.
1 Sır . ARIEL è uno di quelli che Esdra, quando
ARIDAI , nono figlio di Aman , che fu im- stazionava vicino al fiume Ahava per ritorna
piccato coi suoi fratelli dopo la morte del pa re dalla schiavitù , depulò ai figli di Levi affin
dre. Esth . capo 9 , vers . 8 . Cal . chési recassero al servizio del tempio. Cal .
ARIDATHA , sesto figlio di Aman , impic ARIEL DI MOAB . Parlasi nella Scrittura
cato come gli altri suoi fratelli . Esth . cap. 9 , di due Ariel di Moab, che altro non sono che
vers . 9 . Cal . la città di Ar o di Areopoli, capitale di Moab,
ARIDIO (S.) , vescovo di Nevers , chiamato divisa in due parti dal fiume Arnon. Cal .
in latino Aregius od grigius. Della sua vita ARIETE , antica macchina da guerra di cui
poco o nulla si sa , ed il suo nome si conosce parla Ezechiele nei capi 4 , vers . 2 ; 21 , vers .
precipuamente perchè ei sottoscrisse ai conci- 22 ; 26 , vers . 9 ; e pare , secondo il dire di
lii di Orleans e di Parigi , tenuti nell'anno 5 49 Tertulliano de Pullio, che questo profeta sia
il primo , il secondo nel 531. Con solennità stato il primo a farne menzione . Nabuccodo
è però celebrata la sua memoria a Decise il nosor se ne servi all'assedio di Gerusa
giorno 16 agosto . BER . lemme . Cal .
ARIDIO (S.) . Nato da illustre famiglia nel ARIGONI (GIACOMO) , nativo di Lodi , ri
l'anno 535 , dopo aver percorso i primi cevuto nell'ordine di s . Domenico , in breve
gradi della carriera ecclesiastica , lasciando o ne divenne uno dei principali ornamenti .
vunque tracce della sua pietà e del suo sape Corsa la carriera degli studii , fu proclamato
re , nel 579 fu consacralo vescovo diGap . Ze- dottore , e posto a lettore di sacra Scrittura
lante del bene delle anime, ed infiammato da a Bologna, indi da Bonifacio IX creato mae
quella carità celeste che divampando nel cuo stro del sacro palazzo per le rare qualità che
re di chi la accoglie maggiormente fortifica , lo distinguevano ; rare qualità che dopo non
non si accontentò di operare il bene in quella molto lo fecero ascendere al vescovado nella
chiesa, ma si fece benanche premura di per stessa sua patria, cui fu innalzato da Grego
petuarlo , educando con particolare impegno rio XII nell'anno 1407. Governava questa
in sua casa giovani cherici , i quali potessero chiesa quando tennesi il concilio di Pisa , cui
poscia continuare ciò che egli aveva incomin- assistè e sottoscrisse, e vi recitò un sermone,
cialo. Lo stesso era legalo in istretta amici come si trova negli atti di quello. Ma più e
zia e relazione coi più santi vescovi della gli s'illustrò nel concilio di Costanza tenu
Francia , e più ancora col Pontefice s. Grego- tosi nel 1414 , dove recitò cinque sermoni ,
rio Magno. Nell'anno 584 fu presente al se due circa il supplizio di Giovanni Hus e di
condo concilio di Valenza e nell'anno seguen- Girolamo da Praga , due sulla morte di Fer
te a quello di Mâcon . Iddio lo distinse col dinando re d'Aragona e del cardinal Bari , il
dono dei miracoli, e guari tre lebbrosi poco quinto sull'elezione di Martino V : sermoni
innanzi la sua morte avvenuta nel primo di che sono la testimonianza più solenne della
maggio 604 , giorno in cui in più martirolo- saggezza ed eloquenza di lui . Lo stesso Mar
gii incontrasi segnato il suo nome. tino V ne concepi stima particolare , e nel
ARIE , V. ARGOB . 1417 lo trasferi a Trieste , poscia nel 1424
ARIEL, settimo ed ultimo figlio di Gad . ad Urbino , ove mori nel 1435 . Ec .
Num . 26 , 27. Questi è capo degli Arieliti , e ARIMANON , città di rifugio al di là del
si chiama Areli nel libro della Genesi,46 , 18. Giordano. Sembra che sia la stessa che Ra
ARIEL. Prendesi per l'altare degli olocau moih di Galaad . Jos. 21 , 38 . Cal .
sti , ovvero per la città di Gerusalemme. Il ARIMATEA ovvero Ramatha , ciltà donde
significato di questa voce è Leone di Dio, cioè era Giuseppe di cui parla s. Luca nell'Evan
leone grandissimo. gelio, cap. 23 , 52. San Girolamo la colloca
L'altare degli olocausti, dice Hurè , è no Tra Lidda e Joppe ; i moderni viaggiatori par
minato Ariel , Isa . 29 , 2 : El erit mihi quasi lano di una città di Ramatha tra Joppe e Ge
440 ARIO
rusalemme, sopra di una montagna. Il nome Sant' Achilla che gli succedette in quella
Ramalha, donde viene Arimatea, significa al gran sede, fu pure ingannato dall'accorto a
Jezza. Ma questo luogo è molto diverso da postata, sebbene prévenuto dall' illustre suo
Ramathaim-Sophim , patria di Samuele. Ari- predecessore, il quale erasi intorno a ciò es
matea era ad occidente di Gerusalemme , e presso in una maniera capace di persuadere
Ramathaim al nord della stessa città sulle che lo spirito Dio gli aveva comunicato
montagne di Efraim . Osservando pertanto il lumi più che ordinarii . Ma nessuno egua
cammino percorso da Saule onde ritrovare le gliava Ario nell'arte del mascherarsi. Questo
asine cui suo padre lo aveva inviato a rin- dotto impostore guadagnò il nuovo patriarca
tracciare, si vede chiarissimamente la diver- a segno di farsi da lui ordinar sacerdote, e di
sità del luogo dalla diversità della posizione ; ottenere il governo di una delle principali
e come Ramalhaim - Sophin sia la stessa che chiese di Alessandria , erette fino d'allora in
Rama, vicino a Betel , quattro leghe distante numero di nove, presso a poco sul piede del
da Gerusalemme. Cal . le nostre parrocchie , di cui esse sommini
ARIO . V. AREO. strarono i primi modelli. Egli fece tutti que
ARIO , prete della chiesa di Alessandria sti progressi sotto il pontificato di Achilla ,
nel quarto secolo , era nativo della Libia , ed pontificato pero , che non durò che alcuni
aveva seguito lo scisma di Melezio, altro set- mesi ; e dopo la morte di questo prelato egli
tario, il quale da prima era stato vescovo di si credette considerato abbastanza , per pre
Lico, ossia Licopoli nella Tebaide, e che poi , tendere di succedergli. Ciò non ostante gli fu
per aver sacrificato agli idoli , e per molti preferito il prete Alessandro. Virtù eminen
altri delitti , era stato deposto in un concilio ti non meno che pure , unite ad una som
dal santo patriarca Pietro. L'incorregibile ma capacità negli affari , avevano acquista
prelato , invece di meritarsi perdono con to ad Alessandro tutti i voti . Il superbo
la sommessione e con la penitenza, non cercò Ario non potè più soffrire una tal preferenza,
che sedurre una quantità di malvagi e di ani- e ad altro più non pensò che a vendicarsene.
me deboli. Senza prendersi alcuna pena di Non era possibile l'attaccare i costumi di
nascondere la sua sedizione con qualche spe- Alessandro ; Ario spiò l'occasione di censu
cioso motivo, si fece capo setta , e si contento rarne la dottrina , e la singolarità della sua
di gridare in generale che non gli era stata propria maniera di pensare non tardo a som
rendula giustizia . Proruppe in vereconda- ministrargliela .
mente in invettive contro al suo pio supe Il vescovo di Alessandria , in una assein
riore, e riempiè tutto l'Egitto di perturba- blea dei suoi ecclesiastici, disse parlando del
mento e di scandalo. Siccome parevagli di mistero della Ss . Trinità, che in essa non vi
vedere in Ario un uomo dotato di virtù e di era se non una sola essenza. Ario interrup
zelo , non meno che di quel genio acre ed pe il suo pastore , gli disse insolentemente
altero , che sempre crede di occupare un che egli predicava il sabellianismo, e che la
luogo inferiore a quello che merita, così ten- distinzione delle divine persone più non con .
to di procurare al suo scisma un tale appog- sisterebbe che nei nomi , ove si adotlasse l'u
gio ; e la riuscita della negoziazione fu subi- nità di essenza o di natura. Lo strepito era
to tale, quale aspettar si poteva da due uo- scandaloso , vi fu lumulto nell'assemblea ; e
mini fatti propriamente l'uno per l'altro. Il ciò non ostante le opinioni furono aleun po
santo vescovo di Alessandria ciò nondimeno co divise , per la destrezza del novatore nel
riguadagno Ario , e non solo gli rendette la nascondere il senso delle sue espressioni. Ario
comunione , ma di più lo ordinò diacono moltiplicò le imputazioni e le cabale , per
Imperocchè costui non era per anche negli farsi dei partigiani e dei difensori. Il vesco
ordini sacri , allorchè la prima volta segui vo non mostro che mansuetudine e modestia ,
Melezio. Ma il santo pastore ben presto co e non pensando fin dove l'indocile prete
nobbe , che gli spiriti di questa tempra ra- portasse le sue mire, propose una conferen
re volte si ravveggono con sincerità ; e scor za , nella quale ognuno sarebbe in liber
gendo che egli disapprovava che si scomuni- tà di spiegare il suo sentimento con le sue
cassero i partigiani di Melezio , avvegnachè ragioni.
colla sua propria condotta lo condannasse , lo In questo tratto di tempo Ario ebbe l'ardi
scacciò dalla Chiesa , e non volle più che glimento di spacciare che il Figliuolo di Dio non
si parlasse del ristabilimento dell'ipocrita , aveva una sola e medesima essenza col Padre,
riguardo al quale rimase inconsolabile sino e che per conseguenza era non già Figlio natu
alla fine della sua santa carriera ,che terminò rale di Dio ,ma bensi soltanto Figlio adottivo ;
col martirio. che il Padre era solo veramente e propriamen
ARIOCH
0
le Dio, che il Figliuolo all'incontro non lo niero al Padre, che egli non ne era il Verbo,
era che per partecipazione, non essendo nè e la propria sapienza , che non ne era la vera e
lerno , nè immutabile, ma bensì tratto dal nul- naturale virtù, e che le sacre Scritture non gli
la come le altre creature, sebbene prima di es- attribuiscono questo nome se non come lo dan
se. Poi spingendo agli ultimi eccessi la sua no ai brüchi ed agli scarafaggi. I protettori del .
einpietà , non ebbe orrore di pronunziare che l’eresiarca, ben lungi dal fremerne, lo ascolla
il Figliuolo di Dio , in forza del libero suo ar rono freddamente proferir questi ori .
bitrio, era capace di vizio, egualmente che di Tentati invano quei mezzi che potevano
virtù . Il bestemmiatore non dissemino da prio- condurre l'empio nella via del bene , rifletten
cipio una cosi orribile doutrina almeno chia- do il zelante vescovo Alessandro che la man
ramente, se non nelle sue particolari con ver suetudine e le dilazioni non servivano che a
sazioni ; ma poichè vide di essersi fatto un cer diffondere l'errore nella città e nelle altre chie .
to numero di seguaci e di protettori, pon ebbe se , anche fuori della provincia , convocó un
più riguardo veruno , e bestemmio pubblica- concilio di circa cento vescovi dell'Egitto e
mente. 1
della Libia. L'empie novità vi furono condan
Egli era sciaguratamente dotato di tutti i nate a pieni voti , il loro autore deposto , sco
talenti i più atti a sedurre : un esterno grave municato con dove diaconi, suoi principali ade
e modesto , una statura alta e maestosa , un'a: renti. Sant'Alessandro credette di doverne pri
ria penitente e raccolta , le maniere più dolci ma informare il capo di tutta la Chiesa, quin
però, graziose ed insinuanli , ed una certa arte di i vescovi delle sedi principali per la loro
di presenlare le cose, la quale ne celava tutto grandezza , o per la loro posizione, affine di
l'errore , e faceva piacevolmente penetrare ne dare alla condanna tanto peso ed autenticità ,
gli animi il più efficace veleno. Egli era già quanto era lo scandolo che l'errore aveva ca
vecchio ; ed il suo volto pallido e scarno, le sue gionato.
membra indebolite e tremanti, gli davano una L'empio, quantunque condannato e fulmi
aria imponente, e lo facevano riguardare come nato dall'anatema, non cessava di usare dei so
un santo , il quale, interamente distaccato dal lili inganni suoi affine di dimostrarsi diverso
la terra, non avesse più in questa altro inle da quello che era stato manifestato. E già era
resse che quello della virtù e della pietà . Uno vicino ad ottenere gloria e trionfi , quasi uno
sciame di occulti emissarii insinuavansi accor che a torto fosse stato così punito ; quando in
lamente in tutte le società , ove essi approfit. mezzo al trionfo medesimo , mentre era per
lavano di tutte le occasioni per istabilire tali compiersi , esperimento improvviso terrore e
perniciose impressioni, e per dare agli abbozzi violenti rimorsi . Nello stesso tempo senti qual
del seduttore tutta la funesta loro perfezione. che bisogno naturale. Entrò in uno dei luoghi
Con tanti vantaggi egli si fece un prodigioso pubblici , i quali nella nuova Roma (Costanti
numero di partigiani , guadagno diaconi , pre- nopoli ) erano moltiplicali con somma magoifi
ti , alconi vescovi, ed una moltitudine di ver cenza come tutti gli altri edifizij. Ivi egli mori
gini e di donne indocili , dalle quali gli ere straziato da eccessivi dolori , spargendo grande
siarchi banno in tutti i secoli saputo trarre abbondanza di sangue con una parte delle sue
tanto partito . viscere. Tale fu il degno fine di un empio , il
Giunse finalmente il giorno della conferen quale essendo stato simile in vita al perfido
za. Il vescovo Alessandro convocò il suo clero, Giuda, era giusto che gli somigliasse altresi
ed Ario ebbe la libertà di esporre le sue opinio nelle circostanze di morte. Questa terribile ca
ni. Egli non nascose la sua maniera di pensa lastrofe, che venne ripulata lutta miracolosa ,
re, e disse chiaramente nella celebre adunanza cagiono tanto abbattimento agli Ariani , quan
che ebbe luogo il decimonono di giugno del to fu la speranza che ispiró ai fedeli orlodossi .
525, che il Figliuolo di Dio era stato creato Il luogo di questa tragica scena divenne il pub
dal nulla , che non era sempre stato , che era blico orrore. V. ARIANI. BER.
mutabile di sua natura , e che per un effetto ARIOCH , re di Ponto, o , secondo il testo e.
soltanto del libero suo arbitrio aveva voluto bráico, re di Ellasar , o , secondo il parafraste
rimaner buono , che egli poteva egualmente Gionata e Siriaco, re di Talassar, provincia al
prendere il partito del vizio , che , in una pa- di là dell'Eufrate, presso l'Armenia . Arioch
rola, egli era una creatura ed un'opera di Dio. erasi unito a Codorlahomor per far guerra ai
Servendosi parimenti di espressioni sàcrileghe re di Sodoma e di Gomorra,come abbiamo dal
e di paragoni indecenti , aggiungeva che il Fi. la Genesi al capo 14 , vers . 1 , e seguenti . Cat .
gliuolo di Dio era , quanto alla sostanza , stra ARIOCH , di cui parla Daniele al capo 2,
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc . V'll. 36
ARISAI - ARISTIO
vers. 24, era generale delle armate di Nabuc no alla fine costantemente allaccato all'Apo.
codonosorre, quegli che ebbe ordine di far mo stolo. CAL.
rire i maghi di Babilonia , che non seppero in ARISTEO . Abbiamo, sotto il suo nome, la
dovinare nè interpretare il sogno del re. Cal. Storia dei Settanta , cioè del modo con cui è
ARISAI . Dicesi al capo 9 , vers. 9 di Ester , stata fatta la versione greca della Bibbia , cono
che era questi l'ottavo figlio di Aman, e che fu sciuta sotto il nome dei Settanta . Questo Ari .
impiccato unilamente ai suoi fratelli. Cal. steo, il quale si dice famigliare di Tolomeo Fi .
ARISDAGE (S.) , nato in Cesarea di Cappa- ladelfo, racconta che questo principe avendo
docia, verso l'anno 279 dell'era volgare, stu commesso a Demetrio Falereo la cura di for
diò con fervore presso un abile maestro, detto margli una biblioteca, seppe da esso che i Giu.
Nicomaco , il quale di recente si era convertito dei avevano nella loro lingua libri , cui impor.
alla religione di Gesù Cristo. Nel 318 fu chia tava di tradurre in greco , per averli nella sua
mato a Valarsa bad , città capitale della grande biblioteca. Tolomeo , dietro tale avviso , inviò
Armenia dal re Tiridate,e da suo padre, s. Gre- ambasciatori, del numero dei quali fu Aristeo,
gorio l'illuminatore, il quale pubblicamente e ragguardevoli presenti ad Eleazaro, sommo
aveva stabilito allora il cristianesimo in quel pontefice de Giudei , per dimandargli quei li.
regno, per ordine del suo monarca.Arisdage vibri , ed interpreti che li potessero tradurre. E
fu conosciuto vescovo di Diosponto , e di parte leazaro scelse, da ognuna delle dodici tribù, sei
dell' Armenia maggiore da s. Gregorio; il quale persone egualmente versate nei libri santi e
avendo rinunziato verso l'anno 331 , gli lascio nella lingua greca , e loro ordino di portare ta
la cura di governare la nascente chiesa di Ar- li libri a Tolomeo e di tradurli : furono posti i
menia . Sant' Arisdage vi si mantenne con fer- settantadue interpreti nell'isola diFaro, presso
mezza ; era tutto ardore per la difesa della re. Alessandria , perchè fossero meuo distralli nel
ligione , mostró uno zelo grande contro i paga. lavoro, ed eglino ivi fecero quella celebre ver
ni e puni severamente quelli che non osser- sione, di cui facevano uso nelle sinagoghe gli
vavano rigorosamente la legge evangelica. Al . Ebrei stabiliti in Egitto , che ignoranti erano
cuni potenti gli si opposero apertamente , ma generalmente della lingua ebraica , ed essa é
furono repressi per volere del re Tiridate. San. ancora la sola ammessa dalle chiese greche e
to Arisdage fondo dei monasteri in parecchie nota sollo il nome di versione dei Settanta. E
provincie dell ' Armenia , e chiamò ad abitarli stata impressa molte volte separatamente : la
uomini istruiti nella religione, assicuro loro i migliore edizione è d'Oxford, 1692 , in 8. °
mezzi di sussistere, e diede loro l'incarico di ARISTIDE (S.), apologista della religione,
predicare la dottrina del Vangelo. Fabbricò in era Ateniese di nascita, filosofo di professione,
seguito una chiesa nel borgo di Tilnavan , che di cui conservò l'abito , anche dopo di aver ab
gli era stato dato in appannaggio,ed un'altra a bracciato il cristianesimo e viveva nel secolo
Khozan nella provincia di Sofone. Ilgoverna- II, verso l'anno 123. All'imperatore Adriano
tore di questa regione, detto Archelao, uno dei che trovavasi in Atene nel 125 , Aristide pre
nemici del Patriarca stesso, avendolo sorpreso sento in persona un ' Apologia in favore dei
un giorno per via , l'uccise l'anno 359 di Gesù Cristiani , ad oggetto di far cessare la persecu
Cristo . BER . zione , che veniva esercitata contro di essi per
ARISTARCO , di cui parla s. Paolo nelle tutto l'impero. Tale apologia contribuì a far
sue epistole ai Colossesi ed a quelli di Filippi, pubblicare il celebre edilto , col quale l'impe
e di cui pure si fa sovente menzione negli Attiratore ordinò di non far morire niuno, che in
degli Apostoli, era Macedone e nativo di Tes. seguito ad accusa e ad una prova legale del de
salonica. Accompagno s . Paolo ad Efeso , dove litto, lo che essendo applicato ai cristiani, pro
stelte pello spazio di due anni , dividendo con curò loro più calma che non ne avessero a vota
lui le fatiche ed i travagli dell'apostolato, é mai fino allora . Quesť opera , la quale fu ri
mentre doveva essere ucciso in un tumulto ec- guardata siccome monumento dello spirito e
eitato dagli artefici di Efeso, con l'Apostolo dell'eloquenza del suo autore , è perduta. San
stesso sorti dalla città , e lo accompagnò in Girolamo, che l'aveva letta , ci narra che era
Grecia. Di là lo seguì nell'Asia, dall'Asia nel- piena di passi scelti dei filosofi. BER .
la Giudea, dalla Giudea a Roma. Adone ed il ARISTIO, città vescovile della diocesi d'Asia
Martirologio lo fanno vescovo di Tessalonica ; nella Frigia Pacaziana, sotto la metropoli di
ma i Greci dicono che fu vescovo di Apamea Laodicea , ebbe due vescovi; Paolo , che assiste
nella Siria, e che fu decapitato a Roma con al.concilio di Calcedonia, e Tarasio che fu pre
san Paolo, sotto Nerone , essendo rimasto si sente a quello convocato da Fozio. N. E.
ARISTOBOLO - ARISTONE 443
ARISTOBOLO, di cui parla s. Paolo nella Aristobolo fu allora messo in libertà ; ma
sua lettera ai Romani, cap. 16, vers. 11, era , se poi fu tratto prigioniero a Roma da Pompeo,
condo i Greci moderni, fratello di s. Barnaba. il quale venuto in Giudea fu malcontento del
Lo pongono nel novero dei settanta discepoli , la sua condotta. Aristobolo stelle in Roma olto
e dicono che fu ordinato vescovo da s. Barna . anni, dopo i quali fuggi, fe' ritorno in Giudex,
ba, ovvero da s. Paolo, di cui fu compagno di raccolse ottomila soldati, e più della metà ne
viaggio , e dal quale fu inviato in Inghilterra, perdette in una pugna che non lemè di tenta
dove sofferse inolti travagli, e fece molte con re contro i Romani. A malgrado pero della sua
versioni, e vi fini la vita. Fanno la sua festa il sconfitta, si fece strada con mille uomini in
giorno 15 e 16 marzo , ed anche il 31 ottobre. mezzo a' suoi nemici , e ritirossi a Macheronte
Altri per contrario dubitarono persino che col disegno di fortificarvisi; ma vi fu subito
questo Aristobolo fosse cristiano, e vogliono circondato e costretto ad arrendersi dopo due
che fosse nel numero di quelli che si raccoglie giorni d'assedio. Gabinio lo fece condurre a
vano presso l' Aposlolo. Altri finalmente lo di Roma, dove stette in ferri dal 3948 al 3955 ,
cono padre degli Apostolis. Giovanni l'Evan- anno in cui Giulio Cesare lo rimise in libertà
gelista e s. Giacomo Maggiore, e lo confondo. nell'intenzione di spedirlo in Palestina ad
nocon Zebedeo. Cal. ordir trame contro Pompeo. Questa disposi
ARISTOBOLO , altrimenti chiamato Giuda. zione fu causa della sua morte , poichè gli ami
é Filelleno, o amatore dei Greci, era figlio di ci di Pompeo l'avvelenarono prima che u
Frcano , e nipote di Simone Maccabeo , gran scisse di Roma. Il suo corpo fu imbalsamato e
sacerdote e principe de Giudei. Gioseffo, An- portato lungo tempo dopo in Giudea per or
tiq ., lib. 13, c. 18, 19. Egli diresse con molto dine di Marc'Antonio, onde fosse sepolto nella
valoré l'assedio che suo padre aveva posto iu- lomba dei re. Cal.
nanzi a Samaria , e gli succedette , tre anoi dopo ARISTOBOLO , figlio di Alessandro e fra
la presa di questa città, cioè l'anno del mon lellastro di Aristobolo, di cui abbiamo ora par.
do 3998. Egli non regno che un anno, e du- lato, ebbe a sorella Marianna , moglie di Ero
rante questo breve regno carcero tre de' pro- de il Grande, Gioseffo, lib. 18 , c. 2. Essendo
prii fratelli, poi la madre che lasciò perire egli l'ultimo della famiglia degli Asmonei ,
di fame; e danno pure a morte il suo fratello Erode, suo cognalo, a stento accordogli il som
Antigono . Quest'ultimo delillo abbrevió i suoi mo sacerdozio dovuto alla sua nascita : nė pola
giorni . Egli ne fu fortemente comnosso,e mori tenerlo un anno intero, essendo stato annegalo
quasi subito dopo , gridando : Gran Dio , voi per ordine di Erode, ingelosilosi dell'affelto
vendicate giustamente il parricidio ch' io ho che il popolo gli mostrava , lib. 13 , c. 3. Egli
commesso ! Fino a quando il mio corpo rilerrà mori l'anno del mondo 3970 , di diciollo aoui
la mia anima scellerata ? Cal. non ancor compili . Cal.
ARISTOBOLO , secondo figlio di Alessandro ARISTOBOLO , figlio d'Erode il Grande a
Gianneo e fratello minore del gran sacerdote di Marianna , e fratello di Alessandro, sposó
Frcano , venendo sua madre Alessandra agli e Berenice figlia della sorella d'Erode, da cui
stremi, uscì secretamente di Gerusalemme , si ebbe tre figli e due figlie. Suo padre lo fece
impadroni nello spazio di ventidue giorni di morire insieme al fratello Alessandro. Giosef
quindici fortezze, e raduno tante forze da po- fo, Antiq. , lib. 16, c. 1 ed ultim . Cal.
ter disputare la corona al fratello Ircano da ARISTONE. Chiamato Pelleo dalla città di
Alessandra dichiarato re. Gioseffo , Anliq. Pelta in Palestina, giudeo convertito alla fede,
lib. 14 , c. ult. e lib. 45 , c. 1. Si venne a gior. pare vivesse verso l'anno 136 , nel quale i
nata campale nella pianura di Gerico ; Aristo- Giudei , che guidati da Barcocheba s'erano ri
bolo fu vincitore, ed ſrcano fu costretto a sal .. bellati , furono dall'imperatore Adriano solto
varsi in Gerusalemme , dove per un trallalo di messi e puniti. Aristone scrisse allora la storia
pace accordò al fratello Aristobolo il grado di dell'assedio di Belbara e della rolta de' Giu
re o di gran sacerdote. Questi godeva tranquilo dei ; dalla quale Eusebio trasse alcuni fram
lamente della sua prospera fortuna da tre anni menli , che possono vedersi nel lib. 4 , c . 63 Al
e tre mesi, allorché Areta re d'Arabia gli mosse medesimo si deve pure attribuire la disputa
guerra , lo vinse, lo assedio nel tempio di Ge. Tra Giasone e Papisco , della quale è chia
rusalemme, dal quale non sarebbe sfuggilo, se malo autore s. Massimo nelle nole all'opera
non era l'autorità di Scauro spedilo da Pom- di s. Dionigi sulla teologia mistica. Molti cre
peo in Siria, il quale obbligo Arely a levare dono che questo Giasone sia quel medesimo di
l'assedio . cui parla s. Luca negli Alli apostolici , c. 17 , di
ARISTONE ( S.) - ARLES
cui fa menzione s. Paolo nella sua lettera ai fondazione è ignolo, ma si sa nondimeno , che
Romani , c. 16, e che i Greci sostengono essere essa esisteva al tempo di Carlomagno ; che un
stato primo vescovo di Tarso. Checchè ne sia , sacerdote spagnuolo, per nome Chastellan , ne
quel Giasone avendo disputato col giudeo Pa- fu il primo abbate , che Luigi il Pio prese i
pisco ed avendolo convinto, Papisco rinuncio religiosi di quest'abbazia sotto la sua protezio
al giudaismo, e domandò con istanza il batte- ne nell'811 ; e che Carlo il Calvo loro accordo
simo. Si pretende che ancora esistano gli atti lo stesso favore. Il diploma di quest'ullimo ė
di quella disputa. Celso l'epicureo la motteg. dell'844 , e fu dato nel monastero di S. Satur
giò quasi opera non d'altro meritevole che di pino di Tolosa. Essendo state le rendite dell'ab
spregio ; ma ne prese la diſesa Origene, e fece bazia di Arles mollo diminuite per le guerre,
vedere al contrario ch'essa era piena di erudi- il Papa Clemente VIII le riuni a quelle della
zione. San Girolamo ne fa menzione nelle sue abbazia di S. Andrea di Sureda , onde potesso
questioni sulla Genesi. Un altro Celso la tra- mantenervisi un numero di religiosi sufficienti
dusse in latino, e dedicolla al Papa Vigilio. pel decoro del divin officio. L'abbate era dino
Noi ignoriamo chi fosse il primo Celso; ma da mina reale. Egli aveva bastone pastorale e mi.
certi passi della sua prefazione si scorge ch'egli tra , e dipendeva immediatamente dalla santa
la fece in tempo di persecuzione , e prima che Sede. Era signore della città e d'altri luoghi
gl'imperatori abbracciassero il cristianesimo. da essa dipendenti , ed esercitava l'autorità spi
Questa prefazione trovasi tra le opere di s. Ci- rituale su alcune parrocchie del Rossiglione e
priano a cui viene falsamente aggiudicata . Cal . della Catalogna. La chiesa dell'abbazia è vene
ARISTONE (S. ) e i suoi compagni, martiri rabile per la sua antichità ; si pretende che tro
nella Campania , erano stati convertiti alla fe- vinsi in essa i corpi dei santi Abdon e Sennen
de da s. Sebastiano. Morirono di spada verso fino dall'XI secolo ; e vi sono delle iscrizioni
l'anno 286 sotto Diocleziano e Massimiano che provano esistere questa credeo za da più di
Erculeo. Bal. settecento anni . Si vede poi all'ingresso della
ARITMANZIA . È l'arte d'indovinare per chiesa una tomba di antichissima e molto sin
nezzo de'n umeri , e forma una parte di quello golare struttura. Essa è di marmo bigio non
strano miscuglio d'assurdilà e d'imposture ma- lavorato, lunga circa sei piedi e larga due , ed
scherate da un curioso gergo mistico e ma altrettanto alta, oltre il coperchio a schiena di
lematico, che i rabbini dapprima , e in seguito asino , a somiglianza di quelli delle antiche
gli astrologi posero in voga solto il pome di tombe, e che vi sta uoito con ramponi di fer
Scienza Cabalislica. Eus . ro ben suggellati. Questa tomba é isolala , 80
ARIULFO , monaco di S. Richerio in Pi- stenuta solo da due pietre quadrate alle mezzo
cardia, scrittore del XII secolo, ci ha lasciato piede. L'abbazia di Nostra Donna d'Arles fu
la cronaca della sua abbazia , stampata nel fin dal 1722 riunita , quanto alla mensa abba
quarto tomo dello Spicilegio del padre d'Ache- ziale, al vescovado di Perpignano . N. E.
ri , non che la vila di s . Arnolfo di Soissons, ARLES. Antica città vescovile, compresa og-
un libro dei miracoli di s . Richerio e la vila gidi nel dipartimento delle Bocche del Roda
di s . Maldegicilio , pubblicata dal padre Mabil. no, situata sulla sinistra di questo fiume alla
lon ne'suoi Secoli benedetlini. Bal . distanza di selle leghe dalla sua foce nel Me
ARIUNA . Città vescovile del paese dei Gar. diterraneo . Essa è una delle più antiche della
mei e dei Mabuziti . Fra le lettere del cattolico Gallia Narbonese , e fu chiamata Seslana dal
Gesuiab II , una se ne trova direlta al clero nome della sesta legione , che vi pose stabile
ed al popolo di Mahuza d'Ariuna, ed un'altra stanza. Leggesi in un'antica iscrizione che no
al vescovo Saba o Saada o Sebaduna , il quale mavasi pure semplicemente Colonia Arelala.
accompagnò Gesuiab II , cattolico , spedito da In una medaglia di Caio Cesare è così indica
Siroe, re di Persia, con altri vescovi a trattar fa : Col. Arel. Sexlan. A vieno, dice, che venne
la pace coll'imperatore Eraclio. Egli ebbe cosi pure nomata Theline dalla parola greca 9nde
l'occasione di conferire sulla fede cogli orlo . Mwe , che significa mamillarc o nulrice, in gra
dossi , ed abbandonò quindi il neslorianismo. zia della fertililà del suo terreno che produce
ARLES, Arulae. Abbazia dell'ordine di s. lullo il bisognevole agli usi della vita. Quanto
Benedelto , chiamata anticamente Valespri, ed al nome di Arles , ch'essa porta attualmente,
al presente Notre- Dame d'Arles , è situata nel- narrasi che le venga o da un altare eminente ,
la piccola cillà d'Arles, a cui die' il nome , alle sul quale si offrivano i sacrificii agli dei , Ara
falde del Canigou , sulla riva sinistra del Tec , elala, o dal suo fondatore, a cui si dà il noine
a sei legbe da Perpignano. Il tempo della sua d'Arelo o d ' Arela , o per ultimo dalla parola .
ARLES (Concilit D ) 445
celtica arelata, che significa città siluala in una “ Ora diremo dei principali concilii tenuti ja
palude , siccome è infatti Arles. Nessuno igno- questa città. GALL. CR.
ra che questa città fu un tempo sede de're ARLES ( Concilio D ' ). Il giorno primo di
borgognoni : essa ancheoggidi presenta vari ri- agosto dell'anno 314 fu fissato per l'apertura
spettabili monumenti della sua antica grandez del concilio nella sunnominata città. Costanti
za, fra'quali s'osservano segnatamente l'anti- no scrisse moltissime teltere ai padri di esso ,
teatro e l'obelisco , reliquie dei tempi romani . esortandoli con effusione di cuore a condursi
In quanto al potere spirituale ed ecclesiasti- in una maniera atta a procurar finalmente una
80 de' suoi vescovi, sapendosi che questo un solida pace alla Chiesa , e liberare lui stesso
tempo prendeva norma dall'ordinamento po- per sempre dalle cure moleste che aveva per
litico e civile delle provincie ; non occorre far cagione dei figli perversi .
le meraviglie, se essendo divenuta la sede del Con la maggior attenzione furono esaminate
prefetto delle Gallie, abbiano i vescovi d'Arles le accuse personali lentate contro Ceciliano dai
voluto estendere la loro giurisdizione sull'an- perfidi Donatisti , nonchè il secondo capo di
tica Narbonese e su tutte le provincie circo- accusa riguardo i vescovi che lo avevano or
stanti . Che essi infatti esercitassero una tale dipato. Ciò non ostante non si trovo alcuna
giurisdizione emerge: 1. dalle lettere di Fau- prova di tutte le allegazioni dei Donatisti; e fu
stino vescovo a s. Cipriano, e di s. Cipriano a nuovamente pronunziata sentenza in favore di
Papa Stefano per deporre Marziano, vescovo Ceciliano, come già era stala proferita da pri
d'Arles, il quale era caduto nell'eresia de No- ma nel concilio di Roma. Tosloché questo af
vaziani. È chiaro che si ricorse a Roma per de- fare fu consumato, si giudico a proposito , pri
porre un vescovo d'Arles, perché si riteneva ma di separarsi, di esaminare che cosa con
non aver esso altro superiore nelle Gallie. 2. venisse all'interesse generale della Chiesa. Co
In un concilio tenuto a Colonia contro l'ereli me la fede è inalterabile , così i persecutori ,
co Eufrate, Vincenzo vescovo d'Arles segno gli sforzandosi di estinguerla, non avevano fatto
alti immediatamente dopo Massimino di Tre- che puriticarla. Ma nella disciplina si erano
viri . 3. Saturnino vescovo d'Arles , trovatosi introdolli alcuni abusi , ossieno rilassamenti, e
ad un concilio convocato in Béziers, e compo- quindi furono falte sagge regole per ristabilir
sto di vescovi venuti da diverse provincie del. la. Tuttavolta i padri , per un rispelto verso la
le Gallie, vi presiedette senza che alcuno gli cattedra apostolica, non vollero pubblicarle se
movesse la benchè minima difficoltà. non colla sua approvazione, e sotto la sua au
Però sorse una disputa sulla primazia fra il torità. Perciò le spedirono al Pontefice Silve
vescovo d'Arles e quello di Vienna circa l'an- stro, il quale era succeduto a Melchiade , nel
no 402. Il concilio di Torino di quello stesso l'ultimo giorno del precedente gennaio , e gli
anno sancì provvisoriamente , che per la con- scrissero onde dimostrargli la loro sommessio
servazione della pace, l'uno e l'altro avrebbero ne siccome capo della Chiesa di Cristo.
giurisdizione sulle ciltà di Provenza che fos In vigore di questi rispettabili canoni , i più
sero più vicine alla (rispettiva loro sede; ma antichi della chiesa gallicana , resta ingiunto ,
Papa Zosimo, considerando che Trofimo, ve- solto pena di deposizione , ai diversi ministri
scovo d'Arles, aveva portato pel primo la fede degli altari , di fedelmente rimanere in quei
nelle Gallie , attribui a questa metropoli la luoghi ove erano stati ordinati . Vengono dipoi
primazia . Del qual diritto venne la chiesa d’Ar. scomunicati i diaconi usurai. L'usura in altri
les tenuta in possesso sino al Papa s. Leone, tempi severamente proibita in Roma, e riguar
che censurò Ilario perchè s'attribuiva i privi. data più degna di gastigo che il furto, vi ave
legii degli altri metropoliti. va acquistato il maggior credito nella decaden
Questa sede, soppressa pel concordato del za dei costumi, e vi era permessa con leggi for ..
1801, ristabilita con quello del 1817, che non mali. La Chiesa , aspettando il momento op
venne posto in esecuzione , fu definitivamente portuno per un'intiera riforma, volle fin d'al
riunita alla metropoli di Aix. La diocesi d'Ar. lora mostrare il suo orrore per questo vizio,
les era composta di 51 parrocchie , e la fren- disonorandolo almeno negli ecclesiastici. La
dita della njensa vescovile era di treotatremila scomunica cadde in singolar modo sui diaconi ,
lire. La cattedrale aveva per patrono s. Ste come più esposti al pericolo, nella loro qualità
fano protomartire, e vi officiava un capitolo di amministratori dei beni temporali del clero .
composto di venti canonici e di venti cherici I marili cristiani , i quali sorprenderanno le
ch'erano un tempo cherici regolari, e seguiva loro mogli in adulterio , sono esortati a non
no la regola di s. Agostino. prenderne allre, durante la vita delle prime.
446 ARLES (CONCILII D')
Anche qui i canoni si restringono alla esorta- ziasseroalla comunione di s . Alanasio. E quan
zione , perchè le leggi civili permellevano ma- tunque il Papa avesse luogo di lusingarsi, che
ritarsi dopo il divorzio. Per quanto la Chiesa Vincenzo di Capua sosterrebbe l'integrità della
losse lontana dal seguirle in ciò che era con . fede e l'onore di sua legazione, con tuttociò
trario al Vangelo, non lasciava però di avere egli e il suo collega , trasportati dall'esempio
dei riguardi, fino a tanto che le riuscisse di degli altri come da un torrente, e scossi dalle
condurre la civile poteslà a tutta la purezza minaccie, promisero di non più comunicare con
delle massime evangeliche. Le persone di tea . s. Atanasio, ma quando gli Eusebiani ebbero
tro sono scomunicate finchè rimangono in ollenulo questo punto,ricusarono di condannar
quella professione. Questo canone, il quale og . Ario. Fotino di Sirmio, Marcello di Ancira e s.
gidi vuol facciarsi di eccessi vo rigore , trova la Atanasio furono condannati in questo concilio.
sua apologia nei più antichi padri della Chie La caduta di Vincenzo e degli altri legali
sa , singolarmente nel trattato di Tertulliano oppresse il Papa di un vivo dolore. Lo stesso
sugli spettacoli: trattenimenti proscritti da Vincenzo nulla più desiderava , che di morire
questo padre non solo come infelli d'idolatria, per Gesù Cristo, per timore di non passare
ma come una delle principali cagioni della cor- per l'ultimo dei caluoniatori e per aver accon-.
ruzione dei costumi . Il concilio privò altresi sentito alla trasgressione del Vangelo. Cosi egli
della comunione , ma per un tempo soltanto , si esprime in una lettera scrilla ad Osio , e di
le vergini cristiane che si maritano con gentili . cui s. Ilario ci ha conservato l'estrallo. Egli
Poichè in Africa sempre sussisteva la con non cadde tuttavia sino al fondo dell'abisso ,
suetudine di riballezzare gli eretici , quindi re- rientrò nel campo della verità e cancello poco
sla proibito di rinnovare il battesimo di quelli appresso il rossore di sua caduta . Bisogna dire
che lo avranno ricevuto nel nome del Padre , altresi, che la viltà non fu universale nel con
del Figliuolo e dello Spirito Santo , e di fare cilio . San Paolino , vescovo di Treviri, sosten
alcun'altra cosa , fuorchè imporre ad essi le ne la fede con una costanza degna di un uomo
mapi. Sull'articolo dello scisma dei Donatisti , apostolico, e si tirò addosso l'esilio per l'or
si determina che i traditori saranno deposti rore che egli testimonio degli Ariani e perchè
dall'ordine clericale, ove però sieno convinti, non volle a ver parte nell'oppressione dell'in
non già da testimonij troppo soggetti a lasciar- nocente, cioè segnar le calunnie in ventale con
si corrompere , ma bensl da alti autentici o tro s. Alanasio. Costanzo si sforzo e si sludió
pubblici : e che se essi avranno ordinato qual- di stancare la sua pazienza, facendolo cambiar
che soggetto , che allronde sia irreprensibile, di esilio e rilegandolo in paesi dove non ado
una tal forma di ordinazione non nuocerà in ravasi il nome di Gesù Cristo e che erano in
alcun modo a quei buoni soggetti. Tali sono i fetti degli errori di Montano e di Massimilla :
canoni essenziali del primo concilio di Arles. ma egli slette fermo sino alla morle, che av
ARLES ( Concilio D') ( non riconosciuto ). Fu venne in Frigia l'anno 358. LAB.
convocato dall'imperatore Costanzo nell'an ARLES (CONCILIO D ') , l'anno 442 , ovvero
no 333. Deditissimo questo principe agli Eu- all'incirca , ai tempi di s. Ilario. Si crede che
sebiani, essendosi trovato in quella città,esegui fosse un' assemblea di molle provincie eccle
tutto ciò che gli eretici gli suggerirono, ovvero siastiche, perchè questo concilio prescrive con
piuttosto furon padroni di eseguire tutto ciò autorità , che i metropolitani saranno obbliga
che avevano risoluto . Avevano già invitato Li- ti a osservar fedelmente isuoi decreti, e si dà il
berio Papa ad assistere al concilio , ed il Papa titolo di gran concilio. Fu radunato dal vesco
avea in viato a quella città il celebre Vincenzo vo di Arles. Noi abbiamo nelle ultime edizioni
di Capua, e Marcello di Campania per doman- cinquantasei canoni di questo concilio . Son
dare a Costanzo, ch'egli facesse tenere un conci- quasi tutti tratti dal primo concilio di Arles ,
lio in Aquileia . Molti vescovi d'Italia erano tenuto l'anno 314 , e da quelli di Nicea , di
venuti ad Arles per lo stesso motivo ; ma ben Orange e di Vaison , Proibisce di sollevare al
chè giustissima fosse la domanda di Liberio , suddiaconato quelli , che avessero sposato una
Coslanzo se ne offese. La prima cosa che i ve- vedova, conforme al decreto del concilio di Va
scovi ariani dimandarono in quel concilio fu lenza nel 374. Secondo il padre Pagi questo
la condanna di s . Atanasio . Vincenzo di Capua concilio diede occasione a s. Leonedientrar in
jostava perché si trattasse della causa della qualche disgusto con s . Jlario vescovo di Arles ,
fede, vale a dire che si condannasse l'eresia di il quale attribuivasi il diritto di raunare dei
Ario, ma Valente e i suoi complici persistettero gran concilii nelle Gallie . Conc. Tom. 4 , p . 101 .
nell'esigere, prima di tutto, che i legali rinun Arles (CoNciLiO D ' ) l'anno 453. Si riſeri.
ARLES (Concilio D' ) 417
sce a quest'anno , quantunque ci manchino Lucido avea avanzati su tal materia , e si co
fondamenti sicuri , e non si sappia nemmeno mandò che egli stesso li condannasse. Lucido
il numero di vescovi che vi assistettero. Ci obbedì; indirizzo una lettera ai vescovi di
restano i soli canoni al numero di cinquanta- quel concilio , colla quale ritratto gli errori ,
sei, e credesi che alcuni sian tratti da altri nei quali confessa di esser caduto. Per verità
concilii . Tom . 4 , conc. p. 1010. LAB. non sono le stesse proposizioni della lettera di
ARLES ( CONCILIO D' ), l'anno 455 e seco do Fausto, ma quelle che egli condanna tendono
altri 461 , celebrato a motivo di una differenza a riconoscere che Gesù Cristo è morto per tut
contro Fausto , abate di Lerins, e Teodoro ve ti gli uomini, che Dio non predestina nessuno
scovo di Fréjus. Questo ultimo fu obbligato a alla dannazione, che il libero arbitrio non peri
ricevere la soddisfazione di Fausto e dimenti. in Adamo, e che la grazia di Dio non esclude
care il passato. Tom . 4 conc. p. 1023. LAB. lo sforzo dell'uomo per cooperarvi.
ARLES (CONCILIO D'), il quarto, verso l'anno Vi son degli autori, che conghietturano, che
475. Gli errori che Lucido sosteneva avendo ec- Fausto medesimo fosse quegli che stesé la ri
citato lo zelo di Fausto vescovo di Riez, egli si trattazione di Lucido ; almeno Dupin ricono
sforzo di ricondurre quel prete alla verità in sce che vi sono diverse cose in questa ritrat
molte conferenze che ei tenne con essolui. Lo tazione difficili da spiegare, che hanno odore
stesso Fausto c'insegna nelle sue lettere quali di puro pelagianismo.
fossero questi errori , imperciocchè le sue esor Del rimanente la condanna di Lucido in
tazioni essendo state sin allora inutili , scrisse questo concilio è una delle prove sopra le qua
a Lucido una lettera nella quale gli propose seili parecchi autori stabiliscono, che vi fu una
articoli comandandogli di anatematizzarli : 1. setta di Predestinaziani. Posson vedersi a que
l'errore di Pelagio : cioè che l'uomo nasca sen sto proposito le dissertazioni molto diffuse falte
za peccato, ch'ei possa salvarsi colle sue sole su tale questione dal cardinal Noris , dal P.
forze ed esser liberato senza la grazia di Dio ; Pagi e dal P. Alessandro. Questo ultimo pro
2. Che un fedele che fa professione della fede va, che gli errori dei Predestinaziani si accor
cattolica , se egli cade dopo il battesimo, si dano, ovvero piuttosto sono gli stessi con quel
danna per il peccato originale ; 3. Che l'uo- li onde i preti di Marsiglia aveano ardimento
Do sia precipitato nell'eterna morte dalla pre- di accusare s. Agostino e i suoi discepoli. Ac
scienza di Dio ; 4. Che quegli che perisce, non corda egli tuttavia che questa sella dei Pre
ha ricevuto il poter di salvarsi : il che s'inten- destinaziani avesse pochi fautori, e lo prova
de tanto di un battezzato, quanto di un genti- dal canone 23 del secondo concilio di Oranges,
le : giunto ch'ei sia a quella età nella quale concepulo in questi termini: Aliquos vero ad
ha potuto credere e non ha voluto ; 5. Che i malum divina potestate praedestinatos esse: non
vasi d'ignominia non possono sollevarsi ad solum non credimus, sed etiam si qui sunt, qui
esser vasi di onore ; 6. Che Gesù Cristo non tanlum malum crederevelint, cum omni detesta
è morto per tutti , nè vuol che tutti gli uomini tione illis anathema dicimus. Sopra di che il
sian salvi . Questa lettera fu sottoscritta da un- P. Alessandro soggiunge queste parole : Usi
dici vescovi, ma non vi è che Paziente, vescovo sunt Patres hac loquendi formula: Siqui sunt :
di Lione, di cui si sappia la sede. paucos et obscuri admodum nominis vel socios
In quel mezzo che Lucido differiva la sua vel discipulos Lucidus habuerat.
ritrattazione o forse ancora per occasione del Ritorniamo a Fausto , il qual soggiunse,
suo ritardo, si tenne un concilio in Arles, com- dopo aver riferito ciò che si tratto in questo
posto di trenta vescovi. Quel che ci fa con- concilio, che Leonzio lo incarico di raccogliere
ghietturare, che si tenesse in quella città, si è ciò che era stato detto sopra il punto della
che Leonzio , che n'era il vescovo, è nominato predestinazione, il che gli fece con due libri
alla testa degli altri: dopo di lui sono i nomi della grazia e del libero arbitrio da esso indi .
di s. Eufrosio, di s. Mamerte, di s. Paziente, di rizzati a Leonzio. Ma , dice Fleury, nel far
s. Eutropio, di Fausto, di Tentaio ', di Basilio, questo cadde nell'eccesso opposto , rilevando
di Teofilatto , di Magete greco. Credesi che que troppo le forze della natura. Il P. Pagi dice lo
sti fossero i vescovi di Autun , di Vaison , di stesso, ma in termini assai più forti : Illud so
Vienna, di Lione, di Bellay, di Marsiglia , di lum dici potest, Faustum , mandati a Leontio,
Orange, di Aix , di Ginevra , latti celebri per el a synodo postea lugdunensi sibi imposilos
le lettere seritte loro da s. Sinodio. Vi si parlò limites excessisse, dum non modo Lucidi el quo
molto, secondo lo stesso Fausto, della predesti. rumdam fortasse aliorum circa praedestinalio
nazione. Vi si condannarono gli errori , che nem errores, ut injunclum fuerat, confulavil,
448 ARLES (CONCILIO D' )
verum elian , occasione dala, s. Auguslini do- di campagoa ; i genitori devono istruire i loro
ctrinam de gratuita praedestinalione impugna- figliuoli, e i padrini quelli che han tenuti al
vil el semipelagianum virus lolo illo opere pas la fonle. Tom . V conc. p . 1231 .
sim evomuit. ARLES (CONCILII PROVINCIALI D' ) , l'an . 1034.
Finalmente il dolto Benedettino D. Mauro, Si tennero questo anno parecchi concilii in
nella sua lista dei concilii certi e noti , dice in questa provincia pel ristabilimento della pace,
termini espressi sopra questo medesimo conci- per le feste, per indurre i popoli a riconoscere
Tiodi Arles, e sopra quello di Lione , che que- la bontà di Dio e distoglierli dai delitti colla
sti due concilii non ci son noli che per le ope- rimembranza dei mali passali.
re di Fausto di Riez , Opere, dic' egli , che con ARLES (CONCILIO D' ) , l' anno 1234 agli 8 di
tengono tutto il veleno del semipelagianismo, loglio sotto Giovanni Baussam , arcivescovo di
e come tali sono state rigeltate tra i libri apo. quella città. Vi si pubblicarono ventiquattro
crifi dal concilio celebrato da Papa Gelasio alla canoni , la maggior parte contro gli eretici, in
testa di settanta vescovi l'anno 496 , e si ap- esecuzione del concilio Lateranense dell'anno
poggia per affermarlo all'autorità del P. Pagi. 1215 e di quello di Tolosa del 1229. In questo
Infatti ecco ciò che ne dice quello stesso pa- concilio è ordinato ai vescovi di predicar fre
dre : Quoad Fausli libros de gratia, licet non quentemente la fede cattolica personalmente, o
pauci viri eos orthodoxos censuerinl , nihilo- per mezzo d'altrui . Le confraternite vi son
minus cum Gelasius Papa eos damnaverit, sy- proibite, se non sono erette con autorità del
nodus africanorum patrum apud Sardiniam vescovo. I vescovi si applicheranno studiosa
in epistola ad Muxenlium archimandrilain im- mente alla correzione dei costumi , principal
pugnaverit, et sanclus Fulgenlius, teste Isido- mente del clero, e metteranno per questo effet
ro ( De illustr. Script., cap. 14 , lib. 7 ; De gra- to degl’inspettori , ognuno nella sua diocesi.
tia Dei el de liber. arbilrio ), eisdem opposueril, Nessuno farà testamento, se non in presenza
non immerilo Baronius, n. 16 et seq .. quemad- del suo curato . La ragione di quest'ultimo sta
modum et plerique viri erudili , in eosdem li- tuto , ch'è si frequente nei concilii di quel
bros insurrexere. Ved . Tom . V Conc. p. 1042. tempo, fu perchè coloro , che favoreggiavano
16. Tom . VI ; Tillemont, Tom . XVI, Faust. gli eretici , facevano dei legati a lor profitto.
De Gralia , p . 698. Dupin , Tom . VI , p. 588 ; Tom . XI Conc ., App ., p. 239.
Car. Noris. 1 , 2 Hist. Pelag. ; Nol. Pagi in ARLES (CONCILIO PROVINCIALED'), l'anno 1260
Annal. Baronii, Tom . VIII, p. 522 ; Nal. Alex ., ovvero 1261 , lenuto da Fiorentino arcivescovo
Saec. V , p . 1 , dissert. 5. Faust. De Gralia in d'Arles, coi suoi suffraganei. Vi si condanna
sim . ; Praefat. Pagii in Baron. , Tom . VIII , p. rono le stravaganze dei Gioachimpiti, i quali
$22 ; Arle di verificare le dale; Pagi , In Annal. dicevano, che il Padre ha operato dal princi .
Baronii, Tom . VIII, p . 525. pio del mondo sino alla predicazione di Gesù
ARLES (Concilio D' ), l'anno 524. San Cesario Cristo ; che Gesù Cristo haoperato sino al1260
vi presiedelte assistito da dodici vescovi. Vi si e che lo Spirito Santo opererà sino alla fine del
fecero quattro canoni. Tom . VI conc. p. 1622. mondo. Che sotto l'operazione del Padre gli
ARLBS ( Concilio D' ), l’anno 544. Vi si fe- uomini viveano secondo la carne , che sotto
cero sette canoni, il secondo dei quali decide quella del Figlio viveano tra la carne e lo spi
che i monasteri tanto d' uomini che di donne rito : che sotto la terza vivranno più perfetta
saranno soggelli alla giurisdizione del vescovo menle secondo lo spirilo. Vi si fecero inoltre
diocesano. diciassette canoni , il terzo dei quali dice, che
ARLES (Concilio D' ), l’anno 554. Undici ve- la confermazione dev.' essere amministrata e
scovi della provincia di Arles , della seconda ricevuta a digiuno, tollonedai bambini laltanti.
Narbonese e delle Alpi Mariltime, e otto depu- Sicchè in quei tempi davasi ancor ai bambini,
tali vi fecero ottocanoni. Tom . V conc. p. 708. come si pratica anche al presente in più chie
ARLES ( Concilio D'), l'anno 813 ai 10 mag . se. Il quinto canone si spiega cosi : a Siccomela
gio. Si conta pel sesto di questa città : fu tenu- maggior parte delle chiese di questa provin .
to per ordinedi Carlomagno per corregger gli cia banno dei priori , dei monaci ovvero altri
abusi , e ristabilirvi la disciplina ecclesiastica. regolari,che non vi risiedono, cosi noiordiniamo
Vi si fece un gran numero di canoni. I ve che in queste parrocchie vi siano dei curati
scovi , giusta il concilio, devono sapere la santa tratti dalla comunità , ovvero dei vicarii per
Scrittura e i canoni , e tutta la loro occupazio- petui con una porzione congrua assegnata so
ne dev'essere la predicazione e l'istruzione. I pra le rendite della parrocchia. » Proibisce ai
preli devono predicare anche nelle parrocchie religiosi di ammettere il popolo all'ufficio di
ARMA- JRMENIA 449
vino nelle lor chiese le domeniche e le feste tultora selle arcivescovile cattolica ; ed è sede
solenni e di non predicare all'ora della Messa pur anche d'un arcivescovo anglicano prima
parrocchiale per non divertire i laici dalla ja te dell'Irlanda . Lab.
struzione, che devono ricevere nella loro par ARMAGEDON , luogo di cui parlasi nell'A .
rocchia . Tom . XI Conc. p . 2359 . LAB. pocalisse al capo 16, vers. 16. Questo termine
ARMA . Gli Ebrei usavano tutte le stesse ar. in ebreo significa la montagna di Mageddon .
me, che adoperavano gli allri popoli del loro Ora Mageddo, ovvero Mageddon, è una città
tempo e di quei paesi. Erano arınali di spade, situata alle falde del monte Carmelo, nel luo .
dardi, lance, giavellotli, archi , freccie e fionde. go propriamente dove il re Giosia fu ferito a
Per armi difensive portavano l'elmo , la co morte nella baltaglia contro Necao, re d ' Egit
razza , lo scudo. Osservasi che nei tempi di op. lo. II Par. 35, 22 , 23. E ad Arinagedon che
pressione e schiavitù intere armale d'Israeliti l'angelo maligno , sortito dalle fauci del dra.
non avevano veruna buon ' arma . Nella guerra gone, adunerà i re di lutta la terra , per dar
di Debora e di Barac contro Jabin , non si ve- battaglia nel gran giorno della vendetta del
de nè lancie nè scudi in un'armala di 40000 Signore , come è detto nell'Apocalisse. Cal.
Israelili . Al tempo di Saule , nel giorno della ARMATA . V. Esercito.
battaglia contro i Filistei , non si osserva che ARMATORE . Ciascuno, dietro approvazio
Saule e Gjonata armati di lancia e di spada, ne del suo governo , può concorrere a giusta
perciocchè i Filislei che regnavano nel paese guerra contro i nemici ed egli resta padrone
avevano proibito agli Ebrei il mestiere di ar. delle prede che fa sul nemico. Non cosi se al
maiuolo, e li obbligavano di recarsi nel loro cuno assoldasse gente di sola sua autorità ,
paese a comperare gli utensili necessarij al la- perchè un particolare non ha diritto di far
voro , nè mai vollero vender loro arme. guerra ad alcuno di suo solo arbitrio , nè di
Le arme anticamente erano di rame o di dispensarsi dalle leggi stabilite dal potere so
bronzo. Nella Scrillura però si trovano men . vrano riguardo alla guerra , siasi anche legit
zionali scudi, elmi ed archi di rame ( Job . tima . V. il Pontas a questa voce .
20 , 24 ; Psal. 17 , 35 , JJI Reg . 14 , 27 ). Golia ARMENI . Popoli d'Armenia in parte cri
portava un elmo di rame ed aveva lo scudo stiano-cattolici , in parte scismatici ed eretici .
della stessa materia . Gli Ebrei erano abili ar- Questi credono in G. C. una sola natura , com
cieri e frombolieri ; e già si conosce con quan- posta della divina e della umana ; credono che
ta abilità Davidde abbia colpito Golia colla sua lo Spirito Santo non proceda che dal Padre ;
fionda. Quelli di Benjamino erano in ciò così che la confermazione e l'estrema - unzione non
addestrati che non avrebbero neppure manca siano sacramenti ; che debbasi amministrar la
to di un punto nei loro colpi. Judic. 20, 16. Eucaristia ai fanciulli prima dell'uso della ra
ARMACH, A Rmacha .Cillà d'Irlanda, i cui gione. Tolti questi errori, gli Armeni pensano
prelali prelendopo avere la supremazia di tui. come i callolici. Essi credono la real presenza
ia l' Irlanda, perciocche, come dicono i nalivi , di G. C. nell'Eucaristia. Giovanni Hernac, ar
fu essa la prima sede dell'apostolo s. Palri . meno cattolico, citato dal padre Galano nella
zio . Ora questa città non è che un miserabile sua Conciliazione della Chiesa Armena colla
borgo nella Ullonia . L'abbate di S. Colomba Chiesa Romana. FER.
dopo la morte di s. Patrizio fu quegli che eb ARMENIA . A parlare intorno a quanto ri
be cura 'di questa primazia , contro la gerar- guarda la religione di questa vasta regione del
chia ecclesiastica ; sebbene semplice prete , si l'Asia, posta verso la sorgente dell' Eufrate ,
arrogo un'autorilà di cui non trovasi esem- avente il mar Caspio a levante , ed a ponente
pio, elevandosi a loro primale. L'arcivescovo il Ponto Eusino, conviene osservare, che seh
di Canlorberi nondimeno pretendeva che gli bene la religione cristiana , secondo i loro slo
si competesse tale diritto , e faceva le ordina ci, siavi slata recata dagli apostoli Bartolom
zioni. Celso, arcivescovo di Armach , è il primo, meo e Taddeo, lultavia vi fu quasi subito ro
a nostra cognizione , che abbia stabilita un'al vesciata, e che solamente allora vi si ristabili
tra metropoli falta da lui stesso edificare , ma quando il celebre s. Gregorio , delto l'Illumi
perchè ciò era avvenulo senza l'assenso della nalore, vi predico l'Evangelio, e col re Tiridale
santa Sede apostolica , determinossi perciò di si recò a Roma onde farsi consacrare dal Pon
farla confermare dal Papa ; conferina che dalla tefice s. Silvestro, per cui egli è riguardato da
santa Sede fu data . Ma non cosi fu del pallio , gli Armeni come l'Apostolo della loro nazione.
essendochè questo solamente fu concesso da Ma sebbene la maggioranza degli storici di
Engenio Pontefice nell'anno 1151. Armach è quelle contrade sostengano tale opinione , pu
57
Encicl Eccles. Vol. I. Fasc. VII.
430 ARMENIA
re sembra più verisimile il riferire di Nicone , ad Ecsmiasiin il quale perpelaasse fra loro gli
scrillore armeno por questo , il quale vuole antichi errori . E poichè le due sedi sotto due
che la conversione di questi popoli si debba potenze diverse Trovaronsi , quella di Sis sollo
altribuire ai vescovi di Cesarea , e particolar il dominio del Turco, quella di Ecsmiasim sol
mente a s. Leonzio, predecessore di s. Basilio. lo i Persiani, cosi poté ciascuna sede contro
In Teodorelo poi e negli altri storici greci del l'altra soslenersi senza che mai fosse stato pos
quiolo secolo si legge , che trovavasi a quell'e. sibile di riunirle.
poca in Armenia un gran numero di prelati , e É necessario però avvertire che il palriarca
che essendo stata l'Armenia maggiore assog- di Ecsmiasim prevale a quello di Sis non solo
gettata nel civile al prefetto romano residente per la venerazione degli Armeni al luogo di
in Antiochia , cosi venisse pur anche sottopo- sua dimora, che dicono essere quello del primo
sta al patriarca di questa ciltà nelle cose eccle- loro apostolo s. Gregorio l ' Illuminatore, ma
siastiche, ben anche pel numero delle chiese e dei ve.
Ma la evangelica legge non vi si mantenne a scovi che sono sotto la sua giurisdizione. 1
lungo nella sua purilà , poichè nella condanna quali vescovi dimorano in conventi che sono
di Euliche fatta dal concilio di Calcedonia , lulli dell'ordine di s. Basilio e posti ordina
vedendo gli Armeni , come altri popoli, quasi riamente nei villaggi dei paesi , e non nelle
un colpo dell'autorità ioperiale per abbatte città , dove non si tollera il culto di loro reli.
re quella che essi giudicavano verità ortodos. gione .
sa, ed odiando i Romani, unitamente ai Sirii, Or brevemente della loro credenza e della
tennero un concilio a Tevino , nel quale il pa loro disciplina. Rapporto alla credenza , come
triarca scismalico li premio per l'approvazio- dicemmo, giurarono il monofisismo nel conci
ne data al monofisismo, innalzando alla di- lio di Tevino nel sesto secolo ; per manifestart
gnllà di cattolico o di arcivescovo autocefalo il quale nella messa usano di pane azimo , e
od indipendente quello fra i loro prelati che non versano acqua vel calice. Nel resto facil
teneva sua sede nella capitale del paese, chia- mente con verrebbero colla greca ed anche colla
mata da essi Vagarsciabat, da dove Nierse, che latina . Ne la loro disciplina è molto differente .
occupava la sede verso l'anno 500 , la trasferi Senonchè convien confessare che poco rispel.
a Tevino luogo dell'accennato concilio , e che tano le immagini; e che venerano la croce,
nella capitale riedificata ſu di nuovo trasferita ma benedetta a modo loro. Apprestano i loro
da un allro Nierse verso l'anno 650 , facendo. altari con un quadro a controaltare e cande
vi innalzare il famoso monastero di Ecsmia Jabri sui gradini, in maniera assai somigliante
sim ; che divenne poscia come il sanluario del- alla nostra : ma non vi mettono lovaglie. Cre.
la religione, ed il soggiorno dei prelati , i quali, dono alla transuslanziazione, e fanno l ' eleva
e comesuccessori del primo apostolo e nella zione e l'adorazione del Sacramento nella ce
qualità di arcivescovi caltolici ed aulocefali, lebrazione dei santi misteri presso a poco qua
hanno preso
il nome e l'autorità di patriarchi. le la facciamo noi , e lolgono la cortina che se
I Maomettani , impadronilisi dell'Armenia para il santuario dalla navata , per renderlo
nel settimo secolo, contribuirono mollo a con visibile al popolo . Non celebrano che il giove
>
fermare i popoli nel monofisismo , affinchè a dì , la domenica e le feste solenni , e mai in
vessero minore propensione pei Greci. Avven mercordi e venerdi, che sono i loro giorni di
ne poi che pelle irruzioni succedule nel paese aslinenza . La loro liturgia e la loro Bibbia so
i patriarchi furono costretti a rifuggiesi di qua no in lingua arıena-anliea. Sono rigidissimi
dell'Eufrate nella piccola Armenia , dove pri osservalori dei digiuni e delle loro astinenze,
ma si stabilirono ad Ani , indi a Sebaste , fin pratiche presso a poco le stesse che presso i
chè il popolo vincendo i Maomettani, stabili Greci : non permellono le terze nozze , De
to un regno nazionale nella Cilicia , di cui Sis concedono ad un vedovo lo sposare una ver
divenne capitale, i patriarchi da Sebaste in gine , o ad un giovane lo sposare una vedova.
questa nuova città trasferirono la loro sede. Ostinatissima questa chiesa nei suoi Joymi,
Quando poi nel secolo decimoterzo i loro re e inolto attaecata alle sue costumanze ed alle
strinsero alleanza coi Latini , anche i patriarchi sue superstizioni, tornarono sempre vani gli
si riunirono solennemente alla Chiesa romana . sforzi falli per riunirla alla Chiesa romana
Indispeltiti gli scismatici che stavano nella sotto il pontefice Eugenio III nel 1145 , e solto
grande Armenia di questa unione del patriarca Eugenio IV nel concilio di Firenze del 1439.
di Sis alla Chiesa romana, dalla sua dipenden Ma se lale è, generalmente parlando, la contra
za si tolsero, eleggendosi un nuovo patriarca rietà all'unione colla Chiesa romana, non ne
ARMINIANI - ARMON 431
manca pero gran numero di Armeni uniti, di- nisti . Allora tornarono in patria , riacquista
stribuiti in varii villaggi, e i quali , per quanto rono i diritti , e finalmente anche alla loro set
vessati dalle imposte che sopra di loro aggra- ta venne concessa una legale esistenza. Quindi
va la gelosia degli scismatici, copservano per società Arminiana si accrebbe di nuovi pro
la vera raligione una eroica costanza. A que . seliti, e ne trovo non pochi in Inghilterra e
sti Armeni cattolici di Persia debbonsi aggiun. nella Scozia. Colà e nell ' Olanda si mantiene
gere quelli pur anco che in altre regioni sono tuttora divisa dalle altre confessioni. Costoro
dispersi, dei quali ve ne ha di quelli che slu : non ammettono che due sacramenti , il batte
diano a tull'uomo onde diffondere colle opere simo cioè, e la sacra cena , intorno all'ultimo
calloliche che in viano a'loro connazionalimag . dei quali abbracciano la perfida dottrina di
giormente la fede vera di Gesù Cristo nelle lo- Zuinglio, enipiamente negano il ' mistero au
ro prische regioni; trai quali non possiamo fa. gustissimo della Trinità ; interpretano le sacre
cere dei religiosi armeni, che trovansi a Vene- pagine nel senso sociniano: in una parola tra
zia, e di cui a lungo parleremo nell'articolo essi come tra gli altri Protestanti si dileguð
MECHITARISTI . ogni dogma cristiano. AQ.
Ora un nonnulla degli Armeni che trovansi ARMINIO (Giacomo ), capo della sella degli
sotto la dominazione del gran-sigoore, ciod Arminiani o Rimostranti, nacque a Oudewater,
del patriarcato di Sis. Il patriarca che occupò città dell'Olanda sull'Yssel,l'anno 1560. Dopo
questa sede, onde avere una protezione contro , aver percorse varie città onde perfezionarsi ne
i Turehidalla sanía Sede e dalle crociale abiu , gli studii , fu egli professore di teologia nell' ul
ro i suoi errori , auzi tenne varii concilii, tra'niversità di Leida in Olanda . Quivi pubblico
quali quello di Sis pel 1307 , e quello di Adena la dottrina che il fe' capo di partito, come pud
nel 1516 , ove si trovarono più di Trenta ve .. vedersi all'articolo ARMINJANI ; e per soste
scovi di sua dipendenza , e dove la ſede orto- nerla , scrisse tra le altre le opere seguenti:
dossa ſu approvata e condannato il monofisi. Examen libelli Guillelmi Perkinsi de praede
smuo ; ma come verso la metà del quattordicesi . slinationis modo et ordine ; Analysis c. 19 ad
mo secolo i Turchi s' insignorirono del regno Romanos; Disserlalio de vero sensu cap. 7 ad
latinizzato di Armenia , allora fu che dimo- Romanos. Arminio mori nel 1609. B1o.
strando col fatto con la sua abiura era stata ARMOGASTO (S.) , che alcuni qualificano
solamente un soggelto di polilica , rilorno nei conte, ed altri vescovo , soffri per la fede sotto
primi suoi errori e nel vecchio suo scisma; sic. Genserico re dei Vandali in Africa l'anno 457
chè anche di questo devesi ripetere quanto ab. 0 458. Dapprima fu legato con funi , che alla
biamo detto di quello di Ecsmiasim , Com . preghiera del santo si ruppero , quasi tele di
ARMINIANI O RIMOSTRANTI si chiamano i ragno. Fu quindi appeso per un piede , colla
seguaci di Giacomo Arminio, che incaricato da testa in giù , indi condannato alle miniere e
Martino Lidio a difendere la dottrina di Beza poscia a guardare le mandre, nel qual vileim
intorno alla predestinazione, contraddelta dai piego saptamente mori . Sebbene egli non mo
ministri di Delft , fini coll'adoltare i princi- risse fra i supplizii, la Chiesa non lascia di
pii che si era proposto di combattere. Manife. onorarlo qual martire, egualmente che Saturo
slo le sue opinioni nella tesi del 7 febbraio e Archinino, suoi compagni, a lui uniti nella
1604. Di qui insorsero gravi contese fra i di- storia della persecuzione della Chiesa d'Africa
versi settarii , a finire le qualigli stati di Olanda sollo i Vandali . Ban .
fecero grandi sforzi, che riuscirono inutili . Lo ARMON , di cui parla il profeta Amos : Pro
edillo di riconciliazione pubblicato nel 1614 jecimini in Armon , 4, 3 , significa , secoodo s.
non acquielo nessuno ; ed i ministri calvinisti Girolamo, il Caldeo , il Siriaco, Simmaco, Gro
furono lieti di umiliare i loro antagonisti in zio, Bacharl e molli allri , l'Armenia , in cui
un sinodo generale; ne chiesero tulli la convo- le dieci tribù d ' Israele furono tradotle dai re
cazione e l'ottennero. Il sinodo di Dordrechta- di Assiria. Allri , non contenti di questa sup
perse le sue sedute il 13 novembre 1618, esa- posizione, asseriscono che Armon è il nome di
minò i cinque articoli degli Arminiani , e li . una città alle falde del monte Ermon : tra que.
condandó. I ministri che ricusarono di aderire sti primeggia Barbié du Bocage. Infine viiso
alla sentenza furono rimossi dal loro uffizio. no di quelli che vogliono che nel testo ebrai
In forza di ciò gli Arminiani si videro dispersico , invece di Armon , debbasi leggere Sugenas,
e fuggitivi, ned ebbero tregua sino al 1625. do. lo che sarebbe un seguito della comparazione
po la morte di Maurizio di Qrangia, il quale che fa il profeta. Gosi la Bibbia del Vence.
crasi dichiarato pei Gomaristi o stretti Galvi Gol nome di Armon addimandavasi anoha
452 ARMONIA EVANGELICA - ARNALDO DA BRESCIA
un figlio di Saule e di Resfa , che fu crocifisso Essa è la riunione di dodici discorsi morali re
coi suoi fratelli dai Gabaoniti, ad eccezione di citati da Arnaldo nei giorni della celebrazione
Mifiboset. II Reg. 21 , 8. Cal . dei misteri che ne formano il soggetto, e porta
ARMONIA EVANGELICA. È titolo di diversi no questi litoli : 1. Della nascita temporale di
libri composti per dimostrare l'università e Gesù Cristo ; 2. Della sua circoncisione; 3. Del
l'accordo delle notizie offerte dai quattro e l'adorazione dei Magi . 4. Del baltesimo di
vangelisti , locchè gli autori delle varie armo- Gesù Cristo e dell'apparizione della Trinità .
nie fecero, riducendo gli avvenimenti ricordati 6. Dell'ultima cena e dell'instituzione del
da'diversi evangelisti all'ordine de' tempi in Sacramento dell'Eucaristia. 7. Della lavanda
cui essi sono accaduti. de piedi ; 8. Della cresima e degli altri Sacra
ARNALDISTI . Settarii del secolo XII , cost menti ; 9. Della passione di Gesù Cristo ; 10.Del
chiamati dal loro capo Arnaldo da Brescia. Le la risurrezione; 11. Della sua ascensione; 19.
loro invettive contro la Chiesa e contro il pos- Della discesa dello Spirito Santo. Tutti questi
sesso dei beni temporali che ella aveva acqui- misteri avendo rapporto a Gesù Cristo ed es
stati , ed i loro errori sul ballesimo e l'eucari . sendo il fondamento della religione da lui sta
stia li fecero condannare nel concilio Latera- bilita, percio Arnaldo intitold il suo trattato :
nense dell'anno 1139. Perseguitati nella Fran . Delle opere cardinali di Gesù Cristo. Cei.
cia , passarono in Inghilterra ; ma qui pure fu ARNALDO DA BRESCIA viveva nel secolo de
rono arrestati o dispersi nel 1160. La loro set- cimosecondo. A corto intelletto univa facilità
la proscritta divenne più tardi un ramo degli di parlare e molla arditezza. Porlossi in Fran
Albigesi. cia a studiare sotto il celebre Abelardo, e ritor
Vi furono degli altri eretici ARNALDISTI , in nalo appena in Italia pubblico le sue novità.
Ispagna , nel secolo XIV , cosi appellati da un Con fronte austera e inaniere che annunciava .
Arnaldo da Villanova , medico e filosofo , che no l'uomo disinteressalo , d'abito religioso ve
volle anche fare il teologo , e insegnò molti er stito per insinuarsi più facilmente nell'animo
rori. Ved. ARNALDO DA VILLANOVA . dei popoli, dei quali cercava cattivarsi la be
ARNALDO 0 Ernaldo. Fu questi abba- nevolenza colle più vili adulazioni , egli intra
te della regola di s. Benedetto nell'abbazia di prese a declamare contro lo stato ecclesiastico
Marmoutiers, donde fu tratto per esser abbate e monastico, dichiarando che i cherici che a
di Bonneval verso l'anno 1144. JI Papa Lucio vevano beni proprii , i vescovi che possedeva.
II o accolse con distinzione , e gli accordò un no regalie ed i monaci che godevano delle ter
privilegio pel suo monastero. Ma questo favore re non potevano salvarsi, e che tutti questi
non lo mise al sicuro dalla crudeltà del suo beni appartenevano ai principi. Denunciato
persecutore; che anzi fu forzato a recarsi a dal vescovo di Brescia al concilio generale di
Roma solto il pontificato d'Adriano IV . Ri- Laterano convocato da Papa Innocenzo il gior
tornato a Marmoutiers vi mori pochi anni no 8 aprile 1139, si condannarono gli errori di
dopo. Il martirologio di Francia ricorda Ar- lui , ma però in generale , e senza per anche
naldo uomo di pia memoria, celebre per dot . nominarlo. Questo eretico declamatore , sem
trina e per pietà. L'opera d'Arnaldo forma il plice lettore della chiesa di Brescia , ma in
secondo libro della vila di s. Bernardo. Il trat- superbito del suo talento per la sottigliezza e
talo d' Arnaldo sulle opere cardinali di Gesù la detrazione, con dialigne applicazioni della
Cristo non può essere stato scritto prima del sacra Scrittura, e con una eloquenza da en
1154, poichè è dedicalo al Papa Adriano IV. tusiasta animava le persone del mondo con
Questo trattato fu qualche volta stampato tra tro al clero, e metteva in discordia tutta la
le opere ecol nome di s. Cipriano, errore pro. sua patria . Sospettavasi parimente che ei pen
venuto dall'aver posto in alcune edizioni,invece sasse male intorno al sacramento dell'altare
di quello d'Adriano,il nome di Cornelio. Que- ed al baltesimo dei fanciulli ; ma non pote
sl'errore viene distrutto : 1. dal ms. dell'aba- vasi rivocare in dubbio la di lui audacia nel
zia di Chiaravalle ; 2. da molti passi che per rovesciare con tutte le sue forze la costituzio
entro all'opera stessa s'incontrano. L'autore , ne dell'ordine gerarchico. Scomunicato dal
circa l'ultima cena di Gesù Cristo o circa il concilio di Laterano . Arnaldo si ritirò co'suoi
giorno nel quale la si commemora , dice che i discepoli ne'inonti della Svizzera, mantenendo
giudici liberavano in detto giorno dei prigioni però sempre forte parlilo in Italia, e in sè stes
condannali a morte. Arnaldo non mise il suo so lo spirito inquieto e fazioso di tutti i sella
nome nel frontispizio di quest'opera, ma si rii . Andato a Roma nel 1141 , vi suscitó una
fece conoscere da Adriano IV a cui dedicolla . Sedizione contro il Papa , lo fe' cacciare , aboli
ARNALDO DI VILLANOVA -ARNAULD ( ANTONIO) 453
la dignità di prefello di Roma, costrinse i prin . Dauld , avvocato nel parlamento, nacque a Pa."
cipali cittadini a soltostare al patrizio, e fe'sac- rigi il 6 febbraio 1612. Studiò umanelettere net
cheggiare i palazzi de'cardinali. Papa Adria- collegio di Calvi , e diede fin d'allora indizii
no IV , succeduto ad Eugenio, lornò finalmen- della sagacità del suo ingegno per ogni scien
te in Roma dopo varii combattimenti dati.a za. Fu ammesso baccelliere in teologia dalla
quel fanalico. Arnaldo che n'era fuggilo, poco facoltà di Parigi nel 1636 e prese il berrello
dopo venne arrestato, e condotto a Roma fu di dottore il 19 dicembre 1641. Egliera stretto
condannato a morte nel 1155 , e poi il suo ca in amicizia con Giovanni du Verger d'Hauran
Javere bruciato e le ceneri sparse nel Tevere. ne, abbate di Saiot -Cyran . Il libro Della fre
L'abate Tainburini di Brescia pensò pubbli- quente comunione ch'ei compose qualche tem
care nel secolo scorso una tesi intitolata : Ap- po dopo, levo grandissimo rumore. Al mede
naldus Brixianus nec proprie schismaticus simo die' occasione un gesuita con un libric
fuil, nec sediliosus, nec lurbulenlus. Ma i sofi- ciuolo sul medesimo soggetto diretto ad una
smi ond ' egli vuol sostenere il suo eroe e di . distipla dama , onde distoglierla dallo stare sol
fenderlo dalle taccie appostegli cadono dinanzi to la direzione dell'abale di Saint- Cyran . Ar
alla sincerità degli autori che parlarono di Ar- nauld , amico di Saint-Cyran, e di fresco dot
naldo, che sono Ottone di Frisinga, che scris . tore, si accinse a conſularlo e scrisse un grosso
se nel 1146 , Guntero che fiori nel 1209, e più volume intitolato : Della frequente comunio
dinanzi alla condanna falta del sedizioso dal ne, stampato , a Parigi nel 1643, e che sol
concilio citato di Laterano. Che diremo poi del- levogli contro accaniti avversarii. Vi si trovo
l'empia tragedia , della quale appanto Arnal- a criticare parlicolarmente una proposizione
do da Brescia è il protagonista , scritta a'di no- della perfezione, cioè che s. Pietro e s . Paolo
stri dal Niccolini, cui l'ingegno sommo e la sono i due capi della Chiesa che non ne for .
vivezza delle immagini, la bellezza de' versi man che uno. Arnauld ebbe poscia opporlu .
non perdonano anzi aggravano lo strazio che nità di scrivere gran numero di opere sulla
ei fece della verità storica, lasciando il dire del. grazia . Il libro di Giansenio ( V.) aveva trovato
l'irriverenza a' santi e alle cose sante che in- jn Francia molti oppositori . Arnauld ne pre
spira quella sua produzione, che ormai da dot se la difesa contro le accuse di Haberl ;
to e pio critico venne posla nella luce dovuta ? compose un'apologia del libro di quel vesco
La sentenza di Roma che la pone all'Indice dee ' vo, che fu stampata verso la fine del 1664 ; ed
ſarci riguardarla coll'orrore meritato . Her . alla quale, a motivo della risposta di Ha
ARNALDO DI VILLANOVA , celebre medicobert, ne fe 'succedere un'altra nell'anno se
sulla fine del secolo decimoterzo ed al princi- guente. Ma nulla levò tanlo rumore quanlo
pio del decimoquarto, ebbe tal cognome dal le due lettere sul punlo del rifiuto dell'asso
villaggio in cui nacque, senza che si sappiat se luzione per parte di un ecclesiastico ( Picotė)
in Catalogna o in Linguadoca o in Provenza. della parrocchia di S. Sulpizio di Parigi a
Egli era uno dei migliori ingegni del suo tem . un signore della corte ( il duca di Liancour )
po, sapeva a perfezione le lingue, ed estremo per esser egli legalo con intima amicizia ad Ar
era il suo desiderio di tulto sapere ; ciò che fu nauld ed agli altri partigiani di Giansenio, i
causa di sue sciagure. Egli incominciò dall'an . quali eransi ritirati all'abbazia di Porto-Rea
nunziare la fine del mondo, ch'ei fissava al. le, ove educata veniva sua figlia. Arnauld dice,
l'anno 1345 o 1376, fondato sull'astrologia da nella prima leltera , che non si ha dirillo do
lui tenula scienza infallibile. Insegnò poscia ricusare i sacramenti se non ad eretici con
che la natura umana di Gesu Cristo era in vinli , condannati e scomunicati. Nella secon
tulto eguale alla divina , rigettò la pregbiera da lettera , scritta a confutazione delle rispo
pei morti e l'autorità dei Pontefici, condanno ste falte alla prima, egli riduce la questione
lo stato monastico, e prepose le opere di mi a questo punto : a se un confessore ed un cu
sericordia al sacrifizio della messa . Egli fu con ralo hanno potuto ricusare l'assoluzione e la
dappalo dall'università di Parigi , e dagli in . comunionea un signore piissimoa motivo del .
quisitori della fede raccolli a Tarragona, sollo la sua intrinsichezza con persone cattoliche,
il pontificalo di Clemente V. Mori in un nau .. sebbene sospelle di eresia ? » Gli venne oppo
fragio sulla costa di Genova allorché ritornava slo che s. Paolo ordina a Tito di fuggire l'uo
dalla Sicilia ove erasi rifugiato , coine narra lo mo erelico . Arnauld riflette, che ciò è solo do .'
Sponde nei suoi Aonali . Spe. po due ammonizioni , o che si tratta di un
ARNAULD (ANTONIO ), dottore del collegio vescovo e non di un particolaro ; ch'egli é cur
e società di Sorbona, figlio di Antonio - Ar- lo, per verità , che il Papa fece una costilu.
434 ARNAULD ( ANTONIO)
zione contro cinque proposizioni, la quale fu che G. C. e'realmente presente nel sacramento
pubblicata dall'arcivescovo di Parigi'; ma che dell'altare. Ma per oferirne qui qualche idea,
un parlicolare non è perciò in diritto di at- è d'oopo risalire più alto. Era stato stampalo
tribuire a persone calloliche i sentimenti con- nel 1659 l' officio del santissimo Sacramento
dannati , quando esse non sieno slale giuridi- per le monache di Porto -Reale, specialmentede
camente con vinte di averli sostenuti . dicate all'adorazione di questo mistero. Nicole
Dalla questione di dirillo Arnauld passa ne scrisse la prefazione, la quale non era che
alla question di fatto, e sostiene che nulla vi un breve Irattato della fede. Lo stesso non era
ha di deciso sui tal rapporto. Accusa 'poi gli : ancora stampalo , che il ministro Claudio, aven
avversarii di opposizione alla dottrina di s. As done avuta una copia, gli fece una risposta
gostino, e pretende che dalla condanna delle molto ingegnosa. Nicole la confutó , e congiun
cinque proposizioni non ne segua che si debba se a questa conſulazione il trattato ; e il follo
ammellere una grazia sufficiente accordata sen- fu stampato nel 1664. In questo trallalo Nicole
za eccezione a tulli gli uomini senza cui l'os- dimostrava non essersi Salla nella Chiesa al
servanza de'divini precetli lor tornerebbe im- cuna innovazione rapporto al mistero della Eu
possibile; e che anche dopo quella costituzio. caristia ; e per provar ciò stabili un punto fis
non siam punto obbligati a credere, come so superiore ad ogni disputa, ossia un tempo,
articolo di fede, che la grazia interiore, la qua. nel quale consta veramenle che la ſede della
le è necessaria alla volontà, perchè possa volere presenza reale era la dottrina della Chiesa,
ciò che Dio esige da lei , non le manchi mai Questo tempo è quello di Berengario, epoca
nell' occasione in cui pecca. È qui ch ' egli al- in cui lulta la Chiesa si dichiaro contro la cre
lega l'esempio di s. Pietro ; e che dopo aver denza de 'Calvinisti. Questi al contrario pre
citati due passi , uno di s. Giovanni Grisosto- tendono che un secolo prima di Berengario
mo e l'altro di s. Agostino, pretende che la tutta la Chiesa fosse del loro sentimento. Vi sa
Scrittura vi mostri nella persona di s. Pietro rebbe quindi stato qualche cangiamento nella
un giusto al quale la grazia , senza cui si puo doltrina, cosa che Nicole sostiene esser impos
nulla, mancò in un'occasione, nella quale non sibile. Ecco il suo ragionamento : Quel can
può dirsi ch'ei non abbia peccato. A questa giamento non pud concepirsi avvenuto che in
proposizione specialmente si appoggiarono per due maniere: una sarebbe immaginandosi che
condannare la lettera d'Arnauld; e ne inferiro. avvenisse tullo ad un tratto, in guisa che tulli
no, che non solo egli dubila va del falto, ma i cristiani, dopo aver creduto fino allora che
ancor del diritto; che, secondo lui , i comanda. G. C. non fosse presente nell'Eucaristia, aves
menti sono impossibili ai giusti che pur fan- sero cominciato tutti insieme a credere che
no quanto è loro possibile per adempirli; vi fosse, e che essendosi addormentati calvi
a che la grazia, per cui sono possibili, loro nisti, si fossero svegliati callolici senza saper
manca talora . Arnauld,mosso dalle querele che come, e con un'intiera dimenticanza di ciò
si alzarono contro la seconda sua leltera, la ch'essi erano stati : prelensione si ridicola, che
mando e la sollopose al Pontefice allor re- il conſularla è follia . L'allra sarebbe imma
gnante, Alessandro VII. Ma non per questo la- ginandosi che il medesimo avvenisse insensi .
sciò il sindaco Guyart di denunciarla alla fa- bilmente : che alcuni introducessero l'opinious
colla di leologia, la quale, a malgrado delle della presenza reale : che dapprincipio aves -
appellazioni ed opposizioni d'Arnauld , con sero pochi settalori, poi aumentassero, e che
danno quella proposizione colle qualificazioni in fine la moltitudine e tulla la Chiesa ab
di temeraria , empia , bestemmiatrice, scomuni- 'bracciasse la nuova opinione ; e lullo ciò senza
cala ed eretica, e lui escluse dal suo corpo il rumore, senza opposizione, senza contrasti fino
primo gennaio 1656, confermandone l'espuls a Berengario . Ma tutto questo non può dirsi ra
sione il primo febbraio seguente. Quest'ulti- gionevolmente : 1. perchè se questa dottrina
mo colpo delerminò inlieramente Arnauld a della presenza reale fosse stata introdotta da
ritirarsi, e durante il ritiro, nello spazio cioè un solo uomo o da un piccolo numero di per
di venticinque anni, numerose opere furono sone, come mai s'ignorerebbero i loro noni ?
da lui composte su diverse materie spettanti E d'allronde, come evitare che alcuno non si
alla grammatica, geometria , logica , metafisica, opponesse ad impresa si straordinaria ? E che?
teologia. Egli ritorno poscia a Parigi , ed oc i sacerdoti, i parrochi non si sarebbero forse
cupossi, di concerto con Nicole, a combatle- accorti di questa idolatria nascente, e sarebbe
re i protestanti . Si accinse a provare contro slalo ' possibile che alcuno pon vi reclamasse a
i Calvinistiche siè semprecredulo nella Chiesa difesa della dottrina comune 9 2. Perchè se si
ARNAULD (MARIA ANGÉLICA) 455
rifletté, che tale opinione invalse fra la mol- decimo contiene disserlazioni su Giovanni
titudine , chimerica appar sempre più quella . Scot e Bertram . Nel primo tomo della Per
supposizione ; imperocchè vi sarebbero stati peluità era corsa promessa di esaminare ciò
due partiti nella Chiesa ; l'uno per la pre- che la sacra Scrittura e i Padri de'sei pri
senza reale, l'altro per la presenza in figura; mi secoli insegnano intorno all ' Eucaristia.
l'uno avrebbe adorato l'Ostia , l'altro le a Nicole mantenne la promessa , e pubblico
vrebbe ricusato ogni omaggio ; in una mede- nel 1672 un secondo tomo Della perpetuità
sima Chiesa , gli uni avrebbero piegate le gio della fede, nel quale quella materia è ampia
nocchia a terra alla vista dei santi misteri , mente spiegata : il terzo tomo è una rispo
gli altri vi avrebbero tenuto dai pergami sta ai passi difficili dei Padri obbiettati dai
on linguaggio diverso ; e tutto questo non ministri , e fra gli altri a quelli di Teodoreto,
avrebbe cagionalo il minimo trambosto, non non che una risposta alle induzioni che ne
dispute , nessuno strepito. Eppur trattavasi trassero Albertino e gli altri ministri. Frat
di un punto assai importante , eppure scop- tanto era Arnauld occupato in altro disegno,
piarono nella Chiesa, gravi turbolenze per co- cioè a mostrare con altra opera, che le o
se di minor conto . Come mai i monaci, i sa- pinioni dei Calvinisti sulla giustificazione ,
cerdoti; i vescovi sarebbero stati in silenzio da essi considerate come i principali articoli
sull'alterazione di un dogma che interessava della loro riforma , distruggono la morale
si davvicino la religione ? Dopo questo ragio , di G. C. Scrisse egli infatti su tale soggetto
namento Nicole passa a confutare la storia un grosso volume, la cui stampa venne a ter
che i ministri , e particolarmente Albertino , mine nel 1672. Il fatto si è, che i Calvinisti
composero di quella pretesa innovazione . It insegnano non potersi perdere la giustizia";
ministro Claudio rispose a questo trattato ; ed che nessun giusto può quindiperderla, nè
Arnauld per confutare la risposta di questo punto la perdu per qualsiasi delitto ei com
ministro compose due grossi volumi portanti metta ; e che i peccati più enormi punto non
il titolo : La perpetuità della fede caltolicu impediscono che i fedeli, i quali li commetto
riguardante l'Eucaristia, difesa contro il lic no , restino giusti e figli di Dio ; ed è da cio
bro del signor Claudio ministro di Charenton . che Arnauld dimostra esser questa dottrina
Quest'opera apparve sotto il nome di Ar- contraria a quella di ' s. Paolo ; distruggere
nauld , sebbene vi avesse avuto la maggior essa la necessità delle buone opere, annienta
parte Nicole. Essa è divisa in dodici libri ; il re' le virtù cristiane e condurre al libertinag
primo contiene la giustificazione generale del gio. Claudio vi rispose , ed Arnauld replico
libro- della perpetuità, e la confutazione degli e continuo ancor qualche tempo a scrivere
esempi allegati dai ministri in prova dei pre- contro il partito protestante ; ma vi fu in o
tesi cangiamenti avvenuti nella Chiesa ; i tre pera uno stratagemma, che valse a far cessare
libri seguenti contengono le prove del con- dopo il 1683 le irruzioni di Arnauld contro
sentimento della Chiesa greca colla Chiesa ro i Calvinisti. Parlo dell'autore Dello spirito
mana sulla presenza reale e sulla transustan- d'Arnauld , il famoso Jurieu , la maldicenza
ziazione , dall'XI secolo fino al presente ; nel del quale, dice Voiture, si estese dallo scettro
quinto si pone iu luce, con testimonianze au- alla verga del pastore, dalla reggia al lugurio.
teptiche, il consentimento delle altre chiese Arnauld erasi già ritirato nei Paesi-Bassi, dove
orientali colla Chiesa romana ; il sesto con aveva pubblicata l ' Apologia del Clero di
tiene la confutazione dei sutterfugi di Clau- Fruncia, opera che aveva inasprita la bile di
dio sulla credenza distinta della presenza o quel ministro stizzoso , e mori a Brusselles
dell'assenza reale ; nel VII ed VIII l'autore gli 8 agosto 1694. Oltre le mentovate , mol.
esamina in particolare tutti gli scrittori della te altre opere ci rimangono d'Arnauld sulla
Chiesa greca e latina vissuti dal secolo VII grazia ; due apologie di Giansenio ; due vo
fino all'epoca in cui i ministri stabiliscono lumi in difesa del Nuovo Testamento di Mons,
il preteso cangiamento, e dimostra che tutti contro Mallet ; molti volumi sulla morale pra
insegnarono la presenza reale e la transustan tica de'gesuiti , molti altri contro la morale dei
ziazione"; il IX contiene la prova dell'impos- casisti rilassati ecc . , sicchè tutte insieme ' le
sibilità del cangiamento di credenza supposto sue opere montano a più di centosessanta vo
dai ministri , e vi si combattono le ragio lumi, e se ne può vedere la lista nellº Intro
ni , per le quali Claudio ha preteso di ren duzione alla storia lelleraria della teologia di
derlo plausibile ; nel X si deducono le na- Matteo Prassio stampata a Tubinga nel 1725,
turali logiche conseguenze dei precedenti. e nella grande Biblioteca ecclesiastica stampa
L' XI riguarda varie dispute personali fra ta a Ginevra nel 1734 . Ric.
Claudio e l'autore della Perpetratà ; 'ik duo ARNAULD (MARIA ANGELICA ) , sorella del
456 ARNOBIO 11. Vecchio
precedente,nata nel 1591 ,abbadessa di Porto- G. C. colla santità di sua vita e coll' iano
Reale dei Campi in età di quattordici anni , cenza de' suoi costumi ; col gran numero di
vi ristabili maravigliosamente la riforma ci- prodigii ch'egli operò , e colla facoltà che ei
sterciense ed il pristino spirito dell'istituto diede agli uomini d'operarne , non tralasciat i
di s . Bernardo . Essendole stato commesso i segni portentosi che apparirono sulla terra
Jal generale dell'ordine di introdurre la ri- all'ora di sua morte. Egli sostiene che non
forma nell'abbadia di Maubuisson , cui go- può dubitarsi della verità di questi fatti , i
vernava allora suor Gabriella d'Estrées , la quali ci vengono riferiti dagli Apostoli , ben
quale vi si era intrusa a mano armata , ella loplani dal volerci ingannare, da nulla spinti
ne venne a capo dopo molti stenti , dando il ad inventar cose sulle quali tanto agevole sa
primo esempio di tutte le privazioni, che es rebbe stato smentirli , e che d'altronde non
sa imponeva alle sue religiose. Fu allora che altro proponevansi nella predicazione di qnel
sè stessa affidò alla direzione di s. Francesco le verità che la gloria di Dio e la salute delle
di Sales. Ritornata a Porto -Reale trasferi il anime , a pericolo anche della loro vita . Nel
suo monastero dei Campi a Parigi ; e , per- secondo libro giustifica G. C. dalle calunnie
suasa che la sua elezione non fosse stata ca dei pagani . G. G. non fu liranno , non di
nonica, dopo avere ottenuto che l'abbadessa strusse popoli , non operò ingiustizie , non
in avvenire fosse triennale ed elettiva, dimise cercò di arricchirsi ; eccellente è la sua dol
quella dignità. Alcuni anni dopo il Papa la trina e conforme alla ragione. Egli insegna
scelse per istabilire un nuovo monastero , cui va l'immortalità dell'anima, la risurrezione
la duchessa di Longueville voleva fondare in de’ morti e il fuoco dell'inferno per castiga
onore del SS . Sacramento. Tale stabilimento re i malvagi. I Pagani domandavano perchè
non essendo sussistito, la madre Maria Ange- mai , se la venuta di G. G. era necessaria
lica tornò a Porto -Reale , le cui religiose la per liberar le anime dalla morte , aveva egli
elessero ad abbadessa , dodici anni dopo la sua tanto tardato a venire a liberarle ? ma , ri
rinunzia, e la tennero per dodici anni conse- sponde Arnobio, potete voi sapere di qual mo
cutivi. Il monastero dei Campi essendo stato do siasi Dio comportato verso gli antichi ? E
ristabilito, ella divise la cura delle due case ; chi vi ha detto ch' ei non gli abbia soccorsi
vi dispiego eminenti qualità, e mori ai 6 ago- per altra via ? Sapete voi da quanto tempo
sto 1661 , di settant'anni, dopo 54 di profes- gli uomini siano sulla terra ? Conoscete voi
sione, lasciando grande riputazione di spirito, il luogo, in cui le anime degli antichi siano
di sapere e di virtù . BER . state custodite ? E chi vi disse che G. C.
ARNOBIO IL Vecchio ( Arnobius ) , scrit- non le abbia liberate colla sua venuta ? Ma
tore del terzo secolo, professore di retorica a perchè , ripeteranno i Pagani , perché G. C.
Sicca città dell'Africa nella provincia procon non ha redenti tutti gli uomini ? Egli chia
solare verso il 292,e precettore di Lattanzio, ma , risponde Arnobio , egli invita lutto il
era Africano di nazione e di religione pagano. mondo , e riceve tutti quelli che vengono a
Desideroso di convertirsi , onde ottenere più lui , ma nessuno egli sforza o costringe. E
facilmente dai vescovi di essere messo nel saranno i soli credenti i cristiani ? Si , perchè
numero dei fedeli , compose , essendo ancora un solo G. C. può salvarci. — E perché ab
catecumeno, selle libri eloquentissimi contro bandonare la religione dei nostri antenati ?
la religione che aveva abbandonata ; e questi Perchè la religione cristiana è migliore, atte
libri furongli di raccomandazione ad ottenere sochè non per esser antica deve una religio
l'implorato ballesimo. E sebbene quando li ne stimarsi , ma per esser divina. Nuovi
scrisse non conoscesse ancora perfettamente d'altronde sono i vostri dei : duemila anni
la religione cristiana , trovandosi in essi al- addietro non eran punto conosciuti. · Ma
cuni errori, confuta egli nondimeno con mol- perchè permette egli che quelli i quali l'o
ta solidità gli errori dei Pagani , e vigorosa- norano sieno perseguitati ? E perché, rispose
mente difende i punti principali della nostra Arnobio , tutti i vostri dei permettono che
religione. I Pagani accusavano i cristiani di voi siate Travagliati dalle guerre, dalle pesti ,
esser autori delle sciagure e delle calamità che dalle carestie ? ecc. Non è da slupirsi se noi
affliggevano il mondo. Ma , e che ? dice loro soffriamo in questa vita , perchè nulla ci è
nel primo libro Arnobio , prima di G. C. in questo mondo promesso; anzi i mali che
non furonvi forse pesti , carestie e guerre ? soffriamo quaggiù giovano alla nostra libera
G. C. non apporto verun male al mondo ; zione.
le miserie hanno le loro cause naturali , e I libri d'Arnobio furono pubblicati da pri
sovente le cose che più cattive appaiono ", ma da Fausto Sabeo, e stampati, in fol.,a Ro
realmente nol sono . Egli prova la divinità di ma' nel 1849 sopra un ms . della biblioteca
ARNOBIO IL GIOVANE - ARNOLFO (S. ) 457
Valicana, ma con molti errori che in quel ms . dre. Intanlo 'Arnolfo era Iroppo necessario al ..
trovavansi . Gelenio, il quale li pubblico e li la corte, ove occupava il primo posto , perchè
fece slampare a Basilea nel 1546 e nel 1560 , il monarca gli permettesse di ritirarsene. Tri
presso Froben , si prese la libertà dicorreggerli egli visse ancora qualche tempo pel bene in .
dietro semplici congellure, e d'inserire le cor. dispensabile dello stato; ma visse da vero ve-,
rezioni nel testo. scovo, raddoppiando le sue elemosine e le sue
Arnobio, per giudizio di s. Girolamo, è ine- auslerità , prolungando frequentemente il suo
guale e confuso. Le sue opere non hanno nė digiuno sino al secondo ed al terzo giorno, non
ordine nè metodo ; il suo stile è duro , gonfio , mangiando che panedi orzo, non bevendo che
ed abbondante di molte maniere di dire po- acqua, e portando contiñnamente sotto la sua
co usitale , ed estranee alla purità della lin . tonaca il cilicio. Tante virtù , spesso conferma
gua latina ; per cui non di rado riesce difficile te dai miracoli , non lo tranquillavano per
ad intendersi. Non manca però d'eleganza nei anche contro ai pericoli del mondo : aspirò e
suoi discorsi ; attacca i suoiavversarii con mol- gli sempre al riliro , e lungamenle chiese con
ta energia , e ne' suoi ragionamenti s' incon- istanza un tal favore senza poterlo ottenere .
trano certi modi sagaci , dilicati e leggiadri che Finalmente, essendo morto Clotario , Arnolfo
alleltano. Trilemio gli aggiudica un commen si ritiro in una solitudine sui monti Vosgi ,
tario sui salmi che non può apparlenergli , a lui preparata da s . Romarico 'suo amico , e
perchè vi si parla dell'eremia di Folino , ere nella quale passo il resto di sua vita nella
siarca del secolo IV ; quell'opera è d' Arnobio preghiera, nella penitenza e nell'esercizio di
il Giovane. Ber . opere di carità , e massime a sollievo di alcuni
ARNOBIO Il Giovane , del V secolo , è lebbrosi ed altri infermi incurabili. Morico
l'aulore del commentario sui salmi da Trite. slante in queste sante sue pratiche verso l'ani
mis aggiudicato senza ragione ad Arnobio il no 629. La sua festa și celebra il 16 agoslo .
vecchio. Si pretende che Arnobio il giovane Cosi Paolo Diacono. BER .
fosse sacerdote francese educato nel monastero ARNOLFO (S. ) , vescovo di Soissons , nalo
di Lerins. Il suo commentario è brevissimo. Del Brabante da nobili genitori nel secolo XI
Egli si altiene al senso allegorico, e riferisce a ai tempi di Enrico I re di Francia , aveva co
Gesù Cristo ed alla sua Chiesa l'intero testo minciato dall'illustrarsi nel mestiere delle ar
dei salmi: cosa che ei fa con molto ingegno e ini . Prevenuto fin d'allora dalle benedizioni
gusto, mischiandovi di tratto in tralto qualche del Signore, ricusò non pochi onorevoli matri
riflessione morale. Ci resta pure solto il nome monji con molle terre . Col pretesto di andare
di Arnobio un dialogo sulla Trinità e sulla In- alla corte di Francia , abbandonò la sua pairia ,
carnazione, non che alcune note sui Vangeli , ed andó a farsi monacó a S. Medardo di Sois
come riferisce Sislo da Siena nel libro quarto sons. Qualche tempo dopo , colla permissione
della sua Biblioteca . Bar , del suo abate, si fece solitario. In quell’auste
ARNOLFO (S. ) , vescovo di Melz. Figlio di ro ritiro ei non mangiava che poco pane di
un gran signore di Francia , e primo tra i favo orzo, non beveva che acqua , stava a cielo sco
riti del re Teodeberto II , cui aveva valorosa- perto il giorno e la notte, ed osservava un si
menle servito nelle armate . L'anno 609 di rigoroso silenzio , che passò tre anni e mezzo
slingnevasi non solo per meriti cavallereschi, senza parlare , cioè finchè non fu tratto dal
ina ancora per singolari virtù , sicchè formava silo recesso , per fargli prendere la condotta
J'ammirazione dei grandi e del popolo . Nel dell'abadia . Al comando fatlogli da Tebaldo
l'anno 614 rimasta vacante la sede episcopale suo vescovo, perchè prendesse il pastorale che
di Metz, il popolo ad una voce lo dimando per i monaci gli avevano decretato , per limore ili
suo pastore ; avvegnachè non fosse che sempli rompere il silenzio , dimandò in iscritto una
ce laico, e fosse anzi vincolato coi legami del dilazione fino all'indimani onde aver tempo
matrimonio. La voce del popolo vende presa di esaminare la volontà di Dio. Gli fu accor .
per quella di Dio. Egli accelid una dignità , la dala la dilazione, ma nel tempo stesso gli ven
quale non poteva che abbassarlo agli occhi del nero dale delle guardie, per timore che col be
rapndo; e la sua sposa, a cui alcuni aulori dan- nefizio delle tenebre non prendesse la fuga. Es
no il filolo di santa , rilirossi a Treveri , ove sendosi addormentate le guardie , egli scalò le
prese il velo monastico. Ne aveva egli avuti due mura , e fuggi nelle vicioanze di Laon. Ivi eb
figliuoli , Ansegiso che ſu il ceppo della seconda be notizia di esser cercalo con molta premura ,
dinastia de' re di Francia e s . Cloud, che col nello stesso tempo vide un lupo, ed ei si mise
lempo divenne vescovo di Metz , come suo pa a seguirlo, sperando che quel selvaggio anima
Encicl. Eccles. Vol. I. Fusc. VIII, 58
438 ARNON - ARNULFO
le lo allontanerebbe sicuramente dall'incontro ne di Tebaldo conte di Sciampagna. Nell'anno
degli uomini . Accadde pero tutto il contrario ; 1084 ando in Piandra per mandato del Papa ,
imperocchè seguendo egli le tracce della guida onde compiere un'ardua con missione di cui
feroce che si era scelta , accostossi Soissons nessuno aveva avuto il coraggio di caricarsi.
per istrade sconosciute, e fu quasi subito sco Trattavasi d'intercedere presso al conte Ro.
perlo. Riconoscendo egli allora la volontà di berto, principe violento e sommamente geloso
Dio, ruppe il silenzio, e cedette ai voti de' suoi della dominazione, in favor di persone accusa
fralelli. te di aver cospirato contro di lui. Riusci al
Non tardo a segnalare lo straordinario suo santo non solo di piegare quel principe terri.
talento pel governo. In breve tempo rimise il bile, ma di ristabilire altresi la concordia la
monastero quasi rovinalo su miglior piede, carità cristiana fra popoli cosi avvezzati al
cosi per lo spirituale come pel temporale. Sic- sangue, che i più stretti parenti si trucidava .
come vedevasi che egli era alto a tutto , e che no per le più lievi cagioni . Allora fu che si
in altri tempi aveva gloriosamente portalo le fondò un monastero di monaci Benedettini ad
armi , il re Filippo volle che lo seguisse alla Outlemburgo. Torno nello stesso anno per
guerra unitamente ai vassalli de! l'abadia, giu. prendere cura della sua diocesi ; ma continuan .
sta l'antico costume. Il santo amo piuttosto do il re Filippo a tormentarlo , ei si dimise
di abbandonare il pastorale che di rientrare dall'episcopato in cui non poteva fare il bene,
nel tumulto del secolo , dopo di avervi già ri- e andò a rinchiudersi nell'antica sua cella di
nunzialo ; per la qual cosa ripigliò immediata- solitario , per non più pensar che alla morte.
mente la vila di solitario , in cui divenne cele- In capo a due anni essendo ricominciali in
bre per ogni sorta di virlù di codesta profes- Fiandra i disordini , i primarii della città di
sione, come pure per molte opere di carità, per Outtemburgo andarono con un monaco di quel
conversioni prodigiose, per lo spirito di profe- monastero a scongiurarlo perchè tornasse in
zia , per miracoli luminosi. Tal era s. Arnolfo, loro soccorso. Non polè egli non arrendersi al.
allorchè venne strappato una seconda volla le loro istanze ed alle loro fagrime ; ma selle
dalla solitudine per esser posto in luogo di giorni dopo il suo arrivo, cadde infermo e mo.
Ursione, intruso , dopo la morte del vescovo ri in capo a tre settimane , cioè il 15 agosto
Tebaldo, sulla sede di Soissons . Fu chiamato dell'anno 1087 nel monastero di Oultemburgo .
ľumile Arnolfo sotto pena di scomunica al Quel che non gli era stato possibile di operare
concilio di Meaux , ove il legato Ugo gli co colle sue parole nel cuore dei Fiamminghi , lo
mandò, in virtù di santa opbedienza, di accel- fece colla inuta eloquenza delle sue reliquie,lo
tare l'episcopato. Partendo egli per Soissons , quali efficacemente rammentaronoai melesimi
mando a dire alla regina Berta , che lo aveva quanto loro aveva dello intorno alla felicità di
pregalo ad ottenergli prole colle sue orazioni , servire in pace il Signore.
BER.
che essa era incinta di un figliuolo che si
chiamerebbe Luigi , e che succederebbe al ARNON . Fiume e torrente di cui spesse vol
re suo padre. La predizione verificossi appun . te trovasi falla menzione nella divina Scrittu
tino colla nascita di Luigi il Grosso , che ra . Nasce nelle montagne di Galaad o di Moab
nacque in questo stesso anno 1087. Qualche e si gilta nel mar Morto. CAL.
tempo prima il santo aveva predetto alla me ARNULFO od ERNULFO . Di questo illustre
desima principessa , la quale scacciò Geraldo, scrittore del secolo XII , monaco dapprima, in
abate di S. Medardo dopo di lui , che sarebbe di commendevole vescovo di Rochester ,che in
anche essa discacciala dal regno , e che inor età di ottantaquattro anni morì nel 1924 , noi
rebbe nell'afflizione e nel disprezzo: il che ve- possediamo due lettere, che il p. D'Achery ci
rificossi bensi più tardi , ma non meno precio fece conoscere , le quali senza tema di errare
samente . si possono riguardare come due trattati. Di
Tante virtù e doni meravigliosi non resero queste è necessario per l'importanza della ma.
Arnollo più tranquillo nella sua sede. Il s110 Teria che noi imprendiamo l'esarne.
popolo e lulla la porzione più stimabile del La prima è diretta a Waquelino vescovo di
suo clero, gli dimostravano la più perfella dic Wandsor , in risposta ad una questione che
vozione. Ma l'usurpatore Ursione , protetto questi aveagli in particolar conferenza propo
Jal re, si mantenne in possesso della sede ; ed sta : cioè se una douna che ha commesso adul
il legittimo vescovo fu costrello a slabilirsi terio col figlio di suo marito e di altra moglie,
nel castello di Onchi, nella diocesi , ove non debba esser dal marito divisa . La seconda let
esercitava le sue funzioni che per la protezio . tera è indirizzata a un Lamberto , il quale,
AROD - AROLDO (S. ) 450
gebbene a lui sconosciuto, pure gli aveva pro- : sebbene siavi la sostanza . L'ultima questione
posle cinque questioni . La prima questione de versa sul senso delle parole di Gioele : Chi sa
sunta dalla consuetudine di quel tempo di da se Dio non cangierà, s'egli non perdonerà ?so
re nell'amministrazione dell'Eucaristia un'o- gli non lascierà dopo di sè benedizione ? Arnul .
stia bagnala nel vino. A siffalla questione Ar- fo dice che il cangiamento di Dio consiste nel
nulfo risponde, che N. S. essendo venuto al la remissione del peccato ch' egli accorda a chi
mondo per la salute degli uomini, prescrisse si converte, e che l ' espressione, ch'ei lascia la
Joro bensi ciò ch'era necessario a conseguirla, sua benedizione dopo di lui, s'intende a quelli
ma non indiconne i modi particolari ; che per . che lo seguono. Rac.
ciò non disse già battezzate nella tale o tal altra AROD , quinto figlio di Gad , come si legge
maniera, immergete tre volte quello che bat. nel libro dei Numeri al capo vigesimosesto ,
tezzate, non fate da principio catecumeni, versetto decimosellino, capo della famiglia de .
consacrate il crisma ; ma disse solamente : bal . gli Arodili.
tezzaleli , che per questo mezzo è agevole co Un AROD è nominato al capo 8, vers . 18 .
noscere le cose assolutamente necessarie e del I dei Paralipomeni , come uno de' discen
quelle che possono talora cangiarsi od om denli di Beniamino .
meltersi ; che perciò alcune pratiche in uso ARODITI . V. AROD .
pella Chiesa primitiva non furono lungo tem . AROER . Città della tribù di Gad , sitoala
po osservate. La seconda questione è : Perchè sulla riva sellentrionale del torrente Arnon ,
si melle una quarta parte dell ' ostia nel cali- alla estremità del paese che possedevano gli
ce nella frazione dell'ostia alla messa ? Ar- Ebrei al di là del Giordano. Questa cillà ne ri .
nullo risponde che la consuetudine non è corda alla memoria altre due del medesimo
di dividere l'ostia in quattro parli, ma in ' nome ; una vicina a Rabbath degli Ammonili ,
tre ; che per la terza parte che si mette nel altrimenti Filadelfia ; l'altra nella tribù di
calice equivale in dimensione alla quarla par. Giuda . Cal.
to dell'ostia , sebbene abbiasi cura in certo AROLDO (S.), re di Danimana, la quale do
chiese di farla equivalere alla terza . Egli disse po essere stata a lungo in esecrazionealla cristia
che il sacerdole deve comunicarsi con quella dilà somministrò anche essa principi degni
che getta pel calice , e distribuire le altre due del titolo di santi e di martiri . Adam . Brem.
parti al diacono e suddiacono aslapti ; ed ag lib. II , 18. Il re Aroldo che fioriva nel secolo
giunge che il corpo di G. C. che si offre sul- X, dopo i suoi impegni coll'imperalore Ollo
l'allare è il sacramento o la figura del corpo ne il Grande, non solo aveva soslenulo con
mistico di G. C. persereranza, ma aveva inoltre esteso la reli .
Si doinanda nella terza questione, perchè si gione cristiana . Allorchè pegli anni e le infer .
riceva il sangue di G. C. separatamente dal milà ebbe perdulo il suo vigore e la sua con
corpo , e perché ricevasi senza il corpo ? Ar- sueta allivilà, Svenone suo figliuolo, che erasi
nulfo risponde, che si riceve il corpo di G. C. sempre ostinato nel paganesimo, prese consi
solto ciascuna specie ; pure si riceve ciascuna glio daisignori, che non avevano abbracciato
specie separalamente, perché G. G. ha voluto il cristianesimo che per rispelto umano , e de
distinguere queste due cose per farci osservare terminò di togliere la corona al padre. Quindi
nel suo corpo la sua carne e le sue membra so la congiura scoppiò ad un lrallo contro il re
lide ed intere, e nel suo sangue quello che e contro la religione. Svenone, incoronato dai
sparso esser doveva sulla Croce. La quarta ribelli, dichiarò la guerra ad Aroldo. ll . vec.
questione ricerca, se ricevasi G. C.senza ani- chio re , in altri tempi così terribile , ina di
ma o G. C. apimalo ? egli risponde, che seb- inollo poi cambiato per le massime del Vange
bene non possa comprendersi come il pane ed lo, aveva molta ripugnanza a prender le arusi
il vino divengano il corpo e il sangue di G. C., contro ad un figliuolo ed ai proprii sudditi.
pure non se ne puo dubitare, avendo egli stes . Tullavolla determinossi di difundere una cau
so detto : questo è il mio corpo , questo è il sa che era poi anche quella del cielo , e ripose
mio sangue, ed è certo che la sostanza del pane in Dio lulia la sua fiducia, siccome dopo la
e del vino viene cangiata nel corpo e nel sangue sua conversione aveva sempre fallo. Erano se
di G. C., sebbene pane e vino ai sensi appaia e grete le mire del Signore sull'avvenire , ed er
ne abbia ancora tutte le qualità, che siccone presentemente non voleva che terminar di
vi si trovano le qualila del pane sebbene più santificare il primo re cristiano di Danimarca .
non ve pe sia la sostanza, cosi può dirsi a pari Aroldo resto vinlo e ferilo nella prima balla
ragione, che le qualilà della carne non sonovi , glia che diede. Rifugiossi in una cilla degli
460 AROMATARII - ARRAS
Slavi, i quali, comechè pagani , lo riceveltero tavola , che ha due aperture in forma di trifo.
con umanità e con rispetto. Ma in capo ad al- glio. Essa ha settantolto corde in tre scom
cuni giorni, ei mori fra di loro della sua ferita, parlimenti . Il re David de comunemente si rap
il primo novembre 980 , in tali sentimenti di presenla con un'arpa . Anche la parola Cytha
fede e di carità, che uniti alla causa della sua ra o Cynira, si traduce per arpa ; ma Cythara
morte , lo hanno fatto ascrivere nel catalogo significa piuttosto l'antica lira o la chitarra.
dei martiri. Il suo corpo fu riportato Ro . Cal.
schild nella chiesa della santissima Trinità da ARPASA , città vescovile della provincia di
lui fabbricata. Non solamente egli stabilì il Caria , dipendente dalla metropoli d'Afrodi
cristianesimo fra i Danesi , ma di più riempiè siade, come dalla Geografia di Tolomeo .
?? Not. Eccl.
il Settentrione di chiese e di operai evangelici.
BER . ARPI, fu città vescovile d'Italia , e troviamo
AROMATARII quelli si dicono che tratta- che uno dei suoi vescovi di nome Paolo assi
no questi oggetti o per uso della vita , o per stelle al primo concilio di Arles l'anno 314 .
farne commercio. Questo commercio è proibito Nor. Eccl.
ai regolari dal concilio Lateranense III e dalla ARPOCRAZIANI, eretici di cui parla Ori.
costituzi di nedelto XIV del 2 marzo gene nel suo libro contro Celso, p. 272 dell'e
1741. Dalla sacra Congregazione dei vescovi.e dizione di Cambridge. l '. ASCODRUGITI. Eus.
regolari è proibilo il tenere aromatario o fara ARRA. È una specie di pegno che il com
macia ai regolari oltre a quella necessaria pel pratore dà al venditore , o per indicare ch'egli
proprio uso ; ed i cherici non possono esercita- tiene per fatta la vendita , o per cominciarne
re l'arte di aromatario o farmacisla neppure il pagamento , o finalmente per penale didan .
negli spedali senza permissione del Papa o ' ni ed interessi contro colui che mancherà alla
della sacra Congregazione. Gregorio XIII , poi esecuzione del contratto. Se manca il compra
nella sua vigesimanona costituzione che inco . tore, perde la data arra ; se il venditore , deve
mincia Officii nostri, proibisce agli aromatarii renderla doppia . MOR.
dicontrar socielà coi medici e chirurgbi. Sopra ARRABONARII . Nome di sella. Gli Arra
tal materia finalmente possono essere consul . bonarii sono Sacramentarii i quali sostengono
tale le costituzioni di Clemente VIII , num . 47 , non esser l'Eucaristia realmente il corpo e il
che incomincia Laudabilis , di Şisto V Eſfre- sangue di G. C., ma esserne soltanto il pegno.
nalam , non che quella di Gregorio XIV Sedes Dal latino arrhabo , pegno. S. GIR.
Apostolica. FER . ARRAS , Atrebaluni, cillà vescovile ed anti
AROMI . Erbe e piante odorifere , sovente ca capitale dell'Artesia in Francia. Il capitolo
menzionate nella Scrittura . Gli Ebrei coltiva. d'Arras è composto di un proposto, d'un deca
vano moltissime di queste sostanze , ed il bal- 110 , di due arcidiaconi , d'un tesoriere, d'un
samo di Gerico fu soprattutto rinomato ; il penitenziere, di quaranta canonici e di cin
suo prodotto vendevasi a peso d'oro . Boschel- quantadue cappellani . Nella città eranvi Do
ti di sicomori uniti ad aiuole di piante aro- menicani, Zoccolanti, Cappuccini , Carmelitani
matiche formavano i giardini di piacere. Salo- riformali e non riformati , Trinitarii e molte
mone paragona la sua sposa ad un giardino altre comunità religiose ; degli ospitali per gl'in .
delizioso, e le sue perfezioni alle piante aro . férmi, un seminario diretto dai preti della
matiche che vi erano coltivate, ed ai profumi missione ed un magnifico collegio dei Gesuili
che esse emanavano. V. PROFUMI . FER . falto edificare da Filippo Caverel abbate di S.
- ARONNE. V. AARON. Vasto nell'anno 1599.
AROR ). Un Sarar Arorile , cioè di Arori, è Il vescovado d'Arras è stato solto la metro
ricordato dalla Vulgata fra' trenta prodi di poli di Reims fino all'anno 1559 , in cui Paolo
Davide, nel II Reg . 23 , 33 ; e nel I dei Par . , IV lo sottopose alla chiesa di Cambrai eretta
11, 29, un Sammoth , ed ivi , al vers. 44 , un in arcivescovado.
Samma e un Jehiel figli di Hothan pure Aro: Questa diocesi conteneva 400 parrocchie, 12
rili. Il qual novero de' trenta prodi , posto nel capo- pievi , 18 o 20 abbazie e molte collegiate .
Il dei Re al luogo citato , e ripetuto nel I dei Le parrocchie sono ridotte a sole 45 con 600 .
Paralipomeni presenta sotto varia lezione i no. chiese succursali.
misi di alcuni prodi , si della patria loro. P. In questa città si tennero i seguenti concilii .
anche ARARI. Il primo si tenne l'anno 1023, e fu presieduto
ARPA , istrumento musicale composto di olto da Gerardo ch'era vescovo di Cambrai. Vilo
spartimenti di legno , sui quali è collocala la . Spicilegio di D. Luca d'Achéri.
ARRIGO-ARSENIO (S.) 461
Il secondo si lenne l'anno 1490 solto il ve. arme, e le aveva consacrate al Signore nel suo
scovo Pietro di Ranchicourt. tabernacolo. Il sommo sacerdote Gioiada letras
Il terzo l'anno 1570 sotto Francesco Ri- se dal tesoro del tempio per armare il popolo
chardot. ed i levili , nel giorno dello innalzamento del re
Il quarto l'anno 1988. Ric. Gioas. Salomone aveva radunala buona quan .
ARRIGO. V. ENRICO. tità d'arme nel suo palazzo, ed aveva arsenali
ARROGANZA . V. SUPERBIA . in tutte le città di Giuda , che aveva fortifica
ARSA , governatore di Thersa, un tempo ca te. Impose alle volte ai popoli vinti e soggio
pitale del regno delle dieci tribù d ' Israele: gati l'obbligo di fornirlo d'arme. Il re Ozia
Nella casa di Arsa Zambri uccise Ela re d' ]. non si contento di rieinpire i suoi arsenali di
sraele , l'anno del mondo 3075. CAL. Jance, di elmi , di scudi , di corazze, di spade .
ARSACE , con altro nome Mitridate, re dei d'archi e di fionde, vi collocó anche macchine
Parti, di cui parlasi nel primo libro dei Mac- proprie a formare ed a sostenere gli assedii .
cabei al cap. 14, vers.2 , 3 , 15 , 22.Col suo valore Ezechia ebbe la stessa precauzione. Gionala e
e colla sua condotta egli ingrandi considerabil. Simone Maccabeo avevano arsenali di arme
inenle il regno dei Parti. Demetrio Nicanore perfelte, tanto di quelle prese ai nemici, quan •
ovvero Nicalore, re di Siria , essendo entrato con to di altre falte appositamente fabbricare.
un'armata nelle terre di lui, in fine riporto Eravi costume di appendere alle torri le
diversi vantaggi ( anno del mondo 5863, av . arme e gli scudi . Ezechiele fa osservare che i
G. C. 137, av . lera volgare 141 ). La Media si Persi, i Lidi ed i Libi , truppe ausiliarie, allac
dichiarò per lui ; gli Elimei, i Persi ed i Bat cavano i loro scudi ed i loro elmi alle mura
Triani si rivoltarono contro Arsace, e si con- di Tiro per ornamento della città . Fra le arme
giunsero a Demetrio. Guadagno molte balla- di Salomone, erano rimarchevoli 200 scudi ,
glie, e fu mollo avventuralo ; ma Arsace a ven- nominati Tsinnali, ed altri 300 delti Magen ,
dogli invialo un suo ufficiale sollo aspetto di che erano coperti d'oro. Roboamo perdelle
frallar della pace , fu trallo negli agguati di queste armi magnifiche nella guerra che gli
già lesi ; la sua armala fu lagliala a pezzi ed mosse Sesac, re di Egillo ; ma in luogo delle
egli cadde- vivo nelle mani d'Arsace. Car. lamine d'oro , vi aveva posto altre di bronzo.
ARSACE ( S.) , volgarmente Ursace , era Per- Egli aveva ollre a ciò falli costruire oltimi ar
siano. Dopo aver confessato il nome di G. C. senali in tutte le cillà di Giuda, che aveva
l'anno 318 sollo Licinio, si rinchiuse in una forlificale. Cal .
torre in Bitinia. Egli conobbe ' nel 358 per ri ARSENIO ( S.). Era nalo da famiglia patrizia
velazione che la città di Nicomedia era per es. in Roma , donde il Sommo Pontefice lo inviò nel
ser rovesciala da un terremoto . Ne avverti gli l'anno 383 al gran Teodosio , che chiedeva un
ecclesiastici, ma nel giorno medesimo ( 24 ago uomo capace di sostenere con lui i doveri di pa
slo ) incominciò il terremolo che ſece di tutta dre, riguardo ai principi suoi figliuoli. Arsenio.
la città un ammasso di ruine. Il santo mori dotto diacono e già sommamente virluoso , si
nella sua torre . Il martirologio romano segna rendelle si grato, che ai titoli di precettore e
la sua festa ai 16 agoslo. Bal. di aio, che i Romani dividevano mal volentie
ARSAMOSATA . Ciltà vescovile della diocesi, ri , fu aggiunto quello di padrino degli augusti
d'Antiochia . Polibio e Plinio la pongono nel- suoi allievi . Teodosio lo ascrisse eziandio nel
la grande Armenia presso l'Eufrale, e Tolo. numero dei senatori, a fine di conciliargli una
meo alle falde del Tauro. Secondo l'acito essa maggiore considerazione per parte dei giovani
non era che un castello. Aurone vescovo tenne principi . Anzi un giorno in cui andò ad assi
la sede d’Arsamosata dal 503 fino al 518 sollo stere alle loro lezioni , veggendo egli che Arse
l'imperator Anastasio I , e fu esiliato da Giu- nio parlava ad essi in piedi , mentre eglino
stino I , succedulo in quell'anno ad Anastasio. slavano seduli , disapprovò si fortemente tale
Nor . Eccl. contegno, che tolse ad essi le insegne della loro
ARSENALE. Gli antichi Ebrei avevano cia- dignilà , e fece collocare il precellore, come io
scuno le arme loro proprie, poiché tutti anda . ro giudice, in una specie di tribunale.
vano alla guerra : non avevano arsenali ne Compita la educazione dei figliuoli di Teo
magazzini d'arme, poichè non avevano trup- dosio , Arsenio si ritirò dal secolò, ed il luogo
pe regolate, né soldali stabili. Ciò non ſu che del suo ritiro ignorossi sino alla morte di que..
solto il regno di Davide e di Salomone che eb- sto imperatore. Allora Arcadio gli scrisse una
be effelto, solto dei quali si videro arsenali in . tepera lettera per chiedergli perdono del mal
Israele. Davide aveva fallo grande raccolta di vagio disegno, che aveva contro di lui concea
469 ARSENIO
pito. Nello stesso tempo si raccomando calda. il sole sorgendo venisse a interrompere la sua
mente alle sue orazioni, come ad un amico di contemplazione riverberandogli sul vollo. Te
Dio, e gli offri la libertà di disporre di tutli i neva per principio che un solitario doveva es
tribuli dell'Egitto, per distribuirli ai mona sere contento di dormire un'ora. Per suo nu
steri ed ai poveri . Arsenio, il quale non vo trimento non consumava all'anno, comprese
leva conservare alcuna relazione col secolo, anche le persone che venivano a vederlo, se
non rispose altrimenti per lettera all'impera- non la piccola misura di grano che gli Egizia
tore, ma gli fece dire : « Prego il Signore, che ni chiamano Thalluis. Dopo una vila cosi au
perdoni all'ano e all'altro i nostri peccati. stera mori a Stroma in elà di novantacinque
Quanto poi alla distribuzione della tua libe. anni nel 445. Egli ci lascio una esortazione ai
ralità e a tutti gli affari temporali, io sono già monaci, opera piccola di mole , ma ben ricca
morto, e non posso compiere il tuo voto . » dello spirito di Dio, ed oltima per la condolla
Sostenne egli in tutte le cose questo distacca . dei monaci. Colelier ci offre pure quaranta
menlo fino all'elà di novantacinque anni a quattro delle sue sentenze o massime, raccolte
cui giunse, cioè per lo spazio di cinquantacin . da coloro che seco lui convivevano, San Giro.
que anni, poiché non ne aveva che quaranta lamo chiama questo santo una delle principali
allorchè abbandonò la corte. Quando egli sog. colonne della vita solitaria. La sua festa é ce.
giornava in essa, nessuno vi ſigurava con mag. lebrata dai Greci il giorno 8 di maggio, dai
gior dignità di lui ; e quando fu nel monaste. Lalini il 19 luglio. BER.
ro, nessuno fu di lui più poveramente vestilo . ARSENIO AUTORIANO , monaco del mono
Si ridusse ad una tale indegnità, che avendo Athos, fu nel 1257 innalzalo dall'imperatore
egli pur bisogno in un suo male di qualche Teodoro Lascari alla dignità patriarcale di
biancheria, gli fu dato per carità con che com . Costantinopoli, nè già egli n'ebbe, come i suoi
prarne. Egli disse allora in rendimento di gra- predecessori, il solo nome, ma ſu pur beno
zie : « Sii tu benedelto, o mio Dio , fatto pove . avvenluralo di entrare in quella chiesa al
ro per noi , percbè mi hai ammesso alla parle- lorché i Greci ritolsero Costantinopoli ai La
cipazione della gloriosa fua povertà. » Poco tini. Caduto in disgrazia dell'imperatore Mi
dopo, avendo egli ricevuto il testamenlo di un chele Paleologo, Arsenio fu verso il 1264 de.
suo parente che era senatore, e che lasciavagli posto e caccialo in esilio, dove visse ancora
una ricchissima eredilà , non volle ricevernela più anni . Egli fece una raccolta compendiosa
menoma cosa . Occupavasi, come l'ullimo dei di canoni, tratti dai padri e da' concilii, e la
suoi fratelli, a tessere delle sluoie di palma, e divise in centoquarantuno titoli ; la stessa lro
non lasciava il lavoro, che durava regolar . vasi nel secondo tomo della Biblioteca del di
mente fino a mezzo giorno, se non per dare al . rillo canon . di Justel . Cololier, nel secondo vo
la preghiera il rimanente del tempo. Può dir- lume de'suoi Monumenti della chiesa greca ,
si però che l'intera sua vita era una fervente presentaci il testamento di questo Patriarca,
orazione : imperciocchè anche quando lavora- nel quale trovasi la storia delle sue contese col
va , egli era obbligato ad avere in seno un faz- l'imperatore Michele Paleologo. Ricorda egli.
zoletto, onde asciugare le lagrime di compun- che, solto ' l'impero di Teodoro principe reli .
zione, che continuamenle sgorgavano dagli oc- gioso, non avendo mai a combaltere per la
chi suoi , le quali gli fecero cadere tutto il pelo religione, potè tutto occuparsi a soccorrere la
delle palpebre. Non cambiava che una volta vedove, gli orfani e gli oppressi; che dopo la
all'anno l'acqua in cui si ammollivano le fo- morte di quel principe, i vescovi, il senalo, gli
glie di palma che metteva in opera, a fine di officiali della milizia e il popolo eransi con
punirsi con quel cattivo odore della sensualità venoli , in sua assenza , di far reggente Miche
che aveva avuta, come egli diceva, nel far uso le Paleologo ; che di ritorno in corte trovato
dei profumi , mentre viveva in mezzo al monº avevalo alla tesla degli affari, e poco dopo
do. Orava duraple la nolle con tanto ardore associato all'impero ; che contro sua voglia
ed assiduità , che appena accordava alcuni mo era stalo costretto a coronare Paleologo, ina a
menti al sonno verso il far del giorno, molto condizione che il primo posto sarebbe stato
gemendo di questa infermità della natura. del giovane imperatore Giovanni; che vedendo
Frequentemente passava le intere nolti senza poscia questa convenzione non eseguila, e Mi
dormire un solo istante. Tutti i sabati almeno chele molte cose intraprendere contro il do
mettevasi in orazione verso sera , colla schiena vere, egli erasi ritirato ; che Michele sostituito
rivolta verso al sole, e rimaneva nella stessa gli aveva l'arcivescovo di Efeso Niceforo, il
positura colle mani alzate al cielo fintantochd quale essendo 'morlo un anno dopo, Michele
ARSINOE - ARTASERSE 407
avevalo richiamato ; che essendo stata ripresa vinilà . L'arlaba , secondo s. Epifanio e santo
la città di Costantinopoli, quell'imperatore Isidoro Servita , conteneva settantadue sestieri,
aveva fatto ogni sforzo onde persuaderlo a ri- che erano misura usata pei liquidi . Cal .
conoscere che l'arcivescovo di Efeso era stato ARTALDO , arcivescovo di Reims nel X se
legittimo patriarca , edi a ricevere quei ch'ei colo, è celebre per la contesa che ebbe con E
promosso aveva agli ordini sacri : ma nulla berlo ed Ugo conli di Parigi. Questi nobili,
aver egli voluto fare di lullo questo ; che Pa . gelosi dell'ingrandimento del potere ecclesia
leologo ristabilito l'aveva non perlanto in Co- slico, indussero, nel 940, Guglielmo duca di
stantinopoli , ed aveva continualo a persegui. Normandia ad unirsi ad essi per assediare
tarlo ; che poscia lo stesso aveva falto cavar Reims. Nel sesto giorno il Prelalo fu abban
gli occhi al giovine imperatore ; che alla noli- donato da suoi vassalli , e si sommise. I nemi
zia di questo delitto aveva egli scomunicalo ci suoi lo costrinsero a rinunziare al suo arci
Michele, nella speranza che si ravvedrebbe, fa- vescovato, ed a partire dalla diocesi. Fuggi a
rebbe penitenza , e meriterebbe l'assoluzione Laon , e si presento alla corte, che vi si trova
rilasciando una parte delle imposte ; ma che va allora . Tullo venne adoperato per inlimo
non essendosi quel principe ravveduto , ei l'a- rirlo o per farlo acconsentire all ' ordinazione
veva tre anni dopo escluso interamente dalla di Ugo suo compelilore, il quale non aveva
Chiesa in un concilio, dove eransi raccolli i più di 20 anni . Artaldo lenne fermo, e minac
vescovi , il clero ed il senato ; che d'allora in ciò scomuniche ed appello al Papa, se veniva
poi l'imperatore l'aveva incessantemente per eletto un altro arcivescovo di Reims, mentre
seguitato , e cacciato pur anche da quella chie. egli viveva. Ugo fu nondinieno ordinato in
sa col pretesto ch'egli avesse voluto ministra . una convocazione di vescovi, tenula a Sois.
re la comunione ai figli del sullano, sebbene sons, nel 941 : d'allora in poi il diritto della
constassé essere stalo il metropolitano di Pisi . sede arcivescovile ſu soggetto di lunga conle
dia quegli che loro aveva dato il battesimo e la stazione tra i due pretendenti sino a che nel
comunione; che finalmente quell'imperatore, 947 il re ristabili Artaldo. Poco dopo Ugo fu
dopo averlo fallo in un sinodo scomunicare , scomunicalo in un concilio tenuto a Treviri.
mandollo in esilio, facendolo più volte mal . Artaldo aveva consacrato Luigi d'Oltremare ;
trattare anche nel luogo ove trovavasi esilia- nel 953, consacrò Lolario figlio di quel prin .
to. Scacciato Arsenio da Costantinopoli, gli fu cipe : entrambi gli accordarono la loro confi.
sostituito verso il 1264 Giuseppe ; ma molti denza, e lo crearono gran cancelliere. Ei meri
non lo vollero riconoscere, e sostennero il par. il giorno 30 seltembre 961. Ber.
tito d'Arsenio . Arsenio mort in esilio . ARTASERSE , con altro nome chiamato As .
GIR. suero. Il testo greco del libro di Esler sem
ARSINOE , città vescovile della provincia di pre lo chiama Artaserse, ina l'Ebreo e la Vul .
Arcadia in Egitto , chiamala Eplonome, ed an- gala lo dicono Assuero . Credesi che questi
ticamenle cillà dei coccodrilli, a cagione del fosse quel celebre re di Persia chiamato dagli
culto che a questi animali colà preslavasi. I scrittori profani col nome di Dario figlio d'l
Cal.
popoli ne nudrivano particolarmente uno cui staspe.
offrivano pane, carne e vino. San Dionigi Ales ARTASERSE LONGIMANO regno dall'anno
sandrino si lamenta di un vescovo d'Egillo del mondo 3534 al 5879 , av. G. C. 421. Que
chiamato Nepole, il quale verso la melà del sti diede permesso ad Esdra di ritornare in
terzo secolo aveva introdotta in quella prefel. Giudea con lulli quelli che lo volessero se
tura l'opinione dei Millenarii , cio che ben mo- guire, l'anno del mondo 5537. In seguito Nee
strà essere la chiesa di Arsinoe antichissima. mia ebbe anche permesso di ritornarvi e di
Eusebio ne parla nel libro settimo, capo vigesi- ristabilire le mura e le porte di Gerusalem
mo quarto della sua storia . Di questa città non me , l'anno del mondo 3550, ch'è il vigesimo
rimangono più che rovine. Si fondo a poca di- del suo regno. Da questo anno i migliori cro
stanza un'altra città per nome Fium residenza nologi assumono il principio delle sellanta
di un vescovo cofto. OR . CR. settimane di Daniele, cap. 11 , vers. 29. Queste
ARTA . V. ARIA . sono settimane di anni che som mano lo spazio
ARTABA , sorta di misura usata dai Babi- di 490 anni , la cui settantesima settimana in .
Jonesi, i quali ogni giorno offrivano dodici comincia dal battesimo di Gesù Cristo, l'anno
artabe di vino al loro Dio Belo. Dan . 14. 9. Da del mondo 4033, e la morte di G. C. accadde
miele discopri l'inganno dei sacerdoti, i quali nel mezzo della sollimana, cioè nell'anno 4036
e mezzo. Cau .
ritenevano per sè il vino offerto a quella di .
40 % ARTE - JRZANE
ARTE . L'arte si divide in due rami: il pri ARTOTIRITI dal greco @pros, pune e supé's
mo comprende le arli liberali , cioè l'arti no formaggio, erelici del II secolo, servivansi per
bili, ed elevate ; il secondo le arti meccaniche. l'Eucareslia di pane e di formaggio, corrompe
Ne parleremo trattando della santificazione vano le sanle Scritture, conferivano il sacerdo;
delle fesle ( V. ) zio alle donne, e loro permeltevano di parlare
ARTE ANGELICA O ARTE DEGLI SPIRITI , Ars quali profelesse nelle loro assemblee.
angelica . Mezzo superstizioso di sapere quanto Eus .
si brama pel ministero d'un angelo, o piutto ARTURO , significa propriamente la coda
sto di un demonio . dell'orsa . Giobbe parla dell ' Arclurus o della
ARTE NOTORIA , Ars notoria . Maniera super- orsa , col nome di As, e dell'Orion, solto il 00
stiziosa d'acquistar scienze per infusione. Essa me di Chesil. E quella stella di second'ordine
fu condannata dalla Sorbona nel 1320 . che gli astronomi pongono al cuore dello scor.
ARTE DI S. ANSELMO. Mezzo su perslizioso di pione. V. il Commentario del p. Culmel sopra
guarir le piaghe col solo tocco di pannilini lo- Giobbe, cap . 9, v. 9, e cap. 27 , v . 7 .
ro applicati. Questa superstizione deriva il suo ARUBOTH. Credesi che questa fosse una
nome da Anselmo di Parma, famoso mago ; e contrada ed una cillà della tribù di Giuda:
non da s. Anselmo, conje pretendono quei che nulla pero si sa di positivo sulla situazione
ne usano. di essa . Arubolh può significare dei deserli,
ARTE DI S. Paolo . Specie di arte notoria cosi ovvero delle campagne incolte. III Reg . 4 , 10.
chiamata perché quei che la praticavano la V. Ever . CAL
dicevano insegnala da s. Paolo dopo rapito al ARUIR. Eusebio e s . Girolamo parlano di
terzo cielo . V. SUPERSTIZION ) . Mır . una città di questo nome situata a 20 miglia
ARTEMA , discepolo di s . Paolo ( Tit. 3, 12 ), da Gerusalemme verso il nord . Cal..
inviato dall'Aposlolo nell'isola di Creta in luo ARUM , padre di Aharehel e figlio di Gos. I
go di s. Tito, finché questi dimoró con lui a Par. 4 , 8. CAL.
Nicopoli, ove passo l'inverno. Nulla si cono ARUMA , altrimenti Ruma , cillà vicino a
sce di particolare della vila e della morte di Sidum , Jud. 9 , 41 , ove si accampo Abimelech,
Artema ; ma l'impiego che gli commise l'A- l'usurpatore della giudicalura d'Israele.
postolo è una prova del grande suo merilo . Cal.
Cal. ARUSPICE , Arusper. Sacrificalore romano ,
ARTEMIO (S. ), capitano d'esercili in E. il quale prediceva l'avvenire dielro l'esame
gillo. Gli fu tagliala la testa sollo Giuliano delle interiora delle bestie sacrificate. Tre opi
l'Apostata per aver distrulli alcuni idoli , e nioni invalsero sull'origine di questa parola.
spogliali i templi , dei falsi dei. I Greci ed i Secondo la prioja essa deriva da haruga, vi
Lalini celebrano la sua festa il 20 ollobre. scere delle villiine, ed aspicere, riguardare,
Bar considerare. La seconda opinione fa derivare
1 ARTEMONE O ARTEMA . Eresiarca del III questa parola dall'azione degli aruspici di e
secolo, diceva che G. C. non era che un sem- saminar le viscere delle vittime presso gli al
plice uomo, e che la doltrina predicata dagli tari , ad aras. La terza è quella del padre Pez:
Apostoli durò nella Chiesa fino al tempo di ron , il quale pretende che lal vocabolo derivi
Papa Zefirino , succeduto a Villore . Figli fu dai Celli, i quali dicono auoaf per significare
condannalo nei concilii, di Nicea l’anno 323 ; jecur o hepar , il fegalo degli animali. Pezron
d' Efeso, ' solto il Papa Celestino, nel 431 ; di appoggia questa opinione alla più celebre e
Calcedonia, solto Leone I nel 431 . Bal. più antica divinazione degli auguri , la quale
ARTESIA U ARETUSA . Gillà vescovile della facevasi dietro l'ispezione del regalo degli a
seconda Siria. ) Lalini la presero nel 1097 , nimali. Ric.
prima di por l'assedio innanzi ad Antiochia : e ARUSPICINA. Arle o scienza degli arul
vi s'incontrano due vescovi latini. Not. Eccl. spici . Ric.
ARTICOLI. V. FEDE. ARZANE , pontefice pagano , in Armenia
ARTONA . Questo nome, come leggiamo nel . nel principio del IV secolo , era in grande ve .
la Gallia Cristiana , indica due abbazie, l ' una nerazione in quel paese ; esercila va un polere
dell'ordine premostratense nella Guascogna , sovrano nella provincia di Daron. I borgbi di
l'altra secolare nell' Alvernia . In questa ulti . Horan , di Govars , di Meghdy o di Aphdichad
ma , oltre l'abbate che veniva eletto dal capi : formavano l'appannaggio di suacasa . Risiedeva
tolo, v'erano dodici canonici , per l'ofizialıra a Vichab , e portava il titolo fastoso di figlio
della chiesa dedicata a s . Marlino. del sole, giardino dei templi degli dei Chisune
ARZANGANA - ASAEL 465
& Themelz . Allorchès. Gregorio l'Illuminatore nata. La Scrittura pero gli rimprovera di non
slabili il cristianesimo in Armenia , Arzane fe avere distrutto i luoghi eccelsi che l'idolatria
ce vani sforzi per opporvisi . San Gregorio, nel a veva consacrali. Questi reco nella casa del
ritorno da un viaggio a Cesarea di Cappadocia , Signore i vasi d'oro e di argento di cui sno
disegno di passare per quella provincia , ad padre Ahia aveva falto voto a Dio .
oggetto di convertire gli abitanti , e distrugge Asa fortifico molte città dei suoi stati , altre
re i loro idoli . Gli officiali ed i signori del ne riparo incoraggiando il popolo a tali lavo
paese, che l'accompagnavano d'ordine del re ri mentre godeva della pace e della protezione
Tiridate, radunarono un esercito di 7000 uo- del Signore. Compose di quelli di Giuda una
mini. Arzane, essendo stato avverlito dei armata di 300000 uomini, ed un'altra di quel .
preparativi, che si facevano contro di lui , for- li di Beniamino, di 280000, tutta gente di
mò sollecitamente un esercito di 6000 combat. cuore e valente . Allora Zara re di Etiopia , o
tenli, e venne incontro al suo nemico , nei din meglio di Chus, cioè di quella parte di Arabia
torni di Govars. San Gregorio si ritiro allora che è coll'Eufrate congiunta , gli mosse guerra
nella fortezza di Olgan , con molte persone del e contro di lui marciò con 1,000000 di armali
suo seguito, e tra gli altri Glag -Zenop, il qua a piedi , e 300 carri da guerra, ed arrivò sino a
le ha lasciata la storia di tale avvenimento . Maresa . Asa non islelte guari ad incontrarlo, ed
Non andò guari che si venne a battaglia ai invocalo il Signore, diedegli battaglia , lo sba
piedi di una montagna . Arzane, che era in età raglio, lo insegui sino a Gerara , ritornando a
avanzala , pugnò nondimeno da disperato. Si Gerosolima carico di bottino. Fu allora che il
avvento più volte sul nemico, ed eecitava le profela Azaria figlio di Obed (I Par. 15 , 1 ), gli
soldatesche sue a seguire il suo esempio ed es. annunzio che essendo stato col Signore , il
sere impavidi , ma ogni sforzo fu vano, e ve- Signore fu con lui, e con lui sarebbe fino che
dendosi scemare il numero , si scagliò nel cen. non lo avesse abbandonato ; dalle quali parole
dro dell'esercito cristiano per chiamare il prin . Asa preso novello ardimento e forza , distrusse
cipe di Anghegshdam , che lo comandava , a gli idoli di Giuda e di Beniamino e delle vin
singolare lenzone. due capi si avventarono te città nelle montagne di Efraim . Riparò l'al
subito l'uno contro l'altro, e, dopo alcuna re tare degli olocausti, e radunali lutti quelli di
sistenza, il pontefice Arzane ſu ucciso da un Giuda e di Beniamino, e molti delle tribù di
colpo vibralogli sulla testa , l'anno 502 di Ge. Simeone, di Manasse e di Efraim , fece una
sù Cristo. BER . grande solennilà il terzo mese del quinlo anno
ARZANGANA . Vescovado della diocesi del- del suo regno . Rinnovo l'alleanza col Si
la grande Armenia . Conosciamo di questa dio- gnore , il quale diede ad esso la pace, ed il re
vesi il vescovo Sergio, il quale salvó la vila a gno di Giuda fu tranquillo fino all'anno 25
Dionigi patriarca dei Giacobili, cercato a mor di Asa , nel quale Baasa re d'Israele gli mosse
te dal sultano d'Iconio . Nor . Eccl . guerra . In questa circostanza egli pose fiducia,
ARZOM . Città d'Armenia ch'è chiamata da piuttosto che nel Signore, in Benadad re di
Procopio piceola cillà degli Arzaniani . Il pa- Damasco, della quale cosa fu rimproverato e
triarca Dionigi nella sua cronaca la melte minacciato a nome di Dio dal profeta Anani .
nella Siria alle falde del Sayl. Not . Eccl. Asa fu offeso , ed ordino l'arresto dell'uomo del
ARZUN , 0 Arzen -Rum o EzRUM città d ' Ar- Signore e fece morire molti di Giuda. Non 80
menia. Havvi un'altra Arzen o Arzen -Rum pravvisse però egli a lungo, poichè aggravate
nella Diar-Rabica di Mesopotamia , presso da malattia mori ; ed ebbe il rimprovero dalla
Nibiba , forse la stessa che la menzionata net Scrittura di essersi anche in questa circostanza
ragguaglio della diocesi dei Caldei, chiamata confidato più ne' medici che nel Signore. La
altrove Arzum . Essa è la terza sede vescovile sua morte avvenne l'anno 3090 del mondo,
della provincia di Nisiba . OR . CR. av . G. C. 910. CAL
ASA, figlio e successore di Abia , re di Giu ASA , figlio di Elvana e padre di Barachia .
da, Il Reg : 15 , 8, ecc ., incominciò a regnare | Par. 9 , 16.
Hanno del mondo 3049, av. G. C. 931 , e len ASAA noininavasi l'inviato del re Giosia
Ae lo scettro in Gerusalemine per 40 anni . alla profetessa Holda per consultarla sul libro
Sua madre addimandavasi Maacha, ed era fi- della legge che fu ritrovato nel tempio. Il Par .
glia di Abessalom . Asa segui le vie del Signore, 34 , 20 , 21. Ciò avvenne l'anno del mondo
tolse dal suo regno la superslizione e l'idola. 2951 , av. G. C. 1049. Nel IV Reg. 22, 12 , ė
tria, e purgo Gerusalemme da lutte le infamie dello Asaia. Cai .
di cui i suoi predecessori l'avevano contami ASAEL, figlio di Sarvia , sorella di Davidde,
Encicl. Ecclcs, Vol. 1. Fusc . VIII. 59
460 ASAEL - ASCELINO
e fratello di Gioal, fu licciso da Abner nel com 30 anni in Ninive , dall'anno del mondo 3294,
ballimento di Gabaon , essendosi posto ad in che è quello della morte di Sennacberibbo, al
seguire ostinatamente questo generale . Dopo 3323. Dopo ciò regno ancora 13 anni in Babi
qualche anno Gioabbo , per vendicare la niorle lonia ; complessivamenle ebbe 42 anni di re
di suo fratello, uccise Abner a tradimento, men- gno , e mori l'anno 3336 , ed ebbe a successore
tre erasi recalo in Hebron a ritrovare Davide, Saosduchin . Cave
con intenzione di farlo riconoscere da lullo ASARAMEL, credesi che fosse il pome della
Israello. Il Reg . 3 , 26 , 27 . piazza di Mello , conosciuta nel secondo libro
ASAEF, era un custode dei boschi del Li dei Re al cap. š . Aliri , come Vatablo e Tirino,
bano al tempo di Neemia . lianno credulo che Asaramel sia posto in luo
ASAEL , levila al tempo di Giosafat. V. go di Gerusalemme. Serrario traduce questa
Ben -Hall . voce per Principe della purle del Signore,
ASAIA , simeonita, 1 Par . 4 , 56 . ovvero il principe del popolo del Signore, e lo
Levila, figlio di Haggi , stabilito cantore da spiega del sommo sacerdote Simone che allora
Davidde. | Par. 6 , 50. regnava . CAL.
Lo stesso che Asaa ( V.). ASARMOTH , terzo figlio di Jectan . La cillà
Ebreo della tribù di Giuda, reduce da Babi di queslo nome trovasi dell ' Armenia. Alcuni
lonia . | Par. 9, 3. credono che i Sarmati abbiano tratto il loro
ASAN , cillà della tribu di Giuda. Jos. 15 , nome da Asarmolh . Jeclan era figlio di Heber,
42. Eusebio attesta che al suo lempo vedevasi discendente da Sem . Il nome di Asarmoth, di
Belh-Asan a sedici miglia da Gerusalemme ce Barbié du Bocage, si scrive alle volte anche
verso occidente. Forse questa città in appres- per Hadramani, ed anche Chal-sarmavel. Egli
so fu cedula alla tribo di Simeone. Intorno a si stabilì al sud - ovest dell'Arabia Felice, ove
questo luogo incontrasi qualche difficoltà . Se il nome di Hailrumant è conservato. Il nome
condo la geografia della Bibbia del Vence , Asan ebreo d'Asarmol è Helsar.Mavelh , secondo
ed den sono la stessa ciltà ; secondo Barbié du Cahen , o Hal- sarmavelh, giusta Franeck. Gio.
Bocage, sono due cillà diverse, ma egli ritiene ASAON - THAMAR è la stessa che Engaddi
che Asan e Jela sieno la stessa ; secondo ilCal. sul confine occidentale del Mar Morto. Cal.
mel, Asan ė diversa da Aen , ma egli dice che ASBAT o meglio AzBai , padre di Naarai.
è la slessa che Asena , e crede che Jeta sia for ASBEL , secondo figlio di Beniamino , chia
se la slessa che Jota e Jclham . La Bibbia del masi anche Jadibiel nel primo libro dei Paral.
Vence e Barbiè distinguono questa città dalle al capo 7. Fu capo degli Asbeliti. CAL.
altre. Gio. ASIBELITI . V. ASBEL.
ASAPH , figlio di Barachia , della tribù di ASCALON , cillà dei Filislei siluata tra A
Levi. I Par. 6 , 59 , celebre musico al tempo di zolo e Gaza sui confini del Mediterraneo. Era
Davidde. l '. SALMt . a $ 20 sladi da Gerusalemme. La tribù di Giu
ASARADDON , ovvero ESAR- HADDON , od da dopo la morle di Giosuè prese quesla città,
Assardox , figlio di Sennacheribbo , e suo suc . che era una delle cinque satrapie dei Filistei.
cessore nel regno di Assiria . In Isaia è noni. Gli antichi parlano con molta lode di questa
nalo per Sargon ovvero Saragon. Durante il cillà , ed Origene ramaemora i suoi pozzi , che
suo regno , fe guerra ai Filistei , cui prese Azot , si dicevano scavali da Abramo e da Isacco. Nei
per mezzo di Thartan, generale delle sue ar libri sacri sovente si fa menzione di questa
male, Isa. 20 , 1 , poichè in quanto a lui non cillà , che oggidi è ridolla un luogo di nessuna
trovási in questa spedizione. Allacco anche ripomanza. CAL.
T'Egitto , il paese di Chus e l ' Idumea, Isa . 20 ASCELINO, monaco, noto per una lettera
e 34, forse per vendicare l'ingiuria che Senna- che scrisse Berengario contro il suo errore.
cheribbo suo padre aveva ricevuta da Thara . Importante ne è il soggelto ; 'e l'analisi che,
ca, re di Chus, e dal re di Egitlo, alleato di dietro Dupin, noi ne offriremo, servirà a far
Ezecbia. Fu Asa raddon che inviò i sacerdoti conoscere la fede della Chiesa a quel tempo, e
ai Cutei, che Salmanassar re di Assiria aveva l'errore di quell’eresiarca . Berengario, di ri
fallo venire nel paese di Samaria , in luogo de- forno dalla Normandia , aveva avuto una con
gli Israeliti , che ei fece Trasportare al di là ferenza con Ascelino e con Guglielmo suo di
dell'Eufrate. Fece guerra a Manasse re di scepolo. Questi ullimi , dopo la conferenza , di
Giuda, prese Gerusalemme e condusse il re a vulgarono che Berengario aveva riconosciuto
Babilonia ( Il Pur. 53, 12 ), di cui era divenuto condannevole il libro di Giovanni Scot, nè a
padrone. Credesi che abbia regnalo 29 ovvero veva osalo sostenerne l'errore. Uditosi ciò da
ASCENDENTE - ISCENSIONE 467
Berengario, scrisse egli una leltera ad Ascelino, un libro condannalo dal concilio di Vercelli
dicendogli non aver egli voluto disputare alla e rilornando alla tradizione caliolica ed apo
lunga contro di lui nella loro conferenza, per. stolica, da cui erasi dipartilo. Questa lettera a
che allora era risoluto di non trattare della la precedente furono pubblicale dal Padre Lu
materia dell' Eucaristia prima di aver data ca d'Achieri nelle sue note alla vita di Lan
soddisfazione ai vescovi , cui doveva render franco. Ric .
conto di sua dottrina ; e per cio appunto non ASCENDENTE . termine di genealogia e di
aver egli voluto confutare la massiina condan. giurisprudenza . Dicesi di dolli i parenti, cb4
nevole e sacrilega messa avanti da Guglielmo, stanno sopra di noi in rella linea, siccome pa
che ciascun uomo debba a Pasqua accostarsi dre , a vo, ecc. Mer .
al santo banchello ; essere però Ascelino slesso ASCENEZ , primo figlio di Gomor, nipote
testimoniò che ei non aveva confessalo essere di Giafet, come leggesi nella Genesi al capo
Giovanni Scol eretico , a vendo egli dello sem- decimo , versello lerzo.
plicemente di non aver ved uli lutti gli scritti In Geremia , 51 , 27 , è additalo con Ararat e
di quell'autore , ma che quanto aveva lello di Menni , quale nome di contrada : Annuntiule
lui intorno all'Eucaristia non era punto ere contra illum regionibus Araral, Menni el so
tico ; che se qualche parola egli aveva proferi. scenez . E forse il paese abitato dai discenilenli
to non abbastanza esalta, era pronto a ritrato di Ascenez , che vuolsi abbiano occupato la
tarla ; non potersi del resto condannarlo per Sarmazia europea . Cal..
aver delto che la sostanza del pane riojane in ASCENSIONE , ove si prenda nel senso cri .
quel Sacramento, poichè difendeva la dottrina sliano, si adopera a significare la nuirabile sa
dei Padri, nulla avendo più a cuore che di se. lila di Cristo al cielo . Risorlo egli gloriosa -
guire in tutto s. Ambrogio, s. Agostino e s. mente dal sepolcro, si mostró con parecchie
Girolamo : e pertanto fuori di ragione Arnal . apparizioni agli Apostoli , a confermare nelle
do aveagli detto in presenza di Ascelino : La loro menti la verilà di un fatto di tanto gran
scialeci nei sentimenti in cui fummo educali ; de importanza, che s . Paolo ebbe a dire : che
non intendendo egli stabilire alcuna novità , a se Cristo non risuscilo, vana è la nostra fe
ma bensi conservare la dottrina dei Padri . de. » Poiché la morte di lui , come ne fa sapere
Ascelino gli rispose: aver egli ricevula con il pontefice s. Leone , aveva conturbato il cuore
gioia la sua lettera; ma leggendola, la sua gioia di parecchi dei suoi discepoli , e il supplizio
si cangio in tristezza, scorgendo cb'ei non de- della croce, il suo ultimo sospiro , la sepoltura
sisteva dal sostenere l'antico errore ; non ri . dell ' esanimalo suo corpo avevano diffuso nel
conoscere più in lui quella scienza altre volle le aflilte menti di loro un non so qual torpo
mostrata , dacchè smemorato viveva fin di ciò re di diffidenza; Homil . in Ascens . Conſermali
che aveva nella conferenza trallato speciala adunque per tal guisa coloro che dovevano
mente intorno alla proposizione esposta da rendergli Testimonianza di mezzo alle genti ,
Guglielmo : dover ciascun uomo accostursi a nel quarantesimo giorno dal suo risorgimento,
Pasqua alsanto banchello. Berengario credė egli come in loro presenza si fu cibato ed ebbe pro
stesso come cattolica questa espressione, non a inesso la venuta dello Spirito santificalore , se
vendo anzi osato difenderla , contento solamente guito da essi e da numerosa turba avviossi al
di dire di non aver lello il libro di Giovanni l'Oliveto, monte a breve distanza da Gerusa
Scot sino alla fine : restar egli quindi ben sor lemme . Non appena ei locconne la cima, che,
preso nell'intendere che un uomo prudente suo alla veduta loro, sfolgorante di una luce divi
pari siasi lasciato ( rasportar a tributare tanle na , cominciò a poggiare al cielo , tinchè una
lodi ad un libro che non aveva interainente nube lo tolse agli sguardi di tutti . Slavano an
letto ; del resto professar egli l'opinione di Pa cora intenti a riguardare, quando due Angeli ,
scasio e degli altri cattolici , e creder ferma calando dall'alto , si fecero a consolarli della
mente che i fedeli ricevono all'altare il vero dipartita del tanto amato loro Maestro , e a
sangue e il corpo di G. C. sotto l'apparenza promettere la sua seconda venuta , cbe sarà
del pane e del vino ; non esser questo senti . nella consumazione del secolo . Questo trionfo
mento né contrario alle leggi della natura per . del Redentore riempi di grande allegrezza i
chè dipendenti dalla volonlà d'Iddio, nè fuori cuori dei suoi discepoli ; perchè l'umana nalu
della testimonianza del Vangelo ; e infine esse ra , nella persona di Cristo , tanto solennemente
re veramente salutare consiglio quello d'Ar glorificala , mentre di sovrana eccellenza nobis
naldo ( ch'egli chiama Cantore) e da seg uirsi Tilava tulle quante le mortali generazioni , po
da - lui (Berengario ), vergognando di difundere neva il suggello alla grande opera della reden .
668 ASCETA - ASCOFITI
zione. La chiesa celebra la festa dell'ascen- chiudevano d'ordinario nelle case , dove vive
sione quaranta giorni dopo la Pasqua, e que vano nella più strella solitudine, unendo alla
sta festa è anlichissidia . Santo Agostino dice che frugalità ordinaria dei cristiani, straordinarii
fu istiluita dagli Aposloli stessi . In questo giorno digiuni e severe pevilenze: tali erano la sero
in memoria che Cristo , luce del mondo, lascio fagia , o nutrimento secco , i digiuni scrupolosi
Ja terra, dopo il vangelo della messa solenne sidi due o tre giorni consecutivi, o di settimane
spegne e, compiula la messa, si leva dall'allare intere, cingere continuamente il cilicio , dormi
il cereo pasquale. V. CEREO PASQUALE . Gia . re sul nudo suolo, vegliare molto, leggere as.
ASCETA , Ascela , Asceles, voce derivata dal siduamente la sacra Scriitora, e pregare più
greco oszało , che significa in nostra lingua continuamente che potevano. Origene mend
csercilarsi. Da ciò derivò che fino dai primiti per qualche tempo questa vita , e parecchi di
vi tempi della Chiesa si chiamasse con lal no questi asceti sono stati vescovi insigni e famo.
me quello o quella che si esercitava nella vir- si dottori . Tutti gli asceli vivevano in conti.
tii , nella vita solitaria , e specialmente nell'o nenza , e tutti i cristiani facevano gran caso di
razione e nell'astinenza. Col progredire dei questa virtù tanto raccomandata da Gesi Cri.
secoli si chiamarono asceli tutti i monaci in sto e dagli Apostoli . » BER.
generale, e specialmente quelli che vivevano ASCHER . E questo il nome di alcuni rabbi
in solitudine. GIR . ni , i quali da noi sono ramorentati per avere
ASCETERIO ( Ascelerium ). — Negli scrillo- lasciaio degli scrilli intorno alle leggi degli E
ri ecclesiastici è usato frequentemente per mo- brei , nonchè alcuni libri di preghiere ad uso
hastero o luogo ritiralo pegli esercizii di virtù dei loro correligionarii . Mio.
e di religione. GIR . ASCITI od AsCODROGITI . Sono costoro ere.
ASCETICO , Ascelicus . Termine di divozio- tici che verso l'anno 175 si fecero cono
ne, che ha la stessa derivazione di Asceta , e si scere nella Galazia , dove insegnavano mille
gnifica quello che si esercita nella meditazione errori empii e sacrilegbi misti ad innumere
della grandezza di Dio , e ne fa la sua princi- voli follie. Si dicevano essi pieni del Paracle
pale occupazione. Quindi rila uscetica è quel- to; introducevano baccanali nelle chiese, dove
la di chi si occupa della pratica dell ' orazione avevano ona pelle di capro piena di vino, in
e della penitenza . Ascelici perciò diconsi in torno alla quale giravano in processione ri
particolar inodo i solitarii , che in tali virtù si guardandola come gli olri pieni di vino nuo
esercitano. vo, di cui parla G. C. nel Vangelo, donde
Teologiu ascetica addimandasi quella parte presero il nome dal greco dono;, che significa
della scienza teologica che s'interna a spiegare olre o pelle di capro, codje narra s. Agoslino,
le norme della vita perfella, ed in generale ad Haeres . 62 . S. Gir.
insegnare il modo di rendere al Signore quel ASCODROBI, eretici che si trovavano ad
l'umile, continuo e fervente cullo dell'intel. Ancira nella Galazia , e non altrove. S. Giro
letto e del cuore, che è la prima base della vi- lamo in Galal. Forse gli stessi che gli Asciti
la contemplativa e spirituale. o ASCODROPITI ( V. ).
Libri uscelici quelli si chiamano che rac ASCODROPITI. Erelici del secondo secolo.
chiudono esercizii spirituali , preghiere, medi. Essi rigeltavano i Sacramenti, dicevano che
tazioni, pratiche di vita divota ecc ., come i le cose spirituali pon possono esser comunica
Soliloqui di s. Agostino, i Traltali ascelici di te per mezzo di cose visibili e corporee. Eus.
s. Basilio Magno, l'Imitazione di G. C. del ASCODUTI, Ascodulae. Sella di erelici del
Gersen , il Comballimento Spirituale del P. secondo secolo , i quali rigettavano ogni uso
Scupoli , ecc . GIR. di simboli e di sacramenti, su questo princi
ASCETISMO ,dal greco cornons , esercilante. pio, che le cose incorporee non possono essere
L'abale Fleury nel suo libro , Costumi dei cri- comunicate da cose corporali , né i divini mi
sliani, 2 part., num . 26 , cosi definisce la vila steri da cosa visibile. Pin.
ascetica . « Vi erano, dice egli , alcuni cristiani ASCOFITI. Erelici che rompevano i vasi
che praticavano volontariamente tutti gli eser- sacri , rigeltavano l'antico Testamento, nega
cizii della penitenza senza esservi costretli, e vano la necessità delle buone opere , e ne no•
senza essere esclusi dai sacramenti, ma per imi- stravano assolulo disprezzo. Oltre a tutti que
fare i profeti e s.Giovanni Battista , e seguire sti errori prelendevano pur anco, che ogni sſe
i consigli di s . Paolo, esercitandosi alla pietà , ra del mondo fosse governata da un Angelo.
e castigando i loro corpi per ridurli in servitu . Gli Ascofili pubblicarono la loro eresia circa
Si chiamavano asceli, ossia esercitanti. Si rin- l'anno 173 . Pır .
ASCOLI- ASEM 469
ASCOLI. Ciltà nella Marea d'Ancona, chia- nieril ... universis consurgenlibus , Diaconus:in
mata anticamente Picenum, con un vescovado excelsum locum ascendens proclamut. ne quis
dipendente dal Papa. Si crede che primo vi audientium , ne quis infidelium ; ac silentio fu
porlasse l'evangelo s. Emigdo ordinalo vesco cto dical : Orale, calechumeni. Lo spirito della
vo verso l'anno 309. La chiesa cattedrale di or- Chiesa con questa condolla era di far com
dine corintio è magnificamente bella, ed è de prendere agli ascoltanti ch'erano caduti nel
dicala alla B. Vergine Assunla e a S. Emigdo. peccalo, perchè o non avevano comprese le re
Il suo capitolo aveva 17 canonici , l'arcidiaco- gole della religione, o le avevano dimentica
no, l'arciprele, il preposto, il primicerio , il te, onde s. Cipriano d'essi dice : Fovendisunt ...
mansionario ecc., ma non ha presentemente che el al malurilalis suge tempus nulriendl ; el de
l'arcidiacono, 12 canonici, nove mansionarii , Scripluris sacris quam ingens puccalum.com.
e alcuni altri cherici amovibili . Oltre la cal. miserint instruendi. Il nome d'ascoltanti poi
tedrale si contavano 10 parrocchie. Conta pe era proprio anche dei catecumeni , dacché tali
rò ancora diverse parrocchie, alcuni monasteri denominazioni, passando dalle profane scmole
di religiosi ed uno di religiose. UGH. alla cristiana Chiesa, avevano quindi il signi
: ASCOLI, città nel regno di Napoli, e sichia . ficato loro conservato, che non altro poleva
ma Ascoli di Satriano ( Asculum Sa num no i catecumeni cheascoltare ed esser presenli
MER .
O Apulum ) per distinguerla da Ascoli della alle istruzioni. V. CATECUMENI .
Marca d'Ancona . Il capitolo si compone di 14 ASCOPERA. Il tradullore latino del testo
canonici, l'arcidiacono, il cantore, l'arcipre- di Giuditla impiego questa voce per indicare
te ( il quale è anco parroco della cillà ), due un olre, un sacco di cuoio cosi formato da con
primicerii e due tesorieri, ed alcuni cappella- tenere io sė dei liquori . Dal greco Zonas , pelle
pi. Vi sono pure tre conventi d'uomini ed al- di cupro, e ancu , sacco. Cal.
cune congregazioni. Nella diocesi distinguesi ASEBAM , nome che nella Vulgata è pre
una magnifica abbazia di S. Leonardo, dell'or . so per quello di un luogo, Esdr. 2, 59, ma che
dine dei ea valieri Teutoniei, foodala dall'im un leslo parallelo indica quello di un uomo ;
peratore Federico II, le mura della quale so- leggendosi : « i discendenti di Focherel che era
no coperte delle catene di coloro, i quali , schia- nato da Asebaiın . » CAL .
vi essendo dei Turchi, furono per l'intercessio ASEDOTA , terinine ehe significa pianure
ne di quel santo redenti. Quest'abbazia era si e luoghi fertili ed irrigali . Si conosceva úna
ricca, che in cerli anni arrivò la sua rendita a citlà di questo nome nella tribù di Ruben ,
4000 ducati. UGH . chiamata anche Asedolh - Phasga, perebé tro
ASCOLO ( S. ) . Originario di Cappadocia , vavasi nella pianura di Phasga. CAL
passò per servir Dio in Grecia, dove ſu fallo ASEL , beniamita , figlio di Elasa, della stir
vescovo di Tessalonica in Macedonia . Egli bal. pe di Cis, che fu padre a Saule. I Par. 8, 33.
lezzò nel 380 l'imperalore Teodosio amma Asel ebbe sei figliuoli, cioè : Ezricam , Bocru ,
lato in Tessalonica , e nell'anno seguenle as- Ismael, Saria , A bdia ed Hanan . Ebbe on fra .
sistė al concilio di Costantinopoli contro i lello per nome Esec, che ebbe tre figli, Ulam ,
Macedoniani, nel 382 fu presente al concilio Jahus ed Elifalel. CAL.
radunalo a Roma da Damaso e nel 383 mori . ASELLA (S. ) , vergine romana, in età di do.
Egli era amico dei più grandi e santi vescovi dici anni dedicossi intieramente al servizio del
del suo tempo ; specialmente di s. Basilio e Signore col digiuno, colla mortificazione, col
di s . Ambrogio. Bai. silenzio, col ritiro e colla preghiera. Poco pane
ASCOLTANTI. Quando i penitenti divide con sale ed acqua fresca erano lullo il suo
vansi in classi, una di esse dicevasi degli ascol. alimento : ruvido panno le copriva le mem
tanti, perocchè loro non era permesso che d'a. bra, e stringevale i tianchi aspro cilicio. Ella
scoltar le lezioni e le istruzioni, dopo le quali così viveva in Roma quando Palladio visiló
dovevano uscire insieme ai calecumeni . V. Pe- quella città nell'anno 404 , il quale afferma
NITENTI . Furono poi detti ascoltanli , dacche di averla veduta, e che visse vita longeva jo
d'essi parlando s . Gregorio Nigseno nella sua un monastero di vergini di cui fu direttrice. Il
lettera canonica, concede loro solo la grazia martirologio romano moderno fa menzione di
di udire le letture e le istruzioni. In audilione questa santa il giorno 8 dicembre. But.
permaneal, sola doctorum et scripturar um au ASEM , eiltà della tribù di Simeone, Jos. 19 ,
dilione dignus habitus . L'esclusione poi di co- 3. Forse la slessa che Asemona. Sarebbe me .
sloro nel libro 8 delle Costituzioni apostoliche glio il direcbe ella fosse la stessa che Escm , al
viene così riferita : Cum doctrinae sermonem fi- Tra città di Giuda, Jos . 15 , 29 , dice la geografia
470 ASEMONA - ASFAR
della Bibbia del Vence, tale, questi soggiun ASER, figlio di Giacobbe e di Zella fantesca
ge, é l'opinione di N. Sanson, il quale suppo- di Lia. Nulla si sa intorno alla sua vita ed alla
ne che fosse chiamata Jim - Esem . Barbié di sua morte. Ebbe quallro figli ed una figlia.
ce che Asem od Esem erano una stessa città La divisione della terra toccata ai suoi figli
nella tribù di Simeone, ma , secondo lui , A- fu in una pianura fertilissima, che aveva ad
sam era una città diversa della stessa Iribù . occidente la Fenicia , al nord il monte Libano,
Vicino alla frontiera dell ' Idumea egli colloca al mezzogiorno il Carmelo e la tribu d'Issacar,
Asem . Gio. ed all'oriente le tribù di Zabulon e di Neftali.
ASEMONA , Num . 34 , 4 , ovvero Hesmona, La tribù di Aser non possedette mai tutto il
Num . 33, 29, città nella parte più meridionale terreno che le era toccato : le sue possessioni
della tribù di Giuda verso l'Egitto, Jos. 15 , 4. dovevano estendersi nel Libano , in una parte
Questa fu una delle stazioni degli Ebrei nel della Siria e nella Fenicia ; ma o per la sua
deserto. CAL . debolezza , o per la sua negligenza, o pei suoi
ASENA , ciltà della tribù di Giuda, la stes- peccati, o per tutte queste cause insieme non
sa che Asan , ovvero Ascan .Questo era pure il potè mai andare al possesso di lutto ciò che
nome di un capo di una famiglia nalinea, i gli apparteneva. Giosuè , dice N. Sanson , anno
cui discendenti tornarono con Zorobabele dal vera 22 citlå nella tribù di Aser. Gio.
la schiavitù . Esdr. 2, 50 . Cal. ASER , ciltà situata tra Scilopoli e Sichem,
ASENAFAR, re di Assiria , che in við i Cu e per conseguenza molto lontana dalla tribù di
tei nei paesi delledieci tribù . Esdr. 4 , 10. Mole Aser. Jos. 17 , 7. Euseb. Onomasi. Eusebio dice
ti ritengono che questi fosse Salmanassar, ma che era vi una grossa borgata di questo nome
l'opinione più probabile di altri è quella che tra Azoto ed Ascalona . Cal .
questi fosse Asaraddone . CAL. ASFALTITE . Nome dato al lago di Sodo
ASENETA , figlia di Putifare e sposa di ma, a cagione della quantità di asfalto o bi
Giuseppe. Fu madre di Efraimo e Manasse . tume che colà si trova . Tale e tanto egli ė,
Si dubita se questa fosse figlia di quel Puti . che i pesci non possono vivere nelle sue
fare che compero Giuseppe , e che ingannalo acque, sopra le quali alle volle si veggono dei
dalle calunnie della moglie lo fece porre in pezzi di bitume della grossezza di un toro sen.
prigione . Gli Ebrei citati da Origene raccon za testa , altri ve ne sono di minor mole, cbe
tano che Aseneth disingannò suo padre nar . vengono raccolti ed usati nella medicina , so
randogli quanto era passato fra Giuseppe e pra tutto per imbalsamare i corpi. Jos. lib. 5 .
sua madre . San Girolamo , Ruperlo abale, il de -Bello , cap. 4. E siccome gli Ebrei danno al
Tostato ed altri opinano che Aseneth fosse figlia bitume ed al nitro il nome di Mar. Salalo,
di quel Putifare che comperò Giuseppe. Galeno dice che non solo è salato al gusto, ma
Ma la maggior parle dei Padri tengono il amaro, e talmente pregno di sale, che quelli
contrario. 1. Perchè diversamente in ebreo che vi entrano, escono carichi di sale. In fine
trovasi scritto il nome del Putifare compra-' gli si dà il nome di mar Morto, perchè nessun
tore di Giuseppe da quello di Putifare suo animale vi può vivere, e perchè se l'acqua vi
suocero. 2. Perchè la Scrittura non avendo gitta , scaricandosi in esso, un qualche pesce,
delto che fosse il medesimo Putifare, si ha questo pure vi muore. Gioseffo dà a questo
donde poter muover dubbio sul nome ; oltre lago 380 stadi di lunghezza dall'imboccatura
a ciò era questa una circostanza troppo grave, del Giordano sino a Segor, cioè circa 66 mi
perchè non fosse dalla Scrittura menzionata . glia , e 150 stadi di larghezza .
3. Sant'Agostino osserva che il titolo di sacer . Il lago Asfaltite riceve nel suo seno tulle le
dote di Eliopoli che dà la Scrittura al padre acque del Giordano e del torrente d'Arnon , di
di Aseneth , non era compatibile con l'impie. Jabok ed altre acque che colano dalle monta
go del Puliſare che compero Giuseppe. 4. Fi- gne che sono nei contorni , e niuna ne rigur
nalmente la cillà di Eliopoli era troppo di- gita. Credesi che si scarichi per qualche ca
stante da quella di Tanis ove il re di Egitto te. nale sotterraneo nel mare Rosso ovvero nel
neva la sua corte, per credere che lo stesso Mediterraneo. V. SODOMA . Gio.
Putifare ch'era impiegato alla corte del re, po ASFALTO . Propriamente significa bilume.
tesse esercitare ad Eliopoli gli uffizii di sacer dal greco copadtos, che vale lo stesso ; e diedo
dote ; donde concludono il padre di Aseneth il nome al lago Asfaltite o mar Morto . V. A.
essere diverso dal Putifare che compero Giu SFALTITE.
seppe. Sopra questo punlo però ritorneremo ASFAR sembra che sia l'identico che il
alla voce PUTIFARE. Gio . lago ' Asfallile di cui abbiamo rlalo. Nel pri
ASFENEZ- ISILO 471",
mo libro dei Maccabei si legge al capo 9, vers . care dalla sede di verità , ch'è Roma , ne sarà
33 , che Gionata e Simone suo fratello si rili- ten ulo discorso ai singoli articoli che tratteran
rarono nel deserto di Thecua vicino al lago no delle varie provincie e regni che la com
di Asfar. Ora non si conosce altro lago nei con- pongono. Quindi si consulti CHINA , INDIA ,
torni di Thecua che l'Asfaltite , dunque di GIAPPONE ecc. CAL.
questo solo si parla. Ma comunque cosi si ri ASIARCHI, Asiae principes , come abbiamo
tenga, conviene pe osservare esser opinione nella versione latina degli Alti Apostolici , cap.
di Barbie du Bocage che fossevi un altro lago 19. 31. Quidam de Asiae principibus. Questi
nella tribù di Giuda nel deserto di Thecua, non erano sovrani pontefici gentili dell'Asia , scelti
lontano dalle rive dell'Asfaltite. Simone ed per distinzione per far celebrare a loro spese i
Hurè riconoscono parimente il piccolo lago di giuochi solenni e pubblici . CAL.
Asfar. La Bibbia del Vence , velle sue note al ASIEL, della tribù di Simeon , padre di Sa
primo dei Maccabei, dice che questo sembra es . raia . I Par. 4, 35 .
sere il lago Asfaltite, ma nella parte geografi. ASILO , Asylum , in greco doudou , dall ' «
ca lo indica come diverso , e lo mette nella tribù privativa e ouin, praeda, quod spoliare nefas :
di Giuda vicino al deserto di Thecua . Cal. alcuni lo derivano da aschel , lucus . Questo
ASFENEZ ,soprantendente agli eunuchi del termine indica un luogo consacrato , in cui gli
re Nabuccodonosor. Fu questi che cangiò il no- jo felici potevano ricovrarsi per togliersi alla
me di Daniele in quello di Baltassar , di Ana- violenza dei loro nemici , senza che vi fosse
nia in quello di Sidrac, di Misaele in quel . chi avesse facoltà di trarli da esso. Si pretende
lo di Misac, e di Azaria in quello di Abde. che i nipoti di Ercole fossero primi autori de
nago. Daniele avendo stabilito di non cibarsi gli asili. Temendo il risentimento di quelli
di vivande gentili , prego Asfenez di darne che Ercole aveva malamente trattati durante
il permesso a sè ed a' compagni suoi , affin sua vita, stabilirono un asilo, ossia un tempio
chè si potessero nutrire coi cibi prescrilli dal . alla Misericordia in Atene. Cadmo ne stabili
la legge di Mosė. Asfenez ricusò il permesso , uno anche in Tebe, e Romolo un altro in Ro
temnendo l'indignazione del suo sovrano , ma ma sul monte Palatino. È celebre quello di
Malasar che ad essi in peculiar molo presiede- Dafne presso Antiochia , e noi leggiamo nei li .
va , acconsenti in segrelo alle sue domande , e bri dei Maccabei, che Onia Ul, sommo sacer
Dio permise che migliorassero di salute, anzi . dote degli Ebrei , essendosi ritirato in questo
chè diminuire , come lemeva Asfenez. Dan. 1 , asilo , come in luogo di sicurezza , Andronico ,
8 , 9-12 ecc. Cal. guadagnato da Menelao , gli persuase con fro
ASHUR . Figlio di Hesron e d'Abia, padre di de di uscire, ed uscilo, a tradinenlo l'uccise.
Thecua . I Par . 2 , 24 . L'altare degli olocausti ed il tempio del Si .
ASIA , una delle più grandi parti del mondo. gnore in Gerusalemme erano parimenti asili
Gli antichi Ebrei non conoscevano la divisio- inviolabili . Gioabbo vi si ritirò per mettersi in
ne delle parti del mondo , per cui non si trova salvo, ma Salomone lo fece uccidere in quel
mai il nome dell'Asia nei libri scritti in e luogo stesso , vedendo che non voleva abban
hreo. S'ignora la vera etimologia di questo donare l'altare cui tenevasi strello. Mosè ordi .
nome, che solo si legge nei libri dei Macca. nava che si togliesse dall'altare colui che a
bei, ed in qualebe luogo del Nuovo Testamen vesse commesso un omicidio volontario. L'asi
to. L'Asia riguardasi come la parte del mondo lo non è fatto per favorire i malvagi . come lo
più privilegiata ; perchè fu in questa che il confessano anche gli autori profani, ma per
primo uomo fu creato , dove vissero i pa- favorire l'innocenza e la giustizia empiamen
triarchi, dove la legge fu data , dove si for- te altaccata. Allora quando gli scellerati si ri .
marono le più grandi e più celebri monar tiravano nell'asilo di un tempio , od erano
chie ; donde vennero le colonie de'primi fonda. fatti morire di fame, o costretti ad uscire ac
tori delle città e nazioni delle altre parti del cendendo un gran fuoco intorno ad essi .
mondo. Infine fu nell'Asia che Gesù Cristo Parleremo altrove delle città di asilo , ovve .
comparve ed operó la redenzione dell'uman ro di rifugio, che il Signore aveva determinalo
genere, mori e risuscilo , e donde la luce del . presso gli Ebrei per quelli che avessero fortui
l'Evangelio si diffuse per tutto il mondo. Le iamente commesso un involontario omicidio ,
Jeggi , le arti , le scienze, le religioni quasi liitle e cosi pure diremo di ciò che spelta a questa
uscirono dal centro dell'Asia . materia per quanto riguarda il diritto canoni.
Quanto al profillo che fece e fa in questi silico, agli articoli Delitto, IMMUNITA', Reo, Rı
la religione di Gesù Cristo maudalayi a predi . FUGIO ecc. Mır.
472 ASIMAH - ASOLO
ASIMAH , celebre divigilà , che quelli di Sara figlia di Ragnele , e che fecero morire i
Emath , trasportati a Samaria inventarono ed setle marili che ella ebbe prima del giova
adorarono. Alcuni fra i Rabbini dicono che ne Tobia ; demonio che indi fu rilegato dal
Asimah avesse la figura di una scimja , allri l'angelo Raffaele nei deserti dell' alto Egillo .
quella di un agnello , altri in fine quella di Molte curiose questioni si formano intorno a
un satiro. Nulla pero si sa di certo. I primi si questo demonio. Domandasi per primo che co
appoggiano al significalo del nome Sima che in sa significhi il suo nome. Gli uni credono che
greco significa scimia ; ma gli Ebrei usano di derivi dall'ebreo Es-Madai, il fuoco della
an' allra voce per indicare questo animale. Media , perchè inspirava un fuoco d'impudico
Del resto e le seimie e gli altri animali indi ainore nei paesi, di cui riguardavasi come 'pa
cați erano divinità adorate nell' Egillo ed in drone. Allri con molto più di verisimiglianza,
alire parli di Oriente. Cal. lo fanno derivare dall ' ebreo Sehamad , ester
ASINA , animale domestico del quale si fa minare , per cui ritengono Armodeo nulla
frequente menzione della sacra Seritiora.Que- altro significhi che eslerminatore. Solla ricer
sto animale è sempre annoverato nell'enume. ca intorno alla sua nascila i Rabbini lo fanno
razione della ricchezza dei bestiami dei pa- nalo da un incesto fra Tubaleain e Noema,
triarchi, i quali se ne servivano per l'ordinaria
sua sorella , e dicono che questo demonjo , dive
loro cavalcatura. A quest' uso fu sempre ado .nuto amante di Sara figlia di Raguele, acríde
perato dagli Ebrei , finchè dal lusso furonvi va tulli quelli che si accostavano ad essa ,
sostituiti i muli ; ed era pure impiegato nelle
che per la brutalità della loro passione si da
diverse opere di agricoltura , in una parola in
rano in suo potere. Altre sono le sofisticherie
Oriente era slimato moltissimo. Nel capo un. rabbiniche narrate su questo proposito che, di
decimo del Levitico, al vers. 26 , é dichiaralo
miun giovamento lornando, è meglio lacere .
animale impuro, e perciò proibito agli Ebrei Mır .
come cibo . In alcuni luoghi del Vangelo si fa ASMONEO, della tribù di Levi, non è co .
menzione di mole da asino (mola nsinaria) per nosciuto personalmente nella storia che per
indicare una grossa mola girala da asini , lo aver dato il suo nome alla illustre famiglia
che dimostra anche la robustezza di questo degli Asmonei o Maccabei. Gli Asmonei lenne
animale . Cal . ro congiunte nella loro persona la dignità di
ASINCRITO . San Paolo , nella sua epistola sommosacerdote e la sovranità della nazione; si
ai Romani , al capo 16 , vers. 14 , fa menzione meritarono l'affezione degli Ebrei , cailibera
di questo uomo, come di una persona virluosa rono dal giogo dei Macedoni, e li fecero trion .
e meritevole di stima . I Greci ed i Latini ne fare degli altri loro nemici. Si resero formida
celebrano la festa agli 8 di aprile. Nulla perodi bili agli stranieri per le loro vittorie, e diven
cerlo si conosee intorno alla sua vita . Cal . nero celebri in tutto l'uoiverso per una suc
ASINEO. V. ANILEO. Cessione di luminose geste , tali che la storia
ASINO selvatico , animale comunissimo di niun popolo non ne offre di simiglianti.La
ad un tempo nella Palestina. La Scrittura sø- famiglia degli Asmonei duró 126 anni , da Si
vente ne parla. Questo è gelosissimo della sua mone, figlio di Asmoneo , che fu prioro degli
libertà, vive nei deserti più remoti , e può dif. eroi sino ad Antigono ultimo che strinse lo
ficilmente soffrire l'angustia della sele. Cal. scettro, e che Erode sacrificò alla sua ambizio
ASIONGABER . V. ESIONGABER. ne e ad Aristobulo , som mo sacerdote , dallo
ASIR, figlio di Geconia, re di Giuda , I Par. stesso Erode falto soffocare in un bagno, a Ge
7, 17. Fa fratello di quel Salatiel che trovasi rico, quando non aveva ancora che diciott'an
nella genealogia di Nostro Signore, secondo che ni. Mercè questoduplicedelitto, lo sceltrodegli
viene riſerita da s. Matteo. La Vulgata dice : 1 Ebrei passó tra le niani dell' uccisore dei loro
figli di Geconia furono Asir, Salatiel. L'Ebreo, capi. Sono detti anche Assamonei. Mig.
dice una nota della Bibbia del Vence, Geconia ASNAA , padre di quelli che reduci da Ba
prigioniero a Babilonia non ebbe figliuoti che bilonia fecero la porta di Gerusalemme deno
Salatiel. Un secondo Asin figlio di Core ed minata la porta dei pesci.
ullimo nipote di Caath , della tribù di Levi , ri . ASOCHIS , città della Galilea, di cui Tolo
cordato nel I Par. 6 , 22, nell ' Esodo , al capo meo Latiro si rese padrone, avendola improv
6, 24, è chiamalo AsER . BER . visamenle attaccala in giorno di sabbato , e
ASBIA , padre di Sapban, IV Reg ., capo 22 , falle prigioniere 10000 persone. È la stessa
vers , 5. che Azec. Not. Eccl.
ASMODEO , uno dei demoni, che in yasero ASOLO, un tempo cillà, vescovile, il cui ve.
ASOM-ASOR 473
scovado sembra sia stato estinto sulla fine del sopra qual punto si fondi per i stabilire che
secolo decimo. V. Treviso . Ber . Asor era nella tribù di Neftali vicino al lago
ASOM, sesto figlio d'Isai Betlemnite, e fra- Semechon , ciò che per altro è verilà . lo rico
tello di Davidde. I Par. 2 , 13. Il rammentato nosco questa città di Asor nei testi seguenti :
al vers. 25 era figlio di Jerameel . Cal. Jos. 19 , 36 , IV Rog . 18 , 29 ; 1 Mac . 11 , 67 .
ASOR, città della tribu di Giuda. Jos . 15, La sua situazione è esattamente indicata co
23. Eusebio parla di una borgala di questo me quella di molti altri luoghi da Gillot di
nome, posta all'oriente di Ascalona . Altre pu- Kerhardene , che visilo la Palestina. Il 14
re eranvi città di questo nome, come tantosto giugno 1831 a treore di sera Gillot abbandono
vedremo. Safad co'suoi compagni, e dirigendosi verso
Simon conta cinque città di Asor, tre in il nord , « lornammo ben presto all'est, egli
Giuda e due in Neftali . Hurè non ne aono dice, e discendemmo verso il Giordano per
vera che tre, una in Neftali , una in Giuda ed una vallata scoscesa , il cui fondo in tempo
una in Benjamino. Il Calmet due in Giuda d'inverno è il letto di un torrente. Sulla di .
ed una in Neftali. Barbiè ne riconosce quato rilta si vede, ad un'ora dalla città , il luogo
tro , tre in Giuda ed una in Beniamino. Il in cui accampo Murat. Tutta quesia parte al
geografo della Bibbia del Vence ne ammelte nord dell'antica pianura di Dolhaim è un
quattro o cinque od anche sei. deserto, ma sulla sinistra si annoverano sei
Apriamo la Bibbia . Il nome di Asor trovasi villaggi. Il luogo di radunanza della carova
menzionato quindici o diciotto volte, e final na era Melea situata a tre ore da Safad nel
mente ella ricorda Asor, come capitale di una Ghor, ovvero paese basso. Nulla allro vedeva.
contrada canauea , di cui Jabin era re allora si che qualche rovina ed un molino inosso da.
quando Giosuè entrò nel paese di Canaan. un ruscello che gittasi nel Giordano . Questo
Questa fu presa ed abbruciata l'anno 1605 nome di Melea, ovvero Mehela è vago, e si e
av . G. C. , secondo l'Arte di verificare le date , stende a lutta la riva del lago di Houlè al sud
Fu ristabilita , ed un altro Jabin vi regnava e ovest ..... Seguendo il ruscello di Melea, di
teneva gli Ebrei in una dura schiavitù , quan- scesi gradatamente sino alle rive del Giordano,
do la profetessa Debora giudicava Israele. Ba- che occupa esattamente il mezzo della vallata .
rac, figlio di Abinoem , per un ordine divino È in questo luogo al disopra del ponte di Gia
che gli trasmise la profetessa, raccolse un'ar- cobbe, od a meglio dire dei figli di Giacobbe,
mala di 10000 uomini delle tribù di Neftali come esprimono gli Arabi el Ghor, dove ac
e di Zabulon , e la condusse sul monte Tabor. campava Baldovino Ill quando fu sorpreso da
Sisara, generale di Jabin , prese posizione sulle Noredino, ed obbligato a rifugiarsi nella for
rive del torrente Cison . Allora Barac discese lezza di Safad. Gli storici arabi danno a que.
dal Tabor , e Sisara fuggi , e fu nella fuga che sto combattimento il nome di Mehela . Fu qui
giunto alla tenda di Haber Cineo, nella valla. dove Murat , padrone del ponte di Giacobbe,
ta di Sennim , presso Cedes, accellando l'ospi- sterminò gli avanzi dell'armata lurća , che,
talità, vi trovò con quella la morte l'anno fuggendo in tumulto dal campo di battaglia
1396 av. G. C. Tutto ciò c'insegna che la cit- del Tabor, urtarono nelle baionelte francesi, e
tà di Asor capitale dei Cananei , al tempo di si precipitarono nel Giordano Approfit
Giosuè e di Debora , era situata nella tribù di tando dell'ultima ora del giorno andai a visi .
Neftali. Barbié du Bocage non riconosce cillà tare la riva sinistra del fiume sino al Kan ,
di questo nome in tale tribù , e la geografia del . dove incomincia il pascialato di Damasco . Il
la Bibbia del Vence, dopo aver citato il Cal . ponle prese dal nome dall'essersi qui riscon
met, che suppone qnesta citlà reale dei Cana- irati Giacobbe ed Esaù nel ritorno dalla Me
pei essere stala nella tribù di Neftali, vicino al sopotamia nel paese di Canaan . Come il sole
Jago Semechon , soggiunge, che il testo di Gio- occultavasi ritornai a Melea .... L'indomani,
suè, 15, 25, då donde pensare che questa fosse levato il campo all'aurora, la carovana si pose
Ja ciltà che chiamossi Cariath -Hesron , nella in viaggio tenendo il mezzo fra le alture ed
tribù di Giuda. Il capitolo quarto del libro il Giordano. Il paese di Safad finisce a Melea ,
dei Giudici non dà luogo a questa supposizio- ivi incomincia il paese di Houlè che si estende
ne. N. Simon , Barbie ed il geografo del Ven- sino a Banias ( Paneade) . Lasciammo a sinistra
ce, i quali collocano questa città nella tribù di \ ' antica Cades, collocata come un punto di
Giuda non hanno certamente conosciuto i te comunicazione tra Safad e Banias. Cades, città
sti dei quali si è parlato nel libro deiGiudici. di rifugio, apparteneva ai levili , e fu a lei dap
il Calmet non cita questi testi , ed io ignoro presso , nel luogo che ora calchiamo , che Gio
Encicl. Ercles. Vol. 1. Fasc. VIII. 60
474 ASOR- HADDAN -ASPERSORIO
nata , fratello di Giuda Maccabeo , dopo essere fa l'aspersione dal sacerdote coll'acqua lu
stato disfatto, sorpreso all'impensata, taglio a strale. Rit.
pezzi con un pugno di prodi l'immensa arma ASPERSIONE è quel rito che usa la Chie
la di Demetrio Nicanore. Le alture sono coro sa cattolica, per cui con acqua benedetta pu
nate da quattro villaggi che si seguono, ed un rifica in qualche modo il popolo, le abitazio
secondo ruscello in discesa verso il lago Houlé. ni , le cose. Dalle varie decisioni della sacra
Da di là si vede al disopra del lago e sulla Congregazione dei Rili abbiamo pertanto sopra
riva sinistra del Giordano il villaggio di Acour, questa materia le seguenti risoluzioni: 1. L'a
che indica la posizione della città di Asor , ca- spersione dell'acqua benedetta sideve dare sin
pitale del piccolo stato di Jabin , che erasi col . golarmente a tutte le dignità e canonici, inco
legato contro Giosuè con quattro re cananei minciando da quelli che trovansi alla destra e
della vallata e della montagna. Acour è una terminando alla sinistra , e non con un sol
lega e mezzo distante da Cades all'oriente, ed Iratto in giro . 2. Il celebrante ogni domenica
i contorni sono bene coltivati . Il piccolo lago deve fare l'aspersione coll'acqua benedetta ,
Houlè ovvero Helou è circondato da giunchi e non ostante qualunque consuetudine in con
papiri . Ha la forma di un trapezio, la cui base trario, che solo come una prava cosa si po
appoggiasi sul Giordano ; ecc. ecc. » trebbe riguardare, perchè contraria alle rubri.
In secondo luogo Giosuè nella divisione di che del messale romano. 3. Al solo Parroco
Giuda menziona due cillà di Asor al capo del defunto si aspella di aspergerne il corpo,
15, 23 : Cades, Asor, Jethnam ; ed al verselto quanlunque al funerale intervenga il capitolo
25 Asor nova, ovvero Carioth - Hesron ; a meno della calledrale o della collegiata, ed allo stes
che questo vers. 25 non fosse una parentesi da so compete inlonare l'antifona. 4. Cosi pure
doversi riportare alla città di Asor nominata i curati , nella cui parrocchia il defunto morì ,
nel vers . 23. In questo caso non vi sarebbe che e non i regolari, alle cui chiese fosse portato ,
una città di Asor in Giuda. lo non ne ricono . devono benedire il corpo del defunto slesso. 5.
sco alcuna in Beniamino , come fanno Hurè e La benedizione delle case, nel sabbato santo
Barbié du Bocage; io credo che la cillà di Asor, della Pasqua di Resurrezione o in altri tempi
di cui Irallasi in questo luogo, apparlenesse a dell'anno , è appartenente al parroco . Rit.
Giuda o piultosto a Neftali , v Mic . ASPERSORIO è quell'istrumento che ado
ASOR- HADDAN . V. ASARADDONE. prasi nella chiesa o per fare l'aspersione del
ASOTH . terzogenilo di Jephlat, e nipote di l'acqua benedetla , o per porgerla allrui . La
Heber. I Par , 7 , 33 . CAL. sacra Congregazione de Rili delermind io que
ASPENDUS, ciltà vescovile della diocesi di slo proposito. 1. Che l'aspersorio con acqua
Asia, sollo la melropoli di Sida. Anticamen. benedetta deve essere dalo al vescovo, che en
le portava il nome di Priamopoli , cioè ciltà tra in chiesa, dalla prima dignilà o dal più
di Priamo. Not. Eccl . degno del capitolo. 2. Che nell'atto di porgere
ASPERGES. Questo nome può indicare in l'aspersorio al vescovo, gli si deve baciar la
primo luogo l'aspersorio del quale parleremo mano. 3. Se le prebende sono distinte, l'asper
a suo tempo ( V. ASPERSORIO ), che altro non era , sorio deve essere presentato al vescovo dal pri
come riferiscono gli antiquari, senonchè uno mo canonico presbitero. 4. Se il vescovo en
stromento col quale i pontefici spruzzavano la tra in una chiesa collegiata, l'aspersorio gli
acqua lustrale, composto di foglie d'alberi, deve essere dalo dal priore della chiesa stessa ,
di selole, di lauro, o di ulivo, che col pro- e non dalla prima dignità, o dal primo cano
gredire del tempo si cambiò in materia miglio . nico della chiesa caltedrale. 3. Andando in uba
re, e fu più o meno ornato secondo la nobiltà chiesa secolare o regolare, ciò spelta al più de
e la possibilità della Chiesa. gno della cbiesa a cui si reca, e non alla digni
In secondo luogo Asperges è il principio di là o canonici della cattedrale. 6. Entrando il
una antifoda che s'intitola dal Celebrante ogni vescovo in chiesa mentre i canonici attendono
domenica quando dà la benedizione coll'acqua all'ufficiatura del coro, almeno due di loro
benedetta, e la si prosegue dal coro, ripetendola devono recarsi ad incontrarlo , e presentargli
dopo il Miserere che vi segue. Questa antifona l'aspersorio, il quale deve essere parimentimi.
non si recita nel lempo pasquale, poiché in al nistrato dal più degno ad un suffraganeo che
lora le viene sostituita l'altra Vidi acquam . Ne con licenza del vescovo indossa la cappa, re
solamenle nella domenica si recila prima dels candosi due canonici ad incontrarlo alla porta
la messa solenne, ma ogni qual volta o visi della chiesa , u riaccompagnandolo quando ri
tando gl'infermi o benedicendo le case ecc. si torna . 7. All'arciprete non devesi dare l'asper
ASPHAR -ASPILCUETA 473
sorio dal più degno presbitero ; siccome pure posti non comuni . Egli dunque fu eletto pro
da un qualche ministro in cotta deve essere of- fessore di diritto canonico a Tolosa ed a Ca
ferto da toccare al prelato referendario ed al hors, e reduce in Ispagna fu fatto proſessore
governatore civile, quando entra in Chiesa. di simile materia a Salamanca , ove tenne cat
FER. tedra quattordici anni, e si rese benemerito
ASPHAR . V. ASFAR . ricbiamando in onore lo studio del dirillo ,
ASPHENEZ. V. AŞFENËZ. molto in quella università trascurato. Nè gli
ASPIDE , sorta di serpente il cui veleno ė . onori e le laudi che meritamente gli si tribula
si pronto e dannoso che uccide quasi nello stes- vano, stettero soltanto nella sua pa tria, che
so momento della morsicalura , senza che siavi in Roma pure furono conosciuti gli alti suoi
alcun rimedio contrario. Corre con lanta veto- talenti, ed il reale suo merito, e come egli
cilà che sembra volare. Dicesi che sia piccolis- andò in quella capitale dell'Orbe Cristiano ,
simo. La Scrittura sovente ne parla. Il luogo alla corle del Pontefice ricevelle onori non
in cui parla dell'aspide sordo che olturasi le mai a verun altro privato fino allora imparti
orecchie per non intendere voci incantevoli, è ti . Pio V , Gregorio XIII e Sisto V ebbero per
dei più celebri. Si assicura che questo animale lui tanta stima che nessun caso di coscienza
olturasi le orecchie per non sentire quello che decidevano senza prima consultarlo. Pio V lo
vorrebbe incantarlo, ed è perciò che il Salmi- nominò assessore del cardinale Francesco Al
sta dice, che il furore dei peccatori è simile a ciati, vice-penitenziere. Gregorio XIII non pas
quello dei serpenti e dell'aspide sordo, che si sò mai innanzi alla sua abitazione senza farlo
oltura le orecchie per non intendere la voce chiamare, ed intiere ore talvolta si tratteneva
dell'incantatore. Ps. 57. Intorno al qual luogo con lui in istrada, nè sdegnava di visitarlo in
del Salmo osserveremo esservi tre opinioni. Il compagnia di più cardinali. In mezzo a tanli
Bochart e Kimchi vogliono che siavi realmen- onori distinlissimi l’Aspilcueta conservò sem .
le una specie di aspidi sordi , che sono i più pre la sua solita modestia ed umiltà . Il fatto
dannosi di tutti , e che a questi alluda il Sale seguente nesia prova. Narra il signore di Thou ,
misla . Il Rabb. Salomonee Kabucnacbi voglio- che ne fu testimonio oculare; «< Jo mi sovven
no che l'aspide divenendo vecchio diventi sor go, dice egli, che Navarro , portatosi a far vi .
do da una orecchia e si olturi l'altra con ter- sita a Paolo di Foix, ambasciatore del re al
ra per non sentire la voce che lo incanta. papa , e che io aveva accompagnato a Roma .
Finalmente Cassiodoro, Beda, Isidoro ed altri nè avendolo trovato nel suo palagio, ando a
asseriscono che l'aspide a par degli altri ser . cercarlo nella chiesa della Trinità , dove tro
penti ha uno udito finissimo, ma che quando vavasi , e lo saluto prostrandosi innanzi a lui ,
si vuole incantarlo, egli si ollura le orecchie, e baciandogli i piedi . L'ambasciatore sorpreso
l'una applicandola contro la terra , l'altra col a quell'atto di umiltà ricusó tale onore; e cer
l'estremità della coda. Vcd . Bochart. de Ani- co di rialzare quel venerabile vecchio da lerra..
mal. zacr. Quando adunque il Salmisla parla Ma Navarro gli disse di non poter rifiutarsi di
dell'aspide sordo, vuol dire che gli incantesi- rendere nella sua persona omaggio ad una na
mi non fanno effetto sopra lui, come se non zione, da cui erano nati i suoi re. Levalosi in
senlisse. CAL . fine, non volle mai mettersi il cappello io le
ASPILCUETA (Martino), chiamato comu. sta, per quante istanze gliene facesse Paolo di
nemente NAVARRO, Navarrus ovvero Doctor Foix, sebbene passeggiasse coll'ambasciatore
Navarrus. Di questo rinomato scrittore di teo- in luogo scoperto ed esposto alle ingiurie del
Jogia, le cui opere fanno appresso gli studiosi l'aria,allora straordinariamente fredda .» Nar
di questa materia grande autorità, è necessario ra Giovanni Nicio Eritreo che il Navarro era
non accontentarsi vedere gli argomenti da lui riguardato non solo come l'oracolo di Roma ,
trattati, ma sibbene sapere un ponnulla della ma del mondo tutto cristiano e che pronto
sua vita . mostravasi coi suoi consigli a chiunque lo ri.
Nasceva Martino a Varasang nella Navar- chiedesse, senza mostrare alcun interesse, chè
ra , donde poi frasse il soprannome di Na- mai da chicchessia egli ricevette alcun dono.
varro, il giorno 13 dicembre 1491 da nobile Sacerdote come egli era celebrava quotidiana
famiglia, e studiate in Alcalà le belle -lellere, mente , occupava lungo tempo pregando, vive
la filosofia e la teologia, ed in Francia il dirit va con somma frugalità , ed osservava a rigore .
lo canonico, dimostró quella profonda intelli- i digiuni e le astinenze della Chiesa anche nel .
genza che seco attrae lode, ed apparve adorno la età sua più provelta. Estraneo all' ambizio
di quelle cognizioni che rendono alli a coprire ne ricuso qualunque dignità gli fa offerta tanto
476 ASPILCUETA
civile che ecclesiastica, come un posto nel con 5. Commentarius resolulionum de injuriis,
siglio, l'officio d'inquisitore, un vescovado ecc .;Stampato in lingua spagnuola nel 1569 e do
e privalo nell'elà di novantacinque anni mori po in lati a Roma nel 1585 in 4 .
in Roma il giorno 12 giugno 1586. Grandi elo 6. De reditibus beneficiorum ecclesiastico .
gi furono da ogni parte a lui tributati . Andrea rum commentarius, quo docetur quibus usibus
Resendio ed Emmanuele Costa lo fanno supe- sint impediendi, ct quibus personis dandi aul
riore a tutti i dottori e canonisti del suo se- relinquendi, stampalo in ispagnuolo nel 1966,
colo ; nè diversamente ne parla Francesco Sar- dedicato al re Filippo II ; poi in latino nel
miento, quantunque suo antagonista . 1568 e 1574 e dedicato a Pio V. Questo libro
Tutte le opere di Aspilcuela si aggirano sul- fil incolpato da Francesco Sarmiento, uditore
la morale o sul dirilto canonico. Molte furono di Rola , come troppo severo nelle sue decisio
le edizioni che nei diversi luoghi furono fatte, ni ; ma Navarro lo sostenne coll'opera se
delle quali,a dare un'idea delle opere, noi ci guente.
serviremo di quella di Colonia in tre volumi 7. Apologeticus pro libro de redilibus cccle
in foglio. siasticis, stampato a Roma e ad Anversa. Fran
Il primo volume contiene . 1. Manuale sive cesco Turrien gesuita scrisse a Gonzalvo Her
Enchiridion confessariorum cl poenitentium . réra in favore del sentimento di Navarro ; ed
L'aúlore ha preteso di racchiudere in quest'o. Achille Stazio portoghese de scrisse allo stesso
pera tutto ciò che aveva scrillo negli altri suoi Navarro.
libri . Dapprima la scrisse in lingua spagnuo. 8. Commentarius in cap. humanae aures 22,
la, e pubblicolla a Salamanca nel 1537, in 4. quaest. 5 , de verilale responsi, partim vero ex
Vi mancava un trattato dell'usura e della si : presso, partim mente conceplo redacli.
monia, ed ei ve li aggiunse in forma di sup 9. De finibus humanorum acluum commen
plemento nel 1569 , parimenti in lingua spa- larius, stampato a Lione nel 1873 ed a Roma
gnuola ed in latino . Simone Magno , canoni . nel 1385 .
co di Liegi, ne ritoccò lo stile, e vi fece delle 10. Epistola apologetica ad illustriss.excel
aggiunte che possono scorgersi nella edizione lentissimumque Dom . Gabrielem a Cueva du
di Parigi nel 1587. Altre addizioni vi fece Fran cem Albuquerquensem , gubernatorem Medio
cesco di Sise, ed anche Andrea Vittorelli . Ale lani. Questa lettera è scritta contro alcune per
tri ridussero quest'opera a compendio: sone le quali avevano affermato ch'ei dimorava
2. De horis canonicis et oratione, opera pub- a Roma perchè era incorso della disgrazia del
blicata in lingua spagnuola nel 1560 ; poi tra- re Filippo. Trovasi in essa la storia di sua vita.
dotta in latino , e stampata a Lione nel 1580 11. Commentaria in septem distinctiones de
ed a Roma nel 1986 . poenilentia . L'autore aveva pubblicalo a Coim
3. Miscellanca centum de oratione, praeser bra nel 1542 un commentario su tre di que
tim psalterio el rosario T'irginis Matris Ma- ste distinzioni , la quinta, la sesta, la settima ,
riae, et de instilutione recla Oratorum , et actis e l'aveva aumentato nel 1566. Scrisse poscia
quibusdam eorum , et de pertinentibus ad illa. it commentario sulle quattro precedenti.
Trovansi nel Il volume : 1. Commentarius 12. Commentarius de anno jubilaeo, el in
de silentio in divinis officiis, praesertim in cho- dulgentiis omnibus, stampato a Coimbra nel
roservando, opuscolo quasi interamente estrat. 1550 , e di poi ; ampliato, a Roma nel 1376, in
to dal Manuale. 4. ed a Milano nel 1579 in 8.
2. Commentarius in capul, inter verba 14 , Nel terzo volume si contiene: 1. Praeleclio
quaesl. 3, in quo de gloria, honore, laude, ao nes dune de rescriptis, stampate prima a Coim
bona fama, deque ingloria, vituperio, infamia , bra , indi a Roma nel 1575, ed a Madrid nel
el detractionc Iructalur. Opera composta in 1595 in foglio.
lingua spagnuola e pubblicata a Coimbra nel 2. Commentarius in rubricam de judiciis.
1544 e poi tradotta in latino, e pubblicata a 5. Relectio cap . nov. de judiciis.
Roma nel 1384 , in 4 . 4. Releclio de restitutione spolialorum , di
3. De regularibus commentarii tres , stam scorso slampalo a Coimbra nel 1548.
pati in Roma nel 1576 . 5. Releclio cap. ila quorumdam , de Judaeis,
4. De alienatione rerum ecclesiasticarum , in qůa de rebus ad Saracenos, el censuris ob
ac de spoliis clericorum Commentarius in prin- id lalis : stampato a Coimbra nel 1580 , in 8 .
cipium el gloss. Summac 12, quacst. 2, de spo · 6. Commentarius de datis et promissis pro
liis clericorum super cap . non liceal Papae ea- justilia vel gratia obtinendis, stampato a Ro
dem causa et quaestione, Roma , nel 1513 , in 8. ma nel 1576 in 4 .
ASPONA - ASSASSINIO 477
L'edizione di Venezia contiene inoltre : De delle concubine che il padre v’aveva lasciate.
cambiis, de simonia mentali, de furto nolabili, Il giorno dopo sfido a baltaglia suo padre , nel
de necessitale defendendi proximum ab injuria , la quale ventimila uomini d'Assalonne furono
de homicidio causali , de incompatibilitute be- tagliali a pezzi , ed egli fuggendo, col resto del
neficiorum , de eleemosyna , de lege poenali. la sua armala , i suoi capelli s'imbarazzaro
È pure di Navarro un'altra opera intito no nei rami di un albero e rimasovi sospeso fu
lala : Consiliorum seu responsorum lib. 5. Gia. ferito con tre dardi da Gioabbo che lo insegui
coino Castellano pubblico a Venezia nel 1898 va e fini la sua vita l'anno del mondo 2980 ,
in 4.° un compendio latino di tutte queste ope- 1020 prima di G. C. , 1024 prima dell'era
re del dottor Navarro . - Nicola Antonio , Bibl. volgare.
hisp. tom . II , pag.74 ; Giano Nicio Eritreo, Pi Assalonne s'era fatto innalzare , ancor vi .
nacolechae 1 , pag. 1 , ediz. del 1645 ; Tommasi . vente , un monumento che consisteva in una
no, Elog. tom . 1 ; Niceron , Memoirespour ser- colonna di marmo, distante da Gerusalemme
vir à l'histoire des hommes illustres , tom . 5 , due stadi e duecento passi. CAL .
pag. 1 ; Chauffepié, Nour . Dictionn. hist. et ASSALONNE di Gerusalemme, secondo la
crit., tom. 1 , pag . 517 e seg . Dup. narrazione di Gioseffo , nel suo libro de Bello
ASPONA o Aspuna . Città municipale del- Jud ., lib. 2, cap. 33, indusse Manabem , figlio
la Galazia , nella quale soggiornò l'imperatore di Giuda il Galileo, a voler farsi re dei Giudei
Gioviado partito da Tarso , indi da Triano per il dodicesimo anno dell'impero di Nerone, ses
recarsi ad Ancira , 'e dove vide egli i soldati santesimo sesto dell'era volgare. Cal.
galli . Nell'itinerario d'Antonino questa ciltà ASSALONNE , zio e suocero di Aristobolo
è segnata come a mezzo cammino tra Nicea ed re dei Giudei , fu fatto prigioniero da Pompeo
Ancira . Gerocle nel suo ragguaglio la pone per all'assedio di Gerusalemme, l'anno del mondo
quarta città della prima Galazia . N. E. 3941 , 59 prima di Gesù Cristo . Jos .
ASRAEL, della tribù di Giuda , figlio di Ja ASSAMONEI. V. AsnonEI e Maccabei.
Jeleel. Par . 4, 16 . ASSARON , misura degli Ebrei , che corri
ASRIEL. Era questi figlio di Galaad , capo spondeva alla decima parte dell' Efu , come il
della famiglia degli Asrieliti . Num . 1 , 26 , 31 . nome stesso significa , denotando dicci. Era
ASRIELITI . V. ASRIEL . questa la misura della manna , che Dio aveva
ASSALONNE . Questa parola in ebraico si accordato ad ogni Israelita . Exod . 16, 16.
gnifica padre della pace , o la pace del padrc. Cal .
Cosi si chiamava -uno de'figli di Davidde e di ASSASSINIO, Assassino. Chiamasi assassi
Maacha figlia di Tolmai re di Gessur. Questo nio quell'azione per cui tałuno prodiloriamen.
giovane era il più leggiadro di tutto Israele , te uccide un altro per eseguire un altrui co
ed aveva la più bella capigliatura , cui faceva mando, o per ricevuta mercede , od altro di si
tagliare una sola volta all'anno. Assalonne ave. mile. Da ciò assassini quelli vengono addi
va una sorella che Amnone figlio di Davidde mandati, i quali , o per danaro o per promesse.
aveva violata . Egli dissimuld quest'oltraggio uccidono o fanno uccidere altri . Ciò posto, di
colla risoluzione di vendicarsene alla prima ciamo :
opportunità . Due anni dopo lo fece massacra 1. Prima che l'effetlo sia seguito, il com
re in un banchelto, a cui lo aveva invitato , e miltente l'assassinio gode dell'immunità ;
fuggi nel paese di Gessur presso suo avo'lolmai. Sac. Congregat ., in una Sarzanen . 21 febbr.
Ritornato poscia nella grazia del padre per 1080 .
opera di Gioabbo, si pose a sfoggiarla in treni 2. Il mandatario parimenle gode dell'immu
magnifici, riguardandosi come l'erede presun . nità , ove non sia avvenuta la morte , nè sia
tivo della corona. Quando credette d'aver ben stato intentato l'assassinio ; Sac. Congregal,
disposti gli animi in suo favore, si portò ad He- inmunilal. in Medio lanen. 21 settembre 1623,
bron accompagnato da 200 uomini ignari del lib. 2 Decrel. Paul., pag. 171 , el in Meliten .
suo perverso divisamenlo e spedi in tutte le 21 novembre 1690 , lib. Decretal. Martelli ,
cillà d' Israele alcuni de'suoi partigiani a pub- pag. 686.
blicar a suon di tromba che Assalonne regnava 3. Sono assassini , e vengono privali della
in Hebron. In poco tempo la più gran parte immunità ecclesiastica quelli che ricettano, di
d'Israele aveva abbracciato il partito di lui , fendono od occultano un assassino , purchè
e fuggito Davidde da Gerusalemme, Assalonne, quelli che ricovrano,, difendono od occultano
che se n'era impadronilo, arrivo a tal segno di sieno veramente causa della morte altrui re
em pietà pei consigli d'Achitofello di abusare cata dall'assassino, e conoscano essere un ve
478 ASSEDIM - ASSEMANI (STEFANO EVODIO)

ro assassino quello che próleggono, e come ta- sedim nel testo ebreo, che traducono lelteral
le soccorrono ; Farinac. , De homicid ., quaest. menle in questo modo : Le sue citlà forti di
125, num . 29 el sequenl.; Guilierez , lib .3, 9. Neftali , erano : Tsidine , Tser , Hamalh , Ro
7 , num . 53 ; Pellegrino , Tracl. de immunil. kath e Kinereth , lo che è conforme alla Vul
eccles. , cap. 7, num. 536 ; Pignatelli , tom. 9, gata che legge : Le sue cillà forti : Assediin, Ser ,
cons. 43, num . 16. Emath , Recalh e Cenereth . CAL ,
4. Sono assassini coloro , i quali per un da ASSEM , borghese considerevole di Gerusa
to prezzo testificano il falso , dalla cui deposi- lemme, nominalo Jasem del secondo libro dei
zione proviene la morte di un innocente ; Ni. Re. Cal.
colio, part. 1 , lib. 1 , lit. 8 de his qui sunt sui , ASSEMANI (STEFANO Evopio ). Di questo ar .
num . 52, ec . civescovo di Apamea , custode della biblioteca
5. I cherici divenuti assassini vengono e- valicana , troviamo necessario l'osservare cio
sclusi dal privilegio del canone contro quelli che egli fece nella pubblicazione di alcune o.
che li percuolono, e sono spogliati di ogni pri- pere che videro la luce per cura di lui.
vilegio chericale, : senza veruna degradazione, Per primo adunque ei pubblico Bibliothe
essendo per lo stesso diritto degradati , cosicchè cae mediceae laurentianae el palatinae co
possono essere uccisi, percossi, senza che l'uc dicum manuscriptorum orientalium catalo
cisore incorra nella scomunica e nelle altre pe- gus ecc. Versalissimo nelle lingue orienlali, di
ne ; Angelo, verb. Assassinus , num. 3 ; Silve- stribui questi manoscritti in classi, disponen
stro, verb. Assassini, q. 3 et 4 , Jul. Clar. Sfi- doli nell'ordine che loro conveniva, perché si
nal . q . 36 , num . 30 : Squillant . De privileg. potesse senza difficollà servirsene; inscrisse a
cleric. , cap. 6, num . 10. ciascuno il relativo frontispizio ; e nel catalogo
6. La cognizione di un assassinio commesso che abbiamo di sopra accennato , non solo scris
da un cherico non ispetta alla curia laicale ; se per ordine le intitolazioni delle opere coi
Sacr. Congreg . Immunil. 26 mart. 1629 , lib. nomidei loro autori , ma vi aggiuose ben anco
1 decret. Pauluc. pag . 131 . erudite osservazioni, per indicare colla maggior
7. Un giudice laico non ha alcuna giurisdi. chiarezza il nome e patria degli autori , le
zione sopra i cherici sollo pretesto di questo loro opere, la forma dei mss. il soggello tratta
delitto prima della sentenza dichiarativa, che tovi e le epoche in cui furono composti; arric
deve emanarsi dal giudice ecclesiastico ; Cle- chendolo anche di un gran numero di tavole
mens VIII , constit. incipien. Æqua et circum- incise in rame e di fregi di varie fogge.
specla, 18 decembre 1595, Sacr. Congreg. E 2. Sancli palris nostri Ephrem Syri opera
piscop. in Capacen . 14 febbraio 1601 . omnia ecc. lncaricalo di condurre a termine
8. Gli assassini incorrono in varie pene. - 1. questa edizione , di cui già erano comparsi
Incorrono nella scomunica ipso facto, la quale due volumi, dichiara di aver raccolto in que
però non è riservata ; Gloss. in cap. 1 De ho- sto terzo ed ultimo tutto quanlo ha trovato di
micid ., in 6 ; Farinac ., q. 123, éc.; ed incorro- leggibile di quel santo dottore nei mss . tras
no in questa scomunica , sebbene abbiano sola- portati dall'Oriente. In fronte a questo volu
mente ferilo quello che avevano intenzione e me pose la vita del padre Benedetto che aveva
volontà di uccidere. In cit. cap. Pro humani 1 , pubblicato i due primi ; offri una compendiosa
De homic. in 6.- 2. Incorrono nella pena della idea dei varii traltati di s. Efrem nel medesi
deposizione o privazione di ogni dignità, ono mo volume raccolli, e diede gli atti di s. Efrem
re, uffizio e benefizio ecc. cit. cap. Pro humani. scritti in siriaco ed in latino tradotti.
- 3. Tanto il mandante quanto il mandatario 3. Acta sanctorum martyrum orientalium
sono privi della immunità ecclesiastica , come el occidentalium in duas parles distributa ecc .
dalle bolle di Gregorio XIV Cum alias , e di La prima parte di quest'opera ba l'intitola
Benedello XIII Ex quo ; conviene però che , zione : Acla martyrum orientalium qui in Per
onde incorrano in questa pena, sia seguito l'as- side passi sunt sub Sapore 11 , saeculo quarlo.
sassinio, perchè, se fu solamente attentato, go Questi atli furono raccolti da s. Marathas ve
dono della immunità ecclesiastica : cosi la Sacr. scovo di Maipherakin . Assemani ha riveduto
Congreg. immunil. in una Mediol. 21 settemb. il testo sugli originali siriaci, ne fece la versio
1635 . Cal . ne latina, e l'arricchi di avvertimenti e di no
ASSEDIM , citlà della tribù di Neftali . Jos. le per lo schiarimento ed intelligenza della slo
19 , 38. L'ebreo nel luogo citalo di Giosuè non ria, e per la correzione deglierrori e delle favole
legge Assedim ma le cillà forli dei T'irii sono che vi si erano intruse. La seconda parte con
Tiro ed Ematk . Altri al contrario trovano As liene gli alti dei martiri d'Occidenle, cioè del
ASSEMANI ( Giuseppe LUIGI)-ASSENTE 479
le provincie asiatiche a ponente del Tigri e no ai diversi officii e ministeri pubblici della
della Caldea. Gli alli sono quindici , e ciascu- Chiesa. Egli chiama libri liturgici i pontifica
no è preceduto da un avvertimento, e seguito li , i rituali , i messali, i libri delle cerimonie e
da note curiose ed importanti. Jo fronte a que- della salmodia , i calendarii ecc. Nè fo Assema
slo volume fu posto il compendio della vita di ni contento di referire le liturgie della chiesa
M. Mainelli arcivescovo di Emesa , e custode ortodossa, ma quelle pur vi aggiunse degli e
della biblioteca vaticana, il quale aveva inca- retici, quali i Nestoriani, i Giacobiti ed i Mo.
ricato l'Assemani della ricerca dei mss. orien- nofsiti . Queste parti , sebbene in alcuni luoghi
tali . Quest'opera non è meno utile alle scien- alterate dal miscuglio degli errori di ciascuna
ze ed alle lellere, che interessante per la reli- setta, rendono però non sospetta testimonianza
gione, come osserva il Giornale dei Dolli del . alla verità ed antichilà delle formule di pre
l'anno 1743, pag . 514 ; 1744 , pag. 388 ; 1750 , ghiere, di cui si serve la Chiesa callolica. Vi si
pag . 67, 131 . osserva, quanto al testo, una conformità per
Stefano Evodio Assemani era nato a Tripoli fetta, se si eccettuino alcune parole a bella po
di Siria nel 1747, fu mandato a Roma nel col- sta inserite o cangiate onde favorire i falsi
legio de' Maronili, donde passo missionario in dogmi, che quegli eretici avevano abbracciati.
Siria , in Mesopotamia, in Egitto. Tornato a Ma dando in luce questi monumenti l'autore
Roma , fu addetto alla biblioteca Vaticana , ed ebbe cura di distinguere l'antico linguaggio
ebbe varii altri incarichi . Mori a Roma nel della Chiesa dagli errori che ciascuna setta vi
1782. BER. sparse. Cosi dal Giornale dei Dolli 1751 , pay .
ASSEMANI (GIUSEPPE LUIGI ), rinomatissi- 707 . GIOR.
mo professore di lingua siro -caldaica nel colle ASSEMBLEE . Radunanze pubbliche appo
gio della Sapienza di Roma. Fece immortale gli Ebrei. Nel giorno di sabbalo l'assemblea
il suo nome specialmente l'opera ragguardevole pubblica, dice Salvador, si formava dinanzi la
che pubblico sotto il titolo : Codex liturgi- principal porta di tulle le città dello Stato. La
cus Ecclesiae universae in XV libros distri- si leggeva ovvero si spiegava la legge, tralla
butus ecc. Avevasi già il testo di molte liturgie vasi degli affari della città , della tribù e di
delle chiese d'Oriente e d'Occidente accompa- tutto il paese, e prestavasi altenzione agli uo.
gnalo da eruditi commentarii; mancava pero mini dolali di sapienza e di eloqucnza che
una raccolta completa di tutte queste parti o- parlavano contro gli abusi , e dimostravano il
riginali scritta nelle lingue delle diverse pa modo con cui vivere nobilmenle.
zioni che ne facevano uso . Era riservata al . Oltre le assemblee di ogni setlimani, cui as,
l'Assemani la gloria di arricchire la repubbli- sistevano le donne stesse ed i fanciulli, altre
ca cristiana e letteraria di cosi pregevole leso ve de. erano stabilite dalla legge in tempi de ,
ro. Quest'opera è divisa in quindici libri . Il pri- terminati: come l'assemblea del primo giorno
mo tralla dei catecumeni; il secondo del batte- del mese lunare della anche la Neomeniu e le
simo ; il terzo della confermazione ; il quarto tre grandi assemblee generali ed annuali nella
dell'Eucaristia ; il quinto della penitenza ; il città capitale dello Stato , Isaia , lagnandosi del
sesto dell'estrema unzione ; il settimo del ma la condotta dei suoi concittadini in queste di .
trimonio ; l'ottavo degli ordini minori ; il nono verse assemblee, in poche parole al capo pri
degli ordini sacri ;'il decimo dell'iniziamento, mo ne indica il numero , la natura e le in
della benedizione e della consacrazione dei mo tenzioni del legislatore nell'osservarle. Cal .
naci ; l'undecimo della salmodia ; il duodecimo ASSEMON , ASSEMON A la slessa che Asemos
delle benedizioni consecrazioni riservate ai ovvero Hesmon o Jesimon ciltà del deserto di
vescovi ; il decimoterzo delle benedizioni che Maon , al mezzogiorno della tribù di Giuda .
sono in potere dei sacerdoti; il decimoquarto Fu questo un accampamento degli Israeliti nel
dei suffragi pei defunti ; il decimoquinto della deserto. Era la città più vicina all'Egitto dalla
canonizzazione dei santi , delle feste e dei ca. parte del mezzogiorno. Cal.
lendarii ecc . Da questa specificata indicazione ASSENTE. Questo nome indica quegli che
delle materie che sono l'oggetto della collezione, trovasi lontano dal luogo in cui dovrebbe ri ,
si vede io qual senso ricevesse l'Assemani la siedere. Dal diritto canonico e dalle leggi ec
parola liturgia. Egli non ignorava che questo clesiastiche sono emanati dei decreti riguardo
nome ſu particolarmente aggiunto al sacrifizio all'assenza in generale, che giova qui in suc
della messa, ma credelte poter adoperarloin sen- cinlo osservare, giacchè in altre circostanze ci
so più esteso , comprendendo solto questo nome verrà presentata occasione di esaminare questa
tutte le preghiere e cerimonie che appartengo materia come negli articoli AssENZA , RESIDEN :
480 ASSENZA
za ecc . Ecco imperlanto le principali determi- ritenere come presenti; Leg. Properandum , S. ,
nazioni sopra questo soggello. Sin aulem reus, juncla Glossa, vers. Dei prae
4.0 Chi è assenle deve essere chiamato alla sentia, cap . De judiciis.
elezione o per mezzo d'un messo, o per via di 9. Rimanendo assente la parle contumace ,
lellere, quando sia noto il luogo di sua dimo- sebbene la lite non sia contestata, si può an
ra , il quale, se ignoto sia , deve essere chiamato che terminare la causa ; cap . Verilalis de dolo
per mezzo di un editto : altrimenti quanto si el contumacia .
operasse nella sua assenza , può essere da lui 10. Chi è assente non può confessarsi per
annullalo ; cap. Cum in ecclesiis de praebendis mezzo di un punzio , o per lellere , è la con
in 6, cap . Coram dileclo de election .; cap.fessione di lui, e l'assolazione oltenula in
Quod sicul 28, de clccl.; cap . Bonae memoriae tal modo da un confessore assente è nulla ed
36 : De election ., in 6 ; Rota , part. 18 , tom . 1 , invalida , poichè , essendo il penitente assente
decis , 15 , num. 1 . non si può verificare la forma della assoluzio
2. L'assenle non può dare il suo voto per ne in cui si dice : ABSOLVO TE , poiché il pro
via di lettere, cup. Si quid justo 46 , eod. titulo. nome te è di sua natura dimostrativo di per
3. Ad un assenle beneficiato , affinché possa sona presente; cap . Quem poenitet, 88. , De poe .
percepire dei frutti e delle distribuzioni , sono nilenlia dist. 1 ; Cleinente VII , Conslil. incip .
necessarie due cose : 1. che sia assente per le- Sanclissimus Dominus Nosler Clemens, 20 lu .
gillima causa ; 2. che abbia la permissione del- glio 1602. D.V. GIORDANI .
l'ordinario, e non del capitolo cui appartiene ; ASSENZA. Quanto all'assenza, rispetto al
Glossa , in cap. Relatum in verb . Pruclatorum . l'obbligo degli ecclesiastici di risiedere od assi
Abbat , ink, nolabilis , de clericis non residen- stere al coro noteremo quanto segue.
libus ; Rota , part. 1 , decis. 108 , num . 1 , in 1. Quand'anche alcuno sia assente, non ri
Calagurilana frucluum el distribulionum , 26 mane privo del diritto d'eleggere , se comoda
maggio 1614 . mente può esser chiamato all'elezione. A cio
4. Una causa legillima che patrocina l'as. basta ch'egli si trovi nella provincia , e secon
sente, è l'infermità, solto il qual titolo com- do Moulin , nel regno. Un assenle per tal modo
prendesi la cecilà ; non però la sordità , poichè potrebbe render nulla l'elezione , se pure non
il sordo deve trovarsi presente al coro ; l’ulili . v'acconsentisse per il bene della pace.
là della Chiesa , gli affari e le cause del capito 2. Un beneficio con obbligo di residenza
lo , la cura delle anime annessa al benefizio , e non è punto vaca bile di pieno dirillo per as
l'amministrazione dei sacramenti ; cap. 1 , De senza o ipancanza di residenza . V'occorre una
clerico non residente, in 6 ; Sac. Congregal. E. sentenza dietro citazione intimata o verbal
piscop. el regular. 11 agosto 1618 ; Sacr. Con- mente alla persona del titolare ; ed il benefi
gregal. Episcop. et regular ., in Theanen. , 12 cio non si rende vacante , che nel caso in cui ,
marzo 1619 ; Sacr. Congregal. Episcop. et re cessato ogni legiltimo impedimento , egli non
gular . in Suonensi 21 agoslo 1604 ; Sacr . Con- comparisse.
gregat. Episcop. et regular. , in una Laudensi 5. Avendo il concilio di Basilea determina
24. novembre 1617. to, che una porzione dei principali frutti delle
Jotorno a tal punlo, vedi altre cose in que. chiese fosse rilasciata ai soli presenti, si posso
sta Enciclopedia alle voci Benefizio , Canoni no muovere due questioni : la prima , se un
LO, RESIDENZA. assente debba sempre perdere; la seconda ,
ģ . Niuno , finchè è assente, può essere giu- quanto debba egli perdere.
dicato, ove non sia contumace ; cap . Absens, Si risponde alla prima , che il Concilio di
caus. 3, q. 9. Trento permelte ai canonici d ' assentarsi tre
6. Tullo ciò che si fa contro l'assente non mesi in ogni anno , senza incorrere le pene di
contumace devesi riguardar come nullo ; cap. non residenza . Intorno a ciò Van Espen osser
Omnia, caus. 3 , 9. 9 . va che questa licenza dev'essere appoggiata ad
7. Se l'assente legittimamente citato divien un inotivo ragionevole , di cui si lascia giudice
contumace, e çussando il legittimo impedimen- la loro coscienza .
to, che lo tiene lontano , non comparisce alla Si risponde alla seconda, che coloro i quali
chiamata , allora può essere giudicato e con s'assentano più lungamente,devono restar pri
dannalo ; cap. Cum Bertoldus 18 , de sententia vi delle distribuzioni quotidiane. 11 Concilio
et re judicala. di Trento non melte fra le distribuzioni che
8. Quelli che sono legittimamente citati , e il terzo delle rendile ; e gli antichi decreti fran
rimangono volontariamente assenti, si devono cesi v'ammettono la metà . Vi sono però de be
ASSENZIO - ASSICURAZIONE 481
neficii che richiedono un'assistenza più assi- loro dubbii colle decisioni de'suoi predecesso
dua, altri che richiedono l'assistenza attuale ri , commetteva a' capi di ciascheduna classe ,
agli officii, ma che concedono lunghe assenze. chiamati i principi delle corone , di spiegare
: 4. I vescovi partecipavano alle distribu- loro ampiamente ciò che in sommario aveva
zioni manuali e quotidiane, perché i medesi- detto il maestro , distribuiva corone a quelli
mi erano sempre reputati assenti per cause che si erano vieppiù distinti ; poi Asser det
legittime. tava un altro trattato pel semestre venturo .
5. Il vescovo ha diritto di prender seco Il numero dei suoi scolari ascendeva a 2400 .
lui a sua scelta uno o due dignitarii o cano Dalla raccolta delle materie in tale guisa di
nici , benchè assenti , perchè si suppongono scusse , dopochè ebbe insegnato per sessant'an
utilmente occupati in servizio della chiesa. ni , compose il Talmud di Babilonia ; ma sic
L'assente viene chiamato con messo es come nel 427 questo dottore mori , non ebbe
presso se è conosciuto il luogo di sua dimora, tempo di terminarlo ; toccò a' suoi discepoli
ed egli non può dare il suo voto col mezzo di a darvi l'ultima mano. Gli Ebrei lo prefe
lettera , ma di comun diritto può darlo col rirono a quello di Gerusalemme. E questo
mezzo di procuratore. Quando anche un che un vastissimo epilogo, che racchiude le tra
rico obbligato a residenza sia vagabondo, non dizioni , il diritto canonico degli Ebrei , o
puo essere spogliato del beneficio se prima tutte le questioni che riguardano la legge. La
non sia stalo giuridicamente chiamato dal Misnà di Giuda il santo ne forma il testo , e
suo superiore , ed abbia senza una dispensa o la Ghemarà ne è il commento. Ber .
scusa giusta e legittima trascurato di compa ASSICURATORE . V. ASSICURAZIONE .
rire, a meno che non abbia abbracciata la mi ASSICURAZIONE è un contratto, con cui
lizia, o non sia passato a matrimonio. taluno si obbliga, facendo suo proprio il pem
Anche la sacra congregazione del concilio ricolo di una qualche cosa, o gratuitamente ,
in S. Severino 16 luglio 1693 , ha dichiara ovvero per un certo prezzo, a esborsare il val
to, che le distribuzioni perdute dai canoni- sente della cosa, ove questa perisse. Quando
ci assenti si lucrano dai Canonici presenti . Vi questa obbligazione viene assupta per un
possono però , oltre il tempo delle vacanze , prezzo , allora è un contratto simile alla ven
essere molti altri motivi legittimi di assenza dita : imperocchè si vende l'obbligazione di
al coro, e sono una giusta licenza dell'Ordi- rendere al padrone la cosa senza che essa ab
nario , un'infermità , un evidente servigio bia sofferto alcun danno, ciò che è stimabile
della Chiesa , ec. per lo prezzo.
Rousseaud de la Combe , Giurisprudenza Secondo la comune sentenza, affinchè l'as
Canon . alla voce Absens, sect . 5 , dist . 2, art . sicurazione sia basata sopra giustizia , ricera
1 , n . 1 e 2 , pone in dubbio , se il vescovo casi per primo che vi sia almeno probabil
possa prendere seco lui i dignitarii : esso pe- mente pericolo , o che dall'una o dall'altra
ro in luogo di canonici può assumere anche parte si giudichi il pericolo sovrastare , CO
due beneficiati. sicché l'evento della cosa sia incerto ad en
L'assente poi non può in verun modo es trambi . Imperciocchè se prima del contratto
ser giudicato né condannato , fuori che per constasse all'assicurante, che la roba dell'al
esser contumace, mentre in tal caso si la per tro era pervenuta fuori di ogni pericolo , co
presente, cap . veritatis, de dolo et contumacia. me, per esempio , che già era arrivata in por
V.Elezione, DISTRIBUZIONE, Residenza , Giudi- to, peccherebbe , e sarebbe obbligato a ren
ZII . FER . dere il prezzo ; che non havvi alcuna ragio
ASSENZIO . V. ABSINZIO. ne di riceverne un prezzo quando non sią
ASSER 0 Asce, celebre dottore ebreo , au- l ' assicurazione degna di esso ; altrimenti l'as
tore del Talmud di Babilonia, nato in quella sicurante col suo inganno darebbe causa al
città nel 553 , fu eletto presidente dell'acca contratto . Lo stesso dicazi di colui che aven
demia di Sora, sull ' Eufrate, in età di 14 an do inteso che le sue robe erano andate per
ni . Dicono i rabbini ch' egli possedesse la dute , facesse patti con l'altro intorno all'as
legge, l'umiltà, la devozione, la magnificenza, sicurazione di quelle : poichè è impossibile
quattro doti, che unite non ebbe mai dottore l'assicurazione di una cosa che peri ; impe
niuno . Asser invenlo un nuovo metodo d'in- rocchè questa deve versare solamente intorno
segnare. Nel mese di febbraio egli dettava un a quelle cose che possono essere tolte dal pe
trattato ai suoi scolari,i quali lo dovevano stu. ricolo: adunque allora sarebbe nullo il con
diare in casa loro per sei mesi , e ritornare a tratto, mancandovi la materia , altrimenti l'in
rendergliene conto nel mese di agosto. Allora ganno darebbe causa al contratto . In secon
lo faceva disputare in sua presenza, toglieva i do luogo ricercasi che il prezzo sia propor
Encicl. Eccles. Vol. I. Easc. VIII. 61
48 % ASSIDEI-ASSIRIA

zionato al pericolo , avuto riguardo al prezzo successori di quest'ultimo re , osserverenia


della cosa che viene assicurata, altrimenti non che la Scrittura, Genes, cap. 10 , vers. 8-11 ,
si conserverebbe l'uguaglianza. SCAR . parla della fondazione dell'impero di Assiria
ASSIDEI , nome che trovasi nei Salmi ; e fatta da Nemrod , molto tempo prima di Ni
spesso anche nei libri dei Maccabei, la cui o no, cioè l'anno del mondo 1757 ; avanti Ge
rigine però potse occasione a disputa. Alcuni sù Cristo 2243. I successori di Nemrod ci
credono che derivi dalla voce ebraica Chasi- sono ignoti ; e leggiamo soltanto che al tem
dim , che significa misericordioso , pieloso , san- po di Abramo , Genes. cap . 14 , e verso l'an
to . E l'autore dell ' Ecclesiastico, facendol' e no del mondo 2092 , Codorlaomor , re degli
logio degli uomini che primeggiarono nella Elamiti, avendo stretta alleanza con Amrafel
sua nazione,li chiama uomini di misericordia , re di Senaar , .Arioch re di Ellazar , Thadal
espressione equivalente ad assidci. Altri so re delle Nazioni , si portò ad attaccare i re
stengono che sieno la stessa cosa che gli Es- di Sodoma e di Gomorra e delle città vicine
seni , la cui maniera di vivere fu mollo lo- che si erano sollevati contro di lui . E lungo
dala da Gioseffo , da Filone , da Plinio e da tempo dopo , sotto i Giudici , come si trova
molti altri . Questa opinione parrebbe confer- nel libro dei Giudici, cap. 2 , vers . 10. , verso
mata dal quarto libro dei Maccabei.che chia- l'anno del mondo 2991 , il Signore diede gli
ma gli Assidei col nome di Esseni. Altri cre- Israeliti in mano di Chusan Rasathaim , re
dettero che essendosi divisi in appresso . ab- della Mesopotamia; che li tenne in ischiavitù
biano prodotto i Saddücei ed i Farisei. Il no per otto anni .
me di Sauduceo significa giusto , quello di Fa Sotto Davidde e Salomone i monarchi di
risco separalo ; per indicare che si distingue- Assiria nulla possedevano al di qua dell' Eu
vano dagli altri Ebrei per la loro giustizia e frate . Davidde soggiogở tutta la Siria , senza
bonlà di vivere . che questi re se ne prendessero pensiero.
Scaligero pretese che gli Assidei fossero una Quando attaccò gli Ammoniti , mandarono eg
confraternita di Ebrei , la cui devozione con si a chiedere soccorsi al di là dell' Eufrate ,
sisteva nel pagare un tributo straordinario pel come leggiamo nel secondo libro dei Re ; ma
tempio , e di offrire ogni giorno un agnello Davidde disfece quelli che venivano in soc
nel tempio, eccettuatone il mese di Tizri . La corso dei suoi nemici , ed obbligo i popoli al
Scrittura ce li rappresenta come una setta nu di là dell ' Eufrate a pagargli un tributo, co
merosa , e distinta al tempo dei Maccabei , pel me nel suindicato libro si legge. Il primo re
suo valore ed il suo zelo per la legge del Si- di Assiria , di cui la Scrittura faccia menzio
gnore : Sinagoga Assidaeorum fortis viribus ne, è quello di Ninive, quando Giona andò a
ex Israel , omnis voluntarius in lege. predicare la penitenza, come si vede nel libro
Cal . di questo profeta, al capo decimo, lo che av
ASSINOMANZIA . Parola composta delle venne verso l'anno del mondo 3180. Questo
due voci greche asivn , ascia, e uavisia di- profeta non dice qual fosse il nome di quel
cinazione. Questa voce significa quella specie regnante , ma ci descrive Ninive come una
di divinazione che si fa per mezzo dell'ascia. città di prodigiosa grandezza. Il libro quarto
Spo. dei Re ed il primo de' Paralipomeni ci dico
ASSIOPOLI . Cillà vescovile della diocesi no che Ful re di Assiria calò sopra Israele ,
di Tracia dipendente dalla metropoli di A- sotto il regno di Manaben , il quale cominciò
drianopoli. Un solo è il vescovo che si cono a regnare , secondo Usserio, l'anno del mon
sce di questa sede vescovile , il quale addi- do 3237 , e la discesa di Ful sulle terre di
mandavasi Cirillo. N. E. Israele accadde il quinto anno del governo di
ASSIRIA . Trasse questo paese il suo nome Manahem .
da Assur figlio di Sem , che si ritiene pel fon Qui dir si dovrebbe di ciò che avvenne a
datore dell'impero di questo nome , uno dei questo regno sotto i re Sardanapalo , Nino e
più antichi d'Oriente , sebbene non manchi- Teglatfalassar, secondo il quarto libro dei Re,
no autori , che ne attribuiscono la fondazio- e il primo e il secondo dei Paralipomeni , non
ne a Nemrod o a Belo ed a Nino ; ma la ve- chè sotto Salmanassare e Sennacheribbo ; ma
ra origine non è ben conosciuta . Usserio fissa poichè gli avvenimenti del regno sono stretla
il principio di questo impero all'anno del mente congiunti alla storia di questi perso
mondo 2737 , avanti Gesù Cristo 1263. A naggi , non che a quella che appartiene alla
Nino successe Semiramide, che regnò quaran- città di Ninive in modo speciale , cosi, a to
tadue anni e mori lasciando a suo succes: gliere moltiplicazione e ripetizione nella ma
sore il proprio figlio Ninia , che governo per teria che trattasi;ad essi rimandiamo i lettori ,
trentanove anni . Ma lasciando noi di dire dei affinchéabbiano un quadro perfetto della sto .
ASSISI ASSOCIAZIONE 485
ria dell'Assiria , V. Ninive, SALMANASSARE, Questi assistenti poi , benchè men degni, pu
SARDANAPALO, TEGLATFALASSARE , ecc . Mır . re in riguardo all' uffizio che prestano , ven
ASSISI . Antica e bella città vescovile gono tra le dignità incensati, e ricevono la
della Umbria, che oggi conserva appena una pace ; ed è pure questa incensazione che si
sfuggevole apparenza dell'antico splendore. deve ai canonici assistenti prima ancora del
La maggior gloria di questa città è quella di vicario generale ; e questi canonici che ser
essere patria del grande Francesco che il so vono od assistono al vescovo che celebra so
prannome prese da essa , del fondatore cioè lennemente , non devono genuflettersi ; ad
dei Frati minori , non che di s. Chiara , ver- essi però non ispetta incensare il vescovo ,
gine illustre, che seppe inspirare al suo sesso ma all'assistente presbitero, tanto se è digni
quel distaccamento dal mondo , che a quelli là, quanto se puramente canonico. 4. Devo
del suo ordine ispirava Francesco . no assistere al vescovo celebrante il decano
Questa città udì la voce evangelica fino dai o la prima dignità, e due altre dignità o ca
primi tempi degli Apostoli , quando i santi nonici , oltre il diacono e suddiacono ministri
Crispoldo e Brice vi annunziarono la fede , pel Vangelo e l' Epistola, e cosi pure devono
che fece poscia progressi per la predicazione assisterlo i più degni ed onorati, e l'assisten
di s. Rufino colà inviato dal Pontefice s. Fa- za dei canonici devesi al vescovo in qualun
biano , ei che col proprio sangue inaffio la que chiesa eserciti pubbliche e solenni fun
disseminata parola di eterna vita , perciocchè zioni : non peró se privatamente egli cele
sostenne a difesa della verità di Gesù Cristobri , nel qual ultimo caso se i canonici lo as
il martirio il giorno li agosto , o come altri sistessero mancando al coro , non si dovreb
pretendono il 30 di luglio . A qualche distan- bero riguardare come presenti , ove non siavi
za da questa città trovasi la chiesa celeberri- consuetudine opposta , poichè allora questa
ma di S. Maria degli Angeli , ove mori s . dovrebbesi osservare . A questa assistenza da
Francesco . Uch . ullimo sono obbligati , ancorchè egli celebri
ASSISTENTE . V. AssisTENZA . od intervenga alla messa od ai vesperi solen
ASSISTENZA è quell'atto con cui dimo- ni nelle chiese esenti ed immediatamente sog
strasi sommessione ed ossequio al proprio su- gette alla Sede Apostolica, purchè esistano en
periore , od acconipagnandolo per onore, o tro i confini della sua diocesi . š . I canonici
porgendogli aiuto nell'esercizio del suo mi- che assistono al vescovo con la cappa , non
nistero. Parlando dell'assistenza che prestasi sono obbligati di porgli e levargli il berretto ,
dai ministri inferiori ai superiori nelle sacre come devono porgli e levaryli la mitra . I due
funzioni, osserveremo le cose seguenti decise assistenti diacono e suddiacono, e non il pre
dalla Sacra Congregazione dei Riti sopra tale sbitero , devono sostenere la estremità del pi
maleria . viale, mentre il vescovo passa da un luogo
-4 . La prima dignità e il primo canonico all'altro, e quando incensa l'altare ; non so
costituito nell'ordine presbiterale con qua- no però obbligati a tenergli la bugia , spettan
lunque nome si chiami , sia arcidiacono od do cio al cappellano. 6. In quanto al vesco
arciprele o decano , deve assistere al vesco vo suffraganeo, quando a nome del proprio
vo celebrante in piviale ; e sebbene la prima vescovo esercita le funzioni episcopali, gli si
dignità sia unica , è tuttavia obbligata a far deve assistenza, ed i medesimi atti di onore ,
ció, ed ove ricusi , può esservi obbligala col. che si addicono al delegante ; tutta però l'as
le pene e censure ecclesiastiche : nell'atto sistenza riducesi a quella del diacono e sud
poi che presla questa assistenza , devesi ri- diacono , e pulla più , ove non siavi con
guardare come presente al coro. 2. L'assi- traria consuetudine. Altre minute cose in
stenza di due canonici sempre compete al proposito si possono vedere nel Cerimoniale
vescovo , tanto se celebra , quanto se assi- Romano. Gio .
ste ai divini uflizii , e ciò specialmente con ASSOCIAZIONE in ordine ai beneficii ec
viensi quando è apparato , cosa che devesiclesiastici. Eravi in Francia una associazione
intendere soltanto del vescovo ordinario ; i determinata soltanto dalla consuetudine fra
quali due canonici devono essere di prebenda religiosi di varie congregazioni di uno stesso
diaconale , mancando i quali dovrà farsi da ordine, rispetto al possesso de' benefizii , che
quelli di prebenda suddiaconale , e questi pur ne dipendevano ; cosi i canonici regolari che
non essendovi, dai canonici presbiteri. 3. L'as- tutti vivevano sotto la regola di s . Agostino ,
sistenza che si presta alla messa ed al vespe- tutti erano reciprocamente capaci di possesso
ro , deve essere sempre in piviale , ed ove rispetto ai benefizii dipendenti dalle variò lo
trattisi di assistere al vescovo , i diaconi ro congregazioni , a meno che i benefizii non
ed i suddiaconi vengono sempre preferiti. fossero particolarmente addetti a ' religiosi dei
486 ASSOLUTO - ASSOLUZIONE

monasteri da cui dipendevano. Questi prin- la forma indicativa. Questa fra le due accen
cipii furono proclamati in due celebri costi- nate sentenze è senzameno la più sicura, per
tuzioni fra i canonici regolari della congrega- chè coerente alla dichiarazione dei concilii e
zione di Francia ed i religiosi dell'ordine di cumenici, delle parole dei quali siccome tale
$. Antonio e quelli dell ' ordine di Santa Cro- senza equivoco si riconosce.
ce , riferita da Piales del suo sesto trattato Nel Decrelo di unione Eugenio IV , con la
Delle collazioni , part . 3, cap. 5 , 6 , 7 , 8 , 9 , piena approvazione nel concilio, dichiara, esse
nel quale l'autore prova contro l'autorità di re la forma del Sacramento di penitenza: Ego
una sentenza , che i religiosi della santissima - te absolvo eoc.; più latamente ancora lo esprime
Trinità nel riscatto degli schiavi sono vera- il Tridentino con queste parole : Docel pro
mente canonici regolari , ed in tale qualità pterca Suncta Synodus Sacramenti Poeniten
capaci di partecipazione ai diritti dell'asso tiae formum in qua praecipue ipsius vis sila
ciazione . Rei . esi, in illis ministri verbis posilam esse : Ego
ASSOLUTO , in linguaggio teologico , ė te absolvo , etc. , quibus quidem de Ecclesiae
l'opposto di dichiaratorio . Assoluto indica sanctae morc, preces quaedam laudabililer ad
parimente ciò cui non è annessa alcuna con- junguntur : ad ipsius tamen formae essentiam
dizione . nequaquam spectant , neque ad ipsius Sacra
Giovedi ASSOLUTO chiamavasi un tempo il menti administrationcm sunt necessariae. Sess.
giovedi santo, perchè una volta assolvevansi 14 , cap. 3. Da questa irrepugnabile dottrina
in tal giorno i pubblicí penitenti ; di modo due conseguenze se ne ritraggono. La prima,
che negli antichi documenti quel giorno è che le parole Te absolvo , senza alcun dubbio
chiamato absolutionis dies . Cosi opinano mol- indicalive, sono l'azione che Cristo ingiunse
ti teologi contro l'opinione del P. Morino, il agli Apostoli. La seconda, che le altre a pec
quale asserisce che quello era un costume pra. catis tuis colla invocazione delle venerabili
ticato solamente nell' Occidente, e vuole che distinte persone della Trinità , sono di neces
in Oriente , nelle Spagne ed anche a Milano sità di precetto, non per altro di essenza del
non avesse luogo , e che l' assoluzione s'im- Sacramento. Nella sola parola absolvo si con
partisse ai pubblici penitenti il venerdi ed il tiene implicitamente l ' Ego ed a peccatis.Non
sabbato santo. Questo si può vedere nell'Or. così peraltro il Te , che è indicante il sub
dine Romano di Alcuino al lib. De Divin. Of bietto . Nullameno anche per la sola validità
fic. Mor. deve sempre esservi espresso a peccatis, per
ASSOLUZIONE . La voce assoluzione si ciocchè Cristo nell'autorizzare gli Apostoli .
prende in primo luogo per la remissione dei fece di essi speciale menzione , Quorum remi
peccati che a' penitenti il confessore concede seritis peccula etc.
nel sacramento della Penitenza , in cui funge Per la degna amministrazione peraltro del
le veci di giudice in nome di Gesù Cristo , Sacramento , non devesi ommettere la benchè
come ministro di lui . Ma il confessore quei menoma cosa di ciò che viene prescritto dal
solamente può assolvere sui quali ha legitti. Rituale romano impresso per comando di
ma giurisdizione, secondo l'approvazione del Paolo V , meno che in qualche urgente gra
vescovo. In secondo luogo prendesi ancora per vissima circostanza , come sarebbe il pericolo
la remissione delle censure ecclesiastiche,cioè imminente di morte , nel qual casa è lecito
dalla scomunica , dalla sospensione e dallo in- tralasciare la parte deprecativa , e pronun
terdetto. In terzo luogo nel foro si prende per ziare soltanto Ego le absolvo ab omnibus cen
la dichiarazione della innocenza di colui , che suris et peccatis, in nomine Palris etc. Usan
fu falsamente accusato. do altra formula , quantunqne lo stesso sen
Le parole con le quali dichiarasi l'atto so conservi , e sia indicante l'azion del giu
giudiziario di assolvere, esprimono la forma dizio , sarebbe valido il Sacramento , ma ille
del sacramento della penitenza . Indicaliva è cita e gravissima colpa commetterebbe il mi
quella che si usa nella Chiesa latina , depre- nistro .
cativa quella dei Greci. Morino , Juvenin , I soli vescovi un tempo riconciliavano i
Tournely, Edmondo, Martene con altri mol- penitenti , la quale autorità singolare per molti
ti acremente sostennero che la forma depre- secoli prosegui a competersi a loro in ordine
cativa fino alla metà del secolo XIII fu per- ai pubblici peccatori; delegarono essi i preti
manente nella Chiesa latina . Gonet , Nicco- ed i diaconi per vigilare sopra i medesimi ,
lai , Vincenzio, Baronio, Natale Alessandro ed ma poichè fu introdotta la disciplina della
il Berti , dietro alle traccie dell ' Angelo delle penitenza secreta per le occulte cadute, ai
seuole, coi più forti argomenti mostrarono , preti particolarmente un tale incarico fu de
essere stata sempre presso i Latini in orè voluto , e ció precisamente nel secolo VII .
ASSOLUZIONE 485

Non a tutti i sacerdoti indistintamente però , causa meno principale rimette i peccati del
ma ai soli parrochi tale autorità competevasi penitente veramente contrito , ricevente il
rispetto ai lor popolani, in guisa che l'asso Sacramento , che in sé ha la forza di perdonar
luzione ricevuta da altri , senza espressa loro li ; nella qual cosa i sacerdoti della nuova
licenza per mancanza di giurisdizione , non legge diversificano da quelli dell'antica , ai
solo per illecita ma per nulla si aveva ed in- quali , come eloquentemente scrive il Griso
valida , come apparisce dal concilio Lateranen- slomo , non purgare quidem , scd purgotos pro
se IV , celebrato sotto Innocenzo III Sommo bare licebil : at vero nostris Sacerdolibus non
Pontefice. tantum corporis lepram , verum etiam animae
Nel secolo XIII ai religiosi mendicanti si sordes, nordico purgatos probare, sed purya
concesse la facoltà di poter ricevere le confes re prorsus concessum est.
sioni dei fedeli , e finalmente fu ai penitenti Ma quantunque grande ed ammirabile sia
tutti permesso di eleggersi per confessore la potestà del sacerdote, pure non può pro
qualunque fra i sacerdoti, salvi però sempre durre il suo effetto se non sopra quelli , che
i diritti dei parrochi, a' quali jure ordinario sono veramente disposti a ricevere il sacra
competesi l'amministrare i Sacramenti al po mento della Penitenza, cioè sopra quelli che
polo alla loro cura soggetto. hanno una vera contrizione dei lor peccati ,
Nel concedere i Sommi Pontefici ai mendi- congiunta ad un fermo e sincero proposito di
canti ed ai preti la facoltà di assolvere , di non commetterne in avvenire. Se non che a
chiararono sempre, salvi i diritti dei parro conoscere veramente qual cosa sia questa con
chi: in guisa che tanto Martino IV nel 1281 , trizione necessaria negli adulti per ricevere
che Sisto IV nel 1479 , ed altri loro succes il sacramento della penitenza, fa d'uopo ri
sori , ordinarono nelle loro costituzioni che porlare le parole con cui di essa si parla
tanto i primi che i secondi nel ricevere le nella radunanza del clero gallicano tenula
sacramentali confessioni dei fedeli entro al- l'anno 1700 .
l'anno per loro special devozione , facessero De dilectione Dei , sicut in Sacramento
conoscere ai medesimi essere tenuti suis Pre Baptismalis in adultis , ita ad Sacramentum
sbyleris parochialibus confiteri saltem semel Poenilenliae, quae est Baptismum laboriosius,
in anno prout Concilium generale Lateranen- requisita , nec necessariam doctrinam omilla
se decrevit. mus, hucc duo in primis ex sacrosancta Sy
Quindi il Tridentino nella Sessione 21 , nodo Tridentina monenda et docenda esse ,
cap. 4 , de reform . , stabili , conciliando qua- duximus. Primum : ne quis putet in utroque
lunque difficoltà , che i vescovi in tutte le Sacramento requiri, ut praeviam contritionem
chiese parrocchiali nelle quali il popolo è co cam , quae sit charitate perfecta, et quae cum
si numeroso , che un solo rettore non è suf voto Sacramenti antequam actu suscipiatur ,
ficiente per amministrare i Sacramenti , e ad hominem Deo reconciliat. Allerum : ne quis
esercitare quanto al divin culto appartiene , putet in ulroquc Sucramento securum se cs
obblighino i parrochi sibi tot Sacerdotes sc, si praeter fidei et spei actus non incipiat
hoc munus adjungere, quot sufficiant ad Sa diligere Deum , tanquam omnis justitiae fon
cramenta exhibenda et cultum divinum cele- tem . Nequc vero salis adimplere potest utri
brandum . que Sacramento 'vitae novde inchoalue, ac ser
Ciò che abbiamo esposto del senso genui- vandi mundata divina propositum : si poeni
no delle parole Ego le absolvo , evidentemen- tens primi ac maximi mandati, quo Deus to
te dimostra , quanto sia falso ed erroneo quel to corde diligitur, nullam curam gerat, nec
senso che ad esse attribuiscono i Luterani, si sallem animo ila praeparato , ut ad illud
i quali asseriscono , che contengono unica- exequendum , divina opilulante gratia , sese
mente una semplice dichiarazione, con cui il excilet et provocet.
sacerdote manifesta al peccatore che i suoi Per quanto poi agli effetti della assoluzio
peccati sono rimessi ; il quale errore fu col ne, facilmente si può intenderli dall'Appen
ſ'analema fulminato dal concilio di Trento : dice terza de Absol. Sacramenti , che leggesi
Si quis dixerit : Absolutionem Sacerdotis non inserita nel lomo secondo della morale teologia
esse aclum judicialem , sed nudum ministerium del chiarissimo padre Cuniliati , dove in mo
pronuntiandi et declarandi remissa esse pec- do assai chiaro colla dottrina di s. Tomma
cata , i ... anathema sit. Sess. 14 , Can . 8 . 50 e dei migliori teologi questi effetti sono
Per lo che egli è fuor di dubbio che l'asso spiegati . Secondo il lodato scrittore pertanto
luzione è un atto giudiziale essenzialmente questi effetti si riducono a cinque , e sono :
dal sacerdote esercitato sul penitente con au i . La remissione di tutti i peccati in quanto
torità e potere reale, in forza del qualo.come alla colpa. 2. La condonazione della pena e
786 ASSOLUZIONE
terna, e la diminuzione della pena temporale, cilio nella Sess. 6 , cap: 14 , canon. 30 de
secondo la maggiore o minore disposizione fini: Si quis post acceptam justificationis gra
del penitente . 3. La redintegrazione dell'ami- tiam cuilibel peccatori poenitenti ila culpam ,
cizia con Dio violata per il peccato. 4. La re- remilti , et reatum aeternae poenae deleri dixe
stituzione o reviviscenza delle virtù e dei rit, ut nullus remaneat realus poenae tempo
meriti ,che pel peccato si erano perduti.5.Fi- ralis cxsolvendae ., vel in hoc saeculo, pel in
nalmente gli aiuti attuali , ossia il diritto a fuluro in purgalorio , antequum ad regnum
riceverli nella necessità, onde poler in segui- coelorum udilus patere possil , anathema sit.
to fuggire il peccata. Quanta poi sia la pena temporale che viene
1. lo quanto al primo di questi effetti egli rimessa , non puà assolutamente conoscersi ,
è certo che la valida assoluzione sacramenta dipendendo questa remissione dal grado della
le rimelte tutti i peccati per quanto gravi contrizione del penitente , che è noto sola
siano , ed in qualunque numero, nè solo i mente a Dio. Tuttavia è certo che anche que
mortali , ma ancora i veniali, parlando sopra sta peņa può venire del tutto condonata , co
di ciò con tutta chiarezza le divine Scritture, me avvenne nella donna peccatrice , della
e la particolarmenle ove si legge : Quorum quale disse Cristo : Remilluntur ci peccata
remiscrilis peccata remifluntur eis, et quorum mulla , quia dilexit mullum . E lo accorda il
retinuerițis ecc ., lo che viene ancora dimo- sullodato Tridentino concilio nella Sess. 14 ,
strato dai teologi contro i Montanisti , i No- canon . 12 , ove stabili : Si quis dixeril tolam
vaziani ed altri eretici. In forza poi di que- poenam şimul cum culpa remilli semper a
sta remissione di calpa viene conferita al pe- Dę ... anathema sit , poichè avendo, usato
nilente la grazia santificante, perchè Dio non la voce semper , indica che talvolla può av
perdona il peccato , se nan coll ' infondere la venire la condonazione di tutta la pena.
grazia sua, nè dà virtù ai Sacramenti ed ai 7. Se poi per la valida assoluzione il pe
ministri in ordine alla remissione della col: nitente acquista la remissione della colpa ,
pa se non coll'accordare la grazia espulsiva viene giustificato ed arricchito della grazia
del peccato. Siccome poi per la remissione santificante, non è da dubitarsi, che egli ven
dei peccati veniali non si rende necessaria ga eziandio ristabilito dell'amicizia con Dio.
l'infusione della grazia abituale e sąntifican- Per la grazia diviene santo e grato a lui , di
te , ma baslą solo un molo della grazia o lui figliuolo adottivo , erede della eterna vita ,
della carità ; cosi chi riceve la sacramentale ed acquista quella pace e serenità di coscien
assoluzione lordo soltanto di veniali colpe , za , che sono gli effetti dolcissimi della ri
acquista sollapio yn qumesto della grazia , conciliazione con Dio . Anche qui possono ad
che in esso si trova , e quindi l'assoluzione dursi le parole del Tridentino,Sess . 14, cap.5 :
produce pure in esso l'effetto di rimettere Sane vero res est et effectus hujus Sacramen
la colpa , e di conferire la grazia. E inoltre li , quantum ad ejus vim et efficaciam pertinet,
da notarsi , che i peccati rimessi non più reconciliatio est cum Deo quam interdum in
rivivono pemmeno per altri peccati succes viris piis, et cum devolione hoc Sacramentum
sivamente commessi, se gan in quanlo che percipientibus conscientiae pax , et serenitas
peccando nuovamente l'uomo si rende reo di cum vehementis spirilus consolatione consequi
una maggiore ingratitudine inpanzi a Dio, che solet.
ardisce di offendere, pon ostante che Dio gli 4. Le buone opere mortificate per susse
abbia rimessi i torti a sè fatti , ed in questo guente peccato tornano eziandio a rivivere
senso si dicono ritornare & rivivere le colpe per l'assoluzione validamente ricevuta. Ciò
una volta condonale. şi prova colla parabola del figliuol prodigo:
2. Viene inoltre colla valida assoluzione Luc. , 15 ; il quale dopo, una vila abbomi
sacramentale condonata la pena eterna , e di nevole , avendo fatto ritorno al padre, suo ,
minuita la pena temporale a misura delle dis- fu ornato dell'anello e decorato delle vesti pri
posizioni del penitente. Ed infatti , poiché miere. Quindi al capo Intermillentis delle o
il peccatore viene giustificato colla ipfusio- pere meritorie si legge: Haec sicut peccando
ne della grazia, ne segue, che acquista un di- fiunt irrita, itu per poenitentiam reviviscunt
ritto alla eterna vita , e cessa per lui la pena et ad meritum aeternae beatiludinis singula
eterna. Unde homo , dice il Tridentino con- prodesse incipiunt. Ma sono imputate a me
cilio, Sess. 6 , cap. 7 , cx injusto fit juslus , et rito del penitente le buone opere da esso fat
ex inimico amicus , ul sit haeres secundum te nello stalo di colpa ? No, perchè siccome
spent vitue aeternae. Non viene però total- le buone opere sono state fatte senza la gra
mente rimessa la pena ten porale dovuta in zia, cosi si dicono opere morte , e non morti ,
proporzione alla colpa . Lo stesso sacro Con : ficate, le quali non possono giammai vivere ,
ASSOLUZIONE 487

non avendo in alcun tempo avuto vita. Non Rubrica parla, proul locorum feret consuelu
lascia però Iddio di premiare anche quelle , do ; poichè se tale fosse la consuetudine di
poichè , come insegna s. Tommaso , o p. , una chiesa , si dovrebbe più presto guardarla
quaest. 89 , num. 6 , tali opere servono al pec- come una corruttela , contro la quale hanno
catore per conseguire le temporali felicità , e sompre reclamato i superiori ecclesiastici con
per rendersi men severo il giudizio , o final particolari editti e con costituzioni sinodali.
mente per impetrare la grazia della peniten- La consuetudine giustificherà bensì dal non
za, specialmente se sieno fatte con questo fi usare la stola o la colta , ma non mai dal se
ne. E ultimamenle da notarsi , che tale revi- dere in confessionale in abito corto senza ve
viscenza delle opere mortificate per la colpa ste talare di color nero .
non avviene in tutti in egual grado, ma pro Devesi oltre a ciò osservare che , secondo
porzionalmente alla intensilà della contrizio- il Rituale Romano , mentre il Sacerdote reci
ne. Ciò insegna chiaramente il sullodato san ta le preghiere : Indulgentiam ecc .; Dominus
to dottore , ő p. , quaest.89, num . 2 , in corp ., noster ecc., deve tenere la destra stesa ed in
ed il Tridentino nella Sess . 6 , cap . 7 , dove nalzata verso il penitente, e formare il segno .
si legge , che ciascuno riceve la giustizia , se di croce allorché dice: In nomine Patris ecc .
cundum mensuram , quam Spiritus Sanctus Quanto opri imprudentemente quel ministro
partilur singulis,proul vult, et secundum pro- che tiene invece le mani giunte , lo dimostra
priam cujusque dispositionem et cooperalio- Carlo Vitasset, 5 de Sacr. Poenit. , a. d . 2 ,
nem . 8 Dicimus. Il rito d'impor le mani ai peni
. 5. Il quinto ed ultimo effetlo dell'assolu- tenti nell ' assolverli e riconciliarli con Dio ,
zione válida si è il diritto , che acquista il è cosi aplico nella Chiesa, che si vede prati
penitente a chiedere al Signore gli aiuti op- cato in ogni secolo e presso ogni nazione , e
portuni per non peccare. La grazia sacramen- lo ricordano, come universalmente osservato,
tale, insegna l'Angelico, 3 part. , quacsl. 62 , Tertulliano, s. Cipriano , l'autore delle Co
art. 2 , non va disgiunta da un certo divin stituzioni Apostoliche; Ottato Milevitano , s .
soccorso a conseguire il fine del Sacramento. Agostino; s. Leone Magno , i Concilii Carta
Ora il fine del Sacramento di pepitenza non ginese e Toletano IV ed Arausicano I, e viene,
è soltanto, che l'anima si risani dalla colpa , meritamente creduto che sia stato istituito
ma che altresì si preservi . Deve dunque es . dagli Apostoli. Quindi è che vi furono per
sere effetto dell'assoluzione sacramentale in questo alcuni teologi di gran fama, comeGu
diritto particolare ad impetrare gli aiuti op- glielmo Pailigine ed Alessandro , i quali o
portuni. Egli è perciò che scrisse Agostino , pinarotto esser l'imposizione delle mani di
lib. de nat. et yrat., cap. 2 : Sanat Deus non essenza di questo Sacramento. Benché però
solum , ut deleat quod peccavimus, sed ut prae non sia certa questa opinione , tuttavia dal
slet etiam ne peccemus ; ed intorno al Salmo l'opposto inferiscono comunemente gli aulo
settimo : Drio sunt officia medicinde , unum ri , esser degna di grave riprensione la ne
quo sanatur infirmitas , alterium quo sanitas gligenza di quei confessori , che la omettes
custoditur. sero, e cið tanto più perchè se non è stato
Ora diciamo un nonnulla intorno ai riti e mai definito che essa appartenga all'essenza
alle cerimonie che devono accompagnare la del Sacramento , non è nemmeno stato defi
assoluzione, non che sulla sua validità. nito il contrario , e devono d'altronde i sa
La rubrica del Rituale romano prescrive cri ministri nell'amministrazione dei Sa
che il Sacerdote sacras confessiones accipiut, cramenti seguire in pratica ciò che è più si
et super pelliceo stolae violacei coloris utalur, curo .
proul lempus, vel locorum feret consuetudo. E poiché Gesù Cristo ha istiluito il Sacra
Sopra questa rubrica fu anche dalla Sacra mento di penitenza per modum judicii, così la
Congregazione dei Riti emanato il decreto 8 Chiesa fino dagli apostolici tempi ha ritenuto
novembre 1388 : Parochus saecularis, audicns che debba il confessore a guisa di giudice sede
confessiones, lenetur deferre super pelliceum re pro tribunali, nè stare in piedi, e molto me
et stolam ; ed insegna il cardinale Delfino nel no in ginocchione insieme col penitente. Tal
suo Rituale illustrato, cap. ultim ., $ 3 , the pratica ce la ricorda Tertulliano , descrivendo
almeno nelle feste dovrebbesi usare dai sem il rito con cui i cristiani piangevano nel secon
plici confessori la decenza che ogni di è pre- do secolo i loro peccati. Exomolegesis , dice
scritta ai parrochi. Che se conviene usare la nel lib. de pocnit. cap. 9 , prosternendi et hu
colla e la stola, a maggior ragione si dovrà an miliandi hominis disciplina est ... Presbyteris
che usare la vesta talare . Nè può essere advolvi et charis Dei adgeniculari. Abbiamo
scusalo taluno dal non usarla col dire che la anche in due mss. antichi dell'insigne ehiesa
488 ASSOLUZIONE
di S. Graziano Turonese dati alla luce da riti ricevuti dalla Chiesa ; 2. come scandalo
Giovanni Morino , nel fine del suo commen- sa, perchè spinge al male , cioè alla disobbe
tario storico de Sacr . Poenit. e dal Martene , dienza in materia grave ; 3. come quasi sci
de Ant. Eccl. Rit., p. 2 , lib. 1. cap. 6 , nei smatica , perchè sconvolge l'ordine nell'am
quali si legge : Quum autem accesserit ad Sa- ministrazione dei sacramenti stabilito dalla
cerdotem ... confitealur omnia peccata suu ... Chiesa per quasi divina ed apostolica tradi
quibus dictis jubeat Sacerdos poenitentem sur . zione ; 4. come male suonante , perché si ac
gere de terra , sed et ipse surgat de sedili suo. corda coi Luterani e con altri eretici, che al
Sebbene poi nei teinpi andati sia invalsa la lontanandosi dalla Chiesa , si allontanarono
consuetudine di confessarsi sedendo , per la pure dai riti di lei , contro i quali il sacro
prolissità delle confessioni, le quali allora Concilio di Trento decreto , Sess. 7 , can . 13 :
non erano tanto frequenti, come consta dal . Si quis dixerit , receptos et approbatos Eccle
l'Ordine Romano ,da Alcuino e da non pochi siae Catholicae rilus in solemni Sacramento
Rituali , nullameno ammettevasi uma differen- rum administratione adhiberi consuetos, aut
za tra il penitente ed il confessore, poiché il contemni, aul sine peccato a ministris pro li
primo sedeva più basso, e terminata l'accusa bito omitli ... possc, analhema sit.
prostravasi in terra a piedi del sacerdole se Della assoluzione indiretta e simulata, non
dente. Dal fin qui detto deducesi non essere che di quella in articolo di morte , converrà
lodevole la pratica di quel confessore , che osservare alcune cose a piena cognizione di
ascoltasse le confessioni stando in piedi , nè questa materia .
potersi scusare di colpa , allora specialmen Tutti convengono, che non può un confes
le che in tal modo esercita il suo ministero sore assolvere dai peccati non riservati diret
in chiesa, dove , secondo il prescritto del Ri- tamente , od indirettamente sopra quelli sog
tuale Romano, deve sedere sopra la sede con- getti a riserva , poichè siccome la confessione
fessionale. per diritto divino conviene che sia intera, la
Avverte poscia il Rituale Romano , che si le non può dirsi allora , che alcuni peccati
può lasciare nell'impartire l'assoluzione il vengono assoggettati alle chiavi ed altri non
Afisercalur ecc . , bastando incominciare dal vengono , come succede allora che il sacerdo
Dominus noster sino al Passio Domini no te non ha facoltà sopra i riservati . Vi sono
stri ecc. esclusivamente nelle confessioni più però dei teologi di gran fama e di sacra dot
frequenti e più brevi , e quando vi è gran trina , fra i quali s . Antonino, ilGaetano , il
concorso di penitenti , siccome nelle gravi ne . Soto , l'Habert, il Suarez ed il Concina , i
cessità ed in pericolo di morte può abbreviar . quali ritengono che possa lecitamente un sa
si ancora più e dire : Ego le absolvo ab oc cerdote assolvere direttamente dai peccati
mnibus censuris et peccatis luis, in nominc Pa- non riservati , ed indirettamente dai riserva
tris ecc. Se adunque tale è il prescritto dal ti nel caso di necessità , come ad esempio: Se
Rituale, ben si vede che quel confessore , il un sacerdote non possa per una parte trala
quale tralasciasse per costume il Miserealur sciare la celebrazione della santa Messa e
e l' Indulgentiam e non pei motivi ammessi dall'altra non vi sia confessore avente la
nel Rituale,sarebbe riprensibile nella sua con- potestà sopra dei riservati , ritenuto pero ,
dolta . che il penitente debba poi presentarsi, e di
E queste cerimonie e riti , quantunque non chiarare tali peccati ad un sacro ministro che
costituiscano l'essenza del Sacramento , tut- ne abbia la facoltà . La loro ragione è fonda
tavia non possono essere ommessi ad arbitrio ta sulla presunzione . Se la riserva , dicono ,
senza peccato. Caeremoniae , cosi il Catechismo è fatta per la edificazione dei fedeli, si deve
Romano part. 2 , de Sacr . in gen ., num . 18 , presumere , che quando taluno senza grave
praetermitti sine peccato non possunt, nisi a- scandalo od infamia non può astenersi dalla
liud facere ipsa necessitas cogat. Ciò si con- comunione e dal celebrare, nè presentarsi ad
ferma coll'autorità del Concilio Romano ce un sacerdote munito della facoltà compe
lebrato l'anno 1725 nel quale , tit. 15 , cap. tente, abbia in tal caso il superiore accorda
t , si legge : In Sacramentorum administra- to, che venga assolto dal semplice confessore
tione .. recepli et approbali Ecclesiac Catho- coll'obbligo di accostarsi al superiore in
licae ritus in minimis etiam sine peccato ne- tempo opportuno , altrimenti la riserva sa
gligi , omitli vel mutari haud possunt. Non rebbe nella data ipotesi in distruzione . Sareb
solo adunque sarebbe falsa l'opinione di quel- be temeraria una tale presunzione fuori del
lo che sostenesse il contrario , ma altresì me caso di necessità; ma deve meritamente aversi
riterebbe condanna: 1. come temeraria, per- nella necessità . Se infatti nella necessità di
chè senza giusto motivo si allontanerebbe dai ricevere l' Eucaristia da chi è in peccato mor
ASSOLUZIONE 489
tale nop obbliga il precetto divino della con- evitare lo scandalo o per altro motivo assol
fessione, mancando il confessore, e si può ac ve dai riservati , e che se poi celebra la santa
costare all'allare colla sola contrizione, molto Messa addiviene irregolare. Nemmeno adun
più nella necessilà avrà a cessare il precetto que nel caso di necessità può assolversi diret
della chiesa intorno le riserve. Tale presun- tamente dai non riservati, ed indirettamente
zione sembra intesa anche dai vescovi e dai dai riservati.
superiori ecclesiastici, mentre sapendo che dai Se poi avvenga che taluno senza colpa si
più celebri teologi s'insegna questa dottrina, dimentichi un peccato riservato, oppure con
e viene anche ridolla alla pratica, essi medesi- buona fede si confessi ad un sacerdote che
mi non vi reclamano, e quindi tacitamente non avverte essere quel tal peccato riservalo,
vengono ad approvarla. sembra essere probabilissima la sentenza che
· Ma vi sono degli argomenti più efficaci e il P. Cuniliati dice essere comune, cioè che il
più forti per la contraria sentenza sostenula penitente in ambi i casi sia indirettamente as
dal Silvio nel Suppl. q. 90 , art. 2 dell'Ethica solto, sentenza che fu anche insegnala da s.
Amoris, dal Pontas , dal Collettore Andegaven . Carlo Borromeo. E la ragione si è, perchè in
se , dal Cuniliati e dal continualore del Pa. entrambi i casi non vi ha colpa , nè per parle
tozzi. Ecco le loro ragioni. 1. Il Concilio di del confessore, nè per parte del penitente, non
Trento dichiara nulla l'assoluzione dala dachi vi ha presunzione di abuso, ed inoltre, non
non ha giurisdizione, ed eccettua unicamente ampiessa questa dottrina , un penitente senza
dalla regola generale il caso di morte. Dunque colpa sua resterebbe esposto a perire eternaa
non ammelle il caso di necessità, poichè se in mente a cagione della riserva , comeavverreb
questo caso si dovesse tenere accordata la giu- be se egli , senza potersi piú confessare e senza
risdizione, l'avrebbe ricordato , come in quello avvertire l'innocente suo errore, mancasse di
di morle. 2. Sesi polessero assolvere i riservati vita . Quindi meritainente si presume che in
indirellamente, ciò avrebbe luogo particolar. questi due casi la chiesa supplisca alla defi
mente in caso di morte. Ma cosi è, che il Con- cienza di giurisdizione nel ministero ; come fa
cilio di Trento, lungi dall'ammeltere l'assolu- allora che v'ha l'error comune col tiloloco
zione indiretta , parlando del punto di morle, lorato.
dichiara non esservi alcuna riserva , accio nju. Che se il penitente si accorge di essere slalo
no a cagion di essa abbia a perire. Dunqueecc. indireltamente assolto da un peccato riservato
Nė giova , che cessi il precetto divino della che per incolpevole dimenticanza non espose
confessione mancando il confessore; poichè nella sua confessione, converrà osservare che
questo precetto non obbliga assolutamente a se ha falta la sua confessione presso un sa
permettersi una praova, che si può fare o col cerdote non avente la facoltà sopra i riservati ,
mezzo della confessione se vi ha ministro, o lutti convengono, che debba manifestarlo ad
colla con trizione se manchi, giusta quel detto un confessore fornilo della necessaria giuris
dell'A postolo : Probel aulem seipsum homo ; dizione, perchè sebbene il peccato sia indireta
altrimenti si potrebbe in tale circostanza con tamente rimesso, deve pero essere di bel nuovo
ſessarsi presso anche un sacerdote non avente esposto nella confessione, e quindi , essendo
alcuna giurisdizione, locchè nessuno dirà mai. riservato, presso quel sacerdote, che ne ha là
Nè giova ancora la presunta benignità della potestà. Se poi il penitente si è confessato pres
chiesa e dei suoi prelati , perchè, ammessa so un sacerdote avente il potere di assolvere dai
questa presunzione nel caso di necessità nese . riservati , quantunque varii teologi, fra i quali
guirebbe, che la chiesa ed i preláti suoi con- il Tournely, pensino, che non sia tenuto a
cederebbero la facoltà di giurisdizione in simi- rinnovare l'accusa presso un sacerdote auto
le circostanza anche ai semplici sacerdoti, e rizzato, sembra nullameno più probabile l'op :
potrebbero questi in tale caso assolvere. Fi- posla sentenza . Infatti, quantunque il peccato
palmenle questa presunzione sembra tolta dal sia innanzi a Dio rimesso, tuttavia deve essere
decreto di Clemente VIII , che comanda, sotto sottoposto alle chiavi della chiesa. Ora per
pena di scom unica, che il ministro non aven- assoggettarlo a queste, è necessario, che il con
te giurisdizione sopra i riservati , in nullo casu fessore n'abbia l'opportuna giurisdizione. Dun
eliam NECESSITATIS vel impedimenti, nisi que anche in questo caso è tenuto il penitente
in arliculo morlis , assolva dai medesimi riser: a presentarsi al sacerdote autorizzato sopra dei
vali . La sacra Penitenzieria , come allesta il riservati. Di più . Dispensato che ne fosse il
Terzago , approvo quindi la dottrina, che in- supposto penitente dal manifestare il suo pec
corre nella scomunica quel sacerdote, che per calo ad un confessore avente la della pode
Encicl: Eccles. Vol. ). Fasc. VIII. 62
490 ASSOLUZIONE
stà , ne verrebbe, che sarebbe per lui tolto il cere margaritas antes porcos. Quindi è che nel.
fine della riserva, il qual è che il delinquente l'Extravag. de Furtis, 9 Decret. tit. 18, si leg
si maniſesli al superiore, od a chi ne ha giu . ge : Fures et latrones si in furando et deprae
risdizione, affinchè venga corrello con una giu- dando occidantur, visum pro eis non esse oran
sta ammonizione, e punito con una convenien . dum. 2. Che la forma condizionala si può u.
te soddisfazione. sare quando vi sia qualche benchè piccolo fon .
Da ullimo intorno all'assoluzione in punto damento a’sperare, che giovi alla necessità del
di morte, con viene avvertire che i teologi di- l'infermo, ed insieme alla decenza del Sacra
stingliono l'articolo dal pericolo di morte. Chia- mento. Alla necessità del penitente, il quale
mano articolo quando la morle è imminente, trovandosi nelle anguslie di morte , difficil.
ed è moralmente certa, o venga ella per infer . mente può avere una contrizione perfella, e
mità , oppure da una causa violenta, come quan- può concepirla ja perfetta, sicchè, se questa in
do laluno è condannato a morte. Chiamano pe- lui si trova, riceva il benefizio dell'assoluzio
ricolo, quando prudentemente si leme della vi- ne. Alla decenza del Sacramento , perchè non
cina morle, perchè frequentemente in tali cire puo dirsi, che accordando il sacerdote l'asso
costanze suole essa accadere, come in una bur. luzione condizionala, voglia la nullità di un
rasca , in un parlo difficilissimo, ecc . Questa di Sacramento, mentre esso ha luogo trovandosi
slinzione però non si trova nel diritto canoni- le necessarie disposizioni , laddove non è fallo
co, nè presso i SS . Padri , come lo dimostrano se le disposizioni vi mancano. Tullo questo
mollissimni teologi, e può vedersi nel lib. 5, cap. pero può farsi nel solo arlicolo di morte, e non
Eos, dove non si fa alcuna differenza fra pe- nel pericolo , e quando non possa l'infermo
ricolo ed articolo. Quindi è che la chiesa , non esternare i sentimenti del suo cuore.
facendo distinzione veruna fra articolo e peri Ma sono di diversa opinione i teologi intor
colo, in amendue i casi concede la facolla di no al potersi assolvere un moribondo che op
assolvere a lulli i sacerdoti, quando manchi il presso dal male e privo dei sentimenti non
confessore approvalo . dà verun segno di pentimento , nè lo diede
In quanto poi al dubbio se si possa dare as- innanzi , nė lo dà dopo la vennla del sacer
soluzione condizionata nei casi suesposli, cone dote. In mezzo a quesla diversità di opinio
verrà riflettere : 1. Che non si può ammi- ni, sembra doversi seguire quella di alcuni,
nistrare un Sacramento, anche di prima ne. che coll'erudito Marino sostengono doversi as
cessità, quando non si conosce con morale solvere tal moribondo, se consli che la di lui
certezza, se sia per esser valida l'applicazione vita sia stata cristiana. Eccone le ragioni. 1 .
della forma alla materia , poichè sarebbe un'i . Sant'Agostino nel lib. de adulterinis conjugiis,
dolatria supersliziosa, un disprezzo dell'istitu- al cap. 26, insegna, che si deve dare il baltesi
tore ed un'a perla profanazione della cosa con . mo ai Catecumeni moribondi, poichè è nota
sacrata da G. C. 2. Che fuori del caso di ne. la loro volontà della fede cristiana ; perchè è
cessilà non si può nemmeno accidentalmente incredibile, ch'essi non desiderino di riceverlo
allerare la forma istiluila da G. C. ed usala in quel punto ; perchè se non possono esterna
dalla Chiesa. 3. Che nel caso di necessità si re per la malattia o per qualsivoglia altra
può usare della materia e della forma dubbia causa la loro volontà, si deve nullameno ar .
quando si tralla di Sacramenti necessarii di gomentare, che tale ella sia ; perchè finalmente
necessità di mezzo, permettendo Iddio che piut. se si dubita, o non apparisce verun segno se
tosto si esponga a nullità un Sacramento, di il Sacramento sia o non sia valido, è cosa più
quello sia a pericolo la salvezza di un'anima. sicura e più saggia il dare a chi non vuole.
4. Che il Sacramento della penitenza è di ne. di quello che sia il negare a chi vuole Ora se
cessità di mezzo pegli adulti caduti in grave tulle queste cose hanno luogo anche nel mo
peccato dopo il ballesimo , e che non hanno ribondo di cui si tralla, perchè esso è pur
un dolore di perfella carità bastante per la nella fedecristiana, ed è supponibile, che aven
giustificazione del peccatore unilo al solo volo do rettamente vissulo, non volesse, potendo,
della confessione. 5. Che questa carità perfetta l'assoluzione ; si deve inferire, essere più sag.
non è cosi frequentemente da Dio accordata. gio e più sicuro l'assolverlo, onde non negare
Cid premesso, dico : 1. Che non si può usa- l'assoluzione a chi la vuole. 2. La stessa opi
re la forma condizionala nel caso , in cui si nione è adollata da alcuni Rituali . Il sacerdo
abbia una morale certezza , che il penitente tale venelo, pubblicato nel 1860, prescrive, che
si trovi in istalo di colpa inorlale, e privo 10 infirmus si bene vivebal, quamvis non petic
talmente di dolore : poichè ciò sarebbe un proji rit Sacramentum , quia ex insperato lalia ceci
ASSOLUZIONE 491
derunt, a Socerdole absolvatur ab omni sen- suoi peccati rimessi , ma nell'alto vero e giudi .
lentia el peccato. Lo stesso insegnano gli sta- ziale di assulvere; Conc. Trident., sess. 6,
tuti della Chiesa Lemovicense , nel cap. 21 , 8 can . 14.
cosi il sinodo di Monte Falisco del 1750, l'I . 9. Non si possono assolvere i peccati condi.
spalense del 1718, il Feltrino del 1627, il zionatamente ; Conc. Mogunt. IV , cap. 24.
Rituale della Chiesa Cullense , e quello della 10. Non si può assolvere dai peccali uno
Chiesa di Argentina, come attesta Benedet- scomunicato , se prima non sia assolto dalla
to XIV , De Synod . Dioeces., lib. 7, cap. 15 , 3. scomunica ; Exlra de privilegiis, e, Inter cun
Finalmente nel caso di necessità è lecito servis. clas.
si nei Sacramenli anche di materia probabile 11. Qualunque assoluzione , anche so sia di
e dubbia . Dunque se nel moribondo v'ha un censura , ove venga carpita , non vale ; de iis
segno sufficiente dell'altuale sua penitenza nel quae vi meluve , in 6, cup. unic.
la vila pia e cristiana da lui condolla, egli de 12. L'assoluzione fatta per collusione non
ve essere assollo , e coll'assolverlo solto con impedisce che l'assolto si possa accusare nuo
dizione si provvede abbastanza alla riverenza vamerle degli stessi peccati ; de collusione de
dovuta al Sacramento . SCAR . legenda, cap. fin .
Or qui a compimento dell'articolo la cui 13. L'assoluzione è nulla, se manca la vo
materia è importantissima, riferiremo ciò che lontà dell'assolvente ; Conc. Aquisgran. sulo
ſu ordinato in proposito dai varii Pontefici nel . Ludovico fio , cap. 57.
le loro Costituzioni, non che quanto si trova - 14. L'assoluzione da eresia esteriore non
nei varii capi del dirilto e nei diversi concilii . puo esser dala se non dalla Sede Apostolica, o
1. Un laico non può assolvere dai peccati ; da quello, che è da essa delegalo : Concil. Co
lib . 3. Consl. Apostolic., cap. 10, bulla Leonis lon . Ill, lit. Censurae, cap. 7 ; Paolo III , Con
X 40 Exurge, contra Lulerum ; Conc. Triden ., slil. 10 Consueverunt ; Urbano VIII , Constil.
sess. 14 , can. 10 . 62 Pastoralis .
2. Un sacerdote pud assolvere dai casi riser 15. Il sacerdote, che nega l'assoluzione a chi
vati al vescovo , se la necessità sia urgente, ed trovasi in pericolo di morte, è reo delle anime ;
il vescovo sia lungi ; Concil. Carthag. II, cap. 26, q . 6, cap. Si presbyter .
4 ,caus.26 , g. 6 ,cap. Presbyler ., Conc. Triden ., 16. L'assoluzione in caso di morte deve es
sess. 14 , cap. 7 . sere data, anche nel tempo d'interdello : do
3. Un sacerdole non può assolvere un pub- poenil. et remiss. cap. Quod in le.
blico penitente, ma ciò compele al vescovo ; 17. Se un moribondo chiede l'assoluzione,
Conc. Hispalens. 11 ,cup. 7 ; Conc. Vormaciens. poi diviene mulo , pud essere assolto, purché
1, cup. 8, nè può assolvere coloro, che riedono vi sieno testimonii della domanda che ei fece;
all’eresia ; Concl. Hispalens. 11 , cap. 7 . Concil. Araus. 1, cap. 12 ; Conc . Carthag. IV,
4. Un sacerdote non pudassolvere dalla sco cap . 46,caus. 26, 9.6 ; cap . His qui; cap. Pue
munica senza permissione del vescovo, se non nitentiam ; cap. Agnovimus ; cap. Qui rece
in caso di morte ; caus. 26,9 . 6. cap. Presbyter . dunl ; cap . Si aliquis ; cap. Si Presbyler.
5. Niuno può assolvere dalla scom un ica con 18. Un moribondo può essere assolto da qua
tenula nella bolla Coenae, senza licenza del Junque sacerdote, e da qualunque caso e cen
Papa , la quale deve essere speciale, e non ba sura , anche dai riservati al Papa ; Extra , de
sla che sia generale ; Extrav . de Poenil., ec ., poenitentiis, elc. , cap . Elsi dominici; Conc. 10.
cap . Elsi dominici, e chi senza questa licenza let. II, c. 12 ; Conc. Trideni. , sess. 14 , cap. 7.
assolvesse, cadrebbe nella scomunica , non pero 19. Chi fu assolto in pericolo di morte, ove
riservala al Papa . Paolo III , Conslil. 10 , Con ritorni a convalescenza, è obbligato alla conde
sueverunt ; Gregorio XIII , Consl. 6 Consueve. gna penitenza ; Conc. Arausic. I. cap. 3, caus.
runl, S 23 ; Paolo V , Constit. 63 Pastoralis ; 26, 9. 6 ; cap . Si quis de corpore, el cap. Qui
Urbano VII ) . Constil. 62 Pastoralis. receduni.
6. Il vescovo non può assolvere dalle censu . 20. Chi in pericolo di morle fu assolto da
re, so non nella propria diocesi ; Conc. Tolet. un inferiore dalla scomunica, come prima ri .
II, cap. 27. sana, devesi presentare al superiore, cui si a
7. La facollà delegata di assolvere non pud spetta, altrimenti cade di nuovo nella scomu
essere suddelegala ; de offic. et polesl. judicis nica ; de Senl . excommunic ., in 6 , cap. Eos , qui ;
delegal., cap. etc. S finali. Eclrav . de privilegiis; cap. Inler cunclus ;
8. L'assoluzione dei peccati non consiste nel- Clem. de poenis, cap. 1 , S fin .
l'alto di fede, per cui taluno crede esscrgli i 21. Chi fu assolto sullo condizione di pre
492 ASSOLUZIONE
sentarsi , quanto prima gli è dato potere, al su- benché questi chiegga l'assoluzione, di già giun
periore ordinario , ove non lo faccia , ricade lo alla pubertà ; ibid ., cap. Ea noscitur; cap.
nella scomunica ; de Sent. excomm. in 6, cup. finali.
Eos qui . 33. L'assoluzione carpita per forza ed eslor
22. Niuno può assolvere dai casi riservati al sione è nulla, e l'assolto cade nella scomunica ;
Papa , sotto preteslo di qualunque siasi privi . de iis, quae vi meluve fiunt, in 6, c . unic.
legio, ove non sia specialmente a ciò delegalo ; 34. Chi fu assollo dal Papa , se non espose la
Pio IV , Constit. 62, de Commisso . vera causa della scomunica , deresi rimettere
23. Quegli , che ottiene lellere dal Papa , on . nuovamente dall'Ordinario al Papa ; de offic.
de potere generalmente essere assolto, non pud judic. ordinar. , cap. Ex parle tua,
di queste far use, se sia incendiario, violalor 35. Dev'essere assolto dal Papa il chierico
delle chiese, falsario delle lettere apostoliche, che partecipa in divinis con uno scomunicato ;
o che procuri che esse sieno falsificate, o fau. de Sentent. exconmmunicat . , c. Significavil.
tore e protetlore di tali falsarii, o porli agl'in 36. L'assoluzione dai riservati devesi chie.
fedeli cose proibile, o violi la libertà ecclesia- dere dal superiore che fa la riserva ; Conc.
slica , od impedisca l'esecuzione delle lellere Trident., sess. 14, cap. 7,
della Sede Apostolica, od abbia per quattro 37. Chi assolve uno scomunicato ricevendo
mesi durato nella scomunica inflitta dal dirit- denaro, è simoniaco ; de Simonia , cap . Adaures.
10 o dagli uomini scientemente ; Urbano VIII, 38. I vescovi possono assolvere dai casi ri
Constil. 6 Sanctissimus , cap. 66. servati al Sommo Pontefice, non compresi nella
24. Non può essere assollo dopo morte chibolla Coenae ; Conc. Trident., sess . 24 , de Re
non volle essere assollo in vila ; caus. 24 , 9.2, formal. cap. 6.
cap . De communionc. 39. I Prelati regolari, come sarebbero i Ge
23. L'assolto in vigore delle lettere pontifia nerali ed i Proviuciáli, possono assolvere i pro
cie non fu validamente assolto, se non narró prii sudditi in tutti i casi , dai quali i vescovi
la serie del falto ; de cohabilat. clericorum cl possono assolvere i loro diocesani; cap . Abba
mul., cap. Super co. tes , de privil. , in 6 ; Constil. S. Pii V incip .
26. Si può assolvere ad caulclam dalla sco Romani Pontificis.
munica e sospensione, quando si dia una giu 40. I Prelati regolari possono anche assol
rala cauzione di obbedire ai comandi ; de Sent. vere i proprii suddili da tutti i casi compresi
excommunicul., in 6, cap . Praesenti. nella bolla Coenae, meno i cinque seguenti,
27. Non si possono assolvere ad cautelam cioè : Schisma ; hacresis cum relapsu ; falsifi
dalle censure le cillà , le ville, le terre ; de calio litterarum aposlolicarum ; delalio prohi
Sentent. excommunic., in 6, cap . Pracsenti. bilorum ad infedeles, el conspiratio in Roma
28. Si può dare l'assoluzione ad caulelam num Pontificem . Sisto VI , Conslil. Regiminis ;
perchè possa con parire innanzi al giudice , se Giulio II, Constit. Exponi nobis fecisti ; Pao
sia chiamato, ma deve dare cauzione di obbe- lo III, Conslil. Licet debilum ; S. Pio V , Con
dire agli ordini della Chiesa; Conc. Lat. Ill, stil. Dum ad Congreg. Cussinensium .
de cxcommun . , C. 2. 41. I confessori regolari possono nel foro,
29. Il percussore di un chierico può essere della coscienza assolyere i secolari da tulli i
assolto dal vescovo, quando non possa presen- casi e censure riservati al Papa per la Costilu
tarsi al Papa ; ma , cessando l'impedimento, zione di Paolo III , che incomincia Cum inter
deve presentarsi; de sent. excommunicat., cap . cunctas, dell'anno 1545, 5 luglio , eccettuali
De cuelero . tuttavia i contenuti nella bolla Cocnae, come
30. Quegli che lievemente percosse un chie- espressamente eccepisce la della Costituzione
rico può essere assolto dal vescovo , il quale, con queste parole : Etceplis contentis in Bul
pure può assolvere una monaca che allra per quae in die Coenac Domini solila est legi.
cuota ; de senl. escommunicat., cap. Pervenil; Eccettuati ancora i casi riservati ai vescovi
C. De monialibus. nelle rispellive loro diocesi , per decrelo della
31. Il legato del Papa può assolvere il per- sacra Congregazione del Concilio 10 settembre
cussore di un chierico , ibid. cap. Ad einincn . 1577 , della Costituzione di Clemente X, che
tiam . incomincia Superna, da Alessandro VII , che
32. JI percussore di un chierico può essere condannò nel giorno 24 sellembre 1663 questa
assolto dal vescovo o dal legalo del Papa, se proposizione : Mendicantes possunt obsolve
sia infernio, impotente ad andare al Papa, se rca casibus Episcopo reservatis, non oblenta
sia una donna, un vecchio od impubere , ab . ad id Episcoporum facultate ; ex sacra Con
ASSOLUZIONE 493

greg . Concil. in Andrian. 24 novemb. 1710, in Roma, ed agli altri privilegiati di assolvere i
cap. 24 januarii 1711 in Colonien. 16 novembr. penitenti da certe censure e casi riservati all'A
1720. E finalmente ecceltuali ancora entro i postolica Sede, e vengono dichiarale nulle ed
confini d'Italia, ed extra urbem gli altri sei irrite le assoluzioni che fossero state date.
casi detti Clementini, che per ordine espresso Quoniam sanclissimus dominus noster Cle
di Clemente VIII furono riservali dalla sacra mens XI, pro pastoruli in commissum sibi gre .
Congregazione dei vescovi e regolari nella di gcm zelo, el pro ecclesiasticae disciplinae re
chiarazione del suo decreto promulgato il gior slauralione conservanda deputavil Congregat.
no 9 gennaio 1601 , come si può scorgere dalle particularem eminentissimorum dominorum S.
parole seguenti. R. E Cardinalium Sancli Clementis, Puululii
Cum autem dubia quaedam , ac difficullales Majoris el Fabroni, nec non RR. PP. Corra
circa ejusdem decreli interpretationem atque dini sanclilatis suae Auditoris, mci infrascri
observalionem emersissent, cadem sacra Con- pli sacrae Congreg. Concil ., el hujus deputatae
gregulio , ne ullus deinceps obscurilati, scru- , secrelarii, ac RR. PP. Damasccni consultoris
pulo, ambiguilali locus relinqualur, et clarius sancli Officii , el Alfari consultoris theologi
apparcal in quibus casibus, vigore ejusdem de sacrac Poenitentiariae. Eadem Congregatio ,
creli reserpalis, intelligatur prohibila absolu . considerala reformalione facullalum officii
tio, speciali mandalo ejusdem S. D. N. Clemen . sacr. Poenilenliariac a felice rec. Innoc. XII,
lis Papae VIII, similiter vivae vocis oraculo in ejus conslilutione edila 3 sept. 1692, censuil,
super ea re hubilo ipsum decrelum ila mode- si Sanclissimo placuerit, praccipiendum csse
rulur el declarat, videlicel sub ejusdem prohibi- omnibus el quibuscumque Presbyteris lam spe
fione, illos lanlum inposterum comprehendicularibus, quam regularibus in Urbead confes.
casus, qui in bullu die Coenae Domini legi con. siones audiendas depulalis, ut ne imposlerum
sueta conlinentur . clium in foro conscientiae absolvant extra mor
Ac propterea violalionis immunilalis eccle- lis urliculum quoscumque poenilenles lam in
siaslicac in terminis Gregorii XIV; violatio- colas Urbis, quam ad eam confluentes ab infra
nis clausurae mnonialium ad malum finem ; scriptis casibus, nempe a casu publico violulue
provocantiuin et pugnantium in duelto juxla clausurae monialium ad malum seu inhonc.
fecret. Conc. ?'ridenl, el consi. Gregorii XII, słum finem , a presbytericidio publico el a ca:
incip. Ad tollendum ; injicicntium violentas su publico violutae immunitatis ecclesiasticae
manus in clericos juala Canonem : Si quis sud in lerminis Constitutionis Gregorii XIV incip .
denle diabolo , 17, 9, 4, ac juris disposilione; Cum alias nonnulli : et eliam in casu occullo
simoniae rcalis scienter contrucluc ; alque diclae violalionis immunitatis, si fueril secula
eliam confidentiae beneficialis. llem omnes ca auclarilale publica, idque omnino servari ab
sus, quos Ordinarii locorum sibi reservarunt, omnibus el quibuscumque Confessariis in urbc
vel imposterum reservabunt. In quibus omni- degenlibus, cujuscumque religionis, insliluli
bus jam enumeralis casibus dumtaxul, el sub. eliam Socielalis Jesu , ac Congregationis, qua
lata elium poena inhabilitatis audiendi confes- cumque speciali nola explicandis, proul explica
siones, eadem sucra Congrcgalio vull el man ti lalius fuere in decrclo sacrae Congr. Episco
dal diclum decrelum in sua firmilalc et pristi- porumctregularium die 9 mensis januarii1602 ,
no robore permanere ; ac proplerça, declarat sub fel. record. Clemente VIII ac illius con
cos quidem Sacerdotes, lam suecularcs, quum firmatoriis et innovatoriis sub felicis record.
regulares, qui aliquo ex privilegiis , indullis Paula V die 7 jan. 1617, Urbano VIII die 7
et facullalibus in suprudiclo decrclo expressis novemb. 1628 edilis, Ac sub praesenti prohibi
suffulli fucrint, posse, juxla corum privilegia , lione comprehendi eliam Poenilenliarios basili
indulla el fucullales, usu anle idem decrelum carum Urbis, el ab omnibus Confessariis prac
receplas, el quae sub aliis rcvocalionibus non dictis, cam observari sub iisdem pocnis el cen
comprehenduntur, lantuin el non alias absol- suris, eo ipso , el absque ulla alia declaratione
vcre a casibus in pruesenli declaralione non incurrendis, quue conlinenlur in praefalis de
coinprehensis, aliis vero Sacerdotibus hujusmo. crelis. Noverinlque poenilenles absolulionem ,
di privilegia non habentibus nihil do novo con si quam imposterum oblinuerint a praefatis
cedi. Sono queste le parole del decrelo quanlo casibus impraesenli decrelo cxpressis , esse
al nostro proposilo. nullam nulliusque roboris el momenli, eaque
E qui giova anche riferire il decreto diCle . omnia observari non obstantibus quibuscuma
mente XI, con cui viene proibito a tutti i Con- que privilegiis absolvendi a pracdiclis casibus,
fessori, anche ai Penitenzieri delle basiliclie di sub quibuscumque tenoribus tam anle, quam
491 ASSOLUZIONE DEI DEFUNTI - ASSUNZIONE
post llicta decrela , lam parlicularibus personis, Se il defunto è la persona del Sommo Pon
quam rulione religionis, socielalis, vel instiluti tefice, di un Cardinale, di un Vescovo, di un
oblentis, el juxlu lulan derogulionis formam principe o di qualche allro cospicuo personag
in iisdem decretis contenlam , quae in praesen. giocostituito in eminen le dignità, allora è con
li repelila censenlur , el non obstantibus omni- venienie che l'assoluzione si faccia non solo
bus quac iidem Clemens VIII, Paulus V el Ur. dal Vescovo celebrante, ma da altri qualtro Ver
bunus VIII votuerunt non obslare. Rursus scovi o Prelati , od almeno, se non si possono
declarando, proul declaralum fuil in praefulis avere, dai quallro Canonici più degni . In quel
decrelis, quod circa alios casus sanclae Sedi caso tulli cinque apparali di piviale, dopo la
Apostolicae reservalos, non expressos in prae messa processionalmente e coll'ordine stabililo
scnli decreto ( exceplis illis, quae continentur dal Cerimoniale si avviano alla bara. La giun .'
in Bulla , die Coenae Domini legi consuela ) ila ti , il Vescovo celebranta si melle in capo , e
intelligatur praeseroala facullas absolvendi gli altri quattro uno per angolo della bara, se
Confessariis privilegialis in Urba degentibus , .condo l'ordine di anzianità . Il Celebrante dice
quatenus lam cam habeantexlegilimis privile. l'orazione Non intres, dipoi i cantori inco
giis , non revoculis, el in usu existentibus, ac minciano il responsorio : Subvenile , sancli
juxta eorum tantum exequendis. Aliis vero in Dci ecc . cogli altri verselli di metodo, ed il
Urbe Confessariis privilegia non habentibus , primo dei quattro Prelali o Canonici eseguisce
nihil de novo . siculi per praefula decretu , ila nel modo solito l'assoluzione; indi si canla un
per praesens censealur concessum . responsorio, e poi il secondo la la stessa ceri.
Fuclu per me infrascriptım hac die decima monia , e cosi di seguito lanno gli altri , l'ermi
terlia maji 1712 , retalione praediclac resolu. nale le quattro assoluzioni, viene intuonato dal
tionis sanclissimo Domino noslro ; Sanclilas sua coro il Libcra me, Domine etc., quindi il Vesco
eam, omniaque el singula in eu conlenlu cum vo celebrante fa anche egli l'assoluzione, com
omnibus clausulis derogatoriis benigne proba- pita la quale e partili coll'ordine nel cerimo
vil uc inviolabililer imposterum servari prae- niale prescrillo, è la funzione fornita. V Cap
cepil ab oinnibus, ul supracxpressis, praesens . PELLE PONTIFICIE. Bau.
que decretum in forma solila publicari jus . ASSON ovvero Assos, cillà marittima, da
sil, alque mandavil. Vincentius Pelra sccre alcuni geografi altribuita alla Misia, da altri
turius. alla Troade. San Luca e i compagni di viaggio
12. E opinione comune potersi assolvere un di s. Paolo andarono da Troade ad Asson per
moribondo , il quale non dà alcun segno di pe- mare ; ma s. Paolo vi ando per lerra , ed unilos
nitenza , nè può darlo, purchè probamente e si ad essi in Asson recaronsi tulti a Milile.
cristianamente sia vissulo, ed abbia frequen- ne l'anno di G. C. 50 . Cal.
lalo i Sacramenti ; Barbosa, in collect. ad con ASSUERO, sposo di Ester, era lo stesso che
cil . Tridcnl. , sess . 14 de Sacrum . pocnil. , C. Dario figlio d'Islaspe. Nato l'anno del perio
5 , nuin . 2 cl aliis com. do giuliano 4165 , av. G. C, 545, salito sul
Altre cose in proposilo noi diremo agli trono di Cambise , il secondo anno del suo re
articoli COMPLICE, Monaca , REGOLARI, Cappel- gno confermo il decreto di Cori che dava facol
LANO, CONFESSORE, CENSURE. Gio . là agli Ebrei di ristabilire il teinpio, il cui la
ASSOLUZIONE DEI DEFUNTI . Cos) si chia . voro progredi con lutla alaorilà. Nell'anno
mano quelle preghiere che vengono falle so successivo diede un gran con vito a tulli i
lennemenle dal Sacerdole sopra la bara del de principali del suo regno nella silla di Susa che
funto. Queste sono praticale d'ordinario dopo duro 180 giorni, dopo cui altro ne diede a tut
la celebrazione della messa : Iultavia, se la mes to il popolo per selle giorni. Nulla eguagliava
sa non ha luogo, si possono fare, compiuto l'uf- la magnificenza e la suntuosilà di questo ban
tizio. L'origine dell'assoluzione è antichissimo, chello . Nel settimo giorno in vild Vasli sua
rimontando a'primi secoli della Chiesa. San sposa, la cui bellezza volea far vedere al suo.
Dionisio , nell'opera de Eecti Hierurch. , ricor. popolo, ed ella , avendo rifiutato l'invito, tal
da che al suo tempo si facevano preghiero in- inenle punse l'animo di Assuero, che la ripu
forno al cadavere, porlalo che fosse alla chie .. diò, e prese a sua sposa Ester nipote di Mardo
sa. Vittore Ulicense, De persccul. vandalic, cheo, di nazione ebrea , che divenne in appres.
lib. 2 , la chiama solenne orazione. Il rito che so lo siromento della salvezza di tutto il suo
osserva la Chiesa latina nell'eseguirla si ha popolo. X. AMA . , ESTER , MARDOCHEO.
nel Riluale, per cui sarebbe inutile rolerlo in Cal.
questo luogo ripelere. ASSCNZIONE , terviine consacralo nel lin .
ASSUNZIONE (FESTA DELL ") ASTAZIANI 493
guaggio della Chiesa per indicare il transilo di ria della morle di Mosè, ed il trasporto dell'a
Maria Vergine al cielo. Raul, nima sua in paradiso. Credesi che da questa
ASSUNZIONE (FESTA DELL ') diMaria Ver- sloria siasi tratto il combaltimento di s . Mi
gine. Secondo alcuni si fu soltoGiustiniano chele contro il demonio, in occasione del cor
che si cominciò a celebrare questa festa , poichè po di Mosè di cui parlasi nella Epistola di s .
sembra che alla metà del secolo V non cele. Giuda. Cal .
brassesi ancora. Marciano avendo innalzata in ASSUR, figlio di Sem , che dal paese di Se
Costantinopoli una chiesa in onor di Maria , naar, donde era originario , recatosi nell' Assi
prego il patriarca di Gerusalemme a inandar- ria, che poi dal suo nome si chiamo lerra di
gliene il sacro corpo, se si poteva trovare. Altri Assur, fabbrico Ninive e le altre cillà di Roho
pretendono che si fu solto Maurizio, contem- bal, Chale e Resen . Di questo personaggio in.
poraneo di s. Gregorio Magno, che fu istituila falli molli interpreti spiegano il lesto di Mo
tal festa. Checchè ne sia , essa aveva luogo nel sė : De terra illa, Senaar, egressus est Assur,
secolo VII. - Andrea di Creta dice che a quel el aedificavit Niniven, el platcas civilalis , et
tempo celebravasi in pochi luoghi. Nel seco- Chale, Resen quoque inter Niniven el Chule ,
lo VIII ne troviamo menzione nei Capitolari sebbene non manchino di quelliche ciò voglio
di Carlomagno, e negli alli del concilio di Ma. no dello di Nemrod . Moc.
gonza dell'anno 813. Sollo papa Leone IV ASSURIANI od Assurtani. Erano costoro
questa festa osservavasi in Roma , e nel XIII se una ramificazione dei Donalisti, dei quali a
colo l'imperalore Manuele Comneno decreto luogo conveniente diremo. V. Donatisti .
che fosse celebrala per lullo l'impero il 15 di ASSURIM , discendenti da Abraino e da Ce
agosto di ogni anno. In qualcheantico mar tura per Jecsan , loro secondo figlio, e Dadan ,
tirologio latino questa festa si segnò col nome secondogenito di Jecsan . Quesli formavano un
di deposizione, dormizione, o pausazione ; nei popolo , comei Lalusim ed il Loomim . Cal.
martirologi greci, con quello di metastasi, ov ASTAROTH ovvero ASTAROTH.CARNAIN , od
vero sia Irapasso. anche semplicemente CARNAIM O CARNEA , cilti
La festa dell'assunzione è preceduta dal di- del paese di Basan ovvero della Batanea, al di
giuno. Il pontefice Nicold I , elello nell'anno là del Giordano, a sei miglia da Adraa ovvero
858, fa memoria di questa pia costumanza , ed Edrai , tra questa cillà e quella di Abila . Eran
anzi afferma che da gran tempo si praticava vi due luoghi chiamati Astaroth nella Bala
nella Chiesa. Rispondendo egli ai quesiti dei nea , distanti nove miglia l'uno dall'allro Ira
Bulgari scrisse : Secundum sacra decretalia, Abila ed Adraa. Eravi anche, secondo Euse
in iis, eliam & licilis se quibusdam abstineant, bio, una cillà denominata Arnaim nei conlor
quadragesimali videlicet lempore , jejunio post ni di Gerusalemme.
Pentecoslen , jejunio anle Assumptionis sanctae Nicola Sanson distingue Astaroth e Carnaim .
Dei Genilricis solemnilalem .... quae jejunia dice il geografo della Bibbia del Vence, e sup
sancta romana susccpil antiquitas, et lenel Ec- pone che Astaroth sia la stessa che Bosra, cil
clesio . Labbè, tom. 8 Jei Concil. là data ai Levili, perché in effetto la cillà le
Appresso alcuni orientali il digiuno in pre- vilica nominata Bosra nella Vulgala . al libro
parazione di questa solennila è di più giorni : di Giosuè, 21 , 27, è nominala Aslaroth nell'e
incominciano essi dal primo di agosto e conti. breo, o nella Vulgata al primo dei Paralipo
nuano sino al decimoquinlo , non omettendo meni 6,71 . Ma nel libro di Giosuè l'ebreo
che il giorno sei, nel quale si celebra la festa legge Bostra, donde polè venire in quello dei
della trasfgurazione del Signore ( Ved .) Si Paralipomeni Astaroth , per cui è probabile
consulti in proposito Giuseppe Simone Asse- che sieno una sola città . Si crede che il nome
mani, Bib . Orient., tomo 2. di Astaroth -Curnaim le sia derivato dalla dea
L'officio dell'assunzione si celebra con oto Astarle, che vi era adorala , e che si dipingeva
lava . Questa fu istituita dal pontefice Leone con due corna nella fronte. Infalli Carnaim
IV circa l'anno 847 ; tuttavia per allora non significa corna, ed Astarle era la principale
Su esteso il privilegio alla Chiesa universale, divinità dei Fenici . Ritenevasi questa per la
cui venne conceduto coll'andare del tempo. V. dea dei boschi , per la luna, ed anche per la re
Sigiberto all'anno 847, e Benedetto XIV De gina del cielo, ovvero la Venere celesle ; e s .
festis B. M. Virginis, cap . 8. p . 4. MAR. Agostino dice che Giunonc era chiamala Astar
ASSUNZIONE DINOSE", libro apocrifo in . te dai Carlaginesi . Gio .
titolato in ebreo Petirath Mosè ed in greco ASTARTE . V. ASTAROTI .
Analepsis Moysi. Questo libro conliene la slo. ASTAZIANI . Erano questi eretici del secolo
496 ASTEMIO - ASTIAGE
IX seguaci di un Sergio, che aveva cercato di la morale ; nel sno Sermone sopra é . Pietro
ſar rivivere gli errori dei Manichei. Si erano e san Paolo stabilisce formalmente la prima
fortificati sotto l'imperatore Niceforo, che si zia di giurisdizione del successore del principe
pretende li favorisse : ma l'imperatore Michele degli Apostoli in Oriente ed Occidente. Nel pa
Curopalata promulgo contro di essi edilli se negirico di san Foca marlire egli si esprime,
verissimi . Teofane ne parla sollo il nome di siccome lo fece e lo fa sempre la chiesa, sula
Antiganiani: ed il padre Goar, nelle sue note a l'invocazione dei santi, sul culto delle reli
Teofane, afferma che le truppe di vagabondi' quie, sui miracoli.
conosciuli in Europa sollo il nome di Zingari , Due Asterii sono morti martiri nei primi
Gitani , ecc ., erano avanzi degli Astaziani , il cui secoli del cristianesimo, ed un altro santo del
nomecomposto dall' « privativa , e oro.w , stare, lo stesso nome fu vescovo di Petra in Arabia ,
significa variabile, incostante. Costantino Por. nel IV secolo. Sanl’Atanasio fece l'elogio di
firogenito e Cedreno dicono all'incontro che questo prelato nella sua Lellera ai solitarii.
questa setta non si allontano molto dalla Fri BER .
gia, dove aveva avuto origine, ed aggiungono ASTESANO , Questo frate dell'ordine di s.
che i loro riti consistevano in un'assurda me- Francesco unicamenle è da noi ricordato per
scolanza di giudaismo e di cristianesimo . essere autore di una Somma di casi di coscien
Mar. za divisi in otto libri , dalla quale Antonio A
ASTEMIO ( che non beve vino ). V'erano gostino Trasse canoni penitenziarii . Essa pud
nella primitiva Chiesa molti astemii , i quali servire di qualche autorità per ciò che riguar.
non potendo bere vino pel naturale ribrezzo da la pratica. Fioriva Astesáno nel secolo XIV .
che ne avevano, ricevevano l'Eucaristia sollo Есн..
la sola specie del pane. È questa una prova, ASTJ. Ciltà tra Alessandria e Torino, cui
che la comunione sotto le due specie non era portò il Vangelo s. Ciro, discepolo di s. Pielro,
riguardata come necessaria , nè generalmen- vescovo di Pavia. Il suo primo vescovo fus.
le comandata a lutti i fedeli, all'epoca stessa Evasio che viveva verso la metà del secolo Ill.
nella quale era in uso. Eus. N. E.
ASTERIO (S.), metropolita di Amasea nel ASTI( FRANCESCO MARIA D ' ), prete regolare
Ponto, viveva sulla fine del IV secolo, o forse teatino , arcivescovo di Otranlo nel regno di
sul principio del V. Si applicò in gioventù al- Napoli , e visitatore apostolico della diocesi di
lo sludio delle belle lettere, dell'eloquenza, del Frascati, morì nel 1749. Fra gli scritti di lui
diritto, e comparve nel foro con sommo lustro. merita prima lode quello che è intitolato Mc
Avendo rinunzialo in seguito a lutti quei van todo della santa risila apostolica. Trattasi in
taggi, che gli promeltevano i suoi talenti in quest'opera della visita preparatoria locale,
quella professione, entrò nello stato ecelesia- reale e personale ; visi trascrivono varie istru
slico, e successe ad Eulalio sulla sede di Ama- zioni pastorali ai diocesani, i decreli generali
sea , verso la fine del IV secolo. In tale situa- della visita apostolica , gli atti del concilio di
zione, comparve vivissimo zelalore della puri . Frascati , alcune istruzioni sulle rivelazioni,sui
tà della legge, oltremodo allivo nell'istruire i sortilegii , sui maleficii e sui gradi delle propo
popoli alla sua cura affidati, e mori in età a. sizioni censurabili ; vi si offre una relazione
vanzata , poco dopo il cominciare del V secolo. generale, in ordine alfabetico , di tutti i dogmi
Fozio lo qualifica di beato. Adriano Il parla di ogni genere, condannati dalla santa Sede;
dell’estimazione in che fullo l'Orienle leneva dei concilii ecumenici, e delle cose memorabili
la sua persona ed i suoi scrilli , ed il sellimo che vi avvennero , come scomuniche, sospen
concilio ecumenico lo considera come uno dei sioni , interdelli, irregolarità, casi riservali ; vi
padri della tradizione ecclesiastica , ciò chean . si indicano quelli a cui devesi ricusare sepol
noverare lo fa tra i dottori della Chiesa. Net- tura in luogbisanti ; come e quandodevesi far
l'Aclaarium del padre Combelis si leggono uso dei canoni penitenziali. Tutto questo nel
quattordici sermoni, che incontestabilmente le prime sei parti. La settima contiene la let
sono di Asterio. tera circolare di papa Clemente XI , e due bre
Malgrado alcuni terministraordinarii , quet. vi istruzioni , l'una per l'orazione mentale,
l'asiatica eloquenza ch'è vicina alla prolissità, secondo il metodo di s. Francesco di Sales, e
vi si scorge vaghezza di pensieri, giuste e soli- l'altra direlta ai parrochi, sulla professione di
de riflessioni, maniere naturali, espressioni ele- fede che essi devono esigere dai moribondi .
ganti, vivacità , varietà e grazia nelle deseri Ces ,
zioni. Esatla ovunque ne è ta dottrina, pura ASTIAGE , figlio di Ciassare se dei Medi,
ASTIAGE- ASTINENZA 497
salt sul trono dopo la morle di suo padre, ver- quale lodevole azione raccomandare; se non
so l'anno 594 av. G. C. Aveva sposa la Arieni questa ? Era egli venuto per ispirare agli uo •
figlia di Arialle e sorella di Areso . Ignorasi se mini il timore di Dio ? A ciò aveva già prov
fosse da questa o da altra moglie che ebbe veduto la legge. Forse per proscrivere l'invi
Mandane. Paventando di esser deposto da suo dia , l'avarizia , l'ingiustizia ? Tullo questo
nipote, marito Mandane ad un Persiano chia era già nell'antico Testamento. Egli non po
malo Cambise, e comando che venisse ucciso teva adunque avere altre mire che di predica
quel figlio , che nascerebbe da essa ; fu questi il re al mondo la continenza , avendo egli stesso
gran Ciro, che allevalo da un pastore, si fece praticata la castità , senza cui non si può olle
riconoscere dall'avolo suo, e fini col farlo scén- nere la vita eterna . » Cosi ragionavano gli Asli .
dere dal trono, come veðrassi più particolar- nenli, pretendendo che la loro astinenza fosse
mente nel suo articolo ; ma se vuolsi seguire la vera riforma che Gesù Cristo aveva avuto
la narrazione di Senofonte, al quale, anche fa- disegno di stabilire nel mondo ; ed appoggian
cendo un romanzo della vita di Ciro, con venne do i loro errori a passi del nuovo Testamento
rispettare la verità negli avvenimenli, Asliage interpretati a rovescio. S. Epp.
avrebbe avuto, oltre sua figlia, un figlio nomi ASTINENZA , è una virtù che modera se
nato Ciassare , che, morendo senza figli, lascio condo il rello uso della ragione l'appetilo e
i suoi stati a Ciro. ВАС. l'uso dei cibi .
ASTIAGE, con altro nome anche chiamato È cosa conosciula nei tempi della primitiva
Assuero, come leggiamo in Daniele al capo Chiesa usarsi dell'astinenza dei latticinii : per
9 , vers. 1 , ed Artaserse, secondo che lo dice il ciocchè, siccome narra Tertulliano ed altri pa .
medesimo scrittore sacro , al capo 6, vers. 1 , se• dri , i primi Cristiani si pascevano di erbe e le
condo il testo greco, o Dario il Medo, come lo guioni nel digiuno quaresimale. Quindi il con
leggiamo nel capo $, al versello 31 , ed anche cilio di Laodicea, tenuto l'anno 315 , nel cano
Ciassare dal nome del padre, secondo Senofon . ne primo fece il seguenle decrelo : Non oportet
te, ed Apanda secondo Ctesia . Questo Astiage in Quadragesimae quinta feriu ullimae hebdo
fu fatto sa tra po di Media , e spedito con Nabo. madae jejunium dissolvi, et totam Quadragesi
palassarre di Babilonia contro Sirac, altrimen . mam inhonorari, sed per lolos dies hos jeji
ti Chinaladan re di Assiria. Essi l'assediarono nare, el escis abstinentiae convenientibus, idest
in Ninive, presero la città e smembrarono l’im . aridioribus, uli. Questa consuetudine di man
pero di Assiria . Astiage fu con Ciro alla con- giar cibi aridi e secchi vuolsi prolralta sino
quista di Babilonia , e successe a Baldassare re ai tempi di Gregorio Magno, e da questo Pon
dei Caldei, per testimonianza del sopraccitato tefice si pretende che sia stato dato il permes
Daniele al capo 5 , vers. 31 , l'anno del mondo so di cibarsi di pesci, di far uso di olio pelle
5447. Mori nell'anno 3456, ed ebbe a succes- domeniche di quaresima, e nel di della Annun
sore Ciro, come si legge nel sopraddello profe- žiazione, come dice Cristiano Lupo nelle nole
ta, al capo 13, vers . 65. CAL. al canone 6 , 4. Ma che l'uso di mangiar pesce
ASTINENT) . Erelici , che, mentre inferiva- si fosse introdotto prima di s. Gregorio Ma
no le persecuzioni di Diocleziano e Massimia- gno, si può raccoglierlo dal capo Denique, in
no , incominciarono a diffondere i loro errori cui sta scrillo : Caelerum piscium esus ila
in Francia e nella Spagna , in sul fornire del Christianis relinquitur, ut hoc eis infirmitulis
JII secolo. Costoro condannavano il matrimo- solatium , non luxuriae ponal incendium . De
nio, l'uso del vino e quello della carne , la nique qui earne abstinent, nequaquam sumpluo
quale dicevano che era stata creata dal demo- siora marinarum belluarum convivia praepa
nio e non da Dio. Baronio ritiene che gli Aslio rent. Mollo più poi si astenevano dalle ova e
nen li ed i Jeraciti o seguaci di Jerone egizia dai latlicinii . Il che dimostra s. Gregorio Ma
no, che parimenti sbucarono nel III secolo , gno in una risposta che diede ad Agostino ve
fossero gli stessi . Altri credono che si avvici- scovo inglese. Più chiaramente ciò si raccoglie
nassero di più agli Encratiti . Ma professando dal sinodo VI di Costantinopoli, celebrato sot
essi gli errori degli uni e degli altri , si può dio to l'imperatore Giustiniano nel canone 56, il
re che ne fossero un ramo egualmente che i qual canone, sebbene non sia del seslo concilin,
Manichei ed i Gnostici . « Il matrimonio, dico: ma propriamente appartenga al concilio t'rul
no essi , come riferisce 's. Epifanio , 'era permes. lano che chiamasi Quinisesto ( e concordiamo
so nell'antico Testamento , ma è proibito do- col sapientissimo Melchiorre Cano, che i ca
pola venuta di Gesù Cristo . Qual altro sco . noni frullensi non fanno autorità ecclesiasti
po polevå egli avere, o poleva egli predicare, o ca ), pure il surriſerito serve a manifestare la
Encicl. Eccles. Vul, 1. Fusc. VIII. 63
498 ASTORGA - ASTROLOGIA
consueluding che in sul finire del VI secolo ASTROLOGIA GIUDIZIARIA ossia Divinacio .
si aveva intorno all'astinenza dai latticinii ne per mezzo degli aslri. I teologi distinguono
nel digiuno quadragesimale. E certamente se una doppia astrologia, naturale, cioè, per cui
nella Chiesa occidentale non vi fosse stato l'uomo dalla situazione, dal moto, dalla na
quest'uso, i padri Trullani avrebbero ripresa scita e dal tramonto degli astri predice quella
la Chiesa Romana, siccome nel canone 54 la cose che naturalmente avvengono , come le
rimproverano perchè digiunava nel giorno di pioggie, le tempeste, gli ecclissi ecc. ecc. Tut
sabbato nella quaresima. Finalmente che la ti concorrono nell'asseverare, in uno all'Ange
Chiesa abbia osservato nella quaresima l'asli. lico, che questa sia lecita.
nenza dalle ova e dai latticinii lo testifica an L'altra sorta di astrologia è la giudiziaria ,
cora Nicolo I nella sua lettera all'imperatore per cui gli uomini dal moto delle stelle, dalla
Michele contro Fozio. vista dei pianeti , dal corso degli astri predi
La ragione poi di questa consuetudine la re cono alcune cose future contingenti, le quali
ca s. Tommaso dicendo che le carni ed i lato dipendono dalla sola volontà ed arbitrio del
ticinii nutriscono mollo e dilettano, ed irrita- l'uomo. Questa suol essere di quattro sorta,
no la concupiscenza, al cui infrenamento ha secondo i teologi. La prima è quella per cui
di mira il digiuno . Axt. dal guardaregli astri si predice la sterilità del
ASTORGA , cillà vescovile di Spagna nel- la terra, l'abbondanza delle merci e degli ani
l'antico regno di Leone, che era estesissima, mali , le inalattie e la morte degli uomini ;
contando 913 parrocchie divise in sei arcidia . questa non è superstiziosa, se lali cose future
conali e ventitre arcipretati. N. E. si predicono non come cerle, ma come proba
ASTORINO (Elia ) . A questo monaco Car- bili . La seconda si domanda genelliaca , per
melitano nativo di Cosenza, che fece sommi cui si predicono le dignilà e gli onori degli
progressi negli studii delle scienze sacre , ed uomini , la bellezza o la deformità delle don
in esse si distinse ed ebbe onore non comune , ne. La terza è delle elezioni, per cui in ogni
la chiesa è tenuta per alcune opere ch'egli affare si predice ciò che fare si deve, ciò che
scrisse, fra le molle che lascio, e che propria. è da ommeltersi , quando debbasi uscir di casa
mente appartengono alla teologia. Esse sono : acciò vadano bene le cose. La quarta è delle
4. Prodromus apologelicus de polestale S. immagini fabbricate, per cui gli astrologi fan .
Sedis aposlolicae. Egli intitolo questa opera no figure, numeri , caratteri, che frammischia
Prodromus, dovendo la medesima servire di no con le figure che sono nel cielo, e dalla
prolusione ad altri trattati e dissertazioni a . mulua simpatia predicono casi fortuili. Di ció
pologeliche sulla vera chiesa , sul cullo dei diffusamente tratta s. Tommaso, 2. 2 , quaest.
santi e delle immagini, sul purgatorio, sul sa- 91, art. 2.
grificio ecc. Tutti i Cattolici insegnano che queste tre
2. De vera Ecclesia Chrisli, in tre libri. Nel specie di astrologia sono proibite, perciocchè
primo egli melle a confronto la chiesa romana i corpi celesti non hanno alcun polere sulla
con quella de Protestantie, quest'ultima esclu- volontà degli uomini , che è spirituale, i cui
sa, dà alla prima lutti i caratteri della vera liberi alti tanto nocivi che buoni non possono
chiesa. Nel secondo sostiene, non avere la sa mai attribuirsi a cause corporee. Imperciocche
cra Scrittura presso i Protestanti la medesima gli astri od avrebbero influenza sulla volontà
autorilà che ha nella Chiesa romana. Parla nel per le loro forze naturali , che essendo necessa
terzo dei punti controversi, e fa vedere su lut. ria , nuocerebbe alla libertà ; ovvero come cer
ti questi punti la concordanza della Chiesa ro- ti segni , che, essendo del tutto disparati, in
mana colla Chiesa primitiva. Cek niun modo possono concorrere a questi effelli.
ASTRAGAN , cillà della Russia fra il Volga Tulto ciò è insegnalo dall'Angelico s. Tomma
ed il Jaika, sede di un arcivescovo greco-ru- so. Contro una tale astrologia fulmino gravis .
teno . N. E. sime pene Sisto V nella celebre Bolla Coeli
ASTRAGALOMANZIA. E questa una delle el terrae Creator Deus. Fu condannata da
numerosissime specie di divinazione. Pratica molti Concilii provinciali, come dal primo di
vasi ad operando cerli dadi sopra i quali erano Toledo nell'anno 400 sotto Anastasio Papa , ful
scritte le leltero dell'alfabelo . Si gittavano minando l'anatema contro di essa ; dal primo
questi dadi a sorte, e dalla combinazione delle di Milano nel 1569 solto s. Carlo Borromeo,
lettere che uscivano, si traeva donde dare la in quello di Keims nell'anno 1583, in quello
risposta a quelli che avevano consultalo. di Bourges lenuto nell'anno medesimo, come
AQ. pure in quel di Tolosa dell'anno 1590, nel
ASTROY - ATANASIO (S.) 499
Narbonese dell'anno 1609 nei quali lutti vie. ATANASIA ( S. ). Nasceva questa verso il
ne severamente vietata . E condannala fu pure principio del IX secolo nell'isola di Egina da
dalle leggi civili , come da Carlo IX nel de- genitori che alle ricchezze e nobiltà della casa
creto di Arles , e da Enrico III , ambi re di aggiungevano pure la pielà. Marilata ad un
Francia . Con . ufficiale degli eserciti imperiali , ben presto ri
ASTROY ( BARTOLAMMEO ). Versato questo mase vedova , essendole stato ucciso il marito in
frate minore zoccolante nella leologia , compo- una battaglia contro i Saraceni. Passata a se
se un'opera intitolata :Armamentarium Augu- conde nozze per ordine di Michele il Balbo
slinianum adversus haereses , quadruplici me con questo marito novello pratico tulte le o .
thodo apparatum et instruclum ecc . Dalla in- pere di penitenza e di carità, e lo indusse a ri .
dicazione soltanto si vede che questa era una nunziare intieramente al mondo. Essa imito il
opera divisa in quattro parti , le quali convie. marito, e convertita in un convento la pro
ne che sieno poi esaminate. Il primo metodo pria casa, diresse con somma sapienza e bontà
adunque , ossia la prima parte, è diretto a ri : le suore ivi raccolte in qualità di badessa . For
chiamare alla fede chi se ne allontana; il secon- niti quattro anni di questo governo , si ritiro in
do , a confutare e combattere i nemici della parte più solitaria con lesue monache dando al
Chiesa , e specialmente i Calvinisti ; il terzo, a luogo il nome di T'imio, che significa onoralo e
difendere la Chiesa romana e vendicarla dalle rispettato. In questo luogo santamente finì di
calunnie degli erelici ; ed il quarlo, a stabilire vivere. Bai.
e provare le verità della fede catlolica. Ech. ATANASIO ( S. ), patriarca di Alessandria ,
ATABIRIO é il monte Tabor , sul quale era dottore della S. Chiesa , nacque in quella città
una città chiamata Alhabyrium od Ilhaby- verso l'anno 296. Dopo ricevuta nel seno di
rium . V. TABOR. sua famiglia una educazione cristiana, passo
ATAD . V. AJA DI ATAD . nella casa di santo Alessandro , dappoi arcive
ATALIA, figlia di Acabbo re d' Israele , spo- scovo di Alessandria , il quale s'incarico di di
sa di Joramo redi Giuda , donna empia, ambi- rigerlo nei suoi studii , e lo fece poscia suo se
ziosa, crudele, la quale dopo la morte di suo cretario. Mosso dalla riputazione di santo An
figlio Ocozia , si lastricò la via del trono col • tonio, andò a cercarlo e a condurre per qualche
l'eccidio di quarantadue principi del sangue tempo vila ascetica presso quel celebre ana
reale. Il suo regno fu di sei anni ; nel setti: coreta, donde ritorno a ricevere il diaconato
mo il sommo sacerdote Gioiada, che segreta. in Alessandria . Santo Alessandro lo presento
mente faceva educare nel tempio il giovinetto al Concilio di Nicea , in cui le nascenti sie
Gioas, figlio di Ocozia, da Jocabed soltralto al. virtù ed i talenti che spiegò nelle discussioni
la distruzione di lulta la sua famiglia, lo ripo- contro Ario, destarono nei Padri sorpresa e ri .
se sul trono dei suoi padri. Tralla Alalia dai spetto. Quantunque giovanissimo, ebbe molta
clamori del popolo , che da ogni banda a tor- parte nelle decisioni che vi furono prese. Da
me correva per assistere all'incoronazione di tal epoca comincia l'odio , che gli giurarono
Gioas, entrò colla folla nel tempio, ove tale gli Ariani , e le persecuzioni che gli suscitaro
avvenimento succedeva : all'aspello del nuovo no durante la sua vita . Due mesi dopo il con
re, assiso jo trono , circondalo dai sacerdoti , cilio , mori sant' Alessandro , e designò in suo
dai levili , dai grandi ufficiali dello stato e da successore Atanasio. La scelta fu accolta dai
un immenso popolo che a tale improvvisa voli unanimi del clero e del popolo, e confer
rivoluzione applaudiva , ed in cui il suono mata dai vescovi di Egitto. A tale notizia , i
degli strumenti eccitava entusiasmo , entrò in Meleziani e gli Ariani deposero il loro antico
furore, lacerò le sue vesli , e gridò ch'era tra. vicendevole livore per collegarsi contro di lui ,
dita. Gioas la fove trasportare dai suoi sol . e da quell'istante la sua vita non offre che
dati fuori del recinto del tempio , con ordine una serie di comballimenti, dai quali ſece sem .
di passare a fil di spada tulli coloro, che si pre risaltare trionfatrice la verità a costo del
presentassero per difenderla , e fu anzi ella suo proprio riposo . Le più assurde imputazio
slessa trucidata sulla porta del suo palazzo , ni furono i preludii delle più atroci contese. I
senza la menoma resistenza . Tale avvenimento suoi nimici cominciarono dall' accusarlo di .
successe circa l'anno 877 avanti G. C., e fu se avere imposto una specie di tribulo sull'E
gnalo colla distruzione degli allari di Baal, che gitto, di avere procurato denari ai sediziosi , di
ella aveva fatto erigere e colla rinnovazione del- avere fatto spezzare un calice , atterrare l'altare
l'alleanza col Signore , della quale ella aveva di una chiesa , bruciare i libri santi , tagliare
rollo i legami. CAL . un braccio ad un vescovo ineleziano per ser
500 ATANASIO (S. )
virsene io magiche operazioni. L'imperatore di Costante, lasciò libero sfogo agli Ariani di
Costantino da se riconobbe la falsità delle riprendere il loro sistema di persecuzione.
due prime accuse ; ma poscia , cedendo all'im . Malgrado l'innocenza sua, da tutti i vescovi
portunità dei nemici del santo Patriarca, ri- dell'Egillo attestata e provala solennemen
mise le altre all'esame dei vescovi , lo fece ci. te nei concilii di Roma e di Sardica , Ala .
lare nel 334 al concilio di Tiro , e comparire nasio venne di nuovo condannato in quei di
a quello di Gerusalemme, dove, quantunque Arles e di Milano, tenuli sotto l'influenza
i suoi giudici fossero in pari lempo suoi accu- della fazione ariana. 1 vescovi , che ricusaro
satori , svelò l'impostura, e confuse la calun po di segnare la sua condanna, vennero esi
nia , ciò che lanto irriló i suoi persecutori che liali. Il governatore di Alessandria ebbe ordi
d'uopo fu di lulla la fermezza del coinmissa. ne di scacciarlo dalla sua sede. Atanasio, se
rio imperiale per toglierlo al loro furore. Al condo l'osservazione di Gibbon , sapeva di
Jora si contentarono di deporlo. Egli ancora stinguere quando si poleva combattere l'au
continuò le sue funzioni , ma l'imperalore, in- torità , e quando era prudenza fuggire la sua
ganpalo da una capziosa professione di fede collera. Egli si lenne nella sua sede fino a che
che gli presenlo Ario, non avendo potuto otte. gli fossero presentati ordini sottoscritli dal
nere da Alapasio il ristabilimento di quell'e. l'imperatore, non credendo che un ordige ver
resiarca nella comunione della Chiesa, rilegó bale, e si contrario alle promesse autentiche
a Treviri il santo Patriarca. Questo primo esi fallegli da quel priocipe, potesse emanare dal
lio non ebbe lermine che colla morte di Co. la sua autorità. Rappresentiamoci il venera
stantivo, successa in capo ad un anno ed al bile Patriarca , mentre presiede all'asseinblea
cuni mesi. Costanzo, imperatore di Oriente, dei fedeli, che una festa solenne aveva rac
quaplunque favorevole agli Ariani, non pote colli nella chiesa di san Teone, investila da
negare la sua rivocazione alle pressanli solle. 5000 soldali , che vogliono entrarvi per forza ,
citudini di Costante che regnava in Occiden- mentre intuona il salmo, cbe celebra il trionfo
le. I populi accorsero da ogni parte al suo pas del Dio d ' Israello sul tiranno dell'Egitto, eu
saggio , onde ammirare il generoso difensore il popolo alla fine di ogni versetto fa risonare
della fede di Nicea , e la sua entrata in Ales: le volte di quelle consolauti parole : perchè
sandria ebbe l'aspello di una pompa trionfa . la misericordia del Signore è eterna ; rappre
le. Disperali gli Arjani pel suo ritorno , lo de sentiamocelo nel momento, in cui -i soldati
nunziarono qual sedizioso che si proponeva di alterrano le porte della chiesa, ordinando egli
ritenere in Alessandria la flotla destinata al tranquillamente a quello stesso popolo di ri
l'approvigionamento di Coslantinopoli ; qual tirarsi in silenzio, rimasto solo appie dell'al
uomo avido che rivolgeva in suo profitlo i yra, fare circondato dai cherici, e dai monaci, che
ni dal governo accordali in sussistenza delle gli fanno scudo dei loro corpi, e riescono a
vergioi, del clero e del servigio dell'altare. sottrarlo dalle guardie incaricate di assicu
Novanla vescovi ariani, presieduti dal maligno rarsi di sua persona. Atanasio, proscritto per
Eusebio di Nicomedia nella città di Antiochia , la terza volta , si riliia nei deserti dell'Egit
lo condavnarono sopra tali accuse prodolte per to ; i suoi nemici lo inseguono, la sua testa è
prova. Ceolu vescovi orlodossi , adunali in A- posta a prezzo ; i solitarii di quell'orrida con
jessandria, lo dichiararono innocente. L'affare irada, ai quali non possono strappare il se
e portalo a Roma dai due partiti. Il Papa Giu- greto, gli uni vengono indegnamente lorien
lio conferoia, in un concilio di cinquanta ve lati, gli altri senza pietà trucidali. Altro mez
scovi, il giudizio reso in Alessandria , e la sua zo non gli resta per liberarsi dal furore det
sentenza viene approvala da più di trecento soldato che lo persegue, che a' inoltrarsi nella
vescovi di Oriente e di Occidente , radunali a parte affatto disabilata del deserto, ove niuna
Sardica . Costanzo, sollecilato di nuovo dal fra . comunicazione conserva con gli uomini , tran
tello suo Costanle , gli lasciò libertà di ritorna. De quella di un servo che si dedica a peri
re alla sua sede. Atanasio fu accompagnato per colo dell'esistenza, a somministrargli gli ali
via ed accolto al suo arrivo colle stesse espres. menti . Chi crederebbe che in mezzo a vita
sioni di tenerezza, che avevano segnalato il si errante, dal fondo di quell'inaccessibile de
ritorno dal suo primo esilio : e questo pel serlo, Alanasio componesse tanti scrilli elo
pentiniento e la ritrattazione di un gran nu . quenti , destinati a svelare gli artifizii dei suoi
quero di vescovi, che la seduzione aveva tra- nemici, a raffermare la fede dei fedeli, ed a
scinali a parlemiare pei neroici. Divenuto Co. gillare lo spavento nell'aniina dei suoi per
slungo signore di lutto l'impero per la morle seculori ? Giuliano, salendo sul trono, peruise
ATANASIO (S.) 501
ai vescovi orlodossi di rientrare nelle loro chie. menle l'ascolta . E prosegue osservando che
șe . Alanasio, dopo sei anni di assenza ricom- non gli è d'uopo scolparsi delle accuse eccle
parve Tra il suo popolo, che lo accolse con siastiche che i suoi nemici avevano più volte
trasporti di allegrezza. Il primo uso, che fece contro lui inoltrate, perchè abbastanza giusti .
della sua autorila, fu di ricondurre alla subor. ficato vedevasi dalla testimonianza d'un nu .
dipazione gli abilanti di Alessandria , i quali, mero inlinito di vescovi e dalla ritrattazione
in una sedizione, erano trascorsi a molto rie d'Ursacio e di Valente, i quali confessato ave
prensibili eccessi, di usare indulgenza verso vano tulle le calunnie inventate per perderlo ,
quei vescovi, che per debolezza solloscrissero e se ciò non avessero falto, in nessun conto te
la sua condanna a Rimini , ammeltendoli alla ner si dovrebbe un'informazione falla in sua
comunione della chiesa . Il suo esempio, inir assenza da' suoi nemici , perchè nulla per så
lalo nelle Gallie , nella Spagna, in Italia, in stessa, giusta tutte le leggi si divine che uma
Grecia , ricondusse finalmente la buona armo. ne. Egli ribalte in quest'apologia quelle accu
nia tra gli orlodossi e la pace nella Chiesa, se, onde dopo il suo ritorno avevano volulo
malgrado le mormorazioni di alcuni spirili ar. renderlo infame presso Costanzo . Veniva ac
denti. Intantochè nell'interno lullo era calma cusato di aver egli parlalo male dell'impera
e tranquillità, le grida dei Pagani, di cui lo lore a suo fratello Costante. Atanasio chiama
zelo di Alanasio rendeva i templi deserti , a. Dio in testimonio di non aver fatto ciò , e dice,
pimarono contro di lui Giuliano l'Apostata . Il che non mai parlalo aveva a Costante, se non
santo Patriarca si vide costrello a fuggire an. in presenza di molte persone , testimoni di
cora nella Tebaide onde porre in salvo la sua quanto avevagli dello. E per ipvincibilmente
vila. La morte di quell'imperatore e l'avveni- provare la falsità dell'accusa, gli fa un rac
mento di Gioviano al trono imperiale lo rie conlo fedele di ogni circostanza del suo viaggio
condussero alle sue funzioni . Il regno di Gio- in Italia , e che due sole volte scrisse a Costan
viano non duro che olto mesi. Valente suo te quand'era ancora in Alessandria , la prima
successore, interamenle dedito agli Ariani, oba per difendersi contro leltere piene di calun .
bligo nuovamente il Patriarca a fuggire. Gli nie, e la seconda per mandargli esemplari del .
convenne in volarsi alle sollecitazioni del suo la Scrillura ; e che due sole volte recato s'era
popolo, che a forza voleva ritenerlo, ed ando a visitarlo . Infine dice che l'imperatore può
a cercare un asilo tra i morti , nel sepolcro di giudicare s'egli può parlar male di lui a suo
suo padre. Paventando Valenle gli effetti del fratello. Veniva pure incolpalo di avere scritta
risentimento degli Alessandrini, i quali alla una lettera al tiranno Magnenzio . Sant'Alanasio
mente mormoravano per la lontananza del lo rispose, che egli non aveva mai conosciuto Ma
ro pastore, gli permise, dopo quallro mesi di gaenzio e che la prima calunnia distruggeva la
proscriziove, di rientrare nella sua chiesa, do seconda , credibile non essendo che un uoino
ye passò il resto dei suoi giorni in seno alla tanto avanti negl'interessi di Costante parleg.
pace, nell'esercizio delle sue funzioni , sino alla giasse per un tiranno. Prega quindi Costanzo
sua morte, accaduta nell'anno 573, dopo 46 ad esaminare donde abbia avuta quella let
anni di episcopato , venli dei quali passali ne tera, chi gliel’abbia data , pregalo di chiama
aveva in diversi esilii , e la maggior parle degli re a sè i segrelarii di Magnenzio, ed informarsi
altri in continue contenzioni per la difesa del. se essi l'abbiano ricevuta ; scongiurandolo d'o.
la ſede di Nicea, saminar la sua causa come se la verità fosse
A dar qualche idea degli scritti di s. Alana . presente al suo giudizio. Atanasio inpalza a
sio, noi qui li distingueremo in tre parli , cioè Dio una preghiera, onde illumini lo spirito di .
storici, dogmatici e morali . Nella prima apo- Costanzo, e lo guidi a rellamente giudicare ia
logia scrilta da Atanasio appena fu cacciato da una causa che riguarda lulta intera la Chiesa .
Alessandria e Jirelta all'imperalor Costanzo, La ter accusa era d'aver egli celebrati i mi
ei confula le calunnie colle quali i suoi nemici steri delia chiesa maggiore prima ch'essa fosse
l'avevano reso odioso a quell'imperalore, ed consacrata. Oltre lutto ciò accusavasi puran
incomincia il suo discorso con dire, che mol- che Alanasio di non aver obbedito ai comandi
to fidentemente s'accinse innanzi ad un impe- dell'imperatore di uscir d'Alessandria . A
ratore, il quale è da molto tenipo cristiano, questa accusa ei risponde non essere stato a'suoi
discendente da fedeli alla vera religione ; che comandi ribelle ; ma che avendogli Montano
dovendo servirsi a propria difesa delle parole portalo leltere colle quali l'imperatore per.
di s. Paolo, l'interpone per cio qual suo in- mellevagli di sortir d'Alessandria per recarsi
tercessore presso un imperalore che favorevol- in Italia, creduto non aveva esser intenzione
502 ATANASIO (S.)
dell'imperalore ch'egli si ritirasse, vedendo per erelico; non che da una leltera di quosli
che i suoi nemici avevano fallo credere che ri- medesimi vescovi diretta a s. Atanasio in cui
tirarsi ei voleva , che poscia venuto era Dioge- gli dichiarano d'esser della sua comunione.
ne ad Alessandria e che s'era sparsa voce ch'ei Sant'Atanasio dopo avere cosi prodotti i do
dovesse ritirarsi , ma Diogene non aveva nè cumenti della sua assoluzione , descrive quan
lettere , no ordine dell'imperatore, e ch'egli lo era avvenuto rispello a sè stesso fino al suo
( Alanasio) era pronto a ritirarsi quando l'in- esilio, riporlando gli atti autentici giustifican .
peralore gli scrivesse di farlo ; ma che 23 gior. ti tullo ciò che espone.
ni dopo, Siriano, capitano dell'esercito d'Egit . Atanasio racconta questa medesima storia
to, era entralo in chiesa co'suoi soldali e lo con più ordine nell'opera , che chiamasi la
avea costrello a ritirarsi nella solitudine; e che Lellera ai solilarii. Egli dice che gli Ariani
per conseguenza non era ribelle agli ordini non gli ebbero riguardo ; che non ebbero ri .
dell'imperatore. Ma dopo usci dalla sua solitu- spello per la cillà di Roma, nè per la Santa
dine e poi lorno di nuovo. Sede Apostolica ; che l'imperatore mandò un
Nella prima apologia della sua fuga Atana vescovo a Roma per indur Liberio a condanna
sio si giustifica contro gli Ariani che l'accu re Atanasio ; che Liberio rispose , esser contro le
savano di limidilà. Descrive i mali che ave- regole di condannare un uomo assente, ch'era
vano fallo soffrire ai vescovi , Osio, Liberio, slato giudicalo degno della comunione quando
Paolo Costantinopolitano ed altri molti ; di . era a Roma ; che se l'imperatore voleva termi
mostra cogli esempi di Giacobbe, di Mosè, nare le controversie della Cbiesa , doveva con
di Davidde, d'Elia , di s. Paolo e di G. C., es vocare un concilio libero , dove non fosse nė
ser permesso fuggire la persecuzione ; osserva principe, nè altro personaggio autorevole di sor
che i santi che si diedero da sė medesimi in te, dove si giudicasse secondo il timor di Dio.
preda ai perseculori , l'hanno fallo per l'ispi . Descrive poscia la caduta di Osio, e dice , cho
razione dello Spirito Santo, e che l'autore del. Costanzo , sollecitato dagli Ariani che volevano
Ja persecuzione è il demonio. far entrare nel loro parlilo un vescovo di tanta
Nella seconda apologia Atanasio si giustifica autorità, esorló Osio a solloscrivere; che queslo
rispello alle antiche accuse contro lui intenta . santo personaggio neppur volle sopportarne la
te , riferendo che si nascondeva accuratamente proposizione, e che avendo persuaso l'impera
il mistero dell'Eucaristia a chi non era Cri- tore di lasciarlo in riposo, ritirossi in patria ;
stiano, che consideravasi empietà il rompere che pero gli Ariani avendo continuato a solleci
un calice e spandere il sangue di G. C., che il tarne l'imperatore, questi gli scrisse molle let .
vescovo aveva un Irono più elevalo degli al- tere per obbligarloa condannare Alanasio ; che
iri. Il Papa Giulio, nella sua lellera, sostiene il generoso vecchio gli aveva risposto, con let
che si può esaminare di nuovo in un sinodo tera da s. Alanasio conservataci, ch'era pronto
ciò che fu ordinato in un altro, allegando l'e a versare il suo sangue per la difesa dell'inno
sempio piùllosloché l'autorità del concilio di cenza e della verità . E qui ben meritano d'essere
Nicea . Si lagna che sia slalo condannalo Ata- trascrille quelle parole : Ricordati, scrive Osio
nasio senza scrivergli ; rimprovera gli Eusebia- all'imperalore, ricordali che sei morlale : le
ni di aver caccialo Alanasio lontano d'Ales- mi il giudizio , conservati nella purilà per
sandria , e scelto uno straniero, per occupa. comparire nel numero degli elelli ; non im .
re la sede vescovile ; ( rascrivendo poscia due mischiarli negli affari ecclesiastici, e nienle
jellere del concilio di Sardica, una dirella alla comandare a noi su quesle cose , ma da noi
chiesa di Alessandria, l'allra a lulli i vecosvi imparale . Dio a le affidò la polenza dell' im
del mondo, le quali conlengono un'ampia giu. pero , e a noi affidò quello che riguarda la
stificazione di s. Alanasio. Queste due leltere chiesa ; e siccome colui che l'usurpa l'impero
sono seguile da tre altre di Costanzo ad Ala- agisce contro ordine di Dio, cosi lu pure
nasio , richiamandolo ; da una lellera di Giulio guardati dal renderli colpevole di un delit.
alla chiesa d'Alessandria ; da letlere di racco to enormissimo, arrogandoli ciò ch'è di giuris.
inandazione dale da Costanzo ad Atanasio per dizione ecclesiastica . Shu scrillo : Dà a Cesa
ritornare in Alessandria ; dalla lettera del si. re ciò ch'è di Cesare ed a Dio ciò ch'è di Dio.
nodo di Gerusalemme alla chiesa d ' Alessan . A noi dunque non è permesso di governare
dria in favore d'Atanasio ; infine dalla ritrat. Pimpero della terra, nè lu hai polere sulle
tazione di Ursaeio e di Valente diretta a Giu cose sucre. Il resto di quest'opera è una de
lio , nella quale dichiarano falso lullo quanto clamazione vcementissima contro le violenze e
si disse contro s. Atanasio, e riconoscono Ario le persecuzioni di Costanzo o degli ariani, colt
ATANASIO (S.) 50.5

di più una protesta del popolo d'Alessandria slo ; ch'egli ne fu accusato in un sinodo di Ro
rispello alle violenze esercitate contro s. Ata- ma ; che scrisse al Papa un trallalo inlitolato
nasio. Confulazione e apologia.
Il libro dei Sinodi di Rimini e di Seleucia Nella lettera all'imperatore Gioviano s. A
contiene non solo la storia di quei concilii, ma tanasio e gli altri vescovi gli propongono la
anche quella delle principali formole di fede formola di fede del concilio di Nicea ; afferma
dei Vescovi partiļanti d'Ario dopo quella del noche la vera religione non avrebbe avversarii
concilio Niceno; e quindi lien discorso della se la malizia degli eretici non avesse lentato
parola consustanziale. corromperla ; che Ario e i suoi settarii hanno
Ollre queste opere, altre ve ne sono di s. formata una dottrina contraria alla verilà .
Atanasio concernenti fatti particolari . Primo Rispelto poi alle conferenze degli Ariani e di
è il libro della definizione del concilio di Ni- s. Atanasio innanzi a Gioviano , non merilano
cea. Egli dice che i Vescovi del concilio, i qua- che qui se ne faccia particolare menzione , nul.
li erano circa 300, domandarono agli Ariani la contenendo di ragguardevole. L'epistola cat
che si giustificassero , ma appena proferi- tolica ai vescovi d'Egitto, d'Arabia , di Siria ,
rono parola, furono costretti a tacere , perchè di Cilicia , di Fenicia esorla i vescovi a sepa
vennero da tutti i Vescovi disapprovali , ed al- rarsi dagli Ariani, ad esser d'accordo per la
lora i Vescovi slesero la formola di fede che difesa della fede, a riconoscere la divinilà del
ſu solloscritta dagli Eusebiani, che Eusebio di lo Spirito Santo, e viene inſine proposto come
Cesarea l'approvò il dimani e ne scrisse a simbolo, indizio della vera fede, la Trinità
quelli della sua chiesa. Comballe poscia l'em- consustanziale.
pielà degli Ariani ; loro prova che il Figlio di La lettera agli Africa ni è scritta sul medesi
Dio esiste da lulta l'eternità, e dice che la pa . mo soggello a nome di s. Atanasio e di 82 ve
rola consuslanziale ha un giustissimo senso, escovi d'Egitto. Nella stessa si raccomanda la
che nessuno altro piú opportuno v'era per fede del concilio di Nicea stabilita da 318 Ve.
condannare l'errore degli Ariani ; che quel vo scovi .
cabolo non era nuovo, perchè Teognosto, Dio Nella lettera a Giovanni ed Antioco sacer
nigi Alessandrino, Dionigi di Roma ed Orige- doti , s . Atanasio si rallegra esservi un gran nu
ne l'avevano usalo anche prima del concilio mero di fratelli che si riunirono in una nede
di Nicea . sina comunione, e si maraviglia che siavi chi
La seconda opera è la lettera ai vescovi di osi riprendere la doltrina di s. Basilio.
Egitto intitolala : Discorso primo contro gli Nella lettera a Palladio, gli dà egli lode di
Ariani. In questa leltera Atanasio descrive le cendolo gloria della Chiesa, combattente della
persecuzioni fatte dagli Ariani contro i Callo- verilà, istruttor di coloro che hanno bisogno
lici , ed esorta i suoi confratelli a non solto- di dottrina . Espone ch'egli scrisse a'suoi mo
scrivere alla religioned'Ario, ma a stare a quel naci d'obbedirlo come padre . Forse le dispute
la del concilio di Nicea . di questi monaci con s. Basilio versano sulla
Nella lettera scrilla ai vescovi ortodossi si questione delle ipostasi . - E lanto per le ope
descrive l'intrusione violenta di Giorgio nella se storiche di s. Alanasio : veggasi ora le dogma
chiesa d'Alessandria, e si dipinge il furore de. tiche.
gli Ariani e i mali che fanno soffrire alla Primi fra queste sono i due trattati contro
chiesa. i Pagani, il secondo dei quali è ora intitolato
Nelle due lettere a Lucifero descrive ancora dell Incarnazione. Nel primo di questi libri
i mali che gli Ariani hanno falto a'Callolici , egli combatte l'idolatria e stabilisce il culto
e lo stato compassionevole della chiesa. del vero Dio . Da questo principio egli deduce
Nella lettera a Serapione racconta la fine primieramente contro gli erelici , non esser ne
sciagurala d'Ario, e come mori la vigilia del cessario che sien vi due principii o due Iddii,
giorno in cui doveva rientrar nella chiesa. l'uno buono, autore del bene, l'altro callivo.
Può mettersi Ira’libri storici la lettera d'A autore del male. E qui segna la sorgente del
tanasio intorno all'opinion di Dionigi Ales- l'idolatria ; perchè gli uomini decaduti dal
sandrino sulla Trinità, perchè ci ricorda un primo loro stato non più alle cose spirituali
punto considerevolissimo di storia ecclesiasti. innalzarono il cuore e lo spirito, ma li ristrin
ca ; ed è che Dionigi d'Alessandria scrisse con sero alle terrestri e sensibili. Combaltula l'i
tro i Sabelliani della Pentapoli ; che combat . dolatria stabilisce il cullo del vero Dio, e di
lendoli si valse di espressioni , le quali poteva. mostra che si può naturalmente conoscerlo ,
no far credere ch'ei favorisse l'errore oppo- prima da noi medesimi,secondo dalla bellezza
504 ATANASIO (S.)
dell'universo, la quale è lestimonio della esi » nunciare del ballesimo degli Ariani, i quali
stenza ed eccellenza di colui che n'è autore, e» riescono i più callivi di tutti gli erelici, »
dimostra poscia che questo Dio è il padre di Nel terzo discorso , che si annovera per quar
Gesù Cristo. 10, Alanasio prova che il Padre ed il Figlio
Il secondo traltalo contro i Gentiliè inlilo- hanno una medesima sostanza e una mede
Jato : dell'Incarnazione di G. C. Sant'Atanasio sima natura , e che non sono che un solo Dio,
diniostra che il mondo non è fatto dal caso, quantunque sieno due persone distinte; mostra
ma che per mezzo del suo Verbo Dio lo creo . che tutto quanto si dice di G.C. nella Scrillura
Indi parla della caduta dell'uomo ; dice che e che sembra indegno della Divinità , fulto dee
Dio mosso a compassione dell'uomo, delermi riferirsi alla natura umana , alleso che essendo
nossi a mandar il suo figlio per salvarlo e G. C. una persona composta della natura divina
somministrargli i mezzi d'acquistar l'immor. e della umana, così attribuir gli si possono le
talità che egli aveva perduta , Su questo prin- proprietà di queste due nature; e nell'ultima
cipio fonda la necessità dell'incarnazione del parte di questo discorso-esamina la questione
Verbo, la quale egli prova : 1. perchè il Fi- proposta dagli Ariani , cioè : Se il Padre gene
glio, essendo l'immagine essenziale del Padre, rava il suo Verbo volontariamente, o nccessa
egli solo poteva rendere l'uomo somiglievole riamente; e rispondeche lo genera volontaria
a Dio, come era prima della sua caduta ; 2. mente, perché vuole generarlo, quantunque
perchè come Verbo egli è la ragione e la sa non possa non generarlo.
pienza del Padre ; ed ei solo poteva islruire gli Nell'ultimo discorso Atanasio confuta gli
uomini e disingannarli degli errori in cui vi . Ariani provando che il Verbo è eterno e con
vevano. Egli dimostra che G. C. doveva mori . sustanziale al Padre, ed i Sabelliani che néga
re, come fece, pel supplizio di croce, perchè vano essere il Figlio una persona distinta da
potesse, morendo, domare la morte in sè stes- quella del Padre; ed i Paoljanisti che distin
so ed in noi. Prova infine la risurrezione di G. guevano il Verbo dal Figlio di Dio, il Para
C. dagli effetti maravigliosi che ne seguiron la cleto dallo Spirito Santo.
Inorte , e dal disprezzo della morte che ispirò Il discorso sulle parole: Omnia mihi tradila
a'suoi discepoli. sunt a Patre meo ecc. contiene una confula.
Dopo spiegata la dottrina , confufa i Giudei zione della ſalsa conseguenza che gli Ariani
ed i Pagani . Conchiude il discorso, avvertendo derivavano da quelle parole, dicendo, che se il
l'amico Macario d’aver ricorso alla sacra Scrit. Padre dalo aveva nel tempo ogni cosa a suo
tura, notando che per intenderla è d'uopo con. Figlio ; vi ſu dunque un tempo nel quale il
durre una vita simile a quella di coloro che Figlio non aveva tutte le cose , e per conse
scrissero que' sanli libri. guenza non sempre ebbe un impero sovra
Questi due soli trattati scrisse A tanasio con nosulle creature. Sant'Atanasio risponde: che il
tro i Gentili : gli altri trallali dogmatici ver- Padre ha dato il genere umano a G. G. come
sano, l'ono sulla Trinità , l'altro sull'Incarna- s'abbandona l'infermo al medico , perchè lo
zione. Ma la principale fra le sue opere dom- guarisca, e che avendo l'uomo peccato , ed es
maliche sono i quattro discorsi contro gli A. sendo stala pena al suo fallire la morte, il
riani . Verbo s'era fatto uomo, e Dio gli aveva affi
Nel primo, ch'è dello il secondo, convince dati gli uomini , perchè li guarisse, e rendesse
deresia la sella ariana . Nel secondo Irailalo, loro la vila e la luce che avevano perdula .
terzo nelle edizioni ordinarie, spiega alcuni Nella leltera ad Adelfio s. Alanasio prova ,
passi dagli Ariani allegati a prova dell'esser il contro gli Ariani , che si deve adorare il Verbo
Figlio una crealura, e si slende singolarmente di Dio nella persona di G. C.
su quello del cap . 8 dei Proverbi : Dominus Nella lettera a s. Massimo dimostra che G.
possodil me in initio viarum suarum ecc., ri . C. è vero Dio e vero uomo. Il trattato contro
flettendo verso la fine : <i che gli Ariani corro i settatori di Sabellio è una raccolla di passi
» no pericolo di non avere più vero ballesimo, della Scrillura, dimostranti la Trinità delle
» perchè per conferire validamente questo sa persone, e la divinità del Verbo . Il' fine del
» cramento, non basta pronunziar le parole, trattato dell'unione della natura umana col
» ma è d'uopo pur bene intenderle , ed aver Verbo è piuttosto di provare la divinità del
» fede rella ; aggiungendo, che se il battesimo Figlio di Dio, che di spiegarne l'Incarnazio
» degli altri cretici che pronunciano le stesse ne. L'esposizione di fede che trovasi nel pri.
» parole è nullo, perchè non hanno fede, giova mo volume, pag. 240, ediz. 2 parigina , è una
» Len credere che debbasi egual sentenza pro formola di fede del concilio di Nicea şutla
ATANASIO 503
Trinilà e sull'Incarnazione. La lettera d'Epito Santo, il suo peccato non gliverrà rimesso ne
teto è il principale trattato di s . Alanasio sul- in questo mondo, nè nell'allro , è una spiega
Ja Incarnazione di G. C. zione di questo difficile passo della Scrillura .
Pochi sono fra le opere di s. Alapasio i trat . Egli osserva, in primo luogo, che Origene e
tati di morale. Uno dei principali è l'epistola Teognoslo hanno creduto essere il peccato con
a Draconzio. Era questi un monaco ch'era sta- tro lo Spirito Santo, il peccato di coloro, che
to eletto vescovo, ma o temesse le persecuzio . dopo aver ricevuto il baltesimo, ne erdono la
ni o per umiltà , egli fuggi e si nascose per non grazia colle loro colpe ; egli però sosliene che
esser obbligato ad aver cura del popolo. lo non peccano maggiormente contro lo Spirilo
questa lettera s. Atanasio lo riprende del poco Sanlo di quello che pecching contro il Padre
coraggio , e lo esorta a ritornare al suo vesco ed il Figlio. Spiega il passo di s. Paolo agli E.
vado, poichè se fugge il vescovado per tema brei, dove questo Apostolo dice esser impossi
delle persecuzioni, egli è ben vile; conchiude bile che quelli i quali furono una volta balteze
poi esortandolo a ritornar al suo vescovado zali , sieno nuovamente rigenerati : cosa chenon
prima della festa di Pasqua, perchè derelitto esclude giù , dice s. Atanasio, la penilenza dopo
non sia il popolo, e costretto a celebrar questa il ballesimo, ma un secondo ballesimo. Un'al
festa senza lui . tra spiegazione egli ne adduce, e dice, che pec
Nella lettera al monaco Ammoue, confuta care contro lo Spirito Santo sia negare la divi.
l'errore di certi monaci che condannavano il nità di G. C. Si possono finalmente aggiunge
matrimonio ; e dimostra colla Scrittura ch'es. re a questi trattati di s. Atanasio sulla sacra
so è permesso . Scrittura i frammenti che trovarsi alla fine
La vita di s . Antonio può appartenere agli del secondo voluine, e specialmente quello che
scritti di morale ; contenendo essa opportunis- è trallo dal sesto concilio su quelle parole di
sime istruzioni per tutti i monaci. G. C.: Irislis est anima mea.
E qui per dir qualche cosa dei trattati di s. Lo stile di s. Atanasio, dice Fozio, è chiaro,
Atanasio sulla Scrittura, si può ben dire che semplice, pieno di senso, di vivacità , di forza .
il suo compendio della slessa è un trattato u . Le sue lettere e le sue apologie sono scrille
tilissimo . In esso enumera prima i libri cano con uno stile terso, elegante e nobile. Ne'com
nici dell'antico Testamento, dielro il catalogo mentarii e nelle polemiche è breve e preciso,
degli Ebrei , il quale non ne comprende che ma senza oscurilà : naturale e rapido nelleo
22; v'aggiunge quelli che non sono canonici, pere storiche. In tutte le sue opere egli sa ad
ma che leggonsi a'calecumeni, quali sono, sco altare la maniera di scrivere al soggetto che
condo lui, la Sapienza, l'Ecclesiastico, Esler, tralla , ed alle persone a cui favella ; accompa
Giudilla e Tobia, ed osserva che alcuni mello- gnandosi il suo discorso con molla grazia, for :
no i libri d'Ester e di Rulh fra i canonici. za e modestia.
Nel catalogo dei libri canonici del Nuovo Tre principali edizioni abbiamo delle opere
Testamento pone tulli quelli che conosconsi di s. Alanasio. La prima è quella di Comme
presentemente. Compiti questi cataloghi , egli lin stampalore ad Eidelberga, nel 1601 , greco
fa un ristrelto fedelissimo diciù che in ciascun latina. La seconda , parimenti greco -latina , è
libro contiensi . quella falta a Parigi nel 1627. La terza è mi
Il libro a Marcellino sui salmi è scrilto con gliore, e fu pubblicata a Parigi nel 1698, in tre
tro un'opera della stessa natura. In esso s. volumi, i quali formano due lomi. BER .
Atanasio fa vedere l'eccellenza del libro dei ATANASIO , sacerdote di Alessandria , nac
Salmi , ed osserva che questo libro ha relazio- que verso la melà del secolo V da Isidora so:
ne con lulle le storie dell'antico Testamento, rella di s. Cirillo Alessandrino. Dioscoro di
contiene tutte le preghiere che si debbono in. chiaratosi suo nemico, ogni mezzo cerco per
nalzare, e tutti comprende i precetti della mo . chè sofferisse, e dopo averlo spogliato di lutti
rale. Distingue i salmi in istorici , morali , pro- i suoi beni, alla fine lo depose dal sacerdozio,
fetici, di preghiera, di lode, e dà loro congrua Né qui ristetle il suo sdegno, che sembrando
disposizione ; dimostra, chei salmi presentano gli non averlo ancora moleslato a suo talento ,
a ciascun fedele lo stalo della sua anima, e lo caccio da Alessandria e da tulio l'Egitto , e
rin viene in questo libro divino parole alla sua giuose persino a travagliarlo coi tormenti e
presente condizione conformi, ordine di con- colla prigione . L'infelice Atanasio si vide per
dolta , conforlo ai mali. cio .costretto ad esulare, privo persino delle
Il trattato sulle parole di Cristo : chiunque cose necessarie alla esistenza , e questa vila co•
avrà dello qualche parola contro lo Spirilo sistenta la ci condusse sino al 451 , anno in cui
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fusc. VIII, 64
506 ATANASIO- ATENAGORA
avanzò le sue lagnanze al concilio di Calcedo- città differenti, cioè : Archi-Ataroth, vers. 2,
nia . Bai . Alharoth .Addar, vers, 5 , ed Alharol, vers . 7 .
ATANASIO IL GIOVANE, soprannomalo Her . Parimenti Barbié riconosce tre località di que .
niosus , succedelte sulla sede di Alessandria a sto nome, cioè Archi- Alaroth, piccolo luogo,
Pietro Mongo verso il 490 , epoca in cui gli spi- dice egli , situato sul confine meridionale del .
rili erano riscaldati rispello al concilio di Calo' la tribù di Efraimo ; Alarolh-Addar, ovvero
cedonia. Invano come fa sulla sede si adopera. semplicemente Alaroth , cillà situata all'orien
va a tranquillare le parti che diversamenle te della stessa tribù mollo vicina al Gior
pensayano, che fini egli coll'adottare l’Enoti- dano, ed Alaroth ancora nella stessa tribù tra
co dell'imperatore Zenone, e, secondo Leonzio Betel e Beloron la Bassa . Ma sembra che qui
coll'anatematizzare il concilio di Calcedonia. egli confonda questa ultima città d'Ataroth
Quindi da Liberato diacono, e da Niceforo pa- con Archi- Ataroth . V. vers. 2. Horé riconosce
triarca fu da quel punto siccome eretico riguar. due cillà di Alaroth -Addar : la prima nella
dato. Variano nell'opinione gli scrittori asse- tribù di Efraim , vers . 5, e la seconda sulle
gnando a questo Atanasio , che morì nell'anno frontiere di Beniamino, 18, 13. La geografia
497, alcune opere in maleria ecclesiastica ed del Vence la prende per una sola e medesima
intorno alla ' sacra Scrittura, ed il Baronio, il città differente da Ataroth ( vers. 2 e 7 ). Ataroth
Bellarmino, il Lambecio, che altribuiscono ad Addar , città di Efraimo , vers. 5 , era situata ,
Atanasio la storia della passione dell'immagi . dice egli , sulle frontiere di Efraimo e di Benia
ne di Gesù Cristo a Berilo, si esprimono in mino , 18 , 13. Cal .
modo da provare che l'autore sia l'Atanasio ATEISMO. Ved . Ateo .
di cui parliamo. Ber . ATENAGORA . Era questi illustre filosofo
ATANASIO ( S. ), diacono di Gerusalemme ateniense che verso l'anno 177 si distinse nel
e martire. Mentre le liti fervevano fra Cattoli- la teologia cristiana non solo, ma ancora nelle
ci difensori della verità cogli Eutichiani che scienze pagane. Sebbene Girolamo ed Eusebio
volevano ad ogni palto sostenere l'errore che non ne facciano menzione, pure parla dilui
professavano, Teodosio, empio e scellerato mo. Metodio di Patara nel suo estratto del libro
naco , furioso difensore di Eulichete, essendosi Della risurrezione dei morli , che trovasi in
insignorilo della chiesa di Gerusalemme, eser. Epifanio all'Eresia 64 ed in Fozio nel cod .
cilo inaudite crudeltà contro i Cattolici . Fece 234. Ecco come parla di lui uno scrittore del
scopo dell'ira sua specialmente Atanasio, il V secolo. Dice questo autore che Alenagora, es
quale preso per ordine dell'iniquo, ebbe le sendo ancora pagano , combatteva per la religio
membra lacerate a colpidi staſfile; e finalmen ne cristiana ed abbracciò anzi la fede di Cristo .
te fu da spada trafitto. Nel martirologio roma- Egli abbandono Alene e si recò in Alessandria ,
no moderno si ricorda questo santo il giorno nella quale città si pose ad insegnare la filo .
5 di luglio. Bar. sofia ed anche la religione cristiana . Non v'ha
ATANASIO MONACO. Questo uomo , dotato dubbio esser mai stata la religione cristiana si
di pietà e di sapere, è meritevole di essere ri . florida, quanto allora che si stabilirono scuole
cordato per una storia che ei scrisse del so non solo private nelle chiese, ma ben anche
cinianismo divisa in due parti , nella quale pubbliche nelle città . La città d'Alessandria
descrive l'origine ed i progressi che i Socinia- fu sempre distinta fra tutte, per grandi uomi
ni hanno fatto in diversi regni della cristiani ni che vi furono ä precettori . Le scuole plato
là, coi caratteri , le vicende, gli errori , ed i libri pica e aristotelica vi forivano con reciproca
di quelli che si sono distinti in quella sella. gara ; e la successione dei loro professori ci fu
Her . presentata da Fonso'e Vossio. In Alessandria
ATANASSO , città vescovile soilo la metro- fu stabilita una pubblica scuola , ove s'istruia
poli di Laodicea nella Frigia Pacaziana. vano i giovani ne'primi elementi della religio .
N. E. ne cristiana e ne'misteri della teologia i più
ATAROTH ., cillà nella tribù di Efraim , provelti . San Marco, instituto re di questa di
Jos. 16 , 7. Era tra Janoe e Gerico. Lo stesso sciplina , e, come afferma Eusebio , Panlenio
capo , vers . 2 e 5 , nomina due altre volte Ala- spiegava ai suoi uditori i santi dogmi , e li ad
roth . Il Calmét , seguendo la geografia del Ven ; destrava a ribattere le fallaci sottigliezze dei
ce , crede che trattisi della stessa cilià menzio- Pagani . Atenagora, Pantenio , Clemente Ales
nata al vers . 7 ; cosi in questi tre luoghi non sandrino e tanti altri riempirono la chiesa di
vede che una sola città . Al contrario in questi loro dottrine , dice Eusebio.
slessi luoghi N. Sanson crede riconoscere tre Sozomeno ci assicura che quello stabilimen .
ATENE -ATEO 507

10 sussisteva ancora sollo gl'imperatori Co- ebbe il litolo di arcivescovalo ; e finalmente la


slanzo e Giuliano, e si mantenne fino a Teodo- troviamo metropoli nel ragguaglio dell'impe
sio il grande. Ma per ritornare ad Alenagora , ralore Leone. Alene al presente è titolo di ar
ecco le opere da lui lasciateci. La prima è una civescovo latino, ed è sede d' un metropolitano
apologia da lui presenlata all'imperatore Mar- greco non unito . Mig.
co Aurelio e a Lucio Aurelio Commodo di lui ATENOBIO , figlio di Demetrio, fu invialo
figlio, intitolata : Legazione pei Cristiani, nel- da Antioco Sidele, re di Siria , a Simone Mac
la quale va confulando le tre principali calun- cabeo comandandogli la restituzione delle città
nie contro essi inoltrate, cioè : 1. ch'erano di Joppe, di Gazara e della fortezza di Geru.
alei; 2. che mangiavano carne umana ; 3. che salemme che egli occupava ; ed oltre a ciò di
nelle loro assemblee commeltevano delitti in- porgerli un tributo per le cillà che possedeva
fami. Alla prima accusa Atenagora risponde fuori della Giudea ed una ricompensa per i
che i Cristiani non erano alei, perchè adora- danni recati nelle terre del re di Siria. Chie
vano un solo Dio in tre persone. Alle altre deva 500 talenti d'argento per le ricompense,
due obbiezioni risponde mostrando, che la vi- ed altri 500 per il tribulo. Simone rispose che
la, le leggi , i costumi de'Cristiani lontanissi- nulla aveva usurpalo che appartenesse al re,
mi sono dall'omicidio e dagl'infami delitli e che in quanto alle piazze richieste, esse era
di cui sono accusati. Dice ancora che il Verbo , no state prese dagli Ebrei per mettersi in sicu
il quale era stato da tutta l'eternità in Dio è ro dai mali continui che lor si facevano ; che
sorlito per fare e governare le cose. La secon- del resto era pronto a dare al re una somma di
da opera d'Atenagora é un trattalo della ri- 100 talenti per questi luoghi che aveva occu
surrezione dei morti. In questo traltalo egli palo. Alenobio ritornò sdegnato all'assedio di
prova che la risurrezione dei morti è credibi- Dora , dove era Antioco, e gli riferì la risposta
lissima: 1. pel fine che Dio si propose crean. di Simone. Aplioco inviò contro di lui Cende
do l'uomo, ch'è di farlo vivere elernamente : beo, che nulla fece di rimarchevole ; anzi ſu
2. per la natura stessa dell'uomo di corpo e disfallo e messo in fuga da due figliuoli di Si
d'anima composto . Alenagora era di molto in- mone . 1 Mac., 16 , 1 e seg. Cal .
gegno , d'eloquenza e profonda cognizione ATENOGENE. Contemporane o questo fer
de' più alti misteri di nostra religione. Soste- voroso cristiano diClemente Alessandrino , fece
nuti e ben concatenali sono i suoi ragiona. in ogni occasione vedere quella forza che pro
menti : regolare è il suo melodo ; ma troppo viene dalla grazia divina nella confessione del
diffuso e il suo stile e troppo da parentesi in- la fede di G. C. Egli mollo soffri per opera
terrollo. Le sue opere vennero stampale sepa- degli empii che vedevano in lui un opposilore
ralamente. La prima edizione col lesto greco acerrimo a’loro vizii , ed alle perverse loro
e colla traduzione lalina di Nannio, fu dala a massine ed all'iniqua loro dottrina ; e narra
Parigi nel 1541; la seconda parimenti in greco s. Basilio cbe egli mori nel fuoco . Prima di
e colla traduzione latina di Corrado Gesnero, a morire compose due inni, ; uno alla mattina,
Zurigo nel 1557. Furono poi inserite nella Bi . l'altro alla sera , che lascio quali ullime paro
. Ber .
blioteca de' Padri , ed in fine delle opere di s. le di congedo ai suoi discepoli
Giustino. Inutile è osservare che Sculleto s'in ATEO. E voce greca, composta dell ' « priva
ganno, attribuendo ad Atenagora dodici libri tiva , e di Osós , Dio, e lelleralmente significa
della sua vila , poichè Gesnero , all'autorilå senza Dio . Ateo propriamente è quegli che non
del quale ei si appoggia , nella sua Biblioteca riconosce alcun Dio, che ne nega l'esistenza.
all'arlicolo Alenagora, neppur ne parlò. La dollrina da cosloro professata dicesi alei
Met. SMO.
ATENE. San Paolo partito da Tessalonica Si riconoscono varie sorta di'atei , che ci fa
recossi alla cilià d'Atene dove con vertì molti - remo brevemente ad accennare.
alla ſede,fra i quali Dionigi Areopagita ed una La prima divisione degli atei comprendedue
donna per nome Damaride predicando nell'A- generi: il primo di mente, il secondo di cuore .
reopago il Dio ignoto ; ma il paganesimo troppo Gli atei di mente dividonsi in quattro classi :
profondamente era in questa città radicalo, e la prima , come dice il Vossio , lib. 1 , de orig .
Ja fede pochi anni dopo si eslipse, nè vi ſu idololatr ., abbraccia quelli che giur.sero a tan
stabilmente fondata che verso la metà del II toda credere che Dio non vi sia per qualche tem .
secolo. Alene era allora nel temporale metro- po . La seconda è di coloro che confessano Dio ,
poli di tutta l'Allica , ma nello spirituale era ina non lo onorano , e negano l'esistenza disua
solloposta a Corinto . Verso ai tempi di Fozio Provvidenza , o se l'onorano,'fanno ciò in ri
508 ATER - ATHACH
guardo all'eccellenza della sua nalura, non ed altri narrano alcuni filosofi doversi porre
badando di attendere da lui le grazie e le be- fra gli alei , ciò avvenne perchè negavano gli
neficenze. La terza comprende quelli che di . Dei delle nazioni , non perché abbiano ignoralo
cono che Dio altende alle gravi faccende, ma propriamente lddio. Imperciocchè, se difficil
non si prende cura delle minule. L'ultima è mente, come dice Tullio, si può trovare una
di coloro che adorano Dio come Dio di questa nazione cosi barbara ed instupidita , la quale
vita, non come rimuneratore della vita futura; non conosca Dio, si può forse ragionevolmente
e questa ſu opinione dei Sadducei. Bayle dice, presumere che taluno dei filosofi sia stato cosi
de comel. S 177 , che si distinguono due generi accecato da mancare della notizia della Divini
di alei ; altri che incominciano a dubitare di là ? Diciamo adunque che alei di mente nè ve
Dio, altri che vivono nel dubbio . ne furono, nè si possono ritrovarne. Se i dotti
Se lali divisioni sieno esalle non è da noi ed i sapienli , oltre l'innato istinlo e la cogni
l'esaminarlo. Quello che meglio ci giova è di zione della natura che ovunque predica una
osservare se vi sieno stali propriamente di Divinità ancorchè nol volessero, sono tratti dal
quelli che abbiano negato Iddio. Cicerone, nel lume delle scienze a confessar Dio ; se i rustici
libro de Nat. Dcor., asserisce, che Protagora e gli ebeti , e per la insita nolizia della natura
dubitò della esistenza degli Dei, che Diagora e pell'universale concorso venerano Dio , ed
slabili non esservene alcuno, e cosi la pensó anzi lo invocano nei loro dolori , convien dire,
parimenti qualche altro. che se anche taluni vi fossero , i quali si sfor
Quantunque si concedesse che alcuni filoso- zassero di negare Dio, non perciò sarebbero da
fi, e pochi altri , come Eumero e Diogene Frigio , riputarsi atei di mente, ma solo di cuore.
abbiano esclusi gli Dei dal mondo, che cosa ne Perlanto , quantunque non ammettiamo po
segue ? Si dovrebbero forse stimare posti a pa- tersi ritrovare alei del primo genere, i quali
raggio di una infinita moltitudine, e di tulli ned ascoltino la voce della nalura , che predica
i popoli che hanno confessato la Divinilà ? ovunque la Divinità , nè veggano nello specchio
Negbiamo poi che anche i pochi già menziona. di questo universo il supremo Arleſice, lullavia
ti sieno da ascriversi nel numero degli atei . confessiamo, esservene mollissini del secondo
Imperciocchè come la ragione e l'autorità ne genere, cioè alei di cuore. La Scrittura di que
dimostrano, spesse volte i filosofi, i quali deri- sti favella nel salmo decimolerzo: Dixil insi
devano i numi delle nazioni e li negavano, si piens in corde suo : non cst Deus. Quanto più
chiamarono da prima alei dai Gentili , poidai gli uomini perversi si rivolgono nel lezzo del
Cristiani, perchè cosi leggevano nei libri dei vizio, e lasciano sciolta la briglia ai loro ap
Gentili . Tra i molti esempi che si potrebbero petiti , si studiano di profondarsi laulo più
riferire, uno solo ne accenneremo. Anassagora, nel baratro dell'empietà . Ma per quantunque
accusato da Cleone di chiamare il Sole che ve . facciano onde rimuovere da sé con ogni sorta
niva adorato dagli Aleniesi, un ferro arroven- di azioni la cognizione di Dio, e con le labbra
tato e di fuoco, fu condannalo alla multa di avvelenate lo bestemmino e lo neghino, non
cinque talenti ed all'esilio. Eppure Plutarco mai pero giungono nè potranno giungere al
scrisse che Anassagora credeva una divinità. loro divisamento. AA .
Che diremo di Socrate ? Non fu forse condan ATER, capo di una famiglia, discesa da Eze
pato a morire di veleno dagli Ateniesi, perché chia , ovvero Jezechia , i cui individui ritorna
accusato di empielà da Anito , Melito e Li rono in numero di 98 dalla schiavilu con Zo
cone? Eppure egli è certo che Socrate confesso robabele. Cal.
ed adoro un Dio, quantunque rigeltasse gli ATERGATA. Si legge nel lesto greco del !
Dei del popolo come vani simulacri . Che più ? libro dei Maccabei al capo 12, che Giuda ri
Gli stessi Cristiani erano stimati alei dai Gen- tornò a Carpio ed al tempio di Atergata, ed
tili , poichè riprovavano i loro dei , come atte- nccise 25000 uomini . Atergata è una divinità ,
sla s. Giustino Martire nella seconda sua Apo- e forse la stessa che Aslarte. Cal .
logia . Alla ragione è ancora conforme non ATERSATA. Soprannome di Neemia . Il
esservi stati fra i filosofi veri alei di pensiero. Esdr. 8, 9. V. anche Neemia.
Imperciocchè se niuno può guardare il cielo ATHACH , cillà della tribù di Giuda, ai cui
senza conoscerne l'Artefice , se nazione non anziani , come a quelli d'altre cillà di Giuda ,
havvi feroce così che sia priya aſfalto della Davide mandò parle della preda da lui falla
cognizione di un nume, come può succedere sugli Amalecili , dopo il saccheggio commesso
che uomini illuminati dalle scienze abbiano da questo popolo a danno di Siceleg. 1 Reg .
Degalo la divinila ? Che se Tullio , se Lacrzio cap . 30.
ATHAIAS - ATTACANTO 509
ATTACH è pome anche dell'eunuco, che As. di pino, d'alloro, d'olivo : d'altre prerogative
suero avea dato per ministro ad Ester, e ch'el. ancora godevano : erano esenti dalle cariche
la mandò a Mardocheo, per sapere la ragione pubbliche, avevano statue erelte nella cillå, e
per cui ei vestiya di sacco ed era afflillo. Esth ., venivano anche condotti in trionfo. Origina
cap . 4. Cal . riamente l'onore della villoria era il solo prez
ATHAIAS , giudeo, figlio di Aziam , cui loc zo dei vincitori , e si osserva che i primi atleti
cò dimorare in Gerusalemme dopo il ritorno vivevano una vita molto più frugale e laborio
dalla schiavitù . Cal. sa che non fu quella dei successivi. Mic.
ATHALAI , figlio di Bebai, ripudiò sua mo ATMATA , città della tribù di Giuda. Jos.
glie perché questa non era Israelita , dopo il ri. 15 , 54. Nel testo greco del primo libro dei Re
torno dalla schiavitù . Esdr. 10,28. parlasi di una cillà di nome Themath ovvero
ATHALIA , padre d'Isaia, discendente d'A- Thamath . San Girolarno parla di Thabalh pa
lam ovvero Elam. Cal. tria di s. Jlarione, a cinque miglia da Gaza
ATHALIA. V. Atalia. verso mezzodì . Niceforo , chela cbiama Theba
ATHANAI , levita, uno degli antenati d'A- se, la mette a quindici miglia dalla stessa cillå
saph , musico al tempo di Davide. Cal. di Gaza, donde si può credere che sia la stessa
ATHAR , città della tribù di Simeone. San che Alhmatha. Mic.
Girolamo parla di un luogo dello Alharus ATOCHIANI . Setta di eretici comparsa nel
qualtro miglia da Samaria verso settentrione ; secolo lerzo. Costoro stoltamente ed assurda
ma questo è troppo lontano dalla tribù di Sie menle asserivano che l'anima muore col cor.
meone perchè ad essa appartenesse. Io credo po ; ed iniquamente spacciavano non esservi
che Athar sia la stessa che Elher ovvero Je- differenza alcuna fra i peccati.
ther che fu data alla tribù di Giuda , ed in ap ATRIO. Dei due atrii del tempio di Salomo
presso a quella di Simeone. Ora Elher o Je- ne, quello cioè del popolo e quello dei sacerdo
ther al tempo di Eusebio e di s. Girolamo era ti, sarà tenuta parola nella descrizione che si
una grossa borgata a diciolto miglia da Eleute- farà di quel tenipio medesimo. V. Tempio.
ropoli , nella parte più meridionale di Giuda ATTACANTO od A TAVANTI( PAOLO ). Questo
verso Malatis . Mic. monaco dell'ordine dei Serviti sommamente è
ATALONE . Città vescovile d'Irlanda sotto meritevole di encomi per quella scienza che lo
la metropoli di Toum . N , E. distinse, perciocchè come entro in religione
ATLETA . Spesso parlasi degli atleti nella nell'anno 1427 , tali e tanti progressi fece nel
Scrittura dopo lo stabilimento della monar- sapere da divenire in breve tempo grammatico,
chia dei Greci in Oriente. Prima di questo oralore, cosmografo, cronografo, teologo, giure
tempo nè gli atleti , ned i giuochi in cui si consulto rinomatissimo. Tanta era la sua elo
esercitavano erano conosciuti. Gli atleti era- quenza,che Marsilio Ficino ebbe ad esclamare
no uomini che facevano grandi esercizii o per per ammirazione, sentendolo: «L'eloquenza del
proprio piacere, o per motivo di salute, o per nostro Paolo non è meno possente dei canti
comparire nei giuochi pubblici,o per riportare d'Orfeo ad animare ed a trarsi dietro i sassi .»
il premio e le corone proposte. Molti erano i Ma il suo sapere non si limitò nel dar lezioni
giuocbi , ma sei si annoveravano fra i prin- e consigli, egli compose ancor delle opere che
cipali . La vita degli atleti era laboriosissima, altestano la verità di quanto abbiamo asseri
e si astenevano da ogni delicatezza, e special. to. Queste sono, perciò che si addice alla ma
mente dall'uso del matrimonio. A questo fa teria da noi trallata: 1. Breviarium decreti, de
allusione s. Paolo, quando scrivendo la prima crelalium , sexli et clementinarum . 2. Thesau
volta ai Corintii dice : Qui in sladio curril, ab rus concionatorum, che è un volume di pre
omnibus se abslinet, Egli fa ancora sovente al- diche per la quaresima. 3. Commentar. in duo
lusione ai loro esercizii ed alle loro ricom : decim prophelas minores, in Apocalypsim s .
pense. Gli alleti che facevano professione di Johannis. 4. Sermones de sanclis. 5. La spiega
imparare e di esercitare ciò che facevasi nei zione dell'orazione domenicale. 6. La spiega
pubblici giuochi, conducevano una vita mo- zione dei selle salmi penilenziali. 7. Una spie
deratissima, entravano da giovani nei gin- gazione delle Litanie, ecc. ecc. Ric.
nasii, soffrivano il freddo ed il caldo, vive ATTACANTO od AravẠYTI(Giacomo).Que
vano quasi continuamente nella fatica, si aste- slo pure era servila, e distinto per ingegno e
nevano dai piaceri, dal vino, dal troppo man . per iscienza. Sono rinomate le tesi che sostenne
giare e da lullo ciò che concorreva ad indebo. nei capitoli generali del suo ordine a Verona,
lirli . Le ricompense erano corone di quercia , a Firenze, a Cesena ed a Bologna; non che le
510 ATTALIA - ATTEMISTI
lezioni di leologia ch'egli diede qual profes- dell'esempio una penetrazione ed una intelli .
sore nell'universilà di Pisa . Eleito generale del genza straordinaria nella soluzione delle difti
suo ordine, saviamente lo governo e l'accrcb- coltà che gli venivano proposte. Mori ricco di
be, fondando vari conventi nell'Italia e nella merili il 10 marzo dell'anno 627. Bai.
Alemagna. I volumi che rimangono di lui, i ATTARDO ( PIETRO ). Prete dell'Oratorio ,
quali traltano delle ore canoniche, dei rili di cosi amante degli studi, che il suo dormire,
seppellire i cadaveri, dell'origine di sua reli- che era sempre scarsissimo, mai avveniva se
giosa famiglia , del modo di conservare la sani- non poggiando la tesla sui libri. Dolato di me
tie, della coscienza ecc. dichiarano apertamente moria tenacissima, quanto leggeva ei riteneva,
come lo studio fosse suo principale diletto, e per cui col suo vasto sapere si merilo la più
come in mezzo alle brevi sue occupazioni ritro- distinta stima , e divenne carissimo a France
vasse dende ricreare con tale via il suo spirilo, -sco Maria Ricci vescovo di Agrigento, dal qua
ed arricchire se stesso di cogniziovi. Ric. le fu impiegato negli affari più importanti e
ATTALIA, ciltà marittima della Panfilia, difficili del suo vescovado. Nè questo solo pre
ora della Sallaliu nell'Asia Minore, dove da lato altamente stimo il nostro Altardo, ma di
Perge recaronsi a predicare i sanli apostoli quanti mai lo conobbero, di lanti ottenne i
e Barnaba , quivi imbarcandosi per An- più veraci attestati di affelto. Atlardo viveva
tiochia . Acl. 14 , 24 e 25. ancora nel 1714 , quando Mongitore scriveva di
ATTALO , re di Pergamo. Molli sono i redi lui : «Vive ancora questo raro ed esimio perso
Pergamno di questo nome ; quello però di cui naggio : governa con generale applauso questa
traltasi nel primo libro dei Maccabei, ed a nostra provincia ; ed a lui da tutte le parli
cui scrissero i Romani in favore degli Ebrei , è della diocesi quasi all'oracolo delle scienze e
Allalo soprannominalo Filadelfo, che governa- della saggezza incessantemente ricorresi . Se
va il regno in luogo di suo nipote Attalo JII l'umiltà sua e la modestia non glielo impe
Filomelore, figlio di Eumene, re di Pergamo. dissero, ben gli arricchirebbe di sue produzio
Questi lasciò il popolo romano erede dei suoi ni il mondo lelterario ; poichè, come diceva a
beni, lo che fu inteso del suo regno. L'arrivo suo omaggio il vescovo Francesco Ricci , seb
degli ambasciatori ebrei a Roma per rinnova- bene numerosi sieno in Roma i sapienti, cia
re l'alleanza, in conseguenza di che il senato scuno in un genere particolare, Pietro si estol
romano scrisse ad Allalo, si pone nell'anno le e risplende in lutti i generi , e tulli sembra
del mondo 3863 , ed Allalo Filadelſo aveva in- avanzarli per la sublimilà e la varielà di sue
cominciato a governare nell'anno 3845. Go- cognizioni universali, » Abbiamo tullavia di
vernò per 21 anno , e rilornò il regno a suo questo dolto e saggio uomo, che fu generale di
nipote Filomelore l’anno 3866. Questi mori sua congregazione, che il cardinale Leandro
senza figli pel 3871 , av. G. C. 129. Mig . Colloredi consullava sovente sulle difficoltà
ATTALO (S. ), uno dei santi martiri di Lio- che nella penitenzieria gli occorrevano, che
ne. V. Potino (S.). Francesco Ramieri vescovo di Agrigenlo elesse
ATTALO od Attalas od Attala (S. ) di a suo vicario generale, abbiamo, diceva, alcune
Borgogua. Fu questi sollo la direzione di s. opere, cioè: Conslilulioncs diocesanae synodi ib
Colombano, da cui era leneramenle amalo, e bust, et reverend . D. Francisci Ramirey ecc.
del quale fu discepolo e compagno nella dis. 2. Lecliones el antiphonae S. Gregorii el S.
grazia cui andò soggelto, apprendendo il mo- Gerlandi eoc . 3, Argomenti sulle lettere spi
do con cui devesi veramente esercitare la vir- riluali della vet serva di Dio suor Maria
li , e per qual via crescere nella perfezione. Già Crocifissa della Concezione dell'ordine di S.
sappiamo che s . Colombano aveva fondato il Benedetlo, ecc. Ric.
monastero di Bobbio ; a questo lasciò al suo ATTEMIST ). Nome di una sella olandese,
morire Allalo per direllore , lo che avvenne cosi chiamata da Ponziano Van Hallem , prele
nell'anno 610. Fermo del mantenimenlo della proleslanle della provincia di Zelanda verso la
disciplina monaslica, fu intera sua cura che fine del secolo decimosettimo, il quale peraver
mai avesse a decadere, la qual cosa noa polen . adollale le dottrine di Spinosa, fu rimosso dal
dosi sostenere da alcupi de' suoi monaci, lo suo ufficio pastorale. ] Verscoristi e gli Alte
abbandonarono , ritirandosi in altre parti , ma misli somigliano fra loro nei sistemi religiosi,
nella morte di alcuni di loro scorgendo la pu- quanlunque non tanto perfettamente da for
nizione del Signore, i superstili fecero ritorno mare una sola comunione. I fondatori di que
ad Allalo, per la cui virtù la disciplina diven- ste selle dedussero dalla dottrinadeidecreti as
ne foridissima, aceoppiando egli all'eſticacia soluli un sistema di necessità falale ed irresi.
ATTENDITE - ATTESTATO 511
slibile ; negavano la differenza fra il bene ed il do ritiene che sia stato scrillo nell'occasio
male morale , e la corruzione della natura uma ne che l'arca fu trasportala da Silo in Geru
na : e concludevano che l'uman genere non salemme.
è obbligato per niun conlo a regolare i propri Due sono le cose che concorrono a dimostra
costumi , a migliorare lo spirito e ad obbedire re che questo salmo non appartiene a Davi
alle leggi divine ; che tutta la religione consisteva de, ma che fu composto dopo la divisione di
non nell'agire, ma nel soffrire : e che tutti i pre. Efraimo da Giuda . La prima, che al versello
celli di Gesù Cristo si potevano ridurre a quea 69 si tiene discorso del tempio come già esi
sto solo di sopportare con alacrilà e pazienza stente ; l'altra che in esso si manifesta l'ido
gli eventi che cirisguardano per divina volon- latria di Efraimo, e si dimostra che questa sia
tà , e mettere tulto il nostro studio unico e co stata come la cagione per cui fu rimosso dal
stante per conservare una permanente tran- governo, lo che non sarebbesi dello prima che
quillità di spirito. Gli Attemisti affermano di esso si fosse separato da Giuda. GAL .
più , che Cristo non fece espiazione dei peccati ATTENUAZIONE, figura della rellorica e
degli uomini colla sua morte, ma che aveva braica, per la quale si adoperano espressioni
soltanto proposto colla sua mediazione, che più deboli che non esiga il soggelto. Questa è
nulla fosse in noi che potesse offendere la sua opposta all'iperbole. Mig .
divinità. Sembra impossibile con tanta erro ATTENZIONE è una volontaria applica
neità di dottrina e tanta perfidia di massime zione dell'animo a ciò che si fa , come, a ca
potessero uscire dalle labbra di uomini ragio- gion diesempio, l'attenzione alla orazione, che
nevoli , mentre brillano a pien meriggio le ve. é od esterna, quando si allende solamente al
rità della religione di Gesù Cristo, ed incon- proferire le parole, od interna, quando si at
trastabili sono le prove della loro autenticità . tende al senso delle parole.
Altriassurdi ai sopraddetti funesliecondanna In quattro sorta l'altenzione si divide, cioè:
bili precetti questi empi aggiungevano, i quali attuale, virtuale , abituale ed interpretativa.
ad altro non tendevano che ad immergere l'uo L'attenzione attuale è la presente applica
mo nella iniquilà e nella colpa. Enc zione dell'animo a ciò che si fa, per la qual
ATTENDITE, popute meus , legem meam . cosa la mente pensa nello stesso momento in
Cosi incomincia il Salmo settuagesimosettimo, cui l'atto esterno viene prodotlo.
il quale contiene una enumerazione dei prin L'attenzione virtuale è l'applicazione del
cipali effelli della divina bontà verso il suo l'animo ad opus non actu , dice il Paluano, sul
popolo, incominciando ad annoverarli dall'u- virlule remanet cx actuali prachabila non re
scita dell'Egillo sino al regno di Davide. vocata .
Il litolo di questo salmo è Intellectus Asaph ; L'attenzione abituale è una propensione di
donde alcuni interpreti deducono che questo allendere a qualche cosa derivata dalla fre
salmo sia stato composto per essere cantalo quenza degli alti ; cosi che se si fosse pensato
dal coro dei cantori del tempio, di cui Asaph intorno alle cose che si fa da principio, la ne
era ca po , ovvero, come altri vogliono , che sia cessaria altenzione non si sarebbe ommessa ,
stato composto dallo stesso Asaph. Non man- Asseriscono i teologi che l'attenzione alluale
cano di quelli che lo altribuiscono a Davide, e virtuale sono necessarie affinchè una qualche
e dicono che questo re lo abbia composto col azione dir si possa volontaria ; l'abituale però
fine di dimostrare quel diritto che aveva la non è nè umana, nè segue la ragione , ned è
sua famiglia al regno sopra tutte le altre tri- sufficiente ad adempire qualchedovere ... come
bù, e specialmente sopra la famiglia d'Efrai. se un notta mbulo camminando recitasse alcu
mo, che dopo quella di Giuda era la più nu na delle ore canoniche.
merosa e la più forte, e chedopo Giosuè aveva Finalmente l'attenzione interprelaliva , dice
sempre avuto il possesso del tabernacolo e del- lo stesso Paluano, è un'applicazione dell'ani
J'arca del Signore. Ma il Signore avendo elelto mo ad opus non in se, sed in alio tamquum
Davide onde governasse il suo popolo, ed a conlinente, vcl causa . Tale si è quella che pen
vendo dichiarato che Sionne era il luogo di sua sa di aver talino pregando e ponendo atten
dimora e del suo tempio , Efraimo decadde zione alle parole che profferisce distintamente
dal suo dirillo. Vi sono di quelli che riferisco- ed altentamente. Scar .
no questo salmo ai tempi di Ezechia e d'Isaia . ATTESTATO DI VITA , COSTUMI E SCIENZA .
I padri lo spiegano in un senso morale, come è questa una testimonianza la quale deve es
contenente documenti di Gesù Cristo alla sua sere rilasciala dal superiore di un cherico or
Chiesa, o di Dio Padre alla sinagoga. Ferran- dinando , siccome prova ch'egli si diportò du
512 ATTESTATO -ATTI DEGLI APOSTOLI
rante il suo tirocinio da meritare di essere comporre gli Alti , stato sia di opporre una ve
promosso agli ordini sacri . Quindi è che spe- ra storia degli Apostoli e della fondazione della
cialmente i reverendi parrochi devono avere Chiesa, ai falsi Alli ed alle false storie che si in
grande attenzione onde non lasciarsi sorpren- cominciava a diffondere. La Chiesa fece cost
dere da un qualche affetto particolare verso gran calcolo della fedeltà e dei lumi di questo
taluno dei loro soggetti ecclesiastici, aſfinchè santo Evangelista, che elimino tutli gli altri
per la loro accellazione di persona non entri. alli degli Apostoli , che comparvero prima e
no nell'ovile di Gesù Cristo quelli che non dopo di lui, per adottare quelli soltanto.
diedero i segni di una vera vocazione ; ricor S'ignora il tempo preciso in cui s. Luca
dandosi che sarebbero essi responsabili innan . compose il libro degli Atti ; credesi che ciò fa
zi a Dio ed agli uomini , di quanto di male cesse dopo il suo Evangelio, e che non li abbia
potrebbe avvenire per uno di questi attestati poluli scrivere se non due anni dopo il sog.
rilasciato senza la verità. MER . giorno che s. Paolo fece a Roma nel primo
ATTESTATO RISPETTO AL BENEFIZII ECCLE- viaggio, cioè verso l'anno 62 ovvero 63 dell'era
siastici . Nel conclave dell'anno 1700, nel volgare, poichè s. Luca vi parla di questo
quale fu eletlo massimo Pontefice Clemente XI , viaggio e di questo soggiorno. Può averli scrilli
si denotò che d'allora in ap non si am in Roma essendo vicino a s. Paolo, durante la
metterebbero a Roma rassegne di parrocchie o sua prigionia, poichè s. Luca slelte sempre
di benefizii curati o soggetti a residenza , se al- dappresso s . Paolo, finchè fu posto in libertà .
la procura ad resignandum non vi fosse unito Alcuni autori pretesero che s . Luca abbia
un certificato del vescovo comprovante la vita , scritto i suoi Alti in Alessandria, ma il Mi
i costumi e la scienza del rassegnatario. chaelis , nella sua Introduzione al Nuovo Te.
Gli altestati dei vescovi diocesani sono pu- stamento, dice essere impossibile determinare
re indispensabili ai preti per celebrare la mes- sia percorso uno spazio di tempo lungo o bre
sa in altre diocesi, e sopra questa materia ve dall'epoca in cui compose il Vangelo a
con viene scrupolosamente attenersi ai decreti quella in cui scrisse gli Alli, e cosi pure nulla
che nelle singole diocesi sono emanali . si può determinare sul luogo ; anzi dalle e
MER . spressioni di s. Luca al capo 28, 6, si può de.
ATTI degli APOSTOLI , libro canonico del venire all'opinione che non in Alessandria ,
Nuovo Testamento, che contiene una gran ma in Roma gli abbia scrilti . V. Tom . 3, pa
parte della vila di s. Pietro e di s. Paolo, gina 407 .
incominciando dall'Ascensione del Salvatore, San Luca scrisse la sua opera in greco, e la
sino all'arrivo di s. Paolo a Roma , quando lingua ch'egli usa è più pura ed elegante di
appello a Cesare : cioè questo libro racchiude quella adoperata dagli altri autori del Nuovo
una storia di ventollo o trent'anni. San Luca Testamento. Sant'Epifanio dice che questo li
fu sempre tenuto per autore degli Alti . Depo bro fu tradollo dagli Ebionili in ebreo, cioè
che egli descrisse nel suo evangelio le azioni in siriaco, ch'era la lingua usata dagli Ebrei
di Gesù Cristo, volle lasciare alla Chiesa la della Palestina. Ma questi eretici li corrup
vita e le azioni dei primi Apostoli , e la manie- pero mescendovi molte falsità ed empietà in
ra maravigliosa , con cui lo Spirito Santo ave- giuriose alla memoria degli Apostoli.San Giro .
va formato la Chiesa , che Gesù Cristo aveva lamo assicura che un certo prete dell'Asia ag.
col suo sangue ricomperata . giunse ai veri Aili i viaggi di s . Paolo, di santa
Ecumenio chiama gli Atti l'Evangelio dello Tecla , e la storia di un ballesimo dato ad un
Spirilo Santo ed il Crisostomo l'Evangelio del leone. Terlulliano narra che s. Giovanni E
la risurrezione del Sulvalore, ovvero l'Evan- vangelista avendo convinto questo prete di
gelio di Gesù Cristo risuscitato. Nella vita e avere allerato la verilà in questo racconto ,
predicazione degli Apostoli vi discopriamo la egli si scusò dicendo che lo aveva fatto per l'a
più gran meraviglia della potenza dello Spiri- more che portava a s. Paolo .
to Santo, e nei primi fedeli il più eccellente Il libro degli Alli passò sempre come cano
modello della vita cristiana ; dimodochè in nico nella Chiesa. I Marcioniti, i Maoichei ed
quest'opera , nella quale pare che s. Luca ci allri eretici lo rigellano, perchè vi trovano i
racconti una semplice storia , questo divin me- loro errori troppo distintamente condannati .
dico invece ci offre altrettanti rimedii proprii Sant'Agostino dice che la Chiesa riconosce con
a guarire le malattie dell'anima postra , come edificazione quest'opera , e che la legge ogni
si esprime s. Girolamo. anno nella radunanza dei fedeli. Il Crisostomo
Sicrede che il principal disegno di s . Luca nel si lamenta che al suo tempo questo libro fosse
ATTI DEL CONCISTORO - ATTI DIVINI ED UNANI 513
poco conosciuto, e si trascurasse troppo la stessi, due facoltà o due potenze ; cioè l'intel
Hetlura. letto e la volontà, e gli alti successivi.
Altri sono i libri che portano il nome di At Dobbiamo distinguere gli alli interni chia
ti , come : 1. Gli Alli degli Apostoli apocriſi, mati ab intra, e gli esterni detti ab extra, co
altribuili ad un certo Abdia preteso vescovo di me usano i Scolastici . Dio conosce sè stesso
Babilonia, opera non aplica nè autenlica , e ed ama sè stesso ; questi sono alti veramente
che dimostra chiaramente l'impostura del suo interiori , che nulla producono fuori di Dio.
autore. 2. Alli dis . Pietro, cioè, con altro nome, Ma Dio volle creare il mondo: questo alto pe
Periodi Petri, opera piena di favole e di stra- rò di volontà si chiama esteriore, essendo un
vaganze, uscite in origine dalla scuola degli E. prodotto realmente distinto da Dio. L'atto os
biopili . 3. Alli di s. Paolo, composti dopo la sia il decreto è eterno : ma il suo effetlo in
morte di questo Apostolo qual supplemento a cominciò col lempo . Siccome nell'uomo un
quanto s. Luca non aveva dello di lui dopo pensiero, un desiderio sono alli interiori; una
il secondo anno del suo viaggio a Roma sino parola, un movimento, una preghiera, un'ele
alla fine di sua vita . Questo libro è interamen- mosina sono alli esteriori e sensibili . I primi
te perdało. Eusebio che l'aveva veduto, ne sono appellali dagli Scolastici atti immanenti
parla come di una cosa supposta e senza au od elicili ; i secondi alli passeggieri e im .
torità . 4. Alli di s . Giovanni Evangelista , cono- perali.
sciuti in s. Epifanio ed in s . Agostino, e con . Si distinguono gli alli necessari dai liberi.
tenenti storie incredibili di questo santo Apo- Dio ama sè stesso necessariamente ; ma libe
stolo. Usavano di questo libro gli Encratiti , i ramente volle creare il mondo : ed egli avreb
Manichei e i Priscillianisti . 5. Alli di s. An- be poluto non volerlo, e non crearlo. L'intimo
drea , conosciuti in s . Agostino, e ricevuti dai senso ci convince che noi stessi siamo capaci di
Manichei, erano differenti da quelli cheabbia- due specie di alti , e che avvi una essenziale
mo al presente solto il nome dei preti di Aca. differenza fra essi .
ia . I Manichei , gli Encratiti egli Apotattici ne La necessità di esporre il mistero della SS .
usavano , secondo la testimonianza di s. Epifa. Trinità obbligo i leologi ad appellare in Dio
bio. 6. Sono parimenti apocrifi' gli Alli di s. alli essenziali le operazioni comuni alle tre
Tommaso, di cui si servivano i Manichei ; divine persone, come la creazione ; alli nozio
quelli di s . Filippo, usati dai Gnostici , ed in nali, o nozioni, le azioni che servono a carat
fine quelli di s . Mallia, da tutti i critici riget- terizzare queste personee a distinguerle. Quin
tali . Mig. di la generazione attiva è l'allo nozionale del
ATTI DEI. CONCISTORO. Acta consistorii. Que. Padre ; la spirazioneattiva è propria del Pa
sli altro non sonoche le determinazioni , le ri- dre e del Figliuolo ; la processione è propria
soluzioni pubbliche, che sono posle nei regi. unicamente dello Spirito Santo.
siri , nel qual caso si chiamano Alli pubblici, Erano ben capaci i leologi d'invenlare ter
come sono gli atti dei concilii, ecc. mini più adequati ; ma pensando solo alla
Alti concistoriali si dimandano anche i de- materia ed alla brevilà , non esaminarono i ter
creti di una congregazione composta di cardi- mini per renderli più chiari. Si potrebbe usare
nali e di vescovi di Roma, detta concistoro, e la distinzione di alli essenziali e personali. Es
principalmente incaricala a sopraintendere aló sendo adoperate, come bene riflette Bergier,
ia costituzione, qualità , traslazioni e bisogni quelle soltili distinzioni per la necessaria pre
delle sedi vescovili . Ric. cisione del leologico linguaggio, per evitare gli
ATTI DIVINI ED UMANI . Usano i teologi que. errori e prevenire i fraudolenti equivoci degli
sti termini di allo ed azione rapporto a Dio e eretici ; si otterrà tutto ciò più agevolmente,
rapporto agli uomini , ma con diverso significa- usando di maggiore chiarezza, somministrata
10. Dicono che Dio è un vero alto puro, cioè da altri termini più adequati .
che in Dio non si può supporre una potenza Noi distinguiamo in noi stessi gli alti spon
di operare , la quale abbia realmente esislilo tanei, cioè indeliberati e non riflettuti, come è
prima dell'azione. Egli è eterno e perfello; l'azione di stendere il braccio per non cadere ;
non può acquistare cosa , che muti lo stato di gli atti volontarii non brevi , come la brama
lui , e lo renda diverso da quello ch'era. di mangiare, allorchè proviamo la sensazione
Ma siccome non possiamo noi nė concepire della fame, l'amore al bene in genere ; e gli
nè esprimere gli attribuli e le azioni di Dio, alli liberi che facciamo con riflessione e deli
se non per analogia alle nostre , siamo perciò berazione. Questi ultimi soltanto sono impu
costrelli di distinguere in Dio, siccome in noi tabili : essendo i soli moralmente buoni e cat
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc. VIII. 65
514 ATTI - ATTIGN
livi , degni di ricompensa e di gastigo. Sono sua giovenlù alla scuola dei Macedoniani , co
appellati dai moralisli alli umani perchè sono me conobbe il loro errore, ritornò alla Chiesa
propri dell'uomo, e gli alti spontanei sono cattolica . Ordinato sacerdole a Costantinopoli ,
detti alli dell'uomo, perchè egli li produce, ben- si collegó ai nemici del grande Crisostomo ,
ché ne sembrino capaci anche i bruti . Gli alli ed alla morte d'Arsace occupò quella sede.
puramente volontarii sono da noi chiamali Espulso dalla comunione dei vescovi occiden
movimenti, sentimenli, anzichè azioni. tali perchè aveva contribuito alla condanna di
Gli alli umani, ossia liberi, sono principal . S. Giovanni Crisostomo , e per non averlo volu
mente considerati dai teologi rapporto alla to scrivere nei dittici non fu riaccollo se non
legge di Dio, che li comanda o li viela, che dopo che ebbe al suo fallo posto riparo e scrit
li approva o li condanna ; e sotlo questo rap . to nei dillici il nome dell'illustre Patriarca.
porio sono o buoni o callivi, sono peccati od Secondo gli storici , Allico era d'ingegno me
opere buone . diocre , ma dotato di molta saggezza e pru .
Ma vi è questione se vi possano essere atlidenza, ed anche la carità e la beneficenza era
indifferenti, che moralmente non sieno nè buo- no sue virlù predilette. Abbiamo qualche scrit.
ni nè malvagi . Sembraci difficile riconoscerne lo di lui citato da Teodoreto, come una lettera
alcun rapporto ai Cristiani, perchè non è mai ad Eupsichio sulla incarnazione , un'altra a
indifferente alla salute ed alla propria vera fe s . Cirillo Alessandrino onde persuaderlo a ri
Jicilà il perdere il merito di qualunque azione. mettere nei dittici il nome di s . Giovanni
Ora non v'ha alcun alto umano (non peccami. Crisostomo, come scorgesi nella risposta che vi
noso di sua natura) che esser non possa merito- fece Cirillo , citala nel quarto libro di Facondo,
rio per motivo e col concorso della grazia . Se- il quale ci fa osservare che quanto era Attico
condariamente, la divina legge non ci lascia moderato , altrettanto era ardente Cirillo a quel
in libertà di perdere il frullo di alcuna azione; riguardo. Gennadio attribuisce ad Altico un
mentre ci comanda di far lutto a gloria diDio. Jibro sulla ſede e la verginilà diretta alle prin
Terzo, la grazia , donata abbondantissima al cipesse figlie di Arcadio, nel quale viene anti
Cristiano, sicchè egli non può dirsi innocenle cipatamente condannato l'errore di Nestorio,
quando non opera all'aiuto della medesima. e s. Cirillo ne cita un passo nel suo libro alle
Dunque non vi può essere per il cristiano imperatrici, passo che insieme ad un altro fu
azione indifferente, se non per dilello di atten- ripetuto nel concilio di Efeso. Rio.
zione e di riflessione. Ant . ATTIDA, ciltà vescovile della diocesi di A
ATTI inoltre dicono i teologi certi movi . sia nella Frigia Pacaziana sotto la metropoli
menti interni dell'animo , che hanno per og - di Laodicea . Nor. Ecc.
gello la religione : quindi v'banno alti di fede, ATTIGNI ' , città della Sciampagna , diocesi
di speranza , ec. Un atto di fede è una protesta di Reims, nella quale si lennero i concilii se
che facciamo a Dio di credere alla sua parola ; guenti . GAL . CR.
per un alto di speranza gli diamo un attestato Attigni (Conc. d ') Allinianense, l'anno 765.
della confidenza che abbiamo nelle di lui pro- San Crodegando di Metz vi presedelte, assistito
messe ; un allo di carilà è una testimonianza da 27 vescovi e 17 abati . Ci rimane solo la
del nostro amore per lui . promessa reciproca, che si fecero , che quando
Noi siamo per cerlo tenuli di fare di quando un di loro fosse venuto a morte, ognun de
in quando questi atli ; ma per preoccupare gli gli altri farebbe recitare cento salteri e cele
scrupoli e le inquietudini delle anime semplici brar cento messe. Si trovano delle altre pro
dee riflettersi, che la realtà del simbolo è un messe di queslo genere nei Concilii di quel
allo di fede; che quando si dice : io credo la tempo.
vila elerna, questo è un allo di speranza ; che ATTIGNì ( Conc. d' ), l'anno 822. In questo
dicendo noi a Dio nella orazione domenicale ; concilio Luigi il Pio , per consiglio dei ve
sia santificalo il luo nome, o sia fulla la colon- scovi , e dei signori si riconcilio coi suoi tre
là lua, questi sono atti di amore di Dio. L'o- giovani fratelli Ugo, Drogone e Teodorico , cui
razione in generale è un alto di religione, di lor malgrado avea egli fatto radere. Siconfessò
confidenza in Dio, di sommessione alla sua pubblicamente di quest'azione, e del rigore
provvidenza, ecc . BERC. usato con suo nipote Bernardo re d'Italia , e
ATTI dei concilii , de' MARTIRI, DI PILATO. coll'abate Adelardo di Valla 'suo fratello : ne
V. Concilii, MARTIRI , Pilato. fece pubblica penitenza , proponendosi d'imi
ATTICO , patriarca di Costantinopoli, era tar quella dell'imperador Teodosio. Mostrò egli
palivo di Sebaste in Armenia . Educato nella allresì un gran desiderio di riformare tulligli
ATTIGNI' - ATTONE 513
ė
abusi introdotti per negligenza dei vescovi e alcune false decretali . Mollo maggiore però
dei signori , e confermò la regola dei Canoni- il buon senso e la penetrazione che mostra al
ci , e quella dei Monaci , ch'era stata fatta in lorachè inveisce contro alle prove abusive , e
Aquisgrana. soprattutto contro il duello . Quanto alla pro
Attigni (Conc . d ' ) , l'anno 870 nel mese di va del giuramento , era costume , in mancanza
maggio, composto di 30 vescovi di dieci pro- degli altri mezzi di giustificazione , non solo
vincie. Il re Carlo vi fu presente , e vi fece che l'accusato,quando anche fosse vescovo, si
giudicare Carlomano suo figlio , a cui tolse le purgasse egli stesso col giuramento , ma che se
sue abazie, e lo fece metter prigione in Sen- co lui si facessero giurare i suoi confratelli.
lis. E vero ch'egli derubava le chiese, e fa- Attone sostiene che, giusta il diritto naturale ,
ceva dei mali inauditi . Incmaro di Laon es- basta, per assolvere l'accusato, che non vi sie
sendo stato accusato di disobbedienza verso no prove raccolte contro di esso; e che è cosi
il re , fu obbligato a promettergli obbedienza , contrario alla ragione come al Vangelo il far
ed eziandio ad Incmaro di Reims. Ma egli poi giurare un uomo in questo caso sulla propria
si ritirò, e scrisse al Papa delle doglianze con sua innocenza, poichè ciò è giurare in vano , e
tro il re e contro l'arcivescovo suo zio , il un riputarlo colpevole, per mancanza di tro
che fece entrar in discordia il re col Papa, il vare degli zelanti che giurino per un infelice.
qual prese le parti del vescovo di Laon . Tom . La consuetudine in questo punto ha prevalso
8 Conc. , p . 1537 . contro il sentimento di Attone.
ATTINGENTI . Setta di eretici comparsi Nella seconda parte l'autore tratta della or
nel secolo ottavo, e conosciuti anche sotto i dinazione dei vescovi , e vivamente rimprove
nomi di Paoliciani o Paoli- Giovanili . Costorora i principi di quei tempi,i quali in dispregio
che seguivano gli errori dei Valentiniani o della Chiesa facevano della sola loro volontà
dei Manichei , adoperavano per formola nella regola delle elezioni .
battesimo queste parole : Ego sum aqua vi La terza parte che tratta dei beni eccle
va , e nella Eucaristia : Accipile et bibile. V. siastici, ci informa sino a qual segno era giun
PAOLICIANI . to il costume di saccheggiarli , alla morte od
ATTO (1l Beato), nativo di Firenze , se alla espulsione dei Prelati . Si votavano le ca
condo alcuni storici , dal monastero di Valo se, i luoghi ove si mettevano in serbo le bia
Jom brosa passò nel 1133 alla sede vescovile de, le cantine ; si vedevano perfino i frutti
di Pistoia. Per venti anni resse quella chiesa che si dovevano raccogliere , e tal volta gli
con tulta quella vigilanza che è propria di un stessi fondi , sotto il nome del futuro titola
buon pastore, nulla omettendo di ciò che po- re , la cui ordinazione veniva differita finchè
tesse o direttamente o indirettamente influire il tutto fosse consumato .
al bene dei suoi figliuoli. Ricco di meriti e Abbiamo altresi un capitolare di Attone
di virtù mori nel 1152 , lasciando alcuni simile a quello di Teodulfo di Orleans , cioè
scritti che versano specialmente intorno alla una istruzione generale pel popolo e pel cle
vita di alcuni santi personaggi , come sarebbero , estratta principalmente dai concilii . 1
la vita di s. Giovanni Gualberto fondatore bid. p . 1. Ivi si vede che tutti i sacerdoti , i
dell'ordine di Vallombrosa , quella di s. Ber- diaconi ed i suddiaconi dovevano sapere a
nardo abbate del monastero di s . Salva e ge- memoria la fede cattolica, secondo lo stile di
nerale di Vallombrosa , vescovo di Parma ecc . quel tempo , il simbolo attribuito a s . Ata
Un libro sulla traslazione delle reliquie e sui nasio ; che le conferenze dei parrochi e dei
miracoli dell'apostolo s . Giacomo ecc . cherici instituite nel secolo precedente , cioè
Bai . nel' ix , come apparisce dagli statuti sinoda
ATTONE DI VERCELLI , figlio di Aldegario . li di Ricolfo di Soissons, si facessero al prin
fu fatto vescovo di Vercelli nel 945 , e mori cipio di ogni mese , donde loro è derivato
verso il 960. Attone acquistossi molla cele- il nome di Calende . iamo altresi informati
brità colle sue opere, la più ragguardevole delle che le penitenze pubbliche venivano impo
quali è il suo trattato sui patimenti della ste il mercoledi delle ceneri. Il parroco de
Chiesa, diviso in tre parti. Nella prima , la serbava una nota in iscritto , e doveva at
quale riguarda il giudizio de' vescovi, sostie- tentamente osservare la condotta del peni
ne che i medesiminon possono essere condan- tente. Se vedeva in lui un fervore straor
nali che dal Papa , sebbene il concilio della dinario , oppure se lo trovava in pericolo
provincia possa istifuire il loro processo . Spi- di morte , doveva avvertirne il vescovo , ed
cil. tom . 8, pag. 44. Pretensione allora già co- in di lui assenza i cardinali, cioè , i sacerdoti
mune, ma che Atlone egualmente che gli altri della cattedrale , a fine di sollecitare l'assola
difensori di tali massime, non fonda che sopra zione.
516 ATTRIBUTO - ATTRIZIONE
In alcune altre istruzioni in forma di stici verso l'anno 1220 , secondo l'osserva
lettere sopra diversi argomenti di disciplina, zione del padre Morino . Avanti questo tempo
Attone proibisce ai suoi diocesani di far non si pensava a fare l'anatomia dei sen
festa il venerdi ad esempio dei Musulmani , timenti del peccatore , che sta al tribunale
e di credere ai segni del cielo , agli augurii della penitenza. Perciò non si sentiva allora
ed alle predizioni di alcuni ciarlatani , i il nome di Altrizionarii , nome applicato a
quali si spacciavano per profeti. Pretende che quelli : che dicono essere sufficiente il do
il figlioccio non possa sposare la figlia del lore concepito pel timor delle pene , senza
suo padrino . Spiega i nomi di sacerdotesse alcun motivo di amore di Dio, od a quelli
e di diaconesse, che si trovano in alcuni ca- che non esigono se non un amore naturale
noni , non tanto per l'antica consuetudine di Dio , o soltanto un timore dei mali natura
di impiegar le donne nella istruzione fami- li : opinioni condannate dai Papi e dal elero
gliare e nelle cerimonie del battesimo delle di Francia .
altre donne , quanto per l'uso comune di Il Concilio di Trento, parlando dell'attri
estendere alle mogli i titoli dei loro mariti , zione, alla Sessione 14 , cap. 4 , dichiara che
cioè di qualificare col nome di sacerdotes- se esclude la volontà di peccare, e sia con
se o di diaconesse le donne che i sacerdoti giunta colla speranza di ottenere il perdono
ed i diaconi avevano sposato prima della lo- dei peccati passati, è un dono di Dio , un mo
ro ordinazione . Apparisce da ciò , che la con- vimento dello Spirito Santo, e che dispone
tinenza dei cherici, ad onta delle tenebre il peccatore a ricevere la grazia nel Sacra
e dei disordini di questo secolo , vi era ri- mento della penitenza. Il sentimento più ri
guardata siccome prescritta e necessaria. cevuto intorno all'attrizione è, che non pos
Berc . sa bastare da sė per giustificare il peccatore ,
ATTRIBUTO . Allributum . Vocabolo teo se almeno non comprende un amore inizia
logico, il quale significa una perfezione in le di Dio , per cui il peccatore ami Dio co
Dio. I teologi distinguono molte sorta di cat- me fonte di ogni giustizia . Questa è la dot
tributi ; positivi, negativi, assoluti , relativi : trina del Concilio di Trento, Sess. 6 , cap . 6 ,
1. Positivi sono quelli che esprimonsi co’no- e dell'assemblea del clero di Francia del
mi affermativi, i quali notano in Dio una 1700 ; cioè il Concilio in questo luogo par
perfezione morale , per esempio la giustizia , lando della disposizione alla giustizia , dice :
la bontà . 2. Negativi sono quelli che si espri « Che il peccatore è utilmente mosso dal ti
mono con nomi , che rimuovono da Dio qual- more della divina giustizia , e considerando
che imperfezione, per esempio, l'incorporci- esso la divina misericordia , jonalza la sua
tà , l'infinilà, le quali negano esser Dio cor fiducia in Dio pel perdono , ed incomincia
poreo e finilo . 3. Gli attributi assoluti sono ad amarlo come fonte di ogni giustizia : » e do
quelli che non racchiudono alcuna relazione po tutto ciò aggiunge subito « e per conse
delle persone divine fra loro. 4. I relativi guenza di queste cose è mosso contro il pec
quelli che alcun rapporto racchiudono o del- cato , odiandolo e detestandolo. » Quindi sog
le persone divine tra loro, come la paternità , giunge Bergier, che la disposizione alla giu
la filiazione, o , rispetto alle creature, l’onni- stizia deve nascere finalmente o prossimamen
polenza, la provvidenza, ecc. te da un amore almeno iniziale in Dio. Per
E costume dei teologi parlare, nel trattato tanto egli avrebbe cosi conciliato i due testi
degli attributi , e della esistenza di Dio , e del- del Concilio. Dicono , che nel primo si parla
la sua essenza , e della distinzione degli at- bensi di una vera disposizione alla giustizia ,
tributi fra loro ; e rispetto alla essenza di ma disposizione remola , e nel secondo della
vina, della visione di Dio , della sua potenza, prossima. Ma altri dicono , che il Concilio
della sua provvidenza , della predestinazione parla nel primo della disposizione del pecca
e della riprovazione. Cose tutte che saranno tore per ricevere il perdono per mezzo del
da noi discusse all'articolo Dio , eccettuate Sacramento della penitenza ; e che nel se
la provvidenza, la predestinazione e la ripro- condo ragiona senza il rapporto al Sacra
vazione, di cui tratteremo nei relativiartico- mento medesimo ; che però nel primo caso
li . V. PROVVIDENZA , ecc . НАВ . basti l'attrizione dichiarata da principio, sen
ATTRIZIONARII . V. ATTRIZIONE. za l'iniziale amore . Essendo però la turpitu
ATTRIZIONE , dagli Scolastici viene defi- dine del peccato in quel primo testo del Con
nita un dolore ed una detestazione del pec- cilio distinta dal timore delle eterne pene , è
cato per la considerazione della turpitudine ben chiaro, che non debba prendersi la secon
di esso , e per il timore delle pene dell'in- da condizione come una ripetizione della pri
ferno . Questo nome fu inventato dagli Scola ma. Ora il peccato è primamente turpe , per

1
ATTUALE - AUBERTO 517
che è offesa del sommo Dio perfettissimo ; cepire che uno desideri e speri un benefizio
dunque la detestazione del peccato fatta per mo senza pensare direttamente od indirettamente
tivo della sua turpitudine deve primieramen- al benefattore, e non sentir nell'animo alcun
te contenere un principio almeno di amore di movimento di riconoscenza . Ant .
Dio, come perfettissimo; poichè se l'uomo ATTUALE . I teologi distinguono la grazia
odia un male di sè stesso , quindi lo stesso in abituale e in attuale, e il peccato in altua
atto di odio del male comprende l'atto di le ed originale. La grazia attuale è quella a
# amore per il bene. Con tutto ciò diranno al- noi accordata per modo di alto o di mozione
tri : il Concilio non si è dichiarato sulla ra passaggera ; o meglio : quella che Dio ci dà
gione della bruttezza del peccato , la quale può per metterci in istato di poter operare. La
avere rapporto al proprio danno : e forse le grazia abituale è quella che ci è data per mo
parole aggiunte dal Concilio , cioè il timore do di abitudine , di qualità fissa e perma
dell'inferno, sono dichiarazioni della prima , nente, inerente all'anima , la quale ci rende
in cui si dà per motivo della detestazione del grati a Dio e degni della ricompensa eterna.
peccato , la di lui turpitudine, e non avendo Ved. anche Grazia.
il Concilio posto l'aggiunta che dichiari la Il peccato attuale è quello che l'uomo ,
specie di disposizione remota o prossima,sem- giunto all'età della discrezione, commette
bra ciascuno in arbitrio d'interpretarlo come per propria volontà e con piena cognizione.
meglio gli piace, finchè non parli la Chiesa . Il peccato originale è quello che da noi si
E certamente la voce della Chiesa è quella contrae venendo al mondo per esser figli di
che non solo definisce e termina le questioni , Adamo. Ved . ORIGINALE e Peccato . Berg .
ma che le termina infallibilmente , mentre AUBERTO (Sant ' ) . Due vescovi che han
l'umana ragione è soggetta ad errare.Eppure no portato questo nome , si sono meritati per
in mancanza di tale definizione è d'uopo le loro virtù di essere ascritti fra i santi.
consultare la ragione . Adunque si pongano Il più vecchio fu vescovo di Cambrai e
ad esame seriamente le ragioni sopra accenna- di Arras, che formavano allora (nel 633 ) una
te ; cui è da aggiungere per compimento il sola diocesi . Fu onorato della fiducia del re
contesto ancora del secondo luogo del Conci- Dagoberto, e mori nell'anno 688. Fondò va
lio, ove dice essere l'iniziale amore la dispo- rie abbazie, fra le quali quella di S. Vaast ,
sizione alla giustificazione. Ivi , dicono i Pa- in Arras , e quella di S. Ghilain a Cambrai .
dri , che per quell'amore, oltre gli antecedenti Dopo la sua morte ne furono consacrate altre
motivi di timore , « il peccatore si muove due, sotto la di lui invocazione , in quelle due
contro il peccato per un odio e detestazione , città ; il suo corpo fu deposto nella chiesa di
cioè per quella penitenza, che è necessaria al- Cambrai , e quella di Arras divenne una delle
l'adulto avanti il battesimo . » Inoltre sembra principali parrocchie della città. La sua festa
che il Concilio esiga necessariamente un ini- si celebra ai 16 di dicembre, giorno anniver
ziale amore anche nell'adulto che si accosta sario della sua morte. Mabillon ha pubbli
al Sacramento del battesimo. Il peccatore , calo la sua vita nel tomo secondo Act. Bene
dicono, ba perduta la grazia , perchè peccando dict.
si è opposto al divino volere : dunque otter Il secondo santo Auberto tenne la sede di
rà il perdono quando uniformi la sua al- Avranches, nel principio del secolo VIII, ne
la divina volontà i e ciò , dicono , è amare fu il decimo vescovo , e si rese celebre per la
Dio . fondazione del Monte S. Michele . Secondo il
Disputano ancora i teologi sulla natura di costume di quei tempi, si è veduto dare un
questo amore. Altri lo vogliono carità pro- carattere meraviglioso ai motivi , che a ciò
priamente detta , ed altri dicono , bastare un l'indussero . Fu detto, tra le altre cose, che
amore di speranza, ed essere impossibile lo gli era apparso uno spirito celeste e gli aveva
sperare da Dio grazia e misericordia , senza ordinato di costruire un tempio, sotto la sua
sperimentare un movimento di amore. Infatti, invocazione, sulla punta di una roccia, posta
mentre il peccatore pensa alla divina bontà , in mezzo del mare , in allora chiamata il
che si degna di perdonare , e di riceverlo in Monte della Tomba . Il santo , vedendo la cosa
grazia con tutte le altre condizioni di sincero impossibile , non seppe sulle prime determi
pentimento, deve necessariamente sentire nel narsi ad intraprenderla ; soltanto alla terza
cuore un movimento d'amore verso quest'in- apparizione , convinto della potenza dell ' Ar
finita bontà . Sembra dunque impossibile di cangelo per un castigo, che questi gli inflisse,
sperare sinceramente il perdono dei nostri determinò alla fine di obbedirgli , e, sormon
peccati senza incominciare ad amar Dio come tando tutte le difficoltà , riesci a fabbricare
sorgente di tutta la giustizia : nė si può con un oratorio nel sito indicato, che non tardo ,
518 AUBRAC- AUCANDA
a farsi celebre, sotto il nome di San Michele Bonifacio VIII i Templari fecero grandi sforzi
in pericolo di mare. Santo Auberto vi pose da per insignorirsi dell'abbazia ch'era già salita
prima dei canonici ; ma in progresso essen a grande splendore pelle elargizioni dei re di
dosi introdotto fra loro la rilassatezza , nel- Aragona, dei conti di Tolosa e dei potenti si
l'anno 976 , furono ad essi sostituiti dei Be- gnori di molti altri luoghi ; ma abolito poco
nedettini . Vennero narrate particolarità an- dopo questo ordine , la stessa cosa tentarono i
cora più portentose intorno a questo avve- cavalieri dell'ordine di s. Giovanni di Geru-
pimento ; uopo è però avvertire all'identità salemme ; questi però parimenti senza verun
precisa, che vi ha fra esse, e quei racconti in successo felice ; perciocchè Aubrac si manten
proposito della fondazione del monastero di ne nella sua indipendenza e nei suoi privile
S. Michele del monte Gargano , ora monte gi . Senonchè quei religiosi ospitalieri mala
Sant'Angelo, avvenuta più di un secolo pri- mente amministrandone i beni, monsignor di
ma. Basta tale conformità per far si che tra Noailles arcivescovo di Parigi e cardinale, cui
le pie credenze si confipino , cui l'ignoranza era stata data questa abbazia , nulla ommise
soleva in allora inventare. E probabile che onde stabilirvi miglior ordine: impresa feli
sant' Auberto adoperasse dello spirito giudi- cemente riuscita sotto il fratello di lui , ve
cioso a santificare alcune usanze superstizio- scovo di Châlons, che vi stabilì religiosi del
se, avanzate dal paganesimo o dalla religione l'ordine di s. Agostino della riforma di Chan
dei druidi , dando ad esse una tendenza più celade. GAL . CR .
pura, e si attenne , per riuscirvi , ad un co AUBESPINE (GabrielE ) , vescovo d'Or
stume, in quel tempo comunissimo in tutta leans, nato il 26 gennaio 1579 di una famiglia
la cristianità , di consacrare a San Michele i originaria di Beaune , fu consacrato a Roma
luoghi elevati , che i Pagani avevano quasi nel 1604 da Clemente VIII . Nella sua casa
tutti consecrati a Mercurio. Il nuovo San l ' essere impiegati nelle negoziazioni era un
Michele divenne ben presto un luogo famoso retaggio di famiglia. Adempi con fortunato
di pellegrinaggio. Vi fu deposto il corpo di successo quelle che gli vennero affidate , ciò
sant'Auberto dopo la sua morte, ma dimen- che non lo impedi di dedicarsi al governo
ticato poscia per oltre 300 anni , in capo ai della sua diocesi, edificata dalle sue virtù ,
quali fu nuovamente scoperto dietro una ri- nè allo studio dell'antichità ecclesiastica, per
velazione. Questo avvenimento e la vista la quale aveva particolare inclinazione . Pub
delle precise spoglie del santo riaccesero vie blicò nel 1623 un trattato De veleribus * Ec
più l'ardore dei pellegrini, tra i quali si con- clcsiae rilibus, indi un altro Dell'antica po
tarono i personaggi più distinti e lo stesso lizia della Chiesa nell'amministrazione del
re Luigi XI, che ne prese argomento per fon- l'Eucaristia ; Note sopra i Canoni di diversi
dare l'ordine di S. Michele nel 1469. La fe- concilii, inserite nella raccolta di Labbè , so
sta di s . Auberlo ricorre ai 26 di giugno , pra Tertulliano ed Ollato Milevitano. Sono
anniversario della scoperta del suo corpo. tulte opere di scelta erudizione, di grande
Mab . conoscenza della antichità , e più di critica
AUBRAC, Allobracum , celebre abbazia fon- superiore a quella, che era a tal epoca comu
data da Adalardo visconte di Fiandra , nella ne. Rischiarano di molta luce l'amministra
diocesi di Rhodez, quando verso il 1420 nel zione dei sacramenti della Penitenza e dell'Eu
suo ritorno dal pellegrinaggio di S. Giacomo, caristia nei primi secoli della Chiesa , oscura
ebbe in visione Nostro Signore , come narra materia che aveva duopo essere trattata da si
la tradizione, il quale gli commise fabbric abile persona. Le sue osservazioni non sono
care una chiesa ed uno spedale nelle orride sempre giuste, ma ingegnose ed erudite. Tras
montagne dove giace l'abbazia sunnominata . corre troppo nelle congetture , e con sover.
Lasciando però noi questa narrazione tradi- chia facilità conclude da alcuni passi parti
zionale ed altre cose che pure in proposito colari , da alcune pratiche osservate in certe
vengono tramandate,ed attenendoci a quanto chiese, che fossero d'uso generale. Obbligato,
ci narrano di certo gli storici documenti , di- dal grado della sua sede , d'intervenire all'as
remo che verso quei tempi erasi ritirata in semblea dei vescovi della provincia di Sens . nel
quel luogo una compagnia di pie persone per 1612, sottoscrisse la condanna del famoso libro
soccorrere ai poveri:ma che non ebbero regole di Richer. La morte sorprese questo prelato a
fisse se non verso il 1162 , nel qual anno Grenoble il giorno 13 agosto 1630. Bio.
Pietro vescovo di Rhodez diede loro quella di AUGANDA, città vescovile della diocesi d'A
santo Agostino, con alcune aggiunte ed inter- sia nella provincia di Licia, è chiamata da Pli
pretazioni da lui fattevi; ciò che fu confer- nio Ascandalis.Un solo vescovo ci è noto, Pa
mato da Clemente IV nel 1267. Al tempo di nesio,il quale sottoscrisse alla lettera sinodale
AUCH - AUDENO (S. ) 519

della metropoli di Mira all'imperatore Leone, dei beni che devono essere comuni , e prescri
sulla morte di s . Protero di Alessandria . ve che tutti mangino nello stesso refettorio e
OR . GR . riposino in un dormitorio comune .
AUCH , Augusta Auscorum . Città arcivesco Il sesto concilio fu tenuto a Nogaro l'an
vile, e capitale dell'antica contea d' Arma no 1315 contro gli usurpatori dei beni ec
gnac , sede che fu soppressa ed incorporata con clesiastici .
quella di Agen nel 1801 , e fu ristabilita col Il settimo , l'anno 1524, presieduto da Gu
Concordato del 1817 e conservata nelle con- glielmo di Flavacour arcivescovo di Auch ,
venzioni del 1821. In questa città furono te- riguardava la penitenza pubblica .
nuti vari concilii , dei quali ora diremo, sul L'ottavo , l'anno 1326 , fu convocato dal
la scorta di quanto ci conservarono il Labbè lo stesso arcivescovo contro le presentazioni
e l'Harduino. simoniache dei patroni dei benefizii.
Il primo fu convocato l'anno 1068 per le Il nono, l'anno 1364 , sulla disciplina . Pre
decime delle chiese cattedrali; e fu presiedu- sieduto da Arnoldo arcivescovo di Auch , vi si
to da Ugo Candido od il Bianco legato apo- fecero statuti , poscia approvati dal papa Ur
stolico. Fu decretato in questo concilio che bano V. LAB .
tulle le chiese della Guascogna, meno quella AUDACE (S.) , martire. Da prima profes
di S. Orens e poche altre , dovessero pagare sa va costui la professione di stregone o mago,
alle chiese cattedrali la quarta parte delle lo ma attendendo alle parole di s . Anatolio, che
l'o decime . Lab . , tom . 9 ; Hard. , tom . 6 . seppe chiaramente dimostrare la vanità non
Il secondo l'anno 1279. In esso si difesero solo , ma l'empietà dell'arte sua , e quanto
i diritti del vescovo e della chiesa di Bazas fosse sublime la professione del cristiano che
contro il siniscalco di Guascogna . Hard . t. 9. segue Gesù Cristo , abbraccio la fede dell'e
Il terzo l'anno 1500 , dove si stabilirono vangelio, nel mantenere intemerata la quale
Tredici canoni. Il primo di questi canoni fu cosi fermo ed inconcusso da soffrire gene
scomunica quelli che impediscono la libertà rosamente la morte che a lui fu data per or
delle elezioni e delle postulazioni . Il secondo dine di Faustiniano governatore del paese dei
ed il terzo vielano ai custodi delle chiese va. Sabini . Bal .
canti il porsi in possesso dei beni degli ec AUDACTO . V. ADAUCTO .
clesiastici defunti, e l'usurpazione anche AUDEANI . V. Audeo .
parziale delle rendite. Il quarto ed il quinto AUDEBERTO (S.) , vescovo di Cambrai .
dichiarano che gl ' intrusi sono decaduti da V. AUBERTO .
ogni e qualunque diritto che potessero avere AUDENO (S.) , viveva nel secolo dodicesi
sui benefizii da essi violentemente occu mo . Nato da piissimi genitori , ed educato più
pati . Il sesto dichiara scomunicati quei pa- alla pielà ed alla religione che alle scienze ed
troni che esigono qualche cosa dai loro pre- al faslo, alla corte di Clotario Il trovò in s .
sentati ai benefizii. Il decimo proibisce di Egidio una guida sicura nella via di salute.
concorrere ad una parrocchia a quelli che non Umiltà, mortificazione, lettura e meditazione
sono nell'intenzione di farsi preti dentro l'an- della sacra Scrittura furono le opere sue pre
no . Il duodecimo vieta ai vescovi di conferi- dilette, che mai lo abbandonarono negl'im
re la tonsura ai fanciulli , agli ammogliati , a pieghi di corte ch'egli sostenne anche sotto
chi non sa leggere, ed a chi appartiene ad al- il re Dagoberto I. Tali virtù risplendevano
tre diocesi senza il permesso del vescovo dio- mirabilmente agli occhi di tutti , per cui alla
cesano. Non si sa in qual luogo preciso siasi morte di s . Romano, arcivescovo di Roano, fu
tenuto questo concilio , ma soltanto che fu chiesto a quella sede , che egli dovette final
nella provincia di Auch . Hard. , tom . 7 . mente accettare, e vi fu consacrato il 21 mag
Il quarto concilio ebbe luogo a Nogaro nel gio 640. Dalle virtù che lo decoravano si può
l' Armagnac nell'anno 1303 , e fu presieduto aver donde argomentare del modo con cui dis
da Amaneo arcivescovo di Auch , che vi impegnasse ai suoi doveri . A lui non basta
soltoscrisse diciannove canoni sulla disciplina. va predicare nella città vescovile , ma porta
Il quinto è dell'anno 1508 , presieduto vasi nei luoghi più difficili ed abbandonati
dallo stesso arcivescovo , e vi si fecero sei ca- della sua diocesi , onde annunziare la parola
noni sulla disciplina. Il primo di questi ca- di eterna vita , catechizzare i pargoli ; ai pro
noni ordina agli ecclesiastici di difendere i velti porgere pascolo opportuno di eterna vi
loro beneficii. Il secondo prescrive ai canoni- ta. Egli era tanto animato pel bene della sua
ci delle chiese cattedrali di far il servizio chiesa , che non eravi circostanza in cui po
settimanale per turno . Il quarto proibisce agli tesse adoperarsi per conservare la purezza
abbati ed ai monaci la divisione individuale della fede , e ristabilire la purità dei costu
520 AUDEO - AUDITE
mi; che egli non abbracciasse. In questa mia su questo punto la pratica della Chiesa , sol
niera , dopo aver governato la sua chiesa per tanto per compiacere a Costantino , a cui si
quarantatre anni, tre mesi e dieci giorni , in voleva adulare, facendo cadere la festa di Pa
età di settantaquattro anni il Signore lo chia- squa nel giorno suo natalizio ; il che è un as
mò a gustare la gioia del cielo il giorno 24 surdo ridicolo , poichè , a tenore della corre
di agosto dell'anno 6 44 . But. zione fatta dal detto concilio , la festa di Pa
AUDEO , eresiarca del quarto secolo, nati- squa non doveva essere stabilita per un tal
vo della Mesopolamia , era celebre in quella giorno determinato, come era l'anniversario
provincia pel suo zelo per la religione e per della festa dell'imperatore , ma cangiare tutti
l'austerità dei costumi . Sventuratamente u- gli anni . Audeo in seguito, prendendo troppo
niva a lali qualità un carattere orgoglioso e alla lettera ciò che è detto peila Genesi, che
restio, che lo induceva a censurare senza ri « l'uomo è fatto a immagine di Dio , » preci
guardo non solo i disordini , che vedeva nella pitò nell'errore degli Antropomorfiti , dando
Chiesa, ma ancora le persone , soprattutto i à Dio una forma umana . Petavio ha fatto va
sacerdoti ed i vescovi colpevoli , che ei ripren- ni sforzi per giustificarlo su questo punto.
deva con tanta alterigia, con quanta amarez Gli Audeani caddero in alcuni errori dei Ma
za . Questa importuna audacia , che non sa nichei . Insegnarono che Dio non aveva creato
peva piegarsi a convenienza niuna, lo rese in- le tenebre , il fuoco, l'acqua , e che questi cre
sopportabile, e lo espose a contraddizioni che duti elementi erano eterni . La loro pratica
esacerbarono il suo orgoglio. Si separò dalla per l'assoluzione dei peccati era singolare.
Chiesa per non aver più che fare con gli uo Ammeltevano una parte dei libri canonici ,
mini viziosi , che essa tollerava nel suo seno. ne avevano un'altra parte di apocriſi, che te
Trasse molti nel suo scisma , e sedusse persi- nevano per superiori agli altri . Li disponeva
no un vescovo , che gli diede la consacrazione no in due serie : i canonici da un lato , gli
vescovile . Divenulo capo di una selta , dicui apocriſi dall'altro ; facevano passare i pecca
il carattere principale era una invincibile av- tori fra le due linee, confessando i loro pec
versione per ogni specie di condiscendenza , cati, dopo di che davano loro l'assoluzione
fu accusato all'imperatore Costanzo , che lo senza esigerne alcuna canonica soddisfazione.
rilegò nella Scizia,dove occupossi con succes- Questa setta non sussisteva più verso la fine
so nella conversione degli infedeli ; di là es- del quinto secolo . Berc .
sendo passalo nel paese dei Goti , vi fondò AUDIANI . Lo stesso che Audeani . Ved .
monasteri, e predicó la pratica della vergini AUDITEHAEC , OMNES GENTEs . Così incomin
tà e della vila solitaria. S'ignora l'epoca cia il Salmo quadragesimo ottavo, nel quale si
della sua morte. Pare che s. Epiſanio la di- dimostra le inutilità delle ricchezze , e come
ca anteriore all'anno 372 , in cui Atanarico il possesso di esse non conservi la vita, come
scacciò lulti i cristiani dalla Gozia. Dopo di non si possa fuggire la morte e simili altre
lui , la sella sua fu governata da vescovi , cose.
che egli aveva stabiliti . Questi vescovi es Il suo testo è In finem , filiis Core, psalmus.
sendo morti prima dell'anno 577 , molti Au- Titolo che nulla ha di singolare. Sant'Ambrogio
deani rientrarono nel grembo della Chiesa . legge: Psalmus David . I figli di Core, o quello
Gli altri ridotti a piccolo numero , si radu- che è autore dei salmi precedenti, scrisse an
narono sulle rive dell'Eufrate, dove vennero che questo con uno stile parabolico ; secondo
raggiunti da quelli che erano stati scacciati il costume degli antichi che solevano ravvol
dalla Gozia e da tutti gli altri , che erano gere i loro precetti fra figure e fra gli enim
sparsi sul monte Tauro , nella Palestina e mi . Sembra che il fine di esso sia di consolar
nell' Arabia . Essi abitavano dei monasterio i fratelli nella schiavitù , dimostrando la inu
capanne in poca distanza dalla città , e non tilità dei beni terreni , od esortandoli alla pa
volevano commercio coi Cattolici. Sant'Epi- zienza in mezzo alle tribolazioni che soffri
fanio loda la purità de' costumi e la discipli- vano in Babilonia, loro richiamando alla men
na severa, che regnava fra essi . Teodoreto al te la giustizia dei giudizii di Dio , ed il pen
contrario rifaccia loro una grande scostuma- sier della morte.
tezza. Pare di fatto che negli ultimi tempi Questo salmoè ripieno di tenebre, e ravvolto
essi avesser tralignato dall'austerità primiti- in grandi difficoltà. I Padri lo spiegano come
va . Audeo , quando cominciò il suo scisma , una dottrina gonerale degli Apostoli e predica
non era caduto in niun errore sulla fede. Non- tori intorno alla vanità delle ricchezze , alla
dimeno fin da quell'epoca egli celebrò la Pa- brevità della vita , ed alla incostanza dei beni
squa lo stesso giorno che gli Ebrei , prelen- terreni . Eusebio ed Atanasio lo interpretano
dendo che il concilio di Nicea avesse cangiato del finale giudizio . Alcuni vi ritrovano anche
AUDITORE 521
dei vaticinii sulla redenzione dell'uman gene 6. L'auditore di camera non può trattare le
re e la risurrezione di Gesù Cristo. S'incontra cause ecclesiastiche in prima istanza , nè dar
no in questo salmo molte sentenze simili a monitorii onde rimuovere le parti dai proprii
quelle che si leggono nel libro dell'Ecclesia- domicilii; Riccio , in Praxiaurea, resolul. 126 ;
sle ; ed è questo salmo composto quasi col nie . Barbosa, de offic. el potest. Episcop ., pari. 3,
desinio stile chequel libro di Salomone. Cal. allegal . 81 , num . 3 ; Graziano, Disceptat. fo
AUDITORE. E questo un ufficio che trova rens., lom . 5 , cap. 837 , n . 15 ; Sucr. Congregat.
si presso la corte di Roma, cui è devoluta la immunitatis, in Taurinen. 15 marzo 1650, lib.
cognizione delle cause e de’litigi , ed è ad esso 4 decret. Paul., pag. 101 .
demandato l'incarico di proferire le opportune 7. Non possono giudicar le cause in maleria
septenze. Gli auditori si dividono in due clas- di benefizii, anche in quanto si aspetta al giu
si , l'una che chiamasi auditori di Camera ; la dizio di manutenzione fra i beneficiali, poichè
seconda è quella degli auditori di Ruola. La non hanno alcuna giurisdizione in maleria be
celebrità di questo tribunale è conosciuta cosi nefiziale ; Rota , part. 9, recent. , tom. 1 , decis.
che sarebbe uno sprecare parole volerlo enco . 222 , n. 4 ; decis . 264 , n. 15, part. 10 ; dec. 84 ,
miare, poichè basta lo avere tenui cognizioni n . 9 ; decis. 99, n. 20 , part. 17 ; decis. 228 ,
delle malerie ecclesiastiche per vedere come 11. 4 .
sulle sentenze di esso, quasi sopra solida base, 8. Non possono assolvere dalle censure nelle
appoggino gli autori le loro argomentazioni e cause di violata inimunità ecclesiastica ; Sacr.
delinizioni. Noi però a far conoscere in qual- . Congregat. Immunit. , in Romana 4 agosto 1626,
che modo le attribuzioni ed altre cose spettanti in Rossanen. 25 febbraio 1658, lib. 3 decret.
agli auditori tanto di camera quanto di Ruota, Paul., p. 38, in Nullius, Chanusiae 4 giugno
qui riporteremo ciò che trovasi intorno ad es 1641, lib. 1 decrct. Paul., pag. 194 ; in Alatri
si stabilito nei varii capi del gius non solo , ma Neocustren . 1 febbraio 1688 , lib. decret . Mart.
anche nelle costituzioni pontificie, delle quali pag. 417 .
quella riferiremo che spelta alla conferma, am 9. Non possono concedere inibizioni ed asso
pliazione e privilegii di questo tribunale, ri- luzioni dalle censure nelle cause predelle an
meltendo il lettore agli articoli CAMERA APO che con reincidenza ; Sacr. Congreg . Immunit.,
STOLICA e Ruota Romana, dove avremo neces in una regni Neapolilani 27 maggio 1643 , lib .
silà di toccare novellamente questo argomen- 3 decret. Paul., pag . 176 ; in Melphilen . 22
10. Ecco i capi del diritto e le altre dichiara- aprile 1673 , lib. 1 decret. All., p. 792 ; in
zioni . Sutrien . 17 e 24 aprile 1694 , lib . 1 decret.
1. Audilori si chiamano quelli , a cui viene Valleman., pag . 117 ; in Ravellen . 30 agosto
demna data la cura di ascoltare ed esaminare le 1698, lib . 2 decrel. Valleman ., pag . 172 .
cause ; cap. Super quaestionum articulis 27, S 10. Il notaio dell'auditore di camera , che
intentionis, de offic. el potest. judic . delegali. senza facoltà della sacra Congregazione abbia
2. Gli auditori non possono definire una spedita l'assoluzione con reincidenza in causa
causa , se non abbiano facoltà delegata ; Cle- di violata iminunilà, viene sospeso dall'eserci
menl. Auditor. , cap. 5 , de Kescriptis. zio del suo ministero ad arbitrio dell'eminen
3. L'auditore di camera ha una giurisdizio- tissimo prefelto ; Sacr. Cong . Immunil., in una
ne ordinaria, che non cessa con la morte del S. Agathae Gothorum 8 giugno 1700 , lib. 2
Papa ; Glossa, in Clementina, Ne Romani, c. decret. Villeman ., pag . 294 .
2 , S eo lamen proviso verb. expirare ; Constil. 11. L'auditore di camera, nelle cause che
Pii W ineip. Ad eximiae, S 5 ; Paul. V , Con- pendono nel suo tribunaie, deve soprassedere,
stil. Eximiae, S 7. se le parli ricorrono alla sacra Congregazione
4. D'auditore di camera è il giudice ordina- dell'immunità per la dichiarazione di qualche
rio delle appellazioni dalle sentenze emanate dubbio ; Sacr. Congreg . Immunit., decr . 4 ed
dagli Ordinarii , anche fuori dello Stato Eccle- 11 agosto 1626 ; Urbano VIII, decret. 5 settem
siastico ; Paolo V , Constil. Exiiniae fidelitatis, bre 1626 ; Innocenzo X , in Congregat. habila
$ 10. 27 aprile 1650.
5. L'auditore di camera può procedere con 12. L'auditore di camera deve anche sopras
Iro i vescovi che non osservano l'obbligo di sedere nella cognizion della causa , finchè il
residenza, esclusivamente sino alla sentenza vescovo abbia compiulo il processo, donde si
definitiva; Paolo IV , in Constil., incip. Cum veda se il rifuggito godao meno dell'immunità ;
tam sacrosanctum ; Urbano III ,, in Consti!. Sacr . Congreg . Immunit., in Interamnens, 4
incip . Sancta synodus. aprile 1656, lib. 5 decr . Paul., pag . 91..
Encicl, Eccles. l'ol. I. Fasc. IX. 66
322 AUDITORE
13. L'auditore di camera è il legittimo giu- , tatori regolari , ma sono immediatamenle sollo
dice delle obbligazioni camerali ; Rota , part.3, la protezione della Sede Apostolica , dei quali
Recent. decis. 52, n. 1 . parla il Tridentino, sess . 25, c. 8 , de Regular.
44. L'auditore di camera è l'esecutore di Quinto. Quando trattasi di debiti incontrati
tulle le lettere apostoliche, dove niun altro sia nella curia , o di stipendio , ec.; Paolo V , cil .
deputato ; che se altri sono a ciò deputati , egli , Constit. incip. Eximiue fidelilatis, S 10.
pure ha parte con questi. Egli dà le remissorie Sesto. Quando trattasi dell'esecuzione delle
e le compulsorie, ordina i monitorii alle parti , lettere apostoliche, o dei decreti o dichiarazio
promulga le censure , e solo giudica le cause e ni delle congregazioni ; poichè l'auditor di
le liti insorle in vigore di un'obbligazione ca camera pella loro esecuzione dà i monitorii
merale ; Pio IV , Const. 33 , incipient. Ad exi anche nelle cause e negli affari dei regolari ;
mia ; Paolo V , Consl. 28 incipient. Eximiae ; Paolo V , cit. Constil. S 14 .
Sac. Cong . Episc. el Regul. , in Pistorien . 18 16. L'auditor di camera non può procedere
aprile 1595 . nelle cause dei regolari , in cui lraltasi della
15. L'auditore di camera può parimenti disciplina e della correzione dei costumi. Jm .
procedere in molti casi nelle cause dei regolari. perocchè queste spettano all'abate, ancorchè il
Primo. Nelle cause de' monasteri regolari monastero sia soggetto al vescovo ; cap. Cor
' soggetti ai vescovi , come sono molte abbazie e ripiantur, caus. 24 , 4.5 , cap. Reprehensibilis
monasteri nella Germania , nel Belgio, in Po- 26 , de Appellationibus..
lonia, i quali non essendo ridotti a congrega 17. L'auditor di camera non può parimenti
zione, non godono delle prerogative dell'esen- intromettersi in prima istanza nelle cause dei
zione, ma sono soggetti ai vescovi diocesani , regolari del medesimo ordine, tanto se versano
come lo erano tutti i monasteri pel diritto an fra gli stessi sudditi , quanto se fra 'suddili ed
tico ; cap . Si quis abbas, cap . Abbates, caus. il Prelato, come se fra i sudditi ed il capitolo,
18, q. 2 , cap. Qui vera in fin. caus. 16, q. 1 et o tra monastero e monastero, o tra provincia
2 , cap. Cum dilectus 8, De religiosis domibus; e provincia. Sacr. Congregat. Cardinal.et prae
Paolo V , in Constituil. incipient. Eximiae fide- lator. 5 giugno 1650.
litatis, S 10. Intorno agli auditori di camera si possono
Secondo . Nelle cause ordinarie che vertono esaminare le Costituzioni d'lonocenzo VIII ,
tra diverse religioni , quando non abbiano il num. 7, che incomincia Apprime, la 33 di Pio
proprio conservalore, nel qual caso devono es- IV , che incomincia Ad eximiae, e la $ 6, che
ser trattate innanzi all'Ordinario del luogo,, incomincia Inter multiplices, la 113 di s . Pio
secondo il prescritto dalla Costituzione di Gre- V , che incomincia Inter illa, la 28 di Paolo V ,
gorio XV , De exemptorum privilegiis, ed allo- che incomincia Eximiae fidelitatis, e la 71 del
ra l'auditore sarà il giudice competente in lo stesso che incomincia Universi, lit. de Au
causa di appellazione alla Sede Apostolica dal- ditore camerae.
la sentenza pronunziata dal conservatore o 18. Gli auditori di Rota devono essere do
dall'Ordinario ; Paolo V , loc. citat. dici , cioè uno Germano, uno Francese, uno
Terzo. Quando la causa verte fra regolari e Ispano della corona di Castiglia, uno Ispano
secolari , sieno cherici o laici . Se sono regolari, della corona di Aragona, uno Veneto, uno
devono convenireinnanzi al proprio conserva- ' Milanese, uno Bolognese, uno Ferrarese, uno
tore od Ordinario, come sidisse nel casó prece- , Toscano e tre Romani ; Sisto IV , Constil. in
dente : se gli attori sono regolari , e trattino cip. Romani Pontificis.
contro laici, devono seguire il foro a cui l'af 19. Gli uditori di rota , che ricevono qual
'fare appartiene ; cap . Si clericus laicum, De che dono dai notai per ragione di uffizio, cioè
foro competen . Se poi il reo è un cherico, si perchè si servono di loro, incorrono nella
dovrà convenire innanzi all'Ordinario in pri- scomunica , e sono obbligati alla restituzione
na istanza, secondo il Tridentino, sess. 24, cap . in duplo, che devesi erogare ai poverisGio
10 , ed in seconda istanza potrà appellare, om vanni XXII, in Constit. Ratio juris, Marti
messo ogni mezzo , al Papa, ed in ambi i ca no V, in Constitut. In Apostolicae.
si di appellazione fatta alla Sede Apostolica , 20. Gli auditori di Rota non possono volare
l'auditore di camera è il giudice competente ; nelle cause proprie dei loro coosanguinei sino
Paolo V , in ead. Constitut. S 10. al secondo grado di consanguità , dei signori,
Quarlo. Nelle cause dei regolari prelati , i delle famiglie, delle chiese del proprio benefi
quali non sono soggetti ai capitoli generali od zio, ed allora devono uscire di rota ; Giovanni
ai vescovi, ned hanno i proprii ordinarii visi. XXII, in Constit. cit. Ratio juris.

2
AUDITORE 823
21. Gli auditori di rota non possono dar « volentes , omnia el singula privilegia , exem
consigli pubblici o privali intorno alle cause » pliones, antelaliones, praerogativas, conces
da Iraltarsi, o pendenti nel loro tribunale ; e » siones, gratias , libertates,facultates,literas , ac
se abbiano dalo questo consiglio, devono esse » indulta hujusmodi per dictos praedecessores
re rimossi dal voto ; Urbano VIII , in Conslilul. » nostros eisdem Auditoribus et locumtenenti .
Exponi. i bus, ac eorum singulis in genere vel in specie
Intorno alla giurisdizione , autorita, ullizio, » concessa quacumque et qualiacumque sint,
obblighi e privilegii di questi si possono con » ac cujuscumque tenoris et continentiaeexi.
sultare le Costituzioni pontificie di Giovan . » slani , quoruịn omnium formas et tenores ,
ni XXII , num . 14, incip. Ratio juris, di Mar » ac si de verbo ad verbum insererentur prae
tino V , num. 3, incip. In Apostolicae, num . 5 , o sentibus pro expressis habentes cum omni.
incip . Bomani ; di Sisto IV , num . 2 , incip . Ro » bus et singulis derogationibus, decretis et
mani Pontificis ; d'Innocenzo VIII , in append. » clausulis in eis contentis in omnibus et per
Bullar , num , 57 , alias 167 , incip . Exponi ; di » omnia motu proprio , non ad ipsorum Audi
Innocenzo XII , incip. Audilores Rolae; di Cle. » torum et locumtenentium , vel aliorum pro
mente VII, num . 13, incip . Convenit ; di Pao. » eis nobis super hoc oblatae petitionis instan
lo 10 , num
no . 12 , incip. Romani; di Leone X, v tiam , sed de nostra mera deliberatione et
num. 3, incip . Sedis ; di Paolo V , incip . Uni » cerla scientia , ac de apostolicae potestatis
versi ; di Innocenzo VIII , num . 6 , incip . Cir- » plenitudine tenorepraesentium approbamus,
cumspecta ; di Urbano VIII , num . 57, incip. » et confirmamus, illisque inviolabilis aposto
Exponi ; di lonocenzo XII, num . 44, incip. Cir » licae vim , robur et efficaciam adjungimus et
cumspectul. » innovamus, illaque eisdem , et eorum cuili
A complemento di questo articolo daremo la » bet , et prout dicti praedecessores nostri con
seguente bolla di Clemente X, che conferma . » cesserunt, de novo pro potiori cautela conce
ed amplia i privilegii degli auditori di rola . » dimus, indulgemus et ampliamus.
« Clemens papa X Servus servorum Dei ad § 2. » Et insuper cum idem Clemens inler
» perpetuam rei memoriam . Romani Pon » alia per eum tunc eisdem capellanis, Audilo
» lificis consueta benignitas ea quae per prae » ribus, et eorum locumtenentibus concessa ,
» decessores suos praesertim personarum non » quod singuli Audilores et locumtenentes prae
v solum pro ipso Romano Pontifice , sed etiam » dicti quascumque provisionum , commenda
» pro Universali Ecclesia, ac Sedis Apostolicae » rum , dispensationum , unionum ad vitam ,
»honore el personis ad illam in dies con » praefectionum , reservationum , fructuum ,
»fluentibus justitia administranda continuos » pensionum , el aliorum quorumcumque, ac
»el indefessos labores impendentium commo » facultatum , mandatorum , gratiarum , indul
'»dupa et utilitatem concernentia concessa » torum , ac alias literas gratiam, vel justitiam
»sunt, ut firma perpetuo et illibala persi- - » separatim , seu utrumque mixlim concernen
»slant , libenter approbat, aliaque etiam ipsis » tes a Sede praedicta et in ratione quarum .
» concedit, prout in Domino salubriter prospi. » cumque dignitatum etiam episcopalium , et
•» cit expedire. Cum itaque felicium recorda » monasteriorum , aliorumque beneficiorum
» tionum Julius II , Leo X, Clemens VII , Pau » ecclesiasticorum quorumcumque pro tempo
»lus Hl et Alexander VII Romani Pontifices » re , ut praeferlur, ab eodem Clemente, el suc
»praédecessores nostri dilectis filiis ca pellanis » cessoribus suis Romanis Pontificibus pro
v nostris, ca usarum palatii apostolici Audito » tempore existentibus a Sede praedicta quali .
ribus , ac eorum locumtenentibus tunc , et » tercumque impetrandas, ac sibi etiam molu
» pro tempore , existentibus, eorumque colle » proprio, et ex certa scientia concedendas, et
v gio hujus urbis, atque adeo totius christiani » de personis eorum consistorialiter faciendas,
» orbis supremo tribunali diversa perampla » in abbrevialorum , scriptorum bullarum , ac
» privilegia , concessiones , exemptiones, ante >> registri , nec non qui etiam de suis apostoli
> lationes, praerogativas, libertates , facultates, cis gratiis expectativis taxam recipiebant,
» gratias ac indulta lunc expressa benigne con » sollicitatorum juxta apostolicarum nec non
» cesserint, et approbarint. » secretariorum el procuratorum audientiae
$ 1. » Nos Auditorum et locumtenenlium » suae literarum contradictarum , ac aliis qui .
» praedictorum , quorum assidui labores quo » busvis Romanae curiae officiis gratis cum
v lidie probantur, et incorrupta justitia orbi » subscriptione, videlicet ; gratis pro Auditore
» christiano elucet , meritis in vigilantes, ac eos » scu locumtenente Rolae per rescribendarium
y amplioribus favoribus et gratis prosequi » literarum earumdem facienda expedire pos
521 AUDITORE
» sent , el deberent , apostolica auctorilale, molu » der praedecessor dictossubdiaconos Auditores
» pari pariter indulserit , mandans tunc, et pro apostolicos fecerit , creaverit , constituerit,
» tempore existentibus literarum praedicta- » et declaraverit , ipsum praediclorum Audi
» rum rescribendario , et aliis scriptoribus, et » lorum collegium in locum subdiaconorum ,
» abbreviatoribus ,sollicitatoribus, secretariis , » per eam , ut praefertur , suppressorum et
» dictae audientiae procuratoribus, et quibus- » abolitorum , cum eodem omnino onere as
» vis aliis dictae Romanae curiae officialibus » sislendi , et inserviendi nobis, et pro tem
» expeditioni lilerarum hujusmodi pro tempo. » pore existendi Romano Pontifici in quibus
» re praesidentibus et ministris , sub excom » vis functionibus pontificiis , ad quod dicli
» municationis latae sententiae, privationis, et » subdiaconi ante officiorum suorum suppres
» suspensionis suorum officiorum , et perceptio- » sionem , et extinctionem , ut praefertur, factas
» nis emolumentorum eorumdem poenis per » quomodolibet tenebantur, et obligati erant ,
» eos, ad quos pertinet , et qui eas gratis sub- » et cum omnibus et singulis honoribus , prae
» scribere, vel concedere noluerint , eo ipso in- » rogativis , praecedentiis , et praeminentiis ,
» currendis, absque alio suo, et successorum , » quae de jure, et ex Constitutionibus, et in
» et Sedis praedictae ulteriori mandato eas » dullis apostolicis , ut praefertur, suppressis ,
))
gralis subscriberent, et per omnia usque ad » et abolitis , illorumque collegio ante suppres
» et alia necessaria inclusive omni contradi . » sionem , et abolitionem hujusmodi compete
ctione, et dilatione cessante expedirent , prout » bant , quibusdam tamen redditibus, et emo
» in literis ejusdem Clementis desuper expedi . » lumentis exceptis, motu suo proprio substi
» fis plenius continetur . » Tuerit, et subrogaverit, indeque eisdem Au
S 3. » Nos eorumdem Auditorum , et eorum » ditoribus cura , et custodia palliorum , quae
» locumtenentium indemnitati consulere , eos » de corpore Sancti Petri sumpta in Consistorio
» que amplioris gratiae favore prosequi vo- » Patriarchis, Archiepiscopis, et nonnullarum
» lentes, ipsosque Auditores, et locumtenenles » ecclesiarum insignium usu pallii hujusmodi
» bujusmodi, dictique collegii singulares per- » gaudentium Episcopis distribui solent, in
» sonas a quibusvis excommunicationis cen » cumbat.
» suris , et poenis a jure, vel ab homine quavis $ 5. » Ralio postulat, ut qui sentit onus ,
» occasione, vel causa latis , si quibus quomo . » sentiat et commodum , Nos provisioneni scu
» dolibet innodati existunt ad effeclum prae » lorum octo monetae, quae idem Alexander
» sentium dumtaxat consequendum harum se » pradecessor intuitu curae et custodiae prae
» rie absolventes , et absolutos fore censentes » dictarum usque ad suum beneplacitum ca
» nec non privilegiorum , exemptionum , facul- » nonicis altaristis Sancti Petri pro temporo
» talum , aliorumque praemissorum , et inde » existentibus in singulos menses assignaverat
» secutorum , quorumcumque, etiam veriores , » ex nunc collegio Auditorum praedictorum
» et lotos tenores . etiam datas, causasque, oc- » perpetuo assignamus, applicamus, et appro
» casiones, et qualitates, etiam circumstantias, » priamus ; mandantes dilectis filiis provisori
» ac litium , si quae sint , merita , slatum , cum » bus Montis pietatis, ut deinceps in perpetuum
v omnibus aliis de necessitate exprimendis, » dictam provisionem octo sculorum singulis
» praesentibus pro expressis habentes, motu » mensibus juxta formam , et tenorem chiro
» simili, ac ex scientia , etapostolicae potestatis » graphi dicti Alexandri praedecessoris subdie
» plenitudine praedictis indultum circa dicta >> 19 martii anni Domini 1638, illiusque con .
» rum literarum expeditionem , gratis , ut prae- » firmationis, quorum tenorem praesentibus
» fertur, faciendam , a dicto Clemente, ut prae » pro expressis haberi volumus, emanatorum ,
» fertur, concessam, etiam quod expeditionem » non amplius canonicis altaristis S. Petri pro
» gratiarum praedictarum in eorumdem Au » tempore existentibus, sed collegio Anditorum
» ditorum , et locumtenentium favorem per » praedictorum solvant , ila ut altaristis men
» viam secretam gratis faciendam , perinde ac » strua provisio praedictorum octo sculorum
» si in dictis literis ejusdem Clementis de ea » non amplius proveniat, nec ab ipsis rationc
» dem via secreta circa dictam expeditionem » curae et custodiac palliorum praedictorum ,
» expressa et individua mentio facta fuisset, >> vel sub quovis alio praetextu , aut colore
» motu pari extendimus et ampliamus. > praclendi vel exigi possit , sed collegio Audi
S 4. » Ac propterea cum post suppressionem » lorum praedictorum obveniat, et cedat, illi
» et abolitionem collegii subdiaconorum apo- » que perpetuo assignata , applicata et appro
» slolicorum nuncupatorum a praediclo Ale >> priala sit, et esse censeatur tenore praesen
» xapdro praedecessore factum idem Alexan » lium et per quas venerab. fratri noslro Ar
AUDITORE 525
» chiepiscopo Sebasten . moderno canonico al » peluis, vel ad lempus derogationibus , revo.
» taristae, cui donec officium , seu beneficium » cationibus in contrarium factis, vel facien
» altaristae hujusmodi obtinuerit, praedicta » dis minime comprehendi, nequeillis derogari
» provisione octo sculorum frui , et gaudere » posse, nisi eorumdem Auditorum , vel lo
» permittimus, quod emolumentum praedi- » cumtenentium ad id accesserit assensus. Sic
» ctum praejudicare non intendimus. » que , et non alias , in praemissis per quos
§ 6. » Ac omnes et singulos juris et facti , v cumquejudices ordinarios, eldelegatos, etiam
» nec non solemnitatum quarumcumque, tam » S.R. E.Camerarium ,et alios Cardinales,etiam
» ex juris canonici et Constitutionum A posto- » de latere legatos , nec non camerae nostrae
» licarum praescripto, quam alias quomodoli- » apostolicae praesidentes , clericos , Auditorem ,
» bet in similibus, et de necessitate observan » Thesaurarium , et commissarium generales ,
» darum , et alios quoscumque, etiam quam . » aliosque officiales , et ministros, caeterosque
» tumvis magnos , formales , incognitos , et » quacumque praeminentia , et potestate fun
» inexcogitabiles defectus, si qui in praemissis » gentes, et functuros, sublata eis, et eorum
» et eisdem partibus , vel eorum aliquo, vel » cuilibet aliter judicandi, et interpretandi
» earum parte principaliter, vel accessorie, an . » facultate, et auctoritate, judicari , et definiri
» tecedenter, vel consequenter, aut concomi » debere , ac irritum et inane, si secus super
v tanter, vel alias quomodolibet intervenerint , » bis a quoquam quavis auctoritate, scienter
» seu intervenisse dici , censeri , vel praetendi » vel ignoranter contigerit, attentari .
» possent, plenissime , el amplissime supple $ 9. » Quo circa pro tempore existentibus
» mus, sanamus, ac penitus , et omnino tolli » sanctae romanae Ecclesiae vice-cancellario,
v mus, et abolemus . » et dalario , ac curiae causarum cam.apostoli
$ 7. » Decernentes ipsas praesentes literas , » cae generali Auditori per praesentes motu
» et in eis contenta quaecumque , quacumque » simili mandamus, quatenus ipsi , vel duo,
» specifica, et individua mentione, et expres » aut unus eorum per se, vel alium , seu alios
» sione digna, eliamsi in praemissorum et vel » praesentes , ac in eis conlenta , quaecumque,
» eorum aliquo interesse habentes, seu babere » ubi et quando opus fuerit , et quolies pro
» praetendentes quomodolibet illis non consen » parte dictorum Audilorum , locumtenentium
» serint , nec ad ea vocali, citati , et auditi, ne » seu alicujus eorum desuper fuerint requisiti
» que causae propter quas praesentes emana » solemniter publicantes , eisque in praemissis
sy runt adductae, specificatae et justificatae fue » efficacioris defensionis praesidio assistentes ,
» rint, aut alias ex alia quacumque quantum- » faciantauctoritate nostra eos, et eorum quem
» vis justa , pia, juridica , privilegiala causa , » libet confirmatione, adjunctione, innovatio
» colore, praetextu , et capite etiam in corpore » ne , applicatione, approbatione , suppletione,
» juris clauso, et enormis, enormissimae, el to » sanatione, abolitione, decreto , ac aliis prae
» talis laesionis nullo modo unquam tempore » missis pacifice frui et gaudere: non permil
» de subreptionis, vel obreplionis ,ac nullitatis » tentes per quoscumque quolibet indebite
» vitio seu intentionis nostrae, aut interesse » molestari , contradictores, et rebelles per cen
» habentium consensu aliove quomodolibet, » suras ecclesiasticas , ac alia juris remedia ap
» quantumvis magno, formaii, substantiali , ac » pellatione postposita compescendo, invocato
» inexcogitabili defectu notari , impugnari, in » ad hoc, si opus fuerit, auxilio brachii saecu
» validari , infringi , retractari , limitari aut, in > laris .
» controversia vocari , aut adversus illa ape S 10.» Non obstan . quatenus opus sit pia
» rilionis oris, et restitutionis in integrum , » rum memoriarum Simmachi, Pauli II , et
» aliud quodcumque juris, facti vel gratiae » Pauli IV , et aliorum Romanorum Pontifi
» remedium impetrari , vel intentari , vel im » cum praedecessorum nostrorum de rebus Ec
v petrato, vel etiam motu , scientia , et pote- » clesiae, et Camerae praedictae non alienandis
» stalis plenitudine paribus concesso , vel ema » ac rec. mem . Pii papae IV praedecessoris
v nato, quempiam in judicio, et extra illud uli » pariter nostri , de gratiis qualicumque inter
v sou se juvare posse. » esse dictae camerae concernentibus, in eadem
S 8. » Sed praesentes literas , semper firmas, » camera inter cerlum tunc expressum tempus
» validas, et efficaces existere et fore, suosque » praesentandis , et registrandis, ita ut ipsas
» plenarios , et integros effectus sortiri , el ob » praesentes literas ibidem praesentari , admit
tinere , ac dictis Auditoribus, illorumque lo. » li , et registrari numquam necesse sit , nec non
» cumtenentibus , in omnibus , et per omnia . » nostrae et Cancellariae Apostolicae regula de
» plenissime suffragari : nec sub quibusvis per . » non tollendo jure quaesito, aliisque Consti
526 AUDRY ( S . ) -AUGER
» tutionibus, et ordinationibus apostolicis edi . » approbationis, suppletionis, sanctionis, abo
» lis, et edendis, nec non etiam juramento , » litionis decreti , et voluntatis infringere , vel
» conGirmatione apostolica , vel quavis firmila » ei ausu temerario contraire.
» le alia roboratis, statulis et cousuetudinibus » Si quis autem hoc attentare praesumpse
» eliam immemorabilibus , privilegiis quoque, » rit, indignationem omnipotentis Dei, ac bea .
» .et perpetuis indultis, et literis apostolicis sub » torum Pelri et Pauli apostolorum ejus se
» quibuscumque verborum tenoribus , et for » noverit incursurum .
» mis, et cum quibusvis, derogatoriarum de » Datum Romae apud S. Mariam Majorem
» rogatoriis in contrarium praemissorum per » anno Incarnationis dominicae millesimo sex
» quoscumque Romanos Pontifices praedeces- » centesimo septuagesimo primo. Quartodeci.
» sores nostros, ac Nos, et Sedem Apostolicam , » mokal. Jan., pontificatusnostrianno primo.
» cum quibusvis clausulis , et decrelis etiam AUDRY (S.), regina del Norlumberland in
» iteratis vicibus secretariis Apostolicis , ac Joghilterra, vergine, badessa di Edy . Maritala
» Cancellariae et camerae Apostolicarum offi- due volte, visse coi suoi mariti in una conti .
» cialibus, ac de communi et annata , et plum . nua verginilà ; anzi dal secondo ottenne licen
» bo, nec non de quibusvis aliis quocumque za di ritirarsi dal mondo e nascondersi nel
» nomine noncupentur, et dignitate seu majo- chiostro. Edificato che ella ebbe un monastero,
» ritate perfulgeant in genere, vel in specie, da s. Valfrido vi fu creata badessa, ed in tale
» seu eorum collegiis et in actu eorum erectio- carica tutta impiegò la sua attenzione e vigi
» nis concessis, approbalis , et innovatis, et in lanza a far che vigesse in quello una esatla os:
» posterum concedendis et innovandis : quibus servanza, facendosi da prima essa stessa mo
» omnibus et singulis etiamsi pro illarum suf- dello con le sue virlů . Esemplare di perfezio
» ficienti derogatione de illis , eorumque totis ne, mori martire della cristiana carità assi
» tenoribus specialis, specifica, et individua , slendo alcune delle sue sucre attaccate da mal
» ac de verbo ad verbum , non autem per clau- contagioso, il 23 giugno dell'anno 679. Poco
» sulas generales, alia importanles mentio, seu dopo la sua morte ebbe pubblico culto nella
» quaevis alia expressio, habenda, aut aliqua chiesa d'Inghilterra. But.
» alia causa , exquisita forma ad hoc servand a AUFRE RI ( Stefan o ). Il nome di queslo
e,
» foret, ac in eis caveatur express quod illis peritiss imo giureco nsullo, che viveva nel seco
» nullatenus , ac sine consensu interesse ha- lo decimoquinto, sarà da noi ricordato siccome
v bentium derogari posse , lenores hujusmodi, autore di molte opere che trattano di sacra ma.
» ac si de verbo ad verbum , nihil penitus teria, fra le quali noi citereno: 1. Repetilio Cle
» omisso , et forma in illis tradita, observala mentinae primae ul clericorum , de officio et
» exprimerentur, et insererentur praesentibus poleslale judicis ordinarii ecc. 2. Decisiones cu
» pro plene, et sufficienter expressis, et insertis riae archiepiscopalis tolosanae ecc. Se la prioa
» habenles, illis alias in suo robore permansu- delle opere suddelte merita lode, per esservi
» ris, harum serie, motu , ac scientia similibus diligentemente esaminati e l'estensione ed i
» expressis derogamus. Nec non omnibus illis, diritti della ecclesiastica e civile giurisdizione
» quae literis eisdem Auditoribus, et locum te- a motivo dei conflitti fra l'una e l'altra, fre
» pentibus, seu eorum collegio voluerunt dicti quenti ancora sollo i regni di Carlo VIII e di
» praedecessores non obstare, quae pro repeti . Luigi XII di Francia ; la seconda non è meno
» lis habeantur, caeterisque contrariis quibus- importante, trattando non solo di materie .ec
» cumque. clesiastiche, e della forma di procedere nei tri .
S 11. » Volumus autem , quod earumdem bunali della Chiesa, ma ben anche di molte
» praesentium transumplis eadem prorsus fi- materie civili , quando a cose ecclesiastiche
v des in judicio, ac alias ubicumque adhibea- banno relazione, quali sono le convenzioni di
» tur , quae adhiberelur originalibus, si forent matrimonio ed i lestamenti. Cei .
» exbibitae, vel ostensae. Per praesentes autem AUGER ( EDMONDO ), nato ad Allemans , nella
» non intendimus illa, quae per Concilii Tri- diocesi di Troyes in Francia, nel 1530 , da pove
» dentini decreta , et alias posteriores Consti ro casalo; educato da un suo zio parroco, part)
» luliones Apostolicas specifice revocala sunt poscia per Roma con intenzione di farsi gesuita.
» in aliquo approbare. Così scarso egli era di danaro pel viaggio che
» Nulli ergo bominum liceat hanc paginam gli convenne elemosinare per vivere. Fornito il
» nostrae absolutionis, confirmationis, adjun- cammino e giunto alla capitale del mondo cri
» clionis, innovationis, concessionis, indulli, stiano, trovo che il padre Le Fevre cui era
» ampliationis, assignationis , applicationis , stato raccomandato , cra morto . Nella dura ne
AUGJEA - AUGUSTA 327

cessità in cui allora trovavasi, non avendo di catori evangelici, ed ebbe la consolazione di
che vivere si recò al campo di Flora con un vedere quelle genti abbracciare la religione cri
calamaio, onde offrire a chi lo chiedesse l'ope- stiana . Il solo Vescovo di questa città che co
ra sua di scrivano. Mentre colà trovavasi , pas- nosciamo è certo Teodoro, il cui nome a noi
sando un gesuita , a lui si accosto , e parlatogli giunse fra quelli che sottoscrissero al quinto
colla semplicità e dolcezza di quel linguaggio concilio generale. OR. CR.
ebe parte dal cuore, fu da questo condotto alla AUGURE, AUGURIO. Il nome di augure
casa, dove venne impiegato a servire nella cu« si dà principalmente a quelli , che si vantavano
cina , sebbene avesse fornilo buona parle distu- di predire il futuro dal volo, dal canto e dal
dii . Gli elogi che facevano di lui i novizii in- modo di mangiare degli uccelli . Questa sorta
vogliarono s. Ignazio a vederlo, e conosciuto di augurio non trovasi nella Scrittura, mentre
che egli sarebbe divenuto qualche cosa di me- altre ve ne sono menzionate. Il nome di augu
glio che cuoco, fu posto nel noviziato, dopo il re a tulli quelli si dava che predicevano il fu
quale fu mandato ad insegnare poesia e retto- turo, traendo i lor vaticinii dall'apparir degli
rica a Perugia , a Padova e nel collegio roma- uccelli , dal cielo , dagli elementi , dal tuono,
no . Egli economizzava sugli esercizii scolastici dell'acqua , dalle viscere degli animali , ecc . ,
il tempo di fare il calechismo ; e faceva fin ed in questo senso l'augurio è ricordato nella
d'allora ammirare la sua eloquenza , la quale Scrittura, sotto le voci auguror, ed augurium,
fu specialmente fatta soggetto di attenzione in preso nel senso di ogni divinazione o magia .
Francia. Alcuni Vescovi , agitati pei progressi Dio aveva proibito al suo popolo di consultare
dell'eresia, avevano domandalo soccorso al pa. i maghi sollo pena della vita , ed aveva espres.
dre Laynez generale della compagnia di Gesù , samente proibito di tollerare qualsiasi sorta
il quale tosto loro assegno Auger come adiu- di divinazione o magia nei paesi degli Ebrei .
tore nella impresa difficile di arrestare il corso Che se leggesi nella Genesi cap . 44, ove parlasi
all'idre avvelenate. Auger , ricevuta adunque di Giuseppe e dei suoi fratelli : Scyphus ipse
nel 1559 questa missione, incominciò con infa. in quo bibil dominus meus, et in quo augu
ticabile zelo l'opera della salute, sebbene fosse rari solet, la voce augurari non devesi pren
esposto ad offese ed anche alla morte , alla dere in senso che Giuseppe si servisse dell'ar
quale condannato a Valenza nel Delfinato dal te proibita che la sua santità non lo permel
barone Des Adrets, uomo per crudeltà rino. teva , ma si adopera secondo il modo di parla
mato,fu salvo colla fuga che i Cattolici gli pro- lare del popolo di Egitto che stimava Giusep
curarono. Questo pericolo non fece che rende- pe siccome un gran mago: ovvero si può pren
re il suo zelo più ardente e più efficace ; tulla dere nel senso di uno che predice il futuro ;
l’Alvernia ne fu presa , e nella sola città di Is- cosi era lo stesso che se dicessero : questa taz
soire più di millecinquecento Ugonotti dai suoi za è quella di cui si serve Giuseppe per offri
discorsi scossi e convinti , riconobbero ed abiu- re a Dio libazioni , quando vuol consultarlo
rarono i loro errori . Ma più di ogni altra è a sull'avvenire. Altre cose vedi all'articolo Su
tui debilrice la città di Lione. Nel 1563 egli PERStizione. Con .
fu incaricato della cerimonia di ristabilire la AUGUSTA , Augusla Vindelicorum . Città
religione cattolica in quella città ; vi celebrò di Germania in Baviera, capoluogo del circolo
la prima messa nella chiesa metropolitana , e dell'Allo Danubio, il cui vescovado è antichis
recitò poscia un discorso che fu molto ammira. simo. I primi Vescovi tennerola loro residen
to, riuscendo poi anche a scoprire e sventare za nell'abbazia di S. Ulrico e S. Afra , insieme
una nuova sorpresa dagli Ugonotti tentata in ai religiosi ; ma posciaché a questa abbazia fu
quella città. La carità poi di Auger ancor più dato un abbate regolare dell'ordine di S. Be
manifestossi in occasione di una terribile pe- nedetto nel 1012, i Vescovi trasferirono la lo
ste. Altri furonoeinnumerevoli i frutti salutari ro sede nella chiesa della SS. Vergine, chedia
che ei colse colla sua predicazione, fino a tanto venne allor cattedrale, cessando verso il me
che richiamato a Roma dal suo generale ,dopo desimo tempo di vivere in comunione i loro
aver percorse altre città d'Italia , morì a Como canonici .
il giorno 19 gennaio 1591 nell'anno suo ses Vuolsi che i primi predicatori evangelici ad
santesimo primo . Hel. Augusta fossero s. Narciso e Felice suo diaco
AUGIEA , ciltà vescovile della Libia inferio- no, i quali colà si recarono verso la fine del
re sotto il patriarcato di Alessandria . In que- terzo secolo , quando fuggirono la persecuzio
sta città , dove l'idolatria era allamente radi. ne di Diocleziano . Questi due santi soffrirono
cala , l'imperatore Giustiniano mando predi . poscia in Catalogna il martirio. In Augusta a
528 AUGUSTAMNICA - AUGUSTANA (CONFESSIONE)
vevano con verlito Dionigi , sua sorella Ilaria , domenicale, la salutazione angelica , il simbolo
Afra sua nipote, colle tre sue compagne Degna, apostolico ed il decalogo, lulle le domeniche
Eunomia ed Eutropia (Ved. Afra ) . San Dio- dopo la predica, perchè possano i loro parroc
nigi fu ordinato prete da s . Narciso, ed in al- chiani ritenerli a memoria. Il vigesimoseslo
cuni cataloghi è annoverato come il primo ve- vieta di affidar l'istruzione a persone sospelte
scovo di Augusta. di eresia . Hard . tom . 9.
Questa diocesi , od a meglio dire cillà, meri Si tenne pure in Augusta un'assemblea con
ta pure di essere da noi ricordata pei concilii Tro il concilio di Pisa l'anno 1511 .
che in essa si tennero , i quali qui ricorderemo, Solto il nome di AUGUSTA troviamo anche
come ci furono tramandati dal Labbé e dal- un'altra città vescovile nella diocesi di Anlio
l'Harduino. chia, dipendente dalla metropoli di Tarbes .
Il primo concilio di Augusta fu raccolto nel LAB.
952 ai 7 di agosto sotto il pontificato di Aga AUGUSTAMNICA , provincia di Egitto ,
pito II e l'impero di Ottone . Soggelto di que. chiamata al presente Errif o basso Egitto. Es
sto concilio fu la disciplina ecclesiastica . Vi sa dividesi in due parti , prima e seconda . L'Au
presiedette Friturico arcivescovo di Magonza , gustamnica prima comprende i vescovati di
e vi si trovarono ventitre Vescovi , fra i più il- Pelusio, ora Belbeis, di Damiata, di Selrethes,
lustri dei quali era s . Udalrico. Si fecero in es . Tanis, Thmuis , Rhinocarra ora Faramida , O
so undici canoni. Il primo canone depone i ve strace o Stragiani , Casio, Afteo od Afneo, Efe
scovi , sacerdoti, diaconi, suddiaconi che pren- ste, Paneliso, Gerrum , Itagero, Tereso, Facu
dono moglie, e proibisce loro di tener donne in sa, Pentaschenon .
casa. Il terzo comanda la deposizione dei ve L'Augustamnica seconda comprendeva le
scovi , sacerdoli e diaconi che giuocano ai giuo- chiese di Leontopoli, Atriba, Eliopoli , Rubasle
chi di azzardo , quando non vogliono desistere; o Basla , Carbete o Farbete, Babilonia, Scenes
e loro vieta di lener cani ed uccelli da caccia . Mandrorum , Anlihous, Sele, Arabia.
Il sesto ingiunge ai monaci di essere soggelli OR . CR.
ai loro vescovi , e di riceverne le correzioni. Il AUGUSTANA ( Confessione ). E questa la
settimo impone ai cherici di ollenere, per farsi denominazione che si dà alla professione di
monaci , il permesso dal Vescovo. Il decimo fede presentata da' Lulerani a Carlo Quinto
vuole che sia riconosciula dal Vescovo la di- imperatore nel 1530, nella dieta tenuta nella
stribuzione delle decime. L' undecimo esige cillà d'Augusta in Baviera. Questa formula o
che generalmente tutti i cherici pervenuti ad professione di fede, composta da Melantone,
elà un poco avanzata , vivano nella continen- in due parti era divisa : la prima conteneva
za . Lab. tom . 9 , Hard . 6 . venlun articolo, la seconda selle. Nel primo
Il secondo concilio si raccolse nel 1348 ai 12 della prima parte si ammelle ciò che i quattro
di novembre, solto il Papa Paolo III , sulla primi concilii generali deciso avevano sull'u
riforma del clero. Vi presiedelte Ottone car- nità di Dio e sulla Trinità . Il secondo ammet
dinale del titolo di S. Balbina e vescovo di teva il peccato originale, ma si faceva consister
Augusta . Si fecero in esso trentatre canoni . tutto nella concupiscenza e nella mancanza di
Di questi poi ricorderemo i principali . Il quin- timor di Dio e di speranza nella bontà di lui.
to canone ordina un esame severo di quelli Il terzo comprendeva quanto trovasi nel sim
che devono essere ordinati , tanto sulla fede che bolo degli Apostoli sull’incarnazione, vita ,
sui costumi. Il sesto proibisce di ampieltere morte, passione, risurrezione ed ascensione di
alle funzioni ecclesiastiche i preti od i frati G. C. Il quarto decreta contro i Pelagiani che
viaggiatori , senza lettere dei loro Vescovi o su l'uomo non può essere giustificato colle pro
periori. Il seltimo riguarda i doveri degli arci- prie forze, ma pretende contro i Cattolici , che
diaconi. L'ollavo le qualità dei canonici . 11 la giustificazione si faccia colla sola fede ad e
pono le funzioni dei canonici . Il decimo la sclusione delle buone opere. Il quinto confor
vila degli ecclesiastici . L'undecimo condanna mavasi al sentimento cattolico in quanto dice
la pluralità dei benefizii . Il duodecimo parla che lo Spirito Santo è dalo mediante i Sacra
della riforma dei religiosi , religiose, canoni- menti della legge di grazia , ma ne differiva nel
chesse. Il decimoterzo esibisce regole per la riconoscere nella sola fede l'operazione dello
predicazione. Il decimoquinto ed i sei seguenti Spirito Santo . Il sesto, confessando che la fe
offrono regole per l'amministrazione dei sa- de deve produrre buone opere , negava che
cramenti. Il vigesimoquinto comanda a tutti queste servissero alla giustiticazione, prelen
i parrochi di leggere distintamente l'orazione dendo che sieno falle solo per obbedire a Dio .
AUGUSTINUS-AULON 329
Il settimo voleva che la Chiesa composta fosse getta ; su di questo parlo bastantemente Bos
di soli elelti. L'ollavo riconosceva la parola suet nella sua Storia delle variazioni. 1 Zuin
di Dio, i Sacramenti per eſficaci, sebbene chi gliani stessi la dissero il vaso di Pandora, don
li conferisce sia malvagio ed ipocrita . Il nono de usciva il bene ed il male ; il pomo della di
sosteneva contro gli Anabattisti la necessità scordia fra le dee ; un gran mantello in cui
di battezzare i bambini. Il deciino professava nascondesi Satanasso del pari che Gesù Cri
la presenza reale del Corpo e del Sangue di sto. BERG.
Nostro Signore nell'Eucaristia . L'undecimo AUGUSTINUS. V'ed . GIANSENIO .
ammetteva coi Caltolici la necessità dell'asso AUGUSTO , imperatore romano, successore
luzione per la remissione dei peccati , ma ri. di Giulio Cesare. La battaglia di Azio che egli
geltava quella della confessione. Il duodecinto diede contro Marcantonio e che lo fece padrone
condannava gli Anabatlisti che sostenevano dell'impero, ebbe luogo quindici anni avanti
l'inammissibilità della giustizia , e l'errore la nascita diG.C., cioè l'anno del mondo 3983.
dei Novaziani sull'inutilità della penitenza ; Augusto visse ancora 17 anni , e morì l'anno
ma negava contro la fede cattolica , che un 14 dell'era comune, e 17 dopo la nascita di G.
peccator pentito meritar polesse con penitenza C. Fu questi che ordind l'enumerazione del
la remissione dei suoi peccati. Il decimoterzo popolo ricordata da s. Luca, per la quale furo
esigeva la fede attuale in tutti quelli che rice no obbligali Giuseppe e Maria di recarsi a Bet
vono i Sacramenti, anche nei bambini . Il de- lemme ove Gesù Cristo nacque . V. Quirino.
cimoquarto proibiva d'insegnar nella chiesa e Cal .
amministrarvi i Sacramenti senza una legitti. L'AUGUsto poi nominato negli Atti degli A
ma vocazione. Il decimoquinto ordinava di os. postoli , cap. XXV , vers . 21 e 25 , e che supe
servar le feste e le cerimonie. Il decimosesto riormente nello stesso capo viene dello Cesare,
tenea le leggi civili come legittime, la proprie- e al quale appellò s. Paolo, è Nerone.
là dei beni e il matrimonio. Il decimosettimo AUGUSTO (S.). Questi era prete della pro
riconosceva la risurrezione futura, il giudizio vincia di Berri, ed apparteneva alla casa di
finale, il paradiso e l'inferno. Il decimottavo s. Desiderato, vescovo di Bourges. Inca pace a
dichiarava che il libero arbitrio non basta per muoversi per gravissima infermità da cui era
quel che riguarda la salute. Il decimonono di- aggravato, riceveva elemosioe in larga copia
ceva che sebbene Dio abbia creato l'uomo e lo dai fedeli , delle quali usò ad edificare una
conservi,non è nè può essere la causa del suo cappella ad onore di s. Martino. Quest'opera
peccato . Il vigesimo diceva che le buone opere. riusci cosi gradila al Signore che lo guari mi
non sono affallo inutili. Il vigesimo primo racolosamente. In riconoscenza di tale benefi
proibiva d'invocare i santi. zio Augusto si dedico interamente al servigio
La seconda parte contiene solo le cerimonie di Dio. Raccolse perciò un piccol numero di
e gli usi della Chiesa, quelle cerimonie e que- religiosi , e visse con essi nel più perfetto eser
gli usi che i Proteslanti Iraltavano di abusi , e cizio della monastica disciplina. Fu poscia no
pei quali , a loro della , avevano dovuto sepa. minato abbale di s . Sioforiano, ed io lale gra
rarsi dalla Chiesa cattolica. Dei selle articoli do pieno di merili e di virtù morì verso l'an
di cui questa parte era composta , il primo am . no 560. GIR.
melteva la comunione sotto le due specie , e AUGUSTOPOL ). Due citla vescovili incon
proibiva le processioni del santissimo Sacra- fransi di questo nome : la prima apparteneva
mento . Il secondo condannava il celibato dei alla diocesi di Gerusalemme, ed era sotto la
preti e dei religiosi . Il terzo scusava l'aboli- metropoli di Petra .
zione delle messe bassé, e voleva che si cele La seconda era della diocesi d' Asia nella
brassero in volgare. Il quarto liberara i fedeli Frigia salutare, e di tale città de memorie ec
dall'obbligo di confessare i peccati . Il quinto clesiastiche rammemorano quattro vescovi.
combatteva i digiúni e la vita monastica . Il OR. CR.
sesto riprovava i voli monastici. Il settimo AUGUSTOVO , città del regno di Polonia,
fissa va fra la potenza ecclesiastica e la secolare capoluogo di voivodia, sede d'un vescovo cato
una distinzione che toglieva agli ecclesiastici tolico, suffraganeo dell'arcivescovo di Var
ogni potenza temporale. sa via .
Nulla qui diremo delle contraddizioni che AULON , nome che davasi al tempo di Eu
in essa si trovano, e che spiccano agli occhi di sebio e di s. Girolamo a quella vallata vastis.
chiunque, nulla delle variazioni cui andò sog- sima che estendevasilungo il Giordano dal Li.
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fasc. IX . 67 12
930 AULONA - AURELIANO
bano sino al deserto di Faran . Sembra deriva di vita cui aspiravano quelle monache si addi.
re dal greco Aulos, che significa vallata. ce, e santo fu il suo governare, che durò sino
Cal. all'anno 666 , nel quale ella villima mori del
AULONA O Vallona , cillà della Turchia contagio con cenlosessanta delle sue monache.
Europea , in Albania, è titolo d'un vescovo la. Bai.
tino in partibus. AUREA (S.), vergine e martire nella Spa .
AUNARIO ( Sant'), vescovo di Auxerre, con gna . Nata da distinti e nobili genitori sarace
vocò, nel 581 , un sinodo di sacerdoti e di ab. ni, come crebbe, conobbe la follia di quella re ,
bati della sua diocesi. Furono compilati in es . ligione, ed abbandonata la casa e quanto per
so quarantacinque canoni, dei quali ecco i più esa eravi di lusinghiero nel mondo, si ritirò
atti a dare un'idea dei costumi e della disci . nel monastero di Cuteclar presso Cordova , di
plina di quel secolo nella chiesa gallicana. Col cui abbracciò l'istituto. Indispelliti i suoi pa .
primo è proibito « di mascherarsi nel giorno renti di tale abbandono, e più della sua de.
primodi gennaio , da giumento o da cervo, e di fezione al maomettismo, nell'anno 856 l'accu
dare strenne diaboliche, bensi è permesso in sarono essi stessi siccome cristiana ad un giu
tal giorno, siccome in qualunque altro giorno dice che era alla vergine stretto in parenta
dell'anno, di seguirsi gli uni gli altri. » Il testo do. Condotla al tribunale, questi tanto seppe
porta : Cervolo, vel vilula facere. Nel primo intimorirla da oltenere progressa che si pie
giorno di gennaio usavano allora i pagani ed gherebbe alla sua volontà. Ma il suo fallire
i cattivi Cristiani di mascherarsi , assumendo fu di breve momento, perciocchè, conosciuto
figure di varii animali. Il terzo canone vieta l'errore, tosto lo deteslo, ed in ogni modo pos:
di adunarsi in case particolari per celebrare sibile diede segni di crescere nel fervore ed af
vecchie festività, e di sciogliere voti a cespugli , felto per la religione cristiana . Il giudice arse
alberi e fontane, e di fare figure di piede e di di sdegno a quella manifestazione, e nulla ri
uomo con pannilini . « Il testo esprime pede et trovando ca pace a farla aderire alla sua em
homine lineo. Fleury lesse ligneo, però che tra, pia volontà , ordinò che fosse decapitala, la
dusse i piedi di legno: nondimeno tutte le edi-, qua le ferale sentenza fu eseguita il giorno 19
zioni portano lineo. Il nono canone proibisce luglio dell'anno medesimo, come narra s. Eu
« a'laici di far dadze della chiesa, di farvi can . cogio di Cordova . Bai .
tare le donzelle, o d'imbandirvi con vili. » San AURELIA , vergine, parente di s . Adrio mar
t' Aunario mori l'anno 605. Lab. tire a Roma nell'anno 287. Come seppe la
AURAN , Ezechiele al capo 47 parla di Au- morte incontrata generosamente da questo suo
ran , come di un canlone situato all'oriente parente per la confessione della fede di Gesù
settentrionale della Terra Santa. Si pretende Cristo , losto abbandono la Grecia , e recossi a
che sia la stessa cosa che l'Iturea. San Luca Roma, dove Adrio aveva sofferto il martirio .
dice che Filippo figlio di Erode era padrone Quivi visse nell'esercizio della virtù per tredj .
dell' Ilurea e della Traconitide ; e Gioseffo ci anni, ed era suo dilello vegliare e pregare
nelle sue Anlichilà dice ch'egli possedeva la alla tomba di Adrio. Dopo questo lempo san .
Batanea , la Traconilide e l'Auranite, donde tamente morì , e fu sotterrata presso di lui. Il
si vede che l ' Auranile e l'Ilurea sono posle marlirologio romano la ricorda ai 2 di di
l'una per l'altra. Cal . cembre. Bal .
AUREA ( S.), Francese di nascita, ed abba, AURELIANO (Lucio Domizio ), imperatore
dessa del monastero di s. Marziale a Parigi , romano del secolo terzo, nato in un oscuro vil .
fece vedere di quante e quali sublimi virtù laggio della Pannonia. Datosi alla milizia come
fosse adorna fino dai tempi dei re Dagoberto 1 semplice soldato nella guardia imperiale, vi
e Clodoveo II . Tali virtù ben furono conosciu . passò per lutti i gradi, diventando anche con •
te e considerate da s. Allodio, che in Aurea sole nel 258. Claudio il Gotico lo fece gover
vide la donna opportuna a reggere il mona natore dell'Illirico e della Tracia , e alla morte
stero di vergini che solto gli auspicii di s. di lui nel 270 venne sollevato all'impero. Non
Marziale egli fondava in Parigi, dove racco- diremo qui delle sue vittorie, come imperatore,
glieva più che trecento vergini, per cui egli contro i Goti, i Vandali , i Marcomanni ei
la elesse ad abbadessa di esso. Assunta a tal Sarmati , non di quelle contro la celebre Zeno
carica, ella vide quanto era necessario all'anda- bia regina di Palmira econtro Tetrico che nelle
mento perfetto di una comunità di vergini Gallie aveva preso la porpora. Marciaya Aure
che si erano dedicate al Signore, ed ogni opera Jiano contro i Persiani, quando Maesleo , uno
impegno affine di reggerlo come alla perfezione de'suoi segretarii, lo fe'uccidere presso Eraclea
AURELIANO (S.) - AURORA 531

nel 27 % . Era questo imperatore ammirato,ma lio generale dell'Africa comunemente vien
in pari tempo odiato per la sua crudeltà nei detto, nel quale si stabili tutto quanto ri
castighi. La barbarie sua si segnald spezialmen- guarda la disciplina ecclesiastica . Tre altri
te contra i Cristiani , de quali ei fece perire un concilii convoco, negli anni 403 , 404 e 40 % ,
gran numero per tutto l'impero. Ciò non a Cartagine per la riunione dei Donatisti.
ostante fe'a lor vantaggio un atto di giustizia Nell ' anno 411 assistè alla rinomata confo
nelle dissensioni chel'eresia di Paolo di Samo renza tra i Cattolici ed i Donatisti, nella qua
sata cagionò in Antiochia, dando vinta la causa le i secondi ebber la peggio. Combattè pure i ,
a quella parte di Cristiani che comunicavano Pelagiani in due concilii tenuti a Cartagine
col Sommo Pontefice, ch'egli riguardava come negli anni 419 e 416 , e nel 425 o 496 san
capo supremo della religione cristiana, e co tamente mori . V. CARTAGINE ( Concilii di ) .
stringendo l'eresiarca a lasciare la casa vesco But .
vile a quello cui il Papa indirizzava le sue AURELIOPOLI , Due città vescovili ab
letlere. biamo negli atti ecclesiastici indicate solto di
AURELJANO (S.) , vescovo di Arles, uno questo nome ; la prima nell’Asia minore sotto
dei più grandi e santi prelati di Francia nel l'arcivescovado di Lidia ; la seconda pure nel
secolo sesto. Successore nel vescovado ad Are- l ' Asia sotto la metropoli di Sardi. Questa ul
sario nell'anno 546 ; il Pontefice Vigilio tratto tima chiamasi anche Paicome. Not. Eccl.
dalle sue virtù , gl ' inviò il pallio in attesta AUREOLA . Corona o cerchio di luce che
zione della stima che nutriva per lui , ed ag- si pone intorno alla testa dei santi nelle loro
giunse la nomina di suo vicario, e legato in immagini, come un distintivo della vittoria
tulto regno di Childeberto, figlio del grande da essi riportata nella sostenuta batlaglia per
Clodoveo. Aureliano, sostenuto da questo sag- giungere alla Gerusalemme celeste. Il Sir
gio principe, adoprossi a tutt'uomo ed ottenne mondo asserisce che tale costume è tollo dai
il ristabilimento della disciplina,e giovato dal- gentili , i quali circondavano la testa delle
le sue liberalilà eresse stabilimenti distinti a false loro divinità con raggi di luce ; con lui
benefizio del suo gregge , fra'quali conviene an- si uniscono altri dotti ad asserire tal cosa .
che ricordare due monasteri per li due sessi - Urbano VIII con un decreto del 13 marzo
diversi. Nell'anno 549 intervenne al concilio 1625 vieto che si dipingessero coll' aureola
di Orleans radunato dai tre regni di Francia, le persone morle in odore di santità , e che se
ed ebbe parte a tutto ciò che in esso fu tratta- ne esponesse il quadro in luoghi sacri, sopra
to per la riforma dei costumi e la disciplina. gli altari, nelle chiese e nelle cappelle, ed or
Morì il giorno 16 giugno dell'anno 550,giorno dino che solo questa si dovesse porre ai santi
in cui la memoria di lui viene ricordata dal canonizzati..
BAL. Nel linguaggio teologico la parola aureola
martirologio.
AURELIO ( MARCO ). Ved . MARCO Au- significa il grado di gloria che i beati godono
RELIO. in cielo , secondo il dire di s. Agostino , che ,
AURELIO (S.) , vescovo di Cartagine. Na- nel suo libro della santa verginità , chiama
tivo d'Italia , erasi ritirato nell'Africa onde l'aureola prerogativa di gloria . Sir.
attendere interamente e libero da qualunque AURORA . II Salmista, parlando della ge
cura al Signore. Morto Genetlio, vescovo di nerazione eterna del Messia, dice che egli fu
Cartagine , furono gittati gli occhi sopra di generato pria dell'aurora , ovvero , secondo
lui, le cui virtù erano universalmente am il testo ebraico : che la sua posterità è co
mirate, e venne eletto a quella sede nell'anno me la rugiada che è prodolla dal son dell'uu
392. Poco dopo la sua elezione scrisse a s . rora . Questa posterità sono i fedeli che han
Agostino col quale era intimamente congiun- no creduto in Gesù Cristo . La loro moltitu
to in amicizia , affine di chiedergli soccorso dine è ottimamente paragonata ad una ru
di preghiere e di consigli. Nell'anno 393 giada abbondante che cade il mattino , e che
raccolse in Ippona un concilio generale di sembra sortire del seno stesso dell'aurora. .
tutta l'Africa , nel quale si fecero molti ca Lo stesso Salmista per mostrare la rapidità
noni che servirono di norma ai concilii sus della sua fuga dice: Se io prendo le ali dell'au
seguenti ; V. AFRICA ( Concilio d ' ) del 393 ; rora ecc . Nulla di più rapido si conosce dell'el
e vi si tentò la riunione dei Donatisti. Molti fusione dei raggi del sole al levar dell'aurora .
altri concilii ei lenne a Cartagine , nei quali Isaia dice che quelli che non si abbraccie
fece molti sapientissimi regolamenti , e per- ranno alla legge ed alle osservanze ,, non go
venne ad abolire interamente l'idolatria in dran dell'aurora : Non erit eis matutina luz .
Africa . Nel 398 convocò in Cartagine il ce- Essi periranno senza veder la luce, nè rimar
lebre concilio nazionale , che quarto conci- ranno per l'indomani.
532 AUSBURGO - AUSILIO
1
Giobbe paragona gli occhi di Behemoth allo ria tanto appresso i Greci che appresso i
splendor dell'aurora : Oculi ejus ut palpebrae Latini. Bai .
diluculi. Essi sono così brillanti quanto lo è AUSENZIO (S.) , vescovo di Mopsuesta in
l'aurora. GAL . Cilicia. Da prima aveva percorso la carriera
L'aurora in quanto alla celebrazionedella dell'armi sotto l'imperatore Licinio. Retto
messa devesi prendere regolarmente secondo era però il suo cuore, e la sua religione quel
la determinazione della sacra Congregazione la di eterna verità , per cui non potendosi
dei Riti che dice : Ubi non est aurora physi- sottomettere ad offrir uve a Bacco, abbando
ce pro licita missarum celebratione, altendatur nò la spada e la professione militare . Ordinato
ea moraliter et politice, quando scilicet ibi ter- poscia vescovo di Mopsuesta in Cilicia verso
minari solet quies, et inchoari labor juxta pro- l'anno 324 , e da quel momento tutto dedi
batam regionum consuetudinem . Cosi nella de- cato al bene dei suoi figli, si rese, commende
cisione in proposito dei 18 settembre 1634 . vole per virtù sino alla morte.
Gio. Bai .
AUSBURGO o meglio AUGSBURG.Nome te AUSENZIO (S.) , martire del secolo deci
desco di Augusta ( V. ) . moquarto nella piccola Armenia, compagno
AUSENZIO (S.) , Persiano di origine, di di s. Eustrato . V. EUSTRATO .
nascita Siro, era figlio di Abdas , che nella AUSILIO, scrittore del secolo nono , la cui
persecuzione di Sapore era stato costretto ad patria è ignota , ordinato prete dal Papa For
abbandonare per la religione la patria, e por- moso; siccome questa ordinazione veniva dis
tarsi nella Siria. Nell'anno 434 Ausenzio re- approvata , cosi egli scrisse tre trattati per
catosi a Costantinopoli, si ascrisse nella quar- sostenere a queste e tutte le altre ordina
ta compagnia delle guardie della corte. Il me- zioni da quel Pontefice fatte. Il primo giusta
stiere delle armi cui erasi dedicato nulla gli l'edizione del padre Morin , il secondo in quel .
impedi nell'esercizio delle virtù , le quali egli la di Mabillon , è diviso in 40 capitoli. Esso
seppe esercitare anche in mezzo ai suoi com non è che una raccolta di statuti ecclesiastici
militoni, e con tale e tanto fervore da meri e di passi dei Padri.;
tarsi il dono dei miracoli , ciocchè gli attrae Il secondo trattato d'Ausilio è scritto in
va le lodi comuni . A malincuore egli sentiva forma di' catalogo. Lo compose ad istan
ciò , perchè la sua umiltà lo faceva riconosce za di Léone vescovo di Nola, ordinato pu
re per dapoco , ed egli avrebbe voluto rima- re da Formoso , il quale pressato essendo a
nere negletto, per cui a fuggirle, chiestane li- riconoscere nullo il sacerdozio che aveva da
cenza, ed abbandonate le armi , si ritirò in questo Papa ricevuto, dopo aver su ciò con
un monte della Bitinia per nome Oxia , ove sultato alcuni Francesi e Beneventani , la
coprivazi le membra con una pelle , é prati- cui risposta era di guardarsi da tale spropo
cava austerità severissime. Trascinato contro sito, si raccomandò ad Ausilio, perchè pren
sua voglia al concilio ecumenico che Marcia- desse di concerto con lui la difesa , e rispon
no imperatore aveva convocato a Calcedonia desse alle obiezioni di coloro che attaccavano
contro gli Eutichiani , ne sottoscrisse i de- le ordinazioni fatte da Formoso. Ausilio ac
creti . Lasciata poscia questa ciità , si ritirò consentì , e maneggiò l'impresa con molta
sul Siope, monte assai più alto dell ' Oxia , libertà e fermezza . Ausilio risponde ad una
ove aumentò le sue austerità. Intanto le gen- questione , che siccome non si ribattezzano
ti tratte dalle grazie che ottenevano pel suo i fanciulli , nè quelli che furono ballezzati
mezzo dal cielo, in gran folla a lui accorre per forza ; cosi neppur riordinare si debba
vano, e queste non si dipartivano mai senza coloro che furono loro malgrado ordinati .
essere state satolle dei suoi salutari sermoni . Dopo ciò egli esagera la crudeltà esercitata
Le sue esortazioni ed ammonizioni non furo- contro la memoria di Formoso , facendone dis.
no senza frutto, chè molte furono le persone sotterrare il corpo per trascinarlo a un con
di ambo i sessi da lui convertite, e molte ab- cilio, facendolo spogliare degli abiti pontificii
bracciarono il regime di vita che ei conduce- per vestirlo de' laicali, tagliandogli due dita
va, costruendosi delle cellette intorno della della destra, e facendolo seppellire in un cimi.
sua, e sulle montagne vicine , sicchè egli di- tero d'estranei, da cui fu tratto e gittato nel
venne il loro padre ed il loro direttore nella Tevere.
via della perfezione. Cosi santamente quei Nel terzo, da Mabillon tenuto per primo ,
suoi figli reggendo più coll'esempio che colle Ausilio tesse elogio al Papa Formoso, dicendo,
parole, condusse sua vita fino all'anno 430 che in tutta sua vita, giammai gustato egli a
che fu l'ultimo di sua mortale carriera. Il veva né vino, nè carne, e che aveva condotta
14 febbraio è giorno sacro alla sua memo- fino agli 80 anni una vita di continenza perfet
AUSTERITA'-AUTOCEFALI $ 33
ta. Molla erudizione signoreggia in questo Il re dell' Austro , additalo in piir luoghi
trattato , molta forza e libertà , ma non di rado della profezia di Daniele , vuolsi sia Tolomeo
poca solidità. Il padre Morino fece stamparedue Filadelfo re d'Egitto. 7. Antioco IV . · La
Jibrid'Ausilio nel suo Trallalo delle ordinazioni regina dell'Austro , cui si allude in s. Matteo ,
a Parigi nel 1653 e ad Anversa nel 1695. Tro. c. 12, v. 42, e in s. Luca, c. 11 , v . 31 , è la re
vansi pure qaesti libri nel XVII volume della gina SABA ( V.). Car .
Biblioteca dei Padri , ed un terzo libro, ch'egli AUSTRUDE (S.). Questa vergine badessa, fi.
melte per primo, e che non può contendersiglia del beato Blandin Bason edis. Salaberga ,
ad Ausilio, perchè vi s'incontrano il suo genio nacque verso l'anno 634. In elà di 12 anni prese
e il suo carattere, e vi campeggiano le stesse il velo di religiosa in un monastero della città di
prove , e i termini stessi degli altri due libri . Laon in cui era badessa sua madre che inori nel
Cei . 654 ; ella medesima, sebbene giovanissima, fu
AUSTERITA '. V. MORTIFICAZIONE. scelta dalle monache a governar quella comu
AUSTREBERTA (S.). Questa vergine bades- nità come abbadessa . Toltone la domenica e il
sa nacque nel 633 nell ' Artois. Per togliersi al giorno di natale, ella non prendeva cibo che a tre
matrimonio, a cui volevasi indurla , si porto da ore dopo mezzodì . Mori santamente nell'anno
8. Omer vescovo di Teruana , ed oltenne da 688 0 707, e la sua morte fu seguila da molli
lui il sacro velo delle vergini . Ritirala poscia miracoli che alteslarono la sua santità. Le re
nell'abbazia di Port, ne fu fatta priora . Alcuni liquie d'Austrude si conservano nell'abbazia
anni dopo fu eletta badessa di un monastero, di s. Giovaoni di Laon , nella quale, alle mo
di cui ignoriamo il nome. Finalmenle nel 672 nache, furono sostituiti i Benedettini.
fu falta direltrice di un monastero di vergini BOLL .
erelto da s. Filiberto nel paese di Caux . Assai AUTICOURT ( Nicolo). Il gusto delle vano
numerosa divenne la comunità sollo la direzio. questioni edella falsa metafisica che nel 1300 re
ne d'Austreberta , mercè le cure e i soccorsi di gnava nelle scuole, generò parecchi errori ,
6. Oueno vescovo di Roano, il quale la benedis- o, per meglio dire , assurdità e chimere,somma
se e ne la costitui la prima badessa . Essa diede mente però acconce,alleso lo spirito di quel tem
per 30 anni i più rari esempi d'austerità , di po, a formare eretici od increduli. Tali era
disprezzo del mondo, d'umiltà, di poverlà , di po, fra le altre sessanta , queste proposizioni
lutte insomma le virlù, delle quali andò a rio di Nicolo di Aulicourt, membro dell'universi
cevere la ricompensa il 10 febbraio del 704. là di Parigi : « due contraddittorie possono sia
Bur. » gnificare la stessa cosa ; non si può mostrare
AUSTREGISILLO (S ).Questo santo nacque » che lullo ciò che esiste non sia eterno ; per
il 29 novembre 551 nella cillà di Bourges. Suo » lulli gli esseri naturali non bisognano che
padre Augin o Gondin lo pose in corte del re » atomi e molo locale. » Cotesle proposizioni
Gontrano. Un certo Beltelino, convinto d'aver furono lutte condannale dall'università e dal
dissipate le rendile del re , ne volle aggravar la la Sede apostolica, egualmente altenta in ogni
colpa sopra Austre gesillo. Il re, per condur ciò tempo a soffocare i semi dell'empielà , tosloché
a fine, ordinò chesi batlessero in duello. Austre i medesimi si manifestavano . Nè a difesa
gisillo, ponendo ogni sua fiducia in Dio, allen . dell'aulore basto il darle per ipotesi o discus
deva l'avversario nel campo della lotta , quan sioni puramente filosofiche. Imperciocchè ſu
do questi mori per una caduta da cavallo. Au rono arse pubblicamente, e l'autore obbligato
stregisillo allora abbandonò la corte esi rifugio a riconoscerle tutte false, per la maggior parte
presso s. Aunario vescovo d'Auxerre, il quale erronee ed alcune assolutamente eretiche.
lo pose allievo nella sua chiesa. Recossi poscia BERC.
a far visite ad Eterio vescovo di Lione, e fuda AUTO DA FE. V. INQUISIZIONE .
lui ordinato sacerdote ed elello abbate di S. AUTOCEFAL ) . I Greci chiainavano con
Nizer. Più di 20 anni passò in questo officio questo nome i vescovi non som messi alla giu
esempio di pielà e di carilà , e nel giorno 15 risdizione de'Patriarcbi . Tali erano, nella chie .
febbraio 612 fu consecrato vescovo di Bourges. sa orientale, l'arcivescovo di Bulgaria ed altri
Con ammirabile zelo soccorse a tutti i bisogni metropolitani , i quali sostenevano di non di
spirituali e corporali del prossimo fino al duo. pendere dal patriarca di Costantinopoli, o
decimo anno di suo episcopalo, 624 , nel quale nella chiesa occidentale, gli arcivescovi di Ra.
morì al 20 maggio, giorno della sua festa. venna, i quali si vantavano indipendenti dal
But . Papa. I voscovi delle grandi città dell'impero
AUSTRO, il mezzodi . Nella Scrittura, Ne. si arrogarono dirilti sulle provincie delle loro
gob, il mezzodi , indica l'Arabia Petrea. diocesi, quelli cioè, d'ordinare Metropolitani,
534 AUTORITA'-AUTUN
di convocare sinodi diocesani, e d'esercitare donna. La superiorità della forza, dell'inge
generale ispezione su tutte le provincie che ne gno , del coraggio data all'uomo dimostra il
dipendevano. Tali furono i diritti del vescovo fine del Creatore. Dopo il peccato Dio disse
di Ravenna sulla diocesi del vicariato o suto alla donna: Tu sarai all'uomo soggetta , ed esso
le provincie suburbane , e di quello d'Ales- sopra di le eserciterà il suo potere; Dio don
sandria sulle provincie d'Egitto, di Libia e que non aspello il consenso della donna per
della Tebaide. Pic . soltometterla all'uomo.
AUTORITA' è il diritto di comandare. La Nel inedesimo tempo che loro donó la fecon
prima questione che si presenta è di sapere dità, dono ai medesimi anche l'autorilà sopra
qual è l'origine di tale dirillo. I nostri filosofi i figli che nascerebbero : Crescele e mollipli
moderni , ed alcuni giureconsulli, pongono per cate, popolate la terra e sollometlelela . Gen. 1 ,
principio che niuno degli uomini ha ricevu . 28. Così il diritto di sollomeltere i figliuoli è
io dalla natura il diritto di comandare agli congiunto col polere di generarli : e questa som -
altri uomini . La libertà , dicono essi , é un missione, comandata ai figliuoli, è un beneficio
dono del cielo ; ciascuno individuo della mede- per essi ; prescrivendo loro dei doveri , dona
sima specie ha il diritto di goderne subi. loro anche dei dirilli , perchè comanda ai geni
to che gode della ragione: quindi conchiudo- tori di conservarli. Dal momento della conce.
no, che un uomo non può essere soggello ad un zione i più sacri doveri vincolano i padri verso
altro, se non per libero suo consentimento da- la loro prole appena concepila, e di questa an
togli in considerazione dei benefizii cbe ne ha cora devono al Signore rendere conto. Che se
ricevuti, o che ne spera. Costoro certamente in . tanle sono le premure che i genitori devono
tendono Dio sotto il nomedinatura, di cui egli avere pei loro figli, ove sarebbe la corrispon
è l'autore, e per libertà intendono indipenden- denza, se i figliuoli, pati, allevati e giunti al
za da tutta la umana autorilà . Noi sosteniamo l'istante di sollevare al padre le fatiche, non
che questi principii e le loro conseguenze so- gli dimostrassero la loro som messione colla ob
no altrettante falsità opposte al buon senso, bedienza ? Dio ha già di sè stesso obbligato
alla sana filosofia ed alla rivelazione. E lo di tutto il genere umano a'doveri e dirilti, e que
mostriamo con verità incontrastabili. L'una è sta divina legge non può essere contrastata da
che per la volontà ed intenzione del Greatore, alcuna umana convenzione.
l'uomo è destinato alla società ; e ciò è provato L'obbligo dei figli di prestare rispetto e soc
dai bisogni e dalle inclinazioni dell'uomo ; e corso ai genitori viene confermato dal castigo
Dio stesso gli disse, dopo di averlo creato : non di Cam , Gen. 9, 25 , e da tulla la storia dei pa
è cosa buona che l'uomo sia solo. Gen. 2 , 18. triarchi : ed il precetto che risguarda l'obbe
L'altra verità si è che niuna società può sus dienza dei figli ai genitori segue subito quello
sistere senza subordinazione; ciò è così evi- degli uomini verso Dio. Cun .
dente come lo è un assioma geometrico ; dun AUTORITA' RELIGIOSA ED ECCLESIASTica in
que Dio fondatore della società è anche autore genere è quella che regola il culto di Dio e
di tutta l'autorità . lutti i doveri in verso di lui . Autorità eccle
Esaminiamo tutte le società che l'uomo può siaslica può significare anche quella religione
fornare, troveremo dalla loro origine nascere che fu in origine da Adaino sino a Cristo Si
l'Autorità coniugale, paterna, ecc. ecc. Il fallo,gnore nostro , giacchè si considera un tullo
i principii , la condotta di Dio, la sua parola; la Chiesa composta dagli antichi, che non po
dimostrano insieme l'assur dilà della teoria di levano essere salvi senza la fede nel Messia ven
questi nostri filosofi. Ant. turo, e dai Cristiani , che lo credono venulo
AUTORITA'CONJUGALE , PATERNA, DOMESTI e falto già Redentore del genere umano. Ma
ca. Questa moltiplice autorilà risulta dalla so- più propriamente il nome di ecclesiastica au
cielà coniugale fra marito e moglie, fra padre e torità significa quella che ebbe principio colla
figlio , fra padrone e servi. Iddio nella Scrittu nuova alleanza .
ra ha dichiarati gl ' inseparabili doveri di tali Bergier dà la seguente definizione genera
società . Incominciamo dalla società coniugale. le : « Per autorilà religiosa ed ecclesiastica in
Iddio, dopo aver dello ad Adamo non essere tendiapio quella dei pastori della Chiesa sopra
cosa buona che ei fosse solo, soggiunse: faccia. i fedeli. » Dició però parleremo alle voci
mo un aiuto a lui simile, e Dio formo la donna Chiesa , PONTEFICE, PRELATO , Vescovo ecc .";
da una delle coste di lui. La donna pertanto come pure a luogo opportuno delle altre spe
è un aiulo all'uomo, non è una a lui egua- cie di autorilà . SCAR.
le , che abbia il diritto di contrastargli l'impe AUTUN . Fra tutte le chiese di Francia,
ro. L'uomo è la fonte da cui fu estratta la quella di Autun ė, dopo Lione, la più antica .
AUXERRE 533
| marlirologi e la costanle tradizione del Il primo ſu convocato l'anno 590 , contro
paese assicurano che il crislianesimo vi fu le religiose di Poitiers ribelli alla loro badessa .
stabilito dai santi Benigno , Andochio e Tirso , Il secondo, l’anno 661 0 663, sollo s . Leg
speditivi da s. Policarpo l'anno 160. Alcuni gero vescovo di Autun. Vi si fecero molti ca -
pretendono poter sospettare dell'autenticità noni per l'osservanza delle regole di s. Bene .
di quegli atti , per alcuni anacronismi che vi dello .
si rinvengono; ma si può rispondere,che que Il terzo , l'anno 670 , presieduto da s. Leg
sli errori possono esservisi introdotti per par- gero, dove si fecero molte regole sulla disci
te di qualche amanuense infedele , e che per plina monastica,
una o due circostanze, che non convengono ai Il quarto, l'anno 1061 , sulla disciplina .
tempi in cui si pone questa missione, non bi Il quinto , l'anno 1065. Questo solamente
sogna conchiudere che lullo sia falso . Noi ac. è ricordato, senza che nulla si dica sulla causa
cordiamo yolentieri che s. Ireneo non abbia po. per cui ſu radunato ,od intorno allecose trallale.
tuto comparire a s. Policarpo per indurlo a Il sesto, l’anno 1077 , dove si proibì ai ca
spedire in Autun quei santi uomini , e che i nonici regolari d'abbracciare lo stalo mona
santi Andochio e Tirso non abbiano potuto stico.
avere il martirio solto l'imperatore Aurelia Il settimo concilio tenuto in Aulun da Ugo
no ; ma chi toglie di credere che queste sole arcivescovo di Lione, legalo, ebbe luogo l'anno
sieno addizioni surrettizie, e che un copista ab- 1094 , il 16 ottobre. Vi assisteltero trenladue
bia poluto trascrivere Aureliano per Aurelio ? vescovi e molti ahali. Vi si rinnovo la scomu
Il primo privilegio della chiesa d'Autun era nica contro l'imperalore Enrico e l'Antipapa
il diritto del vescovo di portare il pallio, e di Guiberto : si scomunico per la prima volta il
precedere gli altri suffraganei della metropoli . re Filippo perché aveva sposala Bertrada, es
Il secondo era quello di rappresentare la chie , sendo ancor viva la sua legittimna moglie. Ma
sa di Lione in tutti i suoi diritti , in tempo di il re Filippo avendo mandato una deputazione
sede vacante. Il terzo era la presidenza nalu. al Papa, ne ottenne una dilazione fino al di di
rale e perpetua del vescovo agli stati di Bor- Ognissanti dell'anno 1093 , nel qual mezzo il
gogna, e la preminenza sugli altri vescovi che Papa levò la scomunica , e gli permise di far
vi avevano diritto , fossero anche di lui più uso, secondo il solito , della corona , cioè di
anziani. portarla nelle feste solenoi. LAB.
La diocesi conteneva seicentodieci parroc AUXERRE, Anlisiodorum , antica citla ve
chie , divise in quattro arcidiaconali , venti- scovile diFrancia solto la metropoli di Sens ;
quattro arcipretati, settanta parrocchie , in diocesi che fu eretta sino dai primi secoli della
collegiale, in molti monasteri e conventi , ed Chiesa, e sede che fu soppressa l'anno 1801 .
in più di quindici abbazie. La sola città ne Merita questo luogo di essere specialmente
conteneva quattro , con due collegiate , la più ricordato pei concilii che vi si tennero , il pri
antica delle quali dedicata a s. Nazario fu edi. mo dei quali ebbe luogo l'anno 581 , e tralla
ficala appena cessate le persecuzioni, l'altra è sulla disciplina. Egli era un sinodo diocesano ,
dedicata a s. Lazzaro. Il suo campanile tutto con vocato da Aunario vescovo di Auxerre , e
di pietre a freccia è sorprendente per la sua composto di abbati , sacerdoti e diaconi. I quas
altezza, e per la maravigliosa sua costruzione. rantacinque regolamenti che vi furono stabili.
Il capitolo della cattedrale era composto di li , pochi ecceltuati, sono uniformi a quelli dei
olto dignità , di cinquanta canonici e godeva concilii di Milano.
molti privilegi. Aveva fra gli altri il diritto, Il primo proibisce i giuochi del cervo e del
nel tempo di sede vacante, d'amministrare il la giovenca, cioè il mascherarsi sotto sembian
vescovado, fino a che l'arcivescovo di Lione , za di beslie, ed il farsi dei doni alle calende
cui apparteneva l'amministrazione tanto spi- di gennaio alla maniera dei Gentili. Il terzo
rituale come temporale, ne avesse preso pos . vieta il servizio divino nelle case , e l'uso di
sesso . Negli ultimi tempi questa diocesi suffra- adempiere i proprii voti presso alberi , fonta
ganea di Liqne si componeya di cinquantatre ne e pietre poste a capo delle strade e dei sen
parrocchie , trecentoltanta sussidiarie e ven- tieri, con segni rappresentanti umana figura ,
tolto case religiose. GALL. CR. perchè dai Gentili onorate sotto il nome di
Ora diremo de concilii tenuti in questa città. dio Termine. Il quarto proibisce ogni sorta di
AUTUN (CONCILII D'). I concilii tenuti in que. sortilegi, e tutti i modi di scrutar l'avvenire ,
sta cillà si conoscono sotto il nome latino di detti le sorti dei santi . Il decimonono vieta ai
Auguslodunense ; essi sono in numero di selle. sacerdoti, diaconi e suddiaconi di dire , ser
336 AVA-AVARIZIA
vire od assistere alla messa dopo di aver man amavano di sfigurare i nomi delle pagane di
giato. Il vigesimosesto condanna ad esser chiu . vinità, per cui avranno posto Ava , che signi
so in un altro monastero per vivervi tre mesi fica iniquo, invece di Adra, magnifico, a quella
in pane ed acqua, ogni abbate che lasciò en- guisa che dicono Boselh per Baal, Miphibo.
trar donne nel suo. seth per Miphibaal; e Belh-aven, casa dell'ini .
Il secondo concilio fu tenuto l'anno 663. II quilà per Beth-el, casa di Dio.
primo dei suoi canoni comanda che tutti i Altri credono che Ana ed Ava sieno due no.
cherici debbano sapere perfettamente il sim. mi di luogo o di provincia ; paroi però non
bolo attribuito a s. Atanasio. Pare sia questa doversi abbandonare l'opinione di quelli cbe
la prima volta in cui parlasi in Francia di ritengono Ava ed Ana come sinonimi di Ana
questo simbolo. Il terzo concilio fu con vocalo melech ed Adramelech . Gio .
l'anno 695 ovvero 697 , riguardo all'officio di . AVANA . Capitale dell'isola di Cuba, una
vino, come troviamo in Labbé al tom. 1 , ed ' delle grandi Antille in America soggelta alla
in Arduino tom . 1 . Spagna, con 60000 abitanti ed università ; ė
Il quarto concilio è dell'anno 841. Vi si sede d'un Vescovo suffraganeo dell'arcivescovo
prescrive un digiuno di tre giorni per la guer- di Santiago, pur nell'isola stessa .
ra che allora agitava lo stato , come si legge in AVARIZIA. Viene l'avarizia definita da s .
Labbé tom . 7, ed in Ard . tom. 4 . Tommaso « un disordinato amore di roba , ed
Il quinto concilio è dell'anno 1047 , al co un disordinato amore di ricchezze. » Il quale
spetto di Papa Eugenio lil nella causa di Gil . disordinato amore si puo in due modi con
berto della Porè vescovo di Poitiers, che fu ri- siderare. Primo, verso il prossimo, o nel rice
mandato al concilio di Reims. vere per eccesso , ovvero per difelto nel dare
Il sesto, l'anno 1077. Ugo da Die, legato di altrui qualche soccorso ; e secondo ciò, dice
Papa Gregorio VII vi giudico alcuni vescovi l'Angelico, è un peccato verso il prossimo. Se
di Francia, e fra gli altri Manasse di Reims condo, considerato verso sè stesso , come quan
accusato di simonia , come si può vedere nel do si amano smoderatamente le ricchezze, opa
tomo primo dei concilii alla pag. 380. vero si desiderano, o si prende di quelle pia
Il sellimo l'anno 1094 in oltobre. Ugo ar cere : e cosi l'avarizia è un peccato commesso
civescovo di Lione e legato alla testa di trenº verso sè stesso. Nel primo modo l'avarizia e
tadue vescovi e molli abbati , vi rinnovo la un peccato mortale di sua natura , se sia con
scomunica contro l'imperatore Enrico IV , so tro la giustizia , o la carilà , o la misericordia ,
pranominato il vecchio ed il grande, e contro ove pero non lo scusi o l'imperfetta delibera .
l'antipapa Guiberto. Per la prima volla ven zione, o la parvilà della materia. Nel secondo
ne scomunicato Filippo I re di Francia che modo quando l'avaro per uno smoderato affel
aveva ripudiata Berta figlia di Fiorenzo , con le lo verso le ricchezze tiranneggia sè stesso , o con
di Olanda, nel 1093, per isposare Berlrada di ismoderate fatiche si tormenta, onde acquista
Montfort, che egli tolse a Folco Rochin conte re ricchezze ( ed in questo modo peccano spesse
di Angiò. LAB. volte anche i poveri, i quali essendo privi di
AVA . Leggesi nel quarto libro dei Re al cap. facoltà, ardono di desiderio), se lanto sia il suo
18, ed in Isaia al capo 37 che quelli di Sephar. affetto per quelle, da riporre in esse l'ultimo
vaim adoravano Ana ed Ava : Ubi est deus Se- fine, allora è un peccato mortale. Se poi l'ava
pharoaim , Ana el Ava ? Si può conghietturarè rizia sia un disordinalo amore delle cose tem
che Ana ed Ava corrispondessero ad Anamelech porali, senza volontà di fare o di om mettere
ed Adramelech, numi di Sefarvaim , leggendosi alcuna cosa contra la legge di Dio, allora sarà
nel quarto libro dei Re al capo 17 : Hi quierant un peccato veniale, secondo il dire di s. Tom .
de Sepharvaim , comburebant filios suos igni; maso ,
Adrumelech et Anamelech diis Sepharvaim ; è L'avarizia è un peccato capitale, dice s.
che negli altri luoghi i re di Emaih e Sephar. Tommaso , con cui concordano iutti i teologi,
vaim non sieno altra cosa che i numi di quei e questo vizio non carnale, ma spirituale lo
popoli , essendo proprio dello stile orientale appella dicendo : Delectalur avarus in hoc
dar sovente alle divinità dei popoli il nome di quod considerat se possessorem diviliarum : el
re. Ora Anamelech ed Adramelech significano ideo avarilia est peccatum spirituale.
il sole e la luna. Si deve dunque concludere Quindi raccogliesi: 1. Che si commelle pec
che Ana ed Ava significhino la stessa cosa . cato di avarizia, quando per fas el nefas radu
Ana -melech significa re benigno, Adra -melech , nansi danari e possessioni. 2. Quando si arde
re magnifico; Ava-melech, re iniquo. Gli Ebrei di tanto amore pelle ricchezze da porre in esse
AVARO-AVE REGINA 557
l'ultimo fine. 3. Quando si amano le ricchez- esse, che mentre celebrava il divin Sacrifizio,
ze cosi da non volerle spendere nè per amore alle parole Introibo ad altare Dei, fu preso da
di Dio , nè per amore del prossimo. 4. Quando apoplessia , che lo ridusse allo stremo deigior
non viene posto alcun fine alla insaziabile cu- ni suoi , che placidamente fini nel bacio del
pidigia , e si attende al guadagno per colal mo- Signore. La sua festa si celebra il giorno 10
do da frascurare le cose di obbligo pella eter- novembre. Sant'Andrea Avellino era nalo nel
na salute. 5. Quando in tempo di bisogno si 1521 a Castro Nuovo città delta del regno di
Tengono occulte le biade affine di accrescerne Napoli , e mori nel 1608. Il suo corpo è a Na
il prezzo. Contro coloro che operano di simil poli nella chiesa dei Teatini di s. Paolo ; eglifu
fatta, Iddio scaglia la maledizione, come nei beatificato nel 1624 , e canonizzato nel 1712 da
Proverbii si legge : Qui abscondit frumenta, Clemente XI . Lasciò parecchie opere di pietà
maledicatur in populis ; benedictio autem super stampate a Napoli in 5 volumi , 1753-5 % .
capita vendentium . 6. Quelli che potendo i. Вст.
struire utilmente i loro simili , non vogliono AVE MARIA . Dire che cosa sia questa an
farlo. Imperciocchè se peccano coloro che na- gelica salutazione, delle sue parti , e da chi
scondono le biade necessarie alla vita corpora- composta , sarebbe piuttosto far onta alla co
le, non meno peccano quelli che, potendo prov mune notizia che ne hanno i fedeli, di quello
vedere alla spirituale salute, non vogliono far . che risvegliare idee nella mente dei lettori.
lo . Per ia qual cosa diceva Salomone, Sap. cap . Osserveremo adunque soltanto che l'uso di es
7 : Quam sine fictione didici, et sine invidia sa anche nella parte che si compone delle pa
communico. Innumerevoli sono nella Scrittura role del Vangelo, non era universale prima del
quei luoghi che gridano contro la vera avari- secolo XII . Se ne trovano tracce certe nelle
zia , peste del genere umano. Istituzioni di Clairaux , raccolle nel secolo
Figli di questo detestabile vizio sono ilÍra. XIII , nelle Cosliluzioni di Eude di Sully, ve
dimento, la frode, l'inganno, gli spergiuri, la scovo di Parigi, ed in quelle di Roano nel
inquietudine, la violenza , la durezza di cuore, 1246 , in cui si dice: I sacerdoli esorteranno i
il furto, l'omicidio, l'usura, la simonia, l' ab- fedeli a recilare l'orazione domenicale , il cre
bandono delle cose divine, la fiducia nelle co do e la salutazione della Beata Vergine. - Ur
se terrene, e quasi tutti i mali, dei quali vizii bano VI alle parole evangeliche : El benediclus
parleremo al luogo loro. Con. fruclus ventris lui, aggiunse queste altre Jesus
AVARO, V. AVARIZA. Chrislus . Amen . Giovanni XXII concedette
AVELLINO (S. ANDRZA ). Questi aveva da jndulgenza a coloro che reciterebbero tre volte
principio seguito il foro, limitandosi però al- la salutazione angelica all'ora del copriſuoco,
le cause ecclesiastiche, e cio con una onestà e hora ignilegii, donde venne il nome vulgare
disipleresse, che onoravano il sacerdozio di cui di Ave Maria dato al suono di quella campa
era rivestito. Ma una menzogna, benchè legge. na che annunzia il terminare del giorno , ed
ra , essendogli un giorno sfuggita nel calore all'altro che ne indica il principio, e che si aceo
della disputa , ed essendogli pressochè nello sluma in tutte le chiese della cristianità . Il
stesso momento cadulo solto gli occhi quel concilio provinciale di Sens, tenuto nel 1356,
detto della Scrillura : la bocca che pronunzia rinnovò le prescrizioni di Giovanni XXII , ed
la menzogna, reca la morle all'anima, fu pene- ordinò che fossero inviolabilmente osservate.
trato da un pentimento si vivo, che abbandonò Si suona anche a mezzodi V. Angelus . Mich .
in quell'istante le funzioni della toga . Entrò AVE MARIS STELLA . È un inno che la
nei Teatini nel 1556, dove , finchè visse, dopo Chiesa canta a vespro nell'ufficio e nelle ſe
di aver soddisfalto ai doveri della sua regola, ste della Beata Vergine. Esso è una prece al
consacrò il rimanente del tempo all'orazione la gran Vergine diretta per oltenere liberazio
ed alla salute delle anime, principalmente dei ne da'peccati , lume nelle cose del cielo, conce
poveri della campagna. Si può trar concello dimento d'ogni grazia , vita pura e salvezza
dell'eminenza della sua virtù dai due voti che finale,supplicandola come madread intercedere .
ſecë ed osservò inviolabilmente, cioè di con- presso quello che sofferse nascer da lei . Vuolsi
trastare in ogni cosa la sua volontà , e di avan- sia stato composto da Venanzio Fortunato, ve
zare senza veruna interruzione nella carriera scovo di Poitiers, autore fiorito nel secolo sesto .
della perfezione. Ed a questi voti cosi stretta AVE REGINA Coelorum. È questa un'an
mente si tenne, che non vi ſu giornio , in cui tifona conclusionale dell'ufficio divino, la
non facesse vedere qualche allo di speciale quale si recita dal termine della compiela del.
virtù da lui praticato . E fu nella pratica di la festa della Purificazione di M. V. che cade
Encicl. Eccles. Vol. I, fasc. IX . 68
558 AVENETO - AVIGNONE
nel giorno 2 febbraio, sino alla feria quinta in AVERSA , cillà del regno di Napoli nella
Cocna Domini. Conviene però osservare che Terra di Lavoro. Essa ha il titolo di vescovado
sebbene la festa della Purificazione di M. V. trasferilole da Atella sotto Roberto Guiscardo
dovesse essere per qualche causa trasportata ( papa Leone IX . I vescovi di Atella sono s. E
ad altro giorno, non si dovrebbe però traspor- picidio , sotto l'imperatore Arcadio , Pielro ,
dare anche colla festa l'antifona sopraddella ; Filippo ed Eusebio . Più secoli dopo il ristabi.
poichè, qualunque sia la solennilà che avven- limento della città i Vescovi assunsero il nome
ga nel giorno 2 febbraio, sempre al fine della di vescovi di Aversa . N. E.
compieta di quel giorno devesi fare la recita AVESTA . V. ABESTA .
dell'Ave Regina Coelorum . AVIGNONE. Città arcivescovile di Fran
AVENETO O ACIDO , chiamata presente- cia , rel dipartimento di Valchiusa , che insie
mente Aveo od Aidos dai Turchi, è una città me al suo territorio ed al Contado Vepesino
vescovile della Frigia minore o della Misia, al . in Provenza, fu soggetta al dominio temporale
tre volle sollo la melropoli di Cizico, ora me della Santa Sede dal 1348 al 1790. Fu per po
tropoli essa medesima. OR. CR. co tempo e interrottamente occupata prima da
AVENTINO (S. ) . Accollo pel seminario fi- Luigi XIV, poi da Luigi XV di Francia , e
no dai suoi primi anni da s. Lupo vescovo di sempre però restituita alla Santa Sede cui rima
Troyes, ivi fece progressi nelle ollime disci . se fino al delto anno 1790. In esso, in seguito alla
pline ecclesiastiche, per cui dopo la morte di francese rivoluzione venne col Contado ággre
questo santo prelato, dal suo successore Camé. gala alla Francia , alla quale poi sempre rimase,
Jiano fu fallo economo della chiesa. Arricchito il possesso le venne confermato dai posteriori
di merili e di virtù , la sua amministrazione frallali di pace . — Lo stabilire il principio della
non poteva essere nè più onesla nè più carita- fede cristiana nella città d'Avignone e nel Ve
levole. In mezzo però a queste cure il suo cuo- nesino dipende dalla determinazione del tem
re lendeva sempre alla soliludine , per cui ab po, in che , cacciati dalla rabbia de'perseculori
bandonando i proprii impieghi ed occupazioni, ebrei, ed esposti all'incostanza delle onde e alla
si ritirò in una piccola isola descrta della Sen- furia de'venti sopra una barca priva di vele e
na , dove passa ya i giorni e le notti nella pre- di remi, approdarono alle spiagge della Pro
ghiera e nel digiuno, portando asprissimo cili- venza , Lazzaro risuscitato dal Redentore, Mas
cio ed abito cencioso. La sua vila ammirata simino, Marta, Maddalena e Marcella. Ciò av
da molli, trasse pur molli a quell'isola , i quali venne, secondo l'opinione de'più antichi scrit
annoiali della vanilà della terra vollero vivere tori , verso l'anno di Cristo 55 , dopo il marli
vila penilenle con lui . Costrui egli allora un rio di s . Stefano, e, secondo altri , dopo quello
inonastero a raccorre questi nuovi proseliti ed di s. Giacomo, nell'anno 62. Maddalena ed il
in esso saptamente mori nell'anno 537 , o se suo fratello Lazzaro si avanzarono a Marsiglia;
condo altri 540, il giorno 4 febbraio. But. Massimino e Celidonio ad Aix , e Marta sorella
AVENTINO ( S. ). Dopo la morte di Son . di Maddalena insieme con Marcella ad Avi
leine vescovo di Chartres, unanime fu la voce gnone . Certo è, che s. Marta vergine, discepola
che alla sede vescovile di quella città lo chia. ed avventurosa albergatrice del Redentore, non
Java. Tremò egli a quella chiamata, e paven- solamente abitò molti anni in Avignone con
tando sulle grandi obbligazioni che sarebbero Marcella sua serva ; ma predicovvi il santo
piesate sopra gli omeri suoi , si sottrasse colla Vangelo e vi piantò , oltre che nel contado Ve
fuga alla elezione. Ma il Signore che lo voleva nesino, la fede di Cristo . Vi operò altresi stu
a governare il suo popolo , lo appalesó, e ricon- pendi miracoli , e, secondo che narra la tradi
dollo alla chiesa, fu fatto con - vescovo od ispet- zione, edificò sulla rocca di essa la chiesa ad
tore del Dunois, con polere di esercitare i ve onore di Dio, ed in memoria della Beata Ver
scovili diritti in tulla l'estensione del suo gine. Nell'antico officio di s . Agricola si legge,
lerrilorio . Quanto era il suo timore prima di che la santa sulla medesima rocca edificó an
ricevere l'ordine episcopale, altrellanla fu la che un monastero di religiose, che fu il primo
sua diligenza, cura, altenzione e fatiche , onde erello nelle Gallie. Come poi s . Marta facesse
adempiere con ogni esallezza ai proprii doveri, molti prodigii , terminasse la sua vita, e fosse
dopo ricevutolo. Il suo nome trovasi nelle so- sepolta in Avignone, è raccontato da diversi
scrizioni dei concilii del suo tempo, colla qua- autori, e dallo storico ecclesiastico d'Avignone,
lificazione di vescovo ora di Chartres, ora di Noguier. Resta lullora la spelonca ov'ella abi
Châteaudun. La sua morte è segnala all'anno tava, cangiata in una cappella , tra il claustro
328, ma in ciù variano gli scrillori ecclesiastici . della metropolitana e il palazzo apostolico vi
But cino alla Torre Troglia.
AVIGNONE 539

La ſede di Cristo , piantata in Avignone da sotto i Franchi, divenuti padroni del paese ,
s . Marta , vi fu irrigata da s. Rufo figliuolo pel valore di Clodoveo , nei 307. Trovossi e
di s . Cireneo , uno de ' settantadue discepoli gli del 517 al concilio di Carpentrasso , nel
del Redentore, Romano di nascita , e fiorito 524 , a quello d'Arles .
nel primo secolo: Egli divenne il primo ve Dopo la sua morle il re Clotario nonino
scovo di Avignone, e fu quegli che institui vescovo Donnolo abbate di S. Lorenzo in Pa
la celebre abbadia de ' canonici regolari , non rigi , ma questi ricusò il vescovato .
molto lungi dalla cillà , dove viveano con 12. Nel 583 era vescovo Giovanni I , il
molta regola di vita . Denominata essa venne quale sembra che durasse soli due anni.
di S. Rufo dal nome dell'institutore . Ven 13. Segui nel 587 s . Valente , che da alcu
l'anni s . Rufo occupò la sede di Avignone , ni si congettura essere stato marito di s . Ce
sofferendo egli glorioso martirio sotto Domi- saria avignonese , la quale nel matrimonio si
ziano, nell'anno novantesimo di Cristo . La conservò vergine .
badia, edificata dal santo , fu trasportata di 14. Succedette, nel 603 , Dinamio prete di
poi in Valenza, trasferendosi le sue ossa nel- Marsiglia, il quale occupò la sede Avignonese
la cattedrale di Avignone . ventiquattro anni . In quel secolo Avignone
2. A s . Rufo successe s . Giusto, forse cano- ebbe due santi, Petronio e Marcello , fratelli
nico regolare della Congregazione di s . Rufo , e vescovi di Die .
della quale come vescovo divenne superiore. 15. San Massimo II fu istallato nella sede
Indi fu a lungo la sede vacante . dal Pontefice Onorio I , l'anno 627. Conser
3. Sant'Amato, circa l'anno 310, due anni vansi le reliquie di lui nella chiesa d'Avi
innanzi l'irruzione degli Alemanni nella Gal- gnone.
Jia Narbonese, successe a s. Giusto . 16. Successe, nel 650, Emmondo abbate di
-4 . Nel 316 si vuole che fosse posto sulla S. Pietro.d'Arles.
sede avignonese Meziano , uno dei maggiori 17. San Magno fu eletto dal clero e popolo
avversari dell'ariano Saturnino , vescovo di con voti unanimi per loro pastore . Assistette
Arles . Egli soltoscrisse certo in quell'anno al concilio di Châlons sulla Saona solio Clo
Ja lettera scritta da' vescovi della provincia doveo II nel 644. Il p . le Coinle dice, che egli
viennese intorno a quell'eretico . Fu sotto di occupasse la sedia d'Avignone sino al 660 .
lui , che l'imperatore Costantino dichiarossi La Chiesa ne celebra la festa ai 18 agosto .
pubblicamente cristiano , e restaurò ed amplio 18. Nel 660 ebbe s . Magno per successore
la Chiesa d'Avignone sulla rocca di Doms. il proprio figlio s . Agricola , gloria d 'Avigno
Poi lunga vacanza . ne , e già monaco di Lerins. Suo padre nel
5. Debono succedette a Meziano che rista- l'elà di sedici anni obbligollo ad abbandon :
bili la chiesa di S. Paolo distrutta dai Van re il monastero perchè esercitasse nella cat
dali, nel 433 , e che la dedico ai ss . Pietro e tedrale di lui le funzioni d'arcidiacono. E
Paolo . dificando una chiesa, vi trasporto per officiar
6. Dopo Debono , nel 451 fu sostituito nel- ' la alcuni religiosi di Lerins ; ed altri ne in
la sede vescovile Massimo. Egli sottoscrisse trodusse nella cattedrale , ove da essi , prima
la lettera sinodica dei vescovi delle Gallie al che in altra chiesa di Francia , fu messo in
Papa s . Leone nello stesso anno 451. A lui fu uso il salmeggiarealternativo. Alla fine , chiaro
indirizzata la lettera 109 di quel Pontefice, e per niracoli, mori nel 700 , avendo eccitato
nel 45 % , si trovò al terzo concilio d'Arles . il popolo a prendersi per pastore Veredemio .
Nel 460 sarebbe succeduto Dunnolo o Don- Di tutti i suoi beni lasciò erede la chiesa di
nuolo , se ricusata non avesse tale dignità . Avignone, come avea fatto s . Magno. Quella
7. Gli fuºsostituito Saturnino , che fu il chiesa ne celebra la festa a' 2 settembre, sic
primo vescovo sotto il dominio dei Borgogno- come a suo patrono principale .
ni , il quale assistè ad un concilio tenulo in 19. Veredemio , Greco di nazione,mirabile
Roma, l’anno 465 , da s . Ilario Papa. Egli vi per santità, fui costretto nel 700 , malgrado la
è sottoscritto in questi termini : Sulurninus sua ripugnanza, a prendere il vescovalo . E
Abioninensis provinciae episcopus. gli per altro, nulla cangiò del suo tenore di
8. Fino al 480 non si nomina altro vesco vita anacoretica. Tenne egli la sedia vesco
vo se non che s . Donato . vile fino al 722 , in cui mori ai 17 giugno ;
9. Giuliano reggeva la chiesa di Avignone giorno nel quale le chiese di Avignone, d’Ar
nel 506, quando in questi stati ebbe princi- les , di Apl , di Carpentrasso ed altre ne
pio il dominio degli Ostrogoti. fanno la festa . Le sue reliquie sono nella
10. Salutare gli successe nell'anno 517 , e cattedrale.
fu il primo che amministrasse questa chiesa 20. Nel 720 Giovanni gli successe , e ſu
540 AVIGNONE

spettatore e partecipe delle calamità sofferte 911 , fece riparare e fabbricare molle chiese,
da Avignone, prima per la peste e per la fa- mentre Bosone , dello l’Orbo , fece edificare
me , poi per l'invasione dei Saraceni guidati in Avignone una chiesa in onore della San
dal re Atino. A reprimere il guasto portato tissima Vergine , la quale , come opera del
da Atino alle circostanti provincie , accorse principe , fu nominata Nostra Donna la prin
Childebrando insieme a suo fratello Carlo cipale.
Martello. In quell'assedio Avignone rimase 31. A Fulcherio tenne dielro Fiorenzo nel
in parte incendiata. In questo tempo fioriro- 918 .
no s . Rusticolo , lume chiarissimo del Vene 32. Rangefridio dal 944 al 949 .
sino e s . Giuliano Ospitatore . 33. Landerico nel 955 .
21. Succedette nel vescovato, nel 760, Al 34. Vernesio, gran prelato, che promosse ,
fonso , che mori nel 765 . nel 976 , la riforma nell'abbazia di Sant'An
22. Nel 765 fu fallo vescovo Giuseppe , drea presso Avignone, e ne riparo a sue spese
abilissimo nella scienza delle Scritture , dei il monastero e la chiesa.
canoni e dei riti ecclesiastici . Nel 769 , fu 33. Landerico reggea questa chiesa nel 996,
egli scelto dal re Carlomagno siccome uno dei come risulta da una bolla di Papa Giovan
dodici più pii e più dotti vescovi della Fran- ni XVI , in conferma de' privilegi della chie
cia , ad istanza del Pontefice Stefano III , det- sa d'Avignone.
to IV , affinchè assistesse al concilio tenuto in 56. Pietro, nel 1002 , solloscrisse , come
Roma in Laterano contro l'Antipapa Costan- testiinonio, alla donazione che fece Amalarico
tino . Carlomagno in quel tempo fece ripara- arcivescovo d'Aix all'abbate di Montemaggio
re la cattedrale avignonese dal guasto ricevu- re, di alcune decime e chiese .
to da’ Saraceni, ne aumentó le rendite , e vi 37. Aldeberto o Eldeberto dono , nel 1005,
pose dei preli secolari in luogo de' monaci la chiesa di Lirac presso Avignone. Gli scris
messi da s . Agricola , unendo inoltre al ve se papa Benedetto VIII , raccomandandogli la
scovato l'abbazia di S. Rufo. tutela del monastero cluniacense, ed un anno
23. Amico si vuole che fosse vescovo di dopo la morle di Rodolfo III re di Borgogna
Avignone verso il 795 . o d'Arles , cioè nel 1033 , sottoscrisse alla do
24. Umberto gli fu dato per successore, e nazione dell'isola di Mayranica fatta alla
pare sino all'822 . chiesa d'Avignone da Goffredo e Bertrando
25. Quindi fu fatto vescovo Remigio , il conli di Provenza.
quale ricevette in dono dall'imperatore Lui 38. La notizia di Seniorato successore di
gi il Pio figlio di Carlomagno, la terra di Be- Alberto nella sede di Avignone, verso il 1037 ,
durrida, e la metà del Rodano con le sue ad- si deve al Noguier , il quale ne ha rinvenuta
iacenze . potizia nell'atto della donazione della chiesa
26. Fulcherio , succeduto a Remigio , nel- di S. Aroano presso Tarascona, fallo nel 1037
l'anno 835 , uni alla mensa episcopale alcune dal conte Bertrando al monastero di Monte
chiese del Venesino e della Provenza , per la maggiore.
liberalità dello stesso imperatore. E probabi 39. Benedetto dopo di lui è registrato sot
le, che Fulcherio fosse il primo vescovo della to il 1038. Nell'anno seguente donò egli ad
porzione degli stati dell'imperatore Lota- alcuniecclesiastici della sua cattedrale la chiesa
rio I , nella divisione de' dominii seguita di S. Rufo , ed assistė, nel 1049 , alla consa
tra i figliuoli di Luigi il Pio . crazione della chiesa di Marsiglia fatta da Pa
27. Rogenuzio dopo Fulcherio fu al con pa Benedetto IX . Di lui fa menzione Urbano
cilio di Valenza sul Rodano, nell'855 . II , nella bolla ad Arberio abbate di S. Rufo .
28. Ilduino reggea questa chiesa nell'860 , 40. Rostagno, secondo alcuni, era" figlio di
ed assistette ai concilii di Tulle, d'Aquisgra- Berengario e di Gibberga conti di Avignone ,
na e di Ponthieu . e fu costituito nella sede dopo il 1040. Solto
29. Ratfrido o Rotfredo , successore d'Il- di lui, nel 1060 , si tenne in Avignone un
duino , si trovò nell' 875 ad un concilio le- concilio , con la presidenza di Ugo abbale di
nuto a Châlon sulla Saona per la ordinazio- Clugnì , legato apostolico , essendo pontefice
ne di Adalgario vescovo d'Autun . Si trovò Nicolò II . In quel concilio dai padri fu elet
ancora ad altro concilio nell'878, e nell'879 to vescovo di Sisteron, Gerardo de Capreriis,
intervenne al sinodo di Mantale , dove eb uomo di riputata virtù. Rostagno è solto
be cominciamento, con l'elezione di Bosone , scritto in varie carte nel 1040 , 1044 , 1050 ,
il secondo regno di Borgogna od altramente 1053 , 1063 , 1076 .
d'Arles. 41. Alberto sedeva in Avignone nel 1080 ,
30. Fulcherio II , che gli succedette nel nel qual anno si celebrò in questa cillà un al
AVIGNONE 541
tro concilio, presiedendovi Ugo vescovo di Die ne, prestò a Federico I i dovuti ossequii a no.
legalo di Gregorio VII, nel quale fu deposto me de'consoli d'Avignone, e li scusò perchè
Acardo in vasore della chiesa Arelatense, e fu non erano andati in persona ad adempirli; gli
rono eletti Gibelino ad arcivescovo di Arles, rese parimenti omaggio per tutto quello che
Ugo a vescovo di Grenoble, Desiderio a vesco la sua chiesa teneva in feudo dagl'imperatori,
vo di Cavaglione e Lantelmo ad arcivescovo e ne riportò conferma e nuova concessione si
di Embrun. Il legato vescovo di Die condusse di quella parte del cillà Avignone, ch'era
gli eletti in Roma, ove furono consacrati dal nomata città episcopale, e si della metà del
Sommo Pontefice. Sotto il vescovo Avignonese fiume Rodano , non meno che della terza parle
Alberto , i canonici della cattedrale si fecero re- del suo porlo , e dell'isola sollo Avignone , che
golari dell'ordine di s. Agostino, al cui nuine è formata dalla Sorga e dal Rodano, ed ezian
ro si ascrisse Alfonso re di Aragona ; promo. dio delle terre di Bedarrida di Castel nuovo
vendo il consiglio de'canonici l'autorità di del vescovo di Novi, e d’Agolt ; finalmente ri
Urbano II, che ne emanò la bolla da Avigno- portò da quell'imperatore due lettere ancora
ne, ove il Pontefice nel 1096 ritornando dal in favore della cillà d'Avignone, in corrispon
concilio di Reims si era recato. denza agli ossequii presentaligli a nome di es
42. Ariberto fu vescovo nel 1104, indi dopo sa da lui .
tre anni fu trasferito ad Arles, allorchè l'arci. 47. A Goffredo successe Pietro II nel 1167 .
vescovo Gibelino fu creato da Pasquale II 48. Goffredo Il lo fu nel 1173.
patriarca di Gerusalemme, ed inviato in Terra 49. Ponzio durò nel vescovalo di Avignone
Santa. dal 1174 al 1178. Nelsuo tempo fabbricossi il
43. Rostagno II , nativo di Avignone , occupo famoso ponte sul Rodano per opera di s. Be
Ja sede nel 1110. Egli era della famiglia cospi . nedello pastore e protettore di Avignone, vol
cua degli Aulorgati, che esercitavano allora le garmente detto Benezet , quasi a significare il
primarie cariche della cillå nel 1119. Con due piccolo Benedetto, a cagione della sua giovi
altri vescovi assistė a Papa Calisto II , quando nezza e piccola slalura . Guardava egli alla
consacrò la chiesa di Viviers. Dono inoltre nel campagna le greggi di sua madre. Fin da'suoi
lo stesso anno al monastero di Monlemaggiore più verdi anni mostró una pietà di gran lunga
una cappella edificata dentro la Torre di S. superiore all'età sua. Mosso al pericolo, che
Remigio, donazione dal Pontefice approvata , correvano i poveri passando il Rodano ad Avi
con bolla data dal Laterano a'10 maggio solto gnone, intraprese di fare il dello ponte, ed a
l'indizione quinta. vendo provalo che questo pensiero eragli ve
44. Langerio o Laugerio per atti pubblici è nulo da Dio, ne ebbe l'approvazione dal Ve
potato vescovo d'Avignonenel 1126 e nel 1129. scovo del luogo. Il ponte fu incominciato l'an
Leodegario nel 1128 , ebbe da Guglielmo no 1177, colla direzionedi Benedello che mori
conte di Forcalquier la cessione del pieno do- nel 1184. Il corpo di lui venne sepollo sul pon
minio della sua parte della città, in favore dei le inedesimo, che però no fu condotto a fine
consoli di essa, perlocche, sebbene dai Sam- interamente se non quattro anni dopo. I mi.
martani sia fallo di lui un vescovo diverso racoli operati sulla tomba di Benedetto indus
da Langerio, il Fantoni lo crede una medesima sero la città ad erigere sul ponte una cappella ,
cosa ; avvegnachè in quell'anno 1128 sedeva ove il suo corpo rimase quasi cinquecento an
Langerio sulla cattedra d'Avignone. ni . Caduta pero gran parte del ponte l'anno
45. Massimo, ne'vecchi calaloghi della chie . 1669, il suo corpo fu di là tolto, e trovalo sen
sa di Avignone, è registralo vescovo nel 1146 ; za alcun segnale di corruzione. Ne punto era
mentre altri autori , con Noguier e i Samwar . corrotto nel 1674, allorchè l'arcivescovo d'A
tani, nel 1143 , indicano in quell'anno per ve- vignone trasportollo solennemente nella chie
scovo di Avignone il seguenle. sa de' Celestini , che l'avevano olten ulo da
46. Gaufredo o Goffredo, detto ancora Val. Luigi XIV ..
fredo, che fu assuolo al vescovato nell'anno 50. Dopo Ponzio fu ſalto vescovo Pietro II
1150. losorta contesa tra i cittadini d'Aviguo- nel 1180. Egli intervenne al concilio di Roma
ne pel regolamento del nuovo governo della tenuto da Alessandro III in Laterano, negli
repubblica, egli la compose col confermare nel alti del quale trovasi solamente il nome di
1154 le leggi del consolato . Nel 1156 riporto questo vescovo .
dall'imperatore Federico I un ampio privile 51. Rostagno III de Margueritis, chiara fa
gio per la sua Chiesa. Nel 1157 si recò all'as- miglia di Avignone, successe a Pietro Il . Al
semblea adunata dall'imperatore in Besanzo . suo tempo Alfonso II , re d ' Aragona e conte di
542 AVIGNONE
Provenza, confermò nel 1189 le franchigie 60. L. è descrillo da Sammartani tra i ve
della chiesa d'Avignone, e delle sue terre an scovi di questa città solto il 1243, e lo provano
nesse. Nel 1197 questo vescovo consacrò in con una bolla d'Innocenzo IV .
sieme con Imberlo, arcivescovo di Arles, la 61. Zoen successore di L. sedeva sulla catte
chiesa eretta in Tarascona in onore di s. Mar- dra d'Avignone nell'anno 1250 , secondo alcu
ta, dopo l'invenzione, alcuni anni avanti se- ni, e nel 1248, secondo altri. Sotto di lui segui
guita del santo suo corpo, slato ascoso in una la spontanea dedizione della città d'Avignone
grotta, allorchè i Saraceni occuparono quelle ad Alfonso conte di Tolosa , ed a Carlo d'An
contrade. gió conte di Provenza , fratelli del re s . Lodo
52. Rostagno IV è nominato da alcuni ve- vico IX . Essi concessero alla città ed al ve
scovo d'Avignone, nel 1198, nel tempo in cui scovo Zoen singolari privilegii , in vista dei
dichiaro, insieme coi consoli, franchi e liberi molti suoi talenti , che pur gli meritarono di
da ogni sorta d'imposizioni i cittadini d'Avi- divenire legato della Santa Sede. In tal quali
gnone. Nel 1208 il vescovo di Conserans, lega. tà , nel 1254, celebrò anzi il concilio di Alby, e
to apostolico, ingiunse a Rostagno IV di far di lui si fa menzione in molti alti pubblici
demolire il castello di Sorga. fino al 1260. È verosimile , che fosse llaliano ,
53. Guglielmo de Montilys, preposto della per la donazione da lui falta de proprii beni
cattedrale, fu assunto alla sede vescovile nel situati nel territorio di Saliceto al collegio che
1209. Egli morì ai 18 novembre, nè si sa in egli stesso avea fondato in Bologna.
qual anno. Ebbe commissione nel 1213 di ob 62. Stefano è descrillo sotto il 1261 in una
bligar con censure Pietro re d'Aragona a ripi- vecchia cronaca dei vescovi di Avignone, che
gliare la regina Maria sua moglie. ora si conserva nella biblioteca Vaticana .
54. Successore a Guglielmo de Montilys , nel 65. Ad esso succedetle Bertrando della casa
1225 , fu elelto, e confermato da Romano car- di Poitiers , che prese le redini del vescovato
dinal legalo, Pietro III , menzionato in un di- nel 1264 , e le lasciò passando alla chiesa di
ploma di Federico II Augusto, dato in favore Valenza nel 1267. Egli acconsenti nell'anno
del monastero di Montemaggiore e di Gugliel- 1265 alla domanda faltagli da Clemente IV di
mo, che ne era abbale. Pietro vi è soltoscritto aumentare fino a trenta il numero de' suoi ca
vescovo d'Avignone, come testimonio, con Sif- nonici , e fu eseculore testamentario del delto
fredo di Magonza e Ugo di Liegi . Tale diploma Papa coll'arcivescovo di Aix e altri vescovi
è datato da Cremona il 25 novembre 1223. ( V. Spicileg. tom . VI , p. 480 ).
55. Nel 1227 viene rammentato per vesco 64. Roberto I fu il successore di Bertrando ;
vo certo Nicola di Corberia , che ottenne cotal ed è cognominato d ' Ucezia o di Uceria : ap
dignità in questo modo . Arrivando ad Avigno- partiene perciò alla famiglia o dei duchi di
ne Luigi VIII re di Francia insieme a tut- Usez o dei visconti d' Ozière. Fece egli una
ti i crociati la vigilia di s . Barnaba apostolo, transazione con Alfanle priore della Cerlosa
nel tempo in cui questa cillà era da sette anni in presenza di Giroldo vescovo di Cavaglione,
scomunicata a cagione degli Albigesi che for- pei diritti che l'uno e l'altro prelendevano
mavano la maggior parte della sua popolazio . sul porto della Durenza nel 1267. Si assegna
me, il re ed i baroni l'assediarono fin alla fe- la sua morte ai 9 marzo senza indicarne l'anno.
sla dell'Assunzione , in cui la presero e vi po 65. Giovanni è notato sotto il 1270 negli
sero sulla sede vescovile questo Nicola mona. alti del concilio di Arles . Egli fu l'arbitro del
co cluniacense. Egli istitui la confraternita dei la controversia tra Ferrando vescovo di Vaso
penitenti grigi . ne, ed i cancnici di quella chiesa .
56. Viene poi Bernardo I nel 1232 . 66. Raimondo segue nel 1271 , nel qual an .
57. Indi successe Bertrando, di cui il No- no, insieme coll'arcivescovo d'Arles , confermò
guier prova l'esistenza nel 1233 . l'elezione di un abbate di S. Andrea .
58. Bertrando è collocato nel 1234 per atti 67. Roberto II , suo successore, ebbe contro
indicati dal Noguier e dai Sammartani . versia con Guglielmo da Gonessa siniscalco
59. Benedelto II , nel 1238 resse la chiesa di della Provenza, la quale fu composta dal re
Avignone per pochi mesi , poichè Bernardo Carlo I nel 1275 col consiglio di Alano vesco
lè mentovato in molti documenti dello slesso vo di Sisteron deputati al concilio di Avigno
anno. Questi riportò un privilegio da Federi . ne del 1279.
co II , ead esso lonocenzo IV ordinò di far pub 68. Benedetto III venne dopo di lui , come
blicare nella sua diocesi l'assoluzione del con si ha da una scrittura del monastero di S. Ante
te di Tolosa . drea del 1283.
AVIGNONE 543
69. Andrea di Languisel, di Nimes , fratello nominalo di S. Rufo per essersi adunalo in
del cardinal Bernardo Portuense , arcivescovo quella chiesa presso Avignone. Vi presiedelle
d'Arles, è segnalo vescovo d'Avignone, in al- l'arcivescovo di Arles e vi assisteltero gli arci
cuni alli del 1291 , 1292 , 1294. vescovi di Embrun e di Aix . Sotto di lui Be
70. Berlrando Jll Aymini, di nobile fami- nedetto XII acquistò l'episcopio in favore del
glia di Toscana, dalla dignilà di preposto di la chiesa romana , lo rifabbricò dalle fondamen
Avignone, fu assunto all'episcopato nel 1304. ta . Morto quel Pontefice, Clemente VI , che
Diversi autori gli danno per successore nel subentrò sul soglio pontificio, trasferi Giovan
1305 , o nel 1506 , Guglielmo di Mondagoto ni III dalla sede d'Avignone a quella di Mire
Montagut, prima che fosse trasferito all'arcive- poix , riservandosi di provvedere alla sede va
scovalo di Embrun , e creato cardinal Prene- canle, il che accadde nel 1348. In quell'anno
slino nel 1312 da Clemente V. Tullavolla non Clemente VI acquisto da Giovanna regina di
conviene il p. Fantoni sul vescovato avigno- Napoli la città di Avignone. I vicarii di Cle
nese occupalo da esso, dicendo che Bonifacio mente VI sedeltero sulla cattedra vescovile di
VIII nel 1295 il promosse alla sede d'Em . Avignone fino alla sua morte avvenuta nel
brun ; e che Bernardo Aymini reggeva la chie. 1352.
sa di Avignone nel 1309, in cui rese omaggio 76. Succeduto a Clemente VI Innocenzo VI,
a Roberto re di Sicilia e conte di Provenza , ritenne, al paro de'suoi predecessori , il vesco
per le terre di Novi, d’Agoll , di Barbentana , valo d'Avignone , dal 1357 sino al 1362 , epo
di Verchery, e per parte del territorio d'Ay- ca della sua morte. Egli ebbe per vicarii gene
raga . rali Stefano di Tolosa e Rinaldo di Palely ar
71. Jacopo 1 di Cahors appellato comune- civescovo di Lisbona. Fondò una Certosa a Vil .
mente d’Ossa o d'Eusa fu vescovo di Avigno lanova ed un monastero di religiose Bene
ne dopo Bertrando. Ei vi fu trasferilo nel dettinea Tarascona, nel 1351 .
1510, dal Papa Clemente V , poscia fu fallo 77. Angelico Grimoardi, di Mende , France
cardinale di Porlo nel 1312 , infine dopo la se, era fratello di Papa Urbano V. Fu dappri
inorle di Clemente fu eletto Poutefice sollo il ma canonico regolare di s. Rufo, poscia priore
nome di Giovanni XXII ( Ved .). Prima della di S. Pietro di Die del medesimo ordine, e da
sua esallazione assisté al concilio di Vienna, suo fratello fu nominato in seguilo, nel 1962,
ed in sua assenza governò la chiesa d'Avigno- al vescovato di Avignone, indi fu fallo cardi
ne Pietro patriarca di Grado. nale nel 1566. Lodato è molto per la sua equi
72. Jacopo Il di Via, nipote del delto papa tà e per la santilà de'suoi costumi. Il Papa lo
Giovanni XXII , era nativo del Querci e di- fece vicario di tutta l'Italia , principalmente
scendeva da nobilissima famiglia. Sali alla se di Bologna . Nello scisma, che divise la Chiesa ,
de vescovile di Avignone allorchè da suo zio dopo la morte di Gregorio XI , ei lenne fino al
fu creato cardinale. Si hanno parecchi alti nel la morte il partito di Clemente VII Antipapad
1514 e 1516, ne 'quali è soltanto qualificato Mori ad Avignone nel 1588. L'imperatore Car
come vescovo elello di Avignone. Fu pero fat- lo IV , essendosi trasferito ad Avignone a visi
to cardinale verso quel tempo e mori sei mesi tare il sommo Pontefice Urbano V , onorò il
dopo, venendo sotterralo nella cattedrale. vescovo Angelico di una nobilissima bolla, con
73. Arnaldo di Via , fratello del suddetto, la quale conferma tutti i privilegii alla chiesa
gli successe nel 1317, e fu creato cardinale di Avignone conceduli da altri imperalori .
diacono. Nel sito odierno edificò l'episcopio 78. Papa Urbano V , al modo de'suoi ante
che in progresso fu ampliato, rislauralo ed cessori , lenne la sede di Avignone , ed ebbe per
abbellilo da altri vescovi . vicarii Arnaldo d ' Alberto arcivescovo di Auch
74. Il papa Giovanni XXII riservò per sè, e Filippo di Cabassole vescovo di Cavaglione,
nel 1518, il vescovato di Avignone , e vi stabilì indi promosso al patriarcalo di Gerusalemme
un vicario generale per governarlo in suo no nel 1567 ,
me, nè volle altro vescovo , dal 1518 al 1534 . 79. Faidilo d'Agrifoglio, Limosino, passo dal
75. Giovanni III di Goiardano nalivo di vescovato di Rodez a quello di Avignone nel
Belpech, nella diocesi di Mirepoix, dopo la 1375 , e fu fallo cardinale nel 1383 senza ri
morte di Papa Giovanni XXII , fu elello ve nunciare però alla sua dignità. Mori nel 1391 ;
scovo d'Avignene. Ricevelle, negli anni 1536 luttavolla sembra che rinunziasse al vescovalo
< 1540 , gli omaggi solili a rendersi ai vescovi nel 1586 in cui il seguente prese il suo posto.
di questa cillà . Egli fu uno di quelli, che ai 3 80. Pielro IV , detto Girardi , era della dio
di novembre del 1357 , composero il concilio cesi di Lione e fu fallo vescovo di Avignone
544 AVIGNONE
nel 1586. Egli fece testamenlo nel 1410 , e 1426, fu tumulato nella calledrale di S. Gio
dispose i suoi beni in favore delle chiese di vanni Ballisla da lui riparata .
Avignone e di Annecy e di parecchi altri prio 88. Succeduto alla sede Avignonese, nel 1425 ,
rali, dei quali aveva goduto. Stabili ancora ad allo Spieſanni Guido di Rossiglione, sedelle
Avignone delle preghiere quotidiane, per le sino al 1429.
quali assegnò al capitolo duecento fiorini d'oro : 89. Eugenio IV fece vescovo di Avignone
abdicò nel 1390. Marco Condulmer suo consanguineo, e poco
81. Clemente VII Antipapa, giả chiamato appresso il costituì Legato e vicario pontificio.
Roberto di Ginevra, era in possesso del vesco Ma ripugnando di riconoscerlo gli Avignonesi
valo di Avignone nel 1590 , allorchè se ne spo- ed egli volendo astringerveli con la forza, fu
glio per cederlo con una bolla al seguente. espulso. Non torno più il Condulmer in Avi
82. Egidio Bellamera nel 1398. Comechè nel gnone, perocchè, nel 1434, fu da Eugenio IV
suo epitafio si dica , ch'ei rifiutasse la porpora trasferito al vescovato di Tarantasia.
ben meritata, altri asseriscono ch'ei fosse car 90. Bartolo da Singulo fu deputato da Eu
dinale. Cerlo è che celebre è il suo nome fra genio IV con bolla dei 14 novembre 1434, a
i giureconsulti. Mori nel 1409 , venendo sepol . vicario apostolico della chiesa d'Avignone.
to presso l'altare maggiore della cattedrale. 91. Nel 1440 Eugenio IV fece per ultimo
83. Gli successe, nel 1409 , il cardinale Tur vescovo d'Avignone ( elevata poi nell'anno
cyo, il quale cessando di vivere l'anno seguen- 1475 a metropolitana ) Alano Vetico, nobile
te, vacó questa sede per alcun tempo, ammini- francese de’signori di Tagliaborgo o Taglia
strandola fraltanto Giovanni di Poiliers , il boccio e Cetiro della Bretagna . Fu segno della
quale riconciliò la chiesa cattedrale stata pro sua liberalità l'ampliazione dell'episcopio, e
fanata da Rodrigo di Luna e dai soldati di la torre annessavi per le prigioni . Fu ancora
costui . effetto della sua pietà il sinodo diocesano, che
84. Giulio I era sulla sede Avignonese nel tenne in Avignone a'12 ottobre 1441 , ripieno
1411 , allorchè gli scismatici , seguaci dell'Aoli- d'utilissimi regolamenti. Il merito di questo
papa Benedetto XIII , alla testa di Rodrigo di prelalo mosse Nicolò V a promuoverlo, ai 20
Luna nipote di quell'Antipapa , s'impadroniro- dicembre 1448 , alla dignilà cardinalizia, cot
no delle forlezze d'Avignone, dell'episcopio, titolo di S. Prassede, assumendo il nome di
della calledrale e della Torre del ponte, quan . cardinale d'Avignone, ed opponendosi viril
tunque ben tosto fossero obbligati a rendersi. mente, nell'elezione di Calisto III, che fosse
In quel tempo Giovanni di Poitiers, vescovo di assunto al pontiticato il greco e neofito cardi
Valenza e di Die, e rettore del Venesino , ri- nal Bessarione, come cosa ingiuriosa alla Chie.
conciliò la chiesa cattedrale , profanata dal sa latipa. Calisto III lo fece legalo a Carlo VII
suddetto Rodrigo di Luna e dai suoi soldati. re di Francia , per la crociata contro i Turchi
83. Sirmondo o Simone di Gramaud inco- nel 1456. Presiedelte al concilio di Avignone
minciò a reggere questa chiesa nel 1412. , Egli nel 1457 , quale legalo del Papa insiemea Pie.
era di sangue illustre, nativo e del Limosino tro cardinale di Foix. Calisto III , di cui aveva
chiaro per virtù . Orno la sua sede colla por- favorita la elezione, onorollo delle legazioni di
pora conferitagli da Giovanni XXIII a'15 a. Francia e d'Inghilterra. Mori a Roma, nel
prile 1413 ; ma poscia trasferito venne ad altra 1474 , e fu sepollo in S. Prassede suo litolo
chiesa . Celebre per la sua dottrina, e per aver cardinalizio .
confulalo lo scisma, che , nel 1590 , fu divulgato Ora diremo degli Arcivescovi di Avignone.
nel concilio di Parigi , adunalo per estinguerlo . 1. Giuliano della Rovere nato in Albizola
86. Ebbe persuccessoreGiulio di Bascaggio, Savona nel 1443, nipote di Sisto IV , da presso
che nel 1416 fu testimonio nel testamento di Carpentrasso fu trasferilo nel 1474 ad Avigno
Pietro d'Assegnalo siniscalco di Provenza , e ne. Già Cardinal prete nel 1471 , gran peniten
che nel 1419 ricevelle per transazione de'con- ziere della chiesa romana, dopo la morte di Pio
soli della cillà trecento fiorini d'oro a riparo III , nel 1505, fu eletto Pontefice col nome di
dei danni, che la sua sede avea ricevuti da Ro. Giulio II ( V.Giulioll ) . Egli impetro ed ottenne
drigo di Luna. Morì quel vescovo nel 1420, dal zio di erigere Avignone in arcivescovato,
nel pontificato di Marlino V. per cui ne divenne il primo Arcivescovo. Quel
87. Gli successeGuido Spieſann i , d'antica fa- la chiesa, prima costituita sollo la metropoli
miglia d'Avignon ?, il quale per cinque anni di Vienna nel Delfinato , indi sotto Arles, per
ſu pastore dei suoi concittadini con fama di opera di Sisto IV da suffraganea fu esaltata al
pielà ; ed essendo passato a miglior vita nel grado metropolitano. Quindi togliendola dalla
AVIGNONE 343
soggezione alla metropoli d'Arles, assegnò al . pizucchi romano, vicario di Roma , insigne
lora quel Pontefice per suffraganee ad Avigno- prelato, a cui dovettero Avignone e il Venesi
ne le chiese vescovili di Carpentrasso, di Cava- no la loro piena tranquillità. V. DE MEDICI
glione e di Vasone, tutte comprese nello stato ( Ippolito ).
dipendente allora dalla romana Chiesa. Nello 5. Nel 1536 , mancato a'viventi il Cardinal
stesso giorno il Papa partecipò con un breve Ippolito , fece Paolo III arcivescovo d'Avigno
questa sua disposizione ai vescovi di Carpen- ne il degno suo nipote cardinal Alessandro
trasso, di Cavaglione e di Vasone, ordinando Farnese , che oltenne universale conferma dei
loro di rendere all'arcivescovo d'Avignone privilegii goduti dalla sua chiesa. Fallo lega
l'ubbidienza, che dai suffraganei è dovuta al to di Avignone e del patrimonio ecclesiastico
melropolitano. Nel 1481 , il Cardinal arcive- ( V. FARNESE Alessandro ), protettore dei regni
scovo della Rovere, per commissione di Sisto di Sicilia, Aragona , Portogallo, Polonia e del
IV , secolarizzò i canonici d'Avignone , che sot. l'impero romano , nel 1551 costitui suo vicario
to il Pontefice Urbano II aveano abbracciata arcivescovile Giannantonio Facchinetti, nobi
la regola di s . Agostino, e concedette ai cano- le bolognese, che poi sali sul soglio pontificio
nici il portar veste rossa , come usano i cardi- col nome d'Innocenzo IX. Mal però tollerava
nali. Nell'anno stesso egli uni i religiosi della la città di Avignone di essere rett da un vi.
Mercede co Trinitarii, e commise loro la cura cario. Quindi il clero ed i consoli della cillå
del grande ospedale, mentre il governo econo- supplicarono il cardinal Farnese di dar loro
mico, come degli altri ospedali , era a disposizio- un vescovo permanente, che in sua vece li
ne dell'arcivescovo , de'consoli e de’reltori . governasse .
2. Succedelte a Giuliano della Rovere Anto. 6. Allora , nel 1582 , Giulio Ill conferi l'ar
nio Flores nobile Spagnuolo , che edificò nella civescovato d'Avignone ad Annibale De Boz
metropolitana la bella cappella dell'Annun- zulti napoletano, protonotarioapostolico, e vi
ziata per luogo di sepoltura a sè e agli arcive. celegato a Bologna , fin dal 1548 , sollo Giovan
scovi suoi successori. Questa fu poi denomina- ni Maria cardinale di Monte , che ne era legato.
ta del Perdono, per essere stata dotata dai Papi Falto arcivescovo di Avignone da Giulio III ,
delle medesime indulgenze, che si guadagnano Paolo IV l'aveva in gran considerazione e lo
- nelle stazioni di Roma, e per essere il suo al consultava negli affari più delicati . Infine Pio
tare privilegiato quotidianamen te .pei defunti. JV lo fece Cardinale, ed egli morì nel 1565. V.
Oggi porta anche il nome del Rosario, per es- De Bozzutti Annibale.
servi stata trasferita quella confraternita, che 17. Alessandro Farnese, cardinale, risali an .
l'arricchi di preziosi ornamenti. cora sulla sedia Avignonese verso il 1560 , e la
Tenne questo arcivescovo in Avignone un ritenne sino al 1365 in cui ancora l'abbandono .
celebre concilio nel 1509 sulla disciplina ecele 8. Feliciano di Capitoni da Narni , dell'ordi
siastica, e chiamato, nel 1510, a Roma per in- ne de Serviti , all'abdicazione di Farnese fu
Tervenire al XVII concilio generale, che Giu- fatto arcivescovo di Avignone da Pio V. Tenne
lio II volle opporre al conciliabolo di Pisa, la un sinodo, nel quale stabili varie discipline e
sciò in Avignone per suosuffraganeo Giovanni fece un trattato sul giubileo nel 1576, in cui
Colom bi de'Minori , vescovo titolare di Troia, mori , dopo avere retta la sua diocesi per dieci
il quale consacrò la cappella de' Confratelli anni ed olto mesi. Fu sépollo nella metropoli
penitenti grigi. tana , nella cappella degli Arcivescovi.
5. Dopo la morte di monsignor Flores, nel 9. Succedette a lui Giorgio d'Armagnac car
1512, Giulio II avea fallo arcivescovo d'Avi- dinale vescovo di Tolosa, di Rodez , di Vabres,
gnone, Orlando del Carretto de'marchesi di di Lascari, nel 1577. Teone un concilio ad A
- Finale, che si condusse a Roma pel concilio vignone e vi mori nel 1581 in avanzata elà .
generale XVII, che mori nel 1517. V. GIORGIO D'ARMAGNAC.
4. Clemenle VII gli diè in successore Ippo 10. Domenico Grimaldi , figlio di Giovanni
lito Medici suo nipote e poi Cardinale amplis. Battista Montaldo, conte palatino ed abale di
simo. Non rised è però egli in Avignone, ina Montemaggiore, era commissario generale del .
fu sollecito pei vantaggi della sua chiesa. A le galere sotto s . Pio V alla battaglia di Lepan
cagione dei tumulti nel 1533 eccitati in Avi- to nel 1571. Falto prima vescovo di Savona,
gnone e nel Contado, il Papa vi spedicon qua- indi di Cavaglione, fu eletto poscia arcivescovo
lità di Nunzio apostolico, non ostante l'ordi- d'Avignone nel 1586. Scacciò egli tutti gli ere
nario governo del Legato, monsignor Paolo Ca. tici dalla contea del Venesino, e mostrò non
Encicl. Eccles. l'ol, 1. fasc. IX . 69
540 AVIGNONE
over lui dimenticato il mestier delle armi nel- ce il suo corpo nel sepolcro dell'arcivescovo
la presa del castello di Minerbe. Mori nel 1599 Dolci .
ad Avignone e fu sepolto nella cattedrale. 16. Cesare Argeli ( corrottamente da taluni
11. Nel medesimo anno fu assunto a questa nominalo Argoli ), nobile Bolognese, e celebre
sede Francesco Maria Tarugi di Montepulcia- giureconsulto , fu assunto a questa sede nel
no, nipote di Giulio III . Con sommo sludio 4647. Soffri gravi infermità sul principio del
riformo il clero e il popolo , e ne rimosse gli suo governo ; ma , cangiala abilazione, ripristi
abusi . Nel 1994 celebro in Avignone un sinodo pò la sua salute. Se non che ridoltosi ancora
provinciale , che fu slampalo in Roma, nel al suo palazzo l'ultimo di luglio del 1648,
4597, particolarmente sull'osservanza del con mori per una caduta, e ſu seppellilo nella me
cilio di Trento. Pe' suoi rari e santi merili, desima tomba del suo antecessore.
nel 1596, da Clemente VIII fu promosso al 17. Domenico Marini , d'illustre famiglia di
cardinalato. Trasferito poi nell'anno slesso Genova, ſu eletto nel 1648 arcivesovo di Avi
alla chiesa di Siena , dopo la morle di Cle- gnone , e vi risplendelle per virtù, scienza e
mente VIII poco manco che non rimanesse e zelo pastorale, per cui nel 1668 celebró un con
letto Pontefice. V. TARUGI ( Francesco Maria ). cilio sulla disciplina. Fu benemerito pure del
12. Alla chiesa d'Avignone fu poscia nomi la sua religione domenicana , ed in parle edifi
nalo Giovanni Francesco Bordini , già prele cò il vasto convento della Minerva in Roma .
dell'Oratorio e vescovo di Cavaglione, il quale Mori ai 20 giugno 1669.
a vendo santamente amministrato l'arcivesco 18. Successe Ariosto de conti Ariosti di Bo
valo intorno a dodici anni, passò a miglior vi logna , commendato per dollrina legale, inte
ta nel 1609. Nel 1600 egli tenne in Avignone grità e diligenza. Molto contribui egli alla
un sinodo celebre ed ulilissimo sulla discipli costruzione del nuovo coro, ed agli abbelli
na ecclesiastica, che il Lenglet per altro pone menti della calledrale avignonese e molto più
nel 1606. In Parigi fece imprimere nel 1604 avrebbe fatto se la morle non lo avesse collo
le vite de'sommi Pontefici da lui raccolte da. -nel 1672. Fu solterrato nella lomba degli
gli annali del cardinale Baronio . Arcivescovi dinanzi l'altare.
13. Francesco Stefano Dolci , natoad Orvielo, 19. Per la morte di lui Clemente X pose
era religioso Domenicano, e aveva insegnato sulla sede avignonese un altro illustre Dome
pubblicamente in varii luoghi la filosofia e la nicano, nel 1673, cioè il p. maestro del sacro
teologia . Fatlo doltore e priore del convento palazzo apostolico, Giacinto Libelli. Non era
del suo ordine di S. Maria della Minerva, da sollanto teologo, ma era versato in ogni scien
Paolo V , che ne conosceva la capacità e la za. Prese possesso ai 21 febbraio 1675. Cle
profonda erudizione, fu nominato esaminatore mente X, al tempo di questo arcivescovo, ac
dei vescovi , e fu elevato in seguito alla sedia cordò un privilegio ai Canonici di Avignone,
di Avignone nel 1609. Dopo la morte di Fer- che recd un considerabile decoro alla parte più
rier, arcivescovo d'Urbino e vicelegato d'Avi- ragguardevole del suo clero. Quel capitolo ve
gnone, il Papa lo nominò anche vice- legato : sliva per uso immemorabile nell'inverno con
uffizio che adempi con zelo del pari che con cappe rosse , e con rocchetto senza maniche.
prudenza. Nel 1622 introdusse egli in Avigno. Una tal cosa, non sostenuta da alcun titolo,
ne le monache della Visitazione; infine morì era anzi espressamente contrariata dal capo
nel 1624, col compianto universale . VIII degli statuti della medesima chiesa falli
14. Mario Filonardi Romano , era Canonico nel 1499 dal Cardinale Giuliano della Rovere
di S. Pietro di Roma ed assessore al tribunale che poi fu Giulio II, legato ed arcivescovo di
dell'inquisizione allorchè fu eletto arcivescovo Avignone.
d'Avignone , e vice- legato nel 1624. Urba Fece altresi l'arcivescovo Libelli la trasla
no VIII inviollo nel 1645 qual nunzio apo- zione del corpo di s. Benezet, della quale ab
stolico ad Uladislao IV re di Polonia e di Sve- biamo già parlato ; e segno il sito in cui do
zia . Mori a Roma nell'anno 1644 nel mese di veasi fabbricare il ponte, che tuttora si vede.
agosto. Mori ai 20 ottobre 1684, dopo aver occupata
18. All'arcivescovo Filonardi successe Ber- la sede vescovile per undici anni ed otto mesi.
nardo Pinelli, Genovese, Teatino, che nell'anno Il suo corpo è in una cappella da lui stesso
1645 divenne vicelegato, per supplire a Fede- -fatta erigere con grandi spese, e che dedicó al
rico Sforza, Romano, che fa da Innocenzo X la Risurrezione del Signore. #
elevato alla porpora. Mori nel 1646 , e gia . 20. Alessandro dei conti di Monte Cassino
AVIGNONE 547
era Certosino e procuralore generale del suo 23. Finalmente avendo Pio VII ristabilita
ordine. Innocenzo XI nominollo all'arcivesco- la sede arcivescovile d'Avignone nel 1817, poi
valo d'Avignone , ed egli nel 1686 ne prese il nel concistoro de' 24 sellembre 1821 la con
possesso. Due cose egli ollenne da quel Ponte ferì a Stefano Marlino Morel de Mons, nato
fice : una che l'arcivescovo d'Avignone non il 18 aprile 252 , traslatato da Mende , o che
potesse essere prevenuto dal Legato nella cale durò sino al 1832 ,
lazione dei benefizii da lui dipendenti ; l'altra 26. Succedette a lui monsignor Giacomo Du
ch'egli polesse officiare solennemente nella sua pont di Nizza, che fu traslatato dal vescovato di
chiesa cattedrale, senza che il vice -legato gli Diez da S.S. Gregorio XVI nel concisloro dei
apporlasse verun ostacolo. Il suo arcivescovaa 24 luglio - 1855. Egli edificò la bella cappella in
do non fu che di tre anni e quallro mesi. Mori onore del Pontefice e dollore s. Gregorio Magno.
agli 8 di oltobre del 1669, e fu sepollo cogli al . Il papa Gregorio XVI suddetto per mezzo del
tri arcivescovi. cardinal Sala inviò in dono al zelanle pasto
21. Lorenzo Fieschi, Genovese , dopo avere re un bellissimo reliquiario con un pezzo di
sostenuto le principali cariche della Chiesa ro cranio del santo preso dalle reliquie , che si
mana, ed essere stato segretario della congre conservano nella chiesa di S. Maria in Valli
gazione dei riti, fu fallo arcivescovo d'Avignone cella de' Filippini in Roma.
da Alessandro VIII, e prese possesso di tale 27. Morlo il Dupont sul finire dell'anno
dignità insieme colla vice-legazione, ai 5 set- 1847 , dal regnante pontefice Pio IX fu eletto
tembre 1690. Umanamente accolse le religiose nel 1848 ad arcivescovo di Avignone mons.
dell ' Incarnazione state scacciate dagli eretici Giammaria Malteo Debélay.
da Orange, e diede loro un alloggio a Roche Altualmente l'arcivescovalo d'Avignone ha
maure. Stabili inoltre un seminario ad Avi : qualtro vescovati suffraganei, i quali sono i se.
gnone, nel quale mise superiori fatti venire guenti : Nimes, Valenza , Viviers, Mompellieri,
dal seminario di s. Sulpizio di Parigi. Il papa le cui notizie si possono vedere ai rispettivi
Clemente XI inviollo in qualità di nunzio articoli.
straordinario a Luigi XIV , affine di trattare Or sarebbe a dirsi particolarmente delle vi
la pace di tutta l'Europa. Poco tempo dopo cende e mutazioni cui fu Avignone soggetta , e
fu trasferito alla sedia di Genova , cioè nel specialmente della sua gloria durante il tempo
1705, avendo governata la chiesa di Avignone in cui vi risiedeltero i romani Pontefici; ma
quattordici anni e nove mesi ; infine fu fallo perciocchè queste cose sono intimamente con
cardinale, nel 1706. giunte alla storia di questi Papi, cosi di essi
22. Giuseppe di Guzon de Crocbans, assi . parlando, diremo insieme delle cose ad Avigno.
stente al trono Ponlificio, abbale di N. D. di ne per questa parle spettanti. M. N. E.
Roccomandor in Sicilia , fu da Benedetto XIV Avignone (CONCILII D '), Avinionense, e pre
nel 1749 o 1743 promosso ad arcivescovo d'A. sieduto l'anno 1080 dal cardinale Ugo da Die ,
vignone, che resse fino al 1757. Legato. Acardo, usurpalore della sede di Arles ,
23. Francesco Maria de Manzi , di Cescon , vi fu deposto , e fu elello Gibelino io suo
cbe per due volle avea esercitalo la vicelega- luogo. Tantelmo fu altresi elelto arcivescovo
zione, fu trasferito dal veseovalo di Cavaglione di Embrun , Ugo vescovo di Grenoble , Desi.
da Benedetto XIV nel 1757 o 1758, e fallo derio vescovo di Cavaglione, e il Legalo li con- -
pastore di questa chiesa, che governo fino alo dusse a Roma, dove furono consacrali.
i'anno 1775, trovandosi all'epoca dell'inva . Un secondo concilio fu tenuto nella stessa
sione delle truppe di Luigi XV . cillà l'anno 1207 , ai 6 settembre, da due Le
24. Carlo Vincenzo Giovio, nato nel 1729, gali, qualtro arcivescovi , venli vescovi e mol .
fu promosso da Pio VI a questo arcivescovalo, ti abati. Vi si fecero ventun canoni. Il primo
e fu l'ultimo fino alla rivoluzione francese raccomanda ai vescovi di predicar nella loro
seoppiata in Avignone nel 1790. diocesi più spesso di quel che facevano; e siat .
In quest'epoca , cioè nel 1790, successe la tribuiscono alla loro negligenza le eresie e la
chiesa scismalica costituzionale, la quale fu oc- corruzion dei costumi. Nella prefazione di quel
cupata da Gian Francesco Perier, vescovo co- concilio è dello che la casilà essendosi strana
stituzionale di Clermont, e nominalo vesco mente raffreddala , la corruzione abbonda da
vo di Avignone nel 1802. Quesli mori nel ogni parle, io guisa che quasi tutti gli uomini
1814. Dal 1817 sino al 1824 la diocesi fu am sono arrivati sino al profondo abisso dei vizii,
ministrala da M. Roux de Bonneras Vescovo e che il concilio è tenuto rimediare a tanti
di Sénez. mali , ed a rinnovar gli statuli dei maggiori. Si
$ 48 A VILA

scomunicarono in questo concilio i Tolosani , sono negli ordini sacri si aslerranno dalle carni
per non avere scacciato dalla loro città gli ere- ogni sabato in onor della Vergine, e daranno
lici , come avevano promesso di fare. Vi si sco- buon esempio ai laici . Del resto l'astinenza del
municò anche il conte di Tolosa , ma solto sabato era stata comandata trecent'anni prima
condizione. in occasione della tregua di Dio ; convien dun
Il terzo concilio di Avignone ebbe luogo que dire che ella non fosse ancora universal
l'anno 1279, il 27 maggio , radunalo dall'ar mente stabilita. Gli altri regolamenti di que
civescovo di Arles Pietro da Languissel . Vi si sto concilio riguardano in peculiar modo le
fece un decreto che abbraccia quindici articoli, usurpazioni dei beni ecclesiastici , e la violenza
la maggior parte contro gli usurpi e le inva- contro le persone dei cherici . Gall. Christ. tom .
sioni dei beni ecclesiastici, le violenze com 1 , pag . 322.
messe contro i cherici , ed il disprezzo delle L'ultimo concilio in questa città fu raduna
scomuniche; a tulli questi mali si opposero to da Pietro cardinal di Foix , dell'ordine dei
delle nuove censure . Frati Minori arcivescovo di Arles e legato di
Il quarto concilio di Avignone fu tenuto Avignone, il 7 seltembre 1457. Suo scopo prin
l'anno 1282 da Amalarico arcivescovo di Ar- cipale fu di confermare quanto si era operato
les coi suoi suffraganei. Vi si pubblicarono nel concilio di Basilea, Sess. 56 , intorno alla
dieci canoni, tra i quali è raccomandato ai fe- opinione sull'Immacolata Concezione della
deli di frequentare le chiese parrocchiali , in Vergine. Vi si proibi solto pena di scomunica
molti luoghi trascurate, e di recarvisi almen di predicare il contrario di questa opinione, e
le domeniche e le feste solenni . di disputarne in pubblico ; e s'ingiunse ai cu
Nell ' anno 1526 , il 18 giugno, ebbe luogo rati di pubblicar questo decreto ai fedeli , af
nella stessa cillà un altro concilio, cui assi- finchè nessuno potesse ignorarlo. Coll. Conc.
stettero Ire arcivescovi, undici vescovi e molti Labbé, tom . 13, pag . 1403. LAB .
depulati di assenti. Vi si fece un regolamento AVILA , Abula , Arbacula , Arbicella , città
di 39 articoli , che riguardano i beni lemporali vescovile di Spagna, sotto la metropoli di Com
della Chiesa e della soa giurisdizione. postella. L'opinione di molti è che il vescovado
Fra i canoni principali l'ottavo proibisce di Avila non venisse fondato che sul principio
sollo pena di scomunica ai giudici civili di ob- del secolo VII, perchè, dicono, non è fatta men
bligare gli ecclesiastici a trattare le loro causezione di alcun vescovo di questa città prima di
dinanzi ai loro tribunali. Giustiniano , il quale assistè in qualità di ve.
Il 16 viela l'ammissione degli scomunicatia scovo di Avila al concilio di Toledo dell'anno
qualunque pubblico impiego. 610 ovvero 611. Altri invece sostengono essere
Il 26 dichiara agli ecclesiastici che hanno gli la chiesa di Avila una delle più antiche, ed
ordini sacri e che godono beneficii in cura d'a- altribuiscono la sua fondazione a s. Secondo ,
ninie, che non debbano esercitare veruna cari- Spagnuolo e discepolo di s . Giacomo maggio
ca 'negli uffizii 'secolari sotto pena di'sospen- re, l'anno 57 di Gesù Cristo. OR. CR .
sione, AVILA ( GIOVANNI ), soprannominato l'Apo
Il 28 dichiara nulla la collazione di un be- stolo dell'Andalusia , nel secolo decimosesto ,
nelizio fatta a condizione di un nuovo censo. nacque ad Almodovar del Campo.Studiata leo
I canoni 52 e 33. ordinano ai vescovi d'in . logia in Alcala e dedicatosiallo stato ecclesiasti
vigilare perchè non si aggravino di sovraim-' co, alla morte dei suoi genitori, disprezzando le
posle i beni e le persone degli ecclesiastici. cose terrene, siccomequelle che servono d'in-.
| 38 e 39 scomunicano j cherici che portano ciampo alla virtù , distribui tutti i suoi beni ai
armi . poveri, dicui divenne padre tepero ed affettuo
11 50 proibisce l'amministrazione delle de. so, esi diede alla predicazione,solo essendo suo
cime o dei diritti delle parrocchie, senza l'au. fine quello di lucrare anime alcielo.Con la ze
torizzazione del vescovo . lo di cui era animato s. Paolo percorse l'Anda.
Nel 1333 il 3 seltebre fu radunato nello lusia movendo guerra al vizio , ed innestando
stesso luogo un altro concilio, coll'intervento negli animi le virtù dell'Evangelio. Innumere
di tre arcivescovi e diciasselle vescovi. Vi si voli furono le conversioni avvenute per opera
pubblicó un decrelo di sessantanove articoli del suo eloquente parlare, e sono frutti del suo
ripetuti dall'antecedente concilio. Fra gli altri zelo e della sua carilà l'essersi dedicati a Dio
punti vi è delto che i parrocchiani non riceve. s. Francesco Borgia, s. Giovanni di Dio.esi .
ranno l'Eucaristia da Pasqua che alla loro Teresa, che divennero illustriluminari della
parrocchia ; che i benefiziali ed i cherici che Chiesa . Inutile era il resistere alla eloquenza
AVIM - AVRANCHES 349
della sua voce, che penetrava nei cuori, e scio. a noi, una sul primo, l'altra sul terzo giorno
glieva i lacci svenluratissimi dai quali le ani delle rogazioni, ch'egli dice istituite nel suo
me si trovavano avviticchiale. Fu questa la secolo da s . Mamerto , uno Je'suoi predecessori.
condotta che ei tenne in tulla sua vita, che fini Delle altre omelie non abbiamo che l'intitola
nell'età di anni 50, morendo nell'anno 1569, zione ed alcuni frammenti ; i più considerevoli
dando specchiato esempio di quella pazienza de'quali conservati ci furono da Floro diacono
e rassegnazione con cui devono essere sofferte di Lione. Le poesie di s. Avito consistono in piii
le tribolazioni con le quali il Signore prova le epigrammi , che si smarrirono : in un poema
anime a sè dilette, che in una gravissima e sulla storia di Mosè diviso in cinque libri ed
dolorosissima infermità che ei sostenne, mai in'un altro poemadi 676 versi eroici , intitolato :
parola di lamento uscì dal suo labbro. Nè solo Della lode della Castilà . Molti altri ne compo
ei predicò, ma scrisse ancora ad edificazione ed se, ed altri se ne trovano in diversi mano
istruzione delle anime delle Lettere spirituali scritti, ma assai imperſelli. Ammirabili sono le
piene di unzione e di grazia , dei trattati sulla lettere di s. Avito ed opportunissime a confon
Eucaristia, lo Spirito Santo, l'Incarnazione ecc. dere gli eretici contro i quali combatté. Sapeva
Compose ancora alcuni scritti sulla disciplina il greco, e pare che avesse anche qualche co
ecclesiastica e sopra altri simili argomenti. gnizione dell'ebraico . Non bisogna confonderlo,
BER. come fanno alcuni, col poeta Alfio Avilo.
AVIM , cillà della tribù di Beniamino al Bur.
sud di Betel . Cal . AVITO O Avi (S.). Questi, figlio d'un con
AVIS, ordinemilitare di Portogallo institui . tadino di Beausse e di una straniera venula ac
to nell'anno 1147, o secondo altri nel 1162 da caltando d’Auslrasia , era terzo abbate di Micy .
Alfonso I re di Portogallo in memoria dell'e . Ricevuto nell'abbazia di Micy, si umile mo
spugnazione d'Evora contro i Mori ; motivo strossi , si docile e si semplice, che stupido il
per cui i cavalieri di quest'ordine si chiamaro ritennero alcuni religiosi . Egli si riliró con s .
no cavalieri di S. Maria d'Evora, avendo Alfon . Liè in un deserto di Sologna , dal quale ſu poi
so I attribuita quella vittoria alla protezione richiamato a Micy dall'abbale s . Massimo a
della B. Vergine. Si chiamarono poscia cava. cui succedette verso il 520. Da quell'epoca più
lieri d'Avis da un luogo di questo nome, in nulla si sa di s . Avito. Ber .
cui innalzarono una fortezza nel 1181. Quesli AVITO (S.). Questi si fece monaco di Me
cavalieri seguivano la regola dei Cisterciensi. nat e lasciato poscia questo monastero in com
Essi dovevano difendere coll'armi la religione pagnia di s. Calais, rilirossi presso Châteaudun
cattolica e portar abito religioso. Questi cava- dove fondò un monastero nella diocesi di Char
lieri possedevano circa 40 commende in Porlo tres. Egli ſu sepollo ad Orleans , ed i fedeli in
gallo. La dignità di gran maestro del loro or- nalzarono poscia sulla sua lomba una chiesa .
dine fu congiunta alla corona di quel regno AVOL od AvoLDO, corruzione di S. Nabone.
sotto il re Giovanni III, e Papa Paolo III au- Questa piccola città della Lorena merita es .
torizzò quella unione. Spo. ser da noi ricordata perchè in essa v'aveva una
AVITH , capitale di Adad , re dell' Idumea, celebre abbazia di Benedeltini della Congrega
od a meglio dire di Seir. V. ELIFAZ. CAL. zione di s . Vannes . Gall. CR.
AVITO (S.). Nativo di Vienna nel Delfinato , AVOTH -JAIR . L'ebraica voce Avoth , ovve .
della quale cillà fu vescovo nel 490, avendo ro Havoh , significa propriamente le capanne o
a compagne nel suo ministero Tutte le virtù le case degli Arabi , che sono unile in modo da
che s. Paolo richiede ne' vescovi, e singolar. formare un villaggio. Questo è pure l'odierno
mente viya fede, ardente zelo , carità perfella. significato di Havolh fra gli Arabi . Quelli di
Scrisse nell'anno seguente a Clodoveo, congra Jair furono cosi chiamati , perché Jair , figlio di
tulandosi che ricevuto avesse il battesimo. Manasse, ne fece la conquista, e ne ebbe il pos .
Assistè al concilio di Epaona nel 517 e mori il sesso. Essi erano nella Batanea al di là del
5 febbraio dell'anno 518 o incirca. Ennodio Giordano nel paese di Galaad , ed apparlene
di Pavia esimio lo chiama tra i vescovi del. vano alla metà della tribù di Manasse.
Ja Gallia , e dice che sembrava avere l'erudi Cal .
zione scelto lui per farlo risplendente luogo AVRANCHES. Anlica città di Francia in
di sua dimora . Ci restano di s . Ayito numero- Normandia , ora nel dipartimento della Mani .
sissime lettere, omelie e poemi. ca , celebre pei seguenti concilii che qui ci fa .
Sant'Avito fece una raccolta delle proprie ome. remo a descrivere.
lie, delle qualidue sole pervennero intere fino . AVRANCHES ( Concilio p' ) , Abrincalense ,
350 AV VENTIZIO - AVVENTO
l'anno 1172, il 29 maggio. Enrico II re d'In- giorno di Avvento incomincia l'anno ecclesia.
gbilterra, dopo aver fatto un giuramento qual stico, e questo primo giorno d'Avventoè la do
era richies!o dal Papa, e dopo aver abolito menica più prossima alla festa di s. Andrea,
lulte le costumanze illecite che erano state in- 30 ed ultimo giorno di novembre, 'locchè non
trodotte ai suoi tempi, ricevuta la penitenza , può trasportarsi che a tre giorni prima e tre
fu assolto dall'assassipio di s. Tommaso di giorni dopo, ossia dal 27 novembre sino al 3
Cantorberì accaduto il 29 dicembre 1171. I diceinbre, di modo che l' Avvento comincia
re Enrico promise che mai non si allontanereb- colla prima domenica che si trova dopo il 26
be dalla obbedienza di Papa Alessandro III , nè novembre. Cosi fu regolato a cagione della va.
da quella dei suoi successori, sintanto che lo riazione delle lettere domenicali , affinchè l'Av
terrebbero per re cattolico, che al Natale pros- vento sia sempre di tre settimane intere , e di
simo ei prenderebbe la croce per tre anni , e una quarta almeno cominciata , come osserva il
partirebbe l'estate seguente per Gerusalemme, Fleury.
se il Papa non ne lo dispensasse , e se non fosse L'Avvento non sempre incomincio nel me
costretto di passare in Ispagna contro i Sarace. desimo tempo. Nell' ufficiatura ambrosiana vi
ni . Ma questa fu piullosto un'assemblea che sono sei settimane d'Avvento, e la prima è
un concilio . quella che viene dopo s. Marlino. San Gregorio,
Il vero concilio di Avranches di quest'anno nel suo Sacramenlario, novera cinque settima.
non si tenne che alli 27 e 28 di seltembre. Il ne , che egli chiama domeniche prima di Nata
re reiteró il suo giuramento, aggiungendo alcu. le ; e si legge che l'Avvento è anche talvolta
ne cose di allaccamento e di obbedienza al Pa- chiamalo quaresima, quadragesima.
pa Alessandro III , ed i Legati ed i Vescovi ſe Nei prischi tempi chiamavasi settimana di
cero dodici canoni . Decretarono fra gli altri Avvento quella che è la più prossima alla fe
punti che non si dessero ai fanciulli benefici sta di Natale, e che al presente forma l'ultima
ecclesiastici con cura d'anime ; che si obblighe- di questo tempo . Presentemente nella chiesa
rebbero i curali delle parrocchie, che ne aves. greca l'Avvento incomincia col giorno 14 no
sero il modo, a mantener un vicario ; che il vembre.
marilo o la moglie non potrà entrare in reli Nei primi secoli della Chiesa durante l'Av
gione vivendo l'altro nel secolo , purché non vento si digiunava tre volte alla settimana , il
abbiano passato l'elà di far uso del matrimo- lunedì , il mercoledi ed il venerdi , e di questo
nio. Si propose l'astinenza ed il digiuno del. digiuno fa menzione il nono canone del conci.
l'avvenlo a lulli quelli che potessero osser . bio di Macon tenuto l'anno 381 , ma ciò usa
varlo, principalmente agli ecclesiastici. Concil. vasi anche prima nella Chiesa romana , ed in
Tom. 26 , pag . 1457. LAB. quella di Francia , dove pretendesi che s. Per
AVVENTIZIO . Trallandosi di materia ec- petuo o Papelo vescovo di Tours ve l'abbia in
clesiastica , avventizii diconsi quei dirilli che trodotto . Dopo il concilio di Macon digiunava
non si fondano nella stessa nozione , fine e di. si quotidianamente , per cui prese il nome di
vina jnstituzione della medesima, e perciò ina- quaresima di s. Marlino. I capitoli di Carlo.
lienabili ed imprescrillibili ; ma banno origine magno c'insegnano che prima del Natale face
umana e che quand'anche di origine meno vasi un digiuno di quaranta giorni , ed Amala
aplica , sono ovunque ricevuti , e fuori di ogni rio testifica che tale digiuno non era di obbli
controversia, giusta l'odierna disciplina della go per tutti, ma chepraticavasi solamente dal
Chiesa . le persone pie. Urbano V , morto nel 1370, nel
Jo secondo luogo diconsi avvenlizii gliemo principio del suo pontificato ingiunse a tutti
Tumenti che, senza averne alcun obbligo, per gli ecclesiastici della sua corte di osservare l'a
alcune spirituali funzioni, vengono dati dai stinenza dell'Avvento, senza però obbligarli
fedeli, e che consistono in una spontanea obla . al digiuno, e nemmeno comprendendo i laici
zione, o che non sono delerminati . Dea. sotto il precetto dell'astinenza. Al presente il
AVVENTIZIO od AVENTORE. Uno dei comº tempo di digiuno e di astinenza nell ' Avvento
pagni di s. Maurizio , martire a Torino . è ridotloal mercordi e venerdi di ciascuna sel
AVVENTO . Parola derivata dal latino ad- limana.
venlus, che significa avvenimento . Anticamen. I Greci osservano l'Avvento di quaranla
te con tal nome chiamavasi la festa della na“ giorni, come dice sovente il Goar nell'Eucolo
scila di Gesù Cristo ; ma col progredire del gio dei Greci. Il monaco Gregorio, da prima
teoipo si approprio tal voce ad indicare il tem- proto- sincello , poi patriarca di Costantinopoli,
po anteriore alla festa suddetta . Col primo assicura, che nella stessa Costantinopoli alcuni
AVVERSITA ' AVVOCATO 551
cominciavano il digiuno dell' Avvento agli 8 sembra meritevole di supplizio, è perdonabile
novembre, altri ai 15, è molti ai 20 dicem- per essere stato commesso per sorpresa , de
bre , ma parla del digiuno di questo tempo bolezza, errore. È forse utile alla società
di penitenza, in cui la pratica di alcune chie- che i delitti occulti sieno manifestati con un
se di Oriente non fu sempre la stessa . Nella pubblico castigo ? Chi avrebbe mai il corag
chiesa di Costantinopoli fu permesso a molte gio di bramare a sè stesso questa provviden
persone particolari di seguire questa diversi za ? 3. Sarebbe d'uopo che la nostra vita
là di disciplina , ma nella liturgia l' ufficio fosse eterna sulla terra. Se le pene di questo
era allora, come ai giorni nostri , di sei set- mondo bastassero a pupire tutti i delitti , la
timane , secondo la testimonianza di Allacci . felicità di questa vita è una imperfetta mer
Sant' Anastasio Sinaita parla di un digiuno cede alla virtù . 4. Vi sarebbe bisogno di
di quaranta giorni prima di Natale. continui miracoli per salvare i giusti dall'u
Durante l' Avvento, la Chiesa, volendo ri- niversale flagello, e per togliere ai peccatori
chiamare i fedeli a ricordarsi essere quello quella felicità , che si procurano colla loro
un tempo di penitenza , usa nei sacri arredi industria. Sono adunque insensati gli accu
un colore semplice e oscuro : il diacono com- satori della Provvidenza.
parisce e serve all'altare senza dalmatica , Essendo dottrina rivelata che Dio ci af
come il suddiacono senza tonicella , ma con fligge per sua misericordia , per purificarci
pianete piegate : si tace il gloria nella messa in questo mondo , a fine di perdonarcie
ed altre cose si praticano che si possono leg- di ricompensarci nell'altro ; noi siamo più
gere nel Rituale e nel Cerimoniale. tenuti al beneficio in mezzo alle prosperità.
Mar. Scar .
AVVERSITA ' , voce che indica quanto di AVVISO. Il collatore, il quale tenuto non
contrario avviene all'uomo nella vita. Fino era che a ricevere l'avviso d'un altro , non
dai tempi di Giobbe le afflizioni ed avversità lasciava d'aver la collazione piena ed intera,
dei giusti erano uno scandalo per i peccatori perchè conferire poteva contro quest'avviso,
storditi . I di lui amici andavangli dicendo , locchè non potea fare il collatore obbligato a
che egli era afflitto perchè peccalore. Il santo conferire col consenso d' un terzo. Dea .
uomo giustificava la divina Provvidenza. Que AVVOCATO dicesi quello che nei tribu
sto è il più antico esempio di disputa filoso- nali difende la causa di una qualche persona .
fica. 1. Rispondeva egli essere impenetrabili Secondo la comune sentenza, gli avvocati so
i divini giudizii, essere parimenti sconosciu no obbligati :
to l'intimo dell'uomo e ciò che Iddio farà in 1. Ad avere una scienza competente, per
-avvenire. E dunque imprudente chi dal pre- cui sieno essi capaci di conoscere sufficiente
sente vuol esser giudice della divina Provvi- mente la giustizia ed il merito delle cause
denza . 2. Pone per principio che l'uomo nori secondo il diritto , o di proporle allora quan
è mai immune da peccato agli occhi di Dio; do si espongono per idonei avvocati, e come
dunque le afflizioni possono essere il castigo tali ricevono stipendii : altrimenti si espor
dei falli. 5. Dice Giobbe che Dio ordinaria . rebbero al pericolo di nuocere altrui .
mente ricompensa in questo mondo il giusto 2. Deve l'avvocato al suo cliente prestare
afflitto ; ed egli ne fu un esempio illustre. la debita diligenza secondo la qualità della
4. Fa i conti sulla vita futura . causa , ed indicargli la giustizia o l'ingiusti .
Queste fondamentali verità consolatrici zia di quella, la probabilità di vincerla, od il
dei Patriarchi sono state poste nel maggior pericolo di perderla. Imperciocchè tutte que .
lume da Gesù Cristo. Golle sue lezioni e col ste cose si aspettano all' uffizio di lui : e ri
suo esempio ha fatlo a noi comprendere, che ceve uno stipendio affine di trattare l'affare
è d'uopo acquistare l'eterna felicità per mez utilmente, giustamente e con diligenza.
zo delle temporali afflizioni. 3. Deve astenersi dalle frodi , dalle false
La Scrittura cinsegna che questa vita prove, e da altre ingiurie contro la parte av
non è il tempo della ricompensa perſelta ) versaria, poichè altrimenti le farebbe ingiuria .
della virtù e del diletto. 1. Questa togliereb 4. Non deve ricevere uno stipendio' oltre
be ai giusti il merito della perseveranza e del- il conveniente, cioè avuto riguardo all'affare,
la fiducia in Dio, e bandirebbe dal mondo le alla capacità dell'avvocato ed alla fatica che
virtù eroiche : toglierebbe ai peccatori il impiega, perciocchè l'eccesso sarebbe sempre
tempo di far penitenza e ravvedersi . 2. Un'a- ingiusto. Nè gli è lecito parteggiare col clien
zione, che sembra lodevole , é sovente fatta te di avere una qualche parte della roba ove
con un animo peccaminoso, più degno di ca- vinca .
sligo che di premio : spesso un delitto che 5. Non è lecito all'avvocato difendere una
552 AVVOCATO CONCISTORIALE
causa che vedo essere ingiusta , o che non fendere la ingiustizia . 3. Se imprende ana
ha alcuna probabilità. Imperciocchè è cosa qualunque causa senza esaminare se sia giu
ingiusta difendere l'ingiustizia , ed indur- sla od ingiusta, ma solamente attendendo al
re altri alla medesima cosa. Tuttavia nelle la formalità del diritto , nulla guardando il
cause civili egualmente probabili gli è leci- merito della causa . 4. Se nel progresso della
to difendere la lite. Poichè e l'una e l'al- causa , scoprendone l'iniquità , non avverte il
tra parte ha il diritto di dire in giudizio le cliente, affinchè desista , ned egli la tralascia ,
sue ragioni , o per sè stessa , o per mezzo di sebbene da prima l'abbia riputata giusta: im
altra persona , e l'avvocato solamente propone perciocchè altrimenti commetterebbe ingiusti
i diritti del suo cliente , ma non li giudica. zia . 5.Se per la sua incapacità o negligenza o
Ciò però devesi fare con limitazione , purchè malizia, il cliente perde la causa, o faccia spese
il cliente sia possessore , o lo stesso avvoca-' inutili , o soffra qualche altro danno. Imper
to giudichi la di lui causa essere più proba- ciocchè è causa indiretta di questi danni , sia
bile , od almeno tale potere apparire ai giu- facendo , sia ommettendo qualche cosa del
dici . Imperciocchè non può Irattar la causa suo dovere , al quale di già si obbligó. 6. Se
contro il possessore , che giudica essere dub- differisca il termine della causa con danno
bia , e che tale può venire riputata dai giu- del suo cliente. 7. Se scopra i fondamenti od
dici , poichè non gli è lecito imprendere la di- altra cosa della causa all'avversario . 8. Se ,
fesa diciò che non può innanzi al giudice nel difender la causa , fa uso di falsità , por:
provare, o persuadere e pronunziare per es tando in campo false scritture, falsi testimo
sa una favorevole sentenza . Imperciocchè nii , false leggi od abrogate , e riprovate dot
questo è il dovere dell'avvocato . Ma allora trine, e trasporlando in un falso senso le leg
non può tale giudicare la causa , quando la gi vere. 9. Se impone falsi delitti alla parte
giudica dubbia : e ciò è più certo e più chia- avversaria o riferisca cose vere ed occulle che
ro se la causa sia contro il possessore, mentre nulla fanno con la causa. 10. Se riceve un
egli è nel dubbio, ed in una pari causa è mi- prezzo maggiore del giusto. 11. Se persuade
gliore la condizione del possessore . una ingiusta transazione. 12. Se prende a
A più forte ragione nella causa criminale trattare più cause , ove nol possa . 13. Se con
dubbia non si deve difendere la parte dell'at- ingiaste dilazioni e cavilli arrechi vessazio
tore , poiché questi , in tal caso , gravemente ni alla parte avversaria , od impedisca che
pecca contro il reo : adunque anche l'avvo- possa proseguire il suo diritto. 14. Se dilun
calo ; mentre consta che nel dubbio il reo gbisi con iscritti di troppo lunghi ed appog
devesi assolvere , e perciò essere ingiusta la giati ad inutili ragioni onde lucrare di più .
causa dell'attore. L'avvocato è obbligato sotto peccato mor
Parimenti non deve imprendere la difesa tale ad aiutare i poveri gratuitamente nelle
di una causa civile che giudica meno proba- loro cause, perciocchè ognuno è obbligato dal
bile, e tale sembrerebbe al giudice. Imper , la carità a prestare soccorso all'indigente, ala
ciocchè difenderebbe una causa che giudica trimenti se permette che egli ne riceva dan
essere più ingiusta che giusta , ed indur- no, non può dire di amare il prossimo come
rebbe il giudice a giudicare una causa ap- sè- stesso . SCAR.
poggiata ad un diritto meno probabile , e AVVOCATO CONCISTORIALE. All'or
perciò a giudicare ingiustamente , e si stu- dine di difensori , equivalente a quello dei
dierebbe d'impedire che la sentenza venisse centocinquanta avvocati del prefetto del pre
proferita in favore diquello che ne possedeva torio , come allesta s. Paolino nella vita di
il diritlo, lo che sarebbe ingiusta cosa. Per S. Ambrogio, si sostitui nel 1141 l'ordine
lo che l'avvocato , prima d'intraprendere degli avvocati concistoriali e referendarii, co
la causa , deve esaminare bene la giusti- si chiamati perchè nell'aula concistoriale ri
zia e probabilità di essa , e dimostrarla al ferivano al Sommo Pontefice ed ai Cardinali
cliente . le cose più gravi della Chiesa. Alcuni affer
Quindi l'avvocato pecca contro giustizia mano invece ,tale collegio essere stato istitui
ed è tenuto alla restituzione : 1. Se , non es to in Avignone da Benedetto XII , creato Pa .
sendo abbastanza esperto ed idoneo, fa d'av pa nel 1334 .
vocato le funzioni. 2. Se difende una causa Secondo l'avviso del p . Giuseppe Caraffa,
che conosce essere ingiusta : ed allora deve de Gymnasio rom ., c. XVIII , num . 10 , antica
compensare tulli i danni che ne seguirono , mente quel collegio era composto di soli dieci
tanto alla parte avversaria , quanto al suo individui ; ma Sisto IV , eletto nel 1471 , li fece
cliente , che non avvertà dell'ingiustizia della ascendere al numero di dodici , e prescrisse, che
causa, ma cui invece prestò soccorso per di- fossero riconosciuti per eittadini romani . Selle
AVVOCATO ECCLESIASTICO- AZA 553
di questi dodici avvocali, ciod i primi per år nale, nel collegio prendono il posto di pura
zianità d'uffizio, chiamansi numerarii o par- anzianità, ed indossano l'abito come avvocati
tecipanti, e ad essi spelta soltanto a vicenda in del sacro consistoro . Ma il decano non può es
presenza del Papa e del sacro Collegio, quando ser mai un Prelato. E purchè non sia tale o
occorre, chiedere il pallio pei Metropoliti od vescovo in partibus, soltentra al decano il più
Arcivescovi, o per quei pochi vescovi, che ne anziano; che se tulli i selle partecipanti fossero
: hanno l'uso per privilegio. Gli altri cinque si prelati, il decanato si esercita dal seniore, col
chiamano soprannumerarii o non parlecipanti titolo di pro- decano, finchè uno dei iuniori en
da Benedetto XIV nella sua costituzione Inter tri a formar parte del numero settenario, e su
conspicuos, e sono detti anche iuniori. Ad èssi bilo , sebbene ultimo, va ad essere decano. Si
appartiene promuovere alla laurea dottorale i cessa di far parte del collegio, solo per promo
graduandi; diritto da Giulio III, nel 1550 , zione ad un vescovalo di giurisdizione, o per
confermato al collegio degli avrocali conci: l'uditorato di rota, o pel cardinalalo.
sloriali. A tulli per turno , compresi anche Riguardansi gli avvocati concistoriali quali
i coadiutori, se ve ne sono, appartiene pe- famigliari del Papa ; hanno il privilegio dell'o
rorare nei concistori pubblici le cause de' ve. ralorio privato, la facoltà di stabilire statuti,
nerabili servi di Dio, domandandone la beåtj . e rimuovere ufficiali dal collegio; intervengono
ficazione, ossia il permesso di venerarli sugli alle cappelle pontificie, alle processioni, allaca.
altari. V. Beatificazione e CANONIZZAZIONE. valcata e ad ogni altra funzione pubblica cui şia
Hanno giurisdizione sull' archiginnasio o presente il Pontefice.
università romana, ed uno di essi, scello fra In quanto alla veste loro, noi ne diremo par
i seniori, ne è il reltore , rappresentando il col- lando della cappa, piviale, loga ecc. V. Cap
legio, ond'è che si solloscrive sempre : Rettore Pa , Piviale, Toga . Pia.
deputato. Tale privilegio venne in loro dall'a. AVVOCATO ECCLESIASTICO . È quella
ver dati in prestito alla reverenda camera sei persona cui spetta difendere i diritti e le rendite
mila scudi solto Sisto V'nel 1585. Il perchè di una chiesa, monastero od altro luogo simi
hanno fa facolla privativa di esaminare quelli le. Le cattedrali , le badie, le case religiose eb
che vogliono essere promossi al dottoralo in bero i loro avvocati. Il re Carlomagno lo era
ambedue le leggi, mediante l'autorità del Car. di san Pietro ; il re Ugo di san Riquier ; e
dinale camerlengodi santa Chiesa , tanto per pri. Odoardo, detto il Confessore, nonché i diului
vilegio apostolico, quanlo imperiale, agli stu. successori, del monistero di Westminster e di
denli poveri, ciò che fanno gralis, ed ai pre- tutte le chiese d'Inghilterra . Cosi riferisce Bol.
senti in curia , con poco dispendio . Ved . Brevis lando , che riporta anche alcune lettere del pa
sima epilome della giurisdizione e podestà del pa Nicolò, per le quali dichiarato fu quel re
cardinal camerlengo di s. Chiesa , nellu di- fregiato di lal dignità. L'uffizio degli avvocati
gnilà di arcicancelliere dello studio generale nelle case religiose dicesi che sia stato intro
della curia, e cillà di Roma, 1705, Carlo Ca. dollo, nel secolo IV , al tempo di Stilicone. Pero
tari; Syllabus advocalorum sacri consistorii, i Benedettini non ne accordano l'origine al di
Romae, 1656; Jac. el Tes. de Rubeis: Defensor là dell'ottavo secolo ( Act. Benedict. ). A poco
redivivus , seu de sacrae consistorialis aulge a poco i soggetti del primo rango esercitarono
advocatorum origine, Romae , 1687, el apud questa carica secondo il bisogno, che vi fosse
Ciampinium de Vice-cancellario, pag. 116 ; Ca- stato di difendere e di proteggere colla autori . •
millo Fanucci, Delle opere pie , pag. 120, li . tà . In alcuni monasteri appellavansi Conserva
bro II del collegio degli Avvocati concistoriali; cori, e facevano tuttociò che speltava agli av
Carlo Bartolammeo Piazza , degli Avvocati vocati. Pia.
concistoriali, capo XXVII , Roma, 1679, il qua AXA, figlia di Caleb che fu promessa da suo
le dice che Benedetto XII non istilui il colle- padre a quello che prendesse Carialh. Seir,che
gio , ma piuttosto lo riformo. V. Cancelleria gli era toccata in sorte nella divisione del.
APOSTOLICA. la Terra Promessa. Otoniele , avendola pre.
Altre sono le facoltà degli avvocati concisto- sa, sposò Axa . Nella cerimonia delle sue nozze
riali, d'intervenire cioè ne'concilii avanti il Pa. allora quando la si conduceva alla cerimonia
pa colla solita precedenza ecc. Veggasi l'erudi- appresso il suo sposo, Otoniele la persuase di
to fraltato del cardinal Paleotti: De sacro con- chiedere a Caleb suo padre un campo irrigato;
sistorio. Sebbene gli avvocali concistoriali sie- lo che ella fece ed ottenne. Cal .
no prelali, o protonolariſ apostolici, costituiti AXAPH. V. AcsaF.
in distinte cariche, e decorati di dignità perso AZA, capo di una famiglia di Nalinei, i cui
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc. IX . 70
AZAELE - AŽARICAM
figliuoli rilornarono da Babilonia con Zoro 8. Figlio di Jebo, e padre di Helles, I Par .
babele . 2 , 59. Discendeva da uno schiavo egiziano, no
Il nome di Aza si dà alle volle alla cillà di minato Jerac.
Gaza , ed a quella di Azolo. Gioseffo parla 9. Un Levila, figlio di Uriel , allrimenli ehja
anche di una montagna di questo nome, ap malo Sofonia. Fu padre di Saule o Johel. I
presso la quale Giuda Maccabeo pugnò contro Par. 6, 24 .
Bacchide nell ' ullima battaglia in cui mori. 10. Un profeta , figlio di Oded , I Par. 15,
Nel primo libro dei Maccabei al capó 12 , que 1 , ecc . invialo dal Signore ad incontrar Osa re
slo stesso luogo è anche nominalo le monla di Giuda , che ritornava villorioso di Zara re
gne di Azolo. Aza era pure una cillà di Efrai di Chus e di Egitto, animandolo a dislrnggere
mo all'est di Sichem , dice Barbié du Bocage. anche il resto degli idoli che erano nei suoi
| Par . 7, 28 . Bar . slali ; lo che avvenpe l'anno del mondo 3063,
AZAELE , re di Siria . Amos, 1 , 4 , 7. Ha av . G. C. 937.
ZAEL . 11. Aveva questo rome uno di quelli, cui
Un allro uomo di questo nome è ricorda Gioiada maniſestò il disegno dirimeltere Gioas 1
to da Esdra al capo 10 , ed era padre di Jo sul Irono, II Par. 23 , 1 .
nathan . CAL . 12. È questo il nome di due figli di Giosa
AZANIA , levita , padre di Giosuè , uno di fat, re di Giuda , Il Par. 21 .
quelli che segnarono l'alleanza con Dio , al 15. L'angelo Raffaele prese questo nome
tempo di Neemia. CAL . quando si oflri compagno a Tobia , nel'viaggio
AZANOT THABOR , o semplicemenle Aza- di Bages. Tob . 5 , 18 .
no !h , era una cillà di Neſlali , al sud , vicino al 14. Un figlio di Ozaia , quegli che accusò il
monte Tabor, secondo Barbie. Eusebio la col- profeta Geremia di distogliere il rimanente del
loca nei contorni di Diocesarea nella pianura. popolo dall'andare in Egillo. Congiuntosi a
Cal. Johanan e ad altri , trascino Geremia + Baruc
AZAREEL ovvero Oziel , levita, e rinomato in Egitto col rimanente del popolo.
cantore figlio di Heman , designato dalla sorte 13. Queslo Azaria essendo stalo lascialo con !
capo dell'undecima classe dei musici del tem un altro capitano di nome Ginseppe à custo
pio. I Par . 25. dia di Gerusalemme da Giuda Maccabeo,aven
Di questo nome eravi anche un di quei Be- do intesi i felici successi delle sue armi , volle
niamiti congiunti di Saule, che abbandona- ei püre acquistare celebrilà com ballendo'i-ne
rono il suo parlilo per darsi a quello di Davi. mici ; ma diversamente accadde, perciocche'fu :
dé. I Par. 12, 6. CAL . ballulo da Gurgia presso Jamnia e perdelte :
AZARIA. Molti sono i personaggi nella Scrit- 2000 uomini, l'anno del mondo 5841 , av. G.
tura audimandali con questo nome, come ve- C. 159. I Mac . 5 , 56 .
dremo. 16. Con altro nome questi chiamavasi 'Ab
1. Cosi chian asi un sommo pontefice de- denago , ed era uno dei tre Israeliti giltali
gli Ebrei successore di Achimas , ed anteces- nella fornace ardente per ' ordine di Nabucco
sore di Johanan . Forse è lo stesso che Amaria , donosor , perché avevano ricusalo adorare la
il quale viveva sotto Giosafat ' re di Gjuda , statua che egli aveva fallo erigere. Dani 3, 49.
verso l'anno del mondo 3092, av. G. C. 908. V. anche ABDENAGO .
Il Par. 6 , 9. 17. Figlio unico di Ethan , ed ultimo nipote
2. Un figlio di Johapan ; forse lo stesso che di Giuda e di Thamar . I *Par. 2, 8.
Zaccaria figlio di Gioiada , ucciso l'anno del * 18 . Figlio di Johanan, uno de' principali E
mondo 3164. Il Par, 24, 20. fraimili, che si opposero alla schiavitù dei
5. Un sommo sacerdote degli Ebrei sotto il Gadaiti falli prigionieri dall'armata d'Israe
. re Ozia , quegliche si oppose a questo re quan- le: Gli altri erano Barachia figlio di Mossala
do voleya presentare l'incenso innanzi al Si. moth , Ezechia figlio di Sellum , ed Amasa fi
gnore , molivo per cui quel re fu percosso colla glio di Adali . II Par. 28 , 12. In queslå circo
lebbra. Il Par . 56 , 17 . stanza si arresero alle rappresentanze del pro
4. Un somno sacerdole al tempo di Ezechia . fela Oded . vers. 9 e seg.
Era padre di Elcia . JI Par. 21 , 10 . 19. Levila al lempo di Ezechia . V. CHOXENIA .
3. Ultimo gran sacerdole degli Ebrei prima 20. Un figlio di Maasia, uno di quelli che al
della schiavilù , e padre di Saraia. tempo di Neemia lavorarono per la ricostru
6. Un figlio di Sadoc. zione delle mura di Gerusalemme. CAL .
7. Un figlio di Nalan , capitano delle guar. AZARICAM , figlio di Hasabia , Levita. Il
die Salomone . III Reg. 4, 5 . Cal .
Esd. 11 , 15.
AZAU-AZEVEDO 533
AZAU , figlio di Nacor , fratello di Abramo e Non s'ingannavano certamente riguardo allo
di Melcha. Gen. 22 , 24 , Cal . palme stesse che erano l'oggello dei loro voli
AZAZ, figlio di Lamma, della tribù di Ru- e della loro speranza , e non andavano errali
ben . I Par. 5. Cari . che sulle circostanze dei tempi e dei luoghi :
AZAZEL , V. CAPRO EMISSARIO.
perocchè il campo fortunato in cui dovevano
AZAZIA , levita zelante per la legge del Si- raccoglierlo , era molto più vicino di quel che
ignore. JI Par . 31. La Vulgata lo nomina Aza , pensasse lo stesso loro fervore ,
ria , ed era uno dei deputati alla custodia della Imbarcati tutti insieme sopra un vascello
decima. Cal. mercantile, furono incontrali presso l'isola di
AZBAI, padre di Naarai,uno dei trenta pro. Palma, una delle Canarie, da Giacomo Sourie,
di dell'armata di Davide. I Par. 14,57. calvinista furibondo , nalivo di Dieppe , e cor
Cal, saro famoso, decorato del titolo di vice -ammi.
AZBOC, padre di Nehemia , abitante di Ge- raglio di Navarra. S'egli era nemico dei Por
rusalemme al tempo di Nehemia . Il Esdr. 3,6 toghesi che non avevano voluto soffrire nel
16. Cali. Brasile gli emissari di Calvino, condolli già in
AŽECA , cillà della tribù di Giuda : Jos. 15 , altri tempi dal cavaliere di Villegagnon , era
35 ; tra questa citlå e Soco era accampata l'ar- infinitamente più animato contro i Gesuiti , a
wala dei Filislei , nella quale era Golia.'1 cui gli eretici attribuivano tutti i loro disastri,
Reg. 17,1 . Eusebio e s. Girolamo dicono che ' e non perdonavano neppure i progressi che fa .
al tempo loro vedevasi ancora una cillà deno. ceva la fede romana , mediante il ministero del .
minata Azeca tra Gerusalemme ed Eleutero ." la socielà, su quelle spiagge medesime, da cui
poli . Cal. cosi vergognosamente era stala respinla la loro
AZEM od Ezem, città della tribù di Simeo.. eresia . Sotto questo punto di vista , il vascello
ne. Jos. 19, 3. Forse la stessa che Esmona od portoghese, carico di missionarii , fu pel corsa
Asmona. CAL. ro una preda che sommamente lo in vaghi .
AZER, figlio di Giosuè, principe di Masfa. Lanciossi sopra di loro col più leggero dei suoi
II Esdr. 3 , 19. Cal .. cinque vascelli , molto più forte perd del por
AZEVEDO ( Ignazio), nalo nell'anno 1527 toghese, il quale non aveva che una cinquan .
nella citlå di Porto da una delle più antiche ' tina di soldati assai male equipaggiali. Ciò non
ed illustri case del Portogallo, fallosi Gesuița, ostante il capitano, pieno di quell'enlusiasmo
fu eletto, nel 1553, rellore del collegio di Sano che in quel secolo portò ad un punto così e
t'Antonio a Lisbona, poi rellore de' Gesuiti a ' minente il coraggio della sua nazione, appa
Braga, indi passo alle missioni del Brasile. A. recchiossi senza esitare alla più vigorosa resi
veva riconosciuto cogli occhi proprii, in qualità slenza . Propose al padre Azevedo di far pren
di visitatore, lo stato di quelle missioni, alior . dere le armi a quelli fra i suoi compagni che
chè risolse non solo di consacrarvi il rimanen non erano per anche negli ordini sacri , e che
te dei suoi giorni, ma di assicurarsi eziandio formavano il maggior numero. Il padre non
una mollitudine di operai , animali dallo stes: volle mai acconsentirvi : ma si dedicò egli stes
so coraggio. Andare ad evangelizzare gli antro so con undici dei più sperimentali al sollievo
pofagi del Brasile, era un andare incontro at de' ferili, all'amministrazione de' sacramenti
marlirio. Intanto Azevedo tornato in Europa, moribondi , a tutti i ministeri anche tempo
ove sorli immediatamenle l'approvazione del rali che convenivano al loro stalo. Erano essi
suo generale, non si tosto cominciò la sua rg coși esposti come se avessero preso le arini, ma
cluta evangelica, che vide al suo seguito iren : tutti i pericoli che potevano correre nell'eser
fanove compagni fra Spagnuoli e Portoghesi , cizio delle sacre funzioni , li riempivano di giu
che tutti non aspiravano che al momento di : bilo . Quanto agli altri missionarii che erano i
partire. E se ai bisogni del suo ordine non a- , più giovani, il loro superiore comandò che si
vessero in qualche modo uguagliati quelli del slessero in fondo at vasceilo, e che ivi aspeltas
la Chiesa universale , che impiegavali nelle 3 sero orando ciò che il cielo ordinerebbe della
qualiro parti del mondo, se ne sarebbe asso loro sorte.
cialo un numero' ben assai maggiore. Tulli Malgrado il rifiuto di Azevedo , che il capila.
non aspiravano che al martirio, come al più nonon potè che rispettare, alla intimazione che
prezioso favore: e la maggior parte ne aveva gli fu fatta di arrendersi , ei non rispose, che
un presentimento ; che riempieva l'anima loro con una salva di caunonate, che tolse al corsa
di una soave consolazione, e li melleva in tras . ro gran parte del suo equipaggio. L'arrembag
porli di gioia , che appena polevano frenare.' sio che il furibondo erelico tento immediata
556 AZGAB-AZMA VETH
mente, ed a cui tornò peranco Ire volle, fu an . doveva più esservene in tulla la casa . Gli Ebrei
che più sfortunato . Per la qual cosa , malgrado : anche oggidi osservano scrupolosamente que
lullo il suo maltalento, ed odio , gli fu mestieri sta religiosa osservanza , e s. Paolo faceva alla
ricorrere agli altri suoi vascelli, da cui i Por. sione a questa, dicendo che un poco di lievilo
Ioghesi in brevissimo tempo si videro investiti.. corrompe tutta la massa . I Cor. 5, 6; Gal. 5 , 0.
Si difendevano essi tultora con isperanza di Dice in seguito, 1 Cor. 5, 7, 8, che la Pasqua
vincere, e contro al corsaro a cui era finalmen- dei Cristiani consiste, non nell'astenersi dal
te riuscito di abbordarli, e contro alle quattro pane fermentato, ma nel vivere nella purezza, 1
navi che li circondavano, allorchè l' intrepido sincerilà ed innocenza : ed il Redentore nel
capitano cadde morto sollo i colpi della molti. l'Evangelio, Mall. 16, 11, diceva ai suoi Apo
tudine. I suoi non videro allora che la gran- stoli di starsene in guardia dal fermento dei
dezza della loro perdita ; e ridotti ad un pugno Farisei, dei Sadducei e degli Erodiani, cioè dal.
di combattenti per la maggior parte feriti, lut. la loro dottrina.
ti prostrati dalla fatica , deposero le armi, e si Ecco quanto oggidi osservano gli Ebrei in
arresero a discrezione. Sourie proibi di ucció torno alla presente materia. Loro è proibito di
dere alcuno, fintantochè non avesse presa una mangiare e di tenere pane fermentalo, ed alcu
esalta notizia di tutti quelli che restavano in na sorta di lievito . Per bene osservar. ciò cer
vita. Allora fe'grazia ai soldati, i quali non e.. canò in tulli i ripostigli della casa con ogni e. "
sano più di quindici , come pure ai marinai ed . sallezza possibile, se mai siavi qualche cosa con
ai passeggeri ordinarii. lievito. Dopo aver bene mondata la casa, la
Per ciò che riguarda i Gesuiti ei grido ai imbiancano, ed approntano utensili nuovi da
suoi, i quali non aspettavano che fremendo di cucina e da tavola. Se questi sono di metallo,
rabbia : « Uccidete, trucidate questi abbomine. li fanno pulire e passare pel fuoco onde purifi
voli Papisti , i quali non vanno al Brasile, che carli. Tuito ciò si fa il giorno 13 di Nisan, in
per istabilirvi il regno dell'Anticristo. » Im- cominciando la Pasqua la sera del 14.
mediatamente corsero coloro sul padre Azeve Il 14 di Nisan sulle undici ore si abbrucia
do, circondato da nove missionari checon esso del pane ordinario per indicare che la proibi.
lui erano impiegati in sollievo dell'equipaggio zione di mangiare pane fermentato ha già
e barbaramente gli uccisero , scagliandosi po principio: questa azione è accompagnata da
scia sugli altri, cui la stessa sorte tosto accade- parole che dichiarano, che il padrone di casa
va . Ciò avveniva il giorno 15 luglio 1570. Il ebbe ogni cura affinchè non si trovasse alcun
padre Beauvais, Gesuita , scrisse la vita del p.pane fermentalo, nè fermento nella famiglia.
Ignazio Azevedo, la storia del suo martirio e Tosto incominciano a confezionare del pane
di quello de'suoi 39 compagni, 1744. Vi si senza lievito, tanto che loro basti per tutta
legge il decreto di Papa Benedetto XIV , dell'ottava di Pasqua. A questo oggetto adopera
21 settembre 1742 , preparatorio alla loro bea. no ogni precauzione anche intorno alla farina.
tificazione. BERC. Formano questi pani aggiungendovi anche zuc
AZGAB, cảpo di famiglia, i cui discendenti chero, ova, latte, ma sempre usando grán cura
ritornarono dalla schiavitù con Zorobabele in che non v'entri lievito. Questi pani li chiama
numero di 1229. CAL. no Masa haschira. CAL.
AZIAM . Gadaita figlio di Zaccaria, e padre In quanto alla consacrazione con pane azi.
di Alhaia, capo del popolo dopo il ritorno dal. mo e fermentato, che si usa nel santo sacrificio ,
la schiavitù . Cav, della messa , V. EUCARISTIA E GRECI.
AZIMO , Azimi. Parola greca derivante da AZIZA , della famiglia di Zethua, fu uno di
e supos, infermentalus, in ebraico matza , che quelli che ripudiarono la moglie straniera che
significa senza lievilo. Gli Ebrei usavano del avevano preso durante la schiavitù. Esdr. 10,
pane senza lievito nelle principali solenni. 27 . CAL.
ià della Pasqua e per tulta l'ottava, in me AZMAVETH , secondo Barbié du Bocage ,
moria dei loro padriche nell'uscita dall'Egitto era un cantone della Giudea, al sud -est di Ge
dovettero portar seco farina e fare frettolosa- rusalemme , ceduto ai Leviti dopo il ritorno
mente del pane, pressandoli gli Egiziani a par- dalla schiavitù .
tire, senza lasciar loro tempo di farlo fermen Nel secondo libro dei Re al capo 23 viene
tare. Exod. 11, 39. S'incominciava dal nettare dato questo nome al figlio di Betomi, uno
la casa da ogni lievito il giorno 13 di Nisan , dei trenta prodi dell' armata di Davide , il
rintracciando per ogni angolo con tutta la pre- quale è chiamato Azmolh nel primo libro dei
mura possibile, per modo tale che il 14 non ne Paralipomeni , al capo undecimo. CAL .
AZMOTH - AZZI 357

AZMOTH . Di questo nome eravi un figlio mnia ,' secondo il riferire dello storico Flavio
di Jojada , della tribù di Beniamino e della Gioseffo . Cal.
famiglia di Saul . I Par. 8 , 36 . AZPILCUETA. V. ASPILQUETA.
Un figlio di Adiel ricordato nel libro cita AZREEL , figlio di Ahazi e padre d'Amas
to al capo undecimo ; e vigesimo settimo. sai. II Esdr. 10 , 17 .
Ved. anche AZMAVETH. CAL AZUBA , prima moglie di Caleb. I Par . 2 ,
AZOR, figlio di Eliacim , il cui nome tro- 18 . - Questo era anche il nome della mo
vasi nella genealogia di Gesù Cristo in quan- glie di Asa, re di Giuda, e madre del re Gio
to uomo . Mallh . 1 , 13. Cali safat; III Reg. 22 . CAL .
AZOTO, ovvero , secondo la lezione ebrai AZUR , padre del falso profeta Hanania .
ca, Ashdod. Questa città assegnata alla tribů Jer . 28 . Esdra parla pure di un Azur pa
di Giuda da Giosuè, fu a lungo posseduta dai dre di Jezonia , capo del popolo. CAL .
Filistei.Era situata tra Ascalona ed Accaron , AZZI, figlio di Bani, capo dei leviti di Ge
ovvero tra Jamnia ed Ascalona, come si legge rusalemme , dopo il ritorno dalla schiavitù .
nel libro di Giuditta ; ovvero tra Gaza e Ja CAL.

.
B

B , ovvero BETH, è la seconda lettera dell'al B. M. IN . P. FERUNT : bonae memoriae in


fabeto 'ebraico , comepure degli altri alfabeti pace fecerunt.
conosciuti . Questa lettera incontrast special B. M. M. P. bene merenti monumentum po
mente nelle lamentazioni di Geremia ed in suit.
qualche salmo, e serve a dare un certo ordi B. MN . bene mancat.
ne alla verseggiatura di essi. Ma di ciò dire B. M. P. I. bene merenti posuit infelix .
mo meglio all'articolo Lamentazioni ecc. B. MRT . bene merenti.
& Nei monumenti sacri questa lettera spesso BO . R. E. G. H. bonum requietorium el cu
s'incontra e serve ad abbreviare la parola ravit heres.
che solto di essa viene intesa : per cui ad in B. Q. bene quicscat.
telligenza del lettore noi porremo alcune ab BX . ANUS . VII . ME. VI. DI. XVII. vi
breviature di essa, le quali specialmente s'in xit annos seplem menses sex dies decem sc
contrano nei monumenti sepolcrali. plem .
B. Beatus , bene , biril invece di vivus , BAAL, levita , quarto figlio di Jehiel- Abi
viril. Gabaon : I Par . 8 , 30 .
BASC . basiliea . BAAL , o Beh, divinità dei Fenici o Cal
B. B. bene bene , cioè optime. dei . Ordinariamente univasi questo nome
BEDUA . Vidua . quello di Astarot ; e spesso prendesi qual vo
BEN ME . benemerenti . ce generica per indicare il Sommo nume dei
BIENEF . beneficiarius. Fenici , Caldei , Babilonesi , Moabiti ecc. I sa
& . ovvero B. / ; bona filia, bona femina. crifizii che facevansi a questa divinità erano
BANHMURANTI : benemerenti, di vittipie umane, e gli altari sacri ad essa
BIBA : viva . erano nei boschi , nei luoghi elevati . Baal a
BHNI./MIIRIINTI. FIICIT : benemerenti fecit. veva pure sacerdoti e profeti consacrati al suo
BIISSIT : vixit. servizio . Ogni sorta d'impudicizia e d'infa
B : M. bene mancat, bene merenti, bonae me mia era commessa nella sua solennità . La
mnoriue. Scrillura chiama con un termine particolare
B. MB. bene merentibus, bonis manibus. i templi consacrati a Baal Chamanim , ed al
B. MB . $ . bene merentibus, bonis manibus tro non erano che luoghi cinti da mura , nei
sucrum . quali si conservava un fuoco perenne. Erano
B. MR. S. C. bene mèrcntibus sepulchrum frequentissimi in Oriente, e specialmente appo
condidit. i Persiani; i Greci li chiamavano Pyreia ov
B. M. C. F. bene merentibus cinerarium fe- vero Pyralheia , da una voce derivata da Pyr,
cit, vel curavit fuciendum . fuoco , o Pyra, rogo.
B , M. ET , S. P. Q. bene merenti el sibi po Molte cillà nella Palestina si trovano aventi
sterisque suis. il nome di Baal con un qualche aggiunto , lo
B. M. F. bene merenli fecit, bene meritae che forse deriva dall'adorazione che in esse
feminae, prestavasi alla sopraddetta divinità. Cal .
B. M. H. E. bonae memoriae hic est. BAAL è pure una città della tribu di Si
B. M. H. ET . L. bene merenti haeredes et meone, I Pur . 4 , 33 , al sud del torrente Be
liberi, vel liberli . SOL ed ai confini del deserto . E la stessa che
B. M. H. I. C. bene merenti hoc ipse cu Baalal-Berr-Ramath , indicata in Giosuè al
rapit . Cal.
cap . 19, vers. 8 .
BAALA - BAAL - THAMAR
AL-TH 539
BAALA , montagna che serviva di confine in cui avevano colloca to in deposito dell'ar
alla tribù di Giuda (Jos. 18, 11 ), verso il nord- gento , che in appresso diedero ad Abimelecco
ovest , secondo Barbiè du Bocage, il quale sup- figlio di Gedeone. CAL
pone con altri che nelle sue vicinanze vi fosse BAAL.GAD, città situata alle falde del mon
la città di Baala , detta anche Cariathjarim ecc.i te Ermon, che è al mezzogiorno del Libano e
in cui stette l'arca dell'alleanza per vent'an- di Damasco, ed al nord del Libano. Dalle pa
ni , quando venne rimandata dai Filistej, mos. role di Giosuè al cap: 11 , vers . 17, e 12 , vers.
si a cio dai flagelli che provarono per tenerla 7 , sembra che il monte Ermon fosse al di qua
fra loro. del Giordano; ma si sa d'altronde con ogni cer
Un'altra città di questo nome trovasi nella tezza che questa montagna,e per conseguenza
tribù di Simeone, I Par. 4 , 29 ; ed è,forse quel Bal-gad,'era al di là del Giordano. Cal.
la indicata nella en umerazione delle città me BAAL-HAZOR , città della tribù di Efraimo ,
ridionali di Giuda. Barbié du Bocage dice che in cui Assalonne aveva le sue truppe. Barbie
questa città era situata vicino alle montagne du Bocage ed altri dicono parimenti che que
dello stesso nome aiconfini della tribù di Giuda. sta era una città ; ma secondo la geografia
Cal. della Bibbia del Vence, questo non era che un :
BAALAM , città assegnata ai Leviti della fa- luogo situato vicino ad Efraim od Efrem .
miglia di Caath , e trovavasi nella parte occi. BAAL- HERMON , è quella parte della mon
dentale della tribù di Manasse. I Par. 6, 70. tagna di Ermon , secondo Barbié du Bocage,
Secondo il geografo della Bibbia del Vence, che ordinariamente si colloca al nord della
poteva essere la stessa che Jeblaam . Alcuni tribù d'Issacar. Alcuni considerano il nome di
vogliono che sia la stessa che Geth - Remmon, Baal -Hermon come quello di una città situata
cillà levitica della stessa tribù . Jos. 21 , 25. al N. E. di Panea. Altri pensano che fosse la :
BAALAT . 1. Una città della tribù di Dan . stessa cosa che Baal -Gad . CAL
Gioseffo nelle sue Antichilà parla di Balet BAALIA , uno dei trenta prodi dell'armata
poco lontana da Gazara. di Davide. CAL.
2. Una città della Siria fabbricata ovvero rio BAALIADA , era uno dei figli di Davide.
costruita da Salomone, II Reg . 9 , 18,cbe Bar BAALIS re degli Ammoniti, che inviò l
biè du Bocage dice la stessa chel'antica Balbech , smuele, figlio di Natanias, per uccidere Go
e la distingue perciò dalla prima . Gior. dolia. Jer : 40 , 14. CAL:
BAALATH -BEER ciltà meridionale della BAALITI. Gli Ebrei chiamavano con que.
tribù di Simeone. Jos. 19, 8. BAR. sto nome coloro che si erano dedicati e si de
BAALBAC, che i Greci chiamano Eliopoli dicavano al culto di Baal, cui quotidiana
di Siria. Altro nome aveva pure questa città, mente Acabbo e Gezabele offerivano sacrifizii.
quello cioè di Beth - Semes ovvero Medinet Sen- Jl profeta Elia, alla presenza di Acabbo e del
sa, cioè città del sole. Al presente non se ne popolo, avendo smascherato gl'inganni dei
sa alcunchè che delle rovine, le quali più pre- Baalili , ossia, a meglio dire, dei sacerdoti di
slo insegnano il luogo ove era situata, che Baal , i quali s'impinguavano in uno alle lo
nulla dire di essa . Questa città era sede vesco ro famiglie di ciò che al falso nume veniva
vile dei Giacobiti dipendenti da Antiochia, da offerto, fingendo che egli se ne cibasse, fe'si che
cui dipendevano tutti quelli che avevano fissa in numero di quattrocento cinquanta furono
la loro dimora nei contorni, cioè sino alla ciltà condannati a morte ed eseguitane senza pielà la
di Damasco. Ma col progredire dei tempi il sentenza, come si ha dalla narrazione del terzo
numero dei Giacobiti essendosi diminuito no libro dei Re , al саро decimottavo. CAL .
tabilmente , si unirono in una sola diocesi, BAAL- MEON , città della tribù di Ruben,
cioè alla diocesi di Damasco. Tuttavia comun- alle volte,norinala anche Belte .Baal-meon . I
que ciò fosse accaduto , troviamo ancora nel Moabili la preşero ai Rubenili, e ne erano pa
secolo decimoseslo un vescovo giacobita , che : droni al tempo di Ezechiele. CAL .
teneva la sua dimora nel monastero di Deri. BAAL -PHARASIM , luogo in cui Davide mi
loomor, vicino ad Eliopoli . OR. CR. se in fuga i Filistei. Non era molto lontano da
BAAL - BERITH , che significa il Signore del Gerusalemme, trovandosi nella vallata di Re
Vallcanza, era una divinità dei Sichimici. Do- phaim. Cal.
po la morte di Gedeone, gli Israeliti , abbando BAAL-SALISA cillà della Samaria a cin :
nato il Signore, si diedero all'idolatria, e'preo" que miglia da Diospoli al nord, sul monle E
sero per loro divinità Baal- Berith. A Sichem fraim, secondo Barbiédu Bocage. CAL.
eravi un tempio consacrato a questa divioilà, BAAL-THAMAR. Nel capo vigesimo del li
360 BAALTIS - BABELE
bro dei Giudici leggiamo che fra i figliuoli di Nadab, figlio di Geroboamo, re d'Israele.
d’Israello ed i Beniamili avvenne un com- Divenuto egli stesso re d'Israele per la ucci
baltimento, che fu di qualche rilievo. luo- sione fatta di Nadab all'assedio di Gebbelon ,
go ove siscontrarono questi agguerriti campio- città dei Filistei, tenne quel regno per 14 anni
ni, secondo la parrazione del libro stesso, è la interi. Stermino tulla la casa di Geroboamo,
sopraddetta città di Baal- Thamar, la quale ,dice come lo aveva predetto il profeta Ahia Siloni
Eusebio, era situata poco lungi da Gabaa. ta ; ma per la sua condotta incorse nella collera
CAL. del Signore, il quale gl'inviò il profeta Jebu,
BAALTIS, lo stesso che Astarte o la Luna, figlio di Hanani, a fargli giusti rimproveri. Le
divinità dei Fenici. voci del profeta di Dio tornato a lui incresce
BAANA e Rechab, ufficiali di Isboseth , fi- voli, e preso da sdegno, anzichè ravvedersi, di
glio di Saule. I Reg. 4, 2. un altro misfalto macchiossi , colla mortecioè
Questo era pure il nome del padre di Helel, dal proſeta. Baasa poscia mori , circa l'anno del
come abbiamo dal secondo libro dei Re, al ca- mondo 5074 ; ed ebbe tomba in Thersa, allora
po 23, e dal primo dei Paralipomeni al capo capitale del regno delle dieci tribù. Cal.
11 ; e di uno dei principali ebrei reduci dalla BAAZIO (GIOVANNI ). Vescovo svedese, nac
schiavitù con Zorobabele. CAL. que nel 1581. Come ebbe fatto buoni studii in
BAANE e Sergio. Erelici nel nono seco. Alemagna, fu chiamato a professare teologia in
lo, che fecero rivivere in Oriente l' eresia dei Isvezia, e fu poscia jonalzato successivamente
Pauliniani, nuovi Manichei, e vi aggiunsero alla dignità d'arcidiacono, ed a quella di ve
delle nuove empietà. Come il nome di Ma. scovo di Wexiae. La dolcezza del suo caratte. .
nichei era divenuto odioso a tutte le nazioni, re e la sua moderazione lo fecero stimare quan .
Costantino nativo d'Armenia, e fautore degli to le sue cognizioni. Mori nel 1619. Tra le
errori di : Manete , diede a'suoi discepoli il titolo opere che egli pubblico, è osservabile la Slo
di Pauliniani verso l'anno 688 , sotto pretesto, ria ecclesiastica di Svezia che fu data alla lu.
ch'essi non seguivano, che la dottrina di s . ce col titolo : Inventarium ecclesiae Sveco-Go
Paolo. Una delle loro più detestabili massime thorum ecc. Tale storia che si estende dagli an.
era di negar la limosina ai poveri , per non tichi tempi sino all'anno 1642 , è opera ricerca
mantener le creature, ch'erano l'opera del Dio ta, sopraitallo per le epoche più moderne,
malvagio : Niceſoro, divenuto imperatore nel . quantungue sia stata superata dalle opere sul
1'801 protesse i Pauliniani, e perciò si unirono lo stesso soggetto , che in seguito si pubblica.
ad essi molti seguaci, tra i quali era un certo rono. Hel.
Sergio armeno, il quale, per rendersi più fa. BABA, sellario turco , comparve nella cillå
moso, prese il nome di Tichico, o Titico, disce di Amasa, l'anno 638 dell'egira, 1240 di G.
polo di s . Paolo . Questi eretici non riuscendo C., esigendo da coloro, che credevano in lui ,
sol principio nel disegno, ch'essi avean d'in- questa professione di fede. « Non vi ha che un
gannare i semplici, ciascuna chiesa partico . Dio, e Baba è l'inviato di Dio. » 1 Maomella.
lare li riconobbe come seltarii di Manete, e la ni fecero da principio inutili sforzi onde inn .
loro setta non crebbe che nel IX secolo solto padronirsi dell'inimico della loro credenza .
la condotta di Paolo e di Giovanni.'Si può Cosi numerosi erano, i suoi sellatori, che vide
consultare il Baronio all'anno 535 , num. 14. si ben presto Baba in grado di adunare un
BAR. · possente esercito del quale si servi per deva
BAANITI. Erano costoro i seguaci del detto stare gran parte della Natolia ; ma soccorsi i
Baane, discepolo di Epafrodilo , i qualiempia. Maomettani dai Franchi, lo combalterono con
mente, nell'anno 810 circa, ponevano in opra vigore, lo posero in rolta, ed alla fine venne
ogni 'mezzo onde far rivivere gli errori dei loro falto di appientare la sua sella. Ber.
Manichei già condannati dalla Chiesa. Perciò BABELE ovvero BABILONIA . Questa voce si.
costoro pure furono fulminati di analema, co- gnifica confusione : ed un tal nome si dà alla
me la loro empietà meritava. CAL. città e provincia di Babilonia, perchè nella co
BAARAS O Baaris od anche Band. Euse. struzione della torre di Babele Dio confuse la
bio e s . Girolamo fanno menzione di un luogo lingua degli uomini che lavoravano intorno a
cosi chiamato nelle vicinanzedi Carialha. Ora questo edifizio, di modo tale che non poteronu
Cariatba, secondo essi, è a due miglia da Meda- progredire. Nemrod , figlio di Chus, vuolsi il
ba verso occidente. Da ciò adunque si può at . ' principale autore dell'intrapresa della torre di
gomentare la posizione di Baaras. BAR. Babele, la quale voleva fabbricare onde pre
BAASA, figlio di Ahias, generale dell'armata seryarsi da un nuovo diluvio. Non si sa sino
BABILA ( S. ) 361
A quale altezza sia giunto . I viaggiatori mo- mondo con tanti delitti . Pretendesi ch'egli
derni variano nella descrizione che ci danno trattasse l'imperatrice collo stesso rigore.
degli avanzi di questa torre. Si possono con Filippo , umiliato in tal guisa, parve com
sultare in proposito i commentarii del Calmet mosso da quelle rimostranze , ed aggiungesi
sopra un tal fatto. V. BABILONIA . GIOR . che senza resistenza adattossi a quanto il
· BABILA (S. ) , è uno dei più grandi modelli santo vescovo volle esigere da lui ; che ei
di fermezza sacerdotale. Esso fu il dodicesimo fece ai suoi piedi l'esomolojesi, cioè la con .
pastore della celebre chiesa d'Antiochia dopo fessione de' suoi falli , e che discese alla con
S. Pietro e succedette a Zebino verso il prin- dizione de'pubblici penitenti . Conviene però
cipio del regno di Gordiano ( l'anno 238 ) . dire, che la straordinaria ed edificante som
Le belle azioni della sua vita lo hanno fatto messione di questo imperatore non sia cosi
considerare come uno de ' più grandi e de'più certa come la generosità di s . Babila , essen
santi prelati del suo tempo. Noi non ne co- dosi questa sola attirati gli elogi e la ammi
nosciamo che una la quale lo caratterizza razione di s . Giovanni Grisostomo.
principalmente , e che basta per farci giudi Accontentossi in allora Iddio della disposi
care del resto della sua vita ; e si è quella zione di s. Babila e gli riservò per un'altra oc
con cui sottomise un imperatore come un casione la grazia del martirio, del quale que
semplice particolare alla penitenza pub- sta grande azione gli aveva di già senza dub
blica , bio acquistato tutto il merito . Decio spoglio
Filippo che, dopo Gordiano, fu imperatore, Filippo è suo figlio dell'impero e della vi.
nacque della Traconite , cantone dell ' Ara- ta, e pieno di malcontento verso questo prin
bia, limitrofo alla Palestina. Egli non pareva cipe , e di esacerbazione, veggendo il culto
cristiano che di nome, e per essere nato in un degli dei altrettanto rallentato e trascurato
paese che ne era pieno, viveva come un info quanto era il progresso che la religione di Ge
dele, e in una maniera da far orrore anche agli sù aveva fatto nel suo regno, eccitó una perse
onesti Pagani . Egli sacrificava tutto alla sua cuzione generale contro i cristiani . I primi a
ambizione, e il suo unico idolo era la fortuna.subirla furono i pastori delle chiese.San Babila
Poco contento d'essersi arazzato di Misiteo per la dignità della sua sede, e per il merito
suocero dell'imperatore Gordiano , col più ne- della sua persona, era uno de' più considerabi
ro parricidio e colla più vile ingratitudine, fece li . Egli venne arrestato verso la fine dell'anno
pure uccidere quel giovane imperatore suo be- 250 , e mori sul principio del seguente per gli
nefattore, ed usurpò l'impero ; fecesi dare dai incomodie i patimenti della prigionia. ILatini
soldati il nome d'Augusto , e confermare la ne celebrano la festa il 24 gennaio, e i Greci
sua elezione dal senato al quale aveva fatto sa il 4 settembre, quattro mesi e tre settimane
pere che Gordiano era morto di malattia ;con- . avanti , il che può fare dubitare se il santo sia
chiuse la pace con Sapore re di Persia ; ri- morto in tal giorno, come pure la diversità
torno dalle sponde dell' Eufrate a Roma , delle circostanze del suo martirio puòindurre
prendendo la via d'Antiochia con sua moglie a credere esservi stato in Antiochia un altro
Severa, cristiana di nome al par di lui , ed santo di questo nome prima di Diocleziano, e
arrivò in questa città verso il principio d'a che potrebbero essere state confuse le azioni
prile dell'anno 244. Era verso il tempo di dell' uno con quelle dell'altro.
Pasqua. Questo imperatore, carico di delitti Comunque siasi,egli fu in onore, e sotto la
e fumante ancora del sangue sparso col par- ' invocazione di s . Babila vescovo, morto ai
ricidio , osó farsi un dovere di partecipare tempi di Decio , si eressero due templi insi
alle preghiere che si facevano nella chiesa la gni nei sobborghi d' Antiochia. Uno al di lå
notte precedente a quella grande solennità . dell' Oronte, l'altro di meno antica strul
Babila, vescovo del luogo, tocco da un giusto tura fabbricato da Gallo Cesare fratello di
dolore, ed animato da quel santo zelo che al- Giuliano l' Apostata nel borgo di Dafne ,
tre volte aveva fatto agiro Elia e s. Giovanni che passava per un sobborgo di Antiochia ,
presso i principi de' loro tempi , andò in- benchè ne fosse due leghe lontano. Dafno
contro a Filippo per impedirgli l'ingresso era un luogo famoso per le superstizioni
nella chiesa. La qualitàdi sovrano, di cui era del paganesimo : ivi era un tempio d' Apol
rivestito, non lo abbaglio, nè lo intimidi . Egli line che vi sussisteva con isplendore da mol
fermò quel principe,gli portò coraggiosamen- ti secoli. Gallo risiedeva d'ordinario ad An
te la mano contro il petto , e gli dichiarò da tiochia : questo religioso principe aveva u
parte di Dio, ch'egli era indegno d' unirsi al na particolare venerazione pei santi marti
gregge di G. C. e di trovarsi nell'assemblea ri , ed all'intento di purgar Dafne dalle ab
dei fedeli dopo lo scandalo che aveva dato al bominevoli cose che vi si commettavano, fo
Encicl . Eccles . Vol. I, fusc. IX . 71
302 DABUONA

cevi erigere una chiesa di fronte al tempio di suoi slati , e Mardocento vi regno in sua vece
Apolline , facendovi trasportare le reliquie di l'anno del periodo Giuliano 3176 ,del mon
s. Babila , che dopo la pace della Chiesa erano do 2466 , prima dell'era volgare 1538, e pri
state deposte nella prima chiesa sull'Oronte , ma di Belo l’Assiro 216 anni, verso l'anno
ad una delle porte di Antiochia . quarantesimo di Mosè .
Ber . Belo Assiro cominciò a regnare in Babilo
BABILONIA , ciltà capitale della Caldea , nia l'anno del periodo Giuliano 3392 , del
fabbricata da Nemrod nel luogo ove prima era mondo 2682 , avanti l'era volgare 1322 , al
stata incominciala la torre . La Scrittura par tempo di Samgar, giudice d' Israele. Belo eb
la in molti luoghi di questa città , special- be per successori Nino , Semiramide , Ninia
mente ove tratta del regno di Ezechia che fu ed altri di cui parlano le storie. Di tutti que
visitato dopo la sua malattia dagli ambascia- ti principi , come re di Babilonia, non è fat
tori di Merodac- Baladan , re di Babilonia . I ta menzione nella Scrittura Sacra. Nino fon
saia , che viveva in quel tempo , parla spessis- dò l'impero d'Assiria, e quest'impero sus
simo dei mali che i Babilonesi dovevano fare sistė nell' Asia per 520 anni. In questo in
nella Palestina , e cosi della schiavitù degli tervallo di tempo la città di Babilonia in uno.
Ebrei , del rilorno da Babilonia , della caduta alla provincia che aveva il suo noma , era go
di questa grande città , e della presa che ne vernata da un satrapo, inviato dal re di As
farebbero i Persiani ed i Medi . I profeti po siria . Del gran numero dei monarchi assirii
steriori ad Isaia, come Geremia , Ezechiele e che regnarono a Ninive, la Scrittura non fa
Daniele che videro il regno di Nabuccodono- menzione che di Ful, il quale forse fu padre
sor, le ultime sventure di Gerusalemme e la di Sardanapalo, ultimo dei monarchi assirii
desolazione del regno di Giuda , sono mag- successori di Nino .
giormente occupati della grandezza di Babi Sotto il regno di quest'ultimo, l'anno del
lonia, della sua crudeltà e dei mali di cui il periodo Giuliano 3966 , delmondo3257, Ar
Signore doveva ricolmarla . Gli autori sacri ne bace satrapo dei Medi, e Belesi con altro
parlano come di una delle più grandi o po- nome chiamato anche Baladan ovvero Nabo
tenti città del mondo. passare, satrapo di Babilonia , essendosi ri
La città di Babilonia era quadrata ed ave. volti contro Sardanapalo , l'assediarono in
va in ogni senso quindici miglia. Le sue mu- Ninive , lo costrinsero ad abbruciarsi con quan
ra erano della grossezza di 87 piedi , dell'al- to aveva di più caro e prezioso, e divisero la
tezza di 350; per cui quelli che solamente sua nonarchia ; in modo che Arbace pose i
Joro attribuiscono un'altezza di 50 cubiti , Medi in libertà , e Belesi fondò il regno di
non parlano dello stato di questa città che Babilonia. Nino il giovane , chiamato nella
dopo il regno di Dario figlio d'Istaspe , che Scrillura Teglatfalassar, regnò a Ninive , o
per reprimere la rivolta dei Babilonesi, fece continuò la successione dei re d ' Assiria, ma
demolire in parte l'altezza delle mura . in un regno molto meno esteso. Ebbe a suc
Quantunque la monarchia di Babilonia cessori Salmanassar, Sennacheribbo eu Assa
sia forse la più antica del mondo, supposto , radone, i cui nomi sono celebri nella Scrit
come già dicemmo, che Nemrod vi abbia inco- tura, pei niali che hanno fatto provare agli
minciato a regnare, tuttavia non troviamo nė Ebrei .
nella Scrittura nè presso gli autori profani che Pretendono alcuni che l'idolatria abbia
abbia durato lungo tempo. Al tempo di Abra- ' avuto origine in Babilonia. Gl’Israeliti del
mo osserviamo un re di Senaar, Babilonia era regno di Giuda , le due tribù di Giuda e
nel paese di Senaar ; ma v'ha donde dubitare di Beniamino, furono condotle prigioniere in
che il re di Senaar fosse anche re di Bibilonia, Babilonia da Nabuccodonosore ; e questa
e quand'anche egli vi avesse regnato, l'esser schiavitù durò settant'anni fino al primo
egli comparso nell'armata di Codorlaomor anno del regno di Ciro in Babilonia.
qual ausiliario , ne porge l'idea che egli fosse Babilonia è presa nella sacra Scrittura per
di poco conto . un luogo di disordini e di delilti , onde si
Giulio Africano dice che Evecu , che è forse dice: questa è una Babilonia , per esprimore
lo stesso che Giove Belo , cominciò a regnare in generale un luogo pieno di delitti, di con
sopra i Caldei duecentoventiquattro anni pri- fusione e disordine.
ma degli Arabi, cioè l'anno 2952 del periodo Nei primi tempi della Chiesa, Babilonia era
Giuliano , del mondo 2242, al tempo del pa- sede vescovile, finchè da certo Sulacha fu tras
triarca Isacco, 1762 prima dell'era nostra vol- portata la sede a Diarbekir ove soggiornarono
gare. Gli Arabi avendo dichiarata guerra a i suoi successori sino all'anno 1581 , in cui
Chinizito, re di Babilonia, lo spogliarono dei Simone Denha, cedendo alla prepotenza del pa
BABILONIA D'EGITTO-BACA 563
Iriarca erelico, andò a ritirarsi nell ' Acaria , cobita, cui vennero conferiti i dirilli di metro
paese compreso nel Curdistan e posto fra i politano. L'asserire di alcuni che s . Pietro ab:
confini del dominio turco e della Persia , dove bia in questa cillà scrilla la prima sua lettera ,
poi hanno stabilmente collocato la propria se- non può essere ammesso, mancando di ogni
de į patriarchi a lui successori fino al tempo qualsiasi fondamento e prova di verità . Gio.
presente. Questi si conservarono unili alla BABOLENO (S.). Incerte sono le notizie
santa Sede fino al 1655, in cui si trovano leto che abbiamo di questo santo, che spesso con
tere di ubbidienza, scritte da Mar-Simone 11 ) altro fu confuso , nè lo storico di sua vita che
al pontefice Innocenzo X. Dopo quell'anno ne la scrisse quattrocento anni dopo sua mor
non vi è più documento di tale unione, onde te, mostra quella sana critica e quegli appoggi
convien credere che i patriarchi venuti di poi per cuimeritar possa fede la sua narrazione. La
ricadessero nell'eresia ; tanto più che nell'anno somiglianza di nome con Baboleno abbate di
1681 fu da Innocenzo XI creato un terzo pa- Bobbio lo fece discepolo di s. Colombano ; ma
triarca caldeo sopra i vescovi , clero e popolo ciò non è vero, piuttosto dimostrando gli sto.
rimasti onili e saldi ancora nella fede, il qual rici documenti che egli fu allevato solto la di
patriarca pose nuovamente la sua sede a Diar. rezione di s. Eustasio. Nel monastero ei con
bekir, dove hanno poi sempre soggiornato i dusse una vita molto perfetta , e tale da essere
patriarchi cattolici dei Caldei fino ai giorni trovato da s. Eustasio il migliore della casa ,
nostri . Quindi dal patriarca dimorante nel ed inviato perciò a prendere il regime della
Curdistan non si era avuto più nuova fino al abbazia di s. Mauro eretta dalla munificenza
tempo del Pontefice Clemente XIV , in cui al- di Clodoveo II , e come abbale ebbe la benedi.
tro Mar-Simone, mosso dalla divina inspira- zione del vescovo di Parigi Audoberto , il qua
zione si dispose ad abiurare gli errori del ne le poi lo sostenne con tutta la sua aulorilà , o
storianismo, e ricercare l'unione colla Sede A- favori tulle le sue sante intenzioni. Baboleno
postolica. Scrisse egli pertanto a Clemente perfettamente corrispose alle grandi speranze
XIV una leltera ai 10 di aprile dell'anno 1770, che di lui si erano concepite, e governò santa
nella quale manifestavagli il vivo desiderio di mente quella casa per lo spazio di ventidue an
rientrare nel grembo della vera Chiesa , usando ni , o, secondo altri storici , di trentadue , poi
quei termini più espressivi, che si esigono nel . chè i primi fissano l'epoca di sua morte nell'an.
la professione di fede, solita proporsi in simili no 660, i secondi nel 670, accordandosi lutti
occasioni . Questa leltera obbedienziale fu pre- però sul giorno che è il 26 giugno, nel quale
sentata dal segretario di Propaganda al sanio segnata la sua festa. BER .
Padre nel giorno della SS. Trinità dell'anno BABONE od anche Bavone o con altro no
1771 , ed egli con sommo piacere ne diede par. me Bonnone. Era quesli abbale di Corbia
te al sacro collegio nel concisloro del 17 giu- nell'Alemagna in Vestfalia, e viveva in sulſor
gno, in cui fu applaudita la riunione di que- nire del secolo nono, e sul principiare del de
sto patriarca alla Chiesa romana. Erano ad cimo. Sebbene attendesse indefessamente alle
esso soggetti nel secolo passato tre metropoli- cure che gli erano addossate, e ne reggessé la fa
tani e venti vescovi , ma ora fuori della sua miglia monastica con quella sapienza e pru
chiesa di Giuliamerch , dove continuamente denza che è propria di un vero padre amoro
risiede, non ha che sei vescovali dipendenti so , tuttavia non dimentica vasi dei buoni stu
dalla sua giurisdizione, che sono Salamast, di , ai quali anzi dedicava tutto quel tempo
Geloi , Gaver, Beroari , Costroava e Sciame. che poteva essergli libero dalle occupazio
sdin, i cui rispettivi vescovi dichiararono nel ni del suo ministero . Ne è testimonio la storia
tempo medesimo di voler seguire l'esempio del che ei scrisse con molta accuratezza del suo
loro patriarca . Gio. tempo, nella quale dimostra come sa pesse al .
BABILONIA D'EGITTO . Era questa una tingere alle vere fonti quei materiali che pote
sede vescovile nel patriarcalo di Alessandria ; e vano aiutarlo a dire la verità , e come non fos.
fu tale sino al secolo quinto, epoca in cui il se prevenulo in cio da alcuno spirito di parte,
Cairo si formó sulle sue rovine , divenendo la e sapesse con buona critica rimuovere quanto
sede degli emiri e dei sultani di Egitto. Babi . avrebbe potuto offuscare la verità del racconto .
lonia è diversamente chiamata dalle genti del Ber.
paese, poichè in vece le danno il nomedi Me. BAGA , luogo che separa le terre dei Tirii
srara o Misram dal nome di Mesraim figlio dalla Galilea .
di Cham . Cessando di essere sede vescovile Gioseffo nel libro terzo De Bello, al capo
cattolica, si tramuto in sede di un vescovo gia- secondo, fa menzione di un'altra città di que.
364 BACANARIA - BACCHETTA
sto nome , la quale trovavasi nella tribù di e riempiono il Vaticano archivio , oltre alla
Aser alle falde del monte Libapo. Cal. bolla citata si può anche consultare l'altra del .
BACANARIA, sede vescovile della provincia lo stesso Pontefice che incomincia Nihil pro
della Mauritania Cesarea in Africa, come ab- fecto, dove distintamente sono interdetti alcu
biamo dalle Notizie Africane. G1o. ni pubblici spettacoli che si accostumavano in
BACANCELD. Questo luogo dell'Inghilter. alcune diocesi, non che quella che incomincia
ra, situalo nella contea di Kent , meri di es . Providas Romanorum Pontificum , e l'altra De
sere da noi ricordalo pei concilii che in esso siteslabilem dala in luce l'anno 1752, dove sono
tennero . Questi furono tre. espresse le pene che iocorrono coloro che trase
Il primo ſu radunato nell'anno 692, e vi si grediscono alle cose vietate ipso jure e prima
discussero le questioni speltanti ai beni della ancora della sentenza del giudice. MAR.
Chiesa. BACCELLERJA , Baccalaureatus, il primo
Il secondo è dell'anno 697, e vi si tratto dei gradi che si danno nelle università per le
della immunilà ecclesiastica. scienze di teologia , medicina, diritto civile e
Il terzo convocato nell'anno 798 , secondo lo canonico. V. BACCELĻIERE.
Spelman , o 796, secondo Wilkins, discusse i BACCELLIERE . E quegli che ha conseguito
punti riguardanti la conservazione dei beni di il grado di baccelleria, baccalaureus. Revanos
Chiesa . Com. d'avviso cbe siffallo nome provenga in ori
BACATHA , cillà o borgo che s. Epifanio gine da baculus o bacillus, bastone, imper
colloca nell'Arabia , nei contorni di Filadelfia ciocchè era loro posto fra le mani un baslone
al di là del Giordano . In qualche concilio si dopo che avevano compiuti gli studii.
Trova la soscrizione di un vescovo di Bacatha. Nel XIII secolo fu introdotta una distinzio
Alcuni credono chequesta città corrisponda al- ne tra i baccellieri semplici, che il titolo assu
l'antica Bazcata nella tribù di Giuda. Cal. mevapo dibaccellieri cursori , baccalaureicur .
BACBACAR. Nel primo libro dei Paralipo- sores, e i baccellieri formati, baccalaurei for
meni, al capo nono, troviamo indicato sollo di mali. Dicevasi baccellieri semplici quelli , che 1
questo nome un levita che fu impiegato come dopo sei anni di studii , erano ammessi a in
falegname alla costruzione del tempio di Ge- traprendere il loro corso. Coloro poi che aves .
rusalemme. sero compiuti questi due corsi , assumevano il
BACBUC, era un Nalineo, i cui discendenti titolo di baccalaurei formali, baccellieri forma
ritornaropo dalla schia vitù con Zoroba bele . ti, i quali dovevano pur sempre aver tras
Cal . corso un decennio di studii , cioè sei anni
BACCANALI, si addimandano alcune feste innanzi d'applicarsi alla spiegazione della Bibe
che trassero la loro origine dalla gentilità , la bia, Ire nella spiegazione di essa, ed uno in
quale sacrando a Bacco alcuni giorni solenni, quella delle sentenze. Sin.
in quelli s'immergevano nella crapula, negli BACCHETTA. Erayi costumanza in alcuni
stravizzi , perché abbandonati ad una pazza le monasteri, come in quelli di Clugni, di por
tizia: Benedetto XIV, al capo 17 del suo Sino- tare nelle processioni delle bacchette biancho
do diocesano, nel libro decimoterzo, deplora o d'altro colore.
altamente l'uso che ancora al suo tempo sussi BACCHETTA SACRA . Bacchetta che davasi dai
steva di celebrare alcuni giorni in questa fog. Francesi agli ambasciatori da essi inviati a
gia , e dimostra quanto convenga adoperarsi quelli contro i quali guerreggiavano.
per eliminarli d'in mezzo ai Cristiani, percioc BACCHETTA DIVINATORIA . Cent'anni sono si
che giorni sono questi nei quali altro non in lessero molti scritti intorno alla bacchetta di
scorgesi che l'offesa di Dio, e quelle azioni che vinatoria ch'era rimasta sconosciuta fino al
degradano la nobiltà della nalura dell'uomo ; XV secolo. Giacomo Aimar, villico di S. Ve
e nella sua bolla Inter Caelera pone al tristo ran nel Delfinato , fu visto scoprire le acque
gavazzare delle genti , ai baccanali un argine ed sollerranee, i metalli sepolti nelle viscere del .
un impedimento non lieve. la terra, e perfino gli assassini colla bacchetta .
La vigilanza dei vescovi fu sempre somma Fuvvi differenza d'opinioni intorno alla
ad impedire i mali che dai Baccanali partiva. bacchelta divinatoria . Contendono alcuni sui
no, e la premura de'sommi Pontefici fu pron- falti dei quali negano la possibilità : altri li
ta onde sovvenire ai vescovi ricorrenti sopra spiegano cogli argomenti fisici della traspira
tale luituosa materia con letters decretali, con zione o del moto ; altri in fine, tra i quali il
costituzioni Apostoliche, con bolle e brevi che padre Malebranche e il padre Le Brun , ne ac
formano gran parle della biblioteca Vaticana , cagionano il demonio , perchu :
BACCHIARIO - BACCHIDE 863

1. È provato da una serie numerosa d'e- od ammetterlo a penitenza, Bacchiaro in que


sempi che allorquando coloro nelle mani dei sto scrillo gli pone solt'occhio che un tal ri
quali rivolgevasi la bacchetta, rinunziavano gore è contrario alla Santa Scrillura ed ai ca
ad ogni palto col demonio e pregavano Iddio noni , ed esorta il monaco a togliersi dall'occa
che l'arrestasse, ove il girar di lei recar potes- sione del suo fallire, ed a far penitenza del suo
se qualche nocumento , ella fermavasi losto, e trascorso. In questa lettera, che porta anche il
ricuperava il primo suo movimento, ogni qual nome di Libro di penitenza, osservasi della e
volla colui che la teneva , mostrato avesse desi- rudizione, e si ha in essa una prova dell'abi
derio ch'ella si volgesse di bel nuovo, sia che lità dell'aulore nell'applicare, al soggetto che
dal suo volgersi ne venisse o no alcun male. trattava , le cerimonie e gli esempii dell'antico
2. Non può esservi alcuna ragione fisica per Testamento. BER.
la quale la bacchetla si volga di preferenza BACCHIDE, generale delle truppe di Deme
presso un sasso che serva di limite a un cam trio Solero re di Siria , e governalore di Me
po, e non presso un altro sasso perfeltamente sopotamia . Inviato da Demelrio in unione ad
consimile al primo . Alcimo a riconoscere i danni recati nel paese
3. Supponendosi , per esempio, che l'acqua, da Giuda Maccabeo, si recò a Gerusalemme
il denaro seppellito , le miniere sconosciute con una grande armata , e deputò alcuni a Giu
avessero la facollå naturale di far volgere la da Maccabeo ed ai suoi fratelli per invitarlo
bacchetla, ella dovrebbe pur sempre volgersi con frode a trattar della pace . Ne Giuda ne i
indipendentemente dalla volonlà di colui , che suoi si fidarono, nè vollero recarvisi. Fra quelli
l'ha fra le mani , tostochè intervenendo le con- che se ne andarono a lui , egli ne mise a morte
suete circostanze s'incontrasse nell'acqua, nel sessanta ; indi lasciò Gerusalemme, e si ac
denaro, o nelle miniere occulle, cionnondime campo a Bethzeca , da dove rimise lutta la pro
no l'esperienza ha dimostrato che se il posses. vincia nelle mani di Alcino, cui lasciò delle
sore della bacchella non aveva altra intenzio. truppe per sostenersi , e se ne ritorno ad An
ne che di rintracciare l'acqua, essa non si vol- tioco suo re.
geva ancorchè fosse vicina al denaro nascosto Qualche tempo dopo rilorno della Giudea
o alle miniere, dal che manifestamente risulla per reprimere Giuda vincitor di Nicanore , o
che un tal movimento della bacchetta dipende direttamente marciò sopra Gerosolima creden
dalla volontà di chi la tiene, e non da una fie, do trovarvi Giuda , il quale invece erasi riti
sica virtù della bacchella medesima, o degli ralo a Laisa , ovvero Lesen . Bacchide ando a
oggelti la vicinanza dei quali cagiona il suo cercarlo. L'armala di Giuda non era che di
movimento. Tutto ciò si deve riguardare sol- tremila uomini e quella di Bacchide somma
tanto qual documento spettante alla storia del . va a 20000 uomini a piedi , e 2000 a cavallo.
le umane illusioni , e delle fantastiche opinio. Le truppe di Giuda intimorile alla vista di
ni dei tempi sventuratamente famosi in que- cosi gran numero di nemici, insensibilmente si
sto genere di cose. V. il P. Le Brun . Ist. delle ritirarono, di modo tale che egli restò con soli
praliche superstiziose. Le B. 800 uomini. Non si trattenne per questo dal
BACCHIARIO , filosofo cristiano che fiori dare la battaglia a Bacchide, di cui ruppe l'a
verso la metà del quinto secolo . Lasciando di la drilla, che insegui fino alla montagna di
dire della sua patria, intorno cui non conven Azolh ,ma l'ala sinistra avendolo ravviluppa
gono gli storici , osserveremo che tutta la sua vita to , oppresso dalla mollitudine, rimase ucciso.
fu occupata nel servizio di Dio. Dicesi che egli V. LAISA .
abbia composte alcune operetle intorno alle Allora si diede a Bacchide tutto il paese, al cui
cose di religione, ma Gennadio assicura di non governo lasciò degli uomini empi che esercita
aver veduto di questo scrillore che un libro rono le loro crudeltà sopra tulli gli amici di
intorno alla fede, che indirizzo al vescovo di Giuda . Ma lullo il popolo avendo scelto Gia
Roma , nel quale dimostra che il sistema di nata a successore del Maccabeo, Bacchide pose
viaggiare che egli aveva impreso, a null’ale in opra ogni studio per farlo morire. Gionata
tro fine era stato da lui abbraccialo se non per conobbe l'inganno, si ritirò a Tecua, da dove
imitare Abramo, e distaccarsi sempre più da- passò il Giordano . Bacchide l'insegui e collolo
gli affetti alle cose terrene. alla spalle ed ai fianchi, glicon veniva o vincere
Oltre a questo libro altro scritto di lui an o morire. Si diede baltaglia , e Gionata combat
cora troviamo, cioè una lettera dirella al ve tè in uno ai suoi con tullo il valore, ma so
scovo Giánuario, riferibile al fallo di un mona. praffallo dal numero si gillò nel Giordano, e
co, pel quale il vescovo rifiuta yasi di riceverlo lo passo a puolo con la sua gente. Bacchide
366 BACCHILDO --BACHERIO
ritorno a Gerusalemme, fortifico diverse piaz- Mori in Bologna il 17 sellembre 1721 ; lascian .
ze nel paese , e trasse in ostaggio i figli dei do alcuni scritti che attestano la sua erudizio
principali d'Israele, che pose nella fortezza di ne, come sono Animadversiones in priora ec
Gerusalemme. Qualche tempo dopo essendo clesiasticae historiac saccula ecc. Mon.
inorto Alcimo, abbandono la Giudea e si riti . BACCO ( S.) , viveva nel terzo o nel quarto
ro in Antiochia , lo che avvenne l'anno del secolo. Militando con grado distinto in una
mondo 3843, av. G. C. 157. compagnia di ufficiali che seguiva l'armata di
Due anni dopo ritorno con un'armala nella Siria solto l'imperalore Massimiano, accusato
Giudea richiamato dai tristi del paese, che egli come cristiano , si volle obbligarlo a far sacri .
sollecito a disfarsi di Gionala ; ma questi av fizio a Giove, ed a mangiare carni immolate
verlitone si ritirò, e fortificata Beth bessen , vi all'idolo. Fermo nella sua fede, vedendo il li
si rinchiuse con suo fratello Simone. Bacchide rannoinutili le sue minaccie, indispelli , e Irat
ne fu informato, e vi corse a porvi l ' assedio , lagli la veste militare, gli fece indossare una
che a lungo ſu sostenuto, finchè Gionata sorli. mantellelta da donna e con una catena al col
to all'aperta campagna vilascio alla difesa suo lo lo fece vedere all'armata ed al popolo, indi
fratello Simone, che con sortile dannose all'i- fu inviato ad Antioco prefelto d'Oriente, onde
nimico lo cosiriose a logliere l'assedio. Final usasse dei tormenti per farlo abiurare. Antio
menle Gionala avendo chiesto la pace, Bacchi. co, dopo varie arti adoperate vanamente, fece
de l'accordo, gli ritornò i prigionieri, e si rili distendere Bacco sull'eculeo, ed ordinò ai car.
rò in Antiochia, da dove più non ritorno nella nefici che lo percuolessero sino alla morte. Ciò
Giudea . Ecco tutto ciò che sappiamo intorno fu eseguito a Barbalista , città della Siria po
a questo personaggio. Mig . sla sull'Eufrate. I carnefici, come Bacco era
BACCHILDO. Era questi un vescovo di spirato, avevano abbandonato alle fiere il suo
Corinto che fioriva verso la fine del secolo se- corpo, ma dai fedeli di quella cillà di notte lem
condo. E siccomeviera questione fra gli orien- po ſu onorificamente sepolto. Ridonata la pa
tali a quel tempo intorno al giorno in cui si ce alla Chiesa, fu trasferito a Rasafo, e posto
doveva celebrare la Pasqua, cosi egli scrisse un in unione al corpo di s. Sergio, di cui era sta
trallato intorno a tale questione. E poichè to in vita amicissimo : di qui il perchè si cele
questo era scrillo non già a nome suo solamen- bra di amendue la memoria in un medesimo
le, ma in nome dei vescovi di Acaia , cosi tale giorno, che presso noi è il 12 ottobre. Ber .
circostanza c'induce a credere ch'egli abbia a BACENOR, lo stesso che Bacchenor. Nel
dunalo un sinodo, in cui siasi discusso su que- libro secondo dei Maccabei al capo dodicesi
sto argomento ; poiché ove la opinione di quei mo , troviamo fatta menzione di questo per
vescovi non avesse prima sentita , non avreb- sonaggio, che ci viene indicato siccome il pa
be potuto aggiungere al proprio il nome loro dre di Dositeo. Cal.
in quello scrillo. Cei . BACHERIO O BAKERE ( PJETRO ). Questo
BACCHINI ( BENEDETTO ) , dollo benedetlino dollo Domenicano che la propria famiglia di
di Monte Cassino, che vasceva nel Parmigiano siimta per onori e beni di fortuna aveva
a Borgo S. Donnino il 31 agoslo 1651. Divenu. abbandonala onde dedicarsi al Signore, come
to dopo la sua professione secretario di Angelo professò nella religione, incominciò a far ber
Aroioni abate di S. Benedetto a Ferrara, viag. saglio del suo zelo gli eretici che allora mo
gió con lui ad Arezzo, Venezia , Piacenza e Pa. vevano guerra alla fede, e tanlo ne li incalzo
dova. Eleito abale di S. Pielro di Modena nel . da trovarsi esposto a rimaner villima del loro
l'anno 1711 , vi fondo un'accademia di lellera. risentimento , come gli accadde specialmente a
tura ecclesiastica , indi ad altre abbazie fu tras- Binch . Ma comunque ciò gli avvenisse, tul
Jalalo col medesimo grado, come a quella di favia non perdette mai il suo coraggio, che
Reggio nell'anno 1713, ed a quella di Bob- anzi , dice Le Mire, li combattè pel corso di ses
bio nel 1719,e dovunque dimostro quella scien- sant'anni, e può essere paragonalo a s. Pietro
za e pielà che lo distinguevano. Personaggio Martire, di cui imita va lo zelo per la difesa
fornito di somma erudizione, di squisito gu- della fede cristiana, e per la salute delle ani
slo, e versalissimo pella sloria così ecclesiasti. me. Per sessant'anni egli impugno le
ca come profana, non cbein lutti i generi di armi contro l' eresia, che è quanto dire per
Jelleratura , possedeva in egual grado le lin- tutta la sua vita religiosa , poichè nato nel
gue greca ed ebraica, la filosofia anlica e mo 1317 , e professalo nel 1544 , mori il 12 feb
derna , le matematiche, la cronologia ecc., ed braio 1601. Lasciò pure degli scritti di mate
aveva pur fama di crilico accurato ed aculo. ria ecclesiastica , tra cui annovereremo: 1. Dus
BACHUR - BACIO DELL'ALTARB 567
libri intitolati Misolilurgia , contro quelli che Riguardo agli specchi convien notare che se
odiano la Messa. In uno ei parla dei sagri fizii ne facevano di tutte le sorta , di metallo, di
in genere, così dei Pagani, come degli Ebrei. argento, di rame, di bronzo, e di un misto di
Nel secondo egli tratta in ispecie e più a lungo stagno e di bronzo. In Oriente anche al presen
del sagriGzio dei Cattolici. 2. Specchio della te moltissimi specchi sono di metallo : fu dun
milizia cristiana. In questo libro qualunque que facile a Mosè di fonderli onde formare il
classe di persone ha donde imparare la reli. lavatoio o bacino del tabernacolo ; ne conven
gione cristiana ed il modo di praticarla con ne adunque una grande quanlilà , affine di for
frullo. 3. Omelie su tulti gli evangelii delle mare un vaso così ampio ; ma ciò non deve re
domeniche dell'anno. 4. Due libri di Dialo car meraviglia , sapendo dalle espressioni del
ghi, nei quali chiama la setta dei Calvinisti sacro testo, che le donne correvano a lorme a
col nome di donna prostituta , e la Chiesa torme alla porta del tabernacolo onde fare le
cattolica invece con quello di vera sposa di loro offerte . Cal .
Gesù Cristo ecc . Sır. BACIO. Nella Sacra Scrittura trovasi spes
BACAUR, o BAHURIM , O BACHOR, o Bachora, so falta parola dei baci di amicizia , di adora
o CHORABA , o CHORAMON . Tali sono le deno- zione, di omaggio, di rispetto, di pace , di ri
minazioni che furono date a queslo luogo, co- conciliazione.
me allesla Gioseffo nel libro settimo delle Il bacio fra gli Arabi nomadi , dice Leone
sue Antichilà , al capo oltavo e nono. Bachur, di Laborde, e non solo una manifestazione di
secondo che leggiamo nel secondo libro dei tenerezza, ma anche una forma d'etichella ,
Re, al capo sedicesimo, era un villaggio vici. un segno convenzionale pel quale una tribu
nissimo a Gerusalemme, non lungi dal Gior dall'altra distinguesi . Quando s'incontrano
dano, e fu in questo luogo dove Semei figlio di due truppe di Arabi , si fermano a qualche di.
Gera corse ad incontrare Davide, caricandolo stanza luna dall'altra. Un vomo dall’una
d'ingiurie e d'imprecazioni. CAL . dall'altra parte si avanza come a parlamenta
BACIAMANO. Con questo nome viene in . re : si avvicinano, si stendono la mano, si ba
dicata la offerta che dai fedeli si fa al sacerdo. ciano, si tengono lungamente per la mano fa
te nell'atto del sacrifizio, quando si va a ba. cendosi interrogazioni sulla sanità ed interessi
ciare la pace. reciproci, secondo il formulario d'uso . Quando
Nella Sacra Scrittura il baciamano è ri Jetro si recò al Sinai ad incontrare Mosè, ebbe
guardato come un segno di adorazione. La pro luogo lo stesso cerimoniale , Aronne recasi per
va di cio l'abbiamo specialmente in Giobbe, ordine di Dio a trovare Mosè, lo vede, gli si
che nel capo trigesimo primo, per dichiarare appressa, l'abbraccia .
che non prestò adorazione al sole ed alla luna San Paolo parla sovente del bacio di pace
dice che mai , vedendoli,baciò la propria mano, che era in uso fra i fedeli, e che si scambia .
lo che, aggiunge, sarebbe un gravissimo delit vano in segno di carilà e di unione, nelle
to, poiché sarebbe lo stesso che negare l' Al pubbliche loro adnpanze religiose. Salulate
tissimo, adorando cioè tull'altri che lui . invicem in osculo sancto, egli dice scrivendo
BACINO ovvero Grande lavaloio del Taber agli Ebrei , al capo undecimo. Giuseppe essen
nacolo. Mosè narra nell'Esodo, che era fatto dosi recato a visitare Giacobbe suo padre, che
col rame degli specchi offerti dalle donne de era vicino a morte, questo buon vecchio bacið
vote, che vegliavano e facevano la scolta alla l'estremità del bastone del comando che tene
porla del tabernacolo. Ateneo c'instruisce che va Giuseppe. Adorarit fasligium virgae ejus.
appo i Persiani eranvi delle donne, le quali ve. V. Septuag . in Gen. 47 , 31. Ester bacio lo scel
gliavano la notte, e facevano guardia alla porta tro di Assuero in segno di omaggio. Il Salmi.
del palazzo del re. Esse dormivano il giorno, e sta ci esorta ad abbracciare il Figlio di Dio,
passavano la notte in canli e gioie al suono di ed a riconoscere il suo impero. Noi baciamo
musicali strumenti al chiaror delle lampane. il testo del Santo Evangelio, la croce, le reli .
Questo antico uso di veder donne guardare il quie, gli altari , i vasi sacri, in segno di ri
palazzo dei re di Oriente, anche oggidi in al spello , e per una specie di culto relativo che
cuni luoghi di quella regione sussiste. Questo loro rendiamo. Cosi la peccatrice convertita
costume pero è deplorabile, perciocchè non di bació i piedi del Salvatore, li bagno colle sue
rado avviene che in mezzo alla veglia abbia lagrime, gli asciugo coi suoi capelli. GIOR.
Juogo anche il delillo. Ma non è uffizio di noi BACIO DELL'ALTARE, chiamasi quello che
fermarsi sopra lal punto, per cui altre cose vien dato più volte nel corso della messa da !
osserveremo. sacerdote celebrante. L'allare si bacia per ben
568 BACIO DI PACE
nove volle quando il sacerdote celebra senza Questo bacio dicesi propriamento Bacio di pa
solennità, dieci volte y'imprime il bacio quan ce ( V. ), che si ommelte pero se la messa solen
do la messa è solenne . ne è pei defunti , poichè allora la prima delle
Il primo bacio dell'altare è dato al compi- tre orazioni non è recitala .
mento dell'introito quando ascendendo recita Il bacio si dà all'altare dal sacerdote cele .
l'orazione Oramus le, Domine, al pronunziare brante non solo nella messa, ma anche ne've
le parole quorum reliquiae hic sunt. Questo speri dopo che ad esso vi giunse per incensar
bacio, insegna s. Giustino in fine della sua se lo : e cosi dicasi quando ascende ad esso per fa
conda apologia, vien dato in segno di profonda re la benedizione delle candele o delle palme :
venerazione delle sante reliquie poste nell'al. e così il venerdi e sabato santo prima d'inco
tare. In alcune chiese v'era il costume di darne minciare la liturgia . GAV.
un altro a' piedi del Crocifisso , dicendo : Ado BACIO DI PACE, è quello che si dà in segno
ramus le, Chrisle, et benedicimus tibi, quia per di scambievole amore od in segno di pace.
sanctam crucem tuam redemisti mundum ; in Nell'antica disciplina i fedeli si porgevano
alcune altre però si usavano altre orazioni , co scambievolmente questo bacio di pace, quando
me per esempio in quella di Tours : Adoramus assistevano ai sacri misteri , prima che it sa
te ecc, e poi Respice, quaesumus Domine ecc. cerdote facesse la comunione. Di esso fa men
Il secondo bacio dell'altare vien dato dopo zione Giustino martire nelle sue orazioni ad
che il sacerdote ha recitato il Gloria in excel Antonino Pio, ove dice : Precibus infinilis nos
sis Deo ecc ., ovvero , se la Messa abbia rito tale invicem osculo salutamus, ed aggiunge che di
che il Gloria non debbasi recitare, il bacio poi si amministrava la Eucaristia.Similmente
viene impresso all'altare al termine del Kyrie $ . Agostino, Serm . 83 de diversis, lo ricorda
eleison , prima che rivolga il Sacerdote il salu scrivendo : Post orationem dominicam .... die
to al popolo, dicendo Dominus vobiscum . Il citur : Pax vobiscum , el osculantur se invicem
Gavanto opina, nel suo Tesoro de SacriRiti al. Christiani in osculo sancio. Sopra di ciò trat
la parte seconda, titolo quinto, che si dia que tarono negli ultimi tempi il cardinal Bona nel
sto bacio per ottenere la pace da Gesù Cristo, libro secondo al capo decimosesto Rerum li
figurato nell'altare , affin di poterla comuni turg .; Le Brun , al tomo 1. pag . 63; UgoneMe.
care con pienezza nel saluto alla radunanza nardo nelle sue note al Sacramentario di s .
cristiana. Gregorio, pag. 377 , ed il Merati , tomo 1 , pag.
Finilo il Credo, ovvero se il Credo non deb- 4. Quell'uso tuttavia durò sino ai tempi d'In
basi recitare pel rito ricorrente, finito il Van nocenzo III , eletto nel 1198, e non più , che
gelo, pria che il sacerdote si rivolga al popolo troppo i rei costumi avevano saputo pervertire
dicendu Dominus vobiscum , si bacia per la tere una pratica cosi santa . Al presente si porge
za volta l'altare. in memoria di questo bacio di pace, da baciare
Il quarto bacio si dà immediatamente prima una tavoletta d'argento, in cui è impressa l'im
dell'Orale fratres. magine del Crocifisso . Ciò succede dopo che it
Il quinto, al principio del canone, recitate sacerdote, baciato l'altare prima di terminare
che sieno le parole supplices rogumus ac peti- le orazioni per la comunione ( V. Bacio DEL
mus, col quale bacio si indica la profonda L'ALTARE), dà l'amplesso di pace al Diacono.
umillà da cui il sacerdote e gli aslanti che si V. Pace. Nè questo ad ogni messa si ſa , ma
devono unire alle preghiere col sacerdote, deb- solamente nellesolennità principali della Chie
bono essere compresi in quell'azione cotanto sa ; ed anche allora non a tutti gli astanti si
sublime. porge a baciare la sopraccitata tavoletta d'ar
Il sesto sidà prima del Memento pe' morti, genio, ma ad una parte soltanto, a quelli cioè
allorchè si dice ex hac allaris participatione, che in certo modo rappresentano l'intera par
l'orazione Supplices ecé. rocchia stando in luogo appartalo, e che nella
Il settimo dopo il versello che chiamasi Com . diocesi di Venezia si chiamano in quelle cir
munio . costanze bancali, dalla panca o seggio distinto
L'ottavo terminala che sia l'orazione della che occupano intervenendo ai divini misteri .
Postcommunio . Figura di questo bacio di pace che anticamen
Il nono prima della benedizione. te si accostumava è l'amplesso che dà il sacer
Nella messa solenne, recitala la prima delle dote nella celebrazione della Messa al Diacono
tre orazioni che precedono la comunione dopo assistente dopo l'orazione di cui abbiamo del
l'Agnus Dei, il celebrante bacia l'altare, e que- to più sopra, e che da questo viene comunicato
sto è il decimo, comeabbiamo dello di sopra, alla prima dignità del coro, e da essa a fullo
BACIO DI PACE 569
gli altri sacerdoti , diaconi , suddiaconi, ed an- tifex ordinans exosculatur, sicut et reliqui E
che cherici che si trovano presenti . piscopi. Pero l'antico ordine romano voleva
Nel monastero di S. Gregorio, nella diocesi che il consecralore desse il bacio anche agli
di Basilea , v'era il rito per cui , dopo dato dal assistenti ed al clero. Con esso accordasi il
sacerdote il bacio di pace ai sacri ministri pri- Pontificale di Leone. Il Rituale dei Greci , ri
ma della comunione, egli doveva dire : Habele ſerilo dal Goar ( in ordinat. episcopor. n. 10 ) ,
vinculum pacis et charilalis, ut apli silis sacris esige anch'esso il bacio di pace. V. Calalano,
mysleriis. Lo stesso facevasi in altre chiese, co Comment. in Pontif. Rom . T. 1. Comment, in
me in Magonza ecc. In quella poi di Colonia, capile de consecr. Episcoporum S 31 .
ove celebrasse il vescovo, prima del bacio di Il bacio di pace si dà ancora dal vescovo
pace, il diacono baciava l'altare e l'omero de alla consecrazione del prete. Dopo ch'egli ha
stro del vescovo ; e, data la pace, gli porgeva ricevuta dall' ordinario la promessa dell'obbe
un bacio del petto. Nella liturgia di Salisbur. dienza e riverenza , prende le mani di lui fra
go, il vescovo imparliva il bacio di pace pri- le sue, e gli porge il bacio, dicendo : Pax Do
ma della confessione, dicendo : Pax Chrisli, mini sit semper tecum. Anche di questo fa pa
quam nobis per Evangelium suum tradidit, rola s. Dionigi, loc. cit. Secondo l'Ordine roma
conservel cordu noslra et corpora in vilam no, venia dato dopo la particolare benedizione
aeteritam . Amen . Così riferisce il Marlene, nel pontificale. Durando ( Rationalis, lib. 11 , c. 10 )
libro primo De antiq. eccles, rilib. eap. 4. A. dice , che un tempo il vescovo dava all'ordina
12, Ord . XIII , XVI , XXIII . to quel bacio prima di amministrargli la co
Quando il Papa fa pontificale, nel recarsi munione. Ved. Catalano, Comm . in Pont. Rom .
all'allare, vien baciato nel volto e pel pello T. I,
dai Ire ullimi Cardinali preli, significando la Egualmente il bacio di pace viene porto dal
carità inculcala da Cristo di riconciliarsi col vescovo nella solenne benedizione degli Abba
proprio fratello prima di ascendere all'altare. li . Questo si dà per due volte ; la prima , dopo
Consimile a questo era l'altro antichissimo ri- che gli fu conferito l'anello , l'altra dopo gli
to, con cui il primicerio dei cantori inconlrava augurii ad mullos annos. V. Pontif. Roman. ad
il Pontefice, quando tisci va dal segretario, e hunc loc. Però di tal bacio non si ha memoria
baciavagli la spalla destra , per dinotare l’An- che nei recenti Pontificali. Presso i Greci , il
gelo che ai pastori annunzio la nascita del Re, vescovo, stando nel monastero, riceve l'Abbate
dentore , col bacio, indi gli dà il bacolo pastorale. Co
Bacio di Pace dicesi quello ancora che nella si il loro Eucologio.
consecrazione de'vescovi vien dato dagli assi . Quel bacio viene dalo anche dalle abbadesse
slential novelloconsecrato per due volte. La pri- alle monache loro soggelte, allorchè vengono ,
ma dopo che venneinvestito dell'episcopale au- dopo la solenne benedizione, collocale in pos
torilà , affine di predicare il Vangelo all'aſlida sesso del monastero. V. Rit. Rom . de benedict.
to popolo ; la secondaal termine della funzione, abbatissae.
dopo che il consecralo ha fallo per tre volte l'au È bacio di pace anche quello che nel termi
gurio ałconsecratore dicendo : ad mullos annos. ne de concilii prima di partire si danno a vị.
Questo rito non è lecilodubitare, che sin da’pri- cenda tulli quelli che li avevano composti. E
mi tempi non sia stato introdotto tanto nella questo un rito assai antico, di cui si parla an
chiesa latina , che nella greca. L'autore delle che nel vecchio Ordine romano, e nel vetusto
Aposloliche costituzioni prescrive, che, posto il codice di Fleury ( In ordin. ad agend.synod. ).
vescovo consecrato nel possesso del suo trono, Nell'ultimo concilio generale di Trento fu
gli venga dalo il bacio di pace : collocetur thro- praticato dopo le acclamazioni (Ved .). Il ceri
no suo ab aliis Episcopis ipsum in Domino o moniale de' vescovi però , siccome spiega il
sculantibus, lib. VIII, c . 5. Di quel bacio s. Gavanto ( in praxi synod. dioeces. pari. II,
Dionigi ( De ecclesiast. hierarchia) ci spiega, sess . 3, n. 27 ) pensa che nei sinodi diocesani
come sia desso un compimento della seguita si possa omeltere : peraltro lascia ciò all'arbi
consecrazione , un simbolo della scambievole trio de’vescovi . Il concilio quinlo provinciale
concordia e giocondità dello spirito. Il vecchio di Milano ne stabili la regola per osservarlo .
Pontificale di Magonza ordina il bacio di pace » l'erminato il sinodo, sono le precise parole
colla seguente formula : Pax tibi , carissime » volgarizzate, lulli si levino, e con gran rive
frater , ora Deum pro me. L'Eucologio, nella » renza ricevano dal vescovo il bacio di pace ;
rubrica, prescrive il bacio nella consecrazione » dipoi se lo dieno scambievolmente con limo
del vescovo, ove dice : Deinde ordinatum Pon , >> re ed amore di Dio. Che se il numero delle
Encicl, Eccles. Vol. I. Fasc. IX. 72
570 BACIO DEL BATTESIVO --BACIO DELLA SAVO
» persone è tale che la cerimonia andasse la egli amministra la santa comunione, pria
» troppo a lungo , allora i Preposili e gli Arci . di ricevere la sacra particola .
» preli soli lo ricevano dal vescovo , e dipoi lo L'anello si bacia parimenli al vescovo, al
» porgano alla porzione dei preti loro soggelli , lorchè conferisce la Cresima, dal cresimalo.
» affinché questi se lo porgano a vicenda . « San BACIO DELLA MANO . L'alto del baciar la
Carlo Borromeo egregiamenie spiega il signi- mano fu sempre un segno di rispetto , di som
ficato di quel bacio , dimostrando com’esso, ol- messione e di affetto. Luciano, dopo aver par
tre che un segno dell'unione dei sentimenti, è lalo dei sacrifizii offerti dai ricchi agli Dei,
anche una promessa di eseguire con pace e ca- aggiunge che i poveri li onoravano col baciarsi
rità tutto ciò che vi fu stabilito ed approvalo . le mani ; e Plinio paria di tale costumanza co
Siccome Bacio VI PACE devesi riguardare, me di un uso antichissimo e di origine scono
conforme che dice il Marlene, Deanlig. Eccles. sciuta . Nel fallo , Irovasi accennata nel libro
Ril. , litolo secondo, libro undecimo, capo unde. di Giobbe : Si vidi solem . ... aut lunam , et
cimo, num . 12 ; e libro terzo, capo decimoquin- osculatus sum manum meam ore meo. Lo sles
to, ordine oitavieduodecimo, quell'amplesso so onore fu reso a Baal. In appresso si avviso
che gl'infermi egrotantidigravissima infermilà una formula muta , ma universale di riconci
davano ai loro parenti ed amici dopo che ave. liazione, di riconoscenza , di venerazione ecc.
vano ricevuto la santa comunione. Questo co- Questa ordinaria foggia di salutarsi presso gli
slume specialmente fu in uso appo i monaci , i antichi, fu raccolta dalla religione di Cristo,
quali prima di morire volevano con ciò dimo- religione di carilà e di dilezione ; per cui sino
strare la loro carità verso i fratelli , e cosi nel dalla origine sua ammise il bacio come un sim
bacio della carila da loro separarsi. Abbiamo bolo di concordia edi reciproco amore. San Pie
di ciò prove in alcuni santi , come in s. Paoli- tro e s. Paolo finiscono sempre le loro leltere,
no , secondo che scrive Uranio nella vita di lui, scrivendo ai fedeli : Per un santo bacio saluta
il quale pria di morire diede il bacio di pace tevi gli uni cogli altri . Il bacio della fede è ri
ai suoi preli ed ai ministri della sua Chiesa ; cordato da Giuslino, da Tertulliano, da Ciril
cosi pure fece s . Bennone di Meissen , e s. Gu- lo di Gerusalemme, dai padri dei secoli poste
glielmo di Berri, a tacere di molti altri . riori, dal concilio di Laodicea , dalle Costituzio
Il Tommasini, nella sua opera Velus et nova ni Apostoliche, da tulle le antiche liturgie. I
Eccles. discipl., allesta nel libro terzo , parle se- primitivi cristiani , sepolti ancor vivi nelle lo
conda, cap. 58 e 64 , che i re d'Inghilterra ac ro calacombe , prima di conforlarsi col cibo
costumavano di porgere il bacio di pace a've delle agape consacrate, si baciavano scambie
scovi del loro regno, allorchè li ricevevano. In- volmente. Allorchè il sacerdole, compiuta la
falli sappiamo dalla storia che Enrico ll nel consacrazione, pronunziava altamente le divi.
l'anno 1165 accolse in questo modo s . Tom ne parole : La pace del Signore sia sempre con
maso di Cantorberi , ed Enrico III pralicò la voi, volgevasi , abbracciava e baciava il diaco
medesima cosa coi vescovi del suo tempo. Gav. no, questi il suddiacono, e cosi via via fino al
BACIO DEL BATTESIMO . Il Martene nell'ope- l'ultimo dei fedeli ; santa catena , che rinforza
ra sopraccitata , al libro primo, capo primo,art. ya la loro fede , all'uno comunicava la costan .
15 , nuni. 1 , ne insegna che nelle chiese dell'A za dell'altro, onde poi sorridendo ed invocan
frica era costume porgere un bacio ai baltez . do il nome di Cristo volavano al martirio ( V.
zali , tostochè era stalo loro conferito il bat . Bacio di Pace). Cessate le persecuzioni , e di .
tesimo. Di questo costume fa pure menzione minuito il santo fervore dei fedeli, successe la
s. Cipriano nelle lettera 59 a Fido : ma si ha cerimonia di baciare la mano al diacono od al
donde argomentare che questo rito fosse pro- suddiacono, come è costume in alcune cillà
prio solamente di quella chiesa . MAR. della Spagna ; ovvero una sacra immagine ce
BACIO DELL'ANELLO. In segno di riverenza sellala od incisa sopra una lamina di melallo,
e rispelto tanlo dai secolari quanto dagli eccle- la quale si chiama anche adesso la pace, e si
siastici ai cardinali, vescovi, abali mitrati si dà a baciare nelle principali solennilà ad una
bacia l'anello, allorchè ad essi talun si presenta . parte dei fedeli che rappresentano in cerla
E siccomenei prischi lempi v'era il costume qual maniera l'intera parrocchia (V. Bacio
di baciare la particola ricevendo l'Eucaristia DI PACE).
dalle mani del vescovo ( V. EUCARISTIA ) ; cosi a Facendoci però più dappresso a considerare
conservare una memoria di quel costume si è il bacio di mano col rapporto che egli ha col
introdotto l'uso di baciare l'anello al cardi- le cerimonie religiose, diremo, che per primo
nale, vescovo, abale nitrato , ogni qual vol- i cardinali baciano la mano al Pontefice, oltre
BACIO DEL PịEDI 571
che il piede, quando egli, appena elello, riceve trali, cui, in vece della mano , si bacia l'anello
la prima adorazione. Cosi pure gliela baciano nel ricevere la comunione e in allre circo
solto l'aurifrigio del manlo , quando si tiene stanze.
cappella papale, ed allorelė ricevono da loi le La mano del vescovo o del sacerdote vien
ceperi, le palme, le candele , e gli agnus Dci , anco baciata dal diacono nel servigio dell'alta.
dopo aver baciato l'oggello benedelto ed il gi re, qualunque volta gli porge un qualche og.
pocchio del Pontefice stesso . gello cui egualmente deve baciare. Lo stesso
L'elello a Vescovo, nella sua consacrazione, deve eseguire allorchè gli viene restituito l'og
come insegna il Pontificale Romano, De con- gelto. Questa cerimonia si pratica in venera
secr . electi in Episc., genuflesso innanzi al con- zione della mano sacerdotale. Sar .
sacratore, gli bacia la mano, terminalo che sia BACIO Dei piedi . Baciaronsi dagli anti
l'esame. Tutti gli antichi Pontificali , non ec. chi i piedi in segno di maggior rispelto e som
celtuato quello manoscritto di s . Leone, parla- messione. Abranio si prostrò dinanzi ai tre An
no di questo rito, ed ingiungono che sieno ba- geli , che lo visitarono, e adorando in essi il
ciale amendue le mani al Pontelice. Anzi il Dio di cui erano gli jo viati, baciò loro i piedi.
Pontificale Romano della biblioteca Colberli. I re di Persia che s'intitolavano re dei re, e
na aggiunge in tal proposilo , che se il consa varii imperatori romani vollero che loro si
cralore è il Papa , allora il consecrando deve baciassero i piedi. Gli Ebrei baciavano quelli
baciargli il piede e la bocca ; se poi è vescovo , dei vecchi e dei profeli. Gesù Cristo , volendo
la mano e la bocca , come si può vedere in Ca- dare agli uomini un segno di umiltà , lavali i
talano, Comm . in hunc loc. piedi ai suoi discepoli , loro li baciò, e la Cbie.
Prima che il Vescovo parlisse dalla sagre sa , a perpetua ricordanza di un falto cosi im .
slia ed apparato delle pontificali vesti si recas- portante, institui la cerimonia della lavanda
se a celebrare, tutto il clero a lui si avvicina- dei piedi ( V. LAVANDA DEI PIEDI ) nel giovedi
va , e ciascuno secondo l'ordine dell'anzianilà santo di ogni anno. Sonosi più volte veduti
e dei liloli gli baciava la mano . Di qui avven- principi polenli, venerabili prelali, e lo stesso
ne che al luogo ove facevasi questa cerimonia sommo Pontefice , lavare colle proprie mani i
fu dato in greco il nome di aspalico , ed in la. piedi di dodici poveri , e baciarli . Si bacia
tino quello di salulatorio. Il Sarnelli dice , nel- il piede al Papa in omaggio della sua suprema
le sue lellere ecclesiastiche, al tomo terzo, let. polestà. Il primo esempio ricordatoci dal Ba
tera prima, che la chiesa di Biseglia conservò ronio si è quello di s. Caio papa eletto nel 283 ;
quest'uso , e che ivi , come il vescovo è parato il secondo è quello di s. Silvestro papa , cui
per la messa , non solo il clero inferiore , ma l'imperatore Costantino il Grande bacio i pie
anche tulli i canonici, sempre osservando l'or- di nel 316 , al dire di Anastasio il Bibliotecario .
dine di anzianità, parati per assistere alla mes . Questa cerimonia per qualche secolo fu comu
sa , gli baciano la mano. ne anche ai vescovi , e l'Ordine romano pre
San Giovanni Grisoslomo, nella omelia che scriveva che il diacono prima di cantar il van
porta il numero sessagesimo , ovvero oltua- gelo nella messa solenne , baciasse il piede al
gesimolerzo, in Malth . , ricorda l'antico coslu vescovo , il quale a tale oggetto portava sui
me di baciare la mano del vescovo , ed anche san :lali una croce, siccome oggidi accostuma il
del sacerdote nell'alto che dall ' uno o dall'al- sommo Pontefice. Gregorio VII nel 1075 a boli
tro ricevevasi la SS. Eucaristia, e spiegando quest'uso per renderlo esclusivo ai Pontefici ,
questo costume dice che ciò si eseguiva in ve come si può vedere nei Commenti al Pontifica
nerazione della mano stessa di Gesù Cristo le Romano , al tomo secondo , lilolo vigesimo
rappresentata dal sacerdote . Nè questo sola- quarlo, S 1 , num . 5 , del Catalano.
mente egli insegna, ma nella sua liturgia ordi. Dalla storia abbiamo come dai più polenli
ma anche espressamente cosi : Diaconus cxo monarchi ľu sempre osservato questo alto di
sculans porrigentem sibi manum , accipit san . rispetto verso il sommo Pontefice. Ed a tacere
clum panem . Di ciò si trova fatta espressa di Costantino il Grande rammentato più so
menzione anche nell'Ordine romano , ed in pra , osserveremo che al Papa s. Giovanni I
Durando, Ralionulis, libro secondo, capo deci. bacio i piedi Giustino I nel 525 , allorché il
mo; il quale chiaramente riferice , che il dia- Pontefice giunse a Costantinopoli. Nell'anno
cono e suddiacono nella loro ordinazione do- 533 Giustiniano I esercito lo stesso allo di ito
vevan baciare la mano del Vescovo che li co. millå verso il Papa s . Agapilo , mentre questi
municava . Ora tal disciplina è ristretta al Pa- trovavasi alla corte dilui; e Giustinianoll verso
pa , ai cardinali, ai vescovi ed agli abali mi il papa Costantino, quando usci ad incontrarlo
972 BACIO DEGLI SPONSALI - BACOLARI
nella città di Normandia , l' anno 710. Luit. Pontefice antico, nell'occasione in cui fu dis
prando re dei Longobardi baciò i piedi a s. sotterrato per la nuova fabbrica della chiesa di
Gregorio II, nell'ango 730 , quando marciava s. Pietro. Lo stesso segno si vide in un sandalo
verso Roma per prenderla colle sue armi . Ra- di Martino I, che tenne il sommo pontificato
chis, successore di Luitprando , esercito il me- nell'anno 649, sandalo che si conserva nella
desimo atto di rispetto verso s . Zaccaria, allor- chiesa ai Monti ; di più in un'immagine di O
chè egli si recò al di lui campo , quando nel- norio I, il quale sedeva sul soglio di Pietro
l'anno 749 assediaya Perugia , affine di staccar- nell'anno 625, in quella di s. Cornelio papa
lo da quell'impresa. Carlomagno nell'anno nell'anno 254 ; le quali immagini non presen
795 baciò i piedi ad Adriano ] II ; Lodovico Pio, terebbero al certo questo segno, ove di esso
di lui figlio, nell'816, per tre volte prosteso a non avessero usato i Pontefici sino dai tempi
terra , baciò il piede al Papa Stefano IV. men- più remoti .
tre usciva da Reims per incontrarlo; Siginulfo, Il Catalano osserva, nei suoi commenti al
principe di Benevento a Sergio Il nell'anno Pontificale romano, tomo secondo, titolo vige
844; Stefano, re di Ungheria , a Benedetto VIII simo quarto, S 1 , num . 3, che anticamente si
nell'anno 1012; Federico 1 Barbarossa ad A. baciavano ai vescovi i piedi crucigeri , il qual
driano IV nel 1155 , quando trovavasi a Sutri , costume fu tollo, quando Gregorio VII nel
e poscia in Venezia ad Alessandro III . E qui di l'anno 1073 ordinò che il solo sommo Ponte
troppo dilungherebbesi questo articolo se lut. fice si potesse chiamar Papa, e che a lui solo
ti annoverar si volessero gl'imperatori e re che venissero baciati i piedi . Di questi calcei cru
quest'atto di ossequio e di sommessione pre- cigeri però che non solo i vescovi portavano,
starono al sommo Pontefice ; per la qual cosa ma anche molti altri ecclesiastici, come ci di.
ricorderenio ancora soltanto , che Sigismondo mostrano gravissimi documenti di anlichilă ,
imperatore praticó questo atto di divozione parleremo più diffusamente agli articoli Sano
baciando i piedi ad Eugenio IV nell'anno Dali del Papa , Scarpe. Mor.
1433 , quando ricevelte da lui le insegne impe BACIO DEGLI SPONSALI, Terlulliano, nel ca
riali ; Carlo VII re di Francia ad Alessandro po secondo del suo trattato de velandis virgi
VI nel 1495 ; Carlo V d'Austria a Clemente nibus, e Costantino nel libro decimosesto, cod .
VII nell'anno 1530 , ed al successore di lui De Donationibusantenuplias rammentan l'uso
Paolo III ; finalmente Carlo re di Napoli , e poi che anticamente vigeva fra quelli che volevano
della monarchia spagnuola col nome di Carlo contrar matrimonio, che consisteva nello strin
III , al pontefice Benedetto XIV , nel 1744. Do- gersi vicendevolmente la destra in conferma
po quest'epoca sino a noi si rinnovarono non zione dell'atlo solenne. Quest'uso assai antico
poche volte cotesli esempi , come si può vedere venne abbandonato dai Latini , non pero dai
nella Dissertazione del tacio de piedidel som- Greci, come si raccoglie dall'opera del Maz
mo Pontefice di Giacomo Povyard , Roma, 1807, zocchi, in adnol. ad Muscelulae dissert. de
nelle note alla suddetta dissertazione del car spons. etc. MOR.
dinale Brancadoro scritte in forma di lettera BACOLARI . Questa setta di Anabattisti,
all'abate Cancellieri ; il Bianchi nelle sue an sorta nel 1528, era la più affabile fra tutte le
notazioni intorno ad Anastasio Bibliotecario ; sette di eretici conosciuti : ad essi fu applicalo
Gian Federico Mayer nella sua opera intitola- sì fatto nome perchè pretendevano che non si
ta Deosculo Summi Pontificis; Andrea Saussa- potesse senza colpa portar altre armi , che un
jo nell'opera intorno alla stessa materia ; Ste- bastone, baculus.
fano Esteve pure sullo stesso argomento , e Essi dicevano che G. C. venne a portare la
Gaetano Cenni vel tomo primo, pag. 131 del. pace sulla terra, e che è un muoversi a danno
le sue Dissertazioni poslume in quella che della religione che ci ha predicata, il citare i
tratta De osculo pedum Romani Pontificis. proprii fratelli innanzi ai giudici sotto qual
Se questo atto di vassallaggio e divozione siasi pretesto. Il Salvatore degli uomini , dice
prestavasi ai sommi Pontefici, pure la modestia vano anche, ne ha prescritto, che allora quan
dei Papi pose sui sandali prima e poscia sulle do noi riceviamo uno schiaffo sopra una guan
proprie scarpe la croce, acciocchè quella , non i cia , porgiamo subito pazientemente l'altra ; in
piedi loro venissero baciati , siccome ebbe a di- egual modo non è lecito respingere la forza
inostrare il celebre gesuita Possevino , nunzio colla forza.
di Gregorio XIII in Russia allo czar Basilio. Questi strani settari seguivano scrupolosa
E cid é antichissimo uso , poichè il Panvinio menle i loro principii : spogliati dei loro beni,
vide quel segno salutare sul sandalo di un avvilili , maltrallali,offesi, non opposero giam
BACOLO - BACOLO PASTORALE 573
mai la menoma resistenza agli sforzi che fece di s. Saturnino discepolo degli Apostoli , che
ro per opprimerli tutti i loro persecutori. Pic. è in Tolosa colla immagine antichissima del
BACOLO . V. Bastone, santo ; quello di s. Agostino, di cui parlam
BACOLO DELLA CROCE. V , BASTONE. mo , che si conserva in Valenza , o piuttosto ,
BACOLO DELLE CONFRATERNTE.V.Bastone . giusta il Baronio, ad annum 504 , in Sardegna ;
BACOLO DEL CEREMONISTA . E una bacchet- cosi pure quello di s. Isidoro, che il Gavanto
ta diritta foderata con drappo di colore viola- ( loco citalo) asserisce di aver veduto in Bolo
ceo od anche, secondo i luoghi , di vellulo cre- gna . Della seconda forma, cioè ferula, fu il pa.
misino, avente nella sommità qualche fregio storale usato per molto tempo dal sommo Pon
d'argento o d'oro , oppure qualche figura. tefice. Ciò apparisce da un'immagine di s,
Viene in alcuni luoghi adoperalo dal ceremo- Gregorio Magno, del 590, riportata dal Magri ,
niere mentre esercita il suo officio nelle solen e da quella di Gelasio II, del 1118, riferita dal
ni funzioni, ed è considerato come un segnale Ciampini nella dissertazione An Rom. Ponti
dell'autorità di lui nel ben dirigere le ceri- fex ulatur past. baculo, Romae , 1790. Di più
monie. GIO. ancora si rileva dai cerimoniali ed ordini ro
BACOLO PASTORALE. Ê un bastone d' oro mani , in cui si legge , che nel possesso dato al
o d'argento ricurvato nella sommità , e fornilo novello Pontefice gli si dava la ferula , pro
di fogliami ed altri fregi , che, siccome segno di nunziando le parole : dirigere , sanctificare et
spirituale autorità , si porta dai vescovi o da. regere. Dell'ultima figura , cioè pastorale , è
gli abbali , i quali ne hanno l'uso, mentre e quello che usarono sempre, ed usano anche al
sercitano le sacre funzioni , o impartiscono la presente , i vescovi greci, siri , moscoviti arme
solenne benedizione. ni ed allri orientali .
Da principio era solamente un bastone di Dai sopra accennati esempi , e dal conservar.
legno , che serviva d'aiuto a’vescovi , od an- si ancora nella chiesa antica patriarcale di
che a' principi , per appoggiarvisi , allorchè in- Aquileia il bacolo pastorale di s. Ermagora ,
traprendevano un lungo viaggio. Però coll’an . che in uno alla episcopale consecrazione l'ebbe
dare del tempo , adornato ed arricchito , passò a da s. Pietro , si può facilmente rilevare come
divenire anche la insegna del loro ministero. l'uso del pastorale ripeter si debba da primi
Nondimeno tutti i vescovi non l'ebbero ad un tempi della Chiesa; anzi da quest'ultimo fallo
tempo della stessa materia . Sappiamo che il si conosce, che fin da quell'epoca venia confe .
pastorale di s . Agostino era composto di legno rito allora soltanto, che seguiva la consecra
e di avorio ( V. Gavanto Thesaur . sacrorum . zione. Tal disciplina fu sempre osservata nella
ril. parl. II, lit. 1 , ed Onorio, Gemma animae Chiesa . Oltre le tante testimonianze, che se ne
lib. 1 ). Di legno soltanto era il bacolo di s. potrebbero addurre, abbiamo il concilio IV di
Bucardo, vescovo di Virzburgo, quantunque Toledo, il quale nel canone 28 ordina espres
ricchissima fosse la di lui chiesa. (V. Tommas- samente, che a' vescovi ingiustamente deposti
sino, Disciplina eccl. parl, 1, lib. 11, cap. 58, vengano restituite le pontificali insegne , e con
n . 2). Coperto di lamine d'oro era quello di queste il bacolo pastorale, perchè l'ebbero nel
s. Remigio vescovo di Reims, che Andrea Suas . la consecrazione ; quia in ordinatione percepe
sai ( Panopliae episc. lib. 11 ) dice di aver ve. runt. Altri esempi ne riferiscono Isidoro Ispa.
dulo in quella cillà , e d'argento erano quei lense, De offic. ecclesias. lib. II, c. 25 ; Ugo da
due, che giusta l'autorità di Corrado vescovo s . Vittore, nel libro De Sacramentis c. 11 , ed
( in Chronico rerum Moguntinar. ), nell'anno altri . Il Marlene (De Anliq. Eccles. rilib. lib.
1042 , si conservavano nel tesoro della chiesa 1 , c. 8, a. 11 ), riporta le formule tratte da an
di Magonza . tichissimi Pontificali, che si usavano nel darlo
Il bacolo pastorale sino dall'origine sorti a’vescovi consecrali .
varie denominazioni , a tenor della forma, che Secondo l'altuale Romano Pontificale, il ba
ne' diversi luoghi e tempi non fu sempre egua. colo viene consegnato al vescovo nella di lui
le. Appellavasi pedum , se era diritto colla cima consecrazione, dopo che si è fatta la benedi .
rilorta ed aguzzo nella punta ; ferula cambulazione dello stesso , quando prima non fosse
o cambuca , se era dirillo senza curvatura, con stato benedelto. Il consecratore nel darglielo
piccola sfera nella sommilà portante una croce; recita la formula : Accipe baculum pastoralis
pustorale, se aveva la forma della lettera T, op- officii, ul sis in corrigendis vitiis pie saeviens,
pure invece, dalla parte traversale, le immagi- judicium sine ira lenens, in fovendis virtulibus
ni di due serpenti , che si guardavano l'un l'al- audilorum animos demulcens , in tranquillitale
tro. Della prima maniera , cioè pedum, è quello severilatis censuram non deserens. Da questa
BACOLO PASTORALE

forma ben si vede qual mistico senso abbia loro consegnalo il pastorale . Lo stesso autore
inteso la Chiesa di simboleggiare nel bacolo . riferisce parecchi altri ordini tratli dai libri
Gli scrittori di siffatte materie vollero parti- Pontificali di non minore autorità , dai quali
tamente spiegarlo nella figura , ch'esso pasto- si rileva la stessa cosa. Talvolta , per distingue
rale presentemente ottenne nella chiesa latina. re il bacolo degli abbati da quello de'vescovi ,
Nella curvatura della sommità, dicono essi. venivagli apposto un bianco sudario, che però
vuolsi indicare l'amore, con cui il Vescovo non avevano gli abbali esenli.
dere allrar gli erranti all'ovile ; nella lun . E singolare il rilo, che si praticava nel mo
ghezza del bastone, la vigilanza nel custodir i nastero ca meriacense mentre si consegnava al
fedeli, e nell'aguzza punta con cui termina , il novello abbate il suo pastorale . Il cilalo Mar
rigore col quale deve svegliar l'accidia . Tale tene cosi ne descrie la cerimonia . Morlo che
spiegazione venne molto bene compresa nel fosse l'abbate, o rinunziato che avesse, tosto i
verso , che sta impresso nel preſato pastorale monaci portavano il bacolo nella chiesa di s.
di s. Saturnino . Curva trahit, quos virga re Marlino vescovo di Tours, e lo deponevano al
gil, pars ullima pungil. destro lato del tumulo di quel santo. Dopo
Anticamente solevano i vescovi in qualche ciò davano annunzio al capitolo della occorsa
solenne comparsa, o in qualche viaggio , portar vacanza , e chiedevano licenza di passare alla
innanzi , o farsi portare il bacolo spirituale, nuova elezione. Falta che fosse, l'elello dava
pel qual caso i notai ne adempievano l'ufficio. il giuramento , poscia era condotto dal decano
V. Marlene, loc.cil., a. 10 , e Cipriano che nel e da altri all'allar del santo . Ivi giunto, loin .
lib. 11 in vila S. Caesarei Arelal., ce ne offre veslivano dell'abbazia col togliere il bacolo
un esempio. Anche i Greci in qualche partico- dal sepolcro e darglielo in mano . A tenor della
Jare incontro accostumavano seguire la stessa vigente disciplina ecclesiastica, gli abbati che
cerimonia. Narra Silvestro Sguropolo (Histo- usano i pontificali , ricevono il bacolo nella
ria Synod. Florenl. lib. IV, c. 14 ), che Giu- solenne benedizione loro. Il vescovo funzio .
seppe patriarca di Costantinopoli recatosi in naple , prima lo benedice, poi glielo dà dicen
Ferrara presso Eugenio IV , giunto al palazzo do : Accipe baculum pusloralis officii, quem
pa pale, prese in mano il pastorale , che sino praeferas catervae libi commissae, ul sis in cor
allora gli aveva portalo dinanzi il suo servo, e riyendis viliis pie saeviens , et cum iralus
che dipoi, ritornato dal Poplefice, volle che si fueris misericordiae memoreris. Il Macri poi
oceullasse in una fodera. alla parola Cambuta dice, che era un bacolo
Ma non furonosoltanloi vescovi insignili del che gli abbati consegnavano ai decani de'mo
Dauvio, che loebbero ancora alcuni abbati come nasteri qual contrassegno d'autorilà sopra di
segno della loro autorità nel governare i mo- altri monaci,
baci loro soggelli . Bepedello Heſteno ( Disgui Oltre agli abbali , il bacolo pastorale fu ac
sil.monastic. lib . IV, trattalo V , disq . 5 ), dice cordato qualche volta anche alle abbadesse, e
che i monaci primilivi, sebbene in altra for- venia lor dalo nella solenne istallazione. Mar
ma, lo usavano ad imitazione de'personaggi tene, loc. cit. , distesamente riporta gli ordini
dell'antico Testamento. Egualmente scrive tratti dagli anlichi Pontificali , in cui si legge
Cassiano ( Instil. lib . 1. c. 7 ) , e Ruperlo abate la formula colla quale si dava .
( in Regul. S. Benedicli, lib . 5 ) . Checchè ne sia Anche a certi altri prelati distinti , coll'an
di tal opinione, o se piuttosto gli abbati l'ab. dare del tempo, fu accordato il pastorale ; cosi
biano per consueludine degli antichi monaci, pure ai canonici di qualche insigne cattedrale,
o per quella certa somiglianza, egli è cerlo , che Tra gli altri esempi, nel 1724 , Benedetto XIII
lo usavano prima che oltenessero le insegne lo concesse a quelli della metropolitana di Luc
pontificali.San Bernardo scrive , disapprovando ca. Inoltre, per singolar privilegio , fu permes
che alcuni abbati del suo tempo si maneggias so a qualche sovrano ; ed infalli Lucio Il nel
sero per conseguir quelle insegne, pero non 1144 lo die' a Ruggero Normanno re di Sicilia
fa menzione di sorta del pastorale. Da ciò si unitamente ad altre insegne prelatizie. Del pa
può dedurre, che a quei giorni lo adoperassero ri l'ebbero ancora certi gran maestri di ordini
per uso antico , nè punto come segnale d'ambi- militari od equestri. Novaes, tom . III, p . 97 ,
zione, ma di sola autorità . Che antico ne fosse ricorda, che il priore dell'ordine militare di
l'uso si prova col Marlene, il quale nell'ordi- Calatrava (Ved.),istituito nel 1158, usava col
ne VI tratto da un manoscritto di s, Remigio la mitra anche il pastorale.
vissuto nel secolo V , rapporta il rito con cui Il sommo Pontefice non fa uso del pastora
nella solenne benedizione degli abbali , venia le. Innocenzo III , c. unic. Dc sucra inil., la
BICOLO USATO DAL Papi- BACU 573
derivare questo uso da due ragioni, dalla slo con altrettanti distici . Sollo il pomo aveva
ria cive, e dal mistico signilicato del bastone. scolpite varie azioni della vita di s . Nicolò da
Dalla storia , perchè vė la tradizione che s. Tolentino, con le iscrizioni in prosa.Cosi si po
Pietro , consecrato a vescovo di Treviri s . Eu- trebbe dire di molti altri che esistono ancora .
cherio, nel mandarlo a quella volta gli conse MAR .
gnasse il suo bastone . Cosi rimastone egli pri BACONE 0 BACONDORP O BaconTHORP (G10
vo, nè avendolo dopo mai più ripreso , dicesi, VANNI). Nacque questo celebre filosofo e teologo
che i di lui successori si astengano anch'essi nel XIV secolo in Bacontorp, cillà d'Inghilter
dall ' usarlo in memoria di lal fallo . In 'Trevi- ra . Di elà mollo giovanile entrò nel convento
ri si conserva quel bastone con grande rive- dei carmelitani poco distante da Walsingham .
renza ; perciò se il Pontefice funzionasse in S'inviò ad Oxford , poi a Parigi per perfezionar
quella cillà , allora egli adoprerebbe il pastora- si agli studi , essendo difelice memoria. In que
Je . V. Lucii Ferrari , Biblioth . canonic. ecc. sta ultima ciltà fu egli creato dottore in ambi
Pel mistico significato non usa poi quel baco- i dirilli e in teologia . Reduce in Inghilterra fu
lo perocchè significando anche nella curvatu- egli nell'anno 1529 elello XII provinciale del
ra della sommità un polere ristrello , non può suo ordine . Qualiro anni dopo fu inviato a Ro
a ver luogo presso il Papa , ch'è il pastor dei ma per dichiararvi la propria opinione intorno
pastori , ed allri non ha sopra di sè che G. C. ad alcune importanti questioni concernenti il
Di più dinotando ancora la spirituale giuris. matrimonio . Narra Baleo che disputando egli
dizione ricevuta dal superiore , il Papa non lo un giorno in quella metropoli, ebbe ad atti
adopera perchè non riceve da un uomo il suo rarsi le fischiate , perchè attribui al sommo
potere, ma soltanto da Dio . S. Thom . suppl., Pontefice l'autorilà di dispensare dalle leggi
2 , 40 , a . 7 , ad 8. E vero che per molto tempo divine che si riferiscono al matrimonio . Loslo
i Papi usarono un bastone , ma questo piullo- rico medesimo aggiunge che Bacone modesta
sloché pastorale , si potea considerar uno scet . menle confesso d'aver preso abbaglio , e pogo
tro . Infalli altro non era che la ferula ( Ved .), giandosi alla santa Scrillura e alla religione ; lo
come dicemmo di sopra . Che se troviamo la che fu molto onorifico per lui . Egli mori l'an .
immagine di qualche Pontefice col bacolo ri- no 1346 in Londra, dov'ebbe sepoltura. Paolo
curvo , com'è quello di Giovanni X , del 913 , Pansa asserisce non esservi alcuno che trattas
riportalo dal Cavalieri nelle sue immagini dei se degli attributi di Dio con maggior dignità
Papi, bassi mollo a dubitare sulla loro verilà , di quella che adoperó questo insigne teologo ,
raccolte avendole il citalo autore , il più delle che le opere filosofiche di lui non hanno mi
volte, a capriccio . Forse per tal ragione 1 ' 01 nor eccellenza ; ch'egli aifese la cristiana reli
doino , nelle Addizioni al Ciacconio , espose la gione contro gli attacchi de'Giudei , de' Mao
immagine del delto Papa senza pastorale . Ol- mellani e degl'infedeli, e ridusse gli eretici ad
tre gli accennati autori, scrissero diffusamenle altissima confusione ; che scoperse l'imposture
del bacolo pastorale : Andrea Saussai , anopl . dell'Anlicristo , illustrò i passi oscuri della
Episcop . lib. 2 ; Ciampini , Vel. monum . purl. 1. santa Scrittura , penetrò nei più profondi mi
c. 15 , el Dissertatio historica An Pontifex Ro- steri di lei , e mise in piena luce lulto ciò che
manus baculo utatur ? ( e lo sostiene parlando in essa poteva apparire difficile a comprender .
de' tempi antichi ), Romae 1690 ; Giorgio , Li. si . Pitseo pretende che una tal dipintura del
turg . Rom. Pontif . lib. 1 , c. 29 ; Calalano, Pro- merito di Bacondorp sia compiutamente giu
legomena ad Pontif. Rom . tom . 1 , c. 28 , lit. stificala dalle opere di lui , e Baleo eziandione
XIN , S 6 , De consecratione elecli in episc . parla con espressioni di molta lode .
MOR. Egli compose una mollitudine prodigiosa di
BACOLO USATO DAL Papi ; chiamasi quel opere delle quali alcune furono pubblicate col
bastone di cui usarono alcuni Pontefici , e spe- le stampe, altre rimasero mss. ed esistono lut
cialmente Benedello XIII , per loro appoggio . lavia, altre finalmente andarono perdute.
L'esistenza di alcuni di questi dimostra chia Ceil
ranienle come di essi ne usassero. Il bacolo in BACU . Cillà con residenza vescovile nel
falli di cui si serviva Giulio II , elello nel 1903 , principato di Moldavia , tributario della Tur
ſu dalo in dono dal cardinal Zurla al pontefice chia . Questa ciltà fu erelta in vescovato da
Gregorio XVI ; ed il cardinale Zelada conser Clemente VIII , eletto nel 1529, per favorire i
vava nel suo museo un bastone lavorato parte Callolici che l'abitavano, e fu resa soggetta al
a grotteschi, e parle con intagli rappresentanti la metropoli di Colocza , ed al patriarca di Co
cinque falli della vita di Gesù Cristo, spiegali slanlinopoli. N.E.
576 DACUNEO - BADIA ( CARLO FRANCESCO )

BACUNEO, Bacuneus. L'abate Sereno då Sapore Il nell'anno 545, Bademio fu posto in


questo nome al demonio che lenta gli uomini carcere con selle suoi discepoli per la causa di
di vanilà . Cal. G. C. Qualtro mesi rimase nei ceppi , in cui
BADACER, capitano delle guardie di Jehu ebbe crudelissimo trattamento. Ma lutto fu
re d'Israele. Cal . vano a smuovere la sua costanza. Trovavasi
BADAD, padre di Adad , Gen. 36, 35, Idu- nella stessa prigione certo Norsano, che ceden
meo . I Settanta nella Genesi e nei Paralipome do alla forza dei torménti apostalo, e tributo
ni lo chiamano Barad . CAL . al sole adorazione. Sapore gioi di tale aposta
BADAIA , fu uno di quelli che si separarono sia , e ricordandosi della intrepidezza di Bade
dalle loro donne che avevano preso contro il mio, impose a Norsano di ucciderlo onde olte
divieto della legge nel tempo della schiavilj . nere la liberlà ed il possesso di tulli i suoi be
Cal. ni. L'apostata vi acconsenti, ma al primo
BADAJOZ, Badajocium , cillå vescovile di colpo vibrato contro l'eroe della fede, egli ri
Spagna soggella alla metropoli di Compostella . mase privo di movimento. Bademio sludiossi
La diocesi era formata di sessantalre parroc. allora di far che ei ritornasse nella via di ve
chie , divise in due arcidiaconali . N. E. rilà : fu lullo vano, perchè Norsano corrispose
BADAN . Nel primo libro dei Re si legge che alle dolci parole del santo vibrandogli molli
il Signore inviò varii liberalori per salvare l- colpi di spada , che lo fecero languir mollo
sraele, come Jerobaal , Badan , Jefte, Samuele ; tempo ; e finalmente per tale cagione passò di
ma il nome di Badan non trovasi fra i giudici questa vita l'anno 376 colla viva speranza di
d'Israele. I Settanta , in luogo di Badan, leggo giungere loslo al cospetto di lui che solo polea
no Barac. Altri sostengono che Badan è lo colmare la sua gloria e la sua felicità . Il gior
slesso che Jair della tribù di Manasse, che giu. no 8 di aprile fu assegnalo per la sua festa .
dicó Israele per 23 anni . Avvi un Badan ul BER .
timo nipote di Machir. I Part. 7, 17. Jair di BADIA ( TOMMASO) , cardinale, nacque a Mo
scendeva da una figlia di Machir. I Caldei , i dena verso l'anno 1483, ed entrò giovanello
Rabbini, e dopo di loro la maggior parte dei nell'ordine dei Domenicani . Clemente VIl lo
commentatori dissero che Badan fosse Sanso. fece suo maggiordopjo del sacro palazzo, e Pao
ne, che era della tribù di Dan ; ma è da prefe- lo III lo depulò alla diela di Worms , con .
rire l'opinione che lo spiega per Jair. vocala dell'imperator Carlo Quinlo, nel 1540 ,
Un Badan era pronipote di Machir, come in cui si fece distinguere pel suo zelo e pella
abbiamo nel primo libro dei Paralipomeni , al sua fede. Ei ne fu ricompensato nel 1542 col
capo secondo , vers , 21 , 22 ; e Jair discendeva cardinalato, e mori a Roma il di 6 settembre
da una figlia di Machir , come osserva il Cal. 1547. BER .
met a questo luogo. BAR. BADIA (CARLO FRANCESCO ), celebre predi .
BADARACA o con altro nome Badraia . Era catore italiano, nato in Ancona da civili geni .
questa una cillà della provincia palriarcale tori , il di 20 giugno 1675 , fu educato presso
nella diocesi di Caldea vicino a Seleucia . Era suo zio materno, ecclesiastico al servigio della
l'undecima sede vescovile che poi fu soppressa corte di Parma . Si dedicò da prima al foro,ma
ed unita alla metropoli di Cascara. Come leg. poscia , avendo preferito la sacra eloquenza al
giamo nel secondo lomo della Biblioleca orien la profana , si fece sacerdote, e predico per tul
tale, alla pag. 349, chiamavasi con altro nome ta l'Italia per ben trent'ollo anni col più al
Dair-Cuni ed anche Dai- kena. OR. CR. to grido. Vienna altresi volle udirlo, nè vi ebbe
BADEMIO (S. ). Nato da illustri genitori nel meno fortunato successo. Apostolo Zeno ne
quario secolo , nella cillà di Belhlafat, fu edu. parla con ammirazione in una sua lellera , vol .
cato nella cristiana pietà , nella quale fino dagli 2 , pag . 214. Il vescovo di Parma, onde fermarlo
anni suoi primi faceva progressi. Distribuite le in quella città , gli conferi un beneficio: indi fu
sue sostanze ai poveri , si rinchiuse in un mo- abbate di s. Nicold. Villorio Amedeo, re di
nastero, ch'ei stesso aveva fondalo , per dedi . Sardegna , dinanzi a cui predico, gli diede nel
carsi intieramenle al servigio di Dio. Visse in 1727 la ricca abbazia del Novalese. Chiamato
quello sottoponendosi ad aspre mortificazioni, con istanza a Torino, per recitare l'orazione
e mostrando un assoluto distacco dalle cose funebre della regina Anna, nel 1728, ivi stabili
mondane. In questa guisa di giorno in giorno sua dimora, ed il re lo fece presidente dell'u
avanzavasi nell'evangelica perfezione, e si pre. niversità ,che egli aveva allora allora ristabili .
parava al martirio con ogni sorta di austerilå . ta . Ivi pure rimase per tutta la sua vita , che
Infatti , mossa persecuzione alla Chiesa da fini il giorno 8 maggio 1781. Di lui abbiamo
BADIA - BAGDAD 577

alcuni frullati ascetici, Prediche Quaresimali, staspe. Costui aveva cospirato unilamente al
Panegirici, Ragionamenti, ed Orazioni diver- l'altro eunuco Thares contro la vita del suo
se . BER . signore, ed una tale congiura fu scoperta da
BADIA . Due città vescovili troviamo sotto Mardocheo , ed essi col patibolo pagarono il fio
di questo nome. della loro ribalderia . Cal .
La prima si crede situata nella Mauritania BAGDAD , città capitale dell ' Irak Arabi
Cesarea nell'Africa . Potenzio , uno dei suoi sulla sponda orientale del Tigri , o Babiloni
vescovi , intervenne alla conferenza di Carta- de, con residenza di un vescovo di rito lati
gine, ed un altro fu presente al concilio di no, suffraganeo del patriarcato di Babilonia.
Cartagine tenuto ai tempi di s . Cipriano. Nell'anno 1632 il sommo Pontefice Urbano
La seconda era nella provincia di Mosul ed VIII institui in questa città il vescovo di
apparteneva pure alla metropoli di Mosul. Babilonia con giurisilizione sui cattolici del
OR . CR . l'Assiria di Mesopotamia , ora Diarbeck , di
BADICIA od anche Badicium , città vesco Bassora o Teredon , di Mosul o Durbeta , e di
vile, che il Wadingo nelle sue memorie dice Emid o Amida . Questo vescovo esercito la
essere suffraganea della metropoli di Creta e giurisdizione anche sul vescovato di Ispahan ,
pretende , che Papa Clemente VII affidasse , che designato nei limiti giurisdizionali da
ai 23 di settembre 1530 , ad un suo confra- Urbano VIII , soltanto nel 1694 fu eretto
tello Francescano denominalo Giacomo. Ma nel pontificato di Innocenzo XII , per cui la
che che questo autore dica in proposito, con sacra congregazione di Propaganda colla sua
viene asseverare, con altri recenti scrittori , autorità impose ai due vescovi di Babilonia
che non havvi alcun vescovo suffraganeo di e d'Ispahan , che si dovessero contentare dei
quella metropoli, che porti questo nome. limiti anteriormente prescritti . A'nostri gior
MOR . ni Leone XII , nell'anno 1824 , fece il vesco
BADOU (Giovanni Battista) . Prete della vo di Babilonia amministratore della chiesa
congregazione della dottrina cristiana , ed d'Ispahan nella Persia , ove per altro al pre
uno dei più zelanti e venerabili missionarji sente non trovansi che alcune poche famiglie
dell’età sua. Morì , secondo il suo desiderio , latine . Il primo suo vescovo fu Giovanni du
nell'esercizio del proprio ufficio, poichè crol- Val , carmelitano scalzo , chiamato nel suo
lando la casa ove egli dava esercizii spiritua- ordine mons . Bernardo di S. Teresa ; fu con
li alle fanciulle del buon pastore in Tolosa, sacrato in Roma e giunse alla sua sede nel
rimase sotto le rovine , nel quale stato ago. 1640. A questa chiesa di Bagdad fu applica
nizzo per quattordici ore non cessando d' in- to un legato nell'anno 1696, di seimila dop
coraggiare, finchè ebbe voce, le compagne del pie , fatto alla congregazione di Propaganda ,
suo infortunio . Di questo uomo commende- dall'insigne pietà di una dama francese chia
volissimo per meriti e per virtù , abbiamo mata Ricovart vedova di Gue -Bagnols, affin
un'opera importantissima, che ha per titolo : chè quel vescovo avesse di che sostenersi ; ed
Esercizii spiriluali con un calechismo e canli- in vigore di un breve pontificio a quella sede
ci per aiutare i popoli a profiltare delle mis non devono essere nominati che sacerdoti
sioni. Era nato a Tolosa verso la fine del se francesi. Si addice alla medesima sacra con
colo decimosettimo , e morì il 6 settembre gregazione lo eleggerli , ed al sommo Pontefi
1727 . Sim . ce s' aspetta l'approvazione ed istituzione .
BAGA o Bagala , od anche Bagy , Vaga , Nell'anno 1785 mons.Meroudot de Vouborn ,
VAgai , che altrettanti sono i nomi sotto i qua- della Franca Contea , vescovo di Bagdad , si
li si conosce questo luogo , era una città di recò ad Aleppo per sistemare gli affari della
Numidia nell'Africa, in cui Primiano, vescovo vasta sua diocesi , e quivi trovandosi alla mor'.
donatista di Cartagine, fece adunare un con te del patriarca di Antiochia de Siri,impegno
cilio nell'anno 394, contro il diacono Massi- il vescovo di Aleppo , Ignazio Michele Giar
mino suo competitore . Trecentodieci vescovi ve, convertito di fresco dal nestorianismo ,
vi si raccolsero , e Massimino fu condannato , alla cattolica fede, per trattare di essere eletto
come narra s . Agostino nel libro terzo e quarto nel vacante patriarcato , ciò che appunto gli
contra Crescon . OR . CR . riusci ai 15 dicembre 1783 , e per primo ser
BAGATHA . E questo il nome di un eunu vizio che rese alla chiesa , convertì alla fede
co ricordato nel capo primo del libro di E- quattro vescovi siriaci , detti giacobiti , col
ster, al vers . decimo. Cal. loro clero, e molti di quella nazione. Risol
BAGATHAN , significa lo stesso che Bagoas velte pertanto il vescovo di Bagdad predetto
ossia eunuco, ed aveva questo nome uno degli di recarne da sè stesso le consolanti notizie
eunuchi di Assuero ovvero Dario figlio d ' I. al Pontefice Pio VI , il quale penetrato di
Encicl . Eccles. Vol . I. Fasc. IX. 73
578 BAGGIO BAGNI
Janta compiacenza, oltre a molti privilegi che diocesi di Faenza . Alcuni marmi dissotterra
gli accordò in vantaggio del suo gregge , lo ti nel 1605 provano la sua esistenza fino dal
fece decorare del pallio per mezzo dell'arcive- tempo della repubblica romana, e tre analo
scovo di Parigi . ghe iscrizioni si conservano nella università
Attualmente nella città di Bagdad risiede di Ferrara . La sua cattedrale , dedicata a S.
il vescovo con più di duemila cattolici : la Michele , gode l'onore di un arciprete mi
diocesi ora comprende la Mesopotamia , l ’ As- trato per concessione di Benedetto XIV , e
siria e la Media . La chiesa pei Cattolici è manata nel 1749. Morto nel primo d'olto
grande, e vi è l'ospizio che serve di residenza bre dell'anno santo 1450 , il marchese Leo
al vescovo . I Caldei, i Siri , gli Armeni cat- nello d'Este, vicario per la Santa Sede della
tolici vi hanno delle cappelle con sacerdoti contea, e poscia del ducato di Ferrara, il pon
del proprio rito. I Carmelitani scalzi vi han- tefice Nicolò V, con bolla dei 14 novembre ,
no ospizio e chiesa con rendite; ed il vescovo costitui vicario della stessa città di Ferrara
Coupperiè istitui a proprie spese due scuole, e contea , il fratello di lui Borso d'Este coi
una pei fanciulli e l'altra pelle fanciulle cat- figli di lui , mercè l'annuo censo alla came
toliche . OR . CR . ra apostolica di cinquecento fiorini d'oro .
BAGGIO (Anselmo ). Nato a Milano nell'an- Con altra bolla dello stesso giorno, Nicolò V 1
no 1046 , venne creato cardinale nel 1070 da vi aggiunse Bagnacavallo, S. Agata , ed i ter
Papa Alessandro II . Illustrò la porpora colla ritorii di Barbiano , di Cuneo già contea , e
santità della vita e con la dottrina, per cui di Zagonaria , pei quali doveva pagare alla
fu detto il martello degli scismatici. Inter- camera pontificia cento fiorini d'oro annual
venne nel 1067 al concilio di Mantova, nel mente. Così scrive il Novaes al tomo quinto ,
quale fu condannala la dottrina di Cadaloo, pag. 153 .
e nel 1073 fu da Alessandro II suo zio in Questa città è celebre pegli uomini illustri
viato per gravissimi affari all'imperatore En- che diede. Di essa è il rinomato pittore Ra
rico IV , poi l'anno stesso fatto vescovo di menghi conosciuto sotto il nome di Bagna
Lucca . La sua austerità gli ribello quei ca- cavallo . Benedetto dei conti Folicaldi , crealo
nonici , che gli opposero l'arcidiacono Pietro . vescovo di Faenza dal Sommo Pontefice
Tornò alla sua sede nell'anno 1083 , venuta Gregorio XVI, vi ebbe i natali , e cosi pure
Lucca solto il dominio della celebre contessa il giorno 10 dicembre 1778 nacque in que
Matilde, che egli poi diresse col consiglio ne sta città il cardinale Anton Francesco Orio
gli affari temporali e spirituali . Fu vicarioli, il quale essendo consultore di varie con
apostolico in tutte le città di Lombardia che gregazioni cardinalizie , esaminatore dei ve
mancavano di vescovi cattolici , con autorità scovi in sacra teologia , reggente del collegio
di assolvere gli scismatici ravveduti. Mori di s . Bonaventura , e definitore generale del
nel 1086 , e fu posto nel martirologio roma suo Ordine dei Minori Conventuali , dal Papa
no . Compose più opere, tra le quali un egre- Gregorio XVI fu prima fatto vicario aposto
gio commento sopra alcuni salmi, di cui non lico dello stesso ordine nel 1832 , indi nel
rimane che un frammento nella vita di Gre- concistoro del 15 aprile 1833 promosso al
gorio Settimo , ed uno sopra Geremia ; scrisse vescovato d'Orvieto , da ultimo nel conci
un'apologia di questo Papa , e lasciò una col- storo del 12 febbraio 1838 alla sublime di
lezione di canoni divisa in tredici libri , della gnità del cardinalato , col titolo presbiteriale
quale poi si valse Graziano . I critici però la di S. Maria sopra Minerva. Il detto cardinale
tengono per apocrifa e di tempo posteriore . Orioli è morto il 20 febbraio 1852 .
Dur . MOR .
BAGHEDSECA , sede vescovile dei Giacobiti BAGNI . Mosè prescrisse legalmente i bagni
nella diocesi di Anliochia . Era questa una pic- in varii casi agli Ebrei , lo che fu costante
cola città, od meglio dire un borgo del paese mente seguilo . La moglie di Uria faceva il ba
di Mardi presso Cafarlata. Nat. gno , allorchè fu veduta da Davide. II Reg.
BAGNACAVALLO . Città dello Stato Pon- 11 , 2. Eliseo prescrisse a Naaman come ri
tificio ( Tiberiucum Galeum ), o , come leggezi medio di lavarsi nell'acque del Giordano. IV .
negli antichi documenti di Ravenna, ad Ca- Reg. 5 , 10 ; Susanna recavasi al bagno , allor
ballos . Bagnacavallo fu decorata del titolo di chè fu sorpresa dai due vecchioni , come si
città dal Sommo Pontefice Leone XII che legge in Daniele al capo 13 , vers . 15 .
ascese il trono del Vaticano nel 1823. Essa L'uso dei bagni è frequentatissimo in 0
viene attraversata da un torrente , e giace riente , e sotto un tal clima essi divengono
presso la riva del fiume Senio. E sottoposta una necessità .
al distretto di Lugo, legazione di Ferrara e Abbiamo dalla vita di s . Basilio il Grande,
BAGNI (Concilio di )—BAGNOREA 579

che nacque nell'anno 329 , che fra le morti- veste bianca . Nella Chiesa primitiva il gio
ficazioni onde macerava il suo corpo , si aste- vedi santo accostumavano di fare il bagno
neva dal bagno, cosa di grande privazione nei quelli che nel sabbato santo dovevano riceve
paesi caldi; ed egli era di Cesarea di Cappa- re il battesimo, affine di comparire al sacro
docia . Pure il bagno fu concesso anche ai fonte colle membra monde . L'uso del bagno
monaci , i quali lo usavano fra l'ora di prima è permesso quando non se ne faccia uso per
e di compieta, come meglio vedremo all'arti- semplice voluttà . Fleu .
colo Bagno. BAGNO . Ordine militare instituito in In
Secondo l'annalista Baronio, le dame ave- ghilterra da Riccardo II , e cosi chiamato per
vano nei bagni pubblici luogo separato da chè le persone che vi erano ammesse prima
quello degli uomini; ma s . Girolamo nell'e- di ricevere gli sproni d'oro dovevano bagnar
pistola quadragesima settima non approva , si . Il distintivo dei cavalieri di questo ordi
che le vergini si bagnassero pel pericolo della ne era uno scudo ricamato in azzurro cele
purità e del virginale candore.Quindi furono ste, sormontato da tre corone d'oro col mot
poi affatto tolti i bagni e le terme , introducen- to : tres in uno , per significare le tre virtù
dosi universalmente l'uso delle camiciedi lino . teologali . Fra le solennità dell'ammissione vi
E poichè ab mo nominato le terme , non era la messa , la confessione e la comunione .
sarà fuor di luogo osservare che in Roma ne Giu .
esistevano persino a dodici , molte delle quali BAGNOLIANI. Nel secolo ottavo sbucaro
furono ridotte in chiese , come quelle di No no nella Linguadoca alcuni fanatici, che poco
vato e di Timoteo, convertite nel titolo di scostandosi nelle loro false opinioni religiose
Paston o di S. Pudenziana. Ivi dimorò pri- dai principii dei Manichei , assunsero il no
ma il principe degli Apostoli , e poi s . Giu- me, dalla città di Bagnol che primamente li
stino martire . Le terme di Diocleziano in Ro- accolse , di Bagnoliani o Bagnoli . Con altro
ma, che al paro di quelle di Massimiano in nome si chiamarono in appresso , cioè Con
Cartagine furono fabbricate dai soldati cri- cordesi o Cazochesi , il quale non trovasi
stiani condannati e dai martiri , e quindi e donde sia loro derivato . Questi iniqui rigel
relte col lavoro dei santi , furono rivolte in tavano il Vecchio Testamento ed una parte
chiese . Pio IV nel 1559 converti in sontuo- del Nuovo ; credevano che il mondo fosse e
sa chiesa a memoria ed onore di Maria Ver- terno , ed affermavano che Dio non creava
gine le terme di Diocleziano. l'anima quando egli la infondeva nel corpo .
BAGNI ( Concilio di ) nella Numidia (non Qual follia di dottrina ! e come avversa a ve
riconosciuto) , l'anno 394 tenuto dai Donati- rità ! Il loro nome passò ad una serta di Ca
sti , raunati da tutte le provincie d'Africa , tari nel secolo decimoterzo .
al numero di 310 vescovi ; cioè , che vi si Ber .
trovarono quasi tutti . Primiano, ch'era stato BAGNOREA , Balneoregium , o con altro
condannato e deposto nel concilio di Carbas- nome, come trovasi negli atti officiali, Bagnu
sussa dai Massinianisti, vi si fece ristabilire rca , ed anche Novempagi , è una città nello
e confermare nella sua sede, e fece condanna . Stalo Pontificio con residenza vescovile , la
re i suoi avversarii senza che fossero ascol- qual sede vescovile , che vuotsi in essa isti
tati . Contuttociò tutti gli sforzi dei Donati- tuita avanti l'anno 600 , da tempo immemo
sti non poterono sopraffare il partito dei Mas- rabile è soggetta alla Sede Apostolica imme
simianisti; per lo contrario lo scisma di que- diatamente, e vanta l'origine dall'epoca dei
sti ultimi rovinò finalmente quello dei Do- discepoli di Gesù Cristo . In una lettera ad
natisti . ARD. Eulogio, vescovo chiusino, viene ricordata dal
BAGNO (S.) di Fontanelle . V. VandreGE- santo Pontefice Gregorio Magno , che gover
SILO S. nava la Chiesa nel 590 , e fu resa illustre da
BAGNO . La costumanza dei bagni è co- parecchi suoi vescovi , fra i quali da s. Ilde.
munissima in Oriente; è da questo paese che brando, che nel concilio romano , celebrato
si diffuse anche in Occidente. Ai monaci era nell'anno 868 da Adriano Il Papa , per la ter
permesso, e questi lo prendevano in silenzio za volta scomunicó l'arrogante Fozio pseudo
fra prima e compieta. San Teodoro Siceoro patriarca di Costantinopoli . V. ILDEBRANDO S.
rampognava quelli che si recavano al bagno Il Novaes, nel tomo quinto, pag. 113 , riporia
dopo la santa comunione . I noyelli battezzati che il Sommo Pontefice Eugenio IV , nel 1446 ,
si astenevano dal bagno durante l'intera ot- fece vescovo di Bagnorea Nicolò Roggieri ro
tava di Pasqua , perciocchè non potevano per mano, dell'ordine dei Minori Francescani , che
quell ' intervallo , come dimostra s. Gregorio era stato due volte penitenziere a Roma, nella
nel libro II ed il Fleury , dimettere la loro basilica valicana , morto quale nell'anno
580 BAGOA - BAILLET ( ADRIANO)
1 449 , Nicolò V uni questo vescovato a quel BAHURIM . V. BACHUR ,nome di città , ricor
di Viterbo. Poco per altro durò tale unione, data nel secondo libro dei Re al capo terzo .
poichè il giorno medesimo in cui fu dato il BAIA di Tutti i Santi , città del Brasile
vescovo alle due chiese unite, gli abitanti di ove ha residenza un arcivescovo metropolita
Bagnorea ottennero dal medesimo Nicolò V no del Brasile. Meglio parleremo di questo
un proprio e particolar vescovo , come scri- luogo all'articolo S. SALVATORE DELLA BAIA DI
vono i compilatori del Bollario del capitolo Tutti i Santi .
di S. Pietro in Vaticano, tomo II , pag. 100 . BAIANA . Sede vescovile , nella Numidia,
Bagnorea cadde , come afferma Paolo Dia- un cui vescovo di nome Felice intervenne al
cono nel libro IV , sotto le armi dei Longo- concilio di Cartagine , sotto Grato. Ricorda
bardi, verso l'anno 606 , regnando Agilulfo, la storia anche un altro vescovo di questa
quarto loro re; ma quando Carlomagno resti- città di nome Beiano, che fu condannato nel
tuiva alla Santa Sede tutti i suoi stati , e ro- concilio di Bagaia .
vesciava e distruggeva , nel 773 , sotto Papa BAIANESIMO . Mentre il zelo dei pastori
Adriano I , il regno dei Longobardi, anche Ba era intento a mantenere illibata la purità
gnorea venne accolta all'ombra del pacifico della fede e dei costumi , si dovette molto
dominio della romana Chiesa . Ciò però non soffrire dalla parte dei Paesi Bassi , non solo
tolse che in appresso non fosse soggetta a la- per le rivoluzioni che vi cagiono l'eresia già
grimevoli vicende, specialmente al tempo del condannata di Lutero e di Calvino , ma ezian
sommo Pontefice Pasquale II, eletto nel 1099. dio per la introduzione o propagazione di un
Se Bagnorea si gloria di aver dato i natali semicalvinismo, mascherato sotto il nome di
ad illustri cittadini , che si distinsero nelle baianesimo . Appena Pio V fu asceso sulla
dignità ecclesiastiche, nel foro, nelle scienze e sede di s. Pietro , che il cardinale di Gren
nelle armi ; essa ha donde principalmente van velle supplicó questo Pontefice di far esami
tarsi per essere stata patria a s . Bonaventura nare gli scritti di Baio e di Giovanni di Lo
Fidanza , chiamato nel battesimo Giovanni , vanio, a fine di proferirne poi una sentenza
il quale nacque in essa nel 1221 , e fu fattó definitiva. Baio , poco mosso dallo scandalo
prima generale dei Minori, indi Cardinale ve che avevano già prodotto i suoi trattati del
scovo di Albano, da Gregorio X nel 1273, e sagrifizio , della giustizia e della giustificazio
morì nel tempo che assisteva al concilio ge- ne, gli aveva fatti ristampare , ed aveva ad
nerale XIV in Lione ai 14 luglio 1274 , do- essi aggiunto quelli del peccato originale,del
po aver introdotto nella Chiesa le confrater- la carità , della indulgenza e della orazione
nile dei secolari , caponizzato solennemente pei defunti, composti secondo gli stessi prin
dal pontefice Sisto IV ai 14 aprile 1482 , me- cipii . Si aggiunsero molte proposizioni estrat
diante la costituzione Superne che si legge te da codeste opere che erano già state pre
nel tomo III , parte III del Bollario romano, sentate a Pio IV , e tutte ascendevano a set
pag . 182, e la cui festa fu fissata da Sisto V tantasei. Il padre di Montallo , cosi celebre
pei Minori Osservanti , nel giorno della sua dipoi sotto il nome di Sisto V , e che il nuo
morte, con indulgenza plenaria a quelli che vo Papa aveva fatto eleggere in generale dei
in essa visitassero una chiesa di Francescani Conventuali , sollecitò ardentemente la con
in Lione, in Roma, od in Bagnorea . danna di coteste novità. Anzi il pericolo par
Nov. ve sì grande per la fede, che i due France
BAGOA o Vagoa . Sono questi vocaboli che scani i più accreditati nelle Fiandre , uno
spesso s'incontrano nelle storie di oriente , e confessore della governatrice Maria d'Austria ,
servono a dinotare un eunuco, come abbiamo e l'altro in molto favore presso il comandan
nel libro di Giuditta al capo dodicesimo , vers . te duca d'Alba, furono spediti al re di Spa
10 , ed Egco o Egaios s'incontra nel libro di gna, a fine d'impegnare quel monarca ad af
Ester, al capo II . Cal. frettare la conclusione di questo affare , il
BAHALIS. Il profeta Geremia , pel quale quale fu condotto secondo che richiedeva il
trovasi ricordato questo nome al c . 40 , v . bisogno pel bene della religione .
14, ce lo addita come un re degli Ammoniti . BER .
CAL . BAILLET (ADRIANO) , nasceva a Neuville
BAHEM , Il re Demetrio scrisse al sommo nell'anno 1649. Come i suoi genitori conob
sacerdote Simone , come leggiamo nel primo li- bero in lui grande propensione allo studio, lo
bro dei Maccabci al capo decimoterzo : Coro- affidarono ad alcuniFrancescaniaffinchè lo in
nam auream el bahom quam misislis suscepi- formassero alla scienza e alla pietà . Ned er
mus. La voce Bahcm è una voce siriaca, e si rarono nel commetterlo alla cura di quegli
gnifica una seste od un pendaglio. Gal. uomini zelanli, perciocchè essi instillarono in
BAILON -BAIO (MICHIELE) 581

Jui quei principii pei quali giunse poi a gran- nella chiesa di Douai le relique di s. Amato ,
de rinomanza. Non appena infatti forniva il e data onorevole sepoltura ai corpi di s . Lu
corso dei suoi studii nel collegio di Beauvais, glio e Lugliano trucidati dagli assassini. Pas
che conoscendosi la sua grande perizia nelle sato dalla badia di S. Vandregesilo a quella di
scienze, fu eletto professore di umanità .Quin- Fleury, ivi nell'esercizio di ogni virtù compi
di venne insignito degli ordini sacri , e per la sua mortale carriera nell'anno 711. Imarti
qualche tempo sostenne l'ufficio di parroco.rologi francesi ne fanno menzione nel giorno
Come vide però che tale ufficio , ch'egli dis- 20 di giugno . BAI .
impegnava ottimamente , rapi vagli l'intero BAIO ( Michele) , nacque nel 1513 , nel vil
tempo del giorno , per cui non poteva atten- laggio di Melin nell ' Hainaut : accoppió, a giu
dere a'suoi studii prediletti , vi rinunzio , dizio degli stessi suoi avversarii, ad uno spiri
formando delle scienze la sua occupazione to facile, molta regolarità nei costumi, mode
più cara . stia nella condotta, ed applicazione allo stu
Passò quindi quale bibliotecario presso dio. Finito che ebbe gli studii scolastici a Lo
l'avvocato Lamoignon , e qui trovo quel pa- vanio, nel collegio di Standock, ne divenne
scolo che egli desiderava , per cui datosi con principale, e vi professò con lustro la filosofia
tutto l'impegno allo studio, si procacciò l'a- pel corso di sei anni , ciò che gli merito la ca
micizia degli uomini più eruditi di quella rica di presidente del collegio d'Adriano .
stagione. Ammirato ed analo visse in questo Come ebbe la laurea dottorale , nel 1550 ,
incarico per ventisei anni , fino, cioè,ai 21 di divenne l'anno dopo professore di sacra
gennaio dell'anno 1706 , ultimo di sua vita. Scrittura . Alcuni difetti d'insegnamento ,
Di Baillet abbiamo molte opere , nelle qua- che regnavano nella scuola di Lovanio ribut
li , quantunque si possa desiderare maggior tarono il suo spirito ; ond' egli , lasciando
purità di stile, fullavolla si riconosce quanto le parti da lui tenute viziose del metodo
egli fosse erudito. Queste sono : 1. I giudizii quindi adoperato, pretese di sostituirvi quel
degli erudili sulle principali opere degli au lo dei Padri e di regolare il suo insegnamen
tori. 2. Della divozione alla Beata Vergine , to sopra quello della Sacra Scrittura , e de
e del culto a lci dovuto. 5. Dei funciulli dive- gli antichi dottori della Chiesa , soprattutto
nuli celebri pci loro studii e poi loro scrilli. di sant'Agostino , del quale aveva letto le o .
4. Della condotta delle anime sotto il nome di pere per ben nove volte. Tale innovazione
Doret di Villeneuve. 5. Vite dei Santi. 6. Slo- nella forma del pubblico insegnamento desto
ria delle feste mobili. 7. Vite dei santi dell'an- contese. Ruard Tapper , del quale era stato
tico Testamento. 8. Cronologia e topografia discepolo , incanutito nel gergo scolastico ,
dei sunti. Di queste ultime opere diremo che più di ogni altro surse contro il puovo me
noi usiamo spesse volte nel corso di questa todo . Alcuni Francescani , offesi del poco
nostra Enciclopedia , come di fonti che por- rispetto , che Bajo aveva per la dottrina di
gono molte notizie che mancano negli altri Scoto , fecero un ristretto di diciotto propo
scrittori . B. U. sizioni , e le denunziarono alla facollà di Pa
BAILON (S. PASQUALE) . V. PASQUALE ( S.) . rigi , senza però nominare l'autore che le
BAINO (S.) . Verso la metà del sesto secolo aveva affermate , nè i libri dai quali erano
illustrava la chiesa di 'Terovana, oggidi S.O- tratte . La denunzia produsse una regolare
mer, il santo sunnominato , occupandone la censura , in nome della facoltà , in data del
sede vescovile . Senonchè l'amore che egli nu di 27 giugno 1560 , la quale dichiarava ere
triva pella solitudine, gli fece in breve rinun- tiche quindici di quelle proposizioni, e fal
ciare all ' episcopato , per vivere ritirato nella se le tre altre . Il cardinale di Granvelle , ar
badia di San Vandregesilo in Normandia ove civescovo di Malines, volle sopprimere le que
occultossi. Ma anche in questo asilo di pace , rele fino dal suo cominciare ; ma inutili rie
dove egli amava passare inosservato i suoi scirono i suoi sforzi. Baio ed Esselio , suo
giorni , furono sopra di lui gli occhi di tutti i partigiano, essendo stati deputati al concilio
suoi confratelli , pelle virtù di cui lo vedevano di Trento dal re di Spagna e dalla facoltà di
abbellito, e gli fu forza ricevere il grado di a- Lovanio , i loro avversarii tennero siccome pro
bate. Divoto verso le reliquie dei santi, mezzo pizia l'occasione di denunziare alla santa Se
non lasciò affinchè ad esse fosse tributato il de diverse proposizioni che dicevano estratte
debito onore , per cui trasporto nella chiesa di dalle opere del primo . Ei se ne giustificò con
S. Pietro , ove i suoi monaci celebravano gli una leltera al cardinale Simonetta , dove gli
uffizii divini, i corpi de'ss . Vandregesilo, An- diceva che molte erano lontanissime dai suoi
sberto e Wulfrano, come durante il suo epi- sentimenti , altre assolutamente straniere ai
scopato aveva trasferito dalmonastero di Brueil suoi scritti , alcune altre prese in cattivo senso
582 BAIONA --BAIRAM

e presentate in termini che soli potevano pregi della sua cattedrale. Questa diocesi
renderle riprensibili. Pio V , mal grado di che si estendeva per lo passato sino alla
coteste pretese giustificazioni , pubblicò nel città di S. Sebastiano in Ispagna , non con
di primo ottobre 1567 , una bolla , colla tiene al presente che settantadue parrocchie ,
quale condannava in globo settantasei propo- che sono parte nella terra di Labour, par
sizioni, colle diverse qualificazioni più o me te nella bassa Navarra. Fon tarabia e le al
no forti, senza alcuna precisa applicazione a tre ventinove , che le appartenevano una
ciascheduna di queste proposizioni. Baio non volta , ora dipendono dai vescovi di Pam
era in essa nominato : ella non fu nè affissa , plona e di Calahorra . Questo smembramen
nè stampata , ma solo letla nella facoltà di to fu fatto dal Pontefice s. Pio V nell'an
Malines, che ricuso di lasciarne copia , e di no 1566 , ad istanza di Filippo II re di
farla scrivere nei registri. Baio si lagnò di Spagna.
non essere stato nè ascoltato, nè avvertito , e Baiona fu patria di s . Leone vescovo di es
che niuno esame regolare comparisse delle sa , apostolo dei Baschi e martire , nato nel
condannate proposizioni ; cercò di giustifie l'anno 856. V. S. Leone .
carne diverse, dicendo falsamente che une BAIRAM , o come scrivono i Turchi Beyram ,
si trovavano in termini formali , le altre in è il nome dato dai Mussulmani alle feste piii
termini equivalenti , nei SS . Padri. Conti- solenni della loro religione, e che potrebbonsi
nuando le dispute nell'università di Lovanio, paragonare alle feste pasquali dei Cristiani.
il gesuita Francesco Toledo, cardinale dipoi , Due volte all'anno ricorrono quelle cerimo
fu spedito 15 anni dopo , per pubblicare la nie, sacre per essi, e portano due nomi diver
bolla ed ottenere da Baio una privata ritrat- si. Una si chiama Id-fur, cioè cessazione dal
tazione , che in pochissimi ragionamenti fu digiuno , e si celebra il primo giorno della lu
ottenuta. La bolla pure fu pubblica ed è di na di Scherval , in cui termina il digiuno di
venuta celebre per la posizione di una virgo- Ramazan : l'altra accade 70 giorni più tardi, e
la, che, posta in una certa guisa , lascierebbe viene appellata Id -Ad'hha ovvero Curban ,
Ja libertà di sostenere alcune delle proposi- Beyram , festa dei sacrifizii. Tanto il vocabolo
zioni nel senso proprio e naturale , che il lo- Id arabo, quanto quello di Beyram turco val
ro autore ebbe in vista, e che , posta altra- gono ritorno , perchè indicano che nel gi
mente, tutte le presenta come condannate ro di trentatre anni calcolati a mesi luna
nel senso che offrono allo spirito, e cui l'au- ri succedono tali feste in tutte le stagioni del
tore ebbe in mira . E impossibile di verifica- l'anno .
re questo fatto nell'originale della bolla, che Secondo il calendario religioso dei Mussul
è scritta senza punti nė virgole , e senza di- mani la prima delle sopraddette due feste non
stinzione d'articoli ; ma la virgola nella po- durerebbe che un giorno, ma il popolo , dédito
sizione in cui la vorrebbero i difensori di sempre al trastullo, la prolunga a tre giorni.
Baio sarebbe una vera contraddizione, quasi Le orazioni che si recitano nel Bairam non
il Papa avesse condannate quelle proposi- sono da quelle diverse del venerdì , tranne nel
zioni , che pur confessava , che poteano so la confessione di fede, la quale si fa immedia
stenersi nel senso loro naturale ed inteso tamente dopo la preghiera, mentre nel venerdi
dall'autore . Tale questione è discussa nella la si premette: tali orazioni che si incomin
Sloria del Baianismo del p. Duchêne , ed in ciano al levar del sole e si forniscono all'ora
una Dissortazione dell'abate Condrette sulla di mezzodì, assumono il nome di orazioni pa
bolla contro Baio . La sommissione di questo squali . Non havvi solennità che si celebri con
dottore non terminò le dispute nell'univer- maggior pompa dai Musulmani quanto quel
sità di Lovanio , ma la loro storia si ricon- la dei due Bairam , nei quali ognuno sfoggia
giunge a quella del giansenismo. Baio era quanto ha di più prezioso, i fondachi sono
cancelliere dell'università , quando mori il chiusi , il commercio sospeso, i tribunali han
16 settembre 1589 . BER . no ferie, ed ogni atto cortese viene esercitato.
BAIONA , ciltà con residenza vescovile in Il Bairam è pel sultano stesso giorno di gran
Francia , nella Guascogna, dipartimento dei de solennità. Alla mezzanotte precedente la
Bassi Pirenei. prima festa, dopo avere lungamente orato nei
Alcuni autori sostengono , che questa cit- suoi appartamenti, indossa gli ornamenti im
tà abbia avuto dei vescovi fino dall'anno periali, e riceve gli omaggi dei principali uffi
381 , ma leggesi nella Gallia cristiana nuova, ciali della sua casa. Due ore innanzi lo alzarsi
che non ne ebbe prima del 980. La sua sede del sole, gli ordini tutti dello stato si raccol
vescovile , già suffraganea di Tolosa , ora lo gono negli atrij del palazzo , ciascuno nel luogo
è della metropoli di Auch , e distinti sono i che gli viene assegnato . All'alba fanno in.co
BAIULI - BALAAN 585
munc una preghiera sotto la direzione dell'i BAIULI GEREOSTARILO STAUROFERI ecc . So
man di Santa Sofia; indi il granvisir, seduto no ufficiali che nelle processioni portano la
nella sala del Divano , riceve le congratula- croce, i candellieri ecc . Cal .
zioni di tutti gli ordini , ecceltuato quello de BAIULO , con questo nome chiamavasi
gli ulema. Poscia i varii corpi di ufficiali ci- l ' uffiziale conventuale che riceveva e distri
vili e militari vanno a schierarsi nel secondo buiva i legati ed il denaro che era offerto pei
cortile del serraglio , conforme al prescritto servigi divini e per gli anniversarii ; e chia
dal ceremoniale , ed il sovrano sednto sul tro- mavasi Bajulus obituum novorum . SIM .
no collocato innanzi alla porta Felicilà , rice BAIULI CAPITOLARI . Nell'ordine di Malta
ve gli omaggi medesimi che gli si prestano il o gerosolimitano, si chiamano con tal nome
giorno del suo esaltamento ai trono. Questa quelli che posseggono dei baliaggi dell'ordine .
cerimonia si chiama Mirayédé, o complimen- Diconzi poi Baiuli conventuali i capi delle
to della festa . Poi il sultano , alzandosi dal olto lingue , che avevano residenza nel con
Prono, si reca ad una delle moschee imperia- vento della relazione di Malta. Ric .
li , preferendo d'ordinario quella del sultano BAIZINA , città vescovile, e sede metropo
Acmet, perchè la piazza dell'Ippodromo offre litana della Servia .
maggior comodo a tanto concorso di uomini BALA , nome proprio non sol di persona ,
e cavalli . ma ancora di luogo. Questo era il nome del
Colle stesse cerimonie si celebra settanta la fantesca di Rachele : da Bala nacquero
giorni dopo la festa del secondo Bairam , os Dan e Neftali. Rachele , vedendosi infeconda,
sia dei sacrifizii, ed il sultano nel suo ritor- l ' avea offerta a Giacobbe , in moglie di se
no dalla moschea si presta all'esercizio di cond' ordine.
quell'atto religioso a cui sono obbligati tutti Con questo nome chiamavasi pure una città
i Maomettani. Egli si colloca sotto una tenda appartenente alla tribù di Simeone; e nei Pa
vicino alla Khassa Oda, e gli eunuchi bian- ralipomeni, lib . 1 , cap.5 , chiamasi cosi un in
chi conducono dieci capri ornati la fronte di signe Rubenita, figlio di Agaz . Mır .
piume tra cui rifulgono pietre preziose. Men BALAAM , profeta della città di Pethor sul
tre il portaspada tien ferma la vittima , il l'Eufrate. Mosè ci instruisce al capo 22 dei
maggiordomo presenta al sultano sopra un Numeri , che Balac re dei Moabiti non sen
bacile d'argento quattro scimitarre colla im- tendosi abbastanza forte onde resistere all'ar
pugnatura coperta di musselina, ed il princi- mata d'Israele, rintracciò di Balaam , onde si
pe stesso svena due o tre di quei capri. Dal recasse a maledirla, secondo un'antica costu
primo immolalo si leva l'arnione che si fa manza dei gentili ; e Balaam figlio di Beor re
cuocere sulla graticola , ed il sultano ne as cavasi per tale uffizio , allorchè sdegnatosi Id
saggia una porzione recitando alcune preghie- dio delle malvage disposizioni del cuore di
re . Gli animali rimanenti , a cui se ne aggiun- lui, inviò il suo Angelo , il quale impedi a
gono degli altri , vengono sagrificati nei due Balaam di potersi avanzare. Invano questi
giorni seguenti da qualche ufficiale di came- costringeva l'asina sopra cui siedeva a pro
ra per commissione espressa del sovrano , il seguire, chè inutili tornarono i colpi ed ogni
quale crede di attribuire a sè tutto il merito maltrattamento ; e scoprendo finalmente per
di quella religiosa azione. Le carni delle vit- permissione divina l'angelo che stavagli di
time insieme a copiose elemosine vengono di- nanzi nel cammino con una spada sguainata,
stribuite ai poveri . lo adorò prosternandosi a terra. Confesso il
E nelle feste dei sacrifizii ossia nel secondo suo fallo e si mostró pronto all'esecuzione
Bairam tutti indistintamente, qualunque sia della sua volontà. Allora l'Angelo gli ordinò
la loro condizione , mostransi premurosi di di- di progredire e di non esprimere che quanto
stribuire elemosine ai poveri ed immolare vit- gli avrebbe ordinato. Giunto impertanto ad
time. Tocca al capo di casa eseguire il sacrifi- Ar o Kirhareseth capitale di Moab , fu con
zio colle proprie mani , o stare almeno presen- dotto da Balac nelle alture consacrate a Baal ,
te se si fa servireda uno straniero . Niuno può donde vedevasi l'estremità del campo di l
accingersi alla pregbiera del Bairam se non sraele . Fu da questo luogo che egli , invece di
ha eseguita la lozione o bagno, diverso dall'ab- maledire , benedisse Israele, presagendolo vin
luzione in quanto che si fa non per immer- citore di tutti i suoi neinici.
sione , ma per infusione, poichè in essa si lava Con questo nome trovasi pure una città nel
prima la bocca e le narici , indi tutto il corpo la tribù di Manasse al di là del Giordano , che
dalla testa ai piedi N. E. fu dala ai Leviti della famiglia di Caath . I
BAIULI DEI Vescovi E DEGLI Abbati , sono Par. 6 , 70 . Cal.
i loro ufficiali domestici . BALAAN . Questo personaggio, ricordato nel
584 BALAAT - BALBASTRO

la Genesi al capo trigesimoscsto , era figlio di In quanto alle balaustrate di chiesa , che di
Eser . N. E. queste sole noi intendiamo parlare, nel collo
BALAAT . Abbiamo nella sacra Scrittura carle devesi porre attenzione che l'altezza non
due citlà di questo nome, la prima ricordata occulti parte dell'altare a chi sta genuflesso in
in Giosuè, al capo decimonono , era nella tribù qualche distanza : perciò il balaustro dovrà
di Dan ; la seconda, menzionata nel secondo li- esser piantato su quel rialto , ma il basamento
bro dei Paralipomeni , c . 8 , v . 6 , fu fabbricata di esso balaustro sarà oltre il rialto medesimo ,
da Salomone. Cal . occupandone uno o due gradi , secondo il bi
BALAG . V. Balaam . sogno.
BALADA , città vescovile della provincia di Qualora per l'interno della chiesa ricorre,
Nisibe, sotto il cui metropolitano pur era sot come è costume, un basamento , la balaustrata
toposta , è situata nel Diar -Rabia, nella Meso- deve essere di altezza eguale al basamento
potamia , sulla sponda occidentale del Tigri . stesso. Ma quando manca questo basamento ,
M. N. E. si osservi che la balaustrata non giunga a fe
BALADAN , re di Babilonia, nominato da- rire il vivo delle colonne o dei pilastri : per
gli storici profani col nome di Belesi, o Nabo- cio deve essere alquanto disgiunta e le sue par
nassare. Questi era satrapo di Babilonia, quan- li verso la colonna vanno profilate come il re
do unitosi ad Arbace satrapo della Media , si stante .
sollevò contro Sardanapalo re di Assiria . Co In quanto alle balaustrate che cingono l'al
storo però perdettero le tre prime battaglieda- tare in cui si conserva la SS . Eucaristia, ed al
te a Sardanapalo, quando i Battriani gettandosi quale sogliono accostarsi i fedeli per la SS . Co
dalla loro parte fecero che divenissero vincito- munione devesi osservare che la parte supe
ri , ed entrati in Ninive dove Sardanapalo era- riore di esse deve essere ricoperta di una tova
si ritirato , e dove al loro avvicinarsi si ab- glia di candido lino, la quale devesi con fre
bruciò con quanto di più prezioso trovavasi quenza mutare, affinché sia sempre conservata
nel suo palazzo, Arbace fu riconosciuto re del- quella mondezza che si addice alle cose san
ia Media, e Baladan re di Babilonia. Berodac- te. E cosi pure devesi di questa tovaglia di
Baladan , che inviò ambasciatori ad Ezechiele , lino ricoprire la balaustrata di qualunque sia
era figlio di Baladan. Cal . si altro altare quando in quello si amministri
BALAIA , Sappiamo al primo libro dei Pa- durante il divin sacrifizio la SS . Eucaristia ,
ralipomeni, al capo sesto , che questi era figlio ciò almeno per quell'istante in cui si fa que
di Melchin , levita, disceso dal secondo figlio di sta sublimissima azione, e degnissima di ogni
Gerson . Cal . riverenza e rispetto .
BALAN . Era figlio di Jadiel e padre di Enc . Un .
Jehu, come narra il primo libro dei Parali BALAZIO . Costui fu prefetto in Egitto
pomeni , al capo settimo. pell'imperatore Costanzo , acerrimo nemico
Cal . dei Cattolici , cui fece subire una gravissima
BALANAN . Dal capo trigesimo sesto della persecuzione. Sant'Antonio lo minacciò della
Gevesi , e dal primo libro dei Paralipome- celeste vendetta , e gli predisse la sua morte
ni abbiamo donde rilevare che egli era figlio vicina , come infatti successe poco tempo
di Achobor, e che successe a Saul nel regno dopo. Ber .
di Edom o dell'Idumea , di cui fu il setti BALBASTRO ovvero BARBASTRO , cit
mo re . Cal . tà vescovile della Spagna dipendente dal
BALANDA . Noi conosciamo questa città la metropoli di Saragozza. Un tempo chia
solamente perchè di essa si fa parola nei con mavasi Bergidum e Belgida , e vuolsi che
cilii . Era dessa una città vescovile nella dio- gli Iligeriti , antichi popoli della Spagna ne
cesi d ' Asia. Com . fossero i fondatori . Il vescovado che trova
BALANEA , che al presente altro non é si in Balbastro , fu dapprima eretto in Gi
che un meschino villaggio , era una città stan e trasferito poscia a Roda e il ve
vescovile sotto la metropoli di Apamea. SCOVO che vi risiedeva chiamavasi vescovo
Com . di Ribagorza . Erivaldo , vescovo di Urgel ,
BALAUSTRATA , BALAUSTRO, colonnetta or si lagnò col re Ramiro I perchè fosse sta 1
nata di modanature . Questa voce greca balau- la separata la chiesa di Ribagorza dalla pro
slro significa fiore del melograno, e ciò dall'a- pria , e il principe ordino che le fosse di
ver tratto gli antichi da due di questi fiori bel nuovo congiunta. Ma dopo la morte di
l'uno opposto all'altro il primo disegno. La lui , il suo figlio Sancio ristabili la residenza
continuazione di più balaustri si chiama ba- del vescovado in Roda . Avendo poscia il re
Taustrala . D. Sancio Ramiro riconquistata nel 1085 Bal
BALBEK - BALDACCHINO 583
hasiro logliendola ai Mori , concedette questa 4 aprile 1619 che incomincia Exponi nobis, ne
chiesa a Salomone vescovo di Roda , il quale concesse l’uso agli abati Olivetani ; con altra
assunse il litolo di vescovo di Roda e di Bal- dell'11 luglio 1629 , ai Cassinesi ; con quella
bastro, titolo che ei non porto per lungo tem- del 26 settembre anno medesimo a'Celestini;
po, dappoichè essendosi Pietro re d'Aragona ai Camaldolesi con quella del 15 settembre
insignorilo un'altra volla di Balbastro, con. 1632, e la Sacra Congregazione dei Rili il 15
verti la chiesa di lei in cattedrale l'anno 1090 , gennaio del 1733 ne concesse l’uso ai Prelali
il quale allo venne confermato da una bolla di della Congregazione dei Canonici Regolari La
Papa Pasquale 11 , del giorno 24 aprile 1101 . teranesi che hanno l'uso della initra e del
Com . pastorale. A molti altri abali e prelali infe
BALBEK . La slessa che BaalbaC (V.). riori ai vescovi venne concesso quest'uso in
BALBI o de Balbis ( Giovanni ), nato in Ge- tre solennità dell'anno, purchè celebrino pon
nova , entro nell'ordine dei frati Predicatori , tificalmente.Di questo distintivo onorifico non
ma non si ebbe notizia alcuna sul tempo della possono però usare gli abati , cui è concesso
sua nascita e quando rinunzio il mondo. Gli quando celebrano funzioni mortuarie , come
annalisti ci avvertono ch'ei fioriva nel 1286 e osserva il Pignatelli , tom. 7, consull. 44 , e di .
vireva ancora nell'anno 1298. Aggiungono che chiaro la Sacra Congregazione il 12 giugno
nella chiesa dei Domenicani di Pavia la sua 1660.
immagine è posla fra i santi . Compose egli un Che se il vescovo voglia esercitare le ponti
libro di teologia in forma di dialogo fra l'ani- ficali funzioni in qualche chiesa di Regolari ,
ma e lo Spirito Santo, intitolalo : Liber quae- questi per ordine di Clemente VIII debbono
stionum theologiae animae ad Spirilum . — Un erigergli il baldacchino , lo che ove negassero ,
Irallato sul modo di trovare le fesle mobili. - od impedissero che gli fosse eretto , incorrereb
Postilla in quatuor evangelia, ecc. Hel . bero nelle pene e censure contenute nel decre
BALBINO (Bohuslao ). Queslo Gesuila,nato to d'ordine, che incomincia Decet Episcopis,
a Konigsgraiz in Boemia nel 1611 , e morlo nel dato da Roma il 10 giugno 1605. Le mona
1694, scrisse la storia d'alcune chiese della sua che poi soggelte ai Regolari non sono obbli
patria , la vita del ven . Ernesto primo arcive- gale di erigere il baldacchino al vescovo, che
scovo di Praga , quella del b. Hiznal martire , appo loro si recasse per visilare la clausura ,
alcune opere poeliche, un compendio della ma basta che gli apparecchino lo strato ; co
sloria della Boemia, l’istoria dei collegi della me abbiamo dalla Sacra Congregazione inter
sua compagnia in Boenia. Trovasi nella pag . prete del Tridentino in data 19 gennaio 1686.
443 del primo volume delle opere postume Per quanto alle dignità secolari si aspetta ,
di Bossuel una lettera direttagli da Leibni . con verrà osservare che del baldacchino pos
zio intorno al p. Balbino. Cre . sono usar nelle chiese lutti quelli cui per di
BALBISSA O BARBAlissi, ciltà vescovile ritto , consuetudine o privilegio fu concesso ,
nella diocesi del Ponto. Nell'anno 1143 Ba . purché intervengano alla chiesa personalmen
silio Tianeo denunciò Clemente di Saseme e te, non potendo di esso far uso quelli che nella
Leonzio di Barbalissa come fallisi colpevoli chiesa stessa li rappresentassero , come più vol
dell'eresia dei Bogomili . OR. CR. te dichiarò la Sacra Congregazione dei Rili .
BALBURA , cillà vescovile della provincia In quanto all'uso del baldacchino con
di Livia nella diocesi d ' Asia sotto la metro viene osservare che dalla Costituzione di Ur
poli di Rodi . OR . CR. bano VIII che porta il numero 101 , ed inco
BALCEA , BALECA , denominata da Plinio mincia Exponi nobis , come dicemmo , viene
Balecia , é citla vescovile nella provincia d'Aº concesso l'uso del baldacchino agli abali Gas
sia , sottoposta alla metropoli d ' Efeso. Ella è sinesi in tre solennilà dell'anno ; ma questo
posta nel mezzo ad altre terre e assai lontana deve essere senza oro e pompa , e quando ne
dal mare, come nota Plinio. Fu essa occupata usano , devono avere l'assistenza di un sacer
dai Misii allorchè quesli, abbandonata la Tra- dote, di due diaconi , e di sei monaci vestili
cia , entrarono in Asia. Com . delle sacre vesti , oltre il diacono ed il suddia
BALDACCHINO è un seggio di onore che cono. In vigore poi della stessa bolla non pos .
nella chiesa si concede alle dignità primarie sono aver questo baldacchino stabilmente nel
ecclesiastiche ed anche secolari. L'uso del bal- le chiese, ma porlo solamente nelle sopraddel
dacchino è concesso non solo ai vescovi , ma te solennità, ed anche in queste gli assistenti
anche a molti abali , e ad altre persone prie debbono sedere sugli scanni.
vilegiale. Cosi Urbano VIII con sua Bolla del Gli abati Celestini alla stessa nisa dei pre .
Encicl, Ecclese,lol . fosc. X ... 74
586 BALDAD - BALDASSARE
delti Cassinesi possono far uso del baldacchi In quanto all'uso del baldacchino porlati .
no, il quale anche per questi non dev'essere le, per ciò che riguarda il Sommo Pontefice,
stabilmente erello nelle chiese, come viene or . osser veremo che esso viene portato sopra la
dinato espressamente nella bolla d'Urbano sua persona , allorché parato delle sacre vesti
VIII , che ad essi concesse tal privilegio , bolla prende il possesso nella Basilica Lateranese,
che incomincia come l'altra Exponi nobis , quando in pubblico discende per celebrare i
ma che porta il numero 104 . pontificali , nella processione del Corpus Do.
Gli abati Olivelani furono i primi ad otte. mini, in quella per le funzioni delle candele ,
nere questa grazia dalla Santa Sede, di usare delle palme, nelle solenni benedizioni , nella
cioè del baldacchino nei modi medesimi che canonizzazioni , e quando ripone le quaranta
poi furono stabiliti pei Cassinesi e Celestini, ore ed il sepolcro nella cappella Paolina del
come rilevasi dalla costituzione segnata col suo palazzo, non che in altre circostanze.
numero 97 dello stesso Urbano VIII , e che Il baldacchino dev'essere sempre del colore
al pari delle altre incomincia Erponi nobis. corrispondente al rito delle solennità , per cui
E queste cose osservate, con viene a maggior nelle grandi processioni solenni se ne veggono
intelligenza sapere che il baldacchino, ossia di preziosi; ed è di grandissimno prezzo in que
quella lenda o coperlo tessuto in seta ed oro sla cillà ( Venezia ) quello che nella processio -
per lo più di forma quadrata , è di due sorta : ne del Corpus Domini si porta dalla Arcicon
stabile, cioè,e porlalile. Il primo si liene af. fraternita di S. Rocco, cui appartiene.
fisso sopra gli altari , o sopra i troni del Pon . Nel trasportare il vialico dalla chiesa agli
tefice, dei vescovi, degli abati ecc .; il secondo, infermi, in luogo del baldacchino a quattro
che viene sostenuto da bastoni od aste, si porasle o bastoni , uno se ne usa ad una sola
ta sopra il SS . Sacramento, nelle processioni , asta per maggiore comodità , cui si dà il no
sopra le reliquie preziose , ed anche sopra la me di ombrella , ma quando in questa ciltà
persona del Papa , dei prelati e principi seco- ( Venezia ) solennemente si porta la comunio.
Jari , che in certe circostanze sono ricevuti ed ne agli infermi nel tempo pasquale , in ogni
accompagnati solto il baldacchino, come si pud parrocchia si usa del baldacchino a quattro
vedere nel Pontificale Romano. aste. GIOR.
Secondo quanto abbiamo nel S 40 dell'Or . BALDAD di Sueh , uno degli amici di Giob .
dine di Benedetto canonico , quando il baldac. bp , era della stirpe di Sue , figlio di Abramo e
chino era immobile , accoslümavasi farlo di di Cetura. I discendenti di Sue dimoravano
bronzo o di altro metallo, di legno, o di qual- nell'Arabia Deserta , all'oriente della Terra
che altra materia , con figure ed ornamenti . In Santa . Cal.
appresso si uso farlo di stoffa, di broccato , di BALDASSARE , figlio di Evilmerodach e ni
damasco, ed a questo sembra essere stato appli- pote di Nabuccodonosore. Fu l'ultimo che re
cato il nome di baldacchino con più proprietà . gnasse in Babilonia. Costui mentre in un sun
Dei primi infatti molti ne vediamo sussistere tuoso convito profanava i sacri vasi rapili al
anche ai nostri giorni sopra gli altari, ma que. lempio di Gerusalem me da Nabuccodonosore ,
sli si conoscono meglio sotto il nome di corona facendo in essi libagioni alle divinită caldee ,
che di baldacchino. vide una mano che scriveva sulla parete arcane
11 Mabillon , nelle sue Note all'Ordine Ro. parole. Tale visione lo conturbò, ed accrebbe il
mano , osserva , che vario fu il nome dato al suo turbamento, quando i Maghi caldei, chia
baldacchino negli antichi rituali ; i quali ora mali per darne spiegazione, dichiararono la
parlano di esso sollo il nome di fanone , ora propria incapacità nello spiegare quelle cifre
lo chiamano mappula , velo , e talvolta anche misteriose. Venne poscia introdotto Daniele, il
ombrella ; anzi con questo nome di ombrella quale con franchezza , rimproverando l'orgoglio
viene riconosciuto ordinariamente fra noi il di lui e rifiutando i doni che gli promettera
baldacchino portatile . per la spiegazione delle cifre, dichiarò il signi .
Quando il baldacchino sia stato introdotto è ficato delle tre voci Mane, Thecel, Phares; si
difficile molto di precisarlo ; tuttavia rilevia- gnificato che ebbe compimento in quella notte
mo, che lonocenzo III , elelto nell'anno 1198 , medesima, perciocchè entrati i Medi ed i Per.
fece memoria che si portava la mappula sopra siani , uccisero Baldassare , che ne aveva pen
il Pontefice ; donde si vede che l'uso del bal . sato a placare il Signore con un vero pentimen
dacchino portatile specialmente é d'antichissi- to , nè ad assicurarsi dai soprastanti nemici.
ma data , siccome risale a tempi ancor più re Questo era pure il nome con cui chiamavasi
moli quello dei baldacchini fissi; quantunque Daniele alla corte di Nabuccodonosor; e da al ..
con sicurezza non si possa l'epoca precisare. euni si vuole parimenti cho con tal nome si
587
BALDERICO ( S .)-- BALEO (GIOVANNI)
addimandasse uno dei Magi che vennero ad a- chiamavasi VALDIMERO O GARMIER, era nalivo
dorare G. C. in Bellemme, del che però non di Forez, patria che abbandonò lino dai suoi
v' ha alcuna prova. Mig . primi anni per recarsi a Londra . In questi
BALDERICO ( S.). Dedicatosi ques!' uomo città esercitava il mestiere di chiavaiuolo , il
alla vita monastica e fondati egli stesso due cui tenue prodotto distribuiva ai poveri , ai
monasteri , uno pegli uomini , per le donne il quali dava talvolta ancora a sussidio gl'istru
secondo, ritirato intieramente dal mondo, con menti dell'arte sua . A questa carità aggiunge
dusse sua vita in ogni genere di penitenza e va amore tenerissimo alla preghiera ed alla
nella contemplazione delle cose celesti. Era e mortificazione, nonché una perfetta sommes
gli non solo d'eccitamento altrui all'abbando . sione ai voleri di Dio. L'abate di S. Giuslo ,
no del secolo colla fervida predicazione delle poscia vescovo , vedendo la divozione con cui
cose divine ; ma meglio ancora che colla voce, quest'uomo pregava , l'invitò ad unirsi con
coll'esempio di sua santità giugneva a far che lui; invito che Baldomero tosto accettò , rinun
altri calcassero le vie della perfezione. Colmo ziando lieto al mondo , per consacrarsi alla
di meriti mori verso l'anno 673 , lasciando di meditazione delle cose celesli ed alla pratica
sè santa memoria, Вст. della penitenza. In seguito fu promosso all'or
BALDERICO , in francese Baudri. Quest'uo. dine del suddiaconato, e verso la metà del se
mo nativo di Cambrai nel secolo XI , dove pos- colo VII terminò la sua santa carriera nel
sedeva un benefizio solto il vescovo Gerardo I , giorno 27 di febbraio . I molti miracoli ch'egli
s'applicò per tempissimo a buoni studii , nei operò a favore dei popoli che visitavano la sua
quali fece progressi che gli acquistarono ono . tomba attestarono in breve quella santità ec
re, ed influirono a farlo vivere alla posterità . celsa cui era pervenuto. Sin .
Le opere che Balderico lascia va erano : 1. La BALECA . La stessa che Balcea ( V.).
vita di s. Gauchero vescovo di Cambrai nel se BALENA. Il più grosso abitalore del ma
colo VII. Questa vita, divisa in tre libri , non è re che si conosca. Parlasi di frequente nella
originale, ma una rifusione di due altre con Scrittura dei cetacei o balene. Ma il vocabolo
un ordine migliore. 2. Una Cronaca della ebraico hannim abbraccia ogni sorta di grossi
chiesa di Cambrai, divisa essa pure in tre lio pesci , siano di mare che di fiume. Leviathan
bri, che comprendono falli relalivi alle chiese significa piuttosto il coccodrillo; e il pesce che
di Cambrai e d’Arras dal regno di Clodoveo inghiotti Giona potrebbe essere stato benissi
primo re cristiano de' Francesi sino all'anno mo il carcharias o pesce-ca ne . Cal.
1070. Quesla cronaca è mollo stimata ; Sige BALEO . Autore siriaco, il quale compose in
herto ne lodava l'esattezza, ed assomigliando versi molti inni e cantici ad uso della Chiesa,
l'autore ad un'ape industriosa , diceva ch'egli traendo argomento dai passi più opportuni dei
avendo percorsa tutta la storia ecclesiastica , ne salmi di Davide. Fu questi contemporaneo di
aveva giudiziosamente tolto tullo ciò che spet. s. Efrem , come scrive il Bartebeo , aggiungen
tava al suo scopo. Lo stile è grave , nello e pre- do che verso l'anno 430 , in cui segui il conci.
ciso, quale s'addice al genere storico. Cre. lio d'Efeso, si videro altre persone insigni per
BALDERICO o Baudry, nato verso la metà pietà fra i Cuchiti, le quali accese dal fervore
dell'XI secolo in Orleans, dedicossi dapprinci- dello Spirito Santo composero alcuni cantici .
pio alla vita monastica, e fu verso l'anno 1089 Dell'antichità di Baleo dà prova un libro
nominato abbate di Bourgueil . Fu presente al siriaco intitolato Beth.Gazza, dov'è falla men
concilio di Clermont e nel 1114 eletto al ve . zione di lui unitamente a s. Efrem ed Isacco ;
scovado di Dol. Mori in età molto avanzata nel nonché Hotinger nella sua Biblioleca orienta .
1131. Egli è aulore di questa opera : Una sto le, alla pagina 287 . N. E.
ria di Gerusalemme o della prima Crociala , BALEO (Giovanni ). Questo scriitore e vesco
in lalino, inserita nella raccolla di Bourgos , vo inglese nacque il 21 novembre 1495. Poslo
la quale abbraccia la serie dell'imprese dei da'suoi genitori all'età di 12 anni nel con .
Cristiani in Oriente dall' anno 1093 fino alla vento dei Carmelitani di Norvich , ivi profes
morle di Goffredo, seguita nell'anno 1100. El- so. Infelicemente però egli lasciossi sedurre in
la è assai ripulata per la sua accuratezza ; ma modo tale che, abbandonata la religione callo .
alcuni asseriscono non aver egli nella stessa lica , abbracciò la protestante l'anno 1530. Da
fatto altro che seguire e ripristinare un'antica questo momento ſu soggetto a gravi angustie ,
storia anonima e male scrilla , inserendovi ciò le quali a tal segno lo ridussero da dover cer.
che da altri aveva inteso raccontare. Hel . car asilo in Alemagna , finché il re Edoardo
BALDOMERO ( S. ) , che con altro nome VI lo richiamo e lo fece consacrare vescovo
588 BALIANA - BALLERINI
d'Osory nell’Irlanda. Ma di questa sede poco stinse per tempo nel seolinario di S. Pietro
sodelte, perciocchè, salita sul trono Maria, gli in Vaticano non solo per i suoi progressi nelle
ſu necessità occultarsi, ed iodi fuggire ; fuga belle lettere, ma molto più per la sua rara pie
che gli tornò parimenti funesta , poichè, preso tà che lo rendeva modello a tutti gli altri se
dai pirati , fu quale schiavo vendulo. Riscalta. minaristi . Nell'età di 16 anni mori in odore
lo si ricovrò nella Svizzera , donde fece ritorno di santità. Visitato nell'ultimo suo male dal
in Inghilterra regnando Elisabetta , e visse pontefice Benedetto XIII il giorno 2 agosto, si
provveduto solo d'una prebenda in Cantor- senti predire che non morrebbe se non net
beri sino al mese di novembre dell'anno 1563 , giorno della trasfigurazione di N. S., come av
che fu l'ultimo di sua vita . Bio. venne difatto . Gior . Eccl .
BALIANA . Il vescovo Pancrazio che inter BALLARINI ( Pietro e GIROLAMO ). Era .
venne al concilio di Cabassusa è quegli che ci no due fratelli sacerdoti distinti per la lo
fa conoscere quella sede vescovile ch'era posta ro dottrina , i quali furono molto premurosi
nella Mauritania . COM. nel pubblicare opere d'utilità ecclesiastica. Fra
BALISTA . Cillå vescovile nella Servia. queste opere citeremo : 1. L'edizione delle
Con . opere del Cardinale Noris con una prefazione
BALL (Giovanni ). Sacerdote sedizioso del latina degli editori , e la vita dell'autore pa
secolo XIV , a cui le controversie eccitale rimenti in lalino. In questa edizione è com
da Wiclefo avevano fatto travolgere il capo, presa una storia particolare delle radunan
ed acceso il suo fanatismo. A questo frenetico ze ten utesi per la riforma del calendario, alle
acquistava grandissima popolarità in Inghilter- quali lo stesso Cardinale avea presieduto , ed
ra il predicare agli abitanti delle campagne un una storia dei Donatisti tolla dalle memorie di
sistema quanto falso, altrettanto empio e scel. lui. 2. Le prediche di s. Zenone vescovo di
lerato, che opponevasi all'ordine naturale edi . Verona. 3. La Somma leologica di s. Antonino
vino. Il clero ed i signori erano gli oggetti par- arcivescovo di Firenze. 4. La somma leologi
licolari delle sue in vettive : quindi fu arresta . ca di s. Raimondo di Penoaforte, aggiuntavi
lo e messo in prigione. Non tosto ciò avvenne, la vita del santo , arricchita d'annotazioni in
che si videro i paesani di diverse provincie , i teressanti, e tutto quello che fu detto di lui da
quali avevano scelto Black -Heath, non lungi parecchi autori ; un catalogo esattissiino della
da Londra, a luogo delle maligne loro radu . sue opere ; alcuni suoi opuscoli ed una lunga
nanze , minacciare la capitale . Crebbe il nu e commendevole prefazione nella quale si ri
mero loro sino a centomila . Da prima venne- schiarano alcuni punti riferibili al santo stesso
ro disprezzati : quando poi si volle uscire in ed ai canonisti antichi ch'egli allegava. Altre e
misure repressive contro di essi , precipitarono dizioni si potrebbero ricordare d'opere ch’es
sopra Londra, dischiusero le prigioni, libera. si pubblicarono ; ma noi, contenti di quanto
rono il loro apostolo ed accrebbero il loro nu- abbiamo esposto, additiamo al lettore desidero
inero coi malfattori, ai quali avevano spezzali so di maggiori notizie la par. 633 del Giorna
i ferri. Ball ne infiammava il furore ; allacca le de’dolli, anno 1786. Solo aggiungereno che
vano essi per ogni dove i signori , il clero ed i Pielro e Girolamo Ballarini erano nati a Ve
logati ; distruggevano gli edifizii , toglievano rona , il primo nel 1698, il secondo nel 1702 .
quanto v'era di più prezioso , non già per ap- Unili da un amorecomune per gli stessi studii ,
propriarselo , ma per rompere ogni cosa, e lut . non meno che da' vincoli del sangue, studia
lo gitlare nel Tamigi. Spaventato Riccardo II , vano di sovente insieme, e si dividevano il
riparo nella lorre ; queglino vi accorsero ; i lavoro : le materie puramente teologiche e ca
soldali allerriti ne a persero loro le porte. Il noniche le assumeva Pietro ; i punti di storia
re , per non cadere vittima dell'ira loro, die- e di criticà erano il compito diGirolamo. Pie
de in loro potere l'arcivescovo di Cantor tro fu professore di teologia in patria , e ſu
beri, il cancelliere ed il gran tesoriere , cui poi mandato a Roma dalla repubblica di Ve
misero a morte. Troppo lungo riuscirebbe nezia per tratlarvi l'affare del patriarcato di
l'annoverare gli accessi da questi perfidi coin . Aquileia ( Ved . Aguilera ). Egli vi oltenne
messi per lo spazio di due anni ; dopo i quali la stima del Papa Benedetto XIV . Pietro mo
Ball fu arrestato a Conventri nell'anno 1381 , ri nel 1764 ; Girolanio gli sopravvisse parec
processato o giustiziato , ritornando colla sua chi anni.
morle la tranquillità e la calma , e rimanendo BALLERINT si dicono quelli i quali allen.
annichilala la sua iniqua dollrina . BER . dono in principal inodo a rappresentare coi bal
BALLARINI (Paolo ).Nalivo di Roma, sidi li'una qualche azione , o dimostrare con balli
BALLEUR - BALLO 889
la propria destrezza e la propria forza . Che se ce gli eccitamenti alla libidine provenienli dal
questi secondi espongono coi loro salti a peri- ballo.
colo la propria vita, è chiaro che in tal caso è Il primo è il reciproco guardarsi . Lo sguardo
illecila la loro professiore. Nè di grave rimpro- delle donne, come dice la Scrittura , è pie
vero possono andare esenti , e dicensura insie. no di pericolo. E questa la prima face della
me i primi , quando l'indecenza , l'incompo- libidine.
stezza, e quegli atti che traggono a colpa con Il secondo si è la facilità dei discorsi con le
somma facilità , sono compagni ai balli che in- donzelle, facilità che come eccitamento di lus
Trecciano: perchè si vede come son mamente suria viene riprovata dall'Ecclesiastico al ca
ciò ripugni alla morale cristiana e come ciò po nono, dicendo : Speciem mulieris alienae
dovrebb' essere eliminato dai figli di Gesù mulli admirali reprobi facli sunt: colloquium
Cristo. SCAR. enim illius quasi ignis inardescil.
BALLEUR ( il padre ). Di questo frate minore La terza si è la musica che il ballo accom
riſormato dell'osservanza, professore di teolo- pagna ; chè questa ha allività di rendere gli
gia, noi ricordereino un'opera in 4 tomi , inti . animi effeminati e molli.
lolala : Lu Religione rivelala difesa conlro i L'avvicinamento ed il talto scambievole dei
suni nemici. Il primo tomo comprende la con ballerini costituiscono il quarto pericolo.
futazione dei materialisti, degli spinosisti, e di Il quinto in fine consiste nella lunghezza di
lutli gli altri , qualunque sia la loro denomi- tempo , e nel luogo in cui le danze s' intrec
nazione. Nel secondo volume l'autore dicbia . ciano : e nella moltitudine dei danzalori , i
ra la necessità della religione rivelala, e prova quali a vicenda si slimnolano, si eceilano, si
a lungo la verità e la divinilà dei libri di Mo- sprunano a guardare, discorrere, operare non
sè. Leggesi pure in esso la confutazione di al- rettamente.
cuni principii contenuli nell'opera intitolata : Ma ciò posto, secondo che si addice al fine
La filosofia del buon senso . Il terzo lomo ser. di questi articoli nostri , conviene discoprire o
ve a stabilire la verità e la divinità della relis rimuovere fin dalle mosse dal povero dei cri
gione cristiana coll'appoggio delle profezie stiani alcuni incauli scritti di cerli moderni,
Jei miracoli. Finalmente s'indicano nel quar . affinchè a pien meriggio apparisca ad ognuno
to tomo i caratteri della vera Chiesa, e si ri . lo stato reale della questione , e sopra di questi
sponde alle obiezioni degli increduli. Cosi nei veri fondamenti sia allo a disciogliere lulle
Tre secoli dalla lelleralura francesc. quelle difficoltà , che nella pratica potranno
BALLO. La prima istituzione del ballo, co avvenire. I Casisti che il ballo favoreggiano so
me si trova nelle sacre pagine, fu là pel de- stengono comunemente esser lecila cosa . Ma a
serlo, quando per operazione del demonio in- che giova questa innocenle metafisica natura
nalzato un vitello d'oro, fra danze e balli gli della danza ? Chi v'ha che dubili di questa
Ebrei lo adorarono, come c'insegna l' Esodo generica innocenza del ballo? Da questa mela
al capo trigesimosecondo. Nel vitello i Padri fisica distinzione i Casisti traggono molte as.
veggono raffigurata la concupiscenza della surdità. I balli sono di loro nalura indifferen
carne, nell'oro di cui fu forınalo la concupi- ti : dunque sono lecili.
scenza degli occhi, nelle danze la superbia Ciò che in tale articolo devesi esaminare si
della vita . è, se i balli intrecciali fra maschi e femmine,
E dove infatti questa superbia più si mani- osservale bene lutte le circostanze che li accom
fusta che nei balli ? E non è in questi dove le pagnano, siano scevri da grave pericolo; per
tigliuole pongono ogni studio nell'abbigliarsi loché i Casisti se ne vanno inolto lontani dal
onde comparire sopra le altre ? Dove adopra- vero, argomentando cosi : i balli di loro natu
no ogni studio per far pompa del lusso, del fa . ra non sono peccali ; dunque sono leciti. Sono
sto e della smodata ambizione ? Il demonio leciti di loro natura, adunque aggiuntevi an
in questi erige il suo trono in cui esige i tribu . che alcune circostanze. E questa seconda par
li della lussuria delle sue figlie. Basta leggere te che accordar non si può, ma con viene as
il Crisostomo es. Efrem per tacere degli altri , solutamente negare. Con più chiarezza espor
onde scorgere ad evidenza quanto il ballo me remo lo stato della questione : Non disputia
riti di essere condannato. mo se il ballo sia absolulamente un peccato
La seconda ragione che milita contro il bale mortale allorchè si fa tra uomini e donne, cosi
lo sono i pericoli e le occasioni di peccare che che di per sé lulli i danzanli pecchino ipso fus
egli presenta . Il Morbesio a cinque capi ridu- clo mortalmente , ina devesi esaminare se i
590 BALLON - BAL - SALISA
balli odierni , avuto riguardo a lulle le circo me lecili ; ed i santi li condannano come dia .
stanze, sieno pieni di gravi pericoli , e si pros- bolici. Quelli dicono, non è peccato l'andare
sime in essi le occasioni di peccato, che i cri- al ballo ; e questi dicono, andare al ballo è un
stiani debbano in ogni caso astenersene. Non andare alla festa d'inferno ... Sapele però voi
pochi tra i moralisti difendono la sentenza ne. qual è la vera ragione di queste due sentenze
galiva , come i Salmanticesi, tracl. 26 , cap. 3 , tanlo contrarie dei Casisti e dei sanli in que
puncl. 1 , num. 8 ; l'Azorio, 3 part. , lib, 3 ,cap . sta conlroversia di balli ? Eccola. I Casisli par
26; il Bonacina, De matrim . quaest.4 , num . 4 , lano dei balli speculativamente, secondo che
part. 9 ; ed altri . Ma checché ne dicano questi sono in sè, e così dicono il vero, dicendo che
scritlori , torna necessario osservare come i bal . in sè non sono peccato ; ma i santi Padri par
li sieno condannati dalla Scrittura e dai san lano dei balli come riescono in pralica , e per
ti Padri . chè in pratica portano tanta rovina alle ani
E di fermo, al capo nono dell ' Ecclesiastico me cristiane, pero avviene che essi li detestino
si legge ammonizione di non frequentare la tanto. » Con .
compagnia di donna che danza , nè di porgere BALLON ( LUIGia Bianca TERESA PERRU
ascollo alle sue parole, affinché non s'incontri GARD), fondatrice delle Bernardine riformate,
ruina per l'opra di essa . Isaia al capo lerzo nacque nel castello di Vanelli , in Savoia , di
minaccia a nome di Dio le figlie di Sionne che nobile famiglia. I suoi genitori la collocarono,
col ballo dilellansi, conchiudendo : decalvabil in elà di selle anni , nel monastero di S. Cal
Dominus verlicem filiurum Sion, el Dominus terina in Anneci , del quale una delle sue pa
crinem carum nudabil ; el eril pro suavi renli era badessa . Ella vi professò di anni 16 ,
odore foetor , el pro zona funiculus, el pro ed intraprese la riforma nel 1622 , a Rumilly ,
crispanli crine calvilium . Giobbe minaccia sollo la direzione di s. Francesco di Sales, suo
coloro che si dedicano alla danza, dicendo , che parente. Le nuove riformate presero il nome
in un puolo si troveranno a ruina. di Sorelle della Provvidenza, sebbene il popo
Fra i Padri della Chiesa, s . Giovanni Cri- lo abbia loro dalo quello di Bernardine rifor
sostomo, nella Omelia 48 in Malth .; s. Efrem male . La madre Ballon stabili successivamente
Siro, s . Ambrogio nel libro III delle Vergini, la sua riforma in Grenoble, a S. Giovanni di
al capo quinlo e sesto, s. Agostino, in Psal. 32, Maurienne, alla Roche, a Seyssel , a Vienna, а
conc. 1 , unanimamente sentenziano doversi i Lione. Le Bernardine di Marsiglia e di Tolone
balli riprovare siccome cosa alle anime nociva, non lardono ad abbracciarla ; ella oltenne net
siccome ritrovamento dello spirito maligno a 1628 un breve di Urbano VIII , che toglieva
far che al male si converla ciò che dovrebbe il suo ordine alla giurisdizione dell'abbate di
al bene dirigersi. Cistello, e lo sollometteva agli Ordinari del
Nel concilio di Laodicea adunato sotto Papa Juogo. Le sue cosliluzioni furono approvale a
Silvestro dell'anno 321 , al capo 25 , dimostrasi Roma nel 1631 , ma la madre di Pinconas, da
come non convenga per titolo veruno ai Cri . lei spedita a Parigi per islabilirvi le riforme.
sliani , neppure in occasione di nozze, attende ne fece sla mpare alcuni anni dopo di nuove,
re al ballo ; e nel concilio di Trullo dell'anno diverse non poco dalle prime. Onde far si che
692 , al can . 62 leggesi : « I balli pubblici di prevalessero, rappresento la madre Ballon qual
doone, il trasvestirsi l'uomo da donna, la donna inquieta , ambiziosa , e che cercaya di
donna da uomo, l'uso delle maschere comi- farsi superiora . Questa fece nei suoi scritti
che, satiriche o tragiche sono proibili. » Il con- proteste contrarie. Nondimeno alcuni stabili
cilio Africano, al capo 27, chiama i balli scel- menti parteggiarono per la madre Pinçonas,
leratissimi; e così dicasi pure degli altri con e ne risultò uno scisma. Le religiose di Ru.
cilii , e specialmente del Romano sotto Leone milly deposero la madre Ballon da superiora,
IV , al ca po 35 , del Cartaginese al capo 41 , del quelle di Marsiglia la fecero loro capo . Richia
Toletano III. mala in Savoia dal vescovo di evra , ella
Piacemi ancora sopra oggello ai nostri giorni vi moltiplicò le sue fondazioni, e mori il gior.
troppo comune, riferire le parole del celeber . no 14 dicembre 1668, nel monastero di Seys
rimo Segneri , con cui nel suo Cristiano Istrui. sel , in odore di santità . BER .
to, nella parte terza , Serm . 29, dice di questa BALOTH , cillà della tribù di Giuda . È for .
materia. a Rendelemi ora , o dilettissimi, egli se la stessa che. Balalh fortificata da Salomone.
scrive, la ragione di questa gran diversilà di CAL.
parlare. I dottori morali assol vono i balli co BAL - SALISA. V. Baal -Salisa (dall'ebraico
BALSAMO - BALSAMONE 591
terzo idolo, e con altro senso, che ne domina burro piuttosto che col balsamo : errore che
o ne possiede ire ). Cal. perseverò per qualche tempo, sebbene i Roma
BALSAMO. Questa voce può derivare dal ni Pontefici ne avessero falti acri rimproveri
l'ebreo baal.schemen , come se si dicesse l'olio in diverse occasioni, ed anche minaccie .
reale, ovvero il più prezioso olio per profumi . Se la mescolanza del balsamo coll'olio sia
Questo nome non trovasi in verun luogo del. necessaria alla validità del sacramento, in cui
l'antico Testamento , secondo il testo ebreo ; si adopera il crisma , oppure se sia solamente
ma nella Cantica leggonsi ricordate le vigne di di precelto ecclesiastico, mossero gran questio
Engaddi, che credesi essere quelle del balsa- nei teologi. Il Catalano, ne' suoi Commentarii
mo. In Ezechiele, al capo 27, vers. 17 , si legge intorno al Pontificale Romano, Tomo 3, § 14,
la voce Pannag, che dalla Vulgata fu tradotta cui aderisce la maggior parte dei teologi, so
per balsamo ; to che fu cosi pure inteso dalla stiene che il balsamo in questo sacramento
versione caldea, e da molti altși interpreti . non sia che di necessità di precetto. Quanto
Il balsamo viene da un arboscello alto da scrisse Innocenzo III , De sacrament. non ile
6 ad 8 piedi . Dupper dice che ha la forma rand., cap. pastoris 1 , sopra questo proposito,
dell'agnus caslus: ha poche foglie, gella molti quando venne interrogato, convalida il giudi
rami abbelliti da foglie rotonde sempre verdi : zio testè espresso. Infalli consultato se si do
il suo legno è gommoso, di colore rossastro : i vesse ripetere la confermazione ad uno , cui
suoi fiori sono piccoli, bianchi e molto odorosi : era stata amministrata con olio semplicemente
il suo frutto è una noce ravvolta in un guscio benedetto, rispose : In talibus non est aliquid
bruno, che in sè rinserra una mandorla. Si iterandum, sed caule supplendum quod incau
colliva quasi come la vite. E indubitalo , secon te fuerat omissum .
do le attestazioni di Diodoro Siculo , Giusep il balsamo s'infonde nell'olio dal vescovo ,
pe Ebreo e Plinio, che le contrade della Giu. quando egli nel giovedi santo consacra il cri.
dea abbondavano di balsamo, e s. Girolamo sma . Secondo il Pontificale Romano, si fa col
afferma che le vigne di Engaddi erano tutte rito seguente.
ricoperte dagli arboscelli che producono la re Portato il vaso col balsamo da un suddia
sina ed il balsamo. Il balsamo dell'Arabia Fe- cono, e riposto nella mensa preparata col mez
lice fu sempre il più riputato, ed è quello di zo dell'arcidiacono, il vescovo, levatasi la mi
cui usano i grandi della Mecca e di Costanti . tra, lo benedice recitando le tre orazioni , che
nopoli . Non è questa però la Sola contrada che leggonsi nel prefato Pontificale : dipoi bene
ne produca , perciocchè sappiamo che di molte dice l'olio : quindi estrattane una porzione
qualità ne proviene ancora dal Perù , da Tolu dall'ampolla, lo mescola col balsano, e di poi
e da Copaiba nell'America. Questi peró erano versa tutto nell'ampolla dell'olio, dicendo :
sconosciuti agli antichi. Gli Ebrei facevano di Haec commixtio liquorum fiat omnibus ex ea
esso un grand'uso,adoperandolo non solo qual perunctis propiliatio, et custodia salutaris in
medicina , ma ancora per ungersi nei gran con- saecula saeculorum. Amen .
vili , e per la imbalsamazione dei corpi. Varii però sono questi riti secondo le varie
Il balsamo viene dalla Chiesa infuso nell'o- chiese. Infatti nella chiesa di Soissons in Fran
lio per consacrare il crisma ( V.). Che tal costu- cia al tempo di Nivellone II di lei vescovo, sole
manza da gran tempo sia stata praticata nella vasi cantare l'inno Veni Crealor prima che si
Chiesa lalina lo provano apertamente i sacri facesse la infusione. Al contrario il Sacramen
codici sacramentarii , i primi libri pontificali tario di s. Gregorio insegna che il vescovo de
manoscrilli, non che gli scrittori ecclesiasticidi ve infondere il balsamo prima della messa ,
data molto remola , come si può vedere in Beda, stando tutti nel segretario, e nulla proferendo
. Canticor. , cap. 1. Però vi sono degli autori i in quell'atto.
quali asseriscono e studiansi anche di mostra Il balsamo si mescola coll'olio per indicare
re, che l'uso del balsamo nella consacrazione l'odore soavissimo della grazia di G. C., op
del sacro crisma fu introdotto unicamente do- pur anche l'odore delle buone opere , che de .
po il secolo sesto : ed a vero dire conviene con ve spirare quegli che ha ricevuto degnamente
questi concorrere nell'affermare che negli scrit. i santissimi sacramenti, come si può leggere
tori di cose sacre anteriori a quell'epoca non nel libro I de sacra unclione di Innocenzo III.
se ne trova falta memoria . Gior
San Gregorio VII nella epistola prima, li. BALSAMONE ( TEODORO ), nativo di Costan
bro ollavo , ad Archiep . Synnaden ., scrive, che tinopoli , entrato nella carriera ecclesiastica
gli Armeni componevano il sacro crisma col ebbe in quella varii gradi onorifici, e final.
592 BALSEMIO - BALTIMORA
inente nell ' anno 1186 fu eletto patriarca di Je . Questa città e contea di America , la più con
Antiochia . Ma perciocche quella cilla era oc siderabile del Maryland , situata sa d'un picco
cupata dai Latini , non potè esercitare diretta- lo fiume, che si precipita in quello di Patapsco
mente alcuna giurisdizione, per cui fissando alla distanza di circa venticinque miglia dalla
sua dimora in Costantinopoli, da questo luogo sua unione con la baia di Chesapeake.
faceva ciò lutto che gli era concesso riguardan In questa cillà vi sono diverse chiese, delle
te la sua pretesa giurisdizione. Versatissimo quali cinque calloliche, cinque metodiste, tre
Balsamone nelle scienze ecclesiastiche e civili, laftisle, due presbiteriane, due di riformalio
ebbe fama del più insigne fra' greci giurecon- landesi , due separatiste, due quachere, ona 10
sulti ; pero, che che ne sia di cio, dimostrossi terana, una indipendente , una detta dunker,
poco versato nella critica e nella storia de'pri. una unitaria , una sveden borgiana . Nell'Ame
mi secoli della Chiesa . rica sellentrionale penetrò la religione callo
La sua prima opera è un commentario sui lica co' primi coloni , che vi arrivarono dall'In .
canoni degli Apostoli e dei selle concilii ecu . ghilterra sollo il regno di Carlo I , che visse
menici , sul codice della chiesa africana e sulle sul trono dal 1625 al 1649, il quale diè la
epistole canoniche dei padri greci s. Gregorio provincia di Maryland a lord Baltimore, perche
e s. Basilio, opera ch'egli imprese per coman . vi si rilirasse co' caltolici , allora perseguitati
do dell'imperatore Emmanuele Comneno e in patria , onde vi fondò la colonia di Baltimora ,
del patriarca Anchialo , i quali vollero pure che poscia divenne fiorente cillà . Altri abi
che scrivesse un commentario sul Nomocanon lanli dell'Inghilterra e dell'Irlanda vi si rifug.
di Fozio. girono per la stessa cagione, e vi portarono il
Olire a ciò conosciamo due lettere di Bal. loro allacca (nento alla fede. Gli accoinpagno
samone, che furono pubblicate da Cotelier , nel 1652 il gesuita p. Andrea Wilhe, il quale
la prima delle quali è indirizzata al popolo fu poi successivamente rimpiazzato da altri
della chiesa apliochena , e tratta sopra i di- missionarii, quasi lulli levati dalla sua compa
giuni che si dovevano osservare. La seconda gnia. Ma i Cattolici , che avevano sperato di es
è dirella a Teodosio superiore del monastero sere al coperto da ogni persecuzione in queste
di Papicio, e versa intorno alla costumanza lontane contrade, si videro quivi pure soggelli
di radere, acceltare e vestire coloro che si pre a molte vessazioni. Baltimora ſu spogliata da
sentano per consacrarsi alla vita monastica , Oliviero Cromwel,che dopo aver fallo decapi.
poco tempo dopo la loro venuta, e senza aspettare Carlo I , usirpó, col titolo di protettore ,
fare che sien decorsi i tre anni di esperimen- la sovranità dell'Inghilterra, e privò Baltimo
to secondo quello che fu stabilito da s . Basilio ra delle concessioni fattele dall'infelice monar
nei suoi ascelici . A Balsamone sono pure altri. ca. Assunto però al trono, nel 1660, Carlo II ,
buili gli alti del martirio di Teodoro d'Orien- figlio di Carlo 1, la ristabili ne' primi dirilti ,co
to, e di Claudio Nicola Coniale. Mentre si lo- munque per altro contesi le fossero nel regno
Ha la erudizione di costui, si dee grandemente di Giacomo II , che incominciò nel 1684. Fue
biasimare quanto scrisse contro i Latini e con . rono pertanto i Cattolici di quel paese dichia
tro la Chiesa Romana. Her . rali inabili agl'impieghi, vennero cacciati i pre
BALSEMIO. Due sanli abbiamo di questo ti loro, forzandoli ad avere de' ministri prole
none, martire il primo, il secondo eremita . stanti . Tali contraddizioni non ebbero l'effella
Ciò che del martire unicamente si sa, è che dalla persecuzione bramato, giacché la fede si
nell'anno 407 lasciò fra i formenti la vita piut- conservò in Baltimora per lo zelo di alcuni
losloché rinnegare la legge di Gesù Cristo ; e missionarii, e si ristabili appieno al monenlo
la festa di questo si celebra il 16 di agosto. della rivoluzione degli Stati Uniti dell' Ame
Dell'eremita sappiamo che chiamato da s. rica , accaduta sul deelinare del secolo XVIII ,
Basolo suo zio ad ereditare la sua cella e la cioè poco prima di quella francese. Rimossi ſu
sua penitenza , senza rilardo alcuno vi accorse ; rono dal nuovo governo repubblicano gl ' im
e la propria vila conducendo sulle orme del pedimenti posti ai Cattolici per l'esercizio del
santo, avanzo di giorno in giorno nella santità la loro religione , abolile vennero le leggi pe
per modo da rendere celebre quel romitaggio. nali contro di essi, ed i preti poterono appli
Mori il 13 agosto , ma l'anno è incerto, come carsi senza timore alla pratica delle funzioni.
pure non giunsero fuor di queste altre notizie Ma il gran numero degli emigrali dalla Fran
distinte della sua vita . But . cia, accrebbero assai più in Ballimora il nut
BALTIMORA. Chtà con residenza arcivesco mero dei fedeli Americani .
vile negli Stati Uniti dell'America settentriona . Nello stesso tempo le tredjoi nuove provincie
BALTIS – BALTUS 593

unile dell'America seltentrionale, per appa- altri . Il concilio nazionale di Baltimora, pre
gare i voti dei Cattolici, specialmente della pro- sieduto dall'arcivescovo Giacomo Wieth field ,
vincia di Massacusset, domandarono al papa l’anno 1829 , fece palese a tutto il mondo lo
Pio VI un vicario apostolico, con autorità e straordinario e rapido progresso della fede cat
plenipotenza assoluta nelle cose spirituali , nè tolica in America.Fu esso il primo conciliote
indugiò il Pontefice nel concistoro del gior. nuto in questa parte del nuovo mondo. Di
no 6 novembre 1789 , ad erigere una nuova cat- dieci vescovi degli Stati Uniti, ve ne interven
tedra vescovile in Baltimora, dove si contava- nero sei, ed uno mandò il suo procuratore. Vi
no circa cinque mila abitanti che seguivano la si trattarono tre argomenti, la fede , la disci
religione romana. E per primo vescovo Pio VI plina , i sacramenti; e si prescrissero alcune
vi nominò l'ex gesuita Giovanni Corroil , nato regole intorno alla condotta degli ecclesiastici.
in Baltimora il giorno 8 gennaio 1756 , capo Indi si scrisse una circolare ai cattolici ani
dei missionarii di quel paese. Diede a lui fa- mandoli alla fondazione di nuovi seminarii ,
coltà di recarsi all' Avana od a Quebec per rendendoli cauti intorno alla lettura di libri
farsi consacrare , ed affidogli nel tempo stesso perniciosi.
la direzione degli affari cattolici di tutti i va Il secondo concilio, o sinodo provinciale di
sti paesi soggetti ai tredici Stati Uniti d'A- Ballimora, fu tenuto in detta città, dai 20 ai
merica, rivestendolo ancora dell'uffizio di le- 27 di ottobre del 1833 , e vi assisterono, oltre
gato apostolico. Dopo aver ricevuto le sue bolo all'arcivescovo di Baltimora Wiethfield, nove
le, parti il nuovo vescovo per l'Inghilterra, vescovi degli Stati Uniti di America .
dove fu consacrato a Londra ai 46 agosto 1790 Il terzo sinodo provinciale fu celebrato in
colla più solenne e pomposa cerimonia , da Baltimoradai 16 ai 22 aprile dell'anno 1837 ,
inonsignorWalmesley ,vescovo di Rama , e de- ev'intervennero , oltre l'arcivescovo di Balti
cano dei vicarii apostolici in Inghilterra. mora Samuele Eccleston , nove vescovi deime
Nel suo ritorno questo prelato fu nel 1791 desimi Stati Uniti . MOR .
seguito da molti ecclesiastici per la maggior BALTIS , BALCHis o Balkis nome con cui
parte francesi, che portarono il loro zelo in gli Orientali chiamavano la regina Saba, che,
un campo vastissimo sprovvedulo di operai secondo essi, regnava in Arabia ed era della
evangelici . La nuova diocesi non contava che posterità di Jarab figlio di Cathan. Aveva il
quarantacinque preti circa, la maggior parte suo seggio nella ciltà di Mareb, capitale della
antichi gesuiti, sparsi per un territorio di mil- provincia di Saba; suo padre era Had bad , fi
lecinquecento leghe di lunghezza, e novecento glio di Scharhabis, ventesimo re del Jemen
di larghezza. Le prime cure del nuovo pre ovvero dell'Arabia Felice . Aliri la fanno figlia
lato furono impiegate a stabilire un semina- di Sarahit , che discendeva in linea retta da
rio , ed a formare ancora un collegio a Geor- Saba figlio di Jakh - Schab, figlio di Jaarab , fi
ges - Town presso a Baltimora . Nell'anno stesso glio di Catban ovver ) Joctan. I Maomeltani
1791 , egli tenne il primo sinodo , che durò raccontano una quantità diparticolarità favo
quattro giorni , ac intervennero diciotlo pre- lose intorno al viaggio preteso che Salomone
ti , senza contar quelli arrivati di Francia . In fece in Arabia; ed in simil modo su quello che
quel sinodo si stabilirono diversi articoli di Baltis fece in Palestina per vedere Salomone ,
disciplina sugli oggelli di maggior impor- narrazioni tutte più proprie a porgere maleria
tanza . per un romanzo, che a dar lumi alle sacre slo
Monsignor Corroil , nel ritornare al suo ve rie degli Ebrei .
scovato coi due preti inglesi Planket e Ni Cal .
kel , condusse seco un nuovo stabilimento di BALTUS BALTO (GIAN FRANCESCO) , gesuila,
quattro religiose Carmelitanedelle Fiandre,do- nato a Metz nel 1667 , morto il 9 marzo 1743.
mandate per la fondazione di un convento del Di questo celebre professoredi sacra Scrillura ,
loro ordine nel Maryland , dove già alcune fer che il Valsecchi grandemente encomia , e di
voroze neofile le aspettavano per mettersi solto cui leggiamo pure gli elogi nei Tre secoli del
la regola di santa Teresa loro fondatrice. Cre la Lellerat. Franc . , noi porgeremo a conoscere
sciuti a dismisura i cattolici negliStati Uniti , quelle opere per le quali a tanto alta rinoman
l'8 aprile 1808 Baltimora ſu eretla in arcive za sali. Sono queste: 1. Risposta alla storia
scovado da Pio VII , che le diede a suffraganei degli oracoli di Fontenelle . 2. Appendice del
i vescovi di Nuova York, Filadelfia, Boston e la risposta alla storia degli oracoli , nella
Beards- Town nel Kentuchy. quale vengono confulate le obbiezioni inse
Oltre al sinodo di cui abbiamo detto testè , rite nel decimoterzo volume della Biblioteca
in questa città ne furono anche tenuti degli scelta, e nell'articolo secondo della Repubblica
Encicl. Eccles. Vol . I. Fusc . X. 75
894 BALUZIO - BAMBERGA
delle lettore,in giugno 1787 , e si dimostra con gio reale di Parigi , e da Luigi XIV ad essere
novelle prove il sentimento dei santi padri in- creato direttore dello stesso collegio, ove slet
torno agli oracoli del paganesimo. Ciò che die- te sino all'anno ottantesimo di sua vita , che
de motivo a queste opere si fu un libro scrit- fu l'ultimo del viver suo. Sempre intenlo
to da Fontenelle a difesa dell'opinione di Van- allo studio , molle furono le sue produzioni
dale medico anabattista di Harlem , il qua- non solo , ma le edizioni che per cura di
je pretendeva che fosse errore credere che lui vennero fatte, le quali di grande utilità
gli oracoli del paganesimo fossero in tutto od e giovamento servirono alla repubblica lette
in parte opere dei demonii , costretti poscia al raria ; e si può dire che le doite fatiche di
silenzio da Gesù Cristo , e sosteneva null'altro lui giovarono insieme alla Chiesa ed allo
essere stale le meraviglie che si narrano degli Stalo. VAL.
oracoli del paganesimo, se non se atti di truf BAMAAL . Invece di questo nome nella
feria commessi dai sacerdoti degli idoli,i quali Vulgata per errore dei copisti fu scritto Cha
non cessarono già al nascere o per l'autorità di maal . Era questi un figlio di Jephtat.
Gesù Cristo; ma si perchè gl'imperatori cri N. E.
stani distrussero i templi nei quali gli opera BAMACURRES . Con allro nome leggesi
tori avevano ricetlo . Il padre Baltus combatte questa città nel libro quinto capo quarto di
questa opinione nella sua risposta divisa in tre Plinio , con quello cioè di Vamacurre . Era
parti . Confuta nella prima i falsi argomenti sede vescovile della Numidia. Un vescovo di
che si attribuiscono ai padri della Chiesa e a- questa città intervenne al concilio che s. Gi
gli antichi cristiani ; e produce quelli da essi priano convocò in Cartagine, ed addimanda
veramente dichiarati per sostenere che gli ora vasi Felice . Com.
coli dei Pagani erano dellali dai demoni . Ri BAMBERGA , città di Alemagna in Bavie
sponde nella seconda parle alle autorità ed a ra , erelta in vescovado da s. Enrico duca
gli argomenti allegati da Fontenelle per di- di Baviera , e successore nell'impero ad 01
mostrare che siffatti oracoli non furono det- tone III, e dalla sposa di lui Cunegonda. In
tati dai demonii. Nella terza egli prova che mezzo alle contese insorte col vescovo di Virz
gli oracoli del paganesimo cessarono dopo la burgo per questa erezione , il pontefice Gio
nascita di Gesù Cristo, e confuta le obbie- vanni XVIII in un concilio tenutosi in Roma
zioni dei suoi avversarii . 3. Difesa dei san- dichiarò che la nuova chiesa di s. Pietro di
ti padri accusati di plalonismo. 4. Cinque Bamberya avesse a godere della protezione
giudizii dei santi Padri sulla morale della fin speciale della chiesa di Roma , ma che tulta
losofia pagana . 5. La religione cristiana pro- via fosse sottoposta all'arcivescovo di Ma
vata coll ' avveramento delle profezie dell' An gonza metropolitano della medesima .
tico c del Nuovo Teslamento , secondo il meto Successivamente il pontefice Benedetto VIJI,
do dci santi Padri. Da tutte queste ed altreo- nel viaggio che fece in Alemagna , celebrò la
pere secondarie che noi potremmo citare, si ha solennità di pasqua a Bamberga , e l'impera
donde conoscere quanto nella dottrina dei Pa- tore ccdette alla santa Sede la città ed il ve
dri egli fosse versato. VAL . scovado di Bamberga , e volle che questa an
BALUZIO (Stefano) , nacque a Tulle il 24 nualmente offrisse al Pontefice il tributo di
novembre 1630. Sebbene per compiacere al suo un cavallo bianco interamente bardato, e cen
genitore Gian Carlo Baluzio, insigne giurecon- to marchi di argento . Ma Clemente II si di
sulto, egli siasi inlernato nelle ambagi del di- mostrò ancora più favorevole a questa chiesa,
rillo civile , pure la sua inclinazione lo spin- poichè nell'anno 1046 la separo dall'arcive
geva allo studio delle belle lettere, della storia scovo di Magonza, e la fece dipendente imme
ecclesiastica e di quella del diritto canonico , diatamente della santa Sede , accordando il
nelle quali dottrine pose in fine tutto l'animo, pallio ai suoi vescovi, e la facoltà di giudica
e con si felice risultato, che malgrado la sua re , nel territorio della sua diocesi , tutte le
giovinezza , i dolti del paese quanti eranomo cause e processi come se fosse un arcivesco
stravansi desiderosi del suo consorzio. E già vo . Sotto Leone IX per la cessione fatta dal
nell'età di soli ventidue anni fece di pubblico l'imperatore alla santa Sede della città di
diritto la prima sua opera intitolata: Antifri- Benevento , fu pure liberata dall'annuo tri
zonius, nella quale metteva in chiaro alcuni buto , del quale abbiam detto. Al presente
errori di Pietro Frizon autore della Gallia Bamberga ha titolo d'arcivescovado.
purpurata . Questo fu come il primo gradino In questa città fu tenuto un concilio, che
alla sua gloria ; poichè giunse ad essere nomi- troviamo registrato nel Labbè e nell'Ardni
nato professore di diritto canonico nel colle no. L'imperatore s . Enrico raccolse quaranta
BAMBIN GESU ' (Monache DEL Ss .) 595
sei vescovi il giorno 6 maggio dell'anno 1011 santi esercizi, per rendersi più gralc a Dio, e
per la dedicazione della chiesa di S. Giorgio. più esemplari nella vita e nei costumi, fecero
Dopo il compimento della sacra funzione, nel. ai 2 luglio 1673 , un fermo e stabile proponi
la quale uffiziò Giovanni patriarca di Aqui- mento, senza però obbligarsi a verun voto di
leia, questi prelati si unirono in concilio per castità , povertà ed ubbidienza , di perseverare
definirvi alcuni punti che si riferivano alla sino alla morte nella virtuosa loro unione ;
loro dignità . In esso furono rdette le per un lal giorno , sacro alla Visitazione
funzioni episcopali a Teodorico di Lussem- di Maria Vergine,rimase per queste monache
burgo, vescovo di Metz, fino a che non aves seinpre memorabile.
se distrutta l'accusa che gli veniva falta di Il Piazza , nei suoi scritti intorno alle Ope
essere pervenuto alla sede vescovile per via re Pie di Roma , dice che per lo statuto del
illegittima . Mor . l'ordine novello, le monacbe non dovevano
BAMBIN GESU ' (Monache del SS .).Ordi- superare il numero di trentatrè, in memoria
ne di Agostiniane oblate. Anna Moroni ,zi- dei trentatré anni che il Verbo incarnato
tella lucchese di singolare modestia e d’illi- visse fra gli uomini ; ma in appresso per in
bati costumi , rimasta priva dei genitori , e dulto pontificio furono abilitate ad accrescere
senza chi la proteggesse, abbandonata la pa- il numero. Regole di quest' ordine sono :
tria , si recò a Roma, dove si pose al servigio 1. Tre anni di prova o noviziato , e passala
di alcune dame distinte. Giunta all'età di che abbiano l'elà di ventun anno , devono fa
anni quaranla , incominciò a raccogliere ed re il voto pubblico di perseveranza nella me
educare alcune zitelle, nell'anno cioè 1661 , desima congregazione , ed il fermo proponi
sotto Alessandro VII . Non potendo però sus- mento di perpetua castità , povertà ed obbe
sislere questa instituzione novella perchè dienza .
mancante di rendite, impose alle educande 8. Se per giusto titolo chiedono di essere
una lenue mensuale corrisponsione a titolo di sciolte dal voto , ovvero vogliono passare ad
alimento. altra religione , non possono ripetere , sotto
Prosegui felicemente l'opera incominciala qualunque titolo o di dole o di limosina ,
con molla edificazione della citlå sotto la di quanto assegnarono alla congregazione nel
rezione spirituale del p. Cosimo Berlintani o momento del loro ingresso .
Berlintziani parroco di S. Maria in Portico in 3. Devono osservare una perfettissima co
Campitelli , Cherico regolare della Madre di munità.
Dio . Vedendo intanto Apna che le sue edu 4. Debbono vestire abito semplice e mode
cande crescevano in numero di giorno in sto di saia o scollo nero , che prima era di co
giorno, non solo procurò che la congregazio lor tanè in onore della B. V. del Carmelo.
ne fosse approvata dal Sommo Pontefice, ina , 5. Debbono fare vila ritirata, non uscir di
ad imitazione della beata Angela da Foligno , casa se non in alcuni giorni e in luoghi soli
volle erigerla in istituto particolare sotto il tari assegnati ; e specialmente non possono u
titolo di Convillrici del Bumbino Gesù , soito scire nel tempo di quaresima , avvento , vigi
ponendole poscia alla regola di s. Agostino . lie, venerdi e feste di precetto.
Scelle adunque fra le raccolte zitelle dodici 6. E dover loro quotidiano un'ora e mez
che conosceva immedesimate del suo spirito, zo di orazione mentale , oltre le vocali; ed altri
col loro aiuto e colle loro facoltà , cui ella esercizii di pielà , falti in comune nel coro ,
aggiunse quanto possedeva, giunse a compor recitando anche l'uffizio divino nei giorni
re un istituto che in breve lempo propagossi festivi.
in Spoleto, in Rieti , in Sanseverino, in Asco 7. Ogni anno fanno gli esercizii spirituali
li , in Palestrina, in Firenze ed in altri luo in quaresima e nell'avvento , ed in ciascun
ghi , come può vedersi dai seguenti libretti : mese hanno un giorno destinato all'interiore
Cosimo Berlintani , Istiluto delle Convillrici 'raccoglimento.
del SS. Bumbino Gesù , principiato in Roma 8. Nella mattina che ricevono la Ss . Comu
sollo la protezione, direzionedel curdinal Car- nione portano il cilicio ; tre volte la settima
pegna vicario di Roma nel 1685 ; Regole del na fanno la disciplina ; digiunano i venerdi ,
la Congregazione delle Convillrici del SS. Bum- i sabbati e le vigilie della B. V. oltre i di
bin Gesù , composte dal p . Cosimo Berlintani, giuni comandati dalla Chiesa.
raccolte dal p. Federico Orsucci , Roma, 1711 ; 9. Quelle che vogliono abbracciar l'istituto
Fonduzione delle Convillrici del Bambin Gesù , devono fare sei mesi di prima prova, indi vc
pag . 99 ; e Venuti , Romu moderna , tomo stono l'abito religioso; e dopo un anno di stret
priino, pag . 132 , ecc . lo noviziato sono ammesse alla professionc.
Passato qualche tempo di prova nei loro 10. In diversi giorni stabiliti dell'anno fan
596 BAMOTA
no nell'istituto pubbliche mortificazioni; si con candele accese in mano . Inchinalo il ce
esercitano in opere manuali ed in diversi la lebrante che per lo più è un cardinale od un
vori d'ago , in leggere , scrivere , far conti . vescovo, segue il canto Pange , lingua, quindi
In lutto questo debbono pure ammaestrare le il Veni, Creator, ed incomincia la messa bas
loro educande, che ascesero talora sino al nu sa assistita da chierici in cotta . Tutto richia
mero di trenta e non più.Un tempo si applica ma le innocenti fanciulle ad affettuosi e pii
vano anche alla lingua latina, al disegno, al pensieri; il melodioso suono dell'organo ac
pittura , al canto gregoriano e figurato, al suo compagna l'incruento sacrifizio , mentre un
no dell'organo e di altri strumenti . sacro oratore, o quello stesso che celebra mes
Ricevono per otto o dieci giorni quelle zi sa con brevi ed adatte parole vieppiù le in
telle, che con l'approvazione del proprio par- fervora . Recitatosi con mesto canto il Confi
roco o confessore vogliono la prima volta ac tcor , quattro fanciulle educande due a destra
costarsi alla Ss . Comunione, le istruiscono e e due a sinistra con vesti turebine , a guisa
le ammaestrano in tutte le cose necessarie a di angeli , con ali alle spalle , vagamente co
sapersi intorno a si venerabile mistero. Era ronato il capo di fiori, con edificante compo
pure fine di questo istituto il tenere per quals stezza , tengono chi i ceri , raccolti dalle comu
che mese, quando le loro rendite lo permette. nicande , chi un vaso col vino e coll'acqua
vano, quelle zitelle povere, che prossime a mo per l'abluzione, dove ne fosse bisogno . Segue
nacare, abbisognano di qualche istruzione per la comunione fra il tenero pianto e la com
coltivare il loro spirito religioso, onde il loro mozione delle fanciulle e degli astanti , che
monastero fu già considerato come un semi- per lo più sono i respettivi congiunti. Termi
nario per chi bramava di abbracciare vita nata la cerimonia , il celebrante od il predica
religiosa. Che se i tempi vietano loro un'o . tore con un fervorino fa conoscere alle giovani
pera si utile , accolgono però le vedove e le la segnalata grazia in quel punto ricevuta ; e ,
maritate, che con licenza del Cardinal vica- canlato il Te Deum , e ricevuta la benedizione,
rio, o di mons. vicegerente , e di consenso dei le comunicate , col medesimo ordine con cui
loro mariti o maggiori volessero per otto o entrarono in chiesa , ritornano al monastero ,
dieci giorni ritirarsi per fare gli esercizii spi- ove per tutto il giorno si esercitano in prati
rituali . Per lo passalo tenevano altresi sem- che di pietà, passando nel di seguente alle lo
plicemente a scuola le donzelle di civil con ro case condotte dai proprii parenti .
dizione , instruendole nella pietà e nei lavori Giusta la narrazione del p.Filippo Bonan
donneschi. ni , gesuita , nel suo Catalogo degli Ordini Re
Abbiamo detto che in questo luogo vengo ligiosi della Chiesa militanle, Roma 1741 , e
no accolte le giovani che si dispongono alla del Capparoni nella Raccolta degli OrdiniRe
prima comunione . Ecco il modo con cui si ligiosi e delle vergini a Dio dedicale, quest'or
celebra quella sacra funzione. Nei giorni de- dine da prima instituito in una casa o piazza
gli esercizii le giovani vengono istruite dalle Margana , vicino a Campitelli , indi ad altri
monache, come si è detto. Giunto il di stabi- luoghi trasferito , fu dai Sommi Pontefici
lilo per ricevere Gesù Sacramentato , le co- sempre con amore veduto , e trattato con be
municande,dopo avere assistito ai divini mi- neficenza , specialmente da Clemente XII e
steri ed alle religiose pratiche di uso, vestite da Pio VI , come attesta la lapide seguente
di una bianca tunica di lana c di un lungo che in memoria dei paterni sussidii ricevuli
manto di color celeste, cinto il capo di corona da quest'ultimo Pontefice , quelle monache
ascendono divotamente alla contigua chiesa , fecero porre a perpetua memoria .

PIO , SEXTO . PONT. OPT . MAXIMO


QVOD
DOMVI INFANTIS . IESV . COPIIS . FAMILIARIB . DESTITVTAE
GRAVIQUE. AERE . ALIENO . OPPRESSAE
CENT. ARGENT . SINGVLIS . MENSIB .
A. SODALITIO . XII . APOST . EXSOLVI . DECREVERIT
SORORES . LOCI . DOMINAE . TANTI . MEMORES. BENEFICII
GRATI. ANIMI . MONVMENTVM . P. P.
AN . SAL . MDCCXC . Mor .

BAMOTH era, secondo Eusebio, una città alla valle situata nella campagna di Moab.
di Moab sull'Arnon. Mosè dice che gli Ebrei Quindi , dice Leone de Laborde nei suoi
andarono da Nahaliel a Bamoth, e da Bamoth Commenti sull'Esodo, pag 135 , col. 2, convie
BANA-BANDA 897
ne collocarla sulla via percorsa dagli Israeliti , stabilila nel convento dci Domenicani di dvi
per cui è da ritenersi che Nabaliel fosse sulla gnone in fuvore dei discepoli di quel sanlo dot
riva sinistra, e Bamoth salle alture che domi- tore. 2. Moralis divi Thomae ecc. 3. Brevis 4
navano la riva dirilta. Una seconda città di niversae theologiac lam moralis quam schola
Bamoth apparteneva alla tribù di Ruben.Jud. slicue cursus ecc. Dup.
13 , 17 . Cal . BANCHETTI . Accostumavasi nei prischi
BANA . Dal capo quarto del terzo libro dei tempi che i Pontefici nelle maggiori solenni
Re sappiamo che questi era figlio di Ahilud , tà, e specialmente nella loro elezione, dava
governatore di Thanac, Mageddo e Bethsan. no splendidissimi banchetli , nella qual ulli
Cal. ma circostanza , come pure nella loro corona
BANAA. Nel primo libro dei Paralipomeni zione e nel giorno anniversario di essa aggiun
al capo ottavo , vers.trigesimosettimo, Banaa è gevasi il giltar danaro sulle scale di S. Pietro.
additato come figlio di Mosa, e padre di Rapha. Il pontefice Pio IV, vedendo di mal occhio
CAL . questa cosa , ne fece ordinazioni in contrario,
BANAIA. Con questo nome troviamo da ed assunto al pontificato nell'anno 1566 s.
prima ricordato un Simeonita capo di famiglia. Pio V ,confermando le disposizioni di Pio IV ,
I. Par. 4 , 36. Per secondo un levita , cantore ordinò i mille scudi che si profondevano nel
di seconda classe , uno degli scelti da Davide consueto banchetto , fossero distribuiti ai con
per la cerimonia del trasferimento dell'Arca. venti ed ai monasteri più bisognosi: ed ai po
I. Par. 13 , 18 , 20. In terzo luogo un levita veri l'altro denaro che gittavasi sulle scale
figlio di Jehiel, e padre di Zaccaria, della fa- del Vaticano; donde ebbe origine quella limo
miglia di Asaph . I Par. 20 , 14. Da ultimo un sina, che si dispensa ai poveri di Roma nel
discendente di Nebo , che avendo sposato una gran cortile del Belvedere in simili circostan
donna straniera , la rimando dopo il ritorno ze . Questo Pontefice inoltre riformò il lusso
dalla schiavitù . Esdr. 10 , 43 . degli ecclesiastici, particolarmente nei banchet
Cal . ti. Sisto V ne imito l'esempio, quando fu su
BANATAS , figlio di Joiada capitano delle blimato al triregno nel 1585, anno di gran ca
guardie di Davide . Questi , presi due leoni di restia, dicendo ,che non permetteva che si rin
Moab, cioè le due città di Ar od Ariel , ovvero novasse la satira fatta già contro Augusto ,
la città di Ar divisa in due parti dal fiume sotto il quale mentre in Roma morivano i po
Arnon , uccise anche un leone che era caduto in veri di fame, la pobiltà banchettava con isplen
un pozzo in tempo di una gran neve, combat- didissimo lusso. Ma di ciò avremo ragione di
tė contro un gigante con un semplice bastone, meglio parlare agli articoli Conviti, CAPPELLE
quantunque questi fosse armato di lancia e di DEL GIOVEDI , VENERDÌ e SABBATO SANTO , e
spada, e lo uccise. Addetto al partito di Salomo DELLA NOTTE DI NATALE ed all'altro PRANZI .
ne contro Adonia , ſu inviato da Salomone ad Mor .
uccidere Joab, e fu in sua vece stabilito gene BANCHI DI CHIESA . Le concessioni che si
ralissimo dell ' armata. riferiscono all'uso dei banchi nelle chiese ,
Un altro era discendente da Phabath non trasferiscono la proprietà in coloro , che
Moab . I Esdr . 10 , 30 . MiG . le ottengono , nè l ' uso è trasmissibile agli e
BANCEL (Luigi) , dell'ordine di s. Domeni- redi. Non è che ai fondatori , ai patroni ed
co , nasceva nella città di Valenza nel Delfina- ai laici in cariche superiori di giustizia che
to. Fu questi il primo ad occupare la cattedra siasi accordato il privilegio del banco in per
di teologia di s . Tommaso , fondata in Avigno- petuo, sia nella navata sia nel coro. Nessun
ne l'anno 1645 da Domenico De Marinis che altro può aver banco in coro se non per con
n'era arcivescovo. E fu in questa cattedra do- cessione del parroco , la qual concessione non
ve Bancel sali a rinomanza di dottissimo teo- toglie menomamente al vescovo , in alto di vi
logo, in modo da meritarsi il compianto uni- sita , la facoltà di prescrivere la riduzione od
versale alla sua morte avvenuta il 22 dicem , anche l'abolizione dei privilegi del banco
bre 1685 , mentre contava cinquantasette anni senza interpellare i particolari che ne hanno
di età. Era cosi straordinaria la sua memoria il godimento ed anzi malgrado la loro oppo
che dettando le sue lezioni senza avernele sizione. Se taluno poi di questi banchi fos
scritte , non abbisognava poi di alcun mano se d'impedimento all'esercizio del culto di
scritto per la letterale ripetizione che ne facem vino, il parroco ha piena facoltà di farlo tras
vano i suoi discepoli. Di Bancel sono le opere portare altrove , ed anche di asportarlo dal
seguenti . 1. Un libriccino intorno alla confra- la chiesa . Ric .
ternita della milizia angelica di S Tommaso, BANDA , ordine militare di Spagna , insti
598 BANDELLI-BANDIERA
tuito da Alfonso XI re di Castiglia, verso l'an BANDIERA . Drappo legato ad un ' asla, so
no 1330 sotto il Pontefice Giovanni XXII . pra del quale sono ricamate o dipinte le im
Questo nome le fu dato da un nastro rosso che magini dei santi palronidi una chiesa . L'uso
i cavalieri portavano facendolo passare dall'o- della bandiera è antichissimo, e lasciando dire
mero destro al disotto del braccio sinistro a ' come alcuni autori asseriscano che gli Assirii fu
foggia di ciarpa, lo che gli fece anche prendere rono i primi ad introdurle , diremo che cia
il nome di ordine della ciarpa. I soli nobili scuna delle tribù degli Ebrei aveva la propria
potevano farne parte, esclusi poi i primogeniti bandiera,nella quale vedeansi simboleggiate le
delle grandi famiglie. Il re n'era il gran ma- profezie di Giacobbe ai suoi figli , e quella di
stro. Spettava a questi cavalieri combattere a Giuda aveva un Leone. I Maccabei avevano
difesa della cattolica religione contro gl'infe- pur le bandiere nelle quali si leggevano scrille
deli. La menzogna, i motteggi, la famigliarità le iniziali ebraiche del versetto undecimo del
colla gente volgare, la negligenza nell'assistere capo decimoquinto dell'Esodo, cioè M , C, B, J ,
agli esercizii, erano mancanze che venivano dalle quali derivò lo stesso nome di Muc
severamente in essi punile. Era loro vietato cabei.
anche il giocare ai dadi. Alla morte di un ca Propagata la religione diGesù Cristo, la ban
valiere , gli altri che si trovavano nel luogo del diera , che da prima solo un significato aveva
decesso, dovevano accompagnarlo alla sepollu- profano , cominciò nelle nazioni cristiane ad
ra, ed astenersi da qualunque specie di giuo- avere qualche cosa di sacro. La Chiesa vi stabili
chi pel corso di tre mesi . Abolito questo ordi un rito apposito per impartire e ad esse la be
ne, ſu da Filippo V ristaurato. nedizione , e questo rito è pure antichissimo.
Giu. Veniva eseguito dal Sommo Pontefice, oppure
BANDELLIo BANDELLO,(Vincenzo).Questo dal vescovo, siccome osservasi anche oggidi.
uomo nacque l'anno 1453 nel villaggio di Ca- Secondo l'opinione di gravi autori , la prima
stelnuovo posto nel Tortonese e fu il XXVII bandiera , che sia stata benedetta e spedita dal
generale dell'ordine dei frati Predicatori. Si Papa ai principi si fu quella, che Gregorio III ,
dedicò alla vita monastica nell'ordine di s. Do- eletto nell' anno 731 , mandò al re di Francia .
menico nella città diBologna. Quivi egli venne In essa vi erano figurate le chiavi della con
eletto professor di filosofia, indi rettore degli fessione o sepolcro di s. Pietro ( V. Chiavi). II
studi , poscia cancelliere in teologia e finalmen- Pagi nel suo breviario De gestis Rom. Pontif. ,
te occupò la cattedra del collegio di Bologna. dove tratta di Leone III ,creato nel 795 , affer
S'acquisto egli molta fama nelle dispute che ma che quel Papa aveva benedetta e mandata
sostenne pubblicamente contro gli Ebrei e in anche egli una bandiera a Carlomagno, mache
quella seguita in Roma l'anno 1484 al cospet- prima di lui Stefano II , nell'anno 752 , aveva
to del Pontefice Innocenzo VIII , il quale gli fatto lo stesso verso Pipino . L'anzidetto Pagi,
pose di sua mano in capo il berretto dotlorale. in Critica Baroniana, ed Ottaviano Gentili
Mori dopo aver trascorsa laFrancia, l'Alema- nell'opera le Palriciis, libro terzo, capo se
gna e l'Italia nel giorno 27 osto del 1506 condo , num . 6 , dimostrano che la bandiera si
nel LXX anno di sua età. Fra le sue opere mandava dalla Chiesa Romana ai re di Fran
abbiamo il trattato sulla Concezione della B. cia, perchè erano patrizii romani e di lei av
Vergine. Compose il Bandelli pure una di- vocali e difensori.
chiarazione delle costituzioni del suo ordine, Che le bandiere precedessero la solenne ca
Milano, 1504. Egliè pur autore di una dichia- valcata , con cui i Pontefici prendevano posses ,
razione delle costituzioni delle religiose del so della basilica lateranense, ne abbiamo molli
suo ordine stampata in Lione nel 1551 . esempi presso il Cancellieri nei suoi Possessi;
Hel . e parlando di quello preso nel 1119 da Gela
BANDI . Cosloro che presero il nome da sio II, dice che erano le bandiere della fanteria
cerlo Bando che si stabili loro capo , formaro romana ch ' sono rammentate nell' Epistola
no una setta nel secolo VII , che ad altro non schismaticu Canonicorum S. Petri lib. 2 , Hist.
allese fuorchèa spargere pessime eriprovevoli Roderici, cap. 66. Nicolò Rosselio d'Aragona
dottrine, asserendo che le anime furono lulle dice che Signiferi cum bannis precedevano
create contemporaneamente col mondo e cad- Eugenio III nel 1145. Dal Gallelto rilevasi
dero nel peccalo appena dopo la loro creazione. nel suo Primicerio , pag . 13 e 15 , che dodici
Questa era la falsa doltrina , già condannata militi draconarii , ciascuno dei quali aveva uno
dalla Chiesa, dei Protoctisti, dottrinache poco stendardo ,che chiamavasi banda, precedevano
però si diffuse, e non se ne parla di essa che il Papa allorchè dal patriarcalo recavasi a ce
come di una tradizione . Enc , Un . lebrare pontificalmente in S. Maria Maggiore.
BANDITO 599

La bandiera o stendardo si porta anche inoltre che sia avverlito di punire quelli, che
nelle processioni. Sembra che questo costu avranno ardilo di contravvenire a quest'or
me abbia cominciato nell'anno 1414 , in cui dine. Potrà dunque V. S. far pubblicare nel
per la prima volta si spiegò bandiera coll'im- modo suddetto la detta proibizione nei luo
magine di s . Rocco nella canonizzazione di ghi , dove ne sarà maggior bisogno, e di mano
quel santo . Nelle processioni delle arcicon- in mano per tutto, acciò non se ne possa pre
fraternite e delle chiese si usano le bandiere tendere ignoranza , ed il Signore la consoli.
col rispettivo loro stemma. Mor. Roma 13 agosto 1613. Card. Savelli. »
BANDITO , trae la sua origine da Bando , Fu sempre massima cura della Chiesa sic
cioè dal pubblico editto, e da bandire , ch' è come il proteggere la virtù , e prestare in o
lo stesso che proscrivere ; per cui bandito gni possibil modo assistenza e soccorso agli
quegli addomandasi ch' è proscritto da una infelici , cosi eliminare , per quanto fu in
città , da una provincia , da un regno . Quin suo potere , il vizio , nè mai degli empii e
di sonovi due sorta di banditi : quelli che viziosi tollerare la società ; perciocchè da
solamente sono esiliati da una qualche città ; costoro nulla altro potendosi attendere nel
e quelli che condannati a morte per enormi la società , che la diffusione del male e la
delitti , fuggono lontano a schivare la merita- propagazione della iniquità , sempre studio
ta pena. A questi ultimi propriamente si at- di allontanarli da essa , affinché il guasto
tribuisce il nome di banditi, mentre i primi non ne passasse derivante dai loro errori e
con quello di esiliati si chiamano. E qui ta misfatti. Quindi anche fu provvida cura dei
cendo del diritto che anche le private perso Sommi Pontefici allontanare dal suolo che
ne possono avere sopra costoro in forza de- alla dominazione temporale appartiene colo
gli enormi delitti capitali di cui si aggrava ro sopra i quali pesasse la sentenza di ban
rono, e della sentenza pronunziata dal giudi do in forza dei commessi delitti . E già Giu
ce contro di loro , sempre osservando però lio II nella sua Costituzione 2 che incomin
quelle regole che il dirillo e la legge pre- cia Quia nihil , nella 4 Romani , nella 6
scrive, osserveremo come sia proibito ai re Cum homines, Giulio III nella 25 Cum sicut,
golari , i cui conventi godono del diritto di Sisto V nella 6 Hoc nostri , stabiliscono i
immunità, lo accettare simile sorta di gente , modi con cui da ciascun privato deve essere
sotto pena della privazione degli uffizii, e di trattato il bandito che a lui ricorresse , e
perdere il voto attivo e passivo nelle loro l'obbligo che gli incombe di manifestarlo
Congregazioni. Tale è la risoluzione della sa- alle legittime autorità pel pubblico bene; con
cra Congregazione dei vescovi e dei Regolari tro i violatori dei quali ordini lo stesso
datala 17 aprile 1601 ed emessa per ordine Giulio II nella cit. Cost. Cum homines scaglia
di Clemente VIII , risoluzione che venne poi la scomunica, e li riguarda quali rei di lesa
confermata dalla lettera seguente , che ripor- maestà ; ciocchè Leone X confermò nella 36
tiamo , espressamente trasmessa al nunzio di sua Bolla Omncs , e con lui Clemente VII
Napoli per ordine di Paolo V. nella 10 Cost. In Sancta , nella quale ord
a Benchè nostro Signore , così si legge do- parimenti che i banditi debbano essere presi
po il titolo di direzione , voglia , che sia os- dalla comunità ed incarcerati ; a queste or
servata l'immunità ecclesiastica , e la co dinazioni sono pure conformi quelle di Giu
stituzione di Gregorio XIV di fel. mem . sia lio III , Cost . 23 Cum sicut, di Pio IV , Costit .
eseguita come sta , non gli piace però che le 27 In eminenti, di Gregorio XIII, in Costit .
chiese , nè gli altri luoghi sacri servano di 65 Tunta , nella quale stabilisce che coloro
asilo , nè di ricettacolo a' tristi , onde mi ha che nascondono i banditi od impediscono che
comandato di scrivere a V. S. che faccia sieno presi nello Stato della Chiesa , si deb
proibire ed intimare per parte di sua beati- bono riguardare siccome rei di lesa maestà,
tudine ai superiori dei monasteri dei regola- sono privati di ogni beneficio eccclesiastico ,
ri di tutti gli ordini col mezzo degli Ordi- di ogni onore e dignità , e divengono inabili
narii o come meglio parrà a lei , che per ad esse , nè gli atti loro si debbono riguardare
l'avvenire non diano ricetto a sorte alcuna come legittimi . Alle cilate Costituzioni si
di condannati , banditi , ladri , od altra possono aggiungere quelle di Ionocenzo VIII
gente di mal affare, ned a falliti , o debitori , num . 14 Licet , di Urbano VI num . 3
sotto pena della privazione dell'offizio , e di Quia sicul , e di Clemente V in Clementia
voce attiva e passiva , se si avrà notizia del de poenis, cap. 1 , nelle quali si sta tutto ciò
ricetto, ancor che non sieno trovati questi tali che riguarda questa materia nella parte ec
nei monasteri , e sotto altre pene ancora mag- clesiastica , a completare la quale si potran
giori ad arbitrio della Santità Sua , e vuole no anche osservare le decisioni su questo pro
600 BANDO

posito della Congregazione della immunità dova , enunciare i nomi, cognomi, qualità
29 decembre 1625 , 11 novembre 1679 , 23 e dimora del suo primo marilo : al riguardo
novembre 1697 ecc. , donde si potrà conosce dei figli ch'ella si trova avere enunciar sola
re sotto quali condizioni secondo i canoni sia mente i nomi coi quali comunemente si chia
e debba essere accordato il permesso alle po mano. Cosi ancora dei figli naturali , nello
teslà laicali di estrarre dai sacri lempli quei stato dei quali non si parla del loro padre e
malvagi , che banditi vorrebbero trovar nel madre. 2. I bandi devono esser pubblicati
luogo della santità asilo per rimanere im- nella parrocchia dei promessi : ma quando i
muni dalle pene meritate per le loro enormi promessi dimorassero durante l'anno ora
scelleranze . Gior. in una parrocchia , ed ora in un'altra ,
BANDO . PUBBLICAZIONE DEI BANDI . La voce ed avessero due domicilii in due differenti
bando è un'antica parola tedesca , che signi- parrocchie , si devono pubblicare i bandi
fica la pubblicazione degli edilti dei sovrani. nelle due parrocchie. Che se i promessi so
L'uso della pubblicazione dei bandi , pri- no di due parrocchie, o di due diocesi diffe
ma del matrimonio è antichissimo. Fu sulle renti , bisogna , che ciascuno faccia pubbli
prime introdotto in molte provincie dell'Eu- care i suoi bandi nella sua parrocchia e dio
ropa ; e se ne veggono delle tracce verso il cesi. Per contrarre del resto vero domicilio
fine del XII secolo, particolarmente in Fran- o quasi domicilio in una parrocchia è neces
cia ed in Inghilterra. Questo costume fu sario animus, come dicono, permanendi. 3. Il
trovato si sаvio , che il IV Concilio gene- domicilio dei minori di 25 anni , figlio e
rale Lateranense sotto Innocenzo III lo fece figlia di famiglia , è quello del loro padre
estendere in tutta la Chiesa latina , e in e madre , o quello de' loro tutori o curalo
Francia fu principalmente osservato . Il Con- ri : e s'essi hanno un altro domicilio di
cilio di Trento diede un nuovo vigore a que- sfalto , i loro bandi devono esser pubblicati
sta legge, già posta in disuso in molti luo- nella parrocchia , ov'essi dimorano , ed in
ghi dell ' Occidente : e rinnovandola nella ses- quella del loro padre e madre , tutori e cu
sione XXI , spiegò le principali circostanze ralori. 4. S'essi sono maggiori , ed hanno
di questa pubblicazione. un altro domicilio, bisogna pubblicare i ban
Le ragioni sono: 1. Per impedire i matri- di nella parrocchia del loro padre e madre ,
monii clandestini. 2. Per iscoprire gl'impedi- ed in quella ov'è il loro domicilio. 5. Ri
menti dirimenti del matrimonio , che posso- spetto ai soldati ed altre persone , che non
no essere tra i promessi. 3. Perchè i figli non hanno domicilio fisso , il parroco non può
si maritino senza la scienza e volontà dei maritarli senza l'avviso e l'ordine del vesco
loro genitori . 4. Per dar tempo ad un pro vo . 6. I bandi devono esser pubblicati nella
messo di opporsi alla sua promessa , se ella predica o messa parrocchiale per tre domeni
voglia maritarsi ad altro . I teologi credono , che , o giorni festivi ordinati dalla Chiesa .
che siccome il Concilio di Trento lasciò ai Quando accadano due feste in seguito, si pos
vescovi la libertà di dispensare sulla pubbli- sono pubblicare i bandi in esse , posto che la
cazione dei bandi , cosi questa sia una pro- prima pubblicazione sia stata fatta alcuni
va , di non esser ella necessaria all'essenza del giorni prima , o che l'ultima si faccia al
matrimonio. cuni giorni dopo , cioè , che vi sia qualche
Il parroco dei promessi , o un sacerdote intervallo tra l'una e l'altra delle tre pub
deputato da lui , è quello , che deve pubblica- blicazioni. 7. La pubblicazione dei tre ban
re i bandi. Questa è la disposizione del Con- di deve essere rinnovata , quando sia passa
cilio di Trento nella sessione XXIV , cap. I, to lungo tempo dalla loro pubblicazione , e
e di tutti i rituali . Ed in caso del rifiuto del sopra tale riguardo deve regolarsi secondo i
parroco , niun altro sacerdote , niun laico , rituali che variano su questa interruzione. Il
nè uffizial di giustizia deve ingerirsi a far- Rituale Romano assegna due mesi , e quel
lo . – I parrochi, prima della pubblicazione lo di Parigi sei. 8. Quantunque la pubbli
dei bandi dei minori o figli di famiglia, de- cazione dei bandi non sia di essenza del
vono farsi presentare il consenso dei padri e matrimonio , tuttavia , l'omissione di questa
delle madri , o dei loro tutori , e curatori. pubblicazione è un grandissimo male . I. Per
1. Nel pubblicare i bandi devesi designare i chè si trasgredisce un precetto ecclesiastico.
promessi o sposi per i loro nomi e cognomni, II . Uno si espone a contrarre un matrimo
loro parrocchia, paese , e loro padre e madre , nio invalido e nullo , poichè le leggi dello sta
far menzione, s'essi sono morli o vivi , e dire to dichiarano i figli illegittimi ed incapaci di
che questa è la prima , o seconda, o terza pub- successione , quando i matrimonii sono nul
blicazione. Nel pubblicare i bandi di una ve li per cagione d'un impedimento dirimente .
BANE - BARA 601
Quesla è la disposizione delle leggi. Per verità fu trasferito nell'anno 330. Prima dell'anno
questo diſelto non può somministrare un mez 943 si trova che all'epoca de Normanni vi ri
zo di nullità e di scioglimento del matrimo- siedeva un vescovo di nome Marclois o Mar
nio, ma costituisce i maritati nella mala fede cluith . N.E.
nel caso , che avessero tra loro qualche altro BANI ovvero Bannui. I figli di Bani ritor .
impedimento. narono da Babilonia in numero di 642, ovve
La dispensa dalla pubblicazione dei bandi ro 648. Molti di questi eransi sposati a donne
si accorda solamente dai vescovi . Il concilio straniere. Dai due testi della Scrittura , in cui
di Trento ha lascialo ciò alla loro prudenza , si trovano questi nomi, sembra che vi fossero
cioè con conoscenza di causa, e per causa le- due capi di famiglia dello stesso nome.
gittima. I vicarii capitolari delle chiese cat CAL.
tedrali dispensano i handi, duranle la vacan BANNES era un levita addetto ad imporre
za della sede, poiché son essi investiti della silenzio fra il popolo , secondo che troviamo nel
giurisdizione vescovile, sede vacante, dacchè la Vulgata, quando Esdra leggeva la legge :
sono eletti dal capilolo. In Francia molli aba. ovvero quando spiegava la legge, come dice il
ti comunendatarii, quand'essi hanno la giuris. teslo ebraico. CAL .
dizione vescovile, danno le dispense dei bandi. BANNINU , levita che segnò il rinnova
E cosi parimenti gli abali tanto regolari che mento dell'alleanza dopo il ritorno dalla schia
secolari del regno di Napoli , purché abbiano vitù . CAL .
giurisdizione vescovile. BANZARA. Cilla vescovile d'Africa . Igno
Le ragioni ordinarie delle dispense sono , rasi in qual provincia ella fosse situata , poi
per esempio, quando due persone, che senza chè nulla dicono di essa gli scrillori della
esser veramente maritate , hanno vissuto lon- geografia ecclesiastica. Si conosce questa sede
go tempo come marilo e moglie, e sono passate vescovile antica , perchè di essa viene falla
per tali nel mondo, e che vogliono melier fine menzione nella conferenza di Cartagine.
al loro disordine, ma non vogliono che il ma. OR . CR .
trimonio sia pubblicato; oppure quando si vo BAPARA . È questa, come l'antecedente, una
glia convalidare un matrimonio , ch'era nullo ciltà vescovile, non però ignola come l'altra
per causa d'un impedimento dirimente, allora all'inlutto ; poichè sappiamo che la sua posi
ignoto alle parli; o quando una delle parti è zione è nella Mauritania Cesariense in Africa .
apparecchiata a fare un gran viaggio , e che Da Tolomeo che lasciò di essa qualche tenue
non può differire, o quando i tempi proibiti memoria , è chiamata anche col nome di BA
per i matrimonii sono prossimi , e che il ma BAR. Con .
trimonio preme, poiché la sposa è probabil . BAR ( Luigi de ). Di nobile famiglia, come
mente incinta : finalmente quando c'è molla compi i suoi studii , abbandonò la patria ed
sproporzione tra le parli , e che non si potreb- i parenti nell'età di trent'anni , si recò a
bono pubblicare i loro bandi senza renderli Roma , ed ivi si ascrisse alla milizia eccle
ridicoli . Luz. siastica . Divenuto segretario del cardinale di
BANE, nome di un solitario esseno, sollo la Ferrara , fu suo compagno nelle legazioni che
cui direzione si pose Gioseffo, l'istorico ebreo, funse ai varii sovrani , e come questi venne
e vi stelle per tre anni . Cal . creato Sommo Pontefice col nome di Gregorio
BANEA era un Ebreo che abbandonò sua XIII , ebbe la carica di prodatario dipendente
moglie dopo il ritorno dalla schiavitù, per- dal Cantarelli cardinale di s. Stefano. Morto il
chè la aveva impalmata contro il divieto della Pontefice, Bar tutto si diede agli uffizii che gli
legge. Banea discendeva da Phares. Cal. incombevano come canonico e decano dei suda
BANEAS od anche secondo il testo Banata , diaconi apostolici di S. Pietro , e fu largo di
figlio di Bani . Era costui fra il novero di elemosine verso dei poverelli . Mai cessò dallo
quelli che si separarono dalle loro mogli , con esercitarsi nelle varie opere di pietà , e con
le quali si erano uniti in matrimonio senza dusse vita alla propria condizione conforme
altendere al divieto delle leggi d ' Israele che sino al 1617 che fu l'ultimo di sua carriera
proibivano agli Ebrei di unirsi in matrimo- mortale. Hel .
nio a donne straniere. Di queslo personaggio BARA , re di Sodoma , ehe viveva al tem .
vien fatta menzione nel primo libro di Esdra po di Abramo. Questo principe era tributario
al capo decimo. Cal . di Codorlahomor re di Elan) . Non si sa per
BANGOR , ciltà d'Inghilterra, il cui vesco quale avventura questo re di Elam , tanto lon
valo riliensi che sia quello di Vict , luogo ove tano dalla Palestina, abbia soggiogato i re del
Encicl. Eccles. l'ol, 1. Fasc. X. 76
602 BARA - BARACHIA
la Pentapoli . Ma alla fine hara e quallro al- andró ; se vi reslale, non parlird. » Debora
Iri re delle cillà vicine, sostenuli dai confi . soggiunse : « Verro, ma la villoria per questa
nanti , scossero il giogo degli Elamili. Codorla- volla non vi sarà attribuita : Sisara cadrà per
homor essendosi strello in alleanza con tre al mano di una donna . » Ella voleva parlare di
tri re, ando ad allaccare Sodoma, Gomorra, A. Jaele, che uccise Sisara ; ovvero di sè stessa
dama , Sevoim e Segor, le prese , le saccheggio e che ebbe la parte principale nell'evento di
Irasse il bollino sino ad Hoba poco lunge dal . quella spedizione. Debora parli adunque tan
le sorgenti del Giordano. Abrano gli insegui, li losto, e marciò con Barac verso Cades, capi.
raggiunse , li sconfisse, riprese il boltino, e ri. tale di Neftali ; e raccolti diecimila uomini,
tornò a Bara ed agli altri re della Pentapoli s'a vanzarono al Tabor.
ciò che loro era stalo tolto. Questa è la pri Sisara ne fu avvertito e fece marciare la sua
ma guerra di cui si faccia espressamente men armata con 900 carri da guerra , e si accampo
zione nella Scrillura, ed avvenne l'anno del lungo il torrente Gison. Allora Debora disse
mondo 2092 , a vanli G. G. 2908. Cal. a Barac : « Ecco il giorno in cui il Signore darà
· BARA , moglie di Sabarain), che fu da lui Sisara nelle vostre mani . » Nello stesso tempo
ripudiala. Cal . Barac discese dal monte Tabor, ed il Signore
BARA. Nella prima Augustamnica, patriar: avendo posto lo spavento ed il terrore nell'ar
calo di Alessandria , trovasi questa cillà ve mala di Sisara , Barac la mise in fuga , e ripor
scovile, siluala a poca distanza da Damiala, lo una compiula vittoria . Sisara , percosso dal
sulla sponda occidentale del canale per cui il terrore , smontò dal suo carro per fuggire con
Nilo si gilla nel inare di Damiala . Verso il più velocità ; ed entrando nella lenda di He
nono secolo era residenza di un vescovo mel . ber Cineo, fu posto a morte da Jaele moglie
chita, come si osserva negli alli del sinodo di Heber. Barac arrivò poco tempo dopo nella
di Fozio , che fu tenuto sotto il pontificalo di lenda di Jaele, la quale gli mostrò il corpo
Giovanni VIII . Apparisce che in appresso sia di Sisara morto che ancor giaceva per terra.
stala erella in metropoli , ma non si baino Cosi Israele fu liberato dalla schiavitù di Ja
documenli tali da polersi veramente affermare bin re di Asor. Allora Barac e Debora com
la cosa . Dei vescovi di Bara non giunse a noi posero un canticg , in rendimento di grazie al
la memoria che di uno soltanto ; e questi è Signore ; ed il paese ebbe pace per quarant'an
certo Teofilo , il quale approvò l'ordinazione ni , cioè dall'anno del mondo 2719 al 2759,
di Fozio, escagliò l'anatema contro quelli che av. G. C. 1241 .
erano di opinione contraria. Alcuni hanno creduto che Barac fosse figlio
Commanville riporla un vescovalo col no di Debora, altri lo ritennero per suo padre,
me di Bara , instituilo nel quinto secolo , e lo altri per suo marito ; e che Barac e Lapidoth
dice suffraganeo di Cizico. Con . non fossero che la stessa persona. Ma s, Giro
BARABBA , ladro insigne, sedizioso ed omi. Tamo sostiene il contrario . Secondo il testo pa
cida, che gli Ebrei iniquamente preferirono a re esser certo che Lapidoth fosse il marito di
Gesù Cristo, allora quando Pilalo per lo avvi . Debora , e che Barac menomamente le ap
cinarsi della festa di Pasqua loro dimando qual parlenesse .
dei due volessero in liberlà , Gesù ovvero Ba Al capo decimonono di Giosuè parlasi di
rabba . Origene dice che in molli esemplari si una cillà che aveva questo nome, ed appar
lezge che Barabba addimandavasi anche Gesù . leneva alla tribù di Dan. Gio.
Il lesto armeno legge : Qual volete che io la BARACHA, beniamila e parente di Saule.
sci in libertà ? Gesù Barabba , ovvero Gesù che con molli altri abbracciò il partito di
che dicesi Cristo ? Cal. Da vide. CAL .
BARAC , figlio di Abinoem , essendo stalo BARACHEL padre di Eliu , Busita . Cal .
scelto da Dio per liberare gli Ebrei dalla schia BARACHIA . Con questo nome addimanda
vitù di Jabin , re dei Cananei, ricusò di obbe- vasi : 1. Un figlio di Zorobabele , di cui fa
dire agli ordini del Signore manifestaligli dal menzione il primo lib . dei Paralip. , al capo
la profetessa Debora . a Andale, disse la pro. 5 , vers . 20 .
felessa , conducele l'armata sulla montagna di 2. Il padre di Asaph , levita , ricordalo nel
Tabor. Prendele con voi diecimila combat. libro suddetto al сар.. 6.
lenti delle tribù di Zabulon e di Neftali , ed io 3. Il figlio di Asa, levita , di cui il medesi
vi condurrósul lorrente Cison . Sisara , generale mo libro fa parola , al capo undecimo.
dell'armala di Jabin , sarà dato nelle vostre 4. Un figlio di Mesezabel , e padre di Me
mani. » Barac le rispose : « Se verrele con me, sollam , che fu uno di quelli, che ritornali
BARACHI --BARAD 603
dalla schiavilù di Babilonia , contribuirono a re condannali all'estremo supplizio , parlissi
ricostruire Gerusalemme, come abbiamo nella da Belh -Asa sua patria, e recossi, spinto da
narrazione di Esdra . vera carilà cristiana , ad. Hubaliam in unione
3. Il padre di un Zaccaria che viveva al di suo fratello di nome Giona, onde impiegare
tempo del profeta Isaia . tullo sè stesso nel conſorlare gl ' infelici op
6. Finalmente il padre di quel Zaccaria di pressi , ed animarli alla perseveranza nella
cui parla s . Malteo al ca po 23, vers . 33. Intor- santa dottrina , mostrando che col martirio of .
no alla persona di Zaccaria figlio di Barachia lenevano il premio sempiterno della confes
sono molto divisi di opinione gli spositori . Al- sione della lor fede. Tal cosa non tardò a ve
cuni, come Girolamo, Beda e Maldonato credono nire a cognizione del giudice , che gli impi
che Zaccaria ucciso d'ordine di Joas tra il lem non niancano a scrutinare le azioni dei buoni
pio e l'altare fosse figlio di Gioiada . Prelendo e procurarne lo scempio, perloché tantosto fu .
nocheGioiada a vesse due nomi , cioè Barachia rono i due fratelli chiamali al tribunale . Non
e Gioiada: e nel Vangelo dei Nazarei , citalo da opposero resistenza all'invilo, ma pronti ob
s. Girolamo, si legge Zaccaria figlio di Gioia- bedirono ; e come volevasi che essi prestassero
da , e non figlio di Baracbia . ossequio alle false divinità, franca mente pro
Altri , come Strab ., Sanct . , Natale Alessandro, testarono che giammai presterebbero alle crea
credono che questo Barachia sia slalo padre ture quell'onore, che al solo re immortale del
di Zaccaria, l'ultimo dei dodici profeti minori. cielo e della terra è dovulo. Sdegnati i grandi
Ma non vi ha alcuna prova che questo Bara- per tale risposta , ordinarono che Barachisio
chia sia morlo di morte violenia , o che sia fosse rinchiuso in tetra prigione, ed intaolo
stato ucciso nel tempio fra l'allare degli olo- fecero soffrire atrocissime pene al fratello di
causti ed il vestibolo del tempio. lui , il quale poco dopo termino la vita in di .
Molti antichi,come Origene, il Crisostomo, fesa della verità. Non andarono molte ore che
Teofilo, Eutimio. Basilio, Gener. Tertulliano, fattosi condurre ionanzi Barachisio, gli impo .
Scorpiac. Epifanio ed altri, han creduto che il sero di sacrificare. Arse l'eroe di sdegno a quel
Zaccaria di cui qui si parla , fosse il padre di s . la proposta, ed animato dalla grazia parló
Giovanni Battista, e figlio di Barachia ; ed in con tanto ardore e chiarezza delle cose eterne
fatto in alcuni libri apocrifi si leggeva che alla loro presenza , che rimasero tutti maravi.
Zaccaria era stato ucciso nel tempio perchè gliali del suo profondo sapere. Tanta virtù
aveva sottrallo suo figlio al furore di Erode , però non valse a convertirli , e vedendo di non
quando faceva morire i pargoletti in Bellem- poter affrontare coi loro ragionamentichi più di
me. Ma questo racconto manca di certezza . essi sapeva, ed uno dal quale, benchè minore
Avvi un Zaccaria, figlio di Barachia, cui si di essi , venivano nella esposizione delle su
rivolse il profeta Isaia per essere testimonio blimi verilà confusi , per isfogare il loro fu
della profezia che scriveva intorno al Messia , rore , ordinarono al carnefice di porgli sulle
ma s'ignora la vila e la morte di questo ba: braccia lamine di ferro arroventale, e poscia
rachia, e di Zaccaria suo figlio . di versare sulle narici e sugli occhi di lui del
Finalmente gl ' interpretirecenti,come Gro- piombo fuso. Sorrideva il santo a queste cru
zio, Hammond, Lodovico de Dieu , conghieltu- delissime prove, e l'allegrezza compariva sulla
rano, questo Barachia non sia altro che Baruc sua fronte in mezzo a cosi aspri tormenti , ai
padre diZaccaria , di cui parla Gioseffo nei suoi quali ben tosto l'altro aggiunsero di geltargli
libri Della guerra giudaica. Zaccaria fu ucciso in bocca della pece bollente e del zolfo, per cui
nel mezzo del tempio da alcuni zelanti, poco terinino di vivere. La morte gloriosa di questi
prima della presa di Gerusalemme falta dai fratelli avvenne il 24 dicembre dell'anno 327 ,
Romani . Gic. ed il inartirologio romano ne fa menzione nel
BARACHIA ed Elcana mentovati nel primo giorno 29 di marzo, ignorandosi la cagione di
libro dei Paralipomeni al capo decimoquinto, questa trasposizione di dala. Bai .
erano due leviti , che facevano le veci di porli BARAD , città della tribù di Giuda , situata
nai, al tempo della traslazione dell'arca . nelle vicinanze di Cades. Il testo Caldeo la
Cal. chiama Agara; il Siriaco Gedur , l'Arabo Ju
BARACHISIO (S. ). Questi viveva nel secolo der . Forse è la stessa che Arad od Aradu ri .
quarto, in cui Sapore re di Persia mosse fiera cordata nel libro dei Numeri, al capo 34 , si .
persecuzione ai seguaci della croce del Nazare- luata nella parle meridionale di Giuda. Ba
no.Comeudi Barachisio che molli , perchè con- rad , secondo Barbie du Bocage, era una parlu
ſessavano la verità del Vangelo, dovevano esse del deserto, situada al sud della tribù di Giu .
604 BARADAT - BARALO
da, ed al nord di Cades - Barne. Tra questi due viltime da sacrificare all'empio suo sdegno ,
luoghi eravi il pozzo di Agar. Secondo Huré , per cui con ogni diligenza ed attenzione cerca
era una città vicina al pozzo di Agar summen . vano quanti cristiani potessero essere loro ad.
zionato. GIOR . ditati , chè cotal mezzo trovavano opportunis .
BARADAT O VARADAT (S.), solitario che vi. simo per rendersi accetti al loro padrone. Co
veva nel quinto secolo. Nulla di più aspro del me seppero di Barad besciabas , posero tantosto
suo tenore di vita. Chiusosi da prima in an- le mani sopra di lui , e quante empielå pole
gusta cella , trovò in breve quel luogo troppo vano essere lor suggerite dalla barbarie non
delicato, per cui sopra la cima di una rupe si solo, ma anche dallo spirito infernale che li
costrui una specie di gabbia così bassa , che non animava, tante eseguirono sopra il santo dia
vi poteva che stare curvato , ed in quella si cono . Sebbene inauditi fossero ed innumerevo
rannicchio esposto a tutte le mutazioni del . li i tormenti ai quali fu soltoposto, tutti ei li
l'aere, per cui si può dire che vivesse in un sostenne con ammirabile coraggio, e di buon
perpetuo martirio. Massima era la sua umil- grado si soltomise al taglio della testa piutto
tà , che pero Teodoro patriarca di Antiochia stoché mancare ai doveri che gli imponera la
volle mettere a prova, ordinandogli di mutare religione. L'empio apostala che doveva esegui
quell'austero tenor di vita che aveva abbrac re la sentenza , non fu capace di spiccarne il
cialo. Il santo non tardò ad obbedire , dimo- capo, quantunque per selle volte lo avesse col
strando come lo spirito divino era stato a lui pito : e perciò trapassatogli il cuore colla spa
guida e sprone nel dedicarsi, come aveva fallo, da, lo uccise. Il martirio di questo diacono il
alla solitudine ed alla penitenza. Ma se per lustre per santilà avvenne il 20 luglio del
obbedienza mutò soggiorno , non rallento per l'anno 334. Bai.
questo i rigori di sua penitenza , che anche BARADEO, eretico celebre che nel secolo
in più comoda stanza seppe trovare il mezzo sesto riempi di suo nome lullo l ' Oriente.
con cui tormentare sè stesso, e vivere vita di Costui si fe' capo degli Eulichiani, che, seb
austerità e di sommo rigor penitente. bene divisi in più rami , riunì sotto un solo
Quanlunque massima fosse la sua modestia , sessillo, quello cioè della sella dei Giacobili ,
e l'artifizio adoperalo per vivere sconosciuto , così chiamatidal nome di lui che era Jacobus.
pure non potè ottenere che ignolo rimanesse Nell'anno 541 fu vescovo, secondo il rito di
il suo nome , poichè invece la fama della sa. quesla sella , di Edessa , e da quel punto si
pienza di lui si diffuse ben presto, e cotanto valse della propria autorità per operare una
da giungere sino alla corte dell'imperatore riunione generale dei Monofisili od Eutichia
Leone, il quale era da poco successo all'impe- ni . Si mise adunque a percorrere la Siria ,
ratore Marciano. Questo principe scrisse a Ba- l'Armenia e la Persia , ovunque diffondendo
radat per consultarlo intorno ad affari gra sue dottrine , e conferendo gli ordini, per co
vissimi della Chiesa, alla condanna degli Eu- tal modo che, secondo la narrazione, 80000
richiani , all'accellazione del concilio di Cal. furono i diaconi e preti da lui 'ordinati . Ciò
cedonia , e ad altre simili cose spettanti la Chie. mise in allarme il re di Persia , che cercò di
sa . Baradat rispose all'imperatore con una averlo nelle mani , ma egli fuggi alle ricerche
Jeltera, nella quale in uno alla umanità e som traveslendosi da dervis. Toltosi a questo luo
messione si scorge quella libertà , che è propria go se ne andò coraggioso nell’Abissinia e nel
di uno scrittore apostolico, quando trattasi di l’Etiopia, dove estese le sue ordinazioni al
difendere i dirilti della Chiesa e le leggi della numero di 100000 fra diaconi e preti. All'a
religione. Egli loda lo zelo dell'imperanle cui bilo povero e neglelto che in arabo chiamasi
psorla a dimorar fermo nella difesa della ve. bardah, e significa bardatura di lana , egli deve
rilà e della giustizia , e si dichiara aperlo so il nome di Baradeo. Le peregrinazioni e pre
stenitore dei decreti pronunciati dal concilio dicazioni di costui durarono per trenlaselle
di Calcedonia. Dopo ciò progredi la sua vila di anni , e mori nell'anno 578, lasciando tracce
penitenziale rigore , nella quale avanzandosi della sua azione polente e profonda negli sci
giorno in giorno nella perfezione, finiil morta. Smatici di Oriente . Dai Giacobili celebravase
Je suo corso. Bai. ne la festa ai 28 di novembre. B. U.
BARADBESCIABAS (S.). Quando in fieriva BARATA , figlio di Semei , come dal primo
la persecuzione, suscitata da Sapore Il contro libro dei Paralipomeni, al capo ollavo, verset.
la Chiesa, viveva in Arbella un santo diacono lo vigesimoprimo. Car.
di nome Barad besciabas. I ministri di questo BAKALO O BAROLAS. Secondo i martirolo .
barbarn re lullo mellevano in opra onde ayer gi attribuiti a s. Girolamo, egli scrittori lali ..
BARALOTTI - BARBA 605
ni, s . Romano , diacono di Cesarea in Pale sione dell'llinerario del rabbino Beniamino
sliua e martire d'Antiochia , propose ad A. col litolo : Viaggi del Rabbino Beniamino ecc.
sclepiade preſello del pretorio d'Oriente, di Indi si dedicò allo studio della storia ecclesia
rapportarsi intorno alla verità della cristiana slica, dei padri e dei leologi , e rispose alli
fede alla decisione di un bambolo pur allora bro di Samuele Crebbio impugnando la spie
spoppato che aveva per nome Barulas. Ascle gazione data da questo teologo sollo il nome
piade, spinto dalla curiosità , accelto la propo. di Arlemonius al principio del Vangelo di s .
sla , e Barulas rispose a s. Romano, sostenendo Giovanni . Nè ciò è il lullo, poichè scrisse an
Ja divinilà di Gesù Cristo, del che il giudice cora una dissertazione a diinostrare che Teo
sdegnalo fece in umanamente perire il pargo- dorelo non è l'autore dei dialoghi e del li.
lello . Ma comunque questo fatto in alcune bro della vita religiosa ; indi una leltera intor
storie s'incontri, tuttavia non si può ammet. no a due opere attribuite a s. Alanasio, nella
Terlo siccome autentico. Di esso infalli nulla quale s'ingegna di provare che i libri contro
dice Eusebio di Cesarea contemporaneo di s. i gentili non sono lavoro di questo padre, ma
Romano, nulla il Crisostomo, che predicava di Egesipo, e che l'altro sulla incarnazione
nella stessa cillà, ed i Greci, quantunque ono- gel Verbo è solo una continuazione dei pre
rino la memoria di Baralo o Barulas, taccio- cedenti. Di lui si ba pure un gran trallalo
Ho sopra questo proposito. Bai. delle eresie, e non poche osservazioni intor
BARALOTTI. Nome dato ad una razza di no a soggetti di critica ecclesiastica, non che
eretici i quali erano comparsi in Bologna, af- un'opera intitolata : Disquisilio historico - chro.
fermando che ogni cosa era comune, donde av- nologica de successione antiquissima episcopo
veniva che fra essi era comune persino la mo rum romanorum cum qualuor dissertationi
glie e la prole . La somma facililà con cui bus ecc. Baralier stava lavorando la sua grande
cosloro si abbandonavano ad ogni sorta di ec opera sopra gli Egiziani , quando fu prevenulo
cessi , loro fece prendere anche il nome di Ob . dalla noorle , in Halla, nel 1740. Era oriondo
bedienti. S. Gir . Francese e calvinisla ; e da ció si vede con
BARASA . Era questa una cillà della Pale- quanta cautela, da chi ne abbia il permesso , si
sliva nella tribù di Gad , la quale fu oppugna- debbano leggere le opere di lui .
la e posla in fiamme da Giuda Macca beo , ar Resterebbe a dire delle opere di matematica ,
venimento successo l'anno del mondo 3841 , di astronomia e filosofia di questo celebre uo
a vanli Gesù Cristo 194 , come abbiamo dal mo, ma ciò essendo estraneo al nostro divisa
primo libro dei Maccabei, al capo quinto. menlo, rimandiamo gli amanti di maggiori no
Com tizie al Dizionario storico che parla di esso
BARASIO , sede vescovile della Servia , sos e dei suoi scrilli . D. S.
gelta alla metropoli di Pela. Com . BARBA . Gli Ebrei portavano tulli la bar
BARATIER ( Giovanni Filippo) nato il ba sul menlo, non però sul labbro superiore.
giorno 19 gennaio 1721 , in Schwabach , fu un Mosè loro proibi di tagliare l'estremità della
prodigio di erudizione fino dai suoi più leneri barba , cioè di portarla alla maniera degli Egi .
anni . Prima del suo quinquennio era versato ziani, che non si lasciavano che in fiocco di
nelle lingue greca, latina , ledesca e francese, barba all'estremità del mento . Nelle circo
ed all'elà di ollo anni traduceva non solo il slanze di dolore gli Ebrei si radevano intie
testo ebraico nell'idioma francese e latino, ma ramente i capelli e la barba ; ciò pero era
anche restituiva la versione latina e francese proibito ai sacerdoti, come si ha dal Levilico
alla lezione ebraica all'improvviso e presso al ca po 21 .
che parola per parola. A questa elà sapeva a Il re degli Ammonili volendo fare insulto
memoria tutti i salmi in lingua ebraica , ed agli ambasciatori di Davide , loro taglio la
erasi formato una raccolta dei passi ebraici melà della barba, e la metà abili , cioè
dali da Opizio, nella sua Biblia parva. Fra il loro taglio la barba da una parte del viso ; e
decimo e l'undecimo anno compose un dizio. Davide non permise che comparissero alla
nario ebraico dei vocaboli più rari e più dif- corte, ove prima la barba loro non fosse intie
ficili, apponendovi le sue osservazioni critiche ramente cresciuta.
filologiche. Nel 1731 offri una esalla notizia Allora quando un lebbroso era guarito dalla
della gran Bibbia ebraica, caldea e rabbinica Jebbra, si lavava nel bugno, e radeva tulli i
in una lettera che trovasi inserila nel volume peli del suo corpo, poi rientrava nel campo e
vigesimo sesto della Biblioteca germanica , e nella cillà e selle giorni dopo bagnavasi di
verso la fine dell'undecimo intraprese la ver nuovo coi suoi veslili, radeyasi lullo il pelo,
606 BARBA
ed offriva i sacrifizii ordinali per la sua pu- di raderla sino da'suoi primi tempi . Non cosi
rificazione. però nella greca. Tuttavia l'uso de'Lalini , nei
I leviti nel giorno della loro consacrazione primi secoli, non fu sempre costante. Se vi si
si purificavano nel bagno, si lavavano il cor- lasciava trapelare una qualche effeminatezza
po e le vesti , si radevano tutti i peli , ed offri- nei raderla, tosto provvidamente venia ingiunto
vano così i sacrifizii della loro consacrazione. di portarla ; e se nella maestosa barba spirava
Quanlunque gli Ebrei avessero gran cura l'ambizioneed il faslo,subitamente un concilio,
della loro barba , tuttavia non trovasi che ab un canone, un decreto pontificio ne togliera
biano avuto alcun rispetto per essa . Gli Arali l'occasione. Come poi l'uso di radersi ſu sta
al contrario hanno tanto rispetto per la barba , bilito specialmente presso i Romani , i fedeli ed
che la considerano come un ornamento sacro in ispezial modo gli ecclesiastici vi si unifor
che Dio loro diede per distinguerli dalle don- marono , e con essi lullo l ' Occidente. Infatti
ne . Non la radono mai e la lasciano crescere nel 630, s. Amando vescovo di Maestricbl, nei
fino dalla loro prima gioventù . Non avvi mag . Paesi Bassi, iniziò nel chericalo s. Bavone, e
gior infamia per un uomo che quella di rader- scrive di lui il Surio che depose la barba a
gli la barba; essi ne formano un punto esu piedi dell'allare. E Sidonio Apollinare, lib.lv ,
senziale della loro religione , perché Maometto ep. 13, riferisce che a'suoi tempi i preli dello :
non l'aveva mai rasa . J Persiani che se la ta. Gallie avevano la barba rasa o losata. Questa
gliano sono ripulati da essi siccome eretici. Il disciplina nel secolo IX s'era falla si generale,
rasoio non passa giammai sul volto del gran che Fozio , dell'858 , e dopo di lui Michele Ce
sultano e quelli che sono al suo servigio l'han. rulario acremente rimproveravanola Chiesa la
no rasa in segno di servitù , nė la lasciano mai tina come faulrice d'una disciplina opposta alle
crescere se non allora che dal sullano sono po- apostoliche istituzioni . Quanto però andassero
sti in quello stato di libertà , che per essi tiene lungi dal rello , lo dimostra Cristiano Lupo,
Juogo di ricompensa , e che è sempre accom Dissert. de VIII synod. gen . , cap . V. Anzi do
pagnalo da qualche impiego. po il secolo X consta da niolli concilii , lellere
I giovani che non sono ancora ammogliati e decreti pontificii, che furono prese delle dis
possono tagliarsi la barba , ma quando hanno posizioni e provvedimenti perchè la discipli
preso moglie ed hanno un figlio non la tocca na fosse interamente stesa a tullo l ' Occidente .
110 più , per indicare che sono divenuti saggi , Il Concilio di Berry in Francia , can. VII, pre
ed hanno rinunziato alla vanità della giovi. scrive che tutti gli ecclesiastici si taglino la
nezza, e che a nulla altro pensano fuorchè al- barba . Cosi si ordino nel concilio Cosacense,
l'onore ed alla loro salute. tenuto in Ispagna l'anno 1050, e in quello di
Le donne baciano la barba ai loro mariti , ed Tolosa del 1149. canone X. Di più , s. Gre
i figli ai loro padri quando vogliono salutarli ; gorio VII, nel 1073, epist. 10 , scrisse al vesco
gli uomini se la baciano a vicenda in ambo le vo di Cagliari nella Sardegna svegliandogli la
parli , quando si salutano nelle strade, od arric memoria come il rito di radersi la barba si era
vano da qualche viaggio. Dicono che la barba stabilito nella chiesa occidentale fino da' pri
è il perfezionamento del vollo umano , e che mi tempi, e quindi lo ripristinasse in dulla la
sarebbe meno sfiguralo, se invece di avere la sua diocesi, che per essersi assoggellala a'Greci,
barba recisa si avesse il naso tagliato. aveva preso il loro costume della barba lun
Una delle principali cerimonie nelle visite ga ; ed Alessandro III , nel 1159, nel cap. VII
complimentose è quella di gillar dell'acqua De vila el honest. clericor. Irasmelle alcune
sulla barba , e di profumarla con aloè, che al sue lellere all'arcivescovo di Captorberi, colle
taccandosi a questa umidità, le dà un piace quali lo ammonisce pure a seguire la costu
vole odore, lo che è conforme al dello del Sal manza della Chiesa romana. Più tardi il sino
mo 152 : Sicut unguentum in capile, quod de- do bizantino, dell'anno 1341 , prescrive asso
scendit in barbam , barbam Aaron. lutamente che i chierici si radano la barba ;
Prima di proseguire sopra questa materia quello di Meldi, nel 1495, vuole che spesso sé
fa d'uopo distinguere alıra essere la rasura la radano : Non nutrianlprolixam barbam , sed
della barba , allra la losalura. Se la prima si- saepe rusi. 11 Concilio generale Lateranense ,
guifica il radere qualunque pelo sino alla pelo compito da Leone X nel 1514 , sess. X, proibi
le, la seconda è quel taglio di essa inteso ad sce di nudrire la barba ; il sinodo di Siponto
uniformare ed acconciare i peli , anzichè ade nel 1578 lo viela in egual modo, ed anzi im
guarli alla pelle. pone la tassa di sei scudi a que'chierici , che
Nella chiesa latina fu introdolla la pratica non la radessero almeno ogni olto gioroi . Il
BARBALISSA-BARBARA (Santa ) 607
tridenlino, del 1564 , parla chiaro anch'esso pa, radere si fece la barba per non dispiacere
sull'argomento. Il sinodo di Civita Castellana alla moltitudine che ne mormorava .
e quello di Amelia , ambedue del 1595, pro Nei teinpi, che si usa va dai cherici la barba
scrivono anche la piccola barba , che da molti soltanto londuta , prima che i giovani venisse
ecclesiastici si faceva crescere pel solo momen ro ammessi agli ordini minori , s'accostumava
1o . Ad ognuno finalmente è noto come si ado- di benedirla solennemente e poi londerla . Il
perasse s. Carlo Borromeo e coi frequenti si . ontificale Romano, p . 111 , De fondenda bar
Bodi, e colle insinuazioni vocali, e con la cele- ba, ne somministra il rito . Anche ai novizii,
bre lettera pastorale dei 30 dicembre 1976, af- che dimandavano l'abito religioso veniva be.
on di ristabilire nella sua diocesi , oltre alcu nedelta , e lo si ha dalle Consuetudini del mos
ne alire discipline, quella ancora di radersi la nastero di S. Benigno, dal rituale amanense e
barba , cosa che appariva da antichissime pito da altri documenti. In qualche luogo vi fu l'u
ture essere stata per lo innanzi usala anche in so di benedire anche la barba al nuovo vesco
quella chiesa. In quel lorno l'esempio di s. vo prima di londerla. Tal cerimonia , al dire
Carlo venne imitalo da altri zelantissimi ve di Adimaro amanense , Apud Beslium , pag .
scovi , e tra gli altri da quello di Tours, che 328, fu praticata con Giordano vescovo di Li.
nel 1583 ra colse up sinodo in cui eslese an moges. Sopra ciò si può osservare il Catalani nei
che a' monaci il precetto di radersi la barba : suoi Commentarii sul Pontificale, al titolo ad
monachi omnes ... habeant barbam ra. lond . barb.
sam . Aggiungeremo per ultimo che ora nella Chie
Sebbene l'uso di radere o tosare la barba sa lalina portano la barba soltanto alcuni or
nei Sommi Pontefici non siasi conservato il dini religiosi.
medesimo, nulladimeno troviamo che dai pri . Il Buonarroti nella sua Dissertazione sopra i
mi secoli molli Papi avevano il mento raso. Le velri cemileriali, pag . 50 , 59, osserva che gli
molte medaglie, ch' esistono, provano eviden- antichi cristiani praticavano di figurare in età
lemente la cosa. Una raccolta di antiche tran- giovanile le immagini dei Santi e del Reden
sazioni dei Pontefici rappresenta s . Aniceto , tore, affine di significare che essi sono soggetti
del 167 , senza barba, così pure s. Sotero, del alla variazione dell'età; ma che sempre godo
175 , s. Calisto I del 221 , s. Stefano I del 257 , no di una florida giovinezza . Per uno stesso
e di poi quasi tutti i Papi sino al tempo di molivo di significare l'immortalilà si rase ai
Giulio II , elello nel 1503. Questi , siccome no • morti la barba e si tosarono loro i capelli, co
ta lo Spondano , si lasciò crescere la barba solo me si legge nell'anonimo Turonense nel suo
negli ultimi anni del suo pontificato ; non è M. Speculo Eccles. ed in s. Dionisio Alessan
certo poi se qua! segno di mestizia per la pre. drino presso Eusebio, i quali affermano farsi
sa di Bologna falta dai Francesi nel 1511, op- questo per contrassegnare la ſede dei defunti
pure per accrescere la venerazione alla di lui cristiani , come quelli che credono dover rin
avanzata elà . Leone X, indi Adriano VI, suoi giovanire nella comune risurrezione.
inmediati successori , non lo imitarono; il pri Quelli che amassero maggiori nozioni in
mo per esser ancor giovane , ed il secondo per proposito, possono leggere Giuseppe Valeriano
seguire il costume della belgica sva nazione. Cardinal Vannelli , Barbalogia, ovvero ragio
Bene imitollo Clemente VII , per esprimere il namento intorno alla barba ; Muralori , Disser
Tullo ed il dolore, donde era preso per l'orri . lazione XX111; Pielro Valeriano, Apologia pro
bile sacco, che i Luterani dell'esercito impe- sacerdotum barba ; Buono Speranti , De barba
riale diedero a Roma nel 1527 . defensa ; A. Gaspare Kirchmann , De gloria
L'esempio adunque del menzionato Cle- et majestate barbae. D. V. GIORDANI .
menle VII venne seguito dagli altri susseguen . BARBALISSA. Fino dal secolo duodecimo
ti Pontefici sino a Clemente XI elelto nel1700, troviamo che questa cillà fu sede vescovile,
dopo il quale comparvero sempre colla barba appartenente al patriarcato d ' Antiochia nella
perfettamente rasa . provincia dell'Eufrale, dipendente però dal .
Il Cardinale Bessarione per la morte di Nin la metropoli di Gerapoli . Com .
colò V nel 1455 sarebbe stato elelto Papa, se BARBARA ( SANTA ) , vergine e martire .
la barba , che delicatamente nutriva in un tem- Nulla sappiamo di cerlo di questa santa , ono:
po in cui i Cardinali erano tutti rasi , non lo rala altre volte con particolar culto dai Lali
avesse dimostrato troppo Greco. Amadeo VIII , ni , Greci, Siriaci e Moscovili. Il Baronio pen
appena col nome di Felice V fu elello Antipa. sa che si debba seguir l'opinione di quelli
608 BARBARI--BARBARIGO
che la fanno discepola di Origene , e fissano il Luigi Contarini al congresso di Munster in
suo martirio in Nicomedia nell'anno 236 , sot. Vestfalia. Ritornato a Venezia risolve di ri
to il regno di Massimino I. Giuseppe Assema- nunciar al secolo, ed era infraddue se preferir
ni preferisce gli alli che si rinvengono in Me- dovesse l'ordine dei Carmelitani scalzi, quello
frafraste e Montibrizio. Ivi si legge che s . Bar. de'Camaldolesi, o quello dei Somaschi. In que
bara fu martirizzata in Eliopoli , sotto il re sta incertezza consullo Giambattista Fabbri ,
gno di Galerio, circa l'anno 306. Aliri credono pio uomo, il quale gli disse : Voi abbraccierete
che suo padre, non avendo potuto farle ab- la condizione ecclesiastica, andrete a Roma, e
bandonare la fede di G.C., le troncasse eglisarele eletto vescovo. Ecco quello che il Si
stesso la testa, e che poi fosse colpito da una gnore ha disposto di voi. Barbarigo consulto
folgore, laonde la santa era invocata nei tempi un altro religioso, da cui ebbe la medesima ri
burrascosi. Un tempo vicino ad Edessa esiste- sposta. Finalmente indirizzossi a Roma per
va un monastero che portava il nome di que. sentir intorno a ciò l'opinione del cardinale
sla santa . Bar . Fabio Chigi. Barbarigo ebbe dal cardinale la
BARBARI. Questa voce non trovasi che una medesima risposta del Fabbri e del religioso.
sola volta nella traduzione lalina del testo e. Il giovinello si recò a Padova dove siudió con
breo della sacra Scrillura , cioè nel Salmo 113, felice esilo la teologia e la storia sacra sotto la
in cui si legge : In erilu Israel de Aegypto, do- direzione del p . Girolamo Ercolani, dollo e
mus Jacob de populo barbaro. Secondo le pio feologo dell'ordine dei Frati Predicatori:
breo si legge Loez che significa straniero , che Ritornato a Venezia, Gregorio riceve la lonsu .
non sa nè la lingua santa, nè la legge del Si- ra e l'abito clericale dal Patriarca, nel giorno
gnore. Secondo le idee dei Greci , barbari si 5 aprile 1655. Chiamato a Roma, lo nominò
addimandavano quelli che non erano Greci , o canonico di Padova . Non era gran tempo che
che non erano ingentiliti Jalle leggi greche. Barbarigo era giunto in Roma quando si ma
Cosi i Persiani , gli Egiziani, gli Ebrei, gli Ara. nifesto il contagio di quella città . Il Sovrano
bi, i Galli, gli Alemanni , gli stessi Latini era- Pontefice commise a Gregorio la cura degli
no barbari, secondo il loro senso. Sa Paolo, appestati transleverini, pericolosa incumbenza
per esempio, comprende tutti gli uomini solto ch'egli accellò con gioia ; visitava gli ammala
le voci Greci e barbari : Graecis, dice egli nella li nelle loro abitazioni e li soccorreva nei bi .
sua epistola ai Romani , el barbaris, sapienli- sogni spirituali e temporali; ma essendo mor
bus et insipientibus debilor sum. San Luca chja- to di peste dne persone nella sua casa medesi.
ma barbari gli abitanti dell'isola di Malta , Act. ma, il Papa gli vieto di continuare più oltre
cap. 28. San Paolo , nella sua Epistola a quelli nell'affidato uflizio, e poco dopo lo nomino
di Colossi, usa le voci Barbaro e Scila quasi vescovo di Bergamo e fu consacrato il 29 lu
nel medesimo senso; e nella prima ai Corintii glio 1657. Imitò nella sua pastorale condot
dice che se taluno parla una lingua straniera ta s. Carlo Borromeo , arcivescovo di Mila
in una radunanza , e non inteso da quelli cui no, e fu si perfello nell'imi che gli era
parla , questi a loro riguardo è un barbaro , e dato comunemente il nome di secondo Car
reciprocamente se egli non intende quelli che lo Borromeo . Nella carità , nella pazienza ,
gli parlano , questi rispelto a lui saranno bar. nei digiuni , nello zelo, nelle veglie, nell'asti
bari. Barbaro è dunque preso per uno stra nenze e nelle preghiere fu il Barbạrigo spec .
niero che non parla la propria lingua . chio fedele di quel santo. Il mercordi era per
Non si conviene intorno l'origine di questa lui e per le altre persone pie giorno di asli
voce. Alcuni la derivano da Bar che in arabo nenza , il venerdi di digiuno. Il santo ve
significa deserlo. Allri dalla voce caldea Bara, scovo per evitare anche le più lievi mancanze ,
che significa fuori; altri inline da barbar, che aveva nominato due censori della sua condot
significa mormorare. Il Concilio di Calcedonia ta, i cui nomi erano scrilli in una last del
dà il nome di barbari ai vescovi che erano fuo- palazzo vescovile. Uffizio loro s'era di render
ri dei confini dell'impero romano . Mig. lo avvertito di tutte l'azioni sue nelle quali
BARBARIGO ( B. GREGORIO ). Nacque in polesse notarsi la menoma pecca . I suoi di
Venezia il giorno 29 settembre 1623 di fami- scorsi e le sue prediche energiche , cominoven
glia patrizia . Ancor di tenera età disprezzava i ti , piene di calore, pareva uscissero dal suo
divertimenti e lutto si dava al timor di Dio . cuore lutto infiammato d'amor divino. Dap.
Compito ch'ebbe il corso di filosofia, della pertullo egli predicava, istruiva, amministra
quale maestro gli fu suo padre, accompagno va i sacramenti , consolava gli afflitti, distrug
BARBARIGO ( B. GREGORIO) 609
geva gli scandali, riconciliava fra loro i nemi. quale nell'anno 1689 contavansi 354 scuole
ci , disseminava la virtù. Frollo principale cristiane, mentre , quando egli assunse il go
delle sue visite fu l'espellere una setta peri- verno, sole 24 ve ne erano . Né le monache sfug.
colosa d'eretici dalla sua diocesi . Nominalo girono aisuoi pensieri , che anzi formarono
Cardinale dal poutefice Alessandro VII nel 5 parte delle sue cure, che rivolse a rimettere la
aprile 1660 , questa novella dignità fu stimolo regolar disciplina ove trovavasi rilassala ed a .
per lui a più sublimi virtù ; quindi è che re- proteggerle in ciò di cui abbisognavano.
duce da Roma ricominciò le visite pastorali , Nei conclavi, cui intervenne per l'elezione
chiudendole con un sinodo nelgiorno primo di di un qualche Pontefice , fu sempre sua pre
sellembre 1660. Traslocato dalla sede di Ber- mura dare il volo a quello che gli appariva il
gamo a quella di Padova nel 1663 , nulla muto più degno della liara , e distogliere i disegni
del primo regime di vita , per cui sempre la dei suoi confratelli, che si proponevano d'in
stessa assiduità alla preghiera , la stessa vigi. nalzar lui medesimo alla sede pontificale.
lanza , lo stesso spirito di penitenza , la stessa Dedicato al culto della SS. Vergine, recitava
carilà , il zelo stesso. Aumentalo l'edifizio e le cotidianamente il rosario di lei . L'amor sue
rendite del seminario di Padova, lo regoló se verso Dio era in lui non men fervido della sua
condo gli ordinamenti di quelli istituiti da s. confidenza. I suoi pensieri, le sue parole , i
Carlo Borromeo , ponendovi a professori per- suoi desiderii, i suoi voti, le sue azioni spi
sone distinte per scienza e per pietà . Altre ravano in lui puro amor di Dio. Grande gioia
scuole egli eresse, nelle quali da esperti pro era la sua veder il suo Dio amalo ed onorato.
ſessori, da loi cercati , non solo quanto alle Egli avrebbe sacrificalo mille vite per impedi
scienze profane si addice insegnavasi , ma si re un'offesa contro Dio. Allo spuntar del sole
bene tutto ciò che speltava alle scienze eccle . si poneva a'piedi del suo Crocefisso ,e vi rimane
siastiche. Fe'dono al suo seminario di una va. va tre o quattr'ore , indi recavasi co' suoi fami
sta Biblioteca e di una bella stamperia fornita gliari alla cappella a fine di orar menlalmen
di caratteri d'ogni specie , che sali in fama e te, poscia ritraevasi nella sua camera a recita
dura tuttora, re l'uflicio e tutto di s'inchinava verso il suo
Descrivere lulle le sollecitudini di questo Creatore con orazioni giaculalorie. Era molto
sant’uomo per animare e professori e discepoli zelante per la salvezza della sua greggia ; e
sarebbe cosa lunga e difficile. Basti il dire per- perchè potesse più agevolmente conoscere fino
tanto che frequentissime erano le sue visite , all'ultima le sue pecorelle, obbligava i par
nelle quali lodava i diligenti e rimproverava i rochi della sua diocesi a comunicargli in i .
pigri ed incitava i pusillanimi , e tutto poneva scrillo tutti i nomi dei parrocchiani , onde
in opera, che prudenza e sapienza gli sugge. averli sempre dinanzi agli occhi. Golla dolcez
rivano al bene de' suoi soggetti . Nello stesso za e colla bontà d'un pastore o d'un padre
seminario aveva frascelto un luogo dit lui de. rimbrollava gli uni e scongiurava gli altri .
nominato Ascelico, dove gli alunni due volle Avverlilo una notte che presso il palazzo ve
all'anno facevano gli esercizi spirituali ; una scovile giaceva un infelice tra passato da un
volta gli altri ecclesiastici della diocesi. Di qui colpo d'archibugio e vicino a spirare , vola
il perchè il seminario di Padova fu sempre subito all'infelice con un servo, il conforta , a.
giudicato una scuola di scienza e di pietà . A scolta la sua confessione e raccoglie il suo ane .
questo aggiunse la fondazione di due collegi lito estremo. Quauto è poi alla carilà verso i
pei nobili ove i giovinelti instruivansi nella poverelli , può dirsi con certezza del beato
religione, nelle belle lettere e nelle belle arti . Gregorio che niuno lo superasse nell'esercizio
Non ammelteva giammai agli ordini sacri chi di questa virtù , e parea ch'egli amasse gl'indi.
non vedeva adorno delle qualità opportune , genti più di sè stesso. Allorquando ritraevasi
essendo solito dire ch'era da preferirsi l'aver nella sua villeggiatura , non usciva mai che
pochi ecclesiastici, ma buoni e capaci, di quel . non fosse circondato da una folla di mendici,
lo che molti ed indisciplinati . a'quali egli faceva elemosina , e loro diceva
Molte congregazioni di cherici e di preli sovente : « Quando più nulla io avrò per soc
institui allo scopo d'aver da esse dei ministri, corrervi, vi daro di buon grado questo a
che santificando se medesimi , potessero ezian- nello episcopale che vedete. » Difficile sarebbe
dio cooperare alla santificazione del suo greg- l'enumerare le famiglie che alimento , i mo
ge . E le sue opere furono assai benedette da nasteri e gli altri luoghi pii che fece costrui
Judio, ed ebbe la dolce consolazione di vederre, le vergini alle quali procurò la dole, i gio
fiorire la pietà in tutta la sua diocesi ; nella vani che sostenlo ne' seminarii , gl'inſermi e i
Encicl . Eccles. Vol. 1. Fasc. X.
610 BARBARIGO (B. GHECONO)
carcerati verso i quali fu generoso di potenti giava che pane secco. Dormiva pochissimo, e
sussidii . Se avveniva mai che i suoi domestici talvolta invece di sdraiarsi prendeva sonno ap
cadessero infermi, egli li teneva in casa sua, poggiato ad un banco o colla testa appoggiata
non permettendo che fossero mandati agli spe. sulle ginocchia. Tutli lo veneravano come un
dali,e forniva lorolultiimezzi occorrevoli alla santo, laddove egli considerava sè stesso come
guarigione. Spesso li visitava , e sedendo vicino un grandissimo peccatore. Mentre faceva il
al loro letto con parole soa vissimeli conſorlava suo viaggio a Trieste fu chiamato in una città
a soffrire pazientemente dietro l'esempio di vicina a tine d'impartire la benedizione epi
G. G. Un lale usava lanla durezza verso la scopale ad Elena Memola zia d'un prete di no
propria moglie, che questa non Irovando modo me Giuseppe , che lo accompagnava in quel
di sottrarsi dalla barbarie di lui , recossi dal viaggio. Senza aver avuta notizia alcuna del .
Cardinale,scongiurandolo a confortarla di con- l'ammalata, avvisò il prete Giuseppe che si re
sigli e di soccorso . Il santo pastore la fece ri- casse dalla zia , la quale sarebbe morta nella
trarre in luogo di sicurezza ; misura che eccito nolte susseguente, lo che infalliavvenne.
per modo lo sdegno del marito contro di lui , Passeremo sotto silenzio i miracoli operali
che risoluto d'ucciderlo , scarico un colpo di dal santo cardinale, e ci accontenleremo di ri
pistola contro la sua carrozza mentr'egli si ferirne, fra i molti , due soli . Essendosi recato
Trasferiva da Este a Trieste . Il colpo falli per un giorno alla grata delle monache di S. Vito
ispecial favore della divina provvidenza : e il per ivi presiedere all'elezione della superiora ,
Cardinale , che non aveva per vulla rimesso una donna di nome Lucia, che paliva per una
della abitual sua imperturbabilità , non solo rattrattura di nervi , si gettò a'suoi piedi di
impedì che i compagni di viaggio perseguilas. mandando elemosina. Volendo poscia rialzar
sero il delinquente ,ma eziandio che ne divul . si , e mancandole le forze , chiama i servi del
gassero l'attentato. Egual pazienza egli dimo- vescovo, ma non accorrono. Il santo s'affretta
strò sempre nel sopportare gl'insulli che gli a darle braccio egli stesso , e non appena ha in
venivano falli, di sovente anche in pubblico , cominciato a toccare l'inferma, ch'ella sente
come pure le satire e i libelli diffamatorii nei i suoi nervi distendersi, gilta le stampelle , e
quali era dipinto come stordito , caparbio , vi parte da sè sola proclamando le meraviglie
sionario. Appare da' suoi scritti ch'egli s'era operate da Dio col mezzo del santo prelalo.
prefisso le seguenti massime di condotta : Un altro giorno mentre visitava la sua dio
1. Di nulla intraprendere prima d'aver eon- cesi , un macigno distaccatosi da un monta ,
sultalo e pregato il Signore. minacciava di schiacciare il santo cardinale ;
2. Di diffidar sempre di se stesso , e di non egli vede il pericolo, si fa il segno della croce ,
incominciar cosa alcuna prima d'aver udito i e il marmo prende un'altra direzione.
consigli d'uomini savi e circospelli . Andato a Padova, assistè alla processione del
3. Di non desistere mai da un'opera buona Santissimo Sacramento il giorno 6 di giugno,
di già incominciala , a motivo degli ostacoli , e parti nello stesso giorno per continuare la
che potessero attraversarla , ma di tentar in- visita della sua diocesi che aveva comincia
vece ogni mezzo di condurla ad un esito felice. to. Ritorno di nuovo in Padova il giorno 12
4. Di progredir sempre, benchè lentamente, del detto mese , ed ufficio pontificalmente in
negli affari già intrapresi , di apprezzar anche quello della festa di sant Antonio. Prima che
' opera del tempo e di cogliere le occasioni avesse fine la funzione nella sera , fu preso dal
propizie al proprio intento . la febbre e preparossi a comparir al cospello
Qual gloria non è quella di un vescovo al . del Signore e in tuono lamen tevole esclamava:
lorchè trattasi di far rispettare il divin cul . Ohimè! che sarà mai, che sarà mai di me? Ma
lo , di difendere i diritti e le leggi ecclesiasti. essendo cessata d'improvviso questa fiera pro
che, di mantener la disciplina , di reprimere cella e pieno di confidenza nel suo Dio , into
la licenza , di emendar gli abusi, di contenere il nò con aria di Irionfo il versetto del salmo
clero e il popolo nei confini del loro dovere! Il XXX : In le, Domine, spcravi, non confundar
suo cibo riducevasi ad alcuni grani d'uva secca in aeternum . Questo santo uomo mori nel gior
con un pezzello di pane verso il mezzodi , e a no 18 giugno 1697 dopo aver governata la dio
pochi legumi od erbaggi cui s'aggiungeva qual. cesi di Bergamo per selt'anni e quella di Pado
che pesciatello di meschina qualità e rarissime va per trenta ! re anni , un mese e ventiquattro
volte un po' di carne nella sera; spesso mescola . giorni . Quantunque avess' egli ordinato nel
va della cenere co'suoi alimenti , e nella vigi- suo testamento che lo seppellissero senza alcu
lia della Beata Vergine e de' santi non man na pompa, i cilladini di Padova gli fecero ese
BARBARIGO ( GIANFRANCESCO ) 611
quie magnifiche . Giuseppe Musocco , prete di fece stampare le opere di s. Zenone vescovo
Vicenza, pronunciò il suo elogio funebre , che di Verona, della quale cillà e diocesi fece an .
fu spesse volle interrollo dalle lagrime e dai che scrivere la storia da Antonio Magliabe
singbiozzi degli uditori, che affollati trovavan. chi . Accrebbe di molto il numero dei cherici ,
si nella cattedrale. Essendo seppellito il suo ed ebbe sempre a cuore che fossero eletli a mi.
corpo in un luogo umido , Francesco Barbari- nistri della religione uomini dotti e pii , onde
go, nipote e successore del beato Gregorio , lo da essi i popoli avessero ed oltimi insegna
fece trasferire in luogo più asciutto e decente, menti ed esempio salutare. Visita va personal
lo che fu eseguito nel giorno 26 maggio 1723 ; mente non solo le chiese parrocchiali, ma an
ed essendosi in questa circostanza aperta la che gli oratorii ; istruiva egli medesimo i più
cassa di piombo dov'era egli chiuso , fu trovalo rozzi sui fondamenti della religione ; ed a man .
ancor immune dalla putrefazione. Il papa Cle. tenere più ſermo il frullo delle visite pasto
mente XIII pubblico il solenne decrelo della rali , provvedeva la diocesi di fervorosissime
sua beatificazione, il giorno 16 luglio 1761. Ab- missioni, ingiungendone il carico ai padri ge
biamo di lui un volume, che contiene le sue suiti. Di quanta carità egli fosse adorno basta
istruzioni pastorali e le sue lettere , ed erasi vederlo, per formarsene idea , nell'anno 1702 ,
con felice esito applicato allo studio delle bel . quando fiero morbo infieriva e contagioso
le lettere, della matematica, della filosofia, del nella sua diocesi , in cui egli divenne tutto di
la leologia, non che della storia ecclesiastica , Cutti, e come ivi corresse ove più grave era il
nella quale trovava ogni sua delizia . La vila bisogno , ed il morbo stesso maggiormente im
del bealo Gregorio fu scrilla dal R. P. Ricchi perversa va .
ni dell'ordine dei Frati Predicatori , maestro A questo prelato devesi pure la introduzio
del sacro palazzo, e dala alle stampe col litolo: ne in Verona , nell'anno 1702, dei padri del
De vila ac rebus gestis beali Gregorii Burba l'Oratorio, ai quali , con le dovute facoltà , as
rici S. R. E. cardinalis , episcopi Palavini, li. segnò la chiesa dei Ss. Fermo e Rustico. Soste
bri Ires, edilio allera ; Romac, 1761 . Ric. nitore fortissimo dei diritti della sua chiesa e
BARBARIGO ( GIANFrancesco ). Nacque della ecclesiastica immunità , dimostravasi i
Gianfrancesco Barbarigo in Venezia nell'anno mitatore del b. Gregorio Barbarigo suo zio.
1661 , ed i suoi primi anni furono da lui occu- Traslatato dal Sommo Pontefice Clemente XI
pati nel servire la patria, dalla quale ebbe in alla chiesa di Brescia, vi aderì, perchè sapeva
carico di affari importantissimi, come fu l'am . quanto fosse grande la virtù dell'obbedienza ,
basceria, che ei sostenne appresso Luigi XIV e come da questa ciascuno debba essere diretto ,
re di Francia . Ma sebbene riverito ed onora. chè al suo cuore era troppo cara Verona per
to dal secolo, che ammirava in lui non tanto abbandonarla. E fu questo medesimo Pontefice,
la nobiltà della nascita , quanto la sublimità che a premiare le sue virtù lo fregio della por
del sapere, pure in mezzo ad esso non prova . pora cardinalizia col litolo presbiteriale dei
va quelle consolazioni, che pure avrebbe bra . Santi Pietro e Marcellino , nella decimaquarla
malo il suo cuore ; per la qual cosa anelando promozione falta a Roma il 19 novembre 1719.
a vila migliore, si ascrisse al chericato . In que. Trasferito dal Sommo Pontefice Innocenzo
slo nuovo slalo non andò molto pria di essere XIII alla reggenza della chiesa padavina, fece
eletto a qualche dignità , che fu eletto primi quivi come nelle antecedenti brillare il corre
cerio della chiesa di San Marco , nel qual gra- do di tutte quelle virtù, che abbellivano l'ani
do lanto si acquisto stima comune da essere ma sua . Non vi fu luogo, per quanto si voglia
dalo a paslore alla chiesa di Verona nell'anno remolo, nella sua diocesi dovella , ch'egli non
1698 dal Sommo Pontefice lopocenzo XII . Co- visitasse, fossero pure aspri i sentieri e fatico
nobbe in quella caltedra i suoi doveri, e lulti sissimi i viaggi . La estensione della diocesi, di
gli adempiè con massimo zelo ed attenzione, cui conobbe i bisogni, lo indusse ad ampliare
egli stesso distribuendo il pane della divina il seminario, a fondare monasteri novelli per
parola, che rendeva assai più efficace col pro- le sue vergini , assegnando loro doti compelenti.
prio esempio edificante ; e dei poveri e degli Liberale coi dolti , generosissimo verso i po
ammalati ebbe sempre grandissima cura , a veri , che voleva nei giorni festivi raccolti nella
questi ultimi soccorrendo negli spedali, e di chiesa diSant'Agnese onde fossero istruiti nei
sua mano loro somministrando i farmachi or divini misteri e nei primi doveri della reli
dinati, specialmente se il morbo negl' infelici gigne, rivolse purela sua attenzione a far che
in fieriva . Affinchè il suo clero avesse donde fossero raccolti gli scrilli di s. Gaudenzio , di
allendere alla lullura dei padri, a sue spese Ramperto o di Adelmanno vescovi di Bre
612 BARBARIGO ( ANGELO ) -BARBARO ( EUMOLAO)
scia , lo che fece eseguire a mezzo dell'erudito Mentre quella chiesa reggeva , ebbe dissapore
canonico di Brescia Paolo Gagliardi . Pianse la con Barbone Morosini, ammiraglio della flotta
Chiesa la perdita di un valido sostegno nella veneta, per causa di un semplice cerimoniale,
morte di questo Cardinale avvenuta nel 1730, locchè avvenne nel modo seguente. Doveva il
nell'età di anni 69 , e dodici di cardinalato. Morosini salpare dal porto ed aprir la campa
Ebbe sepoltura in quella cattedrale vicino alla gna, ma prima desiderava coi principali del
tomba del b. Gregorio suo zio, della cui cano l'armata intervenire alla orazione pubblica ,
nizzazione fu promotore. In tempo del suo che si doveva fare al duomo colla esposizione
cardinalato contribui col proprio suffragio al- del Ss. Sacramento. I servi del generale appa
l'esallamento al soglio pontificio d'Innocen- recchiarono lo strato , sopra cui egli doveva
zo XIII e di Benedetto XII. MOR . inginocchiarsi, in luogo che sovrastava a quel
BARBARIGO ( ANGELO ) , era patrizio vene lo dell'arcivescovo. Si corresso l'alterazione
to , e nipote per parte di madre del Papa del cerimoniale dagli ufficiali di chiesa , ma le
Gregorio XII . Scrive il Querini nella sua Por cose giunsero a tale che l'arcivescovo sospese
pora e tiara veneta, che nacque dopo la metà per quel giorno la funzione. Del che informa
del secolo XIV , e fu soprammodo zelante della to il senato , ordinò all'arcivescovo di recarsi
caltolica religione e della ecclesiastica disci a Venezia, dove furono a lui sequestrate le
plina . Fu da prima creato vescovo di Cimera rendite ecclesiastiche non solo , ma anche le
nell'isola di Negroponte , e diciotto annidopo, domestiche. Di ciò sommamente amareggialo,
cioè nel 1406 , da Innocenzo VII fu trasferito salutata di volo la patria , prese la strada di
alla chiesa di Verona , per compiacere alla re- Roma, ed espose ad Innocenzo XI il motivo
pubblica di Venezia , che , secondo il cavaliere della sua venula . Mostrò il Pontefice di rice
Flaminio Cornaro , voleva rimuovere Jacopo verlo con indifferenza, restando più presto dis
Rossi da Verona , caduto in grave sospetto per gustato perchè si fosse perturbata la quiele
affari di slato. Passato quindi il Rossi alla per motivo così leggiero. Tuttavia esaminato
chiesa di Luni, ed a lui surrogato il Barbari . il fatto , Irovò che non si poteva condan
go , vi si dislinse per le sue belle prerogative , nare l'arcivescovo , chè anzi dovevasi ammi
tra le quali primeggiava l'illibatezza dei co- rare e premiare per la sua fermezza nel soste
slunni e la santità della vita. Scrive il sullodato nare i diritti ecclesiastici. Nullameno preve
Cornaro, che nel 1390 aveva avulo nomina il dendo che il senato non se l'avrebbe più bene
Barbarigo alla metropolitana di Candia , ed al intesa col Barbarigo, determinò fermarlo a Ro .
patriarcato di Aquileia nell'anno medesimo, ma ma, e fuor d'ogni aspettazione, a premio quasi
per non conosciute ragioni non ebbe alcuna della fermezza, cui aveva dimostrato in questa
di tali dignità . Sotto il regine di lui , furono circostanza , lo creo Cardinale prete col titolo
ammessi a Verona i canonici Regolari o Latera- di Santa Susanna , nella seconda promozione
nesi , della congregazione di S. Frediano di fatta a Roma il 2 settembre dell'anno 1686 , e
Lucca , assegnando loro la chiesa ed il mona nello stesso tempo lo fece vescovo di Montefia
slere di S. Leonardo fuori delle mura di quel- scone , e lo volle annoverare a molte congre
la città. Gregorio XII nella seconda prono- gazioni di Roma, tra le altre a quella del con
zione, che fece a Siena nell'anno 1408 , 19 set- cilio, dei vescovi e regolari , e di Propaganda .
tembre, lo orno della porpora col titolo pre. Intervenne ai conclavi di Alessandro VIII , In
sbiteriale dei Ss. Pietro e Marcellino. Il Bian . nocenzo XII e Clemente XI, non a quello di
colini scrive che egli rinunziò alla sede di Ve- Clemente IX , come per errore scrive il Quiri .
rona, e dopo varie vicende andato al concilio ni, e ricolmo a dovizia di merito e di giorni
di Costanza, e ritornato quindi in Italia con compi la sua carriera a Montefiascone nell'an
Martino V , come leggesi nel Ciacconio, mori a no 1706 , in elà di anni ottantasei, e venti di
Genova nel 1418, dopo dieci anni che vesliva cardinalalo. Mor .
la porpora . Cra . BARBARO (ERMOLAO ), vescovo di Treviso,
BARBARIGO ( MARCANTONIO ) . Nasceva ed in seguito di Verona,che non si deve confon
in Venezia da illustre e nobilissima fami- dere con un altro, che fu patriarca di Aquileia,
klia l'anno 1620. Dedicalosi alla cherica- nacque in Venezia circa l'anno 1410. Comin
le milizia , come crebbe nel sapere e nella vir- ciò gli studii a Verona, solto il celebre Guari .
tii , dal b. Gregorio fu annoverato fra i cano . no, ed ando a proseguirli a Firenze , solto lo
nici di Padova , finché da Innocenzo XI fu de. stesso maestro: già molto istruito nella lingua
corato della mitra di Corſù l'anno 1678 , affi. lalina vi studio il greco, e fu in grado nell'età
ne di premiare in questo modo i suoi meriti. di dodici anni, di tradurre dal greco in latino
BARBARO (DANIELE )-BARBASCEMINO ( S ). 615
alcune favole di Esopo. Come ritornò a Vence l'empielà, e cercare ogni mezzo onde le genti
zia, studiò la legge in Padova , è vi ſu addoto al Signore ritornino, il vizio abborrendo e da
torato nel 1453. Nell'anno seguente il papa sè rimovenilo. cosi Barbascemino non tardò
Eugenio IV , che era in Bologna, lo chiamò ad avere grandi nemici in coloro, che voleva
presso di sè, dandogli il titolo di prolonotario no vivere nell'empielà, a malincuore vedeva
apostolico , ed un beneficio . Dopo viaggiata no le virtù in questo sanlo e nei seguaci di sue
quasi tutta l'Italia , torno alla corte di Roma, parole, e più malamente sentivano le dolci ma
e fu, nell'anno 1443, elelto vescovo di Trevi- gravi insieme ammonizioni che loro faceva ;
so. Diversi anni passarono primachė ei ne per la qual cosa, come ad essi fu data opportu
prendesse possesso, e poco tempo reslovvi, es wilà di liberarsi da lui , non lardarono ad ac
sendo stato trasferito al vescovado di Verona cusarlo qual seguace di una religione, che a
nell'anno 1453. Assistette, nel 1459, al conci- quella dei Persiani si upponeva del tutto. Il re
Jio tenuto in Mantova da Pio II , e fu , nell'an Sapore II , come udi quest ' acciisa , giubilo in
no 1460, in viato legato dallo stesso Papa alla sė medesinio, vedendosi , secondo il falso suo
corte di Carlo VII , re di Francia. Mori a Ve. credere, aperto il mezzo di abballere la reli
nezia nel 1471 . B. U. giune di Cristo, poichè, tollo il pastore, facil
BARBARO (DANIELE), nobile veneziano, pa mente il gregge si sperde ; per la qual cosa or
triarca d' Aquileia , nacque nel di 8 febbraio dino che ei fosse calluralo insieme con altri
1503 da Francesco. Fatti i suoi studii a Pado sedici del suo clero, che nutrivano gli stessi
va , diede a conoscere fin dal principiare di sua magnanimi senliinenti del loro pastore. Il per
vita un genio particolare per le matematiche e fido re stimava ancora di potere colle blandi
per le scienze naturali , a cotal modo che nel zie o colle minaccie rimuovere il santo dalla
1540 fu ricevuto dottore nelle facollà delle ar sua fede, chè allora sarebbe stata più facile
ti. Tornato a Venezia nel 1548, fu mandato l'apostasia di molti , nja s' inganno interamen
ambasciatore ad Edoardo VI re d'Ingbilterra, le, poichè con quelli che hanno la grazia di
dove spiccò pei suoi lalenti, pel suo sapere e Gesù Cristo a compagna lornavo vane le lu
per la sua magnificenza. Alla fine dell'anno singbe del secolo ed i suoi mezzi, per quanlun
1550 , Papa Giulio III lo diede coadiutore a que forti si vogliano, a far che rinunzino al
Giovanni Grimani palriarca d ' Aquileia, col vero per seguire l'errore. Il fallo provo que
quale fin d'allora divise il governo di quella sto principio. Sapore studiossi d'indurre que
chiesa. Prese inoltre da quel momento il titolo sto illustre prelalo a rinnegare la fede del Na
di patriarca eletlo, e lo portò sino alla morte, zareno per abbracciare quella dei Persiani; ma
essendogli il Grimani sopravvissuto. Rimasto, n'ebbe lali risposte alle minaccie da rimanero
nel 1559, vacante il vescovato di Verona , il abbattuto, e vedersi piultoslo disprezzaio e
senato pose Daniele nel novero dei soggetti che deriso che obbedilo nei suoi empi voleri. Per
presentó al Pontefice per succedere al defunto . ciò vedendo che questo inezzo gli era mancato ,
Il Papa gli preferi un altro candidato, accor- ricorse alle promesse, e lo assicuro che qualo
dandogli però una pensione di 500 scudi d'oro, ra avesse accondisceso alle sue brame, non gli
che raddoppiò nell'anno seguente. Intervenne mancherebbero nè ricchezze, nè onori . Fulili
al concilio di Trento, ed i servigi che ivi rese tentativi furono ancor questi pel santo, il qua
alla Chiesa sarebbero stati compensali colla le vedendo di quanta inutilità e danno sieno
romana porpora, se più lungamente fosse vis- le prime, e la vanità dei secondi , risponde
bulo. Mori in Venezia ai 12 aprile 1570. Egli vagli che le sue ricchezze ed onori slavano nel
era matematico , filosofo, letterato, antiquario seguire la fede di Cristo e nel cielo, e che le
e teologo, quasi egualmente abile in tulle que. terrene vilipendeva e conculcava come inca
sle scienze . Ebbe ad amici gli uomini di lelle- paci a formare il vero bene dell'uomo. Allora
re più celebri del suo tempo, Bembo, Varcbi, Sapore il condannò ad una tetra e puzzolenle
Sperone Speroni , Bernardo Tasso, Pielro Are- prigione, ove per undici mesi ebbe a soffrire
lino, e principalmente l'illustre cardinale Na. la fame, la sele e tutti quei lorinenti, cui sep
vagero . MoR. pe inventare la rabbia dei suoi nemici. Di
BARBASCEMINO (S.). Questo santo prela. questa il nostro eroe non usci se non per esse
to fu uno dei più illustri personaggi , che ab re condollo nuovamente innanzi al re , che
biano decorato la sede metropolitana di Seleu- tento per la seconda volla sed urlo, avvisando ,
cia e Ctesifoule . Poiché è proprio di cbi è col . che quando egli avesse apostatalo , gli altri ne
lucalo in qualche luogo eviuente, afline doin . avrebbero seguito l'esempio . Ma lo scellerato
vigilare sul bene delle apige, rimproverare anche questa volta ingannossi, poiche Barba
614 BARBASTRO - BARBELIOTI
scemino rispose con in villa costanza, che era stizioni la pura religione di Gesù Cristo cra
pronto a sagrificare la vita anzichè dilungarsi oltraggiata. Tanlosto adunque mise in opra il
di un solo articolo dalla sua fede. Uoa tale co- suo zelo pel bene delle anime e per l'integrità
stanza accese lo sdegno di Sapore in modo, che della fede, alzo l'autorevole sua voce ; ma el
ei ordinò fosse deca pitalo coi suoi compagni, i be il dolore di veder prive di effetto le sue pa
quali lulli colsero la palma del martirio nel role. Ciò non lo tolse al lavoro, del quale ei
giorno 14 gennaio del 346. Dopo la morte di gusto le dolcezze , allora quando verificatasi
questo venerando pastore rimase vedovata di una predizione, che aveva falto sull'assedio
vescovo pel lungo corso di venti anni la chiesa posto alla loro cillà dall'imperatore Costante,
di Seleucia, per la persecuzione mossa in lulle tutti pendettero dalle sue labbra . In tal fral
le provincie della Persia, nella quale innume- tempo era morlo il vescovo di quella città , e
revoli furono i martiri . Ric. tulli aminirando le virtù singolari di Barbato,
BARBASTRO. V. BALBASTRO. lo vollero a loro pastore. Insignito del caratte
BARBATO (S.). Trasse i natali nel territo re episcopale, lulli si videro brillare nella per
rio di Benevento sul principio del VII secolo. sona di lui quei pregi , che si richieggono ad
Le opere, che fino dalla sua prima elà egli fa una dignità si eminente. Egli rivolse ogni pen
ceva , erano segni di quella santità cui doveva siero ed ogni falica a distruggere del lutto la
in appresso arrivare. Giunto all'età, in cui superstizione, ed ebbe il dolce conforlo di ve
con viene fare scelta di uno stato, non tardò a nire a capo dei suoi sanli desiderii . Nel 680
Jichiarare che allo ecclesiastico egli voleva es- porlossi a Roma per assistere ad un concilio,
sere ascrillo. E cosi ſu , che acconsentendo i e l'anno appresso si trovò presente al seslo
suoi alla elezione, entrò lietamente nella milj . concilio generale lenulo in Costantinopoli . Fi
zia della Chiesa. Ordinalo sacerdote, pose suo nalmente terminò la sua carriera mortale pie
studio nello esercizio di quelle virtù, che deb- no di meriti e di virlù , il giorno 19 febbraio
bono esser proprie di cosi allo ministero, e si dell'anno 682. Il marlirologio romano fa
diede con fullo impegno alla predicazione del- menzione di questo santo, e la chiesa di Bene
la divina parola . In seguito gli venne affidalo venlo lo onora come uno dei suoi principali
l'incarico di parroco, al quale sottopose gli patroni. Bai.
omeri per obbedienza . Appena cominciò ad BARBATO. In origine fu dato questo none
esercitare il suo ministero , si avvide quanle ai frati conversi di parecchi ordini religiosi.
difficoltà gli restavano a superare, e confidan- Alberico però all'anno 1113 fa menzione di
do nell'aiuto divino, mise mano all'aratro. un inlero ordine religioso denominato dei fra
Molle erano le erbe maligne da sbarbicarsi in ti barbati. Che se un tal nome si desunse dal
quella cura , molli i poderi da ararsi , esteso il la barba, che questi portavano, si vede come
terreno da inaffiarsi , le pianticelle da coltivarsi estesissimo egli sia , poichè in tale ipotesi si
in gran numero . Egli fin dalle mosse applicos. può allribuire a lulli quei frati, i quali per la
si , ma per opra del maligno serpente, che ve loro istiluzione regolare non si radono mai la
dea di buon grado pullular la zizzania , ed in. barba, come sono i Cappuccini ecc . MOR.
curvarsi le piante, inelte dappoi a dar buone BARBELIOTI , BARBORIANI . Sella di Gno
frulla , anzichè secondare i saggi consigli del slici che spargevano i più ridicoli errori , e
loro pastore, i suoi parrocchiani se gli scaglia. praticavano le più abbominevoli cerimonie.
rono contro, lo accusarono qual perturbalore Cosloro insegnavano, che vi fu commercio tra
della pubblica quiele, e lo colmarono di villa- un Eone immortale ed uno spirito vergine
nie. Barbato a lullo questo rispose con quelle chiamato Barbelolh , il quale in seguito venne
virtù, che sono proprie dei santi , e sperava con insignito della prescienza, della incorruttibilità
un'ammirabile pazienza ed umillà ricondur . e della eterna vita. Aggiungevano, che questo
re al dovere i traviati . Le sue speranze pero spirito vergine genero la luce, la quale perſe
andarono fallite, e comunque lullo meltesse in zionala dalla unzione dello spirito crealore,
opra , che sa suggerire la religione di Gesù chiamossi Cristo , che questo ottenne l'intendi
Cristo pel bene di quelle anime, si vide final- menlo ed unissi alla intelligenza , alla ragione
mente costrello ad abbandonare la parrocchia , ed alla incorruttibilità ; che la ragione e l'in
per rilornare a Benevento. Reduce pertanto lendimento generarono Aulogene, il quale poi
nella sua palria ritrovo campo non meno va genero Adamo; che questi e la sua consorte ge
slo del primo, in cui esercitarsi ad onore di nerarono la materia ; che il primo Angelo generó
Dio e pel bene dei prossimi, perciocchè gravi la Sapienza o Prunico ; che questi ,a vendo presa
erano i disordini, e dalle più sciocche super . mogliz, generó Prolareonte , vil primo prieci
BARBERINI-BARBERINI ( ANTONIO ) 615
pe, il quale fu sciocco ed insolente ; che costui a nome del Pontefice, Maria Eugenia, figlia di
genero le creature ed unitosi con Arroganza fu Filippo II, dalla cui corte poscia parti ricol
autore di tutti i vizii.E fama che i Barbelioti mo di doni preziosi. Amante delle lettere e
spacciassero tali buffonerie in lingua ebraica , delle arti, rimangono a memoria di lui una ce
onde imporre maggiormente con queste strane lebre biblioteca , che porta il suo nome, ricca di
opinioni . BERG. preziosi manoscritti , ed un museo di rare me
BARBERINI . È questo il nome di celebre daglie, che però egli non potè compiere come
ed illustre famiglia originaria di Toscana nel avrebbe voluto , perchè lollo alla vita. Checchè
Castel Barberino di Val d'Elsa , che trasfe- dicano gli scrittori a biasimo e a lode diqnesto
rilasi in Roma , diede grandi personaggi alla porporato, è certo, che fu massima la sua ca
Chiesa , fra'quali nel 1623 un Pontefice col no- rilà verso i poveri , e le fondazioni da lui sta
me di Urbano VIJI , per cui sovente s'incon. bilile e le fatte dotazioni , ed i sussidii a per
tra nella ecclesiastica istoria il nome di essa . sone distinte ch'ei ne diede, ne sono irrefraga
De' più distinti fra'suoi discendenti noi fare. bili prove.
mo negli articoli successivi menzione. Mor . Nel pontificato d ' Innocenzo X passo in
BARBERINI ( Francesco), seniore , cardina- Francia, e reduce a Roma , godelle della gra
le. Nacque questo nipote di Urbano VIII nel . zia di quel Pontefice, che meglio raffermò il
l'anno 1597. Giovane di spirito vivace, d'in- matrimonio di una nipote di lui con uno dei
gegno svegliato , destro negli affari, che trattava Barberini. Lasciata la diaconia divenne vesco .
con somma perizia pelle grandi cognizioni che vo suburbicario, e passò nell'anno 1666 sotto
possedeva, brillava pur anche pella scienza Alessandro VII al vescovato di Ostia e Vel
sacra in cui aveva massima erudizione. Il pre- letri , dove, nel 1673, con vocò un sinodo molto
gio pero, che lo distingueva eminentemente, era stimato per le regole che contiene. Rinunziata
quella illibatezza di costumi, che sempre con l'arcipretura di S. Pietro, intervenne ai con
servo, per quanto fosse ravvolto negli affari clavi d'Innocenzo X , Alessandro VII, Clemen
del secolo. Nella prima promozione che Ur. te IX , Clemente X ed Innocenzo XI, e mort
bano VIII fece di cardinali , il 2 ottobre 1623, in Roma nel 1679 , in età di ottantadue anni ,
decorò il nostro Francesco della sacra porpora, e cinquantasei di cardinalato. Oltre a due mi.
sebbene non avesse che soli ventisei anni, colla lioni di scudi, ch'egli in vita spese in opere pie,
dignità di cardinale diacono del titolo di S. morendo destino la sua eredità al monastero
Onofrio, litolo presbiteriale già tenuto prima delle monache di S. Maria della Provvidenza,
dallo stesso Pontefice, e che cambiò pel nipote da lui fondato nel castello di Fara . MOR.
in diaconale, finchè egli vivesse. Indi fu nomi BARBERINI ( ANTONIO), cardinale, seniore
nalo arciprete della basilica lateranense, ed in della celebre famiglia Barberini , fratello al
appresso ebbe il governo di Tivoli , di Fer- pontefice Urbano VIII , entrò nell'ordine dei
mo, la protettoria dei regni di Aragona , Por- cappuccini nell'anno 1569. E comechè, a delta
togallo , Scozia, Inghilterra, Svizzera, dellº Or- di Teodoro Amidenio, non riuscisse uomo di
dine dei minori , e di quello dei monaci Cassi- grande scienza, era di costumi integerrimi e di
nesi e di mollissimi luoghi pii di Roma , cosi eroica morlificazione. La elevazione del fratel
pure ebbe nel 1627 la carica di bibliotecario lo alla tiara , anzichè essergli cagione di giu
della S. R. C. , ed insieme fu preposto alle ab- bilo, fu per lui motivo di dolore , nè mai re
bazie di Grottaferrata e di Farfa, nella se. cossi a Roma , se non dal fratello chiamato, dat
conda delle quali tenne, nell'anno 1628, un si- quale come seppé essere sua intenzione di farlo
nodo Jiocesano , e nel 1632 finalmente ebbe cardinale, chiese supplichevolmente e con ri.
Ja carica di vicecancelliere. petute istanze a non volerlo rimuovere dal suo
Nel giubileo del 1625 questo cardinale al . convento, dove di santa pace godeva. Nulla
loggió generosamente Greci , Scozzesi e molti al . però valse a togliere il Pontefice dalla sua ri
tri esteri, che pellegrinarono a Roma, e li fece soluzione, ed egli fu eletto cardinale del titolo
trattare largamente di vitto, servitù ed abita. di S. Onofrio nella promozione del giorno 7
zione. Sostenne l'incarico di legato a latere in ottobre 1624. Nel vescovato di Sinigaglia, al
Francia , onde trattar la pace di Europa, quan . quale fu promosso nell'anno 1625, fece sen
do la Valtellina trovavasi in militari tram- tire le sue beneficenze, distribuendo ai poveri
husti. Fallo prefello della segnalura, legalo di bisognosi grandissima quantità di grano , e
Urbino e di Avignone, ed arciprete della basi . colla erezione del Monte frumentario, perchè
Jica vaticana , nel 1626 andò in Ispagna in qua- ogni anno si potesse distribuire ai poveri con
lità di legalo a lalore per levare al sacro fonte, tadini ed artigiani del grano nel tempo dei loro
616 BARBERINI (ANTONIO )-- BARBERINI (CARLO)
bisogni . Richiamalo a Roma, presiedelle al ca. ebbe la legazione di Avignone ; e nel 1638 fu
pitolo generale del suo ordine nel convento di elelto camerlengo della S. R. C. coll'arcipretu
Araceli , dopo cui non permettendogli il Ponte. ra della basilica Liberiana , cui da prima aveva
fice di ritornare alla sua sede, che in altre opere di preziosi doni arricchito. Nella legazione che
voleva impiegarlo, ne fece la rinunzia, lascian . sostenne presso i principi d'Italia , seppe cosi
do al suo successore secrelamente milleduecen- bene trattare gli affari da procurare a questo
10 scudi, dei seimila che era stato obbligato paese la pace. In appresso gli furono affidate le
& ricevere. legazioni di Bologna , Ferrara e Ravenna , con
Amante sempre della sua religione , anche quella dello stato di Urbino , di cui prese pos
in mezzo alle dignilà sublimi, di cui era rive sesso a nome della Santa Sede, e che resse con
slilo , sollo la porpora ne portava l'abito , e integerrima virtù , facendosi amare dai buoni ,
nella mensa usava perpetua frugalità . Di sua temere dai rei , stimare da tutti . Ebbe la presi.
generosità e munificenza attestano la erezione denza della segnatura, la segreteria dei Brevi ,
del convento e della chiesa dei cappuccini a la protettoria del regno di Francia , e quella
Lorein, il collegio della Madonna dei Monti dell'Ordine dei Predicatori, dei monaci di s.
pei neofiti a Roma, la casa pei catecumeni , la Bernardo, e dei canonici regolari di S. Sal
rislaurazione della chiesa e convento dei Ss. vatore, oltre la congregazione del s . Offizio , a
Sergio e Bacco, e l'allro della Incarnazione per cui fa ascritto. Decaduto dopo la elezione di
le vergini nobili povere, la fondazione della Innocenzo X, e perseguitato, ricoverò in Fran
chiesa di Propaganda, alla quale dono tra in cia, dove fu accolto dal cardinale Mazzarino ,
vita ed in morte duecentoquarantamila scu e rimase in 'islima appresso lulli i grandi di:
di, a tacere di altre innumerevoli opere di quella corte. Il Pontefice per altro ordinò il
carità , che continuamente esercitava. Alle ore sequestro di tutte le sue rendile nello Stato
canoniche aggiungeva l' officio della B. V. ed Ecclesiastico. Dopo qualche tempo però fu am-.
il Rosario, e tutto il giorno aveva cosi distri messo non solo in grazia , ma all'intima con
buito da non rimanergliene rilaglio che in fidenza dello stesso Pontefice ; il quale nel
qualche santa azione non fosse occupato. Im- l'anno 1652 lo nominò escovo di Poitiers.
piegava un'ora intera quotidianamente nell'o. Nel 1657, essendo pontefice Alessandro VII,
razione mentale, e prima e dopo di celebrare fu traslatato all'arcivescovato di Reims ; e da
ascoltava parecchie messe. In queste opere si questo traslatato dappoi , come abbiamo dello ,
esercito sino all'ultimo giorno disua vita, che al vescovato di Palestrina . Amante delle scien
avvenne nell'anno 1646, contando settantaset. ze, delle lettere e delle arti , professe e colmo di
le anni di età , e ventidue di cardinalato . Ebbe beneficii i loro cultori, i quali gloria vansi di
sepoltura nella chiesa del suo Ordine, dove intitolare a lui le loro opere. Questo cardinale
vi ſu posta la iscrizione seguenle da sè stes- fu a'conclavid'Innocenzo X ,d'Alessandro VII,
so ordinata nel suo lestamento: Qui giace pol. di Clemente IX e di Clemente X , del quale
cere, cenere . niente. MOR. dopo avere contribuito all'esaltamento, mori a
BARBERINI ( Antonin), juniore, cardinale. Nemi diocesi di Albano nel 1671 , in età di
Questo fratello del cardinal Francesco dello anni 64. dopo 43 di cardinalato. Mor.
stesso cognome, nasceva nell'anno 1607, e da. BARBERINI (CARLO), cardinale, figlio di d .
fosi dapprima alla milizia, in cui onore ebbe e Taddeo , e di d . Anna , e provipole a papa
rinomanza , abbracciò poscia lo stato ecclesia . Urbano VIII , nasceva in Roma nel 1650. Ce
stico, e nell'anno 1627 il 30 agosto nella quar. duti volontariamente i diritti di primogenitu
la promozione fatta da Urbano VIII suo zio ra al fratello minore Maffeo, in età circa qna
fu creato cardinale col titolo di Santa Maria drilustre si fece cherico , e di ventitrè anni
d'Aquino, donde poi passò alla diaconia di S. fu creato cardinale di S. Cesario nella sesta
Agata . Quindi da Alessandro VII nell'anno 1665 promozione fatta a Roma da Innocenzo X , il
creato vescovo di Palestrina, fece risplendere giorno 19 febbraio 1652, colla facoltà di rile
nella sua diocesi quegli alli di munificenza ai nere la prefettura di Roma. Benchè la corte di
quali sentivasi per natura inclinato, e che ve. Roma avesse allora altri due cardinali Barbe
nivano perfezionati dalla virtù che gli era sti. rini , pure vide con soddisfazione anche l'e
molo a grandi opere di beneficenza e pielà . saltamento di questo, come quello ch'era fre
Ma se giova il memorare quanto egli fece giato di doti nobilissime e di specchiata virti .
come vescovo, è pur necessario far conoscere Dava col suo giudizio e colla sua prudenza
le cariche che egli onorificamente sostenne e continui saggi di un'età assai più provelta ,
disimpegno con vero zelo e sapere. Nel 1633 che la sua , e nelle congregazioni sponeva con
BARBERINI ( FRANCESCO )-BARBOSA 617
tale modestia e basso sentire di sè il proprio ceva distribuire in tempo di malattia le me
parere, che di buona voglia era da ciascuno dicine opportune. Visitó la diocesi , restaurò la
ascoltato. caltedrale di Velletri , e le fece generoso dono
Nell'assenza del Cardinale Antonio juniore, di sacre suppellettili ; indi pervenuto all'età di
suo zio, fu eletto amministratore della basili- sellantasei anni , morì in Roma, decano del sa
ca Liberania e del vescovalo di Palestrina , do- cro Collegio ai 16 venendo il 17 agosto 1758.
ve fondò il seminario. Da Clemente IX ebbe Egli fu presente alla elezione dei Pontefici In
nomina di Arciprete alla basilica Vaticana, per nocenzo XII , Clemente XI , Innocenzo XIII ,
la rinunzia dell'altro zio Francesco, ed io vece Benedetlo XIII e Clemente XII . MOR .
del detto zio Antonio fu camerlengo , al quale BARBO ( PIETRO). V. PAOLO II Papa .
carico soddisfece col massimo impegno , special BARBO ( MARCO ), Cardinale, nasceva nel
mente nella vacanza lunghissima della Santa 4438 da venela patrizia famiglia, ed era per
Sede per la morte di Clemente IX . Fu ascritto parte di fratello nipote al pontefice Paolo Il .
alle congregazioni dei vescovi e dei regolari, Da Calisto IJI suo malgrado fu promosso al
del concilio, dell'immunità ed altre colla pro. vescovalo di Treviso, dappoi nel 1464, dallo
feltoria dei monaci Celestini, di quei di s. Ber- zio fu passato a quello di Vicenza ; ed in se
nardo, de Canonici Regolari Lateranensi, della guito, come scrive il Muratori, venne dalla re
santa Casa di Lorelo, e dei regni d'Ibernia pubblica di Venezia nominalo Patriarca di
e di Savoia . Legato a latere andò a Napoli per quella città , ma Paolo II , che lo teneva caro
complimentare, a nomedel Pontefice, il re cat. appresso di sè, non acconsenti a questa nomi
tolico Filippo IV , legazione che sostenne col na ; perlochè nella promozione fatta a Roma
Justro e col decoro con veniente alla Santa Se- il 18 settembre del 1467 o , secondo il Ciacco
de. Gli fu conferita l'abbazia di Subiaco, ove nio , del 1464 , lo creò Prete Cardinale del li
nell'anno 1674 lenne un sinodo, che dai dotti tolo di S. Marco. Nel 1463 ebbe dallo stesso
viene stimato, mentre l'anno 1685 un altro ne pontefice il patriarcato di Aquileia ; e da Si
tenne nell'abbazia di Farſa , ove era abale sto ] V , nel 1478,il vescovato di Palestrina. Ver
commendatario . Intervenuto ai conclavi di A- salissimo nel lettere, illustre per pietà, ed
lessandro VII,dei due Clementi IX e X , d'In- espertissimo nel greco idioma, presto alla San
nocenzo XI , di Alessandro VIII , d'Innocen- ta Sede utilissimi servigi; e prova indubbia
zo XII e di Clemente XI , fu collo dalla mor. ne è la conciliazione che egli ottenne dell'Un
te nell'anno 1704 , in età di anni settanta- gberia e della Polonia che contendevano fra
qualtro. Mor. esse per la corona di Boemia, e di più lo al.
BARBERINI ( Francesco), iuniore, Cardi- Jarmarle contro degli Ollomani , quando ad
nale, nacque il 27 maggio 1662. Applicatosi esse fu invialo da Sisto IV in qualità di le
fin dalla sua gioventù allo stato ecclesiastico, gato. Era A bate commendatario dell'abbazia
com però, come era uso di quei tempi , nel pon- di Sassovivo , abbazia di monaci benedettini ,
tificato d'Innocenzo XI , un chiericato di Ca verso i quali nulla valendo le sue paterne
mera , ed in seguito la carica di uditore della ammonizioni a richiamarli al dovere, usò da
stessa Camera . Fu quindi ai 15 di novembre ullimo dell'autorità apostolica , per la quale
1690 da Alessandro Vill creato diacono Car- nc li espulse, accettando invece loro i monaci
dinale di Sant'Angelo in Pescheria , e da Inno- Olivelani . Tenne in Aquileia un concilio pro
cenzo XII, quantunque giovane per età , ma vinciale , come avvisa l'Ughelli , ove deltò de
vecchio per senno , venne deputato alla len creti ulilissimi alla ecclesiastica disciplina, che
gazione di Ravenna, a cui comparti considere- da Innocenzo VIII vennero confermati. Gene.
voli beneficii, e tra gli altri restaurò il palazzo roso coi poveri non solo in vita , ma anche in
del legato, ed aprì il seminario. Riguardato morte, li volle eredi del suo patrimonio. Ter.
da quei popoli come padre della provin- minò i suoi giorni in Roma nel 1491 in età di
cia , gli fu erelta, a perpetua memoria, una cinquantatré anni , come con evidenza lo di .
iscrizione marmorea contenente l'elogio delle mostra il Rossi nella sua Storia di Ravenna,
sue virtù. Compiuta la legazione, gli furono ove corregge l'errore del Suaresio e Ciacconio,
conferite le prefelture delle acque, e dei vesco che lo dicono morto nell'anno 1490, e cosi
vi e regolari,e le protettorie dei Cisterciensi , pure l'altro che ritrovasi nell'epitaffio sulla
dei Riformati e dei Cappuccini. Dimessa però sua tomba . Ros.
la diaconia , passò successivamente al vesco BARBOSA (AGOSTINO ), giureconsulto porto
vato di Ostia e Velletri , dove si mostro padre ghese, pato a Guimaraens nel 1690, comin
dei poveri , ai quali , oltre larghe limosine, fa- ciò a distinguersi giovanissimo con un'opera
Encicl . Eccles. Vol . 1 ; Fasc . X. 78
618 BARCE - BARCELLONA
che era molto importante per quel tempo, e la penitenza, che implorano durante il corso
che ha avuto un grande ascendente presso il della malaltia, e doversi accordar loro la bene
clero callolico dei due ultimi secoli . Il suo ti- dizione del viatico . --- Il secondo si aduno nel
tolo è : Remissiones in loca vària Concilii Tri- 599 solto il regno di Recaredo, co !l'interven
dentini. La prima edizione è di Lisbona, 1618; to di dodici vescovi. Versò contro la simonia,
indi fu ristampata in Anversa, a Lione, a Ve e ne riportano gli alli i citati autori . I più in
nezia; il gran successo della sua opera lo de- teressanti sono i canoni che proibiscono ai ve
termino a partire dai Portogallo per visitare le scovi di ricevere alcuna cosa per l'ordinazione
università di Francia , dell'Italia e della Ger- dei preti e de' diaconi, pel sacro Crisma che si
mania callolica . Si noti però che colesta opera dà ai preli , e per la confermazione de' neofiti. 1
non può essere lella , se non da chi n'abbia la Venne altresi interdetto ai laici di ricevere gli
licenza ecclesiastica, essendo slala posta nell'In- ordini Irascurando gli interstizii , e l'innalza
dice dei libri proibili . Fermo stanza finalmen- mento alla dignità episcopale a chi non abbia
te in Roma, cillà ove in vero poleva più che ricevuto gli altri ordini ; fu prescritto che le
altrove essere tenuta in pregio la qualità delle vergini che abbiano fatto voto di continenza, e
cognizioni che aveva . Urbano VIII ed Iono- ogni altra persona che abbia ricevuto la bene
cenzo X lo ricompensarono con distinzioni e dizione della penitenza, sia esclusa dalla co
benefizıi . Quando ſu ristabilita la monarchia nunione dei fedeli , nel caso, che avendo con
portoghese , nel 1640 , tenne le parti degli Spa- trallo malrimonio di loro volontà , ricusino di
gnuoli , e da Filippo IV ſu nominalo, nel 1649, separarsi. —- Sei altri concilii si adunarono in
vescovo di Ugento, nel regno di Napoli . Pas. Barcellona, cioè nel 906 in cui si confermò la
sò al suo vescovado e vi nori l'anno medesi. abbadessa Emma nel possedimento di alcune
mo. Le sue opere sono stale numerosissime , e chiese , e sopra le pretese dell'arcivescovo di
moltissime volte stampate in Francia , in Ila- Narbona ; nel 1009 sopra le donazioni falte al
lia , in Ispagna e nei Paesi Bassi ; esse sono sta- la stessa chiesa di Barcellona ; nel 1054 contro
te raccolte col lilolo di Opera omnia, a Lione, gli usurpatori de' beni ecclesiastici ; nel 1068
in 16 tomi in foglio. Fra queste meritano es per opera del legato Ugone il Bianco. In esso
sere distinte : 1. De officio el potestate Episco- fu ordinata ai cliierici la continenza, e fu so
pi; 2. De officio el poleslale Parochi. 0. B. stituito il rilo romano al gotico, benchè alcuni
BARCE o Barca. Cillà della Libia Penta. vogliono, che il concilio sia stato adunalo nel
poli , erella in vescovato nel secolo nono. Din monastero di Leira, ma che non vi si potesse
pendente dal patriarcato di Alessandria, era stabilire il cangiamento del rito. Un altro con
già capitale di un regno sul Mediterraneo nel- cilio fu celebrato nel 1339, ed i suoi canoni
l'Africa, fra Alessandria e Tripoli , e, secondo si possono vedere nel tom . III della Raccolta
l'asserzione di Commanville, era già sede ve. dei concilii di Spagna ; ed anche il concilio ce
scovile deCopli. Alcuni opinano e dicono che lebrato in Barcellona per l'Antipapa Clemente
è situata nell'Oasi degli antichi. Com . VII di Ginevra nell'anno 1387.
BARCELLONA, cillà con residenza vesco Ipsorlo fin dal 1378 lo scisma del dello
vile nella Catalogna in Ispagna, il cui primo pseudo-pontefice Clemente VII di Ginevra ,
vescovo ſu s . Teodosio ed uno dei principali contro il legittimo Papa Urbano VI , la Spagna
fu s. Paciano falto vescovo di questa città nel segui le parti dell' Antipapa, a cui nel 1394 ſu
l'anno 573, uno dei più grandi uomini che la dalo in successore Benedetto XIII di Luna,
Spagna abbia dato alla Chiesa . Suffraganea d'una delle più illustri famiglie d'Aragona , e
della metropoli di Tarragona , questa diocesi dove mori ai 29 novembre 1424 , dopo che il
comprendeva 296 parrocchie, due abbazie e concilio di Costanza nel 1417 aveva eletto in
tre commende. È celebre per i concilii che vi sommo pontefice Martino V. Egidio Sanchez
si tennero. de Munoz succedelte a Benedetto XIII e fu
. Il primo concilio celebrato in Barcellona coronato ai 17 giugno 1425 , prendendone la
con selle Vescovi della provincia fu nel 450, e protezione Alfonso V , possente re d'Aragona ,
vi si tratto della disciplina ecclesiastica, come per cui la Chiesa vide con dolore rinascere lo
si ha dal Labbė, lomo V , e dall'Arduino, tomo scisma, che credeva affalto spento colla morte
II . Vi si decretó dover gli uomini penitenti del de Luna. Premuroso il zelante Martino V
accorciarsi i capelli, vestir l'abilo religioso, e di estinguerlo onninamente, invio nella Spagna
passar la vila nel digiuno e nelle pregbiere. per suo legato il cardinal Pietro de Foix cu
Vietato ſu toro eziandio di partecipare ai ban- gino del re, e dopo diverse tervigersazioni questi
chelti; dover gli infermi ricevere dal vescovo entrò ai 10 maggio 1429 in Barcellona, accolto
BAR - CEPHA - BARCOS 619
con grandi onori e dal clero e dal popolo e in- il suo vero nome era Gazeb ovvero Cusel ,
contrato fuori della città dallo stesso Alfonso mentilore : ovvero Bur - Cuscbuh , figlio della
V. Ai 16 giugno si giurò la concordia, conve menzogna : il qual nome però dispiacendogli,
nendovi l'Antipapa, riconosciuto soltanto da- ei lo mulò in quello di Bar -Chochcbas, figlio
gli Aragonesi ; ed infalli ai 26 luglio rinunzio della stella . Costui fu capo della rivolla deyli
formalmente le insegne papali , ed in Montesia, Ebrei sollo l'imperatore Adriano. Il famoso
presso Paniscola , ebbe luogo la funzione, in rabbino Akiba lo sosteneva, spacciandolo sic
cui prestò obbedienza a Marlino V , rappre- come il Messia . Sparziano asserisce che la vera
sentato dal legato. Quindi ai 16 agoslo Egidio causa della rivolta degli Ebrei ſu perchè loro
Sanchez Mugnoz juniore, nipole dell'Antipa- venne vietata la circoncisione. Dicesi che co
pa , e da lui fallo pseudo -cardinale di S. Maria slui per ingannare gli Ebrei ponevasi nella
in Cosmedin, abiurò lo scisma , e giurò fedella bocca palle accese,'e faceva somiglianza di vo
a Martino V , deponendo la dignità e il titolo milare del fuoco. Forlilicalosi in molti luoghi
cardinalizio , come riporta il Ciacconio lom . diè morte ad un numero considerevole di pero
} I , pag. 750. Tullociò fu confermato dal con sone, e principalmente di cristiani , contro i
cilio di Tortosa , ed il pontefice Martino V quali era rivolto il suo furore.
promosse al vescovato di Maiorica l'ex Anti L'imperatore Adriano inviò contro costoro
papa . MOR . Giulio Severo, che li attacco separatamente, e
BAR -CEPHA ( Mosè), scrillore siriaco , che li prese in molli luoghi; infine li racchiuse in
per tempo abbraccio la vita monastica nel Bitter. L'assedio di questa piazza fu lungo, e
convento di Sergio sul Tigri . Elelto vescovo , la difesa opposta dagli Ebrei ſu ostinatissima.
fu in varie sedi traslalalo , onde è che di varii La cillà fu presa, e ben presto dopo la guerra
momi egli è arriechilo , chiamandosi ' talora ſu intieramenle abbattuta. Barcochela peri ,
Bar-Cepha di Berthraman , tal altra di Beth- ed il numero degli Ebrei che furono messi a
Ceno, cioè vescovo di Berlhraman, di Beth- morte è quasi innumerevole. Un gran numero
Ceno ecc.. Credesi che egli fiorisse in sul finire ne fu venduto al mercato di Terebinto, e quel .
del IX ed al principio del X secolo. È autore li che non poterono allora essere smerciali fu
di un commentario sul paradiso, opera divisarono esposti in vendita a Gaza ; indi i rimasli
in tre parti; nella prima delle quali lo scrillo- in Gaza furono condolli in Egillo ove periro
je esamina la questione se vi fossero due pa- no o per naufragio, o per fame, o per manodei
radisi , terrestre l’uno, e l'altro spirituale , e popolani. Dopo ciò Adriano fece un edillo con
aderisce all'opinione di quelli che ne ammet- cui proibiva agli Ebrei di andare in Gerusa
tono un solo. Nella seconda parle altribuisce lemme solto pena della vita , e furono poste
significali mislici a tutto quello che è detto guardie espressamente alle porte per impedir
nella sacra Scrittura intorno al paradiso tere loro l'ingresso. La rivolta degli Ebrei sollo Bar
restre. La terza parte è destinata alla conſula . cocheba ebbe luogo l'anno 17 , o 18 di Adria
zione degli eretici , alcuni dei quali, come il no, 178 o 179 di G. C.
mago Simone, accusavano il Creatore d’impo Gli Ebrei prelendono che sien vi slati nella
tenza per non aver saputo conservare Adamo loro nazione due Barcocheba, il vecchio ed it
nello stato in cui l'aveva crealo, ed allri so- giovane. Che Cocheba ovvero Caziba I fu elet
stenevano, con Teodoro e Nestorio , che il pec. to re degli Ebrei cinquantadue anni dopo la
cato di Adamo non fosse la causa della morte rovina del primo tempio, e morì a Biller ciltà
degli uomini. L'opera era scrilla in siriaco, e vicina a Gerusalemme, e capitale del suo im
dal Masio fu tradotta in latino, ed in questa pero. Suo figlio gli fu sostituito , indi regno suo
lingua stampata. Ric. nipote Romolo ovvero Coziba solto il quale
BAR -CHOCHEBA, fu un famoso impostore. accaddero gli avvenimenti descritli. BER.
Prese un tal nome che significa figlio della BARCOS ( MARTINO DE ). Nacque da nobi
stella , a cagione delle parole di Balaam che e- lissima famiglia in Baiona, l'anno 1600. Co
gli si applicava , pretendendo essere il Messia: me fu ammaestrato da suo zio l'abale di S.
Sortirà una stella da Giacobbe, e si eleverà Cirano negli elementi delle scienze, studiò leo
uno sceltro da Israele. Altri credono che traes- logia nell'universilà di Lovanio, solto il fa
se il suo nome dal borgo di Cochaba situalo al migeralo Giansenio , poscia vescovo d'Ipri.
di là del Giordano, nei contorni di Astaroth- Compiuti i suoi studi, per la morte di d'an
Carnaim , ed al di là di Adrac ovvero Edrai. guibert, assunse l'impiego di segretario ap
Scaligero osserva,sull'autorità dei rabhini,che presso l'abate di S. Cirano suo zio, e fu il
620 BARDAA --BARDESANITI
lora che abbraccio lo stato ecclesiastico . Mor. ne che per cadere in altri errori nel voler cer.
to suo zio . gli successe nella dignità abba- care la soluzione di questa quistione, che tan
ziale , e prese possesso il giorno 9 maggio ti filosofi travio : Pcrche o ha il male nel
1664 , e tosto fermo deliberazione di passa- mondo ? Sedolto dalle lusinghiere apparenze
re ad una riforma. Fu segno all'odio di molti; della filosofia orientale, fu sollecito nell'adot
ed il suo allaccamento alla causa di Porto- tarla, modificandola in modo, da rendere il suo
reale ed agli errori del giansenismo altirò so- sistema meno ributtanle di quello dei Marcio .
pra di lui giustamente un ordine del re, che nili , contro i quali compose alcuni dialoghi
lo esiliava in Boulogne. A cessarne l'effello , molto stimati . « Vi ha, dice egli, un Dio su
per alcun tempo egli occultossi , finchè nelo premo, puro e benefico, assolutamente esenle
l'anno 1669 ritornò alla sua badia , ove mo. da ogni imperfezione. Vi ha altresi un princi
ri nell'anno 1678, lasciando di sè le opere pe delle tenebre, origine di tutti i disordini e
seguenti . 1. La censura del Praedestinalus di tutte le imperfezioni. Il Dio supremo creo
del p. Sismondo, gesuila , in 8 , 1643 . 2. il mondo senza alcuna mescolanza di male.
Risposta ad un estrallo ďalcune proposizioni Diede l'esistenza a tutti gli uomini,esciti dalle
di Giansenio e dei suoi sellalori, ecc . 3. Tralo sue mani puri ed innocenti, vestiti di sottili
lalo dell'autorità di S. Pietro e di S. Paolo. 4. corpi, dolati di celeste natura. Il principe del
La grandezza della Chiesa romana , stabilitu le tenebre avendoli sedotti ed indolti al pecca
sull'aulorilà di S. Pietro e di S. Paolo e giu to , il Dio supremo permise che essi cadessero
slificula collu dollrina dei Pupi. 5. Epistola ad in corpi grossolani , formali di materia corrotta
Innocenlium X sullo stesso argomento. 6. Lel- dal cattivo principio, che introdusse la depra
lere all'abbudessa e religiose di Portorcale. 7. vaziose ed il disordine nel mondo morale ; da
Esposizione della fede della Chiesa romuna ciò nasce quel perpetuo conflitto nell ' uomo
intorno allu grazia ed alla predestinazione. tra la sua ragione e le sue passioni . E per
SIR liberario da tale servilù G. C. discese dalle
BARDAA, ciltà metropolitana della diocesi superne regioni con un corpo celeste, al fine
di Caldea, ed una delle più distinte fra quelle di insegnare agli uomini a domare ed a sollo
dell'Armenia Maggiore e della Persica , nel- mettere i loro corpi terrestri colla astinenza , il
l'aplica Media , verso Covasan . OR. CR. digiuno e la contemplazione . » Bardesane eb
BARDESANE , eresiarca del II secolo , nalo be un figlio, chiamato Armonio, che seguito
in Siria , di una famiglia originaria di Edessa. gli errori del padre, e varii altri ne aggiunse
Era questi un fino e sagare ingegno, collivalo sull'origine dell'anima, la corruzione del cor
nello studio della filosofia ; e si alzò fin dal po , ece. Col mezzo della musica il padre ed il
principio a grande riputazione col suo zelo figlio ingegnosamente sparsero i loro errori , e
nella difesa della religione. Il filosofo Apollo- per opporsi al loro inganno, s. Efrem , diacono
nio trovandosi in Edessa coll'imperatore, len- della chiesa di Edessa, scrisse in versi e pose
lò di togliere un si bel luminare al cristia- in musica la doltrina della Chiesa . La sella dei
nesimo, ma nè le promesse, né le minacce po- Bardesaniti ha sussistito lungamente in Siria .
lerono smuoverlo . Tra le numerose opere che Ber .
compose nella prima epoca della sua vita, ri BABDESANITI . Nome di una setta di e
pulala sopra ogni altra era quella , in cui com- retici seguaci di Bardesane. Gli errori di co
balleva il destino e la falalità. Eusebio ce ne storo che nella empietà vivevano erano : 1. Il
conservò un lungo frammento , allo a farci negare la risurrezione dei morti . 2. Lo asse
rammaricare per la perdita del rimanente. Oc. rire che le umane azioni dipendono dal de
corrono allresi in Porfirio alcuni frammenti stino . 3. Essersi il demonio crealo da se me .
della sua relazione di un viaggio nelle Indie, desimo. 4. A ver Gesù Cristo recalo dal cielo
intrapreso pel desiderio che aveva di conoscere il corpo entro il quale era apparso in terra. 5 .
la filosofia dei Bracmani. Synorasi per qual via Non avergli la Vergine comunicato alcun che
ed in qual epoca precisa quest'uomo, di cui la della propria sostanza quantunque lo abbia
dottrina, l'eloquenza ed i talenti avevano fal- concepilo e dato alla luce . 6. A tante empielå
to la gloria della Chiesa , ed eccitata l'ammi- e bestemmie quelle pure aggiungevano che 2
razione degli stessi pagani, e che confesso la veva proferilo l'erelico Valentino. V. VALEN
fede al cospetto di Marco Aurelio, si sia lascia TINO.
to indurre nell' eresia dei Valentinjavi. Non Queste erano anche le perverse doltrine di
vi persistè lungamente; ma da essa non rinven- Bardesane loro capo, con cui a morte spiritua
BARDS. TOWY- BAR -JESU 621
le traeva i seguaci di Gesù Cristo, nelle loro BARI . Ciltà vescovile della Puglia , la cui
anime infondendo il funeslo veleno dell'errore sede è antichissima , ritrovandosi che un suo
e della colpa . Ric. vescovo fu al concilio di Sardica tenulo l'an .
BARDS -TOWN . Piccola città della contea no 347. Epifanio, patriarca di Costantinopoli,
di Nelson , nel Kentuky negli Stati-Unili Ame- la eresse in melropoli al tempo del Pontefice
ricani , ina però sede vescovile , eretta dal Pon- Felice IV , e Gregorio VI accordò il pallio ai
tefice Pio VII . Suffraganea a Baltimora ha la prelati suoi nel 931 , e da quell'epoca in poi
calledrale dedicata a S. Giuseppe . In questa assunsero essi il titolo di arcivescovi.
cillà evvi un istituto delle Suore della carità, Bari merita pure memoria pei tre concilii
uno delle Suore amanti di Maria, ed uno di in essa tenuti ; il primo dei quali fu convocato
Suore dell'ordine di s. Domenico ; ed havvi un nel 1064 da Arnoldo vicario del Pontefice Ales
convento di Domenicani, ed altri , oltre il semi- sandro II.
nario e due collegi non che alcune scuole. Questa Il secondo fu radunalo nell'anno 1097, ov
diocesi fino dall'anno 1809 era paternamente vero , secondo altri nel 1098 , da Papa Urbano
governata da mons. Benedetto Haget, nominato . A questo concilio intervennero centotlan
dallo stesso Pio VII , a cui il Pontefice Grego- tatre vescovi , e si tratto dell'unione della
rio XVI nel concisloro del 21 marzo 1834 , chiesa greca colla latina. Vi fu presente anche
diede per coadiutore con fulura successione s. Anselmo di Cantorberi , il quale sostenne
pions. Guidone Ignazio Chabrat, fallo vescovo con molla dottrina una disputa contro i Greci
di Bolena in parlibus. Мов ,, intorno alla processione dello Spirito Santo.
BARDULINEOS o S. BARTOLOMEO, vescova Nel lerzo, che fu tenuto l'anno 1607, vi fu
to d' Armenia. Questa era sede arcivescovile rono discussi alcuni punti di ecclesiastica di
nella diocesi dell'Armenia Maggiore nella pro- sciplina. MOR ,
vincia di Hacbac od Acbat , e le chiese a lei BARED , figlio di Suthala, della tribù di
suffraganee furono distrutte. Ora è soltoposta Efraim . Cal .
alla metropoli di Grand - Vanch , sotto il pa BARIA , quarto figlio di Aser , è nominalo
triarcato di Ecmiazin . Com , Beria nella Genesi , e Brie, capo della fainiglia
BAREBONE , lanatico che comparve circa dei Brieiti , nel libro dei Numeri .—Col nome di
l'anno 1653 in Inghilterra. Costui da prima Baria trovasi nel capo terzo del primo libro
mercatante di pelliccerie, si fece poi capo di dei Paralipomeni il terzo figlio di Semeia; al
una radunanza di uamini vili , ignoranti e fa- capo ollavo un Beniamita capo di famiglia ; al
natici , i quali con nomi dell'antico Testamen . capo trigesimoterzo un levita , quarto figlio di
to , con una sentenza della Scrittura aggiunta Semei della famiglia di Gersom . Cal .
al loro nome, si dissero inspirati dallo Spirito BARIANA , citla vescovile sino dal IX se
Sanlo, e presero in deliberazione di distruggere colo nella provincia di Tessaglia , nella diocesi
il clero, le università e le corti di giustizia , dell'Illiria, soggetta alla metropoli di Larissa .
Cosi strane poi erano le pazzie di questo capo Com .
e dei suoi seguaci, che in brevissimo lempo si BARISPA , BARA O Baris. Citlå vescovile di
videro ricadere nella oscurità , e ricordasi il Ellesponto erella nel V secolo nella diocesi
loro nome con derisione e sarcasmi, BER. d'Asia, soltoposta alla metropoli di Cizico.
BARES. Ciltà vescovile di Pisidia soltoposta OR. Cri.
alla metropoli di Antiochia. Com . BAR-JESU , ovvero, secondo qualche esem
BARETTA. Ciltà vescovile nell'Asia sog. plare, Bar- Jeu, era un Ebreo mago chedimora
gella alla metropoli di Efeso . MOR . va nell'isola di Creta. San Luca gli dà il nome
BARGALA . Città vescovile di Macedonia, la di Elimas che in arabo significa mago. Era
quale appartiene alla seconda Macedonia nella col proconsole Sergio Paolo , quando questi ,
diocesi dell'Illiria orientale, sottoposta a Tes- desiderando di udire la parola di Dio, e man
salonica. OR . CR. dando per questo oggetto a rintracciare Paolo
BARGYLA . Città vescovile nella Caria, sol. e Barnaba, Bar Jesu loro fece resistenza , slu
toposta alla metropoli d'Afrodisiade. BER . diandosi d'impedire che il proconsole abbrac
BAR- HADBSCIALA , scrittore siriaco , cui ciasse la fede. Allora Paolo , ripieno di Spirito
da alcuni vengono altribuite le dispule in- Santo, gli rivolse acri rimproveri, ed aggrava
torno alle false religioni, nonché una storia tasi sopra di lui la mano del Signore, una te
ecclesiastica ,ed alcuni commenti sui salmi e sul nebrosa caligine cadde sopra dell’empio, per
Vangelo di s. Marco . Cal. cui invado augiravasi cercando chi gli porgessc
622 BAR - JONALBARLIAM
Ja mano. Il proconsole ciò vedulo si convertj. vanzala ei fu catturato per la religione di Cri.
Origene ed il Grisostomo credono che anche sto, nella diuturnità dei suoi palimenti gode
Bar Jesu si convertisse, e che s. Paolo gli ren va , e nella violenza delle pene esperimentava
desse la vista , CAL quel gaudio che dalla grazia divina solo pro .
BAR - JONA, ovvero figlio di Jona, oppure fi : viene. Varie e crudeli furono le maniere con
glio della colonba. E questo il soprannome che cui fu lormentato , onde indurlo ad a postalare ,
Gesù Cristo dava qualche volta a s . Pietro. Al ma l'ombra sola del peccato era mostruosa agli
cuni credono che Bar - Jona sia posto in vece di occhi di lui . Sostenuto da sopranaturale vir
Bar -Johanna, figlio di Giovanni. Sim . tù , ed infiammato d'amor divino, appariva
BARIS, è il nome del palazzo che cominciò insensibile alla violenza delle orride prove cui
Giovanni Ircano sulla montagna del tempio, e dovette soggiacere , ed anche quando pella for
che servi in seguito di dimora ai principi A za dei tormenti spirava , faceva vedere quella
smonei. Erode il Grande lo perfeziono , e ne ilarità che è propria dei giusti in mezzo alle
fece una cilladella che chiamò Antonia , in o . più gravi afflizioni, i quali sono sicuri di pas
Jiore di Marco Antonio suo amico e prefettore. sare dalle pene alla gloria, dal pellegrinaggio
Questa fabbrica era quadrata, alzata sur una alla patria non peritura. Vuolsi che egli ab
roccia scoscesa, che aveva cinquanta cubili di bia sofferto sollo la persecuzione di Dioclezia
allezza , dalla partedella vallata cheguardava la no ; ma alla asseveranza di ciò mancano all
città di Gerusalemme. In questo palazzo si tentici decumenti, siccome pure del luogo cer
conservavano gli ornamenti pontificali del to ove sostenne il martirio . Il martirologio ro
gran sacerdole, in cui si chiudevano dopo che mano segna la sua festa nel giorno 19 di no
egli se ne era servito nelle grandi solennilà . vembre. Bal.
Il nome di Baris è usato dai Settanta per BARLAAM , dolto monaco di S. Basilio, che
indicare un palazzo , una gran casa chiusa si rese celebre od almeno fece molto parlare
da ogni parle, in forma di torre . Questa voce di sè nella prima metà del secolo XIV , nac
deriva dalla caldaica Berah, che trovasi spesso que a Seminara, nella Calabria Ulteriore. Era
meilo stesso senso nei libri ebrei scritti dopo la giovanissimo quando vesti l'abito religioso ; si
schiavilù di Babilonia, come sono quelli di chiamava prima Bernardo, e mutò lale nome,
Daniele, Esdra , Neemia , Ester. Baris fa nel nell'entrare in chiostro , con quello di Bar
plurale bareis , ch'è equivoco, perché puòderi- laain . Si applicó con sommo ardore allo sill
vare dal greco barys che significa pesante. Da dio , e si rese distinto indi a poco per la va
qui alcuni latini, interpretando il salmo 44 , in slità delle sue cognizioni, non solo nelle sil
cui noi leggiamo a domibus eburneis, leggono a cre scienze, ma altresi nelle matematiche, nella
gravibus eburneis, lo che non ha verun senso, filosofia ed astronomia . La brama di leggere
e che produsse un altro errore , avendo per ciò in originale le opere di Aristotele lo fece aoda
alcuni altri lello a gradibus eburneis, gradini re jo Oriente per imparare la lingua greca.
d'avorio , lo che non ha alcun rapporto col Si recò prima in Etolia , e cominciò a colà
Juogo del Salmo. Così pure nel salmo 47, ove studiare l'idioma, ma nello stesso tempo gli
Jeggiamo ,distribuite domos ejus , altri, inganna. errori vi allinse della chiesa greca. Poscia si
li dall'equivocazione della voce bareis, hanno trasferi a Salonicchio , dove fiorenti erano le
Jello graves ejus , ed altri infine, volendo solli- lettere; vi si trattenne alcun teinpo, perſezio
Tizzare, lessero distribuite gradus ejus. nandosi nella lingua, ed indurando negli er
Mig . rori. Quando finalmente fu in grado di com
BARLAAM ( S.) , martire della Siria o della parire con lustro a Costantinopoli, vi si reco
Cappadocia. Sebbene la sua prima educazione nel 1327 : non tardò a formarsi ivi amici po
fosse rozza , per la poverlà dei suoi genitori, tenti , e pervenne sino al favore dell'impera
pure fu conforme alle massime del Vangelo di fore Andronico il giovane, colla protezione di
Gesù Cristo ; che se non potevano istruirlo Giovanni Cantacuzeno , il quale, dedicato pure
nelle lettere e nelle scienze, lo educarono però allo studio , era allora occupato a formare una
alla pielà ed al timor santo di Dio. E ſu que- biblioteca. Barlaam gli fu utilissimo per l'ese
slo santolimore di cui fino dai primi suoi anni cuzione del suo progello. Cantacuzeno gli die
aveva succhialo gl'influssi soavi , che lo man . de stanza nel suo palazzo, s'occupò di sua
tenne nella purilà dei costumi, ed in quella forluna, e gli oltenne, nel 1551 , l'abbazia, di
santa semplicità della vita, che rende le anime cono alcuni, di S. Salvatore , alcuni, dello Spi
accelte al Creatore ; per cui quando in elà a rilo Saulo . L'Allacci nel libro II , al capo 16
BARLETTA 625
della sua opera : De perpetua consens. eccles. il sinodo da entrambi i partiti domandato. Fu
orienl. el occid . , riporta alcune lettere di Be- aperto il giorno 11 di giugno 1541. Il Pa
hedello XII , che provano come fu allievo del triarca e lo stesso imperatore vi presiederono.
secondo dei due monasteri . Il favore di che Barlaam primo parlò ; Palamas rispose e su
godeva Barlaam , lo rese orgoglioso ; trattava i stenne come la luce del Tabor era la gloria in .
Greci d'ignoranti , ed osò sfidare a contro creata di Dio ; parlò anche di una certa formu
versia sopra varie filosofiche materie il dollo la di preghiera , che rimproveravasi a'suoi , e
Niceforo Gregora: fu vinto ; l'onta che ne consisteva nel lasciar cadere la barba sul pet
ebbe e l'odio che gli porlavano i Greci, l'ob to, e nel tenere a terra gli occhi. Erano accu
bligarono a lasciare Costantinopoli . Ritornò , sati di guardare il loro ombellico ,e di credere
nel 1339, a Salonicchio : ma l'occasione venne di vedervi quella luce increata , che era soggel
sollecila a tornarlo in favore presso i Greci to della disputa. Non è dimostrato che essi lo
Il Papa Giovanni XXII avendo inviato due credessero veramente: arduo è di formar limili
legati a Costantinopoli, onde trattare la riu- in tali materie.Comunque ciò sia Barlaam , ve
nione dei Greci colla Chiesa Caltolica , i Gre- dendo inclinala la vittoria dalla parte di Pa.
ci ricusarono di entrare con essi a discus- lamas, o dei solitari , pensò , seguendo il con
sione ; Barlaam allora si dichiarò aperta- siglio del suo protettore Cantacuzeno , di rilia
mente per lo scisma , e pubblicò contro i le- rarsi , ed accomodarsi con essi . Vi riusci ; i
gali del Papa varii scritti ; ma gli sfuggirono monaci gli perdonarono , ed il sinodo fu di
alcuni Iratti contro i monaci del monte Alos , sciolto. Androuico mori quattro giorni dopo.
contro la loro maniera di pregare , e le loro Allora Barlaam altamente reclamò contro il
opinioni sulla luce di Tabor ; giunse sino a sinodo, nè polendo tollerare la vergogna di
trallarli d'impostori, di corrullori del dogma cui si credeva coperto per la decisione di quel
e di seduttori del popolo. Uno di quei solitari l'assemblea, ripassò in Italia, lasciando presso
che aveva grande riputazione tra essi , Gior- ai Greci un'abborrita memoria , a cagione del
sio Palamas, prese la loro difesa . Tale accesis. la sua doltrina sulla luce del Tabor , e della
sima disputa durò tre anni. V'ebbe nel 1339 distinzione che ammetteva tra le operazioni
una tregua o sospensione d’oslilità . Androni. di Dio e la sua essenza . Cercò asilo presso
co inviò segrelainente Barlaam in Occidente , il re Roberto , gran protettore delle lettere ,
per chiedere soccorsi contro i Bulgari ed i Tur- dal quale ebbe graziosa accoglienza, e che gli
chi, che ogni giorno più estendevano le loro affidò in compagnia di altri dolli , fra cui col
conquisle, gli uni in Europa, i secondi lun- grammatico Paolo di Perugia , la direzione del
go le spiaggie dell'Ellesponto. Barlaam si recò la sua biblioteca . Barlaam , reduce in Italia, ri
prima a Napoli, presso il re Roberto , indi in trallò le opinioni abbracciale in Grecia , ri
Francia , alla corte di Filippo di Valois , e ad tornò buon cattolico, e scrisse diverse opere a
Avignone, ove regnava allora Benedetto XII , favore della Chiesa romana . Clemente VI ri
dovunque bene accolto , ma nulla ottenendo compensò il suo zelo , eleggendolo , nel 1542 ,
dai principi lalini per l'imperatore e pei suoi vescovo di Geraci nel regno di Napoli . Igno
Greci . Barlaam ripassò nell'anno 1340 a Sa- rasi l'epoca precisa della sua morte , ma sicu
lonicchio , e ricominciò le sue ostilità contro i ramente avvenne prima del 4 agosto 1348 , pe
solitari del monte Alos : ma gran numero di rocchè Ughelli nella sua Ilalia Sacra , lom . 4 ,
quei dei vicini monasteri , e varii del monte col . 396 , gli dà per successore in quel vesco
Alos , essendo accorsi a Salonicchio, temè qual- vato un altro monaco di s. Basilio, Simeone di
che sinistro avverimento e fuggi a Costanti. Costantinopoli, e fissa quel giorno pella data
popoli. Là , sentendo tutta la sua forza , ac- della sua elezione . Siccome scrisse in diversi
cusò dinanzi al Patriarca ed ai vescovi la dot- tempi, ora a favore degli scismatici , ora per la
trina di quei solitarii , e dimando con istanza Chiesa Cattolica, alcuni scrillori credettero che
un sinodo per la condanna dei loro errori . Il vi sieno stati due Baarlam ; ma questo errore
Patriarca li citò a Costantinopoli ; obbedirono, fu ad evidenza dimostrato . Ber.
ma si mostrarono disposti a vigorosa resisten BARLETTA , ciltà vescovile nel regno di
za . L'imperatore, stretto dai Turchi, voleva in- Napoli . Dopo che nel secolo decimoterzo fu di
vano calmare quel teologico lumulto . Ostinalo strutto il regno di Gerusalemme, si riſugiò in
Barlaam nei suoi altacchi, ed ostinato non me- questa città l'arcivescovo di Nazareth , e di
no Palamas a rispondervi , fecero tanlo strepi- venne sede arcivescovile titolare senza suf
to che Audronico si vide costrello a convocare fraganei. Clemente IV concesse all'arcivescovo
624 BARNABA
il privilegio di portare ovunque la croce avan malizia degli Ebrei. Sorlirono dalla città , scuo .
ti di sè ; ed in progresso di lempo gli si uniro- tendo contro essa la polvere dei loro piedi , o
no le sedi vescovili di Canne nell'anno 1455 , se ne andarono ad Iconio , ove fecero gran nu
per disposizione di Callisto III , e di Monte mero di conversioni . Ma gli Ebrei indurali ec
Verle nell'anno 1531 da Clemente VII . Mor . citarono contro essi una sedizione, e li obbli
BARNABA, discepolo di Gesù Cristo , e com- garono a ritirarsi a Derbe e a Listri in Licao
pagno delle fatiche apostoliche di s . Paolo. Era nia. Fu qui dove san Paolo avendo risanalo
nativo dell'isola di Gipro, ed apparteneva alla un uomo chiamato Enea, storpio fin dalla na
Tribù di Levi . Il suo nome significa : figlio scita , furono stimati dei , e loro volevano of
della consolazione, ovvero della profezia. Por. frir sacrifizii, dicendo che Barnaba era Giove,
tava anche il nome di Giuseppe o José, ed in e Paolo Mercurio . I due Apostoli gittandosi in
alcuni esemplari greci , invece di Barnaba , è mezzo alla moltitudine durarono grande fati
chiamato Barsaba ; lo che diede campo ad al ca onde impedire che loro sacrificassero.
cuni di confonderlo con Barsaba trallo a sorte Poco lempo dopo vennero a Listri alcuni
con Mattia per riempire il posto di Giuda nel- Giudei di Antiochia, di Pisidia e di Iconio, i .
L'apostolato . Dicesi che egli abbia venduto i quali istruirono quelli di Listri , che Paolo e
suoi beni e portatone il prezzo ai piedi degli Barnaba erano perturbatori della pubblica tran
Apostoli , e così pure che abbia studiato appo quillità , per cui essi trascinarono Paolo fuori
Gamaliele con san Paolo. Allora quando l'A- della città, e lo lapidarono. Lo avevano lasciato
postolo andò a Gerusalemme tre anni dopo per morto, quando fu rialzato dai discepoli , e
la sua conversione , s. Barnaba lo condusse ricondolto in città. Il giorno seguente parlì
agli altri Apostoli , e loro il fece conoscere . con Barnaba per andare a Derbe. Finalmen
Ginque anni dopo la chiesa di Gerusalem- te, dopo avere di nuovo visitate tutte le città
me avendo inteso i progressi che il Vangelo per le quali erano passati e dove avevano
faceva in Antiochia , vi inviò s. Barnaba , che annunziato il Vangelo, ritornarono ad Anlio
vide con gioia le meraviglie che la grazia di chia di Siria, donde erano partiti .
Dio vi aveva operalo. Esorló i fedeli a perse L'anno 51 di Gesù Cristo , san Barnaba ſu
verare nel servizio del Signore, e qualche tem- inviato con s. Paolo da Antiochia a Gerusa
po dopo andò a Tarso , per cercarvi san Paolo , lemme, nell'occasione delle dispute insorte per
e per condurlo in Antiochia. Dimorarono in- la osservanza delle cerimonie legali , cui gli
sieme due anni nella stessa città , ove fecero Ebrei volevano assoggettare i convertiti gen
gran numero di conversioni , ed ivi fu dove i tili . Paolo e Barnaba assistettero al concilio
nuovi convertiti incominciarono ad essere chia- di Gerusalemme, dove furono riconosciuti per
mali cristiani . Questi due santi lasciarono An- gli Apostoli dei Gentili , e loro furono racco
tiochia l'annc 44 di G. C. per portare a Geru- mandati i poveri della Giudea .
salemme le elemosine dei fedeli di questa chie San Paolo avendo in seguito stabilito di vi
sa . Al loro ritorno condussero seco Giovanni sitare le chiese che aveva fondate nell'isola
Marco cugino di Barnaba. di Cipro e nell'Asia Minore , Barnaba desi
Come furono in questa cillà , lo Spirito San . derò che Giovanni Marco li seguisse , come
to ordinò che li separassero e fossero consa aveva fatto nel primo viaggio ; ma s. Paolo non
crati per impiegarli nella funzione ch'egli ave- avendo acconsentito , perché Marco li aveva
va loro destinala. Pertanto premessa la pre- abbandonati la prima volta , i due Apostoli si
ghiera ed il digiuno, ricevellero l'imposizio- separarono. Paolo prese la via dell'Asia , e
ne delle mani , e parlirono d'Antiochia per an Barnaba con Marco andò in Cipro. Ecco ciò
dare a Seleucia. Di là passarono nell'isola di che si sa di certo intorno a s. Barnaba ; poi
Cipro ; essendo a Salamina, e predicando il chè nulla si può fondare di certo sopra i pre
Vangelo , vi convertirono il proconsole Sergio tesi alli che portano i nomi di Giovanni Mar.
Paolo, e s . Paolo fece il prodigio contro Bar- co , nè sulla sua vita, scrilla dal monaco A
Jesu, di cui abbiamo dello all'articolo Bar- lessandro. Si dice che fu lapidato dagli Ebrei
Jesu . Da Salamina andarono a Pafo , dove di Cipro a Salamina , ed in fatti il suo corpo
s'imbarcarono per recarsi in Panfilia. Intanto fu scoperto in quest' isola al tempo dell'impe
Giovanni Marco, cugino di Barnaba, si separò ratore Zenone. Il suo sepolcro fu aperlo , e vi
da essi , e si ritirò a Gerusalemme. si trovò il suo corpo , col Vangelo di s. Mat
Essi predicarono a Perge in Panfilia , senza teo sul pello , scritto di propria mano. Ciò
molto successo, a cagione dell'induramento e avvenne l'anno di G. C. 488. I Greci ed i
BARNABA (S.) 623

Latini ne celebrano la festa il giorno 11 di dal capo settimo al decimo; ma essi non os
giugno. servarono che i primi padri della Chiesa, che
Sotto il nome di s. Barnaba possediamo una vissero immediatamente dopo quei primi tem
lettera , che fu citata da molti antichi autori . pi , fecero la stessa cosa , avendo ricevuto senza
Ved. Hieronym . de viris illustrib .; Euseb.lib.3 , troppo esame i libri ed i fatti riportati dagli
cap. 25 ; Clemen . Alexandr. Orig.; e che da Ebrei e dai pagani, per servirsene contro essi
alcuno fu posta nel numero delle lettere cano a convincerli della rità di quelli che ap
niche. Ma siccome la Chiesa non l'ha rice- partenevano alla religione.Questa lettera non
vuta come ispirata, ci porge donde dubitą- ha alcun titolo, nè alcun indirizzo, nè alcuna
re , che ella sia di questo santo Apostolo. E data in fronte: ma sembra, da quanto ella con
certo però che ella è antichissima e scritta al tiene, che sia stata scritta poco tempo dopo la
tempo degli Apostoli. Il suo principale ogget- rovina diGerusalemme, come si scorge dal ca
lo è di provare l'abolizione della legge mo- po decimosesto, e che sia stata diretta agli E
saica fatta per mezzo del Vangelo , l'inu- breiEllenisti nuovamente convertiti , cap. 4 e
lilità delle cerimonie legali , e la necessità 21 , ma ancora alquanto attaccati alle cerimo
dell'incarnazione e della morte di Gesù nie giudaiche; ed è per iscioglierli da esse che
Cristo. loro spiega molto esattamente il senso spiri
Clemente Alessandrino sulla fine del secon tuale che era compreso sotto la lettera della
do libro degli Stromati, dice che Barnaba era legge, e loro prova che unicamente a questi
nel numero dei settantadue discepoli di Gesù sensi spirituali essi devono applicarsi : a ciò
Gristo. Eusebio lo conferma al capo duodecimo aggiunge precetti pel retto vivere.
del primo libro della sua Storia Ecclesiastica, E difficile di non ammettere l'autenticità
e si appoggia ad un passo del libro intitolato dell'epistola di s . Barnaba ; od almeno è pro
Héypotyposcon dello stesso padre che confonde babile che questo Apostolo ne sia l'autore. Ma
questo Apostolo con Giuseppe detto Barsaba, di quand'anche ella non fosse di questo Aposto
cui parlasi nel libro degli Atti degli Apostoli lo, egli è un fatto provato che appartiene ai
al capo primo, versetto vigesimosecondo; ed è tempi apostolici. «Si suppone, dice Paley, dot
senza dubbio sulla fede di questo padre , che tore anglicano, che ella sia stata scritta dopo
Eusebio dice la stessa cosa, al capo primo della distruzione di Gerusalemme, nel tempo del
secondo libro della sua Storia. Questa lettera le calamità che seguirono , e questa lettera
si trova anche citata da Origene, nel libro pri- porta in fatto carattere del secolo cui si at
mo Contra Celsum , verso la fine, ove egli le tribuisce. » Egli anche soggiunge: « Ella ap
diede il nome di Cattolica, cioè che è diretta a partiene certamente a quest' epoca. » Conti
tutti i cristiani: e nel secondo libro del suo nuiamo a citarlo. « In questa lettera noi tro
Periarchon, capo secondo. Eusebio nel libro viamo i patimenti di Cristo, la scelta ed il nu
terzo della sua Storia ,alcapo decimonono, par- mero degli apostoli, la sua passione, la tonaca
lando delle scritture canoniche del Nuovo Te- di porpora di cui fu rivestito , l'aceto ed il
stamento, pone questa lettera in una seconda fiele che gli furono posti a bere, la ferita del
classe, e nel numero di quelle che sono fal suo costato, la sorte gittata sulla tonaca in
samente attribuite a quelli di cui portano il consutile, la sua risurrezione nel primo giorno
nome , ovvero che non sono ricevute da tutte della settimana, e l'istituzione di questo gior
le chiese; ma non già nel numero di quelle che no come una memoria di questo straordinario
sono o supposte dagli eretici o riconosciute avvenimento, la sua apparizione dopo essere
per false , e assolutamente apocrife; e per ciò risuscitato, la sua ascensione. I suoi miracoli
non è in questo ultimo senso, ma nel secondo, vi sono anche ricordati con le seguenti parole :
che s. Girolamo, Catulog. , num . 6 , dice che Infine instruendo il popolo d' Isracle, c fucen
questa lettera è tra le apocrife; poscia egli do molti segni e molti miracoli in mezzodi lo
soggiunse che può molto servire alla edifica- ro, predicava e mostrava il grande amore dal
zione della Chiesa, e che egli la crede, egaal- quale era unimato per essi, » cap. 3 .
mente che Eusebio, propria di s . Barnaba. E più lungi , questo stesso autore, ritornan
Quelli che pretendono di doverla rigettare co- do a discorrere intorno alla medesima lettera ,
me un'opera assolutamente supposta , dicono per provare l'antenticità degli evangeli, si e
che essa non conserva la semplicità dei primi sprime in questi termini : « In questa episto
secoli , per le allegorie forzate, per le citazioni la , dice egli , si trova questo passo rimarche
dei passi tratti dai libri apocrifi, per tratti di vole : Guardiamoci affinchè non ci avvenga
morale appoggiati alle favole ed alle finzioni siccome è scrillo che molli sono i chiamati, ma
dei naturalisti , come si può vedere leggendola pochi gli eletti . Dall'espressione come è scril
Encicl. Eccles . Vol. 1. Fasc . X. 79
626 BARNABITI
to si ha donde inferire che all'epoca in cui della confessione nell'origine del Cristiane
viveva l'autore dell'Epistola , esisteva un simo, cap . 23. Vi confesserete dei vostri pec
libro di grande autorità fra i cristiani , in cati, e non vi presenterete innanzi a Dio con
cui erano scritte le parole riſerite : molti sot una coscienza macchiata ed impura ecc .
no è chiamati, ma pochi gli elelli. Questo libro I Greci moderni danno a s. Barnaba un
è il nostro evangelio di s. Matteo , nel quale fratello nominato Aristobulo di cui racconta
due volte s' incontrano le sopraddette paro no grandi meraviglie. Pretendono che di que
le , senza che si trovino in verun altro li- sto parli s . Paolo scrivendo ai Romani , ove
bro conosciulo ai giorni nostri. Osserviamo dice al capo 16 , vers. 11: Salutate eos qui
ancora dai termini citati che autore del- sunt cx Aristobuli domo. Ma nulla trovasi
l'Epistola era ebreo , e che la frase sta scril- di certo sopra questo uomo che fu ignoto agli
to era la formula che s'impiegava dagli Ebrei antichi , almeno quale fratello di s. Barnaba.
per citare le loro scritture . Non è adunque Si attribui a s . Barnaba un falso evange
probabile che l'autore abbia adoperata que- lio , di cui parla papa Gelasio nel suo decreto
sla frase senza verun'altra qualifica , parlan- contro i libri apocrifi. Quest'opera è per
do di libri che non avessero avuta l'autori- duta , e non se ne conosce al presente verun
tà de' sacri. Se questo passo di un anti- esemplare nè manoscritto , nė stampato ; ma
co scritto si fosse trovato in una qualche e i Turchi maliziosamente composero un falso
pistola di s. Paolo , di esso si sarebbero valsi Vangelo sotto il nome di s. Barnaba , nel
gli scrittori come di una testimonianza irre- quale dissero molte cose ingiuriose a Gesù
fragabile a favore dell ' Evangelio di s . Mat- Cristo, ed in onore del loro falso profeta. Fu
teo : conviene dunque osservare che l'opera composto in arabo , come crede il de la Cro
nella quale si trova non è posteriore che di se , fra il 1211 ed il 1245 , tradotto in
pochi anni alle epistole di s. Paolo . Oltre italiano verso la metà del secolo decimoquin
questo passo , l'epistola di Barnaba ne con- to. Trovasi in quest'ultima lingua , ma non
tiene molti altri , il cui senso è il medesimo fu mai stampato . Gio.
che quello di molti passi dell'evangelio di s . BARNABITI . Poco dopo lo stabilimento
Matteo, e due o tre ve ne sono , nei quali si dei cherici regolari Teatini sorse un'altra
riscontrano le identiche espressioni. In par- congregazione di cherici regolari , chiamati
ticolare l'autore di questa lettera ripele il prima di S. Paolo per la special divozione che
precetto del Salvatore : Date a ciascuno ciò avevano a quell ' Apostolo , e che pigliarono
che vi domanda, Matth . 5 , 49. Egli dice che più tardi il nomedi Barnabiti. Verso il 1530
fra quelli scelti da Cristo per apostoli e pre- fu fondata da Antonio Maria Zaccaria di Cre
dicatori del suo Evangelio , ve ne furono mona, da Bartolommeo Ferrari e daGiacomo
alcuni , che prima erano grandi peccatori, per Antonio Morigia .
dimostrare che egli non era venuto per Il primo nasceva nel 1500 da nobilissima
chiamare i giusti, ma i peccatori a penitenza; prosapia ; e perduto il padre essendo ancora
Matt . 9 , 15. Sarebbe facile il poter aggiun- bambino, fu educato nella pietà da Antoniet
gere nuove osservazioni a quelle del dotto- ta Pissarola sua madre , la quale , benchè di
re Paley . E per limitarmi a due o tre sola- fresca età , era però di virtù e di giudizio
mente, s. Barnaba dice al capo 19 , vers. 10 ; matura . Dagli esempi e consigli di tanta
Voi dividerete col prossimo i vostri beni che donna, Zaccaria trasse ottimo profitto, a co
possedele , senza immaginarvi di possedere tal modo che trovando un povero seminu
particolarmente alcuna cosa ; poiché se voi do, gli donò l'abito proprio, e narrato l'ac
siele in società per le cose incorrullibili, quan- caduto alla madre , nel suo ritorno , non
to più dovele esserlo nei beni corruttibili e senza timor di rimbrotto , ne riporto invece
fugaci ! Ciò mostra che al tempo in cui fu- parole di laude. Studiata medicina in Pado
rono scritte queste espressioni i cristiani da- va , ne oltenne laurea dottorale ; ma altre
vano i loro beni in comune , come c'inse- brame sorgevano in suo cuore che quelle non
gna il libro degli Atti Apostolici , capo 4 , fossero della gloria del mondo. Egli sentivasi
vers . 32 , ed altrove. Egli dice ai fedeli chiamato allo stato ecclesiastico , e rispon
cap . 17 , 18 : Cercherele di vedere i fedeli , e dendo alla voce superna , studiava teologia e
vi applicherele , parla in questo luogo ai sa- riceveva gli ordini sacri.
cerdoti , a confortarli coi vostri discorsi Fatto sacerdote, dedicavasi alla predicazio
e con le vostre visite , ponendo ogni studio on- ne , mezzo di diffondere quel lume di verità
de influire alla salvezza delle anime ecc. Fi- che può trar le genti dalla via dell'errore in
nalmente ecco un testo che prova la pratica quella della cristiana giustizia, e togliere agli
BARNABITI 627
abissi quei seguaci , che con le loro arti mali- seramente avrebbe percorso tristo sentiero, se
gne i demoni si sforzano di rubare al cielo. Ap- da lali illecebre non lo ritraevano le esorta
pariva da priina banditore evangelico nella zioni di una monaca di Santa Margherita, sua
chiesa di S. Vitale di Cremona, dove spiego parente, la quale a pentimento lo trasse, ed a
tanla efficacia nel muovere gli affetti, che in pentimento cotale, che conculcando la vanità
breve si videro molte conversioni. della terra , alla clericale milizia si ascrisse per
Egli soleva passare alcuni mesi dell'anno a assicurarsi gloria nel cielo.
Milano ; la contrasse amicizia con due nobili , Gli altri due , che ai Ire primi fondatori le.
che spellavano alla compagnia della Sapien- slè nominati si unirono, furono due sacerdoti
za eterna , compagnia ivi stabilita dai Fran. di singolare pietà , Francesco Lucca e Giacomo
cesi dopo la conquista che ne aveva fallo Lo- Caseo .
dovico XII . Questa era molto scaduta all ' epo Ad erigersi in congregazione la cosa appari
ca di Zaccaria ; i confratelli erano dispersi, per va in sul principio diflicile, ma non fu tale in
cui gli obblighi di carità malamente adem- appresso, perciocchè essendo Basilio Ferrari,
pievansi ; nè solo questo accadeva nella parte fratello di uno dei fondatori, segretario di pa
spirituale, da in ciò pur anche che al iem- pa Clemente VII , ogni difficoltà fu lolta di
porale spettava. Ferrari e Morigia i nuovi mezzo, e l'approvazione della congregazione
amici di Zaccaria si addimandavano, i quali la loro fondata venne soscritta dal Pontefice
strelli di fraterna amicizia con lui , e mossi in febbraio dell'anno 1533. Si dovea fare pro .
dallo spirito medesimo di pietà e di religione, ſessione solenne con tre voti , lo che fu 'esegui .
insieme conferirono, ed al mezzo avvisarono to la prima volta innanzi all'arcivescovo di
di fondare una congregazione di cherici regola- Milano , in appresso innanzi al superiore che
ri, di cui fossero obblighi principali, il confes- sarebbe eletlo.
sare, predicare, ammaestrare la gioventù , go Zaccaria non si valse che più tardi del breve
vernare i seminarii , bandir missioni , in una del Papa . Cominciò dal comperare una piccola
parola , guidar le anime sulla via della salute, casa vicino alla porta di Pavia, e ad introdur
secondo che piacerebbe ai Vescovi di determi- re la vita comune. Nel 1534 dié l'abito che
pare . egli aveva preso simile in tutto a quello degli
Così adunque apparecchiali, ogni studio po altri sacerdoti, fuorchè nella stoffa che era al
nevano onde riescir nella impresa, impresa che quanto più vile. Il loro cibo ordinario era di
di grande utilità ritornava alle genti , percioc- legumi e di pesce, ed assai di rado mangiavano
che non solo le anime proscioglieva dai lacci carne. Vivevano fra i digiuni e le mortiticazio
funesli in cui vivevano avvinte, ma era tutta ni , le orazioni e le veglie. Alcuni con un croci
propria a diffondere quei lumi alle menli , e fisso in mano andavano per la città chiamando
quella rettitudine al cuore , e quella superio- i popoli a penitenza : altri con una pesantissi
rità alle azioni, dalla quale solamente proce. ma croce sulle spalle , andavano per le chiese
dono frutti di eterna vila , e per cui si vide inplorando ad alta voce la misericordia di
sbarbicata l'iniquità , e piantata la virtù in Dio. Alcuni con una corda al collo andavano ad
luogo di essa . esercitare gli uffici più vili . Ciascuno insomma
L'anno 1530 fu quello in cui cominciarono inventava una nuova maniera di umiliarsi ,
a riunirsi io numero di soli cinque, lo Zacca- sperando che il loro esempio quotidiano non
ria, di cui finora si disse, Ferrari, nato nel sarebbe che efficace sul popolo. Ma come av
1497 da patrizia famiglia, e già avviato per la viene di tulli quelli nei quali repentinamente
carriera ecclesiastica, e distinto per assiduo e. riſulge virtù , che dal mondo considerandosi
sercizio delle più rare virtù ; Morigia uscito al- come improvvidi oppugnatori delle loro mas.
la luce il 1493,egli pure di antichissima pro- sime, sono derisi, vilipesi , calunniati, così an
sapia , cui era somma gloria l'annoverare tra i cora di questi successe, e non mancò chi li ri
suoi antenati i martiri Naborre e Felice. Que- guardasse siccome pericolosi novatori , e li de
sli pure, siccome il primo, perdette il padre, nunziasse all'autorità civile ed ecclesiastica, per
essendo ancor tenerello; ma non fu siccome il cui furono solloposti a criminale inquisizione.
primo avventurato nel ritrovare pietose cure La calunnia però facilmente svanisce, e l'ope
nella madre, la quale di saggezza mancando , e ra di giustizia ed equità bellamente risplende.
data ai piaceri del secolo ed alla vanilà, nulla L'innocenza di questi novelli regolari fu ri
lo educare il figlio curava, il quale per tanta conosciuta, e Paolo III , nel 1555, chiamandoli
causa funesta ,erasi per tempissimo impania- cherici regolari di S. Paolo, ed ampliando i
lo nelle reti dei piaceri e della volullà ; e mi privilegi di Clemente VII , li francò dalla giu
628 BARNARDO (S.)
risdizione dell'arcivescovo di Milano, facendo L'ordine dei Barnabili si propagó grande
li partecipi di tulli i privilegi di cui godevano mente in Italia. Nei primi anni del secolo
i Canonici Regolari Lateranesi. Conforme a XVII ebbero la chiesa di S. Dalmazzo in To
questo breve, il superiore dovendo star in uf- rino, prima tenuta dai frati di S. Antonio ; e
ficio soli tre anni, ed essendone trascorsi sei furono dal duca Carlo Emanuele I e dai prin
dacchè Zaccaria governava la congregazione, si cipi suoi figliuoli considerati come uomini e
devenne alla elezione di un nuovo superiore , minentemente apostolici, ed accolti nel loro
e la scelta cadde sul Morigia , che fu il primo primo ingresso con onori più che regali. Il re
preposito; ma la venerazione inspirata da Zac- Enrico IV li chiamò in Francia nel 1608. En
caria fu causa che nulla mai si facesse senza il trati da prima nel Béarn , come missionarii a .
suo consenso. postolici, convertirono un si gran numero di
Nel 1537 cominciarono le missioni , le quali eretici , che tutti i vescovi li domandarono
produssero un grandissimo frutto , e si distin. Delle proprie diocesi. Nel 1629 ebbero casa a
sero per questa singolarità, che i cherici di S. Parigi tra i sobborghi di S. Giacomo e di S.
Paolo erano accompagnati dalle religiose An- Michele. Due anni dopo il cardinale di Gon
geliche , le quali s'impiegavano particolar- dy , primo arcivescovo di Parigi, cedette ai
mente a conve ire le personedel loro sesso.P . Barnabiti il priorato di S. Eligio. In appresso
Argeliche . altrove si propagarono.
Zaccaria infermò a Guastalla nel 1539 , e Oltre ai tre voti di povertà , di castità e di
faltosi trasportare a Cremona , sua patria, vi obbedienza, questi chierici regolari giurano
morì in età di quarantatré anni . Il suo corpo , ancora di non cercare niun officio nė nella
recalo in Milano , fu sepolto nella chiesa delle congregazione , nėſuori , e di non accettare le di
Angeliche, non avendo ancora la congregazione gnità che loro fossero offerte fuori dell'ordi .
nè chiesa, nè stabile casa . ne, senza il permesso del Papa.
Le Angeliche,comedicemmo( V . Angeliche ), Le armi di questa congregazione sono di
erano state istituite da Luigia Torelli, conles- azzurro, con tre montagne, cimate da una cro
sa di Guastalla, prima del 1530, ed erano fan ce accostata dalle lettere A. che significano
ciulle, che vivevano a guisa di monache, non Paulus Apostolus. CRI.
osservando pero la clausura. Sul finire dell'an . BARNARDO (S. ), che da altri chiamavasi
no 1542 fu aperto l'cratorio di S. Paolo, vici anche Bernardo o Barn-Halt , trasse i natali
no alla chiesa di S. Ambrogio, loro stato cedu. nel 778 da una delle più ragguardevoli fa
10 dalle Angeliche, che si erano altrove trasfe. miglie del Lionese. I suoi genitori alla nobiltà
rite. Ma tre anni dopo loro fu ceduta la chiesa del lignaggio univano la più esimia pietà , e
di San Barnaba, onde venne il nomeche po- quindi si diedero tutto l'impegno onde egli
steriormente assunsero di Barnabiti. Nel 1544 avesse una educazione che al loro carattere di
era morto Ferrari, nel 1546 manco l'altro fon- spirito ed alla nobiltà del loro sangue fosse
datore Morigia . conforme. In età di diciotto aoni inviato alla
Le prime costituzioni dell'ordine furono corte di Carlomagno, benchè si trovasse in
compilate da Zaccaria . Nel 1542, in un capi- mezzo allo splendore del secolo ed alla gloria
tolo presieduto dal vescovo di Laodicea, dele- mondana, pure seppe conculcarla , dando a ve.
gato dalla Sede Apostolica, e dal cardinal di dere le più eroiche virtù , passando nell'ora
Toledo, protellore dell'ordine, furono rifor- zione le intere notti , praticando frequenti ri
mate ed ampliate ; e finalmente altre se ne sta- gorosi digiuni , e distribuendo ai poveri le sue
bilirono nel capitolo generale del 1579, le qua- facoltà . Presa moglie, per accondiscendere alle
li vennero esaminate da s. Carlo Borromeo, brame dei suoi genitori, poco stelle con essa ,
cd approvate da Gregorio XIII . chè, avutone il permesso da lei, vesti l'abito
San Carlo professa altissima stima per questi religioso in età di venticinque anni, e corse a
chierici regolari; ed uno di essi, il padre Ales- celarsi nel monastero di Ambournai nel Bu
sandro Sauli , che fu poi generale dell'ordine, gey , di cui era stato il fondatore. Quivi si e
e fuannoverato fra i beati, era suo confessore. sercito precipuamente nella umiltà, che ei co
Il santo cardinale , vedendo i disordini in cui nosceva qual fondamento di ogni altra virtù,
era caduto l'ordine degli Umiliati , ebbe in e si diede alla pratica di ogni sorta di austeri.
pensiero di unirlo a quello dei Baroabiti ; ma tà . Morto l'abate, a lui fu commesso il regge
questi temendo più di esserne guasti, che di re quel monastero, e fu sua cura perfezionare
poterli condurre a vila più regolare , ricusa- la disciplina ed accrescere gli individui. Ma la
rono, ondc gli Umiliati furono soppressi . fama di sua santità uon şi stelte rinchiusa fra
BARONIO 629
quelle mura , che in breve divulgatasi , nell'an quello specialmente di Pio V , ove ebbe a suo
no 817 fu chiesto ed elelto a successore di favore trent' un volo , se la parte spagnuola
Wolfero arcivescovo di Vienna. Invano ei re non lo avesse avversato. Erasi reso degno di si
sistette, che dovere di obbedienza alla voce del eminente dignità per la divozione ed integrità ,
Pontefice da lui riguardala come voce di Dio, e pei servigi, di che aveva giovata la Chiesa ,
gli fece abbassare il capo ed assumere il for- componendo i suoi Annali ecclesiastici , ai
midabile peso, al cui adempimento onde riu . quali non tralasciò di lavorare fino alla morte,
scire collocò nel Signore ogni fiducia. Il Papa accaduta ai 30 di giugno 1607. I Centurialori
Pasquale I gli mando il pallio , e confermo di Maddeburgo avevano dato alla storia eccle
tutti i diritti accordali alla sua chiesa. Con siastica una esposizione cosi favorevole alla
quanto zelo e prudenza egli abbia disimpegna- causa della religione protestante, quanto svan .
10 il suo ufficio è più facile immaginario che taggiosa a quella della chiesa cattolica. Baro
dirlo : perocchè è proprio dei santi nulla ri- nio intraprese di opporre ad essa un'opera
sparmiare di ciò che possa tornare di utilità dello stesso genere, concepita però con diffe
al prossimo, anche con grave danno di sè , che rente intenzione, e compose i suoi Annali cc
la carità la quale arde nei loro cuori tullo clesiastici, in 18 volumi in foglio , che arriva.
supera e vi Questo santo prelato ebbe la no fino all'anno 1198, dei quali il primo con
sventura di lasciarsi sedurre da coloro , che parve a Roma nell'anno 1588. Non ostanle i
erano stati gli autori della deposizione di Lui. diſetti che in essa s'incontrano, l'opera è uli
gi il Pio. Allorchè questi polè ritornare sul le infinitamente ; è la storia ecclesiastica più e
frono , Barnardo si rifugio in Italia con Ago- stesa, e l'opera meglio lavorata che siasi scrilla
bardo, cui aveva ordinalo arcivescovo di Lio . in tal genere. Ella è ben maturala , ridondante
ne. Ma dopo qualche tempo essendosi Lolario d'investigazioni , composta con diligenza , e
riconciliato col padre, il nostro Barnardo ri. con tutta l'esattezza, che si può pretendere da
lornò alla sua sede , e con vero pentimento e. uomo, che solo e primo s'ingolfa in cosi va
spio il suo fallo. In seguito eresse il monasle- sta impresa. Benché più a guisa di dissertazio
ro di Romans, nel quale di quando in quando ne che di storia egli scriva , è non perlanto
si ritirava per poter lungi dai tumulti prepa- metodico , chiaro ed intelligibile. Scaligero .
rarsi alla morte. E già conoscendone vicina quantunque protestante , non poteva astenersi
l'ora , tenuto affettuoso discorso dal pergano d'ammirarlo e di confessare che trovava sem
all'amato suo gregge , gl'imparlì la pastorale pre in esso da imparare alcuna cosa . II Fleu .
benedizione, mentre ognuno degli astanti spar. ry , benchè spesso obbligato ad allontanarsi
geva lagrime di tenerezza e di dolore. Ritira. da’sentimenti del dotto annalista, rende omag
losi poscia nel suo diletto solitario luogo, do. gio alla sua profonda erudizione , e riconosce
po aver passati tre giorni e tre notti in orazio- che l'opera , non ostante i suoi errori , è di
ne, corroborato dal pane degli Angeli , placida . grandissima utilità . Abbiamo anche di que
miente spirò nell'anno di sua vita , dopo sto autore il Martirologio Romano , con note,
trentatre anni di pastoral ministero. Fu se- stampalo in Roma nel 1586.
pollo ai 23 di gennaio dell'anno 862 , nel qual Intorno a questo dollo e distinto personag
giorno venne stabilita la sua festa che si cele- gio sentiamo come parla il Cardella, nel tomo
bra nelle diocesi di Vienna , Grenoble , Die secondo del suo rinomato Compendio della
ecc. sebbene il suo nome non si trovi registra- sloria della bella lelteralura greca , latina ed
to nel Martirologio romano. Bar. italiana. Quando trallasi degli Annali Eccle
BARONIO (Cesare ), cardinale, chiamato il siastici, coi termini seguenti gli si esprime :
Padre degli Annali Ecclesiastici, nacque il 30 « Le nuove eresie di Lutero , che affliggevano
di ollobre del 1558 a Sora, nella l'erra di La- in questi tempi miseramente la Chiesa , veni.
voro, nel regno di Napoli. Fu uno dei primi vano con ogni sforzo sostenute e propagate dai
discepoli di s. Filippo Neri, fondatore dell'O . seguaci della cost detta Riforma, i quali non
ratorio in Italia, ed a lui successe nel 1595 lasciando, per ciò conseguire, alcun mezzo in
nella dignità di generale di quella congrega- tentato , fra le altre loro macchine immagina
zione. Clemente VIII, di cui era confessore, lo rono di formare un corpo di Storia Ecclesia
insigni nel 1996, della sacra porpora, e lo fece stica , nella quale alterando maliziosamente i
poco tempo dopo bibliotecario del Vaticano. fatti , persuadessero ai semplici ed ai meno
Nè v'ha dubbio che sarebbe stato elevato alla dotti che la Chiesa cattolica aveva degenerato
Santa Sede nel conclave di Leone XI , ed io dagli antichi suoi dogmi, e dall'antica creden
650 BARONIO
za , per cagion degli abusi , che vi si erano in- tanti , ma pure lutti questi difetli non faranno
trodotti, e che perciò eravi bisogno di una ri- si che questa grande opera di lui non venga
forma per ricondurla alla sua antica purità , riguardata con istupore e venerazione, che non
locchè sarebbesi unicamente olten ulo col se sia lenula per classica e originale , e che non
guire le dollrine di Lutero, che erano, secondo oltenga il primo luogo fra le ecclesiastiche
Joro, conformi a quelle legittime degli Aposto- storie , v
li . Ciò eseguirono colle Cenlurie Maddeburghe L'Andres nella celebre sua opera : Della o
si, cosi nominate dal contenere ciascuna di es- rigine e progressi.... d'ogni lelleralura, at
se la storia di un secolo, e dall'essere pubbli . tomo terzo, capo decimoterzo , cosi giudica di
cate in Maddeburgo. È incredibile quanto ru- questo scritto. « Chiunqne , dice egli, si dia a
more esse suscitassero in Europa , e come fos- leggere la vasta ed erudita opera degli Annali
sero da altri difese, e da altri impugnale. Ma ad Ecclesiaslici, troverà ad ogni volume abbon
insinuazione di s . Filippo Neri usci in campo dante materia di stupore e di meraviglia nel
valorosamente il Baronio , che si accinse alla l'immensa compilazione dei monumenti, nel
difficile impresa di stendere una compiuta slo. la copiosa e scelta erudizione, nella saggia cri
ria della Chiesa, mediante laquale si scoprissero lica, nel castigalo giudizio. Nei tempi poste
le imposture dei Centuriatori Maddeburgbesi e riori col diseppellirsi nuovi strumenti , e col
la loro audacia si rintuzzasse. Questo fudunque raffinarsi la crilica si sono scoperti molli ab
il vasto campo ove il Baronio mise con decoro bagli negli Annali del Baronio . E come era
la falce, finchè quasi tutto il percorse per lo possibile, che un'opera di quella sterminala
spazio di quarant'anni : e frullo di queste sue vastilà venisse da un uomo solo idea la ed ese
immense fatiche furono dodici grossi volumi guila senza soggiacere a mollissimi errori ? Ma
in foglio , contenenti gli Annali Ecclesiastici lulloché gli storici posteriori abbiano schivali
dal primo fino al duodecimo secolo della Chie- varii difelli, che si riprendono nel Baronio ,
sa , ollre i materiali raccolti per tre altri , i qua. niuno però si è meritalo quella gloria, che un
li non ebbe tempo di stendere e che servirono sodo ed aculo ingegno , un'istancabile lettura,
poi al Rinaldi per proseguirne la continuazio un allento studio, ed una più che erculea fa
ne . Per quest'opera ampia e laboriosa potè a tica oltenpero all'immortale Annalista, il qua
dunque con ogni ragione dirsi il Baronio il le a ragione sarà sempre considerato come il
padre dell ' Ecclesiastica Storia non solo nel vero padre della Storia Ecclesiastica. Come il
suo secolo, ma ancora nei posteriori. Egli con principal suo intento era di confermare la ve
una serie continuala di falli narra e discute rità della dottrina callolica contro gli attacchi
lullo ciò che appartiene agli avvenimenti, ai dei suoi avversarii , singolarmente dei Cenlu
dogmi , alla pratica , alla disciplina ed al go- riatori, benchè rare volte da lui nominati, en
verno della Chiesa, e ciò con tutto l'apparalo tra spesso in controversia, particolarmente nei
di erudizione e colla miglior critica che po- primi tomi , e fa chiaramente vedere come
leva allora desiderarsi. E quale essere non do- sia favorevole ai Callolici e non ai Novalori
vetle infatti il suo studio e la sua fatica ? Gli la costante pratica e la non interrotta tradi .
conveniva confrontare fra di loro gli antichi zione dell'antica Chiesa che questi vogliono
autori , distioguere le genuine memorie dalle chiamare a loro favore. E sebbene sarebbe sta
false e supposte, penetrare nella folta caligine to più aggradito ai critici ed eruditi lettori
dei secoli barbari,e fra quei monumenti disor- colla semplice e seguita narrazione dei fatti,
dinali , confusi, e molte volte ancor favolosi , corredata soltanto dalle opportune riflessioni,
rintracciare la verità. Eppure tulto questo ,seb- senza tanto teologizzare e troppo distrarsi in
bene malagevole ed arduo ad eseguirsi , venne polemiche dissertazioni , d'uopo è confessare
coraggiosamente condotto a line dal dolto ed che anche in questo è assai più moderato dei
infaticabile Baronio. Ciascuno qui di leggieri Centuriatori, cbè solo nei primi tomi è troppo
comprende, come a qualunque fosse entrato in sensibile questo difello : e che ciò non ostante
un cammino sì buio e sì intralciato , non era possono giustamente compiacersi in quell'im.
possibile, fosse pure stato dolto quanto vole menso lavoro i teologi, senza che ne debbano
va , di non inciampare, e qualche volta fallire . risentire gran dispiacere gli storici ... Quesli
Non sarà ad unque maraviglia , se il Baronio Annali, prosegue al lomo 21 pag. 2 , cap. 1 ,
hia talvolla errato, e nell'esattezza dei raccon sono e saranno sempre un'opera classica e ma
ti , e nella genuinità dei falli , e nel fissamento gistrale da studiarsi da quanti seguono tali
dei lempi , e nell'ommissione di cose impor- studii ed una ricca miniera distorica ed eccle
BARONZIÓ (S.)BARRIÈRE 631

siastica erudizione , da cui riceveranno utili vedere nel libro quarto, capo decimoquinto, de
Jumi quanti vorranno trattare materie eccle fide. Panther generð Bar Panther , e questi
siastiche .... Chi prendesse a descrivere tutte san Gioachino padre della SS. Vergine. La
le edizioni e gli indici , le traduzioni e com- sciando le iniquila scritte dagli Ebrei intorno
pendii, le continuazioni, le impugnazioni , le a questo personaggio nelle false vite che pub
difese, le criliche , le illustrazioni, e lutte le blicarono di Gesù Cristo , osserveremo che il
fatiche dei dolti di diverse nazioni , di diverse nome di Panther trovasi di già citato nella o.
sette e di opinioni diverse, e tutte le opere 0 . pera di Origene contra Celsum , nel libro pri
scite in questi secoli intorno a quest'opera del mo , e nel Talmud , tracl. sanhedrin , lo che
Baronio, dovrebbe fare una storia che per po dimostra quanto antiche sieno le favole e le
co non direi tanto lunga , quanto la storia .ec- calunnie che gli Ebrei architettarono contro
clesiastica del Baronio . » Gesù Cristo. Del resto il sistema genealogico
Marlirologio Romano. Il Baronio emendo e di s. Giovanni Damasceno non può difendersi,
corresse ed illustrò con commenti il marliro- perchè contrario all'Evangelio , il quale non
logio Romano , e fu stampato la prima volta pone fra Levi e la SS . Vergine, se non se Heli,
in Roma nel 1586 ; opera che, comunque non che, secondo ogni apparenza , è lo stesso Gioa.
priva di errori , ci scuopre nondimeno la vasta chino. CAL ,
erudizione dell'autore, intorno alla quale è de BARRA , è propriamente un pezzo di legno
gna di esser lelta la dedicatoria del p. Alessan o di ferro lungo e strello che si adopera per
dro Politi delle Scuole Pie al Pontefice Bene assicurare le porte.
detto XIV , premessa alla nuova ristampa con Nella sacra Scrittura questa voce esprime
commenti ; illustrata da quel dotto religioso. talvolta qualunque sorta di ostacoli o di rite
Cosi il Tiraboschi. BER . gni . In Giobbe infatti leggiamo al capo trigesi
BARONZIO ( S.) , che credesi discendente moltavo, che Iddio dice di aver posto e barre e
dalla famiglia di Berry, e che illustro la Chie porle al mare perchè non traboccasse ad inon
sa nel secolo VII. Da prima si uni in matri dare la terra, ed in Ezechiele al capo trigesi
monio, e ne ebbe un figliuolo chiamato Aglool. mo , che spezzerà le barre di Egitto , che è
do. Ma Dio aveva formato degli altri disegni quanto dire alterrerà le sue fortezze, le sue pa
sopra questo personaggio , al quale inspird un lizzate . Sim.
tale disprezzo per tutte le cose della terra , che BARRIENTOS (GENESIO DE ), đotto e pio
prese la risoluzione di rinunciarvi intieramen . teologo domenicano che alla profondità della
te, onde atlendere con inaggior premura alla scienza teologica , aggiungeva pure il talento
propria santificazione. Ed infatti si ritiro da della predicazione, pella quale ebbe grandi o
prima con suo figlio nella badia di Lonrey nori , ed offerte di posti cospicui. Ciò nulla
detta anche di S. Girano , da dove per amore valse a togliere dal suo cuore il desiderio di
di esercitarsi maggiormente nell'austerità del consecrarsi alle gravi fatiche delle 'missioni ,
la vita , passò poscia in un deserto . Venuto perciocchè meglio che la elevatezza dei gradi
quindi in Italia , passò a Roma , e dall'alma egli conosceva questo mezzo aeconcio a lucrar
città si ritirò in un luogo del territorio di Pi . anime al Signore . E già fino dall'anno 1685 ei
stoia in cui si costrusse una piccola cella posta soggiornava nelle isole Filippine, e fu poscia
fra due montagne. La fama delle sue virtù nominato vescovo titolare di Troia e suffraga
invitò s. Desiderio ad unirsi a lui ; quindi al . neo di Filippo Pardi arcivescovo di Manilla
tre quattro persone vi si recarono amanti di capitale delle Filippine . In questa sua posizio
quel genere di vita tranquillo e spirituale . Do- ne tutto usò che fosse in suo potere onde dif
po aver praticalo una vita divota e ritirata in fondere il lume evangelico, nè gravi stenti od
unione di questi suoi compagni di solitudine , indicibili fatiche furono mai capaci a ritirarlo
s. Baronzio fini la sua mortale carriera , e fu dalla via che egli si era stabilita di percorrere .
sepolto nella chiesa , cui aveva fabbricato. In E da atleta infatti la calco sino all'anno 1694
quel luogo nell'undecimo secolo fu costrutto che fu l'ultimo di sua vita, e nel quale volo
un monastero. appellato col nome di questo al Creatore a ricevere il premio dei suoisudo
santo. La chiesa di Pistoia celebra la memoria ri e travagli . HEL .
di lui nel giorno 27 di marzo. BAI . BARRIÈRE ( Giovanni di LA ), institutore
BAR-PANTHER , ossia figlio di Panther . San della congregazione dei Foglianti , nacque net
Giovanni Damasceno scrisse che Levi figlio 1545 a s. Cerė nel Querci , di nobile famiglia.
di Nathan e perciò discendente di Davide , Fu eletto, nel 1562 , abale di Feuillant , nella
ebbe due figli, Melchi e Panther , come si può diocesi di Rieux ; ne prese possesso nel 1565,
632 BARSABA - BARSANUFIO
e possedè quell'abbazia per undicianniin com- cia del cardinale d ' Ossat, suo amico . Tutta la
menda. Fece professione a Tolosa nel 1573 , e sua vita presenta una serie di penitenze, mor
tosto intraprese di farvi rivivere il primo spi- tificazioni , austerità che sorpassavano quelle
rilo di s. Bernardo. Stelle quattro anni senza degli antichi anacoreti . BER.
trovare un solo religioso , che volesse abbrac BARSABA ( GIUSEPPE ) , sopranominato il
ciare la sua riforma. Fu denunziato anzi al Giusto, fu uno dei primi discepoli di Gesù Cri.
capitolo generale di Cistello quale pericoloso sto, e sembra del numero dei settantadue . Do
innovatore ; ma finalmente la sua umiltà , la po l'Ascensione del Salvatore , allora quando
pazienza, lo zelo ed i suoi esempi trionfaro- gli Apostoli erano insieme congregati, aspettan
no di tutti gli ostacoli ed allrassero numerosi do la discesa dello Spirito Santo, che Gesù
discepoli nella sua solitudine. Sisto V , con un Crislo aveva loro promessa, s. Pietro propose
breve del giorno 5 settembre 1586, confermò il alla radunanza di eleggere un discepolo dal
nuovo instituto, e lo soltrasse all'obbedienza numero di quelli che erano stati testimonii di
di Cistello. La Barrière resto costantemente tutto ciò che il Salvatore aveva operato, per
allaccato alla causa reale, durante le turbolen . averlo in luogo di Giuda il traditore. Furono
ze che desolarono la Francia . Enrico III gliene adunque presentate due persone, Barsabu so
testifico la sua riconoscenza facendo edificare pranominato il Giusto, e Mattia . Tralta la
pel suo istituto in Parigi il convento della sorte, questa cadde sopra Mattia . Nulla si sa
strada S. Onorato , del quale il pio riforma della sua vita;soltanto diremoche alcuni l'han .
tore prese possesso nel 1587 , con sessanta no confuso alle volte con s . Barnaba . I marti
dei suoidiscepoli. Quelli della lega fecero va- rologi d'Usuardo e di Adone pongono la sua
ni sforzi per tirarlo nel loro partito ; fedele festa il 20 luglio, e dicono che dopo aver gra
al suo principe anche dopo la funesta morte vemente sofferto per il Vangelo, mori nella
di Enrico III, che intese à Bordeaux , gli fece Giudea , ed ebbe fine glorioso.
celebrare un solenne uffizio nella chiesa del Negli alti degli Apostoli si parla di un altro
suo ordine, e ne recitò egli stesso la funebre Barsaba sopranomipato Giuda, il quale fu da
orazione . Alcuni de'suoi religiosi, sedotti dalla gli Apostoli inviato con altri ad Antiochia , a
lega, si sollevarono contro di lui, e divennero recarvi le decisioni del concilio diGerusalem
suoi persecutori. Lo denunziarono a Sisto V e me ; e come vi giunse, raccolti i fedeli, loro
provocarono contro di lui la convocazione di presentò le lettere degli Apostoli , in cui erano
un capitolo in Italia, sotto l'influenza di quel contenute queste decisioni, la cui lettura reco
Papa . L'inquisitore Alessandro de Franciscis all'intera radunanza molla consolazione . Giu
domenicano, che presiedeva in qualità di com . da e Sila per qualche tempo istruirono e for
missario apostolico, lo interrogo sopra i delitti , rificarono i Cristiani nella fede, dopo di che
che gli venivano imputati ; l'abate , quantun- Barsaba ritornò a Gerusalemme. Tullo ciò è
quanto sappiamo di lui . Mig.
que innocente, dichiarò in generale, per umil .
tà , come egli era grande peccatore. Su tale sem . BARSAMIANI o SEMIDULITI. Formavano
plice dichiarazione, presa per confessione delle costoro nel secolo sesto una setta, le cui ere
sue pretese colpe, fu sospeso dall'amministra- tiche dottrine altro non erano che la rinnova .
zione della sua abbazia,interdetto dal celebra- zione degli errori dei Gaianiti e dei Teodosia
re la messa, ed ebbe ordine di presentarsi ogni ni . I loro sagriſizii, secondo s. Giovanni Da
mese al tribunale dell'inquisizione onde ren masceno, che ne lasciò scritta memoria nel suo
dervi conlo di sua condolta. Il capitolo gene- libro delle eresie, consistevano in un po'di
rale di Feuillant, del 1898 , avendo doman- fior di farina, che prendevano colla estremità
dato il suo ristabilimento, de Franciscis, già di un dito e ponevanlo in bocca. PAR.
divenuto vescovo di Forli , lo impedi coi suoi BARSANUFIANI . Agli eretici delli Barsa
maneggi ; ma alla fine il cardinale Bellar. miani dal Fleury viene dato questo nome. Da
mino, incaricato da Clemente VIII di esami . ciò peraltro non devesi inferire che il monaco
nare gli atti allegati contro la Barrière , solen. egiziano Barsanufio, il quale sempre condusse
nemente lo fece assolvere. Il Papa moderó sol- vita specchiatissima nella virtù , e che fioriva
tanto alcune austerità troppo eccessive nella nel quarto secolo, sia stato autore di un qual
sua riforma. A ragione alcune delle sue istitu- che ramo di eretici . Fleu.
zioni dovevano sembrare stravaganti , siccome BARSANUFIO (S.), illustrò la Chiesa nel
quella di dover dar da bere a mensa entro cra secolo sesto colle sue rare virtù . Dapprima egli
nii umani invece che tazze o bicchieri . La Bar. diede il suo nome fra’ monaci di s. Senidone
rière morì a Roma il 25 aprile 1600 tra le brac- vicino a Gaza nella Palestina, dove passò al
BARSENORO ( S .)- BAR - TIMEO 635
cuni anni conducendo una vila santa e peni- cia, lo rese quegli cosi odioso a Siroe, re di
tente. Amante però ardentissimo della con . Persia , che questo principe ordinò la sua mor
templazione, studio il modo di eseguire il suo te, e Barsuma permise di perseguitare i parli
desiderio, ed a tale oggetto, costruitasi una cel- giani della Chiesa occidentale, anzi fece loro
la separata , in essa si ritirò nell'anno 540 con una guerra aperta, e dicesi che sellemila ne
sacrandosi intieramente al suo Dio. Fu in que- sieno periti. Finalmente questo uomo sprege
slo riliro, dove compose un trattato contro i vole pegli empi suoi principii e per la morale
monaci che avevano abbracciate le doltrine di condotta, mori nel 489 di G. C., dopo avere
Origene ; ed è in questo scrillo ove brilla mi- , stabilita in Persia e nella Mesopotamia una
rabilmente il zelo del nostro santo per la ve- setla che apporlò grandi mali alla Chiesa di
rità della ſede. Dai Greci è tenuto in partico. Oriente, e di cui , come asserisce l'Assemani
lare venerazione ; e ad Oria presso Siponto nella sua Biblioteca orientale, qualche rimasu
in Italia se ne celebra la memoria il giorno 6 glio ancora sussiste. BER .
febbraio, come di un principale protettore. BARTANA . Cilla vescovile dell'Africa, di
Bai . cui però la provincia è ignola. Si sa di questa
BARSENORO (S. ). Uno dei primi abati sede , perchè un suo vescovo fu presente alla
del monastero della Croce fondalo da s. Leu . conferenza di Carlagine. OR . CR.
fredo presso Evreux. Null'altro dicono le slo BARTEMISA , ciltà vescovile della Mauri .
rie di lui fuorchè mori in grande odore di san- tania Cesarea in Africa. Un suo vescovo , addi .
tilà sul terminare del secolo II , e che il suo mandato Villore, assistette alla conferenza di
corpo fu portalo in diversi luoghi al tempo Cartagine. Queste sono le uniche notizie che si
delle scorrerie dei Normanni . La festa di que- abbiano di cotal sede ; nolando però che appres
sto santo è indicata negli antichi breviarii al so qualche scrillore trovasi indica la col nome
15 di settembre. But. di Vardimissensis. Com .
BARSIMEO (S.), terzo vescovo di Edessa BAR- TIMEO, ovvero figlio di Timeo , era
dopo s. Taddeo. Si distinse pel suo zelo nel un cieco della città di Gerico, che si trovò sul
predicare le verità della fede, cui avrebbe.vo- la strada quando Gesù Cristo passava per di
lulo diffondere per ogni parte del mondo. Fu là onde recarsi a Gerusalemme. San Marco
questa sua premura di togliere gli uomini agli dice che, uscendo Gesù da Gerico per andar
errori ed al vizio, che gli risvegliò ben preslo sene a Gerusalemme , accompagnato da una
il furore dei suoi nemici , ed il presidente Li- gran moltitudine di gente, un cieco nominato
sia , non potendo oltenere che ei si astenesse da Bar- Timeo, che era sulla strada, domandando
quanto il santo suo ministero gli ordinava, lo elemosina, avendo inteso che Gesù di Nazaret
condanno a morle nell'anno 114 , mentre re passava, incominciò a gridare : Gesù, figliuolo
gnava Traiano. Egli intese la sua sentenza sen di Davide, abbiale pietà di me. Quelli che gli
za punto turbarsi, e lieto sostenne il martirio, erano da vicino, gli intimarono di tacere, ma
non cessando fino agli ultimi momenti di far egli gridò più forte : Gesù , figliuolo diDavide,
conoscere le grandezze del vangelo di Gesù abbiate pietà di me. Allora Gesù si fermò, e se lo
Cristo. Il Martirologio romano, ed il Menolo, fece venire innanzi . Bar - Timeo tosto vi accor
gio de Greci fannomenzione di questo martire se, e Gesù gli domando : Che cosa vuoi ch'io li
nel giorno 30 gennaio. Dai Siri è chiamato Bur- faccia ? Allora il cieco rispose : Signore, fate che
saunas . But. io vegga la luce. Gesù rispose : Va, la tua fede
BARSUMA , celebre eretico, metropolitano li ha salvo. E tosto egli vide, e lo segui cogli
di Nisibe, contribui molto coi suoi intrighi e altri.
le sue violenze a propagare nella Persia e nella Ma s . Malleo raccontando la stessa storia ,
Caldea il neslorianismo quasi annientato alla dice che due ciechi, che erano assai lontani dal
morte del suo aulore, aggiungendo a quei di la strada, avendo inteso che Gesù passava , in
Nestorio altri errori. Sostenne che doveva es. cominciarono a gridare le soprarriferite parole ,
sere permesso il matrimonio ai vescovi , ai e che Gesù li chiamo; e loro domando che
preti ed ai cherici, fondando follemente il suo cosa ricercassero. Essi risposero che gli chiede
parere sul detto dell'Apostolo : Melius est nu vano la vista ; Gesù , mosso da compassione ,
bere quam uri ; ed egli stesso fu esen pio di tale loro toccò gli occhi, ed incontanente ricupera -
violazione degli ecclesiastici staluri, vivendo rono la vista , e si diedero a seguirlo: San Mar
insieme con una donna, che diceva essere sua co giudico proprio di nominare solamente Bar
legitlima sposa . Essendo insorlo contro i suoi Timeo, perchè egli era il più conosciuto , ov
irreligiosi principii Babucco vescovo di Seleu vero perchè lestificó maggiormente il suo zelu
Encicl, Eccles, l'oi. 1. Fasc. X. SO
634 BARTO ( S.) - BARTOLAMEO DA Bologna
e la sua feile , e perchè egli fu che parló a Gesù vile ed andò a farsi monaco cisterciense . Egli
Cristo, e che maggiormente spicco in questa si giustifica dell'accusa d'aver dissipato i beni
occasione. La guarigione di un altro cieco, in- del vescovado di Laon con una lellera indiriz .
dicata da s . Luca , i diversa dalla presente. zala a Sansone arcivescovo di Reims. La lette
Quella di s. Luca avvenne quando Gesù Cri ra di cui parliamo si trova inserita nell'ulti
sto entrò in Gerico ; la riferita da noi il giorno ma Collezione de'concilii, tom . 10 , pag. 1184 .
dopo , quando se ne parti . Gal. LAB.
BARTO ( S. ) martire . Da quanto abbiamo BARTOLAMEO DI Breganze. Quest'uomo
negli storici documenli, mentre nel quarlo so nacque nell'incominciar del secolo XIII . Fece
colo infieriva la persecuzione de'Goli, fuori ' il corso de'suoi studii in Padova, ed ebbe da
Jell'impero romano , sollo Valentiniano le s. Domenico, suo amico, l'abilo del suo ordi
Valente, avendo i barbari ritrovato una chie . ne. Egli ebbe incarico di recarsi a predicare,
sa , vi appiccarono il fuoco, facendo in essa pe non appena fu egli insignito del carallere sa
rire s . Barto che stavasi in orazione con un al cerdolale. Fu maestro del sacro palazzo sol
tro prele di nome Verca , un solitario denomi lo il pontificato di Gregorio IX. Egli eser .
nato Arpila , ed altri ventitre ſerventi cristiani. citó questo officio sino a che Innocenzo IV lo
Cosi pregando lodando il Signore , questi creò vescovo di Nicosia nell'isola di Cipro.
campioni della fede Trovaronsi nella elerna Barlolameo ebbe l'incarico di recarsi in Pale .
magione a continuare i loro cantici di letizia, slina presso persona del santo monarca
e le loro laudi di omaggio all'elerno creatore Luigi re di Francia quando passo il mare per
e conservalore dell'universo . But . comballere gl'infedeli. Si dice che il re ten .
BARTOLAMEO (S.), era della Galilea , co lò ogni mezzo per indurlo ad andare in Fran
me gli altri Aposloli , ma s'ignora il nome della cia , assicurandolo. che, giunto a Parigi, gli a
sua patria . Il Vangelo nulla dice di partico- vrebbe donato alcune reliquie allinchè ne or.
Jare sulla persona di s. Bartolameo, ned av nasse la sua chiesa . Alessandro IV lo chiamo
vi alcuna storia, la quale ci instruisca della alla sua patria , e lo nominò vescovo di Vi
sua vila o della sua morle. Si crede comune cenza , ov'ebbe a soffrire non lievi persecuzio
mente che abbia predicato nelle Indie , e si as- ni dalliranno Ezzelino acerrimo nemico della
sicura che vi portò il Vangelo di s. Malleo religione. Avendolo il Papa inviato colcarallers
scrillo in ebreo, e che s. Palene lo ritrovo di legalo in Inghilterra e in Francia, s. Luigi,
cent'anni dopo. Dicesi anche che abbia predi- che non aveva mai cessalo d'amarlo, gli dono
cato nell'Arabia Felice , nella Persia e nell'A. un pezzo della vera croce, e una spina della
bissinia , ove è in grande venerazione. Meglio corona del N. S. , le quali reliquie furono dal
però dicono quelli che asseriscono aver egli degno vescovodepositate nella chiesa di Vicenza
predicalo non nella Persia, ma nell'Armenia , a cui egli impose il nome di Santa Corona. Nel
ch'è vicina alla Persia . Nulla si sa di certo nė giorno 24 settembre 1270 fece il suo testamen
sul tempo, nè sul luogo , nè sul genere di lo e poco dopo cessò di vivere. Assicurano i
morte sofferta da questo santo. Alcuni asseri- Bollandisti che gli fu dalo il titolo di Bealo.
scono che egli sia stato scorticalo vivo .I Greci Ci rimangono di Bartolameo di Breganze al
nioderni ei Latini con vengono nell'asserire che cuni commentarii sulla sacra Scrittura e sul
mori ad Albanopoli, ciltà situata sul mar Ca. libro della gerarchia altribuito a s. Dionigi
spio alle frontiere di Armenia , il qual paese è Areopagila , due volumi di sermoni e varii o
alle volte indicato col nome d'India. La Chic- puscoli. Il p. Echard ricorda molte altre sue
sa latina celebra la festa di questo santo il opere che non furono stampate. Sin .
giorno 24 agoslo, la greca il giorno 11 giugno. BARTOLAMEO DA BologNA ( B.). Questo
Mig. uomo abbracciò nella sua giovanezza l'ordine
BARTOLAMEO D'Edessa, monaco nella di S. Domenico entrando nel convento di S.
Siria , visse nell'ollavo secolo , ed è autore di un Nicolò di Bologna sua patria . Il Pontefice Gio
Irallato in quarto stampalo in Lione l'anno vanni XXII lo chiamò ad Avignone verso
1685. Barlolameo dimostra in questo suo trat- l'anno 1318, e lo consacrò vescovo diMaraga o
tato cheMaomello non fu nė profeta nè apo- Marath posta ai confini tra il paese degli Ar
slolo di Dio, e vi dimostra eziandio che il Co. meni e quello dei Parti . Il primo suo frutto fu
rano non è opera di Maomello, ma di un certo di convertire molli idolatri. Converti un'infi
Olmano, scrillore abile e rinomato. Hei . nilà di Saraceni, e richiamò all'obbedienza
BARTOLAMEO DA Foigni,vescovo di Laon , verso la santa Sede i monaci di S. Basilio . Es .
che poscia abbandono la sua residenza vesco- sendo Bartolameo trasferito all'arcivescovado
BARTOLAMEO D'URBINO ----BARTOLAMEO De Martini 633
di Naxivan cillà dell'Asia posta nell'Armenia , chi. Ma qual meraviglia , se essendo il primo,
ebbe la consolazione di sbandire da lulta quel- per cosi dire, il quale abbia ardilo di sospella
la provincia l'infedellà, lo scisma , l'errore, reche gli altri scrittori si fossero ingannali,
l'empietà, la corruitela de' costumi, e lutte le siasi talvolta lasciato trasportare dalla corren
follie del Corano . Fece egli edificare chiese e te ? Si vede che egli lalora conosce il vero, ma
monasteri affine di perpetuare siffatte con ver non osa dichiararlo liberamente . ... Da qual
sioni . Qnesto pio e zelante prelalo ebbe ezianº che passo di quella sua opera possiamo a giu
dio il conforto d'unire i religiosi di s . Basilio ' sta ragione inferire che, se il Platina fosse vis
quelli di S. Domenico e l'il denominala la con. sullo in tempi migliori, sarebbe stato un per
gregazione dei frati- umili. Il b. Bartolameo vi- fello ed esaltissiino storico. Gió che non gli si
de soltanto la bell'aurora di questa riforma, e può perdonare, si è la malignità ed il livore
mori 'sanlamenle nell'anno 1533. Karlolameo con cui ad ogni occasione ragiona ora general
da Bologna compose, per comodo degli Arme- mente dei Pontefici dei suoi tempi, ora nomi
ni , una Somma di casi di coscienza . ad alcuni natamente di Paolo II , cui egli intende di
brevi trattati intorno ai Sacramenti. Tradussemordere ancorquando nol nomina .... La vila
nell'idioma armeno il Salterio , i qualiro libri di Paolo Il è l'ultima di quelle che furono
di s. Tommaso contro i gentili , e il breviarioe Scrille dal Platina . Alcuni il fanno autore an
il messale del suo ordine. V. Clemente Galano, che di un frammento di vila di Sisto IV , pub
celebre missionario fealino, nel suo libro inti- blicalo dal Panvinio , e poscia dal Muratori, il
tolalo : Accordo della Chiesa d' Armenia colla quale lascia questo punto indeciso ; e forse non
Romana. Ric. vi ha ragione nè ad affermarlo , nè a negarlo . »
BARTOLAMEO v'Urbino. Quest'uomo fu Molte altre opere abbiamo di questo dollo ed
creato vescovo d ' Urbino l'anno 1547 e mori indefesso scrittore, tra le quali parecchie ap
nel 1550. Condusse a compimento il Millelo- partengono a filosofia morale , come i dialoghi
quium di s. Agostino incominciatodal suo mae Ne falso elvero bono, e quelli Contra amores ,
slio Agostino Trionfo, stampato in Lione l'an . De vera nobilitate, e De optimo cive : altre so .
no 1555 ; e compose il Millcloquium di s. Am. no lellere agli amici e orazioni delle in diverse
brogio stampato esso pure jo Lione . Gli Ayo- occasioni ; altre sono di argoinento storico ece .
stiniani di Roma conservano un suo trattato Cur .
mss . contro gli errori scoperlisi ai tempi di BARTOLAMEO DE'MARTIRI . Innalzato al
Luigi il Bavaro. Egli è autore di alcuni trattati la sede arcivescovile di Braga nel Porlogallo.
spirituali, fra'quali uno scrillo sui quattro questo pio Domenicano, che durante il suo li
Doni, due libri intorno alla Guerra spirituale, rocinio nella religione , di cui indossò le lano
una spiegazione dei Vangeli della quaresima in età di anni quindici , null'altro ayeva fallo
ed un compendio del libro scritto da Egidio vedere che l'essere fullo assorto in Dio, ineh .
Romano intorno al Governo dei principi. hrialo solo nella preghiera, nel canto dei sal .
Giu . mi, nella lettura deisanti libri, nella operosili
BARTOLAMEO , ovvero, secondo altri , Ba e nella penitenza , toslo pose mano alla santifj .
TISTA PLATINA , cosi detto dal borgo appresso cazione del suo popolo, coll'esempio della di
Cremona dove era nato nel secolo XV. Disciplina cui sottoponeva sè stesso ed i suoi fa
questo abbrevialore apostolico solto il Pontefi . migliari. Stabililosi di vivere vita penitente,
ce Pio 11, che poi, sofferte varie peripezie nel tolse dal suo episcopio tutto ciò che poteva
la vila, fu da Sisto IV nominato bibliotecario apparirvi di faslo, contentandosi unicamente di
del Vaticano, udiamo ilgiudizio che ilsensa- quanto conveniva alla semplice decenza . Con
tissimo Tiraboschi ne porge nella sua storia questi primordii pose le fondamenta delle in
della lelleralura ilaliana, al tomo sesto, pag. novazioni salutari da introdursi nella sua dio .
330 e seg., ediz.di Firenze, a Veramente, egli cesi, che pochi mesi dopo la sua elezione inco
scrive . fu il Platina uno dei più dotti uomini mincio a visitare, non ommeltendo di predica
che allor vivessero. Le vite dei romani Ponte- re quotidianamente con tanta unzione e forza
fici da lui scritte, oltre l'essere distese con ele. da far cessare gli abusi e gli scandali, ed in .
ganza e con energia di stile per quei tempi non trodurre la riconciliazione dei nemici, il rista .
ordinaria, cominciano ancora a darci qualche bilimento delle pratiche di pietà, la decenza e
esempio di buona critica . Egli stesso esamina, la modestia nelle chiese, ilbuon ordine in tut
dubita, congettura. Cita monumenti antichi, le le provincie. I poveri formarono pure parle
rigella gli altrui errori. Ne commelte egli an . importante delle sue lenere cure, pei quali e'
cora parecchi , principalmente nei tempi anti gli fondò luoghi alli a riceverli, e ' stabili con
636 BARTOLI - BARTOLOMITI
che alimentarli . Ma il tempo in cui egli di rendeva più insigni i suoi lalenli era la prali
grande splendore brillo, fu quello del concilio ca di ogni religiosa virtù . Ber.
di Trento , cui intervenne, e nel quale in molte BARTOLOMITI . Religiosi Armeni, che
circostanze dimostrò una vera episcopale fer. partitisi dall'Oriente si stabilirono a Genova .
mnezza . Dal Pontefice Pio IV fu egli che otten . Da una bolla di Papa Urbano VIII del 1640
ne che i vescovi potessero rimaner sedulie col appare che seguissero la regola di S. Basilio.
capo coperlo all'udienza del popolo , mentre In essa infatti sono delti Monaci armeni del
per l'addietro se ne slavano in piedi ed a capo l'ordine di S. Basilio. A vevano un monastero
scoperto . Fornilo il concilio , e ritornato al a Caffa, nel Chersoneso. Perseguitati nel Mon
suo arcivescovato , fu perseverante nell'ammae- te Negro dal Sultano di Egitto l'anno 1296 , e
strare, nell'edificare e nel riformare, sebbene successivi, molti ripararono in Europa, e sbar.
molti ostacoli a ciò egli incontrasse, e queste carono a Genova l'anno 1307 , ove fu loro co
pratiche segui sino a che oltenne dal Pontefice strutta una casa ed una chiesa sotto il titolo
Gregorio XIII di poter dimettersi da quella della Vergine e di S. Bartolameo. Clemente V
sede. Data infatti la sua dimissione si riliro con sua bolla li aulorizzò ad osservare il pro.
nel convento di Santa Croce di Viana che egli prio rito. In appresso fondarono case in Par
aveva fatto fondare pei religiosi del suo ordi ma, a Siena, Pisa , Firenze , Civitavecchia , Ro
ne, ed ivi per altri olto anni ed alcuni mesi ma, Forli, Faenza ed Ancona . Il loro abito era
sen visse interamente dedito alla preghiera ed una veste di colore lionato -scuro , ed uno sca
alla contemplazione delle divine perfezioni, polare nero . In appresso adottarono l'abito dei
senza però trascurare la salute delle popolazio- conversi Domenicani. Accettarono il rito roma
ni che recavasi a piedi a calechizzare nei vil- no, la costituzione dei Domenicani, e la regola
laggi vicini . Nelle pratiche di tante virtù spiró agostiniana, tutto ciò con l'approvazione di
nel bacio del Signore il 16 luglio 1590 in età Innocenzo VI , l'anno 1356 ; e questo Ponte
di anni sessantasei e due mesi. MUR. fice concesse loro di eleggersi un generale. Ved.
BARTOLI (DANIELE), dotto Gesuita, nato a anche Basiliani (Monaci Armeni). Giu .
Ferrara nel 1608, morto a Roma ai 13 gennaio BARTOLOMITI . Bartolomeo Holzunter
1685. Allorchè ebbe terminato gli studi classi- fondo a Salisburgo nel 1640 i cherici secolari
ci ed esercitato per molti anni il ministero che presero il suo nome, e che si sono sparsi
della predicazione con successo nei principali in appresso in varie parti dell'impero, e spe
pergadi d'Italia , i suoi superiori l'appli- cialmente in Polonia ed in Catalogna. Scopo
carono al lavoro di opere. La più conosciula loro principale era di somministrare ecclesia
e la più considerabile delle sue opere è una stici. Essi hanno adottato la vita in comune,
Sloria della sua Compagnia in italiano, storia ed hanno per capo un primo presidente ed al
curiosa , perchè vi si rio vengono molte cose che cuni presidenti diocesani. Questi ultimi sollo
non sono altrove, e che l'autore allinse nei la giurisdizione degli Ordinarii , ed hanno sot.
manoscritti del Vaticano, in quelli di diversi to di sé alcuni decani rurali . Questi gradi di
collegi inglesi, e nelle memorie che gli erano subordinazione baslarono ad essi per far loro
slate inviate dall'Inghilterra. Altre opere die- toccare con oltimo successo lo scopo della isti
de pure alla luce, come : 1. L'uomo di lellere; 2. tuzione. Un curalo Bartolomita ha un vicario ,
Il lorto ed il dirillo del non si può, opera cu. e quando le rendite delle cure non sono suffi
riosa in cui ha liberato la lingua ilaliana dagli cienti, ne è provvisto a spese delle cure più
impedimenti dei puristi ; 3. L'ortografia ila- ricche della stessa congregazione. Si obbligano
liana ; 4. JI Trallalo del suono, dei tremori ar . per mezzo di voti ad aiutarsi vicendevolmente
monici e dell'udilo , in cui esamina la somi- col loro superfluo, ed hanno la facollà di dis
glianza che v'ha fra le ondulazioni , che si porre per testamento, e di servirsene per assi
fanno nell'acqua e quelle che si formano nel- stere le loro famiglie. Con questi fondi la con
l'aria. Il capitolo più curioso è quello delle gregazione mantiene spesse volte parecchie ca
sale parlanti . 5. Del ghiaccio e della congela- se nella stessa diocesi. Quando esse vi sono al
zione. L'autore si allontana ivi dalle vie ordi- numero di tre, la prima è un semninario per i
narie della scuola, e fonda la sua teoria sopra cherici ; vi studiano l'umanità , le scienze, la
le sue esperienze. 6. Della tensione e pressio- teologia, il diritto canonico ecc. Nulla si esige
ne ecc. Questo Gesuita ha fama di essere uno da coloro che fanno il loro corso di umanilà :
dei migliori scriltori italiani, tanto per la pu. allorchè passano alla filosofia si fa loro do
rezza , la precisione e la elevazione dello stile, manda della promessa di vivere e di perseve
quanto per la sostanza delle cose . Ma quanto rarenell'istituto. Essi ne fanno il giuramento
BARUCH 657
quando intraprendono il corso della leologia. bertà . Baruch eseguì gli ordini del profeta , les
Possono lullavia tornare al secolo, a meno che se la lellera di Geremia al re Geconia ed agli
non abbiano ricevuli gli ordini sacri . I curati altri schiavi, dopo di che la gillo nell'Eufra
e gli altri beneficiati a bilano la seconda casa ; te, come il profeta gli aveva ordinato.
quanto alla terza , essa è come il ricovero degli Gli schiavi , locchi di compunzione alla let
invalidi della congregazione. Innocenzo XI tura della lellera di Geremia, diedero a Baruch
approvo nel 1680 i loro staluti , e nel 1684 gli del deparo, onde offerisse sacrifizio al Signore
arlicoli che vi furono unili. Pic. nel tempio di Gerusalemme. Scrissero pari
BARUCH, figlio di Neria, e nipote di Maa menti ai loro fratelli di Gerusalemme una
sias, era d'illustre famiglia della Giudea . Sa- lunga letlera, che trovasi nei cinque primi ca
raia , suo fratello , occupava una carica impor. pi del libro di Baruch . Dopo il suo ritorno a
tante alla corte di Sedecia. Baruchi si pose a Gerusalemme continuo nel suo attaccamento
seguire il profeta Geremia , e fu il più fedele a Geremia, e, allora quando Gerusalem me fu
fra'suoi discepoli. Gli servi di secretario du- assediata da Nabuccodonosor, Geremia e Ba
rante la sua vita, nè lo abbandonò che dopo ruch furono imprigionati; ma dopo la presa
la morte . Sollo il regno di Gioachimo, re di della cillà, Nabuzardano loro dimostrò mollo
Giuda, mentre Geremia era in prigione, que- rispello, li mise in libertà, e permise che an
slo profeta ebbe ordine dal Signore di porre dassero ove volessero .
jn iscrillo lulle le profezie che aveva publili Gli avanzi del popolo che erano rimasti nel
calo sino allora. Chiamò adunque Baruchi e paese sollo la condotta di Godolia , avendo pre
gliele detto, e qualche tempo dopo lo invió a sa la risoluzione di passare in Egillo, Gereinia
leggerle al popolo radunalo nel tempio. li dislolse , ma in fine egli e Baruch furono ob
Ma Michel, figlio di Gamarias, avendo udilo bligali a seguirli . Geremia vi mori, e Baruch
quesla lettura.credette di suo dovere avvertir- si ritirò a Babilonia , dove, dicono i rabbini,
pe i consiglieri del re, i quali fallosi compari- morì il dodicesimo anno della schiavilii. Ecco
re dinanzi Baruch , lo obbligarono a dir loro ciò che noi sappiamo di cerlo intorno a Baruch .
tullo ciò che aveva manifestato al popolo. Egli In quanto al libro di questo profela, che si
obbedi e come inlesero questa lellura , Iralli da pone d'ordinario con quello di Geremia, non
meraviglia dissero a Baruch come si trovavano esiste in ebreo, ma solamente in greco. Gli E
necessitali di narrare al re le cose senlite; indi brei che si fanno legge di non ricevere nel
lo richiesero sul modo ch'egli aveva scrillo loro canone della Scrillura , che quei libri che
quel libro, cui rispose che Geremia glielo aveva sono scrilli nella loro lingua , escludono Ba
dettato. « Andale, gli dissero, nascondelevi in ruch . San Girolamo parla di quest'opera in
uno a Geremia per modo cheniuno sappia dove modo da dimostrare come di essa non faccia
voi siate : » jodi presero il libro di Baruch e lo quella stima che fa degli altri libri canonici .
deposero presso Elisama che ne era il secrela- Dice, che non giudico a proposito di commen
rio. Come il reſu informalo dell'accadulo, vol. lare il libro di Baruch , che si unisce a quello
le sentire la lettura di quel libro, ma Judi non di Geremia nella edizione dei Settanta, perché
ne aveva letto che quattro pagine, quando questo libro non leggesi nel testo ebreo, e con
Gioachimo lo diede alle fiamme. Nello stesso tiene una lettera che porta falsamente il no
lempo emanò ordini affinché Baruch e Geremia me di Geremia ; dice inoltre che non lo ha
fossero arrestati, ma ciò non poté aver compia tradotto, perchè gli Ebrei non lo ricevono per
mento, perchè niuno seppe trovarli . canonico. Baruch non trovasi negli anticbi ca
Il Signore ordinò poi a Geremia di scrivere taloghi della Soriltura, citali nei Padri e nei
novellamente le sue profezie, lo che fu esegui. Concilii.
lo da Baruch , coll'aggiunta di altre che prima Ma si risponde a lullo ciò, che l'esempio
non vi erano . L'affezione di Baruch a Geremia degli ebrei , che non ricevono Baruch nel loro
lo trasse in molte sventure, per cui lagriman- canone, non è una ragione convincente perché
do un giorno per doglia. Dio lo confortò per sia dato in obblio, essendovi aliri libri che essi
bocca di Geremia, ed egli divenne più fermo e non ammeltono per canonici, e che invece co
più tranquillo. Il quarlo anno di Sedecia, Ba me tali sono ricevuti . Se gli antichi cataloghi
ruch andò a Babilonia con Saraia, suo fratello, della Chiesa non ne hanno fatta menzione , ciò
e portò una lunga lettera di Geremia, nella avvenne perchè lo comprendevavo solto il no
quale il profeta prediceva le sventure che do. me di Geremia. I.concilii di Firenze e di
vevano accadere a Babilonia , e promelleva agli Trento l'hanno nominatamente posto nel Ca
schiavi che sarebbero un giorno rimessi in li: none, e gli antichi Padri s. Ireneo, s. Cipria
638 BARSAFERNE - BASCHI
no, s. Clemente Alessandrino, Eusebio, s . Am- neralmente della sua bellezza e fertilità. I
brogio, Giulio Firmico, s. Agostino, s. Basi suoi primi abitanti erano della razza dei gi
lio, s. Giovanni Crisostomo, s. Epifanio, e gli ganti , di cui Og appariva essere un avanzo . La
altri che vennero dopo lo hanno citato come statura di questo principe era in effetto prodi
sacra Scrittura, sebbene molte volle lo cilino giosa, ove si vogliano considerare le dimensio
sollo il nome di Geremia . Oltre la versione ni del suo lello, che si conservava nella ca
greca di Baruch , ve ne sono due di siriache, pitale degli Ammonili. Il territorio di Basan
una delle quali varia di molto dal testo greco; comprendeva la Balanea , la Gaulonitide, il
ma non avendosi l'originale di questo profeta , paese di Argob, ed una parle del paese di Ga .
non si può giudicare quale di queste tre sia la laad , ed aveva molte ciltà fortificate , fra le
migliore. D. V. GIORDANI . quali Eurai, dove Og fu vinlo dagli Israeliti .
BARSAFERNE, era generale delle armale Mig .
di Pa coro re dei Parli , che inviato in Palesti BASARIANI. Sella di Maomellani che for .
na a soccorrere Antigono , re degli Ebrei, con ma un ramo od una suddivisione dei Molaza
tro Trcano ed Erode , fece Ircano prigioniero , bili ( V.). Costoro osservavano i precetti di Ba
rislabili Antigono a Gerusalemme , costrinsesbar Ebu Motamer, principale personaggio fra
Erode a fuggire ; lo che avvenne l'anno del i Motazabili ; precelli che variano però in al
mondo 3964 , avanti G. C. 36, av . l’era vol . cuni punti dalle dottrine generali della sella ,
gare 40. porlando il libero arbitrio dell ' uomo troppo
D. V. GIORDANI . oltre, per modo tale da farlo perfino indipen
BARULI. Erano costoro erelici che compar- dente . Prc .
vero nel secolo dodicesimo rinnovando l'errore BASCA, borgo in cui fu ucciso Gionata Mac.
degli Origenisti , i quali sostenevano che tutte cabeo. L'autore del primo libro dei Maccabei
le anime sono state create nello slesso tempo lo chiama Bascama. Che Basca e Bascama sie .
in cui fu creato il mondo, e che hanno peccato no lo stesso borgo , risulla dal collazionare il
subito dopo la creazione. Sembra che questi testo di Giosetio con quello dei Maccabei, ma
eretici abbiano avuto per capo certo Barulo , che questo borgo sia la slessa cosa che Besoch
da cui trassero il loro nome. Dagli scrittori che o piullosto Bezec e Baschul, ciò è quanto non
di costoro lasciarono memorie nuila si dice del sembra polersi accordare. Secondo N. Sanson
luogo dove insegnarono le false loro dollrine ; e Barbiè du Bocage , Basca ovvero Bascama ,
come pure non apparisce che abbiano falti ove Gionala fu ucciso a tradimento, era nella
grandi progressi. Pic. tribù di Gad , all'oriente del Giordano. Bezec,
BASAN . Il paese di Basan, altrimenti dello ciltà reale del paese di Canaan, nominala Be
Balanea , era nella Perea, cioè, al di là del Gior- zech nel primo libro dei Re , era situata nella
dano, al nord delle tribù di Gad e di Ruben , e tribù di Giuda, vicino a Gerusalemme , dice
pel paese della mezza tribù di Manasse. Que- Barbiè, che aggiunge cli'essa era forse la stes .
slo paese confina all'oriente coi monti di Ga- sa che Belzecha . La geografia della Bibbia di
laad ed il paese di Ammon e l'Idumea orien- Vence, il quale distingue parimenti Bascama,
tale ; al nord col monte Hermon ; al mezzo . Besec e Bascath , colloca quest'ultima cillà nel
giorno col torrente di Jabok, all'occidente col la tribù di Giuda ; Barbiè l'altribuisce a quel .
Giordano. Oy, re degli Amorrei, possedeva il la di Simeone, cui pole essere slala data in ap
regno di Basan quando Mosè ne fece la con presso, e dice ch'era siluata vicino a Lachir.
quisla. In questo trovasi il canlone di Argob, GIOR.
di cui parla il Deuteronomio ed il terzo libro BASCARA , città della Galilea , venli sladii
dei Re. Basan passava per uno dei più fertili da Gaba , nei contorni di Tolemaide. Cal.
paesi del mondo ; e specialmente sono lodati i BASCHI (Matteo ), institutore deCappucci
suoi pascoli, le sue quercie ed i suoi armenti . ni , nacque nel ducato di Urbino, ed entrò nel
Il regno di Basan, di cui Og era il sovra- l'ordine dei Minori Osservanti nell'incomin
no che fu disfalto dagli Israeliti, dice Barbić ciare del secolo XVI . Scosso dalla rilassa tezza
du Bocage, abbracciava lullo il paese che e- introdotta in qualche convento dell'ordine ,
slendesi tra il lorrente Jabok al sud , ed il mon- si senli fortemente tratto a far rivivere tra i
le Ermon al nord, e tra il Giordano all'ovest suoi fratelli la regola di s. Francesco in tulto
ed i deserli dell' Auranilide all'est. La Scrit. il suo rigore. Vivamente occupalo da tale idea,
tura parla mollo delle sue montagne, delle sue si senti inspirato dal cielo , e scorse il santo
quercie, i cui legni si spedivano a Tiro, delle patriarca dell'ordine, s. Francesco , in visione
sue pasture, delle sue truppe di armenti, ege. con indosso l'abilo cui aveva veslito. Baschii
BASEMATH_BASILEA 639
prese subito una veste di grosso drappo, si. volevano il Pontefice elello della loro provin
mile a quella che aveva veduta a s. France cia, non tardarono , in ciò sostenuti da Gui .
sco , si copri la testa di un cappuccio appun berlo di Parma , ad eleggere altro Papa in un
lito, da cui venne a'suoi discepoli il nome di concilio,ai 28 ottobre 1061 , e questi fu l'Anti
Cappuccini. Con lali vesli usci ſurtivo dal con- papa Cadaloo Pallavicini , vescovo di Parma ,
venlo di Montefalcone, si recò a Roma , e si conosciuto solto il nome di Onorio JI , il quale
presentò a Clemente VII che, secondando la dai due vescovi di Vercelli e di Piacenza ven
sua dimanda. gli permise di portare quel nuo ." ne consecrato con unzione scismatica in Basi
vo vestimento , di osservare letleralmente la lea, nel giorno medesimo dedicato ai santi A
regola di s. Francesco , di predicare la parola postoli Simone e Giuda , come narrano Leone
di Dio , e di affalicare alla salute dei peccato- Ostiense in Chronicon Casin ., lib. 3 , cap. 21 ,
ri , a condizione di presentarsi Iulti gli anni al presso il Muratori Script. Rerum Ilalic ., tomo
capitolo dei frali minori. In poco tempo frate quarto, pag . 431 ; il Novaes, lomo 2 , pag. 257
Baschi ebbe gran numero di discepoli , ma e 265 ; il Lenglet, Tuolelle Cronologiche; non
trovò eziandio dei persecutori. Fu arrestato in che il Labbė, Storia dei Concilii tomo 9, e l'Ar
un capitolo generale e posto in prigione per duino al lomo 6.
ordine del provinciale ; ma la duchessa di Ca. Nella sessione quadragesimaquarta del con
merino, nipote del Papa , gli oltenne la liber. cilio di Costanza era stala decretala la celebra
tà . La sua riſorma venne approvata dal Som zione di un altro concilio per estirpare le re
mo Pontefice nell'anno 1928, e l'anno succes- liquie dello scista d'Avignone , rintuzzare le
sivo egli ebbe il litolo di vicario generale del eresie rinascenti, e restituire nel suo vigore la
l'ordine. In capo a due mesi , lasciò quella ca- disciplina ecclesiastica . Nell'anno 1423 Marti
rica, esci dal convento, e corse ovunque a pre no V aveva convocato quel concilio a Pavia ,
dicare la parola di Dio. Esercitando tale mini da dove per cagione di pestilenza avvenuta fu
slero, egli morì a Venezia , nel 1552. V. Cap. trasportato a Siena, in cui ebbe principio il 22
PUCCINI. BER. agosto 1423. Contrario a Martino V essendo
BASEMATA , figlia di Ismaele , sorella di Alfonso V re di Aragona, a vendicarsi de' dis
Nabajolh , terza moglie di Esaù , e madre di gusti suoi particolari sparse nel concilio semi
Rabuel. Gen. 36 , 5, 4 , 10. di discordia, per cui il Pontefice lo disciolse,
Una Baserati , figlia di Salomone, sposa di e, finita la pestilenza , lo tradusse in Basilea ,
Achimaes, della tribù di Neftali, frovasi ricor. che dipendeva allora dal metropolitano di Be
data nel terzo libro dei Re, al capo 4. Cal. sanzone , e dove fu prolungalo per altri selle
BASILA. Gitla vescovile unita a Marcelliana anni.
nella provincia proconsolare di Carlagine nel. Il primo febbraio del 1431 , Martino V di .
l'Africa occidentale, sollo la metropoli di Car- chiaro legato a latere il cardinale Giuliano
tagine. Di questa città si fa menzione nella Cesarini romano, affinché con amplissima fa
conferenza di Cartagine. Com . coltà vi presiedesse in suo nome. Morto Marti.
BASILEA . Nome della più grande città del. no V, ai venti di quel mese , i cardinali tosto
la Svizzera con residenza vescovile, celebre nei entrarono in conclave, e il 23 , elessero con
fasti della Chiesa non solo pel concilio in essa cordemente il cardinale Gabriele Condulmer,
tenuto, ma anche pegli avvenimenti che ad esso veneziano, che assunse il nome di Eugenio
diedero causa , lo inlerruppero , e finalmente il IV , e che tosto confermo non solo la convoca
condussero a lermine. Lasciando imperlanto zione del concilio, ma anche lo stesso Cesarini
ciò tutto che può riguardare i falli politici di a legato presidente in esso. Il 23 luglio di detlo
questa cillà , che tali cose non formano oggetto anno il concilio s'incomincio. Passati alcuni
degli articoli nostri, ci restringeremo a quelle mesi, il Cardinale legato informò il Pontefice
cose che speltano alla ecclesiastica storia. della poca sicurezza del concilio in quella città ,
Passato agli elerni riposi papa Nicolò II, gli a cagione delleguerre degli Ussili, i quali si-di
fu eletto a successore, nel primo ottobre 1061 , chiararono ad esso contrarii, perloché Euge.
Alessandro II , senza che i sacri elettori curas. nio IV con bolla del 12 novembre, sottoscritta
sero d'ollenerne l'approvazione degl'imperato. dai cardinali, diede facoltà al legalo di scio
ri ; dal che pur nacque che la Chiesa restò in glierlo e di trasferirlo a Bologna , col consenso
seguito indipendente al paro dei primi quat. degli stessi Greci , che volevano trattare la
tro secoli , nell'elezione dei suoi Pontefici. causa della loro riunione alla Chiesa callolica .
Questa omissione spiacque ad Agnese ed al suo Ricevuta la bolla , il Cardinale legato erasi ri
figlio Enrico IV , ed i vescovi di Lombardia che tirato dalla presidenza , ma sopravvenuto ben
640 BASILEA
tosto un gran numero di vescovi, mentre pri- pro consideralione aelalum el lemporum , seu
ma pochissimi ne erano intervenuti , e di am gravium necessilatum dispensatorie quaedam
basciatori di principi con alcuni cardinali , già ordinarc decreveril, quoniam el egregium A
creati in concistoro privato da Martino V , poslolum Paulum quaedam fecisse dispensulo
riassunsero essi il concilio contro l'intenzione rie legimus, quae postea legitur revocasse.
di Eugenin IV , il quale , non volendo che i Voleva Eugenio che si proseguisse il concilio
Boemi vi disputassero i loro errori già dagli con ogni divozione e fervore , ma in riguardo
antecelenti Papi e dai concilii condannati , a. a quelle cose soltanto che giuste e ragionevoli
veva ordinato che il concilio dopo un anno e si fossero, salva la fede cattolica , e la riveren .
mezzo dal suo scioglimento venisse trasferito za all'autorità della santa Sede.
a Bologna. L'adesione di Eugenio IV , e la concordia
A poter coonestare il proseguimento delle tra lui ed il concilio cbbero effetto ai 5 feb .
loro sessioni, si fecero il presidente ed i padri braio 1434. E siccome fin da Martino V era
del concilio basileese a deprimere l'autorilà stato progettato il trattato della unione dei
del Papa, e ad esaltare quella del concilio so . Greci colla Chiesa lalina, solto Eugenio IV fu
pra il Papa. pure proseguito. I conciliarii di Basilea ave
Eugenio IV dopo ciò parli onde rimuovere vano a tal fine spedili ambasciatori alla cor
da sè le violenze che gli venivano falle , spe- te greca , che in ricambio allri ne mandava a
cialmente dal duca di Milano , sciogliere le Basilea per significare che a cagione del diſli
macchinazioni che si tendevano contro di lui cile accesso di quella città per parte dei Greci,
da Alfonso V re di Aragona , e fidandosi nelle non potevasi in essa Iraltare la sospirata unio
Jusinghiere promesse dei Basileesi , s'indusse a ne. Il perchè ai 24 sellembre del 1434, unani
rivocare la bolla di scioglimento del concilio, e mi concordarono gli ambasciatori ed i conci
ad annullare le censure e le privazioni fulmi- liarii , che il concilio per l'unione si celebrasse
nale contro di esso ; ma non per questo appro- nell'Occidente , od in Calabria , od in Arcona ,
vava i decreti emanati da esso in pregiudizio od in allra terra marittima dell ' Italia , od in
della sede ponlificia, che anzi protesto di voler Buda d'Ungheria , od in Vienna d'Austria ,
piuttosto morire che confermarli, come si può oppure nella Savoia .
vedere negli Annali ecclesiastici di Bzovio , Si dolse Eugenio IV , con suo breve dato in
Spondano e Rainaldi al dello anno. Firenze ai 15 novembre del dello anno , e re .
I padri di Basilea non tralasciarono d'inler. gistrato nella lib. Brev. p. 86, che avessero ,
prelare a loro vantaggio il diploma di Engenio senza sua notizia e consulta , stabilite i conci
IV , ma fali illazioni furono rintuzzate dal car- liarii quelle convenzioni , mentre diverse pole
dinale Turrecremata , il più grande teologo va averne concluse in Costantinopoli Cristofo.
della sua elà , elevato alla porpora nel 1439, ro Garalone suo secretario e nunzio. Sperava
dimostrando che i Sommi Pontefici nell' aver cosi che, maggior numero di padri greci con
a confermare i decreti dei legittimi concilii correndovi , più durevole avesse ad essere l'ul
ecumenici, ai quali non avevano assistito in nione di quella che fu stretla nel concilio di
persona , ebbero sempre per costante costume Lione del 1272 dai pochi che vi si erano reca
di radunare un sinodo di prelati immediata. ti . Ne avviso Eugenio IV i conciliarii di Basi
mente soggetti al patriarcato romano , ed ivi lea ai 20 febbraio 1435 , ma non vi prestarono
esaminarli minutamente prima di passare alla orecchio, e con lettera diretta al Papa , in data
conferma, come si legge del Papa s. Silvestro I , del 5 maggio, rimproverarono la celebrazione
allorchè approvò i decreti del primo concilio del concilio di Costantinopoli , e mandarono
generale che aveva fatto celebrare in Nice nuovi nunzi all'imperatore greco perchè si
nell'anno 325, e come , in tempi piii moderni, piegasse al luogo di Basilea ( V. in append.
Glemente V non volle approvare i decreti del concil. Basil. ) : ma trovatolo inflessibile , lo
concilio generale celebrato in Vienna nel 1311. sollecitarono alla ratificazione del primo con
Se Eugenio IV aveva dichiarato nulla la dis- cordato , cioè alla nomina di alcun luogo ma
soluzione, non fu perchè mancasse della pote- rittimo dell'Italia, come più comodo all'impe.
slà di sostenerla , ma perchè erano risultate ratore, al Patriarca ed al Papa in persona .
gravi dissensioni , più gravi ancora se ne teme. Scorse pero gran tempo senza che avesse ef
vano. Il Ponlelice Nicolò V in cap. Sententia fetto il concordato, e gli Avignonesi intanto
25 , quaest. 7 , disse : Sententiam Romanae Se spedirono i loro ambasciatori ad Eugenio IV
dis non negamus in mclius posse commutari, perchè cooperasse al trasferimento del concilio
cum autem surreplum aliquid fueril , aul ipsa nella cillà loro, ciocchè si raccoglie dalla lettera
BASILEA 641

di Eugenio IV ai Cardinali suoi legati in Ba- che , ammesse le istanze degli Avignonesi , i
silea, registrata nel lib. Brev.p: 147. Ricevuta quali chiedevano un'altra proroga per lo e
una ripulsa, si rivolsero gli Avignonesiai con- sborso , ferma restasse l'elezione già fatta
ciliarii, ed offersero a tempo determinato il della città di Avignone. Che se i cittadini di
prestito di settantamila fiorini d'oro per inte essa neppur quella volta avessero adempiu
ressarli alla celebrazione del concilio nella lo- to alle promesse , si trasferisse il concilio
ro città. Aderivano alle loro brame i Basileesi, in alcuna città di Savoia. Nella stessa ses
mentre Giovanni Bissipalo , ambasciatore e sione , dei 7 maggio , la parte dei faziosi
procuratore dell'imperator greco, sollecitavali promulgò un decreto per assicurare agli Avi
nel principio del 1437 a determinarefinalmen- gnonesi il rimborso della somma di 70000
te un luogo de ' nominati nel primo decreto. fiorini d'oro , ed in esso dichiararono che la
Altamente si doleva egli della infedeltà e della città d'Avignone ne aveva già sborsata una
incostanza dei padri di Basilea, perchè mentre porzione. Frattanto la parte sana del conci
i prelati orientali, superati i pericoli e le di- lio deputö suoi nunzi a Costantinopoli , Pie
stanze immense, dalla Siria, dall'Egitto edal- tro vescovo di Digne, Antonio vescovo por
la Russia erano giunti in Costantinopoli, pron- toghese , e Nicolò de Cusa preposto del mo
ti a solcare aspri mari , per passare in Occi- nastero di Meruel nella diocesi di Treviri ,
denle, il poco zelo de'Basileesi, con tante ter- poi amplissimo cardinale. Questi visitarono
giversazioni , impediva la congiunzione delle prima il Papa in Bologna , e concertati con
chiese occidentale e orientale, solo condotti lui e cogli ambasciatori greci gli affari , ivi
dalla bassa avversione all'Italia , come quella si unirono con Cristoforo Garatone vescovo
nella quale più che altrove potea risplendere coronense , e nunzio pontificio , e passati in
la maestà pontificia. V. Rainaldi all'anno Venezia , s' imbarcarono per Costantinopoli,
1 436 . sopra quattro galere comandate da Antonio
Fra simili altercazioni, lasciatisi vincere Condulmer , approdandovi il 3 settembre
dallo studio della pace i legati apostolici ed i dello stesso anno . Presentate all'imperatore
prelati loro aderenti , convennero colla parte Giovanni VII Paleologo le lettere pontifi
avversa de' faziosi nella determinazione che cie , ed il denaro inviatogli dal Papa per di
sborsassero gli Avignonesi certo promesso sus- fesa di Costantinopoli durante la sua assenza,
sidio, e che nel pattuito intervallodi tempo si immantinente acconsenti l'augusto alla pro
trasferisse in Avignone il concilio , ovvero si posta della città di Ferrara , luogo compreso
stabilisse altro luogo per la traslazione del nella prima convenzione , come quello di
medesimo. più facile accesso con breve navigazione per
Rimasto senza l' esecuzione del pagamento l'Adriatico e per le bocche del Po . Di ciò
il secondo termine prescritto (il quale dice lo certificato Eugenio IV con lettere del Gara
Spondano fosse di quarantadue giorni), la par- tone, convoco senza indugio il concilio uni
te sana del concilio, sebbene la meno numero- versale di Ferrara, disciogliendo con suprema
sa , conchiuse finalmente che si dovesse tras- autorità e formalmente quello di Basilea con
portare a Firenze, od Udine,od in altro luogo bolla dei 18 settembre 1457 , nella quale si
di quelli convenuti tra il Papa, il concilio ed diffuse in giuste querele pel tumultuario, se
i Greci. dizioso, ingiurioso e scismatico procedere dei
Cooperarono a siffatta risoluzione gli amba- Basileesi.
sciatori di Carlo V re di Francia, che pospose Poco dopo l'arrivo del Garatone cogli am
Avignone agli altri luoghi . Di che gliene seppe basciatori greci , e con due vescovi nunzi del
grado Eugenio IV, il quale confermò il decreto legittimo concilio di Basilea, giunsero ancora
con bolla data in Bologna ai 29 giugno 1437. in Costantinopoli quattro vescovi nunzi dei
Nondimeno la parte conciliare avversa al Pa- faziosi, affine di persuadere i Greci per Avi
pa, e la più numerosa, composta dei pochi gnone . Ma inutile tornò l'andata loro, poichè
prelati , dei loro famigliari ecclesiaslici,disem- l'imperatore ed il Patriarca, dopo aver con
plici sacerdoti delle terre circonvicine ammessi fermata la risoluzione d'entrare ne' legni
al suffragio decisivo, contro l'uso de' passati pontificii , esortarono i Basileesi , che , de
concilii, e di moltitudine di plebe, guidata dal poste le animosità e composte le differenze,
cardinal Lodovico Allemand arcivescovo d’Ar- andassero seco loro in Venezia. Qui giunse
les fatto presidente del concilio, e subornata ro difatti il 9 febbraio del 1348 , ed il 4
ed avvalorala da Alfonso V re di Aragona, da marzo entrarono in Ferrara colmati nell'uno e
Filippo Maria Visconti duca di Milano e nell'altro luogo di grandissimi onori (V. Fer
da Amadeo VIII duca di Savoia , decretò RARA ). I faziosi basileesi al contrario si ri
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc . X. 81
642 BASILEA

tirarono svegnati a Marsiglia . Si fecero in Chiesa , tanto , con proporzionata comunica


seguito a Ferrara sedici sessioni, l'ulti- zione , si deve al Papa , come capo visibile ,
ma delle quali ebbe luogo il 10 gennaio però capo necessario della Chiesa visibile ;
4 439 . che Cristo , il quale ha promesso di trovar
Carlo VII re di Francia , avendo nel 1438 si nel mezzo delle persone radunate in suo
formata in trentotto articoli la famosa Pram- nome , assistè ne' concilli , come nel corpo
matica Sanzione ( Ved .) , cavata dai decreti l'anima, la quale esercita le sue principali
del conciliabolo , fu condannata con auto- funzioni negli organi del capo , come Cristo
rità apostolica da Eugenio IV. I detti tren- principalmente co' suoi lumi nel Papa , ch'è
totto canoni , di cui si compose la Pram- capo del suo corpo mistico , cioè della Chie
mutica Sanzione, leggonsi presso il Ferrari sa ; che sebbene il regno sia superiore al re,
nella Bibliot. Canon . , verbo Concordatum come disse Gersone nel concilio di Costanza ,
Gallicum . e come replicarono i faziosi di Basilea , con
Gli ambasciatori dei principi , e molti pre- tuttociò la Chiesa non può essere superiore
lati si erano a poco a poco ritirati dal conci- al Papa , perchè il Pontefice ha la autorilà
Jiabolo, per cui in quell'ultima sessione,tenu- immediatamente da Dio ; che la celebrazione
ta il 16 , 0 , come gli altri vogliono, il 19 mag- de' concilii non è stata istituita come neces
gio 1459, esso restò composto del solo cardinal saria per la decisione delle materie della
Allemand arcivescovo d'Arles, di sette vescovi fede , poiché è bastevole per deciderle senza
e di una moltitudine di sacerdoti d'ordine errore il Sommo Pontefice , legittimo succes
inferiore ; occupando questi ultimi i seggi e sore di S. Pietro , pel quale , non per la
piscopali con sacre reliquie in mano. Argo- Chiesa, Cristo pregó ui non deficeret fides, ma
mento precipuo di quella sessione si fu il come conveniente e necessaria per la più fa
fulminare Eugenio IV per la deposizione dal cile esecuzione de' decreti , ne' quali tutti in
papalo ; non considerando costoro che i fra . fluiscono , come scrisse a Martino Mayero
telli minori soggiacciono alla giurisdizione nelle sue epistole il cardinale Enea Silvio Pic
della primogenitura del Pontefice; che la casa colomini, poi Pontefice Pio II ; e perché an
di Cristo è sottoposta al Sommo Pontefice , cora piace al Signore che tutti operino per le
padre di famiglia; che non meno la greggia vie umane, ancorchè sicuri della divina assi
universale della Chiesa , che le pecore parti- stenza, e coi mezzi proprii della prudenza ,
colari devono restar subordinate alla direzio- non tentando senza essi il Signore Iddio. Per
ne del paslore ; che il corpo mistico della la qual ragione i re si valgono de' loro con
Chiesa , come il corpo fisico , non può di. sigli , e i Papi consultano giornalmente col sa
pendere che dal suo capo ;. che la sposa, cioè cro collegio de' cardinali , che loro assistono
la Chiesa , è soggella interamente alla potestà nel governo , come già assistevano nella leg
dello sposo ,> ch'è il Papa ; che come la ma- ge antica i settanta seniori a Mosė.
dre del re è suddita del re, cosi la chiesa ma Pronunciata quella sentenza , i conciliari
dre del Papa, come uomo e come fedele ,ė sud: deputarono tre triumviri, perchè nominas
dita del Papa , come principe di essa , a cui sero dal loro corpo trentatré elettori di un
solo immediatamente diede il Signore la su nuovo Papa,diciotto dei quali erano sudditi
prema potestà delle chiavi , ch'egli esercita di Amadeo VIII duca di Savoia , per testimo
sui fedeli; che la Chiesa è forza che cada , 0- nio di Flavio Biondo , dec. 111 , lib. X. Rin
gni volta che è smossa l'autorità del Papa , chiusi quindi in un luogo già fabbricato nel
il quale è la pietra su cui essa è fondata; che mezzo di Basilea , ad uso delle danze pub
la Chiesa è bellissima e senza macchia solbliche , lo fecero servir di conclave, nel qua
qnando è ornala viro suo, ch'è il Pontefice ; le elessero Amadeo VIII duca di Savoia , di.
che quanto è registrato nelle sacre lettere venuto antipapa col nome di Felice (Ved.Fe
delle prerogative della Chiesa , tutto di essa Lice V antipapa ) . Accompagnato poscia da
si verifica sol quando è congiunta alPapa suo Lodovico duca di Savoia , dal conte del Ge
sposo , suo capo e vicario di Cristo , onde nevese, suoi figli, e da trecento gentiluomini
senza lui quella Chiesa , ch'è chiamata santa de'suoi stati, Felice fece il solenne suo ingres
nel simbolo degli Apostoli , non sarebbe con so in Basilea, il 24 giugno 1440 , ed il 24 lu
gregata in nomine Christi , non sarebbe cor- glio fu consacrato e coronato dal cardinale
po, ma cadavere ; non isposa , ma adultera ; d'Arles.
non chiesa , ma sinagoga ; non talamo di Cri La Germania, nel congresso di Magonza, ri
sto , ma postribolo di Satana ; che quanto cevelte tutti i decreti de'Basileesi assoggettan
viene a Cristo , come capo invisibile della doli peróamolte modificazioni, eccettuati quel
BASILEA (CONCILIO DI) 643
li che appartenevano al giudicio fatto contro telligenza di quanto nel concilio di Basilea fu
il Pontefice . La Francia parimenti nel conci .trattato, di esso parleremo diffusamente nel
lio nazionale di Bourges ne ammise alcuni l'articolo seguente. Mor.
assolutamente , ed altri con modificazioni. E BASILEA ( Concilio dı) . Gli oscuri prin
lo stesso regno ed il re riconobbero quel con cipii del concilio di Basilea rassomigliano a
cilio , ma non però l'Antipapa, nè la senten quelle nuvole tetre, in cui a poco a poco si
za di deposizione dal papato fatta contro Eu. formano le tempeste. Nel terzo giorno di mar
genio IV. zo dell'anno 1431 , in cui doveva aprirsi il
Nella risposta che diede Carlo VII agli concilio, e che era precisamente il giorno del
ambasciatori di Felice col mezzo del vescovo l'elezione di Eugenio IV, videsi per una singo
di Clermont , fece conoscere di voler suppli- larità senza esempio un solo uomo procedere
care Eugenio IV a celebrare dentro un anno ad una cosi augusla cerimenia; e di più non
un concilio generale in Francia per togliere era egli neppur Vescovo. Questo prelato uni
dalla Chiesa lo scisma. Pregava intanto i pa- co , abate di Vezelai nella Borgogna , non la
dri di Basilea , ed il signore di Savoia ( cosi
sciòdi puntualmente recarsi alla cattedrale nel
chiamava Felice V ) , che, lasciate da parte legiorno indicato ,e ne fece istrumento nel dima
sure e le minaccie, pensassero alla con- ni, alla presenza dei canonici di quella chiesa .
cordia, nè in modo alcuno molestassero con Verso la fine del mese gli arrivarono per colle
giudizii gli ecclesiastici del suo regno . Aggiun-
ghi quattro dottori di Parigi , due dei quali
geva , essere il signore di Savoia per sangue si staccarono subitamente , per andare in Ger=
suo congiunto, e non piacergli che fosse in- mania a conferire col cardinale di S. Angelo ,
giuriato da alcuno ; ma in questo affare , in Giuliano Cesarini, che in qualità di legalo era
cui trattavasi della fede , pretendeva solo la occupato in alcuni gravi affari contro agli Us
giustizia, e quindi sperava , che il di lui con-
siti , e che era stato confermato dal Papa Eu
sanguineo avrebbe trattato l'affare colla solita
genio nella dignità di presidente del concilio .
prudenza. Appena, ai 26 ottobre del 1440 , Questo delegato rimanendo a trattare interes
furono tali cose riferite ai padri di Basilea ed
santissimi affari pel bene della Chiesa , sudde
a Felice V , l'afflizione invase l’animo di tutti .
legò in suo luogo a Basilea , Giovanni Pole
Alfonso V re d'Aragona, e sovrano di Sici- maro auditore del sacro palazzo, e Giovanni ,
lia e di Sardegna, non riconobbe da principio di Ragusi , dottore domenicano della universi
nè Eugenio IV , nè Felice V ; ma dipoi aderi tà di Parigi. Il 23 di luglio , questi subalterni
ad Eugenio IV .La Germania, appigliatasi al- presidenti, col perseverante abate di Vezelai,
la neutralità, ricusò di ascoltare nella dieta di
coi deputati di Parigi, ed aleuni preti del luo
Magonza il cardinale d' Arles e due anticardi- go, fecero una seconda apertura, a cui non si
nali di Felice V , se questi prima non depone- credette neppure di dare il nome di ses
vano gli abiti cardinalizii , e quello gli orna-
sione.
menti di legato a latere. Lo stesso avvende nel Finalmente il cardinale di S. Angelo trasfe
la dieta di Francoforte, essendo presente Fede-rissi verso la metà di settembre nella città di
rico III re dei Romani; anzi questi avendo Basilea , donde poi scrisse a tutti i melropoli
mandato ambasciatori ad Eugenio IV ed a Fe- tani della cristianità per invitarli coi loro suf
lice V, ordinò loro di venerare il primo come fraganei a trasferisi senza indugio al conci
vero Papa, di chiedergli la convocazione di al-lio . V. Ampliss. Collect. concil., tom . 8 pag .
tro concilio, e di trattar col secondo per inter-
28. Ma comechè urgenti fossero codeste esor
nunzi , senza tenerlo per Pontifice. Deposta fi-
tazioni , il numero dei Padri parve ancora per
nalmente la neutralità , tutta la Germania si lungo tempo sproporzionato alla dignità dei
sottopose , nel principio del 1447, ad Eugenio rappresentanti della Chiesa universale, e limi
IV . L'Italia ( senza escludere Filippo Maria tati, per quanto dicesi , a tre vescovi e sette
Visconti duca diMilano genero dall'antipapa), abati , quando il cardinal legato stimo neces
la Spagna, la Provenza, l'Inghilterra, l ' Un- sario d'istruire il Papa di questa solitudine .
gheria, la Polonia, e gli altri regni seltentrio-
V. Concil. Hard. tom . 8 , pag . 1177. Quindi
nali con l'Oriente, la seguirono in tutto. La cosi in suo nome, come in quello del concilio,
Savoia, gli Svizzeri, i Basileesi, il Piemonte,Giovanni Beaupère, canonico di Besanzone,
alcune università e quei d' Argentina parteg- fu inviato verso il Pontefice per dargli questa
giarono per Felice V ; ma furono dipoi costret- notizia, e nello stesso tempo per rappresentar
li a venerar ed obbedire al legillimo Pontefice gli lo stato deplorabile in cui trovavasi il cle
Romano. ro in Germania; che il contagio dei nuovi er
Queste cose esposte come preliminari all'in- rori penetrava in tutti gli stali dell ' jinpero ;
644 BASILEA (CONCILIO DI)

che questi si erano insinuati sino nella città voluto riceverli che in loro nome privato , fu
di Basilea , in cui non mostravasi che molto rono ammessi a presiedervi unitamente al car
disprezzo per gli ecclesiastici. Un nuovo dis- dinale Giuliano, che al concilio era interamen
ordine fu , che mostrando i Greci di volere te addetto . Questi nuovi rappresentanti del ca
nuovamente riunirsi ai Latini, e riconoscendo po della Chiesa erano i cardinali di santa Sa
che il concilio, cui avevano proposto di tenere bina, di Albano, di S. Croce e di S. Marco , col
perciò nella Grecia, non potea avervi luogo, l'arcivescovo di Taranto, il vescovo di Pado
l'imperatore ed il patriarca di Costantinopoliva e l'abate di S. Giustina ; i quali tre ultimi
dimandarono che si tenesse almeno in qualche erano semplicemente costituiti per tenere , in
città d'Italia, ad esso loro più che fosse possi- caso di assenza, il luogo dei cardinali presi
bile vicina. Su queste considerazioni, il Papa denti.
rispose al suo legato il 12 di febbraio , giusta Dopo l ' accomodamento si videro i Padri
il Rainaldo, lo Spondeo ed il Pagi « che do- arrivare al concilio in molto maggior numero
« vesse sciogliere il concilio che trovavasi a Ba- di prima. Se ne contarono cento della decima
« silea (tali sono i termini della bolla) e tras- settima sessione; e dalla decimaquinta sino al
a ferirlo dipoi a Bologna per esservi celebra- la vigesimaquarta il concilio parve assai più
a to in diciotto mesi. » Poco tempo dopo una tranquillo. Queste dieci sessioni furono alme
altra scoperta confermò Eugenio in una tale no i giorni sereni del concilio di Basilea, nelle
risoluzione . Essendogli giunto a notizia che il quali esso non usò contro al Papa le vie odio
legalo ed i Padri di Basilea avevano invitato se della violenza e del processo : vie odiose, di
i settarii di Boemia, perchè andassero a confe- ceva , e detestabili insieme, perchè onore, rive
rire sui punti controversi fra essi ed i catto- renza, rispetto sommo è sempre dovuto al su
lici , gli sembrò che ciò fosse un rimettere in premo pastore.
disputa quello che con tanta solennità era sta Fu nell'anno 1435 che il concilio fece re
to deciso, e pubblicò il 18 dicembre una se- golamenti esemplari di disciplima. Gli eccle
conda bolla diretta a tutti i fedeli , la quale siastici pubblicamente concubinarii furonodi
espressamente dichiarava sciolto il concilio di chiarati decaduti dal diritto di percepire i frut
Basilea, e trasferito a Bologna. ti dei loro benefizii pel corso di tre mesi; e , se
Ma prima della bolla del 18 dicembre il dentro un tal termine, non avessero licenziate
cardinal Giuliano, che può aver preso la bolla le concubine, privati di tutti i loro benefizii e
anteriore soltanto per un ordine condizionale renduti inabili ad ottenerne di nuovi . E il con
di sciogliere il concilio, cioè, sulla ipotesi che cubinato pubblico , nei termini di questa giu
le circostanze fossero tali come erano state ri- diziosa severità doveva imputarsi non sola
ferite al Pontefice, le credette secondo ogni ap- mente a coloro che fossero convinti o per sen
parenza cambiate , intimo la prima sessione tenza, o per propria confessione, o per la pub
pel 14 dello stesso mese, e la tenne difatti. Co- blicità del fatto, ma a tutti quelli altresi, i
me giunse però la bolla formale di traslazio- quali , dopo di essere stati avvertiti , non si fos
ne, sebbene apparisse estremamente mortifica- sero separati dalle donne sospette. Fu pari
to, nondimeno sulle prime non osò di contrav- menti loro proibito di ritenere presso di sè i
venirvi , e dichiarò a tutti non poter più eser- figliuoli nati da un si vergognoso commercio.
citare le funzioni di presidente; perciò sarebbe Quindi vengono specificati per Ja pace delle co
disobbedire al capo supremo della Chiesa cui scienze quegli scomunicati che si dovrebbero
sempre e dovunque devesi niassimo rispetto e fuggire; cioè quelli che fossero nominatamen
profonda obbedienza. E fosse egli stato sempre te denunziati, o che fossero cosi manifesta
di cosi timorata coscienza , che non lo si sareb- mente incorsi in codesta censura , che loro non
be veduto riassumere la presidenza nella setti- rimanesse alcun mezzo plausibile di temporeg
ma sessione ed in essa continuare, sebbene si giare e difendersene.Furono fatti altresì dei de
giungesse ad imporre prescrizioni al supremo creti contro agli interdetti fulminati con trop
Gerarca e capo della vera chiesa di Gesù på facilità , contro alle appellazioni frivole, in
Cristo . favore del possesso triennale dei benefizii , in
Senonchè il padre amoroso del gregge di torno alla riverenza dovuta alle feste ed alle
Gesù Cristo , quantunque malamente trattato chiese ; sulla celebrazione pubblica o privata
da questo concilio , pure a procurare il bene dei santi uffizii , e generalmente su quanto può
universale e aderendo alle istanze di molti di- servire alla dignità ed alla regolarità del culto
voti figliuoli, verso la fine dell'anno 1453 si divino .
riconcilio col concilio. Alcuni nuovi legati spe A questi esemplari regolamenti di disciplina
diti al concilio, il quale fino allora non aveva non tardarono a succedere alcuni decreti nella
BASILIANE 645
vigesima prima sessione, che non furono ge- po e senza ordine. Perfettamente acefala fino
neralmente applauditi , anzi che furono fatti dalla vigesimasesta sessione , e più non aven
contro le rimostranze dei legati, ed il senti- do che un capo di pura pompa , essa aveva
mento di molti padri di considerazione. Quin- rinnovato contro al papa ed ai cardinali il suo
di le cose andarono peggiorando per modo , passo favorito della citazione nel termine di
che specialmente quando trattossi di ciò che sessanta giorni , con una lunga enumerazione
riguardava i Greci , Giorgio di Trebisonda , di capi d'accusa o d'ingiurie contro al su
personaggio cosi distiuto per eminenza di dot- premo gerarca. Da quell'epoca in poi sino
irina ed altezza di sentimenti , come per no all'arrivo dei Greci a Ferrara , furonvi a
billà di natali , scrisse all'imperatore Gio- Basilea continue sessioni sopra sessioni , e
vanni Paleologo, secondo di questo nome, di non interrotti oltraggi contro il capo della
non legarsi con un concilio , il quale coi suoi Chiesa. Annullare la nomina di un cardina
decreti unici e coi suoi scandalosi intrighi le, sopprimere le bolle di Roma, condannare
contro ad Eugenio, vero successore di Pietro, Eugenio in contumacia , dichiararlo sospeso
chiaramente mostrava di non aspirare che cosi nello spirituale come nel temporale, av
allo scisma, onde trasportare il pontificato in vertire i principi ed il clero che più non a
Francia od in Germania ; che il popolo di vessero a prestargli ubbidienza : tutti questi
sacerdoti e di cherici attruppati a Basilea , eccessi furono l'opera di alcuni mesi, e di
doveva meno chiamarsi un concilio , che un cinque sessioni.
conciliabolo di empii , ed un nido di ma Questo concilio non si può riconoscere per
snadieri : che per l'altra parte sarebbe cosa ecumenico : 1. perchè, fu trasferito a Ferra
molto vergognosa per lui il trasferirsi nel ra, e perché il Papa non vi presiedette nè in
luogo assegnato senza sua partecipazione per persona, nè per mezzo dei suoi legati ; 2. per
un concilio ecumenico, mentre egli era suc- chè molti semplici preti v'ebbero voce deli
cessore degli imperatori, i quali , dopo il Ro- beraliva ; 3. perchè Felice V , che fu nomi
mano pontefice , avevano sempre avuta la nato Papa da questo concilio , mentre vera
prima parte nella celebrazione dei concilii; il vero e legittimo Pontefice, lo condannò egli
che rimandasse dunque al preteso loro con- stesso , rinunciando al papato ; 4. perchè i
cilio gli emissarii della cabala , e che senza e decreti di questo concilio non vennero con
sitare andasse a celebrare il santo e legittimo fermati dai Papi, anzi furono da essi rigettati
concilio col capo dei pastori ; poichè altri e condannati nel concilio di Firenze, sotto
menti ei non farebbe che accrescere la divi. Eugenio IV, e nel quinto concilio lateranese
sione nella Chiesa , di cui con tanto ardore sotto Leone X.
mostrava di desiderare l'unione. V.Ber . Berc. Vi furono per altro alcuni che riconobbero
His. eccl. , tom . 17 , pag. 183 . l'ecumenicità di questo concilio sino alla sua
Abbraccio Paleologo un tale consiglio , di traslazione a Ferrara, cioè durante le prime
eui riconobbe l'importanza , specialmente venticinque sessioni. Meglio si potranno re
quando i deputati del concilio si smaschera- dere le cose a ciò spettanti appo il Gaetano ,
rono da sè stessi con quanto dissero contro il Jacobati , Bellarmino ecc.
legittimo successore di Pietro. BASILIANE. Monache dell' Oriente e del
Tostochè il Papa Eugenio erasi veduto si- l ' Occidente . Sant' Emilia e s. Macrina , ma
curo dei Greci, approvato per l'altra parte dre e sorella di s. Basilio, fondarono un mo
dai più stimabili di Basilea, e veggendo il ri- nastero di vergini , pel quale s. Basilio scrisse
manente di quel concilio deciso a non osser- alcune regole. Due nipoti di questo santo fon
vare più alcun riguardo, aveva ripigliato co darono un altro con vento in Cesarea, e que
raggio dal seno dell'avversità, e con una bol- sle monache si dissero canonichesse. Il nu
la del 17 settembre aveva trasferita quella mero de' monasteri di quest'ordine si accreb
assemblea a Ferrara, sebbene con alcune mo- be in ogni città di Oriente, fino al tempo del
dificazioni. Il concilio non doveva lenersi uni- l'imperatore Copronimo che nel 741 cacciò
camente in quest'ultimo luogo , se non dopo tutti i claustrali ; ma cessate le persecuzioni
che i Greci sarebbero arrivati , ed in ogni ricomparvero , e nel 1118 l'imperatrice Ire
caso era permesso , pel corso di trenta giorni ne fece costruire in Costantinopoli un con
da computarsi dopo questa bolla di traslazio- vento alle Basiliane ; indi uno ne fu eretto
ne , di occuparsi a Basilea dell'affare dei in Gerusalemme, le cui addetle vivevano del
Boemi , i quali avevano allora alcuni amba- le limosine dei pellegrini; un terzo ne fu
sciatori in quella città. Ma questi ripieghi fondato in Atene. — Le vere religiose Basi
non giovarono in alcun modo ad ispirare qual- liane pero sono quelle d'Occidente il cui con
che moderazione a quell'assemblea senza ca vento principale è il reale di Palermo , ove
646 BASILIANI
sono tutte dame di gran casalo. Dapprima uf- Lasciano crescere in fine i capelli e la barba.
fiziarono in greco , ma Alessandro VI loro Quest' ordine fiori per molti anni , ma poi di
concesse di ulliziare col rito latino , e di ac- vento scismatico. Sono divisi i Baziliani in
cettare l ' uffizio dei Domenicani ; più tardi Grecia in tre classi. La prima è di quelli , che
poi Innocenzo XI prescrisse loro il breviario senza voli vivono ove vogliono; la seconda é
romano. Le Basiliane di Messina sono le sole di quelli che vivono nei monasteri; la terza
che mantenessero il rito greco . In Napoli il vive pure nei monasteri, ina con vila più soli
Joro monastero di S. Patrilia fu fondato nel laria, nè mai escono da quelli , portando per
356 , quello di S. Gallo in Roma l'anno segno un cappuccio più ampio, e sopravveste
594. Il colore della loro veste vario secondo senza maniche. Tutti salmeggiano e fanno vo
i luoghi ; ma nel 1560 accettarono la veste to, astenendosi dalla carne, celebrano nel rito
nera con velo e scapolare nero , eccettuate le greco in pane fermentato, e benché il maggior
converse che portano il bianco. Giu . numero aderisca allo scisma, alcuni pochi cre
BASILIANI. Ordine monastico instituito dono i dommi della Chiesa cattolica . Erano di
nell'anno 362 in circa da san Basilio il Gran- questi ultimi i religiosi di molti monasteri in
de arcivescovo di Cesarea nella Cappadocia , Italia.
e patriarca dei monaci di Oriente ; ordine BASILIANI, ovvero Congregrazione di S. Ba
che in breve si sparse per tullo l’Oriente , silio degli Armeni. I monaci Armeni sono di
oscuro le altre regole che vi si professavano, due sorta ; altri eretici, ed altri cattolici, detti
e quasi sè stesso le assorbi tulte, onde anche Franchi Armeni, ridotti alla caltolica religio
presentemente la maggior parte di quegli in ne nel 1330 dal p. Domenico di Bologna do
slituti che prendono da altri santi l'appella- menicano. Fra gli Armeni scismatici v'ha mol
zione, non conoscono e non osservano se non titudine di monaci e di monache. Professano
la regola basiliana. alcuni l'ordine di s. Antonio , ed altri quello
In queste regole il santo fondatore stabili di s. Basilio . Tuttavolta sul fine del passalo se
e ripetė sovente che un monaco deve aprire colo, avendo alcuni di essi abbandonati i pro
al superiore ciò che vi ha di più segreto nella prii errori, inviarono nel 1706 due monaci a
sua anima , e soltonettersi in tutto alle sue Roma, per prestare ubbidienza al Pontefice
decisioni ; prescrive l'ospitalità verso i fo- Clemente XI. Abitano questi religiosi nelle
restieri; proibisce che loro si dieno cibi de- vicinanze di Naxivan , città d' Armenia, ed
licati, perciocchè ciò sarebbe tanto ridicolo , in una contrada detta Abrener, ove sono dodi
quanto se i monaci cambiassero abito per ri- ci villaggi cattolici. Fanno due anni di novi
ceverli. Vuole che con una vita austera sieno ziato, ed alcuni aggiungono ai tre voli quello
sciolti i suoi monaci dalle inutili visite , e di far le missioni in Armenia , nella Persia
stieno lunge dalle case loro i mondani. Sceno e nella Turchia. Vivono di limosina: nei digia
dono quelle regole a parlar della sobrielà do- ni si conformano alla Chiesa romana , e con
vuta nella tavola anche pegli stranieri , fa sacrano nell'azzimo, benchè seguitino il rito
l'enumerazione altresì delle ore caponiche, e armeno . Portano tonaca di or nero, legata
ne dimostra l'eccellenza. Il Cardinal Bessa- con cintura di cuoio , ed un'altra di sopra
rione nel secolo decimoquinto compilò quelle più corta aperta davanti, con mantello ed
regole, e le distribui in ventitrè articoli. un cappuccio alquanto aguzzo , tullo del
I Basiliani , a similitudine del loro in- medesimo colore ; e sopra queste vesti , dal
stitutore , vestono la cocolla , senza barba , la parte sinistra , pongono una croce rossa
e colla corona di capelli.- Tuttavolta rice- con alcuni caratteri per esprimere il deside
vellero alcune modificazioni nel vestito a se rio loro di spargere il sangue per la ſede di
conda degli usi dei paesi nei quali vennero Gesù Cristo.
introdotti. Quando gli Armeni si unirono alla Chiesa
Pertanto i mopaci Basiliani in Grecia vesto- caltolica , Giovanni Vautabiedo , vedendo il
no lonaca nera cinta nei lombi. Sopra questa, decadimento dell'ordine di s. Basilio nell’Ar
ne portano un'altra colle maniche larghe cire menia , voleva riformarlo ; ma poi ne fondo
ca tre palmi , aperte nella parte anteriore , e uno nuovo , perchè mantenesse negli Armeni
con l'estremità foderata di una lista di diverso la fede cattolica ; e diede loro il nome di Fra
colore, che possono chiudere con bottoni. In lelli unili . Lasciala pertanto la regola di s. Ba
capo portano sempre un berrettino, da cui so- silio, presero essi quella di s. Agostino, e cam
no coperte lo orecchie,e aggiungono un ampio biarono l'abito dei monaci armeni basiliani ,
cappuccio, al quale sono altaccali due pendoni in quello dei frati conversi di s . Domenico, ap
larghi quattro dita, che cadono sopra le brac- provando lullo Papa Giovanni XXII. Aggiun
cia , e dai quali dicono significarsi la croce. sero ai tre voli il quarto, cioè, di obbedire
BASILIANI 647
in ogni cosa al Romano Pontefice, come a capo paganda di Roma, ad Olmütz, Vilna ed altrove,
supremo di tutti i caltolici. Comechèmolto si si alimentassero alcuni giovani da loro invia
dilatassero, pure nelle invasioni dei Turchi ri . ti . Celebrano quei Ruteni con rito greco , dico
tiraronsi nella provincia di Nazivan nell ' Ar- no l'uffizio in lingua schiavona, hanno veste
menia maggiore; e finalmente, nel 1356 , pas- nera con una piccola cocolla o cappuccio, co
sarono nell'ordine di s. Domenico colla per- me gli antichi Basiliani orientali . Hanno in
missione d'Innocenzo VI , tutto l'ordine Roma un procuratore generale nel rione dei
loro si converti in una provincia di padri Monti , ove Urbano VIII assegnò loro la chiesa
domenicani , che chiamasi tuttavia di Na- dei Ss. Sergio e Bacco, per li meriti del santo
zivan . martire Giosafat, ucciso per la fede cattolica
Basiliani (Monacı ARMENI) , come fu detto dagli scismatici. A render viva la cui memoria,
all'articolo BARTOLOMITI , questi monaci fug- Urbano VIII , nell'anno 1643 col disposto
giti dal monastero basiliano di Monte Nero nel della Costituzione In sede, riportata nel to
l’Armenia, si stabilirono in Genova, altri reli- mo sesto, parte seconda, pag. 38 del Bollario ,
giosi in seguito aggiungendosi ad essi in Ge- concesse che tanto dai monaci Basiliani, quan
nova , e portando seco libri per uffiziare secondo to dalla diocesi di Polocz se ne facesse l' uf
il rito armeno, si dilatarono a mano a mano, e fizio e la messa, come asserisce Jacopo Susza :
fondarono altri monasteri in diverse cillà d'I Vila b. Josaphat Kuncavicii archiepiscopi Plo
talia. Finalmente conscio nel 1650 Papa In- censis.
nocenzo X, che erano ridotti quei monaci a Papa Benedetto XIV voleva , per mezzo del
soli quaranta, e che erano discordi fra di lo- la Propaganda, che i vescovi Ruteni procuras
ro , e rilassati nel costume, gli estinse colla sero di unire i monaci Basiliani di rito ru
bolla 143 , Commissa nobis , in data 29 otto- teno in un sol corpo. In sulleprime, come ri
bre, che si legge nel tomo 6 del Bollario Ro- porta Novaes , al tomo decimoquarto, pag. 44 ,
mano, pag. 256 , applicando i beni loro ad altre vi si opponevano, temendo pregiudicata lagiu
pie opere . risdizione loro sui monaci medesimi; ma con
Basiliani ( CONGREGAZIONE DEI Monaci Ru- lettera Et si dubitare, dei 27 novembre 1742,
TENI) . In Russia il cristianesimo fu introdot- che è nel Bollario Magno, tomo decimose
to dai Greci verso l'anno 987 ovvero 989,sot- sto pag. 120, Benedetto XIV avendoli assicu
to il governo di Vladimiro. Una prodigiosa rati che perciò non veniva diminuita la loro 1
quantità di convenli basiliani vi si sparsero , giurisdizione, si fece l'unione in due Congre
che comunque ritenessero il rituale dei Gre- gazioni della Ss. Trinità nella Lituania , e del
ci, pure in gran parte ne alterarono le con- Patrocinio di Maria Verginc nella Polonia ,
suetudini. Volle il Signore che vivendo il Som- unione che dal Pontefice stesso fu confermata
mo Pontefice Clemente VIII nell'anno 1595 , colla costituzione Inter plures, data il 2 mag
Michele Ragora, metropolita di tulla la Rus- gio 1744 , presso il Bollario citato, a pag .198 ,
sia, riconosciuti i proprii errori , insieme con dove prescrisse gli statuti più opportuni.Bensi
tutti i vescovi e monaci di quelle contrade, si in forza della costituzione Inclitum , emanata
unisse al centro dell'unità, e riconoscesse per il 12 aprile 1753 , come si legge nel delto Bol
capo universale il Sommo Pontefice. Quei mo- lario , al tomo decimonono, pag. 47 ; proibi a
naci Basiliani ruteni sparsi qua e là vivevano , quei monaci di fare, come per lo innanzi , il
e Stefano Velamino Rutski metropolita otten- quarto voto , cioè di non brogliare alle digni
ne da Urbano VIII di poterli ridurre in una là. Solo esortolli a fuggire quel broglio, già da
congregazione, acui il Pontefice nell'anno 1624 Benedetto XIII condannato fino dal 1723 , e
concesse facoltà di eleggere un abate generale, tanto contrario a ministri rivestili del sacro
rieleggibile ad ogni quattro anni dal capitolo carattere. Finalmente con altra costituzione
generale. dell'anno 1756 , che incomincia Super fami
Da questa congregazione si sceglie anche liam , spedita il giorno 30 maggio 1756 , ripor
l'archimandrila ovvero il metropolita di tut tata nel delto Bollario a pag . 217 , stabili qual
ta la Russia, che viene confermato dal Sommo fosse l'autorilà del Melropolita e del Prolo
Pontefice , e per opera del Metropolita si eleg- archimandrila sui monaci di quest ' ordine.
gono gli altri vescovi a lui subordinati. Tutti Diremo però altre cose intorno a ciò negli ar
questi religiosi ruteni attendono a coltivare e ticoli Polonia , Russia, RUTENI .
promuovere la fede cattolica , sia colla divina BASILIANI (Monaco) « Ilalia . Mentre viveva
parola, o coll'amministrare i sacramenti; pel s. Basilio, la sua regola, propagatasi nelle parti
qual fine molti Papi hanno voluto che, e nel occidentali, si stabili anche in Italia. Sant'Ago
collegio greco di Roma , ed in quello della Pro- stino afferma aver veduti in Roma molti uomi
648 BASILIANI
ni e donne vivere insieme congregati al mo- gna , ruinarono ogni ordine religioso, e solo
do orientale. In Tusculo antico, vivente s. sotto il pontificato di Paolo IV, nell'anno 1559 ,
Basilio, l'abate Giovannidi Cappadocia fondo questo rinacque nell'Andalusia. Pio IV, suc
il monastero detto di S. Agata, come che altri ceduto a Paolo IV, sanciva con una bolla del
monasteri si piantassero per le contrade della 1561 quell'introduzione fatta da p. Bernardo
Sicilia, della Calabria e del regno di Napoli. di Cruz. Alcuni anni dopo il p. Matteo de la
Tutti questi monaci usavano tanto la veste, Fuente diede una riforma a quest' ordine e
quanto la ufficiatura dei Greci: ma al lempo fondò due monasteri, l ' uno a Tardon ,donde
di Sisto IV ,nell'anno 1473 , elessero il rito la- poi presero il nome i monaci Basiliani rifor
tino, e la veste degli altri monaci , cioè tona- mati, come diremo nell'articolo seguente ,l'al
ca, cintura di pelle, cocolla, scapolare, cap- tro a Valle de Guillos; ma insorgendo alcune
puccio. Gregorio XIII nell'ann8 1573, scor- dissensioni fra essi, Papa Gregorio XIII, uni
gendo la negligenza in cui quei monasteri era- tolo a quello della Ss . Vergine di Oviedo , li
no caduti, e comela ignoranza del greco idio- costitui in provincia sotto il nome di s . Ba
ma li rendesse indifferenti alle regole di cui fa- silio, a cui volle che i monasteri successivi
cevano professione, procurò di riaccendere in fossero uniti e soggetti all'abate generale d'Ita
essi il fervore antico, e fece tradurre in italia- lia . Ma perciocchè tale unione fu trovata con
no le regole da essi professate. Ridusse in un traria e pregiudizievole alla riforma del p .
solo corpo tutti i monaci Basiliani , sparsi per Fuente, furono nuovamente divisi da Clemen
l'Italia, per la Spagna e per le altre provincie te VIII , nell'anno 1605 , in due provincie, proi
soggette alla santa Sede ; ordinò che ad ogni bendo ai non riformati di ricevere novizi e
tre anni si tenesse concilio, in cui fosse eletto far nuove fondazioni; proibizione che più tar
un abate generale , e che assoggettate ad esso di fu tolta, e , di nuovo ristabiliti, furono po
fossero tutte le provincie subordinate alla sti sotto la dipendenza del generale d'Italia ,
Chiesa latina. Esentò altresì i monasteri ed i quantunque avessero un vicario generale, e
religiosi dalla giurisdizione dell'Ordinario , confermato dal generale. Ambedue quelle pro
degli archimandriti e degli abati commen- vincie non riformate celebravano ad ogni trien
datarii , mettendo a carico di questi ultimi nio il capitolo provinciale , quella della Casti.
la riparazione de' monasteri e delle chiese, e glia nel sabbato della seconda settimana dopo
separando le mense abbaziali dalle conven- Pasqua, e quella dell' Andalusia nella vigilia
tuali: finalmente concesse ad essi molti altri della Pentecoste.
privilegi, confermati da Clemente VIII e da L'ufficio di superiore durava un triennio , e
Paolo V. per sei anni doveva in appresso essere escluso ,
Per un breve di Paolo V , del 15 maggio passati pero i quali poteva essere nuovamente
1620 , il capitolo generale si teneva ognisei an- eletto. Ciascuna provincia aveva due collegi di
ni , ed ogni anno in ciascuna provincia radu- teologia, di filosofia e di belle lettere, nè.pote
navasi una dieta o definitorio generale, a cui va avere più di dieci licenziati.
assisteva l'abate generale ed i visitatori pro Quei monaci mangiavano carne nei giorni
vinciali ecc . Tuttavolta, sebbene l'elezione del permessi dalla Chiesa, e digiunavano, oltre i
generale dovesse farsi ogni sei anni , spesso ac- giorni da essa stabiliti nell'avvento, in tutti
cadeva che per brevi pontificii più oltre ve- i venerdì dell'anno, nelle vigilie delle feste
nissero confermati i generali , ed alcuno an- della Ss. Vergine e di s. Basilio ; in tutti i
che a vita. mercordi , venerdi dell'avvento , e lunedi
Per ciò che riguarda l'origine, il progresso mercordi e venerdi di quaresima si flagel -
e le vicende dell'ordine basiliano in Italia, me lavano . In due giorni della settimana lavo
rita di essere consultata l'opera di Pietro Pom- ravano tutti insieme ; nella state si alzava
pilio Rodotà intitolata: Dell'origine, progres no a mezzanotte , nel verno tre ore do
60 e stulo presente del rito greco in Italia , Ro- po ; facevano per un'ora l'orazione men
ma, 1758, pel Salvioni , e specialmente il libro tale dopo recitata prima ; e recitata com
II, ove con profonda erudizione e giudiziosa pieta occupavano un'altra ora in simile e
critica tralla assai diffusamente di queste ma sercizio.
terie. In quanto al celebre monastero di Grot Consistevano i loro abiti in una veste o sca
taferrata, di cui parla lo stesso Rodotà e lo polare di saia nera con cappuccio assai largo
Sciom mari,noi ne parleremo a quest'articolo. attaccato allo scapolare ; quest'abito era l'or
V. GROTTAFERRATA. dinario nel monastero, poiché quando andava
BASILIANI (Monaco ) di Spagna. I Mori , du no in chiesa od uscivano dal monastero , in
rante la dominazione che tennero nella Spa- dossavano la cocolla monacale come quelli di
BASILIANI 649

Halia la quale, oltrechè essere stata loro pre- in vigore delle nuove costiluzioni , con un
messa da Papa Alessandro VII , ſu pur anche quarlo voto dovevano obbligarsi a quelle di
loro confermata dalla sacra Congregazione nel. Clemente. Altre dissensioni pur nacquero tra
l'anno 1695 , allorquando i Benedettini re- questi riſormali che durarono più anni . Utili
clamarono per questo costume che volevano regole perciò emanò Urbano VIII , nel 1639 e
esclusivo pei loro monasteri : questa cocolla nel 1641 , per lo fine che le costituzioni di Cle
però era vietata ai conversi . Alpons Clavel éd mente VIII inviolabilmente fossero osservate.
Apollinare d' Agresta che scrissero sopra que Sino ad Innocenzo X non fecero mulazioni
sti monaci , dicono che fra essi vi erano i cosi que' due monasteri di Tardon e della Valle
detti Donali, i quali portavano come gli altri de Guillos ; ma dipoi altri due ne fonda
la tonaca con uno scapolare largo un palmo, rono, uno a Rattanal , e l'altro a Bregua. Que
ma senza cappuccio, e gli Oblati, i quali cosi ste nuove fondazioni diedero molivo a nuovi
addimandayansi tra essi , perchè offerivano sè dissidii , che da Papa Alessandro VII , nel 1600 ,
stessi ed i loro beni alla religione : questi ve- furono sopili, ordinando l'adempimento del
stivano come i Donati . breve d ' Innocenzo X del 1646.
BASILIANI (Monaci RIFORMATI ) , delli del BASILIANI (MONAGI) della Germania , so .
Tardon . Questi monaci furono così chiamati no diversi dagli altri pell'abito che portano.
dalla riforma che abbracciarono del p. Matteo Il loro vestiario si compone di una lunga to
de la Fuente Alminale, che nel 1567 erasi con naca e di egual pazienza con cappuccio che
altri due compagni ritirato nell'eremo di Tar- copre le spalle : hanno una cappa lunga e lar
don nella diocesi di Cordova, ove colla fatica ga ; ma in capo portano una sorte di berrella
delle proprie mani passava la vita in povertà che si può paragonare ad un elmo da soldato.
ed esercizii di pietà , dal qual luogo accresciuti Sono essi in grande venerazione presso i po
di numero si estesero nella Valle de Guil- poli , vivendo con costumi esemplari e reli
los nella diocesi di Siviglia, nei quali due luo- giosi . La memoria di questi s registrata nella
ghi o romitorij , per bolla di Gregorio XIII del breve Sloria delle Religioni, stampata in fran
giorno 24 giugno 1577 , furono eretti due mo cese in Amsterdam l'anno 1688 .
nasteri , ordinando questo Pontefice che essi in In generale ha provvisto il venerabilissimo
unione agli altri che si sarebbero fondati nella ordine basiliano, trofeo della primitiva santità
Spagna , fossero soggetti all'abate generale di della Chiesa e dell'osservanza primiera della
Italia colla concessione di varii privilegii. disciplina aposjolica, tanto la calledra dis .
Molle dissensioni nacquero tra questi mo- Pietro di Papi , quanto il Vaticano d'illustri
naci riſormali e quelli non riformati. Clemen- porporali , e le metropoli di Patriarchi , non
le Vill mandò commissarii apostolici affinchè meno che le greggi di Cristo di eccellenti pa
sedassero i tumulti , ma indarno ; quindi è che stori . Fra i Cardinali nomineremo a cagione
nel separarli die’ loro quel Pontefice alcune d'onore Isidoro di Tessalonica , monaco di s.
regole circa il lavoro manuale inserite nel suo Basilio , che si merito il titolo di apostolo dei
breve, obbligandoli a non chiedere limosine , Greci e de'Ruteni, e Bessarione di Trebisonda,
a non predicare fuori delle chiese loro , a non monaco Basiliano, e compagno dell'imperatore
tenere scuole, nè mandar i religiosi allo studio Giovanni VII Paleologo al concilio Fiorentino ,
delle università : tutto perchè non interrom assai celebre per virtù e profonda scienza, am
pessero il lavoro manuale, fondamento della bedue creati Cardinali nel 1439 dal Papa Eu
vita basiliana . Nondimeno ad un sacerdote era genio IV . Dotli oratori ebbero per questo or
permesso l'essere sciolto per attendere all'istru dine i pergami , maestri le scuole, splendidi e
zione dei religiosi , per la perfezione della vita semplari di virtù le città ed i monasteri, e le
loro. A ventiquattro anni potevano i religiosi solitudini onorate furono per esso di sanli .
aver voce altiva e passiva in tutti gli uſlizii, Alcuni abbati di quest'ordine, tra cui que di
che non fossero quelli di spirituale giurisdi S. Saba, e quello di S. Basilio del priorato al
zione. Secondo le costiluzioni di quell'ordine l'Aventino in Roma, assistevano nelle funzioni
se stavano religiosi sopra i laici , i laici però pontificali alSommo Pontefice, ond'è che per
erano sopra i religiosi da coro non sacerdoti , e essere più antico di tutti nella Chiesa , l'abbale
sopra i diaconi. generale dell'ordine di s. Basilio, se v'inter
Ebbero questi religiosi riformati nuove co viene, precede tutti gli altri in cappella ponti
sliluzioni approvale da Paolo V , che però non ficia. Aggiunge il Panvinio , che quando il Pa
derogavano a quelle di Clemente VII , auzi, pa in qualche solennità o stagione celebrava in
Encicl. Eccles. l'ol. ). Fasc. XI.
630 BASILICA

S. Giovanni Laterano sopra l'allar maggiore, se non che quella gran sala in cui i re rende
due monaci basiliani di Grollaferrala face vano giustizia, e dove in Roma si raccoglieva
vano l'ufficio di diacono e di suddiacono, can . no i senatori per deliberare sulle importanti
tando l'uno l'epistola , l'altro l'evangelio in faccende che al governo spettavano. Non è a
lingua greca . Però Sisto V , nel 1566 , mediante dunque da ammettersi la opinione di quelli
la costituzione Cum cx antiquo, che si legge che vogliono che tali basiliche fossero i prini
nel tom . V , part. 1 , p . 160 , del Bollario, asse tivi templi dei cristiani ; meglio è adunquefon
gnò in perpetuo quest'ullizio con tulli gli o data la osservazione dell'eruditissimo Fleury,
nori , ma senza il salario, a due alunoi del colo il quale sostiene che i primitivi cristiani , come
legio greco istituito da Gregorio XIII , onde ebbero la pace, e poterono pubblicamente pro
esercilarli in lulli i pontificali che solenne- fessare la loro religione celeste , edificassero i
mente celebra il Sommo Pontefice. templi a somiglianza delle basiliche degli an
In Roma presso S. Salvatore in campo , nel lichi . E già Eusebio nella descrizione del ma
Rione regola vi abitarono i povizi e gli oblati gnifico tempio edificalo in Tiro sul principio
laici basiliani, che servivano a portare e ripor- del quarto secolo, narra che in capo alla piaz
tare i vasi sacri, i vestimenti ed altri arredi za compariva un vasto vestibolo, da cui per
da celebrare la messa pontificale del Papa, tre porlo entravasi nella basilica , che da due
chiamati nell'Ordine romano Baiuli del Mae- ordini di colonne veniva in tre parli divisa :
stro maggiore. comparivano in fondo alla medesima disposti
San Leone 1 Papa nel 440, presso la basilica in tre ordini i sedili dei preti ed in mezzo ad
Valicana ( al di cui allare di S. Gregorio Na. essi sedili eravi la eminente caltedra del Ve
zianzeno conservavansi le reliquie di s . Basi- scovo. L'imperatore Costantino volle segnala -
lio), fondò un ricco monastero di Basiliani, ed re il suo zelo con dei monumenti, che annun
il pontefice s. Ilario, eletto nel 461 , ne eresse ziassero il trionfo della religione che egli ave
due, l'uno sotto il titolo di S. Lorenzo al Ba va abbracciata. In Roma diede il proprio pa
gno, e l'altro ad Lunam ai Cimilerii, perchè lazzo di Laterano sopra il monte Celio per
quivi giorno e nolle uffiziassero all'uso degli costruire colà la prima chiesa cristiana , che
Acemeli e Studiti monaci dell'Oriente. Altri viene riconosciuta ancora per la più antica ba
monasteri però i Basiliani avevano in Roma, silica ; abbenchè un borrominesco ristauro nel
come a Santa Prassede ne'Monti, a S. Lorenzo secolo XVII l'abbia talmente alterata e sli
fuori le mura, a S. Pantaleo a'Monti, a S. Gio. gurata che non si riconosce più che il pia
vanni in Mercalello, oggi S. Venanzio, e a S. no e la situazione di quell'edifizio. Quasi su
Maria in Cosmedin, ove i monaci lungo tem- bilo dopo lo stesso imperatore fece edificare
po risiedeltero nel magnifico monastero fatto la basilica di s. Pietro sul Vaticano, ma que
fabbricare da Papa Stefano II dello III , del sta più non sussiste, perchè vi fu sostituito il
752. Ancora ivi si veggono in chiesa le anti nuovo e famoso tempio, che non ha più che il
che e venerabili memorie del rito greco, cioè nome di basilica senza averne la forma, sicco
il silo riparlilo de'fedeli consistenli, dei pro me il puro nome portano le chiese principali
slrali, dei flenti, dei poveri ; il Sintrono, il Bc- nelle varie diocesi ove il Vescovo ha la sua
ma, il Diaconio, la Prolesi, la Solea, il Naosi, sede. Indi nel 324 Costantino fondo quella
il Nartex , la Magna porla, i Pulpili, la sede di S. Paolo fuori di Roma sul sepolcro di que
imperiale, il luogo delle Donne e il Porlico , sto apostolo, la quale ruinata da un terremo
nomi tutti delle parti e siti della chiesa greca 1o, papa Leone III fece ristaurare nel 695.
( V. Basiliche ). Hanno inoltre i Basiliani abi. A Roma trovansi tredici chiese col nome di
tato ne'monasteri presso le chiese del Ss. Sil . bazilica , la prima delle quali e la più antica è
vestro e Martino a' Monti, a S. Basilio del prio- quella di Laterano, come dicemmo. Cinque di
rato , e S. Basilio ov'è ora il summentovalo esse sono delle patriarcali , cioè : S. Giovanni
monastero dell'Annunziata, a Tor dei Conti, in Laterano, S. Pietro in Vaticano , S. Paolo
già una delle venti abbazie privilegiate , ove sulla via Ostiense, S. Maria Maggiore o Libe
conservasi un braccio del santo Basilio, e nella riana e S. Lorenzo fuor delle mura ; e sono,
chiesa e collegio presso piazza Barberini sem espresse in questo distico :
pre in Roma, residenza dell'abbate generale e Paulus, Virgo,Pelrus,Laurentius atquc Joan
procuratore generale dei Basiliani. Mor . nes ,
BASILICA . Questa voce che significa casa Hi palriarchalus nomen in urbc tcneni.
reale, altro non rappresenta , aldir di Vitruvio, Le altre olto diconsi minori, e sono: Sessoria
BASILICA 051
na o di Santa Croce di Gerusalemme, S. Se- Alessandro IV , Innocenzo VIII e da altri , ci
bastiano, S. Maria in Trastevere, S. Lorenzo presenta anche oggidi la forma delle antiche
in Damaso, S. Maria in Cosmedin, Costanti- basiliche e de' templi fabbricati sul loro gusto.
niana dei Ss. dodici Apostoli , Eudossiana di S. Essa viene divisa in tre navi sostenula da se
Pietro in Vinculis, e Regina coeli, della Santa dici colonne. Sopra le navi laterali corre in
Maria in Monle santo. torno una loggia fornita di colonne che porta
Queste cose cosi enunziate, non fia fuor di no il tello. L'altra chiesa de' Santi Qualtro
luogo a meglio intendere la cosa riferire quan . Coronali ha molte somiglianze con questa.
to precisamente scrivono gli autori . Essa é a tre navate divise da olto colonne ,
Nel Glossario d'Isidoro così si dice : Basili sopra le quali da altre minori viene sorrello
cae prius vocabantur regum habilacula, unde il portico superiore. In origine venne fabbri
el nomen habent ... Nunc aulem idco divina lem- cata da Melchiade Papa, elello nel 511 ; però
pla Basilicae nominantur, quia ibi Regi omnium in appresso ebbe più volte vita novella per le
Deo cullus el sacrificiu offeruntur : così pu cure de' Sommi Pontefici Onorio I , Adriano ) ,
re il Baronio al Marlirologio Romano il gior. Leone IV e Pasquale II , non che per il gene
no 5 di agosto, ed il Valesio nel suo libro de roso zelo di alcuni Cardinali titolari della me
Basilicis. Fuvvi eziandio una lite tra gli eru desima.
dili uomini, il Valesio ed il Launoy, intorno Per qualche lempo tutti gli edifizii cristiani
a questo punto, di cui cosi scrive il Mabillon , dell'Occidenle costruiti furono a un dipresso
nel tomo secondo delle opere postume : Opti- sul disegno di quelle antiche basiliche, e quel
me probatum fuil a D. Vulesio in sua contra la forma di costruzione ebbe talmente a preva
D.de Lannoy de Busilicis dissertatione, Basili lere, che si riconosce anche nelle più vetuste
cam sexlo el soplino saeculo , apud Gullos sem fabbriche gotiche. Però il nome di basilica non
per significasse Monachorum Ecclesiam : ca rimase coll'andare del tempo se non a quegli
thedrales el parochiales Ecclesius appellatas edilizii che nello splendore e nella grandezza
fuisse Basilicus. gareggiavano cogli antichi , ovvero, sebbene non
Basilica della Chiesa la troviamo nel libro ne conservassero il gusto nella pianta, luttavia
Acla SS. Bened. saec. 4 , pag . 98, ove si dice : diveniano ragguardevoli per la principalità
domum propriam ... Omnipolenli Dco in Basilio delle sedi vescovili o per qualche altra circo
cam Ecclesiae consecrari studuerunt. stanza .
Basilica aurea fu delta la Lateranese per la Ma le basiliche cristiane, comunque ritenes .
sua eccellente costruzione e pei numerosi or. sero nel corpo generale la forma di quelle dei
namenti ; ed anche regalis, perchè in essa nei gentili , assunsero però dal momento che Co
primi tempi i regnanti venivano sepolti. stantino vide in aria la croce ( Musanzio, l'u
Dopo la forma generale della basilica con . vole Cronologiche ) la figura della croce mede
viene dire degli architettonici ornamenti di sirna . Quindi in luogo dei lunghi anditi della
essa , i quali, per l'umana inclinazione all'i . basilica romana si fecero sorgere agli angoli di
mitare, divennero quelli stessi del paganesimo, un vasto quadrato, quattro piedritii legali da
finchè potevano esser modificati col simboli- quattro arcate e sopra queste e sopra i pen
smo cristiano. La vite divenne immagine di nacchi innalzossi una cupola, fiancheggiata da
G. C.; la palma che indicava le villorie tem- altre mezze cupole che ricuoprono le qualtro
porali, fu destinata a significare i trionfi della braccia della Croce. L'uno di questi bracci ,
croce ; il cervo di Diana si volse nel simbolo meltendo capo alla entrata principale, era pre
dell'anima cristiana sitibonda delle acque ce ceduto da un porſico detto Narlex , mentre il
lesti ; il pavone di Giunone indicò l'anima ri- braccio opposto formava il santuario ed i due
sorta , e gli angeli ebbero le ali al modo stesso laterali erano tagliati nella loro altezza da una
dei genii e degli amori del paganesimo ecc . Nè galleria per le donne.
solo i simboli furono presi ad imitare nelle Ecco come ebbero origine la bella forma a
antiche cristiane basiliche, ma perfino coi ru- foggia di croce greca , campo d'imitazione ai
deri stessi di quelle fabbriche si eressero le secoli successivi. Vedi mons. Ciampini nelle
chiese, Antiche memoric, e nell'opera De sucris aedi
In Roma la chiesa di Sant'Agnese fuori del . ficiis a Costantino Magno exlruclis, e il Ma
le mura, eretta ne' primi tempi della religio- rangoni, Basiliche ad uso delle chiese, al capo
ne dall'imperatore Costantino, ristaurata poi XLII nelle sue Cose gentilesche.
dai Ponlefici Liberio, Innocenzo , Onorio 1 , Questa forma, in Oriente, principio a pro
632 BASILIDE
dursi nella basilica di S. Sofia fabbricata in cialmente, vi avevano basiliche nelle quali era
Costantinopoli ai tempi di Costantino , che il trono, il presbiterio ecc ., senza che nomina
forse imitava la costruzione dell'antica chiesa te fossero cattedrali, sebbene avessero tulle il
di S. Pietro di Roma . Ma più volte quella ba nome di basiliche. Il nome di calledrale da
silica , ridolla in cenere , venne rifabbricata , molti si asserisce esser di assai posteriore a
finché Antonio Trullense e Isidoro di Mileto, i quei secoli .
più famosi architetti di quella età , concepirono Jl Sarnelli pubblico una lunga dissertazione
il disegno di costruire un tempio assai più col titolo di Basilicografia, e molte di quelle
grande di tutti quei ch' erano stati erelii in chiese fece delineare illustrandole il citato
addietro, senza che vi fosse adoperato legname , Ciampini nel tomo primo de' suoi Monumenti
per salvarlo dagli incendi . Si bella ne ſu la Crisliani. MOR .
disposizione, che nell'Oriente venne da poi ge BASILIDE , eresiarca del II secolo , disce
neralmente imitata . Quadrata è la pianta di polo di Menandro e maestro di Marcione, era
quella basilica tuttora sussistente e nel mezzo și d'Alessandria , cui dei suoi errori infello, don
alza una cupola emisferica con ventiquattro fi de si diffusero per tutlo l'Egitlo. La sua ere
nestre all'intorno ed una grande lanterna nel sia incomincia col principio del secolo II, e si
mezzo. L'interno è tutto fatto a portici , ed segna la data della sua morle l'anno 130 ov
accanto alla cupola principale ve sorgono due vero 131. Nell'indagare l'origine del male
Jalerali , mentre in fondo alla chiesa è prati . travio ; poco contento delle leorie allora in cre
cata una grande nicchia in forma di mezza cu . dito nella scuola di Alessandria, si formò un
pola, solto la quale trovasi l'altare. Siccome sistema particolare composto di principii pi
allora Costantinopoli, in materia d'arti , dava tagorici , ebraici e cristiani . Al fine di concilia
leggi all'Europa, i Veneziani costrussero sul re l'origine del male con la bontà dell'Essere
modello di S. Sofia la loro chiesa di S. Marco, supremo, lo fece nascere dalle intelligenze sub
la quale per essere stata fabbricata a tempi di alterne, di cui gli Angeli , divisi in varii ordi
versi, risenti negli ornamenti interni i gusti ni, formavano l'ultima, ed era all'ultimo di
posteriormente dominanti. questi ordini, posto nel 56% dei cieli da lui
Jo tempi però più recenli si è tentato di far immaginati , che attribuiva la creazione del
rivivere la forma delle antiche basiliche , an mondo e per conseguenza la causa del bene e
che per evitare colla spesa delle volte la diffi- del inale, che vi si incontrano. Come questi
coltà di unire quattro navi ai lati della croce Angeli si divisero l'impero dell'universo, il
senza l'aiuto di una cupola , non meno che principe degli Angeli del cielo , nel quale si
per rischiarare l'odifizio ed anche forse per trova la terra , volle sottomettere tutte le na
imitare Benedetto XIV , che restituiva all'an- zioni alla nazione giudaica , che gli locco nello
tico splendore la basilica Liberiana o di Santa spartimenlo, onde tutto il mondo dominare ;
Maria Maggiore. ma gli altri Angeli si collegarono contro di
Alcuni scrittori vogliono che anticamenle lui , e non risultarono che l'odio di tutte le
tra i cristiani vi fosse una differenza tra le nazioni contro quella degli Ebrei. Nondimeno
basiliche ed i templi, volendo che le prime l’Esser supremo, mosso dalla triste sorte de
fossero dedicate al culto divino ed all'onore dei gli uomini , inviò il suo primo figlio, o la pri
santi , specialmente dei martiri , mentre il tem ma delle intelligenze , per liberare il genere
pio fosse per celebrarvi i divini misleri. Però umano , nè prese che la sembianza di uomo
fallace o poco fondata è quella distinzione . In solto la figura Simeone Cireneo, che fu cro
appresso si diede il nome di tempio alle chiese cifisso e risali al cielo, senza esser mai stato
che si andavano costruendo, rimanendo quello conosciuto da veruno sulla terra . Cosi in
di basilica ai primi luoghi consacrati al culto segnava il perverso Basilide , aggiungendo a
cristiano, ed a quelle chiese destinate a con- questa stolia ed empia idea il sistema del
servare le reliquie e onorar le memorie degli la melemi psicosi , secondo il quale le ani
antichi martiri. Nella storia dell'Accademia me espiavano nei corpi gli errori commessi
delle Iscrizioni e delle belle lettere di Francia in vita anteriormente alla unione loro coi cor
v’ha una memoria, nella quale si sostiene, che pi : ammelte due anime, come i pilagorici, on
in Occidente , nei secoli IV e V , col nome di de spiegare i contrasti della ragione colle pas
chiesa chiamavasi la cattedrale, e di basilica le sioni. Ji suo famoso simbolo, chiamalo Abra
chiese dedicale ai santi. Ma a ciò si oppone was, era una piccola figura o talismano, che
l'osservanza che in Italia , ed in Roma spe- rappresentava o significava non già il Dio su
BASILIDE 633
premo, siccome credeltero Tertulliano e s. Gi- sprimere l'essenza e la natura dell'Ente su
rolamo, perocchè questo Dio, secondo Basilide , premo, e questo appunto fu il nome che a lui
non aveva nome, ma il numero misterioso di altribui Basilide. I nomi degli uomini primi
365 , espresso per le lettere dell'alfabeto ( Ved. tivamente furono cosi dedotti dalle loro quali
ABRAXAS). Basilide, preoccupato dei vaneggia- tå personali .
menti della cabala , giudico che tale numero Basilide, come racconta Clemente Alessan
piacesse di più all'intelligenza creatrice, per- drino, si vantava d ' essere stalo discepolo di
chè l'anno era composto di 565 giorni corri- Glaucio, il quale fu discepolo di s. Pietro, né
spondenti alle 565 rivoluzioni del sole intorno so perchè non se gli debba dar fede, come glie.
alla terra ; e siccome nel sole apputo collocato la nega l'erudito padre Travasa, quando an
aveva tale intelligenza , attribuiva alla parola che fosse stato discepolo di Menandro , come
composta da quelle lettere la virtù di attrarre abbiamo in s. Epifanio, in Eusebio e in Teo
polentemente la influenza della intelligenza doreto ; non essendo punto assurdo che una
creatrice del mondo. Tali Abraxas si sparsero stessa persona abbia avuto in diversi tempi
dovunque coi diversi simboli proprii a carat- varii maestri.
terizzare il sole. Gli errori attribuiti a questo eresiarca sono
Goffredo Vendelino in una lettera inserila per la maggior parte scusati dal Beausobre
dal Chiffezio nelle Gemme Busilidiane, p. 114 , nella sua famosa Storia del manicheismo, dopo
vuole in questa parola espressa la Trinità e la ciò che aveva scritto Goffredo Arnoldo celebre
redenzione. Giacomo Basnage all'incontro nel. apologista degli eresiarchi. Basta ciò per cono
la Storia dei Giudei, tom . 3, part . 2, p . 701 , scere con qual nome debbasi qualificare co
la prende per una parola che non ha signi- slui . Egli è certo che assumere difesa degli er
ficato . rori di un empio , è certa dimostrazione di
Sarebbe pero troppo lungo e noioso se tutte quanto sia il cuore corrotto, e come la morale
si volessero ridire le altribuzioni date dagli sia pervertita : poichè se a sostenere l' empietà
stolti Basilidiani alla parola Abraxas, per cui è mestieri togliersi da quelle relle vie di sana
meglio slimiamo l'ommellerle, che tesserne a dottrina che conducono l'uomo alla virtù , il
questo luogo un catalogo . Solo diremo che a Beausobre, che a questo appigliossi, fa chiara
vendo Pilagora supposto che l'intelligenza menle vedere, come non sia meno condanna
produttrice del mondo risiedesse nel sole, perº bile di quell'empio che aveva assunto a di
ciò da quei malvagi si uni alla parola sura- fendere. Nè ciò solo : perchè il Beausobre, difen
xas l'immagine del sole, affine di spiegare la dendo il malvagio o novatore , mostra ancora
virtù che se le attribuiva. Correva allora una privazione di aggiustatezza di idee e mancan
gran ſede nella virtù dei talismani, e perciò gli za di rella intelligenza. Infallo egli sconvol
Abraxas si diffusero dappertutto, e invece del ge tutte le regole della critica , mentre ora nie
sole si scolpirono sugli Abruxas i diversi sim- ga fede a s. Ireneo, ch'era quasi contem
boli atti a caratterizzarlo, e poi anche i diffe- poraneo, ed aveva in mano gli scrilli, oggi
renti favori che ne aspettayano o che si desi- di perduli , di Castore Agrippa , ed ora dal si
deravano . lenzio di s. Ireneo prende argomento con
Tra i Cristiani non mancarono alcuni che cui negar fede agli altri Padri , Tertulliano , s.
stollamente adottando i principii di Pitagora, Epifanio , Clemente Alessandrino ecc. Anche
credettero che G. C. fosse nel sole, e pensarono la presunzione di Bea usobre di voler aggiun.
che gli Abraxas potessero attirar sopra chi gere del suo in ciò di cui nulla si ha dai Padri
li portava le grazie di G. C. Per distinguersi che scrissero di Basilide, ne dai frammenti che
quindi dai Basilidiani e dagli altri cabalisti fe- restano di questo eresiarca , è mollo degna di
cero scolpire l'immagine di G.C. sugli Abraxas, censura , comechè maliziosamente derivi poscia
stanteche la ſede nei talismani durava anche i suoi supplementi in rinforzo della setta dei
ai tempi di s. Giovanni Grisostomo, e vi era- Protestanti , ed in riprovazione della doltrina
no anche dei Cristiani che tenevansi indosso della Chiesa sulla predestinazione, sul cullo
l'effigie di Alessandro Magno, persuasi che a de sanli ed in altri simili argomenti. Egli è in
vesse una virtù preservativa. tali questioni di anlichità da lasciarsi ogni
Il numero delle rivoluzioni che il sole spirito di parte, e subito si rischiarano i punti
fa intorno alla terra parve il nome che l'in . critici , per quanto è possibile, senza l'aminas
telligenza creatrice si fosse prescrillo ; e questo so d'inutili erudizioni che col giuoco dell ' ar
sembrò ai perlidi Basilidiani opportuno per e. gomento negativo, e colla difficoltà di bene de
631 BASILIDE ( S. ) — BASILIO ( S )
terminare la forza di qualche espressione dei legge di Gesù Cristo , lo fece condurre in pri
Padri, vanno all'infinilo , gione. Visitato nei ceppi dai Cristiani in A
Si avrebbe un piano più chiaro del sistema lessandria , loro manifestó la visione, e la causa
di Basilide, se sussislessero le opere di lui o le della sua mulazione , e ricevetle il ballesi
confutazioni dei santi Padri contemporanei mo. Avvalorato così dalla forza celeste , fu in
che gli si opposero. Egli è probabile che in trepido innanzi al Tribunale, nella confessione
questo numero sia stalo s. Ignazio, di cui ab- della verità della legge cristiana , per cui fu
biamo nella lettera ai Tralliani, quanlunque condannato alla decapitazione, colla quale con
giudicata dagli erudili allerata, che fuggano sumo gloriosamente il suo martirio . Nel Mar
Basilide , e nella leltera ai Tarseni denomina lirologio romano il suo nome è segnato al 30
la sella di Basilide Congregazione di maligni- giugno ; in quelli invece che portano il vome
là ; ma quegli che scrisse direltamente e con di s. Girolamo, al giorno 28. But.
forza contro Basilide, al riferir di s. Girolamo BASILIDE (S). È questo il nome di uno dei
e di Eusebio, fu Agrippa Castore, del quale è quattro soldati dell'armata d'Italia, che in Ro
danno che siasi perdula l'opera, che sussisteva ma alla presenza di Aurelio resero testimo
al tempo di quei Padri. San Girolamo asseri- nianza alla fede di Gesù Cristo. Posti questi
sce, che questo eresiarca mori in Alessandria , quattro campioni in duro carcere,convertirono
benchè il Cotelerio legga diversamente l'espres- il custode, la qual cosa fece ardere di sdegno
sione di s. Girolamo. l'imperalore Massenzio , che tosto fece staffi
Basilide aveva composto ventiquattro libri lare con isferze di ferro per togliere almeno
sull'Evangelio ; aveva eziandio fallo un Evan- dalla loro bocca il nome di Gesù Cristo ; ma
gelio che, potava ilsuo nome, profezie ed altro ; riuscivano il tentativo , per cui confidando
Jibri tulli meritevoli delle fiamme, portando nel tempo , li rimando in prigione. Dopo sette
l'impronto dell'inganno ,dell'errore e dell'em- giorni fattiseli presentare di nuovo, e trovatili
pietà . I suoi discepoli esistevano ancora al lem- fermi nella loro religione e sempre più invin
po dis. Epifanio e di s. Girolamo. Si davano a cibili , ordinò che a Basilide ed ai suoi compa
molti disordini e vennero discacciati come ener. gni fosse tagliata la testa , lo che fu eseguito
gumeni ; si sparsero in Ispagna e nelle Gallie. fuori della città di Roma. But.
BER. BASILIDIANI. Discepoli di Basilide, che si
BASILIDE (S.) , ufficiale delle guardie di trovarono in gran novero nell'Egitto, nella Si
Aquila , prefetto di Egitto. Allora quando ebbe ria , in Italia, ed anche nella Gallia, dove si
in consegna da questo prefetto s. Polamiana mantennero sino al secolo quarto dell'era cri
vergine, condannata ad essere gittala in una stiana. Costoro poco immutarono nella dottrina
caldaia di pece bollente, ben lungi dall ' usare del loro perverso maestro, ove si voglia eccepire
di quegli aspri modi di cui adoperavano gli la morale. Empiamente adunque insegnarono
empii contro i Cristiani condannati ai tormen- che colui che s'innalza alla cognizionedel mon
ti , egli si mostró dolce e cortese, e pose freno do intellettuale e della causa prima, è uguale
alla plebe che inſelloniva contro la vergine , alla intelligenza divina ; che eglinon è più vin
dei quali trattamenti la santa dimostrò som- colato, in questo stato di perfezione, ad alcuna
ma riconoscenza, e gli promise ricompensa. In- legge, e può abbandonarsi a tutti i suoi de
falli tre giorni dopo il sofferto martirio , cui siderii. Furono parimenti accusati di magia.
fu assoggellata nel giorno 28 giugno dell'anno La loro doltrina e la loro scuola si perdet tero
Pic.
204, o secondo allri storici 205, sollo l'impe. in una oscurità vergognosa.
ratore Severo, ella apparve di nolle a Basili. BASILINOPOLI . Cillà vescovile della pri
de, gli pose una corona in capo, gli disse che ma Bitinia nella diocesi di Ponlo, prelesa dal
aveva pregato per la sua salute, e che aveva vescovo di Nicea di sua giurisdizione, ma poi
ottenuto per lui grazia dal Signore, il quale lo aggiudicata a Nicoinedia . Appare dagli alti del
riceverebbe quanto prima nella sua gloria. Ba Concilio di Calcedonia, che questa cillà fosse
silide infalli dopo questa apparizione senti nel- stala edificata da poco tempo. V. NICOMEDIA.
l'intimo del suo cuore quella forza della gra Con .
zía divina , per cui fermamente polè dichiarar BASILIO ( S.). San Basilio , padre di s. Ba !
si Cristiano innanzi ai suoi compagni che lo silio il grande, di s. Gregorio Nisseno , di s.
volevano far giurare per i falsi numi ; nè solo Pietrodi Sebaste e di s. Macrina, la giovine, era
innanzi ai suoi compagni, ma ancora alla pre- di Cappadocia. Di famiglia distintissima per le
senza del giudice , che vedendolo fermo nella prime dignità tanto civili che militari, per gran
BASILIO (S.) 653
di sostanze, credito e riputazione stimava tut- lustri famiglie di quella provincia, non sola
tavia quale onor principale l'esser attaccato alla mente per tutti quei pregi che rendono una fa
religione cristiana . Del quale attaccamento be- miglia ragguardevole agli occhi degli uomini ,
ne diede prova congiuntamente alla sua mo ma molto più per la pietà che in essa pareva
glie s. Emmelia che a lui non cedeva in virtù ereditaria , santi essendo pure i suoi genitori ,
nella persecuzione suscitata in tutto l ' Oriente Basilio ed Emmelia. Santa Macrina , ava sua
contro la Chiesa dall'imperatore Galerio Mas- paterna si prese cura d'allevarlo nella pietà ,
simiano e dal cesare Massimino Daia. Le cru . secondo la sana doltrina della Chiesa Cattolica ,
dellà fino allora inaudite che Massimino eser es. Basilio ( V.) suo padre lo istitui nelle leltere
cilava nella Cappadocia li obbligarono a faggir umane ; e ambedue con sì buon successo , che
nei deserli. Conoscendo la regola del martirio ben presto si videro apparire nel giovanelto
che prescrive di non esporsi inconsiderata . Basilio i presagi di quella eminente santità e
menle , ma di rendere generosamente testi- dottrina , che col suo splendore, come dice s.
monianza alla verità nell'occasione , si ritira. Gregorio Nisseno , offuscó quella di tutti gli
rono con pochi servi sulle montagne del Pon- altri della sua famiglia.
10. ove vissero asprissima vita per sette anni , Sufficientemente istruilo il nostro Basilio
cioè dal 306 al 313, nel quale fini la persecu- sollo il padre nelle prime cognizioni delle let
zione. In mezzo a questo stalo doloroso uni . tere umane, andò a continuare i suoi studii a
camente Basilio volgevasi a Dio,dalquale non Cesarea, ciltà della Palestina , dove qual ma
una sola volta ebbe il necessario alla vita per piera egli tenesse di studiare e come s'avanzas
sè e pe'suoi in modo prodigioso. Cessata la se nelle virtù anche più che nelle scienze così
persecuzione, Basilio ritornò nel Ponto dove lo descrive s. Gregorio Nazianzeno nella sua
condusse giorni di una pietà esemplare, a nul- bellissima orazione composta in sua lode. « T'oc
la altro altendendo che alla cristiana ed ucazio » cherebbe a coloro che l'istruirono, e istruen
ne de' suoi figliuoli , a procurare che nel loro » dolo s'approfittarono per loro medesimi, a
cuore germogliasse virtù, e sempre rimanendo » descrivere il credito che egli s'acquistò nel
al Signore congiunto , per cui la sua vita fino » l'animo de' suoi maestri e de' suoi condisce
al termine si può riguardare come un avanza » poli. S'ammmirava in lui un'erudizione che
mento continualo nella perfezione. BAI .sorpassava la capacilà dell'elà sua ; e più
BASILIO (S.) il Grande, doltore della Chie
» maravigliosa ancora d'una si grande scienza
sa . La divina Provvidenza, dice s. Gregorio » era la gravità de' costumi, e una certa ugua
Nisseno nell'orazione falta in lode di s. Basi
» glianza che egli teneva in fulta la sua con
lio, la quale presiede alle umane vicende , e » dotta . Gli oratori lo riguardavano coine uno
con infinita sapienza le governa e le dispone ,
» che tenesse il primo posto fra loro , prima
è stala sempre solita di far nascere in ciasche
» ancora che avesse studiato sollo di loro ; e
dun secolo degli uomini ripieni di spirito di-
» ciò ch'è per lui anche più glorioso, egli era
vino e forniti di quelle prerogative che sono» considerato come un pontefice della religio
necessarie per rimediare ai disordini che la » ne cristiana , prima che ne avesse ricevuta
malizia del diavolo non cessa di tempo in tem » l'ordinazione. Lo studio dell'eloquenza non
po d ' inyrodurre tra i fedeli nella Chiesa di
» era per lui se non un accessorio ; giacchè il
G. C. Quindi è, che nel quarto secolo diffon » suo studio principale era l'istruirsi nella ve
dendosi ognor più l'ariana eresia, e mostran » ra filosofia ; l'imparare a distaccarsi dal mon
dosi come Irionfante da per tutto , pel favore
» do per unirsi a Dio e guadagnare i beni im
che davano alla medesima gl'imperatori, Iddio » mutabili ed eterni per mezzo del dispregio
dopo avere suscitalo nell'Egitto contro quella
» de' beni transitorii e caduchi e ad acquistare
empielà il grande s. Atanasio , suscitò anche » jl cielo a costo di tutte le cose della terra. »
nella Cappadocia l'illustre s. Basilio, il quale, Da Cesarea passò il santo a Costantinopoli,
come fiaccola risplendente in tempo dinotte , capitale dell'impero orientale , e perciò ricca
mostró a quei che giacevano nelle tenebre del.d'eccellenti filosofi, da' quali colla perspicacia
l'errore il sentiero della verità ; e colla for-
del suo ingegno in poco tempo raccolse quanto
za delle sue esortazioni e de'suoi scritti ricon-
essi avevano di meglio , e quivi pure si com
dusse un gran numero di persone sulla strada portò in guisa,che fu agli stessi gentili a'am
della salute .
mirazione, come apparisce da ciò che poscia
Questo grand' uomo nacque verso l'anno 319 gli scrisse Libanio , celebratissimo filosofo ed
in Cesarca di Cappadocia d'una delle più il- oratore pagano . a lo aveva, gli dice, del rispet
656 BASILIO ( S.)
» to per voi , allorché erayale ancor giovane, » altri le strade che conducevano agli spetta
» perocchè io vedeva in voi una gravità di co » coli , alle feste, alle adunanze, ai convinti Con- .
» stumi propria di un uomo di già avanzato » ciossiache eravamo persuasi non doversi far
» negli anni , e mi recava maraviglia il vedervi » caso alcuno di ciò che non contribuisce a re
» cosi temperante in una città che sommini. » golare la nostra vita, e che non rende miglio
» strava con abbondanza ogni sorta di piace- » ri quelli che vi si applicano. Il nostro gran
» ri .» Finalmente se ne andò in Atene, riguar- » d'affare e la nostra gran gloria era l ' esser
data allora come la sede di tutte le scienze , la » chiamati Cristiani e l'esser tali in effetto .)
quale per altro sul principio non corrispose Nel tempo che s. Basilio stelle in Atene, di
all'idea che il santo se n'era formala; e dis. venne si eccelente in ogni scienza , che la fama
gustalo sopra tutto delle maniere poco serie del suo nome si sparse, come dice s. Gregorio
degli altri scolari, pensò di lasciare quella cit- Nazianzeno, non solamente per tutta la Gre
tà . Ma s. Gregorio Nazianzeno , col quale al cia, ma anche ſuori della medesima , perocchè
suo arrivo in Atene aveva cominciato a strin- dovunque si parlava d'Atene, si parlava altre
gere amicizia , lo persuase a rimanervi . Col- sì di Basilio. E quel che è più mirabile si è,
l'andar del tempo questa amicizia andò sem dice s. Gregorio Nisseno , che sebbene egli fos
pre fra loro crescendo, e siccome ella era fon se allevato nel fasto della scienza secolare , e
data sulla virtù o piuttosto su Dio medesimo , sapesse perfettamente tutto ciò che di più bello
cosi non fu soggella a cambiamento ; ma es e di meglio banno le scienze umane ; tuttavia
sa fu stabile e costante , e ad ambedue vantag- lo studio delle sacre lettere fu suo indivisibile
giosa.
compagno della culla si può dire sino al sepol
Ecco il ritratto che s. Gregorio medesimo fa cro : e questo senza fallo contribui assaissimo
d'un'amicizia cosi tenera e così costante :
a tenerlo lontano da ogni sorta d'ambizione e
a Tutte le cose, dic'egli , erano fra di noi in co dal desiderio di far comparsa nel mondo , che
v mune ; avevamo un'istessa abitazione, un'i. anzi egli risolve insieme con s. Gregorio di ri .
v stessa tavola come un'istessa era la volon- nunziare interamente al secolo , e di consacra
» tà, e un istesso era l'ardore che avevamo per re a Gesù Cristo tutta la scienza che avevano
» Iddio. La scienza, che fra tutte le cose del acquistata, e si diedero parola di vivere insin
» mondo è la più soggetta alla gelosia, non ne me a Dio solo in qualche luogo ritiralo e soli
» cagiono alcuna tra noi , ancorchè ella fosse lo tario. Per eseguire questo disegno , presero non
» scopo , al quale ambidue tendevamo. Com- molto dopo il partito di lasciar Atene e di lor.
» baltevamo, non a chi riporterebbe la palma, narsene al loro paese. Basilio fu primo a par
» ma a chi se la cederebbe; riguardando ognu . tire sulla fine dell'anno 335 , e andò a Cesarca
» no di noi come gloria sua propria quella dele di Cappadocia sua patria . Ove per soddisfare al
v l'altro . Un'anima sola animava due corpi. desiderio de' suoi concittadini , si crede in oh
» L'unico nostro lavoro e l'unico scopo era la bligo d'insegnare per qualche tempo la retto
» virlů. Procuravamo di vivere in una manie- rica ; e in questo mentre da' cittadini di Neo
v ra degna delle speranze del secolo futuro ; e
cesarea gli fu mandata una solenne deputazin
» intendenti a questo fine indirizzavamo ad esso
ne di personaggi nobili per pregarlo a volersi
» tutte le nostre azioni . La legge di Dio era la portare nella loro città ed ivi prendere il ca
» nostra guida : e scambievolmente ci esorta- rico d'istruire la gioventù nell'eloquenza. Ma
» vamo alla pratica della virtù . Anzi io direi, egli ricusò d'accettare un simile progetto ; e s.
» se non lemessi che mi venisse imputato a va Macrina sua sorella contribui non poco a ri
» nità, che eravamo l'uno all'altro una regola trarlo da uno stato in cui col tempo avrebbe
» per discernere ciò ch'è relto e giusto da ciò poluto pericolare ; perocchè avendo ella osser
» che non lo è. Non avevamo verun commer vato che l'erudizione e l'eloquenza e l'applau
v cio coi nostri compagni di studio , che erano so che ne riporlava da tolli , gli avevano al
» scostumali ; perchè sapevamo , essere assai quanto gonfiato il cuore, lo persuase a non far
» più facile contrarre il vizio che comunicar più altro studio che di quella sapienza tutla
» la virtù. Due sole erano le strade, delle divina , della quale faceva professione ella me
» quali avevamo pratica ; la prima e la più desima.
» importante era quella che ci conduceva alla « Allora , dice di sè medesimo s . Basilio, sve
» chiesa o a' santi maestri della cristiana reli- » gliatomi come da un profondo sonno, rivolsi
v gione ; la seconda quella che ci menava ai » lo sguardo al maraviglioso lume della verilà
» nostri maestri di letteratura ; lasciando agli » del Vangelo, e vidi quanto inutile sia la sa
BASILIO ( S. ) 6: 7
» pienza de principi di questo sprolo che in montagna , attorniala da boscaglie e da pro
» niscono ; e piangendo la mia vita misera- fondi valloni. La vita santa ch'egli menava
» bile , jo desiderava una guida che mi con in quella solitudine, si può rilevare dalla ( lus .
» duresse e mi facesse entrare nel sentiero scrizione ch'egli stesso ne fece a san Grego
» della vera pietà . E il principal pensiero rio , nell'accennargli, quali debbono essere
» era di riformare alquanto i nuei costumi le occupazioni d'un nomo ritirato dal mon
>) depravati pel lungo conversar comalva- do : « Uscire dal secolo , dic' egli, non è star
» gi . » ( Cosi il santo parlava di sè stesso , u ne fuori corporalmente , ma è rompere il
perchè la sua umiltà gli faceva considerare » commercio dell'anima col corpo : non ave
quali gravi inancanze que difetti, a cui o » re nè città , ne famiglia , nè roba , ni affa
gnuno è soggetto , massime nell'età giovani- » ri: dimenticarsi di tutto quello che sia
le ) . « Avendo pertanto letto nel Vangelo, che imparato dagli uomini, per essere disposto
» un ottimo mezzo per acquistare la perfe- - » a ricevere le istruzioni divine. L'occupa
»» zione si è , vendere tutto il suo e darlo ai » zione dell'anacoreta e del monaco è d'imi
» poveri, sbarazzati da tutte le cure del se » tare gli angioli , coll'applicarsi all'orazio
» colo , nè aver affetto per cosa alcuna della » ne e alle lodi del Creatore fin dal principio
» terra , io bramava di trovar qualcuno che » della giornata. » Egli era il primo a prati
» volesse abbracciare questo genere di vita , car quel che diceva, poichè viveva in ma
» acciocchè jo potessi insieme con lui passa- estrema povertà ; restringendosi, quanto al
» re il burrascoso mare di questo secolo . » vestito , a una sola tonaca e a un sol mantela
A tal effetto scorse l'Egitto, la Palestina , la lo , e quanto al vitto , al pane e all'acqua con
Mesopotamia; ed ebbe la consolazione di tro- sale ed erbaggi .
vare nelle diverse solitudini di questi paesi Finalmente san Gregorio Nazianzeno ando
que' modelli di santità che cercava . a ritrovare san Basilio in quella solitudine ,
Ma la dolcezza ch'egli gastò nel conversa- ove vissero insieme per qualche tempo, shi
re con que' santi anacoreti gli venne infinie diando e meditando la sacra Scrittura , vel
tamente amareggiata dal tristo aspetto della l'intelligenza della quale per non prender ah
desolazione , alla quale erano ridotte le chje- baglio leggevano gli scritti dei Padri che uli
se dell'Egitto e della Siria per le turbolenze avevano preceduti , e che l'avevano spiegati
e le divisioni cagionatevi dagli Ariani. I ve- secondo la tradizione ricevutane dagli stessi
scovi e gli ecclesiastici più illuminati e pii Apostoli. Si affaticavano altresi a mortificare
virtuosi. i quali studiavano di conservar sano il loro corpo con opere laboriose , come per
e intalto il deposito della fede , erano calun- esempio , di tagliar legna , di portar pietre ,
niati , rilegati, perseguitati. Ora temendo s . di piantar alberi e d'innaffiarli . L'abitazio
Basilio di partecipare del reato altrni, se ne loro era , come dice san Gregorio Nazian
non si fosse opposto , come meglio poteva , a zeno, un vile tugurio angusto e senza porte ,
tanti disordini. fece un'opera intitolata i esposto al sole e alle pioggie e a tutte le vi
Morali composta di passi della santa Scrittu ende delle stagioni. Oltre san Gregorio Na
ra , i quali mostrano quali siano le cose , da zianzeno, molti di poi furono quelli che po
cui si dee astenere, e quali siano quelle, a cui polarono il deserto , dove stava san Basilio ,
si dee applicare chi desidera di conseguire la pel desiderio che avevano d'approfittare del
vila eterna . Vi fa vedere altresi , quali siano suo esempio e delle sue istruzioni , di manie
gli obblighi di ciascheduna professione ; qua ra ch'egli fu costretto , per appagare le bra
le sia il carallere de cristiani e particolar- me di tanta gente , di fare un monastero, do
mente dei vescovi . Essendo poi egli sersuaso, ve tutti coloro che vi si volessero ritirare ,
che tutto il male nascesse dalla temeraria li- vivevano sotto la direzione del santo , in una
bertà che gli uomini si prendevano, d'allon- perfetta unione , attendendo con gran fervore
tanarsi dalle regole che Iddio ci ha lasciate all'acquisto della cristiana perfezione , ed er
seritte nei libri divini, le raccolse perciò in citandosi gli uni agli altri all'esercizio delle
questo libro per eccitare ognuno ad osservar- pii eroiche virtù . Per questi religiosi com
le , e togliere così il male dalla radice. pose san Basilio in diversi tempi varie opere ,
Siccome però Basilio aveva intrapresi que piene d'insegnamenti e di regole propriissi
sti viaggi , non tanto per ammirar le virtii me per camininare con sicurezza nella via
degli anacoreli , quanto per imitarle ancora , della perfezione . E quelle regole furono poi
ritornando al suo paese, risolvè di ritirarsi adottate da tutt'i monaci d'Oriente, e sono
esso pure in qualche solitudine. A questo ef- pervenute sino a noi sotto il nome degli A
fetto scelse un luogo selvatico a piè d'una scelici di san Basilio , il quale perciò e stalo
Encicl. Eccles . Vol. 1. Fisc. XI . 85
638 BASILIO ( S. )
sempre riguardato come istitutore e patriar- si sa, ma si congettura che fosse per gelosia
ca de' monaci d'Oriente . dell'autorità che l'eloquenza e virtù di Ba
Ma dopo qualche tempo , cioè verso il 362 , silio gli conciliavano presso del popolo di Ce
doyè san Basilio lasciare la sua solitudine sarca. I monaci, che riguardavano Basilio co
per andare a Cesarea , chiamatovi da Dianco me loro capo, e diversi vescovi presero il di
vescovo di quella cillà , il quale infermatosi lui partito e tirarono dalla sua quasi tutto il
a morte , volle prima di morire, ravvedutosi popolo ; ma Basilio, per timore d'uno scis
del suo fallo, comunicare con Basilio , che si ma, si ritirò con s . Gregorio nel Ponto, e at
era separato dalla sua comunione, perchè a tese a governare i monasteri che v'erano sta
veva più per mancanza di coraggio e per igno li fondati . In questo ritiro dimorò egli alcu
ranza , che per errore nella fede, soltoscritto ni anni , nè per farnelo uscire vi volle meno
la formola ariana del concilio di Rimini. Morto di un urgente bisogno della Chiesa. Ei seppe
Dianeo , fu eletto vescovo di Cesarea Eusc che s' appressa va a Cesarea l'imperatore Va
bio , uomo laico e occupato fin allora nelle lente , accompagnato da' vescovi ariani che
cariche secolari , ma per altro di molto buo- non si staccavano mai dai suoi fianchi; onde
ni costumi e di una fede incorrotta . Questi richiamato istantemente da Eusebio che ave
per avere chi l'aiutasse nel governo di quel- va già deposta l'amarezza concepita contro di
la chiesa , volle a viva forza ordinar prete lui , non tardò un momento a tornare in quel
Basilio , non ostante la sua ripugnanza e le la città , per difendervi la fede pericolante.
sue preghiere per sottrarsi a un tal carico . Valente fece tutti gli sforzi immaginabili per
Fu adunque il santo promosso all ' ordine sa- tirar Basilio nel partito degli Ariani , lo mi
cerdotale , « non già come alcuni , dice s . Gre- naccio , lo lusingó, promettendogli il suo fa
» gorio Nazianzeno , i quali non avendo mai vore e le dignità più sublimi della Chiesa ;
» studiato, nè atteso alla pietà , li vediamo ma Basilio , lungi dal lasciarsi sedurre , nè
» in un giorno divenir santi e dotti , ed es intimidire , esortò l'imperatore e quelli del
» sere innalzati alle prime sedi , senza avere suo seguito a ravvedersi, a far penitenza e a
» altro merito che l'ambizione, i quali poi desistere dal perseguitare i servi di Dio ; e
» disprezzano gli altri che sono di loro più tale in sostanza fu l'energia, colla quale egli
» doiti e più saggi, come se la sublimità del- parlò, che Valente e i vescovi ariani furono
» l'onore che godono sopra degli altri , con- obbligati a ritirarsi, senza far cosa alcuna.
» ferisse loro dottrina e pietà superiori a D'allora in poi san Basilio s'applicó a pre
» quelle degli altri . Non cosi Basilio , il qua- stare al suo vescovo tutta la maggiore assi
» le s'era molto prima esercitato in tutte le stenza possibile , servendolo in tutto , e come
» virtù , aveva domate le sue passioni , aveva fedel consigliere , e come ministro attivo in
» acquistata una profonda scienza e non ave tutte le cose che appartenevano alla cura pa
» va sdegnato di fare nella chiesa l'uffizio di storale della città di Cesarea, la quale gode
» semplice lettore . » Il santo diede subito av va ed esercitava il diritto di primazia o esar
viso della sua ordinazione al suo amico Gre- cato sopra tutte le altre città di Cappadocia e
gorio, il quale poco prima di lui era stato del Ponto . Egli era che parlava con libertà
anch'esso, contro sua voglia ordinato prele ; evangelica ai magistrati e alle persone poten
onde questi cosi gli rispose : « Dunque anche ti; egli che terminava le controversie con sod
» - voi siete stato preso , come io ? Siamo stati disfazione delle parti ; egli che assisteva i po
» ambidue sollevati a un posto che certamen- veri ne' loro bisogni spirituali e corporali ;
» le non ambivamo, e ci possiamo rendere te- egli che alloggiava i pellegrini e si prendeva
» stimonianza l'uno all' altro che nessuna cura de ' monaci e delle vergini . Ma la sua
» cosa maggiormente desideravamo che di at- gran carità si segnalo principalmente in oc
j tendere alla nostra divina filosofia in uno casione della fame che nel 370 afflisse quella
» stato umile e sconosciuti al mondo. Ma città e tutt'i paesi circonvicini . Primiera
giacchè la cosa è fatta, conviene sottomet- mente colle sue preghiere e colle sue esorta
» tersi alla volontà di Dio . » zioni indusse i ricchi ad aprire i loro granai
Invidioso il demonio del bene che que- in benefizio e sollievo delle persone affamate.
sto nuovo sacerdote faceva alla chiesa di Ge- Secondariamente adunava la plebe mezzo mor
sarea , seminò la zizzania della discordia fra ta dalla fame, e facendosi portare delle cal
lui e il suo vescovo Eusebio , il quale si la- daie piene di legumi cotti con della carne
sciò in quest'occasion , dice san Gregorio Na- salata , cinto d'un grembiale distribuiva da
zianzeno, vincere da un'umana passione. Qual sè stesso quell'alimento e lo accompagnava
fosse però il motivo di questa divisione , non con qualche salutevole istruzione , onde coi
BASILIO (S.) 059
corpi restassero nudrite e fortificate anche le giorno, e in una di esse la mattina per tem
anime loro. pissimo agli artisti obbligati a guadagnarsi il
Intanle seudo nell'anno 570 passato da vitto quotidiano col lavoro delle mani . In una
questa vita il suddetto Eusebio vescovo di delle sue lettere descrivo l'eccellenti costu
Cesarea , il clero di quella chiesa ne diede av manze che avea introdotte nella sua chiesa.
viso, secondo il costume, ai vescovi della « Il popolo , dic' egli , si leva di notte e viene
provincia, i quali si portarono a Cesarea per » alla casa d' orazione , prima che spunti il
procedere all'elezione del successore. Grego- » giorno. Ivi egli fa la sua confessione avanti
rio, vescovo di Nazianzo padre di san Grego- » a Dio con un vivo dolore , con una gran
rio Nazianzeno, non avendo potuto per la sua » compunzione e con torrenti di lagrime .
decrepitezza intervenirvi, scrisse al clero e » Dall'orazione passa al canto dei salmi e si
al popolo di quella città una lettera , nella » divido in due cori, per cantarli alternati
quale fra l'altre cose diceva ; a Io non dubi » vamente . »
» to che in una città cosi grande, la quale ha Le benedizioni che Iddio versava sopra la
» sempre avuto prelati così illustri , non vi chiesa di Cesarea per mezzo del ministero di
» siano molte persone degne del primo po- s . Basilio , si spandovano ancora sopra tutta
» sto, ma nessuna io ne posso preferire al no la sua vasta diocesi colle visite , che non o
» stro caro figliuolo, il sacerdote Basilio . E- stante la sua estrema debolezza , assiduamen
» gli è uomo ( e lo dico avanti Dio ) puro di te ne faceva . Si prendova il pensiero d'istrui
» vita e di dottrina , e il solo o almeno il più re il suo popolo , non meno coi discorsi che
» idoneo di tutti ad opporsi agli eretici. » colle lettere suo pastorali ; giacchè tutte le sue
Anzi il medesimo san Gregorio fece anche di occupazioni erano indirizzato alla salute di
più ; poichè avendo inteso , che per rendere esso , o volentieri avrebbe dato la propria vi
canonica l'elezione di Basilio, vi mancava ta , per salvare dall'eterna perdizione una so
un voto , non ostante la sua decrepita età e la delle sue pecorelle . Portava ancora un gran
una malattia che lo tormentava , si fece por- d'affetto ai monaci; perché vivendo essi con
tare a Cesarea , stimandosi fortunato , se gli molta osservanza , ed essendo la maggior parte
fosse occorso di terminar la sua vita con una di loro non solamente pii , ma anche dotti , s .
opera di tanto merito. Così dunque s. Basilio Basilio li riguardava come la più santa e la
restò eletto e ordinato canonicamente vescovo più illustre porzione del syo gregge . Ne tene
di Cesarea con applauso di tutti buoni e va alcuni con sè a Cesarea ; ma per quanto
con dispiacere degli eretici e dei malvagi . lo dilettasse la loro santa compagnia; sospira
Nė egli deluse le grandi speranze che tutti va di continuo le delizie che aveva gustate
aveano di lui concepite ; perocchè si videro nella solitudine; ed avendo trovata nel 375
risplendere nella sua persona tutte le più lu- l'occasione d'appagare questo suo desiderio ,
minose virtù : una profonda umiltà , per cui passo qualche tempo nel monastero del Pon
si giudicava il minore di tutti ; un'ardente to fondato da lui medesimo.
carità , sempre intenta a soccorrere i bisogni Ma le cure del vescovato lo richiamarono
spirituali e corporali del suo gregge; una vi- alla sua chiesa , ove lo aspettavano nuovi
gilanza indefessa , per confutare gli errori e combattimenti. L'imperatore Valente, sem
l ' eresie che si opponevano alla verità del- pre ugualmente zelante partigiano degli Aria
la fede e alla sana dottrina e per preser- ni, pretese d'obbligare i vescovi cattolici ad
varne il suo popolo. Egli non fece alcun cam ammettere gli Ariani alla comunione. San
biamento intorno alla sua persona , conti- Basilio , e coll ' eſficacia de ' suoi discorsi , e
nuando a vivere nella stessa povertà , nella coll'energia de' suoi scritti , e finalmente col
stessa astinenza e nella stessa austerità che suo esenipio, fece si che non potè ottenere
aveva fin allora praticate. Si scarsa e si poco l'intento. Valente tento di guadagnarlo , es
numerosa era la famiglia , destinata al suo sendo persuaso che se gli fosse riuscito di far
servizio , che spesse volte gli mancava il co- cadere Basilio , la sua caduta si sarebbe tira
pista , nè avea gente per ispedire gli avvisi ta dietro quella di molti altri . Per tale effet
più necessarii ; di modo che con tutte le co- to deliberò d'andare in persona a Cesarea,
piose entrate della sua chiesa egli viveva da ina prima di arrivarvi spedi avanti di sè Mo
povero , nè di esse faceva altro uso , se non desto prefetto del pretorio, uomo assai scal
che in sovvenimento delle vedove , degli orfa- tro e di grande abilità. Arrivato il prefetto a
ni e dei poveri . Dalla sua opera sopra i sei Cesarea , fece chiamare a se il vescovo e lo ri
giorni della creazione , si vede ch'era cosi sol- cere con molta civiltà ; poi introdotto il di
lecito di spiegare al suo popolo la parola di scorso sulmotivo , per cui era venuto a Cesa
Dio che bene spesso lo faceva due volte al rca, gli disse : « Che pretendete voi di fare ?
BASILIO ( S. )

» fino a quando vivrele cosi confinato nella » za nulla ha potuto oltener da voi, temele
» vostra diocesi ? Voi avete della dottrina e » la sua giustizia e la sua indignazione.
» dei sento é siete stimato ; l'imperatore » Di che ho io a temere ? replicò il santo .
» parla spesso di voi con vantaugio , ancor » Potete temere, soggiunse il prefetto, la con
» che abbia giusto motivo di non essere trop » fiscazione de' beni, l'esilio i supplizii e
» po soddisfatto della vostra condotla . Che » anche la morte ; che vi siano levate le so
» sarebbe dunque se aveste un po' piii d'in » stanze, la libertà e la vila medesima.
» dulgenza per lui ? Ella vi costerebbe assai » Queste minaccie , ripiglio Basilio, poca sor
» poco , giacchè i più savii fra ' vescovi han » presa mi fanno . Chi nulla ha, non ha pau
» ve già soscritto al volere del comun padro- » ra della confiscazione . Quanto all'esilio ,
» ne di loro e di voi. Perchè rimanere voi » non so che vi sia , perchè non sono attacca
» solo'il disubbidiente ? — Il mio imperato- » to a nessun luogo e tutta la terra è per me
» re , rispose Basilio, nie lo proibisce : essen » un esilio . Se mi rinchiudete in una prigio
» do io creato da Dio e chiamato divenire » ne, io vi staro più contento che non istan
» quasi un Dio , non posso adorare nessuna » no contenti i vostri cortigiani al fianco del
» cosa creata . Per chi dunque ci prende- » loro principe. Per gli altri supplizii che ini
» le voi ? ripiglio il prefetto . - lo vi conto » pot te far soffrire , dove volete voi appli
» un nulla . replico Basilio, allorchè mi fate » carli ? lo ho un corpo che non è capace di
» simili comaudi. Ma , soygiunse il pre » sostenerne alcuno ; il primo colpo è il solo
» felto , se voi aderiste ai voleri dell'impera- » che tutta la vostra potenza mi può far sof
» fore, non vi mancherebbero ně le dignità », frire Rispetto alla morte, ella sarà per me
» della corte , nè quelle della Chiesa . Non a » una grazia e un benefizio , perchè mi met
» scrivereste voi a onore l'essere innalzato a » terà più presto in possesso della visione di
» un posto simile al mio ? lo ascrivo a onore » Dio , ch'è l'unico oggetto delle mie brame,
rispose ilsanto,l'essere ugualea voi,perchèe » e l'unico scopo delle mie azioni e d lla mia
» voi ed io siamo creaturedi Dio, ma ascrivoa » vita . » Modesto, attonito più che emai, e
» un jstesso opore l'essere uguale all'ultimo sclamo : « che nessuno aveva giammai ardito
» fra tulli gli uomini, perchè non è la digni- » di parlargli con tanta libertà . Forse ,
» là delle persone che fa onore al cristianesi- » soggiunse Basilio, perchè non v'è mai oc
» mo, ma è la loro fede e la loro virtù . Vi » corso di dover trattare con un vescovo cal
» sarele forse figurato che in un secolo cosi » tolico ; perciocchè egli avrebbe tenuto con
» > corrotto, come il presente, un gran mini » voi lo stesso linguaggio, se avesse avuto da
» stro , come voi , non dovesse durar fatica a » difendere l'istessa causa . » Il prefetto gli
guadagnare uno , il quale non ha altro per disse, che gli dava il resto della notte da de
» difendersi che le regole d'un dovere che liberare. Ma il santo gli replico : « lo sarò do
i voi tratíate d'immaginario. Ma sappiate » mani quel che sono oggi . »
» che questo dovere è reale e indispensabile Modesto dunque licenziò s. Basilio, e ando
per un vescovo che si voglia salvare. Or, immantinente a trovar l'imperatore,a cui dis
» quanto a me, vi protesto che non mi voglio se : Signore, noi siamo vinti , Basilio è superio
» dappare per far piacere all'imperatore , e re alle promesse e alle minaccie, e non v'è da
» molto meno per ottener dignità e posti su- sperar cosa alcuna da lui , se non colla forza .
» blimi. Me n'avanza del mio vescovato , e L'imperatore non volle acconsentire che gli
» se mi fosse lecito spogliarmene , lo farei in fosse fatta violenza; anzi concepi della stima e
» questo punto. Quanto alle doti dell'inge- venerazione per la virtù del santo prelato ; e
» gno, sulle quali m'avete lodato o piutto- benché non si potesse risolvere a rinunciare al
» sto adulato, se alcuna ne ho ricevuta da suo errore , tuttavia trovandosi a Cesarea nella
» Dio , con la debbo impiegare se non in ben solennità dell'Epifania , volle andare alla chie
>> goveruar me e la mia diocesi. Confesso di sa per assistere divini ullizii. Ei v'ando cir
» esser molto ignorante in politica , perché la condato da tutte le sue guardie , e vi trovò tut
» mia ambizione non dev'essere di dover po- to il popolo cattolico radunato in chiesa. Quan
» vernare uno stato . Iddio non mi ha dato do egli udi il canto dei salmi; quando vide la
» altra incombenza che d'aver cura delle ani- divozione del popolo e l'ordine che regnava
» me raccomandatemi, di ben osservare e di nel santuario ; i sagri ministri rassomiglianti
» ben predicare il Vangelo . Ecco perchè sono più ad angioli che ad uomini ; s . Basilio avanti
» ( 'SCOVO . » l'altare, col corpo immobile e collo sguardo
Il prefetto sci preso insieme e irritato da fisso al sagro altare , collo spirito assorto in
falla fermezza , gli disse : « L'imperatore vi Dio ; ei ministri che gli stavano dintorno , pie
✓ la troppo onore , ma giacche la sua clemen ni di limore e di rispetto religioso ; uno spella
BASILIO (S. ) 601
colo cosi nuovo per Valente lo sbalordi , gli che unite alla debolezza del suo temperamen
fece girare la testa, la vista se gli oscuro. Da to , lo ridussero ben presto a segno che nou
principio nessuno se ne avvide ; ma quando aveva pin lena . Finalmente essendo arrivato
egli fu alpunto di portare alla sagra mensa la il termine della sua corsa , ed avendo udita
sua offerta, vedendo che niuno la riceveva , la voce di Dio che gli annunziava vicina la
per non sapersi se s . Basilio la volesse ac- morte, impose le mani ad alcuni de ' suoi
cettare , vacillo per sj fatto modo , che se uno discepoli, per ordinare de' Vescovi cattolici
de' ministri dell'altare non gli stendeva la nelle chiese che dipendevano dalla sua me
mano per sostenerlo, sarebbe caduto. tropoli ; e dopo aver dato diverse istruzioni
Ciò dava luogo a sperare che l'impera- a quelli che gli stavano intorno , fini di vi
tore fosse per continuar a favorire , o al vere con quelle parole : Nelle vostre mani , o
meno a non molestare il santo prelato ; ma Signore, io rimello il mio spirito. L'affluenza
gli Ariani, che l'assediavano, tornarono ben- del popolo che concorse al suo feretro fu
tosto a rendersi padroni del suo spirito , e tale , che più persone rimasero soffocate dalla
l'indussero a fare la risoluzione di mandarlo calca, sforzandosi ognuno d'arrivare a tocca
in esilio . In quella notte medesima , che si re l'orlo della sua veste e la bara su cui era
doveva mandare in esilio il santo prelato , portato. I gemiti poi del popolo erano tali
l'unico figliuolo di Valente , d'età di sei anni, che non lasciavano sentire il canto de' salıni.
s'infermò a morte , e l'imperatrice sua ino I Pagani medesimi e gli Ebrei mostravano
glie ebbe in sogno delle orribili visioni e dispiacere della sua morte. Tutta la terra lo
degli spaventi che la conturbarono estremna- pianse, per aver perduto il maestro della ve
mente . L'imperatore, dubitando che la ca rità e il vincolo della pace delle chiese . Egli
gione di tutte queste sciagure fosse l'ingiu- morì il primo giorno dell'anno 379 ; ma la
ria che si faceva a Basilio, mandò i primi sua festa dalla Chiesa si .celebra nel giorno
personaggi della sua corte a pregarlo d'an- 14 di giugno, che fu quella della sua ordina
dar a visitare il fanciullo. Basilio andò incon- zione in vescovo di Cesarea .
tanente, e il fanciullo subito miglioró , ma Questo santo dottore , chiamato con ragio
avendo l'imperatore permesso che fosse dayli ne il Grande , è uno di quei modelli per
Ariani battezzato , il fanciullo mori. Valente , fetti di santità , una di quelle fiaccole risplen
non ostante questo colpo della mano di Dio denti che il Signore Iddio ha dato alla sua
che lo percuoteva, s' indurò maggiormente, e Chiesa , per illuminare ed istruire i fedeli
si lasciò persuadere dayli Ariani d'esiliare in ogni sorta di virtù. I suoi scritti sono 110a
Basilio . Steso l'ordine, Valente prese per tre miniera ricca ed abbondante di documenti
volte in mano la penna per soscriverlo , ma salutari per ogni genere di persone e per
tutte tre le penne si spezzarono ; allora sen- ogni stato. La sua vita è un esemplare di
tendo di pii che la mano gli tremava, preso perfezione per i Cristiani di oyni condizione.
dal terrore lacerò la carta , ritirò l'ordine , e Dalla condotta ch' egli tenne nell'età gio
partendosi da Cesarea lasciò Basilio in pace . vanile , possono i giovani imparare quella che
Il santo si prevalse di questa pace che debbono essi pure tenere per preservarsi dal
per parte sua gli concedė l'imperatore , per la corruttela del secolo e per conservare in
opporsi con sempre maggiore zelo agli ereti- tatto il prezioso tesoro della grazia di Dio.
ci, non solamente Ariani, ma ancora Macedo- Da quella che osservò in età virile prima di
niani , i quali negavano la divinità dello essere ordinato prele , possono conoscere le
Spirito Santo , e che da esso furono confu- persone adulte la maniera di vivere da veri
tali e convinti con un eccellente trattato in- Cristiani Quella che pratico da monaco nella
titolato : De Spiritu Sunclo . Basilio finchè solitudine e da prete, può servire di specchio
visse com ballè tutti li errori che insorsero ai religiosi e ai ministri dell'altare intorno
al tempo suo contro la verità, e istrui non agli obblighi del loro stalo . Finalmente da
meno il suo popolo che tutta la Chiesa coi quella che osservò nel grado sublime di Ve
suoi eccellenti scritti , in mezzo alle contrad scovo e primale della Cappadocia , possono i .
dizioni e alle calunnie degli eretici e de'ne- prelati della Chiesa ritrarre lumi copiosi , per
mici del pubblico bene, i quali non cessaro esercitare le funzioni del sacro loro ministero
no mai, o in un modo o nell'altro , di ves in vantaggio delle anime a loro commesse , ed
sarlo , benchè non potessero mai vincere la a propria santificazione.
sua costanza . S'aggiunsero anche alle sue apo E qui non crediam fuor di luogo , dopo a
stoliche fatiche varie gravissime malattie , vere ammirato in Basilio il santo e il grande
colle quali Iddio esercito la sua pazienza , ¢ uomo, apprezzar pure in lui l'uomo di lettere
662 BASILIO (S.)
del sacro oratore: chè veramente s. Basilio e » que' giuochi impuri è scuola di vizi per
s. Gregorio Nazianzeno primi sorsero a mo » coloro che vi con vengono ! Altri per le
delli di quella pia e sapiente eloquenza che » corse de ' cavalli appassionati , dormendo
tutta si dà alla regolare istruzione del popo » credon combattere : lor carri apprestano ,
lo. Ne' loro discorsi la religione non ha più » cambiano scudieri , non liberi nel sonno
quell' ardore di controversie potentenrente » dalla follia che ognidi li tormenta ; e noi ,
dallo zelo d'Atanasio adoperato , nè più ė » noi che il Signore , il grande artefice di ma
, ferro che taglia e che divide ; ma dolce nodo » raviglie , chiama alla contemplazione delle
che avvicina e lega l'anime fra loro : princi » sue opere, ci stancheremo noi d'osservarle,
palmente intenta alla riforma de' costumi ed » o pigri ristaremo dall'ascoltare la parola
alla consolazione degli afflitti, semplice spes » dello Spirito Santo ? O non piuttosto ci
so e tutto moralità è il suo linguaggio , ma » stringeremo noi all'intorno di questo gran
da quella grazia orientale illeggiadrito , da » de laboratorio della potenza divina , e ritor
quel vergine entusiasmo animato di che al » nati in ispirito a' tempi che già furono ,
suo nascere era bello e splendido il cristiane » non saprem noi d'un solo sguardo tutto
simo. - E se l'arcivescovo di Cesarea è de » abbracciar l'insieme della creazione ? » Cosi
uno oggetto d'ammirazione e d'encomio per tracciando appunto s . Basilio quel piano reli
la fortezza d'animo che superiore il fa egual- gioso ed oratorio di omelie a cui fedelmente
mente alle seduzioni che alle minaccie del- si attenne nello spiegare mattina e sera a'suoi
l'imperatore Valente , fermo a difendere il attenti uditori l'ordine delle stagioni , le flut
„sacro deposito della fede cattolica, ed a repri- tuazioni del mare, i varii istinti degli anima
merne o smascherarne i violatori ; certo che li e le regolari loro emigrazioni , la esistenza
oggetto di non meno interessante attenzione dell'uomo, e l'altre maraviglie tutte di che
ei presentasi, allorchè move sue parole al- ricco presentasi il creato , sue parole condito
l'istruzione de' poveri abitanti di Cesarea , a mai sempre porgendo di quel soave spiritua
Dio per mezzo della contemplazione della na lismo al quale servir fe' la natura di testo e
tura innalzandoli, e loro spiegando le mara d'inspirazione. « Se talvolta , esclama egli , so
viglie della creazione, con discorsi ne' quali » talvolta nella serenità della notte volgendo
la scienza e l'arte dell'oratore è nascosta sotto » sguardi contemplativi alla inesprimibile
una semplicità persuasiva e popolare ; di- beltà degli astri, pensaste mai ai Creator
scorsi che l'opera appunto costituiscono , che » d'ogni cosa ; se voi a voi stessi domanda
porta il titolo di Erameron ( Le sei Giornale » ste chi, chi mai di tai fiori seminò il fir
della creazione), nella quale fra errori di fisi » mamento ; se talvolta nel giorno studiaste
ca comuni a tutta l'antichità trovansi pur » mai le meraviglie della luce per mezzo del
anche nozioni giuste , e descrizioni di tutta » le cose visibili innalzandovi all'Essere in
verità e splendidezza ; intento però sempre » visibile ; allora sì che voi siete uditori ve
l'oratore a mostrar Dio nelle sue opere , e ad » ramente ben preparati e degni d'aver posto
esprimere con riconoscente intelligenza e sva » in questo 'magnifico anfiteatro ; venite : co
riata immaginazione la bonlà del Creatore. E » me per mano conducesi chi ancor non co
per verità, che al leggere que 'discorsi non v nosce una città, facendogliela scorrere ; co
puossi a meno di volgere con istupore il pen » si io voglio condur voi come stranieri per
siero a quel popolo greco, presso cui artigiani » mezzo alle maraviglie di questa grande cit
e lavoratori costretti a guadagnarsi ogni di » tà dell'universo. » Di tal maniera le verità
lor pane, sensibili a quelle istruzioni con ap- morali mischiansi alle descrizioni che l'ora
plausi vi rispondevano e con lagrime. Qual tore ti presenta ; ed allorchè ha egli scorso
attrattiva, però, al principio di qualcuno di lo spettacolo del mondo materiale e della Na
que'discorsi ! « Son vi città, dice l ' eloquente tura vivente , ritorna poi sempre a ' suoi
» oratore , sonvi città che dal sorger del sole uditori con morali applicazioni di un'attrat
» al suo tramonto pascono loro sguardi dello tiva inesprimibile. Appena ha egli spiegato
» spettacolo di mille giuochi diversi, insa- innanzi al popolo di Cesarea la creazione e
» ziate di canti lascivi che la voluttà ger- gli ondulamenti del mare , che con parole
' » mogliar fanno nell'anime; e spesso , felici piene d'entusiasmo orientale si chiude suo
» chiamansi quelle genti , perchè lasciate le ragionamento : « Ma poss'io la bellezza com
» cure famigliari , il commercio e le arti » prendere dell'Oceano quale realmente ap
» utili alla vita abbondante, passano il tem » parve agli occhi del suo Creatore ? Che
» po a loro assegnato sulla terra nella mol » se l’Oceano è bello e degno d'elogio in
» lezza e ne'piaceri: ignari che il teatro di » nanzi a Dio, com'esser non dec più bello
BASILIO (S.) 663

» l'ondulamento di questa cristiana adunan . Provvidenza , e, per si dire, il procuratore dei


» za, ove voci d'uomini, di donne e di fan- poveri . Nè meno eccellente è s. Basilio
» ciulli confuse e rumoreggianti, come fiotti nelle pitture che ei tratteggia della brevità
» che frangonsi contro la riva , s'innalzano, della vita , del nulla delle terrene grandezze ,
» in mezzo alle nostre preghiere fino a Dio della falsità delle umane gioie anche le più
» stesso ! » E questa immaginazione sen pure ; e dopo quanto ne hanno scritto gli an
timentale e pittoresca è il vero caratteristi- tichi filosofi, egli è ben altramente eloquente
co dell'eloquenza di s. Basilio, che la stessa sovra il monotono testo delle umane miserie .
ognor traluce e dagli altri suoi discorsi, e La fonte di sua eloquenza è nella Bibbia, a
dalle sue lettere , e da ogni altro suo, hen- cui attinge il pittoresco delle espressioni e
chè piccolo, scritto . Appassionato per l'elo- l'arditezza del concetto e le forti immagini
quenza insegnava egli a' giovani cristiani co- dell'ebraica inspirazione rinnovellando , ma
me leggere con frutto gli scrittori profani; mista ognora da quel tenero sentimento di
lor mostrando con ingegnoso ragionamento umanità, da quella soavità d'entusiasmo che
l'accordo frequente della morale con quella la bellezza costituiscono della nuova legge .
del cristianesimo ; ed inviando egli stesso dal- Gli occhi al cielo rivolti , tende mani soccor
la Cappadocia gran numero di scolari a Liba- revoli a tutte le mise e : egli vuole aiutare
nio retore pagano . Fra le sue omelie mol- egualmente che convertire. Che se anche
te son vermente trattati di morale contro al presente, a quindici secoli di distanza , stra
l'avarizia , l'invidia, l'abuso delle ricchezze, nieri a quei costumi, lontani da quella socie
a'quali dà nuovo e più solenne carattere l’un- tà, in cui il politeismo, il Vangelo , le popo
zione evangelica di che il tutto è in essi am lari fole, i filosofi, i martiri, avevano pur tan
morbidito e maestoso . San Basilio è sopra to agitata l'immaginazione dei popoli ; se an
tutti predicatore della limosina ; chè ben più che al presente cercasi l'oratore sacro di Ce
d'ogni altro ha egli compreso questo gran di sarea nelle pagine di un libro , come ancor
slintivo carattere della religione cristiana, che non ammirasi l'anima sua , il suo ingegno !
ritornava gli uomini alla eguaglianza sociale Chè al certo questa eloquenza ben più regge
per mezzo della carità religiosa. Il trionfo colla prova del tempo, che non le arringhe dei
de' suoi sforzi si è di intenerire il cuore de- grandi oratori profani, atteso che in fine la
gli uomini e di indurli a soccorrersi l'un l'al- causa della umanità è più durevole di quella
tro . L'infelice condizione del mondo cosi vo- di un cittadino o di una repubblica , e le va
leva ; chè certamente non è finzione oratoria, riazioni di costumanze sono piccola cosa al
lo squarcio in cui s . Basilio descrive la di- lorchè trattasi dell'anima dell'uomo , di sua
sperazione e le incertezze di un padre co- incertezza , di sua speranza , di tutte le sue
stretto a vender uno de ' suoi figli per pro- miserie o del bisogno suo d'immortalità.
cacciarsi pane. La miseria, nata dall'oppres- Queste idee però sì presenti nella realtà , ben
sione, comuni , pur troppo ! rendeva tali esem- presto ci sfuggono, se l'immaginazione in noi
pi , e la legge li permetteva. Non era dunque non le fissa coll'energia dalla parola. L'ora
allora vera provvidenza quella voce polente tore moralista , pertanto , sopra tutti deve
che si alzava a proscrivere quel barbaro traf- essere eloquente per essere ascoltato : e tale è
fico , a consolare il povero , a commovere il appunto la possanza del sacro oratore di Ce
ricco ? Certo che l'oratore fors' anche un sarea , chè tutto diventa immagine nel suo
po' lungi trascorse allorchè il ricco dal ladro poetico ed espressivo linguaggio. Le simili
non distinse, considerando qual furto fatto al tudini , le allegorie rendono visibile ogni suo
povero ciò che al povero dal ricco si rifiuta- pensiero. « Nello stesso modo, dice egli , che
va . Ma tale era appunto l'eloquenza di quei coloro i quali dormono sopra una nave so
primi tempi del cristianesimo : energica, ap no spinti verso il porto , e senza saperlo
passionata , scuotente con forza anime infin- , portati verso il termine di loro corsa ; cosi
gardite dalla mollezza ; sol cssa contrabbilan- nella rapidità di nostra vita che scorre , noi
ciava i vizii tutti d' una società dura e cor siamo con moto insensibile e continuo ver
rotta ; sol essa tenea le veci della libertà, del so il nostro ultimo fine trascinati . Tu dor
la giustizia e della umanità che tutte ad un mi , il tempo ti sfugge : tu vegli e mediti , la
tempo mancavano : essa al cielo gli uomini vita ti sfugge egualmente . Noi siamo quali
dirigeva per pure strappar loro qualche buo- corrieri obbligati a compiere il nostro viag
na opera sulla terra , ed è a s. Basilio, che gio . Tu passi innanzi a tutto , tutto tu lasci
devesi il bel pensiero si spesso da Massil- dietro a te : tu alberi , prati , acque, e quant'al
lon sviluppato ; che il ricco deve essere tro di gradevole alla vita incontrar puossi ,
sulla terra il dispensatore dei doni della vedesti lunghesso la strada , ne fosti per un
BASILIO ( S. )

istante ammalato , e frapassasli : ti sei nur gregazione ili S. Maura , como di molle ilire
caduto sopra sassi, precipizii, scogli , tra hoc insigni edizioni, cosi della piii hella , piil
stie feroci , reltili velenosi e mille altri flagel- completa e più esatta edizione delle opere di
li , ne soffristi un poco , e dielro a te li lascia s . Basilio , arricchita di note erlulite e curin
sti : ecco l'umana vita :, niaceri , dolori non se . Se i ginsto dire che questi dotti padri
sono durevoli. » Villemain , tom . 3 . hanno colle lorn celebri edizioni reso un gran
Ora diamo un'idea però piii completa degli servigio alle scienze e alla Chiesa , debito
scritti di questo illustre dollore della Chiesa. convenire che in pesta di s . Basilio hanno
Catalogo degli scritti di s . Busilio. Ci re- superato sa stessi . Essi venne impressa dal
stano degli scritti di s . Basilio : nove omelie 1721 al 1750 in tre volumi in foglio presso
sull'Erameron , ossia sulla Genesi , nelle Cognard per le cura dei nulri D. Giuliano
quali egli spiega l'opera de' sei giorni della Garnier, Francesco Faverol e Prudenzio Ma
creazione ; tredici discorsi sui salmi: cinque rant .
libri contro Eunomio : in commentario sopra Ecco l'ordine che coolesti volti militori
Isaia ; due omelie sul digiuno ; una sui questo hanno messo nelle opere di S. Basilio.
testo : Vigilate sopra voi stessi : na sulle Primo volume. Il primo volume contiene
azioni di grazia ; una sopra s . Ginlitla ; una le omelie sopra l'opera de' sei giorni; esse so
sull'avvenire ; una contro le ricchezze ; uma no nove . La prima si argiri sopra queste pi
sulla fame e la sicrilà ; un'altra che prova , role : In principio Dio crrò il rielo e In terra ;
non esser Dio l'autore del male ; una contro la seconda comincia colla spiegazione delle
gli iracondi ; un'altra contro l'invidia ; una parole : In terra era informe prl invisibile : la
sul principio del libro de Proverbii ; uma sul terza tratta del firmamento ; la quarta del
battesimo ; una contro gli ubriaconi ; una l’ammasso delle acque ; la quinta delle pro
sulla fede ; una su quelle parole del Vangelo duzioni della terra; In sosta della creazione
di s . Giovanni: In principio era il Verbo ; dei corpi celesti ; la settima dei reltili ; l'ot
una intorno a s . Barlaamo ; una intorno a s . tava dei volatili ; la nona degli animali terre
Gordio ; una sui quaranta martiri ; un'altra stri . Suida dice che esse sono degne l'ammi
sull'umiltà ; una istruzione pei giovinetti ; razione , e s . Gregorio Nisseno, fratello di Ba
un'omelia intorno a s . Mamma ; una contro silio, asserisce che esse non cedono in bellezza
i Sabelliani, gli Ariani e gli Anomei : tre di- ai libri santi .
scorsi ascetici ; un trattato del giudizio di In queste omelie s . Basilio s'allieno alla
Dio e della ſede ; i morali ; due discorsi spiegazione letterale della Scrittura ; ma sol
ascetici ; le grandi e piccole regole ; in libro tomettendosi alla scorza rispettabile della let
Jello Spirito Santo ; e pin Hi trecento lettere tera, sa pur dare forondità alla materia che
intorno varii argomenti. Metafraste cita di tratta. Egli l'abbellisce con molti tratti in
s. Basilio un'omelia sull'elemosina e sul gegnosi, con descrizioni vive e piacevoli , con
giudizio ; e un'altra intitolata : Dio è incom- riflessioni solide e profonde intorno alla pos
prensibile , che poi più non possediamo. E sanza del Creatore , con dotte osservazioni in
fuor di dubbio , che se ne sia perduto un torno alla natura degli elementi, degli anima
gran numero : s . Basilio stesso ne cita una li , delle piante e degli altri esseri creati . Scin
contro i ricchi, che piii non abbiamo. Varie glie inoltre molte questioni difficili intorno
però gliene furono attribuite, fra le altre due a siffatti argomenti : spiega con chiarezza i
sulla formazione dell'uomo ; una sul paradi- luoghi che sembrano contraddirsi ; combatte
so terrestre , e sui salmi , 14 , 28 , 37 e 115 ; gli errori dei filosofi e degli eretici intorno
una intorno a s . Barlaamo, insieme a moltis . all'eternità della materia , all'esistenza d'un
sime lettere indiritte a varii personaggi, e se- cattivo principio , all'influenza degli astri , el
gnatamente alcune indiritte a Giuliano l'Apo- altri simili punti , introducendo in tutti i
stata , a Lihanio , ad Apollinare e all'imperatore suoi discorsi massime eccellenti per condurre
Teodosio. Furono pur pubblicati sotto il suo i suoi ascoltatori a una verace pietà .
nome altri scritti , che non sono suoi, come le Trovansi nello stesso volume tre omelie
costituzioni monastiche, una liturgia greca , sopra diversi salmi. Nell'appendice sonosi rac
un'altra pei Coſti, un'omelia intitolata dels colte'molte opere che furono attribuite falsa
lo Spirito Santo , e molti altri . I due libri mente a s. Basilio.
del battesimo non debbono esser posti nel Secondo volume. Il secondo volume racchiu
novero degli apocriſi , sebbene non si possa de ventiquattro omelie intorno adifferenti sog
dimostrare che siano intieramente di s . Ba- getti . Le due prime trattano del digiuno ; la
silio. terza delle seguenti parole : Fale attenzione so
Noi siamo debitori ai Benedettini della con pra di voi ; la quarta delle azioni di grazia ; la
BASILIO ( S.)

quinta di s . Giulitta martire ; la sesta di di Erasmo , aggiungendo altre congetture si


queste parole : lo distruggerò i miei granai , quelle di codesto critico bisbetico per dichia
ecc. La seltima s'aggira sui ricchi; l'ottava rarlo intieramente apocrifo. Però il Casaubo
sopra la carestia e la sterilità ; la nona intor- no, più giusto degli altri , ha confessalo can
no alle parole: Dio non è autore dei mali; la didamente , scrivendo contro il Baronio, che
decima sulla collera; l'undecima sull'invidia; egli non era dell'avviso d'Erasmo ; e infatti
la duodecima sopra principio de Proverbii; è certo che s . Basilio aveva scritto un tratta
la tredicesima contiene una esortazione al to dello Spirito Santo , poichè egli stesso lo
hattesimo; la qualtordicesima tratta della ub- cita nelle sue lettere . San Gregorio Nazianze
briachezza; la decimaquinta della fede ; la de no ne parla , s . Girolamo e Suida ne fanno
cimasesta versa sopra le parole : Al principio menzione. Teodoreto cita quello che noi ab
era il Verbo : la decimasettima intorno a s . biamo nel suo primo dialogo, e nella confu
Gordio martire; la decimanona intorno i qua- tazione degli Anatemi di s. Cirillo . Oltre que
ranta martiri; la ventesima sopra l'umanità ; sto autore lo citano pur anco s . Giovanni Da
la ventesimaprima dimostra che non bisogna masceno nel discorso terzo delle immagini ;
affezionarsi ai beni di questa terra ;la vente- il concilio Niceno 2 , Act. 4 ; Fozio nel No
simaseconda prescrive delle regole ai giovanet- mocanon ; Burchard nel Decreto : Eutimio
ti intorno alla leitura dei libri profani ; la nella Panoplia ; Zonara e Balsamone nel No
ventesimaterza parla di s.Mamma martire; la mocanon ; Anastasio di Nissa e Niceforo . Del
vigesimaquarta è diretta contro Sabellio, Ario resto le ragioni di Erasmo sono assai deboli.
e gli Anomei. Egli accusa l'autore di quest'opera di solle
Nello stesso volume vi sono inseriti i libri vare troppo lo stile , come se ciò non fosse
ascetici di s . Basilio, de ' quali il primo è un consueto agli oratori, e particolarmente ai
discorso che può servire di prefazione e d'in- controversisti. Egli gli dà carico di far mostra
troduzione a tutti gli altri ; il secondo è un della sua abilità nella logica d'Aristotele e
trattato sopra lo stato monastico e sulla rinun- di Porfirio . Poteva egli adoprare diversamen
zia alle cose del mondo ; il terzo è un sermo te avendo a combattere con avversarii che si
ne intorno alla vita ascetica ; il quarto una servivano di queste armi ? Finalmente Era
prefazione intorno al giudizio di Dio ; il quin- smo sostiene che lo stile differisce da quello
to è un trattato sopra la fede. Tutti questi di s . Basilio ; ma lo dice troppo superficial
piccoli trattati sono come preliminari ai gran- mente e senza avere abbastanza esaminata la
di trattati ascetici che sono: i morali, il libro cosa ; poichè quelli che leggono quest'opera ,
ascetico , le grandi regole spiegate con molta non vi trovano punto questo divario , che
ampiezza in numero di cinquantacinque , le anzi vi scorgono molta somiglianza. Sculter
piccole regole compendiate in numero di tre- pretende che quanto dice questo autore sulla
centotredici, alcuni canoni sulle punizioni necessità della tradizione e contrario alla dot
dei monaci e le costituzioni monastiche. trina di s . Basilio , ma questa supposizione è
Terzo volume. Il terzo volume comprende senza fondamento . Le dottrine che egli inse
il libro dello Spirito Santo ad Anfiloco, che i gna in questo libro non sono men vere di
protestanti non vogliono riconoscere come o- quelle da lui esposte in altri luoghi, parlando
pera di s . Basilio ,perché non è loro favore- della discesa di G. C. all'inferno e del bat
vole . Erasmo , che era molto ardito nel con tesimo. Se Sculter avesse ponderato un po '
dannare quelle opere che non gli andavano meglio la sua critica , avrebbe certo cangiato
a verso , non fece difficoltà di dichiararlo apo- di avviso. Tengono dietro nello stesso volu
criſo nella prefazione posta in fronte della sua me le lettere di s . Basilio secondo le epoche ,
versione. Egli vien dicendo, che nel tradurlo divise in tre classi. La prima contiene quello.
se n'era annoiato , e che lo stile gli era pa- ch'egli ha scritte prima del suo innalzamen
ruto contorto in più d'un tratto ; argomenti to all ' episcopato , dall'anno 357 fino all'an
bastevoli per lui a persuadergli , che per lo no 370. La seconda quelle che scrisse duran
meno molte cose si erano aggiunte all'opera te il suo episcopato dopo il 370 fino al 378 .
del santo padre. Del resto consente anch'egli, La terza quelle che sono senza data. Noi non
che ve ne abbia di non indegne di s . Basilio, parliamo qui delle opere o delle lettere che a
sebbene l'insieme dimostri che il libro pon é lui furono falsamente attribuite e che furono
suo . La più parte de' critici protestanti, mal- poste nell'appendice di questo tomo. Le sua
contenti di questo libro , in quanto esso pro- lettere sono ciò che v'ha di piii bello e di
va evidentemente le necessità della tradizione, più curioso nelle sue opere , e forse in tutta
hanno abbracciata di tutto grado l'opinione l'antichità ecclesiastica . Vi si vede tutta la
Encicl . Eccles. Vol. 1. Fasc . XI. 84
660 BASILIO (S. )

storia del suo tempo evidentemente delineata, quattro volte la settimana ed anche più spes
e vi si trova l'esposizione di tutto ciò che è so . Poscia risponde a un'inchiesta che gli era
accaduto di più rimarchevole nelle chiese di stata mossa su questo punto : se in tempo
Oriente cdl Occidente. Esse sono scritte con di persecuzione sia permesso il comunicarsi
tale purità e nobiltà di stile che si fanno leg- da sè stessi , quando non si può incontrare
gere con piacere da qualunque persona . La nè un prete , nè un diacono. Nella centesi
prima, ch'era altre volte la centosessantacin- madecimaterza ( 203 ) insinua che è d'uopo go
que ; è scritta al filosofo Eustachio dopo che vernarsi con fermezza ne’giorni di turbolen
s. Basilio s'era appartato in solitudine. Egli ze , ma che nel tempo stesso bisogna usare
gli scrive, che dopo il suo ritorno da Atene , indulgenza verso i deboli , a cui basta pro
lo ha cercato per tutti i lidi senza averlo po- porre il simbolo di Nicea. Trattano lo stes
tuto incontrare . Egli attribuisce qpesta scia so argomento la susseguiente e la centesimavi
gura alla provvidenza divina, e non all'even- gesimaquinta ( 78 ) ; nella cinquantesimano
to . E una fina celia de sentimenti di questo na ( 387 ) risponde a molte domande , che
pagano , alle lettere del quale egli risponde , uomini timorati di Dio gli avevano fatte , e
e che tutto attribuiva alla sorte . La seconda, dichiara d'esser fermo nella fede di Nicea :
che era la prima, è indirilta a s . Gregorio in proposito poi della disputa sullo Spirito
Nazianzeno ; egli vi descrive in un modo as- Santo , dice che bisogna glorificarlo col Pa
sai leggiadro il luogo ch'avea scelto per ri- dre e col Figliuolo , e non ammettere alla
tirarsi ; la terza ( 175 ) è un complimento comunione tutti quelli che non consentono
che fa a Candido sopra la sua modestia negli in questa credenza . Avendo s . Basilio proi
onori , e il suo amore per lo studio . Egli gli bito sui primordi del suo episcopato ogni
diede la sua protezione contro la violenza di matrimonio colla sorella della moglie morta ,
un contadino che si era impadronito della taluno s'avviso di far correre alcune lettere
sua casa e gliela aveva spogliata. Ma non è contro di lui sotto il nome di Diodoro . San
nostro scopo il fare in questo luogo l'analisi Basilio ne desunse argomento di giustificare
di tutte le lettere di questo Padre. Noi sce- la sua proibizione colla pratica della sua chie
glieremo quelle che riguardano il dogma , o sa ; il che forma il soggetto della lettera cen
che possono servire alla sua storia. Nell'ot- tesimasessagesima. In essa egli risponde al
tava ( 141 ) egli stabilisce la esistenza d'un l'argomento cavato dal silenzio di Mosè, an
Dio in tre persone, la consostanzialità del zi pretende che Mosè si sia spiegato con ba
Figlio e la divinità dello Spirito Santo. Egli stevole chiarezza , e dimostra che l'adope
confula Eunomio nella decimasesta ( 168 ) ; rare in altro modo sarebbe un confondere il
nella trigesimoltava ( 43 ) avverte Gregorio sangue e un rovesciare ogni parentela. Noi
suo fratello di non confondere l'essenza col- abbiamo tre lettere di s . Basilio ad Anfiloco
l'ipostasi , e sostiene che bisogna ammette- che trattano de' canoni , cioè la centesima
re un'essenza nella Trinità e tre ipostasi ; la ottantesimaottava ( 1 ) , la centesimanovante
trigesimanona è una lettera di Giuliano l'A- simaottava ( 2 ) , la ducentesimadecimasetti
postata a s . Basilio , colla quale quest' im- ma ( 5 ) . Esse contengono ottantacinque ca
peratore lo invita a venirlo a trovare , la se- noni e decisioni sinodali , di cui noi daremo
guente è per domandargli mille lire d'oro , qui un saggio.
quando passerà a Cesarea . Nella quadragesi Il primo di questi canoni riguarda la va
naprima s. Basilio lo mette in derisione , e lidità , o l'invalidità del battesimo degli e
gli rimprovera la sua empietà. Nella cin- retici , sul quale s . Anfiloco aveva interroga
quantesimaseconda ( 500 ) egli parla della vo to s. Basilio. Egli risponde , che rispetto
ce con soslunziale , che alcuni rigettavano an- al battesimo de' Novaziani , bisogna che o
cora , e che il concilio d' Antiochia non vo- gnuno segua il costume della chiesa dove si
leva ammettere ; sostenendo ch'essa è una trova , perchè vi sono diverse opinioni su
sicura salvaguardia contro le eresie di Ario e tale argomento : il battesimo poi de' Mon
di Sabellio, e confutando quelli che danno al- tanisti egli lo tiene per invalido , e si fa
lo Spirito Santo la superiorità sul Padre e meraviglia che il gran s. Dionisio Alessandri
sul Figliuolo.Nella cinquantesimaterza ( 177 ) no , che era versatissimo ne' canoni , abbia
rappresenta aʼsuoi coepiscopi che gli parreb- potuto ignorare una tale verità. Il secondo
be cosa troppo vergognosa l ' imporre le mani canone impone una penitenza di dieci anni a
a prezzo d'oro ; nella trigesimalerza ( 289 ) una donna che abbia fatto perire il suo frut
dice a Cesaria patrizia, che è cosa buona ed to , e dichiara ch'ella è omicida, abbia o non
utile il comunicarsi ogni giorno. Egli osser- abbia il bambino avuto vita. Nel terzo è det
va che a Cesarea i fedeli si comunica vano to , che se un diacono commette peccato di
BASILIO ( S. ) 667
fornicazione, egli dev'essere deposto e messo che egli dopo aver fallo penitenza esercili il
nell'ordine de' laici. Il quarto concerne quel- suo ministero. Nel decimottavo dichiara, che
li che si maritano più volte ; e condanna le le vergini , le quali rinunziano alla lor pro
terze nozze come una specie di fornicazione. fessione , debbono esser trattate come adulte
L'uso della Chiesa ai tempi di s . Basilio era re , e prescrive che , per evitare gl'inconve
di separarli dalla comunione per cinque an nienti che potrebbero nascere dal ricevere
ni . Nel quinto si prescrive di ricevere gli e vergini troppo giovani , non se ne ricevano
retici che si con vertono alla fede, quando si più se non di quelle giunte all'elà della di
trova che essi abbiano fatta una vera peniten screzione , cioè a 16 o 17 anni, e anche que
za . Nel sesto egli non vuole che si riguardi ste dopo sufficienti prove . Il decimonono è
come vero matrimonio quello che contraggo contro i monaci , che , dopo fatta la profes
no le canonichesse o le vergini addette al ser sione , passano a una vita voluttuosa : s . Ba
vizio della Chiesa : quindi prescrive che si se- silio ingiunge che siano trattati come i for
parino per la sicurezza e l'onore della reli nicatori . Nel vigesimo è detto, che una don
gione, e per togliere argomento di calunniose na , la quale si mariti dopo aver fatto voto
dicerie agli eretici . Il settimo è rivolto contro di verginità fuori della Chiesa , essendo cioè
gli omicidi, gli adulteri e i colpevoli e d'al- infedele, o catecumena , non sia punita, per
tri delitti più infami. San Basilio vuole che che non si deve tener conto de'peccati com
siano puniti tutti ad un modo ; e che dopo messi prima del battesimo, tutti rimettendo
trent'anni di punizione vengano riammessi li questo sacramento . Il vigesimoprimo ri
alla comunione,se danno indizii di conversio- guarda l'infedeltà reciproca dell'uomo e
ne sincera . L'ottavo tratta degli omicidi, e s. della donna. Nel vigesimosecondo obbliga i
Basilio ne distingue diverse specie. Il nono è rapitori delle fanciulle a restituirle a quelli
sul divorzio. Ammette s . Basilio che la legge cui erano fidanzate , o a 'loro parenti , e di
di G. C. è in questo, proposito comune agli chiara , che non abbiano ad essere ricevuti
uomini ed alle donne . Il decimo riguarda il alla comunione prima d'aver fatta codesta
caso d'un certo Ciriaco, che aveva promes- restituzione. Quelli che mantengono fanciul
so con giuramento di non abbandonare una le da essi corrotte per forza e segretamen
chiesa , di cui si era fatto prete, e che accettò te , li condanna alle stesse pene de' fornica
una parrocchia in un villagio vicino, ma d'al- tori , che è di passare quattro anni per di
tra diocesi . San Basilio non vuole che ciò sia versi gradi della penitenza pubblica. Nel ca
ulteriormente concesso ; e nel caso di cui si none vigesimoterzo ripete ad Anfiloco ciò che
tratta, propone l'espediente di mettere la città, gli aveva già scritto intorno a quelli che
di cui Ciriaco era prete, nella diocesi ch'egli a sposano le due sorelle, e pretende che non
veva abbandonata . Nell'undecimo egli impone si debba ammettere alla comunione quello
una penitenza di undici anni a un omicida in- che ha sposata la moglie di suo fratello prima
volontario .Nel duodecimo esclude dagli ordini che non l'abbia lasciata. Il vigesimoquarto
sacri un bigamo; nel decimoterzo prescrive , è contro le vedove , che , ricevute nel nume
che quelli, i quali durante la guerra si sono ro delle diaconesse , si rimaritano . San Basi
macchiati del sangue umano, siano per tre an lio vuole che siano punile più severamente
ni separati dalla comunione. Ordina nel deci- de' bigami e se hanno più di sessant'anni ,
moquarto , che un usuario, il quale voglia in ma le scusa se sono più giovani , dando cari
nalzarsi al sacerdozio , distribuisca a’poveri in- co ai Vescovi di averle ricevute in florida età .
lero il guadagno che ha ritratto da si vergogno- Il vigesimoquinto prescrive , che quegli che
so co ! imercio. Il decimoquinto e il decimose- avrà sposata una donna dopo averla svergo
sto sono spiegazioni di alcuni passi, de'quali gnata , sia ammesso alla penitenza , e gli sia
Anfiloco gli aveva chiesto il senso letterale. consentito di ritenerla .Nel vigesimosesto s . Ba
La seconda lettera canonica di s . Basilio ad silio dichiara che la fornicazione non è matri
Anfiloco contiene i canoni seguenti. Il deci- monio , che non ne è neppur il principio, che
mosettimo è una decisone in favore di un cer sarebbe meglio separar quelli che hanno com
to Bianone, che era stato ordinato prete con messo un tale delitto che maritarli insieme.
tro un giuramento che aveva fatto . San Basi- Ma per , ove essi vogliano sposarsi , non ne
lio aveva già prescritto in simil caso , che debbono essere impediti, nel timore che non
quegli , il quale trovavasi a tale condizione , ne nasca un maggior male . Il vigesimosetti
si dovesse interdire dalle funzioni del sacer mo riguarda il caso d ' un prete, che per igno
dozio , e ciò per la chiesa d'Antiochia ; ma ranza erasi impacciato in nozze proibite. San
essendo questo Bianone d'Iconjo , permette , Basilio s'accontenta di sospenderlo dal suo
668 BASILIO ( S.)

oficio . Il vigesimottavo concerne un voto im- gittimo. Il quadragesimosecondo tratta del


prudente che certe persone avevano fatto di matrimonio de' figli e delle figlie di famiglia
non mangiare carne di porco ; voto che s. Ba senza il consenso de ' loro padri. Il quadra
silio chiama ridicolo . Il vigesimonono con- gesimoterzo reca , che chi ha dato un colpo
danna i ricchi signori . che giurano di nuo mortale al suo prossimo è reo d'omicidio . Il
cere a’lor sudditi. Il santo Vescovo dice quadragesimoquarto sancisce , che una dia
ch'essi non debbono fare siffatti giuramen- conessa , la quale ha commesso il peccato di
ti, e all'incontro guardarsi bene dal servar- fornicazione con un pagano , non deve es
li , ove ne avessero fatto . Il trigesimo è con sere scomunicata , ma soltanto privata del
tro i rapitori. Egli confessa che non v'ha ca l'obblazione per sette anni , dopo i quali , se
none antico che li riguardi ; ma che è sua avrà castamente vissuto , sarà riammessa alla
opinione , che debbano essere astretti alla comunione. Nel quadragesimoquinto s . Basi
penitenza coi complici del loro delitlo. Il tri- lio osserva , che il nome di cristiano non gio
gesimoprimo reca che una donna, il cui ma- verà per alcun titolo a chi conduce una vita
rito è scomparso , non può rimaritarsi sen- indegna di questo nome. Nel quadragesimo
za commettere un adulterio , ove non abbia sesto dice , che una donna , la quale , senza
notizia sicura della sua morte . Il trigesimo saperlo , ha sposato un uomo ammogliato ,
secondo dichiara i cherici , che peccano mor ch'era stato abbandonato dalla prima sua mo
talmente , decaduti dal loro grado , non pri glie . da lui poscia separatasi , può rimari
vati però della comunione laica . Nel trigesi tarsi con un altro , ma adopera più savia
moterzo è pronunziato , che una donna , la mente rimanendo nello stato in cui è . Il qua
quale partorisce sulla via , nè si toglie cura dragesimosettimo riguarda il battesimo degli
del suo frutlo , é rea d'omicidio . Nel trige- eretici. Nel canone quadragesimoltavo di
simoquarto s . Basilio decide , che non si deb chiara alle donne ripudiate dal lor marito
bono palesare le donne cadute in adulterio , di non rimarilarsi , poiché Gesù Cristo ba
le quali se ne sono confessate , nel timore detto , che chi rinvia la moglie sua fuor del
ch'elle non siano esposte a perdere la vita ; caso di fornicazione , commette un adulterio
ma che è sentimento de' Padri che esse ri se si sposa ad un'altra , ed è cagione che essa
mangano separate dalla comunione finchè non ne commetta pur uno dal canto suo rimari
sia trascorso il tempo della loro penitenza.Nel tandosi. Nel cinquantesimo si tratta dello
trigesimoquinto è detto , che quando un ma terze nozze.
rito è abbandonato dalla propria moglie , de La terza epistola di s . Basilio contiene i
ve esaminarsi se egli ne ha colpa o no , e seguenti canoni. Il cinquantesimoprimo sta
nel caso che la colpa sia tutta della moglie , bilisce , che i cherici non saranno puniti dei
punir questa , ma non separare il marito dal- lor delitti se non colla deposizione. Il cin
la comunione della Chiesa. Il trigesimosesto quantesimosecondo che le donne le quali fan
si riferisce alle mogli de'soldati che si ri no perire il loro frutto sono omicide. Il cin
maritano, perchè non hanno più notizie dei quantesimoterzo, che una schiava vedova , la
loro sposi. San Basilio le assoggetta alla pe- quale si fa rapire per rimaritarsi, non deve
nitenza imposta nel canone terzo ; ma sostie- soggiacere che alla pena dei bigami. Il cin
ne però , che si possa usar loro qualche in- quantesimoquarto è una ripetizione dell'otta
dulgenza , dacché elle hanno più di tutte vo . Nel cinquantesimoquinto ei tratta di quel
l'altre argomento di credere che i lor mari : li che assaliscono i ladri. Nel cinquantesimo
ti siano stati uccisi. Il trigesimosettimo re sesto impone vent'anni di penitenza agli o
ça , che se un uomo , il quale ha sposata micidi volontarii ; nel cinquantesimosetti
la moglie d'un altro , si unisce ad altra don- mo , undici anni agli involontarii ; nel cin
na , dopo che gli è stata tolta la prima, egli quantesimottavo , quindici anni agli adul
è reo d'adulterio a cagione della prima e non teri ; nel cinquantesimonono , sette anni ai
della seconda. Il trigesimottavo tratta delle fornicatori ; nel sessantesimo , alle vergi
donzelle le quali si maritano contro il vo ni che hanno violato il loro voto di ver
lere de ' loro parenti. Il trigesimonono deci- ginità la stessa pena che agli adulteri ; nel
de , che una donna , la quale convive con sessantesimoprimo a un ladro che s'ac
un adultero , è adultera anch'ella . finchè cusa da sè stesso un anno , due a quello
rimane con esso . Il quadragesimo tratta del che ne è convinto . Nel sessantesimosecon
matrimonio degli schiavi fatto senza consenso do e terzo a quelli che commettono delitli
slel padrone. Il quadragesimoprimo sancisce infami le stesse pene che agli adulteri ; nel
che il matrimonio d ' una vedova libera è le- sessantesimoquarto undici anni azli spergiuri,
BASILIO ( S. ) 669
nel sessantesimoquinto lo stesso tempo agli Non ci resta più a dire che delle liturgie
avvelenatori, ed altrettanto nel sessantesimo- attribuile a questo padre , le quali sono tre .
sesto a quelli che disseppelliscono i morti ; La prima è in greco, e fu stampata dal Mo
nel sessantesimosettimo, la penitenza degli o rel ; la seconda venne tradotta dal siriaco , o
micidi a quelli che commettono incesto colla pubblicata dal Masio ; la terza dall'arabo, u
sorella; nel sessantesimottavo , la pena degli messa in luce di un maronita del Monte Li
adulteri a quelli che si sposano con parenti bano. Ma sebbene sia certo che s . Basilio ha
in gradi vietati. Nel sessantesimonono ordina composto una liturgia , non si può tuttavia
che un lettore, il quale avrà avuto commer- assicurare ch'essa sia qualcuna di queste tre
cio con una fanciulla cui era fidanzato, sarà che gli vengono attribuite. All'incontro y’ha
privato per un anno delle funzioni del suo argomeriti per credere che non sia stata con
ministero , e non potrà più passare ad un or servata nella sua purità , e che sia stata can
dine superiore : che se avrà peccato con un'al- giata e cresciuta in molte parti, siccome ac
tra donzella, sarà deposto: lo stesso sancisce cade a questa specie di opere. Si osserva pure
riguardo agli altri ministri. Il settantesimo che Pietro Diacono cita una celebre orazione
reca , che i diaconi e i preli che avranno con ca vata dalla liturgia di s . Basilio , la quale
tami te loro labbra , se confessano i loro non si trova in nessuna delle tre che portano
delitti saranno rimossi per alcun tempo dalle il suo nome.Giulizio delle opere di s . Busillo.
funzioni del loro ministero. Il settantesimo I Padri della Chiesa hanno gareggiato in
primo stabilisce, che coloro i quali saranno lodare s . Basilio. San Gregorio Nazianzeno
convinti di questi delilti , verranno puniti co- dice che le sue opere lo fecero riguardare
me malfattori. Il settantesimosecondo , che qual astro luminoso destinato a risplendere
quelli che s'impacciano di fare gl'indovini in tutta la terra . La cristianità intiera ap
saranno puniti come gli omicidi. Il sellante provo le sue opere , ch'erano cercate collo
simoterzo , che colui, il quale avrà rinunciato stesso ardore che quelle di s . Paolo . Esse
alla fede caltolica , non sarà riammesso alla formavano la delizia di tutte le assemblee ,
comunione se non in punto di morte . Nel della Chiesa , del foro, dei principi, dei pri
settantesimoquarto s. Basilio avverle che de- vati , dei religiosi , dei solitarii , degli uomini
vesi aver riguardo al fervore ed alle altre dis viventi in mezzo al tumulto del mondo. Cre
posizioni di quelli che son caduti in codesta devasi dotto chi le possedeva ; uomo destro e
colpa per diminuire la loro penitenza. Nel prudente chi le studiava con applicazione
settantesimoquinto egli impone dodici anni indeſessa . « Quando io leggo il suo Hexa
di penitenza a quello che avrà commesso in- meron ( dice 3. Gregorio Nazianzeno ) parmi
cesto con sua sorella germana ; e nel settante- d'essere davanti al Creatore dell'universo :
simosesto , la stessa pena a quelli che sposano entrare in tutti i secreti della creazione .
le loro figliastre o le loro matrigne. Il settan- Quando leggo i libri ch'egli ha composti
tesimosettimo ne assegna dieci a quelli che per confulare gli eretici , m'immagino vede
ripudiano le loro mogli, e ne sposano altre. Il re il fuoco che divora Sodoma, e riduce in
settantesimottavo stabilisce la stessa pena con cenere quelle lingue sozze e scellerate , o
tro quelli che sposano due sorelle , sebbene in veder la torre di Babele che si rinversa in
tempi diversi; e il settantesimonono contro brev'ora : quand ' jo medito ciò ch'egli ha
quelli che sposano le loro matrigne. Nell'ol scritto sullo Spirito Santo , sono persuaso
tantesimo s . Basilio dice , che la poligamia è della sua divinità . Le opere, ch'egli ha fatto
peggiore della fornicazione, ed impone quat, per uso di persone rozze , rinchiudono un
tro anni di penitenza a quelli che ne sono col senso profondo solto il velo di semplici pa
pevoli . Nell'ottantesimoprimo ne prescrive role . I suoi panegirici in elogio de' martiri
otto a quelli che hanno rinunziato alla fede mi fanno disprezzare il mio corpo , m ' ispi
in forza delle violenze , ed undici a quelli che rano coraggio , e m'inducono il desiderio di
l'hanno fatlo senz'esservi costretti. Nell'ot- trovarmi in simili combattimenti : i suoi
tantesimosecondo e nell'ottantesimoterzo sei discorsi morali , che comprendono così belle
anni agli spergiuri, e a quelli che praticano regole di condotta, mi sono di un gran soc
superstizioni pagane. Finalmente nei due ul corso a purificare il corpo e l'anima , e a
timi dichiara che codesti canoni debbono in- diventare un tempio degno di Dio e uno
tendersi applicabili a coloro che si pentono strumento delle sue lodi, per far conoscere la
dei loro delitti; e che rispetto agli altri , non sua gloria e potenza. » San Gregorio Nazian
bisogna aver commercio con essi , nè riceverli zeno, Oral. 20. Fozio dice, che non v'ha scrit :
mai nella Chiesa nel timore d'esser partecipi tore, la cui dizione sia più pura, più bella ,
ile loro delitti. più significativa , più propria per le orazio
670 BASILIO ( S.) Di Cilicia-BASILIO DI SELECCIA
ni pubbliche di quella di s. Basilio ; ch'e ma avversario ; ma poscia non seppe allon
gli vince ogni altro nell'ordine e nella luci, tanarsene : la qual cosa lo fece riguardare co
dezza dei concetti ; che può divenire perſet- me eretico e deporre dai Romani. Questo af
to oratore chi toglie ad imitare i suoi di- fare ricominciò sotto l'impero di Zenone .
scorsi . Anco Evagora gli dà questa lode, e lo Per ritornare al nostro autore , egli cominció
dice maggiore di tutti gli autori greci , di cui la sua storia da questa dissensione, e la ſini
ha le bellezze , mentre va franco da' loro di- alla morte dell'imperatore Anastasio , il qua
fetti. Non v'ha soggetto ch'egli non abbia le regno, a ciò che ei dice , ventisette anni
trattato : la Trinità , l'Incarnazione, il peccato e tre mesi, ed ebbe per successore Giusti
originale , la corruzione della natura, il biso no di Tracia . La sua storia non va più ol
gno della grazia , la disciplina della Chiesa. tre : ella comincia dall'impero di Zenone, e
Tutta insomma la teologia è racchiusa nelle termina alla morte di Anastasio ed al prin
sue opere. Egli ha confuse tutte le eresie del cipio dell'impero di Giustino. » Basilio ac
suo tempo, e pare persino ch'egli abbia pre cenna aver anche scritto altri due libri di sto
vedute quelle che furono dopo. Egli ha fatto ria : il primo dei quali incominciava dall'im
motto dell'unzione che accompagnava il bat- pero di Marciano e finiva a quello di Zeno
tesimo ed approvato le cerimonie che vi furo- ne ; donde aveva principio quello di cui ab
no aggiunte. Egli chiama l'Eucaristia il corpo biamo testè parlato , che formava poi il se
ed il sangue di G. C. , parla delle cerimonie e condo ; ed un terzo che cominciava dal regno
delle preghiere che si usano nell'offrirla, e di Giustino. Lo stile di questo storico è po
del modo con cui viene distribuita ai fedeli : co adorno e molto ineguale. Per prova di
accenna che essi la trasportavano e la riceve- ciò che asserisce , Basilio trascrive delle inte
vano nelle loro case, loda il digiuno , parla di re lettere che a vicenda scrivevansi i vesco
quello della quaresima come di un digiuno ob- vi ; la qual cosa rende di straordinaria gros
bligatorio, parla del costume d'invocare i san sezza il suo volume , poichè una sola storia
ti e i martiri , preferisce il celibato al matri- di poco momento occupa molte pagine ; e la
monio , approva i voti e lo stato monastico , sua narrazione è divisa ed oscurala da lun
riconosce l'autorità della tradizione pari a ghe interruzioni . Aveva egli pure composto
quella della Scrittura , la gerarchia ecclesia- un estratto contro Giovanni di Scitopoli ,
stica, i caratteri della Chiesa ecc. Rispetto al- ch ' egli chiama cavillatore , e lo carica di
la morale insegna, che quegli che ama più le molte ingiurie, accusandolo di essere Mani
creature che Dio non adora veracemente Id- cheo , di aver ridotto le quaresima a tre
dio ; che non osservare i comandamenti di Dio settimane, di aver permesso di mangiare vo
è una prova che nol si ama; che è un'em- latili in questo tempo ; di aver osservato le
pietà il dire che i comandamenti dello Spiri- cerimonie pagane, e di essersi dato troppo ai
to Santo sono impossibili; che non è permesso piaceri; di non aver aspettato a comunicarsi
di mentire per qualunque vantaggio che ne alla fine del sagrifizio, ma di aver presi i san
possaderivare. Si può consultare in proposito ti misteri subito dopo il vangelo onde metter
la vita di questo santo dottore scritta da don si più presto a mensa. Questo trattato è pie
Prudenzio Marant, posta in fronte al terzo to- no di tali e simili invettive, e diviso in sedici
mo delle opere di questo Padre, e quella scrit.. libri, i tredici primi dei quali sono in dialo
ta da Hermant dottore della Sorbona ; e cosi go. Fozio osserva anche che in questo trattato
pure il tomo quinto della Sloria degli autori spira l'eresia di Nestorio, sebbene l'autore
Ecclesiastici di Ceillier, pag. 60 e seg. non l'abbia nominato , ed avesse per solo sco
MAR . po di combattere la unione delle due nature.
BASILIO di Cilicia , secondo il testificare Basilio mori dopo l'anno 518 .
di Fozio, era sacerdote della chiesa di Antio Ber .
chia nel tempo in cui occupava quella sede BASILIO DI Seleucia, così denominato dal
Flaviano , sotto l'impero di Atanasio . « Jo ho la cattedra arcivescovile che egli teneva. Nel
letto, dice Fozio , la sua storia ecclesiastica : concilio di Costantinopoli, tenuto l'anno 448 ,
essa comincia alla morte di Simplicio vescovo difese generosamente la ſede della Chiesa sulle
di Roma, il quale scrisse ad Acacio di Costan- due nature in Gesù Cristo , e soltoscrisse alla
tinopoli dinon comunicare con Pielro sopran- condanna di Eutiche , ma intervenuto poscia
nominato Mongo, il quale corrompeva allora al Latrocinio di Efeso, cangiò sentimento , ed
la chiesa di Alessandria, alla cui sede era sta- anatematizzò coloro che riconoscevano due na
to innalzato , e condannava pubblicamente ture in Gesù Cristo . Perciò fu deposto nel
il concilio di Calcedonia. Acacio gli fu dappri- concilio di Calcedonia dell'anno 451 , insieme
BASILIO - BASILISCO ( S. ) 671

a tutti i capi di quel conciliabolo . Egli dimo- aver tanta forza in sè medesimo, ed essere
strò allora come il suo fallo era provenuto cotanto gagliardo da non temere persino il più
dalla violenza ricevuta da Dioscoro , dichiarò velenoso di tutti i serpenti , conforme alle e
la propria ortodossia, si sottomise a peniten- spressioni posteriori dell ' apostolo Paolo , il
za , per cui ottenne alla quarta sessione di es- quale dice : che sorretto dalla grazia divina è
sere ristabilito nella sua sede. Di questo Ar- capace di sopportare la fame , la sete, il ferro,
civescovo che ancor viveva nel 458 , ciri- il fuoco e la stessa morte .
mangono 43 discorsi , 17 sul vecchio e 26 Il termine ebreo che leggesi nel testo è Pe
sul nuovo Testamento. tep, che viene tradotto per busilisco, ma che
Bai . in fatto significa un aspide, secondo il consen
BASILIO , medico , capo de Bogomili o Bo- so dei migliori interpreti.
gormili , predicava degli errori che fanno rab Cal .
brividire all'udirli soltanto . BASILISCO (S.) vescovo di Comana, mar
Egli per primo negava la Trinità. tire a Nicomedia. Regnava l'imperatore Mas
2. Attribuiva a Dio una forma umana. simino Daia , il quale avendo per principio lo
3. Diceva che Cristo non aveva preso che sterminare il nome cristiano, infieriva crudel
una carne fantastica. mente contro chiunque professava la legge di
4. Insegnava che l'arcangelo s. Michele si Gesù Cristo. Fu nel bollore di questa perse
era incarnato . cuzione che Basilisco, tratto dalla sua sede, e
5. Spacciava che il mondo era stato creato di mezzo al suo gregge, che quotidianamente
dagli Angeli . pasceva non solo con le sue salutari ammoni
6. Rigettava tutti i libri di Mosè non meno zioni ed altre opere di carità, ma ancora con
che il Dio di cui parlavano . la sublime lezione dell'esempio delle più spec
7. Diceva essere il Demonio il Figlio pri- chiate virtù , fu condotto a Nicomedia. Qui
mogenito di Dio Padre . mostratosi impavido nella confessione della
8. Asseriva che il sacrificio della Messa era fede, il 7 gennaio dell'anno 312 fu messo
il sacrifizio dei demonii . a morte, Bai .
9. Dichiarava che il nostro battesimo è BASILISCO ( S.) , il soldato , martire a Co
quello di s . Giovanni , e che il suo era quello mana , provincia di Ponto , coi suoi compagni,
dello Spirito Santo. viveva nel quarto secolo . Egli era cugino del
Accusato per tali empietà siccome sovverti- gran martire Teodoro di Tirone. Pare che la
tore della fede cattolico, fu bruciata a Costan- sua famiglia fosse cristiana ; e nella storia di
tinopoli sotto Alessio Comneno nell'anno lui si fa menzione specialmente di sua ma
1118 . Pic. dre , di tre suoi fratelli e di altri parenti .
BASILIO D'Acrida , arcivescovo di Tessalo- Egli era del villaggio di Cumiale in Cappa
nica . Siccome costui professava degli errori docia, verso il fiume Iris : e venne arrolato
riguardanti l'unità della Chiesa , cosi papa con due altri cristiani del suo paese per no
Adriano IV lo sollecitò a dimetterli , ed a riu me Eutropio e Cleonico nella compagnia cui
nirsi alla chiesa di Roma . Ma ben lungi Ba- apparteneva s . Teodoro loro parente . In con
silio dallo aderire alle paterne voci del Pon- seguenza degli editti di Diocleziano e del
tefice , ardi rispondergli , che la chiesa greca suo successore Galerio Massimiano , essi fu
non è punto scismatica , e che la romana non rono arrestati a motivo della fede in Ama
ha alcuna superiorità sulla greca . In questa sea , città principale della provincia di Ponto,
guisa persistendo nei suoi errori ed empietà, dove erano acquartierati ; e dopo il suppli
mori segregato dal grembo di Gesù Cristo nel zio di s . Teodoro , Asclepiodoto loro giudice
secolo duodecimo. li mise ad aspra tortura per far loro negare
HEL ciò di che venivano accusati. Inutili furono
BASILISCO , serpente velenosissimo,il quale però i tormenti più crudeli e più variati.
ritiensi che am morbi col suo solo alito, qnan- Eutropio e Cleonico furono appesi ad un pa
do lo spira in volto a qualcuno . Si dà anche tibolo ; e Basilisco fu riservato ad altri com
a questo rettile il nome di Regolo che è equi- battimenti . Egli fu condotto in prigione da
valente a piccolo re , poichè nella sua testa cui non doveva uscire che per comparire di
dicono che porti una specie di corona , e per- nanzi ad Agrippa successore di Asclepiodoto e
chè è il più dannoso di tutti i serpenti . governatore della provincia. Prima dell'arri
L'espressione del Salmo 90 : Super aspidem vo di Agrippa , Basilisco pregò le sue guardie
et basiliscum ambulabis , ove attentamente si di lasciarlo andare a Cumiale per dar l'addio
osservi, si vede che dimostra ad ogni evidenza , ai parenti , essendo stato avvertito in sognoche
colui che dalla grazia del Signore è assistito avrebbe ricevuto fra poco la corona del marti
072 BASILISSA ( S.)- BASOLO ( S.I
rio. Eravi da Amasra a Cumiale il viaggio confessare la sua credenza . Non andò guari
di due giorni : quattro giorni percið ahbi- che Dio le concesse di venire a capo di que
sognavano a Basilisco. Gli si oppose qualche sto santo desiderio , imperocchè avendo ri
difficoltà perchè il suo nome era già offi- nunziato con tutta fermezza di rinnegare la
cialmente registrato, e poteva nella sua as- religione di Cristo , le venne mozzata la te
senza arrivare il governatore e ricercarlo ; sta. Ebbe a compagna delle sue pene un'al
gli fu accordato pero , e due guardie lo con tra nobile santa donna , chiamata Anasta
dussero a Cumiale. Gli vennero incontro la sia . MOR .
madre ed i congiunti, ascoltarono le sue e BASILISSA (S.) martire, moglie a s. Giulia
sortazioni, lo abbracciarono e lo lasciarono no detto l'Ospitaliere. V. s. GIULIANO .
tornare al martirio, scongiurandolo di pre BASINO (S.), vescovo di Treviri, nacque
gare , quando ci sarebbe coronato , per essi, nella Lorena da famiglia nobile, abbandono il
per tutti i cristiani e per la pare della mondo e consacrossi a Dio , ed era il modello
Chiesa . deglialtri nella perfezione cristiana e monasti
Il nuovo governatore arrivò in Amasea lo ca. Morto Ervino abate di un monastero, fi
stesso giorno che Basilisco ne era partilo. Il eletto Basino abate, officio ch'ei disimpegno
giorno seguente apri l'udienza, cordinò che con tanta esattezza , che ne andò lungi la fama.
gli si presentasse Basilisco. L'officiale della Divenuto Vescovo, non diminui le sue auste
città non avendolo ritrovalo , s ' inipadroni rità e le pratiche più essenziali della vita re
del carceriere, e lo condusse ad Agrippa , il ligiosa , e con ogni guisa di sante esortazioni
quale gli fece una viva riprensione e sulla secrete disponevasi a sostenere col maggiore
cauzione dell'uffiziale , lo spedi a cercare il frutto le funzioni del suo ministero di pasto
suo prigioniero , con ordine al commissario re . San Ludvino suo nipote fu uno di quelli
che lo accompagnava di condurre Basilisco a che Basino edueò nei sentimenti i più puri
Comana nel Ponto , dove ci doveva fostamen- di nostra religione, e successe a sto zio, essen
te restituirsi. Il commissario frovò il santo dosi questi sgravato dal peso vescovile , cui
a breve distanza da Cumiale di ritorno da aveva portato per 22 anni . Basino mori verso
Amasea ; lo caricò di dne pesantissime ca la fine del 700 , e la sua festa é segnata ai 4
tene, gli fece calzare slivali ferrati a chiodi, di marzo . But.
e l'obbligo a marciare in questo stato facen BASITA . Vescovato unito a Marcelliona nel
dolo ad intervalli batter con verghe. Basili- la provincia proconsolare di Cartagine dell'A
sco arrivò a Comana il quarlo giorno, e già frica occidentale, sotto la metropoli di Carta
l'attendeva il governatore. Appena giunto fu gine . Di qnesta cillå è fatta menzione nella
condotto al tempio dove Agrippa lo interrogò conferenza ili Curlagine. Com .
se ei voleva sagrificare agli dei. Basilisco ri BASMOTEI. Eretici cosi chiamati dal no
spose che egli adorava un Dio cui offeriva un me del loro capo che addimandavasi Basmo
sacrifizio di Jode. Dopo molte interrogazioni teo. Costoro giudaizzavano , santificando il
e molte risposte, Basilisco dichiarò qual era giorno di sabbato in opposizione al precetto
il Dio che egli riconosceva, e quale il genere della Chiesa di santificare il giorno di dome
di sagrifizio che gli offeriva. Il governatore lo nica . Pic .
assoggettò ai lormenti, e trovandolo inflessi BASOLO (S. ), nacque nel VI secolo da illu
bile lo condanno a morte ; e il nostro santo stre famiglia che ogni cura pose nel farlo
sostenne il martirio fuori della citlà in luogo cristianamente educare. Conobbe egli pertanto
chiamato Dioscoro, sulla riva dell'Iris. I Gre- la vanità e l'illusione dei beni del secolo , percui
ci ne celebrano la festa in particolare il 22 abbandonò piaceri, onori, ricchezze, congiunti
maggio, ed il tre marzo gli uniscono nel me . e patria per amore di Gesi Cristo. Recatosi a
nologio s. Eutropio e s. Cleonico, come si può Reims, pensò di entrare in una comunità reli
vedere nei Bollandisti, tom . 3 , Murzo, e nel giosa , affine di approfittare degli esempi di
Tillem . tom . 4 , pag . 377 e 755 . Boll. quelli che la loro vita conducevano continua
BASILISSA ( S.) . Trasse i suoi nalali da una mente occupata nel servire al Signore . Vi fı
delle più ragguardevoli famiglie di Roina , e egli accolto senza difficoltà nel monastero di
venne ammaestrala nelle verità della cattolica Verzy dall'abate Dromero, che gli destino il
fede dai santi apostoli Pietro e Paolo . Infieriva confratello Komarck perchè lo istruisse e gli
à quei tempi la persecuzione dell'empio Nero servisse di guida ; maquesti in breve s'accorse
ne, e chiunque professava la dottrina di Cristo che il suo discepolo aveva sperienza di tutte
era condannato alla morte. La nostra eroina quelle cose nelle quali egli potevaammaestrar
agognava alla corona del martirio, e si riputa- lo . Basolo faceva pratica di ogni virtù ; la let
ta felice se avesse potuto col proprio sangue fura dei libri santi, la povertà , la carità, l'a
BASSIAN - BASSIANO ( S.) 673

stinenza i digiuni , le veglie formavano le sue egli in istato di poter ricevere il battesimo,
delizie. Veniva egli considerato siccome un che gli fu di fallo amministralo. In que
modello di perfezione. Ma agli occhi suoi ap- st’ occasione il Signore favori il suo ser
pariva imperfettissimo, e il su ozelo per giun- vo della celeste visione d'un angelo che
gere alla desiderata perfezione lo sospinse nel gli apparve tutto risplendente di luce ; il
580 a ritirarsi , per vivere nella solitudine, che mirabilmente lo conforto e lo rendė
su di un vicino monte , ove edificò una cap- vieppiù fermo e costante nella fede che ave
pella ed una celletta , e trascorse 40 an va abbracciata. Divenuto Bassiano cristia.
ni di vita . Mori egli gloriosamente nel gior- no, e illuminato dalla luce divina che Id
no 26 novembre dell'anno 6.20 o 625 , dopo dio gli aveva comunicato , mediante il santo
aver sostenute gravi battaglie col nemico battesimo, intraprese a menare una vita degna
della nostra salvezza . But . d'un cristiano , vale a dire d'un figliuolo a
BASSIANI. Eretici , discepoli di Basso , il dottiro di Dio e d’un erede del regno celeste, 1
quale derivò dalla scuola di Cerinto , di di cui quel sagramento ne è pegno e caparra .
Ebione e di Valentino. Secondo lai , la vi- Stava per ordinario ritirato nella sua camera,
ta umana e la perfezione di tutte le cose applicato all ' orazione e alla sagra lezione;
dipendevano da selte pianeti e . da ventiquatt prolungava le veglie fino a notte avanzata ; il
tro lettere, appoggiandosi stoltamente a quel- suo cibo non solo era frugale, ma tanto scarso ,
lo che aveva detto G. C. di sè medesimo , che appena bastava a sostenerlo , dandone la
esser egli cioè d' alpha e l ' omega ; aggiungeva maggior parte ai poveri ; e viveva lontano da
non doversi fondare la propria salvezza nel tutti i passatempi e divertimenti mondani. I
solo Gesù Cristo . Pic . saoi famigliari rimasero stupiti d'una tal mu
BASSIANO ( S. ), vescovo. Nacque Bassiano tazionedel loro padrone , e ne cercavano soventa
circa l'anno 322 nella città di Siracusa in Si- il motivo; ma il cameriere partecipe del segreto
cilia d'una famiglia illustre e delle principali soleva destramente eludere la loro curiosità.
di quell'isola, ma infetta degli errori del pa In tal maniera riusci per qualche tempo a
ganesimo. Suo padre, per nome Sergio, ch'era Bassiano di tener celato a' suoi famigliari
prefelto o governatore di Siracusa, mando quello ch'egli era ; ma finalmente essi arri
Bassiano suo figliuolo a Roma in età di anni varono a scoprire e ad accertarsi ch'egli ave
dodici , acciocchè in questa capitale dell'impe- va ricevuto il battesimo ed era divenuto cri
ro attendesse agli studii, specialmente della giu- stiano. Onde ne fecero incontanente avvisa
risprudenza , con disegno di farlo succedere a to Sergio suo padre , il quale montò sulle fu
sè nella carica di prefetto. A questo fine lo rie e risolvè di mandar gente a Roma , che
provvide di tutti i comodi necessarji, e destino gli conducesse , anche per forza, bisognando,
per sua compagnia alcune persone che l'assi- il suo figliuolo a Siracusa , con intenzione di
stessero e lo servissero nella dimora che fareb- fargli rinunziare , colà arrivato , la religione
be in Roma. Bassiano , benchè allevato nelle cristiana. Intanto mentre Bassiano faceva un
tenebre dell'idolatria , s'invogliò d'informarsi giorno orazione nella chiesa di S. Giovanni
dei misteri della religione cristiana , e si senti Evangelista , gli appari il medesimo santo in
fortemente ispirato d ' abbracciarla ; ma aveva forma di un venerabile vecchio ; lo avverti
una non piccola suggezione delle persone da- del pericolo che gli sovrastava ; ed incorag
tegli da suo padre tanto per suo servizio, quan- giandolo ad esser costante nel partito che a
to perchè gli tenessero gli occhi addosso . Iddio veva preso , gli ordinò di partir da Roma e
però ,che aveva cominciata l'opera della sua di ritirarsi a Ravenna. Ubbidi Bassiano pron
misericordia verso di lui colle sue interne je tamente all'ordine ricevuto dal cielo , e col
spirazioni, gli fece la grazia di compierla , in la sola compagnia del suo fidato cameriere
dirizzandogli un santo sacerdote per nome segretamente si mise in viaggio , e si portò a
Gordiano , il quale l'istrui ne' principii del- Ravenna , dove fece la sua dimora per mol
la fede con tale segretezza che nessuno dei ti anni , esercitandosi continuamente , nelle
suoi famigliari se n'accorse, eccettuatone un opere di pietà , nelle pratiche della peniten
solo suo cameriere, il quale non solo non gli za e in tutte le virtù cristiane .
arrecò alcun disturbo , ma anzi entrò esso pu Non potè il suo singolar merilo stare lun
re a parte del segreto e cooperò fedelmente gamente nascosto , tanto più che il Signore
alle sante mire del suo padrone. si degno d'illustrarlo col dono de'miracoli .
Dopo scorso un anno, da che Gordiano ave- Laonde il vescovo di Ravenna lo ascrisse al
va cominciato a istruire Bassiano ne' misteri suo clero , e volle ordinarlo sacerdote , ac
della religione e nelle massime del Vangelo, e ciocchè fosse in istato di recar maggior gio
che l'aveva fatto già catecumeno, crede fosse vamento al suo prossimo coll'esercizio delle
Eccles . Encicl. Vol. I. Fusc. XI. 85
674 BASSILLA (S. )
funzioni sacerdotali. Mentre il santo era tut- illustre nel secolo ; e il Signore di questo
to applicato ad adempiere fedelmente i dove- mezzo si serve , per illuminarlo nella vera
ri del suo ministero , accadde che nell'anno fede e per farlo grande ed illustre nel suo
376 vacò la sede episcopale della città di Lo- cospetto di una vera grandezza che consiste
di nella Lombardia , detta allora Gallia Ci- nella pietà cristiana , e di una vera nobiltà ,
salpina. Il clero e popolo di Lodi s'impose qual è quella di divenir suo servo fedele, suo
un digiuno di tre giorni, che passò in ora- ministro e cooperatore nella salute delle ani
zioni , chiedendo al Signore la grazia di con me e finalmente uno de' suoi santi in para
ceder loro un pastore che fosse secondo il diso . Impariamo pertanto ad adorare i giu
cuor suo , e che gl'indirizzasse nelle vie dizii di Dio e la sua provvidenza , la quale
della salute . Le loro preghiere fatte con pu- dispone tutte le cose , come si dice nella Sa
rità di cuore e per un fine si santo furono pienza , fortemente e insieme soavemente , e
esandite , poichè il Signore rivelò ad un fa servire a'suoi eterni imperscrutabili di
santo sacerdote aver egli destinato per loro segni le stesse passioni degli uomini , nella
vescovo e pastore il prele Bassiano dimoran- maniera che a lui piace. Procuriamo di es
te in Ravenna. I Lodigiani pertanto , pieni ser docili e di corrispondere fedelmente alle
di giubilo , inviarono de' deputati a Raven- sue sante inspirazioni , come fece s. Bas
na , ed ottennero che il santo fosse ordinalo siano , allorchè ci chiama al suo divino ser
loro vescovo , il che seguì nel primo giorno vizio. E perchè questa medesima docilità e
di gennaio dell'anno 577 , essendo egli in corrispondenza è un effetto della sua grazia e
età di 55 anni . della sua misericordia , preghiamolo che usi
Collocato così Bassiano per espressa dispo- con noi questa misericordia e ci dia questa
sizione del cielo su ) candelliere di santa Chie- grazia, la quale ci faccia camminare con fe
sa , come una fiaccola luminosa spandè rag- deltà e perseveranza per quella strada ch'è
gi abbondanti delle più sublimi virtù , e pa- più profittevole alle anime nostre , e che ci
scolò il suo gregge per lo spazio di trentasei conduca sicuramente a quel beato termine
anni meno coll'efficacia delle sue parole nel- dell'eterna felicità , che dee essere l'unico
l'assidua predicazione dell'evangeliche ve- oggetto de' nostri desiderii , e il solo scopo ,
rifà , quanto cogli esempii della sua santa al quale debbono tendere tutte le varie occu
vila , ai quali il Signore aggiunse lo splen- pazioni e le diverse vicende della presente
dore de' miracoli , che operò in maggior co vita ; giacchè , com'ei medesimo c' insegna
pia di prima e più strepitosi. Egli fu sempre per bocca di Salomone , « il cuor dell'uomo
unito di stretta amicizia col grande s . Am- dispone la sua via , ma il Signore è quello
brogio arcivescovo di Milano e suo metropo- che dirige i suoi passi .
litano, e intervenne a tutti i concilii che il La vita di s. Bassiano , che si asserisce
santo arcivescovo tenne in diversi tempi , e compilata su antiche memorie della chiesa di
insieme con essolui combatte contro gli er- Lodi, trovasi nei Bollandisti sotto il di 19 di
rori degli Ariani e di altri eretici e novatori. gennaio, giorno nel quale se ne fa commemora
Assistè ancora al felice passaggio , che nel- zione nel Marlirologio romano ( Massini , Vita
l'anno 397 fece da questa vita s . Ambrogio , de' santi , ecc.,seconda raccolta, p . 166 e seg ,
e ſu partecipe d'una celeste visione che eb- ediz. di Bassano del 1796 ) . Mas .
be il medesimo santo , come racconta Paoli BASSILLA ( S. ) . Non è da dubitare ch'ella
no nella sua vita . Bassiano sopravvisse a s. abbia sofferto il martirio nell'anno 504 sot
Ambrogio altri sedici anni, ne' quali conti- to il nono consolato di Diocleziano e oltavo
nuó con fervore sempre maggiore a servire di Massimiano Erculeo. Il suo corpo fu sep
Iddio e a glorificarlo con tutte le sue forze , pellito in un cimitero che a lei apparteneva e
nella cura e vigilanza pastorale della sua chie- che assunse da poi il suo nome, quantunque
sa di Lodi ; e finalmente pieno d'anni e col- gli sia stato dato pur quello d'altri martiri
mo di meriti passò da questa vita alla gloria che ivi furono seppelliti. Nell'anno 620 fu
celeste il di 19 di gennaio dell'anno 413 in esso tolto da quel cimitero, per ordine di Pa
età di circa 90 anni . squale I , e trasferito nella chiesa di S. Pras
Quanto sono ammirabili le vie del Signore sede. Le sue reliquie si conservano nella chie
co'suoi eletti ! E quanto superiori alla nostra sa di s. Paolo in Roma, e nell'antico calen
intelligenza i mezzi ch'egli tiene per condur- dario si ricorda la sua morte nel gioruo 22
li al beato termine , a cui ab eterno sono de- settembre , ed infatti si celebrava la festa di
stinati dalla sua bontà ! Il padre di s . Bas- lei nel cimitero distinto col suo nome il gior
siano manda il suo figliuolo a Roma con idee no 22 del detto mese. Ella è pur rammemo
tutte mondane , acciocchè diventi grande e rata nel giorno 11 dello stesso mese. Bai .
BASSO-BASTONE 675
BASSO . Questo eretico , che era discepolo BASTONE . Che cosa egli sia egli è tanto
di Cerinto e di Ebione e di Valentino, sbu- noto che sarebbe inutile spendere molte pa
cò nel secolo secondo. Secondo la sua falsa role in proposito . Osserveremo solamente co
e perversa dottrina, la vita umana e la per me nella sacra Scrittura sia quasi sempre
fezione di tutte le cose dipendeva da sette preso in un senso figurato.
pianeti e da ventiquattro lettere . Nello as Tobia disse che suo figlio era il bastone
serire tali assurdità appoggiavasi a quello che di sua vecchiezza. Dio minacciò Moab di ta
aveva detto Gesù Cristo di sè medesimo , gliargli il bastone della sua gloria , della sua
cioè : io sono l ' alfa e l'omega. A tanti strani forza , in cui poneva la sua confidenza. I
errori aggiungeva ancora l'altra bestemmia, profeli, quando minacciavano il popolo del
non doversi fondare la propria salvezza nel flagello della fame , dicevano che Dio spez
solo Gesù Cristo. zerebbe il bastone del pane ; ella cioè lo ri
Pic . durrà all'ultima distretta . Sperate voi forse,
BASSORA, città metropolitana della dig diceva Ezechiele, di trovar soccorso in questo
cesi di Caldea, detta anche Busra , Basrmai- bastone di canna , nel re di Egitto? Questa è
san e Missan . In essa eravi una certa specie una canna fragile che si spezzerà fra le ma
di cristiani che si chiamano di s . Giovanni, e ni di quello che vorrà servirsene in viaggio ,
che altro non erano se non se puri Manichei. e le sue scheggie entreranno nella sua mano
Forse è di costoro che Maometto tesse lodi e lo feriranno . I cattivi saranno come un ba
nel suo Corano, dichiarandoli gente che ado- stone nella mano di Dio , di cui spesso se ne
rava un solo Iddio . Not. AFR . serve per provare i buoni. In Gerusalemme,
BASSORA o Bosra. Fu questa la sede di diceva Zaccaria , si vedranno ancora dei vec
un vescovo giacobita di nome Giovanni nel- chi i quali si appoggeranno sul loro basto
l'anno 928 secondo l'era greca e 617 di Ge- ne . Giacobbe disse che passò il Giordano
sù Cristo , il quale compose una liturgia si- avendo il solo bastone in mano ; e lo ripassò
riaca . Verso l'anno 1560 ebbe un vescovo con due grandi truppe di gente e di bestiame.
latino. Trovavasi questa città sul Tigri verso Dio ordinò agl ' Israeliti di mangiare la pa
occidente. Cal . squa tenendo il bastone in mano come quegli
BASTARDI, nome adoperato per signifi- che è in atto di viaggiare. Davide fece una
care i figli nati da matrimonio non legitti- specie d'imprecazione a Gioabbo , dicendo ,
mo. Intorno a questi il concilio di Poitiers che egli aveva sempre nella sua casa gente
dell'anno 1078 nel canone ottavo cosi di- che teneva il baslone in mano , cioè una quan
ce : « Quelli che non sono legittimi, non tità di zoppi.
siano promossi agli ordini sacri , purché non BASTONE , ovvero Bacchelta magica e di
si facciano monaci, o non vivano in qualche vinatoria. Ezechiele disse che il re Nabucco
congregazione di canonici regolari, ma che donosor, venendo con la sua armata verso la
non ottengano mai la prelatura, v Palestina , si fermò a capo di due strade , e
Nel capo quindicesimo poi del concilio di mescolo delle frecce per tirarle quale augu
Trento alla sessione vigesimaquinta de Refor- rio della strada che dovea percorrere. San Gi
matione, cosi si legge : « Essendo conveniente rolamo, Teodorelo , Grozio e la maggior par
cosa , che la memoria dell'incontinenza dei te dei recenti interpreti avvertono intorno a
padri non sia rinnovata dalla presenza dei questo passo di Ezechiele, che i Caldei ave
figliuoli ne' luoghi a Dio consacrati , che esi vano costume , allora quando volevano in
gono una purezza ed una santità eminente : traprendere qualche cosa , o qualche viag
non sarà permesso ai figliuoli illegittimi dei gio , di scrivere sopra una bacchetta o sopra
cherici di possedere nessun beneficio nelle delle freccie, che mescolavano poi , il nome
chiese, dove ne posseggono , ovvero ne hanno della città in cui volevano andare, o delle
posseduto i loro padri , quando anche non fos cose che volevano eseguire : indi traendo a
se un benefizio della stessa specie ; nè di eser sorte le freccie o le bacchette , si determi
citare nessun impiego nelle stesse chiese , ne nayano a ciò che era scritto nella prima di
di ricevere nessuna pensione sopra i benefi- esse sortita. Quest'uso di divinazione è anti
zii dei loro padri : e qualunque dispensa ot- chissimo in Oriente. Gli Sciti e gli Alani
tenuta in tale proposito sarà riguardata come traevano le divinazioni da alcuni rami di sali
surrettizia. » ce o di mirto. Gli Arabi anche attualmente
Altre cose diremo intorno a questa voce al- si servono di tre freccie : sulla prima scrivono
l'articolo LLLEGITTIMO affine di non moltipli- Comandatemi, Signore; nella seconda: Impedi
care la materia senza necessità . temi, Signore; pella terza nulla scrivono ; cosi
Scar . disposte le pongono in un sacco ; indi le estrag

!
676 BASTONE - BATI -KOL
gono a sortu. Se la prima esce portando la scrit un bath e mezzo degli ordinari ; lo che ten
tura Impeditemi, o Signore, non intraprendo- tarono di provare da ciò che leggesi nel li
no al certo la cosa di cui si tratta . Una si- bro dei Re dove parlasi del mare di Salorno
mil cosa si usa va anche presso i Turchi , i ne, il quale conteneva 2000 bath , mentre nei
Chinesi, ed anticamente vedevasi presso i Me- Paralipomeni si legge che conteneva 5000
di e gli Ebrei . Cal . misure ovvero 5000 bath . Ma questa diffe
BASTONE (SUPPLIZIO DEL) , usato appo i renza si concilia facilmente , dicendo che la
Greci ed i Romani, ed anche appo gli Ebrei . coppa del vaso conteneva 2000 bath , e 1000
Leggesi che il santo vecchio Eleazaro fu con- il piedestallo , e che il libro dei Re parla del
dotto al supplizio , e che essendo vicino a la prima soltanto, e quello dei Paralipomeni,
spirare sotto i colpi de' bastoni , disse ge- di tutto l'insieme. Cal.
mendo : Il Signore è testimonio dei dolori che BATH . Città vescovile d'Inghilterra . Bathe
io soffro pei colpi di baslone. Questo supplizio o Bathonia . Essa è posta nella contea di Som
addimandavasi lympanum , perchè il paziente merset , sul fiume Avor. Tolomeo la denomina
era battuto a colpi di verga come un tam- Aquae Calidae pe' suoi rinomati bagni caldi ,
buro . San Paolo scrivendo agli Ebrei dice- ed Antonino la chiama Aquae Solis. Questa
va : che alcuni santi hanno sofferto il sup- città , riguardata come una delle più belle
plizio del timpano sperando una resurrezio- dell'Europa , è celebre per le sue acque. La
ne migliore . sua cattedrale è il più bello edifizio gotico
Questa pena è anche oggidi in uso in dell'Inghilterra. Una inscrizione, disolterra
Oriente. Si fa coricare il condannato sul ta nel 1708 , prova che le acque di Bath
ventre ; e gl'innalzano i piedi col mezzo di erano in grande riputazione anche presso i
uno stromento tenuto dai soldati. Lo si per- Romani, i quali diedero il nome di sque
cuole con un bastone sulla pianta dei piedi, Solis alla piccola città che costrussero pres
ed anche sulla schiena e sul dorso , ed alle so quelle sorgenti. Vi si vedono ancora le
volte riceve persino cinquecento colpi . L'or- tracce della grossa muraglia con cui la cir
dinaria punizione è di cento colpi . Rade vol- condarono , come pure alcuni frammenti di
te vivono quelli che sono condannati a mille colonne , e gli avanzi di un tempio consa
colpi di questo supplizio . Cal . crato a Minerva da Giulio Agricola. Obbligali
BASTONE DA CANTORE. Era questo in ori- nel 444 i Romani ad abbandonare questa
gine una verghetta che si adoperava dal diret- città, la lasciarono ai Bretoni che ne restaro
tore del coro, onde regolare i cantici e la sal- no possessori sino al 557 , in cui dopo una
modia. Di essa servivasi anche ad arvertire formidabile resistenza fu presa dai Sassoni .
i fedeli di diportarsi modestamente nella Cavalin re di Vessex , la conquistò e sotto il
chiesa , correggere i trasgressori , e far ri- regno di Guglielmo il Rosso , fu invasa e
spettare ad ognuno il proprio dovere e l'or- saccheggiata da Ruggero Mombraise, indi ono
dine. Di qua il costume in alcune chiese che rata col titolo di contea. Ne' primordii del
il direttore del coro durante la salmodia pas. XII secolo, Giovanni de la Villette , SCOVO
seggia nella navata della chiesa , onde tutlo di Wels , nel regno di Enrico I , col consenso
rettamente proceda . Ric . del signore di Bath , trasferi a Bath la sede
BASTONE PASTORALE. V. BACOLO PASTO- vescovile, e da quell'epoca in poi i successori
RALE . di lui unirono il titolo di vescovo di Bath a
BASTONE DELLA Groce , dicesi quell'asta quello di Wels. Bath è soltososta alla metro
sopra cui sta la Croce che portasi nelle pro- poli di Cantorbery. Nel 973 fu in essa adu
cessioni. MOR . nato un concilio nel quale fu coronato il re
BASTONE DELLE CONFRATERNITE . Questo Edgaro. Con.
pure è un'asta lunga cui sta attaccata l'im BATH -KOL, ovvero figlia della voce . È
magine del santo cui la confraternita è de- questo il nome che gli autori ebrei danno al
dicata, e con esso si porta nelle processio- la rivelazione che Dio fece di sua volontà al
ni in cui la confraternila stessa interviene. popolo eletto , dopo che la profezia verbale
Altre cose intorno alla voce bustone si pos- cesso in Israele; cioè dopo i profeti Aggeo,
sono vedere agli articoli Bacolo . Zaccaria, e Malachia. Egli è sopra questa figlia
Gav, della voce che fondano la maggior parte di lo
BATH , sorta di misura degli Ebrei , che ro tradizioni , e degli usi di loro nazione. Pre
conteneva la decima parte di un Core ovve tendono che Dio li abbia rivelati ai loro mag
ro Gomar . Alcuni immaginarono senza ra- giori , non per una profezia articolata , nè per
gione veruna un bath sacro distinto dall'or una segreta inspirazione; ma per una rivela
dinario ; e facevano che il primo contenessezione che essi chiamano la figlia della voce.
BATH - SAMA - BATILDE (S) . 677

I rabbini riconoscono nella loro nazione ghilterra sorti i suoi nalali Batilde ; ma gio
tre maniere di profezie. La prima per mezzo vinetta ancora rapita e falta schiava da'cor
dell ' Urim e del Thummin che faceva sentir sari, venne trasportata in Francia, esposta in
la sua voce dal fondo del santuario ovvero vendita, ed a vil prezzo comperata da Erchi
dal pellorale del sommo sacerdote; la seconda noaldo, illustre personaggio della città di Pa
per lo spirito di profezia che inspiró i pro- rigi . Dotata , com'ell'era , d'ottime qualità si
feti, cosi prima della legge , come dopo Mosė; di animo che di corpo, in breve tempo si gua
la terza per la figlia della voce, Buth - Kol. dagnò l'affetto o la stima d'Erchinoaldo e
La prima durò , secondo essi , dalla co- della sua moglie, a cui serviva di damigella ,
struzione del tabernacolo sino a quella del e di lutta la sua famiglia. Si pretende che
lempio. La seconda dal principio del mondo ella fosse nata nobilmente e discendesse dai
sino alla morte di Malachia , l ' ultimo dei principi anglo -sassoni , i quali dalla Germania
profeti, sotto il secondo tempio, quantunque erano nel V secolo passati ad invadere l'iso
l'uso più frequente sia stato durante il pri- la di Bretagna , chiamata poi dal loro nome
mo tempio. La terza cominciò da Malachia, Inghilterra . Ma Batilde, posta in dimentican
e sussistette sino al termine di loro na za la condizione della sua nascita, e riguar
zione, dando solamente lo stato, a cui Iddio aveva
Pretendono che la figlia della voce sia una permesso ch'ella fosse ridotta , procuro di
voce del cielo, che si fa intendere in una ma servire con attenzione la sua padrona e di
niera articolala a somiglianza di quella che profittare in vantaggio dell'anima sua col 1
chiamò Samuele, allora quando Dio yli rivelò l'esercizio dell'umiltà , della pazienza e di
ciò che doveva accadere al solnmo sacerdote una piena rassegnazione alla volontà del Si
Eli ed alla sua famiglia ; ovvero la figlia della gnore. Spiccava soprattutto ne' suoi porta
voce rassomiglia a quella che uscì dal santna- menti una grande purità ed una modestia
rio allora quando Dio parlò a Mosè, ovvero singolare, accompagnata da una gravità gio
rispondeva al gran sacerdote che lo consulta- viale e affabile, per cui si conciliò il ri
và per mezzo dell ' Urim e del Thummin. spetto e l'aniore di lutli coloro che l'avvi
navano .
Queste due sorta di voce erano come la ma
dre di quell'altra che loro successe , e che si Quanto ella poi fosse amante di conserva
chiama Bulh-Kol, figlia voce, ovvero figlia del re illibata la sua purità verginale , ne diede
la voce, poichè era come figlia della voce pri- ben presto un'illustre prova, allorchè es
mitiva : è questa una maniera d'inspirazione sendo morta la moglie di Erchinoaldo , inva
più o meno perfetta, ma in nessun modo men gbito questi del suo merilo e della rara sua
certa della prima . Tale è la opinione dei bellezza, risolvè di sposarla ; perocchè accor
Rabbini. Mic. tasi Batilde del suo disegno , se ne sottrasse
BATH -SAMA. Sembra uniforme al vero colla fuga , e si nascose per qualche tempo in
che questo nome sia quello della stessa cit- un luogo lanto segreto che non fu possibile
là , che in altro luogo è chiamata Belh - su- ritrovarla ; e vi dimorò nascosa , finchè Er
mes . Cal. chinoaldo ebbe sposata un'altra donna, e al
BATUEL, figlio di Nachos e ' di Melcha . lora, cessato ogni pericolo , ella si fece nuova
Dal capo vigesimoquario della Genesi sappia- mente vedere, e ritornò a servire in sua casa
mo che era nipote di Abramo, e padre di La- come prima. Ma non passó molto tempo che
bano e di Rebecca , la quale fu moglie d'Isac- le convenne cedere alle istanze d'un perso
co . Gioseffo asserisce , nel libro primo delle naggio assai più qualificato e consentire alle
sue Antichità , al capo vigesimoquarto, che nozze di Clodoveo II re di Francia , il qua
Bathuel era morto quando Eliezer si recò a le avendo avuta occasione, per non so qual
chiedere Rebecca in isposa ad Isacco. Ed in- accidente, di vedere Batilde e di trattare con
fatti in tutto il contratto non appare mai lo essa , s'invaghi delle sue singolari prerogative,
intervento di Bathuel, ma soltanto quello di e nell'anno 649 la prese per moglie, e cosi
Labano, lo che non poteva avvenire se Ba- dalla bassa condizione di serva ella passò al
thuel fosse allora vissuto. Cal. sublime grado di regina di Francia . Com
BATHYRA . Dice Gioseffo nelle sue Anti- parvero allora alla vista di tutti le virtù *
chità, al libro decimosettimo, capo secondo , singolari di Batilde, poichè essendo stata dal
che questa città fu fabbricata da Erode nella re suo marito ammessa all'amministrazione
Batanea, affinché servisse di rifugio agli Ebrei degli affari del regno, fece ammirare non meno
che venivano di Babilonia , contro i Traconiti la sua grande capacità nel governo della mo
che li assalivano durante il viaggio. Cal. narchia , che la sua pietà e religione , special
BATILDE ( S. ) regina di Francia . In In- mente nel rimediare a molti disordini, che
678 BATILDE ( S.)

l'infelicità di quei tempi e la debolezza del Parigi . In questo monastero raduno un gran
re Clodoveo avevano introdotti in pregiudi- numero di vergini , e vi costituì abbadessa s.
zio della giustizia e con oppressione de ' sud- Bertilla. V. Bertilla .
diti. Nè certo per le sopravvenutele grandez In mezzo però a tante e si varie occupazio
ze insuperbi, che anzi ubbidiente al marito, ni , che sono inseparabili dal governo d'una
come a suo signore, rispettava i vescovi e i gran monarchia, la santa regina non perdeva
ministri della Chiesa , onorava i grandi del di mira l'interesse particolare dell'anima sua :
regno , e soprattutto amava i poveri , de' quali anzi ogni giorno la nutriva con dolce pascolo
era la madre e la nutrice. della lezione spirituale e dell'orazione. Que
Dal suo matrimonio con Clodoveo ebbe s . ste.erano le sue delizie , questo era il suo ri
Batilde tre figliuoli maschi: Clotario, Childe- storo dalla stanchezza degli affari, dai quali
rico e Teodorico , i quali regnarono l'uno do era continuamente aggravata. Per mezzo della
po l'altro dopo la morte del padre, mancato sagra lezione e della meditazione de ' divini
ai vivi in età giovanile circa l'anno 655 , on- oracoli ella riceveva dal Signore i lumi neces
d'ella rimase tutrice de' figliuoli e reggente sarii per regolar sè medesima e le cose del re
del regno di Francia , col consenso e approva- gno , secondo che prescrive la legge di Dio ; e
zione di tutti i grandi ; tanta era stima coll ' orazione implorava dal Signore la grazia,
ch'essi avevano del suo talento e della sua per metterli in pratica, acciocchè tutte le
virtù . In fatti ella governò quel regno per sue operazioni non avessero altro scopo che
più anni, durante la minorità del suo figliuo- la di lui gloria . Da questo santo esercizio
lo Clotario , con una mirabile prudenza e imparava ancora ad umiliarsi in mezzo alle
con gran vantaggio del regno e della religio- grandezze , a disprezzare tutte le cose terrene
ne. Si applicò in maniera particolare a con come un'ombra vana e un nulla , e a desi
servare la pace tanto interna nello Stato , derare ardentemente i beni celesti , che sono i
quanto esterna cogli altri principi . Sgravò i veri beni , ai quali ogni cristiano , in qua
suoi sudditi da varie imposizioni e da alcu- lunque stato ei si trovi , dee sopra ogni altra
ni tributi che rovinavano le famiglie. Faceva cosa aspirare. Onde è che la santa gemeva di
amministrare un ' incorrotta giustizia senza vedersi obbligata ad impiegare in affari tem
distinzione di persone : proteggeva colla sua porali quel tempo che ella avrebbe bramato
reale autorità le persone povere, le vedove e di consacrare ' interamente alla contemplazio
gli orfani, acciocchè non fossero oppressi da ne delle cose celesti e a conversare col suo
alcuno ; ed era sempre pronta e disposta a Dio negli esercizii spirituali, Più volte ella
far del bene a tutti quelli che a lei ricorre- tentò di dimettere la reggenza e di ritirarsi
vano . Aboli ancora in tutto il regno di Fran a vita privala in qualche monastero, ma ne
cia la schiavitù delle persone battezzate, or- fu sempre frastornata da' grandi del regno, i
dinando che i Cristiani fossero tulti liberi , quali crederono troppo necessario al bene del
e non si potessero in avvenire nè vendere, lo Stato ch'ella presedesse al governo della
nè comprare come schiavi, nella maniera che monarchia di Francia nel tempo che Clota
si era fin allora praticato e si praticava anco rio suo figliuolo primogenito e successore del
ra negli altri paesi , benchè cristiani , paren- regno era åncor fanciullo. Fatto poi esso a
dole cosa inconveniente che fossero schiavi dulto e presentatasi una occasione favorevo
d'uomo quelli che erano stati riscallati col le, ella si scarico del peso a lei intollerabi
sangue di Gesù Cristo dalla schiavitù delle della reggenza , e discese dal regio trono
demonio del peccato. Ebbe s . Batilde una con maggior giubilo che non v'era salita ,
speciale premura e un ardente zelo per la allorchè dalla bassa condizione di serva, co
riforma de costumi tanto del popolo, quanto me si è detto, diventò regina di Francia : indi
del clero secolare e regolare. A questo effet- si ritirò nel sopraddetto monastero Callense ,
to , per mezzo di alcuni santi vescovi , pro- da lei alcuni anni prima fondato , e vi prese
mosse la disciplina ecclesiastica e tolse dall'abito religioso circa l’anno 665 .
regno la simonia, la quale vi era molto di In questo nuovo stato s. Batilde si scordo
latata, non ostante i canoni della Chiesa ; pro- aſfatto di quello ch'era stata nel secolo , e pie
curò che ne sagri chiostri regnasse la pie- na di riconoscenza e d’amore verso Dio che si
tà tanto tra i religiosi , quanto nelle mona era degnato di riceverla tra quelle sagre ver
che; e fece ricchi donativi alle chiese e ai gini per sua sposa , non ad altro penso che a
monasteri. Fondò ancora più monasteri; e santificarsi colla pratica esatta di tutte le vir
tra gli altri il celebre monastero Corbeiense tú religiose. Soggettossi come ogni altra reli
nella Piccardia per gli uomini, e il mona- giosa a s . Berlilla , ch'ella medesima aveva co
stero Callense per le donne nel distrelto di stituita abbadessa di quel monastero, a lei
BATNA-BATTAGLINI 679

ubbidiva con perfetta sommissione , e la ri- le grandezze e prosperità umane altro non
spettava come sua madre e superiora. Amava sono , come già disse per propria esperienza
con tenero affetto tutte le religiose come sue il re Salomone , che « vanità di vanità e affi
sorelle e sue figliuole, e a loro prestava ognizioni di spirito, » e che in Dio solo, nel suo
servizio, specialmente allorchè erano inferme. amore e nella dolce speranza de ' beni eterni
Si esercitava negli uffizii più bassi e vili del si può trovare la vera felicità . Quindi è che
monastero , e se qualche volta per rispetto la santa gemeva sotto il peso delle regie gran
della sua reale qualità volevano le suore u- dezze, e procurò di scaricarsene più tosto che
sarle alcuna distinzione , non lo permetteva , le fu permesso , per vivere a Dio solo nello
dicendo, che per questo era entrata in mona- stato umile di religiosa . « Fa pure quel che
stero, per poter con piena libertà imitare il » tu vuoi , dice s . Agostino , rivoltati pure per
suo Salvatore Gesù Cristo , il quale dice nel » ogni lato, per cercare d'esser felice e beato ,
Vangelo « ch'era venuto al mondo per ser » che invano tu affatichi, perchè in Dio solo
» vire e non per essere servito. » Questo di- » e nel suo servizio si può trovare quel che
vino esemplare ella teneva sempre avanti gli i tu cerchi altrove . » Impariamo dunque a
occhi , e cercava con ogni studio di ricopiare disprezzare di vero cuore le grandezze e le
in sè medesima quelle virtù , ch'egli colle sue vane prosperità del secolo, e molto più a non
parole e coi suoi esempii ci ha insegnate, vir- invidiar mai la sorte di coloro che sono in
tù quasi affatto sconosciute o disprezzate dal nalzati a cariche e dignità eccelse, poichè es
mondo, ma che rendono le anime care a Dio si , se vi compiacciono e in quelle mettono la
e grandi al suo cospetto , quali sono princi- loro felicità , meritano di essere compianti a
palmente: la povertà di spirito, il disprezzo calde lagrime, poichè innanzi a Dio sono in
di sè stesso, l'annegazione della propria vo- felici e disgraziati . Se poi non vi hanno at
lontà , la mortificazione interiore ed esteriore, taccato il cuore e le guardano come un peso
l'umiltà e l'abbiezione. e un pericolo, nella guisa che faceva s. Batil
Il Signore, per maggiormente purificare la de , essi meritano più compassione che invi
sua serva e accrescere la sua corona , dispose dia ; perocchè non può far a meno , che non
che fosse assalita da una colica , che le cagionò si trovino in uno stato violento , qual è di
lunghi ed acuti dolori. La santa li soffrì con dover combattere contro la superbia ed altre
pazienza e con rassegnazione, e in cambio di veementissime tentazioni , alle quali sono con
lamentarsi , ne rendeva umili grazie a Dio , tinuamente esposti . Al contrario oh quanto
che per mezzo di questa fastidiosa e molesta è preferibile alla loro condizione quella di
infermità le desse l'occasione di rassomigliar. vivere nell'oscurità e nella bassezza ! poi
si vieppiù a Gesù Cristo crocifisso e di acqui- chè meno gagliarde sono in tale stato le len
stare nuovi meriti per l'anima'sua . Visse s. tazioni, e più facile è l'osservanza de' divini
Batilde circa 15 anni santamente nel mona- precetti , specialmente di quell'importantis
stero e con somma edificazione di tutta quella simo di umiliarsi e di mortificarsi, a fine di
comunità religiosa. Avvicinandosi il termine piacere a Dio e di conseguire l'eterna feli
della sua vita, si preparò ella al passaggio da cità.
questa vita alla beata eternità, con raddoppia La vita di s. Batilde fu scritta da un auto
re le sue ferventi orazioni e con atti di ar re anonimo, ma coetaneo e sincero, e trovasi
dentissima carità e d'infocati desiderii di u nel secondo secolo dei santi benedettini del
nirsi in perpetuo col suo somnio bene ; e cir- Mabillon e ne' Bollandisti ; i quali aggiungo
ca l'anno 680 , forse nel giorno in cui si fa no'un'altra vita, che in sostanza quasi in
di essa commemorazione nel Martirológio ro- nulla è differente dalla sopraindicata fuorchè
mano ( 26 gennaio ), se ne volò al cielo : chè nello stile ( Massini , Vile de ' santi, secon
ben Dio mostrar volle la santità di questa sua da raccolta , p. 178 e segg. ediz. di Bassa
fedele ancella co ' miracoli che opero al suo no, 1796 ) .
Mas .
sepolcro.
Tra tutte le condizioni , che , secondo il BATHNA O BATHAN . Città vescovile d'E
mondo, sembrano le più considerabili, è cer- dessa . Ai tempi di Giuliano Apostata era cit
tamente quella di re e di regina, perchè ad tà municipale della provincia Osroena , diocesi
essa cred'egli congiunte tutte le felicità e tut- di Antiochia. Procopio vuole che fosse un
ti i beni che si possono godere sulla terra A borgo dall'imperatore Giustiniano fatto cir
tal sublime condizione giunse Batilde dal bas- condar di mura. Certo è che Bathna era sede
so stato di serva, come si è veduto ; na per vescovile sino dal VI secolo sottoposta alla
questo fu ella forse felice e contenta ? Non metropoli di Edessa . Com .
già : perchè la fede le fece conoscere che tutte BATTAGLINI (Marco ) vescoyo di Nocera
680 BATTESIMO
nell'Umbria , e poscia di Cesena, nato il 23 sciogliendo altrettanti dubbii proposti sopra
marzo 1645, in una piccola città nella dioce- questo argomento . Nè qui fia il lullo, per
si di Rimini, mori nel secondo suo vescova- ciocchè a pienissima cognizione di materia
do il giorno 19 settembre 1717. L'opera che cosi importante, come in altrettanti capi or
gli acquistò maggior fama è la sua Storia u- dinatamente divisi chiuderemo l'articolo
miversale tutti i concilii generali e partico- presentando quanto fu dai concilii definito in
lari di santa Chiesti. Malgrado tale titolo non proposito nei suoi Canoni, e dalle principali
fece parola di tutti concilii, ma soltanto dei pontificie costituzioni.
principali in numero di 645 ; ma ne pubbli Battesimo è voce derivante dal verbo B4774
cò , nel 1689 , una seconda edizione in due felv , lavare, onde nel nostro idioma esprime
volumi in foglio accresciuta di 403 concilii, lavanda : quindi è che battezzare e lavare
ed a norma della quale sono state fatte le e sono una cosa medesima gnanto alla forza
dizioni degli anni 1696 , 1704 e 1714. Si ba dell'espressione. Presso i Pagani eziandio ,
ancora di lui, oltre alcune scritture di me ma particolarmente presso gli Ebrei , la fre
diocre estensione, gli Annali del sacerdozio e quente lavanda era in costume siccome ce
dell'impero intorno all'intero sccolo decimo- rimonia o rito di religione Sotto diversi si
sellimo dinostra salute. Venezia, quattro vo- gnificati fu varie fiate tal vocabolo usurpa
lumi in foglio. Il primo , 1701 , il secondo to dagli scrittori. Da alcuni per allizione in
1704 , il terzo 1709 , il quarto 1711. Ciascun terna dell'animo , dietro al delto di Gesii
di questi volumi abbraccia gli avvenimenti Cristo : Buptismo habeo baptizari, el quomodo
successi da un giubileo universale ad un al- coarctur ? Luc. 12 , vers . 50 ; da altri per pe
tro ; ossia nel periodo di venticinque anni. nitenza , come realmente era quello di san
Essi non sono divisi per libri, ma per anni. Giovanni : Praedicans baptismum poenilen
Lo stile è alquanto affettato e tronfio , vizio tiae. San Giovanni battezzò nella remissione
di quasi tutti gli scrittori di quel tempo , in dei peccati prossima futura in Gesù Cristo ,
cui si faceva poco conto della naturalezza e onde tal battesimo né conferiva la grazia ,
della semplicità . B. O , nè imprimeva il carattere , nė era , giusta
BATTESIMO . Di questo Sacramento san Ja dottrina dell ' Augelico , Summ . p. 3 , q . 38 .
tissimo di massima ed assoluta necessità per art . 1 , ad 1 , per sè stesso Sacramento , sed
gli uomini ad entrare nel grembo di santa quasi quoddam sacramentale , disponens ad
madre la Chiesa, divenire figliuoli di Dio, ed baptismum Christi.
eredi del cielo, e senza cui non si può ottene L'errore di Petiliano Donatista , il quale
re l'eterna salute , a parlare con tutta pro- sosteneva essere lo stesso il battesimo di Gio
prietà di linguaggio, ed esaminare quanto ad vanni e quello di Gesù Cristo, ideando che
esso si addice , egli è necessità dividere come l'acqua fosse istituita da Giovanni, lo spiri
per capi la materia ad esso spettante, e ciò to da Cristo , ed il fuoco dal Paracleto , fu
non solamente a togliere ogni confusione confutato e distrutto da s . Agostino , lib . 2
nel dire ; ma ancora affine di porgere al let- contra Epist. Petilian . cap. 32 , 34 , 37 .
fore le cose con quella regolata e disposta Il maggior errore però di Melantone, di Bu
divisione, la quale come per mano il con cero , di Zuinglio e di altri infiniti nemici
duca a vedere quanto gli può all'uopo suo acerrimi della romana credenza, fu anatema
convenire. Diremo adunque da principio del- tizzato, combattuto , annichilato dal Triden
la natura del bultesimo, sua istituzione ; de- tino, Sess , 7 De Baptis. can . 2 .
finizione e divisione, poscia della materia re Questi empi pongono in egual grado l'uno
mola di esso , indi della prossima, poi del- e l'altro battesimo , si nell' efficacia che
la forma di questo Sacramento, del suo mi- ngli -effetti, come si può vedere appo il Ber
nislro , del suscipicnte e dei riti che sono ti , De thcologicis discipl., tom . 6 , pag . 304 ,
proprii del battesimo stesso. Quindi parle- edit . Rom . 1742 ; Devoti , Instil. Canon ...
remo del tempo in cui incominciò ad esse tom . 2 , pag. 28 , edit . Rom ., 1802 ; Coccag .,
re amministrato, ed in cui si amministra- tom . 4 , De Buptis. diss . 1 , cap. 3 , pag . 11 ,
va nei secoli successivi, e diremo pure di edit. Luc . 1780 .
quello scrutinio che usavano fare verso i L'intensa contrizione del cuore talvolta col
Calecumeni prima di ammetterli al ricevi- nome di battesimo viene dinotata, come pure
mento, di questo Sacramento, e del nome lo spargimento del sangue per la fede cattolica.
ancora che ai battezzati imponevasi e tutto- Sotto questo senso parlò Gesù Cristo allorchè
giorno s'impone. Queste cose esposte , en- disse ai figli di Zebedeo: Nescitis quid petatis :
trando ad esaminare le varie opinioni dei potestis biberc calicem quom ego bibo, aut ba
grandi teologi, esporremo i loro sentimenti , plismo quo ego baptizor, baptizari ? Marc. cap .
BATTESIMO 681
10 , vers. 58. Queste significazioni per altro Mux cum illo per baplismum in morlem ; ut
non sono adequale per esprimere la natura del quomodo Christus surreril a mortuis per glo
vero ballesimo, che in sé altri doni contiene er riam Palris , ila cl nos in novilale vilac ambil
infinitamente maggiori. lemus, Rom . cap . 6 , vers. 5. Solliciti servare
Questo sacramento é, non per dignità ma unilalem spiritus in vinculo pacis . Unum cor
per ordine , il primo fra i sacramenti della pus et unus spirilus, sicul vocali cslis in un
nuova legge : questo è il sacramento tanto spe vocationis vestrae, Ephes, cap. 4 , vers. 3.
commendato dalle sacrosante Scritture, vendi. Le figure dell'antico Testamento indicanti
cato dai padri , e contro la malignità degli ere il battesimo sono : le acque del diluvio univer- "
tici custodilo e diſeso, nè mai nella sua eccel sale , con cui fu estinta la volana corruzio
lenza abbastanza spiegato dalle figure simboli ne ; il passaggio del mar Rosso ossia dell' Eri
che del vecchio Testamento: questo finalmente treo , il quale donò la libertà agli Ebrei ed
è quello che dai sacri dollori , considerata eslinse l'egiziana lirannide : la Probalica pi
ne la materia , è appellato Lavacrum aquae, scina che donava ai languenli la salule del
Ephes. cap. 5 , vers . 26, Aquae sacramentum ; corpo ed allre molte.
Terlullian . lib. 1 , De Baptis. cap . 1 , unda ge Avanti la sua dolorosa passione, checchè ne
nilalis ; S. Cyprian. epist . 2 , puvius aquac vi dicano gli avversarii , ed avanti il tempo in cui
talis. Rispello alla forma : Sigillum , signacu esso coi suoi discepoli ballezzava , fu da Gesù
lum, obsignatio fidci, Sacramentum Trinita- Cristo Signor postro instituito il sacramento
tis, Greg. Nazian . Oral. in S. Baptis. Final . del ballesiino .
menle ponderatine gli effetti : Lavacrum re Sebbene ne le Scritture ne la tradizione in
generationis, ablutio peccalorum , vitae novitas, dichino il momento in cui Gesù Cristo insti
Apost . ad Tit . cap. 5, vers . 5 ; sepultura homi tuì il Sacramento del battesimo, noi ci atten
nis cum Christo in mortem ; Act . Apost . cap . 22 ; ghiamo alla sentenza di quei padri che sosten
circumcisio non manufucia gono essere ciò seguito avanti la passione, al
Non è stalo da veruno descrillo con pia di senso delle Scritture stesse appoggiati : leggia
vivacità il ballesinio in ordine alla natura, di mo diſatti in s. Giovanni , al cap. 3 , vers. 22 :
gnità ed effetti, quanto dall'eloquentissimo s. Post haec venit Jesus, et discipuli ejus in ler
Gregorio Nazianzeno nella sua orazione qua ram Judacam , cl illic demorabatur cum eis et
dragesima, in cui cosi scrive : Baplismus est baptizabal, cioè per mezzo degli Apostoli , come!
splendor animarum , vilae in melius mulatio, viene spiegato nel capo 4 , vers. 2, quamquam
conscientiac ad Deum interrogatio. Baptismus Jesus non baptizaret, sed discipuli ejus : ma
infirmitatis adjumentum : baptismus carnis est poichè non battezzava col battesimo di s. Gio
objeclio, spiritus associalio, Verbi participalio , vanni , ma col suo proprio , come insegna s .
figmenti correctio, peccali diluviam , lucis com- Agostino , nel trattato 11 in Joan . , e come
mutatio , lencbrarum oppressio. Baptismus ve consta dalla emulazione dei discepoli di Gio
hiculum ad Deum , peregrinatio cum Christo, vanni, Joan ., cap. 3 , vers. 26, il che non sareb
fidei adminiculum , mentis perfectio, coeleslis be avvenuto, poichè in tale ipotesi Cristo sa
regniclavis, vitae commutatio, servilulis depul- rebbe apparso discepolo di Giovanni medesi
sio, vinculorum solutio, composilionis in melio mo ; dunque gli Apostoli baltezzavano col
rem slatum conversio. Quid plura commcmo battesimo di Gesù Cristo.
rare allinel ? Baptismus omnium Dei benefi Nè giova l'insistere che tale istituzione se
ciorum praestantissimum et magnificentissi- gui a Hora che egli , dopo la sua gloriosa risur
mum ..... Mulliplex hujus beneficii utilitas rezione , disse agli Apostoli : Euntes docete
mullas nobis appellaliones peperil. Domum vo omnes gentes , baplizantes cos ecc. molto piin
camus, gratiam , baptismuni , unclimem , illu- che avanti il suo risorgimento non poteva co
minalionem , incorruplionis indumentum ecc. municarsi la grazia , la quale è un effetto di sua
Abbiamo detto essere grandemente commen- passione. Imperciocchè primieramente è di
dalo dalle Scritture questo sacramento e spie- nestieri notare che gli Apostoli nell'ultima ce
gato dalle figure simboliche del vecchio Testa na furono ordinati sacerdoti da Gesù Cristo .
mento. L'apostolo s. Paolo infatti parlan- il che non si può impugnare senza censura. Si
do del battesimo , usa parole magniſiche che quis dixerit illis verbis : Hoc facile in meam
servono ad eccitare l'ammirazione, ed a spie, commemorationem , Christum non insliluisse A
garne l'eccellenza. Quicumque , dice egli , poslolos sacerdotes , aut non ordinasse , ut ipsi
baptizali sumus in Christo Jesu , in moric aliique sacerdotcs offerrent corpus et sangui
ipsius baptizali sumus. Conscpulli enim su nem suum , analhema sil. Concil. Trid . S'ss.
Encicl. Eccles, Vol. 1. Fuc. XI. 86
682 BATTESIMO
22 , cap. 9, can . 2. Ora se essi non fossero stati condariamente, un puro segno lo appella d'imi
baltezzati antecedentemente, se non fosse stalo tazione e non sacramento produttivo la grazia
il ballesimo instiluilo, essendo esso la porta santificante : in terzo luogo finalmente , perchè
degli altri sacramenti, come defini il concilio non distingue il battesimo dalla circoncisio
Fiorentino nel Decrelo enolico fra i Lalini ed ne, ed ascrive alla società della Chiesa i figli
i Greci, in questi termini : Primum ovmium dei fedeli anche non battezzati. I Sociniani in
Sacramentorum locum tenel baptismus, quod fine, per non riportare le molte loro prolisse
vilae spiritualis janna est : per ipsum ' enim · definizioni , descrivono il battesimo per una
membra Chrisli, et de corpore efficiamur Ec- semplice cerimonia non necessaria, e da niuna
clesiac ; e non ricevuto il medesimo non po- legge evangelica comandata . Questi errori , co
tendosi ricevere allri sacramenti, come viene me pure tutti gli altri , sono condannati dal
stabilito dai canoni, cap. Veniens 5 , de Pre- Tridentino, De Baptis. can 5.
sbylero non baptizato, non avrebbero potuto Lasciale pertanto in non cale le ca villose
gli Apostoli essere insigniti del sacerdozio ; definizioni dai mentovali eretici , e da allri
dunque ne viene per legittima conseguenza , loro seguaci assegnale , noi coi dollori orlo
che a tal epoca era già stato instituito il bat. dossi diremo che il bullesimo è un Sacramen
tesimo. Il testo poi nondum erul Spiritus Sun da Cristo Signoi insliluilo a spirituale ri
clus , deve interpretarsi con distinzione, impe- generazione dell'uomo, per mezzo della ablu
rocche non eravi visibilmente, concellesi ; vi zione esteriore del corpo fulla con l'acqua sol
fu però sempre invisibile per la comunicazio- lo la prescrilla forma delle parole : per la qua
ne della grazia , la quale è un effetto della pas- le, come è pianifeslo, viene indicato il sacra
sione di Cristo, come causa morale e merilo- nento in quanto al genere conveniente cogli
ria , non come causa fisica , mentre in questa allri , viene indicala la differenza da essi , la
deve precedere l'effello , altrimenti gli Apostoli materia prossima e remola che è l'acqua natu
ricevendo nell'ultima cena l'ordine sacro e rale, e finalmente la forma.
l'Eucaristia, non avrebbero insieme ricevula Sebbene uno sia il sacramento del battesi
la grazia , il che è assurdo. A lutto questo si mo cosi propriamente detto , mentre egli è uni
aggiunse la probabilissima opinione che Cri- co nell'essenza, come spiega la Glossa , in tre
1 sto colle sue proprie mani battezzasse Maria maniere nondimeno riguardasi, cioè di acqua
Vergine sua Madre es. Pielro, il quale poi bal- ( piuminis ) , di desiderio (fluminis ) , di sangue
tezzo gli altri Apostoli . Che tutti questi rice- (sanguinis ). Del primo già si è delto. Del su
vessero il ballesimo di Gesù Cristo si ha dal condo, cioè flaminis, intendesi la perfella con
capo Quando ab Hierosolymis , De consecra trizione dell'uomo col volo o proposito di ri
tione, distincl. 4. Dunque il battesimo era sta cevere il ballesimo, e di questo leggesi negli
to instiluito da Cristo avanti la sua passione. Alti Apostolici , cap. 1 , vers . 5 : Vos autem ha
V. Berli, tom . 6 , De theolog. discipl., ediz. di plizabimini Spirilu Sunclo non post mullos
Roma, 1742 , pag. 529. hos dies. Finalmente nel terzo , cioè uinis,
Ora qui riporteremo, onde agevolmente se si comprende il martirio sofferto per la fede di
ne veda il difetto, le definizioni, che del me Gesù Cristo. 1
desimo sacramento sono dale dagli eretici , le Che questi due generi di battesimo ultima
quali nella sostanza sono del tenore seguente. menle ricordati sieno sufficienti di per sè stes
Filippo Melantone appella il battesimo un si nel caso di necessità a produrre la giustifi
sogno per mezzo del quale Deus nobiscum agit, cazione, non si può revocare in dubbio. Det
el recipit nos in grulium .Ognun vede essere que- ballesimo di desiderio ossia di contrizione già
sta definizione atfatlo universale, che non solo fu da Innocenzo III deciso ; e perciò il Triden
ad ogni sacramento , ma all'ufizio eziandio del. tino dichiara che non si può ottenere la giu
la predicazione conviene, mercecche in talguisa stificazione, la quale altro non è che una fras
viene considerato per un mero segno indican . Jazione dallo stalo di figlio di Adamo a quel
te , e non per un sacramento producente la ' lo di figlio di Gesù Cristo, che per mezzo del
grazia che santifica . Eccone l'altra di Calvi. bagno della rigenerazione, o per il desiderio di
no : Esl signum imilationis , quo in Ecclesiae essa . Così pure desumesi da varii testi della
cooplamur societatem , ut Christo insili inter fin sacra Scrittura , e precisamente dai Proverbi :
lios Dei censeamur . Per tre motivi ella è que . ' Universa delictu operit charitas ; e da s. Luca :
sta pure viziosa : primieramente, ei non espri- Kemilluntur ei peccalu inulla , quoniam dile
me il fine primario, qual è la spirituale rigu. xil multum ; e da Ezechiele: Si egeril poeniten
nerazione e la liberazione da ogni peccato : sť- liùm impiis ... vilu viset el non morietur . Ri
BATTESIMO 085
guardo poi a quello di sangue manifestamente In quanto alla necessilà del ballesimo, dire . '
apparisce dallo stesso testo canonico, ove dice- mo, che instituito da Gesù Cristo per la spiri
si : Baptismi vicem aliquando ' implere pussio- tuale rigenerazione dell'uomo ; echiaro a lulli
nem de Latrone illo , cui non baptizalo dicluin essere assolutamente necessario per la elerna
cs1 : hodie mecum eris in Paradiso, bealus Cy- salute. E le parole di Gesii Cristo medesimo
prianus non leve documenlum assumpsit ; e consolidano ſuormisura questa nostra asser
pel sommario di esso dicesi con maggior pre- zione di verità . Dice egli infalli appo Giovan
cisione ; Eſfusio sanguinis implet vicem ba- ni al capo lerzo : Nisi quis renalus fuerit ex
plisini. aqua et Spiritu Sancto, non potest introire in
Quesla verità desumesi dalle promesse di regnum Dci. Questa necessilà si conferma al
Cristo il quale conceder volle questo singolare tresi col dogma del peccato originale derivalo
privilegio a quelli che con costanza di animo in tutti gli uomini dal primo padre, il quale
sostengono per la sua fede il martirio : imper- non si cancella se non con questo sacramento.
ciocchè, siccome nota Agostino, lib. 13, de Ci- Questa necessità poi non è in lutii exuale, cioè
vil. Dci , cap. 7 , guegli che disse : Nisi quis re ella è necessità di mezzo nei fanciulli , è necos
natus fuerit ex aqua, etc.,disse ancora : Omnis silà di mezzo e di precelto insieme negli adul
qui me confessus fueril coram hominibus, con- ti . La ragione della prima parte si è , perchè i
fitebor el ego cum coram Pulre meo ; et qui fanciulli senza questo sacramento non posso
perdiderit animam suam propter me, inveniet no conseguir la elerna salute, nè può supplir
eum . Oltre di chesilegge in s . Tommaso , quacsl. vi la fede od il voto dei parenti applicato o col
87. art. I; ad 2: Passio pro Christo suscepla segno di croce, o colla in vocazione della Ss.
oblinet vim baptismi , el ideo purgal ab omni Trinilå, con e insegna s. Agostino, nell'episto
culpa et vcniuli cl morlali, nisi actualiter vo la 166 a s. Girolamo. Negli adulti poi vi èan .
luntatem peccato invencril inhaerentem . che la necessità di precello, perchè è ben vero ,
E qui progredendo nella materia, a rispon- che col battesimo in volo possono divenir sal
dere ad alcuni che dicono il ballesimo di Gesù vi , ma è vero altresì , che questo ballesimo in
Cristo essere lo stesso che quello che dava s. volo sarebbe per essi inefficace, anzi non sussi
Giovanni lungo il Giordano, diremo , che se la sterebbe, quando, potendo ricevere il ballesi
! voce battesimo si prende nella sua originegre- 010 , non !o ricevessero.
ca , che significa lavanda, come abbiamo delto E posciaché abbiamo ricordalo teslè il bat
di sopra, è verissimo che il ballesimo di s. Gio- tesimo in volo, non sia fuor di luogo osservare
vanni e quello di Gesù Crislo è una slessa co se questo battesimo di desiderio, siccome quel
sa ; ma non così se si riguarda la rispelliva lo- lo di sangue, produca nell'anima gli stessi
ro efficacia . San Giovanni stesso confesso, come effelli che produce quello di acqua .
abbiamo nel Vangelo appo s. Malleo al ca po Quanlunque il battesimo sia uno solo, lut
terzo, s. Marco al capo priino , e s . Luca al ca lavia , come abbiam detlo, si distingue in puni
po terzo , la differenza de suo ballesimo da nis, ſaminis , sanguinis, e questa distinzione,
quello di G. C. , col protestare , se buplizure come insegna s. Tommaso , non toglie la dilui
quidem per aquam , e che Gesù Cristo baiteza unità , contenendosi il ballesimo fluminis, san .
zerebbe in Spiritu Sancio .E tale è la diffe. guinis in quello di acqua, il quale ha la sua
renza, che passa tra l'uno e l'altro ballesimo efficacia dalla passione diCristo, e dallo Spi
per rapporto alla loro efficacia, che s . Paolo, rito Santo . Che amendue questi battesimi sup
Acl. 19, comandò che fossero battezzati col pliscano alla mancanza di quello di acqua
baltesimo di Gesù Cristo quelli che in Eleso quanto alla remissione dei peccali, ed alla in
asserivano di aver avuto soltanto il ballesimo fusione della grazia, non vi ba alcun dubbio .
di s. Giovanni, onde è che l’Angelico, 5 part. Il battesimo di desiderio infatli consiste nella
quaesl. 58, arl.3.sapientemente insegna, che perfella carilà verso Dio colla deleslazione dei
1
operazione di Giovanni era preparatoria a peccali, e col voto del ballesimo almeno in
Cristo, ma che la grazia doveva conferirsi per plicilo, della quale carità è sempre effillo la
Cristo, secondo quel dello dell'Evangelio : giustificazione, secondo quel dello di Gesù
Gralia et veritas per Jesum Christum fucta Cristo in Giovanni,alcapo decimoquinto : Qui
est.Jo. 1. Quindi è pure, che il concilio di diligil me, diligetur a Patre ineo . Ed è perciò
Trento, nella sessione settima, al capo primo che s. Agostino nel libro quarto de baplismale,
ha definito : Si quis dixeril baptismum Johan- al capo vigesimosecondo, scrisse : Eliam atquc
nis camdem vim cum buplismo Chuisli habuis . eliam considerans invenio, non lonlum passio
$C, anathema sil. nem pro noinine Christi , id quodl a baplismo
684 BATTESIMO
deeral posse supplere , sed etiam fidem , con in dieci arlieoli. Noi dei principali direnwo , ac
* versionemque cordis, si forle ad celebran- cennando pure in proposito gli errori degli
dum mysterium baptismi in angusliis tem- erelici .
porum succurri non potesi. Lo stesso deve Gli Origenisti , come narra s. Epiſanio, hae
dirsi del battesimo di sangue, che è il marti res. 64 , dicevano che i peccali non vengono
rio, che supplisce alla involontaria mancanza cancellati col mezzo del battesimo, ma sola
del battesimo di acqua. Cosi insegna a Tom- menle sopiti . 1 Pelagiani , negando il peccalo
inaso , 2 , 2, quaestion. 124 , art. 1 , ad 1. Lo originale, dicevano per conseguenza che non
spargimento del proprio sangue per Gesù Cri- viene tollo dal battesimo. Gioviniapo cadde in
sto ſa le veci del battesimo. Quindi siccome un altro estremo, insegnando che pel battesi
nei fanciulli battezzati i merili di Cristo per mo non solo vien tolto il peccato originale, ma
la grazia del battesimo operano al consegui- che diviene anche impeccabile chi lo ha rice
mento della gloria ; parimenti negli uccisi per vuto. I Luterani ed i Calvinisti , rinnovando
Cristo, i meriti del martirio di Cristo opera gli errori degli Origenisti, negano che il pecca
a conseguire la palma del martirio. Così pu . to sia tolto per mezzo del hallesiino, e dicono
re insegnano le divine Scritture , come leggesi che solamente viene coperto e non imputato.
appresso s . Malieo al capo decimo : Omnis qui Così brevemente narrati colesli errori, esami
me confessus fuerit corum hominibus, confile- niamo se il battesimo conferisca la grazia san
bor el ego eum coram Paire meo . tificante,
Ma da tutto ciò si polrà dunqueinferire che La sentenza affermativa in proposito è di
eguali sieno gli effetti del battesimo di acqua fede, e viene dichiarata da innumerevoli testi
a quellidel battesimo di desiderio e di sangue ? monianze delle Scrillure. San Paolo, scrivendo
No. Perciocchè ilbattesimo di desiderioe quel ai Corinti la sua prima lettera , disse : Scd ablu
lo di sangue cancellano il peccato originale ed i li eslis , sed sanctificali estis, sed justificatiestis .
peccati alluali, ed accordano la remissione del. Indi a Tilo nel capo terzo : Salvos nos fecit
la pena, e la infusione della grazia , ma non per lavacrum regenerulionis el renovalionis
imprimono il carattere, non rendono la perso- Spiritus Sancli. Questa grazia ci fa figliuoli
na soggetta alla Chiesa, né danno il dirillo di di Dio, e membri di Cristo , come si esprime
comunicare vei suoi beni, nè la prossima capa- l’Apostolo ai Galati nel capo terzo : Omnes
cità di ricevere gli altri sacramenti. Questi ul- filii Dei eslis .. .. Christum induislis, E di
timi effelli sono proprii soltanto del battesimo nuovo nel capo ottavo ai Romani: Si autem
di acqua , per cui l'uomo entra visibilmente filii Dei, haeredes ; haeredes quidem Dei,
nel corpo visibile della Chiesa, e diviene mem . cohaeredes autem Chrisli. La grazia santifican
bro di essa . Anzi i due primi baltesimi non ll, infusa nel ballezzato , rende l'anima con
suppliscono a questo riguardo anche ai primi sorte della divina natura , ed ha a compagne le
effeili, quando non siano accompagnati dal vo- virtù ed i doni dello Spirito Santo, per cui i
to del batlesimo sacramentale , perchè non battezzati divengono più pronti agli atli di
può esservi carità , nè contrizione efficace , pietà , e divengono figliuoli di Dio , non per
nè vero martirio della legge dell' Evangelio, extrinsecam deputationem , ma per una parte
senza il voto del battesimo , mezzo da Cristo cipazione della divina natura e comunicazione
prescritto per entrar nella Chiesa, e conseguire dello stesso spirilo.
l'elerna salute . Che se tali divengono i battezzati , dunque
Che se il battesimo è di tanta necessità ad toglie forse il battesimo tutti i peccati in quan
ognuno, senza cui non può parlecipare della to alla colpa ?
eredità dei figliuoli di Dio, chi non vede come Certamente rispondono tutti i Cattolici , pro
si macchiano di grave colpa quei genitori e pa vando questa asseverante risposla cogli oraco
renti che differiscono di dare il batlesiino ai li chiarissimi della divina Scrillura. Baplize
Joro fanciulli , esponendoli così senza necessità tur unusquisquc vestrum in reniissionem pec
veruna al pericolo di eterna dannazione ? Man catorum , leggesi negli Alti Apostolici al ca po
cano costoro alla legge di carità, operano con secondo ; ed appo Giovanni al capo primo :
tro la consueludine della Chiesa, per cui di Sunguis Jesu Christi Filii Dei cmundut nos
enorme realo si brullano. ab omni peccato ; ed al capo decimoterzu : Qui
Ora un nonnulla esporremo intorno agli ef lolus esi, non indiget ut pedes lavel , sed est
felli del battesimo. San Tommaso , nella terza mundus lotus. E s. Paolo ai Romani scriveva :
parte, alla questione sessagesimanona, parla a Nihil ergo duninationis est in iis qui sunt in
lungo degli effetli del baitesimo, che divide Christo Jesu . Queste lestimonianze a pien me
BATTESIMO 685
riggio dimostrano che i peccati fulli non sono per mezzo del contatto del prezioso suo cor
come coperli, ma bensi interamente lolli. Im- po la virtù santificante, la dichiarò la vacro
perocchè quelli che rinascono, sono rigenerali a ciascun necessario : Nisi quis renalus fueril.
e rinnovali, come dicono le Scritture, perdono Per la soinma necessità appunto di conseguire
tutta la prisca immondezza. E la ragione ne con questo mezzo l'eterna salute, fu l'acqua
la presenta s. Tommaso, dicendo nella terza fra tulle l'altre materie prescella ; poiché può
parte , questione 69 , articolo 1 : a Per mezzo del in ciascun luogo essere reperibile, come pure
battesimo muore l'uomo al peccato , e vive perchè meglio d'ogni altra l'effello denota
della vita divina, come asserisce Paolo scri- del ballesimo islesso, quale è di cancellar le
vendo ai Romani nel capo quinto : Existimale macchie dell'anima, siccome dell'acqua è pro
vos mortuos quidem esse peccatis , viventes au- prietà il purgare le sordidezze del corpo.
tem Deo in Christo Jesu . Adunque tulli i pec Contro questa infallibile ed inconcussa dot .
cali che appartengono alla veluslå della vita , trina si sollevano in ogni tempo degli ereti
nel ballesimo non sono coperli , ma veramente ci i più pertinaci , intenti lutti ad annichilare
muoiono. » E ciò viene insegnalodalla costante col sacramento del ballesimo, ch'è la porta
e perpetua tradizione, come definiva il conci- ed il fondamento degli altri , la Chiesa di G. C.
Jio di Trento nella quinta sessione , canone Troppo lungo sarebbe tulli quivi indicarli;
quinto, con queste parole : Si quis per Jesu noi rammen teremo soltanto le selle primarie
Christi Domini nostri gralium , quae in bupli- che vienmaggiormente infierirono contra la
smale conferlur, realum originalis peccali re materia, della quale adesso facciamo parola .
milli negal, aul eliam asserit, non tolli lolum I primi che insorsero ad impugnarla , giusta
id quod veram et propriam pcccali ralionemi il sentimento di s. Ireneo , furono i Gnostici . S.
habet, sed illud dicit tantum radi, aut non im Irenaeus lib. I contra Hueres.cap. 16. Questi
puluri ; analhema sil. eretici professando la filosofia di Pitagora e di
Ed è pure sentenza definita nel concilio Fi. Platone, a questa storiamente accomodarono le
rentino, nel decreto agli Armeni, il ballesimo sacre Scrillure , cangiandone i sentimenti, e
togliere il reato della pena elerna e temporale ; chiamando semplici quei cristiani che stava
poichè in quel decreio intorno al bailesimo no al senso letterale delle medesime. Chi bra
cosi fu sanzionalo : Sucramenti effectus est re masse vedere estesa mente la diabolica loro dots
missio omnis culpae originalis et actualis omnis trina , consulti l'opere del cilato scrittore, di
quoque poenae ; lo che fu poi confermato nel Terlulliano , di Clemente Alessandrino , di
Tridentino. La congrua ragione ci viene data Origene e di s . Epifanio . Dissi di sopra che
dall'Angelico nel luogo citato all'articolo se . essi abusivamente si arrogarono un tal nome
condo ; ove dice : Aqua enim non abluil mo di Gnostici: perciocchè nel suo vero significa
do, sed refrigerat ctiam ; el hoc suo refrigerio to è anzi un contrapposto all'erronea loro dot
significul sublraclionem realus poenae, sicul sua trina deltata dal puro capriccio ; quindi è che
ablulione significat emundationem a culpa. E Clemente Alessandrino, sollo questo nome di
ciò consta parimenti dalla consuetudine della Gnostico, descrive il vero cristiano , e di que
Chiesa, la quale ai battezzali non impose mai sto si serve a confutare i medesimi erelici
alcuna pena di soddisfazione. Ma se ciò opera il che in tal guisa si appellano, lib. 7 Slro
battesimo, rimangono tuttavia le pene tem- malon .Le loro eresie ricolmano di spavento
porali , quali sono la fame , la sele, i morbi e e di orrore. Si veda Fleury, lib. 3 Hist. Eccl. ,
la stessa morte, che è lo stipendio del peccato : p. 333. 1 Gnostici erelici si resero famosi par.
poichè dice s . Tommaso al luogo sopraddelto, ticolarmente in Oriente nel principio del cri
articolo terzo : Baplismus habet virtulem al stianesimo. Ad essi si unirono gli Arcontici e
ferendi poenalilales praesentis vilue ; non la- gli Ascodruti, che combatterono i sacramenti,
mien eas aufert in pracsenli vila; sed ejus vir ma specialmenle il battesiino e la 'maleria che
lutes auferenlur a juslis in resurrectione. Im lo coin pone. S. Epif. Haercs. 34. Theodor., lib.
perocchè sono tali penalità materia ed occasio- ! , Hucres. fabul. cap . 1 .
ne di quella battaglia spirituale, nella quale Successero a questi i Caiani della stirpe va
l'uomo vincitore consegue la corona. lentiniana, i Quintilliani, così denominali da
Della materia remota del ballesimo. - Re. una certa feminina Quintilla e confutali da
mota e prossima è la materia di ciascun sa Tertulliano nel suo libro De baplismo, cap. 1 .
cramento . Ora la materia remota del balle e 2. Dei primi cosi si esprime: Nuper conser .
simo è l'acqua , delerminala da G. C. mede vala ist hic quaedam de Cajanu hacresi viperu
simo allora che là nel Giordano, donandolo veneranlissima, doctrina suuplerosque repulil,
086 BATTESIMO
in primis baptismum destruens, nam ferae, vi si potrebbero quiannoverare, che per brevità si
perae el aspides ipsíque reguli serpentes arida tralasciano, le quali neliminarono nel battesi
el inaquosa scctantur . E della seconda : Quin- mo l'acqua, o sostituirono allrematerie per il
lilla monstruosissima, cui nec integre quiciem che gravemente ripresi furono con pello evan
docendi jus crat optime noral pisciculos ne- gelico da Gregorio IX Pontefice romano.
carc , aquam auferens. Non è qui di mestieri confutare gli errori
Poscia circa il quarlo secolo i Manichei che delle nominale sacrileghe sette, essendo che
presero il nome da Manele , e da s . Agostino già fulminate furono colle censure della Chie
comballuti furono dopo la sua conversione. sa, e la dollrina è tanto chiara di per sé stes
Questi in infinile selle divisi e suddivisi arre sa , che non abbisogna di prove per essere con
carono coll’empie loro doltrine mali deplora. fermata . Ecco la legge deltata dalla bocca istes
bili al mondo, distruggendo il ballesimo e par sa di G.C : Nisi quis renatus fuerit ex aqua el
ticolarmente la sua materia ; come proveniente Spiritu Sancto, non potest introirc in regnum
dal principio malo, e però rigellarono un tal Dei, Joan. cap. 3. vers. 5 ; ed ecco negli Alli
sacramento conferito con l'acqua siccome fru • degli Apostoli l'adempimento della medesima
straneo ed inutile. Sanct. Agustinus , lib . 1 de sopra l'eunuco della regina Candace, che dice
Hacres., Hueres . 46: Baptismum in aqua nihil a Filippo : Ecce aqua : quid prohibet me bn
cuiquam perhibent salulis afferre, nec quem- ptizari ? Descenderunt uterque in aquam . Phi
quam eorum, quos decipiunt, baptizant. lippus el Eunuchus, el baptizavit eum . Act. A
Si levarono quindi i Seleuciani e gli Ermi. post. cap . 8 , vers. 36 , 38. Respondit Petrus :
niani, i quali appoggiati a'principii medesimi numquid aquam quis prohibere potest, ul non
dei Manichei, non ammettevano il battesimodi baptizentur hi, qui Spiritum Sanctum accepe
acqua . Il fondamento dell' empie loro opinio- runt sicut el nos ? el jussil cos baptizari in no
ni, al dir di Filastrio, anteriore assai a s. Ago- mine Domini Jesu Christi, c. 10.v. 47. Chi per
slino, basavasi sulle parole di s. Giovanni , ala tanto potrà revocare in questione che l'acqua
lorchè dice di Cristo : Ipse cos baplizabil in vera ed elementare non sia la maleria del bat .
spirilu el igni : del qual testo abusarono , a tesimo unica e necessaria ? Di questa appunto
riferir di Eracleone presso Clemente Alessan. parlò l'apostolo s, Paolo , allora che scrivendo
drino, lib. de prop !retia, ove per materia di tal a quelli d'Efeso, disse : Christus dileril Eccle
sacramento , invece dell'acqua. prendevano il siam , et seipsum tradidil pro ca, ut illum san.
fuoco. I Valentiniani ed i Giacobini ( da Gia- clificarel, munduns lavacro aquae in verbo vilae.
como Zanzalo di Siria ) furono emanazione di Ad Ephes. c. 5. v . 25 ; di questa nell'epistola
essi. Dai Manichei in egual maniera deriva agli Ebrei : Accedamus cum vero corde in ple
rono nelle Gallie, al riferir di Cardonio, le set. niludine fidei, aspersi corda a conscientia mala
te dei Calari , degli Albigesi , dei Petrobusiani et abluli corpus aqua munda , lencamus spei
e dei Priscillianisti, dei Beguardi e dei Begui- nostrae confessionem indeclinabilem . Ad Hebr .
ni in Germania e dei Bulgari in Italia, che du cap . 10 , v . 22. Di questa finalmente ragionó
rarono lino all’undecimo secolo. La selta dei l'apostolo s.Pietro, dicendo : In diebus Noe ...
Valdesi scagliò con più fierezza gli avvelenati pauci, idest octo animae salvae fucine sunt per
suoi strali contro il sangue nel sacrificio del aquam : quod el vos nunc similis formue sal
l'altare e contro l'acqua nel sacramento del vos fucil baptisma. Petr. Epist. 1 , cap. 5, v. 20 .
Djallesino ; si uni in progresso a questa l'altra Alle autorità venerabili delle sacrosante
dei Flagellanti, e precisamente nel secolo XIII, Scritture , si unisce l'universale e costante tra
la quale si diffuse per l'Italia , per le Gallie, dizione , la pratica invariabile della Chiesa e
per la Polonia e per la Germania , per ogni finalmente l'oracolo reiteralo della calleilra in
dove seminando eresie, insegnando che ciascu- fallibile del Vaticano. Interrogato Stefano ll :
no doveva ballezzarsi semplicemente col pro- An rile se gesseril Presbyter baptizando infun
prio sangue dalle vene spremuto per mezzo dei lem periclilantem vino er aquae defectu ? ri
flagelli. spose : Quod si aqua adfuilpraesens , ille Pre
Anche i Marcosiani ed i Paoliciani , i pri- sbyter excommunicelur ctpoenilenliac submil
.mi cosi delli da Marco della sella dei Gnosticitatur, quia contra Canonum sententiam ngere
( come riferisce s. Epifanio , Hueres. 34 , ) rigella- praesumpsil. Domandato a Gregorio X : An ri
rono nel baltesimo l'acqua, appoggiati al male te in cercvisiu baptismus fucrit collatus? disse :
interpretato testo di G. C. Ego sumn aqua viva ; Cum secundum doctrinam evangelicum opor
e prendendo tale espressione per l'acqua as teal ex aqua cl Spiritu Sanclo renasci, non de
segnala in luogo di materia. Alire molte selte bent reputari rilc baptizali, qui in cerevisia bu •
BATTESIMO 687
plizantur. Finalmente ricercato Innocenzo III, o dolce, di fiume o di pioggia, di fonte o di
An valerel baptisma in salivae conspersione bagno, limpida o sulfurea , di ghiaccio o di ne
collatum ? replicó : Quod cum in baplismo duo ve già sciolta , purché intalla resti la sua pri.
necessario requirantur, scilicet verbum et ele- maria ratura. La sommamente dubbia è l'ac
mendum , dubilari non debel, illos verum non qua distillata dai fiori . dalle piante, la legge
habere baptisinum , in quibus non solum u ra liscivia ( volgarmente ranno ) che provata
Irumque praediclorum , sed eorum allcrum non ha l'azione del fuoco . Proponevasi dai
omissum csl. dottori la questione se la decozione di carne
A tullo questo per ultimo aggiungeremo la ( volga rmenta brodo ) possa essere ammessa per
conferma del concilio lateranense , Laleran.cap. materia sufficiente del battesimo in caso di ne
Firmiter , De Summa Trinitate ; del concie cessità . Dietro le tracce dell'angelico dottor s.
lio fiorentino nel decreto di unione, Florentin . Tommaso rispondesi con distinzione: n questa
in Decreto unionis Armenor.; in fine del Tri- decozione di tale, in cui variate sieno el'essenza
dentino il quale in questi termini precisi si to e la specie dell'arqna, ovvero al contrario. Nel
sprime : Si qyis dixerit aquam veram el nalu . primo caso si replica negativamente, affermati
ralem non esse de necessitate baptisini; alque vamente nel secondo. Eccone le sue parole: Ad
ideo vorba illa Domini nostri Jesu Christi : Nic dubium ,de jusculo el de lirivio.- Admiælio chri
si quis renatus fuerit ex aqua et Spirilu San smatis non solvit speciem aquae, sicul nec eliam
clo , ad metaphoram delorseril, anathema sit. aqua decolionis carnium aut aliorum hujusmodi
Delerminata cosi la materia a cessare qua- nisi forle sit facta tanta resolutio corporum li.
Junque difficoltà benchè menoma , noi per la xalorum in aqua , quod liquor plus habeat de
comune chiarissima intelligenza , dielro alle alicnu substantia, quam de aqua, quod ex spise
tracce del Pontefice Gregorio XIII , Risp. 2,nel siludine perspici potest. Si tamen ex liquore
Rituale daloin luce per opera sua, ove è scritto : sic inspissalo exprimalur aqua sublilis , polest
Maleriam hujus Sacramenti (idest baptismi) esse in ea fieri baptismus, sicut ex aqua quae ex.
aquam veram el naturalem , ut fontium , puteo- primalur ex luto, licet in lulo buplismus fieri
rum , maris, fluminum, lacuum , stagnorum . pa- nequit. Quod de jusculo dictuin est , poliori
ludum , cisternarum el pluvialem , et sic quam- jure polest de lixivio affirmari. D. Thom . 3
cumque simplicem elpuram, quae propriam a P, q . 66 , ad 4 .
quae speciem relineat :nec referrefrigida sil, un Finalmente l'invalida sono le lacrime, il su
calida : non autem aquam drlificialen , ut cxro- dore, l'orina , ilvino, il latte, i liquori, il suc
sis, floribus seu similibus rebus erpressam ... co espresso da qualunque frullo o pianta , co
neque quemvis alium liquorem . Nėgiova niente me pure il ghiaccio e la neve ancor congela
qui l'obbiezione degli avversarii , i quali dal ti , poichè sebbene tanto l'uno che l'altra sien
detto di s . Giovanni Battista , Malth. cap. 3, acqua naturale , non possono dirsi per allro
v. 11 : Qui aulem post me venturus est, for- acqua usuale o fluida .
tior me cst... ... ipse cos baptizabil in Spi Premessa tal distinzione, per allontanare o
ritu Sanclo et igni, deducono non esser l'ac- gni equivoco , è d'uopo accennar la dolorina
qua anche naturale materia di questo sa che in pratica dee costantemente tenersi . Sa
cramento ; imperciocchè il Precursore non par- rebhe dunque in primo luogo senza meno reo
Java allora della materia , ma bensi dell'intimo di colpa mortale chiunque nel battesimo so
effetto del battesimo, ch'è prodotto dall'ope. lenne usasse acqua diversa da quella che si
razionedello Spirito Santo, anzi non mancano conserva nel sacro fonte Paulus, p. 4 , frat . 26
dei padri sommi , che per tal testo intendono punt. 3. Bonac. de baptism , punt. 7 , Sylvesler
Ja discesa dello Spirito Santo , sotto la forma verb. baplizans 2, quaest. 3, el altri. Insegna
di lingue infuocale, le quali agli A postoli gra- no questi peccar mortalmente chi operasse
tuitamente comunicarono singolarissimi doni : nella sopraccennala maniera tanto per la vio
la quale discesa in senso accomodatizio, ſuan- Jazione della pratica universale della Chiesa ,
che appellata baltesimo. Dietro alla dottrina dels quanto per la trasgressione del disposto dalla
l'angelico dolt. s. Tommaso, s. Thom . 3, part.ad Clementina unic, de baptismo, la quale comiu
5, e di altri sani teologi la distingueremo in cia : Praesenti prohibemus ediclo .
tre classi : nelle prima collocheremo la mate Torna qui arconcio accennare essere anti
ria certa , nella seconda la sommamente dub- chissima disciplina nella Chiesa di benedir il
bia ; nella terza io fine l'invalida. La certa , fonte baltesimale. Ciò si rileva dalle opere di
come già si è dello di sopra, è l'acqua vera e s . Basilio, De Spirilu Sancto c. 27 , p . 55, lomi .
naturale, o questa sia fredda o calda, amara , 3 ; da quelle di s . Gregoric Nisseno , De bapli
688 BATTESIMO
smo Christi , pag. 805, . 2, edit.Paris. 1615 , da est : si non avest possibilitas , via lutissima pro
quelle tinalmente di s. Cirillo Gerosolimitano, rima tenenda est ; cessante impossibililate, cau -
di s . Ambrogio e di altri ; e questa benedizione le supplendum id quod impossibililas prohi
è quella che i padri appellano santificazione bebal.
c consecrazione. Nel sabato santo e nel sa bato Della maleria prossima. La materia pros
della Pentecoste presso i Latini, ed in ciascuna sima del battesimo altro non è che l'applica
circostanza di dover battezzare presso i Greci , zione dell'acqua, di cui abbiamo precedente
si benedice l'acqua. Vedasi s. Carlo Borromeo , mente parlato, sul corpo del battezzando. Que
Instruci. de baplismo. Acl. Eccl. mediolan . p . sta immediata applicazione pno in tre maniere
5 , 1 , 1 , p . 422 , ediz . di Padova. Varie preci sta. eseguirsi : per immersione, per infusione e per
bilile dalla Chiesa e riportate dall'autor delle aspersione. Non essendovi state su di ciò con
Costituzioni apostoliche, lib . 7. cap . 45, diversi siderabili opposizioni fra gli erelici ed i catto
segni di croce e l'infusione del sacro crisma lici , secondo la diversilà delle circostanze e dei
( che maggiormente spiega la forza del sacra- tempi si usarono tutte più o meno frequente
mento ) sono sempre stati i rili di tal bene. mente e da' Latini e da Greci,fintantoche dalla
dizione. Martene, de antiquital. Eccl. ril. lib . Chiesa Romana ed universale un metodo fer.
1 , c . 1. art. 14 , S3, 1. 1 , p . 48 , edit. Venet . mo per entrambi fu sļabilito. Niun precetto
4763, narra che nei primi secoli della Chiesa nell'Evangelio ritrovasi , che ne determini la
per la moltitudine dei ballezzanti presso che precisa maniera, poichè non altro si legge, se
conlipua, non essendo sufficiente l'acqua del non se : Baptizantes cos: Nisi quis renalus
forle, ne veniva introdotta della nuova nel fucrit er aqua etc. , dunque qualunque è suf
ballisterio per mezzo di varii canali .-- Secondo: ficiente per la validilà del ballesimo . Di fatti
se nel caso di necessità preferisse la materia l'Eunuco fu ballezzato da Filippo per immersio
dubbia alla certa , perché in tal guisa espor- ne, quando antecedentemente l'apostolo Pietro
rebbe a pericolo sommo la salute eterna del ballezzato aveva tremila persone in un sol gior
l'innocente fanciullo. Sentenza comune fra i no per aspersione. Act. c. 2, v. 41. Oltre di che
canonisti e i teologi. - Terzo: si renderebbe sa allender si deggiono le parole di s. Cipriano ri .
crilego il battezzante se ( eccelluata l'urgenza ) guardo al baltesimo dei clinici o sieno infermi.
nisasse l'acqua torbida, anzi che quella lim . con le quali dice : Nec quemquam movere dea
pida, poichè in re gravi mancherebbe di ri- bet, quod aspergi vel perfundi videantur aegri
verenza verso di un tal sacramento . - Quarto : cum gratiam dominicam consequuntur, quan
finalmente se commettesse nell'estrema neces do Scriptura sacra per Ezechielem Propher
silà , in difello dell'acqua elementare, di usare tam loqualur el dical : El aspergam super vos
almeno la dubbia , atteso che per legge natu- aquam mundam : unde apparet aspersionem
rale, divina ed umana, per quanto è possibile, quoque aquae instar salutaris lavacri oblinere,
Tenuli siamo ( quando non siavi la colpa ) di et quando haec in Ecclesia fiunt,ubi sitetdan
porre al danno altrui il più espediente ri- tis et accipientis fides, integra slare omnia, et
paro . Cap. Si nulla. De consecratione, dist. 4. consumari ac perfici posse majestate Domini
Quia non intervenil temerilas praesumplio- et fidei verilate. Ho dello per la validità , mer
nis, ubi esl diligentia pictalis. Devesi però in cecché illecitamente sarebbe amministrato, su
Tal circostanza avvertire che o tacitamente o bilo che altro rito si usasse da quello che ha
espressamente premellere si deve la formula già stabilito la Chiesa .
condizionale, si valida est ; e quindi oltener Nei primitivi secoli del cristianesimo però
potendo la materia certa , deve ribattezzarsi la trina immersione era più d'ogni altra in vi
il far.ciullo con l'altra : si non es baptizatus, gore, alteso che da tutti gli antichi padri si fa
come diremo in progresso ; il che in simil gui- di questa menzione : Ter illum Episcopusmer
sa praticar si dovrebbe essendo stato confe- gil ( dice Dionisio parlando di un tal sacra
rito il battesimo in qualche menoma parte del mento ), hac trina illius mersione tres beatilu .
corpo, per cui dubitar si potesse della validità dinis divinae personas inclamans. Dehinc, di
( vedi Benedetto XIV ), come sovente accadde ce Tertulliano, ter mergilamur ; ed in altro
nei parti , che in ostetricia non naturali si ap- luogo : Nec semel , sed ter ud singula nomina
pellano. Ex cap. De quibus dubium . 2, de ba- in personas 'singulas tingimur ; cosi finalmen
plism . et ejus effectu. Le regole da osservarsi te s. Ambrogio , s. Girolamo, s. Leone, s. Ber
tanto nel presente caso che nei superiori sono nardo, s . Giovanni Crisostomo , s. Cirillo Ge
le seguenti assegnate da Scoto in 4 dist . 3 , 9.2 ; rosolimitano con altri molti.
Quando possibilitcr adest ria cerla, eligenda Nel cadere del secolo XIII cominciò a va
BATTESIMO 689
riarsi tal disciplina presso i Latini , sebbene quivi la terza : venivano ricevuti rispettiva
anco per l'avanti , come ho già detto , non fu mente dai diaconi e dalle diaconesse , e tal
cosi costante quel rito, che tal volta non si volta dai patrini o mátrine, e con largo lino ,
conferisse il battesimo o per mezzo di una sola il quale appellavasi Subano, ricoperti ed aster
immersione , o per infusione , e talvolta anco- si . Poscia indossavano una bianca e candida
ra, nel caso urgente, per aspersione. Il pregiu- veste significante la purezza dell'anima da
dizio notabile che particolarmente ne soffriva- ogni neo purgata di colpa. Vittore Vitense ,
no i teneri fanciullini , venendo nelle acque lib . 5 , de persecution. vandalic. ; S. Gregor .
troppo fredde immersi ; il necessario e pronto Magn . epist. ab Januar . lib . 7 , indict. 2 , cpist.
riparo che richiedeva l'aumentata malizia de- 5. Veteribus exutis vestibus , sono parole di
gli uomini determinarono la Chiesa , sempre s. Cirillo , Cutech . 4 , et iis quae sunt secun
provvida madre intenta al maggior bene dei dum spiritum albue indutis , perpetuo jam in
figli , a sostituire ( presso di noi ) all ' immer- albis incedere oportet.
sione l'infusione, niuno precetto di G. C. a Nè di valore alcuno è l'obbiezione dei
tal variazione opponendosi , e niente influen- Greci e di alcuni Latini loro seguaci , che
do la maggiore o minore quantità d'acqua essendo la trina immersione battesimale pro
alla santificazione dell'anima, dipendendo veniente dall' apostolica tradizione , come
questa soltanto dalla grazia del divino Re- ben rilevasi da Tertulliano, da s. Basilio, da
dentore. s. Girolamo , e finalmente, omettendone mol
L'immersione ( quale anche attualmente ri- ti altri , da Pelagio pontefice, il quale anzi la
tiene la Chiesa greca ) esigeva la denudazione riguarda coine assoluto precetto di G. C.,non
del corpo . Di questa nudità universale non era in facoltà della Chiesa variarne il rito in
resta questione, poichè tanti sono i monumenti ogni sua benchè menoma parte . Quesla con
e le testimonianze degli antichi , che luogo troversia fu portata al concilio Fiorentino dai
non lasciano da dubitarne. I teologi e canoni- Greci , nel quale erroneamente asserirono es
sti si diffondono nell'addurre padri , antiqua- sere i Latini mal battezzati , per cui doman
rii ,immagini, sarcofagi, con cui vien ciò di- davano separazione. Quanto ingiuste fossero ,
mostrato fino all'ultima evidenza . Ciampino, e senza alcun fondamento le loro querele, sen
nel vol . 2 Vet. monum. C. A , presenta alcune za cercar d'avvantaggio, rilevasi dal Rituale
tavole, nelle quali si rileva l'immersione romano di Paolo V , ove dice il Pontefice: Ba
battesimale di Agilulfo re dei Longobardi e plismus, licet fieri possit per infusionem aut
di Teodelinda sua consorte collocati entro di per immersionem aut per uspersionem, primus
un vasto catino , nel quale dalla parte supe- tumen vel secundus modus , qui magis sunt in
riore discende l'acqua , che giunge a coprirli USU , pro Ecclesiarum consuetudine rclineun
fino all'estremità. Altra quindi ne descrive in tur , come già dal citato concilio fu decretato.
Roma esistente nella chiesa di S. Pudenzia- Di fatti dal medesimo spirito formate sono le
na ; altra finalmente, in Milano, in un tempio chiese tutte cristiane cattoliche , purchè non
presso la Basilica Ambrosiana . Era per al- sieno scismatiche , si riguardo al dogma che
tro provveduto nella esecuzione perchè il in ordine ai riti . Il primo, come si è detto , è
pudore non venisse in alcuna maniera of- affatto invariabile ; al contrario variabili so
feso . no , giusta le circostanze, i secondi, e sebbene
Il ministro faceva sulla sommità della te questi distinti sieno dalla primitiva discipli
sta dei battezzandi l'unzione con l'olio sa na nella loro esterna rappresentanza , dopo
cro , e poichè il rito greco richiedeva que- che dalla Chiesa ab immemorabili furono a
sta estesa anche alle altre parti del cor- dottati e ridotti alla pratica , ritener si deg
po , era proseguita dai diaconi e dalle diaco giono come fossero dei primi tempi. Cio nien
nesse , ovvero tralasciavasi , secondo il ri- te offende l'unità della Chiesa , ed è anzi tal
to latino. Con tutte le cerimonie proprie al disuguaglianza inevitabile attesa la diversità
la santità di un tal sacramento , in tempo delle nazioni , dei climi, degli idiomi, dell'e
rotturno conferivasi solennemente il battesi- poche e finalmente della fondazione delle di
mo. Seguita con l'assistenza degli indicati mi- verse chiese medesime . Quindi è che i padri ,
nistri la trina immersione e l'invocazione con- dopo aver dimostrato che il vincolo di carità
temporanea della santissima Trinità , come deve tutte ritenerle unite , sebbene diver
viene riportata nel rituale di Gregorio XIII , si sieno i loro esterni riti , inculcano di più
alla pag . 14 : Ego te baplizo in nomine Pa- che ciascuna chiesa cattolica segua lo spirito
tris , e qui seguiva la prima immersione ; et e le leggi dei propri suoi fondatori . Così s. A
Filii , e qui la seconda ; et Spiritus Suncti , e gostino , Epist . 119 ad Junuar .: Nulla disci
Encicl . Eccles. Vol. 1. Fasc . XI. 87
690 BATTESIMO

plina melior est gravi prudentique Christiano , tor S. Tommaso. Pelagius Papa intelligit
quain ul eo modo ugat quo agere videril Ec- Irinam immersionem esse de mandato Chri
clesiam , ad quam forte devenerit , quod enim ti ... scilicet , quod Christus prueeepit ba
nec contra fidem , neque conlra bonos mores ptizari in nomine Patris et Filii et Spiritus
esse convincilur , indiſfirenler est habendum , et Sancti.
propter eorum , inter quos vivilur , socielatem Che se in comprova del loro asserto ad
servandam cst. dur si volesse dagli avversarii la dubitazio
Così finalmente Tertulliano, nel suo libro ne di Cornelio pontefice in ordine al battesi
de virginib. veland. cap . 1 : Regula quidem fi- mo di Novaziano infermo amministralogli per
dei una omnino est , sola immobilis et irrefor- infusione, agevol cosa è il rispondere. Egli è
mabilis. . . . Hac lege fidei manenle , caetera ad ognuno manifesto, che come irregolari pu
jam disciplinac el conversationis admilluntno- niti erano i clinici , i quali sino all'ultima
vitatem correctionis, operante scilicet et pro- malattia procrastinavano a ricevere le acque
ficiente usque in finem gratia Dei. E nel capo battesimali, non già per l'invalidità di tale
10 del luogo citato : Non possumus respuere sacramento' ricevuto per infusione, nta per la
consuetudinem , quam damnare non possu- poca disposizione e per la mancanza di fede
mus , utpote non extraneam , quia non ex- dei suscipienti. Tale appunto fu Novaziano, il
traneorum , cum quibus scilicet communica- quale si indusse a riceverlo allora solamente
mus jus pacis et nomen fraternitatis. Una no- che credeva vicino il momento di sua morte;
bis et illis fides , unus Deus, idem Christus , non avendo nè meno ricercato della Eucari
eadem spes , eadem lavacri sucramenta . Semel stia e della Confermazione, al che i clinici
dixi, una Ecclesia sumus. Ita nostrum , quod- tutti erano tenuti . Se il Sommo Pontefice a
cumque nostrum . Falsamente dunque Marco dunque esterno il proprio dubbio : Si tamen
Efesino, con altri suoi proseliti , tacciano lá hujuscemodi baptismum suscepisse dicendum est,
Chiesa , quasi che abbia vietata l'immersio- non intese parlare della validità del medesi
ne battesimale , solo approvando l'infusione mo, della mancanza della fede,della retta in
e l'aspersione , quando anzi approvata ri- tenzione , dell'osservanza dei canoni, con cui
trovasi nel Rituale romano , nell'altro di Pio Novaziano lo aveva ricevuto , per cui esita
V , e finalmente nel sinodo di Benevento con va della sua giustificazione. Quindi non é
gregato dal cardinale Vincenzo M. Orsini maraviglia se poscia rimprovò l'a di lui
nel 1693 , elevato quindi al soglio pontifi- promozione all'ordine del presbiterato , non
cio sotto il nome di Benedetto XIII . Che se per difetto del battesimo , ma per sua ir
la Chiesa latina non l'ha presentemente in regolarità , indotta dal canone richiamato di
costume.infonde tre volte l'acqua, oņde lungi nuovo in pieno vigore dal sinodo neocesa
non è dall'uso dei Greci , essendo che con lo rense .
stesso vocabolo essi medesimi designano l'in Della forma del battesimo.Della forma del
fusione e l'immersione. Goarius ex Neophyto battesimo ossia delle parole, colle quali appli
Rhodino, pag. 365 . car si deve l'elemento dell'acqua , è di ne
E qui parlando della immersione , conco- stieri che quivi pur da noi si faccia paró
diamo che la trina immersione battesimale la. Prenderemo pertanto a considerare pri
sia di tradizione apostolica , ma questa non mieramente la forma che usa la Chiesa oc
è intrinsicamente essenziale al battesimo ; cidentale : secondariamente l'altra che mi
ma semplicemente estrinseca od accidentale , se in campo l'audacia insoffribile degli ere
ed ha per oggetto la sola solennità : dunque tici.
poteva la Chiesa prescegliere , stabilire e de La forma adunque della Chiesa latina è la
cretare quel rito , che più al maggior bene seguente : Ego le baptizo in nomine Patris ct
giudicava spediente. Il sentimento pertanto Filii et Spirilus Sancti. Amen : con le quali
dei padri indicati non riguarda già l'immer- parole viene espresso l'agente, il soggetto, l'a
sione a sè stessa , ma in ragione soltanto al zione , l ' unità e la trinità finalmente delle di
suo significato , il primo dei quali, come vine persone.Questa è la vera e legittima for
Tertulliano ed Ambrogio dimostrano , è il ma del battesimo, come ben si rileva delle pa
mistero della Trinità ; ed il secondo , i tre role stesse di Gesù Cristo : Eunles ergo doce
giorni e le tre notti della sepoltura di Ge- te omnes gentes, batizantes eos in nomine Pa
sù Cristo. In questo senso essi parlarono , tris el Filii et Spiritus Sancti. Matt . cap. 28 ,
come ben lo dichiara lo stesso Pelagio nel vers . 19 , perciocchè in essa concorre l'espres
la sua epistola diretta a Gaudenzio vescovo , sione delle quattro cose che sono di essenza
ē come chiaramente spiega l’Angelico dot- del sacramento; cioè la persona che si battezza
BATTESIMO 691
te, l'azione del ministro baptizo, l'unità del- tale , e solamente usato per esternare con più
la divina natura in nomine , finalmente l'in- vivacità l'intenzione.
vocazione della Ss. Trinità : Patris et Filii ct Che se valide sono le indicate forme, e per
Spiritus Suncli. Così defini il concilio La- tali dai concilii approvate e dall'autorità dei
teranense , cap. Firmiler, de Summa Trinitate; Sommi Pontefici, sono per altro riprovate del
cosi il Fiorentino , In Decreto unionis ecc. tutto le molte altre maliziosamenle introdotte
ecc . Usarono questa formula gli Apostoli , e dagli eretici pertinaci nemici della cattolica
gli Apostoli alla Chiesa universale la tra- Chiesa, colle quali resta annichilata la verità
mandarono . E poichè compiere non si può e la sostanza del sacramento . E primiera
il battesimo senza la materia , cosi di niun mente deve rammentarsi quella riferita nel
valore è senza la forma. La tradizione uni- canone 48 , che dicesi dagli Apostoli, di quelli
versale dei padri , dei concilii e dei dottori cioè che battezzavano non in nomine Patris
cattolici proclamó mai sempre questa come et Filii el Spiritus Sancli ; ma in trium prin
derivante da Cristo e come assolutainente ne- cipii expertium , ovvero filiorum trium , oppu
cessaria a costituire un tal sacramento , la re trium Praelatorum . Fu questa da Vigilio
quale è sempre valida in qualunque idioma Papa come ereticale proscritta l'anno 548 ,
sia proferita . nella sua epistola diretta ad Eutorio.
Sebbene diversa sia in parte nelle parole , Non meno perniciosa l'altra ideata dai
non diversifica però nella sostanza dalla lati- Gnostici , i quali usavano nel battesimo que
na la forma delle chiese cattoliche-orientali. ste parole : In nomine ignoti Patris universo
Eccola adunque come è riportata da Drove- rum , in veritate matris omnium , in co qui in
to , e come esiste nei loro Rituali : Bapliza- Jesum descendit in unione ct redemptione et
zalur , dice la forma greca , baptizatur ser cuminunione virtulum . Altri , al dire di s. Ire
vus Dei N. in nomine Patris et Filii et Spiri- neo , aggiungevano varii vocaboli ebraici che
tus Sancli , nunc el semper et in saeculu sac esso riporta in greco idioma, il sentimento
culorum . Amen . Quella dei Gofti o sieno A- dei quali , giusta l'interpretazione del Ber
lessandrini : Ego le baplizo N. in nomine Pa- ti , è il seguente : In quod virtulem omnem
tris amen ; in nomine Filii amen ; in nomine exsuperat , invoco, quod lux et spiritus bonus
Spiritus Sancti amen . L'altra dei Giacobiti et vitu nominatur , quoniam in corpore re 1
ovvero Antiocheni: Baptizatur N. in nomine guasli.
Palris amen , in nomine Filii amen , in nomine Innumerevoli poi sono quelle che, secondo
Spiritus Suncti amen . Alcune altre chiese poi il loro sacrilego dogma, inventarono gli Aria
tolgono affatto l'amen , e semplicemente pro- ni . Sant' Anastasio afferma , Orat. 3 , che es
nunziano : Ego buptizo N. agnum gregis Jesu si battezzavano : In Creutorem et Crealurum ;
Christi in nomine Palris et Filii et Spiritus altri , dice s . Girolamo , advers. Lucif ., In Pa
Sancti. V. Berti loc . cil. Della validilà di tali tre solo vero Deo, el in Jesu Crislo salvatore ,
forme non vi è luogo da dubitare, Eugenio IV , et in Spirilu Sancto utriusque servo . Gli Eu
in Decreto ad Armen ., e Clemente VII le ri- nomiani e gli Aeziani , In nomine Dei increali
conobbero per tali , e le approvarono , mercec et in nomine Filii creuli el in nomine Spiritus
chè differenza alcuna sostanziale non trovasi sanctificantis et a creato Filio procrculi. I
in qualunque guisa si prendano o come im- Montanisti finalmente, lasciando le altre sette,
petrative o enunziative o indicative , espri- al riferire di s . Basilio , battezzavano : In
mendo tanto le une che le altre l'atto dell'ab- Patrem et Filium ct Montanum sive Priscil
luzione , il subietto e l'invocazione della Ss. lam , arrecando così la massima delle ingiu
Trinità. rie alla terza persona della Ss. 'Trinità , po
Che se ricercar si volesse la causa per la nendola a comparazione di un empio .
quale i Greci , anzichè cominciar la formula E da osservarsi pero che non tutti gli A
col verbo attivo Ego te baptizo, usino il passi- riani usavano le forinule sopra indicate, ma
vo buptizatur, ne rende la ragione l'Angelico anzi alcuni battezzavano colla in vocazione
dottor s . Tommaso . Fu antico errore nella della Ss . Trinità, come relavasi da s. Girola
primitiva Chiesa di alcuni i quali a sè mede- mo nel lib. 4 , ove riprende Ilario diacono,
simi la virtù attribuivano del battesimo, di- perchè aveva ribattezzati alcuni Ariani , il che
cendo : Ego sum Pauli, ego sum Cephue; quin- non avrebbe fatto, siccome è manifesto quando
di è che i Greci , volendo evitare qualunque i medesimi fossero stati battezzati con legit
espressione che in simil guisa storcere si poles. timna forma . Oltre di che Innocenzo 1, Epist.
se , vollero far uso del verbo passivo, il quale 18 ad Alex ., ha per valido il battesimo di al
niente altera la sostanza del sacramento, mer- cuni Ariani, quod ulique, dice egli , in nomine
cecchè l’Ego dei Latini è meraniente acciden- Pulris el Filii et Spiritus Sancti perficitur.
692 BATTESIMO
Anche Gregorio, nella epistola 67 , lib . 2 , affer- di ragione dotato , purché per altro usi la
ma potersi questi ricevere nella comunione , materia e la forma debita coll'intenzione di
quia in Trinitalis nomine baptizatur. Così ri- fare ciò che intende la Chiesa, o questo sia
trovasi presso Graziano, cap. Ab antiqua , de cherico o laico, uomo o donna , pagano o giu
consccrul. distinct. 4 , num 44 . deo, eretico o scomunicato. Tale è la decisio
Del ministro del battesimo. — Il ministro ne de' sacri canoni e dei Sommi Pontefici.
del battesimo distinguesi in ordinario ossia er Sebbene però valido senza alcun dubbio sia
officio ; in istraordinario ossia ex delegatione : il battesimo dagli eretici amministrato , non
finalmente in ministro di necessità. L'ordi- esente sarebbe dalla colpa ed irregolare ad
nario col solenne rito è il Sommo Pontefice diverrebbe l'adulto, quando, senza urgente
in tutto l'orbe cattolico , il vescovo nella e- pericolo, ed in preferenza di altro cattolico ,
stensione della diocesi , il parroco entro i con da essi volontariamente lo ricevesse.
fini della propria parrocchia, finalmente qua Premessa pertanto questa ferma ed infal
lunque sacerdote da essi delegato. Impercioc- libile dottrina , di niun ' peso riguardar si
chè quelli soltanto ministri sono ordinarii di dovrebbe quelle opposizioni che sogliono pre
un tal sacramento , ai quali direttamente ne sentarsi da alcuni , in ordine alla validità
fu commesso l'uffizio , e siccome G. G. ai soli del battesimo (urgente necessitate) dalle fem
Apostoli ed ai Preli disse : Euntes docete o mine conferito . Imperciocchè nè le dogliose
itnes gentes, baptizantes eos in nomine etc. , espressioni di Tertulliano , nè l'autorità di
dunque è proprio di questi soltanto un tal Crisostomo , nè finalmente il canone cente
ministero . simo del concilio Cartaginese ( Concil. Car
Che sia proprio dei Vescovi il ministero di thag.: Mulier baptizare non praesumat , cioè
battezzare indipendentemente, vien dimostra- solennemente, come spiega s . Tommaso , alla
to colle parole stesse dell ' Apostolo che gli part . 3 , quaest. 67 , e come ben si rileva dal
appella Dispensatores mysteriorum Dei , e dal canone antecedente 99 , dello stesso concilio ,
la istoria del Nuovo Testamento , ove leggesi il quale dice : Mulier, quamvis docta et san
che Pietro battezzò tremila persone, Act. cap . cla , viros in conventu doccre non pracsumat.E
2 , v. 41 ; san Paolo Crispo , Caio e la fami- perchè ? perchè in conventu idest in Ecclesia
glia di Stefana, 1 Corinth. cap. 1 , v. 14 , 16 , non mancando sacerdoti ed uomini , essere
Lidia e molti altri : finalmente ciò apparisce non vi può il caso di necessità ) intendono
dagli insegnamenti dei Ss . Padri , fra i quali di parlare del caso urgente, ma soltanto del
Tertulliano de Baptismo c. 17, così dice: Dandi battesimo con solenne rito amministrato , co
(buptismi) jus hubel summus sacerdos qui est me bene dichiara Tertulliano medesimo nel
Episcopus: dehinc Presbyteri et Diaconi, non luogo indicato , riconoscendo di pieno vigore
tumicn sine Episcopi auctoritule. V. Berti , loc. il batlesimo ricevuto per man delle donne
lic. pag. 403 . privatamente : Tunc enim constantia succur
Sebbene però in vigore della propria sua rentis cæcipitur, cum vigel circumstantia pe
ordinazione il diacono amministrar non pos- riclitantis.
sa solennemente il battesimo, come dichiarů In egual maniera non può dubbiezza alcu
s. Clemente : Jus non est Diacono aut sucrifi- na cadere intorno alla validità del battesimo,
cium offerre aut baptizarc; lo può far tuttavol- nel modo, e nella forma prescritta per man
ta come ministro straordinario in deficienza degli eretici ricevuto , mercecchè le contro
di sacerdoti od in altro caso di urgente ne versie di s . Cipriano e di Firmiliano in or
cessità, con delegazione per altro speciale del dine al medesimo, rigettate furono dal conci
proprio Vescovo : Constat, cosi viene dal testo lio primo di Nicea , ed il decreto di Stefano
canonico stabilito , baptisma solis sacerdotibus Papa segnato contro di essi , riportó una
esse tructandum , ejusdem mystcrium nec ipsis completa vittoria .
diaconis exptere est licitum , absque Episco Verso la metà del secolo III , vi fu una
po vel Presbytero , nisi , his procul absen- grande controversia fra il Pontefice s . Ste
tibus, ullima languoris necessilus cogat. Co - fano e s. Cipriano vescovo di Cartagine, il
si resta confermato dall'autorilà dei Ss . Pa- quale , co' Vescovi africani e dell'Oriente
dri Tertulliano e Girolamo , i quali afferma- sostenea , doversi ripetere il battesimo da
no non avere i diaconi, absque Episcoporum to dagli eretici , ciò che dal Papa fu proi
jussione, la podestà di conſerire solennemente bito , e poi confermato nel 325 dal con
il battesimo. cilio generale Niceno. Agrippino, antecessore
Ministro finalmente di necessità , ossia nel di s. Cipriano nel vescovato, aveva eccita
probabil pericolo , che alcuno senza il battesi- ta nell'Africa la controversia , se il battesi
mo terminar possa di vivere, egli è ogni uomo mo conferito dagli eretici dovesse roiterarsi,
BATTESIMO 693

come invalido. Quindi s. Cipriano succeduto copioso T'esoro teologico, cap. I , p . 597; l'au 1
ad Agrippino, e con esso i Vescovi africani tore della Disserluzione teologica sulla ccle
ed orientali , non solamente abbracciarono la bre disputa tra 8. Stefano I Papa, e s. Cipria
sentenza del reiterare il battesimo, ma inoltre no vescovo di Curtagine, stampata in Parigi
la confermarono , celebrando perciò diversi in francese nel 1725 ; il citato p. Zaccaria
concilii nell'Africa e nell ' Asia, ne'quali osa nel suo Antifebronio , parte II , lib. 2 , cap. 2 ,
rono decidere un affare di tanto rilievo , sen p. 177 ; Elia Comato nel parere sulle brighe
za prima farne parte al Pontefice romano, di tra Stefano I papa, e Cipriano di Cartagine
che si maraviglia il Valesio , in Eusebio , intorno al ribattezzare gli eretici nelle sue let
Hist . Eccl., lib . 7 , c. 5 , p. 126 . tere erudite, parte II , p. 282 , Genova 1715 ;
Ma il papa s. Stefano I insistette nella mas- Natale Alessandro nella dissertazione De Sle
sima di non doversi alterare la tradizione an- fani i Pont. Max . decreto circa baptismi col
tica , da cui constava , che gli eretici ritorna lationem in nomine Christi , nella Dissert. de
ti alla Chiesa dovevano soltanto purgarsi col controversia inter Cyprianum et Stephanunt
la imposizione delle mani , non già col secon Rom. pontif. circa baptismum , tutte nel to
do battesimo, e che questo sacramento am mo JII Hist. Eccles. p. 691 , 696 , Parigi
ministrato colle parole evangeliche era valido, 1741 ; Giovanni Marchetti , nelle sue Eser
benchè amministrato dagli eretici , o dagli citazioni ciprianiche circa il battesimo degli
scimatici, come dimostra il p . Raimondo Mis eretici e degli scismatici , Roma pel Salomoiti,
sorio eruditissimo conventuale : In duas cpi 1787 ; e Albano Butler nella vita di san Ste
stolas ss. Firmiliani et Cypriani adversus de- fano I papa, ai 2 agosto , Venezia , 1824 .
cretum de non iterando haereticorum bapti S. Melchiade Papa , nell'anno che Costan
smo , disputationes criticae Vencliis, 1833 , tino Magno professo pubblicamente la fede
vol. 3. Ma quel p . Raimondo confutato ven- cristiana , condanno gli eretici Donatisti , i
ne dal p. Sbaraglia , nella Genuina s. Cy- quali negavano la validità del battesimo da
priuni el Afrorum nec non Firmiliuni et o to dagli eretici , oltre ad altri errori .
rientulium opinio de huereticorum buptismate Il legittimo ministro del battesimo, dove
ud rectum criticornm vindiciis Cypriani di- non siavi presente necessità , non può asso
sputationum , Raymundi Missorii ( che soste- lutamente conferirlo in una casa od oratorio
neva non esservi mai stata contesa fra s . Ste- privato. La chiesa , il pubblico battisterio
fano e s . Cipriano sul battesimo) intelligen- ( V.) è il luogo destinato , e non altri . Fu co
lia exposita, Bononiae , 1742 ; e dal Valchio sì antica tal disciplina , che si consideró inal
nella dissertazione : Ne Cypriani el Firmi- terabile tosto ch ' ebbe pace la Chiesa. Il con
liani epistola adversus Raymundum Misso- cilio Quinisesto , can . 59 , prescrive : In de
rium , Jenae , 1738 , la quale però merita de oratoria quae est intra domum , baptisma
di esser confutala , per ciò che riguarda il nunquam pergatur , sed ad colholicas eccle
Pontefice s. Sisto I. Così il p. Tournemine è sias accedant. In altro luogo ancora intima la
stato contraddetto dal Maleville, nel lomo II deposizione a quel sacerdote che diversamen
dell'opera La religione naturale , e la rive- te operasse. Il concilio di Vienna , raccolto
luta stabilila sui principii della vera religio- da Clemente V , nel 1311 , quel di Colonia .
ne , e dal protestante Gianfederico Gotta , nel- tenuto nel 1549 , il Parigino del 1557 ,
l'Exercitatio, qua conjectura Renati Josephi quello di Reims del 1883 , vietano il bat
Tourneminii , qui celeberrimus illas episto- tesimo solonne conferito fuori della chiesa .
las Cypriani ac Firmiliani adversum decre- Che se la necessità lo chiedesse , qualunque
tum Stephani I Pont. de non iterando hae- luogo può servire, ma non però per le solen
reticorum buptismo , tamquam spurias ac Do- ni cerimonie.
natistis confictas penitus rejiciendas esse sta Abbiamo detto del ministro del battesimo .
luil , modesto examine subjicilur, Tubingae, Ora osserveremo che , giusta la disciplina an
1740. Veggansi , oltre gli autori citati , il tica, il ministro non potea conferire il battesi
p . Sangallo , Gesta dei Pontefici , tom . ill , mo qualora non fosse digiuno. Ne fa testimo
p. 190 ; il Sandini , Disputationum dissert. nianza s . Giustino martire nell' Apologia se
VII ; Turnely , tom . VI , De sacram . in conda all'imperatore Antonino. Le Decretali di
gen . quacst. 6 , articolo 2 dell'ultima edizio- Graziano, De consec.,dist. 5 ,esigono parimenti
ne di Venezia del 1765 ; l'autore della dis- il digiuno nel sacerdote,e molti sinodi de'tem
sertazione De dissidio inter s. Slephanum et pi posteriori ne confermarono la disciplina.
s. Cyprianum , stampata in Parigi nel 1724 , Però subito che si fece necessario l'ammi
e ristampata dal dottissimo p . Zaccaria in nistrare il battesimo più volte nell'anno, quel
Venezia , nel XIII ed ultimo tomo del suo costume andò a poco a poco in disuso, e il con
695 BATTESIMO
cilio di Magonza , doll'anno 1540 , can . 8 , to XIV e divenne decano del sacro collegio .
solo prescrisse che il battesimo venisse confe- Al fratello primogenito di questo, principe di
rito di mattina , e non mai al dopo pran- Galles, benchè fosse nato in Roma , lo stesso
zo , eccettuato se un bisogno lo richiedesse . pontefice per mezzo di monsignore Merlini
Presentemente quella legge non tiene più arcivescovo d' Iconio , dichiarato perciò nun
luogo . cio apostolico straordinario , aveva rimesso il
Il ministro del battesimo , allorchè lo con- donativo delle preziose fascie benedette, come
ferisce , dev'esser vestito dei sacri arredi . pratica vasi coi primogeniti de' più grandi
Teodoreto , Hist. cccles. , lib . 2 , riferisce che sovrani, raccontandone la funzione il num .
l'imperatore Costantino il Grande aveva re 1200. Su questo argomento è a vedersi l'art.
galalo s. , Macario vescovo di Gerusalemine di Fascie BENEDETTE.
una magnifica veste ricamata d'oro , perchè Nel medesimo anno 1725 Benedetto XIII
la indossasse nell'amministrazione del balle- battezzo dieci individui fra Ebrei e Maomet
simo. Da questo fatto ben si vede come la tani , nel bettisterio della basilica Latera
Chiesa abbia sempre avuto a cuore, che i ve nense , num . 1218 ; indi nel 1729 diè l'a
stiti più solenni , e d'altra forma che i comu- cqua battesimale a d . Filippo figlio del mar
ni , fregiassero i sacri ministri nell'esercizio chese Bentivoglio d' Aragona, che fu tenuto
del loro ministero. La veste comunemente al sacro fonte da Filippo V re di Spagna, fa
destinata per amministrar il battesimo fu di cendone le veci il cardinale Bentivoglio suo
color bianco. L'antichissimo Ordine romano, incaricato d'affari presso la Santa Sede, e zio
ed una assai vetusta liturgia gallicana ben lo del fanciullo , colla vedova principessa di Piom
dimostrano . bino , rappresentante la regina madrina, num .
Ed in vero non v'ha miglior cosa per tener 1813 .
saldamente fisso all'idea del sacerdote il can Papa Benedetto XIV , correndo l'anno 1745 ,
dore e la santità , che gli è necessaria pel dis- nella chiesa delle Minerva battezzò una fami
impegno delle sante funzioni . Benedetto III , glia di Ebrei d'Ancona convertili alla fede
in lectionib . supra Erod ., ripete quanto su cattolica , indi li cresimò , e nella messa che
tal argomento insegnarono i santi padri e gli celebró , gli ammise al ricevimento della Ss .
ascetici di ogni tempo : Vestes ministrorum Eucaristia , num . 4062. Di poi nell'anno san
designant idoneitatem , quae in eis requiritur to 1750 Benedetto XIV , nella medesima
tranctandum divina. La presente disciplina chiesa di S. Maria sopra Minerva , non solo
ordina che il sacerdote ministro del battesi- battezzò selte Ebrei , li cresimò e li comuni
mo sia vestito di cotta e stola violacea che cò , ma ne congiunse anche due in matrimo
deve cangiare colla bianca dopo aver eseguita nio , i quali cosi ad un tempo ricevettero
la unzione coll'olio de' catecumeni . Che se qualtro sacramenti ; num. 5527 .
fosse il Vescovo ministro del battesimo per Papa Clemente XIII , Rezzonico , veneziano,
un adulto, allora dovrà esser parato in amit- nell'anno 1760 , con grande solennità , nella
to, camice, cingolo , croce pettorale e piviale cappella Paolina nel palazzo appostolico qui
di color violaceo, che a suo tempo dovrà in rinale, battezzò tre Ebrei ed un Turco , ai
pari modo mutare col bianco, mitra semplice quali impose il suo cognome Rezzonico, come
e bacolo pastorale. in şimile occasioneaveva fatto s . Pio V , donan
Anticamente amministravano spesse volte do il suo cognome Ghislieri ad un certo Elia
questo sacramento gli stessi Pontefici , e nel ebreo che battezzosolennemente in S. Pietro, al
passato secolo eziavdio e nel presente non ne 21 giugno 1566 , e che chiamò coll'antico suo
mancano esempi. Difatti , nell'anno santo nome Michele , insieme a tutta la di lui fami
1723 , il Sommo Pontefice Benedetto XIII , glia. Terminata la funzione , avendoli pure
come quegli , che faceva frequentemente le cresimati e nella messa comunicati , Clemen
funzioni non solo di Vescovo , ma anche di te XIII regalo a ciascuno de 'battezzati una co
sacerdote, battezzò un neofito nella chiesa di rona alla cavalleresca con medeglia d'oro oltre
Santa Maria della Minerva de' padri domeni- ad alcune medaglie d'oro e d'argento colla sua
cani, al cui ordine aveva appartenulo, come effigie , facendoli ritornare alla pia casa dei
descrivesi nel Diario romano alnumero 1167 , neofiti co'frulloni palatini, come gli aveva fat
mentre il numero 1186 riporta il battesimo, ti prendere , numeri 6655 , 6736. Poscia nel
ch' egli fece di Enrico Benedetto Maria Cle- l'anno 1768 lo stesso Clemente XIII battezzo
mente , di York , figlio di Giacomo III re di il figlio del principe Andrea Doria Pamſili e di
Inghilterra nella regia cappella presso i ss . do. donna Leopolda di Savoia-Carignano , tenuto
dici Apostoli. Il detto principe fu poi amplis- al sacro fonte dal cardinal Alessandro Albani,
simo cardinale creato nel 1747 da Benedet- in nome dell'imperatore Giuseppe II, n . 8009 .
BATTESIMO 695
Il numero 30 dell'anno 1805 descrive il xerit parvulos eo quod actun credendi non ha
battesimo solenne, che fece Pio VII in Saint- bent, suscepto baptismo inter fideles computan
Cloud del principe Napoleone Bonaparte in dos non esse, ac propter ea cum ad annos di
occasione che si era recato in Francia ad or scretionis pervenerint, esse rebaptizandos , aut
narlo delle insegne imperiali, ed il numero 31 pracstare omitti eorum baptismo, quam eos non
riporta il racconto di tutta la funzione, e del- actu proprio credentes baptizari in sola fide
le cerimonie che si praticarono, non meno Ecclesiae , anathema sit. Concludesi dunque
che i padrini che il tennero al sacro fonte ; che i fanciulli , tosto che venuti sono alla lu
cioè lo stesso imperatore, e l'ava del princi- ce, non solo sono suscettibili del battesimo ,
pino , madama Letizia. ma debbonsi al più presto possibile battez
Già nell'anno 1803 , lo stesso Pontefice zaré.
Pio VII, recandosi nel palazzo Colonna, col Agli adulti amministrar non si deve il
l'intervento del sacro Collegio, aveva battez- battesimo, se spontaneamente non lo richie
zale le due principesse gemelle figlie del re dono : nè deresi all'istante condiscendere al
Vittorio Emmanuele I di Sardegna , e della la loro petizione, quando prima ammaestrati
regina Maria Teresa d' Austria , nate ai 19 non siano negli erudimenti della fede . A tal
settembre 1803 , cioè Teresa, che diventò mo uopo nei primi tempi della Chiesa istituito
glie di Carlo II di Parma, ed Anna moglie del- fu il catechismo, ossia istruzione a viva vo
l'imperatore Ferdinando d'Austria, come de- ce in quattro o in tre gradi divisa . Il primo
scrive il numero 285 . apparteneva agli Audienti , il secondo ai Ge
Del suscipiente e dei rili del baltesimo. nuflettenti , il terzo finalmente ai Competenti o
Ella è massima incontrastabile di fede , do- vogliamo dire agli Eletti.
versi ai fanciulli recentemente venuti alla lu Audienti appellavansi quelli che del batte
ce, come in egual maniera agli adulti, ammi- simo desiderosi , ad ascoltar si portavano i
nistrar il sacramento del battesimo. Ai primi sermoni , e l'esposizione delle sacre Scrittu
per cancellare la macchia di origine , ai secon re. E poichè questi ascritti non erano nel
di oltre questa anche le colpe altuali . catalogo dei Catecumeni , nel tempo del sacri
Negarono pertinacemente già an tempo gli fizio insieme coi penitenti e con gli etnici
Apabattisti una tal verità , l'error dei quali erano dal diacono licenziati.
3 fu dalla Chiesa, come empio , rigettato e pro I Genuflettenti avevano il nome di veri
0 scritto . La perpetua e non mai interrotta Catecumeni. Su di questi a terra prostrati
pratica e tradizione della Chiesa derivante da- recitavansi diverse preghiere, ma essi pure
gli Apostoli , ben dimostra essere stati mai dalla chiesa venivano eliminati all'avvici
sempre battezzati i fanciulli, il che è appunto narsi della consacrazione. Quicumque Cute
ciò che tali eretici con ogni sforzo impugna- chumeni, discedite .
. vano. Ecclesia , dice Origene , traditionem ab Competenti finalmente addimandavansi
Apostolis suscepil etiam parvulis darc baptis- quelli del terzo grado, i quali per l'acqui
mum, ed il S. P. Agostino : Consuctudo Matris sita dottrina della fede e per la continenza
Ecclesiae in baptizandis parvulis nequaquam esatta della loro vita si affrettavano a riceve
12 spernenda est, neque ullo modo supcrſua de re la grazia di G. G. Avevano questi il no
pulanda , nec credenda , nisi apostolica esset me ancora di Eletti , perchè dopo il più accu
tradilio . rato e rigido esame, compiuto il catecumena
Molti i testi sono , ed i sacri concilii dai to, erano segregati dagli altri e fra i susci
quali viene tal verità definita. Per brevità tre pienti il battesimo annoverati.
soli ne citeremo siccome sufficienti a confer Dei prelati, dei preti , dei diaconi e de
2 mare chiunque nella verace dottrina . Nel Mi- gli altri chierici era uffizio l'istruzione de
levitano II , al quale assistė lo stesso s. Ago- gli Audienti . In questa da essi dovevasi con
stino, cosi al canone 2 , si legge : Quicumque ogni studio nascondere ciocchè racchiudeva
-2 parvulos recentes ab uteris matrum baptizan- mistero , è particolarmente il Sacramento
dos negat . .. anathema sit . Nell'altro ecume eucaristico . Lo etnicismo , l'ipocrisia, la fin
nico di Vienna : Credimus esse (baptismum) zione , la libidine , le pessime consuetudini
tam parvulis quam adultis communibus perfe- che in molti di essi regnavano, ridotto lo
7 clum remedium ad salutem . Finalmente nel avrebbero ad usi superstiziosi ed infami.
si Tridentino (il quale atterra ed annichila l'a- Quindi è che tutta la sagacità loro impie
i nabattismo) i seguenti canoni si trovano : Si garono nei primi cinque secoli i Vescovi ,
11 quis dixerit neminem esse baptizandum , nisi onde per discernere i degni dagli indegni,
li ea aetate, qua Christus baptizalus est , vel in ai quali o assolutamente negato era il bat
2 ipso mortis articulo , anathema sit. Si quis di- tesimo, o lungamente differito .
696 BATTESIMO

Semplice era il rito nella primitiva sua isti- zare gli Indiani . In tal guisa in termini ri
tuzione, con cui nella seconda classe erano i pose la s . Congregazione dei concilii, in Ma
Catecumeni ricevuti . Stavano essi alla porta nil. Baptismi 5 Julii 1681. Da essi un certo
della chiesa, ed il Vescovo faceva sulle fronti tempo si ricevono i neofiti che il battesimo
loro il segno della croce e su loro imponeva umilmente domandano , e per lo spazio alme
le mani mentre recitava varie orazioni. La no di quaranta giorni si fanno ai medesimi
persistenza in tale stato dal di lui volere di- frequenti istruzioni riguardo ai misteri sacro
pendeva. L'età dei medesimi, la condizione, santi della religione cristiana . Inoltre da que
la vita anteriore , il fervore di spirito, il desi- sti sacri ministri si fa il più esatto e scrupo
derio di penitenza, l'inclinazione all'orazione loso scrutinio sulla loro costanza, sui costu
e sopra tutto l'umiltà determinavano il Ve- mi ; se hanno totalmente alle superstizioni
scovo a limitare ad un solo anno ó a due o idolatriche rinunziato, se odiano il peccato e
ad un triennio il tempo in cui nella classe se- quanto può compromettere una permanente
conda dovean rimanere. Nei secoli poi poste- stabilità nella fede che volontariamente desi
riori si temperò tal rigore , e ad arbitrio del derano abbracciare. Card . Gotti , De Baptism .
Vescovo o più presto o più tardi fra i Com- quaest. 8 , de necessitate hujus Sacram . S 3 .
petenti ascrivevansi. Siccome prefissi ci siamo di qui riportare
Per mezzo degli esercizii più rigidi di pe- soltanto quello che rendesi necessario , omet
nitenza e particolarmente dei digiuni , del- teremo l'esposizione dei riti che oggi a noi
le orazioni e delle prostrazioni, si dispone- prescrive la Chiesa nell'amministrazione del
vano gli Eletti alla prossima solennità bat- battesimo , giacchè si possono da chiunque
tesimale. Per testimonianza di Eusebio, cosi vedere nel Rituale Romano .
si diportò l'imperator Costantino innanzi che Intorno al nome posto nel battesimo osser
fosse con tal sacramento rigenerato. Al qua- veremo che la Chiesa ebbe sempre a costu
le egualmente che agli altri per la spiega- me d'imporre ai battezzati un qualche no
zione ora del Simbolo ora dell'orazione do- me, che altro non fu se non di que' gloriosi
minicale esposto veniva ciò che doveva sa- uomini , che la onorarono colla loro virtù ,
pere, e ciò che di mestieri faceva ciecamen o la difesero col loro sangue. Sapientissimo
te di credere. istituto per vero , che coglie doppio vantag
Esorcizzati poscia i Competenti , onde gio in uno , di eccitare cioè particolar de
sottrarli all'infernale servaggio , si aduna- vozione a quel santo , di cui si dà il nome ,
vano in alcune congregazioni che Scrutinii e di rammentare le di lai geste per eccitarne
appellavansi , e quivi ad essi facevansi le in- l'imitazione. Siccome non fu sempre eguale
dagini più accurate sulle interne loro dispo- la disciplina della Chiesa, cosi pur varia fu
sizioni e in ordine alla fede e riguardo ai la ceremonia nell'imporre il nome. A'tem
costumi che dovevano custodire illibati. Ad pi , in cui generalmente usavasi il catecume
essi consegnavasi in iscritto l'istituto ed il nato, doveano i fedeli dar in nota alla chiesa
simbolo che dovevano imparare a memoria, quel nome che volevano assumere , alcuni
per quindi restituirlo , allorchè facevano la giorni prima di ricevere il battesimo. Lo
professione di fede che nella Chiesa roma- dice s . Gregorio Nisseno , in Orat. advers.
na era pubblica. Quando la urgenza non cos, qui disserunt baptism .; Così s. Cirillo Ge
richiedeva diversamente il tempo ordi- rosolimitano, in Praefat. ad cateches. : il con
nario di amministrar ai Catecumeni il bat- cilio Cartaginese, can. 85 , e s. Agostino, Con
tesimo erano i giorni di Pasqua e di Pente- fession ., lib. II e serm . 131. Però siccomo non
coste . tutte le chiese ebbero le medesime costuman
Questa si è la disciplina dei primitivi se- ze, cosi nell'Africa era prescritto che lo si do
coli della Chiesa , la quale sebbene non sia vesse dare due settimane prima del battesimo,
presentemente più in uso , nè più sieno di- cioè innanzi la consegna del simbolo. L'Ordi
stinte le tre classi, nulladimeno nella sostan- ne romano vuole, che nella feria IV della ter
za, in quei luoghi infedeli , ove i missionarii za settimana di quaresima sieno ricevuti i
a seminare si portano le evangeliche verità , nomi dei battezzandi; Siricio Papa, nella lel
ancor di presente è in vigore. Nei luoghi in- tera ad Imero vescovo di Tarragona, c. 2 , pre
fedeli, ove non sono nè vescovi nė parrochi, scrive che non più tardi di quaranta giorni
fuori ancora di urgenza , per ispecial facoltà , innanzi il battesimo venga dato. I Greci osser
solita ad essi accordarsi, possono i missiona- varono quasi lo stesso costume, e lo si rileva
rii battezzare solennemente , come rilevasi dalla prefazione dis. Cirillo Gerosolimitano ad
dalla concessione di Paolo III e di s. Pio V Cateches. Dal fin qui detto conchiusero alcu
a quelli accordata che si recano ad evangeliz- ni , che il nome venisse imposto nel tempo del
BATTESIMO 697

catecumenato piuttostochè nel battesimo , co- per la maggior parte prendevano il nome di
me ora si accostuma ; di tal parere è Menardo S. Melezio vescovo di quella città . Che se i
nelle note al Sacramentario di san Gregorio parenti del battezzando volessero dargli un
papa . Nè la opinione va fuori di strada, chè nome profano , il romano rituale insegna, che
ragionevol cosa si era l'abbandonare insieme il sacerdote potrà accordarlo nel solo caso che
alla condotta di vita dell'infedele anche il di necessario sia pel conseguimento di qualche
lui nome . eredità ; ma sarà poi di suo dovere l'aggiun
Se non fu sempre lo stesso il tempo , in gerne un altro di qualche santo registrato nel
cui ebbero il nome i battezzati, non fu pari- martirologio .
mente la medesima quella persona che lo da Subito che i Catecumeni avevano date fe
va. In qualche età era lo stesso ministro. In- lici speranze di sè , ed aveano chiesto il bat
fatti san Sergio papa nel 690 , secondo quan- tesimo, dato che avessero il nome , facean
to ne dice Beda, Hist. Anglic. , lib . V , cap. 7 , si i cosi detti scrutinii, che tal nome ap
baltezzando Cerdulla re dei Sassoni occiden- punlo sortirono dallo scrutinarsi in essi l'a
tali, gli diè il nome di Pietro ; egualmente nimo de battezzanti , e ben bilanciarlo che
Adriano I , papa nel 782 , chiamò Pipino il pel sacramento fosse stato capace. Vi si te
figlio di Carlomagno, che aveva battezzato in nevevano orazioni, letture spirituali, esor
Roma; Attico patriarca di Costantinopoli nel cismi, si esaminavano di tratto in tratto i
battesimo cangio in Eudossia il nome di Ale- catecumeni , e questi ancora faceano la con
naide che fu imperatrice . Nella Moscovia an fessione della loro vila ; cosa che in vero non
che oggidi viene conservata la medesima pra- si riputava necessaria pel battesimo, ma sib
tica ; ma con cerimonie bene differenti. Si- bene utilissima per ottenere i suggerimenti
gismondo, lib. de rebus Moscovilis, cap. baptis- più adatti ai loro bisogni, ed i lumi più ne
mo, narra che , avvisato il sacerdote della pa cessarii alla vita novella . Tertulliano , de Ba
scita di un fanciullo , si reca alla casa della plism . c . 20 ; s . Gregorio Nazianzeno , de Bu
puerpera , e stando alla porta della casa , re- ptismo, orut. 40 , e s . Cirillo Gerosolim ., Ca
cita alcune orazioni, indi dà al bambino quel tech . 1 , ed Eusebio , vita Constantini, lib . IV ,
nome che meglio gli piace, nè il fanciullo si c. 61 , ne sono testimonii.
conduce al battesimo , se non abbia compito Lo scrutinio venia eseguito , siccome con
il quarantesimo giorno. In altri tempi però sta da chiarissimi documenti, quasi in tutte le
veniva offerto il nome dagli stessi genitori, singole chiese. Che la romana lo praticasse
come si osserva anche oggidi, nè mancò elà d'uopo non fa dimostrarlo , che abbastanza
in cui non fosse dato anche dagli stessi pa- lo dicono i libri antichi pontificali. Della
drini. milanese poi , lo si rileva da sant' Ambro
Il sacerdote poi deve bene guardarsi dal- gio , de mysteriis, c. 1. L'Africa pur lo avev ?
l'imporre un nome che proprio sia de' paga- adottato, e ne parla il IV concilio cartagi
ni , nè trovisi registrato nel martirologio. In nese , cin . 85 , nonchè sant'Agostino nel li
ogni tempo fu assai gelosa la Chiesa sopra ta- bro de fille et operibus. La Spagna in egual
le punto , e ne abbiamo assolute proibizioni modo lo ammise, come dice il concilio di
fino dal concilio Niceno , can . 30. Niceforo , Braga, can . 9. Le Gallie fecero lo stesso , c
Hist. eccles. lib . VI , c. 22 , racconta che i lo abbiamo , oltre che da innumerabili le
primi cristiani amavano di assumere i nomi stimonianze , anche dal capitolare dei re di
degli Apostoli, e Dionisio Alessandrino presso Francia, lib. V , c. 372. Finalmente s . Ci
Eusebio , lib . VII Hisl . cccles . , c . 23 , affer- rillo Gerosolimitano dimostra, che anche la
ma che specialmente i nomi di Pietro, Paolo, Chiesa greca lo praticava. Però non in tutti
Giovanni sopra ogni altro volevano portare. i luoghi viene celebrato col medesimo rito .
Tali appellazioni davansi anche a' tre fan- La Chiesa romana lo eseguiva sette volle du
ciulli che, giusta la rubrica dell'antico ce rante la quaresima.
remoniale di Beroldo, battezzava l'arcivesco Quali poi fossero i giorni destinati all'uo
vo di Milano in tempo pasquale. In Francia po , non così facilmente appare dagli scritto
v'era una special devozione pel nome dell’a- ri di cose sacre, che assai poco su tal punto
postolo san Filippo , ed ivi in particolar mo si accordano. Tuttavia il Martene, De unliq .
do amavano di appropriarselo. Però dopo Eccles . rilib. lib . 1 , c. 1 , a . 11 , n . 3 , ci assi
quello degli Apostoli , si ebbe grande attac- cura di aver diligentemente veduto l'Ordine
camento pel nome dei martiri; quindi san romano, e quindi rilevato che i primi due
Giovanni Grisostomo non manca di farne scrutinii si faceano nel mercordi e nel sabato
grandissime raccomandazioni ai suoi diocesa- della terza settimana, altri due negli ste si
ni, e loda molto i cittadini al ' Anl hia , che giorni della quarta, il quinto nel mercorili
Encicl . Eccles. Vol . ) . L'asc. XI . 88
698 BATTESIMO
della quinta, cd il sesto e settimo nel mer tesimo. Nondimeno anche oggidi la Chiesa
cordi e sabbato dell'ultima. Nè solamente fa- prescrive che laddove trallisi di battezzare
ccasi lo scrutinio pel battesinio nella vigilia un adulto , non venga conferito il sacramen
di Pasqua, che, militando le stesse ragioni, to , se per alcuni giorni prima non venga
troviamo apertissimi documenti comprovanti provato nel buon costume, istruito nella ve
essersi praticato anche per la Pentecoste. Fra 'rità della religione ed esperimentato sulla fer
gli altri molti, il Sacramentario della chiesa mezza del suo oposito. Veggasi il Rituale
gellonese stabilisce, che si faccia nel sellimo romano, De acullor. baptismo, ecc. Diremo al
giorno avanti la festa , così nel quinto e nel- presente del tempo in cui si accostumava di
la vigilia. conferire il battesimo.
Prima del cominciar lo scrutinio , giusta Dopo l'ascensione del Signore al cielo ,
il volgato Ordine romano , si benediceva la s. Pietro rimase per cinque anni in Giu
cenere cor. cui aspergevasi il capo dei cale- dea ad esercitarvi l'apostolico ministero ;
cumeni, di poi colla saliva il sacerdote toc- quindi mentre dimorava in Joppe , avverti
cava le orecchie loro , e le narici dicendo: to da Dio, per mezzo della visione del len
Ephpheta , quod est adoperire, in odorem suu zuolo carico d'animali , parti alla volta di
silatis . Iu autem effugiare, diabole , appropin- Cesarea , per battezzarvi Cornelio romano ,
quubit enim judiciun Dei. Tal rito però non centurione, che stava di guarnigione in que
avea luogo in tutte le chiese . Veniva quindi sta città. Quindi fu il primo dei gentili
interrogato il catecumeno se rinunziava al ad essere baltezzalo e poi fu vescovo di Ce
demonio e se credeva ai dogmi della ſede; poi sarea .
si soffiava nella di lui faccia, pronunciando Avendo san Pietro governata sette anni la
le parole: Exi ab co , immunde spiritus, et du chiesa d’Antiochia, e lasciatovi sant'Evodio
locum Spiritui Sancto Paraclito, e facevasi per successore , parti alla volta di Roma per
sulla fronte il segno della croce, aggiungendo: istabilirvi la sua sede , giungendovi ai 18 gen
In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. naio dell'anno di Cristo 45. Quivi fu egli il
Nel terzo scrutinio poi si consegnava in iscrit- primo a predicarvi la dottrina evangelica , ed
to il simbolo e la orazione dominicale aſſin- il primo ad amministrarvi il santo battesi
chè la imparassero a memoria ; nè prima di mo . Arrestato poscia per ordine dell'impera
allora si permetteva di apprenderla in forza tore Nerone, e condotto nel carcere Mamerti
della disciplina dell'arcano. Ma anche ciò va no ( ove ancor al presente si conserva una fon
riava intorno al tempo secondo i varii usi tana d'acqua , che sgorgò improvvisamente
delle chiese, come si può vedere appresso Isi- da un sasso ) battezzó con quell'acqua Pro
doro Ispal . De divinis offic. lib . 8 , cap . 17 , e cesso e Martiniano , allora soldati e poi mar
s . Ambrogio , cpist . 20 ad Marcellianam ; s. tiri , con altri quarantaselte, ancor essi mar
Agostino , serm . 58 e 213 , nonchè Teodoreto, tirizzati. Questa fontana, dell'altezza d'un
Hist. Eccles. lib. 2 , e Niceforo lib. 16 , cap. palmo e dieci oncie , senza mai sovrabbonda
55. Il simbolo poi non si consegnava sen re, quantunque sia di piccola profondità , si
za qualche formalità . Generalmente il vesco conserva in guisa , che rimane sempre piena
vo soleva tenere prima un sermone , poscia lo alla stessa misura , per quant'acqua si cavi
recitava , quindi lo spiegava a parte a parte. dalla medesima(v.Cancellieri ). Fra gli illustri
In Roma si ripeteva due volte , una in greco, battezzati da san Pietro fuvvi anche s . Gle
l'allra in latino ; lo stesso si praticava in al- menle Romano che nell'anno 93 fu eletto
tri luoghi, e nelle Gallie per tre volte. In Mi- per terzo suo successore nel pontificato.
lano leggevasi per quattro volte , e quivi con Nei primi dieci secoli della Chiesa , non
distinta solennità. Congregati i catecumeni si compresi i tempi apostolici, era quasi gene
sonavano le campane ; poscia, chiuse le porte ralmente invalsa la costumanza di ammelte
della chiesa , il vescovo , cantando in tuono re al solenne battesimo soltanto nella ricor
maggiore dell'evangelio, intuonava : signule renza delle due principali solennità, la Pas
vos, et audite simbolum : quindi lo leggeva per qua e la Pentecoste.
intiero , lo spiegava , e da ultimo lo dava Gli scrittori ecclesiastici di ogni tempo ne
in iscritto congiuntamente all'orazione do- fanno chiarissima prova . Tertulliano ( De ba
minicale , come dice il Martene , loc. cit. , plismo c. 19 ) apertamente ebbe scritto : Diem
art. 11 . baptismo solemniorem Pascha prucslat ... Est
Non è certo il tempo in cui siasi estinta inde Pentecostes ordinandis lavacris latissi
la disciplina dello scrutinio . Sembra però ve mum spatium est. San Girolamo ripete la
rosimile che andasse in disuso gradatamente , stessa cosa scrivendo a Pammachio ; l'Anoni
secondo che più occorreva di conferire il bat mo lo dimostra ad evidenza ai tempi di Car
BATTESIMO 699
lomagno, non meno che Aitone vescovo di gnore, cioè nel giovedi santo . Sant'Agostino ,
Basilea in alcuni capitoli composti nell'822 , apostolo dell'Inghilterra, battezzo mille uomi
e pubblicati nello Spicilegio, T. VI , siccome ni nel di del SS. Natale, come riferisce s . Gre
pure Gerardo vescovo di Tours, in altri ca- gorio I , lib . 7 , cap . 30. Lo stesso uso tenne
pitoli dell' 858, prescrive la medesima disci- l'Ibernia , come si raccoglie dal sinodo di s .
plina. A ciò si aggiungano i decreti di molti Patrizio , cap. 19. Il di del nascimento di s .
sommi Pontefici , di s. Siricio specialmente e Giovanni Battista, scrive s . Gregorio Turo
di s . Leone Magno . Quest'ultimo chiamò nense, lib . VIII Historia Francorum , cap. 9 ,
quel costume istituito dagli Apostoli e con era eziandio celebre nella Chiesa gallicana pel
servato nella Chiesa per una continua suc- solenne battesimo. La Chiesa romana pero
cessione ; Gelasio I , del 492 , nella sua epistolatenne costantemente , e volle che si tenesse
IX , indirizzata a tutt' i vescovi cattolici , li dagli altri , non doversi dare il battesimo so
esorta di guardarsi bene dallo amministrare lenne, che nei due sabbati antecedenti la Pas
il solenne battesimo fuori di quelle duesolen- qua e la Pentecoste , e l'uso in contrario fil
nità ; s . Gregorio II del 730 , nella epistola al da Siriaco papa appellato improbabilis el c
clero e popolo della Turingia , ch'è riportata mendunila confusio, aggiungendo che chi face
nella vita di s . Bonifacio vescovo di Magonza; va il solenne battesimo nel SS . Natale , nella
Leone IV dell' 847 , nell'omelia De cura pa- Epifania e nelle feste degli Apostoli e de'mar
storuli, e Nicolò ! dell'858 , nella risposta al- tiri , non lo faceva coll’autorità della Sede
le domande de' Bulgari , di bel nuovo con- apostolica.
fermarono la volontà dei loro antecessori . Tuttavia se una qualche necessità lo addi
Molti concilii vi concorsero a convalida- mandava, una persecuzione, per esempio, un
re l'adottato costume. Tra gli altri quello pericolo , sollecitamente , qualunque si fosse
di Girona , celebrato nel 517 , can . 4 ; quel- il giorno , v'accorrevano i vescovi o i sacer
lo di Auxerre, del 578 , can . 18 ; il secon- doti , e raccolti insieme i catecumeni, ammi
do di Maçon, nel 585 , can . 3 ; il primo di nistravano loro il battesimo. Ed infatti al
Magonza, dell ' 713, can . 4 , ed il secondo del- tempo di s . Agostino , accadendo in Palestina
l'817, can . 3 ; quel di Parigi dell'829 , part. un grande tremuoto, dicesi che settemila per
1 , cap . 7 ; di Meaux, nell ' 845 , can . 48 ; di sone venute al battisterio, senza indugio fos
Worms, nell'868 can . 1 , e quello di Roano sero battezzate. Lo stesso s . Agostino, epist.
del 1072 , can . 23 . IX novue edil. , ci assicura , che in altro simi
Per altro i Greci, oltrechè nella Pasqua e le stato da due mila uomini furono rigenera
Pentecoste , lo conservavano anche nell'Epifa- ti nel salutare lavacro . V. Enrico Valesio in
nia a ricordanza del battesimo di G. C. che ap- Notis ail Eusebii Hisl.cccl., lib . VII, cap . 11 ,
punto in quel di si commemora ; e Paolo diaco- nonchè s . Leone. Magno, ep . XVI.
no , all'anno 520 racconta che Gere re degli E Perù quell'antica disciplina , essendosi di
ruli, coʻsuoi principie senatori, fu battezzato a latata la religione per tutto il mondo , grada
Costantinopoli nel di dell'Epifania, e gli futamente s’illanguidi, enel secolo XInon fu più
padrino Giustiniano I imperatore. Ne fa fede osservata . Un concilio tenuto in Limoges, nel
il loro Eucologio ed anche s . Gregorio Nisseno, l'anno 1051 , afferma che in quella città si bal
del quale abbiamo un discorso in tal giorno tezzava ogni giorno ; i canoni pubblicati in In
tenuto a candidati. La chiesa dell'Africa ,come ghilterra, nel 967, n : 18 , prescrivono al sacer
scrive Vittore Vitense (De persecut. Vundali- dole, che amministri il battesimo in qualun
ca , lib. 2 ), aveva seguito lo stesso costume, e que tempo ne sia richiesto , ed anzi vogliono
parimenti quella di Sicilia , per tal motivo s . che i neonati fanciulli sieno portati alla chie
Leone nella epistola XVI , in modo acerbo a sa dentro trentasette giorni dalla loro nascita .
veva sgridati i vescovi di quella isola . La Fran- Teofilatto nel commentario al c . 10 di 3. Lu
cia era andata più innanzi. Vi si conferiva il ca , prova la stessa cosa , ed anche adduce i
solenne battesimo, oltre che nella Pasqua , motivi della novella provvidenza. Gli statuti
Pentecoste ed Epifania , anche nelle feste del sinodali della chiesa di Avignone, prodotti dal
SS . Natale e di s . Giovanni Battista . Clodo vescovo Giovanni, nel 1557. c . 6 .; un conci
veo ricevelte il battesimo appunto nel Natale, cilio di Malines, celebrato nel 1574 ; e s.Carlo
e s . Avito Viennese ce lo ricorda in alcune Borromeo, nel Conc. prov. 1, csigono cheal pii
lettere a quel re. San Gregorio Turonense, De presto si dia il battesimo ai fanciulli. Rispello
gloria Confessor. c . 66 , racconta, che nella poi agli adulli, laddove non vi fosse urgenza ,
cillà Ebrodunense da un fonle battesimale sca bramerebbe il Rituale Romano che, a ricordan
turiva miracolosamente l'acqua si nel di del za dell'antica disciplina , si riserbassero per
santo Natale, e si in quello della cena del Si- battesimo alle vigilie di Pasqua Pentecoste .
700 BATTESIMO

Anzi a tal oggetto in qualehe luogo agli stes- principio furono erette parecchie fonti bat
si fanciulli nati nella quaresima lo si proro- tesimali, dove i Vescovi , insieme a' preli, od
gava . Quindi il concilio XVII di Toledo ave anche i preti soltanto baltezzavano. Nondi
va prescritto che il Vescovo nel primo giorno meno un qualche vestigio dell'antica disci
di quaresima suggellasse il battisterio col plina si era conservato in quella città sino
proprio suggello , e non fosse aperto che al secolo XIII . Fino a quel tempo i preti car
nel di della cena del Signore. Però, temen- dinali non amministravano il battesimo nelle
do i sinistri accidenti , si differiva soltan- due solenni vigilie , se prima non avevano
to ai nati negli otto giorni prima di quel- chiesta la benedizione del Sommo Pontefice:
la solennità ; ma dipoi anche ciò venne L'Ordine romano, avanti l'anno 1143 , scritto
in disuso. Al presente dell'antica discipli- da Benedetto canonico di S. Pietro, ci tras
na non abbiamo che il rito di benedire il mette anche la cerimonia che in quell'in
sacro fronte. contro solea praticarsi da' Cardinali. « Finilo
Allorchè si accostumava di conferire il so » l'oſſicio, cosi dice l'Ordine citato, il Pon
lenne battesimo nelle vigilie di Pasqua e Pen » tefice discendeva al fonte battesimale insie
tecoste , al solo Vescovo spettava il diritto di » me a' diaconi e suddiaconi cantando le li
amministrarlo , nè il sacerdote od il diacono » tanie . . . I Cardinali ch'erano rimasti in
lo potevano senza la di lui permissione. Santo » coro , uscivano dietro l'abside, ed entrati
Ignazio martire, terzo vescovo d'Antiochia, ” pel portico di S. Giovanni, s' incammina
scrisse a que' di Smirne : non esse licitum sine » vano alla chiesa di S. Venanzio. Allora lo
Episcopo vuplizare. Tertulliano, De baptismo, » arcidiacono comandava a due ecclesiastici ,
c . 17, ripete le stesse espressioni ; s . Girola- » che si recassero a quel luogo, ove giunti
mo, in diulogo adversus Luciferianos soggiu- » prendevano il priore de' cardinali e lo con
gne : sine Episcopi jussione, neque presbyter , » ducevano per mano dinanzi al Pontefice,
ncquc diuconus jus habeant baptismi ; s . Ago- » seguendolo gli altri in processione. Perver
stino, De civitate Dei , lib . XXII, c. 8 ; s. Gre » nuti che fossero dinanzi il Papa, con pro
gorio Nazianzeno , Oratione de baptismo, si » fonda riverenza inchinato , dal priore dice
concordano nell'asserirlo; anzi da questo ul » vasi: Jube, domne, bencdicere , ed il Pontefi
timo si raccoglie, che anche l'approvare i ca » ce rispondeva colla benedizione. Lo stesso
tecumeni pel battesimo spettava al solo Ve- » veniva ripetuto una seconda ed una terza
scovo. Perciò s. Gregorio I , del 590 , aveva » volta ; finalmente il Papa diceva loro : Ile
persuaso l'esarca di Ravenna a lasciar in li » baptizate omnes gente in nomine Pairis et
bertà Blando vescovo di Orte, ch'egli ritene » Filii et Spiritus Sancli. » Compiutasi la
va presso di sé . Il clero di Edessa aveva pre- cerimonia i Cardinali parati montavano i loro
gato il patriarca Fozio a restituire il proprio cavalli e procedevano a ' singoli titoli per am
Vescovo ; ed i legati di Francia , recatisi in ministrare il battesimo. V. Marlene, De antiq.
Costantinopoli, fecero istanza a Giustiniano Eccles. ritib ., lib. 1. cap. 1, art . 3 , num . 4 .
perchè venisse rimandato alla di lui sede Da- Dal fin qui detto però concludere non si vo
cio vescovo di Milano. Tuttavia moltiplica- glia, che la Chiesa non abbia sempre riguar
tosi il numero de' catecumeni, nè potendo il dato inerente al sacerdote il gius d'ammini
Vescovo supplire egli solo al battesimo di tut- strare il battesimo. Subito ch'egli abbia ri
ti , fu devoluto quel diritto anche a' sacerdoti. cevuta la giurisdizione dal suo Vescovo per
E già se ne trova memoria anche nelle Costi una certa porzione di sudditi, ne diviene sul
tuzioni apostoliche, libro III: potestatem bapli- fatto l'ordinario ministro . Che in tal guisa
zandi fucimus ... tantum Episcopis el presby- abbia sempre ritenuto la Chiesa, si prova
teris, ministrantibus diaconis. A tal decreto dal Calechismo romano, p . II , c. 2 , De bap
si accordano pienamente Teodolfo vescovo di lismo : Quod succrdotes jure suo hunc fun
Orleans, De baptismo c . 17 , Gelasio Papa del ctionem exerceant, ita ut etiam praesente E
492 in una lettera a' vescovi di Sicilia ; s. Isi- piscopo ministrure baptismum possint, cx do
doro, De divinit.offic., lib. II , c . 24 ; s . Idelfon- ctrina Pulrum et usu Exclesiue conslut.
so di 'Toledo, Adnotut. de cognit. baptismi pres Non così però si deve dire dei diaconi ,
so Baluzio, t. VI ; Innocenzo I del 403 , nella che sebbene per ordine degli Apostoli do
lettera a Decenzio , nonchè il canone 77 del con vessero amministrar quel sacramento , non
cilio Illiberilano . Lo stesso apparisce dagli or- vennero mai riguardati che siccome un a
dini romani pubblicati dal Mabillon , Musaci iuto agli ordinarii ministri , e quindi lo
ital., tom . JI, dal manoscritto pontificale di A- ro non fu mai lecito di amministrarlo che
pamca in Siria, da quello di Reims e da altri per delegazione de ' superiori. Perciò non
chiarissimi documenti. Quindi in Roma sin da fa meraviglia se le Costituzioni apostoliche.
BATTESIMO 701
lib. VIII, cap. 4 4 4 32 , prescrissero : Diacono del battesimo straordinarii e delegati , nulla
baptizare fus non csse ; se Tertulliano, s . Gi- provando in contrario gli argomenti prodotti .
rolamo , s . Agostino , le Decretali di Grazia In primo luogo non ispetta ai diaconi di
no , p. III , De consecrat. dist . 4, d'accordo vie- spensare l'Eucaristia, e ciò non possono fare
tassero a'diaconi l'ingerirsi in ministero sif senza necessità e sinc Episcopi aut Presbytero
falto, quando non ne venissero destinati dal rum mundulo , cosi insegna s. Tommaso, part.
Vescovo o dal sacerdote. E benchè la dignità 3 , quacst. 82 , art. 5 , e nel citato libro delle
cardinalizia sia cotanto sublime, un Cardinal Costituzioni apostoliche leggesi : Oblatione ab
diacono non può conferire il battesimo senza Episcopo vel Presbytero fuclu , ipse Diuconus
facoltà e dispensa del Papa. dut populo .... tamquum qui ministrul Pre
Per la qual cosa , sebbene in vigore della sbyteris. E ciò si riferisce a quel tempo nel
propria ordinazione, come dicemmo, il diaco- quale era in uso la comunione sub ulruque
no non possa amministrare solennemente il specie, quando i diaconi dispensavano il san
battesimo , come dichiarò s. Clemente : Jus gue nel calice, il che potevano fare, toccar non
non est diacono uul sacrificium oſſerre aut dovendo il sacramento. S. Tomm . loc . cil .
baplizare, lib . 8 Const . , cap . 46 , lo può far Secondariamente, mai i diaconi ammini
tutta volta come ininistro straordinario in de- strarono la penitenza, ma soltanto per delega
ficienza di sacerdoti od in altro caso di urgen- zione del Vescovo ricevevano le suppliche e
te necessilà , con delegazione per altro speciale le preghiere dei penitenti. Palea in cap. Fl
del proprio Vescovo : Constat , cosi viene sta res ; Ferdinando di Mendoza, lib. 2 de Concil.
bilito dal testo canonico, baptismul solis sacer illiberilano, cap . 65 .
dotibus esse tractandum ; cjusclem myslerium , Per terzo finalmente diciamo che il diacono
nec ipsis diaconis crplere est licilum ; absque in vigor dell'ordine riceve la potestà di battez
Episcopo vel Presbytero , nisi, his procul abs zare ex commissione ct delegatione , e non in
entibus, ullimı lunguoris ncccssilas cogat. Cap. virtù del proprio grado. Cap. Diaconos, dist.
Constut baptismu 19 , de Consecrat. dist . 4. Co-95 ; così fra gli scolastici , Scot . in 4 , distinct.
si resta confermato dall'autorità dei SS . Pa- 4 ,quuest. unic ., art . 1. Vasquez ed altri molti.
dri citati Tertulliano e Girolamo , i quali af Da alcuni eruditi si è mossa questione se
fermano non avere i diaconi , absque Episco- le antiche diaconesse , che servivano al batte
porum jussione, la potestà di conferire solen- simo delle donne, in qualche circostanza an
nemente il battesimo. Tertull . lib . De bupli- che lo amministrassero . Quanto facilmente
smo, cap . 17 ; Girolam . Diulog. advers . Luci- peru disciolgasi la difficoltà , si vede chiaro
ferian .; parimenti il Concilio Eboracense,de- dal non trovarsene in alcun tempo veruna
cret . 4 , e Londinense 1 , cap. 3 . memoria , dal vedere come fossero escluse fi
Vi e fra i canonisti questione se il diaco no da' tempi apostolici da ogni qualunque of
no , addivenuto parroco prima di ascendere al ficio ecclesiastico, e dalle proibizioni, che an
sacerdozio, possa solennemente battezzare sen- zi ci ricordano gli scrittori ecclesiastici. Ter
za ulteriore dichiarazione ed autorità . Sosten tulliano ( lib . De vcland. virginib .) scriveva :
gono molti la parte affermativa , fra i quali Non permillilur mulieri in Ecclesia loqui, ncc
Gobat, La Croix , Stefano , Lodovico Cellozio docere , nec tingere. Che se alcune sacrilega
presso Francesco Allier. La sentenza loro è mente vi s'intromisero , ciò accadde fra gli
appoggiata alle seguenti ragioni. 1. I diaconi, eretici , contro dei quali con nerbo scrisse il
secondo il capo Diaconus 28, lib . 8 delle Co- lodato autore, e le apostoliche costituzioni de
stituzioni apostoliche, e secondo il capo Per- testarono quell'abuso come empio e contrario
venil. dist . 93 , sono valevoli a dispensare alla dollrina di G. C .: Non oportet mulicres
l'Eucaristia : dunque ancora a conferire il baptizure ; hoc est impium et u doctrina Chri
battesimo. 2. Possono i diaconi imporre la sli alienum ( lib. III , cap . 9 ) . Lo stesso inse
penitenza, cap . Fures 2 , de furlis , e perchè gnarono s. Epifanio, lib. III, advers. haereses,
non potranno amministrare il battesimo ? 3. hueres. 70 , e Giovanni Musco , in Prulu Spi
Il Vescovo consecrando il diacono dice : Pro- ril . , cap. 3 .
vchendi, fili dilectissimi, od levilicum ortlinem , Ora a seguire il fine propostoci sino dallo
cogitule mugnopere ad quantum gradum Ec- incominciare di questo articolo, è necessità
clesiae uscenditis : Diaconum cnim oportet mi- sciogliere quei dubbi che intorno a lanto sa
nistrare ud allure , buptizare, praedicure, ecc, cramento possono essere posti in campo , e
Dunque spetta al diacono in ragione del pro- ciò colla dottrina dei più celebri teolozi.
prio ullizio di battezzare. Si dubila adunque in primo luogo , se il
La comune peró e verace dottrina che si battesimo ricevuto con finzione tolya i pec
deve tenere si è, che i diaconi sono i ministri cali.
702 BATTESIMO

A sciogliere questo dubbio è necessario co Rispondesi che sono suscettibili delle acque
noscere fin da principio, la finzione essere du- battesimali; e questa abluzione dovrebbe rei
plice . La prima è quella per cui taluno terarsi , quando constasse con certezza che in
esteriormente finge ricevere il battesimo, ma uno di essi esistessero due anime distinte ,
internamente nè crede , nè vuole riceverlo . E cioè che due individui fossero insieme allac
di questa qui non è luogo parlare , chiaro es- cati ed uniti . Se tal distinzione poi si ren
sendo , costui nè ricevere il battesimo, nè desse dubbiosa per avere il parto mostruoso
l'effetto del sacramento , mancando in esso la due teste in un sol tronco, o due tronchi sot
volontà di riceverlo. La seconda è quella per to un'unica testa , in tal caso conferir si do
la quale vuole taluno veramente ricevere il vrebbe il battesimo direttamente alla parte
battesimo, ma non detesta i peccati, ai quali la più perfetta, e condizionatamente all'altra,
invece porta affetto, nè crede nė spera . Que- cioè : Si non es buptizatus. Cosi leggiamo nei
sti riceve il battesimo , perchè sinceramente pratici casi di Mons. Calcagno , come pure
lo vuole ricevere ; ma non ricove gli effetti trovasi appresso l'autore citato la soluzione
pegli impedimenti sopraddetti che egli vi op- dei dubbii seguenti.
pone. Di costui pertanto domandasi , se tolta Dubbio 3. Se , invilis parentibus, possono
la finzione cui dà ricetto nel cuore , ottenga battezzarsi i figli degli infedeli e degli ere
la remissione dei peccati . tici .
La negativa opinione è sostenuta dallo Sco In ordine ai primi rispondo con distinzio
to . Altri confessano che viene rimesso il pec ne : 0 i genitori sono in servitù od in istato
calo originale, ma non gli atluali commessi di libertà quantunque sotto il dominio di un
prima del battesimo. La affermativa senten- principe cristiano. Nel primo caso possono
za , patrocinata da s . Agostino, s. Tommaso, lecitamente hattezzarsi: perchè tali infedeli,
e dalla comune dei teologi, è vera, che cioè , atteso il giogo di servitù , sono nella polestå
tolta la finzione , riviva il sacramento , ed i del padrone: onde senza ingiuria possono es
peccati originali ed attuali commessi prima ser costretti i genitori a lasciarli battezzare
del battesimo sieno rimessi . Sono chiarissi- ed jstruire nelle verità della fede . Nel se
me le testimonianze di s. Agostino. Egli scri- condo caso , sebbene far si potesse validamen
ve nel libro 1 , de Bupt. , cont. Donat. cap . 13. te, sarebbe però sempre illecito, attesochè re
Tunc vulerc incipit ad salutem , cum illa fictio sterebbe leso il naturale diritto che essi rico
veraci confessione rcccsscrit. E nel libro ter noscono sui figli privi dell'uso della ragio
20 , al capo tredicesimo, de haerelicis , egli ne, e secondariamente vi concorrerebbe l'ir
soggiunge : Tunc incipit valere idem bapti- riverenza al sacramento , se, tosto ricevuto,
smus ad dimittenda peccata , cum ad Ecclesiae sotto il loro dominio ne rimanessero : quin
pacem venerit. San Tommaso, nella terza par- di il concilio toletano quarto cosi si espri
te, questione 69 , articolo decimo , ne dà la me : Praccipit sancta Synodus nemini deinceps
seguente ragione : Causa quae natura sua est ad credendum vim inferre , non enim tules
effectus productrix , remoto impedimento, illum inviti salvandi sunt, seid volentes, ul integra
producit. Baptismus valide susceptus natura sit forma justitiae. Cosi conferma s . Grego
sua graliam producil nisi impedimentum obsi- rio, lib . 11 , Epist. 15 , e lib . 2 , cap . 91 ,
slat. Ergo, obstaculo sublato , reipsa illam ef- Epist . 52. Vedasi inoltre s . Tommaso , q. 2 ,
ficit. Quamvis enim in se lransierit , remanel quacst. 10 , art. 12. Si eccettua però il peri
tumen in charactere , qui, recedente fictione , colo di morte od il consenso di uno dei ge
virtute divina ad graliam producendam eleva- nitori , ovvero dell'avo , nelle quali circo
tur. Tandem peccatum originule deleri nequil stanze , battezzar si potrebbero lecitamente ,
nisi per baptismum in rc, aut in voto susce fuori di esse il battezzante incorrerebbe nel
plum . Al baptizatus in haeresi, in schismate , la pena della sospensione imposta da Giu
vel cuni offectu ad peccatum mortulc , remis- lio III, e riferita dal Pignatelli , tom . 4 , con
sionem peccali originalis non oblinet : cx alia sult. 192 , num . 51 .
parle is non rebaptizulur ; ncque cnim haere Riguardo poi ai figli degli eretici si posso
tici , cum ad Ecclesium catholicam veniunt, itc- no , anzi si devono battezzare , perciocchè es
rum linguntur. Ergo baptismus susceptus, ab- sendo essi sudditi della Chiesa , ella può co
luta fictione , gratiam producit, (lelelque pec- stringerli a presentare i medesimi al sacro
catu omnia tum originale , luin actuale an fonte battesimale .
lc baptismum perpctrala et quae ipsum comi Dubbio 4. Se un cristiano vivenle possa
tantur . di nuovo ricevere il ballesimo per vantaggio
Si dubita in secondo luogo : Se i parti mo dei morti.
struosi sieno suscellibili del bailesimo. Questo enormissimo errore degli eretici, e
BATTESIMO 705

segnatamente dei Simoniani, dei Gnostici, dei absolute non velit, cogendus est ad obscrvan
Cerintiani, dei Marcioniti e di molti altri , è tiarn fidci christianae. Nel qual caso , soggiun
fondato sulle parole dell' Apostolo, che nella ge il santo Pontefice , intender si deve il de
sua prima lettera ai Corintii , al capo 15 , vers . creto del concilio Toletano quarto, cap. 56 ,
29 , cosi dice : Alioquin quid fucient, qui bapli- canon . D¢ Judacis , distinct. 43. Qui autem
zantur pro morluis, si omnino morlui non re christianilalem coacli sumt venire ... oportet
surgunt ? Ul quiil ct buplizantur pro illis ? ut fidem quam elium vi vel necessitate susecpe
Omesse le molte interpretazioni del testo runt, tencre cogantur, ne nomen Domini blas
del Crisostomo, dell' Estio , del Calmet , age- phemelur et fides quam susceperunt vilis et
volmente rilevasi quale è il sentimento di s. contemplibilis habealur. E s. Tommaso in 4 ,
Paolo colla esposizione semplice dell'istoria. dist. 6 , quuest. 1 , art. 2 , quaestiunc. 3 in
Quando alcuno dei clinici improvvisamente corp . cosi conclude : Si autem sit coactio in
moriva senza essere battezzato , dal parente o ducens sicul minis ocl pagellis, itu quoil bapti
dall'amico del morto (e ciò seguiva ancor fra zutus polius eligal baptismum suscipere, quam
gli eretici , particolarmente di Corinto, i qua- lalia puli, tunc suscipit sucramentum , scd non
li impugnavano la risurrezione dei corpi ) ri- rein sucrumenli. »
cevevasi di nuovo il battesimo in nome di Al fin qui delto aggiungiamo a compimen
lui, stoltamente supponendosi che questo gli to un compendio di tutto ciò che trovasi de
potesse essere proficuo, come da lui medesi- finito in proposito della trattata materia nei
mo ricevuto , e che in istato lo ponesse di concilii , nelle pontificie costituzioni , e nei
beatitudine. L'Apostolo , non già per appro- varii capi del diritto canonico , e ciò regolala
vare questa empia pratica, ma per convincer- mente secondo i varii punti alla materia stes
li della futura risurrezione , ne cava un argo- sa spettanti , che noi come capi delle cose
mento ad hominem contro i Corintii e parti- trattate presentiamo a prova incontrastabile
colarmente contro i dottori di quella Chiesa . dello asserito .
Se è vero , dice , come voi sostenete , che i Baltesimo e sua mulerin e forma. Bap
morti non devono risorgere , che cosa preten- tismo vera doctrina est in Ecclesia Roma
dete di fare quando vi fate battezzare per i na . Concilio Trilenlino scss . 7 , de baptis.
morti , mentre questa vostra pratica altro can . 3 .
fondamento non ha che la speranza di giun Baptismus est sacramentum fidei, qui fa
gere ad una beata risurrezione ? È dunque cit fidelem . De consccr . dist . 4 , cap. Nihil sit
manifesto o che questa vostra cerimonia è va aliud .
na , o se tale non la credete , ammettere dove Baptismus Joannis non habuit camdem
te il risorgimento dei morti , che ne è l'unico virtutem cim baptismo Christi. Concil. Tri
fondamento . Questi sono i sentimenti di s. dent. sess . 7 , de buplis. can . 1 .
Paolo , come dall'intiero testo rilevasi ; dun Materia baptismi est aqua naturalis , sive
que ciò niente prova in contrario alla negati- calida, sive frigida. Eug . IV in decret. unio
va risposta che comunemente si dà al dubbio nis Armen . & Quinto Ecclesiuslicorum , Clem .
proposto , confermato dal detto dello stesso I epist. 3 ; Innoc . IV constit. 14 Sub Catholi
santo : Lignum enim , in quocumque loco ceci cue S 5 .
deril , ibi crit. Eccli. cap . 11 , vers. 3 ; cosi Baptismus ex verbis et aqua constat . 1
s. Tommaso . quaest. 1 , cap. Delrahe ; et fieri nequit sine
Dubbio 5. Se sia valido il battesimo am- aqua et verbis . De baplis . cap . Non ut oppo
ministrato ai dormienti od agli ubbriachi , neres, Concil. Later. IV , cap. 1 .
che lo hanno antecedentemente serio modo ri Maleria baptismi , idest aqua , debet so
chiesto . lemniter benedici. Concil . Mogunt. IV , capi
Rispondesi aſfermativamente , essendo ciò tolo 14 .
stabilito nel capo Majores 3 , de baptismo: an Fieri non potest baptismus , nisi in aqua
zi per la validità serve qualunque volontario vera et naturali. Concil. Trident., sess . 7 , de
consenso , sebbene misto sia coll’involontario, baplis. can . 2 .
cioè espresso per timore ovvero per qualche Forma baptismi sunt illa verba : Ego le bu
fine indiretto . Cosi precisamente defini Inno- ptizo in nomine Patris, el Filii, el Spiritus
cenzo III , dicendo : Si quis terroribus atque Sancti. Eugen . IV in decret . unionis Armen .
suppliciis violenter attrahitur, et ne detrimen- S Quinto Ecclesiasticorum . Illa verba quibus
lum incurral, baptismi suscipil sacramentum , Graeci utuntur : Buptizetur scrvus Christi ,
talis, sicut et is qui fide ad baptismuni accedit, vel N. in nomine Patris et Filii et Spiritus
characterem suscipit christianitatis impressum , Suncli, sunt valida forma . Lib . 6 constit. Apo
et ipsc tumquum conditionaliler volens , licet stol. cap. 16 , de baptismo cap. 1. Sine hac for
704 BATTESIMO
ma baptizatus, est rebaptizandus. De conse Baptizare potest mulier in necessitate , si
crut., distinct. 4, cap. Quos a Paganis, cap. Hi non adsit sacerdos, neque clericus in sacris ,
vero 1 , quaest . 1 , cap . Si quis consurgit. vel alii clerici , neque alius masculus. Concil.
Formam baptismi mutans , excommuni- Mediol. 1 , part. 2 , tit. de Baptismo.
catur. Concil. quod dicitur Apostolorum , cap. Baptizare potest in necessitate pater vel
49. Non potest dari in nomine Domini , sed mater pueri , sine solutione conjugii. Concil .
in nomine Trinitatis. De consecrat. ,, distinct. Oxonien. 1 , cap . 16 .
4 , cap . Mulli sunt. Diaconus non potest baptizare , nisi in ne
Baptismus est sacramentum novae legis. cessitate. Concil. Ludicen . 1 , cap . 3 , Concil.
Eugen . IV in decret . unionis Armenor. Lalerun . II, part. 53 , cap . 44 .
Quinto Eccles . Concil. Tridenl., sess . 6 , cap . Si laicus in necessitate baptizat', vel a
7 , sess, 7 , de Sacram . can . 1 . lius , debet postea presbyter supplere alias
Forma baptismi , corrupta per ignorantiam solemnitates in ecclesia . Concil. Oxon . , I ,
linguae, non destruitur . De consecrat. distinct. cap. 16 .
4 , cap . Retulerunt, cap. „Si non sunctificulur. Baplizans sive bonus, sive malus sit , dum
Baptismi forma debet ita proferri, ut sa- modo in forma Ecclesiae faciat , valide mini
num habeat intellectum . Concil . Oxoniens . 1 , strat . De consecrul. dist. 4 , cap . Aliud est,cap.
cap. 16 . Quomodo, cap . Non est aqua , cap. Baptismus,
Verba baptismi in quolibet idiomate, sive cap . Cum baplizal .
latino, sive vulgari , sunt forma valida . Ibid . Minister nolens baptizare , si petens mori
el Gregor. III cpist. 5 . tur sine eo , deponatur. De consccral. , distinct.
Formae baptismi, seu verbis , nihil potest 4 , cap . Quicumque. Concil. quod dicitur Apo
addi . Concil. Mediol. 1 , part. 2 , tit. de Bapti- stol. cap . 47 .
smo . Verba autem sunt Ego te buptizo ecc . Baptismus datus ex joco non est validus.
Baptismi forma, In nomine Domini, non esť De cons. dist. 4 , cap. Solct.
valida , et sic baptizatus debet rebaptizari. De Necessità del battesimo per tulli , anche pei
consecrat., distinct. 4 , cap. Si revera . fanciulli. Baptizari debent omnes homines
Sacramentum baptismi faciendum est per nati ex viro et muliere. De consecrat. dist. 4 ,
aquam , et verba exprimentia Trinitatem . De cap. Quisquis . Clementin . de fide cathol . cap.
Trinitate, cap . 1 , in fine. un S fin .
Forma baptismi ab omnibus curatis scien Absque baptismo , nullus salvatur, licet be
da . Concil. Ravenn . 2 , sub. Clem . V , cap . 2 . ne vivat . De consecr. dist. 2 , cap. Cathecu
Ministro e intenzione del battesimo. So- menum .
lemnis baptismi minister est Episcopus , vel Sine baptismo , nullus fieri potest chri
Presbyter . Clem . I, cpist. 4. lib . 6 , conslit. stianus . Zacarias , cpist. 10 .
Apostol. cap. 16 , Eugenius IV in decret. unio Baptismus est ita necessarius ad salutem ,
nis S Quinto de consecrat. distinct. 4 , cap. ut non sit in libertate velle baptizari , vel
Constat. Concil . Mediolan . I part. 3 tit. de non , si quis vult salvari, conc. Trid . sess. 7 ,
Baptismo. de baptismo, can . 5 .
Sine intentione ministri non valet bapti Baptismus conferendus est, etiam parvulis,
smus . De consecrat. , distinct. 4 , epist. Solet et- licet non credant actu . De baptismo, cap. Mu
ium cap. Non sanctificatur. Concil. Colon . II , jores. concil. Senonense cap. 17 de consecr .
par . 6 , cap. 6 . dist. 4 , cap . Non illud , et cap . Boplismus.
Cum intentione faciendi debet minister ba- Concil . " Mogunt. 4 , cap. 13 .
ptizare. Concil. Colon . II , purt. 7 , cap . 6. Eu Baplizari, in parvulis est credere. De con
gen . IV in decret. unionis $ Quinto. secr. dist. 2. cap . Quis autem .
Laici etiam baptizare possunt in necessitate. Baptizantur parvuli in fide aliorum .
De consecrat., dist. 4 , cap . Constat. , cap. San- ibid . cap . Purvuli. cap. In Ecclcsilt , et cap .
clum cst. Eug. IV in decret. unionis, & Quinto. Illud .
Laici etiam baptizare possunt in necessita Baptizari non potest parvulus in utero ma
le. De consecr . distinct. 4 , cap . Constat. cap . tris . ibid. cap . Qui in maternis, et cap. Si qua
Sanctum est. Eugen . IV in decret. unionis, S mulier .
Quinto ; sed non solemniter , lib. 3 , conslit. A Baptizari debent omnes , etiam parvuli re
poslol. center nati de parentibus fidelibus. Concil.
Omnis fidelis baptizare potest aliquem in Trid . scss. 5. de peccato originali, cap . 4. de
necessitate , si presbyter non adzil. Concil. consecr . distinct. 4 , cap . Non illud, cl cap .
Eliler . cap . 38 , Dummodo non sit bigamus. Baptismus.
Sed modus obstat. Concil. Luulin I, cap. 3 . Baptizato parvulo prodest lides aliorum . De
BATTESIMO 703
consecr . dist. 4. cap . in Ecclesia , el cap. aliam formam tenebant. Cuncil. Arelatens. 1 :
Illud . cap . 8. Arelatens. 2. cap. 16. Concil. Nicaen .
· Baptizandi sunt omnes, surdi , muti , aegro- 1. can. 19. Gregor. 1. lib. 9. ex reg . epist.
ti , etc. , impotentes loqui , ex aliorum testimo- 61. Gregor. III, epist. 1. de consecrat. dist.
nio . De consecr . dist. 4 , cap. Egrotantes. 4. cap. de Arianis . 1. q . 1. cap . Si quis eon
Baptismus sanguinis supplet baptismum a- surgit. cap. corporalia , cap. Non sanat. et cap .
quae , si hic non potest haberi . De consecr . Hi qui baptismum .
dist. 4. cap. Buptismi vicem . Baptizatus ab aliquo se fingente baptiza
Baptismi votum sufficit ad salutem , si ha- tum , si in forma Ecclesiae baptizet , est vere
beri non potest in re. Concil. Trid . sess . 7 , de baptizatus. Nicol. I, ad Consulta Bulgarorum
Sacrum . can . 4 . cap . 14 et 15. de consecrat. distinct. 4. cap.
Baptismo Christi baptizati sunt omnes A- Solet.
postoli. De consecr . dist. 4. 6. Quundo Hiero Baptismus aequaliter datur a bonis , et a
solymis, etc. Si eos. malis. De consecrat. distincl. 4. cap. cum tan
Baptismi loco in lege naturae erat fides, et lum. cap . Sutis. c. Non est aqua.
virtus sacrificii : in lege Moysi, circumcisio. Baptismus non est melior, eo quod a me
De consecr . dist. 4. c. Quod autem . liori ministro detur. ibid. cap. Sicut bonus.
Baptizatum se non tenens cura , non sit Baptizatus a Latinis, non debet rebaptizari
salvatus, et quomodo. De presbyt. non bapti- a Graecis. De baptismo c. fin.
zato, et c. Apostolicam . Baptizatus ab haereticis in infantia, quando
Battesimo conferito per finzione. Bapti- venit ad Ecclesiam , potest promoveri ad ordi
smus collatus ficto ( id est habenti obicem ) nes . 1.9. 4. cap . Placuit de infantibus, et cap .
si consentit , habet effectum suum , quando, Quill apud Donatistus.
praeterita fictione, baptizatus veraciter facit Baptizatus extra Ecclesiam , si non redit ad
confessionem poenitentialem . De consecr. dist. Ecclesiam , damnatur. 1. q. 1. cap. Firmis
4. cap. Tune. sime.
Ballesimo conferito dagli eretici , dagl'infe Baptizatus extra Ecclesiam non admittitur
deli e da' peccatori. Baptismus datus ab ad clericatum . 1.q. 1. c . Qui in qualibet ac
haeretieis cum, forma Ecclesiae , est validus. tute.
Concil. Africanum . cap . 24. Zacharias ep . 10 . Catholicus faciens baptizari suum filium
Item si ab aliis infidelibus in praefata for- ab haereticis , quomodo est puniendus . Concil.
ma detur. Ibid. Arelat. 1. cap . 8. de consecr. Illerdense c. 13 .
disl. 4. cap. Si quir cap. Oslenditur. cap . Ab Quando, cioè in quale età debbasi ricevere il
antiqua. cap . De Arianis. cap . Quamvis unum . battesiino . Baptismus quam primum susci
cap. Solet. , cap. Aliud esl, cap . Quomodo., cap . piendus . Clemens I, epist. lib. 6. const . c. 15 .
Nullus autem , cap. Cum tantum . et cap . Sa Baptizari non potest filius totaliter manen's
tis . in corpore matris. De consecr. dist. 4. c . In
Baptizatus ab haereticis, vel aliis in for- maternis. cap . Si qua mulier. cap. Si ad nu
ma Ecclesiae, non debet rebaptizari. Siricius tris.
ep. 1. cap . 1. Innoc. I, ep . 22 , cap. 5. Greg. Baptismus, nisi necessitas urgeat, octavo
1, lib. 2 , ep. 32 , et 33. lib. 9 ex reg . ep. 61. die post nativitatem pueri , olim dandus est.
Nicolaus 1, ad consulta Bulgarorum cap. 104. Concil. 1 Tribur . c. 12 .
Etiam si detur baptismus a Judaeo . Ibid . Baptizandi sunt parvuli, licet sine fide ve
Gregor. ep . III. 1. de consecrat. dist. 4. cap . niant . De consecr . dist. 4. C. Non illud. cap.
Ob antiqua. cap . de Arianis. 1. q. 1. cap. baptismus. cap. ut ostenderet. cap . Parvuli.
Quod quidam . de Trinitate cap . 1. in fine con cap . Mater Ecclesia , et cap. Si Parvulo.
cil. Lateran . 4. c . 1 concil. Moguntin . 4. cap. Baptizandis parvulis, sufficit fides aliorum .
13. concil. Trid . sess. 7. de baplismo can . 4 . De consecr. dist. 4. In Ecclesia .
Baptizatus ab haeretico non in forma Ec . Baptizari statim potest foetus, si sit pericu
clesiae , rebaptizatur. Lib. 6. consl. Apost. lum mortis . Greg . I, lib. 12. ep . 31. de con
c. 13 . secr. dist. c. 5. boplizari. Concil. Senon.cap. 17 .
Baptizatus ab haereticis, cum manus im Baptismus, olim differendus pro puero na
positione ricipitur, dum venit ad Ecclesiam to, usque ad Pascha, vel Pentecosten , nisi pe
Catholicam . Siricius ep. 1. cap . 1. de con- riculum adesset. Concil. Colon . 3. til. censu
secr . disl. 4. cap. Ab antiqua. rae c . 14 .
Baptizati a Cataphrygiis, sunt rebaptizan Sed postea hoc est reformatum , et abroga
di , qui scilicet non in forma Ecclesiae. Con- tum . De consecratione distinct . 5. cap . bapti
cil. Laodicen . cap . 8. Sic de Paulianistis , quia zari .
Encicl. Eccles . Vol. I. Fasc. XI. 89
704 BATTESIMO
ma baptizatus, est rebaptizandus. De conse Baptizare potest mulier in necessitate , si
crut., distincl. 4, cap . Quos a Paganis, cap . Hi non adsit sacerdos, neque clericus in sacris ,
vero 1 , quaest. 1 , cap. Si quis consurgit. vel alii clerici , neque alius masculus. Concil.
Formam baptismi mutans , excommuni- Mediol. 1 , part. 2 , tit. de Buplismo.
catur. Concil. quod dicitur Apostolorum , cap. Baptizare potest in necessitate pater vel
49. Non potest dari in nomine Domini , sed mater pueri , sine solutione conjugii. Concil.
in pomine Trinitatis . De consecrat ., distinct. Oxonien . 1 , cap. 16 .
4 , cap. Multi sunt. Diaconus non potest baptizare , nisi in ne
Baptismus est sacramentum novae legis . cessitate. Concil. Laodicen . 1 , cap. 5 , Concil.
Eugen. IV in decret . unionis Armenor. § Lalerun . II, purt. 53 , cap. 44 .
Quinto Eccles. Concil. Tridenl., sess. 6 , cap. Si laicus in necessitate baptizat , vel a- '
7 , sess. 7 , de Sacram . can . 1 . lius , debet postea presbyter supplere alias
Forma baptismi , corrupta per ignorantiam solemnitates in ecclesia. Concil. Oxon . , I ,
linguae, non destruitur . De consecrat. distinct. cap . 16 .
4 , cap . Retulerunt, cap . Si non suneli ficatur. Baptizans sive bonus , sive malus sit , dum
Baptismi forma debel ita proferri , ut sa- modo in forma Ecclesiae faciat , valide mini
num habeat intellectum . Concil. Oxoniens. 1 , strat. De consecrul. disl. 4 , cap . Aliud est,cap .
cap. 16 . Quomodo, cap. Non est aqua , cap. Buplismus,
Verba baptismi in quolibet idiomate, sive cap. Cum baptizut.
latino, sive vulgari , sunt forma valida . Ibid. Minister nolens baptizare , si petens mori
et Gregor. III cpist. 5 . tur sine eo , deponatur . De consccrat., distinel.
Formae baptismi, seu verbis , nihil potest 4 , cap . Quicumque . Concil. quod dicitur Apo
addi. Concil. Mediol. 1 , part. 2 , tit. de Bupti- stol. cap. 47 .
smo : Verba autem sunt Ego te buplizo ecc . Baptismus datus ex joco non est validus.
Baptismi forma , In nomine Domini, non esť De cons. dist. 4 , cap. Solct.
valida , et sic baptizatus debet rebaptizari. De Necessità del battesimo per tulli , anche pei
consecrat., distinct. 4 , cap. Si rcuera. fanciulli. - Baptizari debent omnes homines
Sacramentum baptismi faciendum est per nati ex viro et muliere. De consecrat. dist. 4 ,
aquam , et verba exprimentia Trinitatem . De cap . Quisquis. Clementin . de file cathol. cap .
Trinitate, cap. 1 , in fine. un S fin.
Forma baptismi ab omnibus curatis scien Absque baptismo, nullus salvatur, licet be
da . Concil. Ravenn . 2 , sub . Clem . V , cap. 2 . ne vivat. De consecr. dist. 2 , cap . Cathecu
Ministro e intenzione del ballesimo. So- menum .
lemnis baplismi minister est Episcopus , vel Sine baptismo , nullus fieri potest chri
Presbyter . Clem . I, epist. 4 , lib. 6 , conslit. stianus . Zucarias, epist. 10 .
Apostol. cap . 16 , Eugenius IV in decret. unio Baptismus est ita necessarius ad salutem ,
nis S Quinto de consecrat . distinct. 4 , cap . ut non sit in libertate velle baptizari , vel
Constat . Concil . Mediolan . I purt. 3 tit. de non , si quis vult salvari , conc. Trid . sess. 7 ,
Baptismo. de baptismo, can . 5 .
Sine intentione ministri non valet bapti Baptismus conferendus est , etiam parvulis,
smus. De consecrat., distinct. 4 , epist. Solet et- licet non credant actu . De baptismo, cap. Mu
iam cap . Non sanctificatur. Concil. Colon . II, jorcs. concil. Senonense cap. 17 de consccr.
par . 6 , cap. 6 . dist. 4 , cap. Non illud , et cap. Baptismus.
Cum intentione faciendi debet minister ba- Concil.: Mogunt. 4 , cap. 13 .
ptizare. Concil . Colon . II , part. 7 , cap . 6. Eu Baptizari, in parvulis est credere. De con
gen . IV in decret. unionis & Quinlo . sccr . dist. 2. cap . Quis autem .
Laicietiam baptizare possunt in necessitate . Baptizantur parvuli in fide aliorum .
De consecrat., dist. 4 , cap. Constat., cap . Sun- ibid . cap. Parvuli. cap. In Ecclesia , ct cap .
clum cst . Eug. IV in decret. unionis, S Quinto. Illud .
Laici etiam baptizare possunt in necessita Baptizari non potest parvulus in utero ma
te. De consecr . distinct. 4 , cap. Constat. cap . tris. ibid . cap . Qui in maternis, et cap . Si qui
Sanctum cst. Eugen. IV in decret. unionis, S mulier.
Quinto; sed non solemniter , lib. 3 , conslit. A Baptizari debent omnes , etiam parvuli re
poslol . center nati de parentibus fidelibus. Concil.
Omnis fidelis baptizare potest aliquem in Trid . sess. 5. de peccato originali, cap . 4. de
necessitate , si presbyter non adsit. Concil. consecr. distinct. 4 , cap . Non illud. el cap .
Eliler . cap . 38 , Dummodo non sit bigamus. Baptismus.
Sed modus obstal. Concil. Londlin I , cap . 5 , Baptizato parvulo prodest fides aliorum . De
BATTESIMO 703

consecr . dist. 4. cap . in Ecclesia , el cap. aliam formam tenebant. Concil. Arelatens. 1 .
Mlud . cap. 8. Arelatens. 2. cap. 16. Concil. Nicaen .
· Baptizandi sunt omnes , surdi, muti , aegro- 1. can . 19. Gregor. 1. lib . 9. ex reg. epist.
ti , etc. , impotentes loqui , ex aliorum testimo- 61. Gregor. III, epist. 1. de consecrat. dist.
nio. De consecr. dist. 4 , cap . Ægrotantes. 4. cap . de Arianis . 1. q . 1. cap . Si quis con
Baptismus sanguinis supplet baptismum.a- surgit. cap. corporalia , cap. Non sanat . et cap .
quae, si hic non potest haberi . De consecr . Hi qui baptismum .
dist. 4. cap. Buptismi vicem . Baptizatus ab aliquo se fingente baptiza
Baptismi votum sufficit ad salutem , si ha- tum , si in forma Ecclesiae baptizet , est vere
beri non potest in re . Concil. Trid . sess . 7 , de baptizatus. Nicol. I, ad Consulta Bulgarorum
Sacram . can . 4 . cap . 14 et 15. de consecral. distinct. 4. cap .
Baptismo Christi baptizati sunt omnes A. Solet.
postoli. De consccr. disl. 4. 6. Quundo Hiero Baptismus aequaliter datur a bonis, et a
solymis, ctc . Si eos. malis. De consecrat. distincl. 4. cap. cum tan
Baptismi loco in lege naturae erat fides, et lum . cap. Sulis . c. Non est aqua.
virtus sacrificii: in lege Moysi , circumcisio. Baptismus non est melior, eo quod a me
De consecr . dist. 4. C. Quod autem. liori ministro detur. ibid. cap . Sicut bonus.
Baptizatum se non tenens cura , non sit Baptizatus a Latinis, non debet rebaptizari
salvatus , et quomodo. De presbyt. non bapti- a Graecis. De baptismo c. fin.
zato, et c. Apostolicam . Baptizatus ab haereticis in infantia, quando
Baltesimo conferito per finzione . — Bapti- venit ad Ecclesiam , potest promoveri ad ordi
smus collatus ficto ( id est habenti obicem ) nes . 1.9 . 4. cap . Placuit de infantibus, et cap .
si consentit , habet effectum suum , quando, Qui apud Donatistus.
praeterita fictione, baptizatus veraciter facit Baptizatus extra Ecclesiam , si non redit ad
confessionem poenitentialem . De consecr . dist. Ecclesiam , damnatur . 1. q . 1. cap . Firmis
4. cap. Tunc. sime.
Ballesimo conferito dagli eretici , dagl' infe Baptizatus extra Ecclesiam non admittitur
deli e da' peccatori. Baptismus datus ab ad clericatum . 1.q. 1. c. Qui in qualibet ac
haeretieis cum, forma Ecclesiae , est validus . tule .
Concil. Africanum . cap . 24. Zacharias ep . 10 . Catholicus faciens baptizari suum filium
Item si ab aliis infidelibus in praefata for- ab haereticis , quomodo est puniendus. Concil.
ma detur. Ibid . Arelat. 1. cap. 8. de consecr . Illerdense c. 13 .
dist. 4. cap . Si quis cap. Ostendilur. cap. Ab Quando, cioè in quale età debbasi ricevere il
antiqua. cap . Dc Arianis. cap . Quamvis unum . battesiino. - Baptismus quam primum susci
cap. Solet. , cap. Aliud est, cap . Quomodo. , cap. piendus. Clemens I, epist.lib. 6. const. c. 15 .
Nullus aulem , cap. Cum tantum . et cap. Sa Baptizari non potest filius totaliter manen's
tis. in corpore matris. De consecr. dist. 4. c. In
Baptizatus ab haereticis, vel aliis in for- malernis . cap . Si qua mulier. cap . Si ad mu
ma Ecclesiae, non debet rebaptizari. Siricius tris.
ep. 1. cap . 1. Innoc. I, ep. 22 , cap. š . Greg. Baptismus, nisi necessitas urgeat, octavo
1, lib. 2 , ep . 52 , el 33. lib . 9 ex reg . ep. 61. die post nativitatem pueri , olim dandus est .
Nicolaus I, ad consulta Bulgarorum cap. 104. Concil. 1 Tribur. c. 12 .
Etiam si detur baptismus a Judaeo . Ibid . Baptizandi sunt parvuli , licet sine fide ve
Gregor. ep . III. 1. de consecrat. dist. 4. cap . niant . De consecr. dist. 4. c. Non illud. cap .
Ob antiqua. cap . de Arianis. 1. q. 1. cap . baptismus. cap. ut ostenderet. cap. Parvuli.
Quod quidam. de Trinitate cap. 1. in fine con cap. Mater Ecclesia, et cap. Si Parvulo .
cil. Lateran. 4. c. 1 concil. Moguntin . 4. cap . Baptizandis parvulis, sufficit fides aliorum .
13. concil. Trid . sess . 7. de baptismo can . 4 . De consecr. dist. 4. In Ecclesia.
Baptizatus ab haeretico non in forma Ec . Baptizari statim potest foetus, si sit pericu
clesiae , rebaptizatur. Lib. 6. consl. Apost. lum mortis. Greg. 1, lib. 12. ep . 31. de con
c. 15 . secr . dist . c. 5. baptizari. Concil. Senon.cap. 17 .
Baptizatus ab haereticis, cum manus im Baptismus, olim differendus pro puero na
positione ricipitur, dum venit ad Ecclesiam to, usque ad Pascha, vel Pentecosten , nisi pe
Catholicam . Siricius ep. 1. cap . 1.;de con riculum adesset. Concil. Colon . 3. tit. censu
secr. disl. 4. cap . Ab antiqua. rae c. 14.
Baptizati a Cataphrygiis, sunt rebaptizan Sed postea hoc est reformatum , et abroga
di , qui scilicet non in forma Ecclesiae . Con- tum . De consecratione distinct . 5. cap . bapti
cil. Laodicen . cap. 8. Sic de Paulianistis , quia zari .
Encicl. Eccles . Vol. I. Fasc . XI. 89
706 BATTESIMO
Ba ptizari possunt parvuli, eadem die, qua baptismo. Poena aliter facientium , est excom
nascuntur, si adsit periculum . Concil. Gerund . municalio.
c . 5. Antisiod. c. 18 de consccr . dist. 5. cap . Baptismus conferendus est in loco, ubi est
baplizari. baptisterium . Concil. Vienn . Prov. cap 7. Ex
Baptizari possunt parvuli recenter nati . cepto casu necessitatis . Ibid .
Concil. Tridentin . sess. 5. in decr . de peccato Eſfelli del buttesimo. Baptizatus, etiam
orig . c. 4 . si non confirmatus moriatur, salvatur. Con
Baptismus non est differendus usque ad cil . Eliberil: cip . 77 .
mortem , vel usque ad aetatem Christi Concil. Baptismus adultis et parvulis proficit ad
Tridenlin . sess . 7. De baptismo can . 12 . salutem ( id est , si adulti non ponunt obicem ).
Baptismum differentes usque ad finem vi Clement. de fide, et summa Trinilale cap. 1 .
tae , se exponunt periculo. De consecr . dist. 4 . in fine. Concil. Later . 4. cap . 1. Viennense
c . Quando quis. Gener . concil. Londin . 1. concil . Moguntin.
In qual tempo devesi amministrare il batte 4. cap . 13. concil . Trident. sess. 7. de bap
simo in chiesa . Baptismus dandus est Pa lismo.
schatis et Pentecostes temporibus. Victor pa Baptizato remittuntur omnia peccata . Cle
pa 1, epist. decret. 1. Gregor. Papa I, epist. mens. I, epist. 4. Greg. 1, lib. 9. ex regest. ep .
lib . 7. epist. 24. Leo IV homil. dc cura Pasto 59. De consccr . dist. 4. cap . Filius Dei. cap .
rali, Gregorius II, epist . 5. Gelasius 1, cpist. Quod autem , et cap . Ex quo.
9. Concil. Antisivdor. cap . 28. Mogunt. 1. cop. Baptismus renovat hominem . Concil. Co
4. Concil. Colon . 3. tit . censurae cap . 14.Con lon . 2 , par . cap . 3 .
cil. Londin . 2. cap . 4. Mutisconense 2. C. 5 . Baptismus pargat peccatum originale , et o
Vormatiense 1. cap . 1. Triburiense 1. cap. mnia alia . De consecr . dist. 4. cap . Non potest.
12. De consecrat. dist. 2. cap . de Cathecume cap. Unde. cap . A parvulo . cup . Regenerante.
nis. cap . Duo tempora, cap . Baptizandi. cap. cap. Non ex eo. Clement. de fide Catholica. cap .
Venerabilis. Nicolaus I, ad Consulta Bulgar. un . Sfin. Eugen. IV in decr . unionis . S Quin
cap . 69. Intelligitur de solemni modo bapti to, etc. Leo X, in bulla conlra Lutherum . Con
zandi. cil . Trident. sess . 5. in decr. de peccato orig.
Baptismus in necessitate dari potest extra cap . 4. concil. Mogunl. 4. cap . 6. et 12. Colon .
praedicta tempora , sed quando est necessitas. 2. par. 7. cap. 5 .
Victor 1, epist. 1. Grcgor. 1, epist. lib . 7 ,epist. Baptizatus incorporatur Christo , et fit mem
24. Leo IV , ubi supra . Gelas . I, ep . 9. De brum ejus . De consecr . dist. 4. cap. Ad hoc
secr . dist. 4. ubi supra , et cap. Non ratione. baptismus.
cap . Baptizandi. cap . Si qui in necessitate. Ni Baptismo remittitur omnis poena debita
colaus I ad Consulla Bulgar. cap. 69. concil. pro culpis, aeterna et temporalis. Eug. IV in
Colon . 3. tit . censurae cap. i 4 et Concilia su decr . Unionis Armen . S Quinto, etc. Concil.
pracit. Trid . sess . 6. c . 14 .
Baptismus nunc dari potest parvulis, sta Baptismo amittit vires vetus infirmitas.
tim ac nati sunt. Concil. Trident. sess . 5. in De consecr. dist . 4. c . Non er eo quis . Sed
decr. de peccato orig. cap. 4, non aufertur totaliter vetus infirmitas. Ibi
Baptismus ante nonum diem , post nativi- dem .
tatem pueri, est conferendus. Concil. Mediol. Baptismus dat vires contra concupiscentiam .
1. par . 2. tit. de baptismo. Sub poena excom Concil. Mogunt. 4. c . 6. et 12 .
municationis. Ibid. Baptizatus, si nullam committit culpam ,
In qual lungo si deve dare il battesimo. et moritur statim , ad regnum coelorum , et
Baptismus ministrandus est in ecclesiis , nisi ad Dei visionem admittitur. Eugen . IV in
necessitas urgeat . Ciem . de baptismo, el ejus decr . Unionis Armen . S Quinto, clc. Concil.
effectu c. un . Poena ministrantium alibi , ibid. Mogunt. 4. c. 12 .
Per Episcopum puniendi . Ibid. concil. Colon . Baptismo carentes non possunt magnis ten
2. par. 7. cap. 7. Excipiuntur filii regum et tationibus resistere. Concil. Ephcsin. in ep .
principum , qui extra ecclesiam , et in domi- Cyrilli ad reginas.
bus possunt baptizari. Clement. ibid . concil. Baptismus falsus non delet originale . Con
Colon . 2. part. 7. cap. 7 . cil. Roman . 7 , sub Grcg. VII, c. 5 .
Baptismus ministrari non potest in orato Baptismo infunditur,etiam in parvulis , gra
riis, sine licentia Episcopi . Dc consecr. dist . tia habitualis. Clem . de summa Trin . c. 1. S
1 . cap . Clericos. ad hoc . concil. Trid . sess. in decr. de peccato
Baptizari nullus potest in privata domo, originali cap. 5. concil. Senon . c. 10 .
in ecclesia. Concil. Moliol. 1. par. 2. tit. de Baptismo infunditur gratia informans et
BATTESIMO 707
virtutes. Clement. de fide catholica , c. un . cum perveniunt ad aetatem adultam . Concil.
S fin . Senon . c. 17. Concil. Trident. sess . 7. de sucr .
Sine baptismo nullås justificatur, ideo di- bapt. can . 13 .
citur Sacramentum fidei. Concil . Trident. sess. Baptizati a Latinis non debent a Graecis
6. c. 7 . rebaptizari. De baptism . cap . fin .
Baptismo carens non est capax ordinis , nec Baptizari iterum debet, qui non fuit ba
characteris. De presbytero non baptizato , etc. ptizatus in forma Ecclesiae. Concil. Mogunt. 4 .
cap. 1. ct c. Veniens. c. 15 .
Baptizatus , si statim moriatur,> salvatur. De Pena di chi ribattezza. - Baptizans aliquem
pocnit. distin . 7. c. Si quis aulem . secundo, si hic erat vere baptizatus, est depo
Baptismo homo renascitur. Eug . IV in de- nendus.Concil. quod dicilur Apostolorum c. 47 .
crel. Unionis Armen . S Quinto Ecclesiastico Rebaptizantes , quomodo puniendi, sive sint
rum . Concil. Coloniens . 2 pur . cap. 3 . Episcopi, sive Presbyteri, sive pueri, ante vel
Baptismus imprimit characterem in anima. post annos pubertatis, sivealii.Felix III, ep . 5 .
Ibib, ei concil. Trid. scss. 7.de Sacram . can. 9 . Rebaptizantes, vel in tali baptismo mini
Per baptismum homo induit Christum , et strantes, etiam acolythi, si scienter id faciunt,
fit nova creatura . Concil. Trident. sess . 14. fiunt irregulares. 3. De Apostatis cap . Ex lite
c. 2 . rarum .
Baptismus redit homines innocentes et im Rebaptizare, est gravissimum peccatum . De
maculatos, ed haeredes vitae aeternae ( intelli- conscc. dist. cap. Rebaptizare.
ge , si non ponunt obicem peccati , etc. ) . Con Aggravii e pene de'riballezzati. - Rebapti
cil . Trident. sess. 5. in decret. de peccato orig. zati non possunt fieri clerici . Felix, III ep . 7 .
сар . 5 . ( Intellige in sacris . ) De consecr. dist. 4.c. Qui
Baptizatus a nullo detinetur ab ingressu bis. dist. 50. c . confirm .
vitae aeternae . Ibid . concil. Mogunt. 4. c. 12 . Rebaptizatus bis, vel ter , in regulari , vel
Baptismo homo justificatur, id est peccata clericali babitu Deo deserviat. Post concil. Tar- .
ei remittuntur, et gratia habitualis infundi- racon . c. 1 .
tur. Trid. sess. 6. c. 7 . Rebaptizaio communicandum non est , si
Baptismo infunditur fides, spes et charitas. scienter id permisit. Post Concil. Tarru .
Ibidem sess. 6. cap. 7 . C. 4 .
Baptizalo parvulo non nocetperfidia paren Rehaptizaius excommunicatur . De con
tum . De consecr'. dist. 4. cap. Quteris. secr. dist. 4. cap. Eos. quos, et cap . Dehinc
Baptismus collatus ex joco, non est vali- ilerum .
dus, nec delet peccata , nec causat characterem . Rebaptizatus ignoranter , non tenetur ad
De consecrat. distinct. 4. cap . Solet cliam . poenitentiam . De consecr . dist. 4.cap. Qui bis .
Baptismus non merilo ministri, sed virtute Rebaptizatus potest ex necessitate ordinari.
Christi operatur. De consecr . dist. 4. cap . ba De conseer. dist. 4. cap . Qui bis.
plismus. Se debbasi ministrare il battesimo , quando
Quando è lecito e quando no ripetere il bat- è dubbio che uno sia battezzalo . Baptizandi
tesimo. Baptisnius rite collatus non potest sunt infantes, de quibus non est certum , an
iterari , Concil . Carthag. 1. cap . 1. Curlhug. 3. sint baptizali, sed sub conditione. De Bu
cap. 38. Gregor. I, lib . epist. 2. cpistol . 52 ptism . cap.Dc quibus. Concil . Curthag . 5 . cap .
et 33 . 6 , Afric. cap. 39. Deconser. dist. 4 , cap . Par
Baptizatus a quocumque, etiam a Pagano, tulus. cap. Placuit. cap . Cum itaque. cap . Si
dummodo in forma Ecclesiae, non rebaptiza- nulla. Concil. Vormat. 1 , cap. 70. Gregor. I,
tur. De consecrat. dist. 4. cup . Romanus. cup . lib . 12 epist . 32. Gregor. II, ep . 14 .
A quodam Juduco . cap . si qui, cap . Quamvis. Baptizatus esse praesumitur, et certissime
cap . Quos a Paganis, el cap . Solct. Gregor. I, tenetur natus , et conversatus inter Christia
lib . 2. epist . 32 et 33. causa 1. cap . Dedit. cup . nos, donec probetur argumentis contrariis
Sicut urgeri videtur . et cap. Hanc regulam , oppositum . De Presbilero non buplizalo, ele.
Concil. Cabilon . 3. cap. 27. Concil. Toleliin . 1. cup . Veniens.
In formula fidei cap . 15. concil. Senonense Baptizatum se tenens , eo quod non habet
cap . 10. til. de Sacrament. Poenitcnt. concil. dubiuro de contrario , quo modo salvatur, si
Trid . sess . 7. dc Sacram . baptism . cun . 12 . in re baptizatus non sit. De Presbyt. non bu
Haereticus veniens ad fidem , non est reba- ptizato, ete:. ( . Apostolicam .
plizandus. Ibidem Trident. can . 11. de sacr . A bailesimo non devesi dare a chi non lo
bapt.. vuole. - Baptizari nullus debet invitus . Dist.
Baptizati in infantia non sunt rebaptizandi. 45 , cap. Qui sinccr.l, et cap . Licet. De Judueis,
708 BATTESIMO
cap. Sicut Judaei. Concil. Laler. 3, in append. Baptizandi , si sunt Judaei , per octo menses
lil, de Judaeis. sunt catechizandi. De consecr. dist. 4 , cap .
Baptizari non possunt Judaei inviti . Gre- Judaci.
gor . 1 , lib. 1 , ep . 45. Baptizandus ante baptismum de multis eru .
Baptizatus invite si reclamat, et contradicit, diendus, est , et de quibus. Lib. 7 , const. Aposi.
nullum effectum recipit, nec gratiam , nec cha. cap. 40 et 41 .
racterem , nec remissionem peccatorum . De Baplizandus renunciare debet diabolo, et o
Baptismo cap. Majores. S Item , et S Sed ad- peribus, ac pompis ejus. Lib . 7 , constit. Apost.
huc. cap. 41. concil. Turonen . 3. cap. 18. concil. Pa
Baptizatus coacte, condilionate, id est, non risien . 6. lib. 1. cap . 10. Opera autem diaboli
reclamans, recipit characterem . De Baptismo sunt peccata gravia , ut homicidia, adulteria elc.
cap . Majores. quae diaboli instinctu fiunt: pompae vero sunt
Baptizatus, sic coacte, conditionate, tenelur jactantia, fastus, superbia, elatio , etc.Ibid .
ad observandam legem Christi , ibid. Baptismum debet praecedere exorcismus, ut
Previe disposizioni di chi vuole baltezzare diabolus arceatur. De consecr . dist. 4. cap.
si. Baptizandus adultus, tenetur habere in. Postquam. et cap. Sicut nostis.
tentionem accipiendi baptismum . Concil. Co Baptizandus adullus , multo tempore ante
lon . 2, par. 7 , cap. 6. baptismum abstinere debet a vino el a carne .
Baptizandus adultus tenetur consentire, a Concil. Carthag. cap. 85. De consec. disl. 4. cap .
lioquin nullum recipit effectum baptismi. De Baptizandi.
baplis c. Majores, S Sed adhuc. Baptizandus adultus jejunare debet anle ba
Baptizandus adultus aliquam poenitentiam, ptismum . lib. 7. const. Apost. cap. 23.
sen dolorem habere debet de praeterita vita. Baptizandus debet nomen mutare in bapti
De consecr . dist. 4, cap. Omnis qui. cap. A. smo. Concil. Colon. 2. par. 7. cap . 6.
gunt homines, el cap. Ne quod absil. De poe Baptizati parvuli, cum perveniunt ad annos
nit. dist. 1 , cap . 81. Tres sunt. Concil. Trid . discretionis, non sunt interrogandi , an velint
sess. 6, cap. 6. ratum habere baptismum , jam susceptum , nec
Baplizandus non indiget poenitentia, id est ne. Concil. Trid . sess. 7. de sacr . baplismi
non est ei imponenda poenitentia . De consecr . can. ult.
dist. 4 , cap . Sine poenitentia . Eugen . IV . in Baptizari non possunt mortui . Concil. Car .
decr . Onionis Armenor , S 5 Ecclesiasticor . thag. 1. can . 6.
Baptizandus tenetur scire symbolum fidei. Baptizari non debet daemoniacus, seu ener
Concil. Laodic. cap. 46. Quod si necessilas gumenus, nisi prius mundetur, lib. 8. const.
morbi urgeat, tenetur discere, postquam con- Apost. cap. 32. Sed aliquando potest baptizari .
valescit . Ibid . cap. 47, el concil. Parisien . 6. Concil. Arausie. 1. can. 15.
lib. 1 , cap . 6 , el conc. Lucen . cap. 49. Rili o cerimonie del battesimo. · Baptismus
In parvulis , baptismus ipse est credere. De olim trina mersione dandus erat . Concil.quod
consecr . dist. 4, cap. Quis autem. dicitur Apostolorum cap. 50 .
Baptizandus adultus, tenetur per se imme Et hoc ob triduum sepulturae Christi . De
diale profiteri fidem , antequam abluatur, alias consecr . dist. 4. cap. In Synodo. cap. Postquain
non est baptizandus. De consecrat. dist. 4 , nos. cap. Eodem . cap. Mulli. et cap. Propter vi
cap. cum pro purvulis, el cap. Vcrum . Concil. tandum. Greg. 1, lib. 1. epist. 41 .
Trident . sess. 6, cap. 6. Et baptizans tunc una mersione, erat depo
Baplizandus debet petere baplismum : et si nendus, eo quod in mortem Domini id facie
postea obmutescat , adhuc potest baptizari. bat. De consecr. dist. 4. cap. Si quis Presbyter.
Concil. African. cap. 12. el cap . Propter vitandum .
Baptizandus, cum humilitate et devotione Baplismus nunc prohibetur dari cum trina
debet accedere, si est adultus . Concil. Colon . 2, mersione, propter haereticos, qui ob pluralita
par. 7 , cap . 6. tem personarum dicebant plurificari deitatem .
Baptizandus examinari debet , et de quibus. Concil. Tol. 4. cap. 6. Greg. 1, lib. 1. epist. 41 .
De cansecr. dist. 4 , cap. Buplizandi. Et ideo in una inersione dandus est. De con
• Baptistnum praecedere debet catechismus. secr . dist. 4. cap. de trinu . el. cap. Propler -
De consecr . dist. 4, cap. Ante baptismum . nionem . Concil. Vormaliense 1. cap. 5 .
Baptizandorum catechismus faciendus est Baptismalis aqua debet esse solemniter be
in propria ecclesia eorum . De consecr. disl. nedicla . Concil. Mogunt. cap. 14.
4 , cap . Baptisandos. Baptismus in mane daodus. Concil. Colon . 3.
BATTESIMO 709

lit. censurae cap. 15. Concil. Mogunt. IV , Baptismi et aliorum Sacramentorum ritus
cap . 16 . mutari non possunt , nec a privatis personis;
Baptismus solemnis dari non potest sine nec ab Episcopis. Concil. Trid . sess. 7. De
chrismale , idest sine unctione cum chrismate sacram . can . ult.
in pectore per presbyterum . Lib. 7. const. A Si baptismus ex necessitate ministretur do
post . cap. 45. concil. Araus. I, cap. De consecr .
mi , vel alibi sine solemnitate; cessante neces
dist. 4. cap. Presbyteris. cap. Presbyteri. et sitate, ritus solemnes postea fiant in Ecclesia.
cap . Nullus. Greg. I, lib. 3. epist. 9. Non po- Concil. Mediol. 1. part. 2. til. De baptismo.
test dari cum veteri chrismate . De consecr . Concil. Mogunt. IV , cap . 15 .
dist. 4. cap. Si quis . In die baptismi fieri non debent convivia.
Baptizatus quare ungitur . De consecr. dist. Concil. Colon. 3. tit. Censurae. cap. 15. Con
4. cap. Venisli. cil. Mogunt. IV, cap. 15 .
Baptizatus bis ungitur ante baptismum 0 Obblighi de' battezzati dopo il battesimo.
leo benedicto in pectore et in scapulis: bis Baptizati tenentur post baptismum recipere
post baptismum chrismate, scilicet in vertice Chrisma , idest, confirmationem . Lib. 3. consl.
et in fronte: sed in fronte ungitur ab Epi- Apost.c. 15. et 16. Concil. Luodic. cap . 48 .
scopo , quia haec unctio est confirmatio , et De Consecr. dist. 5. c. 1. cap. Spiritus sanctus,
quare istae unctiones. De sacra unct. cap . et capit. De his vero .
unic. S Quia vero. Baptizati Graeci. Ved . per questi l'artico
Baptizati scapulae unguntur a sacerdote, et lo Greci.
quare. De Consecr . dist. 4. cap . Deinde a su Baptizatus tenetur discere symbolum fidei.
cerdote . Concil. Laodic. c. 46 et 47. Concil. Eliberit.
Baptizati caput ( id est frons ) ungitur per can . 58 .
Episcopum tantum . Lib.3 . Cost. Apostolic . cop . Baptizatus non tenetur circumcidi , ne
15 et 10 . que debet id permittere . Concil. Antioch.
Baptismus cum exorcismis et exsufflationi- cap. 2 .
bus dandus. De consecr . dist. 4. cap. Sive par Baptizatus invite non recipit characterem .
vuli. Concil. Mogunt. IV , cap. 14 . Baptizatus tenetur relinquere ritus aliarum
Baptizatus signandus est in corde et fronte,sectarum . Concil. Lateran . IV , cap. 70. De
ut ostendatur , quod a diabolo discedit. De Apostalis, cap . Quidam .
consecr . distinct. 4. cap . Si quis presbyter. Baptizatus non tenetur ad poenitentiam ,
Baptizatus sale initiatur , in signum , quodidest , santisfactionem ratione baptismi. De
potest incorruptus stare per gratiam . De con consecr. dist. 4. cap . Sine poenitentia. Eugen .
• secr. dist. 4 . cap. Sale sapientiae. IV , in decreto unionis . Armenorum S Quinto
Baptizati nares et aures saliva liniuntur , Ecclesiasticorum .
et quare. Ibid. cap . Postea , et cup. Propter. Baptizatus parvulus, tempore opportuno e
Baptismi caeremoniae hae sunt. Insufflatur rudiendus est de symbolo et fide. Concil. Co
in faciem baptizati ; signum Crucis fit in pe- lon. 2. part. 7. cap. 4 .
ctore et fronte ejus; sal in ore ponitur; aures Baptizatus non solum tenetur ad fidem
et nares saliva liniuntur ; pectus, scapulae et Christi tenendam , sed etiam ad observantiam
vertex unguntur, et aliae etc. Concil. Colon . 2.totius legis evangelicae. Concil. Trid . sess . 7 .
parle 7. cup. 35. Concil. Mogunt. IV, cap . 14. De baptismo can . 7 .
lib. 7. const. Apost. cap . 22 . Baptizatus tenetur ad omnia praecepta Ec
clesiae , et traditiones. Ibid. can . 8 .
Baptismi ritus , et caeremoniae illa sunt te-
nenda , quibus utitur Romana Ecclesia. Concil. Baptizati vota non detrahunt baptismo, sed
Brachar . 1. cap. 23. Concil. Mogunt. 4 , vera sunt, et firma. Ibid. can . 9 .
cap . 14 . Baptizati cogendi sunt manere in fide. Dist.
Baptismi caeremoniae, quibus nunc utitur 45. cap . De Judaeis.
Ecclesia , fuerunt ex tempore Apostolorum . Baptizatus per vim , si non reclamat , est
Concil. Mogunt. 4. cap. 83 . conditionate baptizatus , et tenetur observare
Baptizati non sunt ponendi in altari , ut legem christianam . De Bapt. cap. Majores.
ex eo redimantur. Concil. mediol. 1. part . 2. Concil. Tol. 4. cap. 57 .
tit. De baptismo. Baptizatus non potest ducere secundam u
Graecis permittitur , ut baptismo ungant xorem vivente prima . 28. q . 2..c. 1 .
totum corpus. Innoc. IV , const . 14. sub Ca Baptizatus potest reassuniere uxorem quam
tholicac . diniserat ante baptismum . Post epist. 2. Euli
Baptizatus suscipiendus est a patrino. ( Vedi chiani, 28. q. 1. cap. Si quis gentilis.
in seguito sui patrini.) Baptizatus non remanet liber a lege conju
710 BATTESIMO
gii el impedimento bigamiae. Disl . 26.cap. Una eum , cum baptizatur. Ibid. Sed Tridentinum
tanlum . docet , quod Parochus interrogare debet eos ,
Baptizatus per baptismum non fit im- ad quos spectat de puero , quos velint admit
peccabilis . Concil. Trid. sess . 7. De Bapt. tere in patrinos,etsic datis nominibus eosdem
can . 6 . conscribat , et isti tenentes contrahunt : quod
Baptizati praesumuntur nati ex Christia- si praeter istos alii ponant manum , non con
nis , et conversati cuin eis. Vedi più sopra , trahunt . Ita in sess . 24. De reform . mulrim .
Necessità del battesimo. cap . 2 .
Parvuli baptizati , in aetate adulta non te Contrahit etiam spiritualem cognationem
nentur ratificare baptismum , quem receperunt cum baptizante . Concil. Trid. sess. 24. De
in infantia , sed obligati sunt servare legem Reformal. Matrim . cap . 2 .
christianam , praecepta Ecclesiae , et alia 0 Patrinus in baptismo contrahit spiritua
mnia, ad quae tenentur alii adulti Christiani. lem cognationem cum patre et matre susce
Concil. Trident. sess . 7. De Sacram . Bapt. can . pti , et non extenditur ulterius haec cogna
ult. Concil. Senonense cun . 17 . tio. De cognat. spiriluali in 6 , cap . 1. Tri- ,
Baptizatus adultus induendus est veste can dent. ibid .
dida ob innocentiam . De consec. dist. 4. cap. Pater, el mater baptizati contrahunt spiri
Posl Baptismum , el c . Accepisti. tualiter cum baptizante. Concil. Trident.
Padrino o suscipiente del baltesimo. Ba- ibid .
ptizatus , ab aliquo suscipiente , seu patrino Quali sieno capaci c quali incapaci di rice
suscipiendus est , seu levandus de fonte , vel cere il battesimo . Baptizari potest quilibet
tenendus . Concil . Later. 3 , in append. part.50 , veniens ab baptismum adultus . De baptismo
cap . 44 . cap. Majores. Dc consecr. disl. 4 , per totam.
Baptizatum suscipiens, debet esse baptiza Baptizari possunt parvuli, etiam recenter
tus . Ibid . et concil. Metcnse 1 , cap . 3. de con nati . Clement. de Summa Trinitate. cup. 1 , S
secr . dist . 4. cap. in baptismatc. ad hoc . De baptismo c . Majores. Concil. Seno
Baptismi patrinus, seu suscipiens, unus,vel nense cap. 17. Concil. Trid . sess. 7. De bapti
una debet esse. Concil. Metcnse 1 , cap. 3. De smo can . 13. Ved . più sopra , In quale età de
consccr. dist. 4 , cap. Non plures. De cognalio- vesi ricevere il battesimo.
ne spirituali in 6 , cap . fin . Concil. Mogunt. 4 , Baptizari possunt amentes et furiosi , si
cap. 19. Concil. Trident. sess. 24. De refur- antea petierunt. De baptismo cap . Majores . S
mat . matrimon . cap . 2 . Sed adhuc . Idem dicendum de dormientibus .
Ad summum duo esse possunt suscipien- Ibid.
les , unus masculus , alia foemina. Concil. - Seguono per ultimo le bolle pontificie
Trident. ibid. che trattano peculiarmente sull'argomento
Patrinus debet esse proveclae aetatis. Con- del battesimo.
cil . Colon . 2 , parl . 7 , cap. 4 . La prima è di s. Leone Magno , e discorre
Patrinus baptizati tenetur eum docere , ct sul dare il battesimo pe' giorni di Pasqua e
instruere de lege Dei , ejusque observantia . De di Pentecoste.
consecr. dist. 4 , cap . Vos ante omnia. Concil. LEO PP. I Episcopus universis Episcopis
colon . 2 , part. 7 , cup . 4 . per Siciliam constitutiz in Domino salu
Patrinus baptizati fit ejus fidejussor apud tem .
Deum . De consecr. dist. 4 , cop. Vos anle Divinis praeceptis , et apostolicis monitis
omnia . incitamur , elc.
Baptizatum suscipiens , seu tenens , fit e $ 1. Cum ergo mihi de charitatis vestrae
jus pater spiritualis . 50 , q . 3 , cap. Ita dili- actibus fraterna affectione sollicita certis indi
gere. ciis innotuerit , vos in' eo , quod inter Sacra
Patrinus tenetur susceptum docere , si pa- menta Ecclesiae principale est , ab apostolicae
rentes id omittant . Concil. Mediol. 1 , par. 2 , institutionis consuetudine discrepare , ita ut
tit. De baptismo. baptismi Sacramentum numerosius in die E
Religiosus non potest esse patrinus , seu su- piphaniae, quam paschali tempore celebretis ;
scipiens in baptismo . Concil. Colon. 3 , til. cen- miror vos vel praedecessores vestros tam ir
surac cap . 16 . rationabilem novitatem usurparę poluisse , ut
Il battezzato contrae parentela spirituale , confuso temporis utriusquemysterio, nullam es
e con chi . Baptizatus ilius spiritualis ba se differentiam crederetis inter diem quo adora
tizantis . 30 , q . 3 , cap. Ita diligere. tus est Christus a Magis, et diem quo resurrexit
Baptizatus contrahit cognationem spiritua- a mortuis . Quam culpam nullo modo potuisse
lem cum omnibus , qui tenent manum super tis incidere , si unde consacrationem honoris
BATTESIMO 711
accepistis , inde legem totius observantiae su cramentorum mysteria coruscasse : sed aliler
meretis , et beati Petri apostoli Sedes, quae vo- quoque signis denunciari, aliter rebus imple
bis sacerdotalis mater est dignitatis, esset ec- ri, ner. quaecunque numerantur in operibus
clesiasticae magistra rationis . A cujus vos re Salvatoris , ad tempus pertinere baptismatis .
gulis recessisse minore posset aequanimitate Nam si etiam illa , quae post beati Joannis
tolerare , si aliqua commotionis nostrae incre- lavacrum a Domino gesta cognovimus , sub
patio non praecessisset. Nunc autem quia non indiscreto honore colamus , omnia tempora
desperatur correctio , mansuetudo servanda erunt deputanda festis, quia omnia sunt ple
est, et licet vix ferenda sit in sacerdotibus na miraculi. Verum quia Spiritus sapientiae
excusatio, quae praetendat inscitiam , malu- erudivit magistros, ut in christiana observan
mus tamen et censuram necessariam tempe- tia nihil inordinatum , nihil pateretur esse
rare , ratione vos apertissimae veritatis in- confusum : discernendae erunt causae sole
struere. mnitatum , et in omnibus institutis patrum ,
§ 2. Semper quidem in aeterno consilio principumque nostrorum rationabilis servanda
Dei mansit humani generis incommutabi- discretio : quia non aliter unus grex , et unus
liter praeordinata reparatio , sed ordo re- pastor sumus, nisi , quemadmodum Apostolus
rum per Jesum Christum Dominum nostrum docet , id ipsum dicamus omnes : simus au
temporaliter gerendarum in Incarnatione Ver- tem perfecti in eodem sensu , et in eadem
bi sumpsit exordium .Unde aliud tempus est , scientia .
quo annunciante Angelo Beata Virgo Maria S 5. Quum ergo et illa , quae ad humilita
foecundandam se per Spiritum Sanctum cre- tem , et illa quae ad gloriam pertinent Christi
didit , et concepit ; aliud, quo salva integri- in unam concurrant eamdemque personam ,
tate virginea puer editus exulante gaudio totumque quicquid in illo et virtutis divinae
coelestium ministrorum pastoribus indicatur; est , ed infirmitatis humanae ad nostrae repa
aliud quo infans circumciditur ; aliud quo rationis tendat effectum , proprie tamen in
hostia pro eo legalis offertur ; aliud cum tres morte - Crucifixi, et in resurrectione ex mor
Magi claritate novi sideris incitati in Bethle- tuis potentia baptismatis novam creaturam
hem ab Oriente perveniunt , et adoratum par- condit ex veteri ; ut in renascentibus et mors
vulum mystica munerum oblatione veneran- Christi operetur et vita , dicente beato apo
tur. Nec iidem sunt dies , quibus impio He- stolo Paulo : An ignoratis quia quicumque
rodi ordinata divinitus in Agyptum trans- baptizati sumus in Christo Jesu , in morte
latione subtractus est , vel quibus Ægypto ipsius baptizati sumus ? Gonsepulti enim su
in Galilaeam , mortuo persecutore , revoca mus cum illo per baptismum in mortem , ut
tus est . Inter has autem dispensationum va- quomodo surrexit Christus a mortuis per glo
rietates accedunt augmenta corporea , crescit riam Patris , ita et nos in novitate vitae am
Dominus sicut Evangelista testatur , profe- bulemus. Si enim complantati facti sumus
ctibus aetatis et gratiae . Per dies Paschae in similitudini morti ejus , simul et resurrectio
templum Jerusalem cum parentibus venit , nis erimus , et caetera , quae latius magister
et cum abesset a societate redeuntium , se Gentium ad commendandum Sacramentum
dens cum senioribus ,' et inter admiran- baptismatis disputavit, ut appareret ex hujus.
tes magistros disputans invenitur , rationem- doctrinae spiritu regenerandis filiis homi
que mansionis suae reddens. Quid est , inquit , num , et in Dei Filiis adoptandis illum diem ,
quod me quaerebatis ? nesciebatis , quod in et illud tempus electum , in quo per similitu
his , quae Patris mei sunt oportet me esse ? dinem , formamque mysterii ea , quae gerun
significans ejus se esse filium , cujus esset et tur in membris , bis , quae in ipso sunt ca
templum . Jam vero , cum in annis majori- pite, gesta congruere , dum in baptismatis re
bus apertius declarandus baptismum praecur- gula, et mors intervenit interfectione peccati,
soris sui Joannis expetiit , quid deitatis ejus et sepulturam triduanam imitatur trina de
remansit ambiguum , quando baptizato Do- mersio , et ab aquis elevatio resurgentis ad
mino Jesu , Spiritus Sanctus in columbae spe- instar est de sepulchro. Ipsa igitur operis
cie super eum descendit , et mansit , audita qualitas docet celebrandae generaliter gra
de coelis Patris voce dicentis : Tu es Filius tiae eum esse legitimum diem , in quo orta
meus dilectus , in te complacui ? quae omnia est , et virtus muneris et species actionis .
ideo , quanta potuimus brevitate perstrinxi- Ad cujus rei confirmationem plurima valet ,
mus, ut notum sit dileclioni vestrae, univer- ' quod ipse Dominus Jesus Christus , postea
sos dies Christi innumeris consecratos fuisse quam resurrexit a mortuis discipulis suis ,
virtutibus, et in cunctis ejus actionibus Sa- in quibus omnes ecclesiarum praesules do
712 BATTESIMO
cebantur , et formam et potestate m tradidit vamini a generatione ista prava. Qui ergo
baptizandi, dicens : Euntes ergo nunc , docete receperunt sermonena ejus baptizati sunt , et
omnes gentes, baptizantes eos in nomine Pa- appositae sunt in illa die animae circiter tria
tris et Filii et Spiritus Sancti . De quo uti- millia.
que eos etiam ante passionem potuisset in S 5. Unde quia manifestissime palet ba
struere nisi proprie voluisset intelligi , rege- ptizandis in Ecclesia electis haec duo tempo
nerationis gratiam ex sua resurrectione coe ra , de quibus loquuti sumus , esse legitima,
pisse . Additur sane huic observantiae etiam dilectionem vestram monemus , ut nullas a
Pentecostes ex adventu Spiritus Sancti con- lias dies huic observatiae misceatis. Omissis,
secrata solemnitas , quae de paschalis festi etc.
pendet articulo . Et cum ad alios dies alia fe Data XII kal . novembris. ann . D. 447 , Pon
sta pertineant, haec semper ad eum diem , qui tif. Nostri VIII . »
resurrectione Domini est insignis , occurrit : La seconda bolla è di Benedetto XIV , sul
porrigens quodam modo auxiliantis gratiae battesimo degli Ebrei , sieno infanti, sieno
manum , ut hi , quos a die Paschae , aut adulti .
molestia infirmitatis , aut longinquitas iti. « Venerabili fratri Archiepiscopo Jarsens.
neris , aut navigationis difficultas interclu- vicesgerenti BENEDICTUS PP. XIV . Venera
sit invitos , aut quibuslibet necessitatibus bilis frater , salutem , et apostolicam benedi
impeditos , desiderii sui effectum dono Spi- ctionem .
ritus Sancti consequantur. Ipse enim Uni Postremo mense superioris anni cum de
genitus Dei in fide credentium , et in virtu- more ad nos accessisses, retulissesque Anto
te operum nullam inter se, et Spiritum San- nium quemdam Vivianum in Hebraeorum vi
ctum voluit esse distantiam , quia nulla est co domum Perlae Misani Hebraeae ingres
diversitas in natura , dicens: Ego rogabo Pa- sum esse , ibique cum tres ejus filias , qui
trem , et alium Paraclitum dabit vobis , ut buscum par dumtaxat aderat earum frater ,
vobiscum sit in aeternum , Spiritum verita- annos natos duodecim , invenisset , eam ,
tis. Et iterum , Paraclitus autem Spiritus quae nonum annum agebat , baptismate ab
Sanctus , quem mittet Pater in nomine meo , luisse , Sacramenti verbis rite eodem tem
ille vos docebit omnia , et suggeret universa ' pore pronunciatis , quo caput aqua lustra
quaecumque dixi vobis. Et iterum : Cum vit , idemque deinceps cum reliquis dua
venerit ille Spiritus veritatis , ille diriget vos bus sororibus primae adhuc aetatulae pere
in omnem veritatem . Cum itaque veritas gisse , marem autem non baptizasse , quod
Christus sit , et Spiritus veritatis Spiritus aquam sibi deesse viderit. Tunc nobis quo
Sanctus, nomenque Paracliti utrisque sit pro- que significavisti , quid ad mulctandam Vi
prium , non dissimile est festum , ubi unum viani audaciam statueras , quidque de puellis
est Sacramentum . sacro baptismate initiatis statuere in animo
§ 4. Hoc autem nos ex nostra persuasio- habebas : id porro a Nobis omnino probatum
ne defendere , sed ex apostolica auctoritate fuit.
servare satis idoneo probamus exemplo , se Sed quoniam facta hujusmodi frequen
quentes beatum apostolum Petrum , qui in ter Romae , et alibi audiuntur , quotiescum
eo die , quo omnem credentium numerum que vero id accidit, ' multae hinc statim opi
promissus Spiritus Sancti replevit adventus , niones , maximeque diversae ; perinde qua
trium millium populum sua praedicatione si tunc id primo evenerit, excitantur, quod
conversum lavacro Baptismatis consecravit , sane inde oritur , quia bene multi temere
quod sancta Scriptura , quae Apostolorum obloquuntur , cum hac de re scriptos neque
actus continent , fideli historia docet , di- expenderint libros , neque noverint ; alii ve
cens : His auditis , compuncti sunt corde, et ro , qui scriptores legerunt , cum eosdem
dixerunt ad Petrum , et ad reliquos Aposto non semel videant sibi invicem adversantes,
los : Quid faciemus , viri fratres ? Petrus ve non satis ingenii , et facultatis habent ad
ro ad illos : Poenitentiam , inquit , agite, et judicandum quis eorum prudenter senserit ,
baptizetur unusquique vestrum in nomine quis vero secus , alii demum aut num
Jesu Christi in remedium peccatorum , et ac- quam tribunalium judicata cognoverunt,aut
cipietis donum Spiritus Sancti . Vobis enim eorum certe non reminiscuntur ; ideo ope
est repromissio , et filiis vestris, et omnibus, rae pretium existimavimus epistolam hanc
qui longe sunt , quoscumque advocaveritDo- scribere , eamdemque typis impressam in lu
minus Deus noster. Aliis etiam pluribus ver cem edere , quae si tibi usui non erit, quia
bis testificatus exhortabatur eos, dicens: Sal- probe jam nosti omnia, quae hic continentur,
BATTESIMO
non parum opinor iis fortasse proderit , qui in nondum habent usum liberi arbitrii, secundum
eodem vicesgerentis munere tibi succedent, vel jus naturale sunt sub cura parentum , quandiu
aliis extra Romam degentibus, ad quos perli- ipsi sibi providere non possunt: unde ctiam et
net , quemadmodum ad vicesgerentem Romae de pucriş antiquorum dicitur, quod salvaban
spectat, hujusmodi casibus providere, aut non tur in fide parentum; et idco contra juslitiam
omnino diversis , aut huic plane similibus, qui naturalem csse, si tales pueri invilis parenti
novissime in urbe accidit , quique, ut vulgo bus baptizarentur, sicul eliam si aliquis ha
dicitur, dat caussam edicto. bens usum rutionis baplizarelur invilus. Esset
Alque ut omnis, quoad fieri potest, confusió cliam periculosum taliler filios infidelium ba
evitetur, materiam duximus in duas partes plizore, quia de facili ad infidelilatem redi
distribuendam : in prima enim de Hebraeorum rent, propter naturalem affeclum ad parentes ;
infantium ; in secunda de adultorum bapti- el ideo non habet hoc Ecclesiae consuetudo,
smate disseremus. Prima autem pars multifa- quod filii infidelium invilis parentibus bapli
riam dividitur . Primoenim expendetur , utrum Zentur.
invitis parentibus, ac reluctantibus , hebraei Scotus in quarlo sententiarum , dist . 4 , quaest .
infantes baptizari licite possint . Secundo, si 9, num . 2, etin quaestionibus relatis ad quaest.
hoc nefas esse dixerimus, an casus unquam 2, censuit laudabiliter poșse principem impe
contingat aliquis, in quo id fieri non modo rare ,' ut, invilis etiam parentibus , Hebraeo
possit, sed etiam liceat, planeque deceat. Ter- rum atque infidelium infantuli baplizentur,
tio, baptismum hebraeis infantibus tunc irn- dummodo id potissimum prudenter caveatur,
pertitum , cum fas non sit , ratum ne, an vero ne iidem infanles a parentibus occidantur. Ha
irritum haberi debeat. Quarto, quid sit facien- bet sectatores hacc sententia suos non solum
dum , quum infantes hebraei afferuntur, ut in scholis, verum etiam apud auctores recen
baptizentur, aut compertum sit eos jam fuisse tiores in saecularibus negotiis apprime versa
sacro baptismate initiatos; demum quomodo tos, quos inter recensendus est Loaysa in no
probari possit, eosdem aquis salutaribus jam tis ad Concilium decimumseptimum Toleta
lustratos fuisse num , pag. 761 , tom . 2, collect. Concil . Hispan .
De primo primae partis capite si sermo sit , clar. men . cardinalis Aguirre. Praevaluii la
utrum nempe dissentientibus parenlibus , he men in tribunalibus sancti Thomae sententia,
braei infantes baptizari possint, aperte asseri- ut testatur cardinalis Albizi de inconstantia in
mus , hoc jam a sanclo Thoma tribus in locis fide, cap. 11 , n . 34 , atque inter theologos, ca
definitum fuisse, nempe, in quodlib. 2, art. nonumque peritos vulgatior est, quorum no
7, in 2, quaest. 10 , art . 12 , ubi ad examen re mina recensentur a cardinali Santorio io Ri
vocansquaestionem in quodlibetis propositam : tuali sacramentorum , ut videre licet , pag. 209
Ulrum pueri Judaeorum, et aliorum infide. et seqq., in quo Rituali complures viri doctri
lium sint invitis parentibus baptizandi, ila re na illustres multum laboris, atque operae in
spondet: Respondeo dicendum , quod maximam sumpserant, quos inter cardinalis Bellarmi
habel aucloritatem Ecclesiae consuetudo quae mus. Omissis. ...
semper est in omnibus aemulanda; etc. Hoc au Hoc igitur posito, quod nefas sit Hebraeo
tem Ecclesiae usus numquam habuil , quod Ju rum infantes, reluctante parentum arbitrio ,
daeorum filii invitis parentibus baptizarentur, baptizare, nunc juxta ordinem initio proposi
quamvis fuerint retroactis temporibus. mulli tụm descendere jam oportet ad alteram par.
catholici principes polentissimi, ut Constanti- tem ; an videlicet contingere unquam possit
nus , Theodosius , quibus familiares fuerunt occasio aliqua, in qua id liceat et conveniat ,
sanclissimi Episcopi, ut Sylvesler Constanti. Omissis....
no, et Ambrosius Theodosio, qui nullo modo Duo , ut plurimum , casus evenire solent ,
praelermisissent ab eis impetrare, si hoc esset cum christianorum aliquis Hebraeorum infan
consonum rationi : et ideo periculosum videtur tes invenit in extremo portis discrimine con
hanc assertionem de novo inducere, ut , prae- stitutos ; alter autem , quum iidem infantuli
ter consueludinem hactenus in Ecclesia obser- crudeliter a parentibus projeoti, destitutique
valam , Judacorum filii, invilis parentibus, ba inveniuntur. Cum id eveniat , ut ab aliquo
plizarentur. Transitum deinde facit Doctor christiano Hebraeorum puer morti proximus
Angelicus ad exponendas rationes, atque ita reperiatur, rem opinor laudabilem , Deoque
ait, in 5 pari. , quaest. 68, art . 10 : Respondeo gratam is certe efficiet, qui salutem puero aqua
dicendum , quod pueri infidelium filii aut ha- lustralis praebeat immortalem . Inter caetera
bent usum rationis , aut non habent , ctc. Si Congregationis sancti Offieii decreta unum
Encicl . Ecclcs, Vol. 1. Fasc. X71. 90
714 BATTESIMO
extat latum postridie kalend . novembris anno contendunt, nec plane injuria . Compertum est
1678 , cujus verba baec sunt : Cum plius He. patriam potestatem neque ad jus divinum po
braeorum consignatus fuissel nulrici chrislia sitivum , neque ad jus naturale, neque ad jus
nac in deficientia nulricum hebraearum, dum gentium pertinere, sed juris , ut ajunt, humani
esset proximus morli, fuil baplizalus , et sacra romani esse; cum autem civitate romana An
Congregalio declaravit , praedictum puerum tonius imperator omnes imperio romano sub
fuisse licile baptizatum .Cum quo conveniet al . jeclos donaverit , juxta ea , quae leguntur in
terum emanatum die 18 febbruarii anno 1705 I. in orbe Romano , quaeque in aliis exempla
quaestioni respondens fel. mem . Praesulis Ca- ribus incipiunt in urbe Roma ff. de statu ho
roli Maigrot ; illud autem est hujusmodi: An minum , et Hebraei imperio Romano tunc es
filii infantes infidelium possint baptizari invi- sent subdili , hoc ipsis argumentum suppeditat
lis parentibus: Eminenlissimi, audilo voto D D. pro patria in filios polestate. Sic disserit Ab
Consultorum , dixerunt, non licere, nisi in ar- bas, in c. cit. ex literis, n . 3 de convers. Infid.
ticulo mortis . Gobat , in Theologia experimenta Judaeus habet filium in potestate ; el est ratio ,
li, tract. 2 , cas. 11 , n . 329, maxime commen- quia Judaei contrahunt juslas nuptias , sunt
dat virum religiosum de Societate Jesu , qui sub romano imperio, el sic gaudent legibus
cum vi quasi coactus Mahumelani domumn in . imperialibus. Sed itidem plane constat prae
gressus esset , veluti medicus, ejus puellam dictam patriam potestatem tunc certe amitti ,
morli proximam in visurus, eam caute bapti- cum filius derelinquitur, projiciturque, juxta
zavit , quin id pater coxnoverit ; quae quidem responsum Gregorii IX , cap. 1 de infantibus,
puella post menses aliquot ex hac vita emi. el languidis expositis, cujus haec sunt verba :
grans ad coelum feliciter evolavit. Conveniunt Si a patre , sive ab alio, scienle ipso, aul ralum
quoque in eamdem sententiam Suarez in ter- habente (relegalo pielatis officio) infuns cxpo
liam partem S. Thomae, disp. 78, quaest. 25, situs extitit, hoc ipso a potestate fuit patria li
art. 3 , S Ex his autem ; Becanus , de Sacr. beratus .
Bapt. , cap . 10, q. 7, n . 7 ; Hurtadus, de Sacr. Animadvertendum tamen est, eum infantem
Bapt . , disp. 3, diss. 3 ; Azorius, par. 1 , 1. 8 , c. non inter projectos, expositosque adnumeran
25,9.10 ; Castrus Palaus , tract. 19, disp. unic. , dum, quem sine patre, sine matre, nullo co
de Bapt., punct. 9 , n . 16; Pascal., de viribus mite, aut per urbem , aut extra Hebraeorun
patriae potestatis, part. 1 , 11 ; Barbosa, in Ca- vicum temere vagantem inveneris ; sed quem
non . Judaeorum 28, quaest. 1 , n . 3. Ad hanc in loco publico solum , derelictum , abjectum ,
rem praeclare facit epistola Santi Francisci atque omni cura, et spe destitutum offenderis,
Xaverii , pag. 67 , Romae typis edita , in qua is absque dubio projectus, is sane expositus
confirmans patrem Franciscum Henricum , censendus est . Omissis. ...
quod quaereretur paucos a se infideles in In
Postquam casus magis obvios exposuimus,
diis ad veri numinis cullum revocari, sic scris in quibus nostra haec regula prohibet, Hebraeo
bit: Plus ilaque proficis quam tu pulas , in rum infantes , invitis parentibus , baptizari ;
fanles diligenlissime conquisilos per bapti- aliquas insuper declarationes addimus ad hanc
smum coelum parturiendo. Nam certum est , regulam pertinentes, quarum haec prima est :
Xaverium hic loqui de Indorum infantibus si parentes desint, infantes vero alicujus he
extremum vitae agentibus, quos Pater Fran- braei tutelae commissi fuerint , eos sine tuto
ciscus Henricus rite ac licite baptizabat. At ris assensu licite baptizari nullo modo posse ,
memento , lc oclo mensibus, quibus islic ver cu'm omnis parentum potestas ad tutores per
saris, plures animas conservasse moribundis venerit. Sic Azorius, Institut. Moral ., par 1 ,
infantibus baptizandis. lib. 8, cap. 25 , qu . 9 ; Thomas a Jesu, de Con
Si item eveniret, ut puer aliquis hebraeus vers . gent. pag. 212 ; Sessa de Jud . cap. 25,
projectus esset, atque a parentibus derelictus, num . 30; alios praeterea auctores eadem senti
communis omnium sententia est , pluribus re non ignoramus, a quibụs recensendis brevi.
quoque confirmata judiciis, eum baptizari 0- tatis gratia supersedemus.
portere , reclamantibus, etiam , repetentibusque Secunda est, si pater christianae militiae
parentibus, ut recte docent Azorius, Inst. Mo- nomen daret, juberetque infantem filium ba.
ral . , part. 1, lib. 8 , cap. 25 , qu. 5 ; Ricciul., plizari ; eum quidem vel matre hebraea dis
Lucubrat ., lib. 2 ,cap . 32 , n . 30; Clericatus, de sentiente baptizandum esse, quum filius non
Jurisdictione, discord. 17 , n . 12 ; Sessa , de Ju . sub matris, sed sub patris potestate sit haben
daeis, c.51, n . 110 et seqq . At Hebraeorum pa- dus, juxta textum in lege Nulla ff. de suis, et
renles patriam se in qilios habere potestatem legitimis haeredibus, et in S foeminae, Instit.
BATTESIMO 715
tit. de adoptionibus, quod quidem ad verbum dissential, et quamvis ambo pariter protestan
statuit Gregorius IX, in sua Decretali ad Ar- tur, sese filii baptismati non assentiri, ut vi .
gentinae Episcopum scripta, et relata in cap. deri potest in cit. disc. 977 Gratiani, cum prae
Ex lile is, de conversione infidelium . ler favorem religionis, qui maximi habendus
Tertia est , quanivis mater filios sui juris est, argumenti loco etiam esse debeal Test, in
non habeat, lamen ad Christi lidem si accedat, can. patrem 32, qu. 3 , ubi in neptis nuptiis,
et infantem offerat baptizandum , tametsi pa- avi sententia patris judicio anteponitur, cum
ter hebraeus reclamet, eum nihilominus aqua avus liber, pater autem servus existil . Pulrem
abluendum esse. Ita cum caeteris Azorius ver. puellae Ecclesiae nostrae famulum , avum ve
bá facit, in loco praefalo quaest. 3 : Ubide com ro ejus liberis orlum constat esse natalibus, et
muni fidei bono agitur, nulla habenda esl ratio ideo avi magis eleclionem de conjunctione ne
palriae potestalis, quam leges, el jura romana plis, quam patris ejus, cujus nullo modo libe
sanxerunt, et propterea maler fidelis, quamvis rum potest esse arbitrium, decernimus allen
ci jus civile palriam poleslalem non tribual, di. Quia ergo electione avi huic isla nupsisse
jus habet ad baptismum folium offerendi; huic probatur, hanc constat legitime esse copulatam .
quidem sententiae favet praedicta . Decretalis Fictilia res non est, quod aliquando paler
Gregorii IX, in qua , licet loquatur de patria hebraeus se velle catholicam religionern am
polestate in eo casu , quem explicabat, patris plecti praedicet, ac se ipsum , filiosque infantes
nempe christiani filium aquis lustralibus offe baptizandos offerat, postmodum vero sui se
rentis , matre hebraea perperam discrepante : consilii poeniteat, abnuatque filium baptizari.
staluit tamen sententiae suae in favore fideild Mantuae eveniet, ut Hebraeus quidam non
fundamentum : In favorem maxime fidei chri- modo cum viro perhonorificum dignitatis gra
slianae respondemus, pari eumdem pueruin as dum tenente, sed ipso etiam cum duce id rei
signandum : favor autem fidei in utroque casu gessil. Duos habebat infantes liberos, totidem
valere plurimum jure debet. que pueros, atque uxorem ; cumque deinceps
Quarta est, quod si pro certo habeatur , pa- ad Christi fidem accedere recusasset, ducisque
rentum voluntatem esse infantium baptismati spem frustratus esset, res ad examen deducta
necessariam , quoniam sub appellatione paren- est in Congregatione sancti officii, ac Pontifex
tum locum quoque habet paternus avus, ut die 24 septembris anni 1699 , slaluit , ea fieri,
observatur in I. Jusla interpretatione 201 , ubi quae sequuntur : Sunclissimus , audilis volis
Glossa in verb . avus ff. de verb. signiſ. cum Eminentissimorum , decrevil, quod duo filii in
to quod amplius legi potest in discepl. 977 , fanles, alter scilicet triennis, alter quinquen
num . 4 Gratiani. Hinc necessario sequilur , ut, nis baplizentur. Alii, nempe filius oclo unno
si avus paternus catholicam fidem amplexus rum, et filia duodecim , collocentur in domo ca
sit , ac nepotem ferat ad sacri lavacri fonter , Thecumenorum, si ea Mantuac adsist, sin minus
quamvis mortuo jam patre, mater hebraea re. apud piam, honestamque personam , ad effectum
pugnel , tamen infans sit absque dubio bapli- explorandi ipsorum voluntalem , cosquc in
zandus. Martinus Navarrus, vir sacrorum ca struendi : uxoris quoque in loco a filiis scpu
nonum doctrina excellens, cum hic Romae ca rato exploretur voluntas. Patrem vero , el ma .
sus hujusmodi evenisset, plus, valere conten- rilum respeclive , qui a proposito suscipiendae
debat matris dissensum , ut videre licet in ejus fidei christianae recessit, non esse cogendum ,
cons. 4 , lib . 3 , de conversione infidelium , sed conlra eum posse procedi, prout de jure.
Contra eum scripsit Praesul Rutilius Benzo . Idem ferme accidit Augustae Taurinorun ) , ubi
ni: Pontifex autem Gregorius XIII , pro avo cum Hebraeus quidam religionem catholicam
sententiam tulit, ut ipse refert in suo Speculo amplecti nollet, postquam id se facturum pro
Episcoporum , lib. 1 , quaest. 9, dub. 1 , ubi te- miserat, cumque instaret, ut filiola, quam ba
statur, hebraeo infanti baptismum se contu- plizandam oblulerat, ideoque a matre hebraea
Jisse. Quamobrem in fine consilii Navarri haec jam ablalam christianae nutrici lactandam de
legunlur: Advertendum autem, contra opinio- derat, in potestatem rediret suam ; Congrega
nem latam sententiam , infantemque traditum tionis S. Officii auctoritate Romae sancitum
fuisse avo christiano , el demum baptizatum , fuit, ut puellula christianos penes esset , et ad
perseverareque adhuc in fide. Hujusce facti sacrum regenerationis fontem elevaretur, quod
Marchinus etiani testis est, De Bello divino, videri potest apud Sessam , cap. 50 , num . 98.
part. 1 , cap. 2. Non desunt alia judicata, quo- Hoc autem prudenter statulum est, ne scilicet
rum yi avus ad fidein conversus praeferri de- parentes hebraei , quibuscumque summa ae
bet, non solum si mater, vel etiam si pater quitate apud christianos , eo impudentiae de
716 BATTESIMO
veniant, ut et nos et Ecclesiam audeant irri- smi gratias infantes suos a morbis, daemonum
dere. que vexationibus liberatum iri , eo dementiae
Sunt quoque aliqui infideles suos infantes adducti sunt, ut mortem quoque minitati sint
Christianis offerre soliti, ut aquis salubribus catholicis sacerdotibus, qui, utpote eorum pra
abluantur , non tamen Christi ut stipendia vae mentis conscii , baptismum eorumdem li
mereantur , neque ut originali culpa eorum beris constantissime denegabant. Navarrus in
ex anima deleatur, sed id faciunt indigna qua suo conf, ... de tit, bapt. respondit , pueros
dam superstitione ducti , quod nempe baptismi jam rationis compotes in casu ejusmodi a ba
beneficio existimant eosdem a malignis spiri- ptismi fontibus repellendos, infantes vero o
tibus, a fortore, aut morbo aliquo liberandos. mnino admittendos esse , qui adhuc rationis ex
Sanctus Augustinus, in epistola ad Bonifacium pertes sint. Alii vero perperam sentiunt, o
Episcopum , tom . 2 , lypis Patrum S. Mauri mnibus conferri baptismum posse, mors ut e
num. 5 , de hac re ita disserit : Nec illud te vitetur, dum materia solum , non autem forma
moveat, quod quidam non eu fide ad baptismum adhibeatur . At huic sententiae refragatur Con
percipiendum parvulos ferunt, ut gratia spi- gregatio sancti Officircoram Pontifice habita die
rituali ad vitam regenerentur aeternam , sed 6 septembris 1625. Sacra Congregalio univer
quod cos pulant hoc remedio temporalem reli- salis Inquisilionis habila coram Sanclissimo,
nere, vel recipere sanilalem . Nam enim pro- relatis literis Episcopi Antiharensis in quibus
pterea illi nom regenerantur, qui non ab istis supplicabat pro resolutione infrascripti dubii:
hac intentione offeruntur. Celebrantur enim An cum sacerdotes coguntur a Turcis , ut ba
per eos necessaria ministeria , et verba sacra- plizenl eorum filios, non ut christianos effi
mentorum , sine quibus consecrari parvulus ciant, sed pro corporali salute , ut liberentur
non polest. Mens quippe non infantem bapti- a foclore, comitiali morbo, muteficiorum pe
smo offerentis, sed baptizantis est serio consi- riculo, et lupis, an in tali casu possint sallem
deranda : An non parentum , scd ministrorum ficle eos buplizare, adhibila baptismi maleria,
mens est spectanda, hi cnim si bona, el recta sine debita forma ? Respondit negalive , quiu
menle voluerunt exequi, quod Ecclesia postu- Baplismus esl januu sacramentorum , ac pro
lul , omnino baptismum valide contulerunt, testatio fidei, nec ullo modo fingi potest. Hoc
Verba sunt Arcudii, I. De concordia Ecclesiae decretum typis editum extat in Verricello de
Occidentalis et Orientalis, 1 , 1 , c. 12, Apostolicis missionibus, tit. 5 , ad verb. Bapti
Res ad examen revocata fuit in synodo ha- smus, qu . 219. Neque hoc loco praetermitten
bita anno 1148, sub patriarcha Luca, de qua dum est, vigesimam nonam inter propositiones
synodo sermonem habet Balsamon super can . ab Innocentio XI damnataz die 2 martii 1679,
48 Trullano . Agareni quidam synodo adfue- esse hujusmodi: Urgens melus gravis est ju
runt, qui ut baptismum reciperent, invitati , sta causu Sacramentorum administrationem si
illico responderunt, sese jam pridem sacro ba- mulandi. Omissis ....
plismate initialos; nam id in more suam apud Negari profecto nequit grave perversionis
gentem esse dixerunt , infantes vix natos ad periculum in hac materia rem esse maximi
sacerdotes catholicos deferri solitos, ac bapti- momenti. Episcopus Quebec alias significavit,
zari : Non tamen admissi fuerunt; audierat barbarorum aliquos , etiamsi christianae mili
enim (praedictus scilicet Patriarcha) quod ba- tiae adscriptos, nullum religionis specimen ex
plismus, quem infideles a Christianis petunt, bibere ; hoc eoim habent in more positum, ut
non bona affectione, et orthodoxo proposito pe- statim ac filius nascitur, eum Christianis offe
titur, scd propter corporalem medicinum , Per- rant baptizandum ; is vero ubi adolevit, a re
suasum est enim Agarenis, fore, ut sui liberi ligionis nostrae sanctimonia abhorret, paren
a daemone vexentur, et tamquam canes male lum scilicet exemplo edoctus . Quare non sine
olvant, nisi baptismum christianum assequan . causa praedictus Episcopus postulavit , iis ne
lur. Verba sunt Balsamonis e graeco idiomate infantibus Sacramentum esse baptismatis con
in latinum versa a Card . Baronio in Annali- ferendum ? Huic petitioni diligenter expensae
bus ad annum praedictum 1148, unde signifi- in Congregatione sancti officii habita die 3 maji
cari videtur, illius Concilii patres baptismum 1703, responsum fuit, baptismum conferre in
ratum ac validum nequaquam existimasse. fantibus non licere, qui filii infidelium essent,
Cum ad theologos canonumque peritos hu- atque in eorum potestate mansuri . Hoc tamen
jus quaestionis examen transisset , varii casus decretum eos excepit pueros, qui gravissime
proposili, ac discussi fuerunt. Infideles aliqui , aegrotantes vita periclitarentur. Non licere , si
cum hoc sibi in animum induxissent, bapti- sint filii infidelium. cl in poleslule corum rc
BATTESIMO 717
linquendi : secluso tamen mortis imminentis vertit Cardinalis Lauria egregius Scotista, in
periculo. Licere autem , si filii quidem barba- tom . I, lib, 4 Sententiarum , disp. 14, art. 5,
rorum sint, sed jam Christi militum , dum num . 38. El notu , quod sermo non est de pos
tamen , aut a viris apostolicis illic diligentibus, se valido : quia si baplizarentur, certum est re
aut ab ipsis parentibus de sanctae religionis numere baplizalos ; sed de posse licilo, idest,
praeceptis ac mysteriis edoceantur, cum a an licile fial, si haptizenlur ., Durandus, in 4
doleverint. Licere vero, si sint filii barbaro Sentent., dist. 4 , quaest. 7 , art, 13, contendens
rum baptizatorum ; curandum lamen per mis irritum baptismum esse sine consensu saltem
sionarios, ac per ipsosmel eorum parentes, ut, interpretativo illius , qui baptizatur, ideo si
cum ad annos discretionis pervenerint, a se, hoc Sacramentum Hebraeorum aut infidelium
vel ab aliis instruantur, praesertim in illis filiis, invitis parentibus , impertitum fuerit ,
regionibus, si non praevideatur in promptu illud esse irritum omnino existimat ; ea ratio
adfuluros ministros evangelicos, qui in hoc ne ductus , quod infantulis non alia , quam
parentum commode supplere possint defe parentum voluntas sit , quae si desideretur,
ctum. In Servia audivimus pauperculas esse omnis deest voluntas, cujus necessitas est sa
christianas mulieres invito cum Turcis matri. ne maxima, baptisma ut validum habeatur.
monji vinculo copulatas, quae cum filium pa Verum baec Durandi opinio singularis nun
riunt, eum sacerdotibus offerre solent, ut ba quam aut plausum aut existimationem nacta
ptizetur. Idcirco postulatum fuit, quid debeant est; quod revera constet baptismum esse ra
in casu hujusmodi sesa gerere sacerdotes. De tum ac validum , quotiescumque baptizantis,
hac re decretum habetur in nostro Bullario, voluntas cum forma et materia necessaria ac
n . 89 , S 8, n . 304 , ubi apparet , conferendum cedat. Quamobrem Durandi sententiam Sua
esse baptismum , si constet, mortem oblato rez falsam , Cajetanus a ratione alienissimam
puero imminere, Istarum vero filios, quos pa esse affirmant. Praefati argumenti , validitatem
rochis baplizandos exhibent, ubi corum vitae baptismi collati sine consensu patris contra
periculum imminere videalur , sacro lavacro Durandum comprobantis, Sylvius auctor est,
abluere praedicti parochi minime dubilent, ad- doctissimus s . Thomae sectator, in 4 tom., in
monilis malribus, ul , si convaluerint, - ipsos in 3 part. S. Th ., quaest. 68, art, 10. Si filiis
christiana religione educare sedulo curent . Si quorumcumque infidelium conferatur bapti
nullum adsit vitae periculum , certa regula ge smus, eril validus, ctiamsi parentes sint invili,
neralis statuta non est, cum oporteat diligen quia subjeclum est capax, et minister cum de
ter omnes expendere circumstantias, et prae bilu intentione adhibel et materiam et formam .
sertim , vel cos in evangelicae legis et fidei Nihil autem aliud requirilur , ut baplisma
cullu perseveraluros, vel christiana educatione parvulorum teneant ; nam inlentio parentum
ab ejusmodis malribus fraudulos, mahomelani est imperlinens . Et Frassen , eximius Sco
patris impietatem scculuros esse. Si sacerdotes, tista , tom . 10, cui Scoti Academici, tract. 10 ,
postquam pie et religiose hoc negotium Deo disp. 1 , art . 2 , quaest , 3. Durandi sententiam
commendaverint, aequum bonumque existi- refellens, et ejusdem argumento, hoc est, in
ment, praedictos infantulos baptizare, id qui . baptismo infantium voluntatem deesse, si pa
dem facerent; matres tamen enixe admonerent rentum vel offerentium voluntas desit, respon
de gravissimo, quo tenentur, munere filios de dens admonet, Ecclesiae voluntatem semper
christiana religione sedulo edocendi. Omissis ... inesse : Quid, si nullus offerat, sed solus mini
Satis abunde diximus non solum de primo sler baplizet ? Recle intelligitur respondere
hujus partis capite, utrum nempe, invitis pe- tola muler Ecclesia, quae in Sanclis est, quia
rentibus, hebraei infantuli baptizari possint; lola omnes, lota singulos paril, per voluntalem
verum etiam de secundo, an 'casus unquam minislri suo et chrisliani nomine baptizantis ,
contingat aliquis , in quo id aeque licitum sit Quae quidem responsio s. Augustini auctorita
ac decorum ; ad tertium nunc accedimus, ba- tem habet, qui in nemorata epistola ad Bovi
plismum videlicet ebraeis infantibus imper- facium sic scribit : Offeruntur ad percipicndam
titum , cum fas non sit, ratumne, an vero irri . spirilualem gratiam non tam ab eis, quorum
tum haberi debeat, gestanlur manibus , quam ab universa sociela
Nulla de hac re inter s. Thomam et Scolum le Sunctorum atque fidelium , Ab omnibus nam
dissensio est , cum non in eam sententiam di- que offerriſ rcctc intelliguntur , quibus placet
sputaverint, utrum baptismus hebraeis infan- quod offeruntur, et quorum sancta el individua
tibus sine parentum consensu conferri valide charitalc ad communionem Sancli Spiritus ad
possit, verum an licite, ut prudenter animad- juvanlur. Tota ergo muler Ecclesia, quae in
718 BATTESIMO
Sanclis esl, pueros gestal et offert, quia tota runt fas esse, puerulos Judaeis parentibus re
omines, tota singulos offerl. Omissis... stituere, dummodo ipsi parentes cautione, aut
Nihil aliud nunc restat, ut primae parti fj- fidejussione data . ingenue spondeant , ab se
nis imponatur, quam exponere, quid sit facien- filios, vix ad convenientem aetatem pervene
dum, cum infantes hebraei aut baptizandi of- rint, cbristifidelibus restituendos, nec quid
ferantur, aut compertum sit , eos jam fuisse quam contra fidem catholicam edocendos. Ita
sacro baptismate initialos ; deorum quomodo opinatus est Calderinus in suo consil . 3, de
probari possit eosdem aquis salutaribus fuisse Judaeis, quem sequutus est Graffius in suis
rite lustralos ; quae postrema sunt hujus pri- Decis. cas. conscient., part . 2 , lib. 2, cap. 23,
mae partis capila , et quorum explicationein num , 3. Verum baev Calderini sententia a
paucis expediemus. caeteris omnibus erroribus insimulata fuit , ut
Nibil hoc loco cum jis infantibus nobiscum Afllict., decis. 131 , n , 13 ; Sperel . decis. 1 ,
est, qui vel ad sacrum fontem ab iis feruntur, num . 42 ; Sessa, de Judaeis, cap . 53 , et num .
quibus id faciendi jus esse constat, vel qui 64 ; Piton . , Discepl. Eccles ., parl . 4 , discept.
juxta sacrarum legum vim invitis licet relu- 146,dub. 3 , et num . 33 ; Card . Albizi, de In
clantibusque parentibus, de his, inquam , in- const. in fide, cap. 11 , num . 33. El vere scio
fanlibus nullus hic sermo est , quonjam palet, in hac sacra Congregalione, loquilur de Con
omnino esse ad sacrosanctum regenerationis gregatione sancti officii, sententia Calderini uli
lavacrum elevandos. Ad eos itaque spectat bic crroneam fuisse rajeclam .
sermo noster, qui baptismo neque a parenti In quibusdam praefalis resolutionibus in
bus, neque ab aliis, qui jus in eos habeant , of- nuitur, eum , qui Hebraeorum filios sine pa
feruntur, sed ab aliquo nullam habente au rentum consensu baptismo lustrare ausus fue
ctoritatem . De iis praeterea agitur, quorum rit, exceplis iis casibus, in quibus hoc liceat,
casus non comprehenduntur sub ea dispositio- eum , inquam , poena mulctanduin esse : bapti
ne, quae sinit baptismum conferri, etiamsi smum autem unius testimonio comprobari. Ut
majorum consensus desit : boc quidem in ca. primae parli bujus nostrae instructionis extre
su baptizari non debent, sed ad illos remissio ma manus accedat, nihil aliud restat , quam
quorum in potestate ac fide sunl legitime con- praediclarum resolutionum judicium confir
slituti. Quod si jam Sacramento initiati essent, mnare, et quidquid in iisdem continetur, no
aut detinendi sunt, aut ab bebraeis parentibus stra quoque sententia stabilire. Baplizantis
recuperandi tradendique christifidelibus, ut ab mentem esse sanctam rectamque non dubi
illis pie , sancteque informentur ; hic enim tamus : modus autem omnino illicitus haben
baptismi licet illiciti , tamen veri validique dus est; et ea quicumque facit, quae Eccle.
effeclus est. Ex quibus accedit Concilii Tole- sia fieri vetat , pro judicis prudentia mulctari
tani quarti textus expositus in Can . Judaeor., debet, poena scilicet aut miliori, vel severiori
dist . 26, quaesl. 1 : Judaeorum filios, vel fic juxta circumstantias. Additur etiam , qui in
lius, ne parentum ullro involvantur errori- fantes Hebraeorum liberos baptizare solent ,
bus, ab corum consortio suparari decernimus eos plerumque aut laicos, aut mulieres esse ,
deputatos aul monasteriis, aul chrislianis vi- quod neutris liceat, nisi necessitas interfuerit,
ris, aut mulieribus Dcum limentibus, ut sub ut videri potest in Can. ad limina 50, quaest.
conversatione cullum fidci discant , atque in 2, in can . Sanctum , in can . in necessitale de
mclius instiluti tum in moribus, quam in fide consec . dist . 4 , in Concil . Flor. Arunen . in
proficiant. Si autem postquam adoleverint , struct . In casu aulem necessitatis non solum
suo ipsi inforlunio catholicam fidem desere- sacerdos, vel diuconus, sed etiam laicus, vel
rent , et Hebraeorum ritibus adhaererent, con- mulier, imo etiam paganus et haerelicus ba
tra eosdem legibus utendum esset, ut contra ptizare polest . Hoc etiam in trigesimo octavo
haereticos, juxta Decretalein Bonifacii VIII, Concilii Illiberitani canone statutum est , per
in cap. Contra, de haereticis, in sexlo : Contra egre navigantes, aul si ecclesia in proximo
Chrislianos, qui ad ritum lransierint vel re non fuerit, posse fidelem , qui lavacrum suum
dicrint Judaeorum , eliamsi hujusmodi redeun- integrum habet, nec sit bigamus, baptizare in
tes, dum erant infanles, clc . , baptizali fue- necessitate. Et quamvis Petavius, in not . ad
runt, eril tamquam contra haereticos, si fue- Sanctum Epiph ., pag. 341 , iretur, Concilium ,
rint de hoc confessi, aut per Christianos, scu etiamsi necessitas interfuerit , bigamis ,ne quem
Judaeos convicli, clc., procedendum. Omissis... quam baptizent, interdicere; crgo ne bigamis
Durá nonnulli haec sententia visa est, qui baptizari in lunta necessitate non licuit ? Men
camdem ut minus asperam facerent, existima. doza tamen et Albaspineus ajunt, in canone
BATTISIMO 719
quemquam baptizari a bigamis interdici, cum necessaria videtur duodecim annorum aetas,
plures adsint rei conficiendae magis idonei, id autem perperam quibusdam decretis pro
quod Catholicus ethnico , laicus autem non bant aequo antiquis ac antiquatis. Hac in re
bigamus jure sit bigamo anteponendus . Jam consulendus est sedulus , accuratusque praesul
vero baptismati comprobando unius sufficere Sperellus, in sua decis. 1 , n . 32, et duobus
testimonium , vetus jurisperitorum axioma est, seqq. , ubi probat ralionis usum ab anno septi
ut vitetur in Glossa, cap. Nuper, ad verbum : mo completo inchoari ; idemque confirmatu
Nisijuratus de leslibus, el alteslationibus. Quan- rus . praeclara quaedam in unum collegii Car
doque tamen bene creditur zini, quando non sit dinali Albizi, de inconst. in Fide, cap. 11 ,
praejudicium alicui : pula utrum aliquis sit ba num . 39 ; Ricciul., in tract. de Personis extra
plizalus, vel ulrum essel ecclesia consecrala, el gremium Ecclesiae, lib. 2 ,cap. 33, num.3 ; Za
ubi quis vull probare sc egisse poenilentiam sius, 3, in tract . de Judaeis , qu . 2 ; Clericat. ,
per confessorem suum. Et in can . Placuit, in de Jurisdict. , Discord . 18, num . 25 ; Sessa, de
verbo : lestentur de Consecrat. , dist . 4. Crcdi- Judaeis, cit . cap. 43, quibus addimus Congre
tur ergo Icstimonio unius in baplismo el in gationis Concilii resolutionem , quae extat lib.
consecralione ecclesiae. Hoc tamen intelligen- 16 Decretorum , pag. 233 a tergo in quadam
dum est, dummodo testi, aut mari aut foemi ca usa Vilnae : die 16 julii 1639, sacra Congre
nae , fides adhiberi prudenter possit, aut idem galio Concilii respondit filios Judaearum non
si testatur qui baptizavit ; hic siquidem se esse invilis parentibus baptizandos, donec per
ipsum asserens baptismum hebraeo infantulo veniant ad actalem legitimam ; et lunc, si ipsi
ministrasse, non rem modo ab se gestam , sed consentiant : aetalem vero legilimam regula
etiam poena dignissimum suo ipse testimonio riter censeri completo seplennio. Animadver
confimaret. In Sancti Spiritus Xenodochium , tere opus est illud regulariter, nam indicat
projectorum perfugium , feruntur non raro in . oportere praesidem ecclesiasticum etiam at
fantes chartam collo suspensam praeseferen- que etiam considerare , quisnam sit bapti
les, in qua scriptum legitur jam baptismum smi petilor, cum possit contingere , ut is el
eisdem collatum esse. Cum adhuc in minori- iam non completo septennio sufficienti sit
bus a secretis sacrae Congregationis Concilii praeditus ratione ; ideoque baplizandus, in
munere fungebamur , Sancti Spiritus parochus vitis licet reluctantibusque parentibus, ut sa
interrogavit, quid sibi agendum esset in hu- pienter disserit Sotus, in 4 sententiar., dist. .
jusmodi casibus ? Proposita quaestio ſuit in 5 , quaest . unic. , art. 10 , dub. 2 : Certissima
Congregatione die 18 decembris 1723, ut de regula est, quod si cilra illam aelatem cer
clarat Thesaurus resolut. , tom . 2, pag . 421 , to constat, puerum fidei catechismis instru
die autem 14 januarii 1724 , ita rescriptum ctum salls intelligere, quidnam sil baplizari ,
fuit : Si non lateret, qui chartulam scripserat, el quemadmodum fit professio christianae leo ,
eidemque fides tuto praestari posset , tunc in- gis, baptizandus est, quoniam aelas ad contra
fantem ut baptizatum habendum esse , ac ne hendum malrimonium lege humana statuilur ;
baptismo quidem initiandum sub condilione, lex autem divina baplismi neuliquam ab hube
ut aperte liquet in tom . 3 praefali Thesauri, mana dependet.
pag . 2. Si vero de perfecto rationis usu dubitarelur,
Haec sunt, quae breviter exponenda censui- et baptismuni implorantis capacitas anceps ac
mus quoad primam partem ad Hebraeorum incerta esset, ca vendum est ab eorum senten
infantes unice pertinentem . Itaque ad secun- tia, qui juxta tritum illud axioma, in dubio
dum descendimus sermonem de Hebraeis adul . nimirum semper possidentis conditionem me
tis ac ratione pollentibus babituri. Atque ut lorem esse "contendunt, petentem baptismum
ordine utamur et claritate, disseremus primo ad Hebraeos, et ail patrem potissimum , si su
de iis, qui ultro bạplismum petunt, tum de iis, persit, necessario remittendum . Cavendum est ,
qui jam baptizali ad ecclesiam se conferunt. inquam , ne quis arbitrelur sententiam ejus .
Verum in primis constituendum est, quaenam modi approbandum , et axioma, cujus dumla
plerumque ea aetas sit, in qua Hebraeus spon- xat est ratio babenda in causa aequali: nulla
te baptismum expetens, infans , sed sui com. vero aequalitas intercedit Hebraeos inter al
pos censendus est , et quodammodo adultus, que Christifideles ; ac multo minus inter pa
atque hac quidem in re duos jurisperitos, li- trem et filium , quum alter patriae potestatis
cet haud indoctos, cavere necesse est : Natam , jacturam ad breve tempus damnum nempe le.
scilicet, in consil. 454 , lib. 2, et Bursat ., in con- vissimum evitaret ; aerumnae alter gravissi
sil . 231 , lib . 3, quibus in casu de quo agitur, mac provideret, hoc est mortem fugeret sem
720 BATTESIMO
piternam, cujus periculum certe suhiret re tum fuisse ad examen puerum quemdam he
gressus ad infidelium curam , ac sub patriam bracum , qui supponebatur petiisse baptismum ,
potestatem . Quare in supradictis casibus Sa- ct ad domum Cathecumenorum redarius fue
cramentum est differendum , sed hoc qui po- rat : qui tamen adco hebetis ingenii visus fuil,
stulat relinendus, ac sic interea inforrnandus, ut, etiamsi explevissel seplennium , nihilomi
ut idoneus evadat baptismati postmodum su nus palri hebracó restitulus fuit.
scipiendo. Omnissis ... Si contingat , ut Hebraeorum aliquis aetate
Tempore constitulo, in quo Hebraeus ratio. adullus baptismum cupiat , is quidem est re
nis compos prudenter censendus est , statuto tinendus, aut e vico.evocandus, dum ejus oplj
etiam quid sit agendum , cum baptismi peli- mam voluntatem quispiam fide dignus alte
tor, an sit idoneus, dubitalur ; de iis jam dis- statur. Magna hic vero diligentia opus est ,
seremus, qui aut ab adolescentia , aut aetate experientia edocente, habracas seu mulieres,
etiam maturiori baptismum postulant . Quoad seu poellas frequenter ad baplismum confu
hanc aelatem , parentum consensum necessa- gere , non religionis , sed matrimonii causa,
rium omnino non esse, auctor est Sanctus Tho- quod nimirum Christianum aliquem depe
mas, in praefat . loc , idest, in 2, 2 , quaest. 10, reant : mares autem christianae fidei deside:
art. 12 , quo in loco dispulans de baptismo fi- rium affectare, quod matrimonii jain contracti
liorum Hebraeorum , dissentientibus parenti: laqueos declinare cupiunt , et uxorem he
bus, sic scribit : Postquain aulem incipit habere bracam relinquere , aut quod aere alienogra vali
usum liberi arbitrii, jam incipit esse suus , et sunt, ac solvendo impares. Atque utinam in
potest quantum ad ea , quae sunt juris divini, praesentiarum pon eveniret , quod Stefanus
vel naturalis, sibi ipsi providere ; el tunc est Tornacensis scripsit in epist. 32 : Rara accidit,
inducendus ad fidem , non coaclionc, sed per ut de plebis circumcisne duritia in novam Ec
suasione, el polest etiam invilis parentibus con- clesiae renalus infantiam , fideliter aliquis con
sentire fidei, et baplizari, non autem antc- versetur. Hanc vocem raro ita interpretamur
quam habcal usum rationis. Eadem vero re ut non negamus persaepe Hebraeos ad veram
petit, in 3 part., qu. 68, art . 10. Responden fidem divinitus evocalos , ea fecisse omnia ,
dicendum , quod pucri infidelium filii aut ha- quae bonos viros, et utiles Christianos decent .
bent usum rationis, aut non habent. Si autem Concilium Tridentinum , sess. 6, cap. 6, indi .
habent, jam quantum ad ea, quae sunt juris cat, quae adulto ad baptismum cum spirituali
divini, vel naturalis, incipiunt suae potestatis utilitate accipiendum , sunt necessaria. Cale.
esse ; el idco propria voluntate, invilis paren- chismus romanus , part. 2 de baplismo, mo
Libus, possunt baptismum suscipere , sicut et ram et tarditatem in hoc negotio inculcat,
matrimonium contrahere ; et ideo tales licile cum mortis discrimen abesse videatur. Dilalio
moneri, possunt, el induci ad suscipiendum aliquas videtur utilitales aſſerre: primum enim
baplismum . Quae quidem cum iis conveniunt, quantum ab Ecclesia providendum est, ne quis
quae scripla reliquit idem doctor Angelicus, ad hoc Sacramentum ficlo et simulato animo
in quodlib. 2, art . 7. Omissis ... accedat, corum voluntas, qua ad baptismum
Habraeis igitur, ut baptismum accipiant, accedunt, magis exploratur alque perspicitur ;
vim facere nefas est ; quare si quis Hebraeo- deinde in fidei doctrina, quam profileri debent ,
rum , expleto jam septennio, catholicam reli- et christianae vilae inslilulionibus erudiuntur
gionem amplecti cupiat, aut si non dubia , sed perfectius. Quoad ea , quae ante baptismuin
cerla significatio detur, Hebraeum aliquem adulto credenda sunt, animadversione dignum
praedictae aetatis baptismum petere , in hoc est, dubium seu quaestio ab episcopo Quebec
casu tum judex , qui hoc admonet, est retinen- sancti Officii Congregationi proposita, definila
dus, tum Sacramenti petitor ex Hebraeorum 3 maji anno 1703. Ulrum , antequam adullo
vico evocandus, Cristianisque tradendus est, conferatur -baptisma , minister teneatur ei
ut interrogetur, qua potissimum de causa ve- explicare omnia fidei nostrac mystcria, prac
lit ab Hebraeorum institutionibus ad Cbristi serlini si est moribundus, quiu hoc perturba
cultum accedere, diligenter demum instrui de- ret mentem illius ; an non sufficerel, si mori
bet , ut paulo post edocebimus . Hac autem bundus promilleret fore, ut, ubi e morbo con
adhibita diligentia , si forte incapax in venire- valesceret, instruendum se curel, ul in praxim
tur, iterum absque dubio Judaeis tradendus redigat, quod ei praescriptum fuerit ? Respon .
esset. Et memini, verba sunt cardinalis Albizi detur, non sufficere promissioncm , scd missio
de Inconst. In Fide, cap. 11 , sub. n . 38, a Con- narium teneri adullo eliam moribundo, qui in
gregationc consullorum sancti Officii rcvoca capax omnino non sil , explicare mysteria fi
BATTESIMO 721
dei, quae sunt necessaria necessitate medii , ut si non intendit baptizare , licet verba profc
sunt praecipue mysteria Trinitatis et Incar . rat , non est baptizatus. Sed juxta Sotum , in
nalionis. 4 senten . , dist . 5 , quaest . unic ., art . 7 , S His
Hactenus verba fecimus de Hebraeis adul- igitur, supradicta Glossa, sicut et alia, in cap.
tis ultro baptismum petentibus; modo , finis Majores, de baptismo , tum contra veritatem ,
ut epistolae imponatur , de iis sermonem in- tum etiam contra texlus ipsos aperte pugnant.
stituemus, quibus infantium aetate expleta , Ratio vero , qua Glossa innititur , nempe
nec ipsis quidem petentibus , baptismus im- baptizatum patientis partes agere in Sacra
pertitur , ut re ipsa contigit in Viviani facto; mento , intentionem autem quoad agentem
unde oblata nobis hujus epistolae conscriben- minime quoad patientem necessario requiri ;
dae occasio fuit . Is enim , praeter infantes, fi- ratio , inquam , ejusmodi refellitur a s. Tho
Tiam annorum novem baptismate consecravit, ma , loc . cit . , in responsione ad primum ar
idem cam filio jam duodenni facturus, nisi gumentum : Ergo dicendum, quod in justifica
aquam deficere comperisset . Eos itaque et tione, quae fit per baplismum , non est passio
retinere oportet, et diligenter inquirere , a quo coacta , sed voluntaria ; et ideo requiritur in
baptizati sunt , an debita forma et materia ad- tentio recipiendi id , quod ei datur. Quidquid
hibita ; tum etiam oportet eos instruere et Sanctus Doctor in Summa de hac voluntatis
docere supplendo quidquid antea non factum necessitate scribit , jam antea declaraverat ,
fuit, ac fieri omnino debuit ; neque vero haec in 4 sent . , distinct . 6 , q. 1 , art. 6 , quae
satis sunt, sed nonnulla insuper observari ne- stiuncul . 3 .
cessario debent. Cum ergo voluntatis sive intentionis in a
Non raro fit, ut puer adhuc rationis impos' dulto , quoad baptismum necessitas certa sit,
in rebus momenti maximi cogatur alienae in- is debet ideo interrogari , quo esset animo ,
servire voluntati, quod solebat olim ex veteri aut voluntate , cum ab se non postulatum ac
disciplina frequenter usuvenire. Quos enim ciperet Sacramentum ; fieri enim potuit , ut
ab infantia parentes ad monasterium mise- in ipso actu intentionem habuerit accipiendi
rant, ji toto vitae spatio solitudinem colere baptismum , ut quoddam veluti lavacrum in
tenebantur, quamquam , ubi adolevissent , sese ecclesia solitum frequentari , aut ut profa
palam profitentur ab instituto ejusmodi ab- nam quamlibet lavacri speciem . Nihil prohi
horrere. Vide can .Auditis 20, quaest. 1. Atqui bet , quo minus ante baptismum intentio
adultus alienae obnoxius voluntati, nisi spon- fuerit illius ut lavacrum et ecclesiae pro
te sua obligari nequit : quare , quum bapti- prium , accipiendi , ea deinde intentione in
smo Catholicae Religionis observantia con- ipso actu caruerit, cum lustraretur. Contin
juncta sit , hinc sane oritur, hoc Sacramentum gere item potuit , ut animo ac voluntate exti
non esse validum in adulto palam ac libere terit Sacramento contraria , licet modestam
dissentiente . S. Thomas, 5 part . , ad quaest. vultus , ac corporis totius compositionem in
68 , art . 7 , quaerit : Ulrum ex purle baptizati accipiendo baptismate praeseferret. Nihil de
requiratur intentio suscipiendi Sacramentum mum impedimento est , quin ipsa rei novi
baptismi ? Et quibusdam more suo propositis tate perculsus , nulla omnino voluntate , nec
argumentis intentionem non esse necessariam assentiendi scilicet , nec abnuendi fuerit ; et
probantibus, ita quaestionem solvit : Respon- fieri etiam potest, ut animo prorsus à sacris
deo dicendum , quod per Baptismum aliquis mysteriis alieno , vel voluntate coacta , et re
moritur veteri vitae peccati , et incipit quam- pugnante baptismum acceperit.
dam vitae novitatem , ctc . El ideo sicut ad hoc, Si quis adultus ad salutis fontem acces
quod homo moriatur veteri vitac , requiritur , serit voluntate animatus accipiendi , non
secundum Augustinum , in habente usum libe- quodcumque lavacrum , sed unice Ecclesiae
ri arbitrii voluntas , qua eum veteris vita poe- proprium ac peculiare , Baptismum esse va
niteat , ita requiritur voluntas , qua intendat lidum dubitari non potest . Ita Æst . , lib. 4
vilae novilalem , cujus principium est ipsa su- sent . , dist . 4 , § 10 : In his enim ad verita
sceptio sacramenti ; et ideo ex parte baptizati tem Baptismi , sive ad characteris susceplio
requiritur voluntas , seu intentio suscipiendi nem omnino nccessaria est intcntio suscipien
Sucramentum . Glossa canonica, in can . Solet , di Sucrumentum , non tamen ut est lotio quae
ad verbum , implorandum , de Consecratione , dam in genere, sed ul talis, qualem frequentat
dist. 4 , intentionis necessitatem in adulto, qui Ecclesia .
baptizatur, non requirit, sed baptizantis tan Verum si quis Baptismum accipiens prae
tummodo satis esse affirmat. Si baptizans in senti voluntate careat, quam alias tamen ha- ,
tendit baptizare , qualemcumqne intentionem buerit , talis suscipiendae lotionis, qualis in
baptizatus habeat , recipit Sucrumentum , sed Ecclesia frequentatur , tunc exami re opor
Encicl. Eccles. Vol . I. Fusc . 12 , 91
722 BATTESIMO

tet, utrun voluntas antecedens , numquam Baptismum valide suscepisse. At enim Sotus,
deinceps rectractata , adhuc moraliter perseve- 4 sent . , dist . 5 , qu . unic . , art . 7 , Cajetano
ret. Nam ubi nulla praecesserit retractatio, et vehementissime adversatur, et ea quidem fe
moraliter perdurare intentio videatur , est licitale , ut plurimus habeat sententiae suae
certe validum Sacramentum . Hic casus ad theologos assertores. Silvius , t . 4 , in 5 part .
eos spectat , qui ante furorem , vel somnum , s . Thoinae, q . 68 , art. 7 , postquam rem pro
Baptismum petunt, accipiunt verum , dum lixe discussii , ita concludit : Ex jam dictis
aut insania vexantur, aut somno indulgent , certum est, non sufficere , quod quis neque sit
et hoc genus hominum valide baptizatum volens, neque sit nolens , quia talis non habet
dicitur in Conc. III Carthagin . , cap . 14. intentionem recipiendi Sacramentum , Valentia ,
Non secus accidit s . Augustini amico , qui tom . 4 suorum Comment. Theolog., disp. 4 ,
febris ardore delirans, baptizatus est nescicns. qu . 3 , punct. 2 , Cajetano valere jusso, adhae
mente atque sensu abscntissimus , ut habetur ret Soto : Quod si nculer prorsus aliquis es
in lib. 4 Confess., cap . 4. Is enim cum ad- sel, id est qui neque vellet , neque nollet susci
huc inter Catechumenos versaretur, propo- pere , putavit Cajetanus , si sic baptizarelur ,
situm absque dubio habuerat baptizandi. Ad fore Baptismum validum , sed admodum fulse
hanc rem animadversione dignissima verba id putarit : ut mullis argumentis probat Solus.
sunt Innocenti III ,‫ ܕ‬cap . Majores; ad . Ve- Consulendus quoque est Cardinalis Lauria ,
rum , de Baptismo , ubi hacc leguntur : Dor- lib . 4 sent., tom . 1 , disp . 11 , qu . 2 , n . 22 ,
mientis autem , et amentes , si priusquam in ct seqq . Cajetanus fulcire studet sententiam
amentiam inciderent , aut dormirent , in con suam auctoritate Decretalis Innocentii III , de
tradictione persliterunt , quia in eis intelligi- qua mox sermo erit, in cap . Majores , de ba
tur contradictionis ftropositum perdurare , si ptismo, ubi leguntur haec verba : Tunc cha
fuerint sic immersi , characterem non susci- racterem sacrumentalis imprimil operatio, cum
piunt Sacrumenti : secus autem , si prius Cule- obicem contrariae voluntatis non invenit obsi
chumeni extitissent , et habuissent propositum stentem : ubi sentire videtur , baptisnio satis
bablizandi . esse, recipienti voluntatem non inesse contra
Qui vultu , atque oculis, ac toto corpore riam . At enim vero animadvertatur necesse
ad modestiam composito , voluntate tamen est, Pontificem Innocentium respondere quae
alienissima , ad hoc Sacramentum veniat , is stioni , utrum amentes baptizari absque con
aditum aperit ad controversiain non parvi sensu possint , ac decernere hoc licere ,eorum si
momenti. Quidquid sit de opinione Caterini , consensus adfuerit furori praevius,secus vero,
qui sustinet , conferenti exteriorem sufficere si nullus dementiam consensus praecesserit ac
compositionem , etiam si non id animo pro- ' voluntas . Itaque Pontificis postea asserentis
ponat facere , quod Ecclesia solet , de qua o Sacramento imprimi characterem , quando non
pinione mulla alibi diximus in nostro tra- invenit obicem contrariac voluntatis, nemo non
ctatu de Sacrificio Missae , ad par. 4 , sect . 2 , videt , hanc mentem esse , baptismatis habe
n . 76 et seqq .; haec , inquam , opinio minus ri effectum , quando quis vel in actu assen
habet difficultatis, cum non de conferente a sum praebeat , vel jam ante praebuerit. Quod
gatur , sed de accipiente Baptismum . Pro- si Pontifex ea in sententia fuisset, suscipien
positio autem ab Alexandro VIII damnata , do Baptismatis satis esse voluntatem non obsi
objici Caterino solita , conferentem respicit , stentem , utique non decrevisset , ut revera
non accipientem : Valet Baptismus collatus a statuit , in amentibus ' voluntatem necessario
ministro , qui omnem rilum erlernum , for- requiri antecedentem .
mamque Baptismi observat ; intus vero, et in Demum si Baptismus violenler , atque
corde suo resolvil , non intendendo facere quod animo palam contrario suscipiatur , supra
facit Ecclesia. dictus Pontifex Innocentius III , eadem in
Quotiescumque sacra haec mysteria susci- decretali Majores , de Baptismo , distinctio
piuntur indifferenti prorsus animo ac pro ne utendum judicat . Etenim eos , qui mi
posito , neutra scilicet voluntate , cardinalis nis , ac terrore correpti violentiae cedunt ,
Cajetanus , art . 7 , in Summa s . Thomae , Baptismum , ut sibi consulant, suscipien
part . , qu . 58 , admissa in recipiente inten- tes , ab iis distinguit , quibus , et vi etiant
tionis necessitate, docet , intentionem non per illata contradicentibus palam , et reluctan
se , ut scholae loquuntur, sed per accidens , tibus , hoc Sacramentum per vim confer
necessariam esse, ut nimirum contraria volun- tur. Decernit autem in primo casu , non in
tas , si'adfuisset, sublata penitus intelligatur. secundo , Baptismatis imprimi characterem .
Itaque si quis nec assentiens , neutra videli Omissis ...
cet voluntate , baplizaretur", censendus esset Examen porro si haberi debeat de adulti .
BATTESIMO 725

proposito, aul voluntate, cum baptismum ac- in jure ; cum ex facto articulus juris oria
cepit , is profecto est ante caeteros audiendus tur de quo nihil adhuc certi Ecclesia statuit ,
et interrogandus ; cavendum tamen , ne incon- theologorum autem , scriptorumque senten
sulto fides eidem illico habeatur, ubi respon- tiae divisae sunt : Hebraeus jam lustratus
derit , se baplizatum non libere , sed invite . non remitti, sed retineri debet , et baptizari
Fieri enim potest ( nec casus sane hic meta- sub conditione, juxta regulam Alexandri III ,
physicus est ) ut ipso in actu intentionem in cap . De quibus , sub tit . de Baptismo: Dc
habuerit sufficientem , diabolicis deinde sti- quibus dubium est , an baptizati fuerint, ba
mulis incitatus , et victus , ad vomitum re- plizantur his verbis præemissis : Non le rebu
diturus mendacium proferat , et de intentio- plizo , sed , si nondum baplizatus es , ego ba
ne interrogatus nigrum pro albo , ut in- ptizo te. Hi porro ita baptizati tenentur o
quiunt , repraesentet . Qui in foro , in curia , mnino fidem catholicam observare ,corum in
in republica versatus est non ignorat, et sae- star, qui minis ac terrore adducti, suscipien
pe alias contigisse , et frequenter usuvenire , do baptismati assensum libere praebuerunt;
ut sacris ordinibus initiati, ac vitam regula- vide cit . cap. Majores S Veruin , de Baptismo:
reni professi; enixe postulent contractis a Et ipse tamquam conditionaliter volens , licet
vinculis solutionem , dictitantes nimirum , et absolule non velit, cogendus est lumen ad ob
nonnumquam jurejurando affirmantes, sese il- scrvationem fidei christianae. Et prolixius in
lo tempore , aut nullam penitus intentio can . de Judaeis , ad dist . 45 , ubi sic legitur :
nem , aut omnino contrariam habuisse: In Oportet , ut fidem , quam ctiam vi , vel neces
hoc rerum statu quid solet consilii capere ju- sitale susceperunt , tenere cogantur ; ne no
dex cautus et prudens ? Clamores aspernatur, men Domini blasphemetur, et fides , quum su
respuit jusjurandum , nisi hoc idem com- sceperunt, vilis et contemptibilis hubeulur.
probent adjuncta plurima , et circumstantiae Statutum hic nobis fuerat , epistolam ter
antecedentes, concomitantes et subsequentes , minare , sed deinceps audivimus operae pre
et ea quidem momenti sint ineluctabilis et tium esse , quasdam quaestiones solvere huc
inconcussi. Hac profecto ratione, hoc examj- spectantes, quarum usus haud infrequens es
ne, hac diligentia opus est , ubi adultus post se solet . Tenemur itaque huic epistolae addi
Baptismum aut intentionem sibi fuisse per- tamentum nectere , et opportunius hoc fore
negat , aut non idoneam , minimeque suffi- existimamus quam opus jam perfectum rete
cientem axtitisse contendit. xere , aut fasciolas, ut dici solet , ac frustula
Quod si nulla sit reliqua dubitatio , plane- infarcire.
que constel hac luce clarius , adulto bapti Superius , e vico evocandum , tradendum
smum accipienti nullam prorsus fuisse vo- que Christianis diximus, eum , qui nuncio
luntatem , aut intentionem , nil reslat aliud , haud dubio , sed certo et indubitato dela
quam eumdem et hortari, et admonere, ut ri- tus est , et dedisse , et adhuc exhibere indi
te id faciat , quod jam irrito fecit , suscipiat cia desiderii , quo flagrat, suscipiendi Bapti
absolute ac libere Sacramentum ; ac si obsti- smatis. Hoc praemisso , in praesentia quaeri
nate repugnet , tum nihil aliud superest, nisi tur , quandonam ejusmodi denuntiatio , tuta
ut remittatur . Si autem res in dubio sil , nec minimeque dubia habenda sil ? Cuin non de
intelligi possit , an defuerit intentio, an suf- adulto ad salutis fontem ultro se conferente ,
ciens adfuerit necne , adultus tum retinen- sed de eo nunc sermo sit , quem alii signifi
dus , baptizandusque sub conditione: S. Tho- cant baptismum votis omnibus exoptare , jam
mas , 5 part . , qu. 68 , art . 7 , ubi , ut an- patet non posse quaestionem solvi , nisi de
tea diximus, in baptizato intentionis necessi- cernatur , cujusmodi et quot esse testes de
tatem probans, hoc sibi objectum proponit se- beant , eorum ut denunciatio non incerla ,
cundo loco : Cum de intentione baplizali non non anceps , sed fide dignissima existime
conslel, quilibet posset petere , se denuo bapti lur .
zari: propter intentionis defectum . Non videa Regula generalis , quam te non iguorare
lur ergo ,quod intentio requiratur ex parte ba- compertum habemus, aperte jubet non unius
plizali , ut suscipiat Sacramentum ; atque ita testimonio haberi fidem . Haec vero jure di
respondit : Dicendum ergo, quod si in adulto vino innititur , in ore , scilicet , duorum , vel
deesset intentio suscipiendi Sucrumentum , esset trium , slubil omne verbuni, concordat jus pon
rebaptizandus; si tamen hoc non constaret , tificium , in cap . Veniens 10 , et cap . Licet
esset dicendum : Si non es baplizatus, eyo te universi 23 , de testibus , et jus civile , in
baplizo . ley . Jurisjurandi G. de Testibus. Aliquae por
Demum quotiescumque aliqua ex parte de ro sunt bujus regulae limitationes , quarum
collato baptismate dubitelur aut in facto , aut unam paulo ante produximus , nimirum col
724 BATTESIMO
lationem Baptismi unius testimonio probari: tinens atque conjuges Hebraeorum , quae vi
praeter hanc si quis alias unde triginta lege- ri jam christiani , aut sponsi opera fidei ca
re cupiat , speculatorem adeat , tit . de testi- tholicae offeruntur.Nulla Judaeorum querela
bus, num . 8. Nobis in praesentiarum satis est , quod a viris , aut sponsi christifidelibus
erit earum unam memoravisse, rem nempe sponsae , aut conjuges ad lavacrum sanctissi
aliquam unico etiam feste probari , dum is mum offerantur ; non enim nesciunt vel ipsi
tamen fultus haud dubiis indiciis fuerit , et Hebraei , nullam hac invitamenti , vel adhor
claris oppido conjecturis: ita Farinaccius, tationis specie violentia includi ita,ut si mu
de test . , qu . 63 , cap . i , n . 55 ; Pac. Jordan . lier Baptismum respuat, matrimonium in
elucubr. 1. 14 , tit . 18 , n . 66 : Panimoll, de- judaismo contractum omnino solvatur , teste
cis . 23 , annot . 5 , n . 18. Quod testium con- Apostolo , I ad Corinth ., cap . 7 , et juxta De
ditionem , usus invaluit , tam in judiciis cretalem Quanto , de divortiis , quae quidem
canonicis , quam civilibus, admitti mulierum matrimonii solutio fit statim ac Judaeus Ec
testimonia , ut apud Tiraquell . , de legib.con- clesiae gremio, admissus transit ad alias nu
nub. , leg . 9 , n . 64 et seq .; Farinac., de test ., ptias , ut a nobis longa disceptatione probatum
qu . 59 , per tot .; Pac. Jordan . , l . c . , n . 529 ; est , cum in Congregatione Concilii a Secre
Pirrhing. , titul . de test . , n . 66 et 69 ; Ana- tis essemus, in quadam causa florentina pro
cle . ad eumdem tit . , n. 84 ; Sperell . , de- posita 27 julii 1726 , ut videre licet , in tom .
cis. 81 , n . 45. Quidquid hactenus dictum 3 Thesauri resolut. , pag . 346 et pag . 330 et
est , probatum fuit , ut inquiunt, a princi- seq. , ac tom . 4 , pag. 50 et seq. Quando in
piis videre qui cupiat , suffragium perlegat fidelis ad Christum conversus transitum facit
admodum elaboratum , et 19 julii 1709 ty- ad alias nuptias, an eadem sit libertas conjugi
pis editum a bo . mem . praesule Frosini Py- infideli alias contrahendi nuptias , res adhuc
sarum archiepiscopo in quadam controversia, in dubio est . Sententiam negativam sustinet
quae ipsi cum illius civitatis Hebraeis inter- Pontius, de Matrim ., l . 7 , cap. 48 , n . 23 .
cessit . Affirmative adhaeret Sanchez , de Matrim . I.
Ut ergo regulae hae generales in questione 7 , disp. 77 , n . 6. Utramque probabilem Diana
proposita locuni habeant, cavendum est , ne existimat, in edit. coordinata , de Matrim . ,
inconsulto ac temere quidquam fiat , si testes tom . 2 , resol . 122 , tract . 6 .
Hebraeum aliquem serio Baptismum petere Illud quoque Hebraeis est probe cognitum ,
significaverint. Ac in primis videndum , num conjugem viro esse obnoxiam , ejusdem in
index , sive mas , sive foemina fuerit, certae potestate constitutam , quod legunt Gene
sit probitatis, ac notae fidei ; deinde exami: seos , cap. 3 : Sub viri potestate eris , et ipse
nari debet , et admoneri de gravitate jurisju- dominabitur lui . Ipsis praeterea compertum
randi ; tum ejus examen est describendum ; est sponsalia plurimum a matrimonio dif
cui et judex ipse subscribat necesse est. Si ferre , cum haec non sint aliud , quam
duo inter se testes concordent quoad locum , futuri promissio matrimonii , ut in can . No
tempus , et occasionem , in qua Hebraeus su strates 30 , quaest. 1 , et in leg. 1 , ff. de
scipiendi baptismatis voluntatem aperuit , spons. , quod et colligitur ex historia Jacob ,
tunc prudentis erit praesidis Hebraeum ad Genes. cap. 29 , qui servitutem servire Laba
Chatechumenos evocare , eumdemque ibi ad no debuit ad statum tempus , ut uxorem du
dies duodecim detinere , ut non minus rei ceret promissam sibi Rachelem . Non id audet
veritas , quam voluntatis constantia cogno- Hebraeorum quispiam inficias ire , juxta eo
scatur. At cum rem denuntiat, an duo testes rum mores, per sponsalia jus quoddam sponso,
singulares , aut unus tantummodo , sed fide et auctoritatem in sponsam dari forsan etiam
dignus , et omnem citra dubitatione idoneus, majorem illa , quam christifidelis habet in
ut multo magis si adminiculis suffultus, tunc christianam mulierem sibi desponsatam . Nam
habito ; ut diximus , testium , vel testis e- jure pontificio gravis est reus culpae , non a
xamine , non oportebit Hebraeum ad Cathe- dulterii, qui aliena cum sponsa turpi consor
cumenos ducere , sed judex catholicus , qui tio conjungatur, ut nos alibi demonstravimus
Romae est vicesgerens pro tempore , ejus vo in nostra Notificatione V, tom . 5 , p. 65 edit.
luntatem extra vicum , vel domi suae , vel Bonon . At apud Hebraeos, ex veteri instituto,
in templo aliquo semel , alquae iterum , aut qui rem aliena cum sponsa habuerit , non im
etiam pluries explorabit , ut Hebraei conci- pudicus dicitur , sed adulter ; ut post Selde
lio clare perspecto et cognito , eum tuto ju- num , lib . 2 Uxor. Hebr.,cap . 1 , animadvertit
beat , aut ad vicum remitti, aut Catechume- Calmet in sua dissert . de Connubiis Hebr., et
pis recenseri. Omissis .... adhuc in praesens apud Hebraeos scelus, de quo
Hanc alia questio sequitur ad sponsas per- nunc agimus , est capitale , ut observat car
BATTESIMO 725
dinalis de Luca , de matrim . , in discur. 9 , n . solitum , in quo nuptiae celebrentur. Con
15 , quem habuil de quorumdam Judaeorum tractui demum subscribere tum sponsus, tum
Romae connubio . Igitur quemadmodum , cum duo praeterea testes de more debent. Sed quia
ad fidem aceedunt,quipotestatem in filios aut Hebraei eorum , qui Christi fidem amplexi
filias habent, eorum oblationem Ecclesiae li- sunt , dictis ac testimonio aegre acquiescunt ,
bere ac jure faciunt, ita vir aut sponsus Chri- ideo nos veritatis apprime cupidi, cuidam fa
sti legem amplexus jure optimo ablationem fa- miliar¡ nostro jurisperito mandavimus, ut
cit suae vel uxoris, aut sponsae, in quam jus convocaret in unum Judaeos aliquot quorum
a legibus, et auctoritatem sibi concessam ha unus jampridem nobis cum adhuc Anconae
bet. Facta haec vero oblatio nec sane potest ecclesiam guberraremus, est probe cognitus,
nec omnino debet a christifidelibus recusari , et in mosaicis ritibus egregie versatus. Ex
qui tenentur nulli parcere diligentiae , nulli- eo autem conventu ea , quae sequuntur , evi
que studio, ut christiana veritas jam viro , cta sunt .
aut sponso cognita , uxori quoque aut spon Primo semper sponsalia contrahiinter vi
sae lucem afferat, ac salutem , eo vel maxime rum et parentes mulieris, aut inter virum et
quod Romani Pontifices licet Judaeis vim fie- mulieris propinquos , si parentes mulieris de
ri quoad religionem severe prohibeant, palam sint : mulierem sponsalia non contrahere
tamen significant, nihil sibi antiquius esse , pudoris caussa et honestatis, imo contractum ,
optabilius nihil , quam ut iidem aliquando é qui hebraice dicitur tenaim , foeminae plerum
tenebris ad lucem, ab errore ad veritatem ve- que ignotum esse, quae postea explicite prae
niant ; ideo semel in singulas hebdomadas iis bet assensum suum in solemni nuptiarum ce
publice Evangelium annuntiari , eosdemque lebratione hebraice nuncupata kidduscim .
jubet sacris hisce concionibus interesse , ut Secundo , sponsalibus hac ratione contra
apparet in Constit. 1 Nicolai III et Constit . ctis obligari utramque partem ; cum autem
176 Gregorii XIII. consensum parentes tantum mulieris, aut con
Verum quamquam Hebraei de uxorum sanguinei praebuerint , non vero foemina, ideo
sponsarumque oblatione nec conquerantur , hanc , sic dissentiat , minime cogi posse , et
nec conqueri possint , queruntur lamen , ut dissentientem non contractum frangere , sed
primum Hebraeorum aliquis ad fidem profe- peccare graviter juxta Hebraeos, debitam nem
ctus , aut profecturus, suam offert Ecclesiae pe obedientiam parentibus aut majoribus de
sponsam , quod baec illico evocatur, domum- negando .
que Catechumenorum transfertur , ubi qua Tertio, contractum dici obligatorium et ab
draginta dierum spatio detinetur. Clamani in solutum , cum a viro ac foeminae parentibus
casu ejusmodi nimiam Christianos incertis sponsio facta est , ac descripta nec non testi
vocibus habere fidem , et imprudenter agere , bus confirmata aut duobus, aut pluribus. Hic
priusquanı ullis probationibus demonstratum contractus Romae describi solet notarii ope
fuerit , sponsalia rite ac valide contracta fuis- ra , alibi a Judaeis hebraice.
se . Hic dictitant damna , turbationesque oriri Additur contractum dici pariter absolu
plurimas , cum non semel evenerit, ut He- lum ; cum pars utraque , vel privatum , vel
braeus infiina de plebe aliquis, mulieris aut coram rabbino sponsionem firmant jurejuran
virginis amore flagrans et divitis et hone- do, coram duobus, aut pluribus testibus et
stae desperans vero eam in judaismo duce- sponsionem insuper describi jubent . Quod si
re uxorem posse, id consilii ceperit, contra- vel absque - scripto et testimoniis , aut co
cta nempe sponsalia falso , ac temere vendi- , ram testibus tantum sine jurejurando sponso
tare , illustrem ut ad thalamum perveniret . facta fuerit , tunc neque obligationem inducit ,
Ommissis.... nec contractum perficit sponsaliorum ita, ut
Doctor Paulus Mediceus, in suo tractatu de pars utraque libera omnino sit ; at si de spon
Hebraeorum ritibus ac institutis, quorum ipse sione constet, et de juramento per testes, tunc
peritissimus erat , quippe qui e mosaica ad recedere licet utrique parti, dummodo prae
christianam legem transierat, cap. 27 , de spon- viam a rabbino impetrent absolutionem a ju
salibus agit, et matrimonio Judaeorum , et id , ramento.
ut paucis dicam , ostendit , in hoc instituto non Haec Hebraeorum ex conventu collecta
admodum a Christifidelibus differre Hebrae- sunt. Hinc vero deducitur, duobus tantum
eos . Nam hanc apud eos consuetudinem esse modo supradictis contracta sponsalia inter
testatur, an scriptura conficiatur in qua pa- Judaeos haberi valida atque obligatoria. Mu
rentum alteruter filiam suam aut puellam aut tuae igitur viri ac mulieri sponsiones episto
viduam promittit sponso ; hic autem eam se lis aut schedulis expressae nihil ad effectum ,
ducturum pollicetur. Tempus quoque decerni de quo quaeritur , valent, ac multo minus
726 BATTISTA

munera , vestes et nuptiarum apparatus . Non Cum aut sponsus, aut alius quilibet fide
probato autem , quod sponsio uno vel altero dignus ejusmodi argumenta proferat, quibus
ex supradictis modis facta fuerit , si copula plane constet , sponsalia ita, ut supra diximus,
ante killuscim , sed matrimonium , utraque contracta fuisse , nempe apud ipsos Hebraeos
pars ad contrabendum obbligatur non quidam valida atque obligatoria ; ad te spectabit ,
contractus vi , sed commissi sceleris poena , sponsam illico inter Cathecumenos collocare,
et ut crimen admissum lualur. ubi tamdiu versabitur , quamdiu necesse e
Si de sponsaliorum validitate , aut invali- rit , dummodo quadraginta dierum spatium
ditate, itemque de obligatione aut contra , non superetur ; intra enim hos limites
deberet judicium fieri, res autem . inter He- procedere absque dubio putamus supradi
braeum et Hebraeam intercederet , aequum es cta decreta , quae initium habent ab anno
set sententiam ferre legibus consentaneam , et 1725 .
consuetudinibus Hebraeorum ; communis e Inter Cassiodori epistolas regis Theodorici
nim , et probata opinio est , in judiciis hujus nomine exaratas, septima supra trigesimam
modi oportere non juri pontificio, vel civili , ad Hebraeos mediolanenses transmissa fuit ,
sed legi et mosaicae consuetudini adhaerere. in qua jis significatur , hoc decretum fuisse ,
Marquard ., de Judaeis, part . 2 , c . 4 ; Ricciul., quod nimirum nullus ecclesiasticus, quae Sy
de jure person . , lib . 2 , cap. 18 , n . 7 ; Sessa , nagogue vestrae jura compelunt, violentia in
de Judaeis cap. 33 , n . 6 ; Card. de Luca , de tercedente pervadal, nec vestris se causis im
Matrimon ., discurs. 13 , n . 3. In praesens ve- portuna acerbil'ile permisccal, sed ut religio
ro res in disceptationem veniat ad Hebraeum nis cultu, ila et actuum sint conversatione dis
pertinens, et ad Hebraeum jam Christo ser creli. Et hoc idem nos hactenus facere procu
vientem aut inservire optantem : negotium ravimus . Eadem praeterea epistola admonen
nempe agitur sane maximum , quod ad chri- tur Judaei ne ingrati sint, Christianorum äe
stanam summopere pertine ! religionem . Con- quitate temere abusentes : Ilac tamen modera
silio igitur prudenti admodum opus est ac tione principalis auxilii beneficium concedentes,
sulutari. Nos autem re diu ac multum con ut nec vos, quo:l aud pruefutuc Ecclesiae jus, vel
siderata , hoc , quod sequitur, opportune de- religiosus personus caeteras , legibus perlinere
cernendum existimavimus. constilerit, incivililer allreclure tentelis. Et id
Quotiescumque sponsus bebraeus christia- quoque nos addere non praetermittimus. Ex
nae religioni nomen dare statuerit et Evange- perimento enim didicimus, cum Hebraeus pa
lio sponsam offerat, tuum erit, cum pruden- lam declarat , Christianorum se velle insti
ter interrogare vel ut ab aliis interrogetur , tutis ac legibus obtemperare , a Synagoga ,
imperare, quomodo sponsalia probentur , ne- si ejus voluntatem nequeat immutare ratio
que enim decet ejus affirmationi unice habe- nem , aut potius fraudem excogitare de mo
re fidem . Editae sponsaliorum probationes re aliquam , celare scilicet , aut alio mitte
tuum pariter munus erit examinare aut ali- re' eum , qui a bono proposito deterreri non
cui prudenti viro examinandas tradere. Argu- potest . Cum vero sponsus christiano se'no
Inenta sponsalibus comprobandis idonea e mini devovere statuit, statim id Synagoga ef
runt , si lanti esse ponderis et momenti vide- ficit, ut sponsa pervivaci aliquo cum He
buntur, ut contracta inter catholicos sponsa- braeo matrimonii vinculo copuletur, aut ut
lia iisdem rationibus evinci aperte ac tuto va omnes illico evanescant sponsaliorum ratio
leant. Apud Christianos scriptură non opus nes , probationesque. Hi porro eventus cum
est , cujus defectus testium auctoritate supple- metaphysicos non esse scias , ideo severitatis
ri solet , adhibitis etiam censuris, cum quis erit ac vigilantiae tuae, remediis , ac poenis
post canonicas admonitiones sponsionem vel etiam , si opus fuerit , Hebraeorum princi
sine juramento facta implere negat . Sponsa- pçs in officio continere, ut fraus mulctetur ,
liorum itaque probationes si tales fuerint, ut ac rerum perturbatio tollalur. Haec sunt ,
modo diximus, antiqua tibi methodus, quae quae nostra hac epistola explicanda duximus,
usui erat ante annum 1725 , adhibenda est ; quibus ut feliciter utaris , paternam tibi ex
e vico scilicet evocanda mulier, et semel at- animo apostolicam benedictionem imperti
que iterum , aut quamdiu opportunum duxe- mus.
ris , ejus voluntas in templo aliquo , aut alibi Datum Romae apud Sanctam Mariam Ma
exploranda ac demum aut innata in pervica- jorem die 28 februarii 1747 , pontificalus no
cia , atque errore relinquenda, si resipiscere stri anno septimo.
nolit, aut inter Catechumenos retinenda est , BATTISTA . E questo un soprannome dato
ut istruatur, si conversionis certa spes ali- dalla Chiesa a s . Giovanni figlio di Zaccaria
qua oloriatur . e di Elisabetla, e precursore di Gesù Cristo,
BATTISTERIO 727

perchè egli predicava il battesimo della peni- riporta e fa menzione di alcuni fonti battesi
tenza , e battezzava coloro che si presentava- mali miracolosi. Veggasi il p. Lupi nelle sue
no a lui. La voce infatti Ballista nulla altro si- dotte dissertazioni, Faenza, 1785 , ove ai tomi
gnifica , se non colui che ballezza . Ved . G10- I e II tratta degli autori , che scrissero sui
VANNI BATTISTA . Cal. Baltisterii , e dice che la loro architettura è
BATTISTERIO . Altro non è che quell'edi- modellata sul gusto delle stanze balnearic
fizio in cui conservasi l'acqua benedetta per de' gentili. Rammenta egli i principali batti
conferire il battesimo, e nel quale questo Sa- steri d'Italia, e dice, che quello celebre di
cramento viene parimenti conferito . E per- Firenze probabilmente fu edificato ai tempi di
ciocche, secondo le attestazioni di san Giu- Teodelinda , e descrive le forme de' battiste
stino e di Tertulliano, i primi Cristiani se- rii rotonde e ottangolari , non che la forma
condo l'opportunità conferivano il battesi- delle loro cupole .
mo lunghesso i fiumi , i layhi , le fonti, e spes Tra gli antichi battisterii di Roma è
so nelle private abitazioni nel tempo nottur- celebre quello , che tuttavia chiamasi di Co
no per timore dei gentili, cosi solamente al stantino per la tradizione , ch'egli là riceves
cessare delle persecuzioni , e quando ebbe pa- se il baltesimo. Ivi ogni anno nel giorno del
ce la Chiesa , e potè pubblicamente eserci- sabbato santo e nel sabato di Pentecoste so
lare i sacri riti , incominciarono ad essere e- gliono battezzarsi i catecumeni, se ve ne so
retti i battisterii, i quali ebbero pure diversi no. E annesso alla basilica Lateranense , ed
nomi, relativi agli effetti prodotti dal bat- é coevo alla medesima. Molto hanno scritto
tesimo : come a cagion di esempio quello di gli storici intorno alla magnificenza e sontuo
piscina : luogo d'illuminazione,ecc . sità dell'antica fabbrica di quel battisterio ;
La figura dei battisteri era ordinariamente noi però non faremo menzione che dello
rotonda od ottangolare , e avevano la scala attuale slato in cui lo ridussero Gregorio
per discendere ed entrare nel lago , o grande XIII , Clemente VIII , Urbano VIII ed In
vaso di acqua. Erano ornati di pitture o di nocenzo X.
mosaici che rappresentavano cose analoghe Otto magnifiche colonne di porfido di ot
al Sacramento, e vi avevano i vasi di argen- to palmi di circonferenza sostengono un ar
to e di oro per gli olii santi , e per versa- chitrave antico intagliato di bella forma . So
re l'acqua ; e questi avevano per lo più la pra di questo intavolamento sorgono altre
forma di agnello per ricordare quello , del cui otto colonne di marmo bianco , sulle quali
sangue viene fatto a noi il bagno di salute , posa un'altra cornice , ed al disopra di que
o quella del cervo per accrescere il desiderio sta otto pilastri piegati negli angoli termi
di accostarsi a quelle salutari acque , come nano l'edifizio ottagono che regge la cupo
desidera il cervo correre alla fonte per dis- la. Negli spazii intermedii ai pilastri vi so
setarsi. Eravi anche l'immagine di s . Gio no in otto quadri effigiati altrettanti fatti
vanni Battista ed una colomba d'oro sospesa , della vita di s. Giovanni Battista . Nel centro
per meglio rappresentare tutta la storia e la sottoposto alla cupola è il fonte , o urna batte
efficacia del ballesimo . simale di basalto verde . Essa è collocata in un
Nei prischi tempi le sole cillà vescovili piano più basso, a cui si discende per tre gra
avevano battisteri , donde il rito ambrosia- dini , ed il luogo è circondato da una balau
no non permette la solenne benedizione del strata. Da ambedue i lati si aprono due picco
fonte battesimale , se non nella metropo- le cappelle consimili, le quali diconsi fossero
litana ; ed i parrochi vanno a prender l'ac due camere del palazzo di Costantino ridotte
qua a quell'unico fonte . Nella chiesa di ad uso sacro da s. Ilario Papa. Le porte sono
Meaux i curati della città vanno aila metro- di bronzo . Cozi lo descrive il Moroni nel suo
politana a battezzare i bambini dal giovedi Dizionario.
santo sino all'altro seguente. Gli autori che parlarono intorno ai fonti
Il luogo pel battisterio è per lo più al prin- battesimali, sono il Piazza , s. Paolino , s . Car
cipio della Chiesa, a parte sinistra della por- lo Borromeo, Amalario, Isidoro Rasponi, An
ta maggiore , il che cominciò a praticarsi ai tonio Maria Lupi , Cancellieri, s. Dionisio,
tempi di Clodoveb. Esso dev'essere circon- Pasquale vescovo lilibense , Menochio , Sar
dato da cancelli e chiuso da chiave, che non nelli nella sua Antica Busilogrufia ed altri .
può esser custodita se non dal parroco od al In quanto al battisterio abbiamo le deter
meno da un altro sacerdote . Anticamente si minazioni seguenti:
erigevano fuori, e presso le chiese, per signi 1. Deve essere di pietra, o di altra materia
ficare che l'uomo per mezzo del battesimo cosi pesante che non possa in verun modo es
è ricevuto nel grembo di s . Chiesa. Il Macri sere trasportato dalla chiesa con facilità, secon
728 BATTISTI-BAUSSET

do le ordinazioni del Concilio Illerdense, cap. stituto nel 1755 sotto la dipendenza della
7 , de consccr. ecc . congregazione di Propaganda esistente in Ro
2.Dice il Pontefice Zaccaria , nella epistola ma. Questi avevano dovere d'istruire nelle
settima, che il ballisterio non può essere te- verità della fede ed informare le genti nella
nuto negli oratorii ; ed è prescritto, de Conse- niorale cristiana, combattendo contro gl'infe
cral. dis. 4 , cap. Omnis presbyter , che sia un deli e gli eretici , al quale oggelto ne furono
vaso atto e solo destinato all'uopo di confe- inviati in Bulgaria , a Sofia, a . Filippopoli , a
rire il battesimo. Nicopoli, e nella Cina, ed alcuni di loro fu
3. Dal primo concilio di Milano, part. 2 , rono eletti vicarii apostolici in varii luoghi .
tit . de baptis. , è ordinato che il battisterio Due voti i Battistini facevano , di rimanere ,
debba avere l'acqua solennemente benedetta cioè,nella congregazione in perpetuo e di ob
per tutto il tempo dell'anno nella chiesa par- bedienza alla Propagnada per le missioni da
rocchiale,la quale acqua devesi solennemente lei ordinate. Il loro capo dicevasi superio
benedire nel sabbato santo , e nella vigilia re , ed aveva un vicario . Questi si eleggevano
della Pentecoste , conforme alla prescrizione ogni tre anni ed entravano in carica il giorno
del terzo Concilio di Colonia , til. Censurae , della Natività di S. Giovanni Battista. Non
cap . 14 . cercavano veruna dignità ecclesiastica, e vive
4. Il battisterio non può essere se non nei vano vita comune . Oltre i sacerdoti v'erano
luoghi determinati dal Vescovo, dice il Con- nella congregazione anche dei laici . Vestivano
cilio di Siena cap. 7 ; e Gregorio I , libro 2 , una lunga sottana , come i missionarii di S.
ex reg . Epist. 57 ; dichiara che non può esse Vincenzo di Paola , che pei sacerdoti giunge
re tenuto nei monasteri dei monaci. va sino ai piedi con bottoni sino al petto ,
5. Finalmente conviene avvertire che nel mentre quella dei laici era molto più corta.
luogo dove è collocato il battisterio è viela Gi .
to di seppellire i defunti , conforme al decreto BATUEL. V. BATHUEL .
del Concilio Antisiodor . cap. 14 . GIOR . BATYRA . V. BATHYRA .
BATTISTI . Sono un ramo di Anabattisti , BAUDELIO (S. ) , nacque , secondo alcuni ,
cosi appellati in Inghilterra e negli Stati-Uni- in Linguadoca , secondo altri , in altra pro
ti , dove hanno parecchie chiese . Ric . vincia della Gallia Celtica. V'ha chi opina ,
BATTISTINE od Eremite di s . Giovanni che fosse unito in matrimonio , e che eser
Battista. Fondatrice di questa congregazione, citasse il mestiere delle armi. Di lui fanno
che non deve ricevere vedove , e nella qua- menzione i più antichi martirologi , i quali
le si fanno i quattro voti solenni nell'atto ne assicurano , che incontro corraggioso il
di vestir l'abito, che è di lana ordinaria co martirio nella città di Nimes nel terzo 0
lor cannella , e consiste in una tonaca con fu- quarto secolo. San Gregorio Turonense , nel
ne di crini , fu certa Giovanna Maria Batti- suo libro De gloria martyrum , ne fa fede, che
sta Solimani, nata nel 1688 in Albaro pres- a'suoi tempi furono operati dei miracoli ad
so Genova, la quale , manifestata la sua vocá- intercessione di s . Baudelio. Non si sa in
zione al proprio Vescovo , e per esso ottenu- qual luogo trovisi il corpo di questo santo,
tane approvazione da Benedetto XIV , apri il del quale i canonici regolari di S. Genoveffa
primo monastero in Genova nel 1754 nella a Parigi si vantano possedere una porzione. La
casa di Carlo Giustiniani , del quale ella fu sua festa si celebra nel di 20 maggio , giorno
l'abbadessa . Maria Vernazza diè opera somma memorabile nella Spagna e specialmente in
alla dilatazione ed accrescimento dell'istitu- Francia.
to , ed un ' altra casa venne da lei fondata in BAUNIER . Questo monaco benedettino è
Roma.Oltre all'abito di cui dicemmo , porta- autore di una raccolta storica , cronologica e
no le Battistine un velo bruno , e sandali di topografica degli arcivescovadi, vescovadi , ab
corda ai piedi. Dormono vestite e mangiano bazie e priorati tanto di maschi che di fem
magro. Le terziarie elemosinano pel mona mine, di nomina e collazione regia , in Fran
stero , cui appartengono . Pic . cia. La materia di questo libro v'è tutta di
BATTISTINI. Congregazione di missionarii stribuita per diocesi e in ordine alfabetico , e
sacerdoti instituita per opera di Giovanna concorrono ad arricchirlo 18 carte geografiche
Maria Solimani ( Veil. Battistine ) e di Do- in un cogli stemmi degli arcivescovi . Forma
menico Francesco Olivieri , noto per le sue con- due volumi in 4 , dedicati a monsign . duca di
gregazioni Rurale e Forense, gli ascritti alle Borbone , e stampati in Parigi coi tipi di A
quali impegnavansi di fare le missioni nelle lessio Saverio Renato Mesnier l'anno 1726 .
ville e nelle campagne. Benedetto XIV , per Ric .
mediazione del cardinale Spinola , approvò l'i BAUSSET ( Luigi FRANCESCO DI ) . Questo
BAVAI - BAVIERA 729
cardinale , nato a Pondicheri il giorno 14 di BAVAI , figlio di Esnada, fu uno di quelli,
cembre 1748 , venne in Francia da suo zio , che contribuirono alla ricostruzione di Geru
vescovo di Béziers , il quale lo mandò nel salėmme dopo il ritorno dalla schiavitù .
collegio de' Gesuiti , indi al seminario di S. Cal .
Sulpizio, dove fece il corso di filosofia e di BAVIERA , regno della Germania . La Ba
teologia. Monsig. Boisgelin, arcivescovod’Aix, viera fu originariamente governata dai re di
divenuto vecchio , nomino Bausset suo vica- Austrasia, ed in seguito dai duchi di Bavie
rio generale. Eletto 10 anni più tardi a ve ra , fino a che Carlomagno se ne impadro
scovo d'Alais, fu l'anno 1789 nel numero ni , e la fece amministrare dai conti. S. Se
de' deputati . Nell'anno 1794 egli protestò verino abbate, l'apostolo del Norico, che fiori
contro la costituzione civile del clero decre verso l'anno 482 , vi predicò la religione di
tata dall'assemblea costituente. Durante l'im- G. C. Teodone, duca di Baviera , mosso dalla
pero del terrore, essendo stato rinchiuso nel fama, che celebrava il nome, la santità ed i
convento di Portoreale , ebbe la fortuna di miracoli di s. Ruperto o Roberto vescovo di
sfuggire alla proscrizione , e fu rimesso in Worms , lo invitó a recarsi in quel paese .
libertà dopo la famosa giornata del 9 termi- Accetto questi l'invito , e si condusse a Ra
doro . Nel giorno 13 aprile 1806 venne egli tisbona nell'anno 697 , dove dal duca e dalla
nominafo canonico di S. Dionigi , indi consi- corte fu accolto assai onorevolmente, e tro
gliere titolare dell'università . I tormenti del . vando molto docili alle vere dottrine gli ani
la podagra che ha sofferti gl ' impedivano di mi di quei popoli, diede opera con tutto l'im
dedicarsi consecutivamente ad una occupa- pegno a ravvivare la fiaccola della fede spen
zione qualunque. Nulladimeno Emery , su ta quasi dalle eresie e dalle superstizioni.
periore del seminario di S. Sulpizio , che Converti Regintruda sorella di Teodone, con
aveva fatto acquisto de’ manoscritti di Féné- versione seguita da quella del duca e di tut
lon , tanto s'adoperò che l'indusse a scrivere, ta la Baviera. Dio confermò con molti mira
colla scorta di questi materiali , la storia dels coli la dottrina del santo missionario , e lo
l'illustre prelato. Due anni soli gli bastarono zelo di lui fece risplendere la luce del Van
per condurre a fine questa opera. Quest'ope- gelo anche nelle nazioni vicine . Continuó la
ra, diceva il Giuri , è scritta da capo a fondo sua predicazione a Lorck , Laurencum , sul
con quella nobiltà e dignità , che si conven Danubio , fra Ratisbona e Vienna, ed a Tuva
gono alla storia. Lo stile di essa è puro , cor va , Giuvavia , stabilendo la sede vescovile in
retto, ed anche elegante, abbenchè vi si pos- questa ultima città, che essendo allora affatto
sano ravvisare per entro alcune mende. La rovinata, venne rifabbricata , e prese il nome
storia di Bossuet , fatta pure da Bausset, non di Salisburgo. Il duca Teodone molto l'abbel
ha la finitezza di quella di Fénélon , e contie- li, diede ricchi doni al santo, pei quali fu po
ne assai più lungaggini. Colla ordinanza re sto in istato di erigere colà gran numero di
gia del giorno 17 febbraio 1815 , fu egli no chiese e di monasteri , Teodoberto erede del
minato capo del consiglio reale dell'universi- la pietà di suo padre, accrebbe di molto l'en
tà, e con decreto del giorno 20 marzo del trate della chiesa di Salisburgo .
l'anno 1815 Napoleone lo confermo nella ca San Corbiniano , che insieme ai propri
rica di consigliere titolare, della quale tutta- servi erasi ritirato in un monastero da lui
via il prelato non esercito le funzioni. Visse fondato presso la chiesa di S. Germano di
• nella solitudine in villeggiatura fino che gli Chartres, oggi Arpajon , dopo quattordici an
eserciti alleati vennero a cinger d'assedio Pa- ni di ritiro , volle recarsi a Roma per de
rigi . Al ritorno del re, egli riassunse la presi- porre le inquietudini della sua coscienza nel
denza del consiglio dell'università , e nell'a- seno del padre comune dei fedeli. Il Papa
gosto dell'anno 1813 fu eletto pari di Fran- Gregorio Il vide come opportunamente pote
cia. Il re lo nomin nell'aprile 1816 mem va adoperarlo pei bisogni spirituali delle Gal
bro dell'accademia francese, e poco dopo egli lie . Ordinatolo vescovo perchè predicasse per
ottenne il cappello cardinalizio. Mori in Paris tutto il mondo, si recò a predicar nella Fran
gi il giorno 21 giugno 1824. Le sue princi- cià , ove le sue fatiche furono coronate da un
pali opere sono : La Storia di Fénélon , la Slo- felice successo . Spaventata la sua umiltà , ei
ria di Bossuet. Bausset , negli ultimi anni di stabili di tornarsene in Roma per ottenere
sua vita , s'occupò a preparare una storia della dispensa dalle funzioni dell'episcopato ,
cardinale di Fleury. Ma gli accessi di gotta , e la permissione di vivere nella sua soli
che facendosi in lui più frequenti, gl'impedi- tudine antica. Lasciata la strada ordinaria ,
vano perfino l'uso delle mani, lo costringero affine di meglio nascondersi , s'incamminò a
ad abbandonare questo lavoro. Sim . Roma per l'Alemagna. Giunto in Baviera, la
Encicl . Eccles. l'ol. I. Fusc. XII . 92
730 BAVIERA

sensibilità del suo cuore non seppe resistere ro di regola , scrisse altresi in suo favore
al bisogno dell'istruzione , in cui trovavasi delle lettere di raccomandazione a Carlo Mar
quel popolo recentemente convertito. L'an- tello, ai principi ed ai vescovi , pei cui di
zidetto duca Teodone e tutta la nobiltà lo stretti avesse avuta occasione di passare, ac
riguardarono come un angelo sceso dal cielo ciocchè gli somministrassero degni operai, i
per dare l'ultima mano all'opera della loro quali lo assecondassero nelle sue missioni. Il
conversione . San Corbiniano soggiorno alcun santo ne condusse egli medesimo due da Ro
tempo fra essi , fortificolli nei lodevoli loro ma, cioè i due Inglesi suoi parenti , Ville
sentimenti, poscia prese la strada di Roma , baldo e Vunebaldo , ed alcuni altri insigni
accompagnato dallo stesso Teodone, che, pri- personaggi inglesi.
mo di tutti della sua nazione , volle fare il Chiamato in Baviera dal duca Odilone
pellegrinaggio per visitare il sepolero degli per mettervi la riforma di parecchi abusi ,
Apostoli . Indarno Corbiniano scongiurò il il lungo suo soggiorno in quel paese fu
Pontefice a sollevarlo dal peso dell'episcopato, meno un tempo di riposo conveniente all'a
che quella umiltà spinse anzi Gregorio II a vanzata sua età, che una nuova serie di fati
obbligarlo a continuare nel suo ministero. che e di trionfi pel vangelo. Scacciò o sotto
Intanto Grimoaldo, figlio di Teodone , teneva tomise una moltitudine di sedutlori, che ar
guardie alla frontiera per non lasciar passare rogandosi il nome di sacerdoti e di vescovi ,
Corbiniano , se prima non prometteva di re- scandalezzavano i popoli colla licenza del
carsi a trovarlo. Ma egli operó da apostolo costume; ristabili la fede e la morale, e per
e da santo . Giunto al palazzo , dichiaro che rendere più durevole l'opera sua, di concerto
non vedrebbe il duca se prima non rinun- col duca, oltre all'unico vescovato di Passa
ziasse all ' incestuosa sua unione con Biltru- via esistente in quei paesi, vi fondò quelli di
da , vedova di suo fratello che si teneva come Frisinga, di Salisburgo e di Ratisbona , che
sua moglie . Lo zelo di lui riusci inutile , anzi furono confermati da Gregorio III nel 759, e
altro non fece che muovergli persecuzioni per divise la Baviera in quattro diocesi. Vivilo
opera dei due colpevoli. Biltruda specialmen- ne, già ordinato dal Pontefice , resto vescovo
te giurò di perderlo . Da lei furono appostati di Passavia ; Eremborgo , nipote di s. Corbi
degli assassini per forgli la vita ; ma Dio niano, divenne vescovo di Frisinga ; Giovan
conservò il servo fedele, ed i suoi nemici pe- ni fu collocato nella sede di Salisburgo ; o
rirono poco dopo miseramente. Costretto a Gabaldone su quella di Ratisbona. La storia
fuggire tornò a Frisinga , dove continuò l'e- della conversione de' Boiarii , ossia Bavari ,
sercizio delle sue fatiche sino alla beata sua trovasi nel libro intitolato : Quomodo Bojarii
morte , avvenuta nell'anno 750 . facti sunt christiani, scritto nel 1281 , e pub
A s . Corbiniano andò del pari , per lo ze- blicato da Canisio , Lection . antiq. tom . II ; da
lo apostolico per la conversione della Bavie- Du -Chesne , Franc. Scrip. tom . II; da Du
ra, un vescovo nominato Martiniano. Incari- brário vescovo di Olmütz , Collect. script.
cato a ciò pur egti dal Papa Gregorio II, vi Christ. Rohem . p. 15 ; da Hansiz , Germania
si trasferì unitamente al prete Giorgio ed al sacru, tom. II, p . 35 .
suddiacono Doroteo, ambidue della chiesa ro Cosi stabilita la religione di G. C. in que
mana . Col più retto sistema ordino le cose sto regno si mantenne in mezzo alle varie vi
ecclesiastiche di quel paese . cissitudini, cui andò soggetto non solo per la
Ma più di tutlo erano colà benedette le mutazione di padroni, come per i varii avve
fatiche apostoliche di san Bonifacio , il qua- nimenti politici ; per cui sempre i sommi
le da Gregorio II fu fatto arcivescovo di Pontefici si mostrarono inchinati a benignità
Magonza e primate di tutta l'Alemagna , con verso di questo regno , ed i suoi regnanti ri,
ampio potere di fondar vescovati dovunque spettosi e benefici verso la Chiesa Romana.
stimasse più opportuno. Nell'anno 738 , in Troppo lungo sarebbe se tutti gli avvenimen
elà molto avanzata, fece un viaggio a Roma ti di questo regno ricordar volessimo in que
per conferire con Papa Gregorio III succedu- sto articolo , per cui rimettendo piuttosto i
to a Gregorio JI . Non solo fu ricevuto in Ro- lettori al Novaes ed altri , che di ciò lungamen
ma con tulta la distinzione dovuta ai copiosi te trattarono, ci restringeremo a far conoscere
frutti delle sue fatiche antecedenti ; ma quanto passo fra la Chiesa e questo regno ne
quanti stranieri si trovavano in quella ca- gli ultimi tempi da noi non molto lontani .
pitale facevano come , a gara per onorarlo Fino dal 1816 la cattolica religione in Ger
maggiormente. Allorché parti da Roma , il mania alzò maestosa la fronte a dilatare sem
Papa lo ricolmò di doni , gli diede una rac- pre più la vittoria contro il protestantismo, e
colta di canoni scelti , perchè gli servisse ben lungi di cedere in nulla a'pretesi lumi del
BAVONE (S.) 731
secolo , rimase nel suo insegnamento incon- ne , ed alle cose ecclesiastiche , concederà in
cussa ; . e particolari concordati mantennero perpetuo alla maestà del re MassimilianoGiu
l'esteriore suo culto , e l'ecclesiastica sua ge- seppe ed ai cattolici successori di lui , l’in
rarchia. Il primo a procurare il beneficio di dulto di nominare alle sedi vescovili.ed arci
un concordato colla Santa Sede fu appunto il vescovili vacanti nel regno Bavarico , degni
re di Baviera Massimiliano Giuseppe I , che , ed idonei ecclesiastici , forniti di quelle doti ,
divenuto signore di Ratisbona, dopo il con- che ricercano i sacri Canoni, Sua Santità darà
gresso di Vienna , inviò a Roma per suo mi- poi alle persone , che sieno tali , la canonica
nistro plenipotenziario ed inviato straordina- istituzione giusta le forme consuete.
rio monsignor Casimiro Haeffelin di Minfeld 5. Agli arcivescovi ed ai vescovi sarà libe
nel ducato di Due Ponti , vescovo di Cherso- ro esercitare pel governo delle diocesi quello
na , che poi Pio VII ai 6 aprile 1818 innalzò che loro compete in forza del pastoral mini
al cardinalato col titolo di Sant ' Anastasia. stero , o per dichiarazione , o per disposizione
Questi ai 5 giugno 1847 stipulò una vantag- dei sacri canoni , secondo la presente disci
giosa convenzione col cardinal Consalvi se- plina della Chiesa approvata dalla Santa Se
gretario di stato del mentovato Pontefice , e de. Qui passa a determinare in sei capi
il Papa ne diede partecipazione al sacro colle- l'esercizio della giurisdizione dei vescovi , e
gio nel concistoro segreto dei 15 novembre notabilmente quello di conoscere nel loro fo
con allocuzione, che riporta anche monsignor ro le cause ecclesiastiche, e massimamente le
canonico Giovanni Bellomo nella sua Conti- niatrimoniali , che , giusta il canone 14 , ses
nuazione al Bercastel. I seguenti cinque arti- sione 24 del sacro concilio di Trento , spet
coli contengono un sunto del medesimo con- tano ai giudici ecclesiastici, e portare di esse
cordato . sentenza , eccetto le cause meramente civili dei
1. La religione cattolica apostolica romana cherici , per modo di esempio , di contratti ,
sarà preservata illesa in tutto il regno di Ba- debiti , eredità , le quali saranno conosciute e
viera, e nei paesi soggetti , con quei diritti e definite dai giudici laici.
quelle prerogative , delle quali deve godere Ad amareggiare nondimeno questa santa le
giusta le ordinazioni divine e le sanzioni ca- tizia al Pontefice Pio VII , subitamente insor
noniche. sero alcune gravi difficoltà , che ritardarono
2. Sua Santità , servatis servandis , stabi- l'esecuzione del concordato sino ai 24 set
lirà le diocesi del regno di Baviera nel modo tembre 1821 ; nel qual tempo il concordato
seguente.* Trasferirà la sede di Frisinga a Mo- fu dichiarato legge dello stato. Ma nel corso
naco, e la erigerà in metropolitana , che avrà degli anni seguenti nuovamente insorsero al
a sua diocesi l'attuale territorio di quella di tre gravi difficoltà per parte del governo Ba
Frisinga. Il vescovo però di questa chiesa ed varese , il quale pubblicando il suo Eilitto di
i successori di lui dovranno essere chiamati religione , come nn' appendice alla costituzio
arcivescovi di Monaco e di Frisinga. Assegne- ne dello Stato , in parte ritirava , e in parte
rå allo stesso arcivescovo in suffraganee le ristringeva i diritti , ch'erano già prima
chiese vescovili di Augusta , Passavia . e stati assicurati alla Chiesa. Nell'anno 1850 ,
quella di Ratisbona , previa la soppressione gli arcivescovi e vescovi di Baviera manda
della loro qualità metropolitana. Erigerà la vano al re un indirizzo , in cui dando saggi
chiesa cattedrale di Bamberga in metropolita- della sapiente , santa e libera parola della
na e le assegnerà a suffraganee le chiese epi- Chiesa reclamano tutti i diritti già assicurati
scopali di Wurtzburgo , Eichstadt e Spira. dal Concordato ; ed è da sperare , che sia fat
3. Sua Maestà considerando quanti van to luogo alle ragioni dell'indirizzo, rimanen
taggi abbia ritratto la Chiesa e lo stato da- do tuttora viva la causa dei giustissimi re
gli Ordini religiosi , e quanti ritrar se ne clami della ecclesiastica autorità.
possano in avvenire , ed affine eziandio di mo MOR .
strare il proprio amore verso la Santa Se BAVONE (S.) , il cui nome era Allovin , vi
de , procurerà d'accordo con essa , di rista- veva nel secolo VII ed era di nobile famiglia
bilire con una conveniente dotazione alquan- del paese di Liegi . Tenne da prima condotta
te case degli Ordini monastici dell' un sesso non apprezzabile, ma un sermone di s . Aman
e dell'altro. Si presteranno queste alla edu. do e la morte della sua sposa lo mossero a con
cazione della gioventù della religione e nelle vertirsi. Si assoggetto a penitenza canonica ,
lettere, in aiuto dei parrochi e per la cura de- distribui il suo danaro ai poveri, e si ritirò in
gl'infermi. un monastero di Gand , dove s . Amando gli
4. Sua Santità avendo in mira il vantaggio conferi la tonsura. Come ebbe poscia ottenuta
che da questa convenzione deriva alla religio- licenza dal suo direttore di farsi eremita, seelse
732 BAYEUX - BAYLE

per sua prima dimora un tronco d'albero , struggendo ogni cosa, nacque a Carlat i ! 17
poi si eresse una cella nella foresta di Malme- novembre 1617. Fu professore di filosofia a
dun , presso a Gand , non vivendo che d'ac Sedan ed a Rotterdam , e famoso critico. Era
qua e d'erbe salvatiche. Finalmente s.Flori- protestante, di ventidue anni si converti alla
berto , abbate del monastero di S. Pietro di chiesa cattolica, e dopo diciassette mesi ritor
Gand , gli permise di costruirsi una nuova nò alla sua setta. Le sue opere principali so
cella nel bosco vicino a quell'abbazia. Là s . no: Pensieri diversi sulla comcla del 1680 .
Bavone compì l'eremitica sua vita dal 653 Le novelle della repubblica lellcraria. Com
al 657 , peroochè variano gli autori intorno mentario filosofico sulle parole del Vangelo :
all'anno della sua morte ; ma convengono costringili ad entrare. Risposte alle qui
tulti , che cessò di vivere il di primo di otto- slioni di un Provinciale. Dizionario slo
bre, giorno nel quale la Chiesa celebra la sua rico-crilico. Tre volumi di letlerc. Il 28
memoria. A Gand venne edificata una chiesa dicembre del 1706 , la morte liberò la repub
sotto l'invocazione di questo santo, la quale blica cristiana da costui , cui sgraziatamente
fu subito ufficiata da canonici . Al tempo di sopravvissero le sue opere meritevolissime
Carlo V , il capitolo è stato trasferito nella delle fiamme, e già condannate dalla Chiesa .
chiesa di S. Giovanni , che allora assunse il Talento vasto e penetrante, scrittore laborio- -
nome di S. Bavone, del quale possedeva le so , facile e ornato, pieno di delicatezza , di
reliquie, e che è protettore della città. La vi- lumi, di erudizione che aveva letto tutto
la di questo santo fu scritta varie volte , ed quello che un uomo può leggere , e ritenuto
esiste una storia in tre libri dei miracoli, che tuttociò che può entrare in una memoria ,
gli si attribuiscono. diede per frutto principale di tanti suoi la
Il culto di lui incomincio da tempi remo- lenli e di tante fatiche, sotto il nome di Di
tissimi: il suo nome è segnato perfino neizionario , un repertorio universåle , ove il
martirologi del nono secolo, al giorno pri- libertinaggio e l'empietà hanno trovato i lo
mo del mese di ottobre. La festa della sua ro materiali belli e pronti per formare il mo
traslazione a Gand viene celebrata nel gior- struoso sistema del filosofismo , che nel no
no 10 del mese di agosto. Essa fu istituita stro tempo fa riguardare come poca cosa tut
nel 1010 dall'abate Eremboldo per provare, ti gli scandali dati da quel diluvio di sette ,
che il corpo del santo non era, come preten- che avevano infettato i secoli precedenti. I
de alcuni , rimasto a Laon . Al giorno 10 di miscredenti di ogni classe , e di tutti i grali
maggio è segnato un altro trasferimento a successivi , Teisti , Deisti , Atei , : Materia
Gand del corpo di questo santo, avvenuto nel- listi , empi , impudici , tutti hanno attinto i
l'anno 939 . BOLL. loro primi elementi dal Dizionario storico e
BAYEUX , città vescovile in Francia, si- critico, o piuttosto scettico, romanzesco e bur
tuata nella Normandia in riva al fiume Aur- lesco ; al che mise l'ultima mano quel preteso
gia. Questa chiesa fu fondata da s. Esuperio , poeta della ragione , il quale non si segnalo
che poi fu vescovo nella metà del terzo seco- ' che nei modi di ragionare, propri a convincere
lo, o verso la fine del quarto, secondo Com una gioventù libertina , e cui il frizzo e il sar
manville. Varij santi gli successero nella se casmo tengono luogo di dimostrazione.
de , fra'quali s . Rufiniano immediatamente , S'impari adunque, è da una bocca non so
e s . Lupo. Per la sua santità e pei suoi mira- spelta , da un protestante più deciso che Bay
coli, circa l'anno 459 , fu eletto vescovo s. 'le,si vegga quanto altri possa fidarsi di questo
Mauro, ed avendo governato sino al 480 , gli Proteo senza forma e senza carattere , di que
succedette s. Contesto. Dopo la morte di lui sto oracolo tenebroso, che dà all'evidenza stes
vuolsi , che fosse eletto vescovo s . Vigore, il sa l'aria di paradosso. Bayle, dice Saurin , era
quale distrusse l'idolatria nella diocesi, e mo uno di quegli uomini contraddittori , che la più
ri circa la metà del secolo VI . Ebbe per suc- grande penetrazione non sa conciliar seco stes
cessore s. Leucadio,che sottoscrisse nel 538 si , e le cui qualità l'una all'altra contrarie
al conoilio d'Orleans . Sul finire del VI seco- lascieranno sempre in forse , tra le due estre
lo fiori s . Regnoberto, il quale come vescovo mità opposte , in quale collocar si debba. Da
di Bayeux intervenne nel 625 al Concilio di un lato , gran filosofo che sa sviluppare il vero
Reims , fece molte donazioni alla cattedrale, dal falso , vedere la concatenazione di un prin
e nella diocesi fondò diverse chiese. In segui. cipio, e tener dietro ad una conseguenza ; dal
to molti altri celebri pastori illustrarono que- l'allro, gran sofista , che fa suo studio il con
sta chiesa. Gal . CR . fondere il falso col vero, torcere un principio ,
BAYLE ( Pietro ) che dall ' Hauteville è pa e rovesciare una conseguenza. Da un lato , pien
ragonato al conquistatore , che si avanza di- di lumi e di cognizioni, sapendo tutto quello
BAYLON 733
che si può sapere ; dall'altro, ignorando o fin va che libri spirituali, non amava i sollazzi ,
gendo di ignorare le cose le più comuni; pro non curavasi d'altro che di piacere a Dio .
ducendo difficoltà , che le mille volte erano Giunto alla pubertà , si acconciò per fami
state ridotte in polvere, e proponendo obbie- glio presso un signore del paese, col quale a
zioni , che i novizii della scuola arrossirebbe veva conformità di pie inclinazioni. Il padro
ro di addurre. Da un lato , imbarazzando gli ne fu tanto contento che lo volle adottare
uomini i più capaci aprendo un campo vasto per figlio; ma Pasquale vi si oppose, desideran
alle loro fatiche, conducendoli per sentieri pe- do di rimanere nel suo stato primiero, con
nosi e pei labirinti più difficili ; e se non li siderando tutte le cose del mondo come pas
vince , facendo almeno, che a grande stento seggiere e caduche , ed avendo l'animo so
giungano a vincere ; da un altro lato , cercan- lamente ai beni eterni , pensando ai quali
do, l'appoggio dagli spiriti più superficiali, tutto si struggeva per la veemenza del suo
prodigando con essi il suo incenso, e disono- affetto . Nondimeno venne tempo , in cui
rando i suoi scriti con nomi , che labbra dot. gl'increbbe quella condizione , perchè non
le non avrebbero mai proferiti. Da una parte sempre la sua vigilanza poteva impedire ,
libero , almeno in apparenza , da ogni passio- che il gregge andasse nei beni altrui , per
ne contraria allo spirito del Vangelo , col- chè udiva alcuni suoi compagni bestemmia
to nei suoi costumi, grave nelle sue con re, e li vedeva venir tra loro alle mani. Deli
versazioni , sobrio nella sua mensa , austero berò pertanto di scegliere un nuovo stato, e
nel suo tenore di vita : dall'altra , impiegan- dopo di aver pregato lungo tempo Iddio d'il
do tutta l ' acutezza del suo spirito nel far la luminarlo, in età di vent'anni abbandonò la
guerra ai buoni costumi, nell'assalire la casti- . patria, e si recò in un deserto del regno di Va
tà , la modestia , tutte le virtù cristiane . Da lenza presso alla città di Monforte , dove era
una parte appellando al ' tribunale del cattoli- un convento di Francescani scalzi. Ma si con
cismo il più severo, attingendo alle sorgenti tentò di pigliar da loro gli ammaestramenti
più pure, e valendosi degli argomenti dei dot- opportuni al vero modo di servir Dio , e si
tori i meno sospetti : dall'altra , battendo pose a guardar gli armenti di un castaldo del
tutte le strade dell ' eresia , dando nuova vita vicinato. Nel 1564 , vedendo di essere salito
alle obbiezioni dei più antichi e dei più odiosi in istima presso i compagni, la sua umiltà ne
eresiarchi, prestando loro armi novelle, e riu- adombrò, onde fece istanza ai padri del con
nendo tutti gli errori dei secoli passati. vento affine di essere ricevuto in qualità di
Bayle confermò egli stesso la verità di que- frale laico . Gli fu offerto di entrare fra i re
slo ritratto. Rispondendo al rimprovero , che ligiosi da coro , ma egli non accettò. Lavora
gli fece un religioso dotto , di rivolgere con re e pregare era la sua occupazione continua.
tro al cielo i talenti , che aveva ricevuti in Cercava sempre gli uffici più bassi, e mutan
tanta abbondanza , per tutta giustificazione si do convento, secondo l'istituto del suo ordi
paragono al giove di Omero , al nome del ne, ne parliva con occhio sereno.
quale cotesto poeta aggiunge quasi sempre Era allora il regno di Francia pieno di
l' epiteto Nephele-gereta , vale a dire, aduna- Ugonotti , i quali maltrattavano e marto
nubi : notando con questo emblema la pro- riavano qualunque religioso loro fosse ve
prietà fatale del suo talento, tanto abile a span- nuto alle mani . Attraversare i luoghi infet
dere le ombre sopra la verità , quanto inabile ti di eresia era esporre a manifesto perico
a dileguarle. Ber. lo la vita ; pure accettò Pasquale volonte
BAYLON ( S. Pasquale ) . Spagnuolo, del- rosissimamente la commissione datagli dal
l'ordine dei Francescani scalzi, di pecoraio provinciale di Valenza , di recare una lette
fattosi religioso, fu un chiarissimo esemplarera al generale dell'ordine a Parigi . Postosi
di vita regolare e mortificatissima. in viaggio a piedi nudi, come era suo co
Egli era nato a Torre Hermosa, piccola città stume, e limosinando, corse diversi pericoli,
dell'Aragona, nel 1540. I suoi genitori si pro- dai quali scampò senza perder la vita , ma
cacciavano il vitto lavorando la terra e nu con una spalla fracassata da un colpo di pie
trendo bestiame. Poverissimi, non poterono tra ; tornato in Ispagnà, dolevasi il santo, che
mandare alla scuola il nostro Pasquale; ma e la sua indegnità non fosse stata giudicata me
gli , andando a pascere il gregge, portava seco ritevole dell'onor del martirio. Negli ultimi
un libretto, e pregava tuiti quelli , in cui si anni della sua vita passava quasi tutte le
abbatteva, d'insegnargli a conoscere le lettere, notti in chiesa in adorazione avanti la sacra
così vivo era il suo desiderio d'imparare , Eucaristia , nella cui devozione si distinse in
e lanto intensa l'attenzione, che in poco tem- modo particolare; imperocchè per difenderne
po seppe leggere e scrivere ; ma egli non legge- la verità anche in pubblico, sostenne gravissime
734 BAZARIDDINA BEATI
persecuzioni fino ad essere ricercato a mor na aveva il suo colore, cioè che era giallo
te , benchè salvato sempre dalla misericor- gnola. Cal .
dia divina, che vegliava su lui : e dopo ' la BEAN . Leggesi nel libro dei Maccabei che i
morte , al momento della elevazione , nella figli di Bean erano come una rete per prende
celebrazione delle sue esequie , aprì e chiuse re gli Israeliti, tendendo loro agguati nel cam-.
due volte gli occhi. E tale scienza prodigio- mino . Non si sa se Bean sia il nome di un uo
sa ne traeva che parlava ed anche scriveva , mo o di una città . Alcuni ritengono che sia
egli rozzo e illetterato, meravigliosamente dei il nome di una città chiamata Beon al di là
più alti misteri . Mori il 17 maggio del 1572 , delGiordano ; altri che Bean è lo stesso che
e fu beatificato nel 1618 , e canonizzato nel Batanea ; altri infine vogliono che sia il no
1690 . BER . me di un uomo .
BAZARIDDINA . Sede vescovile dell'Afri . La Bibbia del Vence, nel libro primo dei
ca , di cui la vera posizione è ignorata . Si Maccabei al capo 5 , si esprime nel modo se
conosce questa sede perchè uno dei suoi Ve- guente. S'ignora chi fossero i figli di Bean.
scovi trovasi aver assistito alla conferenza di Nei contorni del Mar Morto si conosce la cil
Cartagine. Com . tà di Beon , che forse potrebbe esser quella di
BAZARITA. Sede vescovile nella Numidia, cui qui si tratta. In altro luogo osserva che
di cui il vescovo Adeodato fu presente alla Beon, era forse la stessa che Baal-Meon : Quindi
conferenza di Cartagine. Com. Bean, Beon e Baal-Meon sarebbero la stessa
BAZAS, antica città vescovile di Francia , cosa. Bean , secondo Barbie, era una città for
che merita essere ricordata siccome il luogo te , e situata nei contorni del paese di Gad .
in cui si tennero due concilii , l ' uno nel- Quantunque la Bibbia del Vence riconosca
l'anno 351 , o secondo allri storici , 588 , con nei suoi cominentari una città di nome Bean ,
tro gli Ariani, come leggiamo nel tomo se- pure non la menziona nel suo Indice geogra
condo del Labbé , e secondo pure dell’Harduino fico. Quelli che in questo nome riconoscono
in indice; l'altro nel 442: I canoni di que- un uomo, dicono che egli era potentissimo
sto ultimo spesso sono confusi con quelli fra gli Idumei, che il suo nome era formato
del concilio di Vaison, come troviamo nel to- da due parole, Ben che significa figlio e Acam
mo terzo del Labbé e primo dell ' Harduino. nome proprio di un uomo menzionato nella
Nella Gallia cristiana è fatta pure men- Genesi , che era figlio di Etzer. Fra queste
zione di un terzo concilio quivi tenuto nel due opinioni non si saprebbe veramente qua
ľapno 529 , madi questo nulla di più cono- le prender per vera . Una terza opinione dice
sciamo. che Bean era da prima il nome di un uomo, e
Gall . Cr . che poscia divenne quello di una città ; ma
BAZIOTIA o Biziotia , città della tribù di anche questa è piena di difficoltà insolubili .
Giuda. N. Samson suppone che sia la stessa Quelli che ritengono questa voce pel nome
che Bersabea, ma il testo la distingue . Barbie di una città , dicono che apparteneva agli
che la riconosce per una città diversa, la col- Amorrei , ed era situata al di là del Gior
loca vicino a Bersabea . Cal. dano . Eusebio dice che apparteneva alla tri
BAZITA . Città vescovile nella provincia di bù di Ruben. GIOR .
Namidia in Africa , di cui si fa menzione ne BEATE . Si chiamavano cosi nella Spagna
gli atti della conferenza di Cartagine. In alcune donne dedicate a vita di particolare de
quella conferenza il vescovo di Bazita fu rap- vozione. Di esse parla il concilio di Toledo
presentato da un prete della stessa chiesa chia- nell'anno 1582 : Synodus in iis etiam mu
mato Manilio. Abbiamo dal Dupin , che il ve lieribus observari mandat , quae per totam
scovo di questa citlå lo era pure di Marcellia . hanc provinciam , cum Beatue vocentur , in
Com. congregatione et sub obedientia vivunt : il con
BDELLION , è una gomma che viene da un cilio qui inculca la osservanza della Costitu
albero assai comune in Arabia ed in molti al- zione di s..Pio V.
tri luoghi di Oriente. Plinio dice che il mi Macri .
glior bdelion viene dalla Battriana; che l'albe BEATI . Questo nome si adopera in tre diversi
ro che lo produce è nero , della grandezza di sensi: primo , nella condizione di viatore, come
un olivo , e che fa frutta simili al cappero. Il lo adopero Cristo nel dichiarare beati coloro
bdellion deve essere chiaro e giallo come la che godono di quei beni apprezzati secondo la
cera, amaro al gusto ed avente l'odore dell'un- scienza del Vangelo, che sono le beatitudini, e
guis odoratus, quando è bruciato. L'Ebreo lo questi sono tali, come insegna s . Tommaso, 1 ,
chiama bdolach. Mosè dice che trovasi nel 2,9 . 69,in quanto sono in modo soprannatu
paese dove si scarica il Fison , e che la man- rale mossi e condotti al fine dell'eterna feli
BEATIFICAZIONE 735
cità ; e inoltre così si può chiamare talvolla santi con una morle gloriosa la loro vila , per
l'uomo, arricchilo della carità, per una par- poi celebrarne la memoria. E nelle chiese tale
tecipazione dell'eterna beatitudine , secondo usanza di conservare i cataloghi , o dittici , ove
qualche fruizione del Sommo Bene, 1 , 2, q. 5, registra vansi i nomi di coloro, che in vita a
ad 1 , nella maniera, in cui è possibile nella vi . veano sparsi chiari lumi di santità , ed eserci
la presente. Secondo, si usa a significare tulli tale virtù cristiane in grado eroico , ovvero
coloro, che dallo stato di viatore passarono a sofferto per la fede il martirio dai primordii
quello di comprensore nella beatifica visione del cristianesimo, fu sempre mantenuta. Veg .
del paradiso; e quantunque in quanto alla sicu- gasi Sebastiano Donalo, nel libro dei Dillici.
rezzadi non perdere più la vita eterna , benchè Poscia nel popolo s'introdusse il costume di
sia ritardata la fruizione di Dio, ed alla vita acclamare per santo taluno de' defunti morti
di carità , vi si potrebbero comprendere le ani . in odore di santità ; ma per l'abuso che ne
me del purgatorio , pure a ciò si oppone lo poteva derivare, venne cio proibito dai Roma
stato di pena, in cui si trovano, e piuttosto si ni Pontefici, riservandosi essi l'autorità non
cliiamano sante, perchè la voce beale include solo di canonizzare, ma pur anco di beatificare.
la idea di godimento. Terzo, si usa ad indicare Procedendo così di secolo in secolo, si vide
que' celesti comprensori , cui si compete un questo sacro rito fedelmente nella Chiesa os
particolare culto determinato dalla Chiesa. V. servato, e sebbene i vescovi e i . patriarchi tal
Beatificazione A. M. C. volta esponessero alla venerazione pubblica la
BEATIFICAZIONE. La beatificazione è un reliquie de martiri , ed avessero erelli ad essi
alto, con cui il Sommo Pontefice giudica e di altari e templi , nulladimeno col tempo tale
chiara, che una persona già defunta , la quale prescrizione di culto è stata riguardata pro.
condnsse una sanla vita, ed ha dopo morte o. pria dei Romani Pontefici, principalmente nel
perati alcuni miracoli, ritrovasi beata in cielo, XII secolo. Questo giudizio adunque per cui
e quindi permelte ai fedeli di renderle un de- si decreta a' sanli gli onori, che sono dovuti a
terminato culto religioso , culto che concede chi arrivò con l'esercizio di una eroica santità
in particolare a certe persone d'un ordine re- alla visione beatifica dell'Onnipotente, è di
golare, d'una comunità ec ., come si disse al . due sorte : l ' una chiamasi beatificazione, l'al .
l'articolo Beati ; mentre colla canonizzazione tra canonizzazione. La prima è un alto prece
si propone quella persona al culto universale dente e preparatorio, la seconda un atto pre
del mondo callolico. I servi di Dio , che «fu. paralo ed estremo, e la loro differenza , secon
rono solo beatificati , perché si tengono in do Lambertini , De Sancl. Beatif., lib. I, consi
luogo di salute, hanno un culto meno solen- ste nell'ultima e definitiva sentenza di santilà,
ne di quello che si accorda a coloro, che si ca- per cui si prescrive il cullo dei santi nella
nonizzarono ; perloché, senza un indulto apo- Chiesa universale col mezzo della canonizza
stolico, i beati non possono essere presi a pa- zione, mentre colla beatificazione non s'im
troni dei regni , città ec .; il loro uffizio non ha pone questa università di to ; ma solo dal
oltava, nè il giorno in cui esso ha luogo può Pontefice si permette in forza delle scrupolose
esser festa di precetto ; nè può celebrarsi mes. diligenze della sacra Congregazione dei rili ,
sa voliva . La beatificazione fu pertanto intro. per cui nel breve della beatificazione, il Papa
dotta allorchè si stabilirono lunghe e severe usa questa sola espressione : Tenore praesen
procedure prima di accordare la canonizza . lium indulgemus , ul idem servus Dei Beati
zione. nomine nuncupetur. V. CANONIZZAZIONE.
Il rito, o consuetudine, di decretare ai santi Descritta la differenza che passa fra la bea
pubblici onori , è tanto antico quanto lo è la lificazione e la canonizzazione de'servi di Dio,
Chiesa medesima , trovandosene esempi fino parleremo in primo luogo degli atti che prece
del secondo secolo. San Pio I, creato Papa l'an- dono la beatificazione; secondo, delle cerimo
no 158, udita la morte di Veco vescovo di nie, che hanno luogo in tal funzione; terzoove
Vieona, scrivendo a s. Giusto, gl'intimò di si celebravano prima , e dove si debbano fare.
custodire i corpi de' santi martiri come inem I. La procedura della beatificazione appartie
bra di Cristo, in quella guisa appunto che gline alla congregazione cardinalizia de'sacri riti,
Apostoli custodirono quello del protomartire istituita nel 1587 da Sisto V. Aderendo essa
s. Stefano. Nel secolo III, s. Cipriano racco- diligentemente alle dotte prescrizioni de'Ponte
mando premurosamente al suo clero di regi . fici, ed in particolare di Urbano VIII , d'Inno
strare con diligenza que giorni fortunati, nei cenzo XI e di Benedetto XIV, in primo luogo
quali , trionfando de tormenti, coronarono i riceve il processo dell'Ordinario del luogo, in
736 BEATIFICAZIONE
cui cessò di vivere un qualche servo di Dio, della ſede, nelle quali propone anche le più
col quale deve provarsi la fama di sanlità , e piccole difficoltà, che vengono sciolle dall'av
l'opinione de ' miracoli operati da Dio ad in. vocato della causa . Inoltre pei miracoli si ri
tercessione di quel suo servo , sia durante la cercano sempre i voli de' medici e chirurghi ,
vita di lui , sia dopo la morte. Quindi con le che danno il loro parere, previo il giuramento
animavversioni del promotore della fede , e le di studiare in secreto, e di dare per la pura ve
risposte del difensore della causa , esamina , e rità il loro voto .
con maturita discute il dubbio, se si deve in Dopo lullo ciò si tiene innanzi al Sommo
Irodurre la causa di canonizzazione , che si Pontefice un'altra congregazione, nella quale si
propone con questa forn ,ula : An sil signanda esamina, se tutto venne con regolarità pratica
commissio introductionis causae , elc. cunoniza- to ; e se si possa con sicurezza procedere alla
tionis in casu , etc. La sacra congregazione esa- beatificazione , col dubbio : An tuto procedi
mina e pondera il tutto , e ne presenta il suo possit ad beatificationem ? Anche su questo dà
voto al Sommo Pontefice, il quale determina il suo decreto il Papa , che si legge , come gli
se debba o no lal commissione stabilirsi. Po- altri , dal prelato segretario de'Riti in presen
slo che decida affermativamente, il Papa la za del Cardinal ponente della causa e prefelto
segna , e con questo allo il Pontefice, commelle dei Riti , di monsignor promotore della fede,
la cognizione della causa alla sacra congrega. del postulatore avvocato, e superiore della re
zione de' Rili , e cosi posta nelle mani della ligione, alla quale appartiene il servo di Dio ,
Santa Sede, togliesi a qualunque altro la fa se è regolare ; stando il Pontefice seduto in
coltà di trattare questa causa , senza una spe- trono, assistito dal suo maggiordomo e mae
ciale delegazione della medesima Sede Apo- stro di camera , non che dalla sua camera se
stolica. greta, alla quale poi viene dispensato il dello
Segnata questa commissione, si è introdotto decreto in istampa .
il sistema di dare ai servi di Dio il titolo di Non si è fatta qui alcuna parola delle pero
Venerabile, ilquale non importa cullo alcu- razioni , che fanno gli avvocati concistoriali
no. Anzi il primo passo, che si fa dalla Con- ne'pubblici concistori , perchè non sono di es
gregazione de' riti, è di conoscere, che non si senza, o di necessità per procedere alla beati
presti alcuă culto al Venerabile, di cui si trat- ficazione. Di fatti sono queste state da Urba
ta la causa . Quindi si ' esamina , se vi sia ſama no VIII surrogate a quelle, che ivi si facevano
in genere di virtù e di santità . Ambedue que- per lo passato, e niente influiscono al prosegui .
sti dubbii sono discussi previe le animavver . mento della causa di beatificazione , mentre vi
sioni del promotore della fede, e le risposte sono molti esempi di coloro, che sono stati for
dell'avvocato. Oltenutisi questi decreti , si malmente beatificati senza simili perorazioni ,
passa all'esame delle virtù, a provare le quali e quando si fanno , il prelato promotore della
si fanno de' processi , ove si sentono un gran fede domanda sempre, che il Sommo Pontefice
numero di testimonii , e specialmente quelli rimetta la cognizione della causa alla piena
che hanno vissuto e trallato col servo di Dio. Congregazione de' sacri riti , juris ordine serva
Quando questi processi sono giunti in Roma, to , alla quale protesta risponde il Papa affer
si discule prima se sieno nella loro confezione malivamente , con la clausola : sd sacrum ri.
slate eseguite tutte le formalità prescritte , poi tuum Congregationem , quae videat et referat.
si esamina il valore di questi atti , ossia se sie. V. ConcistORI PUBBLICI .
no state esercitate le virtù in grado eroico . IJ . Per celebrarsi poi la funzione della bea
L'esame si fa in tre congregazioni, nella prima tificazione nella Basilica Vaticana, ecco come
danno il voto i soli consultori , sieno prelatio questa si adorna. Nella facciala esterna di es
regolari , in presenza del Cardinal ponente; nel sa si appende un grande stendardo rappresen
la seconda i medesimi danno il loro sentimen- tante id novello beato in gloria , tenendolo pe
to in presenza di tutti i Cardinali; la terza si rò coperto fino al punto, che diremo. Sulla
aduna avanti il Papa , nella quale, oltre i con- porta principale della chiesa sotto il portico
sultori , come sopra , hanno il volo anche i sta esposto un quadro, in cui viene rappre
Cardinali ; il Pontefice poi dà il decrelo , se ve sentato qualche clamoroso failo della vita del
de provate le virtù . Indi si passa all'esame servo di Dio : tutta la Basilica nell'interno è
de' miracoli operati dopo la morte , e si tiene parata di damaschi rossi con trine d'oro e fre
il medesimo ordine nella discussione della gi . La tribuna è chiusa al di fuori da una ba
ca usa . È da avvertirsi , che in ogni congrega. laustrata con candelabri a più lumi, e vaga
zione fa le sue animayversioni il promotore mente ornata al di dentro in varie forme , con
BEATIFICAZIONE 737
damaschi , setini di varij colori, frangie d'oro, medesima patriarcale, il quale dipoi canta la
fregi di velluto con dipinti di chiaroscuro al . messa solenne del comune de' martiri o con !
lusivi, e cogli stemmi del beato, mentre due fessori, secondo la classe, cui apparliene il bea
più grandi stemmi, cioè del Pontefice e del tilicalo, con l'orazione propria del nuovo eroe
sovrano, di cui il beatificato nacque suddito, della Chiesa , e cosi per la prima volta il beato
ovvero quello dell'ordine, a cui appartenne, è esposto alla venerazione de'ſedeli, a’quali il
decorano le parti laterali, sovrastando allri si- Papa concede dulgenza plenaria , se confes
mili stemmi all'architrave della porta princi- sati e comunicati visiteranno la basilica, o as
pale. Indi alcune slalue di rilievi simboleg. sisteranno al divin sacrifizio dopo promulgata
gianti le virtù esercilate dal servo di Dio, co la beatificazione. In tal modo termina la fun
piosi lumi di cera simmetricamente distribui- zione, essendosi dispensate al popolo le imma
ti accrescono i magnifici addobbamenti del gini e il compendio della vita del beato . Dipoi
tempio. Nelle due grandi arcale della tribuna , alle ore pomeridiane il Sommo Pontefice ac
chiusa con sesti dipinti , e lumeggiati a oro, si compagnato dal sacro collegio de'cardinali, ve
espongono due medaglioni esprimenti i due sliti diabiti rossi , e ricevuto dal capitolo della
miracoli approvati per la beatificazione, eri- basilica, si reca a venerare l'immagine e la
gendosi sotto le arcate due orchestre e canto reliquia del nuovo beato, che poi riceve incisa
rie pei musici ; infine nel centro della raggiera , in rame, in uno alla vita, e ad una rama di fiori
che sovrasta la cattedra di s. Pietro, si colloca dal postulatore della causa , mentre contempo
in un quadro ovale l'immagine del beato ad- raneamente vengono dispensate le immagini o
ornata da gruppi di lumi e di angeli , che Ne vite ai cardinali, e alle loro famiglie, oltre
sembrino portarlo in cielo, e questa ancora ri- la pontificia. Trascorso poi alcun tempo, in
mane coperta sino alla funzione. una chiesa , o dell'ordine cui apparteneva il
Nel giorno dunque stabilito per la beatifica- beato, o nazionale, od altra , suole celebrarsi
zione, due ore avanti mezzodi, si recano alla un solenne triduo, ed anche in essa il Pontefi
tribuna della basilica i cardinali in cappe pa ce recasi a visitare il beato, avendogli già il po
vonazze, i prelati e i consullori, che formano stulatore di esso umiliato un quadro dipinto a
la congregazione dei Riti , prendendo posto alla olio rappresentante qualche miracolo, o prin
parte del. vangelo, mentre a quella dell'episto- cipale virtù del servo di Dio , ed un 'reliquia
la interviene il capitolo vaticano col Cardinale rio di argento con alcuna particella del suo
arciprete. Seduti tutti, il postulatore della cau- corpo. Finalmente dopo la concessione di tal
sa, accompagnato dal prelato segretario, recita cullo, se Dio, per glorificare il suo servo, ad in
un'elegante orazione latina innanzi al cardi. tercessione di lui opera due altri miracoli , si
pale prefetto della congregazione, in cui , dopo procede alla canonizzazione del beato ; il per
aver fatto un breve elogio del servo di Dio, chè il primo giudizio del Pontefice è prepara
presenta a lui il breve apostolico, e domanda torio del secondo, col quale egli eslende e co
che si pubblichi colle consuete solenni forme manda a lutta la Chiesa di venerare la sanlilà
il pontificio decreto della beatificazione del del servo di Dio, colia maggior solennità nella
medesimo. Terminato il discorso, il cardinale patriarcale basilica vaticana.
prefetto rimette il postulante al cardinale ar III . In quanto poi al modo e al luogo della
ciprete della basilica,“ per ottenere la facoltà di beatificazione nel tempo antecedente è da sa
1
pubblicarsi in essa. Questa ottenula , per mez- persi, che anticamente la beatificazione consi
zo di monsignor segretario presentatore del steva nell'accendere una lampada e dei Tumi
breve, viene esso letto dal pulpito apposita- avanti il sepolcro del servo di Dio, nell'appen
mente eretto dal lato dell'epistola , e di tutto dere l'immagine del medesimo, che dichiara -
ne forma rogito il notaio della stessa congrega. vasi beato, sopra la porta di qualche chiesa, e
zione, e quindial rimbombo de'cannoni di Ca. quando i Papi concedevano l'uffizio e la messa
stel Sant'Angelo e de' mortai , ed al suono delle in onore di qualche servo di Dio, se ne faceva
campane della basilica, si toglie il velo, o ri . la festa in qualche chiesa particolare di Roma.
paro, che copriva l'immagine del beato, tanto Tanto fu praticato nella beatificazione di san
nell'interno, che nell'esterno del tempio; la la Agnese da Montepulciano, essendosi cele
reliquia di lui rimane esposta alla divozione brata la festa nella chiesa della Minerva del
di tutti, ed allora s'intuona l'inno Te Deum suo ordine domenicano, con una cappella car
continualo dai musici e dai canonico celebran- dinalizia , e con l'autorità del Pontefice Cle
le, che incensa tre volte l'immagine del beato. mente VIII , nella quale occasione recitó una
Questo canonico deve essere un vescovo della bella orazione il p. Slefonio gesuila . Nci lill
Encicl. Eccles. Vol. i. Fusc, XII. 95
738 BEATIFICAZIONE
pi anteriori a Papa Alessanilro VII, terminava risparmio di spese , essendo ancora parata, cioè
la causa di beatificazione del servo di Dio col . a'22 giugno, vi beatificò il ven . Giuseppe da
la previa discussione tanto delle virtù , che dei Leonessa. Dopo questi due esempi le beatifica
miracoli, e speditone il breve, consegnavasi zioni costantemente ebbero luogo nella basili
questo a’rispellivi postulatori, e se occorreva ca Valicana , anzi Benedetto XIV mediante il
di celebrare in Roma la festa della beatifica : contenuto della bolla Ad sepulchra Aposlolo
zione, facevasi soltanto nella chiesa del suo rum , dala a' 23 novembre 1741 , confermò il
ordine regolare, ovvero nella chiesa della na- decreto di Alessandro VII sul celebrare le bea
zione donde il servo di Dio tralto avea i nala- tificazioni in S. Pietro , dichiarando non reca
li , se essa esisteva in Roma . Non in altro per- re alcun pregiudizio i contrarii esempi de' pre
Tanlo ingerendosi la Sede apostolica, dopo di decessori Benedetto XII e Clemente XII , e
aver trasmesso il breve nelle mani de'partico- nell'altra bolla Ad honorandam , de 27 mar.
lari postulatori, ben si comprende da ognuno zo 1752, Benedetto XIV , confermando i privi
in quanti diversi luoghi potessero esserne ce- legi della basilica Valicana , cosi parla in rap
lebrale le corrispondenti solennità. porlo alle beatificazioni : Ex juslis ibidem ex
Sembrando conveniente al nominato Ponte. pressis causis, statuimus, ut servorum el an
fice Alessandro VII , che il priſmo solenne atto cillarum Dei beatificationes, et bcalorum ca
della bwatificazione non dovesse celebrarsi, sé nonizationes in posterum in cadein Vaticana
non che nella patriarcale basilica Vaticana , basilica, el non alibi, peragantur ; non obstan
giacchè essendo la beatificazione, per così dire, libus etc. Di questo argomento, oltre il lodato
an accesso e strada alla canonizzazione, era · Benedetto XIV , De servorum Dei beatificatio
ben giusto, che dovesse ivi ancora celebrarsi ne el beatorum canonizalione, scrissero Pietro
da solenoilà di quesl’allo ; perciò stabili che Galesini, il Durando, il Gravina ed altri.
dal tempio vaticano soltanto venisse formal Oltre le beatificazioni solenni, vi sono an
mente annunzialo quello che per beato sido- che quelle che chiamansi equipollenti, cioè
vea riconoscere. Ed è perciò che il medesimo equivalenti alle prime, consistendo nella con
Pontefice agli 8 gennaio 1662 volle celebrare fermazione, che fa il Sommo Pontefice, del de
con pubblica solennità nella detta chiesa di S. creto della Congregazione dei riti , col quale
Pietro la beatificazione di s. Francesco di Sa. t'ssa approva il culto immemorabile di alcun
les vescovo di Ginevra , essendo questa la pri- servo di Dio, dopo un maturo processo ed
ma solenne beatificazione, che siasi celebrata, csame sul medesimo. Adunque, con decreli
come dimostra il . Lambertini, De ss. canoniz. della sacra inquisizione, approvati e conferma
lib. 1, capo 24 , ove riporta per ordine le bea- li da Urbano VIII, fu provveduto al regolare
tificazioni dopo questa seguite. Si può consul- andamento delle cause di bealiſicazione e ca- .
tare su questo proposito, oltre l'opera citata nonizzazione. In questi decreti, pubblicali ne
di Benedetto XIV , anche l'altra che ha per ti gli anni 1625 e 1634 , fra le altre cose si pre
tolo : Contextus auctorum omnium in beatifi- scrive, che da allora innanzi si esponessero al
catione et canonizatione s. Francisci de Sales, pubblico culto e vencrazioneque'soli , dei qua
auctore Dominico Cappellano, Romae, 1665. li si fossero conosciute le virtù , o il martirió.
Nonostante poi il disposto di Alessandro VII, ed i miracoli , secondo la forma delle nuove
che la beatificazione dovesse celebrarsi in San disposizioni , che in quei decreti si davano.
Pietro, Benedetto XIII e Clemente XII ne ce Volle inoltre il detto Pontefice, che per cid
lebrarono alcune nella basilica di S. Giovanni si rimovesse il culto di tutti , ad eccezione di
in Laterano. Benedetto XIII nel 1729 a'19 quelli, dei quali si provava, o una venerazione
marzo , fece in questa basilica la canonizzazio- pel comune consenso della Chiesa, o un culto
ne di s. Giovanni Nepomuceno, ed in seguito per un corso immemorabile di tempo, e che
a questa, a'24 marzo, la beatificazione del ve- questo culto si provasse cogli scritli dei padri,
nerabile Fedele di Sigmaringa cappuccino, il o degli uomini santi , o vi fosse scienza e tol
che dicesi aver fallo egli per evitare le sover leranza del culto per un lunghissimo tempo,
chie spese , trovandosi già la basilica Latera- e fosse questo a conoscenza della Sede Aposto
nese parata, ed ornala sontuosamente per la lica, o dei rispettivi Ordinarii . In seguito è
solenne consacrazione, che di essa avca fatta stato interpretato il lunghissimo tempo per lo
a que' di lo stesso Benedetto XIII. spazio di cento anni.
L'immediato suo successore Clemente XI Siccome di alcuni si è provala la scienza e
a'16 giugno 1776 , canonizzò quattro santi nel . tolleranza della Santa Sede, o degli Ordinarii
la basilica Lateranese, e pochi giorni dopo a per un lempo minore di anni cenlo avanli i
BEATISSIMO - BEATITUDINE 739
decreti soprannominati, cosi è accaduto, che tefice nel 385 , che pel primo s'intitolo Papa,
legittimamente si venerasse sugli altari come onde Gregorio V , nel 998, ne fece doglianza
beato qualcuno di quelli che sono morti nei per essersi usalo verso il vescovo di Milano.
primi anni di questo centenario, cioè dopo il Nel quarto secolo , il clero alessandrinio, scri
1535, sebbene non vi fosse alcuna procedura vendo al proprio Vescovo, dirigeva la lettera
per le virtù , martirio e miracoli. Bealo episcopo nostru alexandro, e s. Atanasio
Spesso accade, che si 'voglia far dichiarare vescovo della medesima sede, nella storia del
dalla Santa Sede, che consta di questo cullo silo ritorno in questa, si appelli va Beatissimo.
immemorabile, ed allora devesi legittimamen. Sidonio Apollinare che fiori nel quinto secolo ,
te provare una almeno delle condizioni di ec- dava a Paziente di Lione, a Megezio Bellicen
cezioni volute da Urbano VIII , accennale di se e ad altri vescovi il nome di Bealissimus.
sopra . Quando venga approvato questo culto Il romano Pontefice, da s. Massimo che vis
immemorabile, ossia dichiaralo, che consla se nel sesto secolo, è delto Papa Bealissimus
del caso eccel luato da Urbano VIII , si ricono. Sanctissimae Romanae Ecclesiae ecc. Nella ses
sce come bealo, e legittimamente si venerasione XVII del VI concilio generale,constanti
quello, o quella , che è stato soggetto della di- nopolitano III , tenutosi nel 680 ; vienedichiara
scussione, e ciò si chiama beatificazione equi- 1o Papa universalis lor Bralissimus. La lettera
pollente, perchè dà i medesimi effetti della sinodica é dirella ad Agalone Sunclo ac Beu
bealificazione formale. Solo è da osservarsi, lissimo Papae senioris Romac, come si può ve.
che volendo procedere alla canonizzazione nci dere appo il p. Teofilo Raynaud , nel suo Ono
beati formalmente beatificali, è sufficiente la maslicon Pontificum , ed il Nuzzi , Sull'origine
prova di due miracoli accaduti dopo la beati . ed uso del nome del Pupa. Lupo prele ed ab
ficazione. Per gli altri , che si chiamano beati . bate benedeltino, scrivendo al Pontefice Be
ficati per equipollenza, si ricerca una prova nedetto IV , che governaya la Chiesa nel 900 9,
summaria delle virtù estratta dagli autori , che termina la lettera dicendo, pracscntem prospe
ne abbiano parlalo, ed una piena e legittima rilatein et futuram beatitudinem .
prova , con testimonii di fallo proprio di qual. Finalmente il Parisio, parlando del titolo di
tro miracoli, richiedendosi maggiormente il Beatissimo, dice, che avendo il Pontefice s. Si
Testimonio divino dove havvi minore ragione ricio, circa l'anno 597, preso quello di Papa ,
di certezza pel testimonio umano. MOR. ed usandolo alcuni Vescovi scišmalici sollo
BEATISSIMO o BeatituDINE , Bcatissimus. Gregorio VII , quest'ultimo slabili nel sinodo
Beatitudo, nome derivalo da Beato, dice il No. romano, che Papa nomen unicum essel, in uni
vaes, che si dà al Papa, non solo a cagione del . rerso Chrislianorum orbe, unique Romano Pon .
la sublime dignità, come asserisce Duardo nel liſici tribuerelur . Ed allora fu che divenne
suo Commenl. in Bull. Coenue , ma anche per- anche distintivo dello stesso romano Pontefice
che tale viene creduto, cap. 1 , distinct. 40. È quello di Padre Beatissimo . Mor .
manifesto che negli antichi tempi il nome di BEATITUDINE . Il dogma della bralilo .
Beatissimo davasi anche ai monaci , come c'in- dine, ossia della eterna vita , è il soggello del
segna san Girolamo nella sua lettera quarta a duodecimo articolo del simbolo degli Apostoli.
Fiorenzo Monaco , e Bacchiario nel suo libro a 1 padri del concilio di Costantinopoli l'hanno
Gennaro, nel quale a questo e ad altri monaci espresso con queste parole : Filam venturi sae
dà il medesimo tilolo di Beatissimo : così di- culi. Si chiama eterna per far comprendere ,
mostra pure il Zaccaria, nella sua Storia lel- che quando uno è in possesso della vera felici
teraria d' Iulia, tom . I, lib. 1 , cap, 1 , pag. 19. tà, non può mai perderla, e che ella non è li
Col progredire però dei tempi questo costuniemitata dal tempo, nè alterata dal timore o
cesso, e divenne solamente proprio del Som- pericolo di perderla. La beatitudine eterna , e
mo Pontefice, che si chiama Beatissimo Padre felicità dei santi è chiamata nella Scrittura
o Bealiludine. il regno di Dio, il regno de'Cieli , il Paradiso,
Nè solo ai monaci , ma anche ai Vescovi ne la santa Città , la Gerusalemme novella, la ca
gli antichi tempi si dava questo nome, e sap- sa di Dio, e il gaudio del Signore, un torrente
piamo infalli, che san Girolamo, verso la fine di delizie.
dell'anno 404, scriveva cosi a sant'Agostino La vera ed essenziale beatitudine poi consi
vescovo d'Ippona, Domino vere sunclo ac bear ste nella visione, nel godimento e nel possesso
lissimo papae Augustino. Questa nomenclatura di Dio medesimo, che è il principio e la sor
altro non significava allora che Ecclesiae Pa- gente di ogni perfezione. Le espressioni di al
ler, Clericorum Paler. Fus. Siricio, clello Pou- cuni pochi padri, che sembrerebbero non con
740 BEATITUDINE
suonare col dogma della visione della essenza
idea, secondo anche l'espressione di s. Paolo
divina, si debbono ridurre a tale interpreta-
nella sua prima lettera ai Corintii , al capo 13,
zione, che con venga colla stessa dottrina della
quando dice : Videmus nunc per speculum
visione di Dio, come essenza della beatitudine ;
cl in aenigmale, tunc autem fucie ad faciem ;
e apertamente poi la difendono gli altri padri ,
con le quali ultime parole egli armaestra ap
e fra' primi i santi Ireneo, Epifanio, Gregorio
punto , che noi vedremo Dio in sé medesimo,
Nazianzeno, Bernardo e specialmente il gran-della quale visione saremo fatti capaci da
de Agostino, di cui ecco fra le altre un'aper-
quel lume di gloria che sarà il compimento
tissima testimonianza : Des iderium veraciter
della grazia abituale, come canta il profeta nel
piorum , quo videre Deum cupiunt et inhianter
salmo 35 : Domine, in lumine tuo videbimus
ardescunt, non , opinor, in cam speciem con lumen.
tucndam flagrat, qua, ut vull, apparet quod Intanto noi ci contenteremo di osservare,
ipse non est, sed in eam subslanliam , qua ipse
come anche apparisce dai passi de'SS . Padri
csl, quod cst ( Ep. 112 ). Nė a dilucidazione di
e della Scrittura riportati, che tale visione
tale dottrina possiamo tralasciare il seguente
non ha veruna somiglianza con la visione che
passo di san Gregorio Magno ( Moralium, lib.si fa cogli occhi del corpo, poichè essendo Id
XVIII , c. 27 ) : Sciendum est, quod fuere non-
dio di ogni materia privo, non può nè vedersi
nulli,qui Deum dicerent ctiam in illa regione
cogli occhi corporei, né con una visione, che
bealiludinis in claritate quidem sua conspici,
sia simile in qualche modo alla visione degli
scd in nalura minime videri. Quos nimirum occhi. Per secondo, si può stabilire che la vi
minor inquisitionis subtililas fefellit. Neque
sione, di Dio non sia una sola contemplazione
enim illi simplici el incommutabili essenliae a-
astrattiva, poichè questa è comune anche ai
liud est claritas , et aliud natura ; sed ipsa ei
viatori ; ed ai beati si promette una visione
natura sua clarilas, ipsa clarilas natura est.
propria di loro. Per terzo, è anche certo, che
Quia enim suis dilectoribus haec Dei sapientia
tal visione non è comprensione adequata della
8C quandoque oslenderet, ipse pollicetur di-divina essenza : poiché una tale visione ripu
cens: Qui diligil me, diligetur a Patre meo, et
gna alle creature ed alle menti limitate : 1. Per
ego diligam eum et manifeslabo meipsum illi chè Iddio è infinitamente perfetto in ogni ge
( Joh. 14 , 21 ). Ac si patenter dical: Qui in veslra
nere, e supera infinitamente la capacità della
me cernilis, restal, ut in mea me nalura videa-
mente creata. 2. Perché la mente creala , da
tis. E sempre i testi della Scrittura: Angeli eo-
qualunque lume illustrata, non può divenire
rum semper vident faciem Patris mei, qui in di una infinita capacità, ne comprendere ade
coelis est (Matth.18 ); Videmus per speculum et
qualamente l'oggetto infinitamente perfetto .
in aenigmale, tunc autem facie ad faciem ( ICiò premesso, ci basti per ora il dire, che que
Cor. 13) ; Hacc est vita aeterna, ul cognoscant
sta visione sarà vera le reale in modo, che farà
te solum verum Deum, et quem misisti Jesum pienamente conseguire all'anima quell'ogget
Christum (Joa. 17 ) ; Scimus, quoniam cum ap-
io, che acquielerå la mente nella cognizione
parueril, similes ei erimus, quoniam videbimus
del Vero infinito ed essenziale. Dalla quale co
eum siculi esi ( 1 Joa. 3, 2 ) ; furono interpre-
gnizione aperta e diretta, che corrisponde al
lali in modo favorevole alla visione di Dio.lume della gloria, come la cognizione imper
Convien dunque dire, come d'alcuni altri dog-
fetta e per speciem corrisponde all'abito della
mi , che, se in alcuni padri si trovano alcune
fede, seguirà quell'amore o carità perfetta ,
non chiare espressioni, non essendo in quei che colla unione e fruizione nel Bene sommo
tempi in tutta chiarezza definita ancora la ve.
ed essenziale, adempierà pienamente il deside
rità , ciò non toglie alcun fondamento all'au-
rio e la potenza della volontà . Cosi viene eva
torità aggiuntasi posteriormente. Per cui dob-
cuata la fede, compiendone la cognizione, eva
biam concludere col teologo Petavio : Oggi la
cuata la speranza, dando il possesso del bene,
comune fede dei Cristiani, e il consenso della
e compiuta la imperfetta carità della terra ;
Chiesa cattolica è, che si deve dire senza du-
così per la cognizione del sommo Vera, e del
bitazione alcuna, che nella vita beata ed im-possesso delsommo Bene tutte le potenze del
mortale Dio fa sè stesso vedere ai santi in mo-
l'anima sono condotte al pieno conseguimento
do, che non cogli occhi del corpo, ma colla del loro oggetto, e l'anima è veramente beala.
mente e coll'intelletto veggano l'intima natu .
Ma per parlare più diffusamente intorno alla
ra e sostanza di lui . dottrina teologica su tale punto , ci riportiamo
Della quale visione in questo basso mondo all'articolo relativo. V. VISIONE' pi Dio.
noi non possiamo avere che una debolissima Si potrebbe ora dimandare, se " la beatitudi
DELTITUDINE 741

ne dei sanli sia eguale o pure ineguale, cioè che Iddio sarà lullo a lulli. 4. La bealitudine
in alcuni più, ed in alcuni meno. Noi aſler- consiste nel perfello compimento del desiderio
meremo, ch' è ineguale, poichè: 1. San Pao del sommo bene . Dunque o questo desiderio
lo nell' epistola ai Romani, nel capo secon- ugualmente si compie in tutti , o inegualmente.
do al vers. 6 , e nella seconda epistola ai Corin . Se ugualmente, tulli ugualmente sono beati ;
lii, al cap. 10 , scrive, che Iddio sarà per pre se inegualmente, non tulli sono beati, 5. Non
miare ciascuno secondo le opere : Proul in cor si può dire d'onde nasca questa inegualità di
pore gessil. Or ciò chiaramente dimostra , che beatitudine. Non certamente dalla parte di
Iddio si comunica ai beali a misura delle ope- Dio, poiché tutti vedranno Dio come è in se
re loro, cioè più a coloro che più faticarono, stesso ; non dalla parte dei beati, poichè que
e meno a quelli che meno operarono; e che sti concorrono alla beatitudine solamente pas
perciò la beatitudine viene ad essere pro- siva, come dicono i teologi, dunque è in tulli
porzionata ai merili di ciascuno. 2. Il mede- eguale la beatitudine.
simo Apostolo nella epistola seconda ai Co Ma colesti argomenti non hanno alcuna forza .
rintii , al capo nono, dice: Qui parce semi- Non il primo, poichè potègiustamente dirsi,cho
nat, parce et metel, el qui seminal in benedi- i giusti splenderanno come il sole, senza che si
clionibus, de benedictionibus etmetet.Le quali neghi l'inegualità del premio : poichè, oltreche
parole, quantunque non neghiamo che possa possa intendere ciò detto piuttosto dei corpi
no spiegarsi delle benedizioni della vita pre- si dei beati , che della beatitudine dell'anima ,
sente, nondimeno devono senza dubbio inten- ilnon aver parlato di alcuna differenza di
dersi ancora della Sulura vita beata ; partico- grado non equivale al negarlo, ed anche po
larmente perché la frase melemus presso l'isles- sta la differenza di grado nello splendore, sein
so A postolo ai Galati , capo 6, vers. 9, significa pre rimangono vere le parole jusli fulgebunt
la raccolta beata della vita futura . 3. Il Signo . ecc.; ed é poi regola, che le similitudini non
re nel partire diede ai servi porzione ineguale si debbano prendere in modo, che rispondano
di talenti , e ritornato diede a ciascuno pre. a ciascuna parte della cosa , cui si riferiscono,
mio eguale per la loro inegual diligenza nel bastando, che corrispondano nella sostanza al
trafficarli, ad uno diede dieci, all'altro cinque loro oggetto. Non il secondo, perchè lo scopo
ciltà ( I'.S. Luca al capo 19) ; la qual parabola di quella parabola è di mostrare la gratuita
riguarda il regno dei cieli . 4.Si possono anco- misericordia di Dio nel chiamare e nell'eleg
ra quisiſerire le parole del medesimo Apostolo gere al segno celeste gli uomini , come appari
nella prima epistola ai Corintii , al capo 13, vers. sce dalla stessa clausola , mulli sunt voculi,pau
-41 : Alia gloria esl solis, el alia lunae et alia ci vero electi ; solamente opponendosi in essa
slcllarum : stella enim a slella differt in cla- glieletti ai reprobi , nè si parla della maggiore o
rilale. 5. Chi mai si potrà persuadere che minor gloria di quelli ; e si deve anche qui ap
Maria Vergine madre di Dio, i patriarchi, i plicare la precedente regola, che nelle simili
profeti, gli Apostoli ed i martiri di Cristo vit . iudini non si dee pretendere l'adempimento
toriosi siano per avere una eguale beatitudine diciascuna circostanza accessoria. Non il terzo,
con tutti gli altri , eziandio cogli infanti, nei poichè quelle parolesignificano,che i beati nel
quali non siansi ritrovate opere di carità . So- possesso di Dio soddisfanno il loro desiderio,
prallutto perchè nella sacra Scrittura si legge, in modo, che pienamente gustano di quel ge
che si distingueranno con una certa prero nere di beni che si riferisce all'anima :
galiya Abramo, Isacco e Giacobbe, Mallh ., ca. ma ciò non impedisce che Dio non possa
po 8, vers. 11 , gli Aposloli , Math . cap. 19 , ver. ſare, che questa felicità sia più in uno, che in
so 28, ed altri : la qual cosa non può inlender un altro. Il quarto argomento prova , che i
si, se i beati non si distinguano nella beati . beati talmente adempionu il loro deside
tudine in alcuni gradi . rio, che null'allro desiderano, non già , che
Ma sogliono opporre agli addotti argomenti: non vi siano gradi più o meno di intensione
1. Nel capo 13 di s. Matteo si legge, che i giu- nella beatitudine, oltrechè può Iddio accre .
sti saranno splendidi come il sole, senza che si scere la capacità di quei beati, dei qua
faccia menzione di alcuna differenza di glo- li vuole che sia maggiore la felicità , di mo
ria. 2. In ' san Matteo, al capo 15, vers . 9, si do che sia maggior degli altri per capacità.
legge, che la medesima'mercede si diede a tulli Imperocchè alcuni ripelono il diverso grado
gli operai , eziandio a coloro che si condussero della beatitudine dal diverso grado del lume
nell'ultima ora del giorno. 3. Nella epistola di gloria. Altri però la ripetono dalla varia
prima ai Corinlii, al capo 16, vers. 28 , si dice capacità dell'intelletto. Ma si può dire l' uno
742 BEATITUDINE -- BEATITUDINI EVANGELICHE
e l'altro ; poichè essere ineguale il lume di e capace in questa vita, per cagione della di
gloria è appunto essere ineguale la capacità. pendenza, che ella ha dalle impressioni del
Ma checchè ne sia di ciò, perchè le Scrillure corpo, cui ella è unita. Cosicchè ella si porterà
chiaramente insegnano, che tra i beati vi sarà verso l'oggetto del suo amore · senza esterna
una beatitudine ineguale; ancorchè concedia- . violenza, e ne godrà con una gioia ineffabile.
mo di non poter noi intendere, donde masca Imperocchè l'intellelto essendo necessaria
questa inegualità, non possiamo perciò negarla . mente portato verso il Vero , e la volontà ver
Imperocchè noi naturalmente non possiamo ca so il Bene, allora la volontà dei beati neces
pire quali e quanti siano i beni ed i godimen- sariamente sarà inclinala verso il bene con ve
ti che Iddio ha apparecchiali ai suoi elelli. niente alla somma cioè eterna ragione e regola .
Aggiungeremo ancora, che è dogma di fede Nė perderà perciò punto della libertà, che anzi
che i beati, dopo la passione di Cristo ,'an. i beati non potendo più peccare, hanno anzi
che presentemente e prima della fulura rio tanto più perfello il loro libero arbitrio. Im
surrezione, godono della beatifica visione di perocchè non essendo questo combattulo da al
Dio : sulla quale verità prima della decisio- cun impedimento d'ignoranza o di cupidigia ,
ne della Chiesa immense furono le questio- più perfettamente si compiono e il giudizio
ni e le dissensioni, come si può vedere in Alo della mente e la elezione della volontà. E la ra
fonso de Castr. lib. 3 contra hacres . , e nel gionesciolla appunto da ogniimpedimento por
Bellarmino, lib. 1 de Sancl. bealit. Noi non la senz'alcun timore di errare il giudizio sul
porteremo i moltissimi passi dei padri, anche bene da scegliersi, e la volontà senz' indugio o
più antichi, in favore di tal verità, contentan. turbamento lo segue. A guisa di quel giudice,
doci di riferire le decisioni della santa Chiesa che non venendo ingannalo da alcun'arte , ne
callolica, la quale nel concilio generale di Fi. atterrito da timore, né corrollo da favore o
renze defini : Illorumque unimas, qui posl ba- ambizione, arreca l'animo egualmente disposto
plismı susceptum , nullam omnino peccati ma per l'una e l'altra parte, seguendo solamente
culum incurrerunt ; illus elium , quae post ciò che gli persuade la giustizia e il dirillo si
conlraclam peccali maculam , vel in suis cor. curo , giudica tanto più liberamente quanto
poribus, vel eisdem exulae corporibus ( prout non è inclinato verso alcuna delle parti . Il
superius dictum esl ) sunlpurguluc, in coelum perchè anzi l'atto della libertà è più ampio e
Inox recipi, el intueri clare ipsum Deum Irio perfetlo. In questa unione pertanto della vo
num et unum , sicuti esl, pro meriloruin lamen lonlà dei beati col sommo ed ultimo bene con
diversilale aliun alio perfeclius ( Definitio siste la somma perfezione, cui possa essere
Oecum . Syn. Flore. Edit. Stephani Paulini, condotta la libertà dell'uomo, sebbene nell'a
p. 655, loin . 1 ) ; e nel concilio di Trento par .
mare Dio, e nell'odio del peccato, i beati non
Jando della invocazione dei Santi : Illos vero, abbiano alcun esercizio di questa, onde mentre
qui negant Sancios aelerna felicitate fruenles in questo sono liberi a coaclione, non sono li
invocandos esse ....... impic sentire. Ses3. beri u necessilale. Il che adesso ci basti avere
XXV De invocat. etc. Circa poi agli errori semplicemente osservato , e meglio sviluppe
intorno a questo punto parleremo negli artico- remo allorchè parleremo della condizione del
li , che si riferiscono a coloro ,che li hanno so libero arbitrio dei celesti comprensori e dei
stenuti. Come pure rimarrebbe anche a dire viatori . V. LIBERTA '. A. M. C.
dello stato del corpo glorioso unilo all'anima BEATITUDINE . V. BEATISSIMC.
beata, e che forma parte della eterna beatitu BEATITUDINI EVANGELICHE. Leggiamo nel
dine, e diquesto parleremoall'articolo Risur : capo 5 di s. Matteo : Videns autem Jesus lur
REZIONE. bus, ascendil in montem, et cum sedissel, acces
La beatitudine comprende in fine la esenzio- serunt ad eum discipuli ejus : et aperiens os
ne da tülli i mali e da lulle le possibili mise suum docebal cos dicens : Bculi paupercs spiri
rie. Non esurient, neque sitient amplius.... tu, quoniam ipsorum esl regnum coelorum ,etc.
absterget Deus omnem lacrymam ab oculis eo- Questo divino e celeberrimo discorso, che ten
rum, Apocal. cap. 7 ; e rinchiude ella una na ne Gesù Cristo sul monte , incominciò dalle
tura di beni, dei quali non possiamo formare beatitudini , per le quali come per altrettanti
che idee imperfelte. Iddio, che l'ha promessa a gradini ascendano al cielo quanti sono ipreordi
noi , ci avverte, che noi non possiamo conce nali all'elerna vita . Riguardo alla primabeati.
pirla con la nostra mente. Noi l'intenderemo iudine : Beati pauperes spiritus elc ., i Padri
allora, poichè l'anima nostra essendo in un riconoscono una triplice poverlå . La prima è
altro stato, potrà fare tali alii , dei quali non di quelli che poveri di soslauze lerrene banuo
BEATITUDINI EVANGELICHE 743
il cuor pieno dell'aſſello di esse. La seconda diaboli etc ; Quam difficile est divites intrare in
quelli comprende , che poveri di affello posse- regnum coelorum etc. , se non la necessità di
doncs beni terreni . La terza quelli abbraccia , essere poveri di spirito ? E s. Paolo non dice :
chin mancano e dei beni e dell'affetto ad essi . Radix omnium malorum cupiditas ; perchè sic
La prima povertà esclude dal regno celeste, come la radice alimenta l'interà pianta coi
rui sono ammessi solamente i poveri di spiri- suoi rami , cosi le ricchezze nutriscono ed im
10. Nè certo tali sono coloro, che mancando di pinguano tutte le passioni. Ad estirpare que
benicaduchi, maavendo il cuore ingombro tuto sta cupidigia Cristo ordinò di applicarvi l'an
to dell'affetto ad essi, non risparmiano le frodi, tidolo della povertà di spirito, come a depri
gl'inganni e tutti quegli altri mezzi , che, seb- mere la superbia , principio di ogni peccato,
bene illeciti, tendono a procurare le ricchezze. oppose. l'umiltà. E siccome ad insegnarne l'u
La povertà indicata in serondo luogo , per millà . humiliavit semeptisum usque ad mortem ,
cui il cristiano è cosi disposto da perdere vo- cosi ad insegnarci la povertà di spirito.e perani.
lenlieri folle le ricchezze di questo mondo , marci ad essa, cum esset dives, egenus factus est.
pinlloslo, che mancare alla fededi Cristo o vio La poverlà indicata in terzo luogo, del cui
lare la leggerlivina , è a tulli necessaria . e con amore acceso il cristiano rinunzia alle terrene
viene che lulli i cristiani sieno animali dallo ricchezze non solo, ma anche all'affetto per es
spirito di questa povertà , poichi diversamente se , onde spoglialo di ogni cosa seguire le vesti
non possono giungere al possesso del regno gia di Gesù Cristo ; questa povertà , diceva ,non
della beatitudine. Dice Cristo infatti chiarissi- viene comandata, ma consigliata come validis
mamente nel suo Evangelio : Omnis ex vobis qui simo mezzo ad acquistare l'eterna salvezza .
non renuntial omnibus quae possidet, non po La seconda beatitudine è : Beali miles, quo
tesl'meus esse discipulus . Luc. 14. Ora come niam ipsi possidebunt terram . La mansuetu
polri amare la poverlà di spirito colui che usa dine è una ferma stabilità dell'animo, che non
delle fraudi, degli inganni, degl'illeciti litigii si commuove pelle lodi o pei biasimi; ovvero
ad aumentare le proprie sostanze ? quella tranquillità di un animo modesto , che
Questo spirito di povertà traltiene fra i con- nelle sventure non è perturbato ; oppure una 2
fini della moderazione evangelica l'insila bra- certa soavità dell'anima, che non viene supe
ma di arricchire. Habentes, dice l'Apostolo nella rata o turbata da veruna amarezza o molestia.
sua prima lettera a Timoleo, capo 6, alimenta , Quindi la Glossa alle parole : Beati mites, soge
cl quibus tegamur , his contenli simus. Coloro giunge : Milis est, quem mentis asperitas, seu
che arrono del desiderio di arricchire , senza amaritudo non afficit, sed semplicitas fidei ad
riguardo alla legge divina, si spogliano al cer omnem injuriam palienter perferendam instruil.
1o di questo spirito di povertà , e perciò si San Pietro, nella sua prima epistola al capo
Jolgono dalla via del cielo. Questo spirito 3 , dipinge con questi colori l'immagine della
di poverlà obbliga i doviziosi non solo a non cristiana mansueludine : Non reddenles malum
collocar nell'oro i proprii affetti, ma anco pro malo, nec maledictum pro maledicto , sed
ra ad allargar, la mano a sollievo del mise e contrario benedicentes : quia in hoc vocati
rabile, conforme alle norme evangeliche, San eslis, ut benedictionem haereditate possidealis.
Paolo infatti soggjunge a Timoteo : Divilibus Qui enim vull vilam diligere, el dies videre bo
* linijus saeculi praecipe non sublime sapere , nos, coercoat linguam suam a malo , et labia
nequc sperare in incerto divitiarum , sed in Deo ejus ne loquantur dolum.
vivo , qui praeslat nobis omnia abunde ad All'osservanza del precetto della mansuelu
fruendum , benc agere, diviles fieri in bonis ope- dine promulgato da Cristo nella seconda bea
ribus, facile tribuere, communicare, thesauri- titudine noi siamo obbligati in primo luogo
zare sibi fundamentum bonum in futurum , ut quando le avversità c'incolgono, essendo allo
apprehendant veram pitam . Adempiendo in ra necessario umiliarsi sotto la potente mano
questo modo la dottrina di Paolo , i ricchi di di Dio. Secondo, quando ci viene presentata
sostanze saranno poveri di spirito, poichè con. occasione di vendicarci di qualche ricevuta in
tenti del necessario al congruo loro stato , ri- giuria. Terzo, dobbiamo osservare la mansue
volgeranno il loro studio a dare il superfluo ai tudine verso noi stessi, quando cadiamo in al .
meschini. Se tulti io volessi trascrivere i festi cuni gravi o leggeri difetti.
della sacra Scrillura in proposilo, troppo lun In quanto al primo caso abbiamo donde
go andrebbe il discorso . E qual altra cosa pro- meditare la mansuetudine nel reale Salmista,
vano in vero questi delli : Qui volunt diviles che dice : Memento, Domine, David et omnis
fieri, incidunt in Ientationem et in laqueum mansuetudinis ejus. Ps. 131. Ma qual è questa
BEATITUDINI EVANGELICHE

mansueļudine di cui Davide prega il Signore simile con quella fraterna carilà , donde si veg.
ad averne memoria ? Essa ci viene descritta ga, che egli vuole la sua emendazione e non la .
nel secondo libro dei Re al capo 16 colle se vendetta , raddolcendo colla mansuetudine
guenti parole : Quid mihi et vobis est, filii Sar- quello stesso giusto rigore che mai fosse d’uo
viae ? Dinillile eum ut maledical. Dominus e po, ancor nel punire. Quelli che opereranno in
nim praecepit ei, ul malediceret David : et quis questo modo , osserveranno la legge divina ;
est, qui audeat dicere, quare sic feceril ? El ail ciò omeltendo , questa santa divina legge vio.
rex Abisai, el universis servis : Ecce filius leranno.
meus, qui egressus est de ulero meo , quaeril Il precetto della mansuetudine obbliga in
animam meam : quanto magis nunc filius Je- terzo luogo a non in veire inconvenientemente
mini ! Dimillile eum , ul maledical juxta prae. contro sè stessi per i peccati commessi , che ve
ceplum Domini : si forte respiciat Dominus af nissero alla memoria . La retta ragione ordina
Niclionem meam , el reddat mihi Dominus bo a dolersi delle colpe commesse ; ma il nostro
num pro malediclione hac hodierna . dolore deve essere sorgente di una ordinala
E chi non si vedrà confuso considerando la umiltà e confusione, non mai accagionare una
mansuetudine tanto insigne di questo re ? Egli smoderata iracóndia ed una disperata tristezza .
considerava , che il Signore aveva ordinata la Imperocchè la tristezza, che abbatte lo spirito,
sua umiliazione permeltendo l'iniquità diSe e gli toglie le forze, nasce non da un'umile
mei , come interpretano i Padri. Numquid in contrizione, ma da una recondita vanilà e da
ore blasphemi Deus ? ( dice s. Bernardo, serm . un amore proprio disordinato. San Giovanni
34 in Cant.) Absit : Sed eo usus esl ad humi- Climaco, nell'ottavo grado della sua Scala, scri
liandum David . Nec laluit prophelum , quippe vedi quelli , che inveiscono contro sé stessi spin
cui incerla et occulla sapientiae suae manife- li da sregolato dolore, nel modo seguente: Mira
slaverat Deus : el ideo dicit : Bonum mihi, quia bar , quod primam ruinam alteraruina ex pacto
humiliasli me, ut discam justificationes tuas. plecterent, neque, nisi misericordia commolus,
Vide quia humililas justifical res ? Humililas intueri polcram calamitosos illos homines, qui
dixit et non humiliatio. Quanli humilianlur et peccalum unum allero peccalo vindicare vel
humiles non sunt ! Alii cum rancore hunuilian . lent. El cum obslupescerem artificiosam dae
tur, alii patienter, alii libenter . monum improbitalem , el maliliam , nihil pro
Il secondo precello della mansuetudine ver pius fuit, quam ul de me ipso, el ile mea ipsius
so il prossimo urge in ogni tempo , ma spe salute desperarem . Ciò però nasce di rado, pe
cialmente quando l'opportunità si offre di far rocchè più spesso addiviene, che gli uomini
vendelta di una ingiuria ricevuta , e quando ci manchino di quello che abboudino nella mi
accostiamo per adorare Dio, come si legge in se sura del dolore. Noi dobbiamno procurare, che
Matteo, al capo 5 : Si ergo offers munus tuum il nostro cuore sia contrito ed umiliato, non
ad altare, el ibi recordatus fueris, quia frater mai gonfio di un dolore superbo.
tuus habet aliquid adversum le, relinque ibi La terza beatiludine è : Beali qui lugent,
munus (uuin ante altare, et vade prius recon- quoniam ipsi consolabuntur. Beali sono detti
ciliari fratri luo : et tunc veniens offeresmu da Cristo quelli, che piangono non material
nus luum . mente, ma nello spirito, la lontananza dalla
Ci obbliga ancora il precelto della mansue eterna patria, quelli , che ad essa rivolgono i lo
tudine verso il prossimo quantunque volte ro sospiri e speranze. Questa tristezza di spi
siamo tenuti per divino comando di correggere rito è descritta nel modo seguente da s. Giovan
i nostri simili, secondo la dottrina dell ' Apo ni Climaco nella sua Scala, al grado settimo :
stolo ai Galati ca po 6 : Fratres, elsi praeoccu Luctus , qui secundum Deum esl, est quaedam
patus fuerit homo in aliquo deliclo , vos, qui animae tristitia , et cordis peccalorum suorum
spirituales eslis, hujusmodi instruite in spirilu dolore perusli affliclio, quae cum quodam vel
lenilalis, considerans teipsum , ne et tu lenleris. uti cujusdam furoris impelu summi boni frui
Aller alterius onera porlare, el sic adimplebitis tionem concupiscil, et quaeril, cujus desiderio
legem Christi. Nulla più c'inclina a miseri veluli ardenlissima sili crucialur , in cujus
cordia, che la considerazione del proprio peri- proseculione gravissimis laboribus perfungi
colo : nulla più mitiga la severità in quel che tur, ad cujus deniquc possessionem ullissiniis
corregge e lo rende nella correzione soave, che suspiriis mocslissimisque gemitibus admilli
jl timore della propria caduta. Aller allerius lur .
onera portale ; cioè ognuno condoni alle al Nel novero di quesli gementi non possono
Trui debolezze e mancanze , e corregga il suo essere collocali al certo coloro che troppo Iras
BEATITUDINI EVANGELICILE 745
portali da affetto alle mondane cose , piangono La quarta beatitudine è cosi pronunzia
la perdita di esse. His, soggiunge il Concina , ta dal divino Maestro : Beati qui esuriunt
Theol. Christiana dogm . moral., lom . 10 , pag. et sitiunt justitiam , quoniam ipsi saluralun
364 , beatis lugentibus accensuri non possunt lur.
vanissimae illae amasiue, seu matronulae, quae Varie sono le interpretazioni dei Padri in
ementitis suis lacrymarum praestigiis illiçere torno a questo testo di Gesù Cristo. Altri in
ad sua proprediosu desideria viros pertentunt : tendono che saranno beati quelli i quali op
neque amasii illi , qui insano muliercularum pressi, angustiati , cruciati per la giustizia
amore , veluti philtro quodum dementati , ge- soffriranno la fame e la sete . A questa soffe
munl , lacrymantur , insaniunt, donec ad ea renza di fame e di sele non sono astretti tut
rum , quas efficlim depercunt , amplexus per- ti i Cristiani; ma quelli soltanto , che per
veniant. E che dir si dovrà degli avari , i disposizione ammirabile della Provvidenza di
quali ponendo tutto il loro cuore nell'oro, a vina vivono per altrui persecuzione nella
nulla curano la perdita della eterna felicità ? grave povertà. Fra questi fu l' Apostolo s .
Imperocchè, sebbene i Cristiani a questa per- Paolo ed altri molti , come abbiamo dalla pri
fezione di lutlo spirituale non sieno astretti ma lettera ai Corinti al capo quarto , dove
per precetto , tuttavia quelli che mai non scrive cosi : Usquc in hanc horam et csuri
piangono , ma invece sempre stanno col loro mus , et silimus , et nudi sumus , el colaphis
cuore nelle gioie terrene , non potranno aver caedimur , et instabiles sumus , ct laboramus
parte nell'altra vita cogli indicati dalla bea- operantes manibus nostris. Altro sublime te
titudine , ma invece la vita futura sarà per stimonio di ciò ne porge nella sua lettera a
essi vita di lagrime. Contro costoro pronun- gli Ebrei , al capo 11 , dove scrive : Circumie
zio Cristo la grande sentenza , che trovia- runl in melotis, in pellibus caprinis, egentes ,
mo registrata in s. Luca , al capo 6 : Vue vo- angustiati, afficli ,quibus dignus non crat mun
bis divitibus , qui habetis consolationem ve- dus, in solitudinibus errantes, in montibus, et
stram ; vae vobis ; qui saturali estis , quia speluncis, et in cavernis terrae. Innumerevoli
esurictis ; que vobis , qui ridetis nunc , quia furono quei Cristiani , che per la legge e la
lugebitis et flebitis. religione di Gesù Cristo con animo invitto
Il Signore minaccia eterna punizione ai do sostennero la fame, la sete , una continua pe
viziosi di questo secolo , i quali ad altro non nuria e la morte medesima .
attendono , che a diguazzare nelle ricchezze e Altri intendono questo luogo della giusti.
voluttà , e ridere e menar trastullo in mezzo zia, che viene negata ai miseri , ai poveri, alle
al pianto dei poveri e delle vedove, e tripudia- vedove , agl' innocenti, sempre rigettando le
re fra i sospiri e le lagrime degli infelici, gonfi loro domande. Sono beati quelli che sono si
sol di sè stessi . tibondi di questa giustizia, sopportano, quan
Qui amantissimi patris demorlui recorda- do loro viene negata , prendendo la negazione
Jur , scrive il sopraccitato autore, ib .,pag . 364 , ' come una prova ordinata da Dio alla loro
vix coercere amarissimum luctum valet . An santificazione. Che se da Gesù Cristo sono
Christi Domini amantissimi omnium parentis questi chiamati beati, quelli , che la ricusano,
tot contumeliis affecti, tot persecutionibus la- si vedono essere al certo improbi e malvagi.
cessiti , tot doloribus et plagis sauciati recor Altri finalmente interpretano le parole di
dantur Christiani illi , qui continenter in hu- Cristo dell'ardente desiderio di conseguire
jusmodi deliciis laetantur ? Quot sunt , qui la giustizia e di progredire nella giustizia , ch'è
Chrislum passum , et pro nobis gemitibus ine- il complesso di tutte le virtù . Questa è la più
narrubilibus apud Patrem interpellantem re comune e la più vera interpretazione dei Pa
cordentur , et adimpleant ea in carne sua , quae dri . Tutti i Cristiani sono obbligati ad aver
desunt passioni ejus ? Sed proh dolor ! Deso- fame e sete di questa giustizia. Del solo Ago
latione desolata est terra : jactatur Christi Ec- stino noi riporteremo a questo luogo le esimie
clesia undiquc versum : grassantur scelera parole, le quali varranno anche per tutto ciò
usquequaque , et omnem ferme ordinem et sta- che è detto dagli altri sopra questo soggetto ,
tum invadunt : et vix est , qui recogitet corde. Non cnim ad saluritatem justitiae , cum hinc
Tolus fere mundus in maligno positus est. Ve- exierit, quisque perveniet, nisi ad eam , cum hic
rum de hoc mundo gaudenle , et lactabundo est, esuriendo el sitiendo cucurrerit. Beati quip
haec Chrislus praedixit : Mundus aulem guu- pe qui esuriunt el sitiunt justitiam , quoniam
debit , vos vero contristabimini ; sed tristitia ipsi saturabuntur. Quamdiu ergo peregrinan
vestra vertelur in gaudium , et gaudium ve tes a Domino per fidem ambulamus , non per
strum nemo tollet a vobis . speciem ( unde dictum est : justus ex fide vivil),

Encicl . Eccles . Vol. I. Fusc. 12 . 94


746 BEATITUDINI EVANGELICHE

hacc est nostra in ipsa peregrinalione juslilia, quidquid tibi dimiseram , replicabo tibi : non
ut ad illam perfectionem pleniludinemque ju- enim mentitur veritas, non fallit aut fallilur
stitiae, ubi in specie decoris ejus jam plena el Christus , qui subjecit dicens : Sic et faciet
perfecta charitas crit , nunc ipsius cursus re vobis Pater vester, qui in coelis est. Invenis
clitudine , et perfectione tendamus, castigando Palrem , imilare patrem. Si enim imitari non
corpus nostrum , el servituli subjiciendo, el clcc- vis, ex hacredari disponis. Faciet ergo vobis ila,
mosynas in dandis benefici, et dimiltendis, quae inquit Pater vester coelestis, si non remiseri
in nos sunt commissu, peccatis , hilariler ex tis unusquisque fratri suo de cordibus vestris.
corde faciendo, el orationibus indesinenter insi. Ne dicas lingua, ignosco, el corde differas.
slendo, et hoc faciendo, in doctrina sana , qua Supplicium enim ostendit tibi Deus, minando
aedificatur fides recta , spes firma, charitas pu- vindictam. Novil Deus ubi dicas: Vocem tuam
ra. Haec est nostra justitia , qua currimus esu homo audivil, conscientiam tuam Deus inspicit.
rienles el silientes ad plenitudinem justitiae, Si dicis dimitto, dimille. Melius est, cum cla
ut ea postea saturemur . Moltissime altre sareb- mas ore el dimillis in corde, quam blandus ore,
bero le cose dette da s. Agostino in proposito, el crudelis in corde.
che noi omettiamo per amore di brevità. Dell'altra opera di misericordia, di cui fa
Beati adunque si chiamano da Cristo quelli il Redentore precello , non sono meno chiari
che patiscono la fame e la sete corporale, on e sublimi gli oracoli evangelici, imperocchè
de conformarsi alla sua passione , come fecero i leggiamo nel capo 6 di s. Luca : Dule, el du
martiri ed i penitenti: ovvero quelli che tol- bilur vobis : mensuram bonam , et confertam el
lerano l'inedia e la povertà con cristiana pa. coagitatam , et supereffuentem dabunt in si
zienza, come prova loro data dalla Provviden- ' num vestrum. Eadem quippe mensura , qua
za divina per la loro santificazione ; ovvero mcnsi fuerilis, remetietur vobis.
quelli , che amministrano o fanno amministra Innumerevoli sono gli elogi delle Scritture,
re la giustizia ai pupilli , alla vedove, ed agli ed i privilegii concessi da Dio agli elemosinie
altri innocenti, che sono oppressi, o finalmen- ri. L'elemosina libera dai peccati, impetra una
le, che infiammati dell'evangelica carità , con piena remissione dei trascorsi commessi, e pre
ardore percorrono quello stadio, che conduce serva dai futuri. Di questa però poi parleremo
alla perfezione. all'articolo ELEMOSINA .
La quinta bealitudine è : Beati misericordes , Le sesta beatitudine è compresa da queste
quoniam ipsi misericordiam consequentur. Le parole : Beati mundo corde , quoniam ipsi
opere della misericordia allre sono corporali, Deum videbunt, Cristo comanda la purezza
altre spirituali , e si le une , che le altre sono del cuore nella carità verso Dio e verso il
comandate da Cristo. Egli chiama beati quelli prossimo. Imperocchè la carità è quel fuoco
che porgono il pane agli affamati; che eslin- celeste, che purga il nostro cuore da ogni im
guono la sete ai sitibondi, che coprono i nudi , mondezza di mente e di corpo. Quegli adun
che rendono a libertà gli schiavi , che visitano que, che ardono di carità , possedono la mon
gli egrotanti, che albergano i pellegrini , che dezza del cuore pura da ogni macchia. Im
danno sepoltura ai morti . Similmente chiama perocchè la carità, dice s. Paolo, nella sua prie
beati quelli che correggono i peccatori , istrui ma lettera ai Corintii, al capo 12 : Paliens est,
scono gli ignoranti , porgono retto consiglio benigna est. Charitas non aemulatur, non a
ai perplessi , pregano Dio per la salute del git perperam , non inflatur, non est ambitio
prossimo , consolano i mesti , pazientemente sa , non quaerit quae sua sunt, non irritatur ,
sopportano le ingiurie, e perdonano le offese. non cogilat malum , non gaudel super iniqui
Tutto ciò appartiene a questa quinta beatitu- tate , congaudet autem veritati. Omnia suffert,
dine. Due opere lullavia il divino Maestro in- omnia crcdit, omnia sustinct. Il citato Concina,
culca, la prima di perdonare, l'altra di benefi- ibid., pag. 365, quindi conchiude così : Deus
care , come sapientemente dice Agostino nel ipse charitas est, et qui manet in charitate , in
suo sermone 15 de Verb. Domini. Ecco il mo Deo manet. Ergo in increata puritale.
do con cui questo esimio Padre si esprime: Per la qual cosa convien conchiudere, che
Duo sunt opera misericordiae , quae nos li- in quel modo, che noi siamo obbligati alla ca
beral, quae breviter Dominus posuit in Evan- rità, siamo pure obbligati alla purezza e mon
gelio: Dimillite el dimittetur vobis : date et dezza di cuore . Della carità parleremo poi a
dabitur vobis ... Dicit cnim Deus: Dimille et suo luogo. V. Carita'.
dimilletur tibi. Si ego prior dimisi, dimille tu La settima beatitudine ci viene dal divino
postea. Nam si non dimiseris, revocando te , et Maestro insegnata con queste parole : Beali
BEATITUDINI (Montagna DELLE) 747

pacifici, quoniam filii Dei vocabuntur. Una veni pacem mittere, sed gladium . Oimè quan
triplice pace distingue l'Angelico dottor s . ti periscono per appigliarsi a questo simula
Tommaso, cioè , con Dio , con sè stesso , col cro di pace !
prossimo. Sant'Agostino definisce la pace nel Comea compimento delle beatitudini Cristo
libro decimonono della Città di Dio , al capo soggiunge : Beati qui persecutionem paliuntur
tredicesimo, con queste parole: Pax omnium propter justilium , quoniam ipsorum est regnum
rerum tranquillitas ordinis . Ordo aulem est coelorum , ch'è appunto l'ottava. L'apice
parium dispariumque rerum sua cuique tri- dell'evangelica perfezione , cui le beatitudini
buens loca dispositio. La pace del corpo è l'or- ci apparecchiano la via , è la tolleranza delle
dinata collocazione delle parti . La pace dell'a- persecuzioni del mondo pella difesa della giu
nima ragionevole è l'ordinata tranquillità de- stizia e della divina verità : poichè : Omnes
gli appetiti, ovvero il consenso della cogni- qui pic volunt vivere in Christo Jesu, persecu
zione e dell'azione.La pace dell'uomo con Dio tionem patientur .
è l'ordinata obbedienza nella fede sotto la Intorno poi ai varii gradi di persecuzione ,
legge eterna. La pace degli uomini è l'ordina- ai doveri , che ne derivano nei cristiani , ed
ta concordia . alla maniera di condursi . V. PERSECUZIONE .
La pace generalmente considerata dividesi Chiuderemo l'articolo colle identiche pa
in buona e cattiva. La pace cattiva è triplice, role dell'autore più volte citato, ibid . , pag. 367 .
dice s. Bonaventura, Dict. sal . , tit. 7 , cap. 6 , Ecco come egli parla : Huec sola , o confessu
cioè: Pax inquinatu , qua improbi foedus incunt rii , beatitudinum doctrina , menlis dentibus
ad pulrandum malum ; pax simulato , qua ver bene mansa , et moribus vestris expressa , su
sipelles, et vafri hilurem vullum produnt , et pienliores vos efficit, et in peragendo ministerio
interno odio ardent. Loquuntur pacem cum aptiores, quam si millenas casuum rcsolutiones
proximo suo, mala autem in cordibus eorum . memoria tenerelis. Expergescimini ergo , el
Psal. 27. L'ultima è pax inordinata , ut cum huc conferle sludia vestra. Animarum regi
major paret minori. men onus est angelicis humeris formidandum .
Nulla con più frequenza ed ardore trovasi Cur, quacso ? Potissimum sune ob gravissimam
inculcato nelle sacre Scritture della pace vi- difficultatem ligandi et absolvendi, quin ud a
cendevole con tutti . L'Apostolo, scrivendo ai liquod aut nimii rigoris,aut redundantis indul
Romani , nel capo 12 , così si esprime : si gentiae extremum declinetur .... Conlincnter
fieri potest quod ex vobis est , cum omnibus ergo ob oculos habetole oraculum Christi : Si
hominibus pacem habentes .... solliciti scr coccus coeco ducatum praestet, ambo in foveam
varc unitatem spiritus in vinculo pacis. E cadunt. Erratis, et quidem vehementer , si cx
di nuovo scrivendo a quelli di Efeso, al capo nimia indulgentia , quae pugiliis linimenta
quarto : Super omnia aulem charitatem habe- quaerit, nullam in vos , nullam in Ecclesium
le , quod est vinculum perfectionis , et pux Chri- Dei perniciem redundare creditis. Serio per
sli cxullet in cordibus vestris. fundite effatum istud verissimum : Ars arlium ,
Questa pace ci fu lasciata da Cristo come et experimentum periculosum est regimen a
eredità . Slatuit illis testamentum pacis. Pacem nimarum . Altendite severissimum exigendanı
relinquo vobis , pacem meum do vobis. Non a vobis esse rationem , num ad evangelicac le
quomodo mundus dat ego do vobis . Joa . 14.La gis normam mores Christianorum efformave
pace commendataci da Cristo ha per sorella rilis. Con .
congiunta la verità : Pacem et veritatem diligi BEATITUDINI ( MONTAGNA DELLE ) . Con
te . E poichè pochi son quelli , cui piace real- questo nome addimandasi la montagna su cui
mente la verità , cosi pochi son quelli che Gesù Cristo, dopo l'elezione dei dodici Apo
amano , la vera pace. Gli amanti del secolo stoli , proferi quell'ammirabile sermone ri
pregiano quella pace , che è disgiunta dal ve- ferito da s . Matteo al capo quinto, vers . selti
ro , ma questa non è vera pace, ma un simu- mo, Beati pauperes ... Esiste , sulla punta
lacro di pace; simulacro di pace , che fu sem settentrionale di questa montagna un mise
pre predicato dai falsi profeti, come leggiamo rabile villaggio addimandato Hittin, e questo
in Ezechiele al capo tredicesimo : Deceperunt è il nome della montagna fra gli Arabi : essi
populum meum dicentes pax , et non est pax . la chiamano Montagna – Hillin . In questo
Questo simulacro di pace accese lo zelo diDa- luogo il 4 luglio 1187 si diede una terribile
vide , come egli medesimo altestò scrivendo : battaglia fra Guido di Lusignano e Saladino ,
Zelavi super iniquos pacem peccatorum vidcns. chiamata la battaglia di Tiberiade, nella quale
Contro questa pace disse Gesù Cristo , come i crociati furono vinti dalla sete e dal caldo
leggiamo in s . Matteo , al capo decimo : No- prima di esserlo dalle armi degl'infedeli.
lite arbitrari, quia pacem venerim mittere. Non Cal .
748 BEATO - BEATRICE (B.)
BEATO . V. Beati e BEATIFICAZIONE . tenera età era stata dal Signore abbastanza il
BEATO . Questo sacerdote e monaco spa- luminata a disprezzare le vanità del mondo ,
gnuolo viveva verso la fine dell' VIII secolo . scorso il tempo del lulto, non volle più ri
Scrisse con Eterio suo discepolo contro Elipan- pigliare gli abiti di seta , nè verun altro
do arcivescovo di Toledo un'opera divisa in abbigliamento femminile ; ma finché resto
due libri col titolo : De adoptione Christi filii nella casa paterna, usò sempre vesti di poco
Dei. Pietro Stervardo trasse quest'opera dalla prezzo e di colori modesti, come se fosse una
biblioteca di Toledo .Fu essa più tardi inserita donna volgare. Fin d ' allora, prevenuta dal
nella Biblioteca dei Padri. L'autore dimostra le celesti benedizioni, concepi un grande amo
nel primo libro, che G. C. è veramente Dio re per Gesù Cristo suo Salvatore, e si stu
e figlio della VergineMaria . Nel secondo libro diò d'imitare gli esempi delle virtù , che egli
risponde alle ingiurie , di cui l'aveva aggrava- ci ha insegnate , e specialmente l'umiltà e
to Elipando , ' che nella sua lettera all'abbate la carilà verso dei bisognosi , ai quali distribui
Fedele non dubitò di chiamarlo eretico ed an va in limosine tutto quello, di che poteva dis
ticristo. Lo scrittore della vita di Beato annun- porre. L'orazione e la lezione spirituale era
zia, ch' ei mori nel giorno 19 febbraio 790 e no il dolce nutrimento dell'anima sua , vi
gli attribuisce un commentario, che non è per- vendo ritirata e lontana da tutti i vani tratte
venuto fino a noi . Bai . nimenti del secolo, dimodochè passò i primi
BEATRICE ( S. ) . L'anno 303 di G. G. , e anni della sua adolescenza in una felice inno
durante la persecuzione di Diocleziano, s. Fau- cenza di costumi tanto più ammirabile, quan
stino e s . Simplicio martiri furono decapita- to che ella viveva in una casa abbondante di
ti ; Bealrice loro sorella trasse i loro corpi ricchezze , di agi e di ogni sorta di comodità e
dal Tevere , e loro diede sepoltura. Per sette divertimenti .
mesi potè essa sottrarsi alle pene minacciate Giunta Beatrice ai quattordici anni , essen
contro tale åzione , qualificata per delitto da- do dotata di uno spirito vivace e di una singo
gli edilti, rimanendosene nascosta in casa di lare avvenenza, le si presentarono più occasio
una donna per nome · Lucina ; ma finalmente ni di accasarsi con personaggi della primaria
fu denunziata da un pagano suo parente, che nobiltà d'Italia ; e tanto la matrigna Marche
anelava al possesso dei suoi beni. Avendo so- sella, quanto suo fratello , chiamato come il
stenuto con fermezza la sua fede in faccia ai padre , Azzone o Azzolino , e gli altri con
giudici, fu condannata a morte , ed affogata giunti feçero ogni sforzo per persuaderla ad
in prigione. Lucina la seppelli presso i suoi acconsentirvi. Ma ella ricusò costantemente di
fratelli , le cui reliquie, insieme colle sue, fu- essere sposa di qualunque uomo mortale, es
rono trasportate per ordine del papa Leone , sendo risoluta di consacrare la sua verginità
in una chiesa, da quel Pontefice fatta fabbrica- al Re immortale del cielo e della terra . A que
re sotto la loro invocazione. Di là furono tras- sto fine, benchè non senza dispiacere de' suoi
ferite a quella di S. Maria Maggiore, e la Chie- parenti , ella entrò in un monastero di sagre
sa onora questi tre martiri nel 29 di luglio. vergini, detto di S. Margherita di Salarola,
Cuv . dove sotto la disciplina d'una santa abbades
BEATRICE (B.). Nacque Beatrice l'an sa, chiamata Concordia , fece grandi progressi
no 1206 nella terra di Este , situata nella nella pietà cristiana. Appena mise il piede in
diocesi di Padova e appartenente alla sua no- questo monastero, che parve si fosse dimenti
bilissima famiglia, la quale ne ha preso il cata della sua nobile condizione e de'pregi il
cognome di Este. I suoi genitori furono il lustri della sua famiglia; considerandosi come
marchese Azzone d'Este ed Eleonora de'conti la serva di tutte le religiose, che trovò in esso ,
di Savoia. Essendo ancora fanciulla, perdè la ad altro più non pensò, che a prestar loro tulti
madre, e restò la cura della sua educazione ap- quei servigii, ch'erano a lei possibili, e ad oc
poggiata a Marchesella degli Adelardi,che Az- cuparsi negli uffizii più vilied abbietti . Viveva
zone aveva sposata in seconde nozze ; e ad essa distaccata affatto da ogni affetto terreno e se
portò Beatrice tutto il rispetto e tutta l'ubbi- parata da ogni commercio col mondo per unir
dienza, che avrebbe prestato a sua madre , di si più strettamente e senza distrazione col
cui la matrigna teneva il luogo e le veci . Nel suo Sposo celeste. Anzi perchè le sembrò che
l'anno 1212 fini di vivere eziandio suo pa- nel monastero di Salarola, per esser vicino al
dre, nella quale occasione ella , deposte le ve- la sua casa paterna e ad una rocca in cui era
sti preziose , fu rivestita di abiti di lana un presidio di soldati, non potesse godere
di color nero, come si suol costumare, durante quella quiete e pace, che ella bramava, dopo
il tempo del lutto per la morte delle persone un anno e mezzo di dimora che aveva fatto in
congiunte di sangue . Beatrice, che in quella esso, passò ad un altro monastero situato in un
BEATRICE ( B.) 749
luogo rimoto e solilario, chiamalo Gemmola gere la gloria de’miracoli, che a sua intercessio
o Zemmola , e quivi ella condusse il rimanente ne furono operali. Si conservò questo deposito
di sua vila . nella chiesa di Gemmola fino all'anno 1578,
Questo monastero di Gemmola era stato pri . in cui da Federico Cornaro, vescovo di Pado
ma abitato da alcuni monaci , i quali l'aveva va, fu trasferite, insieme colle monache di quel
no abbandonato , onde i parenti di Beatri- monastero, dentro la ciltà di Padova , nella
ce ne fecero l'acquisto, per condiscendere alle chiesa di S. Sofia, dove al presente in una cap
istanze di lei ; ed ella colla licenza del vescovo pelta dedicata in suo onore sta esposto alla
di Padova, nella cui diocesi era anche questo pubblica venerazione.
monastero, vi formó una nuova comunità di In questa verginella si è avverato ciò ebe sta
sante religiose , conducendone seco dieci di scritto nella Sapienza , che consummala in brevi
quelle del sopraddetto monastero di Salarola. explevit temporumulla, cioè, che nel breve tem
Ella presedeva a tutte le monache.cogli esempi po , in cui visse su questa terra , compì un lun
delle sue insigni virtù . Macerava il suo corpo go corso di vita , pefchè fu ricolma di meriti e
delicato colle veglie, co' digiuni e colle fatiche di virtù : onde essendo l'anima sua cara e gru
del lavorare. Abborriva ogni sorta di delizie e dila agli occhi di Dio , egli siaffrelló di lirarla a
di superfluilà sì nel vestire, che ne' mobili , e se, e di liberarla dai lacci e pericoli del mon
in qualunque altra cosa , che servisse all'uso do. Poco importa che la vita sia breve , o sia
suo. Amava la povertà in tutte le cose tanto lunga ; quello che sommamente e unicamente
proprie, quanto comuni del monastero, come importa, si è che si viva bene, si muoia bene
un tesoro altrettanto prezioso agli occhi illu. e si giunga alla patria celeste, a quel regno e
minali dalla fede, quanto nascoso e vile appa- terno, che Gesù Cristo ci ha meritato e ci ha
risce alle persone mondane e carnali . Ed era insegnato di domandare ogni giorno con quel
solita dire, non v'esser cosa, che più contri- le parole dell'orazione domenicale : Adveniat
buisca a rilassare gli animi delle sagre vergini , regnum tuum . Mille anni innanzi a Dio, come
e ad estinguere in loro il fervore della divozio si dice nella Scrittura, sono come un giorno, e
ne, quanto l'abbondanza de' beni terreni la tutto quello che una volta finisce, nulla è, se si
copia delle ricchezze. Era assidua e feryente paragona a quella interminabile eternilà, ver
nell'orazione e nella meditazione delle cose so la quale ogni giorno camminiamo a gran
celesti, alle quali unicamente aspirava il suo passi, e che ci sovrasta ogni momento. Conce
cuore infiammalo dell'amore di Dio, Risplen- piamo dunque un vero e sincero disprezzo di
deva in fulle le sue azioni un'angelica purità , tutte le cose di questo mondo, e non siamo
una profonda umillà, e una carità e mansue ansiosi e sollecili di prolungare questa misera
tudine incomparabili. In somma era Beatrice vita , piena di affanni e di cure noleste. Ma
uno specchio, e un perfetto modello di tutte bensi procuriamo con ogni maggior premura
Je virtù cristiane e religiose. possibile, come fece questa benedetta donzella ,
Benchè ella non fosse superiora del mona. di mettere in sicuro la nostra eterna salute. E
stero, allesa la sua elà giovanile, tuttavia la se mai avessimo deviato dal retto sentiero , e
fama delle sue singolari virtù si sparse ben ci fossimo lasciati sedurre dalle vanità monda
presto anche fuori e ne' paesi circonvicini, on ne, non tardiamo vo momento solo a conver
de tiro a quel monastero molte nobili donzelle, tirci a Dio, ed a rimetterci prontamente sulla
le quali , disprezzate le mondane vanità , ama buona strada, che conduce al cielo. Ricordia
rono di seguire gli esempi di questa illustre moci a questo effetto quante volte Gesù Cristo
vergine, e di consacrarsi al divino servizio, vi . nostro Salvatore ci aminoniste nel Vangelo , a
vendo in sua compagnia. Ma poco tempo esse stare sempre vigilanti e apparecchiati, perché
polerono godere di un tal vantaggio, poiché non sappiamo nè il giorno nè lora, in cui e
dopo cinque anni di dimora nel monastero di gli verrà per giudicarci ; e che la morte suol
Gemmola, Beatrice fu dal Signore chiamata al venire come un ladro, in quel tempo, cioè, che
l'eterne nozze del paradiso. Ella mori placida. meno si aspetta e se ne vive più spensierato.
mente tra le lagrime e i gemiti delle sue mona- Bento colui (dice il Vangelo), che sarà trovato
che, ch'erano inconsolabili per l'immatura per- vigilante e apparecchialo quando verrà il Si
dita, che faceyano iu terra d'una si santa reli- gnore , poiché udirà dalla sua divina bocca
giosa ; mori, dico, nell'anno 1226, ventesimo quelle dolcissime parole : Vieni, servo buono
compiuto della sua elà. Grande fu il concorso e fedele , entra nel gaudio del tuo Signore, per
della gente a venerare il corpo di questa beata lodarlo, per amarlo e per goderlo in compagnia
vergine, alla quale il Signore si degno aggiun- degli angeli e dei santi per tutta l'eternità .
750 BEAUGENCY - BEAUVAIS
Il Monaco Padovano autore contemporaneo Vescovi. Incmaro vi fu elello arcivescovo di
e altri autori hanno descritte le azioni di que- Reims. Si fecero olto articoli, che sono una
sta beata vergine, riferite dai Bollandisti sollo specie di capitolazione fra il re ed Incmaro.
il di 10 di maggio. Quesl' ultimo vi si spiega così : a Voi non fa
Masini, Vile de' Sanli, 2.a racc . 29 ottobre, rele nessuna cosa in grazia del passato, che pos
pag . 186 dell'ediz. di Bassano del 1796. Mas. sa essermi pregiudizievole, se io non mi fo reo
BEAUGENCY ( Balgentiacum ). Cità di in avvenire avanti a Dio, e contro di voi ecc.
Francia nell' Orleanese, che aveva il litolo di I tre ultimi articoli del concilio sono a nome
contea, ed era celebre al fine del secolo un- di tutti i Vescovi, che dimandano al re la sua
decimo pel suo signore particolare chiamato protezione contro coloro che saccheggiavano le
Raulfo. In quel teinpo fu ivi fondata l'abbazia chiese , la confermazione delle loro cariche; e
de' canonici regolari di Sant'Agostino, e nel che se sovente contravvenissero a questi arti
1291 , il re Filippo IV il Bello com però que. coli, vi si rimedierebbe di comune consenti
sta città da uno de successoridi Raulfo. Fu an. mento. Il re Carlo promise con giuramento di
che posseduta da signori diversi , ed in fine si osservare gli articoli. Toni. VII Concil., pag.
riuni alla corova di Francia sotto il regno di 1812.
Francesco I , nel 1543. Un secondo concilio fu tenuto nella stessa
In questa città si celebrarono diversi conci- città l'anno 1114, il 6 dicembre, da Conone,
lii : il primo nel 1104, adunato dal cardinale cardinale e legato, assistito dai Vescovi di tre
Riccardo, legalo apostolico del Pontefice Pa. provincie. Vi si scomunico l'imperatore En
squale 11, coll'intervento del re Filippo I , per rico e Tommaso signore di Marla, per le sue
condannare le incestuose nozze del re mede- crudeltà ed assassinii . Vi si rinovarono molti
simo con Berlrada di Monfort, contratte in decreti degli ultimi Papi intorno alla conser
onta della ripugnanza dei grandi del reame. I vazione dei beni ecclesiastici, ed altri punti di
novelli sposi promisero di separarsi finché non disciplina in quei tempi i più necessarii; vi si
avessero conseguita la dispensa del Papa. Nel . parló altresi di certi eretici bruciati dal popo
l'anno 1451 , o nel 1152, un concilio si tenne lo di Soissons, senza aspellare il giudizio degli
in Beaugency, ove si annullò il maritaggio tra ecclesiastici , temendo , che non fosse troppo
il re Lodovico VII ed Eleonora figliuola del du- dolce, e fu rimesso al concilio seguente di de
ca d'Aquitania, per motivo di consanguineità, liberare intorno a s. Gotifredo, che aveva ri
colla sommissione delle due parti . La Gallia nunziato al suo vescovalo di Amiens'per rili
Christiana dice essersi convocato questo concilio rarsi nella Cerlosa . Tom . X Concil., pag. 797 .
nel 1154 , e Binio aggiunge, che fosse celebrato a Il terzo concilio tenuto a Beauvais porta la
Floridi; giuoco su questo vocabolo, giacchè es - dala del 1120, 18 ovvero 29 ollobre. Fu com
1 so vale ad indicare, aver il concilio avuto luo- posto dal cardinal legato Conone, e dai Ve
go alcuni giorni avanti la domenica delle pal . scovi di tre provincie. Vi si canonizzó s. Ar
me, chiamata dai Francesi Páques-Fleuri: die noldo vescovo di Soissons. Il Vescovo di quel
marlis ante feslum Paschalis -Floridi. Il Len- la città , tenendo in mano il libro della vita del
glet lo registra ad ambedue gli anni. santo, attesto ai Vescovi, che tulto ciò che leg
Gall. CR . geva in quel libro era verità ; li pregò ad esa
BEAULIEU. Sotto di questo nome troviamo minarlo e soggiunse: Quanto a me, se fosse in
nella Gallia Christiana indicate molte abbazie, poter mio, e se il servo di Dio fosse della mia
tre delle quali appartenevano all'ordine di S. diocesi, da molto tempo ei non sarebbe più in
Benedetto , due a quello dei Cisterciensi , due terra. Queste parole indicano, che una delle
erano dell'ordine di S. Agostino, ed una dei maniere di canonizzare i Santi in quei tempi
canonici regolari di S. Agostino. Gall. Cr . era di dissolterrare i loro corpi. Guglielmo di
BEAULIEU ( Concilio Di ). Nel Tom . IX Champeaux vescovo di Châlons, chiamato al .
del Labbé, e nel VI dell' Harduino , si fa pa. lora Colonna dei dollori, appoggiò il dire del
rola di un concilio tenuto in Beaulieu presso vescovo di Soissons, e lo stesso fecero varii al
Limoges. Ma sebbene questi scrittori allestino tri . Si assegnò all'abale di Oudembourg il
intorno al luogo, ove fu convocato, e l'anno giorno, in cui doveva portarsi al suo moniste
della convocazione, che fu il 1031 , dichiarano ro, onde levare solennemente il corpo del san
parimenti che gli alli d'esso non giunsero si- to : il che l'u eseguito il primo di maggio del
no a noi . l'anno seguente. Tom. X Concil., pag. 882 .
BEAUVAIS (Concilio I),Bellovucense , l'an . Il quarto concilio di Beauvais ebbe luogo
no 845 nel mese di aprile, composto di dieci l'anno 1124 per il legato Pietro di Leon , che
BEBAI - BECCAMORTI 751
fu poi antipapa, solto il nome di Anacleto, ma che si aggirano intorno e si pascono de' cada
nalla si sa di quanto siasi tratlato in questo veri , o piuttosto perchè il color nero appresso
concilio. D. M. a noi è il colore di lutto. Becchino poi si deno
BEBAI. Capo di fainiglia, i cui figli ritor- mina da becca , cappuccio terminante in punta
narono da Babilonia in numero di seicento- acuta, col quale si copre il capo. Vanno i bec
ventitre, come leggiamo nel primo libro di Es. camorti vestiti del sacco proprio della confra
dra, al capo secondo SAL. ternita e col cappuccio in tesla, anche quando
BEBETHEN . Dice Eusebio che questa era devono trasportare i defunti di condizione mi
una città distante olto miglia da Tolemaide serabile, i congiunti de'quali non possono far
verso oriente. Cal. To associare ad una coofraternita, per mancan
BECAH o Bekan. Questo nome altro non za di mezzi per fare l'acquisto della consueta
indica che il mezzo siclo. Ogni Israelita ;secon- oblazione della cera .
do che leggiamo al capo decimoseltimo di s. Nella maggior parte delle città vi sono arci
Matteo, dava cento Becah per sussidio al tem- confraternite, confraternite e pie unioni, che
pio. Questo è indicato dalle parole del Vange- per amor di Dio e per titolo di carila prestano
lo: numisma census, e i Romani, padroni della si religioso ufficio, compresi i poveri, i carce
Giudea, continuavano a riscuoterlo ; e su que- rati , ed anche i rei condannati all'estremo
slo i nemici di Gesù Cristo lo interrogarono supplizio, come in Roma fanno i confrali del
per sorprenderlo ( Aquila ). Cal. sodalizio di S. Giovanni Decollato . In questa
BECBECIA , è il nome di un levita ricorda. città v' ha in ispecial modo l'arciconfraternita
to nel secondo libro di Esdra , al capo undeci- della morte, che ha per istiluto di cercare i de
mo, vers. decimosettimo. Cal. funli morti nelle campagne, ed in luoghi lon
BECCAMORTI. Nel IV secolo la chiesa tani dall'abitato, per seppellirli ; ed è percio,
greca stabili un ordine di chierici inferiori , che i Sommi Pontefici , in premio dell'esercizio
che avessero cura dei funerali , e fossero chia. di sì bella virtù, accordarono amplissimi pri
mati'copralae o lavoranti , beccamorli, o letli- vilegi alle corporazioni che si prendono cura
carii, perché portavano i morti sopra ona di seppellire i morli. Urbano V , avendo con
specie di bara chiamala lettica o lettiga . Dice- cepito gran dolore per la morte accaduta in
vansi anche decani e collegiati, perchè forma- Vilerbo nel 1367 del Cardinale Albornoz , ce
vano un corpo separato dal resto del clero. V. lebre legato, chiamato il padre della Chiesa ,
san Girolamo, o piuttosto l'autore del tralla concesse l'indulgenza dell'anno santo 1330 a
10 De septem ordinibus Ecclesiae. Ciacconio quelli , che per un tratto di strada avessero
riferisce, che l'imperatore Costantino ne creò portala sulle spalle la leltiga , che ne contene
novecento cinquanta cavati da diverse corpo va il cadavere. E siccome, per la disposizione
razioni di mestieri, cui esentó da imposte e del defunto, dovevasi esso trasportare in To
cariche pubbliche. Il p. Goar dice, che i bec- ledo nella Spagna , quindi per partecipare ac
chini o beccamorti erano stabiliti sin dal tem- quel premio, gli avventurieri, che incontra
po degli Apostoli , e che i giovani , i quali sep vano nel viaggio, fecero a gara per sollopor
pellirono i corpi di Anania e Saffira, e quei si ad un tal peso.
ch'ebbero cura della sepoltura di s. Stefano, Molli ordini religiosi conservano il lodevole
avevano il titolo di beccamorti. Ciò provereb . colume di seppellire colle proprie máni i ca
be, che ne fossero stati anche presso gli Israeli- daveri de' loro confratelli defunti; ed in Roma
li . Nel 557 Costantino li esentò da una con l ' esemplare arciconfraternita del Ss. Cuor di
Iribuzione , e vuolsi, che nella chiesa di Co- Gesù, delta de Sacconi , composta di rispetta
stantinopoli se ne contassero fino a mille cen . bilissime persone , usa di seppellire i cadaveri
to. Non si scorge che gli antichi beccamorti di que'confrati , che desiderano essere tumula.
abbiano avuta alcuna mercede delle loro fun- li nel loro cimitero, vestendone il corpo coi
zioni , specialmente nei funerali dei poveri, ma sacco, qualora non avessero altro abito , e ri.
la Chiesa li manteneva colle sue entrate, ov. ponendolo in apposita fossa, donde i confrati
vero esercitavano qualche mestiere per man- stessi , nell'espurgarla, colle proprie mani rac
tenersi, ed in benemerenza ai servigi che pre- colgono le ossa de’tumulati , e le trasferiscono
stavano nei funerali , Costanzo esenlolli dal in altro luogo. La congregazione poi della Pie.
mentovato tributo, che pagavano i commer tà della nazione fiorentina in Roma fu isti .
cianti. tuita per seppellire i cadaveri de' poveri appe
L'origine del nome beccamorlo è pel color stati . Vell. gli articoli ArciconFRATERNITE ,
nero, onde vestivano, a similitudine dei corvi , Morti e SEPOLTURE. Francesco Cancellieri ,
1
752 BECHER - BECKET
nella sua lettera filosofico -morale sopra la vo- cipe Enrico, figlio del re, con la figlia maggio
ce sparsa dell'improvvisa sua morte, oltre al re del re di Francia , Luigi il Giovane, gli riu
tre erudilissime notizie sui morti, riporta un sci quella pratica, e tornò conducendo la gio
curioso aneddoto, a pag. 10, riguardante un
vane principessa in Inghilterra. Morlo essendo
becca morto fiammingo. MOR . nel 1162 l'arcivescovo di Cantorberi , Enrico
BECHER . Dalla narrazione del libro dei Nu- tutta usò l'influenza sua sopra il capitolo di
meri al capo vigesimosesto , vers. trigesimo. Cantorberi per fare innalzare Becket a quella
quinto, sappiamo, che questi era un figlio di sede importante, alla quale erano annessi il
Efraim , capo della famiglia dei Becheriti. titolo ed i diritti di primale dell'Inghilterra.
CAL. Come ebbe ricevuto la bolla di conferma dal
BECHERITI. V. BECHER .
Papa Alessandro III , il quale era allora in
BECKET ( TOMMASO ), vescovo inglese , co- Francia, Becket si mostrò sotto un aspetto del
nosciuto solto il nome di Tommaso di Cantor- tulio nuovo . Se fino a quell'epoca era vissuto
beri , e celebre per le sue vicende sotto il re con faslo ed univa ai modi eleganti di un cor
gno di Enrico II , nacque a Londra il giorno ligiano una ricercatezza di lusso, lasciò allora
21 dicembre 1119, alcunidicono 1117. Suo pa- le sontuose sne vesti , assunse all'improvviso
dre, Gilberto Becket, era commerciante della un portamento grave, l'abito modesto, i cost
cillà ed era stato sceriffo di Londra. Un moli- mi regolari ed austeri del più devolo reli
vo di pietà lo indusse a fare un pellegrinaggio gioso. Portava un cilicio, nè si cibava che di
à Gerusalemme; fu preso e fallo schiavo da pane e di acqua per serbare la maggior parte
una mano di Saraceni ; la figlia dei padroni delle sue rendite in sollievo dei poveri . Ogni
di lui s'invaghi, gli procurò i mezzi di spez- giorno ne alimentava cencinquanta , e ne face
zare le sue catene , e gli ſu compagna nella va entrar in camera dodici per lavar loro i
fuga. Ei la condusse a Londra e volle ricom- piedi. Oltre coteste elemosine, ei ne faceva al
pensare il servigio che essa gli aveva reso . tresi mollissime, cui la timida sua umiltà e de
Consultati in prima su tale proposito varii Ve- licatezza de'suoi riguardi verso i poveri ver
scovi , la fece baltezzare solto il nome di Ma- gognosi prendevano cura egualmente di tenere
tilde, e la sposo. Da tale matrimonio nacque segrete . Eguale alla sua carità era la sua ap
Tommaso Becket. Dopo passato alcun tempo plicazione alla meditazione, alla preghiera, alle
presso l'università di Oxford , andóa compiere letture di pietà , ed allo studio della Scrittura e
i suoi studii in quella di Parigi , la quale per dei padri . Un Pretato, che così assolutamente
la fama dei suoi proſessori, e per la sua su. consacravasi a Dio, non poteva certamente più
periorità del metodo d'insegnare, Iraeva a sè dividersi fra la chiesa ed il secolo . Poco tempo
in allora gli allievi da tutte le parti di Euro- dopo il suo ritorno dal concilio di Tours, fin
pa . Passò in seguito a studiare la teologia a dal secondo anno del suo episcopato , mandò
Bologna . Per raccomandazione di Teobal. i sigilli al re , pregandoło di stabilire un al
do , arcivescovo di Cantorberi , Enrico II lo tro cancelliere. Recossi Eorico ad ingiuria , che
creó gran cancelliere, e precettore di suo fi un uomo da lui ricolmato di tante grazie non
glio. Tommaso con una figura nobile e pia- si mostrasse più corrivo. Incontanente conce.
cevole aveva una penetrazione , che lo ren- pi verso di lui un'avversione, cui non mancava
deva superiore ai più difficili affari, uno spiri. per manifestarsi che un pretesto, il quale non
to vincilore di tutti gli ostacoli, lutta la gran- umiliasse il suo amor proprio. Una disputa ,
dezza e l'elevazione di sentimento di un prin- che insorse fra la giurisdizione ecclesiastica e
cipe, ed in pari tempo la pieghevolezza di ca Ja civile, ne soinministro l'occasione. Il re En
raltere e l'amenità del miglior cortigiano. Se- rico I aveva riconosciuto nei Vescovi il diritto
condava egli tutte le inclinazioni del re pella di giudicare dei delilli dei loro cherici , ad es
caccia, per la magnificenza nelle rappresenta- clusione dei giudici laici : ed Enrico II , nella
zioni , nelle fabbriche, ne mobili , e persino ne- cerimonia della sua consecrazione, aveva giu
gli abiti ; in una parola nulla escludeva dalla rato di conservar questa legge. Questo principe,
sua compiacenza , se non le bassezze e le in . dopo che trovossi malcontento dell'arcivesco
giustizie, che ebbe sempre in orrore nei varii vo di Cantorberi, volle assoggellare alla gio
stati della sua vita. Accompagno quel principe stizia civile alcuni cherici e l'arcivescovo dis
in un viaggio a Tolosa nel 1159 , con 1200 ca. approvó un tal allo. Il re fece radunare a
valli stipendiati da esso Beckel, e con un cor- Londra l'arcivescovo ed i vescovi ; e tento
leggio di 700 cavalieri o gentiluomini . Spedito sulle prime la via della persuasione per far
a Parigi per proporre il matrimonio del prin- loro adottare il suo sentimento. Ma non aven
BECKET 753
do polulo riuscirvi, chiese loro con isdegno, parò in Francia, dove ebbe e soccorsi e prole
se volevano osservare le consuetudini del suo zioni . Becket dal suo ritiro scrisse ai vescovi
regno. Ciò che allora chiamavasi consuetudine, dell'Inghilterra, che il Papa aveva annullato
dice lo storico inglese , altro non era, che un le Costituzioni di Clarendon. Enrico sempre
caos informe di usi e di abusi . Astretti i prelati più sdegnato confino in Francia tutti i paren
a contrarre un impegno cosi generale ed equi . li dell'arcivescovo , proibì a tutti i suoi sud
voco, vi apposero alcune clausole non men ge- diti di tener seco lui commercio e di spedirgli
nerali, e risposero, che osserverebbero le con- denaro : proibi infine di pregare per lui nelle
sueludini , salvo il loro ordine e secondo la lo- chiese. Becket non si lasciò intimorire dalla
ro coscienza . Il re, sdegnato da tali restrizioni , persecuzione. Alcuni vescovi ed il suo capito
sciolse all'improvviso la radunanza, e per me lo in vano gli scrissero , insinuandogli , cbe ve
glio mostrare la sua indignazione , usci nell'in- nisse a termini di conciliazione, ed adoperasse
domani da Londra, primache fosse giorno. In- di acquistare la grazia perduta del re. Enrico
tanto la costernazione ed il terrore si sparse stesso gli fece fare diverse proposizioni di ac
fra i prelati, i quali cominciarono a staccarsi comodamento ; e finalmente segui la riconci .
dall'arcivescovo: ma avendo alcuni signori più liazione fra Tommaso ed il suo sovrano, se
possenli , alcuni vescovi e Riccardo gran mae- condo il piano datone dal Papa , sui confini di
siro dei Templari , personaggio di somma con . Chartres e della Turenna , e nel giorno seguen
siderazione . scongiurato Becket di non esporre te alla festa di s. Maria Maddalena, ove il re
sè stesso e tutto il clero a gravi sciagure, questi Enrico, mostratosi intenerito ai paterni am
cedetle ad istanze così urgenti , e fu il primo a monimenti del santo arcivescovo , tenne per
vincolarsi, giurando in generale, che di buona sino la staffa, mentre questi risaliva a cavallo.
fede e senza alcuna addizione osserverebbe le Becket tornò in Inghilterra, ma alcune selli
consuetudini. Tutti i vescovi fecero dopo di mane dopo salito sul pergamo, in sul fornire
lui il giuramento nella stessa forma: ma ben il sermone, predisse la prossima sua morte , il
presto ebbero luogo di pentirsi di un impegno che fece sciogliere in lagrime lulti gli uditori :
cosi indeterminato . Invece di alcuni articoli quando ad un tratto, con un sembiante inspi
giusti e senza inconvenienza, cui gli ufficiali ralo, prendendo il linguaggio dell'indigna
del re avevano promesso di ridurre codesto zione, parlò fortemente contro ai nemici della
terribile fantasma delle consuetudini , gareggio Chiesa , scomunicò gli ostinati ed alcuni coi
ognuno nell'aggravarne il peso , giusta l'im- loro nomi; per lo che ne andarono questi a
pressione di una segrela gelosia contro il cle- portare le loro querele ad Enrico , che trova
ro o di altro motivo . Esclamò allora l'arcive- vasi allora in Normandia , accusando Tomma
scovo contro un abuso, fatto con si poco ri- so qual perturbatore di tutto il regno. Sde
guardo, della facilità de' vescovi , ed una tale gnato il monarca , si pose a maledire tulli
soverchieria lo immerse nel più profondo do- quelli che aveva ricolmati di benefizii , final .
lore, che però tenne chiuso in sè stesso, fin- mente proferi queste parole fatali, che gli ca.
chè non gli riusci di ritrattarsi, negando di gionarono poi un si lungo pentimento: « Non
soltoscrivere il concordato e di apporvi il pro. si troverà dunque alcuno il quale voglia ven
prio sigillo , come erane da Enrico richiesto; dicarmi di un sacerdote, che mette sossopra
anzi per punire sė medesimo della criminosa tutto il mio regno ? v Tali parole , proferite
debolezza , s'impose austerità e macerazioni nell'impeto della collera furono tenute sicco
proporzionate all'enormità dell'offesa. Rifiu- me serio rimbrotto da certi uomini,che in al
tò eziandio di esercitare alcun officio proprio lora facevano della cieca sommessione la pri
della dignità vescovile, fino a che non ebbe ma regola della loro morale. Quattro gentil .
oltenuto l'assoluzione del Papa, che non gliela uomini della casa di Enrico, di cui la storia
fece aspettare lungamente. Da quel momento ha conservato i nomi a loro infamia, Reginal
Enrico fermò di vendicarsi e di perseguitarlo do Fitz-Urse , Guglielmo di Traci , Ugo di
con tutti i mezzi, che gli somministrava la sua Morville è Riccardo il Bretone, si accordarono
polenza . L'arcivescovo fu accusato al parla- con giuramento di vendicare l'ingiuria fatta
mento, convocato a Northampton, nel 1165, al loro re. Non era tale l'intenzione di Enri
che avesse violato il giuramento di fedeltà al co ; poichè avendo avuto alcun sentore del
re ; fu condannato, confiscali i suoi beni per- loro progetto, spedì loro dietro un messo colla
sonali , e sequestrate le rendite dell'arcivesco- espressa proibizione d'attentare alla vita del
vado : egli stesso, scorgendosi abbandonato dai primate; nia essi già erano avviati e imbarcali
suoi , non trovò sicurezza che nella fuga, e ri . per l'Inghilterra. Giunsero per diverse strade
Encicl. Eccles. Vol. 1 Fusc. XII. 95
754 BEDA
a Cantorberi, dove essendosi uniti, andarono al innocenza, e per raccomandarsi alle loro pre
palazzo dell'arcivescovo. Trovarono il prela. ghiere per espiare un delitto , al quale temeva
to, che conversava nella sua camera con alcu- di aver dato occasione con alcune espressioni
ni suoi monaci. Gli annunziarono, che erano inconsiderate . Comandò, che l'arcivescovo fos
venuti per partecipargli gli ordini del re, ed se sepdto con una pompa conforine alla sua
uscir fecero i monaci della camera ; ma Becket dignità . Cessó allora qualunque officialura
li richiamo ben tosto, allorchè ai primi discor . nella chiesa di Cantorberi , e non ſu, che in
si dei cavalieri scoperse le oslili loro inten- capo ad un anno, che essa fu riconciliata per
zioni . Reginaldo, uno dei congiurati , gli parlò ordine del Papa, e fu in essa ristabilita la ce
in tuono alto e minacciollo in una maniera lebrazione del servigio divino. Un continuo
terribile, se non levava le censure. Rispose concorso di zelanti cattolici recavasi ad ono
egli tranquillamente, che toccava al Papa a rare la tomba del nuovo martire ; ogni gior
sciogliere ciò che aveva legato : e senza nulla no si narrava alcun nuovo miracolo ivi avve
ascoltar di vantaggio, recossi alla chiesa per nuto, e due anni dopo Becket fu canonizzato.
l'uflizio di vespero. Eravi egli appena arri . Enrico, ritornato in Inghilterra , andò a Can
valo , allorchè i qualtro congiurati coi loro torberi per assoggettarvisi ad una specie di
seguaci si presentarono coperti di maglia, e pubblica penitenza . Come giunse alla vista del
colla spada alla mano. Vollero i cherici chių. la chiesa, scese da cavallo, ed a piedi nudi , in
der le porte, ma l'arcivescovo disse loro : « È abito da pellegrino si appressò alla tomba di
questa la casa del Signore, non se ne chiuda Becket, si proslro e si sottopose a ricevere dal
l'ingresso, come quello di un campo . E si la mano di un monaco una flagellazione: 6
dicendo si pose sopra i gradini del coro. « Ov'è nalmente tutto quel giorno e la notte susse
l'arci vescovo ? » disse Reginaldo appressando. guente rimase genuflesso sulla nuda pietra sen
si coi suoi complici. « Eccolo , » disse Becket , za prendere cibo. Tulle queste particolarità
con aria serena . « Esci di qui e fuggi , » ri . ci sono sembrale importanti , imperocchè ap- .
pigliò l'assassino. « Ne l' uno, nè l'altro, partengono ad un gran fatto di storia, e ma
rispose nuovamente Becket : voi volele il mio nifestano lo spirito del secolo, in cui tale av
sangue ; versatelo : possa egli servire per ren .
venimento successe .
dere alla Chiesa la libertà e la pace ! ma vi Nel 1221 Enrico III fece trasportare il cor
proibisco in nome di Dio di fare il minimo po del santo arcivescovo con solennità straor
male a qualunque dei miei religiosi. » Allora dinaria in una cappella particolare, decorata
Reginaldo gli diede un colpo di mazza ferra . colla più grande magnificenza, e che si arric
la : il primate, giunte le mani, presentó la chi dei doni e delle offerte delle persone pie.
festa ad un secondo colpo , dicendo : « Mio L'anniversario di questa traslazione divenne
Dio, vi raccomando l'anima mia e la salute una festa generale, che attraeva un numeroso
della Chiesa; » e cadde solto i colpi replicati concorso. Ad ogni cinquant'anni successivi a
degli assassini , il di 29 dicembre 1170, cin- quello della traslazione si celebrava un giubi
quantesimo terzo della sua età . Il grido di leo, pel quale il Papa accordo indulgenza ple
iale cala strofe destò una commozione di orrore naria a quelli, che andavano a visitare la tom
e di costernazione in tutta Inghilterra . Quan- ba del santo arcivescovo . Si sono contati sino
do ne venne la nuova ad Enrico , che era in a centomila pellegrini iscritti in un sol anno
Normandia, manifestó la più profonda affli. nei registri della chiesa di Cantorberi. Il re di
zione. Spedi sull'istante ambasciatori a Roma Francia, Luigi VII , fece in persona un pelle
per dichiarare solennemente, come non aveva grinaggio alla tomba del santo martire, e de
avuto parle veruna nel delitto, che era stato pose sull'altare di lui un gioiello stimato il più
commesso. Il Papa Alessandro ricusò da prima ricco della cristianità. Tanto fervore di divo.
di accoglierli, ed uopo fu loro fare replicatezione durò fino al regno di Enrico VIII.
istanze ed atti di sommessione; eglino dissero, BER.
che il re prometteva di subire quella peniten . BEDA , dello il Venerabile, nacque nel 672,
· za che piacerebbe al sommo Pontefice di ordi. vicino a Warmouth , nella diocesi di Durham
nare : e tanto poi eseguì Enrico colla più per. in Inghilterra, e fu educalo nel monastero di
fella sommissione, annullando in oltre in tuto San Paolo a Jarrow presso la foce del fiume
to e per tutto le illecite consuetudini, che ave. Tyne. Si rese per tempo nolo per la pietà, e
va stabilile. Enrico spedi nel tempo medesi- l'applicazione allo studio ; ſu ordinato diaco
mo due suoi cappellani a Cantorberi per ma no di diciannove anni e prete di trenta. Es
nifestare a quei religiosi il suo dolore e la sua sendosi diffusa la fama di sua dottrina per lul
BEDA 755
ta l'Europa, il Papa Sergio lo fece invitare ordinato, mentre era ancor vivo, che le sue
a Roma , per giovarsi delle sue cognizioni , ma omelie fossero lette nelle chiese, siccome par
Beda non tenne espediente di arrendersi a la- le del servigio divino . Quel che sembra più
le invito, limitando la sua ambizione a colti- certo si è, che non mai, mentre viveva , ma
vare in pace le belle lettere, e ad istruire i bensi dopo morte fu dato a Beda il nome di
giovani religiosi del suo con vento . Pubblico Venerabile, per esprimere certamente il ris
nel 731 in età di cinquantanove anni la sua petto , che aveva inspirato , e che , ripetuto
Sloria Ecclesiastica, la quale non ostante un dal generale consenso, si è congiunto al suo
miscuglio di leggende, che sebbene talvolta non nome , divenendo in tal modo litolo parti
resistano all'esame della critica presente, pu- colare dei più onorevoli, che dagli uomini
re erano soggetti allora di universale credenza, possono essere conferiti. Oltre la sua Sloria
è un'opera nondimeno maravigliosa per un se- ecclesiastica, la quale è considerata per la
colo, in cui niuna ne esisteva di tal genere, nè migliore delle sue opere , egli scrisse sopra
tampoco i materiali per comporla , per modo, argomenti di religione e di filosofia quasi
che gli convenne fare immense ricerche. Gli ottanta trattati, fra' quali si deve annoverare
Inglesi la considerano qual fondamento della una lettera, che egli scrisse ad Egberto vesco
storia ecclesiastica . Beda morì nel suo conven . vo di York, ove trovasi una descrizione par
to nel 735, in età di sessantatre anni , stimato ticolare e singolare dello stato della Chiesa a
e compianto dagli uomini più raggaardevoli quell'epoca.
dei giorni suoi , ragguardevole egli pure per la L'edizione più ampia delle opere di Beda è
sua pielà , sapienza e modestia. Narrano gli quella di Colonia dell'anno 1668. Vi sono esse
storici , che passava senza interruzione dalle distribuite in otto volumi. Il primo d’essi
preci allo studio, e dallo studio alla preghie- contiene : L'infanzia ossia i principii dellu
ra , credendo, come il vescovo Beverly suo mae- grammatica di Donalo delle olto parti del di .
stro, che uno dei primi obblighi di un religio scorso. Dicesi dell'opuscolo intorno alla ma
so fosse quello di render utile la propria vita. niera di parlare mediante il movimento delle
Tanlo era in esso l'ardore dello studio, che dita o con altri segni . Il computo volgare e il
fino all'ultimo respiro non l'interruppe. Nel- calendario o martirologio, che gli è aggiunto,
la notte, in cui mori , siccome stava deltando debbono ritenersi falsamente attribuiti a Beda,
alcuni passi , che voleva estrarre dalle opere di dappoichè vi si leggono i nomi di un'infinità
s. Isidoro, il giovane monaco, che scriveva le di santi , e ricordano, per esempio, s. Ulderico.
cose da lui dettate, gli disse, che mancava un Beda non fa menzione nel suo catalogo del li.
solo capitolo, e nel tempo stesso gli fece osser- bro sulla costruzione del mondo celeste e ler
vare, come sembrava , che avesse grande diffi- restre. I due libri della musica speculativa
coltà di parlare. « No, soggiunse Beda, pren- e pratica sono posteriori al IX secolo . Non
dele un'altra penna, e più presto, che vi sia bavvi alcuna prova, che Beda sia autore dei
possibile, scrivete . » Poichè più non rimane- tre susseguenti trattati intorno alla sfera, al
va da scrivere, che l'ultimo passo, gli racco l'ordine e alla natura delle stelle e ai segni
mandò ancora di affrettarsi ; e quando il gio- celesti . Il libro sulla natura del tuono non
vane gli disse : « è finita ; avele dello il vero, è suo ; egli non fece che tradurlo in lingua
rispose Beda , è finita ; » e qualche istante do- latina. In somma , di tulli i libri, che si tro
po spiro. Fu sepolto nella chiesa del suo mo vano inseriti nel primo volume quali opere di
nastero di Jarrow , dove la fama della sua san- Beda , ecco i soli , dei quali si riconosce egli me
tilà fece accorrere gran moltitudine di popolo, desimo autore nel catalogo che fece delle opere
finchè venne trasferito a Durham , e collocato da lui scritte fino al 731 , quattro anni prima
nello stesso feretro di s. Codeberlo . Fu esegui- della sua morte : i trattati dell'arte poetica ,
la tale traslazione per volere del santo, che delle figure e dei tropi della sacra Scrittura ,
aveva in sogno ordinato ad un monaco chia non che quello intorno all'ortografia .
mato Gamelo di andare per tutto il settentrio Il secondo volume comprende un trattato
ne d'Inghilterra a ragunare le ossa dei santi sulla natura delle cose, e due libri sull'ordine
uomini , che erano sepolte, e di porle unite in dei tempi , il primo de'quali giunge all'anno
· Durham . E incerta l'origine del titolo di Ve- di G. C. 702 0 705, e l'altro prosegue fino al
nerabile, invariabilmente congiunto al nome l'anno 724 0 725. Queste tre opere e l'altra
di Beda. Sostengono alcuni , che Beda era ai intitolata : Delle sei opere del mondo o Cro
suoi giorni in sì gran venerazione, che per naca, sono di Beda . I tre seguenti opuscoli:
singolare e fin allora inusitato onore venne Sentenze o assiomi filosofici, Sentenze ca
756 BEDA
vale dalle opere di Cicerone ; Libro dei viene attribuito a Floro, e trovasi pure il vero
proverbii della Scrillura disposti in ordine commento di Beda segnato col suo nome, se
alfabelico. L'autore del libro intitolato Delle condo quello che osserva il padre Mabillon nel
sostanze calcola mille anni dallo stabilimento primo lomo de'suoi Analetli. Il volume sesto
della Chiesa fino a'suoi tempi : egli adunque contiene altresi alcune correzioni ed aggiunte
non può essere il venerabile Reda, morto nel . a' varii passi del suo commento sugli Alti , sei
l'anno 735. La lettera sull'equinozio della nuove questioni, e la versione dei sermoni di
priina vera , secondo il calcolo di Analolio, fu s . Giovanni Grisostomo in lode di san Paolo,
scrilta da Beda . fatta da Aniano.
Il terzo volume incomincia colla Storia del Il settimo volume contiene 33 omelie per
l'Inghilterra , la quale è incontestabilmente l'ufficio proprio del tempo d'estate, 32 per le
di Beda. Dividesi la medesima in cinque libri . feste de’santi d'estate, 15 per l'ufficio proprio
Appartengono pure a lui le vite di s. Cutberto del tempo d'inverno, 22 per la quaresima, 16
e di s. Felice. La spiegazione dei nomi ebraici per le fesle dei santi d'inverno e molti altri
della Scrittura per ordine alfabetico porta in sermoni. Vi si trova un trallato allegorico sul
moltissimi mss . il nome di Remigio. Nulla la donna forte, sotto la quale è simboleggiata
scopresi in quest'opera, che possa indurci a la Chiesa , un trattalello sugli uffizii della
giudicarla scritta da Beda. Chiude questo ter- Chiesa, e alcuni frammenti di una sposizione
zo volume un libro intitolato : Raccolta di allegorica dei Proverbii.
estralli dei Sanli Padri, contenente alcune sen Il volume ottavo contiene varii trattati di
lenze , questioni e parabole. Havvi dubbio menticati nei volumi precedenli , una spiega
grandissimo, se quest'opera sia di Beda. zione allegorica del tempio di Salomone, una
Il quarto volume comprende i suoi com- seconda sposizione dei tre primi capitoli della
menti sull'opera dei sei giorni, sul Pentateuco Genesi, molte questioni sulla Genesi, colle ri
e sui libri dei Re, non che sui libri d'Esdra, sposte cavale dall'opere di sant'Agostino, di
Tobia, Giobbe , i Proverbi e la Cantica . Com s. Ambrogio, d ' Isidoro e in ispecie di s. Giro
prende allresi una spiegazione di quello, che lamo, altre questioni sull'Esodo , sul Deulero
si è delto nell'Esodo, sulla costruzione dell'ar- nonio, sul libro di Giosuè, su quello de’Giu .
ca dell'alleanza, sul tabernacolo e sugli abiti dici e sui libri de' Re, altre questioni sulla sa
sacerdotali. Il commenlo su Giobbe è del pre cra Scrittura, un commento su lulli i salmi ,
te Filippo discepolo di s. Girolamo. un trallatello sulle parole del salmo 52, alcu
Il quinto volume abbraccia i commenti so ne note sulla Trinità di Boezio, alcune medi
pra s. Matteo , in qualiro libri , sopra s. Mar- tazioni sulla Passione di G. C. Beda è anche
co, parimenti in quattro libri , sopra s. Luca , autore di un Penitenziale io titolalo : Dei ri
in sei libri , un commento sul vangelo di san inedii dei peccali, di alcune lettere colle vile
Giovanni ( Alcuino lo attribuisce a Beda ), un degli abbati di Warmouth e di Jarrow . Il p .
altro commento sugli Alli degli Apostoli, in Mabillon pubblico nel I tomo de'suoi Analetti
fine del quale trovasi un trattatello sui nomi , una breve lettera di Beda ad Albino abbate di
paesi e città , di cui è in essi fatla menzione, S. Pietro di Cantorberi.
un altro sulle epistole, e un altro finalmente Nel suo catalogo Beda fa menzione di un
sull'Apocalisse. commento sul canlico di Abacucco. Il Martenne
Il sesto volume racchiude i commenti su l'ha pubblicato nel quinto volume de' suoi
quite l'epistole di s. Paolo, estralli dalle opere Aneddoti, pag. 295. Manca eziandio nelle edi
di s . Agostino. Sono divise l'opinioni intorno zioni delle opere di Beda il poema intitolato :
all'autore di questi commenti . Alcuni li altri . Del giudizio di Dio. Fu esso dato in luce da
buiscono a Pietro abbate della provincia Tri- Simeone monaco di Dunelm nel suo libro:
politana ; altri a Floro diacono di Liane, ed Delle gesta dei re d'Ing ra . Il catalogo
altri a Beda . Egli è certo, che questi tre scrito delle sue opere fa cenno di un libro di lettere
tori avevano ordinato un commento sull'epi- che ando perduto, nė si ha pur nolizia de'suoi
stole di s. Paolo tratto dalle opere di sant'Ago- capitoli su tutti i libri del Nuovo Testamento,
stino. Cassiodoro lo asserisce pel primo, vien i quali trovansi indicati nel catalogo suddetto.
dopo lui Wandalbert ; Beda stesso lo dichiara Lo stile di Beda non è nè puro, nè elegante,
nel catalogo delle sue opere, che aggiunse alla nè elevalo, nè collo, ma chiaro e facile. Simon
Sloria ecclesiastica d'Inghilterra ; e dopo lui dice che Beda mostrasi conoscentissimodella lin
lo attestano Incmaro e Lupo abbati di Ferrie- gua greca , forvito di molto criterio e assai versa
res. Il commento, che leggesi in questo volume lo nella critica dei libri sacri.Secondo Ceillier,
BEDUINO 757
domina negli scritti di Beda un'aria di can invece fu tolto di vila . I successori di lui ten
dore, di pielà e di modestia. Puro nella sua tarono di sottomellerli , ma loro ritornò vano
dollrina, egli non si allontana mai dall'opi- ogni sforzo. Neppure i Romani poterono mai
nione degli antichi dottori della Chiesa intor. ridurre l'Arabia in provincia romana. Il gran
no alla verilà della religione. Egli adopera gli de Pompeo, Elio Gallo sotto il regno di Augu
-slessi vocaboli, che adopera s. Agostino, allor- sto, l'imperatore Traiano, Severo e molti dei
che viene a parlare della grazia. San nifazio, suoi successori fecero vani sforzi per conqui
arcivescovo di Magonza, fa in una parola l'e stare l' Arabia .
logio di lui , denominandolo la lucerna, la face Tale fu lo stato e la condizione degli Arabi
della Chiesa . BBR. sino a Maometto , il quale giltò le fondamenta
BEDUINO . Nome, con cui si distinguono gli di un potente impero. Furono per molti secoli
Arabi nomadi, che vivono sotto alle tende ed meglio conosciuti frà le nazioni europee sot
errando, da quelli che hanno stabili abitazio- to il nome di Saraceni. In pochi anni si diffu
ni e dimora . 1 Beduini passano pei discenden- sero in molti paesi, e soggiogarono molli po
li d'Ismaele : vanno errando colle loro trup- poli, ciò che in molti secoli non avevano fatto
pe'di armenti nei vasti deserli dell'Arabia , del- i Romani. Dopo che il loro impero fu sciolto,
la Siria e dell'Africa . Sono infatti la prova e furono ridotti ai loro limili naturali , sempre
Tullor sussistente di una profezia, che riguar- si mantennero liberi contro i Tartari , i Ma
dava Ismaele e la sua discendenza , e che fu malucchi , i Turchi e tutti gli altri loro stra
pronunziata da più chequaranta secoli. Ismae- nieri nemici . Qualunque fosse il conquistalore
le ancora non era nato, quando l'anno 2280 dell'Asia, sempre rimanevano esenti dalla cou
avanti G. C. un Angelo del Signore disse ad quista, e continuavano le loro incursioni e
Agar, seconda moglie di Abramo : « Tu hai con- ruberie. 1 Turchi sono da più secoli i pa
cepito e partoriraiun figlio, che si - addimande- droni delle vicine contrade; ma non furono
rà Ismaele. Sarà uomo forte e selvaggio , innal . mai in istato di fermare le depredazioni degli
zerà contro tulli il suo braccio, e tulti lo ele. Arabi .
veranno contro di lui : drizzerà le sue tende lo questo mo una tale nazione per qual.
mobili innanzi alle permanenti dei suoi fratelli tro mila anni sola resistette , per cosi dire, ali
che non potranno fargliimpedimento. Perque- mondo intero. I grandi imperi crollarono in
slo mezzo moltiplicherà la sua posterità, che torno ad essi ; essi restarono i medesimi, lo
sarà innumerevole. » Le diverse parti di que- che era altamente improbabile nel corso degli
sla profezia ebbero letterale compimento. Idi- umani eventi : sono il solo popolo, tranne gli
scendenti d' Ismaele eccessivamente si molli Ebrei, che abbia sussislilo come popolo distin
plicarono. Furono sempre feroci, sempre con- to dopo il suo principio. Si glóriano di essere
iro lutti pugnarono, e lulli contro di loro . Es- discendenti di Abramo , dal quale dicono di
si sono armati contro il genere umano , dice avere ricevuto il rito della circoncisione, che
Gibbon. Colle loro incursioni, colle ruberie ed ricevono all'età di tredici anni, elà in cûi fu
intraprese contro i loro fratelli, eccitarono un circonciso il loro padre Ismaele.
odio, che si perpetuò, come le sue cagioni. Sus. I segni visibili delle verilà della profezia ,
sistono in popolo distinto, e percorrono i dif- che questo popolo offre oggigiorno, non posso
ferenti territorii dei loro antevati, malgrado la no essere meglio rappresentati, che dalle paro
dissensione, che sempre regnò fra essi e gli al- le d'un celebre viaggiatore , che visitava un
tri loro fratelli . Costantemente mantennero la campo arabo, ed osservava da vicino le singo
loro indipendenza, ed ogni sforzo fatto per di- larità , che caratterizzano questa razza d'uomj.
struggerli tornò vano ed inutile, che innalza- ni . a Calcolando le cose, dice sir Roberto Por
no sempre le loro tende innanzi ai luoghi ter, deve essere più che 3000 anni, che questo
abitali stabilmente. popolo ha i medesimi costumi ed usanze : ve
Gli Egiziani , i Persiani, gliAssiri non potero. rificandosi così puntualmente ciò che era stato
no mai soltoporli. Ciro ed i suoi successori non predetto ad Ismaele ... che egli sarebbe nella
poterono mai sottomelfere l'intiera nazionede sua posterità un uomo feroce, e che i suoi di
gli Arabi . Erodoto assicura , chegli Arabi giam- scendenti non perderebbero mai il loro carat.
mai furono fatti sudditi dai Persiani , ma che tere , quanlunque sempre abitassero davanti
invece questi li consideravano quali amici. ai loro fratelli; e che un popolo attivo circon
Alessandro il Grande , dopo aver rovesciato dalo dopo tanti secoli da nazioni civilizzate e
l'impero Persiano e conquistato l'Asia, prepa. che godono di tutte le dolcezze del lusso , che
rava una spedizione contro gli Arabi, quando seco conduce la civiltà, sia ancora al preseu le
738 BEEL-PHEGOR

tale qual fu nei suoi principii, un popolo sel- le di Moab ; ed il Salmista , narrando lo stesso
vaggio, abitando dinanzi ai suoi fratelli , po- avvenimento, dice che gli Ebrei furono iniziali
tendosi con tal nome chiamare i loro vicini, nei misteri di Beel- Phegor, e che parteciparono
senza che nulla abbia potuto cangiarlo o sog- ai sacrifizi dei morti .
giogarlo ; egli è in falli un miracolo permanen Origene, credette, che Phegor, ovvero Beet
te , uno di quei fatti misteriosi , che stabilisco- Phegor, dio dei Moabiti , fosse lo stesso che
no la verità delle profezie. » Priapo, ovvero l'idolo della lurpiludine , che
Shaw afferma, che i Beduini conservano i era adoralo principalmente dalle donne, e che
loro antichi costumi. « Quanto ai modi e co- Mosė, temendo di contaminare le orecchie de
stumi dei Beduini , dice egli, conviene osserva- gli Ebrei , giudicò a proposito di non dire di
re, che soli hanno conservato una quantità di qual sorta di turpitudine intendeva parlare.
usi o di costumanze, che trovansi descritti nel- San Girolamo dice, che quest'idolo era rappre
la storia sacra e profana, per cui si può osser- sentato in una maniera oscena , come si co
vare, che egli sia lo stesso popolo, che era due stumava di rappresentare Priapo. Egli rile
o tre mila anni or sono. » neva, che gli uomini e le donne, che si prosli
Fra gli usi , ricorderò quello dell'ospitalità. tuivano in onore degli idoli , di cui parla cosi
a Gli Arabi Beduini, dice Choiseul -Gouf- di frequente la Scrittura , fossero consecrati a
fier, sempre pronti al saccheggio, cbe niun Beel-Phegor ovvero Priapo.
vincolo unisce allealtre nazioni , che spogliano Maimonide vuole, che si adorasse Beel-Phe
senza pielà le carovane, le quali traversano il gor in modi indecenti e scandalosi. È indubi
deserlo, ed'inseguono il viaggiatore, che fugge talo che Beel-Phegor era la divinità dell'impu
al loro aspello, che si credono in dirilto di ri. dicizia, e si sa dalla Scrittura con quanta im
prendere con la forza quella eredità, di cui fn- pudenza le figlie di Moab trassero nell'impu
rono ingiustamente spogliali nella persona di rità gli Israeliti .
Ismaele, sembrano ad un tratto, per una oppo. Altri hanno preteso, che Beel- Phegor fosse
sizione ammirabile, obbliare il loro carattere, Salurno, divinità adorata in Arabia. Si potreb
affine di esercitare la più nobile e la più co be anche trovare qualche rassomiglianza fra
raggiosa ospitalità . Giammai alcuno d'essi ab- Saturno e Lot, padre dei Moabili, adoratori di
bandonerà lo straniero, che avesse ricevuto : la Beel-Phegor.
famiglia intiera perirebbe per diſenderlo e pre Altri in fine videro in Beel-Phegor la divinità
servarlo dagli affronti, e per non lasciarlo es- adorata dai Pagani sotto il nome di Crepilo : il
posto all'ignominia ed alle ingurie dei suoi verbo Phegor deriva da una radice,chesignifi
avversari : prolello da questo titolo sacro il ca allentare il ventre. Allri credettero , che i
viaggiatore iraversa il deserto in mezzo ad Moabiti adorassero il loro nume sotto il nome
orde nemiche ,che guardano con orrore la sola di Beel-reem , dio dei tuoni , ma che gli Ebrei
idea di Iradire l'infelice, che si rifugiò sotto i perderisione glidessero il nome diBeel- Phegor .
loro tetti , che loccò il pane della loro mensa . » Vossio crede, che i Moabili adorassero il Sole
Alessandro de Laborde rende lo stesso 0 e Priapo sotto il nome di Beel -Phegor. Selden
maggio agli Arabi Beduini . a Quelli , dice egli, ritiene, che fosse lo stesso che Plutone, fondan
che abitano il lembo del deserto, sono ancora dosi sulla congbiettura del Salmó, che dice : 1
tali quali la Scrittura ci dipinge i patriarchi, niliati sunt Beelphegor , et comederunt sacrifi
con le loro tende, il numeroso loro gregge, la cio mortuorum ; Ps. 105 ; cioè, dice il Selden ,
loro vita errante, i loro semplici costumi .... quei sacrifizii, che si facevano ai Mani per ap
La principale qualità degli Arabi, cui dobbia- pagarli . Apollinare dice , nella sua parafrasi
mo rendere omaggio, è il sentimenlo d'ospita- sopra questo salmo, che gli Ebrei si bruttava.
lità , che ovunque si trova , come ai tempi di no in questi sacrifizii, mangiando le carni in
Abramo. Nel più piccolo villaggio esiste una molate ai morti.
casa pel viaggiatore, che arriva , ed è da ognu Ma tutti questi diversi sentimenti ci sem
po assistito per ventiquattro ore, senza che gli brano ancora meno probabili di quello che
si dimandi il suo stato od il suo nome . » abbiamo proposto e sostenuto nella nostra dis
Mig. sertazione sopra Beel.Phegor, dice il Calmet cioè,
BEEL -PHEGOR o il Dio FEGOR o Fogor. che questa falsa divinità non fosse altro che
La Scrittura dice, che gli Israeliti , essendo ac- Adonide od Osiride. Si può aggiungere, egli
campati nel deserto di Sin , si recarono ad a prosegue, a quanto abbiamodetto, che, secondo
dorare Bel- Phegor , parteciparono ai suoi sa- alcuni, Adonide era padre di Priapo, che si fa
crilizii, caddero nella impudicizia colle figliuo- cevano a suo onore banchelli funebri, che pos

1
BEEL - SAMIM - BEGABAR 759

80110 essere intesi sono solto il nome di sacrificii. Cananei e gli Amorrei col flagello delle mosche,
Sacerdotes rugiunt clamantes contra deds suos , perchè rendevano ad esse gli onori divini .
sicut in coena morlui. Baruch, cap. 6, vers. 31 . Vi sono degli autori , che credono, che il
Se il Salmista indicò la cosa sotto il nome plu- nome di Achor, divinità , che s'invoca va in
rale : comederunt sacrificia mortuorum , ció Cirene contro le mosche, derivi dal nomedi
avvenne, perché i sacrifizii di Beel -Phegor non Accaron , dove si adorava Beelzebub. Altri cre
erano come quelli delle altre divinità. dono, che il nome che davasi a questa divini
Gior . là dai Filistei era Beelzebaeh , dio del sacrifi
BEEL - SAMIM . V. BEEL -ZEBUB. zio , ovvero Beelzebaoth , dio delle armate, ov
BEEL - SEBUB , il dio delle mosche. Ved . vero Beelzebul, dio della abitazione, ovvero
BÉEl -ZeBUB. del cielo. Il culto di questa falsa divinità sem
BEEL -SEPHON ( significa : il Signore ďA. bra che fosse in vigore anche al tempo del
quilone ). Gli Ebrei essendo usciti dall'Egitto, Salvatore , perciocché gli Ebrei lo accusavano
dopo tre giorni di cammino arrivarono a Beel- di cacciare i demonii in nome di Beelzebub .
Sephon , ove passarono il mare : perció questo Mır .
luogo era vicino a Clysma ovvero Colsum. So. BEER o Berra , voce che in ebreo significa
pra questa posizione merita di essere preferila un pozzo ; ed a quattro leghe da Gerusalemme
l'opinione di Leone di Laborde fondala sulle verso Sichem eravi una città di questo nome.
sue proprie esplorazioni, il quale asserisce, che Sembra che in questo luogo siasi ritirato Joa
era questa città vicinissima al mare. Cal. than figlio di Gedeone , per timore di cadere
BEEL - TEEM ( significa : il padre della sa- nelle mani di suo fratello Abimelecco.
pienza ) ovvero Recon Beel-TEEM . Recon era Mig .
il suo nome, Beel teem quello della sua digni . BEER-ELIM , ovvero Puteus-Elim. V. in
tà , che da alcuni viene ritenuto, che corrispon- Isaia , cap. 13, vers. 8. Significa il pozzo dei
desse a consigliere, ovvero segretario od inten principi , e, secondo ogni apparenza, è quello
dente delle finanze. Questi era un capo degli stesso, di cui è fatta menzione nel libro dei
uffiziali del re di Persia , che comandavano Numeri, al capo vigesimoprimo, ove è denomi. .
nella Samaria e nella Palestina . Scrisse ad Ar nato pozzo dei principi . Cal,
taserse soprannominato Smerdi od Oropaste, BEERF. Dalla Genesi, al capo vigesimose
successore di Cambise , per opporsi alla rico sto, abbiamo, che questi era il padre di Giu.
struzione del tempio di Gerusalemme. La sua ditta moglie di Esai . Cal.
Jeltera ebbe l'effello desiderato ; poichè Arla BEERI . Nel capo primo del profeta Osea
serse inviò ordini di sospendere quella costru troviamo, che questi era padre del profeta sud
zione. Can. detto . Cal.
BEEL-ZEBUB ( Dio mosca ). Divinità ado BEEROTH , ciltà dei Gabaoniti, ceduta in
rata dagli abitanti di Accaron . Si disputa sulla seguito alla tribù di Beniamino. Eusebio dice,
forma e qualità di questo ridicolo nume, che che era wata selle miglia da Gerusalemme
avea un lempio ed un oracolo celebre ad Acca- verso Nicopoli ; e s. Girolamo, invece di Nico
ron . Ocozia, re d'Israele, essendo caduto , in poli, legge Naplusa ; ma Reland preferisce la
conseguenza di che riportò una grave ferita , lezione di Eusebio. Mig .
in við a consultare Beelzebub, per sentire se BEGA (S. ) , detta anche Bees, trasse i na
guarirebbe di sua ferita. tali in Irlanda sul principio del secolo VII , o
Nel Nuovo Testaipento Beelzebub è spesso sulla fine del VI . L'amore per la solitudine
chiamato il principe dei demqpii. la indusse a rinunziare a tutte le comodità
Alcuni commentatori vogliono, che il nome della vita , affine di ritirarsi in un eremo, ove
di Beelzebub non sia il vero nome di questa esercitossi nelle pratiche di penitenza e di pie
divinilà, ma che invece fosse chiamata Beel- tà. In seguito fondo i monasteri di Copeland ,
samim , il dio del cielo , ma che gli Ebrei per Heorihn ed Harthlepole. La sua morte avven
derisione gli diedero il nome di Dio mosca . Al ne a Calcaria poco dopo la metà del secolo VII ,
tri vogliono, che si chiamasse cosi , perchè di- ed il suo corpo fu trasportato a Whilbie, ove
fendeva gli Accaroniti dalle mosche, che gli in un tempo si reca va gran numero di devoti
festavano. Infine altri ritengono, che in Acca- a venerarlo. MOR .
ron si adorasse una mosca , e la figura di essa ; BEGABAR, ciltà al di là del Giordano, pa
e questa è l'opinione, che sembra più vera. In- tria del profeta Nahum . Forse la stessa che
falli nella Sapienza si legge, che Dio puni i Belabara. Cal.
760 BEGARDI-BEGARDI o BEGUARDI
BEGARDI ( Begguars o Beggars ). Nome, abito e soggeltarsi a pratiche parlicolari, con
che ne' Paesi Bassi si dà ai religiosi del terzo formi al loro gusto, o all ' idee, che si erano
ordine di s. Francesco . Tale denominazione, formale della perfezione cristiana . Per piacere,
verso la melà del secolo XIV , indusse il vol . o per politica alcuni di questi divoli si uniro
go a ritenere, che gli eretici chiamati Begardi no, e formarono ,diverse società in varii sili ,
o Beguardi, condannati da Papa Clemente V ove s’incontravano, Per l'abuso e la ipocrisia,
nel concilio di Vienna l'anno 1311 , apparle- propri dell'umana superbia in tali società , de
nessero all'Ordine francescano. Tale errore rivarono diverse selte in Germania , in Fran-*
determino il successore di quel Pontefice, Gio- cia ed in Italia , ed erano conosciute solto il
vanni XXII , a replicar la condanna degli ere nome di Begardi, Frerotz, Fralicelli, Dulci
tici Begardi, aggiungendovi l'espressa dichia- nisli, Bizzocchi, Apostolici, ec. Tulle queste
razione, non appartenere essi all'ordine di s. selte si formarono separatamente, e non ave
Francesco . MOR. vano capo comune . Per quanto pare, i Frerotz
BEGARDI O BEGUARDI, falsi spirituali , che e i Dulcinisti hanno avuto un capo particola
manifestaronsi in Germania sul cominciamen re per ciascheduno, ma i Begardi si formarono
10 del XIV secolo; e si diffusero poi anche in dalla riunione di diverse persone, uomini e
llalia ed in Francia. donne, che pretendevano di vivere più perfet.
Niente aveva più contribuito ai progressitamente degli altri fedeli :
degli Albigesi , dei Valdesi e delle altre sette, Vi era, secondo i Begardi , un grado di per
che erano insorle nel XII e XIII secolo, che fezione, a cui dovevano aspirare lutti i cri
l'apparente regolarità dei settarii, e la vita li- stiani, ed oltre il quale non si poteva andare ;
cenziosa di molti callolici e di una parte del poichè senza di questo sarebbe necessario am
clero. Fu pertanto conosciuto, che bisognava mettere nella perfezione un progresso in infi
far vedere , che lutte quelle virtù , onde i nito, od avrebbero potuto esservi degli esseri
seltarii faceano pompa, erano praticate dai cat- più perfetti di Gesù Cristo, la santità del qua
tolici veracemente ; mentre i seltarii le eserci, le, come uomo, era stata limitata .
tavano per ipocrisia. Siccome i Valdesi profes Allora quando l'uomo era arrivalo all'ulti
savano di rinunziare ai loro beni, di condurre mo grado di perfezione possibile all'umanità ,
una vila povera , di applicarsi all'orazione, al . non avea, secondo essi , più bisogno di chieder
la lettura della Scrillura santa , alla medita: la grazia , nè di esercitarsi in alli di virtù , ma
zione e di praticare letteralmeple i consigli del diveniva impeccabile, e godeva in questa vila
Vangelo, cosi molli buoni cattolici si diedero della possibile beatiludine.
con più ſervore a dispensare le loro ricchezze I Beyardi tendenti , o giunti all'impeccabili
ai poveri, lavorare con le proprie mani , medi- tå, formavano una società di persone , che si
tare la Sacra Bibbia , predicare contro gli ere amavano più teneramente degli altri : essi si
tici , mantenere la continenza. Tali furono accorsero di aver un corpo, che non era del
i Cattolici Poveri , Umiliati. tutto libero dalla tirannia delle passioni , e
Queste uoioni , approvate o favorite dai Som- queste passioni essendo vive, come sempre lo
mi Pontefici , fecero nascere in molti cattolici sono nelle società dei fanatici, fu forza di ce
zelanti il desiderio di formar de’nuovi slabili. dere al torrente, e cercare un mezzo, onde scu .
menti religiosi , e non si videro quindi , che sare la propria disfalta.
delle nuove società, le quali si gloriavano tut . Essi perciò distinsero nell’amore la sensua
te diuna maggior perfezione dell'altre, o d'una lità, o la voluttà , dal bisogno ; il bisogno era ,
perfezion differente. In quel secolo si fondaro, secondo essi, un comando della natura , a cui
no i quattro ordini mendicanti, quello del Ri . si poteva obbedire innocentemente : ma fuori
scatto degli schiavi , l'ordine della Madonna , d'un tale bisogno ogni piacer dell'amore era
quello della Mercede, i Serviti , i Celestini, ec. un delitto. Questi errori furono condannati
Se ne sarebbero visti anche molti altri , se il nel concilio di Vienna sotto Clemente V, l'an
concilio Lateranense non avesse vietato d'in- no 1311 .
ventarsi nuove regole, o di stabilire nuovi or Si riduce la loro dottrina a olto articoli , i
dini religiosi. quali procedono immediatamente tutti dal lo
Questa emulazione di distinguersi con qual . ro principio fondamentale, cioè, che l'uomo in
che pratica singolare di devozione dominava questa vita possa giugnere all'ultimo grado di
anche nel XIV secolo, e si vide una mollitu , perfezione possibile all'umanità.
dine di privati assumere differenti forme di 1. L'uomo può acquistare in questa vita un
BEGA - BEGHINE 761
tal grado di perfezione, da riuscire impeccabi BEGA ( S. ) , fioriva nel secolo VII . Era fi
li e fuor di stato di crescere in grazia . glia di Pipino di Landen e sorella di s . Gel
JI . Quelli , che sono giunti ad una tal per- trude diNivelle. Essendole stato ucciso il ma
fezione non devono più digiuvare , nè fare o rito Ansegisio , mentre era alla caccia, prese
razione, perchè in tale stato i sensi sono tal- la risoluzione di abbandonare il mondo e di
mente soggettati allo spirito ed alla ragione, consacrarsi intieramente al suo Dio . Fece un
che l'uomo puó accordare al suo corpo tutto pellegrinaggio a Roma, ed al suo ritorno fon
ciò che gli piace. dò sette cappelle ad Anden sulla Mosa . Nello
III . Quelli, che sono giunti ad un tale sta- stesso luogo edificò un monastero, ed ottenu
to di libertà , non sono più soggetti ad ubbi- te da santa Geltrude alcune religiose , le go
dire , nè tenuti a praticare i precetti della vernò con molla prudenza e con zelo vera
Chiesa . mente ammirabile. Il numero delle vergini ,
IV . L'uomo può giugnere alla beatitudine che venivano a mettersi sollo la sua direzio
finale in questa vita , ed ottenere lo stesso gra- ne, andava di giorno in giorno crescendo, e
do di perfezione, che avrà nell'altra. rese ben presto celebre il nome di quel ritiro ,
V. Ogni creatura intelligente è naturalmen- il quale col progresso del tempo venne can
te beata, e l'anima non ha bisogno del lume giato in un capitolo nobile, composto di tren
della gloria per elevarsi alla visione e al godi- tadue canonichesse, e di dieci canonici per of
mento di Dio . ficiare all'altare. Finalmente Bega , dopo una
VI . La pratica delle virtù è per l'uomo im- vita tutta consacrata alla gloria di Dio, ter
perfetto , ma l'anima perfetta si dispensa dal minò la sua carriera nell'anno 698. Il marti
praticarle. rologio ne fa menzione nel giorno 17 dicem
VII . Il semplice bacio d'una femmina è un bre. Mor.
peccato mortale ; ma un atto impudico con es BEGHINE. Parola intorno alla quale vi fu
sa non è peccato, quando vi si sia sforzati dal rono molte dispute, pensando gli uni , che de
bisogno. rivi da santa Bega ( V.) ; altri invece afferman
VIII . Mentre si fa l'elevazione del corpo di do, che le Beghine sono così chiamate dal no
Gristo, non è necessario, che i perfetti si al me di un prete di Liegi , addimandato Lam
zino, o che gli usino alcun atto di rispelto , berto , e per soprannome le Begue ( il Balbo ) ;
perchè sarebbe un'imperfezione in essi il di- altri, finalmente avvisarono, che venga da una
scendere dalla purità e dall'altezza della loro specie di cuffia chiamata Beguin . Ma niuno di
contemplazione per pensare al sacramento del- questi sentimenti è abbastanza sicuro, essen
l'Eucaristia , o alla passione di G. C. do noto, che già nei primi secoli della Chie
Secondo Emerico , i Begardi avevano anco sa , donne e fanciulle pie vivevano modesta
ra degli altri errori , e alcuni pare che se gli ab- mente ritirate dal mondo una vita divota ,
biano pensati, per giustificare i loro principii senza essere perciò vere monache, come nol
contro le difficoltà, che loro si opponevano : sono le Beghine , le quali non fanno, che voti
tale è la proposizione, che afferma, non esser semplici ed a tempo.
l'anima che informi il corpo: proposizione Nei Paesi Bassi eravi gran numero di que
tendente a spiegare l'impeccabilità, o quella ste Beghine, e principalmente ad Anversa , do
specie d'impassibilità, cui tendevano i Begar- ve già si trovavano nel 1240 ; ve ne erano di
di, col supporre, che l’anima potesse separar- due specie: le une raccolte in' un medesimo
si dal corpo. recinto fuori delle mura della città ; le al
La condanna degli errori di questi fanatici tre fuori del recinto, e per lo più nella casa
licenziosi , avvenuta, come si è già indicato , paterna ; ma non facevano voti perpetui , e
nell'anno 1314 , non tolse però la setta, che conservavano il godimento dei loro beni; ob
anche nel secolo XV esisteva , sebbene sotto bedivano a superiore , e vestivano abiti bigi
altre denominazioni; che anzi a quest'epoca e modesti, che dopo il 1324 mutarono in
scosso avevasi ogni pudore, e volendo imitare neri ; il loro instituto non ha mai formato un
lo stato primiero di natura nelle loro congre- ordine religioso : esse avevano in mezzo al
ghe, furono chiamati Adamiti . Da ciò si vede proprio recinto una chiesa particolare con un
con quanta verità i padri antichi della Chiesa cappellano. Nel 1247 ottennero facoltà di es
attribuirono le stesse turpitudini ai Gnostici . sere seppellite in un cimitero separato, atti
Gli uomini però sempre si rassomigliano, chè guo alla chiesa , mediante annuo canone di
le stesse passioni. producono gli stessi effetti, tre denari , che ciascuna Beghina pagava ai
nè per cangiar di secolicangiasi la condizione canonici d' Anversa il giorno della Trinità .
delle umane generazioni nel peccato concet- Nel recinto si trovavano pure due inſer
te. BERG . miere , una per le Beghine, che vi risiedo- ·
Encicl . Eccles. Vol . 1. Fusc. XII. 96
762 BEGUAL - BELCASIRO

vano, l'altra per quelle , che stavan fuori . I successivi per una cronologia , che pubblico,
vescovo di Cambrai, cut allora apparteneva la quale incominciava dalla creazione del mon
Anversa , loro permise nel 1315 di far dire do e s'estendeva sino alla rovina di Geru
messa nella cappella dell'infermeria. salemme avvenuta per opera di Tito Vespa
Queste buone femmine ebbero nei primi siano. Ric .
anni del medesimo secolo a sopportare non BEIA (Francesco Luigi). Questo professo
pochi travagli : alcuni novatori chiamati Be- re di sacra Scrittura e lettore di teologia del
gardi , seguitati da uno stuolo di femmine , l'ordine di s. Agostino, che fioriva nel secolo
chiamate Beghine, cominciarono a spargere in XVI , e nei principii del XVII, lasciò alcune
materia di fede errori perniciosissimi, affet- opere, le quali trattano di morale, e porgonó
tando molto pratiche esteriori di pietà. Que- molto aiuto ai direttori delle coscienze. Tali
st'eresia , che serpeggiava in Germania, altirò sono i suoi Responsa casuum conscientiae ; De
l'attenzione del concilio di Vienna , il quale contractibus librariis; De venditionc rerum
nel 1314 riprovando quegli errori , aboli tut- fructuosarum ad terminum ec. Sim .
te le congregazioni conosciute sotto il nome BEIZA o Beizati, voce ebraica, che signi
di Beghine. Le Beghine di Anversa, comprese fica un ovo , od una certa misura usata fra gli
nell’anatema per la sola somiglianza del no- Ebrei . Dicono, che l'ovo contenesse la sesta par
me , s'indirizzarono alla Santa Sede , per ot- te del log, e per conseguenza tre pollici cubici,
tenere giustizia dal Papa. Giovanni XXII in 678895
caricò il vescovo di Cambrai di pigliar dili- e la frazione -- Il beizat è anche una
genti informazioni sui loro costumi , sulla lo 2114907
ro ortodossia ; fu riconosciuta la loro inno- moneta d'oro persiana del peso di quaranta
cenza , e n'ebbero solenne dichiarazione dal dramme ; e da questa parola fu formato il be
vescovo nel 1324 . BERG . sam , il quale valeva due denari , ed il danaro
BEGUAI , un capo di famiglia, i cui figli venti o venticinquedramme. I Persiani dicono
ritornarono da Babilonia con Zorobabele in che Filippo re di Macedonia doveva pagare a
numero di 2056 , ovvero 2064. Oltre a que Dario in tributo mille beizat od ovi d'oro , e
sti , altri 72 suoi discendenti ritornarono in che Alessandro il Grande, successore di Filip
seguito con Esdra . CAL. po, ricusò di pagarli, dicendo che l'uccello
BEHEMOTH . Giobbe parla di un animale, che faceva queste ova, era passato all'altro
che chiama Behemoth , e delle cui proprietà fa mondo. Cal .
una lunga descrizione. Bochart ha fatto gra BEL . Fu il primo re di Babilonia, cui do
vissimi studi per dimostrare , che Behemoth po morte vennero tributati onori divini . Il
corrisponde all'ippopotamo. Sanzio lo ritiene profeta Isaia, al capo quadragesimosesto, mi
invece per il bue . Molti Padri intendono, che naccia Bel di romperlo e di stritolarlo. L'esi
Giobbe parlasse del demonio ; ma l'opinione stenza di questo re padre di Nino è segnata
della maggior parte degli interpreti quella si dall'Usserio sotto la giudicatura di Samgar ,
è , che Behemoth altro non sia che l'elefante . verso l'anno del mondo 2682 . Cal.
In ebreo questa voce significa in generale del BELA , figlio di Beor , re di Denaba nell'I
le bestie e quelle soprattutto, che prestano ser dumea orientale. E detto anche Bale. Cal .
vizio . I rabbini insegnano, che Behemoth è il BELA , figlio di Beniamino , e capo della fa
più grande degli animali quadrupedi creati da miglia dei Belaiti , il quale ebbe cinque figliuo
Dio , e frammischiano poi il favoloso a tale li, che furono altrettanti capi di famiglia.
opinione. Ma comunque, come dicemmo, l'opi- E detto anche Rale. Gal .
nione comune ritenga, che debbasi con questo BELAITI o Balaiti. Questi sono i discen
nome intendere l'elefante, tuttavia molti dot- denti di Bela o Bale, come leggiamo nel libro
ti , tra ' quali il Franz , Ludolf , il p. Houbi- dei Numeri al capo vigesimosesto.
gant, Scheuchzer, Rosenmüller, Herder e Vi . Cal.
rey , credono col Bochart, che questo sia l'ip BELALITE o BELESASA, sede vescovile del
popotamo. Cal . la Numidia, il cui vescovo, di nome Adeodato,
BEHERIN . Sede vescovile poco discosta da intervenne alla conferenza di Cartagine .
Charnus, che dipendeva da Maphrien . Nel Cal .
l'anno 846 Giorgio Giacobita , che fu poscia BELAMIA , Belamia , specie di vestimento
deposto, reggeva qual Vescovo questa dioce o tunica, della quale si fa menzione nel capo
si . OR . CR . secondo della regola di Fontevrault, scritta da
BEHM ( Giovanni) , nato nell'anno 1578 , Roberto d'Arbrissel.
morto nell'anno 1648. Questo teologo meritò CAL .
celebrità non solo al suo tempo , ma anche nei BELCASIRO 0 BELICASTRO , città d'Italia ,
BELEM-BELLARMINO 763
mella Calabria ulteriore , il cui vescovato si scovo della quale si recò alla conferenza di
vuole che sia stato erelto dai Greci; s'ignora Cartagine, ed un altro, chiamato Donalo, sot
però in qual tempo avvenisse questa erezio- toscrisse gli atti del concilio di Cabasussa, ce
ne . BER. lebrato nel 395 sopra Primiano vescovo di
BELEM DE PARA ( Belemen de Para ). Cit- Cartagine. S'ignora però a qual provincia Be
tà con residenza vescovile nel Brasile, capo- linia appartenesse. Com.
luogo della provincia dello stesso nome. Ha BELLARMINO ( Roberto) . cardinale, arci
molte chiese e conventi , ed una bella catte vescovo di Capua , nacque in Monte Pulciano 1
drale. Il palazzo dell'episcopio ed il semina- (Toscana) il giorno 4 ottobre 1542. Egli era
rio occupano l'antico collegio de' gesuiti . Que- nipote, dal lato materno , del Pontefice Mar
sta città dell'America meridionale fu fondata cello II. Nella età di diciott'anni risolvette di
nel 1615 da Francesco Caldeira di contro al- dedicarsi a Dio, ed entrò nella compagnia di
l'isola di Marajo, mentre la Spagna domina- Gesù il 20 settembre 1560. Tali furono i
va il Portogallo. Com. progressi , che ei fece nelle scienze e nella pie
BELEUS , o Belus, piccolo fiume della Ga- tà, che, essendo ancor diacono, meritò gli fos
lilea , che sbocca nel Mediterraneo , e poco lun se commesso l'incarico della predicazione. Ri
gi da 'Tolemaide. Plinio asserisce , che ha la cevuta nell'anno 1569 l'ordinazione sacer
sua sorgente in un lago, chiamato Cendevia ; dotale , nel susseguente copri la cattedra di
ed in questa opinione concorrono anche Gio- teologia in Lovanio , ove predicava nell'idio
seffo e Tacito. Le sabbie di questo fiume era ma latino , e con tanta ripulazione, che i Pro
no raccolte siccome materia opportuna alla testanti venivano dall'Olanda e dall'Inghil
confezione del vetro ; ma gli autori della guer- terra per ascoltarlo. Dopo aver soggiornato
ra santa non fanno di essa menzione, che per sette anni nei Paesi Bassi, ritornò in Ita
come di cosa fuor d'uso al tempo loro, e che lia, ove fu eletto dal Pontefice Gregorio XIII
non si conosceva , se non dagli scritti degli a dar lezioni di controversia nel collegio da
antichi . Mig . lui novellamente fondato. Adempi egli con
BELGA, capo della quindicesima compa- tanta lode all'incarico affidatogli, che allor
gnia dei sacerdoti, stabilita da Davide. Era quando Sisto V inviò il cardinale Enrico Ca
questi un discendente del sommo sacerdote jetano come nunzio apostolico in Francia, al
Eleazaro figlio di Aronne . - Con tal nome tempo della lega, volle che egli avesse seco, a
chiamavasi anche uno dei principali sacerdo- teologo della legazione, il Bellarmino, pel ca
ti , che tornarono dalla schiavitù con Zoroba- so che vi fosse necessità di entrare in disputa
bele: ma forse, conforme all'opinare di alcu- coi Protestanti di quel regno. Dimorò colà
ni, era lo stesso , che il seguente Belgai. dodici mesi, dopo cui fece ritorno a Roma,
Mig . e fu per gradi promosso a varii distinti of
BELGAI, della stirpe sacerdotale , uno di ficii nella sua compagnia , e ad onori nella
quelli, che segnarono l'alleanza col Signore corte pontificia , e ciò a merito di sue virtù
al ritorno di Babilonia, al tempo cioè di Nee- e del suo sapere, finchè nel 1899 il Ponte
mia . Cal . fice Clemente VIII lo insigni della porpora ;
BELIAL . Questa voce, puramente ebraica , e compiuti appena tre anni da questo in
significa un uomo, che nulla vale , un malva- nalzamiento, fu assunto all'arcivescovato di
gio, un uomo , che non vuole sopportare il Capua. Non appena seppe la sua elezione no
giogo, un disobbediente, un ribelle . Così nella vella, che tosto rivolse la mente ed il cuore
Scrittura si dà il nome di Belial agli abitanti alla novella sua sposa ed al suo gregge , e ,
di Cabaa, che abusarono della moglie del Le- lasciata Roma , a quella recossi , ove diffuse
vita . Ofni e Finees figli del gran sacerdote quel lume, che sfolgorava in lui , atto a gui
Eli si chiamano anche figli di Belial a cagione dare i popoli nel sentiero della vita. Come
dei loro delitti , e della maniera indegna, con avvenne nell'anno 1605 la morte di Cle
cui si diportavano nel tabernacolo del Si- mente VIII, per dover del suo grado gli fu
gnore . forza lasciar la sua chiesa per recarsi a Ro
Alle volte prendesi il nome di Belial per ma a seder nel conclave. Assistette egli alla
indicare il demonio . Per esempio, s . Paolo di- elezione di Leone XI ed a quella di Paolo V ;
ce : Qual accordo vi ha mai fru Gesù Cristo e ma come quest'ultimo Pontefice, che cono
Belial ? Lo che dimostra, come al suo ' tempo sceva quanto il Bellarmino valesse, ed aveva
gli Ebrei comunemente sotto di questo nome pari stima di lui , quanta ne era la «cogni
intendevano il demonio nei luoghi dove si zione, che ne teneva , volle ritenerlo appres
legge nell'antico Testamento . Gal . so di sè , egli dovette per obbedienza al sud
BELINIA . Città vescovile d'Africa, un Ve- premio Gerarca abbandonare la sua residenza
764 BELLARMINO

di Capua. Sommo fu il rammarico dei suoi ove ne parla sotto questo titolo : Controvera
figliuoli a questa nuova , i quali vedevano, nel siarum . 3. Purgutissimi juilicii criticus, quiu
loro Cardinale Arcivescovo, un tenero padre, latitare voluit sub nomine Lamindi Prilanii
un affettuoso pastore , uno splendido lumina- in Reflexionibus super bono gustu artium
re opportuno a condurli nelle vie della salute; et scientiarum , pag. 2 , de celeberrimis Bel
e questo dolore in essi aggravossi, allorchè larmini Controversiis sermonem furiens, haec
seppero come eyli , persuaso di non poter con- ferme scribit : « Quisquis sapienlissimi hujus
servare il governo di una diocesi, nella quale Purpurati , bono gustu praediti , theologicu
non soggiornava , vi rinunziò affinchè da al- scripla evolverit , atque attente contemplatus
tro pastore, sempre presente , venisse meglio fuerit , haud polerit non facile agnoscere , quod
governata e diretta . Dal momento , che fece nobilissimus scriptor optimu usus est melhodo
la rinunzia all'arcivescovato di Capua, tutto ad haereses confulandus , et theologiae con
si dedicò agli affari spettanti alla Sede Pon- troversius decidendus : media enim ad hunc
tificia . Fu nella trattazione di questi, dove finem , et necessaria et idonea, el quae pos
dimostrò quello zelo , che lo congiungeva sunt esse sufficientia ad victorium urma, sunt
strettamente al soglio di Pietro, quella illu- Rutio el Auctorilus, Philosophia et Erudilio:
minata dottrina pella quale con somma pe- alque iis ubique armatus procedil haeresum
rizia ogni impiego adempieva, quella perspi- debellator strenuissimus : argumentalur enim
cacia e prudenza , pella quale sapeva condurre fortissime, diligentessime Patrum , Concilio
le cose all'ottimo fine desiderato , infine quel- rum , aliorumque veterum scriptorum sensus
la instancabile allività , per cui un solo mo scrulutur : atque nullum thcologiae locum
mento egli non perdeva , che potesse occupa- praelermillit , cx quo non desumat idoneum
re pel bene della Chiesa . E fu in mezzo a causue suae patrocinium . Accedit laudatissi
tante fatiche , che lo aggravavano , che egli mo scriptori mediocris saltem peritia hebrai
nel 1621 si senti sorpreso da tal malore , ci et graeci sermonis, quue ad convincendos
che gli era d'impedimento a progredire nella modernos praesertim haereticos , qui passim
carriera, in cui si trovava . Uscito per tanto ad eurum linguarum codices prococure solent
dal Vaticano nel giorno 16 agosto di quello ipsos impugnantes, videlur vel prorsus ne
anno , si ritirò nella casa del noviziato dei cessaria , vel ul minimum utilissima . Ipsi
gesuiti di S. Andrea ; chè sempre il suo af- scriptoris methodus, quamvis, pene scholasti
ſetto fu pella compagnia, cui erasi ascritto ca , clegans est aptaque legentium animos de
nella sua giovinezza . Quivi , più che al cor lecture. Orio ci oplimus , et singularis mo
po, attese allo spirito, poichè fu sua cura e- destiu . Cueteraque omnia immortali laude di
sercitarsi nella virtù , e nella perſezione. In- gnissima. Desiderat lamen censor ud abso
tanto il suo male aggravavasi , e nei suoi ma lulum operis perfectionem , ut id ab aliquo
lori egli ebbe il conforto di essere consolato critico hujus rei gnaro in nonnullis expur
da una visita , che gli fece il pontefice Gre- getur , iis allegationibus expunctis , quibus
gorio XV . L'ora però del suo transito era fis- quaedam opera Patribus attribuantur , quae
sata negli eterni decreti pel giorno 17 sel- minime scripserunt . » Il Cardella poi nel
tembre 1621 , giorno in cui spirò nel bacio suo Compendio della storia della bella lette
del Signore in età di anni settantanove, la- ralura greca , latina ed italiana , al tomo 2 ,
sciando superstite il suo nome negli erudili cosi scrive di quest ' opera del Bellarmino :
e profondi suoi scritti , di cui ora diremo Si trova nella medesima riunito sotto di
qualche cosa . un solo aspetto , quanto le Scritture ci di
La sua opera principale è il Corpo di con cono del dogma cattolico , quanto ne hanno
troversia ,che fu per la prima volta stampato a stabilito i Papi ed i concilii , e quanto ne
Ingolstadt in tre volumigli anni 1587 , 1588 , hanno insegnato i Padri , e creduto i ve
1590 , mentre egli ancora viveva , opera , che scovi ed i teologi dei secoli tutti . Ivi non
poscia egli stesso rivide , e di cui fece eseguire solo concorrono e lettura di qualsiasi genere
una seconda edizione a Venezia , cui tenne die- di libri sacri e profani , e cognizione di sto
tro un'altra all'intuito consimile in Parigi ria , e perizia di lingue, e maneggio di auto
l'anno 1602 , e quella del Triadelfi uscita pa- rità, e copia di erudizione, e profondità ed
rimenti in Parigi l'anno 1608 , in quattro vo acutezza di raziocinio ; ma ancora vi si scor
lumi, corretta ed aumentata dietro un opu- ge una forza e robuslezza tale nello stringe
scolo pubblicato in Roma dal medesimo Bel re gli avversarii per mezzo delle sue prove ,
larmino nell'anno 1607. Di quest'opera ecco e nel conquiderne le obbiezioni , che tutta
ciò che dice il p . Michele da S. Giuseppe nella la gran macchina innalzala contro la cre
sua Bibliografia crilica, in fol., Mair., 1741 , denza cattolica dai Calvinisti , dai Lutera -
BELLARMINO 765
ni e da tutti insieme gli eterodossi , cade e ro vasi l'esistenza , e si descrivono le circostan
vina incontro alle inville ed insuperabili ra- ze ; la quarta si riferisce alla beatitudine ed
gioni del Bellarmino. Non è perciò maraviglia al culto dei Santi . Il terzo tomo delle contro
se le opere di lui furono ai suoi tempi cosi versie tratta dei Sacramenti in generale ed in
lemute dai Protestanti, che eressero una cat- particolare. Sono in esso discusse le materie ,
tedra per confutarle : e se dai Giansenisti sien- che hanno rapporto alle controversie cogli
si volute proscritte dalle pubbliche librerie .» eretici , dei quali si espongono e si combatto
Ora a dare qui un'analisi di queste Con no gli errori ; e vi si leggono i due trattati ,
trcversie seguiremo la edizione del Triadelfi. l ' uno sulla Messa e l'altro sulle Indulgenze.
Il primo tomo pertanto contiene tre contro- Il quarto volume tratta del peccato originale,
versie generali : la prima sulla parola di Dio , della necessità della grazia , del libero arbi
la seconda intorno a Gesù Cristo capo della trio , della giustificazione , del merito , delle
Chiesa, e la terza intorno al Sommo Pontefi- buone opere, ed in modo speciale dell'orazio
ce, alla quale è aggiunta una dissertazione ne , del digiuno e dell'elemosina. In esso
sulla traslazione dell'impero. La parola di l'autore confuta l'errore dei Protestanti in
Dio, osserva il Bellarmino nella prima delle torno alla grazia : prova contro i Pelagiani la
accennate controversie, è o scritta o non iscrit- caduta dell'umana natura, ed il bisogno, che
ta . La scritta si legge nell'antico e nel nuovo ella ha della grazia per risorgere ; e finalmen
Testamento, di cui l'autore difende la cano te discute le quistioni insorte fra i teologi
nicità, e riſerendone le differenti versioni , as- scolastici . Havvi in fine di questo volume al
serisce, che la sola Chiesa ne è la legiltima cune questioni di morale, e di disciplina , in
interprete. La non iscritta si contiene nella torno alle ore canoniche , ed all'obbligo di re
tradizione, di cui egli difende la necessità , citarle, intorno al precetto del digiuno ecc . ,
l'esistenza e la verità della Chiesa , e rispon- coll'aggiunta di un giudizio o censura sul li
de a tutto quello che si può opporre dai Pro- bro intitolato : Concordia dei Luterani, ed una
testanti. La seconda controversia generale si breve apologia di questa censura.
aggira intorno a Gesù Cristo , capo di tutta Oltre quest'opera delle Controversie , il
la Chiesa : in essa è provata la divinità di Bellarmino ne compose molte altre, che fu
Gesù Cristo contro gli Ariani ; vi è pure di- rono stampate in due volumi in fol. a Colo
feso il mistero della Trinità , stabilita la pro- pia nell'anno 1617. Il primo contiene i suoi
cessione dello Spirito Santo e l'aggiunta del Commentari sui Salmi ed i Sermoni. I com
filioque giustificata contro la opposizione dei menti sui salmi sono un'opera pregevolissi
Greci . La terza controversia si riferisce al ma. Vi si notano le differenze fra il testo e le
Sommo Pontefice. Bellarmino sostiene in que- versioni, ed è spiegato il senso letterale del
sta , che il governo della Chiesa è puramente testo. L'autore mira , al pari di Genebrardo,
monarchico, che s . Pietro ne era il capo , e ad accordare in molti passi il testo ebraico
che i Papi succedettero a lui in tal diritto ; colla Vulgata . I sermoni sono piuttosto lezio
che eglino sono infallibili nei loro giudizii ni di teologia , che discorsi convenienti al per
dommatici, ecc . Il secondo volume contiene gamo. Il secondo volume contiene gli altri
quattro controversie generali ; la prima sui opuscoli del Bellarmino . Precede gli altri il
concilii e sulla Chiesa ; la seconda intorno ai trattato sugli Scrillori ecclesiastici, che fu più
membri della Chiesa ; la terza della Chiesa volte ristampato, e del quale il Cardella, loc.
purgante ; la quarta della trionfante. Parla cit. , parla nel modo seguente : « Si può con
poi dei concilii , e ne annovera diciolto gene- siderare come un pregevol compendio di sto
rali approvati, otto riprovati , e sei in parte ria ecclesiastico -letteraria. È un'opera scritta
approvati, in parte non approvati, fra i quali colla maggior critica , precisione ed aggiusta
pone quelli di Francoforte , di Costanza e di tezza , che allora si poteva desiderare , e di
Basilea, e quello di Pisa dell'anno 1509 , che sommo credito ed utilità anche ai di nostri .
ei dice non essere stato nè approvato , nè ri- « Ed infatti ba saputo in essa il Bellarmino di
provalo . Al Papa, dice , è riservata la facoltà stinguere mirabilmente il vero dal falso , di
di convocarli e di approvarli . Nel terzo libro scernere le opere genuine degli autori dalle
del medesimo volume trattasi della visibilità supposte , e ciò tante volte senza altra scorta,
e della indefeltibilità della Chiesa militante , che quella del suo giudizio e della sua mente ;
e dei segni , che servono a farla riconosce- stenderla con la maggior diligenza ed accura
re . La seconda controversia contenuta in que- tezza , fiancheggiarla con esattissima eradizio
slo volume versa intorno ai membri della ne , ed abbellirla per fine coll'eleganza e puri
Chiesa , ai cherici , ai monaci ed ai laici ; tà dello stile . Che se anche egli è caduto in
la terza parla del Purgatorio , di cui pro- qualche errore , ciò devesi altribuire alla
766 BELLETTO - BELLUNO
difficoltà di lumi , che si aveva in quel tem- che significa non solamente bellezza , ma che
po sopra alcune materie , e che si sono suc- preodesi anche di sovente per una dimora.
cessivamente acquistati . » Seguono a questo Leggesi ne' Salmi, che il Signore amo la bel
scritto i trattati sulla traslazione dell'impero, tà di Giacobbe, cioè il suo tempio, la sua di
sulle indulgenze, sul culto delle immagini , e mora , che egli scelse in Giacobbe : Elegil no
sul giudizio dato dal libro già citato Concor- bis haercdilatem suam , speciem Jacob , quam
dia dei Luterani . Si leggono altresi in questo dilexit. Si può spiegare nell'egual senso an
ultimo volume quattro Memorie sull'affare di che il versetto secondo del Salmo quadragesi
Venezia a motivo dell'interdetto di Paolo V, monono, in cui si legge : Ex Sion species de
e delle opposizioni di fra Paolo Sarpi , due coris ejus , ed anche il versetto decimoterzo
trattati contro Giacomo 1 della Gran Bre- del Salmo sessagesimosettimo , ove sta scrit
tagna ; un trattato sul potere del Pontefice to : Speciei domus dividere spolin , in cui il to
contro Guglielmo Barclai. Vi si trovano pu- sto ebraico legge : la dimora della casa ; cioè
re inseriti alcuni suoi libri ascetici, poscia quelli , che restarono negli alloggiamenti , di
un trattato sulla residenza dei vescovi, e visero il bottino con quelli che andarono al
sul modo di contenersi verso i principi per la guerra. Il tempio del Signore, ed il suo ta
la difesa della libertà ecclesiastica, e sui be- bernacolo, che sono i luoghi di sua dimora in
ni della Chiesa : opere tutte eccellenti nel riguardo agli uomini , sono parimenti addi
genere loro . mandati la sua dimora. Il Signore diede la
E per ultima osservazione, quasi a corona bellezza degli Israeliti , l'arca del Signore, tra
del merito del Bellarmino , noteremo, che ciò, le mani dei Filistei . Geremia, nel capo trige
che mirabilmente risplende , e quasi spirito simo primo, al verso secondo , dice il tempio
vitale scorre nei suoi scritti, è lo zelo e l'os- Pulchritudo justitiae, mons sanctus ; ed altro
sequio verso la Sede Apostolica; il che, quan- ve lo paragona ad un lione, e lo chiama Pul
to più gli attiró le opposizioni dei nemici chritudinem robustam, a cagione della sua for
della Chiesa, o anche le troppo acerbe censu za . Giobbe dice, che maledisse la beltà del
re dei poco zelanti Cattolici, tanto più ren l'empio, e l'Ebreo, in questo luogo così dal
de questo scrittore degno del sommo onore la Vulgata tradotto, lesse la sua dimora .
nella Chiesa , e gloria specialissima della scien ANT.
za teologica. BELLUNO , nelle provincie Venete, antica
D. V. GIORDANI . ciltà nelle Alpi settentrionali , che sotto ai
BELLETTO. Fucus , pigmentum, cerusa. Romani godea ·la condizione di municipio ,
Questa voce altro non indica, se non una ma- secondo alcuni fü convertita alla fede catto
teria che s'adopera, specialmente dalle donne, lica nell'anno 60 dopo Cristo da s . Prosdo
ad abbellire il viso. Se con l'uso del bellelto cimo vescovo di Padova , che mandato da s.
si mira ad ingannare il prossimo con una Pietro converti quasi tutta la Venezia ; se
falsa apparenza, si dee ritenere sempre ri- condo altri , da s. Ermagora vescovo d'Aqui
provevole , ma non lo sarebbe , se si volesse leia nell'anno 83. E però fuori d'ogni que
occultare un difetto, per esempio per non dis- stione , che ricevette la predicazione delle di
piacere al marito. L'intenzione quindi , come vine verità da Aquileia , e dai discepoli di s.
le altre circostanze, determina , se vi sia pec- Marco, della quale metropolitana fu suffra
cato e la specie e la gravità dello stesso . Sic- ganea. Il primo vescovo di Belluno , di cui
come adunque assolutamente parlando si po- abbiasi memoria, è Teodoro ; dobbiamo però
trebbe usarne a buono od a cattivo fine , cosi osservare una differenza fra l’Ughelli , che
il venderlo non è di natura sua peccato, se scrisse consultando i registri pontificii , e il
non si vende a quelli , di cui si presuma , Piloni, ch'è il più raro e abbondante croni
che saranno per abusarne. sta di Belluno sua patria. Il primo pone due
Ric . Teodori, il secondo uno solo . L'Ughelli poi
BELLEY , Bellicium , città vescovile di attribuisce al secondo Teodoro , che pone al
Francia , un tempo dipendente dalla metro- l'anno, 500 , ciò che il Piloni attribuisce al
poli di Besanzone. La diocesi, eretta nel V l'unico , ch'egli nomina e mette all'anno 185
secolo, comprendeva duecentoventuna parroc- ( Ughelli , Ilal. sacr ., tomo W ; Piloni , Elenco
chia , due abbazie ed otto priorati. Presente- dei vescovi premesso alla cronaca, e ch'è assai
mente conta trentacinque parrocchie e cento- raro) . Questo Teodoro , in cui i due autori
ventiquattro sussidiarie. Nell'anno 1802 fu convengono , era vescovo di Barce, in Egitto,
concentrata colla diocesi di Lione , ma nel e fuggendo dalla persecuzione, passato in Ro
1817 fu ristabilita . SIM . ma, fu mandato dal Papa Marcello come ve
BELLEZZA. Il termine ebraico è Navch, scovo a Belluno , dove portò le reliquie del
BELLUNO 767
martire s . Joathan, in quella diocesi assai ve sua sede per opera di Federico , che voleva
perato . Quindi si conserva non interrotta lut- assoggettare Belluno al patriarca d' Aquileia ;
ta la serie dei vescovi bellunesi, dei quali ac soffri gravi sventure ; ma rimase fedele ad
desso ricorderemo solo qualche cosa , più de- Alessandro , finchè poi, cangiate le cose , ri
gna di essere conosciuta. conciliato collo stesso imperatore , ritorno al
La chiesa di Belluno , nell'epoca luttuosa suo episcopato.
dello scisma per la condanna dei Tre Capitoli , Un'altra illustre memoria ha Belluno nel
fu involta in questo insieme colla sua metro- suo vescovo Gerardo (anno 1183 ) , il quale si
politana Aquileia. Abbiamo memoria del ve- distinse oltremodo per coraggio e magnanimi
scovo Giovanni (anno 564 ) , che fu uno di tà nella difesa dei diritti della sua chiesa e
quei , che ricusarono di obbedire al concilio della sua città , nella discordia , che quasi.si
Costantinopolitano , nella condanna dei tre può chiamare guerra , fra' Bellunesi e Trivi
capitoli. apportando la solita scusa di quegli giani, i quali ultimi avevano rapito le terre ,
scismatici, che ciò si opponesse al precedente e violati i diritti dei primi . Egli stesso, es
concilio Calcedonese , ed invano richiamato sendo anche signore di Belluno , condusse i
dal Papa Pelagio, per ordine di questo fu man- suoi soldati, anche dopo che i Trivigiani osti
dato in esiglio , dove mori . Troviamo poscia natamente ricusavano di sottostare alle dispo
nella storia ricordato il vescovo Lorenzo di sizioni del Sommo Pontefice; e dopo una bal
Belluno , che comparisce con altri vescovi taglia ferito , lasciò la vita , venendo assai
della Venezia e dell'Istria sottoscritto al lj- compianto ; intorno alla cui morte abbiamo
bello mandato dagli scismatici a Maurizio im- una lettera del Papa Innocenzo III.
peratore , dove arrivano ad invocare la sua In seguito sotto il vescovo Anselmo(secon
autorità contro il Sommo Pontefice Gregorio do l'Ughelli nell'anno 1200 , secondo il Pilo
il Grande, per non recarsi al concilio Roma- ni 1208 ) , la chiesa di Belluno fu unita a
no, al quale erano stati da lui chiamati ( Ba- quella confinante di Feltre da Innocenzo III ,
ronio ad an . 590 ), e lo vediamo pure presen- in modo che fossero due diocesi distinte sotto
te al sinodo di Marano, raccolto sotto Severo un solo Vescovo.
patriarca d ' Aquileia , il quale costretto dalla Seguendo poi il corso degli anni troviamo
violenza erasi unito a Giovanni arcivescovo vescovo nel 1320 Manfredi di Collalto, il quale
di Ravenna , che condannava i tre capitoli , e essendo stato eletto per rimediare ai mali fat
poscia dinanzi a quel sinodo scismatico pro- ti da un cotale Guiccellone da Camino, tiran
testo contro , e dichiarossi ancora contrario a no di Belluno , fu miseramente ucciso a tra
quella condanna. dimento da costui, mentre entrava a prendere
Nell'anno 950 , il vescovo Giovanni si di- il possesso . Il Papa allora voleva per puni
stinse nelle imprese gloriose di guerra , nel zione lasciare Belluno per vent'anni priva
fabbricare castelli, nel conservare il proprio dell'onore della cattedra vescovile ; ma poi ,
territorio e nell'estenderlo ; imperocché si mosso dalle istanze , rimise il rigore.
deve ancora sapere , che il vescovo di Belluno Sotto il vescovo Enrico Scaranza , che in
avea temporale giurisdizione sulla città e sul tervenne al concilio di Costanza , uomo assai
suo territorio , era conte, e veniva chiamato pio e dotto , Belluno si diede alla repubblica
principe imperiale , ed ebbe nel corso del di Venezia (anno 1404), formando parte del
tempo moltissimi privilegii dai romani impe- veneto dominio .
ratori. Sicché i zuoi vescovi si ornarono tal Quindi , secondo l'Ughelli, nell'anno 1459 ,
ora anche degli allori marziali , come a so e secondo Piloni , 1462, sotto il vescovo Fran
vrani temporali addicevasi. E come Giovan- cesco dal Legname, dal Papa Pio II fu ancora
ni nelle imprese, così il vescovo Bonifacio si separata la chiesa di Belluno da quella di Fel
distinse nella santità della vita e nello zelo , tre. Noi nella serie dei Vescovi posteriori, i
essendo stato eletto, dopo il tempo, tristo per quali già erano rimasti affatto privi del potere
quella chiesa , di Alteprando , intruso per la temporale, ricorderemo solo Giulio Contarini
elezione dell' Antipapa Anacleto e deposto da (anno 1542 ) , che intervenne al Concilio Tri
Innocenzo II nel sinodo di Ravenna ( anno dentino, e Luigi Lollin patrizio veneto (anno
1130 ) . Ma di questa dolorosa memoria si 1596 ) , che fu veramente un luminare della
conforta la chiesa bellunese con quella del ve- Chiesa , chiarissimo per santità , diligentissi
scovo Ottone (anno 1156 ), il quale nel tem- mo nel suo uffizio , e zelante in modo , che
po della guerra di Federico contro Alessan- più volte visitò l'intera diocesi sino ai luo
dro III , rimase fedelissima al Pontefice e con ghi più remoti e quasi inaccessibili di quella
somma costanza yi duró. Fu scacciato dalla regione quanto mai alpestre; e distinto nello
768 BELMA-BEMBO
studio cosi,che nel tempo libero dai più gravi Manete era stato ucciso , idest diem , quo Mani
pensieri , scrisse molte opere di scienza , di chacus occisus est. Ved . inoltre s . Agostino
morale e di pietà cristiana. Avendo poi Bene- contra Faunum lib . 18 . Macro.
detto XIV , per dar termine alle controversie BEMBO (Pietro ), cardinale della S. R. C. ,
tra la repubblica di Venezia e Maria Teresa , nasceva da Bernardo senatore di Venezia nel
estinto il patriarcato d' Aquileia , ed eretto i giorno 20 maggio 1470. Educato in ogni ge
due arcivescovati di Gorizia e d'Udine , colla nere di ottime discipline, vesti l'abito di eccle
bolla Suprema 15 gennaio 1753 , rese Bellu- siastico , ed entrò in una via pacifica, che quel
no suffraganea a quest'ultima. Quindi ad je la degli affari non fosse, ai quali suo padre lo
stanza dell'imperatore Francesco I , Pio VII,nel avea designato .Dopo la sua dimora in Ferrara,
1816 , riuni ancora le chiese di Belluno e Fel- dove aveva compiuto il suo studio di filoso
fre, sotto un solo Vescovo, che dovesse risie- fia, recatosi a Venezia, ivi formó una società
dere alternativamente nelle due città. Nel di dotti nella casa di Aldo Manuzio, in cui di
1819 , lo stesso Pontefice avendo ridotta Udi- venne uno dei primarii membri di essa , ed
ne a sede vescovile soltanto , soltopose Bellu- era suo diletto correggere le belle edizioni , che
no alla giurisdizione del metropolita , il pa- uscivano dai torchi di quella celebre stampe
triarca di Venezia. ria . Dopo un viaggio a Roma, dove nulla era
Belluno poi fu patria del Pontefice Grego- ancora maturo per la sua fortuna , si trasferi
rio XVI , che riccamente adornò di doni pre- nel 1506 alla corte di Urbino , in cui erano
ziosi quella cattedrale . A. M. G. allora in Italia più che altrove tenute in pregio
BELMA. Dal libro di Giuditta al capo set- le lettere . Ivi si trattenne pel corso di circa sei
timo sappiamo, che questo era un luogo in anni , e vi acquistò possenti amici . Aveva se
vicinanza della valle di Esdrelon . Cal . guitato a Roma nel 1512 Giuliano de Medici ,
BELMEN, il libro di Giuditta, al capo de- fratello di Giovanni, che ben presto divenne
cimoquarto , nella versione greca , parla di Bel- Leone X , allorchè fu spedito dalla Dacia al
men , la quale è verisimilmente la stessa, che Papa Giulio II un antico libro, scritto con se
Beelmai e forse anche Abelmain , di cui si fa gni ed abbreviature , cui niuno poteva spiega
menzione nel secondo libro dei Paralipomeni , re. Bembo riusci a dicifrarlo e ad intenderne
al capo decimosesto, sicchè , conforme questa il significato. Il Papa ne fu in tal modo sod
opinione degli interpreti , Belmen, Belma,Bel- disfatto, che gli accordò, per quanto dicesi ,
main ed Abelmain non sarebbero , che uno la ricca commenda di Bologna, dell'ordine di
stesso luogo. S. Giovanni di Gerusalemme. Giulio mori
BELOMANZIA. È questa una specie di poco dopo ; Leone X , suo successore,prima di
divinazione che si fa colle frecce . Usavasi ap- uscire dal conclave, elesse Bembo suo segreta
presso gli orientali, e specialmente fra gli Ara- rio,con tremila scudidi appannaggio, e per col
bi. San Girolamo opina che il profeta Eze- lega gli diede il suo amico Sadoleto . Oltre a
chiele, nel capo secondo, parlasse essa , al quell'ufficio , gli affidò pure alcune missioni
versetto vigesimo primo. Ne parla anche il particolari ediconfidenza intima. Avendolo, nel
profeta Osea , ma con questa differenza che , 1546 , inviato a Ravenna , per eseguire una
invece di nominare le frecce , usa il termine commissione di tal genere , restò tanto pago
che significa delle bacchette , confondendosi del suo zelo , quantunque non vi riuscisse
così la belomanzia colla rabdomanzia . che aumentò la sua rendita di tre mila fiorini
S. GIR . d'oro . Ogni maniera di buone venture gli so
BEMA . Era anticamente cosi chiamata una pravvennero ad un tratto. Era appena diven
parte del tempio , di cui parleremo nella de- tato segretario del Sommo Pontefice, quando
scrizione dell'antica forma delle chiese. molte avventure toccarongli . Intanto la sua
Cosi poi anche si chiamava una festa, che si salute erasi indebolita pel laborioso esercizio
celebrava dagli eretici Manichei, di cui trovia- del suo impiego ed i suoi letterarii lavori , per
mo nel lib . 1 , c. 67 di Egesippo Africano que- cui erasi recato a Padova affine di rimettersi
ste parole : Vullis ergo, ut et vos dicamini in in sanità , quando intese la morte di Leo
mense marlio Martem colere ? illo enim mense ne X avvenuta il primo dicembre 1521. Al
Bema vestrum cum magna festivitate celebra- lora trovandosi sufficientemente provveduto ,
tis. E s . Agostino rimprovera ( contr. ep . Ma- risolvette di rinunziare del tutto agli affari, e
nich . c . 8.) i Manichei, perchè non celebrava- passare il rimanente dei suoi giorni in Pado
no con conveniente apparato la festa di Pasqua, va. La sua casa divenne il tempio delle muse;
mentre distinguevano con ornamenti e pompe che era continuamente frequentata da lettera
solenni il loro Bema , cioè il giorno , in cui ti di cui la dotta università di Padova ridon
BEN-ADAD 769
dava , e dagli esteri insieme, che coltivavano vato di Gubbio, dove non istette , che poco
le scienze. Vi formó una copiosa biblioteca, tempo, avendolo il Papa chiamato a Roma. E
una raccolta di medaglie e di antichi monu- gli fini la sua vita il 18 gennaio 1547 , in età
menti, considerata in allora per la più bella di 77 anni. Noi non ci fermeremo adesso
d'Italia, ed un giardino botanico abbellito di a considerare il merito letterario del Bembo,
ogni sorta di piante . Non interruppe , che essendo ciò fuori del nostro scopo ; conten
per poco sì deliziosa vila, all'elezione di Cle- tandoci di dire, che quantunque un po' trop
mente VII . Questo secondo Papa della casa po attribuisse alla imitazione dei classici ,
dei Medici avrebbe, come il primo, concedu- specialmente di Cicerone , pure fu uno dei
to qualunque cosa , che Bembo avesse desi- precipui scrittori latini in quel secolo cosi
derato per la sua fortuna ; ma egli null'altro favorevole alla classica letteratura ; e che nel
bramando di più che la quiete, e dopo aver l'italiana favella col ristorare la poesia pel
baciato i piedi al santo Padre , da uomo sag- gusto e per la imitazione del Petrarca, che
gio ritorno in Padova . Nel 1529 fu scelto quasi rivisse in lui , e di cui poi tanto si a
dalla repubblica di Venezia per continuare busò dai seguenti imitatori, e coi profondo
la storia rimasta interrotta per la morte di studio della lingua cui pel primo ridusse a
Andrea Navagero. Accetto , benchè a stento , precetti e regole grammaticali, fu uno dei più
sacrificar dovendo occupazioni a lui più gra- grandi luminari della letteratura del suo se
dite ; ricusò la mercede, che era per solito colo ; e unito al Sadoleto ed al Bibbiena da
a tale impiego assegnata , benchè varie cau va ai brevi di Leone X , di cui era estensore,
se relative ai suoi beneficii , dilazioni di pa- la bellezza e la dignità , che a quel secolo di
gamenti, ed i ragguardevoli posti da esso so oro si conveniva . Ber .
stenuti gli fossero cagione in quel momen BEN-ADAD, figlio di Tabremon re di Si
to di sconcerto e disordine nei suoi affari ; ria , corse in aiuto di Asa , re di Giuda, con
non accettò a spese del pubblico , che l'al- tro Baasa, re d'Israele ; egli fece una diver
loggio a Venezia, dove non aveva domicilio . sione entrando nella terra d'Israele , ed ob
Fu nello stesso tempo eletto bibliotecario di bligo Baasa a correre in soccorso del suo pae
s . Marco . Paolo III , che venne collocato nel se , ed abbandonare Rama, ch'era occupato a
1534 in luogo di Clemente VII sulla catte- fortificare. Ciò ebbe luogo l'anno del mondo
dra di s. Pietro, avendo determinato di eleg- 3066 , prima dell'era volgare 938. Questo Ben
gere varii Cardinali fra gli uomini di più Adad è forse il figlio di Adad Idumeo, che si
ragguardevole merito , fermò lo sguardo so sollevò contro Salomone alla fine del suo re
pra il Bembo , che non vi pensava ; ma non gno. Cosi il Calmet , nella quale esposizione
mancarono nemici, che tentarono di privarlo copia il Simon . Ma conviene qui osservare ,
di questo favore : pure alla fine fu eletto nel ' che Ben-Adad I, ovvero Hadad V , era figlio di
giorno 24 marzo 1559. Aveva egli allora qua- Tabremon , ovvero Hadad IV , ch'era figlio di
si sessant'anni, ed era a Venezia, quando ri- Hezion , ovvero Hadad III, che successe ad
cevette il cappello cardinalizio . Si reco im- Adad, principe Idumeo, successore di Resom .
mediatamente a Roma, e si fece ordinar pre Cal.
te nel giorno di Natale dello stesso anno. Fu BEN -ADAD II, re di Siria , figlio di Ben
in tale occasione, ch'egli assunse un nuovo Adad precedente, fece guerra ad Achab re di
spirito , e in lui si vide tale mutazione, che Israele, l'anno del mondo 5103 , cioè trenta
forma, a chi ben la considera , la sua gloria sette anni dopo la guerra mossa da Ben-Adad
più bella . Giacchè ( nė v' ha ragion di tacer- I a Baasa re d'Israele , nella quale Ben -Adad
lo, se in lui si compi sì glorioso cangiamen- fu vinto, e perdelte tutto ciò che seco aveva
to ) egli , ancora giovane, essendo vissuto nelle trasportato . I suoi generali gli dissero, che il
corti di Ferrara e d'Urbino , avea pagato un Dio degli Ebrei era il Dio delle montagne, e
tristo tributo alla licenza del suo secolo, e conveniva porre in piedi un nuovo esercito
mise fuori anche versi licenziosi ; ma poscia per vincere questo popolo, che si doveva at
erasi dato a sante meditazioni, e avea dichia- taccare nelle pianure. Ben - Adad segui questo
rata una magnanima guerra a sè medesimo, ed consiglio , ed al principiare dell'anno seguen
egli pure scriveva ad un suo parente queste te si recò ad Aphec con una potente ' armata .
memorande parole : Sarò consacrato queste fe- Achab si pose in campo con le sue truppe. Le
ste di Natale, e prenderò l'ordine del sucerdo- due armate steltero sette giorni l'una dinan
ziv: ammirate il cangiamento , che Dio ha avu- zi all'altra , senza azzuffarsi; infine s'impe
to la bontà di operare in me ! e allora fece suo gnò la mischia nel settimo giorno, e l'eserci
studio principale la Scrittura ed i Padri. Pao- to d'Israele uccise cento mila uomini delle
lo III gli conferi due anni dopo il vesco- truppe di Ben - Adad, ed il resto precipitando
Encicl. Eecles. Vol . I. Fusc. 12 . 97
770 BEN -ADAD - BENEDETTA
si in Aphec per porsi in salvo , crollando le go il cammino avevano trovate armi gettale ,
mura di questa città, perirono altri ventiset- ed equipaggi lasciati in abbandono per fng
te mila uomini, Ben -Adad si nascose nell’in- gire più velocemente , ne fu giutivo. A que
timo luogo del suo palazzo per non cadere fra sla novella il popolo di Samaria usci , e sac
le mani di Achab , al quale furono proposte cheggiò il campo dei Siri . Allora si conobbe
condizioni di pace , che accetto , e diede loro il compimento del profetare di Eliseo, che
la libertà contro i voleri del Signore, che in- aveva detto che una misura di farina sarebbe
viò il profeta Michea a rimproverarlo di aver stala venduta per un siclo alle porte di Sa
data pace e libertà ad un malvagio . Achab, in maria.
luogo di rispettare questo avvertimento di L'anno seguente, il profeta Eliseo essendo
Dio, si sdegnò, e fece porre in carcere il pro- andato verso Damasco, Ben-Adad che trovava
feta , beffandosi di sue predizioni. si ammalato, mandò Azaele a consultarlo pre
Ciroa dodici anni dopo questo avvenimen- sentandogli doni , affine di sapere, se dal ma
to, lo stesso Ben -Adad dichiarò la guerra a Jo lore si riavrebbe. Data la risposta ed annun
ram figlio e successore di Achab, re d'Israele; ziato ad Azaele, che regnerebbe in vece del re ,
ma il profeta Eliseo manifestó a Joram tutti come fu di ritorno, dichiarò a Ben -Adad che
i disegni di Ben-Adad , ed i suoi progetti fal- guarirebbe, ma il giorno successivo lo soffo
lirono . Ben -Adad sospettò tradimento nei suoi cò ; indi s'impadroni del regno di Damasco ,
uffiziali, ma essendogli dichiarato che la ma secondo la predizione di Eliseo. Tale fu la fi
nifestazione era stata fatta da Eliseo, egli sta ne di Ben -Adad . Mig .
bilì d'impadronirsi di lui , e sapato che tro BEN -ADAD III , fu figlio e successore di A
vavasi a Dothan , inviò i suoi migliori soldati zaele. Joas re d'Israele ritolse a Ben - Adad tutto
per investire la città , ed arrestarlo . Il profeta ciò che Azaele aveva rapito a Joachaz, re d'l
però li percosse di cecità , per cui essi non lo sraele suo predecessore. Joas lo battè per tre
riconobbero quando loro parlo , e lor si pre volte e lo obbligo a restituirgli tutto il paese
sentò innanzi . Egli li condusse sino a Sama- al di là del Giordano, cioè le terre di Gad , di
ria senza ch'essi lo riconoscessero , ed allora Ruben e di Manasse, di cui si era impadroni
quando vi furono giunti , pregò Dio di aprire to Azaele sotto i regni precedenti. Cal .
loro gli occhi, e disse a Joram che ad essi fa BEN-ASCER e BEN - NEPHTALI , sono due
cesse prestar dei cibi , e li rimandasse senza eruditissimi rabbini di Tiberiade, che viveva
far loro alcuna violenza . no nel secolo undecimo, ai quali da alcuni
Alcuni anni dopo, Ben - Adad si recò ad as- scrittori si attribuisce la punteggiatura ebrai
sediare Samaria, e la fame divenne si grande, ca, la quale fa le veci delle vocali. Altri però
che la testa di un asino , animale imporo appó contrastano questa opinione, ed asseriscono
gli Ebrei , fu venduta per ventiquattro sicli, che la punteggiatura già esisteva prima di
e tant'oltre si spinse , che una madre giunse loro, e ch'essi non attesero che al suo ! perfe
a mangiare un suo proprio figlio. Joram , dizionamento. Cal.
ciò informato, accagionò di tante disgrazie il BENDA . Chiamasi con questo nome quel
profeta Eliseo, ed inviò per farlo morire. Ma velo , di cui usano le monache a coprirsi
prima che i messi giungessero alla sua casa, la fronte, per significare ch ' esse chiudono'
egli fu a quella del re , annunziando che il gli occhi alle vanità del secolo , cui fecero .
giorno posteriore, alla stessa ora , si vendereb- rinunzia perfetta , dal momento del quale
be una misura di farina per un siclo alle por- diedero il loro nome alla religione, e fecero
te di Samaria . La cosa avvenne conforme alla la professione.
predizione. Nella notte un repentino lerro Cal.
re si sparse fra le truppe dei Siri , che imma. BEN -DECAR, governatore delle città di Ma
ginandosi che Joram avesse fatto venire in ces , Selebin , Beth -sames , Elon e Bethanan
suo soccorso un'armata di Etei e di Egiziani, sotto il regno di Salomone, come si trova nel
abbandonando i loro cavalli, le loro tende, le terzo libro dei Re , al capo quarto. CAL.
loro provvigioni , non pensarono che a salvar BENE - BARAH città della tribù di Dan , se
si con la fuga. condo il testo ebraico ; nella Vulgata poi si
Quattro lebbrosi che stavano fuori della trovano nominate come se fossero due città
città per cagione di loro malattia, essendo en- distinte , la prima delle quali portava il no
trati nel campo dei Siri, e trovatolo abban- me di Bene, la seconda di Barah. Cal .
donato, e pieno di ogni sorta di viveri , ne BENEDETTA D'ORIGNY (S.) , vergine emar
diedero avviso a Joram . Il re si alzò e credet- tire. E comune opinione che questa santa , in
te che i Siri volessero tendergli agguato. In un alle altre compagne del suo martirio, fosse
vid genti a farne scoperta, ed inteso che lun- Romana, e che tratte dalla fama della santità
BENEDETTINE 771

di Quintino, Luciano e loro compagni, traes une dalle altre pel modo con cui vivevano . Le
sero verso le Gallie. In questo paese infatti , une non mangiavano carne , salvo in caso di
e precisamente a Beauvais, Benedetta fu presa malattia. Le altre , dicendosi d'osservanza
e imprigionata per la fede di Gesù Cristo. E temperata, ne mangiavano tre volte la setti
poichè le blandizie con cui tentava il preside mana , e non si alzavano la notte per salmeg
di farla rinunziare alla fede a nulla giovaro- giare. La loro veste, benchè nera, non differi
no , e minacce da lei furono derise , ed i va molto nella forma da quella delle secolari,
tormenti sostenuti con ilarità e con letizia , ma nel coro portavano un mantello collo stra
indispetti il giudice , e nel suo furore ordino scico, ed una acconciatura particolare.
che fosse messa a morte ; morte ch'ella sos Giu .
tenne intrepidamente , sanzionando col pro BENEDETTINE dell'adorazione perpetua
prio sangue la verità di quella religione che del SS. Sacramento. Vi sono in Francia due
portava nel cuore, e non cessava di far cono- congregazioni religiose dell'adorazione perpe
scere anche colle opere esteriori, eccitando ad tua del Santissimo Sacramento ; l' una , chia
abbracciarla coloro che infelicemente viveva- mala Congregazione del Suntissimo Sacramen
no da essa lontani . La traslazione del corpo to, fu fondata a Marsiglia da un santo religio
di questa santa avvenne il 26 maggio 1948 , so dell'ordine domenicano, chiamato il padre
cioè da Beauvais fu trasportato nella chiesa di Quien , verso la metà del secolo XVII ; la
Origny. Til. quale sussiste ancora nel mezzodi della Fran
BENEDETTINE. Non si hanno nozioni cia, e segue la regola di santo Agostino. Que
ben certe sull'origine delle religiose Benedet- ste religiose vestono di nero con uno scapola
tine. E bensi vero che s . Scolastica , sorella re bianco , in cui è ricamata la figura di un
di s . Benedetto, osservava le pratiche della ostensorio. L'altra congregazione è nota sotto
vita religiosa ; ma nulla ci comprova ch'ella il nome di Benedettine dell'adorazione perpe
abbia avuto delle compagne, che vivessero con lua del Santissimo Sacramento .
lei nella stessa casa, sotto una prestabilita re La fondatrice della medesima appartiene a
gola . Quello che sembra sicuro si è , che s . quella Lorena che ha veduto'nascere tante
Scolastica non soggiornava molto lontano da , persone segnalate per servigi resi alla religio
Monte Cassino ; si dice anzi che risiedesse ' ne. Chiamavasi Gatterina Bard , nata di buo
a Piom barola , che attualmente altro non é na famiglia a Saint-Diez , città ora episcopale
che un podere appartenente a quella badia del dipartimento dei Vosgi. In religione chia
Non si scoprono vestigia, di casa alcuna reli- mossi poi madre Metilde del Santissimo Sa
giosa; pure una ne doveva esistere , dacchè la cramento . In elà di diciasseite anni , ricusate
moglie e la figlia di Rachis , re dei Longobar- le nozze che le erano offerte , volle farsi reli
di , vi presero il velo . Può essere che quel giosa. Entrò presso le monache Annunziate di
monastero sia stato edificato dopo la morte di Bruyères, piccola città vicina alla sua patria ,
s. Benedetto . intitolandosi da S. Giovanni Evangelista, e
Il più antico monastero di donne che in di ventun anno fu nominata superiora. Ma
Francia abbia seguito la regola di s. Benedet- nell'anno medesimo, 1635 , le guerre che de
to , fu quello di Santa Croce a Poitiers. Era solavano la Lorena , la costrinsero ad abban
stato fondato da s. Radegonda moglie di Chil- donare colle sue compagne il monastero , ed
deberto re di Francia ,nell'anno 544. Il padre a ricoverarsi a Commercy ; dove avendo per
Mabillon crede che verso l'anno 620 alcune dute, per gli stenti e le malaltie contagiose ,
religiose in Francia abbiano ricevuto la rego- varie compagne , delibero di trasferirsi con
la di s . Benedetto. Sino a quell'epoca i mo- quelle che le rimanevano a Saint - Diez ap
nasteri di vergini osservavano la regola di s. presso suo padre, e quindi presso le Benedet
Cesario o quella di s. Colombano ; ma a po- tine di Rambervillers che gliene avevano fat
co a poco quella di s. Benedetto ebbe il van to invito. Ella ne prese l'abito , e ne adottò
taggio , e per eccitamento di Luigi il Pio al l'instituto sotto il nome di suor Melilde del
concilio di Aquisgrana si stabili una discipli- Santissimo Sacramento. Nel 16 40 queste Be
na uniforme per tutti i monasteri si d'uomini nedettine furono obbligate a cerear ricovero
che di donne , e si volle che vi si osservasse a Saint -Michel.
d'allora in poi la sola regola di s. Benedetto. Ivi le monache Lorenesi furono visitate e
Le antiche religiose Benedettine portavano soccorse dai Preti della missione, i quali tor
un abito bianco senza rocchetto . Altre avevano nando a Parigi , fecero alla badessa di Mont
abiti neri con cotte di tela nera , eguali a quel- Martre un quadro cosi lamentevole della mi
le delle religiose di Bourbourg , e di Messina seria delle monache di Saint-Michel , che la
in Fiandra. Si diversificavano poi molto le medesima offerse alla madre Metilde un asilo
772 BENEDETTINE
nel suo monastero . Metilde l'accetto , ma ram- quell ' instituto . Se ne stese il contrallo , e
mientando le compagne lasciate fra gli stenti , l'abate di San Germano dei Prati concedet
viveva in continua tristezza , e versa ya lagri- te alla madre Metilde nel 1653 il permesso ,
me abbondanti. La badessa , compassionando di cui abbisognava , per conservare il San
al suo dolore , le diè facoltà di chiamar le tissimo Sacramento nella sua cappella. Il gio
compagne ; ma appena furono esse pervenu vane re Luigi XIV fu presente all'erezione
te a Parigi , che una dama caritatevole asse- della croce sulla porta del monastero , e la
gnò alle medesime una casa à Saint-Maur, madre Metilde con cinque sole religiose co
lungi due leghe dalla città, dove si ritirarono minciò l'adorazione perpetua , per cui ad ogni
colla loro superiora Metilde. ora del giorno e della notte , una monaca Irat
La marchesa di Mouny avendo fondato a ta a sorte stava in adorazione avanti il San
Caen un monastero di Benedettine , ed aven tissimo Sacramento .
do avuto l'occasione di conoscere la madre La madre Metilde mori a Parigi nel 1698
Metilde, giudicò di non poter far meglio, che in età di 83 anni. In tal modo si chiuse il se
di deputarla per superiora. Incresceva assai a colo XVII cosi benemerito della Chiesa pei
quest'ultima l'abbandonare le compagne del gran, santi che produsse, e - pei nuovi instituti
suo esilio, di cui ella sosteneva il coraggio. che si fondarono .
Tutlavia alla fine accettò , andò a Caen , e , Le costituzioni di questa congregazione
benchè straniera , seppe governarsi in modo furono approvale definitivamente nel 1705
da guadagnarsi i cubri di tutte le sue mona da Clemente XI , e l'abito delle religiose è
che; senonchè la guerra avendo permesso al- nero , come quello delle altre Benedettine.
le religiose di Rambervillers di tornare alle Le Adoratrici perpetue fondate nei primi
loro case in Lorena, i superiori obbligarono anni di questo sccolo a Roma nulla hanno
la madre Metilde a seguitarle , con grande di comune colle prime da noi mentovate ,
rammarico delle Benedettine di Caen , da cui fuorchè la santa intenzione di rendere al di
molto era amata . Ma le sue tribolazioni non vin Sacramento un culto perenne di lode e di
erano ancora al termine. Si riaccese la guer- adorazione diurno e notturno. Instituivale
ra , ed una squadra di soldati andò ad abbat- suor Maria Maddalena dell'Incarnazione, chia
tere le porte del monastero di Rambervillers, mata al secolo Catterina Sordini, nata a Por
il perchè le religiose furono costrette di cer to Santo Stefano, badessa del monastero dei
car in Francia nuovo rifugio . Parigi non era Santi Filippo e Giacomo in Ischia , del terzo
allor più tranquilla. La madre Metilde , giun- ordine di s. Francesco ; instituivale in Roma
gendovi colle quattro più giovani sue compa- nell'anno 1807 , epoca in cui la miscredenza
gne , vi trovò quelle ch' erano rimaste a aveia fatto maggiori progressi , in cui per
Saint-Maur, e ch'erano state costrette ad u ciò quanto era opportuno, altrettanto era dif
scirne pei tumulti della Fronda . In seguito ai ficile e pericoloso di stabilire una nuova co
funesti avvenimenti di Parigi , le povere re munità religiosa . E quella Provvidenza che
ligiose difettavano di ogni cosa . inspira la mente ed infiamma il cuore dei
In si tristi condizioni alcune pie donne, e suoi eletti, fin di Spagna e di Portogallo tras
fra le altre una contessa di Château -Vieux , se le gravi somme necessarie a fondare quel
che aveva conosciuta la madre Metilde a religioso instituto , a cui non manco per alli
Saint-Maur , dolenti degli scandali e delle parlo il fuoco delle tribolazioni. Diedero le
profanazioni cheaccompagnavano quella guer- Adoratrici perpetue principio al loro divoto
ra civile , ebbero il pensiero di fondare una esercizio nel convento dei Santi Gioachino ed
comunità, che con fervide preghiere e con Anna , alle Quattro Fontane; indi', dopo va
una perenne adorazione del Santissimo Sa- rie vicissitudini provate, si trasferirono nel
cramento, impetrasse dalla divina clemenza l'anno 1859 al monastero di Sant'Anna al
un sollievo a tanti mali . Venne comunicato Quirinale.
questo pensiero alla madre Metilde con l'of Intanto la fondatrice era passata di vita
ferta delle somme necessarie per fondare e con grande opinione di santità il 29 novembre
dotare la nuova congregazione . Esitò qual- 1834 ; ma il suo spirito si mantennefervoroso
che tempo la madre ad accettare ; ma final- tra le divote sue figlie , per cui l'instituto non
mente vi accondiscese , e cercò di ottenere le tardò a propagarsi. Già nel 1839 alcune pie
debite facollà dalle autorità civili ed eccle- dame torinesi , dirette dal teologo Rondo, ave
siastiche. La regina madre approvò quel di vano in pensiero di ordinare in quella città
segno , e volle concorrere anch'essa alla spe una società per l'adorazione del Santissimo
sa di quello stabilimento . Tornala la pace, la Sacramento . Il conte e la contessa Solaro della
regina si dichiarò essa medesima fondatrice di Margarita avendo conosciuto ed apprezzato in
1

BENEDETTINI 775

Roma le Adoratrici perpetue, consigliarono zione. Perchè poi queste per umano vizio non
che in Torino si facesse venire una colonia di si squilibrassero , pensò a temperamento .
quelle sacre vergini; lo che pei sussidii che « Quantunque volte, cosi egli , grave negozio
mai non mancano della privata pielà , e pelle è da trattarsi del monastero, l'abate chiami
regie elargizioni , ebbe effetto nell'ottobre del a parlamento tutta la congregazione, ed espon
medesimo anno. In altre cillà parimente fu ga la cosa da deliberarsi ... lo dissi, doversi
quest'ordine dilatato. assembrar tutti , poichè spesso il Signore a
Parleremo poi delle perpetue adoratrici del giovani menti maturi consigli rivela ... Tut
Sacramento, di cui fu istituito 'un monastero lavolta i fratelli dicano loro sentenza con umi
a Venezia , nei tempi presenti , all'articolo del le soggezione. » E conchiude : « Laonde, quanti
loro nome. V. SACRAMENTARIE. Giu. sono, la regola , che è a tulli maestra, seguano,
BENEDETTINI. Come il santo uomo Be e nessuno da questa mai si allontani. » Ma
nedetto ando nella Campania a fermare stanza perchè i capi non si traessero dall'obbligo del
nella terra di Monte Cassino, sulle frontiere le convenzioni, togliendo rilievo ai negozii, e
degli Abruzzi e della Terra di Lavoro, nell'an . perció la necessità alle comuni deliberazioni ,
tico paese dei Sanniti, rovesciato il tempio fa- soggiunge : « Se poi sieno a trattarsi meno
Tidico di Apollo che in quella terra adoravasi , gravi negozii, che anche mirino a vantaggiare
ed arso il bosco sacro a Venere, eretta in luo . il monastero, l'abate usi del consiglio dei se
· go del primo piccola chiesa chesacrò a s. Gio- niori , trovando scritto : Opera tutto con con
vanni Battista , e dov'era il secondo, un orato. siglin, e del fallo non avrai a penlirti. » Del
rio a s. Martino di Tours ; li presso alzò una l'orazione , del cibo, del lavoro , degli infermi,
abitazione pei suoi discepoli , che altro non fu degli ospiti , e di tutto quello che riguardava
che una torre, perchè più sicura a guarentir- la disciplina , sapientemente discorre con
neli dalle scorrerie dei barbari. « Allora, dice grande temperanza è carità .
l’egregio Tosti, che diede la storia di Monte » in questo aureo volume della regola trovia.
Cassino, si pose a scrivere quella meravigliosa mo quale fosse l'interna ordinazione della ba
regola , che a guardarla solo dal lato umano dia , quale la vila che menassero quei primi
gli assegnerebbe un luogo distinto fra i legis. Cassinesi . Le porle del monastero erano aperte
datori . Ma udiamo il nostro egregio storico ad ogni sorta di uomini volonterosi di bene;
cassinese. non guardavasi ad età od a rango ; erano tutti
« Accrescendosi un di più che l'altro , cosi eguali agli occhi di quel legislatore. Tutta la
il Tosti , il numero dei discepoli , e con essi la congregazione dividevasi in tre compagnie, dei
santità dei costumi e la fratellevole carità , fanciulli, dei novizii e dei professi. I fanciulli
cadde in animo al pio abate di perpetuare e erano coloro che dai parenti venivano offerli
fermare con leggi quella compagnia che ren a Dio, e fin dalla puerizia si consacravano a
deva si bei frutti di virtù . Misesi alla scriltura lui per la vita monastica . I novizii erano quel
di una nuova regola ; e sebbene molte ne aves li che si mettevano a prova , per conoscere
sero scrille in Orienle ed in Occidente, egli della loro vocazione inpanzi che si votassero
non volle usarne.Eglicon inolto accorgimento, a Dio . I professi erano i veri monaci, che
ed è a credere che si avesse avuto peculiare as avevano votato castità , povertà ed obbedienza;
sistenza da Dio, temperò talmente i canoni, ma i voti non erano solenni; dappoi si perpe
che scrisse, che gli osservanli di questi se ne tuarono, e solenni divennero. Costoro vesli
stessero sempre con Dio , e della contemplazio vano. una lunica ed una cocolla che stringe
ne di lui loro venisse un forte amore dei loro vano ai lombi con una cintura , e nei lavori
simili, e desiderlo di giovarli. Volle distratti del giorno sovrapponevano uno scapolare, os
gli animi dalle cose terrene, e curanti,solo le sia certa robba , che dalle spalle discendeva
celesti, perciò penitenti ; e siccome è massimo per gli omeri e pel petto, e di questo usavano
sacrifizio lo infrenare il proprio talento, pre- a curare la mondezza delle vesti . Questo era
pose un abate alla congregazione dei monaci , no di nessun pregio, e varie di colori , perchè
per cui potesse esercitarsi obbedienza. A que- del colore s . Benedetto volle che i monaci non
sto fidò sua regola come a primo osservatore, si prendessero pensiero. Pur tuttavia , quan
espositore e conservatore di quella ; impercioc- do per alcun negozio questi uscivano di mo
chè le leggi non sono centro, ove le menti con- nastero , indossa vano una vesla meno povera
vengano al ben fare, ma mezzo a venirvi; e per non dar vista troppo singolare ai secolari .
nella suprema potestà è come il nodo , donde Tutti erano laici , e coloro che provatissimidi
dipartono le relazioni di comando e di sogge- virtù erano dall'abate deputali al sacerdozio,
774 BENEDETTINI

avevano raso il capo in guisa , che quella ton- civiltà e ricomposizione dei popoli . Fin qui
vura rendeva vista di corona. Si levavano la il Tosti.
nolle alle salmodie : le altre ore notturne pas Udiamo ora come il Tosti soprannominato
savano leggendo sacri libri e meditando ; al raccolga in brevi parole quanto operarono i
rompere del giorno tornavano a salmeggiare; Cassinesi nel conservare le buone lettere dal
poi si ponevano al lavoro delle mani , ciod secolo sesto al cadere del decimoquarto.
a collivare la terra e raccoglierne i frulli, ed « Pessime condizioni, sono sue parole, erano
a rifiorirla ; chiudevano il giorno colle consuc . quelle in che versava l'Italia per ogni maniera
te salmodie. . di sapienza, dominandola i Longobardi, i qua
» Sedevano a mensa comune; due pulmenti li , sebbene come devoli a religione molto aiu
cotti , ossia vivande , inangiavano, ed alcune tassero alle arti con quei monasteri e quelle
volte loro se ne concedeva un'allra. Bevevano chiese che levarono, tuttavia non troviamo aa
vino : si astenevano dalla carne dei quadrupe- vessero di alcun favore curato lettere e scien
di : però ne mangiavano gli infermi ; non era ze. Barbari erano, e i destini dell'italico po
legge sulla quantità delle vivande: facevale più polo non si raccoglievano nelle mani di un
abbondanti il lavoro più prolungato, od altra solo : principali cagioni sono queste, per cui le
cagione, a talento dell'abate. Sufficiente il son umane discipline difettassero di un prolellore,
no della notte, e quello del giorno nella slate. in una stagione, in cui per guerre e per civili
Nulla avevano di proprio : tutto in comune, rivolture andavano malamente perdule. I mo- .
ma anche di nulla difeltavano, essendo tale la naci , riveriti per religione, tranquilli nelle loro
provvidenle carità dei capi che i bisogni e le sedi, erano i soli che potevano adoperarsi a pro
inchieste erano prevenute. Non si chiamavano di quelle, conservando le opere degli antichi, e
d'altro nome che con quello di fratello, ed i scrivendone delle nuove. Ed infalli in questo
seniori, padri : signore e padre l'abate addi . doppio ministero di conservazione e di propa
mandavano. L'infermo e l'ospite era tertuto gazione di sapienza intesero quei primi Bene
come cosa di Dio , anzi Cristo istesso curavasi dettini , in guisa che il nome loro è ancora be
ed accoglievasi nella persona loro. Se godesse nedetto dalle presenti generazioni. Le opere che
ro pace , e rendessero frutti di buone opere costoro scrissero, non lasciarono disvezzare le
quei primi monaci in si bella ordinazione di menti dallo studio delle umane discipline; e
ogni loro cosa , non è a dire. sono bellissimo argomento , che nei tempi, in
» Ma se era tanta copia di argomenti alla cui le altre nazioni erano selvaliche, questa no
santificazione dei cuori , non è a credere che le stra patria , caduta dall'antico seggio latino, non
menti torpissero, e non vi fosse il come colti. al tuito ebbe chiusi gli occhi a luce di sapienza.
varle con qualche disciplina di lettere e di ar » Oltre a quei primi discepoli di s. Bene
ti . Vi era nel monastero una libreria , donde i dello , Marco, Fausto e Sebastiano, scrittori di
monari toglievano i codici , e ne facevano pub- pochi versi e di qualche vita di santo, ed a co
blica e privala lettura dopo la refezione della lor che inlesero a qualche maniera di lettere
sera . E nel tempo della quaresima correva obe nel monastero Lateranese di Roma, è da fare
bligo di leggere tutti i codici ; lo che se mostra ricordanza di Paolo Diacono, d'Ilderico, Teo
la pochezza di questi , lullavia chiarisce che fane, Autperto, Bassanio e Bertario, come di
ponevasi alcuna opera nello studio dei libri , e quelli di cui solo avanza nolizia ..... Final
nel copiarli per moltiplicarne gli esemplari. mente non sono a passarsi solto silenzio due
Joſalli Iroviamo nella regola che i monaci ave. monaci Cassinesi, che sollo l'abale Bertario , nel
vano il necessario a scrivere , come lo stilo e le nono secolo, scrissero cronache. Il nome di loro
lavolelte, graphium el tubulae. Leggesi anche non giunse fino a noi,e perciò sono conosciuti
in quella un capitolo che riguarda gli artefici, con quello di AnonimiCassinesi.L'unodique
ossia monaci, che , volev le l’abale, esercitava- sti narró i falli dei Longobardi nell'Italia Cis .
no alcun'arte ; e le manifatture di loro si usa- tiberina , dall'anno 840 fino all'875 ; l'altro
vano a comodo comune, oppure si portavano compose una cronichella delle cose del mona
a vendere a scarso prezzo per cessare il vizio stero di Monte Cassino, ed una cronologia de
dell'avarizia , e perchè ne venisse gloria a Dio gli abati Cassinesi e dei duchi Beneventani.
dai secolari . Cosi questa compagnia di mona » Non v'ha dubbio che quei versificalori e
ci , sicura e guardala da religione, che leggeva- sermopanti 'non aggiungevano allo scopo di
no, coltivavano la terra, esercitavano le arti ogni letteratura, dico d'ingentilire e muovere
in mezzo alla grande socielà che scompovevasi a generosi falli ;- ma essi sono reverendi, per
per barbarie, preparava il gerine della ſulura ché soli cultori di leltere , e perchè aman
BENEDETTINI 775
do queste, amavano, che la sapienza degli an monacale, e pralicavano alcuni doveri di quel- .
lichi non andasse al lullo perduta. Infalli so. !o stalo. Ma quei ragazzi , giunti alla pubertà ,
no ancora nell'archivio Cassinese codici del potevano abbandonare l'ordine, se non si sen
sellino, oltavo e nono secolo, contenenti le o. tivano inclinati a rimanervi. Questa usanza
pere degli antichi sapienti ; scrilture preziose peraltro essendo degenerata in abuso, in ciò
di quei monaci, le quali non possono toccarsi che molli genitori venivano ad offrire , nei mo
da uomo saputo delle patrie storie, senza che nasteri , quelli dei loro fanciulli che erano
gli venga nell'animo molta riverenza e pielà. contraffalli, o mancavano di abilità per riu
Molto scrissero quei monaci, ma non mollo scir nel mondo , la maggior parte degli aba
ve ne avanza , Ira per le rovine che pati la ba- ti non vollero più ricevere fanciulli offerti dai
dia, e le disoneste rapine. » loro genitori .
Ora parlando delle varie Congregazioni di Dopo la Sicilia e la Francia, l'ordine Be
Benedellini, osserveremo come s. Benedello , nedellino si propagò nella Spagna ed in In
morendo l'anno 543, non aveva più al suo ghilterra ; in questa , s. Gregorio mandò, nel
fianco per chiuder gli occhi i suoi due cari di 596 , missionarii di quest' ordine condolli da
scepoli , Mauro e Placido. Egli aveva mandato s . Agostino , che fu poi primo vescovo di Can
quest'ultimo due anni prima di sua morle a torberi ; in Ispagna i Benedettini arrivarono
fondare un monastero in Sicilia , nei beni che circa il 653.
Tertullo , padre di lui, aveva regalato al santo. Nel 690 , s. Willibrodo , Benedettino Ingle
Mauro era partito per la Francia , dove a ri- se, andò a predicare la fede nella Frisia, fu
chiesta di Innocenzo vescovo di Mans, egli an primo vescovo di Utrecht , e fondo il monaste
dava a stabilire il nuovo ordine sulle sponde ro di Epternach , nel Lucemburgo. San Boni
della Loira. Appena giunto ad Orleans, vin- facio , anche egli Benedettino, fu l'apostolo
tese la morte di s. Benedetto . Mauro non ritor. della Sassonia, dove fondo varie badie, fra le
no più in Italia . Egli fondo a Glanfeuil , nel- altre il celebre monastero di Fulda , che diven
l'Angiò, un monastero che dal suo nome ſu tò una ciltà ragguardevole.
chiamato San Mauro sulla Loira, e diede prin Altri monasteri tuttavia , in Francia e nel
cipio alla piccola città di S. Mauro , nell'odier- Belgio, erano rimasti indipendenti , e non face
no dipartimento d'Indra e Loira. Egli ne fu il vano , parte di nessuna congregazione. Ma il
primo abate e vi mori nel 584 . concilio di Trento li obbligó a riunirsi in con
In quanto a Placido , suo amico, egli non gregazione, o a sottomettersi all ' Ordinario.
governo che cinque anni il monastero che ave . La prima congregazione, che si formó allo
va fondato in Sicilia, vicino a Messina. Vi fu ra, fu composta dalle badie di S. Waast d’Ar
trucidato all'elà di trentun'anno, con tutti i ras, di S. Pietro di Gand , di S. Bertino, di S.
suoi monaci, da pirali che erano sbarcati sul- Omer, di S. Pietro di Lobles sulla Sambra , di
le coste dell'isola, e che arsero poscia il mo . Sant'Amando presso Valenciennes e d'Echpam
nastero. E onorato come martire nella Chiesa vicino ad Odenarda . Ciò accadde l'anno 1569 ,
callolica. in un'assemblea solenne tenuta nella badia di
Quest'ordine, siccome il più antico ed il più S. Waast , che fu capo dell'ordine, come era lo
esteso, si è diviso in un gran numero di rifor- stesso nei tempi più antichi di lulli i mona
me o di congregazioni . S. Benedetto avea pre- steri benedettini in Fiandra, e delle diocesi di
veduto che il suo ordine si sarebbe esleso fuo. Sens e di Reims. La badia di S. Waast era sla
ri dei limiti d'Italia. E perciò la sua regola la fondata nel 680 da Teodorico re di Francia ,
prescrive, che, in quanto al vestirsi ed al nu per cento e venti monaci , che dovevano essere
drirsi , i suoi monaci s'avessero a conformare di stirpe nobile. Questa casa , come molte altre,
agli usi ed ai bisogni locali, ma egli proibisce era caduta nella rilassatezza all'epoca del con
a tulli i suoi monaci l'us della carne. Non cilio di Trento , ma un religioso di quel mona
cosi del vino, di cui concedelte a ciascuno re- stero, Sarrazin , la riformo, e le rendelte il suo
ligioso un'emina al giorno. Sulla capacità di primo splendore.La badia di S. Waast era una
questa orisura non s'accordano gli scrittori , delle meglio regolate dei Paesi Bassi . Essa te
ma si crede generalmente chesi ragguagliasse neva collegi a Douai ed a Parigi , dove manda
ad un mezzo sesliere di Parigi . Sembra che il va i suoi noviizi a studiare . L'abito dei reli
primo abito dei Benedettini fosse bianco con giosi consisteva per la casa e pel coro in una
uno scapolare nero. lunga robba nera, a cui era sovrapposta una
La regola permelleva di ricevere ragazzi fin grande cocolla lunga fino ai calcagni. Portava
dall'età di cinque anni . Ricevevano l'abito no un'almuzia nera in forma di stola , ed un
776 BENEDETTO
berrello quadrato a tre corni, con un piccolo fino dalla prima età . Di questo Papa abbiamo
collare ; fuor della casa vestivano a un dipres- alcune lettere mandate a Pietro notaio, che tro .
so come i preti secolari. va vasi allora iu Ispagna, per l'accellazione del
Le più celebri congregazioni uscite dall'or- sesto sinodo, ed alcune altre ai vescovi di quel
dine di s. Benedello sono i Camaldolesi in lla- regno, acciocchè correggessero alcune cose da
lia ; in Francia quelle di Cistercio , di Clugni , lui osservate nelle lettere scritte da loro . Co
e più tardi di S. Vannes e di S. Mauro, alla stantino Pogonato, mosso dalla virtù di Bene.
qual ultima appartenevano le più ricche ba- dello, ascoltò le dimande del clero , non che
die di Francia, quali erano quelle di S. Dioni- del senato e popolo romano, di restituire la li.
gi , di S. Germano dei Prali , a Parigi , di Cor- bertà di consecrar l'eletto Pontefice , senza
bia, di Marmoutiers vicino a Tours, di Fe mandare prima la elezione all'esarca e aspet
camp in Normandia,ecc. Molte badie benedet- tarne la conferma, secondo l'abuso introdotto
tine avevano una specie di succursali, gover- prima dai Goti e poi continuatosi dagli Orien
nate da un priore od un prevoslo con pochi tali . Quest'imperatore mandò a Benedetto i
monaci , onde si chiamavano Priorali o Prevo- capelli dei suoi due figli, Giustiniano ed Era
sture. clio, i quali furono ricevuti dal Papa, dal cle
Sul finire del secolo decimosettimo, Luigi ro e dall'armata : specie di adozione usata in
Berrier, che era stato canonico di Nostra Don- quel tempo. Colui che riceveva i capelli di un
na a Parigi , era, priore commendatario del mo- giovane, n'era indi riguardato qual padre. Co
nastero di Perreci , e v’introdusse una nuova stantino perciò volle, prima di morire , ſar
riforma nel genere di quelle della Trappa e di quest'onore a Benedetto. Questo Papa tenne
Sette Fontane. Vi si assoggetto egli il primo, la sede Pontificia dieci mesi e dodici giorni, e
e vesti i spoi religiosi di un'ampia tunica ne mori il 7 maggio 685. Ebbe a successore Gio.
ra , con un piccolo cappuccio acuto. vanni V , eletto il 25 luglio , dopo due mesi e
La sua regola fu severissima . Nella state i quattordici giorni di sede vacante. Anastasio
monaci mielevano e vendemmiavano, nell'in- il Bibliol ., Platina , Du Chêne.
verno lavoravano la terra . Osservavano un Bar .
perpetuo silenzio , secondo l'articolo della re BENEDETTO JII , Romano, succedetle a
gola di s . Benedetto, che dice : Omni tempore Leone IV il primo settembre 855. Quanta fu
silentio studeanl monachi. Giu. la sua umiltà nel ricusare il pontificato, altret
BENEDETTO . Avvertiamo i nostri lettori , tanta fu la sua costanza nel soffrire con tulta"
che pella supremazia dei Romani Pontefici , tranquillità i cattivi trattamenti dell'antipapa
anzichè seguire l'ordine cronologico nell'es Anastasio , che gli disputò per qualche tempo
porre quanto appartiene ai varii BENEDETTI il papalo. Due epistole ci rimangono di questo
distinti per santità , anteponiamo tutti quelli Pontefice, la prima a Incmaro vescovodiReims,
di questo nome che occuparono le sublime cat- l'altra ai vescovi del regno di Carlo il Calvo,
tedra di s . Pietro ; indi cronologicamente dire- contro Uberto suddiacono , accusato di grandi
mo degli altri. delilti . Credesi che altre ei ne scrivesse , ma
BENEDETTO I , Papa, da Evagrio ed altri son perdute. Benedetto accordo due privilegi,
soprannominato Bonoso, Romano, fu eletto a uno direlto a lulti i vescovi delle Gallie, l'al
successore di Giovanni III il 27 maggio 574. tro all'abbazia di S. Dionigi, direlto a Luigi,
La sua carità si segnalò durante le scorrerie che n'era abbate, e a tutta la comunità. Gli
dei Lombardi e la careslia che afflisse Roma scrittori presentanci questo Papa qual uomo
sollo il suo pontificalo. Trovasi col suo nome semplice, umile e pio. Governo la Chiesa due
una epistola scrilla a David vescovo in Ispa- appi, sei mesi e due giorni , e morì il 10 mar
gna , sulla fede della santissima Trinità, ed an zo 838. G ! i fu elello a successore Nicolo 1 , il
ch'egli confermò il quinto sinodo. Benedetto 15 marzo 858, dopo quattordici giorni di sede
mori il 25 luglio 578, dopo quattro anni, un vacante. Anaslasio , ecc . tom . VIII Concil., pag .
mese e ventotto giorni di papalo. El be a suc 223 , 225 , 252. ANA.
cessore Pelagio II , dopo quattro mesi e tre BENEDETTO IV , Romano, figlio di Mam
giorni di sede vacante. Anustasio il Bibliot. molo, di nobil famiglia, succedette a Giovanni
Baronio , Du Chêne. Bar. IX il 6 aprile dell'anno 900. Ci restano di lui
BENEDETTO II ( S. ), Papa , di patria pa- due lettere : una diretta ai vescovi delle Gal
rimenti Romano, successe a s . Leone II , il 26 lie, re, signori e a tutti i fedeli ; per la quale
giugno del 684. Egli erasi applicato con som confermò ad Argrimo vescovo di Langres il pal
mo impegno allo studio della sacra Scrittura lio, di cui l'aveva gratificato Formoso ; l'allra
BENEDETTO V - BENEDETTO IX 777
diretta al clero ed al popolo di Langres. Bene- impadronitisi allora d'una parte d'Italia ,
dello IV fu Pontefice virtuoso e caritatevole. mosse guerra ai Greci che inondavano la Pu
Flodoardo, nell'elogio che ne fece, lo qualifi- glia . Tenne un concilio a Pavia, e scrisse varie
ca un gran Papa . Tenne la sede quattro anni , lettere, una fra le quali in favore di Monte
1 sei mesi e quindici giorni , e mori il 20 ottobre Cassino, e quattro in favore del monastero di
903. La sede fu vacante sette giorni , essendo- S. Benigno di Digione, le quali oltime si tro
gli stato elello a successore Leone V il 27 ot vano nella raccolta de documenti per la storia
tobre dell'anno medesimo. Anastasio Volaterr. di Borgogna di Stefano Pérard , Parigi , 1667,
Chron . Papirio Masson , Flodoardo, De Pontif. in fol. Questo Papa fu costretto da un cotale
rom ., tom . IV ; Act.ordinis S. Bened.,pag.549. Gregorio, invasore del pontificalo, a fuggirsene
BAR. in Alemagna , ma il santo imperatore Enrico
BENEDETTO V, succedette a Giovanni lo rimise nella sua sede, facendo plauso e go
XII , il 19 maggio 964. Essendo stato eletto dendo tutti i fedeli ; per cui Benedetto dono al
senza il consenso dell'imperatore Oltone, que- pio imperatore una corona ed un glabo d'oro,
sti accorrendo a Roma con un esercito, sforzo adornato della croce e di gemme. Benedetto
i cittadini a ricevere Leone VIII, pseudo-pon- pure, assecondando il devoto desiderio di En
tefice , già altra volta scacciato dai Romani . rico, ordino, che si cantasse nella messa il sim
Condusse Benedetto in Amburgo in Alemagna. bolo, e procurò di far fiorire il canlo ecclesia
Morto poi sul principio d'aprile Leone VIII , stico. Mori il di 6 di giugno 1024 , dopo un
i Romani richiesero Benedello V , e l'impera- dici anni , undici mesi e giorni ventuno di
tore era pronto a rimandarlo, quando esso mo- pontificalo, ed ebbe a successore Giovanni XIX
ri ad Amburgo il 3 luglio 965. Gli succedelle O XX, suo fratello. Ciacon. Du Chéne , ecc. E
Giovanni XIJI , dopo due mesi e venticinque chard , nel suo secondo tomo degli scrittori del
giorni di sede vacante: Ditmaro, lib. 3 Chron . medio evo, pag. 75, trascrive una bolla di Be
Baronio, ecc. BAR. nedello VIII , colla data del luglio 1015, in fa
BENEDETTO VI , Romano , elello Papa il vore della chiesa di Bamberga , ed una lettera
22 settembre 972, venne dopo sei mesi di pa- all'imperatore Enrico. Dello stesso Papa si ci
pato empiamente chiuso in prigione ed ivi ta una bolla in conferma di tutti i diritti e pri
strangolato nel marzo del 974 da Francone, vilegi del monastero di Breme in Italia, colla
diacono della chiesa romana. Ci resta di lui data dell'anno 1014. BAR.
una lettera a Federico vescovo di Salisburgo BENEDETTO IX , dello prima Teofilallo ,
ed a' suoi provinciali , colla quale lo costituisce figlio d'Alberico conte di Tuscolo, fu messo
vicario apostolico nel Norico e in luita la Pan- sulla santa Sede , il 9 dicembre 1033. Es
nonia, con divieto a tutti i vescovi di quelle sendosi intruso un tale Silvestro , e po
provincie di portare il pallio. Francone quin- scia contemporaneamente anche Giovanni ,
di usurpò la santa Sede solto il nome di Boni- fu scacciato dalla sede dagli stessi Romani ,
facio VII , e ne fu cacciato il 21 luglio dell'an ma, poscia fu rimesso per opera dell ' impera
no 974. A Bonifacio succedette Donno, il quale tore Corrado. Troviamo mandata dal patriar
mori nel mese di ottobre dopo di aver retla la ca e dal doge dei Veneziani a questo Papa
Chjesa un appo e sei mesi . La sede fu vacante una legazione dell'abbate di Brondolo con al
circa due mesi. Onofrio , ecc . Bar. tri, acciocchè si ponesse freno ai disordini com
BENEDETTO VII; passò dal vescovado di messi in Grado da Poppone d'Aquileia . In
Sutri in Toscana al trono pontificio il 19 di- seguito Benedetto , nell'anno 1014 , cedette il
cembre 975. Egli governosaggiamente la Chie- pontificato a Giovanni Graziano , che successe
sa per otto anni, sei mesi e ventitre giorni , e col nome di Gregorio VI. E benché taluni l'ac
mori il 10 luglio 984, ed ebbe a successore, cusino di simonia , pure è da osservarsi, che
dopo tre mesi e otto giorni, Giovanni XIV . Di fu riconosciuto, fra gli altri , da Ildebrando ,
Benedetto VII abbiamo una lettera, colla qua- poi Gregorio VII , e da s. Pietro Damiani ; e
le egli manda il pallio a Pilgrino arcivescovo di che i mezzi da lui usati possono almeno giu
Lorch, e conferma lo statula fallo da Agapito dicarsi, come una liberazione dalla vessazione.
Il nel 948 intorno alla giurisdizione degliarci- Questi regno un anno, sette' mesi e venti gior.
vescovi di Salisbury e di Lorch. Çiacconio, in ni , ed abdicò il 17 dicembre 1046. Dopo selte
Benedict. VII. Du Chêne, ecc . BAR . giorni fu eletto Clemente II, il quale dopo no
BENEDETTO VIII , figlio di Gregorio con ve mesi e quindici giorni mori. Allora dopo
te di Tuscolo, succedette a Sergio IV il 20 lu . ventinove giorni Benedetto fu ancora rieletto
glio dell'anno 1012. Egli sconfisse i Saraceni l'8 novembre 1047 ; tepne la sede per olto me
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fusc. XIII. 98
BENEDETTO X - BENEDETTO XII
778
si , dieci giorni , e finalmente nel 17 luglio 1048 nobilissimo esempio di umiltà , che non volle
vi rinunziò , avuto per successore, nel giorno riconoscere la sua madre, che a riguardo della
stesso, Damaso II . Benedetto IX mori l’apno sua dignità si era orrevolmente vestila più che
1064. A questo punto non cessiamo di osser la naliva condizione comportasse , ma a lui
vare, che in mezzo alla corruzione miseranda ritornata nelle antiche e semplici vesti, accolse
di quei tempi , apparve sempre la prova della amorosamente , e altamente onorò. Mori in
divina instituzione della Chiesa; perchè il dis- Perugia nel 6 o 7 luglio 1504, e si dice per ve
ordine , che fu sempre dell'individuo, non pas- leno datogli insieme con alcuni fichi, ma non
sando mai a questa sposa immacolata di Cri- si conosce l'autore di tale misfatto. Fu se
sto, la lasciò in tatta , mostrandosi ognora il di- polto nella chiesa di S. Ercolano di Perugia
Bar . appartenente a’Domenicani , e fu posto nel
to di Dio , che la governa .
BENEDETTO X fu chiamato l'antipapa numero de' beati da Clemente XII, il 24 apri
Giovanni Mincio , vescovo di Velletri, della le 1756. Se ne celebra la festa il 7 luglio. Que
famiglia dei conti di Tuscolo, che insorse con slo santo Pontefice lasciò alcuni commenti so
fro Nicolò Il legittimamente elello, il 9 dicem- pra Giobbe, sui salmi, sull'Apocalisse, sopra
bre 1058 , e consecrato il 9 gennaio 1059. Ri- s. Matteo, molte bolle e alcuni volumi di pre
conobbe poi il suo errore, e ne chiese perdono diche. Di soli olto mesi e diciassette giorni fu
al legillimo Pontefice nel sinodo di Sutri , il il suo papalo. Gli succedette Clemente V , dopo
quale lo rimise alla comunione laica, e gli per un anno e fredici giorni . Sisto da Siena, Du
mise perciò di vivere nella chiesa di S. Maria Chêne, Papirio Masson, Leand . Albert, Bernar
Maggiore , senza esercitare alcuna funzione sa do Guidoni , il P. Touron , Homm . illusl. de
cerdotale. Du Chere. ľordine de Saint - Dominique, tom . I , pag.653
BENEDETTO XI ( B. ), chiamato, prina BENEDETTO XII, prima Giacomo Four
del suo innalzamento al papato, Nicola Boca- nier, o Dufour, figlio d’un fornaio, o, secondo
sini , era figlio di Bocassio , secondo Sponde , altri , di un mugnaio di Saverdun nella contea
Francesco Du Chêne e Leandro Albert, sem . di Foix , fu dapprima monaco cisterciense, poi
plice pasfore, e , secondo Fleury , notaio di doltore di Parigi , abbate di Font-Froide , ve
Treviso . Nacque egli in questa cillà l'anno scovo di Pamiers e di Mirepoix , cardinale so
1240, e di quatlordici anni veslì l'abito di s . prannominato Bianco , per allusione all'abi
Domenico. Insegnò lungo tempo filosofia e teo to del suo ordine, e infine Papa in Avignone
logia , percorse tutti i gradi del suo ordine fi- il 29 dicembre 1354. Egli confermò le censure
' lio al generalato, cui tenne per due anni e mez del suo predecessore contro Luigi di Baviera,
zo , fu creato cardinale da Bonifacio VIII , ed fece osservare le regole della Chiesa risguardan
eletto Papa il 22 oltobre 4503. Breve fu il suo ti la residenza e la promozione ai beneficii,
pontificato, ina glorioso, santo, pacifico, utile a tolse molli abusi, riformo gli ordini religiosi,
tutta la Chiesa. Benedetto ristabili la pace nel- condanno i Fraticelli e molti altri eretici, ter
la cillà di Roma. Ed egli , che era rimasto fe minó la questione sulla visione beatifica con
dele a Bonifacio VIII , framezzo le più dure lina bolla, che comincia Benedictus Deus,del
distrette, mentre tutti gli altri fuggivano, per- 22 febbraio 1356. Diede i beneficii ecclesiastici
cosse con le più severe censure coloro, che a soltanto ad uomini degni e sapienti ; riservo
veano in esso violata l'autorità pontificia ; e le rendite al vantaggio della Chiesa, e niente
pieno poi di misericordia, rimise ad Enrico re concesse di queste ai congiunti per parentela ;
di Danimarca e al suo regno, ed a Filippo il che anzi diede una sua nipote per isposa non
Bello ed ai suoi stati le pene, in cui erano in- ad un nobile e ricco, ma ad un semplice ed
corsi ; ristabili la famiglia dei Colonna, e ri . onesto mercante ; e soleva dire, che il Ponte
concilio i Veneziani coi Padovani, e mille allri fice dev'essere siccome Melcbisedecco , senza
beni fece alla Chiesa. Si adoperó, con ogni pre- padre, senza madre, senza genealogia . Queste e
mura , a ridonare la calma all'Italia , afflitta molte altre buone opere ei fece, e morì in Avi
dagli interni parliti , a riconciliare i re della gnone in fama di santità il 25 aprile 1542 dopo
Gran Bretagna fra loro, ed eslese le sue cure selle anni, quattro mesi e sei giorni di pontifi
alla Germania travagliata da interne discordie, calo. Dopo tredici giorni gli fu eletto a succes
alla Sicilia , cui liberò dall'interdetto, nel quale sore Clemente V ) . Benedetlo XII compose alcu
ni commenti sui salmi, uno scritto contro i
era incorsa, alla Francia , che richiamò alla con
cordia con la santa Sede , all'Oriente ed alla Fralicelli ; un altro sullo stato delle anime
Persia, che gemevano nello scisma , e per insino dopo la morte, dove sostiene che quelle le quali
alla Siria ed alla Palestina . Di lui si narra un nulla banno da espiare, godono della visione
BENEDETTO XUJ 779

beatifica subito dopo disgiunte dai loro corpi . spogliare di quanto avevano di prezioso, vi si
Scrisse pure : De slalu canonicorum , Decretale adatto, lamentandosi per altro la mattina sem
religiosorum , Constilutio de reformatione Bene- guente di non aver potuto dormire a cagione
dictinorum , ecc ., non che la vita di S. Giovan- del caldo ( voleva dir della pompa ) di quegli
ni Gualberto fondatore dei monaci di Vallom- arredi . Invano il maggiordomo del palazzo a
brosa , ecc. Grisostomo Henriquez , Menolog. postolico lentò indurlo ad usar il lello allesti .
ecc. Arnoul . Vion , Martyrologe bénédict. Fri- ' losi,chè anzi adoperare volle quello solo di fra .
zon , Gall. purpur. Possevino, Rinaldi, ecc. te, colle lenzuola di lana e colle coperte grosso .
BENEDETTO XIII , prima del suo innalza- lane. Niuno si sarebbe mai persuaso quindi al
mento alle prime dignità della Chfesa cono l'entrare nella sua camera di trovarvi un
sciuto sotto il nome di frate Vincenzo Maria Pontefice. Poche sedie con alcune imagini di
degli Orsini, nacque a Gravina il 2 febbraio carta , ed un più devoto che ricco crocifisso e
1649 da Ferdinando duca di quella ciltà . Nel rano le sue mobiglie. Jo piegò i tre giorni, che
1667 veslì l'abito di S. Dominico a Venezia , seguirono la sua elezione, nel ritiro e nell'ora
fu arcivescovo di Benevento , nel 1672 ſu falto zione, senza concedere udienza , nè far disposi
cardinale e il 29 maggio 1724 fu eletto Papa . zione di sorta. Avrebbe voluto uscire di palaz
Nello stato di cardinale e di vescovo esai. zo senza guardie in un cocchio a bandinelle ti
tamente osservò l' Orsini la religiosa regola rale per seguire gl'impulsi della sua modera
professata: si astenne dalle carni e dal vino , zione ; ma aderendo alle istanze dei più pru
usò vesti di lana, e nutri costante venerazione denti della corte, fu costretto a recarsi nelle
pel generale del suo ordine. Tante e si rare spesse sue visite alle chiese, sotto la scorta di
virtù , e sopra tulto una si bella umillà il ſe. poche guardie in compagnia di un cappellano,
cero eleggere Pontefice dopo la morte d'Inno- col quale per istrada diceva il rosario.
cenzo XII, nel 1724. Erano per altro passati Usci la prima volta Bunedello XIII agli 11
più mesi innanzi che fosse falta l'elezione, ed giugno per visilare lo spedale di Santo Spirito
i voti rimanevano dubbiosi tra i cardinali dove amministro il viatico e l'estrema unzione
Piazza e Gozzadini ; ma finalmente la plura. ad un moribondo. Ai 19 dello stesso mese pub
lità dei suffragi si raccolse in Orsini , che tut. blicó un giubileo universale straordinario, per
to un giorno restò renitente nell'accellare la ottenere dalla divina clemenza un felice go
somma dignità , nè altri valse a vincere la sua verno. E quale non doveva esso riuscire mer
ritrosia, che il generale del suo ordine. In ve- cè una pielà cosi specchiala ? L'amministrare
nerazione di Benedetto XI , Pontefice di santa i sacramenti, il visitare gli spedali, il servire
vila e dell'ordine pure dei domenicani , prese ed assistere gli ammalati erano le sue priuci
il nome di Benedetto XII, e volle che il mae: pali oscupazioni di ogni giorno, pochi erano
stro delle ceremonie, nell'istromento rogato i di , nei quali non fosse questo Pontefice an
per l'acceltazione , indicasse espressamente , dato a venerare nella chiesa nuova il suo gran
appertenere lui all'ordine di s. Domenico dei protettore s. Filippo Neri. Domandalo della
Predicatori, dal quale altri due Pontefici era benedizione in arliculo morlis, mentre girava
no usciti . V. P. Giampaolo Alciati gesuita mi- io carrozza per Roma , reca vasi losio a conso
lanese : In cleclione Benedicti xlii P. O. M. lare della sua presenza qualunque moribondo
ad clar. s. Dominici ordinem , oratio ecc. e qualunque inferno . E passando dalle opere
Nella sedia gestatoria fu Benedetto traspor- spirituali a quelle del miglior reggimento tem
tato ad un'ora di notte dal conclave alla Ba- porale, donó Benedelto ventimila scudi al p .
silica Vaticana , e nell’enlrarvi volle discende- abate di S. Paolo per la rista urazione di quella
re a baciarne umilmente la soglia, non badan- basilica già intrapresa dal suo antecessore , a
do alle rimostranze dei ceremonieri, ai quali holi varie gabelle, creò un promotor generale
rispose ch'egli era indegno di venire annove del fisco per patrocinare le cause criminali o
ralo persino fra gli scopatori di quel tempio. le controversie che per appellazione delle sen
.
Quindi è che, sebbene fossero soliti i Pontefici tenze de' prelati ecclesiastici e regolari si tral.
di sedere nel mezzo all'altare di s . Pielro, per tano in Roma, e fece allri utili provvedimenti.
essere, dopo la esaltazione, adorali, eyli , cam Ma in pari fempo niente negligeva, che riguar
biando l'uso, si mise dalla parte del vangelo. dasse ivantaggi del callolico mondo. Quindi
Ricondolto a tre ore di polle nelle camere del un altare privilegiato concedeva a tutte le
Vaticano, adorne colla proprietà conveniente chiese calledrali con bolla del 7 sellembre del
ad un sovrano,nè anche volle abitarvi per una l'anno 1724 , dichiarava appartenere ii deca
sola nolle ; ma non essendo in tempo di farle nato del sacro collegio al cardinale vescovo
780 BENEDETTO XIII
più antico, benchè dimoranle fuori di Roma, la pluralità delle persone per gli abusi già in
concedeva cento giorni d'indulgenza alla reci- valsi : onde è che, col cessare di Benedetto
la dell' Angelus Domini ecc, con molte altre XIII , cesso anche l'osservanza dell'editto me
indulgenze. Parimenti accordo in quell'anno desimo. Queslo zelo spiegalo per le semplici
ai patriarchi di Costantinopoli, di Alessandria, instituzioni gli faceva pur mettere in vigore,
di Antiochia e di Gerusalemme l'uso della col mezzo de'suoi decreti, le leggi emanale da
mozzella sulla mantelletta ( Constil. Romanus gli antecessori suoi circa l'uso della parrucca
Pontifex , pag. 39), dondeavviene, che nell'av. negli ecclesiastici.
vento e nella quaresima il loro abito non dif Premuroso della disciplina ecolesiastica, con
ſerisce da quello, che in tali tempi indossano bolla 2 ,maggio , comandò ai vescovi, che pu
i cardinali, Se non che, se largo era nei favo- nissero colle pene de'sacri canoni ( Const. Apost.
ri, altrettanto fermo diveniva questo Pontefice Sedis, Bul, Rom. , tomo XI, part. II , p. 400 )
per l'osservanza delle regole e delle discipline quei cherici , che godendo benefizii, non andas
ecclesiastiche. Volle , quindi, secondo le pre- sero in abito chericale, e sotto gravi pene fece
scrizioni del concilio Tridentino, ohe nelle do- rinnovare i bandi già emanali da Innocenzo XI
meniche e nelle feste solenni i curati instruis- nel 1685 e da Innocenzo XII nel 1696, conlro
sero con piano stile il popolo dopo il vangelo il giuoco del lotlo a tutti gli abitatori di Roma
della messa parrocchiale , ed aggiunse cento e del suo distrelto ; ma più espressamente il
giorni d’indulgenza non meno all'istruttore vietava a tutti gli ecclesiastici; anzi nel 1727
che agli ascoltanti, Dotd il seminario di Ce- con la bolla Credilae nobis ( Bul. Magn ., tom.
sena ed approvò anche i previlegi concessi dai X , pag. 559 ) lo proibi ai secolari tutti con pe
suoi predecessori al collegio de' giureconsulti na di scomunica, ed agli ecclesiastici con pena
di quella città , ed altri ne aggiunse, compren- di sospensione. Ma questo rigore termino colla
dendo nelle sue beneficenze anche quell'acca . vita di questo Pontefice,
demia. Afline di giungere a capo delle tante ulili
Durava tuttavia in Roma la controversia se riforme, che l'anima sua apostolica voleva
alla camera apostolica, ovvero al duca di Mo- introdurre nella Chiesa di Cristo, celebrò Be
dena appartenesse il dominio della città e con . nedetto XIII , nello stesso anno 1725 , un con
tea di Comacchio nel ducato di Ferrara ( V. cilio provinciale dei vescovi dell'Italia nella
Comacchio ). Occupala intanto quella città basilica Lateraneese , diretto a riſormare ap
dalle armi imperiali, invano l'avevano recla. punto la disciplina ecclesiastica. Fra le altre
mala Clemente XI ed Innocenzo XIII . Que sue operazioni, dichiaró la bolla Unigenilus
sto secondo, poco prima della morte aveva dis- già pubblicata da Clemente XI, la qualecol suo
posta la corte di Vienna alla restituzione, zelo avea fatto accettare dal cardinale Noailles
Tocco pertanto a Benedetto XIII di conchiu- arcivescovo di Parigi , per regola di fede, e con
dere questa negoziazione il 25 novembre 1724 , danno gli scritti contro di essa pubblicati. Veg
accordando, in riconoscenza della seguita re- gansi le notizie pubblicate dal Formagliari in
stituzione, all'imperatore Carlo VI le decíme Roma, e Commentatio de concilio tateranensi
ecclesiastiche per tutti i dominii austriaci , e a Bencdicto XIII celebrulo , Lipsiae , 1728 ,
premiando col cappello cardinalizio Filippo nonchè la difesa di questo concilio diretta a fra
Luigi de Sinzendorf, figlio del primo ministro Vittore da Coccaglio stampata a Venezia colla
cesareo , che molto aveva contribuito a tale ac- data di Ravenna, nel 1782, E rinnovo pure
comodamento. Giunto l'anno 1724 , celebrò il la condanna dei famosi rili cinesi già fatta
decimosettimo giubileo ordinario dell'anno dallo stesso Clemente,
santo , finalmente con un chirografo dei 10 Comando, ai 19 maggio del dello anno 1725,
gennaio levò la scomunica da Innocenzo stata a tutti i vescovi di promuovere la erezione dei
fulminala, nel 1650, contro quelli che pren- seminari ( Const. Credilae nobis elc., Bul . Rom .
dessero tabacco nel coro , nella sacrislia , e nel tom . XI , part. II , p. 409), affinché i cherici a
portico od alrio della basilica vaticana. vessero l'opportunità di essere bene educati ed
Rinnovo questo Pontefice , ai 22 gennaio istruiti nelle cose appartenenti allo stato ec
1725 , un editio da Urbano VIII emanato ai 16 clesiastico . Per gjungere a tal effetto, i vescovi
novembre 1624, col quale era proibito a tutti dovevano imporre la tassa del cinque per cen
i secolari, sotto pena di venticinque scudi di lo subla rendita dei regolari, dei capitoli e dei
oro , della carcere ed altre mulle arbitrarie , di benefizii, unendovi ancora all'uopo i benefi
portar il collare simile a quello degli ecclesia. zii semplici. Vieto altresì ai vescovi , sollo pe
stici . Tuttavolta molto spiacque tale editto al- na di sospensione, di servirsi dei ministri e dei
BENEDETTO XIII 781
maestri , dei seminari , fuorchè nei pontificali redenzione degli schiavi ( Constil. Aelernus, elc .
é prescrisse agli alunni di applicarsi al canto Bull, Rom ,, tom . XII , pag. 12 ) ed uni la con ,
gregoriano, al computo ecclesiastico, alla gram- gregazione napoletana della dottrina cristiana
matica ed al catechismo. a quella d' Avignone ( Const. Illius, etc. Bull.
Al tipir dell'anno santo era venuta in Ro- Rom , tom . XIII , p . 41 ), con che si formó una
ma la granduchessa vedova di Toscana, Vio- sola congregazione composta di qualtro pro
lanle di Baviera, insieme al sanese cavalier vincie, romana , cioé, avignonese, tolosana e
di S. Stefano, Bernardino Perfelli, celebre poe . parigina ( V. Dottrina Cristiana ). Confermo
ta , Questi, venendo incoronato in Campido- e dichiarò ai 18 giugno una bolla di Grego
glio, diede a Roma divedere una funzione che rio XIV circa l'immunità ecclesiastica e i de
dal Petrarca in poi non aveva più ved yta . Dis. linquenti , che di essa non possono fruire , e
piego in tale incontro il Pontefice una ma- stendendola ancora ad altri delitti, e prescri
gnificenza degna di lui e della principessa, vendo il modo da osservarsi nella curia eccle
che ne era stata la cagione. siastica per estrarre gl'inquisiti dai luoghi im
Ne in cosa alcuna poteva questo Pontefice muni ( Const. Cum sicut, etc. Bull. Magn ., tom .
riuscir meno che magnifico. Solea il senato ro- X, pag. 621 ).
mano offerire in certi giorni dell'anno a qua. Usa vano i sacerdoti orientali di recarsi a
ranlolto chiese di Roma un calice e diverse dire messa secondo il loro rito per le chiese
torce, spendendo in tutto da circa duemila di Roma. Il popolo vi accorreva in folla spin
scudi. Altre chiese supplicaronoil Santo Padre to da curiosità , e nascevano perciò molte irri
per esser fatte partecipi di tale presenle, e se a vérenze ed altri scandali. Per togliere un lal
tulte non lo concedelte, per non sopraccaricare disordine, Benedetto emanò un decreto ai 6
la camera apostolica, fece nondimeno aggiun- dicembre, col quale stabiliva , non potessero
gerne altre venti alle prime quarantollo già ciò fare senza licenza del cardinal vicario ,
stabilite ( Const. Lieel, etc., Bull . Rom ., t. XII, ed altre discipline.
p . 10 ). Cosi alle riforme, agli utili provvedi. Vero padre de' suoi suddili , Benedello non
menti disciplinari accoppiava i tratti della ge ne trascurava i più miouli interessi, senza
perosità . fidarsi alle relazioni dei ministri , che pole
Con bolla del 28 aprile del 1728 ( Const. vano riuscirgli sospette. Al miglior andamento
Romanus Pontifex , etc. Bull , Rom . , t. XI, part, dell'annona intendeva particolarmente ed in
II , p . 394 ) dichiaro doversi nell'Italia dare ai persona, affinchè potesse restar assicurato, sen
parrochi la quarta parte del funerale de' se za timor d'inganno, della maniera , con cui
polti nelle chiese dei regolari , e con altra bolla veniva, Irallato in questa parle il suo popolo ,
Pius, elc, del dello mese ( Bull . Rom ., lom .XI, pel quale non trascurava egli i mezzi di solle .
part, II , p. 397 ), prescrisse, che tutti quelli varlo e consolarlo,
ch'erano provveduti nell'Italia di benefizii Si porto Benedetto XIII , ai 27 gennaio del
ecclesiastici non affelli e riservati alla santa l'anno 1726, alla chiesa dei Ss. Giovanni e
Sede, fossero obbligati a pagare mezza rata dei Paolo, e riconosciute le ossa di qųei santi mar
frutti per la fabbrica delle rispettive chiese, tiri , le rinchiuse colle sue mani in una cassa
Benedetto XIII conservò i diritti alle chie- di piombo , che portala venne da lui in proces ,
se, e confermo la bolla di Pio IV dei 23 maggio sione, reggendola sugli omeri pel portico ed
1562, che aveva assoggettato il vescovato di atrio di quella chiesa, accompagnalo da molli
Gubbio a quello di Urbino ( Const. Circum- cardinali e prelali e da numeroso clero, Con
specla, etc. Bull. Rom ., 1, XI, part. II , p. 417 ), cedette quelle ossa ai Signori della Missione, ai
Dichiarò ai 20 di maggio concalled rale con quali le aveva consegnate Innocenzo XII , ac
Osimo la chiesa di Cingoli , accordando al ciocchè ne fossero gelosi custodi, e perchè ogni
prevosto ed arcidiacono di essa la mozzetta anno celebrasseru la memoria di tale trasla
pavonazza sopra il rocchetto, e le almuzie ai sione coll'ufficio doppio. Oggi pero la chiesa
dieci canonici che la formavano ( Const, Ro- appartiene ai padri Passionisti .
mana Ecclesia , etc. Bull. Rom . tom . XII , p. 26 ). Un suo decreto dei 15 febbraio viela va a
Obbligo questo Pontefice gli abbati a recarsi Tutti i religiosi proſessi di passare ad allra re
dai vescovi, nelle cui diocesi esistevano i loro ligione regolare, ospitaliera o militare , ancor .
monasteri, per riceverne la benedizione, loc- chè in essa fosse in vigore la regolare osser ,
chè da molti veniva trascurato. Ai 9 luglio ' vanza, e riserbava al solo Pontefice la facoltà
1725, dichiarò doversi annoverar fra le religio- di transigere in tale riguardo.
ni mendicanti l'ordine della Mercede della Eresse ai 2 di settembre in melropoli il ve .
782 BENEDETTO XIII
scovalo di Lucca, ed insigni quei canonici di di Maria Sanlissima pel venerdi dopo la do
tutti i paramenti vescovili ed abbaziali, con- menica di passione con rito doppio maggiore.
fermando iprivilegi accordati ad essi dagli al- Era stato questo rito in altre circostanze con
tri Pontefici . ceduto a molte chiese ed a molti ordini re
Molti uomini dotti , sin dal principio del golari di diverse provincie. Un decreto dei 22
pontificato di Clemente XI , si erano uniti in agosto 1727 lo estese alla Chiesa universale
accademia per disputare di teologia e di sto. per lo stesso giorno, ed un altro dei 25 gen
ria ecclesiastica con nolabile vantaggio di chi naio 1729 ordino, che se il venerdì fosse im
vº interveniva . Trovandosi pero, ai tempi di pedito con ufficio di rito di seconda classe , si
Benedelto , che alcuni de' suoi membri non trasportasse al sabbato seguente , benchè do
potevano continuar nel loro ufficio a cagione vesse occuparsi con quello di altro santo, che
della povertà , diede egli ordine ai cardinali non fosse superiore in rito. Clemente XII in
protettori , con bolla dei 6 maggio, di ascriver- seguito lo concesse, con decreto dei 28 agosto
vi venti sacerdoli secolari poveri , ai quali ſos- 1734, agli stati della casa d'Austria con rito
sero dati cinquanta scudi per sei anni dalla doppio nella domenica terza di settembre, ad
camera apostolica, ed una promozione poscia istanza dell'imperatore Carlo VI .
alla cura dell'anime ed agli uffici ecclesiastici Con decreto dei 7 luglio 1728, comando Be
nei collegi di Propaganda. nedetto XIII a tulla la Chiesa, che si celebras
Eresse , colla spesa di settantamila scudi, se nel giorno 16 dicembre l'ufficio e la messa
uno spedale riserbato esclusivamente agli af. di sant'Eusebio vescovo di Vercelli con rilo
felti da lebbra, da tigna e da rogna , ricusati semidoppio. Estese, con decreto del primo feb
da tutti gli altri spedali per timor del con- braio 1729, a tutta la Chiesa, l'obbligo che i
tagio.Fece poi passare a vantaggio di quell’in. Benedetlini avevano di celebrare ai 10 di feb
sliluto molti altri beni, e depulò un cardinale braio l'uflizio e la messa di santa Scolastica
a protettore di quella pia casa. Offri alla ve vergine, sorella di s. Benedetto; come pure pre
nerazione dei fedeli dieci santi con una sola scrisse alla Chiesa lulia l'ufficio e la messa di
canonizzazione solenne. Sono essi: 1. s. Turis. Pietro Grisologo ai 4 dicembre, con rito dop
glio Magroregio , arcivescovo di Lima nel Pe- pio e colle lezioni e la orazione, approvate
rù ; 2. s. Giacomodella Marca, religioso dei Mi : dalla Congregazione dei rili ai 19 agosto 1617 ,
nori di s. Francesco ; 3. sanl'Agnese di Monte- per la chiesa d’Imola di cui era stato vescovo.
pulciano, claustrale dell'ordine dis. Domenico; Ordinò inoltre, che s'introducesse nelle li
4. s. Francesco Solano dei Minori Osservanti ; tanie il nome del patriarca s . Giuseppe do
8. s. Pellegrino Laziosi de' Servili ; 6.6. Gio. po quello di s. Giovanni Battista, come era
vanni della Croce , religioso carmelitano ; 7. s. stato insinuato dal Lambertini , allora promo
Luigi Gonzaga della compagnia di Gesù ; 8. s. lore della fede. L'imperatore , il granduca di
Stanislao Kostka della medesima compagnia ; Toscana, l’elellore palatino e quello di Colo
9. s. Margherita da Cortona ; 10. s. Giovanni nia con quaranta generali e procuratori gene
Nepomuceno. Due altri ei pose alla venera- rali interposero le loro preghiere perchè ciò
zione stessa colla canonizzazione equipollente, avesse pieno effelto .
e sono il Pontefice s. Gregorio VII e s. Vence Uno slatuto, fatto nella elezione di Pio II e
slao martire. Cinque ne dichiarava beati, cioè di Innocenzo VIII , assegnava qualtro mila
Giacinta Marescolli Clarissa, Giovanni di Pra- fiorini annui ai cardinali.non provveduti. Be
do Minore Osservante, Fedele da Sigmaringa , nedelto aveva ancora intenzione di far che una
protonotario di Propaganda e poscia canonizza- tal somma , allora corrispondente a quattro
to, Vincenzo de Paoli , fondatore della Missio- mila scudi , dovesse calcolarsi di cinque mila
ne e canonizzato in seguito da Clemente XII ; Trecento in moneta corrente. V. PIATTO CAR
finalmeule Pietro Fourrier , riformatore della DINALIZIO.
congregazione dei Canonici Regolari. Confermo Ma cosi incessanti cure non facendo mai
inoltre il culto immemorabile di sei fra i sette dimenlicare a Benedetto l'amministrazione del
fondatori dell'ordine dei Servi e diede il lito- la sua cara chiesa di Benevento , gli venne de
lo di Venerabile a Gregorio Barbarigo vescovo siderio di visitarla , si per consolare colla sua
di Padova ora Beato , delle cui ossa comando presenza quel popolo, come per consacrar in
la ispezione e la più onorevole collocazione. persona una chiesa dei cherici regolari mini
Concesse al clero secolare e regolare di Ro- ' stri degl'infermi colà crella per suo volo in
ma , con decreto della Congregazione dei Rili onore di s . Filippo Nuri . A tal uopo adunque.
del 20 marzo 1725 , l'ullizio dei selle dolori nel concisloro dei 17 marzo, ad imitazione di
BENEDETTO XIII 783

quanto pratico Clemente VIII , allorchè si recò loc. cit . p. 552 ). Pio VI poi divise Fabriano da
a prendere possesso di Ferrara , con breve de. Camerino, unendovi invece il vescovato di Ma
gli 11 del medesimo mese, dichiaro bensì di telica da lui stabilito agli 11 luglio 1783.
voler partire per Benevento, ma decreto che Alessandro VII e Clemente X avevano ordi
la Curia romana restava in Roma, come se egli nato, che i superiori degli ordini religiosi non
non fosse parlito , e che nel caso della sua mor-
potessero allontanar da Roma i loro dipen
te, i cardinali dovessero soltanto in Roma ese- denti , che fossero consultori della Congrega
guire la futura elezione. zione dell ' indice, senza esporne primieramen
Furono composte frattanto le differenze, chele ad essa le ragioni , ed averne oltenuto il
fin dal 1725 aveano turbata la concordia della consenso . Benedetto riformò questa legge con
santa Sede col senato di Lucerna. Avevano es- bolla dei 27 di agosto , e stabili inoltre , che
se avuto origine dall'esilio del parroco An- solo nei conventi degli studii dovesse essere il
dermari , il quale, chiamato, non aveva voluto consulto , il quale non potesse escludersi dal
recarsi presso il piccolo consiglio a giustificar
superiore ne dalla congregazione, aggiungendo
la sua condotta, per non incorrere nelle cen- l'obbligo di pagare due paoli al giorno pel
sure, di cui era stato minacciato tanto dal nun .
mantenimento di lui ed altrettanto pel com
zio apostolico quanto dal suo vescovo . pagno , se lo avesse voluto ( Const. Alias, elc.
Benedetto s'era doluto del modo di proce- Bull. Rom. , tom . XII , pag. 248 ). Vieto ai 3 di
dere del senato di Lucerna , con un breve del ottobre ai cherici regolari delle scuole pie la
gennaio 1726 ; aveva anche incaricati quattro predicazione, non lasciando più facoltà in que
cardinali per l'esame della causa . ILucernesi sto riguardo ai superiori di quell'ordine. Il
giustificarono la loro condolta, comeche con- che egli faceva perchè , sciolti dalle cure dei
fessassero l'errore di aver sostituito di proprio
pergami , con più di alacrità si dedicassero alla
talento un curato in luogo del parroco bandi- istruzione, ch'è il loro principale istituto. Cle
1o; e finalmente, interponendosi i ministri mente XII poi ai 14 dicembre 1750 permise ai
del regno di Francia , la concordia fu ristabi- superiori di poter concedere a due dei loro
lita.
religiosi in ciascuna provincia il ministero
Il libro che trattava del cerimoniale de ve- della predicazione.
scovi ( rova vasị ancora molto scorrelto , quan Per consacrare Clemente Augusto Maria di
lunque Clemente VIII ed Innocenzo X ne Baviera , arcivescovo di Colonia , vescovo e
avessero fatte fare apposite edizioni . principe di Paderbona , il quale a malincuore
Benedelto, che n'era molto informato per la voleva andare a Roma non sapendo con qual
continua pratica di cinquant'anni , dacchè e- ceremoniale sarebbe stato trattato, il Papa re
sercitava le funzioni di vescovo , procurò che cossi a Viterbo, ad onta delle dissuasioni dei
fosse ridolfo alla forma degli antichi origina- cardinali , ed ivi esegui la consacrazione. L'e.
li , e perfettamente il fece correggere, prescri- lettore fece presentare a Benedetto sei candel
vendo che di questo solo avessero a servirsi i lieri d'oro adorni di pietre preziose, una croce
vescovi in avvenire ( Constil. Licet alias, etc. di diamanti di gran valore , ed una cambiale
loc. cit ., pag . 192). Nel convento de' Minori di di ventiquattromila scudi per le spese del
Araceli institui la confraternita della congre . viaggio.
gazione di Maria Vergine, colle indulgenze, di I terremoti, le continue pioggie ed altre in
cui godeva quella da lui soppressa nella chie- cessanti disgrazie indossero Benedetto a pub
sa di S. Lorenzo in Damaso. Dopo una visita blicare, ai 2 gennaio dell'anno 1728, un giu
eseguita per suo ordine a tutti gli archivi dei bileo di due settimane per tutta la Italia, ac
tribunali ed agli uffizii dei curati e dei notai , ciocchè le preghiere dei fedeli movessero la di
emanò ai 28 aprile del 1728 , molli altri de. vina Provvidenza a far cessare quei flagelli.
creli ridotti a quindici capitoli , per la rella Concedetle quindi a tal uopo cento giorni di
amministrazione della giustizia e pegli ufficiali indulgenza a coloro, che salutandosi rispetti
della ruria romana ( Const. Cum nostrum , etc. vamente, dicessero: Sia lodalo Gesù Cristo, é
Bull. Magn . , tomo X, p . 537). Per servire aide. rispondessero Amen , venticinque giorni a chi
siderii di quegliabitanti eresse al primo di lu- proferisse i nomidi Gesù e di Maria.
glio la università di Camerino (Bull. Rom . , Dichiarata cillà la terra di Ronciglione, in
tom. XII, p. 234 ) , ed uni al loro vescovalo vista della sua estensione e de'suoi pregi, Bene
quello di Fabriano, dando a quella terra il ti- detto XIII sciolse definitivamente alcune con
tolo di città , e quello di cattedrale alla sua troversie sorte sotto Innocenzo XII. Dichiaro
chicsa di S. Venanzio (Const. Notoriae sunt,etc. quindi , con bolla del primo giugno, il vescovo
784 BENEDETTO XIII
di Passavia esente dalla giurisdizione dell'ar; parte. Di ciò tratta la sua bolla dei 25 seltem
civescovo e gli concedelte l'uso del pallio e bre 1728, In supremo, elc. Bull. Rom. , tom .
della croce avanti a sé. Gl'impose però l'ob- XII, pag .393.
bligo, nella celebrazione de' concilii provincia Ai 7 dicembre 1728, separó Benedetto dal
li, d’invitare l'arcivescovo a presiedervi come governo di Viterbo la terra di Vetralla, e le
metropolitano. V. Consl. In arcano divinae, diede uno speciale governatore. Nello stesso
elc. loc , cit., pag. 281 . anno diede fine, ai 24 settembre, alle contro
Si pretendeva, ai tempi di Clemente XI,che versie insorte sul diritto di giudicatura , che
Urbano II avesse creato Ruggeri e tutti i re di doveva esercitarsi dal tribunale del maggior
Sicilia legati unti del Sommo Pontefice, con domo de' sacri palazzi apostolici.
tutte le facoltà dei legali a latere, compresa Aveva sempre a cuore questo Pontefice la
quella di crear vicarii, ossia giudici della mo- chiesa di Benevento, che voleva ancora visita
narchia , donde aveva avuto origine il privile- re, e celebrarvi il terzo concilio diocesano. Te
gio della legazione apostolica del regno di Sic nuto un concistoro pubblico, si pose in viag
cilia , e del tribunale nella medesima monar- gio verso quella città ai 28 di marzo . Passato
chia . Dopo maturo esame di erudite persone, il Garigliano, trovò i messi del vicerè di Na
venne Clemente a conoscere essere insussisten- poli che lo complimentarono per parte sua, e
te questo titolo, poiché, smarrito l'originale,al' gli offrirono una compagnia di cento granatie
fro non appariva , che Ruggeri in unione al di ri , i quali dovessero servirlo nel viaggio. Rin
lui figlio erano stati eletti legali a lalere di graziolli Benedetto; ma rifiutò un tale onore,
quel regno; senzaché un tale diritto fosse ere- giacchè viaggiava senza il Ss. Sacramenlo a.
dilario. Vedendo inoltre, che quel tribunale si vanti . Appena arrivato ai confini di Beneven
arrogava un potere troppo esteso, disprezzando 10, smonto per baciare in ginocchio una gran
l'autorità pontificia , lo aboli del tutto con più croce di legno ivi piantata . Il numeroso popo
bolle, e Benedetto XIII , fin da quando era lo, spettatore di quel religiosissimo atto, la ri
cardinale , nella cillà di Volturara , in qualità dusse in minutissimi pezzi, e se la portò via
di visitatore apostolico, lasciò scolpita in mar- per divozione. Non fu allo di santa pietà , che
mo la memoria di tal avvenimento. Come di- egli non praticasse durante la sua dimora in
venne Pontefice, concesse nondimeno singolari quella città. Celebrò con soinma proprietà le
indulti e privilegi a quel magistrato per ade- funzioni della settimana santa, e nella dome
rire alle istanze dell'imperalore Carlo VI , al nica in albis, ai 24 d'aprile, cominciò il con
quale rispose con un breve del primo marzo cilio provinciale , che fu terminato ai 12 di
( Const. Quotidianis, etc. presso il Pirro, Sicil. maggio coll'intervento dei diciannove vescovi
Sacr., pag. 101 ).Tutto ciò ei faceva per l'amor suffraganei di quella chiesa (v.Benevento ). A
della pace, alla quale sacrificava quanto pote- gli ollo dello stesso mese, ſece la solenne tras
va , con qualunque sacrificio, ed anche coi la- lazione del corpo di s. Barlolommeo aposlo
menti persino dei cardinali. Tuttavolla non lo , primo protellore di quella città , alla chiesa
volendo che il diritto concesso degenerasse in da lui falta edificare, e che in questa occasione
abuso , prescrisse in trentacinque articoli la aveva consacrata , il quale corpo si conserva
forma di trattare e giudicare le cause ecclesia . va prima nell'altare del segretario nella me
stiche nel regno di Sicilia, riserbando quelle tropolitana. Ai 23 di maggio, parti il Papa Ja
di maggiore importanza al giudizio della Se- Benevento, e rilornò a Roma. In tutto quel
de A postolica . Ved . la sua bolla dei 30 agosto viaggio fu sempre occupato in consacrare ve
1728, Fideli ac prudenli, elc. Bull. Rom ., lom . scovi, chiese ed altari...
XII , pag. 291 . I vescovi furono il principale oggetto delle
La diela di Grodno in Polonia aveva stabi sue benefiche cure. Tutti quelli che si crearo
lite cinque leggi nel 1726, che ledevano la ec no da lui , per lo più venivano dichiarati an
clesiastica libertà , ed erano ingiuriose alla che assistenti al soglio pontificio. Si accreble
nunziatura apostolica allora occupata da mons. ro perciò le spese nel palazzo pontificio , e per
Vincenzo Santini . Il Pontefice, nemico dei dis- le sportule, che loro spettavano di diritto, e
sidii , molto si raccomandò sul principio al re per la gratuita spedizione dei beneficii eccle
ed ai primali di quel regno, acciocchè le ri- siastici a carico della dataria. Era poi concesso
vocassero ; ma tornarono inutili le sue istanze. loro, come agli altri tutti, di poter sedere in un
Si valse egli dunque del suo potere, annullan- banco, quando si presentavano alla sua udien
dole interamente , e dichiarando incorsi nelle za, a guisa di cardinali. Volle di più , che nei
censure lulli quelli che ne avevano avuto pontificali solenni fossero i primi dopo i, car
BENEDETTO XIV 785

dinali a baciare al Pontefice la mano sotto latino e fatta di pubblica ragione in Roma coi
l'aurifrigio del manto . Non permise ad un tipi di Bernabò e Lazzarini , l'anno 1741 .
sacerdote di parlargli in ginocchio ; questo Questo Pontefice , che univa la pietà alla
rispetto da lui dimostrato a tal dignità , vol- scienza, ci lasciò molte opere , fra le quali: 1 .
le ancora , che servir dovesse agli altri di Un gran numero di prediche stampate nel
norma. 1729 per cura di Giuseppe Maria Ferroni ac
Nessuno lo avrebbe potuto accusare di cademico della Crusca in un piccolo volume
parzialità pegl'individui della sua famiglia. a Benevento ed a Firenze; 2 : Un Seprondi
Quantunque amasse teneramente il duca di con, pubblicato verso il principio del 1693 ,
Gravina suo nipote, uomo di conosciuta vir e ristampato in Roma nel 1724. Ci dà quello
tù , non lo mise mai a parte del governo , nè una esatta raccolta di tutti i concilii di BE
gli concesse alcun posto nel palazzo pontifi- nevento dal decimo all' undecimo secolo in
cio. Il p. Mondillo , di lui fratello prete del- poi , con note e dissertazioni . Vedasi il p .
l'Oratorio di Napoli, ebbe l'arcivescovato di Tournon , Hisl. des hommes illustr. de l'ord.
Corinto in partibus (dal quale fu promosso al de saint Dominiq . tom . IV. Mor .
vescovato di Melfi e Rapolla , e quindi all'ar BENEDETTO XIV , eletto Papa il giorno
civescovato di Capua ! sulle sole istanze di 17 agosto 1740 , successe a Clemente XII . Si
quelli , che per lui s' interessavano ; ma non chiamava . Prospero Lambertini , ed esciva da
mai poterono indurre il Papa a concedergli la illustre famiglia di Bologna , dove nacque il
porpora. L'unica distinzione , che ottenne il 13 marzo 1675. Fu notabile la sua educazio
duca da Benedetto fu l'essere ammesso ad ne pei suoi rapidi progressi in tutte le scien
assistere al tronı) pontificio alternativamente ze , che lo fecero ben presto distinguere da
col contestabile Colonna. Questi glielo con tutti gli allievi suoi coetanei . I più gravi stu
trastava sin dal tempo di Clemente XI , ed in dii bastavano appena al suo ardore pel trava
tale occasione cedè i suoi diritti nelle mani glio e nulla toglievano alla meravigliosa vi
del Poniefice . vacità del suo spirito. San Tommaso fu l'au
Ai 18 febbraio 1750 fu quasi improvvisa- tore suo prediletto in teologia . Studiò altresi
mente colto Benedetto da un catarro, che gli diritto canonico e civile , divenne consiglie
impediva il corso della respirazione, e tre gior- re del celebre avvocato Giustiniani , nè tardo
ni dopo, munito del Ss . Viatico, compi la sua ad essere fatto egli stesso avvocato concisto
carriera in età di ottantaun anpo e venti gior- riale. Venne poscia creato promotore della
ni , dopo cinque anni , otto mesi e ventitrè gior- fede , ciò che gli diede campo di applicarsi
ni di pontificato. Nelle sue esequie il padre alle procedure usate per la beatificazione , e
Ricchini Domenicano , che fu poi maestro del di fare, in progresso ditempo , una eccellente
sacro palazzo, gli fece l'elogio funebre . Restò opera intorno a tale materia. Appassionato
poscia esposto nel Vaticano agli sguardi del per le scienze , per le storiche ricerche, pei
popolo, che volle conservati per devozione'un monumenti delle arti , Lambertini ebbe com
anello ed uno spillone del pallio. Ebbe , come mercio di lettere con tutti gli uomini insigni
gli altri Pontefici , sepoltura dirimpetto al de- del tempo : in altissima stima teneva il pa
posito di Innocenzo VIII , ed ai 22 di febbraio dre Montfaucon ,cui conobbe in Roma. « Quel
1738, i Domenicani lo trasferirono al con dotto benedettino , diceva il Lambertini ,
vento della Minerva , come era stato da lui tuttochè giovane , egli ha due anime, una per
ordinato,collocandolo in un deposito di stuc- la scienza , l'altra per la società. » Clemen
co. Travaglio intanto Carlo Marchioni a co te XI lo fece canonico di s . Pietro , poscia pre
struirne, per ordine de' cardinali da lui crea lato. Indi a poco fu veduto consultore del
ti , uno di marmo , che lo accolse ai 22 feb- santo offizio ,associato alla congregazione dei
braio 1739. La santa Sede vacó quattro mesi riti , e finalmente Innocenzo XIII gli ag
e ventun giorno. giunse la carica di canonista della Peniten
Fu Benedetto XIII di statura mediocre, con zieria . « Sono creduto un uomo di tre teste ,
faccia oblunga , larga fronte , naso curvo, di scriveva egli ad uno dei suoi amici , in ra
color pallido e macilento e di naturale pia- gione delle cariche, che mi si addossano ; mi
cevole. Molte grazie si riconobbero ottenute farebbe d'uopo di un'anima per ognuna ,e la
per intercessione sua in vita e dopo morte . mia basta appena per governare me stesso.' »
Chi ne volesse i particolari legga la sua vita Nè andò guari che fu chiamato agli impieghi
pubblicata in Venezia nell'anno 1730 dal di primo ordine. Benedetto XIII gli conferi
veneto sacerdote Giovanni Battista Pittoni , e il vescovato di Ancona nel 1727 , dove svi
quella di mons . Alessandro Borgia dettata in luppò egli superiori talenti e grandi virtù .
Encicl . Eccles. Vol. I. Fasc . XIII. 99
786 BENEDETTO XIV
Visite,sinodi,preghiere, istruzioni , nulla tras. Maria degli Angeli , per la villa Negroni, al
curo nel compiere ai suoi doveri . Fu l'ami- la basilica di Santa Maria Maggiore. E da no :
co dei suoi parrochi , nè diede loro per suc tarsi aver egli aggiunto alle altre opere da pra
cessori , che i lor migliori vicarii. Fu eguale ticarsi, per conseguirne i vantaggi , la interna
la sua condotta nell'arcivescovato di Bologna , persuasione, e la esteriore ubbidienza alla bolla
di cui fu insignito nel 1732 , e dove i suoi Unigenitus contro i Giansenisti, come si può
concittadini lo videro con trasporto , quando vedere nella costituzione Laclare ecc . che con
andò a prenderne possesso. Costretto a depor- tiensi nel Bollario di Benedetto XIV, t . 1 , p. 1 .
re un parroco per motivi non poco gravi, an La instancabile diligenza, con la quale am
dò in persona egli stesso a dargliene la trista ministrava la Chiesa universale , non iscemo
nuova , e gli diede un semplice benefizio, mi- menomamente la sua premura nel procurare
gliore della sua cura . Lambertini la mattina vantaggi politici al suo stato.All'estremo era
dei 17 agosto 1740 fu acclamato Pontefice no ridotte le finanze in causa delle continue
con tutti i suffragi. Egli era molto lontano spese dei predecessori. Restrinse perciò le spe
dall'ambire la dignità , della quale stava per se del palazzo, della tavola e del trattamento ,
essere insignito , ed interrogato secondo il so lasciando nello stesso tempo alla camera certi
lito se accettasse il pontificato , rispose : « Lo diritti , che secondo il costume dovevano ser
accetto volentieri per tre ragioni ; la prima , vire alla sua borsa privata. Si videro cosi le
per non disprezzare il vostro benefizio ; la cose prendere una piega migliore, ed in luogo
seconda, per non resistere alla volontà mani- del debito di duecentomila seudi , che la came
festa di Dio , che conosco tale per non aver ra doveva fare ogni anno , essa invece sali a
mai desiderata tanta dignità ; e la terza , per qualche credito. Diede regole pure a tale ef
dar termine a questi comizii . » Il cardinale fetto alle sportule solite pagarsi alla dataria ,
Marini , primo diacono , coronollo solennemen riformò il soldo degli uffiziali mililari, nè rim
te nella basilica Vaticana ai 22 dello stesso piazzo i soldati che venivano a cessare , finchè
mese col nome di Benedetto XIV, assunto dal venne diminuito di cinquecento il loro nume
Lambertini in memoria di Benedetto XIII , ro . Osserva il Muratori, essere stato in quel
che l'aveva decorato della porpora. tempo lo stipendio delle truppe pontificie cosi
Il giorno seguente passò il nuovo Pontefice ricco, che il soldato riceveva una paga quasi
a fissar pubblicamente sua dimora nel palaz eguale a quella degli ufficiali negli eserciti di
zo di Montecavallo. Olto mesi dopo , cioè il Francia e di Germania. Il denaro risparmiato
30 aprile del 1741 , andò a prendere solenne col nuovo regolamento del palazzo , volle do
possesso della basilica Lateranense , circonda vesse destinarsi al soccorso di nobili , ma pore
to da ventiquattro nobili paggi , e fu questa re famiglie , che in Roma erano in gran nu
la prima volta che dalla loggia della nuova mero . Affine di eccitare gli ecclesiastici allo
facciata di questa basilica sia stata data dal studio dichiaro ,che sarebbero promossi a pro
Pontefice la solenne benedizione al popolo , porzione della scienza che avessero , ed affinchè
mentre per lo avanti si dava da quella dell'al potessero ottenere lo scopo di meritare le pro
tro portico laterale. Il Cancellieri , nella sua mozioni perchè degni a cagion del sapere , in
Storia dei solenni ingressi dei Pontefici , pag. stitui quattro nuove accademie, la prima delle
579 e seg. , descrive minutamente tutto ciò quali aveva il nome di storia romana ed anti
che accadde in questa occasione , fa anco- chità profuna ; la seconda si raccoglieva nella
ra il novero delle relazioni allora pubbli casa dei pp. dell ' Oratorio di s . Filippo Neri
cate . per trattare di sacra storia e di erudizione ec
Benedetto , vestito di piviale e mitra, tenne clesiastica; la terza nel collegio di Propaganda
ai 29 agosto il primo concistoro , ove ringra per discutere sui concilii ; la quarta da ul
zió i Cardinali di averlo esaltato ; e da quei timo , istituita nella casa dei pii operai del
primi momenti del suo governo risplendettero la Madonna dei Monti , ragionava sulla li
nella più chiara luce le virtù , che tanto col- lurgia.
l'andar del tempo lo resero distinto. Diresse una lettera circolare ai vescovi del
Agli undici novembre riferì al sacro colle mondo cattolico esortandoli a promuovere con
gio la morte dell'imperator Carlo VI , e pub tutta la loro forza la disciplina ecclesiastica e
blicò un giubileo universale per otlenere dal- cristiana, tanto nel clero come nel popolo
la divina bontà , col mezzo delle preghiere , ( Const. Ubi primum etc. Bullar . Benedicti XIV ,
un felice governo. Li aveva già disposti in tom . I , pag. 4 ) ; confermò le pene minacciate
Roma colle missioni , ed ai 20 dello stesso dai suoi predecessori ai cherici , che per conto
mese si fece la solenne processione da Santa proprio, o per altri esercitassero la mercatura ,
BENEDETTO XIV 787
e ciò con la bolla Apostolicae servitulis, ibid. , bili tanto i rassegnanti quanto i rassegnalarii
kom . 16 , pag.19 ; concesse ai 23 settembre 1741 a possedere il benefizio ed a riceverne perciò
l'uso del cordone pavonazzo sul cappello agli la pensione; la costituzione incomincia in su .
abbreviatori di Parco Maggiore , anche dopo blimi clc. dal. die 29 aug. 1741 , loc.cit., tom .
aver lasciato l' uffizio ; confermo la bolla di 16 , pag . 43 ; e tolse alcuni abusi introdotti nel
Sisto V , che obbligava tutti i vescovi sotto la rassegnazione dei benefizii e deludenti le
pena di sospensione a recarsi in Roma ad li- costituzioni di s. Pio V e di Gregorio XIII ;
mina spostolorum , cioè a visitare i sepoleri questa costituzione incomincia Ecclesiastica
dei Ss. Pietro e Paolo , ed a dare un esatto ecc . dat. die 15 janii 1741 , loc. cit. , tom . 16 ,
ragguaglio intorno allo stato della loro dioce- pag. 33; le costituzioni dei soprannominati
si. Estese ancora un tale obbligo agli abati, Pontefici incominciano Quanta ecc. dut. die 1
ed a quelli tra i prelati che avevano giurisdi- aprilis 1568 , Bullar. Rom, tom . 9 , part. 3 ,
zione vescovile e territorio separato. Pre- pag. 20 , e Humano etc. , dat. die 5 januurii
scrisse agli Italiani di rinnovarla ogni tre an- 1584 , loc . cit . , tom . 4 , part. 4 , pag. 14. As
ni , permettendo agli altri di protrarla ad soggetto di più alla scomunica ed alle altre
ogni quinquennio . censure quelli che vendevano per una somma
Fin dal principio dell'anno 1741 si adope- cid che ritrar potevano dai benefizii' per tutto
ro Benedetto con tutto il fervore per riconci- il resto della vita, dichiarando nulli quei con
liare le differenze insorte al tempo dei suoi tratti colla costituzione Universalis etc. dul.
predecessori fra la santa Sede e le corone di die 15 junii 1741 ; loc. cit., tom . 16 , pag . 33 .
Spagna, di Portogallo, di Napoli e di Sarde Molto si adoperò eziandio affinchè fosse os
xna, e seppe cosi bene condurre queste nego- servato il digiuno quadragesimale. Ordinava
ziazioni cotanto difficili, che in breve si vide ai vescovi , con una lettera de' 30 maggio,
Tistabilita la buona armonia; le nunziature si non dover concedere dispensa senza legittima
riaprirono sull'antico piede, e la dataria con causa : procurar che unica fosse la commestio
tinuò le sue spedizioni. Nè meno esito felice ne nella giornata senza mescolanza dei cibi
ebbe il suo trattare col granduca di Toscana, permessi coi proibili ( Const. Non ambig. etc.
per convenire sui principati di Carpegna e Bullar. Benedict. XIV, tom . I , pag. 48) . Con
di Scarolino nello Stato Pontificio, che un'ot- altra lettera poi , ai 22 agosto, dichiarava più
tima composizione si vide conchiusa non me- positivamente quelle discipline ( Const. In su
no gloriosa pel Pontefice di quello che onori- prema etc. loc. cit. pag. 63 ) e più chiaramen
fica pel granduca stesso . te ancora le spiegava nella risposta data alle
Ma sebbene Benedetto a queste cose atten- questioni promosse dall'arcivescovo di Valen
desse con alacrità pel bene del suo stato tem- za , che ne lo richiedeva ( Const. Cognovinius
porale, non tralasciò punto le cose spirituali , etc. , dat. die 12 maji 1742. Bullar. magn .,
che anzi si occupò moltissimo in questo anno tomo XVI , pag. 92 ) , ed a quelle avanzate
1741 pel governo spirituale della Chiesa. dall'arcivescovo di Compostella ( Const. Si
Concesse ai 9 di gennaio il diritto e la facol- fraternitas etc. Bullir magn . tom . I, pag .
tà straordinaria di amministrare la cresima, 356 ) . Gompose una bolla interessantissima in
in assenza dei vescovi latini , al guardiano riguardo al digiuno quadragesimale , oltre le
del santo Sepolcro , religioso dei Minori Os- altre che aveva prima emanate, e la indiriz
servanti; tuttavia il sacro crisma doveva es- zo, ai 10 giugno 1745 , a tutti i vescovi del
sere benedetto da alcuno dei vescovi cattoli- mondo cattolico .
ci , come si può leggere nella costituzione : Dai provvedimenti presi sul digiuno , passo
Cum ad infrascriptum ecc., loc. cit. , tom . 1 , Benedetto XIV a quelli, che riguardano il tri
pag. 28. Dichiaro che tutti i provvisti aves- bunale della penitenza.
sero l'obbligo d'impetrare dalla cancelleria Con una bolla dei 17 giugno confermò le pe
le lettere apostoliche, pagando sì ad essa che ne contro i sollecitanti nella confessione, im
alla dataria ed alla camera apostolica le tas- poste da Gregorio XV ai 50 d'agosto 1622 , e
se, e tutti gli altri emolumenti , dove supe- dalla congregazione del santo uffizio agli 11
rassero il frutto di ventiquatiro ducati di ca febbraio 1661 , non che alla presenza d' Ales
mera , altrimenti dovessero i benefizji essere sandro VII ai 20 settembre 1663 .
riputati vacanti , e venire ad altri conferiti, Condannò con una bolla dei 7 luglio 1745
come abbiamo nella costituzione Cum sicut l'uso di alcuni confessori del Porlogallo di do
etc. dala die 25 januurii 1741. Bull. may ., mandare ai penitenti il nome dei loro compli
tom . 16 , pag . 169 . ci , fulminando poi, ai 2 di giugno del 1746 , la
Con una bolla del 29 agosto 174 1 rese ina- scomunica riservata al Sommo Pontefice a
1
788 BENEDETTO XIV
quelli , che in altro senso interpretassero una to . Tolse alle congregazioni dei vescovi e dei
tale condanna ( Const. Ubi plurimum . Bull. regolari la facoltà di dar licenza alle monache
Magn ., tom . XVII , p. 29 ), per isradicare poi d'uscir dai conventi sotto pretesto di salute,
del tutto questo abuso , pbbligo con un'altra per l'abuso che se ne faceva in Portogallo. V.
bolla i penitenti a denunziare alla inquisizio- Const . Cum sucrurum Virginum 1 jun. 1741 ,
ne quei sacerdoti , dai quali fossero interrogati Bull.Magn ., tom . XVI , pag. 30.
sul nome dei complici . Intorno al quale sacra Con una bolla dei 30 giugno 1741 fulmi
mento non si dee tacere la seguente legge di nava la scomunica a quelli, che facevano ce
Benedetto : Extra casum necessitulis extremue lebrar le messe lasciate in legato dai testatori
ademit sacerdotibus fucullalem excipicndi con in luoghi diversi dalla loro dimora, a cagione
fessionem complicis in pecculo turpi atque in- di risparmio ( Const . Quanta curu , 30 jun.
honeslo contru sextum decalogi prueceptum 1741 , Bull. Mag . , pag . 33 ; Pro eximia , ele.
commisso . loc. cit. , pag. 36 ) . Prescrisse minutamente in
Maggiori furono le provvidenze prese da capitoli il cerimoniale di civiltà e di conve
questo Pontefice sul matrimonio . Siccome es nienza da usarsi coi superiori ecclesiastici e
so facilmente si scioglieva in Polonia , colpa cogli eguali ( Const. Quod apostolus, elc. data
la negligenza o la debolezza di alcuni impie- die 15 maji 1741, Bull. Mugn ., tom . XVI,
gati nelle curie vescovili , cosi prescrisse a pag. 28 ). Raccomandò caldamente , ai 15 di
quei vescovi l'osservanza dei sacri canoni, e agosto 1741. ai vescovi dell'Ibernia l'eserci
perchè si era sparsa colà la voce aver egli tol- zio delle loro funzioni , e ordinò ai vescovi
to gl ' impedimenti canonici nel matrimonio , tutti ed ai rispettivi capitoli, di eleggere quel
in cui uno o tutti e due i contraenti profes- li , i quali dovevano giudicare le cause eccle
sassero apertamente l'eresia, ne confutó la ca siastiche fuori della curia romana , a comodo
lunnia . Per impedire poi la facile dissoluzio- dei litiganti , quando non si potessero desti
ne dei matrimonii , dichiarò ai 3 novembre nare dai sinodi ( Bull. Magn . tom . XVI , pag .
1741, in qual forma, con qual ordine e avan- 72.) Eresse, ai 16 di ottobre 1741 , sei cava
ti di chi si dovessero trattare i giudizii delle lieri ecclesiastici dell'Ordine militare eque
cause matrimoniali ( Const. Dei miseratione, stre in onore dell'Immacolata Concezione di
etc. loc . cit. , tom . XVI , pag. 8 ) . Maria, ristabilito in Germania da Carlo Al
Stabilì pure come dovessero, regolarsi gliberto duca di Baviera, poscia imperalore Car
ecclesiastici in occasione di un matrimonio lo VII . V. Bull . Bencdict. XIV, tom . 1 , pag.
fatto senza pubblicazioni : Consl.Dalis vobis , 78 , nonchè Concezione IMMACOLATA (Ordine
17 nov . 1741. Bull. mug ., tom . XVI, p. 53 ; equestre ).
Ad Apostolicae , etc. 25 feb. 1742 , loc, cit. , p. Beatificò solennemente ai 25 di aprile Ales
75 , come pure in riguardo alla validità dei sandro Sauli , settimo generale dei chierici re
matrimonii tra eretici , o tra un eretico ed golari di s. Paolo detti Barnabiti, prima ve
'una cattolica , e viceversa ( Const. Matrimonia , scovo di Aleria, poi di Pavia ( Const. Benigni
etc. 4 nov . 1741 , loc. cit., pag. 52. Reddila tatem , etc. Bull. Bened . XIV, tom . I , pag. 46 ) ;
sunt 17 sept. 313. Paucis'abhinc elc . 19 murt. stabili poscia ai 24 novembre non doversi ce
1758 : Cum venerubilis, die eodem , tom . XIX , lebrare le beatificazioni e le canonizzazioni dei
pag. 27, 31 ) , prescrivendo ancora in quali santi, che nella basilica Vaticana, secondo l'an
casi gli Ebrei convertiti al cristianesimo po- tico costume ( Const . Ad sepulerı elc . dulu die
tessero ripudiare le donne che prima avevano 23 nov . 1741 , loc. cit. , pag. 93 ), stato interrot
sposate. to da Benedetto XIII e da Clemente XII; con
Non isfuggi agli sguardi benefici di questo fermò il decreto del suo predecessore, che or
Pontefice la situazione eziandio delle chiese dinava si eseguissero in un sol giorno, per evi
esistenti in mezzo agli infedeli. La prima , che tar la troppa spesa, le doppie esequie da farsi
fosse scopo delle sue apostoliche fatiche, si fu ai cardinali morti in Roma, aggiungendo che
quella de'Maroniti, prescrivendo , che da ' Ma- si dovesse osservare in perpetuo questo rito .
roniti si facesse una chiesa patriarcale, aven- . V. Butlar. Magn ., tom . XVI , pag. 56 .
te otto , anzichè sedici vescovi , e condannò la Confermò di poi , ai 5 gennaio 1742 , le co
contribuzione, che davasi a quel Patriarca per stiluzioni degli altri Pontefici risguardanti la
la distribuzione degli olii santi, sostituendo clausura dei monasteri regolari, propose ai ve
altri mezzi di alimento. V. MARONITI. scovi il metodo del cardinal Bellarmino per
Assegnò centomila scudi del pontificio era- insegnar la dottrina ai fanciulli, e raccoman
rio per assistere i popoli dello stato d'Urbino, dò loro caldamente un lale ufficio (Bull. Mugi .,
della Marca e dell'Umbria afflitti dal terremo- como XVI , pag . 110 e 108 ) . Confermò, ai 15
BENEDETTO XIV 789
Hello stesso febbraio,l'abolizione fatta da In verse parti della Campagna di Roma ( Const.
nocenzo XII dei tribunali e giudici privati di Nihil profecto, Bull. Bencd . XIV , tom . I , pag.
Roma e di quelli che poscia potessero essere 206 ) e con un motu -proprio diede leggi per
stati istituiti. la stipulazione degli appalti sui beni della ca
Approvó la elezione di Carlo Alberto duca mera apostolica.
di Baviera ad imperatore di Germania , col Volle si riunissero in un sol corpo tutti i
nome di Carlo VII , e gli diresse un breve , monaci Basiliani di rito ruteno, assicurando
nel quale gli manifestava non solamente la con una lettera i loro vescovi, per nulla es
sua contentezza per sì fausto avvenimento, ma sersi diminuito con tale atto la loro autorità .
eziandio le sue speranze , ch'egli sarebbe per Proibì ai monaci;.cui soglionsi dare in Polo
favorire mai sempre gl'interessi della catto- nia le catt -drali e le archimandrie, di aggiun
lica religione. gere il quarlo voto di non procurarsi le di
Il re di Batgao e quello di Battia , ambedue gnità, stabilendo inoltre il grado di autorità
del Tibet , spedirono al Pontefice il p. Vito del metropolitano e del protoarchimandrita
da Recanati cappuccino , per ottenere da esso sui monaci di quest'ordine.
una missione di frati di quell'ordine. Aderi Aggiunse nuovi decreti a quelli di s. Pio V
Benedetto XIV alle preghiere di quei due e di Clemente XI diretti ai vescovi, accioc
principi , e 'raccomandò ad essi caldamente la chè ne seguissero i dettati per la collazione
protezione della fede cattolica nei loro stati dei benefizii , principalmente di quelli ai qua
rispettivi . L'insinuante maniera, colla quale li è unita la cura di anime, come abbiamo
li trattò nei suoi brevi , unita al disinteres- dalla Costituzione Apostolutus , 19 agosto
se dei Cappuccini , ottenne ad essi dal Tipa, 1567 , Bullar. Rom ., tom . 4 , part . 2 , p. 391 .
vicerè del gran Lama nel temporale, la lj. Dimostrò di poi in una sua bolla, non aver
bera predicazione del Vangelo in tutto il obbligo i sacerdoti di amministrare la comu
Tibet . nione nella messa privata , ed esorti nello .
Celebrò agli 8 di aprile la solenne beatifi- stesso tempo i vescovi a persuadere il popolo
cazione di Camillo de Lellis, canonizzato poi sopra tale argomento , che pur diede luogo a
nel 1746 ( Const. In virtutibus elc. Bullar Be- molte controversie per tutta l'Italia. Dopo
ned . XIV , tom . I , pag. 146 ) , e diede alla lu- siffatte istruzioni si fece a determinare nel
ce ai 28 dello stesso mese la bolla, colla qua- concistoro dei 26 novembre doversi tenere
te Urbano VIII canonizzò , nel 1625 , santa ogni anno agli 8 dicembre cappella papale
Elisabetta regina di Portogallo ( loc . cil . , nella basilica di S. Maria Maggiore per la
pag. 148 ). Confermò ancora, ai 18 giugno festa della Concezione di Maria Santissima.
1742 , il decreto della congregazione dei riti , Finalmente ai 18 dicembre manifestó , non
che concedeva il culto immemorabile equi- potessero dispensarsi dai voti semplici gli
valente alla beatificazione non solenne, alla appartenenti alla congregazione delle missio
beata Giovanna di Valois (Const. Exponi, etc., ni , se non dal Pontefice, o dal loro superio
loc. cit., pag . 136 ) . Ai 6 di marzo approvò re generale, e ciò allora soltanto quando le
le virtù in grado eroico del venerabile Miche- abbandonavano .
le de Sanctis , religioso dei Trinitarii scalzi Siccome soggetto di continue controversie
della redenzione degli schiavi ; e finalmente, era la chiesa della santa casa di Loreto , ' cosi
ai 23 aprile del detto anno 1742 , dichiarò a rimuovere quelle controversie , ordino Be
constare il martirio del venerabile Ignazio de nedetto che si raccogliessero tutte le risolu
Azevedo con altri trentanove suoi compagni zioni emanate dalla congregazione dei cardi
Gesuiti mandati dal generale s. Francesco nali , e che ridotte in compendio, e disposte
Borgia a predicare la fede nel Brasile , i quali per ordine alfabetico, fossero date in luce ,
martirizzati furono nel 1570 dai Calvinisti . dovendosi ricorrere all'autorità di esse de
Per togliere le controversie fra i vescovi ed terminazioni all'insorgere di ogni ulteriore
i parrocbi latini coi Greci e gli Albanesi di questione. Decise inoltre , che all' emergere
rito greco, dimoranti nelle loro diocesi, con di nuovi casi si avesse ricorso alla decisione
fermò a questi ultimi i privilegi concessi a della detta congregazione, e ciò con la costi
gli antecessori loro , e fece un compendio di- tuzione Humilitatis nostrue, etc., 13 januar.
stinto di tutto ciò che doveano credere e 1743 , Bullar. Magn ., tom . XVI , pag. 129 .
praticare , e quanto era lecilo osservare ed am Stabili ai 14 di febbraio che in avvenire
mettere . ogni cardinale , al momento della sua pro
Benedetto detto leggi utili alla morale del mozione , dovesse depositare , tempo un mo
suo Stato Pontificio. Bandi gli spettacoli im- se, centosessantadue ducati d'oro pei mae
modesti, che si facevano nei di festivi in di- stri delle cerimonie partecipanti, sessantuno
790 BENEDETTO XIV
1
rei non partecipanti, ed aggiunse ai 15 dello confessione di quei finti sacerdoti, che avesa
stesso mese l'arcivescovato di Amasia in par sero celebrata la messa od amministrata la
fibus nell'Anatolia al vescovato di Pavia, or- penitenza , e prescrisse di rilasciarli al braccio
dinando che quel prelato dovesse intitolarsi secolare per essere condegnamente condannati.
vescovo di Pavia ed arcivescovo di Amasia, V. Bullar. Magn ., tomo XIX , pag. 28 , 286 ,
ricevendo gli onori a quest'ultima dignità Bullar. Rom ., tomo IV , part . III, pag. 28 ;
spettanti. Ma di poi il Pontefice Pio VII, col- tom . V , part. II, pag. 205; tom . VI, part . I,
la bolla Paternae charitatis studium, nel 1819 pag. 3 ; ammise i regolari agli effetti stes
divise il titolo arcivescovile di Amasia dalla si della bolla d'Innocenzo XII, di dover es
chiesa di Pavia . ser approvati cioè dall' Ordinario, dove da
Dopo maturo esame, fatto da una congre- alcun penitente venissero eletti a confessori.
gazione di uomini dotti , slabili per legge per- Constit. Apostolica 14. Bullar . Ben . XIV ,
petua, doversi anche i rei non confessi, ma tom . I , pag. 558. Volle che tutti i pastori
convinti con indizii della maggior evidenza, delle anime, i parrochi, i vicarii, gli economi
punire della pena ordinaria. Avviso i vescovi anche regolari, benchè privi di stabili pro
spettare a loro soltanto il diritto di ordinare venti per mantenersi, applicassero in tutte le
le preghiere pubbliche; se la potestà secola- domeniche e feste dell'anno la messa parroc
re ne li pregherà, lo facciano; se lo farà sen- chiale pel popolo loro affidato, o la conven
za domandar permesso, si oppongano, appro- tuale nelle cattedrali e collegiate pei- benefat
fittando delle facoltà concesse dalla Chiesa tori delle chiese rispettive . V. Bullar. cit. ,
per agire in caso di resistenza. Ordinò si ce- tom . I , pag. 336 .
Jebrasse la festa dei santi Apostoli Pietro e Confermando con una bolla i dirilti ed i
Paolo per otto di , specificando giorno per privilegi degli avvocati concistoriali , diede
giorno tutto ciò che a loro onore dovevasi fa- nella stessa una distinta idea dei loro uffizii.
re ; come si può vedere nel Bull. Bened . XIV, V. Bullar . cit. 5 novemb . 1745 , tom . I , p. 38 .
tom . I , pag. 270. Bullar . Magn ., tom . XVI, Esortò i vescovi a dimostrare ai popoli
pag . 137 . quanto sia grave il peccato di usura , repri
Nell'atto che decorava i canonici della cat- mendo prima i discorsi di quelli che lo spac
tedrale di Padova della cappa magna, e del ciavano come indifferente , ed indi stabilendo
rocchetlo nell'inverno, e di cotta sopra il roc non si potessero aumentare i frutti dei censi
cbetto nella state, prendeva utili provvedi- più del quatlro per cento ; Bullur . Magn .,
menti intorno le chiese situate nelle parti de tom . XVI pag . 328 ; e con una sua bolla fie
il'infedeli. Tolse alcuni abusi introdotti in nalmente in nove articoli, dimostrò potere i
Albania ; prescrisse gl'interrogatorii da farsi vescovi visitare le chiese parrocchiali rette
ai vescovi dell'Albania, della Macedonia, del- dai regolari, quando non vi risiede il genera
la Servia , della Bulgaria, della Persia e del- le dell'ordine ( V. Sess. del conc. di Trento
l'Armenia , proibi severamente d' imporre 25 , cap. 14 , de regul. Bull. Magn. tom . XVI ,
nomi maomeltani ai bambini nati in grembo pag. 591 ) . Approvò ai 15 di aprile l'ordine
alla nostra Chiesa , e suggeri all'arcivescovo degli Scalzi della congregazione della santis
di Antivari il modo di contenersi in riguardo sima Croce e della passione di Gesù Cristo ,
ai beni ecclesiastici ritenuti dagli infedeli o istituito dal padre Paolo dalla Croce e detto
dai cristiani, affinchè fosse evitata la persecu- perciò dei Passionisti.
zione dei Turchi , o l'apostasia de' fedeli, co Il di 29 giugno 1746 , dedicato alla memo
me si legge nella Constil . Urbem Antibarum , ria dei santi Apostoli Pietro e Paolo, canoniz
9 mart. 1752. Bullur. Magn ., tom . XVIII , zo s. Fedele da Sigmaringa, s. Camillo de Lel
pag. 266. Cum Encyclicas 2 murt. 1754 , loc . lis, s. Pietro Regalato, s. Giuseppe da Leones
cit. , tom XIX , pag . 101 . sa, s. Catterina Ricci, stendendone egli mede
Nell'anno 1744 dettava nuovi regolamenti simo gli atti . Celebrò poi la beatificazione so
a tutti i tribunali del suo stato . Segno distin- lenne in diversi tempi di Girolamo Miani , di
tamente la facoltà ed i doveri del cardinal Giuseppe Calasanzio, di Giovanna Fremiot
penitenziere, e quelli degli uffiziali della pe- de Chantal e di Giuseppe da Copertino. Con
nilenzieria , prescrivendone il numero ed i fermò finalmente il culto immemorabile di
melodi di eleggerli colle costituzioni, che'leg- Coleta Boilet, di Stefano da Quinzanis, di
gesi nel Bull. Magn ., tom . XVI , pag. 260 , Alvaro da Cordova, di Pietro Gonzales Teimo,
281 , e nel Bollar . di Bened. XIV , tom . I , di Giovanni di Valois , di Girio dei conti Lu
pag . 319 , 330 , con varie altre discipline al- nelli di Linguadoca , di Francesco Patrizii, del
tenenti a quel tribunale : dichiarò nulla gio- cardinal Nicolò Albergati , di Pacifico da Ce
vare alla diminuzione della pena la pronta redamo, di Ladislao di Gielujom , di Marco
BENEDETTO XIV 791
lino, di Enrico da Bolzano, di Angelo da Cla- concedendo indulgenza plenaria a quelli che vi
vasio , di Gabriele Ferretti , di Giovanni Lic- concorressero . Bullar. cit. Bened. , tom . II ,
cio, di Giovanni detto volgarmente Vanna, di pag . 375 .
Odorico Mattiussi, di Ugo degli Atti , e di Se Una lettera di Urbano VIII , del 13 settem
ratica Sforza, approvando il semplice culto bre 1642 , circoscrisse il numero delle feste,
di Benedetto da Fladello , ed il culto antico ma quelle, che ancor rimanevano , non poche
di s . Marone abate. brighe dovevano dare a Benedetto XIV . Die
Con un breve eruditissimo del 23 maggio de in luce perciò una dissertazione, nella qua
1755 dimostrò non essere conveniente di ca- le avvisava al modo, con cui molte feste po
nonizzare i bambini: primo per la novità ; tevano sopprimersi , poichè, diceva egli, oltre
secondo, per non avvilire questo rito colla al danno, che de veniva a risentire la classe
troppa frequenza; terzo, perchè i fedeli niun delle persone poco agiate, era anche diminui
esempio di virtù possono trarre da quella ta colla frequenza la premura dei fedeli per
così tenera età. Volle perciò che il promotor la loro esatta osservanza ( De canoniz. ss. , \
della fede dovesse rispondere in simil manie- lib. 4 , part. 2 , cap. 16 ) . Non volendo nulla
ra ogni volta che in tale argomento venisse ostante decidere la cosa da sè solo, l'umile
richiesto. Pontefice la sottomise alla considerazione di
Per maggiormente allettare i vescovi alla quaranta uomini dotli , i quali colla pluralità
residenza nelle diocesi, concesse loro, quando dei suffragii confermarono ciò che era stato
vi si trovassero , l'alternativa della elezione da lui proposto. Secondo il consiglio di di
ai benefizii vacanti nei mesi , in cui la colla- ciotto fra loro accordo l'indulto ai vescovi
zione spettava alla santa Sede. Tuttavolta lj- di poter permettere il lavoro in alcuni di fe
mitava tale costume a tutto il suo pontifica- stivi nelle loro diocesi, non dispensando pero
to. Urbano VIII aveva istituita la congrega- dall'obbligo di assistere alla messa . Insorse
zione della residenza, affinché decidesse sulle intanto una seria questione fra il Muratori ,
controversie nate in proposito ; ma questa sotto il finto nome di Lamindo Pritanio, ed
venne a poco a poco a mancare. Benedetto la il cardinal Quirini , circa la maggior dimi
rinnovo con una costituzionedel 3 settembre, nuzione delle feste. Benedetto fu sollecito a
e nuove norme opportunissime stabili . troncarla, fulminando per lo avvenire la sco
A togliere gli abusi intorno al battesimo munica a chi pubblicasse una qualche scrit
degli ebrei , pubblicò altra eruditissima co- tura , fosse favorevole, o no, su tale proposito.
slituzione, riportata da noi all'articolo Bat Molti autori acattolici si lamentavano della
TESIMO ( V. ) . Tratto poi del battesimo degli facilità , con cui venivano proscritti i loro li
adulti , e molto si diffuse in diverse questioni bri dalle congregazioni del santo ufficio e del
sull'argomento. Bullar. Bened . XIV , tom . II, l'indice. Per togliere motivi alle loro querele
p. 186. Volle che le parrocchie, separate dalle e per sostenere nel suo pieno vigore la digni
badie da cui dipendono, fossero soggette alla tà delle romane proibizioni, diede, Benedetto
giurisdizione del vescovo della loro diocesi , con una sapientissima costituzione le norme
eccettuato sempre il territorio proprio, che cir- da seguirsi nell'esame delle opere particolar
conda la badia , e stabili alcuni compensi da mente degli autori acattolici , costituzione che
somministrarsi agli abbati per l'utile perduto . incomincia Solicita etc. dic 9 julii 1753. Con
Regolò ancora con ottime leggi i tribunali tribui molto a quella bolla coi suoi consigli
criminali . Stabilì il numero dei giudici , dei il cardinal Quirini , prefetto della congrega
luogotenenti al tribunale del governatore , ne zione dell'indice, che anzi institui del suo
prescrisse i giudici , gli stipendi, i fiscali, i proprio un fondo in denaro, il cui frutto do
notai ecc . V. Bullar. Magn. tom . XVII, pag. vesse servire a tal uopo .
215 , loc. cit ., tom . 18 , pag. 40, 48 e 178 . Aggiunse Benedetto due prelati assessori
Sul principio dell'anno 1748 si adoperó fra i ponenti di consulta per giudicare le cau
con ogni cura a sradicare molti abusi intro- se criminali , prescrivendo un metodo certo ,
dotti nel tempo di carnovale, dirigendo a tal con cui dovevano essere trattate : stabili la
fine una lettera circolare a tutti i vescovi giurisdizione del Buon governo eretta da Cle
dello Stato Ecclesiastico . Vietava in essa di mente VIII , e ne prescrisse il metodo nei ne
prolungarne l'ultimo giorno oltre la mezza gozii giudiciali ed economici,e ciò colle costi
notte , e l'uso delle maschere nei venerdi e nei tuzioni Ad coercenda etc. Bull. Bened . tom . II ,
giorni festivi. Alla pravità degli immoderati pag. 156 e Gravissimam etc. Bull. Bened.
baccapali opponeva gli esercizii di pietà, mas lom . XIX , pag. 73 .
simamente dei tridui col Santissimo esposto, Ridusse Benedetto a termine l'Eucologio,
792 BENEDETTO XIII ANTIPAPA
specie di rituale o pontificale, in cui si con- ottime istituzioni che egli fece, e le fabbriche
tengono le preci ecclesiastiche e le benedizio- numerose a lui sopravvissute parlano elo
ni della chiesa greca , rituale che non potè quentemente ai Romani intorno alle sue be
esser compito avanti di lui, ad onta delle fa- nemerenze.
tiche di ottanta due congressi. Egregiamente Non v'ha scrittore di que' di , che non ab
corretto coll'aiuto di quello già pubblicato bia avuta occasione di trattenersi con lui , e
dal domenicano Goar e di molti altri mano che non sia stato penetrato dai suoi meriti .
scritti, venne alla luce coi tipi della Proda. Gli stessi Protestanti non cessavano dall'en
ganda fide. Const. Enc. quo etc. Bull. Magn ., comiarlo.
tom . XIX , pag . 192 . I giornalisti di Lipsia , d'Olanda, di Vit
Dichiaro, che a quelli , i quali fossero di- temberga, di Londra , e mille altri Protestan
chiarati pubblici refrattari dalla bolla Unige- ti unanime lode gli tributarono, annunziando
nilus di Clemente XI , fosse negata la comu con riputazione le sue opere . Pitt, parente del
nione per viatico, come pure a quanti, avanti ministro d'Inghilterra dello stesso nome , si
di riceverla persistessero temerariamente nel procurò il suo busto , e vi fece scolpire sul
la disubbidienza. Ma troppo lungo sarebbe il piedestallo una epigrafe.
voler dire tutto di questo Pontefice, che ogni Lo stesso Voltaire, nel dedicare a Benedetto
cosa vigilante non solo che allo spirituale la sua tragedia del Maometto, fece il distico
speltasse , ma sì ancora al temporale, tutto seguente :
trattò con tanta sapienza , da correggere abu Lambertinus hic est , Romae decus, et paler orbis;
si , far fiorire il suo stato, pacificare, e trarre Qui munun scriptis docnit, virtutibus ornat,
alla santa Sede anche gli animi che ne erano L'edizione più compiuta delle opere di que
più alieni ed avversi ; per cui basta udire il sto immortale Pontefice è quella di Venezia
suo nome per udire insieme l'elogio di uno in 16 volumi in foglio : Gontiene : 1. Il trat
dei più grandi Pontefici . tato della Beatificazione e Canonizzazione. 2 .
Benedetto eraditratloin tratto assalito dal- Del Sacrifizio della messa . 3. De festis in ho
la podagra. Questa l'aveva ridotto a si mal norem Christi el B. Mariae. 4. Instilutiones
partito, che assalendolo più gravemente nel Ecclesiasticae. 5. De Synodo dioecesana. 6. Bul
principio del 1758 , mostravagli vicino il fine larium . 7. Quaestionum canonic. et moral. in
di sua mortale carriera . Nel mese di febbraio materiis ad Sacr . Congr. spectant. 8. Opera
pero ebbe qualche tregua, che gli permise di miscellunea . Ultimamente se ne fece un'altra
applicarsi a disimpegnare i doveri dell'alto a Prato . MOR.
suo ministero. E già stava ordinando le cose BENEDETTO XIII ANTIPAPA . Noi dare
di Spagna spettanti alla dottrina ed ai costu mo una nozione chiara e breve di questo an
mi , quando mori il giorno 3 maggio nell'età lipapa , per la sua connessione colla storia del
di ottantatre anni , un mese, tre giorni, dopo secolo decimoquinto. Egli si chiamava Pietro
diciassette anni, otto mesi e sedici giorni di de Luna , ed era d'Aragona , d'una delle più
governo. Monsignor Tommaso Antonio Gual- illustri famiglie, ed ebbe molte ed onorevoli
di suo segretario per le lettere latine, ne fece cariche nella Chiesa .Quindi fu fatto cardina
l'elogio funebre, ed un umile sepolcro, posto le dal papa Gregorio XI ; ed in seguito dal
sopra la porta, dove è il vestiario dei musici , l'antipapa Clemente VII , che assai lo sti
ricettò le sue spoglie mortali . mava , e cui si era unito , ſu mandato pres
Una costante affabilità , indizio di un'ani . so l'università di Parigi a sostenerlo nei
ma grande, una candidezza di costumi , segno suoi maneggi. Morto Clemente VII , de Lu
indubitato della giustizia delle azioni, risplen- na raccoltosi a conclave cogli altri cardi
devano in questo Pontefice nella piena loró nali della ubbidienza di questo in Avignone,
luce. Le più difficili controversie non in- si distinsé pel suo zelo nell'obbligarsi, in
torbidarono giammai la sua mente a segno di sieme cogli altri , a rinunziare la sede, riu
fargli perdere anche per pochi istanti l'abi- scéndo eletto, se cosi fosse d'uopo al bene
tuale dolcezza, sia che insegnasse, sia che co della Chiesa ; ed egli appunto venne eletto il
mandasse o che riprendesse. La storia è fedele 29 dicembre 1394, ed assunse il nome di Be
testimonio delle indefesse sue cure nel gover- nedetto XIII . Ma sia che il suo animo si fosse
no della santa Sede e della Chiesa ; e le opere cangiato, sia che fosse frode e impostora la
sue letterarie vivono ad istruzione dei posteri , precedente promessa , mostrossi tutt'altro coi ·
e ben danno a comprendere quanto il suo 'in- fatti; e quantunque dapprima continuasse a
gegno si estendesse . Del suo amore alle belle dichiararsi pronto alla rinunzia , ed avesse
arli ed alle scienze ci danno prove ev identi le chiamato presso di sè due grandi uomini , Cle
BENEDETTO XIII ANTIPARA 793

mangis, che sempre lo incoraggiava al saluta- fuggito a Perpignano , e lo stesso Gregorio, ed


re sacrifizio pel bene comune , e s . Vincenzo eletto Alessandro V , al quale morto in breve
Ferreri , che per due anni rimase nella sua tempo venia poi eletto a successore Giovanni
corte, e fu anche suo confessore, pure , dopo XXIII. Frattanto Benedetto ostinato , cui
aversi guadagnato gli animi coi suoi costumi, obbedivano la Spagna, la Scozia , le isole di
che per ogni parte apparivano integerrimi, e Corsica e di Sardegna , le contee di Foix e di
colla sua eloquente parola condotta da un in- Armagnac, vedendo già convocato il concilio
telletto acutissimo , e approfittandosi della di Costanza , vi mandò i suoi nunzii a pro
sua somma accortezza unita ad una insupera- porre un colloquio fra lui e l'imperatore a
bile fermezza d'indole, cangiò affatto stile ; Nizza in Provenza alla presenza del re d'Ara
come già il Ferreri , dalla sua corte allonta- gona. Avendo il concilio deciso per la cessio
nandosi , avealo fatto presagire. Nè si può ne di tutti tre , acconsenti , aderendo in ciò
dire a parole tutti , e quali mezzi scaltrissi- allo stesso imperatore Sigismondo , il quale
mi usasse , a tener lungi ogni proposta di infatti portossi non più a Nizza , ma a Perpi
rinunzia , che pure gli era stata manifestata gnano , che vi si era surrogato . E qui si vi
necessaria ; egli declino qualunque autorità de fin dove possa arrivare la ostinata volon
di cardinali, di re, di università ; e finalmen- tà dell'uomo ; Pietro de Luna oppose tutti
le costretto doversi dichiarare, apertamente e gli argomenti possibili ; osava di pretendere,
sfacciatamente negó ; avverandosi sin d'allo- che si disciogliesse a suo cenno il concilio
lora in lui il timore di Gregorio XI, che nel di Costanza , per poi raccoglierne un altro ,
farlo cardinale aveagli detto : Guarda bene, o dove venisse prima riconosciuto quale vero
figlio, che la tua luna non si ecclissi un gior- Papa , e che allora rinunzierebbe; il quadro,
no. Allora la Francia si sottrasse alla sua ob- che gli fu fatto delle sventure , di cui dive
bedienza ; Benedetto resistette all'ambasceria nia cagione colla sua ostinatezza , non lo scos
del vescovo di Cambrai., mandatogli ancora se ; e tanto era il suo ardore, che benchè ot
una volta, e poscia si vide assediato in Avi- tuagenario, parlò per sette ore continue in
gnone dalle armi francesi. Rimase fermo ed sua difesa . Ma l'ultimo termine era toccato ;
ostinato con soli cinque cardinali e coi suoi la Spagna medesima minacciosa abbandona
domestici ; e tanto era ardito, sino ad esporsi valo ; il perchè di soppiatto fuggissi al mare ,
ad essere ferito da alcune schegge di cannone . e si raccolse nel castello di Paniscola , appar
Ridotto allo estremo , venne a patti, ma non tenente alla sua casa , sur una roccia alle
si potè ridurlo, che alla sola promessa di ri- bocche dell'Ebro, e si rimase chiuso in quel
nunziare nel caso che il suo competitore la fortezza inespugnabile . Allora l'imperatore
( cioè il Papa legittimo ) , com ' egli chiama con altri stati si decise contro di lui ; e s .
valo , cedesse ;,e rimase, ma custodito, nel Vincenzo Ferreri medesimo pubblicava il dis
palazzo d'Avignone ( anno 1599 ) ; Staccando- tacco dalla sua obbedienza ; condannandolo
si intanto sempre maggior numero di stati con la libertà d'un apostolo ; e finalmente il
dalla sua obbedienza. Dopo cinque anni trovò concilio di Costanza , già confermato, e ricon
modo di fuggirsi , con generale-sorpresa , d’A- vocato da Gregorio XII , prima di rinun
vignone , e ricovrarsi in Castel Rainardo, pic- ziare egli stesso , premessone il processo , il
cola terra vicina, donde seppe usare tali arti depose ( anno 1417 ) , chiamandolo spergiu
col re di Francia , da riavere l' obbedienza ratore, scismatico, e per insino eretico , essen
della Francia non solo, ma anche della Casti- dosi opposto in quanto a sè all'articolo della
glia e di altri stali . E mostrando ancora gran- unità e cattolicità della Chiesa . Giunto all'età
de zelo per la unione della Chiesa, niandò suoi di novanta anni , ed al trentesimo, da che era
legati a Bonifacio in Roma ; se non che mor- antipapa , ostinato, e con tranquilla apparen
to questo, senz' alcun effetto dell'ambasceria , za mori.E a tal punto d'ambizione giungeva ,
gli successe Innocenzo VII , e a questo Gre- che morendo comandò ai soli due cardinali
gorio XII , obbligandosi anch'egli a rinun con lui rimasti di eleggere un altro Papa ,
ziare il papato nel caso , che il suo concor come fecero in un cotale canonico , che vole
rente pure il facesse , o che mancasse di vi va chiamarsi Clemente VIII. Opera da scher
ta , o che i cardinali d'Avignone si unissero no , e che rimase derisa nel suo esito ; na
a quei di Roma per una comune elezione. Ma prova salutarissima dell'abbiezione , cui stra
tentatosi invano un abboccamento di Grego- scina una potente e sfrenata ambizione. Pietro
rio con Benedetto in Savona , sempre più de Luna, conchiuderemo, fu un uomo fornito
luttuoso divenia il progresso dello scisma. delle più grandi doti di mente e di forza mo
Allora dal concilio di Pisa ( anno 1408 ) ve rale, che consecrate a causa migliore, l'avreb
nivano deposti , e Benedetto , che già erasi ri bero fatto veramente grande , e che abusate lo
Encicl . Eccles, Vol. 1. Fusc . XIII . 400
794 BENEDETTO ( S. )

ridussero un ambizioso astutissimo, e fatua getto di pellegrinaggio per gran numero di


resero la luce d ' alcune sue virtù ; imperoc- abitanti di quei dintorni, i quali attratli, chi
chè l'umiltà e l’annegazione , come dice il dall ' ascendente di una grande virtù , chi da
Berthier , che formano i santi , non furono semplice movimento di curiosità , volevano
mai le virtù di lui , il quale colla sua fatal vedere un santo ed udire un apostolo: l'apo
debolezza ecclissò le sue eminenti qualità , e stolo predicava la verità della religione con
ottenne un nome famoso sì , ma coperto della persuadente unzione : ed il santo compiva la
comune esecrazione, e congiunto alla memoria persuasione con l'esempio delle virtù . I suoi
dei disordini , di cui fu causa. Ma nelle tem- uditori divennero suoi discepoli , e vollero di
peste, in gran parte per lui eccitate, la Chiesa morare e vivere seco lui ; egli vi acconsenti e
fu condotta sempre dal suo Sposo divino, che fabbrico con essi alcune celle per alloggiar
veglia su lei , al termine di quella pace ed u- li ; semino grani e legumi per mulrirli ; la
nità, contro cui qualunque forza del secolo è terra ferace divenne sotto le loro mani : e la
d'uopo che infrangasi. piccola colonia ogni giorno aumentava. In un
A. M. C. tempo, in cui il paganesimo non era per an
BENEDETTO (S.) , capo del numeroso che abbattuto , si grandi trionfi della religio
ordine che portò e porta il suo nome , è ri ne cristiana dovevano eccitare il dileggio de
guardato qual fondatore degli ordini mona- gli spiriti forti, e l'invido zelo degli spiriti
stici in Occidente , come lo fu s. Antonio in deboli. Benedetto fu calunniato ,perseguitalo ,
Oriente due secoli prima. Nacque l'anno 480 , e minaccialo di perire di veleno . Resistè per
nel territorio di Norcia , nel ducato di Spo- qualche tempo alla procella, ma scorgendo co
leto , di ricca ed illustre famiglia. Era fra me nulla poteva raddolcire, nè cangiare la col
tello di santa Scolastica . I suoi genitori lo lera dei suoi nemici , abbandono loro il cam
mandarono per tempo a Roma , dove fece i po , e condusse la piccola colonia sul monte
suoi primi studii ; vi si rese distinto per lo Cassino ; trovò ivi altri idolatri , ma non al
suo spirito , per felici successi e più ancora tri persecutori; poca fatica durò nel conver
per la sua buona condotta : ardua cosa nella tirli con le eloquenti sue prediche. Il loro
capitale dell'universo , che, malgrado la lon- tempio era consacrato al culto di Apollo ; ei
tananza de' suoi padroni , aveva conservato le ne fece un oratorio al culto del vero Dio . Que
sue feste , i suoi spettacoli , il gusto delle arti gli stessi idolatri , fatti cristiani , lo aiutarono
e quello dei piaceri . Sino dall'età di 17 anni a costruire un ampio monastero, poscia dive
Benedetto era già annoiato del mondo, e dis- nuto il centro e la culla di quasi tutti gli or
ingannato delle sue seduzioni. Gli stava non dini religiosi di Europa . Il nome del fondato
dimeno dinanzi una brillante prospettiva , e re divenne celebre in tutta Italia. Totila , re
poteva credere che niuna carica , e niun ge- dei Goti , non fu insensibile al desiderio di
nere di gloria esser potessero superiori alla vedere un uomo, di cui tanto era il grido ; ma
sua nascita. Nulla valse a tentarlo ; abbando- volle in pari tempo gabbarsi di quella mira
nò parenti, amici, fortune, speranze, per an- colosa penetrazione , della quale lo predica
dare a meditare sulle eterne verità in orrida vano dotato. Si pose al seguito di uno dei
spelonca, in mezzo al deserto di Subiaco, lun- suoi scudieri , che aveva fatto insignire dei
gi quaranta miglia da Roma. Vi soggiornò reali ornamenti ; così travestito si presentó
tre anni, solo, ignoto al mondo tutto , eccet- all ' umile abate del monte Cassino ; ma non
tuato ad un monaco di quei contorni chiama- andò guari che questi scoperse la soperchie
mato Romano , che lo istrui nei doveri della ria. Senza far conto delle apparenze , andò
vita cenobitica e che di otto in otto giorni gli diritto incontro a quello che voleva ingan
recava la modica sussistenza , necessaria alla narlo , ed osò parlargli qual uomo , cui le
conservazione della vita ; gliela faceva discen- virtù fanno superiore ad ogni grado ; gli
dere mediante una corda ad un campanello rimproverò la sua crudeltà , le sue ingiusti
attaccata , che ne lo faceva avvertito. Tale zie e le sue conquiste ; osò ancora di più: gli
straordinario secreto non poteva restare lun- predisse la prossima sua fine, invitandolo ad
gamente occulto ; e la strana vita che il gio- approfittare del breve tempo , che gli re
vine Benedetto conduceva , fini per eccitare stava a vivere , per riparare ad una parte di
la curiosità, indi l'ammirazione di tutti quel- quei mali che aveva fatti. Fosse convinci
li che ne udirono favellare. Vollero vedere e mento , fosse stupore , quel nobile ardire non
considerare più da vicino tale prodigio di as- offese l'altero barbaro , e dicesi anzi che da
tinenza e di umiltà . La folla dei curiosi di quell'istante divenisse più umano. Benedetto
giorno in giorno aumentava ; il deserto di Su- mori un anno dopo tale singolare conferenza ,
biaco divenne un punto di unione ed un og- il di 24 maggio 5 43; il suo corpo rimase sul
BENEDETTO ( S. ) 795

monte Cassino sino al tempo , in cui i Lon- tiplicato le copie , mentre i Goli ed i Van
gobardi, avendo fatta una scorreria in quel dali devastavano ed insanguinavano la terra .
paese , vi saccheggiarono e distrussero il mo Allora appunto che tali barbari finivano la
nastero . Ignorasi se la spoglia del santo fon- distruzione dell'impero romano, vel fondo
datore perisse nell'incendio ; ma divenne ben- dei monasteri, cui la religione sacri rendeva,
sì in processo di tempo soggetto di contesa tra vennero conservati i preziosi avanzi dell'an
i Ber ettini d'Italia e quelli di Francia ; que- tichità. L'ordine di s . Benedetto, diffuso in
sti pretendevano che essendo stata scoperta tutti gli stati cattolici , prosperò lungamente
nelle rovine del monastero, da Aigulfo, mo all'ombra delle saggie instituzioni, che man
naco di Fleury sulla Loira, fosse stata tras lenevano e preservavano il devoto fervore dei
porlata in Francia l'anno 660 , e di fatto i suoi individui. Nel corso del tempo le ri
Benedettini di Francia celebravano tale trasla. forme divennero necessarie , quelle introdot
zione con solenne festività: ma quelli d'Ita- te nell'ordine in varii tempi, discendevano
lia non riconoscevano nè la festa , nė la causa , dal tronco principale come varii rami, co .
per cui era instituita ; assicuravano come il nosciuti dappoi sotto il nome di Congrega
corpo santo era stato ritrovato intatto nella zioni, di cui le più celebri sono : quella di
sua tomba , ned era mai uscito da quella . Co- Cluni , che dove la sua origine a s. Bernone ,
munque sia di tale contesa, s . Benedetto la- abate di Cluni , l’anno 910 ; quella del mon
sciò ai suoi discepoli, nella nuova regola di te Cassino stabilita nel 1408 , e rinnovata nel
vita , dal suo esempio confermata , una tale 1504 ; quella di S. Vannes e di Sant' Idolfo, !
preziosa credità , che ben può consolarli , an- fatta in Lorena, nel secolo XVII da Deside
corchè non avessero le mortali sụe spoglie. rio di la Cour ; quella di S. Mauro, fondata
Imperocchè di ciò, che aveva praticato costan- nel 1621 per le cure dello stesso Deside
temente nel corso della lunga sua penitenza , rio.
fece la regola della loro condotta. « Volete La regola di s . Benedetto , aggiungeremo
voi , diceva s. Gregorio, avere un ristretto ancora , ebbe si gran fama, che Cosimo dei
della regola di s . Benedetto ? leggete la sua Medici gran duca di Toscana la leggeva as
vita. Volete voi avere un sunto della sua vi- siduamente ; e domandato un giorno della
ta ? leggetene la regola . » Questa regola dalla ragione, rispose, che ne trovava i precetti
più gran parte dei religiosi di Europa rice- si pieni di discrezione , che sembravangli al
vuta , è, secondo l'espressione dello stesso tissimi per aiutarlo a governare i suoi sud
Pontefice, notabile del pari per lo stile, che diti . Anzi istilui egli un ordinedi cavalieri, e
per lo spirito di saviezza che la detto . Discre gli diede per regola quella di s . Benedetto. Si
tione pruecipua, sermone luculenta . Questa attribuisce pure a questo santo una lettera a
regola nulla ordinava che sorpassasse le forze s. Remigio arcivescovo di Reims; un discorso
dell'uomo ; non esigeva nè macerazioni stra sulla morte di s . Placido ; un altro sulla par
- ordinarie, nè sforzi eccessivi ; racchiudeva tenza di s . Mauro , una lettera allo stesso
principii di condotta i più atti a contenere in santo , un ordine della vita monastica : nes
pace una moltitudine di uomini adunati e suno però di questi scritti è suo, quando
viventi in comunità . Il manuale lavoro , dal non lo sieno il discorso sulla partenza di s .
santo legislatore prescritto, fu insieme e prin Mauro e una lettera allo stesso santo.
cipio di salute pei suoi discepoli, e cagione MAB .
della più grande tranquillità nel suo ordine, BENEDETTO (S.), solitario in Italia, non
ch'era estesissimo, e sorgente di vera prospe- è conosciuto, se non per quanto ne dice s. Gre
rità negli stati , che furono avveduti si di ri- gorio papa ne' suoi dialoghi , e che s. Grego
ceverlo, come pur di proteggerlo . Quei reli- rio stesso aveva inteso da un monaco, con cui'
giosi , che spendevano parte del giorno a dis- visse nel monastero di Sant'Andrea da lui
sodare le pianure, a diseccare le paludi, a fondato in Roma. Questo monaco gli disse che
rendere fertile la terra , rientravano mode un giovine solitario per nome Benedetto con
sti nelle loro celle per dedicarsi ad altri la- duceva una vita santissima, e regolarissima a
vori non meno utili e più illustri : sludia dodici o tredici miglia da Roma ; e che il me
vano i libri santi, insegnavano il dogma e rito di lui manifestossi per due miracoli . I
la morale , copiavano gli antichi manoscrilti, Goti sotto il regno del loro re Totila, volendo
ci conservarono i tesori delle scienze e del- abbruciare il solitario Benedetto col piccolo
le lettere , che i Greci ed i Roinani legati ci monastero, entro cui viveva , sparsero fuocoal
avevano, ma sarebbero periti insieme colla l'intorno : e le fiamme consunsero tutto tran
loro potenza, se pii cenobiti , comprenden ne il monastero. Questo prodigio, anzi che mi
do l'eccellenza diessi, non ne avessero moltigarli, li irrilò . Essi trassero questo religioso
796 BENEDETTO BISCOPIO ( S .) - BENEDETTO (S.) di Milano
dalla sua cella , lo gettarono in un forno che to : Virum insigne sanclitatis, de quo per uni
si stava scaldando per cuocervi il pane , poi vcrsam Italiam bonae opinionis fumu Nagravil.
ne lurarono la bocca. Ma Dio lo salvò ancora, Oltre alle opere della pietà cristiana indi
e Benedetto non fu pur danneggiato negli a- spensabili per corroborare lo spirito al buon
biti . Questo santo vivea senza dubbio all'e- governo della sua chiesa , egli attese con tan
poca del patriarca dei benedettini, e n'era più to ardore alla non meno necessaria cultura
giovane, ma non v' ha alcun indizio ch' ei ne dell'intelletto , da riescire uno de' più ripu
fosse discepolo, o monaco di Monte Cassino. tati scrittori del suo secolo. Non era il desi
Nulla di meno il martirologio dei Benedet- derio di fama che il faceva studioso delle u
tini lo mette fra i santi del suo ordine. Si mane lettere, ma il bene della sua chiesa, che
pone la sua morte ai 31 marzo come a vero non ancora risanata dalle piaghe profondissi
giorno di sua morte : ma il martirologio ro me dell'arianismo , faceva sentire al suo pa
mano, ed altri moderni la pongono ai 23 store il bisogno d'ingegno e di studio per u
Greg. Dial. lib . 3 , c . 18. Baillet , tom . 1 , sare con maggiore efficacia la eloquenza e la
marzo, p . 304 . scienza a difesa dei dogmi della religione cal
BAIL . tolica . Cosi pure non per ambizione di potere
BENEDETTO BISCOPIO ( S.) , nacque ver o per amore di controversie ; ma solo per di
so l'anno 620 da famiglia nobile in quella fendere i santi diritti della milanese metropo
parle settentrionale dell'Inghilterra che chia- li si credelte in dovere di protestare contro
wasi Northumberland . Egli portò dapprima un vescovo di Pavia , che aveva domandata al
le armi in qualità d'officiale del re Oswy , e Romano Pontefice la sua consecrazione. Una
ritirossi poscia nel monastero di Lerin : fu tale causa di giurisdizione portata alla Curia
abatedi quello di Sant'Agostino di Cantorberi, romana, fu vinta dal vescovo, perchè realmen
fondò il monastero di Warmouth nella dio- te a priscis temporibus, come narra lo storico,
cesi di Durham , e quello di Girwic o Jarow , solevano i vescovi di Pavia farsi consacrare a
a due leghe da Warmouth . Recossi poi per Roma. Allora l'arcivescovo s. Benedetto, che
la quinta volta a Roma , osservò gli usi e le aveva reclamato , appoggiato alla pratica dei
cerimonie delle chiese e de' monasteri, cui vi- secoli superiori , nei quali a Milano consa
sito lungo il viaggio , e tenne a calcolo lo spi- craronsi alcuni vescovi pavesi, come è ricor
rito e i lumi de' santi e sapienti personaggi dato del Muratori, in Append. del tom . I A
di Roma, per comunicarli al suo paese. Ivi necdot. , e dal p . Eustachio da S. Ubaldo , nel
infatti introdusse il canto gregoriano e le ce libro De metropoli mediolanensi, si sottomise
rimonie romane ; e si occupò specialmente docilmente alla romana decisione, che dichia
nell'adornamento dei templi e in tutto quan rava essere devoluta alla S. Sede la consacra
to concerne il culto esteriore ; cose tutte chezione dal vescovo di Pavia per diritto di pre
ei faceva quasi per propria vocazione. Mori , scrizione , da che pel corso di 77 anni, iro
secondo alcuni,nel 690,0, secondo altri,nei vandosiquasisempre esuli gli arcivescovi di
703 , dopo aver dato ai suoi monaci l'esempio Milano dalla loro diocesi in grazia del domi
d'ogni virtù . Le sue reliquie, nel tempo delle nante arianismo, usarono i vescovi di Pavia
incursioni dei Danesi nel monastero di Gla- ordinati in quel tempo rivolgersi a Roma
ston o Glassembury, furono trasportate nella per la loro consacrazione. Per questa lite por
contea di Sommerset, dove pretendesi che e tata al tribunale supremo , e dall'arcivesco
sistano ancora. Benedetto scrisse un trattato vo perduta, Benedetto Lentino , nella di lui
sulla celebrazione delle feste ; una esortazio- vita stampata a Napoli, dice essere s . Bene
ne ad alcuni monaci : ed altre opere di simil detto il principal protettore ed avvocato di
natura. Beda , Histor. abbuliue Warmouth .' coloro che sono implicati in controversie fo
Pitseo, De scriptor. angl. pag. 113. Dom . rensi.
Maynard , in Marlyr. Bened . D. Mabill . Act. Tanta fama però godeva Benedetto in Italia
SS. ord . S. Ben . Bulteau, Baillet, tom . 1 , pel suo sapere e pel suo zelo della religione ,
p. 146 . Bail . che , essendo morto in Roma l'anno 689 Ce
BENEDETTO ( S. ) , arcivescovo di Milano. Qualdo reanglo -sassone, che vi si era trasferito
Eletto a reggere la chieså milanese nell'anno per ricevere dalle mani di Sergio Sommo Pon- .
681 , seppe in sè stesso eminentemente unire tefice il santo battesimo nelle' pasquali solen
le doli e le virtù che costituiscono un degno nità , e che non aveva per anco deposto l'abito
rettore della cristiana famiglia. La santità del- bianco dei battezzati, quel Pontefice volendo
la sua vita fu cosi ainmirabile, che Paolo Dia- ricordare ai posteri con perenne monumento
COLO , parlando di lui nella sua Storia del ré un tal fatto insigne nei fasti della Chiesa, non
uno Longobardico, lib . VI, cap. 10 , lasciò scrit- esitòad affidarne l'onorevole incarico all'arcive
BENEDETTO ( S.) D'ANIANO 797

scovo di Milano , come il solo che potesse in de con sorprendente vigilanza a tutti gli af
quei tempi soddisfare alla grandezza del sog- fari del monastero e a tutto quanto concer
getto . neva il suo impiego. Morto l'abbate, e volen
Per 44 anni governo Benedetto con inde- do quei religiosi sostituirlo al medesimo, egli
fessa sollecitudine la milanese diocesi, e mori li abbandono e ritornò in Linguadoca verso
l'anno 729 , lasciando nelle sue azioni un l'anno 780. La posterità volle giustificar que
modello di cristiane e pastorali virtù , ed un sto passo coll'esempio di s. Benedetto suo pa
monumento del suo zelo per la religione e triarca, il quale pure abbandono alcuni reli
della sua liberalità nel cenobio a sue spese giosi perchè i loro costumi non eran d'accor
eretlo nel circondario di Porta Nuova, e pre- do coi suoi .
cisamente nel luogo , dove fu posteriormente Di ritorno in patria, innalzó un piccolo ro
stabilito il ritiro delle mal maritate detto mitaggio presso una cappella dedicata a s. Sa
del soccorso . turnino, sopra il ruscello Anian , poco lungi
Gli antichi cataloghi segnano la chiesa di dal fiume d ' Eraud, e vi passò alcuni anni in
S. Ambrogio per luogo del suo sepolcro. La estrema povertà, preghiera e mortificazione.
sua festa si celebra in Milano il giorno 6 di Domandava incessantemente al Signore di po
settembre, perchè il giorno anniversario del- ter conoscere la sua volontà , ed eseguirla. Si
la morte di lui cadrebbe nel tempo quaresi- unirono a lui alcuni virtuosissimi solitarii,
male, in cui la liturgia ambrosiana non am tra i quali il santo vecchio Widmaro. Riceve
mette l'officiatura dei santi. discepoli, onde innalzò un monastero, e i suoi
Sassio. religiosi pervennero a grado eminente di per
BENEDETTO (S.) , d'Aniano o Agnano, fezione; egli stesso, sebbene superiore, non si
abbate in Linguadoca , e ristoratore della di- permise mai alcuna dispensa. Il sempre cre
sciplina ecclesiastica in Occidente, nacque in scente numero de' suoi discepoli lo costrinse
Linguadoca l'anno 750. Augulfo suo padre, ad erigere in luogo vicino un altro monaste
conte di Maguelone , che si rese per valore e ro, dove ei visse dapprincipio come nel pri
fedellà commendevole presso Pipino re di mo : ma poi trovossi obbligato a cangiare
Francia , destinava il figlio ai propri impie- condotta. Comperò delle terre , edificò un
ghi, e per disporvelo , lo mandò di fresca età gran chiostro, ed innalzò una magnifica chie
alla corte, affidandolo alla regina, la quale lo sa . In poco tempo si raccolsero sotto di lui
fece educare insieme ai paggi di casa . Bene- più di trecento religiosi animati tutti ne'loro
detto coi suoi servigi e colla sua avvedutezza diversi officii dal medesimo spirito. Nè già
s'acquistò universale affezione: fu coppiere, solo all'abbazia d'Aniano restringevasi la sua
e servì pure all'armata ; e morto Pipino, se carità, chè ne sentirono i frutti anche i mo
gui Carlomagno. Egli era in tal guisa avvolto nasteri di Provenza, di Linguadoca e di Gua
nel gran mondo, quando la grazia gliene sco- scogna , e que' religiosi l'amavano come pa
pri la vanità ed il nulla , gli inspirò insensi- dre, l'onoravano come signore e l'ascoltavano
bilmente disgusto pe' beni ed onori della vita come maestro . Lo stesso zelo lo condusse ad
e gli diede armi per combattere le sue pas- Arles a tener conferenze sulla disciplina e
sioni . Aveva esso allora ventun anno , e visse sulla morale in un'assemblea di abbati e di
ancora tre anni in abito secolare fra gli eser vescovi. Il nostro santo salvo i prelati del
cizii di pietà e di penitenza , quando un acci- suo paese dall' eresia di Felice vescovo d' Ur
dente compi il suo distacco dal secolo, e rup- gel , il quale voleva che il Figlio di Dio non
pe ogni catena. Egli credeva annegarsi nel fosse che il Figlio adottivo del Padre Eterno;
Ticino presso a Pavia volendo salvar suo fra- e nel 799 trovossi al sinodo d ' Urgel contro
tello: scampato per somma ventura da questo Felice. Benedetto fu dappoi consultato quasi
pericolo , fece voto di rinunciare al mondo. un oracolo : la sua dottrina e disciplina fece
Rinvigorito in tale risoluzione da un solita- ro riguardare il suo monastero come una
rio cieco bensì, ma saggio , finse ritornare ad scuola ammirabile di religione. Domandatone,
Aquisgrana dove si trovava la corte , e fermos- mandò molti de' suoi monaci, quali a rinno
si dell'abbazia di Saint-Seine nella diocesi vare diverse abbazie del regno , quali a popo
di Langres , a cinque leghe da Digione, ri- larne di nuove. Luigi il Pio , allora re d'A
mando le sue genti in Linguadoca, e si fece quitania, per la stima, chę grande aveva nel
monaco in quel convento . Quasi incredibili la sua virtù , e confidenza nella sua saggezza ,
furono in lui l'astinenza, i digiuni , le veglie gli assoggetto tutti i monasteri del regno ,
e le preghiere, le mortificazioni, le umiliazio- perchè vi stabilisse, o vi perfezionasse la re
ni. Falto celleraio , egli senza diminuire per golarità. L'esito felice di Benedetto eccito
nulla le ordinarie sue mortificazioni, provvi- l'invidia di alcuni : si diffamò il suo zelo , e
798 BENEDETTO LEVITA-BENEDETTO DI PETERBOROUG
tentossi di indurne cattiva prevenzione nello s. Benedetto d' Aniano , dice , aver egli rac
spirito di Carlomagno. Il re si lasciò infalli colte tutte le regole e le costumianze de' di
preoccupare: ma presentatosi il nostro santo versi monasteri , e formato aver poi su quei
a giustificarsi, tutto ad un tratto cangiossi il varii documenti il libro o Codice delle rego
principe, ricevè Benedetto con tutto il favo- le. Questo Codice fu stampato a Ronia nel
re , gli fece doni considerevoli, e prese dippiù 1661 per cura di Olstenio bibliotecario del
l'abbazia d'Aniano sotto la sua protezione. Vaticano, ed a Parigi nel 1663. Esso è divi
Luigi il Pio gli diede tre abbazie , perchè vi so in tre parti , la prima delle quali contiene
distribuisse i monaci d'Aniano, e molte pure le regole pei monaci di Oriente ; nella secon
ne innalzó. da si trovano le regole dei monaci d'Occiden
Lo stesso Luigi , figlio e successore di Car- te; la terza parte contiene le regole stese per
lomagno, volendo avere il nostro santo presso le vergini .
di sè, gli diede l'abbazia di Marmunster in La seconda opera di s. Benedetto è la Con
Alsazia, la quale fu sottomessa a quella d'A- cordanza delle regole ; cosi chiamata perchè
niano, e l'indusse a trasferirvi il suo soggior- ivi si dimostra , nulla trovarsi nella regola di
no . Anche questo luogo però era troppo lon s. Benedetto che perfetlamente non si accordi
tano da Aquisgrana , ove il re lo chiamava colle altre regole , che vigevano allora nella
sovente per averne consigli : gli fece perciò Chiesa.
inpalzare il monastero d’Indo , a due leghe Nell'ultima sua malattia S. Benedetto
da quella città , dove il santo passò il resto d ' Aniano scrisse una lettera all ' imperato
de' suoi giorni per essere più a portata di as re Luigi , dandogli alcuni avvisi . Noi non ab
sistere il re. Ebbe poscia su tutti i monasteri biamo questa lettera ; due altre però ne ab
di Francia l'autorità che aveva prima su biamo scritte all'epoca stessa , una a Gior
quelli di Linguadoca e d’Aquitania, e ne fu gio abbate d’ Kniano, l'altra a Nebridio ar
come il capo e generale. Molta parte egli ebbe civescovo di Narbona. Nel quinto tomo delle
nei regolamenti del concilio di Aquisgrana Miscellanee del Baluzio si trovano quattro
nell'817 , pei canonici , le canonichesse e i opuscoli sotto il nome di Benedetto , il qua
monaci ; e presiedette all'assemblea degli ab- le verosimilmente è Benedetto d'Aviano , ed
bati tenuta ivi nello stesso anno , specialmen- anzi Baluzio lo ritiene come autore certo di
te pel ristabilimento della disciplina mona- queste.
stica , e per ripristinare l'uniformità nella Baluzio inoltre pubblico nel secondo tomo
osservanza ; fece alcuni statuti molto com- de'Capitolari un penitenziale sotto il nome di
mendati in Italia ed osservati in Monte Cas- Benedetto d' Aniano.
sino quasi quanto la regola di s. Benedetto; Don Mabillon (in Analectis, pag. 18 ) parla
tolse molti abusi , e sollevò le comunità po- d'un manoscrillo da lui veduto nella biblio
vere. I suoi travagli, le austerità, la vecchiez- teca di S. Ulrico ad Augusta , ove trovavasi
za , lo condussero a passare nelle infermità gli un commento di Benedetto sulle epistole di
ultimi anni ; ma le varie malattie non fecero S. Paolo. Egli ne dà le prime parole senza de
che mettere in esercizio la sua pazienza ; nė cidere se questo Benedetto sia quello d'A
mai il suo fervore per la preghiera e la me- niano. Si attribuisce in fine a Benedetto d'A.
ditazione s’ indeboli. Qualtro giorni innaoziniano un trattato ascetico diviso in dieci ca
alla sua morte fu trasportato dalla corte al pitoli , opera tuttora inedita . V. la vita di s .
suo monastero d'Indo ; e tutti i grandi della Benedetto nel quinto tomo degli Alli dell' or
corte concorsero a visitarlo. Mori il lunedi dine di Sun Benedelto , pag. 183. Baillet ,
undici febbraio 821 , e fu sepolto nel mona te dei santi , tom . 1 , 11 febbraio . Don Ceil.
stero d'Indo, detto poscia'di S. Cornelio Pa- lier, Stor . degli aul. eccles ., tom . 18 , pag. 430
pa e martire, essendone stata sotto il nome di e segg .
questo santo dedicata la chiesa. Tre giorni do BENEDETTO, diacono di Magonza , cono
po fu posto in una tomba di pietre di Lie- sciuto sotto il nome di Benedictus levila , vi
gi . Le sue reliquie furono sempre religiosa- veva nell'840,o 845 , sotto il regno di Luigi
mente conservate in quel monastero. La sua il Pio e di Carlo il Calvo , e sotto il pontifi
festa, sebbene in Aniano si celebri l'11 feb- cato di Autcario arcivescovo di Magonza. Be
braio , è però comunemente segnata ai 12. I nedetto continuò in tre libri la raccolta dei
nostro santo fu in Francia ed in Alemagna Capitolari di Carlomagno, cominciali dall'ab
quale era stato il patriarca s . Benedetto in bate Ansegiso. Serrario, Hist. Mog. Baluzio, in
Italia , e lasciò anche alcune opere, che ora Pruef. Sirmond , ecc .
ricordiamo. BENEDETTO , abbale di Peterboroug, della
Ardone Smaragdo , discepolo e storico di congregazione di Cluni , viveva verso il 1200 .
BENEDETTO (BRITANNICO — BENEDETTO ( IL PADRE) 799
Scrisse la vita di s. Tommaso di Cantorberi, la critica ha rischiarato meglio le cose , vi si
e un trattato de' suoi miracoli. Pitseo , De sono scoperti più falli, i quali perd più che al
script. angl. Vossio, De hist. latin . l'autore attribuir si debbono al secolo in cui
BENEDETTO (BRITANNICO), dell'ordine di egli visse. » Quest'opera poi è stata da al
s . Domenico , era di Brescia , e viveva nel se cuni attribuita per errore al cardinale Bene
1
colo decimoquinto. Egli lasciò cinquantatre detto Accolti, originario di Arezzo, ma nato in
discorsi, dai quali si conosce quant ' era ver Firenze da Michele Accolti e da Lucrezia Ala
sato nella Scrittura, nelle opere dei Padri , dei manni a' 24 di ottobre del 1497. Questo se
filosofi e dei poeti. Fernandez, Possevino, E- condo Benedetto , terminati i suoi studii in
chard, tom . I , pag. 893 . Firenze e in Pisa, ov'ebbe la laurea , passò a
BENEDETTO GRINIGANDO, dell'ordine di Roma, ed ivi , per opera del cardinale Pietro
s . Domenico , Aragonese, era dottore di Parigi, Accolti suo zio , tanto s' inoltrò nella grazia
ove fioriva verso il 1420. Gli si attribuisce di Leone X , che dopo aver sostenuto per qual
un'opera sui quattro libri del Maestro del- che tempo l'impiego di abbreviatore aposto
le sentenze. Possevino , Echard , tom . I, pag. lico , fu eletto vescovo di Cadice , ed anche
771 . Adriano VI , dal detto vescovado il trasferi a
BENEDETTO DI Verona , dell'ordine di quello di Cremona , cedutogli dal cardinale
s . Domenico , forse lo stesso che Lorenzo di suo zio , che fu promosso all'arcivescovado
Verona dello stesso ordine, predicava con gri- di Ravenna. Clemente VII , appena eletto
do verso il 1420. Ci restano di lui : Sermones Pontefice sulla fine dell'anno stesso, lo nomi
de tempore et de sanctis per annum ; in Sym- pò suo segretario insieme col Sadoleto .
bolum Apostolorum , in Decalogum et in oru- A ’ di 3 maggio del 1527 , cioè tre giorni in
lionem dominicam . Lusitano , Altamura , E- nanzi al memorabil sacco Roma, fu dallo
chard , tom . I , pag. 774 . stesso Pontefice annoverato fra ' cardinali ; e
BENEDETTO StendeL di Halles, Tede- nel 1532 fu inviato legato nella Marca d'An
sco, dottore dell'università d'Erfurt nel seco cona, ma questo governo stesso gli fu cagion
lo decimoquinto , scrisse un commento sul di amarezza e di danni : chè a ' 15 di aprile
Pentateuco, ed alcuni discorsi . del 1535 , per ordine di Paolo III, fu chiuso
BENEDETTO Accolti , Firentino , scrisse in Castel S. Angelo, e fu sottoposto a un ri
nel 1454 una relazione della guerra tra i goroso processo. Qual fosse il reato dell'Ac
Cristiani e i barbari pel riscatto del santo colti non ben si conosce, nè punto si possono
Sepolcro e della Giudea , in quattro libri accreditare i sospetti d'altrui malevolenza a
stampati a Basilea nel 1944 , in ottavo e col- suo danno. Quello però ch'è noto si è che a
le note di Demptero , parimenti a Basilea nel lui venne fatto di liberarsene collo sborso di
1625 , in quarto. Di quest'opera e del suo una grossissima somma , e che per tal modo
autore ecco qual conto ne renda il Tirabo- uscì di carcere a' 31 ottobre dell'anno stesso.
schi: ( La guerra , che quattro secoli prima Mori in Firenze a' 21 di settembre dell'anno
era stata dai Cristiani intrapresa sotto la con 1549 . Le lodi colle quali ei venne onora
dotta di Goffredo da Buglione per togliere to dagli scrittori di que' tempi , cel rappre
Terra Santa dalle mani degl'infedeli fu ele- sentano come uno dei più colti ed eleganti
gantemente scritta in latino in quattro libri scrittori che avesse quel secolo, e ci rammen
da Benedetto Accolti ... Ei nacque in Arez- tan pur anche la protezione che agli uomini
zo nel 1415 , e dopo aver coltivati gli studii dotti egli accordava. Tiraboschi , Slor .
legali in Firenze e in Bologna , in questa se Letter ., tom . VI , pag. 756 , ecc.; VII, pag.
conda città ne prese la laurea. Tornato poscia 1387 e seg. ediz . di Firenze. Non devesi
a Firenze, fu ivi pubblico professore di leggi , confondere questo Benedetto con un altro
nel qual impiego il troviamo nel 1451 ; ed dello stesso nome e paese, cardinale e arcive
egli si conciliò per tal modo l'amore e la sti- scovo di Ravenna , di cui abbiamo delle poe
ina de' Fiorentini , che aggregato da questi sie stampate a Firenze nel 1562, in ottavo,
alla lor cittadinanza, fu poi anche nel 1459 , Cave, nuov . ediz .
dopo la morte di Poggio, eletto cancelliere di BENEDETTO ( IL PADRE) , Ambarach nel
quella repubblica .... Benchè egli avesse l'araba sua denominazione, nacque da nobile
coltivata per molti anni la scienza legale, ab- famiglia a Gusta città di Fenicia nel 1663 .
bandonolla poi nondimeno, annoiato dalle ca- Pervenuto appena ai nove anni fu mandato
villazioni de' giureconsulti .... La storia per gli studii a Roma nel collegio dei Maroni
della guerra sacra mentovata poc' anzi fu ti , dove stette tredici anni e fece nelle belle
avuta allora in gran pregio, ...ma dappoichè lettere, nelle lingue orientali e nella teologia
800 BENEDETTO (IL PADRE)—BENEDICAM
sorprendenti progressi. Compito il corso degli contiensi un rendimento di grazie al Signo
studii, ritornò di ventidue anni in Oriente , re pei benefizii ch'egli ha impartiti,mostran
dove fu promosso al sacerdozio , ed attese alla dosi misericordioso nel rimettere i peccati ,
predicazione sino all'epoca in cui fe'ritorno a della quale misericordia cantansi anche le
Roma in qualità di deputato della chiesa dei laudi .
Maroniti di Antiochia . Terminati felicemente Alcuni fra i commentatori ritengono che
questi affari d'alta importanza, egli era per far sia stato composto da Davidde , dopo aversi
ritorno in Oriente, quando Cosimo III gran- riavuto da qualche grave infermità , ed ap
duca di Toscana lo chiamò a Firenze, l'inca- poggiano questa loro opinione ai versetti 3 ,
ricò di disporre i caratteri che Ferdinando de 4, 5 , ove parlasi delle infermità e della mor
Medici avea fatto fondere per la stampa de'li- te , dalla quale il Signore lo trasse. Il Siro lo
bri scritti in lingue orientali e di correggere riferisce al tempo della vecchiezza di David
molti libri orientali da lui fatti stampare sui de , quando trovavasi intirizzito per la man
manoscritti che conservavansi nella biblioteca canza del naturale calore . Alcuni Padri lo
Palatina e in quella di Lorenzo de Medici ; po- spiegano , come se sia un rendimento di gra
nendolo poscia a professore di lingua ebraicazia dei popoli che abbracciarono la fede di
nell'università di Pisa . Di quarantaquattro Gesù Cristo . Teodoreto , Beda , ed un antico
anni Benedetto si feceGesuita,e dopo il novi- interprete greco lo interpretano degli Ebrei
ziato, fu da Clemente IX scelto fra i correttori che rendono grazie al Signore per averli li
de' libri sacri scritti in greco . Il generale dei berati dalla schiavitù . Checchè però ne sia
Gesuiti ad istanza del cardinale Quirini l'im- di tali esposizioni , conviene conchiudere che
pegno nell'edizione di s. Efrem .Nei primi do- questo cantico contiene una squisita soavità ,
dici anni Benedetto ne pubblicò i primi due e quei sentimenti di gratitudine, per cui si
volumi; ed era alla metà del terzo, quando il ha donde alimentare la nostra speranza nella
22 settembre 1742 mori di ottanta e più anni . misericordia del Signore . Cal .
Il terzo ed ultimo tomo delle opere di s . E BENEDIC, ANIMA MEA , DOMINO . Cosi inco
frem venne in luce nel 1743 per cura di Ste- mincia il salmo centesimoterzo, il quale con
fano Evodio Assemani arcivescovo d’Apamea. tiene una lode della sapienza , provvidenza e
Il padre Benedetto tradusse in latino alcune potenza del Creatore. Il titolo è Psalmus ipsi
opere di Stefano Aldoense patriarca dei Ma- David nella Vulgata, ma non nell'ebreo , do
roniti di Antiochia sulla liturgia e sull’origi- ve non leggesi titolo alcuno , neppure quello
ne della nazione dei Maroniti ; tradusse una di Psalmus ; i Settanta però nella edizione
parte del Menologio dei Greci scritto per ore complutense , e s. Atanasio leggono : Psalmus
dine dell'imperatore Basilio Porfirogenito , e David de mundi creatione. Il Siro dice , che
stampato a Urbino per cura del cardinale An- Davidde era solito cantarlo innanzi all'Arca
nibale Albani; scrisse i prolegomeni alle ope- in uno ai sacerdoti, quando recavasi ad ado
re di s.Efrem e due dissertazioni contro Koh- rare il Signore. Lo stile del salmo è lene e
lius , contro il padre Le Brun dell'oratorio , e fluido, l'argomento sublime ed elevato , e
contro il dotto abbate Renaudot , che trovan- contiene, dice Eugubino , una specie di filoso
si in fine alsecondo libro della stessa edizio- fia divina e naturale, ed è come un compen
ne di s . Efrem . ASSEMANI . dio della genesi e della Creazione del mondo.
BENEDETTO (IL PADRE) , predicatore del- L'autore celebra la maestà , la sapienza , la
l'ordine di s. Domenico , scrisse la Sloria de- potenza e la misericordia di Dio ; percorre
gli Albigesi e dei Valdesi o Burbelli, 2 vol . in specialmente gli insigni effetti della sua Prov
dodicesimo . Egli fa discendere gli Albigesi dai videnza. Questo salmo si può riguardare co
Manichei; ne descrive i costumi,ne enumera me un seguito dell'antecedente , non trovan
gli errori , e le guerre mosse contro di essi . dosi nel testo alcun segno che da esso lo di
Trovasi pure in quest'opera una lunga di- vida, ed in questo l'autore, come aveva fat
gressione sulla inquisizione; e scorgonsi sulla to in quello , prosegue a dimostrare a Dio i
fine trascritti alcuni atti autentici per servire suoi sentimenti di gratitudine per le somme
di prova , unitamente alle genealogie delle beneficenze ricevute.
principali famiglie istoriate nel corso della CAL .
medesima . Giornale dei dotli , 1691 , pag . 229 BENEDICAM DOMINO IN OMNI TEMPORE . So.
della prima edizione , e 1732 della seconda. no queste le prime parole del primo verso
Dup. del salmo trigesimo terzo. In questo salmo Da
BENEDIC , Anima mea . È questo il princi- vidde, liberato dalle mani del re di Get, rende
pio del Salmo centesimosecondo , nel quale grazie a Dio. La felicità e la protezione dicui
BENEDICAMUS DOMINO- BENEDICITE 801
godono i giusti da Dio , viene encomiata. Porge te la messa . Questa formola venne sostituita
precetti morali, per la osservanza dei quali me- all ' Ite missa est, nei giorni di digiuno, peroc
rilare gli aiuti dall'Altissimo. chè in questi a motivo dell'ufficiatura di nona
Leggiamo per titolo nella Vulgata : David , e vespero, che era susseguente alla messa, non
cum immutavit vullum suum coram Abime-' si mandava a casa il popolo. Invece quindi di
lech , et dimisit eum , el abiil. In alcuni esein . lle missa est, si diceva Benedicamus Domino,
plari tanto stampati che manoscritti si legge , perché non si licenziava il popolo ; ed in alcu
invece di Abimelech, il nome Achimelech ; ma ne chiese così si diceva anche alla messa della
il testo ebreo, quello dei Settanta ed il Caldeo molte di Natale, dopo la quale non si dimette
e moltissimi manoscritti latini leggono Abi va il popolo, che doveva assistere alle lodi che
melech, la qual lezione è migliore dell'altra. susseguivano immediatamente alla messa . Il
Ma chi è questo Abimelech ? Insorge difficoltà ceremoniale manoscritto della chiesa di Toul
nella risposta tanto fra gli antichi, quanto fra dice : In fine missae dicitur benedicamus Do
i moderni interpreli. Eusebio , s. Atanasio , mino, quia nondurn datur licentia exeundi de
Teodoreto , Teodoro Antiocheno , s. Basilio e ecclesia. De Vert, Cerem . della chiesa, tom. I ,
s. Girolamo sono di avviso che questo fosse il pag. 4 , cap . 3 .
sommo sacerdote Achimelech , cui si rifugio Gli Ambrosiani, i quali di conformità ai
Davide in Nobe , per avere da lui soccorso Greci invece dell' Ite missa esi usano la for
nella sua fuga. In quella occasione Davide non mola Procedamus cum pace , alla quale il po
manifestò la vera cagione del suo fuggire : im- polo risponde, in nomine Christi , a queste pa
mutavit vultum suum ; e ricevuti dei pani tolti role soggiungono sempre Benedicamus Domi
dalla mensa del Signore , e la spada di Golia , no in tutte le messe , fuorchè in quelle da
si rifugiò ad Achis in Get : et dimisil eum , morto. MACRO .
el abiit. BENEDICITE . Preghiera che si recita pri
Sant'Agostino, Beda, Mais e moltissimi in ma della refezione per benedire il cibo posto
terpreti più recenti sono di opinione che que. sulla mensa . Mensae consecratio.La benedizio
sto salmo sia stato composto dopochè Davide ne della mensa è antichissima. Essa è passata
uscì dalla reggia di Achis re di Gei, il quale con dalla sinagoga alle prime radunanze dei cri
altro nome chiamavasi Abimelech , nome co- stiani ; perchè, quantunque il rabbino Mosè
mune a tutti i re della Palestina; appo cui es- pretenda che la legge non obblighi alla bene
sendosi Davide rifugiato quando Saule lo per- dizione che dopo il pasto , e ciò a motivo di
seguitava , e conosciuto da alcuni di quella queste parole della legge: quando avranno man
corte, si finse pazzo : immutavit vullum suum ; giato, benediranno Dio, Deuter., cap.8, vol. 10 ,
per cui quel re lo allontano da sė : immutavit gli Ebrei nondimeno pretendono, che Iddio
os suum coram eis , et collabebatur inter ma venga benedetto prima e dopo la refezione; ed
nus corum ; et impingebal in oslia porlae, de- è sempre la persona la più distinta della com
fluebantque salivae ejus in barbam . I Reg., pagnia che dà la beracà ossia benedizione. Do
cap. 21 , vers. 13. Davide adunque, superato po essere seduta la comitiva , essa recita il sal
questo pericolo, si rifugio nella spelonca di 0. mo 22 : 11 Signore è il mio paslore, ecc., quindi
dolla, ed ivi scrisse il salmo , di cui trattiamo. il capo di casa prende un pane intiero, e dopo
Questo salmo è acrostico od alfabetico nel averlo benedetto, lo spezza , e ne distribuisce
testo ebreo ; ma non senza qualche allerazione quanto un oliva a ciascheduno di quelli che
di lettere ; poichè non trovasi alcun versetto sono a tavola, ed i convitati lo mangiano. Per
che incominci da Vau , e due che incomincia- ciò apparteneva alle persone le più distinte
no da Phe, cioè il decimosettimo ed il vigesi. della sociélà fra i cristiani dare la benedizione
moterzo. della tavola , ed ai chierici in preferenza ai lai
In quanto alle parole : cum immutavit vul- ci . Ramban, Trallato delle benedizioni. S. Gre
lum suum . il testo ebraico legge diversamente, gorio, Dialog. lib. 2 .
cioè: cum immutavit gustum suum, che è quan San Carlo nel concilio provinciale quinto, c .
to dire la sapienza , il retto sentimento, fin- De oratione ante operis inchoalionem , non pago
gendosi pazzo. Simmaco legge : cum immutavit di lasciare scritto al cristiano : neque cibum su
modum suum, cioè la propria persona, facen- mal, antequam stata prece benedicat, nel con :
dosi vedere per diverso da quel che era . cilio provinciale sesto. in un capitolo de cau
CAL. ponis, anche presso costoro raccomanda la pra
BENEDICAMUS Domino . Formola colla tica della benedizione della mensa a vanti il pa
quale si chiude il divino officio ed alcune vol . slo : mensae initio ab hospile , vel ab aliquo fa
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc. XIII. 101
802 BENEDICTI - BENEDIRE
miliari benedici curet , adhibila in fine etiam portata sopra Golia ; imperocchè al versello
gratiarum aclione. decimo, invece di quelle parole : Qui rédimisti
Nelle case religiose il superiore, prima che la David servum tuum de gladio maligno , legge
comunità si assida al desco , dice il benedicite de gladio Goliath . Il Siro riliene, che Davide
invocando Iddio a benedire quegli alimenti che lo abbia composto per memoria della viltoria
l'uomo deve riguardare non solo siccome do- riportata sopra di Asaf fratello di Golia; ed in
no della Provvidenza divina , ma deve anche , fatti il libro dei Paralipomeni, al capo vigesi
prendere per dar gloria al Datore di ogni be- mo, vers. quinto , tocca questo falto , ma non fa
ne. Nei banchelli pontificii il caudatario menzione del nome del gigante. Il Valablo ed
recita il Benedicile, mentre i convitati stanno il Giunio ritengono che sia stalo composto da
Tulli in piedi, a cui rispondono i cantori della Davide quando fu inaugurato re d' Israele, e
cappella papale, ed il Papa benedice la propria trovavasi tranquillo da guerre , per rendere
lavola e quella dei cardinali. Nel giovedi santo umili grazie al Signore. E sembra infatti fuor
il Papa benedice la mensa dei pellegrini , do- d'ogni dubbio che ei fosse re, poichè non prega
po il Benedicite recitato da uno dei suoi cap- il Signore che gli dia forza contro Golia. Il
pellani secreti . Ferrando opina che riguardi la guerra contro
Benedicile è poi sempre la formula , con cui i Filistei , per la cui riportata villoria rende
si dimanda la benedizione al sacerdote, e del grazie al Signore nel salmo decimoseltimo, ai
rilo latino si usa sempre in plurale, anche se versetti 12, 17 , 20 , 50 .
si domandi ad un solo . Mor . Da queste opinioni s'allontanano molto Ori
BENEDICTI ( GIOVANNI ) , canonico di Bre- gene e Teodoreto , i quali riferiscono questo
slavia e di Cracovia , pubblicò nel 1550 , a Ma- salmo al tempo successivo alla schiavitù , e
gonza , un trallalo De visionibus et revelatio . credono che sia stato recitato da Zorobabele e
nibus lam naturalibus quam divinis. dal sommo sacerdote Jesu per rendere grazie a
BENEDICTI ( GIOVANNI ) , monaco dell'or- Dio, per la riportata vittoria sopra di Gog , di
dine di s . Francesco , professore di teologia , cui si fa parola nel capo trigesimottavo di E:
pubblico nel 1584 la somma dei peccati, ed al . zechiele. E vero che s'incontrano alcuni tralli,
ire opere. Du Verdier, Vauprivas , Bibl. franc. , i quali convengono col dire del profeta Eze
Le Mire, Possevino, ec . chiele, ma bisogna osservare che queste sono
Į BENEDICTUS Dominus Deus meus, Da maniere poetiche, che possono convenire a qua
tali parole ha principio nella Vulgata il salmo lunque vittoria riportata per uno speciale be
replesimoquadragesimoterzo. Questo è un ren neſizio del Signore. L'antico Parafraste Greco
dimento di grazie pel soccorso impetralo da riſerisce questo salmo ai tempi dei Maccabei ;
Dio. Egli è pregato che distrugga i nemici ed i padri lo spiegano comunemente di Gesù
della pace del suo popolo . Si fanno voli per la Cristo, vincitore dell'inferno , della morte, del
pace d'Israele, e per avere abbondanza di cose peccato . Kimchi e Saadia Gaon lo allribuisco
necessarie alla vita . no ai tempi del Messia . I. Ghesquieri a Raem
Jl titolo del salmo è : Psalmus David , adver- donck nella sua esposizione lo dice, e noi po
sus Goliath ; le quali parole adversus Goliath, tremo a lui unirci , una celebrazione per la vit
ovvero Goliam , come leggono sant'Agostino ed toria sopra Goliath , chiamando veramente bea
il Sallerio Romano , non si trovano nel testo lo non quel popolo, che abbonda di beni ten
ebreo, e neppur nel caldeo . Teodorelo testifica, porali , ma quello di cui è Signore il Dio vero,
che queste non vi erano nè nelle Essaple di Ori Cal.
gene, nè negli esemplari più emendati dei Sei. BENEDICTUS Dominus Deus Israel ecc.
tanta . Tullavia s . Ilario ritiene, che questa e. Intorno a questo cantico , e ad altri che inco
pigrafe sia stata apposta dai Settanta. Altri ri- minciano da simil voce , V. gli autori ai singoli
tengono che questa sia una addizione di un articoli, come DANIELE, ZACCARIA ecc.
qualche greco moderno, di nessuna autorità. BENEDIRE , secondo S. Tommaso , come
Quindi né avvenne l'arbitrio di ritenerla od osserva il Barbosa, nel lib. UI del Diritto Ca
ometterla , secondo il modo diverso di opina- nonico , si può in triplice modo usare, cioè an
re degl'interpreti , nella esposizione letterale ed nunziativamente, quando si benedice col mezzo
istorica del Salmo. della laude, locchè si usa verso Dio, secondo il
. Il Caldeo, sebbene non legga questo filolo , salmo 35 : Benedicam Dominum in omni lem
tulla via favorisce a quelli che ve lo appongo. porc; atiisumento, desiderando, cioè, e pregando
no , e spiegano questo salmo come un rendi- del bene a qualcuno ,come abbiamo nell'altro
mento di grazie ni Davide per la villoria ri- salmo 127 : Benedicat libi Dominus ex Sion
BENEDIRE - BENEDIZIONE 803
imperativamente infine, quando la benedizione dopo la battaglia con Assalonne; allri de Macca .
opera gli effetti desiderati, come è quella che bei dopo la persecuzione di Antioco Epifane ;
Dio dà agli uomini, odi per sé , secondo che leg- ma la maggior parte, fra cui Teodoreto, Ala
giamo nella Genesi, dove sta scritto : Benedixit. násio l'Eracleota , Muis , Moll , Bossuet , Du
que illis Deus ecc .; ovvero pei suoi ministri , Pin, ecc., ritengono che riguardi la liberazione
come leggiamoin Giosuè, al capo 24 , vers. 10 : del popolo ebreo dalla schiavitù di Babilonia ,
Per illum benedixi vobis , el beravi vos . Di ed in senso piú sublime il popolo cristiano
questa benedizione noi parleremo nell'articolo liberato dalla schiavitù del demonio per la
Benedizione. S. Tom . morte di Gesù Cristo . Sembra che questo sal
BENEDIRE , benedicere, pigliasi alle volte mo fosse cantato quando si recavano le primi
nella sacra Scrittura per bestemmiare, maledire, zie al tempio, e ciò deducono gl'interpreti spe
ingiuriare, calunniare, dir male d'alcuno per cialmente dal versetto decimoterzo , che legge :
ironia o per antifrasi: nel modo stesso che pres- Elenim Dominus dabil benignitatem , el terra
so i Latini il sacrum suona pur qualche fiala nostra dabil fructum suum . Cal.
l'execrabile . III Reg. c . 21 , v . 10 ; Job. c . 1 , v . BENEDIZIONE ( Valle di ), luogo nella 1
$ ; c. 2, v. 9 et passim. Cosi, difatti, interpreta tribù di Giuda nei dintorni del mar Morto
e spiega i citati esempii mons. Martini. Giob . d'Engaddi, ebbe questo nome dopo la villoria
be, cap. 1 , v. 5. Vulgata : Cumque in orbem miracolosa che riporto il re Giosafat sulle
transiisset dies convivii miltebal ad cos Job , el truppe alleate degli Ammonili, de' Moabiti u
sanctificabat illos , consurgensque diluculo, of- degli Idumei l'anno del mondo 3108, avanti -
ferebal holocausta pro singulis. Dicebat eniin: Gesi Cristo 892, ed 896 innanzi l'era volga
Ne forle peccaverint filii mei, et benedixerint re. Il Par. 20 , 25 , ecc. Cal.
Deo in cordibus suis . Traduzione : E quan BENEDIZIONE . Questa parola ha parec
do era finito il giro de' giorni di convilo Giob- chie significazioni.
be mandava a chiamarli e li purificava, e all 1. Si intende il bene che si fa ad alcuno ; in
zalosi per tempo offeriva olocausti per ciascu- questo senso i beneficii di Dio naturali o so .
no di essi : perocchè diceva : chi sa che i mici prannaturali, nella Scrittura si chiamano be
figliuoli non abbian peccato, e non abbiano of- nedizioni.
feso Dio ne loro cuori ? Spiegazione: » E 2. Si intende il ringraziamento pei suoi be
non abbiano offeso Dio ne' loro cuori ? Lette. nefizii ; e con questo significato gli Ebrei pra
ralmente : E non abbiano benedetto Dio ? ecc . ticano diverse benedizioni , sia nel mangiare
Ma benedire in questo luogo significa quello che nel bere o facendo qualche altra azione ,
che abbiamo espresso nella traduzione, come e credono essere un peccato d'ingratitudine il
anche nel vers. 11 e cap. 2, 9, e in altri luoghi godere od usare di qualche cosa senza ricono
della Scrittura . Gli Ebrei si guardavano dal scere , con accenti di lode, che essa deriva da
pronunziare la voce beslemmia, come cosa 0 Dio, che è il padrone di ogni cosa . Toslo che
diosa , e da non nominarsi, onde con questa an essi si alzano dicono : sia benedetto il Signore
tifrasi la descriveano, ponendo il verbo bencdi- nostro Dio, che illumina i ciechi .... Se pren
re, invece del suo contrario maledire, ovvero dono il pane dicono : Sii benedetto, o Signore ,
beslemmiare. V. 1 Reg . 21 , 10, 15, » Martini , che ci fornisci il pane della terra. Essi sono in
Vecch . Teslam . trad ., tom IX , pag. 21 Ediz. somma obbligati a pronunciare per lo meno
Rom . X. cento benedizioni al giorno, e queste vengono
BENEDIXISTI , Domine, terram tuam . Da per la maggior parte recitale alla mattina nel 1
tali parole incomincia nella Vulgata il salmo la sinagoga , e si chiamano : meath berucoth ,
ottuagesimoquarto , che null'altro comprende vale a dire cento benedizioni. Ramban, Trul
se non un rendimento di grazie pel ritorno lato delle benedizioni.
dalla babilonica schiavitù . E un vaticinio del . 3. Significa le dimande , che si fanno sopra
la redenzione dell'uman genere che doveva av alcuno dei beneficii di Dio, sia invocandoli, sia
venire, come avvenne, per Gesù Cristo. procurandoli, sia che questi desiderii si pro
Il titolo del salmonella Vulgata è In finem , nuncino in una maniera solenne, o no . Egli è
filiis Core, Psulmus ; il qual titolo, secondo il in questo senso che nella Scrillura si riferisce
lesto ebreo, si può tradurre : Psalmus filiorum che Melchisedecco benedisse Abramo, che Isac
Core moderalori musices inscriptus. Alcuni ju- pha beyedetto Giacobbe, che i sacerdoti ili
terpreti spiegano la prima parte di questo sal- alcune ceremonie benedicevano solennemente
mo della liberazione degli Ebrei dall ' Egillo ; il popolo ; secondo questo senso i vescovi , i
altri del ritorno di Davide in Gerusaleo me preli e gli altri superiori ecclesiastici fra i cri
804 BENEDIZIONE
stiani benedicono il popolo tanto in chiesa, Jatina ; e particolarmente la benedizione, che i
quanto nelle strade , come fanno i vescovi, sacerdoti danno al popolo stendendo le mani
od immediatamente, e con un segno di croce in forma di croce , e pronunciando le parole :
fatto colla mano, o con qualche altra cosa , co- Benedicat vos omnipotens Deus, dalla sinagoga
me sarebbe un reliquiario ed il Santissimo Sa venne introdotta nella Chiesa , secondo Gian
cramento . senio, vescovo di Gand , il quale nel suo com
4. Vale anche a dinotare le preghiere e le mentario sul capo 50 dell ' Ecclesiastico, espo
ceremonie colle quali la Chiesa destina certe ne, che i sacerdoti ebrei usavano di benedire il
persone a determinati stati od impieghi , e con popolo dopo il sacrificio, alzando le mani sul
ceremonia loro : ne distribuisce gli abiti , e gli medesimo, e movendole da alto in basso, da
altri distintivi . In questo significato la Chiesa dritta a sinistra verso le quattro parli del
benedice gli abbati , abbadesse , le vergini , i mondo, locchè formava un segno di croce as
cavalieri, e a questo si può anche riferire la sai visibile, che è stato adottato e consacrato
consacrazione dei re e delle regine. dall'uso dei cristiani per indicare la effica
5. Viene questa parola adoperata ad indica. cia della croce di Cristo. L'autore del trat
re . le preghiere e le ceremonie , colle quali la falo della messa parrocchiale , stampato a
Chiesa toglie le cose create all'uso profano per Parigi nel 1684 , aggiunge , che anche Gesù
impiegarle in usi di religione ; e perciò la Chie- Cristo colla forma di croce e col ceremoniale
sa benedice l'acqua , il sale, l'olio, le campane, dei Giudei dava la benedizione ai fanciulli,
le cappelle, i cimiteri , gli arredi , la biancheria che gli venivano presentati, è che con questa
dell'allare, e generalmente tutto ciò che essa forma benedisse anche i suoi discepoli ascen
adopera negliausi della religione. Queste bene- dendo al cielo, e che finalmente gli Apostoli
dizioni si chiamano anche consecrazioni spe- col suo esempio, e dietro suo comando, hanno
cialmente quando si usa la unzione , col qual introdotto nella Chiesa questo santo uso ; la
rito si separa assolutamente la cosa dall ' uso quale opinione è assai probabile, e quanto al
profano, e si determina al sacro , come sono le la sostanza appoggiata alle parole di Dio nel
chiese', gli altari, i calici ; mentre la sola bene- libro dei Numeri, cap. 6, vers. 23, delle ad A
dizione santifica e rende la cosa alla ad essere ronne ed ai suoi figliuoli. Vedasi il cardinal
adoperata nel servizio divino. Bopa, il padre Martino , il padre Tommasino,
6. Serve a significare le preghiere e le ceri- Du Cange nel suo Gloss. ecc.
monie colle quali la Chiesa benedice tutto Ora vediamo alquanto più chiaramente le
quello che serve ai bisogni dell'uomo , come so cose .
no il cibo, le bevande, le case, le navi , il mare, La benedizione delle persone altra è solen
le spiaggie ,i campi, le vigne, il letto nuziale , ne , ed altra semplice. La solenne è quella che
le bandiere , gli stendardi , le armi , i bastoni dà il solo vescovo nei divini uffizii nella sua
dei pellegrini , gli abiti ; generalmente queste diocesi, l'arcivescovo, il patriarca in tutta la
benedizioni si fanno con aspersioni d'acqua sua provincia anche fuori di visita, ed i legati
benedetta , con segni di croce, e preghiere con- della Sede Apostolica nei luoghi di loro lega
formi al soggetto della ceremonia ; e ciò si pra- zione, ed il sommo Pontefice in tutto l'orbe
tica per chiedere che gļi uomini non abbiano cristiano. E questa solenne benedizione può
ad abusare di questi doni , ma che abbiano a esser data anche dagli abati e dagli altri pre
servirsene solamente per la gloria di Dio e per lati che ne banno il privilegio nell'atto delle
la loro salvezza . messe, dei vesperi e del mattutino pontifical
Vi sono delle benedizioni ' riservate ai soli menle celebrati, come si può vedere nel capo
vescovi in onore del carattere vescovile, come Abbates o de privilegiis e dalle decisioni della
la benedizione degli olii santi, la consacrazione sacra Congregazione dei Rili . Tuttavia , secon .
delle chiese e degli altari , ecc . Altre sono riser- do i varii capi del diritto , conviene osservare
vate ai vescovi, ovvero ai sacerdoti da essi de- che tale benedizione non può essere data da un
legali , come la benedizione della biancheria inferiore alla presenza del superiore, ove non
delle suppellettili sacerdotali , delle cappelle ne abbia ottenula licenza dal superiore mede
dei cimiteri, delle croci, delle pubbliche im- simo. La semplice benedizione delle persone
magini, delle campane, degli stendardi . è quella che viene data dal sacerdote in fine
Le benedizioni sono sempre state in uso e della messa .
presso lulle le chiese del mondo , come è di In quanto alla benedizione delle cose e dei
mostralo dai Padri, dai concilii, dagli Eucologi luoghi notar conviene che il solo sacerdote ne 1
e dai rituali i più antichi della Chiesa greca e è l'adequalo ministro in forza dell ordine sa
BENEDIZIONE 803

cerdotale di cui è adorno ; per la qual cosa se però non è di essenza nè semplicemente neces
un diacono , anche ricevendone ordine dal sa. saria, aftinchè gli abbati possano esercitare quel
cerdote, benedicesse l'acqua , la benedizione sa le cose che appartengono al loro uffizio, ma
rebbe nulla, perchè fatta da chi non ha auto- piuttoslo si deve riguardarla siccome una so
rità ; e perciò meritamente si dice nel capo 28 lennità , perciocchè gli abbali regolari non be
del lib. 8 delle Costituzioni Apostoliche : Dia- nedetti possono egualmente che i benedetti e
conus non benedicil neque benedictionem dal, sercitare liberamente e lecitamente tutto ciò
accipit vero ab episcopo et presbytero. Vi è che loro è annesso, come ha dal capo Sta
però una benedizione dell'acqua che si fa dal tuimus 1 , de supplend. negligent. Praelat., do
solo vescovo , mescolandola con vino e cenere ve si legge che se un vescovo è richiesto per
per riconciliare una chiesa consacrata che ſu tre volte a conferire la benedizione ad un aba
violala e polluta . te , nè è ottenuta , questi possa amministrare le
| paramenti ecclesiastici e gli ornamenti cose proprie del suo uffizio, ed ordinare; e co
tutti tanto dei ministri, quanto dell'altarede- si parimenti consta da molte altre consimili
vono essere benedetti dal vescovo, per cui non concessioni pontificie, e specialmente da quelle
lice ad un semplice sacerdote farne la benedi- di Eugenio IV , di Paolo II, di Pio V, di Gre
zione, se non per delegazione o permesso dėl gorio XIII e di Paolo V.
vescovo. Le consacrazioni poi , nelle quali si Alle abbadesse , cui per consuetudine il ve
richiede la sacra unzione, o l'olio santo , de scovo impartisce la benedizione, non può esse
vono essere fatte solamente dal vescovo ordi re data, ove non abbiano compiuti gli anni qua
nato e consacrato. Gli abati poi e tutti quei ranta e non ne abbiano passati olto dalla pro
prelati inferiori al vescovo , ai quali è con- fessione, le quali cose manca ncando, neppure pos
cesso di pontificare , e di benedire usando sono a tali essere elette. Quelle però che sono
della sacra unzione , non possono benedire , se elelle per un triennio , non ricevono benedi
non che quei calici, patene, campane ed altre zione per diritto , ma solamente quando la San
simili cose , che servono all'uso delle loro la Sede diversamente stabilisce , ovvero siavi
chiese , come si ba da un decreto di Papa Ales- la consuetudine . La qual consuetudine deve
sandro VII emanato il giorno 27 seltembre pure osservarsi in quei luoghi dove vige per
1659. la benedizione delle vergini o monache, alle
Il vescovo nella sua diocesi, viaggiando, può quali non può esser data ove non abbiano toc
dare la benedizione, l'arcivescovo , il primate cato l'anno vigesimoquinto , e per conferirla il
od il patriarca nella sua provincia, anche fuo vescovo non può entrare nella clausura delle
ri di visita , ed il Legato della Sede Apostolica monache, come si ha dal Tridentino concilio,
nei luoghi di sua legazione ; il Romano Ponte- alla sessione vigesimaquinla , dove tratta dei
fice ovunque può benedire; 'con questa avver- Regolari e delle monache, cap. .5, vers. Ingre
tenza però che uno di questi trovandosi alla di aulem , dove con ogni rigore è ordinato, che
presenza del superiore non può esercitare que- niuno entri nei monasteri di monache se non
sto atto, senza licenza di quello. Dalle defini- nei casi di pura necessità ; tra i quali non è da
zioni della Sacra Ruota e dalla Clementina al annoverarsi quello di dare la benedizione, po
capo Archiepiscopo si ha che l'arcivescovo ed tendo essa essere conferita anche stando nella
il primate possono dare la benedizione anche chiesa esteriore per mezzo della finestra de
nei luoghi esenti che stanno entro i confini di stinata ad imporre ad esse il velo, come espres
sua provincia, quantunque non sia in atto di samente dichiarò la Sacra Congregazione del
visita, e cosi il vescovo nei luoghi esenti che Concilio il giorno 27 giugno dell'anno 1627 .
sono nella sua diocesi. Ma tutti questi, tranne Benedizione nuziale quella addimandasi che
il Romano Pontefice, non possono esercitare siconferisce agli sposi nella solennità delle noz
tal alto fuori del luogo di loro giurisdizione, ze celebrate nei tempi permessi dalla Chiesa; e
nė solennemente ne privatamente , quando coloro che riprovano questa benedizione degli
non ne abbiano avuta facollà da chi nel luo- · sposi , e la solennità delle nozze nei tempi dalla
go esercita giurisdizione. Chiesa permessi, cadono sotto l'anatema fulmi
Il vescovo dà la benedizione agli abbati, i nato dal concilio di Trento nella sessione vi
quali da lui e non da allri abbati debbono gesima quarta, al canone undecimo, con queste
riceverla ; e cosi pure egli benedice le abba- parole : Si quis dixerit prohibilionem solemni
desse e le monache, e questa benedizione deve latis nuptiarumcerlis anni temporibus suspen
impartirla nei giorni , nei quali si possono con sionem esse tyrannicam ab Ethnicorum super
ſerire gli ordini minori. Questa benedizione stitione profeclam , ayl benedicliones, et alius
806 BENEDIZIONE
caeremonias, quibus Ecclesia in illis utitur, e non a verun altro . Il parroco poi dello sposo
damnaveril, anathema sil. L'omissione di tale e della sposa ha la medesima facoltà ,ma dove
benedizione, sebbene, allorquando succede sen regna la legittima e pacifica consueludine che
za scandalo o disprezzo , non sia peccato morta- la benedizione sia conferita dal parroco della
le, tuttavia è colpa veniale, secondo l'opinare sposa , deve essere osservata , come in fatto
del Sanchez , del Bonaeina , del Filiuccio , di ovunquesi osserva . Che se altro sacerdote fuo
Henriquez e della comune dei dottori . Tale be- ri del parroco degli sposi si arrogasse il dirillo
nedizione deve essere ricevuta dagli sposi pri- di dare questa benedizione senza licenza del
ma della consumazione del matrimonio, con- parroco , cui si compete , o dell'ordinario, egli
forme alla esortazione del concilio di Trento ; cadrebbe nella sospensione, dicendo il Triden
il quale alla sessione vigesimaquarta , de Refor- tino nella citala sessione , De Reforin . Matrim ,
mal. Matrim ., cap. 1 , cosi si esprime: Prac- al capo primo: Quod si quis parochus velalius
terea eadem sancta synodus horlalur, ul conju- sacerdos , sive regularis, sive saecularis ,eliumsi
ges anle benedictionem sacerdotalcm in templo id sibi ex privilegio, vel immemorabili consue
suscipiendam in cadem donio non cohubitent. tudine liceré contendat , allerius parochiae
Dalle quali parole , il Navarro, il Covaruvio, sponsos sine illorum parochi licentia , malri
il Sanchez, il Bonacina ed altri molti col Bar- monio conjungerc, aul benedicere ausus fuerit,
bosa inſeriscono non aggravarsi di mortal col- ipso jure tamdiu suspensus maneal, quandiu
pa coloro che prima della ricevuta benedizio . ab ordinario ejus parochi, qui matrimonio in
ne consumassero il matrimonio , quando non teresse debeal, seu e quo bencdiclio suscipicn
v'intervenisse il disprezzo e lo scandalo , e vi da eral, absolvatur.
fosse invece pericolo d'incontinenza ; percioc Ora parlando delle varie allre benedizioni,
chè non comandando, ma esortaudo il Triden osserveremo che la benedizione e distribuzione
tino, lascia libera la volontà , e non impone delle candele , delle ceneri e delle palune si può
obbligazione. fare in tutte le chiese tanto collegiate che par
I coniugi non ricevono la benedizione se a rocchiali, sieno secolari o fegolari ; osservando
mendue l'hanno ricevuta altra volta , poichè che quegli che benedice le ceneri nel primo
il secondo matrimonio , quantunque in sè con- giorno di quaresima, le candele nella festa del
siderato, dicono i dottori con s. Tommaso, sia la Purificazione, i rami nella domenica delle
un perfetto sacramento , tuttavia considerato Palme, deve anche cantare la messa che segue
in ordine al primo ha, dicono, aliquid de de . la benedizione, per decisione della sacra Con
feclu sacramenti , quia non habet plenam si- gregazione dei riti , emanata il giorno 12
gnificationem , cum non sit una unius, sicut est aprile 1640.
in malrimonio Christi el Ecclesiae, el ratione La benedizione di una nuova chiesa o di un
hujus defeclus a secundis nupliis subirahitur. oratorio e quella per riconciliare una chiesa
Soggiunge però s. Tommaso che ciò devesi in non può essere data da un semplice sacerdole
tendere, quando amendue i contraenti siano senza licenza della Sede Apostolica ; la sempli.
stati già anteriormente in matrimonio congiun- ce benedizione però di un cimiterio , o di una
ti , od almeno le nozze sieno seconde nozze per chiesa non consacrata può essere commessa ad
rispetto alla donna . Imperciocchè se una ver un sacerdote costituito in dignità. In quanto
gine contrae matrimonio con uno già con al . ai regolari la cosa dipende dai privilegii loro
tra in antecedenza congiunto, allora si conferi- accordati dai Sommi Pontefici. Generalmenle
sce la benedizione nuziale ; quindi è consuelu- pero parlando, conviene osservare comei rego
dine generale nelle seconde nozze, che se la lari non possano dar la benedizione alle case
sposa non fu mai benedelta, allora si può im- nella settimana santa, ned al popolo colSS . Sa
partire solennemente la benedizione nuziale , cramento, cui non possono parimenti esporre
la quale benedizione nelle seconde nozze vien solennemente nelle loro chiese , senza licenza
dala, se niuno dei contraenti sia stato bene. dell ' ordinario , come fu decretato dalla sacra
detto nelle nozze prime. Congregazione del concilio per la prima parte
La benedizione nuziale deve essere impare della nostra asserzione il giorno 2 luglio 2620 ,
tila dal parroco dei contraenti , e non da altro e per la seconda da quella dei vescovi e dei
sacerdole ove non abbia a ciò oltenula licenza regolari il 23 oltobre 1602, ed il 27 maggio
dal parroco o dall'ordinario; per la qualcosa, 1603. E fu la sacra Congregazione dei vescovi
dice la Sacra Congregazione dei rili in una sua e dei regolari parimenti che il 25 maggio 1685 ,
decisione del 25 gennaio 1602, al parroco si com ed il 18 novembre 1695 decise che il parroco
pele l'elemosina per ragione della benedizione, non possa impedire ai cappellavi e rellori del.
BENEFIZIATO 807
le altre chiese esistenti fra i confini di sua rum fructus suos non facial, prorata omissionis
parrocchia il dare le benedizioni degli animali recilalionis officii el temporis: sed cos, lamquam
nella festa di sant'Antonio abbate, e ricevere injuste perceplos, in fabricam hujusmodi benefi
perciò le obblazioni dei fedeli, perciocchè tale ciorum, vel pauperum eleemosynas erogare le
benedizione non è annoverata fra le funzioni neatur. Si vero ullra dictum tempus in simi
parrocchiali. Cosi dicasi della benedizione de li negligenlia contumaciler permanserit, le
gli ovi , del ſuoco, dei semi, e simili , la quale gilima monilione praecedenle , beneficio ipso
può esser data da qualunque sacerdote tanto privelur. Notai espressamente la voce quilibet
secolare, quanto regolare. usata dal Pontefice, poichè questa a pien me
La benedizione dell'acqua nel sabbato san- riggio dimostra, come niuno, per quante sie
10, anche senza infusione dell'olio santo , non no le occupazioni cui deve attendere, ove go
può esser fatta in quella chiesa , dove non esi- da di un beneficio, possa esimersi dalla recita
ste la fonte batlesimale, non oslanle la consue- dell'uffizio, salvo però alcuni rarissimi casi, dei
tudine in contrario. quali ci verrà dalo meglio di parlare alla voce
Tralasciamo le varie definizioni in proposi . Uffizio DIVINO . Di egual modo ordina an
to emesse dalle sacre congregazioni, contenti di cora il Pontefice s. Pio V , nella sua bolla 135
aver qui riportate le principali a prova delle in data 20 settembre 1571 , nella qual bolla e
esposte doltrine, rimettendo gli amanti di mag- glipure adopera le voci quicumque habet bene
giori illustrazioni alla Biblioteca del Ferrari, ficium . E queste parole del grande e santo Pon
articolo Benedizioni. tefice che si leggono nella sopraccitata bolla
BENEFIZIATO. Con questo nome si addi- 20 settembre 1571 Ex proximo, chiaramente
manda quel cherico che è in possesso od è per confermano ancora , come l'altra avea fatto di
possedere un qualche benefizio. Intorno a ciò Leone X , del 5 maggio 1514 Superne , l'asser
conviene notare le cose seguenti . zione del canone Eos qui 23, dist . 193 , e del
1. Essere dovere di ogni benefiziato portare l'altro Quia fin. De rescript., non darsi ecce
la tonsura e l'abito clericale. zione veruna per riguardo alla povertà del be
2. Recitare l'uffizio divino. nefizio. Per la qual cosa, sia povero o dovizio
5. Risiedere nel luogo del suo benefizio , so il benefizio, sempre rimarrà nel benefiziato
quando questo abbia seco l'obbligo diresiden . l'obbligo di recitare l'ufficio, poiché se Leone
za, ed adempiere agli obblighi annessi al be- disse : Quilibet habens beneficium sine vel cum
neſizio che possiede. cura , s. Pio V conchiuse : Declarantes, praesti
4. Impiegare santamente i redditi del bene- moniales portiones, ct qualiacumque alia be
fizio . neficia , etiam nullum omnino servilium ha.
Sono questi i principali doveri di un be- benlia cum praedictis pariter convenire , cioè
nefizialo , intorno ai quali è necessario fer-' nel decrelo del concilio Lateranense sotto Leo
marsi alquanto, per esaminare ciò che essi im ne X. E per verità, se i frutti del beneficio
porlano secondo la doltrina dei teologi più ac- fossero l'unica cagione, per cui sidovesse re
credilati . citare l ' uffizio divino, ne verrebbe , che quan
E per dire da prima della obbligazione che do questi sono pingui, il beneficiato sarebbe
ha il benefiziato di recilare l'ufficio divino , os tenuto a recitarlo più volle fra il giorno, ed
serveremo, che quand'anche egli fosse in tale esserne esoneralo quando i frutti scarseggiano ,
elà , possedendo però il beneficio , da dover at lo che è falso all'intutto, come con vengono u
tendere ancora allo studio, nullameno così que- nanimamente tutti i teologi e canonisti, come
sto dovere lo obbliga, che dovrebbe ad esso i si può vedere nel Fagnano, al cap. Conque.
proprii studii posporre. Difatti dicendo il Con- rente Extra de cleric . non residen ., ed appres
cilio di Costanza , Sess. 4 , decret. de dispensa- so l'Ostiense nel can . Clericus disl. 91. Ilmo
tion.: Beneficia propter officia conceduntur, il livo principale , per cui il benefiziato è tenuto
Pontefice Leone X, nella sua bolla del 5 mag. alla recita dell'ufficio essendo quello di avere
gio 1514 , dichiara apertamente la verità della vascello il Signore in sua porzione, ne segue, es
proposizione da noi annunziata , parlando in- sere egli tenuto a servire a Dio in particolar
distintamente e generalmente di tutti i bene- maniera , ed in un modo affatto diverso del
fiziati nel modo seguente : Statuimus quoque et resto dei fedeli. Dunque la tenuità del benefizio
ordinamus, ut quilibet habens beneficium cum non potrà mai portarlo a rilenersi esente da
cura vel sine cura, si post sex menses ab obten- questa obbligazione ; poiché quand'anche le
to beneficio divinum officium non direril, legi- rendite del beneficio che possiede fossero tali
timo impedimento cessante, beneficiorum suo che non gli porgessero donde avere il necessa
808 BENEFIZIATO
rio alla vila , non gli resla vietato di procace e fu condannala da Alessandro VII la proposis
ciarselo in altro modo, che non sia però disdi- zione : Qui fucil confessionem voluntarie nul
cevole alla sua dignità, dicendo il capo citato lam , satisfacil praeceplo Ecclesiae. Così co
Clericus disl. 91 : Clericus viclum el vesti- manda l'interna disposizione per degnamente
mentum sibi artificioso labore, vel agricultu- ricevere la Comunione Pasquale, poichè Inno
ra, absque officii sui dumlaxal detrimento , cenzo XI prescrisse lo stesso : Praeceplo com
parel. munionis annuae satisfit per sacrilegam Do
Che se il benefiziato per poter godere dei mini manducalionem . Dunque anche nella re
frutti del suo beneficio è obbligato alla recita cita delle ore canoniche può comandare studio
dell'ufficio divino, con viene che questo sia re se et devote. In quanto poi all'attenzione con
citato con allenzione e divozione, rimanendo viene ammettere la distinzione che di essa si
altrimenti in lui l'obbligo di restituire quan- fa in alluale, che è un'elevazione della mente
to si approprio, e che non gli si competeva a Dio nell'atto dell'orazione, ed in virtua
per la sua mancanza all'adempimento del suo le , che è un proponimento fermo di attende.
dovere. La quale asserzione esser vera si scorge, re all'orazione, il quale non ritrattato che
considerando la natura stessa dell'orazione , sia , fa si che l'anima anche involontaria
quale è appunto l'ufficio. L'orazione è infatti mente distratta preghi , e trovisi sempre dispo
petilio decentium a Deo, et elevatio mentis in sta a rigettare i pensieri alieni , quando si ac
ipsum . Dunque non potendo stare la domanda corga . Della 'abituale nulla diciamo, poiché
e l'elevazione della mente a Dio senza l'at- essa è insufficiente a bene pregare. Ciò premes .
tenzione e il raccoglimento della mente mede- so, conviene conchiudere che ove dal benefizia
sima, ne segue che quegli non potrà dire di to non sia recitato l'uffizio con una di queste
fare orazione, che con dissipamento di spirito due sorta d'intenzione, egli non può dire di
e volontaria distrazione reciterà le sue pre- aver soddisfatto al suo dovere, e per conseguen
ghiere. Dice quindi s. Paolo : Si orem lingua, za non potrà far suoi i frutti del benefizio. La
mens mea sine fructu est. Orabo spirilu , orabo qual perdita dei frutti , e per conseguenza la
et mente : psallam spiritu , psallam el mente. restituzione che deve fare quegli che se liaves.
I Cor ., cap. 14. Si può anche vedere in propo- se appropriati , mancando al debito suo, ecco in
silo l'Angelico, 2, 2, quest . 83 , art. 13. A ciò & r. qual modo viene indicata dal Pontefice s. Pio
rogi , che la Chiesa , nel capo primo de celebral. V , nella sua Bolla Ex primo. Dice egli : Sla
Missae, comanda in virtù di santa obbedien- luimus, ut qui horas omnes canonicas uno
za che si reciti ,l'uffizio divino studiose et de- vel pluribus dicbus intermiserit, omnes bene
vole. Ora siccome chi è obbligato ad una cosa ficii, seu beneficiorum suorum fructus, qui ila
deve farla secondo la natura della cosa stessa li, vel illis diebus responderent si quotidie di
e della assunta obbligazione ; cosi chi è tenuto viderentur ; qui vero malulinum tantum , di.
alla recita dell'ufficio divino, deve recitarlo midiam ; qui caeterus horas omnes, aliam di
con attenzione e divozione, e per la natura midiam ; qui harum singulas, sexlam parlem
della orazione che è lo stesso ufficio, e per la frucluum ejusdem diei amillat.
importanza del precelto che lo obbliga . Ne A questo punto suolsi muovere la questio
giova lo asserire di alcuni , che la Chiesa non ne : se ,avendostabilito il concilio Lateranense ,
estende la sua autorità agli alli interni , e che celebrato sollo Leone X, che i cherici benefi
è impossibile l'interna attenzione perseveran- ziati dopo sei mesi da computarsi dal possesso
le e continuata per tulto il tempo dell'ufficio. del beneficio loro, sieno tenuti a restiluire i
Imperocchè in quanto al primo, prescindendo frutti, quando colpevolmente, cioè senza infer
dalla questione, se possa o non possa la Chiesa mità ed altra giusta causa, tralasciano la recita
comandare direllamente un alto interito alme. delle ore canoniche; se, diceva, avendo un be
no con legge dirigente ed obbligatoria , egli è nefiziato tralasciato in uno o due giorni la 10
certo che può comandarlo indirellamente ; poi- tal recita dell'ufficio, non essendo ancora spi
chè se comanda gli alti esterni onesti, può co rati i sei mesi dal concilio stabiliti , sia esente
mandare almeno indirellamente quegli atti in , dalla restituzione competente dei frutti perce
terni che sono indispensabili per l'onestà de- piti ; e se anche, spirato questo tempo, possa
gli esterni , essendo la potestà della Chiesa so esimersi dalla restituzione recitando due volte
pratlutto ordinata alla salute degli uomini. l'ufficio in un giorno .
Ciò si vede assai chiaro dalla pratica stessa In quanto alla prima quistione diremo.
della Chiesa . Ella infatti comanda l'atto in- Se l'obbligo della restituzione nasce unica
terno di dolore nella sacramental confessione, mente dal concilio Lateranense e dalla bol
BENEFIZIATO 809
ia di s. Pio V , poichè tanto il concilio, quan E poiché siamo qui dicendo della restitu
10 la bolla dicono , che , i beneficiati entro il zione per la omissione dell'uffizio, osservere
primo semestre peccano mortalmente , omet- mo anche come dal Pontefice Alessandro VII
tendo la recita dell'uflizio , ma nulla affatto sia stata condannata la seguente proposizione:
dicono dell'obbligo di restituire ; così vi so- Restitutio fructuum ob omissionem horarum sup
no dei teologi e dei canonisti, che esentano da pleri potest per quascumque eleemosynas, quas
questo peso chi manca a tal dovere entro i ante beneficiarius de fructibus sui beneficii fe
primi sei mesi. Contro i quali , insegnano A- cerat. Donde consegue , non potersi valere il
lessandro di Ales, il Medina , il Soto , il Sua- beneficiato delle elemosine fatte antecedente
rez, e l'autore della Teoria e della pratica dei mente alla omissione , come oggetto che lo
Sacramenti, tom . 3 , de or . can . , cap . 6 , § 1 , suffraga per la restituzione , cui è tenuto per
cui si uniscono Covarruvia, Deio, Ancharano, la colpa commessa .
Baldo, Durando ed altri , che se non sono ob L'altra proposizione condannata da Ales
bligati per diritto positivo , lo sono per dirit- sandro VII è la seguente : Habens capella
to naturale; e per vero sembrano molto strin- niam , aut quodvis beneficium , si studio lilera
genti le loro ragioni. Il diritto naturale , di- rum vacet, satisfacit suae obligationi , si ofli
cono, esige, che non sí possa ritenere ciò che cium per alium recitat. Donde deducesi l'ob
viene per un'opera, che non si eseguisce. Ora bligo , che ha il beneficiato di soddisfare di
se il benefizio si dà per l'ufficio , come si pos- per sè medesimo all'uffizio , nè poter altrui
sono ritenere i frutti senza la recita dell'uf- commettere questa importante parte del suo
fizio ? La collazione dei benefizii è un con dovere . Nè giova il portare in campo a difesa
tratto che include : do, ut facias. Dunque so dell'opposizione che in quel giorno in cui
no defraudati i fondatori e la Chiesa , quan- commette altrui la recita dell'uffizio , cede
do si manca all'uffizio , e deve restituirsi altrui i frutti del benefizio , perché ciò non
ciò che per l'ufficio hanno essi assegnato . In può mai fare, che l'obbligo suo divenga rea- •
terzo luogo il concilio Lateranense, e la costi- le , e passi coi frutti ad altra persona. Lo
tuzione di s. Pio parlano chiaro , che ogni o. stesso Sommo Pontefice condannò l'altra te
missione è peccato. Ma se questo è contro la si : Restitutio a Pio V imposita beneficiatis non
giustizia , poichè beneficium pro officio , ne recitantibus non debetur in conscientia ante
segue che chi omette la recita dell'ụflizio è sententiam declaratoriam judicis ,quum sit poc
tenuto alla restituzione. Dunque se per di- na. Quanti fossero adunque i frutti che egli
ritto positivo non è obbligato a restituire chi altrui donasse per quell'ufficio recitato , non
tralascia l'ufficio entro il semestre dal pos- potrebbero esentarlo dall'obbligo di restitu
sesso del benefizio , lo è pel diritto naturale . zione , essendo chiarissimo il decreto del La
Questi sono gli argomenti della parte , che teranense concilio, che dice: Sed eos tamquam
ritiene in tal caso l'obbligo della restituzio- injuste perceptos in fabricas hujusmodi bene
ne ; dobbiamo però notare , che abbiamo con- ficiorum ,vel pauperum eleemosynas erogare te
trarii a questa opinione il Lessio, il Concina, neantur.
il Viva , e s. Alfonso di Liguori chiama questa Altro dovere del beneficiato si è quello di
opinione più probabile , anzi più comune , impiegare santamente i redditi del suo bene
perchè il fonte della restituzione è la sola leg- fizio. Sopra questo ella è necessità fare alcune
ge ecclesiastica ; e quindi quand' essa non ob- osservazioni , che degli altri , cioè dell'obbli
bliga , non rimane alcun altro dovere ; ed il go di portare la tonsura e l'abito clericale ,
diritto naturale non può qui avere luogo , non che di risiedere nel beneficio stesso, parle
imperocchè , come già abbiamo osservato , i remo ad altri luoghi con più diffusione. V. RE
frutti del benefizio non sono l'unica cagione , SIDENZA , Tonsura .
per cui si deve recitare l'ufficio , e rimane lo Abbiamo detto essere dovere del benefiziato
stesso , sia che siano abbondanti, sia che siano impiegare santamente i beni del suo benefizio.
scarse le rendite ; e quindi e converso , non A conoscere meglio ciò ch'egli far debba di
segue dall'omissione dell'ufficio per diritto questi è necessario premettere alcune osserva
naturale l'obbligo della restituzione , come • zioni, le quali , servendo a sciogliere i dubbii
sarebbe di una mercede, percepita senza por- che intorno alla proprietà dei frutti possono
vi l'opera convenuta , ma solo per la dispo- insorgere , servono anche a dichiarare come
sizione della legge ecclesiastica. Rimane però debbasi fare la distribuzione di essi. Due a .
sempre vero , che il dovere dell'ufficio è di dunque sono le opinioni che versano intorno
giustizia, nascendo da un'obbligazione assun . alla proprietà ed in conseguenza al diritto del
ta in tutto il rigore innanzi alla Chiesa . benefiziato di usare delle sue rendite benefizia
Encicl. Eccles. Vol . I. Fasc. XII. 102
810 BENEFIZIATO

li , le quali meritano di essere attentamente del Concilio Cabilon .can . 6 , dell'Aquisgran.1,


considerate affine di evitare l'errore nella can . 116 , del Parig . can . 19 , del concilio pro
scelta dell'una o dell'altra . vinciale Turon ., can . 1 ; del Concilio Exoniens .
La prima stabilisce non appartenersi al be can . 18 ; i quali per brevità ommessi , non
nefiziato il dominio dei suoi beni, ma la sola ci possono dispensare dal riferire ciò che in
amministrazione. Ecco le ragioni addotte dai proposito il Tridentino decise . Eccone le pa
sostenitori di questa sentenza . role : Suncta Synodus .... omnino .. eis
1. Il concilio Antiocheno dell'anno 341 di- interdicit , ne cu reddilibus ecclesiae consan
chiara : Quod episcopus ecclesiasticarum re- guineos familiaresque suo8 augere studeant ,
rum habeat potestatem ad dispensandum omnes , cum et Apostolorum canones prohibeant , ne
qui indigent, cum summa reverentia et amore res ecclesiasticae quae Dei sunt , consanguineis
Dei. Participet autem et ipse , quibus indiget , donentur ; sed si pauperes sint , eis ut paupe
si lamen indiget, tum in suis, quam in fralrum , ribus distribuant ; cus autem non distrahant ,
qui ab eo suscipiuntur , necessariis usibus pro nec dissipent eorum caussa . Immo quam ma
fecturis ..... Quod si..... convertat .. xime potest, cos monet , ut omnem humanuin
res Ecclesiae in suos usus domesticos, el ejus hunc erga fratres nepolesque, propinquos car
commoda .... pertractet , aut propinquis , aut nis affectum , unde multoruin mulorum in Ec
fratribus, filiisque committat , ut per hujusmo- clesia seminarium extal , penilus deponant.
di personas occulte res laedantur Ecclesiae,sy- Sess . 25 de Reform . , cap . 1 .
nodo provinciae poenas iste persolvet. In can . Di egual modo la pensarono i padri della
Episcopus 23 , 12, quaest. 1. Con questo de- Chiesa , e specialmente sant'Ambrogio, Epist.
creto concorda il quarto concilio Romano sotto 3 ad Valentinianum ;s. Girolamo,Epist.ad Da
Simmaco Papa nell'anno 502 , in cui questo masum , cap. 9 , in can . Quoniam 16 , quaest. 1 ;
Pontefice dichiara ch ' egli non è il padrone s. Agostino epist. 185 , ad Bonifacium , in can .
dei beni della Chiesa , ma solamente l'ammi- Si privalum 28 , 12 , quaest. 1. A questi si può
nistratore ed il distributore , come meglio an- aggiungere s. Bernardo , Serm . 25 in Cant.
cora vedremo all'articolo Beni ECCLESIASTICI, post medi, et de moribus et offic. Episcop ., cap.
2. Da un antico canone attribuito ad Ur- 2 , num . 7 ; s . Tommaso , quodlib . 6 , art. 12 ,
bano I , in cui trovasi scritlo : Res Ecclesiae in corp ., 8. Antonino, 3 part . Summae Theo
non quasi propriae, sed ut communes ; et Do- log. , tit . 15 , cap. 1 , S 19 ecc. ecc .
mino allatae cum summo timore non in alios, In quanto poi alla seconda opinione, dicono
quum in praefatos usus sunt fideliter dispen- gli altri , che il cherico fa suoi veramente i
sandae. frutti del benefizio, secondo le espressioni fru
3. Nel trigesimo settimo tra quelli che ctus faciet suos, e che la Chiesa nella maniera,
sono attribuiti agli Apostoli , in cui sta scrit- onde investe il cherico , mostra di trasportare
to cosi : Omnium rerum ecclesiasticarum cu in lui il vero dominio. Tutti poi concordano
rum Episcopus gerilo, el cas dispensalo, quasi nel riconoscere il dovere di usare santamente
inspectante Deo. Non licitum autem ei esto queste rendite, e che tale è la intenzione della
quidpiam sibi ex iis, tamquam proprium assu Chiesa nell'assegnarle al cherico. Sicché , se
mere, aut cognatis suis elargiri, quae Deo de- anche non ammettono questo dovere in modo,
dicata sunt. Quod si pauperes illi sint , ut che sia di giustizia e coll'obbligo della resti
pauperibus subministrato. tuzione, lo anımettono sempre , come dovere
4. Lo stesso stabiliscono molti altri capo- rigoroso di carità. Senza dunque decidere una
ni di antichi concilii, come è il quadragesi- tale questione noi dedurremo le seguenti pra
monono del concilio di Cartagine , sotto il tiche e sempre sicure proposizioni.
pontificato di Siricio dell'anno 397. Ecco le 1. Non potrà un beneficiato mettere annual
sue parole : Placuit ut episcopi, presbyteri , mente in disparte un peculio pei suoi congiun
diaconi, vel quicumque clerici, qui nihil ha- ti ed amici ; poichè ogni parsimonia, ch'egli
bentes, sui agros vel quaecumque praedia nomi usa deve essere impiegata a favore dei po
ne suo comparant, tamquam rerum dominica- veri o della Chiesa , onde dice l ' autore della
rum invasionis crimine teneantur obnoxii: ni-. Glossa : De bonis Ecclesiae illud solum cleri
si admoniti Ecclesiae eadem ipsa contulerint. corum est, quod probabili ratione consumal. Si
Si autem ipsis propria liberalitate alicujus crgo de rebus Ecclesiae emisti cquum , illud non
vel successione cognationis obvencrit, faciant est tuum.
inde, quod eorum proposito congruil ecc . Si 2. Che sebbene non sia lecito al beneficiato
potrebbero riferire intorno a questo argomen- dare ai suoi parenti i beni della Chiesa , af
to i canoni del Tavonense Concilio III , can. 10 , finchè si arricchiscano, pure non gli é proibi.
BENEFIZIATO 811
to di darne alcuni , per trarli dalla miseria lo dei poveri , in vantaggio della Chiesa e del
in cui versassero , poichè allora egli li riguarda culto di Dio. Quidquid, cosi s. Bernardo epist.
siccome gli altri poveri . Udiano infatti l'Ange- 2, ad Fulcon. , quidquid praeter necessarium
lico a prova di questo asserto. Egli scrive : Dic victum , ac simplicem vestitum dc ullari relines,
cil Glossa Hicronymi, quod bond ecclesiastica luum non est, rapina esl, sacrilegium est. Dis
sunt pauperum , sed quicumque id, quod est al- trarre infatti diversamente ciò che rimane do .
lerius , sibi resercul , aut aliis dat, peccat mor po il necessario alla vita , sarebbe un defrau
laliler, el tenetur ad restilulionem. Ergo Epi- dare la mente dei fondatori , i quali avendo
scopi, si bona ecclesiastica , quae iis superfluunt, eretto il beneficio secondo l'intenzione della
sibi retineant, vel consanguineis, vel amicis lar- Chiesa , hanno certamente creduto di provve
giantur, videtur, quod teneantur ad reslilutio- dere un cherico del congruo sostentamento, e
nem . A questi termini egli risponde , 2 , 2, quaest. poi di suffragare i poveri . E se anche il bene 1
185 , art. 7 , ad 2 : Bona Ecclesiae non sunt so fiziato avesse altre rendite per titoli non ec
lum expendenda in usus pauperum , sed etiam clesiastici, con cui potesse vivere , ha tutto
in alios usus ... et ideo si de eo , quod usui e il diritto di usare pel suo congruo manteni
piscopi vel alicujus clerici esl deputalum , velil mento le rendite del benefizio , perchè , an
aliquid sibi subtrahere , et consanguineis vel che ammettendo la prima opinione, conviene
aliis dare, non peccat , dummodo illud facial almeno concedere il dominio su quella parte ,
moderale , idest, ut non indigeant, non autem che riguarda il proprio sostentamento .
diliores inde fiant. Quindi prova l'Angelico la Ora è necessario esaminare ciò, che sia da pra .
sua sentenza coll'autorità di s . Ambrogio , sog- ticarsi dal benefiziato in forza del beneficio ri
giungendo: Unde Ambrosius dicit , in lib. de cevuto secondo quello che abbiamo detto fin
officiis, cap . 3 , in can . Est probanda 16 , di- dalle mosse, dovere cioè il benefiziato adem
stinci. 86: Haec cst approbanda liberalitas, ut piere ai doveri annessi al beneficio che pos
proximos tui seminis ne despicias, si egere co siede.
gnoscas : non tamen , ut illos diliores fieri ve E primieramente, a ben conoscere gli oneri
lis ex eo, quod tu potes conferre inopibus. annessi al benefizio conviene che il beneficiato
3. Un beneficiato non può vendere per sempre esamini accuratamente le parole , con cui gli
i frutti del suo benefizjo, poiché questa vendita oneri stessi sono espressi; poichè da esse il tui
sarebbe una specie di alienazione, ed opposla 10 dipende. Per la qual cosa se on beneficiato
alla estravagante Ambitiosae de rebus Eccl. non avesse una cappellania, cui nel titolo di fonda -
alien ., la quale proibisce sotto pena di scomu. zione si trovassero queste pure parole : Qui
nica il solo affittare i frulli del benefizio oltre cappellanus tenebitur ad celebrandum ires
un triennio. La qual vendita ove egli facesse, missas qualibet hebdomada, e nulla più ; egli
andrebbe incontro alle pene stabilite dal dirit. è certo che ei potrebbe senza risiedere nel be
lo e particolarmente dalla bolla citata, le quali nefizio o dire di per sè le ire messe per selli
sono: 1. Che la falta alienazione sia ipso jure mana , e ritenersi il beneficio. Il Fagnano infalli ,
invalida. 2. Che tanto chi aliena , quanto chi che propone una simile questione con queslu
compra , restino annodati dalla scomunica, non parole: An cappellania, cui esl annexus onus
però riservata . 3. Che gli alienanli vescovi od missarum celebrandarum , sit sacerdotalis, an
abbati,siano interdetti dell'ingresso nella chie vero cappellanus tenealur missas per se ipsum
sa , ed i prelati juferiori , commendalarii ed al- celebrare. In cap . Ul abbales 1 , de aelal. et
tri retlori di chiese sieno privi ipso faclo dei be- qualil. et ordin. praeficiend ., risponde che lale
nefizii, di cui alienarono i frutti . 4. Finalmente, cappellania non devesi riputare sacerdotale , .
che i regolari alienanti beni immobili o nobili ma clericale soltanto : dal che ne avviene che
preziosi senza la facoltà della sacra Congregazio . basta che quegli che ne ha il titolo abbia cura
ne del Concilio, oltre di andar soggetti alle pene che sieno celebrate le messe stabilite nella sua
suespresse, restino ipso facto privali dei loro uf- fondazione, secondo questa regola del dirillo ,
fizii colla inabilità ai medesimi , e della voce at. Reg. 68 de reg . juris in 6 : Polesl quis per alium ,
tiva e passiva. Queste pene poi s'incontrano quod potest fucere per seipsum . a Vera est, di
senza sentenza dichiaratoria , come consta dal- ce questo canonista, et communiler recepla opi
la risposta della sacra Congregazione del Con- nio Lupi abbatis in suis allegationibus ....
cilio in Romana pro Cisterciensibus, 1 settem- Altare seu cappellam longe erectam ul cappel
bre 1657, confermata nel di 26 marzo 1689. lanus seu presbyler cligendus debeat in divinis
4. Un beneficiato , detralto il congruo sosten- deservire, el missas celebrare pro anima fun
tamento, deve impiegare il resto a sovvenimen- datoris, neque actu , nequc apliludinc cssc sa
812 BENEFIZIATURA - BENEFIZIO
cerdotalem , sed posse conferri simplici cleri- ghi, possono essere destituili senza che prece
co quatuordecim annorum . Movetur , quia de da alcuna monizione canonica , laddove , se
gencruli consuetudine , quam Papa scit et tol- condo il diritto comune , un vero benefiziato
lerut, beneficia simplicia personalem residen non può essere privato del suo beneficio, senza
tiam non requirunt , ul astut Glossa , in cap. averlo dapprima avvisato coi monitorii cano
Gratia , vers . De jure de rescrip. in 6. Et nici .
quamvis leslator jusserit, ul presbyter debeat in BENEFIZIO . Il vocabolo benefizio è pas
divinis deservirc el missas celebrare, tamen sa sato dall'uso militare a quello della Chiesa ,
tisſit testatori, si ibi per alium divina celebren e ci è derivato dai Romani. Essi concedevano
lur .» Lo che conferma questo autore secondo alle persone militari sulle frontiere dell'im
la regola del diritto : Qui fucit per alium , est pero una porzione del terreno che avevano
perinde ac si faciat per seipsum ; » e di ciò conquistato ; gli ufficiali o soldati che gode
aggiunge la ragione : « Cum jure expressum vano di questa sorta di ricompense si chiama
non sit , ut hoc casu per se descrvire debeat. » vano beneficiati, beneficiarii, ed il terreno, che
Finalmente conferma la sua sentenza questo loro si accordava , si chiamava benefizio, elar
illustre canonista con dieci o dodici decisio- gizione , beneficium . Quindi è venuto il nome
ni della sacra Congregazione dei cardinali di benefizio, che viene applicato ai beni della
interpreti del concilio Tridentino ; delle quali Chiesa , allora quando ne venne assegnata ad
due furono pubblicate il 6 luglio ed il 1 di- alcuni particolari una certa porzione , perchè
cembre 1581 , tre il 15 giugno 1589, e le al ne godessero vita loro durante in ragione dei
tre il 17 novembre 1605 , il 5 aprile 1610 loro servigi , e si chiamò beneficio questa por
ecc . zione a somiglianza del costuine militare, per
Che se poi il beneficiato , secondo il titolo chè i beneficii alle persone militari erano so
di fondazione del benefizio , dovesse di per sé lamente loro vita durante.
celebrar delle messe, delle quali non è nel ti Prima dell ' erezione dei benefizii in titoli
tolo del benefizio stesso determinata l'inten- perpelui, gli ufficii ecclesiastici non erano
zione , dice il Cabassuzio , Juris can . theor .'el che di pura amministrazione ,locchè ha dura
pract. lib. 3 , cap . 28 , num . 8 , che il benefizia- to sino al decimo od undecimo secolo , in cui
to soddisfarà al suo dovere applicando quelle i vescovi , i quali avevano l'amministrazio
messe secondo la intenzione dei fondatori , lo ne dei beni della Chiesa , avendo accordati
che conferma con queste regole del diritto ci- molti fondiagliecclesiastici delle loro diocesi,
vile e canonico : Inspicimus, dice Bonifacio vennero quindi eretti i benefizii nel modo che
VIII , reg . 55 , de reg . juris in 6 , in obscuris veggonsi oggidi ; cioè le porzioni fissate a
quod est verisimilius, vel quod plerumque ficri ciaschedun cherico per suo mantenimento so
consuevit. Atque verisimilius est , dice il Ca- no divenute titoli perpetui.
bassuzio , hanc fuisse funduloris mentem , ut Nei primitivi tempi la Chiesa distribuiva
missae sibi applicarentur ; et est frequentissi- fra cherici, non che fra i poveri, le offerte,
ma tulium fundatorum intentio, ut pro se ipsis che liberalmente facevano i primitivi cristia
celebrentur . Di queste obbligazioni però che ni ai ministri dell'altare perch ' erano per
hanno i benefiziati , parleremo agli articoli suasi conformemente al dritto naturale e di
Cappellano, CAPPELLA, PARROCO ecc . vino, che il ministro che serve il popolo nel
Intanto abbia per indubitato ciascuno che le cose della religione , deve vivere del suo
ha benefizio, essere assoluto dover di giusti- ministero. Dopo il terzo secolo la Chiesa pos
zia conoscere perfettamente a quali doveri sedeva alcuni immobili , poichè Diocleziano e
egli debba accudire per adempierli con quel- Massimiano ne ordinarono la confisca del
la esattezza e regolarità voluta dalla legge, af- 302 ; ma egli è sotto l'impero di Costantino,
fine di non macchiarsi di colpa grave innan ch'ella cominciò a possedere grandi ricchezze
zi a Dio ed agli uomini stessi, cui deve il sotto la direzione de' vescovi , che ne dispose
buon esempio in ogni sua azione . ro a loro beneplacito sino al quinto secolo ,
D. V. GIORDANI . nel qual vennero divise in quattro parti, una
BENEFIZIATURA. Questo è il nome at pel vescovo, una pel clero, la terza pei pove
tribuito a certi benefizii impropriamente cosi ri e la quarta per le riparazioni della chiesa
chiamati e che sono amovibili , non possono e per la conservazione dell'edifizio ,
essere rassegnati , e possono rendersi vacanti Quantunque le entrate della chiesa fossero
coll'assenza, come i benefizii o piuttosto i posti per tal modo divise in quattro parti , i fondi
dei cantori o vicarii , coristi o cappellani. I erano sempre posseduti in comune, ed il solo
sacerdoti, che occupano questa sorta d'impie vescovo li ainministrava , o da sè solo, o col
BENEFIZIO 815
mezzo degli economi. Successivamente i ve 3. È un diritto che appartiene ad un che
scovi assegnarono parecchi stabili della Chiesa rico ch'è insignito almeno della tonsura cle
ad alcuni cherici particolarmente che serviva- ricale . Quindi avviene, che i laici non tonsu
no in luoghi lontani , e questo assegno di en- rati , giusta la disposizione del diritto comu
trate nella Chiesa è quello che ha costituito ne, non sono capaci di possedere benefizii.
l'origine dei benefizii tali e quali sono oggidi , 4.E un diritto di ricevere i frutti temporali
come si vede nella lettera di Papa Simmaco a derivanti dai beni ecclesiastici , e che appar
s.Cesario d'Arles datata il 6 novembre 513. tengono a qualche chiesa particolare a titolo
Quel Pontefice dichiara , che non si potrà a di donazione od acquisto .
lienare alcun fondo della Chiesa per qualun 5. E un diritto che appartiene ad un che
que titolo o molivo di religione , od agli stra- rico a motivo dell'uffizio spirituale, del quale
nieri pei loro bisogni , ma a patto di goderne è incaricato in forza dell'autorità della Chiesa,
solamente loro vita durante: ed ecco l'origine perchè il beneficio è dato a motivo dell'uffizio
de ' beneficii ecclesiastici, ed il De la Combe o servizio spirituale, che si presta alla Chiesa, e
si è ingannato nell'attribuire quella lettera che consiste nelle lodi di Dio , o nella cura
piuttosto a Papa Siricio che a Papa Simma delleanime, od in uffizii simili. Non devesi pe
co, poichè Siricio essendo morto nel 397 , ov- rò risguardare il beneficio, come la mercede o
vero , secondo altri , nel 399 , egli non ha po- ricompensa del servizio spirituale, ma sola
tuto scrivere a s . Cesario d'Arles, il quale mente come un onorario necessario al mante
non è nato che nel 469 o 470 . nimento dei ministri di Dio.
Essendosi cosi' assegnati singolarmente ai In molte e varie maniere si dividono i be
cherici alcuni fondi, ne venne conseguente- nefizii . In primo luogo, per ragione del diverso
mente, che a loro appartenessero, oltre le ren- stato delle persone, alle quali si conferiscono ,
dite di quelli , anche le oblazioni e le limosi- altri sono regolari, altri sccolari, onde agl'in
ne, che si davano loro in quelle chiese , e le dividui religiosi i primi , ai cherici secolari i
decime nei distretti delle loro parrocchie, ve secondi debbonsi conferire. I canonici regolari
nendo in essi riconosciuto il diritto di riscuo- Premostratensi possono senza apostolica di
terle dai loro medesimi vescovi. spensa conseguire e ritenere perpetuamente le
Questa è l'origine dei benefizii ecclesiastici chiese parrocchiali e le vicarie ancor secolari,
nello stato, in cui si vedono presentemente ; e ciò per privilegio loro accordato da Benea
ed egli è a termini di questa disposizione, che detto XIV colla sua costituzione che comin
i canonisti hanno definito il benefizio, un di- cia Oneroso , del 1 settembre 1750 .
rillo perpeluo di percepire i frutti provenienti Secondariamente, in semplici e doppii. I
dai beni ecclesiastici, che appartiene al cheri- semplici sono quelli che non hanno annes
co a motivo dell' ufficio spirituale, del quale è sa alcuna cura di anime, nè ' giurisdizione ,
incuricato a nome della Chiesa : Jus perpe- preminenza, dignità o amministrazione , ma
tuum percipiendi fructus ex bonis ecclesiasti- solamente l'obbligo di celebrare un nume
cis, clerico competens propter officium aliquod ro di messe e di recitare giornalmente le lo
spirituale. di divine; i doppii al contrario hanno la cu
1. Il beneficio è quindi un diritto stabilito ra delle anime o la giurisdizione nel foro e
dal Papa o dal vescovo , ai quali unicamente sterno o l'amministrazione ecclesiastica, come
spetta l'instituzione degli ufficii spirituali nel- il vescovado, la parrocchia, l'abbazia, la pre
la Chiesa, non che l'assegnarvi alcune rendi- positura. Tra i semplici benefizii, si annovera
te ecclesiastiche , locchè si chiama erigere o eziandio il preslimonio, che altro non è , che
confermare un benefizio. Quindi avviene , che uno stipendio, il quale, tolto dalle ecclesiasti
se un laico senza l'assenso del vescovo con che rendite, dar si suole ai cherici per sus
ferisse il dritto ad un cherico , di percepire sidio della vita. Essendo questo perpetuo, è
una certa parte de' suoi beni per un certo beneficio propriamente detto, come pur lo è
numero di messe, questo diritto non sarebbe la pensione a vita , che si definisce , un dirit
un benetizio, ma un legato pio, od una pia to di percepire una parte dei frutti dell'altrui
donazione. benefizio .
2. Il benefizio è un diritto di sua natura Inoltre dividesi il benefizio in manuale, il
perpetuo, tanto dalla parte del benefizio, per- quale è durevole a grado del collatore, e perció
chè non si estingue colla morte del benefizia . manca del vero carattere di benefizio per difet
to, che dalla parte del benefiziato , perchè vita lo di perpetuita: ed in non manuale , il quale
sua durante non può esserne privato senza le non può perdersi dal possessore, se non per de
giltimo motivo . litto indicato dalla legge, e per irregolarità.
814 BENEFIZIO
In quarto luogo in collativo, in padronato , ed pria cognazione , anche nell ' età minore di
in elettivo. Il primo si conferisce per libera ed quella , che richiede la legge canonica , do
assoluta volontà del prelato; il secondo egual- vrebbe inalterabilmente osservarsi la volontà
mente concedesi dell'ordinario, previa la pre- di lui , Cap. Quia contingit in Clement.cap.
sentazione e la nomina del patrono ; il terzo 12 , S 2 , de Retigios. domibus , ove per altro
accordasi pei suffragi degli elettori , confer- deesi notare la clausola : Salva quidem Sedis
mati poscia dal superiore ecclesiastico . Apostolicae auctoritate . Concorda il testo in L.
Distinguesi eziandio il beneficio in titolare Nulli licile. Cod . de Episc. et Cleric. , in cap .
ed in commendato. Si conferisce il primo a vita Quidem 3 de Teslament. , ed il Tridentino :
e con pienezza di diritto ; il secondo si dà solo di maniera che nè il medesimo fondatore, nè
tanto per causa di amministrazione e custodia . l'erede di lui può variare le condizioni già
Che se concedesi durante la vita del commen- apposte nella fondazione , ancorchè vi con
datario, acquista il carattere di tilolure; quin- corresse il consenso del vescovo , nè il ve-,
di è che la commenda perpetua equivale al scovo coll'annuenza del patrono può accre
benefizio conseguito in titolo. Ex concil. scere gli obblighi , come sarebbe la non ri
Trid . sess. 24 , ct c. 17 , de Reform . chiesta residenza del rettore o l'obbligo di
In sesto luogo finalmente dividesi , riguar soddisfare da per sè stesso alla celebrazione
do alla relazione fra loro, in incomputibile ed dei sacrifizi richiesti . Card . de Luca, de Be
in compatibile. Il primo è quello che ha an- nefuiis dis. 96 , num . 6 e 7. Rota, purl. 7 , de
nessa la cura delle anime, ed obbliga per con cis. 37 , num . 1. S. Congreg . Concil. in Viter
seguenza alla personale residenza, come sa biens. 11 januar. 1698. Di più , non è nè me
rebbe un vescovado unitamente ad un altro, no nelle facoltà del vescovo il ridurre e di
due benefizii curati o due dignità; ovvero che minuire il numero delle messe richieste nel
sono istituiti nella medesima chiesa colle at- la fondazione, quantunque le rendite del be
tribuzioni stesse , delle quali contemporaneo nefizio, mediante l'inclemenza dei tempi , sie
richiedono l'adempimento, come due canoni- no alquanto deteriorate , se pure non fosse
cati o due dignità. Compatibili poi diconsistata dal testatore al medesimo rilasciata una
quelli , che non esigono la residenza persona- simile autorità. S. Cong. Conc. de mandato
le, nè la soddisfazione dell'uffizio nel tempo Urbani VIII, 1 junii 1625 , la qual decisione
medesimo. fu poscia confermata da Innocenzo XII , il 23
L'erezione del benefizio, che non può dirsi dicembre 1697 .
canonica, se non vi concorre l'espressa autori Al Sommo Pontefice si compete primiera
tà dell'ordinario (Glossa in Clement. cap . 2 , mente il diritto pienissimo di conferire i bene
Decimis ), non può effettuarsi quando il fonda. fizii tutti del mondo cattolico senza eccezione.
tore non abbia precedentemente delerminata la Nei secoli a noi lontani egli soltanto li con
congrua dote coi propri suoi liberi beni ( Cup. feriva , e sebbene nell'avventurosa dilatazione
Nemo 9 de consul. dist . 1 ) , la quale deesi con della Chiesa , chiamando a parte delle sue pa
somma diligenza esaminare dal vescovo in li- storali sollecitudinii vescovi, comunicó ai me
mine fundulionis, giusta la qualità del bene- desimi ( eccettuate alcune riserve) la potestà di
fizio, del luogo , delle persone, per conoscere provvederli , ciascuno nella propria diocesi,
se sia sufficiente all'onesto mantenimento del luttavolta a sè stesso ne rilasciò la pienezza;
cherico , secondo il detto di Cristo: Dignus est quindi è che nè gl'indulti nè i privilegi im
operarius cibo suo; Matth . cap. 10 , vers. 10. pediscono al Papa e di concorrere coi collatori
Tale erezione dee farsi nella chiesa, ad un al- ordinarii , e di conferire quelli a loro stessi
tare designato, sotto l'invocazione di un qual- spettanti, il che suol fare ordinariamente in
che santo , coll'onere d'ivi prestare un cer tre modi, cioè jure praeventionis, jure concur
to determinato ufficio spirituale. Cap. Quia sus, jure devolutionis, come diremo in progres
15 de Rescript. in 6 . so , Rebuff. in Praxi, de devolutionibus, $ 46 .
Il patrono pella fondazione può formar quel Un lal diritto secondariamente si appartie
le leggi e quelle condizioni, che più gli piac- ne al Legato a latere in ordine a' benefizii, che
ciono, ancorchè fossero in opposizione del gius restano vacanti entro i confini della propria
comune, purché non sieno turpi ed impossibi- provincia , durevole però solamente quanto lo
li , o contro la natura del giuspatronato. Cap. è la sua legazione. Considerato anzi il diritto
Significalum 11 , de Praebend. Quindi è che comune, egli pure concorre con gli ordinarii
venendo dal medesimo stabilito , che nell'occa- della provincia che regge e governa , e può con
sione di vacanza debbasi conferire il già eretto ferire liberamente quelli già devoluti alla Sede
benefizio ad uno dei consanguinei della pro- apostolica , o per motivo di negligenza, o per
!
BENEFIZIO 813
cagion di delitto degl ' inferiori . Venerabilis nicata . Cup . Cum . in generali commiss. 3 , de
37 , de Praeb. Glossa cap. Officii nostri. offic. Vicar . in 6. Autorizzato nulladime
Sebbene l'indicato diritto eziandio si esten no può conferire anche i benefizii devoluti
da al Nunzio apostolico , viene "però in esso al vescovo jure ordinario , mediante la negli
alquanto moderato dalla legge canonica. Egligenza degl ' inferiori, non per altro quando
può conferire i benefizii ancora riservati ( ec- ciò fosse, come delegato della Sede Apostoli
cettuate le metropolitane, le cattedrali, le col- ca. Clemen. 1 , de Suppl. negligen . Praelalo
legiate) , purchè per altro la loro entrata non rum . Cosi Zerola , in Praxi Episcop. p. 1 , alla
oltrepassi la somma di 24 ducati, dovendosi in parola Bencficia § 3 , e Barbosa de offic. et
questa comprendere gl'incerti e le quotidiane polest. Episc.
distribuzioni, Rota p . 15 , decis. 259 , num . 3 , Premesso in tal guisa quanto rendevasi ne
e decis. 548 , num . 1 ,e decis. 75 , num . 4. Quindi cessario in ordine al diritto di provvedere ai
è che prima di devenire alla collazione dei me- benefizii vacanti, è di mestieri adesso indi
desimi è di mestieri, che a lui stesso consti per care le maniere , con le quali soglionsi con
mezzo di testimonii degni di fede, che non ec ferire. Il Sommo Pontefice , siccome supe
ceda nemmeno di poco tal somma, sotto pena riormente accennammo , ciò fa in tre modi
di nullità, non estendendosi più oltre il suo distinti : per diritto di prevenzione , per di
diritto ordinario , se pure non avesse delle fa- ritto di concorso , per diritto di devoluzio
coltà speciali dalla Sede Apostolica. ne. Usa egli del primo allorchè conferisce ad
Fra i collatori ordinarii dei benefizii inſe- alcuno l ' aspettativa per uno dei benefizii
riori al Sommo Pontefice ed al suo Legato so- che sarà per vacare ; e questo è un privilegio
no i primi fra tutti gli altri vescovi , sotto il suo proprio mediante la pienezza della sua
qual nome si comprendono anche gli arcive- potestà , di cui alcuno altro non può essere
scovi , i primati e i patriarchi, quindi gli al- rivestito giammai . Cap. Dileclus 19, de Praeb .
tri prelati esenti che hanno la giurisdizione e cap. Relatum 3. Del secondo , perchè con
quasi episcopale. Cap. regenda 4 , caus. quaest. corre con ciascun ordinario nella potestà e
1 , cap . Omnes Basilicae 10 , cap . Nullus omni- giurisdizione , non ostante la loro diligenza ;
no , 11 , caus . 16 , quaest. 7 , cap . Accedus 14 , e poichè sebbene, come si disse , conceda egli
cap. Postulastis , 15 ecc . L'ordinario nella ai medesimi il gius di conferire , a sė , tulla
propria diocesi conferisce eziandio quei bene- volta riserva il maggiore. Cap . Dulun 14 , S
fizii, che dal vescovo estraneo furono ivi fon- Nos igitur , de Praebend in 6 , ove dice : Et
dati . Cup. Si quis Episcoporum 7 , caus. 16 , si memoralo Episcopo praedictum concessi
quaest. 3. Quando la collazione è comune fra mus potestatem , penes nos nihilominus reman
loro , si appartiene al capitolo stesso , anche sit major ; di qui nasce , che quando fra il Pa
nel caso, in cui il vescovo , o cessasse di vi- pa e gl'inferiori ordinarij vi abbia luogo la
vere, ovvero addivenisse inabile il capitolo , o prevenzione, deesi avere per rata la collazione
per sospensione a collatione o per essere in- di quello che lo conferi anteriormente. Usa in
corso nella scomunica . Cap. unic. Ne sede va- fine del terzo, quando per negligenza dei col
cante in 6. E la ragione si è perchè il vesco- latori nel conferire i benefizii entro il debito
vo ed il capitolo formano un solo corpo in tempo, fal facoltà vien de jure a devolversi al
ordine a ciò che debbono fare in comune. Pontefice istesso . Cap . Cum accessisset 8 ,S1,
Lege Sicut & fin. ff. Quod cujusque universit. de Constit.
Di più, vacante la sede episcopale , può que Le ordinarie maniere però , onde si confe
st'ultimo ricevere la rassegnazione dei bene- ' riscono i benefizii , a tre principali in egual
fizii , allorchè vien fatta non per causa libe- modo riduconsi dai canonisti : all'elezione,
ra , ma necessaria. Per esempio , le rassegna- alla presentazione, alla libera collazione . Ab
zioni fatte per giusta causa di permuta , in bas in cap . Auctoritate 4 , num . 7 , de Instit.
vigore della quale i benefizii rassegnati neces- L'elezione altro non è che l'assumere una
sariamente debbonsi conferire ai resignatarii. persona degna di essere prescelta fra le al
Ex Clementin. unic . de Rerum permut. Fi- tre al beneficio vacante ; la presentazione è
nalmente il vicario generale per commissione una esibizione d'idoneo individuo , fatta dal
datagli dal vescovo senza limitazione , può patrono al prelato , affinchè egli per istitu- !
istituire nei medesimi quelli che dai patroni zione conferisca al medesimo il benefizio; fi
canonicamente sono presentati. Cup. Ex fre- nalmente la libera collazione è un'attribu
quentibus , 3 de Inslitutionib. In generale pe- zione del beneficio fatta dal superiore con
rò non è annessa al vicariato simile potestà , pieno diritto. E sebbene oltre di queste si
quando non sia ad esso specialmente comu noverino eziandio la postulazione, la resigna
816 BENEFIZIO

zione, la permuta , la trasluzione, restano tut- mente succede, non ci estenderemo d ' avvan
te nulladimeno comprese nelle tre principali taggio su tal materia .
accennate. Quando debbarsi conferire i benefizii.
Dell'elezione si tratta sotto il titolo del- Tutti i benefizii vacanti in qualunque chie
le decretali di Gregorio IX e di Bonifacio sa e anche in qualsivoglia cattedrale, debbon
VIII. Dicesi questa propriamente tale , allor- si provvedere dal vescovo , al quale spet
chè ha di mestieri della conferma : e quindi ta la collazione entro lo spazio preciso di
è che alcuni benefizii si appellano elcttivi un semestre, terminato il quale , la collazio
confermati, altri elellivi collettivi. ne medesima devolvesi dal vescovo al capi
Affinchè l'elezione sia valida ricercasi dal- tolo, e viceversa dal capitolo al vescovo ( Cap.
la legge canonica , che tutti quelli che han- Nulla de Concess. 2 praeb., cap . Quia diversi
no diritto di- eleggere , sieno chiamati nel- tatem 5 , ecc . ); di un quadrimestre poi allor
le forme ; che tale elezione si faccia entro che appartengono al Papa . Cosi decreto s.
il termine di un trimestre dal giorno della Pio V , Const. In conf. benef. eccl., 17 aprile
vacanza , seppure non sopravvenisse qualche 1566. I mesi concessi per conferire non co
legittimo impedimento, che concorrano i suf- minciano a decorrere dal giorno della vacan
fragi della parte maggiore degli elettori ; che za, ma sibbene da quello , in cui perviene la
questi sieno almeno suddiaconi , se si trat- notizia di essa . Cap. quia diversitalem 5 , de
ta dell'elezione degli uomini . Questa elezio concess . praebend . Essendo il giuspadronato
ne può farsi in tre diverse maniere , cioè, o ecclesiastico, o laicale , o misto, cosi la leg
per scrutinio , per compromesso , per ispira- ge canonica a ciascun genere ha determinato
zione. il tempo prefisso, onde poter presentare un
L'elezione per scrutinio deve aver la forma soggetto idoneo al benefizio vacante. Sei mesi
che vien proposta dal Lateranense sotto In- per il primo. Cap. Eam et decet de Jurepa
nocenzo III, nel cap. cit. con queste parole : iron . Anche i luoghi pii godopo il privilegio
Assumantur tres de collegio fide digni. Lo medesimo di un semestre. Rota part. 12 , de
scrutinio può farsi in due modi : a viva voce, cis. 280 , num . 5. Quattro pel secondo. Cap.
che deesi poscia metter in iscritto , e per i- Quoniam 3 , cap. Cum propter 27, de Jure
schede. Il voto dev'essere decisivo senza equi- palr. Terminato il detto spazio, il detlo laico
voci o condizioni , venendo queste vietate dal . per allora non ha più diritto alla presenta
l'altro concilio Lateranense sotto Gregorio X. zione. Cosi la Rola, decis. 10 , num . 7. Sei e
Adunati gli elettori nel tempo prefisso , uno gualmente per il terzo ( Rota part. 9 , lom . 1 ,
degli scrutatori dee leggerli ad uno ad uno, decis. 429 ) , ancorchè i cherici fossero in nu
non già nominando la persona che favorisco mero minore dei laici . Rota part. 14 , decis.
no, ma soltanto il nome del votante : quindi 250 , num . 13 , 14 .
dee soggiungere : placet ne vobis electionem Nella negligenza dei collatori o dei pa
publicari? e rispondendo placet, devenire alla troni passa gradatamente il diritto al supe .
pubblicazione. La forma di tali voti in iscrit- riore, cioè dal vescovo al metropolita , dal
to ordinariamente è la seguente, come pud ve- metropolita al nunzio , dal qunzio final.
dersi presso Barbosa, num. 225 : N. N. eligo, mente al Pontefice. Eccettuati questi , tutti
electumque pronuntio , et in communi coram gli altri godono di un nuovo semestre per
vobis pronuntio . conferire , avvegnachè la devoluzione derivi
Elezione per compromesso dicesi allorquan- dal giuspadronato laicale, al quale il solo spa
do com meltesi la potestà ad alcuni uominiº zio si accorda di quattro mesi. Garcias , De
probi ed idonei , i quali in nome degli elettori Benefic ., part. 10 , c. 3 , n . 9. Il metropolita
provvedono alla chiesa restata vedova di pa no non può conferire jure devoluto , se non
store. Questi commissarii essendo procuratori concorre una negligenza nei collatori inferiori
del capitolo , nell'affare dell'elezione non pos- che oltrepassi il tempo indicato . Cap. Nulla
sono in veruna guisa eccedere i limiti del cit . Spiralo il primo semestre , il solo Papa
mandato . può subito provvedere. Gonzal., ad Regul. 8 ,
L'ultima forma di elezione viene espressa Cancell . & 3. Prooem . num. 5 ; Barbosa ,part.3,
nel decreto del concilio Lateranense più volte de offic. et potest. Episcop., alleg. 58 , num . 22 .
nominato, con queste parole : Nisi forle com- Non avendo il Papa alcuno a sè superiore,
muniter esse ab omnibus, quasi per inspiratio- niuno per conseguenza supplisce al suo in
nem . In tal guisa furono eletti s. Ambrogio , s . dugio . Tuttavia , giusta il decreto del capo
Nicolò, s . Severo vescovo di Colonia ed altri Statutum , indugiando a conferire quei benefi
molti , ma poichè ai giorni nostri ciò rara- zii , che vacano nella curia ed a lui devoluti
BENEFIZIO
817
colla condizione , che siano dal medesimo con corso di due mesi , altrimenti per ottenerla è
ferili entro il corso di un mese , i subalterni, permesso ai compatroni ricorrere al metropo
ai quali per l'avanti apparteneva la collazio- litano e all' ordinario viciniore o alla Sede
ne, possono ritenere, che lo stesso Papa lasci Apostolica, giusta la costituzione di s. Pio V ,
loro libero di conferirli, come se non esislesse Const. In conferendis Benefic. 53, nel Bolla
veruna riserva . Negli altri beneficii però che rio romano. Accadendo nulladimeno la vacan
vacano presso la Sede Apostolica, non vi è per za di tali benefizii, può il vescovo , oltre i
il Papa determinazione alcuna di tempo. Bar quattro o i sei mesi respettivamente a die va
bosa , lib. 3. Juris ecclesiastic. cap . 13, num . cationis , apporre l'editto pel concorso.
54 ; Reiffenstuel, lib. 3 decret., lit. 5, dal num. Acciocchè un tal edilto conseguir possa il
439 al 447.
suo fine è di mestieri, che per un tempo di
Allorchè il vescovo fosse negligente di prov. screlo resti affisso in luogo adequato acció i .
vedere di rettore quei benefizii, la collazione gnoto non sia quando precisamente i concor
dei quali appartiene al medesimo jure speciali renti debbansi presentare. Tulloché questo
o per delegazione o per privilegio, non suben- non venga determinato dal sinodo , rilascian
tra nei suoi diritti il capitolo calledrale, come dolo all'arbitrio dei vescovi, giusta la consue
si è detto di quelli che spettano ad esso jure tudine e le circostanze, tutlavolla ella è mente
ordinario, ma bensi al metropolitano, e, nel dei padri di Trento, che non oltrepassi i die
caso di elezione, al Sommo Pontefice : percioc . ci giorni , seppure una qualche legittima causa
chè in tal genere di benefizii viene a cessar la non richiedesse upa proroga, la quale non può
comunione che vi è fra il vescovo ed il capilo- eccedere altri dieci giorni , forma della citata
lo . Abbas Panorm . sul cap . Nulla 2 de Concess. Costituzione di s. Pio V.
praeb . in 6 ; Rebuff., til. de Devolul. num .21, ec. Il sinodo Tridentino non determina quan
Traltandosi poi di vescovati, arcivescovali, do debbasi affiggere un tal edillo , ma sem .
abbazie e prelature regolari , ritardando quel- bra che ciò rilasci al pieno arbitrio dei vesco
Ji , a'quali cið compete, di nominare oltre lo vi : vel aliud tempus ab Episcopo praescriben
spazio delerminalo da Innocenzo III, Cap. Ne dum . San Carlo Borromeo nel concilio primo di
pro defectu , de Election . 41 , c. Quamquam 18 Milano stabilisce : Ul cum primum episcopus
de Elecl ., di tre mesi, passa il loro privilegio purochialem ecclesiam vacare cognoverit, in
nel superiore immediato ; alteso che un mag lra triduum ad calledralis et vacanlis ec
giore indugio in un affare di tanta importan- clesiae januum publicum edictum per totos de
za potrebbe riuscire alquanto pericoloso. Non cem dies , vel aliud longius tempus ejusdem
avrebbe pero luogo tal pena , allorchè concor- episcopi arbitrio , proposilum esse jubeat.
resse un qualche legittimo impedimento, come Dei benefizii soggelli al concorso, e di quelli
sarebbe l'ignoranza della legge o del fallo : Cum , che si conferiscono senza di esso. Tullii be
per usare la frase stessa del testo , illa Latera- nefizii che hanno annessa la cura delle anime
nensis concilii Constitutio contra negligentes necessariamente debbonsi conferire giusta la
lanlum fueril promulguta. Cap. Quia diversi forma prescritta dal Tridentino. Allorchè (di
talem , concorda il cap.cit . Nulla 2 ivi : Si for- cesi in esso ), accadrà la vacanza di una par
te onines neglexerint. Quindi è che non polen- rocchia per morte o russegnazione, anche nella
dosi appellar negligente quegli che nell'impo- curia o altrimenti in qualunque modo, avve
tenza ritrovasi di operare, perciò non corregnachè dicasi che ne incomba la cura alla
pel medesimo il tempo determinalo dai capi chiesa od al vescovo , e lal parrocchia sia am
sopraccilali . ministrala per mezzo di uno o di molli, ed an
Cessato l'impedimento, qualunque elezione che in quelle parrocchie dette patrimoniali o
e collazione seguita al di là dello spazio dai receltive, nelle quali costumò l'ordinario di
canoni decretato, aver si dee affatto per nulla affidare il regime delle anime a più individui ;
ed invalida , se pure non fosse per indulgenza sacrosanto concilio comanda, che tulti que
tollerala. È bensi permesso al superiore ac sli sicno lenuli u subire l'esame, ancorchè la
cordare ancora una proroga , purché non sor stessa chiesa parrocchiale fosse riservata, o
passi questa un semestre ( Cap. Sicut. 2, de affella generalmente o specialmente, anche in
Supplend. etc. ) a forma della citala Costituzio- vigore d' indullo o privilegio in fuvore dei
ne di s . Pio V. Cardinali di S. R. Chiesa. Trident., sess. 24 ,
In ordine alle chiese parrocchiali di giuspa- cap . 18, de Reform . In forza pertanto dell'in
dronato è tenuto il vescovo ad istituire il pre- dicata conciliare disposizione tutti i beneſizii
sentalo, giusta la forma del Tridentino, nel curati , ancorchè sieno di giuspadronato eccle
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fasc. XNI. 103
818 BENEFIZIO
siastico , debbonsi conferire per via di concor- mo, le vicarie perpelue delle parrocchie upile
so . Anzi se il benefizio di questo genere venis o incorporate con altre chiese o luoghi pii, co
se a vacare nei mesi alla Sede apostolica riser me monasteri o collegii , nelle quali il vicario
vati, il vescovo ordinario, rimosso ogni umano ha unicamente l'esercizio della cura. Queste
riguardo dei compatroni , dovrebbe ordinare si conferiscono per via di nomina o presenta
l'affissione degli edilli pel concorso , ed eleg- zione dei superiori di esse, previo il semplice
gendo fra i presentati il più idoneo, unito alla esame, venendo cosi disposto dalla costituzio
propria testimonianza , rimetterne il nome a na Adexequendum dis. Pio V , Constil. 47 ; se
Roma, per esser istituito dal Sommo Pontefice. condo, le parrocchie unite ed annesse alle di .
-Cosi fu deciso dalla sacra Congregazione del gnità o canonicali tanto nelle cattedrali che
concilio presso Piaseć . Nova Episcopor. cap . 5 , nelle collegiate ; quelle che si esercitano per
num. 17 , e Luigi Riccio. Resolul. 551 ,vers. Am . mezzo dei canonici o ebdomadarii , come pur le
plia 6, aggiungendo a questi che sono al con- ' altre , che sono vere dignità ; terzo , si conferi
corso ammissibili, non solo i nominati , ma e scono senza concorso tutte quelle chiese, che
ziandio qualunque altro che lo richieda. soggette sono ai monasteri, o aggregate alla
I canonisti stabiliscono per massima rispetto inensa dei medesimi, nella vacanza delle quali
ai beneficii digiuspadronato misto che la quali il monastero nomina il rellore, ed il vescovo
tà di ecclesiastico, siccome più degna, trae a sè senza ostacolo lo conferma ; Rota una Tira
la qualità minore laicale ; quindi deducono, son : juris praesentandi 23 maggio 1588 ; i be
doversi avere un tal genere di giuspadronalo nefizii regolari, le dignità , le abbazie, ancorché
sempre per ecclesiastico : specialmente in ordine unite vi sieno le attribuzioni parrocchiali,
a questo , mentre resta così favorita la chiesa, purché l'unione sanzionata sia dalla Sedeapo .
alla quale presumesi in miglior guisa prov- stolica . S. Congr. Concil. presso Nicolò Garcias,
visto, allorchè per mezzo di esperimento ne cap. 2, num . 195, e Gonzales , de Reg ; Cancell .
viene prescelto il rettore. Per la qual ragione Glos. 5, § 6, num . 13, e le parrocchie resignale
mosso s. Pio V , nella più fiate citata sua bolla, nelle mani del Papa .
fra le parrocchie, che soggette vuole al concor Nemmeno va la vacante chiesa soggetta al
so, novera eziandio quelle, quue jurispatrona- concorso, allorquando non siavi che un solo
tus ecclesiastici, vel aliorum seu clericorum el che la richieda , o che gli altri postulanti ricu
laicorum simul fuerint. sino sottomeltersi formalmente al medesimo.
Alla prefata costituzione verisimilmente si In tal caso il vescovo può assegnare un nuo
appoggiano le molte decisioni dei cardinali , vo termine discreto , passato il quale senza j.
colle quali vien dichiaralo , che le chies@ cu stanze ulteriori, può conferirla al primo libe
rate di giuspadronalo misto soggiaccionó al ramente. Le permute sono esenti dall'esame
concorso, anche allorchè il medesimo appar. anche peltorale. Dir si dovrebbe per altro in
tiene per due parti ai laici , e per una soltanto contrario allorchè i permutanti non lo avesse .
all'ecclesiastico. V. Pirro Corrado , Praxis be ro subito nella prima loro promozione, o che
nefic.lib , 3, cap. 3, e Garcia, de Beneficiis, par . il passaggio seguisse da un benefizio semplice
2 , num . 70. Una tal sentenza abbracciata fu ad uno parrocchiale.
da s. Carlo nel concilio quinlo di Milano. Con L'esame per concorso dee tenersi davanti al
cil. Mediolanense parl. 3, til. Quae ad bencfi. vescovo, o essendo egli impedito, al suo vica
ciorum collat . attinent. Se poi il giuspadroña- rio generale almeno da tre esaminatori sino
to è cosi misto, che la presentazione spetti per dali , e pon in numero minore, i quali debbo
turno ora all ' ecclesiastico ed ora al laico, di no esser eletti nell'ultimo sinodo o almeno in
maniera che mai non concorrano insieme nella esso confermati .
medesima presentazione, allora nel primo lur Alcuni canonisti, fra i quali Barbosa é Luc .
no si giudicherà tutto ecclesiastico , e per con . Ferraris alla voce Beneficium , attenendosi al
seguenza per quella volta vacante beneficio le decisioni del concilio ed anche della sacra
sarà soggetto al concorso , giusta le espressioni Congregazione e precisamente, in una melro
del Tridentino, nell'altro tutto laicale. politana del 13 luglio 1630 , riguardano come
Molti nulladimeno sono i benefizii che non nullo il concorso: primo, allora quando gli in
richiedono la forma di verun esame speciale dicati esaminatori non sono stati eletti o con
per via di concorso , essendo sufficiente che no. fermai nell'ultimo sinodo diocesano ; secondo,
ta sia all'ordinario l'idoneità dei soggetti in quando fra i due sinodali viene aggiun
ordine alle attribuzioni richieste da ciascun to il terzo non sinodale ; terzo, quando gli e
benefizio. Sono fra questi da annoverarsi: pri saminatcri sinodali non avessero prestato il
BENEFIZIO 819

richiesto giuramento. Le doli di cui debbo. galur : carnalitatis sequentes affectum , non ju
1 no essere forniti gli esaminatori , sono e dicium ralionis , unde quanta ecclesiis damna
spresse dal Tridentino colle parole seguenti : perueniant , nemo sanae mentis ignorat. Al
Sint vero examinalores magistri , seu docto- quale inconveniente volendo mettere argine i
res, aut licentiati in theologia aut jure cano Padri del Tridentino decretarono, che i bene
nico, vel alii clerici seu regulares, cliam ex fizii inferiori, principalmente aventi la cura
ordine Mendicantium, aut etiam saeculares, qui delle anime, sieno conferili personis dignis et
ad id videbuntur magis idonci. Ai medesimi habilibus , et quae in loco residere, ac per seipsas
viene altamente vietato il ricevere in tal occa . ' curam ipsam exercere valeant, secondo la co
sione il benchè menomo regalo, anzi debbono stituzione di Alessandro III , Quia nonnulli ,
prestare il loro servizio senza speranza alcuna pubblicata nel concilio Lateranensé , e l'altra
di remunerazione, nè puo l'ordinario assegnar di Gregorio X , Licet canon ., nel sinodo gene
loro stipendio o mercede. Circa poi la materia rale di Lione. Trident. scss. 7 , cap. 3.
su di cui dee raggirarsi l'esame, viene indica Ponderando i canonisti i testi sopraccennati ,
ta dal sinodo : Peraclo deinde examine , dice ne deducono, che il conferire beneficii eccle
esso, renuntiantur quotcunque ab his idonei in- siastici a persone incapaci ed indegne , oltre al
dicati fuerint aetate, moribus, doctrina , pru- la volpa mortale , obbliga eziandio alla più ri
dentia , et aliis rebus ad vacantem ecclesiam gorosa restituzione per i danni gravissimi ,
gubernandam opporlunis. Dal che maniſesta- chế da somigliante promozione derivano ine
mente apparisce che gli esaminatori non deb- vitabilmente alla Chiesa . Al riparo di questi
bono fermarsi alla sola dottrina , ma eziandio tenuti sono in primo luogo ed avanti di qua
a quelle virtù , che possono cattivare l'amore, lunque altro gl'indegni, che ne procurarono
il rispetto e la venerazione dei parrocchiani. l'aquisto: quindi quelli che ai medesimi in
Vedasi il concilio Milano citato. giustamente li conferirono ; finalmente colo
Dei soggetli, ui quali debbonsi conferire i be ro che vi misero l'industria e la cooperazione,
nefizii, e quali sieno quelli assolutamente da Garcia , part. 7 , c. 16 , num . 47 ; Ferraris alla
escludersi. — Acciò non venga a ledersi quella parola Beneficium, art. 5, pag . 220, num . 14 .
giustizia che distributiva si appella, conferire Ma non hanno qui termine le rigorose dis
non si debbono i beneficij indistintamente a posizioni de' canoni . Non solo debbonsi esclu
chicchessia , ma a quelli soltanto , nei quali ri- dere quelli , che destituiti sono delle opportune
trovansi le qualità ricercate dalla legge e dal e necessarie prerogative , ma di più Innocen
Tridentino. Cinque sono le principali : la le zo III ed i padri del Tridentino rigorosamen
gittimità della nascita ; Cum in cunclis 7 , de te decretano che dagli elettori , patroni e colla
Election .: quindi è che un illegittimo é incapace tori , anche fra i degni, prescelti sieno i più de
di qualunque benefizio, quando dall'autorità gni, cosi quelli che non solo per dottrina , ma
suprema derogato non venga alla legge; l'aver anche per altre doti speciali giudicar si posso
ricevuto la prima tonsura ; l'età prescritta dai nospiù proficui all'utile della Chiesa ; onde è
canoni , Cap. Cum in cunctis ; lo stato celibe , che nelcaso contrario s . Pio V accorda il di
Cap. Sane 2 de Clericis conjugatis ; finalmen • ritto di appello o al metropolitano o alla Sede
te la scienza sufficiente per sostenere l'uffizio, A postolica a tutti quelli che lesi si trovano
al qual deve eleggersi. Praecipimus 10 , disl. 34. dalla scelta irregolare del vescovo, affinché, do
L' idoneità pertanto deesi avere singolar. po diligente esame, riconosciuta l'ingiustizia ,
mente in mira nel promuovere alcuno a bene- rrati annullata l'elezione dell'inabile,a favore
fizio ecclesiastico ; imperciocchè repugna alla del più idoneo e più degno. Const. cit. In confe
stessa relta ragione l'assumere un indegno , repdis beneficiis.
mentre il benefizio , mediante l'uffizio, diret Quivi però ad oggetto di eliminare qualun
tamente si conferisce. Quia per ambiliosam 15 , que fubbiezza è di mestieri primieramente con
de Rescriptis in 6. Onde è che nel capo Grave siderare che debba intendersi per indegno, per
nimis, a ragione viene riprovala la'pratica op- degno e per più degno. Dicesi tale il primo, al
posta, dalla quale derivano innumerevoli dan- lorchè mancano in esso quelle qualità che al
ni alla Chiesa di G. C. Cap. 29 de Praebend. ministero della parrocchia richicggonsi;'il se
ivi : Grave nimis est et absurdum , quod quidam condo, quando alla sufficienza si uniscono in
ccclesiarum praelati, cum possint viros ido- mediocre grado quelle doti dal pastorale inca
neos ad ecclusiastica beneficia promovere, as rico necessariamente richieste, il terzo infine ,
sumere non vereantur indignos , quibus nec quando, in comparazione degli altri , si ritrova
morum honestas, nec literarum scientia suffra: in esso una maggiore attitudine si riguardo
820 BENEFIZIO
alle doti dell'animo , che a quelle del corpo , e Penitenza ; 5. l'anzianità, per cui deesi preferire
all ' altre circostanze necessarie al retto ed e al giovane il provelto, al cherico il sacerdote.
dificaole governo del popolo. Rota part. 3, decis. 61. 6. Finalmente la pre
Per bene comprendere il vero senso delle senza nella curia, e la nobiltà dei natali.
espressioni del Tridentino e di s. Pio V , è d'uo Enumerate le circostanze e qualità, che deb
po ricorrere alla dottrina dell'Angelico, 2, 2, bonsi avere dinanzi agli occhi dai superiori nel
quaest. 63, art. 2 , e quaest. 185 , art. 3, ivi : provvedimento dei benefizii aventi specialmen
Non ergo episcopus lenelur semper dare me te la cura delle anime, resta ora a vedere quali
liori simpliciler , sed lenelur dare, quoad hoc ; sieno i soggetti , che assolutamente meritano
perché, come dice nello stesso luogo il santo l ' esclusione. I primi dichiarati incapaci ed
doltore, contingil quandoque aliquem cssc me inabili da' sacri canoni sono gli eretici, i loro
liorem simpliciter, qui lamen non est melior fautori, albergatori, difensori, come pure i lo
quantum ad hoc quod beneficiuin percipiat , ro figli fino alla seconda generazione. Sono
quia alius forte polest Ecclesiam magis juva- quindi perpetuamente privati di qualunque
re, vel per consilium sapientiae , vel per audi dignità o personato quelli che conseguito lo
lium potentiae, vel quia servivit Ecclesiae. E avessero per mezzo delle istanze di persone ca
quindi è che il concilio, alla sess . 24 , cap. 18, dute nell ' eresia o nello scisma ; ed avendo cio
ammonisce, doversi promuoverequelli ,quos di- ſalto con piena scienza restano inabilitati non
gniores et Ecclesiae magis utiles ipsi judicave- solo a questo, ma a qualunque altro simile be
rint: mercecchè questa maggiore dignità devesi nefizio. Ex eod. cap. Quicumque 2, de Huere
desumere per comparationem al bene comune. licis in 6, S Ad haec.
Contingil enim ( prosegue s. Tommaso, 2 , 2, Sono inoltre nella legge compresi i legali da
quaest. 63, art. 2 , in corp . ) quandoque, quod scomunica maggiore , da interdetto, da sospen
ille qui est minus sanctus et minus seiens, po- sione ed irregolarità , gl'infami, i maniaci, gli
tesl magis conferre ad bonum commune pro- ebeli, i simoniaci, i chierici coniugati, i fan
pler potentiam vel industriam saecularem, vel ciulli che non arrivano ai dieci anni , giusta
le disposizioni del gius antico, ed al quallordi .
propter aliquid hujusmodi.
Da quanto si è detto è chiaro, che dovrà ri . cesimo, secondo l'odierna disciplina. I figli il
tenersi più degno fra i degni quello, che avrà legittimi dei chierici , quando i loro genitori
in grado maggiore le qualità enunciate di con- godano del beneficio altualmente , o ne abbia. 1
dotta religiosa e morale, di dottrina, di attitu- no goduto per lo passato nelle medesime chie
dine a ben governare spiritualmente una data se . Finalmente i figli o pipoti degli offensori
popolazione, fermo quanto or ora abbiamo os de' sacri porporati.
servalo, che qualche volta il migliore assoluta Della pluralità dei benefizii. Delľ unione e
divisione di essi. - Era talmente invalsa circa
mente considerato non è il migliore rispetto a
il secolo XV la pluralità dei benefizii non
quella data parrocchia . Ma dopo queste doti, e
caeleris paribus, vi sono anche altre specia- solo semplici , ma eziandio parrocchiali, che
li prerogative per le quali può alcuno giu. intiere diocesi vedevansi prive dei rispellivi
dicarsi più degno, e per conseguenza pre- pastori, alla mancànza dei quali veniva mala
ferirsi nella collazione degli ecclesiastici be- mente supplito da pochi sacerdoli mercenari.
nefizii, e ciò con precisione per noi si de- Da questa insaziabile cupidigia è ben facile
ve indicare. E primieramente , è requisito il divisare quanti abusi derivassero , quan
che qualifica la maggior dignità l'esser de gre- ti lacrimevoli errori , e quanto danno alla
mio Ecclesiae, ovvero oriondo della ciltà e luo- Chiesa di Gesù Cristo.
go, ove il benefizio stesso trovasi situato ; 2 . A cosi luttuose sciagure ovviare volendo i pa
l'essere stata fondata la chiesa coi beni del dri del Tridentino, dietro l'esposizione de'fal
1 postulante ( de Postul.Prael. ); finalmente dalla ti , e le più energiche persuasioni di varii ze
Reg. cancell, 17 de Concurrentibus; 3. il dili. Tantissimi vescovi contro la moltitudine dei
gente servizio prestato alla medesima. Rota benefizii in un solo individuo, concordemente
parl. 10, decis. 171 , num . 5 , 6, e part. 17 , determinarono, che in avvenire non si confe
decis. 252. Concorda il cap. Quia nonnulli 3 , risse a ciascuno, di qualunque grado e condi
ed il cap . Relalum 4 , de Clericis non residen . zione, risplendente ancora per l'eminenza car
libus. 4. la laurea dottorale od altra gradua- dinalizia , se non un solo beneficio ecclesiasli
zione; l'essere approvato per la cura delle ani- co, e nel caso d'insufficienza per l'onesto man
me, e per amministrare il sacramento della tenimento , fosse lecito concederne un secondu ,
BENEFIZIO 821
ma semplice, di rendite proporzionate , e che che gli altri due non sieno sufficienti all'o
non richieda la personale residenza. nesto sostentamento , rendesi necessario l'apo
In vigore pertanto delle disposizioni de'sa- stolico beneplacilo. Anche per soli due benché
cri canoni ingannerebbe sè stesso e non Dio ,, compatibili si richiede, o quando uno è suffi
giusta la frase del Tridentino, e meritevole si ciente all'onesto sostentamento, o allora che,
renderebbe di eterna dannazione chiunque quantunque semplici , sono uniformi ed istilui
osasse ritenere senza legittima autorità più ti nella Chiesa medesima.
benefizii nel tempo stesso , quando uno di es Diconsi uniformi quei benefizii , gli oneri
si fosse sufficiente al proprio sostentamento . de' quali debbonsi adempire nel tempo medesi.
Quando poi appellar con precisione si possa mo ; tali sono due canonicati , due cappella
sufficiente l'ecclesiastico benefizio nel codice nie esistenti entro alle pareti della chiesa o
canonico non trovasi definito ; quindi è che fu del chiostro, ed anche nel cimitero contiguo,
rilasciato al savio e prudente arbitrio del giu . non cosi quando il medesimo si trova dişgiun
dice, premesso il riflesso della qualità delle to, Cap. unic. de Consecrat. Eccl. in 6. E da
persone, delle condizioni de' luoghi e della ca- avvertirsi nulladimeno ,cheuna cappellania in
lamità dei tempi . In difetto poi ancor di que- sufficiente non è incompatibile con altra simi
sto, alla coscienza rimeltesi del medesimo be- le, avvegnachè fondate entrambi nella medesi
nefiziato, semprechè abbia dinanzi agli occhi ma chiesa in due diversi altari di essa ; in gui
della mente, che Dio è scrutatore dei cuori , e sa che in uno vi sieno due obblighi la settima.
che saprebbe punire la cupidigia di lui . Gon- na, ed in un altro tre, ma in giorni distinti edi
zalez, ad Reg. 8, Cancell . Glossa 15 , num. 39. versi . In tal caso si appellano difformi, come
Nel suo giudizio nulladimeno non è necessario difformi sono una dignità ed un canonicato,
ch'abbia di mira le rendite ancor copiose del onde questi possono oltenersi senza dispensa
proprio suo patrimonio, mercecchè è da canoni apostolica . Navarro, cons. 16 , de Praeben .; Gar
permesso al chierico di vivere colle semplici cia, p. 11 , de Beneficiis, cap. 5 , num . 225, cap.
entrate del benefizio , non considerate quelle Eam le 7 , de Rescriptis. Sonovi alcuni altri ca
della propria sua casa , le quali può a sė mede- si contemplati dal diritto canonico, nei quali
simo riservare, giusta il detto dell'Apostolo : necessario non è il rescritto apostolico , essen
Nescitis quoniam qui in sacrario operantur , do nella facoltà dei vescovi di potere in essi
quae de sacrario sunt edunt, et qui allari de- dispensare ; quindi è che con la sola annuen
serviunt, cum allari participanlur. za dell'ordinario possono ottenersi dal medesi
Sebbene vietala sia la pluralità dei benefi mo individuo due benefizii semplici difformi
zii , concorrendo tuttavolta una giusta , una le- sub eodem tecto, purché il primo non sia suf
gittima e ragionevole dispensa pontificia, non ficiente al conveniente sostentamento. Ex Conc.
è disdetto al medesimo individuo ritenerne con Trid . Può conseguirsi il secondo, quantunque
temporaneamente più di uno, eziandio di per il primo sia sufficiente, giusta il suo vero va
sè stessi incompatibili, imperciocchè ritrovasi lore, ma insufficiente per esser gravato di pen
nel sommo Gerarca una potestà illimitata e la siune. Finalmente può godersi un secondo in .
plenaria disposizione sopra qualsiasi beneficio. sufficiente col primo eziandio parrocchiale, pre
Nulladimeno però non essendo vera nella co messo però che non richiedano entrambi la
scienza la ragione di somigliante dispensa, do- residenza . Cosi la sacra Congregazione inter
vrebbesi interpretare non favorevolmente al prete del Concilio presso Garcia , loc. cit.
postulante, ma che il Pontefice fosse stato in Per retta intelligenza dei canoni , e per non
gannato dalla falsità della narrazione. ommettere niente di necessario, aggiungeremo
Tuttavia un giudizio opposto dovrebbe for- alla pluralità dei benefizii , anche l'unione di
marsi , quando il Papa , non per istanza pre- essi . Rebuffo con tutti gli altri dottori la defi
messa , ma motu -proprio dispensasse con alcu. nisce , una unione di due chiese fatta dal
no, accordandogli benignamente il possesso di vescovo o da allro superiore ecclesiastico. Suol
due incompatibili benefizii; imperciocchè in farsi questa in tre maniere.
tal caso dee presumersi ch'ei venga mosso da 1. Formando di due un sol benefizio . Cap .
qualcuna delle oppostune ragionevoli cause , Decimas S fin. caus. 16. Ciò può accadere
cioè o dalla necessità della Chiesa o dalla uti- quando due chiese limitrofe vengono devastate
lità di essa, o finalmente da una evidente pre- in tempo di guerra o di peste. In questo caso
rogativa di meriti. si appella l'unione estensiva o traslativa.
Per il terzo beneficio semplice, o sia esso di 2. Congiungendo le medesime chiese, in gui
libera collazione, o di giuspadronato , avvegna sa che non si formi di esse un sol corpo, ma
822 BENEFIZIO - BENEFRATELLI
una resti maggiore, l'altra inferiore. Allora si potrà rilevarsi dalle sezioni superiori . Chi poi
addimanda unione accessoriu e subbiettiva . Fa . bramasse di ciò una più estesa e precisa noti
gnano , cap . Novil. 3 . zia, veda Ferraris, loc. cil. , Barbosa de offic.
3. Rilasciando le due chiese distinte col el polest. Episc.
proprio titolo e coi soliti oneri , e soltanto A questo luogo dir si dovrebbe pur anche
assoggettandole ambedue al governo di un solo del giuspatronato che ha grandissima parle nei
rettore . Cap. El temporis 16, quaesl. 1 . benefizii , non che delle pensioni ecclesiastiche
L'unione può essere perpetua e lemporanea. che vengono imposte sui beneficii stessi ; e
Le formole della prima sono ordinariamente : della maniera, onde si possono perdere, o la
Ad perpetuam rei memoriam ; In perpeluum ; sciare i beneſizii ; ma poichè singolari articoli
Ad beneplacitum Sedis Apostolicae ; perciocchè ci presenteranno materia di parlare peculiar
non potendo questa mancare senza una revo mente di ciascuna cosa , cosi ad essi rimet
ca, si giudica perpetuamente durevole. La se tiamo i lettori ( V. GIUSPATRONATO, PensioNE,
conda riguarda la vita della persona , in grazia RASSEGNA , Rinuncia e PERMUTA ). E parimen
di cui viene eseguita. ti potremmo a questo luogo riferire quelle re
Acciocchè l'unione sia valida , oltre la legit- gole della Cancelleria Apostolica che propria
tima facoltà, tre condizioni vi debbono parti- mente riguardano la materia presente , anzi
colarmente concorrere. 1. La ca usa giusta e dalle quali è regolato quanto ai beneficii ap
comprovata , cap. Exposuisti 53, Barbosa , loc. partiene : pure , a non allungare di troppo lo
cil., alleg . 66. — 2. Che sieno citati tutti quelli articolo, queste regole saranno presentate ai
che vi possono avere interesse, ricercando il lo- lettori all'articolo CANCELLERIA APOSTOLICA,
ro consenso .Clement.Ne in agro 1. S Ad hacc . MER.
Rebuffi , Praxis Benefic. til. Regula de unioni BENEFIZIO concistoriale . Sono questi
bus, Glossa in num . 1 e 7. Tra questi non entra grandi beneficii, come vescovadi, abbazie ed
rettore della chiesa , mercecchè ei non riceve altre dignità, le cui provvisioni vengono asse
verun pregiudizio, non avendo effello l'unio- gnate dal Papa , in conseguenza di una delibe
ne, se non che dopo la morte di lui. Cap. Con- razione presa in concisloro dai cardinali. In
sultationibus 4 , de Donationibus. - 3. Che vi Francia sotto di questo nome s'intendevano
concorra l'annuenza del capitolo cattedrale , le dignità , la cui nomina spellava al re, con
oltre al consenso degli altri capitoli inferiori e forme al concordato sancito fra Leone X e
di padronati , quando ai medesimi spetti il be- Francesco I. Gregorio di Tours ed il monaco
nefizio che deesi riunire. Avvertasi non ostan. Aimonio dimostrano ad ogni evidenza che i re
te : 1. che se i medesimi senza giusta e ra- della prima razza nominavano ai vescovadi , e
gionevole causa negassero il richiesto consen- questo diritto per privilegio nel sovrano fu ri
so, e la necessità fosse urgente, potrebbe farsi conosciuto pur anche dal secondo concilio di
l'unione etiam ipsis invitis; 2. che fuori di que. Aquisgrana tenuto ai tempi di Luigi il Pio. I
sto caso l'assentimento loro rendesi sempre primi re della terza razza seguirono l'esem
opportuno per la validità , quando così porti pio degli antecessori; e fu solamente nel seco
una inveterata e prescritta consuetudine , vi- lo duodecimo che il Papa dispose di qualcuno
ceversa ove la cousuetudine non esiste. di quei benefizii. Nel secolo decimolerzo Fi
L'esistenza poi dell' unione in qualunque lippo Augusto, re di Francia, richiamo a vita
circostanza provasi : 1. Per mezzo dell’auten- ildiritto dei suoi predecessori, ed il concordato
tico istrumento ; 2. dalle visite degli ordinarii , altro non fece che confermare al re l'autorilà
dai quali è stato visitato il benefizio siccome di nomina. MOR.
unito ; 3. dalle moltiplici autentiche enuncia BENEFIZIO DICESSIONE. V. Cessione.
tive ; 4.dalla pubblica fama ed asserto ; 5. dal BENEFIZIO DI DIVISIONE. V. Division 2.
la diuturna osservanza ; 6. dai replicati atti di BENEFRATELLI o meglio FATE BENE FRA
giurisdizione sopra di esso ; 7. dalla denomi Telli. Ordine religioso ospitaliero , instituito
nazione del beneficio esprimente esser esso d'al- da s. Giovanni di Dio. A quest'ordine nelle
trui appartenenza ; 8. dalle presentazioni fatte Spagne si dava il nome di Frati dell'ospila
in forza del titolo di unione ; 9. dall'istallazio- lila ; in Francia ordine della Carilà ; in Ita
ne che fa il rettore dei frutti della chiesa a lui lia dei Fale beni fratelli. Sotto qualunque
assoggettata ; 11. finalmente dall'annua tassa di questi nomi lo si voglia considerare, si ve
della chiesa tributaria confermata dall'esecu de apertamente lo scopo di esso , quale si è
tore apostolico. Fin dove estendasi l'autorità quello di esercitare la beneficenza e la carità .
dei vescovi rapporlo all'unione dei benefizii L'ultimo nome di Fate bene fratelli, che loro
BENE -JAACAM - BENEVENTO 823
ſu dalo in Italia , provenne, secondo i'opinare 6. Sono nulle senza beneplacito le locazio
degli storici , da ciò che il fondatore di questo ni o concessioni dei beni ecclesiastici falte per
ordine girava la città chiedendo limosina per lungo tempo, non ostante la consuetudine .
gli infermi, gridando ad alta voce : fate bene, 7. Non possono alienarsi senza esso in qua
fratelli, per amore di Dio ; esempio che dopo lunque modo i beni ecclesiastici , salvo che non
la sua morte fu seguito da alcuni uomini pie- siano lasciati perchè s' acquistino con essi
tosi . Pio V nel 1572 , colla bolla Licet ex de- suppellettili a servizio del tempio.
bito, confermò l'approvazione dell'istituto da 8. Finalmente i regolari nulla possono ven
ta da Leone X. concedendogli la regola di san- dere per qualunque ragione di ciò che all'insli
to Agostino, e prescrivendo l'abito nero inve- tuto appartiene, sia in immobili , sia in effetti
ce del cinericcio, che da prima indossavano di pregio. In alcuni casi il beneplacito può es
Questi religiosi non ricevono l'ordine sacro, sere anche rilasciato dalla sacra Congregazione.
attendendo specialmente agli studii della me Nella curia romana si usa altresì il bene
dicina chirurgica, e tutti sono intenti a pre- placito per riservare alla libera volontà del
stare le loro cure zelanti alla umanità soffe- Pontefice o della santa Sede la durala di un
rente . Basta entrare in uno dei loro ricoveri officio ; ed a questo fine si adopera d'ordinario
per vederli angeli di carità e di pace, raggirar la formula : Ad beneplacilum nostrum et san
si dinlorno agli egrotanti più schifosi , e con ctae Sedis.
quell'affetto che è all'intullo celeste, prestare Intorno a più cose per le quali ricercasi il
ad essi i soccorsi tutti che l'arte e la scienza beneplacito apostolico, si possono anche con
può richiedere, e quelli soprattutto che sono sultare gli articoli AliENAZIONE, Benefizio ,
dalla religione di Cristo richiesti . Di ciò però Beni, COMMUTAZIONE, Divisione, Vendita .
avremo donde in altro luogo dire un nonnul Mor .
la . V. OspitalITA', OSPITALIER) , OSPEDALI. BENEPOLA . È questa una sede vescovile
MOR. nella Mauritania Cesariense in Africa, e pro
BENE - JAACAM. E questo il nome con cui priamente nel luogo, in cui presentemente tro
chiamavasi uno dei soggiorni dei figliuoli d ' ] . vansi i regni di Fez e di Marocco . · MOR.
sraele nel deserto, come leggiamo nel libro dei BENETTI ( Giovanni Domenico ). Questo
Numeri , al capo trigesimoterzo, versetto tri- Ferrarese nato il 3 febbraio 1658, sebbene non
gesimoprimo. Cal. appartenga alla classe ecclesiastica, avendo egli
BENENNOM . Dal secondo libro dei Para- esercitato la professione della medicina, tutta
lipomeni al capo trigesimoterzo, sappiamo che via merita di essere ricordalo in questi nostri
questo luogo era una valle presso Gerusalem- articoli , per un'opera di medicina morale di
me, ove Manasse re di Giuda fece fabbricare visa in due parti , che egli fece di pubblico di
un tempio in onore di Baal , e dove facevansi rillo , e la quale può convenire alla materia
passare i fanciulli pel fuoco in onore di que. ecclesiastica . La prima parte dell'opera soprac
sla falsa divinità. Cal. citala contiene alcune osservazioni sui dodici
BENEPLACITO APOSTOLico. Con questo canoni medico -morali intorno alle dispense di
nome s'intende il consenso che il Papa conce Giovanni Boscarini di Ferrara, ed altrettante
de per l'alienazione dei beni ecclesiastici; e spiegazioni sul digiuno quaresimale. La secon
l'allo o breve di concessione chiamasi pure da contiene un'appendice sulla messa e sulle
beneplacito apostolico. Questo apostolico be- ore canoniche, ed un'aggiunta pei curati con
neplacito si richiede : fessori di monache e pei medici ; trattandosi
1. Per l'alienazione dei beni che trovansi anche della penitenza , della preghiera, ecc.
incorporati a qualche chiesa o luogo pio. Quest'opera fu stampala a Mantova nel 1718.
2. A fine di ripudiare un legalo pio fatto ad Cei .
una chiesa o monastero od altro luogo di ca BENEVENTO , cillà , che sorge sur un dol
rità, secondo l'opinione di gravissimi teologi . ce colle fra i fiumi Sabato e Calore , che si van
3. Per alienare i diritti perpetui di una no a riunire nell'antica Sannio, ed ora capo
chiesa. luogo didelegazione negli Stati Pontificii, in sito
4. Per transigere in modo che una chiesa amenissimo e fertilissimo, non è tanto celebre
ceda i diritti ad essa appartenenti sopra i be- per la sua popolazione, che ascende a circa
ni pretensi, quantunque altra cosa riceva in 12000 anime, quanto per l'estensione e la cele
iscambio. brità della sua giurisdizione. Antichissima e in
3. Per alienare i beni di una chiesa in una certa è l'origine di questa città ; e la vediamo
altra , sempre nella storia soggiacerea tutte le vicende,
824 BENEVENTO
di cui divenne campo quella parte d'Italia, da cui usci il Papa Villore III, benchè poi sia
finchè venne a riposarsi solto il pacifico gover decaduto dallo splendore. Solto il vescovo Or
no della Sede Pontificia . Deve il principio del . so (anno 840) fu trasportato da Lipari a Be
la religione cristiana a san Fotino ( anno 40 nevento il corpo dell'apostolo s. Bartolom
circa ), mandatovi dall'apostolo Pietro, e pri meo ; quindi il vescovo Landolfo (anno 969)
mo suo vescovo. Quindi soggiacque alle per fu sollevato pel primo alla dignità di arcive
secuzioni degl'imperatori gentili , finchès. Gen. scovo , e Benevento stabilita metropolitana di
naro, coi diaconi Fausto e Desiderio, ristauro assaj vasta provincia ecclesiastica ' dal Papa
la fede illanguiditasi , ed è il secondo vescovo , Giovanni XIII .
che si conosca, di Benevento, giacché i monu Al tempo poi dell'arcivescovo Roffredo (an
menti che ricordavano gli altri da s. Fotino a no 1077 ), Benevento, che già era stato dona
questo furono distrutti per la rabbia dei per- to da Carlomagno alla Sede Romana, colla
secutori. Gennaro confermò il suo ministero conferma solenne dei posteriori imperatori , e
col martirio . e divenne in seguito protettore di cui già,avea preso possesso s. Leone IX, es
di Napoli ( V. GENNARO ( S. )). In seguito abbia sendosi allora estinta la linea dei principi lon
mo la serie dei pontefici beneventani , ch'è gobardi coll'ultimo duca Landolfo, da Grego
quanto mai ricca e bella di santi nomi , che noi rio VII fu assunta in pieno e libero reggimen
riferiremo. Dopo Folino e Gennaro troviamo to per mezzo dei suoi ministri , e sempre Bene
dunque i seguenti santi : Doro, Apollonio, Cas- vento fu amata e visitata con distinzione dai
siano, Gennaro II , Giovanni , Tammaro , del Romani Pontefici.
quale passato per la persecuzione dei Vandali Negli anni seguenti però questa diocesi ſu
d'Africa in Campania, e poi fatto vescovo , le soggetta a guerre e discordie civili , specialmente
reliquie sono sotto l'altar maggiore della cat- (anno 1132 ) al tempo dell'antipapa Anacleto ,
tedrale (anno 465 ) , Sofia martirizzato dagli che vi pose l'intruso Roscimundo; allora il
Ariani (auno 490), Marciano, Zenone , e fra Papa Innocenzo Il vi elesse Gregorio, e dopo
questi santi devesi speciale ricordanza a Bar- varie vicende ritornò la calma; quindi trovia
bato (anno 565), il quale, non essendo ancora mo l'arcivescovo Lombardo (anno 1171 ) com
vescovo, col suo ammirabile zelo fu la salute pagno d'esilio del glorioso s. Tommaso di Can
di Benevento. Conciossiachė per le vicende di lorberi , peritissimo del diritto ecclesiastico ,
quei secoli , essendosi avanzali i Longobardi al fatto cardinale da Alessandro III .
tempo dell'altro vescovo Felice II (anno 585 ), Poscia per le guerre degl'imperatori, e per
solto Atalarico, e impossessatisi di gran parte quella di Carlo d'Angiò Benevento fu soggetta
d'Italia, questo re avea formato di tutta la a molta tribolazione;sul suo terreno cadde vin
parte al di là di Roma sino allo stretto di loe morto Manfredi , e Carlo , o meglio il fu
Sicilia un ducato, di cui stabili capitale Bene rore dei soldati francesi, la desoló fanno 1265 ).
vento, e il primo duca fu Zotone, che distrus. Nel tempo dello scisma d'Occidente troviamo
se poi Montecassino. E in quegli anni la ido- la bella memoria dell'arcivescovo Ugone (an
latria ripullulava , e la corruzione erasi oltre no 1365), il quale, sebbene i Beneventani, se
inodo estesa , allorchè Barbalo talmente operò condo che narra Borgia Stefano ( Mem . Slor.
colla sua sanlità, che ritrasse da tanto male di Benev .), fossero slati tratti dalla regina di
quei Longobardi e al loro duca Romualdo o Napoli Giovanna I a seguire l'antipapa Cle
Grimoaldo fece ottenere per miracolosa prote- mente VII , rimase fedele al Papa Urbano VI ,
zione di Maria una vittoria contro Costantino, sostenendo invitto e carcere ed esiglio. Carlo
dello Costante , imperatore di Costantinopoli. Ni poi lo rimise, e in questo scisma , secondo
Fatto poi vescovo , compi l'opera di sradicare il Borgia, Benevento rimase sino all'anno 1381 .
la superstizione e d'introdurre la religione e Seguendo la serie, c'incontriaino coi nomi i
la pielà ; divenendo un de'santi veneratissiini più illustri, che resero splendida la cattedra
di quella chiesa. Oltre questo sono il santo beneventana. Gasparo Colonna ( anno 1429 ) ,
Milone e il beato Monaldo. Fra gli altri pon- che si distipse in fabbriche grandiose pel bene
tefici noterenio alcun altro de'più idistinti : e della diocesi , e fece un assai salutare reggimen
primo Giovanni II (anno 774), che cominciò 1o ; se non che in volto cogli altri della famiglia
ad edificare la chiesa di S. Solia, che poi fu fi . Colonna nella congiura contro Eugenio IV , fu
nita ed arricchita, con un monastero amplissi- posto in Castel S. Angelo ; ma poi oltenu tanë
mo, da Arichi duca longobardo di Benevento, remissione , finiin, pace nella sua diocesi. - Au
distintissimo per beni e privilegi concessi alla storgio ( anno 1436), cardinale, lomo distintis
chiesa . E questo monastero fu celeberrimo, simo nelle lettere e nelle scienze . — Alessandro
BENEVENTO (CONCILI DI )—BENEZUELA 825

Farnese, poi Papa Paolo III; fu amministrato- nodicon di Benevento ne ricorderemo, solamen
re di questa chiesa (anno 1514 ) . Giovan- te i principali . Il primo fu tenuto nell'anno
ni Della Casa, di cui parleremo all'articolo 1059 in favore dell'abbazia di S. Vincenzo
CASA (Della), illustre onore della letteratura (Lab.9, Arduin 6 ). Il secondo nell'anno 1061 :
italiana. Alessandro cardinale Farnese, ni- si tratto dei diritti di alcune abbazie ( Lab. 9 ,
pote di Paolo III ; fu amministratore (anno Ard. 6 ) . Nel terzo , nell'anno 1087 , sotto
1560) . — Giovanni Sabellio, cardinale (anno Vittore III , furono abolite le investiture ,
1560 ) , che primo introdusse in Benevento, e condannati insieme coll'antipapa Guiberto
mise in pratica la riforma dei seminarii se- tutti i vescovi ,abbati e cherici che ricevessero
condo il concilio di Trento . Massimiliano un beneficio o una dignità ecclesiastica dalle
da Palombara (anno 1574 ) , che ritrovo il mani dei laici ( Lab. 10 , Ard. 6 ) . Il quarto,
corpo di s . Pantaleone M. in una chiesa di- nell'anno 1091 , tratto contro lo stesso anti
roccata , e lo portò nella cattedrale ; piissimo papa, e si occupò assai della disciplina. Vi si
e valoroso difensore dei diritti ecclesiastici. fecero quattro canoni, l'ultimo dei quali
Giovanni Battista Foppa di Bergamo, ch'e- prescrive a tutti i fedeli di ricevere le ceneri
resse una magnifica confessione nella chiesa il primo giorno di quaresima (Lab. 10 , Ard .
di S. Bartolommeo (anno 1643) ; finalmente 6) . Il quinto dell'anno 1108 egualmente con
ricorderemo Fra Vincenzo Maria Orsini (an- tro l'investitura dei benefizii fatta dai laici
no 1686 ) , che poi fu Papa Benedetto XIII. (Lab. 10 , Ard. 6 ) . Il sesto nell'anno 1115
Eletto arciveseovo di Benevento, fu un lumi- per alcuni affari della provincia ed abbazia di
nosissimo esemplare di ogni virtù episcopale, Montecassino (Lab. 10 , Ard. 6 ) . Il settimo ,
adornò la sua chiesa colle più splendide ope- nell'anno 1117, condannò l'antipapa Grego
re, in cui spese, dice Alessandro Borgia nella rio VIII , cioè Maurizio vescovo Bracarense
sua vita, biennio triginta millia aureorum ; ri- ( Lab. 10 , Ard. 6 ) . L'ottavo nell'anno 1119
conobbe, in un sinodo provinciale (anno 1698 ), contro i ladri (Lab. 10 , Ard. 6 ) . Il nono nel
le reliquie di s. Bartolommeo, quantunque ne l'anno 1313 contro la simonia (Synod . Bene
fosse stato dall'imperatore Ottone trasporta- vent.); il decimo nell'anno 1314 ; e l'undecimo
to il corpo a Roma, e le ripose in un'urna di nell'anno 1470 , sulla disciplina e costumi.
porfido nel nuovo tempio , che erasi rifabbri- Quindi sotto il cardinale Orsini nell'anno
cato; essendo il primo caduto per un terribile - 1693 , fu tenuto un concilio riguardo alla di
terremoto. E tanto fu l'amore, ch'egli portò sciplina con somma utilità anche delle chiese
a Benevento , che eletto Sommo Pontefice, di Napoli , e nel quale egli ottenne da Inno
volle conservare in sè stesso il regimearcive- cenzo XII che lo spoglio dei vescovi , che pri
scovile della sua diocesi, imitando in ciò s. ma spettava alla camera apostolica , fosse ri
Leone IX e Alessandro II , stabilendosi per messo alle cattedrali; ed un altro nell'anno
coadiutore in spem futurae successionis il 1698 , in cui riconobbe le reliquie dell'apostolo
cardinale Nicolò Coscia. s. Bartolommeo ; ed essendo poi Papa, in qua
Tale fu l'illustre sede di Benevento, che lità di arcivescovo , celebrò un altro concilio
rifulge anche pegli specialissimi, anzi singo- provinciale nel maggio dell'anno 1729. Innu
lari suoi privilegii. La sua cattedrale nei tem- merevoli poi sono i sinodi diocesani, ed il solo
pi antichi conto per insino ottantasette ca- Benedetto XIII arrivò a celebrarne ben qua
nonici , che poi furono ridotti a ventisette , rantaquattro . ARD .
con sei dignità ; innumerevoli le distinzioni BENEZUELA O Caraccas ( De Benecuela
d'onore; ma basti il dir questa sola , che fa sivc s . Jacobi ), città con residenza di un arci
vedere l'onore di questa sede , che l' Arcive vescovo nelle Indie occidentali. Questa metro
scovo usava della tiara a guisa di quella del politana ha due vescovi suffraganei, cioè Me
Sommo Pontefice, benché con una sola coro- rida e Gujana , con la cattedrale dedicata a
na , e nelle visite della diocesi facevasi porta- S. Anna . Il capitolo si compone di cinque di
re innanzi il Ss . Sacramento, e segnava i de- gnità con decano, quattro canonici ed altri be
creti alla maniera delle bolle pontificie ; i neficiati. Questa città ha pure il seminario, ed
quali distintivi furono dopo lunghissimo tem- inoltwe cinque chiese parrocchiali riccamente
po totalmente aboliti , come riservati al solo ornate , tra le quali distinguesi quella di Alla
Romano Pontefice . Gracia, costrutta dalla gente di colore, che rie
A. M. C. sce superiore alla cattedrale, pesante nell'ar
BENEVENTO (Concilii di) . Assai grande chitettura per la stessa dovizia degli ornati . Si
è il numero dei concilii tenuti in questa dio- contano pure conventi, monisteri , ospitali.col
cesi. Noi , dietro l'Arduino, il Labbè, ed il Sy- legi ed università . MOR .
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc . XIII. 104
826 BEN -GABER - BENI ECCLESIASTICI
BEN -GABER . Il figlio di Gaber, della tri- vino Maestro. Considera a questo luogo Ago
bù di Manasse, che possedeva la ciflà di Jair, stino , che avendo Cristo il ministero degli
e tutto il paese di Argab, al di là del Giorda. Angeli che lo servivano, non era in necessità
no . III Reg. cap. 11 , vers. 15 . Cal . di conservare denari ; con tutto ciò volle aver
BEN -HAIL , fu uno di quelli che Giosafat ne , per dar esempio alla Chiesa di quello che
inviò nelle città dei suoi stati per instruire il ella doveva fare.
popolo, e toglierlo all'idolatria . Salito al cielo il divin Redentore, gli Apo
Dacchè Giosafat prese a governare, stabili stoli seguirono nella chiesa di Gerusalemme
di percorrere la stessa strada che aveva bat- lo stesso istituto , di aver cioè denaro ecclesia
tuto Davide ; quindi fu tutto cura per estir- stico per i due sopraddetti effetti , per il biso
pare dal suo regno l'ignoranza , la corruzione gno dei ministri del Vangelo , e per le limosi
dei costumi e l'idolatria. Il terzo anno del ne dei poveri ; ed il fondo di questo denaro
suo regno pertanto inviò molti capi della sua era parimenti formato dalle obblazioni dei fe
corte , leviti e sacerdoti, in tutto il suo regno , deli , i quali mettevano ogni loro avere in
perchè istruissero il popolo intorno alla leg- comune, e vendendo i proprii beni ne porta
ge del Signore . I personaggi ch'egli trascelse vapo il prezzo ai piè degli Apostoli. Questa
godevano della pubblica stima: erano questi comunione di beni non durò lungo tempo ,
Ben -Hail, Abdias, Zaccaria , Nathanael e Mid leggendosi , che ventisei anni dopo la morte
chea. I levili che loro associò si addimanda- di Cristo il pubblico era distinto dal privato,
vano Semeia, Nathanias, Zabadias , Azael , Se- conoscendo ciascuno il suo proprio avere. Ciò
miramoth , Jonathan , Adonias, Tobias e Tob- per altro non tolse, che le obblazioni, le qua
Adonias . I sacerdoti erano Elisama e Joram . li nel primo giorno della settimana erano fat
Questa si poteva chiamare una vera missione. te dai fedeli, non formassero un fondo comu
Cal . ne nella Chiesa , diretto a sovvenire i mini
BEN-HENNOM .È questa la vallata dei fi- stri ed i poveri. E fu per questa distribuzio
gli di Hennom , posta all'oriente ed al mezzo ne da farsi ai bisogni che vedendo gli Aposto
giorno della città di Gerusalemme. Dicesi che li non potervi attendere di per sè stessi, sen
fosse il pubblico letamaio della città e la figu- za tralasciar talora cose di maggior rilevanza,
ra dell'inferno , donde deriva allo stesso in- quali sono la predicazione della parola di Dio ,
ferno il nome di Gehenna , tratto da Ge- Hen- e ciò che riguarda lo spirito , determinarono
nom , la vallata di Ennom . Questa vallata chia- d'instituire , secondo la instituzione di Cri
mavasi anche col nome di Tophet. V. Topher. sto, loro da lui stesso comunicata , all'uopo
Si possono consultare in proposito il libro di alcuni altri ministri , che chiamarono Diaco
Giosuè, al capo decimoquinto, vers . ottavo, ed ni, ritenendo per sè il ministero di predicare
il quarto dei Re , al capo vigesimoterzo, ver- ed insegnare. Quanto fecero in Gerusalemme.
selto decimo. CAL . praticarono ancora nelle altre chiese che ma
BEN-HESED, fu governatore di Soco e del no mano fondarono , ovunque ordinando dei
cantone di Epher sotto il regno di Salomone. diaconi , perchè tenesser cura delle cose tem
Cal . porali appartenenti alla Chiesa , che essi poi
BEN -HUR , era governatore della provincia distribuivano nel modo già detto. Quest'uso
di Efraimo sotto il regno di Salomone. III continuò in tal maniera nella Chiesa circa du
Reg . , cap. 4 , vers. 8 . Cal . cent'anni, sostentandosi coi beni pubblici i
BENI ECCLESIASTICI . L'origine dei be- ministri ecclesiastici ed i poveri ancora ; non
ni ecclesiastici risale al terupo, in cui Gesù essendovi altri fondi che le obblazioni dei fe
Cristo conversava in questo mondo . E già sap- deli , le quali , perché animati da vera carità ,
piamo che fino da quell'epoca , quanto dalle facevano abbondantissime, per cui da qualche
persone pie e devote era offerto a Gesù Cristo chiesa ai bisogni potevasi provvedere degli
ed agli Apostoli , formava un solo fondo, che altri luoghi , ove per la grande povertà dei
conservato da uno dei seguaci di Gesù Cristo, fedeli, povere eran pure le chiese , e prive di
veniva in due parti distribuito, cioè a susten- fondi a mantenerne i ministri , e soccorrere
tare Gesù Cristo e gli Apostoli , e far limosina gli infelici. Sappiamo infatti che s . Giacomo,
ai poveri . Di ciò siamo chiaramente istruiti da S. Pietro e s . Giovanni quando riconobbero
s. Giovanni , il quale dice nel suo Vangelo, che per compagni nel Vangelo s . Paolo e s. Bar
Giuda era quello che teneva queste offerte, del- naba raccomandarono di far collelta per la
le quali spendeva il necessario al quotidiano povera chiesa di Gerusalemme , per la quale
sustentamento dell'apostolica famiglia e ne di- anche narra s . Paolo aver fatto raccolte in Ma
stribuiva ai poveri , secondo l'ordine del Di- cedonia , Acaia , Galazia e Corinto. Nè questo
1
BENI ECCLESIASTICI 827
costume cessò cogli Apostoli, che anzi lor so- lib . 10 , cap. 5 della Sloria di Eusebio. Vede
pravvisse, ed insegnano irrefragabili documen vano essi la necessità che la Chiesa fosse prov
ti di storia , che nella città di Roma , dove veduta di beni, e pel mantenimento e decoro
grandi erano le ricchezze , anche le offerte dei del culto esteriore , e pella sostentazione dei
fedeli alla Chiesa erano così abbondanti, che suoi ministri, e pel soccorso dei poveri, e per
circa l'anno 450 non solo bastavano a soste- ciò si fecero come sacro dovere di collocar dei
nere i cherici e poveri cristiani di quella cit- beni nelle mani di essa . I quali beni se venne
tà , ma ancora a somministrarne abbondante ro poscia arbitrariamente a lei rapiti dall'em
mente alle altre chiese non solo vicine , ma an- pio Giuliano Apostata , con maggior larghezza
che lontane , dando da vivere in diverse pro- e profusione le furono restituiti da Marciano
vincie ai cristiani condannati a cavar metal- imperatore , come si trova nella Leg. 12 , Codic .
li , ai prigioni ed agli altri professori del Van- De Sacros. Eccles.
gelo che versavano nella miseria. Il buon uso A misura che la luce della Cattolica Reli
che di queste offerte facevasi, moveva sempre gione estendevasi , essendo la Chiesa ricono
più l'animo de' fedeli a farne alla Chiesa , sciuta quale vera e santissima società , dalle
giacchè vedevano in esse il mezzo di parteci- leggi civili le fu anche riconosciuto il dirit
pare alle opere sublimi di carità dalla Chiesa to di possedere, come troviamo nella Leg. 1 ,
medesima esercitale . Perciò crebbero a tanto Cod. de Sucros. Eccl ., in cui si ordina la con
i beni della chiesa di Roma specialmente, da servazione dei beni acquisiti , e viene l'aliena
suscitare dopo l'anno 250 le brame degl' im- zione proibita ; e sullo stesso argomento versa
peratori romani di possederli , ignorando che pure la Leg. 14 , Cod . De Sacros. Eccles. Auth .
questi beni non trovavansi giacenti a fomen- De non alien . aut permut. cap . 1 e 5 , coll . 2 .
tare l'infingardaggine nei ministri, ma come E fu con questa dilatazione della Cattolica
erano ricevuti , erano pure distribuiti a sol . Religione , che fondandosi nelle città popolo
lievo degli orfani , delle vedove e degli sven se non solo , ma ancor nei paesi e villaggi
turati ; per cui mentre Decio imprigionava il templi al Dio vivente, o dalla unione dei fe
diacono s . Lorenzo e voleva che gli consegnas- deli , o da qualche principale signore del luo
se i tesori della Chiesa romana , trovò questo go che coi suoi vassalli alla fede si converti
tiranno col fatto che dal santo diacono i beni va , alla Chiesa medesima erano donati beni
ch'egli agognava erano già stati versati nelle immobili , acciò colle rendite di essi fosse
mani degl'infelici. Quanto fece questo impera- conservata vel decoro dovuto , ed alimentati
tore, avevano praticato altri dopo la morte di quelli che propriamente ed esclusivamente
Commodo, ma sempre in vano , poichè i te- dedicavansi al suo servizio ed a quello spiri
sori della Chiesa erano fedelmente divisi in tuale delle genti del luogo . Ma su ciò meglio
opere di pietà . Di qui la ragione , per cui per si può vedere l'articolo BenefiziO .
lunghi anni una gran parte dei beni della Chie Per questa moltiplicazione, divisa la Chiesa
sa consisteva in cose mobili, per facilmente po- universale in varie particolari diocesi, essendo
terle celare nelle calamità , trasportarle da un necessario che ciascuna avesse il suo vescovo
luogo all'altro , e distribuirle quando la neces- ed il suo clero, fu di mestieri che ciascuna fos
sità lo voleva, togliendole così alla prepotenza se in possesso delle sue facoltà per provvede
degli infedeli , che arditamente s'impadroniva- re alle bisogne del medesimo. E poichè capo
no di tutto ciò che alla Chiesa apparteneva. era il vescovo, così questi era unicamente il
Ma cangiate le circostanze colmutarsi dei depositario di esse, e da questo facevasi l'e
tempi, e concessa dal grande Costantino la cal- qua divisione richiesta dalle circostanze si
ma , e dilatatasi la religione, cominciò la Chie- proprie che degli altri . Ciò evidentemente ap
sa ad abbondare di fondi immobili, molti dei parisce dal canone 40 e 47 detto degli Apo
quali venivano ad essa concessi o per donazio- stoli , e dal 23 e 25 del concilio di Antiochia
pe inter vivos, o per disposizioni di ultima vo- celebrato nel quarto secolo , come si trova in
lontà , come si può chiarissimamente vedere Graziano , Caus. 12 , quest. 1 , can . 22 , 23 e 24 .
appresso il Mamachio nel suo trattato: Del li E qui parlando della divisione dei beni
bero dirillo della Chiesa di acquistare e posse- ecclesiastici che si faceva dalla Chiesa secon
rlere, lib . 2 , cap . 2 , S 2 . do le necessità, non voglio omettere una opi
E fu lo stesso Costantino che largheggiò col- nione di alcuni canonisti , cioè che al princi
la Chiesa nelle donazioni di fondi, e gli impe- pio del quarto secolo nel concilio romano sot
ratori cristiani , successori di lui, vollero che io s . Silvestro fosse decretata la divisione dei
dal pubblico erario fossero alla niedesima pa- proventi ecclesiastici. E sebbene i 20 canoni
gale considerevoli somme, come leggiamo nel di esso , fra i quali il 4 , riportato nella Col
1828 BENI ECCLESIASTICI

lezione d' Isidoro Mercatore, ove viene ordi- vorrebbero gli empii detrattori di essa , essen
nato , che sieno fatte quattro porzioni delle do perciò questo possesso dall'umana ragione
rendite ecclesiastiche, la prima pel manteni e dalle leggi citate favorito e voluto.
mento del Sommo Pontefice , la seconda per E primieramente che lo prescriva la ragio
i preti ed il rimanente del clero, la terza per ne naturale, ben si rileva dalla pratica degli
la ristaurazione del tempio , finalmente la stessi gentili, ma segnatamente dal testo della
quarta per alleviamento dei poveri , infermi Genesi, ove parlando dei sacerdoti degli idoli
o pellegrini; sebbene, dico , gli indicati cano- sotto il governo di Faraone , leggesi al capo
ni siano stati fondatamente giudicati da Inc- 47 , vers. 22 : Quibus et slatuta cibaria ex hor
maro vescovo e da altri uomini dottissimi reis publicis praebebantur, et idcirco non sunt
siccome apocrifi e suppositizii , tuttavolta compulsi vendere pussessiones suas. Ed in fat
una tale quadruplice divisione, siccome già ti : Quis militat , dice l'apostolo s . Paolo , I
ferma ed invalsa, viene rammentata da Gela- Corint. cap. 9 , vers. 7 , suis stipendiis unquam ?
sio I, Epist. 9 , cap. 29 , apud Gratianum , caus. Quis plantat vineam , et de fruotų ejus non
12 , quest. 2 , can . 27 ; e confermata da s. Gre- edit ? Quis pascit gregem , et de lacte gregis
gorio alle ricerche di Agostino d'Inghilterra, non manducat ? Se dunque il soldato deve
come si può vedere appresso il Graziano cita- vivere degli stipendii del principe, l'agricol
to , can . 20 . tore dei prodotti dei proprii campi , e il pa
Come avviene di ogni ottima cosa agli oc stor degli armenti del latte del custodito suo
chi degli empi , i quali , perchè col loro cuore gregge , vuole la ragione istessa che anche i
ed affetto unicamente aspirano alla malvagi- mipistri dell ' Evangelio, i quali militano sot
tà, così nell'ottimo il pessimo vogliono ve to gli stendardi di Cristo , che piantano e col
dere per togliere il rimprovero che da questo tivano la mistica sua vigna , e guidano final
ottimo vien loro diretto , accadde che, mala- mente al salutifero pascolo il suo gregge, ab
mente osservando questo possesso di beni , che bian anche essi il conveniente loro sostenta
aveva la Chiesa ottenuto , perché la distribu- mento. Vedi Sacy, tomo 40 , pag. 231 , ediz.
zione di essi contrariava alle loro maligne in- venet . 1780 .
tenzioni , vi si scagliassero contro con ogni Dopo avere l'Apostolo provata la sua propo
improperio e diceria, miseramente non accor- sizione con le ragioni desunte dal costume e
gendosi come negassero con ciò a sè medesimi dalla naturale equità , si dischiude la via a
di avere quella sana ragione di cui è abbellito dimostrarla colle parole della legge mosaica :
ogni uomo. Perciocchè negare alla Chiesa la Nunquid secundum hominem haec dico ? An
facoltà di possedere beni temporali, egli è un et lex haec non dicit ? quasi dir voglia : che i
impugnare la ragione naturale, e la legge mo ministri evangelici debbono avere il loro so
saica ed evangelica, per la quale alla Chiesa i stentamento, non lo dice forse ancora la legge,
beni temporali-si devono . Checchè infatti ne che è una regola di giustizia molto più in
dicano Martino Meir , Richerio, Dupino, Fe- fallibile del costume e dell'umano raziocinio,
bronio ed altri seguaci di Giovanni Wicleffo , che non può cadere in sospetto venendo dal
la cui proposizione, Ditare Ecclesium est con- medesimo Iddio ? Indi prosegue : Scriptum
tra regulam Christi ; fu condannata solenne- est enim in lege Moysi : non alligabis os bovi
mente nell'ottava sessione del sinodo di Co- trituranti, all'oggetto che non mangi del grano
stanza, egli è incontrastabile, che qualunque che batte, mentre ella è questa una specie d'in
università ordinariamente non può sussistere umanità e d'ingiustizia , non essendovi cosa
senza i suoi beni comuni . Ma Chiesa è una più equa che il lasciarlo vivere della sua fati
società di uomini , e già dicemmo come gli ca. Quindi aggiunge ; Numquid de bovibus cu
imperatori medesimi, avendola come tale an ra est Deo ? Facendo Iddio una tal legge,pen
che civilmente riconosciuta , abbiano ad essa sava forse a dirigerla a questi animali ? An pro
sempre attribuito i comuni diritti della so- pter nos haec dicit ? ecc. E non ha egli detto
cietà; dunque, egualmente che le altre , non questo piuttosto per nostra spirituale istruzio
deve esser priva delle sue rendite. Ciò posto, ne, e per insegnarci con questa misteriosa sua
non fia difficile dimostrare , contro il citato legge, quanto dobbiamo esser giusti verso di
ereticale assionna , che il possesso dei beni quelli che spargono i loro sudori per noi , ma
temporali , in cui si trova la Chiesa per il particolarmente verso i ministri del Vangelo,
mantenimento dei suoi ministri ecc.., non solo che si affaticano per l'eterna nostra salute ?
non si oppone alla regola stabilita da Gesù Nescitis , conchiude, quoniam qui in sacrario
Cristo , ma ch'è conforme anche all'umana operantur, quae de sacrario sunt, cdunt; et qui
ragione ed alla legge mosaica , contro ciò che altari deserviunt , cum altari participiant ?
BENJ ECCLESIASTICI 829
Dunque è coerente alla ragione ed alla legge Questo Apostolo prosegue la sua istruzione
mosaica che la Chiesa abbia il suo erario , ac sopra questo punto cosi : Ita et Dominus or
cið secondo il merito possano i suoi ministri dinavit iis, qui Evangelium annuntiant, de E
parteciparne. Che se io volessi aggiungere al- vangelio vivere , cioè , come notano gl ' inter
l'esposto tutti i testi dell'antico Testamento , preti : in questa guisa Gesù Cristo Signore
che trattano di questa materia, e dimostrano ordinò nella nuova sua legge , volendo che
la verità dell'asserto, innumerevoli essi sareb- quelli che annunziano il Vangelo , vivano di
bero , e tanti da non convenirsi alla brevità esso. Questa legge stessa promulgò il divin
prefissa negli articoli presenti. Tuttavig om- Salvatore , allorchè inviando gli Apostoli ad
mettere non posso di aggiungerne uno ,ilqua- annunziare la sua santa legge, loro disse : No
le per la sua chiarezza è di tal fatta da valere lite possidere aurum atque argentum , neque
per tutti gli altri . Nel capo diciottesimo del pecuniam in, zonis vestris , aggiungendone la
libro dei Numeri narrasi che Iddio, dopo ave- ragione, dignus enim est operarius mercede
re stabilito Aronne ed i suoi figli per ministri sua. Assurda adunque ed erronea è la senten
e sacerdoti del suo tabernacolo , e quindi in za proveniente da una maliziosa ed affettata
loro aiuto i leviti , disse ai medesimi: Excuba- ignoranza , la quale nega la giustizia del pos
te in custodia sanctuarii et in ministerio alta sesso in cui si trova la Chiesa dei beni tem
ris, ne oriatur indignatio super filios Israel ... porali, disconfessando essere questo un sacro
Oninia quae sanctificantur a filiis Israel Ira- istituto della cattolica religione , che non è
didi tibi, disse ad Aronne, et filiis fuis pro of- mai mancato fino dalla primordiale sua ori
ficio sacerdotali legitima sempiterna .... filiis gine. Cade pertanto e ruina pegli esposti ar
autem Levi dedi omnes decimas in possessio- gomenti la perversa , e contraria opinione di
nom pro ministerio , quo serviunt mihi in T'a- coloro che vogliono contro la ragione e la
bernaculo foederis .... et comedelis eas in o- legge la più irrefragabile sostenere , che non
mnibus locis vestris, tam vos quam fumiliae ve- possa la Chiesa , secondo le regole datele da
slrae , quia pretium cst pro ministerio ; quo Gesù Cristo , possedere beni temporali. Impe
servitis in Tabernaculo testimonii. Or chi rocchè chi non vede che se alla Chiesa man
non vede a pien meriggio da questo luogo cassero questi temporali sussidii, manchereb
1 che i beni temporali furono da Dio stesso be per conseguenza il culto divino , man
assegnati ad Aronne ed ai figli di lui per la cherebbero i sacri ministri , le funzioni del
custodia e servigio del santuario e del taber- l' ecclesiastico incarico, il mantenimento degli
nacolo ? orfani, l'alleviamento delle vedove e dei po
Esaminando quindi la legge evangelica , a veri , in una parola , a dir breve, tutto ciò che
non ripetere quanto superiormente abbiamo esercita la religione ?
detto, cioè come fino dal tempo di Gesù Cri La Chiesa adunque non solo può, ma anzi
sto una era di tutti la massa, comune l'erario , deve essere posseditrice di beni , come aveva
che da s. Agostino fu appellato fiscum reipu- già promesso il Signore per mezzo del suo
blicae Domini, in Psul. 146 , num . 17 ; ed uno profeta Isaia : Pro co quod fuisti derelicta
il custode, come fanno autentica testimonian- et odio habita , el non eral, qui per te trans
za l'evangelista san Giovanni , che scrive al iret , ponam le in superbiam saeculorum ,
capo 12 : Unus cx discipulis ejus, Judas Iscu- suges lac gentium , et mamilla regum lacta
rioles , qui eum erat traditurus, dixit: quare beris ; primieramente , per mantener nel suo
hoc unguentum non veniit trecentis denariis , splendore il culto divino ; secondo , per il
et dalum est egenis ? Dixit autem hoc, non quia congruo sostentamento dei ministri del san
de egenis pertinebut ad illum , scd quia fur tuario ; terzo per dispensare il sostentamen
erat el loculos habens, el ea quae millebantur, to agli infelici oppressi dalla mendicità. A tal
portabat ; e l'evangelista s. Luca che scrive: fine appunto i beni della Chiesa dai sacri ca
Eamus el emamus omnem ; e s. Marco che noni si addimandano ora voti dei fedeli , ora
registrò : Emamus ducentis denariis panem ; prezzo dei peccati , or finalmente patrimonio
e finalmente s. Agostino presso Graziano , dei poveri e di Gesù Cristo . Così s. Prospe
caus. 12 , quuest. 1 , can . 17 , che nel suo ro , o , come altri vogliono , s. Giuliano
trattato sessagesimosecondo in Joan . al nu nel suo libro de Vita contemplativa, cap . 39 ,
mero 5 conchiude : Habebat ergo Dominus nel quale tessendo la storia di s. Paolino ve
loculos, et a fidelibus oblata conservans , et scovo di Nola , e di s. Ilario vescovo di Ar
suorum necessitalibus el aliis indigentibus tri- les , dopo aver narrato che con generoso dis
buebal ; a non riportare , diceva , il soprad- tacco tutto ciò che avevano di proprio lo con
detio , esamineremo la verità con la dottrina segnarono ai poveri, soggiunge, che assunsero
di Paolo l'amministrazione delle facoltà della Chiesa ,
830 BENI ECCLESIASTICI

non ut possessores, sed ul procuratores, e ri- giacchè anche in questo egli gode di quella
flettendo che esse non sono nisi vola fidelium , plenipotenza , che ha direttamente da Dio ,
pretia peccatorum , ct patrimonia pauperum ; che il costitui suo vicario in terra , e padre
non eas pendicaverunt in usus suos ut proprias, e pastore della Chiesa universale . Per la
sed ul commendatas pauperibus diviserunt. qual cosa il Gaetano ed Adriano VI , Sommo
Questa definizione ricevuta dai padri, al tem- Pontefice , dicono che il dominio diretto e im
po di Carlomagno e dei suoi successori , fu mediato dei beni sta nella Chiesa. Questa
inserita nei Capitolari , e segnatamente nel dottrina si conforma onninamente coll'uso
lib . 1 , capo 76 , nel lib. 5 , cap . 108 , e nelo della Chiesa e col parlare dei canoni. Non
l'appendice III , cap. 1 , presso Graziano, caus. ' v' ha dubbio che dovendosi, denominare gli
16 , quaest. 1 , cap. 59, come pure contempo- stabili dal nome di una persona , si denomi
raneamente fu allegata dal sinodo di Tours nano da chi ne ha il dominio ; ma tutti i ca
dell'anno 849 . noni e l'uso antico li chiamano beni della
I beni temporali della Chiesa si chiamano Chiesa : dunque essa ne ha il dominio . Nė
adunque in primo luogo voti dei fedeli, per- diversamente sentono quelli che dicono que
ciocchè la primaria intenzione dei fedeli ė di sti beni essere di Cristo ; imperciocchè le
offerire a Gesù Cristo e consacrare a Dio le chiese cristiane tutte da antichissimo tem
proprie sostanze , siccome spiega il sinodo di po sono state denominate non solo dal no
Valenza dell'anno 855 , cap. 21. Si dicono me della città , ma ancora dal nome di quel
in secondo luogo prezzo o redenzione dei pec- lo che ne fu il primo vescovo . Cosi la chiesa
cali , perché i medesimi fedeli, giusta il divi. Romana chiamasi di s . Pietro , l'alessandrina
no consiglio , gli offrono in elemosina ut pec- di s . Marco , ecc .; quindi i beni di queste
calu sua redimant: quindi è che negli anti- chiese prendevano il nome dagli stessi santi ,
chi istrumenti di pia donazione , al riferi- ed è per tale motivo che appresso antichi
re di Bernardo Van-Espen, si trova costan- scrittori trovansi questi modi di dire : il pa
temente la clausula : ut fuciant sibi amicos trimonio di s. Pietro , l'entrate di s . Mar
de mammona iniquitatis, ut cum defecerint, co , ecc . E perchè Cristo è universale capo e
recepiunt ipsos in aeterna tabernacula . Pre. proleltore di tutte le chiese , quello che è del
messe queste cose, riflette s. Gregorio, Epist. la Chiesa universale e di qualunque parti
35 ad Protasium Episcop. Aquens., può lo- colare si dice patrimonio di Cristo , lo che
ro attribuirsi il nome più proprio di patri- equivale a patrimonio della Chiesa , il cui ca
monio dei poveri , col quale si esprime l'ob- po è Cristo. E veramente quando i beni ec
bligazione di chi li possiede ; onde a ragione clesiastici in ciascuna diocesi erano in comu
esclamo s . Bernardo nel duodecimo secolo : ne , quanto fu acquistato conforme alla per
Res puuperum non pauperibus dare , par sa- missione delle leggi ecclesiastiche, tutto fu a
crilegii crimen esse dignoscitur : sane patri- quistato da quella chiesa , cui erano fatte
monia paupcrum , facultates Ecclesiae. Ed il le donazioni , od i legati in forza di testa
concilio di Macon II del secolo sesto , al ca mento . E come col progredire del tempo non
mone 4 decreló , che coloro i quali ritengono ad una diocesi , ma ad una chiesa particolare
temerariamente le obblazioni dei fedeli con- di essa furono fatte le donazioni od i legati , e
sacrale alla Chiesa , veluti agentium necalo talvolta ancora non alla chiesa , ma ad un'ope
res , ab Ecclesiae liminibus arceantur . Col ra pia in essa chiesa, chiaro ne segue , averne
nome medesimo furono essi addimandati e dal esclusivamente la Chiesa la proprietà . Per la
sinodo di Reims del secolo settimo, e dai Ca- qual cosa se il titolo di diritto è in quello ,
pitolari dei re di Francia. cui furono i beni ed altrui proprietà libera
Ora è necessario esaminare chi abbia il mente donati , ne segue che questi essendo
dominio dei beni immobili ecclesiastici . Dee slati donati o legati alla Chiesa , possiamo
dirsi adunque che i beni ecclesiastici sono fondatamente dire che i Prelati e gli altri ec
nel dominio della Chiesa e del Papa, non nel clesiastici sono governatori , amministratori
senso che possa disporne ad arbitrio senz'al- e dispensatori dei beni ecclesiastici , per far
cun riguardo alle disposizioni inerenti alla ne quello che fa disposto dai donatori. Del
fondazione ; ma perché, come capo della la qual asserzione innumerevoli sono le pro
Chiesa , e vicario di Cristo, a lui si compe ve che noi abbiamo dagli staluti formati in
te quell'alto dominio , ch'è proprio del pri- proposito nei diversi concilii e sinodi , nei
mo e supremo dispensatore , per cui puo , quali, oltre agli altri capi trattati , quello
qualora il bene della Chiesa lo esiga , dispor- ancor si discusse che riguardava i beni eccle
re i beni secondo la necessità , e dispensare siastici .
anche riguardo alla loro stessa alienazione ; Intorno ai quali le disposizioni dei canoni,
BENI ECCLESIASTICI 834
che ora ricordiamo, dimostrano appunto esse Conviene adunque primamente sapere, che
re i prelati amministratori e dispensalori di per legge civile, Leg. Jubemus 2, Cod. De Sa
questi beni. crosanctis Eccl., e canonica , Cap. Apostolicos
Per dire adunque di ciò che fu dai concilii 13, cap . Sine erceptione 52, caus. 12 , quacst .
ordinato , osserveremo chein diversi canoni del 2. Clementina 1 , De reb . Eccl. non alienand .;
quárlo concilio Aurelianense viene ordinato e Trident. De Reform . Sess. 22 , cap . 11 , e sess .
stabilito, che chiunque e di qualunquedignilå 25, cap. 11 ; resta interamente vietata l'aliena
si voglia possiede un benelizio, egli non deve zione dei beni ecclesiastici, subito che non vi
riguardarsi come proprietario dei beni di quel- concorrano le giuste cause e le richieste solen
lo, ma unicamente quale amministratore, cui nità ; le quali cause e solennità prima di anno
incombe dispensarne i proventi conforme al . verare, importa sapere , che sollo il nome di a
le regole della Chiesa, senza mai avere facoltà lienazione intendesi la traslazione del dominio
di farne un uso diverso. E questa cosa viene utile e diretto di una qualche cosa da uno in
con tanto calore raccomandata ed ordinata , altro, lo che può seguire per donazione , per
che gravi pene sono in esse minacciate contro mula , vendita, compera , cessione , ipoteca, en
quelli che osassero divenire alla alienazione fiteusi, come dal Cap. Nulli 5, dal Cap. Apo
di essi , alienazione che dalle leggi è riguardata icos 13, quaesl. 2 ; dalla Estravagante di
come nulla e priva di ogni qualunque siasi Paolo II Ambitiosae.
forza . Ai canoni , 11 , 14, 19 , 19, 25 , 34 , 36 del Nelle principalissime chiese , ch'erano Ro
citato concilio si possono aggiungere il quinto ma e Costantinopoli , la prov visione dei bene
del secondo concilio di Lione, il quindicesimo fizii fu anche primieramente necessaria ; in
dell'Ancirano, il terzo del concilio terzo Tole- torno alla quale necessità la Chiesa ben prov
tano, l ' oltavo , il sedicesimo , il vigesimoprimo vide sapientemente, benchè talvolta la seco
del quinto concilio di Parigi , a tacere di quan. Jare autorità abbia voluto esercitare diretta
to sopra questo proposito dei beni ecclesiastici mente il suo comando, in ciò che a lei non
ſu ordinato nel nono concilio di Toledo , nel ispettava , come fecero Leone imperatore, che
sesto di Arles , quello di Aquisgrana , nel proibi con una sua legge del 470 ogni aliena
+ quarto di Costantinopoli, in quel di Magonza , zione alla chiesa di Costantinopoli, e nel 483
nel primo Lateranense ; ed in allri molli , ove Basilio Cecina prefelto del pretorio del re ()
vengono minacciale e fulminate pene contro doacre in Roma, vacante la sede di Simplicio,
quelli che occupano i beni dei defunti spetº con un decreto fatto nella chiesa, che ordinò
tanti alla Chiesa, e regolata sempre la cosa in non potessero essere alienati i beni della chie .
uniformità alle leggi dalla Chiesa sanzionale sa Romana. Ma nel 502 Simmaco sommo Pon
nei generali concilii per ciò che ai beni eccle- tefice, essendo morto Odoacre , congregó un
siastici appartiene. concilio di tutta Italia, dove biasimo come una
Intorno a ciò che nel Tridentino fu stabilito grande stravaganza che un laico avesse fatto
e decretato sopra questa materia , noi omettia- nella Chiesa delle costituzioni, e, a lui unen
mo di ri portar le sanzioni ed i decreli, poichè dosi il concilio , le dichiarò nulle, facendosi
ritenendo che sia queslo concilio fra le mani nello stesso concilio un decreto simile all'abro
di ognuno che tralla le cose ecclesiastiche, co- gato laicale, con cui la alienazione era probi
me la regola ferma ed immobile sopra cui de- ta , specificando però che il decreto non obbli
ve il suo giudizio fondare, crederessimo di au- gava altra chiesa che la Romana.
mentar la materia senza veruna necessità. I tempi susseguenti mostrarono che vi era
E qui rilornando donde ci fummo fermati bisogno della stessa legge in tutte le chiese. Nel
affine di convalidare le esposte ragioni con le qual riguardo troviamo alcune leggi della ci
irrefragabili autorità dei concilii ; e conside- vile autorità di alcuni imperatori , alle quali ,
rando i prelati siccome amministratori e di- benchè non partissero dapprima dal principio
spensatori dei beni della Chiesa , è necessario ecclesiastico, pure sembra , che vi si accomo
esaminare brevemente quelle facoltà che essi dasse nella pratica la Chiesa medesima, aggiun
possono avere intorno alla alienazione ed alla gendovi sempre la sua autorità. Infatti Ana
locazione dei medesimi, e ció tanto più quanto stasio stese a lutte le chiese soggelle al patriar
che all'articolo Alienazione di quest'opera ca costantinopolitano la proibizione di alie
stessa poco o nulla abbiamo dello in propo- nare i loro beni . Giustiniano imperatore, nel
silo, rimellendo in vece i lellori ove avremmo 535, fece una costituzione generale a lutle le
trattalo dei Beni ecclesiastici, come facciamo chiese di Oriente, d’Occidente e di Africa , ed
al presente . anche a tulli i luoghi pii , con proibizione che
832 BENI ECCLESIASTICI
non potessero alienare, ecceltuato solo per nu Sancinna 21 , cod . de Sacrosanct. Eccl. Qual
trire poveri in caso di fame straordinaria, e di tro egualmente sono le solennità che in tali
riscattar prigioni , conforme all'antico costu circostanze dai canoni si ricercano : 1. che pre
me del quale s. Ambrogio fa menzione , che ceda uua trattativa fra il prelato ed il capi
non solo le possessioni , ma anche i vasi sacri tolo, cap . cil. Sine exceptione, c. Tua nuper , 8
si vendevano per queste cause . La legge di de his, quae fiunt a praelatis cap. 1 ; 2. che sia
Giustiniano ſu osservata nei tempi seguenti unanime il consenso della maggior parte degli
nell'Occidente fino che Roma restò sotto l'im individui di essé, cap. Ul super 8 ; 3. che ap
pero orientale ; e vi sono molle epistole di san parisca la loro firma di connivenza ; 4. che non
Gregorio che fanno menzione dei beni alienati dissenta il rettore di quella chiesa , e che v'in
per riscattare gli schiavi. Anzi dai tempi di tervenga il beneplacito apostolico, cit. Er.
Pelagio II sino ad Adriano I , per anni 200, fu travag. Ambiliosne. Essendovi l'autorità del
incredibile la spesa che faceva la chiesa Ro Sommo Pontefice, non richiedesi l'approva
mana per ricomperarsi dai Longobardi , tanto zione del patrono, perciocchè nelle sostanze
affinchè levassero l'assedio , quanto affinché della chiesa, che conferisce, non ha veruna
non molestassero il contado ; e s. Gregorio ne potestà, cap . Noverint. 10, 9. 1 ex Concil. To
porge ottima testimonianza di quanto avven- letan . IV.
ne al suo tempo. Tuttochè indispensabili sieno le indicate so
Dappoichè fu stabilito l'impero in Carlo- lennità per la lecila alienazione dei beni che
magno, restando le leggi romane senza aulori . incorporati sono nella Chiesa, alcuni nulladi
tà , torno l'abuso : il perchè furono fatte di meno ve ne ha che vender si possono senza di
verse proibizioni da diversi concilii , come ve esse, per modo di esempio, qualche appezza
dremo , massime in Francia, dove la dissipa mento di terra sterile o di niuna o piccola utili
zione era maggiore. Ma dappoichè i Pontefici là al luogo pio, Cap. Terrulas 12, quaesl. 2, al
Romani maggiormente estesero l'esercizio del qual canone non fu derogato nė da Paolo II
Ja loro autorità al governo delle altre chiese , coll'estravagante Ambitiosae, nè dal Tridenti
in quanto anche al temporale, essendo ciò ine- no, sessione 25, cap. 11 , o alcuni beni rilascia
rente alla supremazia sopra tutte le chiese del . ti ad una chiesa incapace di ritenerli. E qui
l'universo, vedendo, che la proibizione uni- si noti che piccole terre e cose di poco valore
versale faceva poco effetto , non mancando ai si reputano quelle, giusta la dichiarazione del .
prelali pretesti per eccelluare dalla legge co- la congregazione dei vescovi e di Paolo V , che
mune ogni caso particolare, come capi univer- non sorpassano il prezzo di scudi 25 d'oro, di
sali della Chiesa fecero diverse ordinazioni dal. paoli 16 per iscudo, cioè di numero 40 monele
l'anno 1000 fino al 1250, prescrivendo certe romane. Le chiese incapaci di ritenere i beni
formule di solennilà , le quali servivano per in lor favore testati sono i monasteri dell'or
freno, od impedimento, ed in questo tempo, dine dei Minori Osservanti e Riformati di san
del quale parliamo, Innocenzo IV comincio a Francesco , dei Cappuccini, e simili ; non po
dichiarare nulle le alienazioni falte senza quel tendo questi , per regola d'istituto , posse
le condizioni ; e Gregorio X, nel concilio di dere nè meno in comune , ne consegne che
Lione nell'anno 1274, ordinò che non si po tali beni non vengono incorporali nella Chie.
tesse alienare, se non oltre la necessità suddet- sa , e però senza solennità essi sono alienabi
ta, colla licenza ancora del Papa. li . Clement. Exivi, de Verb . signific ., e cap.
Queste condizioni pertanto o solennità ri. Exiit qui seminal, $ Ad haec. E pure lecito
chieste, perchè l'alienazione sia valida a quat. condurre e locare cose sacre ad triennium ( il
tro si riducono, come abbiamo dai diversi capi quale spazio dee constare di tre annifruttiferi ),
del diritto, e dalle pontificie ordinazioni , cioè: darle in feudo o in enfileusi, quando ciò sia
1. l'evidente necessità , in cui ritrovisi'una costumato ab antiquo. In vigore dell'indicata
chiesa; Clementina ) , de Reb. Eccl. non alic costituzione, nella quale viene espresso : Prae
nan . , ove si ecceltua in caso di necessità, nisi terquam de rebus el bonis in emphyleusim ab
necessitas monasterii koc exposcal ; 2. la di lei antiquo concedil solilis ; leg. Quae lex, S ull.
manifesta e certissima utilità , cap . Sine exce de Administral Tutorum , cap. Vestra, de Lo
plione 12 , quncst. 2 ; 3. il grave incomodo non cal. Non sono in egual maniera dalla legge
alienandosi , cap. Terrulas 12 , quaest. 2 ; Fa . compresi quei frutti e beni ecclesiastici, che
goano, in 6, cap . Nulli, num. 7 ; Barbosa , lib . conservar non si possono per un triennio , o
2 Juris Eccl. univ., cap. 30 ; 4. la pielà verso che dall'uso vengono consuinati . Finalmente,
il prossimo , cap . Aurum . 12, quaest. 2, leg . qualunque altro stabile può alienarsi senza
BENI ECCLESIASTICI 835
solennità, quando la necessità ne richieda ur to della sacra Congregazione del di 7 settem
gentemente la vendita, e difficile sia l'accesso bre 1624 , pubblicato per comando di Urba
al Romano Pontefice , cap . Aurum 70 ; cap . no VIII .
Gloria Episcop . 17 , cuus. 47 , quaest. 2 . Ora , procedendo col discorso , per le cose
Si è detto che i tre anni debbono essere sopra esposte , chiaro apparisce, che la santi
fruttiferi , perciocchè se i terreni locali ren- . tà del fine, per cui furono donati alla Chiesa
dessero il frutto ogni biennio , soltanto in dei beni dalla pielà dei fedeli , e l'oggetto
tal caso la locazione si potrebbe fare per sei medesimo , cui sono diretti , mostrano come
anni , mentre la costituzione Ambiliosae non non debbansi essi riguardare come quelli , i
contempla il tempo, ma il frutto. Se poi tal quali ad usi profani sono ordinati . Per la qual
Jocazione venisse fatta per un novennio in- cosa se questi beni sono diretti a mantenere
divisibile , sarebbe nulla ed invalida anche ed accrescere la maestà del culto esterno di
per i tre primi anni . Rota Rom . part. 3 , Dio , la dovuta decenza ed il necessario de
decis. 435 , num . 3. Al contrario si dovrebbe coro del sacro tempio , non che quanto spet
dire il novennio divisibile , come che ogni ta alla celebrazione dei divini misteri , deb
tre anni restassero i contraenti nella piena bono ancora godere di privilegi che non si
libertà e la locazione durasse, finchè non vi addicono alla generalità di tutti i beni ;
fosse la disdetta dell'uno o dell'altro. Bar- fra’quali privilegii uno si è quello della im
bosa, de offic. et potest . Episcop ., purt. 3 , al munità. Ma perciocchè non tutti i beni della
leg . 95 , num . 10 . Chiesa sono al medesimo fine ordinati , cosi
Eccettuate le indicate circostanze, l'aliena- è necessario conoscere qual divisione facciano
zione fatta senza le legittime cause e so- di essi i canonisti , per vedere a quali pre
lennità è nel foro esterno del tutto nulla i- cisamente si compete la immunità assoluta
pso jure . Gli alberi esistenti nei beni eccle- mente , a quali sotto certe regole e modi par
siastici non possono recidersi senza solen- ticolari.
nità e beneplacito apostolico, meno che nel Ora diremo che a tre diversi generi ripor
caso che lo richiedesse, mediante la densità, tansi dai canonisti i beni che alla Chiesa o ai
l'utile del luogo pio. Card. Petra, l. 5 , Com- .ministri di lei possono appartenere . Pongono
ment. ad Const. Pauli II ; ed i trasgressori din essi nel primo i templi materiali , i vasi sa
retti o indiretti che sieno , incorrono nella cri , i paramenti ed altre cose somiglianti
scomunica maggiore, per altro non riserva. consacrate o benedette pel divino servizio ;
ta , cap . Sine exceptione 12 , cap . Și quis Pre- nel secondo, i beni temporali dei beneficii ,
sbyter 6 , Extravag. Ambitiosae. Nulladimeno dai fondatori o dalla pielà dei fedeli offerti
esenti ne sarebbero quelli che agito aves- ed elargiti , affinchè dai vescovi siccome le
sero per ignoranza della legge o del fatto, gittimi amministratori, sieno erogati o per
quando questa non fosse crassa o supina, o al- l'ornato della chiesa, o pel mantenimento dei
lorchè prima di farne la pacifica e reale conse- ' sacri ministri , o per sollievo dei poveri ; nel
gna, mossi da impulso di penitenza, rivocasse- terzo finalmente, quei beni che proprii sono
ro l'illecita contraddizione. Sono alla indica- dei cherici , o dalla chiesa acquistati per qua.
ta censura soggetti tanto quelli che alienano, įunque titolo temporale, come per mezzo di
quanto quelli che ricevono, o sottoscrivono, compra , di casuale ritrovato , di eredità o
giusta il cup . Apostolicus cit. , ed il cap . Non donazione.
liceal de rebus 12 , quaest. 2 ; cap. Si quis Pre Premessa una tale distinzione, convengono
sbyler 6. I rettori che contravvengono alle ca- essi che lutti quei beni che riguardano il pri
noniche disposizioni , ipso fucto restano privati mo genere, sono affatto immuni ed esenti da
dei loro benefizii, i vescovi e gli altri inferiori ogni giurisdizione laicale , da ogni tributo ed
prelati sono assoggettati all'interdello dall' in- aggravio, cap . Quae semel 4 , caus. 17 , quaest.
gresso nella chiesa ; e contumacemente rima- 5 ; cap . Ligna 28 , de Consecrat., dist. 1 ; cap.
nendo in simile stato per lo spazio di un se- Semel 51 , de Reg. Jur . in 6. Rispetto agli
mestre, essi pure restano sospesi dall'ammini- altri ne parleremo alla parola Immunita ' .
strazione del benefizio e della dignilà senza ul Ora aggiungeremo anche qualche parola in
teriore dichiarazione . Const. Ambitiosae. I re- torno all'altra maniera di violare i diritti del
golari , che senza debita facoltà alienano o lo- la Chiesa nei suoi beni, ch'è la usurpazione.
cano cose immobili preziose, o vi costituiscono Intorno a questa diremo brevemente , che il
ipoteche speciali, oltre alle pene stabilite nella vescovo , come si è notato , è l'amministratore
detta costituzione, incorrono ipso fucto nell'al- dei beni della sua chiesa . Avvenne in molti
tra privazione dell'ufficio coll'inabilità al me- luoghi che, dopo la morte di un vescovo, ne
desimo, e della voce attiva e passiva per decre- fosse raccomandata la conservazione al metro
Encicl. Eccies. Vol. I, fasc. XUI. 105
834 BENI ECCLESIASTICI
politano, o vescovo più vicino , giacchè tal- to affinché i suoi beni rimanessero illesi, per
volta i cherici invadevano i beni nella va- , usarne a benefizio del culto non solo , ma
canza di una sede. Dai cherici passo la rea i- anche al mantenimento dei sacri ministri , ed
sanza ai laici , e sebbene Leone I , nel 440 , a soccorso dei poveri, non mancarono eretici
vi ponesse riparo , pur luttavia fu d'uopo che che questo possedimento hanno fieramente
Urbano II nel concilio di Clermont , tenuto combattuto.
nell'anno 1095 , Canon . de laicis, quuesl. 2 , Nel secolo XII fu celebre Arnaldo da Bre
caus. 12 , Calisto II in quello di Tolosa del- scia sostenitore degli errori dei Petrobrusiani,
l'anno 1119 , canon . 4 , ed Innocenzo II nel il quale coi suoi seguaci pretendeva, che al
concilio generale Lateranense , canon . Illud Pontefice ed ai vescovi bastassero le decime e
quaest. 2 , caus. 12 , tenuto nell'anno 1139 , le oblazionii . Indi insorsero i Valdesi ed i Vi
tornassero a farne gravissimo lamento. Vuol- cleſiti i quali dissero , non aver i ministri del
si anzi che Papa Giovanni JII , nel 360 , or- Vangelo diritto alcuno a possedere. Furono es
dinasse , che gli usurpatori dei beni ecclesia- si condannati nei concilii generali di Laterano
stici fossero tenuti a restituirli in ragione e di Costanza, siccome quello di Vienna avea
quadrupla , e s. Gregorio I , nel 590 , come condannati i Fraticelli , i quali, tra gli al
troviamo registrato nel Baronio, dice , passa- tri errori, sostenevano che le chiese e gli ec
re in eresia l'ostinata occupazione dei beni 'clesiastici non potevano acquistare nè pos
della Chiesa Romana , e doversi dire ereti- sedere beni terreni . A questa falsa dottrina
co, e come tale condannarsi chi vive in tale principalmente si opposero Alvaro Pelagio
errore , e chi ammonito non vuole emendar- nel suo libro de planctu Ecclesiae, lib . 7 , cap.
si . Nel secolo X, alla ben nota sua barbarie , 68 ; Guglielmo da Cremona nel libro inti
aggiungevasi ad ogni passo la usurpazione dei tolato Reprobal. erroris Marsilii de Padua ;
beni ecclesiastici, possedendoli spesse volte i Agostino d'Ancona, nella sua opera che ha
laici e gli ammogliati, come all'anno 900 si per titolo de potestate Papae ; il cardinale Tor
esprime il Baronio. recremata , lib. 2 , summ . de Ecclesiae ; Almui.
Nell'anno 1187 in Verona il pontefice Ur- no nel suo trattato de sublim . potest. Eccl ., '
bano III si lamentò coll'imperatore Federico , e finalmente il celebre p . Mamachi , in cau
I , perché riteneva i domini della contessa sa della rinnovazione degli errori medesimi
Matilde , di ragione della santa Sede , ed ap- avvenuta a'suoi lempi . Si può anche vede
plicava al pubblico i beni dei vescovi defun- re il Bergier nell'articolo Beni dei Regolari,
ti , usurpandone eziandio le rendite di alcuni dove ne fa ampla difesa, ed il suo articolo
monasteri . Gregorio X fulminò l'interdetto Mendicanti.
al regno di Portogallo per le oppressioni fat Il Sarnelli , tomo 10 , pag. 184,riporta il me
te da Alfonso III agli ecclesiastici ed alle moriale dato ad Enrico VIII d'Inghilterra da
chiese , e per la usurpazione che ne faceva gli eretici colla risposta di Tommaso Moro ;
dei beni. E solo sedici anni dopo , Papa Ni. ma il re già pervertito non solo vi diede a
colò IV gli tolse le censure , come narra il scolto, ma diroccò diecimila chiese nella In
Rinaldi all'anno 1289 , senza dire di altri ghilterra, cacció i monaci dai chiostri, e ne ,
simili esempi . Pure non si deve passare sot- distrusse i monasteri, applicando al regio fi
to silenzio la usurpazione fatta da Pietro IV , sco tutte le rendite loro; rendite che nel pri
re di Aragona , delle rendite pontificie , che mo anno ascesero a centoventiseimila scudi
si raccoglievano dagli esattori della santa d'oro, oltre alle sacre suppellettili , che di
Sede , e di quelle dei cardinali , prelati e chiarò devolute alla regia camera e che im
benefiziati , che risiedevano fuori delle loro portavano il valore di quarantamila scudi
chiese ; ed è perciò che Urbano V nell'an- d'oro. Ma non per ciò arricchi egli , come os
no 1363 paternamente lo esortò a restituire serva Sandero , de Schismate Anglicano ; anzi
le rendite ecclesiastiche ingiustamente usur- dopo olto mesi fu costretto ad imporre nuo
pate, ed a ritrarre l'editto sulla subasta dei vi dazii, e gli avvenimenti che successero nel
beni degli ecclesiastici assenti ; ma risponde- la sua corle e nella sua famiglia sono trop
va il re tutto aver fatto col consiglio di uo- po noti per non dover qui deplorarli.
mini savi. Nulladimeno quel Pontefice lo cito E difatti per redarguire i sostenitori della
a presentarsi alla santa Sede , dove entro due lecita usurpazione dei beni ecclesiastici, osser
mesi non avesse restituiti i beni usurpati, ed veremo che se i benefiziati, che posseggono i
aggiunse la pena di scomunica, in cui egli ed beni delle chiese, debbono con timore e rive
i suoi consiglieri sarebbero incorsi , se non si renza possederli, per quanto disse il concilio di
correggessero .
Aquisgrana dell'anno 816 , molto maggior
Comunque la Chiesa sempre abbia invigila mente devono temere i laici , se malamente li
BENI secolaRI TEMPORALL BENI DEI FIGLI DI FAMIGLIA 835
traftano, e mollo più se li occupano usurpan-provvedere alla convenienza dello stato di
doli . Soggiacciono essi alle gravissime censure
quelli , di cui deve aver cora . E questi beni in
del concilio di Trento, Sess. 22 , cap . 11 , ed alle
due classi si dividono : cioè sono necessarii
pene dell'altra vita , come si può chiaramente
semplicemente allo stalo, o sono quelli, senza
vedere nell'opera del p. Anfossi intitolata : La
cui ialuno decaderebbe dalla sua condizione:
resliluzione dei beni ecclesiastici necessariaaltri necessari alla decenza dello stato consen
alla salule di quelli, che ne hanno fallo acqui-
lanea alla modestia cristiana. 3. Sonovi dei
slo senza il consenso della sanla Sede Aposlo .
beni non necessarii, ma superflui alla vila ed
lica , Roma, 1824 . allo stalo, ed all'uno od all'altra eziandio.
Controi quali grande e giustissimo è il rigore
Beni necessarii allo stato si addimandano
ditulli isanti canoni , oltre quei del Tridentino;
quelli che servono a sostenere i pesi della fa
quindiè,che incorrono ipso facto nella scomuni.
miglia, alimentare i servi , educare i figli , col
ca riservata al Sommo Pontefice : 1. coloro che
locarli in una onesla carriera , secondo la pro
senza verun titolo si arrogano la ecclesiastica
pria condizione, dotare le figlie, usare ospita
giurisdizione ; 2. quelli che sequestrano, o au-
lità, dare agli amici dei modesli con viti se
dacemente rapiscono le rendite di un qualche condo il grado della famiglia ; in somina per
benefizio, le quotidiane distribuzioni , i frutti
conservarsi nel proprio slalo in qualunque e
e proventi di qualunque chiesa vacante ; 3 vento che probabilmente potesse avvenire di
quelli che rubano ghiande, olive, fieno, uva ,calamilà, od occasione di malaltia, o di guerra ,
grano, pigioni di case o canoni di poderi , censi
o di sterilità ecc. Abbiamo detto probabilmen
e debiti appartenenti a persone ecclesiasti- te, inperciocchè non si deve avere riguardo a
che in ragione delle loro chiese o monasteri, tutti gli eventi che possono avvenire in un al
Suarez, l. 5 , de Censuris, dist. 21 , sez. 2 ; Du.
tro tempo, sendo che questo sarebbe pensare
rand ., lib. 2 , in Canon. 17 , quaest. 9 e 3 ; Bare
con troppa ansietà al futuro, cosa che viene
bosa, in Trident., sess. 22, cap . 11 , n. 5, 5, 6 ,
proibita dal Signore, come abbiamo in s. Mal .
10 ; Card . Petra , tom . 1 , Comment. ad Const. 1
leo, al capo seltimo. F. ELEMOSINA , ecc.
Leonis IX ; Bonacina , de Censuris, quacst. 18, BENI DEI FIGLI DI FAMIGLIA . Questi si possono
n . 5 , puncl. 4 ; 4. quelli,che con violenza o
quadruplicemente considerare, cioè come ca
nascostamente recidono piante nei fondi de- strensi, quasi castrensi, avvenlizii e profellizii.
.xli altrui benefizii, Pignatelli, 1. 7 , cons. 11 ,
I primi derivano dal servigio militare; i se
n . 5 , o procurano in qualunque altra guisa condi, sebbene non abbiano una simile deriva
diminuire le rendite ai rispettivi rettori ; 5. fi-
zione godono non ostante il medesimo privi
nalmente, tutti coloro che con pubblica o pri legio. Tali sono gli acquisti falti coll'esercizio
vata autorilà usurpano i diritti ecclesiastici,
delle arti liberali, o di qualunque altra pro
Dal Bene, k. 1 , c. 5 , dub . 4 , sez. 2. Così dichia-
fessione. La proprietà si degli uni, come degli
lò la sacra Congregazione presso il Card . Pe-allri , Pusufrutto , il dominio appartengono
tra, loc. cit., Ugolino, in Bulla Coenae, parl.
pleno jure ai figli indipendentemente dal pa
3 , cap. 17. Esenti sono dalle surriferite censu-
dre, onde possono a loro grado disporne, come
re gli usurpatori dei frulli appartenenti al abbiamo dalla Leg . Gastrense 11 , ff. de ca
cherico : non per ragione di diritto ecclesiasti-
slrens. peculio ecc ..
co, ma sollanto patrimoniale, conje pure di Tutto ciò che ai figli costituiti sotto la pa
una porzione delle rendite del suo benefizio tria potestà perviene non dalle patrimoniali
corrispondenti ad on qualche moderato lor sostanze del genitore, ma d'altronde, o in vi
credito. E siccome per incorrere nella scomu- gor di legato e di donazione, o di casuale ritro
nica inflitta dalla bolla della Cena, e dal Tri .
vamento, dicesi avventizio. Sebbene di questi
dentino, rendesi necessaria la certa scienza , co
beni abbiano essi l'intiera proprietà, essa lut
si non incorrono in essa quelli che s'impadro-lavolta a loro non si conviene , che dopo la
niscono di beni pii , senza conoscere che di per-
morte del padre. Leg. Cum oportel 6. Cod. de
linenza sieno della Chiesa . D. V. GIORDANI. bonis quac lib. Questa legge nulladimeno ba le
BENI SECOLARI TEMPORALI. Di questi di- sue giuste eccezioni.
cendo noi osserveremo, come sieno di tre sor Profettizii fipalmente quelli si addimandano,
che dipartonsi dai beni del padre, coi quali
ta , cioè : 1. beni necessarii alla vita , e sono
negoziando il figlio viene a riportarne dei lu
quelli , senza cui la vila non si potrebbe con-
servare ; 2. beni necessarii allo stato , sen cri considerabili. Il dominio di essi come pu
la cui cioè taluno non potrebbe conveniente. re l'usufrutto spellano al padre interamente.
-Mnente vivere conforme alla sua condizione, o V. FIGLIUOLI , ecc.
836 BENI DEI CONIUGI - BENIAMINO ( TRIBU'DI)
BENI DEI Conjugi. Dividonsi in dotali ( V. che il suo maggiordomo essendo corso loro
Dore), parafernali, antiſernali e comuni. I dielro , li assali con aspri rimproveri ; frugo
parafernali, poichè dei primi si avrà a para nei loro sacchi, e trovò la coppa in quello di
lare alla voce Dote , sono cosi chiamati dai Beniamino, cui Giuseppe finse di voler tenere
vocaboli greci tapé, cioè oltre , e répon, cioè in ischiavitù . Commosso dalle loro lagrime ,
dote. Sono costituiti da tollo ciò che è di pro. palesò finalmente il segreto, si svelò ai suoi
prielà della moglie , fuori della dote medesima, fratelli, si strinse fra le braccia il giovanelto e
per la qual cosa eziandio si addimandano es lo bagno del suo pianto : li colmo di doni , e
Iradotali. I terzi sono quelli , che il marito loro ordinò di ritornare in Egillo con Giacob
assegna alla moglie in reciproca compensazio. be. Dopo tale avvenimento non parlasi di Be
ne dei beni dotali . Diconsi finalmente comu niamino che in occasione della benedizione
ni tutti gli acquisti derivanti dalla scambie. che diede Giacobbe a'suoi figli in sul morire.
vole industria , da compre, da vendite, e cose Beniamino morì nell'Egitto d'anni 111 .
simili . Cal.
BENJAMINO (TRIBÙ Dı). Sappiamo dalla
I beni parafernali nell'amministrazione,
proprietà ed usufrullo appartengono diret- Scrittura che Beniamino, coi Giacobbe nel
tamente alla donna , cosi che il marito senza dare la benedizione disse : Beniamin lupus ra
di lei espresso consenso non può in veruna paz, mane comedel praedam, el vespere divi.
maniera ingerirvisi , benchè, almeno nella no det spolia, Gen. 49, vers. 27, e del quale pure
stra legislazione, il marito sia legale procura. Mosè nell'ultimo suo cantico cosi pronunzió:
Beniamin amantissimus Domini habitabit con
tore della moglie , qualora questa non si op
ponga; e come tale gli apparliene l'ammini- fidenler in eo ; quasi in thalamo tola die mora
strazione. In ordine poi agli antifernali e co bitur, el inler humeros illius requiescel, Deut.
muni spetta l'usufrutto dei primi al marito, cap .33,vers. 12 ; diede il nome ad una delle
dei secondi, che durante il matrimonio dicon. tribù d'Israele, i cui componenti sono distinti
si superlucrali, è divisibile fra i due coniugi col nome di Beniamiti . Allora quando usciro
per metà , come si può vedere in Navarro, de no gli Ebrei dall'Egitto, e si fece la enume
Restil. lib. 2. cap . 1 , num . 93 . razione di tutti quelli che erano capaci di por
BENIAMINO , duodecimo ed ultimo figlio tare le armi, si trovò che come tali i Beniami.
ti ascendevano al numero di 35400, come ab
di Giacobbe, nacque vicino a Bellemme verso
l'anno 2297 avanti G. C. Sua madre Rachele, biamo dal capo secondo del libro dei Numeri
cui la nascita cagionò la morte , lo nominò, al vers. 23, ove si legge : In tribu filiorum Be.
mettendolo alla luce , Ben- Oni ( figlio del mio niamin princeps fuil Abidan filius Gedeonis,
dolore), nome che suo padre'muto in quello di et cunclus exercitus pugnatorum ejus, qui re
Ben - Jamin ( figlio della mia destra ) per dino. censiti sunt, triginta quinque millia quadrin
tare che lo aveva avuto in senile età . Quando genti ; le quali espressioni, come ben si vede,
i figli di Giacobbe andarono a comperare gra non solo c'indicano il numero dei forti di
no in Egitto, Beniamino restò presso al suo quella tribù , ma anche come a quel tempo fos
padre; ma Giuseppe rimandandoli , volle che se capitanata da Abidan figliuolo di Gedeone.
nel loro ritorno lo conducessero con essi, e ri . Seguendola dopo l'uscita dell' Egillo nel viag
tenne Simeone in ostaggio, promettendo di for- gio del deserto ,dir si dovrebbe del posto, che el
nargli la liberlà all'arrivo del giovane loro la occupava nelle marcie, nja come ciò va con
fratello. Afflitto Giacobbe per simile doman- giunto con quello che fecero le altre tribù , cosi
da , perturbato nel cuore per dover lasciar par- ne parleremo all'articolo relativo (V.CASTRA
tire un figlio, che era la consolazione dei suoi METAZIONE), e solo qui osserveremo che nelle
tardi giorni , non si determinò a lasciarlo par- stazioni del deserto essa erigeva le tende ad oc
tire, che quando stretto si vide dalla carestia, cidente del tabernacolo in unione alle tribù , di
che la terra di Canaan desolava , e dalle vive Efraimo e di Manasse. Quando si venne alla
sollecitudini degli altri suoi figli ,risolutia non divisione della Terra Promessa, della porzione
porsi in via senza il loro giovane fratello, allora ad essa toccata in sorte cosi parla il libro
gli convenne affidarlo ad essi non senza grave di Giosuè , al capo decimottavo : El ascendit
dolore. Al loro arrivo , Giuseppe, colmo di sors primu filiorum Beniamin per familias
gioia nel rivederlo , fece loro un gran con vito suas, ul possiderent terram inter filios Juda
Allorchè partirono , Giuseppe fece porre segre- el filios Joseph. Fuilque terminus eorum con
lamente la sua coppa d'argento nel sacco di Ira Aquilonem a Jordane , pergens juxla latus
Beniamino, ed appena ſurono in cammino , Jericho xeplentrionalis plugue, cl inde conlra
BENIAMINO (TRIBU ' DI) 837

occidentem ad montuna consccndens, et per- lettori in questa opera stessa , come a cagion
veniens ad solitudinem Belhaven , atque per . di esempio, Gerico, Mesraa ecc .
Irunsiens juxla Luzum ad meridiem , ipsa est Questa forte e bellicosa tribii , che seppe ad
Belhel. Descendilque in Aturoth -uddar , in ogni incontro mostrare la propria prodezza e
montem qui est ad meridiem Belhoron inferio- l'impareggiabile valore, dovelte a sè medesi
ris : et inclinalur circumiens contra mare ad ma lo sterminio. Nella città di Gabaa che le
meridiem montis, qui respicil Belhoron contra apparteneva , avvenne orrendo delitto contro
Africum : sunique exilus ejus in Curiuth -baal, la moglie di un levita che abitava in un di
quae vocatur el Curialhiarim , urbem filiorun stretto della tribù di Efraimo , per opera di
Judu, huec est plaga contra mare , ad occiden- una mano scellerata di quegli abitanti . Al
tem . A meridie autem ex purle Curialhiarim l'annunzio dell'esecranda scelleraggine fatto
cgreditur terminus contra mare, el pervenit dall'infelice levita alle altre tribù , volendo
usque ad fontem aquarum Nephtou. Descen- le costringere a concorrere sotto pena di ana
dilque in partem montis , qui rcspicit vallem tema alla vendella , tutte come un sol uomo
filiorum Ennom : et ut contra septentrionalem si sollevarono, e chiesero alla tribù di Benia
plugam in extrema parle vallis Raphaim . De- mino solenne riparazione dello scandalo col
scendilque in Geenom , idest vallem Ennon , jux- punire gli abitanti di Gabaa. Non vollero in
ta lalus Jebusaei ad austrum , et pervenit ad lere i Beniamiti i giusti reclami, ed ama
fonlem Rogel, trunsiens ad aquilonem , et egre- , rono meglio sostenere gli empii loro fratelli,
dicns ad Ensemes , idest, fontem solis : el per. che punire in essi l'atroce misfatto. Vane, le
Iransiit usque ad tumulos , qui sunt e regione lamentanze, inutili le proteste riuscendo , ' le
Ascensus Adommim : descenditque ad Abenboen , tribù raccolsero grosso esercito di quattrocen
idest , lapidem Boen filii Ruben ; et pertransiittomila fanti in Maspha ed attaccarono i Be
ex latere aquilonis ad campestria: descendilque niatniti sollo le mura di Gabaa . Valorosi
in planiliem , et praeter greditur contra Aqui- quelli di Beniamino due volte sconfissero gli
lonem Belh - hagla : sunique exitus ejus contra assalitori; ma non cosi riescirono nella terza
linguam maris salsissimi ab Aquilone in fine battaglia, poichè vinti , disfatti, inseguiti , tut
Jordanis ad australem plagam : qui est termi- ti furono trucidati , ad eccezione di seicento
nus illius ab oriente: haec est possessio filiorum che trovarono scampo fuggendo nel deserto, e
Beniamin per terminos suos in circuiti, ct fu- si salvarono sul masso di Remmon . Le città
milias suas. Fueruntque civilates ejus , Jericho di Beniamino , come fu distrutto l'esercito
el Beth - hagla , el Vallis Casis, Belh - araba, et dei prodi, vennero incendiate; le donne , i vec
Samaraim , et Belhel, et Avim, et Aphara , et chi , i fanciulli passati a fil di spada, uccisi
Ophera, villa Emona, el Ophni, el Gabee ; ci- gli armenli stessi. Si può leggere la funesta
vilates'duodecim , et villue earum . Gabavn , el descrizione di questo terribile avvenimento
Rama, el Beroth , el Mosphe , et Capharo , ct nel libro dei Giudici , ai capi decimonono e
Amosa, et Recem , Jarephel,, ct Thurcla , el Se- vigesimo. I seicento superstiti implorarono la }
la, Eleph et Jebus , quae est Jerusalem , Gu- pace ; vanamente da prima , con successo da
baath , et Cariath , civilules qualuurdecim , et ultimo; ma nel concederla giurarono le tribu
villue earum. Haec est possessio filiorum Re- che nessun di essi darebbe ai Beniamiti le
niamin juxta familias suas . Potevasi con mag. proprie fanciulle ; in tal maniera la tribù di
giore chiarezza determinare i possedimenti di Beniamino dovevasi estinguere , quando nel
questa tribù ? Abbiamo riportato testualmen- concilio tenuto fu finalmente stabilito che non
te le parole della Scrittura, acciù senza dub- si doveva lasciarla perire: fermi però al giura
bio ognupo conosca i luoghi , ove essa trova- mento, furono date ai rimasli zitelle rapite in
vasi nella Terra Promessa, dei quali i confi- Şilo, e quattrocento vergini salvate dalla stra
ni brevemente si possono esporre poi cosi : jl ge degli abitanti di Jabes Galaad . Con questo
Giordano e la punta del mar Morto all'orien mezzo si tornò a formare la quasi estinta tri
te , la tribù diGiuda al mezzodi, quella d'E- bi , che però mai si riebbe perfettamente , e
fraim al settentrione, e quella di Dan all'oc- sempre rimase da quel tempo alle altre infe
cidente . E qui dir si dovrebbe del modo, con riore in numero ed in fortezza.
cui di varie delle nominate città andò al pos Finchè le dodici tribù rimasero unite sotto
sesso , del valore dimostrato nel combattere i uno stesso capo, formando un solo stato, una
nemici del nome di Dio, delle superate diffi- sola monarchia , erano forti e potenti , ma quan
coltà ; ma perciocchè sono queste cose con- do dopo la morte di Salomone si divisero,
giuntissime ai nomi dei luoghi stessi , cosi caddero nel languore e divennero preda dei
agli articoli che li riguardano rimettiamo i loro nemici . Fu allora che dieci tribù abbau
838 BENIAMINO (S .)-BENIGNO (S.)

donarono la casa di Davide, e riconobbero Ge- berato Beniamino mancare alla condizione,
roboamo per re. Le fedeli furono quelle di che gli aveva imposta per mezzo dell ' amba
Giuda e di Beniamino che sotto il dominio sciatore , qual si era quella di non predicare
di Roboamo, legittimo successore della fami- Gesù Cristo, condizione che l'eroe non avreb
glia di Davide , sebbene in continua guerra be giammai accettata, ove gli fosse stata pro
vivessero colle altre , pure si mantennero a posta, e che mai dall'ambasciatore non sep
lungo nei proprii possedimenti ; finchè pelle pe. Fu allora che il tiranno chiamatolo a sè
loro iniquità furono da Dio date in mano ai dinanzi , non gli lascio altra scelta che o ri
loro nemici. Nabuccodonosor avendo presa nunziare a Gesù Cristo, o morire. Beniamino
Gerusalemme , vi fece incendiare il tempio , non esilo a preferire la seconda, per cui Va
ruinare la città, e condurre il popolo di Giu rane ordinò che gli fossero infitti venti pezzi
da e di Beniamino schiavo a Babilonia e ne- di canna a guisa di lesine fra le unghie e la
gli altri paesi del suo impero , come leggiamo carne ai piedi e alle mani. A questo acerri
nel quarto libro dei Re,al capo vigesimoquin- mo tormento , altri l'iniquo ne fece aggiun
lo , e nel secondo dei Paralipomeni, al capo gere , non meno spietati . In mezzo a mille do
trigesimosesto, avvenimento che accadde nel- lori non apparve che il contento sul volto di
l'anno del mondo 3416 , avanti Gesù Cristo Beniamino , il quale un momento anche solo
584. Parleremo ancora in proposito di que non mostrossi turbato sino al punto , in cui
sta tribù , agli articoli Ebrei , Scufavitù , Tri- fra mille strazii rese placidamente l'anima al
Bù ecc ., ove l'argomento a trattarsi ci porge- suo Creatore . Alcuni martirologi segnano la
rà opportuna occasione. D. V. GIORDANI . sua festa nel giorno 4 aprile ; il romano però
BENIAMINO (S.) , diacono e martire di Per- la mette ai 31 marzo . Si possono consultare
sia . Fu questi uno dei più celebri confessori in proposito Teodor. lib. 5 , cap. 36 , Hensch .
di Gesù Cristo nella persecuzione di Persia pag. 907 , Ruin . pag . 679, ed il Baillet .
cominciata nel 420 sotto Isdegerde , e conti D. V. GIORDANI .
nuata sotto Varane, o, secondo altri, Varara BENIGNO (S.) , apostolo di Borgogna e mar
ne V di questo nome. Mentre tutto si adope- tire. Di questo santo martire , le cui memorie
rava a far che i credenti rinunziassero alla storiche sono cosi dalle tenebre ravvolte da
vera fede, Beniamino, animato da quello spi- non poterne uscire che con grande difficoltà a
rito celeste che infiamma a grandi azioni an conoscere il vero, ecco quanto possiamo pre
che in mezzo ai pericoli, opponeva altrettanta sentare dal raffronto di ciò che trovasi ne
forza a farli perseverare nella vera religione Bulland . , Tillem ., Mem . tom . 3 , Baillet , Vit. dei
di Gesù Cristo, nè solo col proprio esempio a sunti , Chron. S. Bened . lom . 1, Spicil . pag.
ciò .si adoperava , ma aggiungeva all'esempio 558 ecc. Vuolsi da questi autori che il nostro
il suo discorso, che rassodando i periclitanti Benigno sia stato discepolo di s . Policarpo ve
li faceva sostenere animosamente i tormenti , scovo di Smirne nell'Asia, e che da esso sia
anzichè rinunciare alla religione divina . Trat- stato parimenti inviato nella Borgogna a pre
to perciò dinanzi al re, non tardó a parlargli dicarvi la fede di Gesù Cristo. Il principio
della fede di Gesù Cristo con quella veemen- della sua missione apostolica si assegna verso
za , che è propria di chi camminando il sen- la fine del regno di Antonino ; ma in ciò va
tiero di vera vita, non può che mirare piao- riano le opinioni , poichè da alcuni si vuole
gendo gli infelici che vivono nell'errore osti- che egli incominciasse il suo evangelizzare nel
nati . Sdegnato di tanto ardire Varane , lo fece principio del regno di Marco Aurelio. Gli sto
chiudere in carcere , dove da due anni geme- rici assegnano a Benigno per compagni nell'a
va , quando l'anıbasciatore dell'imperatore postolato s . Andoco prete e s. Tirso diacono,
Teodozio il Giovane, s'interpose per lui , e ne e dicono che giunti ad Autun furono accolti
ollenne la libertà a certe condizioni ch'egli favorevolmente da quel governatore di nome
promise,senza prima consultare l'illustre pri- Fausto, il quale udendo i loro sermoni con
gioniero di Gesù Cristo. Sciolto Beniamino fermati dalla santità della vita, fece battezza
dai duri ceppi incominciò di nuovo il suo re la sua famiglia ed alcuni suoi amici. Nar
apostolato, e quanto più Varane studiavasi a rano pure che, passato il nostro santo da Au
spegnere la religione cristiana , tanto più Be- tun a Langres,ivi baltezzasse tre giovanette di
niamino adopravasi a dimostrare la verità di illustre famiglia , i cui nomi sono Speusippa,
essa , e a rinfrancare i suoi seguaci , a non ce- Eleusippa e Meleusippa. Checchè ne sia di ve
dere alle arti maligne che si adoperavano per ro sopra questi tre nomi, intorno ai quali non
trarli in inganno. Narrata a Varane la cosa, concordano gli scrittori , quello in cui conven
s indispelli, infurio, poichè egli vedeva il li- gono si è , che nella parte meridionale di Lan
BENIGNO (GIORGIO)-BENIZZI (S. FILIPPO) 839

gres annunzið la parola di eterna vita , supe- no appresso , ed attaccata ad un palo , mori
rando tutti quegli impedimenti che l'opera consunta dal fuoco. Le sue preziose ceneri
maligna degli avversarii gli poneva mai sem- furono gettate in un fiume.
pre dinanzi , e che a niuna fatica risparmio Bai .
per trar quelle genti alla sequela di Gesù BENIZZI (S. Filippo) , fondatore dell'or
Cristo ; e cosi fece pure in Digione , ove re- dine de Serviti , era Fiorentino della nobile
cossi ad inaffiare quel campo dei suoi sudo- famiglia Benizzi . La sua educazione fu accu
ri . Ma se nelle altre parti infuriarono i ne ralissima. Compiuti i suoi studi d'umanità
mici del vero contro di lui , qui si mostraro- nella patria , studio a Parigi la medicina ed a 1
no più crudeli che ovunque , poichè non ri Padova ottenne la laurea dottorale. Reduce a
stettero fino a tanto che il loro furore non fu Firenze , pensava scegliersi uno stato , quan
salollo colla morte dell'intrepido apostolo , do entrato il giovedi dell'ottava di Pasqua
e nell'anno 179 , dopo averlo crudelmente per ascoltare la messa nella cappella dei con
tormentato, lo finirono d'un colpo di lancia . fratelli dell'Annunziata, detti altrimenti Ser
Alcuni martirologi segnano la morte di que vi di Maria , applicó a sè stesso quelle parole
sto santo il giorno 2 o 3 di aprile ; ma co- dell'epistola: venite, avoicinatevi a questo car
munemente si crede che avvenisse il primo ro. Somma fu l'impressione , che fecero sul
novembre . suo animo queste parole ; e nella prossima
Dalla Dissertazione sopra questo santo di notte furono seguite da una visione. Si vide
Bouillaud , ristampata nella prima parte del circondato da mille pericoli , e mentre grida
quarto tomo delle Memorie di letteratura e di va a tutta voce come per implorare il divino
sloria , raccolte dal p. Desmolets dell'Orato- soccorso , una voce chiamandolo per nome, gli
rio , ecco quanto sappiamo. San Gregorio ve- ripetè le stesse parole , che aveva udite nella
scovo di Langres , che viveva nel principio chiesa. Vide nello stesso tempo un carro , sul
del sesto secolo , si era persuaso che il culto, quale stava seduta la S. Vergine circondata
di cui si onorava s. Benigno , non fosse che da Angeli e da beati, e gli sembrò che gli or
una superstizione da doversi abolire; quando, dinasse d'entrare nella compagnia dell ' An
narra s. Gregorio di Tours , apparendogli il 'nunziata, nell'atto di presentargli lo stesso
martire a persuaderlo di sua esistenza, il ve- abilo nero , di cui usavano quei confratelli.
scovo non solo implorò colle lagrime di sin- Colpito da questa visione , si portò tosto la
cero pentimento il perdono di sua increduli- mattina nella chiesa dell'Annunziata , che non
tà, ma anche fece nell'anno 512 rifabbricare era peranco se non una cappella con ospizio.
l'antica cappella , ove aveva avuto sepolcro, Era questa la prima diramazione del nuovo
e mosso dai nuovi miracoli che Dio operava ordine stabilito sul monte Senario a tre leghe
in quel luogo, vi fece erigere una gran chiesa da Firenze , dalla divozione di sette mercanti
e gittò le fondamenta di un monastero , che del paese , che da pochi anni si erano ritirati
divenne poscia l'abbazia di S. Benigno di Di- a vivere in comune nel servizio di Dio , sotto
gione. D. V. GIORDANI . la protezione della B. Vergine , di cui si di
BENIGNO (G10RG10) , arcivescovo di Na- cevano servi , o fratelli serventi . Il nostro
zarette, visse verso l'anno 1535 , e scrisse al- sanlo chiese di essere ammesso nella compa
cune opere di pietà , e tra le altre quella in- gnia fra i laici , e fu ricevuto dal superiore
titolata: Contemplationes christianae , che de- Bonfiglio di Monaldi , il quale credendolo sen
dico a Francesco I re di Francia . za lettere e senza studio , lo mandò al monte
ORIGLIA . Senario, perchè si occupasse ne'lavori di cam
BENILDA (S.), martire con sant'Anastasio pagna. Egli si dedicò con gioia a tutte le ope
monaco e prete spagnuolo , che mori decapi- re servili, alternando il lavoro delle mani col
tato per opera dei Saraceni il di 14 giugno ' la meditazione dei misteri di nostra fede e
dell' anno 853. Calturata in unione al santo delle eterne verità . Egli credeva di poter fi
soprannominato , come furono entrambi in- nire cosi oscuro e inonorato i suoi giorni, ma
terrogati , se volessero rinunziare alla fede o i suoi superiori, conoscendo esser la sua pie
patire, intrepido Anastasio rispose nel modo tà congiunta a molto sapere , lo mandarono a
che si conveniva ad un seguace di Gesù Cri- Siena a dirigere una nuova casa dell'ordine
sto. I suoi detti jrritarono gli empi che si che vi si stabiliva.
scaricarono sopra di lui e gli fecero soffrire Quivi pure viveva umile e ritirato come al
inauditi tormenti. Santa Benilda , incoraggia- monte Senario , senza mai aspirare al sacer
ta per la costanza di questo eroe , sostenne dozio ; ma due Domenicani , che conobbero
con inyitta fermezza i suoi tormenti nel gior- quanla saggezza nascondevasi sotto tanta u
840 BENIZZI (S. FILIPPO )
miltà , lo fecero conoscere ai preti della sua po per sottrarsene. Reduce a Lione dove te
congregazione , malgrado le sue umili rimo- nevasi il secondo concilio generale di questa
stranze. Venuti allora nella determinazione città, fece approvare da quei padri il suo or
di farlo ordinare prele , dovettero usare di dine , e confermare tutte le regole fin allora
tutta l'autorità che loro concedeva il suo voto prescritte.
d'ubbidienza , per vincere la sua ripugnanza. In mezzo a tante incombenze era instanca
Furono così abbondanti le grazie divine nella bile nella conversione dei peccatori colle pre
sua ordinazione, che, quasi per dargli campo diche, e con infinite altre sollecitudini di ca
d'esercitare le sue eminenti virtù , fu chia- rità. Aveva un'attitudine particolare a ricon
mato a lulle le dignità dell'ordine, fino ad ciliare nemici , accomodare liti , calmare sol
esserne il capo supremo. Egli fu il quinto fra levazioni e tumulti , e ridonare la pace alle
i superiori generali della religione, ma per la famiglie non meno che alle città.
grandezza de' servigi prestati e l'eminenza Gli ultimi dieci anni della sua vita furono
della santità della vita fu riguardato siccome luminosi per queste opere di privata e - pub 1
il fondatore della congregazione. Quando egli blica carità . In mezzo a tante beneficenze ed
vi entrò, essa non esisteva che da quindici an a tante virtù trovarono pur campo d'eserci 1
ni , ed aveva fatti debolissimi progressi. Fu tarsi la sua umiltà e la sua pazienza nelle
tutto opera del Benizzi l'ingrandimento del- umiliazioni specialmente che dovette soste
l'ordine nel numero e nella santità dei fra- nere nel difendere la causa del Romano Pon
telli ; eppure non voleva conoscersi chiamato tefice. Dio però seppe trarne profitto ,giacchè
a tanto da Dio , che anzi tentò molte volte di mentre perfezionavano le virtù di Filippo,
rinunziare alla sua carica ; ma dopo tante e contribuivano alla conversione di molti . Uno
sempre inutili istanze, ben ei conobbe la ne fra gli altri che lo aveva battuto , scelse la
cessità di sottomettersi ai voleri della Prov sua religione per far penitenza.
videnza suprema. Il B. Filippo, vicino ormai al termine di
I cardinali raccolti a Viterbo per l'ele. sua mortale carriera , tenne a Firenze un
zione del Pontefice volevano eleggerlo a suc ultimo capitolo generale , dove raccoman
cessore di Clemente IV , ma Filippo fuggi se do specialmente l'amore di Dio e la cari.
cretamente nei monti del territorio di Siena tà verso i fratelli. Già rifinito di forze andò
accompagnato da un religioso fedele, e vi stet- a Siena , e poi a Perugia , dove ricevette la
te nascosto fino a che senli promulgato il benedizione di Onorio IV , ed ottenne nuovi
Pontefice Gregorio X , il che avvenne il i privilegi pel suo ordine , e finalmente si por
settembre 1271. Il motivo per cui quei car tò a Todi nell ' Umbria. Sapendo che gli ve
dinali il volevano Pontefice era la fama d'un nivano incontro con rami d' ulivi , diverti il
leproso guarilo dall'indossare il sottabito del cammino , e incontrate alcune femmine di
santo da lui ricevuto in limosina. mal affare che l'insultarono , colle sue esos
Nella solitudine si era preparato ad ope tazioni le converti. Entrato in Todi ando di
rare la gloria di Dio e la salute degli uomi- ritto alla chiesa , e prostrato innanzi all'al
ni colla preghiera, col digiuno e colla morti- tare , disse quelle parole di Davide : « que
ficazione. Reduce dalla sua solitudine dichia- sto è il luogo del mio eterno riposo , » pas
rò d'essere chiamato da Dio a predicare il sò la notte in orazione , e l'indomani sali
suo nome in altri paesi, ed a dilatare la divo- il pergamo. Il giorno dell'Assunzione fu
zione a M. V. fondatrice del suo ordine. La- sorpreso dalla febbre e ricevuti i Sacramen
sciò pertanto un vicario generale in Italia , ti mori il 22 dello stesso mese d'agosto
e accompagnato da due religiosi del suo isti 1285 , abbracciato all'immagine del Crocifis
tuto si porto in Francia, dove fu massimo il so . Per tre giorni fu impossibile poterlo tu
frutto della sua predicazione, e specialmen mulare per l'infinita moltitudine di popolo,
te nelle città d'Avignone , Tolosa e Parigi . che accorreva a vederlo. Raccolte con dili
Passò quindi nei Paesi Bassi, in Frisia, nel genza le attestazioni dei miracoli, che Dio O
ducato di Sassonia , poscia nell ' Alta Germa però in suo favore, fin dopo la traslazio
nia, in molti luoghi fondando nuovi stabili ne delle sue reliquie nel 1517 , il Papa Leone
menti del suo ordine. Inopiegò due anni in X , e poscia Paolo V vollero canonizzarlo ;
questa missione , ritornò in Italia , & fece ma questo desiderio potè compiersi solamen
raccogliere un capitolo generale a Borgo , do- te da Clemente X , l' anno 1671. La sua fe
ve fu obbligato a ricevere la carica di gene sta, ch'è di precello in molti luoghi, si cele
rale in perpetuo , che dovelte sempre ritene bra il 23 agosto.
re , per quanti sforzi abbia fatto allora e do Bai .
BENNEFA -- BENNONE ( S. ) 841
BENNEFA , sede vescovile della provincia per servire il Signore nel ritiro' e nell'oscuri.
Bizacena in Africa, il cui vescovo Emiliano là ; ma i comardi del Pontefice Leone IX e
fu alla conferenza di Cartagine, cap. 133. L'au- dell'imperatore Enrico III lo tolsero al suo
tore della vita di s. Fulgenzio dice, che anche chiostro. Falto canonico della cappella impe
il monastero, dove si ritirò questo santo, era riale di Goslar, ebbe titolo di cappellano del
unilo a Bennefa sulla spiaggia del mare. Gon : l'imperatore , uno de' più onorevoli impieghi
lasio, vescovo egli pure di questa sede, sollo della chiesa di Germania per gli ecclesiastici
scrisse al concilio di Cabarsussa , come abbiamo di secondo ordine, e fu per molto tempo la
dalla raccolta dei concilii . Com . scuola de' primiprelati dell'impero .
BENNINGDON . Città d'Ingbilterra ricor Bennone non tardò a riordinare quel capi
data nella storia ecclesiastica per un concilio tolo colle sue virtù , e n'ebbe in premio l'es
che vi fu tenu to contro i Danesi l'anno 850, ser fatto teologo o maestro dei canonici . Quivi
come troviamo nel Labbé e nell'Arduino. egli strinse sincera amicizia con s. Annone che
LAB. fu poscia arcivescovo di Colonia . Questo amico,
BENNO, era un levita figlio di Osan . ch'era divenuto primo ministro dell'impero ,
Cal. durante la minorità di Enrico IV e la reggen
BENNOI : era il nome del padre di Noadaia, za dell'imperatrice Agnese, fece nominare s.
levita. CAL. Bennone al vescovado di Meissen o Misnia, da
BENNONE (S. ),delto anche Benedetto , ve cui trasse il nome la Misnia nell'alta Sassonia ,
scovo diMeissen o Misnia in Sassonia , figlio di l'anno 1066. Costrello il nostro santo a cede
un gentiluomo sassone, nacque presso Goslar re ai divini voleri dopo inutili sforzi, dedicò,
l'anno 1010 , e fu educato ad Hildesheim , ciltà piangendo, le sue opere e le sue veglie a favore
della Bassa Sassonia , ora nel ducato di Brun. della sua chiesa , nell'atto della consacrazione
swich. Bernuardo, vescovo di Hildesheim , suo per opera dell'arcivescovo di Magdeburgo. A
parente, s'incarico di sua educazione, e gli die- praticare i generosi proponimenti si mise tosto
de ad istitutore Vigero, priore del suo mona. ad istruire personalmente il suo gregge, e vi
stero di S. Michele. Le esortazioni del b. Ber- sitava a tal effetto la sua diocesi ogni anno. A
nuardo indussero Bennone a vestir l'abito reli- rendere più utile il suo zelo per la salute del
gioso a diciotto anni , col consenso di sua ma. le anime lo rivolse eziandio agli esteriori e cor
dre Bezela ,ch'era rimasta vedova. Accostumato porali ordinamenti . Diede pertanto regole e di.
com'era ai digiuni, alle veglie ed alla preghie- sciplina al suo capitolo, e prese cura dell'en
ra , gli costarono poco tutti gli altri eserciziidel- trate della chiesa. Intanlo però sempre fedele
la disciplina regolare. Alla penitenza congiun- alla giurata povertà evangelica tulto sacrifica
se lo studio solido della teologia , ed attinse spe va a favore dei poveri , e riordinata nella pietà
cialmente ai libri della santa Scrillura , ed alle la diocesi , rivolse le sue sollecitudini alla con
opere scelte dei sanli padri . Fregiato del titolo versione degl'infedeli . Predicò Gesù Cristo agli
di dollore, fu ordinato diacono a venticinque Slavi che si stendevano fino alla Losazia ed
anni , e sacerdote a trenta . Onoro il suo mini- alla Boemia che con finava colla sua diocesi , e
stero con ogni sorta di virtù . Paziente, docile, ne convertì un gran numero , rendendosi per
umile, distaccalo dal mondo, amante della po- tal modo un perfelto imitatore degli Apostoli .
vertà , delle umiliazioni, delle penitenze, fervi. Dio, per esperimentare la costante fedellà di
do nelle cose divine e nel servizio dei fratelli , Bennone, permise che si trovasse ravvolto nei
egli era riguardato sicome il modello della torbidi eccitati nell'impero contro la Chiesa
perfezione cristiana . La sua purità era legnü dalle guerre di Enrico IV . La sua virtù non
degli altari , e tanta era la sua divozione nella valse a salvarlo, nè dal carcere, ne dagli altri
celebrazione del sacrifizio dell'altare, da non mali, cui lo condannò l'imperatore. L'oppo .
poterlo compiere senza bagnare di lagrime l'o- sizione suscitata miseramente dallo stesso En
stia consacrata .Morto l'abbate Adalberlo quat. rico IV contro il Papa Gregorio VII eccitò po
tro anni dopo il sacerdozio di Bennone, molli co dopo una tempesta ancor più violenta e più
monaci diedero i loro voti per la sua elezione, funesta contro la Chiesa . Enrico cerco fortili
mentre i suffragi di alcuni altri erano per Si- care il suo partito coll'amicarsi i prelati e la
giberlo. L'umile nostro santo, quantunque fa . nobiltà di Sassonia , cui aveva già prima dichia
vorilo dalla pluralità dei voli , tanto s'adoperò, rata la guerra. Fece perciò richiamare gli esi
che dopo tre mesi di continuati contrasti, rie- liati , e rese la libertà ai prigionieri .
sci a far eleggere il suo competitore. Voleva Bennone rientro allora nella sua chiesa, ma
egli passare la sua vita senza alcun titolo, perdette un grande sostegno, morto essendo s.
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fasc . XIV . 106
842 BENNUI - BENTIVOGLIO ( Guido)
Annone di Colonia. Non perdelle però corag mini illustri , che in Ini giovane ammiravano
gio : rifiuto d'assistere all'assemblea generale quella scienza e maturità di senno chie nell'elà
dell'impero, convocata a Worms dall'impe. matura non sempre si trova . Ne gli scienziali
ralore , per farvi deporre il Papa Gregorio solamente lo apprezzavano, ma lo stesso Cle
da'suoi vescovi e da alcuni cardinali scisma mente VIII , che erasi recato a Ferrara , sli die
tici ; e volendo Bennone far conoscere in 10 de chiari segni della stima che nutriva per lui ,
modo più positivo il suo zelo pel Pontefice, si facendolo suo cameriere secreto, permettendo
portò a Roma , ed assisté al concilio, in cui si gli però la continuazione dei suoi studii , ter
giudicarono i simoniaci, e fra questi lo stesso minati i quali,Guido passò a Roma, e si acqui
imperalore. Avvisati di sua parlenza due fra- sló tale concello che Paolo V lo spedi alla
Telli canonici di Misnia , lascio loro le chiavi nunziatura delle Fiandre. Reso ivi caro ai cat.
della sua chiesa, ordinando che venissero get. tolici non meno che agli eretici , passo a Pari .
lale nell'Elba , per proibirne l'ingresso al prin- gi , dove fu amalo moltissimo. In quel tempo
cipe ed a'suoi aderenti. fu dal Pontefice Paolo V creato cardinale pre.
Reduce da Ronia fece ripescare le chiavi, le col titolo di S. Giovanni a Porta Latina,
assolvelle dalla scomunica quelli che persuase nel giorno 11 gennaio 1621. Luigi XIII lo eles
ad abiurare lo scisma, e riprese con zelo il suo se prolellore della Francia presso la Santa Se
vescovile ininistero e le sue fruliuose missioni de, carica che Guido tenne sino all'anno 1625,
sinza dipartirsi giammai nè dall'ubbidienza in cui la depose, passando al vescovalo di Pa
dovuta al legiltimo sovrano , nè dalla rispello lestrina . Il Sommo Pontefice Urbano VIII lan .
sa affezione e costante fedeltà alla Santa Sede, ta aveva stima del suo sapere, che con lui con .
fino a che, carico d'anni e di nuerili, mori il 16 feriva intorno agli affari più rilevanti del suo
luglio 1106. Si crede che questo santo abbia pontificalo.
avuto il dono delle profezie, e che Dio abbia Potevasi pertanto appellare il Bentivoglio
onorata la sua lomba con miracoli. per ogni ragione l'ornamento ed il decoro del
Sepollo nel modo il più modesto, in un an . sacro collegio, poiché nei concistori , quando
golo della chiesa , m aveva ordinalo egli parlava , ognuno rimaneva come estatico
slesso, venne trasportalo in una magnifica tom . pendendo dalsuo labbro. Si poco pero era prov
ba in mezzo alla chiesa l'anno 1270 dal ve- veduto di forlune, che per vivere e soddisfare
scovo Viligone. La sua festa si celebra il 16 ai suoi creditori dovelle vendere un palazzo
giugno. Baillel, 16 luglio ; Emser. , ap. Sur. , magniſico, che teneva nel Quirinale , con alcu
p. 231 . Bai. ni giardini adiacenli , e ritirarsi ad abitare una
BENNUI. Israelita , discendente da Phabalh . casa ordinaria , per diminuire la corle e restrin
Moab, che ripudio la propria moglie, che ave gere le sue spese. Ciò avvenne in parte per la
va presa contro la proibizione della legge. morle di Paolo V avvenuta poco dopo la sua
Cat . promozione alla porpora. Nel conclave tenuto
BEN -ONI. È questo il nomeche Rachele die- dopo la morte di Urbano VIII , egli , per senti
de a suo figlio , nominalo Beniamino da suo mento unanime, ebbe i voli pel sommo ponti
padre Giacobbe. Questo nome significa figlio ficalo , ma Iddio colla sua sapienza infinita ave
del mio dolore. V. BENJAMINO . CAL . va diversamente disposto , poichè collo da
BENOTH . Nome di un idolo che era adora. gravissima febbre fu tralto al sepolcro nelle
to dai Babilonesi, come è ricordato nel quarto stanze contigue allo stesso conclave, in elà di
libro dei Re, al capo decimosettimio. Cal. anni sessantaselle, nell'anno cioè 1644, dopo
BENTIVOGLIO ( Guido ). Nacque da il- ventitre di cardinalato.
lustre famiglia in Ferrara nell'anno 1577 , e Il Prioralo lo dice uomo di sublimi pensieri ,
fino dagli anni suoi primi diede segni non di porlamento nobilissimo, di cuore generoso ,
dubbii di maschia virtù . Scrive l'Eritreo nella di Tratto signorile ed affabile, in ogni azione
sua Pinacoteca , che fanciullo non amava i di- magnanimo , in ogni divisamenlo prudente, nei
verlimenti propri di quella età , ma più presto maneggi giudizioso, e valoroso nel trattare im
la conversione di uomini dabbene e lelle. portanti affari, cardinale di somma integrilà,
rali; e ciò non è gratuitamente asserito , perchè d ' incomparabile sa pere , di alto intendimento .
ne porgono testimonianza di verità i progressi L'Eritreo, nella sua Pinacoteca , non dubita
che fece negli studida prima in Ferrara, poi asserire, che maggior lustro oltenne la porpo .
nella università di Padova, dove, dice il Prio ra da lui , di quello che ne ricevesse egli dalla
rato, si recò nell'anno 1594 ; progressi che gli porpora.
meritarono la stima ed approvazione degli uo La migliore delle sue opere è la Storia delle
BENTIVOGLIO (COKELIO )--BERA 843

guerre di Fiandra, che quanlunque non sia queste virtù che indussero il pontefice Urba
senza diſelti, pure è una delle più belle storie , no IV a trarlo dal chiostro, eleggendolo vesco
che siano ornamento della letleratura ilaliana. vo d’Osimo . Benvenuto, adorando le vie an .
Abbiamo inoltre la Storia della sua nunziatu- mirabili della Provvidenza , sottopose gli ome
ra in Fiandra, alcune lellere, ed il Diario, o ri a tanto peso , ponendo iolieramente la sua
memorie di soa vila , che sono monumenti non confidenza in quel Dio, che si serve dei mezzi
tanto del suo sapere quanto della prudenza e pin deboli per mandare ad effetto i suoi alti
dell'avvedimento di lui . MOR. disegni. Sebbene vescovo, il vostro beato con
BENTIVOGLIO ( CORNELIO ), nasceva da servò sempre l'abito del suo istitulo, e dopo
nobile ed antica famiglia di Ferrara, nell'an . aver governato la diocesi con rara prudenza ,
no 1667. Maturo di età , recalosi a Roma , a. nori nel bacio del Signore il giorno 22 marzo
spirava alla carica di auditore di rola , ma 1276 , giorno in cui i Francescani celebrano la
furono vane le sue cure per ollenerla. Clemen , sua festa . Mor.
te XI , che conosceva i suoi talenti e le qualità BENZOHETH , era figlio di Jesi , conforme
personali, che lo distinguevano, volle compen- alla narrazione del primo libro dei Paralipo
sarlo, e lo elesse cherico di camera, colla pre- meni, al capo 4 , vers . 20. CAL
sidenza delle armi . In queslo impiego egli ese BEOANO ( S.), figlio di Bengi , ripole viel
guì con tale attenzione e diligenza il proprio principe della terra di Powis, nel principa
dovere, che il medesimo Pontefice nel 1712 lo di Galles in Inghilterra, fin da fanciullo
invio nunzio alla corte di Parigi, quanılo bol venne dalo ad educare ai monaci di Arvon .
livano le controversie tanto rinomale in Fran . Questi non lasciarono mezzi , affinché nelle
cia , cui diede occasione il libro di Quesnello , scienze non solo, ma nella pietà il giovanello
condannato dal medesimo Papa colla bolla U. crescesse, ed ebbero il conforto di vederlo in
nigenitus Dei Filius. In quell'incontro Cornelio tatlo corrispondere alle vigili loro cure . Ma
sostennecon gran forza le decisioniapostoliche. poiché i monaci di Arvon furono trucidali da
Riusci graloa Luigi XIV ; pure, morto il re, non gli Anglosassoni del Northumberland , il re di
godelte dello slesso favore appresso il duca di North - Wales ne vendicò la morte, riporlando
Orleans, che reggeva il regno , al quale anzi di sopra i sacrileghi uccisori una compiuta villu .
venne sospello, per cui fu richiamato dalla ria. Beoano in quella circostanza fece dono a
nunziatura, e fallo rimanere in Ferrara sino quel re di uno scettro d'oro , ed il re a lui fe
al momento in cui fu creato cardinale pretedel ce dono di un pezzo di terra , ove egli edifica
litolo di S.Girolamo degli Schiavoni , grado il monastero di Agunog - Fawr, verso l'anno
che gli fu conferito dallo stesso Clemente so. 617. Quivi il santo istilutore condusse una
pranoninalo il giorno 19 novembre dell'an- vita veramente religiosa, e Dio lo illustrò an
no 1719. Dopo questa sua elevazione al cardi- che con qualche miracolo. Nulla dicono gli
nalato fu ascritto alle congregazioni della Con . scrittori di certo intorno all'epoca della sua
sulla, di Propaganda ed altre, ed ebbe la lega. morte, variando di troppo le opinioni per po
zione di Ravenna, che lenne pel corso di anni terle conciliare. Il monastero che da principio
sei . Nel 1726 , essendo Pontefice Benedetto XIII , portava il suo nome , ebbe in appresso quello
fu dichiarato ministro plenipotenziario del re di Clynnong , essendo passato in potere dei
callolico in Roma, ove mori nell'anno 1752 monaci di Cluni. Mor .
in elà di anni sessan lacinque, lasciando il suo BEON , altrimenti Bean, città al di là del
nome commendevole anche per alcuni lettera. Giordano. Eusebio dice che apparteneva alla
ri lavori , fra' quali merila menzione la cele tribù di Ruben . CAL .
bre sua traduzione in versi italiani della Te BEOR . E questo il nome del padre di Bela ,
baile di Stazio. MOR . re dell'Idumea ( Gen. 36, 32 ; 1 Par. 1 , 43) ; 8
BENVENUTO ( Besto ). Nacque in Anco- il nome del padre dell'indovin BALAAM (V.).
na , e fino dai primi suoi giorni diede segni di BERA , o meglio Beera , era una città , se
quella virtù , alla quale dovea poscia innalzar- çovdo Barbie du Bocage , al nord di Eleutero
si. Come fu all’età opportuna si consacrò al poli ; ina , egli dice , tale è la opinione di s. Giro
servigio di Dio nel convento dei Francescani. lamo: seguendo però il racconto dei libri dui
Fra questi egliera siccome lucerna, che diffon- Maccabei, sembrerebbe più vicina a Gerust -
deva ovunque quella luce che serve a trarre lemme. Il Reland ritiene che fosse sulla strada
Can.
altrui alla perfezione ; perfezione eni egli di da Gerusalemme a Siebem .
giorno in giorno formava propria di sé, cre BERA , uodecimo figlio di Suphia . I Pur. c .
scendo nelle più eminenti virti . E furono 8, vers. 37 .. Cal .
844 BERARDI - BERAULT -BERCASTEL
BERARDI ( B. BERARDO ). Il beato Berar. cosi avvenne che il nostro Berardi nell'opera
do traeva origine dai conti di Marsi in Colle , impresa della correzione dei costumi dei suoi
castello nel paese dei Marsi , e nasceva l'anno figliuoli molto dovesse palire, vedendosi per
1080. Pandolfo, suo vescovo, scorgendolo ador. sino olto volte cacciato dalla propria chiesa , e
no di ogni virtù , lo associò agli accolili della più volle trovandosi in pericolo di perdere la
sua chiesa . Il Berardi si rese celebre per ogni vila. Ciò nullameno sempre impavido egli ri
maniera di virtù : sorgeva il primo ai malluti- mase, né cessò dal combattere l'iniquilà,se non
ni notlurni , serbava esalto silenzio finchè si il giorno 3 novembre dell'anno 1130 , che fu
doveva tacere, non usciva mai dalla canonica, quello di sua morte , mentre era in elà di cin
quando nol permettesse il superiore, non fis- quanta anni , giorno che per lume superno a:
sava mai lo sguardo in volto di donna , né con veva già preved ulo. Altestarono la sua santità
essa parlava , se non presenti testimoni ocula . non solo un soavissimo odore, che spirava dal
ti. Per le quali cose fu mandato al celebre mo suo sepolcro , ma parecchi miracoli che Iddio
nastero di Montecassino , ove passò sei anni si compiacque operare a sua intercessione.
nello studio delle lettere. Giunta al suo ve . MOR.
scovo la fama di sue virtù , lo ordinò suddia. BERAULT-BERCASTEL ( ANTONIO ENRI
cono apostolico ,e lo destino al governo della co), nacque nell'incominciare del secolo XVIII
provincia di Campagna . Avuto questo incarico nel paese di Messin . Fu prima Gesuita, poscia
tullo si adoprò a migliorare lo stato di quelle curato di Omeville, nella diocesi di Roano, fi
terre, nè lasciò fatiche, nè risparmio a gravi nalmente canonico di Noyon , e morì duranle
stenli per frenare gli audaci assassini e mal . la rivoluzione francese . Fallosi conoscere per
viventi , togliere di mezzo gli scandali , i furti , alcuni poemelli, e per un poema intitolato La
le rapine , gli omicidii , mostrando molta fer. Terra promessa , che male ſu accolto per la
mezza contro i piccoli tiranni che allora doni- bizzarra mescolanza del profano col sacro , e
pavano. In tale impresa non lievi furono i che ben presto cadde nell'obblio, trovò invece
patimenti che egli sofferse, e gravissime le pe- piu nobile campo nella composizione di una
ne che tollerų per opera dei malvagi , dai quali Sloria ecclesiastica, che condusse sino ai suoi
ebbe percosse moltissime e strazii acerrimi,che giorni , e della quale l’Andres nella sua opera,
egli senza muover parola sostenne per amore Origine e progressi d'ogni letteratura , tomose
di Gesù Cristo. Passato dappoi a Roma , il condo, parte seconda, libro quarto, capo primo,
Sommo Pontefice Pasquale II volle premiare parla nel modo seguente.
le sue virtù fregiandolo della porpora cardi « Volle il Bercastel comporre questa storia
walizia colla diaconia di Sant'Angelo , dalla ecclesiastica , studiandosi di serbare un mezzo
quale in appresso passò all'ordine dei cardi . fra l'istruttiva , ma soverchia lunghezza di
nali preti col titolo di S. Grisogono, e nel 1110 Fleury, e la superficiale ed inutile brevità del
dal medesimo pontefice Pasquale II fu eletto Choisy, e potè infalli compiacersi di esserne
vescovo della sua patria . Come giunse alla riuscito con felicità . Senza accumulare troppi
chiesa affidata alle sue cure pastorali , si diede fatti poco fra loro differenti, ha saputo sce
a lull'uomo a sbarbicare le male erbe che vi gliere i più proprii ed opportuni per isvilup
pullulavano, e specialmente il vizio della simo. pare ed inculcar le sode verità della religio
nia e incontinenza di alcuni cherici , ed a stu- ne, e per formare il cuore ed i costumi: si è
diare con ogni ardore la riforma dell'intera studiato di dare aila relazione dei falli la con
sua diocesi . I poverelli , e massimamente i ver- veniente misura , reciderne la superfluilà , e
gognosi, trovavano special luogo nel suo cuore, spiegarne al contrario alcuni tratti,che com
ed ogni beneficenza usava a loro conforto, ri- pariscono nelle altre storie difettosi, o per loro
coverandoli non solo nel proprio episcopio,ma stessi , o per la maniera di esporli; separare il
loro anche servendo colle proprie mani. Vide sacro dal profano , e le parti del mondo da
la consacrazione solenne della chiesa di S. Aga. quelle della religione; ed è riuscito a presen
pito di Palestrina , fatta dal sopraccennato Pon . tare una storia che pella giusta proporzione,
lefice, nell'anno decimoquarto del suo pon . pel melodo e per la semplicità sia alla porta
tificato. ta di tutti i fedeli che amano di conoscere la
Ma perciocchè i maligni veggono sempre con religione nei suoi principii, e d'impararne con
lorbido occhio l'opre dei buoni, e cercano di questo oggelto la storia . Benchè abbia comu
avversare ad esse e ad essi per vivere nei pro- nemente presi i materiali dagli altri storici , sa
pri vizii e disordinati costumisenza averechec approfondire alcunematerie più degli altri, sa
clicssia d'linpedimento al pravo loro operare, aggiungere qualche fallo, o qualche circoslan
BERCARIO ( S. ) 843

za del medesimo dagli altri non osservata , sa potersi per l'universale lellura e per l'uso co
dare nuovo ordine e nuovo lume alla narra mune di più sorli di persone accordarle con
zione d'altri , e sa diventare in qualche ma- ragione sopra tutte le storie ecclesiastiche la
njera originale. Ciò si vedle particolarmente preferenza. » Mor .
nell'ultima parte, che non essendo stata ancora BERCARIO (S.), primo abale di Hautvil
esposta dagli altri storici , egli ha dovuto slu- liers nella Sciampagna, trasse i nalali da una
diarla con particolare diligenza , e farvi più at- delle più antiche e nobili famiglie dell'Aqui .
tente ricerche. Ed egli infalti l'ha trattata con tania verso l'anno 636. San Nivardo , vescovo di
tulla l'estensione e pazienza , che poco lascia Reims, prese cura della educazione di lui , e
da desiderare ; particolarmente nella storia dello affidò a s. Nemacle, il quale ollimamente
giansenismo, su cui tanto si è scritto, ha sapu- gl'instillò quei principii di pielà , che crebbero
to rivangare tanti aneddoti, e mettere i fatti cogli anni maggiormente in lui , e quelle scien
in tal lume, che con ragione può riconoscersi ze , pelle quali potė nell'avvenire distinguersi .
in questa parte, tuttochè da altri maneggiata , Bercario, come crebbe cogli anni, conobbe la
per aulore originale. Nel frattare i callivi se vanità del mondo , e fallo padrone di sè, vi ri
coli si è anche contenuto comunemente con sa nunzið tostamente, volando a nascondersi alla
viezza e moderazione, senza sfialarsi , come so• gloria del secolo nel monastero di Luxeuil nel
gliono i moderni, in declamazioni contro il la Borgogna. Reggeva allora quel chiostro s .
clero e contro Roma ; non è stato neppure l'a Valberto, il quale rimase compreso di maravi
pologista dei difetti, nè ha dissimulalo ciò che glia osservando i rapidi progressi nella evan
vi era di riprensibile, anzi alle volte mi sem- gelica perfezione del giovane religioso. Dopo
bra un po' troppo libero , ed avrei voluto per qualche anno, che in questo luogo passò nel
maggiore sua lode, e per profillo dei suoi lel l'esercizio delle virtù e della monastica disci
tori , che nel parlare di s. Gregorio VII , e del plina , Bercario ritorno a Reims, ed indusse il
l'influenza delle decretali Isidoriane nel cam vescovo s. Valberlo a fondare il monastero di
biamento della ecclesiastica disciplina , non si Hautvilliers, del quale fu fallo poi superiore ..
fosse lascialo condurre dalla corrente dei mo In seguito innalzò dalle fondamenta due allri
derni filosofi, ma, meglio esaminando le cir. monasteri nella foresta di Der, nella diocesi di
costanze, e penetrando più intimamente nello Châlons sulla Marna , l'uno pegli uomini, l'al
spirito dei tempi e delle persone, avesse dalo tro per le donne. Le quali fondazioni compiu
ai fatti quel peso che devono avere realmente . te ed introdottavi la disciplina opportuna , e
Agli altri meriti della storia del Bercastel si dale le necessarie regole per la osservanza di
aggiunge quello di essere tulla della medesi essa, scelli all'uopo superiori virluosi, iolra
ma mano, senza intervento di continuatore ; prese il pellegrinaggio di Roma e Gerusalem .
l'unico pertanto che abbia il vantaggio di con ine, reduce dal quale arricchi di reliquie i due
servare costantemente il medesimo ordine e monasteri da lui fondali . Iolanto per la mor
metodo, la stessa do! trina , le stesse massime, te dei suoi parenti essendo andalo al possesso
il medesimo stile. I pregi dello stile, qui par. di molte terre, di esse ſece dono al monastero
liamo dell'originale, accrescono eziandio il me. degli uomini , nel quale fisso sua dimora , le
rilo di quell'opera. Lungi dalla negligenza a nendone il governo con nolla saggezza e sol
cui molti s'abbandonano sollo il pretesto di lecitudine. Ma lo zelo, onde avvam pa va per la
pielà nel trattare materie di edificazione, e salute delle anime, lo resc villima dell'altrui
molto più dalla propensione dei moderni scril. malvagità . Un cotale , indispellilo contro di
fori per la gonfiezza e per l'energia abbin . lui , perchè lo aveva ripreso di una mancanza,
dolata, pei raſlinamenti d'ogni sorta, per l'af. entrato in tempo di nolle nella cella , ove tran
fillazione puerile di novità di pensieri e di quillamente Bercario riposava, lo ferì con un
espressioni, e per altri dolci vizii troppo cer. coltello. Bercario ſu interrogalo qual castigo
cati dal corrollo gusto del nostro secolo, sa si dovesse dare al colpevole, ed egli , che altro
sempre sostenersi nobile e semplice, esatto e non nutriva che viscere di carilà, rispose che
corretto, ma naturale e savio , che cerca l'ele sarebbe morlo contenlo, se il rco avesse espiato
ganza quale con viene ad un collo scrillore, sen il suo delillo colla penitenza e con un divolo
za pregiudicare all’unzione, che la santità del- pellegrinaggio a Roma . Dopo due giorni di
la materia richiede. E considerando nella sto- patimenli, che il santo sostenne senza far sen.
ria del Bercastel la sostanza delle cose, e gli țire parola di lamento , mori il giorno 27, 0,
ornamenti della trallazione, compensali i di secondo allri, 28 marzo dell’auno 696. I mar.
delli cojvanlaggi , e computata ogni cosa, credo tirologi ne fanno menzione nel giorno 16 ollo
846 BERCASTEL - BERENGARIO
bre. Si può consultare in proposito il Mabil non è che un'ombra ed una figura, mentre gli
lon , secol. Terzo, part . 2 , pag. 629 ed il Baillet, allri riconoscevano il corpo ed il sangue di Ge
tom . 3 , ottobre , pag. 262, lo Spicilegio, tom . sù Cristo effellivamente contenuti nell'Euca .
10 , l'Adson , Conl. in prompl., Camuz , ecc. ristia , ma coperti da una specie d'impana
Bai. zione, affinchè si possano assumere siccome ci
BERCASTEL . V. BERAULT - BERCASTEL . bo, e dicevano essere questa la più sottile opi
BERCORIO ( PIETRO ) , fioriva nel seco nione dello stesso Berengario. I Berengariani
10 XIV . Nato a S. Pietro di Camino, abbrac. si confusero ultimamente coi nuovi Manichei.
ciò per tempissimo la regola di s. Benedetto, V. BERENGARIO,
di cui fece suo studio particolare d'imilare le BERENGARIANISMO. Appo gli scrillori
virtù , che in luicrebbero cosi da esser degno di ecclesiastici troviamo questa voce adoperala
venire elello a priore del monastero di S.Eligio per indicare l'empia e condannata doltrina del
in Parigi , ove poscia si slabilirono i Barnabili . perfido Berengario arcidiacono della chiesa di
Facendo sua dilella occupazione lo studio del . Santa Maria di Angers , il quale, nel 1055 , eb
la Sacra Scrittura, compose un Dizionario mo. be ardire di sostenere iniquamente e bestem
rale di tulla la Bibbia scrillo in latino, ed una miare contro la verità della SS. Eucaristia,
altra opera intitolata Redullorio morale della negando la presenza reale del corpo e sangue
Sacra Scrillura, in cui riferisce tutte le storie di Gesù Cristo in questo sublime sacramento
contenute nella Bibbia secondo il senso mora- di amore. V. BERENGARIO.
le . Bercorio fini i suoi giorni dell'anno 1562 . BERENGARIO . E questo il primo eresiar .
Cei. ca propriamente detto, che sia uscito dalle Gal
BERCOS. Capo d'una famiglia di Nalinei , lie . Era nato nel paese di Tours nei primi an
tornata dalla catlività in Babilonia con Zoro. ni del secolo undecimo con lulle le qualilà
babele. I Esdr. 2 , 55 ; || Esdr. 2, 55 . convenienti ai novatori : ma soprallullo con
BEREA . È questo il nome di una ciltà ri una estrema inclinazione per le idee nuove
cordata nel primo libro dei Maccabei al capo e le avventure di rischio, colla passione di di
nono . stinguersi , col talento di farsi valere , con u
Negli Alli apostolici al capo decimoseltimo, na tem pra di animo egualmente ostinata e
troviamo ricordata un'altra ciltà di questo pieghevole, incapace di cambiare e sempre
nome, della anche Beroes e Beroe , ed era si . pronto a ritrattarsi . Insegnò nella sua patria ,
fuata nella Macedonia , dove s. Paolo predicò conservò la scuola di Tours anche divenuto
l'Evangelio con molto frutto, perchè non po. arcidiacono di Angers, ed acquistossi la fama
chi di quelli che inlesero la fausta novella , ab- di uno dei più eccellenti maestri che vi fosse
bandonato il cullo profano , si dedicarono ro nelle Gallie. Intanto un giovane italiano, per
inlieramente alla legge di Gesù Cristo. nome Lanfranco ( V.), ebbe con Berengario una
Sotto il nome finalmente di Berea o BERIA , pubblica disputa, nella quale il celebre proſes
nella Bibliot. Orient. tom, II , pag. 221 , trovia- sore non riscosse molto applauso. Sebbene non
mo una sede vescovile della diocesi di Caldea , vi fossero agitate chequestioni assai indifferen
diversa dalla Berrhea di Siria o di Aleppo ; ti , molti discepoli di Berengario perdettero l'al
ed è forse il castello di questo nome che non ta idea che avevano della dottrina di lui , e lo
è mollo lungi da Marda nella Mesopotamia , abbandonarono. Allora Berengario cercò nella
dove i Giacobiti avevano un monastero dedi- carriera teologica totalmente per lui sconosciu
cato a S. Michele. Comunque siasi della po- ta una nuova esca per la sua curiosità , od al
sizione e dell'importanza della cillà o castello, meno un freno contro alla diserzione. Inter
egli è certo che fu sede vescovile, dacché tro- preto in una maniera contraria a tutta l'anti
viamo ricordato un vescovo di questo luogo chità i passi della Scrittura . che stabiliscono
che assistette all'elezione e promozione di E- la presenza reale di Gesù Cristo nell'Eucari
lia J il Callolico . D. V. GIORDANI . stia, in vei contro a Pascasio Radberlo, celebre
BERENGARIANI sono chiamali i discepoli fra i dottori , che nel nono secolo si erano spe
di Berengario . Divisi costoro nelle opinioni re- cialmente dedicati a difendere questo mistero .
ligiose, con venivano però Iulti nell'asserire em e con molle lodi celebrò Giovanni Scoto, il
piamente che il pane ed il vino non sono so. quale pareva , che l'avesse combattuta nello
stanzialmente cangiati nell'Eucaristia ; ma dif. stesso tempo ,macon poco strepito, e con esilo
terivano in ciò, che alcuni volevano sostenere, anche minore. Lanfranco, scandalçzzato della
trovarsi nell'Eucaristia niente affallo del cor- pericolosa celebrità , che il novalore di Tours
po e del sangue di Gesù Cristo, e dicevano che dava a Giovanni Scolo, si dicde con ogni sua
BERENGARIO 847
possa nella scuola a confutare cojesto dannoso concilio , dov'era anche Lanfranco , fu letto
scrillore e a vendicare la dottrina callolica di pubblicamente il libro di Giovanni Scolo , che
Pascasio. Per la qual cosa Berengario gli scris. venne proscrillo a pieni voli . Vennero quin
se in questi termini : a Ho saputo , o fratello, di esposti i sentimenti di Berengario , il quale
da Enguerrano di Chartres, che tu censuri e dopo l'ultimo concilio aveva contro di sè som
spacci per eretici i sentimenti di Giovanni ministralo mille prove ulteriori , e la condan
Scolo sul Sacramento dell'altare in tutto ciò na di lui fu confermala malgrado tutti gli ar
che non si accorda col tuo favorito Pascasio. tifizii dei suoi emissarii .
Se cosi è , non hai certamente fallo buon uso Berengario però, senza aspettare l'esito del
del tuo ingegno, il quale non è , a vero dire, concilio, andava sempre avanti nelle Gallie.
da dispregiarsi , ma che però non è per anche Stavagli soprattutto a cuore l'umiliazione, che
bastantemente versalo nella scienza delle Scril. aveva sofferta nella conferenza di Brionne ; ed
lure. Tenendo tu per erelico il dottore , di cui a fine di coprire la vergogna della sua sconfit
io approvo i sentimenti, devi nella stessa ma- ta, e di rassodare i disanimati suoi partigia
niera trattare Ambrogio, Girolamo ed Agostino, ni , pubblicó una leltera dirella ad un dotto
per non parlare degli altri . » Quesla lettera , religioso di Bec, denominalo Ascelino , ch'era
deferita al concilio di Roma nel 1050 , fu il stalo uno dei più terribili suoi antagonisti
fondamento , su cui furono giudicati i senti- nella disputa, e in questa lettera ritralta quan
menti erelici di Berengario. Ei fu condannato to avea dovuto confessare a Brionne, e ardisce
e privato della comunione. Ma siccome era as di nuovo tessere l'apologia di Giovanni Scoto.
sente , cosi venne cilalo al concilio con vocato a Ascelino però non manco di confutare trion .
Vercelli pel primo giorno di seltembre del me fantemente l'ardito ed empio novalore.
desimo anuo , alline di essere udito nelle sue Non tocco da questa risposta, non cesso Be
difese. rengario di maneggiarsi coi discorsi, cogli scrit
Approfillossi egli intanto dell'assenza di ti e cogli emissarii per accrescere il suo parti
Lanfranco, che fu chiamalo al concilio di Ro. to. Applicossi in singolar modo a farsi dei pro
ma, e lentò diffondere i suoi errori in Norman- tettori e dei partigiani nell'episcopalo , e di
dia ; senonché, vedendosi male accolto , passò falli gli riusci di sedurre Brunone di Angers e
sollecitamente presso il duca Guglielmo , di Frollando di Senlis. Allora tulli gli altri ve
cui credeva poter ingannare più facilmente la scovi del regno coucepirono i più vivi timori
giovanile inesperienza . Ma s'inganno , poichè sul pericolo che correva la religione. Li comu
questo principe saggio raccolse ben presto gli nicarono al re, il quale allora promosse la con
uomini più dolti dei suoi slati nella piccola vocazione di un concilio a Parigi per la metà
città di Brionne, dinanzi ai quali comparendo di ottobre dell'anno 1050, e fu ordinato a Be
Berengario , fu così efficacemente confutato , rengario di trasferirvisi.
che trovossi ridotto ad un vergognoso silenzio, Al termine assegnato, l'eresiarca , invece di
e quindi alla confessione forzata della fede catº comparirvi, rimase nascosto in Angers presso
tolica . il vescovo suo fautore. Non si lasciò per altto
E dissi forzala, poichè appena fu egli uscito di procedere contro di lui . Furono letti con
da questa conferenza, che scrisse ai vecchi suoi attenzione, ed ascollati da prima con gran si
seguaci una lellera piena delle solile bestem- lenzio i suoi scritti : ma l'empia loro dolirina
mie. Anzi ebbe l'audacia di tratlarvi siccome risveglio in breve le mormorazioni ed i cla
erelica la Chiesa Romana ed il santo Papa mori della indignazione. L'aulore yende sul
Leone XI , a line di vendicarsi non solo dei fatto ed unanimemente condannato, come pu
Normaoni unili di sentimento colla santa Se. re il libro di Giovanni Scoto . E il re , ani
de, ma eziandio della scomunica fulminata mato contro ai nemici di quell'adorabile mi
contro di lui nel concilio di Roma. stero, che è il più sacro oggetto del pubblico
Adunato il concilio di Vercelli , egli guar. culto , decreto , che se codesti settarii non ve
dossi dal recarsi a quell'augusta assemblea no nissero a resipiscenza, l'esercito francese avente
minata in molti luoghi concilio plenario , e alla testa i cherici in abiti sacerdotali marce
nella quale in falli si videro vescovi di tutte rebbe contro gli empii e ne farebbe giustizia.
le parli del mondo. Ma per serbar pure qual . A questa nuova i novatori rimasero costerna
che misura , o piuttosto per meglio fare illu- ti , ed i meno caparbii abiurarono immedia
sione ai suoi partigiani , vi mandò due eccle- lamente la loro eresia. Ma ben presto i capi
siastici , che potessero dipoi denigrarne la con • della setta coi loro artifizii e colle loro prote
dolta e renderne sospella la legillimità. Nel zioni trovarono maniera di dissipare questa
848 BERENICE -- BERGAMO
procella , e giunsero cogl'inganni loro a mula- di fede inserita da Lanfranco nel suo trattato
re l’animo del re, rispelto a Berengario. sul corpo e sangue di Gesù Cristo , un altro
Berengario trova vasi in Roma , allorchè vi si scrillo contro la sua seconda professione di fe
tenne il concilio nel 1078 e 1079 ; ma andalo- de , un giuramento sull'Eucaristia , una pre
vi per disseminarvi forse i suoi errori , parve ghiera in settantadue versi. Questi scritti ero
avesse limore del Papa Nicolò, lostochè l'ebbe vansi in Martene , Mabillon e altrove. Lo stile
conosciuto, e preso il partito della dissimula- di costui è duro, secco , intralciato ed oscuro.
zione, che gli era familiare, pregò codesto Pon . Dicesi, che l ' eresia di Berengario abbia dalo
tefice ed il suo concilio a dargli in iscritto la luogo all'elevazione dell'ostia e del calice su
fede che faceva d'uopo professare.Ottenutala , bito dopo la consacrazione, affinchè i fedeli
e conſessatosi colpevole, Berengario dichiarò possano coll'adorazione allestare la loro fede
nei termini più chiari di professare col cuore alla realtà del corpo e del sangue di G. C.
e colle labbra relativamente all'Eucaristia la nell'Eucaristia . Di quest'uso difalli non avvi
stessa fede cui professava la Santa Sede Apo- alcuna menzione nel trallato degli uffizii ec
stolica , il Papa Nicolò ed il concilio di lui . Giu- clesiastici di Giovanni , vescovo di Avranches ,
rava per la SS . Trinità ed i vangeli , e ricono. scrillo prima dell'anno 1068 , nè nelle lettere
sceva degni di un elerno anatema i difensori d'Ivone di Chartres a Matilde regina d' In
di qualunque altra credenza , e tutti i loro se- ghilterra, quantunque gli si fosse presentata
guaci . L'ipocrila, dopo di aver lelta e riletta occasione di parlarne. Ma di ciò meglio sarà
codesta formula , non contentossi di giurare e delto negli articoli Messa ed ELEVAzione del
di solloscriversi , ma fece accendere un fuoco l'Ostia e del Calice. D. V. GIORDANI .
in mezzo al concilio e vi getto tulti gli scritti , BERENICE , figlia di Agrippa sopranomi
che contenevano i suoi errori, con santa gioia nato il Grande , re degli Ebrei , e sorella del
del Papa e di tutti i padri . Ma non si tosto fu giovane Agrippa parimenti re degli Ebrei. Fi
niscito del concilio lo spergiuro seltario , che danzala da prima a Marco figlio di Alessandro
scrisse contro a codesla professione di fede, e Lisimaco, alabarco di Alessandria , poscia di
carico di atroci ingiurie il pio cardinale , che venne sposa di Erode re di Calcide , dopo la
ne avea composta la formola . Non andò molto cui morte ella propose a Polemone re del Pon
però, che la mano del Signore si fece sentire to e di una parte della Cilicia , di farsi circon
sopra del perfido , che da molti concilii con cidere per prenderlo a marito. Polemone aderi;
dannalo , fini di vivere il 5 gennaio 1080, nel. e quindi la impalmó. Ma Berenice non istelte
l'isola di S. Cosmo vicina a Tours. lungo tempo con lui , e poco dopo ritornò appo
Quesl'empio novalore alle orrende ed ese suo fratello Agrippa , con cui visse vila biasi.
crabili bestemmie contro l'augustissimo miste- mevole. Assistelle un giorno con Agrippa suo
ro della Eucaristia altre ancora ne aggiunse , fratello ad un discorso che fece s. Paolo di
combaltendo la santità del matrimonio col nanzi a Festo a Cesarea di Palestina , come
sostenere essere permessa la poligamia , indi il sappiamo dagli Atti Apostolici. CAL .
sacramento del baltesimo, sforzandosi empia . BERENICE . Molti credono che questo fosse
mente di dimostrare esser nullo il baltesimo il nome di una santa donna, nominala volgar
Hei fanciulli; come leggiamo nelle opere di mente Veronica, che riportò nelsuo fazzolello
Guimondo Theod . di Liegi e d'Adelmanno di l'impressione del ritratto del Salvalore ; la
Brescia nella Biblioht. Pal., tom . XVIII ; nel quale immagine credesi esser quella conserva.
Praleolo alla parola Berengario ; nel Baronin, ta in Roma , e che chiamasi il Santo Volto .
1004 , 1028, 1055 , 1059, 1079 , e 1088 ; nel Ma. ovvero la Veronica. Tutto ciò che varrossi dei
billon, Sec. Ben . e nei suoi Analelli, ed in Ceil : viaggi di questa donna, non merito molta fe
lier, Hisl. Aucl. eccles., lom . II . pag. 280 . de appo i critici , dei quali alcuni giunsero
DiBerengario abbiamo una lettera ad alcuni persino a dubitare della esistenza di una santa
eremili, ai quali dà regole di condotta, una ad di questo nome. CAL
un chierico che lo avea consultalo sulla scom u BERESCHIT. Nome che gli Ebrei danno
nica pronunciata contro un diacono che erasi al libro della Genesi, che incomincia dalla pa
ammogliato, un'altra a Lanfranco, una all'ab- rola Bereschil, la quale significa In principio.
bate Riccardo, ed una parte di quella che scris CAL
se al tesoriere della chiesa di S. Marlino , una BERGAMO, città antichissima, la quale ,
ad Ascelino , un frammento di lettera scrilla in benchè alcuni la vogliano fondala da Cidno
risposta ad Adelmanno, tre professioni di fede, nipote di Cam , 1804 anni avanti Cristo, proba
una parte d'uno scritto contro la professione bilmente fu fabbricata dai Galli Senoni; giace
BERGAMO 849
sul dorso d'un moole, dove le Alpi Rezie tini. Tustri di quella chiesa. Stabilitasi cosi la fede
scono, e comincia la pianura lombarda; e sollo (ne parliamonoi delle durissime vicende civili ,
ai Romani ebbe il carattere di municipio. A cui quella regione ſu soggella ), Iroviamo in se
padre della sua fede riconosce l'apostolo s. guilo Bergamo desolato dalla eresia ariana , che
Barnaba ( anno 55 ), la cui venuta in Lombar- già era trascorsa in Occidente; ma nell'anno 384
dia si dee ammellere, checchè ne dicano alcu- circa la viltoria della fede si manifestò nel dia
ni critici , che a lorto trascurano le più antiche cono Jacopo, il quale predicando e combatten
tradizioni di tutte quelle chiese. Questi adun- do valorosamente contro l'errore , confermò il
que venuto da Milano a Bergamo con Agalone suo ministero col sangue, ucciso nell'allo stes
e Caio vi diffuse la parola di Dio, e vi pose a so del predicare. E dal martirio di lui , e di
vescovo s . Narno, uno dei novelli convertiti , altri generosi, ancora la ſede pura ristabilitasi,
il quale , quantunque vecchio , affatico con dopo una lunga laguna si comincia la serie dei
frullo ammirabile, e fatto un pellegrinaggio a vescovi con Dominalore (anno 400).
Compostella, ritornato nella sua sede, s'addor. Finché all'anno 678 circa, essendo già Ber
mento nel Signore ( anno 75 ). Quindi s . Via. gamo con tant'altra parte d'Italia soggello ai
tore vescovo di Brescia resse unitamente anche Longobardi , ed obbedendo allora al re Cu
Bergamo ( anno 88 ), confortando i cristiani , niperlo , ritroviamo la memoria del vesco- ,
ch'erano rimasti fedeli nella persecuzione vo s . Giovanni II), il quale fu eletto, benchè
mossa dai gentili, il quale conforto fu pci con- secondo il costume dei santi vi fosse ripugnan
tinuato da s. Romolo, secondo la comune opi- te. Dapprima essendo il re poco ben disposto
nione, terzo vescovo , ch'era venuto da Fieso- d'affello verso di lui, gli area dato con in
le, dove ritornato per avviso d'un angelo, di- ganno e per sua rovina un cavallo indomabile
venne martire. Poscia seguirono duecento e e feroce, ma vedulo al primo salirvi del ve
più anni tristi oltre ogni dire ; non pastori, scovo andarsene mansuelo e di dolce passo, ne
che reggessero quella chiesa desolata da tutte concepi tale profondissima venerazione ( Paolo
le persecuzioni gentilesche, che si succedettero, Diac. 1. 6 , c. 8 ), che andando egli contro il
e sempre minore il numero dei seguaci della Irislissimo Alachi duca di Trento e di Brescia
fede ; allorché il misericordioso Dio vi con suo vassallo, ed Ariano, volle con sèGiovanni
dusse per le sue ammirabili disposizioni il glo. il quale contro questa eresia erasi dimostrato
rioso tribuno della legione tebana Alessandro, generoso campione, e n'avea convertito il du
cristiano fervoroso, che fuggia dalla persecu ca Grimoaldo. Ma Dio permise, a gloria mag
zione di Massimiano . Da Milano egli passato a giore, che il vescovo cadesse nelle mani d'A
Bergamo , per istraordinario fervore, senii lachi, e poslo da lui in carcere, fosse ucciso nel
commoversi di uno zelo per la fede più forte tempio slesso . Cuniperlo , vinlo poi e ucciso
assai, che il suo valore militare. Bello era il Alachi, ricompensò l'ingiuria da quello recata
vedere questo soldato, con tutta la franchez- alla sede episcopale, altamente onorando il b.
za e l'energia rianimare i deboli, ed eccitare i Antonino (anno 691 ), che gli era successo .
caduti; in breve divenne predicatore e zelante Caduta poscia la potenza longobarda, al
diffusore della fede , in mezzo a quella abbie- tempo delle guerre di Berengario, ch'erasi fala
zione dei fedeli, finche confermò la sua fede e to re, e che per sostenersi avea chiamato in suo
il suo zelo col più glorioso martirio, divenen- ajuto l'imperatore Arnolfo , vediamo la bontà
do fin d'allora il principale protettore di Ber- divina confortare questa chiesa e questa pro
gamo, al quale sono dedicate in città per insi. vincia, col mandarle il vescovo s. Adelberto
no tre chiese, fra cui la cattedrale. Ora in quel (anno 885), che si può considerare quasi suo
tempo ( circa anno 280) Bergamo dall'impera- nuovo fondatore, chè egli condusse il governo
tore Probo era stato assoggettalo a Crotacio , spirituale per continui cinquanta anni , colan
col titolo di duce, il cui figlio Lupo, e la ni tristi e miserandi . Arnolfo avea vinto d'as.
pote Grata , con Esteria , divennero cristiani sedio Bergamo (anno 894 ) ; avea appeso sulle
fervorosissiqi e compagni del martire Ales mura il conte Ambrogio ; saccheggiava la città ,
sandro, di cui raccolsero le ossa onorate, e in e minacciava l'ultimo eccidio. Adelberto gli si
sieme lo spirito del suo zelo. A Crotacio per- presenta, lo placa non solo, ma lo rende bene
lanto succeduto Lupo , e a questo Adleida , volo a quella terra infelice ; è già padrone del
Grala ed Esteria nel comando seguirono e suo cuore, e riceve dall'imperalore col titolo
compirono si veramente l'opera d'Alessan- di conte la signoria della città e del territorio .
dro, che la fede vieppiù si diffuse e si rassodo Nè ciò bastava ; gli Ungheri , flagello allora
in Bergamo, ed essi stessi divennero sanli il frequente per lungo tempo d'Italia , prendono
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc . XIV . 107
830 BERGAMO
con una scorreria Bergamo, e , fatto immenso to, seguace dell’empio imperatore Enrico, con
bollino secondo il barbaro costume, che aveano, dannato nel concilio provinciale di Milano, e
l'abbandonano nella desolazione e mezzo dis- morto ostinalo . - Gerardo (anno 1146), sotto
trullo ; e Adelberto oltiene da Berengario , che cui furono trovali i corpi dei ss . martiri Fer .
già dominava, il ristaurodella cillà , e la confer mo e Ruslico, e di s . Procolo vescovo di Vero
ina della sua anlorilà (anno 903, ovvero 910). na ; amico di Federico Barbarossa, ma interve
Continuò ancora la tribolazione e nella presa nuto al conciliabolo di Pavia contro Alessan
fattane da Lamberlo nemico di Berengario , e dro III, fu da s. Gualdino , arcivescovo di Mi
nella riconquista di questo, nella quale si vide lano, legalo, colpito d'anatema , deposto ed e
anche abbruciala la cattedrale ; nel secondo siliato ( anno 1170 ), ed è incerla la sua peni
saccheggio dato ancora dagli Ungheri ; e sempre tenza . Il capitolo però e la diocesi, rimasti in
il primo sostegno e conforto dei cittadini fu il tempi colanto contrarii fedeli, mandarono ad
vescovo , che apparve dato da Dio per lo spa . Alessandro papa dichiarazione di filiale sud
zin di mezzo secolo si infausto a sostegno di ditanza, e se ne conserva in Bergamo la rispo
questa chiesa. sta a gloriosa memoria. A questo successe
In seguito, sotto gl'imperatori tedeschi venne Guala ( anno 3170 ), che sostenne Alessandro,
più volte riconosciuta la signoria dei vescovi, e intervenne in Venezia alla pace fra questo e
il cui territorio al tempo di Enrico II ( anno l'imperatore, e fu uno degli arbitri in Lom
1041 ) estendevasi dalla Valtellina fino a sette bardia. Intervenne al concilio Lateranense (an.
miglia da Cremona , e dall'Adda all'Oglio, il no 1179 ). Giovanni Torniello di Novara
che basla aver delto per la temporale autorilà (anno 1210 ), intervenne al Lateranense conci.
di quei vescovi ; così pure non lascieremo di lio fanno 1215 ), celebró un sinodo (anno 1941 )
notare, come i capitoli stessi di S. Alessandro e accolse i santi Francesco e Domenico, a cia
e di S. Vincenzo ( giacchè con raro esempio scun dei quali diede un luogo per un conven
erano due-concalledrali nella stessa cillà), pos. lo.-Fr. Luigi o Algiso di Rossate Domenica
sedevano lerre e castelli, appartenendo la con no, che poi rinunzid. Inlervenne al generale
tea d'Almenno al primo, e la terra di Calci- concilio primo Lateranense; vieto, che si abi
nale al secondo. Fra i quali capitoli avvenne tasse più il castello di Corlenova, distrutto a
forse una delle liti più lunghe, che siano sta . cagione dell ' eresia dei Catari o Patareni.
te; cominciala sollo il vescovo Gregorio ( anno Giovanni IV , della famiglia Scanzia ( anuo
1155 circa ) slalo elelto da Innocenzo II nel 1296) di virtù incomparabile, e zelante per la
concilio di Pisa , e amico di s. Bernardo, da concordia e la pace in quei tempi di somme
cui otlenne la fondazione d'un'abbazia in Ber. discordie , promosse la disciplina ecclesiastica,
gamo, sembrava accomodata da una bolla del . anche con un sinodo. Nicolò Canal veneto,
lo stesso Innocenzo ; ma poi risorse, sollo i se- (anno 1342) che fu parroco a s. Bartolommeo
guenti Papi , e continuò sollo altri vescovi; sem . di Venezia, poi traslatato a Ravenna, e legato
brava aggiustata dal card . Ugone, stabilito per- di Cler te VI in Gran Bretagna. Lodovi
ciò legato; poi di nuovo sotto Lanfranco (anno co Bonelo (anno 1399), avuto in grande onore
1185), che dell'una e dell'altra chiesa faceva nel concilio di Costanza. Giovanni Barozzi,
un solo capitolo, un solo coro , un solo colle. poi patriarca di Venezia, di zelo sommo , e che
gio, un solo patrimonio, e Clemente III ciò fu eletto per riparare ai disordini del suo pre
confermava ; poi risorse ancora di tempo in decessore , che dopo dodici anni di caltivo go
tempo , e fu folla interamente, allorquando , verno erasi fuggito a Venezia, dove mori .
demolila la cattedrale di S. Alessandro per mo. Luigi Donalo (anno 1465 ), dottissiino, che pub
tivi strategici dai Veneziani , ai quali dall'an- blico opere, e un commento sul Maestro delle
no 1428 volontariamente si era dato Berga. sentenze; che lascið orazioni bellissime; sotto
mo, fu nell'anno 1611 , dal vescovo Daniele lui furono rilrovali i corpi de' ss. Canzio, Can
Giustiniani, che cosi com piva le cure comin- ziano e Canzianilla in Seriate. Nicolò Lip
ciate dal suo predecessore Giovanni Emo, rin- pomano ( anno 1512) , intervenne al concilio
novata e stabilita una sola calledrale dedicalá Lateranense, egli fu nei tempi infelicissimi per
al marlire Alessandro . E di ciò sia delto pin la guerra della lega di Cambrai; nei quali pe
che abbastanza . rò sempre apparve lo zelo di Bergamo per la
Ritornando ora alla serie dei vescovi, note- fede caitolica, conciossiachè,temendo a cagione
remo Ambrogio II, di speciale pietà , e antore del gran numero d'eretici, ch' erano nell' eser
d'un'opera sui Salmi. Arnolfo (anno 1077 ) cito nemico, e si frammischiavano ai cittadini ,
elelle, ma non consecralo ; degno di com pian . il consiglio della città incoraggio con ogni ſervo .
BERGIER - BERIA 851
re l'inquisitore a vegliare alla preservazione rore , scoprirne le insidie, e rimanere convinta
dall'eresia. Nicolò poi rinuzið, a lui succeden . delle perniciose conseguenze che ne derivano .
do il nipole Pietro Lippomano (anno 1516 ), Perciò il Bergier, servendosi di uno stile sem
eletto d'anni ventiquattro, per privilegio di Leo- plice e piano, giunse a ridurre in polvere quel
ne X ; prima amministralore, e consecrato tre l'ammasso di obbiezioni, le quali non provano
anni dopo. Nel suo tempo venne a Bergamo s. che la mala fede di coloro che le producono, a
Girolamo Miani, al quale egli diede in Somasca distruggere que sistemi ingannevoli che non
il luogo pel primo con vento . Pietro Bembo, hanno altro appoggio , che la debolezza dei
( V.) , di cui aggiungeremo, che dalla sede di fondamenti rovinosi, sui quali s'innalzano, di
Gubbio era stato traslatalo a questa ( anno porre le prove dei dogmi della religione in
1514 ).- Veltore Superanzio , che dopo avere quell'aspetto di fermezza e di forza, che le fa
assai sofferto pel sospelto d'eresia, conosciuta reggere ad ogni esame di crilica, e alla auto
la calunnia da Papa Giulio II, ſu rimesso rilà della fede umilia gli omaggi della ragio:
con onore, e si distinse pel suo zelo nel rimet. ne, quando questa non sia inliera niente cor
lere la ecclesiastica disciplina. Luigi Lippo . rolla. ( 1 lr'e secoli della Lelleralura Francese .)
mano (apno 1558 ), distintissimo e amatissi La cerlezza delle prove del Cristianesimo,
mo per pietà e per dottrina. — Federico Cor. 11 Dcismo confulato da sè medesimo, La rispo
naro (anno 1561 ), zelanle nell'adempire le ri: slu al sistema della Nalura . Nelleggere queste
forme del concilio di Trento, cui intervenne. opere si vedrà bene come la slessa ragione sia
Girolamo Ragazzoni, prima coadiutore a Fa una guida sicura per un uomo illuminalo che
magosta , si distinse per coraggio nel promuo De conosce i confini, e sia d'altronde un pu
vere il soccorso di Venezia a quella città nel- ricoloso prestigio per lo spirito senza freno, il
l'assedio dei Turchi , stimato ed amalo da se quale esagera i suoi diritti affin d'abusarne.
Carlo Borromeo ; vescovo di Bergamo (anno Trallala slorico e dogmalico della vera reli
1577), fu zelante per le riſorme del concilio gione. Jvi trovasi quanto può rassodare nei cre
di Trenlo , si distinse nella peste del 1580, so denti la fede, e contribuire al trionfo del Cri.
slenne gravissimi offizii di nunzio in Francia , slianesimo sui moltiplici attacchidella menzo
e di visitatore apostolico . - B. Gregorio Bar- gna e della incredulità. Se i filosofi, de' nostri
barigo (V.). — Pietro Priuli cardinale diacono giorni hanno fallo gli ultimi sforzi per diffon
(anno 1706 ), zelantissimo della disciplina , il dere i rovinosi loro sistemi, i veri apologislı
quale diede i vasi d'argento, del valore di della religione, alla testa de' quali convien ri .
molle migliaia di ducali , e le suppellettili del- porre l'abbale Bergier, ebbero ancora maggior
la sua cappella e della mensa per la guerra impegno per difendere la verità, e la villoria
contro i Turchi, elemosiniere, eu amorosissi evidentemente fu riportata da questi. Questo
mo verso i nemici. libro è scritto altresi con una facovdia che
Per ultimo aggiungeremo, che Bergamo fu niente lascia a desiderare quanto alla dicitura ,
sempre suffraganea di Milano e che fu patria che insieme unisce alla chiarezza la precisione ,
fra gli altri ai cardinali Giuseppe Negroni eru e la dignità alla correzione dello stile.
dito ed esimio legale ( anno 1759 ) ed Angelo Qual è l'origine di qualunque aulorilà ? 0.
Mai ( anno 1838 ) di cui parleremo (V.). puscolo degno di un tanto scrittore (Giornale
A. M. C. Ecclesiaslico di Roma, anno 1791, n . 22).
BERGIER ( NICOLÒ SILVESTRO ). Nato a Dar Bergier per ultimo è autore di un Diziona
nay nella Lorena il 31 dicembre dell'anno 1718, rio di teologia , pubblicalo nell'Encicopledia
mori nel 1790 a Parigi, della cui metropolita, melodica , che fu tradollo in italiano accresciu
na era canonico. Noi intorno a questo scrittore lo e corretto dal padre Clemente Biagi. In que:
riferiremo ciò che scrissero i critici più rino- slo Dizionario, come nelle altresue opere, v'ha
mali, non intendendo di considerarlo che per grande erudizione e logica chiara ad un tempo
rapporto ai suoi scritti. e rigorosa. Gjonn. Eccl.
Il talento di ragionare , ed il miglior uso BERI, quarto figlio diSepha, ovvero Suphia ,
del talento medesimo l'hanno reso celebre ben della tribù di Aser . Cal.
giustamente tra i difensori della religione. Il BERI, cillá vescovile della diocesi dell' Ar
modo cb'ei lenne per confutare i libri callivi menia maggiore, soggetla alla chiesa callolica
unisce al merito di una logica al sonimno strin- di Sis. Con.
gente quello pur dell'ordine e della chiarezza BERJA , figlio di Aser, padre di Heber e di
delle sue idee. Ogni menle può coll'aiuto della Melchiel. Genes. cap . 46. - Un altro Boria tro
splendida face ch'ci le presenta, riconoscere l'er- vasi ricordato nel primo libro dui Paralipo.
882 BERILLIANI-BERLINO
meni , al capo sellimo, ed era figlio di E. tropoli di Tiro. Tuttavolta il vescovo , a cui
fraimo. Cal. Teodosio dono Berito , con pregiudizio di Tiro
BERILLIANJ. V. ALOGIANI . prelése essere il metropolitano , e nell'anno
BERILLO , l'ottava pietra del razionale del 448 vi si tenne un concilio. Eustazio, vescovo
sommo sacerdote , chiamata nel testo ebreo di Berilo, riprovando le ordinazioni , che Fo.
Jasphe. Cal . zio, metropolitano di Tiro, aveva eseguito in
BERILLO eretico. Era egli vescovo di Bo- alcune delle sei città , olteone da un concilio,
stri nell'Arabia ; ma dopo aver governata la convocato appositamente in Costantinopoli,
sua chiesa con molta riputazione, circa il prin- che Fozio verrebbe scomunicato e che sarebbe
cipio del III secolo, cadde nell'errore d'inse ro ritornati al semplice grado di preli i ve
gnare che Gesù Cristo non aveva esistito pri- scovi da lui ordinati . Però il concilio di Cal
ma dell'incarnazione , nè aveva incomincialo cedonia non volle spingere le cose tant'oltre ,
ad essere Dio, se non nel seno della Vergine. ed il vescovo di Berito non ebbe più che il ti
Di più diceva che Gesù Cristo non era stato tolo di metropolitano onorario .
Dio, se non perchè il Padre stanziava in lui Jn Berilo v'ha un convento con piccola chie
come nei profeli. A dissuaderlo da una tale sa , e fuori della citlå trovasi una grolla avula
eresia, che rinnovava quella di Artemone , fu in venerazione dagli stessi Turchi, perchè è
impegnato Origene . Egli si recò a Bostri , e tradizione nel paese, che s. Giorgio in essa ab
compresone l'errore, glielo confutó con quella bia ucciso un drago.
dolcezza che vince, per cui Berillo convinto , Ora convien dire alcune cose della missione
abbandono sul fatto l'error suo . Leggasi in di Berito. Questa unita provvisoriamenle ad
proposito s . Girolamo in Calal. cap. 60 , ed Aleppo nel 1830 , fu data ai padri Cappuccini
Eusebio, lib . 6 , cap . 53 . Eus. sollo un medesimo prefello, il quale deve ri
BERINOPOLI o con altro nome Verinopoli, siedere in Berito nel convento de' padri sopra
cillà vescovile della provincia di Licaonia di- nominati , al quale è annessa una chiesa. In
pendente dalla metropoli d'Iconio . COM Diarbekir esiste un ospizio proprio della mis
BERISSA ovvero Verissa. Era questa pure sione di Aleppo , e negli altri ospizij dipen
una città vescovile della prima Armenia nella denti da questa missione , sono pure i delti
diocesi di Ponto. Com . religiosi : ma i Minori Osservanti di Terra
BERISSO. Questa sede vescovile della pri- Santa esercitano i diritti parrocchiali . Appar.
ma Armenia dipendeva dalla metropoli di Se- tengono alla della missione, come si ha dagli
baste , della con altro nome Cerisso od anche Annali della propagazione della fede, gli ospi
Merisso. Com. zii di Damasco, di Sima , di Monte Libano , ed
BERITH . Questo era il nome di un idolo in Gazar avvi una chiesa e conventi , i cui re
dei Sichimiti, come ne insegna il libro dei Giu. ligiosi vengono considerati come Europei. Un
dici , al capo nono, versetti quarto e sesto . tempo la missione di Aleppo aveva ospizi an
CAL, che al Cairo, in Ispaan, in Tauris, nella Per
BERITO, che pure si chiama Bairuth, Be- sia , in Larnica, e in Nicosia nell'isola di Cipro,
rilhe o Beroe, dalla parola fenicia Ber ( pozzi ) MOR .
a cagione dell'abbondanza delle sue acque, o, BERITO , Berylus . Città vescovile nell'A
secondo altri , da Beruti, che significa forza, è sia Minore nella Troade , secondo Stefano Bi .
una ciltà arcivescovile in partibus, senza suf zantino , diocesi de' Maroniti . I cattolici vi han .
fraganei, nella prima Fenicia marittima , dio- no un vescovo maronila , e gli scismatici un
cesi d' Antiochia , sollo la metropoli di Tiro, vescovo greco ; e sebbene non se ne conosca
provincia di Siria , sulla costa del Mediterra veruno degli antichi , tuttavia il dotlo maroni
neo , fra Tripoli e Sidone, di cui in origine fu ta Assemani , sull'autorità di un manoscritto ,
colonia . che egli opina essere dell'anno 1610 , fa men
E qui facendo di quanto avvenne a questa zione di un certo Gioachino, che in qualità di
ciltà sotto le varie dominazioni , cui fu sog arcivescovo reggeva quella chiesa . V. MARONI
gella, finchè venne a'nostri giorni in polere ti. La sede dell'arcivescovo è nel monastero
dell'impero ottomano, diremo che nel quarto di S. Giovanni di Chutale, nella provincia di
secolo Berito divenne sede vescovile, ed in se Maten. M. E.
guito Teodosio il Giovane, fiorito nell'anno 408, BERLINO , Berolinum , capitale della Prus
oltenne, che venisse erelto il suo vescovalo in sia. Sebbene la religione dominante in questa
metropoli , senza giurisdizione, giacchè dipen- città sia la luterana, pure tutte le altre vi sono
deva dal patriarcato Antiocheno , e dalla me permesse, per cui vi si trova anche una chiesa
BERNARD-BERNARDINO (SAN ) 853
callolica fra le undici lulerane, le sei riforma- fuzioni monastiche, benchè da lui non ricono
te tedesche, le qualtro riformale francesi , ed scano l'origine : così, per esempio, chiaman
una sinagoga. Questa era dapprima'una pic- si in Italia monaci riformati di s . Bernardo
cola cappella, ove i cattolici solevano radunar- quelli che in Francia si dicono Foglianti , in
si . L'angustia dell'edifizio però non permel stituili da D. Giovanni de la Barrière , vel
teva che le funzioni ecclesiastiche fossero cele. 1573 ; e che sono, come è noto , una modifica
brate col decoro corrispondente alla santità zione dell'ordine Cisterciense , cosi appellansi
dei nostri misteri . Nel regno di Federico II , i Bernardine le monache instituile ai tempi di
cattolici ricorsero a lui , acciocchè fosse loro S. Bernardo da santo Stefano , abate di Cister
permesso di costruire una chiesa decente, ed cio, il cui primo monastero fu quello di Tart,
il re non solo permise loro di fabbricarsi un fondato nel 1120 nella diocesi di Langres , do
magnifico tempio, ma anche di raccogliere a po la cui fondazione, e non ostante le austerità
tale effelto elemosine in tutti i suoi slati , la. che vi si praticavano , non tardò quell'esem .
sciando la soprain tendenza di ogni cosa ad un pio a trovare imitatori ; per cui i monasteri
religioso Carmelitano della congregazione di fuormisura moltiplicaronsi. Le monache non
Mantova . Dal conte di Hake , lenenle generale usavano pannilini , nè pelliccie , ed intendeva
e gran cacciatore , fu con molta solennità falta no, dopo le preghiere, all'ago ed al fuso : osser
la funzione di porre a nome del re la prima vavano perpetuo silenzio durante il lavoro, i .
pietra , la quale ricoperta da una lastra di ra milando in ogni cosa i religiosi di Chiaraval
me aveva questa iscrizione : Super hanc pe- le, resi dall'esempio di s . Bernardo illustri
tram aedificabo Ecclesiam meam : scdente Be modelli di santilà .
nedicto XIV Pontifice Opl. Max . , regnante Ma fra tutti i monasteri di Bernardine, il
Friderico 11 Borussorum rege , cujus conces- più splendido è quello di S. Maria la Reale ,
sione aedificandi templi romano- catholici San presso la città di Burgos, chiamato comune
clae Hedwigi principi dicali lapis angularis mente Las Huelgas di Burgos, edificato da Al
posilus est , anno 1747 , die 13 mensis junii. fonso VIII re di Castiglia nel 1187 , e celebre
Per quesla fabbrica non solo in Roma e nello non meno per la regia magnificenza delle sue
Stalo Ecclesiastico, ma anche negli altri stali case e pei gran beni che possedeva , che per la
cattolici, dietro esortazioni del Sommo Ponfe sua potenza feudale, avendo nella sua dipen
fice, si fecero offerte , e concorsero pure gene- denza tanto numero di vassalli , quanto mai
rosamente all'uopo con forti largizioni il Pa- n'ebbero i più ricchi baroni ed i più potenti
pa ed i cardinali. Questo tratto di beneficenza di Spagna. La badessa aveva giurisdizione
e di carità ecclesiastica, dice il Bercastel, tomo spirituale non solo sopra dodici monasteri del
trigesimoprimo, pag . 208, non solo contribui lo stesso ordine , ma ancora sui frati spedalieri
ad accelerare in Berlino l'avanzamento della di Burgos, e sopra un gran numero di canoni
fabbrica, ma più di tutto diede impulso a for . ci , curati e cappellani . Omellendo di dire de
mare in un paese protestante retto giudizio gli altri monasteri , che pur di rinomati ne a
sul disinteresse dei ministri e dei prelati della veano, diremo che l'abilo di queste religiose
Chiesa Cattolica Romana . BERC. consiste in una tunica bianca , uno scapolare ,
BERNARD (CLAUDIO ). Nato a Digione l'an un velo ed una cintura di color nero. Gio.
no 1588, consacrossi per l'intero corso di ven BERNARDINI , religiosi fondati da s. Ro.
ti anni al servigio dei poveri e degl'infermi berto abbate di Molesme e poscia di Cistercio,
nell'ospedale della città, facendosi chiamare ond'è che furono denominati monaci Cister
il povero prele . Egli predicava spesso nella ciensi . Seguono essi la regola di s. Benedetto ,
pubblica piazza , e le sue esortazioni andavano e sono chiamati Bernardini a cagione dell'aver
accompagnate da abbondanti elemosine, per la s. Bernardo illustrato il loro ordine. Porlano
distribuzione delle quali egli trovò fondi suf una veste bianca , e fuori del chiostro una ve
ficienti nella vendita di un'eredità che gli ste nera ; ma quando officiano, hanno indosso
fruttó 400000 franchi. L'attività del suo zelo una veste bianca della cocolla . Si contano in
estendevasi fino ai prigionieri , che non man- Francia cinque abbazie principali di s. Ber
cava di visitare, ed ai condannati , che accom- nardo, vale a dire Cistercio, Chiaravalle, Pon
pagnava al patibolo. Questo degno emulo di tigny, la Ferlé e Morimont. Giu.
s . Vincenzo de Paoli mori nell'anno 1641 . BERNARDINO (SAN ) DA Siena,della fami
Beauv., Diz . storico, pag . 243. glia degli Albizzeschi, una delle più illustri del :
BERNARDINE. La gran ſama di s. Bernar- la repubblica di Siena , nacque l'8 settembre
do fece chiamare dal suo nome alcune insli . del 1580, a Massa - Carrara , dove suo padre era
854 BERNARDINO ( BEATO )-BERNARDO (SA )
primo magistralo . Dalla sua più tenera in suo corpo. Pielro Rodolfo , vescovo di Siniga
fanzia mostrò gran zelo per le pratiche di re- glia, pubblico le sue opere nell'anno 1591 a
ligione. In elà di anni diciasselle entrò nella Venezia. A s, Bernardino si deve la isliluzione
confraternita della Scala , dedicata al servigio della festa del Santissimo Nome di Gesù .
dell'ospitale di Siena , ed intieramente si con Le opere di s. Bernardino da Siena sono:
sacro, in uno con altri dodici suoi compatriote 1. Quaresimale della religione cristiana ; 2.
li , a'quali aveva inspiralo il suo zelo , ad as Quaresimale intitolato il Pungelo eterno ; 3.
sistere gli appestali nel tempo dell'orribile in- Due avvenli, uno sulla beatitudine, l'altro sul
fezione, che per qualtro mesi del 1400 fece le ispirazioni; 4. Due quaresimali , il primo
immensa strage nella ciltà di Siena. Nel 1404 , dei quali è intitolato : Del comballimento spi
il desiderio di una vita più ritirala lo condus . riluale, l'altro Serafino, con altri sermoni ; 5.
se nella solitudine della Colombiera , lungi Un Iraltalo sulla confessione; 6. Lo specchio
qualche miglio da Siena , ove professò presso i dei peccalori; 7. Un Irallato sui precelli della
Francescani della strella osservanza. Degno fi- regola dei frali minori ; 8. Una lettera alle
glio di Francesco d'Assisi, ai piedi di un Cro- monache del suo ordine in Italia ; 9. Aspira 1
|
cifisso allinse quell'ardente zelo per la sala zioni a Dio per tutti i giorni della settimana ;
vezza delle anime, al quale lasciò libero il. 10. Un dialogo in prosa tra il mondo e la re 1
1
varco nel ministero della predicazione , cui e- ligione dinanzi al Pontefice ; 11. Un trattato
sercitò da prima nella sua patria per quallore in forma di dialogo sulla obbedienza ; 12. Ser
dici anni ; ma in fine il grido, che n’andò per moni per alcune domeniche dell'anno, per va
le genti , avendo tradito la sua umillà, diverse rię solennilà di N. S. e dei Santi ; 13. Un com
cillà d'llalia si disputarono l'onore di ascol- mento sull'Apocalisse. Ber.
farlo. Ovunque le sue prediche produssero ef BERNARDINO (Beato) TOMITANO, o bealo
felti maravigliosi . Taluno male intenzionato Bernardino da Fellre, sopranominato il Pic
prese molivo da certe particolarilà, che si per- colo a cagione della sua bassa stal ura , religio-,
metteva di dire nel pulpito, per den unzjarlo a so dell'ordine dei Frati Minori, nacque a Fel
Martino V siccome di sospella dottrina . Que, tre, provincia di Belluno nello Stato Veneto ,
sto Papa ponderatamente esamninò la sua per al principio del secolo decimoquinto. Era per
sona ed i suoi discorsi , e rese omaggio alla sonaggio fornito di molla virtù ,e si faceva am
sua innocenza ed ortodossia. Lo stimolo , nia mirare per eloquenza da tutti i suoi conoscen
indarno , ad accettare il vescovalo di Siena . ti. Bernardino de Busti, suo confratello . gli al
Eugenio IV non riusci meglio nell'offerta fal. tribuisce il dono d'operar miracoli :ma la pro
tagli successivamente di quelli di Ferrara e di va maggiore ch'egli abbia dala della sua pietà
Urbino. Di varie dignità che furono ad esso fu l'instituzione in parecchie cillà d'Italia dei
esibite , non accello che quella di vicario gene- monti, che sono chiamali di pietà, destinati al
rale del suo ordine, perchè i mezzi gli sommi- sollievo de'poveri angariali dalle usure. Mo
nistrava di stabilirvi la riforma con farvi ri- ri egli in Pavia il giorno 28 settembre 1494 .
vivere la primitiva osservanza, da cui derivò compose un trattatello sulla maniera di ben
a quelli che l'abbracciarono il nome di Os- confessarsi, stampato in Brescia l'anno 1542
servanti. In mezzo ai suoi travagli apostolici in 12, ed alcuni sermoni in lingua italiana
corso della sua vita, ai 10 dimaggiotermino
deinosiil sulla perfezione della vitacristiana, stam
pali in Venezia l'anno 1532 in 8 . Bus.
in Aquila degli Abruzzi . Colla divina unzio. BERNARDO (S.) , vescovo di Vienna nel
ne della sua eloquenza, e con la sua valen- Delfinalo. Nato da distintissima famiglia nel
lia nel volgere a suo laleolo gli animi delle l'anno 778 , fin dalla prima giovinezza con
persone, rinnovo nella miglior parle d'Italia dusse egli una vita purissima. Essendo morti
lullo l'aspetto del cristianesinio e della so i suoi fratelli , i suoi genitori lo mandarono
cielà . Contribui specialmente a riconciliare le alla corte di Carlomagno, e gli diedero moglie
due fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini. L'im a suo malgrado. Visse Bernardo in corte come
peralore Sigismondo aveva per esso si grande avrebbe fallo io uo , deserto, con digiuni, veglie
venerazione, che volle condurlo a Roma , ac e vigilie. D'anni venticinque ollenne dalla mo
ciocchè assistesse alla ceremonia della sua in- glie di vestir l'abito monastico nel convento
coronazione. Nicolo V lo canonizzò sessant'an- d'Ambournay in Bresse, di cui era stato il fon
ni dopo la sua morte, e Luigi XI dono ai Fran. datore. Governò egli solo quel con venlo, mor .
cescani d ' Aquila un'urna d'argento , in cui lo l'abbate , e aumento il numero de religio .
in questi ultimi tempi era ancora riposto il si, le rendile e gli edilizi. Egli ſu destinalo a
BERNARDO (SAN) 855
succedere a Wolfhart o Volfero , vescovo di samente verun oggetto lasinghiero. E poiché
Vienna . Fondo nella sua diocesi il convento di conobbe, che il demonio , benchè vinto una
Romans, ove tratto tratto ritira vasi per dis volta, la pugna non lascia , e che il mondo se
porsi alla morle cogli esercizi della vita mo. guace di ui tende ad ogni passo le reti per
nastica . Avendo avuto varii presentimenti del accalappiare e far suoi , cosi risolse di abbando
l'approssimarsi di essa , e congedatosi dal suo nare il secolo e nella solitudine di Cistercio ri
popolo, andoa chiudersi nel suddelto monaste . tirarsi, per ivi altendere con lutto sé stesso
ro, ove rimase per tre giorni e tre notti in al Signore. Grandi furono gl ' impedimenti,
orazione , prosleso sul suo cilicio. All'inco che alla sua risoluzione si opposero , molti muel
minciar della quarta nolle udi una voce che li che l'opra loro impiegarono perchè il mon
gli diceva : Vieni, tu sei aspellato ; di che pro do ei non lasciasse. La grazia però del Signore
vò molta contentezza ; e ricevuto ch'eble il era con Bernardo, ed i luni che riceveva dat
santissimo Vialico, passò placidamente dique cielo, lo sorreggevano in modo da vincere non
sla vita , nell'anno 64 dell'età sua, trigesiniose- solo gl ' impedimenti alla esecuzione dei santi
condo del suo episcopalo, nell' 842 di Gesù suoi pensieri , ma da Irar seco ancora alconi di
Cristo. But. quelli che lo avversavano nelle sue risoluzioni.
BERNARDO (S.), abbate di Chiaravalle. E tra questi coi persuase fin da principio la fuga
Nasceva Bernardo nel castello di Fontaine nella del mondo ed il desiderio di abbracciare il vi
Borgogna l'anno 1091. Figlio a Techelino , si vere penitente , annoverar si devono in modo
gnore del luogo, e ad Aletta strella di sangue speciale Gondrino suo zio, signore di Tulli ,
coi duchi di Borgogna, distinti amendue quan uomo assai potente nel mondo , e rinomato
lo per nobiltà di casato , altrettanlo per cristia pel suo valore, Ugo di Maçon , poi vescovo di
ne virtù, riceveva una pia e maschia educazio Auxerre, gli altri sei suoi fratelli , ed altri venti
ne. Bernardo,di uno spirito vivace , di raro compagni . Non si poteva vederlo, udirlo e non
talento, progrediva fin dai primordi nella scien- rimanere convinti, la via perfetta per il cristia
za e nella virtù più che l'età nol comportasse; no essere la vila di penitenza ; per cui tanta
sicchè dai suoi primi anni faceva conoscere era la polenza del suo discorso sui cuori , che
grande inclinazione alla pielă , ed a tullo ciò, le madri e le spose nascondevano i figli ed i
che dal mondo è delesláto . Il silenzio, la let marili per non vedersi prive di essi per essersi
lura di ottimi libri , la meditazione delle divi falti compagni a Bernardo.
ne Scrillure, erano cose a lui predilette, e ab. Vinta impertanlo la battaglia della carne e
borriva dalla compagnia dei giovani mondani . del sangne, con seco Prenta conspagni, l'anno
Non però conviene crederlo un giovane rozzo 1113, e vigesimosecondo di sua elà si presenti
ed incivile, chè anzi accoppiava al santo ritiro e fu ricevuto nel monastero di Oistello . Ber .
ed alla leltura dei libri santi , una dolcezza, nardo, conie si vide in questo asilo di consola
affabililà , urbanilà, che tutti attraeva . Le sue zione e dipace, imprese a santificar sė meile
preghiere chiedevano al Datore delle grazie di simo, e ripetendo sovente a sè stesso : Ber
conservar sempre in sè stesso il candore di pu- narde,ad quid venisli ? davasi con lutta alacri
rità . Godeva Aletta nel veder questo suo figlio fà all'esercizio di ogni virtù religiosa , per cui
nutrire disposizioni si buone, osservando co avanzava a gran passi nella perfezione. Come
me avrebbe risposto alle sue brame, che era. poi incominciò a gustare le dolcezze dell'amo
no di destinarlo particolarmente al servizio di . re divino, s'inebbriò e s'immerse cosi in quel
vino. Senonché, la disposizione suprema chia le pure delizie , che più non distinguera il sa
mava al cielo questa ultima genitrice, e Ber pore nei cibi, nè gli oggetti che gli passavano
nardo rimaneva orfano di lei nell'elà di quat dinanzi agli occhi. Tutto occupato nelle celesti
lordici anni , contemplazioni, ripolava coine tempo perduto
Facile è l'età giovanile, specialmente se eb- quello che concedeva al riposo, che era però
be vivacità da natura, di sdrucciolare ; ma brevissimo, e la sola necessilà di mantenersi in
quanto in mille e mille devesi deplorare, non vita gli era elimolo a prendere poco cibo e vol
porge in Bernardo -senonchè argomento di am- garissimo. Queste penitenze ed austerità fino
mirazione per la vittoria che seppe riportarne. dal suo novizia lo, lo resero cagionevole di sa
Osteggiato dai suoi compagni che cercavano lule, e soggetto a gravi dolori di stomaco quasi
indurlo al traviamento , tenlato ed insidialo da continui, che ei però supera va col vigor del suo
donne impudiche , seppe riportarne un pieno spirito e col suo fervore. Nei manuali lavori
trionfo, anche coi mezzi i più eroici, e palleg. mai non distraeva la sua mente da Dio, ed il
giando coi suoi occhi di non fissare mai curio- tempo libero da questi egli occupava nella ora
856 BERNARDO (SAN )
zione, nella lezione e nella meditazione delle trovavasi a Chiaravalle. Il vescovo di Châlons
superne cose. Il suo studio principale versava che recossi a visitarlo in quel lempo, vedendolo
sulla sacra Sorillura , nè lasciava di leggere in uno stalo vicino a dare la vila , e non polen
con umiltà e sommessione le spiegazioni dei do colle preghiere indurlo a mitigare le sue
santi padri , di cui seguiva le traccie, e special- penitenze, e prendere cura ancora della sua vila
mente di s. Agostino, dalla cui celeste dottri . corporale, ricorse al capitolo generale che allora
na egli diceva di non sapere mai allontanarsi. lenevasi , e da quegli abbati ottennepiena auto
Cosi Bernardo vedevasi divenulo già per rilà sopra la persona di Bernardo per lospazio
questa sua vita altrui modello di perfezione di un anno; la quale com'ebbe, fece collocare il
religiosa : nè più aveva allora di ventiquattro santo in separalo luogo , e gl'interdisse lutte
anni di età , quando dall'abbale Stefano fu in- le austerità della regola, e proibi ancora ai suoi
vialo a fondare il monastero di Chiaravalle. religiosi di parlargli di alcun affare del mona.
Era Chiaravalle un luogo orrido e deserto, ri . stero. Iddio benedisse le amorose cure del buon
cetto di ladri e d'assassini, situato nella diocesi prelato e restituì a Bernardo la sanità.
di Langres, vicino al fiume Alba . Bernardo Consultato allora e adoperato negli affari più
quivi si ferma, e coi dodici compagni che ave- difficili, non eravi controversia di qualche ri
va seco condollo, si accinge all'ardua impresa, lievo, in cui non fosse egli preso per arbitro.
e fonda il monastero, che di Chiaravalle ebbe Sopra tutto ebbe il santo ad affaticare moltis
il nome, celebratissimno nei fasti ecclesiaslici. simo nello scisma, che divise la Chiesa dopo la
Di questo celebre monastero Bernardo ſu fatto morte di Onorio II nell'anno 1130. La maggior
abbale nell'anno 1114. Fondalo il quale con parte dei Cardinali aveva eletto Innocenzo II,
gravissimi travagli, arrivò anche a trarvi au personaggio di esperimentata prudenza e dol
abilare molti altri, che prima menavan la vila trina : ma nello stesso tempo si voleva eleg
pelle lerrene ricchezze. gere tumultuariamente e per cabala Pielro
Colà l'esempio e le esortazioni del maestro di Leone, che prese il nome di Anacleto II ,
faceva di quei buoni monaci allreltanti illu e che, oltre l'irregolarità dell'elezione, pa
stri soggetti , atti a diffondere in altri luoghi il liva molle eccezioni personali, che lo rende
loro medesimo spirito. E fu infalli da questo vano immeritevole di una dignità cosi su
asilo di lanquillilà e di contemplazione divi- blime. Il primo sosteneva la propria causa
na , che uscirono gl'istitutori dei monasteri di colla giustizia e colla ragione ; Pietro ed i suoi
Tre Fontane, fondato nella diocesi di Châlons faulori per inezzo della violenza e della ini .
l'anno 1918 ; di Fontenay erello poco tempo quilà . Avendo lonocenzo scrillo in Francia , si
dopo nella diocesi di Aulun ; di Foigni nella congregarono i vescovi di quel regno per esa
diocesi di Laon , instituito nell'anno 1121 , e minare la validità dell'una e dell'altra elezio
l'altro di Reims fondato nell'anno 1127, nei ne, e convennero di rimettere la controversia
quali tutti siccome vigevano lo spirito e le re alla decisione del nostro santo, il quale fu ap
gole di Chiaravalle, cosi da quello pur dipen- positamente chiamato al concilio, Il servo di
devano, per cui Bernardo ne aveva una ispe. Dio si dichiaro a favore d'Innocenzo, e lulla
zione generale. A lali consolazioni di lui , si ag- l'adunanza vedendo in quella decisione la di .
giunse l’allra di vedere Techelino suo padre chiarazione dello Spirito Santo, si arrese con
divenire spirituale suo figlio, e morire pieno cordemente al suo senlenziare. Lo stesso fece
d'anni e di merili in questa solitudine, ove Luigi VI re di Francia , sopranominalo il
aveva abbracciata la vila monastica, e sua so- Grosso , che a tale oggetto aveva convocato in
rella Umbelina per le esortazioni di lui rin . Etampes gli stati del suo regno. E ſu pure a
chiudersi nel monastero di Tulli , ove santa vi- questo re, che con poca prudenza portandosi
la condusse. Ma diffusasi ben tosto la fama della dappoi verso Stefano vescovo di Parigi , fran
sua sapienza e santità , venne conosciuta la sua cainente Bernardo scriveva una lettera, ch'è la
opera opporluna ai rilevanti affari della Chie- quadragesimaquinta, in cui dà mostra della
sa . Fu egli perciò chiamato ai concilii di Tro- santa libertà del suo zelo.
yes e di Châlons lenuti da Malleo cardinale Nè quesli viaggi, nè queste fatiche furono i
vescovo diAlbano, il primo l'anno 4128 , il se. soli intrapresi e sostenuti da Bernardo pel
condo l'anno 1129 , i quali come furono for- bene della Chiesa e degli Slali ; imperocchè
nili , ed ebbe la sua missione compiuta, tosta . sebbene egli amasse vivere ignoto nella sua so
mente al beato suo chiostro ritornava.La pe- litudine nella contemplazione del Signore e
nilenza asprissima però avea ridotto Bernardo nello studio delle verilà superne, tuttavia do
a gravissima infermilà dopo alcuni anni che velle di frequente abbandonarla, intraprende
BERNARDO (Sax) 857
re viaggi lunghissimi, intervenire a numero e data al popolo la pace , pone l'Ostia consa
si concilii , comparire nelle corti dei principi crata sulla patena , e col volto infiammato, e
e dei monarchi a decidere le controversie più cogli occhi sfavillanti si reca alla porta della
gravi , e comporre le differenze le più invec- chiesa , dove il duca trovavasi, e cosi gli fa
chiate, locchè egli sempre faceva con animo vella : « Finora noi abbiamo adoperato le pre
ilare e lieto per obbedire a' suoi superiori, ghiere, e tu ci hai disprezzati ; molti servi
da cui riceveva il comando, o per amore ver di Dio, che erano nella *radunanza unirono le
so la Chiesa ; donde per la benedizione divina loro preghiere alle nostre , ma tu non hai a
prosperamente poi conduceva ogni negozia- vuto loro alcun riguardo. Ecco il Figlio di
zione all'ottimo fine desiderato. Bernardo in- Dio, il Capo ed il Signore della Chiesa da te
fatti, come ottenne che Innocenzo II fosse ri- perseguitata , il quale or viene verso di te ;
conosciuto dalla Francia pel vero e legittimo ecco il tuo giudice , al cui nome ogni ginoc
sovrano Pontefice , lo condusse da Orleans a chio si piega in cielo, nella terra e nell'infer
Chartres, dove persuase Enrico re d'Inghil- no. Ecco il giusto vendicatore dei delitti , nel
terra a riconoscerlo , come aveva fatto Lui- le cui mani quella medesima anima che ti tie
gi VI di Francia. Di là segui il Pontefice in ne vivo dovrà un giorno cadere : lo disprezze
Germania , e fu presente alla conferenza che rai tu ancora ? » A questi accenti il duca cade
ebbe con l'imperatore a Liegi , ove parlò fran- tramortito, compreso di spavento e dolore ,
camente a quel principe per rimuoverlo dal ma s. Bernardo lo rialza , gl'impone di ri
la inchiesta che aveva fatto di ristabilire le conciliarsi col vescovo di Poitiers, ed il du
investiture . Nell'anno 1132 accompagno il ca sull'istante obbedisce . Il vescovo fu ri
Papa in Italia , e riconcilio con lui i Pisani messo nella sua sede, e lo scisma interamen
ed i Genovesi ; lo segui sino a Roma , donde te fu soffocato in quella provincia. Nel 1137
fu inviato in Germania per ridụrre alla pace Bernardo andò in Italia chiamato dal Sommo
Gorrado e Lotario ; il quale negoziato con- Pontefice per ispegnere gli avanzi del partito
dotto felicemente a termine , venne chiamato di Pietro di Leone. Dopoché per lui i segua
a Pisa, dove il Pontefice era stato costretto ci del partito di Pietro si volsero alla ob
a ritirarsi per la seconda volta , e quivi as- bedienza d'Innocenzo , s. Bernardo fu man
sistette al concilio tenuto dal Sommo Pon- dato a Ruggero duca di Sicilia , che era il
tefice l'anno 1134 , dopo la cui conclusio- solo fra' principi che ancora sostenesse l'in
ne fu dal Papa spedito a Milano per ricon- truso, ma il santo bentosto lo fece cambiare
ciliare i Milanesi colla romana Chiesa, e con sentimento .
esso vi spedì pure due cardinali nella qua Resa in questo modo la pace alla Chiesa
lità di legati, Guido vescovo di Pisa, e Mat- Romana, ed estinto totalmente lo scisma, non
teo vescovo di Albano, affinché purgassero giunsero ancor per Bernardo i giorni di quel
la città di Milano dallo scisma , che Ansel- la calma ehe egli tanto bramava, affine di vi
mo , fautore di Pietro di Leone, vi aveva vere in sante meditazioni fra le solitarie mu
formato , e richiamassero alla unità coloro ra della sua Chiaravalle prediletta , poiché
che se ne erano scostati. San Bernardo pre- altrove lo volle il bisogno. Infatti fu nel
se a suo compagno Goffredo vescovo di Char- 1140 che ei comparve nel concilio tenuto a
mes , per avere in lui con chi consigliarsi Sens per combattere il famoso Abelardo, dei
nelle varie difficoltà ed aspre occasioni. E cui errori egli scrisse a Papa Innocenzo nella
questa sua missione ebbe pure ottimo fine, sua lettera 189 , che termina con queste pa
chè non appena giunse fra' Milanesi, videsi role : Ma tu , o successore di Pietro, giudiche
quella chiesa ben presto ritornata sotto la rai se la sede di questo Apostolo deve servire
obbedienza del legittimo Pontefice Innocen- d'asilo a quest'altro Pietro , il quale ne im
zo II . pugna la fede.
Non erasi ancora Bernardo restituito alla Trattavasi a quel tempo di ricuperare colle
Francia , che fu obbligato di lasciare la beata armi la Palestina dalle mani degli infedeli, e
tranquillità del suo chiostro per andare nella già la seconda Crociata andavasi disponendo .
Guienna col legato del Papa, per fare rientrare A tale oggetto il re di Francia chiamò più vol
il duca di quella provincia nella obbedienza te Bernardo alla corte, ed il Papa medesimo
della Santa Sede, e ristabilire i vescovi di Poi- gli scrisse più lettere per animarlo a pubbli
tiers e di Limoges , che egli aveva espulsi . Ber- carla. Bernardo, per quanto potè, si astenne
nardo peroró , prego, supplico, ma vanamente, dal prendere parte in un affare di tanta im
che il duca aveva cuor di macigno . Il santo ve- portanza ; ma come ebbe ricevuto un breve
dendo le preghiere nulla riuscire, mentre offre pontificio, con cui gli veniva ordinato espres
il Divin Sacrifizio , compiuta la consacrazione , samente di predicare oyunque la crociata , con
Encicl. Eccles . Vol . I. Fusc. XIV. 108
858 BERNARDO ( SAN )

tanta unzione parlò , che molti si ascrissero litudine, ricusò sempre qualunque onore e
mossi alle parole di lui , che furono anche ac- dignità gli fosse proposta . La sua virtù pero
compagnate da stupendi miracoli. Dalla Fran- ed i suoi miracoli, e tante altre eccellenti
cia passato in Germania, colla eloquenza sua qualità non impedirono che egli non venisse
con altri molti indusse anche Corrado III im- calunniato sovente; poichè questa è la sorte
peratore a crocesegnarsi. Che se per occulto, comune dei santi, mentre vivono su questa
ma sempre adorabile "giudizio di Dio, mala- terra : si odia la loro virtù , perchè in essa si
mente quella spedizione riusci e dalla bocca vede una continua censura delle passioni vi
della moltitudine era egli nominato come se- ziose che signoreggiano le persone mondane .
duttore e visionario, pazientemente soffri que- In mezzo a queste maldicenze , egli non sole
sta pubblica imputazione e diffamazione, e nel va usare altre armi che l'orazione, la pazien
secondo libro dell'opera intitolata De Cunsi- za ed il silenzio ; e se fu alle volte obbligato
deratione, che scrisse ad Eugenio III , già suo a rispondere , lo fece sempre con singolare
discepolo e monaco in Chiaravalle , fece una modestia e carità , ed insieme con forza e li
modesta apologia della sua condotta e della bertà cristiana .
sua retta intenzione. Senonchè a conoscerlo maggiormente, ve
Ovunque Bernardo trovavasi, parlaya sem diamo quanto di lui scriveva un suo contem
pre' di Dio, e ne ragionava con tanta forza ed poraneo. « Ho veduto, scriveva al suo tempo
unzione da compungere e togliere al demo » l'abate di Monte Cassino , ho veduto que
nio i suoi più stretti seguaci , traendoli con » st’uomo venerando ( Bernardo ), estenuato
una sincera conversione sotto il dolcissimo » dai digiuni e dalle austerità della sua soli.
giogo di Cristo. Reca ancora meraviglia non » tudine , estremamente pallido : e tanto vi
lieve , che un uomo entrato cosi giovane nel » sibili sono in lui i segni dell'umiltà , della
la solitudine , e che pochi anni dopo ne do » compunzione, della penitenza : e spira tale
vette uscire con frequenza per affari di alto » esteriore santità , ed ha siffatto contegno di
rilievo , abbia saputo trovar tanto tempo per » uomo celeste e spirituale , che commove col
iscrivere tanto e con tanta profondità di dol » solo mostrarsi anche prima di aver fatto
trina. Ogni genere di persone, pontefici, car » udire la sua voce . E dotato di eccellente in
dinali, vescovi, ecclesiastici , monaci, seco » gegno e di tutte le buone qualità naturali.
lari , uomini e donne sono da lui sapiente- » Ha un giudizio , una disinvoltura, un sa
mente istruiti nei doveri del loro stato, e » pere ed una esperienza incomparabile: par
nelle sante massime della cristiana pietà . » la con ammirabile facilità , e la sua elocu
Qualunque si fosse nei vizii immerso egli » zione è chiara, piena di dolcezza e di forza ;
con evangelica libertà riprendeva , perché si » il suo gesto è naturale, commovente, adat
emendasse , per cui si può dire , Bernardo es » tato agli argomenti che tratta, onde non è
sere stato suscitato da Dio qual nuovo Ge » a stupire che le sue parole producano ef
romia , ad annunziare la sua legge ai re, ai » fetti maravigliosi. La vita di questo grande
principi, ai pontefici, ai sacerdoti, ai popoli » uomo edifica ,i suoi discorsi vi istruiscono,
tutti della terra. » ed i suoi esempii vi sono di stimolo alla
Non fuvvi eresia e falsa opinione uscita ai » perfezione. »
suoi giorni alla luce che egli non abbia com Tale era Bernardo, che oppresso finalmen
battuta. Vincitore delle sottigliezze di Pie- te dal gravissimo peso di tanti travagli e di
tro Abelardo nell' anno 1147 intervenne a tante apostoliche fatiche, cadde in tale langui
1
parecchi concilii , e combatté gli errori di dezza e mancanza di forze, che annunziava
Enrico d'Aquitania. Nel 1148 convinse Gi- vicino il suo transito . Alla sparsa infausta 1
berto vescovo di Poitiers , e l'obbligo a ri- novella accorsero a Chiaravalle da tutte le
trattarsi dei suoi errori in pieno concilio. Fin parti circonvicine, vescovi, abbati e monaci
nalmente fu eletto in fin di sua vita media- per assistere alla morte del gran servo di Dio.
tore fra i cittadini di Metz ed alcuni princi- Stupi e restò di ammirazione compreso cia
pi vicini , stabilendo fra essi la concordia e scuno alla eroica pazienza del santo negli acu
la pace. tissimi dolori che lo laceravano , e testimonio
La fama dei suoi meriti e di sue virtù che della gioia , con cui rese l'anima al suo Crea
ovunque erasi già diffusa , fu cagione, che tore ai 20 di agosto dell'anno 1153 , in età di
molte nobilissime chiese lo ricercassero e do- circa anni 62 , polè nel partirsi portare scol
mandassero per loro vescovo , come fecero pita nella mente e nel cuore l'immagine di
quelle di Langres, di Châlons, di Genova, di uno dei più splendidi luminari della Chiesa .
Milano, di Reims ; inutilmente però, poichè Gli scritti di s. Bernardo rassomigliano ai
egli, che amava unicamente la umiltà e la so suoi discorsi , e nessuno ha mai fatto al par di
BERNARDO ( SAN) 839
cui un così bell'uso della sacra Scrittura ; re che hanno maggior relazione al nostro pro
poichè peritissimo nell'appropriarsi, e, se m'èposito, giusta l'ordine con cui si trovano nel
permessa l'espressione, nel naturalizzare le la ultima edizione del p . Mabillon in due
volumi in foglio, a Parigi , 1719 , per le cure
frasi e i concetti biblici , gli stessi sono da lui
così felicemente innestali nel corpo di ciascu-dei padri Massuet e Tixier.
na delle sue opere , che riesce difficile discer Il primo volume contiene tutte le opere ge
nere ciò che gli appartiene da ciò che piglia nuine di s. Bernardo. e comincia colle lette
in prestanza. Epperò di lui potrebbesi dire, re , che ne compongono il primo tomo, poi
come del profeta , ch'era la bocca stessa di chè questo primo volume è diviso in quattro
Dio , sol che egli pur sacrifica talvolta al gu-
tomi, e le lettere sono in numero di quat
sto del suo secolo , nel quale era troppo do- trocentoquarantasette , fra le quali noteremo
minante l'allegoria , senza che perciò profani,alcune principali . La prima è diretta a Ro
come adoperavano alcuni suoi contemporanei, berto suo parente , per esortarlo a tornare
la maestà dei soggetti che prende a trattare, nel monastero di Chiaravalle , di dove era
con allusioni troppo sottili , o con giuochi uscito per passare a quello di Cluni , in cui
d'immaginazione. Sempre però corretto e sembravagli meno austera l'osservanza . La
giudizioso istruisce e diletta . Allo studio pro-
seconda lettera contiene un rimprovero che
fondo de' sacri libri si scorge aver egli con S. Bernardo fa a Folco canonico regolare,
giunto quello de ' Padri a lui anteriori , parti-
il quale, cedendo alle istigazioni di suo zio,
colarmente di s . Agostino , che ha analizzatodecano di Langres , aveva abbandonata la
ne'suoi trattati della grazia , della predesti-
sua compagnia regolare per vivere da chie
nazione e del libero arbitrio; e di s. Ambro- rico secolare. Questa lettera è dell'anno
gio , da cui ha tolte molte cose che riportò 1120.
nei suoi panegirici . Sisto da Siena, il 'cardi Nella sessantesimottava , verso il fine, de
nale Bellarmino e Mabillon esaltano la por- clama contro il diacono Stefano di Curlandia,
tentosa sua scienza , la grazia naturale e la fe-
il quale era gran maestro della casa reale,
condità del suo stile, non che il patetico fare portava le armi e possedeva parecchi benefi
aifettuoso che domina ne' suoi scritti . Del zii . Nella novantesima risponde ad un quesi
quale dice il Weissenbach , ch'è uno stile to che gli era stato proposto , perchè tra tutti
peculiare del solo Bernardo , a voler imitare i santi dell'antico Testamento la Chiesa non
il quale qualunque si provò perdette ogni fa la festa che dei soli Maccabei. La 174 è la
fatica. Nessuno fu ad un tempo cosi sublime e famosa lettera che s. Bernardo scrisse ai ca
chiaro, così forte, vivace e facile , come Ber-nonici di Lione riguardante la festa della
nardo . Se egli dice anche cose comunissime , Concezione della Vergine. V. ConcezioNE.
mai non le dice comunemente; nei grandi ar Il secondo tomo delle opere di s. Bernardo
gomenti è grande , nè si abbassa nei minori, contiene diversi trattati di questo santo , il
ma come da quelli è sollevato, così questi sol-primo dei quali intitolato : Bella Considera
leva egli a sè stesso. Comunica quindi la sua zione, è diviso in cinque libri ed è dedicato
grazia e giocondità, anzi la sua vita alle stes-
al Papa Eugenio III . Nel quale con la sua so
se cose aride e sterili, e dove gli altri trovano
lita unzione e profonda sapienza dimostra la
o lasciano spine , Bernardo sembra seminarvi pratica della considerazione sulle cose spiri
e mietervi solamente fiori. Egli appare sem- tvali necessaria a tutti , ed anche al Papa in
pre nuovo al lettore, e lo sostiene con sempremezzo alle sue stesse moltiplici e importan
nuovo piacere , per cui per comune sentenza tissime cure, al quale colla rispettosa libertà
è chiamato il Dottore mellifluo. In mezzo pe- di un figliuolo insieme e di un padre espone
ró a tanta dolcezza , trafigge acutamente la tutti i doveri della sua altissima dignità.
umana malvagità e gli abusi in modo che la I libri sulla considerazione sono seguiti da
sua dottrina assume talvolta il carattere di un trattato della stessa natura diretto ad En
un'austera severità ; e allora si mostra anj- rico arcivescovo di Sens , concernente i co
mato da un ammirabile fervore di zelo, unito stumi e i doveri dei vescovi. Il discorso in
a carità , che lungi dal disgustare , vieppiù a
torno alla conversione è una esortazione mo
lui faceva accorrere gli uomini a dimandargli rale alla penitenza ed al cangiamento di vita .
consiglio. Sicché il solo Bernardo univa in sėIl trattalo sul peccato e sulla dispensa è una
la sottigliezza di Agostino, l'erudizione di Gi-
risposta che s. Bernardo fa ai monaci di s.
rolamo, la soavilà di Ambrogio e la energia Pietro di Chartres, che lo avevano consulta
del Crisostomo. to sopra questo argomento. Ei vi stabilisce
Noi faremo una breve analisi di quelle ope- per principio, che quando uno si è impegna
860 BERNARDO ( SAN)

to d'osservare una regola , non può venirne subbietti. La morte del santo abbale interrup
dispensato, se non in forza di cause giuste e pe questo lavoro , il quale non va oltre il ter
riconosciute dal superiore . Segue la sua apo- zo versetto del capo terzo, come dicemmo, e di
logia , della quale in appresso diremo ; indi cui l'ultimo sermone pare non sia terminato .
viene il trattato della nuova milizia, che con Abbiamo ricordato più sopra come il no
siste in un elogio che egli fa dei cavalieri stro santo scrivesse alcuni trattati , i quali
templarii , ed in una esortazione a soddisfare portano tutti l'impronta della profonda sua
ai doveri del proprio loro stato. S'incontrano scienza nelle cose divine. Ora brevemente di
poi diversi trattati di pietà, per esempio sul- remo di quelli che fra questi distinguonsi ,
l' umillà , sull'amore di Dio , del quale più cioè del trattato dei Costumi e dei doveri dei
sotto diremo. Vescovi, di quello della Riforma dei Chierici,
Il trattato della grazia e del libero arbitrio non che della sua Apologia, e dell'altro del
fu composto da s. Bernardo nell'occasione di l’Amore di Dio, che fu solo ricordato al luo
una conferenza, nella quale era stato da cer- go ove trovasi nella raccolta .
tuno obbiettato ch'egli attribuiva troppo alla Il trattato de' Costumi e dei Doveri de' Ve
grazia ; perocchè parlando delle grazie che Dio scovi è diretto ad un arcivescovo di Sens, che
facevagli, ebbe a dire, ch'ei riconosceva averlo dopo essere stato lontano per lunghissimo
Dio prevenuto nel bene; ch'egli doveva alla tempo dalla sua greggia , per godere dei como
divina bontà i progressi che vi faceva; e che di della corte, si era finalmente restituito al
sperava che Dio gli accorderebbe la perfezione. l'esercizio del suo ministero ed aveva chiesto
Taluno degli astanti avendolo udito cosi par. consiglio all'abbate di Chiaravalle per rasso
Jare , gli disse : Che fai dunque da te stesso , e darsi nei suoi disegni di conversione ; e s.
quale ricompensa puoi mai sperare, se è Dio Bernardo a lui dirigesi colle più santamente
che fa tutto ? Questa domanda somministrò a libere parole.
s . Bernardo l'opportunità di scrivere intorno Nel trattato della riforma dci chicrici, l'au
a questo argomento, per ispiegare l'accordo tore attacca principalmente quelli che mostra
del libero arbitrio colla grazia. Egli dice , che vano soverchia bramosia di ottenere le dignità
il libe arbitrio è sanato dalla grazia , colla della Chiesa e che s'impegnavano negli ordini
quale coopera e alla quale consente; che que- sacri senza riflessione e senza esame ; ma vi
sto consenso è operato dalla grazia stessa , ma tratta anche della conversione e della peniten
che perciò non è meno libero. za , vi dimostra che nessuno si può convertire
Il trattato dello stesso santo diretto ad Ugo a Dio fuor che col soccorso della sua grazia
di S. Vittore tratta di alcune opinioni di un preveniente, e che , allorquando egli ha fatto
anonimo. Segue il trattato contro gli errori di risonare la sua voce nel cuore del peccatore,
Abelardo. Havvi pure nello stesso tomo un trat- tocca a noi ad obbedire a quella voce , e ad a
tato sulla vita di s. Malachia , ed un altro sul prire gli occhi alla luce che diffonde sulle no
canto, ossia sulla correzione dell'antifonario. stre tenebre per farci scorgere le nostre ini
Il terzo tomo contiene i sermoni di s. Ber- quità, che solo in questa vita si possono can
nardo , divisi in tre classi, delle quali la pri- cellare colla penitenza ; che il dispiacere che
ma contiene i sermoni che si appellano delo se ne avrà nell'altro stato di vita , dee tornare
la stagione, la seconda quelli dei santi , ossia i inutile , perchè nei dannati la colpa sarà cosi
panegirici ; la terza quelli che versano sopra irremissibile come il supplizio sarà durevole.
diversi subbietti . Essi non sono meno elabo- Esorta poi il peccatore a non soffocare il gri
rati delle altre opere,pieni di fuoco e di pen- do della sua coscienza, e gli mette sott'occhio
sieri vivi e solidi , altissimi a toccare il cuo- la vanità dei beni terrestri .
re. Quasi tutti vennero da lui recitati ai suoi L'Apologia di s . Bernardo scritta da lui stes
religiosi , ai quali ogni di faceva ordinaria- so e diretta a Guglielmo di Teodorico , ebbe
mente delle esortazioni. causa da’rimproveri, che gli erano stati fatti
L’ultimo tomo del primo volume contiene d'avere in diverse occasioni accusato di rilas
i sermoni di s . Bernardo sul Cantico dei Can- satezza i monaci di Cluni ; e in essa protesta
tici , che sono in numero di 86 ; sui due primi che tanto egli , quanto i suoi, sono lontanissi
capitoli e sul primo versetto del terzo capitolo mi dal biasimare un ordine religioso quale è
della Cantica stessa : consistono in un gran quello di Cluni, in cui v'erano uomini egual
numero di pensieri morali e spirituali , che mente commendevoli per le loro virtù , che
egli trae dalle parole del testo o presentando- pei loro lumi, e dichiara che le sue censure
ne una mistica spiegazione, o attribuendo lo- non s' aggirano che sul piccolo numero di
ro un senso allegorico, o adattandole ad altri quelli che ad essi non somigliano.
BERNARDO DES PORTES-BERNARDO TOLOMEI (B. ) 861

Il trattato dell'amor di Dio è diretto al car. giovano menomamente ai trapassati ; contro


dinale Emerico , e in esso espone la più profon- coloro che negano il purgatorio; contro quel
da dottrina intorno alla divina carità, dichia- li che sostengono, non entrar l'anime nè in
rando come la causa di amare Dio è Dio stes- cielo, nè nell'inferno fino al giorno del giu
so, e la misura d'amarlo è amarlo senza misu- dizio, e contro la pretesa degli stessi eretici,
ra ; del qual dovere di amarlo non v'ha nulla che non si debba radunarsi nelle chiese per
di più giusto , nulla di più vantaggioso .. fare orazione. Gretsero pubblicò quest'opera
I sermonie le omelie di s. Bernardo portano nel 1614 .
tutti l'impronta di una profonda meditazione Dup .
de' misteri e delle verità di cui favella , e di BERNARDO TOLOMEI (B.). Nacque in
un' abilissima , affettuosa applicazione delle Siena il giorno 10 maggio 1272 , da Mino
stesse alle consuetudini della vita, diretta sia Tolomei e da Fulvia Tancredi. Da'suoi pie
a toglierne le viziate abitudini , sia a mode- tosi genitori affidato alla cura del p . Cristo
rarne le pericolose tendenze , sia ad avvivare foro Tolomei Domenicano, loro parente, que
e sorreggere in tutti e per tutto la carità ver- sti , dotato di scienza e di virtù , instillo nel
so Dio e verso il prossimo . giovane suo parente quei principii , pei quali
Il secondo volume delle opere che portano egli potesse avanzare nel bene, nè le sue cure
il nome di s. Bernardo è diviso in due parti : affettuose andarono a vuoto; perciocchè non
noi non ne faremo parola , perocchè le opere solo egli vide crescere il suo allievo nelle ot
contenute in esso sono attribuite ad altri au- time discipline scolastiche, ma si anche nella
tori , dei quali si farà menzione a luogo op- pratica di quelle virtù per le quali diveniva
portuno . San Bernardo fu dichiarato Dottore esempio ed eccitamento al bene verso i suoi
da Papa Pio VIII . compagni . Come Bernardo, attendendo alla
Oltre queste, le altre edizioni principali so- educazione che riceveva, dava segni di amare
no le due anteriori nel 1667 e nel 1690 per l'ordine del suo precettore e parente , e fece
opera dello stesso Mabillon ; le moderne a qualche dichiarazione di voler abbracciare
Besanzone per Gauthier, 1835 , e Parigi per quell'istituto , il padre suo, che altre mire
Gaume, 1839. I sermoni soli furono stampa- aveva sopra di questo suo diletto figliuolo, ne
ti a Magonza , nel 1475, e a Brusselle , nello richiamo alla propria casa , ove lo fece i
1 481 , e le epistole a Brusselle 1481 . struire nelle matematiche e nel diritto civile
D. V. GIORDANI . e canonico. In mezzo a questi studii , Bernar
BERNARDO DES Portes , fondatore della do attese pure ad ogni atto di pietà e di vir
Certosa, abbandonò il monastero d'Ambour- tù , per cui era venuto in estimazione di san
nai, nel quale aveva professata la regola di s. tità appresso i suoi concittadini, e precipua
Benedetto, per fondare la Certosa detta desmente appresso i confratelli di s. Ansano,
Portes. Egli governo quella comunità di reli- tra ' quali volle essere ascritto. Ma innalzato
giosi in qualità di priore fino all'anno 1147 al grado di cavaliere del romano impero, Ber
e morì il 12 febbraio 1152. Questo monaco nardo in brevissimo tempo sentì noia degli
scrisse parecchie lettere inlorno ad argomen- studii , cui con amore da prima attendeva,
ti ascetici, delle quali tre sole a noi perven- non che delle pratiche di pietà alle quali de
nero, e furono pubblicate dal padre Chifflet. dicavasi con grande diletto, e preso dall'ono
Una è diretta ad Aimone di Varennes e ad re novello, pose ogni sua attenzione allo eser
Aimone di Rohières; l'altra alle monache di cizio delle armi ed alle altre pratiche caval
Lione; la terza ad un solitario di nome Ri- leresche. Sennonchè Bernardo, venuto presto
naldo. V. CERTOSA . in uggia di quegli intrattenimenti mondani,
Cal. conobbe l'errore commesso nell'abbandonare
BERNARDO , abbate di Foucaud , che fio- la prima carriera, nella quale godeva pace il
riva nel secolo dodicesimo, scrisse contro i suo spirito e tranquillità il suo cuore, e sta
Valdesi , e dedicò al Pontefice Lucio III un'o- bili di farne aspra penitenza , ascrivendosi tra
pera nella quale combatteva questi eretici , che i confratelli dello spedale , detto della Scala .
Bernardo arcivescovo di Narbona aveva per A questo suo caritatevole ufficio altro ne ag
due volte condannati . In questo libro si tiene giunse, d' insegnare cioè nella sua patria pub
specialmente discorso dell ' obbedienza dovuta blicamente filosofia e giurisprudenza . Egli
al Pontefice ed ai Prelati ; e si ragiona contro aprì dunque una scuola con retta intenzione ,
la licenza accordata da quegli eretici ai laici ma mentre stimava divenire utile altrui , reco
ed anche alle donne di predicare ; contro l'as- danno a sè stesso . La elevatezza del suo pen
serzione dei medesimi che l'elemosine, i di sare , la aggiustatezza delle sue idee , la chia
giuni , i sacrifizi e le orazioni de' vivi non rezza del suo esporre, la forza dei suoi argo
862 BERNARDO ( B.)
menti , in una parola la profondità di sue le- nardo e i suoi compagni di eresia e di mal
zioni gli altrassero in breve l'ammirazione costume. Il novello eremita fu chiamato in
comune , sicchè quanti avevano bisogno di nanzi al Pontefice , ove, anzichè dare a scor
consiglio a lui accorrevapo. Ciò gl' innestò gere malvagità di opere , risplendette la sua
nel cuore superbia, per cui altro non brama- innocenza, sicchè il Sommo Pastore lo riman
va né cercava se non l'occasione di far mo do al suo eremo di Accone , ingiungendo a
stra del proprio sapere ; ed a tale oggetto inti- Guido Pietramala, vescovo di Arezzo , di pre
mò una pubblica disputa . Iddio , la cui sa- scrivere una regola , che si dovesse osservare
pienza infinita vedeva di quanto detrimento da Bernardo e dai suoi compagni . Il vescovo
all'anima di lui sarebbe tornata tal cosa, non quindi diede a questi novelli solitari la reyo
consentiva a'suoi divisamenti, sicchè infer- la di s. Benedetto, coll'abito di color bianco ,
mato negli occhi e privo della vista dovette e così ebbe principio la congregazione di S.
astenersi dal divisato suo arringo. Colpito Maria di Monte Oliveto nell'anno 1319 , con
da tale sciagura , promise tosto alla Vergine gregazione che poi fu confermata nel 1324
Santissima , che ove avesse riavuta la vista, dallo stesso Giovanni XXII, e nel 1344 da
si sarebbe consacrato interamente al suo ser Clemente VI .
vizio . La sua preghiera fu esaudita , e recato Per tre volte Bernardo con preghiere e la
si nel luogo della disputa , con tutta la forza grime cansò l'onore d ' essere abbate, ma nol
dell'eloquenza cristiana , e la veemenza delle potè nella quarta elezione, poichè in questa ,
argomentazioni , non di mondani argomenti che avvenne nell'anno 1322, gli fu necessità
tratto , nè di scientifiche cose terrene, ma si acceltare l'incarico , che esercitò con somma
del niun conto in cui si dovevano tenere gli sapienza e virtù . Tanta era la umiltà di que
onori del mondo, della nullità dei beni ter- sto servo del Signore , che mai non volle a
reni, del disprezzo in cui devesi avere la glo- scendere al sacerdozio , giudicandosene inde
ria del secolo , e con tanta gagliardia ed un- gno. Dopo ventisei anni da che governava sa
zione da commuovere tulti gli astanti non pientemente i suoi monaci, insorta la pesti
'solo , ma da persuadere Ambrogio Piccolomi- lenza gravissima del 1348, nella cura inde
ni e Patrizio Patrizii a passare con lui in un fessa degli appestati , ei pure fu sorpreso dal
deserto il rimanente della vita nella peniten- morbo fatale, e ne morì il 20 agosto di quel
za e nel divino servizio . l'anno in Siena. Innocenzo X nell'anno 1643
Venduto ogni suo possedimento, e distri- ne approvò il culto immemorabile.
buitone il prezzo ai poveri, coi sopraddetti Mor .
compagni si ritirò in Accone, luogo distante BERNARDO (B.) . Discendente dal nobi
quindici miglia da Siena , nell'anno 1313. le lignaggio dei margravii di Baden, nel se
Vuolsi che in questa occasione egli cambiassecolo XV , il padre suo pose ogni studio , ac
il nome di Giovanni , che prima portava in ciò avesse una educazione conforme alla ce
quello di Bernardo , ad onore del celebre e lebrità della propria famiglia ed a quei gradi
santo abbate di Chiaravalle. Vesti un ruvido che avrebbe dappoi potuto loccare. Ma ben
cilicio, cinto alle reni con fune nodosa ; non chè potesse, atteso i natali , aspirare alla glo
cibava che radici di erbe o legumi senza con- ria del secolo, tuttavia il suo cuore aspirava
dimento , non beveva che l'acqua raccolta ad altra nobiltà e ad altra gloria . Amante del
dalla pioggia; la sua abitazione era una grot- ritiro e della castità , rinunziò a suo fratello
ta, il suo letto una stuoia , il suo guanciale la parte del margraviato che a lui spetta
una pietra. In uno ai compagni distribuiva va, ed alla mano di Maddalena figlia di Car
il giorno per modo che parte fosse dedicata lo VII re di Francia. I Turchi a quel tem
al manuale lavoro , parte alla lettura della po erano divenuti padroni dell'impero d'O
Bibbia e dei santi Padri, e la notte pure era riente, e Bernardo, fatto che ebbe queste due
divisa per modo che parte fosse occupata nel- rinunzie, si recò nelle corti dei re d ' Euro
la contemplazione delle cose celesti. Tanta pa, affine di eccitarli ad imprendere una nuo
luce di virtù non rimase lungamente nasco va crociata , per ritornare quelle terre di
sta, che addusse molti a quella grotta per am- grandi memorie nelle mani dei Cristiani.
mirare da vicino la santità di quell'uomo di Nell'anno 1458 aveva pure fatto pensiero
Dio; e ascoltarne le ammonizioni salutevoli; di recarsi a Roma affine di trattare alcuni
ma perchè la eminente bonlà è segno dell'in- affari col Somino Pontefice Callisto III , ma
vidia dei malvagi, che trovano in essa un ta non potè compiere questo suo divisamento ,
cito , ma forte rimprovero delle loro turpitu- poichè sorpreso da grave malattia a Moncalie
dini , così non mancarono alcuni, i quali ac- ri , fu trasportato nel convento dei Francesca
cusarono al Pontefice Giovanni XXII, Ber- ni, ove fini di vivere il giorno 25 luglio 1458 ,
BERNARDO DI MENTONE (B.) – BERNARDO DA OFFIDA (B.) 863
dopo aver dato le prove più luminose d'insic ' li nell'orridezza di quel luogo confinati, at
gne santità. Molti furono i miracoli che il tendono alla salvezza degl ' infelici che smar
11. Signore si degno di operare per la interces- rirono la via o furono dalla neve sorpresi nel
sione del suo servo Bernardo, e questi cosi loro cammino. MOR.
luminosi, che indussero il Pontefice Sisto IV BERNARDO DI CORLEONE ( B.) . Chia
a dichiararlo beato nell'anno 1481. Clemen- masi questo beato col soprannome di Corleo
te XIV poi lo dichiaro patrono del margra- ne dalla città , in cui nacque , situata nella
Eir viato di Baden . Mor . Sicilia. La sua giovinezza presenta un misto
BERNARDO DI MENTONE (B.) , trasse i di azioni virtuose e cattive. Di fervido e più
natali a Menthon presso Anneci in giugno 923 che non convenga impetuoso carattere, con
da una delle primarie famiglie di Savoia. Com- facilità lasciavasi trasportare alla superbia e
piuti con onore gli studii , dal padre, che vo- alla vendetta , alle quali pure aggiungeva al
leva per mezzo suo conservare la famiglia, eb- tre dissolute passioni. Avendo un giorno feri
be proposta di nozze onorevoli , cui Bernardo to un ministro della giustizia , fu preso e
rifiuto , avendo statuito consacrarsi al Signo- condannato a languire in oscurissimo e duro
re vel servigio degli altari . Il padre male ave carcere. Fu questo il mezzo di cui la Prov
va sentit questo rifiuto, e fermo nella sua videnza si servi a sc dal grave sonno,
risoluzione apprestava il conveniente alle noz in cui miseramente era vissuto fino allora .
ze , quando trovò che all'insaputa sua il fi- 1 buoni sentimenti che ebbero cura i suoi
glio era fuggito dalla casa paterna. Di nasco- genitori d'instillargli nell'animo fino dai pri
sto erasi recato Bernardo in Aosta dall'arci- mi giorni della sua vita , si risvegliarono nel
diacono di quella chiesa, per consiglio. Quel- suo cuore , e riconoscendo la gravezza dei suoi
l'ottimo sacerdote di buon grado ne assunse falli, ne sparse amare lagrime'di penitenza,
l'incarico , ed ebbe il conforto di vedere fra stabilendo di condurre il rimanente di sua
poco Bernardo divenuto provelto nella pie- vita in un chiostro per soddisfare nella mor
tà, e peritissimo delle scienze sacre . Morto il tificazione e penitenza alla oltraggiata bontà
J suo direttore, nell'anno 966 il vescovo d'Ao- del Signore. E questo suo proponimento ese
sta lo elesse arcidiacono, nel qual uffizio co- gui , come ebbe scontata la pena del misfatto
stituito, ne adempi tutti doveri con molta commesso ,entrando in un convento di cappuc
1
saggezza e prudenza. L'orazione, il digiuno, cini a Caltanisetta città di Sicilia , ove fece
le meditazioni delle cose celesti erano il pa- i voti di frate laico . Quivi ad altro non atte
scolo quotidiano, in cui Bernardo deliziava se che alla pratica delle più eminenti virtù .
Tv l'anima propria. Nè ciò gli bastava, chè pie- L'obbedienza , il zelo, l'umiltà, l'amore alla
no di zelo per la salute delle anime, aggiun- orazione, congiunti ai più rigorosi digiuni , ed
geva la predicazione, ed ogni studio per in- a tutte le opere di penitenza, lo rendevano og
trodurre la riforma nelle diocesi di Aosta, getto della comune ammirazione. Iddio gli co
di Sion , di Ginevra, di Tarantasia, di Mi- munico in larga copia le sue grazie, lo favori
lano e di Novara. Ridusse in polve un idolo del dono della contemplazione e della profe
di Giove , ancor sussistente in cima alle Al- zia , per cui conosceva spesse volte i più se
pi , ed in quelle vicinanze costrusse un mo- greti pensieri e prevedeva le cose future . A
nastero ed uno spedale. L'umanità è a lui de- vuto in concetto di santo , la fama di sua san !
bitrice di due ospizii , l'uno dei quali chia- tità erasi diffusa cosi, che ragguardevoli per
masi il Grande e l'altro il Piccolo S. Bernar- sonaggi a lui si recavano non solo per avere
Us do, posti in vetta ai due monti , che poi da consigli, ma ancora per ottenere conforti nelle
lui ebbero questi nomi , i quali servono di tribolazioni in cui versavano. Ma Bernardo
I' ricovero ai viaggiatori, che senza questo soc- riputavasi il più vile ed indegno fra tutti , ed
corso dovrebbero incontrare ogni sorta di dis era suo desiderio l'essere occupato negli uf
agio e persino la morte in quelle aspre e ficii più abbietti. Mori finalmente dopo eser
quasi sempre gelate giogaie. Nel giorno 28 citate le più sublimi virti , nell'anno 1667 ,
et maggio dell'anno 1008 , questo inclito sacer ed un secolo dopo il Sommo Pontefice Cle
dote termino la sua vita a Novara e fu sepol- mente XIII emanò il decreto di sua beatifica
zione. Mor.
to il giorno 13 giugno , in cui in molte chiese
del Piemonte se ne celebra la solenne me BERNARDO DA OFFIDA (B.) . Da povera
moria. L'instituto od ospizio del Gran San famiglia di contadini trasse i suoi natali il
Bernardo è celebre ne' fasti dell'umanità , e nostro Bernardo nel giorno 7 novembre del
commoventi sono le descrizioni che fanno i l'anno 1604 , poco lungi dalla terra di Of
un viaggiatori dell'annegazione , della carità e fida, da cui prese il nome . Benchè ne' suoi
del cristiano eroismo di que' religiosi i qua- anni primi si occupasse nel guardare il greg
58
864 BERNARDO CARDINALE - BERNARDO DI TURINGIA
ge che conduceva alla pastura , pure i suoi tegrità e prudenza . Fu creato cardinale prete
genitori non mancavano di dargli quelle sa col titolo di S. Clemente da Eugenio IIIa Vi
lutari istruzioni che servono ad instillare terbo, nel 1145 , ed ebbe insieme l'arcipretu
nel tenero cuore de' fanciulli i veri principii ra della basilica Vaticana. Poscia con Grego
di quella soda pietà che solleva le anime al rio cardinale fu incaricato della legazione di
cielo . Bernardo per effetto di questa sempli- Germania all'imperatore Federico, ove in una
ce , ma insieme sublime educazione, tenerel- assemblea tenuta nella festa di Pentecoste del
lo ancora , sentivasi innamorato della pietà . 1153 nella città di Vormazia, fu deposto En
Grandicello , seppe cosi bene vincere le pro- rico arcivescovo di Magonza.
prie passioni, da meritarsi l'ammirazione di Nell'anno 1158 , Adriano IV lo spedì di
tutti . Fece sua particolare premura di ese nuovo a Cesare col cardinale Rolando, ove fu
guire in ogni cosa la volontà del Signore, e sono malamente trattati per alcune parole eon
la sua preghiera era innalzata a Dio , affinchè tenute nella lettera del Papa maleintese, e peg
gli dichiarasse per qual via doveva cammi- giointerpretate, per lo che non senza grave pe
nare per adempiere ai suoi superni voleri . ricolo della vita , tornarono a Roma . Adriano
Sentivasi chiamato ad abbracciare l'istituto IV , nel principio del 1158 , lo prepose inoltre
dei cappuccini , e ottenuto l'assenso, anzi alla diocesi di Porto.Bernardo scrisse a Cesa
eccitamento dal padre , volò al convento dei re in favore di Alessandro III , che segui nelle
cappuccini di Corinaldo , i quali lo accolsero Gallie, e con altri cinque cardinali fu presen
volentieri ; e dopo aver pronunziato i voti a te al concilio di Digione, ove il detto Pontefice
Camerino, recossi a Fermo per comando dei Alessandro III potè trattare la sua causa con
suoi superiori . Quivi egli si diede con tutto tro l'imperatore e l'antipapa Vittore III. IA
l'ardore all'acquisto dell'evangelica perfe- di fuobbligato ad intraprendere un nuovo viag
zione , nella quale tanto avanzò , da destare gio per Pavia, coi cardinali Ubaldo vescovo di
meraviglia in ognuno . Poscia passo in altri Ostia eGuglielmoprete del titolo di San Pie
monasteri del suo ordine , e finalmente fu tro in Vincoli, per comporre la pace tra l'im
mandato ad Offida coll'ufficio di cercatore. pero e la Chiesa, ma inutilmente. Dal sulloda
In seguito recossi ad Ascoli, ma ad istanza to Pontefice ottenne, che la quarta parte delle
dei suoi concittadini, i superiori lo rimanda- elemosine, offerte dai fedeli alla confessione di
rono in patria. In questa ei si prestava a S. Pietro, venisse distribuita ai canonici di
tutt'uomo pel bene del suo prossimo, niuno quella basilica . Mori a Roma nel 1176 e fu
a lui ricorreva che al partirsene non avesse sepolto nella basilica Lateranense, ove una la
ricevuto il chiesto soccorso. Per lui si quie- pide di marmo ne conserva ai posteri la me
tavano le discordie , per lui si calmavano le moria. MOR .
coscienze agitate, per lui i traviati erano ri BERNARDO DI TURINGIA. Era costui in
messi nel buon sentiero , e quanti ne abbiso- eremita, il quale verso la metà del secolo X ,
gnavano di consolazione, da lui la riceveva- male interpretando il passo dell'Apocalisse ,
no. Ma Bernardo e per gli anni e per le in- che dice , che dopo mille anni e più , l'antico
fermità era divenuto incapace all' ufficio di serpente sarà disciolto, e le anime de' giusti
cercatore, per cui da' suoi superiori ebbe entreranno nella vita e regneranno con Gesù
quello di portinaio, ed anche in questo nuo- Cristo , in luogo di eccitare i popoli ad un
vo impiego non cessava di esercitare la ca santo timore con una santa e prudente mi
rità più tenera ed ingegnosa. Dopo qualche naccia, come poi fece anche san Vincenzo Fer
tempo fu assalito da fiera malattia , nell'an- reri, ei sosteneva con ostinazione, vantandosi
no 1694, della quale santamente mori il profeta, e proponendola con una falsa certez
22 agosto . za soprannaturale, la immediata prossimità
Per appagare i desiderii e la divozione del del serpente , ossia l'Anticristo, e quindi la
popolo , il suo corpo fu lasciato esposto per fine del mondo. Cercava di avvalorare tale
tre giorni nella sua cella, e fra gli accorsi predizione col dire , che dove cadesse il di
molti furono quelli che ottennero miracoli dell'Annunziazione nel venerdi santo, fosse
per la sua intercessione . E fu in conseguenza un sicuro indizio del prossimo fine del mon
di questi che Pio VI ne decretò la beatifica- do. Finalmente attestava avergli Dio rivelata
zione nel giorno 19 maggio dell'anno 1790 . questa certa fine del mondo. Tali circostanze
MOR . promulgate col massimo ardire in tempi d'i
BERNARDO , vissuto nel secolo XII , fu gnoranza, eccitavano un universale spavento
canonico regolare della congregazione di S. reso più vivo per un eclissi a quei giorni
Frediano Lucca , e priore del monastero accaduto. Ognuno fuggiva e procurava na
lateranense, fornito di singolare religione, in- scondersi negli antri e nelle caverne. Ma ap
BERNARDO (B .) - BEROTH 865
pena cominciò il secolo XI , l'errore dell' ere- che in moltissimi manoscritti ebrei, nelle ver
mita ſu dissipato, nè più alcuno ne parlo . sioni siriaca ed araba, nel Talmud di Gerusa
MOR. lemme , e in quello di Babilonia , invece di
BERNARDO ( B. ) GiustiniaNI . V. Giusti- Berodach , leggesi Merodach. Questo è quel
XIAN ) . principe che Tolomeo nel suo canone chiama
BERNARDO ( ARCICONFRATERNITA DI S. ). Marcodempad. Cal .
Fu istituita nel 1368 da Francesco Fulvio BEROE . Le cronache ecclesiastiche dicono ,
Romano nella chiesa da lui edificata sul rione che in questa città , che trovasi nella Tracia ,
dei Monti in onore di s . Bernardo , alla quale eravi un arcivescovado ; ma da altre memo
dono tutti i suoi beni. Impiegava essa le ren rie ricavasi ch ' era solamente una ciltà ve
dite in opere pie , e distribuiva pane e vilto a scovile soggetta alla metropoli di Filippopoli .
certe famiglie vergognose di mendicare. Com .
MOR . BERONE. Costui è un eretico uscito dalla
BERNUARDO (S.), vescovo d ' Hildesheim setia de Valentiniani. Nella Storia degli autori
nel regno di Annover, nacque dopo il 950 da ecclesiastici del Ceillier leggiamo , che questo
nobilissima famiglia. Osdag vescovo, alle cure empio ammelteva la confusione delle due na
del quale fu confidata l'educazione di Ber- lure in Gesù Cristó ; e riconoscendo in lui una
nuardo , lo elesse chierico ed esorcista della sua sola operazione , bestemmiava che la divinità
chiesa, e Villigiso arcivescovo di Magonza to era passibile, e che l'umanità era suscettibile
ordinò sacerdote. Nell'anno 986 fu egli nomi delle operazioni speltanti alla divinità del Ver
nalo elemosiniere e precettore del giovane re bo. Questa opinione lo traeva a sostenere che
Ollone III , il quale si valse de' suoi consigli il Verbo si era fatto uomo per effetto di un
anche nelle faccende dello Stato. L'anno 993, cangiamento della sua divioilà nella umana
ſu Bernuardo consacrato vescovo d’Hildesheim , natura, e che l'uoino era divenuto Dio per un
e guido il suo gregge con semplicità e modestia. cangiamento della umana natura nella divina .
Alle cure episcopali egli alternava la lettura, Tali perverse dottrine, che alla eresia unisco
l'orazione e l'assisteoza a tutti i divini officii. no il più aperlo panteismo , furono confutale
Ebbe il nostro santo una lunga disputa con da s . Ippolito nel suo libro Sulla disinilà ed
Villigiso arcivescovo di Magonza iplorno al incarnazione di Gesù Crislo , nel quale piena
territorio dell'abbazia di Gandesheim , il cui mente sconfisse questo perfido eresiarca ed un
possesso ed investitura furono aggiudicati alla certo Elia che altri falsi dogmi annunziava.
chiesa di Hildesheim per sentenza di Papa Sil Cej.
vestro ll e per le decisioni dei concilii di To BEROSO. Storico di Babilonia , Caldeo di
di , di Roma e di Germania adunati negli anni nazione, sacerdote di Belo , divinità di Babilo.
4001 e 1002 a tale oggetto. Nell'anno 2018 fu nia . Taziano dice, che viveva al tempo di A
Bernuardo assalito da un'infermità, che lo tor- lessandro il Grande, e che dedicò la sua opera
mento cinque anni. L'anno 1025 , che fu l'ul- ad Antioco , lerzo re dopo Alessandro. Se si
timo del viver suo , fece professione di vita vuole comprendere Alessandro il Grande nel
monastica nell'abbazia diS. Michele, ove mori novero dei tre, con verrà dire , che Beroso vi
il giorno 20 novembre, e venne canonizzato nel veva solto Antioco Sotero ; e le circostanze in
1193. But. falli indicate da Taziano dimostrano essere ve
BERODACH BALADAN . Figlio di Baladan ra una tale esposizione. Che che ne sia, Beroso
re di Babilonia , inviò ad Ezechia re di Giuda avendo imparata la lingua greca , passò da pri
degli ambasciatori con lettere e doni, affine di ma all'isola di Cos, ove stabili una scuola, ed
congratularsi con lui della guarigione che ave insegno astronomia ed astrologia ; di là passó
va miracolosamente ottenuta . Ezechia provo ad Atene, dove si innalzo a cotal grado di sti
sommo contento da questa ambasciata , e ino ma , che gli venne eretta una statua con la
stro agli inviati tutto ciò che aveva di più ric- lingua d'oro. Gioseffo ed Eusebio ci hanno
co e di più bello nel suo palazzo. Il Signore conservalo molti tratti della storia di Beroso ,
non approvò questa condolla , ed inviogli Isaia i quali servono di gran lume nella interpreta
per annunziargli, che tutto ciò che aveva nel zione di molti luoghi dell'Antico Testamento ,
suo palazzo, e le ricchezze ammassate dai re e senza cui sarebbe cosa impossibile il dare
suoi antecessori, e che da lui erano state mo. una serie esatta dei re di Babilonia . Mic.
strale a quegli ambasciatori, sarebbero tras BEROTH , cillà della tribù di Beniamino,
portale a Babilonia . patria di Remmon , padre di Rechab, e di Ma
Conviene avvertire intorno a questo nome, harai, uno dei prodi di Davide . La Geografia
Encicl, Eccles. Vol. 1. Fusc. XIV . 109
866 BEROTHA - BERRETTA CARDINALIZIA
della Bibbia del Vence dice che questa cillà usano in alcune circostanze , come nel pre
era forse la stessa che Berea , ricordata nel pri- dicare; e quando si espone il loro cadavere vien
mo libro dei Macca bei, al capo nono . loro posta sopra il cappuccio . ST.
Un'altra città di questo nome fu conquista BERRETTA CARDINALIZIA . La berrella
la da Davide, II Reg. cap. 8 , vers . 8. Forse è la rossa in uno al berrettino dello stesso colore
stessa che Beroe di Siria , ovvero Berilo della fu conceduta ai cardinali della santa Romana
Fenicia, Ira Helolon ed Emesa . Chiamasi an- Chiesa, eccelluati i soli religiosi , da Paolo II ,
che col nome di Chun nel primo libro dei Pa . nel 1464 , che, secondo il Novaes , ne introdus
ralipomeni, al capo 18 , vers. 8. Il testo ebreo, se l'uso per distinguere i cardinali dai prelati
nel secondo libro dei Re , al capo ottavo, vers. di quei luoghi , nei quali i cardinali non pos
ollavo, la chiama Berothai. Beroth , dice Bar. sono far uso del cappello rosso ; ma non com
biè du Bocage, può essere la città di Berolha prendendovi i regolari , questi sono rimasti co .
noninata in Ezechiele, città marittima della mne prima. La sua forma , secondo il Bonanni
Fenicia a settentrione di Sidone, che fu con- ( capo 106 Della berrella cardinalizia ), è come
quistata da Davide, regnandovi Adarezer. Di. quella di lutte le altre usate dal clero, ma per
sirulla da Diodolo T'rifone140 an . av . Gesù Cri- chè è di colore rosso purpureo , come il cap
slo, fu ricostruita dai Romani. Fu allora chia- pello rosso concesso nel 1246 ai cardinali da
mala Colonia Felix , Julia , ed anche Colonia Innocenzo IV , essa ha un pregio superiore a
Julia Augusta , Felix Berylus. Oggidi chiana. qualunque altra . Ricorda questo colore al car.
si Bairul; ma delle superbe sue fabbriche co. dinale non meno la sua dignità , che il dove.
struite da Augusto, Agrippa ed altri imperan- re d'essere pronto a spargere il sangue per di
ti , non conserva che frammenti di colonne e fendere la fede cattolica , motivo per cui il
di capitelli sparsi sul suolo, di cui si servono cardinale s . Carlo Borromeo sempre era solilo
a vari usi . Cal. portarla , anche nelle malattie ; e perfino nel .
BEROTHA. V. BEROTII . l'ultima sua agonia. Il cardinale Enrico di
BEROTHAJ . V. BEROTII . Portogallo, benchè divenuto il 28 agosto 1568
BERRAZIO o con altro nome Bernizio, se re di Portogallo per la morte del re Sebastia.
de yescovile dell'isola di Lesbo soggetta a Mi. no, ch'era suo nipote , ricusò di cingere la co
tilene. Com . rona, e seguitando a vestire da cardinale , col.
BERREA. V. BEREA . la berretta rossa in testa e lo scettro in mano
BERRETTA . Parte del vestimento che ser. soltanto si assise sul trono.
ve a coprire il capo , e che vario e varia mol La eccelluazione fatta da Paolo JI a' cardi.
tissimo a proporzione che variarono i costu- nali religiosi di portare la berrelta rossa , av .
mi, e nella forma e nel colore , secondo la di . venne per avventura , come nota lo Scarpi vel.
versità delle persone che di essa fanno uso. la prima risposta al num . 1 , perchè pareva
Noi qui, lasciato il dire della berrelta come non convenire il rosso della porpora alla po .
parte del vestito negli uomini in generale , in verlå religiosa, e perchè come assunto il car
questo e ne'seguenti articoli c'intratterremo dinale dello stato religioso , riteneva l'abito
soltanto di essa , per quanto riguarda il suo povero di lana e presso a poco dello stesso co
uso nelle persone ecclesiastiche . lore, così era cosa conveniente che del medesi
Incerlo è il tempo in cui s'incominciò ad mo colore fosse pur anco la berrella .
usare della berrella, e diversificano di molto Assunto al pontificato Sisto V dei Minori
nelle opinioni gli autori che trattano di essa . Conventuali , nel 1586, fissato il numero del
Nel secolo X Troviamo memoria che i vescovi sacro collegio a sellanta cardinali , provvida -
facessero uso di essa , poichè leggesi che il Pa. mente stabilì che almeno quattro di essi si e
pa Giovanni XII , nell'anno 956, degradando leggessero dagli ordini dei Regolari e dei Men
un vescovo di Cahors, gli fece togliere, oltre gli dicanti. Quindi, scorsi pochi anni , e 127 dac
altri ornamenti,anche la berrella .Nel secolo XI . chè Paolo II aveva accordala a'cardinali seco
si fa menzione di questo vocabolo per indicare lari la berrella rossa , stimo Papa Gregorio
una copertura del capo del Sommo Pontefice. XIV, essere cosa conveniente , che , siccome i
La berrelta di forma quadrala venne assun cardinali religiosi nelle pubbliche cavalcale
la da'graduati e dollori e dai cancellieri. E seb- porlavano il cappello rosso , potessero nel .
bene i frali non usino berrella , pure per esse le altre funzioni portare la berrella di egual
re uno dei distintivi ed un'insegna dollo. colore, quasi uno dei particolari distinlivi del:
rale , i padri maestri degli ordini dei Predica- la dignità cardinalizia. A questa risoluzione
lori , dei MinoriConventuali, Agostiniani cc ., la principalmente lo mosse il cardinale Fr. Mi.
BERRETTA CARDINALIZIA 807
chele Bonelli, dello l'Alessandrino, Domenica- di pronuncia un elogio dello slesso cardinale
no , nipote di s. Pio V. Imperocchè volendo il coi merili che l'indussero a promoverlo, e ri
Pontefice pe'suoi merili dargli la berrella ros- cordandogli gli obblighi della nuova diguilà,
sa, egli, nel ricusarla , supplico Gregorio XIV al quale questi risponde nei termini della do.
a darla ancora a tutti i cardinali religiosi , in .vuta gralitudine e rispello. Uscito poi il car
cominciando dagli altri " tre suoi contempora. dinale dalla stanza, da un solto-guardarobiere
nei , dicendo che come per questo segno e gli è presentato il berrellino rosso, che egli si
distintivo i cardinali religiosi schiverebbero pone in capo da se medesimo. La quale ber
per l'avvenire la calca del popolo, cosi ancora rella è sempre lenuta dal cardinale esposla
essi avrebbero avuto una memoria di più per sur un lavolino nell'anticamera, o nella sala
rammentarsi l'obbligo di spargere il sangue del trono ; ed è poi usala ogni qual volla egli
per la fede e per la libertà della Chiesa . veste l'abito cardinalizio.
Il pontefice Gregorio XIV , fatta esaminare Quando i Pontefici innalzano al cardinalato
la cosa dalla sacra Congregazione dei Riti , la i loro nipoli o fratelli, od alcuno di stirpe so
quale nulla trovò da opporre, diede la berrella vrana , nello stesso concisloro, in cui siffallı
rossa ai cardinali regolari nel giorno 19 giu. cardinali sono nominali, si alza il cardinal
gno 1591 , in cui ricorreva la festa della Ss. decano, e supplica il Papa, in nome del sacro
Trinità , come si può leggere appresso Girola . collegio , a dar subito loro la berrella rossa ,
mo Catena : Discorso della berrella rossa da come si è osservato nel secolo decorso da Inno
darsi ai cardinali religiosi, ecc. cenzo XIII , che creo all'improvviso nel 1721
Da Gregorio XIV in poi, i cardinali di il suo fratello vescovo cassinese, cui pose im
qualunque ordine religioso, anche mendicante, mediatamente la mozzella e la berretta ; da
rilenendo il colore della loro religione nell'a Clemente XII nel 1730, e finalmenle da Bene.
bito, meno i cherici regolari , che l' usano ros- detto XIV , quando nel 1747 annoverò al sa
so , e di forma simile a quello degli altri car cro collegio il duca di York , figlio di Giaco
dinali , oltre il cappello ed il berrellino, usa mo III.
rono costantemente la berrelta rossa . E pero Delto cosi come si dia la berrella ai cardi.
da notarsi che se i cardinali religiosi sono spe- nali presenli, ora vediamo qualche cosa intor
diti per legali a lalere, usano in tal tempo l'a no a questo punto per quanto riguarda gli as.
bilo rosso come tutti gli altri , e ciò si riferisce senti . Se il cardinale pubblicato dal Papa in
dal Manfredi, nel capo V De Cardinal. Al quale concistoro , è uno dei nunzij apostolici, od è
proposito dice il Bonanni , nella sua Gerar. promosso ad istanza di alcuni dei sovrani , che
chia ecclesiastica, essersi introdollo e stabilito ne godono la prerogativa, ovvero sia qualche
il colore rosso, nelle vesti ed allri indumenti vescovo noi chiamato in Roma , o che non vi
cardinalizii , dopo la concessione del cappello si possa recare, o finalmente sia altro perso
rosso, come lo riferi il Tolosano , citato dal naggio , che creato cardinale per molo del
Coellio e dal Ciacconio nella vita di Bonifacio Pontefice, dimori fuori di Roma , gli è rimessa
VIII , colle seguenti parole: Cardinalalus di- per l'ablegalo ( V.) la berrelta , come fece Be
gnitatem admodum auxil, quibus el purpurei nedello XIV , nel 1753 , quando elevo alla por
coloris vestimenta dedit ecc . V. PORPORA CAR pora monsignor Stoppani presidente diUrbino,
DINALIZIA . allora posto cardinalizio , per mezzo di monsi
La berrelta cardinalizia vien posta in testa gnor Veterani cameriere segreto.
ai novelli cardinali dal Papa nel giorno stesso Adunque nello stesso giorno del concistoro
della loro creazione, colla ceremonia seguente il cardinal nipote, od il cardinale segretario
per quelli che si trovano in Roma. di stato trasmelle al nuovo cardinale con un
In una carrozza appartenente al nuovo car. biglietto l'avviso della sua esaltazione al car
dinale, mezz'ora prima dell'ora della ceremo- dinalato , insieme al berrettino rosso, per mez
nia si portano al palazzo pontificio , e si con zo di una guardia nobile, come diremo parlan
segnano ai maestri di ceremonie il rocchello , do del berrellino ( V.). Poscia il Papa nomi
la fascia e la mozzetta, insieme col cappello na uno, che deve portare al nuovo cardinale
rosso usuale . All' ora stabilita il novello car la berretta rossa in qualità di ablegato apo
dinale, in abito prelatizio , viene presentato dal stolico. Se la berrelta vien data per mezzo di
cardinale segretario di stato al Papa , che sie. un ablegato, allora la guardia nobile che porta
de in frono fra la sua nobile corte. Allora il l'avviso della promozione ed il berrellino
Pontefice gli dà colle sue mani la mozzella , e rosso, porta pure all'ablegalo col dispaccio la
gli melle in capo la berretta cardinalizia ; quin- berretta cardinalizia.
868 KERRETTA CLERICALE
In alcune circostanze, o per altre ragioni , vedeva nei monaci greci, e presso alcuni Bene
non si nominò l’ablegato apostolico , rimet- deltini: essi a vevano pero più piccola dei Greci
tendosi la berretta rossa al nunzio per la guar . siffalla prolungazione. Il Macri , parlando del
dia nobile, affinchè il nunzio la presentasse al Camelauchium o Camauro, nome che i Greci
sovrano, il quale in nome del Papa ne facesse danno alla berretta dalle pelli di cammello,
l'imposizione, come praticossi nel pontificato colle quali veniva tessuta , dice, che la coper
di Leone XII. tura del capo col progresso del lempo divenne
Quanto alle ceremonie usate quando un ah. più alta , nè fu sì pieghevole come prima, per
legalo apostolico porta a un nuovo cardinale che cominciossi a foderare di tela più grossa e
Ja berretta rossa, rimelliamo il lettore all'arti. soda , per cui gli angoli di essa comparivano a
colo Allegato; qui dicendo solamente, che se, modo di croce. Tale usanza si propagò nella
come più sopra fu accennato , il sovrano , nei Spagna e nella Francia, restando l'uso della
cui stati il nuovo eletto risiede , deve porgli forina antica presso alcune religioni . Furono
sul capo la berretta in nome del sommo Pon- aggiunte poscia alla berrella tre prominenze
tefice . fa la funzione nella cappella reale. sostenute da tre pezzi di carlone, le quali pre
Ivi , ricevula dal nuovo cardinale la berretta sero finalmente la forma di quelle delle odier
in ginocchio, dal sovrano medesimo egli rice. ne berrette, e che diconsi le corna della ber .
ve l'amplesso, come nota mons. Caraffa nella rella . A questi tre corni in Francia ne fu ag
sua opera De cappella regis utriusque Sici- giunto un quarto per dar forma più regolare
liae. alla berrella . Presentemente si usa in quel
Avverte il Sistini , nel suo Maestro di Ca. regno la berretta clericale fatta a cono con un
mera stampato nel 1634 , che i cardinali crea fiocco di lana sulla sommità . Il clero del Bra
ti , assenti da Roma , dopo il ricevimento del . sile poi , e del Portogallo la porla rotonda , ed
l'avviso e del berrettino rosso, sogliono farsi assai più alta della nostra .
la cherica cardinalizia , e sottoscriversi Cardi. La cagione, per cui si è formata la berretta
nale, ma non possono usare l'abito rosso e la clericale di forma quadrata si fu, secondo l'o
berretta simile, finchè questa non è loro por pinione di alcuni, per esprimere la croce del
tala dall'ablegalo. Salvatore, acciocchè portala in capo nunquam
Oltre gli autori citati , che parlarono della excidal Christi dominatus in quatuor orbis
berretta rossa , su d'essa pubblico un volume plagis per crucem comparalus. Tanto diceva
il dolto Antonio Scappo. MOR . s . Prospero nell'opera de Promis ., parl. 2 ,cap.
BERRETTA CLERICALE. È quella , che 10. L'Omobono , nella part . 1 , tralt . 3, stimò
portano gli ecclesiastici sul capo tanto nell'uf- essere cosi formata la berrella per uguagliarsi
ficiatura del coro, che nelle processioni ecc . ai quattro legni, coi quali ſu composta la croce
Chiamasi anche con altri nomni volgari Berret. del Redentore, onde il Caraccioli esorta i preli
la a croce o a spirchi. Il Sarpelli , nelle sue a baciar la berretla in venerazione della ss .
Lettere ecclesiastiche, pag. 202, vuole che ella Croce, sì la mattina come la sera , quando la
sia di antichissima data , e deduce la sua opi- prendono e quando la depongono. Il Raynaud
nione dal decreto di Stefano I papa , il quale opino invece, che tale forma della clericale ber
governando la Chiesa nel 257 , ordino ul sa rella significhi l'eccellenza delle persone , che
cerdotes et diaconi nunquam sacris vestibus, la portano, per cui viene assegnata agli eccle
nisi in ecclesia utanlur. Da questo decreto, con siastici a dichiarare la loro dignilà, in quel
rispetto all'erudizione del Sarnelli , non par. modo, che sopra il capo del principe si porla
mi però, che si possa far ascendere a lempo co . la ombrella.
si remoto l'uso della berrelta. La più antica Passando però solto silenzio le altre opinio
menzione di essa trovasi nella vita del santo ni sul significato della berretta clericale, dire.
prete Ivone , avvocato dei poveri , il quale mori mo, che il concilio di Aix ne ccmandò ai chie
ai 19 maggio 1303; scrivendo di lui il Surio ,il rici l'uso con queste parole : Pileis utantur
Ribadineira ed altri , che mentre trovavasi in simplicibus, non sericis, neque lurbinalis ; bi.
viaggio, essendogli da un povero chiesla ele. relum autem semper geranl in modum crucis
inosina, null'altro avendo, gli diede la berrel- consulum, ul ecclesiuslicos homines decet. Lo
la clericale , con cui coprivasi il capo. stesso aveva comandato, nel 1584 , il concilio
L'antica forma della berrella del clero lali. di Bourges in Francia , dicendo nel can . 2 : Pi
no era di quattro pezzi eguali, nella sommilà leum quadralum , seu biretum , semper gerant
dei quali si esprimeva la croce, e prolungavasi in ecclesia el extra ecclesiam , nisi quoties coeli
nei lali in modo da coprire le lempie, come si injuriu urgebil. Nel sinodo di Brescia nel
BERRETTA CLERICALE 809
1574 , si comanda che i cherici non sine la tavia di coprire il capo dai soli Canonici e
lari veste clericalique bireto per urbem ince- dalle prime dignità , restando scoperti gli al
dant. Nel concilio nazionale Mecliniense nel- tri inferiori del clero.
l'anno 1607 , si dice : ideoque tunicas exte Ora hanno dovere di tenere la berretta
riores manicalas et clericale biretum , quod clericale sul capo gli ecclesiastici , quando
est ecclesiasticorum hominum proprium , ad sono parati per la messa nell'avviarsi al
crucis formam confectum , semper gerani. l'altare , pel retrocederne , nell'ufficiatura
Deriva da questi decreli l'osservazione, che corale , nelle processioni, nel predicare ecc .
fu prescritto l'uso della berrella agli eccle- Che se sarà esposto il Ss . Sacramento , alla
siastici sì dentro che fuori della chiesa, affin- presenza di lui la berretta deve deporsi ;
chè dessero saggio del grado loro. Si sa poi, non cosi però , se il sacerdote , parato per
che fu osservata tal legge di portar la berret- la messa, esca dalla sacristia . Allora conti
la clericale eziandio nelle pubbliche strade nuerà egli ad essere coperto , e dove passi
sino al secolo passato, anche da qualche re- dinanzi all'altare , su cui sta esposta la Ss .
golare. Ma nel 1603 , per sentimento della Eucaristia, essendosi inginocchiato, se la le
Congregazione dei vescovi e regolari, i Ve- verà , e poscia la riporrà prima di alzarsi,
scovi non vi obbligarono più i Preti, lascian- tenendola , finchè sia giunto all'altare de
do correre l'uso, dove fosse praticato , di stinato pel divin sacrifizio. Cosi fu definito
portare il cappello ecclesiastico. dalla sacra Congregazione dei Riti . È da os
Nè tralascieremo di notare riguardo alla servarsi ancora, che se il clero assiste al sa
nostra diocesi di Venezia, che i cherici cir- grifizio celebrato solennemente, ou ai vesperi,
ca al secolo decimoquarto volevano portare non può tenere la berretta quando gli è duo
una berretta alla greca simile a quella , che po stare alzato in piedi, oppure quando rice
allora portavano i nobili , e che fu assai ve la incensazione. La berrella deve altresi
prudente il Card . Priuli patriarca a persua- essere dal sacerdote imposta o levata colle sue
derli a portare la berretta a croce alla ro- proprie mani , non potendo ciò fare verun al
inana : Sperantes ( dice nel cap. 28 , del pri- tro ; ma solo o presentarla o riceverla dal sa
mo sinodo) brevi futurum , ul perpauci illi, cerdote o prelato . Non devesi mai posare la
qui adhuc vestes et birelum formae non dis- berretta sul calice apparato, cioè sulla borsa,
similis ab eis , quibus aliae saeculares per e nemmeno sull'altare, o sul messale, nè sulla
sonae utuntur , sponte sua deponant. E nel credenziera .
1581 i visitatori apostolici inviati qui da · La berretta clericale deve essere di color
Gregorio XIII , decretavano , ut nullus cle- nero ; ma il Sarnelli riferisce, che i canonici
ricus possit ad aliquem sacrorum ordinum d'Anversa la usano di color pavonazzo, non
ascendere , nisi birelum in formam crucis per segno di prerogativa, ma per antica costu
deferat ; e se alcuno ingannasse i prelati , manza dei loro maggiori.
sit stalim privatus eo titulo, ad quem ascen Circa poi al modo di portare la berrelta , il
deral. E per le cure anche degli altri Pa- concilio Astense, celebrato nel 1588 , dichiara,
triarchi , si ottenne l'uso universale della che birelum nigri sil coloris, illudque non
berretta a croce non solo in chiesa, ma an- fronti, vel alleri temporum descendens incli
che per istrada , giacchè era interdetto il natumque, sed capiti aequaliter impositum fe
cappello in tempo sereno ( V. Galliciolli , rant. Ciò fu pure confermato dal sinodo Hie
Mem . l’en . ecc., tom . V , pag . 356 ) . racense, nel 1593 , colle seguenti parole : Bi
V'hanno alcuni luoghi nei quali non e reta deferanl non fronti vel temporibus incli
siste l'uso di portare la berretta in chiesa nala , sed capiti aequaliter imposita .
in tempo dell ' ufficiatura , e ciò conforme I religiosi mendicanti non portano la ber
all'antica costumanza, secondo la quale sap- relta clericale ; tuttavia i padri maestri degli
piamo che nell'anno 1243 i Canonici del- ordini dei predicatori,dei Minori Conventuali
la cattedrale di Cantorberi domandarono ad Agostiniani , ecc. in alcune circostanze usano
Innocenzo IV il privilegio di poter tenere una berretta quadra, che divenne piuttostoin .
il capo coperto in tempo degli uffici divi- segna del grado dottorale. Così pure nelle loro
ni, privilegio che vende loro concesso , co- esequie viene posta sopra il cappuccio dell'a
me si legge presso il Rinaldi a detto anno, bito la stessa berretta. La clericale berrella si
num . 41 : Vestris supplicationibus inclina- porta dai minori conventuali penitenzieri del
li, vobis utendi pileis vestro ordini congru- la basilica Vaticana, quando , vestiti degli abiti
entibus cum divinis interfiieritis officiis, con- sacerdotali, intervengono ai pontificali e ad
cedimus libcrum fucullulem . In alcune chie- alcune altre funzioni celebrate dal Papa ; den
se di Germania , dice il Bonanni , usasi lut- tro di questa berretta ricevono anche gli A
870 BERRETTINO DEL SOMNO Pontefice_BERRETTINO CLERICALE
gnus Dei benedetti, allorchè il Pontefice li di- il berrellino rosso, giurassero di osservarlo ,
stribuisce nel sabbalo in albis. In simil guisa solto pena di essere privati della dignità ;
la portano i penilenzieri dei Domenicani, dove giuramento che al presente si fa il giorno
il Papa funzioni nella basilica Liberiana ; ma stesso del concistoro pubblico avanti di rice
i penitenzieri della basilica Lateranese , come vere il cappello rosso .
Minori Osservanti, non l'assumono mai . I Cardinali non possono usare del berret
Nelle cappelle papali, i cardinali si coprono tino rosso se prima non abbiano ricevuta la
colla berretta; ma non cosi quelli che assisto- berretta rossa , poichè, come dicemmo, lo ri
no al trono pontificio. I vescovi poi , gli Ab- cevono dopo di quella ( Ved. BERRETTA CARDI
bati mitrati , i prelati, gli avvocati concistoria- Nalizia ); e questo berrellino ai nuovi Cardi
li , i procuratori di collegio, ed altri la tengono nali assenti da Roma viene portato da una
soltanto in mano e piegata. Ma quei sacerdoti delle guardie nobili , che è inviata a tale og
cherici regolari ed alcuni dei collegi , che ne getto dal Papa.
banpo l'uso, si coprono il capo intanto che La missione della guardia nobile per l'in
in cappella recitano il discorso, o nella recita dicato oggetto viene eseguita nel modo se
delle orazioni funebri, al modo dei Prelati . guente. Appena si stabilisce dal Papa la pro
Non è lecito a chi si reca all'udienza del Pa- mozione del nuovo Cardinale assente da Ro
pa il tenerla in mano ; bensì i Cardinali la ma, colle consuete forme, viene delegata la
portano seco loro. Tutto ciò è dedotto dai con- guardia nobile, che losto va al luogo ove ri
cilij . siede il promosso . Ivi giunto , si reca alla pre
Mor. senza di lui , gli consegna il biglietto del Car
BERRETTINO DEL Sommo Pontefice. È dinale segretario di stato, che gli partecipa
quello che copre il capo del Papa. Il suo co- la promozione: indi gli presenta il berrettino
lore è bianco ; la qualità di seta, oppure di rosso , ed il Cardinale senza altro se lo pone
panno. Laddove occorra ch'egli lo levi come sul capo . Eseguita la commissione, la guardia
sarebbe nella visita delle chiese, o allorchè in ne dà ragguaglio al segretario di stato ed al
esse ascolta là santa messa, il prelato maestro comandante del suo corpo ; e con ciò termina
di camera lo loglie dal capo di lui , e poscia la sua missione.
glielo rimette ; ma nelle cappelle papali, e Il Cardinale deve sempre portare sul capo il
nelle funzioni sacre esercita questo officio sol- berrettino rosso , nè lo leva dinanzi al Sommo
tanto il primo maestro di ceremonie. Oltre il Pontefice, ovvero all'inchinare i suoi colleghi
menzionato berrellino, il sommo Pontefice in riveriti in collegio od in congregazione. Rispet
cerle circostanze ne porta un altro che è di to poi al Santissimo Sacramento ed all'altare, i
forma più grande, di vellulo o di panno di Cardinali devono osservare le regole che espor
colore rosso e bianco , secondo i tempi, con remo all'articolo BERRETTINO CLERICALE.
ornamento di ermellino nell'inverno, e di Nic . An .
seta nell'estate, il quale si chiama Camau BERRETTINO CLERICALE , chiamato
ro ( V. ) . Mor . anche, con voce dell ' uso , Culotta, è una pic
BERRETTINO o ZuccheTTO CARDINALIZIO . cola berrella che si adatta al capo degli eccle
È
quella piccola berretta rotonda generalmen- siastici. La prima memoria di questo trovasi
te più piccola del berrettino clericale, di co nel secolo quarto presso s. Girolamo nell'e
lore purpureo, combaciante col capo , ed usa- pistola 153 , nella quale ringrazia Paolino,
ta dai Cardinali qual distintivo della loro che gliene aveva mandato uno, dicendogli :
dignità. La sua qualità può variare a se Pileolum textura brevem , charitule latissi
conda della stagione . Per l'estate quella dei mum , senili cupiti con fuvendi, libenler accepi,
Cardinali non regolari è di seta , nell'inver- el munere, el muneris auclore laetatus. Tutta
no faluni la usano di panno. I Cardinali volta il Thiers, nella Sloria delle parrucche,
regolari nell'estate la usano di merinos, nel stima, che il berreltino degli ecclesiastici non
verno di panno. Questo distintivo venne ac- siasi portato in chiesa e nei divini uffizii pri
cordato ai Cardinali dal Pontefice Paolo II ma dell'anno 1243 ; giacchè avanti quest'e
nel 1464 , come fu detto nell'articolo Berret- poca si concedeva soltanto ai convalescenti,
TA CARDINALIZIA. I regolari, come pure fu del- ed a quelli di debole salute, perchè nelle lun
to nel medesimo articolo, ebbero il berrettino ghe ufficiature dovendo stare colla tesla sco
solo nel 1591 da Gregorio XIV . perta , non ne risentissero notabile pregiudi
Già Sisto V , colla costituzione Poslquam zio. Col progredire del tempo fu assunto da
del giorno 3 dicembre 1585 , con cui prescris- tutti gli ecclesiastici, per modo che la sacra
se il modo di vita che si dovea tenere dai Car . Congregazione dei Riti dovette pensare a mo
dinali, dispose che questi, prima di ricevere derarne l'uso. Quindi decreto ai 5 novembre
BERRETTONE BENEDETTO_BERRUYER 871

1602 , che non si portasse da verun sacerdote che Dio ti manda, colla quale distruggerai i
mentre celebra messa, nè mentre amministra nemici del mio popolo d'Israele. » Nel libro
il sacramento dell'Eucaristia ; ed ai 14 gen- quarto, Sucr . Caer ., sess. 7 , cap. 7, presso
naio 1603 , stabili che solamente si accorde- Raynaud De gladio et pileo a Pont. initiat. ecc .
rebbe per un particolare bisogno ma però fuori si trova che Sisto IV disse, essere una tal ce
del canone, nè ciò mai in riguardo alla digni- rimonia consuetudine approvata dai santi pa
là della persona . Quindi anche i vescovi non dri ; e Cristoforo Marcello spiega il mistico
possono tenerlo in capo nella celebrazione della significato, aggiungendovi la formola usata dal
messa , escluso il canone, se non ne abbiano Papa nel consegnare tali insegne benedette.
ottenula licenza dalla suprema autorità del V. anche Stocco .
Pontefice, come ordinò la sacra Congregazione Il primoad introdurre quest'uso nella Chie
dei Riti il 24 aprile 1626 ed in altre sue ri- sa Romana fu il Pontefice Urbano VI , secon
soluzioni . do le storiche supposizioni, quando trovandosi
In generale l'uso delberrettino è vietato agli in Lucca nella notte di Natale dell'anno 1386 ,
ecclesiastici quando compariscono vestiti dei benedisse uno stocco ed un berrettone, di cui
sacri paramenti pel ministero, che devono ad- fece dono a Fortiguerra da Fortiguerri gene
empiere in quelle circostanze, nel quale mi- rale di quella repubblica. I Pontefici succes
nistero il berrettino deve essere levato. In sori imitarono questo costume, e continuaro
egual modo quando si porta o si accompagna no tal cerimonia. MOR .
il Santissimo Viatico . BERRUYER (GIUSEPPE Isacco ), Gesuita,
Sebbene il colore del berrettino o calotta or- nato in Roano il giorno 7 novembre 1681 da
dinariamente sia il nero , tuttavia per un nobili genitori. Acquistò grande celebrità colla
privilegio della Sede Apostolica molti pre- sua opera sulle divine Scritture, la prima par
lali lo hanno di diverso colore; i cardinali te della quale fu stampala in Parigi l'anno
lo hanno di porpora , i vescovi francesi e 1728 col titolo : Sloriu del popolo di Dio, ecc . e
fiamminghi, nonchè molti Arcivescovi, di ristampata nel 1733 con emendazioni. La vi
colore pavonazzo , ecc.; avvertendo che il vacità dei concetti, l'eleganza e novità dello
priore di s . Giovanni di Malta lo usa , se- stile e della narrazione posero dapprincipio
condo il colore dei paramenti , rosso , verde, questo libro in molta voga ; ma non molto
bianco , nero . andò che furono scoperte in esso molte cose
Dai missionarji nella China si porta il ber- meritevoli di censura: ond' è che Colbert, ar
retlino anche nella celebrazione dei sacri mi- civescovo di Mompellieri , lo condannò nel
steri , pel costume di quei popoli , che usano l'anno 1751 , la corte di Roma nel 1734 e
come segno di riverenza lo stare col capo co- nel 1757 ; e il parlamento lo soppresse con
perto. Paolo V, nel 1615 , ne approvò l'usan- decreto del giorno 9 aprile 1756. La seconda
za, ordinando per altro , che fosse un berret- parle che usci in luce nel 1753 col titolo di :
tino distinto e più solenne dell? usuale. In Storia del popolo di Dio dalla nascita del Mes
egual modo , e per la stessa ragione, lo porta- sia ecc ., fece ancora più strepito della prima ,
no i vescovi sirii , i quali lo usano , secondo laonde il provinciale dei Gesuiti e i superiori
la sua antica forma, cioè cogli orecchi. delle case gesuitiche di Parigi lo censurarono
Mor. pubblicamente nel giorno 22 ottobre dello
BERRETTONE BENEDETTO od anche stesso anno : l'arcivescovo di Parigi ne proibi
Pileo . E questo , secondo che riferisce il Moro- la lettura con un ordine al quale si sottopose
ni, una gran berretta , foderata di velluto cre- l'autore, e il p. Forestier provinciale de' Ge
misi, ornata di ermellini e perle, cinta di un suiti indirizzo al sindaco della Sorbona una
cordone, guernita di ricami d'oro, tra' quali lettera colla copia di questo alto di obbedienza
una colomba, simbolo dello Spirito Santo , che sottoscritlo dal p. Berruyer, che fu letto in
il Sommo Pontefice suole benedire nella notte Sorbona il 2 gennaio 1755. Quesla seconda
di Natale unitamente ad una spada, per man parte fu eziandio proscritta dal Pontefice Be
darli in dono a qualche gran personaggio, cam nedetto XIV il 16 aprile 1755 , indi con più
pione della Chiesa. Questo costume sembra solenne decreto il 17 febbraio 1758 ; e venne
tralto dal libro secondo da’ Maccabei, ove al pure data alle fiamme per decisione del par
capo decimoquinto si legge, che « Giuda Mac- lamento del giorno 9 aprile 1769. Finalmente
cabeo , già pronto a combattere contro Nicano- la terza parte pubblicata col titolo di : Con
re , generale di Antioco, re di Siria , vide in tinuazione della Sloria del popolo di Dio, o
visione il morto Onia che pregava Dio pel suo Parafrasi lellerale delle epistole degli Apostoli
popolo, e Geremia che dava a Giuda la spada fu condannata nel giorno 2 dicembra dello
dorala, dicendogli: Ricevi questa sanla spada stesso anno dal Pontefice Clemente XIII , il
879 BERSA -- BERTA (S. )
quale confermò il giudizio pronunziato da'suoi lettura di opere velenose, che invece di dar
antecessori sulle altre due parti. Questo ce loro o di rendere la vita della grazia, sono
lebre gesuita , discepolo troppo zelante del p. alte soltanto a privarneli eternamente, facen
Arduino, cadde nella maggior parte de' suoj do respirar loro il veleno che racchiudono.
errori , e talvolta sorpasso il proprio maestro . G.
Fra i suoi confratelli che gli scrissero contro, BERSA . Nella Genesi , al capo decimoquar
merita speziale menzione il dotto L. Tourne- lo, questi è ricordato come re di Gomorra, già
mine . Mori il p. Berruyer in Parigi nella casa tributario di Codorlahomor re degli Elamiti ,
professa dei Gesuiti , il giorno 18 febbraio a'tempi di Abramo. Avendo Bersa, insieme co
1758 , dopo aver sottomesse le sue opinioni al gli altri quattro re della Pentapoli, rifiutato
giudizio de'vescovi. Fu pubblicata contro que- di star più oltre soggetto a Codorlahomor,
sto Gesuita un'infinità di confutazioni, tra le questi , collegatosi ad altri quattro re, mosse
quali ricorderemo soltanto la censura della guerra ai re della Pentapoli, e li vinse ; ma
facollà Teologica di Parigi , la prima parte della furono poi questi ultimi liberati e vendicati
quale usci alla luce in latino coi tipi di Le da Abraino. CAL.
Prieur l'anno 1762 , a Parigi , in 4. Il p. Ber BERSABE . Borgo della Galilea . Gioseffo lo
royer era pur troppo colpevole dell'aver fatta storico che lo fece riedificare e munire, come
servire la bellezza del suo genio a risuscitare narra nel libro terzo De bello, capo secondo,
e raccogliere antichi errori già colpiti degli ed in altri luoghi delle sue opere, dice , che
anatemi ecclesiastici, e ad incoraggiarne dei era situato al mezzogiorno dell'Alta-Galilea ed
nuovi, le cui conseguenze fatali alla religionee al settentrione della Bassa -Galilea.
alla morale pel corso di tre secoli, finirono, co CAL .
me dovea prevedersi, col rovesciare a' tempi BERSABEA , pozzo del giuramento , luogo
nostri i salutari limiti dell'ordine pubblico. cosi chiamato perchè ivi Abramo fece allean
Da queste opere e dalle censure loro falle za con Abimelecco re di Gerara. Questo luogo
risulta , che il p . Berruyer offese la religione da Giosuè fu posteriormente donato alla tri
nelle sue parti essenziali, e che insegnò un nu bù di Giuda, indi fu ceduto a quella di Si
mero grandissimo di proposizioni, non solo meone. Era situato a ventimiglia da Ebron ,
false, temerarie, scandalose, erronee , ma ben verso mezzogiorno, ed ivi al tempo di Eusebio
anche formalmente eretiche, per cui la pretesa e di s . Girolamo i Romani tenevano una guar
Storia del popolo di Dio fu condannata dalla nigione.
Chiesa ; ma in onta alle decisioni della Santa Nella Scrittura s' indicano spesso i confini
Sede, dei Papi, dei vescovi , dei dottori e mal- della Terra Santa con queste parole : A Dan
grado l'opposizione di tutte le potenze, ha tro- usque Bersubee. Dan era nell'estremità set
valo ciechi ed ostinati fautori i quali la dif- tentrionale, e Bersa bea nella meridionale. A
fondono e ne raccomandano la lettura, dandole motivo della sua posizione sulla frontiera tra
il titolo di libro edificante, a cui non può rim- Giuda e il deserto, fu considerata come una
proverarsi che la convenienza dello stile e la città importante. Nel medio evo i Crociati la
singolarità di qualche interpretazione; ed osa- fortificarono .
no perfino preconizzare lo scandoloso autore Gli scrittori profani la chiamano Berzimma
di questa tenebrosa produzione siccome un e Bersaba : oggidi addimandasi ancora Bar - Sa
grand’uomo che in più remoti tempi sarebbe- bea . «Al sud est di Ascalona, dice Poujoulat,
si posto nella classe dei Girolami e dei Basi- a quattro ore di distanza, credetti di ricono
lii, perseguitato dalla cabala .... in onta della scere la posizione di una cittadella cristiana,
Chiesa e de'suoi figli. I capelli si rizzano in cioè di Bersabea, costruita nel 1136 , e che
fronte per l'orrore all'udire siffatte bestem- fu data a guardare ai cavalieri ospitalieri ;
mie . Mettere sui nostri altari a fianco dei Gi- essa occupava il luogo dell'antica Bersabea ...
rolami e dei Basilii un eretico universale, un Un villaggio arabo fu sostituito a quella for
Sabelliano, un Ariano , un Nestoriano, un Pe- lezza, dove a lungo fu spiegata la bandiera
lagiano, un Sociniano, un nemico dichiarato degli Ospitalieri.» V. Corrisp. d'Oriente , Lel
di G.C. e della sua divinità, un corrompitore icra 132, tom . V , pag . 413 .
della sua parola e della sua morale , un di D. V. GIORDANI.
struggitore infine de'suoi misteri e di tutta la BERSABEA . V. BetsABEA.
sua religione, di cui rovescia la necessità, so BERTA ( S.) , vedova, badessa di Blangy
stenendo che la sola religion naturale sia stata nell'Artois, era figlia del conte Rigoberto, si
sufficienle e lo sia tuttodi'a condurre gli uo gnore appo la corte di Clodoveo II , e d'Ursana
mini all'eterna salvezza ! Nulla è troppo a fine parente di un re di Kent nell'Inghilterra. Di
di premunire le pecore e i pastori contro la venti anni essa fu maritata a Sigefredo, che
BERTA - BERTHELET 873
la fece madre di cinque figlie, tra cui s. Ger- egli costrello a munire Monte Cassino a gui
trude e s . Deotilla. Dopo la morte di suo ma. sa di castello per difendersi contro di quei
rito, essa entro come religiosa nel monastero barbari . Recossi di frequente in Francia per
di Blangy da lei fondato nella diocesi di Tero- chiedere sussidii a quei re. Nell ' anno 879
vana , nel paese d'Artois , del quale fu dappoi s. Bertario andò a Roma ove ottenne dal Pon
badessa nel 686. Un signore, detto Urolgaro o tefice Giovanni VII , che fosse riposto sulla sua
Ruggiero, indispettito di non poter ottenere sede Landolfo vescovo di Capua, il quale ne era
l'assenso di s . Berla per condurre in matrimo- stalo scacciato nel bollore di una sedizione .
nio la figlia di lei Gertrude , accusò la pia ba- Nell'884 ſu Berlario, nel punlo , in cui celebra
dessa come rea d ' infedellà verso lo stalo, di va la messa , ucciso dai Saraceni , i quali gli ta
nanzi al re Teodorico III , che la fece compa- gliarono la testa . Egli è onorato qual martire
rire in corte , e le fece onorevole accoglienza a ' 22 di ottobre, giorno della sua morte. Lasciò
dopo che fu convinto del suo merito e della le seguenti opere : Alcune questioni inlorno
sua innocenza . Ritornala a Blangy, s. Berta all'antico e al nuovo Testamento. Alcuni
pose le principali sue cure a governare la sua sermoni, ch'egli predicava a'suoi monaci nei
comunità. Fece edificare tre chiese nel suo mo- giorni in cui si celebravano le feste dei santi.
nastero, e sette altre in varii luoghi de' suoi Due libri intorno alle apparenti contraddizio
dominii ; indi rinunziò alla sua dignità di ba- ni dei due Testamenti. Quest'opera, ad altri
dessa , sostituendo in vece sua figlia Deotilla , attribuita, fu a Bertario rivendicata da Gio
verso il 696. Essa si chiuse in una cellelta , vanni Battista Maro. Bertario com pose altresi
dalla quale proferiva ogni giorno un'istruzio- dei versi intorno alla vita , alla morte e ai mi
ne per una finestra, che guardava entro una racoli di s. Benedetto , de' quali fa menzione
cappella ov'erano adunate le monache. In Pietro Diacono , e che si trovano inseriti nelle
questo modo ella visse fino al punto di sua poesie di Prospero Marlinengo stampate in
morte, che segu : il 4 luglio verso il 725. Il suo Roma l'anno 1590 , e in Arnoldo Wion , Mir
corpo, dopo varie traslazioni, fu ricondotto a tyrol. bened ., 21 marzo. Egli è pur autore di
Blangy. Si celebrano due feste in onore di s. un sermone intorno a s . Luca Evangelista , e
Berta; l'una ai 4 di luglio, giorno della sua d'alcune altre opere manoscritte. Cej .
morte, l'altra agli olto di ottobre, giorno della BERTARIO , prete della chiesa di Verdun ,
sua traslazione. Bar . scrisse una storia compendiata dei vescovi di
BERTA o Bertrada , religiosa di Willock quella chiesa che dedicó a Dodone o Dadone
presso Born , sorella di s. Wolfemio abbate , vescovo di Verdun , nel 915. Fu essa pubbli
scrisse la vita di s. Adelaide, prima badessa di cata dal P. D'Achéry nel dodicesimo volume
quel convento. Dup . del suo Spicilegio , e posta dal Calmet fra i
BERTAL (Stepano), Gesuita . Lasciò alcuni documenti comprovanti la verità della sua sto
discorsi scelli intorno a diverse materie im- ria di Lorena. Z.
portanti di fede e di costumi , Lione, 1687 , BERTHAC ( Luigi), nato a Bruges nel 1621),
in 4. Z. abbracciò la professione religiosa nell' ordine
BERTALDO (GIACOMO) , veneziano , visse di s . Domenico nel convento di quella città , il
nel secolo XVI , fu notaio e indicancellieredo- giorno 19 ottobre del 1644. Mori il giorno 12
cale e arciprete della Congregazione di s . Luca, agosto del 1697 , lasciando le seguenti opere :
e finalmente dal Papa promosso alla sede ve- Origo plagarum christianum orbem devaslan
scovile di Veglia, isola dell'Istria ; ma essendo lium , senza nome dell'autore , Bruges , 1658 ,
morto prima di prenderne possesso, fu sepol- in 8. 2. Medicus christianus detegens sun
to a Venezia nella chiesa di S. Pantaleone, do- guinis lacrymis deplorandam ferrei hujus
ve ha un'epigrafe. Il Lambecio ricorda di que- saeculi caecitatem , praesentium el imminen
sto un codice delle consuetudini venele, esi- tium plagarum originem , Anversa, 1665, in
stente nella Biblioteca Cesarea. ORIGLIA. 4 . - 3. La vita di S. Luigi Bertrand , 1671 ,
BERTARIO (S.), Francese di regia stirpe, Anversa, in 12, ed altre opere scritte in idio
si fece religioso di Monte Cassino , e vi acqui. ma fiammingo. 2.
sto si alta riputazione che dopo la morte di BERTHAUT (PIETRO), Canonico ed arci
Bassario o Bassavio, ch'era abbate di quel mo diacono di Chartres , nativo di Pens , morto il
nastero, fu eletto a succedergli per volo unani- 19 ottobre 1681 ; è autore di un trattato de
me, lo cheavvenne nell'anno 856. Tutta l'Italia Ara , e di due altre opere : Florus Gallicus ,
era a que' tempi in trista siluazione: i Sarace- e Florus Francicus. LADVOCAT.
ni ponevano ogni cosa a ferro e a sangue. Fu BERTHELET (GREGORIO ), monaco bene
Encicl. Eccles. Vol. 1, Fasc. XIV . 110
876 BERTHEREAU - BERTHIER
deltino della congregazione di S. Vannes e di penosa falica, da cui non dovea venire alcun
S. Idolfo : compose un trattato storico e mora frullo all'autore; imperocchè, sopravvenuta la
le sull'astinenza dalle carni, e sulle varia rivoluzione, tutti gli stabilimenli religiosi fu
zioni , che intorno alla medesima seguirono dal- rono soppressi. Berthereau ebbe il duplice rin
la creazionedel mondo fino a'suoi tempi , cosi crescimento di rinunziare ad una condizione
presso gli Ebrei, come presso i gentili , i Cri. di vita a lui cara , e di vedere gettato al venlo
sliani e i religiosi anlichi e moderni, diviso in il prodotto di tanti studi. Ritiratosi nel seno
quattro parti . L'intento dell'autore si è di della sua famiglia, ed ivi lasciato, come tanti
provare, che l'astinenza delle carni è convene. altri della sua professione, mancante di sussi
vole allo stato monastico. Mostra egli , con mol. dii , e in uno stato quasi affine all'indigenza,
le prove, nella prima parte, che in lutti i lem- morì il giorno 26 marzo dell'anno 1794 , e
pi e in tutte le religioni , gli uomini furono i suoi manoscritti rimasero fra le mani dei
sempre d'avviso , che l'astinenza fosse ulile suoi congiunti. Z,
per la purezza dello spirito . Nella seconda par. BERTHIER ( GUGLIELMO FRANGESCO), nato
te l'autore espone una storia assai circostan a Issoudun nel paese di Berry , il giorno 7 a
ziata dell'astinenza monacale, e delle variazio- prile 1704 , entrò nella compagnia di Gesù
ni ch'ella subi fino agli ultimi tempi . Egli pre- l’anno 1722 , e vi si distinse per virtù e per
tende che il disordine sia costantemente nalo scienza . Dopo di aver insegnato belle lettere a
ne' monasteri alloraquando venne infranla la Blois, filosofia a Rennes e a Roano, e teologia
legge dell'astinenza, e la riforma stabilita al . in Parigi , fu egli nel 1742 trascelto per succe
lorchè ſu rimessa in vigore questa santa prati- dere al P. Brumoy nella continuazione della
ca. La terza parte si aggira intorno al modo Storia della chiesa gallicana, incominciata dal
con cui gli antichi monaci osservavano l'asli . P. Longueval . A lui siam debitori degli ultimi
nenza, e intorno a varie quistioni che si rife- sei volumi di quest'opera, ne' quali si ravvisa
riscono a questo soggetto. Nella quarta prova, ad ogni passo il franco stile di una penna eser
che i religiosi, obbligati per le loro condizioni citata , e l'ampia dovizia delle sue cognizioni.
ad osservare un'astinenza perpetua, commet- Nel 1745 gli fu commessa la compilazione del
lono un grave peccato, allorchè deviano da Giornale di Trévoux, ch'egli diresse fino alla
quest'obbligo senza necessità. In fine dell'ope- soppressione della sua compagnia in Francia
ra trovasi una dichiarazione dell'aulore nella con soddisfazione del pubblico e dei veri let
quale fa l'elogio della sua congregazione di S. terati. a Giammai, dice l'aulore dei Tre seco
Varnes e di S. Idolfo . 2. li, questo giornale apparve più interessante e
BERTHEREAU ( Giorgio Francesco ), dot- più utile dell'epoca, nella quale vi ebbe parte
to benedettino della congregazione di S. Mau- il P. Berthier. Egli seppe diffondere nei varii
ro, nacque a Belesme nel 1732 , e abbracciò la estratti che pel medesimo compose, tale acume
regola di S. Benedetto l'anno 1748 nell'abba- di critica, tal purezza di gusto, tale franehezza
zia di Vendôme , all'età di anni diciassette. d'erudizione,che sarebbea desiderarsi di veder
Fece egli il consueto corso di studi nella con- ne risplendere altrettanto in tutti i giornali.o
gregazione, ed essendosi i superiori di lui av- Egual giudizio non pronunziarono di lui gli
veduti, ch'egli mostrava inclinazione per lo spirili forti ch'egli combatteva, e segnatamen
studio delle lingue, gliela collivarono, dando- te Voltaire . Il P. Berthier aveva censurato vo
gli precettori alli a promoverne l'ulile svilup . panegirico di Luigi XV scritto da quel poeta,
po ; nè andò guari ch'egli s'impossessò delle ma pubblicato senza il suo nome. Questo basto
lingue greca, ebraica ed araba. Fornito di sif- perchè l'autore della critica fosse fatto segno ai
fatte cognizioni , fu tosto il padre di Berthereau frizzi scurrili e alle ingiurie, di cui non arrossi
associa to ai grandi lavori della congregazione, va quel cinico scrittore. Peggio ne avvenne, al
e a lui fu dato l'incarico di cooperare alla rac lorchè l'Enciclopedia e il Saggio intorno alla
colta degli storici di Francia nella parte che si storia generale furono giudicati nel giornale di
riferisce alle Crociate. S'internò egli nell'esa . Trévoux colla debita severilà. Ma se il P. Ber
me dei manoscritti e dei libri arabici della bi- thier non ebbe il suffragio dei filosofanti, ebbe
blioteca reale e di quella dell'abbazia di S. poi ben altre approvazioni . Nell'anno 1762 il
Germano de' Prati, ne fece degli estratti; che Delfino, figlio di LuigiXV, gli affidò l'educa
diligentemente collaziond, e tradusse parte in zione de' suoi figli, assegnandogli una pensione
latino, parle in francese , accompagnando il di 4000 franchi sull'abbazia di Molesme. In
maggior numero di essi col lesto. Trent'anni quell'anno medesimo egli ebbe il dolore di
furono da lui impiegati in questa ingrata e veder disciolta in Francia la società, alla quale
BERTHOLET - BERTI ( Giovanni LORENZO) 873
apparteneva . Suo primo intento si fu di rili- più rinomati predicatori dell'età sua . La re
rarsi alla Trappa , ma i superiori di lui vi si golarità de' suoi costumi lo rendeva non meno
opposero . Nel 1764 il P. Bertbier usci dalla stimabile che la sua eloquenza, ond'è che fu
Francia , e fissò il proprio soggiorno in Baden , eletto a priore della Minerva in Roma e del
indi in Offemburgo. Nel 1776, ottenuta la li- convento di Firenze. Fu egli pure vicario ge
cenza di rientrare nel regno, si condusse a Bour. nerale della Toscana , e insignito del grado dot.
ges, ove dimoravano un suo fratello ed un ni- torale nell'anno 1482. Mori nella città di Luc
pote, canonici. Egli potea credersi posto in di . ca il 15 settembre 1491. I sermoni del Berti ,
menticanza , quando senza sua domanda rice- del numero di settanta , oltre un quaresimale,
velte nel 1782 la notizia , che l'assemblea del sono conservati nella biblioteca di S. Marco in
clero gli avea per acclamazione assegnata una Venezia. Ech.
pensione di mille franchi ; ma non ebbe tempo BERTI ( ALESSANDRO POMPEO), cherico rego .
di godere di questo onorevole beneficio , impe- lare della congregazione delta della Madre di
rocchè avendone ricevuto l'annunzio nel gior. Dio, nacque a Lucca il 23 dicembre 1686. Per
no 9 dicembre , spirò nel giorno 13 dello stesso compiere un volo fatto certamente dai suoi ge
mese. Il capitolo della metropolitana rendeltenitori , entrò di sedici anni a Napoli nella
pubblico omaggio alle sue virtù a' suoi ta- suddetta congregazione, e vi professo due anni
lenti , dandogli sepoltura distiota nella sua dopo. Ritornato a Lucca , vi studiò sette anni
chiesa . Dopo la morte del P. Berthier furono la filosofia delle scuole e la teologia. Allorchè
pubblicati i Salmi e Isaia da lui tradotti in fu ordinato prete, fece succedere ai suoi studii
francese con riflessioni e note. Le riflessioni si quelli della storia sacra e profana, delle belle
aggirano principalmente intorno alla morale, lettere , e particolarmente della poesia. S'ap
sono ridondanti d'unzione , le note dichia- plicò altresi molti anni all'eloquenza del per
rano il senso letterale del testo : l'autore spie. gamo, e si acquistò gran riputazione d'oralo
ga in esse una erudizione poco comune, e si re nelle principali città d'Italia . Dopo avere
mostra non inferiore ai più esperti commen sostenuto in Napoli , dove era ritornato nel
talori. Conoscitore profondissimo dell'idioma l'anno 1717 , l'insegnamento delle scienze, e
ebraico, egli entra in dotle discussioni , e spiana divenuto in appresso reltore del collegio della
molte difficoltà per modo, che luminosa ne e sua congregazione, indi maestro dei novizii a
merge l'intelligenza del testo . Il P. Berthier è Lucca, andò a Roma nel 1759, dove si fermo
sempre chiaro e singolarmente preciso, lo che sino alla morte. Fu ivi eletto successivamente
è prova della giustezza del suo discernimento. vicerettore, assistente generale,ed in fine in un
La sola censura che gli possa venir falta , si è capitolo generale tenuto nel 1748 storico del
ch'egli abbia di soverchio imitato il P. Hou suo ordine. Era in pari tempo consigliere del
bigant, ed abbia riposta nelle idee di questo la Congregazione dell'Indice. Cessò di vivere
dollo conoscitore della lingua ebraica una il 23 marzo 1752. Il Mazzuchelli porge una li
confidenza che non sempre si meritava. Forse sta di ventiquattro sue opere : quelle che ap
vi saranno alcuni che stimeranno eziandio es- partengono alla parte ecclesiastica sono: Saggi
sersi egli talvolta troppo lungamente diffuso in di morale; Trattato della preghiera ; Dellu
discussioni , le quali è impossibile perfettamen- nità della Chiesa , o confutazione del sistema
te terminare. Il P. Berthier è autore altresì di del ministro Jurieu . BERC.
una confutazione del Contrallo sociale, un vo BERTI (Giovanni LORENZO) , dotto teologo
lume in 12 , 1789 , e delle opere spirituali, dell'ordine degli Agostiniani, nacque il 28
pubblicate in 4 volumi in 12 , l'anno 1811 maggio 1696 nel villaggio di Serravezza in To
opera commendevole, e ricercata dalle persone scana, e fu chiamato dai suoi superiori a Ro
divote per l'unzione che vi domina . 2. ma, ove divenne assistente del suo generale, e
BERTHOLET ( il padre ), Gesuita . È au- custode della biblioteca Angelica . Slabilito a
tore della Sloria ecclesiastica e civile del du- Pisa dal granduca di Toscana in qualità di
cato di Lussemburgo e della contea di Chiny , teologo imperiale, termino ivi i suoi giorni nel
8 vol . in 4. , de'quali i primi tre uscirono in 26 maggio 1766. Le principali sueoperesono un
Juce nel 1742. Quest'opera è dedicata alla re trattato di teologia, che ha per titolo De theo
gina d'Ungheria. Vi si trovano parecchi falti logicis disciplinis, ed una Sloria Ecclesiastica.
importanti che si riferiscono ai ducati di Lo. Di questo dolto scrittore crediamo opportu
rena e di Bar. no riportare quanto i crilici più rinomati fa
BERTI ( SIMONE ) , religioso dell'ordine di vellano dopo l'esame che fecero delle sue opere.
s . Domenico, nativo di Firenze , fu uno dei Per cio adunque che spella all'opera intito
876 BERTI (GIOVANNI LORENZO )

lata De theologicis disciplinis, ecco il giudizio quodam Auguslae Suessonum cognomine de


che ne dà il Fabroni nelle sue Vile degli lla- Gorgne , qui primus omnium Berlii theolo
liani che per dollrina si sono distinti. Ad- giam , postquam quartum illius volumen in lu
monendi omnes sunt , qui dant operam theolo cem exierat, apud Summum Pontificem Bene
giae, ul hos libros nunquam de manu depo- dictum XIV criminatus est. Hac re Pontifex
nant. Praeseferunt enim genus scriptionis gra- commotus , negotium dat duobus religinsis vi
ve, el argumento plane dignum ,.. lucidum ubi- ris Fortunato Tamburinio el Joachino Bessoz
que ordinem cum brevitule conjunclum , sumn zio , quorum doctrinae in theologicis rebus
mam in rebus maximi momenti diligentiam , in tanla crat opinio , ul hac commendati ad car
disputationibus moderationem , tanlam autem dinalatum pervenerint , ut cognoscant de Gor
eruditionis copiam , ul ad theologicas discipli. gnii animadversionibus , ut Berlii scriptis
nas percipiendas amoenam non minus , quam seque de iis admoneant. Hi postquam diligen
compendiariam aperiant viam . Ac fucre quidem tissime examinassent verborum omnium ponde
nonnulli, quibus videretur Bertius subobscure ra, relulerunt Pontifici, injuria Bertium erro
aliquando, el veteranis potius quam lyronibus ris insimulari; nihil esse in ejus libris quod
scripsisse, el interdum feslinantis calami indi- . jansenismum redoleat , quin immo omnia esse
cia dedisse ; quorum primum rerum non ver. in ipsis exarala docte scienterque ad sensum
borum obscurilali , alterum necessilali qua 8. Augustini, mentemque Catholicae Romanae
premebatur , celeriter perficiendi operis con Ecclesiac. Hoc prolato judicio, licuil Bertio in
cedendum. (A vea egli avuto l'ordine di com en gloriari sicut aurum igne, ila opus suum
porre quest'opera dal suo padre generale, per- censoria severilate probatum fuisse , nec minus
chi servisse ad uso delle scuole di tutto l'or- illi gloriosum fuil doctores omnes Lovanienses,
dine agostiniano. ) Verum quoniam librorum celeberrimamque ejus urbis academiam se
scriptores non naevo aliquo et crepundiis, sed cum stetisse , et clerum gallicanum in suis co
corpore omni, ut ita dicam, cognosci debent, ex miliis anno 1747 , palam rejecisse supramemo
eorum numero , quorum Institutiones theolo- ralos libros de Bajanismo et Jansenismo redi
gicae hodie circumferunt , vix ullum esse , vivo, utpote injurios in summos theologos , ac
qui uberius , meliorique ratione universam ceptamque disciplinam ab Augustino, quo nemo
hanc, quantum late palet, disciplinam sit come diligentius, ul ajebat s . Prudentius, divinarum
plexus: paucos , qui linguarum , et critices scientiarum arcana exquisivit, nemo verius in
subsidio in abdiliores theologiae recessus felis venit, verucius protulit, effusius disseminavil.
rius penetraverint: neminem qui in illustrar- Nos tamen iisdem libris graliam aliquam ha
da et tuenda Augustini doctrina praeclarius bere volumus, quod extorserint a Berlio sex
operam collocaverit. illas quas commemoravimus Dissertationes ,
Postquam Berlius suum de theologicis disci- in quibus dum se , Bellelilum et auguslinin
plinis opus absolvissel , calamum sumere dc. nam scholam ab omni erroris suspicione vin
buil, ul illud a calumniatoribus defenderet. Hi dicavil , tantum doctrinae lumen sparsil, ut
enim et voce , et scripto, et privatim publiceque nusquam melius fraudes et prolapsiones Baji,
disseminabant, ab illo prava et perversa mul. Jansenii, et Quesnelli cognoscipossint... Fran
la edoceri... Exaravit itaque Bertius , vul- ciscus Antonius Zaccaria e S. J. dilulas in
gavitque Romae anno 1747, dissertationes sex, Berlium criminationes animose renovavil, cum
quarum hacc est inscriptio : Augustinianum sy: in sua Historia Lilleraria Ilalica judicium pro
stema de Gratia ab iniqua Bajani. et Jansenia- nuntiasset de theologicis illius libris, horum
ni erroris insimulatione vindicatum , sive refu . que apologetico ..... Fuil tanquam levis ar.
lalio librorum , quorum titulus: Bajanismus et maturae prima excursio opusculum illud, quod
Jansenismus redivivi in scriptis PP. FF. Bel- Johannes Laurentius inscripsit. Ragionamento
lelli et Berli Ordinis Eremilarum S. Augu- Apologetico di Fr. Gian -Lorenzo Berti Agosti
stini etc. partes 2. Conscripserat hos de Baja- niano al dottissimo padre Antonio Zaccaria
nismo el Jansenismo redivivo Johannes d' Ýse della venerabile Compagnia di Gesù . In hoc
de Saleon episcopus primum Segodunensis, breviter arguteque ille inclusil omnia adver
mox archiepiscopus Viennensis in Gallia,alio“ sarii dicta, et graviora argumenta ad illa con
rum magis vocibus , quam sua sponte inflam- vellenda; sicque tantam adjunxit auctoritatem
malus in illa duo Augustiniani Ordinis lumi. et firmamentum , apologeticis suis Disserlatio
na; ejusque postea vesligio persecutus est Jo- nibus, ut nisi judicatum fueril meridiem non lu
hannes Josephus Languel de Gergy Scnonum cere , ne suspicari quidem quispiam possit a
Archiepiscopus, iis tamen, praeeunte canonico liquid inesse in scriplis Bertii cum Baji el Jan
BERTILLA (S .) - BERTINO (S.) 877
senii doclrina consentiens ..... P. Zaccaria Abbiamo pure di questo scrillore : Commen
simulavit nescio quem monachum Vallumbro larium de rebus gestis S. Auguslini ecc ., della
sanum oppugnalorem . Del Ragionamento Apo. qual opera il sopraccitato critico cosi parla: Si
Jogelico epistola quadam ilalice scripla, cujus e quis hanc Auguslini vilam conferet cum iis ,
xemplum retulil in quarlum volumen Historiae quas inter caeteros scripserunt Tillemonlius
Lillerariae Italicae.... Quoniam Berlius ita et Maurini Patres, facile intelliget eadem nos
natura comparalus eral, ulcum res esset de re . carere poluisse .
ligionis fuma conservanda, quae vere sola glo Panegirici.e ragionamenti sacri e profani.
ria nominari potest, omnem exuere videtur hu- Sebbene questi panegirici e ragionamenti non
manilalem , confecil, vulgavilqueopusculum ,in possedano tutte le doli dell'oratore, pure mo
quo nullum et leporis el bilis sparsil ad irri strano abbastanza nello scrittore atlitudine a
dendum epistolae scriptorem carpendumque pensare, e quanto egli valga nell'esporre e spie
auctorem Historiae litterariae ilalicae. Noluit gare le proprie idee.
sub suo nomine hoc opusculum apparere, qua: Breviarium historiae ecclesiasticae. Questo
re illi tilulum fecit : Disinganno del p . Ful- ristretto della storia ecclesiastica, ch'è scrillo
genzio Monela da Bagnone all'autore dell'o con una ricchezza particolare di lingua latina,
pera intitolata : Sloria lelleraria d’llalia, in- contiene un tale quadro, che riesce di sommo
torno alla lettera nel IV vol. inserila , e ad altri comodo agli studiosi conoscilori della ecclesia
scorsi di penna dello stesso scrittore contro un slica storia . Specialmente è da notarsi il meri .
Agostiniano apologisia. Haec el quae secutu to, che ha di assegnare ad ogni nome , e ad
sunt Berlii scripta adversus Zaccariam magis ogni avvenimento l'epoca esalla , per cui è da
eo valuisse credo, ut injurias repellerent, quam raccomandarsi particolarmente per la sua cro
ul opiniones, quas a majoribus auctor accepit, nologia, D. V. GIORDAN ).
de divinis rebus defenderent . Nihil enim ad BERTILLA ( S.). Fioriva nel settimo seco
priores defensiones addi posse videbalur, ipsa- lo, e traeva i nalali dalla famiglia rinomata dei
que bonilus aequilasque caussae propugnaculo conti di Soissons. Sebbene giovinella, ella fug .
sibi polerat esse. Cosi leggiamo nel Fabroni , giva tulli quei traslulli che sono proprii di
Dec. 4. quella elà prima, e fino da quegli anni a nul .
Ed è pure questo medesimo crilico che in- l'altro rivolgeva i suoi pensieri ed i suoi desi
forno alla Storia Ecclesiastica del suddetto au derii che al cielo . Si consacro al Signore nel
fore, tom. IV . fol., cosi giudica : In hoc opere monastero di Jouarre nella Brie, dove fece suo
non admodum laudis collegil .... Non ullra studio di conseguire la evangelica perfezione
quartum volumen progressum estopus, de quo di cui le era modello e maestra la badessa Tel
opere cum judicium pronuntiasset Zaccaria, childe. Nė tardò a mostrare quanta virtù alli
lom . VIII e IX , della Storia Letteraria d'Ita- gnasse nell'anima sua, a cotal modo che la
lia , mulla in primo el secundo volumine con- superiora ad essa affidò varii incarichi , fra
lenta acriler suo more reprehendil. Non reli- quali quello di accogliere i forestieri, di dedi
quil Berlius censuram Zaccariae sine respon. carsi al servizio delle inferme e di vegliare so
$ 0, edidilque dialogos, in quibus fingit fuisse pra le fanciulle, che concorrevano al monaste
disputalionem de rebus reprehensis inter duos ro per essere educale : uffizii lulti che Berlilla
eremilas, quibus nomina fecit Hermolini el Phi- disimpegno con somma prudenża. Poscia fu e
logoni . Philogonus parles suscipil Berlii, di letta priora ; e come da s. Batilde moglie di
luitque omnia ea quae objecta suni, paucis qui- Clodoveo Il lu rifabbricata la badia di Chel
busdam exceplis , in quibus non auctorem, scd les, Berlilla vi fu inviala con allre religiose in
amanuenses aut lypographos errasse dicil ... qualità di badessa , affinchè vi stabilisse una
In his dialogis Berlius non lam caussam suum regola, lo che da lei fu eseguito, ed in breve
defendere, quam elegantis scriploris laudem quel luogo divenne assai celebre. Tutte le re
consequi voluisse videtur. Hinc in illis disse ligiose andavano a gara nel praticare ogni ma
minavit magnam adagiorum copiam , mulla di- niera di virtù, e soprallullo l'umiltà, la man
cla popularia et usitata in Elruria, nec non suetudine, la carità e la mortificazione. Ma la
urbanos sales. Nihilo lamen minus plurimum santa badessa era ormai giunla ad elà molto
ille abfuit a Dialogi perfectione,cum in iisdem avanzata, e le sue infermità facevano conoscere
nec varietas uppareal, nec consentiens quae- vicipa la sua morte, che in fallo avvenne nel
dam omnium parliuin pulchriludo , neque imi l'anno 702 ai 15 novembre, pel qual giorno se
lalio familiuris dispulalionis , morumque di. ne celebra la festa. Bai .
spulanlium . BERTINO ( S.), nalo a Costanza , nel gran .
878 BERTINORO - BERTOLDO
ducato di Baden, di nobile famiglia, verso la tribui assai a rimettere in condizione miglio
fine del VI secolo , si consacrò alla vita mona re il decaduto Forlimpopoli.- Teobaldo (anno
stica in un convento della regola di s. Colom- 1377 ), che sostenne gravi danni e prigionia da
bano, a Luxeuil , nella Franca Contea . Verso Antonio Ubaldini , dalla quale si redense con
l'anno 637 ſu scelto per aiutare nella conver. grave somma di oro . - Orso degli Afflitti (an
sione dei popoli dell'Artois s. Omer, suo pa- no 1395 ) si adopero assai al ristauro di Forlim
rente, vescovo di Terrouane. Fabbricò con due popoli, e per richiamare il clero alla discipli
suoi compagni un monastero una lega discosto na ; venerando per prudenza e per pielà . - Fr.
da Sithiu , al presente S. Omer ; ilnumero dei Marco Veronese Servita (anno 1418), insigne
religiosi crebbe, ed eglino si trasportarono a teologo, ed intervende al concilio di Costan
Sithi 11, il quale altro allora non era che una za. - Fr. Giuliano da Volterra, dell'ordine
isola formata dalle acque di una palude. Per dei Minori (anno 1477 ) , teologo e filosofo di
rifiuto di s. Bertino che credevasi troppo giova. stinto, amico del Bessarione, e familiare a Si
ne per governare un monastero , s. Momolino slo IV . – Alessandro Cardinale Farnese, poi
ne fu il primo abbate, e quando divenne ve- Paolo III, ebbe questa diocesi in amministra
scovo, gli successe s. Bertino. Furono offerli ai zione per pochi mesi (anno 1505 ). — Giovan
solitari ricchi doni, ma s . Bertino non cessò ni Rufo dei Teodoli (anno 1505), che sostenne
tuttavia di assoggettare i monaci ad una rigo. gravissime cariche, onorato più che ogni al
rosa disciplina . Adroaldo, uno dei signori del tro da Carlo V , amico di Adriano VI . - An
paese, aveva donatu Sithiu a s. Omer ; questi gelo Petrucci ( anno 1512) intervenne al con .
ces se l'isola al monastero di s. Berlino. Tra le cilio Lateranense sotto Leone X. — Benedetto
altre donazioni si conta la famosa abbazia, co- Conversino ( anno 1557 ), chiaro per erudizio
nosciula sì lungamenle solto il nome di Berg ne, e sostenne gravissime cariche civili. - Fr.
Sl. Winnogs. Nel 700 s. Berlino trovandosi Cornelio Mussi Conventuale (anno 1543), di
aggravato di età , scelse a successore Reioberto , slinto per eloquenza, sapienza e zelo. . Lo
uno dei suoi discepoli , e ando a confinarsi in dovico Vannini (anno 1548), di grande faina
un piccolo romilaggio. Si pretende che sia vis. per scienza leologica. — Egidio Falzella, pri
suto fino a cenlo dodici anni , e che sia morto ma essendo secolare sostenne gravi offizii; poscia
ai 9 seltembre 709. Le reliquie di s . Bertino morla la moglie, e resosi ecclesiastico, fu vesco
furono trasportate a S. Omer, nella chiesa che vo prima a Caorle, poi a Bertinoro (anno 1565) ;
ebbe il suo nome. BERC. mori pieno di meriti e di onore.- Agostino Mo.
BERTINORO , ciltà nello Stato Pontificio lignalti (anno 1565) di molla scienza, di cui la
posta sopra un colle elevato, alla sinistra della sciò qualche saggio . - Giovanni Andrea Calega
via Emilia , non era sede vescovile , ma appar- ri (anno 1579 ) accrebbe l'onore della cattedra
leneva alla diocesi di Forlimpopoli , da cui è le e dell'episcopio, fu adoperato in molte le
poco distante. Varie furono le vicende civili, gazioni dai Papi, e arrivò ad una tarda elà
cui fu soggetla, senza parlare dell'antiche me con molti meriti. - Questi ultimi quattro in .
morie ; fu presa da Federico Barbarossa, e da lervenpero al concilio Tridentino . - Fr. Gio
questo restituita ad Alessandro III ; quindi fu vanni della Robbia Domenicano (anno 1624 ),
soggetta ai Malatesta , che ancora alla Chiesa la vescovo vigilantissimo e pastore fedele del po
restituirono ; da Alessandro VI fu donata a polo.
Cesare Borgia; cangiò poscia molte volte signo Bertinoro è suffraganea di Ravenna. Leone
ria, finchè stabilmente rimase nel dominio del XII con bolla 28 agosto 1824 avea unito Ber
Pontefice. E solamente allorchè Forlimpopoli tinoro con Sarsina; con due cattedrali sotto
rimase quasi distrutta , nè più eravi caltedra- un solo vescovo, ma Pio IX con altra bolla
le, nè episcopio, il vescovo Fr. Roberto de Re. 20 marzo 1853 nuovamente le separo ; ed ora
sinella Eremitano (anno 1566) si trasporto nel Bertinoro ha il proprio vescovo distinto.
vicino Bertinoro, dove col succedersi degli an A. M. C.
ni divenne slabile e riconosciuta la residenza BERTOLDO. Fu il secondo apostolo del
vescovile ; il tempio maggiore di S. Catterina Cristianesimo presso i Livonii, ed era abate del
V. M. fu sollevato ad essere called rale, ed i convento cisterciense di Loccum nella Bassa
vescovi si chiamano tanto col nome di Berli. Sassonia. Nel 1196, dopo la morte di Mainar
noro e Forlimpopoli, come di una sola di do, primo missionario e vescovo di quel paese,
queste ( V. FORLIMPOPOLI). Molli furono i ve. Bertoldo fu nominalo in sua vece dall'arcive
scovi, che si distinsero per varii meriti. Il ri scovo di Brema e di Amburgo. Giunto ad Ix
eordato Fr. Roberlo fu un ottimo pastore, econ- kull sulla Duna, sede dei primi cristiani della
BERTRAM - BERULLE 879
Livonia, sebbene usasse diogni affabilità e dol zioni mosse contro di lui , specialmente per
cezza , pure fu discacciato. Ritornatovi poi eb- opera della vedova di certo Baldegisilo , la
be la morte nel 1198 ; ed il paese ricadde nel quale pretendeva appropriarsi i beni della
paganesimo. V. LIVONIA . Bai, chiesa di Mans. Egli fu intrepido nel sostenere
BERTRAM ( CORNELIO BonavenTURA ). Di i diritti di quella chiesa , e ciò che riguardava
questo professore eterodosso di lingua ebraica il bene della sua diocesi , ed ebbe il conforto
in Ginevra ed in Losanna noi possediamo: 1. che, sebbene tre volte fosse scacciato dalla sua
Una repubblica degli Ebrei, opera breve e me- sede, tre volte polé liberamente ad essa fare ri
todica. 2. Un parallelo fra la lingua ebraica e lorno. Non fatiche, non cure, non pericoli egli
la siriaca. 3. Una nuova edizione del Tesoro risparmio pella salute delle anime, e sacrifico
di Pagnino. 4. Finalmente una traduzione del- a loro vantaggio tutto sè stesso sino al giorno
la Bibbia sul testo ebraico, della quale fan uso 30 giugno dell'anno 628 , che fu l'ultimo della
al presente i calvinisti. Bertram è il primo santa sua vita . But .
fra i suoi sellarii che abbia osato tradurre BERTULFO (S.), lerzo abbate di Bobbio ,
per inlero la Bibbia in lingua francese sul confessore.Quest'uomo nasceva da famiglia no
testo ebraico, del quale egli ha corrolli alcuni bilissima ; quando mosso dall'amorealle super
passi, che erano stati in altra guisa tradotti ne cose, abbandonata la corte e il mondo, con
nelle prime versioni , e si è attenuto in ispecie sacrossi a Dio ritirandosi presso Arnolfo vesco
alle versioni di Munster, e di Tremellio. Vi si vo. Nell'anno 620 recossi nel convento di Lu
frovano quindi errori , che non possono attri- xeuil. Sant'Altala, ahbale di Bobbio , oltenne
buirsi fuorchè ai pregiudizii ed alla sella dei da s . Eustasio superiore di Luxeuil, di poter
dottori ginevrini . Bai. avere Bertulfo a compagno nel suo ritorno in
BERTRANDO (S.), vescovo di Cominges in Italia , lo che segui verso il 624. Bertulfo suc
Guascogna. Abbandonati per tempo tutti quei cedelle ad Allala. Poco dopo la sua elezione ,
mezzi che la nobiltà del proprio casato poteva nell'anno 627, un vescovo di Tortona denomi
offerirgli, per salire a gradi onorifici nel mon- nato Probo o Proculo pose in campo la pretesa ,
do, si dedicò alla carriera ecclesiastica , nella che l'abbazia di Bobbio fosse da lui dipendente.
quale fino dai suoi primordi fece vedere quel . Nulla erasi da lui ommesso per corroborare la
le virtù che dovevano poscia farlo divenire un sua inchiesta e carpirsi il favore anche di Ario
candelabro lucente nella Chiesa di Gesù Cri. valdo re di Lombardia, quantunque ariano.
sto. Innalzato alla dignila vescovile si fece co- Ma questo principe trovò riprovevole, che fos.
noscere medico, guida, padre e pastore del suo se in tal guisa vessato il santo abbale di Bob
gregge. Egli stesso andava in traccia delle pe- bio, e non solamente non si oppose al suo ri
corelle smarrile, confondeva le sue lagrime con correre alla sede apostolica, ma lo forni ezian
le loro , ed assumevasi in parte il carico della dio del denaro e dei comodi necessarii al viaggio,
penitenza ad esse dovuta , pronto sempre a sa- che gli fu d'uopo intraprendere per Roma. Il
crificare la sua vita per la loro salvezza. A lui Papa Onorio nel 628 dichiaro l'abbazia di Bob .
devesi la ristaurazione della chiesa non solo , bio esente dalla giurisdizione episcopale, e la
ma ancora della cillà di Cominges, per cui ol- sottopose immediatamente alla Santa Sede.
trechè pastore è riguardato anche come se Bertulfo, ritornato appena a Bobbio , fu assa
condo fondatore della città. Edifico pure un lito da mortale infermità, dalla quale si rieb
chiostro pei cherici e pei canonici, cui impose be. Giona che scrisse la sua vita e ne riferisce
una regola comune , e dopo avere governato alcuni miracoli, non aggiunge parole intorno
santamente quella chiesa per cinquant'anni, alle altre azioni di questo santo dei dodici an
mori della morte dei giusti il giorno 15 o 16 ni ch'ei visse dal suo ritorno da Roma fino al
oltobre 1126. Mor. la sua morte. Bertulfo governo per tredici an .
BERTRANNO (S. ), vescovo di Mans. Nato ni il monastero di Bobbio e mori ai 19 agosto
da nobile famiglia verso la metà del secolo se 640 o 641. Nel martirologio dei Benedettini la
sto, postergati gli onori del secolo si dedicò al sua festa è segnata il giorno della sua morte.
Signore, e ricevuta la tonsura dalle mani del Bur.
vescovo s. Germano, fece tali progressi nella BERULLE ( PIETRO DE ) , nacque il 4 feb
ecclesiastica milizia da ottenere peisuoi meriti braio 1575 nel castello di Serilly, nei dintorni
e per le sue rare virtù di essere eletto vescovo di Troyes, da un'antica famiglia della Sciam
di Mans nell'anno 586. Come assunse il gover- pagna , nola fin dal principio del secolo XIV.
no della sua diocesi , gravi furono le persecu. Dalla più tenera giovinezza palesó virtù e ta
886 BERZELLAI - BESA ( S.)
lenti superiori all'età sua con un Trallato del cia de'suoi discepoli il 8 ollobre 1629. Un suo
l'interna negazione , che compose di diciotto discorso o trattato sulle grandezze di Gesù
anni . Prima di essere prete, e dopo che lo di Cristo lo fece chiamare da Urbano VIII l’Apo
venne s'occupò con calore della conversione stolo dei ministri del Verbo incarnalo. Berc.
degli eretici ; entrò sovente con essi in contro BERZELLAI , nativo di Rogel nel paese di
versia, e assistelle al cardinale Duperron nella Galaad , era un vecchio amico di Davidde, che
conferenza di Fontainebleau ; sapeva cattivar- lo soccorse nelle sue sventure , allora quando
seli specialmente con le sue dolci e persuadenli fa scacciato da Gerusalemme da Assalonne. II
maniere. Le sue fatiche ed il suo zelo si videro Reg ., cap. 17 , vers. 27, 28. Andò a trovare que
compensati da infinite ed illustri conquiste. Lo sto principe a Mahanaim , al di là del Giorda
stabilimento delle Carmelitane in Francia , che no, e gli offri ogni sorta di rinfreschi . Dopo la
fu opera sua , gli ſu cagione di lunghe e pe- disfatta di Assalonne, quando Davidde ritorna
nose amarezze , ch'egli seppe superare con la va in Gerusalemme, Berzellai lo accompagnò
sua fermezza e bontà . La fondazione della con- sino al Giordano,ed ebbe invito da Davidde di
gregazione dell'Oratorio gli suscitò opposizioni recarsi alla corte, per passare tranquillamente
di maggior conseguenza . Le guerre civili ave- la sua vecchiaia ; lo che da Berzellai non fu
vano inficvolilo la disciplina ecclesiastica in accettato, contento di vivere nella sua patria ,
Francia ; per consiglio ed in seguito alle pre. cui fece ritorno. Ciò avvenne l'anno del mon .
murose istanze di s. Francesco di Sales, di Ce- do 2981 , avanti G. C. 1019.
sare Bus, del p. Colton , del cardinale di Gondi Di un altro Berzellat fa menzione la Scrit
e dei vescovi più devoti , Berulle s'occupò to- tura , il quale era della città di Molath nella
talmente dello stabilimento d'una congregazio- tribù di Simeone. Questi era padre di Hadriel,
ne di preli , destinati a far rivivere con l'opera che aveva sposata Michol , da prima moglie a
loro i principii della disciplina , ed a disporvi Davidde . Jl Reg. cap . 21, vers. 8.
gli animi coi loro esempi : prese per norma la Nel secondo libro di Esdra al capo ottavo
congregazione dell'Oratorio d'Italia , da poco si fa parola di un Berzellal , della stirpe sa.
allora instituita da s. Filippo Neri . Paolo V cerdotale, e ch'era marito ad una delle figlie
l'approvò con bolla del 1615. Luigi XIII e la della stirpe di Berzellai di Galaad .. Cal.
regina madre l'accolsero solto la loro protezio BESA (S.). Militare negli eserciti dell'im
ne, ed in breve tempo si propagò in gran nu . peratore Decio, distinguevasi pel suo valore e
mero di diocesi per occuparvi dei collegi e prodezza nelle armi. Ma quanto era pronto e
dei seminari . Le cure che Berulle dava agli sollecito nell'eseguire con ogni diligenza e ca
affari della Chiesa, non gli impedirono di oc- pacilà gli ordini che riceveva dai suoi superio
cuparsi con profitto di quelli ancor dello stato; ri , altrettanto era fermo e costante nella reli.
e ne'diversi negoziati affidatigli, si faceva con- gione di Gesù Cristo, che teneva nel suo cuore
to più della fiducia, che inspirava la fama delle scolpita . Comesi conobbe che in contrarietà
sue virti ed equità, che dei suoi conosciuti ta. agli ordini dell'imperatore egli ricusava di
lenti.I grandi servigi prestati alla Chiesa ed porgere incensi agli idoli e di fare libazioni
allo stato fruttarono a Berulle nel 1627 il cap- alle false divinità , si volle ch'egli al pari de
pello cardinalizio, che Urbano VIII gli conferi gli altri soldati queste cose eseguisse, nè si la
ad istanza del re e della regina madre. Tale sciarono all'uopo intentate le lasinghe diono
elevazione gli procurò molti invidiosi , sebbe- rie di avanzamenti nella milizia e le minac
ne egli non l'avesse sollecitata , anzi fosse slalo cie. Besa si rise di tutto ciò , e come eroe era
d'uopod’ordini reiterati del Papa e del re, acció pelle armi, tale a cento doppi maggiore com
acceltasse la dispensa dal volo che avea fatto di parve nella intrepida confessione della fede
non accettare dignità veruna. Non cangiò per- ch'ei fece, e nel disprezzare tutto ciò che ser
altro in nulla il tenore di vita ; continuò a vesti- viva ad indurlo a lasciare la verità per seguire
Te pannilini, a dormire per terra ; si limitò a la menzogna . Il prefelto infuriò a tanta fer
scarsa famiglia , nè si valse della nuova sua di- mezza , e senza più ordinò la pena di morte
gnilà che pel bene maggiore della religione. contro di lui , morte che impavido egli sosten.
La sua divozione s'accrebbe ancora negli ultimi ne, vedendo ch'essa gli era principio di eter
istanti della sua vita , di cui i medici gli aveva na vita beata . Con lui sostenpero nello stesso
no annunziata la prossima fine ; svenne, men- giorno il martirio i santi Giúliano e Cronone,
{rechè celebrava la santa Messa, nel pronun- dei quali fa memoria il Martirologio romano
ziare le parole dell'offertorio, e spiro fra le brac- nel giorno 27 febbraio. BER.
BESAI_BESEGH 881
BESAI, Israelila, i cui discendenti ritorna- gnitarii e di quarantatre canonici,aventi tutti
rono da Babilonia in numero di trecentoventi un egual diritto d'elezione. Vestivano il roc
tre. I Esdr . cap. 2 , vers . 17 . Cal . chetto e la mantelletta di seta color turchino
BESANZONE , Vesontio, Vesonlium , Bi- foderata di taffettà rosso come i vescovi,e fun
sonlium , Chrysopolis, ciltà forte di Francia, zionavano pontificalmente colla mitra e col pa
antica capitale della Franca Contea di Bor- storale, che inserivano anche nei loro stemmi.
gogna, ora capoluogo del dipartimento del Vissero in comune sin verso l'anno 1300 , e
Doubs , posta alle falde di scosceso monte a 17 furono cosi gli ultimi a togliersi da quell'otti
leghe E. da Digione e 80 S. E. da Parigi , era ma disposizione del concilio di Aquisgrana, le
una delle città libere e imperiali, governata da cui regole si leggevano ogni giorno nel coro
magistrali in forma di repubblica. Contava dopo il martirologio.
40000 anime, e vantava quattro spedali, una La città era divisa in selle parrocchie, una
università composta di quattro facoltà, che vi collegiale e venti case religiose, e la diocesi in
era trasferita da Dôle verso l'anno 1421 , ed quindici decanati foranei con ottocentotren
una accademia di scienze, belle lettere ed arti , tolto fra parrocchie e sussidiarie , novanta
composta di quaranta accademici, istituita nel quattro priorati e trenta abbazie . Eran vi inol
1752. Nel decorso dei tempi il re di Spagna trecentotrenta stabilimenti istituitida congre
vi fu riconosciuto padrone fino a che Lui- gazioni religiose per l'educazione dei fanciulli
gi XIV re di Francia s ' impadroni di tut- e la cura dei poveri, una casa di provvidenza,
ta la Franca Contea nel 1668. Allora questo molti stabilimenti delle suore di s.Carlo e del
re fece fabbricare sul monte S. Stefano una Sacro Cuore. Nel 1824 alcuni religiosi dell';
cittadella , precisamente nel luogo, dove era- stituto di Maria di Bordeaux apersero nel ca
no l'antica chiesa vescovile e le case dei ca- stello di S. Remigio ( Alta-Saona) uno stabili
nonici . mento per l'educazione dei giovani maestri.
L'antichissimo arcivescovado di Besanzone, Gli arcivescovi di Besanzone, fra i quali si
che comprende i dipartimenti del Doubs e del- contano otto Cardinali, furono eletti dal capi
l'Alta Saona, aveva suffraganei i vescovi di tolo fino al tempo del dominio di Carlo V. Al
Belley, Basilea nelļa Svizzera e Losanna, la lora furono come obbligati a nominare chi ve
cui sede è a Friburgo. Presentemente i suoi niva presentato dalla corte. Poscia pel concor
-suffraganei sono Strasburgo, Metz, S. Diè, dato i Papi tolsero al capitolo il diritto d'ele
Verdun, Nancy e Belley. La metropolitana è zione, e riescirono perciò difficili alcune ele
dedicata a S. Giovanni Evangelista ed a S. zioni di arcivescovi e di decani.
Stefano, perchè le due antiche chiese dedicate GIR . Ric .
a questi santi si disputarono i diritti di me BESANZONE ( Concilii di) . Si ricordano fra
tropoli. Gloriavasi quella di S. Giovanni di es- i concilii di questa diocesi quello del 444 pre
sere stata fabbricata da s . Lino verso l'anno sieduto da s. Ilario d'Arles, sotto il pontificato
55 , d'avere avuto un collegio di cherici seco di s. Leone; quello del 1495 adunato dall'ar
lari fondato da s. Massimo verso l ' anno 285 , civescovo Carlodi Neuchâtel; e quelli del 1575
e di essere stata da molti secoli il luogo delle e 1648 celebrati, l'uno da Carlo di Baume,
più solenni adunanze. La chiesa di S. Stefano l'altro da Claudio d'Arley. Gir . Ric .
era stata fabbricata sopra una collina verso BESECATH. Città che viene riguardata co
l ' anno 350 da s. Ilario quinto arcivescovo, e me la stessa che Basca o Bascalh , additata nel
s. Fromenio uno dei successori vi aveva stabi- quarto libro dei Re, al capo vigesimosecondo.
lito un collegio di canonici , che nel decorso CAL.
dei tempi gode di molta fama. Per un privile BESEE . Capo d'una famiglia di Natinei ,
gio di Papa Leone IX , nel 1048 , eranvi in que- tornata dalla cattività di Babilonia con Zoro
sta chiesa sette canonici col titolo di preti car- babele. I Esdr. 2 , 49 .
dinali , i quali ufficiavano pontificalmente, co BESEGH o Bezecua. Credesi che fosse re
me nelle chiese di Colonia, di Reims e di A- di questa città Adonibesech ( v .), ucciso dagli
quisgrana : ond' è che se la chiesa di S. Gio . Israeliti, come narra il libro dei Giudici , al
vanni vantava la sua antichità , quella di S. capo quarto .-Eusebio asserisce che vi erano
Stefano si gloriava del suo splendore e delle duecillà diquesto nome, molto vicine l'una al
ricchezze del suo capitolo. A porre fine a que- l'altra . Quella però di cui qui parliamo, e che
ste dispute fra i canonici delle due chiese ven è rammentata nel primo libro dei Re, al capo
ne nel 1253 il cardinale Ugo di S. Cher, del- ottavo, era , conie ogni argomento dimostra, si
l'ordine di s . Domenico, legato pontificio, che tuata presso il Giordano nei dintorni di Sci
riuni i due capitoli in un sol corpo di otto di- topoli. In questa città Saule passò a rassegna
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fasc . XIV .
882 BESELAM - BESSARIONE
il suo esercito quando stabili di dare battaglia lio, e passò venti anni in un monastero del
a Jabes di Galaad . CAL . Peloponneso , occupato nello studio delle bel
BESELAM (MITRIDATE ), uno degli ufficiali le lettere , che a quello congiunse della teo
del re di Persia che con Reum Beelteem scrisse logia . Il filosofo Genistio Pletone fu uno
al re Artaserse , acciò vietasse agli Ebrei di dei suoi maestri . Allorchè l'imperatore Gio
continuare la costruzione del tempio. I Esdr . , vanni Paleologo ebbe formato nel 1428 il di
cap . 4 , vers. 7 . Cal . segno di recarsi al concilio di Ferrara per ad
BESELEEL, figlio di Uri od Hur e di Ma- operarsi per la unione della Chiesa greca
ria sorella a Mosė . Beseleel ebbe da Dio un ta con la latina , trasse Bessarione dal suo riti
lento straordinario per lavorare ogni sorta di ro , lo fece vescovo di Nicea , e l'indusse
metallo, e per inventare grandi cose nelle ope- ad accompagnarlo in Italia con Plelone, Mar
re meccaniche. Fu impiegato da Mosè nel la co Eugenio , arcivescovo di Efeso , col pa
voro del tabernacolo dell'alleanza, con Oolrab, triarca di Costantinopoli , e con molti altri
figlio di Achisemech della tribù di Dan . Gli Greci ragguardevoli pei loro talenti o per
Ebrei della città di Sidone credevano che la le loro dignità. Nelle tornale del concilio ,
tomba di Beseleel fosse in uno a quella dell'arcivescovo d ' Efeso e Bessarione si resero
profeta Sofonia vicino alle mura di questa oggetto di osservazione , il primo per la
città, e li visitavano con molta venerazione . V. forza della sua dialettica , il secondo per le
SIDONE. Cal . grazie della sua locuzione . Emuli nel talen
BESETHA , una delle montagne sulle quali 10 , divennero in breve nemici . Eugenio , cui
era fabbricata Gerusalemme. Trova vasi verso stava a cuore l'unione , cercò di trarre a
settentrione rispetto al tempio. Cal . sè Bessarione , il quale , dopo aver disputa
BESLOTH o BESLUTH. Capo d'una fami- to pei Greci , si arrese alle ragioni dei Lati
glia di Natinei , tornata con Zorobabele dalla ni , e fu principale promotore della unione
cattività di Babilonia , come si ha dal primo medesima che fu decretata. Siccome la sua
libro di Esdra , cap . 2 , verso 52 ; e dal secondo opposizione allo scisma l'aveva renduto o
libro, cap. 7 , vers . 50 . Cal . dioso alla maggior parte dei Greci , cosi ri
BESODIA . Ha questo nome il padre di Mo mase in Italia , e in dicembre 1439 il Pa
sollam , come dice il secondo libro di Esdra , pa Eugenio IV , per rimeritare lo zelo e la
cap. 3 , vers . 6 . devozione di Bessarione , lo creó Cardinale
BESOR o Bosor, di cui fa menzione il pri- prete del titolo dei Ss. Apostoli . Come fermò
mo libro dei Re , era un torrente che correva stanza in Italia per la sua nuova dignità , e
nel Mediterraneo , tra Gaza e Rinocurura; o , per le turbolenze della Grecia , ove l'unione
a meglio dire , tra Rinocurura e l'Egitto , se era universalmente rigettata , Bessarione non
condo s. Girolamo nelle sue osservazioni al deviò dalla semplice e studiosa vita , che ave
capo sesto di Amos il profeta , dove chiamasi va tenuta nel suo convento del Peloponneso.
lorrente del deserto , lo che venne malamente in- La sua casa era luogo di convegno per tutti
terpretato da molti , che lo presero per il fiu- quelli che coltivavano le lettere o che le ama
me di Egitto , di cui parlasi in qualche luogo vano , tra cui si potavano Argiropulo, Filel
della Scrittura, e principalmente in Giosuè al fo , il Poggio , Valla , Teodoro Gaza, Gior
capo decimoquinto; e nel secondo libro dei Pa- gio di Trabisonda e Calderino . Egli otten
ralipomeni ; il qual fiume altro non è che il ne la confidenza e l'amicizia di molti Papi .
Nilo, ovvero il braccio più orientale di questo Nicolò V lo elesse arcivescovo di Siponto , e
fiunie. Cal. Cardinale vescovo del titolo di Santa Sabina.
BESSARIONE ( GIOvanni ) , non è nativo di Pio II gli conferi nel 1463 il tilolo di pa
Costantinopoli, come scrissero alcuni, ma di triarca di Costantinopoli. Alla morte di Nj
Trabisonda, secondo Michele Apostolio . Quan- colò V , il sacro collegio pensava di dargli
to alla data della sua nascita , è nota per quel . Bessarione per successore , ma tale disegno
la del suo epitaffio, che egli stesso compose nel non ebbe effetto. A Bessarione furono appog
1 466 : Bessario .... sibi vivus posuit anno sa- giate quattro ambascerie dilicale e difficili .
Tulis MCCCCLXVI aetatis LXXVII. Per con Sostenne le prime tre con buon successo , l'ul
seguenza era nato nel 1389. Ma con viene osser tima fu meno felice, per cui ravviandosi dalla
vare, che queste ultime parole non si leggono Francia a Roma , accuorato per la cattiva ac
in tutte le copie dell'iscrizione, specialmente coglienza avuta da Luigi XI, perchè avea vi
in quella di Bandini , che ha scritta la vita del sitato prima di lui il duca di Borgogna, mori
cardinale. Bandini lo fa nascere nel 1395. Bes. a Ravenna il 19 novembre 1472. Egli doveva
sarione vesti l'abito dell'ordine di s . Basi essere allora in elà di 83 anni , o di 77 secondo
BESSEL - BESTEMMIA 883
il calcolo di Bandini. Il suo corpo fu traspor BESSON (GIUSEPPE) . Ascrittosi alla com
tato a Roma , ed il Papa assistette ai suoi fu- pagnia di Gesù l'anno 1623 in età di anni
nerali : onore , che non era ancora stato reso 16 , perciocchè nasceva nel 1607 , ivi fece si
a niun Cardinale. Sono numerosi gli scritti rapidi progressi nelle scienze , che non ando
di Bessarione ; quelli che ci restano di lui so molto che i suoi superiori gli affidarono l'in
no : 1. Un trallato del Sacramento dell'Euca- segnamento delle belle lettere e della filosofia .
ristia ; 2. Un discorso dogmatico sulle cagioni Dedicatosi poscia alla predicazione, fu eletto
dello scisma; 3. Un altro dell' unione; 4. Un rettore del collegio di Nines. Già da molti
trattato della processione dello Spirito Santo anni sollecitava egli i suoi superiori, perchè
in difesa della definizione di Firenze ; 5. gli accordassero licenza di recarsi a predicare
Un'apologia di Giovanni Vecco patriarca di il Vangelo appo gl'infedeli, ed a prestar l'o
Costantinopoli ed alcuni altri scritti sopra pera sua alle missioni ; al che finalmente es
l'unione ; 6. Una difesa dei libri di Platone. si accondiscesero . Rimase egli per lungo tem
Alcuni ne furono raccolti negli atti del conci- po alle missioni di Siria , e mori in Aleppo
lio di Firenze, tomo XIII della raccolta del nell'esercizio del suo pio ministero , il gior
p. Labbė, tomo 9 di quella del p . Harduin . no 17 marzo 1694. Lascio molte opere, fra
La biblioteca di S. Marco in Venezia va debi- le quali distinguesi quella intitolata : La Si
trice al Bessarione di molti suoi codici pre- ria sacra o delle Missioni dei Padri della
ziosissimi greci e latini , ch'egli avea donato compagnia di Gesù in Siria .
al Senato ( V. Foscarini Leller. Venez . ) ; ed HERB .
avea anche donato preziosissime reliquie, fra BESTADARA , che da alcuni i quali se
cui una della Ss . Croce, ai canonici regolari guono le arabiche interpunzioni è anche no
di S. Maria della Carità in Venezia ; il che minata Jestadara, deve essere una sede ve
a noi rende cara e benedelta la sua memoria. scovile della Caldea, il cui vescovo Anan -Je
Berc. su , come troviamo nella Biblioteca ecclesia
BESSEL (GOFFREDO DI) , nato il 15 settem- stica al tomo secondo, assistette alla proino
bre 1622 a Buchheim , entrò nella congrega- zione del cattolico Elia II .
zione dei Benedettini , e si distinse pei suoi COM
talenti. Conosciuto dall'arcivescovo di Ma BESTEMMIA . È una locuzione contume
gonza, fu chiamato da lui a parte del suo con liosa contro Dio direttamente od indiretta
siglio privato. Nel 1714 fu nominalo abbate mente oltraggiandolo nelle creature, in quan
di Goltwich in Austria , e nell'anno seguente lo che risplende in esse un qualche divino
rettore dell'università di Vienna. Ebb'egli il attributo.
dolore di vedere nel 1718 il suo monastero Tre sono , ordinariamente parlando, le ma
consumato dalle fiamme, ma riusci a salvare niere con le quali si può commettere questo
dall'incendio la biblioteca di esso. Fece riedi- detestabile vizio . 1. Negando di Dio cio
ficare con gran magnificenza il convento, e la che a lui si conviene, o affermando ciò che al
biblioteca fu per sua cura arricchita di mol- medesimo si oppone. Negasi ciò che lui si
tissimi manoscritti e libri rari. Lasciò;1. Una addice, dicendo : Dio non è onnipotente, giz
dotta prefazione posta innanzi a due lettere sto, verace , ecc. Affermasi ciò che a lui si op
di s. Agostino ; 2. De poenis parvulorum , qui pone , attribuendogli il peccato, la fallacia ,
sine baplismale decedunt; 3. Chronicon Got- l'ignoranza ecc . , ed in questo caso dicesi
twicense, seu annales liberi el e.rempti mona- bestemmia enunciativa . 2. Detestandolo o
sterii Goltwicensis, ordinis s . Benedicti Infe- maledicendolo in se o nei suoi Santi , ed in
rioris Austriae. L'autore divide la sua opera questo caso appellasi imprecativa, come si può
in quattro parti . Nella prima parla degli an- vedere in s. Tommaso, 2 , 2 , quaest. 13 , art.
tichi manoscritti in genere ; nella seconda del- 1 ad 2 . - 3. Nominando irrisoriamente i
le investiture degl'imperatori e re di Germa- suoi attributi , o le membra adorabili del Fi
nia da Corrado I a Federico ; nella terza , dei gliuolo di Dio o della Vergine Immacolata ,
palazzi dai quali furono datati i diplomi di ed allora si chiama deonestaliva.
quei principi , e dei luoghi ne'quali essi tene Erelicale o semplice può essere la bestem
vano corte ; nella quarta finalmente , de' varii mia. Allora è ereticale quando affermasi qual
paesi o cantoni ne'quali era divisa la Germa-, che falsità riguardo a Dio , o negasi un qual
nia al tempo di quei principi . E questa l'o- che attributo divino e qualunque altro ar
pera più estesa ed interessante che sia finora ticolo della fede. Semplice appellasi quel
uscita in luce intorno alla diplomatica di Ja espressione che non ha connessione con
Germania . Cen. l'eresia , nè con ciò che è ripugnante alla fede.
884 BESTEMMIA
Questa puo proferirsi contemptive, come chi versi Pontefici e particolarmente da Leone X ,
dicesse : a dispetto di Dio voglio ciò fare; ov come si può vedere nella sua Costituzione
vero delestative, come dicendo : sia maled ... che comincia Supernae disposi lionis, presso
Dio; od imprecalive, come sarebbe : muoia Dio ; Giraldo; da Giulio III , Constit. in multis ;
od in fine juralorie, come allor che esclama da s. Pio V , Conslit. Cum primum apostolatus,
l'empio : Per Dio santo , voglio cosi, con dis- dal quale non solo vengono rinnovate, ma e
prezzo ed ingiuria. stese a tutto il mondo cattolico.
Che la bestemmia sia un delitto atrocissi Non meno la civil potestà prese di mira
mo, ben lo si scorge dalle minaccie particola- un somigliante delitto. In conformità della
ri pronunziate da Dio contro coloro che se legge emanata da Dio nel Levitico per mezzo
ne rendono rei . Sta registrato nell' Esodo, al di Mosè , l'imperatore Giustiniano decreto
capo venti : Nec enim habebit insontem Domi- che i bestemmiatori irremissibilmente fosse
nus eum qui assumpserit nomen Dei sui fru- ro puniti di morte. Si enim , dice la Novella
stra ; e vel Levitico, al capo vigesimoquarto : 77 , contra homines faclae blasphemiae impu
Qui blasphemaverit nomen Domini, morte mo- nitae non relinquuntur ; mullo magis qui ipsum
riatur , lapidibus opprimet eum omnis multi- Deum blasphemant, diyni sunt supplicia sub
tudo populi, ecc . Non è meraviglia pertanto stinere. ... Non in dissimil guisa viene ordi
se nell'antica legge per di lui espresso coman- nato nei Capitolari dei re di Francia. V. Ad
do veggiamo lapidato il figlio di Salumit del- dit. 3 , Capit. cap. 84. Le costituzioni poi an
la tribù di Dan, esulcerato da invisibile piaga tiche del re Alfonsodi Spagna stabiliscono gra
insanabile il re Antioco, ucciso per mano di datamente e secondo le reincidenze, la frusta,
una donna Oloferne, prosteso a terra dal gar- il bollo coll'impronta della croce da farsi
zoncello Davide l'invincibile Golia, oltre mol- sulle labbra con ferro rovente , finalmente
ti altri falli, che ci presentano le sacrosante l'amputazione di quella lingua , che osú svil
Scritture. laneggiare Iddio, la Vergine ed i suoi Santi.
Appoggiata sopra tali formidabili esempi Cosi riferisce il Covarruvia al capo Quamvis
tanto l'ecclesiastica che la civile potestà, ac de pactis in 6 , p. 1 , $ 7 : Emmanuele Gon
ciocchè nella legge di grazia non restasse im- zales nel suo Commentario al capo 2 , de Male
pupito un simile eccesso di fellonia, stabili- dictis riporta che in vigore del gius regio no
rono contro i delinquenti le pene più rigoro- vissimo, nella L. 5 , 6 , 7, tit . 4 , lib. 8 , viene
se. Nell'antico diritto canonico , i bestemmia stabilito che il bestemmiatore per la pri
tori , se cherici, venivano nell'istante depo- ma volta mancato sia condannato ad un me
sti , se laici , per sentenza del giudice scomu se di carcere coi ceppi a' piedi, per la se
nicati, come si ha dal capo Si quis 10 , caus. conda a sei mesi di esilio ed alla multa di
22 , quaest. 1. A questa pena aggiungevasi la mille monete marabattini, il peso dei quali
pubblica penitenza, come leggesi nel capo Sta- non può determinarsi ; per la terza finalmen
tuimus 2 de Maledictis , dove sono stabilite le te alla foratura della lingua . A questa ultima
pene seguenti. « Colui che ardi proferire be- pena però furono sostituiti i flagelli ed il
stemmia pubblicamente contro Dio o la Bea- tormento della lingua con un ordigno, dello
tissima Vergine, per mezzo dell'Ordinario mordaca.
sia obbligato per il corso di sette domeniche Non di minor peso furono le pene stabili
a stare visibilmente alle porte della chiesa in te in diversi tempi dalla regia autorità nella
tempo della messa solenne, e nell'ultima di Francia contro i bestemmiatori , specialmen
esse, senza mantello, senza scarpe e con fune te da Carlo V nel secolo XIV , le quali furo
al collo . Digiuni le sette precedenti ferie seste no poscia richiamate in vigore nelXVI. Ve
in pane ed acqua . In detti giorni giusta le dasi il Sinodo di Cambrai, tit. 1 , cap. 8 .
sue forze alimenti tre poveri o due od uno A vedere se tanti sieno i peccati mortali
per lo meno . Non potendo ciò, soddisfare, si che taluno abituato a bestemmiare commette ,
supplisca con altre pene. Che se il reo reni- quante sono le bestemmie che per abitudine
tente fosse ad accettare, siagli interdetto l'in- proferisce, convien osservare quanto segue.
gresso nella chiesa, e morendo resti privato Quando la cagione della bestemmia indelibe
della ecclesiastica sepoltura. Se poi ( attesa rata si è il pravo abito di proferire cose con
l ' atrocità del delitto ) sembrasse opportuno , tumeliose verso Dio ,conviene distinguere una
si aggiunga la pena pecuniaria senza miseri- doppia disposizione del bestemmiatore; im
cordia. » Tale è in sostanza il sentimento del perciochè se sinceramente si penta delle pas
testo citalo. Molte altre leggi penali contro i sate bestemmie e si sforzi per quanto può di
bestemmiatori furono inoltre emanate da di- sinceramente emendare la vita sua allora
BESTIA 885
quando la beslemmia sia affallo indeliberala, troppo lassa, c certamente falsa la dottrina
si pud con giusta ragione scusarlo , almeno di del Tamburino , che dice : Sulis esse si in con
peccalo mortale ; poichè essendo seriamente fessione aperiatur numerus blasphemiarum ,
ritrattato l'abilo vizioso, non si può nemmeno ncc explicare opus crit . . fuissc conlra Dcum ,
riconoscere più reità in causa . Ma se delle tras- vel Beatissimam Virginem , vel conlru San
corse bestemmie egli non pen tesi , ovvero non clos.
allende per quanto può all'emendazione del 2. Cerchi con ogni diligenza di conoscere se
suo pravo abito , allora non si possono esen- il penitente sia abiluato e consuetudinario . In
tare da mortale peccato le sue parole di ber questo caso differisca l'assoluzione sino a lan
stemmia : poichè direllamente in votonlarie , lo che dalla esperienza conosca áver egli depo.
sono però volontarie nella loro causa , cioè, slo l'abilo, o essere giunto a tale disposizione
in quanto all'abito, il quale è volontario, daco esforzo di emendarsi, che lo dimostri cangia
chè il peccatore non si sforzo di estirpatlo i to , lo che non olterrà tanlo facilmente, essen
josegnando l'Angelico , 1 , quaest. 27 , arl. 7, do la lingua difficile a raffrenarsi. Potrà per
in corp. : Aliquid polest esse volunlarium, altro suggerirgli, che sera e mallina chieda á
vel secundum se, sicut quando voluntas di Dio perdono delle bestemmie, gli promella di
recle in ipsum ferlur, vel secundum suam ' einendarsi, gli domandi soccorso , e faccia delle
causam, quando voluntas ir causam fertur, et croci colla lingua sul pavimento ogni qual
non in effeclum , ul palel in co qui incoriatur ; volta anche inavvertentemenle proferisce qual
ex hoc cnim quasi voluntarium el imputatur ; che besteinmia, oppure , se può, faccia ogni
quod per cbriclatem commillil. volta qualche elemosina. Se mai fosse il giuo.
Adunque, se chi è accostumalo a bestemmia . co, o qualche compagnia l'occasione di beslem .
re, non si sludia di sradicare da sè quell'orrido miare, gli prescriva di lasciarli ofninamente.
abito, commette tanti peccali mortali, quante 3. Oltenuta tale disposizione, oppure non
beslemmie proferisce: ma se si sforza , per quan- essendo il penitente abituato, lo assolva , quan
to può, d'emendare questa sua nralvagia • co • do mostrisi pentito, e gli prescriva per peni
słumanza , allora , ove cada per debolezza, non tenza qualche digiuno, ed altre opere di pie .
si avrà donde giudicarlo reo di colpa more là e mortificazioni, congiuirte a preghiere ;
tale. e ciò per uno spazio di tempo più o meno lun .
Posli questi principii , esaminiaino in qnal go a proporzione delle colpe, ed al fine di ri
modo un confessore debba diportarsi sopra la- sarcire l'onore offeso di Dio gli imponga di
le materia. Dovrà egli adunque, posciachè ha ripetete spesse volte tributi di laude e di glo
chiara e dislinta in sua mente l'idea della be. ria all'Altissimo, e di riparare lo scandalo da
slemmia , della atrocità del peccato che per es . to alle persone, in presenza delle quali ha be
sa si commette, e dei severissimi castighi che slemmialo.
sono pronunziali contro i bestemmiatori, con Se poi il penitenle non si adaltasse a quesſa
siderare primamente di quale specie di be- direzione, ed alla penitenza imposta, procuri
stemmia sia reo il penitente. Se sono ereticali con lulea la carilà e dolcezza di un padre e di
con errore d'intellello contro la fede, egli non un medico ainoroso , di piegarlo, esponendogli
può assolverlo per la scomunica riservata, cui l'enormezza del vizio, facendogli conoscere i
da più concilii sono stati assoggettati gli ereli- castighi minacciali da Dio contro i beslem .
ci , ma deve rimellerli al Sommo Pontefice, od mialori delle divine Scritture, le pene inflitle
a chi ne ha da lui oltenuta la facoltà. Se poi contro un tal vizio dalle leggi civili ed eccle.
le bestemmie sono ereticali senza errore contro siastiche , ed ogni mezzo adopri che gli può
la fede, oppure semplici, deve osservare se sie. suggerire il suo ministero per togliere quell'a
no o no riservale nella diocesi, ove si trova . nima dalla colpa. Che se resislesse, egli non
Se sono riservale, o deve procurarsi la neces- deve assolverlo, perchè mancanle di vero pen
saria facoltà , ovvero rimetlere il penitenle a limento . D. V. GIORDANT.
chi ebbe questa facoltà necessaria. Se poi' non BESTIA, animale privo di ragione, destina
sono riservale, ovvero ollen ne facoltà anche to al servizio dell' uomo e ad ornamento del .
per la riserva, egli può assolvere il penitente l'universo. Dio creo i pesci del mare, e gli uc
beslemmiatore , osservando però le cose se- celli del cielo nel quinto giorno , come dice la
guenti. Genesi, la quale pure allesla , che poscia egli
1. Avverla di fare che il penitente spieg bi se creò gli animali della terra , e l'uomo nel se .
le bestemmie sue sieno contro Dio o contro i sto giorno. Infine condusse innanzi ad Adama
Santi , venendo riprovata dai teologi, come gli uccelli del cielo, e le bestie della terra, af
888 BETH -BAAL -MEON- BETHENCOURT
al capo seltimo, dove questa città è ricordata , BETI -D'ARON -DARUM , chiamata dagli
abbiamo donde conoscere che era una cillà antichi Arabi Badrum , era una città vescovile
della Palestina nella tribù di Giuda . Cal. nella Mesopotamia. Vuolsi che il Vangelo sia
BETH -BAAL -MEON , V. BAAL-MEON . slalo predicato in questa cillà e nelle circon vi
BETH- BAGAS . Dall'opera intitolata l' 0. cine da s . Acheo, discepolo di s. Tommaso.
riente Cristiano, conosciamo che questa è una Bib . Chi .
città vescovile nella provincia di Mosul nella BETH-DIAL , città vescovile nella Caldea ,
Caldea . Cox . come dice la Biblioteca Orientale.
BETH- BERA . Luogo situato di là del Gior BIB . OR .
dano , come abbiamo nel libro dei Giudici al BETHEL, città all'occidente di Hai, nei
capo sellimo: forse lo stesso che Beth - Abara , confini delle tribù di Efraimo e di Beniarino .
Cal . Il patriarca Giacobbe, fuggendo lo sdegno di
BETH-BERAI . Città in cui dominava la fa- Esaù, ed andando in Mesopotamia, giunse do
miglia di Semei che ne ebbe un pieno pos- po il tramonto del sole in un certo luogo, do
sesso fino ai tempi di Davide : trovavasi si ve volle passare la notte; e poggiato il capo so
tuata nella tribù di Giuda , come narra il pra una pietra, s' addormento . Allora ebbe in
primo libro de Paralipomeni al capo quarto . sogno la visione della scala cogli Angeli che vi
Cal . ascendevano e ne discendevano, in conseguenza
BETH -BESSEN , città nel deserto della tri- di che svegliatosi al mattino , sopra di quella
bù di Giuda , fatta fortificare da Giuda e Gio- pietra eresse un monumento, spargendovi so
nata Maccabei, ed in cui Bacchide li assediò pra dell'olio, e dando il nome di Bethel (che
senza verun successo. Il testo greco legge in ebraico significa casa di Dio) alla città, che
Belhbasi invece di Belhbessen . --- La geografia prima chiamavasi Luza, cioè diede il nomedi
della Bibbia di Vence colloca questa città Bethel al deserto ove passò la nolle, il quale,
nella tribù di Beniamino, e soggiunge: il Cal- essendo vicino alla borgata chiamata Luza ,
met osserva, parlando intorno al capo nono del dagli Ebrei le venne mutato il nome in quello
primo libro dei Maccabei, che Gioseffo no di Bethel , dopo che si resero padroni del paese
mina questo luogo per Belhalaga ed egli con- di Canaan. Eusebio dice, che Bethel era dodici
clude che è Belh - Agla, ovvero Beth -Hagla. E miglia distante da Gerusalemme sulla strada
celebre per la vittoria di Simone e Gionata che conduce a Sichem .
contro Bacchide . I Mach ., 18 . Gior . I rabbini dicono, che la pietra sopra la qua
BETH-CHAR . Dal primo libro dei Re (cap. le Giacobbe poggiò il capo la notte del sogno,
7, vers. 11), sappiamo che questa era una cit. fu posta nel santuario del tempio costrutto
tà della tribù di Dan . Cal . dopo il ritorno dalla schiavitù e sopra di que
BETH -CHED . I Settanta e molti interpreti sta fu posta l ' arca dell'alleanza, e che dopo
stimatissimi ritengono che questo fosse un la ruina del tempio, gli Ebrei tennero a lungo
luogo posto fra Jezraele e Samaria, e forse lo il costume di recarsi a piangere sopra questa
stesso che Bell -char (V.). Ma molti vi sono i pietra la loro sventura . I Maomettani credono
quali prendono la voce Beth -Ched in un senso che il loro tempio della Mecca sia fondato so
generale, e dicono che per altro oggetto non fu pra questa stessa pietra ,e la tengono in gran
usala se non per indicare una capanna di pa- de venerazione . Dall'unzione fatta da Giacob
stori, CAL. be della pietra derivò appo gli antichi il co
BETH -CHINON . Città vescovile della dio- stume superstizioso di ungere certe pietre chia
cesi giacobita , soggella a Mafriano . mate Belule, e consacrarle in memoria dei
OR . CR . grandi personaggi dopo la loro morte . Si può
BETH -CUDIDA. Nel tomo secondo della consultare in proposito il dizionario del Mi
Biblioteca orientalc troviamo fatta menzione gna, nel quale parlasi estesamente di questo
di questo luogo, che viene designato come un luogo, D. V. GIORDANI ,
castello o borgo nel paese di Ninive, e qual se BETHEMEC . Giltà della tribù di Aser ,
de vescovile giacobita, soggetta a Mafriano . ricordala nel libro di Giosuè, cap. 19 , ver
HERB . so 27 .
BETH -DAGON . Giosuè, al capo decimono BETHENCOURT (PIETRO) , apparteneva al
no, vers. vigesimoseltimo, parla di questo luo- la famiglia del NormannoGiovannidi Bethen
go , e lo addita come una città nella tribù di court, che nel 1 402 scoperse e conquistò le isole
Aser.- Anche nella tribù di Ginda eravi una Canarie pel re Enrico III di Castiglia, e nacque
città di egual nome, ricordata nel libro di Gio- .nell'isola di Teneriffa nel 1619. I suoi genito
suè pur essa al capo decimonono. CAL . ri , apprezzando la pietà , più che la scienza ,
BETHER - BETHEZOBA 889
neglessero la sua educazione letteraria , e gli BETHER . Nella Cantica parlasi della mon
parlarono solamente di religione. Essi riusci- tagna di Bether , nome che dall'autore della
rono cosi bene, che il figliuolo, fin dai teneri Vulgata fu letto per montagna dei profumi ,
anni, era pieno di ogni virtù , deliziandosi nei ed in molti esemplari latini si trova invece
digiuni e nelle penitenze , colle quali si ap- Belhel. Domandasi adunque che cosa sia Be
parecchiava a celebrare degnamente le prin- ther , e dove collocato Alcuni dicono che
cipali solennità dell'anno . questo è Bethoron, chiamato Bether in Euse
Udita, come Abramo, una voce che gli di- bio , Bethara in Gioseffo , e Bethra in un an
ceva : Egredere de cognatione tua , et de domo tico itinerario. Negli scritti degli Ebrei par
patris lui, deliberò di passare in America , lasi spesso di Bether, preso da Severo genera
preparandosi a quel viaggio con una confes- le delle truppe romane sotto l'imperatore
sione generale , e nel 1650 si trasferì a Gua. Adriano , nella rivolta di Barcocheba. Il nu
timala ; il suo primo pensiero era di farsi or mero degli Ebrei rinchiusi in questo luo
dinare sacerdote per andare come missionario go era si grande , dicono i rabbini nel Ge
al Giappone, e guadagnare, se fosse possibile, mare , che il sangue dei morti che colava al
la corona del martirio ; ma siccome non ave mare , traeva con seco gravissime pietre ,
va fatto gli studii necessarii, e non sapeva il correndo per la lunghezza di quattro miglia
latino , entrò nel collegio dei Gesuiti per im- pria di giungere al mare. Dunque da ciò si
pararlo. Dopo tre anni d'inutili sforzi fu può dedurre la sua posizione , cioè che fosse
obbligato ad abbandonare gli studii , e dopo distante quattro miglia dal mare. Che che
cinque anni pigliò l'abito di terziario fran- si dica dagli scrittori , la opinione più pro
cescano e prese a pigione una casetta in un babile è quella che fosse Beihora situata tra
luogo appartato dalla città per ammaestrare Diospoli e Cesarea . Barbié crede , che fosse
gratuitamente i fanciulli , ed insegnar loro una montagna probabilmente sul territorio
il calechismo. Poco dopo il padrone della ca- della tribù di Beniamino. Cal .
sa avendogliela data in dono, egli ne fece uno BETH-EZDA , 0 , come è chiamata nella
spedale pei poveri convalescenti, e v'aggiun- Vulgata , Bethsaida , ovvero Probalica pisci
se un'infermeria coperta di strame per rice- na , perchè vi si lavavano le pecore destinate
vere maggior numero d'indigenti . Ei li ser- al sacrifizio , e perchè tali pecore in greco si
viva di sua mano , e li provvedeva del biso- chiamavano, pobuta. Beth-ezda, secondo mol
gnevole mercè le limosine che andava per lo- ti interpreti , significa casa della misericor
ro accaltando . A poco a poco la fama di Be- dia , a cagione dei molti malati che erano
thencourt si propago. Le autorità civili ed sotto i portici che la circondavano ; ovvero ,
ecclesiastịche favorirono il suo stabilimento . secondo altri , casa dell'effusione, perchè in
La carilà pubblica s' infervoro , e lo pose in essa colavano le acque che venivano dal tem
grado di costruire un vasto spedale , a cui pio , e dal luogo ove si lavavano le vitti
lavorò egli stesso unito agli operai. Sorse ben me. Eusebio e s . Girolamo attestano , che
tosto un grande edifizio con un convento , un al loro tempo si vedevano ancora due pi
dormitorio ed un oratorio : se gli aggiunsero scine , e due serbatoi , l'uno pieno delle
allora varii compagni, dei quali si formò una acque della pioggia, l'altro pieno sempre di
congregazione novella chiamata de' Betlem- un'acqua rossiccia, quasi che serbasse alcun
miti , perchè l ' ospedale era dedicato a nostra che del sangue delle vittime. Il Vangelo c'in
Signora di Bellemme. Le cure degli amma segna che attorno di questa piscina slavano
Jati non gli fecero dimenticare i fanciulli, in gli ammalati attendendo che l'acqua fosse
favor dei quali aperse una scuola nel suo spe mossa per discendervi ; poichè l' Angelo del
dale, dando cosi un'altra nuova prova di Signore discendeva in un certo tempo a muo
quanta estensione sia la carità cristiana. ver l'acqua, e quegli che primo vi entrava
Le austerità, il fervore di Bethencourt, era- dopo che era stata mossa , riedeva guarito ,
no straordinarii. Appena concedera qualche qualunque fosse il malore che lo aggravas
spazio di tempo al sonno . Il venerdi santo se. Questa piscina era rinchiusa da un edi
portava sopra le proprie spalle una pesantis- fizio pentagono che formava cinque logge ,
sima croce , che fu lungo tempo conservata sotto le quali erano coricati gl'infermi . I
del suo spedale in memoria della sua peni- viaggiatori dicono che questa piscina era al
tente divozione . L'eccesso delle fatiche e la l'oriente di Gerusalemme. CAL .
niuna cura che aveva alla propria conserva BETHEZOBA . Patria di quella donna ri
zione, lo addussero innanzi tempo al sepol- nomata che nell'ultimo assedio fatto dai Ro
cro , morto essendo nei 1667 in elà di 48 mani a Gerusalemme , mangiò il suo proprio
anni . Gius. figliuolo. Cal .
Encicl. Eccles. Vol . I, fisc . XIV . 112
890 BETH -GADER - BETH -PHAGE
BETH - GADER , nome di un luogo, di cui bligati a ricostruirla; ed essi come presero pos
Hariph , della razza di Caleb, leneva l'impero, sesso del paese , la fortificarono. Dice Barbie,
luogo che verosimilmenle trovavasi nella tri- che questa città, come pure la vallata cui da va
bù di Giuda . Cal . il suo nome, doveva trovarsi sui confini meri
BETHGAMUL . Città che con Bethmaon ed dionali della tribù di Gad , e vicino al Gior
allre apparteneva a' Moabili nella tribù di dano. Isaia al capo decimoquinto, come pure
Ruben , secondo Geremia, 48 , vers . 23 . Geremia ricordano Nemrin quale ciltà appar
BETH -HAGLA. Apparteneva questa cit- tenente a Moab . CAL.
tà alla tribù di Giuda , e poi a quella di BETH -NICATOR, ciltà vescovile della Cal
Beniamino , come si ha da Giosuè , cap. 15 dea soggetta al dominio dei Persiani.
e 18 . OR. CR.
BETHIA . Figlia di Faraone , moglie di Me BETHOANNABA . In questo luogo sembra
rei , secondo che dice il primo de' Paralipome- che si conservi qualche vestigio della parola
ni , cap. 4 , vers. 18 . Nobe, come osservano gli spositori biblici , di
BETHIESIMOTH . Giltà toccata a'Rubeniti quel luogo cioè in cui il tabernacolo dell'at
nella spartizione della Terra Promessa, come leanza rimase alcun tempo, durante il regno
leggesi in Giosuè,cap. 13 , vers. 50. Apparle- di Saule. Cal .
neva a'Moabiti, secondo Ezechiele , cap. 25 , BETHOM . Era questa la patria del profeta
V. 39 . Gioele . Gli abitanti di questa città, chiamata
BETHLEBAOTH . Gillà della tribù di Si- anche Bethora e con altro vocabolo Julias, es
meone, ricordata nel libro di Giosuè, cap. 19 , sendosi ribellati contro Alessandro Gianneo,
vers. 6 . furono condotti prigioni in Gerusalemme, co
BETHLEHEM . V. BETLEMME. me riferisce Gioseffo . Cal.
BETH -LEPHTEPHA . In Gioseffo ed in BETHOME . Lo stesso che Bethom ( V) .
Plinio trovasi fatta menzione di questa città BETHOMESTEM , città di Giudea ricordata
situata a mezzogiorno di Gerusalemme, come nel libro di Giuditia . I Latini , invece di que
di una toparchia della Giudea . sla voce, leggono Esthamo, ch'è la greca .
CAL. Cal .
BETHMAACHA . Gillà di Giudea , mento BETHORON , 0, a meglio dire Beth -Horos .
vala nel secondo libro de' Re , cap . 20 , vers. Forse la stessa che Bethora, Bethra , Belther e
14 e 15 , che insieme con A bela venne occu Biller. La Scrittura parla di due città di Be
pata dal partito di Seba figlio di Bochri , e thoron : l'una addimandala Bethoron alta, la
fu per questo assediata dall'esercito di altra Bethoron bassa . Gli Israeliti della tribù
Gjoabbo. CAL. di Efraimo , avendo ricevuto Bethoron nella
BETH -MANAEM , villaggio del paese di divisione della Terra Promessa, la cedettero ai
Tur- Abdia , eretto in vescovato giacobitico leviti . Era , secondo Eusebio ,a quattro miglia
l'anno 1564 . N. E. da Gerusalemme, verso Sichem ovvero Na
BETH -MAON ( significa cillà del pecculo ). plusa, al settentrio di Gerusalemme.
Nel capo quadragesimottavo di Geremia tro- Egli soggiunge che Bethoron l'alta fu costruita
viamo additata questa città , come una di da Salomone, e che la bassa fu ceduta ai le
quelle che spettavano ai Moabiti nella tribù viti , perché loro servisse di dimora. San Giro
di Ruben . Cal . lamo narra , che s . Paolo passò per le due Be
BETH -MARCHABOTH , 'città della tribù thoron andando da Naplusa a Gerusalemme.
di Simeone, menzionata nel capo decimonono CAL .
di Giosuè al vers . quinto. Cal . PETH-PHAGE ( significa casa dell' ira) ,
BETH-MAUS , luogo nella Galilea tra Se. piccolo villaggio alle falde dell ' Oliveto , tra
fori e Tiberiade , come narra Gioseffo. Betania e Gerusalemme. Gesù Cristo, quivi
Gios , giungendo da Betania, ordinò ai suoi discepoli
BETH-MELLO. Dal libro quarto dei Re di andargli a cercare un asino , di cui voleva
sappiamo che era questo un luogo vicino a servirsi per entrare in Gerusalemme. Da que
Sichem . Esso ne parla al capo decimosecondo, sto villaggio a Gerusalemme non vi è che lo
vers. vigesimo. Cal. spazio di quindici stadi. Questo villaggio più
BETH- NABXIS , luogo al di là del lago di non esiste. Nei tempi passati i religiosi del
Genezareth, come narra Eusebio. Cal. Santo Salvatore processionalmente partivano
BETH-NEMRA , città della tribù di Gad , da questo luogo e si recavano in Gerusalem
chiamata anchecon altro nome Nemra. Si può ne nella domenica delle Palme , in memoria
credere che sia la stessa che Nemrim ricordala dell'ingresso trionfale del Salvatore, alcuni
nel capo 48 di Geremia. I Gaditi furono ob- giorni prima della sua morle. Da molti anni
BETH -PHALET - BETH -SUN 891
questa processione fu soppressa , dice Pou- un'altra di esse. I Filistei avendo ritornata
joulat pelle sue Lellere di Oriente , Lett. 108 , l'arca del Signore, questa giunse a Beth- sames,
tom. 4, pag . 406. e molti del popolo aveodo voluto osservarla
D. V. GIORDANI . con troppa curiosilà , il Signore ne fece morire
BETH- PHALET, cillà posta nella parte più sellanla dei principali , e cinquantamila del
meridionale della tribù di Giuda. Era una di popolo.
quelle che poi furono cedule alla tribù di Si Una seconda ciltà di questo nome è ricor
meone, come abbiamo in Giosuè al capo dodi- data da Giosuè, al capo 19 , vers. 22, come ap.
- Vi sono
cesimo, e nel secondo libro di Esdra al capo partenente alla tribù di Issacar.
undecimo . Cal. alcuni che ammettono una terza cillà dello
BETH- PHESES , città di Moab che appar. stesso nome siccome appartenente alla tribu
teneva alla tribù di Ruben . In questa adora. di Neftali . Cal.
vasi il dio Plogor , come abbiamo nel Deule BETA -SAN ( significa la casa di sicurezza )
ronomio al capo quadragesimoprimo , ed in più conosciuta solto il nome di Scilopoli. Il
Giovanni al capo decimoterzo . Cal. secondo libro dei Maccabei , al capo 12 , fa che
BETAPHOGOR. Apparteneva questa ciltà , vi fossero ventidue leghe da questa città a Ti .
alla tribù di Ruben , come leggiamo nel libro beriade, donde apparisce falsa l'opinione di
di Giosuè, cap. 13 , vers . 20 . quelli che la collocan o vicino a questo lago.
BETH.RAMAM , ciltà nel paese di Ninive, Era all'occidente del Giordano, all'estremità
che formava il seslo vescovato giacobila sog. del Gran Campo. Abulfeda narra, esservi una
gelto a Mafriano. In questa solto il re Sapore piccola riviera che cade nel Giordano a Scilo
soffrirono il martirio s. Millesio coi suoi com- poli. Il nome di Scitopoli , ovvero ciltà degli
pagni, e s. Daniele con s. Varda, vergine. Sciti , le è provenuto dagli Scili , che , come
Cal. narra Giorgio Sincello, fecero una invasione
BETARAPHA. Figlia di Esthon , della tri- nella Palestina solto il regno di Giosia, figlio
bù di Giuda, come narra il primo libro dei di Amos, re di Giuda. Il geografo Stefano e
Paralipomeni, al capo quarto, versetto duode- Plinio le danno anche il nome di Nisa. Nel
cimo. CAL . testo ebreo dell'Antico Testamento è nomina
BETHSABEA . V. Betsabea. la Belhsan; ma i Sellanla lessero la cillà degli
BETHSAIDA (significa la casa del peccato ). Scili. Nel libro dei Maccabei ed appresso Gio
Gli esemplari latini di s . Giovanni leggono seffo è sovente chiainala Scilopoli. Dopo la
Belhzaidu, in luogo di Bethezda, parlando del- battaglia di Gelboe , i Filistei avendo preso i
la piscina probatica di Gerusalemme, ma la corpi di Saule e di Gionala , li appesero alle
vera lezione è quest'ultima. V. BETHESDA e mura di Belbsan ; ma quelli di JabesdiGalaad ,
PROBATICA ( Piscina). - Non conviene confon- e di oltre il Giordano vennero di nolle tempo ,
dere questo luogo con la città di Betsaida, che lolsero i corpi e li solterrarono onorificamente
dal Calmet è scritta Beruzalda. V. Betzaida. presso alla loro ciltà .
Cal. D. V. GIORDANI.
BETH -SAMES ( significa la casa del sole), BETH -SETTA , ciltà appartenente alla tri
cillà sacerdotale della tribù di Giuda. Questa bù di Manasse al di qua del Giordano, all'oc
non trovasi sempre, almeno sotto questo no . cidente. Fino a questo luogo Gedeone perse
me, nel novero delle città di Giuda datoci da gui i Madianiti . Cal .
Giosuè. Eusebio dice, che Beth - Sames era a BETH-SUN ( significa la casa della forza ),
dieci miglia da Eleuteropoli , verso l'oriente, importante fortezza, principalmente al tempo
andando verso Nicopoli od Emmaus. Reland dei Maccabei . Roboamo re di Giuda la fece
crede doversi distinguere Hir-schemesh, ovve fortificare. Lisia reggente di Siria , sotto il gio .
ro Irsames nella tribù di Dan , da Beth-sames vane Antioco, figlio di Antioco Epiſane, mise
nella tribù di Giuda . Ma queste ragioni ci l'assedio a Bethsun con un'armata di sellan.
sembrano di poco conto . Il luogo stesso che tamila uomini a piedi , e cinquemila cavalli.
egli rapporta di Giosuè, cap. 19 , vers. 41, pa- Giuda Macca beo, venulo in soccorso della piaz
ragonato con quello del terzo libro dei Re, cap. za , obbligo Lisia a levare l'assedio, e pose in
4 , vers. 7, ove Hir -semes è posto corne paral- fuga la sua armata che era fortissima, ed ap
lelo a Bell -sames , ci persuadono che questo profittando delle armi e delle spoglie che tro
von sia che un medesimo luogo. Siccome la vò nel campo nemico dopo la loro disfalla, se
tribù di Dan e di Giuda erano limitrofe, cosi ne servi a rendere gli Ebrei più lorli e più
la stessa ciltà ora è altribuila ad una , ora ad formidabili. CAT.
892 BETHSURA - BETLEM
BETHSURA , era nella tribù di Giuda , op Beth -Zachara è celebre nella Scrittura per il
posta all'Idumea meridionale, cioè difendeva combattimento che ebbe luogo fra Antioco Eu
I'ingresso nella Giudea dalla parte dell'Idu- patore e Giuda Maccabeo. Antioco vedendosi
mea. Si legge nel secondo libro dei Maccabei affrontato da Giuda , ed avendo inleso che era
al capo undecimo, che Betsura era a cinque si ritirato nei contorni di Beth -Zachara , fece
stadi da Gerusalemme, ma questo non è verilà . marciare la sua armata contro di lui. Ella era
Eusebio la colloca alla distanza di selte legbe, composta di centomila uomini a piedi , venti
andando verso Hebron . Alle falde della mon duemila cavalli , e trentadue elefanti . Ma poi.
lagna di Belbsura si fa vedere la fontana, nel . chè il terreno non era abbastanza largo, fu ob
la quale si dice sia stalo battezzato l’eunuco bligato di far marciare la sua armata in tre li
della regina Candace. CAL. nee ; ciascun elefante portava una torre piena
BETHUL , o Bethuel, cilli della tribù di di arcieri , ed era accompagnato da cinquecento
Simeone ; forse la stessa che Bételia, di cui cavalli e mille uomini a piedi ; il resto delle
parla Sozomeno nella sua Storia . Egli dice che truppe aveva ordine di guadagnare i due lati
questo è un borgo di Gaza , molto popolato, della montagna . L'armata di Antioco in questo
con templi osservabili , tanto per la loro strut-modo disposta diede la carica ; i soldati gilla
lura , che per la loro antichità . Vi era soprat- rono si alte grida che gli abitanti dei contorni
tutto un panteon, ovvero un tempio dedicato ne furono spaventati , ed i loro scudi di oro e
a tutte le divinità, situato sopra di un'altura di rame percossi dai raggi del sole mandavano
falla di lerra trasportata, e che domina sopra tanta luce da rimanerne abbagliati . Ma l'intre
tutta la città . lo penso, prosegue Sozomeno, pido Giuda Maccabeo li accolse coó tanto vi
che il nome di Bethelia sia stato dato a questa gore, che seicento uomini al primo urto resta
cillà a cagione di questo tempio , significando rono morti , ma poi vedendo l'impossibilità di
questo nome casa di Dio. San Girolamo, nella resistere a lungo ad un esercito tanto numero
vita di s. Ilarione, parla parimenti di Betelia, so e forte , si ritiro a Gerusalenime, risollo di
e dice che da questa cillà a Pelusio vi sono sostenerne l'assedio. In questa pugna resto
cinque piccole giornate di cammino . Infine si schiaccialo Eleazaro il Maccabeo sollo l'elefan
trova un vescovo di Betelia annoverato fra i te da lui ferilo. V. ELEAZARO .
vescovi della Palestina. Cal . D. V. GIORDANI.
BETHULIA , montagna e villaggio poco lon BETH -ZAIDA o meglio Bethsaida, citlá si
tani dal labirinto di Tecua nella tribù di Giu- luata al di là del Giordano , sul mare di Tibe
da . Al sortire da questa vallata , camminando riade, quasi nel luogo ove il Giordano si sca
verso il nord -est, si arriva dopo tre quarli d'o-
rica in questo mare. Il tetrarca Filippo orno
ra di cammino, alla montagna dai cristiani del ed aumentò la ciltà di Betsaida e la nomino
paese detta il Monte Francese, ovvero il monte Giuliude, col qual nome non trovasi però nel
di Betulia a cagione di un villaggio di questo Nuovo Testamento . Giuseppe distintamente in
nome situalo ad un quarto d'ora di là. V. dica che Betsaida era nella Gaulonitide al di
Corrisp. d'Orient. leller. 121 di Poujoulat , tom .
là del Giordano. Gli apostoli s. Pietro, santo
V , p. 201 ; e Lamartine, Viaggio in Oriente, tom .
Andrea e san Filippo erano di Betsaida : spes
1 , p. 466 , 467, V'.anche Betulia . CAL. so il Signore fu in questa città , e vi opero
BETH -ZACHARAO BETA - ZACHARIA ( signifi- grandi prodigii, ma gli abitanti non si appro
ca la casa della memoria) , luogo situato nelle fittarono dei miracoli e delle lezioni del Sal
vicinanze di Betsura , a 70 stadi da questa cil- valore , per cui ebbero ad udire dal Salvatora
tà , dice Barbié do Bocage. Santo Epifanio, nel medesimo parole di punizione e castigo .
suo libro della Vila dei Pontefici, dice che il D. V. GIORDANI .
profeta Abacucco era nativo del territorio di BETHZECHA. Luogo, dove Bacchide pose
Beth - zachara. gli accampamenti movendoli da Gerusalem
San Luca dice che la santa Vergine andò a me. Qui giunto, ei mandò a prendere molti E
salutare Elisabelta, ed entrò nella casa di Zac- brei ch'eransi colå rifugiati, e fe'lrucidare al
caria , lo che si può intendere della ciltà di cuni del popolo e gettarli in un gran pozzo .
Belh- Zachar, che significa la casa di Zaccaria, Tanto si ha dal primo libro de Maccabei, cap.
che è nelle montagne di Giuda , e nei contorni 7 , vers . 19 . Cal.
di Ebron . Ma è più naturale il dire che s . Lu BETLEM , volgarmente Belem, celebre tem .
ca non ha indicato il nome della cillà ove di . pio e magnifico monastero dei Geronimili alla
morava Zaccaria , ma semplicemente che ella bocca del Tago presso Lisbona. Il re Emma
entrò nella casa di Zaccaria . nuele costrui l'uno e l'altro in rendimento di
BETLEMME 893

grazie per l'ampliato suo regno, e come regale derni frappongono due miglia fra Gerusalem
monumento destinato a perpetuare la memoria me e Betlemme.
della scoperta del capo di Buona Speranza, del La grotta in cui nacque il Salvatore non è
la conquista dell'India e del Brasile. L'infante propriamente nella città , ma al disopra di
Enrico, che avea cosi generosamente iniziato Betlemme. San Girolamo dice che era verso
que' progressi del potere lusitano, avea mezzo mezzodì; ma s. Giustino ed Eusebio dicono
secolo innanzi erelta in quel luogo una cap- semplicemente che era fuori della città nella
pella e fondato un ospizio di cavalieri, del campagna. Questa era stata profanala da A
l'ordine del Cristo . Emmanuele, conservando driano imperatore che vi avea fatto erigere
l'antico titolo della Beata Vergine di Bellem- un tempio a Venere, ma la imperatrice s. E
me, fabbricò una chiesa sontuosissima in forma lena lo distrusse, e vi edificó un tempio cri
di croce , di maestosa benché strana architet- stiano magnifico.
tura , ornata di bei marmi e ricca di colon Ascoltiamo come parla di Betlemme un
ne. Vi si osservava un ciborio, ossia custodia viaggiatore , che di recente l ' ha visitata .
del Santissimo Sacramento, tutto d' oro mas « Mi fu necessario poco tempo , dice Poujou
siccio, al lavoro e alla maleria del quale prov- lat , per conoscere la piccola città di Bet
vide il re col denaro che gli si pagava in tri- lemme. Io già divenni come un abitante di
buto da' principi vassalli. Tutta la parte che a Betlemme ..... Quivi provo impressioni
lui spettava era devoluta a tal uso. Ned era diverse all'intuito da quelle che mi porge
piccola somma: la sola presa di Malacca gli va Gerusalemme. Finchè io era nella santa
forni ducentomila doppie . Oltre di ciò assegno città , il mio spirito non provava che te
al monastero rendite e poderi, trasferendo al- tre idee , un dolore indefinibile ovunque
trove e dotando egualmente i cavalieri. La fa- mi era compagno , ed ogni oggetto ai miei
mosa torre che difende l'entrata del fiume e occhi appariva tinto di dolore ; qui , al con
può riguardarsi qual cittadella di Lisbona , era trario , il mio spirito non mi rappresenta
destinata anche alla tutela del tempio e del che ridenti immagini , la natura sembra invi
monastero , che si distingueva per le ardite vol- tarmi alla gioia ed al dolce respiro ; queste
te , bellezza e larghezza de'chiostri , distribu differenze d'impressioni , che io attribui
"zione regolare e vastità delle sue parti interne, sco al cangiamento del paese , provengono
e per gli annessi giardini e fontane . Dacchè il senza dubbio dalle memorie austere o gio
fondatore intese di essere ivi sepolto insieme viali che ridestano le due città ; a Gerusa
co' suoi successori , contiene il tempio un gran lemme trovansi lutti i dolori , tutte le ca
numero di tombe de'principi portoghesi, tulte lamità che possono cadere sopra di un popo
pregiate per figure e marmi preziosi. lo , e per ultima sventura si osserva il Giul
VASCONCELLIOS. sto condannato alla croce ed all ' ignomi
BETLEMME, Beth - lehem ( significa cusu nia ; Betlemme al contrario ci offre tutto
del pane ). Città della tribù di Giuda , nomi- ciò che può attrarre l'immaginazione ; cioè
nala ordinariamente Betlemme di Giuda, per una giovane Nazarena che melte al mondo
distinguerla da un'altra città dello stesso no- Quello che formava l'aspettazione dei secoli;
me, che si trovava nella tribù di Zabulon . Le dei re lontani che guidali sono da una stella
si dà anche il nome di Efrata, ed i suoi abi- alla sacra capanna ; pastori , che lasciano il
tanti sono nominati Efratei; anche ha il no- loro gregge nella notte per recarsi ad adorare
me di cillà di Duvidde , perchè questo re eb- il fanciullo : io intendo il coro degli Angeli ,
be in essa i natali . Questa cillà era poco le sinfonie del cielo , sento la terra giubilare
considerevole per la sua grandezza e ricchez- d'allegrezza ; a Gerusalemme la morte e la
za , ma ciò che la rende sommamente note- devastazione ; a Betlemme , la vita e la spe
vole si è che in essa nacque il Redentore , ranza ....
Gesù Cristo ; per cui da Michea è altamente » Dopo la storia maravigliosa della nascita
commendata nella sua profezia sulla venuta di Gesù Cristo, ciò che rinforza la mia im
del Messia. maginazione si è la memoria di S. Girola
Bellemme è situata sul pendio di una colli- mo .... Spesso discendo in quella grotta ,do
na a sei miglia da Gerusalemme verso il mez ve questo grande uomo scrisse e prego, e pas
zogiorno; ma Gioseffo la fa lontana solamente sò una vita piena di sofferenze , di travagli e
trenta stadii, e s . Giustino trentacinque;sem . di lagrime.
bra però che le cifre che indicano questa di » Voi conoscele la storia di Paola e di Eu
stanza sieno corrotte in questi due autori, poi- stochia sua figlia , che preferirono la povertà
che tutti gli altri tanto antichi quanto mo- alla grandezza di Roma, e che una santa ami
894 BETLEMME
cizia legò all'anacorela di Bellemme. Dopo splende sopra un suolo rossastro e seminalo di
aver visitati tutti i luoghi sacri della Siria e
pietra; il territorio di Betlemme merita anche
dell'Egitto, la figlia dei Gracchi e degli Sci-il nome di Efrata o fertilità.Gli alberi frutti
pioni andò a stabilire la sua dimora a Betlem- feri e le biade danno abbondanti ricolti senza
me. Paola vi fondò un monastero pegli uomi- molta cultura . Betlemme annovera due mila
ni , e tre per le donne. I tre più illustri ospiti
abitanti , di cui 1600 Gattolici, 400 Greci si
del deserto di Betlemme , al presente banno le smatici , il resto Musulmani . I Musulmani fu
loro tombe a fianco di quella stalla che altre rono sempre in piccolo numero in questo pae
volte raccolse i loro sospiri e le loro lae se, perchè i Betlemmiti , uomini forti e corag
grime ... giosi , non sopportano che a malincuore la
» L'unico monumento di Bellemme è un presenza de' seltatori di Maometto. Devesi os
convento latino simile ad una fortezza, ed una servare che Betlemme è, si può dire, l'unica
chiesa che risale ai tempi di Giustiniano; i città di Oriente che non sia governata da un
due recinti si toccano , ed entro al loro cerchio
Musulmano; ed in questo paese non havvi nė
trovansi tutti quei luoghi chele tradizioni cria
agà , nè mutzelin .... Il monastero franco é
stiane hanno fatti sacri. Due entrate conduco- per i Betlemmiti un tempio, donde la loro pre
no alla grotta dove nacque il Redentore del ghiera sale al cielo, un tribunale in cui sigiu
mondo, la prima appartiene ai Latini , la se- dicano tutte le querele, un ospizio, ovei poveri
conda ai Greci ; sono opposte l'una all'altra. trovano del pane, ed al bisogno una fortezza
L'entrata latina è all'estremità della cappellaper respingere ogni oppressione. Il gregge , la
dei Francescani: si discende dodici gradini , al
cultura dei campi, e soprattutto il commercio
chiarore di una fiaccola che ognuno porta con delle croci, delle imagini della Vergine e si
seco, e dopo avere traversato delle grotteo cap-
mili, occupano e mantengono gli abitanti di
Betlemme .
pelle oscure consacrate ai santi Innocenti , a s.
Girolamo, alle sante Paola e ad Eustochia , si » Il monastero è abitato da dodici religiosi
arriva alla grotta della Natività : è questa la-
Francescani , custodi della stalla del Salvatore .
gliata in una roccia, rivestita di marmo e co- Ogni giorno, a qualtro cre pomeridiane, i re
perta di drapperie di seta rosa, e sostenuta daligiosi , portando una fiaccola , vanno processio
tre colonne di marmo: è illuminata da tren- nalmente a visitare la grotta della Natività ;
lacinque lampade di argento , sospese alla vol-cantano versi ed inni analoghi alla nascita di
ta .... il luogo, ove fu partorito il Salvatore,
Cristo. Uscendo dalla grotta della Natività , i
è indicato da un marmo, nel mezzo del quale cenobiti fanno slazioni pietose all'altare di S.
vi ſu posto un diaspro conformato da un cer- Giuseppe ,alla grottà degli Innocenti , all'ora
chio d'argento, che forma come un sole, d'in- torio di S. Girolamo, alla sua tomba, alla tom
torno ai cui raggi si legge in grossi caratteri ba di s. Paola e di santa Eustochia e di s . Eu
scolpito: Hic de Virgine Mariu Jesus Christus sebio di Cremona. Di là si rimonta alla cap
natus est. Al disopra di questa tavola di mar- pella di Santa Catterina, che è la chiesa del
mo s'innalza un piccolo alta illuminato da
convento. In questa vi è un pozzo che mai
Ire lampade .... dissecca, e che fornisce un' acqua deliziosa a
» Molli viaggiatori parlarono dell'antica bere ....
chiesa altinente al convento latino e che fu già » D'intorno a Betlemmealcuni luoghi riveri
uno dei più bei monumenti di Terra Santa : ti traggono la curiosilà dei pellegrini . La Grol
alcune iscrizioni che vi si riconoscono ancora ,
ta del lalle della Vergine, a poca distanza al
altestano che fu riparata ed abbellita dai re l'oriente del monastero, contiene selte od ollo
latini di Gerusalemme. I Greci s'impadroni- colonne di pietra, ed un povero altare, su cui
rono della parte del coro della chiesa, e ne fecero
alle volte si celebra la messa; questo luogo è
il loro santuario . Questo tempio venerabile insacro, dice la tradizione, perché la Vergine vi
cui Baldovino I fu consacrato re, e le cui volte
lasciò cadere qualche goccia del suo lalle , men
rimbombarono per un secolo e mezzo delle tre lo porgeva ai bambino Gesù . La grolla è
preghiere e dei cantici dei crociati, ora è ab-occupata dai Greci ; una lampada da essi man
bandonato alla polvere ed alla distruzio- tenuta , arde perennemente innanzi all'altare.
ne, e non è più che un passaggio pubblico A cento passi di distanza,all'oriente della grot
pei religiosi del monastero , e gli Arabi cri- ta , trovasi il piccolo villaggio di Beslours, i cui
stiani . abitanti sono quasi tutti Mussulmani. Quivi ,
» Le colline ove s'innalza Betlemme pre- dice la tradizione, stavano i pastori, cui dal
senlano un aspello ridente pei loro verdi oli- l' Angelo fu annunciata nella notte la nascita
vi e fichi , la cui verzura mirabilmente ri- del Signore; ad un quarto d'ora da questo vil
BETLEMMITI - BETSABEA 895
Jaggio si mostra la pianura , in cui nella avven- Perù e nel Messico, ed in ciascuno ospedale
turata nolle della Nalivilà i pastori vegliava- mantennero, secondo l'intenzione del fonda
no alla costodia del gregge. Una cappella rui . tore, una scuola di fanciulli. L'instituto di
nala scorgesi ancora in questa pianura . Voi cui parliamo ſu protetto dal re di Spagna, e
avele letio nella storia del popolo del Signore, Papa Innocenzo XII lo approvò con bolla del
che Davidde, nella battaglia contro i Filistei , 26 marzo 1687: gli permise di avere un su
provando una sele ardente, desiderò di bere periore generale, e lo assoggello alla regola di
dell'acqua della cisterna di Bellemme: i cri . santo Agostino. Quest'ordine non è uscito dal
stiani del paese danno il nome di cisterna di l'America. I Betlemmili vestono come i Cap
Davide ad on pozzo silualo a venti minuti a puccini, senonchè usano cappelli : si stringono
sellentrione di Bellemme, a destra della via con una cintura di cuoio, e portano sul man
che conduce a Gerusalemme; i dotti che pas- tello dal lato destro uno scudo, su cui è rap.
sarono per questo luogo non convennero con presentata la nascita del Salvalore. Le mona
la tradizione , e collocarono altrove la cisterna che hanno lo slesso abito , ed osservano la
storica. In quanto a me opino che la cisterna clausura.
di Davidde non sia altra cosa che il pozzo rin Malleo Paris , storico inglese, monaco del
chiuso al presente nella cappella del monaste . convento di s. Albano nel secolo XII, parla
ro latino, e che porta il nome di pozzo di san- di un altro ordine di BetlemmiT ) , stabilitisi
ta Callerina ; l'acqua di questo pozzo è la mi. in Inghilterra nel 1257 , vestili come i Dome.
gliore del paese , e merila va al cerlo la memo- nicani , ina aventi sul pelto una stella rossa di
ria del re Davidde in una giornata di grande cinqne raggi , per cui s'intendeva di raffigurare
calore. » In quanto alla importante questione quella che condusse i Magi a Bellemme .
del dirillo dei Callolici su questo luogo, V. Gius.
Luoghi Santi . BETSABEA ( signilica figlia del Giudizio ),
Bellemme è illustre anche per essere patria figlia di Eliam , ovvero di Amiel, moglie di U
di Abesan , Elimelec, Booz, Obed , Jesse e Isai ; ria , Eteo, dimora va a Gerusalem .me, in una
e fu resa assai più bella da Roboamo. Conser- casa dinanzi al palazzo di Davidde. Questi vide
vasi ancora la scuola e la sala di s . Girolamo, dalla sua terrazza Belsabea che si bagnava,
la cui volla è sostenuta da cinque o sei colon- ed invaghilosi di sua bellezza, volle sapere chi
ne di marmo, dove si ritiene, che questo Dol- fosse . Come seppe essere la moglie di Uria , la
tore insegnasse la Scrillura Divina, nia che ora fece a sè condurre, e ne abuso . Il modo con
sè in mano degli Armeniani. Noleremo ancora , cui Davidde si disfece di Uria si leggerà nell'arti
.che Beda riſerisce, che al momento , in cui Cri- colo a lui dedicalo ( Vedi URIA ) ; qui diremo,
slo si degno di nascere, una fontana sgorgo in che, sapula appena la novella della sua morte,
-Quel luogo, e che sussisleva a'suoi tempi. Davidde prese in isposa Betsa bea , ed ebbe un
Un'altra Betlemme trovavasi nella tribù di figlio. Ma al Signore spiacque l'azione di Da
Zabulon , per nessun'altra ragione conosciuta vidde,e per il profeta Natan lo avverti della sua
se non perchè porta il nome di quella, in cui colpa, la quale come conolibe nella sua gran
nacque il re Daviddee Gesù Cristo, Re dei re, e dezza ed enormilà , si umilió , pianse awara .
Dominatore dei dominanti. Questa è ricordala mente, e si soltopose alla punizione, che fosse
nel capo decimonono di Giosuè. piaciula al Signore. Questa egli ebbe nella mor
D. V. GIORDAN ). le del suo figliuolo, punizione amara al suo
BETLEMMIT ). Congregazione religiosa, fon- cuore, ma che egli sostenne con animo di ras
dala dopo la melà del secolo decimoseltimo a segnazione perfetta, e diede benedizioni alle
Guatimala nell'America Centrale, da Pietro misericordie ed alla volontà dell'Eterno.
Bethencourl, per curare i convalescenti e ricet Ebbe in appresso dalla stessa Betsabea un
tare i bisognosi . Era cosi denominata perchè altro figlio, cui nominò Salomone ; del quale
il loro spedale era dedicato a Nostra Signora il profeta Nalan gli dichiaro che era amato da
in Betlemme. Dio , per cui ebbe il nome di Jedidiah , che si
Dopo la morle del pio fondatore, avvenula gnifica predilello del Signore. In seguito Dio
nel 1667 , il successore da lui designato com- gli dichiarò che Salomone regnerebbe dopo di
pilo le costituzionidell'ordine ; eglideputò fan . lui , che costruirebbe il tempio , e che sa
ciulle del medesimo instituto per servire gli rebbe ricolmo di sapienza e di ricchezza, come
ammalati del loro sesso, e costrusse loro delle avvenne di fallo .
case : questi nuovi ospedalieri si sparsero nel Il primo libro dei Paralipomeni, ed il secon
896 BETTONI- BETULIA
do dei Re fapno menzione di altri figliuoli di possa desiderarsi in siffatta materia. Nello svi.
Betsabea, oltre Salomone, i quali vengono chia. luppo peraltro delle prove e degli argomenti
mali Simma o Samna, Sobub e Nathan . Alo delle verità proposte, e delle falsità comballu
cuni interpreti ritengono che questi fossero fi- te, ha avuto di mira il dolto traduttore ed an
gli di Uria , ma la maggior parte sostiene che nolalore quella brevità , che mentre lascia luo
sieno figli di Davidde. Il testo del secondo libro go alle riflessioni e ai raciocinii ch'esser deb
dei Re è formale intorno a questo sentimeolo , bono l'esercizio del giovine filosofo, non istan
e san Luca ci dà la genealogia di Nathan figlio ca punto colla prolissilà dei discorsi, nè apno
di Davidde, come uno degli antenali del Messia. ia colla monotonia di secche ed astruse que
Il luogo dei Proverbi in cui Irovasi che Salo- slioni . GIORN . Eccl.
mone era il figlio prediletto di suo padre, el'u BETULIA , Belhulia ( significa vergine del
nico di sua madre, altro non dimostra senon- Signore ), cillà celebre per l'assedio che vi ſe
chè la tenera predilezione di Davidde e di Bet . ce Oloferne, che sollo le sue mura fu ucciso da
sabea verso di lui , a cagione delle promesse del Giudilla . Barbié du Bocage colloca Belulia nel .
Signore, e dei favori che gli aveva falli. la Galilea inferiore, nella tribù di Zabulon , al .
Si crede comunemente dai Padri , dai rabbi . l'occidente del lago di Tiberiade, in un paese
ni e dagli interpreti, che il capo trigesimo pri. montuoso e ricco di sorgenti e di fontane ; ma
mo dei Proverbi sia una istruzione che Betsa- altri la collocano nella tribù di Neftali , il qual
bea diede a suo figlio Salomone, e che questo sentimenlo dalle osservazioni falle sembra ve .
principe, per consacrarne la memoria, volle e. rosimile , donde avviene che doveva essere al
spressamente collocarla nella raccolta dei suoi setlentrione del luogo dove la melle Barbie ;
Proverbi ovvero nelle sue massime di morale: cioè all'occidente del Piccolo Giordano. Gilot
sonovi anche di quelli che sostengono che Bet. di Kerhardene riconosce Belulia in Safad. Ec
sabea fosse inspirata , come il dimostra con co come egli parla : « Safad è la più elevala
queste parole : Visio qua erudivit eum maler della Siria . La montagna di Belulia è tanto al
sua . E se si riconosce che questo capitolo tal ta quanto il Tabor , cioè a cinquecento tese di
quale ritrovasi nei Proverbi ſu scritto da Bet. elevazione al disopra del mare. Seguendo la
sabea , non si potrà negare che ella non fosse strada da Gerusalemme a Damasco, nel gran
ispirata . Ma è probabile che Salomone, per far campo di Esdrelon , dalla parte di oriente, si
onore a sua madre, abbia egli stesso scritte le vede Safad alzarsi al cielo coi suoi due ca
istruzioni che aveva ricevule , e presentale al stelli simile a due ali brillanti : si crede che
pubblico come se fossero slale dellate o scrille sia necessaria più di un'ora per giungervi , ma
da sua madre medesima. Cal . facilmente trovasi in inganno sulla distanza in
BETTONI ( P. GIUSEPPE ). Prelé della con un paese di montagna .... Safad si trova ad
gregazione Somasca, che visse nel secolo deci una eguale distanza dalla fortezza di Baldovi
moltavo. Pubblico un Trallato contro l'Atei- no, vicino al ponte delle figlie di Giacobbe, ed
sino , tradollo in italiano con pole, opera utile alle ruine di Jola pala, sulla strada di Acri; la
ai giovani filosofi , Venezia , 1791 , in 8. cillà é fabbricata sopra tre montagne , ed i cin
Questo trattato era stato composto in latino que villaggi agglomerali che la compongono ,
da un professore ledesco, e tradollo poi in fran- rinchiudono 9000 abitanti . Al tempo delle cro
cese da un dottore della Sorbova. Iltradulloreciate la montagna di Belulia era circondata di
italiano, quanto è stato fedele e caulo nel re mura, ma la cillà occupava , come al presenle,
care questo trattato in italiana favella , altret- tre montagne in mezzo a vasti sobborghi, non
Ianlo è stato attento ed esallo nel correggerne bastando la circonferenza della muraglia a rin
quelle dottrine e quei pregiudizii di cui era in- chiudervi la popolazione. Dopo il trem uolo
fella l'opera del professore tedesco . Nulla tras- che non lasciò che la fortezza, gli Ebrei ed i
cura nel testo, nulla ommelte nelle nole slo- Turchi si sono rifabbricati due quartieri sepa
riche e filosofiche al medesimo aggiunle ; ma rati , costruendovi case sulle rovine delle cadu
senza essere schiavo de' giudizii e delle prolis- te: nulla impedivali in questa occasione di ob
sità del loro estensore , le presenta in compen- bedire alla mutua loro antipatia. Quanto ai
dio, le corregge ed aumenta d'interessanti que. Cristiani del paese stabiliti fra gli Ebrei ed i
stioni , di ben fondale ragioni , di riflessioni op- Turchi , abitano il villaggio intermedio, posto
porlune, d'autorità e d'argomenti nè punto, nè sulla stessa strada , ma essi vi dimorano quasi
poco toccati dall'autore, e le arricchisce e le ignoli , non avendo alcuna chiesa. » ...
correda di lulla quella vasla erudizione che Cal .
BEVERIDGE - BEZEDEL 897
BEVERIDGE (Guglielmo) , vescovo angli- tato nell'anima sua , e pel quale aveva con
cano di S. Asaph , nato nel 1638 a Barow ,nella servato grande affezione. L'anno seguente fu
contea di Leicester , fece i suoi studii e fu eletto professore di lingua greca a Losanna,
laureato nella città di Cambridge. Vi si appli- dove dimorò per dieci anni , durante i quali
co in particolar modo alle lingue orientali , pubblico alcune opere , che estesero la sua ri
ed il primo frutto dei suoi travagli in tal gene- pulazione. Fece stampare nel 1556 la sua
re fu un trattato dato in luce quando non an versione latina del Nuovo Testamento e ne
cora aveva compiuto il ventesimo anno di età pubblico dopo gran numero di altre edizioni ,
sotto questo titolo : De linguarum orientaliuin con mutamenti parecchi; ma di tutte le opere
praestantia et usu , cum grammatica syriaca. di Beza, durante il suo soggiorno a Losanna,
Il suo merilo gli valse nel 1672 la cura di S. la più considerabile è senza dubbio il suo
Pietro di Cornhill a Londra, nel 1674 una breve trattato intitolato : De haereticis a civili
prebenda in S. Paolo , nel 1681 l'arcidiaco- magistratu puniendis. E questa un'apologia
nato di Colchester, nel 1684 un canonicato del giudizio e zupplizio di Serveto condanna
di Cantorberi e la carica di cappellano del re lo al rogo quale eretico dai magistrati di Gi
all'avvenimenlo di Guglielmo III . Nel 1691 nevra il di 17 ottobre 1553. Strettosi poi in
gli venne offerto il vescovato Bath e Wells, amicizia coll'empio Calvino, si stabili a Gine
che egli non volle accettare; in appresso ac vra , dove fu ricevuto qual cittadino. Quivi e
celtò però quello di S. Asaph , ma non ne rasi di fresco formata un'accademia, e Calvi
frui che tre anni ed alcuni mesi, essendo mor no, ricusato il titolo di reltore, volle che Teo
to il di 5 marzo 1708. Le sue opere sono : doro Beza fosse eletto a quella carica, carica
1. Institutionum chronologicarum libri qua- che egli tenne per lungo tempo. E inutile il
tuor ; 2. Pandectac canonum sanctorum Apo- dire quanta fosse la sua audacia nel sostenere
stolorum et conciliorum ab ecclesia graeca re- la falsa dottrina, bastando solo a conoscere la
ceptorum ; 3. Codex Canonum ecclesiae pri- perversità del suo cuore e l'empietà delle sue
sitivae vindicatus et illustratus ; 4. Una spie- massimeil sapere che costui alla morte di Cal
gazione del Catechismo ed altre . Le cariche vino avvenuta nel 1564 , successe in tutti gli
da questo scrittore sostenute nella chiesa di impieghi che quell'eresiarca occupava, e fu
Inghilterra , mostrano chiaramente qual va riguardato qual capo della pretesa riforma di
lore si debba attribuire alle sue opere da un Calvino. Scrisse incessantemente contro i Cat
Cattolico , le quali noi ricordiamo per erudi- tolici , contro i Luterani , contro tutti quelli fi
zione soltanto. Dur . nalmente , le cui opinioni si allontanavano in
BEZA ( TEODORO ) , nacque a Vezelai , pic- qualche cosa dalla dottrina o dall'interesse del
cola città del Nivernese, il 24 giugno 1519 . suo maestro Calvino, e ciò con tanta bassezza
Forniti in Orleans i suoi studi , ritornò a Pa- da meritare persino i rimproveri dei suoi stes
rigi dove aveva passati i primi anni di sua si seguaci. Molti sono gli eccessi che a lui ven
vita , ed ivi fu provveduto del priorato di gono rimproverati, e la lunga sua vita non fu
Longjumeau e di un altro benefizio. Uno dei che un continuo allontanamento dalla via del
suoi zii , possessore di ricca abbazia , era già la verità , un seducente esempio a togliere gli
disposto di rinunziargliela , e Beza , in tal mo uomini dalla virtù , una guerra che accanita
do godendo di considerabile rendita , che si mente mosse e sostenne alla religione di Gesù
doveva ancora aumentare , e ai vantaggi del- Cristo, per cui abbominato da 'buoni mori il
la gioventù e dell'aspetto accoppiando la ri- 13 ottobre 1605 in età di ottantasei anni.
putazione di bello spirito , ne approfitto per Si distinse anche pel suo gusto nella poesia;
abbandonarsi ad ogni dissipazione. Sebbene in tutti i suoi scritti mostra molto spirito ed
possedesse benefizii , non era però entrato ingegno, che accrescono il pericolo e lo scan
negli ordini. In tal guisa passò nove anni , dalo delle sue opere . BER .
niun allro pensiero serbando che quello di BEZEG, capitale del regno di Adonibesech .
dedicarsi ai piaceri. I tristi germi che pullu- Questa non era molto distante da Bethsan e
lavano in suo cuore, si svilupparono funesta- dal luogo ove si passava il Giordano. Cal .
mente per lui , che non volle sbarbicarli , BEZEDEL, villaggio presso Ascalona ove
quando nel 1548 , dopo grave malattia ,avendo gli Ebrei inseguiti da Antonio capitano ro
abbandonato e benefizii e speranze e famiglia, mano si ritirarono, e dove a lungo resistette
si recò in Ginevra , dove abbracciò la rifor- ro alle forze romane, rinchiusi in una torre
ma . Di qui dopo breve dimora passo a Tu- fortissima che vi esisteva . Ma infine i Romani
binga per visitare il suo antico maestro Vol- se ne resero padroni dopo avervi appiccato il
mar, che le prime scintille funeste aveva git- fuoco . Cal .
Encicl. Eccles . Vol. I. Fusc. XIV . 113
898 BEZETH - BÉZIERS
BEZETH . Lo stesso che Betazeca ( V.) . gli altri canoni prescrivono regolamenti pei
BEZETHA O BetzETHA, borgo di Geru- canonici regolari e pei monaci .
salemme situato sopra di una montagna , Il quinto conciliosi tenne l'anno 1243. Gal
e circondato da ottime mura . Questo for- lia Christ., tom . 6 , pag. 234 .
mava come una nuova città aggiunta alla Il sesto l'anno 1246 presieduto da Gu
antica . Bezetha era al settentrione di Geru- glielmo de la Broue arcivescovo di Narbona,
salemme e del tempio. e vi furono sanzionali quarantasei staluti. Il
CAL . secondo ordina la scomunica a coloro che sof
BÉZIERS , Biterrae. È questa una città di frono gli eretici nelle loro terre. Il sesto proj
Francia, capoluogo di circondario, con 17000 bisce d'insultare gli eretici convertili, ai qua
abitanti, nel dipartimento dell ' Hérault. Non li davasi a portare la croce sugli abiti. Il vi
si conosce precisamente l ' epoca , in cui que- gesimo vieta ai sacerdoti ed ai monacidi far
sta chiesa abbracciò la fede cattolica . Narra si avvocati nei tribunali secolari. Il vigesi
una divulgata antica tradizione, che s. Paolo moprimo ordina la residenza ed il sacerdozio
passò a Béziers nel suo viaggio da Roma alle a' beneficiati in cura d'anime. I due trigesi
Gallie, e che avendo quivi convertiti e bat- moterzo e trigesimoquarto versano circa gli
tezzati molti inſedeli , vi fabbricó una chiesa , usurai , gli incestuosi, i concubinarii , i simo
dove continuò le sue predicazioni . Chiamato niaci ecc . Il quarantesimo proibisce agli E
a Narbona da quel popolo ch'era accorso ad brei di lavorare pubblicamente nei giorni fe
udirlo, lasciò in Béziers Afrodisio da lui or. stivi e domenicali ; ed il quarantesimoprimo
dinalo vescovo. L'antica cattedrale di que- proibisce loro di mostrarsi in pubblico dal
sta cillà , dedicata a s. Nazario, è conosciuta giovedi santo fino al giorno di Pasqua, per
per la sua ampiezza, e pel modo singolare con chè non sieno esposti agl'insulti dei Cristia
cui è stato fabbricato il suo organo . La dioce- ni . Il quarantesimoterzo proibisce ai Cristia
si , che conteneva centosei parrocchie, fu sop- ni di servirsi di Ebrei nelle loro malattie. Il
pressa nel concordato del 1801 . quarantesimosesto priva della comunione dei
Gall . CR . fedeli e della sepoltura coloro che non si con
BÉZIERS (Concilii di ) . Il primo fu tenu- fessano almeno una volta l'anno . Labb., tom .
to nell'anno 556 dagli Ariani contro s. lla- 11 , pag. 1 .
rio, che s'era falto accusatore dei capi dell'a Il settimo concilio fu convocato l'anno 1253
rianesimo , perlochè egli fu condannato al per l'estirpazione dell'eresia degli Albigesi, e
bando dall'imperatore Costanzo . Gli atti di per la riforma dei costumi.
questo conciliabolo andarono perduti , e noi L'ottavo l'anno 1256. Gallia Christ., tom.
non ne conosciamo se non ciò che narra lo 6 , pag. 888 .
slesso s. Iario, De synod. ad Constant. , lib. 1 Il nono l'anno 1271. Ivi, pag. 338 .
e 5 , Reg. tom ., Labb.. tom . 2 , Hard ., lom . 1 . Il decimo l'anno 1274. Ivi, pag. 80.
Il secondo l'anno 1090 , sopra i beni della L’undecimo l'anno 1277 e 1279. Joi, pag.
Chiesa . Thesauri, tom . 4 . 447 .
Il terzo l'anno 1225. Gallia christ. , tom . Il duodecimo l'anno 1281. Joi, pag. 148 .
6 , pag. 407 . Il decimoterzo l'anno 1294. Ivi, pag. 83 .
Il quarto l'anno 1234 il 2 aprile presie Il decimoquarto l'anno 1295. Ivi, pag. 85 .
duto dal legalo Giovanni di Burnin , arci Il decimoquinto l'anno 1299 dall'arcive
vescovo di Vienna. Vi furono approvati ven scovo di Narbona co'suoi suffraganei.
tisei canoni disciplinari. Il primo ordina la Il decimosesto l'anno 1504. lvi, pag. 343.
scomunica da pubblicarsi tutte le domeni Il decimosettimo l'anno 1315. Ivi, pag. 347 .
che contro gli eretici e i loro fautori. Il se . Il decimottavo l'anno 1316. Ivi, pag. 348 .
condo dichiara che ognuno può arrestare un Il decimonono l'anno 1317. Ivi, pag. 149 .
eretico per presentarlo al vescovo. Il quarto Il vigesimo l'anno 1320. Ivi, pag. 747 .
ehe gli eretici convertiti, che non vorranno Il vigesimoprimo l'anno 1326.loi,pag . 604 .
portare la croce , saranno considerati come Il vigesimosecondo l'anno 1327. Ivi, pag .
eretici , e come tali soggettati alla confisca 173 .
dei beni . L'ottavo proibisce ai vescovi l'e Il vigesimoterzo l'anno 1343. Ivi,pag. 382 .
sigere giuramenti dai loro ordinati per ti Il vigesimoquarto l'anno 1351 sotto Pietro
more che non diventino sospetti di simo- della Juge o de la Jugie, arcivescovo di Nar
mia . Il decimoterzo proibisce ai chierici di bona. Vi si stabilirono dodici regolamenti. I
portare le armi. Il decimoquarto proibisce primi tre concedono varie indulgenze. Il quar
aj monaci di possedere in individuo. Tulli to ordina, che si lengano chiusi con chiave i
BIAGIO (S . )-BIANCHI E NEGRI 899
fonti battesimali. Il sesto proibisce ai parrochi i loro regolamenti non erano diversi da quelli
di permettere ai loro parrocchiani la comunio- dei Templari ; che i professi pronunziavano il
ne nella quindicina pasquale fuori della loro voto speciale di difendere la religione cattoli
parrocchia. Il settime esorta i cherici benefi- ca e la Romana Chiesa , che finalmente segui
ciati , e quelli che sono negli ordini sacri, ad vano la regola di s . Basilio. Così il Giustinia
astenersi dalla carne nei giorni di sabato . Gli ni , tom . 1 , capo 24 .
ultimi quattro proibiscono qualsiasi alto vio Gius.
lento contro i portatori delle lettere od altri BIANCHETTI (Cesare) , d'illustre fami
atti della giurisdizione ecclesiastica. Lab. to- glia di Bologna, rimasto vedovo nel 1638 , per
mo 11 . esser utile al popolo risolvette di meltere in
Il vigesimoquinto l'anno 1369. Gall.chrisl. , fiore le scuole cristiane , che dovevano essere
tomo 6 , pag. 350 . governate da un senatore, ma che di que'tem
Il vegesimosesto l'anno 1370. Ivi, pag. 350. pi erano pressoché interameute deserte. Una
Il vegisimosettimo l'anno 1375. Ivi, pag . società di gentiluomini, da lui raccolta, gli fu
352 .
di non poco sollievo in questa pia impresa. In
Il vigesimottavo l'anno 1409. lvi, pag.355 . progresso di tempo volleegli, che questa socie
Il vigesimonono l'anno 1426. Ivi, pag. 357. tà tenesse adunanze in alcuni determinatigior
Il trentesimo l'anno 1442. Ivi, pag. 359 . ni,e concepi in fine il disegno di fondare una
GALL . CR . congregazione d'individui, i quali , vivendo in
BIAGIO (S.) , vescovo di Sebaste nell ' Ar- comune, si dedicassero all'istruzione degli i
menia, al tempo delle persecuzioni sotto l'im- dioli . Questa congregazione, detta in Bologna
peratore Diocleziano, si andò a nascondere in di san Gabriele, venne fondata nell'anno 1644
una spelonca del monte Argeo, donde tratto ed approvata poco tempo dopo dal cardinale '
dai soldati, che l'avevano scoperto, fu posto in Francesco Barberini. Il pio institutore di lei
carcere. Colà risand molti infermi, tra cui un mori nel 1655 alla età di 70 anni . Si può ve
fanciullo, che era per morire a cagione di una dere la sua vita scritta da Carlo Antonio del
spina , conficcata nella gola. Ma rimanendo for- Frate, e stampata in Bologna l'anno 1704 .
te nella fede, fu tormentalo e posto in seguito a Moreri .
morte in Sebaste medesima a cagione della fede, BIANCHI E NEGRI. A queste voci solo noi
sotto l'imperatore Licinio, per comando di A- ci fermeremo per far osservare, come alcuni
gricola governatorediCappadocia e della picco- naturalisti, ma miscredenti, e superbi sprez
la Armenia. La sua festa si celebra in Occidente zatori della rivelazione e del retto uso della
nel giorno 3 febbraio, ed il culto di lui è in ragione, giunsero a tanto di voler che gli uo
molta venerazione. Un'infinità di paesi van mini avessero due principii , cioè si dividesse
tansi di possedere le relique di questo santo, ro in due famiglie aventi due primi progeni
quantunque siavi fondamento da supporre che tori , indotti a questo errore dalvolere spiega
il corpo di lui non sia mai uscito di Sebaste. re con ciò le ragioni della diversità degli uo
Viene esso particolarmente invocato per la mini in quanto al colore ed alla modificazio
guarigione dei fanciulli e del bestiame e per le ne ancora della fisica struttura. Gli infelici
malattie , che attaccano la gola. Gli atti di colle loro argomentazioni si perdettero in un
questo santo riferiti in Bollando non hanno pelago di assurdità , perciocchè allontanan
alcuna autenticità . Cei . dosi dal centro di verità, rifiutando l'infalli
BIAGIO (ORDINE DI SAN) . È un ordine mi- bilità della Scrittura intorno alla creazione
litare che i re d' Armenia fondarono in onore del primo uomo , scavarono sotto ai proprii
di questo santo, ch'era il patrono del loro re- piedi quell'abisso nel quale s'immerge chiun
gno. I cavalieri di quest' ordine portavano un que voglia in fatto di fede usare dei proprii
abito azzurro e una croce d'oro che serviva di lumi , anzichè di quella luce infallibile che si
spartitura al leone d' Armenia . Giustiniani lo discopre nelle pagine sacre, nella tradizione e
chiama ordine di S. Biagio e di S. Muria , e , nella parola della Chiesa che ce la comunica ,
non di S. Biagio soltanto . Questo scrittore pre- per le quali il Dio della verità si fa maestro
tende altresi che fosse creato, non già in Arme- agli uomini affin di condurli pel relto calle
nia, ma in Palestina. Egli dice,che i cavalieri al proprio bene.
al medesimo appartenenti furono istituiti Per cui , avendo l'aperta testimonianza del
presso a poco nell'epoca nella quale lo furono la Scrittura e della Chiesa, che insegna omnc
i Templari egli Ospitalieri, che lo stemma se- genus hominum ex Adam, e opponendosi la
gnato nella loro bandiera era una croce rossa , sentenza , cheammeltesse due Adami, alla dot
in mezzo della quale era dipinto s . Biagio; che trina cattolica, e specialmente al dogma della
900 BIANCHINI - BIBBIA
trasfusione del peccato originale e della comu- continuandasperficiendasque curavit. Nel 1729
ne redenzione, noi non aggiungeremo altro , l'opera fu interrotta per la morte di France
contenti di averne indicato le eterodossia, e sco Bianchini. Giuseppe Bianchini , suo de
quindi la falsità oggettiva. gno nipote, sollecitato da molte dotte perso
Intorno poi al fatto della diversità delle raz- ne, si assunse l'incarico di continuarla sotto
ze umane, ferma la unità dei protogenitori , il titolo di Dimostrazione della storia eccle
spelta alla scienza naturale determinarne le ca siastica quadripartita , dal primo finoal XVIII
gioni, la quale esercitata con franca lealtà e secolo, seguendo il piano dello zio Francesco.
fedeltà non può non convenire colla verità , L'opera fu interrotta una seconda volta da
ch' è unica nel divino insegnamento . E di ciò impreveduti ostacoli, poi di bel nuovo conti
basti , osservando per aggiunta, che la unità nuata per ordine del Pontefice Benedetto XIV .
della specie umana fu sempre combattula da Il primo obbietto di questo scientifico lavoro
uomini contrarii alla Cattolica Chiesa, e spe- si è la collezione generale e completa, per
cialmente dai moderni filosofanti. quanto è possibile, dei sovraccennati monu
C. menti sacri, antichi e originali , delle statue,
BIANCHINI (GIUSEPPE) , prete della congre- bassi rilievi, inscrizioni, medaglie, epitaffi ,
gazione dell' Oratorio .,è commendevole per le pitture, mosaici, marmi ed altre antichità sco
opere che diede alla luce , le quali a lui pro- perte fino ai tempi nostri . L'autore propose
cacciarono fama appo i suoi contemporanei di fare un deposito di tutti questi sacri mo
non solo , ma ancor presso i posteri . Sono numenti conservati da' Sommi Pontefici e di
queste: Vindiciae canonicarum scriplurarum darne notizia alle persone studiose delle anti
vulgatae latinae editionis seu velera sacrorum chità sacre e della storia ecclesiastica. Il se
bibliorum fragmenta juxta graecam , vulga- condo obbietto dell'opera si è la dilucidazio
lam et exhaplarem latinam antiquam italam , ne di questi monumenti col mezzo di molte
duplicemquesancti Eusebii et Hieronymi trans- dissertazioni, nelle quali si contiene, secon
lationcm . Una prefazione generica serve d'in- do l'ordine cronologico e naturale, la spie
troduzionc a tutta l'opera divisa in cinque gazione, l'origine e l'autenticità dei mede
capitoli , ne' quali il Bianchini crede far no- simi e di tutte le sacre antichilà che tro
te ai suoi lettori molte cose , fino a quel vansi indicate e descritte nelle dotte opere
tempo ignorate dai dotti , intorno alla storia di Bosio , di Severani , d'Arringhio , di Bol
generale della Bibbia. 2. Evangelislarium qua- detti , ed in ispecie dell'illustre Bottari . Ol
druplex latinae versionis antiquac, scu veteris tre di che siffatte dissertazioni presentano un
ilalicae, ele. Il p. Bianchini continud un'al- quadro ben ordinato della storia ecclesiasti
tra opera laboriosa ed importante incomin ca. Le dissertazioni e le incisioni riguardanti
ciata dallo zio di lui Francesco, vale a dire i due primi secoli di questa storia quadri
la Sloria ecclesiastica quadripartita , provata partita furono compiute nel 1751 e pubbli
col mezzo di monumenli originarii. Ciascuna cate in selte volumi in 8 , l'anno 1753.
delle quattro parti, nelle quali è divisa que- Quelle del terzo e quarto secolo furono pub
st'opera, contiene quattro secoli ; la prima blicate nel 1758 . Cei .
parte va dal tempo dei martiri e de' dottori , BIBBIA. Questa voce deriva dal greco Bi
ed arriva fino al 400 ; la seconda dai tempi giov (nel plurale Beßli'c.), voce di cui usavano
de ' concilii e de' riti sacri , e giunge fino al- i Greci per indicare ogni e qualunque libro :
l'800 ; la terza dal tempo dei diplomi, e si per antonomasia poi essa si adopera ad indica
estende fin al 1200 ; la quarta tralta delle re la sacra Scrittura, che è il libro per eccel
leggi e delle accademie, ed arriva al 1601. Il lenza . Il nome che gli Ebrei danno alla sacra
titolo di questa opera è : Methodus historiae Scrittura è Mikrà , chesignifica lellura o scrit
ecclesiasticae quadripartituc , el in sexdecim tura . Appresso i cristiani il nome Bibbia si
saecula distribulae, quae in 48 tabulis acneis gnifica i libri sacri , cioè quel corpo di libriche
sacrum musaeum repraesentantibus videnda furono scritti per ispirazione di Dio , e che
proponitur ab Antonio Josepho Barbassa pi- dalla Chiesa furono riconusciuti per tali . Que
clore el incisore înano. Prodil in lucem slu- sti libri si dividono in due parti; altri appar
dio curaque Josephi Bianchini veronensis pre- tenendo all'antica alleanza , altri alla nuova ,
sbyteri congregationis Oratorii romani, qui donde lor venne il nome di libri del Vecchio e
ad normam unius saeculi, morle interveniente , del Nuovo Testamento. Dal catalogo che più
solum confecti ab ejus clarissimo patruo Fran- sotto presentiamo si vedrà quali all'uno, quali
ciseo Bianchino praelato domestico , reliquas all'altro Testamento appartengono. Diremo
quindecim centurias annorum eadem melodo frallanto che i libri dell'antico Testamento
BIBBIA 901
sono quelli che furono scrilli prima della ve Iddio stesso avendo mosso con celeste ispi
nuta di Gesù Gristo, e che contengono la leg razione gli aulori di tulli i libri della sacra
ge , la storia degli Ebrei , le predizioni de'pro- Scrittura a scrivere quanto giunse sino a noi ,
feti intorno alla venuta del Messia ecc. , non deve essere riguardato siccome l'autore pri
che alcune regole e precetti di morale. Libri mario di essi , ed è perciò che s . Paolo, ri
del Nuovo Testamento quelli si addimanda- guardando quegli scrittori siccome strumen
no che furono scritti dopo la morte del Re- ti , di cui volle Iddio servirsi secondo gli al
dentore, e che hanno per autori i suoi Apo- tissimi fini di sua sapienza infinita, ad an
stoli o discepoli. nunziare agli uomini le eterné verità, nella
Divisione de' libri santi. I libri santi si di- seconda sua lettera a Timoteo al cap. 3 , vers .
vidono da alcuni in primo luogo in Proto -ca- 16 , chiama la Scrittura divinamente inspira
nonici, e sono quelli che furono sempre con- ta, e s. Pietro disse, che non per umano vole
siderati come divini da tutta la Chiesa, ed in re fu portata la profezia ; mu che ispirati dal
Deutero -canonici, cioè quelli che dopo essere lo Spirito Santo parlarono i santi uomini di
stati considerali un tempo come dubbii in Dio : e nuovamente s . Paolo scrivendo agli
qualche chiesa , furono in progresso di tempo Ebrei al capo 1 , vers. 1 dice : Iddio che mol
riconosciuti universalmente come facienti par- te volte ed in molte maniere parlò un tempo
te integrante di tutta la Scrittura . Tali sono ai padri per li profeli ecc. Ingiustamente
l'ultimo capitolo s. Marco dal vers. 9 al adunque gracchiarono un tempo gli Anomei ,
fine , ed i versetti 43 , 44 del capo 22 di s. come riferisce s. Epifanio, haercs . 76 , soste
Luca ; il capo 8 di s. Giovanni dal versetto nendo che talvolta gli scrittori della Bibbia
2 sino al 12 inclusivamente ; la lettera di s. scrissero cose unuanamenle, nelle quali a lo
Paolo agli Ebrei , quella di s. Giacomo, la se ro mancò la memoria, od errarono. E mala
conda di s . Pietro, e la terza di s. Giovanni , mente ancora pretendono alcuni che i sacri
quella di s. Giuda e l'Apocalisse. Ma questa autori scrivessero sempre la verità in quanto
divisione, se ben si considera, non è esatta, alla sostanza, ma trovarsi alcune cose nei lo
perchè la definizione della Chiesa, benchè po- lo scritti che non sono degne della maestà
steriore, non rendeva nuova la canonicità di dello Spirito Santo, e della particolare sua
quei libri , ma la dichiarava ; pel cattolico direzione. Se questa falsa opinione degli av
tutti sono egualmente canonici, e fu intro- versarii della sacra Scrittura fosse ammissi
dolla per poter combattere i protestanti, che bile, ne avverrebbe che sarebbe lecito dubi
rigettano i deutero - canonici come apocrifi. tare anche del resto ; donde la conseguenza
A questa divisione, altra conviene aggiun- che , come dice s . Agostino nel suo celebre
gerne, cioè : trattato De Doctrina Christ., lib. 1 , cap. 22 ,
1. In leguli, dagli Ebrei chiamati Thorà, tutta l'autorità della Scriltura cadrebbe, e
e Pentaleuco dai Greci, e comprendono i cin con essa la nostra fede. Considerate poi que
que libri di Mosè , e ciò per quanto riguarda ste cose che dagli avversarii si chiamano in
l'Antico Testamento , poichè i libri legali del degne della maestà divina , nemmeno la di
Nuovo sono i quattro Evangeli. versità di stile dei libri santi può prestare
2. Storici, e comprendono Giosuè , i li- argomento a censura ; perciocchè lo Spirito
bri dei Giudici , quelli di Ruth, dei Re, dei Santo che porse peculiare assistenza agli scrit
Paralipomeni, e gli altri sino ai Salmi , non tori aſlinchè non errassero , ed inspirò loro le
che i libri dei Maccabei. Nel Nuovo Testa- verità da annunziarsi, non volle derogare al
mento questi libri storici sono gli Atti de- lo ingegno naturale dello scrittore. Che se gli
gli Apostoli. scrittori sacri variano in quanto alla forma ,
3. I didascalici, che nell'antico Testamen non variano in quanto alla sostanza ; percioc
to comprendono i Proverbi , l'Ecclesiaste e che in ognuno di essi vedesi che le dottrine
Giobbe ; e nel Nuovo, le lettere di s . Paolo derivano dalla stessa fonte divina , e così pu
e quelle degli altri Apostoli. re le morali verità che insegnano .
4. Poetici, e sono : i Salmi, la Cantica di Queste cose premesse , ed avvertito per an
Salomone, i Treni di Geremia, ed alcuni pez- che, che ci converrà ritoccare quest'argomen
zi che si trovano sparsi negli altri libri , co to degli articoli Canone della Sacra Scrittu
me il cantico di Mosè : Cantemus Domino, ylo- ra o SCRITTURA SĄCRA, porgeremo prima una
riosc enim magnificalus est ecc. nota dei libri sacri che trovansi presso gli
5. Finalmente i profelici, che consistono Ebrei ; poi dei libri sacri della Bibbia secon
nei libri dei profeli maggiori e minori , e nel- do le decisioni del concilio di Trento ; e per
l' Apocalisse . ultimo, accennati i libri apocrifi e i perduti,
902 BIBBIA
diremo della lingua originale di essi e delle Ordine e divisione dei libri della Bibbia,
varie traduzioni . lanto dell' Antico , quanto del Nuovo Testa
mento , secondo lu decisione del Concilio di
Ordine dei libri della Bibbia secondo gli Ebrei. Trento , Sess. IV , decrel. 1 .

La legge . Antico Testamento .

1. La Genesi , in ebreo Bereschit : In prin 1. La Genesi. 2. L'Esodo. 3. Il Levitico .


cipio. Queste sono le prime parole del libro. 4. I Numeri . 5. Il Deuteronomio. 6. Giosuè.
2. L'Esodo, in ebreo Veellè Schemoth : Et 7. I Giudici e Rut. 8. Il primo libro dei Re.
haec sunt nomina. 3. 11 Levitico, in ebreo Vai- 9. Il secondo libro dei Re. 10. Il terzo libro
ikru : El vocavit. 4. I Numeri, in ebreo Bam- dei Re. 11. Il quarto libro dei Re . 12. Il pri
midbar : In deserlo. 5. Il Deuteronomio, in mo libro dei Paralipomeni. 15. Il secondo li
ebreo Elle addebarim : Haec sunt verba. bro dei Paralipomeni. 14. Il primo libro di
Esdra . 15. Il secondo libro di Esdra ovvero
I primi Profeli. Neemia . 16. Tobia. 17. Giuditta. 18. Ester.
49. Giobbe. 20. I Salmi . 21. I Proverbi. 22.
6. Giosuè. 7. I Giudici. 8. Il primo e se L'Ecclesiaste. 23. Il Cantico dei Cantici. 24.
condo libro di Samuele, e che in ebreo for- La Sapienza. 25. L'Ecclesiastico. 26. Isaia.
mano un libro solo. 9. Il primo ed il secon 27. Geremia e Baruc. 28. Ezechiele. 29. Da
do libro dei Re, che parimenti formano un niele. 30. Osea . 31. Gioele. 32. Amos. 33 .
libro solo appo gli Ebrei. Abdia: 34. Naum . 35. Giona. 36. Michea. 37.
Abacucco . 38. Sofonia . 39. Aygeo. 40. Zacca
Gli ultimi Profeti. ria. 41. Malachia. 42. Il primo libro dei Mac
cabei, 43. Il secondo libro dei Maccabei.
10. Isaia. 11. Geremia e Baruc. 12. Eze
chiele, 13. I dodici profeti minori non for Libri del nuovo Testamento .
mano che un libro solo. Questi sono : Osea ,
Gioele, Amos, Abdia, Naum , Giona, Michea , 1. L'Evangelio di s. Matteo . 2. L'Evangelio
Abacucco, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia. di s. Marco . 3. L'Evangelio di s . Luca. 4. L'E
vangelio di s . Giovanni . 5. Gli Atti degli Apo
I libri sacri o Agiografi. sloli .
Le lettere di s. Paolo sono :
14. I Salmi, che dagli Ebrei sono divi .
si in cinque libri . 15. I Proverbi , 16. Giob 1. La lettera ai Romani . 2. La prima lelle
be. 17. II ' Cantico dei Cantici. Gli Ebrei ra ai Corintii. 3. La seconda lettera ai Corin
pongono le Lamentazioni ed il libro di Rut tij . 4. La lettera ai Galati . 5. La lettera agli
dopo il Cantico de Cantici. 18 L' Ecclesia- Efesini. 6. La lettera a quelli di Filippi . 7 .
ste. 19. Ester. 20. Daniele. 21. Esdra e La lettera ai Colossensi. 8. La prima lettera a
Neemja . 22. I due libri dei Paralipomeni , quelli di Tessalonica . 9. La seconda lettera a
ovvero Cronache. quelli di Tessalonica. 10. La prima lettera a
Timoteo. 11. La seconda lettera allo stesso .
Catalogo dei libri sacri secondo gli Ebrei, 12. La lettera a Tito. 13. La lettera a File
tralto da Origene, tom . 1 , ed Huet, pag. 47 . mone. 14 La lettera agli Ebrei.

1. La Genesi . 2. L ' Esodo. 3. Il Levili. Epistole canoniche o calloliche.


co. 4. I Numeri . 5. Il Deuteronomio. 6 .
Giosuè. 7. I Giudici e Rut. 8. Il primo e 1. La lettera di s. Giacomo. 2. La prima lel
secondo libro di Samuele. 9. Il primo e tera di s. Pietro . 3. La seconda lettera dello
secondo libro dei Re. 10. Il primo e se stesso Apostolo. 4. La prima lettera di s. Gio
condo libro dei Paralipomeni. 11. Il primo vanni . 5. La seconda lettera di s. Giovanni.
e secondo libro di Esdra. 12. I Salmi. 13. 6. La terza lettera dello stesso . 7. La lettera
I Proverbi. 14. L'Ecclesiaste, 15. Il Can- di s. Giuda. 8. L'Apocalisse di s . Giovanni .
tico dei Cantici. 16. Isaia . 17. Geremia e
Libri apocrifi e perduli.
le Lamentazioni e la Epistola agli schiavi,
18. Daniele . 19. Ezechiele. 20. Giobbe. 21 . Rimellendo il lettore all'articolo APOCRIFO
Ester. 22. I profeti minori . per maggiori schiarimenti, qui diremo solo che
BIBBIA 903
i libri apocriſi dell'Antico Testamento sono : I libri del Nuovo Testamento furono tutti
il libro di Enoc, il terzo e quarto libro di scritti in greco, ad eccezione di s. Matteo,
Esdra , il terzo e quarto libro dei Maccabei, che scrisse in ebreo, cioè in siriaco , che era
l'Orazione di Manasse, il Testamento dei do- la lingua che al suo tempo parlavasi nella
dici Patriarchi, il Salterio di Salomone e al- Giudea . Si disputa se s. Marco abbia scritto
cuni altri scritti di simil genere. in latino od in greco , e se la lettera agli Ebrei
Llibri perduti, citati nell'Antico Testamen- fosse scritta in ebreo. Ma da quanto dicono
to, sono : il libro dei Giusti , Jos. cap . 10 , gli spositori apparisce che originalmente sie
vers. 13 ; I Reg . cap . 17 , vers. 18. Il libro no state scritte in greco .
delle guerre del Signore, citato nei Numeri ,
al capo 21 , vers. 14 ; gli Annali dei Re di Traduzioni dei libri della Bibbia .
Gjuda e d' Israele , spesse volte citati nei li .
bri dei Re e dei Paralipomeni. Questi annali Prima di parlare delle varie traduzioni, os
ebbero per autori i profeti che vivevano nei serveremo, che le antiche traduzioni della Bib
regni di Giuda e d'Israele. Non abbiamo che bia, tenendo luogo del testo, sul quale furono
una parte delle tremila parabole di Salomo- fatte e che rappresentano, forniscono una
ne, e dei suoi mille e cinque Cantici ; ed ab- grande autorità per decidere sulla vera lezio
biamo intieramente perduto ciò che egli aveva ne del testo medesimo, qualora sia provato
scritto sulle piante, intorno agli animali , agli che non furono interpolate nei passi, per i
uccelli, ai pesci ed ai rettili . Non esiste più quali devono servire. Ora la vera lezione di
lo scritto di Geremia , con cui ordinava agli una versione è stabilita dai manoscritti che
schiavi che andavano in Babilonia di pren- abbiamo, e dalle edizioni che ne furono fatte.
dere il fuoco sacro e nasconderlo ; ed i pre- Un altro uso delle versioni è di fissare il si
cetti che loro diede, affinchè stessero lungi gnificato delle voci dell'originale, mostrandone
dall'idolatria. In fine si dubita di possedere il senso che loro si dava al tempo, in cui fu
le sue Lamentazioni sulla morte di Giozia, rono esse composte. Le principali versioni per
re di Giuda , perciocchè quelle che abbiamo la critica del testo ebreo sono : 4. la caldea ;
di questo profeta, sembra che abbiano per 2. la greca dei Settanta ; 3. quella di Aquila
oggetto la presa e la ruina di Gerusalemme e Teodozione e di Simmaco ; 4. la versione
fatta da Nabuccodonosor. siriaca peschito ; 5. la versione latina di s.
I libri apocriſi del Nuovo Testamento, sono : Girolamo. In quanto a quelle del nuovo Te
la lettera dis. Barnaba, l'altra lettera pretesa stamento : 1. la versione siriaca ; 2. la latina
dis . Paolo ai Laodiceni; molti falsi Evangeli; italica ; 3. la cofta , armena, georgiana ecc .
molti falsi Atti degli Apostoli, e molte false Giò premesso, torniamo a noi .
Apocalissi ; il libro di Erma, intitolato il Pa Gli Ebrei furono molto riservati nel comu
store ; la lettera di Gesù Cristo ad Abgarò; le nicare cogli stranieri, come asserisce Gioseffo
lettere di s . Paolo a Seneca, e diversi altri nel libro primo contra Appion ., pag. 1038. E
scritti di simil.genere; come si può vedere come putrivano disprezzo per i gentili, cosi
nella raccolta degli scritti apocrifi del Nuovo avevano massima cura di non far loro conosce
Testamento fatta dal Fabricio. re i tesori nascosti nelle Sante Scritture ; e
reciprocamente i popoli vicini agli Ebrei, come
Della lingua in cui furono scritti i libri gli Egiziani , gli Arabi ed i Fenici , non essendo
della Biblia . molto curiosi di conoscere la legge e l'istoria
di un popolo che odiavano e disprezzavano,
I libri dell'Antico Testamento per la mag . poco curavansi di avere i loro libri. Fu solo
gior parte furono scritti in ebreo. Vi sono ale dopo le diverse schiavitù degli Ebrei, che gli
cuni luoghi di Esdra (1 Esdr. cap. 4 , vers. 7 , stranieri, ammirando la singolarità delle leggi
8 ; cap . 5 , e 6 vers. 1 a 19 ; cap . 7 , vers. 12 a e delle cerimonie di questa nazione, vollero
27 ) e di Daniele (cap. 3 , vers. 98 , 99 , 100 ; conoscerle fondatamente .
cap. 4 , vers . 1 , 2 a 34 ; cap . 2 , vers. 4 e seg. Gioseffo, che studio le antichità di sua na
cap. 5 , vers. 17 e seguenti cap. 6, vers . 21, zione con una diligenza quasi incredibile, non
ecc.), che sono scritti in caldeo. Tobia, Giu- seppe trovare che alcune lievi tracce dell'isto
ditta, i Maccabei e l'Ecclesiastico furono pa- ria degli Ebrei frammista alla storia egiziana ,
rimenti scritti in questa lingua, ovvero in caldea e fenicia ; e non vi osservò alcuna no
siriaco. In quanto al libro della Sapienza, zione delle loro leggi e della loro religione, se
dice il Calmet nella sua prefazione a questo non che nei tempi molto recenti, paragonati
libro , non fu scrillo che in greco . all'antichità degli Ebrei. Questo autore è an
904 BIBBIA
che obbligato a cercare la ragione del silenzio sione procurata da Demetrio Falereo, biblio .
degli scrittori stranieri ( Ved. loc . cit. pag . tecario di Tolomeo Filadelfo . Qui non vo
1051 ) , e la ragione di ciò ella è , dice, per- gliamo asserire, la versione greca dei Settanta
chè non avevano Jello i libri degli Ebrei . essere più recente del regno di Tolomeo Fi
Aggiunge, che se Demelrio Falereo , Filone ladelfo, ma non possiamo ammetterne alcu
il vecchio ed Eupolemo parlarono degli Ebrei na di anteriore, come pure non possiamo
con poco successo ed esaltezza, avveniva, per- persuaderci che sia in quel tempo stata tra
chè non erano in istato di applicarsi con tut- dotta l'intera Bibbia. Quello che avvi di
ta la cura necessaria alla lettura della loro certo si è , che le versioni degli altri libri ,
storia ; la qual cosa non poteva da altra ca non sono, a vero dire, cosi corrette e cosi
gione procedere, se non che dal non essere i esatte quanto quella dei cinque libri di Mo
libri santi ancora tradotti in greco, nè cono- sè ; e che i critici osservano negli altri libri
sciuti dagli scrittori di questa nazione. differenze notabili nello stile e nel modo di
Egli è vero che Aristeo dice, che prima di parlare e tradurre lo stesso termine . Cosi
Demetrio Falereo, eravi una traduzione, seb- dice il Calmet, il quale però dimentica la
bene imperfetta, dei libri santi degli Ebrei , e versione greca fatta sul testo samaritano ad
che Teopompo avendo voluto inserire quale uso degli stessi Samaritani; intorno alla
che cosa di essa nei suoi versi , aveva per- quale versione possono essere esaminati e
duto lo spirito del tutto , ma Aristeo disse ciò consultati i Nuovi Schiarimenti sul Pentaleu
senza addur prove, e senza alcuna verosimi- co Samaritano; ed il Fabricy, Titoli primitivi
glianza . E per chi sarà stata fatta questa della rivelazione. La versione però dei Settan
versione ? Forse per i Greci pagani ? Ma in ta fu sempre tenuta in grande onore e vene
Oriente non ve ne erano di tali , che s'inte- razione, e di essa appunto si servì sempre la
ressassero sopra questo argomento . E meno chiesa greca nella liturgia.
ancora erano gli Ebrei che abbisognassero di
una traduzione delle Sante Scritture . Adun VERSIONI CALDEE.
que solo dopo Alessandro il Grande, gli Ebrei
dimoranti in gran numero nelle provincie Le versioni caldee della Bibbia passano per
soggetle a'Greci, e non intendendo più l’ebreo, antiche, e vi sono dei critici che le ritengono
abbisognarono e desiderarono che si volges- anteriori a Gesù Cristo, ma è certo che invece
sero in greco le loro sante Scritture. Al fin sono posteriori . Intorno a tal punto si possono
qui detto si può aggiungere la curiosità dei leggere gli Esercizi biblici del p. Morino, lib.
filosofi e dei savi del paganesimo, ed anche 2 , Exercit. 8 , cap. 2. Esse non sono semplici
se vogliasi, la brama che ebbero,i re di Egitto traduzioni letterali del lesto ebreo, ma piut.
di abbellire ed arricchire la loro biblioteca tosto parafrasi o spiegazioni. Noi ne parle
di opere straniere, lo che tutto forni le ra remo più a lungo alla voce Targum.
gioni delle prime traduzioni delle sante Scrit
ture. Ecco i reali motivi che destarono il BIBBIA SIRIACA.
pensiero di tradurre dall'ebreo in greco le
Scritture degli Ebrei , di che diremo dopo J - Siri hanno nella loro lingua una tradu
aver parlato delle Bibbie ebraiche. zione dell'Antico Testamento fatta sul testo
ebreo, che spacciano per antichissima. Pre
BIBBIE EBRAICHE . tendono che una gran parte di questa versio
ne sia stata fatta al tempo di Salomone, e l'al
Gli esemplari ebraici più antichi mano tra al tempo di Abgaro re di Edessa. Hiram ,
scritti non passano 700 anni ; e se ne conser re di Tiro ed amico di Salomone, prego , dico
vano molti nella biblioteca Vaticana, e in al- no , questo principe di comunicare ai Siri l'uso
tre principali . Le bibbie ebraiche stampate delle Lettere e della Scrittura, e di tradur loro
più antiche sono quelle pubblicate dagli Ebrei in siriaco tutti i libri sacri degli Ebrei che al
d'Italia, e specialmente quelle di Pesaro e di lora esistevano cioè : il Pentateuco, Giosuè , i
Brescia. Nel 1548 Daniele Bomberg ne im- Giudici , Ruth , i due primi libri dei Re, i Sal
presse una a Venezia. mi, i Proverbi , l' Ecclesiaste, il Cantico dei
Cantici e Giobbe. Salomone aderì volentieri
BIBBIA GRECA DEI SETTANTA . alle inchieste di Hiram , e dopo questo princi
pe sino al tempo di Gesù Cristo i Siri non
Noi esamineremo all'articolo Settanta la ebbero altri libri della Scrittura ,fuori di quel
storia di Aristeo, e quanto egli dice della ver- li che abbiamo nominato . Ma dopo la predi
BIBBIA 905
cazione di s. Taddeo, diverso dall ' Apostolo Bibbia LATINA .
dello stesso nome, che loro fu invialo dopo
l'Ascensione di Gesù Cristo, essi ricevettero La versione latina della Bibbia è pure anti
tutti gli altri libri della sacra Scritlura , che chissima, ma non va oltre il principio del cri
allora furono tradotti in siriaco per cura di stianesimo. Gli Ebrei che dimoravano nell'im
Abgaro, re di Edessa, che abbraccio il cristia- pero romano, non pensarono a porre in lin.
nesimo, dopo aver conosciuto Gesù Cristo, an- gua latina l'Antico Testamento , perciocchè
che prima della sua passione. Ecco qual è la tutti conoscevano il greco o l'ebreo, essendo
tradizione dei Maroniti intorno alla versione venuti dall'Asia, ovvero di Grecia, ed il greco
della Scrittura fatta dall'ebreo. essendo conosciutissimo. Ma, nel principio del
Ma si riguarda siccome favoloso tutto ciò cristianesimo, molti gentili avendo abbraccia
che parrano della loro versione fatta al tempo ta la fede di Gesù Cristo, con venne loro pro
d'Hiram e di Salomone. Non si può convenire curare una versione della sacra Scrittura in
nell’asserzione che la traduzione siriaca cono- latino, poichè niun'altra lingua loro era co
sciuta sia fatla al tempo di Abgaro, quantun- nosciuta . L'autore, od , a meglio dire, gli auto
que si debba confessare essere antichissima , ri ( poichè molti furono quelli che si occupa
poichè i Padri greci la citano con molta fre- rono in questo lavoro, come lo dimostra santo
quenza . S'ignora l'autore ed il tempo preciso Agostino, nel suo libro De Doct. christ., ove
in cui fu fatta. Pococke, Praef.general. in Joel. , dice nel lib. secondo, cap. secondo: Qui Scri
cita una versione siriaca falla da un certo pturas in linguam graecam verterunt, nume
Tommaso di Eraclea ; ma confessa che prima rari possunt : lalini autem interpretes nullo
di questa ve n'era un'altra molto più antica. modo. Ut enim primis fidei temporibus in ma
L'abate Renaudot dice, che questo Tommaso nus venit codex graecus, et aliquantulum fa
era vescovo di Eraclea, della setla de'Giacobi . cultatis sibi utriusque linguae videbalur ,ausus
ti , ovvero di Dioscori , e che recatosi in Egitto est interpretari. Ved . Mill . Proleg. in Nov.
si adoprò a confrontare le bibbie siriache su Test. Graec. p. 50), non sono conosciuti; ed il
gli esemplari greci antichi, che si conservava- modo con cui tradussero il greco in tatino fa
no nel monastero di s. Antonio ; dimodochè giudicare, o che essi non possedessero l'intera
dopo questa epoca si collazionarono e si cor- cognizione della lingua latina, ovvero che quel
ressero tutti i libri sacri dei Siri sopra questa li , pei quali facevano il lavoro, fossero gente
edizione di Tommaso di Eraclea, che passa per rozza, semplice e senza cultura letteraria : ed
la più corretta e la più esalta di tutte. invero molti ve ne ebbero di questo genere nei
Oltre questa versione siriaca antica falta primordii del crislianesimo. Ora non eravi
sull'ebreo , che è impressa nelle Poliglotte di che simil sorta di gente che abbisognasse di
Parigi e d'Inghilterra , i Siri ne possedono an una simile versione, perciocchè quelli che in
che un'altra fatta sul testo greco. Non se neco- qualche modo si distinguevano , conoscevano
nosce perfettamente l'origine. Masio, Prooem . il greco , nè mai consultavano le traduzioni . Di
in Comment. in Barcepha de Paradiso. El Ep. piv , i primi cristiani disprezzavano in gene
Nuncupator. Comment. in Jos ., dice che con te- rale le avvenenze della eloquenza mondana, e
neva il Deuteronomio, Giosuè, i Giudici , i Re, null'altro cercavano , che il solido e la verilà ;
i Paralipomeni , Esdra, Giudilla e Tobia, tra per cui nei libri santi cercavano solamente di
dotti dal greco, l'anno di G. G. 605, sugli e che edificarsi, e divenir migliori , e non donde
semplari greci , corretti da Origene, nei quali divertirsi e trovar piacere nella bellezza delle
con una diligenza incredibile erasi posti gli parole e nella grazia del discorso .
asterischi di Origene . Ma queste versioni , di La prima versione lalina dell'Antico Testa
cui parla Masio, non comparvero mai : e non mento fu fatta sul testo greco dei Settanta , che
si potè mai giungere a formar giudizio sopra era l'unico conosciuto dai tradultori lalini .
di esse ; bensì insorsero dubbi gravissimi , o Non si pensò a tradurre in latino l'Antico Te
riginati dalla grandissima differenza delle lin- slamento dall'ebreo, che al tempo di s. Giro
gue greca e siriaca , e dalla impossibilità di lamo. Fra le molte edizioni latine, che si spac
porvi tutti gli accenti e gli asterischi di Ori- ciarono prima di s. Girolamo , sempre si di
gene , in una lingua, in cui non trovansi nègli slingue l'antica, ovvero l' ilala , siccome la più
articoli , nè le altre particelle che sono nel gre- chiara e la più lellerale, secondo lasserire di
co. Si conosce un'altra versione siriaca forma s. Agostino, loc . cil., cap. 15. Ma dopo che s.
ta sul greco , e si sa che ella è di un certo no Girolamo compì la sua traduzione sull'ebreo,
minato Mar -Abba . tutta la Chiesa latina insensibilmente abban
Encicl. Eccles. Vol. 1. Fasc . XV.
906 BIBBIA
donò l'antica ilala, ed adottò quella di questo 2. sect. 3 , pag . 179. V. eum Comm . in Litur.
padre , che è al presente impressa e manoscrit. Copticam S. Basilii , p. 208, assicura , che la
la in gran parte nelle nostre bibbie. chiesa greca di Alessandria si serve nella sua
L'antica itala non trovasi più intiera in ufficiatura della lingua greca e della versione
qualunque luogo la si cerchi , ma solo alcune dei Settanta , e che in privato usa di una ver
parti se ne conservarono nelle bibbie comuni: sione araba falla su quella dei Seltanta . Ma la
tali sono, a cagion di esempio, i Salmi , la Sa- chiesa cofta od egiziana erelica dello stesso
pienza, l'Ecclesiastico, le aggiunte di Daniele paese, si serve nell'ufficio pubblico della lin
e del libro di Ester, Baruch , i Maccabei e la gua cofta , sebbene non sia più comune in E
Lettera di Geremia. In quanto al Nuovo Te. gitto.
stamenlo s . Girolamo lo tradusse intieramente I Greci di Antiochia, od i Siri Melchiti ,
dal testo greco, e di questa versione usa la che seguono i riti dei Greci, fanno l'uffizialu
Chiesa, versione, che fu dichiarata autentica ra ed amministrano tutti i sacramenti in gre
dal concilio di Trento. Di questa versione , a co ; ma i Sirii giacobiti ovvero Nestoriani
doltata dalla Chiesa Cattolica Romana pel ri- si servono nel loro uffizio pubblico della ver
lo latino, terremo parola colla dovuta esten- sione siriaca , e privatamente di una versione
sione nell'articolo VULGATA , sotto cui essa è araba fatta sulla siriaca, e per conseguenza
specialmente conosciuta . mollo avvicinantesi all'ebreo, sopra la quale
L'antica itala del Nuovo Testamenlo non è fu fatta la stessa versione si riaca ; lo che Val
intieramente perdula , e perciò non sarebbe ton e Pococke non conoscevano esaltamente.
impossibile di rimetterla . Furono trovali i Lo stesso Renaudot osserva , che, sebbene i Si
quattro Evangelisli secondo questa anlica ver ri abbiano parimenti una versione siriaca fal
sione, in un antichissimo manoscritto di Cor- ta sul greco, tuttavia mai non fanno uso di
bia , numeralo 195. II P. Marlianay diede l'E, essa , nè nell'ufficio ecclesiastico, nè nelle que
vangelio di s. Malleo secondo altri antichima .. stioni teologiche.
noscrilli, e con esso la Epistola di s. Giaconio . Ollre la versione araba falta sulla siriaca ,
Luca di Bruges, in notationib. in Sacr. Bibl., un'altra ve ne ha falta sopra quella dei Set
in quib. variantia loca discutiuntur. In Cata- tanta da Hareth , figlio di Senan . La diversità
log. Mss. quibus usus est, dice , che ebbe fra che si osserva fra i diversi esemplari di questa
le mani un vecchio manoscritto lalino dell'ab- versione è cosi grande, che torna impossibile
badia di Malmedy, che conteneva l'antica ita- jl conciliarla. L'uso di essa non è generale in
la, che era in uso prima del tempo di s. Giro- Oriente, ma è limitato a qualche chiesa dei
lamo. Aggiungasi il manoscritto greco e latino Melchili , che fanno l'ufficiatura in greco, e
delle epistole di s . Paolo, di cui havvi un e. che privatamente leggono la Scritlura in ara
semplare nella biblioteca di S. Germano dei bo, secondo la versione dei Sellanta . I Cofli
Prati, la cuicolonna latina comprende l'antica hanno parimenti una versione araba che è fat
Vulgata. E comunque rintracciando nelle varie ta , od immediatamente sul greco , ovvero sul
biblioteche si potesse giungere a ritrovarla in- coſto stesso tradotto dal greco, la cosa essendo
tera, tuttavia non si deve credere che ella fos ancora dubbiosa a Renaudot , dal quale si trag .
se uniforme, dacchè s. Girolamo e s . Agostino gono queste osservazioni.
c'insegnano, che gli antichi esemplari erano Le versioni arabe impresse nelle Poliglolte
mollo differenti fra loro . di Parigi e di Londra nulla hanno di comune
con le traduzioni arabe che sono in uso in ( ) .
BIBBIE ARABE . riente , e, ciò che è particolare, non havvi al
cuna chiesa orientale, la quale debba ricono
Pococke e Valton osservano che vi sono due scere la sua versione fra quelle di cui parlia
versioni arabe dell'Antico Testamento usale mo. La versione araba del Pentateuco impres
dai cristiani di Oriente. L'una è in uso nella sa nella Poliglolla è presa da quella di Saa
chiesa di Antiochia, e l'altra in quella di Ales- dias Gaon , Ebreo di Egitto, che aveva tradot
sandria , o nelle chiese che dipendono da quel to in arabo la Scrillura dall'ebreo, a beneficio
le due principali metropolitane di Oriente. dei suoi confratelli. Ma i cristiani avendola in
Cornelio a Lapide credeva aver discoperto de- terpolata ed aggiustata al loro uso particolare,
gli esemplari dell'una e dell'altra nella bi- Gabriele Sionita, che presiedette all'edizione
blioteca del grandu ca di Toscana ( V. Argum. dell'arabo nella Poliglotta di Parigi, si servi
in Comment. ad Proph. min.) ; ma l'abbale Re- di questa versione cosi alterata ed interpolata .
naudot, apud P. Le Long , Biblioth. Sacr . cap . I libri della Scrittura sono presi quando da
BIBBIA 907

una e quando dall'altra ; e le versioni arabe gue, non essere strano che ella abbia preso
sono fatte talora sul testo greco , talora sul da lei il testo delle Scritture , sopra il quale
siriaco; non essendosi mai preso pensiero quel . fece la sua traduzione etiopica.
li che ebbero cura di questa edizione, di esami
nare con una critica esatta il libro che im BIBBIE COFTE OD EGIZIANE .
primevano .
Gli Ebrei hanno parimenti diverse tradu I dotti convengono nell'asseverare che la
zioni arabe della Scrittura , di cui alcune si versione cofta od egiziana ( Ved. Coptı) fu fatta
trovano nelle biblioteche ; ma non sono molto su quella greca dei Settanta , che esprime let
antiche, e mancano di autorità. Le une sono teralmente il senso di questi interpreti; e l'ab
scritte in caratteri arabi, le altre in caratteri bate Renaudot osserva una cosa molto parti
ebrei . Quella di Saadias Gaon è forse la mi- colare a questo proposito, cioè la esattezza
gliore di quelle che si sono fatte sull'ebreo, ma che ebbero gli Egiziani nel conservare l'an
sarebbe necessario di averla intiera e nella tica versione dei Settanta , di cui la chiesa di
sua purezza. I Samaritani hanno parimenti Alessandria ha usato fin dal suo principiare
una versione araba del Pentateuco per loro e che non vollero menomamente servirsi dei
uso , sopra cui si possono vedere le memorie lavori di Origene, e degli altri che affatica
di Silvestro Sacy. rono grandemente nel confrontare la versio
ne greca col testo ebreo ; e leggesi anche nel
BIBBIE ETIOPICHE . la vita di Demetrio , vescovo di Alessandria,
che Origene aveva annichilato le antiche
La versione etiopica dell'Antico Testamento profezie, che riguardavano il Messia , e che
è fatta immediatamente sul testo greco, ovvero erasi ritirato appo gli Ebrei , dopo di essere
sul cofto od arabo, i quali sono tradotti dal stato scomunicato dal suo vescovo.Ecco l'idea
greco dei Settanta.Ludolf, Hist. Æthiop., lib. 3 , che gli Egiziani hanno di Origene.
cap. 4, osserva che questa versione ha un rap Si disputa sull'antichità della versione e
porto sensibilissimo col manoscritto alessan- giziana. Alcuni credono che fino dall'inco
drino: l'ordine dei capi, le inscrizioni dei sal- minciare del cristianesimo vi fosse una tra
mi , e tutto il resto è uniforme. Gli Etiopi at- duzione della Scrittura in questa lingua fat
tribuiscono la loro versione della Scrittura a ta da s. Marco per i cristiani che non inten
Salama , che credesi fosse lo slesso che Fru- devano il greco. Sant'Atanasio narra che s .
menzio apostolo dell ' Etiopia , inviato in que- Antonio, il quale non sapeva altra lingua che
sto paese da s . Atanasio . Il Martirologio degli l' egiziana, un giorno intese leggere nella chie
Abissini l'attribuisce a lui.Maallri ritengono sa queste parole : Andate, vendete quanto pos
che sia l'opera dei primi nove apostoli di que- sedele , e donatelo ai poveri ; le quali parole
sta nazione, e che sia stata fatta sul testo arabo. ritenendole siccome dette a sè solo, risolvelle
Epist. PP. Societ. Jesu de annis 1607 et 1608, tantosto di metterle in pratica. Da questa nar
cap. 15 , p . 28. Si trova nei libri degli Etiopi razione si ha donde conchiudere che esisteva
certi versi che fanno menzione di questa ver una traduzione in lingua egiziana della Scrit
sione dei libri sacri fatti sull'arabo. MaLudolf tura, la quale si leggeva pubblicamente nella
crede che sotto il nome di libri sacri convenga chiesa. Altri pero ritengono , che s. Antonio
intendersi le costituzioni ed i canoni attribuiti udisse queste parole da un sacerdote che fa
agli Apostoli, che sono in fatto tradotti dall'a ceva la spiegazione in lingua egiziana di
rabo in etiopico . quanto aveva letto in greco nella pubblica
Ma l'abate Renaudot ed il Simou, Hist. Crit. ufficiatura ; perciocchè è certo che da princi
Vet. Test. , sostengono che la versione etiopica pio in Egitto la liturgia si celebrava in gre
di tutta la Scrittura, tanto dell'Antico , quanto co , come lo dimostrano ancora alcune parti
del Nuovo Testamento fu fatta sul cofto, cioè dell'uffizio che si recitano in lingua gre
sull'egiziano. Così la versione egiziana essendo ca , lo che però non è argomento per po
fatta sopra quella dei Settanta e sugli antichi ter negare che specialmente nell'alto Egit
esemplari conformi al manoscritto alessandri. lo si celebrasse fin dai primordi la litur
no, non è meraviglia che si osservi tanta uni- gia in lingua cofta , mentre si continuava
formità tra la versione eliopica e quella dei a celebrarla in lingua greca ad Alessandria
Settanta di questo manoscritto . Egli è certo che e nel basso Egitto , ove il greco era più co
dopo la dominazione dei Maomeltani in E- nosciuto .
gilto, la chiesa di Etiopia fu sempre sommessa Checchè ne sia , non si sa l'origine della
alla chiesa dei Giacobiti di Egitto , donde se versione coſta , nè se quella che al presente
908 BIBBIA
si possede sia l'antica, che si presume essere nelle Poliglotte di Londra gli Evangeli tradot
stata in uso al tempo di s . Antonio , e nei ti dal siriaco da un cristiano di Persia, nomi
secoli susseguenti , nei quali noi vediamo , nato Simone , figlio di Giuseppe, che viveva nel
nei concilii di Efeso e di Calcedonia , alcuni 1341. Vallon diede questa versione come la
vescovi, che si soscrivono in egiziano, non più antica e la migliore di tutte quelle che si
sapendo scrivere in greco , e nei quali vi e conoscono in questa lingua. Welochus fece
rano molti abati e solitarii che non sapeva- imprimere nel 1657 una versione persiana
no altra lingua che l' egiziana. Ora non è dell'Evangelio, differente da quella di Simo
credibile che questi vescovi e questi religiosi ne , figlio di Giuseppe di Tabriz; ma questa è
siano vissuti senza leggere e senza spiegare fatta sul greco , come quelle che si stamparo
le Scritture. Adunque fin d'allora una ve no nelle poliglotte di Londra ; tuttavia ha la
ne era in lingua egiziana. Ma , come dicem- eccezione della versione del Pentateuco fatta
mo , vi sono delle ragioni per dubitare , se sull'ebreo da un Ebreo nominato Giacobbe,
quella che oggidi si possede sia l'antica , ov- figlio di Giuseppe di Tavas.
vero se sia una versione più recente . Si po
trebbe credere che sia l'antica : perocchè a BIBBIE TURCHE , ARMENE E GEORGIANE .
qual oggetto farne una nuova , quando già
una se ne possedeva ? Se erasi lavorato in Si trovano alcune traduzioni manoscritte
torpo ad una versione nel settimo od ottavo della Scrittura in lingua turca . Per esempio,
secolo , si conoscerebbe l'autore , ed insie- Giovanni Vugnadius fece tradurre tutta la
me coll'autore anche l ' epoca : ma come si Bibbia in questa lingua, come dice Thou , nel
ignora e l'uno e l'altra , così è probabilissi- l'anno 1564.Alberto Bobavins, rinnegato polac
mo, che quella che esiste al presente sia l'an co , nominato dopo la sua apostasia Ali -Beg,
tica. fece parimenti una versione della Scrittura in
La lingua cofta, nella quale è fatta la ver- lingua turca, aderendo alle istanze di Levino
sione egiziana , è la lingua egiziana primitiva , Vanerio . Nulla però conosciamo stampato in
almeno in quanto alla sostanza : ma è mesco- questa lingua dell'Antico Testamento; ma si
lata di molte parole e maniere di dire tolte dal impresse a Londra nel 1666 una versione del
greco ; il carattere stesso è imitazione del gre- Nuovo Testamento in lingua turca .
co . Quantunque la lingua cofta non sia più Gli Armeni hanno la loro versione della
comune in Egitto , ed il popolo più non la in- Bibbia, molto antica , fatta nella loro lingua
tenda, pure non si omette di celebrare la litur- sopra la versione greca dei Settanta . Grego
gia in cofto, spiegandosi poi l'evangelio e l'e- rio , vescovo di Alessandria , che viveva nel
pistola in lingua araba , che è la lingua vulga 620 , dice che s . Giovanni Crisostomo, essen
re del paese. do in esilio a Cucusa, città dell'Armenia, ed
BIBBIE PERSIANE . avendo fortunatamente trovato alcune perso
ne che intendevano il greco , le impegnò a
Esistono molte versioni persiane , tanto tradurre il Nuovo Testamento ed i Salmi in
dell'Antico quanto del Nuovo Testamento , ` armeno , per uso del popolo. Ma si dubita del
composte da differenti autori , la maggior la verità di questo fatlo , e della sincerità di
parte ignoti , dei quali gli uni ne fecero una Gregorio Alessandrino , che Fozio accusa di
parle , gli altri un'altra . Alcuna però non se avere alle volte avanzato dei fatti contro la
ne trova che sia di un solo autore, e ricono- verità della storia.
sciuta per autentica da tutti quelli che si ser Una eccellente edizione di questa Bibbia fu
vono della lingua persiana. Tra quelle che si data dal dottore Zorab , nel 1805 , tratta da un
veggono nelle biblioteche, alcune sono in ca manoscritto del 1519. Il dotto editore vi ag
ratteri ebraici , e queste sono forse quelle giunse le varianti di molti altri manoscritti .
falte ad uso degli Ebrei : altre ne esistono Si assicura che le prime traduzioni della
in caratteri persiani . La maggior parle sono Scrittura in armeno che si conoscono, sieno
ancora manoscritle. Ved . Jacob. le Long, Bi del tempo dell'imperatore Arcadio e di s. Gio
blioth. Sacr. tom . 1 , pag . 219 . vanni Crisostomo; in queste traduzioni furo
Vi è una versione persiana dei Salmi falta no impiegati Armeni sapientissimi , cioè Mosè,
da un Carmelitano, addimandato il padre Gio- soprannominato il Grammatico, Davidde il fi
vanni;ed un'altra fatta sultesto latino, da un losofo, e Mampreo, i quali tradussero dal gre
padre Gesuita. Trovansi anche in lingua per co la maggior parte dei libri della Scrittura,
siana gli Evangeli , copiati nell'anno 1388 da tanto del Vecchio, quanto del Nuovo Testa
un originale più antico. Valton fece stampare mento .
BIBBIA 909
Altri ne attribuiscono l'onore al sanlo abba- il Le Long, tom . II , pag. 97 , 98 , Bibl. Sacr. Le
te Mesrope, aiutato da due suoidiscepoli,Gio. bibbie italiane che si trovano manoscritte nel
vanni e Giuseppe, al tempo di Teodosio il Gio- le biblioteche non hanno nome di autore.
vane. Gretsero cita un frammento greco , che La prima Bibbia italiana cemparsa alla luce
dimostra, che al lempo di Teodosio il Giova- per opera dei cattolici è quella di Nicolò Ma
ne e di Bahram , re di Armenia , che viveva lermo, ovvero Malherbo , monaco benedeltino
verso l'anno 380 , alcuni fecero una traduzione dell'ordine dei Camaldolesi, impressa a Vene
dei Salmi in armeno ; lo che fu trovato poco zia nell'anno 1471 , nel mese di agosto ; e nel
ben corrispondere, per cui Teodosio meno la mese di ottobre dello stesso anno ne compar
gni , che si fosse abbandonata la traduzione ar ve un'altra dello stesso autore, tutta diver
mena ricevuta da Gregorio loro apostolo . Ved . sa dalla prima in quanto al Vecchio Testa
Gretser, Defens. Bellarm ., lib. 2, cap. 16 , col . mento, ma quasi la stessa in quanto al Nuo
881. Molto però si dubita della verilà di que vo. Non trovasi in questa né il nome dell'au
slo racconto. Gli orientali non sono sovenle tore néil nome del luogo in cui fu stampata .
molto esatti , nè molto scrupolosi in fallo di La Bibbia di Malerino fu stampata più volte
storia. in Italia ; ella è falta sulla Vulgata latina. Alla
Si dice anche, che Bartolammeo il Picco e quale aggiungeremo l'altra versione italiana
Giovanni l'Angelo , dell'ordine dei Predica- di un Anonimo e che si chiama la Bibbia di
tori , con due Armeni addimandati Giovanni e Nicolò Jenson , stampata in Venezia nell'anno
Giacomo, fecero una traduzione dal latino in 1471 , due grossi vol. in foglio , e di cui nel
armeno di tutta la Bibbia , l'anno di Cristo gennaio di quest'anno 1855 fu donato un
1306, ma di questo fallo ancora si dubila, poi- esemplare alla biblioteca di S. Marco in Ve.
chè non trovasi asseverato da niun antico nezia.
scriltore . Antonio Brucioli ne fece un'altra dell'Anti
Gli Armeni nel 4666 fecero stampare ad co Testamento sul testo ebreo, e del Nuovo sul
Amsterdam una Bibbia nella loro lingua, per greco, che fu impressa a Venezia nel 1532. Ma
cura di un vescovo armeno che presiedelte a questa Bibbia fu posta nella classe di quei li
questa edizione. Fu fatta sul greco dei Sel bri che furono proibili dal Concilio di Tren
tanla , ma piacque poco agli Armeni. Ancora se to. Il Nuovo Testamento di questa versione
ne impresse un'altra ad Anversa nel 1670 per era stato stampato nell'anno 1550 .
cura di Teodoro Petreo ; ed il Nuovo Testa Saple Marmochino ritocco l'edizione del
mento separalamente nel 1668 e nel 1669. Brucioli, e la fece stampare come una nuova
Piques, dottore della Sorbona , credeva la ver. traduzione, a Venezia , nel 1538 ; e se ne fece
sione armena antichissima, ed opportunissima ro diverse edizioni .
per ciò a riformare il testo greco, sopra il Gregorio Leli ( dicesi , ma è negato dal p.
quale fu fatta . Le Long, per ordine di Sisto V ) fece una tra
1.Georgiani hanno parimenti una versione duzione italiana di tutta la Bibbia nel 1590 ,
della Bibbia in lingua antica georgiana, ma co ma il re di Spagna Filippo il , ed i cardi
me questa lingua non è intesa che da pochenali avendogli fatte sopra di ciò delle rimo
persone , ed il popolo del paese è som mamente stranze, egli la fece sopprimere. Dicesi che Iro
ignorante , cosi non trovansi che pochissimi che vansi ancora degli esemplari di questa versio .
la leggano ed intendano. ne nelle biblioteche del granduca di Toscana,
nella Ambrosiana di Milano, ed in quella di
BIBBIE ITALIANE . Ginevra . Ma si dimostrò la falsità di questo
racconto, e fu sostenuto che mai comparve si
Sisto da Siena, lib. 4 , Bibl., e dopo di lui mile versione, e che in nessuna biblioteca si
Antonio Possevino, In Apparat. Sacr., parla- trovano esemplari di una Bibbia italiana , che
no di una traduzione della Bibbia in italiano, sia stata pubblicata per ordine di Sisto Quin
fatla da Giacomo di Voragine, che viveva nel to. V.Le Long, Bibl. Sacr., tom . II , p. 100 , 107.
1270. Ma si dubita con ragione che questa Bib I Calvinisti hanno anche essi le loro Bibbie
bia non abbia mai esislilo, poichè lo stesso Gia- italiane. Si stampo a Ginevra nel 1562 una
como di Voragine non ſa mai parola di essa nel Bibbia italiana per loro uso , tradotta dall'e .
catalogo che dà delle sue opere , nella sua sto breo per la parte dell'Antico Testamento, e
ria di Genova, nell'anno 1292, e non trovasi dal greco per quanto riguarda al Nuovo. È
nessun esemplare della Bibbia che porta il suo questa la traduzione del Brucioli , ritoccata , ed
nome, nelle biblioteche d'Italia, come asserisce alquanto più pura ed elegante. Il Nuovo Te
910 BIBBIA
stamento è piuttosto preso dall'edizione di Fa. Molti recenti scrittori attribuirono a Nico .
bio Todesque, falla nel 1560 , che da quella lò Oresme una antica traduzione francese del
del Brucioli, la Bibbia ; ma il P. Le Long, loc. cit. , pag. 17,
Giovanni Diodali, Protestante, diede da pri- sostiene che Oresme non fu l'autore della Bib .
ma nel 1607 , pgi nel 1641 una edizione della bia tradotta in francese solto Carlo V re di
Bibbia in ilaliano , la quale è piuttosto una Francia; bensì Raulfo di Presle, che aveva ri
parafrasi che una traduzione lellerale. Il suo cevuto ordine dal re di lavorare in proposito ,
Nuovo Testamento comparve a Ginevra net come egli lo dichiara espressamente nella sua
1608, ad Amslerdam ed Harlem nel 1665. La lellera dedicatoria a questo principe , sopra
quale, benchè scritta con bellezza di lingua , nominato il Saggio. Questa traduzione fu fat
è condotta con tulto lo spirito dei Prolestan , la verso l'anno 1580.
ti e con mala fede di speciale pericolo dagl'in Esiste un'anlica traduzione in francese di
cauli , e specialmente pel suo funesto veleno Pietro Valdese, capo dei Valdesi nel dodicesi
sollo dolce apparenza si procura di diffondere mo secolo, alla cui condanna è più che suffi
dagli empii, ed è uno scoglio fatale alla fede ciente il nome dell'autore eresiarca.
di lanti, che seguono l'odierno costume d'ir E per conseguenza questa è posteriore a
religiosa licenza. Quindi contro di questa è quella di Guiardo des Moulins , che fu com .
sempre allenta la vigilanza dei cattolici pa. piula nel 1294 , come egli stesso asserisce nel
stori dell'anime. suo prologo. Questa traduzione trovasi mano.
Massimo Teofilo fece parimenti stampare a scritta in molle biblioteche. Guiardo dichiara
Lione, nel 1551 , il Nuovo Testamento , tra che inseri nel testo della Bibbia molte poslille,
dotto in italiano, e dedicato a Francesco de e molte osservazioni tralle dalla storia scola
Medici granduca di Toscana. stica di Pietro Commestore, e che omise molte
Noteremo per ultimo la traduzione italiana cose che non erano necessarie a tradursi , co
della Bibbia falla da Antonio Martini , arcive me minutezze genealogiche e simili . Questa
scovo di Firenze, approvala dalla Santa Sede, Bibbia fu stampala più volte col titolo Bi
di cui però lerreno speciale discorso nell'arli . ble historiale o historiée.
colo dedicato a quell'illustre prelato. Ped. Oltre queste versioni che comprendono lul
MARTINI (Antonio ). la la Bibbia, altre ve ne sono di antiche di u
Gli Ebrei italiani non hanno una versione na qualche parte della Scrittura , come del
intiera della Bibbia in italiano, poiché gli in- Nuovo Testamento , di cui si possono vedere i
quisitori della fede non perinisero mai ad essi nomi degli autori appo il Le Long , lom . 2 ,
di stamparla . Leone da Modena, per supplire pag. 21 , 22, 23.
in qualche modo a questa mancanza, pubblico , Guglielmo Menardo fece slainpare verso
nel 1612 un dizionario ebreo - italiano , in cui l'anno 1484 una Bibbia francese, seguendo la
sono spiegati in italiano i luoghi più difficili versione latina di Pietro Commestore ; ma
della Bibbia , ed è questo lavoro opera tale che questa è forse quella di Guiardo des Moulins,
si può riguardare come una traduzione intera ritoccata ed abbellita .
della Bibbia in italiano. V. Riccard . Simon . Giovanni di Rely fece parimenti una revi
tom . 1 Epist. Select. Ep. 23, e Le Long, loc. cit. sione della Bibbia di Moulins , sotto il regno
pag . 114 , 115. di Carlo VIII .
Giacomo le Fevre di Ètaples tradusse dal
BIBBIE FRANCESI. latino in francese tulta la Bibbia , e la fece
stampare a Parigi , l'anno 1528. Il Nuovo
La prima Bibbia francese che si conosca di- Testamento era già stato impresso nel 1523 ,
stintamente e con certezza è quella di Pietro ed il Salterio nel 1525. Fu dappoi più volte
di Veax che viveva verso l'anno 1460. S'igno- ristampata in diversi luoghi del regno di
ra pero se esistano esemplari di essa nelle an- Francia.
tiche biblioteche, dice il Le Long, loc . cit. I dottori di Lovanio avendo tradollo la Bib
Innocenzo III , scrivendo a Bertramo, ve- bia dal latino in francese per ordine dell'im .
scovo di Metz , testifica che molte persone se- peratore Carlo V , la fecero stampare a Lovanio
colari , spinle dal desiderio di leggere i libri nel 1550. Il privilegio di Carlo V è dell'anno
santi , avevano fatto tradurre in francese gli 1546 , e questa Bibbia fu spessissimo ristampa
Evangelii, le lettere di s. Paolo , il Salterio , i ta. Si rimproverò aidottoridi Lovanio di nulla
Morali di Giobbe e molti altri libri. Questa altro aver fatto nella loro traduzione, che co
lettera d'Innocenzo III è dell'anno 1200. piare quasi ovunque, e correggere in qualche
BIBBIA 911
luogo, la versione di Ginevra, fatla da Olive In quanto al Nuovo Testamento impresso a
lano. Ma Simon osserva, che Martino l'Impe- parte, e da autori particolari , quelli che mag
ratore aveva stampato nell'anno 1530 , o me- giormente meritano considerazione , sono il
glio nel 1534, in Anversa , una Bibbia france- padre Amelolte dell'Oratorio, che ne fece la
se, la cui traduzione è di Nicolò di Leusé dot- traduzione per ordine d'alcuni Prelali di Fran
tore di Lovanio, Bibbia che qualche anno do- cia , e la stampo con note a Parigi , negli anni
po comparve sotto il nome dei dottori di Lo- 1666 , 1667 e 1670 ; la súa traduzione contie
vanio ; impressa specialmente per cura dello ne : gli Evangeli e gli Atli che comparvero nel '
slesso Nicolò di Leuse , che aveva lavorato 1666, le lettere di s. Paolo, nel 1667 , le lel
nella prima Iraduzione. Ed è sopra questa tra. tere canoniche e l'Apocalisse nel 1670. L'au
duzione di Leuse, che Olivetano fece la sua, tore nella sua prefazione dice , che per ren
che fu impressa a Ginevra nel 1535. dere la sua traduzione più perfetta , e per
Renato Benoit pubblico a Parigi nel 1566, assicurarsi che il testo lalino della Vulgata è
una Bibbia francese, con nole marginali , in conformissimo ai più antichi originali greci ,
torno ad alcuni passi difficili. Questa edizione egli fece cercare in tutte le biblioteche dell'Eu
fu censurala dalla facoltà teologica di Parigi ropa i più antichi manoscritti che vi fossero,
nell'anno 1567, siccome quella che era null'al- dai quali trasse degli estratti; che egli ebbe fra
tro che la versione di Ginevra che Renato Be le mani venti manoscrilli di Francia , e tulti
noit aveva creduto sufficientemente purgata, quelli della biblioteca Vaticana , e di altre bi
ma che in effello era piena di errori . Il P. Ve blioteche d'Italia ; sedici manoscritti di Spa
ron nella sua prefazione al Nuovo Testamen- gna , senza contar quelli di cui si è servito il
10 , dice che le versioni francesi comparse coi cardinal Ximenes pella sua edizione Poliglotta
nomi di Pietro Frizon e di Pietro de Resse, Complutense; in fine che si è servito di molti
nell'altro sono che quella di Renato Benoit, manoscrilli d'Inghilterra e dei paesi selten
ovvero , a meglio esprimere, quella di Ginevra , Irionali , e di molli altri trovali in Grecia
.
piena ancora di una infinità di errori. ecc. Dalle nole pero del padre Amelotle appa
Giacomo Corbino fece imprimere nel 1643 risce, tali asserzioni non essere vere, ed il Sa
una Bibbia francese che egli aveva tradolto cy aver consullalo non più di tre o quattro
per ordine di Luigi XIII , ma è riconosciuta manoscritti anteriori all'epoca sua di quattro
troppo barbara , e troppo servilmente attaccata o cinquecento anni .
al testo latino, di cui era imitatrice persino nei Il Nuovo Testamento di Mons, che fu im
modi di dire. presso nel 1665 con permesso di monsigoor
Il cardinale di Richelieu aveva incomincia- arcivescovo di Cambrai , ed il privilegio del re
to a far lavorare una nuova traduzione, ma la di Spagna , fece tanto rumore, che merita una
morle di lui fece sospendere il lavoro . attenzione particolare. Il primo autore di que
Michele de Maroles, avendo tradotta la Bib- st'opera è Le Maitre, che avendo tradotto in
bia in francese, ed avendovi aggiunte le note francese i quattro Evangeli, Antonio Arnauld
di Isacco La Peirère, avevala fatta imprimere e Sacy vi fecero molte correzioni. De Sacy com
sino al capo vigesimoterzo del Levitico , con pose la prefazione, aiutato da Nicole e Claudio
privilegio del re, quando di repente fu la stam- di Sainte -Marthe. Ma Arnauld solo è menzio
pa sospesa dal cancelliere Seguier, nel 1671. nato nel privilegio, che dice essere la tradu
Per questa soppressione però poco il pubblico zione opera di un Dollore della Sorbona . Il
perdelte di buono. manoscrillo di Le Maître, con le correzioni in
Isacco Sacy, avendo fatto stampare nel 1672 margine di Arnauld e di Sacy, fu dalo a Toy
la sua versione della Bibbia con ispiegazioni nard , da uno degli Elzeviri , che lo avevano
del senso letterale e spirituale, fu ricevuta con stampato : poichè sebbene nel frontispizio si
grande applauso e con maraviglioso successo. legga che fu stampalo a Mons , presso Gaspare
Dopo quell'epoca vi furono falte molte corre- Migeot, tuttavia è certissimo che nessun esem
zioni e fu spessissimo ristampata. Quegli che plare ivi fu impresso ; ma che de Cambout,
procurò l'edizione di Broncart, nel 1701 , la abbate di Pont-Château , andò espressamente
rivide e corresse in molti luoghi . Della quale ad Amsterdam per farlo stampare dagli El
diremo, che con viene piuttosto agli uomini dot. zeviri.
ti in teologia , che sappiano ben distinguere ciò, Questo libro sofferse grandi contraddizioni .
che può essere di esatto o no, che alla comune Fu condannato dal Papa Clemente IX nel
dei fedeli. Di che s'intende da quali persone e 1668, da Innocenzo XI nel 1679, e da molti
con quanta cautela debba esser letla. vescovi di Francia in epoche diverse. Ciò per
912 BIBBIA
altro non impedi che molte edizioni non se Giovanni Diodati diede una Bibbia francese
ne facessero, le quali in quanto alla sostanza tradotta dall'ebreo e dal greco , con note falte
quella condannala rappresentavano con corre al modo suo, stampata a Ginevra nel 1644. I
zioni e modificazioni: che anzi la versione che pretesi Riformati l'apprezzarono molto,ed an
è nella Bibbia di Sacy , e quella che accompa- che al presente di essa si servono: ma in que
gna le riflessioni del P. Quesnel, e quella che sta Bibbia il Diodati più presto parafrasa che
è nel Nuovo Testamento di Hurè, non è in tradurre letteralmente il testo : ed a suo talen
quanto alla sostanza che la versione di Mons to inserisce nella traduzione ciò ch'egli dice
ritoccata e correlta nei luoghi che provarono servire a darle maggior chiarezza .
delle censure . Anche Giovanni Le Clerc fece stampare ad
Antonio Godeau, vescovo di Vence, fece im- Amsterdam presso de Lerme, nel 1703 , un
primere a Parigi, nel 1668 , una versione del Nuovo Testamento francese , con note tratte
Nuovo Testamento che aveva fatto ; loa non è dal Grozio e dall' Hammond ; ma questa edi
propriamente nė una versione letterale , ned zione, dice Bayle, fu proibita e proscritta in
una parafrasi : ella tien luogo fra le due, e ag- Olanda per ordine degli Stati generali, e dai
giunge al testo alcune parole che spiegano il decreti di molli sinodi delle chiese protestan
senso. li ; ed in Prussia per ordine del concistoro di
Vi sono anche in francese la versione di Si- Berlino, siccome opera tendente a rinnovare
mon , che è condannata; quella di Bouhours gli errori di Sabellio, ed a fomentare quelli di
troppo arida e oscura , e l'altra di Martianay , Socino.
che fu pubblicata nel 1712 .
BIBBIA GOTICA E BIBBIE TEDESCHE.
VERSIONI FRANCESI DELLA BIBBIA FATTE DAL
PROTESTANTI, E CHE PER CIÒ STESSO SONO Siccome la lingua tedesca ha grandissima
CONDANNATE E PROIBITE . estensione pei suoi dialetti , donde avvenne la
produzione di numerose edizioni della Bibbia,
La prima Bibbia francese data in luce dai così ad evitare lo slucchevole non parleremo
Protestanti fu quella di Roberto Pietro Olive- che delle principali .
tano, impressa a Ginevra nel 1535 , e spesso La prima e più antica versione della Bibbia
ristampata con le correzioni di Giovanni Cal . in lingua teutonica che si conosca , è la gotica
vino e di altri . Ma le prime edizionidell'Oli- che fece Ulfila, vescovo dei Goti , l'anno 360.
vetano erano difettosissime, perché l’autore Ma questo vescovo non credelte ( per uno strano
non parlava bene il francese , e non sapeva le timore) di tradurre i libri dei Re , poichè es
lingue orientali dell'Antico, nè quella del Nuo- sendo i Goli guerrieri , e non pensando che a
vo Testamento. Si pretende anche che questa baltagliare, temeva che da questi libri si au
Bibbia dell'Olivetano non sia altra cosa fuor- mentasse in essi l'umor marziale. Di tale ver
chè quella di Nicolò di Leuse , dolto di Lo- sione non rimane altro fuori di quanto fu tro
vanio, impressa ad Anversa da Martino l'im- vato nell'abazia di Verden presso Colonia in
peralore , nel 1534 ; ed in effetto quando si pa un manoscritto in lettere di argento, lo che gli
ragonano insieme, si osserva , che non differi. ſece dare il nome di Codex argenteus. Da que
scono nei luoghi in cui Olivetano credetle do- slo ne fu tralla una copia da Francesco Giu
ver abbandonare la Vulgata per attaccarsi al- nio che la fece stampare nel 1665 , con le nole
l'ebreo dell'Antico Testamento , Iradollo dal del Marechal, ed un dizionario per ispiegarlo.
Pagnino, ed al greco del Nuovo, tradotto da Conservasi il manoscritto nella biblioteca di
Erasino. Cosi Olivetano potevasi vantare di Upsala e contiene i quattro Evangeli , ma non
aver tradotto in un anno tutta la Bibbia in intieri, con molte lacune, a cagione che l'anti
francese : l'Antico Testamento dall'ebreo , il co esemplare fu guastalo dal tempo e dalla ne
Nuovo dal greco . gligenza di chi lo possedeva. Nel 1847 ſu dala
Sebastiano Castallion , o Châteillon , fece un'edizione della versione di Ulfila a Lipsia.
stampare a Basilea nel 1555 una traduzione V. ULFILA .
francese dell' Anlico Testamento falta dall'e Alcuni aulori scrivono che Carlomagno ſece
breo, e del Nuovo dal greco; ma questa tradu- tradurre in lingua franca od alemanna i libri
zione non ebbe alcun successo , nè fece onore del Nuovo Testamento, ma non portano alca
all'autor suo , perchè egli ignorava il francesé. na prova di questa loro asserzione. Si sa che
Si rese anzi ridicolo coi suoi modi di parlare Carlomagno diede opera a correggere la Vul
stranieri affatto all'uso di quella lingua. gata latina, e che per mettere il Nuovo Testa .
BIBBIA 913
mento nella sua purezza si servì dei testi gre. sa è pura, la versione chiara , senza parlare del
co e siriaco. Ciò è narrato dagli storici del suo la corruzione e dell'errore introdotlovi da que.
tempo, i quali nulla dicono della summento- slo eresiarca ; ma che in molti luoghi egli è
vala versione tedesca. Cosi dicesi di qualche piuttosto un parafraste che un vero interpre
allra versione, di cui parlano gli scrittori, ma le. V. Le Long, loc. cil ., pag. 163, 164.
senza recarne prove. La Bibbia di Lutero fu ritoccata più di una
Quanto alle Bibbie ledesche impresse, se ne volta e da lui e da altri . Ma questi dettagli
trovano di mollo antiche, ma nella maggior non facendo all'uopo nostro, perciò li ommet
parte manca la data dell'edizione. La più an. liamo. La maggior parte delle Bibbie tedesche
tica di cui si conosca perfellamente la data è che si stamparono in Sassonia , nella Svizzera
quella di Norimberga, impressa nel 1477 , e od altrove, sono quasi tutte la riproduzione
quella di Augusta dello stesso anno. Altre edi- di quella di Lutero. Cosi , per esempio, quella
zioni si fecero delle stesse città primachè com- di Zurigo, che è la più celebre e la più elabo
parisse Lutero, ed a Strasburgo nel 1485. Gli rata di tutte, contiene quasi all'intuito l'Anti
autori di queste sono ignoti. co Testamento secondo l'interpretazione di
Giovanni Dietemberg fece una traduzione Leone di Giuda, ministro tedesco, che lo ave
della Bibbia in tedesco sulla Vu ta , che fu va tradotto in latino dall'ebreo, seguendo in
impressa a Magonza nel 1534, e ristampata moltissimi luoghi le espressioni che Lutero
dappoi. I critici osservano, che il traduttore aveva impiegato nei libri della Bibbia che al
segui quasi in tutto la versione tedesca dellora dava alla luce ; poichè tutta la sua Bibbia
Nuovo Testamento, che era stata falla da Gi. non era ancora stampata.
rolamo Emser, cappellano di Giorgio, duca di Nel 1604 Giovanni Pescatore pubblicò una
Sassonia . Emser aveva intrapreso la sua tra nuova traduzione della Bibbia in tedesco fatta
duzione per opporla a quella di Lutero, quan- ' sopra una versione latina di Giunio e Tremel
do questo eretico incominciò a comparire. lio . E fu tanto servile nell'esprimere il senso
Giovanni Eckius tradusse l'Antico Testa- di questi autori, che la sua versione ribocca di
mento sulla Vulgata, ma dichiara nella sua modi lalini , estranei affalto all'indole della
lettera dedicatoria , che vi aggiunse il Nuovo lingua tedesca.
Testamento di Emser, non volendo imitare la Gli Anabattisti hanno parimenti la loro
ingiustizia di quelli che pongouo le opere sot. Bibbia tedesca , impressa a Worms nel 1529,
lo il proprio none, senza fare onore al vero la cui traduzione è di Luigi Hotzerus , aiutato
autore di esse. La Bibbia di Eckius fu impres- da Giovanni Denkius . Si crede che questi due
sa nel 1537. traduttori siensi serviti in molti luoghi della
Ferdinando, duca di Baviera ed elettore di traduzione di Zurigo.
Colonia, procurò una nuova traduzione della Giovanni Crellius diede alla luce a Racovia ,
Bibbia per le cure di Gaspare Ulembergius. nel 1630 , il Nuovo Testamento , che egli aveva
Fu impressa a Colonia nel 1630. Ma come tradotto in tedesco, e Felbinger ne fece slam
Ulembergius era di Vestfalia, ned aveva perciò pare una traduzione ad Amsterdam nel 1660.
Tutta la purezza della lingua tedesca , ' cosi i Gli Ebrei di Germania hanno alcune ver
teologi di Magonza ritoccarono la sua versione, sioni della Bibbia nella loro lingua, le une im
e ne procurarono una nuova edizione nel 1662. presse con caratteri ebraici, le altre con carat
Sono queste le principali versioni tedesche ieri tedeschi. Si rimprovera a tali versioni l'es
fatte dai Cattolici. sere troppo lelterali, e rendere servilmente il
Martino Lutero diede la propria dell'Antico testo ebreo in tedesco parola per parola .
Testamento fatta sull'ebreo e quella del Nuo
vo sul greco , nello spazio di undici anni. Il BiBBIE FIAMMINGHE .
Pentateuco comparve nel 1522, i lib storici
dell'Antico Testamento nel 1524 , come pure Le Bibbie fiamminghe ad uso dei Cattolici
il Salterio. Si crede che i libri di Salomone che si trovano in gran numero, per la mag
sieno stati impressi nel 1527 , Isaia nel 1529, gior parte mancano del nome dell'autore, pri
i Profeli nel 1531 e 1552 , gli altri libri del- ma di quella di Niccolò di Vingh, impressa a
l'Antico Testamento nel 1530. Il nuovo Te Londra nel 1548, ed a Colonia l'anno stesso.
stamento nel 1522. Dopo quest'epoca si fece L'autore dichiara di essere stato assistito da
un gran numero di edizioni della Bibbia inte- due teologi di Lovanio, di cui non menziona i
ra secondo la traduzione di Lutero. I dotti nomi .
concordano nell'affermare che la lingua di es Le versioni fiammingbe, di cui si servirono
Encicl. Eccles . Vol. 1. Fasc. XV . 115
914 BIBBIA
i Calvinisti sino al 1636 o 1637 , furono falte anglo-sassone dei Salmi, e che Eadfrido, ovve
sopra quella di Lutero, ovvero sopra quella di ro Ecberto vescovo di Lindisfarne, che viveva
Zurigo di Svizzera . Ma il loro sinodo di Dor- circa al 730 , tradusse diversi libri della Scril
drecht nel 1618 e nel 1619, avendo ordinato tura nella stessa lingua . V. Balaeus Scrip . Bri
che si lavorasse per una nuova versione, si no lan . cent. I , cap. 83 , cent. II , cap . 4. Si preten
minarono deputati all'uopo, e fu compiuta de anche che il venerabile Beda, che morì nel
nel 1636 e 1637. Dopo quest'epoca se ne fece. 753, traducesse tutta la Bibbia in lingua sasso
ro molte edizioni. ne , ma Cutberto , discepolo di Beda , nella en u
BIBBIE DANESI . merazione delle opere del suo maestro, parla
solamente della traduzione ch'egli fece dell'E .
La prima edizione della Bibbia danese im- vangelio nella sua lingua , e nulla dice del re
pressa nel 1550 , fu fatta da Pietro Palladius, sto della Bibbia . V. Acta SS . Ord . S. Bened .,
Olao Crisostomo , Giovanni Synningio e Gio. tom . III , part. 1 , pag. 537.
vanni Maccabeo , seguendo la prima versione Si vuole che Alfredo, re d'Inghilterra , che
tedesca di Lutero. Questa edizione fu riveduta viveva nell'890 , abbia parimenti tradotto una
e ristampata nel 1589. gran parle della Scrittura nella sua lingua: od
Giovanni Paolo Resenio, vescovo luterano almeno che egli siasi occupato a tradurre il
di Zelanda, fece pubblicare nel 1605 una nuo . Salterio, che non potè però compiere, prevenu
va traduzione della Bibbia in lingua danese , to dalla morte. V. Quillet. Malmesbur . lib . 2.
fatta sull'originale ebraico. Il traduttore, per de Gesl . Reg. Angl. cap, 2 ; Polydor. Virgil.
essersi tenuto troppo servilmente al testo, re hist. Angl. lib. 1 , ad an. 893. Balleo cita an
se la sua versione quasi inintelligibile ; essa è che Guglielmo Malmesbury, il quale asserisce
dura ed oscura . Ma nel 1653, Cristiano IV , re che il re Etelstano fece tradurre l'antico Te
di Danimarca, la fece correggere, e porre in uno stamento dall'ebreo in lingua anglo -sassone ,
stile migliore . forse da qualche Ebreo convertito al cristiane
Giovanni Michele fece stampare il Nuovo simo .
Testamento che aveva trodotto in lingua da Si trova una versione antica in questa lin
nese, a Lipsia nel 1524 , e ad Anversa nel 1529, gua di molti libri della Bibbia fatta da Aelfri
e Cristiano figlio di Pietro, canonico di Lun- co , abbale di Malmesbury. Guglielmo L'Isle,
den, ne diede una traduzione nel 1534. Questa inglese, fece stampare a Londra , nel 1638, i
versione sembrava barbara nella prima edizio- frammenti della Bibbia tradotta da Aelfrico ,
ne, ma nelle posteriori fu migliorala . Si noli ma Edmondo di Thwals pubblicò la vera Ira
che lutte queste traduzioni danesi sono falte duzione di Aelfrico ad Oxford nel 1699. Nelle
da Luterani. biblioteche d'Inghilterra si trovano quantilá
BIBBIE SVED 391. di traduzioni di libri particolari della Scrittu
ra inanoscritti in questa lingua, ma senza no
L'autore della vita di s. Brigida dice, che me di autore. V. Le Long., Bibl. Sacr ., lom .
questa santa, che viveva nel secolo decimo- II , p. 238 e segg.
quarto, leggeva assiduamente la Bibbia che si Matteo Parker fece stampare a Londra nel
era falla tradurre nella sua lingua nazionale , 1571 i quattro Evangelii in lingua anglo -sas
che era la svedese. Si dice che il traduttore sia sone, trallida una antichissima traduzione, di
stato certo Maltia, canonico di Lincolp , con- ignoto autore. Tommaso Maresciale li fece ri
fessore della santa ; ma non trovasi alcun esem- stampare nel 1665 in caratteri anglo -sassoni ,
plare che lo rassicuri . con annotazioni a suo modo. Mille osserva, che
Nel 1534 Olao e Lorenzo, figli di Pietro, fe. questa antica versione è fatta sopra un esem
cero stampare una Bibbia svedese che avevano plare latino dell'antica Vulgata , che era in uso
tradotto sulla versione tedesca di Martino Lu- in tutto l'Occidente ,prima che s. Girolamo fa .
tero. Gustavo Adolfo, re di Svezia, la fece ri cesse la sua nuova traduzione, lo che fa giudi
vedere nel 1617, per modo tale che in appresso care che l'autore ne debba essere antichissimo .
fu quasi sempre seguita, poichè , quantunque Per quanto spetta alle Bibbie inglesi, credesi
anche poscia sia stata corrella, tuttavia è sem che il primo autore delle versioni della Bibbia
pre la stessa in quanto alla sostanza. in questa lingua sia stato Giovanni Trevisa,
BiBBIE ANGLO - SASSONI ED INGLESI MODERNE . che compi la sua traduzione nel 1537. Il se
condo autore conosciuto che abbia operato in
Si assicura che Adelmo, vescovo di Schire questa sorta di lavoro è Viclefo , la cui trada
bury, che viveva nel 709, fece una versione zione inglese trovasi manoscrilla in molte
B / BBIA 913
biblioteche d'Inghilterra: ma da quanto si sa , mente. V. Act. Erud. Lipsiae ann. 1691 , pag.
non fu mai stampata. Si veggono anche degli 319, et Supplem . pag. 184 , tom . I.
altri manoscritti, ma la maggior parte senza La versione di Tommaso Matthieu , ovvero
nome di autore. Giovanni Rogar , pubblicata a Londra nel 1537 ,
La prima Bibbia inglese stampata ad uso dei non differisce menomamente da quella di cui
Cattolici, fu quella che comparve a Douai , nel si è parlato. L'altrache comparve a Londra nel
1609 e 1610, ed a Parigi nel 1638. Questa non 1541 , per autorità del re Enrico VIII, era stata
contiene che l'Antico Testamento, ed è fatta riveduta e corretta da Culberto Tonstal e Ni .
sulla Vulgata con note di alcuni teologi di colo Heath , il primo vescovo di Dunelme, il
Douai . Il Nuovo Testamento comparve a Reims secondo vescovodiRaffe. L'anno seguente, que
nel 1582 ,con note dei teologi inglesi di Reims. sta stessa versione fu proibita dal re, di modo
Questa versione della Bibbia in lingua inglese che in tutto il rimanente del suo regno non
fu approvala dal primo concilio di Baltimora , v'ebbe in Inghilterra alcuna versione della
nel 1829. Ecco per quali cause, e con qualiter. Scrittura in lingua volgare , autorizzata ed
mini, Canop . IX : « Siccome la custodia fedele approvata pubblicamente. Ma come Odoardo
del deposito delle sante Scritture, confidata dal montò sul trono, Cranmer arcivescovo eretico
Signore alla sua Chiesa,esige che i vescovi im . di Cantorbery , procurò una nuova edizione
piegbino tutte le loro forze a togliere di mezzo della Bibbia tradotta da Tonstal ed Heath , e
ai fedeli la parola di Dio alterata dalla frode e vi fece una prefazione a suo modo. Comparve
dalla incuria degli uomini; cosi esortiamo tut- a Londra nel 1549.
ti i pastori delle anime di questa provincia ad Sotto il regno della regina Maria , molti ere
avere continuamente dinanzi agli occhi tutto tici inglesi esiliati a Ginevra intrapresero una
ciò, che in una cosa di tanta importanza fu de versione della Bibbia sopra quella di Ginevra.
cretato dal santo concilio di Trento, e racco. Comparve nel 1561 , dedicata alla regina Eli
mandato dai sommi Pontefici, e principalmen- sabelta. In appresso fu ristampata più volte;
te da Leone XII e da Pio VIII , nelle loro let ma a tutti gl'Inglesi non piacque, per cui nel
tere encicliche, e così pure dall'illustrissimo e 1568 si ristampò la Bibbia di Parker, che fu
reverendissimo Giovanni Carel, arcivescovo di nominata la Bibbia degli Episcopali .
Baltimora , con gli altri vescovi di questa pro Finalmente nel 1612 sotto il regno di Gia
vincia , nell'assemblea dell'anno 1810, e curar como I comparve la Bibbia, detta reale, tra
si a togliere di mezzo al gregge loro affidato le dotta dal greco e dall'ebreo da Andrea vescovo
Bibbie corrotte dagli accattolici, e non permet. di Vinton, Overal vescovo di Norvich e molli
tere ad esso se non che quelle Bibbie che sono altri sino al pumero di quarantasette , che si
pure ed incontaminate nelle versioni e tradu- divisero il lavoro, e vi attesero con grande cu
zioni . Stabiliamo pertanto che la versione di ra. Ecco le principali versioni ed edizioni del
Donai, ricevuta in tutte le chiese, ove i fedeli la Bibbia inglese.
parlano la lingua inglese, e proposta con ra
gione per uso di detti fedeli dai nostri prede Bibbie Slave.
cessori, sia intieramente conservata . Avranno
poi sempre cura i vescovi , che tutte le nuove Si credette che s . Girolamo , Dalmata di na
edizioni , tanto del Nuovo, quanto del Vec- zione, avesse tradotta nella sua lingua la santa
chio Testamento , della versione di Douai , Scrittura dell'antico e Nuovo Testamento, ma
sieno accuratamente e correttamente eseguite questa opinione manca di prove : 1. perchè s.
sopra un esemplare attentissimamente esami. Girolamo era Dalmata e non Slavo ; 2. perchè
nato e stabilito da essi , e con annotazioni pre- questo santo nella sua lettera a Sofronio di
se soltanto dalle opere dei santi Padri , od al ce che ha tradotto la Scrittura alle persone
meno da scrittori dotti e cattolici . » della sua lingua : Suae linguae hominibus, il
La Bibbia inglese ad uso dei Protestanti fu che conviene intendere della lingua latina , che
tradotta da Guglielmo Tyndall , e divisa da allora gli era famigliare e come naturale.
Milesio Coverdal . Comparve a Londra nel 1535 . Altri credono che la versione slava sia l'o .
Questo libro ebbe una sorte assai strana, come pera di s. Cirillo e di s . Metodio, che si ado
pure i suoi autori ; ma in fine, dopo molte prarono per la conversione degli Slavi verso
contraddizioni , passò, ed il re Enrico VIII or l'anno 880. Questa opinione trovasi appog .
dinò che essa fosse stampata e diffusa in tutte giata da due storici di Boemia , di cui l'uno
le chiese d'Inghilterra per essere letta pubblica. viveva nell'anno 993 , l'altro nel 1200. Questa
916 BIBIANA ( S .) -- BIBLICO
antica versione fu stampata dai Moscoviti nel gli Slavi . Essendo però questa aplica tradu
1581 . zione troppo oscura, Ernesto Gliik ne impre
La prima Bibbia stampala in questa lingua se una nuova in lingua slava.
è quella di Giovanni di Glogov, impressa a Con ciò poniamo lermine a questo articolo ,
Cracovia. Questo autore mori l'anno 1507 , e rimettendo i lettori amanti di maggiori notizie
di lui non si ha che molti libri , ma non l'in- in proposito al Le-Long sopraccitato , il quale
liera Scrittura. con molta diffusione ed erudizione tratta que
sta materia . In quanto all'uso della Bibbia, ed
BIBBIE BOEME, POLACCHE E RUSSE. a ciò che deve essere osservato in proposito
ad essa , diremo alla voce SCRITTURA SACRA .
I Taboriti, specie di eretici di Boemia , fece D. V. GJORDANI.
ro stampare a Venezia , nel 1506, una Bibbia BIBIANA ( S. ), vergine e martire, nacque a
nella loro lingua, da essi tradotta sulla Vulga. Roma nel secolo quarto. Ammiano Marcellino
ta; fu ristampata più volte ; ma come il testo racconta, che Aproniano, eletto governatore di
sul quale fu fatta non piaceva molto a' nuovi Roma dall'imperatore Giuliano nel 363 , per
riformati, loro confratelli , così fecero stampare dè un occhio , mentre era in viaggio per anda
l'intera Bibbia tradotta dal greco ed ebreo da re in quella città. Attribuì tale sventura alla
otto dei loro dottori espressamente mandati magia, e delibero di estirpare i maghi , fra' qua
alle scuole di Vittemberga e di Basilea per li i pagani comprendevano allora i Cristiani .
isludiare le lingue orientali . Questa Bibbia fu Santa Bibiana , come anche Flaviano suo pa
stampata nel castello di Cralitz in Moravia .La dre , cavaliere romano, e Dafrosa sua madre,
prima parte ovvero il primo tomo comparve furono perseguitati , siccome dei più zelantifra
nel 1579, ed il sesto ed ultimo nel 1593. i Cristiani . A Flaviano fu abbruciato il volto
La prima versione della Bibbia polacca che con un ferro infuocato, ed egli morì pochigior .
si conosca, dicesi, che sia quella che fece Ed- ni dopo. Dafrosa fu decapitata ; Bibiana e De
vige, moglie di Jagellone, duca di Lituania, che metria sua sorella , prive dei loro genitori, pa
abbracciò il cristianesimo nel 1390. Parlasi an- tirono per cinque mesi tutti i rigori della mi
che di un'altra versione falta da Andrea di seria. Aproniano mandò per esse, e Demetria
Jassovitz, e scritta nel 1455 per ordine di So- per un accidente, di cui non è indicata la cau
fia moglie di Jagellone re di Polonia , ma que- sa , cadde morta a' piedi del governatore, dopo
ste Bibbie non sono che manoscritte. che ebbe confessata la sua fede. Bibiana, con
Nel 1599 comparve a ( .racovia la traduzio- segnata ad una femmina perversa chiamata
ne della Bibbia in polacco, falta da alcuni teo. Rufina, seppe resistere alle minacce del pari
logi di quella nazione, e specialmente da Gia che alle seduzioni , ed Aproniano la condanno
como Wieck , Gesuita. Un'altra anche ne com a morte. Fu essa allaccata ad una colonna ,
parve ad Hanovia, forse Hayin in Boemia, nel- battuta con flagelli guerniti di piombo , e mori
la provincia di Slesia, nel 1608, tradotta da con eroica costanza. Un sacerdote chiamato
Girolamo di Leopoli, ovvero , come lo chiama Giovanni trafugò il suo corpo, lasciato esposto
Sisto Sanese, Giovanni di Leopoli . perchè fosse divorato dalle bestie, e lo sotterro
I Protestanti pubblicarono nel 1596 una presso al palazzo di Licinio. Quando cesso la
Bibbia in polacco fatta sulla versione di Lute- persecuzione, i cristiani eressero una cappella
ro. Fu ristampata nel 1632 , dedicata a Ladislao sulla tomba della santa. Nel 465 il papa Sim
VI , re di Polonia. plicio ivi fece costruire una bella chiesa, che
1 Socipiani parimenti hanno la loro Bibbia fu poi unita a Santa Maria Maggiore. Nel 1628
in questa lingua . Fu tradotta dall'ebreo e dal Urbano VIII la fece riedificare, e vi collocò le
greco, ed impressa a Brestia, città della Litya- reliquie delle ss. Bibiana, Demetria e Dafrosa,
nia, nel 1562. Qualche tempo dopo, cioè nel scoperte nel luogo che alcune volte fu chia
1572, un'altra ne comparve a Caslau , città malo Cimitero di santa Bibiana . BER.
della Lituania, riveduta e corretta da Simone BIBLICHE (SOCIETA '). V. Biblico.
Budpeus. Vi è anche ad uso loro il Nuovo Te. BIBLICI ( ERETICI). V. Biblico e BIBLISTI.
stamento della traduzione di Martino Czecho BIBLICI (MissIONARII). V. BJBLICO.
vic, ed un'altra tradotta da Valentino Smalcio. BIBLICO si dice di qualunque cosa appar.
1 Russi o Moscovili fecero stampare ad 0. tenente alla Bibbia. Fu dato egual nome an
strovic, nel 1581 , la Bibbia nella lingua loro, che al metodo, o stile conforme a quello del
tradolta dal greco da s. Cirillo apostolo de la Bibbia ; nel secolo XII a quei dottori che
BIBLICO 917
provare volevano i dogmi della fede caltolica XII , con l'enciclica dei 3 maggio 1824 , Ut
colla sola Scrittura e tradizione, senza ricor- primum ad Summi Pontificalus, diretta a tutti
rere agli argomenti secondarii offerti dalla rel. i vescovi dell'orbe caltolico, invitò questi ad
ta ragione; e persino si dissero Biblici alcuni invigilare contro due perniciose insidie, che
eretici, che non vogliono far uso della sacra vengono tese per distruggere la fede ne'cattoli.
Scrittura, se non priva di qualunque inter- ci : la prima dell'indifferentismo, la seconda
pretazione, e che ricusano la tradizione e l'au. delle Società Bibliche, le quali sotto l'appa
torilà della Chiesa per definire le queslioni renza di diffondere la intelligenza della divina
teologiche. Scrittura, ne pervertono il senso. Quanto a
Bibliche è anche il nome, che danno a sè buon dritto insistesse tale zelanle Pontefice so
stesse alcune società eretiche stabilite princi- pra il danno che recano le società bibliche, e
palmente in Inghilterra , le quali profondono di qual indole fossero le versioni, basta leggere
tesori per far tradurre e stampare alla loro il giudizio del celebre orientalista Sacy, e di
maniera in varii idiomi la sacra Scrittura , e un altro autore, che così si esprime scrivendo
De diffondono e propagano eziandio gratuita. in questi ultimissimi giorni in quibus versio
mente numerosissimi esemplari in tutte le re- nibus vix dici potest quot monstra, quot por
gioni , anche nuovamente scoperte e poco co tenta in lucem edantur, e conchiude coll'asse
posciute . rire che per questa sorte di versioni obstruitur
Gelosi i Romani Pontefici che la santa Bib- vis evangelicae praedicalionis.
bia non fosse alterata nelle sue versioni, mai Fino dal 1810 incominciarono per la prima
sempre v'in vigilarono con zelo apostolico ; ed volta a comparire i pseudo-missionarii delle
è perciò che il Pontefice Clemente XI,nel 1709, Società bibliche in Levante. Questi si limila
ordinò all'inquisitore di Spagna ed al cardi- rono a distribuire gratuitamente in tutte le
nale Portocarrero, ministro di quella corte, principali ciltà una quantità enorme di esem
mediante un suo breve, che procurassero colla plari della sacra Bibbia col solo testo, e questo
maggiore sollecitudine, che non fosse introdot. non esalto, e mancante di varii libri , incul
ta da'Protestanti nell'America la sacra Bibbia , candone a tutti premurosamente la lettura. In
la quale da essi tradotta nell'idioma america- seguilo comparvero altri siffatli missionarii
no, era stata stampata in Londra, in mille mo- Deglio corredati ed equipaggiati dei primi, es
di viziata, per corrompere con questa frode sendo non solo forniti di moltissimi esemplari
nella mente dei fedeli la vera dottrina di Gesù di sacre Bibbie stampate in tutle le lingue, ma
Cristo. Dipoi nell'anno 1805 , si formò in Lon . di una quantità e varietà di piccoli opuscoli,
dra una nuova società biblica appunto per trattanti pero di cadaun giorno del mese, di
propagare le versioni secondo la propria in- catechismi, d'istruzioni spirituali pei conta
terpretazione e senso , diffondendola rapida- dini , marinai ed altri , e del frutto che si rica
mente nella Prussia, nella Russia, in Dani. va dalla lettura della sacra Bibbia, per indurli
marca, in tulte le parti della Germania , nella a studiarla, e quindi raggiungere il loro scopo .
Svizzera, in America ed altrove. Le società bi. Basta leggere gli Annali della propagazione del
bliche d'Ingbilterra si aumentarono progres- la fede per vedere con quanta arte, con quan
sivamente a tanto numero, che nel 1825, vi to studio cerchino nei più remoti paesi jntro
erano centotrenta società succursali, le quali dursi , ed ivi instillare il veleno delle loro fal
avevano fallo stampare cinquecentomila Bib. se dottrine ; per conoscere quante fatiche con
bie, in cinquanta diverse lingue , e distribuire venga sostenere ai veri ministri dell'Evange
in tutte le parti del mondo. lio che in quei luoghi si recano spinti dal solo
La società biblica nella monarchia Prussia. amore e desiderio del vero bene dei loro pros
na , fondata nell'agosto dell'anno 1814, era simi , per togliere da quelle menti rozze le
formata di una socielà madre di quarantotto false massime, i funesti principii , le empie dot
succursali, le quali, dell'anno 1819, si crede trine che vi furono impresse da questi biblici
a vessero distribuito quattrocentocinquantami- missionarii.
la esemplari della Sacra Scrittura gratuita E nei giorni presenti è noto come nella To .
mente, ovvero a prezzo tenuissimo. scana sia stata arrestata una certa miss Cup
Pio VII accorse a rimediarvi, e scrivendo pingham , e poscia i coniugi Madiai, che a tale
un breve all'arcivescovo di Gnesna primate scellerala ſrode tendeano colà, e siano stati
della Polonia, chiamò le società bibliche vafer- cacciati, e come nel Piemonte sia diffusa una
rimum inventum, pestem quoad fieri potest tale arte di scandalo, e si procuri dilatarla in
delendam . Ma elevalo al pontificato Leone altre parli dillalia per tal modo, che adesso
918 BIBILIOMANZIA -BIBLIOTECA PONTIFICIA
più che mai è necessaria la vigilanza e la fer- più ricca e forse più numerosa che abbia esi
mezza a preservare i popoli caltolici da si dif- stito è quella, che i Tolomei formarono in A
fuso pericolo. Мов.. lessandria . Incominciata da Tolomeo Sotero,
BIBLIOMANZIA. Nei tempi d'ignoranza contava quattrocentomila volumi , allorchè le
adoperavasi contro i creduti stregoni una spe. si appiccò il fuoco ai tempi di Giulio Cesare ;
cie di divinazione , che bibliomanzia si chia . tuttavia ancora esisteva , quando l'anno 643
mava, dal porre ad uno dei lati della persona di Cristo, i Saraceni quistarono l'Egitto ;
sospetta di magia una Bibbia, e dall'altro una ma il fiero califo Omar ordinò, che fosse ab
bilancia. La innocenza o la reità era stabilita bruciata pel motivo che se conteneva le stes
dal peso : per cui se la persona pesa ya meno se cose dell'Alcorano, diveniva superflua, e se
era innocente; se più , giudicavasi rea . ne conteneva di contrarie, era suo dovere il
SAL. distruggerla. Si può leggere in propositoGioa
BIBLIOTECA propriamente chiamasi il chino Giovanni Madero, e Giovanni Andrea
Juogo destinato a custodire i libri , come pure Salmidio, nei trattati De bibliothecis deperdi
gli armadii che servono a tal uso. - Biblioteca tis et igne consumptis.
è anche il titolo che si dà ad alcune raccolte, o Pisistrato fu il primo dei Greci, che comin
compilazioni di opere , che trattano di una me ciasse la biblioteca degli Ateniesi , divenuta
desima materia. poi preda dei Persiani. I Romani , signori della
L'origine delle biblioteche rimonta ai primi più gran parte del mondo conosciuto, raccol
tempi della storia, e tanto sono antiche quanto sero i libri di tutte le nazioni, e ne formarono
lo è la coltura delle scienze e delle arti. Gli parecchie biblioteche.
Ebrei conservavano nel tempio la raccolta dei I cristiani dei primi secoli ebbero anche es
loro libri sacri , e fra i Canapei sappiamo es- si biblioteche, talvolta assai copiose, presso le
servi stata una cillà detta Cariath- Sepher, che chiese, nelle quali conservavano i codici della
significa cillà delle lettere. Bibbia , varii libri attribuiti agli Apostoli od ai
Come biblioteche si possono considerare gli discepoli di Gesù Cristo, i commentarii, le o
annali dei re di Giuda e di Israele, di cui fan- melie ed altri scritti dei padri più antichi.
no menzione i libri dei Re e dei Paralipomeni . Eusebio dice, che ciascuna chiesa aveva la sua
Salomone,comesi legge nell'Ecclesiastico, alca- biblioteca ; ma Diocleziano, che imperava del
po 12, vers. 12, lamentava al suo tempo l'in- 284 , le abbruciò tutte, come poi, nell'ottavo
finilo numero di libri che si componevano, ed secolo, fece Leone Isaurico, di quella fondata
egli stesso ne aveva scritti moltissimi , come si da Costantino in Costantinopoli l'anno 336 .
ha donde giudicare dal terzo dei Re, al capo Alle biblioteche dei monasteri dei primi se
quarto, vers. 32, 33. Esdra ebbe sotto occhio coli del cristianesimo dobbiamo la conserva
un gran numero di memorie, di annali , di ge- zione di quanto degli antichi scrittori ci resta ;
nealogie ecc. del lavoro che faceva. Nel secon- essendo questi soli rimasti illesi dalle fiamme
do libro dei Maccabei si legge chiaramente, al e dal sacco della città nelle irruzioni dei bar
capo secondo, vers. 13 ,che Neemia raccolse in bari , che cagionarono la caduta dell'impero
Gerusalemme una biblioteca, e Giuda Macca- romano. In ogni monastero trovavasi una bi
beo ne imito l'esempio, come si ha dallo stes- blioteca, e sebbene in questi per la ignoranza
so libro al capo secondo, vers. 14 , riunendo ciò di alcuni talvolta siensi trasformati molti poe
che la guerra di Antioco Epifane aveva disper- ti ed oratori antichi in salterii e messali, ra
80. Quando alla legge mosaica segui il Vange- schiando le pergamene che contenevano que
lo, l'accademia di Gerusalemme era composta gli scritti , tuttavia sarebbe ingiusto loro nega
di 450 sinagoghe, ognuna delle quali aveva la H
re il merito di quanto possediamo di più pre
sua biblioteca sacra, in cui gli Ebrei andavano zioso dell'antichità più remota.
a leggere la sacra Scrittura, come riferisce s. D. V. GIORDANI.
Luca, al capo 4, vers. 16, 17 , e gli Atti , capo BIBLIOTECA PONTIFICIA . Questa si vuo
15, vers. 24. Dopo la rovina di Gerusalemme le incominciata dal principe degli Apostoli s.
e del tempio, agli Ebrei dispersi i rabbini pre. Pietro ; essa è la Vaticana d'oggidi, chiamata
sentarono molti libri pieni di sogni, il Tal- anche Biblioteca apostolica ed archivio della
mud , parafrasi, raccolte di tradizioni rabbini- Santa Sede, intorno alla quale è necessario con
che ecc ., e vi furono sinagoghe, ma non più più proprietà parlare. Sino dai tempi di s. An
biblioteche. tero , eletto Pontefice l'anno 235, eravi una li
I Caldei, gli Egizii, i Fenici fecero essi pure breria nel palazzo lateranense, la quale dicevasi
numerose e diligenti collezioni di libri , e la Biblioleca ed Archivio, come si ha da Gaetano
BIBLIOTECARIO DI SANTA CHIESA 919
Marini. È sentimento di monsignor Rocca , menta il dotto Cenni, Dissertazioni ecclesia
Bibl. apost. Vat., con cui convengono ancora stiche, tomo 1 , dissert. 1 , pag. 76, il principio
i dotti Assemanni, Catal. Bibliothecae, tom. 1 , formale della biblioteca della santa Sede.
codic. mss. Bibl. Vatican. in praefat., che la Qualunque però sia il preciso principio di
Biblioteca pontificia abbia avuto il suo princi- questa Biblioteca, intorno al quale non si ae
pio, come abbiamo detto, dal principe degli A- cordano gli autori , che ne hanno trattato, cer
postoli e primo pontefice s. Pietro, e che sia to è per altro che essa ha la sua istituzionean
cresciuta a poco a poco coi codici biblici, prin . tichissima. Dal libro pontificale, attribuito ad
cipalmente cogli Evangeli, colle epistole di s. Anastasio bibliotecario, abbiamo che s. llario ,
Paolo, di s. Pietro, di s. Giacomo, di s. Gio- crealo pontefice l'anno 461 , formo due biblio
vanni e di s. Giuda , cogli Atti apostolici , col- teche nel battistero lateranense, ed un'altra
l'Apocalisse, e poscia colle decretali, costitu- Gregorio III, eletto l'anno 731 , ne istitui nel
zioni sinodiche e simili decreti dei Papi. Egli palazzo di Laterano. Convien credere che que
appoggia la sua opinione sulla testimonianza ste poi fossero unite col nome di Biblioteca ed
di s. Girolamo, il quale afferma, che da tutte Archivio. Anteriormente s. Gregorio I , nel li
le parti del mondo cristiano solevasi ricorrere bro 7 , capo 29, aveva fatto menzione della Bi
all'archivio romano , in cui si custodivano i blioteca romana, di cui da s. Sergio I era stato
concilii generali per lo scioglimento delle con eletto bibliotecario Gregorio, diacono cardina
troversie, e per la sicurezza nel dubbio , che le, poi pontefice, col nome di Gregorio II.
qualche canone fosse corrotto od alterato. Ta. Senza far però alcuna distinzione, si dovrà
le testimonianza non solo è irrefragabile, ma piuttosto dire, che la Biblioteca della Santa
sicura eziandio, poichè s. Girolamo fu il se- Sede stette al Lalerano, finchè i papi vi abita
gretario di s. Damaso I , papa nell'anno 367 , rono, e che poscia fu trasportata, per comodi.
ed incaricato da lui per le risposte alle lettere tà dei Pontefici, al Vaticano, ove dicesi fosse
che il Pontefice riceveva dai concilii e dalle ristorata da s. Zaccaria, fiorito nel 742, e di
chiese. Lo stesso si conferma anche da s. Gre- mano in mano aumentata dai suoi successori.
gorio I Magno, nell'anno 590 , il quale per Evvi nondimeno chi sostiene, che anche pres
certa controversia nata nel concilio efesino ri so la basilica Vaticana vi fu una biblioteca ,
spose coll' epistola XIV del libro V : Romani ma quella della santa Sede stelte sempre nel
codices multo veriores sunt quam graeci. Es- patriarchio lateranense, residenza dei Pontefici.
sendovi pertanto nella Chiesa romana questi Senonchè avendo nel 1305 stabilito Clemente
codici, in un luogo si dovevano conservare , V la sua dimora in Avignone, la fece colà tras
che Biblioteca si chiama. Nel concilio romano portare, ed ivi rimase finchè, terminato nel
celebrato da s. Gelasio I dell'anno 494, fre- concilio di Costanza il grande scisma d'Occi
quente menzione si fa dell'archivio e scrigno dente, ed eletto nel 1417 Martino V, questi fe
romano, dei bibliotecarii , degli scribi, dei no ce trasferire la biblioteca in Roma al palazzo
tari e degli scriviarii, per lo che si deve argo. Vaticano. Tuttavia ne rimase parte iu Avigno
mentare, che già nel fine del V secolo la Chie- ne, una porzione della quale fu ricuperata da
sa Romana abbondasse di gran copia di libri, s. Pio V nel 1566, e compiutamente da Pio
in una biblioteca certamente conservati. VI nel 1784, che raccolse il rimanente dei re
Il Panvinio poi, che sulla Biblioteca Vati- gistri pontificii avignonesi, e delle memorie e
cana fece un'erudila dissertazione, dal Ra- carte spettanti ad esse. Allora tutto fu traspor
sponi inserita nella sua opera, De basilic. La- tato provvidamente al Vaticano, e per ciò que
teranen . lib . 3, cap. 15 , attribuisce l'istituzio- sta biblioteca divenne sempre più celebre.
ne di questa biblioteca a s. Clemente I , creato Quanti furono i Pontefici che da quell'epoca
papa l’anno 93. San Giulio I , pontefice nel giunsero sino a noi , altrettanti furono insieme
536, oltre aver ordinato che tutte le cose, le i cooperatori all'ingrandimento ed arricchi.
quali appartenessero a conservare e propaga- mento di questa biblioteca, la quale è oggidi
re la fede, si raccogliessero dai notari della san. oggetto di massima ammirazione, anche a chiun
ta romana Chiesa, e dal primicerio dei notai que non sia nelle scienze e delle ottime disci
approvato si riponessero nella chiesa, istituì al. pline versato. Cen.
lora, che negli scrigni della medesima, o voglia BIBLIOTECARIO DI Santa Chiesa, è que
dirsi biblioteca, fossero riposte e con diligen- gli che sopraintende ed ha il governo della li.
za conservate le cauzioni, gli istromenti, le do breria, Bibliothecae praefectus, ed è fregiato
nazioni , tradizioni, testimonianze, allegazioni di questa carica un Cardinale, che chiamasi
e mapumissioni dei cherici . Da questo argo- appunto il bibliotecario di Santa Chiesa.
920 BIBLISTI - BIDUANA
Primo bibliotecario menzionato nelle vite BIDELLO. Antichissima è questa voce in
dei Pontefici è s . Gregorio II romano Pontefi- Italia ad indicare colui che serve alle univer
ce , creato l'anno 715 , che da monaco benedet- sità , alle accademie, alle congregazioni, alle
tino fu creato Diacono Cardinale da Papa Ser- chiese ecc. Sappiamo dal Du Cange, che i bi
gio I nell'anno 687. Il Cenni, nella sua Dis- delli si trovano nominali dopo Carlomagno ,
sertazione 11 , Del primicerio e secondicerio come cursori e uomini addetti alla giustizia
dei notari, è di opinione che, innanzi all'isti dei tribunali . Di questi però , e cosi di quelli
tuzione di apposito bibliotecario , presiedesse delle università non è nostro istituto parlare,
alla biblioteca ed all'archivio il primicerio dei bensi diremo qualche cosa dei bidelli pontifi
nolai, aiutalo dagli scriniarii e cartularii. Le cii , e di quelli delle chiese.
bolle però si sottoscrivevano contemporanea I bidelli nel medio evo erano gli esallori e
mente, si dai primicerii dei notai , che dai bi- cassieri delle rendile pontificie, e si crede an
bliotecarii, il che fa dedurre aver avuto la Bi. che dei tributi e del denaro di s. Pietro , poi
blioteca una dipendenza anche da essi. Il Lu- chè si legge nell'annalista Matteo Paris sollo
nadoro poi , parlando del Cardinale bibliote- l'anno 1237 , nel pontificato di Gregorio IX ,
cario di S. Chiesa, dice , che questo posto tal- che i Frati Minori ed i Predicatori furono fato
volta anticamente era proprio del camerlengo ti cassieri e bidelli del Papa , « cioè telonarios
di Santa Chiesa. et bidellos. Questi bidelli probabilmente trae
Il Labbė, Concilior., tom . 4 , col. 1260 , fa vano etimologia dalla voce sassone bydel, che
menzione dell'archivio romano e dei biblio- vuol dire esallore, ovvero bandilore, come si
lecarii della Sede Apostolica , mentre già sul conosce dalla traduzione in quella lingua del
declinare del quinto secolo essa abbondava di Nuovo Testamento.
gran copia di libri . Divenne gelosissimo e di I bidelli di chiesa, sappiamo da un antico
tale importanza l'ufficio di chi era destinato a concilio di Siviglia , presso il Du Cange, che
conservarli, che fu conferito ai più dotti e be- venivano dopo il sagrista, ed erano i primi a
nemeriti cardinali di santa Chiesa. Biblioteca- precedere ed aprire la processione del divino
rii furono anche chiamati spesse volte i can servizio. Si vede bene , che ad esempio dei bi.
cellieri della Chiesa Romana come quelli che delli di giustizia, i quali assistevano la curia
ne avevano cura dei libri . Quindi è che la bol. cum baculo, ossia col bastone , si adottarono
la di canonizzazione di s. Udalrico , vescovo anche nelle chiese i bidelli pel buon ordine
di Augusta, emanala da Giovanni XVI l'an con apposite vesti, e come conduttori del clero
no 993 nel concilio lateranense, è data per ma e difensori del servizio divino , ad impedire
num Joannis episcopi S. Nepesinae ecclesiae al tutto ciò che potesse sturbarlo. Da questi sono
Bibliothecarii Sanctae Sedis Apostolicae, come originati i bidelli delle confraternite, che assi
si legge nel tomo primo del Bollario romano, stono le medesime, e precedono vestiti colle di
pag. 288. Appresso il Rocca si può leggere la vise dei rispettivi sodalizii, tenendo nella de
serie dei bibliotecarii apostolici. MOR. stra un bastone coll'insegna ed effigie del pa
BIBLISTI. Nome derivante da Bibbia , ed trono dell'arciconfraternila , tanto nelle pro
approprialo ad alcuni eretici , i quali , in ciò cessioni, che quando i confratelli si associano
prevenendo i moderni protestanli, non ammet- ad accompagnare i defunti . Du Cange .
tono per regola di fede, se non la Bibbia senza Bidello ancora si chiamava dai Longobar
alcuna interpretazione . Rigettano costoro l'au- di la pubblica piazza od alrio , come abbia
lorilà della tradizione e della Chiesa pel deci mo da un passo del Corio nella sua storia di
dere le controversie religiose ; per la qual cosa Milano all'anno 1311 : nel bidello di San Sal
s'immergono in un caos di errori e di empie- valore; e forse può anche da questo essere ve
tà . Nella sostanza sono ciò che erano i Caraiti nuto il nome di bidello al custode dell'atrio
presso i Giudei , selta opposta ai Rabbinisti, delle università. MACRO.
nata forse in sul principio del sesto secolo. V. BIDUANA . Con questo nome troviamo in
anche Biblico. CAL . dicato nell ' Ord. Rom ., 1. 5 , c. 136 , un digių .
BICARI . Erano penitenti sparsi nelle Indie no continuato per due giorni : Biduanas omnes
verso il secolo nono, i quali andavano nudi , faciant lam Episcopi, monachi et monachne ,
lasciavansi crescere i capelli, la barba e le un- quam canonici; il che, come osserva Rabano ,
ghie, e non vivevano che di elemosine che ri. era preso dal digiuno, che fecero gli Apostoli
cevevano dalle persone caritatevoli in una sco- nei due giorni, in cui Cristo pati e fu sepolto.
della di terra che portavano appesa al collo. Il qual digiuno era continuato per questo spa.
OR . CR. zio con lullo il rigore dell'antica disciplina , e
BIEDA--BIGOTTO 921
se era protratto al terzo giorno, si chiamava , art. 7, dicendo : Idco ille qui uxorem duxit
Iriduano, come si trova nella passione di s. Ce- corruplum quam virginem credil, irregularis
cilia : Biduanis et triduanis jejuniis orans se esl com cognoscens. Poiché quesla irregolarità
commendabal Domino. Il triduano anticamen- proviene non da delitto, ma da diſelto ; per la
te venia imposto anche agli adulti prima che qual cosa diviene irregolare quell' uomo che,
ricevessero il battesimo. MACRO. ignorando l'adulterio della moglie, con essa
BEDA ( in latino Blera ), antica cillà vici- consuma il matrimonio.
na a Viterbo, patria del papa Sabiniano , che La terza specie di bigamia è la similitudina.
successe a s. Gregorio Magno nel 604, ricorda ria, quella cioè che taluno contrae, quando do
per primo vescovo s . Vivenzio, di cui rimane po la solenne professione, o dopo aver ricevuto
una pia tradizione, dè si conosce il tempo . i'ordine sacro, incontra il matrimonio o con
Quindi si trovano alcuni vescovi , che inter una vergine o con una corrotta .
vennero a varii concilii romani fino all'anno La bigamia addimandasi difello, mancanza,
1093, e nel tempo seguente non ebbe più un di Sacramento, perciocchè non rappresenta l'u
vescovo proprio , ma fu congiunta affatto a nione di Cristo con la Chiesa. I bigami per
Viterbo A. M.C. taplo si tengono irregolari, perchè, mancando
BIGAMIA è la ripetizione del sacramento della perfetta simiglianza deli'unione di Cristo
del matrimonio successivamente contratto. Per- con la Chiesa, cui si può aggiungere la non
ciò dicesi Bzcamo quegli che successivamente perſelta temperanza , sono riputati mancanti
ebbe più mogli, e con esse consumò il matri- anche di quella decorosa condizione all'ordine
monio. sacro conveniente .
La bigamia dividesi in triplice modo : cioè Da questo impedimento può dispensare il
vera , interpretativa e similitudinaria . sommo Pontefice, come convengono tutti gli
La vera è quella quando taluno ebbe suc- scrittori . I vescovi poi non possono dispen
cessivamente legittime mogli, e questa fu sem sare dalla bigamia, per abilitare laluno a ri
pre un impedimento al ricevere gli ordini sa cevere gli ordini sacri , o ad amministrare
cri, come si può vedere dalla prima epistola quando li avesse ricevuli , in caso che il bi :
di s. Paolo a Timoleo, al capo terzo, ed a Tito, gamo fosse stalo ordinato od in buona od in
al capo primo, dove proibisce di ordinare a ve- mala fede, tanto se la bigamia fosse occulla ,
scovi, preti e diaconi i bigami. La bigamia pe- quanto se fosse pubblica .Possono però dispen
rò non nasce dalla fornicazione e dall'adulte- sare da questo impedimento, dicono gli autori,
rio; e cosi pure non si può riguardare per bi- affinchè lecitamente si riceva gli ordini minori.
gamo quegli che, dopo la professione religiosa Intorno alla bigamia , nei canoni apostolici
falla dalla moglie prima della consumazione cosi si legge : « Non si ammetterà all'episco ,
del matrimonio, si unì legittimamente ad altra pato, al presbiteralo od al diaconalo, ned a
donna , e neppure colui, il quale, sebbene abbia verun ordine ecclesiastico, chi sarà stato am
contratto successivamente il matrimonio con mogliato due volte, o chi avrà sposato una con
diverse, pure mai non lo ha consumato, come cubina, od una donna ripudiata, od una don
dimostra Innocenzo III, nel capo Debilum , al na pubblica , od una donzella schiava, od una
titolo de bigamis non ordinandis. commediante o donna di teatro. Can . 16 , 17.
La bigamia interpretativa , sebbene non sia ANT .
vera, tulla via per la finzione del diritto sicco BIGAMO. V. BIGAMIA .
me tale riguardasi. In quattro modi questa si BIGLIETTO. Si chiamano nella corte pon
può contrarre : 1. Quando taluno contrae due tificia con questo nome quegli scrilli, in cui a
matrimonii , l'uno valido, l'altro pullo. 2. nome di Sua Santità dai cardinali, prelali ed
Quando contrae due volte il matrimonio , e altri ministri si emanano ordini, si partecipa
queslo sempre sia nullo. 3. Quando si unisce no le rispettive promozioni a gradi , dignità ,
ad una vedova o corrotta. 4. Quando si con- impieghi, benelizii , grazie ecc ., per alcune del
giunge ad una vergine, e con essa consuma le quali occorre poi la spedizione delle bolle o
il matrimonio, avendo prima commesso adul . dei brevi. di cardinali spedisce i biglietti di
terio. Gli autori però disputano se in buona promozione ad alcuna carica il cardinale se
ſede contraendo il matrimonio con donna non grelario di stato, il quale così pratica eziandio
vergine, slimandola vergine, uno divenga ir- coi novelli cardinali , nandando ad essi un bi
regolare. E la più probabile opinione sta per gliello , con cui partecipa la loro pubblicazione
l'affermativa opinione sostenuta nel Supple- o creazione alla dignità cardinalizia. Mor.
mento alla somma di s. Tommaso, quacsl. 66, BIGOTTO o BacchetTONE. Questo nome
Encicl. Eccles. T'ol. I. 18C. XI. 116
BIRINO (S . - BISEGLIA
922
applica vasi anticam ente ad una persona capar- Corbara, al cui tempo Leone X uni in perpe
bia, attaccata alla sua opinione : in oggi signi- tuo questa diocesi a quella di S. Angelo dei
fica un falso divolo, che trascura i doveri che Lombardi (anno 1513); dopo quattro anni Ga
gli sono prescrilli dalla religione, per darsi a spare rinunciò, e allora ſu eletto Nicolo Volpe
qualche pratica religiosa esterna e non co. (anno 1518), e fu sospesa la unione delle due
diocesi ; finalmente nell'anno 1540 , Paolo III
mandal a.
Jl Camden prelende, che la parola bigollo confermò per sempre la unione di Bisaccia con
derivi dall'alemanno bei Goll, o dall'inglese S. Angelo dei Lombardi , e rimase perpetua .
by God, che significano per Dio . Quello scrit. A. M. C.
tore dice , che i Normanni furono chiamati bi. BISACRAMENTALI, voce coniala da Pra .
golli, perché quando il loro duca Rollone ri . teolo per significare quegli eretici, che non ri.
cevelle l'investitura della Normandia,sposan cevono se non due sacramenti, cioè il Ballesi.
do Gisela figlia di Carlo il Semplice, re di Fran . mo e l'Eucaristia. Eus.
cia , ei non volle baciare i piedi al monarca , а BISANZIO. Ved . CostanTINOPOLI.
meno che il monarca stesso non l'aiutasse, e BISCANTARE . Significa la facollà accorda
che forzato a rendere questo omaggio nella for . ta ad un sacerdote di celebrare due messe nello
ma ordinaria , egli selanio : no by God ( cioè : stesso giorno. Il capitolo Consuluit, de celebra
no , per Dio ), il che diede occasione a Carlo il tione missarum , non permelte ai sacerdoti di
Semplice di chiamarlo Bigod o Bigotto, nome celebrare più di una messa al giorno, tranne
che passò a'suoi sudditi . Questa , a vero dire, nella solennità di Nataleo in caso di necessità.
CAM . Questo caso di necessilà ba luogo nelle piccole
è una singolare etimologia.
BIRINO ( S.) ; primo vescovo di Dorchester o chiese o parrocchie di campagna , dietro ponli
Dorcester in Inghilterra. Fu egli inviato colà ficia dispensa , per impossibilità di avere un
dall'Italia per volontà del pontefice Onorio 1 sacerdote per ciascuna ; il che per lo più si
l'anno 634 0 655 , e s'impegno con volo solen . verifica nelle missioni, e anche talvolta ha luo
me a penetrare fino a' più remoti confini di go nella Germania. St. Ecc .
quel paese , ove non erasi ancor diffusa la luce BISEGLIA ( Vigiliae ) , è una città nella
del Vangelo. Giunto alle contrade dei Gevissi provincia di Bari fra Moltetta e Trani, posla
o Sassoni occidentali , denominali Vestsex, sep- sopra alte rupi , di circa 11000 abitanti , e cir
pe egli così ben fare, che in breve tempo il re condala da un terrilorio ferlilissimo . È como
Sinegisso o Kinigilso si converli alla fede col ne tradizione, che sia stata condolta alla fede
suo popolo . Questo principe divenuto cristia . dallo stesso s. Pietro Apostolo , e venera nella
no donoa Birino la città di Dorcester, ov'egli sua cattedrale distinte reliquie di martiri , fra
stabili la sede vescovile ed eresse molle chiese cui quelle de' ss. Mauro e compagni, ritro
e pose opera incessanle a consolidarvi la reli- vate per divina rivelazione , e che stillano un
gione fino all'epoca della sua morte, avvenuta , liquore miracoloso. Il qual Mauro ottenne il
per quanto si crede, nel giorno 3 dicembre , martirio solto Traiano ; e dal Ferrari ( Calal.
verso la melà del sellimo secolo . Baillet dice, dei sanli d'llal. ) si vuole vescovo di Biseglia ;
non essere certo che s . Berino fosse religioso , benchè a ciò si opponga la tradizione di quella
come suppongono alcuni scrittori . Si può con- chiesa, che narra essere stalo vescovo di Bet .
sullare in proposito Beda, Sloria d’Inghill .; lemme e condotto a Roma , colà martirizzato ;
Guglielmo di Malmesbury , Storia dei vescovi e le reliquie furono poi trasportate e sepolle
d'Inghil ., Baronio , Bulteau ,Histor. bened ., lib. a Biseglia da una pia matrona, di nome Te
BAI . cla .
3 , cap . 3 . Il primo vescovo chesi conosce sicuramente ,ė
BISA CCIA la
, picco cillà posta sopra un allo
colle degli Appennini nel Principalo Ulteriore Giorgio che intervenne al concilio II di Nicea
circa dodici miglia lungi da S. Angelo dei Lom- (anno 787 ). Amando ( anno 1107 ), al cui
bardi, ricordala anche da Tito Livio, è un ve tempo avvenne la miracolosa invenzione dei
scovato suffraganeo di Compsa, e di rendite as- corpi dei ss. Mauro, Panlaleemone e Sergio ,
sai povere , edi giurisdizione pochissimoestesa . avendo lo stesso s. Mauro in visione insegnato
Fra i suoi vescovi ritroviamo da nolare: Ric- il luogo dov'erano slali nascosti da Tecla , e
cardo , di più antica memoria (anno 1179) , che comandato di andare a levarneli ad un santo
intervenne al concilio Lateranense sotto Ales. giovane di nome Adeodonalo. - Amando , che
sandro II . - Benedetto Colonna ( anno 1553) comparisce nel concilio Lateranense solto Ales
ſu vescovo di Bisaccia , ed amministratore della sandrolll (anno 1179). -E fra lutti quelli ,che
diocesi Tealina, ossia di Chieli . -Gaspare de si successero,ci contenteremodinolare sollanto:
BISHOP - BISSO 923
come i più distinti per merito, Giuseppe Lo- anche alcuni Albanesi , che seguono il rilo
mellino ( anno 1652), che fu di estesissima col- greco.
tura nelle lettere sacre e profane, e amantissimo Il primo vescovo , che si ricordi , è Andre
padre del suo gregge. Cesare Cancellollo meo ovvero Anderamo , che fu al concilio Ro.
( anno 1662 ), che celebró un sinodo, che diede mano solto Zaccaria ( anno 743) ; quindi è per
la forma della disciplina di quella diocesi. – dula la memoria degli altri sino a Rainaldo
Fr. Giamballista Pepna Eremitano ( anno (anno 1182 ). Fra gli altri seguenti ricorderemo
1663 ), autore di una vita di s. Tommaso da solamente Federico ( anno 1331 ) il quale ſu
Villanova, ch'è stampata anonima , e di vita ucciso da alcuni scellerati contro i quali ab
inlegerrima ; ricordato dal Gandolfo ( De Scri- biamo una lettera di Benedetto XII, scritta da
ptor. Augustin .), Fr. Francesco Antonio Avignone. - Fr. Giovanni Marignolla France
Ricci , Francescano ( anno 1664), che celebró un scano insigne per fama di dottrina. — Martino
sinodo, che lasciò un'elegante dissertazione sal ( anno 1382 ) , che segui l'antipapa Clemen
corpo di s. Stefano protomartire, e ciò, che più te VII. – Ma poi questa chiesa fu riconsola la
vale, una fama santa e onorata . Giuseppe da Landolfo (anno 1589 ) , che fu fedele a Boni
Crispino (anno 1685), di singolare dottrina e facio IX. Francesco Piccolomini , nipote di
pietà. Pompeo Sarnelli ( anno 1692 ), Pio II , intervenne al concilio Romano solto
distinto per zelo , ed anche pei suoi lavori let- Giulio II , ed è lodato nella storia di Napoli
terari pubblicati. di Giulio Cesare Capece. Fabio Arcella (au
Biseglia è suffraganea di Trani. A. M. C. no 1530 ), stimalissimo da Paolo III , che gli
BISHOP (Guglielmo ),vicario apostolico in diede in amministrazione la diocesi di Napo
Inghilterra e vescovo in partibus di Calcedo- li . Sanle Sacco (anno 1563) , fornito di rare
nia, nato l'anno 1553 a Brayles nella contea di doti , e caro a Pio IV .-- Filippo Spinola (anno
Warwick. Studiò in Oxford, Reims e Roma , 1566) di singolare pielà. Fr. Bernardo dei
e tornalo in Inghilterra per altendervi alle mis- Neri Domenicano (anno 1578), dopo avere per
sioni , nel momento in cui sbarcava a Douvres nove anni governato saptamente la diocesi , al
per esercitare il suo uffizio , egli arrestato pielà unendo molla dottrina , ritornossene
posto in una carcere di Londra , ove rimase fi- al suo monastero.
no all'anno 1584. Approfilio Bishop della ri Bisignano presentemente è unila colla dioce
cuperata libertà per recarsi a Parigi , ove otº si di San Marco. A. M. C.
tenne il grado di dollore in teologia. Nel 1623 BISRAI . Sede vescovile della diocesi dei
fu insignilo del grado di vicario apostoli. Maroniti sul monte Libano , alla quale pose
co dalla Santa Sede colla dignità di vescovo assedio Saladino nel 1285. Essa då eziandio il
di Calcedonia , per la quale fu consacrato in nome ad una provincia . OR . CR.
Parigi nel giorno 4 giugno dello stesso anno. BJSSO , byssus. Per ordinario gl' interpreti
Bishop creò un capitolo , nominò diversi vica . della Sacra Scrittura spiegano la parola bisso
rii, arcidiaconi e decani rurali che si diffusero con quelle di lino fino. Da ciò parrebbe esservi
in tutte le provincie d'Inghilterra, Mori nel state due sorla di lino, l'una più fina dell'altra .
giorno 16 aprile 1624. Plinio afferma che il bisso era lino finissimo.
Abbiamo di Bishop le seguenti opere: 1. Una Tanto dice pure Pausania , il quale osserva ,
difesa dell'onore del re, e del suo dirillo al non prosperare il bisso che in Elide. Filone
Irono d'Inghilterra ; 2. Una protesta di fedeltà ( De somniis, p. 597 ) asserisce che il bisso è li .
di Iredici ecclesiastici falta nell’ullimo anno no il più puro, il più bello , il più bianco , il
del regno di Elisabella. Quest'opuscolelto ot- più splendido e forle ; che non è punto trallo
tenne ai cattolici qualche agevolezza nell'eser. da cosa mortale, cioè dalla lana o pelle di qual
cizio della loro religione. 3. Una edizione del- che animale , ma dalla terra : e che diventa
l'opera del dottore Pitts intitolala : De illu- ognor più bianco quanto più si lava co ' do
stribus Angliae scriptoribus. BioGR. UN. vuli riguardi . Calmet, dice che il bisso è una
BISIGNANO. Città degli Abruzzi, nella pro- specie di sela che trovasi alla coda di certo pe
vincia di Cosenza, sopra un colle vicino al liu . sce chiamato pinna , e per cui lo stesso resta
me Crate, assai antica , e che apparteneva al attaccato a terra con una specie di nodo o fioc
principato di S. Severina, è una diocesi este- co del color di sela gialla-dorata, colla quale
sa, dei cui primi vescovi la memoria è per- facevansi una volta preziosi manti pei re ; lo
duta nell'antichità ; è soggetta immedialamente stesso Calmet poi dubita di una lale opinione
al SommoPontefice,egodeva della giurisdizione nella prima parte del Supplemento al Dizionui
civile sul castello di S. Sofia. In essa vivono rio della Bibbiu, non sapendo persuadersi co
924 ΒΙΤΑ - ΒΙΤΟΝΤΟ
me a' tempi di Davidde e di Salomone potesse nocumento alla giurisdizione ecclesiastica di
darsi un uso tanto frequente, e quindi tanta Nicomedia, ei padri del concilio di Calcedo
quantità di sela del pesce pinna . CAL . nia seppero reprimere i tentativi falli dal ve.
BITA . Sede vescovile della Mauritania Ce: scovo di Nicea per sottrarsi alla dipendenza
sariense in Africa . OR . CR. dell'antica metropoli. Tallavia coll'andar del
BITETTO. Piccola ciltà nella provincia di tempo i vescovi dell'una e dell'altra godelte
Bari , nel regno di Napoli, fertile di olio e di ro del diritto metropolitico nelle rispettive
vino, la quale quasi' sola costituisce una dio- provincie, e Nicea fu emancipata dalla som
cesi. missione verso Nicomedia nelle cose spirituali ,
Il primo vescovo che si conosca è Rao (an- come lo era di già nelle temporali.
no 1179), che intervenne al concilio Laterane I vescovadi della prima Bitinia erano i se.
se sollo Alessandro III ; e fra gli altri noteremo guenti : Nicomedia, Calcedonia, Apolloniade ,
soltanto : Giulio Malteo dal Monte di S. Sabi- Prusia, Soro , Prenete , Elenopoli , Basilino
no, uomo dotto e di singolare pietà ( anno poli, Adriana, Cesarea, Neocesarea , Dascila ,
1611 ), che lasciò pubblicata un'opera intorno Dafusa, Cadosia , Lofe, Ceoo, Melangiore, Rin.
al concilio provinciale e al suo metodo.-Mar- dace.
cantonio Thomato (anno 1641 ), di cui parlasi I vescovadi della seconda Bilinia erano i se
nel Syllab. scriplorum Pedemontii e nell'Enar.
guenti: Nicea ,A pamea sul Meandro, Linoca ,
Gordo-Servia, Modrena o Mela, Numerica .
ral. synopt. abbreviator . Parcimajoris . - Fran-
cesco Gaela (anno 1655 ), di esimia pietà, che Nor. Eccl.
valorosamente affalico per la ecclesiastica im BITONTO о Boronto, città della provin
munità , e contro i corrolli costumi; onora. cia di Bari, nel regno di Napoli , fertilissima,
tissimo dalla Santa Sede. Gaspare Toraldo di circa 20000 anime, forma una diocesi, suf
(anno 1655 ), distintissimo per l'amore dei po- fraganea dell'arcivescovo di Bari, nella cui
veri.- Giacomo Santorio (anno 1669) , di tale calledrale dedicata a s. Valentino M., se ne
santità, che arrivava ad atti straordinarii di venera un braccio. L'Ughelli nola una con
penitenza, e di tale umiltà , che dopo avere cor- suetudine assai particolare, che, mentre cia
rello alcuno secondo l'obbligo suo, gli diman scuna delle dodici chiese parrocchiali di que
dava anche in ginocchio perdono, se mai avea sta cillà ha il fonte battesimale, dalla sola cal
sorpassato i limiti della moderazione. — Fran . tedrale si amministra la santissima Eucari
cesco Onofrio Gesuita (anno 1684 ), di zelo di- stia : in his singulis sunt fontes baplismales,
stintissimo ; promosse il bene del suo gregge non tamen sanctissima Eucharistia, quae ex
con ogni mezzo d'istruzione e di pietà ; durava cathedrali toli civilati ministratur .
molte ore nella pubblica adorazione del SS. Sa Di questa antica sede, il primo vescovo , che
cramento inginocchiato senz'alcun appoggio ; si ricordi, è Arnolfo (anno 1087), di cui parla
difese la ecclesiastica immunità, confermando Paolo Diacono. — Quindi faremo menzione di
il suo zelo col partire insieme co' suoi fedeli Fr. Antonio da Reggio Domenicano ( anno
molle persecuzioni, ed egli il primo levo affat- 1457 ), insigne predicatore ed egregio teologo,
to dalla cattedrale il trono del principe di Bi . amato da Callisto III . — Giulio cardinale de
telto ; assalito da un sicario, egli sull'istante · Medici, che poi fu Clemente VII . Alessan
gli diede la benedizione,proibì qualunque ven- dro cardinale Farnese (anno 1530) , poi Paolo
della , e alla presenza di Gesù Sacramentalo III, che ne fu amministratore. - Fr.Cornelio
fece protesta di perfella remissione al nemico, Muzzi, Conventuale, traslatalo da Berlinoro
e procurò la conferma del culto ab immemora- ( V.) ( anno 1544 ). Ritornato a Bitonto dal con
bili del b. Giacomo da Bitetto. cilio Tridentino, in cui era stato grandemente
Biletto fu dal Papa Pio VII , nell'anno 1818, onorato per la sua eloquenza, fece e pubblico
unita alla sede arcivescovile di Bari , di cui era un sinodo. - Flaminio Parisio ( anno 1592 ),
stata sempre suffraganea. A. M. C. dottissimo, che lasciò nobili frutti del suo in .
BITINIA . Paese è questo, ove l'apostolo s. gegno . Fr. Girolamo Pallanterio ( anno
Pietro predicò il Vangelo . La sua prima epi. 1603),dottissimo,o benemerito della Chiesa . -
slola canonica è un documento che su ciò non Giovanni Battista Stella (anno 1619 ), di cui
Jascia luogo a dubbio veruno. parla Gio. Nicio nella Pinacot ., e Mandosio
Gl'imperatori Valente e Valentiniano di. nella Bibl . Roman . — Fabrizio Caraffa ( anno
visero la Bilinia in due provincie. Nicomedia 1622), illustre per virtù . Alessandro Cre
fu la melropoli della prima, Nicea della se scenzio (anno 1652), piissimo e dollo. - Fr.
conda. Ma questa separazione non recò verun Tommaso Aquaviva Domenicano ( anno 1668 ),
BITUME - BLAIR 925
che scomunicò la ciltà di Bilonlo , che volea V , ed era discepolo di s . Congallo e di s. Hen
violare la ecclesiastica immunità ; fu elemosi. neto. Le sue rare prerogative gli meritarono
niero, e zelante ministro della parola di Dio ; l'onore di essere eletto vescovo dei Pitti in Isco
e lenne un sinodo molto salutare. — Filippo zia. La sua residenza era in Kinngaradha, da
Massarenga (anno 1686) , santissimo pastore , dove egli fece un viaggio a Roma per appaga
che fatico generosamente per la salute delle re la sua divozione. Nell'anno 446 compi il
aniine, che seguì una penitenza ed una carità mortale suo corso , e fu sepollo in un luogo,
degne di un sanlo, e che sano ancora previde che perciò ebbe il suo nome, e fu sede di un
il momento della propria morte , e lasciò la vescovo fino al tempo dell'espulsione della
terra in odore di santità. Questi fu seguito casa Stuarda e dell'abolizione dei vescovali
nell'esempio da Carlo Angelo deʼFerrari (an- in Iscozia . Anticamente gli si prestava culto
no 1689 ). ai 9 luglio ed ai 10 agosto. È autore di parec
Bitonto fu unito dal papa Pio VII nell’an. chi inni sacri , d'istruzioni pei catecumeni e
no 1818 con la diocesi di Ruvo. altre opere pie. Bai.
A. M. C. BLACHERNA ( Blayeproe). Si chiamava co
BITUME, è una materia grassa , infiamma- si un sobborgo di Costantinopoli , dove era un
bile, unluosa, che trovasi in molti luoghi e tempio magnifico e sontuosissimo dedicato al
principalmente nei contorni di Babilonia, nel- la Beata Vergine Maria , edificato dall'impera
la Giudea, al lago Asfaltite ovvero Mar More tore Leone. Macro..
EL 1o . Noè intonaco l'arca con bitume , e di esso BLACHERNA (CONCILIABOLO DI ), è assai fa
si servirono i fabbricatori della torre di Babe. moso nella storia degl' Iconoclasti', celebrato
le, invece di cemento, come narra la Genesi al nella chiesa di Blacherna , a Costanlinopoli,
capo undecimo. Anche la cestella in cui Mosè dove 338 vescovi concorsero per comando de
fu esposto nel fiume Nilo era intonacata di gl'imperatori Costantino Copronimo e Leone
bitume, come abbiamo dal capo secondo del. Augusto, nell’agosto dell'anno 754 ; vi si con
l'Esodo. Cal. dannò l'uso delle sanle immagini , e si abbru
BIZACIO, Byzacium . Citià vescovile capo- ciarono, e scancellarono per ogni luogo con
ht
Juogo della provincia Bizacene, soggetta alla violenza , abbruciando anche i libri dei callo
fit
metropoli diCartagine, nell'Africa settentrio- lici e le reliquie dei santi . Il che conferma
nale , che dal lato meridionale ora forma parte quale passione conducesse quell'adunanza ,
della reggenza di Tunisi. In Bizacio furono ce . che con lo stesso suo procedere dichiaravasi il
lebrati quattro concilii : il primo l'anno 534 o legittima e condolta dall'umana violenza , e
537 , contro il re Trasimondo, il quale voleva quindi quanto assurdamente gli eretici procu
abolire i vescovadi ( Reg . X , Labbė IV ); il se rassero di dare a questa erelica e scismatica
condo nel 541 , per mandare i depotati all'im- unione il nome di sellimo concilio ecumenico.
peratore Giustiniano ) , difensore dichiarato BERTI.
dei sacri canoni, e sostenitore dei decreti del BLAIR (Ugo). Ministro anglicano di Edim
30 sinodo ; il terzo nell'anno 602, per giudicare burgo , ivi nalo nel 1718 , morto nel 1800. A
Clemenzio, primale della provincia Bizacene, conoscere quanto sieno pravi i sentimenti di
accusato di varii delitti , come rilevasi dalla costui, e come sia da fuggirsi la lellura dei
lettera 35 del Papa s. Gregorio ; il quarto fi- suoi scritti, basta leggere quanto l'Andres scri .
Jul nalmente, nel 646, contro gli errori dei Mono- ve de' suoi Sermoni. «« La religione non è che
teliti , riportato rei Concilii del Labbè , al to l'accessorio dei suoi discorsi , di cui il princi
ht mo V. Lab. pale oggetto è una morale filosofica puramente
BIZANA O Abizena. Sède episcopale, erelta umana, e quindi una teoria arbitraria piutto
nel IX secolo, soggella alla giurisdizione della sto che una legge .... Ma egli non tralla che
echt
metropoli di 'Trebisonda nel Ponto Polemo- rarissimo, e piuttosto oserebbe dirsi , che non
niaco. Cal. tralla giammai alcuno de'precelli della morale
BIZINE. Ciltà vescovile d'Alania nella dio . evangelica, alcuno de'grandi interessi dell'eler
cesi d'Iberia , soggetta alla metropoli di Ala- nilà, alcuno de' veri soggetti del pulpito. Blair
nia ed al patriarcato costantinopolitano. Si non è dunque oratore. Se voi il volete giudi
vuole, che il vescovo di questa ciltà sia stalo care semplicemente come moralista, le sue com
spedito dagli Alani quale ambasciatore ad An- posizioni si manifestano inferiori ai saggi di
dronico Paleologo, nel XIII secolo , e sembra morale di Bacone ... L'elocuzione di Blair ė
ch'esso fosse anche metropolitano. Com. insieme ambiziosa e scolorila ; e il suo stile de
BLAANO (S.), fioriva ip Iscozia nel secolo bole, ma esente , il confesso , da callivo gusto,
926 BLAITMAICO - BLEMMIDA
languisce tristamente senza molo e senza vi- pula in gran pregio , inlilolata : Opuscoli ca
la ... Abbiamo nelle sue istruzioni ragiona- nonici slorici. Quest'opera ba per obbiello la
mento, logica, gusto, talvolta anche, se vuolsi , morale ed i casi di coscienza , e si aggira in
un ingegnoso monologo ; ma non talento e me. ispecie sul matrimonio , tanto riguardo al mi .
no ancora eloquenza. Tutti i suoi pensieri me pistro del sacramenlo , quanto riguardo alle
todici e concatenati , è vero, ma comuni e lan- disposizioni dei contraenti ; Iralla allresi delle
guidi , mai non muovono la mia immaginazione, ordinazioni e segnatamente dei modi , con cui
la mia coscienza, la mia sensibilità ... I discor. debbono disporsi gli ecclesiastici a ricevere gli
si del ministro di Edimburgo peccano assai ordini sacri.L'autore prova nel suo libro va
meno pei difetti che vi si trovano, che per le lidamente quella che asserisce, e rischiara le
bellezze oratorie, di cui mancano assolutamen- difficoltà che possono incontrarsi nelle sue di
le. Egli mai non favella in pulpito nè a Dio, mostrazioni , con note poste a piè di pagina ,
nè alla coscienza , nè al cuore de' suoi uditori , L'opera incomincia con una lettera scrilla dal
nè sopratullo al suo proprio. » ANDRES. l'autore in risposta ad una consulla fattagli dal
BLAITMAICO (S.), martire, era figlio di un superiore del seminario di Napoli intorno ad
re d'Irlanda , e rinunziò a tutti gli agi della un ecclesiastico di poco regolati costumi, il
famiglia, nonchè agli opori , per dedicarsi più quale voleva pure ottenere gli ordini sacri . La
di proposito all'esercizio della cristiana perfe. questione era posta nel sapere se un chierico
zione. Ritirossi pertanto in un chiostro, e qui- pentito dei suoi trascorsi a segno da poter ave.
vi edifico i suoi confratelli col chiarore delle re l'assoluzione sacramentale, potesse egual .
più eroiche virtù. Esercito l'ulizio di abbate mente ricevere gli ordini sacri . L'anlore pre
in un monastero fondato nell'isola di Hy in tende, che esigasi inoltre per l'ordinazione l'e
Jscozia, ed in questa qualità segnalossi pel suo sperimento di due o trh anni per lo meno.
zelo unito alla prudenza ed alla dolcezza . Nel And.
l'anno 793 sostenne il martirio , per essersi BLASTARES (Matteo), monaco greco, del
opposto ad alcuni corsari danesi, i quali vo- l'ordine di s. Basilio, si applicò alla leologia
leano, che consegnasse nelle loro mani i tesori ed alla giurisprudenza canonica. Abbiamo di
della chiesa . Bai . lui : 1. Una raccolta per ordine di alfabelo dei
BLANDA è il nome di un antico vescova. canoni, dei concilii, delle decisioni dei santi
to , intorno al cui silo disputano gli eruditi , Padri, e delle leggi degli imperatori greci in
alcuni volendo , che corrisponda al presente torno alle materie ecclesiastiche. 2. Questioni
Castellamare, altri a Maralta, altri a Porto de sul matrimonio. 3. Una poesia sugli uffizii del
Sapri , e altri a Belvedere ; è certo però , che la corte, e della grande chiesa di Costantino
era nel regno di Napoli . Le sole memorie, che poli. BER.
ne restano, sono , che s. Gregorio Magno com BLASTO. Eretico slollo ed incostante, che
mise la visita di questa chiesa vacante al ve- da prima Giudeo, si diede poscia alla selladei
scovo Acropolitano, e che si ritrova un Pa. Valentiniani, indi al sistema di questi ultimi
squale vescovo Blandano al concilio Laterane- aggiunse alcune pratiche del giudaismo, al qua
se dell'anno 649. A. M. C. le aveva dato il suo cuore. Fra queste si deve
BLANDINA (S.), del novero dei quarantotto annoverare quella della celebrazione della Pa
martiri di Lione, era schiava di condizione , squa , ch'egli voleva si solennizzasse nel giorno
debole di corpo, delicatissima di complessione. quattordicesimo della luna di inarzo. Dall'au
Ma sebben tale, pure fu impavida in inezzo ai tore del Predestinato viene addimandato anche
maggiori supplizi , ed agli strazii più acerbi , Floriano ; e Paolo Stockmann asserisce che
in mezzo dei quali sembrava fosse in mez- questo em pio aggiunse alle altre sue pratiche
zo a festa giuliva , perciocchè non gemilio anche quelle di negare il giudizio finale , la
pianti , ma le sole voci io son cristiana , ripe- virginită di Maria Vergine dopo il parto , e
lutamente uscivano delle sue labbra. Fu lace- diverse altre verità evangeliche. Così nel Di
rata colle verghe, dilaniata dalle fiere , legata zionario delle Eresie.
in mezzo alle fiamme sopra una seggiola di BLEMMIDA ( NICEFORO). Sacerdote e mona.
ferro rovente, ed esposta ad altre crudeltà , ed co del monte Atos, il quale fioriva nel seco
in fine decapitata. Tutto ciò ella soffrì nell'an. lo XIII . Egli ricusò il patriarcato di Costan .
no 177. La Chiesa onora questa martire invit tinopoli , e mostrossi favorevole ai Lalini più
ta il giorno secondo di giugno. Bai. che qualunque altro greco di quel secolo , col
BLASCO ( Carlo). Merita ricordanza que- quale spirito scrisse appunto due trattati sulla
st'uomo per un'opera che scrisse , ed è te processione dello Spirito Santo, l'uno indiriz .
BLENDE- BOANA 927
zato a Jacopo patriarca di Bulgaria, e l'altro mento da quello di Chartres. La parrocchia di
all'imperatore Teodoro Lascari. Amendue que- S. Solenne, eretta in cattedrale, prese il nome
sti trattati sono stampali in greco ed in latino di s. Luigi . La città noverava sei parrocchie,
nella Grecia Ortodossa, dell'Allacci, Roma , due abbazie, un collegio di Gesuili e nove ca
1652 e 1659. MOR. se religiose. La diocesi contava un tempo circa
BLENDE ( BARTOLOMEO DE), Gesuita mis- 210 parrocchie, quando al presente non ne ba
sionario. Di genitori illustri , anzichè attendere che 26, e 247 chiese sussidiarie. Gall. Cr .
alla gloria che polea venire al suo nome nel BLONDEL ( Davide), ministro protestante,
mondo, occupando posti distinti nella società , il cui nome ricordiamo per la dovuta erudizio
e pelle forlune che dovevano essere il suo re- ne ; visse nel secolo XVII . Lasciò le seguenti o
taggio, considero per tempo la nullità della pere: Pseudo - Isidorus et Turrianus vapulantes.
gloria mondana e determino di dedicarsi al Apologia pro sententia S. Hieronymi de Pre
servizio del Signore, lungi dalla pompa del se- sbyteris et Episcopis. Alcuni trattati , fra cui
colo. Entrato perciò nella Socielà di Gesù , ivi uno sulla favola della papessa Giovanna.
compi il corso teologico ; e sentendosi chiamato LAD.
da Dio alle missioni, inanifestó ai suoi supe. BLOUET DE CAMILLY (GIAN GIACOMO ),
riori questo suo desiderio, ed aggiunse il suo secondo generale della congregazione di Gesù
nome a quello degli altri campioni che ad ope- e di Maria , detta degli Eudisti . Dedicatosi que
ra cosi sublime si dedicavano. Destinalo per- sto rispettabile uomo nel principio di sua gio
tanto a predicare la fede nel Paraguai, dopo venlù al mestiere delle armi , poco in quello
varie vicende che sembravano contrariare al rimase, chè disgustatosi delle cose del mondo
suo divisamento ed alla sua destinazione, giun- entrò nella congregazione degli Eudisti il gior
se finalmente a Buenos Ayres. Quivi apprese no 8 febbraio 1655, dove a null'altro attese
l'idioma dei Guanariani, ai quali doveva re per ogni istante della sua vita che alla perfe
care la luce dell'Evangelio. Il felice successozione. Le sue prime fatiche ebbero per oggetto
di cui fu coronata questa prima missione , in- le missioni, nelle quali manifestò non comune
dusse i superiori di lui ad affidargli la dire- talento . Sebbene appartenesse a tale congrega
zione di una assai più difficile impresa. Da zione, dovelte accettare per obbedienza cariche
non molto il p. de Arce avendo scoperto i po. ecclesiastiche che gli furono addossale dal ve
poli Chiquiti, trattavasi di trovare la via più scovo di Coutances nelle quali perfettamente
breve che dal Perù conducesse a questo luogo. corrispose alle mire del prelato.
Unito al p. Arce, il padre Blende s'imbarco Ma sebbene occupato nelle curedella diocesi ,
nel porto dell'Assunzione il giorno 24 genna. su cui egli quale arcidiacono doveva invigila
jo 1715. Il cammino che dovevano percorrere, re,non trascuro pero mai gl'interessi della sua
era infestalo da popoli barbari, fra' quali di. congregazione, appo la quale era grandemente
slinguevansi per ferocia ed ardire, per crudel . stimalo, e della quale nel giorno 27 giugno
tà e tradimento, i Guayacuri ed i Layaguas, 1680 fu eletto generale, e successore di Eude
popoli entrambi nemici acerrimidei cristiani. fondatore di essa. Tanta fu la saviezza, man
I due missionarii avevano compiute quasi sueludine e abilità dimostrata nel reggerla per
cento leghe di viaggio senza incontrare alcun più che trent'anni , che gli meritarono la con
di costoro, allorchè s'abbalterono in una bar. fidenza e venerazione non solo dei religiosi a
ca piena di Layaguas, i quali protestavano di lui sottoposti, ma ben anche degli stranieri .
venire ad implorare la loro protezione contro Assicurò egli la durata degli antichi stabili .
altri popoli ad essi nemici . I missionarii li ri- menti della congregazione , ne aggiunse di nuo
ceveltero con bontà , e parve che i selvaggi fos- vi , e non risparmio sacrifizii per meltere gli
sero grati a questa loro corlese accoglienza ; uni e gli altri nella condizione che li rendesse
ma poco dopo, avved ulisi della superiorità del vieppiù alti a prestare quei servigi alla Chiesa ,
loro numero , s'impadronirono della loro nave cui essa ha diritto di esigere dalle ecclesiasti
e trucidarono l'equipaggio ed il p. Blende, git. che comunilà . Rinunziò alla dignità di genera .
tandone il corpo nel fiume. Al p. Arce toccò le poco prima della sua morte, avvenuta il gior
pari sorle per mano di altri selvaggi poco tem- no 11 agosto dell'anno 1711 , mentre aveva
po dopo questo avvenimento, accaduto nell'an- sellentanove anni di età, MAB.
no 1715 . BER . BOANA o BOHANNA, sede vescovile dell'A
BLOIS , Blesae, antica città vescovile sog . frica, il cui vescovo di nome Villore inter
gella alla metropoli di Parigi , il cui vescovato venne alla conferenza di Carlagine, e Gennaro
ſu erelto nell'anno 1697 per uno smembra- altro suo vescovo sottoscrisse alla lellera diret .
928 BOANERGES -BOBBIO
ta dai Vescovi della provincia a Costantino , bano abbate , col favore di Agilulfo re dei Lon
nel concilio lateranesc, solto il pontificato di gobardi , fondò una chiesa ed un monastero, il
Marlino. Com . quale, per lo straordinario concorso e coopera
BOANERGES. Nome dalo da Gesù Cristo zione dei re ed anche dei popoli , arrivò a tale
a Giacomo e Giovanni figli di Zebedeo, forse frequenza di abitatori, che in breve videsi sor
allorchè lo pregarono di far scendere il fuoco gere una cillà, che fu chiamata Bobbio. Dopo
Jal cielo per incenerire una cillà di Samaria, alcuni secoli, che su questa estendevasi la pa
la quale non avea voluto dargli ricello. Que. cifica giurisdizione del monastero, insorsero
sto sopranome significa figlio del luono. Marc. alcune lurbolenze per parte di chi volea inva
3, 17 . Cal . derne i dirilli, i quali per allora furono afli
BOARETTI ( Francesco) , nato nella dioce- dati dal Pontefice da difendersi ad un vescovo
si di Padova nel 1748 , abbracció l'arringo temporaneo, il quale poi nell'anno 1014 di
ecclesiastico e morì a Venezia nel 1799. Non venne perpetuo per opera dell'imperatore s .
riguardando noi quest'uomo che lasciò rino. Enrico coll’autorilà di Papa Benedetto VIII.
manza di sé, se non in quanto si addice alla Allora incominciò il monastero ad essere im
parte ecclesiastica, esamineremo quanto lasciò mediatamente soggello al Sommo Pontefice,
scrillo il Giornale Ecclesiastico della seguente con un abbale, e la diocesi al proprio vesco
opera di lui. vo, il quale prima fu suffraganeo di Ravenna ,
Volgarizzamento del libro dei Salmi secon- finchè Innocenzo II (anno 1133) lo sollomise
do la lellera e lo spirilo de' medesimi sotlo i a Genova, e godeva di temporale giurisdizione,
principali rapporti di religione e di lelleralu • data anche da Federico II imperatore (anno
ra , t . 2, in 8. « Non è da maravigliarsi,se anche 1221 ), col titolo di conte e signore, che ora ė
al nostro Avlore sia accaduto di non fare la da lungo tempo perduto.
dovuta riflessione a qualche punto di sintassi Ricorderemo adesso alcuni principali fra i
ebraica, imperciocchè questo accadde ad altri suoi vescovi. Azzone ( anno 1014) fu il primo
dotti uomini ... Egli ha sviluppata tulta la vescovo stabile. Un Vescovo, di cui non si
condolla di ciascun salmo ; vi ha scoperto il sa il nome, segui Anaclelo antipapa, e fu de
centro d'unità in ciascuna di quelle sacre com- posto da Innocenzo II. - Simeone Malvicino
posizioni; ed ha rivelato lo spirito poetico del- (anno 1134 ) , che prima fu abbate di s. Colom
le medesime si nella versione, che negli argo- bano, avendo ne'primi anni del suo episcopa
menli, nelle analisi premesse ad ogni salmo, e lo recate grandi noie al monastero , penlilose
nelle brevissime annotazioni a piè di pagina. ne, il benefico, e morì veccbio , lasciando buo
Apparisce chiarissimo ogni versello, e chiaris- na memoria di sé. – Ogliero Malvicino (anno
sima e ridolla al punto d'unilà lulta la tessi- 1170 circa ) ſu abate e vescovo, il quale si con
Aura di ciascuno dei salmi , e collegato insieme dusse assai malignamente contro il monastero,
anche il senso di alcuni salmi fra di sè analo- narrandosi per jpsino di lui , che abbia tollo
ghi. Quant'è possibile, il nostro Autore nel di mezzo un monaco mandato dall'abate al
volgarizzamenlo lia conservalo l'affetto, il ca- l'imperatore Federico, e incontrò una morte
rallere, lo spirito, l'artifizio, e persino l'armo. infelicissima; intorno a lui fu fatto processo
nia di ciascun salmo con quelle poeliche ori- da Sicardo vescovo di Cremona per ordine di
1
finali bellezze, che aſſallo non ripugnano, ei Innocenzo III (anno 1207 ). – B. Alberto de 1
dice, all'indole della lingua italiana. Il com Castro Gualterü (anno 1186 ), che con la sua
porre insieme lante diverse condizioni e lanle virtù ferma oltenne dai monaci il dovulo ri
diverse doli in una versione dell'ebraico le- conoscimento, di cui parla Innocenzo III in
slo poelico, ci fa cerlamente conoscere la diffi- una lettera ; traslalalo poi a Velletri , e poscia
collà grandissima di giugnere ad un ottimo al patriarcalo di Gerusalemme, diede la regola
grado di versione italiana de' salmi. Non sem- alla religione Carmelitana per comando di O
brerà però forse impossibile a chi abbondante. norio I, e mori martire. Uberto Rocca
mente possegga, oltre le lingue orientali , anco (anno 1203 ), il quale, dopo gravissime que
la natura e la bellezza della nostra italiana fa- slioni fra lui e il monastero, ebbe la consola
vella ( Giornale Ecclesiastico di Roma. Anno zione di vedere stabilita la pace, che durò per
1788 , n . 12 ). Il Boarelli , che lasciò anche lo- sempre, da Innocenzo III , il quale affidò la
dalissime versioni di aulori classici greci , è se. causa , che era stata riportata alla Sede Roma .
pollo nella sagrestia di s. Vitale in Venezia . na , al vescovo di Cremona Sicardo, e stabili
BOBBIO . Nelle Alpi Cozzie sul fiume Treb- l'autorilà del vescovo di Bobbio, da ricono
bia, quaranta miglia lungi da Pavia , s . Colom- scersi anche dai monaci, il che eziandio Ono
BOBBIO - BOBOLA 929
rio III confermo (anno 1218 ). Marliano de Giustina di Padova Cassinesi, che sempre
Bucarelli (anno 1447) per cui opera i monaci l'hanno amministrato , preponendovi un ab
di S. Giustina di Padova Cassinesi furono in- bate, che, secondo la regola della loro congre
trodotti nel monastero di s. Colombano. - gazione , era temporaneo. A. M. C.
Giovanni de Mondani (anno 1477 ) ripose in BOBOLA ( B. ANDREA). Nasceva Andrea nel
luogo più onorevole il corpo di s. Colombano, l'anno 1592 nel palatinato di Sandomir nella
.e morì in odore di santità, il cui corpo, come Polonia da nobilissimi genitori , non meno il
racconta l'Ughelli , nell'anno 1614 fu ritro- lustri per antichità di prosapia e per gesta glo
vato intatto . - Ambrogio Trivulzio , prima il. riose , che per pietà soda, ed attaccamento sin
lustre guerriero, e poi (anno 1524) , più illu- cero alla cattolica religione. Passati i suoi slu
stre e fedele pastore della chiesa di Bobbio. . di santamente nel patrio collegio , diede il suo
Francesco Abondi (anno 1562), distintissimo nome alla compagnia di Gesù , in cui fu rice
per le sue fatiche ed opere per la celebrazione vuto il 31 luglio 1611.A conoscere qual odore
del concilio di Trento, e fatto perciò cardinale di santità egli diffondesse durante il tempo del
da Pio IV. A. M. C. le prove per l'ammissione ai voti , basta il
BOBBIO ( MONASTERO DI). È uno dei più ricordare che alla notizia delle eminenti sue
illustri d'Italia, che, come vedemmo,diede 0- doti il generale Muzio Vitelleschi, assai prima
rigine ad una città , fondata da s. Colombano del tempo prefisso dalla Compagnia scrisse al
(V.), al quale il re dei Longobardi Flavio Agi- provinciale della Lituania , doversi ammettere
Tulfo avea donato il terreno esteso quattro mi- il p. Andrea Bobola alla solenne professione
glia per ogni parte , e che alcuni vogliono dei quattro voti , lo che avvenne il 2 giugno
fondalodalla regina Teodolinda ( V. Baudrand , 1630. Elelto nel 1631 superiore della residen
Lex. Geo., Patavii, 1675 ). A s, Colombano suc za di Bolruiski con soddisfazione di tutti ,
cesse s. Attala, che si distinse pel suo zelo, e troppo lungo sarebbe il dire, se tutte le opere
che operò miracoli, di cui parla il martirolo- di carità, ch ' egli praticava in uno all'ufficio
gio romano.- San Bertulfo ( V.), che da Metz di padre amoroso e sapiente nella direzione di
era venuto a Bobbio unendosi a s. Attala (anno quella casa, si volessero narrare. Sia suffi
629).- San Bobuleno , secondo il Mabillon , da ciente il dire , che mentre i collegii di Or
Borgogna, al cui tempo erano nel monastero sa e di Smolensko erano minacciati della
cento e quaranta monaci . Congedo,dopo il invasione moscovila, non vollero quei padri
quale fino all'anno 846 manca la memoria altrove cercar rifugio che nel seno tutto pietà
degli abbati. Nel qual tempo però sappiamo del b. Andrea , ed il ricordare che di quanti
essere vissuto colà s. Cumiaro vescovo in Sco- nella compagnia il conoscevano un solo era il
zia, che di settantacinque anni era venuto in detto, cioè che il santo uomo era quale l'Apo
Italia, e per venti e più santamente visse in stolo vanta vasi nel Signore, cioè ogni cosa a
questo monastero. — Ilduino (anno 846 ), in- tutti .
signe per molti riguardi , il quale pel primo si Fornito il tempo della carica, tutto si diede
trova col titolo di conte, come apparisce da un alla missione dell'apostolato. Del zelo di lui
diploma dell'imperatore Lotario. Imperocchè porse testimonianza amplissima il p . Giovan
gl'imperatori, e lo stesso Berengario, gareg- ni Lukaszevic, uomo riputatissimo in santità,
giarono nel confermare ed ampliare l'onore e dicendo, non parergli che si potesse trovare
la podestà di monastero si celebre, comesi può uomo più zelante del Bobola. Ma meglio che da
apertamente conoscere dalla raccolta degli an- questa testimonianza, la cosa è provata dagli
tichi diplomi , e specialmente dall' Ughelli. avvenimenti : chè innumerevoli sono i citta
Guiberto o Gerberto (anno 982), che poi fu dini ed i nobili personaggi, che mossi dal par.
arcivescovo di Ravenna, e Papa, col nome di lare di lui all'eresia rinunziarono , e vissero
Silvestro II (V.). Nell'anno 1014 ( v. l'ar- vita esemplarmente cristiana. Verso la gran
ticolo precedente) ſu dalo un vescovo, che per Madre Maria singolarmente devoto , a lei trae.
alcun tempo sostenne anche il carico di abba. va in peculiar modo i cuori dei giovanetti e
te, finché queste due autorità furono separa. dei congregati da lui diretli nello spirito in
te. Venuto poi sulla sede abbaziale Oglie- Piosko, in Polosk , in Vilna ed in parecchi
ro, e fatto poi vescovo di Bobbio, si diportò altri collegii. In questa maniera egli dispone
come vedemmo parlando di Bobbio ( V.). vasi a quella gloria di santità , ed al martirio
Finchè nell'anno 1440 dopo la morte dell'ab- che incoronarla dovea.
bate Giovanni Malaspina, il monastero per Esercitavasi il nostro Andrea in ogni genere
autorità di Nicolo V fu dato ai monaci di S. di virtù , la meditazione delle cose celesti era
Encicl. Eccles. Vol. I. Fasc. XV, A17
930 BOBOLA
il suo diletlo cibo, cui aggiungeva fervide con cavano tra le - unghie delle dita, altre parole
tinuate orazioni , mortificazioni, penitenze , di non faceva sentire, senonchè fervide in vocazio
giuni , e tutto ciò che può maggiormente sepa- ni a Gesù Cristo,ed amorosi scongiuri a quei
rare un'anima dal mondo per ravvicinarla a ribaldi, affinchè chiedessero a Dio perdono e
Dio, quando giunse il luglio del 1655, in cui cercassero di mettere in salvo l'anime loro . l.
fu invitato a portarsi dalla casa professa di stizzirono maggiormente a questi caritatevoli
Vilna al collegio di Varsavia, dove tenevasi la eccitamenti, e per non udirlo più parlare gli
congregazione provinciale. Fornita la tratta- svelsero la lingua , per un'ampia ferita che gli
zione degli affari, il b .Andrea si recò nella pro. fecero sotto l'occipizio, e finalmente il fini.
vincia di Polesia, di cui gli era toccata la mis rono con due fendenti nei fianchi. Così quel
sione. È incredibile l'operato da lui in quell'anima beata volo all'eterno riposo il di se
distrello nei due anni che vi dimorð, e quanto dicesimo di maggio dell'anno 1657.
vi palisse per la gloria di Dio : sicchè veramen In mezzo a tormenti si atroci, che, co
te può dirsi, che bagnata coi suoi sudori quella me altestano i processi, da lunga pezza non so
provincia , e inaffiatala col proprio sangue, ei no stali da niuno sofferli, sfavillavano con tut:
si merilasse il glorioso titolo di apostolo della ta la loro luce le virtù eroiche del beato marli.
Polesia e di Pinsko . Mentre le cose erano cosire, che abbondantemente ebbe soddisfatto l'a.
stabilite dai servi di Dio a benefizio dei popo. cutissimo desiderio che avea sempre avulo di
li , la Polonia era occupata dagli Svedesi , la dar questo attestato del suo amore alla callo .
Lituania dai Moscoviti , e la Russia bianca dai lica religione. Imperciocchè, tosto che si vide
Cosacchi, i quali ribellatisi al legiltimo loro innanzi al barbaro capitano dei Gosacchi , che
re si congiurarono cogli scismatici russi per lo aspeltava in Janow. « Credo, disse, e aperta
distruggere i Polacchi e sterminare la religione mente confesso un solo vero Dio, una sola ve
callolica da lutto quel regno. Tratti da questo ra fede cattolica rivelata da Cristo, predicata
empio divisamento , che li faceva principal- dagli Apostoli , per la quale, come gli Apostoli
mente infuriare contro i banditori dell'Evan- stessi e moltissimi martiri, cosi .di tutto il
gelio, gli avversari della scismatica empietà , buon volere io mi sollometto a tormenti , e
come intesero che il p . Bobola trovavasi in Ja- accelto la morte. » E pieno di fede e di alla fi
now, ivi rapidamente volarono per averlo nel- ducia in cuore, senza mellere un lagno , nè da
le loro mani . Il p . Andrea , terminato di offe . re un sospiro, solo ripeteva ad ogni tratlo :
rire il sacrifizio incruento, fu avvertito da al . «Gesù e Maria, aiulatemi e siate con me. ) An
cuni buoni Caltolici , che Janow era piena di zi dimentico talora di sè, ad imilazione del di
Cosacchi, i quali lo cercavano con animo o. vin Redentore volgevasi a pregare pei suoi car
stile ed intenzioni crudeli . Poco dopo che egli nefici, e gli eccitava a penitenza dicendo: « Ge.
fu preda degli empi , i quali in mezzo ad una sù e Maria, illuminale, convertite, salvate que
tempesta di battiture , gli intimarono dirinun- sti poveri traviati . » E a loro volgendo con
ziare alla comunione con la Chiesa romana , di grande affello la parola : « Convertilevi, dice
maledire al Papa , e seguire Fozio nella comu va , deh ! lasciate lo scisma, perché siete nell'er
nione della fede. Negaliva e fermissima fu la rore , e ostinandovi in esso, non vi potete salvare.
risposta del santo . Allora quei barbari furibon- Fate dunque penitenza , e Dio vi perdonerà il
di si scagliarono sopra dilui , facendogli prova. vostro peccalo.» Finalmente tutto rassegnato al
re ogni strazio inaudito, ed aggiungendo ad divino beneplacito , come preziosa vittima con
ogni novello tormento l'invito a rinunziare sacrata dai merili del Salvatore, moriva con
alla fede. Dolcemente rispondeva il santo in in bocca le dolcissime sue parole : « Nelle vo
mezzo ai tormenti essere lui sacerdote del vero stre mani , o Signore, raccomando lo spirito
Dio , essere fermissimo nella comunione della mio. » Cosi di questo santo scriveva, a porger
Chiesa romana , e con ammirabile mansuetudi ne idea della vita, delle opere, dei merili c del
ne gli esortava alla conversione, manifestando la morte , il p . Filippo Monaci della medesima
loro come coldurare nello scisma procuravano Compagnia, nell'occasione che dal regnanle
a sè stessi l'eterna rovina . Ma quelle tigri , non Pontefice Pio IX si procedeva alla beatifica
contente dello stremo cui lo avevano ridotto, zione di lui , che fu seguita con la formale so
il trassero in una bollega di macellaio, ed ivi lennilà nella basilica Valicana il 50 di ottobre
saziarono ' il loro diabolico furore nelle più or- l'anno 1833. Ed è pure nelle poche pagine del
rende guise contro l'intrepido campione, il suddelto p . Filippo dove potrà il lettore tro
quale mentre gli strappavano la pelle dalla le vare con bella maniera descritto tutto ciò che
sla e dal corpo, e canne acutissime gli con fic apparliene non solo alle esimie virtù del san.
BOBOLENO - BOEMIA 951
10 dagli anni suoi primi sino all'ultima ora nella sua setta ; fu onorato quant'altri mai , e
del suo martirio , ma sì ancora quanto riguar- mori improvvisamente, mentre parlava all'Ac
da i prodigii numerosi operati da Dio ad in- cademia di Caen , nel 1667 , di seltant'oltoanni .
tercessione di lui , gli onori resi al suo corpo, Le sue opere, studiate da chi sia fornito delle
e ciò che concerne gli atti della sua beatifica- necessarie cautele e condizioni , possono dare
zione ; rimettendo chi volesse saperne di più utililà agli studi della biblica erudizione.
alla vita più estesa , che in questa medesima S. S.
occasione della solenne beatificazione del ser. BOCHERU . Nel primo libro dei Paralipo
vo di Dio fu pubblicata con le stampe. meni al capo oltavo troviamo che era figlio di
D. V. GIORDANI. Azel della tribù di Beniamino. Cal.
· BOBOLENO, monaco , nalivo di Luxeuil , BOCHIRA, luogo dei lagrimanti . V. CLAUTH
primo abate di Granſel. Scrisse la vita di s. MON.
Germano, che leggesi nei Bollandisti al 21 feb BOCR) . Era il padre di Seba , famoso per
braio, scritta con precisione e con miglior gu- la sua ribellione contro Davidde, nella quale
sto di quello che si trovi nella maggior parte dimostrò quanta ingratitudine e malvagità ser
delle vite dei santi pubblicate nel secolo set- basse in cuore. Parla di questo il secondo li
timo. Gall . CR. bro dei Re, al capo vige

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