Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google
nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.
Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è
un libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico
dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,
culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire.
Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio
percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.
Google è orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili.
I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter
continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa
l’imposizione di restrizioni sull’invio di query automatizzate.
Inoltre ti chiediamo di:
+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per l’uso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo
di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
+ Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della
traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantità di testo, ti
invitiamo a contattarci. Incoraggiamo l’uso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto.
+ Conserva la filigrana La "filigrana" (watermark) di Google che compare in ciascun file è essenziale per informare gli utenti su questo progetto
e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla.
+ Fanne un uso legale Indipendentemente dall’utilizzo che ne farai, ricordati che è tua responsabilità accertati di farne un uso legale. Non
dare per scontato che, poiché un libro è di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di
altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro è protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un
determinato uso del libro è consentito. Non dare per scontato che poiché un libro compare in Google Ricerca Libri ciò significhi che può
essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe.
La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta
i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web
nell’intero testo di questo libro da http://books.google.com
h ...17.
.
h.got
1
3
1
L'EMILIO DISINGANNATO
DIALOGHI FILOSOFICI
DEL CANONICO .
ALFONSO MUZZARELLI
TIOLOGO DELLA SAGRA PENITENZIERI
CENSURE DI ESERCIZIO DELL'ACCADEMIA
DI RELIGIONE CATTOLICA .
EDIZIONE TERZA
AEC
I
M
SALIDRIS
.
IN ROMA 1816 .
1
3
DIALOGO II .
Emimilio
li fu dunque a ora di pranzo nella Ca.
sa ' di Eugenia insieme con Roberto . Essendo
già disposte , e imbandite le mense , nacque
come a caso una prescritta elegante contesa
a chi dovesse appartenere il primo luogo ,
fu risoluto finalmente dopo molti dibattimenti
in favor della Dama , quantunque la padrona
di casa , Oh ! disse Eugenia , poichè si fu posta
a sedere , almeno tra i selvaggi non vi sa
rebbero queste liti d'onore , e di tormento
Ma non vi sarebbe nè pur una mensa cosi
ben figurata , e copiosa , come la vostra : ris
>
A 2
)
4
Emilio , mangiano poco , quando han poco ,
del resto nell' abbondanza sono toracissimi
X
ed hanno un talento per bere > che supera
quello di tutti i nostri Europei . Sono dispo
.
+
gran differenza a motivo dell'età . Asgiunge
te a questo la varietà dei climi , che influis
ce anch' essa moltissimo su la diversa robn
stezza dei corpi ; ed avete qui un altro prin
cipio di fisica ineguaglianza . Questa poi de
ve produrre nella società una notabile diver
sità di uffizj , nè ad altro appunto fu ordinac
ta dalla natura Voi forse direte , che la
diversa educazione della società e quella piut
tosto , che genera la fisica ineguaglianza : ne
io nego , che l'educazion civile vi concorra
moltissimo . Ma voglio anche riflettere , che
l' ineguaglianza fisica promossa dalla società
è quella , che si osserva tra ordine .; e ordi
ne , non già quella , che si vede tra indivi.
duo , e individuo dello stesso ordine , e che
>
16
ricovero ; se dopo averlo occupato non pnd dir
eon giustizia : questo e mio ; verrà dunque un
:
1
più durevoie , e l'età giovånile del mondo .
Dunquo egli stesso confessa di aver sover
:
chiamente esagerata la felicità dello stato pri
mitivo , poiche ve ne sostituisce un secondo ,
il quale , benchè pieno di vizj , e nondimeno
per suo attestato più telice del primo . Dun
que quel primo non è lo stato , per cui la
natura mise gli uomini al mondo , perchè se
ne trova un altro migliore di lui : quello c
lo stato d' infanzia , questo secondo è lo sta
to di gioventù ; e la natura non ha fatti cer
tamente gli uomini per lasciarli sempre bam
bini . Dunque non è un male , da piangers
con tanti lamenti la proprieta e l'inegra
>
1
23
Oltre a ciò anche nelle società nascenti non
vi sarebbero state proprietà , e ineguaglian
ze ? Ogni famiglia avrebbe detto : questa ca
panna è mia : questo tratto di selva è mio :
quest' arco , e queste freccie son mie . Chi av
rebbe trovato più pesca , e più selvaggiume ,
e chi meno ; né le mense sarebbero state
tutte imbandite con egual abbondanza . Come
dunque supporre uno stato e una societa ,
qualunque ella sia , senza proprietà ,
> e con
perfetta eguaglianza ?
EUGENIA
Voi dite benissimo ; nondimeno avverto , che
tra i selvaggi vi sarebbero meno proprietà di
numero , e meno ineguaglianza quantitativa .
L'agricoltura fu quella , cle moltiplicò le pro
prietà , e accrebbe l'inegnalianza . Dalla col
tura ( pag. 67. ) della terra segui necessaria
mente la sua partizione ; né si può concepi.
re l'idea della proprietà nascer da altro , che>
>
( Gen. 13. ) Abramo molt ' oro , ed argento ,
e molto bestiame insiem con Lot . La pastura
non era sufficiente per due numerosi armenti ;
i loro pastori venivano tal volta a rissa per
la mancanza del pascolo . Err.o dalla :
www uuut proprietà
abbondanti , che cominciano , a generare delle
discordie . Ma non v'è forse riparo , come pre
tende. Gian Jacopo ? Abramo non si lascia si
gnoreggiare dall'ambizione , ma parla placida
>
1
rito di fraterna eguaglianza ; e nel Cristiane
simo istesso dee procurarsi colla ragione , e
colla mansuetudine , non mai colla scdizione,
í
1
34
coi regicidi , coll' anarchia . Se qualche im
prudente tentasse di condur colla forza i Cri.
stiani dell'Europa allo stato و, in cui vivono
i nuovi convertiti del Paraguai , costụi do
vrebbe riguardarsi come un fanatico Un e
difizio recente , che si alza dai fondamenti ,
>
i sudditi , e i Monarchi .
Che se in questi ultimi tempi le leggi so
cievoli e fraterne del Cristianesimo si sono
vedute in gran parte dimenticate , ciò deve as
tribuirsi specialmente ai filosofi , i quali com
battendo con amendue le mani il Vangelo
e la Chiesa , hanno radunata al lor soldo una
truppa di libertini , di rapaci, di crudeli , di
2
35
tiranni , di ambiziosi , che seguitando a por
tar il nome di Cristiani hanno disonorato in
faccia agl' idioti il Cristianesimo . Ma Iddio
ha saputo separare i buoni dai malvaggi >
* *
DIALOGO III.
Governo , e Sovranità .
.
correre insieme nell'elezione di quel gover
no , che parve loro più opportuno . Se l'op
.
I
43
ritto , perchè non resti pregiudicata la socie
tà . Così , se io sarò fatto morire dal Prin
cipe per aver ucciso un' altro , non è neces
sario , che io consenta , o abbia consentito
alla mia morte ; ma fu l'ucciso , che confe
ri al Principe il suo diritto > ch' egli aveva
in questo caso sopra la mia vita , e col dirit
to da lui acquistato il Principe mi condannò
giustamente alla morte' .
Facciamo progresso . La Podestà eletta dee
presedere al bene comune ,, a cui fu destina
ta dalla società , Dunque la sua autorità dev '
.
corpo libsuddito
no ero
; dunque il fece suddito ,
n .
Anche in un altro modo . L' uomo è chia
mato dalla natura alla società . La società
non può stare senza un governo . Dunque
l' uomo è obbligato ad assoggettarsi ad un
governo . Un governo variabile >
instabile ,
soggetto all'arbitrio ,oe ripudiabile dalla lia
bertà di ciascuno , non è idoneo alla società ,
.
Inil. Tom.III. C
50
anni dal momento dell' usurpazione ; molto
più se passarono de' secoli , la sovranità si è
consolidata , e divenuta un vero dominio per
il vigore della prescrizione , che ha forza di
legge necessaria in tutte le nazioni .
So benissimo , che al sin quì detto si op
pone anche da moderati ragionatori , che la
Società può detronizzare un Principe , quan
do egli si opponga alla 'felicità generale ,
perchè non è presumibile , che la Società ab
bia voluto chbligarsi ad un Sovrano , che vuol
distruggere il ben comune و, per la di cui di
fesa fu eletto ; anzi la Società non poteva ne
meno in questo caso legarsi alla dipendenza
!
+
ziato all'uso di un diritto , che sarebbe per
lui sicuramente svantaggioso , e nocivo .
Molto meno può aver forza il dire che il
male sofferto dalla società sotto un tiranno è
certo و, e il male che può temere col ten
tar di deporlo , è incerto . Ma la società ha
diritto di esporsi a un male in certo per li
berarsi da un male certo . Dunque la societi
può deporre un tiranno · Rispondo , che è
poco il dire : il male , che può temer la so
cietà per la deposizion di un tiranno , è èin
certo : bisogna dire : è probabilissimo : l'ho
provato sin qui anche colla scorta di San
Tommaso . Indi bisogna aggiungere : che il :
EMILIO
Si , Madama , poichè volete cosi ..
EUGENIA
Io vi ho ascoltato volontieri ; ma è tempo ,
che lasciate anche a me la libertà di dire qual
che parola . Già sapete , che noi donne siamo
ๆ
disparità .
EMILIO
Senza sciogliere la quistione , se veramen
te competa al popolo un tal diritto , e al
Papa una tal podestà , quando un Principe
combatte la Chiesa , anzi supponendo , che
questa regola sia certa , quantunque da alcu
ni è stata contrastata ; rispondo così : Il ben
comune spirituale è infinitamente preferibile
al ben comune temporale : è l'unico neces
:
EUGENIA
Io non sono cosi mal contenta del nostro
Emilio , come lo mostrato da prima . Alla fi
ne son ragionevole, anch'io , nè pretendo di
aver preso un partito sì
si ostinato per Gian
Jacopo , che non voglia poi cedere alle ragio
ni in contrario . Nondimeno : avrei piacere ,
che facessimo anche un esame sopra un al
tia di lui Opera molto analoga a quella , che .
!
abbiamo sin qui discussa . Ella é intitolata :
Il Contratto Sociale , in cui è vero , che non
si avvanzano gran passi di più , che non si
piantano nuovi fondamenti , ma pure vi si
promovono nuove ragioni , yi si toccano nuo.
vi punti sin qui non esaminati . Per domani
vi attendo in casa mia , nè credo , che vi sa
>
91
rà discaro ; se farò intervenire alla nostra
piccola adnnanza un Cavaliere , che porta mc
ritamente gran fama di spirito , e di talento .
L' invito fie aeccttato da Emilio , e da
Roberto ; é il primo non ebbe tanto in mi
ra di convincere Eugenia , quanto di far
la riavere dalla vertigine in cui ľavean
gittata i libri di un seclizioso , ed empio filnsa
fo . Percio accompagnava i suoi studi con mol
•
DIALOGO IV.
concerto .
Ebene direi io : dunque si venga all'e
lezione di una Podestà Sovrana , la quale ab
bia l'autorità di unire insieme queste forze
alla difesa dello Stato , di distribuirle all'e.
sercizio d'occupazioni diverse , di mantener
le in un giusto , e ragionevole equilibrio .
Ma Cian Jacopo non risolve così .
Persuaso , che l'uomo è nato libero e non .
. >
1
当年
essendo eguale la condizione per tutti , nes
suno ha interesse dt renderla gravosa agli
altri .
In oltre l' alienazione facendosi senza ri
serva l'unione è perfetta quanto può es
serlo , e nessun assoriato ha più niente ela
reclamare . Perchè se restasse qualche diritto
ai particolari , siccome non vi sarebbe nessun
superiore comune , che potesse decidere tra lo
ro , e il pubblico , ciascun essendo in qualche
е
tratto sociale .
Ma perchè a fine di riscuotere i propri di
ritti ,> e di adempire i propri doveri , gli uy
mini uniti in società hanno mestieri di alcu
ni mezzi , che ne impediscano , e puniscano
la trasgressione , e ne rendan più facile l'e
secuzione , quindi è , che gli uomini associa
ti devon formare delle leggi umane , che sie
110 ( S. Thom . 1. 2. qu. 91. art. 3. ) come il
mezzo pratico di osservare le leggi naturali .
Le leggi umane porno stabilirsi da prima in
una piccola società per via di convenzione ,
97
cioè dal concorso dei sentimenti , e delle vo
lontà di tutti ; e nè pur qui posso scoprire
un contratto , ma solo una piccola nazione ,
che la fa da Sovrano , وe propone a' suoi in
dividui una legge da osservarsi da tutti . L'i.
dea dunque del contratto è totalmente super
flua riguardo ai doveri scambievoli delle mem
bra , che compongono una società .
Resta a vedere ; se possa immaginarsi un
contratto tra le membra della Società , e una
Podestà , che la governi , e difenda i suoi di
>
Emil.T.III. E
98
ď associazione, che difenda ; e protegga la
persona , e i beni di ciascuno . E ' egli un go
verno , una podestà , una sovranita quella
ch' egli cerca ? o che cosa cerca egli mai ?
Dirò 9
ch ' egli cerca una sovranità ma la
cerca nella comunità medesima la cerca in
tutti , non in una parte eletta da tutti ; non
vuol sottoscrivere un contratto di tutti colla
parte , ma un contratto di tutti con tutti .
Ecco un nodo inestricabile di mille idee in
tralciate , e confuse .
9
EMILIO
Tutti termini equivoci , e frodolenti . Cias
2
105
gliono chiainar Contratto i doveri scambievo
li , questo sarà un abusar dei termini , poi
chè i contraenti devon esser liberi a stipu
lare un contratto > e in questa sorte di con
tratto , non v'è libertà nè per l ' una parte ,
nè per l'altra ·. La natura anteriormente ad
ogni contratto lega gl'individui alla società ,
e la società agl' individui . Il vero per al
tro si è che gli uomini saggi non hanno mai
dedotto da un tal principio quelle funeste
conseguenze , che ha procurato di dedurne
l'impostore Gian Jacopo .
ROBERTO
Ma quali sono queste funeste conseguenze?
EMILIO
Il pretendere , che tutti gli uomini gema
>
suoi aderenti ?
VALERIO
Ma nel capo terzo ( pag. 168. ) il nostro
filosofo ha certamente tutta la ragione . Egli
combatte il diritto del più forte ; mostra ,
che la forza è una potenza fisica , da cui
non può risultare nessun effetto morale ; ce
dere alla forza è un'atto di necessità , non
di volontà ; al più si potrà chiamare un at
to di prudenza . In qual senso dunque potrà
egli diventar un dovere ? Convien concludere
( pag . 169. ) che la forza non fa diritto , e
che siamo tengti ad obbedire soltanto alle
potenze legittime . .
EMILIO
Tutto bene : ma qui Rousseau ha preso a
combattere un avversario che non esiste
se non al più tra filosofi suoi pari . Chi ha .
ROBERTO
Io non ho veramente rilevato questo spi
rito di bestemmia in Cian Jacopo .
EMILIO
Riconoscetelo dunque adesso . San Pietro
.
1
.
IIO
ROBERTO
E pure , dice Roussean , ( cap. 4. pag. 169.)
uomo non ha un autorità na
poichè alcun uomo
suo simile
turale sopra il suo simile ,, e poichè la for
za non produce alcun diritto restano dun
que le sole convenzioni per base d'ogni au
ok torità legittima fra gli uomini .
EMILIO
che
樣 Piano ; perchè io vi ho già provato y
di cunre , ee per
per timore di Dio
Din .... Vi sovvenga ,
che Gesi Cristo è il vostro Padrone . E poi
Padroni accordate ai vostri schiavi tutto cio ,
che è giilsto , ? ragionevole , rainmcntanlovi.
che avete un padrone lassi nel Cielo . Galat.
c. 3. 27. Colos. c . 3. 11. € 22 .
Io vi rimando , dice lo stesso Apostolo aa File
mone,il vostro schiavo Onesimo, che è mio figliuo
lo , c ch' io ho fatto nascere al Signore nelle mie
126
'catene Accoglietelo non come schiavo , ma co
me un figliuolo carissimo a me e a yoi , secon
do il mondo , e secondo Dio , ad Philem ,. v . 10 .
e 26 .
Si sa , quando fu promossa da' Vescovi la
libertà degli schiavi > che per riscattargli si
vuoto bene spesso l'erario della Chiesa , e
che nel terzo concilio Lateranense sotto Ales
sandro III. fu proibita la servitù . Se in qual
che parte dura ancora un certo sentimento di
crudeltà contro gli schiavi , è però vero , che
i Vescovi han procurato sempre di mitigarla ,
c che vi sarebbero riusciti del tutto , se l'a
varizia di alcuni Europei , e la cattiva indo
le de' medesimi schiari non l'avessero im .
pedito .
VALERIO
Voi ci avete abbastanza persuaso , che il
diritto di schiavitù dentro " certe restrizioni
non è nè barbaro , nè illegittimo , e che i
presenti governi Cristiani non devono a que .
sto fondamento la loro esistenza . Ma sareb
be tempo di chiamar ad esame il capo setti,
mo , dove Rousseau parla del Sovrano .
ROBERTO
Debbo confessare , che in quel capitolo io
>
membri .
Imperocchè ogni individuo può cone uomo
o
avere una volontà particolare contraria
dissimile dalla volontà generale , ch'egli ha
come cittadino . Il suo interesse particolare
può parlargli diversamente dall'interesse CO
mune . Dunque affinché il patto sociale non
sia un vano formolario , egli racchiude taci
tamente quest'obbligazione , che chiunque ri
fiuterà d'ubbidire alla volontà generale , vi
sarà costretto da tutto il corpo ; il che si
gnifica , che sarà forzato ad esser libero ;
perchè tale è la condizione che garantisce
ogni cittadino ascritto alla patria da qualun
que dipendenza personale , condizione , che fa
l'artiſizio , e il giuoco della macchina politi
ca , e che sola rende legittimi gl ' impegni ci
vili , i quali altrimenti sarebbero assurdi , ti
rannici , e soggetti agli abusi più enormi .
و
EMILIO
Ecco nuove falsità coperte sotto un giro
misterioso di parole . Il Sovrano formato ili
particolari non può avere un interesse contra
rio al loro . Falso "; se tutti , o la più parte
de' particolari avranno in mira il bene par
ticolare , e non il ben comune , come può di
leggieri succedere , allora il Sovrano formato
129
di particolari avrà un interesse contrario al
loro considerati come membra della Sovranità .
E' impossibile , che il corpo voglia nuocere a
tutte le membra . Il corpo non vorrà mai.1100
cere alle membra , sinchè le riguarderi como
tali ; ma chi mi assicura , che avrà sempre
questo scopo , questo riguardo , questa tes ...
denza ? Anzi ciò non dee succeder quasi mai
in un corpo , dove tutte le membra hamo vo
2
VALERIO
Voi mi andate sviluppando alcuni termini
che con un giro misterioso mi aveano quasi
inviluppato nella rete . Tuttavia senza il vo
stro soccorso io capisco abbastanza le falsi -
cono .
ROBERTO
lo certo non mi chiamo soddisfatto di que
sto sistema di Gian Jacopo ; perchè vorrei
sapere con qual fondamento egli sappone
che l'uomo coll'ascriversi alla comunità ab
bia inteso di donarle i suoi beni , e di fare
la padrona di ogni proprio acquisto . S' intere
roghi ogni cittadino , e gli si domandi , se
>
IICCCssaria a sussistere .
EMILIO
Si , se questo fosse possibile in pratica , e
se il solo diritto di sussistere fosse quello ,
che genera il diritto del primo occupante , e
quello della proprietà . Ma chi potri determi
nare precisamente la quantità di terreno , che
sia sufficiente a mantenere una famiglia , che
ad ogni tratto aumenta , e diminnisce ? Questo
è un voler tornare alle quistioni dell'egua
glianza fra gli uomini , che abbiam già di
scusse nelle passate conferenze . Oltre a ciò
l' uomo non ha soltanto diritto di consesvare
il proprio individuo ; egli è anche perfettibi
le , come ho provato negli scorsi giorni ; ha
dunque eziandio diritto di migliorare il suo
stato coll ' aumentare i suoi beni . Se per il
di
diritto di conservarsi può acquistare cio ,
cui ha bisogno a sussistere , per il diritto di
perfezionarsi può aumentare senza altrui dan
no i proprj acquisti .
Sempre più strani sono i suoi paradossi ,
quanto più si accosta alla fine di quel capitolo :
Cio , che v 'ha di singolare ( pag. 188. ) in
questa alienazione si ce , che la Comunità nell'
accettare i beni de' particolari in cambio di
spogliarneli , piuttosto ne assicura ad essi il
legittimo possesse , cingia l'usurpazione in
un vero diritto , e il godimento in proprietà .
Contraddizione più singolare non vi può esse
re dopo il sin qui detto . Non ha egli inse
gnato da prima, che il possesso ( pag. 185. )
cangia natura cangiando mani ; che la pos
137
sessione ( pag. 186. ) pubblica é in fatti piis
forte , e piis irrevocabile senza esser più le
gittima ; che lo Stato è padrone di butti i be
ni particolari per il Contratto Sociale ? E pur
qui il possesso cangia tanto natura , che di
usurpazione diventa diritto ; qui ai particola
ri si assicura il legittimo possesso ; qui si
acquista una proprieti , che prima non v'era ,
Grazie a Gian Jacopo di tutti questi doni,
i quali per altro si riducono a mantenermi a
spese della comunità , dopo avermi spogliato
di tutto il mio , e a farmi di pailrone un sem .
plice depositario , come subito dopo egli sog
giunge
EUGENIA
Ma di questo modo si sostituisce un ' eguas
glianza morale , e legittima a ciò , che la 112
tura ( pag. 189. ) avri potuto mettere d' į
negualianza fisica fra gli uomini, e cosi gli uo
mini potendo essere disuguali di forza ,
d'ingegno , essi divengono tutti eguali per
convenzione , e per diritto .
· EMILIO
Nò Eugenia , non torniamo sempre da ca
po cogli stessi paradossi intorno all'eguagliana
za , che ho già mille volte confutati . Se la
natura ha messo tra gli uomini un inegua
glianza fisica di forza , e d'ingegno , deve an
che aver voluto , che questa causa produca i
suoi propri e naturali effetti , cioè quella ine
guaglianza morale , e civile , che era neces.
saria al buon ordine della società .
VALERIO
1
Grazie al cielo siam pervenuti alla fine del
138
Primo Libro del Contratto Sociale , Sarà ten
po per oggi di por termine alle nostre ri.
cerche .
EUGENTA
Si : e domani vi attendo per proseguire il
nostro esame , e per passare al Secondo Li
>
2
139
DIALOGO V.
Valerio . Io ho dettu
. e sostengo che la
Sovraniià è irrevocabile , ma quando però noli
vi si opponga un patto espresso in contra
rio . Se il popolo nel creare il Sovrano , vi
pose per condizione , che nelle tali , e tali
circostanze il Sovrano dovesse decadere dalla
sua podesta , e il Sovrano accettò la condi
9
anche indivisibile . .
VALERIO
Nò , perchè già Emilio ci ha mostrato
>
EMILIO
Ma voi non avete poi riflettuto che ciò
giova assaissimo a sedur gl'ignoranti , i qua.
li pensano , che sotto quella nebbia si oc
cultino grandi arcani di politica , ee di go
verno . Intanto si conosce , che Gian Jacopo
9
Jacopo .
Anche il dire , che ogni uomo può dispor
re liberamente di ciò , che gli è stato rilas
ciato , è una menzogna . Non ha egli detto
già prima ( lib. 1. cap. 9. pag. 186. ) che lo .
nessuno >
lascerà a sua disposizione soltan
to quello che accorda ancora al più vile
artigiano
151
L'elogio poi , che Gian Jacopo aggiunge
in fine del capitolo a favore del Contratto
Sociale , quanto più conviene al governo po
litico ? Ma certamente almeno distrugge tut
to ciò , ch'egli ha scritto in favore dello
stato primitivo ,e della vita selvaggia. Iparticolari
non han fatto, che un cangiamento vantaggioso;
cioè d'una maniera ili sussistere (pag.202.) in
certa > e precaria con un'altra miglioré , e
più sicura ; dell'indipendenza naturale con
la libertà ; ܪdel potere di nuocere altrui colla pro
pria loro sicurezza ; e della lor forza , che gli
altri potevano superare , con un diritto , che
l'unione sociale rende invincibile . La loro stes
sa vita , ch ' eglino hanno consecrata allo Sta
to è da lui continuamenteprotetta 9, e quando
l’espongano per sua difesa , che altro fanno ,
9
se stesso .
Questo solo squarcio non basta a distraga
gere tutto il suo discorso su l' Origine dell'
Ineguaglianza ? E voi , Madama , non reste
rete ancor disingannata del vostre filosofo ?
152
EUGENIA
Io ne sono cosi umiliata , che incomincio
ad arrossirne .
EMILIO
E io ne sono cosi stanco , che se non aves.
si preso l'impegno in quest' esame , getterei
il suo libro ad ardere su le fiamme per non
aver più ne meno l'occasione di perdere inu
tilmente il tempo , e lo studio .
و
EMILIO
Mi congratulo , o Madama che andate
sempre più aprendo gli occhj su l'impostura
di Gian Jacopo . Ma non sò se abbiate fatto
riflessione sul nono capitolo , ove stabilisce
il fine della Legislazione . Questo fine si ri
duce a due principali oggetti , cioè libertà ,
ed eguaglianza . Ma qui non esistono altro
che i nomi , la dove nel discorso su l' origi
ne dell' ineguaglianza egli ne voleva a viva
forza tutto il sugo , e la sostanza . Per li
bertà egli intende quella ( pag. 227. ) libertà
civile , di cui ha parlato nei capi anteceden
ti : ho già detto , che cosa è libertà civile :
quella libertà , che trovasi in tutti i gover
ni ben regolati , i quali cangiano ( pag.202. )
l'indipendenza pericolosa in una profittevole
soggezione . Per eguaglianza egli non inten
de la perfetta eguaglianza . Non fa mestieri
ď intendere per questa parola , che į gradi
di ( pag. 217. ) potere , e di ricchezza sieno
assolutamente gli stessi , mà in quanto al po
tere ch' egli sia lontano da ogni violenza ,
e che non si eserciti mai fuorchè in virtù del
posto , e delle leggi ; e quanto alla ricchez
ma , che nessun cittadino sia opulento in gui
sa da poterne comprare un altro , e niuno
si povero per essere costretto a vendersi . Cio .
che suppone per parte dei grandi moderazio
ne di beni , e di credito e per parte dei
159
piccoli moderazione e avarizia e di cupi
digiø ..
1
161
* * * * * * *
* * * *
DIALOGO VI.
Il di seguente,poichè
, si furono adunati,,
Valerio fu il primo a prendere la parola ,
e disse :
VALERIO
Veramente io credo , che quest'oggi potrem
9
H 2
172
garantirsi da questa taccia ha sognato una
proprietà , o un'altra pazzia , meravigliosa ,
> 2
go a verun appello .
EMILIO
Non vi sovviene adunque di quello , che
vi abbiam già risposte ne' giorniantecedenti ?
Il Principe ha Dio per giudice supremo , il
quale si è impegnato colla sua infallibile pa .
rola di punire i tiranni 9 e gli usurpatori ,
ed ha promesso ai popoli oppressi di liberar
li , se a lui fedelmente
> e umilmente ricor
rauo . Se Rousseau non era un Ateo , dove-.
1
173
va anch' egli riconoscere questo tribunale spa
ventoso dei Monarchi , e calmare i suoi ir
ragionevoli timori.
VALERIO
Lasciatemi ora passare al libro quarto , e
segnatamente al secondo capitolo , dove si pare
la de' Suffragj . Io aveva gran curiosità diq
vedere , come Cian Jacopo conciliasse la li
bertà , e la volontà di ciascuno col buon or
dine , e col pubblico bene . Ma ho poi ritro
vato , che anch' egli conviene nella forma del
le elezioni con tutti gli altri , cioè preten
de , che queste debbano farsi per pluralità di
voti . Fuori del contratto primitivo di socie.
.
ROBERTO
Ben volentieri . Rousseau adunque ammette
( lib. 4. cap. 8. ) dne Religioni una interna ,
e l ' altra esterna una naturale e l'altra
civile , una dell'uomo , e l'altra del (pag.341.)
cittadino . La prima senza tempi , senza al- ,
tari , senza riti ristretta unicamente al culto,
interno di un Dio Supremo , e ai doveri es
2
crede un solo Dio , e poi offre sull' altare l' in- '
censo a più Numi , è un sacrilego . Chi crede
in Gesù Cristo figliuolo di Dio , e poi lo bes
temmia cogli Ebrei , è un empio . Che cosa
2
bli non credano a' suoi dommi . Gli uni , e gli >
e noi
perchè Iddio ha sicuramente parlato ,
l'abbiamo già provato to tant
tantee volt
voltee ,> senza che
voi sappiate abbattere le nostre prove . In .
tanto perchè la Fraücia area nutriti acca2
calunnie
ROBERTO
In verità voi avete fatto una predica mol
to forte contro la pretesa religion civile . Ma
questa predica appunto è quella , che al tri
bunale di Gian Jacopo vi condanna come reo
di morte . Questa predica spira tutto il fuo
00 dell' intolleranza , e l'intolleranza è il dom
9
ROBERTO
Ma non v'erano forse dei Santi nella Fran
cia , per cui Dio poteva perdonare agli empj,
come s' era impegnato di perdonare a Sodo
ma , se in essa si fossero ritrovati dei giusti,
anche solo sino al numero di dieci ?
EMILIO
V erano nella Francia , e vi sono dei gius
ti , ma bisogna distinguere i giusti secondo il
mondo dai giusti secondo Iddio . V' erano mol
ti giusti secondo la regola mondana , che non
erano tali secondo la regola divina . Il mon
do si appaga di leggieri di una esterna ap
parente onesti , ma Dio ricerca , ed esplora
tutti i nascondigli del cuore prima di trova
re un giusto come Lot 2 come Giobbe , ee
come Daniele . Oltre i peccati particolari , in
cui molti cadono benchè in apparenza giusti ,
chi si ritrova , il quale prima della persecuzio
ne siasi diportato cogli empi , da cui riceve
al presente tanti insulti , come diportar doveasi
per la sua professione , e pel suo ministero ?
Plerumque enim , dice Sant'Agostino , ( de
Civit . Dei lib . 1. cap. 9. ) ab eis docendis
admonendis ,, aliquando” etiam objurgandis ,, &
>
211
bramo : Non perdam civitatem . Genl . 18. dis
se : Non distruggero la città : non disse :
Non la flugellerò , se vi si trovano dieci giusti.
E che ? la Francia è forse totalmente distrut
ta incendiata incenerita come Sodoma ?
Niuno scampò di Sodoma ; non si salvò un
uomo fuori di Lot colla sua famiglia , nè una
bestia , nè una casa ; tutto rimase assorbito
dal fuoco divoratore . Ma della Francia quan
ti ne uscirono , e quanti di loro forse vi tor
neranno ! quanti ancora de' giusti vi riman.
gono occulti o dalla persecuzion medesima
>
giusti !
ROBERTO
Ma molti dei giusti stessi vi hanno lascia
to la vita .
EMILIO
Questo è accaduto anche a tanti Profeti
cominciando dal sangue di Abele sino a quel
lo di Zaccaria : questa è stata la sorte degli
Apostoli , e del Capo degli Apostoli stessi ,
e de' Profeti . E poi v'è nessuno di loro , che
abbia sofferto tanti dolori > come il Santo
Giobbe ?
Dio volesse diceva Sant'Agostino ( Serm .
de Urbis Exciil. ) che scuoprir potessimo co
gli occhi le anime dei Santi , che morirono
nella persecnzione ! allora redreste , come Ide
12
dio abbia perdonato a quel Regno . Imperoc
chè migliaja di Santi vi sono , che nell'eter
no riposo si rallegrano , e dicono a Dio : Gra
zie Voi , che ci avete liberati dalle mo
lestie , e dai tormenti della carne Gra
zie a Voi , perchè non paventiam più né i
barbari , nè il Demonio ; non temiamo la fa
>
INDICE
DE DIALOGHI
REIMPRIMATUR ,
Fr. Philippus Anfossi Ordinis Praedicatorom
Sacri Palatii Apostolici Magister .
10454
!
1
1
3