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FIRPO

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RICCARDI
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VERNA
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DE
EC
1705

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BIBLIOTECA NAZIONALE
TORINO TRA

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1
chi l'a pi 'd fil farà pi d ceila
Ex libris
LUIGI FIRPO

6. 8 : S
‫در وارد کار می روند ‪,‬وکامتار در نهایت می کنیم و برای‬
DEL

GOVERNO CIVILE
D E GLI

ANTICHI TOSCANI
E

DELLE CAUSE DELLA LOR DECADENZA

DISCORSO
DI GIO . M. LAMPR EDI.

IN LUCCA MDCCLI.
Wan Nella Stamperia di Mac OPO GIUSTI .

re
biul
GUST.C.
GALLETTI
FLOH,
7

fals

14
jii
A SUA ECCELLENZA
IL SIGNOR CAVALIER

GAETANO ANTINORI
PRIOR D ' OR VIETO , CONSIGLIER DI STATO E DI REGGENZA
IN TOSCANA ,

SEGRETARIO DI GUERRA cc.

G10. M. LAMPREDI .

I Riveriti Comandi dell '


ECCELLENZA VO
STRA m'impegnaro
no non è gran tempo
paſſato a ſcrivere della Filoſofia de
gli Antichi Toſcani, e fin d'allora ,
in defcrivendo rapidamente la forma ,
tii del
1

iv :
del Governo di queſti Popoli veddi
che queſta parte di Politica Filoſofia
era di ricerche più eſteſe ben degna ,
le quali però alla brevità del tempo ,
che allo ſcrivere m'era conceffa , non
convenivano : lo promifi fin d' allora
di applicarvi ſeriamente l' animo , ed
eccomi benchè tardi , o SIGNORE ,
a fodisfare ali obbligazione contratta
con Voi , e con il Pubblico .
Ardita è certamente l'Impreſa , si
perchè la lontaniſſima Iſtoria di que
ſti Popoli pochi e dubbiofi lumi al ra
gionár fomminiſtra , si perchè il primo
tento una via , dove quafi neſſuno In
telletto umano ha ſegnato veſtigio , e
si finalmente perchè io vengo lieto
ſicuro a trattar di Governi Civili d'a
vanti a Voi , che fiete di quelli in 1

tendentiffimo , e che alle cognizioni,


onde con l'affidua Lettura dei Claſſici -
Antichi e Moderni corredato Vi fie:
te , per il ſaggio avvedimento di CE
SARE aggiungete fortunatamente la pra .
tis
V

tica . Le quali cofe potrebbero ogni


più ardito animo intimorire s' io non
conoſcefli , che Voi con fomma be.
nignità ed amorevolezza folete acco.
gliere le fatiche di qualunque Intellet
to , e che io ſon ſicuro di preſentar
mi a Voi come Figlio ad un Padre 1

giacchè come Padre e Protettor. delle


Lettere e delle Scienze , itutti meritas
mente vi riſguardano .
A queſte Voi conſacrate quel tem
po , il quale per la ſomma attività e
chiarezza di mente , con cui gli affa
ri del Governo Toſcano fedelmente
amminiſtrate , ai doveri del luminoſo
Impiego , in cui CESARE vi ha col
locato, fate avanzare , le così cón
eſempio Voſtro ſvegliate ed incorag .
giver gl' Ingegni altrui a queſte Voi
preftate favorevole e prontiſſimo aju
to ; a queſte ſicura Protezion conce
dete ; quindi la ſcelta Biblioteca ,! las
quale con nuovi acquiſti ogni giorno
accrefcete, e agli Studioli agevolmens te
vi
te comunicate , e quindi la numeroſa
Raccolta degli Antichi Monumenti E
truſchi , Greci , Latini , e Patrii , che
a comun pronto adornano il voſtro
Muſeo .
Onde avviene che i Popoli del
la Toſcana riconoſcendo in Voi un
Protettor benéfico ed amorevole ſenza
parzialità e ſenza ingiuſtizia , un i'er
ſonaggio giuſto ed incorrotto ſenza
fierezza , un Amator delle Lettere e
delle Scienze ſenza vanità e ſenza ora
goglio ; benedicono l' AUGUST ISSI
MO ED INVITTISSIMO SOVRA
NO , il quale ha pravidamente volu
to che Voi inſieme con altri Saggi
prudenti , e giuſtiflimiMINISTRI pre
fediate al Governo loro .
Queſte adorabili qualità , che vi
adornano , e l' amorevolezza partico
lare , con la quale me e le coſe mie
rifguardar folete , fperar mi fanno che
Voi non isdegnerete queſta mia te
nue fatica , la quale come la primas
$

G può
ſi può dir nata per comando Voſtro,
e che Voi perciò vi contenterete ,
d'innalzare a tanta dignità queſto mio
ſcritto , che del ſuo graviſſimo ſog
getto , e dell'Udienza Voſtra diventi
non affatto indegno .
.

1
+
DEL GOVERNO
CIVILE
DEGLI ANTICHI TOSCANI
E

OILLE CA U S E DELLA LOR DECADENZA :

DISCORSO .

C primo Governo Civile , ſotto del 2

quale gli Uomini principiarono nel


Mondo a vivere inſieme , è Itata .
la Monarchia ; ed i più antichi Po
poli , dei quali parla sì la Sacra ,
che la Profana Iſtoria , erano ſot
topofti ai Regi ( 1 ) .
In leggendo attentamente Omero uno dei pri
mi Scrittori Greci dopo Mosè non ſolamente apo
A pa
( I Bubilonj, gli Alliri , gli E. IV. cael Crizia. Arift, della Repa
giziani, gli El.miti , e le Nao Lib. I. Cap. II. Lib. III. Cap.
zioni che abitavano vicino al XV. Polit. Lib. VI . in princ.
Giordano , e nella Paleſtina ef. Berof. app . Sincell . p. 307. Cie.
ſere ſtati ſotto queſta forma de Legs . Lib . III. Do 2. De
di Governo l'afferma Mosè , Ge. Off. Lib. II. 0. 12. Salluit. do
.
acf. Cap.X. v. 10. Lib. I. de'Reg. Bell. Cat. Juſtin Lib. 1. Init,
Cap. VIII. v . 20. ved. Sanchon . Pauſan . Bocot. in princ. Hift,
appreſs. Bufrb . nella Prep. E. des lacas T. I, io priac.
vang. pag. 36. Plat. Legg. Lib .
1

pariſce che tutti i Popoli dei quali parla viveſſere


ſotto il Regno , ma pare ancora che egli non aveſo.
ſe idea . d aler' ordine di Governo ( 1 ) : e non è ciò
maraviglia trovandoſi ancor dei popoli , i quali per
una lunga ſucceſſion di Secoli :governati' ſempre dai
1

Regi ,. concepir non fanno, coſa ſia lo Stato di una


1

Repubblica (2 ) .
Ma non è difficile molto intender la ragione :
di queſta uniformità di azioni umane . Il Governo .

di un ſolo , ovvero la Monarchia , dice il giudizio


ſo Polibio (3 ); ſi ſtabiliſce :ſenz'arte, e per il puro
movimento della Natura '. Avvezzi gli Uomini a vi.
vere ſotto l' Autoricà dei Padri loro , i quali nei pri
mi : tempi erano i Càpie i Legislatori della propria
Famiglia , doveano naturalmente eléggere quel Go.
verno , il quale maggiormente : al primu ſenplice e
naturale delle famiglie loro era conforme ..
1 Cosi di più Famiglie ſe ne compoſe una ſola :
i nuovi Cittadini G rifguardarono inſieme come fra .
telli; ed ebbero per: il; nuovo Monarca l'amore , e il
riſpetto e l'obbedienza , quale ad un comun Padre
fi corrveniva , ed il Monarca dall'altra parte non a-:
ſcolando ſul principio che le voci della Natura e dele
I la renérezza Paterna conobbe che non per :alira' cą .
gione era ſtato inalzato a quel grado , che per procu .
rare alli duamente la ſalute e la tranquillicà non de
ſuoi foccopottis ,made' ſuoi figli.
Si
( i ) Iliad; Lib. 11. ". V. 2046 land. T. 3. p. 28.".
et : l'eqq. [ 3 ] Lib . VI. Cap. I. in princ.
( 1) Martini Hift, de la Chin. vid . Himer. Olaydi. " Lib . IX . v.
+

Lib . I. pag. 15. Mem.", de la 107. et ſeqq . Plat. de Legg. -Lib


Chin . par le : P.le Comte T.II. III. pag. 806.
5
Listtr. 9. Recides Voyag: Hol.
3
Simile agli altri Cittadini nell'abito , nella men
.

ifa , ed 'in tutto il contegno della vita non aveva


altro frutto dal Regno , che il piacere di render fe .
lice il Popolo a lui confidato : ma i Succeffori non
ſi contennero così agevolmente nei confini di tan .
ta moderazione ‫ ;ر‬et autorità , e l'opulenza accene
dendo i loro deſideri , :credettero che non ſi potel
ſe trovare alcuno , che aveſſe ardire d'imporre il
freno alle loro ſmoderate paflioni ; c divenuti ambi
zioſi , crudeli , ed ingiufti follevarono coniro di lor
medefimi il Popolo , tra 'l quale l’Anime più illuftri
e coraggioſe concepirono il diſegno di diſtruggere la
Tirannia in diſtruggendo il Tiranno . Il Popolo ir
ficato ed offeſo prettò loro volentieri la mano , ed
eſli eſeguirono ilmeditato diſegno .
Dalla diſtruzione del Regno ne nacque l'Ari
ſtocrazia ; perciocchè il Popolo {i ſottopoſe voler
tieri agl' illuftri vendicatori della ſua libertà ; ma
alcuni dei Succeffori dei primi Orimati ſcordandoſi
dei motivi, per i quali i Padri loro erano itati al
Tunti al comando, divenuti ricchi e potenti vollero
foli occupare l' intiero dominio , e queſta nuova
Oligarchia preſentando al Popolo l'immagine di
un noltiplicato Deſpotiſmo , egli unitoli inſieme la
diftrulle e di qui nacque la Repubblica Popo
lare .
L'eguaglianza e la libertà furono i ſoſtegni
di questo nuovo Governo , ma dopo un certo tem
po Pindutttia ed il commercio avendo a qualche
Cittadino partorito delle ricchezze eccellive, queste
gli fecero naſcere in cuore il deſio di dominare :
il minuto Popolo alleitato dalla munificenza , e
corroito dai doni ſervi d'inftrumento alla ſua am
A 2 bi.
bizione: la volontà di coſtui e gli avidi ſuoi fegua
ci , e non le Leggi cominciarono a regolare il Go.
verno . Cadde cosi la Repubblica, cominciò a do
minare la violenza e la forza , e durò il diſordine
finchè un Uomo o fommamente favio o ecceſſiva
mente ambizioſo , preſo opportunamente il momen
to fi fe di loro Monarca .
I naturali diſordini di queſte cre forme di Go
verno furono da alcuni avveduti Legislatori ſavia
mente avvertiti, e per evitarli poſero calmente in e
quilibrio tra '! Monarca , e il Senato , ed il Popo
lo il Sovrano potere , che le loro Circà finchè min .
tennero l'ordine ftabilitovi ebbero lunga e feliciſſi .
ma vita . Sparla e Roma furono di queſto genere ;
Sparta ebbe per soo. anni il Principato tra l'altre
Repubbliche deHa Grecia , e Roma giunſe a ſotto
metterſi l'Univerſo .
j In ful principio un ſol Popolo ed una ſola Cite
tà era l'Imperio d'un Re. Ciaſcun contenco della
fua Patria , e dei confini del ſuo Terricorio trovava
in quello tanto da ſoſtenere i biſogni d'una vita ſo
bria e frugale ( 1 )
Ma l'ambizione e il timore ſvegliarono preſto
tra i confinanci liti, ſoſpecci e diſcordie . L'inuma.
no deſio di ſoggiogare delle Nazioni libere îi co .
minciò a chiamare col falſo nome di gloria . Seſo
ſtri e Tanao ſo contentarono del ſemplice ricolo di
Vincitori e laſciarono ai Vinci libertà e dominio .
Nino cangið l'antico coſtume, e non contento del
la vana ed infeconda gloria tolfe ai Soggiogati li.
Cit.
bertà e territorio , depole i Regi , e allora più tà

( 1) Juftin . Lib. I. in princ. Diodor. Sic. Lib. II . Cap. I.


s
cà riconobbero per la prima volta un ſol Sovra
no . ( 1 )
Il cimore del turbolento e rapace genio dei
Conquiſtatori , la crudeltà di alcuni Regi , che non
avevano altra legge per governare i fottopoſti che
gl' impeti momentanei dell'inquieta fantaſia , Pinlo.
lenza e l'avarizia dei Governatori delle Provincie ,
i quali troppo diftanti dai lor Monarchi ſi uſurparo.
no una Potenza più che Reale , fecero si che più cit
tà o timide od irritate unirono inſieme le forze loro o
per refittere concordemente alle forze degl'inſaziabili
uſurpatori, o per iſcuotere il giogo di una tirannica
ſervitù .
Da queſte cauſe nacque la Repubblica Fede
rativa , della quale in parlando del Governo Civil
dei Toſcani avrò luogo di ragionar lungamente .
Siccome adunque una Città , una Nazione , o
uno Stato è un corpo Politico , o una Società d'uo
mini uniti inſieme per procurare concordemente la
ſalute ed i vantaggi comuni, così la Repubblica
Federativa è una società di Città , Nazioni, o Sta
ti , i quali ſi uniſcono inſieme in un ſol Corpo Po
litico a fine di mantenere , difendere , e procurare la
ſalute conjune .
In quett'ordine di Governo ciaſcuna delle par
ticolari Società confederate retta ſovrana ed indi.
pendente , e tanto rilaſcia dei Dritti annelli alla
Maeſtà quanto è neceſſario alla ficurezza e alla
ſaluce della confederazione comune . Così poſſono
eſſere più e meno limitate le facoltà , che alla Mae .
fà fi convengono ſecondochè le piccole Società ,
che vogliono formarne una più grande per una e.
fpref
[1] Juſtin . Lib, I. Cap. 1.
i
6
fpreſſa convenzione ſi obbligan tra di loro ; gli arti.
coli ſtabiliti in queſta primaria convenzione ſono le
Leggi Fondamentali del Governo Federativo .
Da queſte prime linee ,.con le quali ho tentato
di deſcrivere le qualità eſſenziali della Repubblica
Federativa , li yede , che lo ſpirito di queſto Governo
conliſte principalmente nel mantenere unite le forze
di tutti i piccoli corpi che compongono la comun
focietà ; e che la maſſima primaria , onde regolar
fi deve l'intiera Legislazione , fi è, che la ſalute di
tutto il Corpo confederato dev' eller la fuprema leg
ge , alla quale come alla più ſaggia e più ſicura con
fervatrice della Repubblica tutti i vantaggi dei cor
pi particolari debbon ciecamente ſacrificarli .
E così una Confederazione in tal maniera or.
dinata .gode nel Governo interiore cutii i vantaggi
di una Repubblica , e nell'eterno per l'union del
le forze ha tutta la potenza di una Monarchia , e
ſaviamente condotta è capace di reſiltere ai più rapa
ci , e più poffenti Monarchi.
» Quefte Alleanze o alſociazioni', dice un giudizioſo
99 Scrittore ( 1 ) fecero fiorire sì lungo tempo il Cor
po della Grecia · Per mezzo di queſte i Romani aſ.
,, lalirono l'Univerſo , e per queſte ſole !' Univerſo
contro di lor li difeſe ; e quando Roma fu giun.
» ta al colmo della ſua grandezza , con le Allean.
»‫ دور‬ze fatte di là dal Danubio e dal Reno, Allean.
... ze le quali avea compoito il terrore , fi difeſero í
.
» Barbari.
In queſta forma di Governo vivevano i Toſca
ni quando dalla verace Storia , laſciati i tempi fa .
vololi ed oſcuri , cominciano ad eſſer nominati con
qual.
( 1) Montefq. Eſprit. des Loix Lib. IX. Cap. I.
7
qualche efattezza . Ma tra gli antichi Scrittori' po.
chi vi furono che laſciaſſero ai Pofteri qualche no
tizia della ſpenta Repubblica dei Toſcani , pochir.
fimi quelli , che abbian' dato qualche leggiera con
tezza dell'ordine del lorº Governo ' , nelluno è ſtato
tanto amorevole verſo di queſta Nazione' da ricere
care come mai cosi preſto una Repubblica tanto
grande , ricca , e potente diveniſſe 1 infelice conqui
ita di una città naſcente ', e pero di angufto terri.
>

torio , povera e difeſa: da un piccol numero di Sole


dati .
Il rapace ed inquieto Popol' di Roma ' non ſola.
mente ſoggiogò l'Etruria , e la reſe tributaria e ſer .
va ', ma in tali maniera distru.le il ſuo Dominio ; ed
oppreſſe la ſua antica fama: ſotto lo ſplendore dei Re
gni , e delle Provincie da eſſo poi conquiltate , che
la Provincia: dei Toſcani olire le Italiche Tutte belliſ.
fima e potentiffima divenne un oggetto di piccola con.
fiderazione per li Storici tutti , i quali in deſcrivendo
le rapide conquiste del Popolo Romano deſcrivean le
conquiste dell'Univerſo .
E così occupari dalle Vittorie immenfe dell' Af.
frica ; del reſtante d'Europa e dell'Aſia traſcuraro
no , Itarei per dire , l opprellione della noſtra Rea
pubblica come un oggetto di poco conto in parago-
ne di quelli ' , che: rettavanº loro' a narrare , e Gidegna
rono appena di traſmettere ai Polteri il nome di E
.

truria , e di dire che'ella' fu , ſenza prenderfi la pe


na di rilevare la grandezza dell'impreſa di chi la do
truſle .
I mioderni Scrittori delle Antiche core dei tra
paſſati' pare che aveſſero a cuore la gloria e il no.
me: di Etruria ; ma amarono piuttoſto i falli e le: nu.
ra ,
1

8
' ra , e qualche vile c miſerabile avanzo materiale di
queſta Nazione, che la Nazione medeſima .. E così
dopo che gli Eruditi ftimarono eſſer ormai per quan
to era poſſibile perfezionata la Storia di queſti Popo
li , i Filolofi crederono che non foſſe ancor princi
piata.
Eccomi occupato a deſcrivere , per quanto la
ſcarſità delle notizie il permetre , il Governo Civile 1
dei noſtri Antichi , e le cauſe , per le quali non 1

feppero arreſtare il torrente dell'Armi Romane ,


che dovea quindi inondar l Univerſo . Se il Pub.
blico non troverà in queſti Scritti coſa che alla
grandezza del ſoggetto ed alla elpettazion corriſpon .
da , me credo almeno vorrà degnare di qualche ſcu .
ſa ſe in una impreſa ſtarei per dire affatto nuova io
2
mi perdo .
I Toſcani erano anticamente come tutte l'al.
tre Nazioni , governati dai Regi'. Strabone chiara
mente l'afferma con queſte preciſe parole : Tóte
μέν εν υφ' ενί ηγεμόνα τατίο ιωοι και μέγα ίχνος Χρόνοις δ' ύςε.
ρονv
po διαλυθήναι το σύσημα εικός και κατά πόλεις διασπαθήναι βία
ή πλησιoχώρων είξαντας .
Allora dunque ( avanti Roma ) Tendo ordinati
ſotto un sol Capitano a vevano gran potenza , ma do
po egli è verifimile che quel firma di Governo ſi di.
Jeroglieſe, e cosi le Città diviſe cedeſſero alla forza
dei confinanti [ 1 ] .
Sotto questo Governo ricchillimi e potentiſſimi
furono il terror dell'Italia , e difcacciati e vinu gli
3

antichi abitatori di quella [2] giunſero quali ad a.


ver

( 1) Strab . Lib. V. p. m.2 11 . to Livio , Dionigi d'Alicaraaf.


( 2 ) Delle loro immenſe con- fo , Diodoro di Sicilia , e Sero
.

quitte fatte per mare e рсг vio Mauro all ' Eacide di Vir.
terra ne parlano Straboae , Tio gilio in più , luogai , e al Lib ,
-
verne l'intero pacifico poffeffo . Ora egli è credibile
che nel tempo di conquiſte sì grandi eſſi foſſero go .
vernati dai Regi, perciocchè le Repubbliche , malli
mamente Federative, non ſon portare ad efendere
molto i confini del lor Dominio , come più ſotto ve .
dremo .
Si sà che a tanta Potenza eran giunti, che il
Mare , l'Alpi , e il Tevere erano i limiti del lor Do
minio , ſe fi colgano i Veneti, ed i Liguri , i quali a.
bitavano un piccol tratto di Terra intorno al Ma
re , gli uni all'Adriatico più Settentrionale, gli altri
al Mediterraneo là dove le rupi dell' Apennino fi con
giungon con l' Alpi (1 )
Quando poi il Governo Regio abbandonaſſero ,
come e per quali cauſe conftituillero la lor Repub
blica confederata , non è agevole il rintracciarlo ;
perchè avanti Romolo noi non abbiamo ſicura con
tezza di loro .
Egli è certo però che a ' tempi di questo Rè la
Repubblica dei Toſcani era già formata , ed i ſeguen .
ti fatti in quel tempo accaduti lo dimofrano ad evi.
denza .
Romolo affali e preſe Fidene Città Toſcana e
vi pote un preſidio . I Vejenti preſer la protezione
dei Fidenari, e domandaron ſuperbamente che foſſe
reftituita loro la libertà . Romolo' irritaco la nego
e moľero da ambe le parti la Guerra . Tre azioni
ſanguinofiffime ſeguirono preſſo a Fidene : e dopo
B la

X. particolarmente dice . Tufcos rique pollens atque inter duo Man


antenn pene omnem ſubjugaſse I rio inferum ſuperumque latitur
taljon manifeftum eft . dinem obtinens . Vid . Polyb.
( 1) Liv . Lib . V. Nam uni. Lib. II. Cap. III. Plut. in Gang
oorja Etruria tantum Terra wo millo .
10

la prima uguale da ambe le parti , chieſero i Vejen .


ti ai Popoli della lor Nazione ajuti in vigor dei pate
ti dell'Alleanza ( 1 ) ; e dopo averli ricevuti in due i
Battaglie furon vinti da Romolo , il quale dei loro
ricchiſſimi Accampamenti , e d'infiniti Prigionieri li
fè padrone : onde ella domandaron la pace, e Ro
molo ſotto condizioni molto oneroſe accordò loro
ſolamente una tregua di 120. Anni [ 2 ] .
Ora e l'Alleanza da Dionigi qui nominata , e
Veja ſola, che di proprio nrovimento fa con Romo.
lo e Guerra e Tregua", eſclude aſſolutamente un Rè
comune alla Nazione .
Poco innanzi alla Guerra deſcritta noi abbiamo
dal medeſimo Dionigi un fatto, che ſembra infinua
se la Repubblica Toſcana digià formata ; percioc.
chè volendo Romolo får la Guerra ai Sabini, gli
Ecruſchi andarono a ſervirlo in qualità di Truppe au .
filiari e ftipendiate ſotto la ſcorta di Lucumone Uo.
mo aſſai coraggioſo ed illustre negli affari di Guer
ra , poco avanti divenuto amico di Romolo [3 ] : la 1
qual coſa è aſſai più conveniente allo ſpirito di quel
Governo, che ad una coitituzione Monarchica .
Forſe molto innanzi ai Tempi di Romolo la
Tirannia: di qualche Rè avrà dato luogo al cangia
mento del Governo di un ſolo in Stato libero , e
Re

( 1) Cum auxilia ab ejuſdenr (3) Auxilium etiam ipfi ada


geniis populis ex Federum . pea- duxit validum a Solonio Etrue
Elis' adveniſſent iterum contra fca Urbe Lucumo ( Tuppuvâv šo
Romanos: copias ducunt . Halico. winxpéav isavjváro). Vir ſtres
Lib . II. p . m : 217. Vid.Tit. Lib. Quus , & Bello clarus: nuper rea
Lib. I. Cap . XIV . ceptus in amicitiam Dion. Halic ,
(2 ) Pluco.iq. Rom ., Liv. Lib. I. Lib. Il. pom. 104,
Dion . L., Co.
II

Repubblicano , perchè, come abbiamo accennato di


ſopra., o il terrore della potenza dei confinanti o l'ec
.celſiva crudeltà di chi governa fogliono eſſer le cau
ſe delli tabilimenti Federativi, e tra tutte le Repub
bliche di queſta fatta non vi è che il Corpo Germa
nico , il qual riconoſca origine e cauſa diverſa della
fua comune alleanza .
Gli Achei obbedirono tranquillamente per u .
na lunga ſucceſſione di anni ai Regi da Tiſamene
figlio d'Oreſte fino ad Ogige , ma i Figli di queito
volendo delpoticamente , e non a tenor delle leggi
(
governarli , eli ſcolfero il giogo , ed unitiſi inſieme
dodici Popoli mantennero ciaſcuno la libertà in u
na Repubblica Federativa Gno alla morte di Aleſ.
Landro Macedone ; e quindi conquiſtati dai Succeſ
Tori di lui , e afflitti dalla tirannia di Demetrio , di
Caſſandro , e di Antigono , rotte di nuovo le lor
Catene tornarono all'antico Governo [ 1] nel quale
profperarono talmente , che eſſendo in fimili circo
Itanze la confinante e feroce Nazion degli Etoli for .
mo un corpo comune , che Gi chiamò l'allemblea Pa.
netolica (2 )
Ma ſenza andare a rintracciare le coſe di tem
pi così lontani, la Lega Svizzera , e le Provincie U.
nire di Olanda non hanno della loro unione altra
cauſa .
3
Il contegno feroce di Alberto e di alcuni ſuoi
Succeſſori, la famola Fortezza fabbricata per tenere
a freno gli Uriani col nome 'ignominiolo di Gio
gą d'Ury , le crudeltà inaudite di Landembergio
B 2. e di

[ i] Polyb. Lib . II. Cap. VIII. Lib . II. Cap. III. Barbeyrac. Reo
Pauian , in Achaic . cueil . dts Anc. Traités part. 1,
( 1) Ved. Palmer. Græc . Ant . Art. 328. in fin p. 574.
--
T2

!
e di Grislero [1 ], ed altre cofe di fomma fierezzais
fvegliarono gli animi di Stouffachero , di Furſtio ,
e di Arnoldo Melchralio a ritornare in libertà , ed
eſeguito felicemente il penſiero formoſſi la prima Le
ga d'Ury , Schvitz, e Undervvalden dopo la famo
fa Battaglia di Morgarten contro Leopoldo d'Au
Atria [ 2 ]
Gli Olandeſi Gimilmente irritati dala fierezza
d'alcuni Miniſtri mandati a governarli, i quali trac
tarono i Sudditi da nemici giurati del ſuore, diventa
ron ribelli, e ſotto il coraggioſo Guglielmo d'Oran
ges arrivarono a fare il trattato di Utrecht, e li u
nirono inleme gli Stati d'Olanda , Zelanda, Ghel.
dria, Friſia , Utrecht, ai quali poi ſi unirono Over
Hel , e Groninga ( 3 ] .
E l'altre Repubbliche Federative, delle quali !
abbiamo dagli antichi Greci e Latini notizia , non fi
formarono per altra cauſa che per il cimore dell'
ecceſſiva potenza dei confinanti .
Così il celebre Concilio della Grecia , che da
--

Anfizione Rè di Atene viſſuto più di mille cinque


cento anni avanti Criſto fu detto Anfizionico , de
ve la ſua istituzione alla debolezza di ciaſcheduna
Cic.
1
( 1 ) Grisler Governatore degli Hiſt. de l'Empir. Tom. II. Lib.
Svizzeri obbligo Guglielmo Telt . VI. p. 346. fegg. Leibnitz.
a toglitre con un dardo ua Por Corp. Diplom . e Du Mont all'
mo di ſul capo al ſuo figlio anno 1315..
in pena di non aver fatto rie ( 3) Raynal Hist. du Stadhoud.
verenza al ſuo Cappello , il qual Philip. Gallæus & Gerard . Caa
era collocato ſopra ana lunga dido de Rieb. Belg. pag. 267. et
Pertica
Ved . la nella pubblica Piazza . feqq. Meurſ . Hiſt. Belg. Lib . II.
not. (eg. Di Mont. Corp. Diplom . all'aa
( 2 ) Nel Mere di Dicembre no 1579. nel quale fu fatto il
F' Anno 1314. vedo Jof. Simler Trattato 1

de Repw Helvet, Lib. Ivo Heiſ 1


1
13
Città della Grecia , e alla infinita potenza de' Bar
bari ( 1 ) .
È la confederazione degli Jonii ( 2) e dei Dorii
( 3 ) , la Lega Eolica ( 4 ), quella dei Liej, (55 ) e dei
Beoti (6) non per altra ragione ſi fece , che per lo
fpavento , che recavan loro i vicini .
I Toſcani adunque , che non avevano per con
finanti che deboli, e piccoliffime Potenze , comeera
no i Rutuli , gli Ernici, i Latini , i Volſci , i Liguri ,
i Veneti , (7 ), i quali non ſi poteano in alcuna ma
niera nè in Uomini, ne in danari, nè in eſtenſion
di territorio fecondo con i Toſcani paragonare , fem.
bra che per neſſuna altra ragione ftabililfero la Re.
pubblica Federativa , che per la ſuperbia e per la
crudeltà di qualche loro Tiranno .
Ma

(1) 'Aj @IXTÚwv Asuncków privilegj : le funzioni , e canu


Busiñolteu Depjkowúñeis' wij gjare il luogo dell'adunanze ,
ouvñys . Tos Trepi i opor oixin agli Anfizioni. Che la cauſa's
Tas , kie wrópaseV ' Ajoixtús. poi di queſta famoſa Alleanza
foffe veramente il timor della
Yas .
Uno dei marmi del Contes potenza de' Barbari , lo dices
di Aroadel . Vedi Paufan . in apertamente Dionigi di Alicar.
Phocic. Lib. X. pag . 273. Dios nafo : και το συγγενές φυ
Byf. H.lic. Lib. VI. pag. 229. λάττοντες έργοις μάλλον ή λό
Con queſto illuftre monumene yols autepod Q Tois Baplápossyxoed
to , che è di un'a antichi φοβεροι
φοβεροί . L.C. .

tà di Sopra a 2000. anni fi pof ( 2) Horod . Lib . I. Gap 142 .


fon correggere Strabone Lib . ( 3 ) Herod . ibid. Cap . 148 .
XI. e lo Scotiaſte Euripide ( 4 ) Herod . ibid. Cap. 149 .
ful fine del Comeato alla Ira- (s ) Strab. Lib . XIV. pag.
gedia di Orefte > i quali par.
260.
la d ' Acrifio como igltitu . [ 6 ] Paufan , in Bocot pag.160.
tore del Collegio Aafizionico ', (7) Dionyf . H.lic. Lib. V. pag .
e dif fi può che 'Acriſio al. 326. Liv. Lib. VI. pag . 366
tro apparentemente non fece Vedi il Maffei degli Itali Antis
che riftabilire ed intendere i chi
!

Ma qualunque coſa foſſe di queſto cangiamen


to cagione , ſi sà che eſſi avevano dodici fioritiſſime
Ciccà unite inſieme, le quali erano come le Capitali
di tutto , il Dominio , ed occupavano quel territorio ,
che giacé tra gli Apennini , il Tevere , e il Mare in
feriore o Toſcano , ( 1 ) e di là dal Monte Apenning
avevano alirettante Colonię , ( 2) le quali ſi eſtende
vano di là dal Po fino al groilo dell Alpi che cin.
gon l'Italia. Queſti piani (vale a dire la Lombardia)
erano ung polia , dice Polibio ( 3.1 pccupati dai Toſca ,
ni , quando padroni del Paeſe , dove è Capua e No.
la , che ſi chiamano i Campi Flegrei, la refere celebri
per la reſiſtenza che fecero all'ambizione di molti dei
lor Confinanti , Cosi ciocchè ſi legge delle Dinaſtie
di queſto Popolo non ſi deve intendere del Paeſe , che
elli occupano preſentemente , ma dei Piani, dei quali bo
parlato, e che somminiftravano loro tutte le facilita
poflibile per ingrandirſi ,
Ora con queita eſtenGone di Territorio , fotro
un Governo libero , in un ſuolo fecondo , ed ab,
bondante di ogni genere di frutii, fouco un Cielo
falubre, e con accelſo agevole al Mare , reca a llaima
raviglia che la Toſcana pienillima di abitatori inge
gnoli e ricchi, e che nell' Armi, negli uomini e nel
danaro , era la più potente d'Italia (4 ) foffe cosi
preito ſoggiogata e vinta da una Truppa di rapaci e
vagabondi Soldati , i quali quando principiarono ad
in

( 1 ) Polyb . Lib. II. Cap. II . [3] L. C.


(2 ) Seconde Tito Liv , Lib. V. [4 ] Onam fibi ſpein reliquan
pag . 187. erano 12. Colonie , ma in Etrufcis reftare : fcire Gene
ſecondo Plutarco erano più , In tem Italiæ opulentißimon
Cam
.
ora
ill , pag. 70. mis , Viris , pecunia cffe. Li.
1
i

IS
infeftarla aveano appena tanto Territorio da ſoite
nere una vita rozza e frugale .
Si vede adunque che la legge del più potente
qui non ha luogo, poichè le forze elteriori calco.
late dal riumero degli uomini , e dai mezzi di man
tenerli in Campo , forpaifavan d'affai le forze Ro 1

mane, che adunque le Cauſe della lor Decadenza fu


runo vizj interni , i quali una volta introdotti nel .
la Nazione , o per ſe medeſimi, o in qualche fune
fta circoſtanza, che le ſopraveniſſe , eran capaci di
diftruggerla : Sarebb'egli impoflibile il rintracciarli ?
lo lo tentero .
La Natura dell'Uomo & in tutti i luoghi l'is
fteſa , ma gli attributi accidentali degli Uomini va
siano ſtarei per dire a proporzionedella varia altez
za del Popolo .
Quelli che prendono a formare un Governo Cic
vile s'ingannerebbero aſſai , ſe conoſcendo profon .
damente le qua'ità eſsenziali dell'Uomo pretendeſ
fero con questa ſola regola di Atabilir certe Lego
gi', ſotto le quali in ogni tempo, ed in qualunque
Paeſe potelfe un popolo vivere felicemente ‫ ;ز‬ſiccome
farebbe in grandiſſimo errore un valente Medico , il
quale anche con l'eſatta e ſincera norizia di ciaſche
duna parte della nľacchina Umana , e delle infinite
Cauſe capaci di alterarla , voleſse preſcrivere una
Dieta , che ad ogni Corpo conſervar poteſse la fa
wità lungo tempo .

Quin
vio Lib. X. pag. 341. E' now rati dall' Armi Romane , e pete
>

tabile , che Livio parla di un ciò cra ſcemata aflat la lor' po '
tempo nel quale erano ſtati i tenza
Toſcani già molce volte ſuper
16
1
Quindi è che i Siſtemi Politici di Platone e di
Ariſtotele ſono ſtimati dai Savj come opere di nobi. !

liſſimi e grandi intelletti , ma incapaci di eſser ri. 1

dorti alla pratica ; perciocchè eſſi ſon fatti per Uo.


mini, i quali eran concepiti nelle - menti di quei Fi.
loſofi , ma che in verità non vi ſono .
La cognizione del carattere di un popolo , del
la Gruazione del Paeſe , della ſua Religione , della 1

potenza dei Confinanti , e di altre circoſtanze pre


lenti congiunta alla comunale prudenza è ſufficientiſ
fima a formare un ottimo Legislatore ; e ſiccome
queſte cognizioni non richiedono per acquiſtarle un
ingegno eccellenre , così è ſembrato ad alcuni , che
gli antichi famoſi Legislatori foſsero Uomini di me. }

diocre intelletto , e coniuttocid dettaſstro alle lor


Nazioni leggi eccellenti .
Noi abbiamo detto che i Toſcani cangiarono
il Governo Monarchico in libero e Repubblicano . Ec
co un errore , il quale dovea neceſariamente aver
conſeguenze fatali , e diſtruggere la lor potenza ;
imperciocchè una Repubblica , e mallimamente con.
federata era il Governo , che men conveniva alla ſitua
zione del lor Territorio , alla lor Religione, allor
Carattere , e alle circoltanze della Repubblica di Ro.
ma , che ſi formava ſopra i confini della Toſcana .
L'Italia , che era in quei tempi quaſi tutra poſ
ſeduta dai Toiçani , è ſtata ſempre la più fiorida , e
la più delizioſa parte d'Europa. Situata in terra fecon.
da, e forto un Cielo clementiffimo e ſalubre , piena di
foavi e delicati frutti d'ogni maniera , abbondante di
paſcoli , di fiumi e di boſchi, ſomministra ai ſuoi for
tunati abitatori tutti i comodi di menare una deli
ca.

1
cara e morbida vita ; e liccome ai tempi noftri la To
fcana è la parte più comoda è fortunata d'Italia ,
così le antiche Città di quella erano nella comune
ftima reputate le più feconde , ricche , floride e lie.
te dell'Italia medeſima [ 1 ] ..
Ma come ſe la natura madre univerſale degli
Uomini tutti aveſſe voluto diſpenſare ugualmente a
ciaſchedun Popolo la ſomma dei piaceri umani, e
gli fi oſſerva, che affai di rado in Paeſi così fecondi
ed opulenti vi ſi ſtabiliſce un Governo libero , com .
penſandofi così l' incomodo di un terreno infocon .
do ed aufero con il piacer della liberià , ed i co .
modi , che derivano dalla fertilità e dall'opulenza
con il diſpiacere di una vica ſervile .
Perciocchè la fertilità partoriſce ricchezza , la
ricchezza coſtumi molli , ed affezione {moderata aHa
vica divenuta ai Cittadini ricchi dolce e tranquilla ,
perchè piena di comodi e di piaceri : nè vi poſſono
с el

( 2) Dionigi d'Alicarnaſſo par . pag. 184. lo che è un ſegno


lando di Demarato di Corin . dell'immenſa opulenza dei to-.
to dice , che egli accumulò u. ſcani , ee dell'abbondanza dei pro
na infinita ricchezza portando dotti della lor Terra : E innan
in ſul principio in Italia una zi il medeſimo Dionigi al Lib.
Nave carica di Merci , le qual, pag. 28. dice dell' Italia:
li furon da lui vendute ( v ώς yap pice
ús μία zûγή xpiveats rocal
ταίς
Tais of Τυρρηνών πόλεσ » ευ
ευ• την το μέγεθG-, και μόνον η Εύ
δαιμονώσεις μάλιςα εν
* Ιταλία ρώπης,, αλλά και η άλλης επά.
quote : nelle Città di Toſcano le ons xparisu
хратіяи Kut'' danny dbave..
quali erano allora le pid, felici Iteabc . Impercioeclad o pe
5vv ' Iraila
anto Italia . Gultato il qual come ragontre una terra con un altro ,
mercio egli divenne ricchiſlimo di ugual grandezza , non foleo
gaayuıxóvte obproyes Tupurðs mente neli' Europe , wo ancora
xwpiswy , xalt Tupfnvoxdyas the in qualunque altra parte del Mon.
Eanádu dépwy
φέρων portando te mere do , a mio parere la migliore
ci Grecbe oiToſcani,ee riportando le l' Italia
Toſcone alla Grecia. Ved.Lib.III,
8
eſſere in un popolo gran ricchezze ſenza che vi ſia
ancora poco amor della Patria , dovendoſi neceſſa
riamente trovare tra queſti molti Cittadini , che pri
vi del Fiſico neceſſario ſervono ai ricchi , e perciò
ſon poco impegnati a verſare il ſangue per difendere
le ſoſtanze di chiliciene in ſervitu ; e i Cittadini opulenti
dall'altra parte aman poco la Patria , perchè nelle
loro ricchezze , e non nella gloria di quella fanno
conſiſtere la loro felicità . Come adunque ſtabilire u.
na Repubblica là dove per una Fiſica neceſſità man
ca il principio , che l'anima e la ſoitiene , vale a
dire la Virtù Civile , o l'amor della Patria ?
Per conſeguenza coloro che voleſſero in un ter
ritorio di fimil fatta ftabilirvi un Governo Repube
blicano s'ingannerebbero molto , e vedrebbero in bre
ve tempo o un Cittadino Potente farſi Monarca
o la Repubblica dalle forze dei Confinanti preito la
cerata e diviſa . Queſte verità appariranno più chia.
re quando ſi ragionerà del Carattere dei Toſcani.
Per tanto egli è manifeſto che le Repubbliche
Federative meglio ordinate , e che hanno avuto mag .
gior durata ſono ſtate quelle , che in terre ingrate e
poco feconde ſono ſtate coſtituite .
La Licia Repubblica abitata già da Uomini di
rozza e ſemplice vita , e che fino ſotto il Dominio
dei Romani mantenne intatta la libertà , era ſituata
in Territorio aſpro e difficile [ ] . Quivi uniforman
do eſli i coſtumi alla neceſlità del ſuolo , la fortunata
impotenza di acquiſtare ricchezze fece lor prendere
i dai
il Carattere di veri Repubblicani , e circondatCi .

[ 1] Il loro Paeſe è chiama. Kamerbs Lib. XIV. pag. 632.


to da Strabone tpaxùa xul
1
19
Cilici e dai Panfilj avvezzi ad arricchirſi con le frequen
ti rapine di mare , eſt viſſero oneftamente e di rozzo
e povero cibo contenti ;‫ ژ‬ed avidi ſolamente di libertà fi
meritarono la stima dei potenti Romani, e ſi mantenne
ro lungo tempo proſperamente ( 1 ) .
Gli Achei dall'altro canto , che avevano la mag
gior parte delle loro Città Capitali fulla Coſta Occi
dentale del Peloponneſo , che è la parte più fercile e
lieta di quelta Peniſola , furono agevolmente con
quiſtati e divili dai Macedoni e dai Romani ; e ſe
per qualche tempo elli furon potenti, e dominarono
le Città del Peloponneſo a lor piacere , ciò addiven
ne piuttoſto dall' eccellenza e dal valore di Arato
di Filopemene e di Licorta , i quali avendo in mano
la ſomma Poteſtà dello Stato li governarono da Mo:
narchi , che dall'abilità , e dallo Spirito della Nazio.
ne ( 2 ) .
É in verità Filopemene , che preſe il Governo
della Repubblica dopo la morte di Araro , trovò gli
Achei amanti delle veſti ſplendide , dei mobili rica
chi e diſpendioli e delle cene , e dei cibi delicati , e
dovette impiegare tutta l'arte del finiflimo' ſuo inge
gno per ritirare i coſtumi di quelli verſo il principio
del Governo . E vedendo egli che l'opporli diretta
menie a queſta lor vanità era opra perdura , Jafciò
loro la medeſima paſsione, ma la indirizzò ad utile
C 2 del ...

( 1 ) Ved. Strab . Lib. C. Filopemene governo in diverſe


[2 ] Polyb. Lib. II. Cap. VII. maniere la Repubblica almeno
et le99 Strab. Lib . VIII. pag. per_40. anni , benchè la carica
370. et ſeqq. Pauf. in Achaic. di Protore foſſe aquuale , ed co
Cap . Lt Plut in Vit. Philopoem . gli con l'aveſſe aruta ‫و‬, che 8 .
et Arat. volte .
Si vede da queſti Autori , che
20
1 dello Stato , e cominciò a inſpirar loro il guſto agli
ornamenti e alla ſplendidezza delle Armi Guerriere :
quindi eſſi ſeguitando a fodisfare quella paffione in
fpirata dal Fiſico del paeſe cominciarono a porre in
tanto luſſo ogni genere d'armatura , che fino in mano
alle Femmine non li vedeano , che cimieri e ſcudi ed
arneſi equeſtri, ai quali eſſe aggiungevano e Picture ed
ornamenti di argento e d'oro ,> coſicchè in poco tem
po diventarono eſli amantiſsimi della Guerra , e vani
di combattere con sì belle Armi ( 1 )..
1
Ma qual conto poteva farſi di un coraggio , che
procedeva da una così piccola vanità ? Filopemens
direſſe: il Carattere della Nazione a ciò che era men
perniciofo allo Stato ,ma non poteva cangiare la loro
Natura .
Li Svizzeri', e gli Olandeſi abitano in Paeſi, i qua
li fono incapaci per lor medeſimi di ſomminiftrare
il vitto agli abitatori , onde gli uni vicini al mare
debbono la lor vita all'induſtria , gli altri ſono ob
bligati a liberarſi ſpeito dalla moleitudine mandanda
a foldo quel numero d' Uomini , i quali l' infeconda
Natura: del fuolo non può nutrire . Così , conten
tandoſi eſsi di un vitto parco e frugale , ſon riſguara
dari meritamente come Cittadini di Repubbliche e
terne , come quelli , che felicemente hanno ſcelto il
natural Governo del Paeſe . E già ſon preſſo à 200 .
anni paſsati che le Provincie Unice d' Olanda hanno
moſtrato agli occhi geloſi delle Potenze d ? Europa. le
ricchezze e l'ingrandimento , ed i ſeveri Svizzeri in
più di 4006.anni di libertà hanno eſtefo e fortificato
talmente la loro maraviglioſa Lega,che.omai li fon fatti
inſuperabili..
Puso
(1), Ved..Plut, bella. Vita di Filope mene

1
1

21
Furono nell'iſteſſe circoſtanze d'eſſer governa
te ſuperbamente le Città di Francia , di Germania
e d'Italia , ma la maggior parte di quefte fece delli
sforzi impotenti per liberarſi dal giogo : , l'altre dopo
una turbolenta follevazione non fecero altro , che can
giar di Padrone .
Così ſi vede , che le circoſtanze locali determina
no aſſolutamente la Natura dei varj Governi Civili, e
che la dovizia ee fecondità del terreno vi ftabiliſce na.
turalmeore la dipendenza [ 1 ].
Ora i Toſcani, che avevano pianure si liete , e ter
ritorj cosi fecondi, non poteano per conſeguenza pren
dere un carattere che ai veri Repubblicani conveniſ
fe , e per conſeguenza erano in un Governo , il quale
per un vizio interno dovea in qualche fatal circoitan
za agevolmente diſtrugggerfi .
lo paſſo rapidamente fopra l'articolo della Reli
gione, e trovo , che non vi era in Italia un'altra Nam
zione che piu alle formalità , e al ſuperſtizioſo culto
di varj Dei foſse applicata : Gens itaque ( Etruſca ) di.
ce Tito Livio ( 2), 60 magis Religionibus dedita , quo
excelleret arte colendi eas: e da Arnobio ( 3:] fichiama
la Toſcana Genitrix & Mater ſuperftitionum .
Aveano i Toſcani'i Collegj.degli Auguri in Arez
zo , e in Volterra (4). I Romani mandavano ogni an .
no dieci Giovani ad apprendere in Toſcana i Miſteri
della Religione , e ſon famoſi per l'invenzione della
Augurio , dell' Aruſpicina, dei Portenci, e per la ri
gi
[ 1 ] Ved . Monteſq. Eſprit: des [ 4.] Valer. Max. Lib. I. Cap.I.
Loix. Lib. XVIII. Cap. I. e ſegg. Cic. Lib. I. De Divinar.
[2 ] Lib. V. in princ . Della lor Religione vedafi il
(3 ) . Lib. VII. contr. Gcat.pag .. Dempat. Lib. II . Cap. I. II.
.

2091,
22

1 gida e ſuperſtizioſa oſservazione , che facevano eſsi ſo


pra ogni maniera di Fulmine ( 1 ) . Se in Roma ſeguie
va g'ammai qualche accidente portentoſo , ai Sacer .
dori Toſcani ſene commetteva la ſpiegazione . Il capo
umano fumante ancor di ſangue trovato nello ſcavarla
Rupe Tarpeia (2) , e il repenuino gonfiamento del La
go Albano fù ſpiegato dai Toſcani per commitsione del
Popolo Romano ( 3 ) ,
Queti ed altri fatti ,che io tralaſcio , poſsono dia
moſtrare ad evidenza quanto foſsero dalle ſcrupoloſo
formalità della Religione avvinci i Toſcani.
Ma la ſuperftizione ecceſsiva non rend' ella lo
1
ſpirito sbigotuito e ſervile ? Gente di limil fatta eſser
può lungo tempo animata da un amor violento di li.
berià ?
Poche rifleſſioni ſopra l'origine e le vicende di
alcune Repubbliche potrebbero ſervire a ſciogliere i
dubbj proporti.
In queſte circoſtanze adunque o non doveano
i Toſcani cangiar Governo , o foimandoli da eſsi una
Repubblica vi era biſogno di un Uomo grande e co
noſcitore dei Governi delle Circà , il quale gli animi
avvezzi alla ſervitù e ai costumi del Regno correga
geſse , e il contegno femplice di Uomini Repubblica
ni , e il Patrioctiſmo introdur procuraſse. Cosigli A.
chei anticamente , e gliOlandeſi non è gran tempo dal.
la fomma fagacità d’Arato , e di Guglielmo d'Orange
furono ammaeſtrati ad eſser liberi.

Ad

( 1) Dempt. L. c. Si può vee all'Art. Ceraunoſcopio .


dere la mia Diſſert. Sopra las (2) Halis . Lib . IV . pag . 258 .
Filoſofia degli antichi Etruſchi [ 3 ] Liv . Lib. V. pag. 185 .
23
Ad Uomini lungo tempo avvezzi alla dipenden
za non è facile il far guſtare i piaceri della libertà .
Ma non pare che elli aveſſero una tanta felicità ,
perchè viſſero ſempre in Repubblica con i coftumi
del Regno .
Molli e delicati nel vitto , ſuntuoſi e ſplendidi
nelle veſti vivevano effi continuamence nella magnifi
cenza e nel luſſo , occupati nei più delizioſi ed eſqui.
fiti piaceri (1 ) .
Ol .
( 1) Xpupomópou yép nser of reſtieri , che alla lor Città fi
{alivou TóTE, xai Tupprvwv % portavano. Da ciò fece rica
ήττον αβροδίαιτοι . Εrano allora va un argumento di luſſo ; im
į Sabini non menché i Toſcani perocchè il più delle volte fi
amantidel vitto molle e degli oro trattano volentieri i Pellegrini
namenti d'oro Dion . Halic. Lib. per un principio di vanità , e col
ILpag.105.A'Bpodíantor ydpö xal diſegno di far lor vedere la no
το Tuppuvwr έθνG- ' ricchezza; oltre dicheil
TOAUTEAISTO ny, Ara
ibra ήν,
οίκοι τε και επί σρατοπέδα , υ paragone delle diverſe ufanze
ftr miere ' fuole introdurre ра .
περαγομένον έξω των αναγκαίων turalmente il lafo , e la fu
7678 xzi té xums'épzce TAVTOKL perfuità , Strabone Lib . V. p.102 .
πρδς ηδονάς μεμηχανημένα και dice , che Demarato di Corin
Tpuods . to funella
quelloToſcana
, che ,introduſſe it
Era la Nazione di Tofcansluto la Sparta
ſuntuoſa di delicato vitto non vi era una Legge , che, proibiva
solamente in pace , ano ancora in l'ingreſſo ai Foreſtieri .
gueria , portando feco oltre alle Anche Ateneo conferma lo
cofe neceſſarie diverfe fupellet facile e fantuufa Oipitalità dei
tili infigni si per la ricchezze , Toſcani nel Lib. III. pag. 123.
come per l'arte ,> ed adattate a i e nel Lib. X. pag. 700. acl Lib.
piaceri , ed alle delizie . Idem . IV. poi pag. 150. ſpiega il luſſo
>

Lib. IX . pago.1595. Eraclide Toſcano così .


Pontico coediſcepolo d'Arifto- Mapa ö Tupenvois dis tùs ýué.
correnel
tile Politiis per pas para BRZI TOAUTERÄS Tree
Lib coitumideglite
quaitro
truſchi , tra i quali dice che ρασκευάζονται , αν ειναι τε τρων
ſolevano eſſi trattare aſſai vo μαι, και εκπώματα αργυρά παν
τοδαπά
lentieri e ſplendidamente i Fotodat à ,και xar de tw ν πλή
και δέλω εύ•
raniθG- su.
.
24
Olore all'effervi ſicuri teſtimoni di queſta loro
morbida , e delicata Vita pare , che a dirittamente
giudicar delle coſe, le circoſtanze nelle quali effi G
trovavano li portaſſero di neceſſità ad eller tali ; pe . 1

rocchè una lunga e non interrotta ferie danni pa.


cifici, ei popoli confinanti o minori o eguali di for
ze dovevano indurre negli animi loro quella croppo lie
cura tranquillità , che non laſciando alcun luogo ai
timori , non laſcia per conſeguenza luogo alcuno al.
la deſtrezza e all'agilità , per procurarli o almeno
mantenerâ la forza defenſiva , e i ripari.
Quindi giacchè non v'era luogo al volore, ne ſue
bentrava come per neceſſaria conſeguenza la mollez
za , e gli eſquiſiti piaceri per l'interno contento ,e il
luſſo e la ſuperfluirà per la vanità eſteriore , e per
quell'orgoglio naturale che ha cialcheduno di diſtin
guerſi dagli altri della medeſima condizione in qua
lunque maniera . 1
Ora quando per la ſituazione pacifica degli af. 1

fari eſterni mancano per lungo tempo i modi di di.


ftinguerſi con il vator guerriero e con l' armi , gli ani,
mi degli Uomini 6 corrompono , e ſi avviliſcono , e
non avendo d'ayanti agli occhi che minuti oggetti e
di piccola conſeguenza ,appoco appoco per l'ulo con .
cinuo di quelli vi s'affezionano , e reltando loro an. 1

cora la natural vanità di ſembrar ſuperiori agli al.


tri

πρεπών παρέςηκεν , εαθήσεσι πο- mero di ſervi decenti e di ricche


λυτελέσι κεκοσμημένων . vefti adornati .
Appreſo i Toſcani si prepae Quefti Tetlimoni di antichi
rano merſe funtnoje due volte Scrittori mi ſono ſembrati fuf
il giorno con tappeti fioriti , e
>
ficienti, benchè ve ne fianomol.
ne
con tesze d'argento di ogni vile ti altri , che affermano 'l i
nicre , e vi afsiſte un gran n& • ſteffo . 1
25
tri contentano queſta paſſione come le circoſtanze il
permettono .
E così fi danno alla ſuperfluità ed al lufſo ſe la Na
tura del ſuolo e la qualità del commercio lo concede , e
cominciano quindia ſtimare l'opere artificiore delle ma
nie li sforzi della meditazione e dell'intelletto ; e ſe in
queſto ftato durano lungo tempo , e le buone Leggi
non vi rimediano , diventano deboli ed incapaci direa
liitere in una circoltanza funetta , e finalmente ſi ro.
vinano .
I Toſcani aveano cutti i motivi di divenir molli
e delicati . La lunga pace per la ſuperiorità di forze
in quanto ai circonvicini gli avea reli tranquilli e ſicu
ri, amanti del luſſo eе de' frivoli ee minuti piaceri la fers
tilità del Terreno e la vicinanza del Mare .
Quindi effi erano ſempre occupati nei delizioſi
conviti , rel più dolci dai ſuoni di vari ſtrumenti e dai
canti : quindi le Architetture e le Sculture magnifiche ,
le danze e li ſpettacoli (1 ), e quindi la gente infinita:
occupata nei ſuperttizioſi affari di Religione , e tutta !",
altra che dovea neceffariamente perderli nelle arti fri
vole , per mantenere il diletco e la ſplendidezza nella
Nazione .
Queſto genere di vita , che farebbe ſtato appena
ſoffribile in un Governo Monarchico , era peſſimo e
pernicioſo in un ordine di Repubblica , come contras
rio ai principi che la foftengono
Perocchè quanti pafli fa una Repubblica dalla vis
ta auſtera e virtuoſa alla vita morbida e delicata , tane
ti ne fa verfo la fua rovina . Ella ſuffifte tanto , quan .
D to
( 1 ). I primi Iftrioni , che fi venivano d'Etruria , Ve ne ſono
>

viddero ia Roma furon Tofcae infiniti eſempi della Storia Ros


ni. Quando fi dovevano alzar mana .
Fabbriche in Roma gli Artefici

MAZ
ION
E
2
R18
GU

T
6
qua2nto piace ad un altro Popolo più rozzo , e più ca.
pace di ſoſtener fatiche ; ed in leggendo la Storia del
Genere Umano li vede una regola coſtante ed infalli .
bile , che quando gli Uomini combattevano ſolamen .
te col ferro un piccol numero di Soldati , che foſse
coraggioſo , fiero ee robulo , e non avelle altre Armi,
che l'animo e la virtù , era ſempre vincitore ſopra ad.
un altro , che aveſse molti Soldati , gran ricchezze e
io
poco coraggri
Ai noſt .tempi , che ſi combatte col fuoco , vero
à che l'ordine delle Vittorie è aſsai mutaco , e foglio
no queſte inclinar ſempre da quella parte , ov'è mag
giore il numero dei combattenti ; ma è vero ancora .
che le truppe avvezze ad una vita laborioſa e fruga
le anche ai noft ri tempi potrebbero far portenti , c
moſt re re bb er o al mondo quanto vaglia un eſercito di
l'uſo Romano . i
ſciplinatomeſalse
Pre queſte riffelhon appariſce manifefta- ,
mente che la potenza dei Toſcani abbandonati in ques
fta maniera alle delizie e ai piaceri , benchè aveſsero 1

grande eſtenſione di Dominio e numerola popolazio . 1

ne , era tanto ſtimabile , quanto duravano i medeſimi , 1

Popoli, o deboli per natura, o per principio di Go 1


1

verno iaclinati piuttoſto alla pace ee alla moderazione , .

che alla conquiita ; e che le o da lungi venivano Po 1

poli ttranieri e barbari , o formavali ſopra i lor con


fini una Nazione feroce c Guerriera ,, benchè compo .
fta dipochi Soldati , o elli doveano eſser la lor con.
quifta , oppure bifognaya , checangiaſsero ordine e mo
do di vita , lo che era impollibile , come vedremo di
ſotto In
. quei tempi adunque che cosi morbidamente 1

vivevano i Toſcani , chi aveſse conoſciuto la Nazion


dei
1

1
1
27
dei Galli e dei Romani poteva ſicuramente preſagire ,
che ſe o quelli ſormontando l’Alpi , o queli abban
donando il Tevere aveſſero affalito anche in numero al.
ſai diſuguale i delicati Toſcani gli avrebbero fuperati
ed ucciſi, ed agevolmente conquiſtate le lor Terre .
Gli uni erano robuſti, arditi e feroci per Natu
ra , impecuoſi , violenti e guerrieri per la necelfità di *

mantenere la lor miſerabile e povera vita : avvezzi ad


ogni genere di travaglio , nutriti tra le Guerre e tra li
fpectacoli più crudeli (1e) rano ſparſi, dice Polibio, ( 2)
per le Campagne, che effi non chiudevano : di mura,
non ſapevano che coſa foſſero i mobili , la lor maniex
ra di vita era ſemplice : non avevano altro letto che
l'erba , nè altro nutrimento che carne ; la guerra e
l' Agricoltura era rucco l'impiego loro , e non aveano
del reſto dell'arti e delle ſcienze cognizione veruna .
Le loro ricchezze conſiſtevano in oro ed Armenti , le fo .
le coſe che poſſono facilmente da un luogo traſpor
tarſi ad un altro a ſuo piacere , e fecondo le diverſe cir
coſtanze .
I Romani erano dall'altra parte per principio
di Governo più Soldati e Guerrieri, che Cittadini
e Agricoltori (3) : aſſuefatti fin dall'età più tenera al
corſo , al falto , al pafso militare
D
(4) , allo ſtento e al.
a tra .

( 1 ) E'da vederli la belliftima sa , cra per conſegucaza guete


deſcrizione , che fa Strabone dei riero per principio di Gover,
Galli . Geogr. Lib. IV. p. 185 . no .

(2) Lib . II. Cap. IV . C


( 4 ) Il pa ſto militare era di 20.
il Popolo Romano , il quale oppur 24. miglia in ciaque ore
era circondato da nemici geloſi con un pero di 60. Libbre si
e potenti , e non avea altromeze vedano Polib. Lib . VI. Giuſep
20 di eſtendere il fuo dominio , pe della Guer. Giud . Lib. II.
o di alleggerire le ſpeſe che do- Vegez. Lib. I. i quali- raccon
vea ſomminiſtrare alla Repubo tano l'educazione , e l'arte del
blica , che i vantaggi della Guere la Guerra dei Romani ,
>
28
travaglio erano tali da far fronte ai nemici più formie
dabili .
Quat reſiſtenza adunque contro Popoli cosi fero
ci poteva attenderſi dai molli e delicati Toſcani ? Lo
fcender dai monti i Galli , ed il rapire ad eſſi l'amene
pianure, che avevanodall' Apenninoall' Alpi fu quaſi
un momento folo [ 1 ] , e il cominciare i Re di Ronia
a combattere con i Toſcani e far delle conquiſte fu
una coſa medeſima.
1
Romolo già vincitor baldanzoſo dei Cenineſi , de.
gli Antennati , dei Cruſtumini , dei Sabini , e d'a tri
piccoli Popoli, appena moſſe l'armi contro Fidene , e
Veja (2) Città potentiſſima e ricca della Toſcana , che
fubito in ordinata battaglia ſupera i loro Eſerciti , e li
forza a chiedere una pace vergognoſa , la quale con .
cede loro , reſtando in poſſeſſo della Città di Fidene ,
togliendo ai Vejenti una ricca campagna (3) contigua
al Tevere, ed imponendo loro altre infelici condizio .
bi da impavido Vincitore (1) .
Soto

( 1) Polyb. Lib. II. Cap. III, in quei tempi potentiſsima , lasi


Strab . Geogr. Lib. V. pag. 212. quale e lontano da Roma circa o
Tit. Liv. Lib. V. p. 187. Plut. cento fiadj, ed è fondata sopra .
in Camill . uno ſcoſceſo ed eminente ſcoglio:
( 1) Tipita aúrợ cuvést 76. della grordezzo di Ateneo Dion,
AEM
λεμG- Fpóck@vys
πρός Treffnuixã
Τυρρηνικά Tiny
την d'Alicara. Lib. II. pag . 116.Ved ...
μέγισον ίχύεσαν τότε πόλιν , και Cluver. Ital. Antic, Lib . II. Cap.
III. pag. 350.
καλάται μεν, Ουιοί , απέχει 3 (3) Septem pagi .
της Ρώμης αμφί τες εκατόν σαν ( 4 ). Vietò'ai Toſcani l'uſo delo
δίες • κείται και εφ' υψηλά σκο- le Siline , che erano in fulles
Hér kei nepippãy svéyed' bocca.del Fiume, e volle cia.
έχασω.όσον Αθήναι . quanta oftaggi . Plut. in Rom .
Fece (Romolo ).10 terça guer . Dion. d'Alicarn . Lib. II. page
The con Keja cuità dei lofconi 117 Tit. Liv . Lib . I.
3
29
Sotto il Regno di Tullo Oſtilio Fidene fi ribella,
ed i Vejenti ſcordatiſi del Tratrato di Pace ſi uniſcono
con eſſi avendo prima corrotto Mezio Suffezio Rè de
gli Albani , il quale eſſendo già con le Truppe dalla
parte dei Romani avea promeſſo di paſſare ſul princi
pio della Battaglia da quella degli Etruſchi . S'attacca
il combattimento , e Tullo non oſtanre l'improvviſo
tradimento di Mezio vince la battaglia , uccide una
gran quantità di nemici e prende dinuovo Fidene [ 1 ] .
Succede Anco Marzio a Tullo Oftilio ,ed i Vejen .
ti fanno una irruzione ſopra i Campi Romani . Mar
zio và loro incontro con un potente eſercito , rove .
fcia i nemici , li pone in fuga , è torna in Roma erion .
fante, fatta con effy una Tregua ( 2 ). Ma l'anno dipoi
i Vejenti adirati ed inquieti rompon la Tregua , ed
Anco Marzio avvezzo a vincer quella Nazione incon
tra il loro eſercito vicino all'imboccatura del Tevere
c riporta di efli una folenne vittoria (3 ) .
Venuto il Regno Romano a Lucio Tarquinio i Lao
rini muovon guerra ai Romani , e domandano ajuto , e
alleanza ai Sabini e agli Etruſchi ; cinque ſole Citià dell '
Etruria Chiuſi , Arezzo , Volterra , Roſelle , e Vetu o .
mia acconſentono all'Alleanza con i Latini. Tarquinio
dopo molte fanguinoſe Battaglie vince l'Eſercito con
federato , e uccide e fa prigionieri moltiſlimi Tuſcani ;
e la medeſima fortuna hanno dili a non molto le Trup
pe auſiliari, che alcune Città dell'Etruria avean man
dato di nuovo ai Latini e ai Sabini ( 4) .
Sin

( 1 ) Tit. Liv . Lib. I. Diono dº Moefia Vejentibus adempta:


Alicára, Lib . III. pag. 16'5 . ( 4 ) Dion, d'Alicarn , Lib . IIT,
(1 ) Dion . ibid . p4g . 179. pag. 18,. c fegg. Liv , Loco
) Liv, « Dion . ibid. Sylvo
!

30
i
Sin qui non è maraviglia che i Toſcani foſsero tan.
te volte ſuperaci. Pochi e diſuniti fino a queſto tempo
fi affrontarono coi Romani : già da lungo tempo non
avvezzi alla Guerra non iſtimavano ancor giuſtamente
gli effetti terribili , che poteva partorire una potenza
che li vedeva ingrandire con tanta velocità , e confidan .
do ful piccol numero dei lor nemici non penſavano
quanto coraggio abbia un Eſercito di gence , la quale
ſprovvilta d'ogni ajuto e rifugio efterno , non ha al.
tra ſperanza che nei vantaggi della Vittoria.

Irritati adunque i Tolcani dalle frequenti ſconfit
1
te fofferte dal Popol di Roma finalmente fi çiſvegliaró .
no , e vergognandoſi di un tanto diſonore s'aduna no
al comun Configlio , e ſtabiliſcono che tutte le Città
confederate muovano concordemente la Guerra ai Ro
mani , e fanno un Decreto , il qual diſponeva che qua
lunque Città aveiſe ricuſato l'impreſa, s'intendeffe e
ſcluſa dalla confederazione Toſcana .
Ordinato per canto un poderoſo Eſercito vanno
a Fidene , mercono in fuga il Preſidio Romano , es'im .
padroniſcono della Città . Che non avrebber fatco ſe
ſeguitavan l’Impreſa ? Contenti di queſta piccola Vit.
toria ſene coinan ciaſcuno alle loro Città.
L'anno dopo Tarquinio ſi muove contro i To .
ſcani , ed ora in un luogo ed ora, in un altro li vince
fempre combattendo con una parte diloro e non mai
contutti ,e finalmente guadagna una battaglia formi.
dabile ad Ereto nel Territorio dei Sabini , dove da tut.
te le parti erano andate Truppe Toſcane o volontarie
o affoldate, ma non inviate di comun conſenſo della
Nazione . Dimodochè avviliti ed oppreſli mandano a
chieder la pace a Roma e ſi dichiarano Sudditi di
Tar
31
Tarquinio , mandando a lui in ſegno di ſommilione
tutte le inſegne Reali con dodici ſcuri ( 1 ) .
Incorno a queſto medeſimo tempo i Galli , meſco
latili con i Toſcani per via di commercio , e cono
ſciuta la fecondità delle Campagne , e la debolezza del.
la Nazione , ad un tratto per un leggiero preteſto ſu .
perarono coraggioſamente le ſcoſcele Montagne dell'
Alpi , e ſenza fatica alcuna getratili ſopra i Toſcani con
un potente Eſercito li fpinfero dall'Alpi all'Eridano,
e dall'Eridano all'Appennino , e cosi occuparono tut.
te quelle liete e feconde pianure le quali giaciono di
mezzo .
Ec

[ 1 ] Queſta Guerra durò g.ano pianure fi ftende vi li fermarono,


ni continui,ed è deſcritta da Dios é i Signori di elie ſcacciando al
nigi d' Alicarnaſſo , e da Tito le più alte montagne , forto ji
Livio nei ll . cc . noi parleremo Capitano Reto Toſcano il Domi
degli errori politici particolari , nio Retico vi ſtabilirono • Juftia.
maflimamente in quanto agli af . Lib. XX . C.Plin. Lib.III.Cap.XX,
fasi della Guerra , più ſotto • Plut. in Mario pag.411. Tit. Liv .
(2) Polib. Lib . II. Cap. III . Lib. V. Vedi Fortuo. Sprecher,
• Tit. Liv. Lib. V. pag. 1876 Rhaetia Lib. I. in princ . Joſ. Sim .
sacconta il fatto circoſtanziato . ler. Reſp. Helvet. pag.11g.
Da queſta invaſione dei Galdidia : Queſta irrozione dei Galli foto
cono molti che aveffe principio to Belloveſo nel Dominio To
la Popolazione dei Reti , o Gri- fcano è tanto fimile a quella fat
gioui : perciocchè non potendo ta da Aleſſandro Dell'afi nei mo
i Toſcani luogo tempo foffrireil tivi e dell' efito, che non pofa
giogo dei Galli , preli feco.i. fi ſo tralaſciare di porre ſotto gli
gli e le mogli , e abbandonata Occhi al Lettore una belliſimae
la Patria ſe ne falirono ai Moo- rifleſſione del giudizioſo Polibio,
ti , ed occuparono l'Alpi Lepon- dove fo vede che nei corpi Po
tine , che adeffo G chiamano 1 litici le medeſime caufe hanno
Alpi di S. Gottardo , e fatta ami- prodotto ſempre i wedelimi efo .
cizia con gli Abitatori di efle fetti .
ſceſero all'origine del Reno, e ſe- E ' facile aſsai , dice egli , lo
guitando fio dove il fiume fcorte ſcoprire i veri motivi della Guere
!!d placido , e la terra in amenc ra contro i Perfioni . Il primo
32
Ecco i ricchi e potenti Signori dell' Italia e del
Mare già per ben ſette volte in breviſſimo tempo umi..
liati dal Popol di Roma , ed obbligaci aa dirli vilmen .
te ſervi dei Romani, e ridotti dai Galli ad abbando
nare una gran parte del lor dominio , e a chiuderſi tra
gli Appennini ed il Mare .
i

Queſte infelici vicende doveano attenderG in un


Popolo del carattere da me deſcritto . Una Nazione ,
che è a così delicati e morbidi coſtumi avvezza non può
fare altrimenti la guerra che con l'opulenza e colda
naro , ma l'oro , e l'argento finiſcono, e la virtù , la
coſtanza , la forza non hanno termine alcuno .
Co.

fu il ritorno dei Greci fotto la Aleſsandro l'eſegui, e ſoggioga


condotta di Senofonte , i quali rio quelle Monarchia . Polib . Lib .
tornando dalle Satrapie dell' A. III. Cap . II.
fra Superiore , e traverſando tuto N gli antichi tempi , dice Tu
ta infio con la quale efsi era . cidide , le campagne pià Aori- :
no in Guerra non aveano con de e più feconde erano fogget.
tuttocid trovato alcuno che ara te a perpetue mutazioni di A
diſse d'opporfi alla lor ritirata . bitatori. I Popoli non ancor
Il ſecondo fu il paſsaggio d' A cinti di mura ' fi invaghivano
gefilao Re di Sparte in Afia , ſpeſſo dei luoghi più fortunati
dove egli non incontrd alcuna e ne diſcacciavano con facilità i
cofo , che poneſse oſtacolo ai faoi lor padroni . La Teſlaglia , lae
diſegni . Imperciocchè Filippo fo . Beozia , e una gran parte del Pea '
.
>

cendo rifefsione da una parte olla loponaefo mutaron ſpeſſo domi.


mollezza e alla viltà dei Perfuo nio ... aon avevano Sede co
ni, e dall'altra parte alle die fante , che gli Abitatori dela
Sporzioni grandi e favorevoli, le fterili ed aſpre campagne ;
cbe aroaro i suoi per la Guer . Manisa Ō Tūs jñs in úpisnáde 5
τα ,/ ocgliato dai molti o grandi τάς
> βολές των οικητόρων ει χεν
vantaggi che egli avrebbe riporta . ec . Vedaſi il reſto ael Lib.i.§.2 . e
to dalla conquiſta di queſto 11e ſegg. dove rende ragione delle
pero , concepdº il diſegno di pore frequenti migrazionidegli Anti,
tar la Guerra ci Perfiani , . chi .
233
Così chiavelle voluto in antico giudicare dell 1

relito di due Popoli guerreggianti dal numero e dalle


sicchezze di ciaſcheduno li farebbe ringannato,, ! e de
vrebbe veduto l'Egitto , quella contrada si ricca , fere
21

tile.e.popolata , onde una volta fi partà Sefoftri per


conquiſtar l'Univerſo , effer la preda di Cambife ( i ),
che era alla teſta di poca gente barbara , poverillima
e rozza , ma diſciplinata da Ciro ( 2 ) ; e ſi ſarebbe ma
ravigliato in vedere i ſucceſſori di Ciro dopo infinite
conquiſte laſciare appoco appoco la lor povera vita ,
divenire -pieni di magnificenza e di luſſo , e poi fuggi
te da un piccol numero di Greci li ſpaventoli Eferci.
ti di Dario, di Serſe (3 ) e di Mardonio nelle famoſe
giornate di Maratona, delle Termopile , di Salamina,
e di Plarea , e finalmente la lor Monarchia oppreſla ,la.
ecerata e diſtrutta con poco più di 3000. Uomini da
E

11 ) Herod. Lib. III. Cap . V. fidua fatica . " E ' degno dellee
Valer. Max . Lib. VI. Cap. III. ' letto il principio della Cirope$

Juſtin . Lib . I. dia , dove Senofonte deforive mie


( 2) 1: Perfiani ſotto Ciro , e nutamente la diſciplina e j.co.
Cambile erano un Popolo edu. Bumi di queſi Popoli , 'e :dice
cato con la maggior durezza del vche era giunto a tal- fegno l ' 2.
“ Mondo : non .conoſcevano altro mor della taiica , fomentata an
che l'eſercizio dell'Armi, e quel che dalle Leggi della Nazione ,
lo della Virtù " Morale. , Sorto che eſſi ti vergognavano diman
Una perpetua diſciplina liar dar fuori il Auido ſuperfluo del
vezzavano .a ſoffrire il freddo , lor corpo per altre Atrade che
il caldo , la fete, e la fame per per quella del ſudore..
lungo tempo , ed a faziarſi quin- ( 3) Dice Erodoto Lib . VII,
di con una piccola porzione di Cap. V , che il ſólo eſercito Per
Pane e d'erba , e con l'acqua :
.
detre di Seſt era compoſto di
la Caccia , che era uno dei loro 17. mirjadi , che ſono ſecondo
principali e più frequenti eſercie il valore che egli da alle miria
zj li rendeva robuſti:e feroci , di 1,700, 000.Vomini, coſa quali
.coraggioſi e ſoſtenitori dei peri. incredibile .
i più grandi , e della più al .
34 1

'unPrincipe più povero aſſai che non era un ſemplice 1

5
Satrapo della Perlia . 1

È le in queſto Stato fi foſſero mantenuti i Popo


li della Grecia , quali erano allom quandodiedero que i
fte ſolenni ſconfitte a Eſerciti innumerabili , non ſareb . 1

bero ſtati quindi l'infelice conquiſta d'un altro Po


polo, che non era più forte per altra ragione, che
perchè non avea preſo ancora totalmente guſto al
luſſo , alla mollezza ee alla quiete ; ma allora la fierezza
Spartana non vi era più , e la virtù Atenieſe era fpen. 1
ta [ 1 ]
Coſicchè in quei tempi ſi poteva ragionevolmen
te afferire , che quanto più un Popolo avea abbondan.
za di frutti, fertilità di terreno , magnificenza e fplen
dore di vita e quantità di ricchezze, tanto più era e
ſpoſto ad eſſer invaſo da un altro , che foſſe povero ,
rozzo , e mal paſciuto , fe la ſaviezza delle Leggi non
aveſſe poſto rimedio al carattere molle ed effeminato ,
che dovea naturalmente prendere un Popolo , che ſi
trovava in fimili circoſtanze . Roma e Cartagine ſi di.
.

ſputarono per lungo tempo l'Imperio . L'una era rice


chilima, l'altra appena avea da ſoſtenere una vita roz
za e frugale ; eppure Cartagine fu diſtrutta da Roma ,
e nella ſua povertà quando i pericoli eran maggiori,
nutriva in ſeno dei Circadini , che eran capaci di com.
bat

( 1) Spartana Civitas ſeveriſsjo mum fe Afa moribus permiſcuit


{

mis Lycurgi legibus obtemperans fortitudinem ſuam effæ minoto to


aliquondo civium fuorum oculos jus cultu mollire non erubuit .
a.s.Vitto
a contemplando Afia retroxit , Val.Max.Lib.II.Cap.VI. 0.5 .
* illecebris ejus capti ad delje Mardonio Caftrøreferta regalis oa
61tius vita genus prolaberent pulentia capta ; undeprimum Gre
91300 cos fruftra non timuiſse Dux cos diviſo inter fe ouro por fica
Forum Pauſania's potefecit , qui divitiarum luxuria cæpit . Justing
> .

ingximis operibus editis, ut prie Lib. II .


35
battere nel medeſimo tempo nell'Italia , nella Spagna,
nell' Affrica e nel mare , e far conquiſte per tutto . E
l'Imperio Romano medeſimo dopo avere , ftarei per die
re , inghiottite le ricchezze dell'Univerſo, fu egli poila
preda di gente barbara, che non ſapea nemmeno che
coſa foſſe ricchezza . E così i Franchi conquiſtarono i
Galli , i Saſſoni ſoggiogarono l'Inghilcerra, e non as
veano altro teſoro queiti generol Soldati , che la lor
povertà e il lor valore .
Dai quali funeſti accidenti ammaeſtrati i pruden
ti e virtuoſi Generali quando ebbero dei gran
neinici da vincere ad altro mai non penſarono , che
ad allontanare dalle lor Truppe le ricchezze ed il
luſſo , reputando ſeco medeſimi" eller queſti i nemi
ci maggiori , i quali ſenza rimedio corrompono e di
ſtruggono ogni ben diſciplinata milizia, togliendo
le il coraggio e la prontezza alla fatica . Così il pru.
dentiſlimo Publio Scipione dopo la preſa di Cartagena,
ſiccome rivolgeva per la mente la difficile, e pericolo .
ſa impreſa dell' Affrica , perchè le prime fortune e le
ricchezze acquiſtate nor: corrompeſſero la Milizia , ad
altro non pensò che a mantenere in eſſa la fatica e
l' eſſercizio , dimodochè ſembrava la Città di Cartas
· gena ſotto queſto ſavio ed inſtancabile Generale non
una Città preſa di freſco , dove regnaſſe l'ozio e la
diſſolutezza dei Vincitori , ma un'officina di Guerra ,
dove non erano che fabbriche d'armi , e rappreſen
tanze d'oggetti , che tutte inſpiravan coraggio ( 1 ).
E ſe queſta ſavia condotta foſſe itata tenuta da
Annibale dopo la preſa di Capua , forſe Roma avrebbe
ceduto al torrente e all'impero dei vittorioſi Cartagi
neſi: ma Annibale ſapeva vincere e non ſapeva a tem ,
E 2 po.
(1) Polyb. Lib . X. $ . 1. Pluto in Vit. Scipion .
36
po ſervirli dei vantaggi, che la Vittoria gli preſene
taya (1 ).
F.
( 1 ) Capuam Hannibali care ſe ella in quel tempo ' foſſe ſtata ?
nas fuiſſe : ibi virtutem belli : in qualche parte corrotta , oalme-.
cam , ibi militarem diſciplinaon , no più lontana da Capua da non's .
ibi præteriti temporis fainan , poter- ſoccorrere con pronto rie
ibi fpem futuram extinción Live medio all'error dei soldati ,
Lib . xxxv. L! Autor delle ri . quanto più dunque nuocer do
Aeſſioni Topra la grandezza dell' . vea , alle . Truppe. d'Annibale ,
Imperio Romano vuole che Ano, che erano già corrotte dall'aba
nibale non faceſſe un gran fal- bondanza delle ricchezze ? 70m
lo nel lafciar dimorare i ſuoi tunci minime falubris militari
si lungamente- in Capua : Il y a diſciplina . Capua infrumentum
des coſes., dice egli , que tout : omnium : goluptatum delinitos mia
le monde dit ; parceque elles litum animos arcrtit a memoria
ont été dites une fois . On dit. Patriæ .. E veramente , dice >

qu? Annibil ît un grande foue ! Autore delle Rifleſſioni ſopra


te de mener jon Armée à Capoje i primi X. Libri di Tito Livio ,
od elle s'ammollit', mais l'on fimili Città o Provincie fion
met remonte pas ? la vraie , dicano contro i vincitori senzas
caufe . Les Soldats de cette Ar- zuffa e ſenza fengue ; perché rie 19
axée devenus riche's:après'tant de piezdoli dei ſuoi trili coſtumi gli
vittoires a ouroient-ils' pas trou- , eſpongono ad effer vinti da quae
né pør tout Capoüc ? Mi pare che lunque gli aſsalta . - Et Juvena .
le truppe di Annibale eſſendo si : le non potrebbe : meglio, nelle ſue
ricche aveſſero per conſeguenza , Satire over conſiderato queſta ,
in ſe ſteſſe dei robufti incita. parte ; dicendo che ne' petti Roo
menti al vizio ed alla mollez- : moni per gli acquiſti delle terre pero
za ; ma mi ſembra ancora , che : regrine erano entrati i coſtumi peo
in un paefe , che ſpirava -dap : regrini , ed in cambio di parlia
9

pertutto fertilità, abbondanza: e muonia , ci d'altre eccellentiſsime


>

delicatezza di vivere , e dove i virtu ; luxuria incubuit ; vittuno


:

mezzi di ufarle ricchezze era. que ulcifcitur.: orbem Della' re


Docinfiniti , queſti eincitameati ad . pentina corruzione feguita dei
una vita morbida'e delicata crea Soldati per la dimora, fatta 5

fceflero a diſmiſura . E ſe egli tra uomini pieni di morbi .


4

è vero , come dice Tito Livio , dezza , e . di lufto , e tra gli al. ,
di quel 'medefimo': acquiſto fa- . lettamenti dellawmagnificenza ,
che
ebbe ftato la rovina di Roma , e delle ricchezze noi ne. abbiae .
37
E in verità quelle : Repubbliche , le quali han
no voluto mantenere e difender il lor dominio dai
nemici potenti , che avevano intorno , ſtabilirono ſem .
pre un ordine di Vita ſemplice e rozza', e la corruz.
zione di queſt' ordine è ſtata la lor: rovina .
io
Così chi leggeſſe l'ordine ſtabilito in Iſparta dal1
@d
Saggio Licurgo ( 1), e le Leggi di Dracone,
lone ( 2 ) in Atene;, offerverebbe i Lacedemoni eſſere ſta
ti di una frugalità e di una parlimonia - ſorprendente,
e gli Atenieli aver viſſuto talmente nella fatica e nell'
eſercizio daaccettar Leggi , che proibivano l'ozio e la
mollezza: ſotto pena di morte [3] , mà con queſta labo .
rioſa e povera vita Atene e Sparta furono : le Città per
dignità e per vittorie le più famoſe della Grecia ..
Quando poi ſotto il Regno di Agide . Liſandro
portò in Lacedemonė fomme immenſe di argento e
‫܀‬
d'oro , allora appoco appoco introdottoſi il luſſo , ne
venne in-confeguenza,l'ambizione ; : dall'ambizione il
deſiderio delle ricchezze; dà quello la brama di con
3
quiſtare, dalle conquiſte la rovina delle leggi fondas
mentali della Repubblica (4)
E

mo un'altro eſempio in Tito biade , diDracone , e di Solone;


Livio Lib. · XXXIX . perciocchè M. Guillet Lacedemon . Ancienn.
1¢ . Truppe di: Cn. Manlio am u Nouvell. Tomo I. pag. 3. Tera
mollite dal lungo ſoggiorno dell' rallon Hilt. de 10 Juriſprud.Rom . '
5

Aſia ', quando paſſarono ' poi ' peri: P. I. $ 3. p .-250


la Tracia furono in gran parte [ 3 ] La Legge fu di Dracone ,
tagliate a pezzi, perchè ftro . ma poi' di Solone: fu moderata 1
}
varono- in un momeộto ad aver ? e volle ; che gli ozioſi foſſero
cangiato e qualità di terreni , e : notati d' infamia , e che foſſe pere
reſiſtenza di nemici . ,
人。
meſlo a ciaſcun Cittadino l'aco
( 1) , Ved , Senof, nel Governo curarli e il citarli in Giudizio . ,
degli Spartaui ; e Plut,, gei Coo- ( 4) Le Leggi di Licurgo eran
ftumi dei medefimi .. fatte unicamente per formare Cita :
( ) Pluto nella vita di Alci- tadini robufti , e per difendere ſoa .
1
38
i E così fu fatale agli Atenieſi la ſconfitta data ad
Mardonio , perciocchè impadronitiſi allora degli accam 1
pamenti Perſiani ricchi dell' Aſiatica magnificenza , e
d viſo tra i Greci l'oro , e l'argento cominciò il luſ 1
1
ſo e lo ſplendor della vita , e l' Attico valore ſi e
Itinſe .
Ma non vi è chi meglio confermi il mio penſie .
ro quanto la Storia della Repubblica Roniana : finchè 1

ella mantenne l'ordine ſtabilitovi da Romolo , e quel


lo dei primi tempi dopo Tarquinio , ella trionfo dell'U
niverſo , quando poi cominciò a dar luogo alle ricchez
1
ze ed al luſſo fu preſto ſoggiogata e diviſa da minor
Popolo , che non era quello del Territorio di Roma .
Dionigi d'Alicarnatto ( 1 ) ci ha laſciato il ſenſo
della Legge XXI. [2] del Codice Papiriano fatta da
Romolo , la quale dice così nella noſtra favella . Noi
proibiſchiamo l'eſercizio di tutte le Arti ſedentarie, che
contribuiſcono a introdurre il luſſo e la mollezza .
Per un Popolo, che avea per unico oggetto la
grandezza e l'eſtenſion del Dominio non vi era altro
biſogno che dell'eſercizio dell'Armi,dell'applicazione
agli affari del Governo , e della coltivazione dei ter
reni .
In Roma per lungo tempo non atteſero ad altro
eſercizio i Cittadini , che in una Democrazia fi riſguar
davano tutti come Sovrani [3 ] .
A

lamente il Territorio della Laco- mento manifeſto :É'wépnto de aù .


nia nei primi angufi confoi , es rois vaútais & van xaivajjaxãv
9

non per farli dei Popoli ſoggetti . Plur , in Lacon, laitit , pa . 239.
L'avere egli proibito agli Sparta • ( 1 ) Lib . II.
ni l'eſercizio della Navigazione, [ 2 ] Secondo l'ordine dato lo
il combatter ſul Mire , e l'in . ro da M. Tercalon . L. C.
1 odurre Stranieri qe è un argu. [ 3 ] Li Spartani fuperavano forg
39
A proporzione che ſi dilatò l'Imperio , videli
anche cangiare un regolamento di queſta fatta : fi die
dero dei privilegj ai Grammatici, ed ai Filoſofi ; ſi aſſe
gnò loro premj e provviſioni ben grandi per iſveglia.
re vicendevole emulazione . Si cominciò a riſguardare
le Scienze e le Lettere con occhio diverſo , e li viddero
poi i principali Uomini e gl’Imperadori medefimi re
putar pregio ed onore l'eſſere ſtimati e Retorie Gram
matici e Filoſofi, e non venne d'altronde queſta IQ.
vi.

ſe i Romani nell'eſercizio del afsei ſtretto di groſso ſcarlatta


corpo : tutte le arti fino all'Agri- cinta isi fu d' uno ſchegiale all'
coltura erano profeſſate dagl ' llo : antica e un mantello foderato
ti , cioè dagli Schiavi . Eli non di vajo cotafsello di ſopra , e poro
aveano altro impiego , che didj. tavanlo in capo ; le donne
ventare robuſti e coraggioſi Sol. della comune foggia veſtidano di
dati , e qualche volta Atletife-
3 un groſso verde di Cambrafio per
rociffimi , lo fimile modo , Ce uſavano di
>

Anche i Fiorentiai nel tem . dare in dote cento lire la comu>


po delle lor con quitte viveva- ne gente , e quelle che darano
no con ſomma durezza e fru- alla maggioranza dugento , 6 in
galità . Non debbono aver luo-
.
fino in trecento lire cro tenue
go anch'eſſi tra Popoli si vir. ta ſenza modo gran Dota ,
tuoſi ? L'affetto della mia Paa maggior parte delle pulzelle , che
tria il richiede : eccone la defcri. ne andavano a marito avevano
zione di Gio . Villani . Lib. VI. venti anni e più . 6 di cosi fat
Cap.LXXI.all'angodiCriſto 1273. to abito e coſtume , e grosso 110
E nota che a tempo del dete do erano alloro i Fiorentini con
to Popolo [ Fiorentino ] i Cittadi. loro leale animo e tra loro fe
ni di Firenze vivedano Jobri di deli , e molto soleano vedere teol.
groſse vivande e con piccole spe- mente trattare le coſe del Comum
fe , e di molti coſtumi groflic
le ne ; 6 con la loro cosi grofso e
rudi , e di grofsi Droppi veſtive.
9
povera vita pið virtuole coſe ,
no molti portavano le pelli et bonori portorono a caſa low
froperte ſenza panno con berrette t'o et alla loro Città , che non
in capo ,et tuiti con ufatti in fi fo egualmente oggi ad noftri
piede, e le donne Fiorentine femei tempi , che cost morbidamente din
Le ornamenti , o paſsadofi la diamo .
weggjor donna di una gonnella
40
vina , che dai Trionfi di Marcello , di Fulvio ,diMan .
lio , e dalle ricchezze e dal guſto molle e delicato por
tato a Roma da Siracuſa ( 1) da Ambracia , e dall’A.
fia ( 2 ) Luxuris peregrine origo , dice Livio (3 ) ab.co
xercith Afiatico inveta in Urbem eſt: tum plaltrie ,
Sambuciſtriæque , & convivalia ludorum oblectamenta ad .
dita epulis . Epula quoque ipſa ocira & ſumptu majore
appararicepræ, tum coquus viliſsimum antiquismanci.
pium & aſtimatione & uſu in pretio efe, & quod mi.
niſterium fuerat ars haberi cepta Vix tamen illa quæ tunc
conſpiciebantur ſemima erant future luxuria . I Ruma
ni, checominciavano a prender un carattere fimile a
quello dei Toſcani ſi diſponevano per conſeguenza al
la propria rovina . Che ſe L.Scipione (4 ) quando tor
nò dall'Aſia aveſſe a tutto ciò penſato , non avrebbe e
fpofto in crionfo agli occhi dei Romani le richezze e
le magnificenze de'popoli Aſiatici ſoggiogati, e avreb
be ricevuto maggior onore ſe aveſse condotto intor .
no al Cocchio non gente di molli e ſuperbe vetti ador
nața , ma Soldatirobufti, e ferocie di cozzi panni coper
ti ; imperciocchè tanto ſcemava la reputazione del ſuo
coraggio e della ſua prudenza ,quanto creſcca il :uſſo,
e la delicatezza deiVinti . E ſi dovea ricordare che
gli antichi Padri della Repubblica aſſai più di Marcelo
lo aveano ſtimato il gran Fabio , che non portò da
Taranto altro che danaro e richezze giovevoli alla
Re
( 1 ) E' degna di eller lettare ( 3 ) Lib . XXXIX. Merita d'of.
queſto propofito la vita diMar. for confiderata in questo Autore .'
cello ſcritta da Plutarco . Orazione diCatone al Popolo e il
(2 ) Ved. Liv . Lib . XXXVII, il diſcorſo diServilio in favor diPao
quale dice , che da Ambracia una lo Emilio ael Lib . XXXXV. e
volta (oggiorno di Pirro furon apprelio Putarco nella Vita d'Em
portate a Roma 575. Statue di milio .
bronzo , 0,230.di Tarmo . [4] Liv. Lib . XXXVIII.

.
41
Repubblica [ 1 ] laſciando ai Tarentini nelle loro Pit
ture, e nelle loro Statue glitrumenti originari del .
la loro rovina ( 2 ) . Si vede adunque che il caratte
re dei Toſcani li portava neceſſariamente ad eſſer con
quittati, perchè le Repubbliche , dove i Cittadini vivo.
no in tal inaniera , non ebbero mai lunga durata , e fua
ron ſeripre dai popoli più rozzi e più avvezzi ai tra .,
vagli agevolmente conquiſtate .
Pertanto nelle circostanze della Repubblica Ro
mana , che fopra i lor confini fi fornava, e nel timo
re che i Galli divenuti geloſi della Toſcana felicità
non iſcendeſſero qual corrente impetuoſo dall'Alpi all'
Eridano devaitando quelle lieta pianure , doveano aſ
folutamen te imporre con le buone Leggia quelli, chei
erano deſtinatiad effer Soldati la necetlità dell'eſerc
zio e della fatica , e così correggere quell'ozio , a cuila
benignità del terreno inclinava la Nazione .
L'Egitto aſſai più fertile della noftra Toſcana fu
di eccellentiſſimi Capitani una volta fecondo ;‫ ( ز‬3 ) canta
forza ebbe il laborioſo modo di vivere introdotto dal.
le leggi .
F Ma
[ 1 ] Ved , Plut. Aella Vit. di İ . Cap . VII. Pericle con gli As
Marceli . teniefi . Plut . in Vit. Pericl.p . m .
[ 2 ] Quelli , che hanno volu . 116.e fegy Ariftodemo con quei di
to mantenerii la conquiſta di qual . Cuma, Dios. Halic. Lib . VII.
che Popolo, o ridurlo in fervitù ; Franceſco Hernandez Giroo con
in vece di Preſidj Militari e dell ' gli Indiani . Gargillaſſo della Ve
Armi, hanno piuttoſto ſcelto la ga Hiit. des Incas Tom . II. p.
via della corruzione per mezo 77. Son note le arti di Cofimo
del lufto e della mollezza , ina 1. dei Medici nei primi tempi
troducendo i coſtumi effeminari del fuo Principato .
e l'arti frivole ; tanto è vero ( 3) Herod . Lib . II.Strab . Geo.
che gente di tal fatta non può gr. Lib. XIII. Vedi i Difcorfi
vivere altrimenti che in vita Topra le Deche di Tito Livio Cap .
ſervite . Ciro usò queſto metodo 1. §. V.
con quci di Lidia · Giustin , Lib.
1
42
1

...Ma egli era affai malagevole che eſſi ad un crat.


to , creſcer vedendo la Potenza Romana , mutaſſer
muraller vica
e coltumi.
Si offerva coſtantemente che allora quando gli uo
mini di uno Stato hanno per lungo tempo mantenuta la
medeſima ſituazione di affari interni ed etterni , appoco
appoco formano i lor coſtumi fecondo quella fortuna
o buona o rea , nella quale per lungo tempo G ſon tro.
vari .
Allora i principi di Governo , le maniere , la Rea
ligione , e la ſomma dell'educazione fa loro prendere
certe neceſſarie modificazioni, e certi caratteri , che
per lungho uſo paſsati in natura non poſsono da elli a
lor talento Ipogliarſi quando l'occalion ſi preſenta .
Quindi è che variando le circoſtanze ed i tempi gli
Uomini doyrebbero variare a proporzione maniere
ed opre , per mantenerſi ſempre nella medeſima for
tuna , coſa che è affatto impollibile ad una Repubbli.
ca , che avvezza già da lungo tempo a un genere di
vita non ſa ſpogliare la ſua natura ,
I Tolcani alluefatti ad uno Stato pacifico e tran
quillo , ſenza cimore di Popoli oppreſſori e guerrieri,
non poteano diventare robufti, valoroſi, e foltenitori
di lunghe guerre e fatiche in un momento , e rehiter
cosi all' inondazione dei Galli , e alla forza dei Ro
mani creſciuti rapidamente ad una Potenza grande ed
improvviſa ,
Ma del carattere dei Toſcani, e degli effetti ne.
ceffarj che da quello derivar doveano , abbiamo parlato
allai ‫ ز;ر‬vediamo adeflo qual dovea eſfer l'effetto della
coitituzione interna della loro Repubblica .
Uno Stato è paragonabile ad un Valcello , cui al
cuni venti abbiano condotto ad una certa alcezza , dos
ve

!
43
ve percoſſo da altri venti contrarj egli ſi trova in pe
ricolo di perire , ſe un abile e prudente Piloto non fa
rivolgerlo a tempo e cangiar mano ,
Non duran ſempre le medefime circoſtanze , on
de non poſſono nemmeno i medeſimi modi eſſer di pro
fperità e di fortuna cagione .
Quando una Potenza confinante comincia a pren
dere nuove qualità, capaci d'eſſere funette allo Stato ,
che nel coſtituire la ſua Legislazione non l'aveva pofte
in conto , fa d'uopo che quelli i quali timoneggiano
lo Stato cangino la mano e ad altre vie l'indirizzino
per mantener la fortuna
Giovani Locke Uomo di altiſſimo intendimento co
nobbe queſta Politica verità ; perciocchè fin dallo ita
bilimento della Legislazione nella feconda e dovizioſa
Carolina d'America volle che le ſue Leggi dopo 100 .
anni non aveſſer vigore alcuno , ſe la Nazione eſamina
te dinuovo non l'aveſſe confermate .
Egli vedeva che poteano talmente gli affari dell'
America variara , che era impoſſibile detrar Leggi eter
ne , e che d'alcri regolamenti ha biſogno un Governo
commerciante , d'altri un Governo militare .
Polibio (1 ) in parlando della Repubblica degli
Spartani dice che le Leggi di Licurgo furon buone
fino a tanto che i Lacedemoni fi contentarono di man.
tenere , e difendere il ſuo Territorio, e d'arricchirfi al
più al più con le ſpoglie dei vicini Popoli del Pelopoo
nelo ;‫ د‬ma allora quando eft fi credettero in neceſſità di
ſottometterſi cucca la Grecia , le fue Leggi diventarono
pelſine.
F 2 Son

[ ] Lib . VI. Cap. VIIJ.


44
Solone interrogato da alcuni le le Leggi che egli
avea dato agli Atenieſi erano le migliori: Sì, diſſe ,
queſte ſon le migliori che eſſi erano capaci di ricevere,
avuto riguardo al carattere degli Ateniefi , e alle cir
coſtanze preſenti.
Il Cardinal Mazzarino in vedendo naſcere la Re
pubblica d'Inghilterra ſi ſpaventd , prevedendo quali
funeſte conſeguenze poteva queſta portare alla Fran
cia , la quale avea le ſue Leggi relative alla Monarchia;
e non alla Repubblica d'Inghilterra , e così da lungi
prediſſe ciocchè poi altri Politici dei noſtri tempi han
no inculcato alla Francia medeſima , che in queſta
nuova circotanza doveanli fare nuovi regolamenti in
torno agli affari esterni, all'indultria , al commercio ,
alla marina ec. In una lettera a M. le Tellier ſcrive :
Dom Louis & moi ſavons bien que Charles II eſt hors
des Royaumes, qui lui appartiennent , mais entre toutes
>

les raiſons , qui pouvent engager les Rois nos maîtres à


ſonger à son retabliſſement une des plus fortes eſt d '
empêcher l'Angleterre de former une Republiq're puiſane
te, qui dans la ſuite donneroit à penſer à tous ſes voie
fins.
.

Perchè uno Stato adunque ſi manteneſſe ſempre


nella medeſima proſperità biſognerebbe itabilire un
Magiftrato , o ſia un Corpo di Cenſori della Legilla
zione , i quali non aveſſero altro impiego , che quel.
lo di eſaminare le le Leggi G accordano con le circo .
ftanze elteriori , ed opponeſſe così milizia a milizia
commercio a commercio , induſtria ad induitria , e co
ſe liinili, ſecondo che vedelle le diverte maniere , che
i confinanti adoprano per ingrandirli.
I Toſcani nelle circoltanze della naſcente Repub
blica dei Romaniaveano un Governo , il quale sì per la
Natu .

1
45
Natura ſua , sì per le particolari Leggi , onde era am
miniſtrato , era il men capace di farle fronte .
Un principio eſſenziale delle Repubbliche Fede
rati è di non ingrandire aſſai il ſuo Territorio .
ve
Elle giungono a collegare inſieme un piccol nu.
mero di Comunità , o di Stari , e non penſano ad e.
9

ſtendere il lor Dominio a più larghi confini.


Il Conſiglio Anfizionico era compoſto in princi,
pio di XII . Popoli [ 1 ] . Dodici Città erano quelle della
Lega Achea [ 2] . Quelle della Repubblica della Licia
.

XXIII .

( 1) Aeſch.Orat Ilepi llapot pe- (2] Secondo Pauſania ibid .


oß. Strab. Lib. IX.Pauf. in P.io. erao quette Δύμη , Ω''λενα"
cic. Lo Scoliafte di Pindaro alla Papai, Tpituích , PíTes , E'é
quarta dell'Odi Pitiche dice co σιον , Κεκυρίνα και Βέρα , Ε'λί.
si : Α’μφικτύονες και καλύνται οι vy , ' Ainai , Alapa , llenanus .
Α'γωνοθέται των Πυθίων εκ δώ- Dina Oleno , Fare , Triteo, Rie
dexu εθνών
Ovãv Ts Enád G όντες.
της Ελλάδ ÖVTES. pe , Eaſio ,, Cecirino , bura , Eli
,
Secondo Efchine i Popoli erano CE "; Ege , Egira , Pelténe . Cre.
quelli : Tefali , Beoti , Dorj , do che in Pauſania invece di
Jonj Perrebi , Magneti ,' Le P'tes e Ε'άσιον , fi debba
>

creji, Frioti , Malei, e Foceſi . leggere P'tres ed Alyov , co +

appariſce dal Catalogo


ma i copiſti me fanno
Quetti ſono XI. uno che
ne avranno laſciato e queſto ne . Erodoto Lib . I. pag .
ſarà il Popolo dei Pelopi , giac. 312. Strabone Lib. VIII . pag.
chè Eſchiae poi li nomina con 369. , e ſegg.. Polibio Lib .' II.
il
me ammelli al diritto di An. Gap. VIII. i quali ſono tutti tra
fizionia . Soo di diverſo pa. loro differenti nei nomi delles
rere Pauſania e Arpocrazione ale Cilià ; ma con tutto ciò crede .
la parola A’LQIXTÚoyes. E ' proba• rei , che biſognaffe fidarſi a Po
bile , che il numero varialle due libio , che è il più eſatto Ilto
proporzione dei tempi e delle rico , e quegli che la pea meglio
circoſtanze ; giacchè Demo le coſe dell'Acaja , giacchè e >

ftene e Cicerone parlaa di queſto ra di Megalopoli ,' la quale poi


çorpo , come del Conſiglio co . anch'eſſa entrò nella Lega , Sot.
mune della Grecia . A tempo di to Arato e Filopemene il nu.
Paufania gli Anfizioni erano mero ſi accrebbe d'aſſai , pece
XXX , Paul. in Achaic , ciocchè pi s'aggiunſero Sicione
1

46
XXIII. delle quali le mallime ſecondo Strabone (1) e.
rano Xanto , Patara , Pinara , Olimpo , Mira , e Tlon .
Gli Jonj ne avevano dieci ( 2 ) , ſei componevano la Le
ga Dorica ( 3 ) e diciaſsette l' Eolica ( 4) .
In oggi li Stati d'Olanda non paiſano il numero
di ſecce Provincie ; e la Lega Svizzera è compoſta di
tredici Comunità fenza contare i fuoi Alleati (s) .
I noſtri Toſcani, ſecondo il coſtume delle Repub
.
bliche Federative , erano giunti a tanta eſtenſione di
Dominio a quanta la Natura di quel Governo licon
duceva , e perciò non potevano eller portati a conqui
ftare , come era neceffario che foſſero in ſu i principi 1
.
della Repubblica Romana , la quale per eller piccola
e nafcente poteva facilmente al Dominio Toſcano ren .
derſi obbediente , fe preſto li foſſero i Toſcani uniti in 1

fieme per ſoggiogarla .


Ma

Corinto , Megalopoli , Argo , Ero Nozio , Egiroefs , Pitana , Eges ;


mione , Flio , Egina , Megara , Mirina e Grunia del Contraente
Sparta , Treze . Polib . Lib . II. Cap del Peloponnclo ; e nel Mares
VII . ¢ fegg . Paufan . in Achaic. aveano altre cinque Città oell'
Lib. VII. p. m . 211. e fegg. Plut. Iſola di Lesbo . Erod . ibid. Cape
pelle Vit, di Arato e di Filopee 145 .
mene . [ s ] L' Abate di S. Gallo fi u
( 1) Lib . XIV . p . m, 631. ni ad effi acl 1451. La Città di
( 3 ) Sono cominate da Ero. S.Gallo nel 1454. E i Grigioni
doto Lib . I. Cap. 143. Mileto , nel 1498. I Valesj fi collegaroo
Minute , Priene nella Caria ; E. no con Beroa , Lucerna , Ury i
felo , . Colofone , Lebedo , Ten , ee Underwaldea io vari tempi .
Clazomene , Focea nella Lidia ; Rotovila Citia Libera Imperia
Somo , e Chio due Iſole , ed Eri. le nella Svevia oel 1815. I Corte
Bte oel Continente . ti di Neufchatel nel 1929. Il Ver
( 3) Erano Lindo , Falifo , Cae fcovo di Seduno del 1533. Gire .
miro , Coo , Gnido , ed Alicar . ora nel 1936. e Bienna del 15470
naſso . Erod . ibid. Jos Simnt . de Rep . Helvet. Du
( 14 ) Cnia Lariſsa , ilMuro Moat, Corps Diplom Lciba.Cod .
* u *v0 ( VÉOV TA ZG ) Teno,Cilia Diplom . in quelli anni .
47
Ma le Repubbliche Federative non aman di con
quiſta re , e la natura del lor Governo le porta alla di
feſa dei lor confini, alla moderazione e alla pace . .

I membri di quelte Repubbliche diſſociati e po


fti in varie Sedi e ben diftanti tra loro , governandoſi
negli affari della Guerra per gli avviſi della comune
Dieta , ed eſſendo cofa aſsai lunga e difficile venire al
general Conſiglio , ſono tardiflimi e lenti nelle riſolu .
zioni j; e la Guerra dall'altra parte avendo bifogno di
prontiſſima eſecuzione, effi non penſan percid ad in.
grandirfi giammai , e ſeguitando aa far Legà con i Popo
li confinanti, finchè ſembri loro di poter viver ficure ,
e difenderſi dalle Potenze vicine , non cercan poi di
maggior dominio .
Tanto più che ciaſcheduna Città alleata in par
ticolare conoſce bene che nel fotcomettere altrui all'
obbedienza della ſua Repubblica non ne trae grandiſ
fima urilità ;; dovendoſi il frutto della conquiſta divi
dere in tante parti, in quante è diviſa la Repubblica
confederata [ 1 ]
Quindi è che noi vediamo conſtantemente eſſere
ftato in uſo appreſso tali Repubbliche il far danaro
non per mezzo dei vantaggi delle conquiſte , ma col
man

[ 1 ] Un Articolo del Trattato Pays,villes ,ou chaſteaux ,cens,reg .


della Lega Svizzera del 1481. tes, péages ,& autres jurisdictions,
ftabiliſce quanto ſegue : Le P: 1 . ſera amiablement distribué. Et ſi
lage ſoit en argent, ou autres les choſos, que deius , eſtoient
bicos , qui fera par aous gaigné racheptées de nous pour quel.
& recouvert, fóit ſelon la ga- que fomne ďargent , celle quele
leur & le nombre des gens , que je pourroit eſtre, ftra tel as
un chacun Canton auroit four- gent aufli er alement divisé pare
ny , eſgalement difribué aux per. my nous les dits Cantons amia
lonnes , qui auront eſté en tel blement tous ols exceptez . Leib
voyage . E : fi en telles Guerras nitz Cod . Jur. Gent. Diplom . p.
sous verioas a gaigaer quelques 443. all'anno ſud.
48
mandare al ſervigio d'altri Principi le lor Truppe , le
quali ſono da elliaſsoldate per loro impreſe , e guada
gnano uno ſtipendio di danaro , che tra loro ſi può
facilmente dividere .
I Gefati , mentovati da Polibio , componevano
le parti meridionali dell'antica Gallia , vale a dire tra
l'Alpi ed il Rodano , differenti Comunità confederate ,
e. ſi chiamavan Gefati, perchè andavano a ſervire altri
Popoli volentieri per un determinato ſoldo ( 1 ) . G!'
Inſubri e iរ Boj li preſero a ſoldo contro i Romani ( 2 ),
I Cartagineſi, la forza dei quali conſiſteva più nella
ricchezza , che nel numero e nel valor dei Soldati , li
fecero venire ſpeſso ne' Paeſi dei lor Dominio , e con .
quiſtaron con eſli una gran parte dell' Affrica , e dell' 1

Europa ( 3)
Filippo Rè della Macedonia eſsendo venuto a pa. 1
1
role con un Pretor degli Eroli alla preſenza di T.
Quinzio Flaminio , rimproverò a lui l'avarizia e l'in
fedeltà della Nazione , dicendogli che non ſi vergo
gnavano gli Ecoli per deſio di guadagno , che ſi vedel,
fero in due Campi nemici le loro Inſegne [4] .
IRO.

( 1) ArbTEP śubéws Tà négyse tes Infubres & Boii Legatio


52 tūv Ovãv, TÒ te tūv 'loój ?Cm miſere ad eos Gallos, qui
fpwr,, rýκαι Botõv
Βοιών oup.Opovýcarta κ,αι interAlpes em Rbodanum
συμφρονήσαντα
die WÉLLTONTO Tpò; t &s xata càs colebant, Gaefatie re dicii, quod
Aanas , nj τον podarov TOTUO
TOY Ροδανόν aera bellando
enim Vox illa mereri
propriefoliti , id.
ſignificat
Α ποτα
μόν κατοικώντας Γαλάτας , προ-
> Polyb. Lib . I. Cap. ΧΧΙ.Edit .
cuyoperoméves ö Sáce To Hragó Amitel. Cur. Gron. 153.
σρατεύειν , Γαισάτες . ή γαρ λέ . [2 ] Ved, la Not, fuper.
ξις άυτη τύτο σημαίνει κυρίως . ( 3) Liv. Lib. XXIII .
Statim igitur communi confilio (4) Tit, Liv . Lib. XXXII.
de inter illas potentilimde gene
49
I Romani ſotto Tullo Ottilio nella ſeconda Guer
1 ra contro i Sabini preſero da Veja d'Etruria inolti
Soldari a ſtipendio , sì perchè , dice Tito Livio , ( 1) tro.
varono gli animi diſpoſti alla Guerra per li [degni del.
le Guerre paſſate , si perchè la ſperanza del guadagno
molto valle appreſſo la minuta e povera plebe .
Gli Achei fecero molte guerre inſienze con i Ro
mani , ma delle loro conquiſte non furono partecipi
giammai . Servirono i Romani nelle Impreſe contro
Filippo Rè della Macedonia , contro gli Ecoli , e con
tro Antioco , e contuttociò effi non conquiſtarono al
tro che Sparta , e di queſta non divennero padroni,
ma l'unirono al Concilio Acaico . L'ifteffo fecero di
Corinto , Sicione , Megalopoli, Argo , Ermione , Flio ,
Egira , e d'altre , e non riduſſero ſotto il lor Dominio
che una piccola parte dell'Arcadia ( 2 ) ; dimodochè
maravigliandoſi Pauſania (3 ) , perchè con Leonida alle
Termopile , con Temiſtocle fra Eubea e Salamina , con
i Greci a Platea, non ſi foſſer giammai trovati gli A
chei , dice : lo ſtimo cbe efiabbian qoluto ſempre difen .
der i foli confini della lor Patria . Cola che è aſſai coe
rente alla Natura di quel Governo .
Li Svizzeri non hanno giammai meditato un'im
preſa glorioſa , o una conquiſta grande . Elli ſono adeſſo
ciocchè erano alcuni Secoli addietro : attendono a col
tivar la terra , e non hanno altro commercio che quel
lo dei Geſati ; imperciocchè i Principi, ai quali dan
no la libertà di levar truppe a lor piacere nei Paeſi
delia Repubblica , danno loro delle Penſioni (4 ).
G 参 Si

( 3) Ibid.
&
i) Pauſ. in Achaic. Polyb. [4] Ved. Guicciard.Iftor. Lib .
Lib. II. Cap. VII. et ſeqq. Plut. XII. Cap. XIV . il Cav . Folard .
in Arat . a Polib, Lib. II.Cap. IV ,
so
Si vede adunque , che i Toſcani per neceſſarie cau.
ſe del lor Governo non doveano eller portati alla Guer
ra , e che perciò non aveano intereſſe alcuno di dila.
tar l ' Imperio , e conquiſtare i Romani naſcenti.
Incanto queſti feroci Soldati s' ingrandirono ra
pidamente , e quando penſarono i Toſcani ai funeiti ef.
fetci del loro ingrandimento non vi fu più tempo , co .
me vedremo più ſotto .
Per le regole ſtabilite di ſopra in quanto al variar
delle circoſtanze relativamente a uno Stato , doveano
i Toſcani opporre a Roma forza a forza, alla rapidi.
tà dell'armi deſiderio di conquitta , e fare in ſomma
che negli affari interni vi folle il Governo di una Re
pubblica Confederata, e negli eſterni, e particolar.
mente nella Guerra , tutta la forza , la prontezza e la
rapidità di una Monarchia .
Un Generale dell'Armi , il quale alla teſta del.
le truppe Toſcane non dipendeffe in tempo di eſpedi
zione dall'arbitrio d'alcuno , avrebbe cagionato l'ac
cennato effetto ; quaſi tutte le Repubbliche Federati
ve in ſimili circoſtanze ſon ricorſe a queſto neceſsa
rio ajuto .
!
Così fecero una volta gli Etoli ( 1 ) , e non ebber
difficoltà di ſoggettar le ſue Truppe ad Attalo Re Atra
niero .
I Licii, iquali erano circondati da Popoli rapaci
e guerrieri , ftabilivano ogni anno un Liciarca, vale a
dire un uomo, che poteſſe rapidamente provvedere a
gli affari di Guerra [ 2] .
La Dieta comune appreſso gli Achei avea in ma
no la ſomma degli Affari , e i diritti della Sovranità .
Ella dichiarava la Guerra , concludeya Trattati di pa
cc
[ : ] Liv. Lib. XV . (.) Strab . Lib . XIV.
51
ce e d'alleanza , aſcoltava e ſpediva Ambaſciadori, e
prendeva tutte le riſoluzioni appartenenti agli affari
generali della Nazione . Ma preſedeva a queſta un Pre
tore , o Capitan Generale alliſtito da X. perſone , le
quali ſi chiamavano Demiurgi , e in tempo di guerra
egli folo 'ſi poneva alla tefta dell'Armata con potere al
foluto ( 1 ) .
In queſta maniera Filopemene , Arato , e Licorte
fecero sì che la Repubblica ebbe al di fuori tutta la
forza e la prontezza di una ben regolata Monarchia ,
e così divennero formidabili a tutta la Grecia . E cal
volta ancora la neceſſità di aver un eccellente Generale
fece loro ſcegliere i Regi di Macedonia .
Gli Olandeſi furono rapidiſſimi e ſpaventoſi ſotto
i tre Guglielmi , Maurizio , e Federigo Enrico Princi.
pi d'Oranges [ 2 ] , ma l'ammetter le donne alla fuccef .
lione della carica di Stadolder è un errore troppo con:
trario ai fini dell'inſtituzione di quell'impiego .
Pare , che anche i Toſcani aveſſero queſto mede
fimo coſtume : Dionigi d'Alicarnaſſo ( 3 ) e Tito Livio (4)
l'alferiſcono aſsolutamente ; ma io che negli Scrittori
delle coſe Romane ho letto il numero e l'ordine di
tutte le loro guerre ho potuto oſservare , o che mai
Ga non
[ 1 ] Lir. Lib . XXXVIII. Paul Toſcani mandate avanti il fuo
fan. in Phocic . Polyb . Lib . II . Rè un Littore, il quale con il
( 2) Raynal Hist. du Stadhoud . faſcio delle vergbe portava una
( 3 ), Tupfnudu yaptor @ ¿dó- jcure , lo facevaſe ung eſpedie
KH Éxásy râu xatà cóżow Bezione di tutte le XII. Città , de >

Giaccy &vx tporyad bal }.05. XII. Scuri fi conſegnaſsero e un


σιλέων ce
por,á.. έναtñ deruen two pepswr falo ...quale aveſse il fomno
TÉNEXUY Céporta o en ö xarving gás impe
(4)roEtLib.
ita111.habu ifle 53
p.1.19 Etruſcos
νοιτο των δώδεκα πόλεων σρα- φuod ex XII. populis communicer
Tid , Tiig dødens menéxas creato Rege fingulos fogula Li
παραδίδεθ το λάβοντι την αυ- εξores dederias Lib. Ι .
Toxpérope expany : Imperciocche
pors chicajcbedune Città dei
52
non G ſervirono di queſto cokume, o che ſene ſervi,
rono sì tardida non poter più reſiſtere anche in que
fta maniera alle forze dei Romani divenute già (miſu
rate , perciocchè tardarono aſsai a far la guerra in co.
mune .
Può eſsere che nei tempi più antichi di cal parti.
to li ſerviſsero i Toſcani nelle circoſtanze più curbo
Jente ;‫ ز‬ma avvezzi poi ad una lunga tranquillità aveſ
ſero tal coſtume dimenticato ; e in queſta ſuppoſizione
chi aveſse voluto perſuadere ai Toſcani a cangiare or
d
dine e modo d'operare ſiG ſarebbe inutilmente affanna.
00 ; perocchè quando gli uomini hanno per lungo tem
po proſperamente viſsuto menando un genere dcter.
minato di Vita , ed avendo un certo genere di Gover
no >, è malagevole molto , ſe non è affatto impoſſibile
il perſuaderli che poſsano proceder bene operando.
altrimenti. E queſta è la principal cagione perchè nei
Regni , come nelle perſone private , la fortuna aa lungo
andare ſi cangia ; perchè variando i tempi e le circo .
Aanze non li avveggono gli uomini che quei modi che
prima eran ſorgenti di proſperità , ſon divenuti allora
cauſa di rovina e di distruzione .
Avvezzi i Toſcani già da lungo tempo a non te
mere i vicini , ed a riſpingere i loro deboli sforzi con
la Potenza di quella ſola Città , che era attaccata
quando i Regi della nuova Roma aſsaliron Fidene e
Veja , elli appena penſarono a quella guerra ; intanto
le forze di quelle poderoſe Città s'indebolirono , e
quando ricorſero alle forze comuni era tanto inoltra.
ta la Potenza Romana , che non potetcero più reli
fterle .
Roma ſola tra quante altre Città ſono ſtate in
del.
dominio nel mondo feppe accomodarſi alle varietà le
53
le circotanze ; imperciocchè a proporzione che ſi mu
tavano i tempi , ella variava l'ordine del Governo .
Lo ſpirito turbolento della Plebe , la forza del
Senato, il Magiftrato particolarmente dei Tribuni del
Popolo , e dei Cenſori faceva sì che ogni piccolo er
rore di Governo con nuove Leggi ſi correggeva .
Quando poi la Repubblica fu giunta a ſegno da
non poter eſser governata da più perfone, è noto che
la Legislazione varið totalmente : ed erano aſsai debo
li d'ingegno coloro , che pieni ancora dell'antica
frugalità , e della paſsata durezza della Repubblica cor
1

ſero ad Auguſto a lamentarſi delle ſorprendenti mu.


tazioni, e a pregarlo , che ritraoſse verſo il principio
il Governo Romano .
Il principio era cangiato , ed eravi biſogno di al
tro ordine , e di altro regolamento , e il Savio Augu.
ito elute con arte mirabile le lor domande , buone al.
lora quando la Potenza Romana non trapaſsava i
confini dell'Alpi e del mare , importune e percicioſe
allorache Roma ſi era fatta la Regina dell'Univer
ſo ( 1 ):
Così a chi inſiſteva ſopra i regolamenri della leg,
ge Oppia , dicea Valerio Meffalino , che omai in mi.
gliore e più leggiadra forma era la durezza antica mu.
tata , e che la Città di Roma non era più affediata da
Guerre continue e oitinate ( 2 ) .,
Ma la Repubblica dei Toſcani, non ponendo men .
te a queſta origine di diſordini, che per mille inopis
nate vie cagiona la diſtruzion dello Stato dovette, man .
tenendo il medeſimo ordine di Governo, ſoccombere all'
impeto dei Galli ee dei Romani .
Sen.
[• ] Dion. Caft. Lib. LIV. [2 ] Tacit. Lib. III.

1
54
Senza il pronto rimedio di un Capitan Generale,
il quale in caſo di neceſſità abbia il ſupremo ed indi.
pendente comando dell'Armi , il Governo dei Toſcani
nelle circoſtanze di Roma naſcente , e nella vicinanza
dei Galli non era buono . Queiti Popoli di natura con .
quiſtatori ee Soldati aveano biſogno per el : r frenati di
un altro popolo rapido , e per natura o per arte del
pari conquiltatore .
Ora il moto di quelle Repubbliche, nelle quali la
fomma poteſtà riſiede non in una perſona ſola, ma in
un Conſiglio di Uomini, i quali vivono in lontane e
diſſociate ſedi, è languido molto ed allai tardo , e gli
affari della guerra hanno biſogno più di momentanea
riſoluzione , che di conſiglio .
Oltre all'eſsere malagevole aſsai l'adunar la Die
ta , ſegue di più che nel Conſiglio medeſimo le più volte
la diſparità dell'opinioni , o la malignità di qualche
Socio, al quale il ben comune della Repubblica non
rechi vantaggio alcuno, ed impediſcono e craicengono
molto le deliberazioni del Conſiglio, e queſte medeſi. 1

1
me inſpirano minor vivacità in quelli che debbono e. 1

ſeguirle , ſapendoſi eſser cra quei che conſultano fre. 1

quentemente alcuno , che ſia mal contento . Quindi è


che gli Achei, per prevenire le fatali conſeguenze dell'
ambiguità , e della tardanza delle riſoluzioni di un
corpo di perſone unite inſieme, fecero una legge , per
la quale era ordinato , che tutti gli affari nella Dieta
foſsero ſpediti in tre giorni,dopo i quali l'adunanza
dovea ſcioglierli, e cialcun deputato tornare alla ſua
Ciccà [ 1 ] . Quefta lentezza fù per ii Toſcani origine di
gran
( 1) Tit. Liv . Lib. XXXII.Ved . gioni da confermarlo . Vit. di Po .
Viac. Thuillier , il quale dice , lib . p. 25. al Tom. I. della Stor.
che i Decreti dovean fare il di Polib . Ediz, di Folard.
quarto giorno , ma 400 ha 12 .

.
S8
gran diſordini, come vedremo nella breve enumera .
zione delle guerre da lor ſoſtenute , che daremo in
fine .
Ora ſotto i Regi di Roma il Diritto dell'Armi
eſsendo appreſso di un ſolo , e per conſeguenza ammi.
niitrandofi la guerra rapidamente e ſenza alcuna di
pendenza, ſi vede che i Toſcani aveano anche in queſta
parte uno ſvantaggio notabile ; e quando poi furono
introdotti i Conſoli crebbe lo ſvantaggio d'aſsai; per.
chè crebbe ſmiſuratamente la rapidità dell'Armi e il
derio di conquiſte : ſuccedendoſi eſſi ogni anno non a
veano alira mira , che di ſegnalare il tempo della lo.
.
ro Magiftratura con azioni glorioſe , le quali ſole era
no capaci di far loro acquiſtare altre cariche nella Re.
pubblica . Le guerre, le vittorie , i trionfi erano gl'I.
doli, ai quali ſacrificavano il tempo del Conſolato .
Così non uomini diverſi ſi ſuccedevano , ma l'ambizio.
ne , e lo ſpirito di guerra , che moveva ogni anno di-.
verſe perſone, era quello che doininava la Citcà : eſſie
sano per principio in una guerra perpetua . E come
sefiftere a queſti impetuoſifulmini di guerra con la
lentezza di una Repubblica Federativa ?
Era cofa molto difficile il perfuadere agli Arenieſi
l' intraprender la guerra contro tutto il Pelopon.
neſo ; contutrociò il facondo , accorto , é pruden
te Pericle tra l'altre molte ragioni per incoraggir gli
Atenieſi a queſta impreſa : Voi dovete , diſſe egli, confi.
derare il carattere ed il Governo di queſte due Repub
bliche , tra le quali ſi vuole accender la Guerra .
Sparta è ſempre incerta o futsuante nelle delibera .
zioni, tarda a lenta alai nell'eſecuzione, perchè ſogget
ta ad aſpettare il conſenſo di quei popoli le più volte di.
ſcordi , che foro in Lega ; la noſtra è ſollecita, arbitra ,
in.
56
indipendente e padrona delle riſoluzioni. Voi non ſapete
quanto queſto metodo di operare , quando foſſero uguali
le noſtre forze, che sono aſai maggiori, prevalga , e
quanto importi per ľl'eſito dell'impreſe ( 1 ).
Caterino Davila Iſtorico di Tomma avvedutezza ,
e delle coſe Civili e Militari intendenciſlimo, dice a
propoſito della lentenza e confuſione che ſogliono a
vere le operazioni dirette da più perſone: Erano in
queſto tempo molto titabanti ee molto incerte le coſe dell
Unione, perchè la diverſità delle pretenſioni, e la contra
rietà dei fini dei Collegati diſconcertavano, come è ſolito
ilcorſo dell'impreſase tenevano ſospeſe non ſolo le delibera.
zioni degli animi, ma anco gli effetti , e le operazioni di
comune intereffe , che per la celerira , eper la riſoluzione
del Rè Enrico Borbone di Navarra nor aviano biſogno
di tardanza (2 )
Tutto conferma l'errore grandiſſimo fatto dai To .
ſcani, i quali avendo ai Confini Popoli così guerrie
ri non creaſſero un Capitan Generale, e a lui la ſom
ma poteſtà nella guerra non concedeſſero .
Ma ſe tutti li ſvantaggi della lor forma di Govera
no ſentirono i Toſcani, almeno dei vantaggi di quel
lo aveſſero profittato . Eglino aveano ſul principio del
la Repubblica di Roma tali forze , che unite inſieme
potevano aſſolutamente reſiſtere alla orgoglioſa rapa
cità dei Romani .
lo anderð enumerando brevemente le guerre , che
elli frequentemente fecero con i Romani , e alcune ri.
fleſſioni lopra di queſte ſcopriranno gli errori che li
conduſſero alla rovina ; ma prima di farlo mi ſia leci
to

[ 1 ] Thucyd. Lib. II. De Bell. Franc. Lib. XI.pag.m.628. Ved.il


Pelopoon . Cardin . Bentivoglio Relazioni
[ 2] Itto delle Guerre Civili di Lib. I. Cap. V.
1
57
to il notare un diſordine effenziale di queſta Repub
blica , e che forſe fu uno dei principali motivi della
fua diſtruzione. Sivede adunque e dalle guerre deſcrit
te di ſopra fino a Tarquinio Priſco , e più chia.
ramente da quelle che anderò deſcrivendo , che la To
ſcana non fece che rare volte la guerra a forze unite .
Quefto errore fu conftantiſſimo nella Repubblica
e fu certamente una delle cauſe principali della lor
decadenza ; perciocchè la forza difenſiva di queſticor
pi Politici conſiftendo principalmente nell'unione di
ciaſcun membro ,egli è manifefto che una Repubblica
Federativa deve aver per legge fondamentale , che nef
ſuno in particolare intraprenda la Guerra con nemi
ci di neſſuna forte , ma che il diritto della guerra e
della pace rimanga coſtantemente nel Conſiglio co
mune di tutti i Popoli confederati, come ſi vede che
hanno fatto tutte le Repubbliche , che ſon viſſute , e
vivono ſotto queſta forma di Governo .
Senza queſt'ordine Politico , laſciando che ciaſche.
duno faccia a luo talento e guerra , e pace , e tregua
ed alleanza con popoli ſtranieri, come apparirà aver
fatto i Toſcani, la Repubblica confederata non ha che
il nome , e le Città che la compongono ſon deboli per
ſe medeſime ed inferme e capaci di cedere a qualun.
que conquiſtarle deſideri.
Ora in queſto diſordine i Popoli affaliti, o per
qualunque altra ragione ſeparatamente guerreggianti
vincono o fon vinti.
Se efli conquiſtano divengono troppo potenti, e
per conſeguenza non mantengono quella uguaglianza
che è neceſſaria tra i membriconfederaci , e quindi ri
volgono l'armi contro gli altri che ſono in Lega , e fi
fanno lor Principi , come fece appunto Filippo Mace.
H do
58
done, quando fu ricevuto nella Lega Anfizionica , do
ve eflendo aſſai più potente di ciaſcun altro confedera .
to , e divenendolo ſempre più con le frequenti conquiſte
comandò agli Anfizioni da Sovrano [ 1 ] . e quando
ancora tali Popoli unici non giungano a tanta indigni
tà , elli eſtendendo il Dominio loro gettano a terra in
ſenſibilmente le Leggi fondamentali del lor Governo ,
1
il quale è fatto più per difendere il ſuo Territorio ,
che per conquiſtare.
Se poi nel guerreggiare diſuniti ſon vinti, ciaſcu .
na parte in tal maniera indebolita fa sì che il corpo
tutto reſti incapace di reſiſtere in una fatal circoſtan .
za a nemici potenti.
Onde ſi vede , come abbiamo anche altrove accen .
nato , che tutta la forza delle Repubbliche confedera
te conſiſte in un ordine , che faccia si che gl'intereſ,
ſi di una città ſiano reputari intereſſi comuni , e come
tali Gano amminiltraci dalla Generale .Aſſemblea , che,
rappreſenta tutta la Lega .
La Repubblica dei Tofcaninon inteſe queſto prin.
cipio giammai .
Fidene , Veja , e Faleria Città potenti d'Etruria ,
4
e poſte ſulle Frontiere del Dominio Romano , fecero
per ſecoli interi guerre ſeparate con i Romani.
Qual maraviglia ſe in queſto diſordine dovettero
finalmente entrar ſotto il giogo dei ſuperbi Roo
mani ?
Tacito enumerando le ragioni , perchè i Romani
s' impoſſeſſaron dei Britanni non potrebbe meglio a.
ver conſiderato le fatali conſeguenze , che procedono
1 da tanta diſunione , dicendo : Nec aliud adverſus vali .
diffimas gentes pro nobis utilius, quam quod in commune
n01

( 1) Vedi la Terza Orazione Filippica di Demofteac .


59
non confulunt . Rarus duabus tribufque civitatibus ad pro
pulfandum commune periculume conventus : ita dum fin
guli pugnant, univerſi vincuntur [ 1] .
Quando jo vado precorrendu le memorie delle
paſsate e delle preſenti Repubbliche confederate mi
prende gran maraviglia in vedere nella Toſcana ſola
mente elsere ufato un diſordine così fatale ; percioc
chè in qualunque Repubblica di tal forma noi crovia.
mo eſſere una delle Leggi eſſenziali il riſpingere di co
mun conſenſo il nemico , e il non far giammai con
forze ſeparate la Guerra .
Qualunque entrava nel Corpo degli Anfizioni giu
rava nelle maniere più ſolenni di uſar le ſue proprie
forze nel promovere gli affari generali della Lega ,
e di non avere altro in mira che il bene genera
le della Nazione ( 2 ) . Così come ſe tutte le Circà Con.
federate foſſero ftare una ſola fi adunavano ogni anno
gli Anfizioni di ciaſcheduna Città nella Primavera , e
nell' Autunno alle Termopile e a Delfo ( 3 ) e, quivi
della Guerra , della Pace , dell'Alleanze , e delle Tregue
deliberavano .
Tutte le Leggi della Confederazione Acaica era
no dirette aa conſervar l'unione, ed aa fare operare tut
ti i menibri componenti come un ſolo ed unico Corpo .
Polibio , il quale era di Megalopoli , Città anch '
eſſa confederata, deſcrive maraviglioſamente queſta for
tillima unione : Io non poco diſpenſarmi dai riporta.
re le parole preciſe di sì giudiziolo ſcriccore.
H 2 Lo

( 1 ) la Vit. Agr . Falfo Legatione . Barbeyrac nel


( Si può vedere la Formu . fuo Recueil des Anc . Traités la
la di que:to Giuramento ape riporta all'Art. I.
preffo Elchine dell'Orazione. De ( 3) Strab . Lib. IX.
60
‫ور‬ Lo ſpirito del ſuo Governo , dic' egli, confifte
unicamente ad unire i Popoli per mezzo dell'ugua
, glianza e della Libertà , della quale ſi gode nella loro
» Repubblica , e di non laſciar mail'armi contro co.
» loro i quali o da ſe medefimi, o per mezzo dei Re
» gi voglion ridurli in ſervitù . Per mezzo di queſto
» principio ſon giunti eſſi a queſta grandezza nella
» quale noi li vediamo ora uſando l'armi lor proprie ,
ora quelle degli Alleati . Ciocchè eſſi han facto per
» mezzo degliAlleati nei tempi pofteriori per lo ſtabi
limento della loro Repubblica Gi dee riferire allo
» fpirito del Governo ; imperciocchè quantunque ella
» abbiano avuto parte ſpeſſo con i Romani alle più
belle impreſe, non hanno contuttociò defiderato che
da quelle a loro ne veniſſe vantaggio alcuno parti.
colare. L'unica ricompenſa , alla quale penſavano
fu quella della libertà comune , e dell'unione del
Peloponneſo .
E in un altro luogo : « In oggi ( parla del Pelo .
si ponneſo ) la concordia vi gi è talmente itabilita , che
97 tra loro non vi è ſolamente Alleanza ed amicizia ,
»9 ma vi ſono le medeſime Leggi , i medeſimi Magiſtraa
», ti , gl' ifteffi Senatori , i medeſimi Giudici . In una
i
» parola eſſi non ſono nelle medeſime mura , ma tut
to il reſto sì in generale , come in particolare in cia.
ſcheduna Citcà è uguale ed uniforme ( 1 ) .
Per conſervar queſto ſpirito di unione eſſi due volte
l'anno nella Primavera e nell' Autunno fi adunavano
ad

( 1 ) Polyb. Lib. II. Cap. VII. fint, unum tamen Corpus , &
unum Imperium habent , fiagu
VIII . Plut. ja Vit. Arat. et Pai .
lopoem , larumque Urbium Imperia mu .
Namque Achaei licet per Ci- tuis viribus propulfant . Juftia .
vitates veluti per membra divifi Lib. XXXIV. Cap. I.

23
22
61

ad Egio ( 1) , ed anche con più frequenza ſecondo le


circoſtanze , ed in altri luoghi, come ad Argo , a Me
galopoli, a Tegea , a Corinto , a Sicione (2) .
Tutte le altre leggi di queſta Repubblica non ten .
devano ad altro , che ad unire inſieme i componenti
della medeſima ( 3 ) .
Tale era lo ſpirico della Repubblica dei Licj, nel
la quale la ſola general Dieta avea il ſupremo arbitrio
della Pace , della Guerra , e delle Alleanze e di rutti
gli altri Diritti della Maeſtà (4) relativi agl'intereſſi ge
nerali della Nazione ( 5)e tale preſentemente è lofpi.
rito delli Svizzeri e degli Olandeſi .
I.

(1) Polyb . Lib. IV. Cap. VII. cavi quel che egli dice .IlTe.
e XXXVII . Lib . y.Cap. I.Pau- fto di Strabone è queſto: yö
faoin Achaic.Cap.Xiv . Tit.Liv. Tợ , cuvedpiwa itpūt
πρώτον
ov, μεν
Mły Λι: 2

Lib . XXXVIII . κυάρχης αιράται , είτ ' άλλα !


(2) Polyb.Excerpt.Legat.Cap. epxai ai ti ousýpat : nel
XXXXI. XLV . Tit. Liv. Lib. collegio , oovero nel Conſiglio com
XXXII. XXXVIII.. XXXIX.XLI. une fa elegge prime il Prefes.
[3] Si poffon vedere nel loro to delle Licia , e poi gli altri
ordinc appreſſo Barbeyrac Recue- Magiſtrati del Siſtema . Ora io .

il, des Anc. Traités P. I. Art. credo che per i Magiftrati del
CCCXXVIII. p.272 . fiftema non ſi debbano aſſoluta .
(4) Strab . Lib. XIV.p.m.632. mente intendere i Magiſtrati di
is ; Il Gommendator di Mon- ciaſcheduna Città particolare,per.
teſquieu intorno alla Repubbli. chè Tè ousmuce non ſignifica Cito
cade' Licj dice così : En Li. tà ., ma in queſto luogo vuol . di
Cye les fuges , de lesMagiftrats re il Corpo Politico , la cofti.
1

étoient éus par le Conſeil coman , tuzione del Governo , la Re.


lelon la proportion , que nous pubblica Federativa . Onde i.

000ns dite . Dans le Republi . Magiſtrati c i Giudici del fiſte


que de Hollande ils ne sont point ma ſaranno ſtati quelli , រi qua
élus par le Conſeil Comun, che li inſieme col Prefetto como
que Ville nomme les Magiſtrats. ' ponevano li Stati Generali delo
.

Per confermar queſta coſtumanza la Nazione 3, o la Perſona mora.


de Licj cita Strabone Lib. XIV. le , che rappreſentava il Corpo
ma non credo che da eſſo fi ri. Federativo , come Aslla Repub.
62
I molti Trattati conſecutividal 1315. fino al 1501.
nel qual tempo fi unì alla Lega Svizzera Balilea e
Schaffuſa , tendon tutti a riſpinger qualunque Nemico
con l'Armi comuni, e fin dal 1351. Itabilirono : che
fe alcuno degli Alleati riceverà di fuori alcun danno
avviſerà per lettere o Meſſaggieri Ic Città Alleate, e
queſte ſaranno tenute di comun conſenſo a farle rendere
il ſuo uſurpato Diritto; e ſe il caſo foſse si repentino ,
she ad un tratto uno degli Alleati foſse invaſo e dan .
neggiato dall'Armi Araniere , allora ſenza attendere av.
viſo alcuno ciaſcuna Città manderà i ſuoi rappreſen .
tanti alla Badia degli Eremiti [ Einfidel] per ist abilirvi
di comun conſenſo ciocchè ſarà più utile o piú eſpe
diente [ 1 ]
Sino a queſto tempo eſli hanno mantenuto invio.
labilmente queſto ſpirito d’unione , e l'iſteſſo appun .
to
1

blica degli Achei erano il Pre. dicipoi eletti nella ſteſſa maniera
tore con i X. Demiurgi , dei decide fiero le cauſe , che naſceva .
quali abbiamo poco fa parlato . no tra Citia e Città Confederata.
Vero ècheStrabone medelimo dice Del reſto ettendo la coſa altri
che i Liuj avevano i Giudizi , o il > e
mesti in queſto Corpo di
Tribunale comune ; ma non Magiſtrati trovandofi perpetua
credo che ciò voglia dire che le meare i giudizi , e per confe
liti tra privato e privato G ato gueaza l' eſecuzione e lu
titaflero e fi decidetiero dai Ma- forza, il fupremo arbitrio negli
giſtrati di tutte le Città , che riº affari della pace e della guerra
fedeflero in un luogo determi. e l'amminiltrazione indipendea .
nato , perciocchè queſto fiitema é te del denaro pubblico, coa ſo
impodibile per la lentezza ne- vedere qual differenza vi ſareb
ia . be itata da una Repubblica di
cell'aria dei Giudizi è per l '
comodo dei Litiganti , ee per Ottimati , fe non di diritto , ale >
la lontananza delle Città , ma man di eſercizio .
bensi che quello Corpo di Ma- ( Ved, Leibnitz . Cod . Jur.
giftrati eletti da cialcuna Cit. Gent , Diplom, Agli Anni 1315
tà proporzionatamente ai ſuto 1332-01451--1353-1393-1481 ••
fragj fi divideſte le cariche Qe. 1497-150IO .
ceflarie della Repubblica , i Giu
63
to hanno fatto gli Olandeli, i quali dal tempo dellas
loro Lega fino aa queſt'oggi non hanno giammai fatto
guerra diſuniti e a lor voglia .
Bynkerſoek pretende che nella Repubblica d' Oo
landa in vigor Jel Trattato di Utrecht ciaſcuna Pro
vincia poſſa in particolare prender l’Armi sì per di.
fender la cauſa comune della Lega,sìs per conſervare i dio
ritti di uno o più Soci , sì per difender ſe ſteſſa ſenza
aſpectar l'avvilo e la deliberazione degli Stati Gene.
rali , reſtando, dic' egli, ciaſcuna Provincia Sovrana ;
quando non vi fia niente di contrario ſtabilito nella Le
ga , ella ha anche il diritto di far la guerra ,che è uno
dei diritti primarj della Sovranità ( 1). Grozio aſſeri,
ſce il contrario ( 2 ) .
Comunque ſia la coſa , la quale non ſi dee da me
in queſto luogo in quanto al vero e rigido Diritto de
finire, egli è veriſſimo in quanto al fatto , che neſsuna
Provincia della Lega Olandeſe non ha fino ai di no .
ftri intrapreſo giammai una Guerra particolare, e ſi può
agevolmente preſagire, che ogniqualvolta le Provin
cie Confederate di Olanda fi ſerviranno di queſto ſup
potto Diritto di far Guerra diſunite ed in particolare ſa 1

rà in breve la lor Repubblica lacerata è diviſa da chi


avràmeno
voglia di conquiſtarla, e la Potenza Olandeſe ver
rà .
Dai quali coſtanti principi, che ſono ſtati di cut.
te le Repubbliche Confederate il più forte ſoſtegno fi
vede , che i Toſcani eſsendo in tanto diſordine non a.
vevano nè la forza della Monarchia , nè i vantaggidel
la Repubblica , ma che per un vizio interno di un mal
regolato Governo , per cui ſi rendeva ciaſchedun mem.
bro
(1) Quæft. Jur. Publ. Lib. I. [ 1 ] Nell' Apol. Cap. X.
Cap . XXIII.
64
bro ſeparato debole ed incapace di refiftenza , eſli do
veano neceſsariamente diſtruggerli . .

Quando Romolo preſe Fidene, i Vejenci ſoli por


tarono ajuto ai vinti . Fidene eſsa ſola fa Tregua con
i Romani per 100. anni: ſi ribella , e Veja fola e lo ſtra
niero Mezio Suffezio ſoftiene i ribelli contro le Armi
di Tullo Oftilio . Fidene è preſa di nuovo , e di lì a non
molto i Vejenti ſoli fanno una irruzione ſopra i Cam
pi Romani , più a guiſa di furibondi, che viveſsero di
rapina, che diregolati ſoldati, che voleſſero ſoggio
gar l'Imperio Romano . Son vinti , e fanno elli foli la
Tregua , elli ſoli la rompono , e deboli e diſordinati ſo
no perla ſeconda volta luperari, ed in ciaſcuna Vittoria
eſli perdono e Soldati prigionieri e parte del Territo .
rio . Sotto Lucio Tarquinio Chiuſi , Arezzo , Volter,
ra , Roſelle, e Vetulonia mandan Truppe Aubiliari ai
Latini , e quindi altre Città le inviano ai Sabini , e
una gran parte di Etruſchi ſono ucciſi e fatti Prigio.
nieri, ſi muovono finalmente tutte le Citrà Toſcane 1

contro Tarquinio medelimo, e dopo la preſa di Fide


ne tornano ſenza intraprender altro , e danno luogo
così al Re di Roma, che meſſo in piedi un poderoſo
Eſercito , ed avendo la ſagacità di combatter ſempre
con una parte di eſli, e non mai con tutti , li sforza fi .
nalmente a fare una pace vergognoſa dopo una guerra
di nove anni interi , come abbiamo narrato di ſopra .
Queſto diſordinato ed irregolar coſtume di com
battere diſuniti dovea neceſſariamente rovinar la Re.
pubblica : nè le perdite facce li reſero più ſaggi e più
prudenti, perocchè morto Tarquinio Priſco i Vejenti
furono i primi a ribellarſi; dicendo di aver eſſi fatto il
trattato di pace con Tarquinio , e non con Servio Tul
lio ſuo Succeſſore , e perciò le Città di Toſcana non
er .
65
eſſere obbligate a preſtargli alcuna obbedienza . Ata O

taccano adunque la Guerra i primi i Vejenti , e ſi bat


tono più volte con iſvantaggio . Indeboliti queſti pren.
don ſ Armi i Ceretani , e i Tarquinieſi , ed anch'eſſi
in varie Battaglie particolari ſon vinti . In tanto le Città
più potenti delle Frontiere oppreſſe ſvegliano l'addor.
mentata Repubblica , la quale immerſa nelle delizie non
ſentiva il pericolo , che quando le foyraltava fulla timi
da Teſta .
Tutta l'Etruria adunque muove di comun con
ſenſo la Guerra : Tullio in diverſe giornate batte i To
ſcani, ed in 20. Anni che durò la gara oftile il pru.
dente Re le più volte combatte con una, o con più Cit
cà ſeparate . Vince alla fine tre Generali Battaglie, ed i
Tofcani abbattuti e privi affatto di Forze (συνελθάσαι πάλιν
ai dódexa Tónas)adunandoſi inſieme lexu.Città domandan
la pace, la quale è loro accordata con le medeſimecondi
zioni propoſte da Tarquinio . Volle però di più Ser
vio Tullio , che i Vejenti , i Ceretani , e i Tarquinieli,
iquali erano ſtati i primi a romper la fede dell'Alleanza
cedeſſero ai Romani una parte della loro Campagna ( 1 ).
Cacciati i Regi da Roma preſero i Toſcani s pre- nioConf.L.Gia $

Dalebruto. poetaP.
teſto di reſtituire ai Tarquini lo Stato per far la Guer. Valerio Po
ra ai Romani. I figli di Tarquinio Superbo erano al- dippcola.Ann.
Rom . 245.
la celta di una parte dell'Armata d'Etruria , la quale i
Vejenti e i Tarquinieh foli avean formata, ſoſtenuti da
altre poche Truppe , le quali eran venute come auſilia
ri dall'altre Città Confederate o volontariamente , o
erano ſtate preſe a ſoldo da quelle che ſi eran meſſe
ſull'Armi
in .
Quetta Guerra ebbe quell'eſto infelice , che ſi po .
tea naturalmente aſpettare da cotanta imprudenza , in
I per
[ 2 ] Dion . Halic. Lib. IV .pag. 231. Tit. Liv. Lib. I.
66
perciocchè eſſendo appreſſo i Romani odioſiſſimo il no
me dei Tarquinj, avrebbono oltinatamente laſciato
prima tutti fül Campo la vita , che permettere , che
tornaſſe in Roma a regnar quella Caſa , che averebbe
(parfo torrenti di Sangue in vendetta dell'inſulto fof
ferto . Era ancor fumante il Sangue di Lucrezia , e gli
Animi irricati dalla memoria delle coſe pallate, e dal .
la viſta dei Tarquini preſenti erano di un coraggio in
fuperabile. In verità combatterono lungo tempo ofti
natamente da ambe le parti, ma finalmente i Romani
Conf. P. Va.
ottennero una piena Vittoria [ 1 ] .
lerio Poplico Tenta di li a non molto di rimettere in Roma
1

12 111.Marco. i Tarquinj anche Porſena Larte ( 2 ) dei Chiuſini, i


Orazio
1
1

villo 11.An. quali avevano in quei cempi duminio ampliſsimo e


di Rom . 247. ricchezze abbondanti . Si uniſce egli con Ottavio Ma•
milio , il quale conduceva delle Truppe da Tuſculo
con i Camerini e gli Antennati Popoli del Lazio : dall'
altre Città Latine vengono dei volontarj , onde fi com.
pone un Eſercito numeroſo di Toſcani e d'Alleati . Si .

comincia la Battaglia , e fon diſperſi i Romani , e le


Orazio Cocle non difende il famoſo Ponte , che era
ſul Tevere , Porſena prendeva Roma . Rotto il Ponte
il Capitan dei Chiuſini pone i ſuoi Accampamenti ſul
Gianicolo , ed impediſce ai Romani l'ingreſſo di qua.
lunque vettovaglia . Si riducono i Romani ad una e.
ftrema miſeria , e ad una fame intollerabile . Muzio
vvà per uccider Porſena ec. E ' nota la Storia (3 ) .
Por

( 1 ) Dion. Halic. Lib . V. pag . Propert. Lib.IV. Reiaef. Inſcript.


288. Tit . Liv.Lib. II . Clair. II . n . 43 .
(2) Lar o Lars vuol dire in (3) Io ho ſeguitato anche nel.
Lingua Etrufca Principe e Ca- la Storia di Scevola Tito Livio ,
po Ved . Joſeph. Scaliger, ine e Diosig d' Alicarpalo ,2 ma de

1
67
Porſena fa la pace, e ſtabiliſce confederazione con i ro.
mani [ 1 ]. Che non avrebbero fatto i Toſcani, ſe aveſſe .
ro unito in queſta occaſione inſieme tutte le forze
loro ?
Erano in queſt'anno in Roma inteſtine diſcordie Conf.c. Giu
per la legge Agraria crà 'l Senato e la Plebe, ed i Vejenti Fabio Vibula:.
entrarono in iſperanza di eſtinguere in queſt'occafio. Rom no IIa. An.di
272.
ne il nome Romano . Si pongon perciò a ſaccheggiare
la Campagna di Roma ; non aſcolcano i Romani Am-.
baſciatori mandati a richiedere le coſe rapite , e ven
gon per conſeguenza a dichiarata Guerra . I Romani
ſi accampano vicino a Veja , e dopo aver ſaccheggia.
to una grande eſtenſione della Campagna Vejentana
tornano a Roma ſenza fare altre impreſe [ 2 ] .
Duravano in tanto le diſcordie in Roma , ed i Conſoliq.Fa
Vibulano
Vejenti credendo eſſer giunto il tempo opportuno per bio
11. Sp. Furio
ſoggiogare i Romani s'indirizzano alla general Dieta Ro
Fuſo
m . Ann.di
:
della Toſcana , la quale ſi era adunata , e domandano
che di comun conſenſo ſi faccia la Guerra a Roma :
non l'orcennero dal General Conſiglio , ma fù bensì
determinato , che chi volontariamente fi ſentiffe por.
tato a militare per i Vejenti poteſſe andare (3 ). In que
I 2 fta

veli avvertire il Lettore eſſervi mano dedit Porfenna , nominatim


molti , i quali ragionevolmente comprehenfum invenimus , ne fer
ro nifi in Agricultura uterentur ;
revocano in dubbio l'ardire ed il
coraggio di Scevola , e prendonVed , l ' Autore della Dillert. ſur.
per favola tutto il racconto , Placertitude des ciag . prem.Siecl .
tanto più che Plinio Lib.XXXIV. de l’ Hitt. Rom . chap. III. pag.
Cap. XIV. afferiſce che uQ Are 38.
ticolo dell'agrico Trattato tra ( 1) Halic . Lib . IX. pag. 563.
Porſcoa e il Popolo Romano e. Tit . Liv . Lib . II.:
ra , che i Ropanj 200 dovelle. ( 2 ) Dion, Halic. Lib. V. pag.
to uſare alcun ferro , « he per 1 295. Tit. Liv. Lib.ll. Plut, in
uſo dell ' Agricoltura : In fædere, Vit. Pabl,
quod expulfis Regibus Populo Ro. ( 3 ) Inde ad Vejeos bellum
?

1
68
fta maniera eſsi ordinarono un groſſo Eſercito , e il
Confolo Fabio fù loro ſpedito contro . Diede egli u.
na fiera Battaglia , e poſe in fuga i Vejenti , ma i
Soldati Romani in odio del Generale non gl'inſegui .
rono , anzi per far onta a Fabio non afcoliando co
mando alcuno o preghiera laſciarono il Campo in po
ter dei Nemici , e tornarono violentemente a Roma .
I Vejenti ſpogliarono ii Morti , faccheggiarono il Cam
po , es ' inviarono come trionfanti alla Città , vincitori
n. non per altra ragione , che per voler de' Romani .
Conſoli ca:
Cin
cin , M. Fabio
Vibulano II .
Continuando ancora la diſunione degli animi in
An.. di Rom .. Roma fiſi rinnovò la Guerra contro i Vejeni , alla qua.
274
le per deſio di preda era concorſa una grandiſsima par
te della Toſcana . Ambedue iConſoli furono ſpediti ,
ma perchè gli animi dei Soldati erano mal difpotti e
diſuniti non ardivano di venire a giornata .
Intanto i Vejenti, credendo queſta loro tardanza
venir non da prudenza , ma da timore , cominciarono
ad inſultarli e deriderli , e ad arrivar con i Cavalli fi
no ſulle trincere , e quivi fermandoſi chiamare i Ro
mani femmine , e ii Capitani loro fimili ai più simidi
Aniinali [ 1 ]. Da queſte ingiurie irritatii Romani cor
rono ai Conſoli, chiedendo d'eſſer condotti a combattere.
Fabio allora li accende allo ſdegno con un acco
modato diſcorſo ,dal quale eſsi inaggiormente infiammati
giurano concordemente di non tornare a Roma ſe
non
profecti , quo undique ex He- metipſos feditionibus faeviant .
truria auxilia convenerant non Tit. Liv. Lib, Il .
tam Vejentium gratia concitata, (1) Γυναίκας τε απεκάλων
quam quod in fpem ventum erat & TUVTAG, KÝ Tð; vysubvous ave
diſcordia inteftina diffolvi rent τών τοϊς δειλοτάτοις των ζώων
Romanam porre ; Principeſque borxéyour abortes èxámuzov:iDion..
έσικέναι λέγοντεςέκάκιζόν
in omnium Hetruriæ populorum Halic,Lib.IX.pag. 563. Raccon
pes effc Romanas
Conciliis fremebant, :nifi inter fe
æleraas 0 . ta il medeſimo Tito Livio Lib . II,
69
non vincitori . Si comincia'adunque la Zuffa, la quale
per teſtimonio di Dionigi d'Alicarnaſſo fù la piùgran.
de e la più ſanguinoſa , che foſſe ſeguita fino a quel
tempo , perciocchè gli Eſerciti erano numeroſiſsimi,
la durata della Battaglia fu ſorprendente , e la fortuna
varia all'eſtremo . Eſſendo ora l'una , ora l'altra par
te vincitrice,cadde gran numero di Soldati, morì Mans
lio ' , e l'altro Conſolo reito gravemente ferito , ma tan
to.valſe lo sdegno nei petti Romani , che finalmente
ruppero l'Eſercito dell'Etruria, e reſtaronovincitori(i).
In queſta Guerra due gran falli fecero i Vejenci ;
+
imperciocchè primieramente ſe elli fuſſero ſtati inten
denti degli affari della Guerra, e con l'eſempio dell'al
trui calamità aveſſero appreſo faviczza non avrebbero
ſperato di foggiogare un popolo perchè era diſunito e
diſcorde, e perciò o con più ordine ſi ſarebbono pre
parati alla Battaglia , o avrebbero aſpettato a muoverla
più favorevoli circoſtanze .
Le diſcordie non per altra ragione inſorgono il
più delle volte nelle Repubbliche fe non perchè eſſe
fono fomentate dalla pace e dall'ozio .
L'Animo de' Romani avvezzo ſempre alla turba
lenza , e all'agitazione non potea ſoffrire una tranquil.
lità troppo lunga , ma la difunione e la diſcordia in
terna fi Ipegnea di ieggieri ogniqualvolta era lor pre
fentata dalla fortuna l' occafione , che gli animiloro av
vezzi ad eſſer ſempre agitati poneſſe in maggiore ſcon
volgimento e turbolenza, e così lo ſpavento dei neini
ci e di un affalio i minori sdegni eſtinguea , e per la
ſalvezza comune gli animi diſuniti inſieme univa e com
poneva i diſcordi.
Tra le altre coſe che difero gli Ambaſciadori del
Senato a Coriolano , gli fecero notare che non vi era
(1) Halic. et Liv . LL. cc. da
70
1 da fondar gran ſperanze ſopra la diſcordia della Gio
ventù Romana , perchè il comun pericolo l'avrebbe re
fa unita : γενήσεται 3 τύτο κατά πολλή ανάγκην νύν , διά τόνδε
τον πόλεμον. πάντα γάρ υπό δέες κοινά συνίσασθ φιλί τα διάφορα,
E ciò èperavvenire per l'urgente neceſſità della Guerra;
imperciocchè ſovraſtando il comun pericolo ſuol conciliarfi
tutto ciò , che vi è di diſcorde [ 1 ] .
La diverſità dei caratteri di Temiſtocle e di Ari
ftide in Acene faceva sì che foſſe continuaniente in agi.
tazione e ſcompiglio una gran parte dei Cittadini, gli
uni con Temiftocle tendendo a coltituire itabilmente
la Democrazia dopo l'oppreſſa Tirannide di Piſiſtrato ,
gli altri con Ariſtide aniando meglio il Governo A
riſtocratico ; ma con tutto ciò ogni volta che il biſo
gno della Patria il richiedeva deponcyano alle Porte
d'Atene tutto il fuoco delle Civili gare , e non atten,
devano ad altro , che ad adempire le parti di corag.
gioſi Soldati , e di prudenti e valorofi Capitani (2 ) .
I Volſci credettero di potere opprimere i Roma.
ni , che erano venuti a gravi diſcordie per cagione dei
debiti ; ma effi ſentico che ebbero il nemico alle por :
te li unirono rapidamente, suppero il loro Eſercito , e
tornarono trionfanti in Roma (3 ] ,
Non fu mai Cittadino in tant' odio ad un Popo
lo quanto Cimone agli Atenieſi . Eſi ſedotti dalle arti
fraudolence di Pericle arrivarono ad elliarlo dalla Pa
tria;; ma con tutto ciò dopo cinque anni quando vid
dero arder la Grecia di inteſtine diſcordie, e inteſero
che Artabazo copriva i Mari vicini con trecento Na.
yi , e Megabiſe li avanzaya alle Colte della Cilicia con
un
( 1) Dioa . Halic . Lib. VI. pi Cap. XVIIib
.
.
281 .
[ 3] Liv.L . II.Halicarn . Lib .
( 1) Plut.in Arift , et Themift . VI. 1

Herod . Lib. VI. Philoftr. Lib . I.


1
1
71
un Eſercito di trecento mila Soldati tanto fu il terrore,
che dimenticato lo sdegno antico , lo richiamarono ,
ed a lui folo confidarono il comando di un Elerçico
che dovea decidere della forte de' Greci . Pericle ſtello
il luo nemico ne difteſe il Decreto ( 1 ) . 0

Di queſta repentina unione degli animi più sde


gnati alla preſenza del pericolo comune vene ſono in.
finiti eſempi nella Scoria , e la noſtra Repubblica Fio.
rencina nella diſcordia e nelle gare civili a neſſun al
tra ſeconda di ſimili accidenti è ripiena ; fi ſa che Fi
lippo Viſconti Duca di Milano monto più volte in
fperanza di ſottometterſi i Fiorentini fidatoſi alla lor
diviſione , ma in quefte vane ſperanze ſempre reſtò per
dente , e vi ſpeſe jovano due milioni d'oro .
Coloro che di ſimili congiunture di diſordini han.
no voluto tirar profitto , e ii popoli per la difcordia lo
ro conquiftare , invece di aſfaltarli ſi ſon fatti delle lor
ro Liti Mediatori , e le Liti fteffe hanno fomentato , di
chiarandoli ora per una ora per l'altra parte , e dando
lenti , e ſcarſ ajuti ai più deboli per mantenere in pie .
di le Guerre Civili , ed eltenuare intanto le forze d'am.
be le parti diſcordi , e nell'una e nell'alıra maniera ſi..
>

fon facti alla fine lor Sovrani.


Diceva Alcibiade a Tillaferne , ardendo la Grecia
di Guerra diviſa tra li Spartani , e gli Acenieſ : Eate .
nus bellum fuftinerdum ,ne inopia deferatur ; nam Regen
Perſarum , diffidentibus Græcis arbitrum Pacis ac Bellä
fore , & quos fuis non poffit externis Armis viturum .
.
Domeſtıcis itaquebellisGræciam atserendam ,ne
externis vacet , exaquandaſque vires partium, & infe.
riores auxilio levandos (2) .
Fi.

1) Plut, iu Cim . Lib. V. Cap . II.


33) Juftin . 6* Trog, Pomp.
72
$ Filippo usò l'arte di farſi Mediatore delle difcor
die della medeſima Grecia , e così ſconvolſe cutta quel
la Provincia , e la riduſſe alla ſua obbedienza ( 1 ) ; on
de Giuſtino volendo queſta parte del perfido animo fuo
dimoſtrare nel belliſſimo paragone che fa de' Caratte
ri di Filippo e d’Aleſſandro , dice del primo : Gratiam
fingere in odio, in gratia offen ſam fimulare , instruere
inter concordantes odia, apud utrumque gratiam quarere
ſolemnis illi conſuetudo fuit Hic ( Alexander)
aperte , ille artibus bella trattabat ; deceptis ille gaudere
hoftibus , hic palam fufis ( 2 ) .
I Veneziani nella famoſa Lega che fecero col Pa .
pa Clemente VII. col Rè di Francia , e con la Repub
blica di Firenze contro Carlo V. Imperadore i la che
a forza di ſcarſi e lenti ſoccorſi indebolirono talmente
gli Alleati Italiani, che il Papa afHitco ſi riduſſe a fa
re il Trattato di Pace nel 1527. il più oneroſo , che da
lungo tempo fi foſſe udito (33 ) .
S'ingannarono adunque i Toſcani ad aſſalire la
Città di Roma affidatiſi fulla diſcordia , che dentro vi
regnava , perciocchè oltre all'aver dimoſtrato con la
Storia l'eſito infelice di queſte Impreſe , egli è nanife
fto , che quando vi ſono diſcordie grandi tra i Cittadi.
ni , allora l'intereſſe proprio , gliodj perſonali , lo sde
gno , l'invidia , lo ſpirito di Partito pone in tanta ef
ferveſcenza lementi loro , che efli ſi trovano nell'eſtre
ma preparazione a prender l'armi , e quando per una
Guerra efterna le forze di coſtoro ſi riuniſcono, elli di.
ventano un Eſercito di gente furibonda capace d'af-.
fron

( 1) Ibid. Lib. VIII. Cap. v. VII. Ben. Varchi IA.Lib. IV. all '
[ 2 ] Juftio . Lib. IX. Cap.VIII. Anno di C. 1527.
[ 3] Filipp. Nerli Coment.Lib.
73
frontare qualunque genere di periglio nell'ardor del.
lo sdegno .
Ardeva di Guerre Civili Roma ſotto Mario , Silla,
Pompeo , Ceſare , Antonio , ed Auguſto, eppure non
fu mai più terribile ai ſuoi nemici , che ſotto queſti Ca.
pitani .
I Franceſi, dice un giudiziofiffimo Scrittore ( 1 ) non
fono mai ftati tanto terribili agli ſtranieri quanto do .
po le gare delle Caſe di Borgogna c di Orleans , dopo le
Guerre Civili all'occaſione dell'Età minore di Luigi
XIII. e di Luigi XIV. L'Inghilterra non è ſtata mai
tanto riſpettata quanto fotro Cromvvel dopo la guer
ra del Parlamento . I Tedeſchi non hanno preſo la ſua
periorità ſopra i Turchi, che dopo le Guerre Civilid'
Alemagna . Li Spagnuoli forto Filippo V. ſubito dopo
le Guerre Civili per la Succeſſione hanno moſtrato in
Sicilia una forza, che ha recato ftupore all'Europa ;
e noi vediamo in oggi la Perſia rinaſcere dalle Ceneri
della Guerra Civile , ed umiliare il Turco .
Si aggiunſe dipiù al peffimo partito preſo dagli
inavveduti Toſcani l'altro cattivo contegno di uſar la
minaccia; il vilipendio , e l'improperio verlo imalcon
tenti Romani , e così d'infiammare e d'accendere i ne
mici alla vendetta ſenza toglier loro alcuna forza , e
ſenza giovare aa ſe ftelli .
I Romani ſi ſervirono molte volte di queſto par.
tito di far tardare il combattimento per tirare i Ne
mici a pungerli ed a betfarli, ſapendo elli bene che
non vi è coſa , che irriti tanto e i generol ed i vili
quanto la deriſione e il vilipendio ..
7 ķ Nicia

( 1) Grand . def. Rom , Chap, XI.


74
Nicia era un Capitano naturalmente lento , cauto
ed irreſoluto . Sulle Colte della Sicilia con un Eſerci
to numeroſo paſsò nell'ozio aſſai lungo tempo in pic
coli fatti , ſenza tentar mai grandi impreſe . La qual
condotta vedendo i Siracuſani andarono baldanzoli con
i ſuoi Cavalli ſino agli accampamenti di lui per inſul-.
tarlo ee deriderlo , domindandogli per beffe fe veramen .
te era venuto per itabilirli a Catana . Quefto amaro
.

rimprovero ſervi per iſvegliare il fuoco dello sdegno


nel freddo petto di Nicia , il qual ſubico per fuggire
una tanta vergogna andò a Siracuſa , e benchè cono .
ſcelle l'impreſa pericoloſa , con tutto ciò prevalſe lo
sdegno alla prudenza, e tants operò in lui e nel ſuo
Eſercito la memoria del paſſato vilipendio , che egli
batte i Siracuſani Cotto le Mura della loro medeſima
Città , e gli obbligo ad una vergognoſa ritirata [ 1 ] .
Alle quali coſe non ponendo mente i Toſcani pa.
7 garono le pene della loro io ſoleaza e temerità , perchè
i Romani per la maggiore irritazione allo sdegno ſcor
Conf. Celon .
datiſi dell'ira minore venendo uniti alla Zuffa li rup
Fabio 111.Vir pero e li poſero in iſcompiglio .
ginio Tricofto
Jl . Ann . di
L'Anno dopo tornan di nuovo i Romani ſotto
Rom . 275 . Virginio contro i Vejenti : quelti data l'occaſione elco.
no dalle Mura , e trovando diſperſo l'Eſercito Roma.
no lo battono , lo roveſciano , lo pongono in fuga , e
lo afediano ſopra un Monte lui quale era fuggico ,ridu .
cendolo ad una diſperara neceſità per mancanza di
vertovaglia. Accorre Fabio con l'alira parte dell' E.

fercito Conſolare , ed i Vejenti G ritirano a Veja ſen


za perdita . Quindi fanno imprudentemente una for
tita, ſaccheggiano i Campi Romani , corron ) tre mi
glia vicino a Roma , e li ritirano carichi di una ricca
pre
( 1) Thucyd . Lib. VI. Diod . Sic. Lib . XIII . Plut . in Nic.
75
preda . I Romani afflitti non ſapendo qual riparo op
porre alle olinare incurfioni dei Vejenti, i Fabj in nu.
mero di più di 300. con i loro Clienti al n . di 4000.
prendono il penſiero di tenerli privatamente in freno .
Fabbrican per ciò un Caitello ſul fiume Cremera po
co diſtante da Veja , e inquietano da queſto i Campi
e gli Agricoltori dei lor nemici [ 1 ] .
Intanto i Romani preſo coraggio ed unite infie . lioConf.L.Emi
Mamerco
me nuove forze non potendo foffrire l'orgoglio e le Structo
11. C.Servilio
. Anna
continue oſtilità dei Vejenti andarono contro di loro di Rom . 176..
ſotto il Conſole L, Emilio con Eſercito ben numeroa
ſo ; dal quale ſpaventati i Vejenti ſpedirono Ambao
ſciadori alla comun Dieta della Nazione chiedendo che
tutte le Città Confederate faceſsero con loro concor
demente la Guerra , giacchè effi ſulle Frontiere dello
Stato ſoltenevano tutto l'impeto dell'Armi Romane
e difendevano le lor Terre . Vide il Conſiglio la ne
ceſſità di riſpingere a forze unite i Romani, ma non
credette che la Guerra dei Vejen ti foſſe la Guerra del
la Nazione intera , quindi è che non altro fù accorda
to ai Vejenti che ſemplici ajuti da tutte le Città dell'
Etruria . Con i quali i Vejenci vennero precipitofi alla
Zuffa , e furon batruti e meſi in fuga, ed i ricchiſſimi
.

loro accampamenti caddero in poteltà dei Romani . I


Vejenci perciò non potendo allora una tanta perdita
rapidamente riparare per ſe ſoli domandarono la pa
ce, e l'ottennero fenza dare ottaggi, Campi o danari
ai Vincitori ( 2) ,
Ma gli altri undici Popoli della Toſcana dal con- . conf. C.ora
tegno dei Vejenti, e dalla perdita delle lor Truppe T.Menenio A.
Auſiliari irritati fatto adunare il Conſiglio Generale del mondi
. 277
к 2 la

( 1) H alic . et Liv, ibid . [ 2] Halic. ibid. pag. 575. Liv . ibid.


76
la Nazione accuſano i Vejenti d'aver fatto la pace fen-.
za il comun conſenſo degli alcri , quando eſſi avevano
in Guerra Soldati d'ogni Città , che perciò o contro
i Romani ſi ribellaſſero , o con i Romani guerreggialle
ro contro la propria Nazione , giacchè queſta voleva
fare ad ogni modo'ai Romani la guerra ,
I Vejenti non ſapendo ſul principio a qual parti.
to appigliarſi adducono la necelliti per iſcula , e final.
mente finta una cauſa di diſcordia fi uniſcono con
gli altri Popoli della Toſcana , e ſi armano inſieme .
Così ucciſero primieramente per infidia i Fabi e
tutto l'altro preſidio di Cremera , preſer Cremera iteſ
ſa , e quindi movendoſi contro Menenio , ch'era venue .
to lor contro , gli diedero una ſanguinoſa Battaglia
ucciſero infiniti Romani,e ſoſpinſero gli altri fin negli
Accampamenti , preſi i quali per aſfalto fecero una
ftrage immenſa , ed obbligarono gli altri a fuggire vera,
ſo Roma .
Uno ſpavento grandiſſimo occupa la Città , e ſe
eſſi non G foſſero fermati a ſaccheggiare gli Accampa
menti avrebbero , come dice Dionigi d'Alicarna!lo , co
Atinto tutto l'Eſercito . 3

Occupato intanto il Gianicolo , e laſciatovi un prea


fidio , vanno poco men d'un miglio vicino a Roma ,
laccheggiano i Campi ed empion tutto di terrore . Ara
riva in quelto tempo l'altro Conſolo col ſuo Eſercito ,
fi arma la Gioventù , e venuti a giornata i Toſcani
perdono una Battaglia . Tornano i Romani con E.
.

ſercito più poderoſo , ſi riaccende la Zuffa , combatto .


no coraggioſamente da ambe le parti, e in queſto tem.
po i Romani reſpirano ( 1 ) .
In.
( 1) Halic, ibid. pag. 579. Liv. Lib. cit.

1
$

77 Conf. A.Vir .
Intanto gli Etruſchi aſſediano i Romani, i quali sinio Trico
privi di vetrovaglia perchè l' anno paſſato i Nemici dal vilio Structo.
Gianicolo occupato aveano impedite le ſemente, eſcono 278 Ana.di
.
Roma
diſperati a combattere . Si accende una Zuffa ferocilli.
ma,, cade infinica gente dall'una e dall'altra parte , ee .
finalmente dopo una varia fortuna i Toſcani fon ſuper,
rati , ed il Preſidio del Gianicolo torna a Veja , e la
ſcia libera la Campagna Romana .Tornano è vero Vin
citori i Romani , ma la Vittoria coſtò la Vita di tanti
onorati e forti Cittadini , che non ſi ſeppe ſe furon più
le lagrime ed i lamenti che le voci feſtoſe di un sì impor
! tante Trionfo ( 1 ) : Conf. P. Van
Ne' due anni ſeguenti combatterono con i Ro . cola
Jerio C. Popli
Nau..
mani i Vejenti una volta collegati con i Sabini , un 2oRatilio L.
altra volta ſoli , e aſſediati nella Città , e chiedendo liFurioMedul
no M.Man
in vano ajuto all'Etruria furono obbligati ad accetta- dilioRom
Vull.. 279.
An.
re una Tregua di 40. anni con condizioni onero 280.
fe (2 ) Conf. M. Ge
Avanti che fpiraſle la Tregua i Vejenci ribellatiſ rino
ganioL.Sergio
Macc
Fidenati,, e andarono a Fidenate.Dita
fecer. Lega con i Faliſci e i Fidenati
ſaccheggiare la Campagna Romana , onde i Romani tat.Mamerco
mandarono Ambafciadori ad eſſi a dimandare le coſe di Rom . 317.
rapite , ma contro ogni ragion delle Genti , furono :
queſti da quel Popolo ucciſi. Il Dittatore Romano da
una tanta perfidia irritato ſi muove contro , e viene a
giornata , dove ſi combatiè lungo tempo da ambe le
parti oſtinatamente ; ma alla fine Cornelio Coſſo con
ardire incredibile affaliſce Tolunnio Capo deiToſcani >
l'uccide , gli recide la teſta , e inalzandola ſopra una
Pica

[ 1 ] Halic, et Liv. ibid. datæ , frumento Nipendioque im


(2 ) Induciæ in annos quadra- perato Liv. Lib. II. Halic. Lib.
giata petentibus ( Vejentibus ) ix . p. 354.
1

78
Picca fa si che lo ſpaventato Eſercito Toſcano è vin.
Conf. C Giu
to , e di eſso una gran parte èè tagliata in pezzi ( 1 ) .
lio Giulo III. Ma appena i Fidenati riacquittaron le forze , che
L.
Virginio
Tricolto II.
andarono a Campo contro Roma alla Porta Collina
Dittar. A Ser. chiedendo ajuti ai Vejenti , e ai Faliſci, ma questime
vilio Ann. di mori della paſſata perdita , non gli aſcoltarono ; per
Rom. 320
la qual coſa il Dirtatore facilmente li ſuperò , e li for
zd a fuggire a Fidene , dove centato l'afedio e l'allal.
to della Città inutilmente , fcavò una Mina fotterra
nea , e preſe per inganno Fidene [ 2] .
I Faliſci e i Vejenti vedendo qual' era ſtato il fine
dell' infelice Fidene convocarono fretcoloſamente il
concilio di tutti i Popoli Toſcani Confederati , e chie
ſer prontamente ſoccorſo per non foggiacere anch'efli.
alla medeſima forte , ma la Nazione regolandoſi fem
pre con l'ifteſſe mailime pernicioſe nego loro qualun.
que ajuto , riſpondendoche elli ſeguitailero con le lor
f
forze una Guerra, alla quale elli avean dato principio
da ſe foli , e che non cercaffero nelle loro avverſità per
compagni quelli con ij quali non avean voluto avere
le ſperanze comuni ( 3 ) .
Intanto eſſendo i Romani occupati in altre Guer
te ſeguono tra i Vejenti e i Romani piccoli fatti, ma
ſempre con perdita dei primi , e finalmente l'anno di
Roma 328. Totto quadro Tribuni Militari [4] i Vejen..
ti ſaccheggiarono ottilmente la Campagna Romana ; e
furono inviati contro di loro tre Tribuni Militari con
egual poteità ; ma ſiccome è folito avvenire quando gli
affa
( 1 ) Liv . Lib . IV. pag. 141 . os , cum quibus fpem integram
( 2) Liv , ibid . communicati aon fint . Liv . Lib .
( 3 ) Vejentibus auxilia negata IV.
jufluique fuo confilio bellum in [ 4 ] Quinzio Cincinnato . C ..
nitium fuis viribus exfequi , nec Furio Pacillo cc.
adverſarum rerum quærere foci .
!

79
affari della Guerra dipendono da più perſone , entra
ta negli animi deiGenerali Romani la diſcordia, i Vejen
li avendo profittato del tempo ebbero una Vittoria
completa , e polero in fuga i Nemici . Con queſta Vit
coria fperando vantaggi maggiori mandarono Amba.
ſciadori alle Città confederate per eſſer ſoccorſi, ma
non ottenero ajuto alcuno per pubblico decreto ( 1 ) :
ſolamente andarono alla Guerra dei Volontarj alleica.
ti dalla ſperanza della preda , ei Fidenati ucciſi i Co
loni Romani e ribellatiſ ſi unirono con i Vejenii . Il
terrore in Roma fu eftremo: Roma terror ingens erat
dice Tito Livio ) accito Exercitu a Veiis , pofitis ho
Äibus ad Fidenas , eoque ipfo ob rem male geſtam per
culfa Caftralocantur ante Portam Collinam , & in Mu
ris armati diſpokti , juftitium in foro, Tabernaque
claufa , fiuntque omnia Caftris quam Urbi fimillima
Se in questo tempo la Toſcana avelle unite le for
ze potea forſe in un ſol giorno rimediare al diſordine di
quelle Cillà , le quali per più Secoli fole e diſunite
guerreggiavano con i Romani , ma non volendo ella
abbandonare la delicata vita , e la mollezza e l' ozio,
che la pace le partoriva , i Vejenti foli ed abandona
ti furon vinti ee disfatti, Fidene per la ſeconda volta
fu prela dai Romani , e l'anno dopo i Vejenti mede
fimi furono obbligati a far con elli una Tregua di XX .
anni (2 )
Tiib . Mil.
Finita la Tregua i Romani mandarono Ambaſcia . CornelioMa .

tori ai Vejenti per ripetere le coſe rapite, giacchè in Nauzio


luginele& c.sp.
tempo della Tregua avevano eſli qualche volta ſac- Ann-diRom .
cheggiata la Campagna Romana . Fu loro data dal 350.
Se .

[ 1] Cum nullam publici Con. ibid. [2] Liv. ibid.


Gilii Societatem moviffent . Liv.
80
Senato Vejentano una ſuperba riſpoſta, onde in Ronia fta
biliron la Guerra ; e l'anno dopo condotto l’Eſercito a
Veja fu cominciato il lungo e famoſo Aſſedio di una
Circà la più potente e la più ricca della Toſcana ( 1 ) .
Invano gli infelici Vejenti imprigionati nelle lor
proprie Mura mandaror.o più volte ad iſvegliare la
compaflione dell'addormentata Toſcana. Invano Cape .
.

na e Faleria , che aveano l'incendio della Guerra vici.


no , e che temeano diſtrutta Veja non l'Armi dei Vin
citori ſi rivolgeſſero in lor rovina , raddoppiarono al
>

la generale Dieta, che s'ordinò più volte al Tempio


di Vulturna , le grida e i lamenti . Altro non fece la
torpida e codarda Toſcana che lunghe e frequenti ,
ma ſempreinutili ed infeconde conſulte ( 2 ) e finalmen .
te oſtinata negò di dar ſoccorſo alcuno ai miſeri ed
afflitti compagni ( 3 ) non vedendo che la rovina di v
na Città sì potente ſulle Frontiere tirava ſeco necel
ſariamente la diſtruzione dell'intiera Repubblica .
Così Cammillo dopo aver vinti e domati i Cape
nati e i Faliſci, che volontariamente erano accord a
ſoſtenere i Vejencani cadenti, dopo gran fatica, ſudo
re

(1) I Vejenti ſon chiamati da pro ſo illis negare . Liv . Lib.cit.


Tito Livio Populus finitimus igu pag. 176. La ragione , perchè ai
potentifimus Lib. IV . V jenti la prima volta furons
(2) Crebra Hetruria Concilia ľ
gli ajuti aegati , fu l'odio e l'
de mittendis Vejos auxiliis . Liv. aborrimento , che i Toſcani a•
.

Lib . V. pag . 170 . ve : no al Governo dei Regi : 0


[ 3 ] Refponfum eft [ Capenori• ra in quell'anno appunto i Vo.
bus do Falifciis ) ſe auxilia ane jenti annojati della frequente
tea Vejentibus negaffe , quia un- mutazione dei Magiſtrati avea .
de confilium non petiifent ſuper no eletto un Re . Liv, ibid . Ale
.

tanta re auxilium petere non deo xiliui Vejentibus regandum ,


berent s nunc jom fortunam juom donec fub Rege eflent decrevit
1
1
81
re ed induftria s'impadroniſce di Veja e rende ſerva
una Città , la quale moſtrò la ſua grandezza ſino nell'
ultima rovina ; perciocchèſoſtenne X. anni intieri l'afe
ſedio , e in queſto tempo fece più male ai Nemici che
ella ne riceveſſe , ma poi sforzandola il deſtin fatale
.

fu piuttoſto vinta dall’induftria , e dall'arte , che dale


la forza ( r) .
Dopo un sì glorioſo Trionfo pensò Cammillo a Conf. S. Lu.
crezio Flavo.
ridurrre all'obbedienza dei Romani i Faliſci e i Ca. Ser. Sulpizie
penati , che aveano ajutato i Vejenti nella paſſata Guer. diRom.361.
ra , e fu tanto lo ſpavento dell'armi Romane , e la gran
dezza d'animo di Cammillo , che i Capenati fecero a .
gevolmente la Pace , ed i Faliſci entrarono ſpontanea
mente ſotto il dominio dei lor Nemici forpreſi dalla vir .
tù di Cammillo , il quale mentre aſſediava Faleria po
cendo ritener nelle mani un gran numero di Fanciulli
Nobili Faliſci , i quali uno ſcellerato Maeſtro avea ad
effo con inganno condotti , li rimando a Faleria dane
do a ciaſchedun Fanciullo una Verga con la quale l'
infame Maeſtro percoteſſero nel ricondurlo a Fale,
ria ( 2 ) .
Dopo la Vittoria della maggior parte delle Cit
tà , che erano ſulle Frontiere Romane non vi fu in To
ſcana per qualche anno altro che piccoli fatti con le
Città particolari; imperciocchè i Romani occupati
dalle ſpaventoſe Guerre dei Galli non aveano luogo di
penſare alla cumultuante Toſcana ;‫ ز‬bensì l'anno di Roma
387. ( 3 ) quaſi tutte le Città Toſcane non vinte anima.
te dal buon eſito delle armi dei Galli muovon Guerra
ai Romani . Ma era omai troppo tardi.
L Le

(1 Liv . L. c. all'anno di Ro. (2) Liv. Lib . V. p. 183 ,


ma 360 . 23] Sotto VI. Trib . Mil.
82
Le principali Città domáte, tante ſconfitte rice.
vute aveano troppo indebolito la Toſcana una volta
così potente ; pure vincono elli i Sutrini, e s'impadro,
niſcon della Città . Si pongon ſenz' ordine e ſenza di
.

fciplina per la Vittoria ottenuta a depredare le Caſe di


Sutri . Giunge Cammillo , profitta del diſordine, gli aſ
ſaliſce , li vince, e ne fa prigionieri una quantità ſola
prendente . I Cittadini di Veja , Faleria e Capena , che
erano fuggiti in queſto tempo a Roma , divengono per
pubblico Decreto Cittadini Romani , e intanto ſempre
più s'indeboliſce le Potenza Toſcana (1 ) .
Io laſcio volentieri cinque o ſei battaglie date dai
Romani a Città particolari della Toſcana e al ſolito
da efli vinte , per non iftancare il Lectore con il rac
conto di una storia ſempre uniforme . Dirò folta n
to che frequentemente vi furono tra i Romani e gli E.
truſchi ribellioni , e battaglie , paci , e tregue con la
Conf. M.Va. perdita ſempre dei diſuniti Toſcani, e in quefa ma
letio Mallimo niera condotti elli Gino all'anno di Roma 442. e ver.
P.Decio ec .
gognandoſi delle continue loro ſconfitte fi commuovo.
no tutti per tentare l'ultimo sforzo contro i Romani
Tutta la Toſcana adunque non vinta eccettuati gli A.
retini fa immenſe preparazioni, e benchè tante volte
domata coniuttociò ella recò ſommo ſpavento ai Ro.
mani , tanto più che eſſi aveano in queſto tempo un'
afpriffima Guerra in Sannio . Anche i Romani a dun .
Conf. C.Gio. que 1 . preparano per quanto era poflibile alla Guerra ,
sio Rubnleo e l'anno dopo i due Eſerciti nemici ſi pongono in Cam .
Barbula 11. po l'uno in faccia all'altro . I Toſcani conſumano un
Ann. di Rom .
giorno intiero a conſultare inſieme ſe dovevano dare
una Battaglia , o temporeggiando aſpetcar per combat
tere

( 1) Liv . Lib. VI.

I 1
83
tere circoſtanze migliori , e finalmente decidono di
venire a giornata : fi attacca adunque la Zuffa , fi com.
batte oſtinatamente da ambe le parti, ed i Toſcanieſſen
do maggiori di numero , ma di valore inferiori laſcia
no ucciſi lul Campo tutti i ſuoi che erano alle prime
j file ( 1),
Ma non li sbigottirono per tanto . Vennero l'an. conc.c.Mar
Rutilio
no dipoi con nuove e numerole Truppe ad aſſaltare loQ.Fabio
II. Rul
.
Sutri Città Allcata dei Romani , ed incontrarono l'E. RI.Andi
Rom 444
ſercito di Roma , che era di numero aſſai minore . Cre.
.

don perciò la Vittoria ficura , e vanno a guila di fum"


ribondi all'attacco , ma i Romani mantenendo la die
fciplina e l'ordine militare li vincono per la ſeconda
volta , e li pongono in fuga . Intanto il Conſolo Fa
bio ſaccheggia Vincitore le Campagne Nemiche , ed i
Toſcani confederati con gli Umbri tornano a Sutri , e
naſce eftremo ſpavento nelle Truppe Romane . I Con ,
foli rinfrancano il coraggio degli sbigorrisi Soldati ,
giacchè a forza aperta forſe non potean ſuperare i Ne-.
mici ricorrono alle ingdie , ed accoltandoli di notte a ,
gli Accampamenti dei Toſcani li troyano nella negli.
genza e nel ſonno, gli affaliſcono , e ne fanno una im .
menſa ſtrage, numerandolene feſſanta mila tra prigio
nieri ed uccili; dalle quali ſconfitte intimoriti i Peru .
gini, i Cortoneſi e gli Aretini domandano , ed olten ,
gono una tregua per 30. anni,
Ma gli alori irritaci all'eſtremo da una tanta ver,
gogna vollero di nuovo tentare l'ultima fortuna della
Guerra deliberati di vincere o di morire . Scelgon per
tanto i Soldati ad uno ad uno , e pronunziano orribili
imprecazioni contro chiunque o non voleſſe prender
l'armi , o le deponeſſe ſenz' ordine .
L 2 Acceſi
(1) Liv , ' Lib. IX. pag. 314.

!
84
Acceſi di sdegno vengono a giornata con i Ro.
mani al Lago Vadimone, e quivi intrepidi e coraggioſi
combattono con tanta oſtinazione , che i Romani non
riconobbero più i Toſcani tante volte vinti . Creſce l'
ardire da ambe le parti , e non vi è alcuno che ſap
pia coſa ſia fuga o timore . Pende lungo tempo in
certa la Vittoria ; linchè i Cavalieri Romani posto
piede a terra , e penetrando fino alla Vanguardia dei
Nemici poſero in iſcompiglio i Toſcani, e rinfranca
rono il coraggio delle loro avvilite Truppe pedeſtri .
Non ſoltennero l'urto li ſtanchi Etruſchi, ma co
minciando a poco a poco a piegare finalmente preſer
la fuga , e laſciarono ſenza difeſa gli Accampamenti.
Io riguardo queſta Battaglia , come l'Epoca dell'
eftrema rovina dei Toſcani , perocchè in quel giorno
le loro forze maggiori furono ſpence, e tutto il fior
della Gioventù ucciſo [ 1 ] , i Romani dopo andarono
nell'Etruria non a combattere ma a trionfare, e ſe
pur recarono qualche ſpavento ai Romani medeſimi
ciò fu più per l'alleanza che effi fecero con i Sabi.
ni , con gli Umbri, e con i Galli , che con le loro
forze particolari .
> Noi abbiamoqueſte Guerre fatte dai Toſcani per
mezzo d'Alleati Gino all'anno di Roma 479. ſotto il
Conſolato di L.Pap. Curſore, e di Sp. Carvilio , vale a
dire 293, anni avanti Gesù Criſto .
Livio da quì innanzi non parla più di Guerre
Toſcane , sì perchè occupato a raccontar le Guerre
di Pirro e dei Cartagineli l'Ecruria diventa per lui un
oggetto di poco conto , si perchè dopo quel tempo i
To.
[ 1 ] Ille primum dies fortuna roboris fuit : caſtra ex impetu cao
veteri abundantes Hetrufcorumu pta , direptaque Liv, Lib . IX
>

fregit opes : cælum in acie quod pag. 324,


85
Toſcani apparentemente fi ſottomeſſero del tutto alla
volontà dell'invitto Popol di Roma .
Dalle Guerre ſin qui deſcritte appariſcono tali e
tanti gli errori fatti di queſta Nazione negli affari di
Guerra, che il numerarli tutti a me rieſcirebbe cola
grave , ed al Lettore nojola ; dirò ſoltanto che il ne
gare piu volte in opportune circoitanze'ajuci ai Popoli
Alleati , i quali erano per qualunque ragione in guer
ra con i Romani , era il medeſimo , che il volerſi
t

totalmente dittruggere , eſſendo in queſta maniera di


nomeConfederati, ma in verità Nemici capitali . Qua
le ' Alleanza tra Popoli , i quali o per minute ven.
dette o per intereſli privati laſciano opprimere i lor
compagni dai comuni Nemici ?
Queſto contegno è totalmente oſtile , e di vede
che per una fatale neceſſità elli da ſe medeſimi fece
ro quello che i più prudenti Nemici avrebber fatto
>

per diſtrugger le forze della lor Repubblica ſenza


Sangue , e ſenz'Armi .
E in verità quando Sulpicio Gallo fu mandato
in Grecia dal Senato per comporre le differenze, che
erano tra gli Argivi e i Lacedemoni , gli Etoli con
federati con gli Achei domandarono di potere al
lontanarſi dalla confederazione dell' Acaja .
Fu ſcritto ſopra di cið al Senato , e non ſola
mente egli lo permeſſe agli Ecoli , ma comando ao
Sulpicio Gallo ,che diſtaccaſſe dalla Lega Achea quan.
te Città più poteva ; e quindi ſeguitando ſempre ad
uſare queſta fatal Politica. ,‫ و‬il Conſolo Metello ſepa
rò dall'Alleanza comune Eraclea , Argo , e Orcome
ne d'Arcadia , è finalmente l'altro Conſolo Mum
mio gli oppreſse, affatto non col ferro , e col fan .
gue , ma col diſunir le Città , ed interdire il Gene.
ral
1
86
ral Concilio [ 1 ] . Ed ilmedefimo appunto fece M.
Fulvio quando concelle la Pace agli Etoli , perchè
ammaeſtrato nella medeſima ſcuola della Prudenza
Romana poſe tra le alıre condizioni , che non po
teſſero ricevere nella Società della loro Repubblica
alcune di quelle Città , le quali o volontariamente ,
o per forza q erano arreſe all'Armi vincitrici di Ro.
ma , e diviſe di più dall'Ecolica Lega l'Iſola di Ce
fa lenia ( 2 ) .
E cosi non con altre Armi li ftelli ſaggie prudenti
Romani oppreſſero la Boezia e la Macedonia , rice
vendola prima nella loro Alleanza , e comandando
che ciaſcheduna Città facelle un Trattato in proprio
nome, e quindi a parte con le proprie Leggi fi re
golaſſé, e dividendo l'altra in quattro indipenden
ti , e ſeparate Parti , ed aſſegnando a ciaſcheduna Ma.
S giftrati, e Leggi particolariper così diſperdere quel
le forze , le quali unite , e ben regolate poteano di
nuovo far tremare i Romani ( 3 ); ma elli ſapeano che
biſognava dividere per poter ſicuramente regnare
Onde appariſce chiaramente che qualunque Re
pubblica Federativa, che imiterà nell'amminiſtrazion
della Guerra ilpellimo contegno dei Toſcani, dovrà
neceſſariamente diſtruggerfi , e che gli Olandeli , еe
li Svizzeri canto ſi faranno dalle Potenze di Europa
riſpettare, quanto negli interni ed eſterni Affari del
la Repubblica manterranno l'unione e la concor.
dia , che è di quel Governo il principale e più robu.
fto ſoſtegno (4 )
Vero
( 1 ) Pauf. in Achaic.p. m . 186 . (3) Polyb.Excerpt.Legat.Cap.
all Olimpiade Cix . fotto l'Ar LXIII . Tit. Liv.Lib . XLV.
conte Antiteo . [ 4 ] Nelle Guerre , che ebbero
[ 2 ] Polyb.Excerpt.Legat.Cap. per lungo tempo gli Auſtriaci
XXVII. Tit. Liv . Lib. XXXVIII. con i Cantoni Svizzeri , e maſſi.
87
Vero è però , che i caſi della Fortuna e i cangia
menti ſon sìdiverſi, che non potendo la loro immen
ſa varietà e combinazione ridurſi ad un calcolo eſatto
da chi prende a ordinare uno Stato , o per interno
vizio , o per l'eſterno e non preveduto affalco di agen
ti distruttori finalmente tutto periſce .
E così i Toſcani ſono un eſempio all'infelice po
ſterità , che le coſ: Umane debbono eſſere in un per
petuo fluſſo , ed in continua vicenda di turbolenza e
di pace , perchè eſſe ſon regolate da Uomini i quali per
non vedere con qualche eſattezza che le coſe preſenti
e le future poco , e ciò tra la nebbia e le tenebre, non
poſſono fare ftabilimenti poſitivamente buoni; e laviſ.
Gimi ſi poſſon reputar coloro , i quali eſaminando le
coſe preſenti giungono a ordinare una Repubblica be
ne , finchè durano le me delime circoſtanze . Il folo Dio
in cui non vi è coſa futura , fa poche Leggi ed eter
ne , le quali non cangian bontà per cangiare di tem.
pi , e danni.

F I N E.

me con quei d'Ury , Schuitz ; della Lega , ma dalla prudenza


Underwalden , e Zurigo , venu. Svizzera non l ' ottenner giam
ti finalmente ad una pace VO- mai : Cum faepe de pece ageretur
Je vano per principal condizione non jam amplius Ropelvi '& 1'e •
che fi laccate dalla confedeo flitutionen Auftrii urgebant, fed
razione Svizzera Zurigo , chce- ut novo foederi Tigurini renun .
ra in quel tempo reputata liene tiarent . Juf. Simler . Rep. Hele
più grande , o la pià potente vet. Lib. I. pag. 124 .

A
G
TOP NO
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