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ENNIO

CIRCOLO DEGLI SCIPIONI

Fine 3 e inizio 2 secolo a.C.

dopo la fine della seconda guerra punica (201) si affermano con una certa forza delle personalità che

• spiccano rispetto all'aristocrazia o al popolo romano e che vengono sentite dalla parte più conservatrice
della cittadinanza romana come pericolose per la res pubblica e per il mos Maiorum
• pero grazie a successi che ne hanno consacrato la fama, hanno potere influenza e carisma (come Scipione e
la sua famiglia)

Sono persone che si inebriano di letture e di studi greci che sono più avanzati e raffinati e complessi di quel poco che
c'è di tradizione latina.

Questa apertura, studio e interesse per il mondo della letteratura greca indicano una compenetrazione sempre più
importante, che per persone come Catone rappresenta un pericolo

Catone il Censore:

• Indomabile difensore della tradizione romana


• plebeo irriducibile nemico dei nobili
• rigido conservatore che
o da una parte vuole la distruzione di Cartagine
o dall'altra è anche ostile alla politica imperialistica e all'eccessivo espansionismo di Roma, secondo lui
dannoso per le attività legate alla terra italica, come l'agricoltura (sulla quale vi lascia il trattato "de
agricultura", che costituisce la prima opera latina in prosa a noi pervenuta)
• si vantava di non aver mai neanche studiato il greco se non da vecchio per curiosità, per mostrare il suo più
totale astio e disinteresse per queste mode orientali
• difensore per la romanità pura; vede questa rilassatezza dei costumi legata alla tradizione, cultura e filosofia
greca come pericolosissima
• divenne celeberrimo durante la sua censura 
o "senatus consultus de baccanalibus" proibivano la celebrazione di riti orgiastici dedicati al dio
Dioniso, visti come la degenerazione totale

Questo interesse verso la grecità si accentua grazie a questi aristocratici che hanno velleità intellettuale di circondarsi
di studiosi che li rendano in grado di conoscere sempre di più la letteratura greca

Si fondò così una sorta di circolo, denominato circolo degli Scipioni, cioè un evento privato al quale potevano
accedere personalità insite nel mondo della politica e della cultura, che erano protette dalla famiglia degli Scipioni,
per il gusto di potersi acculturare

Grazie a questa contaminazione tra il pensiero e la cultura romana registreremo dei progressi straordinari
nell'ambito della storia della letteratura latina ma al tempo stesso una perversione della mentalità tradizionale
romana che per Catone è il simbolo di inizio della fine

La lenta e progressiva affermazione dell'individualismo mina il principio stesso della romanità, che vuole nella
cittadinanza il baluardo dello stato e la res pubblica finisce per diventare lentamente un principato

Attorno a questo circolo di intellettuali protetto dagli Scipioni ruotano tutte le persone più importanti del 2 secolo
a.C.

2 generazioni scipioniche:
• Prima: legata a Scipione Africano (3- 1)
• Seconda: legata a Scipione Emiliano (metà 2 secolo)

idee scipioniche:

• Compenetrazione culturale tra Grecia e Roma


• Importanza alla sensibilità e al carattere stesso dell'individuo, che diventa importante in quanto tale e non
come "civis romanus"
• Attenzione per l'uomo in quanto tale, che col tempo viene a trasformarsi in un ideale tipico dell'età
scipionica, chiamato "humanitas": tutto cio che fa parte della bellezza e complessità dell'essere umano

VITA

Il primo che in letteratura esprime tutto ciò completamente, non solo la traduzione o Imitazione di una commedia o
tragedia ma reintepretando e fondendo i valori tradizionali romani con la cultura greca, è Ennio

Ennio si vantava di avere triacorda (3 cuori)

• Nato a Rudie (città vicino a Taranto), dove abitavano gli Apuli che parlavano Osco
• Rudie colonizzato dai Greci
• Successivamente conquistato dai Romani

Nasce nel 239 e fu portato a Roma nel 204 da Catone (avversario più forte del circolo degli Scipioni), dopo aver visto
l'abilità dell'uomo che combatté fra le truppe romane in Sardegna durante la 2 guerra punica

A Roma svolge l’attività di insegnante e la sua cultura e la sua raffinatezza lo porto ad essere familiare con molte
personalità di spicco nella nobiltà romana

• Marco Fullio Nubiliore che lui accompagnò come poeta in Etolia, dove Nubiliore fu protagonista della
conquista di Ambracia contro la lega etolica, alleata di Antioco 3 di Siria (Ambrosia fu il titolo di una delle
praetextae)
o Il fatto che marco fullio nubitore si fosse montato dietro un poeta era un aspetto tipicamente legata
ai costumi greci Ellenistici (Alessandro Magno fu il primo a pretendere un aedo che cantasse le
proprie gesta)
• Il figlio di Marco Fullio Nubiliore concesse ad Ennio la cittadinanza romana e lui ne è talmente orgoglioso da
citare tale fatto negli Annales "noi siamo romani noi che prima siamo stati abitanti di Rudie"
• In seguito visse a Roma in maniera abbastanza modesta nonostante le amicizie potenti
• Alla sua morte, nel 169, forse venne seppellito nella tomba di famiglia degli Scipioni

Fu ritenuto "alter omerus", tanto che gli autori successivi si riferirono a lui come "pater ennius"

Aperto a tutte le influenze migliori della tradizioni culturali greche; si è dedicato a tantissimi generi diversi; ottenuto
successo come autore teatrale (soprattutto di tragedie- /Canone/)

TRAGEDIE: PRETEXTAE

• Ambrosia

TRAGEDIE: COTURNATE
Titoli di circa 20 coturnate, di cui ci sono giunti circa 14 versi, di cui la maggior parte sono tratte dal ciclo troiano:

• Alexander
• Hecuba
o Iphigenia
o Andromacha aechmalotis (prigioniera di guerra)

COMMEDIE

• Non famoso per le commedie (come evidente dal canone di Volcacio Sedigito)
• 2 commedie principali:
o Caupuncula (l’ostessa)
o Pancratiastes (il lottatore)

SATURE

Si dice che abbia scritto per primo  (notizia non sicura- secondo alcuni sarebbe stato suo nipote) un opera che
conteneva delle SATURE

• Sarebbe il primo ad aver trasformato la satura da opera teatrale a un opera letteraria 


• Scrive sature letterarie e non più sature drammatiche

Rettore dell'età flavia (Quintiliano) ha lasciato un'istitutio oratoria (manuale per diventare un buon retore) che in una
sezione del libro contiene una microstoria della letteratura greca e latina

• All'interno scrive questa frase: "la satura in verità è tutta nostra", con la quale vuole indicare che la satura è
un genere letterario inventato interamente dai latini

Cosa è la satura:

Tito Livio (storico romano di età augustea) autore dei libri "ab urbe condita", dice che a metà del quarto secolo
(364/363) Roma fu colpita da una pestilenza e che, per ingraziarsi le divinità affinché la facessero cessare e per
divertire la popolazione distraendola dalla pestilenza, vennero in città degli istriones (parola di origine etrusca che
vuol dire attore/ persona coinvolgente e carismatica) accompagnati da ludiones (giocolieri) che mettevano in scena
delle scenette mescolando prosa, versi, canto e danza, musica

• Questa mescolanza è all'origine della parola satura


o lans satura: piatto pieno di pietanze diverse da offrire a una divinità
o lex per saturam: espressione che indicava un particolare procedimento attuabile dal senato che
consisteva nell'approvazione o nel respingere in blcco delle leggi cong argomenti diversi

• Essenza della parola satura: carattere mascellare; mescolanza di elementi

OPERE MINORI

Scrisse anche in prosa;

• opere di filosofia
• edifagetica
o opera didascalica sulla gastronomia, ispirata a un poemetto di Archestrato di Gela
o testo di carattere parodico (per la scelta dell’esametro e lo stile elevato usati per trattare un
argomento umile come il cibo)
o probabilmente scritto prima degli annales >> prima opera latina in esametri
• epicharmus-
o derivato da un testo greco attribuito a Epicarmo di Siracusa, poeta comico greco vissuto alla fine del
5 secolo e seguace del pitagorismo
• euemherus-
o dedicato a Evemero di Messina, Pensatore razionalista che aveva lasciato uno scritto (iera anagrafè),
in cui racconta di aver trovato su un'isola una scritta sacra in cui si attesta che gli dei altro non sono
che uomini vissuti in un remoto passato che avevano delle doti eccezionali
o opera pragmatica che smonta i fondamenti ideali della religione greca per razionalizzare cioè che è
sovrannaturale che può essere spiegato in maniera molto concreta

ANNALES

Gli annales, prima della composizione e pubblicazione del'Eneide, furono il punto di riferimento della poesia romana.
Doveva contenere circa 30.000 versi di cui ci sono giunti circa 600 (2%)

sono un poema epico- storico, in linea al genere a cui appartiene il bellum poenicum, con la differenza che gli
annales furono scritti in esametri

• Essendo il primo componimento latino in esametri, la lingua non era pronta a ricevere un metro che, da un
punto punto vista tecnico, era nato per la lingua greca.
• Ci fu un grande impegno e abilità da parte di Ennio nell’adattare la lingua al metro, elaborando regole
precise per la collocazione delle parole e l’uso delle censure

Era diviso in 18 libri probabilmente pubblicati per esadi (gruppi di 6)

• dopo i primi 6 libri era infatti presente un altro proemio, (dove polemizza con tutti coloro che lo avevano
criticato per aver introdotto l'esametro, ma anche con tutti coloro che ancora usavano i saturni,
considerandoli arcaici e non moderni)
• la divisione in libri è un’altra novità rispetto a Nevio e si basa sul lavoro effettuato dai filologi alessandrini sui
poemi di Omero
• originariamente Ennio aveva programmato di scrivere solo 15 dei libri, concludendo il poema con il trionfo di
Fulvio Nobiliore. Successivamente aggiunse gli altri 3 libri per aggiornare il poema con imprese più recenti
(narra percio dalle origini al 171 /poco prima la morta di Ennio- 169/)

il titolo degli annales voleva si rifaceva alle raccolte degli annales maximi (le pubbliche registrazioni di eventi che il
potefìce massimo, il più importante sacerdote di Roma, redigeva anno per anno)

Anche l'opera di Ennio era condotta secondo un ordine cronologico progressivo, dalle origini alla sua epoca; Ennio
non trattava tutti i periodi con lo stesso ritmo e la stessa ampiezza: prediligeva quasi esclusivamente gli eventi bellici,
mentre si occupava pochissimo di politica interna.

• In Ennio, poeta epico, l'interesse si focalizza sulla guerra


Gli annales si aprono con un primo proemio in cui secondo il topos dell'ispirazione poetica, racconta, oltre
all’apparizione delle muse, anche l’apparizione in sogno dello stesso Omero, che avrebbe dichiarato ad Ennio, dopo
avergli esposto la teoria pitagorica della metempsicosi, di essersi reincarnato in lui.

Nel secondo proemio, nel 6 libro, si lascia un maggiore spazio alle muse, per poi dedicarsi a una polemica verso tutti
coloro che non attuavano una integrazione con la cultura greca, restando ancorati all’arcaico verso saturnio

• Nell’invocazione sottolinea che queste erano proprio le MUSE non più le Camene
• Lui si definiva il primo poeta “dicti studiosus”, cultore della parola che poteva ambire di stare alla pari con i
contemporanei poeti greci alesssandrini

All’interno degli annales troviamo un enorme uso di figure retoriche ed espressioni tecniche

• per dare musicalità al verso si trova l’allitterazione


• Per dare enfasi narrativa e dare un aura sacrale (soprattutto nella parte dedicata alla fondazione di Roma)
sono presenti elementi arcaici (come il genitivo in ai - che sostituisce quello in ae)

Si deve inoltre ad Ennio il recupero di una tradizione mitologica che poi sarà ripresa anche in seguito dagli scrittori
latino (fondazione- Rea Silva- Romolo- primi grandi Eroi)

• gli autori che scrissero in prosa la storia di Roma (come Tito Livio) ripresero moltissimo dagli Annales come
fonte letterale e storica

con la nascita dell'annalistica romana tra il 3- 2 secolo a.C., i primi scrittori di Annales (che, ad eccezione di Ennio,
compilavano opere in prosa), non sempre componevano in latino:

• solo con le guerre puniche ha inizio l'uscita di Roma dall'Italia (l'espansione Internazionale), quindi per far
conoscere usi, costumi e civiltà romana, alcuni scrittori usavano una lingua veicolare che fosse in grado di far leggere
a tutti la storia
• per questo Lucio Cincio Alimento e Quinto Fabio Pittore, 2 uomini politici e militari, scrissero degli annales in
greco, che non sono giunti a noi: rappresentano prima forma di comunicazione della civiltà romana all'estero

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