Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google
nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.
Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è
un libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico
dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,
culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire.
Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio
percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.
Google è orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili.
I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter
continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa
l’imposizione di restrizioni sull’invio di query automatizzate.
Inoltre ti chiediamo di:
+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per l’uso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo
di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
+ Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della
traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantità di testo, ti
invitiamo a contattarci. Incoraggiamo l’uso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto.
+ Conserva la filigrana La "filigrana" (watermark) di Google che compare in ciascun file è essenziale per informare gli utenti su questo progetto
e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla.
+ Fanne un uso legale Indipendentemente dall’utilizzo che ne farai, ricordati che è tua responsabilità accertati di farne un uso legale. Non
dare per scontato che, poiché un libro è di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di
altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro è protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un
determinato uso del libro è consentito. Non dare per scontato che poiché un libro compare in Google Ricerca Libri ciò significhi che può
essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe.
La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta
i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web
nell’intero testo di questo libro da http://books.google.com
in
10-0
:
UNI
VER
ANFOR
S
PUERARIES
|
tent .
ENCICLOPEDIA
STORICO -NOBILIARE
ITALIANA
PROMOSSA E DIRETTA DAL
VOL. I.
ja RISTAMPA
MILANO
ED. ENCICLOPEDIA STORICO -NOBILIARE ITALIANA
MCMXXVIII - ANNO VII
CS515
15
Niuno può negare che attorno alle imprese dei nostri grandi
antenati si è edificata la storia e che precisamente in virtù del
blasone si è conservata e tramandata fino a noi tanta e tanta
parte degli avvenimenti nazionali . Forse per questo presso i po
poli di squisita tradizione cavalleresca l'arte del blasone era tenuta
in altissimo onore e proclamata : « La scienza della gloria » come
fu chiamata dai nostri avi : « Nobilissima armorum scientia » .
Inutilmente uno spirito disdegnoso può rigettare la ricor
danza delle età che furono. Se per una parte la nostra ragione , for
mata alla scuola di nuove idee, trova nel passato un ribollir di
torbide passioni , pur l'immaginazione torna a compiacersi coi
prodi e coi paladini, si commuove alla virtù del coraggio nel tu
multuoso fragor delle armi, al fervor religioso dei martiri, all'eroi
smo dei lontani Crociati, rievoca i fasti dell'antica cavalleria , la
6
VITTORIO SPRETI.
;
VITTORIO SPRETI
PARTE 1 .
SOMMARIO
ELEMENTI DI ARALDICA .
I GRAN MAESTRI -
LINGUA D'ITALIA .
1
1
7
1
VITTORIO SPRETI
ELEMENTI DI ARALDICA
IL BLASONE E L'ARME
Vuolsi che il Blasone tragga le sue origini dai tornei . I Cavalieri che cimentavansi all'ar
ringo venivano chiamati a suon di corno e, al loro apparire, gli Araldi, ricevuta dai Cavalieri
l'arme loro quale contrassegno di nobiltà, la descrivevano al pubblico ad alta voce . Suonare
il corno, nella lingua tedesca, si dice blazen ed a questa parola propriamente si vuole attribuire
l'origine della parola blasone . Ma il parere degli araldisti, in materia, non è sempre concorde .
Lo studio del blasone (Gentilorum scutorum explicatio) è quanto mai vario e profondo e,
pur applicandovi l'intera vita, vi si trova sempre di che apprendere .
Nè devesi confondere il Blasone con l'Arma o arme. L'uno è l'arte di spiegare in termini
propri tutte le sorti dell'Arme, tutto ciò che contribuisce a formare il corpo dell'arme nella
sua composizione del campo e delle figure, la scienza insomma che insegna il significato delle
armi con le proprietà e le leggi araldiche ; l'altra, l'Arma propriamente detta, è l'insieme delle
figure araldiche e degli smalti, nome generale che comprende i metalli e i colori, che serve a
far conoscere la vera nobiltà e a distinguere non solo le famiglie ma ancor le città, gli ordini
militari, religiosi, gli enti, ecc. Quanto più l'arme è semplice tanto più è nobile e antica. Alcuni
fra i più stimati araldisti vogliono che l'Arme non si componga di più di tre colori e fatta non
senza metallo e possa esser anche di un sol colore e di un sol metallo .
Fu chiamata Arme perchè detti segni e figure si ponevano sulle armi, sugli scudi, sulle
cotte d'arme e sulle bandiere ed apparivano così nel furore delle battaglie .
ORIGINE DELL'ARME
Sull'origine delle Armi, scrittori e araldisti sono di opinioni molto diverse . Alcuni pre
tendono siano state usate dal popolo ebraico, dagli Assiri, dai Caldei, dagli Egizi, dai, Greci ,
dai Romani, ecc. Ad ogni modo è certo che questi popoli ornarono le loro armi di guerra con
simboli e figure rappresentanti la forza e il valore (aquile e leoni) . L'opinione più accredi
tata è però quella che l'Arme abbia trovato la sua origine alle Crociate . Tuttavia se l’Arme
fu concepita nell'antichità, nacque indubbiamente nell'epoca dei tornei e mentre per gli an
tichi non era segno di nobiltà e nessuna regola disciplinava la disposizione degli emblemi ,
dopo l'anno Mille furono stabilite leggi e regolamenti che diedero inizio ad una scienza vera
e propria .
Gli araldisti si occuparono in ogni tempo ad ordinare e dividere la complessa materia
che apparteneva alla scienza araldica . Così furono divise le qualità delle armi in diverse ma
niere :
ARMI ARBITRARIE, quelle prese da alcuni , d'oscura famiglia, per capriccio e non
per merito .
ARMI ASSUNTIVE, quelle che assumeva di diritto chi , pur non essendo gentiluomo 1
e non avendo per nascita un'arma propria, aveva compiuto una grande impresa come quella
di far prigioniero, in guerra giusta , un Principe o un Nobile e con tal gesta acquistava il jus
per sè e per i suoi eredi di portar lo scudo del prigioniero.
ARMI BRISATE , quelle alle quali fu aggiunta qualche Brisura, e per tale intendansi
quelle pezze aggiunte all'arme dai Cadetti come la Bordura , il Lambello, il Bastone scorciato ,
il Bastone posto in banda, la Cotissa , le Stelle, le Lune, i Gigli, le Rose, i Bisanti, i Plinti
le Ruote di speroni, ecc .
ARMI CARICATE, quelle alle quali furono aggiunte alcune pezze per illustre avveni
mento o per concessione .
ARMI DI ADOZIONE, quelle assunte dall'erede di una casata con l'aggiunta del cognome.
ARMI DI ALLEANZA, degli scudi partiti, interzati, inquartati, con quelle di altre fa
miglie per matrimonio , ecc. , restando sempre l'arma primitiva nel 10 quarto, nella prima
partitura di destra, in quella del capo o sul tutto .
ARMI DI APPANNAGGIO , prese dai Figliuoli di Francia e dai Principi di sangue reale
che prendono i Gigli con diverse Brisure, secondo gli appannaggi (Angiò, Orleans, ecc.) .
ARMI DI COMUNITA' , quelle delle Repubbliche, delle Città, dei Comuni, delle Pro
vincie, dei Castelli , ecc .
Così Giovanni d’Avenes, avendo ingiuriata sua madre, Margherita di Fiandra, alla pre
senza del Re San Luigi, fu condannato a portare nell'arme il Leone nato morto senza lingua,
senza unghie e senza coda .
ARMI D'INCHIESTA O DI RICERCA, quelle fatte contro le regole del Blasone, errate
ma non false .
ARMI D'ORIGINE, quelle portate da certe famiglie per indicare l'origine reale.
ARMA DI PADRONANZA, quella aggiunta a città di altra città per indicare esser l'una
all'altra soggetta ; di Papi aggiunte a quelle di Cardinali o Arcivescovi in segno di sottomis
sione .
Ogni arma deve essere disegnata entro uno scudo. È questo il Fondo o Campo sul quale
devono essere disposte le Pezze o le Figure dell'Arme.
Lo scudo deriva da quello che portavasi al braccio per difesa nei combattimenti, nelle
giostre e nei tornei e sopra i quali si dipingevano le Divise.
Varie furono le forme degli scudi nelle diverse Nazioni e varii i loro nomi:
-
C
Scudo Ancile .
SCUDO A ROTELLA O DETTO PARMA per la sua forma rotonda fu inventato dai
Galli e usato dalla Milizia Romana a cavallo ( fig . 1 ) .
SCUDO CLIPEO di forma curva orbicolare assai grande usato dalla Fanteria Ro
mana ( fig. 2 ) .
SCUDO ANCILE di forma ovale ( fig. 3) di cui si servirono gli ecclesiastici cingendolo di
17
un cartoccio, per cui fu detto accartocciato ( fig. 4) . Però, fu questi usato particolarmente dai
tedeschi ed anche in Italia per vari usi .
SCUDO A TARGA, assai grande, largo e lungo, fatto a foggia ricurva (fig. 5) .
o
Fig . 7. - Scudo triangolare. Fig. 8 . Scudo triangolare. Fig. 9. - Scudo bandierale
oa bandiera .
SCUDO A TESTA DI CAVALLO che dicesi essere stato il primo usato in Italia e vuolsi
che le Divise si dipingessero, prima che sugli scudi, sulla parte anteriore del capo del nobile
animale ( fig. 6) .
U13)
Fig. 1o. Scudo rotondato
o cetra .
Fig . II . Scudo sannitico . Fig. 12 .
SCUDO TRIANGOLARE o antico che è di due forme cioè a foggia di triangolo acuto
Scudo incavato .
( fig. 7) o con la punta triangolare ( fig. 8) , assai usati in Francia, in Inghilterra ed in Italia
nel secolo XII .
SCUDO BANDIERALE O A BANDIERA , che credesi abbia avuto origine dal Labaro
di Costantino Imperatore, molto usato nei primi tempi dell'araldica, specialmente dai fran
cesi ( fig. 9) .
SCUDO ROTONDATO O CETRA , quadrato nel capo, rotondato in punta, primitivamente
usato dagli africani e dai mori poi passato agli spagnuoli e agli inglesi (fig . 10 ).
Araldica . 2
18
SCUDO SANNITICO, già usato dagli antichi Sanniti, quasi quadrato, rotondo e aguzzo
in punta. È questo lo scudo detto moderno perchè più usato e ove meglio possono disporsi
le figure araldiche ( fig. 11 ) .
SCUDO INCAVATO, al cantone destro del capo ed inclinato ; era quello più in uso nelle
giostre e nei tornei perchè nell'incavatura i cavalieri fermavano la lancia ( fig. 12 ) .
TE
DA
Fig . 13. - Scudo inclinato. Fig . 14. - Scudo Pelta. Fig. 15. Scudo a losanga.
SCUDO INCLINATO, ebbe anch'esso origine dalle giostre e dai tornei (fig. 13 ) .
SCUDO PELTA , di forma lunata, fu lo scudo usato dalle Amazzoni ( fig. 14 ) .
SCUDO A LOSANGA , generalmente usato dalle vedove e dalle fanciulle e vien detto
« scudo femminile » . Le vedove lo portano partito o accollato all'arme del loro defunto ma
rito e circondato da una cordelliera ; le fanciulle con un intreccio di lacci di amore ( fig . 15 ) .
Nota . Ho voluto dare nozione delle varie forme di scudi che si incontrano nello studio del
blasone, ma vi è ormai in Italia, una disciplina per l'uso degli scudi, stabilita da un apposito
Regolamento tecnico per la Consulta araldica del Regno. Detto regolamento stabilisce altresì
le norme per l'uso degli elmi, corone, cimieri, svolazzi, manti ed altri ornamenti (Vedi pag. 49) .
)
/
Uno scudo ben proporzionato deve avere sette parti di larghezza e otto di altezza.
Il campo è il fondo di ogni scudo sul quale viene disegnata o dipinta l'arme.
CAPO
D BE B
CORPO FAG A
PUNTA HC I C
Il lato destro dell'arma si trova a sinistra di chi legge e il lato sinistro viceversa .
Lo scudo è diviso in tre parti principali : il capo, il corpo, la punta , che occupano un terzo
ciascuno ( fig. 16) .
D E D
A А F
1 H H
Si può eziandio dividerlo in cinque parti e cioè : il capo, il fianco destro, il fianco sinistro,
la punta e il cuore detto altrimenti centro o abisso ( fig. 17) .
D, B, E , sono il capo dello scudo ; inoltre D è il Canton destro del capo, B il punto del capo,
E il canton sinistro del capo .
20
E D E D E
I C H I
D B D E
A Р А С А
H 1
B A
D B E
B E D F
H G 1 1 2
F G
L K M
H C 1 0 N Р
Q
Fig. 28 Fig . 29 Fig. 30
della Fascia; K, L, M i tre punti della Fascia abbassata; N, O, P i tre punti della Cam
pagna. Pigliandoli poi ad uno ad uno : A è il Punto del Capo, B il canton destro del Capo ,
Cil Canton sinistro del Capo, Dil Punto d'Onore, E il Punto destro del Punto d'Onore,
INZ
Fig. 31 Fig . 32 Fig. 33
F, il Punto sinistro del Punto d'Onore , G il Centro o l'Abisso, H il Fianco destro dello
Scudo, I il Fianco sinistro dello Scudo, K il Bellico , L il punto destro del Bellico, M il punto si
nistro del Bellico, N la Punta dello Scudo, O angolo o canton destro della Punta, P angolo o Canton
sinistro della Punta, Q la punta bassa dello Scudo.
Lo scudo è diviso in molteplici modi. Tali divisioni sono semplici o composte a seconda
se risultano formate da una sola linea o da due o più linee :
22
2 1 1 2
2 3
SCUDO TAGLIATO, diviso diagonalmente da una linea partente dall'angolo sinistro del
capo fino all'angolo destro della punta ( fig. 33 ) .
SCUDO ADDESTRATO, diviso per un terzo da una linea perpendicolare a destra ( fig. 34) .
SCUDO SINISTRATO, diviso per un terzo da una linea perpendicolare a sinistra ( fig. 35) .
1
23
CLUB
tali (fig. 41 ) .
Fig. 40 Fig. 41
3
Fig . 42
SCUDO INTERZATO IN FASCIA , diviso in tre parti uguali da due linee orizzon
SCUDO INTERZATO IN BANDA, diviso in tre parti da due diagonali da destra a si
nistra ( fig. 42) .
1 1 2 2
2 5 1 3
Fig . 43
3
A 3
Fig . 44
4 4
Fig . 45
1
1 2 5 1 2 3
2
3 4
34. 6 4 / 5 6
5 6
12 3 11 2 3 4
1 2 3 4
31
5 6 7 8
4 | 5 6
9 10 11 12
5 67 8
7 8 9 13 14 15 16
ottengono Dieci Quarti; Partito di Quattro e Spaccato di Tre si ottengono Venti Quarti; Partito
di Sette e Spaccato di Tre si ottengono Trentadue Quarti, e così via .
Quando un quarto viene di nuovo inquartato, lo scudo si dice Controinquartato.
In tutte le inquartature l'arma gentilizia primitiva deve essere posta nel Primo Quarto
e cede solo la precedenza alle armi di concessione.
GLI SMALTI DELLO SCUDO
I METALLI.
ORO . ( Francese : Or, d'Or. Latino : Aurum , Aureum metallum , seu aureus). È questo il
più nobile metallo usato sia nel campo che nelle figure dell'Arme.
Per dipingere gli stemmi si adopera l'oro in foglia o in polvere . Si può tuttavia sostituirlo
col giallo, colore che all'oro corrisponde.
L'Oro è simbole del Sole, il maggior astro della natura , l'eccelso, il vivificatore. L'Oro
significa : per le virtù spirituali: fede, clemenza , temperanza , carità, giustizia ; per le virtù
e qualità mondane : felicità, amore, gaudio , nobiltà, splendore, gloria, sovranità.
L'oro graficamente si rappresenta punteggiando lo scudo o le figure . ( fig. 52 ) .
ARGENTO. (Francese: Argent. Latino : Argentum Argenteus). È questo il secondo metallo
dell'Arme, dopo l'oro. Per dipingere gli stemmi si adopera l'argento in foglia o in polvere.
Come l'oro rappre nta fra i pianeti il sole, così l'argento rappresenta la Luna. Per le virtù
spirituali significa : purità, verginità , innocenza , umiltà , verità , temperanza ; per le qualità
mondane : clemenza, gentilezza , sincerità , concordia, allegrezza , vittoria , eloquenza .
Non v'è arma perfetta senza l'argento e senza l'oro .
L'argento graficamente si rappresenta col fondo bianco e senza alcun tratto ( fig. 53 ) .
26
I COLORI .
I colori sono :
Porpora per la purità della sua luce. Per dipingere gli stemmi si adopera l'Azzurro di Prussia
e la Lacca cremisi combinate in egual dose .
Il Porpora, per le virtù spirituali significa : fede, temperanza, castità, verecondia, devo
zione ; per le qualità mondane: nobiltà cospicua, signorile grandezza, ricompensa d'onore, ric
chezza, liberalità, sovranità e regia dignità. Nei tornei era simbolo di Amore.
Il Porpora graficamente si rappresenta con linee diagonali da sinistra a destra dello scudo
( fig. 57) .
NERO. (Francese: Sable . Latino : Niger, seu Sabuleus color) . È il meno nobile dei colori,
rassomigliante alle tenebre, mentre gli altri più si accostano alla luce .
Fu usato dai Cavalieri che portavano il lutto. Per dipingere gli stemmi si usa la China
o Biacca d'avorio .
Il nero per le virtù spirituali simboleggia : fermezza, costanza, vittoria, saviezza, pru
denza, onestà, fede . Nei tornei era simbolo di tristezza .
Il nero graficamente si rappresenta con linee orizzontali e perpendicolari incrociate
( fig. '58)
NATURALE . (Francese : Naturel), colore proprio degli animali, dei fiori, dei frutti , degli
alberi, delle pietre preziose, che rappresentano nei loro colori naturali .
Il naturale non ebbe mai un suo proprio segno grafico corrispondente .
LE PELLI .
L'uso delle pelli nell'Arme vuolsi attribuire alla costumanza degli antichi Romani di co
prirsi nelle battaglie di pelli di animali feroci per atterrire i nemici o rivestirne gli scudi.
Le pelli sono due : l'Armellino e il Vajo.
L'ARMELLINO O ERMELLINO . (Francese: Hermine. Latino : Ponticum Vellus) è questo
un piccolo animale dal pelo bianchissimo e prezioso e dalla coda nera. Sulla sua pelle si di
spongono simmetricamente le code nere così come si usava un tempo foderare i mantelli .
Queste code, a guisa di fiocchetti o di mosche si chiamano Moscature ( fig. 59) .
L'Armellino può servire così da metallo (argento) come da colore.
28
L'Armellino simboleggia alta dignità, onore, giurisdizione, perchè tal pelliccia usavasi
per foderare le vesti degli alti personaggi.
Quando si invertono le parti e le Moscature sono bianche su fondo nero allora dicesi Con
trarmellino .
IL VAJO è la seconda pelliccia che si usa nell’Arme . Il vajo è un piccolo animale dell'Africa,
altrimenti chiamato varo e per lo più di pelo grigio o bianco e raramente nero . Di tal pellicia
1 1 1
ricoprivano le vesti gli alti magistrati e gli araldi per le loro sopravesti militari. In araldica
fu mutato il colore in argento, più prossimo al grigio, ed è rappresentato a forma di campanelle,
o bicchieri rovesciati, di argento in campo azzurro .
Il vajo simboleggia onore, dignità e nobiltà e si dispone ordinariamente in quattro file
MY
Fig . 60 B. - Contravajo . Fig. 61. - Vajato . Fig. 61 A. -
Con travajato.
sul campo azzurro il quale a sua volta prende la forma di altrettante campanelle
diritte ( fig . 60) .
Quando le file sono oltre le quattro si deve esprimere il numero di esse e dicesi Minuto
Vajo .
Quando le file sono tre, dicesi Gran Vajo ( fig . 60 A ) .
Quando le campanelle sono rovesciate l'una sull'altra con le basi unite fra loro in modo
che l'argento sia opposto all'argentoe l'azzurro a l'azzurro, dicesi Controvajo (fig . 60 B) .
Quando, i Vaj sono blasonati d'oro o di altro colore dicesi Vajato ( fig . 61 ) .
Quando mantenendo la forma del Contravajo il metallo e i colori sono diversi dall'argento
e dall'azzurro, dicesi Contravajato ( fig. 61 A ) .
LE LEGGI ARALDICHE
Le leggi araldiche sono comuni a tutte le Nazioni ove sianvi Nobili e vi sia in uso il
Blasone .
Legge principale è quella che nella composizione di un'Arme mai si mette il metallo sopra
metallo, il colore sopra colore.
Blasonare un'Arme, vuol dire descriverne le figure in termini proprii e secondo le norme
della scienza araldica . Buona legge è quella di blasonare cominciando innanzi tutto dal Campo,
e spiegare poi le Figure e le Pezze, citando la loro posizione, il numero, il metallo e il colore,
cominciando, per le figure, dalla principale quindi passare alle secondarie.
Quando devesi descrivere un animale passante o rampante, la gamba destra deve essere
collocata innanzi alla gamba sinistra ; le figure devono essere isolate nel campo e non toccare
i bordi dello scudo ; così nel Capo dello scudo devono esser poste le Concessioni come per i Capi ,
delle Religioni.
Le figure dell'Arme si dividono in quattro specie :
1. Figure araldiche.
2. Figure naturali.
3. Figure artificiali.
4. Figure chimeriche o fantastiche.
I.
FIGURE ARALDICHE
Queste si suddividono in :
10 Pezze onorevoli di 1 ° ordine .
20 Pezze onorevoli di 20 ordine .
3° Figure ordinarie.
4º Convenevoli partizioni.
Quando lo scudo è partito e fasciato con fascie di smalti opposti si dice : Contrafasciato
( fig . 64) .
Il Palo spazio perpendicolare che occupa la terza parte di mezzo dello scudo (fig. 65) .
Quando lo scudo è spaccato e palato con smalti opposti si dice : Contropalato (fig. 66) .
La Banda, figura posta diagonalmente partendo dal cantone superiore destro al can
tone inferiore dello scudo, occupandone la terza parte ( fig. 67) .
Quando lo scudo è partito e coperto di bande con smalti opposti, si dice : Contrabandato
( fig. 68) .
La Sbarra posta in modo contrario alla Banda ( fig. 69) .
Quando lo scudo è trinciato con sbarre opposte si dice : Contrasbarrato (fig. 70) .
La Croce è composta dal Palo e dalla Fascia ( fig. 71 ) .
La Croce di Sant'Andrea, Croce Decussata, Croce Traversa è composta dalla Banda e dalla
Sbarra (fig. 72 ) .
Lo Scaglione o Capriolo o Cavalletto è l'unione della Sbarra e della Banda troncate a
metà : due gambe, insomma, che aprendosi a forma di compasso toccano col vertice il capo
dello scudo e terminano fianchi inferiori dello stesso. Occupa la terza parte dello scudo
31
quando è solo ( fig . 73 ) ; quando gli scaglioni sono più di uno lo spazio diminuisce in pro
porzione del loro numero ( fig. 74) .
La Bordura circonda lo scudo occupandone la sesta parte ( fig. 75 ) . Nella descrizione di
un'Arme si nomina per ultima.
La Campagna occupa la terza parte inferiore dello scudo, a sostegno di torri, di castelli ,
di animali , ecc . ( fig. 76) .
Fig. 71 .
In
La Croce . Fig. 7 . La Croce
di Sant'Andrea.
Fig . 73 .
-
Lo Scaglione
o Capriolo o Cavalletto.
La Pergola è lo Scaglione rovesciato muoventesi dalla parte superiore dello scudo riunito
con un palo nel centro dello scudo, a forma di Y greco . Più propriamente la Pergola è la riu
nione di tre Cotisse (cotissa dicesi una Banda ridotta) al Centro dello scudo posta la 1a in banda,
la 2a in sbarra, la 3a in palo ( fig. 77) .
.
NOI
..
..
..
Il Grembo è un pezzo di drappo tagliato in triangolo, che forma la metà della punta . È
posto nell'Arme in fascia, in banda, in palo ( fig. 80) .
La Punta figura fatta a triangolo con due linee le quali , partendo dai due angoli inferiori
dello scudo si incontrano col vertice sotto il centro dello scudo ( fig. 81 ) . Quando giunge più
in basso dicesi Punta abbassata ; se giunge al Punto d'onore dicesi Punta alzata . Quando le linee
partono invece dal capo dicesi Punta rovesciata .
M
Fig. 77. -
La Pergola . Fig. 78 - Il Gherone. Fig. 79. - Il Quarto Franco .
La Pila è un triangolo che parte dal centro del capo dello scudo, occupandone la terza
parte e si unisce col vertice alla punta dello scudo ( fig. 82 ) .
Quando la base della pila posa sulla linea della punta dello scudo e tocca col vertice il
centro del lato superiore chiamasi Pila rovesciata . Assai di raro la pila può esser posta in
Banda, in Sbarra e in Fascia.
Pezze onorevoli di 2° ordine. Sono :
Il Cantone è il Quarto Franco più piccolo e che occupa meno di un sesto del Campo
e può essere collocato sia all'angolo destro superiore che a quello sinistro superiore dello
scudo ( fig. 83 ) .
33
La Cinta come la bordura gira attorno allo scudo . È di questa più stretta e lontana
dai bordi dello scudo quanto la sua larghezza, occupando la 12a parte dello scudo
( fig. 84 ) .
Il Colmo detto altrimenti Capo sostenuto non è che un Capo ritirato e minore della
terza parte dello scudo ( fig. 85 ) .
Il Capo -palo è l'unione del capo e del palo dello stesso smalto o colore ( fig. 86) .
A.
La Crocetta è una piccola croce messa sullo scudo come figura secondaria e talvolta in
tale numero da seminare completamente il campo (fig. 87) .
Il Piano è la Campagna ridotta di altezza ( fig. 88) .
It
Le Amaidi sono tre fascie accorciate e che non toccano i lati dello scudo (fig. 89) .
Figure ordinarie sono :
Il Rombo о Losanga figura geometrica formata di quattro angoli : il superiore e l'inferiore
più stretti di quelli rivolti ai lati dello scudo ( fig. 90) .
La Losangaforata è aperta nel centro con un foro rotondo o a guisa di feritoia da fortezza
e lascia intravedere il colore del campo ( fig. 91 ) .
Araldica 3
34
Il Fuso è della forma stessa del rombo ma molto più lungo, quasi come un fuso natu
rale I(fig. 92 ) .
Bisanti o
sono figure che rappresentan le monete d'oro e d'argento senza alcun conio
( fig . I93Bisanti
). erano infatti le monete che usavansi in Bisanzio. Rappresentano in araldica
la sovranità di chi , nei suoi Stati , aveva diritto di batter moneta .
I
Fig . 89. - Le Amaidi . Fig . 90. -
Le Torte sono i Bisanti su detti che in luogo d'esser d'oro o d'argento, son di
colore ( fig. 94 ) .
Il Plinto rappresenta un mattone dalla forma rettangolare molto più alto che largo, ed
ha logicamente attinenza alla costruzione dei castelli, mentre per alcuni araldisti, raffigurano
un pezzo di drappo d'oro o d'argento, per altri ancora una lettera sigillata . Si mettono in ge
nerale senza numero nello scudo (fig. 95 ) .
Il Lambello, impropriamente detto da alcuni Rastello per la sua forma e per i suoi denti ,
mentre trattasi di un ritaglio di drappo o nastro, o anche intrecci di nastri con due, tre ,
quattro, cinque, sei , e sette pezzetti cadenti detti Pendenti. È questa la più nobile brisura
del blasone, adottata dalla Casa d’Orleans (fig . 96 ).
Questa figura fu adottata in Italia da Carlo I d'Angiò, Re di Napoli, e molte famiglie la
35
adottarono o perchè loro concessa dal Sovrano o per dimostrare di appartenere alla Parte
Guelfa .
La posizione del Lambello è normalmente nel Capo dello scudo e se è posto diversamente
deve esser blasonata la sua posizione e sempre indicato il numero dei suoi Pendenti.
I Re di Napoli lo concedevano a famiglie ad essi devote con i gigli d'oro di Francia in
campo azzurro .
La Stella .
Le Stelle, figure assai comuni che rappresentano chiara fama, azioni gloriose, splendore
di nobiltà. Le stelle sono di 5 , 6, 7 , 8 e anche di 16 raggi e devesi esprimere il numero di
essi . Un raggio sarà sempre rivolto all'insù ( fig. 97) .
Le stelle in Toscana erano contrassegno di Parte Guelfa . In Romagna di Parte Ghibellina .
CC
ਹੈ । 0 C
Fig. 98 . I Crescenti . Fig . 99 . -
I Montanti. Fig . 100. - nel 1° Volti ;
nel 20 Rovesciato .
I Crescenti chiamansi cosî i Quarti della Luna che guardano normalmente colle punte
il fianco destro dello scudo ( fig . 98 ) .
Se le punte guardano il capo dello scudo si dice montante ( fig . 99) ; se guardano il fianco
sinistro : volto ; se la parte inferiore dello scudo : riversato o rovesciato ( fig . 100) .
Le Convenevoli Partizioni sono : fasciato, bandato, palato, burellato , verghettato, cotis
sato , sbarrato , scaglionato, grembiato, scaccato , losangato, fusato, cancellato , traversato , interzato ,
vestito, ecc . , cioè quelle figure araldiche che riempiono tutto lo scudo con distanze uguali.
36
II .
LE FIGURE NATURALI
Le figure naturali sono quelle di tutti i corpi che si trovano in natura e sono sensibili alla
vista come : l'uomo, la donna, il fanciullo, le parti del corpo umano, gli animali, i minerali, le
piante, gli astri, le meteore, gli elementi, il fuoco, ecc .
III .
LE FIGURE ARTIFICIALI
Le Figure artificiali sono le opere uscite dall'ingegno e dalla mano dell'uomo. Alcune de
rivano dalle Cariche e dalle Dignità come scettri, diademi, corone, tiare, pastorali, mitre, pallio,
anelli, ecc . Altre dagli uffici e mansioni come coppe, spade, bandiere, ferri di cavallo, selle , staffe,
ecc. Altre da diritti e giurisdizioni come ponti, barche, vele, remi, vascelli , ancore, torri , castelli , ecc .
Altre da diritti di servitù come carri, catene , aratri, ruote, gioghi, pale , falci , erpici , ecc . Altre
dalla pietà come immagini sacre, templi, corone, nomi di Santi, ecc. Altre dalla caccia come
corni, cani, reti, ami, dardi. Così da vestimenti come abiti, cappelli, fibbie, stivali, merletti, col.
lane, braccialetti, fascie, ecc. Sopratutto ciò che determinava un possesso come torri , castelli,
muri, pezzi merlati, strumenti di guerra , ecc . ecc.
IV.
Sono quelle scaturite dalla bizzarra fantasia dell'uomo e dal suo capriccio, come: le si
rene, le sfingi, le arpie, i pellicani che si aprono il petto, i pegasi, i cavalli marini, i cerberi, i cen
اورہ
Salamandra . Fenice. Drago.
LE BRISURE
Furono create le Brisure quando si sentì la necessità di distinguere i rami cadetti da quello
primogenito di una famiglia. Le Brisure sono pezze araldiche introdotte nell'arma primitiva
di una famiglia.
Brisura deriva dalla parola francese briser : rompere, spezzare ; infatti si spezza lo scudo
per introdurvi le brisure .
Brisure sono : il lambello, la bordura, la cotissa, il bastone scorciato o il bastone posto in
banda, il filetto in sbarra, il controfiletto, i bisanti, gli annelletti, i merlotti, le stelle, le lune, i
gigli , le rose, le torte, i plinti , le ruote di sperone, ecc .
Vari d'altronde sono i modi di brisare lo scudo .
38
Alcuni inquartano l'Arme della madre, altri cambiano gli smalti, ma una uniforme regola
che assegni determinate brisure a seconda dei rami cadetti non fu mai osservata perchè forse
mai esistè, nonostante che alcuni autori avessero tentato di assegnare ad esempio il Lambello
ai secondogeniti, un Merlotto ai terzogeniti, una Stella ai quartogeniti, l'Anelletto ai quinto
geniti ed altro.
LE LINEE DI CONTORNO
Son quelle che formano le partizioni e le figure araldiche, cioè le seguenti:
errrrrrrrrr
rrrrrr Contro Merlato.
Scalinato .
Scanalato .
Ondato .
Cappato o Incappato dicesi dello scudo diviso da due curve partenti dal centro del lato
superiore e che si allargano fino alla metà dei fianchi ( fig. 101 ) .
....
.
Fasciato dicesi dello scudo coperto di fasce alternate di smalto diverso in numeri pari
( fig. 102 ) e si intende fasciato di 6 pezzi . Quando sono di più occorre indicarli .
Incassato dicesi dello scudo di due smalti diversi di cui uno penetra nell'altro in modo
da creare una mezza fascia ( fig. 103 ) .
Inchiavato dicesi dello scudo partito o spaccato o trinciato o tagliato con smalti diversi
che s'incontrano a vicenda con denti lunghi e aguzzi a guisa di triangoli ( fig. 104) .
Quando gli smalti sono opposti e si inchiavano gli uni negli altri, allora lo scudo dicesi
Controinchiavato ( fig . 105 ) .
40
Innestato dicesi del campo che si innesta in altro con partizioni merlate, cuneate , nuvolate
o nebulose ( fig . 106).
Quando nella partizione i Pezzi di smalto opposto entrano gli uni negli altri a grosse
onde, nello scudo partito e spaccato, questi dicesi Controinnestato ( fig . 107) .
Fig. 106.
E
Innestato Fig. 107. - Controinnestato. Fig. 108. - Inquartato.
Inquartato dicesi dello scudo di due smalti diversi, diviso in quattro parti uguali ( fig. 108) .
Inquartato in Croce di Sant'Andrea ( fig. 109) .
Inquartato in grembi ritondati (fig. 110) .
***
C
ܠܠܠ
ܠܠܠ
ܠܠܠ
ܠܠܠ
:
ܼܠܝ
Quando lo scudo è diviso in otto parti da tre linee verticali e da una orizzontale si
dice Controinquartato (fig. 111 ) .
Dicesi Controinquartato anche lo scudo nel quale è nuovamente inquartato qualcuno
dei suoi quarti ( fig . 112) .
Palato dicesi dello scudo coperto di sei pali di smalto alternati fra loro in numero pari
( fig. 113) . Quando i pali sono di più devesi indicare il loro numero .
41
Quando lo scudo è spaccato e palato con pali di smalti opposti dicesi Contropa
lato ( fig. 114) .
Scaccato dicesi dello scudo (delle Pezze principali e anche degli animali) quando è com.
posto di pezzi quadrati alternati di smalto diverso a guisa di sca chiere ( fig. 115) .
: 0 ::
::
O:
Quando lo scudo ha 36 scacchi (cioè partito di cinque e spaccato di cinque) non si blasona .
Se non raggiunge tale numero conviene blasonare il loro numero .
Quando lo scudo è fasciato con la bordura doppio scaccata di smalti alternati dicesi Con
troscaccato ( fig . 116) .
Triangolato dicesi dello scudo ( come di alcune pezze) coperto di triangoli di due smalti
alternati ( fig . 117 ) .
42 .
LETTERE
L'uso delle lettere nelle Armi fu introdotto dagli Italiani prima che si cominciasse ad
esprimere con tratteggi i colori . Volevansi così rappresentare con la prima lettera la qualiti
dello smalto . I popoli antichi avevano già usato mettere le lettere sulle insegne militari .
Dopo aver fatto altrettanto in araldica, e per gli scopi su detti , l'uso delle lettere quale
contrassegno dei colori , passò ad esprimere la prima iniziale del cognome del proprietario
dell'arme, così come furono usate per indicare il nome di un feudo o di un amante, o simbo
leggiarono altresì affetti e virtù od imprese preclare per le quali i Cavalieri volevano distin
guersi.
Si ritiene che le lettere significassero simbolicamente:
A Amore , amicizia ... L Lealtà...
B Beltà, bontà, bizzarria ... M Mariage , melanconia , magnanimità ...
C Costanza , clemenza ... N Nozze felici ...
D Dolore , desiderio ... Onore ...
E Espérance ... P Pace , piacere ...
F Fedeltà, felicità ... R Ricchezza , ritrosia ...
G Gioia, gioventù , generosità ... S Speranza , sincerità ...
H Honneur ... T Tristezza ...
I Innocenza . U Unione ...
1
CROCI
L'unione di un palo e di una fascia formano una Croce ; una banda e una sbarra che si in
crociano formano una Croce traversa , decussata o Croce di Sant'Andrea .
Sono queste due pezze onorevoli di primo ordine volendo la croce rappresentare anche
la spada che fu portata dai Cavalieri nelle Crociate in Terra Santa. In queste guerre gli Ita
liani portarono la Croce di azzurro , i Francesi d'argento , i Tedeschi di nero, gl'Inglesi d'oro,
i Sassoni e i Fiamminghi di verde . Altri la formarono di diverso colore .
La Croce ha in araldica foggie diverse, quali:
Comune . Aguzzata
43
Ancorata . Attorcigliata. Avellana .
Biforcata .
+
Bordonata. d'Alcantara .
Doppia semipotenziata
o di Lorena .
非*
Doppia col piede rifesso . Falcata o Forcata .
44
Inquartata.
”下
Lunga o del Calvario . Lunga trifogliata .
AAAA
Ondata .
Meilettata . Noderosa.
Patriarcale . Pomata .
Patente .
45
NN :
US
........
圈圈
MINIB
| BNN
Serpentifera,
EX Serpentina. di S. Andrea .
46
GIGLI
Il giglio, o fiordaliso , ricorre assai sovente nelle armi in quanto egli è il più nobile di tutti
i fiori.
In Inghilterra era contrassegno del sesto figliolo ; in Italia i Gigli di Francia posti nel
Capo delle armi di molte famiglie era contrassegno di parte guelfa, sopratutto divisi da quat
tro pendenti di un Lambello . Alcuni autorevoli scrittori vollero che i gigli fossero introdotti
nell’arme di Francia da Ludovico VII il Giovine ed i suoi successori li adoperarono sparsi
copiosamente sullo scudo sino a Carlo VI che li restrinse a tre. Si usarono in araldica gigli
di foggie diverse e cioè :
Medio -Evo .
l
Fiorentino . Rinascimento ,
BANDIERE 1
1
1
Le bandiere, altrimenti detti Pennoncelli, sono poste negli scudi piegate o sviluppate.
Alcune volte la bandiera si usò come campo per le figure dell'Arme e da questo il nome di
Scudo Bandierale o Scudo a Bandiera . Col nome generico di bandiere si comprendono altresì
le fiamme, i Gonfaloni, le Orifiamme, le Cornette, i Guidoni, i Pennoni, i l'essilli e gli Sten
dardi. Generalmente sono attaccate all'asta e usansi anche come ornamenti allo scudo sulle
quali è accollato .
La bandiera simboleggia l'ardimento, la conquista gloriosa e il dominio e se ne adornarono
famiglie che avevano podestà di levar truppe e condurle sotto le proprie insegne .
47
PADIGLIONE E MANTO
Il Padiglione e il manto traggono origine dalla costumanza cavalleresca medioevale di
esporre l’Arme sotto le tende o Padiglioni formati con preziosi tappeti, specie nei Tornei.
Quivi i Capi delle Quadriglie si intrattenevano prima di entrare in lizza .
Il Padiglione è proprio dei Sovrani e fu adottato anche da chi fu insignito di sovrana
podestà .
Il Manto è annodato in alto con cordoni d'oro passati a nodo di Savoia . Generalmente
è foderato di ermellino e si compone di due parti : del colmo, o cappello, e delle cortine, la parte
propria del mantello .
di undici affibbiature d'oro e con la gorgieretta pure d'oro . È sormontato dal cercine e dalla
corona di marchese.
L'elmo del Conte è d'argento rabescato, bordato d'oro, posto per un terzo di profilo verso
destra, graticolato di 17 affibbiature d'orò con la gorgieretta dello stesso. È sormontato dal
cercine e dalla corona di Conte.
L'elmo di Barone è liscio, bordato d'oro, posto per due terzi di profilo verso destra,
graticolato di 13 affibbiature d'oro con la gorgieretta dello stesso .
È sormontato dal cercine e dalla corona di Barone.
L'elmo di Patrizio è d'argento rabescato d'oro , posto di profilo verso destra colla visiera
d'oro alzata a metà. È sormontato dal cercine e dalla corona di Patrizio .
L'elmo di Nobile è d'argento tutto liscio, bordato d'oro, posto di profilo verso destra , gra
ticolato di 9 affibbiature d'oro e colla visiera alzata. È sormontato dal cercine e dalla corona
di Nobile .
L'elmo di Cavo ereditario è come quello del Nobile , ma graticolato di 3 affibbiature.
L'elmo di Bastardo era di acciaio liscio , senza affibbiature e voltato verso la sinistra dello
scudo .
L'elmo delle famiglie di cittadinanza è brunito, senza collana , con la visiera chiusa e posto
in completo profilo .
Quando sopra uno scudo si pongono due elmi , questi devono essere voltati l'uno contro
l'altro ; se ve ne sono tre, i· laterali come detto, e quello di mezzo vien posto di fronte.
I lambrecchini o svolazzi erano lembi di stoffa dello stesso colore delle figure dello scudo,
fermati col cercine sulla sommità dell'elmo e svolazzanti. Servirono in primo tempo a proteg
gere il capo dai cocenti raggi del sole e a dar eleganza e leggiadria al cavaliere nelle ca
valcate . In seguito furono sostituiti da penne di struzzo colorate .
TERMINI ARALDICI
Art. I. La Consulta Araldica nella descrizione degli stemmi ed in altre occorrenze si
atterrà alla dicitura contenuta in uno speciale Vocabolario Araldico da essa compilato e da
approvarsi con Decreto Ministeriale.
STEMMI
Art. 2. — Gli stemmi della Famiglia Reale sono regolati dal relativo R. Decreto 1 ° gennaio
1890 .
Art. 3 Gli stemmi dello Stato e delle Amministrazioni governative sono regolati
dal R. Decreto 27 novembre 1890 .
Art. 4 . Le Provincie, i Comuni, gli Enti morali non possono servirsi dello stemma
dello Stato, ma di quell'arma o simbolo del quale od avranno ottenuta la concessione o ripor
tato il riconoscimento, a norma del vigente Regolamento Araldico .
Art . 5 . Le famiglie o gli individui che ottennero la concessione di uno speciale stemma
gentilizio o di cittadinanza, e ne sono nel legittimo attuale possesso, debbono farne uso colle
ornamentazioni che sono proprie delle loro rispettive qualità o dignità.
SCUDI
Art. 6. Lo scudo d'arme normale tradizionale in Italia è quello appuntato e, per le
donne, quello ovato.
Scudi appuntati .
Sono tollerate le altre fogge di scudi, riservando la forma romboidale alle armi femminine .
Nelle concessioni si escluderanno le fogge arcaiche e di torneo, inclinate, a tacca , a testa
di cavallo , ecc .
Araldica 4
50
Scudi Sagomati .
1
51
ELMI
Scudo a rombo (femminile ).
Art. 7. — Si possono usare tutte le forme di elmi che sono consuetudinarie nell'araldica.
Nelle concessioni si escludono quelle a becco di passero, a berrettone, ed altre arcaiche .
Art. 8 . Gli elmi indicano la dignità degli smalti che li copreno e secondo la loro po
sizione, la inclinazione della ventaglia e della bavaglia e la collana equestre della gorgiera
52
Art . 10 . Gli elmi usati dalla Famiglia Reale, descritti nel R. Decreto 1° gennaio 1890,
sono dorati posti di fronte colla ventag alzata e la ba lia calata .
Art . II . Gli elmi delle famiglie nobili sono argentati colla gorgoretta fregiata di collana
e medaglia , colla ventaglia chiusa e la bavaglia aperta .
AROS
CORONE
Art. 15 . -
Le corone della Famiglia Reale sono determinate e descritte nel R. Decreto
1 ° gennaio 1890 .
Art . 16 . Le famiglie nobili usano corone d'oro formate da un cerchio brunito o ra
bescato, gemmato, cordonato ai margini e sostenente le insegne del titolo o dignità.
Art . 17 . La na normale di Principe è sormontata da otto foglie di acanto o fio
roni d'oro (cinque visibili) sostenute da punte ed alternate da otto perle (quattro visibili . )
Art . 18 . Sono tollerate le corone di Principe che non hanno i fioroni alternati da
perle , o che sono bottonati di una perla, o che hanno le perle sostenute da punte, o che sono
chiuse col velluto del manto a guisa di tocco sormontato, o no, da una crocetta d'oro, o da
un fiocco d'oro fatto a pennello .
Art . 19 . Le famiglie decorate del titolo di Principe del S. Romano Impero possono
portare lo speciale berrettone di questa dignità .
Art . 20 . La corona normale di Duca è cimata da otto fioroni d'oro (cinque visi
bili ) sostenuti da punte.
Art . 21 . Sono tollerate le corone di Duca coi fioroni bottonati da una perla e chiuse
col velluto del manto disposto a guisa di tocco .
Art . 22 . Le famiglie che furono riconosciute nell'uso attuale di un titolo di crea
zione napoleonica, possono usare il tocco piumato indicante il loro titolo .
54
hall
Art . 24 : Sono tollerate le corone di Marchese coi gruppi di perle sostenute da punte
o colle perle disposte tre a tre una accanto all'altra e collocate o sul margine della corona, o
sopra altrettante punte.
Art. 25 . La corona normale di Conte è cimata da sedici perle (nove visibili) .
Art. 26 . Sono tollerate le corone di Conte colle perle sostenute da punte o cimate
da quattro grosse perle ( tre visibili) alternate da dodici piccole perle disposte in quattro gruppi
298288822
200 9900
SAN
(due visibili ) di tre perle ordinate a piramide o collocate una accanto all'altra e sostenute dal
cerchio o da altrettante punte .
55
Art . 28 . Sono tollerate le corone di Barone col tortiglio alternato sul margine del
cerchio da sei grosse perle ( quattro visibili ), oppure , omesso il tortiglio, colla cimatura di do
dici perle (sette visibili) o collocate sul margine del cerchio, o sostenute da altrettante punte .
Art . 29 . La corona normale di Nobile è cimata da otto perle (cinque visibili) .
Art . 32 .
Le famiglie decorate del Cavalierato Germanico possono fregiare lo scudo
d'arme secondo le varie insegne state attribuite, nei diversi tempi, nei diplomi di concessione.
56
Atr. 33. - Le famiglie insignite della Nobiltà germanica possono usare l'elmo cimato
dalla coroncina tornearia , cioè di quattro fioroni (tre visibili) alternati da quattro perle (due
visibili); ma questa corona non si può usare staccata dall'elmo, del quale è fregio speciale ed
indivisibile .
. CO
Art . 34 . La corona normale di Visconte è cimata da quattro grosse perlel ( tre visi
bili) sostenute da altrettante punte ed alternate da quattro piccole perle (due visibili), op
pure da due punte d'oro.
della relativa Commissione regionale e sanzionata dal Ministro Presidente . Tali deliberazioni
si dovranno pubblicare nella parte ufficiale del Bollettino della Consulta Araldica .
Art. 37 Le famiglie nobili e patriziali senza possesso di titolo speciale di nobiltà,
usano la loro corona collocandola sopra l'elmo.
Art . 38 . Le famiglie titolate fregiano il loro scudo con due corone ; una, più grande
appoggiata al lembo superiore dello scudo e contornante l'elmo, ed un'altra, più piccola, so
stenuta dall'elmo stesso .
1
57
La corona maggiore sarà quella ' relativa al titolo personale; la minore quella del titolo
più elevato della famiglia.
Arcivescovo ( fiocchi verdi ) . Vescovo ( fiocchi verdi). Prelato Domestico ( fiocchi paonazzi ) .
boc
oco
ol
Art . 40 . Le donne maritate usano la corona corrispondente al grado del loro con
sorte. al
Lee donne nubili (a meno di concessioni speciali) portano la sola corona del loro titolo
person .
Art. 41 .
Gli enti morali possono fregiare la loro arma ed insegna con quelle corone
speciali , delle quali si proverà la concessione ed il possesso legale .
Art . 42 . -
11 .
d)
SVOLAZZI
Art . 45 Gli elmi si adornano coi loro veli frastagliati a svolazzi, trattenuti sul cu
cuzzolo da un cercine cordonato in banda .
Art . 46 . Il cercine e gli svolazzi sono divisati cogli smalti dello scudo d'arme, a meno
di speciali concessioni o di casi storici di inchiesta.
Svelazzo .
Art . 47 Nelle concessioni si descrivono gli smalti degli svolazzi , escludendo le smal
tature all'antica fatte con figure o pezze dello scudo .
59
CIMIERI
Art. 48. — Il cimiero si colloca sul cucuzzolo dell'elmo. Per le famiglie titolate esce dalla
piccola corona di famiglia .
TOT
VIRTUS COMA VINCI
Cimiero. Cimiero .
(Marchesi Ordoño De Rosales di Milano ).
MANTI
Art . 52 . Il padiglione ed il manto per gli stemmi della Famiglia Reale e dello Stato
sono regolati dai relativi R. Decreti 1 ° gennaio e 27 novembre 1890 .
Art. 53 Il manto come distintivo ereditario è annesso ai titoli di Principe e di Duca.
Art. 54 -
ALTRI ORNAMENTI
Art. 56. I motti si scrivono sopra liste bifide e svolazzanti , smaltate come nel campo
dello scudo e scritte con lettere maiuscole romane . Di regola si collocano sotto la punta dello
scudo .
PER DORMIRE
NON
Motto .
Art. 57 Si rispettano le tradizioni storiche per i motti scritti con caratteri speciali
e per i gridi d'armi .
Art . 58. Nelle concessioni i motti saranno od italiani o latini , non scritti con lettere
arcaiche.
Art. 59 . Non si fanno concessioni di gridi d'armi, di pennoni, di bandiere gentilizie,
di coccarde e di livree .
INSEGNE FEMMINILI
Art . 62. — Le donne nubili possono portare l'arma della famiglia sopra un cartello o
tessera romboidale od ovata, cimata dalla corona del loro titolo personale e circondata da
una cordigliera d'argento sciolta, o da una ghirlanda di rose .
Art . 63 . -
Art . 65 . Le insegne femminili, di massima, non sono fregiate da elmi, cimieri, so.
stegni e tenenti . Possono usare i motti .
Laut
91110
ele
ses
Principessa vedova . Dama vedova .
DISTINZIONI DI DIGNITÀ
Art. 67 . I Cavalieri dell'Ordine Supremo della SS. Annunziata possono accollare al
loro scudo il manto dell'Ordine che è di velluto amaranto sparso di rose e di fiamme d'oro ,
con galloni d'oro caricati di nodi e di rose di Savoia e colla fodera di teletta d'argento.
Art. 68 . Gli Ecclesiastici possono usare le insegne tradizionali della loro dignità.
Art . 69. I Magistrati aventi il grado di Primo Presidente possono accollare lo scudo
colle mazze e colla toga della loro dignità e cimarlo col rispettivo tocco .
Art . 70 . Gli Ufficiali Generali di terra possono accollare al loro scudo le bandiere
nazionali decussandole, in numero di sei, se tenenti generali comandanti di corpo d'armata ;
di quattro, se tenenti generali ; di due, se maggiori generali.
Art . 71 . Gli Ufficiali Generali di mare possono accollare il loro scudo ad un'ancora,
se contrammiragli ; a due ancore decussate, se vice ammiragli .
62
Art . 72 . I Decorati di ordini equestri possono fregiare il lorn scudo colle insegne delle
loro decorazioni.
( 13
.
Primo Presidente di Cassazione. Gran Cordone Mauriziano .
Contr'Ammiraglio. Vice-Ammiraglio.
Art . 73 I Cavalieri di Gran Croce, decorati del Gran Cordone dell'Ordine dei SS . Mau
rizio e Lazzaro , continueranno a cingere lo scudo colla gran fascia verde annodata da più cifre
reali coronate d'oro .
DIZIONARIETTO ARALDICO
ABBASSATO - si dice di quelle pezze che sono al di sotto della loro posizione ordinaria. Le
ali dei volatili si chiamano abbassate se inclinano verso punta dello scudo .
ABISSO - centro dello scudo allorchè in esso si pone una figura più piccola .
ACCANTONATO dicesi della croce quando è accompagnata da altre figure negli angoli .
ACCOLLATE - diconsi quelle figure che sono unite le une colle altre .
ACCOMPAGNATO - è quella figura o pezza principale dello scudo, allorchè ha intorno altre
figure, secondarie .
ACCOPPIATI - degli animali legati a due a due, specie i cani da 'caccia.
ACCOSTATO - si dice di tutte le pezze lunghe che hanno ai loro lati altre figure .
ADDESTRATE - le figure aventi un'altra figura a destra .
ADDOSSATI - quando due animali stanno opposti fra di loro , ossia volgendosi i dorsi . Di
cesi pure di quelle figure dalla forma allungata.
AFFRONTATI - l'opposto di addossati .
AGNELLO - d'ordinario è passante. L'agnello pasquale, o Agnus Dei, si rappresenta con una
bandierina d'argento caricata di una croce .
AGUZZATE tutte le figure dalle estremità acuminate .
AIRONE - volatile somigliante ad una piccola aquila senza rostro e senza gambe.
ALATO - animale che ha le ali contro sua natura e di smalto differente da quello del corpo.
ALERIONE aquilotto senza rostri, senza artigli e senza becco.
ALCIONE uccello chimerico, rappresentato a guisa di un cigno nel nido, trasportato dalle
onde marine.
ALLEGRO - allorchè il cavallo è passante senza arnesi.
ALLUMATO - gli animali che hanno gli occhi di colore differente dal resto . Anche le torce
si dicono allumate se la fiamma è di colore diverso .
ALZATE - pezze poste più in alto della loro posizione normale .
ANGELI - sono rappresentati in forma di giovanette vestite di lunga veste con le ali quasi
sempre abbassate.
ANGOLATA - dicesi della croce accompagnata negli angoli da 4 figure , per lo più allungate ,
che paiono muoversi dagli angoli della stessa .
ANGONE . specie di giavellotto composto di tre lame.
ANNODATO - attributo : 1 ° di quelle pezze onorevoli che hanno il centro della forma di
un nodo ; 20 dei leoni quando portano la coda legata a nodi e fiocchi .
ANTILOPE animale chimerico con una testa simile a quella del dragone, corna dritte e
coda rialzata .
APE - è rappresentata montante tanto colle ali chiuse quanto aperte : in quest'ultimo caso
è volante .
APPALMATA - allorchè la mano mostra la palma. È simbolo di liberalità.
APPUNTATE spade, lance , ecc . , che si toccano con la punta.
AQUILA - è sempre rappresentata col corpo diritto, le ali aperte e tese, la testa di profilo,
le zampe allargate , la coda discendente verticalmente e ornata di piume ondeggianti ,
AQUILONE - rappresenta i venti (Borea -Eolo) ed è sotto la forma di una testa umana che
soffia con violenza .
ARMATO gli animali colle unghie del colore diverso dal resto . Dicesi anche delle picche
lance e frecce che hanno la punta diversa .
ARPIONE - questa figura è rarissima. La sua origine deriva forse da quel graffio che gli as
sedianti di una città gettavano anticamente sugli assalitori per attrarli a sè . Più verosi
mile è che alluda invece al rampone d'arrembaggio delle navi.
64
COTTA D'ARME sopravvesta di seta, o di tela od altra stoffa, che portavano i cavalieri
sopra l'armaturc. Era una specie di veste senza maniche, aperta ai lati e scendente sino
ai ginocchi , sopra la spada .
CRANCELINO ( Corona di ruta) è una mezza corona con foglie di ruta , posta in banda
sullo scudo, dall'angolo superiore destro all'angolo inferiore sinistro.
CROCETTA - è una croce piccola diminuita e scorciata, che in generale si pone nello scudo
numero
in .
CUCITO - Si dice del capo allorchè è di colore sopra colore e di metallo sopra metallo, giacchè
non potendo per regola araldica sovrapporre colore a colore, ecc . , simili colori e metalli
vengono cuciti .
D
DELL'UNO E DELL'ALTRO le figure che in uno scudo occupano due campi di smalto
diverso , e che oppongono colore a metallo , e viceversa .
DELL'UNO NELL'ALTRO - quando nello scudo vi sono alcune figure dagli smalti opposti
ai campi, cioè di metallo sopra il campo di colore , e di colore sopra il campo di metallo .
DI SOMIGLIANZA - quando le positure delle figure sono poste alla maniera del capo, della
banda, della sbarra, del palo, della pergola, della croce, ecc .
DELFINO - è rappresentato dritto , un po' curvo a sinistra, colla testa alta e la coda volta
verso il fianco destro . Se poi è posto orizzontalmente si chiama natante .
DENTATE - quelle figure che terminano in punta come denti di sega .
DENTELLATE - quelle figure dentate minutamente da ambo le parti .
DESTROCHERIO - è il braccio nudo , vestito od ornato che appare dalla parte sinistra dello
scudo .
DIADEMATA - l'aquila od altro animale con un piccolo cerchio sul capo .
DIVISA - come la fascia e la banda , ma larga la metà .
DRAGONATO - gli animali, colla coda di drago.
DUE ED UNO si dice di tre pezzi allorchè due di questi guardano verso il capo e l'altro
alla punta .
E
ELMO IN MAESTA ' è quello posto con la visiera di fronte .
EQUIPOLLENTI - (vedi Punti equipollenti) .
F
FABBRICATO - quando l'unione delle pietre sulle case, torri e castelli , appare di colore
diverso .
FALSE si
dice di tutte le armi composte contro le regole araldiche.
FEDE - quando le mani sono congiunte.
FENICE - uccello immaginario, è posto sempre di fronte, la testa di profilo, le ali alzate,
ed appoggiato sul rogo in fiamme, chiamato la sua immortalità .
FIAMMEGGIANTI - pezze colle fiamme ai lati .
FIANCHEGGIATE - quelle figure che ne hanno altre ai fianchi.
FIGURATE - tutte quelle figure col volto umano .
FINESTRATO - esprime le finestre e le porte delle torri di smalto diverso .
FIORATE quelle figure che ai lembi portano lavori simili a fiori .
FIORDALISO - è il giglio di Francia .
FIORDALISATE le figure che portano alle loro estremità il fiordaliso .
FITTE - delle croci che volendo conficcarle sul terreno hanno il braccio inferiore a punta.
FLUTTUANTE - attributo delle navi , dei cigni e dei pesci quando sono messi nelle acque
del mare o di un fiume.
FLUTTUOSO - è l'attributo tanto del mare quanto dei fiumi se le onde sono rialzate .
FORATO le pezze che portano fori rotondi.
FORCATA - delle pezze e della croce colle estremità divise in due rami a guisa di forca .
FORCUTA - in molte armi così si riscontra la coda dei leoni .
FUSATO scudo diviso da un certo numero di fusi e rombi .
Araldica . 5
66
ILLEONITO il leopardo quando sta colla testa di fronte, ma rampante alla guisa del leone.
ILLEOPARDITO - ( Vedi Leopardito ).
IL TUTTO DI .... - è termine adoperato allorchè si è terminato di blasonare, quando tutte
le figure prima nominate hanno lo stesso smalto .
IMPUGNATE - quando le armi figurano nel centro dello scudo unite ed incrociate.
INNESTATO - quando il campo si congiunge nella punta di una partizione .
INGOIATE - quelle figure entrate per le estremità nelle fauci degli animali.
IN MAESTA ' - dicesi degli animali posti di prospetto .
INQUARTATURA - lo scudo composto di molti quarti.
INTRECCIATI - degli oggetti passati gli uni dentro gli altri .
MANO - si chiama giurante la destra che abbia sporgente l'indice oppure il medio . - La
mano è benedicente se esce dalle nubi o se è circondata da un nimbo .
MANOPOLE erano guanti di ferro o di maglia di acciaio, con le palme e le dita di pelle
ricoperte di scaglie snodate. Questi guanti, usati dai cavalieri nei tornei ed in battaglia,
ricoprivano tutto il gomito. In seguito vennero in uso di solo cuoio ben forte e lavorato ,
MARINATI O MARINI - animali terrestri colla coda di pesce .
MASSACRO - è la testa del bufalo posta di fronte e scarnita .
MERLATO si dice quando sono visibili i merli delle torri e castelli.
MERLOTTO - uccello senza becco e privo di artigli.
MONTANTE si dice di quegli animali o cose che portano le corna rivolte alla parte del
capo dello scudo .
MOSTRUOSO - è l'animale colla testa umana .
MOVENTE - quelle figure che sembrano affacciarsi entro lo scudo movendo da un lato.
67
N
NASCENTE - animali che vengono fuori da una qualunque linea di partizione dello scudo .
Possono essere anche figure.
NATO-MORTO - si dice del leone privo di lingua, unghie, coda e denti .
O
la perfetta figura degli animali proiettata sullo scudo priva di ogni particolare.
OSCENO - l'animale che possiede il sesso di smalto diverso dal corpo.
PADIGLIONE - quel manto, generalmente di color porpora, che spetta alle armi degli Im
peratori , dei Re e Principi sovrani . La parte superiore del Padiglione è formata dal colmo
mentre le cortine ne formano il mantello .
PANTERA si riscontra solo nelle armi dei tedeschi (specialmente nella Stiria) , ha la forma
di un leone rampante , la criniera irta, le zampe davanti uguali a quelle dell'aquila.
PARTIZIONE - le divisioni dello scudo mediante le linee .
PASSANTI - animali in atto di camminare .
PASSATO di due pezzi di cui l'uno passa su l'altro , per es. passato in croce di S. Andrea.
PAVONE si vede di profilo : solo sta di faccia se fa la ruota ed allora si chiama pavone ro
teante .
PECORA è rappresentata pascolante, colla testa sempre abbassata ; ciò la distingue dal
montone che porta la testa alzata.
PELLICANO - è rappresentato vicino ai suoi nati , in numero di tre, posti nel nido. Il sangue
che cola dalle ferite che il pellicano ha sul ventre è chiamato la sua pietà . ,
POTENZA ( Potenziata) una figura somigliante al T e quindi potenziate tutte quelle fi
gure a quella lettera simili .
PUNTALE - è la figura posta in fondo al fodero della spada .
PUNTI EQUIPOLLENTI - quello scudo a scacchi che risulta di 5 scacchi di uno smalto
e di 4 di un altro alternativamente.
PUNTI DI SCACCHIERE - di quello scudo a scacchi che risulta di 8 d’uno smalto e di 7
di un altro .
R
RAGGIO è formato da otto bastoni partenti in forma di raggi di ruota dal centro dello
scudo .
RAMPANTE - quando l'animale in profilo sta ritto sulle zampe posteriori o appoggia le
zampe davanti , sulla torre, su di un albero, ecc .
RAMPONE - (vedi Arpione ) .
RAPACE - se il lupo ha l'agnello nelle fauci.
RASTELLATE - quelle figure merlate da tutte e due le parti .
RICROCIATE - di quelle croci , che da ogni braccio ne formano una nuova.
RINCONTRO - se l'animale posto di faccia mostra tutti e due gli occhi .
RIVOLTATE - le figure che guardano o sono volte alla sinistra dello scudo .
ROCCO - è la torre del gioco degli scacchi .
ROTELLA DI SPERONE una stella con sei punte e con un foro nel mezzo .
ROVESCIATO - dicesi di tutte quelle figure che hanno le punte capovolte.
S
SALAMANDRA - animale chimerico . è sempre posto di profilo , dorso rotondo, collo "lungo,
fermo sulle quattro zampe. Può essere circondato dalle fiamme, ma queste si menzionano
solo se sono di colore diverso dall'animale stesso .
SCAGLIATO - quando gli animali sono ricoperti di quelle laminette dure, specie i rettili
ed i pesci.
SCORTICATO - propriamente dei lupi, leoni e cavalli che dal mezzo in giù appaiono rossi .
68
LA SANTA SEDE
1 ICONOGRAFIA
DEI
SOMMI PONTEFICI
70
1.
18 9
10 u
S.HYGINVS Grę cus, creatus die i3 . S.PIVS.I. Aquilei enfis Rufini filius
Ianuarij, ann.ist. Sedit ann.3 . mens. creatus die is . Jan uarij ann is 8.Se:
ii.dies 29. Paſsuse die ii.Ianuary dit ann.9. mens. 5.dies 27. Paſsus
ann.isg. Vac. Sed es dies 3 die ii.Iulijan.i67 Vac. Sed dies iz.
73
16 17
PER
18
19
24
28 X 29
30 .
HOP
32
34 35.
it
S.SILVESTERI Romanus, Rufinifi S.MARCVS Rom anus Prifcifilius
lius creatus dic i . Februarij annuis creat. die 16. Janua rij ann.336.se
Sedit am 2i.men. io minus dienu.i. dit mens . 8. dies 22.Obijt die z .
Obijtdie zi.Decem 11.335.Vac S.clies is Octobris ann.336 . Vac. Sed dies is.
79
36
T
S.IVLIVS.I.RO manus Ruftici fili S.LIBERIVS Romanus,Augufti
us, creatiu dic 26 . Octobris ann.336 . filius creat, die 8. Maij an . JS2.Se
Sedit an.is.men . s.dies i7.Obijtdie dit an . is.men.g. diem i.Ob. die 9 .
12.April.an.382.0 Vac.Sed dies 25. Septemb. an.367 Vac, Sed.dies 6
38 39
46 42
AB
wa
SANASTASIVS I.Roman.Maximi S.INNOCENTIVES IAlbanenfis Innoce.
fil.creat die in.MO rü an.398. Sedit tj fil.creat.die is . Maii an . 4.02.Se :
an..mens. i.dies 14.Obijt die 27 Ap dit an.is. mens i. dies io . Obyt die
rilis an.902.Vac. Scd. dies 21 . 28. Luig an sizva c.Sed dies 22 .
43
SA
45
46 47
Araldica .
82
ero
43
s6
58 . 59
60. 6.
62
OE
re
64
20
GO 16
1
0
THIS
68
70
72 23
74
02 0
00
00 0
00
00
80
82 83
84 89.
86 8
188 189 ,
99, 91 ,
92 93
1
SZACHARIAS Græcus Polychroni STEPHANVS.IS Romanus, creatus
fil. creat die s.Dece mb. an.74i. Sedit die 27. Martij an 782. Sedit dies 3.
an . io ,mens 3.dies jo.Obijt die is Obijt die 29 eiufde em mens.Martij
Marm an . 82 Vac. Sed dies 12 . Non Vac Sedes.
94 195
06
1978
joo os
BTT
302
ES
Sm
s
ies
hob
108 iog
HADRIANVS II. Romanus, Talari filius IOANNES VIII . Romamus Vidonis fil!
creatus die 14 Decem bris an.867. Sedit creatus de 14 Decenz br. an.872.Sedit an .
an ,4.mens, io .dies 17. Obijt die i.Nou: io. diemi.Obýtdie is. Decembr.an.882
embr. an.872.Vac. Sed,mens. i.dies iz . Vat .Sed.dies is
no
Araldica . 7
98
116
Ques
118 110
s
el
BENEDICTVS, TV. Romanas Ma LEO V. Ardea amus Sedit dics
moli fihus creat an . 909.Objt an 40
100
120
122
128
wИ
130
i
103
136 37
016
Qu
18 139
105
142
143,
146 197
148 199
izo
IS .
126
198
160 161
102 163
565
gh
*
CELESTINVS IIGuido de Castell LVCIVS II.ex fa milia Caccianimica
lo Tiphernas creat die 25 Septemb. an . Bononiens.creat die 9.Martij am.1144
ii43. Sedit mens s. dies iz.Obijt die 8. Sedit mens ji dies iq,Obijt die 25 Fe
Marii an ij44 Vac. Sed diem i bruarij an.iies No Rvac Sed .
166
1168 569
HADRIANVS IV.
a
tre Angl'creatus die w
dit an.4 .mens.8 .dies
temb. an . ji sg . Vac.
Nicolaus breskspea
Decemnt an. jis4 Se
29.Obie die i.Sep
Sed dies ,
ALEXANDER III
lus Senens.creat die
Sedit an , 2i.mens
27. Augusti anji81.
63
1
Rolandus Bandinel:
6. Septemb. an.iis .
ji dies 2i . Obijtdie
Vac.Sed diem i .
170
173
8
Araldica .
114
177
38 179
i so 181
182 183
184 185
186 187
T
C
0
0
188 189
191
190
25
192 193
igs
10G
19a
200
202 203
205 )
206
ELEN
208 209
210 211
273
1214 22-3
276 u7
1218 119
220
)1
xander Farnesius
PAVLVS TIT.Ale is .Octobr .an 1834 .
Iulius Medices Flo Romanus creat: die
CLEMENS VII . Obiit die io.Nouem
Nouembr. an.i523. Sedit an.is dies 29
rentin.creat:die in dies 7. Obijt die 25. mens 2 dies 29.
Sedit an.io. men.io.
br. an.isso Vacsel
& Vac.Sed dies iz .
Septembr. an.i534 .
222
I.Marcellus Ceruin
MARCELLVS Aprilis an isss.se
nes Maria de Monte,
IVLIVS III.Ioan Etrusirs creat die9 die 30. Aprilis eod.
Recreat: die 8 Februar . dit dies 21.Obijt
Etruscus, siue Roman i.dies 16. Obijt die dies 22 .
an.isss.Vac.Sed .
isso . Sedit an F.men . Vac.Sed dies ir.
23. Marui an.isss .
126
225
PAVLVS IV.Iom ) nes Petri Carafa Ne PIVS IV. Ioannes Angelus Mediceius
apolit.creat die 23 Maij anisss Sedit Mediolanen.creatus die 26 Decembr. an .
an.4 men 2 dies 27 Pobit die is. Augs isso Sedan.s.men . ii.dies is.Obitdie
di anaissg Vac.Sed mens.g.dies 7 9.Decemb.an.isós Vac. Sed.dies 29.
226
229
228
MORE
NOTAS
239
IX Antonius Fache
INNOCENTIVS creat'die 20.Occob.
GREGORIVS XIV.Nicola?Sfond:
crent die s. Decemb.
neltus Bononiensis
2.Obijt die 3o.De
ratus Mediolanen . an.is gi Sedimen Sed mens.i.
io dies io. Obit
mm . isgo .Sedit men disa Vac.Sed.d.is, combr: an isgi Vac.
de is . Octobr.an
128
1237
234
23
Araldica .
130
133
BISNES
54
Jacobus
PILS / Josephus Sarto BENEDICTUM Della Chiesa
Domo Riese CreatusRomae die 3 Bert 1914
Creolus Re moe die de Jucusti 1903 Objl die 22 AA Tanuari 1922
0
+
S. NI . TA LECIT
el
S t .
S. M. LA REGINA
135
S. S. PIO XI
(ACHILLE RATTI)
La Santa Sede, oltre i titoli robiliari specifici, concede titoli cavallereschi e che sono
i seguenti:
ORDINE SUPREMO DI CRISTO detto anche MILIZIA di N. S. G. C. , isti
tuito il 14 Marzo 1319 dal Sommo Pontefice
Giovanni XXI ( XXII ) . È il Supremo Ordine
della S. Sede e “ tutti gli altri sopra
vanza in lustro e decoro , ; .
ORDINE PIANO istituito il 7 Giugno 1847 dal Sommo Ponte
fice Pio IX . Concede privilegio nobiliare ere
ditario per i Cavalieri di Gran Croce e la
nobiltà personale per i Commendatori.
SACRO MILITARE ORDINE GERO- ebbe origine dalla pia Crociata di Goffredo di
SOLIMITANO DEL SANTO SE- Buglione; fu “ restaurato ,, il 24 Gennaio
POLCRO 1868 dal Sommo Pontefice Pio IX e “ ri
formato ,, il 3 Maggio 1907 da Pio X. Per
disposizione del Marzo 1928 ha per protet
tore il Sommo Pontefice e per Gran Maestro
il Patriarca Latino di Gerusalemme.
ORDINE DELLO SPERON D'ORO anticamente detto “ della MILIZIA AU
RATA ,, e già unito all'Ordine di S. Silve
stro , fu fondato in occasione del cinquante
simo anno della definizione del dogma del
l'Immacolata . Fu restaurato dal Sommo Pon
tefice Pio X nel 1905 ed è conferito di
Motu proprio da S. S.
ORDINE DI S. GREGORIO MAGNO istituito il 1 ° Sett . 1831 dal Sommo Pontefice
Gregorio XVI.
ORDINE DI S. SILVESTRO PAPA istituito il 31 Ottobre 1841 dal Sommo Pon
tefice Gregorio XVI e riformato da Pio X
nel 1905
NOTA . Tutti i decorati della Gran Croce degli Ordini Equestri Pontifici hanno rango
e trattamento di “ Eccellenza ,, .
CROCI DI DEVOZIONE
Sono le seguenti:
CROCE PRO ECCLESIA ET PONTIFICE
MEDAGLIA BENEMERENTI
CROCE LAURETANA, riservata ai benefattori della Basilica .
CROCE LATERANA
CROCE PIIS ITINERIS, concessa , per pellegrinaggio in Terra Santa, dal Guardiano
dei Frati Minori custodi del S. Sepolcro.
NOTA . - Le Croci di Devozione “ non hanno diritto alcuno a denominazione equestre ,, .
CERIMONIALE DELLA CORTE PONTIFICIA
MESE DI MARZO . Terminata la Predica, il S. Padre cala nella Chiesa di S. Pietro con
gli E.mi Cardinali e l'ultimo Uditore di Rota deve portare la Croce con la man
telletta, e quando partiranno i Cardinali consegnerà la Croce al Crocifero. Stando
in Tribunale sarà avvisato dal Parafreniere di S. S. quando sarà l'ora.
S. S. ANNUNZIATA. — (Prima del 1870 in occasione della Solennità della Cappella alla Chie
sa della Minerva ). Se il S. Padre andava in cavalcata, cavalcando i Cardinali, an
che i Prelati dovevano cavalcare in Mantellone , ed arrivati alla Chiesa della
Minerva si mettevano le cappe; non cavalcando andavano all'ora stabilita.
DOMENICA DELLE PALME . Si terrà la stessa regola della mattina della Candelora. Cappa
solamente, e non facendo funzione il S. Padre si metteranno subito la cotta .
MERCOLEDI SANTO . Cappa solamente .
GIOVEDI SANTO . Si metteranno la Cappa ; subito dopo l'elevazione la cotta, tenendola
finchè il S. Padre avrà data la Benedizione . Per assistere alla Lavanda si mette
ranno la Cappa, e chi vorrà andare alle Tavole de ' Pellegrini, vi andrà in Man
telletta. In ultimo, quando i Colleghi Monsignori si metteranno la Cotta, gli U
ditori della S. Rota metteranno la Tonacella, che terranno finchè il S. Padre
avrà data la Benedizione. Il penultimo, mentre si darà la Benedizione, si metterà
la Cappa per accompagnare il S. Padre alla Lavanda con la Croce e la terrà fino
al termine della funzione. Gala in tutto. Dopo pranzo : Cappa solamente .
VENERDI SANTO. Cappa solamente come sopra ; all'adorazione della Croce ciascuno
metterà nel bacile un festone d'argento e andrà in calze nere .
Dopo pranzo : Cappa come sopra . Terminata la Cappella si metteranno le man
tellette e andranno con il S. Padre in S. Pietro , e si tratterranno finchè partiranno
gli E.mi Cardinali.
SABATO SANTO . - Cappa solamente . L'Uditore di Rota, che nella mattina farà da sud
diacono alla Messa del S. Padre, quando lo avrà accompagnato in Cappella, si
metterà la Tonacella per annunziare al S. Padre l’Alleluja e poi si metterà la Cappa
come gli altri Prelati.
PASQUA DI RESURREZIONE . Cotta solamente. Quello che deve cantare l’Epistola, e
l'ultimo con la Croce si metteranno la Tonacella nelle stanze de ' Paramenti, ossia
della Lavanda. Terminata la Messa l'Uditore di Rota, che avrà cantata l’Epistola,
si spoglierà nel casotto vicino a S. Veronica, e se volesse salire alla Loggia per la
Benedizione, si metterà la Cotta, come la terranno i suoi colleghi. Carrozza nobile
e livrea di gala. Se il S. Padre non celebrasse , e i Cardinali non indossassero i Pa
ramenti Sacri, allora si metteranno solo la Cappa.
139
gliarsi nello stesso luogo ; prima si metteranno la Cappa, e passato il S. Padre in Cap
pella, si metteranno la Cotta ; solo il penultimo si metterà la Cappa per la Croce.
NOTTE DI NATALE . Cappa solamente.
MATTINA DI NATALE . - Cotta solamente . Quello che canterà l'Epistola e l'ultimo per
la Croce si metteranno la Tonacella . Terminata la Messa, il penultimo in cotta
accompagnerà con la Croce il S. Padre allo spogliatore . Gala in tutto. Se il S. Padre
non celebra , si farà come per Pasqua di Resurrezione.
VESPERO DELL'ULTIMO DELL'ANNO . - Cappa solamente.
Nel giorno che il Papa va a visitare S. Pietro vi si portano anche gli Uditori di Rota
non essendovi però obbligo alcuno , e vi si portano col treno di mezza gala o tutta gala,
come ad essi meglio piace , e vi andranno in Cappa .
Nella mattina della Coronazione del nuovo Sommo Pontefice , i Prelati si conducono
in treno nobile alla sala dei paramenti, nella quale vestiti di Cappa aspetteranno il S. Pon
tefice, che accompagneranno in tal modo vestiti, sino all'altare di S. Gregorio dove giunto
il Papa, essi andranno all'altare del coro dei sigg. Canonici dove i tre primi Uditori di Rota
si metteranno la Cotta, e gli altri l'Anitto e le Tonacelle, e così vestiti assisteranno a tutta
la funzione e Benedizione che il Pontefice darà dalla Loggia della Basilica.
SACRA CONGREGATIO CAEREMONIALIS
I.
PROTOCOLLO
in forma ufficiale nella Sala del Trono dell'appartamento dell'E.mo Signor Cardinale
Decano .
Per l'occasione Sua Eminenza Rev.ma indossa l’Abito Cardinalizio con ferraiolone
del colore del giorno corrente, ed è circondato dai Suoi Familiari Nobili e cioè dall'Uditore ,
dal Maestro di Camera , dal Gentiluomo e dal Cappellano-Caudatario. Sua Eccellenza
il Signor Ambasciatore e il Personale dell'Ambasciata indossano l'Uniforme Diplomatica
con decorazioni.
Sua Eminenza Rev.ma e Sua Eccellenza il Signor Ambasciatore prendono pesto
in due poltrone vicine al dossello del Trono .
Terminato il colloquio l'E.mo Signor Cardinale Decano presenta la Sua Corte a Sua
Eccellenza il Signor Ambasciatore , il quale a sua volta gli presenta il Personale dell'Am
basciata .
L'E.mo Signor Cardinale Decano, indossando l'abito piano , con ferraiolone del co
lore del giorno corrente, accompagnato dal suo Maestro di Camera ,si reca lo stesso giorno
presso la Sede dell'Ambasciata per restituire la visita a Sua Eccellenza il Signor Amba
sciatore .
Art . 26. — Nei giorni successivi Sua Eccellenza il Signor Ambasciatore si recherà
personalmente a far visita agli E.mi Signori Cardinali presenti in Curia .
Art . 27 . Parimenti il nuovo Ambasciatore farà visita al Decano del Corpo Di
plomatico , e successivamente anche agli altri suoi colleghi.
DECRETO
Il presente Protocollo compilato dalla Commissione del Protocollo Generale del
Ceremoniale Pontificio, presieduta da Sua Eminenza Rev.ma il Signor Cardinale Gra
nito di Belmonte , fu approvato nella seduta Plenaria del 7 luglio 1925 dagli E.mi e
Rev.mi Padri della Sacra Congregazione Ceremoniale e sanzionato da Sua Santità nella.
Udienza del giorno 8 del detto mese , accordata a Monsignor Segretario della medesima
Sacra Congregazione.
+ V. CARD. VANNUTELLI .
Vescovo di Ostia e di Palestrina, Decano del Sacro Collegio, Prefetto.
N. Canali , Prelato Domestico di S. S. , Segretario .
II .
PROTOCOLLO
Art. 1. -- Presi gli opportuni accordi con la Segreteria di Stato di Sua Santità
circa il giorno e l'ora della solenne presentazione delle Lettere Credenziali del nuovo Mi
nistro, Monsignor Maestro di Camera di Sua Santità intima il servizio di Anticamera,
che si svolge secondo le seguenti norme fissate per la cerimonia , per la quale viene rin
forzato il servizio ordinario di Anticamera .
Art . 2. --- Il servizio ordinario nell'Appartamento Pontificio è disposto secondo
il consueto , cioè:
Il distaccamento della Guardia Svizzera Pontificia ,
nella sala Clementina.
Due Gendarmi in uniforme di gala ,
La Sentinella della Guardia Palatina d'Onore ,
nella Sala detta dello Svizzero.
147
Il distaccamento della Guardia Palatina d'Onore,
nella sala d'angolo.
L'Ufficiale della Guardia Svizzera Pontificia ,
L'Ufficiale della Guardia Palatina d'Onore ,
Un Bussolante,
nella Sala degli Arazzi.
Il distaccamento della Guardia Nobile di Sua Santità nella Sala della Cappella , con
una Sentinella alla porta della Sala degli Arazzi, ed un'altra alla porta della Sala della
Nobile Anticamera Segreta.
Un Cameriere d'Onore di Spada e Cappa Soprannumerario,
nella Sala del Trono.
Un Monsignore Cameriere Segreto Partecipante,
L'Esente della Guardia Nobile di settimana,
Un Cameriere Segreto di Spada e Cappa Soprannumerario,
nella Sala della Nobile Anticamera Segreta.
Art. 3. - Secondo l'intìmo di Monsignor Maestro di Camera di Sua Santità, che
prende parte personalmente alla cerimonia, intervengono di servizio in Anticamera,
anche :
Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Maggiordomo di Sua Santità,
Un Monsignore Cameriere Segreto Partecipante ,
Un Cameriere d'Onore di Spada e Cappa Soprannumerario ,
Due Bussolanti .
Art . 4. § 1. Sua Santità indossa il Rocchetto e la Mozzetta .
$ 2. I Prelati di servizio indossano l'Abito prelatizio , i Camerieri Segreti ecclesia
stici il Mantellone , i Camerieri Segreti e d'Onore di Spada e Cappa l'uniforme giorna
liera .
148
Tutti gli altri intimati di servizio restano nelle rispettive Sale dell'Appartamento
Pontificio .
Monsignor Segretario della S. Congregazione Ceremoniale , fatto preavvisare da Mon
signor Maestro di Camera a mezzo di Monsignor Cameriere Segreto Partecipante di set
timana, accompagna il Signor Ministro col Personale della Legazione nella Sala di S. Gio
vanni.
Il Santo Padre, dopo l'avviso datogli da Monsignor Maestro di Camera dell'arrivo
del Signor Ministro, si reca al Tronetto e quando si è assiso, Monsignor Segretario della
S. Congregazione Ceremoniale introduce il Signor Ministro alla presenza di Sua Santità
e Lo annunzia ad alta voce .
Insieme con Monsignor Segretario della Ceremoniale, tanto il Signor Ministro quanto
il suo Seguito fanno le tre consuete genuflessioni, la prima all'ingresso della. Sala, la se
conda al centro e la terza innanzi al gradino del Tronetto.
I Ministri acattolici invece delle tre genuflessioni, possono fare tre profondi inchini.
Art . 6. —- Compiuta l'ultima genuflessione od inchino , il Signor Ministro , stando in
piedi , legge senz'altro il suo Indirizzo e porge le Lettere Credenziali nelle mani dell’Au
gusto Pontefice, il Quale le rimette a Monsignor Maestro di Camera.
Durante la lettura dell'Indirizzo , Monsignor Segretario della Ceremoniale è a sini
stra di Sua Eccellenza il Signor Ministro, e immediatamente dietro di questi si dispone
il Personale della Legazione.
Il Santo Padre risponde con un breve discorso e quindi trattiene Sua Eccellenza il
Signor Ministro in udienza privata.
Art . 7. – I Dignitari della Nobile Anticamera Segreta, di servizio , che hanno as
sistito alla cerimonia della presentazione delle Lettere Credenziali, riprendono il loro
posto nella Sala della Nobile Anticamera Segreta .
Il Personale della Legazione , durante il colloquio privato di Sua Santità con Sua
Eccellenza il Signor Ministro, attende nella Sala della Nobile Anticamera Segreta : Mon
signor Segretario della Ceremoniale lo presenta a Monsignor Maestro di Camera il quale ,
al segno dato dal Santo Padre , lo introduce alla presenza della Santità Sua , a cui viene
presentato da Sua Eccellenza il Signor Ministro .
Art. 8. -- Dopo l'udienza privata, Sua Eccellenza il Signor Ministro è presentato
da Monsignor Segretario della Ceremoniale a Monsignor Maestro di Camera, il quale, a
sua volta, nella Sala della Nobile Anticamera Segreta, gli presenta Sua Eccellenza Rev.ma
Monsignor Maggiordomo e gli altri Dignitari della Nobile Anticamera Segreta di servizio .
Ai medesimi Dignitari viene presentato da Monsignor Segretario della Ceremoniale il
Personale della Legazione.
Sulla soglia della Sala della Nobile Anticamera Segreta, Monsignor Maestro di Ca
mera si congeda da Sua Eccellenza il Signor Ministro e dal Seguito .
Art . 9. - Sua Eccellenza il Signor Ministro, accompagnato da Monsignor Se
gretario della Ceremoniale e dal Cameriere Segreto di Spada e Cappa Soprannumerario,
soprachiamato di servizio, si reca a far visita a Sua Eminenza Rev.ma il Signor Cardi
nale Segretario di Stato di Sua Santità .
Monsignor Segretario della Ceremoniale si pone a sinistra di Sua Eccellenza il Si
gnor Ministro , e il Cameriere Segreto di Spada e Cappa Soprannumerario a sinistra del
primo dei Membri del Personale della Legazione.
Viene scortato da due Guardie Svizzere Pontificie con alabarda e preceduto da due
Bussolanti e da due Sediari Pontifici, i quali si dispongono in corteo quando Sua Eccel
lenza il Signor Ministro passa nelle Sale dell'Appartamento Papale, ove i medesimi sono
di servizio .
I picchetti dei Corpi armati Pontifici di servizio, rendono gli onori secondo i pro
pri regolamenti.
Art . 10. — Le due Guardie Svizzere si fermano all'ingresso dell’Appartamento di
Sua Eminenza Rev.ma il Signor Cardinale Segretario di Stato, i due Sediari nella prima
Anticamera, i due Bussolanti nella Sala d'angolo, il Personale della Legazione nella
Sala del Trono con Monsignore Segretario della S. Congregazione Ceremoniale e col
Cameriere Segreto di Spada e Cappa Soprannumerario .
149
stesso giorno della presentazione delle Lettere Credenziali si reca alla Sede della Lega
zione per restituire la visita a Sua Eccellenza il Signor Ministro .
Art . 16. - I Dignitari della Nobile Anticamera Segreta che sono stati di servizio
per la ceremonia, si recano alla Sede della Legazione per apporre sul registro la loro firma
e qualifica.
Art . 17. --- Dopo la presentazione delle Lettere Credenziali, Sua Eccellenza il Si
gnor Ministro partecipa per iscritto l'avvenuta cerimonia a Sua Eminenza Rev.ma il
Signor Cardinale Decano del Sacro Collegio , e Lo prega di riceverlo in udienza.
Art . 18. -- La visita ufficiale di Sua Eccellenza il Signor Ministro avrà luogo nel giorno
partecipatoGli dall’E.mo Signor Cardinale Decano, il quale riceverà, in Abito pïano con
ferraiolone del colore del giorno corrente , Sua Eccellenza il Signor Ministro accompagnato
dal Personale della Legazione ed introdotto presso Sua Eminenza Rev.ma dal Suo Mae
stro di Camera..
Per tale visita Sua Eccellenza il Signor Ministro ed il Personale della Legazione in
dossano l'Uniforme Diplomatica con decorazioni .
L'E.mo Signor Cardinale Decano , in abito pïano con ferraiolone del colore del giorno
corrente, accompagnato dal suo Maestro di Camera, si reca poi alla Sede della Legazione
per restituire la visita .
Art . 19. - Nei giorni successivi , Sua Eccellenza il Signor Ministro farà visita per
sonale agli E.mi e Rev.mi Signori Cardinali presenti in Curia, a Sua Eccellenza Rev.ma
Monsignor Maggiordomo di Sua Santità ed agli altri Ecc.mi e Rev.mi Prelati detti di
fiocchetto.
Art . 20 . Sua Eccellenza il Signor Ministro domanderà udienza all'Eccellentissimo
Decano del Corpo Diplomatico, al quale farà visita secondo le indicazioni ricevute, e suc
cessivamente farà anche visita agli altri Capi-Missione accreditati presso la Santa Sede
DECRETO
REGOLAMENTO
d) del mantello di velluto nero foderato di seta nera , che si fissa sopra la spalla
sinistra e sotto la spalla destra con appositi bottoni e cappiole ; ed ha, alle estremità del
baveretto , due cordoni con fiocchi di seta nera , che si allacciano in un lato del petto ;
e) della collana di metallo dorato , che , fermata sulle spalle, scende avanti fino
all2.terza parte del petto e dietro le spalle, e si compone di tre ordini di catenelle , inter
rotte ad uguale distanza da dieci medaglioncini con smalto , ed ha sospeso , nel mezzo del
petto, il triregno e le chiavi intrecciate dimetallo dorato. Lo smalto per i Camerieri Se
greti è rosso , avente nel mezzo le due lettere C. S. intrecciate (Cubicularius Secretus)
e per i Camerieri d'Onore è bleu con in mezzo le due lettere C. H. intrecciate (Cubicularius
Honorarius);
n della spe.da, che ha l'elsa di acciaio a forma di croce , impugnatura di ebano
intarsiata, di acciaio e fodera di pelle nera con boccaglio e puntale di acciaio, e scende per
mezzo di cinturini di velluto nero, larghi tre centimetri, e un cinturone di velluto nero,
alto sei centimetri , fermato nel mezzo da una fibbia ovale di acciaio ;
g) del berretto di velluto nero foderato di seta nera con piccola faldatura ripiegata
in su , penna nera di struzzo , lunga trentacinque centimetri, è fermaglio, ornato da un
bottone di acquamarina ;
h) di scarpe scollate di velluto nero , fermate sul collo del piede da una rosetta,
pure di velluto nero, avente nel mezzo un piccolo bottone di acquamarina.
Col « costume » non si portano i guanti.
XII . - L '« uniforme giornaliera » consta :
a ) di marsina di panno nero , chiusa sul davanti del petto con nove bottoni do
rati opachi con triregno e chiavi incrociate , con falde foderate di seta nera, con due bot
toni dorati simili agli altri alle estremità delle falde ; pattine sui fianchi, contornate da
una seghetta ricamata in oro e tre bottoni simili agli altri alle estremità delle pattine,
baveretto diritto e rivolti alle maniche di velluto rosso per i Camerieri Segreti, e di vel
luto bleu per i Camerieri d'onore, con ricami di oro e foglie e bottoni di ulivo. Simile ri
camo guarnisce il mezzo della vita con dei bottoni simili algli altri sopra le falde;
b) dei pantaloni lunghi di panno nero guarniti alla cucitura esterna da un gallone
d'oro alto quattro centimetri , a foglie e bottoni di ulivo intrecciati, intessuti nel gallone
stesso ;
c) della spada senza dragona, di forma civile, con elsa dorata. con triregno e chiavi
incrociate, impugnatura di madreperla, sorretta da un cinturone, di gallone d'oro, simile
a quello che guarnisce i pantaloni;
d) del cappello a punta guarnito in giro di piuma bianca, per i soli Camerieri Se
greti Partecipanti di Spada e Cappa e nera per tutti gli altri , e dalla parte destra da una
cappiola di velluto nero ricamata a foglie di ulivo.con bottone dorato, simile agli altri,
che ferma la coccarda Pontificia , la. cuimetà di seta gialla deve essere collocata a destra ,
e quella di seta bianca a sinistra della detta cappiola ;
e) stivaletti interi di copale con elastici;
1) guanti di pelle bianca lucida.
XIII . L '« uniforme di città » consta :
a ) di marsina di panno rosso scarlatto chiusa sul davanti con nove bottoni, come
l'« uniforme giornaliera » , con falde foderate di seta rossa , con due bottoni simili agli
altri alle estremità delle falde, pattine sui fianchi, contornate da una seghetta ricamata
in oro e tre bottoni simili agli altri alle estremità delle pattine ;
b) il bavaretto diritto e i rivolti delle maniche di velluto nero ricamati in oro a
foglie e bottoni di ulivo ; in tutto il resto simile all'« uniforme giornaliera » ;
c) pantaloni lunghi neri , spada, cappello , stivaletti e guanti; il tutto simile
all'« uniforme giornaliera. ».
XIV. - Il « costume» e l'« uniforme giornaliera » dovranno portarsi solamente
nelle Cappelle Pepeli, nei Concistori Pubblici, nei ricevimenti, ed in altre funzioni e ser
vizi dentro il Palazzo Apostolico , od in altre circostanze, secondo le disposizioni che ver
ranny date volta per volta. da. Monsig. Maestro di Camera .
XV. – L '« uniforme di città » dovrà portarsi in tutte le funzioni e ricevimenti
fuori del Palazzo Apostolico nei quali è prescritto l'uso dell'uniforme, nonchè nelle mis
sioni, o rappresentanze all'estero. Nelle missioni presiedute da un Cardinale Legato i
153
Camerieri di Spada e Cappa che ne fanno parte potranno usare anche il « costume spa
gnuolo » , previa autorizzazione del S. Padre .
XVI . I Camerieri Soprannumerari hanno un distintivo con lo smalto rosso per
i Segreti, e con lo smalto bleu per quelli d'Onore, da portarsi nell'asola, in alto, a sinistra
del frack , solamente in funzioni fuori del Palazzo Apostolico. Detto distintivo è formato
da un medaglione ovale smaltato rosso o bleu , rispettivamente, avente nel centro il nome
del Pontefice regnante, in caratteri d'oro ; l'ovale è racchiuso in un giro di brillantini
sormontato dal triregno d'oro smaltato di bianco con le chiavi d'oro incrociate ; le mi
sure del distintivo sono millimetri trentatre di altezza, per venticinque di larghezza.
XVII. – I Camerieri di Numero hanno un distintivo più grande con lo smalto
rosso per i Segreti, con lo smalto bleu per quelli d'Onore, da portarsi nel lato destro del
petto sul costume, sulle uniformi e sul freck , tanto nel Palazzo Apostolico che fuori. Detto
distintivo è formato da un medaglione ovale di smalto rosso per i Segreti e bleu per quelli
di Onore, avente nel centro le iniziali C. S. N. o C. H. N. in smalto bianco , circondato
da un giro di piccoli brillantini detti rose , e da una triplice catenella d'oro fermata da
sette medaglioncini di smalto rosso o bleu alla quale è sospeso un ciondolo , formato dal
triregno d'oro smaltato di bianco con le chiavi d'oro intrecciate ; le misure di questo di
stintivo sono millimetri sessantacinque di altezza per quarantuno di larghezza. I Ca
merieri di Spada e Cappa devono sempre indossare il frack con la collana, sia che siano
ricevuti del S. Padre , sia che vengano intimati da S. E. Rev.ma Monsig. Maggiordomo,
o da Monsig. Maestro di Camera per i servizi da prestarsi in freck, sia che, non essendo
di servizio, vengano autorizzati ad intervenire a ricevimenti nel Palazzo Apostolico , Cap
pelle Papali, Funzioni o Concistori.
XVIII . – È vietato usare la collana fuori del Palazzo Apostolico, salvo che in
caso di rappresentanza o di speciale autorizzazione superiore.
XIX. – In servizio, con qualsiasi vestiario e in udienza. presso Sua Santità, por
teranno le decorazioni e medaglie Pontificie delle quali sono insigniti : per le altre do
vranno domandare e ottenere l'autorizzazione, per il tramite di S. E. Rev.ma. Monsig.
Maggiordomo.
XX. – Tutti i Camerieri di Spada e Cappa, appena avuta la nomina , sono obbli
gati a fornirsi degli abiti , e tenersi pronti agl'inviti di servizio.
XXI . Il servizio ordinario di Anticamera dura una settimana, e sarà prestato
almeno da un Cameriere Segreto e da uno di Onore. Si userà abitualmente in questo ser 1
vizio l'« uniforme giornaliera » , meno quando Monsig. Maestro di Camera ordinasse di
usare il « costume alla spagnuola » . Il Cameriere Segreto presta servizio nella Nobile An
ticamera Segreta, quello di Onore nella Sala del Trono; e ambedue coadiuvano Monsig.
Maestro di Camera e il Cameriere Segreto Partecipante Ecclesiastico nel ricevere e trat
tenere le persone ammesse all'Udienza. Pontificia. I Camerieri di Spada e Cappa in ser
vizio debbono tenere la feluca in mano .
Il Cameriere d'Onore riceve , dal Bussolante di servizio , alla porta dell'entrata del
l'anticamera della Guardia Nobile i biglietti d'invito all'Udienza , i plichi, lettere e og
getti da benedire, per passarli, sulla soglia della Mobile Anticamera Segreta, al Cameriere
Segreto di Spada. e Cappa di servizio ; e, viceversa , riceve da questo quanto dovrà pas
dare al Bussolante .
XXII . – Nel corteo di Anticamera i Camerieri di Spada e Cappa incedono avanti
i Camerieri Segreti di Speda e Cappa. Partecipanti, o, in loro assenza, avanti i Parteci
panti Ecclesiastici. Se sono due, il Segreto a destra e quello d'Onore a sinistra ; se in mag
gior numero, quelli d'Onore precederanno quelli Segreti.
XXIII. – In occasione di Cappelle Papali e Concistori Pubblici il servizio di An
tic ?mera cessa all'arrivo del S. Padre alletto dei Paramenti. I Camerieri di Spada e Cappa
di servizio potranno seguire il Corteo di Cappella., della quale non fanno parte, pren
dendo posto dopo i Generali degli Ordini Religiosi. Nelle Processioni Papali i Camerieri
di Spada e Cappa,di servizio occuperanno il posto sopraindicato ; quelli fuori di servizio
potranno incedere avanti alle . Cappella Papele, cioè prima dei Procuratori di Collegio. .
Durante la cerimonia si collocheranno nel banco destinato per l'Anticamera., se vi sarà ;
altrimenti, si uniranno ai Camerieri Segreti Partecipanti di Spada e Cappa.
154
potrà essere sostituito da una copia autentica rilasciata dall'autorità presso cui esso trovasi
depositato. Per la discendenza dovranno prodursi le fedi di nascita o un albero genealo
gico in valida jorma. Gli atti notarili e le pubblicazioni storiche non sono ammessi come
documenti di prova . Dichiarazione formale del possesso libero della rendita di L. 5000
con documenti comprovanti tale rendita ed impegno formale di mantenerla integra durante il
tempo che apparterrà alla Guardia Nobile in attivo servizio.
13. I concorrenti che avranno tutti i documenti in perfetta regola e corrispondenti
esattamente ai requisiti necessari , saranno sottoposti a visita sanitaria prima di essere pre
sentati al Consiglio di Ammissione.
I documenti dovranno essere presentati al Tenente Archivista che si troverà al Quar
tiere al Vaticano nei giorni di Lunedì, Giovedì e Sabato dalle ore 9 alle 12 .
TITOLI NOBILIARI PONTIFICI
(DOPO IL 1870)
Veduti i Regi decreti 2 e 5 luglio 1896 , nn . 313 e 314 , per l'ordinamento della Con
sulta Araldica e la determinazione delle norme per l'esecuzione delle relative disposi
zioni:
Veduta, la legge tributaria sulle concessioni governative 30 dicembre 1923 , n . 3279,
tabella A , titolo III ;
Veduto il Regio decreto 24 gennaio 1924, n. 95, sul riordinamento della Consulta
Araldica ;
157
Veduta la deliberazione del 2 febbraio 1925 della Consulta Araldica del Regno ;
Udito il Consiglio dei Ministri;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto col Ministro per
le finanze ;
Abbiamo decretato e decretiamo :
Articolo unico. — Per i decreti Reali di autorizzazione all'uso legittimo nel Regno
dei titoli nobiliari, concessi dai Sommi Pontefici, dalla fine dell'anno 1870 a tutto l'anno
1924, è conferita facoltà al Ministro per le finanze, da applicarsi caso per caso, e tenuto
conto della condizione economica degli investiti, di ridurre ad un terzo le tasse contem
plate nel titolo III della tabella A , annessa alla legge tributaria sulle concessioni gover
native 30 dicembre 1923 , n . 3279. Tale facoltà avrà termine col 31 dicembre 1926.
Per ottenere la riduzione gli aspiranti devono presentare domanda motivata e do
cumentata al Ministro per le finanze , la cui decisione è inappellabile . In caso di decisione
favorevole, ove il pagamento della tassa ridotta non venga effettuato entro due mesi
dalla comunicazione della decisione del Ministro, la riduzione non è più applicabile.
I decreti Reali di autorizzazione per le concessioni fatte dai Sommi Pontefici, dal
1° gennaio 1925 in poi, saranno soggetti alle tasse ordinarie.
Il presente decreto sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge .
Ordiniamo che il presente decreto munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella
raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti
di osservarlo e di farlo osservare .
Dato a San Rossore, addì 11 ottobre 1925 .
VITTORIO EMANUELE.
MUSSOLINI VOLPI .
Visto, il Guardasigilli: Rocco.
Registrato alla Corte dei Conti, con riserva, addi 24 ottobre 1925.
Atti del Governo, registro 241 , foglio 122 . GRANATA .
( Bollettino della Consulta Araldica del Regno d'Italia, Vol. VIII , n. 39 del gennaio 1928) .
Art . 1 . L'autorizzazione ad usare nel Regno dei titoli conferiti dai Sommi Pon
tefici, posteriormente al 1870 , avviene mediante decreto Reale. Essa può riguardare so
lamente i titoli di Principe, Duca , Marchese, Conte, Barone e Nobile, purchè non appog
giati ad alcun predicato.
La tassa da pagarsi all'Erario dello Stato sarà determinata con decreto Reale, su
proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto col Ministro per le finanze.
Art . 2 . Tanto l'autorizzazione quanto i provvedimenti di diniego, non saranno
motivati .
Art. 3. In generale l'autorizzazione s'intende data nei limiti e con le condizioni
stabilite nei Brevi pontifici di concessione.
Però, nel caso di concessioni fatte con la formula :
« Te tuosque haeredes ac descendentes masculos a masculis infinitum » l'autoriz
zazione sarà per tutti gli attuali concessionari; però la trasmissibilità sarà soltanto per
linea primogeniale mascolina di ciascuno degli attuali investiti.
158
Pel futuro non si autorizzerà l'uso di titoli se non per la discendenza primogeniale
mascolina dell'investito .
Nel caso che alla concessione sia apposta la clausola :
« Sed praecipimus ut iidem posteri ac descendentes autequarhaius beneficis per
fruantur, suo quoque tempore, ad' hac Sancta Sede limitationis titoli ratihabitionem am
petrent obtineantque » l'autorizzazione sarà a favore solamente dell'investito ; salvo a
provvedere a suo tempo, caso per caso, e mediante decreto di Regio Assenso , alla suc
cessione, previa esibizione della suddetta conferma della Santa Sede.
Art . 4 . Le domande di autorizzazione debbono essere corredate dal Breve che
origina la concessione, dall'atto di nascita del richiedente, dagli altri documenti che di
mostrano la sua qualità di spettatario e dal deposito provvisorio di lire 100,30.
Art . 5 . Sulle domande di autorizzazione daranno il loro parere il Commissario
del Re e la Consulta Araldica del Regno.
Esse saranno presentate alla firma Reale dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
Art . 6. Emesso il Decreto Reale di autorizzazione, si darà luogo, su domanda
dell'interessato, alla inscrizione nel Libro d'oro della nobiltà italiana e nell'Elenco uffi
ciale nobiliare coll'annotazione : « Concessione pontificia ».
Approvato con deliberazione della Consulta Araldica in data 2 febbraio 1925.
o c c e
S
VITTORIO SPRETI
REGNO D'ITALIA
R. CONSULTA ARALDICA
E COMMISSIONI ARALDICHE REGIONALI .
La Consulta Araldica è stabilita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è istituita
per dare pareri ed avvisi al Regio Governo sui diritti guarentiti dall'art . 79 dello Statuto fonda
mentale del Regno e sulle domande e questioni concernenti materie nobiliari al disposto dei RR .
Decreti 2 e 5 luglio 1896, N. 313 e 314. La Consulta Araldica è composta dei seguenti membri:
PRESIDENTE : S. E. il Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato .
VICE PRESIDENTE : Il più anziano dei Consultori Effettivi.
CONSULTORI EFFETTIVI: In numero di 14 , compreso il Vice Presidente, fra cui 5 Senatori
del Regno e 2 alti funzionari dell'Ordine Giudiziario .
CONSULTORI ONORARI : in nume di 7 .
COMMISSARIO DEL RE .
CANCELLIERE .
I titoli di nobiltà sono mantenuti a coloro che vi hanno il diritto. Il Re può con
ferirne dei nuovi .
ARTICOLO 80 .
Niuno può ricevere decorazioni, titoli o pensioni da una Potenza estera, senza la
autorizzazione del Re .
UMBERTO I
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA ’ DELLA NAZIONE
RE D'ITALIA .
Veduto il Decreto Reale dell'ıı dicembre 1887, n . 5138 (serie 3a), col quale fu rior
dinato il servizio araldico, e tenuto conto di altri posteriori provvedimenti;
Udita la Consulta Araldica ;
Udito il Consiglio dei Ministri;
Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell'Interno,
Presidente del Consiglio dei Ministri;
Abbiamo decretato e decretiamo :
Art . i . La Consulta Araldica è stabilita presso al Ministero dell'Interno ed è
istituita per dare pareri ed avvisi al Governo, sui diritti guarentiti dall'art . 79 dello Sta
tuto fondamentale del Regno e sulle domande e questioni concernenti materie nobiliari
ed araldiche.
Art . 2. -- È presieduta dal Ministro dell'Interno, e composta da dodici Consultori
effettivi, di cui quattro Senatori del Regno e due alti funzionari dell'ordine giudiziario ;
da sei Consultori onorari; da un Commissario del Re e da un Cancelliere .
Tutti sono nominati, su proposta del Ministro dell'Interno, con Decreto Reale.
Art . 3 .
Elegge nel suo seno una Giunta , composta di cinque Commissari e due
supplenti.
Ar
La Giunta sceglie il proprio presidente.
t . 4. La Consulta è coadiuvata dalle Commissioni araldiche regionali costituite
dai Regi Decreti 15 giugno 1889 e 5 marzo 1891.
Art. 5. – Presso il Ministero dell'Interno vi è un Ufficio araldico per la spedizione
degli affari, la riscossione dei diritti di cancelleria, la partecipazione delle deliberazioni
agli interessati e la conservazione dei libri e registri araldici e dell'Archivio della Con
sulta araldica .
Art . 6. — Tutti i provvedimenti Reali o Ministeriali concernenti materie nobiliari
od araldiche, fatta eccezione per quelli di Motuproprio sovrano, saranno preceduti dal
parere della Consulta o della Giunta.
161
Art . 7 : Nessun titolo nobiliare sarà attribuito nelle pubblicazioni ufficiali, nelle
matricole dei pubblici funzionari, negli atti notarili ed in quelli di stato civile, se non
quando risulti iscritto o nei Libri araldici o negli Elenchi nobiliari regionali.
Art . 8 . Quando si trovi alcuna questione sullo stato delle persone, la Consulta
o la Giunta inviteranno gli interessati, per mezzo del Ministero dell'Interno, a farla de
cidere in via giudiziaria.
Art . 9 . Se contro una domanda di provvedimento nobiliare verranno uotificati
al Ministero dell'Interno formali atti di opposizione per questioni connesse a diritti pri
vati, la Consulta, se non li ravviserà evidentemente infondati o temerari , provvederà
a norma dell'articolo precedente.
Però prefiggerà alle parti un termine congruo per adire ai tribunali ; trascorso il quale
inutilmente, la domanda sarà presentata all'esame della Consulta Araldica, che delibe
rerà sempre salvando i diritti dei terzi interessati.
Art . 10 . Per le spese del servizio araldico è stanziato un apposito fondo sullo stato
di previsione della spesa del Ministero dell'Interno, al quale fa riscontro, nel bilancio
dell'entrata, un corrispondente fondo sotto il titolo: Proventi del Servizio araldico.
Questi proventi sono costituiti dai diritti di cancelleria stabiliti nella Tabella che
fa seguito al presente Decreto e che sono dovuti a titolo di semplice rimborso delle spese
che lo Stato sostiene per questo speciale servizio.
La riscossione dei diritti di calcelleria è regolata dall'Ufficio araldico ed affidata
all'incaricato del servizio di cassa del Ministero dell'Interno.
Art . II . -- Il servizio araldico si compie ne' modi prescritti da un apposito rego
lamento da approvarsi con Decreto Reale.
Art . 12. – La Consulta Araldica, per mezzo del Ministero dell'Interno, potrà pro
muovere Decreti Reali per l'approvazione di regolamenti speciali, necessari al buon an
damento del servizio .
Art . 13. — I corrispondenti della Consulta Araldica, nominati anteriormente al pre
sente Decreto, conserveranno onorariamente il loro titolo. Non si procederà ad ulteriori
nomine di corrispondenti.
Art . 14. — Fatta eccezione pei Regi Decreti 15 giugno 1889 e 5 marzo 1981 sopra
le Commissioni araldiche regionali, sono abrogati tutti i Regi Decreti che si riferiscono
alle materie regolate dal presente.
Ordiniamo che il presente Decreto , munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella
Raccolta Ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti
di osservarlo e farlo osservare .
Dato a Roma , addi 2 luglio 1896 .
UMBERTO .
Visto : RUDINÌ.
Il Guardasigilli
G. COSTA .
( Vedi Decreti e parziale modifica del 11 Febbraio 1923 n . 325 e 24 Gennaio 1924 n. 95 ) .
Veduto il Regio Decreto del 2 luglio 1896 che stabilisce un nuovo ordinamento per
la Consulta Araldica ( 1 ) ;
( 1 ) La a tabella dei diritti dovute per domande e provvedimenti in materia araldica », allegata al
Regio Decretto 2 luglio 1896, n . 313 , è omessa perchè abrogata e sostituita dalla Tabella allegata al Regio
Decreto 31 marzo 1921 , n . 517, e pubblicata a pag . 188 .
Araldica . II
162
§ 4. ADUNANZE .
Art . 9 . La Consulta è convocata dal Presidente, Ministro dell'Interno, almeno
due volte l'anno con inviti , a firma del Cancelliere, spediti non meno di otto giorni prima
dell'apertura della Sessione .
Art . 10 . La Giunta è radunata dal suo Presidente con inviti, a firma del Cancel
liere, e spediti almeno il giorno precedente alla adunanza.
Art . II . Il Regio Commissario dovrà essere presente alle adunanze della Con
sulta e della Giunta . In caso di impedimento il Cancelliere darà lettura dei suoi pareri .
Egli, sia nella Consulta, sia nella Giunta , ha voto consultivo.
Art . 12 . Per la validità delle deliberazioni occorre che, nella Consulta , interven
gano alme no sei membri con voto deliberativo e tre nella Giunta .
I Consultori effettivi potranno essere sostituiti dai Consultori onorari ; e nella Giunta
i Commissari effettivi dai Commissari supplenti.
Art . 13 . I Consultori onorari possono intervenire alle adunanze della Consulta.
Quando visuppliscono i Consultori effettivi, hanno voto deliberativo.
Art . 14 . Le deliberazioni sono prese a sempre maggioranza di voti. In caso di
parità sarà preponderante quello del Presidente. A domanda di due votanti le votazioni
possono essere segrete .
Art . 15 .
Gli atti verbali delle adunanze saranno compilati dal Cancelliere, veduti
dal R. Commissario ed approvati dal Presidente che li farà mettere a disposizione della
Giunta o della Consulta, per opportuna visione e per eventuali osservazioni .
Art . 16. Questi atti verbali saranno trascritti in due registri speciali che si con
serveranno dall'Ufficio araldico.
Art . 17 . Quando i presidenti della Consulta o della Giunta ne riconoscano la con
venienza, ó lo invochi il R. Commissario, potranno dal Presidente consegnarsi gli affari
già spediti dal R. Commissario, ad uno o più Consultori per farne relazione speciale
alla Consulta o Giunta.
Art . 18 . La Consulta , la Giunta ed il R. Commissario potranno invocare il pre
cedente parere delle competenti Commissioni araldiche regionali sulle istanze da esa
minare . Tale parere sarà necessario nelle questioni attinenti a leggi e consuetidini locali,
e se ne darà notizia alla Giunta o Consulta .
Art. 19. – Negli atti verbali delle adunanze si terrà conto preciso delle relazioni
dei Consultori, dei pareri delle Commissioni araldiche, dei voti, osservazioni e repliche
del R. Commissario e delle prese deliberazioni .
$ 5. ATTRIBUZIONI E DELIBERAZIONI.
Art. 20. — La Giunta o la Consulta danno preventivo parere sopra tutti gli affari
nobiliari ed araldici, meno quelli per Motuproprio Sovrano, e prendono atto di tutti i
relativi provvedimenti.
Art. 21. --- Nei provvedimenti per Motu proprio Sovrano, che riguardano predi
cati o stemmi, sarà presentito il parere del R. Commissario per evitare lesioni di diritti
di terzi interessati .
Art . 22 . Le verifiche di alberi, di fili e di quadri genealogici si fanno dal R. Com
missario che ne autentica la esattezza , col visto del Presidente della Consulta .
Art . 23 . È concessione l'atto Sovrano col quale si dà origine ad un titolo, predi
cato o stemma nuovo .
Art . 24. — È conferma l'atto Sovrano col quale, a mette dell'articolo 80 dello Sta
tuto fondamentale del Regno, è autorizzato l'uso di un titolo, predicato o stemma con
ceduti da una potenza estera ad un cittadino italiano .
Art . 25 . È rinnovazione l'atto Sovrano col quale si fa rivivere un titolo, predi
cato o stemma già esistiti in una famiglia.
Art . 26 . È riconoscimento l'atto governativo col quale è dichiarato legale un
titolo , predicato o stemma.
Art. 27 . Il riconoscimento si eseguisce con atto Sovrano :
a) quando si deve sanare qualche parte difettosa nella dimostrazione del legit
timo possesso ;
164
§ 6. DISTINZIONI NOBILIARI .
Art . 66. — I Registri dei Decreti reali, delle Regie Lettere Patenti, dei Decreti mi
nisteriali e degli atti verbali delle adunanze della Consulta e della Giunta sono tenuti
a cura del Cancelliere .
Art . 67. - I Libri araldici sono tenuti dall'Ufficio araldico, sotto la direzione del
R. Commissario .
Art . 68. I Libri araldici sono quattro :
1. Libro d'oro della nobiltà italiana;
2. Libro araldico dei titolari stranieri ;
3. Libro araldico della cittadinanza ;
4. Libro araldico degli enti morali.
Art . 69 . Nel Libro d'oro si inscrivono le famiglie italiane che ottennero la con
cessione, rinnovazione od il riconoscimento di titoli nobiliari. Vi si notano i paesi d'ori
gine e di dimora abituale, i titoli colla loro provenienza e trasmissibilità, lo stemma coi
suoi ornamenti, le deliberazioni prese e la parte di genealogia che fu documentata.
Per le famiglie che sono iscritte a Libro d'oro , basterà la semplice produzione di
atti autentici di stato civile per farvi aggiunte nella parte genealogica .
167
I collaterali agli inscritti, per essere aggiunti alla parte genealogica oltre alla do
manda ed alla documentazione necessaria , devono anche produrre il consenso di chi pro
curò la regolare ricognizione ed inscrizione della famiglia.
Art. 70 . Colle stesse norme che pel Libro d'oro, si fanno le iscrizioni del Libro
araldico dei titolati stranieri. In esso si segnano tanto le famiglie italiane che sono nel
legittimo possesso di titoli stranieri, debitamente riconosciuti o confermati; quanto le
famiglie straniere che sono nel legittimo e riconosciuto possesso di titoli italiani.
Art . 71 . Il Libro araldico della cittadinanza serve per la iscrizione delle famiglie
cittadine, che sono nel legittimo e riconosciuto possesso di stemmi, di predicati, o di altre
distinzioni. Contiene la descrizione dello stemma coi suoi ornamenti, l'indicazione delle
altre qualificazioni riconosciute, quella della concessione, rinnovazione o riconoscimento
e delle prese deliberazioni col nome degli individui stati riconosciuti , omettendo la parte
genealogica.
Art. 72. -- Nel Libro araldico degli enti morali, si segna il possesso legittimo e ri
conosciuto di stemmi, bandiere, sigilli, titoli ed altre distinzioni di provincie, comuni,
società ed altri enti morali , colle indicazioni delle concessioni o riconoscimenti e delle
prese deliberazioni .
Art . 73. - Il Cancelliere cura che si formino per tutti i Registri araldici, e per
gli atti verbali delle adunanze, gli indici alfabetici dei cognomi, nomi di enti morali, pre
dicati e delle massime deliberate .
Art . 74 . I Registri e Libri araldici sono custoditi dall'Ufficio araldico.
Art . 75 .
Delle concessioni, conferme, rinnovazioni e riconoscimenti, come pure
delle massime stabilite, si informa il pubblico nel Bollettino ufficiale della Consulta aral
dica, sotto la direzione del R. Commissario .
Art. 76. Le dichiarazioni ed estratti da questi libri e registri si fanno a cura del
Cancelliere dietro parere e col visto del R. Commissario.
Visti i Decreti Reali 2 e 5 luglio 1896, nn. 313 e 314, con i quali fu stabilito un nuovo
ordinamento della Consulta Araldica, é furono determinate le norme per lo eseguimento
delle nuove disposizioni;
Veduta la deliberazione del 12 dicembre 1920 della Consulta medesima;
Udito il Consiglio dei Ministri ;
Sulla. proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato , per gli affari dell'Interno,
Presidente del Consiglio dei Ministri;
Abbiamo decretato e decretiamo :
Art . 1 . Alla tabella dei diritti dovuti alla. Consulta Araldica, per domande e
provvedimenti in materia araldica, approvata con Decreto Reale del 2 luglio 1896, n. 313,
è sostituita la tabella che fa seguito al presente Decreto.
Art . 2 . Ai requisiti richiesti per il riconoscimento dei titoli nobiliari dall'art. 27,
lett. B, ed all'art . 28 del Regolamento approvato con Regio Decreto del 5 luglio 1896,
n. 314 , sono aggiunte le condizioni appresso indicate, ed è soppresso il capoverso del suc
cessivo art. 30.
« Art. 27,
blicazione lett. B. definitivo
dell'elenco - ....purchè questonobiliare
ufficiale uso pubblico
della eregione
pacificoasiacuianteriore alla ilpub
appartiene ri
chiedente » .
« Art . 28 . .... sempre quando questo uso sia anteriore alla pubblicazione dell'elenco
definitivo ufficiale nobiliare della regione a cui appartiene l'istante » .
Ordiniamo , ecc.
Dato a Roma, addì 31 marzo 1921 .
VITTORIO EMANUELE ,
Visto : Il Guardasigilli: FERA. GIOLITTI .
169
1° Per ogni Decreto Reale e successive Regie Lettere Patenti, non compresa la mi
niatura degli stemmi, L. 500.
Per ogni Decreto Ministeriale, non compresa la miniatura degli stemmi, L. 200.
2° Per le domande non susseguite da provvedimenti, L. 100 .
3° Per la prima iscrizione nei registri araldici, L. 25. Per ogni successiva iscrizione
di individui, L. 5 .
4° Per ogni copia di Decreto Reale o Ministeriale , o di Regie Patenti, non compresa
la copia degli stemmi e la tassa di bollo, L. 25 .
Per ogni attestazione derivata dagli atti o registri della Conuslta, L. 25 .
Per
Lire 30
ogni autenticazione di alberi genealogici, anteriore al 1700, L. 50 ; posteriore,
.
5 ° Per ogni facciata di copia di documenti esistenti nell'archivio della Consulta
compresa la autenticazione , L. 3.
Per ogni facciata di copia di documenti presentati alla Consulta e poi ritirati, com
presa la autenticazione, anteriore al 1600, L. 5 ; posteriore L. 4.
Per la sola autenticazione e per ogni documento , L. 5 .
6° Per gli stemmi di Comuni ,di Provincie ed Enti morali e per le concessioni del
titolo di città , i diritti saranno :
Per ogni Decreto Reale seguito da Regie Lettere Patenti, e da iscrizioni nei registri
araldici, non compresa la miniatura degli stemmi , L. 100 .
Per ogni Decreto Ministeriale, seguito da iscrizioni in detti registri, non compresa
la miniatura degli stemmi, L. 30.
I depositi per domande individuali, per concessioni, conferma, rinnovazioni o ri
conoscimenti vanno elevati a L. 100.
Per i Comuni, le Provincie e gli Enti morali, sarà di L. 10.
Nei casi di provvedimenti negativi o di ritiro della domanda, il deposito stesso non
verrà restituito .
Visto d'ordine di S. M.
Il Ministro dell'Interno
GIOLITTI .
Veduto il regolamento per le iscrizioni d'ufficio nei registri della Consulta Araldica,
approvato con Regio Decreto 15 giugno 1889 ;
Veduto il Regio Decreto 25 maggio 1905, n . 241 , col quale vengono modificati gli
articoli 1 e 2 del sopraindicato regolamento allo scopo di addivenire alla formazione ed
alla pubblicazione dell'Elenco Ufficiale delle famiglie nobili e titolate del Regno d'Italia ;
Veduto il Regio Decreto 2 luglio 1896, n . 313, relativo all'ordinamento della Consulta
Araldica :
Veduto il Decreto Ministeriale 22 febbraio 1996, col quale fu ordinata la pubblica
zione dei vari Elenchi definitivi nobiliari regionali;
Art . 1. — L'Elenco delle famiglie nobili e titolate del Regno d'Italia è approvato
con la sua appendice .
Art . 2. – Un esemplare di detto Elenco e della sua appendice, stampati dalla
tipografia Bocca in Torino e firmato d'ordine nostro dal Ministro dell'Interno, servi
ranno di originale e saranno depositati e custoditi nell'Archivio della Consulta Araldica
presso il Ministero dell'Interno.
170
Regio Decreto 11 febbraio 1923, n. 325, col quale l'Ufficio della Consulta
Araldica passa alle dipendenze della Presidenza del Consiglio (pub
blicato nella GAZZETTA UFFICIALE del Regno il 28 febbraio 1923,
n . 49) .
Visti i Regi Decreti 2 e 5 luglio 1896, n. 313 e 314, 31 marzo 1921 , n. 517 ; 15 giugno
1889 e 31 marzo 1921 concernenti la Consulta Araldica ed il suo funzionamento;
Visto l'art . 79 dello Statuto fondamentale del Regno;
Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell'Interno,
· Presidente del Consiglio dei Ministri;
Abbiamo decretato e decretiamo :
Art . 1. - I provvedimenti per concessione, conferma, rinnovazione e riconosci
mento di titoli o di altra distinzione nobiliare ci saranno proposti dal Nostro Presidente
del Consiglio dei Ministri.
Art . 2 . Lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri sarà Presidente della Con
sulta Araldica ed eserciterà le funzioni attribuite al Ministro dell'Interno dai Regi De
creti 2 e 5 luglio 1896, nn. 313 , 314 e 15 giugno 1889 con le modifiche su citate del 31 mar
Zo 1921 .
Art. 3. -- I registri araldici, le deliberazioni della Consulta e della Giunta perma
nente araldica si conserveranno presso l'archivio della Presidenza del Consiglio dei Mi
nistri .
È derogata qualsiasi altra disposizione contraria al presente decreto che entrerà in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.
Ordiniamo, ecc.
Dato a Roma, addì 11 febbraio 1923 .
VITTORIO EMANUELE
MUSSOLINI .
Visto Il Guardasigilli : OVIGLIO.
Regio Decreto 24 settembre 1923, n. 2072, contenente le norme per l'uso
della Bandiera Nazionale (GAZZETTA UFFICIALE 11 ottobre 1923,
n. 239) .
Art. 1 . Nessuno può fare uso di titoli o attributi nobiliari se non sia inscritto
come legittimamente investito di tali titoli o attributi nei registri della Regia Consulta
Araldica .
Della inscrizione fa fede l’annotazione dell'elenco ufficiale nobiliare approvato con
Regio Decreto del 3 luglio 1921 , n. 972 e nei successivi elenchi supplementari approvati
e depositati ne ' modi stabiliti dal detto decreto .
Art . 2 . Nessuna contestazione può essere sollevata innanzi all'Autorità giudi
ziaria sull'appartenenza di titoli o attributi nobiliari, senza che dalla parte attrice e ri
corrente gli atti introduttivi dei giudizi , gli appelli e i ricorsi siano notificati all'Ufficio
della Consulta presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri , che ha diritto di prendere
parte ai giudizi in rappresentanza della Regia Prerogativa , colla assistenza della Regia
Avvocatura Erariale .
Art . 3 . Coloro ai quali con sentenza dell'Autorità giudiziaria passata in cosa
giudicata , sia riconosciuto il diritto di portare titoli o attributi nobiliari, sono obbligati
a promuoverne l'inscrizione nei registri della Consulta Araldica.
L’Ufficio della Consulta provvede all'inscrizione entro sessanta giorni dalla presen
tazione della domanda, accompagnata da copia legale della sentenza.
L'inscrizione è fatta con riserva di ogni rimedio di legge , se l'ufficio non sia stato
chiamato a prender parte al giudizio .
Art . 4. - I notai , gli ufficiali dello stato civile e tutti gli altri pubblici ufficiali non
possono attribuire ad alcuno in atti pubblici o in qualsiasi atto o documento di carattere
ufficiale titoli o attributi nobiliari, se non risultino appartenenti all'interessato dagli
elenchi indicati nell'articolo precedente o se l'interessato non dimostri esserne investito,
esibendo un certificato d'inscrizione nei registri della Consulta Araldica.
I presidenti dei consigli di amministrazione o direzione di corpi morali , di società,
di associazioni o di circoli sono tenuti a fare osservare la stessa norma nella compilazione
degli elenchi dei componenti e nei rispettivi atti.
I contravventori alle disposizioni di questo articolo sono puniti con un'ammenda,
da lire cinquecento a lire mille .
Art . 5. — Indipendentemente dall'applicazione della pena comminata per la usur
pazione di titoli, quando il fatto costituisca il delitto preveduto dall'art. 186 del Codice
penale chiunque, sia in documenti ufficiali, sia in qualsiasi atto giuridico, o anche negli
ordinari rapporti sociali faccia uso di titoli o attributi nobiliari che non risultino appar
tenergli da conforme iscrizione nei registri della Consulta Araldica, è punito coll'ammenda
da lire mille a lire cinquemila .
È fatta salva l'applicazione delle penalità pecuniarie, comminate dalla legge, nei
casi in cui l'uso dei titoli sia subordinato ad una tassa di concessione governativa.
In caso di recidiva, non può essere applicata un'ammenda inferiore al doppio di
quella precedentemente inflitta.
L'oblazione non può essere ammessa in misura inferiore alla metà dell'ammontare
dell'ammenda sopra stabilita ed è esclusa in caso di recidiva.
Una quota delle ammende , applicate per le singole contravvenzioni , nella misura
che sarà determinata dal Governo del Re, è devoluta agli agenti autori delle denunzie.
Art . 6. – A carico dei contravventori, nei casi previsti dal precedente articolo,
si procede in seguito ai rapporti dell'Intendente di finanza e di qualunque pubblico
ufficiale, o anche d'ufficio .
A cura dell'Intendente di finanza, un estratto della sentenza di condanna è pubbli
cato in uno o più giornali. La spesa all'uopo occorrente , è a carico del condannato
ed è liquidata dal presidente del tribunale con ordinanza, avente forza di titolo ese
cutivo, non soggetta a impugnazione.
Questo decreto entrerà in vigore il 1 ° gennaio 1925 , e sarà presentato al Parlamento ,
per la conversione in legge.
Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella
175
raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti
di osservarlo e di farlo osservare .
Dato a Roma, addì 20 marzo 1924.
VITTORIO EMANUELE
MUSSOLINI OVIGLIO DE ' STEFANI .
Visto, il Guardasigilli: Oviglio.
Registrato alla Corte dei Conti, con riserva, addi 11 aprile 1924 .
Atti del Governo, registro 223, foglio 47. — GRANATA .
La restituzione in forma italiana sarà pronunciata con decreto del Prefetto della
Provincia, che sarà notificato agli interessati, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del
Regno ed annotato nei registri dello stato civile.
Chiunque, dopo la restituzione avvenuta, fa uso del cognome o del predicato nobi
liare nella forma straniera, è punito con la multa da lire 500 a lire 5000.
Art. 2. - Anche all'infuori dei casi preveduti dal precedente articolo, possono es
sere ridotti in forma italiana, con decreto del Prefetto, i cognomi stranieri o di origine
straniera, quando vi sia la richiesta dell'interessato.
Il decreto è annotato nei registri dello stato civile .
Art. 3. — Con Regio Decreto, le disposizioni degli articoli 1 e 2 possono essere ,
in tutto o in parte, estese ad altre provincie del Regno.
Il Ministro per la giustizia darà le istruzioni necessarie per la esecuzione del presente
Decreto, che sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge .
Ordiniamo che il presente Decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella
raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti
di osservarlo e di farlo osservare .
Dato a Roma, addì 10 gennaio 1926.
VITTORIO EMANUELE
MUSSOLINI Rocco FEDERZONI.
Visto, il Guardasigilli: Rocco .
Registrato alla Corte dei Conti, con riserva, addi 14 gennaio 1926.
Atti del Governo, registro 244, foglio 77. — FAINI.
Le istruzioni per l'esecuzione del Regio Decreto-Legge 19 gennaio 1926, n. 17, che
dispone la restituzione in forma italiana dei cognomi delle famiglie della provincia di
Trento, sono le seguenti:
I.
Il Prefetto della provincia di Trento, dopo aver compilato gli elenchi dei cognomi
o dei predicati nobiliari da restituire in forma italiana, valendosi, se ne ritenga il caso ,
dei pareri di istituti od organi tecnici o di competenti in materia, curerà la formazione
di un elenco completo e preciso delle varie famiglie che portano lo stesso cognome o pre
dicato nobiliare. Indi ordinerà la restituzione del cognome o del predicato nobiliare in
forma italiana, emettendo tanti decreti separati e distinti quanti sono i membri delle
famiglie. Tuttavia nel caso di membri che risultino conviventi col capo della famiglia
(genitore od avo) , anche se maggiorenni, basterà un solo decreto.
Araldica . I2
178
II .
Il Decreto prefettizio sarà, nel più breve termine possibile, notificato agli interes
sati a cura delle autorità comunali, sotto la diretta sorveglianza dell'Autorità prefettizia,
mediante lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, oppure per ministero di ufficiale
giudiziario. La notifica del decreto prefettizio, fatta al capo famiglia, è efficace per tutti
i membri della famiglia che risultino conviventi col capo (genitore od avo) anche se mag
giorenni.
Per i minori sottoposti a tutela e per gli incapaci od assenti soggetti a curatela, la
notifica del decreto sarà fatta al loro legittimo rappresentante.
III .
Alla pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale del Regno e alla sua esecuzione
provvede il Prefetto della provincia. Copia del decreto è dal prefetto comunicata al capo
del Comune, richiedendogli di curarne l'annotazione in margine ai registri dello stato
civile, esistenti nell'ufficio comunale e di invigilare che la stessa annotazione venga ese
guita nei registri di nascita e di matrimonio , già tenuti dai parroci in forza della cessata
legislazione austro -ungarica.
La formula da usarsi per l'annotazione è la seguente:
« Il controscritto cognome di
.
è stato corretto in quello di
con decreto del Prefetto di Trento in data
V.
Il pretore competente per territorio ha la diretta sorveglianza sul compimento delle
annotazioni marginali nei registri dello stato civile e nei registri parrocchiali; e curerà .
per parte sua , che il decreto prefettizio sia applicato per quanto riguarda la tenuta del
libro fondiario.
Ai capi del Comune spetta inoltre l'obbligo di curare e provvedere affinchè il de
creto suddetto riceva applicazione agli effetti demografici (anagrafe e movimento della
popolazione del Comune) , delle liste di leva e dei giurati, delle liste elettorali, e dei ruoli
delle imposte erariali provinciali e comunali, degli elenchi degli alunni delle scuole pub
bliche e degli ammessi alla pubblica beneficenza. Essi daranno altresì comunicazione
della ordinata restituzione del cognome o del predicato nobiliare in forma italiana , agli
uffici postali, per evitare disguidi nel recapito della corrispondenza agli interessati, ed
eventualmente ai competenti uffici consolari all'estero per i cittadini emigrati.
Il Prefetto trasmette copia del suo decreto anche all'autorità giudiziaria compe
tente, agli effetti del casellario giudiziale.
VI.
zione maschile della famiglia, alla quale apparteneva nel giornidella promulgazione delle
leggi abolitive della feudalità, osservate le norme stabilite nell'art . 2 .
Art. 6. – I titoli che, fuori del caso previsto dal primo capoverso dell'art. 4, all'en
trata in vigore delle pres. :nti disposizioni sono pervenuti in femmine nubili, passano,
nel giorno del loro matrimonio, e , se non prendono marito alla loro morte, all'agnazione
maschile della famiglia , alla quale la donna appartiene, osservate le norme dell'art. 2.
e salvo quanto dispone l'art. 9.
Se i titoli sono pervenuti a donne già maritate, alla entrata in vigore delle presenti
disposizioni, il passaggio all'agnazione maschile delle famiglie, donde esse pervengono,
avviene nel giorno della loro morte, restando senza effetto le Lettere Patenti di Regio
Assenso, già date a loro favore, per quanto riguarda la trasmissibilità dei titoli ai loro
discendenti.
Nel caso che siano pervenuti più titoli nobiliari a donna maritata, prima della en
trata in vigore delle presenti disposizioni, può essere disposto, su domanda della intesta
taria, mediante decreto di Regio Assenso, che dopo la morte della intestataria medesima,
succeda in qualcuno dei titoli e annessi predicati, il primogenito che discende da quel
matrimonio, purchè non si tratti del predicato che fa parte del nome di uso della famiglia .
Art. 7. — Il marito di donna titolata, anche se vedovo, il quale, all'entrata in vi
gore delle presenti disposizioni, porta legalmente il titolo della moglie lo conserva senza
il predicato, e non oltre lo stato vedovile .
Art. 8. — Sono conservati i diritti degli investiti di uno o più titoli per anticipata
successione, legalmente consentita.
L'ulteriore successione nel titolo ha luogo secondo le norme stabilite nell'art . 2.
Art . 9. — Se siano estinte , o dopo l'entrata in vigore delle presenti disposizioni,
si estinguano le agnazioni maschili delle famiglie che, a norma della prima o della seconda
parte dell'art. 5, avevano diritto alla successione nel titolo, questo può essere rinnovato
con atto Sovrano, a favore della discendente primogenita dell'ultimo investito, e della
di lei discendenza maschile, sotto condizione che sia legalmente autorizzata ad assumere
il cognome materno.
Art . 10 : - In via eccezionale, su domanda dell'intestatario di più' titoli nobiliari ,
può essere disposto, mediante decreto di Regio Assenso, che, per il caso di sua morte,
senza discendenza maschile, succedano in qualcuno dei titoli annessi e predicati, purchè
non si tratti del predicato, che fa parte del nome d'uso della famiglia a preferenza della
propria agnazione maschile, la figlia primogenita, e , in difetto, la sorella prossimiore , e
dopo la loro morte, la rispettiva discendenza maschile . Questa disposizione è applicabile
solamente alle antiche concessioni, fatte con la trasmissione napolitana, siciliana e sarda.
Art. II . — Su domanda dell'intestatario di più titoli, può per decreto Ministeriale ,
emesso sopra parere della Consulta Araldica, essere consentito che il figlio primogenito,
e , in difetto il primo chiamato alla successione nei titoli , usi durante la vita di esso in
testatario , uno dei titoli medesimi.
Art. 12. — Le disposizioni e le consuetudini riflettenti la successione nei titoli di
nobiltà , contrarie alle presenti disposizioni, sono abrogate...
Art . 13 . Le disposizioni di questo Decreto sono applicabili anche alle conces
sioni, avvenute dopo l'unificazione politica e alle concessioni future, sempre che nei sin
goli casi alle concessioni non sia stata data o non sia data espressamente una maggiore
o minore estensione, o non sia regolato, con condizioni speciali, l'ordine dei successibili.
Art. 14. — Il presente decreto entra in vigore dal giorno della sua pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale del Regno.
Ordiniamo che il presente decreto munito del sigillo dello Stato , sia inserto nella
raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti
di osservarlo e di farlo osservare .
Dato a Racconigi, addì 16 agosto 1926.
VITTORIO EMANUELE .
Regio Decreto 27 marzo 1927, n. 1048. Disposizioni circa l'uso del Fascio
Littorio da parte delle Amministrazioni dello Stato (GAZZETTA
UFFICIALE 13 luglio 1927, n. 160).
Visto il Regio Decreto -Legge 12 dicembre 1926, n . 2061, che richiara il Fascio Lit
torio emblema dello Stato ;
Ritenuta la necessità di disciplinare l'uso dell'emblema predetto ;
Visto l'art. I della legge 31 gennaio 1926 , n. 100 ;
Udito il Consiglio di Stato ;
Sentito il Consiglio dei Ministri ;
Sulla proposta del Capo del Governo , Primo Ministro Segretario di Stato e Ministro
Segretario di Stato per l'interno, e del Guardasigilli, Ministro Segretario di Stato per la
giustizia e gli affari di culto ;
182
Allegato n . 5
La fascia del Podestà deve portare ricamato sulla faccia anteriore del lembo destro
il piccolo stemma (senza manto ), di cui all'art . 2 del Regio Decreto 27 novembre 1890,
n . 7282, e sulle faccia anteriore del lembo sinistro l'emblema del Fascio Littorio nella
forma prescritta dal presente decreto .
Lo stemma e l'emblema devono avere dimensioni proporzionate alla larghezza della
fascia, occupandone, nel centro, i tre quarti .
La fascia deve terminare con una frangia di cordoncini d'argento della grossezza
di millimetri 2 e della larghezza di centimetri 8 .
Tra la frangia e la parte inferiore dello stemma e dell'emblema deve intercorrere
tanta distanza, quante ne esiste tra il margine laterale dello scudo e l'orlo della
sciarpa .
Visto, d'Ordine di Sua Maestà il Re :
Il Capo del Governo:
MUSSOLINI .
183
TAVOLA I
Sobasso
UTURED
PILS
ilRe
Maestà
.di
Sua
, 'ordine
dVisto
Governo
del
capo
:Il
MUSSOLINI
.
.
III
TAVOLA
Postcode
Sua
Re
il
Maestà
,d'ordine
Visto
di
del
Governo
:Il
capo
185
MUSSOLINI
.
.
IV
TAVOLA 186
1
Re
il
Maestà
Sua
di
, 'ordine
dVisto
Govern
del
capo
:Il o
MUSSOLINI
.
187
TABELLA
DEI DIRITTI DOVUTI PER DOMANDE E PROVVEDIMENTI
IN MATERIA ARALDICA
Iº Per ogni decreto Reale e successive Regie Lettere Patenti non compresa
la miniatura degli stemmi Lire 500
Per ogni decreto Ministeriale, non compresa la miniatura degli stemmi. 200 »
a
w
Per ogni facciata di copia di documenti pre ant . al 1600
>>
5
sentati alla Consulta , e poi ritirati, compresa
l'autenticazione
posteriore »)
4.
>>
Per la sola autenticazione e per ogni documento ... 5
6° Per gli stemmi di comuni, di provincie ed enti morali, e per le conces
sioni del titolo di città, i diritti saranno :
Per ogni decreto Reale, seguito da Regie Lettere Patenti e da iscrizione
nei registri araldici, non compresa la miniatura degli stemmi 100
Tutte le domande che si presentano alla Consulta per concessioni, conferme, rinno
vazioni o riconoscimenti, dovranno essere accompagnate da un vaglia postale di L. 100
intestato al cassiere del Ministero dell'Interno, quale anticipazione di diritti da liqui
darsi.
I Comuni, le provincie ed altri Enti morali uniranno alle loro domande un vaglia
di L. 10 .
Nei casi di provvedimenti negativi o di ritiro della domanda, il deposito stesso non
verrà restituito.
Visto : d'ordine di S. M.
Il Ministro dell'Interno : GIOLITTI.
189
NORME GENERALI
PER PRESENTARE ALLA CONSULTA ARALDICA DOMANDE
DI PROVVEDIMENTI NOBILIARI
I documenti legati e numerati devono essere in carta da bollo con un doppio elenco
su carta libera, uno dei quali serve per rilasciare ricevuta .
190
MASSIMARIO
PER LA CONSULTA ARALDICA
MASSIME DI LEGISLAZIONE NOBILIARE APPROVATE DALLA CONSULTA
ARALDICA E SANZIONATE DAL REGIO GOVERNO
1. Il titolo di conte palatino è diverso dal titolo comitale tanto nella qualificazione,
quanto nelle insegne.
2. Il riconoscimento del titolo di conte palatino è riservato , caso per caso , alla Con
sulta Araldica ; a meno di un riconoscimento anteriore fatto dal governo italiano, del
.
quale la famiglia, che ne fu decorata , era suddita
3. Il titolo di conte palatino non si riconosce come titolo gentilizio e trasmessibile,
quando fu conceduto : ai componenti di un determinato Collegio ; agli investiti pro tem
pore di un ufficio ; e da Delegati, sia perpetui, sia temporanei, del Papa e dell'Impe
ratore .
4. Pel riconoscimento di un titolo nobiliare straniero, posseduto da una famiglia
italiana, e non ancora legittimamente confermato, occorre una dichiarazione della com
petente autorità, spedita dal governo straniero in forma esecutiva, colla quale sia le
gittimata l'attuale autenticità del titolo invocato .
5. Colla abolizione della feudalità rimase sciolto ogni vincolo feudale, anche riguardo
al possesso della terra infeudata e non sopravvisse che il titolo nobiliare che vi era an
nesso .
6. Il semplice possesso di una terra già feudale e titolata non costituisce, pel pos
sessore , nessun diritto ad assumerne il titolo o predicato.
7. I titoli nobiliari conservano le condizioni di trasmissibilità che furono stabilite
negli atti sovrani di concessione o di conferma.
8. I titoli nobiliari non possono formare oggetto, nè di commercio, nè di donazione,
nè di contratti .
9. I figli adottivi e quelli legittimati pel rescritto del principe, non succedono nei
diritti nobiliari dell'adottante o del padre, senza speciale autorizzazione sovrana.
10. Nel caso di successioni nobiliari fra figli gemelli , il primo chiamato è il primo nato.
11. I titoli conferiti ad Italiani da Napoleone I, tanto come Re d'Italia, quanto
come Imperatore dei Francesi, non sono trasmessibili che nel caso che sia stato costi
tuito il maggiorasco che era necessario fondare per renderli ereditari.
12. Le dichiarazioni nobiliari, dette « fuori sedile », che emanavansi in Napoli dal
Tribunale di S. Lorenzo, non sono valevoli per attribuire la qualità di Nobile Napoli
tano « fuori sedile » .
13. I titoli nobiliari del Sacro Romano Impero , stati conferiti a famiglie italiane,
per antica tradizione, si considerano come titoli italiani.
14. L'art. 59 del Regolamento Araldico si deve interpretare nel senso che, per le
domande chepossono involgereinteressi di terzi e per le quali fu ordinata la duplice pub
blicazione nelle Gazzette ufficiali, ogni diritto a reclamo si consideri perento, dopo tra
scorso un mese dall'ultima pubblicazione.
15. I titoli Napoleonici italiani, conceduti a stranieri, quando concorrano le con
dizioni per riguardarli tali, si debbono annotare nell'elenco speciale dei Titolati stranieri.
16. Alle famiglie che appartennero ai Consigli nobili delle città di Milano, Pavia
e Lodi, si attribuisce il titolo di Nobile patrizio di quelle città , trasmessibile ai maschi.
17. Alle famiglie che appartennero ai Consigli delle città di Como, Cremona e Ca
salmaggiore, dell'antico stato di Milano, di Mantova e delle città di Brescia, Bergamo,
191
caso per caso , il parere della Commissione napolitana, per le altre città che gedettero
dello stesso privilegio della « Piazza chiusa » ed il diritto ereditario di Nobile per le città
che si governavano col sistema della vera ed effettiva separazione, rimanendo però tale
diritto , in caso di successiva infeudazione, limitato alle sole aggregazioni che la prece
dettero .
39. Una famiglia, di origine straniera, che sia stata inscritta nel Libro d'oro , non
può pretendervi la iscrizione degli individui che conservarono la nazicnalità straniera.
40. La omissione dei predicati feudali non altera la integrità del cognome genti
lizio .
41. Nelle provincie napolitane, al titolo di Nobile da attribuirsi alle famiglie che
fecero parte della nobiltà cittadina di vera separazione, va sempre congiunto il nome
della città che vi dette origine . Tale titolo di « Nobile di .... » ha la stessa trasmessibilità
del titolo di Patrizio .
42. All'effetto dell'attribuzione dei titoli di « Patrizio » e di « Nobile » , sono, nella
regione napolitana, considerate di Piazza chiusa , le città nelle quali, per titolo esplicito
di sovrana concessione, la Nobiltà composta di determinate famiglie , costituenti un corpo
o collegio affatto separato dalla rimanente parte della cittadinanza e dallo stesso governo
municipale, e con diritto di discretiva in alcuni offici del governo medesimo, godeva ezian
dio delle prerogative di procedere liberamente e privatamente alle novelle aggregazioni,
senza che altri, in suo dissenso, avesse potuto ciò ottenere per giustizia ; di veder robo
rato da Regio assenso le novelle aggregazioni e le reintegrazioni; e di potersi radunare
senza intervento di Regio Ministro.E sono considerate di semplice, ma vera separazione,
le città che, avendo tutti gli altri innanzi indicati requisiti, mancavano di alcune delle
tre ultime prerogative.
43. In conseguenza della massima precedente, sono considerate di vera separazione
le città di Amalfi, Aversa, Amantea, Aquila, Barletta, Bitonto , Capua, Cosenza, Gaeta,
Giovinazzo, Lettere , Lucera, Monopoli, Nola, Penna, Ravello , Scala, Taranto e Taverna.
All'effetto le famiglie che ai 25 aprile 1800 si trovavano nel godimento della nobiltà
delle stesse, hanno diritto all'iscrizione nell'elenco regionale col titolo di « Nobile » delle
città medesime, rimanendo però tale diritto, per la città di Giovinazzo , limitato alle sole
famiglie aggregate precedentemente alla infeudazione avvenuta nel 1523 .
44. Dei documenti conservati nell'Archivio araldico non si concedono copie auten
tiche che per gli atti originali , o da considerarsi come tali.
45. Ai figli legittimati per susseguente matrimonio , sotto il regime del Codice civile
italiano, si può riconoscere la successione ai diritti nobiliari, qualora provino lo stato
libero dei genitori , dieci mesi prima della nascita del figlio.
46. Le famiglie lombarde che hanno il loro stemma delineato nel « Codice » Aral
dico v dello stato di Milano, coll’ornamentazione del manto, possono ottenerne il ricono
scimento. Questo sarà limitato ai maschi primogeniti quando il rispettivo titolo nobi
liare sia trasmessibile in primogenitura. Sarà estensibile a tutti i maschi, quando tale
sia la trasmessibilità del titolo .
47. Nella successione ai titoli feudali siciliani, per forza del capitolo 33 di re Gia
como , le femmine nubili « in capillis » sono da preferisi alle maritate,
48. I decorati della Gran Croce, o della Commenda del già Ordine R. di S. Lodovico
di Parma avevano diritto ad essere iscritti alla nobiltà dello stato parmense ; ma, per
fruirne , dovevano promuovere ed ottenere un successivo speciale Diploma. Ciò in rela
zione all'articolo XIII delle Costituzioni 11 agosto 1849 del suddetto Ordine e della co
stante giurisprudenza .
49. La moglie segue la condizione nobiliare del marito, nè i figli acquistano nobiltà
pel fatto solo della nobiltà materna .
50. Gli atti di notorietà da prodursi davanti alla Consulta Araldica possono ema
narsi dalle Commissioni araldiche regionali.
51. Le famiglie ascritte alla « cittadinanza originaria » di Venezia, godevano una
posizione distinta ma non nobile.
52. Le famiglie ascritte ai Consigli e notate nei Libri d'oro di Torcello , Murano,
e Chioggia erano equiparate alle famiglie di cittadinanza originaria di Venezia.
53. Hanno diritto alla nobiltà, colla indicazione di provenienza dal patriziato di
Alessandria,
città
solo quelle famiglie che effettivamente sedettero fra i Decurioni di quella
.
193
sata sia coi Reali Rescritti 24 settembre 1827, 3 giugno 1837, 7 ottobre 1837 , 26 gennaio
1839 ; sia più , colla promulgazione dello Statuto fondamentale del Regno.
73. Le persone insignite del titolo di cavaliere del S. Angelico Imperiale Ordine Co
stantiniano di S. Giorgio di Parma, non si possono inserire negli elenchi nobiliari con tale
titolo, che è equestre e non nobiliare .
74. Il fedecommesso, in Sicilia, è ancora legge per la semplice trasmessione dei titoli
nobiliari .
75. Agli effetti dei riconoscimenti nobiliari, le città di Cosenza e di Lucera sono
dichiarate di « piazza chiusa » .,
76. In Anagni furono due ordini di famiglie nobili, di dodici famiglie ciascuno, le
prime denominate patrizie , le seconde nofiili.
77. In Benevento esistette un patriziazo.
78. Vi furono nobiltà civiche in Anagni, Bagnorea, Civitacastellana, Corneto, Fe
rentino, Nepi, Tivoli, Toscanella, Velletri, Veroli e Viterbo.
79. In Ravello vi fu nobiltà e non patriziato.
80. Alle famiglie che, nel 1800, erano in possesso della nobiltà di Aquila, si può ri
conoscere il titolo patriziale.
81. Nelle Due Sicilie , la sola qualità acquisita della Nobiltà generosa dà diritto,
secondo le disposizioni del R. Dispaccio 25 gennaio 1756 e della legge 25 aprile 1800, ad
ottenere , attualmente, il riconoscimento del titolo trasmessibile di Nobile.
82. Le verifiche, che la Consulta Araldica fa degli alberi, fili e quadri genealogici
(art . 22 del Regolamento ) sono limitate per le famiglie che ottennero un precedente re
golare riconoscimento della loro nobiltà e titoli .
83. Le famiglie che dettero Sommi Pontefici alla Cattolicità, od ebbero il Vicariato
od il Generalato della Romana Chiesa , o ne furono privilegiate, possono usare l'orna
mentazione araldica della così detta « Basilica » ; cioè: « il gonfalone della Camera Apo
stolica accollato con le chiavi pontificie , cimandone lo scudo, e ponendola in capo , se
condo la tradizione, previo riconoscimento, caso per caso, preceduto dal parere della
Commissione araldica romana » .
debbano considerarsi come conceduti dal Sovrano del tempo ai propri sudditi del
Regno Lombardo-Veneto e non come titoli dell’Impero austriaco (21 febbraio 1909) .
DOCUMENTAZIONE ELIOGRAFICA. La Consulta approva che sia propagato l'uso delle
copie di documenti e monumenti eseguiti in fotografia ed eliografia (21 febbraio 1909) .
LASCITI PII ESISTENTI A FAVORE DELLE FAMIGLIE NOBILI. La Consulta approva la
proposta di interrogare il Ministero dell'interno per sapere quali siano gl'Istituti
nel Regno eretti in seguito a pii lasciti a favore delle famiglie nobili, e ciò per tute
lare in avvenire, gl'interessi e i diritti dei candidati appartenenti a famiglie nobili
(21 febbraio 1909) .
SUCCESSIONE AI FEUDI IN SICILIA. La Consulta conferma la precedente deliberazione
che cioè : nella successione ai feudi siciliani, tra collaterali concorrenti alla succes
sione legittima, esclusa la successione retrograda , appartiene la prelazione al più
prossimo di linea all'ultimo investito tra gliuguali di linea al più stretto in grado,
con preferenza al maschio tra gli uguali di linea e di grado, ed al maggior nato, a
parità di linea, di grado o di sesso ( 11 febbraio 1910 ).
CADUCITÀ DEI TITOLI NOBILIARI NEGLI INFERMI DI MENTE. La Consulta delibera
esservi la caducità del diritto a successione ai titoli nobiliari per coloro che hanno
un'infermità insanabile di mente ( 11 febbraio 1910) .
PATRIZIATO VENETO (CORONA SPECIALE ). —- I Patrizi
veneti potranno far uso d'una corona speciale
formata da un cerchio d'oro gemmato e con
tornato, sostenente otto fioroni stilizzati (cin
que visibili) a foggia di gigli stilizzati alternati
da altrettante perle (quattro visibili) (8 giu
gno 1911) .
MASSIMA ESPLICATIVA DEL REGOLAMENTO ARALDI
Co. Qualora un membro delle varie Com
missioni regionali araldiche cambi definitiva Corona di Patrizio Veneto .
mente di residenza per ragioni di ufficio,
cessa dal far parte della Commissione cui apparteneva (9 giugno 1912) .
SUCCESSIONI FEUDALI SARDE (ABILITAZIONE). La Consulta approva una motivata.
relazione della Commissione araldica sarda in cui si dichiara che: per le successioni
feudali in Sardegna era indispensabile che un individuo non insignito della nobiltà
fosse preventivamente abilitato alle successioni stesse da uno speciale decreto di
abilitazione (9 giugno 1912) .
CORONA DA USARSI DAI CONTI PALATINI . Ai Conti palatini si attribuirà una corona.
comitale, disegnata nel Regolamento tecnico araldico, e che è « a tre punte alzate
ed a sei ribassate » (21 febbraio 1915) .
DON E DONNA AI NOBILI ANTICHI LOMBARDI . Il titolo di Don e Donna potrà attri
buirsi a quelle antiche famiglie Lombarde che lo ebbero già riconosciuto all'epoca
della revisione nobiliare ordinata dall'Imperatrice Maria Teresa (21 febbraio 1915) .
PATRIZIATO D'AMALFI. Si potrà riconoscere alla Città di Amalfi un ceto equivalente
al Patriziale per quelle famiglie che erano nobili prima della infeudazione della città
(21 febbraio 1915) .
GRANDATO DI SPAGNA . Senza una declaratoria dell'attuale Governo spagnuolo non
può essere riconosciuto il Grandato (21 febbraio 1915) .
RICONOSCIMENTO DEL TITOLO DI BARONE SU PREDICATO NOBILE NAPOLETANO. Si sta
bilisce che per ottenere il riconoscimento del titolo di Barone su di un predicato
nobile napoletano occorre che il feudo sia in capite e abbia una effettiva giurisdi
zione feudale per un periodo non minore di duecento anni anteriore all'abolizione
della feudalità , che nel napoletano avvenne il 2 agosto 1806, e che il riconoscimento
abbia luogo con provvedimento ministeriale (13 febbraio 1916) .
196
4 giugno 1924.
CONTE PALATINO . L'iscrizione nell'Elenco ufficiale verrà mantenuta con la di
citura di Conte Palatino , ma è ammesso, per gli insigniti di tal tilolo, pei trattamenti
usuali, l'uso promiscuo delle due intitolazioni di Conte Palatino o di Conte. 12 di
cembre 1924 .
PATRIZIATI CON TRASMISSIBILITA' MASCHILE. Alle femmine di famiglie insignite
di patriziati con trasmissibilità mascolina, deve attribuirsi il titolo di Dei Patrizi.
20 marzo 1925 .
MARCHESI DI BALDACCHINO . È riconosciuto alle famiglie Theodoli e Patrizi, per
i diversi suoi membri, il trattamento di Don . 30 marzo 1925 .
GRANDATO DI SPAGNA . — Il grandato di Spagna viene cancellato a tutte le fami
glie, poichè nessuna, comprese quelle inscritte al Libro d'oro della nobiltà italiana, ne
ha il possesso effettivo.
Può di esso farsi speciale annotazione al Libro d'oro , come ricordo storico. 26
marzo 1926.
197
PRESIDENZA
DEI
UFFICIO AMMINISTRATIVO
DELLA CONSULTA ARALDICA
N. 8600 : 23
attributi nobiliari non è limitato soltanto ai privati cittadini, ma va esteso anche alle
Provincie, ai Comuni, agli Enti morali, alle Opere pie ed agli istituti diversi, che usano
tutti stemmi ed emblemi soggetti, questi, alle norme comuni che regolano la materia
araldica .
Ed in questo campo abusi ed irregolarità sono stati rilevati, sui quali è necessario
richiamare la particolare attenzione degli organi competenti.
Si è dunque constatato che alcuni Enti usano lo stemma dello Stato, contrariamente
al disposto dell'art. 5 del Regio Decreto 27 novembre 1890, n. 7282, ed all'art. 19 del
Massimario della Consulta Araldica, che dispone che le amministrazioni provinciali,
comunali, le Opere pie ed i diversi Enti morali non possono usare intestazioni e sigilli,
senza indicare, con apposita leggenda, la denominazione della amministrazione stessa,
la quale potrà fregiarsi, non dello stemma dello Stato , ma solo di quello proprio, se ne
è in legittimo possesso.
Così pure è consuetudine, ormai, che tutti gli istituti bancari e commerciali assumano
emblemi, i quali, molto spesso sono desunti dagli stemmi storici della città, di loro re
sidenza , producendo confusione sulla natura stessa degli istituti che potrebbero essere
perciò ritenuti comunali .
Tali emblemi, di cui si fa pubblico uso , non sono stati mai riconosciuti od autoriz
zati dalla Consulta Araldica.
Accade, ancora , che nelle marche di fabbrica vengano spesso raffigurati stemmi,
veri e propri, mentre la Consulta Araldica , con l'art . 22 del suo Massimario, dispone che
tale genere di stemmi non debba essere consentito , come insegne gentilizie , per non creare
facili confusioni. Spesso stemmi di questa specie vengono autorizzati dal Ministero del
l'Economia Nazionale, ma è ovvio che la concessione non dovrebbe essere fatta che su
parere della Consulta Araldica.
Altro abuso , frequentemente rilevato, è quello che si verifica nelle tombe e sui pro
spetti dei palazzi ed edifici pubblici, in caso di apposizioni di lapidi commemorative. Gli
uffici comunali competenti limitano il loro controllo solo alle epigrafi, sotto l'aspetto
letterario, e non si interessano degli stemmi di cui vengono ornati e dei titoli e predicati
nɔbiliari che vi sono inseriti. In ossequio, invece, al Regio decreto 20 marzo 1924, è ne
cessario che in luoghi pubblici non siano attribuiti titoli e predicati nobiliari o elevati
stemmi, senza che sieno prodotti i certificati della Consulta Araldica, a prova del pos
sesso legale di essi .
Ad ovviare pertanto agli inconvenienti sopra cennati, si raccomanda agli organi
competenti dei Ministeri delle Finanze e dell'Economia Nazionale, per la parte di loro
competenza, ed ai Prefetti del Regno, di voler impartire precise disposizioni e istruzioni
ai Podestà, ai Commissari Regi , per i Comuni, ai presidenti delle Opere pie ed a tutti
gli enti, richiamando la rigida osservanza del Regio Decreto 20 marzo 1924, n. 442 , ne
cessaria per togliere un abuso, che, mentre offende una prerogativa regia, torna di danno
all'Erario dello Stato, poichè dagli Enti si sfugge, con la mancata esecuzione delle pre
scrizioni di legge in materia, alle tasse disposte pei provvedimenti araldici e nobiliari,
coi Regi Decreti 31 marzo 1921 , n. 517 e 30 dicembre 1923 , n . 3279.
I Sottosegretario di Stato
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
SUARDO .
200
Circolare del Capo del Governo, contenente disposizioni per l'uso del
l'emblema del « Fascio Littorio » .
PRESIDENZA
DEL
CONSIGLIO DEI MINISTRI Roma, 25 novembre 1927 - Anno VI .
GABINETTO
UFFICIO AMMINISTRATIVO
DELLA CONSULTA ARALDICA
N. 8600 : 5
3º bozzetto figurato, con i colori araldici, dello stemma e del gonfalone prescelto,
legalizzato dall'Autorità dirigente ;
4° vaglia di L. 10,10 per deposito regolamentare, intestato al cassiere della Con
sulta Araldica .
Di conseguenza, le Provincie e i Comuni devono , alla loro volta, vigilare che il pro
prio stemma non sia usato , nella sua integrità o nella spezzatura, da Enti diversi non
civici, poichè viene lamentato a questa Presidenza, che ben sovente istituti commer
ciali, eparticolarmente le banche, assumono stemmi ed emblemi dei comuni di loro dimora.
I Comuni hanno il dovere di accertare gli abusi del proprio stemma civico e di de
nunciarli a questa Presidenza , agli effetti degli articoli i e 5 del citato Regio Decreto
20 marzo 1924, n . 442.
I Comuni infine, ai sensi del medesimo decreto , non devono consentire che in lapidi
sepolcrali e in prospetti di edifici, o in qualunque luogo esposto al pubblico, sieno elevati
e apposti stemmi ed emblemi araldici, senza che al Comune sieno prodotti i certificati
della Consulta Araldica, a prova del legittimo possesso di essi.
Si confida nell'azione diligente ed energica delle SS . LL. , affinchè con la cooperazione
dei signori Podestà dei comuni, sia impedito ogni ulteriore abuso dello stemma dello
Stato, in ossequio ai Regi Decreti su citati, e specialmente in applicazione al Regio De
creto 20 marzo 1924, inteso ad impedire un abuso che, mentre offende una Regia prero
gativa, torna a danno non soltanto al decoro, ma anche allo stesso Erario dello Stato,
poichè dagli Enti su nominati , con la mancata esecuzione per prescrizione di legge in
materia, si sfugge alle tasse disposte per i provvedimenti araldici e nobiliari coi Regi
decreti 31 marzo 1921 , n . 517 e 30 dicembre 1923, n. 3279.
Gradirò un cenno di assicurazione e di ricevuta alla presente.
Il Sottosegretario di Stato
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
SUARDO .
VITTORIO SPRETI
ICONOGRAFIA SABAUDA
I CONTI DI SAVOIA
998-1416
1
1
205
Molti storici ritengono che questo principe sia capo stipite della dinastia Sabauda
e vogliono in lui riconoscere Otton Guglielmo, figlio di quell’Adalberto II, i cui genitori Beren
gario II, re d'Italia e Willa , furono detronizzati da Ottone I e relegati a Bamberga, ove mo
rirono ; inoltre sia quel Beroldo, Conte di Savoia e di Moriana , verso il 998, su cui tanto fu di
sputato. Si ritiene che questo Principe errabondo, sia stato accolto alla Corte d'Enrico I, Duca
di Borgogna, suo padrigno, e che questi lo adottasse, potendo così lasciare ai suoi discendenti
la signoria ereditaria dell'alta Borgogna e di altre terre di qua del Giura. Sembra che in età
avanzata egli si sia ritirato nella Badia di San Vittore di Marsiglia, ove cessò di vivere. In
una vecchia cronaca di Savoia invece è citato ch'egli morì nella città di Arles nel 1027. Molte
genealogie tedesche gli assegnarono per moglie Caterina Schiren di Baviera .
1
206
È questi citato come capo stipite della genealogia dei Savoia . Conte d'Aosta , dell’Agro
Morianese, di Savoia , del Savogese, Connestabile del Regno di Borgogna, sostenne gloriosa
mente i diritti di Corrado II Imperatore, trionfando due volte del pretendente erede, dando
prova di lealtà e di alto valore nel comandare, a difesa del sovrano legittimo, le truppe feu
dali. Ruppe e debellò il Conte di Sciampagna , piegò a devozione il Conte del Genovese e cacciò
Burcardo, Vescovo di Aosta, sì che salito in grande favore presso l'Imperatore , ebbe cospicue
donazioni nel Chiablese , Valese e Valle d'Aosta con accrescimento di dominio nella Savoia
e nella Moriana.
Fu mite e dolce di costumi, amante del pubblico bene, giusto e buono da meritarsi il ti
tolo di « Biancamano » e fu ritenuto uno dei principi più valenti e più saggi del suo tempo.
Sposò Ancilia, di cui è ignota la stirpe , e da questa ebbe quattro figli: Amedeo I seg.; Ai
mone Vescovo di Sion, morto nel 1053 ; Oddone seg . e Burcardo, Vescovo . Morì il 1 ° luglio 1048
e si crede sepolto nel vestibolo della Cattedrale di S. Giovanni di Moriana.
207
OR 208
G 2
Poche e malsicure sono le pagine della sua storia . Egli era indubbiamente fra i più cospicui
personaggi al seguito d’Arrigo III di Germania ; dicesi che essendosi egli portato a Verona con
numerosissimo seguito di baroni , per congiungersi all’Imperatore che doveva recarsi a Roma
per ricevere la corona imperiale per le mani del Pontefice Clemente II , fosse stata concessa
la udienza dall'Imperatore a lui solo e rifiutata al troppo numeroso suo seguito di cavalieri.
Amedeo fece noto come quella illustre nobiltà che lo accompagnava non meritasse l'oltraggio
di un rifiuto e protestò esclamando : « Non sarà mai ch'io entri senza la mia coda ! » . Egli ot
tenne così la desiderata udienza e fu soprannominato così « dalla Coda » . Sposò Adila o Adal
gisa ed ebbe un figlio Umberto che morì prima di lui. Anche Amedeo I si ritiene sepolto ac
canto al padre, in S. Giovanni di Moriana .
208
ODDONE
1060
PIETRO 1 °
1078
Primogenito di Oddone, fu sovente escluso dalle genealogie dei regnanti Sabaudi mentre
ne fu compreso il fratello secondogenito Amedeo indubbiamente perchè, morto il padre Od
done nel 1060 , egli decedeva nel 1078, ancora durante il governo della madre Adelaide, morta
nel 1091 e a cui sopravvisse di pochi mesi il figlio Amedeo II. Ciò nonostante alla Contea di
Savoia poterono succedersi l'un dopo l'altro Pietro ed Amedeo, tanto più risultando che il
primogenito Pietro rese e deliberò giustizia insieme alla madre, quindi esercitò funzioni so
vrane con essa sedendo in giudizio nel prato di S. Vincenzo della Villa, il che fa supporre che
anche Pietro, s'intitolasse marchese al pari di Oddone. Circa il 1066 sposò Agnese, figlia di
Guglielmo conte di Poitiers, sepolta nella Badia di Ferrania , presso Cairo Montenotte. N'ebbe
due figliuole : Agnese che circa il 1080 sposò Federico di Monbeillard conte di Lucemburgo;
Alice che circa il 1099 andò sposa a Bonifacio del Vasto marchese di Savona, stipite dei signori
di Saluzzo, di Busca, di Ceva ed altri. Per le ragioni di queste due figliuole di Pietro nacque
una lunga e feroce guerra che fu conclusa strappando, a favore di Bonifacio del Vasto, la parte
migliore del Piemonte alla monarchia dei Savoia .
Araldica . 14
210
AMEDEO 11°
1080
Fratello minore del precedente Pietro I, regnava verso il 1068. Sposò Giovanna, figliuola
di Geroldo, conte di Ginevra, da cui nacque Umberto II seg. Amedeo prese parte a una lega di
fensiva sotto Riccardo, principe di Capua, contro i Normanni, e contribui a ricacciarli nella
estremità meridionale dell'Italia, ove si erano stabiliti. Si adoperò assai a riconciliare il co
gnato Arrigo IV, imperatore di Germania, col pontefice Gregorio III, nell'aspra lotta fra la
chiesa e l'impero e ne ebbe in premio da quel monarca la Provincia di Bugey di là del Rodano,
e parte del marchesato d'Ivrea. Nel 1070 intervenne, mano armata, nella diocesi d'Asti, di
pendente dalla Marca di Susa, per appianare una contesa fra il vescovo Gilermo e la città che
fu presa a viva forza da Amedeo, ed il pastore ristabilito nella sua sede . Quando Corrado,
primogenito dell'imperatore Arrigo IV e di Berta di Savoia , alla morte di Adelaide, pretese
la sua parte alla ricca successione di qua delle Alpi, Amedeo II per salvare lo Stato, fu il primo
ad invocare il benefizio della Legge salica nelle Provincie Subalpine. Amedeo II morì circa il
1080, secondo l'opinione di alcuni storici; e anch'egli fu sepolto presso l'avo Umberto I nella
cattedrale di S. Giovanni di Moriana .
211
Figlio del precedente Amedeo II, fu soprannominato il « Rinforzato » per la sua forza
prodigiosa e per le sue leggiadre fattezze . Fece molte donazioni alle chiese e si segnalò in guerra
contro Aimerico , potente Signore di Brianzone, il quale aveva pretese sui domini Sabaudi . Con
servò una porzione della Marca di Susa, ritenuta da lui con titolo comitale, mentre la parte
marchionale, ossia militare, andò divisa fra i vari contendenti e fra i Comuni rivendicatisi in
libertà . Fu perciò il conte Umberto chiamato il signor d'Intramonti . Nel 1098 ștrinse lega col
Comune d'Asti e aderì alla proposta delle Crociate, che incominciarono ai suoi tempi . Sposò
Gisla di Borgogna, sorella di papa Calisto II , e n'ebbe per figli: Amedeo III seg.; Rinaldo, pre
posto di S. Maurizio ; Adelaide, moglie di Luigi VI (il Grosso) re di Francia nel 1115 , poi di
Matteo di Montmorency, morta del 1154 , sepolta nella Badia di Montmartre da lei fondata ;
Guglielmo, vescovo di Liegi ; Umberto, morto nel 1131 ; Guido, abate di Namur ; Agnese, che
sposò Arcembaldo VI , conte di Borbone . Umberto II morì in ancor giovane età il 19 ott . 1103
lasciando di sè durevole memoria .
212
AMEDEO III
1103
Nacque nel 1095 e , giovanissimo , salì al trono sotto la tutela di Aimone di Ginevra.
Ebbe in moglie Matilde d'Albone, figlia di Guido II , conte di Vienna. Fece larghe donazioni
alle chiese, per ottenere da Dio buona figliuolanza, e non senza ragione perchè la sorella Ade
laide, regina di Francia, già brigava per aprirsi la via a succedere agli Stati di Savoia e di Susa,
spingendo il marito, re Luigi il Grosso, ad ingaggiare guerra , e già aveva fatto occupare le
Rocche della Savoia. La nascita di Umberto III, la morte di re Luigi e l'intervento del vene
rabile Pietro, il predicatore delle Crociate, influirono a por fine ai rancori. Assecondando il
desiderio di S. Bernardo, fondò nel 1125 , sulla sponda del lago di Borghetto, la Badia di Al
tacomba. Partito crociato per la Terra Santa, morì a Nicosia nell'isola di Cipro e fu ivi sepolto
nella Badia di S. Croce il aprile 1148. Ebbe per figli: Umberto III (il Beato) seg.; Matilde o
Mahalda, moglie di Alfonso I di Portogallo nel 1145 , morta nel 1158 a Coimbra e sepolta nella
chiesa di S. Croce ; Margherita ; Giuliana, badessa di S. Andrea di Vienna morta il 31 luglio
1194 ; Agnese sposa ad un conte di Ginevra nel 1194, e Guglielmo.
213
Figlio del precedente Amedeo III, nacque in Avigliana circa il 1129. Crebbe sotto la tu
tela d’Amedeo d'Altaripa, abate di Altacomba, poi cancelliere dell'impero e vescovo principe
di Losanna. A tredici anni, morto il padre Amedeo III, dovette assumere il governo, sotto
la savia reggenza, durante la minore età, dell'abate di Altacomba. Sconfisse definitivamente
a Mommelliano il Delfino di Vienna che, per vendicare la precedente disfatta toccata al padre
suo, si era mosso con numerosi armati contro la Savoia. Gli Stati del conte Umberto ebbero
non poco a soffrire per le prepotenze e i suprusi dell'imperatore Federico Barbarossa , spe
cialmente durante lo scisma dell'antipapa Vittore IV. I sogni egemonici dell'imperatore fu
rono rotti dalla Lega Lombarda dei Comuni e dei Principi italiani e fra questi il conte di Sa
voia. Questo principe ebbe quattro mogli : Faidide o Faidiva di Tolosa ; Anna o Germana di
Zoeringhen ; Beatrice di Borgogna e Geltrude d'Alsazia. Dalla seconda moglie ebbe Alice, fi
danzata nel 1173 con Giovanni d'Inghilterra ; dalla terza ebbe il conte Tomaso I seg.; e poi
Eleonora, moglie di Azzo VI marchese d'Este, morta nel 1202. Umberto, morì onorato col ti
tolo di Beato, il 4 marzo 1189 e fu sepolto, primo dei Savoia, nella Badia d'Altacomba .
214
TOMASO lº
1188
Nacque il 20 maggio 1178 nel castello di Carbonara presso Aignebelle. Lasciò questo prin
cipe gloriose memorie per guerresche imprese. Nel 1215 Tomaso si alleò ai Milanesi e ai Ver
cellesi. Condottosi sopra Casal S. Evasio lo assediò e lo prese . Ebbe parte nella guerra Albi
gese nella crociata bandita da papa Innocente III contro gli eretici. Dall'imperatore Filippo
di Franconia , ebbe in dono le città di Chieri, Testona, Moudon nel Vaud, e fu eletto Vicario
imperiale di Lombardia, poi acclamato signore delle città di Pinerolo, Vigone e Carignano.
Mentre compieva l'assedio di Moncalieri infermò e morì 1 marzo del 1233 e fu sepolto nella
Badia di S. Michele della Chiusa . S'ammogliò con Beatrice Margherita di Ginevra, morta l'8
aprile 1257 e sepolta in Altacomba, e n'ebbe : Amedeo IV seg.; Beatrice, moglie nel 1219 di
Raimondo IV conte di Provenza, morta nel 1266 nel castello des Exhelles e ivi sepolta ; Mar
gherita, morta il 4 settembre 1273 , sposa nel 1218 ad Artemanno conte di Kibourg; Umberto ,
morto nel novembre 1223 ; Aimone, morto a Choix nel 1238 ; Tomaso II, conte di Fiandra,
morto il 7 febbraio 1259, sepolto nella cattedrale d'Aosta, da cui derivano le linee di Acaia
e di Vaud ; Guglielmo, vescovo di Valenza, morto nel 1239 e sepolto a S. Michele della Chiusa ;
Pietro II seg.; Bonifacio (Beato) , arcivescovo di Cantorbery, nato nel 1207 e morto il 14 lu
glio 1270 ; Filippo I, seguente.
215
AMEDEO IVO
1233
BONIFACIO (L'ORLANDO )
1253
Figlio unico del precedente Amedeo IV, nacque nel castello di Chambery il 1 dicembre
1244 e a 9 anni salì al trono guidato dal consiglio della madre, Cecilia del Balzo, e con la reg
genza dello zio Tomaso II, conte di Fiandra e Piemonte. Gli fu dato il nome di Orlando per
il suo carattere bellicoso e cavalleresco. Romantiche leggende si intrecciano alla vita di questo
Principe che mori giovanissimo. Morto Federico II di Svevia, il nuovo imperatore Corrado,
conte di Olanda, essendo stato riconosciuto dagli Astigiani, il Pontefice indusse Tomaso II,
zio e tutore del conte Bonifacio, a dichiarar loro guerra in colleganza coi Torinesi e Chiaresi,
col marchese di Monferrato , col marchese Manfredi Lancia e cogli Alessandrini. Ma a Mon
tebruno, presso Pinerolo , gli astigiani sconfissero i collegati e fecero prigioniero il conte To
maso , che, per riavere la libertà, il 18 febbraio 1257 dovette rinunciare ad ogni diritto sulla
Città di Torino e altre terre vicine . Il nipote Bonifacio tentò rivendicare lo zio ma nella lotta
contro gli Astigiani e Monferrini n'ebbe la peggio . Narrano alcune cronache che egli , caduto
in mano dei vincitori, fosse rinchiuso in un'orrida prigione alle porte di Torino, ove, oppres
so dal dolore , morì l'anno 1268 e fu sepolto in S. Giovanni di Moriana .
217
a s
ot
Spentosi Bonifacio senza prole, gli succedette Pietro II , settimo figlio di Tommaso I e il
maggiore dei fratelli viventi d'Amedeo IV, già in età d'anni sessanta. Era nato nel 1203. Aveva
sposato Agnese erede del Fossigny dalla quale non ebbe altra figlia che Beatrice (la gran Del
fina) che nel 1242 sposò Guido VII Delfino di Vienna e nel 1273 , vedova di questi, Gastone vi
sconte di Berna. Pietro, insignito del titolo di conte di Romont, inclinato alle cose cavalle
resche, si era recato in Francia e in Inghilterra adoperandosi a pro dei due re Luigi IX e Ar
rigo III , da cui ricevette ampi possessi, la carica di primo Ministro e la custodia di piazze im
portanti. Dimorando a Londra, fece erigere a Westminster, sul Tamigi, un palazzo che porta
ancora il nome di palazzo di Savoia. Partecipò ai negozi di pace tra Francia ed Inghilterra
e venuto in Italia per raccogliere l'eredità del nipote Bonifacio sottomise la città di Torino
che si era ribellata ; si ricondusse a Londra ove conseguì nuove glorie e nuovi dominii, riuscendo
ad estendere lo Stato di Savoia anche in Elvezia. Il 18 maggio 1268 questo grande Principe
della stirpe Sabauda, celebrato fra i popoli sì da meritarsi il soprannome di Piccolo Carlomagno,
morì a Pierre Chatel e fu sepolto nella Badia di Altacomba.
821
FILIPPO 10
1268
Ottavo genito del conte Tomaso I, nato nel 1207, si era dato alla chiesa e non aveva ri
tardato ad ottenere cariche ragguardevoli in Fiandra ; fu vescovo di Losanna, poi di Valenza
e finalmente arcivescovo di Lione circa il 1248 ; ebbe benefici in Fiandra, Francia ed Inghil
terra, senza però essere stretto da ordini sacri come era l'uso dei tempi. Rinunciato alle cure
ecclesiastiche, nel 1267 sposò Alice, ovvero Alasia o Alassia, figlia di Ottone, conte Palatino
di Borgogna. Prese le redini dello Stato per quanto sessantenne e vissuto alle cose pacifiche.
Uni ai suoi Stati quelli di Morat e Berna e per questi possessi in Svizzera dovè guerreggiare
contro Rodolfo conte d'Asburgo, eletto re dei Romani e imperatore, stipite della casa d'Austria.
Condusse un'aspra lotta, bravamente ma dovette Filippo alla fine cedere e potè conchiu
dere con vantaggio la pace a Losanna. Regnò diciassette anni, benemerito della Chiesa Cat
tolica e si spense il 15 o il 16 agosto 1285 nel castello di Rossiglione in Bugey, e fu sepolto in
Altacomba . Non avendo prole, spenta la figliuolanza e discendenza diretta di Tomaso I, suc
cedette al trono un figliuolo di Tomaso II, già conte di Fiandra, che per l'ottenuto appannaggio
fu lo stipite dei conti di Piemonte .
219
Nato nel castello di Borghetto, ritiensi dopo il 1252, da Tomaso II conte di Fiandra e da
Beatrice Fieschi. Per la morte del padre, rimasto padrone del suo Stato, cedette al fratello
Lodovico la baronia di Vaud e a Filippo, suo nipote, la signoria di Piemonte da Rivoli in giù.
L'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo gli donò la contea d'Asti , il ducato d'Aosta e del
Chiablese, e altre signorie e lo cred principe dell'impero. Sulla fede delle cronache Amedeo V
pare togliesse ai Turchi l'isola di Rodi a favore dei cavalieri Gerosolimitani e che per questa
gloriosa impresa assumesse nel blasone sabaudo il motto FERT. Cessò di vivere in Avignone
il 16 ottobre 1323 e fu sepolto in Altacomba . I posteri gli assegnarono il titolo di « Grande »
Ebbe tre mogli : Nel 1272 Sibilla di Baugè da cui nacquero Edoardo seg.; Aimone seg.; Mar.
gherita, sposa a Giovanni marchese di Monferrato ; Agnese, sposa a Guglielmo III , conte di
Ginevra ; Bona, sposa a Ugo di Châlons . Da Maria di Brabante, sua seconda moglie nel 1297,
ebbe : Maria, sposa a Ugo Delfino sire del Fossigny ; Caterina, sposa a Leopoldo duca d'Au
stria ; Giovanna, chiamata Anna dai Greci, sposa nel 1325 ad Andronico il giovane, Paleologo,
imperatore dei Greci ; Beatrice sposa nel 1328 ad Arrigo duca di Carinzia e re di Boemia. Dalla
terza moglie Alasia di Vienna non ebbe altra discendenza.
220
Nacque, si crede, nella piccola città di Baugè l'8 febbraio 1284. A vent'anni il padre Ame
deo V, lo mandò in Francia con gente armata in aiuto del re Filippo il Bello contro i Fiamminghi
ove, oltre a prove di valore ebbe la gloria di salvare la persona del re. alle prese coi nemici.
Breve fu il regno di Edoardo, quasi sempre in guerra coi suoi nemici . Assalito dal Delfino di
Vienna, dal signore di Faucigny e da altri principi li vinse, ma fu dai medesimi sconfitto l'anno
seguente, nella battaglia al castello di Varey nel Bugey ove poco mancò non fosse fatto pri
gioniero. Nel 1328 Edoardo partecipò alla battaglia di Montecassello in aiuto di Filippo di
Valois . A Parigi, per mediazione della vedova di Luigi X, la regina Clemenza, conchiuse un
nuovo accordo di pace col Delfino di Vienna. A Gentilly, si ammalò e morì il 4 novembre 1329
e fu sepolto in Altacomba. Bello e aitante, valoroso guerriero, generosissimo verso i sudditi,
si meritò il titolo di Liberale . Ebbe in moglie nel 1307 Bianca di Borgogna, dalla quale non
ebbe che una sola figlia Giovanna che nel 1329 sposò Giovanni III, duca di Bretagna e che
alla morte del padre reclamò la successione, ma i Savoiardi, considerandola ormai principessa
straniera preferirono Aimone fratello di Edoardo .
221
Fratello del precedente Edoardo, nato il 15 dicembre 1291 , dal conte Amedeo V e da Si
billa di Beaugé sua prima moglie, occupò il trono Sabaudo non senza contrasti per la preten
sione alla corona di Giovanna, unica figlia del conte Edoardo . Giovinetto, Aimone aveva ser
vito la Chiesa ed era canonico nella cattedrale di Parigi; ma non essendo legato dagli ordini
sacri potè rinunciare alle cure religiose e assunse il governo degli Avi. Fu Principe saggio e
mirò a confortare i suoi popoli curando i mali che avevano causato le fazioni militari. Com
battè per tre anni contro Guido VIII, Delfino di Vienna. Risorte le ostilità tra Francia ed
Inghilterra, egli combattè in Fiandra per i Francesi al soccorso di re Filippo contro Edoardo
d'Inghilterra, dando prove di valentia sia come capitano che, poi, come negoziatore di pace
fra i due monarchi. Ebbe il nome di Pacifico per la savia amministrazione dei suoi Stati e per
le buone leggi emanate. Morì il 22 giugno 1343 a Mommeliano e fu sepolto ad Altacomba.
Condusse in moglie Violante di Monferrato il 1 maggio 1330, e n’ebbe per figli: Amedeo VI
seg.; Giovanni, vivente nel 1347 ; Bianca, che nel 1350 sposò Galeazzo II Visconti, duca di Mi
lano .
222
Figlio di Aimone, nacque in Chambery il 4 gennaio 1334 e a dieci anni,salì al trono sotto
la tutela di Lodovico di Savoia, signore di Vaud . Ampliò il suo dominio in Valperga, San Mar
tino, Chieri, Mondovì, Cuneo, Biella e parte del Canavese. Obbligo per le armi alle sue obbe
dienze i marchesi di Saluzzo e il principe di Acaia . Difese la cristianità in Oriente contro i Turchi
e tentò di riunire la Chiesa greca alla latina e per quanto non raggiungesse lo scopo, riuscì
ad espugnare Varna e liberare l'imperatore Giovanni Paleologo tenuto prigioniero dal re di
Bulgari. Nel 1381 fu l'eroe della pace stipulatasi in Torino e che pose fine alle lunghe discordie
fra i Genovesi e i Veneziani . Migliorò le condizioni dei sudditi con ottime leggi e fondò l'ordine
del Collare della SS. Annunziata . Si portò nel reame di Napoli per combattere per Luigi di
Angiò contro gli Aragonesi e colà, in S. Stefano di Puglia, colto dalla peste , morì il 1 marzo
del 1383 in età di 51 anni e le sue ceneri furono pomposamente trasportate ad Altacomba .
Fu chiamato il Conte Verde perchè preferiva questo colore nelle penne del cimiero, nella so
praveste e nell'ornamento del suo destriero . Nel 1355 sposò Bona di Borbone e da questa ebbe
due figli: Amedeo VII seg.; Ludovico, morto il 27 maggio 1360 a Bourg , in Bressa .
223
I DUCHI DI SAVOIA
1416 - 1713
Araldica . 15
226
Nacque il 4 sett . 1383 e a soli otto anni succedette al padre Amedeo VII, sotto la tutela
di Bona di Bor ne, sua avola . Nel 1418, riebbe tutte le terre dei Signori di Piemonte, donate
a Tomaso II da Amedeo IV. Nel 1416 l'imperatore Sigismondo lo creò vicario generale impe
riale ed elevò a Ducato la contea di Savoia. Con Amedeo VIII si inizia quindi la serie dei Duchi
di Savoia. Fece avveduta politica e felici trattati, fiorire il commercio, l'agricoltura e l'industria ;
compild savie leggi e pubblicò un Codice chiamato Statuta Subaudiae . Rimasto vedovo creò
luogotenente generale dei suoi Stati il figlio Lodovico e si ritirò a Ripaglia, presso Ginevra ,
in un monastero da lui fondato . Quivi creò l'Ordine Mauriziano. Quando infieriva lo scisma
d'Occidente, il Concilio di Basilea lo elesse Papa col nome di Felice V e tenne il pontificato
per nove anni . Fu chiamato il Pacifico per aver egli mantenuta la pace fra i suoi vicini. Il
7 gennaio del 1541 morì in Ginevra, fu sepolto in Ripaglia e nel 1576 trasportato nella catte
drale di Torino . Nel 1401 aveva sposato Maria di Borgogna, da cui ebbe : Antonio I, Antonio II;
Maria , monaca di Santa Chiara in Torino; Amedeo, nato nel 1412 e morto in Caselle nel 1431
O 1432 ; Ludovico seg.; Bona ; Filippo, conte di Ginevra ; Margherita .
227
ME
TR
IC
TATI
LODOVICO
1439
Figlio di Amedeo VIII, ebbe i natali si crede nel 1414 in Ginevra e fu il primo ad avere
il titolo di principe di Piemonte. Salì al trono nel 1440. Nel 1432 sposò Anna di Cipro, figlia
di Giano, re di Cipro, Gerusalemme e Armenia. La docilità di Lodovico non fece risplendere
le sue virtù militari e i Savoiardi ebber la peggio nella tentata conquista del ducato di Milano
quando fu costituita la Repubblica Ambrosiana. dopo la morte di Filippo Maria Visconti
senza alcun successore. Morì a Lione nel 1465 , ritornando di Francia e fu sepolto in S. Fran
cesco a Ginevra vicino alla moglie, già defunta dal 1462. Da questa ebbe : Amedeo IX seg.;
Maria, morta in fasce nel 1436 ; Ludovico, nato nel 1437 sposo nel 1458 a Carlotta di Lusignano
erede del regno di Cipro ; Margherita ; Giano, conte del Genovese; Carlotta, nata nel 1441 ,
sposa a Lodovico XI, Delfino, poi re di Francia ; Filippo II seg.; Pietro, vescovo di Ginevra ;
Giacomo; Francesco, arcivescovo di Auch ; Maria ; Bona, sposa nel 1468 a Galeazzo Maria
Sforza duca di Milano ; Giacomo, conte di Romont ; Anna Agnese, sposa a Francesco d'Orleans,
conte di Dunois ; infine Giovanna .
228
Figlio di Lodovico , nacque il 10 febbraio 1435. Ancor bambino fu dal padre promesso in
matrimonio a Jolanda o Violante di Francia anch'essa bambina, sorella di Luigi XI , nata
il 21 sett. 1434. Lo sposalizio non fu celebrato che nel 1452 quando Amedeo, principe di Pie
monte, ottenne un ricco appannaggio. Si alleò coi Veneziani per assicurarseli contro il duca di
Milano che voleva rapirgli Vercelli . Piissimo, giusto, caritatevole, ma infermiccio poco atto egli
era a reggere la corona. Il Consiglio dei Grandi e dei Nobili deliberò di affidare la reggenza alla
di lui moglie Iolanda. Amedeo si ritirò a Vercelli ove il 30 marzo 1472 spirò santamente esor
tando gli astanti ad opere di pietà. Fu sepolto nella cattedrale di Vercelli . La Chiesa lo onorò
col titolo di Beato. Dal suo matrimonio con Iolanda di Francia nacquero : Anna ; Carlo, Prin
cipe di Piemonte, nato nel 1456 ; Filiberto I seg .; Bernardo, morto infante ; Carlo I seg.; Gia
como Luigi, conte di Ginevra e di Gex ; Maria , sposa nel 1480 a Filippo conte di Neuchatel;
Ludovica (Beata) , sposa nel 1479 a Ugo d'Orange , principe di Chalons, morta monaca in Orbe
il 24 luglio 1503 ; Gian Claudio, morto in fasce nel 1472 .
229
k
* S * Os
Figlio di Amedeo IX, venne alla luce il 7 agosto 1465 a Chambery e a soli otto anni suc
cedette al padre sotto la tutela della madre Iolanda. Ma Carlo il Temerario duca di Borgogna
fece rapire la Duchessa Madre e gli Stati rimasero in mano del re Luigi e del duca Carlo mentre
Violante era rinchiusa nel Castello di Rouvre, donde fu alfine liberata dal fratello Luigi. Rien
trata nei suoi stati , potè ricuperare l'autorità specie dopo la morte del duca di Borgogna alla
battaglia di Nancy, ma morì un anno dopo a Moncrivello il 29 agosto 1478. Alla di lei morte
fu eletto Governatore della Savoia il conte di Chambre e per il Piemonte il vescovo di Ginevra .
Ma le discordie continuarono nè il giovanissimo Filiberto poteva arginarle . L'intrigante Luigi XI
chiamò a Lione il giovine duca con l'intento di persuaderlo a lasciare la reggenza nelle mani
degli zii , il vescovo di Ginevra e al conte di Bressa . Filiberto intanto datosi smoderatamente
ai piaceri della caccia, alle feste, alle giostre, ammalò e il 22 aprile 1482 , a soli 17 anni, morì
e fu sepolto in Altacomba fra i suoi maggiori . Nel 1476, a soli 11 anni , egli aveva sposato Bianca
Maria Sforza, figlia di Galeazzo , che poi sposò in seconde nozze l'imperatore Massimiliano I.
Fu soprannominato Il cacciatore e non avendo avuto prole, la corona passò al fratello Carlo I.
230
Terzogenito di Amedeo IX nacque in Carignano il 29 marzo 1468 e non aveva che quat
tordici anni quando sali al trono, sotto l'autorità di Luigi XI di Francia . Alla morte di Luigi,
Carlo si dichiarò maggiorenne. Risolse una grave contesa per la successione del vescovato di
Ginevra spettante ai Savoia e che il pontefice Sisto IV voleva destinare a Domenico della Ro
vere . Carlo I per la sua fermezza, sostenne felicemente il proprio diritto. Molestato dal mar.
chese di Saluzzo, raccolse un forte esercito e con prodigiosa rapidità s'impadroni di Carma
gnola, costrinse alla resa Saluzzo sconfiggendo totalmente il marchese che spogliò dei propri
Stati che poi restituì per i caldi uffici di Carlo VIII re di Francia . Nel 1485 Carlotta di Lu
signano, regina di Gerusalemme, di Cipro e di Armenia , cedette a Carlo I suo nipote, i diritti
sui detti regni. Durante il ritorno a Torino da Torsi, fu colpito da febbre e il 13 marzo 1490,
a soli 21 anni, spirò a Pinerolo e fu quivi sepolto nelle tombe dei principi d'Acaia in S. Fran
cesco. Fu chiamato il Guerriero per il valore dimostrato più volte. Carlo I cominciò ad impron
tare la sua effige nelle monete . Nel 1485 sposò Bianca di Monferrato, da esse nacquero : Vio
lante Ludovica che nel 1496 sposò Filiberto II (il Bello) ; Carlo Giovanni Amedeo, che gli suc
cedette al trono .
231
Figlio di Carlo I, nacque in Torino il 23 giugno 1489. Era ancora in fasce quando suc
cedette al trono ; ciò che spinse i congiunti, conte di Bressa ed i suoi fratelli il conte del Gene
vese e l'arcivescovo di Auch, a riaccendere la guerra civile. Dopo gravi sedizioni, convocati
gli Stati Generali, fu convenuto dar la reggenza alla madre Bianca di Monferrato, donna di
animo virile. Ma si sollevarono contro lo Stato dei Savoia i marchesi di Saluzzo e il signore di
Racconigi che chiese aiuto a Lodovico Sforza, duca di Milano. Questi si mosse e impose la
restituzione dei beni ai marchesi di Saluzzo e ai signori di Racconigi e di Cardeto . Anche la
nuova elezione del vescovo di Ginevra fomento discordie e sollevò le armi . Intanto la sventura
colpiva il giovinetto duca che a Moncalieri il 16 aprile 1496 , appena toccato l'ottavo anno,
morì cadendo dal proprio letto . Fu sepolto nella Chiesa collegiata. Sotto la reggenza di Bianca
di Monferrato, la Corte di Savoia pose sua stabile residenza per la prima volta in Torino che
restò poscia la sede ambita dei Sovrani del Piemonte . Bianca di Monferrato morì in Carignano
il 31 marzo 1519 e ivi sepolta nella Chiesa degli Agostiniani.
232
S FE
A RI
LS
FILIPPO ITO
1496
Spentasi con la morte di Carlo II la linea del duca Amedeo IX, venne chiamato al trono
Filippo II , conte della Bressa, quintogenito del duca Lodovico, uomo valoroso e di grande
avvedutezza. Era nato in Ginevra il 29 novembre 1443. Nel 1494 aveva accompagnato Re Carlo
VIII nella spedizione contro il reame di Napoli e, dopo la ritirata, alla testa dei Francesi , di
feso Novara contro l'esercito milanese di Lodovico il Moro .
In relazione con quasi tutti i Principi di Europa, presso di lui cominciarono a risiedere
i ministri di Francia, Alemagna, Aragona, Venezia, Milano e di altri potentati italiani. I po
poli molto attendevano da lui quando infermò e fattosi trasportare a Chambery, venne a morte
il 7 novembre 1497 dopo appena 18 mesi di regno e fu sepolto in Altacomba. Nel 1472 sposò
Margherita di Borbone, morta nel 1483 , e nel 1485 Claudina di Bretagna, morta nel 1513 in
odore di santità. Da questi matrimoni nacquero : Ludovica che fu sposa di Carlo d'Orleans
duca d'Angoulème e fu madre di re Francesco I ; Girolamo; Filiberto II seg .; Carlo III ; seg .
Ludovico, preposto del Gran S. Bernardo ; Assalonne;; Giovanni Amedeo ; Filiberta che nel
1515 sposò Giuliano de' Medici duca di Nemours , fratello di Leone X° ; Filippo, conte del Ge
nevese poi duca di Nemours , sposo nel 1528 a Carlotta d'Orleans e da cui venne la linea dei
duchi di Nemours; Renato, moito nel 1524 .
233
EES
TI
Primogenito di Filippo II , nacque il 10 aprile 1480 nel Castello di Pont d’Ain ; a 17 anni salì
al trono . Conoscendo i mali che affliggevano tuttora lo Stato per la forzata soggezione ai re
di Francia, egli si cattivò l'animo dell'imperatore Massimiliano d'Austria e ne sposò in se
conde nozze la figlia Margherita , donna di rara perspicacia, autrice della famosa Lega di Cam
brai contro Venezia nel 1508. La moglie acerbissima nemica della Corte di Francia, istigò lo
sposo affinchè Luigi XII perdesse la Lombardia come già aveva perduto Napoli , toltagli dagli
Spagnoli . Tuttavia la politica di Filiberto II mirò a far godere al Piemonte e alla Savoia i bene
fici della pace, sì che molto avevano a sperare gli Stati Sabaudi dalla ferma avvedutezza del
loro duca, ma appena ventiquattrenne la morte lo colse nel 1504 a Point d'Ain , nella camera
ov'era nato, per aver sorbito dell'acqua gelata durante una partita di caccia nelle foreste di
Lanieu . Fu sepolto nella Chiesa di Bron . Fu detto il Bello per la singolare bellezza dei suoi
lineamenti . Nel 1496 sposò in prime nozze Violante Ludovica di Savoia , figlia di Carlo I, morta
il 13 sett. 1496 in Ginevra ed ivi sepolta nella Chiesa di S. Francesco ; nel 1501 Margherita di
Austria, nata a Bruxelles nel 1479, morta nel 1530 e sepolta il 31 dicembre di detto anno a
Bron . Da questi matrimoni non ebbe figliuolanza .
234
DE
Spentosi Filiberto II senza discendenza, gli succedette il fratello Carlo III , nato a Cassey
nel Bugey il 10 ott. 1486, in età di anni 17. Ebbe questi un lungo regno e fu principe giusto e
moderato. Carlo III perdette il Vallese ; le genti degli Sforza percorsero in ogni senso il Pie
monte e Ginevra si ribellò . Perdette ad una ad una castella e contee, nè i tardi e infruttuosi
sforzi valsero a salvarle. Per vent'anni il dominio dei Savoia fu invaso e devastato dagli Ar
mati di Francesco I di Francia e dell'imperatore Carlo V. Ridotto lo Stato in lacrimevole con
dizione e con le sole provincie di Aosta, Vercelli e Nizza, l'inſelice duca, soprannominato il
Buono, spentaglisi quasi tutta la prole in giovanissima età, anch'egli cessò di vivere il 17 agosto
1553 in Vercelli e quivi sepolto nella Cattedrale. Nel 1521 sposò Beatrice, figlia del Re Ema
nuele di Portogallo e che portò in Casa Savoia l'uso del nome Emanuele, nata nel 1504 e
morta l'8 gennaio 1538 a Nizza e quivi sepolta nella Cattedrale. Da questo matrimonio nacquero :
Emanuele Filiberto, seg.; Adriano, morto in fasce nel 1522 ; Ludovico, nato nel 1523 e morto
a Madrid nel 1536 ; Caterina, morta nel 1536 ; Maria , morta nel 1531 ; Isabella , morta e sepolta
in Racconigi nel 1533 ; due figli ancora di nome Emanuele, morti in fasce ; Gianmaria, anche
questi morto in fasce nel 1537 .
235
Figlio di Carlo III, nacque l'8 luglio 1528 nel Castello di Chambery ; salì al trono il 15 set
tembre 1553. Eroe della sua schiatta , questo principe valorosissimo, meritò il titolo di Testa
di Ferro o Principe dai cento occhi . Diede le prime prove del suo valore negli eserciti di Carlo V
e subentrò a Fabrizio Colonna nel comando degli imperiali in Italia ; nel 1551 combattè valo
rosamente a S. Damiano in Piemonte, a Bra, a Saluzzo , poi in Lorena e nel Lussemburgo ;
Nel 1552 comandò la cavalleria fiamminga nell'assedio di Metz ; nel 1553 fu creato, dall'im
peratore, generale in capo dell'Armata Cesarea ; nel 1554 combattè accanto a Carlo V nel
l'affare di Reuti ; nel 1559 fu spedito in Fiandra per assalire la Francia da quel lato e vinse
la famosa battaglia di S. Quintino che lo coprì di gloria ; mandò le sue galere capitanate
da Andrea Provana, alla battaglia di Lepanto . Con la pace di Chateau Cambresis
( 1559) egli rientrò in possesso dei suoi Stati e in base al trattato sposò, a malleveria di pace,
Margherita di Valois, figlia di Francesco I. Fissò la sua sede in Torino, creò un Senato e
domò con le armi gli eretici Valdesi . Ristabilì il Grande Ordine di ia , già creato da Ame
deo VI nel 1362 e quello di S. Maurizio che unì a quello di S. Lazzaro.
Questo restauratore della Monarchia, il 30 agosto del 1580 spirò in Torino e fu sepolto
nella Cattedrale. Dal suo matrimonio con Margherita di Valois, nacque Carlo Emanuele I,
suo successore .
236
Nacque a Rivoli il 12 gennaio 1562 e salì al trono all'età di 18 anni . Nel 1588 occupò
il marchesato di Saluzzo; nel 1589 scacciò i Francesi che avevano occupato il Fossigny e un
anno dopo entrò in Provenza ; nel 1592 s'impadronì di Antibo ; nel 1610 si unì a Enrico IV
di Francia per la conquista del Milanese, impresa troncata per l'uccisione di Enrico per opera
del Ravaillac ; nel 1612 , morto Francesco Gonzaga, riprese il marchesato di Monferrato ma poi
dovette ricederlo, fremendo , per l'intervento di Venezia, Toscana, Francia, e Spagna ; per
la successione al ducato di Mantova Carlo Emanuele sconfisse a Vraita 14.000 Francesi ca
lati in Italia per quella conquista. Fu questa ultima sua impresa chè poi il Richelieu gl'invase
gli Stati e gli prese la Savoia e varie piazze e città. Afflitto da questi rovesci, il principe che
aveva meritato il nome di Grande, il 26 luglio 1630 , dopo soli tre giorni di malattia , morì in
Savigliano e fu sepolto nel Santuario di Vico presso Mondovì. Nel marzo del 1585 sposò l'In
fanta Caterina d'Austria, figlia di Filippo II re di Spagna dalla quale ebbe : Filippo Emanuele;
Vittorio Amedeo I seg.; Emanuele Filiberto ; Margherita sposa a Francesco Gonzaga, duca
di Mantova; Isabella , sposa ad Alfonso d'Este III duca di Modena; Maurizio ; Maria , mo
naca francescana ; Francesca Caterina ; Tomaso, che nel 1625 sposò Maria Borbone - Soissons,
e che fu stipite della linea Savoia-Carignano-Soissons- Villafranca ora regnante; Giovanna
nata e morta il 6 nov . 1597 .
237
is
ta
VITTORIO AMEDEO 1 °
1630
Nacque in Torino l'8 maggio 1587 e, giovinetto, fu col fratello Filippo Emanuele, inviato
dal padre alla Corte di Spagna. Morto fratello Filippo, fu dichiarato erede della corona co]
nome di Principe di Piemonte e salì al trono in età di quarantasei anni . Continuò la guerra
contro la Francia e la terminò con la pace di Cherasco nel 1731 , ottenendo 84 terre nel Mon
ferrato, cedendo alla Francia Pinerolo . Conchiuse accordi con Genova e il trattato di Rivoli
con la Francia contro la Spagna che vinse con le battaglie di Tornavento e di Mombaldone,
vittorie che lo posero fra i distinti capitani del secolo . Fu proclamato re di Cipro il 1 ° gen
naio 1633 e fu il primo ad innalzare la Corona Reale sullo stemma Sabaudo. Fu restauratore
delle finanze e incoraggiò le arti e le scienze . Ammalatosi in Vercelli , il 7 ottobre 1637 vi morì
e ivi fu sepolto nella cattedrale. Il 10 febbraio 1619 sposò Cristina di Francia, figlia d'Enrico IV
e di Maria de' Medici, sorella di Luigi XIII, dalla quale ebbe : Ludovica , che nel 1642 sposò
Maurizio di Savoia suo zio , figlio di Carlo Emanuele I ; Francesco Giacinto seg. ; Carlo Emanuele II
seg.; Violante Margherita, che nel 1660 sposò Ranuzio II Farnese, duca di Parma: Adelaide
Enrichetta, che nel 1651 sposò Ferdinando figlio dell'elettore di Baviera ; Caterina , gemella
coll'antecedente, morta nel 1637 .
238
FRANCESCO GIACINTO
1637
CARLO EMANUELE II °
1648
ARTIA DI CASA SA !:
N
.
ล
I RE DI SARDEGNA
1713-1861
Araldica 16
242
Nacque in Torino il 14 maggio 1666 e toccava appena l' undecimo anno, quando succe
dette al padre Carlo Emanuele II, sotto la tutela e reggenza della madre Maria Giovanna Bat
tista di Savoia Nemours . Salì al trono nel 1684. Nel 1690 sottoscrisse la famosa Lega Europea
d'Augusta contro la Francia, Ma cogli alleati fu battuto a Staffarda e a Marsiglia perdendo
la Savoia. Costretto dalla forza si ripacificò col re di Francia che lo creò suo generalissimo
in Italia . Nel 1701 scoppiò di nuovo la guerra per la successione del trono di Spagna e Vittorio
Amedeo marciò contro la Francia che gli tolse Savoia , Nizza e quasi tutto il Piemonte asse
diando nel 1706 Torino che resistette sei mesi per virtù dei suoi guerrieri, celebre su tutti
Pietro Micca che preferì morire sotto una mina anzichè lasciare entrare il nemico nella cit
tadella . Già la città stava per cadere quando accorse in aiuto il principe Eugenio di Savoia ,
generalissimo d'Austria , e il 7 settembre 1706, forzate le trincee, i Francesi furono totalmente
sconfitti, liberata Torino , il Piemonte, la Provenza e il Delfinato . Coi due trattati di Utrecht
e Rostadt, Amedeo riebbe la Savoia, il Monferrato e molte altre terre nonchè fu proclamato
re di Sicilia che gli fu tolta dalla Spagna dopo soli cinque anni e n'ebbe in compenso dalle po
tenze europee, la Sardegna col titolo di Re e tale fu incoronato nel 1720. Il 3 settemnre 1730,
abdicò in favore del figlio Carlo Emanuele III e si ritirò a Chambery. Cessò di vivere a Mon
calieri il 31 ottobre 1732 e fu sepolto nella Basilica di Superga da lui fondata. Il 10 aprile 1684
sposò Anna d'Orleans da cui ebbe: Adelaide; Maria Anna ; Maria Luisa , sposa a Filippo d'Angiò
Re di Spagna ; Vittorio Amedeo Filippo, morto nel 1715 ; Carlo Emanuele III seg. ; Emanuele
Filiberto.
243
Terzo Re di Sardegna, nacque in Torino il 26 giugno 1726. Salì al trono all'età di 46 anni .
Sotto il suo regno venti anni di invidiata pace godè il Piemonte finchè lo scoppio della rivolu
zione francese l'obbligo a unire le sue armi a quelle dell'Austria . Nonostante l'intervento del
ministro spagnuolo Ulloa che, dopo le conquiste di Nizza e Savoia da parte della Repubblica
Francese , si proferse mediatore fra il Direttorio e Re Vittorio Amedeo III per la conserva
zione dei suoi Stati purchè si conservasse neutrale e lasciasse il passo ai Francesi verso l'Italia,
egli sdegnosamente rifiutò conservando alleanza con l'Austria. Ma nel 1796, calato dall'Alpe
il giovane ventisetténne generale Napoleone Bonaparte, dopo le strepitose vittorie di Mentenotte
Ceva, Millesimo e Mondovì, il Re di Sardegna fu obbligato, con la pace di Cherasco a perdere
Nizza e Savoia e a lasciar libero il passo alle armate Francesi . Il 16 ottobre 1796 morì a Monca
lieri e fu sepolto a Superga. Il 31 maggio 1750, in Oulx, sposò Maria Antonia Ferdinanda di
Borbone, dalla quale ebbe : Carlo Emanuele Ferdinando Maria IV , Principe di Piemonte, seg.;
Maria Elisabetta Carola ; Maria Giuseppina Luisa, che nel 1771 sposò il conte di Provenza
poi Luigi XVIII ; Amedeo Alessandro; Maria Teresa, che nel 1773 sposò Carlo conte d'Artois
poi Re Carlo X ; Maria Anna ; Vittorio Emanuele Giovanni Napomuceno 1, duca d'Aosta, seg.;
Maria Cristina ; Giuseppe Maurizio ; Maria Carola Antonia, che nel 1781 sposò Antonio Cle
mente poi Re di Sassonia ; Carlo Felice, duca del Genevese, seg .; Giuseppe Placido Benedetto,
conte di Moriana .
245
VITTORIO EMANUELE 1 °
1802
CARLO FELICE
1821
Sesto Re di Sardegna, figlio quartogenito del Re Vittorio Amedeo III , nacque in Torino
il 6 aprile 1765. Nel 1799 erasi ritirato in Sardegna con la Corte ove dopo il 1814 vi restò, no
minato dal fratello, quale vicere dell'isola e dal 1817 al 1821 visse in Piemonte col titolo di
Juca del Genevese . Era in Modena quando lo raggiunse la nuova dell'abdicazione del fratello
ed esser Egli stato designato a succedergli . I primi atti del suo governo furono seri e severi,
quali erano necessari ; passato il primo rigore, egli instaurò un ordine assoluto e paterno . Regnò
dieci anni e sotto il suo regno, la monarchia Sarda fu innalzata al grado di potenza marittima ;
stabilì la riforma della gerarchia giudiziaria, stabilì consolati sulle coste dell’Africa; stipulò
un trattato colla Porta e stabilì consolati negli scali del Levante ; e adornò Genova e Torino
di molti nobili e sontuosi fabbricati . Fra l'immenso dolore del popolo cessò di vivere il 27
aprile 1831 e fu sepolto nella Badia di Altacomba da lui e dalla moglie magnificamente riedi
ficata. Il 6 aprile del 1807 sposò in Palermo Maria Cristina di Borbone, Infanta delle Due Si
cilie, dalla quale non ebbe successione . Colla morte del Re Carlo Felice si estinse la linea pri -
mogenita dei Reali di Savoia e passò la Corona a Carlo Alberto della linea di Savoia-Carignano
cominciata dal principe Tomaso , figlio del duca Carlo Emanuele I.
248
L e x
Settimo Re di Sardegna nacque in Torino il 2 ott. 1798 dal principe Carlo Emanuele di
Savoia - Carignano e dalla principessa Cristina Albertina di Sassonia. Fu educato in un collegio
di Parigi e poscia a Ginevra. I liberali del suo tempo guardavano a lui formulando speranze
ed ardimenti per l'avvenire . Alla morte di Carlo Felice, salì al trono fra la gioia universale
del popolo . Fu il sovrano delle grandi riforme in ogni ramo di amministrazione giudiziaria ,
culturale, civile , industriale, commerciale, militare e politica , sì ch'egli fu sommamente caro
ai suoi sudditi. Il 4 marzo 1848 promulgò lo Statuto o Carta Costituzionale (detta Carta Alber
tina) , e lo fece con lealtà di Re e affetto di padre. La guerra per l'Indipendenza, che aveva
fatto risorgere l'antico spirito glorioso della gente di Roma, proseguita con impareggiabile
valore sui campi lombardi, non innalzò la fortuna del Monarca . L'infausta sconfitta sui campi
di Novara portò la desolazione nel cuore del Magnanimo Re che il 23 marzo 1849 rinun ziò
alla Corona a favore di suo figlio Vittorio Emanuele II . Si ritirò ad Oporto in Portogallo ove
morì il 28 luglio 1849 , pochi mesi dopo l'abdicazione, e fu poi traslato nella Basilica diSuperga .
Il 30 sett. 1817 sposò Maria Teresadi Toscana, Arciduchessa d'Austria, figlia del Granduca
Ferdinando III, dalla quale ebbe: Vittorio Emanuele II seg.; Ferdinando di Savoia, duca di
Genova, che nel 1850 sposò Elisabetta figlia di Giovanni Re di Sassonia da cui nacquero Mar
gherita Maria , nata in Torino il 20 nov . 1851 e che il 22 aprile 1868 sposò Umberto I , Principe
di Piemonte, poi Re d'Italia ; Tomaso Alberto di Savoia, duca di Genova, nato il 6 febbr . 1854
che sposò nel 1883 Maria Isabella di Baviera .
ICONOGRAFIA SABAUDA
I RE D'ITALIA
1861
250
VITTORIO EMANUELE II °
1849-1878
VITTORIO EMANUELE II °
IL PADRE DELLA PATRIA
252
1
UMBERTO 10
1844-1900
Il 14 marzo 1844 venne alla luce in Torino , primogenito del Re Vittorio Emanuele II .
Fu allevato con dolce e virtuoso amore dalla madre Maria Adelaide e dalla nonna Maria Te
resa, vedova di Carlo Alberto. Varcò, sotto sì alta guida, la fanciullezza e fece rapidi progressi
nelle scienze, nelle lettere e nell'arte militare in cui l'educavano valenti maestri . Nel 1866,
col fratello Amedeo , prese parte alle ostilità per la liberazione di Venezia . Si segnalò parti
colarmente a Villafranca in cui subì l'assalto improvviso della cavalleria austriaca.
Il 22 aprile 1868 sposò Margherita Maria Teresa Giovanna, principessa di Savoia, sua
cugina, perchè figlia di Ferdinando, duca di Genova , fratello a Vittorio Emanuele II , nata a
Torino il 20 novembre 1851 , spentasi a Bordighera il 4 gennaio 1926.
Ad atti di magnanima bontà si esplicò sopratutto l'azione di Umberto I nelle sciagure
che colpirono il nostro paese : nell'inondazione in Lombardia e Veneto nel 1882 , nel terremoto
di Casamicciola nel 1883 , durante il colera nel Napolitano nel 1884 .
Durante il regno di Umberto I furono compiute grandi opere pubbliche come il traforo
del Moncenisio e del S. Gottardo ; furono amplificate le reti ferroviarie e dato impulso ai com
merci e alle industrie con le grandi esposizioni di Milano, Torino e Palermo, nonchè istituiti
premi alla navigazione per favorire il commercio , nonostante questo molto avesse a soffrire per
la rottura delle relazioni con la Francia, avvenuta nel 1888.
Quando la Francia nel 1881 , sorprendendo la buona fede italiana, occupò la Tunisia ,
consolidammo definitivamente il nostro orientamento politico verso l'Austria e la Germania,
sottoscrivendo il 20 maggio 1882 il trattato della Triplice Alleanza , iniziando così il nostro
ufficio di grande potenza prendendo parte al dibattito delle questioni internazionali. Nel 1878
avevamo già partecipato al Congresso di Berlino per il riordinamento dei Balcani ; così nel 1885
partecipammo alla Conferenza di Berlino per la colonizzazione dell’Africa . Prendemmo parte
all'azione internazionale in Cina, all'azione militare in Candia, alla costituzione della ger
darmeria, in Macedonia e ad altre manifestazioni internazionali. Nello stesso 1885 sbarcava
un nostro corpo di spedizione a Massaua per l'ottenuta cessione della baia d’Assab per fondarvi
una colonia. Fummo avversati con le armi , ma nonostante a Dogali nel gennaio 1887 ci col
pisse una sconfitta militare, riuscimmo ad estendere la nostra dominazione sull’Altipiano di
Asmara e nel 1889 stipulare con Menelik il trattato di Uccialli che stabiliva il nostro protet
torato in Abissinia, limitato poi col trattato di Addis Abeba dopo le dolorose vicende della
susseguente guerra . L'Italia fu funestata da aspre lotte di partiti e il paese attraversò un pe
riodo critico di lotte che provocarono reazioni a cui decretarono resistenza i partiti di estrema
sinistra . E già il paese si avviava a saggie riforme economiche quando la Patria precipitò in
un lutto improvviso. La sera del 29 luglio 1900, Re Umberto , a Monza, ove si era recato ad
un Congresso ginnastico, veniva proditoriamente ucciso da un anarchico nascosto fra la folla
plaudente. L'indescrivibile cordoglio di tutti gli italiani per l'inutile , bestiale ed esecrando
delitto , ha cancellato l'orribile crimine, nè mai si vide popolo sì contristato seguire il feretro
del Suo Re. Magnanima sorse , fra quell'universale esecrazione, la nobilissima figura della
Vedova Regina a innalzare parole di pietà e di perdono.
Salì così al trono l'unico figlio Vittorio Emanuele III, Ferdinando, Maria, Gennaro, nato
in Napoli l'11 nov . 1869, sposo il 24 ottobre 1896 alla principessa Elena , figlia di Nicola I Pe
trovich -Niegosch , Re del Montenegro , e della Regina Milena , nata Vucotitch .
253
Nacque in Napoli l'11 novembre 1869. Trascorsi i primi anni fra le tenerezze dell’Augusta
Sua Madre, fu poi affidato alle vigili cure di una governante inglese e successivamente ebbe
ad istitutore Luigi Morandi che amorosamente coltivò quei sentimenti di lealtà e di fran
chezza che già germogliavano spontanei nell’animo del giovane principe. Sul finire del 1881
il Colonnello Osio assume l'ufficio di precettore , iniziando un severissimo programma di studi
a norma di quanto già si faceva nei collegi militari e nella scuola di Modena. Nel quoti
diano esercizio di nobili discipline si temprò l'animo di Vittorio Emanuele alla prontezza
dell'ubbidienza e all'amore per ogni bellezza che emanava dallo studio delle scienze e della
letteratura. Con sorprendente facilità Egli apprese le lingue straniere e assai rapidamente.
I lunghi viaggi di istruzione consolidarono ben presto la già vasta cultura del giovane
principe e lo studio della storia, che Egli per naturale vocazione prediligeva, inoculò quella
saggia curiosità di tutto apprendere, sì che visitando paesi e osservando costumi , la Sua
mente trovava ovunque argomento per rievocare memorie e dotte citazioni. Sin dalla gio
vinezza egli si dedicò alla raccolta di monete medioevali e moderne delle zecche italiane ,
né questa Egli intraprese a puro scopo di studio ma perchè intuiva che solo attraverso l'e
same di avvenimenti storici , che per la numismatica gli affluivano copiosamente, Egli fis
sava in un quadro ben ordinato tutti gli avvenimenti nazionali e stranieri della storia antica
e contemporanea dalla quale si preparava a trarre savii ammaestramenti per il futuro . Con
molto amore egli attese alla pubblicazione di quel « CORPUS NUMMORUM ITALICORUM »
opera di valore e di consultazione numismatica non comune.
Il 2 luglio 1900 Vittorio Emanuele III saliva al trono, poco più che trentenne, dopo
uno dei più tragici avvenimenti della storia contemporanea per l'esecrando delitto di Monza
che lo orbó del Padre amatissimo. Pur seppe Egli imporre al Suo cuore , sopraffatto da
un dolore senza conforti, la forza per superare le angoscie dell'ora e seppe assumere il go
verno della nazione in giorni difficili per condizioni politiche. Il popolo italiano , dedito alle
opere del lavoro, aveva già fatto lunghi passi verso il suo assetto economico e procedeva
verso un avvenire ricco di promesse , ma le asperrime lotte di classe, fomentate da capipo
polo , assertori di redenzione sociale, turbavano il regolare ritmo della nazione con gli scio
peri inconsulti e le dimostrazioni della piazza . Vittorio Emanuele avrebbe voluto porre un
freno al dilagare dei falsi principii di libertà che gli accorti sobillatori esaltavano fra le
masse, soffiando l'odio contro le patrie istituzioni, ma la Sua rigida educazione costituzio
nale lo portò a tener conto dell'opinione pubblica pur sapendo trovare , per prontezza del
Suo ingegno, il modo migliore per governare lo Stato.
Cure particolari dicò alla politica estera . Nel 1902 fu rinnovato il Tratta della tri
p !ice alleanza e , in seguito, Vittorio Emanuele, che aveva fatto sentire il Suo prestigio
nella politica delle nazioni europee , fu scelto arbitro nelle vertenze tra l'Inghilterra e il
Brasile, fra l'Inghilterra e il Portogallo . La sua avveduta politica estera , lo scambio di vi
site coi Sovrani d'Europa, oltre essere un segno della sua personale iniziativa, aveva po
sto l'Italia fra le potenti nazioni europee .
Nell'interno le grandi calamità che colpirono la nazione Lo trovarono sempre presente,
vicino al popolo e con questo Egli divise lo ore tormentose della sventura . I superstiti
dell’orrendo terremoto calabro -siculo del 1908 ben ricordano la pietosa opera del Sovrano.
Nel 1911, quando la Germania brutalmente impose alla Francia la questione del Ma
rocco , aprendo una nuova crisi europea , apparve evidente non esser possibile rimandare
l'occupazione della costa libica . Si iniziarono allora segretamente i preparativi militari,
fu dichiarata la guerra alla Turchia , in pochi giorni Tripoli fu occupata e, poco dopo ,
anche Bengasi cadde in nostro possesso .
S. M. i
1
1
!!:
BONN WVELLES
SA SAINCT MAURIC EE
VO A WY
YE S
S. M. IL RE
255
le
Nel 1914 , allo scoppio della guerra europea dopo il delitto di Serajevo, Vittorio E
manuele ben aveva intuito , attraverso le lotte interne fra neutralisti e interventisti, quanto
fosse necessario rompere ogni indugio e schierarsi al fianco dei popoli aggrediti . Così il
25 maggio 1915 l'Italia entrò nel grande conflitto e durante i quattro anni in cui il po
polo offrì alla Patria in olocausto le sue ricchezze ed il suo sangue migliore, il Sovrano,
indossato il greve panno del combattente , percorse senza posa valli e trincee, sotto il
fuoco e la tormenta , fra mille pericoli , per incuorare i suoi figli ed additare ad essi , primo
Egli stesso , le vie del dovere e del sacrificio . Così visse il Re la nostra grande passione
fino al fatidico giorno della vittoria finale ! Vennero poi i giorni tristissimi delle interne
lotte , nel grave disagio economico, e delle sommosse guidate dagli esaltati capipopolo contro
i poteri e le istituzioni e contro la stessa vittoria militare . Finalmente gli insopportabili
eccessi della piazza scossero il sentimento più fiero della nazione che iniziò la riscossa
sotto la guida di Benito Mussolini al quale Vittorio Emanuele affidò l'alto incarico di
riordinare il paese , aprendo così al Suo popolo le vie di un nuovo progresso nel sereno
lavoro, spingendolo a nuove mete ed a più alti destini .
Dal matrimonio di Vittorio Emanuele III° con Elena di Montenegro sono nati : 1º . 10
landa Margherita Milena Elisabetta Romana Maria n. a Roma il 10. Giugno 1901 , sposa il 9
Aprile 1923 al Conte Giorgio Calvi di Bergolo ; 2° . Mafalda Maria Elisabetta Anna Romana
n . a Roma il 19 Novembre 1902 sposa il 23 Settembre 1925 al Principe Filippo d'Assia ;
3º . Umberto Nicola Tommaso Giovanni Maria , Principe di Piemonte e Principe Reale Ere
ditario n . al Castello di Racconigi il 15 Settembre 1904 ; 4º. Giovanna Antonia Romana Maria
n. a Roma il 13 Novembre 1907 ; 5° . Maria Francesca Anna Romana, n . a Roma il 26 Di.
cembre 1914 .
( Figli dello zio Amedeo, Duca d'Aosta e di Maria Vittoria, Principessa della Cisterna ):
a) Emanuele Filiberto Vittorio Eugenio Genova Giuseppe Maria, Duca d'Aosta, n . a Genova
il 13 Gennaio 1869, sposo a Kigston il 25 Giugno 1895 a Elena Principessa di Borbone Francia
dal cui matrimonio sono nati : 1º. Amedeo Umberto Isabella Luigi Filippo Maria Giuseppe
Giovanni, Duca delle Puglie n. a Torino il 21 Ottobre 1898, sposo a Napoli il 5 Novembre
1927 alla Principessa Anna di Francia ; 2°. Aimone Roberto Margherita Maria Giuseppe To
rino , Duca di Spoleto n. a Torino il 9 Marzo 1900.
b) Vittorio Emanuele Torino Giovanni Maria, Conte di Torino, n. a Torino il 24 No
vembre 1870.
c) Luigi Amedeo Giuseppe Maria Ferdinando Francesco, Duca degli Abruzzi, n. a Madrid
il 29 Gennaio 1873 .
ka 26
S.M. LA RL.C. !
iii
leo
S. M. LA REGINA
臺
257
ELENA DI SAVOIA
REGINA D'ITALIA
Araldica . 17
1
258
UMBERTO DI SAVOIA
PRINCIPE DI PIEMONTE
LA FAMIGLIA
DI S. A. R. IL DUCA
DI GENOVA
FERDINANDO
PRINCIPE DI UDINE .
LA FAMIGLIA
DI S. A. R. IL DUCA
D'AOSTA
UMBERTO I
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE
RE D'ITALIA
Volendo regolare, secondo la tradizione dinastica e storica, i titoli e gli stemmi delia
Nostra Reale Famiglia ;
Abbiamo decretato e decretiamo :
CAPITOLO I. - Trattamento e Titoli. Art . I. - Il trattamento di Maestà è riser
vato alle sole persone del Re e della Regina.
Art. 2. — Il figlio primogenito del Re ha il trattamento di Altezza Reale, la qua
lità di Principe Reale Ereditario ed è insignito dal Re di un titolo e predicato nobiliare.
Art. 3. - La Principessa moglie del Principe Reale Ereditario ha il trattamento
di Altezza Reale, la qualità di Principessa Reale e porta il titolo e predicato nobiliare
del Principe suo consorte.
Art. 4. – Gli altri Figli del Re ed i Figli del Principe Reale ereditario hanno il
trattamento di Altezze Reali, la qualità di Principe Reale e sono appannaggiati dal Re
con un titolo e predicato nobiliare trasmessibile ai Principi loro discendenti, legittimi,
naturali e riconosciuti, maschi da maschi , in linea e per ordine di primogenitura.
Art. 5. — Le figlie del Re e quelle del Principe Reale ereditario, hanno il tratta
mento di Altezze Reali e la qualità di Principesse Reali.
Art. 6. – I nipoti del Re, Figli del Principe Reale ereditario, di ambo i sessi hanno
il trattamento di Altezze Reali, e la qualità di Principi e Principesse Reali col predicato
di Savoia e l'aggiunta di quello nobiliare del Loro Genitore.
Art. 7. - I nipoti del Re, Figli di Principe Fratello ed i Figli e discendenti dai Ni
poti del Re e del Principe Reale ereditario, di ambo i sessi, hanno il trattamento di Al
tezze Serenissime e la qualità di Principi e Principesse del Sangue col predicato di Sa
voia e l'aggiunta di quello nobiliare della propria linea.
Art . 8. - Le consorti dei Principi della Reale Famiglia assumono il trattamento,
la qualità ed il titolo del Principe marito.
Art. 9. – Se un Principe della Reale Casa sarà Reggente del Regno avrà il trat
tamento, a vita, di Altezza Reale e la qualità di Principe Reale, conservando il titolo
e predicato nobiliare della propria linea .
CAPITOLO II . Stemmi. - $ 1. Arme. - Art. 10 . Il Re porta per grande stemma
lo scudo di Savoia cimato con elmo reale coronato colla Corona di ferro ; coi sostegni
reali, e colle grandi insegne degli ordini equestri reali ; il tutto posto sotto al padiglione
regio cimato colla Corona reale di Savoia ; tutto lo stemma accollato al fusto del gon
falone di Savoia che è cimato coll'aquila sabauda d'oro , ha lo stendardo bifido di rosso ,
crociato, e soppannato di tela d'argento e colle cravatte azzurre scritte coi motti e
gridi d'arme : SAVOYE - SAINT-MAURICE -BONNES NOUVELLES .
Art. II . – Nei piccoli stemmi del Re, il padiglione è sostituito dal manto reale;
non vi comparisce il gonfalone e si possono tralasciare l'elmo , i sostegni, le grandi in
segne degli ordini Equestri, meno il. collare dell'Ordine supremo .
264
Art. 12 . Lo stemma della Regina ha due scudi , a destra di alleanza , cioè lo scudo
pieno di Savoia , ed a sinistra di nascita ; gli scudi attorniati dalla cordelliera e coperti
dal manto reale cimato colla Corona di Regina.
Art . 13 . - Lo stemma del Principe Reale ereditario ha lo scudo pieno di Savoia
cimato dall'elmo e cimiero, coi sostegni, col manto e colla Corona della propria dignità .
Art. 14. – Gli stemmi dei Principi Reali e del Sangue hanno lo scudo di Savoia
spezzato, secondo la propria linea, coll'elmo e cimiero, sostegni , manto e corona della
propria dignità.
Art. 15. — I Principi della Reale Casa possono usare piccoli stemmi togliendo da
quello loro speciale o l'elmo od i sostegni od il manto .
Art. 16. - Le Principesse Reali o del Sangue porteranno lo stemma di Savoia
colla spezzatura della propria linea, in uno scudo a rombo, attorniato dalla cordelliera
e sotto al manto é corona della propria dignità.
Art . 17. - Le Principesse consorti di Principi Reali e del Sangue porteranno lo
stemma formato da due scudi ovati ed accollati, a destra di alleanza, a sinistra di na
scita, attorniati dalla Cordelliera e sotto al manto e corona del Principe marito.
Art. 18. - Quando un Principe del Sangue godrà del trattamento di Altezza Reale
porterà lo scudo della propria linea col manto di Principe del Sangue e colla corona di
Principe Reale.
Art, 19 , - Il Principe Reggente assumerà a vita, lo stemma, proprio del Prin
cipe Reale ereditario, conservando lo scudo d'arme colla spezzatura della propria linea.
§ 2. Scudi. Art . 20 . Il Re e la Regina ed il Principe Reale ereditario usano
lo scudo pieno dell'arme di Savoia : di rosso alla croce d'argento.
Art. 21. — Tutti i Principi e Principesse Reali e del Sangue usano lo scudo di
Savoia sotto colla spezzatura speciale della loro linea.
Art. 22 . Alla attuale linea di Savoia -Aosta il Re concede la spezzatura di una
bordura composta d'oro e d'azzurro .
Art . 23 . Alla attuale linea di Savoia Genova il Re concede la spezzatura di una
bordura composta di argento e di rosso .
Art . 24 . Le Principesse maritate usano gli scudi accollati di foggia ovata ita
liana .
Art . 25 . Le Principesse nubili usano lo scudo a rombo .
§ 3. — Elmi e Cimieri. – Art. 26. – Gli elmi da sovrapporsi agli scudi d'arme
della Famiglia Reale sono collocati di fronte, dorati e rabescati, colla collana di corazza
dell'Ordine Supremo, col cercine e svolazzi d'oro e d'azzurro e col cimiero di un ceffo
di leone alato , d'oro .
Art. 27. — L'elmo del Re è completamente aperto ed è coronato con la Corona
di ferro.
Art . 32 . Il Re fregia gli altri stemmi minori colla sola collana dell'Ordine su
premo, grande o piccola.
Art. 33. - I Principi della Reale Famiglia, quando saranno insigniti dell'O. S.
della SS. Annunziata, ne porteranno la grande collana nel loro grande stemma e la pic
cola in quelle minori ; sempre ad esclusione di qualunque altra insegna equestre.
Art. 34. — Quando la Regina fosse Reggente del Regno fregierà il suo stemma
colla Grande collana dell'Ordine Supremo, togliendone la Cordelliera.
$ 6. — Manti. Art . 35 . Il Re usa due manti : il grande manto Reale ed
il manto reale . .
Art . 36. — Il grande manto Reale, portato dal Re, come Capo e Sov. Gran Mae
stro dell'O . S. della SS . Annunziata è di velluto chermisino sparso di ricami d'oro e di
argento raffiguranti crocette e nodi di Savoia, alternati con rose e con lingue di fucco e
fiamme agli angoli: esso manto bordato di un gallone d'oro dell'Ordine Supremo, guer
nito di frangia d'oro e foderato di ermellini . Questo grande manto serve di cortinaggio
al padiglione regio .
Art. 37 Il manto reale è di velluto chermisino , bordato di un gallone d'oro del
l'Ordine supremo, guernito di frangia d'oro e foderato di ermellini.
Art . 38 . La Regina ed il Principe Ereditario usano il manto reale.
Art 39 . Il manto dei Principi Reali è di velluto chermisino guernito di frangia
d'oro e foderato di ermellini .
Art . 1o . Il manto dei Principi del Sangue è di velluto chermisino bordato con
una striscia di ermellini e foderato della stessa pelliccia.
Art . 41 . I manti si annodano in alto con cordoni d'oro passati in nodi di Savoia .
§ 7 Padiglioni Art . 42 . Il Re porta nel suo grande stemma il padi
glione regio che ha per cortinaggio il grande manto reale ed ha il colmo di tela d'ar
gento ricamata a lingue di fuoco d'oro moventi dal lembo superiore, con un drappel
lone intagliato a forma di vasi, di velluto azzurro, gallonato, e con fiocchi d'oro. Questo
padiglione è cimato dalla corona reale di Savoia .
§ 8. Corone. Art . 43 . Le Corone della Reale famiglia hanno tutte la
stessà base d'un cerchio d'oro coi margini cordonati, fregiato con otto grossi zaffiri
( cinque visibili) attorniati ciascuno da dodici gemme cioè: quattro diamanti alternati
con altrettanti rubini ed altrettanti smeraldi: i zaffiri sono divisi da otto nodi di Sa
voia (quattro visibili) d'oro a sbalzo. Il cerchio è sormontato da quattro foglie d'acento
d'oro ( tre visibili ) caricate, in cuore , d'una perla ; separate da quattro crocette di Sa
voia (due visibili) smaltate di rosa e ripiene di bianco, pomate con quattro perle ed ac
costate , ciascuna., da due perle collocate sopra una piccola punta ; il tutto movente dal
margine superiore del cerchio.
Art . 44 . Il Re usa due corone ; quella Reale di Savoia e quella Reale d'Italia..
Art . 45 . La Corona Reale di Savoia è chiusa da otto vette d'oro (cinque visi
bili) moventi dalle foglie e dalle crocette, riunite, con doppia curvatura, sulla sommità ,
fregiate all'esterno da grosse perle decrescenti dal centro , e sostenenti un globo d'oro
cerchiato, cimato come Capo è Generale Gran Maestro dell'Ordine dei SS . Maurizio e
Lazzaro , da una crocetta d'oro, trifogliata, movente dalla sommità del globo.
Art . 46 . La corona della Regina è eguale a quella del Re colla sostituzione, alla
crocetta trifogliata. , di una crocetta piana d'oro, pomata alle tre estremità superiori con
altrettante piccole perle e movente dalla sommità del globo.
Art . 47 . - La corona del Principe Reale ereditario è simile a quella della Regina
ma con sole quattro vette (3 visibili) moventi dalle foglie .
Art. 48 . La corona dei Principi Reali è chiusa da un semicerchio d'oro, mo
vente dalle foglie laterali, fregiato superiormente con una fila di piccole perle, tutte eguali ;
e cimata dal globo, cerchiato e crociato, eguale a quello della corona del Principe Reale
ereditario .
266
Ordine Supremo della SS. Annunziata. Istituito da Amedeo VI ° di Savoia (Il Conte
Verde) nell'anno 1362. Gli Statuti di questo
ordine furono ricostituiti da Amedeo VIII °,
da Carlo III", da Emanuele Filiberto, da
Re Carlo Alberto e nel 1869 da Re Vittorio
Emanuele II° .
Ordine Equestre dei SS . Maurizio e Laz L'Ordine di S. Maurizio fu istituito da Ame
zaro . deo VIIIO di Savoia nel 1434 ed in seguito
Emanuele Filiberto lo fuse con quello an
tichissimo di S. Lazzaro .
Ordine Militare di Savoia . Istituito da Re Vittorio Emanuele Io nel 1815
e ricostituito da Re Vittorio Emanuele IIo
nel 1855 .
Ordine Civile di Savoia . Istituito nel 1831 da Re Carlo Alberto e ri
veduto da Re Vittorio Emanuele IIo nel
1850 e da Re Umberto I° nel 1887.
Ordine Equestre della Corona d'Italia . Istituito da Re Vittorio Emanuele II di
Savoia nel 1868 .
Ordine Cavalleresco al Merito del La Istituito da Re Umberto 1° di Savoia nel
voro . 1898, intitolato in origine « Ordine Caval
leresco al Merito Agricolo, Industriale e Com
merciale » ; modificato nel 1901-1911-1921 e
1923 da Re Vittorio Emanuele III° .
Ordine Cavalleresco Coloniale della Istituito da Re Vittorio Emanuele III nel
Stella d'Italia . 1914 .
Decorazione della Stella al Merito del Istituita da Re Vittorio Emanuele IIIo nel
Lavoro. 1923 .
268
Tanto all'arrivo quanto alla partenza, verrano resi al Ministro gli onori militari pre
scritti dai regolamenti.
Il Prefetto del Palazzo avrà cura che della presentazione del Ministro estero a S. M.
il Re sia inserito apposito avviso nella Gazzetta Ufficiale del Regno.
V. - Presentazione delle Signore Consorti dei Ministri alle LL. AA . RR. le Principesse.
La domanda di presentazione della Consorte di un Ministro alle LL . AA . RR. le
Principesse sarà fatta dal Ministro estero al Gran Mastro od al Capo della Casa della Prin
cipessa, il quale, presi gli ordini di S. A. R., lo informerà del giorno e dell'ora fissati per
ilricevimento .
La Consorte del Ministro si recherà al Palazzo colla propria carrozza e sarà ricevuta
e presentata a S. A. R. dalla Dama di servizio, la quale assisterà all'udienza.
VI . -- Presentazione del Personale delle Legazioni a S. M. la Regina.
Le domande di presentazione dei Signori del Corpo diplomatico (non capi missione)
e delle loro Consorti saranno fatte dal Ministro plenipotenziario direttamente al Genti
luomo di Corte di servizio di S. M. la Regina, se trattasi di Signori, ed alla Dama di Corte
di servizio della Maestà Sua, se trattasi di Signore .
Presi gli ordini di Sua Maestà, il Gentiluomo di Corte o la Dama di Corte (di ser
vizio) , a seconda del caso, faranno conoscere direttamente al Ministro estero il giorno e
l'ora del ricevimento .
LUTTI DI CORTE
REGOLAMENTO APPROVATO CON R. DECRETO 15 GIUGNO 1881 .
per i nipoti rispettivi, nè tampoco si assumeranno le divise di lutto per i bambini morti
prima dell'età di anni sette .
Art . 12. - I secolari vestiranno a lutto pei loro parenti ecclesiastici, semprechè
questi non fossero insigniti della dignità vescovile, nè ascritti ad ordini regolari. Gli ec
clesiastici non insigniti della dignità vescovile nè ascritti ad ordini regolari assumeranno
le divise di lutto pei loro parenti secolari.
Art. 13. — Il principio del lutto dovrà calcolarsi dal giorno della morte, se la per
sona per la quale sifa il lutto morì nella città in cui si abita, e le divise di lutto si vesti
ranno solo il giorno dopo la sepoltura. Qualora la morte sia avvenuta, in altro luogo il
lutto decorrerà dal giorno dell'arrivo della notizia .
Modo di vestire a bruno del Re, dei Principi e dei Signori che intervengono a Corte.
Art. 23. --- Pei lutti divisi in tre periodi, e dei quali è parola agli articoli 14, 15,
16 e 17, si seguiranno le norme seguenti :
Vestendo in borghese :
Durante il primo periodo si vestirà interamente di nero, si porterà il cappello col
bruno, cravatta di lana nera e guanti neri, e nere pure saranno tutte le guarnizioni.
Durante il secondo periodo si sostituirà alla cravatta di lana quella di seta purchè
non lucida, si conserveranno i guanti neri e si potranno portare guarnizioni non nere.
Durante il terzo periodo, conservando il bruno al capello, si potranno portare abiti
e guanti grigi.
Coll'abito di società si porterà sempre la cravatta bianca ed i guanti secondo le in
dicazioni degli alinea precedenti.
Durante il primo periodo si vestirà tutto di nero, si porterà il cappello col bruno,
la cravatta nera di seta non lucida ed i guanti neri.
Nel secondo periodo si conserverà il bruno al cappello e si potranno portare abiti
e guanti grigi.
Coll'abito di società si porterà la cravatta bianca e guanti neri durante il primo pe
riodo, e grigi durante il secondo :
Vestendo l'uniforme civile :
Durante il primo periodo si porteranno guanti neri od il crespo al braccio sinistro.
Nel secondo periodo si conserverà il crespo al braccio e si porteranno i guanti bianchi.
Vestendo l'uniforme militare :
Si seguiranno le norme prescritte dai regolamenti in vigore.
Art . 25 . Per i lutti che constano di un solo periodo, dei quali è parola agli ar
ticoli 9 e 10 , si seguiranno le norme stabilite pel terzo periodo de ’ lutti, come all'art. 23 .
Modo di vestire a bruno della Regina, delle Principesse e delle Dame che intervengono a Corte
Art . 26. — Le vedove nel primo periodo porteranno vesti nere di lana con guar
nizioni di crespo nero, velo nero, guanti neri di lana o di pelle scamosciata, ventaglio
calze e scarpe nere ; non porteranno collane, braccialetti od altri simili ornamenti, se
non neri.
Nel secondo periodo si vestirà di seta nera e si potranno portare guarnizioni e perle
bianche ed ornamenti d'oro .
Nel terzo periodo si potrà far uso, oltre alla stoffa nera di seta, anche della bianca,
bigia o color viola con guarnizioni degli stessi colori ed ornamenti di ogni sorta .
Le vedove durante l'anno vedovile usciranno in carrozza coperta di drappo nero,
coll'avvertenza di farvi apporre il doppio stemma, quello del merito a destra.
I loro familiari di livrea vestiranno a bruno .
Art. 27. — Nei lutti di padre, madre, patrigno, matrigna, suocero, suocera od
istitutore di eredi universali, non che per quelli di avolo, bisavo, bisava, fratello, sorella ,
cognato e cognata :
a) pel primo periodo si vestiranno stoffe nere di lana , con guarnizioni in crespo
nero, si porterà il ventaglio, gli orecchini, le perle, i guanti, le calze e le scarpe nere;
b ) pel secondo periodo si vestirà di seta nera e si potranno portare guarnizioni,
perle bianche od ornamenti d'oro ;
c) per il terzo periodo si potrà vestire, oltre alla seta nera , anche la bianca, bigia
o color viola, con guarnizioni di ogni specie, purchè siano dei colori sovrindicati.
Art . 28 . Nei lutti per zio, zia, prozio e prozia, come quelli di zia e zio a modo
di Brettagna, e finalmente di cugino e cugina in secondo grado:
pel primo si vestirà come alla lettera b) dell'articolo precedente;
pel secondo periodo si vestirà come alla lettera c) dello articolo stesso .
Art. 29. Per tutti gli altri lutti, di cui all'art . 22, si potrà vestire come alla let
tera c) dell'articolo sopracitato ,
Ritiro .
Art. 30. — Le vedove non compariranno a Corte per quaranta giorni da quello
della morte dei loro mariti.
Art . 31 . Per la morte di moglie , padre, madre, patrigno , matrigna, suocero,
suocera , od istitutore di eredi universali, si starà nove giorni senza comparire a Corte .
276
Art. 32 . Per la morte di avolo, avola, fratello, sorella , cognato e cognata, si starà
cinque giorni senza comparire a Corte.
Art. 33. — Per la morte di zio, zia, prozio, prozia e cugini in primo grado, sino a
che sia sepolta la spoglia.
Lo stesso converrà che si osservi dai zii e prozii, tuttochè non tenuti a lutto , in oc
casione di morte di qualche loro nipote o pronipote.
Art . 34 I funzionari di Corte che dovranno vestire a bruno per la morte dei
parenti designati agli articoli 1 , 2, 3, 4 quando desiderino di osservare un più lungo
ritiro, dovranno ottenerne il permesso.
Art. 35. – Allorchè leLoro Maestà, i Principi e le Principesse vestiranno a bruno,
le persone addette alle loro Corti rispettive dovranno assumere le stesse divise per la
intera durata del lutto .
Lutti di Corte.
Art . 36. Oltre ai lutti di famiglia sopra descritti, S. M. suole ordinare lutti di
Corte per la morte di Sovrani o Principi non congiunti in parentela colla Famiglia Reale.
Tali lutti hanno una durata di giorni 15 , 10 , 7 e 5 , a seconda del caso , e sono divisi
in due periodi, e cioè :
Pei lutti di giorni 15, il primo periodo è di giorni 8 ed il secondo di 7.
Pei lutti di giorni 10 , il primo periodo è di giorni 6 ed il secondo di 4.
Pei lutti di giorni 7 , il primo periodo è di giorni 4 ed il secondo di 3 .
Pei lutti di giorni 5 , il primo periodo è di giorni 3 ed il secondo di 2 .
I distintivi di lutto nei suddetti casi saranno quelli accennati agli articoli 24 e 28,
tanto pel primo che pel secondo periodo.
Art. 37. – Nei casi eccezionali in cui piacesse a S. M. di sospendere il lutto in corso ,
questo verrà ripreso tostochè sia cessata la causa per la quale venne sospeso .
D'ordine di Sua Maestà :
Il Prefetto di Palazzo
Gran Mastro delle Cerimonie
C. GIANOTTI.
2
S. E. BENITO MUSSOLINI
COLLARE DELLA SS . ANNUNZIATA
Per le precedenze a Corte e nelle funzioni pubbliche si seguirà tra le varie cariche
e dignità l'ordine indicato nelle categorie e classi seguenti :
CATEGORIA I.
Іa Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato.
28 - Cavalieri dell'Ordine Supremo della SS. Annunziata.
CATEGORIA II .
Іa -
3а Vice Presidenti del Senato del Regno Vice Presidenti della Camera dei deputati.
4a - Capo della polizia .
5a - Generali di Corpo d'Armata Prefetti in sede — Primi presidenti di Corte di ap
pello, Procuratori generali di Corte di appello – Sottocapo di Stato Maggiore ge
nerale - Ammiragli comandanti in capo di dipartimento marittimo — Ammiragli
di squadra comandanti in capo delle squadre navali - Generale ispettore del Genio
navale - Generale ispettore per le armi navali — Generali di squadra aerea.
6a - Presidenti di sezione del Consiglio di Stato Presidenti di sezione della Corte di
Cassazione e gradi equiparati — Presidente di sezione della Corte dei conti.
za - Vice avvocato generale erariale Presidente del Tribunale supremo militare
Presidente del Tribunale speciale istituito con legge 25 novembre 1926, n. 2008
Avvocato generale presso il Tribunale supremo militare.
CATEGORIA V.
18 Senatori del Regno - Deputati al Parlamento.
28 - Inviati straordinari e Ministri plenipotenziari di Ia classe .
za - Accademici d'Italia .
48
-
CATEGORIA VI .
CATEGORIA VII .
Іa -
Giudici del Tribunale speciale istituito con legge 25 novembre 1926 , n . 2008.
8a Vice procuratori generali, segretario generale e primi referendari della Corte dei
Conti Segretario generale della Regia avvocatura erariale e vice avvocati erariali.
ga - Generali di brigata ed ufficiali generali del Regio esercito con grado corrispondente
Contrammiragli ed ufficiali generali dei corpi della Regia marina con grado cor
rispondente - Generali
Generali di brigata aerea ed ufficiali generali dei corpi della Regia.
aeronautica con grado corrispondente - Regi avvocati militari - Generali di bri
gata comandanti di gruppo della Regia guardia di finanza.
10a - Ispettori generali dei Ministeri e gradi corrispondenti.
280
CATEGORIA VIII .
CATEGORIA IX .
CATEGORIA X.
dinari di 14 classe dei Regi istituti nautici – Ingegneri fisici elettricisti principali
della Regia marina.
208 Ingegneri principali di sezione del Genio civile .
218 - Ispettori di ja classe del Regio Corpo delle foreste -- Ingegneri principali del Re
gio Corpo delleminiere Addetti commerciali di 2a classe all'estero Professori
ordinari di 1a classe delle Regie scuole agrarie medie e della Regia scuola mineraria
di Caltanissetta Vice direttori di ja classe delle Regie stazioni di prova agraria
speciale Direttori di scuole di avviamento professionale e dei Regi stabilimenti
ittiogenici - Ispettori capi per le malattie delle piante - Geologi principali e chi
mico principale del Regio ufficio geologico Geofisici principali del Regio ufficio
centrale di metereologia e geofisica.
Ispettori
228 -delle delle Ferrovie dello Stato – Direttori principali ed ispettori principali
poste e telegrafi - Funzionari con grado corrispondente dei ruoli di vigilanza
sulle ferrovie, tramvie ed automobili .
23a - Direttori di 2a classe ed ingegneri di 2a classe delle carceri e riformatorî Diret
tori alienisti di 2a classe dei manicomi giudiziari .
CATEGORIA XI .
mentali, dei Regi vivai di viti americane e degli istituti zootecnici — Geologi e chi
mici del Regio ufficio geologico -- Geofisici del Regio istituto centrale di metereo
logia e geodinamica .,
18a - Direttori ed ispettori delle poste e telegrafi - Funzionari con grado corrispon
dente dei ruoli di vigilanza sulle ferrovie, tramvie ed automobili.
19a - Primi segretari ed ingegneri di za classe delle carceri e riformatori - Medici pri
mari dei manicomi giudiziari.
CATEGORIA XII .
1a - Vice consoli di 2a classe - Funzionari con grado corrispondente del Ministero degli
affari esteri.
2a Segretari dell'Amministrazione dell'interno .
za - Podestà dei Comunicon popolazione inferiore ai 20.000 abitanti.
fa - Segretari dell'Amministrazione delle colonie .
5a - Uditori vice pretori.
6a -
Tenenti delle Armie Corpi del Regio esercito Sottotenenti di vascello e tenenti
dei Corpi della Regia marina Tenenti dell'Arma e dei Corpi della Regia aeronau
tica – Tenenti della Regia guardia di finanza - Regi sostituti avvocati militari
e giudici istruttori di za classe.
za Segretari presso i Ministeri e gradi corrispondenti.
-
dei Corpi della Regia marina — Sottotenenti dell'Arma e dei Corpi della Regia areo
nautica --- Capi manipolo della M. V. S. N. - Sottotenenti della Regia guardia di
finanza .
6a - Vice segretari dei Ministeri.
za - Vice commissari aggiunti di pubblica sicurezza.
ſa - Vice segretari della Corte dei conti — Aggiunti di procura della Regia avvocatura
erariale .
98 - Professori straordinari di ruolo B dei Regi istituti medi di istruzione e professori
con grado corrispondente delle Regie accademie di belle arti, dei conservatori di
musica ed arte drammatica e dei Regi educandati femminili Vice segretari del
l'Amministrazione regionale scolastica, delle Regie università degli istituti di belle
arti e dei conservatori di musica ed arte drammatica .
Іоа Assistenti della Regia accademia navale .
118 - Assistenti dei Regi istituti superiori agrari e di medicina veterinaria.
I2a -
Vice ispettori e vice direttori delle poste e telegrafi Assistenti della Scuola su
periore di telegrafia e telefonia .
13a - Vice segretari delle carceri e riformatori Medici assistenti dei manicomi giudi
ziari.
Art . 2 .
Il Capo del Governo Primo Ministro prende il primo posto nella categoria prima. I
cardinali precedono i Cavalieri dell'Ordine Supremo della SS. Annunziata . Gli arcivescovi
susseguono immediatamente le cariche della quinta categoria ed i vescovi i funzionari
della sesta .
Art . 3 .
Nei ricevimenti e nelle pubbliche funzioni, cui si interviene in corpo, si seguirà l'or
dine seguente :
10 - Capo del Governo Primo Ministro.
2º - Cavalieri dell'Ordine Supremo della SS. Annunziata.
3º - Deputazione del Senato del Regno.
48 - Deputazione della Camera dei deputati.
5a - Ministri Segretari di Stato, Sottosegretari di Stato.
6a - Ministri di Stato, Marescialli d'Italia , Grande Ammiraglio, Capo di Stato Maggiore
generale .
70 - Grandi ufficiali dello Stato non compresi tra i precedenti.
go - Direttorio nazionale del Partito Nazionale Fascista .
ga - Deputazione della Corte di cassazione del Regno .
100 - Deputazione del Consiglio di Stato .
11 ° - Deputazione della Corte dei conti.
120 - Deputazione della Avvocatura generale erariale .
13° - Deputazione del Tribunale supremo militare .
one del Tribunale speciale istituito con legge 25 novembre 1926, n . 2008.
14 ° - Deputazito
159 - Magistra di Roma.
16° - Prefetto col Consiglio di prefettura e Giunta provinciale amministrativa .
170 - Rappresentanze dei Consigli del Gran Magistero Mauriziano , degli Ordini militare
e civile di Savoia , al Merito del Lavoro , della Corona d'Italia e della Stella d'Italia .
180 - Consiglio direttivo del Gruppo Medaglie d'Oro.
19º - Stato Maggiore generale, Ufficio di Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio di Stato
maggiore della marina, Stato maggiore generale dell'Aeronautica e Consigli e Comi
tati consultivi dei Ministeri militari, Stato Maggiore della M. V. S. N.
200 - Deputazione dei Consigli superiori dei Ministeri, nell'ordine di precedenza stabilito
con R. Decreto -legge 19 dicembre 1925 , n . 2015 .
21a Comitati centrali delle Associazioni nazionali delle madri, vedove famiglie dei
caduti e dispersi in guerra, dei mutilati ed invalidi di guerra, dei combattenti, del
l'Opera Nazionale per i combattenti, dell'Istituto del Nastro Azzurro, della Associa
zione nazionale volontari di guerra.
220 - Consigli di amministrazione dell'Istituto di emissione del Regno , della Cassa de
286
Alle deputazioni del Senato del Regno e della Camera dei deputati, quando escono
in forma solenne, si rendono gli onori militari dovuti ai Principi Reali..
Art . 6.
Gli onori militari, in ogni altro caso in cui siano concessi, a Corpi, Deputazioni, per
sonaggi o funzionari indicati nel presente decreto, saranno resi in conformità di norme
stabilite con appositi regolamenti.
Art . 7.
Le persone che rivestono due cariche o due gradi prendono il posto assegnato alla
carica o al grado più elevato .
Art . 8.
L'ordine di precedenza tra coloro che appartengono alla stessa classe è determinato
dall'anzianità di nomina nel grado ricoperto .
Le onorificenze cavalleresche non mutano l'ordine di precedenza stabilito dal pre
sente decreto per le cariche e per i gradi. Esse determinano il rango soltanto di coloro che
intervengano in rappresentanza delle rispettive classi di ordini equestri.
Art . 9 .
Chi esercita funzioni superiori a quelle del proprio grado prende , nelle località della
giurisdizione del suo ufficio , il posto che spetta alle funzioni che esercita.
287
In qualunque assemblea, chi preside ha il dovere di non cedere il suo posto qualunque
sia il grado delle persone che intervengano.
Art . 10 .
I funzionari in congedo , in disponibilità , in aspettativa , e quelli a riposo, insigniti
di gradi etitoli onorari ,prendono posto immediatamente dopo quelli di egual grado in
servizio effettivo .
Art . II .
Per i personaggi del Corpo Diplomatico estero , accreditati presso la Nostra Real
Corte , sono stabilite norme speciali .
Norme speciali saranno stabilite, con Nostro decreto , per il Sovrano Militare Or
dine di Malta .
Art . 12 .
Le persone, le quali hanno attualmente il titolo di Eccellenza e non sono comprese
nelle prime quattro categorie dell'art. 1 del presente decreto , conserveranno detto titolo
ad per sonam.
Art . 13 .
Sono abrograti il Regio decreto 19 aprile 1868, n. 4349, e le successive modificazioni
in contrasto con le disposizioni del presente decreto, il quale entrerà in vigore dal giorno
della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno .
Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella
raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti
di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addì 16 dicembre 1927 Anno VI .
VITTORIO EMANUELE
MUSSOLINI .
Prima ancora della conquista di Gerusalemme per virtù delle armi di Goffredo di Bu
glione , esisteva nella Santa città la chiesa ed il monastero dei Benedettini sotto il titolo di
S. Maria Latina, eretta da alcuni mercanti di Amalfi per concessione del califfo Moustafà
Billah, verso la metà dell'undicesimo secolo . Poco tempo dopo fu aggiunto al monastero uno
spedale per il ricovero dei numerosi pellegrini di ambo i sessi , sani o malati che fossero, che si
recavano ai santi luoghi. Due cappelle vi erano dedicate : l'una a S. Maria Maddalena , l'altra
a S. Giovanni Battista o , secondo alcuni storici, a S. Giovanni l'Elemosiniere, patriarca di
Alessandria . Da questa pia società trasse origine il Sacro Spedale di S. Giovanni di Gerusalem
me .
L'ospizio ebbe subito incremento specialmente per l'attività del suo primo superiore, il
provenzale Gerardo, che, ottenuti particolari favori e concessioni di signorie da Goffredo di
Buglione e da altri principi cristiani, che regnarono in Gerusalemme, ne resse le sorti dal 1113
al 1120. L'opera dei frati non si limitò solo ad una assistenza in luogo ai pellegrini , ma ad of
frir loro scorte armate per difenderli contro le bande turche.
Già pie monache erano state chiamate ad assistere le persone del loro sesso e Gerardo,
nel fervore delle opere di pietà e di soccorso, fece assumere ai suoi confratelli un abito regolare
coi triplici voti di obbedienza, castità e povertà , pronunziati ai piedi del Santo Sepolcro, per
poter dedicare interamente la loro vita al servizio dello spedale. Questo abito consisteva in
una semplice veste nera sulla quale era attaccata al lato destro del cuore una croce ottagona di
tela bianca .
Il pontefice Pasquale II approvò l'istituzione, l'accrebbe di nuovi beneficî , riconobbe le
ricche donazioni di beni fatti allo Spedale e lasciò facoltà ai confratelli di eleggersi essi stessi il
loro guardiano.
I pellegrini, ritornati in patria, accrebbero le benemerenze dell'Ordine esaltandone e testi
moniandone le virtù e i benefici avuti sì che i principi e i sovrani d'Occidente ne accrebbero
i beni ed il patrimonio. Ben presto cominciarono a sorgere nelle principali provincie marittime
e cristiane di Europa nuovi Spedali , ritenuti come case filiali di quella diGerusalemme. Queste
furono considerate le prime Commende dell'Ordine .
Raimondo du Puy, successore di Gerardo, mutò il titolo di guardiano in quello di maestro ,
regolò gli statuti e fu considerato il secondo fondatore dell'Ordine.
La difesa armata dei pellegrini crebbe la potenza di questi cavalieri e ben presto alle ar
mi loro la cristianità dovette l'ingresso di Baldovino in Antiochia, la presa di Tiro e l'assedio di
Jaffa, imprese che levarono la fama degli ospitalieri. Anche Federico Barbarossa nel 1185
accordò grandi privilegi all'Ordine, ma il 1 ° maggio del 1187 nella feroce battaglia sotto le mura
di Tolemaide, i Cavalieri, compiuti atti di incredibile valore , furono sconfitti dai Mussulmani
capitanati da Saladino . Con la caduta di Gerusalemme, i pochi ospitalieri con il Maestro, scam
pati alla strage, furono costretti ad abbandonare la sede e l'Ordine sì ritirò a S.Giovanni d'Acri .
Nel 1291, caduta anche questa città in mano dei turchi, cercarono rifugio nell'isola di Cipro, poi
in quella di Rodi, della quale si erano impadroniti nel 1309. Quivi, riordinati con nuove forme
governative, protetti, assistiti e donati di nuovi beni dalle più potenti famiglie d'Europa,
provvisti di grosse navi da guerra , i Cavalieri di San Giovanni, luminose figure di prodi, erano
il più formidabile baluardo di Europa all'invasione del Turco , il secolare nemico della cristianità .
Respinsero gli attacchi all'isola nel 1440 e nel 1444 ; guidati dal Gran Maestro Pietro d'Aubus
son nel 1480 costrinsero alla ritirata il grosso esercito di Maometto Ilº , ma nel 1522 il Gran
Solimano obbligò finalmente i Cavalieri e il Gran Maestro Viliers de l'Isle Adam a capitolare
e ad abbandonare Rodi. Si sparsero i Cavalieri in Candia , in Sicilia, Venezia e Roma finchè,
nel 1525 , Carlo V° diede loro l'isola di Malta a condizione di una lotta incessante contro i mus
sulmani e i corsari barbareschi e della restituzione dell'isola alla Sicilia quando avessero ri
conquistata Rodi . Solimano tentò di assalire anche Malta nel 1565 ma fu costretto a ritirarsi
e l'onore di questa vittoria fu del Gran Maestro Giovanni de la Valette, il fondatore della città
capitale l'alletta.
289
LINGUA D'ITALIA
IL GRAN MAESTRO
nato in Trento il 24 Settembre 1850, ricevuto di Giustizia nel Gran Priorato di Boemia e
Austria l'8 Giugno 1875 , eletto Gran Maestro il 6 Marzo 1905 .
ENCICLOPEDIA
STORICO-NOBILIARE ITALIANA
PARTE II .
PRIMO VOLUME
DIRETTORE
PIEMONTE
LIGURIA
LOMBARDIA
TRE VENEZIE
BOSMIN Dott. PIETRO - Soprintendente del R. Archivio di Stato di Venezia · Vice Pre
sidente della R. Commissione Araldica per le Venezie Socio Effettivo e Tesoriere
della R. Deputazione di Storia Patria per le Venezie e dell’Ateneo Veneto Comm
della Corona d'Italia, Cav. Uff. dei SS . Maurizio e Lazzaro .
DEL TORSO Dott . Nob . Conte ENRICO Membro della R. Deputazione di Storia Patria
Friulana Membro dell'Accademia di Udine e della Commissione dei Monumenti della
-
PARMENSE
DREI Dott . Don GIOVANNI Primo Archivista negli Archivi di Stato Segretario della
R. Commissione Araldica Parmense Membro della R. Deputazione di Storia Patria
-
REGGIO EMILIA
MODENA
VICINI Dott . EMILIO PAOLO Socio della R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti
di Modena Membro della R. Deputazione di Storia Patria per le Provincie Modenesi
e Socio Corr . della R. Deputazione di Storia Patria per le Provincie di Romagna, del
Ferrarese e delle Commissioni Municipali di Carpi e della Mirandola - Conservatore
dell'Archivio Distrettuale Notarile di Modena Conservatore Onorario dell'Archivio
Storico Comunale di Modena Presidente della Commissione Provinciale di Modena
per la Conservazione dei Monumenti Cav . della Corona d'Italia .
299
ROMAGNA
MARCHE
TOSCANA
LAZIO ed UMBRIA
NAPOLITANO
PASANISI Dott . ONOFRIO Primo Archivista di Stato nel R. Archivio di Stato di Napoli
Membro della Società di Storia Patria di Napoli Cav . dell'Ordine della Corona
d'Italia :
COLLABORATORI ASSISTENTI :
SICILIA
SARDEGNA
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DELLA SOCIETA ' ANONIMA EDITRICE DE LA
PRESIDENTE :
ORDOÑO DE ROSALES Marchese Conte Comm . Dott . Don Ramiro .
CONSIGLIERE DELEGATO :
CONSIGLIERI :
AJROLDI di ROBBIATE Barone Comm, Don Paolo. - DE MARSICO Comm . Franco . - ODERO
Avvocato Dott . GUIDO.
SINDACI EFFETTIVI:
CADDEO Cav . Rinaldo . - CATTANEO Rag . FRANCESCO . - DE VECCHI Rag . GIUSEPPE .
SINDACI SUPPLENTI :
ABBREVIAZIONI E SEGNI
A. I. t. = Aureo libro dei 1 titolati della orig . = origine.
Repubblica Veneta . pers . personale .
ant . ascrizione anteriore . Pred . = predicato .
ascy . ascritto, ascrizione . R. Rescr . reale rescritto .
B. P. = breve pontificio . Reg . Feud . registro delle famiglie che
C St. Cenni Storici . possedettero feudi per oltre 200 anni.
Conc. , Concess . concessione, concessio Reg . Malta registro delle famiglie rice
nario . vute per giustizia nell'Ordine di Malta .
D. M. decreto ministeriale. Reg. P. Ch . registri delle Piazze dichia
D. R. decreto reale . rate chiuse .
Decr. decreto . Reinv . reinvestito , reinvestitura .
Dim . dimora . Ric . , Ricon . riconoscimento , riconosciuto .
Dipl. diploma . Rinn . , Rinnov . rinnovazione .
Disc . discendente . S. n. successione napoletana
Duc. Ven . ducale veneta . S. R. I. sacro romano impero.
F. C. = fasti capitolini . S. S. successione siciliana.
F. P. R. famiglia principesca romana. Sen. Ven . senato veneto .
1. iscritto. term . terminazione.
Imp . Austr. impero austriaco. tj . titolo feudale .
Inv . investito, investitura . 4. а . ultimo ascritto .
iscr. iscritto, iscrizione . u , iscr . ultimo inscritto .
L. d'oro nap . libro d'oro napoletano. 4 , ino. ultimo investito .
m. maschi . Ult. poss . ultimo possessore .
mf. maschi e femmine . U.1. , U. v. ultimo riconosciuto.
mpr. = maschi primogeniti. V. vedi.
*
n. nato, nata . famiglia inscritta nel libro d'oro della
N. U. N. D. nobiluomo , nobildonna . nobiltà italiana.
on . onorario . † morto , morta .
1
A
ABATE O ABBATE . ABBATE (DE) .
ARMA : Spaccato di ARMA : Di rosso , al
verde e d'argento . leone coronato , di
DIMORA : Palermo. oro .
Araldica 20
PAGINA 306 LETTERA A
con diploma 18 febbraio 1460 conferì ai fra- (mf. ) nella persona di GIUSEPPE, di Giorgio, di
telli LORENZO, ABRIANO, TOMIO , ALVISE e Mu- Tommaso , discend . da Francesco , nobile di
zio di Antonio ed ai loro discendenti legitti- Lettere viv . nel 1681 .
mi il titolo di conte Palatino , che fu rico 0. P.
nosciuto dalla Rep. Ven . con terminazione 13
agosto 1736 e confermato con S. R. A. 9 ago * ACCOLTI GIL .
sto 1826 a Paolo di Giuseppe ed a FABRIZIO
di Carlo. Con D. M. 6 giugno 1908 , vennero rico ARMA : Inquartato :
nosciuti i titoli di nobile mf . e Conte Palatino nel 1 ° di argento
I
a due fasce di
m . a GEREMIA , n . Trieste 25 nov . 1850, di
rosso , alla bordu
Geremia , di Paolo e di Anna Rocco , spos, con ra di azzurro ca
Maria Alimonda ; da cui : 1. Mario , n . 22 giugno
· 1878, spos . Trieste con Dora Hayes ; 2. Dinora , ricata di otto stel
n. 4 febb. 1880 ; 3. GIORGIO, n . 1882 . le di oro ; nel 20
di azzurro al ca
p. b.
priolo rovesciato e
* ABRO (d ') PAGRATIDE . sormontato da una 1
R. Guardie del Cor. Gli Accolti Gil furono riconosciuti nobili nel
::
telli : Maria , VINCENZO, ADOLFO , MARCELLO, tavio , vescovo di Fossombrone ( 1589) , Giu
Elisabetta, Ugo, Virginia. seppe, cardinale, ( 1743 ) .
III . ALFREDO, di Antonio , di Biagio coi fra. Fu celebre per bellezza, sventure e sveglia
telli Erminia, Addolorata , ERCOLE, ARTURO , Ma. tissimo ingegno Vit
ria Giovanna, MICHELE, Luisa, Maria Giuseppa, toria, sposa di Feli
FRANCESCO BERNARDO ed ACHILLE FEDERICO . ce Peretti nipote di
0. Þ . Sisto V, eppoi di Pao
lo Orsini.
* ACCOLTI GIL VITALE . Si vuole che que
sta famiglia abbia
ARMA : Inquartato ; origine comune con
nel 1 ° di argento i Varano , principi di
a due fasce di Camerino . Fu rice
rosso , alla bordu- vuta negli ordini di
ra di azzurro ca- Malta e di S. Gia
ricata di otto stel- como di Spagna . Un
le di oro ; nel 20 un ramo nel 1746 fu
di azzurro al ca- compreso in Roma
priolo rovesciato e fra i patrizi coscritti , che si estinse nel marchese
sormontato da una Filippo, del quale furono eredi i Pepoli . Al ra
意 stella d'otto raggi , mo di Spello appartenne anche mons. Agosti
il tutto d'oro, al no, arcivescovo di Eliopoli nel XVII secolo.
capo cucito di az- È iscritta nell'Elenco ufficiale in persona di
zurro caricato da DIONISIO, di Luigi Antonio, e dei fratelli Silvio,
tre gigli d'oro di- UGO e FILIPPO col titolo di nobile di Spello (mf . ) .
visi dai quattro pendenti di un lambello di rosso ; t. b.
nel 3º di azzurro a due serpenti di oro intrec
ciati in palo , le teste affrontate e sormontate ACCORRETTI .
ciascuna da una corona all'antica di oro, alla
fascia dello stesso caricata di tre stelle di 6 ARMA : Di argento
raggi del campo attraversante sul tutto ; nel al leone al natu
4° di azzurro al castello fondato sopra un ponte rale linguato di
arcuato sorretto da un piliere, e sostenuto da rosso, tenente una
due leoni affrontati e cimato da un'aquila u palla di azzurro .
scente , il tutto d'oro . Motto : Virtute duce
DIMORA : Conversano . comite fortuna .
Diramazione della precedente famiglia della DIMORA : Macerata,
quale un Antonino Pio aggiunse al proprio Filottrano , Anco
cognome quello materno di Vitale. È iscritta nei na , Roma .
Libro d'oro della nobiltà ital . e nell'Elenco
Le più antiche me
uff. nob. nelle persone di Biagio, di Antoni morie di questa fam,
no, di Biagio ; delle figlie di Biagio : Rosa, originaria di Filot
Teresa ; nonchè dei germani del suddetto : trano, risalgono al
Maria, NICOLA , GIOVANNI, ai quali tutti spetta periodo Comunale.
per ricon . del 1898 il tit . di nobile .
Un SAVINO di Giacomello Accorretti, capi
0. P. tanava le squadre filottranesi contro la guelfa
ACCORIMBONI .
Osimo con Lippaccio e Andrea Azzolini nel
ARMA : Di rosso al grifo d'argento coronato 1316. LUDOVICO SAVINO Accorretti fu podestà
d'oro tenente colla sua branca destra una di Apiro nel 1389. PIETRO IGNAZIO di Alessan
spada del secondo, guarnita del terzo, attra- dro nel 1749 fu chiamato erede da Giov . Batta
versato da 4 cotisse d'azzurro . Gentiloni con l'obbligo di aggiungere per sè
CIMIERO : Un'aquila nascente di nero coronata e discendenti il cognome Gentiloni e lo stemma,
d'oro . nonchè di erigere il bel tempio di S. Maria
DIMORA : Spello. degli Angeli di Filottrano . FRANCESCO Accor
La famiglia ebbe diramazioni a Roma, Fi- retti Gentiloni nel giugno 1767 fu fatto erede
renze, Sicilia . Fu onorata in Danimarca del con vincolo di primogenitura di suo zio Gio
titolo di marchesi di Lister ( 22 aprile 1709 ). vanni Palmucci ultimo di sua famiglia, con
Fra i personaggi che primeggiarono ci fu Ot- l'obbligo di chiamarsi Francesco Accorretti
1
PAGINA 310 LETTERA A
n.
Gentiloni- Palmucci, di inquartarne lo stemma 10 maggio 1845 † 19 febbr. 1900 ; volon
e il tutto trasmettere ai suoi discendenti . Gio tario garibaldino ; med . comm . guerra 1866 ;
VANNI (n . 1865 † 1890) fu Rettore dell'Uni med . comm . Marcia su Roma 1867 ; sp . 1872
versità di Macerata, presidente del Tribunale Cleofe Palmegiani, insignita med . Madri Ca
e fondo, con la consorte Federica c.ssa Spada duti di guerra 1915-1918 (Filottrano. Santa,
Laviny de'Medici un « Istituto per le fanciulle Maria degli Angeli), da cui:
povere di Macerata » . a) M.se ATTILIO, n . Filottrano, 19 giu
Da tempo immemorabile la famiglia è iscritta gno 1879, med . comm. guerra 1915-18 .
alla Nobiltà di Filottrano e Cingoli (mf . ) . Nel b) M.se ANTONIO , n . Filottrano 24 ot
1790 FRANCESCO Accorretti ebbe per sè e di tobre 1882 , med . comm. 1915-18 ; sp . 12 feb
scendenti d'ambo i sessi il patriziato di Ma braio 1927 Lidia Lardinelli.
cerata (mf. ) ; e nel 1803 il titolo di marchese c) M.se FERRUCCIO, n. Filottrano, 17 ot
(mf. ) da unirsi al cognome Accorretti . tobre 1889 sottoten . di compl . caduto sul
Tutti tali titoli furono riconosciuti dalla campo dell'onore 19 giugno 1915 ; med . guerra
Consulta Araldica, come dall'Elenco nob. uff. italo-turca ; med . arg. valor militare ; med .
delle Marche stampato nel 1908. comm. guerra 1915-18 ; croce di guerra (alla
Dal principio del sec. XIX la fam . è di memoria ).
visa nei rami di Macerata e Filottrano . d) M.se MANLIO, n . Filottrano 10 feb
Ramo di Macerata : braio 1896 ; med . comm. 1915-18 ; croce al me
Marchese GIUSEPPE, fu Pietro e fu Mad rito di guerra .
dalena Tornabuoni Mannocchi , nob. di Fi (e) M.sa Amalia , sp. dott . Domenico Bo
lottrano e Cingoli, patrizio di Macerata, nato schi .
ivi 16 ag . 1862 , ten . colon . cavalleria riserva ; 1) M.sa Giulia .
cav . cor. d'Italia ; med . guerra 1915-18 ; spos. g) M.sa Maria .
14 nov. 1885 Bianca dei co . Malacari Misturi h) M.sa Virginia, sp. dott . Rodolfo Olivi
insignita med . Madri Caduti in Guerra 1915-18 di Montefano .
e med . arg. e dipl . Croce Rossa per beneme i) M.sa Giacomella .
renza (Ancona, v. Marsala 14) ; da cui: P. c . b . o .
a) M.se ALBERTO, n. 28 ott . 1886 in An
cona, capitano dei bersaglieri, caduto sul cam
po dell'onore il 20 ag. 1917 ; med . arg. val . mi ACCURSI .
litare e Croce di guerra alla memoria. ARMA : D'azzurro al
b) M.se Enrico, n. 14 luglio 1888 a Mace cavallo allegro di
rata, capitano di fregata, cav. cor. d'Italia argento bardato di
dei SS . Maurizio e Lazzaro , uff. di campo ono roseo col capo di
rario di S. A. R. il Duca d'Aosta .
Angiò .
Fratelli: DIMORA : Todi .
A ) M.se GIOVANNI, n . a Macerata 10 ag . La famiglia vanta
1868 , ten . col. cavalleria nella riserva, cav . la discendenza del
uff. cor. d'Italia, med . comm . guerra 1915-18 ; celebre glossatore
sp. Maria Ovidi , 12 otto. 1895 (Roma, via Ber Accorso insegnante
gamo 54 ) , da cui : di diritto a Bologna
M.sa Virginia, n . a Macerata 7 luglio e mortovi nel 1260 .
1896, spos . 15 maggio 1916 il capitano di Altri eminenti dot
fregata Guido Vianello di Venezia . trinari e giuristi tras
B) M.se AVERARDO, n. a Macerata, 13 ag. sero i natali dagli
1870 † 20 nov . 1926 ; sp . nel 1904 Agnese dei Accursi , i quali furono anziani ed in Bologna
duchi Caracciolo di S. Vito ( Roma, via Ta possedettero due torri .
cito, 10) . È inscritta nell'Elenco ufficiale in persona
Figli ; di LODOVICO, di Aquilio, di Filippo ; dei figli
a ) M.se PIETRO , n . a S. Severo, 29 giu Elena e Filippo e del fratello Giacinto, col ti
gno 1908 . tolo di patrizio di Todi (mf. ) .
b) M.se MARIO, n . a S. Severo 29 ago t. b .
sto 1910 .
c) M.sa Maddalena, n . 25 marzo 1905 . * ACCUSANI .
d) M.sa Elena, n . 22 febb. 1912 .
Ramo di Filottrano : ARMA : D'oro , alla fascia d'azzurro, caricata di
Marchese FRANCESCO fu Giuseppe, nob . di tre stelle del primo, ordinate in fascia ; accom
Filottranoe Cingoli , patrizio di Macerata, pagnate in capo, da un'aquila di nero coro
LETTERA A PAGINA 311
nata del campo ; in punta, da una croce d'az stelle di sei raggi, il tutto d'oro ; nel 20 d'az
zurro , patente, di dodici punte. zurro all'arca noetica in un mare ondato d'ar
DIMORA : Acqui. gento , sormontata dal motto Auxilium a Deo
Titolo : Barone di Retorto e Portanova (mpr.) . in caratteri lapida
Ricon . I902 . ri romani d'argen
Discendente dagli antichi conti dell'Acque to , posto su due
sano, ha memorie sicure dal principio del se righe.
AVXILIVM
colo XV con l'inve CIMIERO : Il leone del
stitura di Montabo lo scudo nascente
ne ( 15 marzo 1419 ) . fra cinque penne
di struzzo d'oro ,
秋 CARLO MARIA è il
primo barone di Re
torto e Portanova,
per investitura del
di rosso, d'argen
to e d'azzurro .
DIMORA : Bologna .
Forse da Quader
19 nov. 1748. Suo
fratello BARTOLOMEO na , l'antica Claterna
dà luogo alla piccola sulla romana via E
linea di Olmo , come milia , traggono gli
* padre di VITTORIO
che trovasi qualifica
to conte di Olmo in
carte del tempo. Alla
Acquaderni l'origine e il nome. La prima noti
zia sicura che si ha di loro rimonta al 1567 ,
anno nel quale nacque un MArco di Giovanni
di altro Marco . Essimantennero sempre la loro
linea primogenita apparteneva il ten . generale residenza ordinaria a Monte Calderaro , comune
GIUSEPPE , decorato di due medaglie d'argento fra i sette borghi del quale era compresa in
e della croce dell'ordine militare di Savoia , passato Quaderna , finchè verso il principio del
riconosciuto come barone di Retorto e Portano sec . XIX si trasferirono a Castel San Pietro ,
va per D. M. 7 febbraio 1902 . e poscia, nel 1864 , a Bologna.
GIUSEPPE, di Guido Cesare, di Carlo Erme GIAN Paolo fratello del suddetto Marco,
negildo. laureato in ambo le leggi nel 1597 , fu avvocato
Figli: Adelaide, EMILIO, LUIGI, Iginia . della S. Romana Rota ; ANGIOLO MICHELE di
m. 2. Giuseppe, divenuto monaco agostiniano nel
ACERBO . 1688 col nome di p. Nicola Vincenzo ; ebbe
fama di valente oratore e buon poeta ; GIAM
ARMA : D'azzurro a BATTISTA , nato a Castel San Pietro nel 1802 ,
tre monti di verde occupò nel paese natale molte cariche pub
posti sopra un fiu bliche . A GIOVANNI, figlio di quest'ultimo,
me e sostenenti Leone XIII concedette ai 17 febbraio 1888 il
tre cipressi , il tutto titolo di conte trasmissibile per ordine di pri
al naturale . mogenitura maschile, e i suoi discendenti fu
Motto : In hostes a rono autorizzati a far uso di tale titolo ponti
cerbus. ficio nel regno con D. R. 20 maggio 1926
Famiglia abruzze e R.R. L.L. P.P. 2 dicembre 1926. Attuale
se . 11 12 di aprile investito è il dott. comm . ALESSANDRO di
1924 con R. D. di Giovanni . Suoi figli: Marco , Maria Luisa
« motu proprio » fu in Ugolini, Giuditta in Gambetti, Giusep
concesso il titolo di pina in Matteucci, GERARDO. Figli di Marco :
barone dell'Aterno Aurelia e PIETRO .
(mpr. ) ed in man u . d.
canza dei maschi alla femmina e discendenti
(mpr. ) al prof. GIACOMO Acerbo ex segretario
del Consiglio dei Ministri e Vice Presidente * ACQUARONE .
della Camera dei Deputati.
V. S. ARMA : Di argento all'aquila di nero coronata
del medesimo .
*ACQUADERNI . DIMORA : Genova e Portomaurizio .
ARMA :. Partito : nel 1 ° di rosso al leone d'oro Della famiglia Acquarone, detta anticamente
armato e linguato di nero , tenente con le anche De Corone, si trova menzione in un atto
zampe anteriori una croce latina posta in del 1145 in Oneglia : nei pressi di questa città
palo e sormontato da un triangolo fra tre è un monte che conserva il medesimo nome
PAGINA 312 LETTERA A
di Acquarone. Questo casato è fiorito in quei nunziò al comune di Montegrosso alcuni diritti
luoghi dal secolo XII sino ad oggi ; ma , essendo signorili, che ivi esercitava col beneplacito
andata perduta , per i disordini demagogici della Signoria di Genova, con la sola condi
e bellici degli ultimi zione che su' due corni dell'altare maggiore
anni del sec . XVIII , parrocchiale si innalzasse il suo stemma .
la più parte de' do- Nelle ultime generazioni gli Acquarone hanno
cumenti da essa ser- proseguito in parentadi cospicui, prendendo
bati , le memorie pre- donne nelle case Landolina dei principi di Tor
cedenti al sec . XVI rebruna e Pignatelli dei duchi di Montecalvo .
sono talora confuse Un nuovo rione della città di Genova ha preso
H ed incerte . Da Gio-
vanni , vivente in
quel secolo, per le
successive generazio-
ni di Giovan Batti-
sta ( 1595 ) , Bernar-
do, Tommaso , Ber-
nardo, Paolo Filip-
po , Giuseppe, Tommaso , Paolo Filippo, Tomma-
so , la linea giunse, all'inizio del sec . XIX , ai
fratelli Paolo Filippo e Giacomo Filippo, figli
il nome dalla famiglia Acquarone, che ne pos
sedeva il suolo .
Nell'Elenco ufficiale nobiliare italiano del
1922 vennero annotati il su mentovato conte
* Luigi FILIPPO † di Pietro Filippo coi figli
Maria Gabriella, Anna, Pietro, MARIO . Da EN
RICO TOMMASO, fratello di detto Luigi Filippo ,
sono nati Maria Gabriella, Anna Maria , ALFON
so, Maria Luisa, TOMMASO, Giulia e Carolina.
1. v .
dell'ultimo Tommaso . Il re Carlo Alberto
nel 1837 , con lettere patenti date in Torino
( 16 settembre ) , riconoscendo la chiarezza del * ACQUAVIVA D'ARAGONA .
« casato D'Acquarone di Porto Maurizio , che
da più secoli fiorisce colà e vi si mantenne ARMA : Di oro al
costantemente in onore, sia per lo splendore leone d'azzurro lin
di chiare alleanze contratte con cospicue fa- guato di rosso . Al
miglie , che per generose largizioni a favore di tra : inquartato :
pii istituti » , volendo « fregiarla di un titolo nel 1 ° e 4º di oro
progressivo di nobiltà chene accresca il lu- al leone di azzur
stro » , concesse al detto secondogenito Gia- ro linguato di ros
como Filippo il titolo di Conte. Non restando so ; nel 20 e 3°
prole dell'investito , il pronipote collat ale di di Aragona che è :
lui Luigi Filippo, nato da Pietro Filippo di di oro a quattro
Paolo Filippo fratello primogenito del conces- pali di rosso .
sionario, ottenne nel 1919 (R. D. 2 ottobre) DIMORA : Napoli .
per sè, pel figlio Piero e discendenti maschi Secondo la mag
primogeniti, la rinnovazione del titolo comitale . gior parte degli au
Personaggi notevoli di questo casato fu- tori, questa famiglia
rono : padre BERNARDO , ministro generale dei del regio sangue dei duchi di Baviera, passò in
Minori cappuccini ( 1678) , autore di libri asce- Italia nel sec . X , stabilendosi nella marca d'An
tici ; GIUSEPPE , che la città di Oneglia, già cona. Al tempo degli Svevi scese nel Napole
dominio sabaudo, inviò a re Vittorio Ema- tano , acquistando un
nuele I nel 1814 per ottenerne guarentigie nel grosso stato negli A
suo trapasso amministrativo nella Liguria , bruzzi , nel quale si
quando questa venne unita al Piemonte dopo comprende la terra di
il crollo napoleonico; BARTOLOMMEO, profes- Acquaviva da cui
sore nella università di Siena , autore di studi trasse il nome .
storici , noto liberale, che nel 1846 si adoperò Per concessione di
per la ristampa in Capolago delle opere di Ferdinando d'Ara
Gerolamo Savonarola ; il vivente conte PIERO , gona nel 1477 Giu
ufficiale onorario di ordinanza di S. A. R. il lio Antonio , duca di
Principe di Piemonte, alla istruzione del quale Atri, e i suoi discen
fu già addetto ( 1919-1921 ) , decorato al valor denti , aggiunsero al
militare con medaglie di argento e di bronzo , proprio il cognome
commendatore mauriziano , cavaliere di onore di Aragona . Fu an
e devozione di Malta . noverata insieme alla Sanseverino, d'Aquino,
Questa famiglia nel 1794 (26 febbraio) ri- Ruffo , del Balzo , Piccolomini e Celano fra
LETTERA A PAGINA 313
le sette grandi famiglie del regno . Fin dal Girolamo , n . 1786, ascritto al Libro d'oro na
1373 fu ricevuta nell'ordine di Malta . Nel poletano .
1507 fu aggregata al patriziato di Napoli al 0. P.
seggio di Nido , e fu a suo tempo ascritta
al Libro d'oro della nobiltà napoletana, per ACQUI (MENSA di) .
la qual cosa spetta il titolo di patrizio na Titolo : Principe del
poletano ai disc. maschi di Luigi di Girolamo Sacro Romano
e di Carlo di Girolamo. Godette anche nobiltà Impero.
in Benevento ed in altre città . Il vescovo pro tem
Possedette questa grande famiglia S. Va pore . ARMA
lentino col titolo di conte, primo titolo con L'origine del tito
cesso a questa famiglia da re Roberto, Caserta lo è assai remota ; ri DEL
col titolo di conte , e nell'anno 1579 Giulio corre nei vecchi do TITOLARE
Antonio ebbe da Filippo II il titolo di principe cumenti associato ad
sulla medesima città e Teramo anche col ti altre titolature che PRO TEMPORE ”
tolo di principe. Ebbe inoltre molti ducati fra poi , col tempo, de
i quali il primo del regno, Atri ( 1404) , Nardò caddero .
( 1531 ) , Noci ( 1600) ; fu conte di Conversano Il vescovo Carlo
( 1480) , conte di Castellana ( 1617) ed altri ti Antonio Gozani nel
toli ebbe ed innumerevoli baronie ; per eredità Sinodo del 1679 e
Milazzi le furono riconosciuti quelli di duca 1699, stampato a Milano l'anno 1708, si inti
di Casalaspro e Pietragalla . Diede molti car tola « marchese e conte et prencipe del Sacro
dinali alla Chiesa , tenne i più alti uffici dello Romano Impero » . Il suo successore Giovanni
Stato, come quello di gran protonotario . Fu Battista Roero, nel Sinodo del 1729, si qua
insignita del Grandato di Spagna e più volte lifica « comite aquensi ac S. R. I. Principe » ;
ebbe il reale ordine di S. Gennaro . ciò che ripete il vescovo Giuseppe Maria
Appartennero a questa famiglia giurecon Sciandra nel Sinodo del 1876. Esiste un di
sulti , uomini di Stato , uomini d'armi , tra i ploma dell'imperatore Leopoldo che conferma ,
quali Giuseppe Antonio che si illustrò nella il 23 marzo 1699, i privilegi del vescovo ; e una
guerra d'Otranto ; Riccardo, giustiziere di Ter lettera del Procuratore generale di S. M. del
ra di Bari ; Corrado, maresciallo nel 1317 ; 21
settembre 1757, dichiara essere lecito al
Giosia, rinomato capitano di Alfonso I d'A vescovo di Acqui di portare il titolo di prin
ragona ; Andrea Matteo coinvolto nella con cipe del Sacro Romano Impero. È il ricono
giura dei baroni, salvatosi a stento dalla pena scimento ufficiale .
capitale ; Giovan Girolamo generale di caval M. 2.
poli nelle chiese del Duomo , del Monte di due leoni illeopar
Pietà e di Piedigrotta ; in Nardò, nella chiesa diti di argento uno WU
di S. Antonio ; in Conversano a S. Maria della sull'altro, accom
isola . pagnati da nove
Questa famiglia si divise in diversi rami dei croci d'oro rincro
quali esistono soltantodue . Al primo spettano gli ciate con la tra
attuali titoli della casa Acquaviva, per ricono versa inferiore ap
scimento ottenuto nel 1899, e cioè quelli di duca puntata, poste ed
di Atri , duca di Nardò, duca di Noci , conte di ordinate in palo,
Conversano , conte di Castellana, duca di Ca tre in ciascun fian
salaspro e Pietragalla. Esso è attualmente rap co dello scudo e
presentato da Giulia di Francesco in Perrelli tre in mezzo , que
Tomacelli Filomarino, decorata, personalmente ste una in capo ,
per il R. D. 16 agosto 1926, dei titoli suddetti , una in punta, la
e che ha per successore , in quello di conte di terza fra i due leoni .
Conversano, il suo figliuolo RoDOLFO, giusta RR . CIMIERO : Una gamba a mezza coscia armata,
LL. PP. 21 luglio 1927. gocciante sangue, con ornamenti d'oro e
Al secondo spetta il titolo di patrizio na racchiusa entro una sciarpa gomenata di
poletano (m .) , ed il predicato dei duchi di argento e di rosso .
Atri (mf . ) . Entrambi i rami discendono da DIMORA : Napoli.
PAGINA 314 LETTERA A
Bertolino . Un discendente suo, GIUSEPPE ( 1635 miglia nelle persone di : PIETRO, n . Rovigo 28
† 1690 ) con diploma 2 ottobre 1682 fu creato marzo 1842 di Antonio e di Luigia Barucco,
marchese, conte, libero barone e cavaliere del spos. I a Palmanova , II aprile 1872 con Te
S. R. I. Altro GIUSEPPE, suo pronipote, fu resa Miconi † 16 genn . 1885. II . a Palmanova,
membro della Società Palatina ed erede di 18 agosto 1886 con Maria Comuzzi (dim. Pavia
Giovanni Salvaterra, questore del Magistrato di Milano) . Figli di Pietro : 1. Addo, n. Pal
Ordinario, coll'obbligo, per sè ed eredi , d'as manova, 13 aprile 1873 , spos. a Gonars 14 sett.
sumerne il cognome . Dall'abiatico di costui , 1912 con Alice Piani , da cui : a) Maria Laura,
GEROLAMO ( 1764-1825) , cavaliere di S. Ste n . Udine, 7 febbr. 1915 ; b) CORRADO, n . Onta
fano , discende CAMILLO (n . 1803 ) , deportato gnano ( Udine) , 24 ott. 1916. (Dim. Udine) .
a Linz per la sua avversione alla dominazione 2. CINtio, n . Palmanova, 20 sett. 1887, spos.
austriaca ed un ramo ora estinto , come pure a Udine 8 maggio 1920 con Italia Flaibani, da
spento è quello proveniente da FELICE (1755 cui : Pier Mario , n . Udine , 24 marzo 1921 ,
1798) , fratello del predetto Gerolamo, padre (dim . Udine); 3. † Gemma n . Palmanova , 4
di Paolo ( 1797-1843 ) , I. R. ciambellano , pa agosto 1874, spos. I. con Antonio Belgrado, † 17
store d'Arcadia col nome di Liseno Egineo : fu ott . 1907 ; II . con Benvenuto Contieri. (Dim.
egli fondatore di una commenda di giuspatro Trieste) . 4. Gisella , n . Palmanova, 8 maggio
nato dell'Ordine di Malta ed ampliò il Semi 1891 , in Tomaso De Siena. ( Dim. Pavia di
nario di patronato D'Adda in Varallo. È su Milano) . 5. Gina, n. Palmanova , 12 marzo 1894,
perstite invece la diramazione procedente da in Amedeo De Siena, capitano dei bersaglieri.
GIOACCHINO ( 1794-1829) , pure abiatico del mar
chese GEROLAMO (n . 1815 ) , cultore e scrittore e. d . t.
apprezzato di storia dell'arte, possessore d'una
preziosa biblioteca. I D'Adda sono ascritti al
patriziato milanese , vestirono l'abito di Malta, ADELASIO .
ed hanno il trattamento di don e donna .
Cfr. A. S. M. , arald .; Fam . not . milanesi, Mi ARMA : Troncato e
lano, 1875 . semipartito : il 1 °
d'oro all' aquila
a. 8
coronata di nero ;
ADDA (d ' ) . il 20 d'oro a tre
bandiere di nero ,
ARMA : Fasciato , on col drappo aguzzo
dato innestato di
SSS
e ripiegato sull'a
BE
argento e di nero, sta, piantate sulla
la prima fascia ca campagna di ver
rica del motto : Con de ; il 3º d'azzurro
limpidezza ; con il alla torre d'argen
CON LIMPIDEZZA capo d'oro, carico to , aperta , fine
di un'aquila di strata e murata di
nero . nero .
armato di spada
si originaria della posta in sbarra, u
Francia . Stabilitasi scente dal fianco
in Tropea faceva già sinistro dello scu
parte di quel Sedile do , accompagnato
nel 1567. Allontana in capo da tre gigli d'oro posti fra i quattro
tasi per passare forse pendenti di un lambello di rosso.
in Nicotera vi ri DIMORA : Firenze .
ritornò successiva Famiglia originaria di Cascina, un ramo
mente , e vi fu re
della quale assunse il cognome da un Adorno
integrata nel 1755 . vissuto nel XV secolo . Il cognome Braccesi
Nel 1804 fu ascrit . fu aggiunto nel 1771 per testamento di France
ta al Reg . P. Ch .' nelle persone di Pasqua sco Aurelio Braccesi, ultimo di questa famiglia.
le, di Giuseppe Domenico e di Giuseppe GIOVANNI da Cascina, padre del detto Adorno ,
e Nicola di Carmine , i cui discendenti maschi
hanno diritto al titolo di patrizio di Tropea e fu podestà dell'isola del Giglio nel 1385 , e rivesti
la carica di Anziano in Pisa nel 1392 e 1402 .
le femmine al titolo di nobile . Furono ascritti al Patriziato pisano (mf. )
0. P. con rescritto 26 febbraio 1819.
a) ANGIOLO di Francesco di Alessandro .
Figlio : GIUSEPPE .
ADONNINO .
Figli di GIUSEPPE : GIOVANNI , ANGIOLO.
ARMA : Di azzurro , al leone coronato d'oro , Figli di GIOVANNI : RANIERI , FRANCESCO, GA
che tiene colle zampe anteriori un tizzone STONE
dello stesso , acceso di rosso . Figli di ANGIOLO : GIUSEPPE, GIULIO , RINAL
DIMORA : Messina, Licata . DO , ADORNO .
Si vuole originaria di Firenze. Un ANDREA, b) BARTOLOMEO di Francesco .
con privilegio i febbr. 1678, esecutoria a 23 Figlio : ALESSANDRO F10.
PAGINA 318 LETTERA A
Figli di ALESSANDRO : ADORNO, Giuseppa, suoi figli al cognome paterno quello della loro
PIER Luigi. madre. De' tanti rami genovesi l'unico an
g. c . cora superstite è per estinguersi in due so
ADORNO . relle, che affideranno il loro cognome illustre
a' loro discendenti nelle famiglie Durazzo e
ARMA : d'oro alla Cattáneo . A queste due dame la stirpe per
banda scaccata di venne da quell’Adorno o Barisone del 1210
3 file di argento attraverso le successive generazioni di Lan
e di nero. franco , Faravello , Baldassarre, Morvello, Ge
DIMORA : Genova . ronimo, Galvano, G. Battista , Geronimo, Mi
Famiglia patrizia chele, G. Battista, Michele, Baldassarre, An
e dogale genovese , tonio , Agostino e altro Agostino, padre di dette
che nel secondo cin. sorelle , Carolina maritata in Durazzo e Viola
quantennio del se- maritata in Cattáneo . Il ramo proveniente
colo XIV e in tutto da Giacomo, altro figlio di Barisone, passando
il sec . XV salì ad per Adornino, Raffaele, il doge Barnaba, Carlo ,
altissimo grado in Barnaba, Geronimo, si spense , carico di onori
Italia, poichè gli A- e di ricchezze, in Barnaba Cesare, figlio del
dorno e i Campofre- l'ultimo Geronimo , e nella sorella di lui Mad
gosi o Fregosi furono " dalena, che portò il suo cognome dogale nella
alternativamente e in competizione gli effettivi famiglia pavese Botta. - Da Gabriele , altro fi
-
signori della Repubblica di Genova. Si ebbe da- glio di Giacomo di Barisone, provennero suc
gli storici e genealogisti origini e provenienze cedendosi Giovanni, Ilario , Giovanni, Giacomo,
svariate, tra le quali piaceva far prevalere la altro Giacomo, il quale trasportò la sua fa
leggenda dell'origine teutonica . Conviene crede- miglia a Xeres in Ispagna (sec. XV) , prose
re , per contrario, che ella abbia avuto provenien- guendola per un terzo Giacomo, un quarto
za e nome dalla borgata di Adorno, ch'è presso Giacomo, Agostino, Giacomo , Agostino, la cui
Tàggia nell'estrema Riviera di Ponente . Un pri- unica figlia Aloísia si maritò con Lorenzo
mo ricordo del casato lo si trova nella menzione Adorno de Guzman, che apparteneva a un'altra
di tale Anna Felice vedova di ADORNO, fatta il branca di Adorno spagnuoli, provenienti da un
1186 ( 12 gennaio) in un atto notarile. Questo Francesco pel tramite di Dionisio , Francesco ,
medesimo ADORNO o altro omonimo testimo- Fernando, Francesco padre di detto Lorenzo :
niava in un istrumento del 1210 ( 15 ott.) ; e questa seconda linea, nella quale la prima si
così compariscono a quel tempo un BARISONE fondeva per mezzo dell'Aloisia, proseguì an
e un PIETRO ( 1212) , dal quale Barisone, o cora per Agostino, altro Agostino , Lorenzo (se
Adorno che sia, germogliarono i rami rigogliosi colo XVIII ) . La genealogia de' sette dogi di
di questa grande famiglia . La quale nei primi casa Adorno è questa che segue :
tempi visse di mercatura con tale profitto, che Adorno o Barisone
potette accumulare le grandi ricchezze , che
la portarono a così alta potenza . Nello spazio
di meno di centosessant'anni ( 1363-1522) gli Lanfranco Adorno
Adorno in Genova ebbero sette dogi, dei quali 1
Daniele Giacomo
Antoniotto juniore chiuse la serie de' gloriosi
dogi a vita, quando la ritorma di Andrea Doria
GABRIELE Guglielmo
del 1528 istituì gl'impotenti dogi biennali . Al
lora gli Adorno , come gli Spinola, į Grimaldi, 1363 .
Adornino
i Doria , i Fieschi , i Fregosi , che avevano a
volta a volta signoreggiato quella repubblica , Raffaele GIORGIO ANTONIOTTO
discesero al comune livello del patriziato cit 1378 , 1384 ,
tadino ; nel quale gli Adorno non formarono 1413
neanche uno degli Alberghi , ma restarono ag 1391 , 1394 .
gregati nell'albergo Pinelli . BARNABA RAFFAELE
Molti furono i rami in cui si estese la casa 1447 1443
Adorno , uno dei quali prosperò nella Spagna . PROSPERO
Si aggiunse poi a questa famiglia il vecchio Agostino
casato dei Campanaro, de' quali Nicolò nel 1461 , 1478 1
ANTONIOTTO 1522 .
secolo XIV sposò Margherita Adorno, figlia
di Adornino di Guglielmo e sorella dei dogi Gli Adorno ebbero anche possedimenti feu
Giorgio e Antoniotto seniore, sostituendo ai dali ; epperò furono marchesi di Pallavicino ,
LETTERA A PAGINA 319
Prato , Silvano , Montesoro ; conti di Castellet santo. PROSPERO, doge ( 1461 ) , sconfisse il re Re
to , Renda, S. Felice, Guardia oltramontana, nato che assaltava Genova ; imprigionato in Cre
Montaldo, Capranica ; signori di Ovada, Ros mona dal duca di Milano , la duchessa vedova
siglione , Varazze, Serravalle, Tagliolo, Ca Bona lo inviò al riacquisto di Genova, di cui lo
priata, Pietra, Borgo , Cerendero, Monteacuto, fece governatore ; ma egli, stimandosi sospetto,
Sale, Pigna, Saorgio, Lucerame, Grimault, rivoltò la città, inflisse una sanguinosa sconfitta
Periteorio , ecc . all'esercito milanese ( 1478) e si fece rieleggere
Dei personaggi ragguardevoli possono men doge : in questa impresa il fratello CARLO, OC
tovarsi i seguenti . LANFRANCO, che fu degli cupando il Castelletto e rovesciando la gente
anziani di Genova ( 1261 ) . FARAVELLO di Lan di Obbietto Fieschi, agevolò l'entrata di Pro
franco, che prestò danari agli Spinola e ai spero nella città. AGOSTINO e GIOVANNI, pene
Grimaldi per la ricuperazione delle loro case travano in Genova e vi assediavano nel Castel
( 1310) . BALDASSARRE e MELIADUCE di Fa letto il doge cardinal Paolo Fregoso ; Agostino,
ravello, quello anziano ( 1346) , questo padrone assicuratosi proditoriamente dell'alleato Bat
e capitano di una galera all'impresa del 1346 . tista Fregoso , dava Genova al duca di Milano,
LUCHINO, vicario in Roma pel papa Inno che ne lo faceva governatore decennale ( 1488) ;
cenzo VI, poi vescovo di Famagosta in Cipro Giovanni, comandando l'armata genovese che
( 1373) . GABRIELE di Daniele di Lanfranco , mer tolse Rapallo ai Fieschi e agli Aragonesi, fece
cante e popolare ghibellino, inviato a trattar paura a Federigo d'Aragona, che da Portové
la pace coi Grimaldi di Monaco ( 1347) , anziano nere fece voltar prora alla sua armata ( 1495 ) , e ,
di Genova ( 1350, 1359) , uno dei dodici appalta mesi dopo, scacciò da Rapallo i Francesi di
tori della maona di Scio nell'Arcipelago ( 1362 ) , Carlo VIII ; Ludovico il Moro lo creò capitan
doge di Genova ( 1363-70) , vicario imperiale generale delle fanterie milanesi ; quando i Fran
( 1368 ) . GIANNOTTO , fratello di Gabriele, fu ca cesi di Luigi XII rientrarono in Genova ( 1499) ,
valiere di Rodi e priore di Napoli ( 1365 ) . AN egli si salvò navigando per Napoli . BERNAR
TONIOTTO, più volte doge di Genova, consegnò DINO, già podestà di Albenga ( 1493 ) , incari
la patria al re di Francia ( 1396) . ADORNINO , cato dalla Signoria di difendere con cinque- .
eletto capitano del popolo nella vacanza di cento soldati la Riviera di Levante dai Fie
governatore francese in Genova ( 1401 ) . DA schi e Francesi , venne da Anton Maria Fieschi
MIANO, consigliere della repubblica nelle con assalito e scacciato da Trebbiano ( 1495 ) . GE
venzioni con l'imperatore Carlo IV. RAFFAELE ROLAMO, morto il 1496, dei cui viaggi fece
comandava dodici galere genovesi all'impresa di cenno lo Spotorno nella Storia letteraria della
Gerba in Africa, militò pel re Alfonso d'Ara Liguria. GIULIANO, morto il 1494 , marito della
gona contro Genova . GIOVANNI , appaltatore dei santa Caterina Fieschi . DOMENICO , uno dei
maonesi di Scio in Focea nuova, che , per aver due inviati dalla Signoria a papa Giulio II
licenza di lavorare le allumiere, pagava un tri per ottenere la cessazione delle ostilità del re
buto di ventimila iperperi al Sultano Mao Luigi XII ; entrati i Francesi in Genova, i no
metto I. Brizio, podestà di Albenga, vi ri bili, per confiscarne i beni , gli perquisirono la
formava il governo e gli statuti ( 1413-14) . GIOR casa ( 1507) . GABRIELE fu dei quattordici cit
GIO, doge di Genova ( 1413-15) . RAFFAELE, dotto tadini del popolo grasso, che il re Luigi di
giureconsulto ( 1442) . TÉRAMO offrì il dominio Francia volle che gli si mandassero ostaggi in
di Genova al duca di Milano per abbattere il Milano ( 1507) . ANTONIOTTO, divenuto doge
doge Tommaso Fregoso ( 1421 ) . RAFFAELE , dopo il sacco di Genova ( 1522 ) per l'influenza
doge ( 1443-47) , rifabbricò a sue spese la chiesa spagnuola, ricevette in Genova il nuovo papa
e il convento di nostra Signora del Monte , do Adriano VI , che di Spagna si recava a Roma
tandola con attiguo bosco ( 1444 ) . BARNABA , ( 1522 ) , e il vicerè di Napoli Lannoy col pri
fuoruscito , calava in val Polcévera , tentava di gioniero re di Francia Francesco I ( 1525 ) ; fu
occupare il Castelletto tenuto dai Milanesi, for deposto dai Francesi guidati da Andrea Doria
tificava i monti circostanti , ma veniva fugato ( 1527) , e fu l'ultimo doge prima della riforma
dal Piccinino ( 1428) ; tornato con ottocento fanti costituzionale del 1528. GEROLAMO, fratello del
e trecento cavalli, fu di nuovo sconfitto e preso precedente, penetrò armata mano in Genova per
da quel capitano ( 1431 ) ; si fece doge (4 genn. cacciarne la parte Fregosa, ma vi restò pri
1447 ) , ma restò in carica pochi giorni; poi mi gioniero ( 1514 ) ; fu negli eserciti di Carlo V
litò contro Genova con re Alfonso . ANTONIOTTO e si trovò alla battaglia della Bicocca ; menò
( 1444-45) e PAOLO ( 1446-47) furono capitani di seco gli Spagnuoli in Genova, permise loro il
Pieve di Teco . GEROLAMO, cameriere d'onore di sacco della città ( 1522) e fece doge il fratello.
papa Paolo II ( 1465) , assistette al miracolo di Consigliere intimo di Carlo V , andò per lui
S. Francesco di Paola dei carboni ardenti nella ambasciatore a Venezia a promuovervi una
sua mano, e si fece dei Minimi istituiti da quel lega , ma quivi morì appena quarantenne ( 1523 ) .
PAGINA 320 LETTERA A
Uno storiografo lo dice di « bella persona , fa b) fasciato di oro e di rosso ; nel 20 d'oro
condo, buon capitano e valoroso », ma obbro all'aquila di nero linguata di rosso, coro
brioso pel sacco della patria ; ultimo dei grandi nata d'oro, rivoltata; nel 3º di azzurro al 1
Giacomo, FRANCESCO ( 1779-1843 ) , fu abate cas Scala , Ravello, Lettere, ed in Napoli al Seggio
sinese . di Nido .
Contrassero i suoi membri affinità coi più Ha posseduto i contadi di Trivento e di LC
illustri casati piacentini, quali i conti Trevani, reto, i marchesati di Agropoli, Frignano Mag
i Ferrari, i Borghi, i Nicelli , i Douglas -Scotti, i giore e Montefalcone, i ducati di Barrea, Ca
march . Tedaldi, i Falconi, ecc . steldisangro, Castropignano e Campomele, il
Degli Affaticati sono riconosciuti i seguenti principato di Scanno, titoli passati poi in altre
rami. famiglie. Fu ricevuta nell'ordine di Malta più
ERCOLE di Giuseppe, di Paolo Filippo, disc. volte, sin dal 1557. È iscritta nell'Elenco uff.
da Vincenzo ( 1653) Nobile mf. nob. in quattro linee principali:
Figli : LUIGI , Marina, Adele in Zagnoni. I. d'Afflitto d'Aragona, col titolo di patrizio
Sorelle : Giulia, Antonietta . napoletano ai discend. da Antonio, n. nel 1772 ,
Figlia di Luigi: Giuseppina. ed ascr . al Libro d'oro napoletano.
Paolo di Stanislao , di Giacomo. Nobile mf. II . Linea di Scala, riconosciuta ammissibile
disc. da Vincenzo ( 1653) . Conte , m . , disc . da nelle RR. Guardie del Corpo e distinta in :
Biagio, di Vincenzo Sforza, di Vincenzo ( 1708) . a) ramo primogenito decorato dei titoli di
Ramo primogenito , a cui è riconosciuto lo duca di Campomele (mpr .); duca di Castropigna.
stemma su riportato ; comunemente distinto no (mpr .); march . di Frignano Maggiore (mpr) .;
dai rami secondari con l'appellativo : « di San marchese di Montefalcone (mpr.) ; marchese di
Sisto », essendo la famiglia da secoli dimorante Agropoli (mpr. ) , per successione delle famiglie
presso la celebre chiesa piacentina . Evoli e Miroballo , e di patrizio di Scala per
Figlio: VALENTINO . riconosc . 1887 e 1907. Rappresentava questo
Sorelle : Elena , Angiolina. ramo : MARIA STEFANIA , di Mariano, di Pan
ANGELO, di Giovanni, di Angelo. Conte, m . , taleone, che dal matrimonio col nobile Riccardo
disc . da Biagio ( 1708) . dei marchesi Nunziante ha lasciato i figliuoli
Fratelli: CESARE, GIOVANNI , Emilio . FRANCESCO , Rosalia e Giuseppina.
Zii : GAETANO, AUGUSTO, EGIDIO . b) ramo secondogenito col titolo di patr.
I rami secondari usarono l'arma così modi. di Scala (m.) , per riconosc. 1907 a Fausto, di
ficata : nel campo inferiore : d'azzurro a tre Bonaventura, di Matteo, con i figli ACHILLE, O
bande d'argento caricate di un corno . SCAR, Giov . BATTISTA , BONAVENTURA e fratelli
8. d. di Fausto : Clotilde, Gemma, GASTONE, Maria
Adelaide.
* AFFLITTO (d ' ) . III . Linea di Ravello col titolo di patrizio di
ARMA : Vaiato d'oro
Ravello ai disc. da Diego, n . nel 1797 ; linea
ora estinta.
e d'azzurro .
IV. Linea di Amalfi, col titolo patriziale per
DIMORA : Napoli. riconosc. 1915 e di marchese (mpr.) per R. D.
Un Famiglia antichis
sima, della quale le
di riconosc. 16 febbr. 1922. Rappresentano que
sta linea il marchese FRANCESCO, commenda
prime sicure notizie tore del S. M. O. di Malta, tenente generale
si hanno in Amalfi ;
del R. E. , ed i suoi due figli: CAMILLO E FEDERI
W ti personaggi che il
lustrano questa no
bile famiglia.
* AGAPITO .
ARMA : Troncato di azzurro e d'argento a tre
stelle (6) ciascuno dell'uno nell'altro, quelle
Landolfo , consigliere di re Ruggiero ; Orso, di sotto 2 e i .
vescovo di Scala nel 1144 ; Leonardo, vicario TITOLI : Nobile Cretense mf . , Conte m .
e gran cancelliere del regno nel 1414 ; Matteo , DIMORA , Trieste : via Aleardi, 322 .
stimatissimo per la sua dottrina , regio Con Con ducale veneta 13 maggio 1782 , MARCELLO
sigliere e luogotenente della R. camera, ai di Giovanni Agapito , col fratello RINALDO E
tempi degli Aragonesi; Filippo, giustiziere degli coi figli GIOVANNI ANTONIO ANDREA e GIRO
Abruzzi nel 1497 ; Andrea, maestro di campo LAMO , venne dichiarato nobile cretense e conte
ai tempi di Carlo V ; Scipione , anche maestro della Serenissima Repubblica, insieme coi suoi
di campo , morto nel 1649. discendenti legittimi . Questa famiglia godeva
Ha goduto questa famiglia nobiltà in Amalfi. da remoti tempi di una feudale contea nel re
LETTERA A PAGINA 323
ne a stabilirsi in Pisa in tempi remoti, acqui sec. XV con ANTONIOTTO Agliaudi, ritenuto
standovi ben presto una posizione eminente, il capostipite della famiglia. A Torino en
come ne fanno fede le molte e importanti cari trano presto nel corpo decurionale con CAR
che pubbliche tenute LANTONIO, il cui figlio GIANDOMENICO e il cui
dai membri di essa . nipote GIAMBATTISTA succedono nella carica
GALGANO fu nel cittadina. Quest'ultimo sposa Francesca di
1310 inviato come Matteo Baroni , sorella del conte di Tavi
oratore del senato gliano, d'onde il doppio cognome e il titolo
pisano per trattare comitale consolidatosi con IGNAZIO Agliaudi
la pace col re di A Baroni, nipote del conte Giampietro Ba
II ragona .
ALBERTO, suo fra
tello , che nel 1319
era uno dei consoli
del porto di Caglia
ri, fu nel 1320
stellano per i pisani
in Castro di Sarde
gna .
Betto, nel 1329, fu tra gli oratori spediti
a Napoli per firmare la pace con re Roberto.
GIOVANNI , nel 1329, fu capitano del Popolo
in Pisa, e nel 1346 fu inviato come ambascia
ca
roni, conte di Tavigliano. Costui con codi
cillo 12 sett. 1724 , convalidato da R. assenso
24 sett. 1738, chiamò erede del feudo il ni
pote Ignazio con l'obbligo di chiamarsi Giam
pietro Agliaudi Baroni. Il nipote fu investito
di Tavigliano il 12 dic. 1738. Architetto di
buon gusto e di singolare valore, allievo del
famoso Iuvara, lasciò monumenti di mole, fra
cui la chiesa di S. Filippo in Torino . Come i
suoi antenati , fu decurione di Torino ed ebbe
il titolo di architetto della Duchessa di Savoia .
Morì il 28 giugno 1769. Discendono da lui gli
attuali rappresentanti della famiglia.
tore a Milano. Carlo, nel 1355 , andò tra gli m. 2.
ambasciatori della Repubblica a re Carlo di
Boemia, eletto imperatore. FILIPPO, detto Fi AGNELLI .
lippaccio, sconfisse nel 1354, in combattimento
navale, il pirata corso Colombino che infe ARMA: D'azzurro al.
stava con le sue galeotte il mare pisano. l'albero terrazzato
FRANCESCO, nel 1397, era console della Na di verde , e a un
zione pisana in Venezia . FRANCESCO, nel 1520 agnello d'argento
e GIOVANNI nel 1608 furono fatti Cavalieri coricato dinanzi al
aurati. TOMMASO di Annibale nel 1601 vesti tronco dell'albero ,
l'abito di S. Stefano, e successivamente vari con la testa rivolta
membri della famiglia furono ascritti a questa e fissante una stel
Milizia. Ottennero l'ascrizione al Patriziato la di sei raggi d'o .
pisano (mt). con decreto 37 maggio 1754 . ro posta nel can
GIUSEPPE -PIETRO di Tommaso -Giuseppe e tone sinistro del
discendenti . f. s . capo .
Motto : Inter oves lo
AGLIAUDI BARONI.
cum praesta .
DIMORA : Ferrara .
ARMA : D'azzurro al Questa famiglia da non confondersi con altra .
leone d'oro , arma omonima ferrarese ora estinta, fu portata a Fer
to e linguato di rara in tempi piuttosto recenti da Urbino, ove
rosso , sormontato essa godeva di quel patriziato ; pare però che
da tre teste d'a tragga le sue origini da Mantova. Scarse sono
glio , al naturale, le notizie che ne abbiamo , FRANCESCO Agnelli
ordinate in fascia ; era gentiluomo del Cardinal d’Urbino nel 1562 ,
col capo d'oro, ca e FRANCESCO MARIA governatore di Cingoli nel
rico di un'aquila 1751. ANTONIO di Stefano , dottore, dal 1774 in
di nero .
poi ricoprì per lunghi anni importanti uffici giu
CIMIERO : La Fenice diziari in patria, ad Ancona , a Bologna, e fu
sulla sua immor anche dal 1784 al '98 pubblico lettore di legge
talità . nell'Università di Urbino. Il giureconsulto Giu
Motto : Perit ut vivat. SEPPE, n . 1792 † 1856, compiuti gli studi legali a
DIMORA : Torino . Ferrara e quelli militari a Pavia, servì come sot .
Titolo : Conte di Tarigliano (mpr .). totenente indi come tenente nelle armate napo
Le prime notizie risalgono allo scorcio del leoniche dal 1812 al '14 , e meritò sul campo di
LETTERA A PAGINA 325
battaglia la croce della Corona di ferro. Dopo la Originaria del Delfinato, la famiglia ricorre
caduta del regno d'Italia ritornò a Ferrara , dedi menzionata già in carta del sec. XIII con pos
candosi con successo all'esercizio dell'avvoca sessi feudali a Vallonise, nel Brianzonese. L'II
tura, e s'ammogliò con la nobile riminese Emilia aprile 1352 , LUIGI
Cisterni. Di spiriti italianissimi, favorì il patrio Agnes, capostipite
risorgimento , e nel 1849 fu uno dei sei perso del ramo vivente,
naggi che il 19 febbraio spontaneamente si of prestava omaggio di
frirono in ostaggio al maresciallo Haynau per fedeltà al Delfino per
garanzia della multa da lui imposta, sotto mi oris osculum , secon
naccia di bombardamento , alla città, restando do l'usanza dei no
così prigioniero a Verona fino al 5 maggio bili. Il primo della
successivo. Egli e la sua famiglia sono iscritti casata che ebbe si
nel Libro d'oro di Ferrara del 1842 in qualità gnoria feudale negli
di cittadini di primo ordine, il che corrisponde stati sa ba u di fu
alla nobiltà semplice. Da lui nacquero ELEO l'avv . GIORGIO, in
NORA in Mucciarelli, ANTONIETTA vedova del vestito di Fenile ( 20
nob. avv. cav. Gio. Battista Boldrini, GEP giugno 1757) con ti
PINA in Salaroli, e il chiaro letterato GIUSEPPE, tolo baronale . Gli
direttore della civica biblioteca di Ferrara. succedette il fi
u . d. glio Giovanni che alla baronia di Fenile ag
giunse quella di Mattie ( 11 giugno 1773) e poi
AGNELLO. per le ragioni dotali della moglie, Cristina
Boutal, la contea di Pinasca Inverso. Fra i per
ARMA : Di azzurro, a
quattro pali d'oro ; sonaggi contemporanei più illustri, va ricor
l'agnello pasquale
dato il maggior generale GIUSEPPE, caduto vit
tima dei moti militari del 1821 in Torino, e l'am
d'argento attra
versante sul tutto .
miraglio GIORGIO, ministro di Stato, cavaliere
del merito civile di Savoia (30 nov. 1831 ) , ca
DIMORA : Cefalù . valiere dell'Annunziata (29 aprile 1835) , crea
Nota in Sicilia fin
dal sec. XV. Un AN
tore della marina sarda. Scrisse di lui un'ampia
TONIO a II
monografia ( 1927 ) l'ammiraglio Prasca . Essendo
genn .
1452 ebbe la tonna la famiglia estinta nei maschi, i titoli di ba
rone di Fenile e di barone di Mattie, trasmis
ra di Rigitano ; un sibili per una femmina, passarono in casa
GIACOMO il 26 sett. Figoli (vedi ) .
1453 ottenne la con ALESSIA (Alice) di Giorgio, di Giorgio , in
ferma del feudo di Figoli , m . 2.
Francavilla . Un Nic
colo nel 1519 fu Castellano di Castrogiovanni. AGNINI .
Un ANTONINO fu proconservatore di Cefalù nel
1734 ; un GIUSEPPE, chiamato negliatti, non sap ARMA : D'azzurro al
piamo con qual diritto, barone di Ramata, otten pino sulla pianura
ne il 24 marzo 1777 investitura del feudo di erbosa al naturale ,
Lorito ; un FRANCESCO fu capitano di giustizia sormontato da tre
in Cefalù ( 1761-62) ; il 10 luglio 1766 ebbe inve stelle di 8 raggi di
stitura del feudo di Ogliastro e, per la moglie oro male ordinate
Anna Maria Figlia, possedette il feudo di Signe e accostato da due
fari , dei quali il 4 aprile 1789 venne investito cavalli d'argento
il figlio PIETRO . seduti sulla pia
a . di c . nura e affrontati.
DIMORA : Fivizzano .
* AGNES DES GENEYS .
Famiglia di Fiviz
ARMA : Di rosso, all'agnello pasquale d'argen zano , dove fino dal
to ; col capo cucito d'azzurro , carico di una 1633 godeva dei pri
mezzaluna montante , accostata da due mi onori e magistrature: ottenne l'ascrizione
stelle , il tutto d'oro . alla Nobiltà di Pontremoli (mf . ) in persona di
DIMORA : Genova . FRANCESCO di Ginesio , per decreto 4 febbr. 1781 .
Titoli : Barone di Fenile (mpr.) ; barone di FRANCESCO ANTONIO di Ginesio e disc .
Mattie (mpr . ) . 8. c .
PAGINA 326 LETTERA A
Fu ascritta alla Nobiltà di Pontremoli (mf.) Brazzà sui primi dell'Ottocento ), i figli del qua
con Decreto 14 febbraio 1782 . le, LEONARDO cancelliere patriarcale e legato
RAFFAELE CARLO e GAMELIELE ARMANDO di del Patriarca di Aquileia Marino Grimani al re
Giovan Battista di Niccolò e disc . Ferdinando in Augusta ( 1513 ) , e GIROLAMO,
8. c . assunsero , forse per primi, il cognome Agricola .
Molti membri di questa famiglia si diedero al
l'avvocatura e al notariato, professioni di
AGRAZ . stinte, che ben presto procurarono alla fa
ARMA : D'oro , a due miglia l'aggregazione alla nobiltà udinese, ciò
viti , fruttifere di che avvenne ai 23 aprile 1645 nella persona di
azzurro . LUCREZIO (n. 1616) , il quale fu eletto più
DIMORA : Palermo. volte deputato della Comunità. La nobiltà di
Originaria di Ca questa famiglia venne confermata a VINCENZO
stiglia ; pare che sia PIETRO qu . Giulio, ramo ora estinto , con S. R.
stata portata in Si A. 24 nov. 1820 e genericamente alla famiglia
cilia da un ALONSO , con D. M. 19 dic. 1897. A GIOVANNI di Ni
reggente del supre colò con D. R. 17 apr . 1915 e LL. PP . 1o gen
mo consiglio d'Ita naio 1926 venne concesso il titolo di corte,
lia in Spagna, presi con trasmissibilità primogeniale. ( Fonti: An
dente del tribunale nali di Udine . Archivio co . Susana. F. Blasich
del R. Patrimonio Risano e la nob. fam. Agricola) . Membri vi
che, con privilegio venti : 1. FEDERICO, n . Udine 3 sett. 1883 ; 2 .
19 nov . 1648 , 16 a CARLO, n. Udine 1891 ; 3. ALDO, n. Udine 30
prile 1649 , ottenne il titolo di marchese di genn. 1893 , figli di Rizzardo, e di Adele nob.
l’Agonia o Unia ; un FRANCESCO fu mae Maseri (dim. Udine) . Nipoti di Riccardo: 1 .
stro secreto di Palermo nel 1670 ; un altro GIOVANNI , n. Risano, 19 gennaio 1894, di Ni
ALONSO fu regio secreto della R. Secrezia e colò e di Lucia della Mea (viv .), spos. Venezia
Dogana di Palermo ; un altro FRANCESCO, 9 giugno 1925 con Elena dei conti Miari fi
con privilegio 7 dic . 1726 e 22 marzo 1727, ot glia del co . Lodovico e di Teresa dei co . Pelli
tenne concessione del titolo di duca di Castel Fabbroni , dama di Palazzo di S. M. la Regina
luzzo ; un FRANCESCO EMANUELE, il 25 giu Elena, da cui : a) Lodovica, n. Udine, 3 marzo
gno 1787 venne investito dei titoli di duca 1926 ; b) Lucia , n . Risano, 7 sett. 1927. (dim .
e barone di Castelluzzo , marchese di Unia, Udine) . 2 : Maria, n . Risano, 25 giugno 1892 ,
barone del Grano del « tari » dei baroni e ba in avv . Guido dei marchesi avini (dim. Came.
rone del Grano sopra i « caricatori » del Regno ; rino) ; 3. GIULIO, n. Udine, 19 febbr. 1901 .
il primo dei quali con r . rescr. 21 aprile 1839 e. d. t.
venne riconosciuto al sig . IGNAZIO Agraz .
a . di c . AIAZZI .
ARMA : Di rosso alla
AGRICOLA . fascia d'argento
ARMA : Interzato in accompagnata da
tre colombi al na
palo , di verde, di
azzurro al leone di turale volanti ver
oro e di rosso . so destra , due in
CIMIERO : Il leone di саро е uno in
oro nascente. punta .
TITOLI : Nobile ( mf .) , DIMORA : Firenze .
Conte (mpr.) Famiglia origina
DIMORA : Udine. ria del Mugello, a
Antica famiglia u scritta alla Nobiltà
dinese , che riconosce di Pistoia (mf . ) in
persona di GIOVAN
per proprio capo sti BATTISTA di Venan
pite un GASPARE PIC
COLO , vivente a Udi zio, Presidente del Tribunale di prima istanza
ne nel 1460 (forse di quella città, con rescritto 12 gennaio 1840.
dello stesso sangue degli udinesi Piccoli, divenuti GIOVAN BATTISTA di Venanzio e disc .
poi conti di Manzano ed estintisi nei conti di f. s.
LETTERA A PAGINA 329
i
n
tagliato d'azzurro
AIELLO (d ' ) . e d'argento .
ORNAMENTI ESTERIO
ARMA : Di azzurro al RI : ducali .
leone tenente un CIMIERO : L'aquila
giglio accompa del campo na
gnato nel capo da scente.
due stelle il tutto SVOLAZZI : d'argento
d'oro . e d'azzuro .
DIMORA : Napoli. DIMORA : Palermo.
Famiglia origina- Nobile íamiglia lombarda, portata in Sicilia in
ria di Napoli . Venne principio del secolo XVII. Un Giovan BATTI
riconosciuta di an- STA acquistò nel 1711 il titolo di marchese di
tica nobiltà nelle pro Santa Colomba ; un ALFONSO fu giudice del
ve d'ammissione nel- tribunale della Monarchia di Sicilia, vescovo
le RR . Guardie del di Eraclea, cappellano maggiore di Sicilia, de
Corpo . putato del regno e cavaliere dell'ordine di S.
Un Nicola nel 1801 ottenne l'ultima intesta- Gennaro ; uno STEFANO fu maestro razionale
zione, nel R. Cedolario , del feudo di S. Irene . del tribunale del R. Patrimonio , presidente dei
Spetta il titolo di nobile col predicato di S. l- tribunali del Concistoro, del R. Patrimonio e
rene con trasmissibilità (mf.) per i maschi e della Gran Corte , cavaliere di Malta, ecc .; un
pers . per le femmine ai disc . per linea ma- GIOVAN BATTISTA Airoldi e Arrigoni , nel nome
schile dell'anzidetto Nicola e cioè : maritale di Concetta Gravina, fu duca di Cruyl
I. ALFONSO , di Nicola, di Gennaro col fra- las, titolo del quale venne investito il 18 giu
tello FRANCESCO . gno 1791; fu capitano di giustizia di Palermo
II . IGNAZIO, di Gennaro, di Nicola col figlio negli anni 1801-1802 , pretore della stessa città
Giulio, e fratello di Ignazio, MARIO. negli anni 1808-1809 .
0. p . Con D. M. del 18 novembre 1897 vennero ri
conosciuti i titoli di duca di Cruyllas e mar
AIOSSA .
chese di Santa Colomba al sig . CESARE Airoldi
Marino al quale con D. M. del 30 marzo 190I
ARMA : D'azzurro a due sbarre d'argento accom- vennero anche riconosciuti i titoli di conte di
pagnate da due stelle del medesimo, una in Lecco , signore di Bellagio , col trattamento di
capo e l'altra in punta . Don e Donna . Dalla nobil donna Stefania di
DIMORA : Palmi. Napoli dei principi di Bonfornello ebbe : FRAN
PAGINA 330 LETTERA A
CESCO, marito di Francesca Branciforti; Flavia, BENEDETTO Ayrolo nel 1488 fu dei cittadini ge
moglie di Francesco dei marchesi Arezzo. novesi che giurarono la fedeltà al duca di Mi
a . di c . lano .
Nella costituzione del 1528 gli Airoli ven
* AJROLDI DI ROBBIATE . nero iscritti nell'albergo Negrone, e poi det
ARMA : Partito, tron tero un doge alla repubblica ( 1783-85) nella
persona di GIOVAN BATTISTA .
cato, trinciato , ta
gliato d'azzurro e Furono senatori GIACOMO di Agostino ( 1599) ,
d'argento, col capo LUCA di Giovan Battista ( 1610) , GIOVAN BAT
d'oro, carico di TISTA di Agostino ( 1632 , 1636, 1645) , un altro
un'aquila di nero. GIOVAN BATTISTA di Agostino ( 1729) , AGOSTINO
DIMORA : Milano . MARIA di Giovan Battista ( 1757) , il figlio di
Gli Ajroldi « de costui GIOVAN BATTISTA ( 1774) che poi fu il doge .
Robbiate » figurano In una linea della famiglia e propriamente
compresi nella ma nelle persone di GIOVANNI Maria e del figlio
tricola di Ottone Vi PROSPERO fu la signoria feudale di Sala (sec .
sconti ( 1377) , dove XVII-XVIII) . Il 1514 Niccolò giustificò il suo
erano elencate le fa albero genealogico presso il notaro Antonio
miglie, nelle quali si Pastorino. BALDASSARRE di Giovan Battista
sceglievano gli ordi di Giovan Geronimo nel sec . XVII passò a
dimorare in Ispagna .
nari della metropolitana. Un DESIDERIO (1541 GIOVAN PAOLO di Bartolommeo di Bene
1606) aveva il sepolcro gentilizio nella chiesa
detto il 1660 si fece , con decreto del Senato
parrocchiale di S. Alessandro in Robbiate, che
fu 'sempre usato da' suoi discendenti. Di essi (28 giugno) , riconoscere e trattare da nobile.
PAOLO ( 1793-1882) fu tenente maresciallo nel A GIACOMO FILIPPO sono stati riconosciuti
l'esercito austriaco, I. R. consigliere intimo e (5 agosto 1902) i titoli di Patrizio genovese
gran maggiordomo dell'imperatore Ferdinando . (m .) e di Marchese (mpr. ) .
Con sovrana risoluzione 15 novembre 1858 fu,
Oltre i già menzionati furono personaggi rag
coi fratelli CARLO e MICHELANGELO, confer guardevoli i seguenti : BATTISTA, rettore del
mato nell'antica nobiltà lombarda ; con di collegio dei dottori ( 1496) , anziano della repub
ploma 7 novembre 1840 ebbe il titolo di ca blica ( 1502-1505) , castellano di Lérici ( 1506) ,
valiere dell'Impero Austriaco e con altro del
sindacatore in Corsica ( 1507) e luogotenente
del governatore di quell'isola ( 1510) , podestà
19 giugno 1854 quello di barone, pure del di Bonifacio ( 1519) .
l'Impero Austriaco , con trasmissione ai discen
denti maschi e femmine: titoli di cui il figlio GIOVANNI AGOSTINO fu dei consiglieri della
repubblica (1576 ). Nel predetto senatore GIA
suo , LUIGI (n. 1829) , ottenne il riconoscimento COMO per sua moglie Barbara si estinse la fa
con D. M. 30 giugno 1898. Gli Ajroldi di Rob
biate hanno diritto al trattamento di don e di miglia Piccaluga (sec. XVII) . BALDASSARRE fu
donna . Cfr . A SM , arald . a. 8 capitano di Pieve di Teco ( 1611-12) . Pro
SPERO di Giovan Paolo di Bartolomeo di An
tonio , sacerdote in Roma nell'ordine dei Fi
AIROLI . lippini , morì in odore di santità ( 1656) e fu
ARMA : Di azzurro sepolto colà nella chiesa dei Santi Nereo e
alla quercia al na Achilleo . Padre PAOLO di Giovan Paolo di
turale, terrazzata Pellegro , chierico regolare minore, fu vescovo
di verde , sinistra di Carinola ( 1664) . GIOVAN FRANCESCO di Gio
ta e sostenuta dal
van Tommaso fu cavaliere di Malta (sec. XVII) .
leone rampante di GIUSEPPE fu capitano di Pieve di Teco ( 1795-96) .
oro .
Nell' Elenco ufficiale nobiliare italiano del
DIMORA : Genova e
America . 1922 furono annotati come rappresentanti della
Famiglia patrizia famiglia i discendenti in genere da FRANCESCO
dogale genovese , Maria di Giovan Filippo iscritto nel libro del
detta anche Airolo patriziato genovese il 1774 ( 14 ott . ) e in par
ticolare * Luigi di Bartolomeo di Giacomo del
O A yrolo, originaria
dalla Riviera di Le detto Giovan Filippo . Il quale Giovan Filippo
vante e propriamen discendeva direttamente da un Nicolò di Gio
te dal villaggio di Godano presso Lévanto. Pare vanni (sec . XIV-XV) , attraverso le generazioni
che già dal sec. XIV fosse in Genova ; certamente di Antonio , Gregorio, Benedetto, Nicolò, Bar
' ];
1
1 1
li
1 ,
&я
AJROLDI DI ROBBIATE
LETTERA A PAGINA 331
UM
ARMA : D'oro , alla campo . (Alias) : in
croce di rosso , ca quartato : nel 1 ° e
ricata di cinque 4º di verde , a
quattro fascie di
gigli d'argento. argento ; nel 20 e
DIMORA : Marsala .
3 ° di rosso , alla
Un ROSARIO, dot
stella d'oro .
tore in leggi, il 10 DIMORA : Palermo.
luglio 1792, ottenne
il titolo di barone Famiglia nota sin
dal sec . XIV in
di Mozia e fu giu
dice della corte cri . Sicilia . Un GIOVAN GIACOMO il 15 sett . 1457
minale di Marsala nel ottenne conferma del feudo di Spataro e della
1794-95 .
baronia di Motta d'Affermo. A questa famiglia
appartiene GUGLIELMO uno dei tredici italiani
a . di c . che nel campo tra
Andria e Corato (di
ALBA (città) . sfida di Barletta ) ten
ne alto il nome d’I .
ARMA : D'argento, talia e quel FRAN
alla croce di rosso , CESCO sacerdote , dot
tore in teologia ed
A L accantonata dalle
lettere A. L. B. A. ambo le leggi, sinda
maiuscole, roma co apostolico di Ter
ne, di nero . rasanta dal 1702 al
La comunità fu 1709 , protonotario a
infeudata (28 giugno postolico , arciprete
1742 ) del cascinale di Borgetto nel 1702 ,
molto commendato
B A di S. Rosalia
titolo signorile .
con
dal Mongitore nella
sua « Bibliotheca Sicula » . Non possiamo affer
in . 2. mare che sia appartenuto a questa stessa fami
glia quel DOMENICO Albamonte che il 1 sett .
1807 venne investito del titolo di signore del
ALBA (Mensa di ) feudo di Savuco o Ridochello . a . di c .
TITOLO : Conte .
Il vescovo pro tem * ALBAMONTE SICILIANO .
pore. ARMA : Di azzurro
Il titolo è anti alla fascia d'oro ,
ARMA chissimo, con origini accompagnata nel
non ben definite. Fi
capo da un'aquila
DEL gura già nelle costi bicipite di nero
tuzioni sinodali del
TITOLARE cororiata di oro
vescovo Andrea No su ciascuna testa
“ PRO TEMPORE ” velli , stampate a
Mondovì nel 1512. In e nella punta da
una stella del me
quell'epoca la dioce desimo .
si e città d'Alba ap DIMORA : Napoli .
parteneva al Mon Antica famiglia si
ferrato , essendo noto ciliana trasferitasi
che la cessione a Casa Savoia non avvenne che nel sec. XVI a Ca
col tiattato di Cherasco del 1631 . pua dove fece parte
m . 2. di quella nobiltà e dove fu forse detta Sicilia
PAGINA 332 LETTERA A
no per la sua origine e provenienza da quel d'Urgnano, che passò prima a Teodora, sorella
l'isola . di Laura, maritata al milanese Francesco Vi.
Guglielmo fu uno dei tredici combattenti sconti e poi da questi, per vendita , al cognato
della disfida di Barletta. Cristoforo sposò nel Giangirolamo Albani . De' figli suoi GIAMBAT
1559 Costanza Fieramosca che gli portò il feudo TISTÀ , fu patriarca d'Alessandria e GIANDOME
di Romagnano. Il figlio di lui, Salvatore, ebbe NICO militò nell'esercito di Enrico IV, re di
confermato da Filippo II a 20 marzo 1585 il Francia e Lucia, sposata al cavaliere bresciano
cognome di Albamonte Siciliano , la nobiltà di Faustino Avogadro, dama leggiadra e poetessa
Capua e la concessione dello stemma sopradetto di qualche pregio. Dei molti abiatici di quest'ul
trasmissibile ai suoi discendenti . timo, TEODORO , canonico della cattedrale di
Giuseppe A. S. ebbe il titolo di conte pala Bergamo, nel 1647 fu principe dell'Accademia
tino, trasmissibile, per maschi e femmine, a degli Eccitati, BONIFACIO ( 1619-1678 ) , procu
20 aprile 1709. Questa famiglia fu ricevuta nel ratore generale dell'Ordine de' Somaschi, ar
l'Ordine di Malta, nel 1793 , nella persona di civescovo di Spalato e primate della Dalmazia ,
Dionisio . GIOVANNI, cav . di S. Marco .
È rappresentata da Carlo Albamonte Si Quest'ultimo fu padre di GIANFRANCESCO ,
ciliano, ammiraglio di squadra R. M. ricono ambasciatore veneto a papa Alessandro VII ,
sciuto nel 1911 nel titolo di nobile di Capua dal quale discendono FRANCESCO, ricevuto nel
( m .) di conte Palatino (mpr.), e nel predicato di l'Ordine di Malta nel 1787 e VENCESLAO, I. R.
Romagnano ( mf . ) . 2. P. ciambellano, cavaliere di S. Luigi di Lucca .
Gli Albani vennero riconosciuti nel titolo di
conte per ordine del Magistrato dei Feudi in
اے
ALBANI .
data 10 aprile 1764 ed iscritti nel « Libro dei
ARMA : Troncato di
veri titolati » della Repubblica Veneta , sotto
rosso e di azzur il 18 maggio dell'anno stesso , riconosciuti nel
ME
ANGELO ed ANTONIO di Giov . Francesco ; mando in città una gran folla di popolo mi
GIACOMO , CARLO e GIOVANNI BATTISTA di nuto, a lui fedele. Per tale ragione i nobili are
Giusto Emilio, cugini Alberghetti , con inve- tini, insospettiti, fecero lega contro il vescovo e,
stitura 11 agosto 1795 del magistrato veneto sostenuti dall'imperatore Federigo II, lo de
dei Provveditori sopra feudi , ebbero la giuri- posero nel 1248 .
sdizione civile e criminale in prima istanza Altro ardente partigiano del guelfismo fu
del castello della Meduna in ragione di feudo Giovanni, insigne letterato e fido consigliere
nobile, retto, legale e giurisdizionale di abi- del papa Gregorio XI . Fatto vescovo di Arezzo
tanza, come nelle investiture 3 dic . 1625 , 9 ag . nel 1370, cercò in tutti i modi di restaurare il
1629 , 16 sett . 1654, 14 febbr . 1662 , 8 luglio potere della parte guelfa nella sua città, ma
1711 , 12 sett. 1783. Sono iscritti nell'Elenco fu costretto a fuggire per un sollevamento del
ufficiale nobiliare coi titoli di nobile mf . , con popolo contro di lui. Il papa, che in quel tempo
signore di Meduna m. , i seguenti fratelli , figli aveva mossa guerra a Galeazzo Visconti , af
di Ferdinando e di Lavinia Menegazzi : 1. PIE- fidò a Giovanni l'impresa, nella quale questi
TRO ANTONIO , n . 30 maggio 1842 ; 2. Pio , nato si distinse con la presa di Vercelli e di molte
17 maggio 1848 ; 3. CARLO GIUSEPPE , n . 15 altre terre e castelli . Fatto Cardinale, tornò
sett . 1850 ; 4. FRANCESCO FORTUNATO, n . 20 ad Arezzo per rinnovare i suoi tentativi di
maggio 1854 ; 5. Luigi GIACOMO, n . 23 lu- restaurazione della parte guelfa, ma anche
glio 1857 . p. b. questa volta il popolo insorse e lo costrinse
alla fuga. Morì senza poter realizzare il suo
intento .
ALBERGOTTI E ALBERGOTTI SIRI .
Bico o ALBERICO fu uomo tanto famoso per
la sua dottrina, che, nonostante appartenesse
ARMA : Bandato di al partito guelfo , fu fatto consigliere e segre
oro e di nero ; la tario del ghibellino vescovo Guido di Pietra
seconda banda di mala . Suo figlio FRANCESCO, nato nel 1301 , fu
nero caricata nel famoso per dottrina giuridica, tanto da esser
*
conficit.
N
00 m . e f . Un GIUSEP
PE ſu creato alfiere
con pat. ducale del
28 febbraio 1713 ; un
VITTORIO fu creato
familiare ducale con
pat . del II agosto
1716 ; un PIETRO fu
con titolo comitale
( 18 agosto 1764 ) ,
estintasi sul finire del
secolo XVIII ; l'altra ,
di Monasterolo , fio
rente tuttavia . BER
NARDINO, figlio di Orazio, procreò LEONARDO,
che fu il primo conte di Monasterolo per inve
capitano nell'eserci- stitura del 21 dic. 1785. Leonardo fu dottore
to borbonico di Parma ( 1786) ; un dott. ORA collegiato e professore di leggi all'Università di
zio coprì la carica di assessore nella r. congre Torino ( 15 ott . 1735) . Da lui discende diretta
gazione dei comuni fino al 1801. mente la linea attuale.
Stato personale dei due rami della famiglia ALESSANDRO, di Leonardo , di Bernardino.
riconosciuti come disc, da Camillo ; Figlia : Elda.
Luigi di Filippo , nobile, m. e f. , (i discen Fratello : DIONIGI .
denti dimorano a Milano e a Viterbo ). Figli di Dionigi: ERNESTO LEONARDO, ALES
SANDRO .
Figli: Maria Zelinda, n. a Viterbo 1907 ; M. 2.
Luigi FILIPPO , n . Viterbo 1910 ; Emilia, n . a
Viterbo 1915 .
Fratello : Livio, spos . a Parma 1908 . * ALBERTI .
Figlie di Livio : Zelinda Celestina n. a Parma ARMA : D'azzurro, a
1908 ; Enrica, n . a Milano, 1912 . 4 catene d'argen
ALBERTELLI ORAZIO † di Ercole, nob. m. e f. , to, moventi dagli
dim. Parma.
angoli dello scudo,
Fratelli: Giulio † , Camillo † , Antonio † , Gio legate nel cuore ad
vanni † un anello d'oro .
Figlie di Giulio : Annetta, Emma, Maria . DIMORA : Briga Ma
rittima e Siena.
Figli di Camillo : Erminia, PIETRO. TITOLO : Conte
Figli di Antonio : Angela, LORENZO . ( mpr . ) . Ricon .
Figli di Giovanni: Isotta in Isola, FERDI 1895 .
NANDO , Anna. Originari di Briga
Figli di Ferdinando, di Giovanni: Maria Pia, Marittima, con me
PIETRO, Giuseppina. morie certe dal sec .
XIV , ebbero in Bri
g. d. ga investitura di beni feudali, per i quali
nel 1822 l'avv. MAURIZIO e il nipote PIETRO
ALBERTENGO . furono ritenuti nobili e giurarono coi nobi
li. L'avv. Maurizio fu poi, per patente 20
ARMA : D'argento , al leone di rosso . marzo 1829, creato conte con la trasmissi
CIMIERO : Il leone del campo . bilità mascolina e primogeniale a favore del
Motto : En avant. nipote Pietro , figlio del fratello Luigi . Pietro
DIMORA : Torino, Vigone ( Torino). ottenne, il 26 giugno 1852 , Declaratoria came
TITOLI : Conte di Monasterolo (mpr.); Signore rale, per la quale fu autorizzato ad assumere
di Bagnolo (mpr.). il titolo di conte in successione allo zio . Da
Di origini remote con memorie certe del lui discendono gli attuali rappresentanti della
secolo XII , oriundi di Bagnolo, di cui la famiglia .
PAGINA 336 LETTERA A
1251 fra gli Anziani al momento della ratifica Dicomano, ma ben presto, per la rivalità esi
della lega di Firenze con Genova, stretta per stente fra gli Alberti e gli Albizzi , fu da questi
combattere i pisani. BENCI VENNI suo fratello accusato di congiura e imprigionato nel 1393 .
fu anch'egli giudice e notaio ma non sembra Venne mandato a confino fuori delle 100 mi
abbia partecipato alla vita pubblica . glia da Firenze , e nel 1400, essendo a Bologna,
Jacopo di Bencivenni, che professò legge al fu nuovamente accusato di complotto contro
pari dei suoi antenati, era del Consiglio del Maso degli Albizzi e condannato a morte con
Comune nel 1225 , quando fu fatta con Siena una taglia di 2000 fiorini a favore di chiunque
la lega guelfa, per tener testa a re Manfredi e lo uccidesse. Esule a Pisa e poi a Milano, dove
al partito ghibellino. visse alla Corte dei Visconti, la sua presenza
ALBERTO di Jacopo fu , nel 1289, il primo dei colà fece nascere nuovi sospetti; suo figlio Bin
48 Priori e 9 Gonfalonieri che ha avuti la fami DACCIO, venuto nascostamente a Firenze per
glia degli Alberti . Nel 1294 lo vediamo fra i vedere una donna da lui amata , fu arrestato
12 deputati alla riforma dello Statuto, e nel e , sottoposto a tortura , confessò fra i tormenti
1310 , essendo console di Zecca , fece coniare un complotto insussistente, venendo messo a
un fiorino d'oro che portava nel verso tre monti morte nel 1411. Nello stesso tempo Piero e gli
posti in piramide. Nel 1313 venne nominato altri suoi figli venivano dichiarati ribelli in
nella speciale Balìa creata per governare la contumacia , mettendosi una taglia sul loro capo ,
città durante l'assedio postole da Arrigo VII, mentre tutti gli Alberti erano banditi dalla
mentre altri membri della famiglia si distin città . Abbandonata Milano alla morte del Vi.
guevano nelle imprese dell'esercito fiorentino sconti , Piero passò a Napoli, bene accolto dal
contro gli imperiali . Nel 1316 seppe, per la sua re Ladislao , e poi a Bologna, dove ebbe la
abilità politica , concludere una pace con Pisa protezione di Giovanni XXIII , morendo poi
a termini vantaggiosissimi. Mandato nel 1319 a Modena nel 1429.
Capitano del popolo a S. Gimignano, riuscì a Gli Alberti , data la loro origine signorile,
sventare una congiura della famiglia Baron avevano fin dalla prima venuta in Firenze
cetti , che voleva usurpare la signoria di quella occupata una posizione eminente, come lo
terra , costringendola ad andare in esilio . dimostrano le cariche pubbliche coperte. Il
Se Alberto, da cui discese poi il famoso largo e intelligente mecenatismo esercitato
umanista Leon Battista , innalzò a grande po aveva ancora consolidato la loro posizione e
tenza politica la famiglia, suo fratello LAPO popolarità : sono opera loro il coro e le vetrate
ne fondò la potenza finanziaria , accumulando di S. Croce , la chiesa di S. Caterina all’Antella ,
col commercio enormi ricchezze . Fu anche im le sagrestie di S. Miniato al Monte e di S. Mi
piegato in varie ambascerie e nel 1298 fu pre chele in Bosco di Bologna, e sono dovuti
scelto dal comune di Bologna e dalla casa anche a loro l'ospedale di S. Onofrio , l'ospizio
d'Este per decidere come arbitro in certe loro di Orbatello e il convento di S. Brigida al
contese . Fu per tre volte console di Zecca ed Paradiso, che ricevettero inoltre ricche dota
i fiorini coniati durante il suo ufficio portano zioni e sussidi in tempi successivi da altri
impronte da lui designate. membri della casata . Legati da interessi com
CAROCCIO di Lapo fu quattro volte Priore merciali con la potente famiglia dei Ricci, la
fra il 1327 e il 1341 e console di Zecca nel sostennero nella lotta contro gli Albizzi , e
1366. Nel 1342 fu eletto dal Comune per trat quando i Ricci furono definitivamente vinti ,
tare interessi commerciali fra Firenze , Genova dovettero da soli sostenere la rivalità di quella
e Siena. Con lui la prosperità finanziaria della grande casata . La lotta ebbe il suo epilogo
famiglia crebbe enormemente, per la fortuna temporaneo sotto il gonfalonierato di Maso degli
del banco di commercio da esso fondato nel Albizzi , con la cacciata completa di tutti gli
1336 e che ben presto prese nelle piazze eu Alberti e colle condanne capitali di vari dei
ropee il posto lasciato vuoto dalle fallite com loro e di altre famiglie ad essi legate da vin
pagnie dei Bardi e dei Peruzzi. coli di sangue . Già precedentemente gli Al
BARTOLOMMEO di Caroccio fu per tre volte berti avevano avute distrutte le loro case ed
console di Zecca , priore nel 1371 , dei XII Buo erano dovuti andare in esilio, ma mai il bando
nomini e dei XVI Gonfalonieri di Compagnia . era stato così generale .
Nel 1360 fu incaricato di trattare col vescovo Un ramo, stabilitosi in Francia, dette ori
di Rimini per la revoca dell'interdetto, a cui gine agli attuali duchi di Luynes, mentre un
era sottoposta Firenze pel mancato pagamento altro , fissatosi in Genova , è l'unico che ancora
di 5000 fiorini delle decime di Terrasanta , e sussista di tutte le linee italiane .
riuscì nella missione anticipando di suo la mas Poco dopo la morte di Piero di Bartolommeo,
sima parte della somma dovuta . quando la fazione dei Medici riuscì ad abbattere
Piero di Bartolomeo fu nel 1392 podestà a definitivamente la tirannia degli Albizzi , DA
Araldica . 22
PAGINA 338 LETTERA A
NIELLO di Piero , che come tutti i suoi aveva di gloria i cavalieri Alberti , contrassegnati di
parteggiato pei futuri dominatori di Firenze, croci militari, compresa la maltese » . Numerosi
tornò in patria, dove la sua discendenza visse sono i mitrati che hanno illustrato la chiesa ed
con splendore ed onori fino a che si estinse uno è stato decorato della porpora . Vennero a
nel 1838 in persona di Leon Battista, che per Venezia nel 1500 e da GIROLAMO di Domenico , di
adozione trasmise nei Mori -Ubaldini il nome Agostino, di Alberto vennero creati cittadini ve
e lo stemma della sua casata . neti ed ascritti all'ordine dei segretari del Senato.
Ma un fratello di Daniello , BARTOLOMMEO , Negli ultimi anni della Rep . ven. FRANCESCO
non tornò in patria, fissando invece la sua di ebbe il carico di Residente presso l'arciduca Fer
mora in Genova dove, con le ricchezze che gli dinando, governatore generale della Lombardia.
Alberti avevano saputo salvare attraverso le I segretari del Senato veneto col titolo di Re
movimentate vicende familiari, tenne una ban sidenti coprivano missioni diplomatiche presso
ca floridissima, avendo per clienti gli stessi le corti di Torino , Napoli, Milano e Lordra .
sovrani del Piemonte. Specialmente BARTOLOM I fratelli GIROLAMO E FRANCESCO nel 28 marzo
MEO PIERO, vissuto verso la metà del ' 700, fu 1778 vennero aggregati al Consiglio nobile di
bene accetto al re Carlo Emanuele, anche per Padova e confermati nella nobiltà con S. R. A.
l'accortezza dei consigli datigli nella guerra 4 sett . 1818. Fanno parte di questa famiglia i
sostenuta dal Piemonte contro Spagna e Fran viventi: N. D. Cornelia Grimani , vedova del
cia nel 1743-48. Fino ai giorni nostri la famiglia nob. FRANCESCO Alberti , nata a Venezia, 6 gen
ha saputo conservare il rango elevato che con naio 1849 ed i figli: 1. Giovanna, n . Venezia,
viene ai discendenti di una stirpe così illustre . 27 genn . 1873 in gr, uff. Enrico Torrani; 2. Eleo
In Genova essi possiedono nella chiesa di nora n . Venezia, 28 febbraio 1874 ; 3. COSTAN
S. Vittore e Carlo una splendida cappella, fatta TINO, n . Mira (Venezia ), 13 ott. 1876, cav ., spos.
costruire nel secolo XVIII per sepoltura a Cittadella 14 maggio 1912 con Maria Ma
gentilizia , rangoni ; 4. Elena, n . Venezia, 16 ott. 1881 ,
Gli Alberti ebbero numerosi cavalieri di in prof. cav. Ferruccio Scaroni; 5. Duccio,
Malta e di S. Stefano , mentre due linee oggi n . Venezia , 2 nov . 1888 , dott. comm . del SS . Se
estinte ebbero il titolo comitale per Breve polcro , cav. d'onore e di devozione del S. M. O.
papale del 1519 e per diploma dell'Imperatore di Malta, spos . a Nerviano (Milano) , 4 luglio
Francesco I del 1758, col quale veniva loro 1921 con donna Maria Vittoria Caccia Domi
accordato anche il privilegio dei supporti allo nioni di Sillavengo. Figli di Costantino : a) Cor
stemma . nelia , nata Cittadella, 14 maggio 1913 ; b ) Anna
Con Decreto presidenziale 9 giugno 1924 fu Eleonora , n . ivi 22 marzo 1915 ; c) Luciana n .
riconosciuto alla linea attuale il Patriziato fio Venezia , 1 maggio 1922. Figli di Duccio : a )
rentino, e con R. D. 20 agosto 1926, concesso FRANCESCO NICOLÒ, n . Nerviana, 5 aprile 1922 ;
il titolo primogeniale di conte in persona del b) NERI, n . Nerviana, II agosto 1924 .
comandante AMEDEO di Cesare .
AMEDEO di Cesare . P. b.
Fratello : UMBERTO . 8. c .
* ALBERTI .
ALBERTI (DEGLI) (Vedi Mori-Ubaldini).
ALBERTI . ARMA : D'azzurro a
ARMA : D'azzurro a due bande d'oro .
4 catene scorciate, TITOLI : Nobile, mf . ,
moventi in decus . Conte m .
se da un anello DIMORA : Spalato .
posto in cuore , il Famiglia origina
tutto d'oro . ria di Firenze , dira
CIMIERO : Il leone di mata nel Trentino,
oro tenente una Istria e Dalmazia .
croce di rosso , tri .
Nel 1246eravi a Traù
fogliata , nascente . il giudice Nicola e
Titoli: Nobile (mf.). si ricorda anche un
DIMORA : Venezia . TADOSINO nobile di
e
TITOLI : Nobili di Poja mf.Conte del S. R. I. mf. tegrata nel patriziato fiorentino . ( B. C.) . Spetta
DIMORA : Trento, via Paradisi, Riva sul Garda. il titolo di nobile mf . e conte m . , ai seguenti:
Famiglia trentina, iscritta nella matricola figlie del co. Carlo e di Alfonsa Miniscalchi:
dei nobili fin dal 1687. L'imperatore Ferdinan 1. Giulia in co. Alberto Da Sacco uff. di Marina;
do I, nel 1558 creò nobile del S. R. I. ALBERTO 2. Eleonora in co. Giovanni Giusti dal Giardino ;
Alberti di Poja. FRANCESCO fu vescovo prin 3. Margherita in nob. Augusto Govone. Zii :
cipe di Trento . FRANCESCO ANTONIO fu can . PIETRO, n . Verona 24 dic . 1854 di Alberto e
celliere di tre vescovi principi; gli successe il Giulia Stiozzi Ridolfi, spos. Brescia 9 febb .
figlio Gio . BATTISTA, 1887 con Adele Ferrante ; da cui : a) dottore
dei figli di questo, RINALDO CARLO MARIA , n. Verona il 31 di
FRANCESCO ANTONIO cembre 1887 ; b) CARLO Luigi MARIA , n. Ve
fu canonico della rona 25 dic. 1889, ufficiale di cavalleria ; c ) Ma
Cattedrale di Tren ria Maddalena Adele , n . Verona, 4 luglio 1891 in
to, ANTONIO CL E Magnaguti; d) Carlotta Luigia, n . Verona, 20 ot
MENTE fu cancelliere tobre 1898 ; 2. LEOPOLDO, n. Verona, 1856 ;
arcivescovile ed AL 3. Enrico, n . Verona, 24 nov. 1857 , spos.
BERTO VIGILIO fu Torino con Enrichetta Nasi.
pure consigliere del p. b .
vescovo principe di
Trento e podestà e ALBERTINI .
capitano della Rocca
ARMA : Di azzurro
di Riva. Spettano i
titoli di nobile di all'aquila spiegata
Poja e conte del S. R. I. mf. ai viventi : 1 . di argento corona
ta d'oro attraver
FRANCESCO di Federico Giovanni e di Maria
sata da una fascia
Courad, n. Puszta Czév, 14 giugno 1870, spos. di rosso caricata
Köszeg, 10 ott. 1904 con Anna de Gyömö
rey (dim. in Riva sul Garda, Villa Campi), 2 . da cinque gigli di
oro .
Adelia di Ruggero e di Dalinda de Tacchi, n .
Isera, 12 maggio 1864 (dim . Marano di Ro DIMORA : Napoli .
vereto e Firenze ; via Poliziano, 11 ) ; 3. ALDO, Originaria di Ma
di Luigi e di Ida Tonetta , n. Trento , 30 agosto iorca si stabilì nel
1870, spos. Innsbruck, 16 apr. 1912 con Olga Napoletano ai tempi
de Sardagna Hohenstein ; figli di Aldo : a) AN di Carlo I d'Angiò
TONIO CLEMENTE, n . Innsbruck , 29 genn . 1913 ; prendendo dimora a
Nola . Un ramo pas
1 ) Maria Annunziata, nata Cognola (Trento) ,
so in Sicilia nel sec . XV ed un altro a Taranto .
25 marzo 1915. (Dim. Trento, via Paradisi) . Godette nobiltà in Napoli , ove nel 1721 , venne
p . b.
aggregata al seggio di Portanova , e fu quindi
* ALBERTINI. ascritta al Libro d'oro napoletano ; in Taranto e
in Palermo. Vestà l'abito di Malta nel 1580 .
ARMA : D'azzurro al Ebbe il possesso di molti feudi . Fu decorata
volo d'argento (ri dell'insigne ordine di S. Gennaro.
con . 1881 ) . Questa nobile famiglia ebbe molti perso
TITOLI : Nobile mf . naggi importanti, tra i quali Girolamo, vescovo
Conte m . di Avellino nel 1541 ; Camillo, priore di Bar
DIMORA : Verona . letta dell'ordine di Malta nel 1643 ; Albertino
Famiglia veronese governatore di Catanzaro .
che aveva da tempo Ottenne il titolo di principe di Leverano
abbastanza lungo u nel 1627, cambiato poi in quello di S. Seve
na notevole posizione rino di Camerota, di principe di Cimitile nel
commerciale . Per be 1645, e, per successione di casa Mastrilli, quello
nemerenze verso il di marchese di S. Marzano ( 1612 ) ; ebbe anche
Governo austriaco i titoli di principe di Faggiano, e di Duca di
' durante il congresso Carosino, passati poi in altre famiglie . Con
di Verona fu elevata R. Rescritto 13 dic. 1855 venne riconosciuta
alla nobiltà dell'I . A. con S. R. 10 ag. 1825 e in persona di PROSPERO Albertini nei detti ti
nel 1881 ottenne il riconoscimento di un titolo toli di principe di Cimitile, principe di S. Se
comitale di cui è ignota l'origine. Fu anche rein verino di Camerota e di marchese di S. Mar.
LETTERA A PAGINÁ 341
zano, con i quali e con quello di patrizio no Quest'arma fu sostituita, in occasione della con
letano (m . ) , è ora iscritta nell'Elenco ufficiale cessione di titolo comitale del 1892 , all'altra
per i disc. da Fabio, n . 1755 , iscr. al Libro d'oro precedentemente usata, la quale invece ac
napolitano. 0. P. cantonava in ca
po , al luogo della
testa pecorina, una
ALBERTINI. corona marchiona
ARMA : Inquartato : le d'oro .
nel 1 ° partito : 1 . DIMORA : Genova e
d'oro a una testa Torino .
di moro attorci
33
La più parte delle
gliata d'argento ; famiglie che, chia
2. interzato in fa
mandosi Alberti, De
scia : a) d'azzurro Albertis, Degli Alber
al cappello cardi ti, D'Albertis, Alber
nalizio di rosso ; tis , si sparsero dal
b) di rosso al leone sec . XIV in poi nella
leopardito di ar Liguria, ebbero tra
gento ; c) d'argento dizione di provenire
pieno ; nel 20 d'az dalla storica casata Alberti di Firenze o per moti
zurro a 3 stelle vo di esilio o per ragione di commercio. Special
d'8 raggi sormon mente notevoli furono quelle di Diano nella Ri
tate da 3 gigli d'oro, posti fra i quattro pendenti viera di Ponente e quelle di Rapallo in Riviera
di un lambello di rosso ; nel 3 ° partito : nel 10 di Levante . Dagli Alberti stabilitisi nel se
d'argento a un angioletto di carnagione, cinto colo XV sulla valle sopra Albenga provenne
di una sciarpa del campo e tenente fra le questa linea fissatasi nel piccolo comune di
mani un albero al naturale ; nel 20 d'azzurro Nasino, dove fra il XVI e il XVII secolo vi
al capriolo di rosso sormontato da una stella di veva Domenico ; la cui discendenza attraverso
8 raggi d'oro ; nel 4º d'oro alla croce di rosso, le generazioni di Antonio, Domenico , Antonio,
accantonata da 4 rose, di quattro foglie di ( 1685-1767) , passato in Genova al principio del
rosso . Sul tutto : d'azzurro ad un volo abbas XVIII, Domenico ( 1748-1822 ) , si biforcò coi
sato d'argento bordato d'oro. Al capo di nero figli di quest'ultimo in due rami; di cui il
alla croce biſorcata d'argento . primo, per Antonio , Filippo ( 1810-69) , Dome
DIMORA : Firenze , Verona . nico (1839-1907) fatto Conte dal re d'Italia
Antichissima famiglia, discendente dai conti di (1892) , oggi è rappresentato dai figli di detto
Prato, della quale si hanno notizie fino dal se Domenico, conte ADOLFO , ALFREDO FILIPPO E
colo XI. Seguì la parte ghibellina e fu spo Ugo, coi loro figliuoli; e il secondo ramo , per
gliata del dominio feudale dalla Repubblica Luigi , fratello dell'ultimo Antonio , e DOMENICO ,
fiorentina; ma l'imperatore Carlo IV, nel 1361 , si è estinto il 1901 con Luigi MARIA .
le confermò, in persona di Nicolò, il titolo Personaggi ragguardevoli degli Alberti li
onorifico di conte palatino. Gli Albertini fu guri antichi furono i seguenti. MANUELLO , sin
rono ammessi al godimento delle cariche pub daco di Diano ( 1383 ) . Notar CRISTOFORO an
bliche in Firenze , dove vissero fino al 1635 . ziano di Genova ( 1381 ) . COSTANTINO , anziano
In quest'anno DOMENICO di Domenico si tra ( 1407 , 1412 ) . RAFFAELE, uno dei ripartitori delle
sferì a Verona, dove la famiglia fu ammessa avarie ( 1451 ) . ANDREA, podestà di Pieve di
a quella nobiltà. Il 2 aprile 1841 il granduca Teco ( 1486) e luogotenente di Luca Spínola
di Toscana li ascrisse al Patriziato fiorentino capitano di detto comune. BERNARDINO da
(mf.) , e alla Nobiltà di Prato (mf .) , essendo Triora, autore di carmi latini inediti col titolo
tornati a naturalizzarsi toscani . di Silva ( 1579) . – I D'Albertis di Nasino e Ge
CARLO di Alberto . nova vantano questi che seguono . DOMENICO
Fratelli : PIETO, LEOPOLDO, ENRICO . del secondo Antonio ( 1748-1822) , senatore della
8. c. repubblica genovese, membro del governo prov
visorio durante l'occupazione inglese di lord
* ALBERTIS ( D ' ) . Bentinck ( 1814) , fondò in Voltri l'industria la
ARMA : Di azzurro a quattro catene di argento niera proseguita da' suoi discendenti fino al
disposte in croce di S. Andrea e collegate in 1896. GIOVAN BATTISTA del terzo Domenico
cuore da un anello del medesimo , accantonate ( 1784-1862) , vescovo di Ventimiglia ( 1831-36) ,
in capo da una testa e collo di pecora al arcivescovo « in partibus » , difese il suo cle
naturale e in punta da una stella di oro . ro contro le inframmettenze governative e
LETTERA A
PAGINA 342
creò un ricovero per le sordomute in Marassi, CIMIERO : Il leone del campo , nascente, impu
allora borgo di Genova , le cui ricoverate por gnante colla branca destra una spada posta
tano tuttora sulle loro sciarpe lo stemma arci in sbarra .
vescovile del D'Albertis : il comune di Genova Motti: « Non sine
gl'intitolò una strada. FILIPPO, nipote diretto armis patria » e
del senatore, fu consigliere del comune di Voltri « Tutus in silvis » .
e della provincia, presidente della società per SOSTEGNI : A destra :
la ferrovia Genova -Voltri. DOMENICO di detto un leone di rosso ;
Filippo ( 1839-1907) con regie lettere patenti a sinistra : un orso
28 gennaio 1892 ebbe il titolo di Conte per sè al naturale, ram
e discendenti primogeniti. Il vivente ENRICO pante, affrontati.
( nato 1846) , fratello del conte Domenico , capi DIMORA : Cremona e
tano marittimo, ardimentoso navigatore, che sul Milano .
suo yacht « Corsaro » volle ripetere l'impresa Famiglia decurio
colombiana dalla Spagna all'isola di S. Salvador, nale di Cremona , il
brillante scrittore dei suoi viaggi avventurosi: capo stipite noto
edificò in Genova sulle mura di Montegalletto un della quale è Mi
CHELE , nato nel XV
magnifico castello , che è un museo di cose rare .
LUIGI MARIA , ultimo del secondo ramo D'Al secolo ; l'abiatico suo , DOMENICO , fu eletto de
bertis (1841-1901 ) , garibaldino, viaggiatore, curione nel 1560. Dal fratello di quest'ulti
esploratore, naturalista, che piantò la bandiera mo, PIETRO, deriva FRANCESCO , ascritto al
d'Italia nel cuore della Nuova Guinea, battez decurionato nel 1755 : con diploma 21 set
zandone la catena dorsale di monti col nome tembre 1771 fu investito del feudo di Ma
del suo re Vittorio Emanuele II . Arricchì il cherio con trasmissione primogeniale maschile
museo di storia naturale di Genova con nuove e con decreto 28 luglio 1774 dell’I . R. Tribu
nale Araldico ottenne che il di lui stemma
specie di uccelli e di insetti , molte delle quali
portano il nome di lui ; narrò le sue avventure fosse delineato nel Codice Araldico . Con or
nel libro Alla Nuova Guinea : ciò che ho veduto dinanza 2 aprile 1787 dell’I . R. Consiglio di
e ciò che ho fatto. Governo della Lombardia Austriaca veniva ri
Nell'Elenco ufficiale nobiliare italiano del conosciuta la nobiltà della famiglia a datare
1922 sono stati annotati il * conte ADOLFO da Antonio , figlio del suddetto Michele . L'im
MARIA di Domenico di Giovanni coi figli Emma, peratore Giuseppe II con diploma 1 dicembre
Emilia Domenica , VITTORIO , nonchè il fratello 1789 concedeva al sunnominato Francesco il
* ALFREDO FILIPPO col figlio CARLO ABERTO, e titolo comitale da appoggiare sul feudo di Ma
l'altro fratello * UGO ENRICO . cherio . Il figlio di lui, CARLO , deputato dei pos
1. v .
sidenti nella Congregazione Provinciale di Cre
mona, con sovrana risoluz. 21 novembre 1816
* ALBERTONI PICENARDI E ALBERTONI
veniva confermato nella nobiltà e nel titolo
comitale . Da Chiara dei marchesi Pallavicino
ARMA : I. D'oro a tre ebbe altro FRANCESCO ; che fu marito di Amalia
scaglioni di rosso ; dei marchesi Erba Odescalchi. Nel 1859 il pre
col capo del pri detto conte Carlo fondò una commenda di giu
mo sostenuto di spatronato nell'Ordine di Malta. Coi RR . De
rosso e carico di creti 21 gennaio 1866 e 9 febbraio 1868 CARLO
un leone del se ( 1824-1896 ) veniva autorizzato ad aggiungere
condo illeopardito. al proprio il cognome della famiglia Picenardi,
CIMIERO : Il leone che s'estingueva nella moglie sua, Maria, fi
del campo , nascen glia ed erede del barone Silvio , consigliere di
te . Stato e ciambellano di Maria Luisa, duchessa
II . Inquartato al 1 e di Parma. Con successivo R. D. 26 dicembre
4° di Albertoni che 1891 otteneva, co ' discendenti, d'inquartare lo
è : d'oro a tre sca stemma dei Picenardi. Con R. D. 9 febbraio
glioni di rosso , col 1879 re Umberto concedeva ad ANTONIO , fi
capo del primo sostenuto di rosso e carico di glio secondogenito di Francesco , la facoltà di
un leone del secondo , illeopardito ; al 2 ° e 3 ° aggiungere al titolo comitale , concessogli con
i Valdiscalve che è : di azzurro a tre abeti , decreto di motu -proprio 20 agosto 1875 da
zudriti nella pianura erbosa con un orso pas Vittorio Emanuele II, il predicato di Val di
sante, attraversante ed intrecciante i tre Scalve e con altro R. D. 21 gennaio 1883 ve
tronchi, il tutto al naturale . nivagli consentito d'inquartare nell'arma lo
LETTERA A PAGINA 343
stemma dell'antica comunità di Val di Scalve mento, dalle sue figlie AnnA e BENEDETTA
il tutto reso riversibile, in mancanza di discen in Mazzoni, e da sua sorella ANNA .
denti maschi, alle linee de' fratelli suoi . Gli u . d.
Albertoni sono attualmente iscritti nell'Elenco
Ufficiale coi titoli di « conte di Macherio » per * ALBINI .
m . e per la linea di Alberto di « conte di Val
di Scalve » pure per trasmissione primoge ARMA : Partito : d’az
zurro e di rosso ,
niale, col trattamento di don e di donna .
Cfr. A. S. M. Araldica . colla campagna di
a. 8 verde, al gallo di
argento beccato e
ALBICINI . membrato d'oro ,
crestato e barbato
ARMA : D'oro al cer di rosso , ardito ,
vo d'azzurro ն afferrante colla
scente da un bosco zampa destra un
di verde . teschio umano ,
DIMORA : Forlì. colla sinistra un
Un'antica tradi libro, l'uno e l'al
zione fa discendere tro d'argento e ca
gli Albicini dal pro ricanti la campagna, la testa del gallo ca
console romano L. ricante il campo azzurro , sormontata da tre
Postumio Albino, ma stelle (6) d'oro , male ordinate.
questa è leggenda ; è CIMIERO : Il gallo del campo (ric. 1911 ) .
ott . 1898, spos. ivi con Linda Moro ; da cui : sarda contro l'Austria ( 1748-49) . Vice -ammi
ANGELO n . ivi 15 genn . 1927 ; 3. Alba n . ivi raglio ( 1849) , fu fatto Conte dal re Vittorio Ema
28 marzo 1902 , in avv . cav . Gio . Brosadola ; nuele II (3 aprile 1850) e poi senatore. Andato
4. Lorenzina n . ivi spos. Io Livio Nino a riposo il 1859, morì poco di poi a Spotorno
di Milano ; II° . . . . Nino di lui fratello ; 5. VA (31 luglio 1859) . Due figli di lui, Giovan Bat
LENTINO n . Cividale 2 novem . 1904 ; 6. GAE tista e Augusto , furono parimenti ammiragli .
TANO n . ivi 3 nov . 1906 . GIOVAN BATTISTA (nato 20 sett . 1812) par
Secondo ramo : 1. DANIELE , n. 5 ott. 1873 , tecipò alla campagna navale in Adriatico del
di Abelardo e di Angiola Cabalini; 2. Maria, 1848. Da capitano di vascello dètte belle prove
n . Bologna, 18 giugno 1871 in Jsaia Frini. di bravura nell'attacco ad Ancona ( 1860) ; da
(dim. Settignano) ; 3. VITALIANO, n . Bologna, ammiraglio comandò la squadra italiana che
26 ott. 1876 (dim . Torino) ; 4. Flaminia, n. Bo con quella francese proteggeva il bei di Tu
logna, 15 ag . 1878, in Augusto Cecchetti (dim . nisi contro i ribelli ( 1864) . Fu alla giornata di
Firenze) ; 5. Ester, n . Bologna, 2 luglio 1881 , Lissa ( 1866) , ma la sconfitta dell'ammiraglio
in Giuseppe Garbellano (dim . Firenze) ; 6. LU in capo Persano fu da molti attribuita alla ine
CIANO, n . Bologna, 5 marzo 1886 (dim . Pia splicabile inazione di lui : venne perciò collocato
cenza) ; 7. GIOVANNI , n . Bologna, 25 febbr. a riposo ( 1867 ) . Morì in Cassano Spinola ( 14 eg.
1888 , spos . con .... ; da cui : ANGELO , n . Pia 1876) . AUGUSTO (nato 30 luglio 1830) fu col
cenza, 5 maggio 1919 (dim. Piacenza ); 8. Eu padre nella campagna adriatica del 1848 e
GENIO, n . Bologna, 8 dic. 1891 (dim . Piacenza) , poi in quella di Crimea ( 1855-56) . Si segnalo
spos . con .... ; da cui : a) ALBERTO , n . Londra , nella navigazione oceanica della fregata Be
II dic . 1915 ; b) STANISLAO, n . Londra, 9 ago voldo, salvando la vita di tre marinai caduti
sto 1920 ; c) Marcellina, n . Londra, 29 ott . 1922 ; in mare nelle acque di Monzambico ( 1857) , e
9. ARNALDO, n. Bologna, 20 nov. 1894 (dim . nelle imprese di Ancona ( 1860) e di Gaeta ( 1861 ) .
Firenze ' . Fu addetto navale nell'ambasciata di Londra
e . d . t. ( 1870-72 ) . Si occupò con successo di balistica
e inventò un tipo di carabina : fu direttore
* ALBINI . generale di artiglieria nel ministero della ma
rina ( 1873-86) . Ritiratosi dal servizio col grado
ARMA : Interzato in di contrammiraglio ( 1886) , fu eletto de
fascia d'oro , d'ar putato al Parlamento dal collegio di Spezia
gento e di rosso , e poi da quello di Chiavari . Venne infine fatto
coll'aquila di nero , senatore del Regno . Morì in Roma il 3 giugno
coronata d'argen 1909. Il titolo di Conte venne riconosciuto (8
to , ornata di rosso , marzo 1904) ad Augusto , cui era ricaduto , e
afferrante con cia ne fu estesa la successibilità alla figlia di lui
scun artiglio un Carmela in De Magri (R. D. 13 marzo e RR .
mezzo volo d'a LL. PP. 29 giugno ICO4).
quila, di nero , de 1. v .
stro e sinistro, at
traversante i due * ALBIZZI ( DEGLI)
primi punti ; il 3 °
alla torre di pic ARMA : Di nero a
tra , merlata alla due circoli l'uno
ghibellina, fordata suila vetta di un monte nell'altro d'oro .
di tre cime, al naturale, accostata da due CIMIERO : Un teschio
stelle d'argento. umano con una
Motto : Ab alto omnia . serpe tra i denti.
DIMORA : Roma . Motto : Hoc etiam
Famiglia della contea di Nizza e propriamente non sufficit.
di Villafranca , distintasi nella marineria mili DIMORA : Roma , Fi
tare sarda e italiana . Da GIOVAN BATTISTA , renze .
capitano di vascello , nacque il 1780 Giu Sono tuttora in .
SEPPE , che già al 1794 prendeva parte alle certe le origini e di
operazioni contro Tolone. Passò coi suoi so scordi su di esse le
vrani, durante l'occupazione francese , nell'isola opinioni degli stori
di Sardegna, ove si illustrò con una bella fazione ci . Capostipite sarebbe un Raimondino ale
contro i barbareschi presso il capo Bon ( 1808) . manno venuto in Italia nel sec . X con
Contrammiraglio il 1838 , comandò l'armata l'imperatore Ottone III , dando origine alla
LETTERA A PAGINA 345
casata dei Malmonaci , dalla quale deriverebbe gheria in viaggio per Napoli e da questo re
un Albizzo , progenitore indubitato della fa- fu armato cavaliere a spron d'oro ; morì di
miglia. Albizzo, da Arezzo , passò a Firenze pestilenza nel 1348. - PIERO DI FILIPPO DI OR
verso la fine del sec . XII e qui i suoi figli LANDO, personaggio di primaria importanza
acquistarono possessi in un sobborgo della nella storia fiorentina della seconda metà del
città, che da loro prese il nome di Borgo degli trecento . Insignito delle maggiori cariche, fu
Albizzi . Cresciuta in ricchezze e potenza , la poi massimo esponente nella lotta scoppiata
famiglia fin dal sec . XIV ebbe parte segnala- fra i Ricci e gli Albizzi per il primato politico .
tissima nella storia di Firenze e numerosi mem- Escluso nel 1362 dal governo , si recò a Napoli
bri di essa coprirono le maggiori cariche e con- presso la regina Giovanna I , che lo nominò
seguirono i primi onori cittadini , assolsero in- Gran Giustiziere degli Abruzzi. Tornò a Fi
carichi diplomatici presso Cancellerie e Corti renze nel 1377 e, facendo parte della magi
di altri Stati , illustrarono il paese nelle arti stratura dei Capitani di parte guelfa, attirò
e nelle lettere . su di sè gli odî della fazione avversa, che contro
Testimonianza del primato che gli Albizzi di lui e contro la sua famiglia fece le vendette
ebbero nella vita fiorentina fino al sec . XVI durante il tumulto dei Ciompi . Accusato di
è la parte che il più anziano di essi aveva nella aver tramato una congiura contro il governo
simbolica cerimonia dello sposalizio spirituale demagogico , fu mandato a morte il 23 di
del vescovo della città con la badessa del mo- cembre 1379. - Maso di Luca di PIERO, degno
nastero di S. Pier Maggiore, alla quale egli continuatore della politica dello zio Piero , dopo
teneva la mano per la funzione dell'inanella- aver militato in Germania nell'ordine dei Ca
mento . valieri teutonici, tornò in Firenze quando il
Salita alla maggiore fortuna politica quando governo dei Ciompi era finito. Abbattuti gli
la Repubblica era al suo tramonto, la famiglia avversari, Alberti e Medici, signoreggiò la Re
si trovò a contendere coi Medici il primato ; pubblica quasi da dittatore , portandola a mag
ma questi, più abili e più forti, ebbero il so- giore fortuna con la vittoria sui Visconti di
pravvento e gli Albizzi decaddero ; non però Milano e con l'acquisto di Arezzo , Pisa e Cor
tanto da non primeggiare, nei rami rimasti a tona. Morì il 2 ottobre 1414 . RINALDO di
Firenze e non dispersi dalla reazione me Maso di Luca (n . 1370, m . 1441 ) , figlio del
dicea , tra i cittadini che benemeritarono del precedente, al quale, dopo una giovinezza im
paese sotto il Principato . piegata in numerose missioni politiche, suc
Dei numerosi suoi membri sono da ricordare cesse nel primato cittadino . Da prima cerco
per eminenti meriti : FRANCESCHINO DI Ricco di procedere d'accordo con i rivali Cosimo e Lo
(n . 1262 , m. 1340) , rimatore, amico di Guido renzo de' Medici, ma, durante la guerra contro
Cavalcanti e di Dante . - FRANCESCHINO DI Ric- Paolo Guinigi per il possesso di Lucca, il con
CIARDO, nipote del predetto, col quale fu tal- trasto latente scoppiò, degenerando presto in
volta confuso, anch'egli poeta, amicissimo del odio . Rinaldo riuscì abilmente a far deliberare
Petrarca che lo ebbe compagno in Avignone nel 1433 l'esilio di Cosimo; tuttavia non per
tra il 1345 e il 1348 e lo ricordò nel quarto questo la lotta fra le due fazioni cessó . L'anno
capitolo del « Trionfo d'Amore » e in un SO- successivo , per mediazione di Eugenio IV , si
netto scritto in morte di Sennuccio del Bene. - fece pace ; ma il partito mediceo, avuto il so
UBERTO DI ORLANDO DI ALBIZZO, Priore nel pravvento , ottenne il richiamo di Cosimo e
1303 , 1306 , 1310 e 1324 , ufficiale della Moneta l'incriminazione degli Albizzi. Rinaldo insieme
e uomo di guerra . Nel 1306 fu uno dei Capi- con altri della famiglia fu condannato al con
tani del Comune di Firenze all'assedio di fino a Napoli ; qui per vendicarsi spinse il
Monte Accianico, castello degli Ubaldini; par- Duca di Milano a far guerra contro Firenze,
tecipò anche alla resistenza contro Arrigo VII che lo dannò all'infamia . Finita la guerra con
e alla battaglia di Montecatini del 1315 ; da la disfatta del Visconti, si ritirò ad Ancona ,
lui discende il ramo degli Albizzi tuttora esi- dove si dette ad opere di pietà . - MARIETTA
stente . - VANNI DI BENINTENDI DI ALBIzzo, più di Maso di Luca , rea di omicidio commesso
volte Priore tra il 1305 e il 1354 , difensore di a difesa del suo onore, istituì l'ordine delle
Firenze assediata da Arrigo VII e da questo Clarisse nel Convento di Santa Chiara in via
messo al bando dell'Impero . - ANTONIO DI OR- delle Fornaci, dove morì con riputazione di
LANDO DI Albizzo , primo a partecipare at- santità nel 1469. ALBERTO di Pepo di AN
tivamente alla vita politica, fu numerose volte TONIO, vittima della rivolta dei Ciompi, fu
ambasciatore del Comune, cooperò alla cac- esiliato ; tornò in patria nel 1381 e prese parte
ciata del Duca d'Atene, negoziò e firmò la attiva alla vita pubblica ; fu due volte am
pace fra Pisa e Lucca del 1343 , fece parte nel basciatore al re di Francia nel 1391 e nel
1347 dell'ambasceria a Lodovico re d'Un- 1406. Godè anche fama di buon rimatore. -
PAGINA 346 LETTERA A
ALESSIO di Jacopo di ANTONIO, bandito col 1501 ambasciatore a Luigi XII re di Francia .
fratello Tedice per la rivalità con i Ricci, ri ROBERTO di FILIPPO, nato nel 1475 , si stabili
parò in Germania, dove ottenne dall'impera per ragioni di commercio a Lione e vi lasciò
tore Carlo IV il titolo di conte palatino (1376 ). un ramo della famiglia. Nel 1530 fu tra co
Tornato a Firenze, fu di nuovo confinato sotto loro che sollecitarono aiuti dal re di Francia
il governo dei Ciompi e si recò a Napoli, dove, per Firenze assediata . ANDREA di MATTEO
favorito da quella Corte, ottenne di poter di ANDREA (n . 1485 , m. 1534) , console del
aggiungere al suo stemma i fiordalisi dei d'An Mare, caro a Leone X e a Clemente VII , che
giò sotto il lambello rosso . Dopo il 1388 si lo nominò Governatore e Castellano di Or
ristabilì a Firenze, vi coprì cariche pubbliche vieto ; trafficò in Francia e Luigi XII lo na
ed ebbe missioni varie . - LUCA di Maso di turalizzò suddito francese nel 1513 , privilegio
LUCA (n. 1382 , m . 1458) , fratello di Rinaldo che fu confermato due anni dopo da Luisa
predetto , podestà di Rimini , più volte amba di Savoia , madre di Francesco I. - GIROLAMO
sciatore per la repubblica di Firenze a Pe di Luca di Maso (n . 1485, m. 1586) : favorevole
rugia, a Martino V, a Siena, al re di Napoli, ai Medici come il padre e il nonno, fu guardato
all'imperatore Sigismondo, al duca di Sa con sospetto durante l'assedio del 1530. In
voia. Aderì al partito Mediceo e fu fautore staurato il Principato , fu del Consiglio dei
del ritorno di Cosimo, opponendosi con le armi Dugento e Senatore . Sotto Cosimo I , ebbe
al fratello Rinaldo . Così egli potè guadagnarsi molta parte nei tentativi fatti per la conquista
il favore di Cosimo e tenere un posto premi di Piombino e poi nella guerra contro Siena.
nente nella vita politica. ORMANNO di Ri ANTON FRANCESCO di LUCA di ANTONIO
NALDO di Maso , nato nel 1398 , fu travolto (n. 1486, m. 1536) , partigiano dapprima dei
nella rovina paterna dopo il ritorno di Cosimo Medici, molto contribuì a farli rientrare in Fi
dei Medici a Firenze. Relegato a Trapani nel renze nel 1513 ; ma non soddisfatto della ri
1434 , invitò due anni dopo Filippo Maria Vi compensa avuta, ne diventò avversario e par
sconti a muovere guerra a Firenze. Finita que tecipò alla loro seconda cacciata nel 1527. In
sta infelicemente, si stabilì a Gaeta e invano fluentissimo nei consigli del Comune, andò
il re Alfonso di Napoli e il Papa tentarono ambasciatore al Lautrec, condusse le tratta
di farlo riammettere in patria, dove insieme col tive per la Lega santissima, fu dei Dieci di
padre era stato dichiarato traditore. Ugual Balia , sostenne invano l'opportunità di ab
sorte ebbe il figlio BARTOLOMMEO , che visse a bandonare l'alleanza della Francia e di unirsi
Napoli ai servizi di Re Alfonso, del quale seguì a Carlo V, prese parte alla difesa della Re
le bandiere nella guerra contro i Fiorentini e pubblica assalita dalle truppe pontificie e ce
perciò nel 1458 gli fu rinnovato il bando . saree . Rientrati i Medici a Firenze, fu confi
UBERTINO di BARTOLOMMEO di GHERARDO, do nato a Napoli prima, a Spoleto poi . Dopo la
menicano e maestro di teologia, insegnò nello morte di Clemente VII, ebbe un posto premi
Studio fiorentino e fu adoperato dalla Repub nente tra i fuorusciti riparati a Roma e cercò
blica in varie ambascerie . Eletto Vescovo di di spingerli ad intese con Carlo V per ridare
Pistoia nel 1426, morì nel 1434. Lasciò alcuni la libertà a Firenze . Sperò che questo mo
« Commentarii sulla metafisica di Aristotile » . mento fosse giunto quando nel 1537 seppe del
- Maso di Luca di Maso (n . 1426, m. 1491 ) , l'uccisione del duca Alessandro ; fece leve di
al pari del padre fautore di Cosimo de ' Me soldati e, a capo di una spedizione, mosse
dici, fu dei Dieci di Libertà per la guerra verso la Toscana , ma a Montemurlo fu scon
contro Alfonso d'Aragona ( 1453 ) , poi per fitto dalle truppe di Cosimo I. Condotto a
quella contro Sisto IV e il re di Napoli ( 1479), Firenze, vi fu decapitato il 20 agosto 1537 .
ambasciatore al Papa nel 1480 . LUCA di FRANCESCO di Luigi di LANDOZZO ( n . 1486 ,
Maso di Luca (n . 1454, m . 1530) , figlio del m . 1550) : visse in gioventù in Francia e gode
predetto ed anch'egli partigiano de' Medici, il favore del Re Francesco I. Fu poi tesoriere
dei quali seguì l'alterna fortuna. Ebbe varie di Giovanni delle Bande Nere . Cosimo I , me
cariche fino al 1494 ; cacciati i Medici, si adattò more della sua amicizia col padre, lo elesse
ai tempi ; tornò in auge dopo il ritorno di questi del Consiglio dei 200 e poi Senatore. AN
nel 1512 e fu dei Dieci della guerra e amba TONIO di BERNARDO di FRANCESCO (n . 1515 ,
sciatore al Papa. Dopo la seconda cacciata m . 1567) fu del Consiglio dei 200 , commis
dei Medici, non fu più curato. LUCA di An sario durante la guerra contro Siena, oratore
TONIO di Luca (n. 1459, m. 1502 ) . A diffe a Venezia per Cosimo I , poi ambasciatore re
renza del padre e dell'avo, non seguì la fa sidente a Vienna, presso gli imperatori Fer
zione medicea e perciò ebbe molta parte negli dinando I e Rodolfo II . Tornato a Firenze ,
avvenimenti di Firenze dopo il 1494. Fu Com fu Commissario al governo di Pistoia . LO
missario di guerra e dei Dieci di Balia, nel RENZO di Piero di LORENZO (n . 1522 , m. 1599) ,
LETTERA A PAGINA 347
tesoriere del Cardinale Giovanni de' Medici, Famiglia patrizia genovese, che, passando
valente architetto e idraulico, provveditore da Gavi in Val di Bisagno e in Genova, seppe
delle fortezze dello Stato di Siena, scrisse al da umile condizione elevarsi nel sec . XV a sta
cuni « Dialoghi sopra il paese e territorio di to borghese e poi nobile, venendo inclusa nel
Pisa e sul fiume Arno » . Nel 1593 fu ammesso l'albergo Lercaro a
al Consiglio dei 200. CAMILLO di ANTONIO tempo della costitu
di BERNARDO (n . 1542 , m. 1586) , cavaliere zione aristocratica di
di Santo Stefano, ambasciatore a Carlo Ema Andrea Doria ( 1528) .
nuele duca di Savoia nel 1584 e l'anno stesso Dei personaggi di
ambasciatore residente presso il duca di Fer questa famiglia van
rara . - ANTONIO di Luca di ANTONIO (n. 1547 , no ricordati i seguen
m. 1606), nacque a Venezia, dove il padre si ti .: BERNARDO del
era recato dopo la caduta della Repubblica. luogo di Riconísio,
Uomo di lettere e teologo, nel 1570 andò in sartore, cui per de
Germania ai servizi del cardinale Andrea di creto (23 ott. 1427 )
Austria e poi a Innsbruck. Convertitosi al lu fu conceduto di abi
teranismo, passò prima a Ausburg, poi a tare in Genova. GIO
Kempten in Svezia, dove si dedicò esclusiva VAN BATTISTA, cor
mente a studî teologici. Lasciò molte opere, riere, che fu degli an
tra le quali la « Genealogia dei Principi Cri ziani della repubblica ( 1455-1458) . BARTOLOMEO
stiani », più volte ristampata, contenente la console della ragione ( 1519) , aggregato nell'alber
genealogia di tutte le famiglie che avevano fino go Lercaro ( 1528) . TOMMASO ( 1583 ) e OTTAVIANO
allora regnato in Europa, e una « Vita di Piero ( 1587, 1597), capitani di Pieve di Teco. STE
Strozzi maresciallo di Francia » . LUCA di FANO di Ottaviano, senatore ( 1616) . CESARE,
GIROLAMO di Luca (n. 1577, m . 1657) , del capitano di Pieve di Teco ( 1624 ) . CHIARETTA,
Consiglio dei 200, poi Senatore, coprì nume che introdusse dalla sua casa nell'attiguo
rose cariche e fu fatto infine Consigliere di monastero dei chierici regolari i banditi che
Stato. Rivolse il suo pensiero al bonificamento vi trucidarono il prevosto Michele Saluzzo
della Val di Chiana, facendo fare studi e ten ( 1632) . DOMENICO, capitano di Pieve di Teco
tativi . Ferdinando II de' Medici nel 1639 gli ( 1575 ) . GERONIMO, maestro delle cerimonie
conferì il titolo di marchese di Castelnuovo . della repubblica di Genova ( 1627) . OTTAVIO
FRANCESCO di Maso di Gio . BATTISTA (n . 1593 , AGOSTINO di Salvatore, governatore di Ca
m. 1684) . Nato a Cesena, fu prima professore praia ( 1755) . GIOVAN BATTISTA di Salvatore,
di diritto civile e canonico . Passato a Roma, senatore ( 1758) . SALVATORE di Ottavio Ago
vestì l'abito ecclesiastico ; fu auditore di Nun stino , membro del Gran Consiglio ( 1797) . FRAN
ziatura a Napoli e in Ispagna. Tornato a Roma, CESCO di Salvatore, colonnello del 16° reggi
ebbe la carica di assessore del Santo Uffizio mento di fanteria sarda (sec. XIX) .
e nel 1664 fu fatto Cardinale. È noto parti Da un Bartolomeo (sec. XV) , per le conse
colarmente come antigalileiano e per le sue guenti generazioni di Giovan Battista, Giacomo,
polemiche contro i giansenisti. ALESSANDRO Piętro Antonio , Bartolomeo, Francesco, An
PIETRO di GIUSEPPE PIETRO (n . 1799, m . 1855) drea, Ottavio , Salvatore, Ottavio, Salvatore,
servì come guardia nobile i re di Francia la linea giunse nel sec . XVIII a un Ottavio Ago
Luigi XVIII e Carlo X dal 1815 al 1830. Alla stino , dai cui due figli Giuseppe Maria e Sal
morte di Amerigo degli Albizzi, per conces vatore si svolsero due rami .
sione del granduca Leopoldo II , ottenne che Da Giuseppe Maria venne Ottavio , che ebbe,
passasse a lui il titolo di marchese di Castel tra i figli, * Alessandro , Luigi e Vittorio . Da
nuovo .
Alessandro i viventi PILADE (n . 1867) (con le
a) FEDERICO di Alessandro (march. di Çastel figlie Evelina e Flora ), Elettra, PARIDE (n . 1873 )
nuovo e Cecina mpr . Patrizio di Firenze, mf .) . (coi figli Ofelia ed Eolo n . 1912) , ETEOCLE.
Figlio : NICOLÒ. Da * Luigi i viventi RODOLFO e MAURIZIO . Da
b) ALBIZZO, VITTORIO, RINALDO, ELEONORA di * Vittorio il vivente ALDO . Il secondo ramo da
Giulio di Gherardo. Patrizi di Firenze mf .
Salvatore , fratello di Giuseppe Maria , portò
a. p. al figlio Francesco, donde due fratelli , che fu
ALBORA . rono Salvatore, padre del vivente FRANCESCO,
che ha i figli Giuseppina, Ida e Salvatore,
ARMA : D'argento all'albero al naturale nudrito e FRANCESCO , che, emigrato in America, ebbe
e terrazzato di verde, sostenuto da due leoni un figlio Carlo .
affrontati al naturale .
DIMORA : Genova . 1 v.
PAGINA 348 LETTERA A
TE
so ai cinque gigli
veditore ad Asola, quindi nel 1668 fu po d'oro ; nel 2 ° e 3 °
destà e capitano a Feltre. Questa famiglia che d'oro ai due lupi
va ad estinguersi nelle sottodescritte N. D. di rosso l'uno sul
nel breve periodo di 130 anni ebbe due Pro l'altro .
curatori di S. Marco ed otto senatori . Con DIMORA : Firenze .
S. R. A. II nov . 1817 , ebbe la conferma della Nobile famiglia
veneta nobiltà e con altre S. R. A. 17 giugno spagnola, originaria
1819 e 3 novembre 1820 Giov . BATTISTA VIN d'Andalusia , che fi
CENZO , Giov . BATTISTA GIUSEPPE e Giov . no dal sec . XIV
BATTISTA ALESSANDRO del fu Giov . Battista
troviamo insignita di
ebbero la conferma del titolo di conte del S. R.I. alte cariche civili e
Uniche superstiti di questa famiglia vivono a militari, sia in patria,
Venezia (S. Cassiano) le due sorelle, figlie di Gio sia a Napoli e in Sicilia , e che alla fine del
vanni Battista e di Elisabetta Margarit; N.D.co. ' 400 aveva già cavalieri di Malta .
Sofia , n . Venezia, 2 genn . 1868 , vedova del
barone Ernesto Rubin de Cervin, e N. D. co .
ANTONIO di don Francesco, venuto in Fi
renze come aio di Eleonora di Toledo, fu fatto
Ada n . Venezia, 5 genn . 1872 .
castellano della fortezza di San Miniato e poi
P. b . governatore di Livorno. Suo figlio FERDINANDO
fu ricevuto per giustizia nell'Ordine di S. Ste
* ALBUZIO .
fano il 13 febbraio 1571 e in tale occasione
il Granduca ne riconobbe l'antica nobiltà . Di.
ARMA : D'azzurro al
castello , d'argento
ventò poi capitano generale dello Stato di Mi
sormontato da una lano e morì nelle guerre di Fiandra .
Gli Aldana Maldonado furono ascritti al Pa
stella d'oro ( 8) , le triziato fiorentino ( mf . ) nel 1752 e nomi
torri merlate di
nati conti (m . ) con diploma della Regina Rec
due pezzi alla ghi gente Maria Luisa datato 29 maggio 1804 .
bellina, col capo di Questi titoli furono riconosciuti nel 1912 in
oro carico . di un
persona di Luigi di Pietro di Amadio .
leopardo di nero al
naturale coronato f. s .
del campo (ric .
1897 ) . ALDISIO .
TITOLI : Nobile mf .
DIMORA : Zero Bran ARMA : ?
co ( Treviso) e Treviso . DIMORA : Terranova di Sicilia .
Famiglia di origine milanese , che ottenne il Famiglia nota in Terranova di Sicilia. Un
riconoscimento del titolo di nobile nell'anno GIUSEPPE ottenne il 31 maggio 1779 il titolo di
1897. Membri viventi: figli di Enrico , di Fe barone Mautana . Nell'elenco ufficiale è iscritto
derico e di Carolina Garizzo : 1. ANTONIO , nato con i titoli di marchese di Torreforte e baro .
Verona, 29 dic . 1850, spos . Venezia i sett . 1879 ne di Sabbucci il signor SALVATORE Aldisio di
PAGINA 350 LETTERA A
Francesco come figlio di Rosaria Enrichetta Signore di Maenza mpr. , Signore di Gavi.
Mallia . Tale ricono- gnano mpr. , signore di Caminate mpr. , si
scimento avvenne per gnore di Campiana mpr ., signore di Casal
sentenza della corte buono e Petrella mpr. , signore di Dugario
d'Appello di Paler. mpr. , signore di Monte Castello mpr., signore
mo del 7 settembre di Perticara mpr. , signore di Polenta e Colli
ARMA 1 885 , confermata nella mpr. , signore di Nauchio mpr. , signore
dalla Corte di Cas- di Sapigno, mpr. , signore di Torrita mpr., pa
sazione con senten- trizio onorario di Ferrara mf . , patrizio di Forlì
za 24 luglio 1888 . m ., marchese del S. R. I. mf . Ricon . 1904 .
È iscritto nell'E- La famiglia è iscritta nel libro d'oro della
'
ש
* ALDOBRANDINI .
ALDROVANDI MARESCOTTI.
ARMA : D'azzurro al ARMA : D'azzurro,
la banda contro alla fascia accom.
doppiomerlata, ac pagnata in capo
costata da 6 stelle da una rosa e in
di 8 raggi, il tutto punta da un ca
Duca di Ferrara, poeta e protettore di let diploma 10 giugno di quello stesso anno e lo
terati, morto nel 1512 ; ANNIBALE di Seba stemma suo veniva delineato nel Codice Aral
stiano, nel 1530 creato cavaliere da Carlo V ; dico per decreto 7 luglio 1772 dell’I . R. Tri,
FILIPPO d'Ercole, ambasciatore bolognese in bunale Araldico . Il figlio di lui e di Isabella
Roma dal 1700 al '15 e dal '24 al '31 , il quale, dei marchesi Cigalini , Carlo (n . 1765) , fu scu
per l'eredità pervenutagli nel 1690 dal co . diere del Beauharmais e fu creato barone del
Ranieri Marescotti suo zio materno, aggiunse Regno d'Italia e l'abiatico GIUSEPPE (n. 1797) ,
al proprio il cognome Marescotti ; infine Pom figlio del conte Giacomo e di Marianna dei
PEO d'Ercole, cardinale, ( 1658-1752) il cui mae conti Martinengo dalle Palle, sposò Giulia
stoso palazzo, fatto costruire tra il 1725 e il Luini, figlia del conte Giacomo, prefetto di Po
'52 in via Galliera, sta ad attestare il fasto lizia del Regno d'Italia. La famiglia è ora
e la ricchezza della famiglia . estinta nella discendenza maschile.
Essa entrò a far parte del patrio Senato Gli Alemagna, ora estinti nella linea masco
nel 1467, e da allora sino alla caduta del go lina, con decreto 7 luglio 1772 vennero ricono
verno pontificio dodici furono gli Aldrovandi sciuti nel loro titolo dall'I . R. Tribunale Aral
che occuparono successivamente il posto i . dico di Lombardia ed il loro stemma fu delinea
quell'alto consesso. Nel 1586 ERCOLE di Fi to nel Codice Araldico : ottennero la conferma
lippo era stato investito dal Duca di Ferrara del medesimo con sovr . risoluz . del 1810 e si
della contea di Guiglia, ma nel 1593 ne venne trovano iscritti nell'Elenco Ufficiale col titolo
spogliato per inosservanza dei patti stabiliti : di « conte di Busnago» con trasmissione primoge
in compenso, suo figlio POMPEO nel 1596 fu niale mascolina. Hanno diritto al trattamento
creato dallo stesso Duca conte di Viano , ca di don e di donna.
stello nel territorio di Reggio, e questo titolo, Nel predetto Elenco Ufficiale Nobiliare sono
portato pacificamente da tutti i suoi discen iscritte le figlie di ALBERTO, di Riccardo, di
denti, è stato riconosciuto anche dall'attuale Giuseppe. di Gian Giacomo : Elisabetta in
governo. Agli Aldrovandi Marescotti spettano Aletti , Carolina , Emilia.
altresì i titoli di conte palatino pei mpr . , di Cfr. A. S. M. Araldica .
conte, di patrizio di Bologna, Ravenna,
a. .
Rimini , Modena e Reggio per tutti i m.
Unico superstite della famiglia è il conte ALEPSON .
Luigi di Pietro, ambasciatore di S. M. il Re
d'Italia .
ARMA : Di rosso alla
U. d .
coppa d'oro, al ser
pente di verde on
ALEMAGNA . deggiante in palo
uscente dalla cop
ARMA : Partito : al pa, accostato da
1 ° d'oro, alla mez due colombi al vo
za aquila di nero , lo spiegato di ar
coronata del cam gento posati sul
po , uscente dalla l'orlo della coppa ,
partizione; al 20 quello di destra in
di oro a tre bande atto di bere, fermo
di rosso . quello di sinistra,
.
* ALESSANDRETTI. ALESSANDRI .
La famiglia Alessandri vestì l'abito di Malta e ii dic . 1830, sono iscritte nell'Elenco Uffi
nel 1628 ; e nel 1752 fu descritta nel Libro ciale col titolo di « nobile » . per mf.
d'oro dei Patrizi di Firenze (mf . ) . Cfr. A. S. V. Araldica .
a) GIOVANNI di Cosimo e disc. (Patr. di a. g .
Firenze mf . ) .
b) Carlo di Gaetano e disc. (Conte, mpr, ALESSANDRIA (Mensa di) .
Patr . di Firenze , mf . ) , TITOLO : Conte .
f. s. Il vescovo pro tem
pore .
Il titolo si legge
ALESSANDRI . ARMA
nei primi sinodi dio
ARMA : Di argento cesani ; e così in DEL
1768, in persona di
Ferdinando di Gre * ALESSANDRO (d ' )
gorio, nominato ca ARMA : Di oro al leo
valiere di S. Stefano il 3 settembre 1725 . ne di rosso con la
GREGORio di Luigi di Giuseppe e disc . banda di nero at
8. c . traversante cari
cata di tre stelle
a 5 raggi del cam
:::
ALESSANDRI .
po .
ARMA : Di oro , al DIMORA : Napoli e
leone d'azzurro, Pescolanciano .
colla banda , trin Secondo alcuni au
ciata di argento e tori questa famiglia ins
di nero , attraver è di origine greca , e
sante . le memorie ne risal
CIMIERO : Il leone di gono ad un Guidone,
azzurro , nascente . partito crociato nel 1187 ; godette nobiltà in
DIMORA : Bergamo Napoli in un ramo ora estinto . Possedette
ed America ( Rep . molti feudi tra i quali quello della Castellina
Argentina ) . col titolo di duca ( 1639) , e quello di Pescolan
Famiglia berga ciano anche col titolo di duca ( 1658) , il quale
masca appartenente ultimo titolo si possiede ancora dalla famiglia .
al Maggior Consiglio. Fu ascritta al Registro dei feudatari.
Con decreto del Se Fu decorata di alti uffici e dignità fin
nato Veneto i dicembre 1685 fu eretta in contea dai più antichi tempi ; ebbe molti uomini illu
stri ; Giovan Battista fu uno dei fondatori del
la giurisdizione di Ceplecischis colle sue pertinen
ze di Regola di Bravizza, Mesera, Tercimonte e Monte della Misericordia di Napoli .
Tercimonte Sotto nel territorio di Cividale nel Sono iscritti nell'Elenco ufficiale, col titolo di
Friuli e conferita in feudo a GIAMBATTISTA duca di Pescolanciano , i disc . da Nicola di
e GIULIO ANTONIO e l'11 luglio 1687 ; questi Pasquale ascr. all'Ordine di Malta.
venivano descritti col titolo ottenuto nel « Li È iscritto allo stesso Elenco ed al Libro d'oro
bro d'oro de ' veri titolati » . della nobiltà italiana il ramo secondogenito ,
Un ramo degli Alessandri, riconosciuto nel nobile dei duchi di Pescolanciano : GIUSEPPE
l'antica nobiltà con sov. risoluz. 4 settembre Luigi di Giambattista , con i figli : GIOVANNI
1818, è ora estinto : le diramazioni superstiti , NAPOLEONE, Antonietta, FABIO , LUIGI FILIPPO.
pure riconosciute con sovr. risoluz. 4 sett . 1818 0. p.
Araldica . 23
PAGINA 354 LETTERA A
cicato il 29 ottobre 1502 venne investito del Nel 1797 fu ricevuta questa famiglia nell'or
feudo Sisto , che con dine di Malta . È
servossi fino all'abo iscritta nell' Elenco
lizione della feuda ufficiale con i titoli
lità in famiglia A dibaronedi Cannice El
lessio, trovandone (mpr. ) per riconosc.
investito il 28 otto del 1899 ; nobile di
bre 1765 un GIOVAN Nola (m . ) e pred. di
VINCENZO , che fu an Berlem (mf. ) , nelle
che capitano di giu persone di RAIMON
stizia di Nicosia nel DO , TOMMASO e Gio
1798-99. Un PIETRO VANNI , di Carlo . di
BERNARDO Alessi , Francesco , di Carlo ,
come figlio di Fran di Antonio .
cesco , il 19 nov . 1771
venne investito del 0. P.
feudo di Pasquali. a . di c .
ALFARANO CAPECE .
ALESSIO (d ' ) . ARMA : Partito : nel
1 ° di rosso al cre
ARMA : Di oro a tre scente di argento
rose di rosso di accompagnato da
sposte 2 ed 1 . tre stelle del me
DIMORA : Napoli . desimo ; nel secon
È un ramo della do di nero al leo
famiglia siciliana dei ne d'oro coronato
baroni di Sisto , tra dello stesso .
piantatosi nelle pro DIMORA : Napoli e
vincie napoletane Lecce .
per uffici militari oc Famiglia origina
cupati. Nel 1606 un ria di Grecia , tra
Gian Domenico rag piantatasi da molti
giunse l'alto grado secoli in Terra d'O
di capitan generale tranto, ove ebbe il possesso fra gli altri, del feudo
d'artiglieria , grado di Giurdignano . Nel 1729 fu ricevuta nell'Or
che ai termini della legge del 1756, bastava dine di Malta ed in seguito venne dichiarata
per sè solo a servire di titolo primordiale di ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo, nelle
nobiltà generosa. Figliuolo di Gian Domenico , quali Giovanni occupò il grado di brigadiere.
fu Carlo, che sposò una Bonito, patrizia amal Per successione della famiglia Pandone le
fitana, per il quale matrimonio venne detto fu riconosciuto con R. Rescritto 11 luglio 1858
Carlo nel 1650 aggregato alla nobiltà di Amalfi. il titolo di conte di Ugento. È iscritta nell'Elenco
Sono discendenti di costui i fratelli EDUARDO , uff. nob . col detto titolo (mpr . ) , nonchè con
Maria e VINCENZO, di Giov. Domenico, di Giov . quello di nobile col predicato di Giurdignano
Maria tutti iscritti nell'El . uff. ital . col titolo (mf .) , per i disc. da Benedetto ascr. nel 1801
di nobile, trasmissibile per i maschi e per all'Elenco del priorato di Barletta dell'ordine
sonale per le femmine . di Malta . 0. P.
0. P.
ALFAZIO GRIMALDI .
* ALFANO .
ARMA : Inquartato : al 1 ° e 4º di rosso alla zam
ARMA : D'azzurro alla fascia d'argento , accom pa d'oro , armata di nero (Alfazio) ; al 20 e
pagnata in capo da tre stelle ordinate in 3° fusato d'argento e di rosso (Grimaldi).
fascia , in punta da un monte di tre vette , CIMIERO : L'orso al naturale, tenente una spa
il tutto d'oro . da d'argento.
DIMORA : Nola e Napoli . Motto : Ursum ne tentes.
Famiglia originaria di Nola alla cui nobiltà DIMORA : Asti .
venne aggregata fin dal 1554 . Titolo : Conte di Bellino ( mpr . ) .
Carlo n . 1763 , sposò Maria Benedetta de No Originari di Busca, poi in Poirino e in Asti,
taris , da cui il titolo di barone di Cannice . hanno memorie sicure con Antonino , che fu al
PAGINA 356 LETTERA A
A
Famiglia origina
Biagio Alfazio (22 ria della Lombardia
febbraio 1734) con
titolo comitale . Di e passata in Aquila, ove venne aggregata a quel
patriziato , nel sec . XVI . Possedette vari feudi,
qui il cognome Al
fazio Grimaldi nel conte Giuseppe, che rima fra gli altri quello di Poggio Picenze sul quale
sto vedovo di Vittoria Maria Elisabetta Gaz nel 1667 ebbe il titolo di marchese, passato poi
in altra famiglia .
zelli di Selve, entrò negli ordini sacri ottenen
do di ritenere il feudo , per patente 26 feb Per parentela contratta, aggiunse al proprio
braio 1779 . Aveva raccolto in Busca un il cognome Osorio . Nel 1695 fu ricevuta per giu
stizia nell'Ordine di Malta ; fu anche ricevuta
buon museo di storia naturale e di antichità , negli ordini di S. Stefano e di S. Giacomo della
che donò a Re Vittorio Amedeo III . Suo fi
Spada.
glio , Luigi (n. Busca, 8 febbr. 1746 ; † Busca, È iscritta nell'Elenco uffic . col titolo di pa
25 febbr. 1825) , essendo aggiunto del maire di trizio di Aquila (m . ) , nella persona di Nicola ,
Busca nel periodo repubblicano , fu accusato di Giuseppe .
di delitto di Stato e condannato nel capo . Lo
0. P.
salvò Giuseppe Quaranta, comandante della
guardia nazionale. Il pronipote Luigi (n . Asti , ALFIERI .
3 settembre 1824) fu decorato della medaglia
d'argento al valor militare per atti di valore ARMA : D'oro all'a
nelle prime guerre del Risorgimento. quila di nero , ar
Ugo , di Luigi, di Luigi, di Biagio . mata , membratare day
coronata di rosso .
Sorelle : Maria in Lomaglio , Enrichetta, Luisa. CIMIERO : L'aquila
Cugino: ALBERTO. m . 2.
del campo , nascen
te. SOSTEGNI : Due
ALFERI .
aquile, come nel
ARMA : D'azzurro , al campo , affrontate .
mezzo volo spie Motto : Tort ne
Pietraforte nella Sabina (atto 28 ottobre 1683) . fioriva MARCO ANTONIO, maggiore di quella
Suo figlio STEFANO, rimasto vedovo senza figli piazza, capostipite noto della famiglia. Egli
della contessa Maria Galli di Roma, partì da acquistò dai Valperga di Civrone, insieme con
questa città e si recò prima a Genova e poi a Gianfrancesco Boetto, la metà della signoria
Nizza, dove sposò in seconde nozze Caterina di Borghetto, Mon
di Giampaolo Lascaris, conte di Ventimiglia. tegrosso e Pornasio ,
Con lettere patenti del 15 luglio 1730 fu auto- . eretta poi in contea
rizzato a valersi del titolo marchionale, seb- nel 1771. Il figlio suo
bene allora secondogenito della sua famiglia : FILIBERTO , investito
e di tale autorizzazione si sono dopo di lui il 16 dic . 1754 , sposa
valsi i suoi discendenti . Dal suo terzo matri- va Cristina Maria
monio con Maria Lucrezia del barone Claudio Gandolfi, del conte
Francesco Lascaris ebbe un figlio, CLAUDIO , Giulio Cesare, erede
che seguì la carriera delle armi , raggiungendo di Ricaldone, aggiun
il grado di maggior generale di fanteria ; e gendo ai feudi sud
nel 1771 fu nominato Governatore dell'isola detti e al cognome
di Sardegna. Claudio ebbe quattro figli, Giu- proprio la contea di
SEPPE, Silvio, Gio . Batta e CARLO OTTAVIO, Ricaldone e il cogno
che seguirono la carriera paterna e combat- me Gandolfi. Suo nipote CARLO fu , all'e.
terono per il Piemonte contro i francesi . La poca francese in Piemonte , scudiere del prin
disfatta patita nella campagna del 1792 portò cipe Camillo Borghese, ed ebbe , per patente
al sequestro dei loro beni nella contea di Nizza ; 16 dicembre 1810 di Napoleone I, il titolo di
e Giuseppe si ritirò a S. Miniato ad amministrare barone dell'impero francese. Aveva sposato a
il piccolo patrimonio del fidecommesso Alli. Torino , il 21 aprile 1807, Flavia de Morand de
Dei tre figli di Giuseppe, il primo, Silvio, St. Sulpice, e il suo primogenito Camillo, nato
seguì la carriera delle armi , combatté valoro a Torino il 18 luglio 1812 , fu tenuto a batte
samente a Goito e a Novara, e raggiunse il simo dal principe Borghese. È il padre del
grado di maggior generale ; il secondo , Mau capo attuale della famiglia.
rizio, entrato nella Magistratura, finì consi- CARLO, di Camillo, di Carlo Francesco .
gliere della Corte d'Appello di Firenze ; il Figli : Alina, CAMILLO , FRANCESCO, Erne
terzo, FRANCESCO MARIA , si votò al sacerdozio , stina, Maria.
e fu eletto vescovo di S. Miniato il 2 dicembre Fratello : VITTORIO .
1854 . m . 2.
CLAUDIO, figlio di Maurizio, insigne avvo
cato , fu deputato al Parlamento Nazionale per * ALLIATA .
cinque legislature .
Alla famiglia Alli Maccarani sono ricono ARMA : D'oro , a tre
sciuti i titoli di Patrizio romano (mf . ) , Pa- pali di nero .
trizio di Firenze (mf.), Nobile dei marchesi Il ramo dei prin
( mf . ) , ricon. 1880, signore di Toetto (mpr. ) , cipi di Villafranca
Nobile di S. Miniato (mf.). arma : inquartato :
GIUSEPPE e Gio . BATTA di Claudio. al 10 d'oro alla
Figli di GIUSEPPE : Geltrude in Da Barberino. pianta di ruta, di
Figli di Gio. BATTA : Giulia, PIETRO, Enri
chetta , Elisa .
* ALLIAGA GANDOLFI .
f. s .
con la bordatura di porpora caricata di otto l'ordine (GIROLAMO Alliata) un priore di Lom
crocette d'oro , decussate. bardia e d'Ungheria, ammiraglio dell'ordine e
SOPPORTO : l'aquila bicipite, spiegata di nero , balì di Venosa , è oggi costituita dai seguenti
membrata, imbeccata e sormontata dalla co rami : principi di Villafranca ; marchesi Alliata
rona imperiale d'oro. Cardillo ; duchi di Pietratagliata .
DIMORA : Palermo . Ramo dei principi di Villafranca . (linea pri
Venuta da Pisa in Sicilia, ebbe la cittadi . mogenita) : Con D. M. 29 aprile 1904, RR . LL.
nanza palermitana in persona di RANIERO Al PP. 17 aprile 1904, D. M. 4 ottobre 1909 il
liata, figlio di Filippo, e di PIETRO, BENE signor GIUSEPPE Alliata di Edoardo, ottenne
DETTO, GINEVRA e FILIPPO, figli del detto il riconoscimento dei titoli di principe di Vil
Raniero , con privilegio del Senato di Pa lafranca, principe di Ucria, principe di Val
lermo del 28 settembre 1413 , confermato da guarnera, principe di Montereale , principe di
re Alfonso a 7 giugno - 7 luglio 1441 . Buccheri, principe di Castrorao, principe di
Un GERARDO tenne l'altissima carica di pro Trecastagne, duca di Salaparuta, duca di Sa
tonotaro del Regno di Sicilia nella seconda ponara, barone di Mastra, barone di Pedara,
metà del secolo XV ; un RANIERO, barone di barone di Santa Domenica, signore di Mirii ,
Castellammare, fu pretore di Palermo nell'an signore di Gurafi occidentale, signore di Man
no 1493-94 ; un GIA giavacca, signore di Viagrande, signore di onze
COMO , figlio del pre 40 sopra i porti e le marine , barone di Mor
cedente, fu capitano bano, principe di Gravina, signore di Gangi,
giustiziere di Paler signore di Rosetti ed Erbebianche, signore di
mo nell'anno 1503 Vicaretto, signore di Artesinella, Canali e Man
1504 , carica occupa dra del Piano, signore di Alvabuso, signore di
ta da un MARIANO , Fiume di Mendola o Collotorto, barone di Buz
barone di Roccella , zetta e marcato del Fegotto , marchese di Santa
nel 1539-40 ; da un Lucia , barone dei Solazzi di Salomone, signore
GIOVANNI barone di di Ucria, signore di Castrorao, signore di Tre .
Solanto negli anni castagne, signore di Villafranca, di Taya già
1592 - 93 , 1596 - 97, S. Adriano, di S. Anna e di Sala paruta, signore
1605-6 . Un FRAN di Castro Engii , signore di Manchi, signore
CESCO Alliata e Pa di Caropipi (Valguarnera ), signore di Assoro ,
ruta (discendente da barone di Vicaretto. Tutti i detti titoli , ven
ANDREOTTO Alliata dottore in leggi che con nero riconosciuti nel 1922 a Gabriele Alliata
privilegio del 7 settembre 1499 aveva otte e Bazan (figlio di detto Giuseppe) , padre di
nuto facoltà di fabbricare e popolare nel feudo Giuseppe-Francesco e Francesco .
di Troccoli di sua proprietà una terra e no Ramo dei principi di Villafranca (linea ul
minarla Villafranca) ottenne, con r. decr . del trogenita) : Con D. M. 10 febbraio 1903 il si
14 aprile 1609-24 ottobre 1610 , il titolo di gnor GIOVANNI Alliata e Notarbartolo , di Gio
principe di Villafranca e con r. decr. del 2 gen vanni, ottenne riconoscimento del titolo di no
naio - 5 aprile 1625 il titolo di duca della Sala bile dei principi di Villafranca e di Montereale .
di Paruta ; un GIUSEPPE Alliata e Colonna, Con D. M. 20 maggio 1906 il signor LUIGI
principe di Villafranca, ecc . , fu capitano di Alliata e Moncada, di Fabrizio , ottenne rico
giustizia di Palermo nel 1708-9, gentiluomo di noscimento del titolo di nobile dei principi di
camera di Vittorio Amedeo II di Savoia, re di Villafranca, titolo con il quale vennero iscritti
Sicilia e generale tenente maresciallo di campo nell'elenco ufficiale i suoi figli: FABRIZIO , Ro
dell'imperatore Carlo VI , che, con privilegio DRIGO , RAINIERO , Marianna in Chiaramonte
del 23 marzo 1722-4 marzo 1724 lo nominò Bordonaro e Bianca.
Grande di Spagna di 1 ° classe. Per successione Nel 1925 venne concesso il titolo personale
a casa Di Giovanni e Morra ebbe il detto Giu di principe ad ANTONIO Alliata di Domenico ,
seppe i principati di Buccheri, Castrorao , Tre e nel 1926 lo stesso titolo personale di principe
castagne, le baronie di Pedara, Viagrande, ecc . , venne concesso a DOMENICO Alliata, di Gio
che trasmise ai suoi successori , i quali per al vanni .
leanze con altre famiglie ebbero anche i titoli Ramo dei marchesi Alliata- Cardillo . Dal ma
di principe di Montereale, principe di Ucria , trimonio tra PASQUALE Alliata Di Giovanni dei
duca di Saponara, principe di Gangi, principe principi di Villafranca e Emanuela Cardillo,
di Valguarnera, principe di Gravina, duca di ereditiera del titolo di marchese Cardillo , nacque
Pietratagliata, ecc . ecc . DOMENICO Alliata -Cardillo , che con RR . LL . PP .
Questa nobile famiglia , che è passata al del 23 aprile 1903 ottenne riconoscimento del
l'ordine di Malta nel 1530, e che ebbe nel titolo di marchese. Vennero pure iscritti nel
PAGINA 362 LETTERA A
Praga l'8 settembre 1599, concedeva a Gio- Polonia , Francia e Spagna e morì nel 1450 a
VANNI Alhaimer ed a suo fratello Giorgio, la Barcellona. Enrico, nato nel 1570 fu lodato
nobiltà del S. R. I. trasmissibile ai discendenti commediografo. Altro Enrico di Carlo fu dram
legittimi di ambo i sessi. Il sottodescritto ebbe maturgo e commediografo. FEDERICO di Pro
il riconoscimento del titolo suddetto con D. P. spero (n . 1714) scrisse una quindicina di opere
17 marzo 1927 : FEDERICO, n . Arco (Trento) , storiche e letterarie. ' GIUSEPPE suo fratello
3 aprile 1880, di Antonio, di Agostino e di (n. 1720) fu cav. professo del S. M. O. Gero
Matilde Attlmayr, spos . a Bassano 15 aprile solimitano. Caduto il patriarcato di Aquileia,
1914 con Manfredina Compostella ; da cui : la Rep. Ven . rinnovò agli Altan l'investitura
1. Matilde, n . Bassano, 24 luglio 1915 ; 2. Maria del castello di Salvarolo e delle ville di Cam
Assunta, n . Arco, 15 agosto 1920 ; 3. ANTONIO, pomolin, Versutta e Passerizza, colla giurisdi
n . Arco , 9 aprile 1923 . zione civile e criminale, ordinando nel mag
p . b. gio del 1795 la loro iscrizione nell’A. L. T.
Con S. R. A. 28 febbr . 1821 venne confermato
ALTAN . il titolo di conte del S. R. I. a GUGLIELMO ed
ARMA : Inquartato : ANTONIO di Carlo di S. Vito ; a CARLO MA
al 1 ° e 4º troncato RIA ed ENRICO di Alvise di Serravalle e Cene
d'argento alla rosa da ; ad ALVISE di Matteo ed a MATTEO di Gio .
di rosso , bottonata Antonio . ( Fonti : Zotti S. Vito nella storia . -
d'oro , e d'azzurro Genealogia Altan in racc. co. del Torso . - E.
a tre teste di leo- Altan, Memoria sopra gli Altan) .
pardo d'oro , con la Membri viventi iscritti nell'Elenco nobiliare
fascia d'oro sulla ufficiale, cui spettano i titoli di nobile mf.
partizione; al 20 conte del S. R. I. mf., signore di Salvarolo e
e 3º d'azzurro al terre annesse m .: CARLO GIOVANNI , n . Ce
monte d'oro (6) al- neda, 29 luglio 1853 , di Enrico , di Matteo e
l'italiana, sormon di Caterina Santagiustina, spos . Serravalle,
tato da una mano 26 nov. 1888 con Arpalice De Stefani; da cui :
d'aquila d'argen- Enrico, n . Serravalle, 7 maggio 1889. Fratello
to . Sul tutto di di Carlo Giovanni : GIOVANNI ANTONIO, n . Ce
verde, carico di un'aquila al naturale, ferma, neda 18 nov. 1856 (dim. Vittorio Veneto) . Figli
rivoltata, coronata d'oro , tenente nel rostro di Adriano, di Pietro , di Alvise e di Angelica
un anello dello stesso . Lo scudo in petto al Graziani: 1. Anna, n . Ceneda, 22 ottobre 1866 ;
l'aquila bicipite imperiale di nero con corona Silvia , n . Ceneda, 13 luglio 1868 ; 3. PIETRO,
imperiale d'oro. n. Ceneda, 20 luglio 1870 ; 4. LEANDRO, n. Vit
CIMIERO : Il liocorno al naturale . torio , 28 dic . 1876 .
Motto : Droit . e . d. i .
Titoli : Nobile mf . Conte del S. R. I. mf . , Si
gnore di Salvarolo e terre annesse m. * ALTEMPS .
DIMORA : Vittorio Veneto .
Antica e cospicua famiglia friulana, discen- ARMA : D'azzurro al
dente da un Razotto vassallo dei conti di l'ariete saliente di
Porcia, che viveva sul finire del sec . XIII . oro .
ANTONIO pronipote di questo e figlio di un DIMORA : Roma .
ser Culossio da Porcia fu nel 1367 investito Originaria di Ho
di feudo di abitanza nel castello di S. Vito . henems, borgata vi
Ilfu figlio Tano che diede il nome alla famiglia, . cina al lago di Co
nel 1415 podestà di S. Vito ed acquistò la stanza sul confine del
giurisdizione di Passerizza, Versutta e Cam- Voralberg , che diede
pomolin . Da Tano nacque MATTEO, che nel il nome al casato ,
1400 addì 1 ° marzo comperò dai nobili di Sal- divenuto poi roma
varolo il castello omonimo , ciò che gli diè di- no , degli Altemps.
ritto ad un voto nel Parlamento friulano . Fu Capostipite ne è
Consigliere di Stato dell'imper. Federico III e un MERQUERDO, da
da lui creato conte palatino e cavaliere con cui discese un VOL
diploma 22 febbraio 1469 dato da Pordenone FANGO creato conte dell'Impero da Carlo V per le
e conte del S. R. I. con diploma 6 luglio 1470 benemerenze acquistate durante la guerra in I.
da Breetz . ANTONIO di Bianchino fu vescovo talia contro i francesi . Questi si stabilì in Italia
di Urbino, Nunzio Pontificio in Svizzera, Scozia, e si unì in matrimonio con Chiara Medici, so
LETTERA A PAGINA 365
1
rella di Pio IV . Suo figlio JACOPO ANNIBALE famiglia fu ascritta a Libro d'oro napol .
(† 1587) fu dallo zio pontefice inviato amba Spetta, a norma dell'ascriz . all'Elenco uff. nob .
sciatore a Filippo II , re di Spagna, dal quale il titolo di patrizio napol . ai maschi discend .
ebbe in feudo per sè e discendenti maschi la per linea maschile dal detto Michele Giovanni .
contea di Gallarate con diploma 11 aprile 1578 . 0. P.
Pio IV lo creò generale di S. Chiesa . Ebbe in ALTIERI .
moglie Ortensia Borromeo, sorella di S. Carlo ,
al quale divenne così unito da duplice vincolo ARMA : D'azzurro a
di parentela ; fu loro figlio GASPARE MARCO 6 stelle d'argento
(† 1658) , che visse lungamente a Milano, ma a 8 punte dispo
in continue contestazioni pel possesso del feudo ste 3 , 2 , 1 ; filiera
di Gallarate , che nel 1656 passava ai marchesi inchiavata , d ' az
Visconti. Fece quindi ritorno in Germania, zurro e d'argento .
dove si fermarono e sussistono tuttora i suoi Motto : Colles fluent
discendenti. me de petra .
Un fratello del suddetto Jacopo Annibale, DIMORA : Roma.
MARCO Sittico ( † 1595 ) , dopo aver percorso Anticamente que
con successo la carriera delle armi , entrò in sta famiglia fu detta
dei Peraluzzi e Cor
prelatura, fu vescovo di Cassano e nel 1651
ottenne la porpora . Adunate cospicue ricchezze raducci . Dal 1643 al
pei favori della Corona di Spagna, edificò in 1840 sette personag
Roma il palazzo Altemps presso S. Apollinare gi di questa fami
e rese possibile l'acquisto del ducato di Gal glia furono insigniti della sacra porpora . Gli
lese, passato poi per breve pontificio nel 1681 Altieri si estinsero nel 1669 con Donna Laura
agli Harduin, a' suoi , che formarono il ramo Caterina, sposa al marchese di Rasina , Gaspare
romano della casata , al quale appartiene Gio Albertoni dei Paluzzi dei Piermattei .
VANNI ANGELO ( † 1620) uomo erudito, rac Uscirono da questa stirpe un Conservatore
coglitore d'una biblioteca ricca di oltre due e un Gonfaloniere del popolo romano e due
mila codici , ora fusa nella Vaticana . Discende vescovi di Camerino . Emilio fu Papa sotto il
da lui MARCO Sittico ( † 1817 ) , ciambellano nome di Clemente X ultimo di sua casa e che
del granduca di Toscana, padre di GIUSEPPE volle adottare i nipoti Albertoni.
MARIA , che, morto improle, chiamò erede un Nella prima metà del XVII secolo si ha un
Altemps appartenente a diramazione della ca Altieri capitano della guardia del generale Pic
sata fissatasi in Fermo. colomini , che alla fortezza del Castelletto sulla
Gli Altemps vestirono l'abito di Malta ; sono Schelda, alla testa di 29 cavalieri italiani
ascritti al patriziato napoletano ed alla no vinse altrettanti cavalieri francesi ( Disfida del
biltà romana : il primogenito di esso porta il Castelletto )
titolo ducale . Paluzzo fu Governatore di Roma e Presi
Cfr . LITTA , Fam . cel. ital . dente della Pontificia accademia Tiberina ; Lo
a . g. dovico, cardinale di Albano, morì di pestilenza
in odore di santità .
ALTHAN . È iscritta nell'Elenco ufficiale con i titoli
ARMA : Di rosso alla di principe (mpr. ) F. P. R. Disc. da Clemente
fascia d'oro cari . ( 1854) nobile romano ( mf. ) , id . id . Coscritto
cata della lettera mpr. id . id . principe di Oriolo (mpr.). Disc .
A capitale di da Gaspare ( 1672 ) . Principe di Viano (mpr. ) ,
nero . disc . da Angelo ( 1672 ) ; duca di Monterano
DIMORA : Austria . (mpr.), id . id . , nobile di Ancona (mf. ) , disc .
Di questa nobile da Emilio ( 1875, patrizio genovese (m . ) , patrizio
A famiglia va ricorda
to il cardinale Fede
rico vicerè di Napoli
veneto ( mf . ) .
La famiglia è attualmente rappresentata da
LODOVICO , di Paolo , di Emilio, di Clemente,
nel periodo austria di Paluzzo, di Emilio , di Lorenzo , di Ga
co . Nel 1714 e 1723 spare di Angelo ; dai fratelli e sorelle MARCAN
il conte Giovan Mi TONIO † , Camilla , Maria Augusta, Teodolinda,
chele, cavaliere del e dalle zie Vittoria , Cristina e Maria Anna
Toson d'oro , otten . nonchè dal fratello del nonno Lorenzo e da
ne l'aggregazione honoris causa in Napoli sua figlia Lodovica .
al seggio di Montagna. Successivamente la t. b.
Pagina 366 LETTERA A
Sono iscritti nell'E} . Uff. i discendenti di Giu ANTONIO nel 1550 possedette i feudi di Ficuz
lio ascr. all’El. del priorato di Barletta nel 1801 . za, Casacchio e Sullia .
Benchè , non iscritto all'Elenco , risulta dal Un MICHELE fu maestro razionale di Cappa
Bonazzi l'esistenza di questa famiglia nel ra Corta del tribunale del R. Patrimonio e il 7
mo socondogeniti. 0. P. maggio 1722, fu investito del titolo di conte di
Sant'Adriano , titolo che , con decreto del 1913 ,
è stato riconosciuto a GABRIELE MARIA Amari ,
AMANTIA ( L ' ) .
di Luigi , di Gabriele, il quale è padre di Maria
ARMA : ? Teresa, EMANUELE, LUIGI , Dorotea, ORAZIO
ed Adriana .
DIMORA : ?
Un PIETRO L'A Sono pure inscritti, nell'elenco ufficiale con
il titolo di nobile dei conti di Sant'Adriano :
mantia ottenne il
Teresa , Maria, Luisa e ANTONINO Amari di
ARMA 20 marzo 1809 in
vestitura della ba . Luigi, di Gabriele; EMERICO Amari di Gabriele,
ronia dello Officio di Salvatore, coi figli Teresa e GABRIELE e coi
di Portulanotto е figli di quest'ultimo : EMERICO, GIUSEPPE e SAL
? Dritto di Mezzogra VATORE . Con RR . LL. PP. di Assenso del 15
no sopra le tratte del marzo 1928 il detto GABRIELE fu autorizzato
ad assumere il titolo di Barone dei Salti dei
porto di Girgenti.
Mulini di Piazza (mpr. ) .
a . di c . a . di c .
AMARELLI . AMAT .
rosso affrontati ad
in capo e tre in un fascio di sei spi
punta , disposte in ghe di grano al
banda .
DIMORA : Roma .
naturale sormon
tato da una stella
La famiglia è ricordata nel catalogo degli an codata di oro con
ziani di Bologna del sec . XII . Trovasi iscritta la bordura d'ar
nell'Elenco ufficiale in persona di GIANFRAN gento caricata dal
CESCO di Marzio e dei figli ANGELO, VESPA la scritta : singula
SIANO con il titolo di nobile di Anagni (mf. ) . Coelo ex alto .
t. b . ( Bonazzi).
LETTERA A PAGINA 373
Francesco Maria, senatore ( 1781 ) . GIUSEPPE , successivo della contea di Meane con S. Bar
protonotario apostolico, chierico di camera di tolomeo per maschi e una femmina.
papa Innocenzo XI , commissario delle armi GIOVANNI , di Tommaso, di Giovanni, di
di Alessandro VIII , presidente della zecca pon Tommaso . Sorella : Teresa . m . 2.
AMMONE .
* AMMAN
ARMA : Inquartato :
ARMA : Di rosso al nel 1 ° e nel 4º di
grifone tenente un argento a cinque
caduceo, il tutto di fasce ondate di ne
oro . ro ; nel 2 ° e 3 ° d'az
CIMIERO : Moretto i. zurro ad un A di
gnudo tenente col oro .
la destra un ramo DIMORA : Sorrento e
scello di cotone e Napoli.
colla sinistra ap Famiglia che di
poggiata al fian versi scrittori affer
co : il tutto al na mano d'origine gre.
turale e fra un vo ca , detta anticamen
lo troncato a de te d'Aymon .
stra : di oro su Le prime notizie
rosso ; a sinistra : risalgono ad un Lanfranco, capitano di milizie
all'opposto. Motto : Non fortuna sed virtus. nel 1135 al seguito di Ruggiero I il Nor
DIMORA : Milano . manno . Stabilitasi intorno a quel tempo nel
LETTERA A. Pagina 377
ANDREOLI .
ANDREIS (DE) . ARMA : D'azzurro al
ARMA : Di rosso alla lo scaglione di ros
Croce di S. Andrea so accomp . in ca
scorciata d'argen po da due stelle
to , accantonata d'oro ( 6 ) ed in
nel 1º, 2º e 3º da 3 in punta da un
stelle e nel 4º da leone dello stesso
un pesce dello stes col capo d'oro ca
X
questa città.
lo stesso , posto in
palo .
DIMORA : Ferentino .
Originaria di Ro
ma si trasferì a Fe
rentino nel 1771 nel
quale anno ARCAN
GELO ottenne l'ascrizione nel ceto nobile di
nella quale famiglia passarono tutti i beni pa partito di rosso e d'argento alla punta ro
terni , compreso il palazzo Buonvisi, detto del vesciata dall'uno all'altro .
giardino, comperato nel 1813 da Elisa Ba Titoli : Barone del S. R. I, col predicato di
ciocchi . Werburg mf.
Furono iscritti nel Libro dei Patrizi lucchesi DIMORA : Lucinico (Friuli ).
nel 1826 e riconosciuta ufficialmente la nobiltà C. ST . vedi Adriani .
della linea di Cesare di Ferdinando , fratello di Nell'Elenco, ufficiale nobiliare è iscritta col ti
Sebastiano . tolo di baronessa del S. R. I. e col predicato
· Disc . da CESARE di Sebastiano . di Werburg : FRANCESCA MALVINA , n. S. Gior
e . l. gio di Nogaro, 15 febbr. 1876 di Giuseppe e di
Teresa Giandolini.
ANDRIA (d ' ) . e . d . t.
ARMA : Di argento
alla banda di ros ANDRIANI (vedi ADIRANI).
SO accostata da
sei rose del me ANELLI.
desimo , tre in ca
po e tre in punta . ARMA : Inquartato di
DIMORA : Napoli . argento e di rosso ,
Questa famiglia fu il 2° e 3° caricati di
riconosciuta di an un anello d'oro con
tica nobiltà dalla tre gemme inca
Commissione dei ti stonate, al natu
toli nel 1860. Era rale .
già stata dichiarata CIMIERO : Sei penne
nobile da Carlo V di struzzo : di oro ,
a 23 ott . 1520 ; e d'argento , di ros
con diploma di Filippo IV, da Madrid , 6 nov. so , di oro , di ros
1663 , venne confermato a Paolo d'Andria e so , d'argento so
suoi discendenti la nobiltà e lo stemma già stenenti un'aquila
descritto . È iscritta nell'El . uff. nob . col detto di nero .
titolo trasmissibile di nobile, del quale ha ul . Motto : Virtute duce ,
timamente ottenuto speciale riconoscimento. DIMORA : Milano e Reggio Emilia .
È rappresentata da Luigi, GIROLAMO, Leo Famiglia originaria di Bologna, ove un Gio.
nilda, Maria Teresa, Maria, di Pietro . Figli FRANCESCO era notaio verso la metà del se
di Luigi : PIETRO , CARLO , FABRIZIO . Figlio di colo XVI , il cui figlio FLORIANO trasferì la ca
Girolamo : EMILIO . sata nel Lodigiano ; da questi discende ALES
0. P. SANDRO (n . 1748 ) , assessore del Tribunale di
ja istanza in Milano. Fu padre di GIUSEPPE
ANDRIANI DI WERBURG . ( 1771-1853) , che con sovr . risoluz , dell'ii no
vembre 1835 ebbe la conferma dell'antica no
ARMA : Inquartato : biltà. LUIGI ( † 1890) , storico , letterato, pa
nel 1 ° partito : a) triota , fu membro del Governo Provvisorio di
d'oro alla mezza Lombardia nel 1848 e deputato al Parlamento
aquila di nero , lin Nazionale .
guata di rosso , co La famiglia è iscritta nell'Elenco Ufficiale
ronata del cam col titolo di « nobile » e col trattamento di don
po , uscente dalla e di donna .
partizione ; b) fa Da GIORGIO ANELLI , che morì nel dicembre
sciato di oro e di 1888 , nacquero :
rosso ; nel 20 d'oro RINALDO , abate . morto nel 1897.
all'aquila di nero , LUIGI, ufficiale di cavalleria , morto senza
linguata di rosso, figli nel 1875 .
coronata d'oro , ri POMPEO , ing . e prof. morto nel 1894 .
voltata ; nel 3º di EMILIO, missionario, morto nel 1924 .
azzurro al leone coronato di oro, rivoltato , POMPEO, sposo nel 1887 alla Signora Teresa
linguato di rosso , con la coda bifida ; nel Anselmi di Cremona e dalla loro unione nac
4 ° di rosso alla torre di argento ; sul tutto , quero : nel 1889 Clara , nel 1890 Anna Maria
LETTERA A PAGINA 383
e nel 1893 GIORGIO , Ufficiale di artiglieria , S. Stefano e ne era stato investito per primo
combattente durante la grande guerra . il 26 settembre 1695. Il cognome Pasqualigo
Cfr . A. S. M. Araldica . Basadonna fu assunto per matrimonio di Gio
a . 8. van Battista di Bonaventura con Agnese Giu
stina di S. E. Giovan Francesco Pasqualigo
* ANFORA : Basadonna, nobile veneziano ( 1736) .
ARMA : Di oro alla a) FRANCESCO di Enrico di Francesco .
fascia di rosso ac b) Luigi e Tito di Francesco .
compagnata nel f. s .
capo da due rose ANFOSSI .
e nella punta da
nove punte di lan ARMA : D'azzurro , al
cia disposte 5, 3, sinistrocherio u
Questa linea fu aggregata alla nobiltà di Cone destra una bandiera terminata in due punte ,
caricata di una croce di rosso e posta in
gliano nel 1685 e fu confermata nobile con
S. R. A. 8 luglio 1820 nelle persone di GIOVANNI cima ad una lunga asta ; nel 20 d'argento
ANDREA e GIOVANNI FRANCESCO MARIA di Bor alla croce patente di rosso ; nel 3º, d'argento
tolo . Sono iscritti nell'Elenco ufficiale nobiliare al ramo di abete
col titolo di nobile mf . le sorelle : 1. Italia , n . U uscente dal lato su
dine, 19 sett . 1866, di Giov . Andrea e di An periore fogliato e
tonia Ongaro, in Vittorio Tettamanzi; 2. Iria, caricato di tre pi
nata a Conegliano , 4 nov . 1872. Altro ramo : gne ; nel 4º d'az
1. Giulio, di Giov. Battista e di Luigia Grosso, zurro alla rosa cu
n. Refrontolo , 26 febbr. 1871 , spos. Susegana, cita di rosso , alle
27 marzo 1906 con Speranza Balzan ; da cui : chiavi poste in de
1. FILIBERTO , n . Sernaglia , 24 maggio 1908 ; cusse coll'ingegno
2. Maria , n . Sernaglia, 20 febbr . 1910 ; 3. Ines, all'infuori ed at
n. Sernaglia, 2 febbr. 1912 ; 4. TOBIA , n. Ser traversanti sul se
naglia, 3 genn. 1914 ; 5. Giulia n. Susegana, condo e sul quarto
3 genn . 1920 ; 6. Gio . BATTISTA , n. Suse punto dell'uno nel
gana, 19 genn . 1923 (dim. Susegana) ; 2º AN l'altro .
GELO ,n. Refrontolo , 28 maggio 1885 , spos . CIMIERI : A destra un
Venezia 28 sett . 1912 con Ines Conte . angelo vestito e coronato d'oro, con il brac
p . b. cio destro alzato ed il sinistro abbassato : a
sinistra un urogallo fregiato di ornamenti no
ANGELI. biliari.
Titoli : Nobile cavaliere di Forstemann, mf.
ARMA : Interzato in
DIMORA : Bressanone e Milano , via Moretto, vil
fascia , di azzurro , lino '14 .
di argento e di Questa famiglia deriva da Antonio che si
rosso , alla testa di
era stabilito a Clez nel Trentino (Alto Adige ) .
cherubino al natu
Con diploma 27 giugno 1867, l'imper. d'Au
rale, coronata d'o stria Francesco Giuseppe elevava al grado di
ro , la corona attra cavaliere ereditario col predicato di Forste
versante sul primo mann, trasmissibile ai discendenti legittimi e
punto . naturali d'ambo i sessi , il già nobile GUSTAVO
TITOLI : Nobile mf . di Giovanni e gli concedeva l'uso di un parti
DIMORA : Belluno . colare stemma gentilizio. Tali titoli di nobile
e cavaliere di Forstemann venivano ricono
Per l'aggregazione
fino dall'anno 1636 sciuti con D. P. 22 febbr. 1927 al dott. ing. Gu
STAVO, n . a Stenico, il 9 dic . 1895 , di Edoardo
di GIOVANNI BATTISTA Angeli al nobile Con
siglio di Feltre, questa famiglia conseguì la e di Adele Poli , spos . a Vienna 6 agosto 1927,
nobiltà , che le venne confermata con S. R. A. con Eleonora de Pilio .
p. b.
6 maggio 1821 nella persona di STEFANO di Anto
nio . Sono iscritti nell'Elenco ufficiale col titolo di ANGELI .
nobile mf. i fratelli , figli di Antonio e di Ma ARMA : Trinciato di
rina Bizzarini : 1. BORTOLO , n . Feltre, 28 feb
braio 1842 , spos . con Elisabetta Pagani; da azzurro e d'oro, a
cui: a ) ANTONIO , n . Belluno , 3 aprile 1877 ; due croci patenti
dell'uno nell'altro .
b ) Elisa , n . Belluno, 5 sett . 1885 ; 2. FRANCESCO
n . Feltre 2 maggio 1847, spos . con Luigia Pa DIMORA : Pesaro .
gani, da cui : a) Marina, n . Feltre , 11 luglio Fin dal principio
1879 ; b) Angela , n . Feltre del sec . XV trovasi
luglio 1881 ; c)
Aldo , n . Feltre 14 agosto 1887 ; 3. Giovanna, notizie di questa fa
n . Feltre, 27 luglio 1848 . miglia e in Pesaro
e nel Castello di
p. b.
Monteciccardo dove
* ANGELI . viveva un NICOLA di
Mastro Angelo no
ARMA : Inquartato : nel 1 ° d'azzurro all'agnello taio, che poi venne
al naturale, seduto su una campagna di ver ad abitare a Pesaro .
de , coronato d'oro e tenente con la zampa GIOVANNI, di lui nepote, fu dal Consiglio di Cre.
1
LETTERA A PAGINA 385
denza e sostenne incarichi pubblici importan 1390 un consigliere di nome Nicola e Tommaso,
tissimi. Nello stesso Consiglio gli successe il di Lorenzo , anziano nel 1433 .
figlio GIACOMO dal quale venne un altro GIA Filippo Angeli fu valentissimo restauratore
COMO che nel 1519 fu capitano generale del con di valori pittorici ed UBALDO, cavaliere gero
tado . solimitano .
Il titolo di Nobile di Pesaro fu riconosciuto È iscritta nell'Elenco ufficiale in persona di
personalmente dalla Consulta Araldica (come FILIPPO, di Antonio, di Giuseppe e della so
risulta dall'Elenco ufficiale nobiliare italiano rella Eugenia col titolo di nobile di Bevagna.
1922) alla N. D. Emilia Angeli , oggi unica e t. b .
ultima rappresentante di questa famiglia , che
con essa si estingue. ANGELINI .
P. c . b . 0 .
ARMA : D'azzurro, al
ANGELI .
l'angelo d'argento ,
fermo in maestà ,
ARMA : ? accompagnato in
DIMORA : Todi e Ro capo da tre stelle
ma . ( 6 ) d'oro , ordinate
in fascia .
ARMA
Famiglia origina
ria da Todi.
Fra le persone no
TITOLI: Nobile
predicati di Bra
coi Aloe
bienhof e Masso
tevoli è a ricordarsi nendori mt.
? Luigi, nato il 7 set DIMORA : Venezia.
tembre 1730 , laurea SEBASTIANO Ange
tosi in medicina a
Bologna nel 1761 . lini con diploma im
periale 25 nov . 1802
Stampò opere di fi venne elevato al grado di nobile dell'I. A. coi
losofia, educazione, predicati di Brabienhof e Massonendorf, con
letteratura, tradotte pure in tedesco e ir. fran tutti i suoi discendenti legittimi di ambo i sessi .
cese . Morì nel 1829 e ſu Archiatra onorario Di questa famiglia sono iscritti nell'Elenco
del ponteficie Pio VII . La famiglia è iscritta ufficiale col detto titolo e predicati , i viventi:
nell'Elenco ufficiale in persona di FILIPPO , di 1. FRANCESCO , n . Venezia , 12 febbraio 1893,
Ambrogio , di Andrea , di Francesco e dei fra di Sigismondo e della N. D. cont . Elena Giu
telli Costanza ed AGOSTino che ha per figli: stiniani Recanati ( viv .), primo tenente di va
Augusta, Maddalena, ARMANDO , ALDO , Maria ; scello . Sorelle : 2. Giustina , n. Venezia 15
con i titoli di nobile di Todi (mf.) e nobile di luglio 1888 ; 3. Luigia , n . Venezia , 25 mag
Cingoli (mf.). gio 1890 ; 4. Maria , n . Venezia , 6 agosto
t. 6 .
1895 (dim. Venezia ) . Cugini : 1. RICCARDO ,
n . Verona, 20 dic . 1885 , di Adolfo e di Elisa
ANGELI NIERI. Beck , spos. Torino , 20 marzo 1911 con Pa
squalina Borelli; da cui: a) Maria Luisa , n .
ARMA : D'azzurro al Salò , 14 febbr . 1912 ; b) ALBERTO , n . Viadana
leone d'oro con 'la (Mantova ), 17 ag . 1921. 2. Maria , n . Verona ,
banda dello stesso 24 febbr . 1887 ; 3. Chiara , n . Ottiglio , 13 ot
caricata di tre ro tobre 1888 ; 4. GIUSEPPE , n . Salò, 13 agosto
San
i discendenti da Gaetano Maria, ascritto al CESCO ; i figli di Luigi : Amalia, Elena, Rosa,
Reg . Piazze Chiuse, e cioè ANTONINO di PIETRO, ROBERTO , Bianca ; nonchè i figli di
Raffaele, col figlio FRANCESCO ed i figli di que- Massimo, di Cesare ; Fabia, Ottavia , Antonia ;
sto : Maria Addolorata in Negri e FRANCESCO . ed i figli di Pietro, di Luigi : FRANCESCO ANTO
NIO e LUIGI GIROLAMO .
0. p . 0. p .
ANGELO ( d ').
* ANGELIS (de) EFFREM .
ARMA : D'oro al ma
ARMA : Partito : nel stio di fortezza
1 ° di de Angelis munito di torre ,
che è di azzurro fondato sulla pia
a tre fasce d'ar nura erbosa, al na
gento ; nel 20 di turale, sormontato
Effrem che è di da un'aquila di ne
azzurro al leone
ro , caricata in pet
di oro accompa
to da uno scudetto
gnato in capo da d'azzurro, alla fa
un lambello a 5 scia accompagna
pendenti di rosso ta da due stelle di
ed attraversato da 6 raggi , il tutto
una banda del d'oro.
medesimo caricata DIMORA : Pisa .
da 3 foglie di palma d'oro. Famiglia originaria di Bastia in Corsica,
CIMIERO : La figura dell'arcangelo S. Michele, trapiantatasi in Toscana, ove membri di; essa
nascente, al naturale . ricoprirono nel 1653 il gonfalonierato di Livor
DIMORA : Napoli e Bari. no e nel 1679 il priorato di Pisa. Ebbe tre
È questo, come già si è detto ,un ramo della cavalieri di S. Stefano e fu ascritta al Patri
precedente famiglia originato da Giovanni An- ziato di Pisa (mf.) con decreto 14 giugno
tonio, patrizio di Trani, che sulla fine del cin- 1756, e alla Nobiltà di Livorno (mf.) con decre
quecento stabilì a Foggia la sua dimora . Un to 23 marzo 1768.
suo discendente, Girolamo, da Foggia si tra- MICHELANGELO di Ranieri di Michelangiolo
piantò verso il 1700 a Bari , ove sposò Anna e disc .
Teresa Effrem , ultima di tal nobile casato di 8. c .
origine greca , che perciò fu da allora aggiunto ANGELO (d ') .
al proprio . I de Angelis Effrem ottennero nel
1749 l'aggregazione al patriziato di Bari, nel ARMA : D'azzurro ,
1797 il titolo di marchese di Torre Ruggiero, alla fascia d'oro ,
e nel 1804 l'ascrizione al Reg . Piazze Chiuse accompagnata da
nella persona di Geronimo . due stelle dello
Questa famiglia è iscritta nell'Elenco uffi stesso una in capo
ciale in tre rami: quello disc . da Geronimo, e una in punta .
di Giuseppe, col titolo (mpr. ) di marchese di DIMORA : Palermo .
Torre Ruggiero e di patrizio di Bari (m. ) ; Si vuole originaria
quello disc. da Enrico , di Geronimo , col ti- di Napoli. Un VITO
tolo patriziale (m .) e predicato di Torre Rug- acquistò metà del
giero, e quello infine disc. da Cesare , di Gero- feudo di Bertolino
nimo, iscr. anche al Libro d'oro della nobiltà o Mezzocatuso , e ne
italiana, al quale con successione mpr. è stato venne investito il 29
concesso nel 1897 il titolo di marchese nella aprile 1652. Un O
persona di GEROLAMO ; spetta inoltre a tale LIVA d’Angelo e Ciminnita il 31 agosto 1713
ramo il titolo di patrizio di Trani (m. ) per ricon . fu decorata del titolo di barone di Torreforte ;
del 1884, nonchè quello di patrizio di Bari e un FRANCESCO , investito di Bertolino il 16 a
il predicato di Torre Ruggiero. Appartengono a gosto 1776, comprò il titolo di Marchese di S.
questo ramo : il marchese CESARE con i fratelli Calogero, che, con lettere patrimoniali del 5
LUIGI , Rachele, Angela , Maria Luisa , Anna ott. 1782 , ebbe commutato in quello di mar
Maria , Teresa , Giulia , Isabella, Laura , figli tutti chese di Bertolino sotto la quale denomina
del defunto Girolamo , ed i figli di Cesare : zione ne ottenne investitura il 17 ott . 1782 .
MASSIMO , Amalia , FABIO , Anna Maria , FRAN a. di c .
PAGINA 388 LETTERA A
data 18 dicembre 1631 , concedeva il titolo di acclamante alla vittoria da lui riportata sui
cavaliere, in considerazione di speciali beneme- Saraceni a Bizanzio coll'invenzione dei famosi
renze, a favore di Giovanni Leonardo Angioy fuochi che distrussero la flotta nemica, nella
Carta e dei suoi figli e discendenti maschi da guerra sostenuta dall'imperatore Leone Isau
maschi. rico , gridò: Anguis sola victoriam fecit, così lo
I membri di questa famiglia erano ammessi stemma riconosciuto spettante alla detta fa
alle riunioni dello Stamento Militare nella qua- miglia deve portare l'angue originaria. È pure
lità di nobili. riconosciuto agli Anguissola l'inquartamento dei
A favore del nobile don Pietro Angioy Ca- quattro promontori d'argento (albioni ) in cam
nelles furono emanate, in data 3 aprile 1830, po rosso concessi dall'imperatore Leone Isau
RR. PP. di collazione di abito e croce di giu- rico a Galvano : « concedimus scutum seu
stizia della Sacra Religione ed Ordine mili- insigne unum in quo ficta sint quatuor promon
tare dei Santi Maurizio e Lazzaro . toria sive albiones coloris albi in rubro campo
A questa famiglia sono riconosciuti i titoli et galeam desuper cum urso scilicet uno albo
di : Cavaliere, m.; nobile, mf .; Don, mf .; cum alis ». Questa concessione fu confermata
orig. Sardegna. Dim . Benetutti . U. r. Anto- per gli Anguissola di Travo da patente del
nio ( 1822) . duca Ranuccio Farnese del 10 giugno 1615 .
Di questa famiglia risultano viventi i se. Dell'illustre ceppo , che ebbe molte propag:
guenti rami : gini in diversi luoghi, si trovano, già nel se
GIOVANNI ANTONIO, di Saturnino, di Antonio colo X, dei discendenti nel comitato piacentino.
Figli : SATURNINO , Teresa, ANTONIO , GIU- È nota infatti una concessione feudale dei luo
SEPPE , ANTONIO MARIA , Maria . ghi di Bubbiano, Trabano, Caverzago da parte
Altro ramo dim . a Benetutti . U. r . Giovanni di Ottone III a favore di FERROBONO, GUGLIEL
Maria ( 1822) . MO, ORABONO fratelli de Anguissolis del 996, ot
Paolo di Paolo , di Giov . Maria . tobre 14 ; un'altra per Alberto e Ruffino è fatta
Fratelli : GIOVAN ANTONIO, Giovanna Luigia . da Corrado nel 1036, aprile 24 ; poi si ha una
Altro ramo dim . a Bono. U.r. Giuseppe ( 1822) . concessione di Alberto d'Austria dei luoghi di
GIUSEPPE , di Salvatore, di Giuseppe . Pradovera, Gazola, Trabano e Pigazzano con
Figli : ARTURO, Cristina, ALFREDO, ELEU- mero e misto imperio in data 4 gennaio 1302 a
TERIO . favore di un Riccardo. Dei membri della famiglia
Altro ramo dimorante a Bono. U. r. Giuseppe a quest'epoca alcuni si erano segnalati per im
( 1822 ) . prese militari, per cariche sostenute . Un Bor
RAIMONDO di Salvatore, di Giuseppe. GOGNONE nel 1266 con Alberto Landi tento di
Figli : GIUSEPPE, SALVATORE, GIOVANNI , Fe- solle re Piacenza contro Ubertino Landi; fu
licita, Maria , Grazia, DOMENICO . egli podestà di Parma nel 1271 ; un FRANCESCO
Altro ramo dim . a Sassari . U. r. Pietro ( 1822 ) . nel 1245 fu console di giustizia ; nel 1263 un
Luigi , di Giuseppe, di Pietro. GHERARDO comperò dalla Piacentina repubblica
Sorella : Maria in Pes di S. Vittorio . diritti e beni in Salsomaggiore ; LANZAROTTO ,
s . 1. GALVANO ed ANGOSCIOLA si fecero potenti in
Val di Trebbia. Un altro FRANCESCO nel 1306 fu
ANGUISSOLA .
capitano del popolo a Parma ; un GIOVANNI,
ARMA : Partito : nel dottore e giudice in Piacenza ( 1330) e a quel
Iº : di oro all'angue l'Università lettore di digesto ; un GIOVAN FRAN
al naturale ; nel 20 : CESCO figlio di Bernardo da Montechino fu po
di rosso ai quattro destà di Vercelli ( 1382) e la difese strenuamente
albioni o promon dal nemico ; un RICCARDO fu podestà di Ber
tori d'argento . gamo ( 1386) , un BERNARDO , distinto cavaliere ,
CIMIERO : Orso bian- capitano di Matteo, poi di Galeazzo Visconti ,
co alato rampan podestà e luogotenente di Bologna per l'arci
te . vescovo Giovanni Visconti ( 1350) fu caro al
Motto : Anguis sola Petrarca, che ne scrisse : « miles egregius et
victoriam fecit. unus de raris et singularibus amicis meis » ( †
DIMORA : Piacenza , 1359) ; pure caro al Petrarca , come cavaliere e
Napoli , Pavia . poeta, fu LANCILLOTTO , morto nel 1359, mentre
Siccome il nobile un LEONE eresse in Piacenza a sue spese nel
casato di Galvano dei 1390 una chiesa con annesso monastero dedi
Sordi di Londra, da cui si ritiene siano discesi gli cati a S. Maria della Neve .
Anguissola, portava per arma un aspide (anguis) Parteggiando fieramente nel periodo comu
al naturale in campo d'oro, tantochè il popolo nale, servendo poi i signori di Milano, gli An
PAGINA 390 LETTERA A
guissola crebbero in potenza, in ricchezza e duchi di Milano e per Genova ; i figli GENESIO
conseguirono cariche, onori, feudi e castelli. aurato cavaliere, e PIETRO ANTONIO furono
Un BERNARDINO nel 1337, luglio 6, ottenne capitani nelle milizie milanesi, poi servirono
dal duca Azzo di Milano l'investitura del feudo contro gli Aragonesi il duca di Calabria ; un
di TRAVO, BOBBIANO e CAVERZAGO e con de TRANQUILLO e un PIETRO ANTONIO furono in
creto di Luchino Visconti ( 1346, genn. 9) ebbe signi giuristi; un altro PIETRO ANTONIO servì
l'investitura di BOBBIO ; GIULIANO suo figlio con diverse condotte d'armi Genova e Venezia
sposò nel 1397 Margherita di Bernabò Visconti, e fu generale degli Ordelaffi di Forlì; Riz
perciò nello stemma usato dai discendenti suoi ZARDO, fratello di Galasso , coprì in Piacenza
fu sostituito all'angue originario il biscione vi le somme cariche . Dei consignori di Cimma
sconteo . Dell’àncora, che col biscione si trova fava , di cui ben dodici cavalieri furono contem
inquartata nell'arma di questo ramo in molti poraneamente ai servigi dei duchi di Milano,
monumenti di famiglia, non si conosce l'origine. si distinsero un LODOVICO, un Lodovico MA
Intanto la famiglia RIA , capitano di Carlo V, un ALESSANDRO
piacentina si era così compagno di Prospero Colonna, generale del
$
1774, m. 1858 ) ; dei figli, CESARE fu generale vano suo figlio sui beni di Grazzano, con so
nell'esercito delle Due Sicilie ; GIAN BATTISTA, stituzione dei secondogeniti in mancanza della
colonnello, AMILCARE, contrammiraglio , uffic . linea primogeniale, si è estinta nel 1890 con
dell'ordine militare di Savoia, commendatore la morte del march . RANUZIO FILIPPO, bene
dei SS . Maurizio e Lazzaro , ministro della merito agricoltore, passando i beni suoi alla
marina con la dittatura, deputato al parla madre march. Fanny nata Visconti Litta di
mento Subalpino ed a quello Nazionale . Tutti Modrone. Dei marchesi di Grazzano si ricor
tre furono cavalieri di S. Lodovico . dano le onorevoli imprese, nelle Fiandre, di
Degli Anguissola di Vigolzone, discendenti da GALVANO, che ebbe poi il comando delle armi
RICCARDO, oltre BERNARDO, LANCILLOTTO , PIE ducali in patria da Margherita Farnese ; un
TRO , GIAN CARLO , che si distinsero al servizio LODOVICO , protonotario apostolico , nuncio in
dei duchi di Milano , da cui ebbero l'investi Transilvania e in Francia ; Gio . BATTISTA ac
tura dei loro feudi , un GIOVANNI ottenne ne! compagnò il duca Ranuccio Farnese alla guerra
1450 il cingolo militare dalle mani del duca Ga d'Algeri ; Lodovico, suo figlio , fu cavaliere della
leazzo Maria Sforza. I fratelli TOMMASO , FRAN cornetta bianca ; mons. GIANBATTISTA , protono
CESCO , NICOLÒ, ebbero da Luigi XII riconfermati tario apostol . ( 1679) governatore di Macerata,
i loro diritti e possessi : « propter familiae digni poi della marca d’Ancona ; un altro G. BAT
tatem et generis nobilitatem » ( 1511 ) ; Nicolò fu TISTA fu membro della reggenza del ducato
camerlengo di S. R. Chiesa ; GALVANO di Teodo Parm . nel 1814 , e, uomo di molta e varia
sio fu al servizio della Spagna, accompagnò erudizione, pubblicò in patria : « Le effeme
Filippo II nel suo viaggio nuziale in Inghilterra ridi storico Piacentine dal 1804 al 1846 » .
e morì condottiere di fanteria alle Gerbe . BARTOLOMEO e Gio . FRANCESCO A. che, come
Con atto del not. piacentino Alessandro Orsi dicemmo, acquistarono nel 1466 il feudo di
del 14 agosto 1599, ALESSANDRO di Vigolzone , Podenzano, furono investiti con dipl . di Bona
che si distinse molto alla battaglia di Lepanto e Gian Galeazzo, dato il 1 ° dic. 1477, del feudo
con Alessandro Farnese , cui aveva seguito con stesso con titolo di conti di Podenzano e Ville con
i figli GALVANO e CARLO in Fiandra, ebbe dal trasmissione mascolina . Il co . GIOVANNI di Gian
duca Ranuzio I l'investitura del feudo di Graz Francesco ebbe confermati i suoi diritti da
zano , Maiano , Varano, eretto in marchesato Luigi XII ( 17 nov. 1511 ) su metà delle terre
per sè e figli e discendenti maschi. Questo feudo , di Montechiaro, e aggiunse agli stati paterni
insieme con quello di Riva, apparteneva a quel il feudo di Rustigasso ; GIROLAMO sostenne va
GIOVANNI Anguissola resosi tristemente famoso rie ambascierie per Ranuccio I Farnese a Cle
per aver ordito la congiura contro il duca Pier mente VIII , al duca di Savoia, al duca di
Luigi Farnese ( 1547 ) ; da esso Ottavio Farnese viera ; GIOVANNI di Girolamo fu ambascia
l'aveva comprato , dopo che Giovanni erasi ri tore pel Farnese alla rep . di Lucca e si distinse
fugiato a Milano perseguitato e scomunicato . come. letterato ; RANUZIO ( † 1881 ) patriota,
Un fratello di GIOVANNI era morto nel 1541 nel 1848 fece parte dell'assemblea , che decise
combattendo con il duca Pier Luigi contro i dell'annessione del ducato di Piacenza al Pie
Colonnesi e la sorella CATTARINA aveva sposato monte ; rappresentò il collegio di Rivergaro
Luigi Gonzaga di Castelgiuffredo, da cui ebbe nell'VIII legislatura ; beneficò generosamente
Ferrante, padre di S. Luigi . È noto come il l'ospizio Vittorio Emanuele della città natale .
pugnalatore del figlio di Paolo III riceve il Girolamo III , avendo sposato Margherita Scotti,
titolo di senatore milanese, fu governatore di figlia unica del co . Ranuzio, acquistò per te
Como, ebbe il general comando delle genti del stamento dello suocero ( 1741) il diritto di ag
re Filippo in soccorso di Carlo IX, scacciò giungere al proprio il cognome Scotti, disposi
dal Delfinato il principe di Condé, si rese te zione approvata dal Tribunale di Piacenza con
muto agli Ugonotti e fabbricò sul lago di Como, sentenza del 31 marzo 1902 ; riconosciuta dalla
ove morì, la superba villa detta la Pliriana. Consulta Arald . nel 1903 .
CARLO , fratello di Alessandro ricordato, la La famiglia inquartò il proprio stemma con
sciò erede di Grazzano, GALVANO II , mentre il quello Scotti , cioè 2º e 3º d'azzurro alla banda
feudo di Vigolzone passò a Gio . BATTISTA , accompagnata da due stelle, il tutto d'argento .
terzo figlio di Alessandro I , e per ONOFRIO, di Gli A. di Travo discendono da RICCARDINO ,
lui figlio , il duca Ranuzio II Farnese, con atto figlio di GIULIANO , marito di Margherita Viscon
del 21 ottobre 1651 ( rog . del cancelliere. came ti . I due figli di Riccardino, FRANCESCO e Nicolò
rale Bartolomeo Chiappini) , eresse il feudo di diedero origine alle due linee tuttora esistenti
Vigolzone in contea per lui, pei figli e discen dei signori di Travo . RICCARDINO con dipl. del
denti maschi . 16 maggio 1432 ottenne dal duca di Milano
La primogenitura, che Alessandro il 2 aprile Filippo Maria l'investitura di Bobbio , Travo ,
1598, aveva istituito a favore del detto Gal e Caverzago, e suo figlio FRANCESCO con dipl.
Pagina 392 LETTERA A
del 1 ° marzo 1452 ebbe l'investitura di Bob vol . I, 295-ss.; II , 205 e R. Archivio di Stato
biano, Travo e Caverzago da Francesco Sforza, in Parma : - Famiglia Anguissola - Patenti di
le quali furono confermate successivamente Nobiltà - Rogiti Camerali - Decreti e Rescritti
anche dai Farnese . Sourani).
Di questa famiglia ricorderemo solo un Fran Rami tuttora esistenti e riconosciuti:
CESCO, cavaliere aurato ;un Gio . GABRIELLO, udi ANGUISSOLA march . di Grazzano con Ma
tore d'Ancona ; un BERNARDO, cav. aurato , go iano e Verano, m. disc. da Alessandro ( 1599) .
vernatore di Novara ; un NEGROBONO distinto Co. di Vigolzone, m . disc. da Onofrio ( 1651 ) .
letterato ; un ANGELO , volontario del battaglione Dim. Piacenza e S. Maria della Versa ( Pavia ).
Parmense, fece la campagna del '48 in Lom CESARE † di Carlo, di Lodovico, di Onofrio .
bardia contro l'Austria, fu decorato di meda Figlia : Emanuela in Dosio .
glia al valor militare per l'eroismo dimostrato Fratelli : PIETRO † , LUCHINO † .
alla battaglia di Novara, morì nel 1856 in Figli di Pietro : LODOVICO , GIOVANNI † .
Crimea per ferite riportate in quella guerra ; Figli di Luchino : GUGLIELMOŤ, GIUSEPPE ,
Carlo, buon patriota , fu eletto deputato di nato 1862.
Pianello al parlamento Subalpino. Figli di Lodovico , di Pietro : PIETRO, nato
Gli A. , detti di Gazzola e Pigazzano dalla 1868, GIUSEPPE, n . 1874, ERMINIO, n . 1856.
loro signoria, discendono da BARTOLOMEO di Figli di Onofrio , di Alessandro : ALESSANDROŤ ,
Lancillotto , di Antonio . LANCILLOTTO assieme ai Beatrice in MONTICELLI OBIZZI .
fratelli , GIAN GALEAZZO e BARTOLOMEO e loro Figli di Erminio , di Lodovico : Costanza ,
discendenti fu dal duca di Milano con privil . NEREO , CARLO .
del 28 febbr . 1441 esentato da ogni imposi ANGUISSOLA, signore di Bobbio , Travo e Ca
zione pei luoghi suddetti . Il detto Bartolomeo verzago, m . disc . da Riccardino ( 1432) .
figura nell'elenco dei nobili piacentini , che con Signore di Bobbiano , Travo e Caverzago, m. ,
tribuirono al dono di sei mila ducati fatto da disc. da Francesco di Riccardino ( 1452) . - Dim.
Piacenza nel 1488 a Bianca Maria, sorella del Piacenza .
duca di Milano , per dote . L'anzianato di Pia GIULIO ALIPRANDO, di Paolo , di Azzo.
cenza con delibera del 17 aprile 1614 rilasciò Figli : Maria, Angiola, GALVANINO , Vittoria .
attestato di nobiltà agli Anguissola . Fratelli : Azzo , Pia .
Altro ramo tuttora esistente dell'antica fa (Altra linea) . Signore di Bobbio, Travo e Ca
miglia è quello dei conti d'Altoè; il cui ante verzago, m. , disc. da Riccardino ( 1432 ) . - Dim .
nato GEROLAMO di Tommaso fu dal duca Piacenza .
Ranuccio II Farnese con rescr. del 13 febbr . PIER LUIGI di Giacomo , di Gio . Battista .
1650 investito della sesta parte del castello Figli : Maria , CARLO .
e del feudo di Altoè, nel piacentino, che ve ANGUISSOLA , conte d’Altoè , m . - Dim . Pia
niva eretto in contea, come in tale dignità cenza .
erano state erette le altre cinque parti a la AUGUSTO † , di Antonio, di Galeazzo, di Fer
vore del lui cugino Ferrante . Si ricordano della rante .
famiglia di tal predicato un FERRANTE , che Figlie : Elvira, Teresa .
fu ambasciatore a Vienna nel 1703 ; un altro Fratelli : STEFANO , Gio . BATTISTA † .
FERRANTE letterato dell'Arcadia Trebbiense ; un Figli di Stefano : Corona, ANTONIO, RIZZAR
terzo FERRANTE, membro del collegio eletto DO, FILIPPO .
rale del Taro e del Consiglio municipale di Pia ANGUISSOLA di S. Damiano, conte, m .; Pa
cenza, fu creato barone dell'impero da Napo trizio piacentino , m . f. , disc . da Alessandro
leone , con discendenza ai m . primogen . , per ( 1683). Dim . Napoli .
decr . del 26 aprile 1811 ; un ANTONIO fu creato AMILCARE † di Ferdinando , di Gio. Battista.
nel 1831 da Maria Luigia, rifugiata a Piacenza, Figli : FERDINANDO N. 1855 ; Luigif, n . 1859;
membro del nuovo Consiglio di Stato e nel Lucio † , n . 1861 ; ANNIBALE, n . 1864 .
1848 fece parte del governo provvisorio della Fratelli di Amilcare : CESARE Ť , Gio . Batt . †
sua città . Figlie di Lucio : Luisa , Ginevra .
Esigenze di spazio non ci hanno permesso di Figli di Cesare : CAMILLO , † , n . 1836 .
ricordare le gentildonne di questa famiglia re Figli di Gio. Battista : FERDINANDO n . 1857
sesi chiare, nè di accennare alle affinità da essa GUGLIELMO, n, 1870 .
contratte con le più cospicue famiglie della re Figli di Camillo di Cesare : FERDINANDO,*,
gione e d'Italia , fra le quali gli Scotti, i Landi, n . 1867; CESARE, n . 1870 .
i Rossi , Sanvitale, i Pepoli , i Malaspina, i Figlio di Ferdinando di Amilcare : Amil .
Gonzaga, i Fantuzzi, i Sanseverino, i Casti CARE , n . 1887 .
glione, i Caracciolo, gli Orsini. (DE CRESCENZI , Figli di Ferdinando di Camillo : Maria , Gui
Corona della nobiltà d'Italia , Bologna , 1639-42 , DO , FRANCESCO, FILIPPO .
LETTERA A PAGINA 393
1
1
renze, figlia di 20 letto del fu marchese Fran stri meritano particolare menzione : Bevigra
cesco Rodolfo de' Medici- Tornaquinci, m.se te ( 1120) celebre architetto ; il Beato An
della Castellina e nob. patrizio di Firenze drea martire ( 1300) , Scipione di Persiano di
( 1826-1891) discendente dall'antica famiglia de' Ansideo ( 1607 ) , altro Scipione che fu valo
Medici , sovrana della Toscana. roso capitano di ventura al servizio dell'Un
Se non fossero venuti i decreti 16 agosto gheria distintosi a Strigonia ( 1595) e che nel
1926 e 16 giugno 1927 per i titoli napoletani, 1582 fu nominato cavaliere gerosolimitano. Fu
la suddetta marchesa Isabella avrebbe po sepolto a Ferrara nella Chiesa della SS . An
tuto trasmettere al figlio primogenito il ti nunziata ( 1627) ; Bulgaro ( 1645) ; altro dello
tolo di marchese di S. Angelo in Grotte (s. n .) . stesso nome fu cavaliere di S. Luigi di Francia
Come alla famiglia Anselmi , anche questo ( 1789) ; Marcantonio fu vescovo di Perugia eppoi
ramo ha diritto al titolo di Nobile di Arcevia elevato alla porpora nel 1730. La famiglia com
( mf . ) . mise al celebre Urbinate Raffaello, la celebre
Oggi la famiglia è rappresentata : Madonna che pur oggi nomasi degli Ansidei .
10 GIUSEPPE Anselmi-Medici, nob . di Ar Nel 1743 per il matrimonio di Giovanni Vin
cevia , n . 22 marzo 1880, dottore in scienze so cenzo con Caterina, contessa di Montemarte,
ciali ; sp . 22 nov . 1909 Maria Teresa Podestà tale nome, e contea, unitamente ai patriziati di
Sismonds di Chiavari . Orvieto, Todi ed alla contea di Titignano passò
Figli : agli Ansidei .
a) FRANCESCO DOMENICO, n. 16 feb Gli Ansidei acquistarono pure per alleanza
braio 1912 . la signoria di Rosciano per il matrimonio di
b) Maria Eleonora, n . 16 apr. 1916. Marcantonio Ansidei con l'ultima discendente
Fratello : Cosimo Anselmi -Medici , nob . di Ar dei Signorelli, Sigismonda, avvenuto nel 1594 .
cevia , n . 22 sett . 1886 , dottore in legge ; cav . È inscritta nell'Elenco ufficiale in persona di
cor . d'Italia , sp . 22 nov . 1909 Maria Concetta TIBERIO , di Pericle , di Tiberio , di Gio . Battista ,
Podestà Sismonds di Chiavari : di Tiberio , di Andrea, di Pandolfo, di Francesco
Figli : Maria ; con i titoli di patrizio perugino (mf . ) ,
a) RODOLFO, n . 29 marzo 1911 . conte (m .) e , per antichissimo possesso, del pre
b) Maria Virginia, n . 27 sett . 1913 . dicato di Catrano (mf . ) .
c) Giuliana , n . 24 agosto 1916. t. b.
Sorella : Orsola, n . aprile 1889 , sp . 27 ot
tobre 1921 il nob. Giuseppe Ricci patrizio fio ANSIDEI SIGNORELLI MONTEMARTE .
rentino .
Madre : Isabella de' Medici- Tornaquinci -An ARMA : Interzato in
selmi, marchesa di S. Angelo in Grotte (s. n . ) , palo : 1 ° di rosso
n . 1855 dal m.se Francesco Rodolfo e Orsola alla banda d'oro
Ricceri di Terranova, sp. ottobre 1878 al fu (Ansidei ) ; 20 di
dott . Domenico Anselmi , nobile di Arcevia . rosso alla banda,
p. c. b. o . d'argento accom
pagnata da 2 gigli
ANSIDEI . d'argento posti u
no nel cantone si
ARMA : Di rosso alla nistro del capo e
banda d'oro . l'altro nel cantore
CIMIERO : Una bran destro della punta
ca di leone tenen ( Montemarte ). Di
te un sasso d'oro . argento all'artiglio
DIMORA : Perugia . d'azzurro posto in
È una delle più in banda ( Signorelli).
illustri famiglie del CIMIERO : Una branca di leone tenente un sasso
l'Umbria , discenden d'oro .
te dai conti del Ca Motti: A deo et ad Deum cuncta e « Fortiter et
stello di Catrano . prudenter ») .
Filippo ; dai fratelli di lui Cecilia, TOMASO e Terra Santa ove, da Federico II , era stato
PAOLO FRANCESCO, nonchè dagli zii PAOLO creato « Vicario Imperiale di Nazareth ». I di
FRANCESCO e CARLO . Paolo Francesco. defunto , lui figli, nel 1269, ebbero il titolo di « Conti
ha avuto per figlia la vivente Isabella in Palatini » . Tra essi STEFANO era già nel 1249
Antamoro. stato creato da Federico II « conte di Castel
Sono inoltre i viventi figli di Carlo : FRAN- S. Pietro ) nella marca di Ancona .
Cesco e GIULIO CESARE ed i figli di France- Da PIETRO « signore di Corano » , anche egli
sco : LUIGI CARLO, GIUSEPPE FEDERICO e figlio di Rinaldo, discende BARTOLOMEO, detto
PIERO LEOPOLDO . da Recanati , che fu segretario e familiare
t. b. di Alfonso I e di Ferdinando di Napoli, e che
fu ascritto al patriziato napoletano nel 1464.
ANTICI MATTEI. GIROLAMO suo nepote, ebbe la porpora romana
e fu detto il « Cardinal Ricineo » O di Reca
ARMA : Partito : nel nati , e noto comunemente dal nome materno,
Iº d'azzurro alla come il « Cardinal Capodiferro » .
cotissa d'oro ac
SIMONE, terzo figlio di Rinaldo, dette ori
compagnata da 4 gine al ramo anconetano della fam . che circa
stelle di sei raggi il 1430 fu decorato del patriziato veneto ;
dello stesso (An
nel 1468 dall'imp. Federico III fu concesso
tici ) ; nel 2 ° scac a GIROLAMO ANGELO é a FRANCESCO e a tutti
cato di argento e
di azzurro di otto
i loro discendenti il titolo di conte di Castello
Antico . Nelle cronache anconetane si legge con
file alla cotissa di quanta magnificenza gli Antici accolsero ed
oro attraversante.
Capo d'oro cari ospitarono il detto imperatore al suo passaggio
in Ancona nel 1468 .
cato di un aquila
di nero membrata RAFFAELE del ramo primogenito di Reca
imbeccata e coro nati ( 1535) fu detto l '« oracolo » della sua
nata d'oro (Mattei). città. Più volte ambasciatore a vari principi ,
ebbe il titolo di « Pater pauperum » .
CIMIERO : Una spada in palo attraversante un I membri della fam . Antici furono , fino ai
libro aperto, contornata da un listello svo nostri giorni, ricevuti negli ordini equestri di
lazzante col motto : aut in hoc , aut cum hoc .
SOSTEGNI : Due leoni al naturale rampanti co S. Giov. di Malta, di S. Stefano di Toscana,
ronati, quello di destra da corona comitale e dei SS . Maurizio e Lazzaro e godettero la fa
sorreggente un pennone con la scritta : « Ca migliarità di molti Sovrani.
strum S. Petri » ; quello di sinistra di corona Il titolo di marchesi, a tutti i maschi , fu
marchionale e sorreggente un pennone con concesso nel 1637 da Ranuccio Farnese a Giu
la scritta « Castrum Pesciae » . SEPPE in riconoscimento delle benemerenze e
Lo scudo è accollato alla croce di Malta e del valore suo e dei suoi maggiori dimostrato
cimato dalla Basilica Papale (Innocenzo II alla sua Casa .
dei Guidoni poi Paparecchi quindi Mattei ) Nei primi del 1700 gli Antici acquistarono
e sormontato dall'elmo con corona princi- il feudo di Pescia (Norcia) e ne ebbero il ti
pesca col cercine e gli svolazzi d'oro , di ar- tolo di marchesi di Pescia nel primogenito.
gento, d'azzurro e di nero, e il cimiero già TOMMASO fu anche egli ( 1789) cardinale di
descritto. Il tutto sotto il manto di velluto S. R. Chiesa . Fu quindi ministro di Polonia
rosso soppannato di ermellino con cordoni e di Baviera presso il Pontefice e ne ebbe in
e fiocchi d'oro, sormontato dalla corona prin- premio per sè e suoi il titolo di nobile indigeno
cipesca . del Regno di Polonia .
DIMORA : Roma . Nipote del card . Tommaso fu il marchese
La fam . Antici ex Antiquis di Reca- CARLO TEODORO , letterato di valore che nel
nati , nella marca di Ancona, comparisce nella l'adempimento di molti gravi e delicati inca
storia di questa antica città fin da epoche re- richi seppe meritarsi il favore del Sommo
mote . Già nel sec . XII la fam . aveva raggiunto Pontefice e di Napoleone I che lo creò barone
grande potenza e splendore. del Regno d'Italia nel 1811 .
Nei secoli precedenti si hanno notizie certe La di lui sorella Adelaide sposò il conte
di ANGELUCCIO, PROSPERO, RINALDUCCIO e Monaldo Leopardi e fu madre del grande Poeta
SPEDALIERO Antici . recanatese .
Nella Vo Crociata RINALDO fu capitano dei Il marchese CARLO TEODORO sposò nel
Crocesignati Piceni e morì combattendo in 1803 Donna Marianna Mattei ultima della sua
PAGINA 400 LETTERA A
casa ed erede di tutte le ragioni di questa , tara, amico del principe di Condè e del conte
che passarono perciò in casa Antici . di Montecuccoli, luogotenente generale e ma
Ed ora alcuni cenni sulla fam . Mattei. Essa stro di campo degli eserciti pontifici (1609
è di origine antichissima e sembra discendere 1675 ) . Ambedue questi ultimi personaggi com
da OLIBRIO o Orbilio, cavaliere romano, che batterono valorosamente con gli imperiali con
sostenne papa Sergio I (687) nelle sue lotte tro il re di Svezia e nelle guerre di Fiandra .
contro gli Antipapi , e che da detto ponte ALESSANDRO duca di Giove, fu creato da
fice ebbe in moglie Tancia della potentissima Clemente XI « principe di 1 ° rango » ( 1719 );
famiglia dei Savelli, nonchè onori e ricchezze. GIUSEPPE, suo nepote, fu il 1 ° comandante
I suoi discendenti ebbero il cognome di Gui della guardia nobile pontificia . Il figlio di Giu
doni da un GUIDO, vissuto al principio del seppe, FILIPPO ottenne da Pio VI altro titolo
sec . X , e avendo dato alla Chiesa il Pontefice di principe nel 1793. Fratello di Giuseppe fu
Dono II , i suoi discendenti presero il cognome il cardinale ALESSANDRO che nel 1795 concluse
ora del Papa o De Papa o Paparoni o Papa per il Papa il Trattato di Tolentino con Na
reschi . poleone I.
Un altro papa ancora, Innocenzo II (Gre Tutte le ragioni e diritti di casa Mattei per
gorio Papareschi) illustrò questa famiglia, che l'estinzione della linea maschile, passarono in
dalle antichissime case di Trastevere, dive Marianna figlia del duca Giuseppe e sorella
nuta potentissima e ricchissima, si trasferì di del principe Filippo, che fu moglie del marchese
qua del Tevere e si costruì sull'antico Circo Teodoro Antici e da essa ai suoi discendenti
Flaminio un complesso di sontuosi palazzi . che si dissero Antici -Mattei che attualmente
Il cognome Mattei fu assunto , quale speci ne sono in possesso .
ficazione, da un ramo della Casa Papareschi I Mattei « Domicelli e baroni romani » de .
discendente da un Matteo di Giacomo ( 1282 ) . corati dei più illustri ordini cavallereschi (Cri
Circa in quest'epoca ( 1271 ) la fam . era sta sto, Toson d'oro , Malta, S. Stefano, ecc . ) nel
ta investita della carica ereditaria di « Guar corso dei secoli coprirono moltissime volte l'uí
diano dei Ponti del Tevere » in tempo di sede ficio di « Conservatore di Roma » e alle gran
vacante . La fam . nel corso dei secoli si divise dissime ricchezze aggiunsero il possesso di nu
in tre rami: il primo fu quello di Trastevere, merosi e importanti feudi , quali: Castel S. Pie
estinto da tempo in tre maschi; il secondo tro in Sabina , Belmonte, Rocca Sinibalda, Mom
quello di Pescaria suddiviso nei baroni e peo, Antuni, Montenero, Onda, S. Gregorio.
marchesi Mattei e nei duchi di Giove , estinti Ebbero anche signoria in Velletri della quale
in casa Antici ; il terzo quello che ebbe origine città, essendo vicari , si erano impadroniti, du
da Muzio e Fabio e che proseguì nei mar rante la cattività di Avignone . Il marchese
chesi Mattei e nei duchi di Paganica, estinti MATTEO figlio di Carlo TEODORO Antici e
ambedue in casa Conti . Oltre ad altri illustri della duchessa Marianna Mattei ed avo del
personaggi, sono da ricordarsi i cardinali GRE l'attuale principe LUDOVICO, fu annoverato nel
GORIO e Cinzio e Guido Papareschi, nipote e 1858 tra i nobili romani coscritti e fu eletto
pronipoti di Innocenzo II ; e poi GIROLAMO senatore di Roma nel 1859.
creato da Sisto V nel 1586 ; GASPARE creato RUGGERO suo fratello fu patriarca di Co
da Urbano VIII nel 1643; ORAZIO creato da stantinopoli e cardinale creato da Pio IX nel
Innocenzo IX nel 1686 ; LUIGI creato da Be 1875 .
nedetto XIV nel 1753 ; ALESSANDRO creato La fam . Antici-Mattei ha diritto nel suo
da Pio VI nel 1779 ; Mario da Pio VII nel primogenito all'onorifico titolo di « Guardiano
1792 ; Mario creato da Gregorio XVI nel perpetuo, per la S. Sede A postolica , dei Ponti
1832 ; LORENZO creato da Gregorio XVI nel e Ripe dell'alma città di Roma in tempo di
1833. sede vacante » e ciò fin dal 1271 .
Sono poi da ricordarsi: GIROLAMO di Giovanni Aveva poi il trattamento di cugini del re
Matteo (sec . XV ) che con un corpo di 400 di Francia e del re di Sardegna.
cavalli ricondusse a Roma Eugenio IV , ri La Consulta Araldica (come risulta dal
portandone onori e privilegi. GIROLAMO di l'Elenco nobiliare uff .) ha già riconosciuto i
Savo insieme a Giovanni Alberini ambascia seguenti titoli : principe (1868) mpr.; marchese
tore del popolo romano , all'Incoronazione di ( 1637) m.; marchese di Pescia ( 1816) mpr.;
Carlo V a Bologna nel 1530 ; GIROLAMO di conte di Castel S. Pietro ( 1249 ) mpr.; conte
Giov . Batta ucciso nel Sacco di Roma mentre palatino ( 1269) m .; nobile romano coscritto
con pochi altri cavalieri difendeva Ponte Sisto. ( 1858) mpr.; nobile romano ( 1842 ) mf.; no
Don GIUSEPPE duca di Paganica, capitan ge bile di Amelia ( 1619) mf.; nobile di Ancona
nerale dell'esercito pontificio sotto Innocenzo X. ( 1714 ) mf.; nobile di Filottrano ( 1788 ) mi ;
Luigi , m.se di Giove, commendatore di Alcan nobile di Norcia ( 1788) mf.; nobile di Reca
iiiiii
C AUT CUM,
HO
H
T
O
AU
IN
RUM CAS
TRO
CAST E PESCI
P ETR A
ANTICI MATTEI
LETTERA A PAGINA 401
nati ( 1714) mf:; nobile di Rieti ( 1626) mf.; chese Carlo Teodoro Antici, n . 1777 † 26 feb
nobile di Tolentino ( 1795 ) mf. Nobile di Cori mf. braio 1849 con la principessa Donna Marianna
Dovrà poi riconoscere anche i seguenti altri Mattei duchessa di Giove, n . 1775 † ii feb
titoli : principe ( 1793) F. P. R. mpr.; duca di braio 1830 .
Giove ( 1643) mpr; patrizio di Ancona ( 1630) M.se e co . don VINCENZO, n . in Roma 6 marzo
mf .; nobile di Foligno ( 1619) mf.; nobile di 1819 † ivi 20 ott. 1880, sp . a Vicovaro 24 otto
Todi ( 1624 ) mf.; nobile di Ripatransone ( 17 .. ) bre 1854 Donna Clelia Cenci Bolognetti dei
mf .; barone del Regno d'Italia ( 1811 ) mpr.; Princ . di Vicovaro n . ivi 24 aprile 1837 Ť
nobiltà e indigenato polacco ( 1769) mf. nel Castello di Rocca Priora, 19 novembre
Oggi la fam . è così rappresentata : 1998 ; da cui:
Don LUDOVICO principe , marchese e conte a ) M.se e co . don CARLO , n . in Roma ,
Antici -Mattei, duca di Giove, m.se di Pescia , 21 ott. 1860, Balì di gran cr . d'on . e dev. del
conte di Castel S. Pietro, barone del Regno S. M. O. di Malta, gr. cr. dell'ordine S. Se
d'Italia, nobile romano coscritto, ecc . ecc . ,, polcro, cav . di giustizia dell'ord . Costantiniano ,
gran croce dell'ordine di S. Gregorio Magno, comm . dell'ord . Piano, cav . degli ordini di
dottore in legge, n . a Roma 30 marzo 1870 S. Gregorio Magno , corona ferrea, legion d’o
fglio del fu princ. Tommaso ( n . 19 sett . 1844 nore ; brigadiere generale a riposo della guardia
Ť 30 aprile 1915) e della p.ssa D. Carlotta, nobile di S. S. , sp . in Roma 24 giugno 1901 a
n . Gallarati -Scotti. Filomena dei marchesi Viti-Mariani n . in Or
Fratello e sorelle : vieto 29 apr. 1857 .
1 ° Donna Giovanna , n . a Roma 16 febbr . ) Donna Marianna, n . Roma 21 maggio
1883 religiosa nelle Ancelle del Sacro Cuore. i867 .
20 Donna Clotilde, n . a Recanati, 25 set c ) M.se e co . don GIUSEPPE , n . Roma,
tembre 1886, sp. 20 genn . 1916 il marchese 4 genn . 1869, colonnello di cavalleria nella ri
Giacomo Serlupi Crescenzi di Roma. serva , cav . d'on . e devoz. del S. M. O di Malta ,
3º Marchese e conte Don Guido, n . a Roma cav . dei SS . Maurizio e Lazzaro , cav . cor . di
19 genn . 1889 , dec. medag. argento e bronzo Italia , cav . uff . degli ordini militare di Spagna
al valor militare, croce di guerra al valore, e Danilo I del Montenegro.
Croce di guerra al merito, dottore in legge, sp. in d) M.se e co . don FRANCESCO, n . Roma,
Roma 5 febbr . 1921 la contessa Giulia Nemes 3 nov . 1872 , ten , colonn . di fanteria nella ri
de Hidveg a n . Berlino 19 sett. 1894, da cui: serva , cav . d'on . e dev. del S. M. O. di Malta ,
Donna Anna Maria, n . a Roma, 19 febbr. 1922 . cav. dell'ord . dei SS . Maurizio e Lazzaro, della
4º Donna Chiara, n . a Recanati 24 sett . 1892 . cor. d'Italia, della Legion d'onore, cav . uff. della
Madre : Principessa Donna Carlotta Antici cor. di Rumenia, sp. a Parigi i maggio 1925
Mattei, n . dei duchi Gallarati-Scotti e dei prin Emilia dei marchesi Buccico della Conca, nata
cipi di Molfetta n . in Milano 9 nov . 1850 de in Napoli , 27 febbr. 1898 .
corata della croce « Pro Ecclesia et Pontifice e) Donna Beatrice, n . Roma 3 marzo 1875 .
sp . in Roma il 12 nov. 1868 al fu principe Don P. c . b . o .
Tommaso Antici-Mattei.
Zio : ( nato dal matrimonio dell'avo m.se * ANTINORI .
Matteo Antici Mattei, n . I sett . 1805 , m . 4 ot
tobre 1883 con Donna Chiara dei princ. Altieri ARMA : Troncato : nel
n . 18 genn . 1824 † 19 febbr. 1888 ) . 1 ° losangato d'oro
Marchese e conte don FILIPPO , n . in Roma e di azzurro ; nel
dic . 1848, † 11 agosto 1879, sp. a Lorenza 2° d'oro pieno .
Toti , m. 10 ott . 1888 , da cui : Motto : I. Te disce
a) M.se e co . don LUIGI , n . in Roma, proficio.
27 aprile 1873 , esente della Guardia nobile di 2. Frangar, non
accompagnata nel lato destro superiore da un R. 1908 ) , n . in Ostra i dic. 1874, sp. 19 set
leone d'oro . tembre 1909 Maria Coppetti, da cui :
DIMORA : Lecce . Luisa, n . in Ostra 30 dic. 1910.
Antica e nobile famiglia che credesi origi Fratelli : dott. UGO, fu Luigi, residente a
naria di Francia , stabilitasi a Lecce nel se Bologna ; Ebe, sposata il 24 ottobre 1898 al
colo XIV . Ebbe antico possesso di feudi, fra l'avvocato Albertini Antonio di Sassoferrato .
i quali la terra di Fragagnano che conservò
fino alla abolizione della feudalità : ultimo in p. c . b. o .
testatario Francesco Maria Lantoglietta nel
1780. Il 4 luglio 1701 venne decorata del titolo
ANTONELLI .
di marchese infisso sulla medesima terra , nella
persona di Francesco Maria, titolo passato poi ARMA : D'azzurro al
in altra famiglia . destrocherio ve
Questa famiglia è iscritta nell'Elenco uffi stito di rosso te
ciale col titolo di nobile per i discendenti di nente una freccia
Lelio vivente nel 1814 . di nero in palo
0. P. volta all'ingiù in
in atto di ferire
ANTOLINI un cuore di rosso
sostenuto da una
ARMA : Partito : nel fiamma dello stes
Iº spaccato di az so movente dalla
zurro e di argento punta, e accompa
alla fascia di rosso gnato in capo da
attraversante sul tre stelle di sei
la partizione, ac raggi d'oro ordinate in fascia .
comp . in capo da DIMORA : Ferrara .
una cometa d'oro
ondeggiante in pa Appartenenti a nobile famiglia lucchese, i
lo , accost . da due fratelli ALESSANDRO e GIOVANNI di Michele
stelle dello stesso ; Antonelli si stabilirono a Ferrara, e vi otten
ed in punta da un nero privilegi di cittadinanza dal duca Al.
pino terrazzato di fonso II d'Este nel 1590 e dal giudice dei
verde; nel 20 di Savi, supremo magistrato della città, nell'an
azzurro al gallo no 1606 .
d'argento crestato di rosso, posto sopra un ALESSANDRO, figlio dell'ultimo d'essi , nato a
terreno di verde. Lucca, ma accasatosi nella nuova patria , di
DIMORA : Ostra . venne il capo stipite della linea ferrarese degli
Antonelli.
La fam . è originaria da Sarnano (Macerata)
e sulla fine del sec . XVII si trapiantò a Mon Ben presto questa famiglia ebbe posto nel
tealbodo oggi Ostra (Ancona) dove fu aggre secondo ordine del Consiglio centumvirale e fu
gata a quella nobiltà. quindi ufficialmente iscritta nel Libro d'oro di
Ferrara del 1842 .
Ebbe anche la nobiltà di Macerata dal 1441 ;
di quella di Montecassino dal 1669 ; e di quella GIOVANNI di Alessandro , matematico e idro
di Cingoli dal 1788 . statico (n . 1630 ) , è annoverato fra gli uomini
Giuseppe e Carlo Niccolò ebbero la dignità illustri di Ferrara .
di conti palatini. Suo figlio GIACOMO, medico (n . 1661 ) , inse
La Consulta Araldica riconobbe a questa gnò nello Studio ferrarese .
fam . i titoli di nobile di Ostra e nobili di Cin Un altro GIACOMO di Giuseppe (n . 1714 )
goli nella discendenza maschile e femminile fu capitano al servizio della Spagna nel regno
come risulta dall'Elenco ufficiale nobiliare delle di Napoli.
Marche, fin dal 1908 . Mons. GIUSEPPE di Giovanni ( 1803-1884)
Oggi la fam . risiede in Ostra o Montalbodo, ha lasciato fama di insigne storico e ar
ed è rappresentata dalle seguenti persone, cheologo .
iscritte nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano famiglia è mons . GIUSEPPE
Ultimo di questa
del 1922 .
di Silvestro , nobile di Ferrara .
ITALO fu Luigi, cavaliere cor. Italia (Dec. u . d.
PAGINA 404 LETTERA A
più sontuosi palazzi. GIOVANNI (n . 1548 † 1610) mano (personale) a favore delle figliuole del de
combatte contro i Turchi alle Curzolari; FRAN funto FRANCESCO PAOLO di Serafino : Maria
CESCO ( j 1624 ) comandò nel 1606 le milizie Antonietta in Cappelli, Marianna in Coletti ,
udinesi a cavallo nella guerra della Rep. Ven. Teresa in Dragonetti de Torres, Giuseppina in
contro Paolo V ; DANIELE, eroico generale delle Cardelli Collicola Monthioni.
milizie venete, sconfisse sotto Gradisca ( 30 gen I titoli che la famiglia Antonini aveva riser
naio 1616) le truppe imperiali e morì nello vati per i maschi primogeniti di barone di To
stesso anno ai 10 di marzo colpito da una can rano e di Grotte furono con RR . LL . PP. 21
nonata . Il Senato veneto gli eresse un mo maggio 1902 di R. Assenso, trasmessi al mar
numento equestre nel Duomo di Udine e i chese Luigi Cappelli il 10 agosto 1906 .
concittadini collocarono il suo busto nella sala 1. b .
del maggior Consiglio. Di lui , valente mate
matico, ci restano alcune lettere dirette a Ga ANTONINI .
lileo Galilei che gli era stato maestro e che con ARMA : Di verde alla
lui aveva intrinsichezza . ALFONSO ( n . 1584 fascia d'oro cari
† 1657) coltivò la poesia e fondò in Udine cata dal motto : MU
l'accademia degli Sventati ANTONINO combatte Pax , in nero ac
sotto le bandiere del principe di Orange in compagnata in ca
Fiandra, dove, novello Fieramosca , abbattè in po da una colom
singolar tenzone uno spaccamonti francese, tal ba volante di ar
Milander, che insultava la nazione italiana.
Dal che il suo ramo fu chiamato degli Antonini
gento e
ultima superstite di questa benemerita fami commissario pontificio sulla fine del sec. XVIII.
glia. (Racc. Joppi ms. 209. Racc . del Torso) . Sono iscritti nell'El. uff. col tit . di nobile
CAROLINA, n . New York , 12 luglio 1889 di Ger di Ostra ( mf . ) i discend . da Giovanni Battista :
manico , di Antonio , di Germanico e di Maria
Badaracco ; Madre : Maria Badaracco , n . Li 1 ° Rodolfo fu Cirillo nob . di Ostra , coi fra
guria , 20 maggio 1864 , di Giuseppe, spos . 7 lu telli e sorelle : a ) Olimpia , in Agostino Callieris
glio 1887 col co . GERMANICO Antonini, vedova ( Fano ) ; b ) Maria ; c) Cloe, in Corrado Mancini;
23 luglio 1924 . e. d . t. 20 Antonia , fu Lodovico , in Massi.
3 ° Adelaide fu Gherardo, sposata all'av
ANTONINI . vocato Francesco Severini di Arcevia .
ARMA : D'azzurro al p. c. b. o.
la torre d'oro a
ANTONINO (S. ) (Susa .
due piani , terraz
zati di verde , ac Titolo : Signore di
compagnati in ca S. Antonino .
po da una cometa Il prevosto pro tem
d'oro ondeggiante pore . ARMA
in fascia . L'infeudazione era
ota
uffici, e fu ammessa alla Nobiltà (mf.), di que infine Ruggiero e Riccardo quarto, furono va
st'ultima città con decreto 9 ottobre 1762 . lorosi capitani dell'imperatore Federico II .
GIUSEPPE, di Giuseppe, di Pier - Francesco e Questa casa ha dato anche un cardinale alla
disc. chiesa nella persona di Pietro vissuto intorno
8. C. al 1294. Il ramo primogenito dei conti di Fondi
si estinse nel 1327 in Giovanna che sposò Lof
fredo della illustre famiglia Gaetani e perciò
APRILE . ne aggiunse il cognome al proprio. Ha goduto
A RMA : D'argento al nobiltà a Benevento sin dal 1268 e venne di
la fascia di rosso , chiarata nel 1855 ammissibile nelle RR . Guar
accompagnata da die del Corpo . Rappresentano questa famiglia :
tre rose del secon GIOVANNI ( n. 13 giugno 1851 ) , di Francesco , di
do, situate 2 in Giovanni ed il fratello STANISLAO (n . 13 ot
capo , e i in punta. tobre 1860) , che hanno diritto quali disc . da
DIMORA : Caltagirone. Giovanni, ultimo intestatario del feudo di Gi
Famiglia nota in nestra della Montagna, al predic. di Ginestra
Caltagirone fin dal (mf . ) , nonchè al titolo di patrizio di Bene
secolo XVII . verto .
Un
Carlo fu capitano C.
di giustizia e pro
conservatore in AQUINO (d') .
detta città negli
anni 1635-36-37 ; ARMA : Inquartato :
un VINCENZO Aprile e Boccadifuoco fu nel 1 ° e 4º ban
dato di oro e di
investito il 20 aprile 1727 della baronia di Gimia
( o Cimia ) Soprana e oggi con il titolo di ba rosso ; nel 2 ° e 3 °
troncato di argen
rone di Gimia Soprana è inscritto nell'elenco to e di rosso al leo
ufficiale VINCENZO Aprile, di Giacomo , di Pietro ne dell'uno nel
e sono inscritti con il titolo di nobile dei ba
l'altro.
roni di Gimia Soprana : SALVATORE , Antonia e DIMORA : Tropea.
Maria, fratello e sorelle di detto barone Vin
cenzo .
Gli scrittori sono
a . di c . d'accordo nel rico
noscere in questa
famiglia una dirama
AQUILA (DELL ' ) . zione dell'illustre ca
sata omonima, tra le
ARMA : D'azzurro al più chiare del napoletano, che ebbe origine
l'aquila spiegata di da Atenolfo principe di Capua e possedette la
argento e corona terra d'Aquino dalla quale trasse il cognome .
ta di oro . Essa ebbe innumerevoli feudi e titoli. E dal
DIMORA : Benevento . suo seno nacque il sommo dottore della Chiesa
Famiglia di ori S. Tommaso .
gine normanna, le Si crede che Atenolfo d'Aquino abbia dato
cui prime memorie origine alla linea calabrese che pose stanza in
risalgono ad un Ric Tropea ed appartenne a quel patriziato fino
cardo feudatario in all'abolizione dei Sedili ; per la qual cosa tro
Teria di Lavoro in
vasi iscritta al Registro delle Piazze Chiuse del
torno al 1090. Sa Napoletano ed i suoi componenti hanno diritto
lita rapidamente in al titolo di patrizio di Tropea. Essa fu più
potenza, al tempo volte ammessa per giustizia all'ordine di Malta
degli Svevi, possede fin dall'anno 1600. Nel 1850 e 1853 entrò nelle
numerosi feudi, ebbe Carinola , Traetto, Itri Regie Guardie del Corpo.
Riardo , ed i contadi di Avellino , Calvi, Mon
tesantangelo , Fondi, per cui un ramo si disse Sono iscritti nell'Elenco uff. col titolo già det
anche di Fondi . Un secondo Riccardo, conte to di patrizio di Tropea i discendenti da FRAN .
di Fondi, fu uno dei più potenti feudatari CESCO e da GIUSEPPE di Carlo , di Francesco,
del suo tempo ; un terzo Riccardo, grande e quelli da FERDINANDO, di Giuseppe.
ammiraglio dei re Guglielmo I e II ; ed 0. P.
LETTERA A PAGINA 411
molti moltissimo ; fra tutti, in studi recenti signore di Belvedere (mpr. ) . Nome d'uso : Ar
di alta critica storica, Carlo Bornate. Nei di borio Gattinara di Sartiraria .
plomi 22 sett . 1513 e 2 febb . 1526 concessi da La linea si distacca dal grande ceppo del
Massimiliano I e da Carlo V a Mercurino di card . Mercurino Arborio di Gattinara col costui
Gattinara a conferma ed accrescimento di pri fratello Cesare, padre di Giacomo, primo conie
vilegi, si proclama solennemente la prove di Sartirana . Discende da lui FERDINANDO
nienza degli Arborio da Arbois nel Giura ; opi (n . 19 febb. 1717 ) , investito della contea di
nione da tempo screditata, come le origini sas Sartirana (5 luglio 1752 ) e del marchesato di
sone di Casa Savoia. Il gran cancelliere ebbe, Breme ( 28 nov . 1769), padre di LODOVICO , che
fra altri fratelli , CARLO e CESARE . Cesare fu già gentiluomo di camera del Re di Sardegna
il capostipite della linea di Sartirana. Carlo ( 16 giugno 1795) e tesoriere dell'Ordine Su
continuò la linea primogenita col figlio Gio premo (1796 ), curvò la fronte all'astro napo
VANNI GIORGIO, erede e figlio adottivo del gran leonico e fu presidente del Senato del regno
cancelliere, investito della contea di Gattinara d'Italia . Gli valse sopratutto il merito di aver
nel 1531. Sono suoi nipoti i due fratelli mar propagata la vaccinazione e il sistema del
chese FILIBERTO MERCURINO O conte GIOVANNI mutuo insegnamento. Fu mecenate delle arti
AURELIO, assurti all'onore del gran collare, ri e delle lettere , scrisse di politica, di agricol
spettivamente nel 1618 e nel 1630 ; ed appar tura e d'amministrazione : gran merito in tempi
tiene alla sua discendenza quel GIUSEPPE Ar in cui l'ammonimento civile del Parini era sa
borio di Gattinara che, barnabita, vescovo di tira vivente. E fra i suoi figli, tengono il campo
Alessandria ( 12 apr. 1706) , arcivescovo di To degnamente, VENCESLAO, ministro del Re Sar
rino (25 giugno 1727 ) , grande elemosiniere del do in Olanda e in Prussia, primo segretario
Re (29 genn . 1730) , fu l'ispiratore di S. Paolo di S. M. per il gran magistero mauriziano , mi
della Croce , fondatore dei Passionisti . Egli ebbe nistro di Stato ( 2 nov . 1844) ; e l'abate Lodo
per fratello il marchese GUGLIELMO MERCURINO, VICO, poeta e letterato di vaglia , collabora
padre di FRANCESCO MERCURINO e di BARTO tore, con Silvio Pellico , del celebre Concilia
LOMEO , ai quali si riattaccano rispettivamente tore ; bel saggio di valore in tempi di forche
il ramo primogenito e il ramo secondogenito austriache. Non ha guari, scrisse di lui eru
vivente . ditamente Carlo Calcaterra .
MERCURINO FRANCESCO, di Mercurino Dionigi, Il nipote di costoro , FERDINANDO (n. Ni
di Francesco . lano , 30 marzo 1807 ; † Firenze, 21 genn . 1869 ).
Zio : CARLO . presidente dell'Accademia Albertina di Belle
Ramo secondogenito : Arti a Torino, acquafortista geniale, ornito
Conte (mpr.); nobile dei marchesi di Gatti logo ed entomologo , senatore del regno , gran
nara (mf.). Ricon . 1897 . mastro di cerimonie e prefetto di Palazzo, fu
creato duca di Sartirana il 26 marzo 1867. Fu
GIUSEPPE MERCURINO, di Vittorio , di Gu suo figlio il duca Alfonso ( n . Torino, 28 feb
glielmo Mercurino, di Giuseppe. braio 1831 ; † Roma, 10 marzo 1903 ) , gran
Figlia : Mercurina Maria . signore come il padre, artista di disegno e di
37. .
musica, senatore del regno, prefetto di Pa
lazzo . La figlia Barbara ( n . Torino, 17 feb
* ARBORIO GATTIVARA. braio 1864 ; † Chieri, 12 agosto 1886) fu auto
rizzata ad assumere e trasmettere, per l'estin
ARMA : D'azzurro del zione dei maschi , il titolo di marchese di Breme
decusse ancorato ,
nella famiglia d'alleanza. Aveva sposato a To
di argento , accan rino, il 25 maggio 1885, il conte Raimondo
tonato da quattro Balbo Bertone (vedi).
gigli d'oro ; col ca ALFONSO di Ferdinando , di Filippo.
po dell'impero .
Ornamenti ducali. Figlie : Barbara in Balbo Bertone, marchese
DIMORA : Torino , di Breme, Maria in di Ratibore Cerveg, prin
Sartirana (Lomel cipe di Hohenlohe Waldenburg Schillingsfurst,
lina ). Margherita, duchessa di Sartirana (pers ) .
TITOLI : Duca di 11. 2.
Sartirana (mpr . )
[Conc . 1867] ; con
te di Sartirana
(mpr. ); conte di
Torreberetti (mpr.) marchese di Breme (mpr.); ARBORIO VELLA (vedi MELLA ARBORIO) .
LETTERA A PAGINA 413
CNC
CIMIERO : Elmo da
gento e d'azzurro .
nobile ornato dei
SVOLAZZI: D'oro , di
lambrecchini dei colori dello scudo .
argento , di rosso e
DIMORA : Alghero , Torino . di azzurro . Orna
A questa famiglia sono riconosciuti i titoli menti comitali .
di : Cavaliere, m .; nobile, mf .; Don , mf . ; ( Riconosciuta nel
orig. Sardegna. Dim . Alghero . U. r. Antioco 1925, 14 giugno ).
( 1769) . Motto : Non deest generoso in pectore virtus.
FRANCESCO, di Michele, di Antioco . DIMORA : Piacenza .
Sorella : Angela .
Zii : ANTONIA , Clementina, GENESIO . Gli Arcelli traggono la loro origine dalla po
S.I. tente famiglia Fontana di Piacenza, della quale
si hanno notizie anteriori al mille e da cui di
scendono parimenti i Paveri Fontana, i Mal
ARCAYNE (DE) . vicini Fontana, i Banduco Fontana .
ARMA : Inquartato : Molti membri della famiglia si distinsero
al 1 ° di De Arcayire nelle armi, e nelle alte cariche ecclesiastiche ;
che è : troncato di di molti privilegi essa fu favorita , dai pon
sopra di campo di tefici , dai Visconti, dagli Sforza, dai Farnese ,
cielo all'arca di dai Borbone . Coll'andare del tempo si divise
Noè vagante sulla in varii rami, che assunsero il nome delle terre ,
partizione, al na che possedevano: marchesi di Moncasacco, di
turale, sormonta Castellaro, di Morago, conti di Val Tidone, di
ta da cinque stelle Monteventano, Montebissago e Veratto .
d'oro, ordinate in Varie sono le opinioni dei cronisti intorno
semicerchio ; di all'origine del nome « Arcello » , ma la più at
sotto d'azzurro a tendibile si è che esso derivi dal nome del ca.
due bande di stello in Val Tidone di Piacenza, posto sopra
argento , ondate ; un altissimo colle quasi arx coeli, o ara coeli
al 2º della Minerva ENRICO Arcello è il primo della famiglia ri
che è d'argento alla figura della Dea Mi cordato e precisamente in un atto del Registro
nerva seduta sopra una nuvola , in atto di magno di Piacenza all'anno 1132. Sono pure
percuotere con una lancia la vetta di un ricordati un ARNALDO console della repubblica
monte, uscente da sinistra, il tutto al natu Piacentina nel 1170 , un PAGANO, suo fratello
rale ; al 3 ° di Pes che è : d'azzurro al per ( 1180) , un LANFRANCO , preposto della basi
sico al naturale, colle radici accostate da lica di S. Eufemia della città nel 1182 , un GE
quattro piedi umani di carnagione, recisi di RARDO, commissario del comune patrio nel 1200,
rosso , due per parte addossati ; al 4º di Ma un GIANNONE, suo figlio , che sposò Palmena
ramaldo che è : d'oro a tre fascie di rosso . Anguissola nel 1229, un GIACOMO, pretore a
Riconosc . Consulta Araldica , 1899 . Benevento per Gregorio X nel 1272 , poi ca
DIMORA : Alghero , Torino . pitano del popolo a Reggio nel 1285 , un altro
A questa famiglia sono riconosciuti i titoli GHERARDO pretore a Cremona nel 1281 , poi
di: Cavaliere, m .; nobile , mf .; Don , mf.; conte podestà a Lucca nel 1284. RODOLFO, mercante
della Minerva ( tf . ) , mpr. Ricon . 1899 ; orig. Sar lombardo, banchiere a Parigi, ritenuto in quei
degna . tempi ricchissimo, morì in quella città il 26 a
LETTERA A PAGINA 415
prile 1301 (PITON, Les Lombardes en France) LAZZARO , figlio di Filippo e della contessa
e lasciò nel suo testamento varii legati in be Alexina Scotti , venne dal duca Francesco Sforza
neficenza . Suo fratello LEONARDO , creato ca confermato nel suo feudo di Val Tidone no:1
valiere da Arrigo VII ( 1310) , sposò Caterina 1450. Egli lasciò per testamento (1451) di che
Anguisscla, e fu dai Piacentini , con l'Anguis fondare il convento di S. Bernardino in Bor
sola, il Vicedomini , il Landi, eletto rettore della gonovo , ancora esistente.
città coi più ampi poteri. Egli venne assediato I suoi eredi CESARE e TORQUATO passarono
dalle truppe di Galeazzo Visconti, suo acer ad abitare a Napoli , ove il primo sposò Re .
rimo nemico, in Borgonovo, ove dovette ca becca Caracciolo e l'altro Livia Tomacello . Da
pitolare ( 1381 , nov . 13 ) e cadere prigioniero , questi scendono i conti Arcelli Fontana della
avendo salva la vita per intercessione del pon Val Tidone.
tefice, pagando una grossa taglia. Nel 1321 FRANCESCO, nipote di Filippo , comprò dai
alla battaglia sotto le mura di Bardi cadde Confalonieri le terre di Monte Ventano e Monte
nuovamente prigione del Visconti; nel 1327 da Bisago in Val Luretta nel 1380 ; da lui di
parte del comune di Piacenza fu inviato amba scendono gli attuali Arcelli Fontana di Monte
sciatore al papa e nel 1331 trovandosi alla corte Ventano e Monte Bisago , riconosciuti nel 1904
di Giovanni XXII ottenne con breve dell'8 dic . dalla R. Consulta araldica .
dello stesso anno la ricostituzione del mercato Un LEONE nel 1464 fu capitano del popolo
in Borgonovo a risarcimento dei gravi danni sof a Bologna, un PIETRO lesse le istituzioni nella
ferti da parte di Galeazzo Visconti. Un UBERTO università di Pavia nel 1499. Dal predetto
nel 1379 ebbe in Genova la dignità arcidiaconale Francesco discendono : MARTINO, ANTONIO ,
con privilegio speciale della nomina del priore BARTOLOMEO , che dopo aver governato il ca
di S. Vittoria di Libiola . FILIPPO , di Giovanni stello di Milano furono dal duca Giovanni Vi
e di Elena Radini-Tedesco, fu uno dei membri sconti investiti nel 1408 del titolo di conti
più illustri della famiglia e una delle figure di della Val Luretta , cioè di Monte Ventano ,
maggior rilievo nella storia piacentina . Como Montebisago e Veratto con lo stemma gentilizio
d'armi, alla sua scuola Bartolomeo Colleoni inquartato, come sopra è descritto ; privilegi
apprese i primi rudimenti dell'arte della guer poi riconfermati nel 1452 da Francesco Sforza .
ra, quando fu paggio presso di lui . Nel 1412 Da MARTINO discendono gli Arcelli di V'e
Filippo Maria Visconti, per l'alta opinione ratto , ramo oggi estinto ; da BARTOLOMEO gli
che aveva di lui , separava da Piacenza in A. di S. Imento, ramo pure estinto ; da AN
favor suo e del fratello Bartolomeo le terre di TONIO, che sposò la march . Franceschina Mal
Castel S. Giovanni, Borgonovo ed altre fino vicini Fontana, gli Arcelli- Fontana viventi, che
al numero di ventiquattro, erigendole in contea godono del predicato di Monteventano e di
privilegiata col titolo di contea di Val Tidone, Monte Bisago. Da GIOVANNI di Antonio di
concedendo le armi e l'impresa della contea scende FILIPPO, che appartenne sempre ai « ma
(arma et insignia dicti comitatus), cioè la croce gnifici » della classe Fontanense. Filippo ebbe
scaccata Fontanense e il leone rampante con un figlio GIOVANNI , che sposò Gianna Anguis
una spada nella branca, a cui Francesco Maria sola da Travo e fu nominato cavaliere da Fran
d’Urbino aggiunse il motto : « Non deest gene cesco I di Francia. MARCO ANTONIO di Ago
voso in pectore virtus ». stino , di Girolamo, di Giovanni fu alla corte
Nell'anno 1414 ebbe dal Visconti l'incarico del duca di Modena nel 1641 per incarico del
di riconquistare Piacenza tenuta dall'impera duca Odoardo Farnese. Da GIUSEPPE di Marco
tore Sigismondo e l'impresa sortì esito fortunato. Antonio nacque UBALDO a Monteventano il
Disgustatosi l'anno seguente col Visconti, si 2 febbraio 1795, da cui scendono Luigi e Gio
impadronì di Piacenza ; sostenne eroicamente VANNI .
l'assedio del Carmagnola alla sua rocca di Bor Stato personale degli Arcelli Fontana già ri
gonovo , finchè questi eseguì la minaccia, pre conosciuti .
cedentemente fattagli, di impiccare sotto i suoi GIOVANNI † di Ubaldo, nobile, m . e f .; conte
occhi il fratello Bartolomeo e il figlio Gio di Monte Ventano e , Monte Bisago , m .
vanni caduti prigionieri e non ebbe presa Pia Figli: Marco (n . 1874) , Amalia, Eugenia,
cenza e altre terre ; allora se ne fuggì col figlio Adele, Ida, Anna, Maria , Irene , Rina .
Lazzaro a Venezia, di cui divenne capitano ge Figli di Marco e di Carla Soresi : Rachele,
nerale. Morì a Capodistria combattendo ( 1421 ) Maria , GIOVANNI, Clara , Luisa , Carmen , GIORGIO .
e lasciò fama di uno dei maggiori capitani del LUIGI † di Ubaldo .
l'età sua. Il suo corpo fu trasportato a Padova, Figli: LEOPOLDO, FRANCESCO, GIUSEPPE ,
ove il genero march. Taddeo d'Este gli fece ENRICO .
costruire una artistica cappella nel tempio di Figlio di Giuseppe Enrico : CAMILLO (dim .
S. Antonio . Milano ).
PAGINA 416 LETTERA A
Figli di Camillo : Serafina Ida, FRANCESCO . vo di Cremona, che fu poi Gregorio XIV ,
ricevuto dal not . Giacorno Vitali li 4 aprile
L'elenco ufficiale nobiliare del 1922 nota altre 1577, si vede qualificato GIULIO , abitot : in
tre famiglie Arcelli, orig. di Piacenza, dim. ivi, Monticelli d'Ongina, del titolo di nobile .
iscritte genericamente e d'ufficio anche nel Nell'atto ricevuto dal not . piacentino Pietro
l'Elenco uffic. del Parmense ; ( Roma, 1900) : Francesco Archieri li 5 maggio 1602 si riscon
ARCELLI , march . di Moncasacco, mpr. , disc .
da Paolo Camillo ( 1650) . tra qualificato del titolo di magnifico e di no
Gli Arcelli Fontana suddetti appartengono bile Carlo dottore in legge. CARLO POMPEO ,
al ramo di quelli di Monteventano e si riallac e ANGELO , suo figlio , il 4 luglio 1727 ricevet.
ciano ad Antonio ( 1408) , come i viventi sopra tero una patente di famigliarità dal duca An
descritti . Il primo che fu investito del titolo tonio Farnese per i servigi resi allo Stato .
di marchese, PAOLO CAMILLO , che sposò la co. ANGELO, poeta arcadico, con patente del 4 ago
Ippolita Anguissola , ved. del co . Marc'Anto sto 1751 del duca D. Filippo di Borbone, in
nio Barattieri, ebbe un'unica figlia CLELIA , terinato dalla Comunità di Piacenza il 10 nov .
che nel 1672 sposò il co, Carlo Augusto An
dello stesso anno, fu insignito del titolo di no
biltà per sè e suoi discendenti m . e f . Un CARLO
guissola di Podenzano, famiglia che nel 1712 coprì un grado militare nelle truppe regolari
aggiunse per eredità al proprio il nome Scotti di D. Ferdinando ( 1779) e fu eletto membro
d'Agazzano. Estinto il ramo , il titolo venne as dell'Accademia , eretta in Parma il 1 maggio
sunto dal co . G. Battista Arcelli Fontana , si
gnore della Minuta ed abit. in S. Damiano , il 1783. Il medesimo, come civico deputato, riusci
1 a far sopprimere nel 1802 l'ospedale militare
quale ramo si estinse in casa Scotti , poichè francese di S. Agostino in Piacenza , che gra .
Gio . Battista aveva sposato la co . Clara Scotti vava eccessivamente sul bilancio comunale, per
da Sarmato .
ciò il duca D. Ferdinando ordinò gli fosse ri
ARCELLI, pure dei Fontana, disc. da Gio . lasciato il diploma, con cui gli conferiva il ti
I'RANCESCO e SEBASTIANO ( 1690) . Conte, m . tolo di conte e il feudo di S. Nicolò oltre Treb.
Questa famiglia si estinse nel sec. XIX nella bia ; ma la repentina morte del principe ne
fam. dei conti Nicelli , poichè Isabella , ultima impedì il conferimento. Egli fu uno dei quattro
discendente, aveva sposato Carlo Nicelli . munifici Piacentini che a proprie spese fecero
ARCELLI , conte, disc . da Gio. Battista ( 1751 ) . costruire il teatro comunale cittadino , ceden
È un ramo degli Arcelli Fontana passato a dolo alla comunità (atto Basetti del 26 agosto
Napoli da Piacenza al servizio di D. Carlo di 1803 ) ; nominato , sotto l'amministrazione Fran
Borbone nel 1734. Lo stemma Arcelli di Na cese , elettore del dipartimento , assistette in tale
poli era : Croce scaccata d'argento e di rosso qualità alla assemblea elettorale tenuta in Par
in campo azzurro . ma nel febbr. 1811. Suo figlio, don LORENZO ,
È presumibile che questo ramo sia estinto, ſu per molto tempo podestà di Monticelli d'On
o viva molto modestamente .
6. d.
gina, e il figlio di lui, comm . CLAUDIO ( † 1914 )
fondatore del pio ricovero Archieri-Moruzzi in
Monticelli, fu lungamente sindaco del paese na
ARCHIERI .
tio , consigliere e deputato provinciale del man
damento .
ARMA : Troncato : nel
Stato personale della famiglia :
1 ° d'oro all'aquila
di nero coronata Carlo di Ferrante, di Lorenzo, di Carlo ,
del campo . (nato 1878 , 25 ag ) .
Nel 20 : di rosso al Cugini, figli di Federico ( † 1919) : LORENZO,
l'arco d'oro posto (n . 18 febbr. 1881 ) ; PIETRO, (n . 9 maggio 1884) ;
in sbarra . POMPEO , ( n . 22 maggio 1886) .
DIMORA : Monticelli g . d.
di Ongina (Pia
cenza) . ARCHINTO .
La famiglia Ar
chieri, antica ed ori ARMA : Di verde a tre fascie d'argento con
tro innestate .
ginaria di Piacenza,
possedeva la maggior CIMIERO : La figura di un re , coronato all'an
parte del suo patrimonio nel comune di Monti tica, vestito di rosso , col manto foderato di
celli d'Ongina fin da quando questa borgata ermellino , collo scettro nella destra .
faceva parte della diocesi di Cremona. Da un MOTTO : Archintea laus.
atto seguito avanti Nicola Sfondrato, vesco ORNAMENTI : Il manto .
0
SAINTE
ARCHIN
j
.
EA
MACHINT
ARCHINTO
LETTERA A PAGINA 417
d'un monte di tre colli il tutto al naturale, col Troviamo poi gli Arditi investiti fin dal 1444
capo di azzurro carica di tre stelle d'oro or. del feudo di Valentino in Principato Citra.
dinate in a . Geronimo Arditi a 8 marzo 1554 fu nominato
DIMORA : Civitavecchia . cavaliere aurato da Carlo V e gli fu confer
Famiglia originaria di Sorrento , succeduta mata l'avita arma gentilizia ; dal medesimo di
nei titoli di principe di Cursi e duca di Grot ploma sappiamo che egli erasi distinto contro
taglie alle famiglie Palomba, Caracciolo e Ci i Turchi e che atti di valore avevano com
cinelli . piuto suo padre Troilo, nominato da re Fe
A 1 ° dic. 1651 Giovambattista della illustre derico, cavaliere dell'Armellino, e suo avo Giu
famiglia Cicinelli ebbe la concessione del ti seppe Leonardo, regio squadriere ai tempi
tolo di principe di Cursi; a 28 aprile 1665 ebbe aragonesi.
quello di duca di Grottaglie . I Cicinelli si estin Questa famiglia fu decorata a 20 settembre
sero in Giulia, sposata nel 1744 a Giacomo Ca 1682 del titolo di marchese che, con privilegio
racciolo e che per la legge napolitana di SUC
del 5 luglio 1797, venne incardinato sul feudo
cessione nobiliare fu erede di quegli impor di Castelvetere da poco acquistato .
tanti titoli . Da questo matrimonio nacque Gio A 5 ott . 1694 il marchese Benedetto Arditi
vanni Caracciolo-Cicinelli che ebbe due figli ed i suoi successori furono dichiarati esenti da
maschi : Gennaro e Gaetano che vestì l'abito
qualunque giurisdizione ordinaria locale ba
religioso. Con la morte senza discendenza di ronale, e nel medesimo privilegio è detto che
Gennaro ( 1853 ) , Giovanni Andrea Palomba la loro nobiltà non possa essere offuscata in
figlio di Anna Maria, sorella del predetto Gen nessun luogo baronale e per nessun motivo .
naro , chiese ed ottenne con R. Rescritto 27 lu Il titolo di marchese di Castelvetere fu ri
glio 1858 il riconoscimento di quei titoli ; e conosciuto con R. Rescritto 3 agosto 1855 a
morto egli senza figliuoli , gli successe il fra GIUSEPPE Arditi , e nel 1895 , al nipote di lui ,
tello Giuseppe al quale, con D. M. 2 marzo FRANCESCO , di cui sono figliuoli: BENEDETTO ,
1879 gli stessi titoli furono riconosciuti.
Luigi e GIOVANNI. Sono anche segnati nell'E
Morto Giuseppe senza discendenza, con D. R. lenco Uff.: CESARE , LUIGI , e Maria Celeste di
30 novembre 1899 vennero riconosciuti i titoli
Francesco Pasquale, ed ALFREDO ed EUGENIO,
di principe di Cursi e di duca di Grottaglie a figliuoli del detto Cesare .
Lorenzo d'Ardia primogenito di Francesco e di 0. P.
Angelica Palomba, sorella del detto Giuseppe
Palomba .
I d'Ardia sono iscritti nell'El . uff. con i ARDIZZONE .
detti titoli nella persona di : GIOVAN FRAN ARMA : D'azzurro , al
CESCO , di Lorenzo. Figli : GIOVANNI , LORENZO, castello ad una
Maria , LUIGI , FERDINANDO , Sorella : Antonia . torre d'oro , aper
0. P. to , finestrato e
murato di nero ,
* ARDITI . fiammeggiante in
ARMA : Di azzurro cima di rosso , fian
alla fenice sulla cheggiato da due
leoni del secondo ,
sua immortalità ;
coronati dello stes
fissante un sole a
so , controrampan
destra , il tutto di ti alla base. ( Il ra
oro .
mo di Siracusa
DIMORA : Presicce e non porta nella
Napoli.
propria arme i due leoni. )
La tradizione vuo
le che questa fami Dimora : Catania, Siracusa .
glia sia la stessa che Pare che sia di origine genovese; godette no
fiorì in Lombardia biltà in Messina, Palermo, Catania, Siracusa .
col nome di Conti , e Un dottor NICOLA fu giudice della gran Corte
che trapiantatasi nel del Regno, e il 9 febbr . 1716 venne aggregato
Napoletano con gli alla mastra nobile di Catania ; GIUSEPPE e Mi
ostaggi lombardi presi dall'imperatore Fede CHELE Ardizzone , cugini, dottori in legge, il
rico II abbia lasciato quel nome cambiandolo 30 ott . 1755 erano ascritti alla mastra nobile
con quello di Arditi che pare anche si usasse di Siracusa ; un Onofrio fu giudice della Gran
dai detti Conti dimoranti in Lombardia . Corte , avvocato fiscale del tribunale del R.
PAGINA 419
LETTERA A
Furono figli loro FRANCESCO , ufficiale napo questa famiglia fiorisce nei rami seguenti: mar
leonico, creato barone del Regno Italico , indi chesi Arezzo ; baroni di Trifiletti; baroni della
coinvolto nel processo dei carbonari e MARCO Targia ; il ramo dei baroni di Donnafugata si
( 1770-1852 ) , che condusse in moglie Antonietta è estinto nella persona di CORRADO Arezzo De
Fagnani , dama della Croce Stellata , ben nota Spucches, senatore del Regno d'Italia .
per i suoi rapporti con Ugo Foscolo. Da loro Ramo dei marchesi Arezzo. ORAZIO Arezzo e
nacque il conte FRANCESCO ( 1805-1881 ) , se Arezzo , ottenne riconoscimento del titolo di
natore del Regno , creato nel 1869 cavaliere marchese Arezzo con D. M. 25 settembre 1904
dell'Ordine Supremo della SS . Annunziata, il e con R. D. 6 marzo 1904 susseguito da RR .
noto patriota e amico di Napoleone III . LL. PP. del 15 settembre 1904 ebbe ricono
Gli Arese Lucini ottennero la conferma della scimento dei titoli di conte di Celano e ba
nobiltà e del titolo comitale con sovr . risoluz . rone di Pescina . Sono iscritti nell'elenco uffi
1816 e sono iscritti nell'Elenco Ufficiale col ti ciale nobiliare i suoi figli: GIUSEPPE FRANCE
tolo di « conte di Barlassina » per mpr . e di sco EMANUELE , PIETRO ( † ) , CORRADO , Agata
« patrizio milanese e consignore della Pieve di in Cammarata e Michela in Amari di Sant'A
Seveso » per m . Hanno diritto al trattamento driano e i figli di Francesco : ORAZIO, Stefania,
di don e di donna . EMANUELE , Giulia e Maria Francesca .
Cfr . A. S. M. Araldica . Ramo dei baroni di Trifiletti. DOMENICO A
a . g. rezzo , di Carmelo fu riconosciuto con D. P.
dal 30 marzo 1927 nel titolo di barone di
AREZZO . Trifiletti, titolo che all'abolizione della feuda
lità era in possesso di Domenico Arezzo per
ARMA : Troncato d'o investitura del 6 settembre 1791 .
ro e d'azzurro , a Ramo dei baroni della Targia . Con Decreto
quattro ricci del Presid. del 7 luglio 1927 il sig. GAETANO NICOLA
l'uno all'altro : due Arezzo , di Giambattista , ottenne riconoscimento
in capo e due in dei titoli di barone della Targia, signore di
punta . Spalla , signore di Fiumefreddo e signore di
DIVISA : Bene me Benali . Sono iscritti nell'elenco ufficiale con
rentibus . il titolo di nobile dei baroni della Targia : Ma
DIMORA : Palermo, rianna , Nicola e Carlo, fratelli e sorella di
Ragusa, Siracusa . detto barone Gaetano ,
Antica famiglia a . di c .
siciliana che ha pos
seduto in Sicilia gran
AREZZO (MENSA DI ) .
numero di feudi ed
ha occupato le più Fino da tempo im
importanti cariche ed è passata all'ordine memorabile i Vescovi
di Malta sin dal 1626 . Un GIACOMO di Arezzo si sono in
fu protonotaro del regno sotto i Martini ; un titolati conti di Cesa ,
FRANCESCO , milite, acquistò nel 1392 il feudo che è una località ARMA
Cardinale , che era ancora in possesso della della Val di Chiana . DEL
famiglia all'abolizione della feudalità ; un BER Il più antico ricordo TITOLARE
NARDO Arezzo e Valseca con privilegio 31 ago di questa signoria si
sto- 12 ottobre 1697 ottenne il titolo di duca trova in un atto di ** PRO TEMPORE ”
di S. Filippo ; un Orazio fu colonnello nel reg donazione fatto nel
gimento R. Farnese ; dopo la battaglia di Vel 1008 dal vescovo E
letri ottenne il grado di brigadiere generale e lemberto , ma non si
con privilegio 23 marzo - 18 maggio 1748 ot trovano notizie che
tenne il titolo di marchese ; fu capitan gene facciano conoscere
rale degli eserciti del regno delle Due Sicilie, l'origine di questo dominio feudale .
cavaliere dell'ordine di S. Gennaro , supremo Nel 1535 la Pratica Segreta di Firenze rico
prefetto della città di Napoli , ecc .; un Tom nobbe l'esenzione degli abitanti di Cesa dalle
MASO, figlio del precedente , fu cardinale di gravezze imposte ai rimanenti sudditi del Gran
S. R. C .; un GIUSEPPE , pure figlio di Orazio, ducato di Toscana, confermando così , in ma
fu cavaliere degli ordini di Malta e di S. Gen niera implicita , il carattere feudale di questa
naro e padre di Orazio marchese Arezzo, gen villa. Nel 1771 poi il Granduca Pietro Leo
tiluomo di camera con esercizio dei re Fer poldo, in applicazione della legge sui feudi
dinando II e Francesco II di Borbone . Oggi dell'anno 1749, ordinò che Cesa fosse consi
LETTERA A PAGINA 421
derata, a tutti gli effetti, come feudo grandu sec . XVII avevano beni a Podenzano e Ponte
cale, spettante al vescovo « pro tempore » della Albarola. Sotto i Farnese ebbero gli Arisi va
Diocesi di Arezzo . 8. c . rie cariche, come quella di direttore delle poste
a Castel S. Giovanni, l'altra di impresari per il
* ARICI .
rifornimento delle polveri da schioppo alle trup
pe ducali . Per i lodevoli servizi prestati alla sua
ARMA : Troncato : al casa, il duca Francesco Farnese con pat. del 21
10 di rosso allo gennaio 1709 iscrisse i due fratelli CLAUDIO e
scaglione d'argen Paolo tra i nobili della classe Scotti di Pia
to , coricato e ri cenza con titolo trasmissibile ai discendenti loro
voltato ; al 20 d'az m . e f. Della famiglia un DOMENICO ottenne il
zurro , a due leoni 5 febbr. 1720, dal duca una patente di fami
d'oro , linguati di gliarità ; un GIOVANNI fu nominato tenente nelle
argento , affronta truppe ducali con pat. del 6 gennaio 1729 ; ap
ti , tenenti una spi partiene probabilmente alla famiglia una GAE
ca di riso , d'arg . TANA figlia di Claudio , artista di canto apprez
DIMORA : S. Eufe zata ai suoi tempi , che cantò nel ducal teatro
mia della Fonte di Piacenza nel 1754 nell'opera Artaserse del
( Brescia) . l'ab . Salvoni, musicata dal maestro di cap
Antica casata bre pella Fischetti napoletano.
sciana divisa in parecchi rami . CARLO ANTONIO Claudio non ebbe discendenza maschile ; Pao
era iscritto nell'Elenco nobiliare del 1840 ; il lo ebbe GIOVANANGELO, che sposò la nob. Feli
figlio di questi , Luigi, ammogliato con Mar cita Rota , il cui fratello don Pietro, prevosto di
gherita dei conti Revedin, ebbe varii figli, S. Savino di Piacenza, testò con atto del not .
la cui discendenza è descritta col titolo di Pietro Rossi (21 luglio 1791 ) lasciando erede ge
« nobile » per mf . nell'Elenco Ufficiale . Da VIN nerale, con l'obbligo di aggiungere al cognome.
cenzo di Bartolomeo, riconfermato nella no Arisi quello di Rota, il nipote PIETRO, figlio
biltà con sovr. risoluz . del 1818, proviene Pi della sorella Felicita e di G. Angelo detto.
LADE , che con decreto mini teriale del 1904 Così allo stemma Arisi fu aggiunto quello dei
ebbe pure il riconoscimento della medesima . nobili Rota, da noi sopradescritto, quale risulta
Cfr . A. S. M. Araldica . a.
da atto notorio redatto avanti al R. Pretore
8
di Piacenza il 13 maggio 1927. con D. P. del 6
luglio 1898 a Francesco Arisi Rota di Pietro cui
ARISI ROTA . è stato riconosciuto il titolo di nobile pei mf .
FRANCESCO di Pietro , di Gioachino , di Pietro .
ARMA : Partito : 1 ° di Figli : PIETRO, (n . 1895 ) ; Alba, ( n . 1896) .
oro all'aquila di LUIGI . (n. 1897) ; Daria, (n . 1899) ; RICCARDO,
nero tenente in
(n. 1901 ) ; Mafalda, (n. 1903) ; Elena, (n . 1906) ;
bocca una paglia Maria Teresa, ( n . 1907) ; viventi .
di riso d'argento Fratello di Francesco : PAOLO . d. g.
cimato da una fa
scia montante ros ARLOTTI .
sa ; al capo d'az
zurro caricato di ARMA : Trinciato : di
tre stelle d'argen argento e d'azzur
to (Arisi ) ; 2° spac .. ro al leone dell'u
cato : a) d'argento no all'altro .
alla ruota di rosso ; TITOLI : Nobile mf .
b) di rosso ai tre DIMORA : Belluno .
monti d'argento. Questa famiglia fu
( Rota ) . DIMORA : Piacenza . aggregata al Consi
La famiglia Arisi è originaria di Compiano, glio nobile di Bel
prov . di Parma, diocesi di Piacenza. Il primo luno nell'anno 1547
membro di cui si ha memoria nelle carte pia e vi rimase ininter
centine è don GIULIANO , canonico nella catte rottamente . GIUSEP
drale piacentina, investito della prebenda di PE MARIA di Fran
S. Giovanni Evang . nel 1490 ; successivamente cesco ebbe la confer
la famiglia deve essersi trasportata a Piacenza, ma del titolo no
poichè sappiamo che varii membri di essa nel biliare con la S. R. A. 28 febbraio 1821. Membri
PAGINA 422 LETTERA A
viventi, figli di Giuseppe, di Francesco e di egli morì nel 1855. È classica la sua Histoire
Maria Biz : 1. FRANCESCO, nato Belluno , 29 mag militaire des Eléphants pubblicata l'anno 1843 .
gio 1870, spos. Belluno 29 gennaio 1900 con Pel matrimonio del professor GASPARE d'En
Cecilia Zanardi ; da cui : a ) GIUSEPPE , n . rico (n . 1829) con la contessa Anna di Leo
Belluno, 9 dic . 1901 ; b) GIACOMO, n . Belluno , nardo Avogli Trotti, i nati da loro ottennero , in
28.agosto 1903 ; c) Carlo , n . Saint Fideau , virtù di D. R. 29 novembre 1891 , l'autorizza
28 marzo 1906 ; 2. CARLO, n . Belluno 5 lu zione d'assumere anche il cognome materno .
glio 1873 , spos. Belluno 16 luglio 1910 con Al predetto Gaspare, per le sue benemerenze
Irma nob . de Castello ; da cui : a) Wanda , n . patriottiche, il re Umberto I concesse, con
Belluno, 5 maggio 1911 ; b) Maria , n . Bel decreto di motu proprio 10 agosto 1893 , il ti
luno, 26 ott. 1914 ; c) Lovania, n. Belluno, tolo di conte trasmissibile ai suoi due figli
5 agosto 1917. 3. LUIGI , n. Belluno 17 marzo GUELFO E ARMANDO e ai loro successori ma
1876, spos . Belluno 22 ott . 1906 con Gemma schi primogeniti.
Ghini; da cui : a) Olga, n. Belluno, 20 nov. Con altro D. R. poi, in data 7 giugno del
1910 ; b) Maria, n. Belluno, 30 genn . 1912 ; l'anno seguente, fu riconosciuto al secondo
c) Giuseppina, n. Belluno, II genn . 1913 ; genito Armando (n . 1864) il diritto di succe
d) Amabile, n. Belluno, 7 dic . 1914 ; e) Lina, dere insieme col fratello nel titolo comitale, e
n . Mestre 4 dicembre 1915 ; 1 ) GIUSEPPE, n. Me di trasmetterlo ai suoi discendenti maschi per
stre, 11 maggio 1917 ; g) ALESSANDRO, n . Me ordine di primogenitura.
stre, 9 dic. 1919 ; h) LENI , n. Belluno, 24 gen Il primogenito conte Guelfo morì nel 1916
naio 1922 ; 4. GREGORIO, n. Belluno, 11 agosto senza prole : vivono ora il sopra ricordato conte
1882 , spos . 11 luglio 1910 con Anna Carrari . ingegner AMANDO e la di lui sorella Giulia
p. b. ved . Matteucci .
u . d.
+ partizione ; il 1 ° a
due croci ancorate
( come spezzatura
compagnato da 3
rose di argento ,
due in capo ed una
secondogeniale ) , il nel centro .
2º a un monte di DIMORA : Gubbio .
tre colli all'italia La famiglia Ar
na , ristretto , il manni fu notissima
tutto d'argento. e di cospicua nobiltà
DIMORA : Bologna . nell'Umbria . Origi
La tradizione vuo naria di Gubbio pos
le che gli Armandi sedette fino dal X se
derivino da un colo signorie e feudi.
Armand , francese , venuto in Italia al seguito Gli Armanni furono
di Gastone di Foix e rimasto ferito alla bat conti di Angello e di Monte Salaiolo .
taglia di Ravenna del 1512 , indi trattenuto Di parte ghibellina furono esuli da Gubbio
in cura a Imola . Vero o no , di certo si sa e vi furono richiamati nel 1734 .
che Gio . BATTISTA di Gaspare Armandi morì Petronio fu ascritto al patriziato eugubino,
nel 1650 a Fusignano e vi lasciò nume da Antonio conte di Montefeltro .
rosa discendenza. In tempi prossimi a noi la Nel 1342 la nonna paterna di S. Ubaldo,
-
famiglia ricevette singolar lustro da PIER DA vescovo di Gubbio uscì da questa famiglia
MIANO di Cesare, soldato , patriota, scrittore . un ramo emigrò in Perugia ed assunse il nome
Nato nel 1778, servì nelle armate francesi du di Armanni della Staffa .
rante le guerre della repubblica e dell'impero. La famiglia è iscritta nell'Elenco Ufficiale
Napoleone I lo creò colonnello sul campo di Nobiliare Italiano nella persona di:
battaglia , poscia lo destinò a precettore dei ODDONE di Armanno e dei fratelli
due figli del Re d'Olanda . Il 1831 lo ritrovò
generale e ministro della guerra ; il 1849 pre Elena in Andreoli , e di :
zioso collaboratore alla difesa di Venezia . Na GHERARDO , col titolo di patrizio eugubino
poleone III gli affidò l'ufficio di bibliotecario ( mf . ) .
del castello di Saint-Cloud, e in tale ufficio t. 6.
LETTERA A PAGINA 423
ARMENZANI . ARNALDI .
ARMA : Troncato : ARMA : Troncato di
d'azzurro e d'ar nero e d'oro, al
gento : al 1 ° alla drago alato dell'u
volpe al naturale , no all'altro .
rivoltata , passante TITOLI : Nobile m..
e sormontata da conte palatino m .
tre stelle di 6 raggi DIMORA : Vicenza e
d'oro, male ordi Montebello Vicen
nate ; al 20 allo tino.
scagl , di rosso con la È un ramo della
cima tagliata dalla famiglia Arnaldi a
divisa di rosso at- scritta al patriziato
traversante sulla
veneto nel 1685 , tut
partizione . tora fiorente a Firen
DIMORA : Scarperia ( Firenze) . ze e con la quale
Fam . orig. di Sassoferrato (Marche) . Nobile ha comune l'origine.
di Sassoferrato (mf. ) . Disc. da Nicola ( 1816) . Famiglia nobile antichissima, ebbe molte ric
ETTORE , di Nicola . Figlio : Carlo . chezze e diede uomini eminenti nelle armi e
p. c. b. o. nella vita pubblica. Primo fra tutti va segna
lato GUIDOLINO che nell'anno 1240 fu fatto
* ARNABOLDI GAZZANIGA
morire fra atroci tormenti da Ezzelino , per
ARMA : Inquartato al aver tentato di liberare la sua patria dalla
10 d'oro alla gaz- tirannia . Questa famiglia da remoto tempo era
za , al naturale , aggregata al Consiglio nobile di Vicenza . Il
ferma e rivoltata ; Sommo Pontefice Gregorio XV, con Breve 15
al 2 ° e 4° tron- giugno 1623 , creò conte palatino e del Sacro
cato d'oro e d'az- Palazzo Lateranense FABIO Arnaldi coi suoi
zurro ; al 3º d'ar- discendenti . Il titolo venne riconosciuto dalla
gento alla pineta Rep. Ven. con decreto 16 sett. 1729, che lo
verde , al nat.; e sul fece trascrivere nell’A . L. T. Le S. R. A. I mar
tutto d'azzurro , al zo 1820 e 13 aprile 1829 confermarono i ti
leone al nat . , ac- toli di nobile mf. e di conte palatino m . , ad
costato da due ENEA , Fabio e GIROLAMO LUIGI di Bernardo .
gigli di oro col ca- Membri viventi , figli di Amos e di Teresa
po d'oro all'aquila Rainati : 1. Maria , n . Castelfranco Veneto , 28
coronata di nero . marzo 1873 , in cav . Augusto Calzavara ( Tre
CIMIERO : Una fiamma al naturale . viso ); 2. GIOVANNI , n. Loria, 6 sett . 1875 , spos .
PAGINA 424 LETTERA A
con Elvira Morello, da cui : Bianca. 3. VIN caricato dal Consiglio dei Dieci di una impor
Cenzo, n . Castelfranco Veneto , 14 febbr. 1877 ; tante missione a Corfù , dove fu governatore .
4. Lucia, n . Sandrigo, 19 maggio 1878 ; 5. An I suoi figli VINCENZO, FRANCESCO e GIOVANNI
gelica, n . Follina , 15 marzo 1882 , in Paride BATTISTA ebbero la conferma della patrizia no
Frighetto (Arzignano). Cugini: 1. GIROLAMO , biltà con S. R. A. II nov . 1817. I sottodescritti
n. Vicenza, 10 nov. 1862 , consigliere onorario dimoranti a Firenze (v . del Giglio 11 ) , ne ot
di Corte di Appello, cav . uff. della Corona d'Ita tennero il riconoscimento con D. P. 10 nov .
lia, di Francesco, di Girolamo e di Angela 1926 : GIOVANNI BATTISTA , n. Firenze, 30 mag
Marenzani, spos. Torino, I marzo 1897 con gio 1859, di Girolamo e di Cleofe De Leoni,
Giovanna Sebben, Dama infermiera della Croce spos . Firenze, 2 giugno 1886 con la cont. Giulia
Rossa , decorata della Croce al merito di guerra Costa Reghini ; da cui : 1. Eugenia, n . Firenze,
1915-1918 ; da cui : a) FRANCESCO PIETRO, 12 marzo 1887, in co . Alberto Morelli Adimari;
n. Codroipo 5 ottobre 1897, prof. di lettere la 2. GIROLAMO, n. Firenze i aprile 1890 ; 3. CAR
tine e greche presso la R. Scuola Normale LO, n. Firenze, 16 sett. 1893 .
Universitaria di Pisa ; b) Angela Giuseppina p. b .
n . Fonzaso, io nov. 1889, in Sergio Cuniberti;
* ARNALDI .
2. Guido, n. 25 dic. 1863 , consigliere onorario
di Corte d'Appello , cav . uff. della Corona d'Ita ARMA : Vedi ramo
lia, Donato di I classe del S. M. O. di Malta, precedente.
di Zeffirino, di Girolamo e di Emma Chivard, C. S .: Vedi ramo
spos . 2 sett . 1890 con Anna Marzotto ; da cui : precedente.
Emma, n. 1 luglio 1891 , in dott . Francesco TITOLI : Nobile mf .
Feriani (Vicenza ). conte Palatino m.
p. b. DIMORA : Vicenza.
Questo ramo cugi
* ARNALDI . no del precedente
ebbe il riconoscimen
ARMA : Troncato di to dei titoli di no
nero e d'oro al dra bile mf . e conte Pa
goalato dell'unoal latino m . , con D. M.
l'altro tenente col dell'anno 1889 : AN
la branca sinistra TONIO , n . 28 genn .
賽。 uno scudetto di ros
so, caricato di un
montante d'oro ;
1855 , dotto ufficiale
d'artiglieria, generale di divisione della Riserva,
grande ufficiale della Corona d'Italia, uff. di
lo scudetto posto SS . Maurizio e Lazzaro, croce d'oro per an
nel campo d'oro. zianità di servizio, uff . della Legion d'Onore,
TITOLI : N. U. N. D. figlio di Giuseppe, di Girolamo e di Eugenia
patrizio veneto mf. Crippa (Vicenza) . p. b.
DIMORA : Firenze, via
del Giglio , II .
Famiglia antica e * ARNALDI .
di nobile origine vicentina. Viene ricordato un
L'GOLINO che per avere tentato di liberare la ARMA : D'argento in
patria dalla tirannia di Ezzelino , da questo fu ferriato di nero di
fatto uccidere nel 1240. Ebbe soggetti di alto quattro pezzi, in
valore quali condottieri d'arme della Rep. Ven . cuore di oro alla
VINCENZO, zio, ed i nipoti ALESSANDRO , Co rosa di rosso , e
STANZO , MARCANTONIO e GIROLAMO, mediante nel cantone sini
l'esborso di cento mila ducati, nel 10 febbr . stro , d'azzurro a
1695 , vennero aggregati alla veneta nobiltà . due gigli d'oro,
ALESSANDRO che fu cav . del S. M. O. Geroso ordinati in fascia ,
limitano, prese parte alle guerre di Ungheria. CIMIERO : Aquila di
Gli Arnaldi conservarono la purità del sangue nero .
mediante illustri matrimoni. Avevano palazzo DIMORA : Torino .
a Venezia a S. Pantaleone. GIROLAMO, fu con Titoli:Conte (mpr.);
sigliere di Venezia e senatore ( 1778-1779) , go nob. del S. R. J.
vernatore delle Entrate , podestà di Chioggia. (mf.), Ricon . 1883 .
Nel 1773 , essendo Avogador del Comun , fu in Antica famiglia originaria di Finale Ligure,
LETTERA A PAGINA 425
poi in Torino, ebbe dall'imp . Rodolfo II di per il matrimonio di lui con Teresa Francesca
ploma di nobiltà e di conferma d’arma (4 mag Maria Ghisi, erede di punti di Castelnuovo
gio 1582) . Un tardo nipote del concessionario di Nizza, di cui fu investita nel 1771. Fu loro
Giambattista, di nome Giovanni (n . 9 agosto figlio il barone FRANCESCO, padre di Carlo ; il '
1752 ; † Finalborgo, 18 gennaio 1833) ebbe quale ultimo, maggiore d'armata, lasciò dal
confermato, per patenti 17 aprile 1832 , il ti suo matrimonio con Marianna Scarampi, ALES
SANDRO
tolo di conte che già era stato conferito dal e FELICE, morti rispettivamente nel
Re di Spagna nel 1624 . 1879 e 1884. La figliuola di Alessandro , Maria
ALESSANDRO , di Francesco, di Alessandro , di Delfina, ultima del ramo primogenito, ottenne
Giovanni . di trasmettere il titolo ( R. assenso 12 aprile
Zio : Giovanni Battista 4 . 1885 ) alla prole avuta dalle sue nozze con
Figlie di Giovanni Battista : Gabriella, Maria Alessandro Faraudi , e fu riconosciuta nel titolo
Luisa . stesso con D. M. 6 giugno 1885. .
m. 2. MARIA DELFINA , di Alessandro , di Carlo ,
in Faraudi (vedi ) .
ARNALDI . ከ . 2 .
ARMA : D'argento , a
tre bande di rosso. ARNAUD (già frazione di Melezet, ora aggre
DIMORA : Torino . gata al comune di Bardonecchia ) (Susa) .
TITOLO : Conte di TITOLO : Signore di Arnaud . La comunità .
Balme ( mpr . ) . Era già feudo dei provenzali Jouffroy de
Originari di Pine Sainte Cecile, i quali nella persona di Clara
rolo, poi in Vigone, d'Henricy, vedova del consigliere Pietro An
vantano per capo tonio , lo vendettero , il 24 luglio 1684 , alla comu
stipite l'avv . colle nità del luogo, che ne fu investita successiva
giato ANTONIO LEO mente il 27 giugno 1685 e il 14 gennaio 1738,
NARDO, il cui figlio con titolo signorile. Un secolo dopo, Re Carlo
avvocato NICOLA Alberto, con patenti 30 giugno 1835 , sopprimeva
fu investito di Bal i comuni di Arnaud e Melezet su quel di Susa,
me il 7 aprile 1724 e li riuniva in una sola comunità sotto la
e il 5 dic . 1731 con denominazione di Melezet .
titolo comitale . Col costui pronipote conte in 2.
e dei signori di Bertolino . Con R. D. 29 gen credibile . Nel sec . XVII , VINCENZO Arribaldi
naio 1903, susseguito da RR. LL. PP. del sposa Marianna Ghilini; d'onde il secondo co
24 maggio stesso anno , il titolo di barone di gnome. Discendono da lui gli attuali rappre
Valentino venne riconosciuto al sig. FRANCESCO sentanti della famiglia, attraverso sette gene
Arone di Pietro , di Vincenzo e i suoi figli: razioni di personaggi cospicui per gradi mili
Maria , PIETRO , Silvia, VITTORIO e GIUSEPPE tari e cariche di Corte. Fra questi meritano
sono iscritti nell'elenco ufficiale nobiliare . particolare menzione i fratelli ANTONIO, CARLO
Nello stesso elenco , con il titolo di nobile dei FRANCESCO e MERCURINO, ammessi al decu
signori di Bertolino, sono iscritti il sig. Giu rionato alessandrino nei primi decenni del se
SEPPE Arone di Pietro , di Vincenzo , con i colo XVIII ; Fabio LUIGI (n. 1782 ) , dei primi
figli: ALFONSO, Rosalia, Maria, VINCENZO e scudieri, aiutante di campo del Re, gran croce
ANTONINO . di SS. Maurizio e Lazzaro ( 17 genn . 1831 ) ;
a . di c . PIETRO , aiutante di campo del Re (30 genn.
1824) , grande di Corte e primo gentiluomo di
ARREDI VALENTINI . camera (2 aprile 1838) ; EMANUELE (n . Ales
ARMA : Troncato : al sandria, 17 aprile 1816 ; † 8 aprile 1868) , mag
1 ° d'argento all'ar gior generale ( 11 marzo 1865) , decorato di me
ODD nese d'oro posto daglia d'argento a Novara ( 1849) e della croce
in banda (ARRE al merito militare di Savoia ( 1866) .
112. 2.
DI) ; al 2° di rosso
a tre monti d'oro
* ARRIGHI .
(VALENTINI) ; con
la fascia di rosso
partizione ARMA : Troncato : al
sulla 10 di azzurro al
filettata di azzur
ro e caricata di salcio d'oro di tre
tre gigli d'oro . rami ; al 2 ° fasciato
DIMORA : Trevi . d'argento e d'az
zurro .
Famiglia origina
CIMIERO : La colom
ria di Sarnano (Um
bria) . Avendo rivestito la suprema carica citta ba d'argento, te
nente nel becco un
dina per lungo tempo, ottenne con Giovanni
ramoscello di sal
nel 1787 l'ascrizione nel ceto nobile di Trevi a cio d'oro .
favore dei maschi e femmine all'infinito .
TITOLI : Nobile mf .
Presentemente è rappresentata da ITALIANO
e dai suoi figli Ing. FILIPPO e Armanda e DIMORA : Verona, Go
dalla sorella Marianna. glione Sopra, Ca
t. 6. stellaro Lagusello, Fasano .
I sottodescritti , a norma degli art . 28 e 29
ARRIBALDI GHILINI .. del regolamento araldico , provarono il possesso
del titolo nobiliare che venne loro riconosciuto
ARMA : Di nero , a due con D. M. 20 aprile 1901 : GIUSEPPE, n . 12 mag
fascie d'oro , on gio 1840, di Giovanni Battista e di Marianna
date ; col capo di Nichesola, spos. 23 nov. 1875 con Giovanna
rosso , carico di Serenelli ; da cui : 1. GIOVANNI BATTISTA, nato
due leoni d'oro il 18 settembre 1876 ; 2. Eleonora, n . 26 febbr.
leoparditi ed af 1878 ; 3. Maria n. 27 maggio 1885. Cugino:
frontati , sostenuto EUGENIO , n . 15 genn . 1847 , di Luigi e di Mad
d'oro ; la fascia ca dalena Barana, spos. 29 nov . 1879 con Amalia
rica di quattro Castelli; da cui: 1. ANTONIO , n . 16 maggio
tortelli di nero. 1880 ; 2. Leonilda Itala n . 2 maggio 1883 ;
DIMORA : Alessan 3. Carlo, n . 21 giugno 1886 ; 4. AMEDEO , nato
dria , Torino . 12 marzo 1892. Altro ramo : ORLANDO , n . 28
TITOLO : Nobile ( per settembre 1852 , di Antonio e di Virginia
il decurionato di Schioppo, spos . 1 ° 14 aprile 1885 con Anna
Alessandria ). Borgognoni , 20 7 giugno 1887 con Margherita
Famiglia di nobiltà antica, anche se il Ca Cantoni ; da cui : Maria Luigia , n . 21 marzo
nefri, ardito fabbricatore di documenti, riportan 1886 ( 1 ° letto) ; 2. GIUSEPPE , n . 31 agosto 1890
done molto in su la genealogia, non sembri ( 2º letto) ; 3. ANTONIO, n . 3 nov . 1892 ; 4. AN
PAGINA 427
LETTERA A
seguito fu mandato a Carlo V, per presentare dene, i marzo 1859 ; 3. Maria, n . S. Lucia di
l'omaggio di Siena all'Imperatore. Piave, 21 luglio 1863. Cugina: Elisa di Cesare
Il ramo di Lucignano dette nel secolo XVI e di Teresa Velo, n. Udine, 22 genn . 1874 .
un letterato famoso , nella persona di GIA p. b.
Como di Cristoforo . FELICE fondò una commenda
di S. Stefano nel 1779 e suo figlio GIUSEPPE
ebbe il cavalierato di Malta . Questo Giuseppe ARRIGONI .
nel 1810 si trasferì a Parigi , dove fu nominato
auditore del Consiglio di Stato . ARMA : Troncato : nel
I Griffoli furono iscritti fra i Patrizi di Siena 1 ° d'oro all'aquila
di nero ; nel 20 di
con decreto 19 giugno 1778 .
Gli Arrighi sono originari di Lucignano, dove argento a tre ban
erano fra le famiglie più distinte, e furono de di rosso , con
la fascia di ar
ascritti alla Nobiltà di Cortona come discen
denti dell'alfiere FRANCESCO , il cui figlio FA gento sulla parti
BIANO fondò una commenda di S. Stefano , di zione carica della R
cui fu il primo investito , e che passò poi ai sigla A R di
discendenti di suo fratello . nero .
Venuta la famiglia Arrighi ad estinguersi Motto : Fasse felice
chi virtù investija .
nella persona del cav. Enea, il cognome e lo TITOLI : Nobile mf .
stemma vennero assunti da Enea di Francesco
di Felice Griffoli, progenitore degli odierni Ar DIMORA : Villasanti
righi-Griffoli. na ( Udine) .
g . c. È opinione diffusa fra gli storici valsassinesi
che tutte le diverse famiglie degli Arrigoni
provengano dalla Valle Taleggio e che siano
ARRIGONI .
passate in Valsassina nel corso dei secc. XIV
ARMA : Troncato : nel e XV. La genealogia della famiglia udinese co
1 ° d'oro all'aquila mincia da un Parto Arrigoni di Valsassina, il
di nero ; nel 20 di cui nipote ORLANDO detto de Arrigonibus
d'argento a tre, o de Calderariis, passato in Friuli , si fermò a
bande di rosso . Udine, da dove, bandito per omicidio nella
con la fascia d'ar persona del dott. Francesco Ellero, riparò a
gento sulla parti Spilimbergo. Ritornato nel 1460 a Udine, vi
A
al 2 ° inquartato , al 1 ° e 4º d'oro all'aquila bi Palermo e nel 1399 ebbe il castello della Cuba
cipite di nero coronata del campo , al 2° e 3° nella stessa città . Un FILADELFIO, dottore in
d'argento al leone di rosso, uscente dalla cam leggi, giudice pretoriano di Palermo, giudice del
pagna d'azzurro e sul Consistoro e della
tutto d'oro a due pa gran Corte, reggente
li d'azzurro ( Valenti consultore della Su
Gonzaga ) . prema Giunta di Si
DIMORA : Mantova e cilia, con privilegio
Firenze . 2 gennaio - 8 giugno
Antica famiglia 1779 , ottenne il tito
mantovana . CRISTO lo di marchese e il
FORO , segretario del 14 giugno 1780 fu
marchese di Manto investito dei feudi
tova e PIETRO nel di Colla Soprana,
I 4 1 6 ottennero in Sottana e Cannata .
feudo da Gian Fran GIUSEPPE , figlio del
cesco Gonzaga la precedente, fu dot
terra di Medulfe e tore in leggi, cava
con diploma cesareo 18 luglio 1479 gli Arriva liere dell'ordine di
bene furono insigniti del titolo comitale , loro Malta, giudice e avvocato fiscale del tribu
riconosciuto nel 1771 dalla Giunta Araldica nale della Gran Corte, presidente del tribu
di Mantova . nale del Concistoro e il 22 giugno 1784
VENTURINO fu pure cancelliere di Gian Fran venne investito del titolo di marchese e dei
cesco Gonzaga . LEONARDO dal 1594 al 1559 feudi di Colla Soprana, Sottana e Cannata.
sostenne l'ufficio di precettore di Lodovico Gon GIUSEPPE Artale e Grifeo, figlio di Filadelfio ,
zaga, terzogenito del duca Federico e con questi ( figlio del Giuseppe predetto) è inscritto nel
fu alla corte di Caterina de ' Medici . Gio . l'elenco uff. nob . con i titoli di marchese di
FRANCESCO fu buon poeta e prosatore e Gio . Collalto , barone di Colla Soprana e Sottana
PIETRO ( 1440-1504) , allievo del Filelfo , insigne e Cannata . Nello stesso elenco sono iscritti i
grecista, fu ambasciatore a Roma pel duca sigg. FILADELFIO Artale, figlio di detto mar
d'Urbino, indi vescovo di quest'ultima città. chese Giuseppe e il fratello dello stesso Giu
Il nome degli Arrivabene è insigne nella sto seppe a nome VINCENZO con i figli: GIUSEPPE
ria del patriottismo italiano per GIOVANNI , (che è padre di Antonio) , PIETRO, CARLO e
condannato a morte in contumacia dall'Au- Vittoria .
stria nel 1824 e per FERDINANDO , chiaro pure a . di c .
nella storia delle lettere pe' suoi studi dante
schi e foscoliani. ALESSANDRO, I. R. ciambel
lano, fu padre di FRANCESCO, cavaliere di Malta ; * ASARTA ( DE) .
questi ebbe in moglie Teresa Valenti Gonzaga,
che portò il nome illustre della sua casata agli ARMA : D'azzurro , a
a
del Regno d'Italia (1813) , di nuovo nell'eser- tafora e Colonna, ebbe primo in sua famiglia
cito sardo, colonnello, capo di stato maggiore i titoli di principe di Maletto, principe di Ve
della divisione di Novara ( 1826) , capo dello netico , marchese di S. Martino , marchese di
stato maggiore generale ( 1831 ) , poi maggior Roccella, barone di Mazzarrà, titoli che, in
generale della brigata Savona, comandante di sieme con quello di duca di S. Rosalia, vennero
Casale ( 1836) , infine tenente generale ( 1840) e riconosciuti con D. M. del 25 giugno 1875 a
vicerè di Sardegna ( 1840-43 ) . Comandava la Francesca Ascenso e Lucchesi Palli, di Fede
divisione di Genova quando vi scoppiarono i rico, di Pietro predetto che sposò Salvatore
moti rivoluzionari del 1849, ma l'opera sua Monroy e Barlotta dei principi di Pandolfina.
fu allora stimata fiacca e incline ai sollevati . a . di c .
VITTORIO (nato a Parigi), ingegnere, agricoltore,
CA
fu deputato al Parlamento Nazionale dal col ASCOLI PICENO ( Cattedrale di ).
AS
legio di Palmanova nelle legislature XX , XXI
PI LAN
e XXII, e venne poi creato senatore del Regno ARMA : Trinciato di
CU
(4 apr. 1909) ; morì il 9 dic . 1909. A questa rosso e di argento
TU I
famiglia fu conceduto il titolo di Conte ( 1910) con la leggenda
LI
nella persona e discendenza mpr. di MANOEL (seguente la trin
di Vittorio di Manoel , menzionato il 1922 nel- ciatura ) Capituli
l'Elenco ufficiale nobiliare italiano col figlio Asculani in nero ;
ALESSANDRO e coi fratelli Caterina e STEFANO . la prima parola
1. υ . nel rosso, la secon
da nell'argento .
* ASCENSO . SOSTEGNI : Due fi
gure di fanciullo
ARMA : Trinciato , nudo .
nel 1 ° d'oro , all'a- Lo scudo è sormon
quila bicipite spie tato dalla antica
gata di nero ; nel corona a 7 punte
2 ° di rosso , a tre e dalla basilica a striscie gialle e rosse .
bande d'oro , cari- La Consulta Araldica come risulta dal
cate da sei palme l'Elenco nob . uff. delle Marche, ediz . 1908
di verde, situate riconobbe spettare alla cattedrale di Ascoli il
3 , 2 , I. titolo di Signore di Maltignano.
DIMORA : Palermo . Questa signoria della Cattedrale e del Ca
Questa famiglia pitolo di Ascoli nel Castello e paese di Mal
godette nobiltà in tignano, è antichissima.
Modica , Girgenti , Il castello fu fabbricato nell'anno 700 di
Trapani , Palermo. Roma da Publio Malthino Basso, console asco
Un FRANCESCO lano, allorchè Ascoli si reggeva a Repubblica.
venne dall'imperatore Carlo V, con privilegio 7 L'imp. Carlo Magno, allorchè venne in que
dic. 1527-19 agosto 1528, ascritto nel numero dei sta città nell'anno 800 , con suo ampio diploma
propri domestici e famigliari , creato regio cava- in data 5 agosto 800, accordò al Capitolo pieno
liere ed ottenne la concessione del feudo di Fava- dominio con mero e misto impero, cioè dettar
loro e fu autorizzato per sè e suoi ad aggiun- leggi , far giustizia, batter moneta, eleggere il
gere alle proprie armi l'aquila imperiale. Un podestà e il capitano della milizia, ecc . ecc .
PIETRO Ascenso e Pollara , ottenne , con privi- su detto Castello .
legio 20 febbraio-6 giugno 1697, il titolo di Tutti questi diritti propri del signore feudale
barone di S. Rosalia ; un ERASMO il 7 febbraio furono esercitati dai canonici della Cattedrale
e il 9 marzo 1795 venne investito dei titoli di per ben 10 secoli , e se anche qualche volta
barone di Camemi e Camimello e barone di vi fu chi osò attentare a questa loro signoria ,
Plana ; un PIETRO Ascenso e Tedeschi, barone ben presto dovette ritirarsene, e piegarsi avanti
di S. Rosalia, con privilegio 24-26 marzo 1812 , al loro diritto non solo antico, ma riconfer
ottenne il titolo di duca su detto feudo , fu se- mato nel corso dei secoli da pontefici e da
natore di Palermo negli anni 1793-94-95, ca- imperatori.
valiere di giustizia indi d'onore e di devozione Infatti la prima conferma l'abbiamo da un
dell'ordine di Malta , fu principe di Alcara « ma- Diploma dell'imp . Ottone III in data 24 giu
ritali nomine » di Maria Gioachina Gaetani e gno 996 ; poi da un altro Diploma dell'imp.
Buglio per investitura 13 sett. 1792 , poscia per Lotario III in data 1 sett . 1137 ; poi da Cor
il matrimonio contratto con Alessandra Spa- rado III e Federico I Barbarossa e da altri
PAGINA 432 LETTERA A
monarchi i cui diplomi conservansi nell’Ar- scoli e qui con suo Diploma in data 5 ago
chivio Capitolare. sto 800 fece solenne donazione al vescovo Iu
I papi pure confermarono tale dominio. Ab- stolfo e ai suoi successori nella sede vescovile
biamo infatti una Bolla di Alessandro III in di Ascoli del Castello e terra di Ancarano col
data 24 ott . 1179 e un altra di Leone X del- « mero e misto impero » .
l'ir giugno 1521. Anzi in quella di Alessandro Dal 1010 sino al 1258 il vescovo di Ascoli
III datata da Anagni, è detto che conferma il non solo ebbe nelle sue mani il potere religioso
possesso di tutti i beni già concessi da prin- ma anche quello civile, essendo Conte della città
cipi e da pontefici e specialmente « Castrum e suo distretto ; infatti l'imp. Corrado II con
maltineani , Castrum Postmontis et Columnatae suo Diploma dato a Podesbrannen nel 1037
plebem S. Victoris, S. Venantiis, S. Mariae conferma al vescovo Bernardo I il possesso
Intervineas » . della città di Ascoli e dei castelli della contea
La giurisdizione feudale sopra tali possessi ascolana , nonchè tutte le donazioni e privi
durò fino a circa il 1820, cioè fino al ripristino legi già concessi da Ottone II , fra i quali
del governo pontificio, che però nell'abolire quello di battere moneta di ogni genere, e
tale giurisdizione dovette accordare un in di poter stabilire a suo piacere in tutta la
dennizzo di scudi 200, al Capitolo, di rendita Diocesi , fiere e mercati . Altri diplomi confer
annua che tuttora sussiste convertita in car- manti ciò e donanti altri castelli furono dati
telle del debito pubblico . da Enrico III imperatore dei romani nel 1043
Molti altri privilegi ebbe il Capitolo da im- e nel 1047 e nel 1056 e da Lotario imp. nel
peratori, re e papi ; di abiti prelatizi, cerimonie 1137
pontificali e di altri diritti ; ma due fra tutti L'imp. Corrado III, re dei romani, con suo
eccellono per importanza : quello di batter mo diploma 14 marzo 1150 al vescovo Presbitero,
neta che aveva corso non solo nel feudo ma
che era andato ad ossequiarlo a Norimberga ,
anche nella contea di Ascoli ; e quello di eleg- concede molte terre e privilegi, fra i quali
gere il vescovo della città, che però poi doveva quello di essere aggregato principe dell'impero.
essere riconfermato dal pontefice; questo pri Con lo stesso diploma poi crea detto vescovo
vilegio gli fu concesso nel 1091 da papa Ur e suoi successori principe di Ascoli .
bano II in una sua visita in Ascoli , e che durò Federico I , imperatore dei romani, con suo
fino al 1317
diploma dato da Montefalco, 18 sett . 1185 ,
Altro diritto importante del Capitolo era conferma tutti i suddetti privilegi . Enrico IV ,
questo : il vescovo di Ascoli dal 1010 al 1258 imp. in data 1193 concede la signoria di pa
fu anche conte della città e suo distretto ; il recchie terre .
Capitolo in tempo di sede vescovile vacante reg Federico, re di Sicilia, duca delle Puglie e
geva non solo la Diocesi , ma governava anche principe di Capua, con suo ampio diploma da
tutta la contea ascolana ; e anche la terra e
Palermo, aprile 1208, conferma al vescovo Pie
il castello di Ancarano di pieno e diretto do tro I e suoi successori tutti i privilegi e pos
minio del vescovo pro tempore : e quest'ultimo sedimenti già concessi alla Chiesa ascolana
diritto fu esercitato sempre dall'anno 800 a dall'imp. Federico suo avo e dall'imperatore
1815 , cioè per più di otto secoli .
p. c. b. o. e imperatrice suoi genitori. La medesima cosa
fa Ottone IV di Sassonia imperatore, il 27 ot
tobre 1209 .
ASCOLI- PICENO ( Vescovo pro tempore ). E i papi ancora confermarono tali prero
La Consulta Aral gative: esiste infatti una Bolla di Leone IX
dica come nell'E data da Benevento , 1 luglio 1052 , con cui con
lenco nobiliare uffi ferma al vescovo Bernardo II oltra la CONTEA
ciale delle Marche, DI ASCOLI , il dominio di Ancarano, di 28 ca
ARMA ediz . 1908 — riconob stelli , di 60 parrocchie, molte altre terre e
DEL be spettare al vescovo castelli, fra cui Mozzano con le saline , ecc .;
pro tempore di Ascoli una Bolla di Vittore II del 1055 che riconferma
TITOLARE tuttociò ; un'altra di Alessandro III nel 1159 ;
Piceno, i seguenti
" PRO TEMPORE ” titoli : Principe di e poi ancora la Bolla di Alessandro IV da
Ascoli Piceno ; Signo Napoli in data 22 genn . 1254, nonchè quella
re di Ancarano ; Con di Leone X da Roma dell'11 giugno 1521 con
te Palatino. la quale si confermano tutti i possedimenti e
Sceso nell'800, per privilegi nominando e richiamando i ponte
la quarta volta in fici e gli imperatori che li concedettero .
Italia, re Carlo Magno, si fermò anche in A p . c. b..0 .
LETTERA A PAGINA 433
ASINARI (vedi SIGRAY ASINARI ) . Stato per l'estero ( 2 nov . 1847) , nella quale
carica firmò lo Statuto. Era stato creato conte
per patenti 16 nov. 1837. Due dei suoi figli,
ASINARI . BRITTANIO e GIUSEPPE, diedero luogo a due
distinte linee comitali, con spezzatura dell'arma.
ARMA : Partito : al} 1 ° Giuseppe assunse il cognome Sigray -Asinari per
d'azzurro , alla tor il suo matrimonio con Luisa Maria Felicita
re d'oro, la porta Francesca Sigray, ungherese .
1 ferrata d'argento , FILIPPO , di Ermolao . m. 2.
con la bordatura
DO
stigia », che i membri di essa si erano resi da gran reggio, fu il genio per la musica nella quale ec
tempo benemeriti di Piacenza « tum armorum celsero tre fratelli del prof. Giuseppe: Gio
splendore, tum litterarum gravitate, tum reli vanni ( 1767-1831 ) , Luigi ( 1778-1815) e Boni
gionis monumentis » . Giovan FRANCESCO, stre fazio ( 1769-1833 ) il più noto di tutti , compo
nuo capitano, fu commissario generale della sitore e maestro veramente insigne . Bonifazio
cavalleria di Pier Luigi Farnese , consigliere e fu insignito della Cittadinanza nobile di Reggio
compagno d'armi di Emanuele Filiberto di Sa con diploma dell'8 luglio 1826 .
voia e a S. Quintino primo sperimentò il ne Membri viventi :
mico con singolare coraggio. L'imperatore Mas Luigi di Adolfo , di Raffaele, di Giuseppe di
similiano lo creò, col figlio SCIPIONE , cavaliere Quirino .
del Sacro Rom. Impero (24 marzo 1567 ) . È Sorelle : Amelia , Elena .
pure celebre il suo duello con Pier Bernardino Zie : Enrichetta in Giacobazzi ; Carolina ved .
Nicelli avvenuto in Bozzolo ( 1531 ) . MARC'AN Bononcini.
TONIO fu letterato e cronista della fine del se e . P. v .
colo XVI, dei cui scritti si giovò assai il De
Crescenzi nella sua Corona della nobiltà d'Italia .
SANSONE fu governatore e comandante per Ra * ASMUNDO (SIGISMONDO O SISMONDO) .
nuccio Farnese del ducato e della piazza di
Castro che poi dovette cedere nel 1645. OR ARMA : D'oro , a tre
fascie di rosso sor
TENSIO , che ottenne il titolo comitale, sposò
Elena Boccabarili , da cui nacque ANTONIO montate da un ca
FRANCESCO , marito di Marta Zanardi Landi, po d'oro caricato
morto nel 1726. GIOVANNI FRANCESCO di Or di un leone leopar
tensio , di Antonio ebbe per figlio ANTONIO dito dello stesso .
( n . 1827) , che sposò Paolina Muggiani . DIMORA : Sciacca,
Catania .
ANTONIO † , conte , m .
Figli : Sofia (n. 1859 ), GIUSEPPE (n . 1860) , Si vuole originaria
Luigi (n. 1865 ) , Maria (n . 1862 ) , Francesca di Pisa e portata in
( n . 1869), GIOVANNI ( n . 1870) . Sicilia ai tempi del
Figli di Giuseppe : Ada (n . 1889) , Ugo (n . conte Ruggero, di cui
1892 ) . si afferma sia stato
g. d . maggiore scudiero
un Adamotto.
ASIOLI . Un ADAMO , dottore in leggi , fu signore di Cal
lura , avvocato fiscale del tribunale del R Pa
ARMA : Inquartato : trimonio 1416, presidente del regno di Si
nel 1 ° e 4º d'az cilia 1433. Un Nicolò ANTONIO, con privilegio
zurro al sole d'o del 20 aprile 1446, ottenne il titolo di regio
ro circondato da cavaliere per sè e suoi, e a 22 febbraio 1453
una correggia di ebbe conferma del feudo di Targia. Un GI
argento affibbiata ROLAMO, con privilegio 4 marzo 1669 esecuto
in punta ; nel 20 riato a 24 marzo 1670, ottenne concessione del
e 3º di argento a titolo di marchese di S. Giuliano, titolo pas
tre assilli al na
sato poscia in casa Paternò, nella quale an
turale male ordi cora si conserva .
nati in sbarra . Un MICHELE Asmundo e Landolina fu primo
TITOLI: Nobile di barone di Gisira in sua famiglia per investi
Correggio , m . tura 6 agosto 1730 e primo principe di Gisira ,
DIMORA : Correggio , per compra fatta del titolo di principe di Santa
Modena . Anna che fece commutare in quello di prin
Il cognome Asioli trovasi portato da di cipe di Gisira 15 luglio 1763; titoli che, all'abo
verse famiglie del Correggesco. Giuseppe A lizione della feudalità, erano in possesso del
sioli , di Quirino, valente professore di inci nipote di detto Michele a nome ADAMO BE
sione all'Accademia di Modena, ottenne per NEDETTO Asmundo e San Martino che ne era
sè e discendenti maschi l'iscrizione al ceto stato investito a 30 ugno 1777 .
nobile di Correggio con delibera di quella Co
munità del 6 maggio 1844. Tradizionale nella Linea primogenita di Gisira .
famiglia, non ricca ma di civile condizione pro Con D. M. del 22 giugno 1907 il titolo di
veniente da Fazzano villa del comune di Cor principe di Gisira venne riconosciuto al sig.
PAGINA 436 LETTERA A
tano di galera ( 1438) . MARTINO, partitore di nell'Elenco ufficiale nobiliare italiano del
avarie ( 1428) . BARTOLOMEO di Pellegro, an 1922 come fratelli * CARLO † e * GIOVANNI di
ziano ( 1443) . GIACOMO di Martino, anziano Tommaso di Pasquale , con TOMMASO GIULIANO
( 1450 , 1464 , 1472 , 1476) , capitano di galera PAOLO figlio di detto Carlo . Con R. D. 27
( 1451 ) , officiale di balìa (1458, 1467) , ambascia ottobre 1927 è stato concesso al nobile PAOLO
tore al duca di Milano ( 1464 , 1466) e a papa ANDREA Assereto di Giovanni (nato a Roma
Sisto IV ( 1471 ) . LEONARDO, pure di Martino, 19 luglio 1879 ) il titolo personale di Marchese .
anziano ( 1416) . BATTISTA di detto Martino, 1. v .
anziano ( 1455 , 1460) , ambasciatore al duca di
Milano ( 1461 ) , officiale di balìa ( 1470) , del
l'officio dei censori ( 1473) . STEFANO e BAT * ASSETTATI .
TISTA di Biagio , ribelli al nuovo duca di Mi ARMA : Partito : 1 ° di
lano Francesco Sforza. ANDREA, anziano ( 1441 ) . argento col capo
LAZZARO di Pellegro , capitano di galera ( 1446) , dello scudo d'az
che aiutò Geronimo Gentile nell'intento di li zurro caricato del
berare Genova dal dominio milanese ( 1476) . l'aquila di nero ;
GERONIMO, partitore delle avarie ( 1471 ) . GIA nel 20 d'azzurro al
COMO, deputato a trovar danari per armare leone rampante di
venti galere ( 1475 ) . Opizo, signore di Serra oro lampassato di
valle ( 1471 ) . PIETRO MARIA di Opizo ottiene, rosso , sostenuto da
in danno degli Spínola, la signoria di Serra un monte di 3 ci
valle ( 1506) , e compra la parte di detto luogo me d'oro sopra un
da FRANCO , GIOVAN BATTISTA E CLAUDIO figli terrazzo di verde
di Biagio Assereto ( 1520) ; fu maggiordomo di con la banda rossa
re Luigi XII di Francia. FRANCESCO di Cri caricata di tre ci
stoforo di Antonio , iscritto fra i nobili ( 1533 ) . liege al naturale .
GERONIMO, senatore ( 1538) . TOMMASO, com DIMORA : Roma, Perugia , Amelia .
plice nella congiura Fieschi ( 1547) e poi in La famiglia, originaria dall'Umbria , esercito
quella di Giulio Cibo (1550) . GERONIMO, dei per oltre 200 anni la magistratura nobile nel
deputati nobili nelle discordie civili del 1576, comune di Amelia ove ottenne con Francesco,
ministro della repubblica, fatto prigione dai nel 1776 , l'ascrizione alla nobiltà decurionale.
Francesi ( 1591 ) . GERONIMO, senatore ( 1592) , È iscritta nel libro d'oro con D. P. 19 ot
doge ( 1607-9) . GIOVANNI ANTONIO, fondatore tobre 1926 col titolo di nobile di Amelia in
della cappella di S. Diego ne chiesa del Gua persona di STEFANO , del fratello Gino , e di
stato . GIOVAN BATTISTA , generale dei chierici ALDO e dei di lui fratelli Anna e DINO -SILVIO .
regolari somaschi ( 1601 ) . TOMMASO, detto il
t. b.
figlio dell'indiano, comandante de' volontari
nella guerra del 1747 contro l'Austria. FRAN
CESCO MARIA , cancelliere dell'arcivescovo di ASTANCOLLE .
Genova Nicolò de Franchi. GIACOMO , sotto
cancelliere della giunta di marina, supplì il ARMA : Partito : nel
maestro delle cerimonie nella vacanza tra il 1 ° spaccato : a) di
rosso al monte di
cerimoniere Giuseppe Maria Rossi e il succes
6 cime d'oro sor
sore Bernardo Ottone ( 1784) . GIUSEPPE nei
moti del 1797 ebbe la casa in Rapallo saccheg montato da un'a
giata . quila col volo ab
Del casato Assereto, portato dalle varie linee bassato di nero ; b)
in cui la stirpe si suddivise , è rimasto oggi una partito , sbarrato ,
famiglia, dimorante in Savona, discendente da controbandato di
un Giulio DOMENICO, il quale nel 1775 af 4 pezzi d'argento e
fermò presso il notaio Felice Mercenaro ( 11 ag. ) di nero ; nel 20 di
una genealogia di attacco con gli antichi As azzurro alla croce
sereto, non comprovata da documenti sicuri . d'argento accan
Costui ebbe parte nei fatti del blocco di Ge tonata da 4 teste
nova ( 1800 ) e fu rivestito della nazionalità di serafino al na
francese dal re Luigi XVIII ( 29 luglio 1818 ) . turale . DIMORA : Todi e Roma .
Da un fratello di lui discendono gli Assereto La famiglia ha origine da Francesco Astan
residenti in Savona, i quali hanno ottenuto il colle Boninsegna custode della città di Todi nel
titolo di Nobile (1904) e sono stati annotati 1319 e che nel 1333 fu iscritto al libro rosso
LETTERA A PAGINA 439
di Perugia . Nell'archivio di Arezzo figura nel CESCO uno degli ambasciatori della città al
1197 un Astancolle « camerarius » di Filippo nuovo pontefice Paolo III nel 1534 ; il p. FA
duca di Toscana. Rainaldo nel 1290 fu amba BRIZIO, fondatore della Congregazione dell'Ora
sciatore di Bettona a Nicola IV . torio a Forlì, morto nel 1655 in odore di san
Nel sec . XII la famiglia ebbe la signoria del tità.
Castello di Monticelli . Nel 1782 Broglia Brandolini, della celebre
È iscritta nell'Elenco ufficiale in persona di casata romagnola , morendo senza discendenti ,
Luigi , di Leandro, di Biagio e dei fratelli chiamò a succedergli i Dall'Aste, coi quali era
Giulio e Giuseppe col titolo di patrizio tuder legata in parentela, e fu così che essi aggiun
tino . sero il cognome Brandolini al proprio. Vivono
t. Ե , al presente FABRIZIO di Livio, e i cinque figli
di Angelo, suo fratello maggiore morto nel
* ASTE (DALL' ) BRANDOLINI . 1917, Adele in Matarazzo, Livio, Angelica in
Bertola , CESARE , Maria Gentile .
ARMA : Partito : nel u . d.
1 ° di Dall' A ste che
è troncato in ban ASTEO .
da : di sopra di
rosso al leone d'ar ARMA : Di rosso all'a
gento arrestato quila bicipite di
sulla partizione, di oro carica in cuo
sotto rombeggiato re d’uno scudetto
in fascia d'oro e di d'azzurro sopraca
nero ; nel 20 di rico d'una pianta
Brandolini che è di zucca fruttata .
di rosso a tre ban TITOLI : Nobile mf .
de d'argento cia DIMORA : Vittorio Ve
scuna caricata di neto .
tre scorpioni di La serie degli A
nero, col capo d'argento alla treccia di rosso po steo , detti anche del
sta in fascia con due nodi . Zucco , o del Zocco ,
CIMIERO : Un braccio armato impugnante colla ha inizio da un Gia
mano di carnagione una spada, in sbarra . como che viveva nel
Il braccio accollato di un breve scritto col : 1310 e che coprì la carica di capitano di
Motto : Impavidum ferient. Pordenone per l'arciduca d'Austria signore
DIMORA : Forlì , San Paolo ( Brasile), Torino. del luogo . Altro GIACOMO , vivente nel 1498
Cospicua famiglia di Forlì, alla quale con fu ammesso alla cittadinanza di Pordenone.
D. Min . 18 novembre 1898 vennero riconosciuti Una vecchia genealogia di questa famiglia ac
i titoli di conte per mf. e di patrizio di Forlì cenna ad un privilegio concesso dall'imper. Fe
per m. Il primo di questi titoli fu concesso derico nel 1473 ad un GIOVENALE Asteo ; ma
a FABRIZIO Dall'Aste dal Duca di Parma con non ne dice il contenuto . Degni di nota sono
diploma 25 novembre 1672 : un ramo della fa NICOLÒ Asteo dal 1440 al 1460, vescovo di
miglia non titolato si estinse nel 1760. Macerata ; GIROLAMO figlio di Giacomo (n. 1560) ,
Il nome dei Dall'Aste ricorre di frequente frate francescano, teologo, inquisitore del Santo
nelle storie della città . Fra i molti ricorderemo Offizio nelle diocesi di Aquileia e di Concordia,
BARTOLINO podestà forlivese di Meldola nel eletto vescovo di Veroli lì 17 nov. 1608, uomo
1358 ; Cecco morto nel 1412 in carcere , ove assai dotto e facondo, che lasciò molte opere
era stato rinchiuso per avere avvelenato do edite ed inedite ; morì 12 ag. 1626. Passata a
dici anni prima, a istigazione del signora di Pordenone nel 1509 sotto il dominio della Se
Forlì , Giovanni di Lodovico Ordelaffi; MASO renissima, la famiglia Asteo fu compresa nel
anziano nel 1425 ; NICOLA eletto vescovo di Consiglio nobile della città e sempre vi rimase
Macerata e Recanati l'anno 1440 ; GIOVANNI occupandovi le cariche più onorevoli. La sua
cavaliere di Rodi , che nel 1454 ebbe la com arma antica era : Di azzurro alla pianta di
menda di S. Giovanni Gerosolimitano di Forlì ; zucca attortigliata , fogliata e fruttifera al na
TOMMASO vescovo in patria dal 1485 al 1512 ; turale. Con diploma 18 luglio 1588 (ignorasi
Luca nella cui casa in borgo di Ravaldino al da chi concesso ), il dott . SCIPIONE Asteo ot.
loggiò nel 1504 Guid'Ubaldo della Rovere re tenne di sovrapporla ad un'aquila bicipite d'oro
catosi a espugnare la rocca di Forlì pel Papa ; in campo rosso . È iscritto nell'Elenco ufficiale
GIOVANNI nel 1525 podestà di Rimini ; FRAN col titolo di nobile mf.: RAMBALDO , n . Vittorio
PAGINA 440 LETTERA A
Veneto, 2 luglio 1897, di Giuseppe, di Ram maschi e una femmina con titolo comitale il
baldo e di Giustina de Vardi. 16 giugno 1797. Il figlio Felice, colonnello ,
e. d. t. morto il 16 aprile 1874 , sposò Giuseppina Al
bertengo di Monasterolo e n'ebbe un'unica fi
ASTI (Mensa di) . glia Felicita, erede del titolo .
FELICITA di Felice, di Vittorio , in Angeloni .
Titolo : Principe del 112. 2.
S. R. I. Il vescovo
pro tempore. * ASTORI .
ARMA La Mensa vesco
ARMA : Campo di
vile aveva il diretto
DEL cielo , alla torre di
dominio sui feudi di
TITOLARE Corveglia , Castelli rosso di due pal
chi, quadra, mer
PRO TEMPORE ”
naldo , Montaldo lata alla ghibel 3
Roero , Monteu
lina, fondata sopra
Roero , Piea , Monti un monte di verde
celli , Pocapaglia, Go di tre cime, soste
vone, Vezza , Cella nente un astore al
rengo , Santa Vit
naturale rivoltato
toria, S. Stefano Roero , Piobesi, Magliano, e sormontato da
Cossombrato , Castagnito e Castellino de Voltri , tre stelle (6) d'oro,
e ne dava l'investitura in retrofeudi a pa male ordinate .
recchie famiglie. La convenzione 3 luglio
(Ric. 1908) .
1784 a rogito Cavalli , stipulata dal vescovo TITOLI: Nobile mf .
Paolo Maurizio Caissotti , dava al Re di Sar
DIMORA : Bergamo e Venezia .
degna con i diritti feudali sopra Cortanze, i Antichissima famiglia della Val Taleggio
castelli di Menabò e della Cisterna e le decime della medesima origine dei Bellavitis e dei
di Salmour . Questa cessione , fatta col bene Salvioni.
placito pontificio , fu sanzionata con RR. LL . Fu aggregata alla nobile cittadinanza di
PP. 27 luglio 1784. Il vescovo Caissotti ebbe
in cambio , per sè e suoi successori, il titolo di
Bergamo nel 1448 ed a quel Maggior Consiglio
sempre appartenne. ( B. C. ) .
principe del Sacro Romano Impero ; onde venne Ottennero il riconoscimento del titolo nobi
a cessare da quell'epoca il titolo di conte che i liare con D. M. 2 luglio 1908 :
Vescovi d'Asti avano da mpo immemora MANSUETO, n . Bergamo, 6 marzo 1882 di
bile, come risulta dagli antichi atti sinodali . Elia e di Maria Barbara Marcassoli .
111. 2.
Cugini:
ASTI . 1. Caterina , n . Bergamo, II agosto 1882 ;
2. MANSUETO , n . Bergamo, 28 ott . 1886 ,
ARMA : D'oro a tre figli di Melchiorre e di Maria Barbieri, spos.
pali d'azzurro, col Bergamo 8 febbr . 1911 con Maria Scotti; da
capo cucito del cui: Anna Maria Maddalena , n . Bergamo, 6
campo , carico di maggio 1913 .
tre stelle del se Figli di Antonio e di Antonietta degli
condo , ordinate in Zotti:
fascia .
1. ATTILIO, n . Venezia , 14 febbr. 1866 ; 2 .
CIMIERO : Una stella
Emilio , n . Venezia, 23 ott . 1875 (dim . Ber
di oro .
gamo e Venezia) .
MOTTO : A bon ren Altro ramo riconosciuto nobile mf . con D.
dre.
M. 12 agosto 1909 : Figli di Giov. Giacomo, di
D :MORA : Torino. Giov . Battista e di Rosa Pesenti:
TITOLO : Conte di I , GIOVANNI ANTONIO , n . Bergamo, 10
S. Martino (mpr.). sett. 1877 ; 2 . MICHELE , n . Bergamo, 20
numerosissimi soggetti che si distinsero nelle nero riconosciuti nei titoli di nobile mf . e
armi, nelle lettere e nelle cariche civili ed ec conte del S. R. I. mf. per diploma di Ferdi
clesiastiche. Citeremo fra tanti FEDERICO, can nando II, 6 sett . 1630 : MARIO ANTONIO CARLO ,
celliere di Gorizia ( 1473 ) , GIACOMO , capitano n . Trieste 10 febbr . 1862 di Antonio Augusto
di Gradisca e maggiordomo di Ferdinando II e di Giuseppina co. Mistruzzi Freisinger, ex go
( † 1590) , Giov. FEDERICO, colonnello e vice vernatore della Dalmazia, spos . Vienna 15 set
domino di Lubiana ( † 1663) . ERNESTO, ve tembre 1892 con Anna Maria Kammel nob .
scovo di Lubiana ( † 1743 ) , GIUSEPPE OSVALDO von. Hardegger (dim. Gorizia ); da cui : 1. MA
vescovo di Lavant ( 1730) , OTTOCARO, arcive RIO ANTONIO CARLO, n . Vienna, 3 sett. 1893 ,
scovo di Graz ( 1860), ANTONIO colonnello e dott . in legge ; 2. Cristiana, n . Linz, 23 giugno
capitano di Gorizia ( 1802 ) , CARLO MICHELE 1896, in Giov. L'rgos; 3. OTTOMARO ANTONIO ,
primo, principe arcivescovo di Gorizia ed il fra n. Linz, 17 maggio 1899 ; 4. Anna Maria, n. Kra
tello suo SIGISMONDO storico di merito , ecc . ecc . sonice (Moravia ), II giugno 1912. Sorella :
(vedi Gelmi, « Gli Attems austriaci » , Genealogie Luisa , n . Gorizia, I marzo 1868, in Enrico
del Torso) . Riconosciuti nei titoli di nobile e bar. Codelli di Fahnenfeld .
conte del S. R. I. mf . , col D. P. 16 dicembre Altra linea di S. Croce che sta preparando la
1925 : GUALTIERO, n. Ajello, 13 marzo 1859, domanda, di riconoscimento min .:
di Alberto e di Sofia bar. de Peteani Steinberg , ODORICO FRANCESCO n . Venezia, 29 aprile
spos . Hartberg 21 maggio 1892 con Emma 1854 , di Francesco Serafino e di Cecilia Tom
Glatz ; da cui : 1. GUALTIERO, n . Landsberg masini, spos . Trieste , 7 novembre 1892 con Irene
(Stiria ), 20 febbr. 1893, dott. in legge, spos . rob. de Vardacca ; da cui :
Graz , 21 giugno 1919 con Elena Luisa Kodo
1. Ifigenia , n . Attimis, 29 genn . 1894 ; 2. AR
litsch nob. von Neuweinsberg und Zum Khag ; BENO , n . Attimis , 13 gennaio 1895 , tenente
da cui : Felicita Margherita , n. Radhersburg, di cavalleria, medaglia d'argento al valor mi
6 marzo 1923 ; 2. ARBENO MARIA , n. Cilli (Sti litare, perchè fattosi calare da un areoplano
ria ), 2 giugno 1898, dott . in legge , cameriere nel Friuli invaso, fra inauditi pericoli riusciva
segreto di cappa e spada di Sua Santità, spos. a mandare al Comando italiano preziose no
10 con Marianna Berta Pilz nob . von Wernhof
tizie sulla efficienza nemica ; 3. RODOLFO, n.
und Enzesfeld ( † i maggio 1925 ) ; 20 Vienna, Attimis, 14 nov . 1896 ; 4. Lucilla, n . Attimis,
8 marzo 1926 con Sofia Maria co . von Löwen
stein Scharffeneck ; da cui: Maddalena Sofia ,
17 dic. 1898 ; 5. Eleonora, n . Attimis, 26 genn .
n . Udine, 10 dic . 1927 .
1903 (dim. Udine e Castello d'Attimis) .
Linea Petzenstein .
e . d. t . Il titolo di conte del S. R. I. ha fondamento
nei diplomi di Ferdinando III 14 sett . 1652 e 3
genn . 1658 concesso a GIOVANNI SIGISMONDO
* ATTEMS. ( n . 1625 † 1707 ) e venne riconosciuto insieme
ARMA : Inquartato : con la nobiltà con D. P. 10 giugno 1927 a :
al 1 ° e 4º d'oro al GIOVANNI MARIA , n . Bistrica, 12 luglio 1875 ,
l'aquila bicipite di di Sigismondo e di Carolina co . d'Attems, spos .
nero, armata, ro Vienna io febbr. 1906 con Stefania bar. Bieder
strata e coronata mann von Turony; da cui :
d'oro ; al 2 ° e 3 ° 1. Carla Giuliana n . Degerloch (Würtenberg ),
troncato inchiava 23 nov. 1906 ; 2 Eduardina n . Farra (Gorizia ),
to di due punte e 17 agosto 1911 ; 3. SIGISMONDO DOUGLAS , n .
due mezze di rosso
Farra, 23 maggio 1914 (dim . Castello di Gies
su argento ; sul pach, Trentino e Lucinico, (Gorizia ).
tutto di rosso al Sorella : Saveria Giuliana, n. Podgora, 16 mar.
cane d'argento ri . 1885 , di Sigismondo e della co. Saveria dei prin
voltato, uscente , cipi Von Walburg Zeil Wurzach ( 2° letto) , in Ric .
posto in sbarra , cardo co . di Strassoldo Graffenberg (dim . Stras
collarinato e lin soldo, Udine ) .
guato di rosso . Cugini riconosciuti per D. P. 6 febbr. 1927 :
TITOLI: Nobile mf . Conte del S. R. I. mf . CARLO , n . Podgora, 6 sett . 1883 , di Volfango
DIMORA : Gorizia, Udine, Castello di Attimis , e Matilde Okroglic , spos. Cervignano 28 a
Cervignano , Pola. prile 1909 con Maria Concetta dei bar . Peteani
Famiglia che ha l'origine cd i fasti come la Steinberg ; da cui :
precedente, e che appartiene alla stessa linea Maria Editta, n . Cervignano, 3 marzo 1910
detta di S. Croce . Con D. P. 16 dic. 1925 ven (dim . Cervignano ).
LETTERA A PAGINA 443
bile (pers.) col predicato dei conti d’Aubert Gries, 25 nov. 1913 ; Cugini . 1. Anna, n . Gries,
alle sorelle di costui Emilia, Carolina, Giulia , 28 nov. 1889 di Ignazio e di Barbara Wieser
tutti descritti nell'Elenco uff. nobiliare . ( 1º letto) ; 2. ANTONIO, n. Gries, 28 apr. 1896,
0. p . di Ignazio e di Anna Aufschnhaiter ( 20 letto) ,
spos . Bolzano 31 maggio 1924 con Anna Sinner ;
AUFSCHNAITER . 3. Luigi , n . Gries, 3 agosto 1899 ; 4. FEDERICO ,
n . Gries, 28 dic . 1900 ; 5. IGNAZIO , n . Gries ,
ARMA : Inquartato : 18 dic. 1902 ; 6. GIUSEPPE, n. Gries, 12 agosto
nel 1 ° e 4º d'oro, 1905 ; 7. VITTORIO, n . Gries, 14 nov . 1911 .
all' uomo vestito
P.b.
di nero con cap
pello a larghe fal
de dello stesso , * AUGUSTI MERCURI ARSILLI .
tenente con la ARMA : Partito : nel 10
mano destra una d'oro allo scaglione
accetta rivolta al di nero accompa
l'insù , con manico gnato da tre stelle
3
1
LETTERA A PAGINA 445
ma
nestrata e merlata
Lo stemma della fam . Arsilli, detta prima de ' di tre, affiancata
Salvatici era prima : « un uomo selvaggio ar da due mura , il
mato di nodosa clava » che poi fu sostituito tutto d'oro, e fon
dall'altro che portava « tre fiamme e una fe data su una cam
nice ardente sul rogo, e il motto : combusta pagna di verde;
renascitur » . Esso fu così cambiato allorchè il nel 3º d'azzurro a
suddetto Francesco Arsilli col nome di Ar due cervi contro
sillus entrò a far parte dell'Accademia pom rampanti al natu
poniana detta anche « Urbana » . rale ; nel 4º di argento a due orsi contro
Attuale rappresentante è il rampanti al naturale ; l'inquartatura sotto il
Conte Pio-SIGISMONDO Augusti-Mercuri-Ar capo d'oro all'aquila bicipite di nero.
silli . Nob . di Senigallia, Patrizio di S. Marino , CIMIERO : Su elmo torneario , il leone d'oro lir.
n . a Sinigallia l'8 Feb. 1879 dal Conte Ales guato di rosso .
sandro e Anna Mercuri Arsilli; sp . 3 luglio 1915 Titoli : Nobile mf . DIMORA : Levico (Trento) .
con Emma Conti di Cogorno . L'imper. Carlo V, mediante diploma 6 lu
P. c . b . 0 . glio 1555 , concedeva la nobiltà a Gregorio Avan
cini ed ai suoi legittimi discendenti , ed il Mi
* AVANCINI .
nistero dell'Interno austriaco con dispaccio 21
dicembre 1884 , riconosceva la nobiltà ai sot
todescritti . La nobiltà venne pure riconosciuta
ARMA : Inquartato : con D. P. 24 marzo 1927 a : Ugo, n. Levico ,
al 10 di rosso a
8 dic. 1854, di Giovanni e di Luigia Crespi ,
due fascie d'oro ; al
20 d'oro al mastio spos . Levico, 9 sett. 1893 con Attilia Colpi ;
da cui: 1. Carmela , n . Levico , 31 luglio 1894 ;
NENOM di fortezza di rosso ,
l TU di di piani, torri 2. Annita, n . Levico , 2 febbr. 1897 ; 3. RE
cellati di tre pez NATO, n . Levico , 27 nov . 1899. Fratello di
zi ; al 3º di argen Ugo : VITTORIO, n. Levico , 13 luglio 1859. Ni
to al cervo al natu poti : 1. CORRADO, n. Tione, 25 giugno 1896, di
Italo e di Leonilde Devigili; 2. GALLIANO , n . S.
rale, slanciato ; al
4° di nero all'orso Severino Marche, 25 genn. 1896, di Cosimo e
di Edvige Diamantini . p. b.
d'argento , ritto ; il
tutto sotto un ca
po d'oro carico di * AVARNA.
un'aquila di nero, bicipite.
ARMA : D'oro alla
CIMIERO : Il leone d'oro, linguato di rosso fascia d'azzurro .
nascente .
SOSTEGNI : due leoni
DIMORA : Bergamo . d'oro . Corona e
Originaria di Trento, ebbe il conferimento mantello da duca .
della nobiltà dall'imperatore Carlo V con di DIMORA : Palermo ,
ploma cesareo del 6 Luglio 1555 in persona di Gualtieri - Sicami
GREGORIO , confermata nel 1805 da Francesco II , nò (prov. di Mes
imperatore d'Austria, con decreto del 9 gen sina) .
naio di quell'anno. ALBERTO e RICCARDO chie La famiglia Avar
sero ed ottennero il riconoscimento del loro na, anche Averna,
stato nobile con decreto ministeriale del 15 detta in un primo
dicembre 1899 e sono iscritti nell'Elenco Uffi tempo Guarna, van
ciale col titolo di « nobile » per mf. ta come suo capo
Cfr . ACAL . stipite UMFREDO O
a. 8 GOFFREDO, uno dei dodici figli di Tancredi di
PAGINA 446 LETTERA A
Altavilla, e fratello di Ruggero, gran conte di cipò attivamente alle vicende politiche del
Sicilia. Goffredo prese il nome di Guarna, se tempo. Nel 1820, istituitosi in Napoli il Mini
condo il costume del tempo avendo ucciso stero di Sicilia, ne fu il primo titolare e nel
nella battaglia di Civitate ( 1050) Guarnerio, 1829 divenne presidente del Consiglio.
duca di Svezia . I Guarna, investiti della contea GIUSEPPE Avarna ( 1843-1916) , fratello secon
di Marsico, ebbero inizialmente la loro sede dogenito di Nicolò, duca di Gualtieri, sena
nel salernitano e furono influentissimi alla corte tore del Regno d'Italia ( 1839-1920) , ebbe il rico
normanna colla quale si imparentarono; vi si noscimento del titolo di duca al nome (duca Avar.
distinsero particolarmente SILVESTRO II , conte na) trasmissibile a tutti i suoi discendenti , con
di Marsico e ROMUALDO II , arc . di Salerno R. D. 14 ottobre 1892 ; fu ambasciatore del
(1166 ), il quale partecipò alla reggenza di Gu Re d'Italia à Vienna , dove nel 1915 dichiarò
glielmo II il Bono e fu ambasciatore del re di la guerra all'Austria -Ungheria ; fu insignito del
Sicilia presso Federico Barbarossa, al Con Collare della SS . Annunziata e nominato se .
gresso di Venezia ed alla pace di Costanza natore del Regno .
( 1177) ; scrisse un trattato medicina ed una Attualmente la famiglia Avarna è rappre
cronaca, che è fra i più notevoli documenti sentata da CARLO (nato nel 1885) maggiore di
del tempo. Nelle lotte fra re Tancredi e l'im cavalleria in aspettativa per riduzione di quadri,
peratore Enrico IV, i Guarna seguirono le vi decorato di medaglia al valore e della croce
cende della corte normanna ; esiliati in Ger di guerra, cavaliere della Corona d'Italia, cui
mania colla regina Isabella ed il piccolo Gu furono riconosciuti con R. D. 6 aprile 1925 i
glielmo III , tornarono in patria dopo la morte titoli di duca di Gualtieri, duca Avarna , mar
di Enrico VI . Nel secolo decimoterzo , un ramo chese di Castania, barone di Sicaminò di Grap
dei Guarna passò a Messina, dove fu detto pida, sposatosi nel 1910 a Giulia de Faren .
Varna e poi Averna od Avarna. FILIPPO Varna sbach da cui ebbe : NICOLÒ (n . 1913 † 1913)
fu primo di tal nome nel 1251 . e GIUSEPPE (n. 1916) ; dalla sorella del predetto
BARTOLOMEO e GIOVANNI Avarna furono nel Carlo : Luisa Casimira (nata nel 1898) , della ni
1595 fra i primi fondatori dell'ordine dei no pote Michela (nata nel 1921 ) , figlia del defunto
bili messinesi, che prese il nome di ordine della MICHELE (n. nel 1887 e m. nel 1919) e di Ca
Stella. GIACOMO Avarna partecipò nel 1671 al rolina dei duchi di Sangro.
l'aspra contesa che divise Messina fra Merli e g. t.
Malvizzi e fu con questi ed i francesi uno dei
capi della rivolta che cacciò gli spagnuoli. AVATI.
Tornati questi in città egli emigrò in Francia
militando come colonnello proprietario di un ARMA : Di azzurro
1791 ed asc. al Reg. Piazze Chiuse nel 1805 . ateneo GIOVANNI ( 1539) , Gio . GIACOMO ( 1574) ,
È rappresentata questa famiglia da VIN e, più tardi, GIUSEPPE ( 1735) . Appartennero al
CENZO di Ugo, cui spetta il titolo anzidetto di magistrato dei Savi Gio . FRANCESCO negli anni
marchese, e dal cugino DOMENICO di Ema 1641 e 1646, e altri dopo di lui . Gli Aventi ,
nuele avente diritto al titolo di marchese ed che possedevano vasti territori a Portomag
al predicato di Pago maritali nomine per giore, a Copparo, a Bondeno e altrove, ten
ricon . 1912. Sorelle di Vincenzo : Maria e Ni nero banco in Ferrara forse fin dai tempi di
coletta. Figli di Domenico : Pio, riconosciuto papa Leone X, che ricompensò con ampi pri
per anticipata successione materna nel titolo vilegi i servizi da loro resigli ; nel 1625 poi il
di duca di S. Pietro, Ernestina in de Sangr ), banco Aventi sostituì il banco Zerbinati quale
Bianca . Fratello di Domenico : RICCARDO . depositario della Comunità .
0. D. Con rogito Donati 27 marzo 1685 , CARLO di
Giuseppe Aventi fu investito dal vescovo di
Sarsina della dodicesima parte di Castelfal
* AVELLONE . cino col titolo di conte, e da lui provengono
ARMA : D'azzurro , a i tre rami della famiglia tuttora esistenti , uno
tre bande d'oro , la dei quali, discendente da Gio . FRANCESCO del
terza caricata da suddetto Carlo, è oggi rappresentato da LUIGI
tre stelle d'azzur. di Pompeo con le figlie Ippolita e Luciana
ro, accompagnate da suo fratello minore IDELFONSO coi figli
da un monte di LUCIANO e Maria Cristina ; dalle sue sorelle
tre cime, movente Maria in Forlani e Augusta in Pareschi. Gli
dall'angolo destro altri due rami fioriscono col nome di Aventi
della punta, da cui Roverella .
sorge una testa di u . d.
serpente coronata,
il tutto d'argento .
DIMORA : Palermo. * AVENTI ROVERELLA .
ANTONINO Avel ARMA : Partito di
lone (di Salvatore, Aventi che è tron
di Giuseppe) , quale figlio primogenito di Ma. cato a scaglione
ria Concetta Ventura, baronessa di Intorrella d'azzurro e di ros
e Signora di Dagala , venne autorizzato, con D. so, con lo scaglione
M. del 1885 , ad assumere i detti titoli per an d'oro sulla parti
ticipata successione. zione ; il 1 ° a due
a . di c . rose di rosso , cu
cite, il 2 ° alla testa
* AVENTI . di leone d'oro
strappata : e di
ARMA : Troncato a Roverella che è ri
scaglione d'az
partito d'oro alla
zurro e di rosso ,
mezz'aquila di
con lo scaglione nero coronata
d'oro sulla parti d'oro , uscente dalla partizione , col volo ab
zione ; il 1 ° a due bassato ; e di azzurro alla rovere al naturale
rose di rosso , cu di quattro rami decussati . Lo scudo accollato
cite, il 2 ° alla testa. all'aquila dell'Impero.
di leone di oro ,
CIMIERO : Un leone d'oro nascente .
strappata
DIMORA : Ferrara . DIMORA : Ferrara .
GIULIANO D'AVEN Questa famiglia ha comune l'origine con la
To , che viveva nel precedente , e discende da ANTONIO, primoge
1438 e che discen nito di Carlo , creato conte della dodicesima
derebbe, a quanto si parte di Castelfalcino nel 1685. Coi figli d'un
pretende, dal famoso capitano di ventura Gio altro ANTONIO di altro Carlo, che avea sposato
vanni Acuto , è il primo personaggio di questa la contessa Anna Roverella, la famiglia si
casata ferrarese del quale si abbia notizia. Vis suddivise in due linee : la secondogeniale di
sero nello stesso secolo anche un BUONGIACOMO FRANCESCO (n . 1816) , da cui il vivente conte
e un ANTONIO . Insegnarono diritto nel patrio Enzo erede dei beni e del cognome Roverella ,
PAGINA 448 LETTERA A
in contea Quaregna con Ceretto il 24 agosto giunse, nel 1815, il grado di consigliere nel Con
1787. Laureato in siglio di finanza e lo presiedette dal 6 agosto
leggi (1756) , dottor 1829. Fra i suoi figli, dei quali qualcuno rag
collegiato ( 1757) , ri giunse i più alti gradi militari e le più alte ca
petitore e prefettode riche di Corte, va menzionato FILIBERTO ,
gli studi nel collegio creato conte il 10 aprile 1829 e ascritto al
delle provincie (1760) , decurionato novarese . Narra il Manno che il
sostituto dell'avvo conte Filiberto « scortando il Re Carlo Felice,
cato fiscale generale alla portiera, cadde da cavallo, ed il Re fat
( 1763 ) , senatore di tolo montare nella vettura , s'invaghì del suo
Piemonte ( 1768 ) , av vivace ed acuto ingegno e, a poco a poco, lo
vocato generale ammise a tutte le sue grazie e gli diè piena
( 1777) , fu all'epoca confidenza . Di che nobilmente si valse » . Fu
francese presidente successivamente primo ufficiale della segreteria
capo del Senato na di gabinetto del Re (8 ottobre 1824) , intendente
zionale ( 1799-1800) e generale d'azienda (2 giugno 1828) , intendente
fece parte della commissione del governo prov generale della R. Casa in 2a ( 30 marzo 1830) ,
visorio ( 1800) . È suo figlio il celebre conte gentiluomo di camera del Re, segretario di
AMEDEO (n . Torino, 9 agosto 1776 ; † Torino, gabinetto , sovrintendente generale e conser
8 luglio 1856) , professore di fisica sublime vatore della casa della Regina Maria Cristina
all' Università di Torino ( 1820) , autore della (28 maggio 1831 ) . Aveva sposato a Vercelli
nota legge sui fluidi che va sotto il suo l'11 agosto 1829, Carolina Arborio Biamino di
nome .
Caresana, il cui casato fu assunto dal figlio
Ricordato con onore anche recentemente FRANCESCO , dando luogo alla nuova linea Avo
con dotte pubblicazioni, fra cui quella della gadro Arborio Biamino .
Reale Accademia delle Scienze di Torino, che ALBERTO AUGUSTO, di Ferdinando , di Fili
l'ebbe suo socio dal 21 nov . 1819. Da lui nacque , berto , di Ottavio . Sorella : Irene in Pallavicino
fra altri figli, il conte Luigi, governatore del Mossi . Zio : VITTORIO † , FRANCESCO Avogadro
duca di Genova, tenente generale (17 maggio Arborio Biamino (vedi). Figli di Vittorio : FILI
1877) , senatore del Regno ( 26 genn. 1889) . BERTO , Maria, FERDINANDO , ANNIBALE, Rita.
FILIPPO, di Luigi , di Amedeo , di Filippo. m. 2.
m . 2.
AVOGADRO ARBORIO BIAMINO .
* AVOGADRO DI COLLOBIANO
ARMA : Fasciato d'o
ARMA : Fasciato d'o. ro e di rosso di
ro e di rosso di dieci pezzi. Lo scu
do accollato all'a .
dieci pezzi. Lo scu
do accollato all'a quila bicipite im
periale.
quila bicipite im Motto : Nisi lacessi
periale.
Motto : Nisi lacessi . tus laedo.
tus laedo . DIMORA : Torino.
DIMORA : Torino . TITOLI : Nobile dei
TITOLI : Conte conti (mf.) ; nobile
dei Conti di Val
(mpr .) ; conte di
dengo, ecc . (mf. ) . NIIN
Valdengo (mpr . ) ;
signore di Viglia Nome d'uso : Avoga
dro di Collobiano Arborio .
no, Valdengo e Montecavallo (m.) ; signore di
FRANCESCO †, di Filiberto, di Ottavio.
Collobiano (m .) ; signore di Formigliana (m .) ; Figli: OTTAVIO, LUIGI , FERDINANDO, Caro
nobile (per il decurionato novarese] (mf. ) . Ri lina in Castelnovo delle Lanze, Paola ,, CA
con . 1884. Nome d'uso : Avogadro di Collobiano. m . 2.
A capo della linea figura un SIMONE Avo . SIMIRO, EUGENIO .
gadro che consegna Valdengo già nel 1348. Gli
altri feudi entrano in famiglia sul principio * AVOGADRO DELLA MOTTA .
del sec . XVIII e Valdengo viene eretto in
contea il 20 genn. 1792 a favore di OTTAVIO ARMA : Fasciato d'oro e di rosso , di dieci pezzi
( n . Biella, 4 sett. 1748 ; † Torino, 4 febbr . 1836 ) . Lo scudo accollato all'aquila bicipite imper .
ehc entrato nella carriera delle finanze, rag MOTTO : Nisi lacessitus laedo .
PAGINA 452 LETTERA A
TOLOMEO, cavalieri di Malta, il primo col grado da cui : 1. ALESSANDRO, n. Venezia, 10 sett .
di balivo e ammiraglio, gli altri due caduti 1899 ; 2. Iolanda, n. Venezia, 31 maggio 1902 ;
valorosamente in combattimento , all'assedio 3. Carlo, n. Venezia, 7 ott. 1903 (dim . Pa
di Malta ( 1550-1565) ; FABRIZIO, vescovo di Ca- dova) . Sorelle di Andrea : 1. Caterina, n . Ve
sale ( 19 nov. 1759) ; GIROLAMO, nato il 13 aprile nezia, 14 febbr. 1841 vedova dell'ing. prof.
1824 a Milano, ove morì il 31 marzo 1872 , de- Carlo Tosi ; 2. Giulia , n . Venezia , 26 sett. 1842 ;
corato di medaglia d'oro a S. Martino ; Isabella 3. Maria detta Anna, n. Venezia, 22 marzo
(n . Novara, 24 aprile 1818 ; † Torino, 12 dic. 1849 ; 4. Emilia, n. Venezia, 19 marzo 1859
1890) , insigne gentildonna, moglie del conte (dim Venezia) . Altro ramo : LUIGI , n . Venezia ,
Federico Sclopis di Salerano ; FRANCESCO MA- 20 ott. 1862 di Claudio e di co . Paolina Mar
RIA ( † 20 agosto 1789 ), ultimo della linea co- tinengo dalle Palle, spos. con N. D. Maria Pel
mitale di Casalgiate, benefattore dell'ospedale legrini Pisani. Sorella : Maria Anna n. Oderzo,
Maggiore di Novara, suo erede universale. 27 agosto 1864, in N. U. Girolamo Grimani.
TONIO , di Giuseppe, di Antonio. p. b.
Figli: PAOLO , FABRIZIO .
Fratello : GUIDO † .
* AVOGLI TROTTI .
Figlio di Guido: GIUSEPPE .
m. 2. ARMA : Partito : nel
Io d'azzurro a tre
AVOGADRO . denti d'elefante
d'argento uscenti
ARMA : D'argento a dal fianco destro
tre bande contro- e appuntati verso
merlate di rosso . il capo, col capo
TITOLI : N. U. N. D. d'Angiò sostenuto
patrizio veneto mf. da una trangla di
DIMORA : Venezia e rosso (Avogli ); nel
Padova. 2º troncato d'oro e
Famiglia aggrega- d'azzurro ( Trotti).
ta al veneto patri- DIMORA : Ferrara .
ziato l'8 ottobre 1438 Pare che gli Avogli
per insigni bene provengano da Na
merenze verso lo poli, donde sarebbero emigrati a Firenze in
Stato . epoca remotissima. È fuor di dubbio che più
Il primo aggre- tardi una famiglia di questo nome fiori per
gato Ifu PIETRO ed i suoi maggiori primeg- lungo tempo a Bologna, ove nel 1279 figura
giarono in Brescia . Sostennero in Venezia e fra quelle di parte lambertazza. Resta infatti
fuori diverse cariche e si segnalarono per devo- memoria d’un NICOLA di Ghinozzo, anziano
zione ed attaccamento alla patria. Fra questi si pel quartiere di porta Ravegnana nel 1361 ,
distinse ALVISE, il quale nel 1509 con 600 soldati e di sua sorella AICHINA, moglie d'Aimerico da
mantenuti a proprie spese combattè pei venezia- Sant'Alberto ; di diversi altri anziani nello stesso
ni contro i collegati di Cambray. Contribuì col secolo e nei due successivi ; di Gio . BATTISTA E
suo valore alla presa di Brescia da parte dei ve- di Gio . MARIA , lettori nello Studio, il primo
neziani. Ripresa Brescia dalle truppe francesi , dal 1490 al '95 e il secondo dal 1515 al '18 ;
l’Alvise venne decapitato. MATTEO nel 1533 infine d'alcuni notai e privati cittadini dei se
fu eletto arbitro della Rep. per trattare la re- coli XV e XVI. Non sarebbe possibile dire
stituzione dei luoghi tenuti da Ferdinando re se fra costoro e gli Avogli di Ferrara esista o
dei Romani . CAMILLO, n. nel 1580 fu condot- no qualche nesso agnatizio ; l'arma però è la
tiero della Rep. Ven . nella guerra contro l'Un- medesima.
gheria. Altro Pietro assoldò a proprie spese Secondo gli storici ferraresi, Orso Avogli,
quattromila fanti per la guerra di Cipro . Ave- valoroso condottiero , fu chiamato a Ferrara
vano palazzo a S. Maria Formosa . MARINO, dal marchese Alberto d'Este nel 1390, e ivi
Pietro e COSTANTINO di Francesco e GIOVANNI si recò pure, dopo aver militato per vari po
di Claudio ottennero la conferma della nobiltà tentati d'Italia, il di lui figlio GIACOMO, che
mar
con le S. R. A. I genn . 28 giugno e 8 ott . 1818 . ai 6 settembre 1437 venne nominato dal
Sono iscritti nell'Elenco ufficiale i N. U. pa- chese Nicolò III suo capitano generale in Ro
trizi veneti : † ANDREA, n . Venezia , 7 marzo magna. Ai loro discendenti i principi estensi
1851 , di Alessandro e di Maria Luigia Goattin , furono poscia larghi di cariche, onori e privi
spos. Venezia 4 luglio 1895 con Lorenza Seggi; legi . LEONARDO di Antonio , comandante di
LETTERA A PAGINA 455
cavalli al servizio della Francia indi della re PP. del 19 aprile 1900, ottenne rinnovazione
pubblica di Venezia, fu creato nel 1590 cava del titolo siciliano di conte di Recalmuto , già
liere dell'ordine di S. Michele ; CARLO ANTONIO appartenuto alla famiglia Requesens e poscia
e GIA 10 FRANCESCO, dottore, appartennero alle famiglie Reggio e Grifeo .
al magistrato dei Savi nel 1618 e nel 1668 ; a . di c .
ANTONIO coprì la carica di gonfaloniere di Fer
rara dal 1831 al '34. Gli Avogli possedettero AYMERICH
beni anche a Massa Lombarda, e vi ebbero
palazzo in città con sepoltura nella chiesa di ARMA : Inquartato :
S. Paolo. LEONARDO del predetto Antonio , al 1 ° e 4º d'oro *
alla torre al natu 正
già capitano dei volontari massesi negli anni
1848 e '49, rappresentò il collegio di Massa rale, al capo d'az
zurro caricato di 0
all'assemblea nazionale delle Romagne del
1859 . tre stelle d'argen
Nel sec . XVII FRANCESCO di Onofrio e della to di cinque pun
contessa Vittoria Trotti, con la quale finì un te ; al 2° e 3 ° par
ramo di questa nobile famiglia, aggiunse al tito di Aragona e
di Sicilia . Scudo
proprio il cognome materno, che fu sempre D
A questa famiglia appartiene pure il titolo Val Tidone ( Piacenza ) da D. Ferdinando di Bor
di Grande di Spagna . bone con decr . da Colorno del 1801. I D'Azara
Ignazio Aymerich - Ripoll, marchese di La nato in Aragona nel 1731 è una delle più
coni (n . II novembre 1808 † 25 novembre belle figure della diplomazia europea del se
1881 ) fu gentiluomo di camera di S. M. il condo settecento . Inviato a Roma nel 1765
re Carlo Alberto e Senatore del Regno : fu , sotto Clemente XIII , come rappresentante del
pure, come uno dei personaggi più noti del re cattolico , esercitò grande influenza sotto
suo tempo, l'autorevole presidente del Comi Clemente XIV e Pio VI . Il suo efficace inter
tato di agitazione per la costruzione delle fer vento per ristabilir l'ordine e difendere la vita
rovie sarde. A lui si debbono alcune impor dei francesi nei torbidi romani, in cui perì
tanti pubblicazioni su argomenti interessanti Ugo Basville, gli acquistò molte diffidenze ; il
l'economia della Sardegna. duca stesso di Parma lo accusava presso il duca
A questa famiglia sono riconosciuti i titoli D’Alcudia di antigesuitismo e giacobinismo.
di : Cavaliere, m .; nobile, mf.; Don, mf.; mar Protettore delle arti e delle lettere, promosse
chese di Laconi (tf) , mpr.; conte di Villamar gli scavi di Tivoli, preparò edizioni di classici
(tf .) mpr.; visconte di Sanluri (tf. ) , mpr.; ba pel Bodoni , intimo suo amico ; fu grande amico
rone di Ploaghe (tf. ) , mpr.; signore di Stunnu , dell'Italia, da cui con gran dolore si separò
Lionesu , Crasto , Riutortu e Montis de Ledda nel 1798, essendo stato nominato ambascia
(tf . ) ; mpr.; orig . Sardegna ; dim . Cagliari. U. r. tore di Spagna a Parigi, ove rappresentava
Ignazio ( 1839) . Il titolo di conte di Villamar anche il ducato Parmense. Per i servigi da lui
è d'uso pel figlio primogenito, vivente il padre. resigli a Parigi, D. Ferdinando lo ricompensò
CARLO, di Giuseppe, di Ignazio. col titolo di marchese. Da Parigi fu richiamato
Sorelle : Mariangela in Manca di Nissa ; Maria nel 1801 , fu rinviato una seconda volta a Pa
Teresa, Francesca Saveria . rigi nell'anno seguente, nel 1803 fu privato
Zii : Carlof , ENRICO † , Caterina in Manca di nuovo della carica e morì in patria il 26
di Nissa, Maria in Sanjust di Teulada . gennaio 1804 , dopo aver cercato di salvare la
Figli di Carlot : IGNAZIO, LORENZO Ť , Maria sua patria dagli avvolgimenti insidiosi di Na
Teresa in Lostia . poleone.
Figli di Enrico † : Maria Teresa, IGNAZIO Egli era fregiato dei titoli di patrizio Romano ,
GIACOMO, GIUSEPPE, PIETRO D'ALCANTARA, di consigliere di Stato del re cattolico, del col
Maria , Giovanna, EMANUELE, Mariangela, CAR lare di Carlo III . Fra l'altro scrisse un'elegante
LO , ANTONIO . s. 1. traduzione spagnuola della vita di Cicerone di
Middleton ; lasciò pure le sue Memorie.
Secondo marchese di Nibbiano, successo a
* AZARA ( DE) . Giuseppe Nicola morto senza figli, fu FRANCE
sco ( † 1820) ; il 3 ° AGOSTINO ( † 1881 ) , il 4º
ARMA : Inquartato : MARIANO ( † 1881 ) , il 5 ° vivente è Luigi di Ago
stino di Francesco . g . d.
BB 1 ° e 4º d'azzurro
00
alla torre d'argen
to merlata su al AZLOR .
tura ; 2 ° d'oro al ARMA : Partito nel
l'albero nutrito
sulla campagna al 1 ° d'Aragona, e
nel 20 di rosso
naturale e trafitto
da una spada ar pieno. (Bonazzi) .
00 DIMORA : Spagna .
gentea passante :
Famiglia di ori
3° d'oro all'aquila
gine spagnuola. Ai
azzur. su scoglio al 10 dic . 1789 un Giov ,
nat , fissante il sole,
Paolo Azlor per suc
uscente dal canto cessione di sua zia
ne d . dello scudo .
DIMORA : Saragozza (Spagna ). Agostina Zappata di
Catalynd Fernandez
La famiglia D'Azara spagnuola appartiene alla de Ycar , ottenne
nobiltà del ducato parmense per i meriti di don l'intestazione del feu
Josè Nicolas De Azara y Perera, il quale per sè e do di Palata (Mo
primogeniti ebbe il titolo di marchese di Nib lise) , cui era annesso il titolo di duca , concesso
biano, Genepreto, Pianello, Sala , S. Maria del originariamente a Francesco Toraldo nel 1646,
Monte, Stadera , Tassàra , Trevozzo, comunelli in nonchè quella dei feudi di Tavenna e Santa
LETTERA A PAGINA 457
Giusta. A Giov . Paolo morto ai 19 sett . 1790 , Oltre i detti due feudi di Torrita ed Agazzi
successe Vittorio Azlor Pallavicino Zappata, (« ager Actii ») , ebbero sin dal sec . X quello
ed a costui , morto il 23 genn . 1792 , il fratello dei castelli fortificati di Pulicciano , Fontignano,
Giuseppe che fu l'ultimo intestatario dei sud Rigutino e Lignano, di S. Fiora, di Viciomaggio,
detti feudi . I discend . del detto Giuseppe di Campo Azziano , Solazzi (« Solium Actii » ),
hanno diritto attualmente al titolo di duca della terra di Ripola (donata nel 955 da Ari
di Palata per i mpr. ed a quello di nobile col berto , Ugo , Grifone e Zenobio Degli Azzi al
predicato di Tavenna e Santa Giusta (mf.). monastero di S. Fiora ), di Campo d'Orco (do
0. P. nato nel 999 dall'arcidiacono Eriberto Degli
Azzi e dal fratello Zenobio, allo stesso mona
AZZALONI . stero) , di Pitigliano , di Pieve a Quarto , Pieve
al Toppo e S. Martino del Castro (donati nel
ARMA : Inquartato : settembre 1207 da Ugo Degli Azzi , detto Si
TE
Nel 1814, per le nozze del cav. Ugo degli dei feudatari del regno nel 1285 ; Alfonso, Gio
Azzi con ' Rita dei vanni e Perrotto, valorosi capitani sotto gli ara
marchesi Vitelleschi, gonesi : i due ultimi combatterono contro i
ultima del ramo ori Turchi nel 1481 ; Giacomo Antonio, Alfonso e
ginario folignate di Muzio, gran maestri dell'ordine ed Ospedale
questa nobile stirpe, di S. Lazzaro nei sec. XV e XVI ; Cesare e
il ramo primogenito Silvio illustri condottieri nel sec . XVI , e molti
aggiunse al proprio altri ancora .
il cognome materno, È descritta la famiglia nell'Elenco uff, nob .
e il ramo secondo col titolo di nobile di Capua nelle persone dei
genito lo antepose , disc . da Carlo ascr. nel 1801 all'Elenco del
modificando anche lo priorato di Capua dell'ordine di Malta.
stemma (partito di Questa famiglia è oggi rappresentata dalla
azzurroe d'oro, a nobile Maria Azzia fu Alessandro , vedova del
due vitelli passanti marchese Giuseppe Bonelli .
e affrontati dell'uno 0. P.
nell'altro , al capo partito d'oro e d'azzurro a
sei gigli dell'uno nell'altro ordinati in fascia ). * AZZINI .
a) Degli Azzi Vitelleschi (Patrizi di Arezzo ):
UGO , GIUSTINIANO , Carlo , Guido, Clelia, ARMA : D'oro alla
Maria, Ippolita, Faustina, Virginia, di Giusep banda d'azzurro ,
pe di Giustiniano. carica del nome
A
Figli di Carlo : GALLO- Azzio, UBALDO . Accini del campo .
c
Figli di Guido : MARIO , Gemma-Rosina . TITOLI : Nobile mf .
Zio : Cosimo di Giustiniano .
e
DIMORA : Verona.
b) Vitelleschi Degli Azzi ( Nobili di Foligno , Antica famiglia del
Nobili di Perugia , patrizi di Arezzo) : territorio Veronese, i
AURELIO di Ignazio di Ugo. cui membri, forniti di
Figli : Rita, Palmira, UGO, AURELIO, Maria largo censo , sosten
Clotilde , GASPARE . nero cospicue cariche
in Verona. Con D.
f . s.
M. 16 maggio 1906
venne riconosciuta la
AZZIA . nobiltà per lungo e
pacifico uso ad ANTONIO , n. Verona, 21 dic.
ARMA : Di nero alla 1859, di Azzino e di Maria Luigia Franchini
banda doppio mer Stappo, morto 24 maggio 1912 , spos . con Giu
lata di argento. seppina Borghetti ; da cui : 1. Azzino, n. Verona,
DIMORA : Napoli. 21 aprile 1884, spos. Verona , 25 febbr. 1911
Famiglia d'antica con Amelia Bellocari; da cui : Giuseppina, nata
nobiltà , originaria Verona, 16 nov . 1913 ; 2. VINCENZO , n . Verona,
di Capua, ricevuta 19 ott . 1888, spos. Verona, 18 genn . 1913 con
nell'ordine di Malta Margherita Biondani; da cui : a) MARIO AN
sin dal 1493. Pos TONIO , n . Verona, 18 luglio 1916 ; b) Maria
sedette le baronie di Luigia, n. Verona , II agosto 1918 ; c) Elisa
Campagna, Lavello , betta, n. Verona, 30 maggio 1920 ; d) Paola ,
Lesina, Ponte, Ro n. Verona , 13 luglio 1922 ; e) Giov. ANTONIO ,
magnano , Sansossio , n . Verona II sett . 1926 ; 3. FERRUCCIO, n. Ve
le contee di Noja e rona , 6 gennaio 1890 ; 4. Leonilde, n . Vero
Nusco , ed il mar na, 13 dic . 1890 ; 5. LODOVICO, n. Verona, 23
chesato della Terza. Nel 1535 ottenne il gran marzo 1892 , spos . Verona 18 nov . 1920 con Le
dato di Spagna. Nel sec . XVI un ramo da tizia Capucci; da cui : a) ANTONIO ANGELO , n .
Capua passò a Napoli, fu aggregato al seggio Verona , 10 settembre 1921 ; b) Maria Teresa ,
di Nido e s'estinse nella famiglia Albertini n . Verona, 18 maggio 1923 ; c) Albertina Angela
portando in essa i titoli di conte di Noja e mar Maria , n . Verona, 7 dic . 1924 ; d) Angelina,
chese della Terza . Di questa famiglia vanno n . Verona 13 aprile 1927 ; 6. Beatrice, n. Ve
ricordati : Raone, siniscalco dell'imperatore rona , 6 marzo 1896 ; 7. AUGUSTO, n. Verona,
Federico II ; Giacomo, familiare di Carlo I e 13 dicembre 1900 .
II d'Angiò ; Francesco , uno degli inquisitori p. b.
LETTERA A PAGINA 459
Corinaldo (mf.), come risulta dall'Elenco uffi istitutore dei campicelli e della « Festa degli
ciale nobiliare italiano. alberi ». Furono suoi fratelli : Augusto, nato
Membri attuali : nel 1833 , avvocato, politico e senatore ; Giov.
ASTORRE Baccarini De Grandis, di Ludovico , Battista, nato nel 1834, avvocato Presidente
nobile di Corinaldo, comm . della cor . d'Italia, della Corte dei conti e senatore ; Pietro , av
nato a Monsanvito 9 nov . 1859 ; spos . 16 set vocato e senatore .
tembre 1903 con Maria marchesa Ripanti di Alfredo , figlio di Guido, poeta, letterato e
Jesi , da cui : politico, fu Ministro delle Poste e della Pub
LUDOVICO , n . 27 marzo 1905 . blica Istruzione .
Anna , n . 4 dic . 1909 . La famiglia è iscritta nel Libro d'oro col ti
Sorella : Maria Baccarini , nob . di Corinaldo, tolo di conte (pers.) in persona di ALFREDO
n . 31 marzo 1865 ; sp . 1893 feb . 8 , Battaglia ( R. D. 9 ottobre 1924 e RR. LL. PP. 29 marzo
cav . Francesco di Cingoli. 1925 ) .
p . c . b . o. t. b.
* BACCELLI . * BACCI .
IRMA : Troncato : nel ARMA : D'oro alla
1º d'azzurro a due banda d'azzurro
leoni affrontati di carica di tre stelle
oro tenenti insie di cinque raggi del
me colle branche campo , sinistrata
anteriori una stella da una testa di
dello stesso ; nel leone d'azzurro.
2° di rosso a due Motto : Charitas ur
mazze d'armi di
get.
argento passate in DIMORA : Roma .
croce di S. Andrea Non consta che
accantonate da 4 questa famiglia ab
pere fustate e fo bia alcunché di co
gliate dello stesso . mune con le altre
CIMIERO : Un dragone alato di nero, coronato nobili omonime esi
d'oro . stenti in Toscana, e specialmente con quella,
DIMORA : Roma.
più nota di tutte, d’Arezzo . ANNIBALE di Sal.
La famiglia è nota da tempo in Toscana e vatore, nato a Porto Longone nel 1833 , tra
precisamente a Firenze nel XVI secolo. Baccio sportò la sua residenza a Bologna, ove si am
fu letterato e noto fra gli « Umidi » col nome mogliò in seconde nozze con la marchesa Al
di « Pantanoso » . fonsina Rusconi. A lui , per le sue benefiche
Pubblicò la traduzione dell'Odissea fatta in elargizioni, il re Umberto I, con decreto di
.versi sciolti da suo fratello Girolamo. Liberato motuproprio 29 gennaio 1891 , concedette il
Giovanni , nato il 18 novembre 1872 e morto il titolo di conte trasmissibile ai suoi discen
21 ottobre 1835 , fu chierico regolare delle Scuole denti legittimi e naturali maschi da maschi,
Pie a Lucca e prof. di fisica nell’Ateneo di Bo in linea e per ordine di primogenitura . Dalle
logna ; Matteo ( 1769-1850) fu pittore di for predette nozze è nata un'unica figlia, Maria
tuna. Lavorò nell'Accademia di S. Luca a Gabriella, ora sposata a Rufo Ruffo dei prin
Roma fino al 1803 ; insegnò pittura in Polonia cipi di Scaletta, dimorante a Roma.
ove sono la maggior parte delle sue opere ; u . d.
Bartolomeo di Piero , detto il Baccellino, visse
nel XVI secolo e fu scultore valente . Lavoro
BACCI .
col figlio Pietro nella Cattedrale di Arezzo e
fu il primo a sbozzare in grossi blocchi di marmo ARMA : Troncato : nel 1 ° di rosso, al leone d'oro ;
di Carrara ; Guido, nato il 25 novembre 1832 nel 20 d'azzurro, all'aquila bicipite al natu
fu il celebre clinico di fama mondiale . Fu rale , coronata d'oro , movente dalla punta
professore all'Università di Roma ove si spe- ' dello scudo .
cializzò nella « patologia del cuore e dell'aorta » DIMORA : Mirandola .
( 1863-67) . Fu facile ed elegante oratore la Oriunda della Svizzera venne diramata a
tino , uomo di stato, più volte Ministro alla Mirandola , nelle ultime , decadi del secolo
Pubblica Istruzione e all’Agricoltura Indu XVIII, da Domenico Giuseppe Bazzi (cam
stria e Commercio . Archeologo appassionato e biato poi in Bacci) ivi stabilitosi per ragion
PAGINA 465
LETTERA B
di mercatura. Al figlio di lui, pure di nome Fiora, i Tarlati signori di Pietramala, ecc .; e
Domenico , valoroso letterato e filosofo, per non pochi dei suoi membri meriterebbero par
unanime acclama ticolare menzione co
zione e particolar me letterati , giuristi,
mente per i suoi guerrieri e prelati.
meriti letterari, il Fu ascritta al Pa
Tribunale araldico di triziato aretino con
Mirandola il 10 nov, Dec. 19 gen , 1756.
1856 conferiva la no a) Discendenti da
biltà mirandolese e Filippo, Antonio e
reditaria per m . Bartolommeo di Bac
Membri viventi : cio di Filippo.
GIUSEPPE, di Gugliel b) Discendenti da
mo , di Domenico, na Lodovico di Antonio
to 31 ottobre 1882 . di Ostilio .
Fratelli : Pia, n . 15 c) Discendenti da
nov . 1880 ; GIOVAN Baccio - Francesco e Giovan-Girolamo di Ful
vio di Baccio .
Ni , n . 27 aprile 1884 ; AZEGLIO, n . 4 marzo 1887 .
g. c .
e . p. v .
* BACCI . BACCI .
carriera delle armi . Nel 1728 la Repubblica nobiltà e del titolo comitale con S. R. A. 16 ot
di Genova ne confermò la nobiltà , che fu poi tobre 1864. Sono iscritti nell'Elenco ufficiale :
ancora riconosciuta CARLO ANTONIO , n . Serravalle (Vittorio ) 29 ,
dal re Luigi XVI nel Maggio 1854 , di Damiano e di Enrichetta Dal
1771 . Fabbro, spos. in Longarone 16 settembre 1889
Da un ramo colla con Giuseppina Sacchetti; da cui: 1. DAMIANO,
terale di essa discen
n . Longarone, 23 dicembre 1890 ; 2. Lina,
de Felice, marito di n . Adria, I giugno 1892 ; 3. GIACOMO, n . Adria ,
Elisa Bonaparte edu 22 gennaio 1894 . P.b.
ca di Lucca e Piom
bino .
BADO .
Nel 1832 il coman
dante Giovanni An
ARMA : Di azzurro al
leon d'oro .
drea , naturalizzato
:::
CIMIERO : Il drago
alato che tiene in scendenti maschi di Francesco Tommaso , cen
bocca un anello . nati dall'Elenco ufficiale, furono il figlio Giu
TITOLI: Nobile mf., seppe ( n . 1799) e i figli di costui Vincenzo
conte di Bellasio e ( n . 1850 † 1928 ) , Tommaso (n . 1853 ) , Federico
di Rovereto di ( n . 1860 ) Francesco ( n . 1861); da Vincenzo ven
Corte (Friuli) m . nero GIUSEPPE (n . 1883 ) , DEMETRIO (n . 1886) e
DIMORA : Roma. ORESTE ; da Tommaso nacquero GIOVAN BAT
Con ducale vene TISTA , MARIO , ELIA , DANIELE, BARTOLOMEO ;
ta 2 aprile 1710 venne conferito il titolo di conte da Federico infine nacquero FEDERICO ( 1887)
a CRISTOFORO e Giov . ANTONIO fratelli Badini, i e FELICE ( 1889) . Un'altra linea, partita da
quali godevano allora la nobiltà di Pordenone e un Giovan Battista del secolo XVI , per l'in
dello stesso titolo di conte per concessione di cenzo ( † 1622 ), Giovanni Andrea , altro Gio
sovrano estero , all'atto in cui dai fratelli mede vanni Andrea, Giovan Francesco, Giuseppe, finì
simi vennero oblate e dal Senato veneto ac in Dorotea moglie di Paolo Bartolomeo Val
cettate a titolo di feudo retto , nobile e legale gelata. Dei personaggi notevoli possono ricor
con annesso titolo di conte le loro possessioni darsi GIOVANNI, che fu dei Genovesi che giu
in Bellasio e Rovereto di Corte della Villa di rarono, la pace fra Genova e Pisa ( 1188 ) ; G10
Cordenons in Friuli. Di tale feudo vennero suc VANNI di Domenico , notaro di collegio ; Tom
cessivamente investiti i loro successori legit MASO , abate di S. Matteo ; ANSALDO da Sestri,
timi maschi mediante le investiture 9 aprile anziano di Genova ( 1275 ) ; RAFFAELE, degli of
1710 , II marzo 1747, 4 agosto 1760, 10 ago fici di Gazaria e delle vettovaglie , sindaco delle
sto 1792, 22 agosto 1793. Gio . FRANCESCO, gabelle ( 1480 ) ; DOMENICO , che fu dei genovesi
Carlo e PIETRO di Cristoforo vennero iscritti che giurarono la fedeltà al duca di Milano ( 1488 ) .
nell’A . L. T. - DAMIANO , ebbe la conferma della
PAGINA 468 LETTERA B
linguata di rosso ; b) d'azzurro a due gigli di lume di interessanti ricordi. Alberto luogo
oro . tenente nell'armata sarda morì da valoroso
DIMORA : Milano . sul campo di battaglia a Solferino.
PIETRO ( 1694-1767), giureconsulto, fu padre Membri viventi : FRANCESCO , di Camillo , di
di GIUSEPPE ( 1739-1808) , pure giureconsulto , Francesco , di Camillo, di Paolo , n . 7 dicembre
assessore della Congregazione Municipale di 1858 .
Milano dal 1776 al 1786. Da D. Cristina Anelli Figli : Camillo, n . 30 marzo 1886 ; Giorgio,
ebbe PIETRO (n . 1802-1864) , che con sovrana 11. 27 ottobre 1896, spos . a Vicini Maria An
risoluzione 12 febbraio 1842 veniva insignito tonietta .
della nobiltà dell'Impero Austriaco. In quel Figlio di Giorgio : GERARDO, n . 23 luglio 1922 .
l'anno stesso veniva adottato dal patrigno suo e. p. v .
barone Lattanzio Valsecchi, consigliere aulico
del Supremo Tribunale di Giustizia di Vienna , BAGLIACCA .
il quale con sovrana risoluzione 8 settembre
1824 aveva ottenuta la concessione del titolo ARMA : D'oro, alla
di barone essendo egli decorato dell'ordine di aquila di rosso,
Leopoldo : il figlio adottivo Pietro Bagatti as coronata di ar
it
BAGNESI BELLINCINI
1
!
1
LETTERA B PAGINA 471
V
marchese con la giurisdizione di Montalbano
V
zurro .
V
e della contea di Ciano . Il 17 ottobre 1636 DIMORA : Firenze .
lo stesso Ippolito ottenne per sè e discendenti La famiglia Ba
in linea maschile primogenita, il marchesato gni , originaria di Ro
di Semese con le terre di Verica , Castagneto , magna e probabil
Bibone e Sasso Guidano, retrocedendo il mar mente di Bagno , ven
chesato di Montalbano e conservando la con ne nei primi del se
tea di Ciano, la quale fu poi da lui permutata colo XVI a stabilirsi
con Monterastello .
in Firenze, dove , con
Dopo la successione dei Bellincini nel nome provvisione del 15
e beni dei Bagnesi , essi ebbero altre investi maggio 1669, otten
ture di feudi nobili e cioè di quelli di Bene ne la cittadinanza , e
dello , Iddiano , Vie Cave e Chiagnano, concessi dove occupò importanti cariche a Corte . In
a Ippolito Giuliano dal duca di Modena per seguito a proposta della Magistratura civica
diploma del 26 agosto 1768. Il marchese Cle di Fiesole i Bagni ottennero l'ascrizione alla
mente, fratello del detto Ippolito, e ministro nobiltà di quella città con rescritto granducale
di Stato del duca Francesco III d'Este, ebbe del 14 giugno 1839 ; posizione nobiliare rico
l'investitura del feudo di Montecchio nell'an nosciuta con D. P. del 10 novembre 1927 .
no 1771 . a) MASSIMILIANO E ALBERTO di Francesco
Nel 1803 si estingueva la linea primogenita di Massim . b) Sofia di Guido di Massim . t. s .
e veniva chiamato a succederle il ramo dei
Bellincini conti di Villaberza, feudo concesso
a questo ramo dal duca Cesare d'Este per BAGOLINI .
diploma del 15 maggio 1611 . ARMA : Troncato : 1 °
I Bagnesi Bellincini erano stati iscritti al di verde ad una fede
Patriziato toscano fin dal 19 aprile 1751 . di carnagione ve
stita di rosso , fod .
a ) ARRIGO, di Achille, di Alessandro , di
Luigi , di Alessandro ( conte di Villaberza , mpr. ,
patrizio di Modena, m .; patrizio di Firenze,
mf.).
di ermellino , pre
mente con le mani
un cuore ferito , da
cui cadono gocce
k
Figli: Adelaide, Elena. di sangue ; nel 20
b ) PIETRO, di Augusto, di Alessandro d'azzurro pieno al
(conte di Villaberza, mpr.; patrizio di Modena, la fascia d'oro sul
m .; patrizio di Firenze, mf . ) . la partizione .
CIMIERO : L ' avam
Figli : Maria Bartolommeа, ALESSANDRO .
braccio in palo ve
Fratelli : ALESSANDRO, ARRIGO . stito come nel cam
g . c. po, con la mano di carnagione appalmata .
PAGINA 472 LETTERA B
mente in Calestano tre Baiardi, chiamati Vi- giudici di Parma FABRIZIO , OTTAVIO , OTTA
CINO, MORUELLO, GIACOPINO, dai quali hanno VIANO , CAMILLO e GIULIO . GIAMBATTISTA di
principio tre generazioni dell'antica famiglia. Lodovico ( 1530-1600) giurista, fu per Pio IV
Quella di Moruello sopravvive ancora in Parma, e Pio V governatore di Forlì, Imola, Rimini,
mentre le altre due si estinsero , l'una a metà Terni , Narni, Ascoli, Orvieto, prefetto della
del sec . XV, l'altra, di Giacopino, al principio Campagna di Roma, e per Margherita d'Au
del settecento . stria, per Alessandro Farnese e Ranuccio I go
Di ghibellini fattisi guelfi i Baiardi lunga- vernatore dell’Abruzzo . Sospettato dal duca
mente si mantennero fra questi , per cui sembra Ranuccio come fomentatore di una sedizione
che, allorquando fu cacciata dalla città di contro il governatore di Parma, Cesarino, fu
Parma la fazione dei Rossi , i quali erano guelfi, rinchiuso nel castello di Piacenza , ove morì .
da Giberto da Correggio, i Baiardi si rifugia- Le sue opere giuridiche sono citate nella bio
rono a Calestano, di dove non ritornarono che grafia scrittane dal P. Affò « negli scrittori Par
un secolo dopo, essendosi rialzata la potenza migiani ». Giulio ( 1584-1674) capitano degli ar
dei Rossi , per aver Attendolo presso Rubiera, chibugieri a cavallo al servizio di Ranuccio I
nel 1409, proditoriamente pugnalato il fiero e Odoardo Farnese si distinse nella guerra con
Ottobono Terzi . tro la Spagna nell'intervento di quest'ultimo
Cominciarono in quel tempo i figli di Moru- duca a fianco della Francia e fu creato conte
ello, più di tutti gli altri consanguinei, a de- di Terenzo con Lesignano e Goiano ( 1648 ) as
dicarsi al bene della propria patria ed al lustro sieme ai figli e loro discendenti maschi. MER
della loro famiglia coltivando le arti della pace Curio fu valente pittore della scuola del Par
e
quelle delle armi, per cui s'acquistarono migianino; lavorò nella chiesa della Steccata e
fortune non comuni e bella rinomanza . in quella detta del Quartiere in Parma. Gio
ANDREA, figlio di Gianmarco, creato cava- VANBATTISTA , capitano, si distinse nella guerra
liere aurato nel 1494 da Lodovico il Moro, si di Castro, fu luogotenente generale del duca
distinse nelle armi e nelle lettere, per cui fu di Modena e del re di Francia ( † 1657) .
caro a Lorenzo il Magnifico , a Bosio Sforza, OTTAVIO ANTONIO ( 1694-1764 ) dottore in am
al Filelfo , al Tebaldeo , all'Ugoleto. Nel 1511 bo le leggi , eruditissimo, fondò in patria nel
dai concittadini fu inviato legato a Milano presso 1728 una colonia della celebre società Albriz
il luogotenente di Francia per trattare gravi ziana ; passato a Roma fu protonotario apo
negozi a vantaggio della patria . Conserva an- stolico , referendario di segnatura, governa
cora grande interesse letterario oltre che biblio- tore di Benevento , consultore dei sacri riti ,
grafico il suo romanzo d'amore in rima « Phi canonico lateranense ; segui la regina Elisa
logyne » edito da Antonio Viotti a Parma nel betta in Ispagna, poi passò col figlio Carlo di
1508 (G. DREI , I Viotti , stampatori e librai Parmi- Borbone a Napoli per ordinare il museo di
giani in Bibliofilia, sett. -ott . 1925) . Compose Portici; illustrò i monumenti dell'antica Er
pure le « Rime » , ed . solo nel 1756 a Milano colano con l'opera : « Prodromo dell'antichità di
« La tromba d'Orlando » romanzo (Venezia , 1551 ) . Ercolano », che ebbe lodi e censure eccessive .
Morì in patria 29 ottobre 1511. Dei suoi figli Tornò a Roma dopo l'assunzione del Borbone
FRANCESCO MARIA fu protettore delle arti al trono spagnuolo, ove fu eletto arcivescovo di
belle, e per lui in segno di grato animo il ce- Tiro . GIROLAMO ANTON MARIA , poeta arca
lebre Francesco Mazzola dipinse il Cupido fa- dico, amico del Frugoni, fu vescovo di Borgo
moso ; ELENA, pure amante dell'arte, com- S. Donnino ( Fidenza) nel 1753. ARTASERSE fu
mise al Parmigianino nel 1534 la famosa ta- creato ( 1748) per sè e discendenti maschi pr.
vola della N. D. detta del « collo lungo » , ora conte di Viarolo .
nella R. Galleria di Firenze. Jacopo, lette- Nel sec. scorso si distinsero per sensi e azione
rato e giurista e pretore a Mantova nel 1489, ' patriottica Paolo -Camillo, che prese parte ai
venne creato cavaliere da Lodovico il Moro ; fu moti del '21 e alla campagna del 1848 ; Gio
inviato nel 1512 oratore di Parma a Giulio II , VANNI , che guidò i volontari parmensi a Fio
a cui allora si era sottomessa la città, e re- renzuola nel 1831 ; ARTASERSE , che non solo
citò un'eloquente e dotta orazione davanti al contribuì con le proprie sostanze al miglior
pontefice . Egli fu insignito del titolo di conte esito dei moti del '48, ma fu gravemente fe
palatino da Massimiliano, re dei romani, con rito in quella guerra ( † 1875) ; DEMOFILO, fra
dipl. da Augusta del 13 nov. 1503 , ove vien tello di lui , fece la campagna del '48 come sot
confermato a lui e discendenti l'uso dello totenente e comandò il battaglione di guardia
stemma gentilizio, benchè la famiglia sostituì mobile in Alessandria nel 1860 ; LEONARDO , di
in seguito il campo d'oro a quello d'argento Artaserse, fu volontario nella guerra del 1859
conferitole allora . e rimase ferito a S. Martino ; BERENGARIO , di
Oltre Jacopo furono membri del collegio dei lui fratello , combattè nel 1866 a Condino nelle
PAGINA 474 LETTERA B
1
BALBI DI PIOVERA
(GENOVA)
1
1
LETTERA B PAGINA 475
ria e Giuseppe Maria, che figurano nel titolario dei Fratelli Francesco Maria ( 1730) e Costan
del 1778 con titolo signorile. Fra i loro discen tino ( 1738 ) di Giacomo di Francesco . In que
denti è quell'avv. Carlo, morto a Torino il sta famiglia si estinse la casa Senárega , il cui
2 luglio 1857 di 83 anni, il quale sposò Adele cognome fu aggiunto a quello dei Balbi mar
Amenaide Riccio , erede della contea di S. Paolo, chesi di Piovera .
ciò che portò nella sua famiglia il titolo di Da Allegrino i figli Giovan Michele, Antonio
conte di S. Paolo . e Nicolò spiccarono tre rami ; dei quali il primo
GIOVANNI, di Carlo e di Amenaide Riccio . per Giacomo, Nicolò, Giovanni Antonio , Bar
Figli : Carlo, Maria Anna. tolomeo, finì in Andrea ; il secondo, per Giovan
Figli di Carlo : Giulia , Maria Balbina, FRAN Battista, si spense in Antonio ; il terzo , ancora
CESCO , Maria Giacomina. fiorente, da detto Nicolò, pervenuto , per Barto
m. 2. lomeo , a Nicolò , si suddivise in altri tre rami,
quello di Giovan Francesco , che, per Nicolò,
BALBI . Giovan Francesco , finì in un altro Giovan Fran
cesco ; quello di Giovan Geronimo, che, per
ARMA : D'oro, a tre Bartolomeo , Carlo, Giovanni Agostino, ter
pesci barbi , cia minò coi fratelli Carlo (n . 1733 ) e Geronimo
scuno disposto in (n . 1739) ; infine il terzo, che da Pantaleo , per
fascia , ordinati in Giacomo, Francesco , Giacomo, pervenne ai due
palo. fratelli Francesco Maria e Costantino, entrambi
DJMORA : Genova, dogi . La linea di Costantino , per Francesco Ma
Francia . ria, Costantino, finì in donne ; quella di Fran
Famiglia patrizia cesco Maria si aprì subito in tre diramazioni ;
dogale genovese. l'una di Giacomo, Francesco Maria, ( n. 1734 ) ,
Questo casato , già ascritto nel libro patriziale il 1757, fatto Mar
noto ai tempi di chese di Pióvera ( 4 sett. 1769), Giacomo, (n .
Roma, fin dal se 1759) , iscritto il 1786, Francesco Maria ( n .
colo XII era diffuso 1815 , † 1881 ) , Domenico Guido (n. 1856, †
in varie parti d'Ita 1912) , Francesco Maria ( n . 1885 ) vivente mar
lia . Quelli che fiori chese di Pióvera ; l'altra, di Giovan Tommaso ,
vano in quel secolo in Genova e nella Ri Francesco Maria iscritto il 1773 ( † 1825 ) , padre
viera di Ponente, specialmente a Ventimiglia, di Giovan Carlo , di Giovan Tommaso e di
già avevano tradizione di essere venuti da Ve Benedetto ; la terza , di Giovan Luca, Armando,
nezia , città in cui si ritrovano parecchi co Giovan Luca, residente in Francia a Parigi,
gnomi di Roma imperiale. Ma tali famiglie li ivi trasferita dal detto Armando .
guri si estinguevano sullo scorcio del XV se Molti furono i personaggi notevoli di questa
colo o all'inizio del XVI , quando giungeva in famiglia . Niccolò di Allegrino fu nel giura
Genova la famiglia lombarda Cepollina (ben mento dei Genovesi al duca di Milano ( 1488 ) .
diversa dai Cepollini conti di Alto e Caprauna PANTALEO di detto Nicolò fu degli otto tri
fin dal secolo XIV ), che vi prosperava ed buni della plebe, nella rivolta detta delle cap
affermava assumendo il nome di Balbi , col pette ; bandito dai Francesi di Luigi XII , si
quale poi soppiantavano affatto il vecchio no mise allo stipendio dell'imperatore. Nicolò di
me Cepollina quando per le leggi del 1576 le Bartolomeo fu iscritto patrizio nell'albergo Pi
famiglie dell'albergo Pinelli e degli altri venti nelli ( 1528 ) . Il figlio di lui Giovan FRANCESCO
sette alberghi del patriziato genovese ebbero fu dei sei deputati per il Portico di S. Pietro
facoltà di abbandonare il cognome dell'albergo mandati nel consiglio di Casale per la riforma
e riassumere il pristino cognome loro . delle leggi genovesi ( 1576) , e fu senatore ( 1593 ).
Allegrino Cepollina venne in Genova a tempo GASPARE stampò la relazione dei suoi viaggi
del dominio milanese verso il mezzo del se nell'India ( 1590 ). GIOVANNI AGOSTino di Bar
colo XV, ove i suoi discendenti con mestieri tolomeo , fondò in Anversa la chiesa e il con
e con mercature rapidamente si arricchirono . vento di S. Francesco di Paola col manteni
Nella istituzione del patriziato genovese al mento di dodici frati ( 1615 ) . GERONIMO di detto
1528 essi vi furono ammessi e vennero ascritti Nicolò, senatore ( 1623 ), donò 2200 lire ai padri
nell'albergo Pinelli. Nel secolo XVII erano per di S. Bartolomeo degli Armeni in Genova ( 1618) .
venuti a tanta opulenza, che aprirono la grande GIACOMO di Pantaleo , senatore ( 1622 ), e STE
via urbana, che ancora si chiama Via Balbi , FANO di Giovan Francesco, senatore ( 1629 ) .
edificandovi parecchi magnifici palazzi, non Paolo, fratello di Stefano, gesuita, fondò il
chè la chiesa di S. Gerolamo. Nel sec . XVIII collegio delle scuole in via Balbi ( 1630 ). PAN
salirono due volte al soglio dogale nelle persone TALEO di Pantaleo , senatore ( 1635 ) . GIOVAN
PAGINA 476 LETTERA B
Paolo di Giovan Geronimo, vanitosissimo, sde Domenico Guido e fratello di Maria Madda
gnato dell'ascrizione al patriziato di famiglie lena maritata Doria, di Vittoria Maria maritata
nuove, dimentico dell'origine della sua, ordì nei principi Odescalchi e di STEFANO LODO
congiure contro la Repubblica; scoperto, fuggì, Vico (n . 1894) .
e ramingò tutta la vita morendo poverissimo Delle altre due linee, quella discendente da
in Venezia : sul palazzo ducale di Genova, in Giovan Luca, di Francesco Maria Armando ,
piazza dei Funghi, gli fu affissa una lapide in (1797) si è estinta ; l'altra discendente da Fran
famatoria ( sec . XVII ) . GIOVAN GIACOMO , me cesco Maria di Giovan Tommaso (1773) , è
dico famoso , che lesse l'orazione di rito nella rappresentata da Laura, in Doria Lamba e
entrata dei nuovi senatori al governo ( 1644 ) e Francesca sposa : 1° in Dufour Bert, 20 in
nella coronazione del doge Alessandro Spinola Valier.
( 1655) , e stampò una dottissima prelezione la 1. v .
tina. FRANCESCO di Giacomo di Pantaleo, se
natore ( 1672 , 1696) , inviato al duca d'Ossuna BALBI .
governatore di Milano per informarlo della
guerra mossa alla Repubblica dal duca di Sa ARMA : D'azzurro , a
voia e della cospirazione di Raffaele della tre barbi al natu
Torre ( 1674) . CARLO di Bartolomeo , senatore rale, uno sull'altro .
( 1692) . FRANCESCO Maria di Giacomo di Fran TITOLI : Conti di Ro
cesco, senatore ( 1716-1727) , poi doge ( 1730 ) . becco (mpr. ) ; No
COSTANTINO, fratello del precedente, amba bile (decurionato
sciatore all'imperatore Giuseppe I ( 1705) , se di Alessandria
natore ( 1724) , poi doge ( 1738) . GIOVANNI AGO (m . f . )
STINO di Carlo, senatore ( 1728, 1737, 1741 , Le prime notizie
1746, 1755 , 1766) . GEROLAMO del doge Fran sicure sono della fi
cesco Maria, senatore ( 1754, 1758, 1778) . Gio ne del sec . XVI . I
VAN TOMMASO, fratello del precedente, sena nizia la serie un
tore ( 1758. 1760) . FELICE, altro fratello, sena FRANCESCO , morto
tore ( 1761 ) , eroico difensore contro gli Au nel 1606, marito di
striaci del castello di Gavi , che cedette dopo Isabella Del Pozzo,
nove mesi per ordine espresso del senato ( 1746) . da Oviglio, e padre di Antonio, che morì com
GIACOMO del doge Costantino, senatore ( 1764, battendo da valoroso nel 1636. Attraverso a
1766, 1770, 1783 ) . FRANCESCO MARIA di Gia cinque generazioni si giunge a GIOVANNI CARLO,
romo del doge Francesco Maria, senatore ( 1783 ) . dottore in leggi, infeudato in un primo tempo
CARLO di Giovanni Agostino , senatore ( 1785 ) . di Grumello ( 21 aprile 1772) , poi , revocata la
DOMENICO di Giacomo del doge Costantino, patente per ordine del re, di Robecco (21 ago
governatore di Savona. ( 1789) Il fratello Co sto 1772) con titolo comitale . L'investitura è
STANTINO, dei protettori del Banco di S. Gior di pochi mesi dopo, cioè del 15 genn. 1773. Era
gio ( 1790) , ambasciatore a Vienna per compli suo pronipote il conte GIROLAMO ( 1805-1859) ,
mentare il nuovo imperatore Leopoldo ( 1791 ) ; che fu ufficiale d'ordinanza di Re Vittorio
pose casa in Venezia ; ebbe titoli onorifici dal Emanuele II .
papa Pio VI ( 1801 ) . EMANUELE di Giuseppe, Dal suddetto Antonio, morto combattendo,
membro del governo provvisorio ( 1797) , mi si era distaccato nel sec. XVII un piccolo
nistro della Repubblica Ligure a Milano ( 1800) . ramo che con ANTONIO MARIA, decurione di
GIACOMO, senatore a Torino ( 1848 ) . FRANCE Alessandria , era stato investito di Cantalupo
sco , senatore del Regno d'Italia ( 1862). e di Villa del Foro con titolo comitale il 2 di
Nell'Elenco ufficiale nobiliare italiano del 1922 cembre 1733. La linea si spense sulla fine del
furono mentovate le discendenze di GIACOMO sec . XVIII .
FRANCESCO MARIA di Fancesco Maria , iscritto m. 2.
nei libri del patriziato genovese il 13 maggio
1786 , con titoli di Patrizio e Marchese di Pió BALBI .
vera, di GIOVAN LUCA, di Francesco Maria
Armando, ascritto il 17 febbraio 1797 , con ti ARMA : D'oro alla dolce di nero rampante .
tolo di Patrizio , e di FRANCESCO MARIA di Titoli : N. U. N. D. patrizio ven . , mf .
Giovan Tommaso, iscritto il 17 giugno 1773 , DIMORA : Castelfranco , Venezia e Padova .
con titolo di Patrizio . Antichissima famiglia veneta che fu com
La prima di queste linee oggi è rappresen presa fra le patrizie del 1297. Tranne il Dogado,
tata dal marchese FRANCESCO MARIA , mar copri le più elevate magistrature e le più
chese di Pióvera (n . 1886), figlio del marchese alle cariche militari. I due fratelli Nicolò e
LETTERA B PAGINA 477
GIOVANNI ebbero nel 1203 dal re di Ungheria LUCA BERNARDINO di Giorgio ebbe la confer
ampio privilegio . ALMORÒ, senatore, nel 1350 ma della nobiltà paurizia con la S. R. A. 22
ebbe il comando supremo delle navi operanti nov. 1817. Sono i
nell'Istria. BERNARDO, di Nicolò ed il nipote scritti nell'Elenco uf
Nicolò nel 1453 com ficiale, i seguenti fi
battendo valorosa gli di Achille e di
mente contro i tur Maria Francesca
chi rimasero prigio Mazzuccato : 1. A.
nieri a Costantino CHILLE ANTONIO, n .
poli . PIETRO (n . 1440) Venezia, 13 giugno
coprì importanti ca 1858 ; 2. Edvige n .
riche militari e ri Venezia 3 febbraio
cuperò Padova ca 1868 , in Antonio Ce
duta nelle mani del riani . Cugine: 1. Ma
l'imper. Massimilia ria, n . Venezia , 5
no ; nel 1512 andò agosto 1884 , di E
ambasciatore al Sul milio e di Anna Te
tano di Egitto e nel resa Coccon ( 10 letto) , in Alessandro Giove ;
1513 a papa Leone 2. Emilia, n . Venezia , 24 marzo 1889, di E
X. Dotto ecclesiastico fu MARCO , figlio di Gio milio e di Giuseppina Casiccia ( 2º letto) , in
vanni , che divenne arcivescovo di Corfù . LUIGI Coppola.
(† 1580) fu studiosissimo e morendo lasciò una p. b.
ricca libreria . Nel principio del sec. XIX Riz
ZARDO I ebbe per moglie Alba Corner, dama della BALBI VALIER .
Croce Stellata e di Palazzo della imperatrice
ARMA : Partito : di
d'Austria. Un ramo di questa famiglia rappre Balbi , che è : di
sentato da Carlo Luigi con S. R. A. I gen
rosso alla fascia
naio 1824 fu creato barone dell'I . A. Il se
guente ramo detto di S. Gregorio ebbe con partita d'oro e di
fermata la patrizia nobiltà con S. R. A. 22 azzurro , cucita ; e
di Valier che è :
novembre 1817 nella persona di GIULIO ANTONIO
troncato d'oro e di
di Spiridione .
Sono iscritti nell'Elenco ufficiale i figli di rosso all'aquila co
Francesco e di Domenica Pedon : 1. ANTONIO, ronata alla dogale,
n . Vicenza, 17 agosto 1858 ; 2. LUIGI, n . Vi col volo abbassa
to dell'uno all'al
cenza, 3 luglio 1860, spos. 1° : 20 aprile 1884
tro .
con Carolina Giorgetti ( † 15 luglio 1888) , TITOLI : N. U. N. D.
2º : con Caterina Beghis (Castelfranco) , da cui :
a) Elisa Domenica, n. Vicenza, 24 aprile 1888 patrizio ven . , mf.
( 1 ° letto ); b) FRANCESCO, n . Venezia, 5 ot DIMORA : Monselice
tobre 1896 (2° letto) ; 3. GIROLAMO, n . Venezia , (Padova ).
22 sett . 1862 , spos. 4 maggio 1901 con Maria Famiglia che ha comune l'origine con la
Bianchini , da cui : ORAZIO ; 4. Maria, n . Ve Balbi e formò il ramo detto Dalla Tressa . Nel
nezia, 19 ott . 1866 ( Venezia e Padova ). Cu 1755 aggiunse il cognome Valier per eredità
gini figli di Giulio e di Amalia Sguario : 1. Giu conseguita da un individuo di quel casato.
Conta fra i suoi membri valorosi militari , tra
SEPPE, n. Vicenza, 11 ottobre 1867, spos. 21 no
vembre 1903 con Teresa Pellissier (Vicenza ); cui GIROLAMO che fu generale in Dalmazia ed
2. Elisabetta, n . Venezia, 2 ott . 1873 , in Paolo Albania e coprì a Venezia varie magistra
Rossi ,
ture . Marco fu arcivescovo di Corfù . L'impe
p. b. ratrice Maria Teresa con diploma 28 marzo
1760 aggregò il suddetto Girolamo coi suoi
discendenti alla nobile cittadinanza di Man
BALBI . tova . MARCO FRANCESCO di Girolamo fu con
ARMA : Di rosso alla fascia partita d'oro e d'az fermato nella nobiltà patrizia con S. R. A.
zurro cucito . 16 dic . 1817. Sono iscritti nell'Elenco ufficiale
TITOLI : N. U. N. D. patrizio veneto mf. i figli di Alberto e di Antonietta Capitelli:
DIMORA : Venezia . 1. MARCO GIULIO, n . Venezia 25 sett . 1868 ,
Questo ramo della famiglia Balbi , detto di spos. Gorizia, 30 maggio 1900 con Eleonora
S. Giustina ha comune l'origine col precedente . de Nordis ; da cui: BALBINO, n . Monselice,
PAGINA 478 LETTERA B
21 aprile 1906 ; 2. ALBERICO, n . Venezia, i di stui , di nome Giulio CESARE, veniva investito
cembre 1869; spos . Venezia 10 aprile 1899 con di Aramengo con titolo comitale il 16 maggio
Antoniet Milanovich , da cui : a) CARLO AL 1752. Il nipote suo,
BERTO , n . Venezia, 22 giugno 1900 ; b) Carla pure Giulio CESARE
Maria Bona , n . Venezia, 21 novembre 1909 . di nome, fu capitano
p. b. nelle guardie e gen
tiluomo di camera ;
il pronipote, Car
BALBIANO ( Ramo di Colcavagno ) . Lo , capitano nel regg .
ARMA : Di rosso , al Piemonte, combattè
barbio coronato di a Santa Lucia ( 1848 )
e si ebbe la men
oro; col capo del
l'Impero. zione onorevole .
GIULIO CESARE,
CIMIERO : Un moro
vestito di rosso e di Carlo Gabriele ,
guernito d'oro , di Giulio Cesare , di
bendato di argen Gabriele Tommaso .
to , tenente sulla Figli : Leonia Maria, Ennedina, Cristina, Ro
spalla una mazza saria , Luigi RUPERTO , VITTORIO AMEDEO , Ma
ria Carmela .
d'oro . TENENTI :
due mori come m . 2.
ܚ܀
NENTI : due uomini
tiche e le più nobili, con numerosi cavalieri selvatici , armati di
gerosolimitani. Le prime notizie risalgono ad clava .
ANTONIO che viveva nel 1286, padre di Simone Motto : Fe devoir .
e di Oberto . Simone diede luogo ad una doppia
TITOLI : Conte di Ca
linea che possedette il feudo di Viale, prima stelgentile ( mpr. ) ;
in signoria, poi , nel 1608, in contea ; estintasi col conte di Miglian
conte VITTORIO ( 1794-1871 ) , cavaliere d'onore dolo (mpr . ) ; conte
della Regina Maria Adelaide di Sardegna . ( di Vinadio (mpr . ) ;
BERTO fu il capostipite dell'altra linea di Col signore di Bona
cavagno , che, per lungo ordine di generazioni
e di uomini illustri, fra cui la famosa Maria valle (mpr.); signore di Mondonio (mpr.).
Nome d'uso : Balbo di Vinadio .
Maddalena, margravia di Brandeburgo, giunge DIMORA : Torino .
ai tempi attuali . La più illustre delle diramazioni italiane dei
EUGENIO , di Gottifredo, di Alberico , di Si
mone . Balbo ; famiglia antichissima de hospitio di
Fratelli : VITTORIO, ALBERICO, Cristina, Fan Chieri. Ne parlò con sintesi mirabile che qui
ny, Clotilde , Elena . giova riportare, CESARE Balbo , il più grande
m. 2.
della grande famiglia. « Lasciando i sogni ge
nealogici, noterò due belle glorie nostre . La
prima, per vero dire, è solamente tradizionale :
BALBIANO ( Ramo di Aramengo) dicono che i Balbi , cacciati di lor città , data al
fuoco da Federico Barbarossa , combattessero
ARMA : Di rosso , al barbio coronato di oro poi, da fuorusciti, coi collegati di Lombardia
per l'indipendenza d'Italia , e che nuovi Fabii ,
Non usano il capo dell'Impero.
cinquanta di essi rimasero sul campo di bat
Titolo : Conte di Aramengo (mpr. ) . taglia e di vittoria a Legnano . La seconda
DIMORA : Chieri. gloria è più provata, quando nel sec . XIV la
Il ramo si distaccava dal ceppo dei mar città di Chieri s'assoggettò ai principi di Sa
chesi di Colcavagno nel sec . XV , con TOMMASO voia , un ramo de ' Balbi Bertone (ramo esso
dei signori di Santena. Un tardo nipote di co de' Balbi) non si volle assoggettare, ed esulò
LETTERA B PAGINA 479
all'italiana, sormontato a destra da una co Bernardo, nel 1590 fu eletto visitatore e pro
meta d'oro posta in fascia ( Baldassini). curatore generale dell'Ordine. FILIPPO fu ge
CIMIERO : Leone nascente tenente una ruota suita e insegnò teologia e giurisprudenza, mori
d'oro . nel 1598. Giov. FRANCESCO ( 1605 ) capitano in
DIMORA : Pesaro . Fiandra, combattè da prode, ebbe da Venezia
Per tradizione si ritiene capostipite della fa fama, onori e il grado di colonnello . TOMASO,
miglia un BALDASSINO che venne in Italia dalla cav . dei SS . Maurizio e Lazzaro .
Germania al seguito dell'imp. Ottone I nel Il 28 febbr. 1671 il gonfaloniere e i consoli
sec. X, e che questi poi lasciò suo vicario in di Gubbio reintegrarono ANNIBALE col fratello
Gubbio dopo aver cinto a Roma la corona im GIROLAMO e tutta la loro discendenza nella
periale. PacE suo figlio sposò circa il 1000 Pru nobiltà eugubina riconoscendo la loro paren
denza figlia di Armanno degli Armanni conte tela con S. Ubaldo . Gli stessi il 3 marzo 1677
di Agello e signore di molte terre . furono creati Conti in perpetuo con tutti i di
Le cronache ricordano tutti i suoi discen scendenti maschi da Ranuccio Farnese duca
denti , fino a quel GIOVANNI di Luca che di di Parma. ALESSANDRO Enrico figlio di An
sgustato delle lotte fratricide di Gubbio se ne nibale nel 1692 militò nell'armata imperiale
partì esule nella seconda metà del sec . XV e e fu comandante della fortezza di Capuswar
fermò sua stanza a Scapezzano in quel di Se in Ungheria, contro i turchi. Tornato in Italia
nigallia. Fu egli che aggiunse al suo stemma sposò Cleria del marchese Gio. Batta Castelli ,
l'olivo quasi a dimostrare la pace che go patrizio di Terni , ultima di sua fam. per cui
deva nella nuova dimora , e per ricordare Gub ne ebbe i beni, il cognome e lo stemma .
bio vi mise i monti e cambiò le stelle che eranvi Mons. Gio . BATTA referendario dell'una e
nella cometa. Sulla fine del sec. XV però un dell'altra Segnatura ; governatore della Prov .
altro GIOVANNI portò la dimora a Senigallia, della Sabina ( 1741 ) ; di Città di Castello nel
dove vennero ascritti a quella nobiltà e dove 1743 ; di Fano nel 1744 ; di Norcia nel 1751 ;
dal sec . XV al XVII più volte i suoi discendenti di Jesi nel 1755 ; di Montalto nel 1760 ; di
furono assunti all'onore del gonfalonierato. Fermo nel 1764 ; di Ancona nel 1765 ; di Ci
Sui primi del sec . XVIII FRANCESCO MARIA vitavecchia nel 1767 ; della prov . di Campagna
avendo sposata Chiara di Marcantonio Gozze e Marittima nel 1775. Morì nel 1782 .
patrizio di Pesaro , vi trasportò la sua fa Le città di Fermo e Civitavecchia lo ascris
miglia, venendone subito aggregato a quel ceto sero al loro patriziato.
patrizio . Dei personaggi di questa famiglia ALESSANDRO, suo fratello, fu gentiluomo di
ricorderemo: camera di Amalia d'Este duchessa di Modena
SANT'UBALDO, vescovo di Gubbio, protet e ciambellano . Fu ascritto al patriziato di Mo
tore della sua città natale e di tutto il ducato dena il 2 giugno 1775 con tutta la discendenza.
di Urbino, nato i luglio 1073 da Ronaldo di In Pesaro esercitò la carica di gonfaloniere e
Pace e salito alla gloria dei cieli il 16 maggio comandò la guardia civica . Suo figlio FRAN
1158 ; massimo onore e vanto della fam . Bal CESCO (n . 1785 ) naturalista e scienziato insi
dassini . I conti di Montefeltro concessero e i. gne, autore di dotte e pregiate pubbl . in zoo
duchi di Urbino e i Sommi Pontefici confer logia e agricoltura. Accademico dei Nuovi Lin
marono ai Baldassini, quali discendenti di San cei di Roma ; della Colombaia e Georgifila di
t’Ubaldo, ampli privilegi di esenzione di ogni Firenze ; dei Fisiocratici di Siena ; della R. Ac
sorta di dazi , tasse, gabelle, ecc. , concessioni cademia di scienze di Torino ; della S. R. Ac
che furono rispettate fino a quasi tutto il se cademia di Padova ; della Gicenia di Catania ;
colo XVIII . dell'Istituto di Affrica, ecc . ecc. Segretario per
Giov . BELARDINO figlio di quell'Ubaldo che petuo dell'Accademia Agraria di Pesaro ne fu
ben meritò della Patria, acquistò il feudo di il principale fondatore e sostenitore. Consul
Carpiano . tore governatore , ricoprì le più alte cariche
BALDASSINO andò a militare sotto Fede civiche di Pesaro ; vice console del re di Svezia
rico I di Hoenstaufen imperat. con una com e Norvegia , ebbe alla sua morte ( 1857 ) l'onore
pagnia a tutte sue spese. Detto imperatore di pubblica orazione funebre. Da lui nacquero
lo ebbe caro e lo chiamò suo « camerata » ; lo ALESSANDRO ( 1807-1883 ) e CARLO ( 1813-1894) ;
creò conte dell'Impero e gli dette molti feudi questi ricoprì per oltre 40 anni le principali
di qua e di là delle Alpi; TEODORO (n . 1299) cariche pubbliche in Pesaro . Nel 1848 comandò
prode capitano ; CAMILLO con una compagnia il battaglione della Guardia nazionale . Vice
a proprie spese combattè per vari principi, console del re di Belgio fu cavaliere dell'ordine
per Urbano VI e la Rep . veneta . Luzio fu di Leopoldo I e dei SS. Maurizio e Lazzaro .
provveditore di grani per la Rep. veneta ; ebbe Diremo ora delle fam . Castelli e Gozze di
vari figli: a) GIULIANO fu teatino col nome di cui la Baldassini ne è la prosecutrice.
LETTERA B PAGINA 483
La fam . Castelli per tradizione ha per ca- Motto : Nec fulmina timet.
postipite Gondimaro re dei Burgondi che scon- La fam . Gozze fu detta anticamente De Pe
fitto da Clodoveo si rifugiò in Italia a Terni. coralis. Fondò essa la città di Ragusa in Dal
Certo è però che nel sec. X si conosce un « Prin- mazia con ordinamento aristocratico e fu
cipatus Nahartium » sotto il dominio di casa dell'ordine senatorio di detta città. Al principio
Castelli, che vengono chiamati or duchi , or del sec. XVI si trasferì a Pesaro. Qui fu ascritta
marchesi , or conti or Gastaldi di Terni . Al- a tutti i civici onori e dette uomini insigni per
cuni presero parte alle crociate, e furono sempre dottrina e valorosi capitani al servizio dei duchi
di parte guelfa, tanto che l'imper. Barbarossa di Urbino. Si imparentò con illustri famiglie.
tolse loro la signoria di Terni, dandola ai fra- Si estinse nella fam. Baldassini con Chiara
telli del card . Ottaviano Monticelli che fu poi figlia di Marcantonio patrizio di Ragusa, Pe
l'antipapa Vittore II ; ma dopo poco il popolo saro e Senigallia . Innalzava come arma : tron
si sollevò, uccise Gottifredo Monticelli e ri- cato di azzurro e bordato d'oro e di azzurro .
chiamò gli antichi signori. Cimiero : Leone nascente tenente una ruota .
Sdegnato Barbarossa fece mettere a ferro e La Consulta Araldica con Dec. Min . 3 maggio
fuoco Terni . Ma poi per l'accordo tra lui e 1910 riconobbe lo stemma Baldassini con i
Alessandro III papa , i Castelli tornarono nel quarti Castelli e Gozze, e fin dal 1905 dichiarò
1177 quali vicari e capitani perpetui di S. Chiesa spettarle i seguenti titoli :marchese (mpr.) per
e vi stettero fino a metà del sec . XV . Le lotte antichissimo possesso ; conte (m. ) dal 1677;
per Terni e quelle per sostenere gli Angiò di- nobile di Gubbio (mf.); nobile di Pesaro (mf.)
minuirono la ricchezza dei Castelli, ma tuttavia per esservi stata ammessa nel 1786 ; nobile di
furono sempre in grande onore . Papa Clemente Senigallia (mf.) dal 1879 ; patrizio di Modena
VII diceva che se la fortuna fosse stata pari (m. ) dal 1775 ; nobile di Ascoli (mf.) per suc
alla grandezza del nome del card . Orsino d'Aga- cessione della fam. Castelli . Tutti i quali ti
bito Castelli, questi sarebbe stato il più grande toli sono elencati nell'Elenco uffic . nob.
dei suoi sudditi . Uscirono da questa fam . molti Oggi la fam. è così rappresentata .
ecclesiastici, senatori di Roma, gran conne- Marchese e conte UBALDO , nob . di Gubbio,
stabili del regno di Napoli e Sicilia, vicerè, go- Pesaro , Senigallia, Ascoli , patrizio di Modena ;
vernatori, magistrati , capitani, cavalieri di nato a Firenze 2 agosto 1863, sp . Angioletta
Malta e S. Stefano , ecc . ecc . Si imparentarono Zanella, n . a Rovereto 13 agosto 1879 ; morta
con le più illustri e nobili famiglie italiane. 24 ott . 1916 ; da cui :
Furono eredi dell'antichissima fam . dei S. Eu a) ALESSANDRO, nato a Pesaro 1o ottobre
stacchio, baroni romani, e ne assunsero il nome. 1899, tenente di compl . in Piemonte Reale
L'ultimo marchese Gio. Batta Felice Ca- Cavalleria, decorato della croce al merito di
stelli di S. Eustacchio aveva i titoli VI mar guerra 1915-1918 .
chese di Castelforte e del S. R. I., XXII conte b) Emilia , n . a Pesaro 24 sett. 1900 ; sp.
di Melaci , barone romano e Domicello umbro, conte ing. cav. don Aldrighetto di Castelbarco
patrizio di Terni, Roma, Spoleto, Todi , Norcia, Albani -Visconti -Simonetta , n . Milanoggen . 1889.
Forlì , Russi, S. Severino , Rieti, Città di Ca p. c. b. o.
stello e Ascoli . Usava egli la seguente arma :
« inquartato da una croce di rosso ; al 1 ° in
quartato in palo d'Aragona , d'Ungheria , di BALDELLI BONI .
Angiò, di Gerusalemme ; al 20 partito : a) di
rosso al leone di argento ingollante per metà ARMA : Inquartato :
un bambino vestito di verde con le mani e il nel 1 ° e 4º d'az
capo di carnagione e un aureola d'oro intorno zurro alla banda
al capo, e con le braccia aperte ; b) di argento abbassata d'oro
caricata di tre fo
al lupo rivolto di rosso ingollante per metà
un bambino vestito di verde con le mani e il glie d'edera al na
capo di carnagione, questo con aureola d'oro, turale (Baldelli) ;
nel 2 ° e 3 ° spac
e con le braccia aperte ; al 3º di azzurro a due
fasce increspate di argento ; al 4 ° fasciato d'oro cato : a) di rosso
e d'azzurro di 4 pezzi; sul tutto di argento a due stelle di 8
alla torre di due palchi di rosso chiusa di verde » . raggi d'oro ; b ) di
Cimieri : a) Una testa di cervo al naturale con nero alla stella di
in mezzo alle corna una croce d'oro ; b) un 8 raggi d'oro , alla
elefante al naturale con la gualdrappa di az- fascia d'oro sulla
zurro carica di un giglio d'oro . -
Sostegni : partitura ( Boni.). DIMORA : Cortona e Firenze .
Due draghi d'oro, di cui il sinistro alato. Famiglia originaria di Umbertide, che ha per
PAGINA 484 LETTERA B
capostipite Baldo, dottore di leggi , che fu il Il primogenito porta il nome di Cennini col
primo a trasferirsi a Cortona . I suoi discen titolo di marchese .
denti si distinsero specialmente nel campo let La famiglia è iscritta nell'Elenco ufficiale
terario , ma ebbero anche guerrieri in Alfonso in persona di:
di Giorgio e Giovan Battista di Curzio, cava Lodovico e dei figli:
lieri di Rodi nel 1517 e 1667 rispettivamente, Marina , Eleonora , Virginia , Giulia, BALDO ,
mentre Francesco fu maestro di campo della Tecla, AURELIO, FRANCESCO, ANTONINO,
Repubblica di Venezia, e da questa ebbe in nonchè delle sorelle :
compenso vari privilegi. Giulia in Volponi , Anna in Honorati Trion
Girolamo sposò Elisabetta Boni , di famiglia fi, con i titoli di :
patrizia di Cortona , ereditandone il cognome nobile di Perugia , mf.; conte di Fioren
e lo stemma. zuola , m .; marchese, mpr.
t. b.
Ebbe per figlio Giovan Battista, che fu cav .
di S. Stefano ed ebbe da Napoleone il titolo di
barone . Questi fu arciconsolo della Crusca nel
1817 e governatore di Siena nel 1829. Suo fi BALDESCHI EUGENII ODDI .
glio Onofrio fu gran cavallerizzo e gran cac ARMA : Partito : nel 10
ciatore di Vittorio Emanuele II . Il titolo di
conte fu conferito a Giovan Battista e discen d'oro a 2 fasce di
nero ( Baldeschi) ;
denti per Patenti della Regina Maria Luisa nel 2 ° d'argento in
d'Etruria del 29 maggio 1804. Furono ascritti cappato di azzurro
al Patriziato di Cortona con decreto 15 giugno
1758 . a 3 anelletti dello
stesso dell'uno nel
Sono iscritti nell'Elenco Ufficiale Nobiliare
D
l'altro (Oddi ) .
DA
Italiano : DIMORA : Perugia .
a) Discendenti da Antonio di Giovan Bat Questa famiglia è
tista di Girolamo (patrizi di Cortona, mf. ) . un ramo dell'antica
b) RINALDO, di Giuseppe, di Giovan Bat famiglia perugina
tista . Baldeschi detta di
Figli : Lucrezia, Margherita, GIOVAN BAT Porta S. Pietro e dal
TISTA (conte, m.; patrizio di Cortona, mf. ) . la quale uscirono
molti uomini distinti nel giure e fra questi :
8. c . Gentile, Sigismondo e Angelo ; Matteo fu udito
re di rota e poi vescovo ; Niccolò fu cardinale ;
BALDESCHI . Girolamo capitano sotto Carlo IX di Francia ;
Aurelio lo fu sotto il duca Valentino ,
ARMA : D'oro a due In questa famiglia si estinse nel 1680 con
fasce di nero . Pompeo , la famiglia Eugenii che ebbe notevole
DIMORA : Perugia . importanza in Perugia con il conte Simone
( 1285 ) .
La famiglia discen Mariotto ebbe il comando del contado di
de dagli antichi U Perugia nel 1509 ;
baldi e Baldi dive
Giuseppe fu primario lettor di leggi in
nuti poi Baldeschi. patria ;
Personaggi note Marcantonio di Muzio fu avvocato conci
voli furono il profes storiale sotto Alessandro VII;
sore Baldo , giurecon Pompeo fu cavaliere di S. Stefano e castel
sulto morto nell'an lano della fortezza di Ascoli .
no 1400 .
Per quanto concerne la storia della famiglia
Da Urbano VI, eb Oddi, vedi tal cognome.
bero il castello di La famiglia è iscritta nell'Elenco ufficiale
Festino e da Urbano III la contea di Castro .
con i titoli di patrizio perugino , mf .; conte di
Nel 1430 furono creati da Martino V conti Fiorenzuola , m . in persona di PROSPERO, delle
di Fiorenzuola . La famiglia ebbe due cardinali : di lui figlie Francesca e Alessandrina, dei fra
Federico nel 1673 e Benedetto nel 1633. I telli GAETANO Ť , ANDREA ed Agata ; delle fi
suoi membri furono 8 volte ricevuti nell'or glie di Gaetano : Isabella e Lodovica e dei figli
dine di Malta ; 3 vescovi furono uditori di rota di Andrea : Paolina e GUIDO BALDO .
e la famiglia conta anche vari uomini d'arme. 1. b .
LETTERA B PAGINA 485
BALDI . BALDINI.
BALDINI . BALDINOTTI .
ARMA : Troncato : nel ARMA : D'azzurro al
1 ° d'oro all'aquila la banda d'argento.
bicipite di nero DIMORA : Pistoia .
coronata del cam Capostipite certo
po ; nel 20 d'ar di questa famiglia fu
gento a tre bande Daniele di Boffolo ,
di verde e al leone che fissò la sua di
d'oro attraversan mora in Pistoia nel
te sul tutto . sec . XIV . Da lui di
DIMORA : Rimini , Ro scende Marc'Antonio
ma . di Alberico, cavalie
Famiglia riminese re dello Speron d'oro
oriunda di S. Ar e primo ministro
cangelo di Romagna di Niccolò d'Este ,
e affatto distinta dal per il quale trattò
l'omonima precedente. Si vuole che discenda la pace del 1414. Scipione di Antonio condusse
PAGINA 487
LETTERA B
e accompagnata La famiglia è an
da due stelle d'oro tica, originaria da
di otto raggi una Racconigi, con per
in capo e una in sonaggi cospicui già
punta . nel sec. XVI. Il feudo è in casa dal 14 giugno
DIMORA : Firenze . 1581 , epoca della prima investitura, in capo a
Famiglia ascritta FRANCESCO ALBERTO. Sono di questa schiatta
alla Nobiltà fiorenti CARLO TOMMASO , che fu sostituto avvocato fi
na in persona di Za scale generale (20 marzo 1737) , senatore di
nobi di Stefano, cavaliere di S. Stefano , con Piemonte ( 24 maggio 1749 ) ; FRANCESCO , che
decreto de ' 1o luglio 1788 .
sposò Anna Canalis di Cumiana, onde i suoi
discendenti presero il nome di Aliberti Balegno
Discendenti da Vincenzo di Giuseppe. Canale e più recentemente di Balegno Aliberti
f. s. Canale ; GIOVANNI AMEDEO , comandante del
forte di Ceva (2 aprile 1796) ; GIOVANNI , mag
BALDONI . gior generale ( 14 agosto 1862 ) , decorato della
ARMA : Partito : nel croce di Savoia, veterano delle campagne del
1º d'azzurro a 2 1848-49 e del 1859 .
m . 2.
chiavi d'argento
poste a croce di
S. Andrea , accom BALLA (DALLA) .
急 pagnate in capo
da una cometa di ARMA : Partito : di
oro e in punta da rosso e d'argento
tre monti d'oro ; al torrazzo al na
nel secondo spac turale ; merlato al
cato : a) di argen la ghibellina didue
to all'albero ter pezzi, con un al
razzato di verde e bero al naturale,
accostato da due nodrito nel tor
leoni rampanti di razzo, col capo di
argento ; b) a tre bande d'azzurro . argento carico di
DIMORA : Ancona. un'aquila di nero
La fam. è originaria di Montecarotto (Mar coronata d'oro.
che ) . La Consulta Araldica le riconobbe il ti TITOLI : Nobile mf.
tolo di nobile di Montalto (mf.) per discendenza DIMORA : Vazzola
di Domenico e Giammaria ( 1824) come risulta ( Provincia di Treviso ).
dall'Elenco nobiliare ufficiale. Per le benemerenze di PIETRO ANTONIO Dalla
Oggi è rappresentata da : Balla verso la patria , nel 28 dicembre 1801 ,
ENRICO di Leone di Giammaria . egli venne aggregato al Consiglio nobile di Co
Fratelli : ALFREDO, POMPEO, GIUSEPPE . negliano ed i figli ANTONIO BERNARDO , ANGELO
p . c. b. o. MARIA , BERNARDO GIOVANNI , GIUSEPPE Do
PAGINA 488 LETTERA B
Verona, 11 novembre 1864 , di Luigi e di Teo sua volta ebbe due sole femmine, nelle quali
dora Portalupi, con le sorelle : 1. Amalia , n . Ve questo ramo si estinse ai primi anni del se
rona, 18 gennaio 1857, in Francesco Malfatti ; colo XVIII .
2. Beatrice, n . Verona, 8 marzo 1860. Cugini, L'altro ramo invece, che deriva da Fran
figli di Francesco e di Emma Mantovani : cesco di Girolamo , si è mantenuto in vita,
1. CARLO , n . Verona, 28 dicembre 1863 ; 2. Gu ramificandosi alla sua volta .
STAVO, n . Verona , 5 aprile 1867 ; 3. Ida, n . Ve Da Giovanni di Orazio di Francesco deriva
rona, 7 agosto 1868 . il ramo dei Ballati che aggiunse il cognome
p. b. dei Nerli (vedi Ballati -Nerli) .
Dal secondogenito Francesco di Orazio di
BALLAROTO vedi BELLAROTO . Francesco deriva invece l'unica linea Ballati
oggi in vita, che continuò ad occupare ca
riche eminenti nell'amministrazione pubblica
BALLATI . della propria città, e che nel 31 dicembre 1753
fu ascritta al Patriziato di Siena .
ARMA : D'azzurro al NELLO di Pietro di Orazio .
la banda d'oro ac
compagnata in ca Figli : Tito e Anna .
po da una stella g . C.
di sei raggi dello
stesso . BALLATI NERLI .
DIMORA : Siena.
Famiglia potente ARMA : Inquartato :
fino da epoca remota al 1 ° e al 4º d'az
in Siena, ma di cui zurro alla banda
i documenti genealo d'oro accompagna
gici più antichi non ta in capo da una
risalgono oltre il se stella di sei raggi
colo XIII . Così tro dello stesso (Bal
viamo per caposti lati ) ; al 2 ° e al 3 °
pite di essa un Guiduccio, che fu avo di Naddo, palato di argento
detto il Ballata, che nel 1295 fu dei Consigli e di rosso alla fa
di Siena per il terziere di S. Martino . scia d'oro attraver
Meo , figlio del Ballata, non sembra aver co sante (Nerli).
perto cariche pubbliche, ma i suoi tre figli CIMIERO : Un'aquila
occuparono tutti posti importantissimi nella di nero coronata
Repubblica ; Simone fu del Consiglio per il ter d'oro, tenente nel
ziere di Camollia nel 1382 e priore dei riforma becco una stella dello stesso .
tori nel 1383 ; Francesco fu del Consiglio nel DIMORA : Firenze e Siena .
1373 e capitano del Popolo nel 1383 ; Filippo Questa famiglia è il ramo primogenito della
risiede insieme al fratello , nel 1373 . stirpe dei Ballati, che deriva da Giovanni di
Meo di Simone fu dei Signori nel 1410 e Orazio di Francesco, il quale, nei primi de
fu padre di Jacopo e di Filippo, che anch'essi cenni del XVII secolo, sposò Leonora de'
furono del Consiglio, respettivamente nel 1431 Nerli , dama d'onore di Caterina de' Medici ,
e 1439 . duchessa vedova di Mantova e governatrice
Anche i discendenti di questi continuarono di Siena. Quando a Caterina successe nel go
ad occupare le somme cariche della Repubblica, vernatorato della città il principe Mattias, Gio
mentre la famiglia si manteneva in un sol vanni Ballati fu nominato gentiluomo di ca
ceppo . senza ramificazioni collaterali, fino a mera del principe mediceo, vivendo sempre
Girolamo, risieduto nel 1525 , coi figli del quale alla sua corte .
la famiglia si divise in più rami . Orazio suo figlio fu chiamato in Francia
Da Giovanni di Girolamo, anch'esso ri dallo zio materno Francesco Nerli , ambascia
sieduto nei Consigli del 1548, deriva un ramo tore di Mantova a quella Corte . Dopo qualche
che godè di cariche pubbliche e di alte onorifi tempo il Nerli tornò in Mantova e, non avendo
cenze, avendo un cavaliere di Malta con Fran discendenza, adottò il nipote, dandogli in mo
cesco Alessandro di Girolamo di Adriano, men glie la marchesa Ippolita Rossi di S. Secondo .
tre Adriano suo fratello vestiva l'abito di Così Orazio aggiunse il cognome e lo stemma
S. Stefano . dei Nerli; essendogli pervenuto il marchesato
Adriano ebbe un solo figlio maschio, che a di Valderro lo permutò con quello di Villa
PAGINA 490 LETTERA B
m . 2. Torino.
Anticafamigliapa
trizia milanese, che
* BALSAMO . vestì l'abito di Malta nel 1617 con FRANCESCO e
quello di S. Stefano con SCIPIONE nel 1565. Rosa
ARMA : Partito : nel Balsamo, moglie di Giulio Cesare Crivelli, vica
1 ° semipartito di rio di Provvisione, istituì erede il nipote Giusti
oro e di rosso, niano Balsamo coll'obbligo di assumere il cogno
troncato d'azzurro me Crivelli . Il padre di quest'ultimo , GIUSEPPE,
all'uccello margo giureconsulto collegiato, sposò Rosa d'Esman
ne del suo colo dia, figlia ed erede del marchese don Michele ,
re, posto nel primo; senatore reggente; questi nel 1727 era stato in
posato sullo spac vestito del feudo di Zelo Surigone per appoggiar
cato ( Balsamo ) ; vi il titolo marchionale, con facoltà di trasmet
nel 20 d'azzurro , tere i medesimi alla figlia Rosa e figli suoi in
alla vipera d'oro ordine di promogenitura maschile. I Balsamo
(Viperano ). Crivelli figurano iscritti nell'Elenco Ufficiale
DIMORA : Messina . coi titoli di patrizio milanese per maschi, di
È un ramo della marchese di Zelo Surigone, con trasmissione
nobile famiglia Vi primogeniale mascolina e col trattamento di
perano di Messina, che assunse verso la metà don e di donna .
del secolo XVII il cognome della nobile fami Cfr . ASM . , Araldica . a. 8
glia Balsamo per l'adozione che Giuseppe Bal
samo barone di Cattasi fece del proprio nipote
Gaspare Viperano. * BALSAMO DI LORETO .
Un Francesco acquistò il titolo di principe ARMA : Troncato : di
di Bellacera . rosSO e di nero
Il 10 aprile 1759 ottenne di aver commu al capo-palo d'ar
tato detto titolo in quello di Castellaci. gento carico di u
na colomba al na
Un Giuseppe, principe di Castellaci, barone turale .
della Statera per investi ira del 10 agosto
dell'anno 1801 fu creato cavaliere costanti
Dimora : Napoli .
Per refuta fatta
niano .
del titolo di conte
Con Regio Decreto Ministeriale del 21 gen di Loreto da Giovan
naio 1879 la signora Anna Balsamo (Viperano) Battista Cafaro, du
e Avarna (di Francesco, di Giuseppe predetto) ca di Riardo e prin
dama di Palazzo di S. M. la regina Marghe cipe di Melissano, fu
rita e moglie a Salvatore Marullo, ottenne con R. D. 11 giugno
riconoscimento del titolo di principe di Ca 1893 , investito del
stellaci. detto titolo il signor Gennaro Balsamo . In con
ANNA BALSAMO è iscritta nell'Elenco Uffi seguenza di ciò , trovasi iscr . nell'El . uff. e nel
ciale Nobiliare Italiano con i titoli di : principe Libro d'oro nob . it . col titolo suddetto , GEN
di Castellaci, barone della Statera, barone della NARO di Francesco Balsamo, padre del tenente
Decima di Agnelli e Pecore di Taormina. Achille eroicamente caduto sul campo del
a . di c. l'onore alla vigilia dell'armistizio. 0. p .
PAGINA 492 LETTERA B
d'azzurro ad un da 2 cigni di ar
cane passante al gento soranti ac- 2
costati posti sopra
naturale portando un fiume al na
sul dorso un pic
colo vaso di oro . turale in punta, e
fissanti 2 stelle di
DIMORA : Napoli.
Famiglia originaria di Messina , dove faceva argento messe sot
to la fascia verso destra .
parte di quella Mastra nobile . Ebbe varii ca DIMORA : Montesicuro (Marche).
valieri di Malta , e fra gli altri quel Girolamo La fam . Baluffi è originaria di Ancona .
che morì nel 1565 nel memorando assedio di È da ricordare GAETANO vescovo di Imola,
questa ultima città . Passata in Terra d'Otranto poi arcivescovo di Camerino e poi creato car
fu aggregata al primo ordine civico di Galli dinale di S. R. Chiesa dal Sommo Pontefice
poli , ed in seguito reintegrata alla nobiltà di papa Pio IX il 21 dic . 1846.
Messina . Feudataria dal 1719 , fu decorata del La Consulta Araldica riconobbe a questa
titolo di marchese il 14 dic . 1797 , titolo che famiglia il titolo di nobile di Camerino nei
venne infisso sulla terra di Specchia . È iscr. maschi e nelle femmine con discendenza di
nell'El. uff. col titolo di marchese di Specchia Antonio ( 1843 ) e ciò risulta dall'Elenco nob.
( mpr. ) nelle persone discend . da Carlo primo uffic . per le Marche del 1908 .
concessionario del titolo marchionale nel 1797 . Oggi la famiglia è rappresentata dai fratelli :
Esistono rappresentanti di questa famiglia , Luigi , GIACOMO e GIUSEPPE .
dei quali non si conosce l'esatto stato personale . P. c . b . o .
0. P.
* BALSANO .
* BALZANI .
ARMA : Di oro, al
monte di nero , sor ARMA : D'azzurro a
montato da un ca due gambe di ca
vallo di rosso. vallo poste in cro
DIMORA : Palermo . ce di S. Andrea ,
Portata da Vicari recise di rosso ,
in Palermo da un col capo d'Angiò .
Gaetano Maria , che, DIMORA : Roma .
a 18 novembre 1771 , La famiglia ha ori
ottenne la cittadi gine da Bologna, ove
nanza palermitana e, ebbe parecchi dottori
con privilegio del collegiati ed anziani
l'8 dic . 1771 ottenne in quel comune. Gio
il titolo di barone di vanni Girolamo 1658
Daina e Opezzinga . 1735 , fu pittore e
Un Salesio fu sindaco della città di Palermo scultore . Pittore fu
negli anni 1861 e 1867 , commendatore del anche Giuseppe ; Ugo nato nel 1847 fu scrittore
l'ordine della corona d'Italia , ecc . Con D. M. italiano e inglese. Bordocchio, poeta è ricor
24 aprile 1903 il signor EMANUELE Balsano e dato nella « Secchia rapita » del Tassoni ; Emilio
Colletto , di Gaetano, di Emanuele, di Gaetano fu arcade. Sisto V, il 26 maggio 1587 li creò
Maria predetto , ottenne riconoscimento del ti conti palatini con successione maschile . Tale ti
tolo di barone di Daina e Opezzinga. Sono suoi tolo fu confermato il 30 settembre 1842 e ri
figli: GAETANO, FRANCESCO SALESIO , Anna e conosciuto con D. M. 16 agosto 1899 in per
Concetta a . di c . sona di VINCENZO . del figlio CORRADO, dei ni
LETTERA B PAGINA 493
poti ANNIBALE, ENRICO, Elena, ULISSE, Ga Aragona, sia per la vastità ed importanza dei
briella , dei fratelli di Vincenzo, ANNIBALE e loro feudi , sia per le elevate cariche che essi
UGO † ; dei figli di Annibale : Andreola, occuparono, sia per i frequenti parentadi con
Maria, GIORGIO, CLEMENTE, Carlotta, GABRIE dinastie regnanti, come oltre l'accennato di
LE, nonchè delle figlie di Ugo : Guendalina Bertrando, quello di Francesco, figlio di lui ,
in Valenzin e Nora . primo duca d’Andria, in seconde nozze con
1. b . Margherita d'Angiò ; dei loro figli Antonia e
Giacomo, la prima dei quali sposò Federico III
* BALZO (del) . d'Aragona, re di Sicilia, ed il secondo Agnese
d'Angiò ; quello d'Isabella, figlia di Pirro, prin
ARMA : Inquartato : cipe d'Altamura, uno dei più potenti signori
nel 1° e 4 ° di del regno, che sposò Federico d'Aragona , ultimo
rosso alla stella a re di Napoli di tale stirpe .
16 raggi di argen Con detto Pirro, premortogli il figlio Fede
rico, conte d'Acerra , marito di Costanza d'A
to ; e nel 2 ° e 3 °
d'oro alla cornet valos, fini la linea primogenita di Montesca
ta d'azzurro legata
scaglioso ed Andria, come pur si estinsero le
e guarnita di rosso .
linee discendenti dal fratello di lui Angliberto .
DIMORA : Napoli . I del B. di Napoli discendono da Battista,
Storica famiglia di al quale re Ferrante I d'Aragona in rimunera
chiara, antichissima zione dei grandi servigi militari, diede nel
origine . Dalla Pro 1465 i feudi di S. Croce e Casa Selvatica e
venza, ove era già il metà di Mirabello nel Molise . Moglie di Bat
lustre e potente per tista fu Cecca di Monfort , nipote di Guglielmo
conte di Campobasso , dalla quale nacquero
numerose e cospicue Vincenzo e Francesco , che per aver sposato
signorie, passò in Italia alla venuta di Carlo I
d'Angiò, fra gli altri con un Barral, già signore delle gentildonne dell'antica casa d'Argenzio
dello Stato di Balzo (Balcio, Baltio, Baucio, di Capua, chiesero ai principii del sec . XVI
di essere aggregati a quella cittadinanza e
Baux) . Figli di Barral furono Cecilia, detta
per la sua bellezza « Passerose » sposa di Ame nobiltà, alle quali furono ammessi con speciali
onori. Da Vincenzo discese il ramo dei baroni
deo IV conte di Savoia, e Bertrando che di
stintosi nella battaglia di Benevento venne, in di S. Croce, estintosi nei primi anni del sec .
seguito, da re Carlo creato conte di Avellino, XVIII ; da Francesco quello dei signori di Schia
divenendo capostipite di uno dei più illustri vi , che si suddivise : nella linea dei duchi Schia
rami della famiglia, ramo che s'estinse nel 1426 vi (concess. del titolo ducale 1681 ) estintasi
con Alice del Balzo vedova di Corrado, conte nel XVIII sec . con Eleonora, moglie di Fran
di Fribourg e Neuchâtel . cesco Muscettola principe di Leporano; in
quella dei duchi di Caprigliano (concess . 1696 )
Altro Bertrando, signore di Berre, seguì estintasi pure nel sec. XVIII con Nicoletta ,
Carlo d'Angiò, coi figli Ugo e Bertrando II . principessa di S. Vito ; in quella dei baroni e
Da quest'ultimo ebbe inizio altro illustre ramo poi ( 1734 ) duchi di Presenzano ; in quella dei
della Casa, quello dei conti di Montescaglioso duchi di Caprigliano per nuova concessione del
e duchi d'Andria, arricchito in seguito di altri titolo nel 1749, ed in un'altra su gli attuali
eminenti titoli , come di conte di Bisceglie, di rappresentanti della quale mancano dati precisi .
Copertino, duca di Venosa, principe di Alta Si riattacca il detto ramo di Battista ad
mura, ecc. Il detto Bertrando III , sposò in un fratello secondogenito di Guglielmo, duca
prime nozze la p.ssa Beatrice figlia del re Carlo di Andria , Bianchino , come, oltre per la tra
II d'Angiò, e vedova del marchese di Ferrara dizione più volte secolare , e le attestazioni di
d'Este, che gli portò in dote la contea d'An noti genealogisti specie del sec . XVI , per la
dria , ed in seconde nozze Margherita d'Aulnay, legale dimostrazione che ne fu fatta innanzi
vedova di Luigi conte di Fiandra . Fu senatore al collaterale Consiglio del regno di Napoli nel
di Roma e rappresentante del re nel 1323 , ca 1615 dai cugini Scipione e Geronimo del Balzo,
pitano generale in Toscana dal 1326 al 1330, e quando chiesero ed ottennero la riammissione
coprì per lunghi anni la carica di gran giusti in possesso dell'antica cappella dei del B. sita
ziere del regno . nella real Chiesa di S. Chiara di Napoli , cap
Assai rilevante fu la parte che numerosi pella della quale la famiglia ha tuttora il li
componenti della Casa, una delle sette grandi bero e pieno godimento .
Case del regno, presero negli avvenimenti po Questo stesso ramo ha avuto a sua volta
litici del reame sotto le dinastie d'Angiò e di illustrazioni proprie. Feudatario come s'è vi
PAGINA 494 LETTERA B
sto dal 1465 , è stato numerose volte, sin dal c) Maria del Rosario , n . II maggio 1892,
1590, ammesso nell'ordine di Malta ; è stato spos. cav . Ugo di Mauro .
insignito di ben cinque titoli ducali , dei quali d) PASQUALE, n . 14 ott. 1893, ferito e de
quattro con predicato feudale, ed uno, nel corato croce di guerra .
1868, sul cognome , come di altro, pur sul e) Carmen , n . 23 febbr. 1895 .
cognome, ma comitale, nel 1830 ; fu decorato 1) GERARDO, n . 4 maggio 1896, uffic . di
di alti ordini cavallereschi e riconosciuto più artigl. di complemento e decorato croce di
vote nella sua antica nobiltà in occasione delle guerra .
pruove per l'ammissione nelle RR. Guardie g) Margherita , n . 18 ott. 1897, spos. Al
del Corpo, dando in ogni tempo uomini pre berto Ressel . uff. di cavall,
clari nelle armi, nel sacerdozio, nelle pubbli h) Enrico, n . 22 luglio 1899, uffic . d'ar
che amministrazioni, fra cui, oltre il su ricor tiglieria di compl . e decorato croce di guerra ,
dato Battista, Vespasiano condottiero di gente spos. ad Elisabetta Gargiulo.
d'armi, che ottenne pel suo valore il ducato i) MARIO, n . 9 sett . 1900, uff. di artig . di
di Schiavi nel 1681 ; Francesco, munifico signo complemento .
re che fondò il monastero di S. Giovanni 1) CARLO, n . 15 dic . 1902 .
Battista in Capua ; Gregorio, generale m) Beatrice, n . 16 luglio 1904.
dei Teatini nel 1698 .; Giuseppe Maria, abate n ) Giov . Batt . n . 22 sett . 1905 .
di Montecassino dal 1817 al 1821 ; Francesco , 0) BERTRANDO, n . 24 nov. 1906 .
generale nell'esercito napoletano, marito in p) Clara, n . 3 agosto 1909.
prime nozze della regina Isabella , vedova del 9) Luigi, n . 8 luglio 1911 .
re Francesco I delle Due Sicilie . Dei due ra 4° FILIPPO, n . 19 aprile 1868, cav. di giustizia
mi dei del Balzo, Presenzano e Caprigliano, il ord . di Malta, comm . Corona d'Italia .
primo è rappresentato da NICOLA, di Nicola, 5° Felicia, n . 14 nov. 1869, spos . (1900) al
di Pasquale, duca di Presenzano (mpr.) , nobile c.te Eduardo Garin di Cocconato .
di Capua (m . ) , cav . d'onore e dev. ord . di 60 Carolina, n . 23 mag. 1871 , spos. al nob.
Malta , n . in Napoli il 24 dic . 1884 dal detto Giulio de Luca di Lizzano .
Nicola e dalla † Enrichetta Ciccarelli marchesa 7° GIOACCHINO, n . 19 sett . 1873 , uff. r. marina ,
di Cesavolpe, spos. in Napoli alla nob. Maria spos . 8 febbr. 1902 alla nob . Giuseppina Mal
Consuelo Alvarez de Toledo dei duchi di Bi vinni Malvezzi dei duchi di S. Candida .
vona, dama dell'ordine di Malta . Figli : a) GIULIO , n . nov. 1903, addetto con
Zii ( figli del fu Pasquale marito in prime solare, dott . in giur., cav . di giust . ord . di
nozze della fu Concetta Bassano di Tufillo , ed in Malta .
seconde nozze della fu Giulia dei m.si Brancia) : b) Vincenza , spos. ad Alberto Visocchi,
1 ° GENNARO n . 12 dic . 1859, spos. 20 marzo nata 18 dic . 1904 † 12 genn . 1927 .
1897 alla nob. Maria Giovanna Granito dei c) Maria Rosaria, n . 27 sett. 1906.
principi di Belmonte. Linea secondogenita di Presenzano .
Figli di Gennaro : Conte, comm . GIUSEPPE, fu conte generale
a) RAIMONDO, n . 14 genn . 1898, magistrato , Francesco, e fu nob. Giulia Carignani dei duchi
cav. di giustizia ord . di Malta . di Novoli n . in Napoli 15 febbr. 1871 , spos.
b) GIOACCHINO, n . 17 giugno 1900, spos . ivi 26 gennaio 1891 alla nob. Laura Caracciolo
nel 1924 a Ida Lanzara , ufficiale di artiglieria Rocco Stella di S. Eramo. Figli (nati tutti in
di complemento, cav, di dev , ord : di Malta Napoli):
Figli : RAIMONDO , n . 1925 ed Emilia, n . 1926. a) Giulia, n . 2 genn . 1892 , spos . a Euge
c) Maria, n . 29 luglio 1901 , sp. Pio Petrillo . nio Pirisi, magg. di art.
d) Stefania, n. 15 sett. 1902 spos , Gabriele b) Emmanuela , n . II dic . 1893 .
Battista . c ) Maria , n . 30 marzo 1895 .
e ) ed 1) FRANCESCO ed ANTONIO, gemelli d) Bianca , n . 15 agosto 1899 .
n . 6 nov . 1903 . e) ERNESTO, n . 7 agosto 1902 , uff. di cavall .
g) Laura, n . 17 maggio 1908 . Il ramo di Caprigliano è rappresentato da
20 (seconde nozze) Maria, n . 23 dic . 1861 , ERNESTO, di Francesco, di Raffaele, duca del
spos. cav. Giuseppe de Jorio. Balzo, duca di Caprigliano (mpr.), nob. di
3° FRANCESCO (n . 1863 † 1916) , spos. 27 giu Capua ( m .), n . in Napoli, 11 aprile 1845 , spos.
gno 1889 a Carolina Pugnetti. il 25 febbr. 1868 a † Lady Dorotea Walpoole
Figli di Francesco (nati tutti a Napoli ) : di Orazio, c.te di Orford, pari d'Inghilterra.
a) Giulia , n . 27 aprile 1890, vedova ( 1927) Sorella : Adelaide, n . in Napoli 10 genn . 1843,
Muratori. dama di Pal. di S. M. la Regina Madre, ved.
b) Anna, n . 26 apr. 1891 , spos . al nob. Francesco Pignatelli, principe di Strongoli .
Sideo Sale . Zio cugino: GIOVAN BATTISTA, di Vincenzo
LETTERA B PAGINA 495
spos. 11 dic . 1897 alla nob . Maria d’Ayala monte di sei cime
Valva dei marchesi di Valva . Figli di Antonio di verde sorgente
(nati tutti in Napoli): a) GIOVANNI BATTISTA, dal mare ondoso
n . 3 nov. 1898, dott . in giur. ten. compl. 1 ° e sostenente una
granatieri, ferito e decorato di med . al val . cav. aquila spiegata di
S. O. M. di Malta, spos . 29 aprile 1922 a Clo nero e due garo
tilde Capece -Minutolo di Bugnano, dei duchi di fani d'argento
Miranda, da cui : VINCENZO ALISSANDRO , n . 25 gambati e fogliati
febbraio 1923 , Maria Teresa, n . 10 agosto 1924 , e
&
di verde moventi
w
gemelli ANTONIO e FRANCESCO, n. 28 luglio 1926 . dalle due cime la
b) LUCIANO , n . 11 nov . 1899, ten . cavall . , terali più basse
decor. croce di guerra, di med . dei vol. di DIMORA : Pistoia .
guerra, cav. S. O. M. di Malta, ed insign . del Famiglia origina
l'ord . danese di Danebrog. ria di Montemagno, che fino dai primi del
c) Teresa, n . 7 nov . 1900. sec . XV si trasferì in Pistoia dove la troviamo
d) Maria Antonia, n . 25 agosto 1902 . elevata ai primi onori in persona di Niccolò di
e) Dorotea, n . 25 luglio 1904 . Guglielmo, gonfaloniere di giustizia nell'anno
D) ERNESTO , n . 2 aprile 1906. 1420 : carica goduta poi da molti altri dei suoi
20 VINCENZO, n . in Napoli 9 nov . 1860, dott. successori.
in giur. consigliere di prefettura a riposo, cav. Vestì l'abito di Malta e quello di Santo
uff. Corona d'Italia e cav . Mauriziano. Stefano : e fu ascritta al Patriziato pistoiese il
14 aprile 1755 e al Patriziato di Ferrara il
0. P.
6 maggio 1758 .
GiovaN FRANCESCO di Alessandro di Giovan
BANCA ( DALLA ) . Francesco di Pietro .
Figli: Cesarina, Anna Maria, Bice .
ARMA : Troncato : a CESARE di Alessandro di Giovan Francesco
scaglione,' d'oro e di Pietro .
di rosso , con losca Figli: ALESSANDRO e Olga.
glione di nero sulla Figli di Alessandro : Maria Grazia , Giulio
partizione, carico CESARE .
di due leoncini di f. s .
oro affrontati.
TITOLI : Nobile, mf.
DIMORA : Orgiano BANCHIERI .
(Vicenza) . ARMA : Troncato :
Questa famiglia ri con la fascia di
trae la nobiltà dal
l'aggregazione fino argento sulla par
tizione ; il 1 : di
dal 1541 al Consi rosso al leone d'o
glio nobile di Vi
cenza . GIOVANNI FILIPPO fu generale collate
ro illeopardito, te
rale della Rep. Ven . nel sec . XVII . - PIETRO nente uno schiop
GIUSEPPE ADRIANO e LUIGI MARIA FRANCESCO po al naturale , po
vennero confermati nella nobiltà con S. R. A. sto in banda ; il 20
8 luglio 1820. Sono iscritti nell'Elenco ufficiale d'oro al giglio di
azzurro .
col titolo di nobile mf .: GIULIO CESARE, n . Or CIMIERO : Il leone
giano, 6 novembre 1878 , di Ferdinando e di
del campo na
Teresa Bressan , spos . Orgiano, 14 febbraio
scente .
1906 con Margherita Caliari, da cui: 1. Jo TITOLI : Nobile, (mf . )
landa , n . Orgiano, 12 nov . 1907 ; 2. Teresianna,
n . Orgiano, 18 febbraio 1910 ; 3. Maria Vittoria , DIMORA : Feltre, Valdobbiadene, Treviso, Lo
n . Orgiano, 16 febbraio 1919. Sorella di Giulio nigo .
Cesare : Anna Maria , n . Orgiano, 24 gennaio Con diploma 9 agosto 1569 Giovanni III,
1877 re di Svezia, concedeva a TADDEO Banchieri
p. b. ed ai suoi figli ed eredi di unire allo stemma
PAGINA 496 LETTERA B
un leone d'oro ed altre insegne usate dai ca Orlando, nipote di Bandinello , fu eletto al
valieri ed il diritto di godere di tutte le no pontificato col nome di Alessandro III : onde
biltà, privilegi ed immunità solite dei nobili. il cognome Paparoni. I membri di questa fa
La Rep . Ven . con diplomatica investitura miglia sono risieduti
6 giugno 1787 confermava ai discendenti del nelle prime magistra
suddetto Taddeo il titolo di nobile di Svezia ture della città di
e ne ordinava la iscrizione nell’A . L. T. Per Siena ed hanno avu
tale requisito nel 13 giugno 1903 i fratelli to elevate cariche di
FRANCESCO , GIOVANNI BATTISTA, BERNARDO E corte sotto i Medici ,
GIOVANNI BATTISTA GIUSEPPE di Antonio fu come Volunnio di
rono aggregati al Consiglio nobile di Feltre, Alessandro, che fu
nobiltà che fu loro confermata con S. R. A. aio di Cosimo III . Il
27 ottobre 1822. Sono iscritti nell'Elenco uf figlio del detto Vo
ficiale col titolo di nobile (mf. ) i viventi fra lunnio, Ranuccio, di
telli , figli di Giovanni Battista e di Angela spose con suo testa
Maria Calvi: 1. ALFREDO, n . Feltre, 12 giu mento in data 16 ot
gno 1889 ; 2. CHIARA, n. Feltre 24 ottobre 1891 tobre 1702 , che mo
( Feltre) ; - Alba di Giov. Taddeo e di Teresa rendo senza discen
Bacchetti , n . Quero 24 aprile 1842 (Padova ). denti suo figlio Volunnio, fosse chiamato alla
Nipote : Teresa, n. Treviso, 2 luglio 1880, di successione il cavalier Mario di Domenico An
Giangiacomo e di Giuseppina Mandruzzato , in tonio Bianchi , con obbligo di assumere l'ar
cav. Domenico Fiorioli . Figli di Lodovico Giu ma e il cognome del testatore : verificatosi
seppe e di Claudia Mandruzzato : 1. LUDOVICO il caso, il magistrato della Balìa di Siena ap
GIUSEPPE Giov. n . Quero , 14 gennaio 1881 , provò nel 1765 tali disposizioni , determinando
spos. Quero, 21 giugno 1921 con Assunta Berton , peraltro che dovessero valere per i soli pri
da cui: a) GIOVANNI ANTONIO, n. Treviso, 12 lu mogeniti .
glio 1922 ; b) ALBINO, n . Feltre , 18 novembre La famiglia Bianchi, ammessa al godimento
1924 ( Valdobbiadene) ; 2. Carolina Teresa, nata delle supreme magistrature della città di Siena
Quero, 12 dic. 1884 , in prof. Bortolo Pontini nel 1503 in persona di Giacomo di Gero, era
( Treviso ); 3. GIUSEPPE Giov. GIACOMO, nato stata ascritta al Patriziato di quella città con
Quero , 28 dic. 1888, spos. con Maria Coletti , decreto del 26 marzo 1753 : quella Bandinelli
da cui : GIUSEPPE , n . Feltre, 17 febbr . 1929 Paparoni, con decreto 15 luglio dello stesso
( Feltre) ; 4. GIOVANNI MARIA, n . Feltre , 8 marzo anno .
1890, spos. con Pia Corrà , da cui : a) GIUSEPPE MARIO , VITTORIO e ORAZIO di Giulio .
Taddeo , n . Feltre 5 ottobre 1915 ; b) Claudia, Figlio di MARIO : RANUCCIO .
n . Quero, 6 ott. 1916 ; c) Vittoria, n . Quero, Figli di Orazio : BANDINELLO, Margherita.
10 aprile 1919 ; d) DOMENICO , n . Feltre il no . s.
vembre 1920 ; e) Rosetta, n. Feltre, 29 aprile
1922 ; 1) Maria Carla, n . Feltre, 12 nov. 1923
g) Pier Giov. , n . Feltre, 22 settembre 1925 BANDINI .
( Feltre) ; 5. UMBERTO GEROLAMO, n . Feltre, ARMA : D'oro allo
27 nov . 1892 , spos . con Anna Zucchella, da
scudetto di rosso
cui: a) GIANCARLO, n . Cornuda, 5 giugno 1921 ; caricato di una
6) Marcella, n. Gorizia , 2 agosto 1923 ( Lonigo);
6. Maria Antonietta, n. Quero, 28 luglio 1894, croce potenziata di
argento , e circon
in rag . Giuseppe Zaupa; 7. GIANGIACOMO, dato da due ser
n . Quero, 15 sett . 1897 (Treviso) . penti di verde con
p. b.
le code e le teste
decussate .
BANDINELLI PAPARONI già BIANCHI . CIMIERO : Due brac
ARMA : D'oro diaprato accompagnato nell'ango cia di carnagione,
+
( Siena e Firenze ) , ma fin dal sec . XIV essa guenti titoli : patrizio di Camerino (mf.) ; pa
figura tra le principali e nobili di Camerino . trizio di Macerata (mf.); nobile dei marchesi di
Ebbe suoi membri che vestirono l'abito del S. Lanciano e Rustano (mf.).
M. Ordine di Malta. Nel 1535 l'imperatore Oggi la fam. è rappresentata da :
Carlo V la decorò del titolo comitale; ed ALES- ALESSANDRO, di Guido di Cornelio n . a Tre
SANDRO Bandini fu creato marchese di Lan- viso 2 genn . 1871 , sp. Macerata 28 nov. 1895
ciano e Rustano in linea primogeniale con chi- Adele nob. Tommassini Barbarossa n. Ancona
rografo 30 maggio 1753 da Benedetto XIV . 2 genn . 1873 ; da cui :
Fra MELCHIORRE ( 1399-1573) rinomato per a) Elisabetta , n . a Macerata 15 sett . 1896 ;
dottrina e valor militare , cavaliere dell'ordine sp. dott. Adelchi Pantaleoni, 29 ott. 1913 .
Gerosolimitano , e per esso cancelliere generale b) Maria, n . a Montelupone 31 ott . 1897 ;
a Rodi dove tuttora nel Palazzo dei Cavalieri sp. Francesco Saverio dei conti de Bosdari pa
vedesi scolpito il suo stemma , visitatore e cor- trizio di Ancona , 22 marzo 1922 .
rettore della Francia nel 1446, Presidente e P. c . b . 0 .
procuratore generale per l'ordine alla Corte
di Roma e per lo stesso oratore presso Paolo II. * BARACCA .
Ebbe le commende di Brindisi , Camerino,
ARMA : D'argento al
Mugnano, Norcia e Arquato e il suo, nella
parità di voti , fece cadere l'elezione del cavallo allegro , i
Gran Maestro su fra Battista Orsini priore di nalberato, di ne
Roma .
LEONARDO ( 1451-1512 ) condottiero famoso
di papa Giulio II che lo fece castellano di Pe-
ro ; col capo d'az
zurro a tre stelle
di sei raggi d'oro
G
299
Motto : Ad maiora .
saro da lui recuperata alla Chiesa contro Ga DIMORA : Lugo .
leazzo Sforza .
Con decreto 17
CORNELIO ( 1497-1545 ) celebre nel suo tempo .
marzo 1927 S. M.
Unito a Pietro Strozzi (poi maresciallo di Vittorio Emanuele
Francia) combattè a Montemurlo e da solo
sostenne l'urto dei fiorentini, coprendo la ri III si compiacque
di concedere il titolo
tirata dei francesi ; ma vi restò prigioniero .
In riguardo però del suo valore, il duca Co- personale di conte a
simo lo liberò non solo ma ordinò che il suo ENRICO di Francesco
ritratto fosse dipinto a Palazzo Pitti come Baracca, nato a Lugo nel 1854. Era suo figlio
esempio di valor militare (cfr. C. Lili Historia l'eroico aviatore FRANCESCO , maggiore di ca
di Camerino ). Fu al servizio del re di Francia valleria, decorato dell'ordine militare di Sa
come tenente generale insieme al suo amico voia, di medaglia di bronzo, di due medaglie
Pietro Strozzi . Pugnando in Piemonte fu fe d'argento e di medaglia d'oro durante la grande
rito e morì. guerra, morto il 19 giugno 1818 nella battaglia
Nel sec. XVI sono poi da ricordarsi valenti del Piave. u . d.
condottieri CORNELIO II e ANTONIO e GIAM
BATTISTA capitano della Repubblica Veneta fra BARACCO vedi BARRACCO .
il 1560-65 .
Nel sec . XVII GIAN FILIPPO e nel sec . XVIII * BARATELLI .
un ALESSANDRO munifico mecenate .
Alla fine del sec. XVIII la famiglia Bandini ARMA : Inquartato :
si divise in due rami originati dai fratelli nel 1 ° e 4º d'az
Carlo e CORNELIO III figli di Sigismondo di zurro al bracco al
Alessandro . naturale corrente
Il primogenito marchese Carlo ebbe da papa su una campagna
Pio IX nel 1869 il titolo di principe romano e di verde ed accom
poi avendo sposato la principessa Cecilia Giu- pagnato in capo
stiniani aggiunse al suo questo cognome ed da una stella (6)
ottenne l'arma e i titoli di casa Giustiniani; d'oro ; nel 2 ° e 3 °
la sua famiglia è tuttora fiorente in Roma . di rosso a due
Il secondogenito restò a Camerino ed ha zampe di leone al
continuato la famiglia che è quella di cui si naturale poste in
parla ; a lui e ai suoi discendenti la Consulta decusse ; sul tutto ,
Araldica (come dall'Elenco nob, uff. delle Mar- partito d'oro e di
che, 1908 ) fin dal 1906 ha riconosciuto i se- nero caricato di due rami di olivo posti in de
Araldica 32
PAGINA 498 LETTERA B
i triangoli nell'arma erano sostituiti da qua tato sulla divisione degli incrementi fluviali;
drati , un MASSIMILIANO e un MARC'ANTONIO nel 1616,
Non si sa se i « De Barateriis » provengano da un FRANCESCO di Ottaviano nel 1685 furono
Genova o da Bologna ; li troviamo già a Pia arruolati nella compagnia dei cavalieri e gen
cenza sui primi del dugento. Un Guido fu tiluomini della cornetta bianca della città di
consigliere di Oberto Visconti podestà di Bo Piacenza e così un PIER Luigi nel 1618 ; un
logna nel 1206 e nei due anni successivi venne altro GIOVANBATTISTA fu tenente generale del
eletto podestà di Milano ; un altro Guido, ca l'artiglieria e maresciallo di campo degli eserciti
nonico di Bruges in Francia, fu procuratore del re cattolico ; prese parte all'assedio di Tor
presso la curia papale di Avignone nel 1342 e tona, e in qualità di luogotenente generale e
nei seguenti anni sotto Giovanni XXII e Cle gentil uomo di camera , fu al servizio di D.
mente VI, e dotò di una cappella la chiesa dei Filippo di Borbone ( 1751 ) e poi comandante
SS . Nazzaro e Celso in Piacenza ; ALBERIGO della città di Piacenza e del suo castello ; un
nello stesso tempo si trovò alla corte ponti GIUSEPPE fu poeta arcadico col nome di Flo
ficia come giureconsulto e presso quella ebbe riano ; un GIANFRANCESCO fu astronomo, ma
incarico di sostenere le ragioni di Rogerio ve tematico e fisico insigne ; pubblicò : « Il rag
scovo di Piacenza. Un ANTONIO , giureconsulto guaglio fra la nuova moneta parmense e la an
valente , insegnò nello studio di Piacenza dal tica piacentina-dichiarata fuori circolazione » nel
1398 in poi ; ebbe parte nelle vicende politiche 1794 ; diede alla luce una monografia sul calen
della patria, fu podestà di Cremona nel 1417 , dario celeste perpetuo, e disignò la meridiana
fu inscritto nell'anno seguente nell'albo dei dot ancora esistente sulla facciata del palazzo detto
tori e giudici piacentini ; un altro illustre giu del governatorato nella piazza dei cavalli in
rista ebbe la famiglia in BARTOLOMEO , che in Piacenza ( † 1802 ) .
segnò diritto civile a Pavia dal 1422 al 1447 Per i servizi prestati dall'antica e nobile ſa
e scrisse un trattato : « De Feudis » il cui ms . miglia allo stato Farnesiano, ERCOLE e PAOLO
donò a Filippo Maria Visconti, e venne stampato Emilio ottennero da Ranucccio II con pa
solo nel 1612. Un altro BARTOLOMEO continuò tente del 28 ottobre 1678 il titolo di conte
le belle tradizioni scientifiche della famiglia ; fu per loro e discend . maschi legitt . e natur.; i Ba
iscritto nel 1489 all'albo dei dottori e giudici rattieri erano stati riconosciuti dal duca Pier
della sua città , e venne mandato con altri 4 pia Luigi « patrizi piacentini » ( 1546, 17 gennaio ),
centini a papa Giulio II , da cui fu creato ca da Carlo V « cittadini milanesi» . Anteriormente
valiere, per l'eloquente e dotta orazione avanti ( 1541 , 4 settembre) , da Ferdinando Maria ,
a lui pronunciata (an. 1512 ) . duca di Baviera, avevano ricevuto il titolo di
I Barattieri s'erano venuti intanto arric conte m . e f. ( 1674 , 2 ottobre) . Un BARTOLOMEO
chendo, sicchè FRANCESCO, figlio del « magni era stato investito dal duca Odoardo Farnese
fico e preclaro dottor Bartolomeo già consi della contea di Cantone col castello di Boffalora,
gliere ducale » , più sopra ricordato, potè il (24 luglio 1634) già appartenente questo alla
5 novembre 1466 comprare da Bianca Maria famiglia Rustici ; ma questa linea si è estinta
Visconti, ved . di Francesco Sforza, assai a nel co . Guido ( 1670) ed il titolo comitale, esten
corto di pecunia , per libre 1792 di moneta sibile ai discendenti m. e f. , non è stato ancora
milanese il feudo di S. Pietro in Cerro, diocesi riconosciuto ai superstiti della famiglia per in
piacentina, per sè e discendenti maschi (Rog . sufficiente dimostrazione del diritto di suc
del not. Giacomo Perego milanese) . cessione .
Tra i membri illustri dell'antica famiglia Nei tempi recenti sono degni di ricordo par.
nell'evo moderno ricordasi un ALBERICO , ticolare, VITTORIO , che nella carriera militare
creato cavaliere da Leone X , allorchè si pre raggiunse il grado di maggior generale, fece
sentò a lui come oratore di Piacenza per ot le campagne del '59 e del '66 a Villafranca,
tenere la conferma dei privilegi concessi alla si meritò la medaglia d'argento, fu decorato
città da Giulio II ( 1513); un FRANCESCO di della legione d'onore di Francia da Napoleone
Bartolomeo, oratore e giureconsulto, fu po III ( 1869) e pubblicò per incarico del gen . La
destà di Milano nel 1542 ; venne scelto nel 1545 marmora un nuovo regolamento per le istru
a fare un'orazione al nuovo duca Pier Luigi zioni della cavalleria ( † 1887) ; DIONIGI, vi
Farnese, e nel 1559 fu ambasciatore a Venezia vente, Commissario di S. M. il Re presso la
pel duca Ottavio Farnese ; abbracciò in fine R. Consulta Araldica . Ora la famiglia dei di
lo stato ecclesiastico e morì arciprete della scendenti da Paolo Emilio ( 1678 ) , avente il ti
cattedrale di Monza ( 1575 ) ; un GIOVANBAT tolo riconosciuto di conte, m ., e patrizio pia
TISTA , architetto ed idraulico illustre, pubblicò centino mf., risulta così composta :
in Piacenza nel 1656 in due tomi un trattato : CESARE Ť , di Alessandro , di Paolo Emilio.
« Architettura d'acque » e compose un altro trat Figli di Cesare : FRANCESCO , n . 1873 ; Emilia ,
PAGINA 500 LETTERA B
n. 1874 ; Giulia , n . 1877 ; GIUSEPPE , n . 1881 ; bedue troncate, quella a destra d'azzurro e
VITTORIO , n . 1889 . d'argento e l'altra d'oro e di nero. ( Ric. 1905) .
Figli di Vittorio di Paolo Emilio : DIONIGI , DIMORA : Paluzza (Carnia ).
n. 1855 ; Amalia in OLTRONA VISCONTI, Adele in Ferdinando II, re dei Romani, con diploma
Di BRONDELLO , Alessandra ,WARMONDO ,n. 1866. 4 novembre 1633 , concesse al rev. Nicolò
Figli di Raimondo : VITTORIO, n. 1889, VIN Barbazetho, al fratello PIETRO ed ai discen
CENZO , Alix , n. 1903 , LUDOVICO, n . 1910 . denti di questo d'ambo i sessi , il titolo di no
Altra linea : bile del S. R. I. col predicato di Prun e l'uso
Guido, † , di Alberico, di Guido, di Alberico. di un particolare stemma . I pronipoti di Pietro,
Figlia di Guido: Isabella, n. 1904. concessionario del titolo, fino dal principio del
Fratelli : Giulio, n . 1879 ; NICOLÒ Tullio, n . sec. XVIII, trasportarono il loro domicilio in
1884 ; MASSIMILIANO, n . 1884 ; Carlo, n . 1888 . parti diverse e ciò influì a far subire nei di
Figli di Massimiliano : Kathinka : ALESSAN versi rami una leggera modificazione nel co
DRO, CARLO ALBERTO . g. d. gnome, come risulta dagli atti dello stato ci
vile. - Al ramo seguente venne riconosciuto il
titolo di nobile del S. R. I. col predicato di
BARATTINI . Prun mf. , con D. M. 22 giugno 1905 : Figli
di Matteo Antonio e di Maria Dassi : 1. OSVALDO ,
ARMA : D'azzurro al n . 4 genn . 1851 , spos. 1 ° con Maria Plazariis ;
la banda d'oro ca 2 ° 23 ottobre 1892 con Caterina Brunetti , da
ricata di tre gi cui : a) ANTONINO, n . 16 luglio 1875 ( 1 ° letto ) ;
gli d'azzurro e ac b) LEOPOLDO, n . 18 luglio 1876 ; c) Cornelia
compagnata in ca Elisa, n . 29 ott. 1877 ; d) Italia, n . 21 nov. 1880 ;
po da una stella e) TRIMEGISTO , n . I ott. 1883 ; D) OSVALDO
d'oro e in punta Fabio , n . 29 agosto 1893 (20 letto) ; g) ATTILIO ,
da un monte di tre n . 20 gennaio 1895 ; h) Caterina, n . 16 nov. 1896 ;
cime di verde . i) PIETRO, n . 9 luglio 1899 ; 1) SETTIMIO SE
DIMORA : Roma . VERO, n . 7 marzo 1902 ; 2. GIACOMO, n. 23 no
A fine sec . XVIII vembre 1852 , spos. con Romana Pezzano, da
questa famiglia da cui : a) Ida Maria, n. 11 febbraio 1895 ; b) Ida
Firenze passò a Spel Redenta, n . 18 sett. 1896 ; c) ANTONIO, n . 13 lu
lo ove nel 1801 fu glio 1898 ; d) Emilio, n . 12 maggio 1900 ; e) Pia ,
ascritta alla nobiltà cittadina . Iscritto nell'El . n . 27 sett . 1902 ; f) GIACOMO, n . 21 agosto 1904 ;
Uff.: Orazio e i figli: Marianna, GIUSEPPE e 3. ANTONIO , n . 21 febbraio 1858, spos. con
Vittoria, nobile di Spello (mf. ) . t. b . Maria Infanti ; da cui: a) Maria, n . 19 febbr.
1892 ; b) Antonina, n . 15 aprile 1893 ; c) GIA
COMO, n . 24 luglio 1894 ; d) DANIELE, n . 5 set
* BARBACETTO ( BARBACETTI , BARBACCETTI , tembre 1895 ; e) GIUSEPPE , n . 3 dic. 1896 ;
BARBASETTI , BARBAZETTI, ) ( v. BARBASETTI) . ņ) CLEMENTE, n. 19 maggio 1898 ; g) Elvira,
n . 21 nov. 1902 ; h) Elena, n . 17 aprile 1904 .
p. b.
ARMA : Inquartato:
al 1 ° e 4º d'az BARBANI .
zurro al camoscio
saliente sul ver ARMA : D'azzurro al
sante destro di u la testa di vecchio
na montagna roc crinita e barbuta
ciosa , al naturale ; d'argento accosta
TI
governo austriaco. E infine ricorderemo il ge- il Doge Domenico Michiel si coprì di gloria per
nerale EUGENIO, comandante nell'ultima grande aver ricuperato con indicibile coraggio il ves
guerra la Brigata Friuli a Coni Zugna e Passo sillo di S. Marco , conquistato dai barbari nel
Buole ( 1917-1918) , capo di stato maggiore del sanguinoso conflitto al Zaffo . FRANCESCO visse
Comando supremo nei Balcani ( 1918) , Presi- nel 1422, ed oltre alle cariche più importanti
dente della Delegazione Italiana per i confini sostenne difficilissime missioni diplomatiche e
della Dalmazia , Istria e Fiume , R. Delegato divenne carissimo ai sovrani, presso ai quali
alle conferenze di Belgrado, Venezia, Firenze e venne
ne inviato ; valoroso nelle armi , fu anche
Nettuno ( 1922-1925 ) , addetto all'ufficio storico distinto letterato. GIOSAFAT scrisse preziose me
del Ministero della guerra . Nel 1895 la famiglia morie sopra varie regioni dell'Asia, dove di
chiese il riconoscimento del titolo comitale morò qualche anno, dedicandosi alla merca
ed il Governo in vista delle antiche beneme- tura e dove rese servigi alla Rep . Ven . nelle
renze e richiamandosi alla tradizione che da relazioni politiche e commerciali. MARCANTONIO
secoli le attribuiva tale qualifica , con D. M. nel 1564 fu procuratore di S. Marco, ambascia
16 ottobre dello stesso anno, glielo riconobbe. tore in Inghilterra e Bailo a Costantinopoli,
Membri viventi : dove sofferse anche la prigionia. ALMORÒ, pa
EUGENIO, nato a Pasiano di Pordenone, 22 triarca di Aquileia, commentò Plinio e scrisse
settembre 1868 , di Giovanni e di Teresa altre opere, morì in età di 39 anni . ANTONIO,
Löwenhofer, spos. Firenze, 5 novembre 1895 contemporaneo di Almoro, fu provveditore ge
con Fanny dei con . Barbarich , generale di Di- nerale d'armata nelle guerre a tutela delle Pro
visione , comandante la Divisione mil . terri- vincie d'oltremare . DANIELE , verso la metà del
toriale di Ravenna , decorato dell'Ord . Mil . di sec. XVI , ſu matematico, filosofo e teologo ;
Savoia e di diverse medaglie al valore . fondò il giardino botanico di Padova. Fu uno
Dal detto EUGENIO sono nati : dei padri del Concilio di Trento. - GIOVANNI
ALBERTO; n . Roma, 20 sett . 1896, R. Se- BATTISTA di Agostino ebbe la conferma della
gretario di Legazione a Belgrado ; nobiltà patrizia con S. R. A. 8 ott. 1818 .
2. Teresina , nata Roma , l : marzo 1904 , in Con D. R. di motuproprio dell'anno 1911 il
barone Tito Torella di Romagnano (Roma e sottodescritto fu elevato alla dignità di conte
Ravenna ). (masch .):
Cugino : GIAMBATTISTA , n . Feltre, 1 marzo 1854, di
GIOVANNI n . Pasiano di Pordenone, II di- Nicolò, di Giov. Battista e di Angela Campo
cembre 1878 , di Eugenio e di Ida Centazzo, longo, spos. Casalmaggiore, 29 sett. 1888 con
spos. con di Cordoba , da cui alcuni Giovannina Bini .
figli dei quali si ignorano i nomi . (Cordoba, Fratelli e sorelle :
Repubblica Argentina ). 1. Amalia, n . Feltre, 12 maggio 1857 ;
e . d. t. 2. Giustina, n . Padova , 15 febbraio 1861 ;
3. Giulia, n . Padova, 5 luglio 1866 ;
* BARBARO . 4. GIUSEPPE, n . Padova, 21 aprile 1872 ;
5. Nicolò, n . Padova, 17 aprile 1874 (Pa
ARMA : D'argento al dova ).
ciclamoro di rosso. Altro ramo che ebbe la conferma della no
CIMIERO : La branca biltà patrizia con S. R. A. I gennaio 1818 e
del leone d'oro , la concessione del titolo di conte ( m .) con D.
che tiene il cicla- R. di motupróprio nel 1891 :
moro dello scudo EMILIANO, n . Rovigo, 5 agosto 1846, spo
entro un volo par- sato 6 novembre 1882 con Anna Maria Giro ;
tito d'argento e di da cui :
rosso. (Ric. 1911 ) . I. FRANCESCO ADOLFO n . Padova , 25 ott .
TITOLI: N. U. N. D. 1883 , sposato 27 maggio 1906 con Giuseppina
patrizio ven . , mf.; Prosdocimi, da cui :
conte , m . a) Maria Egiziaca, n . Vienna, 22 dicembre
DIMORA : Padova . I911 ;
Sul principio del b) EMILIANO, n. Battaglia, 15 agosto 1914 ;
sec . VIII i Barbaro da Trieste vennero a stabi- 2. Matilde, n . Padova 3 settembre 1885 .
lirsi a Venezia e nell'anno 992 furono ammessi Cugina .
fra gli Ottimati e sostennero le principali cariche. Osanna, nata a Padova, 23 novembre 1878,
Questa famiglia fu compresa fra le patrizie nella di Ermolao, in nobile cavaliar Antonio Co
serrata del Maggior Consiglio ( 1297 ) . Marco nel nati . ( Padova) .
1122 fu provveditore generale in armata e sotto P.b.
LETTERA B PAGINA 503
21 gennaio 1859, spos. Roma, 25 luglio 1891 Figlio di Cesare Andrea : GIUSEPPE .
con Maria Pavesio, da cui ; a) FERRUCCIO,
nato Trieste, 2 ott. 1893 ; b) Luisa, n. Vienna, GIOVANNI, di Massimiliano , di Giovanni.
28 marzo 1898 ; c) Maria Teresa, n . Tricesimo, Fratelli: GIUSEPPE, Elena, Antonietta, CARLO .
27 agosto 1901 ; d) Ciro, n . Vienna 27 ottobre Prozio : EUGENIO † .
1903 ; 2. ALFONSO , n . Udine, 5 agosto 1867, Figlio di Eugenio : MASSIMILIANO .
spos. 1892 con Beatrice Frigo, da cui : a) Clara, m. 2.
n . Padova, 29 gennaio 1893 ; b) Elsa, n . Pa
dova, 4 gennaio 1894 ; c) Giorgina, n. Padova,
24 ott . 1895 ; d) PAOLO , n . Padova, 7 giugno BARBERA .
1899; e) Lucia, n . Padova, 5 ott. 1901 ; f) FRANC. ARMA : Inquartato :
FERDINANDO, n . Padova , 9 giugno 1903 .
di rosso e d'azzur
p. b . ro alla banda di
oro attraversante .
DIMORA : Brescia e
* BARBAVARA DI GRAVELLONA . Rezzato (Brescia) .
ARMA : D'azzurro al Famiglia aggrega
la torre d'argento ta al Maggior Con
fondata nella cam siglio di Brescia . Ot.
pagna di verde ; tenne la conferma
della nobiltà colle
col capo dell'im
sovr. risoluz. 8 di
pero . cembre 1818 , I ago
13 Titoli: Conte (mpr.) ;
signore di Gravel sto e 10 dicembre
lona (mpr. ) . 1819, 8 febbraio 1834 e 17 settembre 1835. È
DIMORA : Vigevano, iscritta nell'Elenco Ufficiale col titolo di « no
Milano, Torino. bile » per mf.
Di remote origini Cír. ASM ., Araldica .
a. 8.
e di remota nobiltà,
con larga autorità e
giurisdizione sulla * BARBERINI .
Valsesia , sulla riviera d’Orta, sul Lago Mag
giore e sul castello di Matarella o Domodossola ; ARMA : Partito : d’az
onde si dissero anche semplicemente de Ca zurro a 3 api d'oro
stello . Le prime memorie -
trascurando le 2 e 1 ( Barberini) ;
ipotesi che non persuadono a fondo rimon d'argento a 3 ban
tano al principio del basso Medio Evo : gran de di nero ( Sac
titolo di nobiltà. E sono già nobili, in potenza chetti ).
di feudi e di signoria in quei secoli oscuri. Poi DIMORA : Roma .
fra tutti e su tutti grandeggia FRANCESCO Bar La famiglia trae
bavara, che entrò nelle grazie e nei consigli origine dal Castello
di Gian Galeazzo Visconti , duca di Milano, e di Barberino in Val
n'ebbe larghezza di onori e di uffici, fino a d'Elsa ; si stabilì in
sposarne la consanguinea Antonia Visconti. Firenze nel 13 ° se
Dopo di lui, Marcolino, infeudato di Gravellona colo ottenendo la a
nel 1467 , fu consigliere ducale e sposò Don scrizione a quella no
nina di Francesco Casati, dando luogo con i biltà . Alla repubbli
suoi figli SciPIONE E OTTAVIANO , alle due linee ca del fiore dette 4 priori dal 1490 al 1511 .
di Piemonte e di Lombardia ; illustrate en Ser Francesco fu notaio nel 1264 e letterato di
trambe da personaggi cospicui per alte cariche valore ancora oggi ricordato ; Matteo fu vescovo
di Corte e militari. Ai capi delle due linee fu di Spoleto indi cardinale e nel 1623 ottenne la
rinnovato il titolo di conte ; e cioè ad ASCANIO Tiara col nome di Urbano VIII . Antonio ( 1646)
con R. D. 4 maggio 1898, e a GIOVANNI , con e Francesco furono pure cardinali. Francesco
R. D. 20 maggio 1900 . fu l'ultimo di questo nome che adottò nel 1738
ASCANIO, di Luigi, di Giuseppe. Urbano Colonna, da cui Carlo che aggiunse
Figli: LUIGI , ENRICO . al proprio cognome quello dei Barberini .An
Sorella : Ida in CARLI. tonio ( 1608-1671 ) fu duca di Segni. Carlo duca
Zio : Cesare Andrea † . di Cesi, Monterotondo e generalissimo di S. R.
LETTERA B PAGINA 505
Figlie : Marcella , Valentina , Renata . imperiale d'oro e tenente con la zampa destra
c) BALDASSARRE di Tommaso . una spada sguainata e manicata d'oro posta
in banda e con la sinistra un globo d'oro
Figlio : RAFFAELLO . crociato ; nel 2° e 3° d'azzurro a tre gigli
d) RAUL di Aristide di Onorio di Vincenzo. d'oro disposti 2 e 1 con la bordura innestata
8. c. d'oro e di rosso ; sul tutto uno scudetto
PAGINA 506 LETTERA B
partito : a) scaccato d'argento e di rosso al Giacomo Trivulzio, prese parte alla battaglia di
capo d'argento caricato di una croce del 2° ; Pavia e passato poi alla parte imperiale ven
b) d'a urro all'a . ne creato governatore e capitano generale dello
quila al naturale Stato di Milano nel 1529 ed in quell'anno
coronata d'oro . stesso ebbe per donazione il castello di S. Co
Lo scudo è accol lombano e la terra col castello di Soncino ; fu
lato alla collana ricevuto per giustizia nell'ordine di Malta. Il
del Toson d'Oro e fratello suo PIETRO FRANCESCO ( 1489-1546) , mi
Om
sormontato da un litò sotto le bandiere francesi contro gli impe
sole d'oro il tutto riali; fu alla battaglia di Ravenna con Gastone
posto sotto un pa di Foix e guerreggiò poi in Africa contro il
diglione sormonta Turco ; fu dei 60 decurioni e senatore. LoDo
to da una corona VICO ( † 1590) , figlio di lui, condusse in moglie
da Principe. Barbara Trivulzio, discendente dal maresciallo
SUPPORTI : 2 leoni Gian Giacomo, che, ultima del ramo suo, portò
d'oro con la testa al marito pingui sostanze ed il cognome illu
rivolta , tenenti stre dei. Trivulzio, che venne, in linea primo
ciascuno una bandiera, quella a destra d'ar genita, usato dai Belgioioso per lungo volgere
gento caricata del gonfalone e delle chiavi di anni . Da' varii figli loro, ALBERICO ( † 1621 )
pontificie, quella a sinistra d'argento alla divenne il capostipite della linea principesca
croce di rosso, accantonata dalle sillabe Lib . dei Belgioioso d'Este e GALEOTTO ( † 1626) della
ital. ab. est . linea comitale .
DIMORA : Milano . Da GIOVANNI ( 1638-1715) , abiatico del primo,
I Barbiano di Belgioioso sono una famiglia nacquero , fra gli altri, CARLO ( 1695-1777) , luo
tutta dedita alle avventure guerresche e si gotenente generale, commissario generale dello
staccano affatto dal tipo delle altre famiglie del Stato di Milano ed ANTONIO ( 1693-1799). Que
patriziato milanese. Capostipite loro è AlidosIO, st'ultimo fu consigliere intimo di S. M. I. , ca
conte di Cunio e di Barbiano, che fu ai ser valiere del Toson d'oro e con diploma imperiale
vizi di Barnabò Visconti e fu padre di ALBE 5 agosto 1769 venne creato dall'imperatore
RICO detto il Grande. Fondò questi la Com Giuseppe II principe del S. R. I. e di Belgio
pagnia di S. Giorgio, che compose unicamente ioso con diritto di batter moneta d'oro e d'ar
di elementi nazionali dando così gian prestigio gento e di coniarvi l'immagine propria co' ti
alla milizia italiana : combattè per Urbano VI toli di conte di Cunio e di Lugo : ampliò il
riuscendo a ridonare alla Chiesa le terre che le palazzo suo in Milano facendo nel 1777 co
erano state tolte dalle armi nemiche . Dalla strurre la facciata , come si vede tuttora , su
scuola di Alberico uscirono insigni condottieri disegno del Piermarini. Da Barbara d'Adda
quali Braccio da Montone, il Tartaglia e Muzio de ' conti di Sale, dama della Croce Stellata ,
Attendolo . Ebbe in moglie Beatrice da Po ultima del suo ramo , che portò in famiglia il
lenta de signori di Ravenna. Il figlio loro Lo cognome Visconti, ebbe LODOVICO ( 1728-1801 ) ,
DOVICO nel 1411 fu da papa Giovanni XXVII cav. di giustizia dell'ordine di Malta, I. R.
creato conte di Lugo e fu padre di altro AL ciambellano, consigliere di S. M. I. , generale
BERICO ( † 1433 ) , che con diploma 29 marzo maggiore e proprietario di reggimento , amba
1431 ottenne da Filippo Maria Visconti , duca sciatore cesareo in Svezia ed a Londra , vice
di Milano , il feudo di Belgioioso , e , perduti governatore dei Paesi Bassi ed ALBERICO
per sempre i domini di Romagna, si stabili ( 1725-1813 ) , dei LX decurioni, consigliere in
in Milano e con CARLO , abiatico suo, creato timo di S. M. I. , I. R. ciambellano, cavaliere
nel 1495 governatore di Pavia ; la famiglia del Toson d'oro, capo della casa militare del
prese a chiamarsi abitualmente dal feudo di l'arciduca Ferdinando . Per le nozze contratte
Belgioioso ; con diploma 10 agosto 1497 Lodo con Anna Ricciarda d’Este ( 1735-1777) s'im
vico il Moro gli confermò il possesso del feudo parentò colla casa ducale di Modena, ebbe il
di Belgioioso ; durante il dominio francese par grandato di Spagna di I classe, già apparte
teggiò per quest'ultimo così che al ritorno di nente ai marchesi di S. Martino ed assunse co '
Massimiliano Sforza fu imprigionato, proces discendenti il cognome glorioso degli Estensi.
sato e spogliato de' beni suoi . Ma rappacifi Dei figli suoi Barbara ( 1759-1833 ) andò sposa
catosi col nuovo sovrano , con diploma 29 no al duca Antonio Litta Visconti Arese, Beatrice
vembre 1513 , la confisca venne tolta e venne ( 1763-1783) fu impalmata dal principe Giu
reintegrato ne' possessi e negli onori perduti. seppe dal Pozzo della Cisterna, RINALDO (1700
Il figlio di lui, LODOVICO ( 1488-1530 ), capitano 1823 ) , primogenito, non ebbe che tre femmine,
di ventura , militò sotto le bandiere di Gian Beatrice (1794-1871), Luigia ( 1795-1817) e Ca
LETTERA B PAGINA 507
pezzi; al 2 ° di rosso all'uccello d'argento, iscritto nell'Elenco dei Titolati e l'arma sua
passante (Carrera ). delineata nel Codice Araldico. Il figlio di lui ,
CIMIERI : Due , a des di una stella ( 8) d'oro GEROLAMO, fu cor nato nell'antica nobiltà
fra due proboscidi d'argento ; a sinistra, il e nel titolo comitale con sovr . risoluz . 28 gen
cane del campo, nascente. naio 1817 e fu bisavo degli attuali rappresen
DIMORA : Milano. tanti della casata , che è iscritto nell'Elenco
Antica famiglia decurionale di Cremona, il Ufficiale coi titoli di « patrizio milanese, per m.,
cui ramo marchionale s'estinse di recente. Que « conte di Casalmorano », mpr ., « conte » mpr .
st'ultimo nel 1576 venne in possesso del feudo a signore di Pumenengo e della Calciana In
di Soresina e con diploma 2 giugno 1609 di feriore » per m. , trattamento di don e di donna .
re Filippo III ottenne il titolo marchionale da Cfr. ASM . , Araldica . a. S
appoggiare su detto feudo in linea primoge
niale maschile nella persona di Lodovico. Il
ramo terminò con GUISCARDO . Riconosciuto con * BARBOLIO DE' GAIONCELLI.
sovr. risoluz . 21 novembre 1816, era iscritto ARMA : Di rosso ad
nell'Elenco Ufficiale coi titoli di « nobile » per un colle di tre
mf. signore di Pumenengo e della Calciana
vette d'oro, mo
Inferiore e consignore di Gambina » per m., vente dalla punta
« marchese di Soresina » per mpr. , titolo que dello scudo e so
st'ultimo rinnovato con R. D. motuproprio 21 stenente una ma
giugno 1900 susseguito da RR . LL. PP. 24 ot no d'aquila di ne
tobre dello stesso anno . ro .
Del ramo comitale, tuttora fiorente, ALBERTO CIMIERO : La mano
acquistò con istr. 18 agosto 1382 da Regina d'aquila di nero.
della Scala , moglie di Barnabò Visconti , i luoghi DIMORA : Capriolo
di Galignaro, Florano e Pumenengo. Il figlio ( Brescia ).
di lui , ENRICO , fu creato co ' fratelli cavaliere
nel 1395 da Gian Galeazzo Visconti , duca di
Con diploma im
periale del 13 di
Milano, pel suo valore in guerra. Questi fu cembre 1563 Ferdi
padre di PIETRO, giureconsulto insigne, lettore nando I concedeva ad ANTONIO MARIA , di Love
nell’Ateneo pavese , governatore di Genova. Da re (Valcamonica ), maestro delle Poste, la nobiltà
EMERICO, figlio suo , discese DANIELE ( † 1577) , d'Ungheria per sè, fratelli , sorelle ed eredi di
domenicano, insignito della dignità vescovile, ambo i sessi . I Barbolio de' Gaioncelli furono
molto caro a Pio V e dall'altro figlio BARNABO' aggregati al Maggior Consiglio di Brescia e fi
provennero BARNABÒ, commissario generale de gurano iscritti nell'Elenco Ufficiale col titolo di
gli eserciti di Lombardia e di Piemonte, mem «nobile» per mf . , riconosciuto con D. M. 1o giu
bro del Consiglio Segreto, governatore di Ver gno 1894 .
celli e GIOVANNI , ciambellano di Ferdinando, Cfr. ASM. , Araldica. a. g
gran duca di Toscana, decurione e giudice delle
strade . Ebbe questi per figlio GEROLAMO, che
ottenne, in mercè di de ' servizi resi alla Corona
* BARBOLANI.
dallo zio paterno Barnabò, il titolo comitale
in linea primogeniale mascolina appoggiato sul ARMA : D'oro all'a
feudo di Casalmorano con diploma 11 giugno quila al volo ab
1625 interinato il 23 settembre 1626 da Filippo bassato di nero
re di Spagna, e che fu padre di 'TEODOKO , ge . coronata del cam
nerale d'artiglieria, cavaliere di S. Iago, di po posata sulla
EMANUELE , cavaliere di Calatrava, e di BAR fascia centrata di
NABÒ ( † 1701 ) , vicario di Provvisione nel 1652, argento .
1660 e 1677 e senatore, l'abiatico del quale, DIMORA : Firenze .
altro BARNABÒ, che prese in moglie Maria Te I più antichi do
resa Carrera, figlia del conte tenente maresciallo cumenti che ci dan
don Giacomo, castellano di Milano . Questi , che no notizia della fa
era cadetto, con rescritto sovrano 13 febbraio miglia Barbolani so
1772 seguito da diploma in data del 28 feb no un placito tenuto
braio dello stesso anno, interinato il 7 feb nel 1059 nella Pieve
braio 1773 , ottenne il titolo comitale con tra di S. Stefano sulla
smissione primogeniale mascolina : con decreto Chiassa dal marchese Gottifredo assistito , fra
8 maggio 1773 del Tribunale Araldico venne gli altri , dai conti Ranieri e Bernardo , figli del
LETTERA B PAGINA 509
conte Ardingo, e una sentenza in favore della rono banditi dalla città per aver preso le armi
Badia Berardenga pronunziata dalla marche contro la Repubblica .
sa Beatrice il 25 maggio 1070 in Firenze, Alla discesa di Carlo IV in Italia i Barbolani
nel quale, fra i baroni presenti, vien citato si affrettarono a fargli atto di omaggio e ad
Ranieri di Ardingo, signore di Galbino. Niente offrirgli i loro servizi ; e l'imperatore confermò
tuttavia di sicuro sappiamo intorno alla vita a favore di Tebaldo e Niccolò di Neri di An
e all'origine del conte Ardingo, essendo su ciò drea, con diploma dato in Siena nel 1355 , i
completamente discordi i pareri degli storici : privilegi già concessi dai suoi predecessori .
onde con sicurezza possiamo affermare soltanto Lazzaro, figlio del detto Niccolò, lasciate da
che nella seconda metà del sec . XI la fami parte le inimicizie e gli odi familiari, si unì
glia Barbolani era già ricca e potente, e che ai Tarlati per far trionfare in Arezzo la parte
doveva essere di origine franca vedendosi i ghibellina. Accordatisi perciò con Enguerrando
discendenti di Bernardo di Ardingo professare di Coucy, capo delle soldatesche francesi, riu
la legge salica . scirono a prender facilmente la città : ma re
Il conte Ranieri ebbe 6 figli. Uno di questi, sistè il castello , in aiuto del quale mossero
Alberico, signore di Galbino e Montedoglio , prontamente i fiorentini . A questi il Coucy si
vendè con atto 13 novembre 1083 al fratello affrettò a vendere Arezzo per 50 mila fiorini;
Bernardino Sidonia la parte a lui spettante in modo che a Lazzaro non rimase altro par
dei castelli di Anghiari, Caprese, ecc . Ma avendo tito che quello di accordarsi con la potente
il predetto Bernardino, morto nel 1104 , la Repubblica, che lo riceve in accomandigia
sciato erede di tutti i suoi beni l'eremo di Ca con tutti i suoi figlioli e discendenti nell'agosto
maldoli , i successori legittimi insorsero contro del 1385 .
tali disposizioni testamentarie, nelle quali cre Da quest'epoca i Barbolani militano costan
dettero vedere una ingiustificata spogliazione, temente e fedelmente sotto Firenze. Unica ec
ed ebbe così origine tra la famiglia Barbolani cezione Franceschetto di Niccolò, che inviato
e il monastero di Camaldoli una controversia nel 1502 a domare la ribellione di Arezzo , si
interminabile, nella quale non di rado fu fatto servì invece dei suoi soldati per aiutarla , onde
ricorso all'uso delle armi. favorire il partito dei Medici. Ma i fiorentini,
Guglielmo di Ranieri, più volte podestà di ridotta la città all'obbedienza, assaltarono e
Arezzo, si adoperò con destrezza e con energia devastarono il castello di Montauto e spoglia
ad impedire il prepotere dei nobili del con rono i Barbolani di gran parte dei beni. Col
tado : e in premio dei molti e fedeli servigi ritorno dei Medici, le sorti della famiglia si
prestati dalla sua famiglia alla casa imperiale, rialzarono di nuovo : nel 1513 vennero aboliti
ottenne da Arrigo VI , nel 1196, un diploma i bandi che la colpivano ; e nel 1543, con di
che gli riconosceva il dominio e la signoria ploma del 16 giugno , Carlo V , per interces
sugli aviti castelli ; riconoscimento confermato sione di Cosimo I , confermò al conte Alberto
da Ottone IV nel 1210 e da Federigo II nel di Franceschetto e ai conti Montauto e Gio
I 220 . vanni di Bartolommeo tutti gli antichi pri
Ubaldino, detto Bocca, fu uno dei condot vilegi.
tieri dell'oste aretina a Campaldino. Da lui Pier Francesco di messer Antonio , noto col
nacque Ciappetta che, capitano del popolo in nome di Otto , iniziò la carriera delle armi con
Arezzo, accortosi che i Tarlati aspiravano a Giovanni de ' Medici, sotto il quale raggiunse
farsi signori della città, prese a combatterli il grado di colonnello . Passato ai servizi di
con le armi e obbligó a fuggire inseguendoli Firenze , si rifiutò di operare l'arresto della
fino a Pietramala . Ma tornato in Arezzo per vedova di Giovanni e del figlio Cosimo, ciò
provvedersi di uomini coi quali dar l'assalto che gli fruttò persecuzioni gravissime . Stabilito
à quel castello, fu apertamente avversato dal il governo mediceo, fu nominato governatore
potestà Uguccione della Faggiola, che l'assedio dell'isola d'Elba, carica che conservò fino alla
nel suo palazzo e l'obbligó a cercar salvezza morte avvenuta nel 1570 .
nella fuga, dando così principio alla decadenza Bartolommeo di Montauto , cavaliere di Santo
della famiglia alla quale i Tarlati tolsero molti Stefano , scelto da Clemente VIII per maestro
castelli , compreso Anghiari caduto nel 1322 . di campo delle genti inviate in Ungheria sotto
Nella lotta tra Firenze ed Arezzo non tutti il comando di Giovan Francesco Aldobrandini
i Barbolani sostennero la stessa parte ; e così per respingere l'invasione dei Turchi, si trovò
mentre alcuni, dopo la presa di Arezzo, ot all'assedio di Strigonia e di Giavarino, ove gli
tennero con la restituzione dei loro castelli morì il figlio Otto. Nominato capo delle truppe
tutte quelle preminenze ed onori che godevano toscane inviate in aiuto di Venezia a difendere
prima che incominciasse la guerra , altri , fra dai Maomettani le isole della Grecia , morì com
i quali i nipoti di Isacchino e di Alberto, fu battendo valorosamente nell'assalto di Scio .
PAGINA 510 LETTERA B
EN
scorpione di nero ,
Giulio di Bartolommeo cavaliere di S. Ste al 20 fasciato scac
fano nel 1609, fu promosso gran contestabile cato di rosso e di
nel 1611. Devesi a lui la presa di Disto, for argento di due file
tezza non lontana da Negroponte, e la espu e di verde .
gnazione per assalto di Elimano, forte città TITOLI : Nobile,
nella provincia di Caramania . Eletto ammi DIMORA : Belluno .
raglio nel 1617 e generale delle galere nel BERNARDO Barcel
1624, liberò con imprese qualche volta ardi loni nel 1642 fu ag
tissime i mari della Sardegna e della Sicilia gregato al Consiglio
da Diam-Mohammed e da Assan Calefat, te
nobile di Belluno , al
muti corsari . Fu nominato governatore di Li
vorno nel 1635 . quale rimasero iscritti i suoi discendenti senza
Federigo di Francesco , nato nel 1742 , cava interruzione . FRANCESCO , di Sebastiano fu con
liere di S. Stefano, procedè con tatto e con
fermato nella nobiltà con S. R. A. 14 febbraio
1821. Il cognome Corte, aggiunto nel 1659
senno alla liquidazione del patrimonio prove per eredità , è riconosciuto per lungo uso . Sono
niente dalla soppressione dei Gesuiti . In pre iscritti nell'Elenco ufficiale col titolo di no
mio di ciò il granduca Leopoldo lo nominò se bile mf. i seguenti : ing. comm. ANTONIO, n . Bel
natore nel 1778 e governatore di Livorno nel luno , I nov . 1859 , di Carlo , di Antonio S - ba
1781 .
stiano e di Augusta Miari, spos . 22 novembre
I Barbolani furono ascritti al Patriziato fio
rentino con decreto del 27 agosto 1753 . 1885 con Elisa de Lago ( Padova ), da cui:
1. Ing. Carlo, n . Belluno, 5. ott 1886 ; 2. Giu
a) GIOVANNI MANFREDI , di Giulio di Gio SEPPE , n . Mantova , 19 febbr. 1888 ; 3. Maria ,
vanni (marchese di Monte Vitozzo , mpr ., ri n . Belluno, 31 luglio 1890 ; 4. Ing. FRANCESCO,
con . 1897 ; dei conti di Montauto, mf .; patrizio n . Belluno, I sett. 1891 ; 5. Augusta, n . Bel
di Firenze, mf . ) ;
luno, 26 febbr. 1894 ;6 .dott.ENRICO . Altro ramo :
Figli: Elisabetta , ARDENGO, Maria Luisa, VINCENZO, n . Belluno 2 aprile 1852 , di Adriano,
Anna Concetta , FEDERIGO , TOMMASO .
6) ALBERTO, Guido e Giulio di Ferdinando
di Francesco e di Pierina Lucheschi, spos. con
Giacomina Protti, da cui : 1. Pierina in Dome
di Giulio di Giovanni (dei marchesi di Monte nico nob. Arrigoni; 2. ing. ADRIANO, comm. di
Vitozzo, mf .; ricon . 1897 ; nobile dei conti di S. Gregorio Magno, spos. con Rina Marson ;
Montauto , mf.; patrizio di Firenze, mf . ) . 3. Carlotta ; 4. ANTONIO .
f. s . p. b.
LETTERA B PAGINA 511
சாமா
minato capitano del popolo in Bologna col da tre gigli d'az .
titolo di nobilis miles ; e messer Gerozzo suo zurro ordinati in
figliolo , eletto nel 1334 capitano della lega
contro Mastino della Scala, fu l'anno seguente
fascia e separati
da 4 pendenti di
+
inviato con 100 cavalli e 300 fanti a difender un lambello di
Pietrasanta dall'invasione lucchese. Mandato rosso .
famiglia, ritenuta, da qualche scrittore , di ori SOSTEGNI : Due leoni d'oro , affrontati, con le
gine anscarica. Per successione ereditaria , la teste rivoltate in fuori .
signoria feudale del luogo passò dai da Bardo Motto : « A Tout Regard » .
nêche di Jouffrey de Sainte -Cecile, brianzonesi, Titoli : Marchese di Lucinge (mpr. , ) ; Conte di
i quali la alienarono, alla comunità nel 1670 e S. Albano (mpr.) ;
nel 1684. La comunità di Bardonecchia ne fu Signore di Pellio
investita con titolo signorile il 14 genn . 1738. nex (mpr. ) .
m . z.
DIMORA : Torino .
Famiglia originaria
di Lione in Francia ;
BAREA TOSCAN . si stabilì in Piemon
te nel sec . XVII con
ARMA : Inquartato : un Carlo Antonio
2
al 1 ° e 4º d'az guardiamobili di S.
(
..9
zurro al leone d'o A. » ( 1696 ). Già un
ro linguato di ros secolo prima, nel
so , tenente con la 1576, il duca Ema
zampa destra una nuele Filiberto aveva
spada al naturale ; fatto dono di 170 fio
al 20 d'oro a quat rini a un « lanciero » Giovanni Barel per tante
tro bande di ver lancie fornite al principe giovinetto , Carlo Ema
de ; al 3 ° d'oro a nuele I.
tre bande di verde . La famiglia salì successivamente in gradi ed
CIMIERI : A destra , il onori ; CARLO GIUSEPPE, cornetta nei dra
leone del campo goni di Piemonte ( 1690) ; GIUSEPPE MARIA
rivoltato ; a sini DOMENICO, capitano di milizia cittadina, quar
stra un semivolo tiermastro dei dragoni del Re ; CARLO GIO
d'oro carico di quattro bande di verde. VANNI MICHELE , suo figlio , banchiere di Cor
Titoli : Nobile mf.; cavaliere dell'I . A. , mf . te, console nel Consolato di Torino ( 26 dic .
DIMORA : Resana (Treviso) . 1770 ; 24 dic . 1778) , consigliere onorario di
Antica famiglia nobile di Castelfranco ag commercio ( 19 agosto 1788 ) , investito della
gregata al Consiglio nobile di Treviso il 25 contea di S. Albano ( 10 dic. 1788 ) . Narra
maggio 1762. Vestì per giustizia l'abito di il Cibrario che, insolentito da un suo debi
Malta . Fu confermata nobile con S. R. A. tore titolato , gli si presentasse , dopo l'in
5 maggio 1820 e con S. R. A. 27 febbraio vestitura , a chiedergli, da pari a pari, ra
1858 ottenne il cavalierato dell’I . A. Il cognome gione dell'offesa recata al banchiere Barel ; ed
Toscan fu aggiunto per conseguita eredità dai ebbe ritirata l'ingiuria e pagato il debito. Suo
conti Toscan di Treviso . Sono iscritti nell'Elenco
figlio , GIUSEPPE VINCENZO ( 1766-1827 ) fece le
ufficiale : LODOVICO , n . Treviso, 9 maggio 1864, campagne contro la Francia ( 1792-1800 ) , fu
tenente colonnello, spos . Treviso 15 febbraio membro elettorale del dipartimento del Po du
1890 con Luigia de Lotto, da cui : 1. GASTONE, rante l'occupazione francese , ebbe da Napo
n . Resana , 14 marzo 1891 ; 2. Ida, n . Resana , leone I il cavalierato dell'impero con un parti
22 genn . 1893 ; 3. ANGELO , n . Resana, 17 no colare stemma , comandò la brigata Aosta nel
vembre 1894 , spos . Varallo, 7 ottobre 1922 1821. Aveva sposato Carolina Ippolita de Re
con Luigia Giardini, da cui : ALBERTO , n . No gard de Lucinge che gli portò in eredità i ti
vara , 14 mar 1924 , 4. Teresa Maria, n . Resana , toli di marchese di Lucinge e di signore di
8 ag . 1896 ; 5. GUALTIERO , n . Resana, 15 ag. 1899. Pellionex . Sette della sua discendenza combat
p. b. terono le guerre del Risorgimento , con onore
e con onori . GIUSEPPE ( 1823-1893 ) fu dichia
* BAREL . rato succeduto ai titoli di casa de Regard per
sentenza camerale del 29 gennaio 1853, ed
ARMA : Inquartato : al 1 ° e 4º di rosso alla tor
ebbe riconosciuti questi titoli e il titolo di
re d'oro , addestrata, in alto, da una stella , sini conte di S. Albano per D. M. 20 luglio 1892 .
strata da un giglio , il tutto d'argento (Barel) ; Morto senza prole mascolina , gli succedette
al 2 ° di azzurro , al mondo d'argento, cerchia nei titoli il nipote di fratello, EDOARDO (n. 1871 ) ,
to e crociato di rosso (de Regard de Lucin capitano di cavalleria nella Riserva , ricono
ge ) ; al 3º di azzurro alla figura di S. Albano sciuto conte di S. Albano, marchese di Lu
martire, a cavallo, galoppante, al naturale cinge, signore di Pellionex con D. M. 1o giu
( Sant' Albano)
gno 1894 . m . 2.
Araldica .
33
PAGINA 514 LETTERA B
onorare a sua volta l'insigne uomo di Stato , famiglia, fu provveditore di Biccherna nel 13.10
anno .
confermò nel settembre dello stesso e suo figlio Tommaso fu´dei Consigli nel 1383 ,
L'altro ramo è oggi rappresentato dai figli di mentre un altro figlio , Antonio , fu cavaliere di
Girolamo di Giovan Luigi. Malta e commendatore di Monticchiello .
Furono ascritti al Patriziato di Siena con Federigo, terzo figlio di Petruccio , fu dot
decreti 12 e 26 marzo e 13 giugno 1753 . tore di leggi e maestro del celebre giurista
a ) PIER LUIGI di Domenico di Giuseppe Baldo .
(march . mpr . ) . Antonio di Checco, capitano del popolo nel
Fratello : GIOVANNI BALDASSARRE . 1414 e signore di Perignano in Val d'Orcia, si
b ) Discend . da Celso e Mario di Antonio di rese padrone con l'inganno del castello di Bro
Celso . c) Disc . da Piero e Giovanni del march . lio e più tardi cercò di ridurre la città di Siena
Scipione. d) GIRCLAMO di Giovan Luigi di Gi in soggezione del re Alfonso di Napoli , per di
rolamo. venirne poi signore ; ma scoperta la congiura
Figli: GIULIO , LUIGI, Laura, Luisa, Elena . fu mandato in bando e il suo castello venne
8. c . distrutto nell'anno 1456 .
Nel 1480, per uno dei tanti rivolgimenti di
cui è ricca la storia dei nostri Comuni, i fuo
BARGAGLI PETRUCCI rusciti senesi rientrarono in patria, e fra questi
era Pandolfo Petrucci , il cui fratello Gasparo
ARMA : Di rosso alla aveva sposata una Farnese . Con l'aiuto di
fascia d'argento, il questa famiglia Pandolfo riuscì, nel 1499, a
tutto caricato di divenire signore di Siena , ricevendo il titolo
sei rose dell'uno di Magnifico per lo splendore della sua corte
nell'altro disposte e il suo mecenatismo. Morto nel 1512 , gli suc
3 , 2 , 1 ; al capo cesse il figlio Borghese , ma questi non aveva
di argento carica le qualità di governo del padre e fu cacciato
to dell'aquila bici da Siena ; ritiratosi a Napoli, ottenne colà vari
pite di nero coro feudi.
nata di oro sormon Il secondogenito di Pandolfo, Alfonso, di
tata da tre rose di venne cardinale del titolo di S. Susanna, ma
rosso (Bargagli) . avendo congiurato contro Leone X perdette
Motto : Semper sia la porpora e la vita nel 1514 , a soli 27 anni .
ves . L'ultimo figlio, Fabio, giunse a riconquistare
DIMORA : Siena e Firenze . la signoria di Siena nel 1527 , dopo la morte
Questo è un ramo della famiglia Bargagli del cugino cardinale Raffaello ; ma anche a
illustrata di sopra , che assunse il cognome lui mancò la forza e l'abilità politica e fu cac
Petrucci per testamento dell'arcidiacono Giu ciato definitivamente , senza che alcuno della
seppe, ultimo del suo nome, in data 3 ott. 1799. famiglia riuscisse più a conquistare il dominio
I Petrucci sono una delle più illustri , se non della patria, per il breve periodo che prece
la più illustre, fra le famiglie di Siena , non dette la conquista medicea.
tanto per l'antichità delle origini , quanto per Molti prelati , oltre i due cardinali ricordati,
la fama di Pandolfo, signore di Siena , che la ebbe la famiglia Petrucci: Federigo , protono
portò al rango di famiglia sovrana . tario apostolico , vescovo di Gallipoli nel 1513 ;
ARMA : Petrucci : fra Jacopo, vescovo di Aleria ; Lattanzio, ve
Trinciato inchia scovo di Soana nel 1516, Alessandro, arcive
vato d'oro e d'az scovo di Siena nel 1574 e Rinaldo, vescovo di
zurro, al capo cu Chiusi nel 1620 .
cito d'oro caricato Dopo Antonio, cavaliere di Malta nel 1362 ,
dell'aquila spiega ebbero questo grado Emilio nel 1420 e altri
ta di nero . nove dei Petrucci nei secoli XVI- XVIII.
Ne è capostipite La famiglia, ascritta al Patriziato senese per
Cambio , che fu del decreto del 28 maggio 1753 , si estinse nell'ar
Consiglio della Cam cidiacono Giuseppe, che chiamò a continuare
pana nel 1200 men il nome di questa illustre prosapia Celso Do
tre suo figlio Petruc menico di Girolamo Bargagli, patrizio senese
cio ebbe lo stesso anch'esso .
ufficio nel 1296 . Con decreto 13 gennaio 1926 la R. Consulta
Nicoluccio di Pe Araldica riconobbe ai due rami Bargagli-Pe
truccio, con cui si consolidò il cognome della trucci allora esistenti il titolo di conte pala
PAGINA 516 LETTERA B
degli alpini , medaglia di bronzo al valore mil. resa . Questi, rimasto erede del marchese Gio
cav. della cor. d'Italia, podestà di Buja , spos. vanni Corrado de Olivera, presidente del Se
12 agosto 1909 con Fulvia Mugani, da cui: nato, aggiungeva al proprio il cognome Cor
a) ERMANNO RIZZARDO , n . Buja, 3 luglio 1911 ; rado e con ordinanza 23 marzo 1787 del Con
b) Fernanda Vittoria, n . Buja, 27 maggio 1913 ; siglio di Governo otteneva la registrazione del
3. Maria Orsola , n . Buja, 28 nov . 1881 , in suo stemma gentilizio nel Codice Araldico . I
Giuseppe Lorentz ; 4. ADOLFO PIETRO, n . Buja , Barni , ascritti al Collegio dei Nobili Giurispe
15 marzo 1884, spos . 27 sett. 1913 con Gianna riti fin dal 1529, nel 1533 erano stati ammessi
Ballestrini, da cui: a ) BARNABA, n . Vittorio fra le famiglie decurionali e per diploma 24 di- .
Veneto i gennaio 1915 ; b) VALERIO, n . Civi cembre 1697 ottenevano il titolo comitale con
dale, 21 maggio 1922 ; 5. ATTILIO, n. Buja , trasmissione primogeniale maschile , che ve
19 maggio 1888, medaglia di bronzo al val. niva appoggiato al feudo di Roncadello , di cui
mil. podestà di Sedegliano, spos . con Olga era stato investito con istrumento 9 luglio 1647
Burza ; 6. PIER ARRIGO, n . Buja, 25 febbr. 1891 , rog . Carlo Montano, notaio camerale . Il fi
medaglia d'oro e di bronzo al val. mil . e d’ar glio del predetto Antonio, GIOVANNI ( n . 1779) ,
gento al val . civ . cav . della Cor. d'Italia ; luo I. R. Ciambellano, veniva confermato nell'an
gotenente della M. V. S. N. deputato al Par tica nobiltà e nel titolo son sovrana risoluzione
lamento, spos . Roma , giugno 1926, con Maria 10 aprile 1816. I Barni vestirono l'abito di
Cristina Massa , da cui : Simonetta Perusina, Malta con Giuseppe Maria ricevuto nel 1724
n . Roma, 20 ottobre 1927. ed è iscritta nell'Elenco Ufficiale coi titoli di
e . d. t.
nobile patrizio di Lodi » per m. e di « conte
di Roncadello » per mpr . e col trattamento
di Don e Donna .
BARNI E BARNI CORRADO . Cfr. ASM ., Araldica .
a. &
ARMA : Di rosso , alla
fascia d'oro, ac
compagnata da 3 * BAROFFIO DALL'AGLIO .
elmi di ferro , guer
niti d'oro , al na ARMA : Partito al 10
turale . di Baroffio che è
DIMORA : Lodi, Cre di azzurro all'a
mona , Milano e
quila afferrante u
Dovera . na serpe , i due ani
Famiglia nobile di mali in atto di
Lodi , che, emula dei mordersi, il tutto
Sommariva, tenne il al naturale ; al 20
primo posto in quel di Dall'Aglio che
patriziato e spesso è troncato di az
ebbe l'onore di ospitare i sovrani ed i principi, zurro al sole d'oro
che passavano per la città nel loro palazzo , 0 e di rosso a tre te
pera egregia dei Sartorio . In questo edificio nel ste d'aglio , rove
1702 veniva tenuto un consiglio di guerra alla sciate e leg . , d'arg .
presenza del principe di Vaudemont, governa DIMORA : Milano .
toie di Milano ; quattro anni dopo i Barni allog Famiglia originaria del Varesotto. GAETANO
giavano il duca di Savoia e nel 1711 l'imperatore ( * 1867), delegato provinciale di Brescia, ca
Carlo VI. Fra i personaggi di questa casata degni valiere di 3 ° classe dell'ordine della Corona
di nota si annovera GIORGIO, vescovo di Pia Ferrea, elevato nel 1853 al grado di cavaliere
cenza e GIOVANNI BATTISTA ( 1677-1754 ) , go dell'I. A. Il figlio di lui GIUSEPPE (n . 1859)
vernatore di Narni, d’Orvieto e di Jesi , indi con R. D. 29 luglio 1898 ebbe per concessione
arcivescovo titolare di Edessa , nunzio presso il titolo di barone con trasmissione primoge
gli Svizzeri e poi cardinale , morto in qualità niale mascolina e con successivo provvedi
di legato pontificio a Ferrara, ove, lui vivente , mento 18 giugno 1899 ottenne di aggiungere
venne eretto un monumento per eternare il al proprio il casato dell'estinta famiglia Dal
saggio suo governo). Il nipote suo ANTONIO , l'Aglio. È iscritta nell'Elenco Ufficiale col titolo
che nel 1755 in occasione della riforma del ceto di «barone» per mpr. e di «cavaliere dell'Impero
decurionale assai diminuito per l'estinzione, Austriaco » per mf.
l'assenza e l'incapacità di molte nobili famiglie , Cfr. ASH ., Araldica .
fu fra i nuovi decurioni scelti da Maria Te a. .
LETTERA B PAGINA 519
accompagnata in
capo da una cro S. R. I. col predicato in Valle Rosata, ANTONIO,
cetta patente di LEOPOLDO Baronio coi suoi discendenti di
argento e in pun ambo i sessi e gli concedeva l'uso di un par
ta da un leone di ticolare stemma. Con D. P. 24 ottobre 1926
oro passante sulla il titolo suddetto veniva riconosciuto a GUIDO ,
campagna di ver . agente generale dell'Istituto Nazionale delle
Mབ ་ ས་ de . Assicurazioni , n . Gorizia , 13 maggio 1873 ; di
DIMORA : Ravenna. Antonio, di Carlo e di Emilia Bottoni, spos.
Famiglia ravenna Trieste 16 marzo 1895 con Maria Italia Bon
te . Si ha memoria di un GIAN ANTONIO di Be martini .
nedetto ( 1718-1739) , il quale, sebbene morto Pt .
giovanissimo , ha lasciato varie rime che sono
prova dei suoi talenti letterari , e d’un BENE BAROZZI .
DETTO, che fu tra i deputati all'amministrazione
provinciale di Ravenna sotto il pontificato di ARMA : D'argento al
Gregorio XVI . FELICE ANTONIO, nell'ultima la fascia d'azzurro .
metà del secolo XVIII , appartenne più volte al TITOLI : N. U. D. N.
magistrato dei Savi , e da lui nacque DOMENICO, patrizio ven ., mf .
al cui figlio GIOVANNI (n . 1791 ) venne confe DIMORA : Venezia .
rito il patriziato di Ravenna addì 1 aprile 1836. Una delle famiglie
Da questo Giovanni discendono gli attuali più antiche e più il
iscritti nell'elenco nobiliare italiano : e cioè, della lustri di Venezia . Fu
linea di Angelo (n . 1825) : inclusa nel patrizia
COSTANTINO e Faustina ; to alla serrata del
della linea di Cesare ( n . 1827 ) : Maggior Consiglio
GIOVANNI coi due figli: Anna e COSTANTINO, ( 1297 ) . I suoi mem
e coi fratelli Elvira, CARLO FELICE e ALES bricoprirono di
SANDRO . stinte cariche civili,
u . d. militari ed ecclesiastiche. Nel sec. XV diede tre
LETTERA B PAGINA 521
BARTOLAZZI . Ázzi.
BARTALINI.
ARMA : Di rosso al
capriolo rovescia
ARMA : Di rosso al to d'oro , accom
leone d'oro .
pagnato da tre cre
DIMORA : Pisa . scenti di argento ,
Famiglia nobilita uno in capo e due
ta in persona di Bal- ai fianchi .
dassarre di Domeni- DIMORA : Macerata .
co, Presidente della Antica e nobile fa
Corte Regia, consi miglia di Pausola
gliere e ministro di (Marche). È ' tradi
Stato , con rescritto zione di famiglia
4 ottobre 1839, col che Suo caposti
quale se ne ordinò pite sia stato un
l'iscriz , nei libri d'oro ANG ELO Bar latio
tho
della città di Pisa . di Spello ( Umbria ) che per incarico di Santa
Discendenti da Tito di Baldassarre di Do. Chiara di Assisi venne nel 1247 a Nontolmo
menico .
f. s. per fondarvi un convento di Clarisse. Però la
discendenza ininterrotta risale a GIANFILIPPO
Bartolacci che nel 1464 fu podestà di Tolen
BARTOCCI . tino, poi uditore di Rota per 6 anni della Re
pubblica di Siena; vicario generale di Arezzo
ARMA ? per 8 anni ; vicario apostolico a Parma e go
DIMORA : Foligno . vernatore di Orvieto . Egli è chiamato « Egre
Nobile famiglia di gius et clarissimus legum doctor » .
Foligno discendente Al dire dell'abate Lancellotti il famoso ca
ARMA da GIUSEPPE iscritto pitano di ventura BARTOLACCIO da Monte Olmo
nel 1816. È registrata fu di questa fam . MARCANTONIO , valoroso ca
nell'Elenco ufficiale pitano, con patente 5 nov . 1597 del card . Al
nobiliare con dobrandini , ebbe il comando di 3000 fanti e
? GIU-
SEPPE , di Giuseppe, 300 cavalli. Nel luglio 1600, come da lettere
di Carlo , di Giusep- originali , il granduca Ferdinando di Toscana
pe , col titolo di no- lo spedì col presidio di Pisa alla difesa di Li
bile di Foligno, tra- vorno . Obbedendo egli poi ai comandi del le
smissibile tanto ai gato della Marca, il card . dell'Isola , a capo
maschi che alle femmine . t. 6. di milizie, combattè a Sanginesio , Sarnano ,
PAGINA 524 LETTERA B
Montesanto e a Montolmo sua patria, spiegando CIMIERO : Elmo da nobile ornato dei lambrec
propria bandiera, in cui eravi dipinta una chini dei colori dello scudo .
croce bianca asserendo essere questa la sua DIMORA : Borutta, Torralba, Padria , Pozzo
particolare divisa, ottenuta per privilegio so maggiore, Bonnanaro.
vrano . PIER FRANCESCO militò in Francia e
La nobiltà di questa famiglia , originaria dalla
Urbano VIII nel 1643 gli dette incarichi mi Corsica , rimonta a tempo anteriore al suo pas
litari onorifici e lo nominò castellano di Ferrara .
saggio in Sardegna, dove ha tosto fatto parte
Paolo nel 1472 oratore al papa per ottenere della nobiltà sarda, cui veniva attribuita la
conferma di privilegi al Comune; GIUSEPPE qualifica di Don , oltre ad altri privilegi. In un
nel 1493 eletto sindaco e procuratore del co elenco ufficiale dei nobili e cavalieri del mar
mune per una vertenza con Francavilla , nei
Consigli è chiamato « Vir clarissimus et famo chesato di Meilogu , compilato nel 1822 , era
compreso il nome di Don Antonio Bartoli ,
sissimus ». Nominato professore all'Università uno degli ascendenti di questa famiglia.
di Macerata, nel 1557, anche la famiglia si
stabilì a Macerata . Il dottore FRANCESCO ai A questa famiglia sono riconosciuti i titoli
2 genn . 1601 fu ammesso con la carica di priore di : Cavaliere, m .; nobile, mf.; Don, mf.; u . r .
nella magistratura di Macerata . Antonio ( 1822 ) ; orig. Sardegna .
Il capitano GIAN FILIPPo nel 1778 sett . 28, Membri viventi : SALVATORE ANGELO , di Fran
fu ascritto al grado dei nobili gonfalonieri della cesco , di Antonio .
città di Cingoli, ottenendo così per sè e di Figlia : Maria in Solinas .
scendenti la nobiltà di tale città, che venne
riconosciuta dalla Consulta Araldica con D. M.
Fratelli : GIOVANNI Ť , Grazia Lucia, Filippa,
nel 1905 . Maria Francesca, Francesca, Vincenza , FRAN
CESCO .
Oggi la famiglia risiede a Macerata ed è rap
presentata dai seguenti: Figli di Giovanni † : Francesca, PIETRO, ALES
SANDRO .
PIER FRANCESCO di Marino , nobile di Cin
goli , nato a Pausola 15 genn . 1878 ; sp. 10 feb Figlie di Francesco : Maria, Giovanna .
braio 1907 Barbarossa Paola di Monsampie S. l.
trangeli , da cui :
a) GIANFILIPPO , n . a Pausola II aprile
1909 . BARTOLI .
b) Maria Olimpia, n . a Pausola , 23 sett . ARMA : Innestato
1910 ,
merlato in banda
c) MARINO MARCO , n . a Pausola 15 nov .
1911 . di sei pezzi, il pri
d) MARCANTONIO , n . a Pausola , II sett . mo d'oro ad una
stella di rosso, il
1913 .
secondo di rosso
e ) Orsola Maria , n . a Pausola , 4 febbraio ad una stella di
1917
L
oro .
p . c . b. o .
DIMORA : Napoli.
U
Antica famiglia di
BARTOLI . Vitulano, trasferita
si a Benevento , ove
ARMA : Spaccato : nel nel 1695 ottenne gli
Iº di azzurro alla onori di quel patri
colomba volante ziato. Ebbe il pos
d'argento accom sesso delle terre di Castelpoto ( 1693 ) e di Car
pagnata in capo rara ( 1730) , sulla prima delle quali, venne in
da tre stelle d'oro fisso , nel 1718 , il titolo di duca . È registr. nel
ed in punta da un l'El. uff. nob. col titolo di duca di Castelpoto
monte di tre cime (mpr. ) e pred . di Carrara (mf. ) nelle persone
dei disc . da DOMENICO , ultimo intestatario di
di verde ; nel 20
d'argento alla co Castelpoto nei Cedolari di Principato Ultra.
rona d'alloro al È rappresentata dai fratelli GENNARO (n. 1883)
naturale colla fa ed OTTAVIO (n . 1888) , di Domenico (1848
scia d'argento ben 1912 ) , di Gennaro ( 1788-1864) , nonchè dallo
data di rosso at zio OTTAVIO ( n . 1851 ) già uffic. del r. esercito.
traversante sullo spaccato. 0. P.
LETTERA B PAGINA 525
contro i Pisani, e a Milano, nel 1397 , per trat sig . Abbate Nicolò, protonotario apostolico , ve
tare una lega con Gian Galeazzo Visconti . nivano insigniti del titolo di conte ed investiti
Onofrio di Leonardo venne eletto da Leone X , in condominio del ieudo nobile di Torricella
nel 1518 , arcivescovo di Pisa . Trovatosi a Roma nei Frignano, tra
in occasione del sacco dato a quella città dal smissibile ai discen
contestabile di Bourbon , fu uno degli ostaggi denti di Giovanni in
richiesti dall'esercito imperiale . linea primogeniale
Giovanni di Bartolommeo fece edificare, nei maschile. Ortensio
primi anni del cinquecento, l'elegante palazzo Giovanni e il figlio di
di famiglia in Piazza Santa Trinita, affidan lui Niccolò ottennero
done l'incarico a Baccio d'Agnolo. rispettivamente la
Zanobi di Gio . Battista , nato nel 1669, mi rinnovazione dell'in
litò nell'esercito imperiale raggiungendo il grado vestitura feudale il
di colonnello . In premio dei suoi meriti l'im 3 maggio 1781 e il
peratore Carlo VI gli conferì, nel 1713 , il titolo 24 maggio 1796.
di marchese trasmissibile a tutti i suoi discen Ilembri viventi :
denti maschi e femmine ; titolo confermato nel RICCARDO, di Alber
1733 dal granduca Gian Gastone. to, di Giuseppe Ma
I Bartolini Salimbeni hanno avuto cavalieri ria , di Carlo, di Alberto, di Ortensio, di Gio
di Malta e di S. Stefano : furono descritti nel vanni, n . 19 gennaio 1884 .
Libro d'oro dei patrizi di Firenze nel 1751 . Sorelle : Natalina, n . 18 dic . 1871 ; Bianca ,
Per decreto di Vittorio Emanuele II del n . 27 maggio 1880 .
23 dicembre 1871 Pietro di Leonardo di Sa Marianna di Zenobio , di Carlo , di Alberto ,
limbene aggiunse al proprio il cognome Vivai. di Ortensio, di Giovanni, n . 14 febbraio 1862.
a) BARTOLINO di Leonardo di Salimbene e. p. v.
(marchese, mf.; patrizio di Firenze, mf.).
b) ATTILIO di Leonardo di Salimbene (mar
chese, mf . , ricon . 1871 ; patrizio di Firenze, mf . ) . BARTOLOMMEI.
Figlio : ALBERTO,
Figli di Alberto : Lidia , ATTILIO. ARMA : Partito : nel (
c ) ALAMANNO di Leonardo di Salimbene 1 ° di rosso al gi
(marchese, mf.; patrizio di Firenze mf. ) . glio fiorentino d'o
Figli: FRANCESCO, CLEMENTE . ro ; nel 20 scac
BASSANO. BASSI .
ARMA : Interzato in
ARMA : Di azzurro
alla testa di car fascia : a) d'oro
nagione cinta da all'aquila di nero ,
coronata del cam
turbante cimato
da un crescente
po ; b) di argento
alla croce di ros
d'argento . so ; c) inquartato
DIMORA : Napoli. in decusse di rosso
Famiglia origina e d'oro .
ria degli Abruzzi , DIMORA : Milano .
decorata nel 1648 del Famiglia milanese
tit . marchionale, ti
tolo che venne in
che entrò a far parte
della nobiltà mila
fisso sul feudo di nese con Paolo crea
Tufillo (Abr.) venu
to in possesso della to nel 1779, senatore ,
ufficio che radicava la nobiltà anche ne ' suc
famiglia nel 1719. Fu ricevuta per giustizia cessori . I figli suoi GEROLAMO e ANTONIO ven
nell'ordine Costantiniano nel 1770, ed in se nero confermati con sovrana risoluzione 2 a.
guito dichiarata ammissibile , per la sua an prile 1817. Da Antonio nacque altro PAOLO
tica nobiltà, nelle RR. Guardie del Corpo. Con (n. 1798-1855 ) , che fu podestà di Milano, la
R. Rescr. I ott. 1851 , per morte senza prole cui sorella , Luigia, sposò il conte Gabrio Casati,
di Francesco , venne riconosciuto nell'anzidetto che fu pure podestà, presidente del Consiglio
titolo di marchese il cugino CARMELO , n. nel dei Ministri e presidente del Senato. | Bassi
1782 . sono iscritti nell'Elenco Ufficiale col titolo di
Rappresenta attualmente la famiglia il ni « nobile » e col trattamento di don e donna .
pote GIUSEPPE, nato a Napoli il 23 giugno del Cfr . ASM. , Araldica .
l'anno 1857, figlio di Carlo, di Carmelo, e della a. 8
nobil donna Marchesa Maria Volpicelli .
0. P. BASSOLI .
*
BAUDI . Nobiltà fiesolana su proposta della Magistra
tura civica di quella città.
ARMA : D'azzurro , al Discendenti da GIACUMO di Giovan Fran
compasso d'oro a cesco .
perto ; col capo di f. s .
rosso , cucito , ca
rico di tre conchi
glie d'oro , ordi BAVA ARRIGHI ( DEL ) .
nate in fascia .
CIMIERO : Levriere di ARMA : Di verde alla
fascia d'oro ac
oro , nascente .
Motto : Fidelis Cu compagnata da 3
stos . stelle di 8 raggi
TITOLI : Conte di Sel dello stesso , due
in capo e una in
ve (mpr. ) ; signore
di Vesme (mpr . ) . punta .
Antonio di Sera
DIMORA : Torino .
fino del Bava fu ve
Oriundi alessandrini, poi in Vigone e Torino.
Nobili di nobiltà generosa, con memorie sicure stito per giustizia
cavalier milite di S.
risalenti agli ultimi secoli del Medio Evo; di Stefano il 7 gennaio
ramarono largamente, dando luogo a più linee 1732 , avendo fatte
cioè alla linea comitale che si inizia con BER
le necessarie provan
NARDINO , investito di Selve il 15 agosto 1722 , ze dei quattro quarti di nobiltà. Nell'attuazione
e alla linea ile detta di Vesme, nella quale
furono illustri per merito di studi, in tempi re della legge sulla nobiltà toscana egli venne per
ciò iscritto al Patriziato della città di Volterra ,
centi, il senatore CARLO col figlio ALESSANDRO con decreto del 28 febbraio 1757. I figli nati dal
direttore della R. Pinacoteca di Torino, e il suo matrimonio con Maria di Guglielmo Arrighi
cav. BENEDETTO, sagace ricercatore di genea aggiunsero per eredità al proprio il cognome
logie dell'alto Medio Evo. materno . Discendenti da ANTON -Pietro e Gu
FEDERICO , di Filippo, di Giovanni . GLIELMO di Giuseppe di Antonio .
Figli : Matilde , MARCELLO , Enzo . f. s .
m. 2.
BAVA BECCARIS .
BAUTTE .
ARMA : Di rosso , al
leone bandato di
ARMA : Partito : nel
argento e di nero .
1º d'azzurro al pa Motto : Nul bien sans
lo d'oro caricato
peine .
di una freccia di
TITOLO : Nobile (mf. ) .
rosso piumata di DIMORA : Fossano .
argento ; nel se
Furono i Bava una
condo di nero al
delle sette famiglie
leone d'argento co fossanesi de platea,
ronato alla reale
che contribuirono al
d'oro, addestrato la fondazione della
da una stella d'ar città, divisi in molti
gento a 8 raggi. rami, di cui soprav
Motti : Loyauté passe vive quello detto Ba
tout. Sic itur ad
va Beccaris. Diramarono anche a Genova, dove
astra . DIMORA : Ginevra .
furono inscritti all'albergo Cattaneo. In Pie
Famiglia originaria della Normandia . Ante monte ebbero larga signoria di feudi, come Ri
nore de Baupte, signore di Juganville, fu no crosio, Cervere, S. Paolo, Vallo , Costigliole, Cla
bilitato nel 1653 e suo figlio Pietro ottenne vesana. Il ramo superstite riporta le remote
lettere di conferma nel 1664 . origini al sec . XIII e segue con lustro di cariche
Giacomo di Giovan Francesco di Pietro , civili e militari fino ai tempi attuali. Personaggi
banchiere in Firenze e indústriale a Ginevra, cospicui : GALEAZZO, nato nel 1532 , e morto
fu, con rescritto de' 17 luglio 1840, ascritto alla nel 1608 , adoperato in maneggi diplomatici
PAGINA 534 LETTERA B
dal duca di Savoia, governatore di Busca, di Infatti suo capostipite è Rodolfo ( 1314) fra
Susa, di Cavour, di Cuneo , di Mondovì e di tello di Ludovico II duca di Baviera e V impe
Pinerolo ; FIORENZO , maggior generale, sena- ratore di Germania. Non avendo egli (Rodolfo )
tore del Regno, comandante di corpo d'armata. voluto dare il suo voto a detto Ludovico per
ALESSANDRO, di Carlo Ignazio, di Giuseppe. la sua elevazione ad imperatore, fu tanto per
m. 2. seguitato da detto Ludovico che nel 1319 do
vette esulare in Inghilterra, però lasciò da sua
moglie Matilde di Nassau tre figli: RODOLFO II
BAVASTRELLI. ROBERTO E ADOLFO .
· Questo Roberto da Beatrice dei duchi di Berg,
.
1
LETTERA B PAGINA 535
1
INDICE
DELLA MATERIA DEL PRIMO VOLUME
PREFAZIONE pag . 5
PARTE I.
ELEMENTI DI ARALDICA :
LA SANTA SEDE :
LA CASA SAVOIA .
ICONOGRAFIA SABAUDA : I conti di Savoia . - I duchi di Savoia . - I Re di Sar
degna. I Re d'Italia Pag . 203
>
R. Decreto per i Titoli e Stemmi della Famiglia Reale 263
>>
ORDINI EQUESTRI E DECORAZIONI DEL REGNO D'ITALIA 267
PARIE II .
LETTERA B ( BA ) 461
ERRATA CORRIGE
NB. - Per gli « Errata Corrige » del 1 ° volume, vedi 2 ° volume.
CS
Stanford University Libraries 757
.E5
v.1
3 6105 013 482 976
poc OU 995