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18. S.ja

MENTEM ALIT ET EXCOLIT


1958 mentem alt erEXCOLIT

Ono noong

ÖSTERR . NATIONALBIBLIOTHEK
BIOGRAFIA
DÉT

MEDICI ILLUSTRI BRESCIANI


taccolis e pubblicato
. DA

ANTONIO SCIIVARDI

decxdentico

Brescia
PER G . VENTURINI TIPOGRAFO
X . DCCC. XXXIX.
Le Biografie degli uomini ilastri sono come simulacri innalzam
al merito degli spiriti esimii di una pazione; e il libro che le contiene
direbbesi un panteon consacrato al genio, al talento , al valore di ona
gente, o schiuso all' ammirazione del mondo, all' esempio dei cootem
porsaei e alla commendazione de' posteri. Misero quel popolo cbe
Biografie non ha ! o è del tutto ignavo e prostrato, o è tanto barbaro
che manca dimezzi per tramundare all' età fatura le prove generose
della mente, del core, della mano de' suoi fgli , o rimansi alle tradi.
zioni che a ogni tratto si alterano e presto si dileguano. Privo di questi
segni della sua grandezza con quai caratteri potrà autenticare la sua
celebrita ? Quale specchio avrà dinanzi per confortarsi se é sventurato,
per risorgere se ë caduto ? Certo le Biografie dei graodi Italiaoi 18
ranno sempre un fuoco, un alimento per tenere in piedi quosta prode
Bazione che signoreggio l' universo ! Saranno on perenne rimprovero
. ebi starsi in colpevoli pigme ozinado, e chi a malvage arti si dona!....
MISSIRINE.

S
ICH
RL
KAISES

HOWIEN
FBI THERS
BTYIG
LE VITE DEI GRANDI MEDICI BRESCIANI

CHE FURONO

IL RACCOGLITORE CONSACRA

PER NOBILE EMULAZIONE

A’ VIVENTI ED A' POSTERI.


PREFAZIONE
Storm

In questi tempi destinati agli studj delle


patrie memorie , in una terra siccome la
nostra che in ogni secolo ebbe elogisti, dal
Cozzandi al Rossi e da questi al Maz
zuchelli, ad un Corniani ed a un Çamillo
Ugoni, spero non riescirà nè inutile, nè :
discaro l' avere condotta a buon termine ,
per tante annue memorie lette al patrio
Ateneo , una MEDICA BIOGRAFIA antica e
moderna la quale riempia un vuoto che
esisteva nella nostra letteratura. Se gli an
tichi nostri Biografi coi loro lavori dis
bero di tanti benemeriti italianie se l?Ugoni
continua indefesso l' opera degli altri cele
bri della nostra nazione io volli consacrare
alle pagine della storia patria i nomi dei
nostri che degniministrid ' Igea professando
le arti della medicina s’ebbero fama di
valenti per tutta Europa e nuovo lustro ago
giunsero alla comune nostra patria, Italia.
Non pel solo amore al paese che mivide
nascere m 'accinsi io a questa ardua impresa,
ma sibbene per far conoscere agli stranieri
come in ogni angolo dell'italico suolo sor
sero ingegni possenti; come a gran torto
nella Biografia Universale siano dimenti
cati o segnati con onta non meritata di
maligna critica, grandi nomi e tacciute
opere e glorie che sono affatto italiane.
Oltre ai suddetti fini altro scopo mi
prefissi, quello cioè di eccitare i miei colle
ghi ad imitarmi onde in fine conseguire
una Biografia ed una medica storia di tutte
le città del nostro regno, il che parmi non
ancor fatto da alcuno .
Che se altri vi daranno opera io ayrommi
riscosso il guiderdone cui agognaya, e la
nostra letteratura non avrà più a lamen
tarsi dell' avvisata lacuna.

· Brescia , agosto 1839.


QUQLIELMO CORTI
Il primo Medico che si presenta nell' ordine dei
tempi è Guglielmo Corvi, del secolo terzodecimo, co
nosciuto anche dai cronicisti sotto ilpome di Guglielmo
da Brescia e di Aggregatore, ' .
Nacque nell' anno 1250 in Canneto , l' antico Be
driaco, grossa terra in riva all' Oglio, famosa per bat
taglie dei Romani e di altri popoli , la quale appar
tenne alla bresciapa provincia per molto tempo. Il
padre, Jacopo, essendo in molla dovizia e dinobile pro
sapia , scorta la inclinazione dell' unico suo figliuolo ,
lo avviò alla nostra città , perchè mettesse opera agli
studj elementari. In quel tempo infelicissimo per le
guerre lombarde, per l' ostinato assedio , per le deva
stazioni e per quei disastri politici , che di tanto san
gue e di tante lagrime bagnarono queste contrade, era
indarno il cercare , che alcup fiore di lettere fosse fra
noi. Pure le cose venute a miglior condizione e a mag
gior civiltà * , si elevarono in quelle tenebre alcupi ia
telletti a derivare spleqdore e lume anche fra' bre
sciani. Basterà lo accennare il giureconsulto e filosofo

* Quando Brescia , si goverpaya a popolo : continuò in tale


stato per tre secoli e mezzo.
10

Albertano, i cui codici e le cui opere, preziosi depositi


delle biblioteche, furono tradotti dal latino idioma nel
toscano da Bastiano de'Rossi e stampati a Firenze l'an
no 1610. Per gli insegnamenti di Albertano giudice
di Brescia , il Corvi compiuti gli studj delle lettere
si adorvava della filosofia del maestro , ed in quella
crebbe così da uguagliare ne' suoi teneri anni i migliori
che professavano in quelle dottrine. La fama del suo
precoce sapere non si arrestava nelle patrie mura , ma
sparsa per l'Italia venne chiamato, non ancora giunto al
quinto lustro , a leggere filosofia nella patavina Univer
sità . --- Siccome era il costume di que' di vestito l' abito
ecclesiastico cominciava le sue lezioni di logica e me
tafisica in quella tenebrosa età , la quale non mandava
segno ancora diuna luce che dovea da quella sapiente
scuola diffondersi. Della filosofia degli scolastici e de
gli astronomi riboccavano le opere degli scrittori, e
continue antitesi, problemi sofistici, distiozioni senza
numero erano il fondamento della scienza. Aristotele
mascherato dagli Arabi ed Averrvé si tenevano per
norme infallibili, che dividendosi lo impero delle scuole
fomentavano due strepitanti partiti. Non possiamo, dice
Sprengel nella sua medica istoria , immaginare il di
luvio di sottigliezze di che ridondarono le scuole e fa
stupore il vedere lo sviamento dell' umavo intelletto
ogoi qual volta si legge , che il metodo scolastico ve
niva applicato anche alla pratica . Il Corvi invece di
vagare in queste stranezze e nelle disputazioni quasi
teologiche intorno alla questione che allora si agitava
dell' esistenza delle tre specie di Universali secondo
le tre antiche scuole Platonica cioè, Aristotelica e Stoica,
dava un forte impulso alla meditazione della vera lor
il
gica dottrina per salire dagli effetti alle cause e dal
particolare al generale mediante le più sottili analisi.
È da credere che molto ottenesse, giacchè uno de'mi
gliori suoi allievi , Angelberto che fu poi abate nella
Stiria , scrivendo in Alemagpa, appellava il suo maestro
vir magnae reputationis. - Ma ad altra scienza si
sentiva il nuovo filosofo irresistibilmente da natura chia
mato , alla medicina.
Incominciò coll' esamioare come nelle scuole di quella
Università si dettava questa scienza riguardo al pra
tico e teorico insegnamento . In esse istruiva Pietro
d'Abano, ingegno però sopra il suo secolo , che il corpo
umano aveva relazione con tutto l' universo e partico
larmente colle costellazioni; che tutte le malattie subia
vano un ' influenza planetaria ; che i giorni critici delle
medesime dipendevano dalle fasi lunari; quindi diceva
che il vigesimo giorno doveasi stimare più felice del
diciottesimo, che non si dovesse mai prescrivere alcun
rimedio senza prima consultare le stelle , delle quali
era a trarsi anche il pronostico delle infermità. Facile
sarà lo scorgere se il Corvi educato alla sana filoso
fia potesse por mente e considerazione a tali strava
ganti ipotesi , nelle quali con dapuo infinito delle
scienze per tanto tempo furono rapite le menti dei
medici. Quindi lasciata la cattedra, dalla quale aveva
per cinque avui insegnato, andò a studiare medicina a
Bologua. Fra le Università fiorenti nel secolo terzode
cimo , questa portava il vanto sopra qualunque altra
di Europa. In quel pontificio Liceo era Taddeo Alde
rotti , conosciuto meglio per Taddeo di Fiorenza , pro
motore della medicina Ippocratica , in fama di letterato
e di pratico assai valente. Negli statuti di detta città
12
si legge come i Bolognesi, per oporare' tanto maestro ,
gli dessero la cittadinanza, sgravando lui ed i suoi di.
scendenti da qualunque tassa o altra improntitudine.
Alla scuola di questo professore il Corvi studiò e compi
il scientifico suo corso , senza però mai abbandonare i
severi studj della filosofia . E qui ora frequentando le
Biblioteche , che in quella città si erano già formate ,
ed ora le società letterarie che servirono di fondamento
alle molte accademie di che in seguito Bologna si il.
lustrò , e conversando coi più distinti precettori, vi di.
morò diversi anni in grande credito , da meritarsi per
le molte coguizioni il titolo di Aggregatore, Ecco come
parla di lui il Fattorini nella sua opera = De Claris
Archigymnasii Bononiensis Professoribusa saeculo XI
usque ad saeculum XIV . Tom . I. Pars I. Quae
porro fama esset Scholae Medicae Bononiensis, et
nostri Collegii Medicorum inclinante seculo XIII,
hoc insigni argumento comprobatur. Guillielmus Brie
xiensis , vir aetate sua celeberimus, qui et Canoni
cus Parisiensis fuit , et Archidiaconus Bononiensis
et Aggregator vulgo in Schola Medica est appellatus,
quem titulum sibi fecit iu subscriptione insignis operis
ab eo editi, quod practica inscribitur, postquam ans
nis multis dialecticam et philosophiam publico stipen ,
dio docuisset in Scholis patavinis, cum ad Medicinam
se conferre vellet, Bononiam venit seque erudiendum
traditit T . Alderotti ; quo auspice, doctoris insignia
in nostro Collegio accepit , , · · · · · ·
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
Et revera ex monumentis nostris, quae cum epistola
Engelberti mire consentiunt, manifestum est, Guil,
Lielmum Brixiensem anno MCCLXXXVI Bononiae
fuisse Magistrum quidem in Phisica tunc appellatum ,
sed nonduin doctoris titolo insignitum . Itaque vir ille
clarissimus Conventum in Medicina suscepit , ut in
quit Engelbertus, idest, doctor in conventu Magistro
rum nostrorum ; creatus est sub illud fere tempus, quo
nata est nostra Medicorum Universitas.
In quel mezzo tempo che soggiornò in Bologna , il
Corvi scrisse diversi trattati, i quali videro poi la luce
io Venezia nel 1508, per cura del tipografo Locatello .
Il primo = Ad unam quamque aegritudinem a ca
pite ad pedes Practica , e diviso in 129 articoli,dove de
scrive quasi tutti i morbi a cui è soggetta l'umana
specie ed accenna i rimedi per debellarli. Il secondo
De peste , et de consilio observando tempore pestilen
tiali, ac etiam de cura pestis : lo scrisse quando tale
pestileoza inferiva in Italia . Dal Mazzuchelli è citata
altra sua produzione = De Medicinis simplicibus ex
variis auctoribus: che dice essere stampata senza nota
di luogo, di tipi e di anno. Presso Giovanni Rodi
da Padova , al dire del Bresciano Peroni, esistevano
due manoscritti del medesimo professore: l'uno por
tava per titolo Consilia Medica, intorno alla correzione
del quale si affaticò il dottor Grataroli bergamasco ,
come lo afferma il Gallizioli nella vita di esso medico ;
l' altro de Agritudinibus particularibus, che io vana
mente ho ricercato nelle vecchie librerie per darge
una particolare relazione. Matteo Mattioli da Perugia
nel suo opuscolo sulla memoria, fa meuzione d 'un al
tro scritto , che esiste nella Quiriniana appellato =
Tractatus de memoria artificiali, diviso in due parti.
Nella prima parla del modo di accrescere il dono della
memoria , non allontanandosi da quanto prescrive Cice
tone, nella seconda dà le regole mediche per conser
varla .
· Dichiarato il nostro Guglielmo maestro in fisica e
mediciua , fu nell' anno 1288 a Roma decorato della
dignità di Archiatro pontificio presso Bonifacio VIII.
Sedeva questo pontefice nella sedia di Piero per il gran
rifiuto di Celestino V , ma in tempi difficili e tempe
stosi per gli umori ghibellini e specialmente dei Co
lonna, pemici sempre ai papi, e per le dissenzioni fra
i sovrapi di Europa che Bonifacio ancora cardinale.
aveva inutilmente tentato di ricomporre . Proclamato
Pontefice ebbe a tollerarsi quegli infortunji e quelle
tante tribulazioni che innanzi tempo lo condussero a
morte. Il vovello Archiatro ottenne molti onori e be
neficj da quella corte , avendolo il papa pominato ca
nonico di Lincolme d' Inghilterra e di Parigi, e po
scia archidiacono della Chiesa Bologoese , siccome era
osaoza di quei di, dispensandolo però sempre dalla
residenza. Fu richiesto dai principali di Roma, per cui
crebbe in molta dovizia , e la sua casa era visitata con
tinuamente dai più distinti uomini contemporanei, che
anche da lontano venivano per consigli, interpretazio
ni, e perciò, che appartiene principalmente alle arti
consolatrici della sua professione. Si strinse in amistà con
vu Simeone De Cordo genovese , addetto alla medesi
ma corte , assai benemerito della materia medica aven
dola resa meno confusa col togliervi le arabiche de
nominazioni. Gli si associò per superare le difficoltà
che presentava la storia delle piante riguardo alla Ter
minologia antica , con quella che si incominciava a quel
tempo a praticare. Tranquillo e pacifico nel sao gabi
netto , non prese mai parte alcuna& a quelle fazioni, i
15
cui terribili effetti sono abbastanza noti, contento a
una vita riposata e oporatissima pelministero dell' arte
sua e delle sue virtù . — Versato com ' egli era nella
storia deinostri padri, in un soggiorno come quello di
grandi reminiscenze e veramente romane, portavasi , col
suo immaginare nei secoli che furono , a contemplare
gli avauzi di obelischi, di templi ancora fumanti di
sanguinei riti , di circhi e di mausolei , che nelle loro
rovine nascondono le ossa di coloro ch ' ebbero il pri
mato del mondo per la forza , come al presente della
religiove pei papi, e delle arti pel sapere italiano.
Morlo Bonifacio , la parte francese elesse papa Ber
trando deGot, che prese nome di Clemente V , il quale
per personali vantaggi, trasportò la sede apostolica in
Avigoone; fermata poi in detta città per settant'anni,
e ivi dimorarono sette pontefici, cou danno grande di
tutto l' orbe cattolico , e particolarmente di Italia. Il
Corvi lo seguitò in Avignone , conservando il suo uf.
ficio di Archiatro, e ottenendo sempre nuovi onori ed
emolumenti , fra gli altri, come lo conferma il Marini,
quello di avere il Feudo della Catena vella Legazione
Ferrarese , dopo che il papa con forte esercito ebbe
ripreso ai Veneziani Ferrara. A questa brillantissima
corte venne festeggiato da tutte quelle persone, dalle
quali il pontefice riceveva omaggi.
Erano scorsi pochi anni dacchè in Avignone il conte
di Provenza, Carlo II, aveva istituita la Uniyersità, la
quale venne poi in seguito diretta ed ajutata dai pa
pi, e dopo questi da altri priocipi. Il bresciano Archia
tro, che veniva sempre cresceudo nella rinomanza , e
come pratico -medico , e come precettore di teoriche
poichè univa ad una l' insegnamento della scienza col.
i6
l' esercizio della medesima, ebbe incarico di insegnare
inoltre pubblicamente in quella vascente scuola la met
dicina e la filosofia , che dettata con si gran plauso
aveva in Padova. Svelava con filosofico ardire gli er
rori degli antichi maestri e de' loro partigiani, inse
gnando che nell'uoa scienza e nell'altra la ragione
debb' essere indipendente dalle autorità , e il ritrova .
mento di una verità dipendere dall' esatto criterio e
dal metodo analitico , von da quella volgare opinione,
allora più che maiin moda, di starsi schiavi a quanto
aveva detto o pensato un nome illustre. Non ex vulgi
opinione, sed ex sano judicio , esclamava il gran Ba
cone di Verulamio , ragionando in più tarda età , ina
torno a quelle proposizioni.
Per togliersi poi il Corvi alle molteplici occupazio .
' vi, si ritirava sovente fuori della città , lungo le sponde
del Rodano e del Sorga , e là tra i boschetti incante
voli che attorniano Valchiusa , cercava alcun ricreation
mento all' affaticato suo animo. Fortunate solitudini ,
che dopo alcuni lustri ripetevano i canti di quel cigno
immortale di Sorga , e il fremito di una lira che ge.
ine sulle sventure della sua patria e sulla perdita di
quell' adorabile Laura, che natura dell' effigiarla sè stessa
aveva superato !
Ma la Pontificia Corte non aveva più pel nostro con
cittadino altrattive, anzi uon eragli che continua fon
te di amarezze e disgusti per la nuova licenza, che
ivi sigdoreggiava, non compatibile ad uomo di natura
grave e severa . luoltre all' invidia , che il suo merito
naturalmente suscitava, e all' essere di patria italiano ju
forestiera corte, si aggiungeva il predicare che egli fa .
ceva continuamente della verità , non cortigiano a
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nessuno e solo ascoltanle la voce sacra di sua coscien .
za. Il rammarico inoltre per gli avvenimenti che doo
vevano succedere in Italia , ch'egli nella sua mente
presagiva, che tavto segualarono il secolo XIV , tutto
in somma fu causa a congedarsi. Nou è a dire come
i suoi veri ammiralori povessero in opera ogui ma.
niera di arti per trattenerlo , e lo stesso successore di
Clemente, Giovanni XXI[ oltre a conservargli le sue
cariche, lo invalzara eziandio ad altre maggiori e straor
dinarie ... . Ma nou si arrese alle insinuazioni degli
amici e del principe, per cui , spogliatosi delle sue
dignità e de' suoi impieghi , andossene a prevdere stanza
a Parigi, per compiere tranquillamente gli ultimi anui
dell' operosa sua vita. .
Ivi rivide fra gli altri il suo antico amico Lanfranchi
di Milano , quel sì illustre ristoratore della chirurgia
francese, che aveva conosciuto a Bologna alla scuola di
Salicetti: Quel maestro tornava ' a vera gloria la frage
cese chirurgia dall' avvilimento in che era cadula per
l' orgoglio de' medici , poneodola nel dovulo posto di
opore. Mise inoltre i prinii fondamenti della tauto de
cantata chirurgica accademia di Parigi e fece risolvere ,
al dire di Portal e Cooper , uomini d' ingegno e dotti
a coltivarla come scienza .
Col Lanfranchi visse in assai affezione il Gugliela
mo di Brescia il rimanente de'suoi giorni, mettendo
a parte l' amico di sue immense ricchezze , il quale
dou seppé rifiutarle , perchè balestrato dalla malvagia
fortuna e fuggente il pativo paese per politiche vicen
de, menava vita combattuta e meschina. Altri compa
trioti furono dalla sua generosità protetti ed ajutati ,
fino agli esliemi momenti della sua esistenza, nel che
poi poniamo la prima e principal lode che al vero filo
sofo si convenga. Egli morì nell' anno 1326 nel set
tantesimo sesto dell' età sua, e benchè la sua salma

dalle calde lagrime della riconoscenza de' suoi benefi.


cati , unica gioja che ha oltre la tomba chi lascia al.
cuna eredità di affetti.
Fra le qualità che ornavano la mente ed il cuore
del Corvi, riluce principalmente la liberalità e l' amore
santissimo della patria , alla quale lasciò morendo le
molte sue dovizie. Parte di queste usò col dotare lar
gamente una prebenda canonicale del nostro duomo ,
la quale esiste tuttavia , e coll' altra, per avventura la
più considerevole, volle istituire in Bologna presso san
Barbaziavo un collegio , nel quale potessero essere mau
tenuti cinquanta giovani a dar opera alle scientifiche
facoltà , ordinando che si dovessero sempre preferire
quei Bresciani che avessero avuto più amica la natura
che non la fortupa. Tale bevefica fondazione portò il
titolo di Istituto Bresciano, sivo al pontificato di Eu
genio IV, cioè cento vent' anni dopo che era stato eretto .
Dal medesimo papa venue poi arbitrariamente soppresso
ed unite le sue rendite , che erano assai notevoli , al
collegio che si disse diGregorio. Ma se una mano vio
Jenta, dice l' insigue archeologo Labus in una sua Me.
moria , lo ha fatalmente distrutto , rimane perciò sde
bitata la nostra riconoscenza verso la mano liberale ,
virtuosa e magpiſca dell' ottimo concittadino, che l' avea
concepito e fondato ?
A concludere il nostro ragionamento diremo, che fu
grave il dolore il non rinvenire nella stessa sua patria
alcuna opera per farne intiero e particolare giudizio ,
19
e qnindi essere poi nella necessità di starci contenti al
concetto che di esse ne formano gli scrittori contempo
rauei e gli storici posteriori. Non volemmo perciò che
fosse dimenticato il nome, per quanto era del nostro

filosofo, e , ciò che assai più mouta , sincero , liberale ,

modello di tale , che ui in dolcissimo modo le doti


del cuore a quelle della mente, dopo che di rado i
cieli concedono agli uomini.
1o Brescia dall'antica e nobile famiglia dei Maggi
nacque Lucillo nel principio del secolo sestodecimo
( siccome ne viene assicurato da tutti i biografi e spe
cialmente da Apostolo Zeno), in quel tempo appunto
che la sua patria si teneva al veneto dominio , poco
dopo che i Francesi , capitanati da Gaston de Foix ,
misero a ferro ed a sacco questa terra ipfelice, ma
costante e fermissima ne' patti da lei volontariamente
assentiti. Era figlio al cavaliere Tommaso , che gli
storici oltremontani affermano essere stato per delitto
di fellonia condannato a morte. Ma la morle di Bona
ventura Fenaroli , di Giacomo Martinengo e di quel
Luigi Avogadro, che fu pur segno a tante forastiere
calunnie , sarà compianta da tutti che hanno in cuore

Fiviti che ebbe il Maggi in Brescia i primi studj,


venuto nei diciott' anni, mandato a Venezia alla scuola
del celebre Egnazio , a dar opera alle gravi dottrine
della filosofia.
Ivi il suo ingegno fervido e pronto si elevò a se
gni pobilissimi e il Tiraboschi ne disse di lui che dal
maestro era magnificato sopra gli altri alunni e quasi
94
oroamento di ogni letteratura da tutti si giovanetta
ancora encomiato,
Di là ebbe il consiglio di condursi all'Università di
Padova a perfezionarsi nelle discipline filosofiche e nello
studio delle lingue esotiche ed antiche sotto gli am .
maestramenti del Buonamico e del Leoniceno. Fu a
quella lodatissima Accademia che il Magyi coltivando
con amore i prediletti suoi studi e in tutte le parti
dell'umana sapienza addentrandosi, faceva assai chia
ramente presagire quello chę up giorno doveva essere ,
e inoltre tutte quelle fiducie che il maestro avea dal
suo ingegno concette. Prime sue giovanili e letterarie
fatiche furono le versioni dal greco di alcuni libri di
Aristotile e dei suoi antichi spositori Filopone , Sim .
plicio e l' Afrodiseo. I. Simplịcii Comm . in vir li
bros Aristot. Stagiritae ; de Phisico auditu . II, Alexan ;
dri Aphrodisiaci Comm . in Aristot. lib . De sensibus,
III. De Coelo et Mundo Comm . E de Auscultatoriis
la IV , stampata in Venezia per cura di Gaetano Scoto,
In queste si scorge uno stile che appostatamente uso ,
addoitripato a ciò dall' esempio di Ermolao Barbaro ,
il quale avendo tradotto Țernistio in latino, plainting
știlo et verbo , non ad modum probatur huic saeculo
philosophorum .
Vi ammiri tuttavia una chiarezza singolare , un lin .
guaggio molto adatto ad esporre le scientifiche cogni
zioni. Inseguò da vero filologo qual forma di scrivere
convenga alla gravità delle materie filosofiche accenpando
inoltre come siępo capaci di venustà e dinitidezza . Queste
traduzioni dal greco filosofo gli procacciarono molte lodi .
presso tutti gli scrittori coutemporanei e presso quella
Vaiversità il supremo grado accademico in filosofia ,
25
Ma allora che incominciava a godersi i frutti delle
molte sue lucubrazioni un inaspettato accidente lo tolse
da Padova, città che contribuito avea al perfeziona .
mento delle sue intellettuali virtù e a diffondere a
moltissimi la sua fama e il suo merito letterario. 19
sorta yua delle solite risse fra studenti vicentini e
bresciani , il sepato di Venezia nella fålsa persuasione
che il Maggi ne fosse uno de' principali promotori ,
lo esiliò dagli Stati della Repubblica. --- Elesse a sua
novella patria altrą dotta città, Bologna siccome luogo
il più atto ed il più conveniente a sincero amatore degli
studj e a chi nou deve essere vago di ambizioni e
di brighe civili. - La fu sua prima cura lo scrivere
yua difesa , che lo guarentisse dall'ingiusta taccia e il
salyasse dalla peva, per la quale chiarita la sua iu
poceoza dopo pochi mesi ottenne di essere pienamente
assolto ,
Ricca avendo la mente di doviziosa messe di filoso
fiche cognizioni, ed essendo da natura stimolato agli
studj della medica scienza si pose sotto la disciplina
del professore Benedetto Vetlori, e nell'anno 1535 fu
insignito dalla laurea dottorale con onorevoli distin ,
zioni, e aggregato in seguito all' illustre medico - colle ,
gio , principal gloria di quella citlà.
Fra gli uomini disținți per alta dottrina, de' quali
aveva stretta amicizia , si annovera il Navagero , il
Contarini, l' Egnazio, B . Foscarini e il Benibo che
nell' occasione della sua laurea cosi gli scrisse. Cui.
nam in animum caderet , aut quis arbitraretur, te
Enciclopedium , orbem illum ingenuarum et libera ,
lium artium , tam hrevi consecutum ? O sublime in .
genium !
26
E a dir vero , quella sua mente meravigliosa s' in .
tratteneva , siccome egli stesso racconta al Foscarini,
in ogni maniera di scienze e di lettere, e in quelle era
assiduamente con diurna e notturna fatica, con grave
danno della sua salute e della sua gioventù .
Lo storico Corte fu del parere che il nostro cod
cittadino fosse professore io Bologoa ed io Napoli;ma
io convengo col Tiraboschi nel contrario, poichè dalle
sue lettere , delle quali dipingeva distintamente tutti
gli avvenimenti della sua vita , von mi fu dato di ri.
scontrare alcun cenno su questo particolare.
Egli è un fatto , che preceduto da una splendida
riputazione corse a que'di l' Italia e veleggiando il
Mediterraneo visitava Napoli, l'Eden della nostra pe
nisola , apimaestrandosi a quell'antica e storica scuola ,
nella quale uomini eruditissimi a quella età professa
vano. Vide e a lungo ammirò la città eterna , che
disse essere il vero capo d' Italia, la sede della nostra
vetusta grandezza, lo stupore delle nazioni. Di là venne
alle beate sponde dell' Arpo e nella classica Firenze
frequeulava all'arcispedale di santa Maria Novella , al
palazzo dei Medici , all'Accademia , si inspirava ai mar
mi innalzati alla virtù ed al valore di quei grandi
ingegni veramente italiani. Io Ravenna si prostrava
avapti all' urna del divino Alighieri, al creatore del
l' Italica poesia; ed io Ferrara salutava la stanza e la .
tomba onorata dei due , che si divisero l'opore del.
l' epica corona e quella Università , un giorno famosa
per insigni maestri , che assieme uniti mantenevano
in fiore le glorie e le doltrine pazionali. Visitò e co
nobbe inoltre quanto di ammirabile si chiude nell'altre
cillà italiane , o si riguardasse a pregio di arti, di
scienze, o di antiche memorie, stringendo amicizia coi
più celebri uomiui di quel secolo. Le quali cose tutte
amò di miputamente descrivere con molto studio, sic
come appare dalle sue lettere pubblicate.
· Ritornato quiodi in Bologna adorno di buone co
goizioni, vepoe poco dopo da Lazzaro Buonamico
pregato acciò gli piacesse di andare con lui a Roma ,
promettendo onorevoli incarichi, i quali furono dal
Maggi rifiutati. Dal cardivale Contarini ebbe avviso
che per la sua grande riputazione nell' Archiginnasio
romano sarebbe stato eletto a professore di quella
scienza che più gli fosse in desiderio , col destro di
usare inoltre della sua casa e valersi della sua prote.
zione. Lucillo non accettò , e ringraziando l'amico e
quella romana dignità , non lasciò Bologna che per ac
condiscendere alle pressautissime richieste del Marchese
del Vasto , il quale lo volle a Milano a ' suoi stipendi
¢ appunto nella qualità di suo medico. ,
· La capitale dell' Josubria essendo a quel tempo più
in pace che in guerra, per la tregua decevoale otte
nuta da Paolo III, stava ristorandosi dalle fatiche dei
molti fatti d ' armi degli anni anteriori , e godeva il
frutto dei bene ottenuti allori. Avvenuta allora la morte
dell' ultimo rampollo della celebre ed iofelice casa Sfor,
za, Francesco II, lasciata vedova la principessa Cristina
nipote diCarlo V , il marchese del Vasto governava il du
cato di Milano. Uno certamente dei migliori capitani
į diplomatici della sua età e grande apprezzatore dei
letterati e degli scienziati, ebbe assai caro e onorato il
Maggi che fu dei più dotti conosciuti in quel tempo,
· Il nostro Bresciano stette diversi anni presso il Go.
rerpatore ,accompagnandolo inoltre e nelle negoziazioni e
38
nelle imprese militari, conservando sempre la sua ca .
rica di medico e di consulente. - Morto il Marchese,
si fermò in Milano ad esercitarvi la medicina , cou
fama di sommo pratico. Era nell' estimazione e vel.
l' amore di quasi che tutti e specialmente dei mediei,
che onoravano quella città, il protofisico cesareo Biu
mi, Candiano ed Arluno archiatri ducali , Carcano ,
Albusi ed altri insigni e per dottrina celebratissimi
ed ayversi come il Maggi all' adulazione , i quali per
una liberissima filosofia ebbero' in dispello ogni arte
di fortuna o di basso interesse. Straniero a tutti i pubro
blici e privati passatempi , di che si allegra una car
pitale , lo studio fu sempre l'unica sua occupazione, ed
il numero delle opere pubblicate, ne fanno solenne te .
stimonianza. Nella dedica d' un suo opuscolo = Meto .
dils recitandi curas, etc. a Paolo della Chiesa , dice ,
che non lasciava mai correre un anno seuza rendere
di comune dirillo qualche sua composizione: Quippe
cum usque ad id acvi nullum elapsum sit anni cu .
riculum sine aliqua editione in omni genere artium ,
praeter theologiam et civilem desciplinam . Ma alcune
di queste opere andarono smarrite , altre pubblicate
senza nome dell'autore. Le conosciute e stampate in
Alilano per Andrea Calvo , sono : Epistolarum fami
liarum , lib. tres in 8.° le quali contengono molte no.
tizic . imporlanti per la storia letteraria d ' Italia del
secolo XVI. Una bellissima orazione latina ; De bello
in Turcas suscipiendo, che recitò ai principi germa
nici uniti al secondo congresso di Spira; in quel con ,
gresso di eterna memoria per le disputazioni teologiche
del più famoso novatore religioso del suo secolo, che
diedlero origine al nome di protestante per le proteste . I
19
sosorte, e che furono causa poi di tanti disordioi pella
religione e della politica. I commenti intrapresi ad un 'ope.
va di Galeno : De arte medicinali Galeni, racchiu
dopo molta medica erudizione e squisitezza di lingua.
L 'Argelati nella sua Biblioteca scriptorum mediolanen .
sis, dopo aver narrato in iscorcio della scelta educazione
del Filaleteo,dei sublimi suoistudi e particolarmente del
valore velle lingue, offre anche un prospetto di tutte
le sue produzioni , ed ha five col dire , che ſu molto
famigliare all'arcivescovo Carlo Borromeo, che la chiesa
onora sugli altari, ed al puovo governatore duca De.
Cueva , spagnuolo, il quale lo promosse , conosciuta la
sua molta e universa dottrina , alla cattedra di Media
cina teorica in Pavia . Non si può notare con precisione
l' anno in che il Maggi passò professore ordinario
nella Ticinese Accademia . Nel catalogo dei professori,
non che nei decreti della medesima, è fissato l'anno 1563,
ma qual lettore in filosofia , la qual cosa è sosteputa
anche dal numismatico Lundi, che dice essere stato
3110 allievo intorno a quel tempo. A riscontro il Ghi
lini nel suo Teatro degli Uomini illustri, ne asseris
sce che vi si portò dieci anni prima, cioè nel 1553
e che vi dimorò per cinque interi lustri come pre
eettore in tutte e due le Facoltà, del quale ne fa an
che uno splendido elogio.
In quella lombarda Atene pochi Bresciani nei pas
sati secoli professarono , e ciò avvenne per molte e
varie ragioni. Primieramente perchè l' Università di
Padova è assai più antica , vè vende soggetta alle iu
fauste potissime vicende che toccarono allo studio pavese ,
il quale dal 1362 della sua istituzione per Galeazzo
Visconti in avanti, n ' ebbe assai, e non per causa dei
rettori del medesimo, ma per le condizioni infelicissime
dei tempi e delle cose. Altra ragione facilmente si
scorge in ciò , che essendo stati i Bresciani per quasi
quattro secoli sudditi della veneta Repubblica, vedi.
vapo dal sapiente Senato richiesti all' antica scuola di
Padova.
Ma quando comparve a Pavia il Maggi, era verde
e gloriosa ancora la rimembranza di Gabriele Frascati
da Brescia, già professore dimedicina in quel Liceo , pe
ritissimo quant' altrimai nel pratico insegnamento e velle
dottrine teoriche, il quale era chiamato per tutta Ita
lia e oltre i monti , siccome ne asserisce il Rossi, e
il grido universale lo qualifica uno de' più compiti
letterati di quell' oporato consesso . Fu il Frascati che
sottilmente analizzò e descrisse meglio di tutti le acque
mijerali di Retorbido come è scorto dall' opera che
diede alla luce : De aquis Returbii Ticinensibus, Com
mentar. Minera Facultatis et usus earum explicantes.
Tre libri, dedicati al suo mecenate Filippo II , re di '
Spagna. Questo Trattato fa manifesto aver il Frascati
unito ad un ingegno fecondo e una distinta perizia
nell' arte medica, anche una coltura non volgare nelle
umane lettere * . Volle il suo malvagio destino che
morisse appunto in quel giorno, io che la Maestà di
Filippo avealo creato Protomedico della Corte Castiliana.
Ma qui conviene di nuovo tornare al Maggi , il
quale non inferiore al suo compatriota Frascati, suco
cesse alla cattedra, che lasciata aveva vacante un Gi-.

• Vedi la dissertazione del dott. G . Burzio sopra le acque


minerali di Retorbido, provincia pavese.
31
rolamo Gardano, uomo veramente straordioario , ma
che si perdeva nei sogni della cabala, siccome quello
che diceva avere un demone familiare, col quale si
consigliava e pel quale riceveva il potere di predire
agli uomiui un avvenire fausto od infelice. Insano in
gegoo, che associò alla medicina i delirj dell'astrologia
giudiziaria ; che applicò a tutte le affezioni le scale
cabalistiche e pensò che l' influenza della facoltà dei
numeri goverpasse ogni cosa ed iofino i secreti della
natura .
Dagli scritti che pubblicò in quella città il Maggi,
si vede se abborrisse da tali stranezze e qual ragio
nevole parte della medicina insegnasse. Ne sono prova
soleonissima i due volumi intitolati : Consiliorum de
gravissimis morbis ; l'altro: Teorica et pratica me
dendi; editi dai socj Bartoli e Soncino tipografi pa.
vesi. Le traduzioni inoltre che fece dei testi di Jp .
pocrate , e specialmente di quel grau codice degli
Aforismi, ed un altro sopra i Pronostici del mede
simo , confermano il suo metodo ragionato , utile e
veramente ippocratico,
Le prime sono adorne di molta dottrina e risplende
in esse la forza dell' osservazione, con i veri principi
del maggior medico dell' antichità . Nelle seconde poi
si vede come fosse addentrato nello spirito del greco
autore , cui si era tutto dedicato. Egli faceva consi
derare a' suoi uditori come per la dottrina del vene
rabile medico di Coo , sia successa la più grande e
più straordinaria delle rivoluzioni in medicina; come
Ippocrate, allievo dei più memorevoli filosofi della sua
età maraviglioso d 'ingegoo e di dottrina, sia stato
quello che liberd questa scienza dai prestigi, dalle
superstizioni e dai misteri in che l'avevano tratta l'ima
postura e l' ignoranza. Si grande che lasciò scritto la
Datura essere il vero medico delle malattie e il fonda
mento della medica arte von essere che l'osservazione.
Con altra versione che fece il Maggi d' opera pure
ippocratica e di grandissimo valore, del Giuramento
stampata da L .Martiniove fa conoscere nella prefazione;
ch ' ei la intraprese ( mi piace di usare le stesse sue
parole ) acciò fosse chiaro al mondo quanto dabbene
deve essere il dottore, perciò nou poter essere questo
ufficio de'furfanti, dei quali a'nostri tempi sono ripiene
Je città .
Tale giuramento ei voleva che l' avessero sempre
nel cuore e nella mente i medici, perchè il povessero
in pratica , nè mai mancassero al medesimo. Inoltre
dalla caliedra replicava i consigli di quel grand'uomo:
von curate , diceva a' suoi scolari,nè le riechezze, nè la
superfluità della vita. Risanate per la sola speranza
della riconosceuza e dell' altrui estimazione. Non fate
alcuna distiuziové tra pazionale e forestiere , tra nobile
e plebeo , soccorrete tutti e sempre quando vi si pres
sentano le occasioni. .
La sobrietà, l' integrità e la prudenza sono gli at
tributi principalissimi d ' un medico . Semplice vei vostri
ragionamenti , come nel metodo che sarà adoperato
nella cura , unico scopo sia quello di guarire gli am
malati e di corrispondere pienamente alla loro fiducia.
Sdeguate la gloria , gli onori , nou l'onore, bè apprez
zate di troppo le ricchezze, le quali unicamente dovete
far servire alla beneficeuza. La filosofia pure , che il
Filaleteo dettava, era quella dessa inseguata dal divino
niaestro, avendo abbandonato quella di Aristotile. Il
metodo esperimentale asseriva essere il più sicuro per
fare progressi in tutte le scienze, e tutti i ragiovamenti
non devono avere altro appoggio che la testimonianza
dei sensi, e questi soli essere scelti per guida onde
cercare la verità . Coll' esatta osservazione de' fatti, si
arriva a mettere solide basi alle scienze . Con tali prins
cipj, colle cognizioni apprese dagli autichi e con quelle
avute per le scoperte fisiche fatte fino a 'suoi giorni ,
si può assai facilmente persuadersi della bontà delle sue
lezioni e del numeroso concorso alla sua scuola. Venne
in seguito associato all' accademia detta degli Affidati
di quella città , ed a quel tempo in grande riputa .
zione, or da non molti anni soppressa. Ad ognimem
bro accademico era usanza il porsi un nome qualun
que, come distintivo; il nostro professore s'appellava con
quello già preso fioo dal principio della sua letteraria e
scientifica carriera , Filaleteo il quale si vede in fronte
a tutte le sue opere, unitamente a quello di Lucillo ,
e quasi mai col cognome. Non solamente interveniva
alle adunanze di quella società col leggere elogi di
amici trapassati, o con estratti o traduzioni, o con pro
prie osservazioni, ma il suo versatile iogegoo il fe'ala
euna volta discendere dai severi studj scientifici ale
l' amenità delle musé , come ne fanno fede le poesie
raccolte sopra varj argomenti dal pavese tipografo
Girolamo Bartoli.
Era in vero a desiderarsi pel vantaggio delle scienze
e per il suo bene, che quell' uomo non venisse divertito
dai prediletti suoi studj per cagioni impensate , fu
Deste e che pur troppo molestano frequentemente il
breve nostro esilio . Non mancano armi agli scellerati
e specialmente occulté a caluuniare gli uomini , che
38
vedono soprastare agli altri per sapere. e per fama.
Vi fu chi si fieramente lo prese a perseguitare che
venne dal così detto Santo Tribunale d ' inquisizione
posto nelle prigioni.

Tiraboschi non sapuo addurre causa di tale prigionia .


Ma pare che il motivo principale ne fossero le solite
persecuzioni della malignità , la quale di tutto si ive
doppa e più degli ingegoi mediocri e inoltre fosse vite
tima dell' invidia de'suoi confratelli che pure profese
savano le sante dottrine della filosofia. Il Maggi istesso
lo fece conoscere in uno scritto indiritto ad Ercole
Gonzaga , pel quale parlando dei suoi emuli dicera
che dopo ch ' ei fu chiamato a dettare a quella scuola
filosofia , pon cessarono mai di maltrattarlo infiuo a
morte. Primo porro tempore quo phisycam philoso
phandi rationem melioribus loquendi aut scribendi
temperare praeceptis et instilutis sum auspicatus,

adeo incidi, iit vix cum summo etiam vitae periculo


subsistam . Sed de veneni generibus alias. Di aninio
fortissimo, di coscienza illibata , era novello Soerate ,
consolatore a' suoi compagni di sventura. Che sono mai
le persecuzioni al forte , al giusto ? Esse ritornano por
sempre donde si partirono. Venne guardato in carcere
per un anno intero , e più a lungo vi sarebbe stato

passava per quella città ritornando dalla Dieta di Au


gusta non avesse caldamente perorato a suo favore .
Ollevuta per grazia speciale da quel terribile Tribu
nale la sua liberlà , lo volle il principe presso di sè .
Grato il Maggi al suo liberatore, non ebbe animo di
35
rifiutarsi e rinunziando ad ogni più cara cosa in Pavia ,
andò con Sua Altezza a Torino.
M . Weiss biografo francese dice che accompagod il
Duca alla sua residenza onde tenervi una cattedra nel
l'Università . Noi però non siamo del medesimo parere,
poichè nell'Istoria della scuola Torinese e de' suoi pro
fessori, dalla sua istituzione che avvenge nel 1405 in
poi, (alcuni anni sono data alla luce) non si fa men
zione del medico e filosofo Maggi. I Piemontesi che
sentono altamente di essere Italiani, non avrebbero ta
ciuta la gloria che loro ne veone per aver dato ricetto
nella propria accademia ad un uomo, che a quel tempo,
benchè perseguitato , era però d ' ingegno meraviglioso .
Pochi anni visse in quella corte il bresciapo archia .
tro. V ' hanno affeziovi morali che non si provano ime
punemente. Non sopravvisse alle tante sciagore, e la
sua salute logorata dai molti patimenti , dalle persem
cuzioni e dall' indefesso intendere dell' animo, piegò a
mano a mano sotto il fascio pesante che l' oppresse.
Ma la dolcezza del suo carattere fino all'ultimo respiro,
non fu vintaz gon gli sfuggi giammai nè un segno di
vendetta contro gli emuli che oporò del suo disprezzo ,
quasi uomo che gigante camminando una via , non si
cura dei piccoli tumulti che gli agitano a' piedi gli
invidiosi pigmei. La morte lo papi in età d' anni şes
santa e pell' anno 1570 , non vecchio ma vissuto
abbastanza per aversi ou onorevole luogo nella fama
de' posteri, se è vero che la vita degli uomini si mi.
suri dalle opere e dalle buone azioni e non dal vu .
mero degli anni.
Io che mi recava pochi apni or sono per cagione
di studio a Torino, vi cercava vanamente in ogni an .
36
golo, in ogoi tempio, un' iscrizione, un ricordo, un sasso
ippalzato alla gloria di Filaleteo. Con che anima e con

mo, e baciata quell' urnal Il mio pensiero sarebbe corso


sulla vita e sulle sventure di quel sommo italiano ,
del quale ben io ricordava la storia e come i profes
sori del Torinese Collegio , ne portassero a grande
onore la spoglia mortale al sepolcro ed ivi ne dicesse
alcuno le laudi dovute all' uomo virtuoso , all' uomo
Letterato. .
QIOVANNI PIANERI
T ella grossa terra di Quinzano sortiva i nalali verso
il 1509 Giovanni Pianeri , uno de'migliori medici e
scrittori di quella età . Ebbe a maestro il celebrato
grammatico Domizio Conti, che a'suoi giorni teneva
pubblica scuola di umane lettere in Brescia sua patria.
Quindi finiti gli studi della rettorica , era affidato dai
suoi genitori ad un collegio in Venezia , essendo co
stumedelle nostre distinte famiglie ilmandarvi i figliuoli
a perfezionarsi nella intellettuale educazione ed in quello
studio istesso in che altri suoi concittadiniaveano ottenuto
avanti lui ed encomii e ammirazione. Specialmente nella
fisica , nella scolastica filosofia e nella astronomia eser .
citava la sua mente ed io picciol tempo perveniva in
tanta eccelleoza da essere commendato da tutti , che
delle scienze eran già fatti maestri e censori.
Compiva appeva il vigesimo anno della sua età, che
lo accoglieva fra i suoi eletti alunoi la scuola di Padova,
fiorente di que' lodati precettori, che le pratiche e teo
riche dottrine con lode universale a quei di professa ,
vano. Cresciuto in quelle eminenti e scientifiche disci.
pline, vi ottenne in appresso la laurea dottorale in
filosofia e medicina.
40
Ma perchè la scieuza delle affezioni abbisogoa di
lungo studio, di meditazione e di reiterate esperieuze,
e perchè non era ancora avviata la clinica che si di:
cea di s. Francesco da Padova ( della quale scrissero
la storia due nostri consocj ) ivi fermossi ancora il Pia .
meri a far dovizia di pratiche osservazioni al letto de.
gli infermi. E là era continua sua occupazione l' in ,
trattenersi nelle ricerche di tutte le parti della patolo :
gia , delle cautele da seguirsi nelle malattie , dei mi.
gliorimezzi terapeutici, mostrando non comune dottrina
e assai facilità di condurre a bene le cure di varie
malattie , da essere salutato, sebbene io giovanile età ,
medico-pratico assai distinto, come lo qualifica il Pas
padopoli nella sua opera = De gimnasi Patavini
historia = il quale , per equivoco , lo chiama Vincenzo
invece di Giovanni. -
La prima scrittura che per lui uscisse alla luce in
quella città, è intorno all' opere di quel famoso di Per
gamo, di cui (tranne il venerabile di Coo ), nessun me,
dico dell' antichità ebbe maggior culto e venerazione.
Egli è a Galeno che tanto deve la medicina italiana al
suo primo comparire in Roma, siccome quegli che di.
strusse le differenti sette mediche predominanti in quella
metropoli, e sulle loro rovine seppe innalzare un siste
ma la cui autorità durò pel corso di mille trecento e più
anoi. Primo a dare lezioni di anatomia umana e com
parata , ayyisava la sua molta importanza qual sicura
guida alla chirurgia ed alla medicina. Molti furono i
medici , e soprattutto del secolo XVI, che spesero la fatica
è l' ingegno intorno alle opere di quel greco, i quali o
come traduttori,editorio cbiosatori , interpretaudo quei
numerosi volumi ( che di solo medico argomeuto de
dettò 500 ) ricalcarono le vestigia di quel maestro ,
senza porre mai il piede fuori del cammino da lui
segnalo . Il Pianeri seguendo l' uso dei tempi si diede
a tradurre invece dell' opera migliore di Galeno =
De locis adfectis = quella intitolata = Dubitatio,
num et solutionum in III Galeni de diebus criticis
ni

liber unus: in quo cum veterum tum recentiorum de


crisium causis opiniones examinantur, etc. , della -
quale non posso dare alcun giudizio perchè non la
rinvenni nelle pubbliche e private librerie , e neppure
di quella stampata dal tipografo Jacopo Vitale di Ve.
pezia col titolo = Febrium omnium simplicium die
visio, et composit., ex Galeno et Avicenna excerpta ,
et in arbores , ut facilius intelligatur, redacta 1574.
Ma poco rileva ilnon parlare ora di questi medici ar .
gomenti che la scienza condanna , e che i progressi
maggiori di essa fecero del tutto dimenticare. Si, seb ,
bene la dottrina delle crisi abbia avuto dei sosteni,
tori da Ippocrate fino a Galeno, e , dopo questi , da
Fracastoro, da Alpino , da Paracelso , da Van -Hel .
monzio
md WIL
, da Hoffman, da Brown e da Pinel, essa fu
e sarà sempre attaccata e disprezzata qual causa dei
più pericolosi errori della terapeutica .
Una nuova cometa comparsa a ' suoi giorni, visibile
per due mesi e di che tanto si scrisse e si parlò da chi
credeva nelle sue influenze senza conoscerne la causa ,
fu motivo al nostro concittadino di farsi conoscere e
stimare anche siccome astronomo dando in luce una
Memoria intitolata = Tractatusbrevis de Comete, 1577 ,
in Venezia per . Ziletti. In questo libro si vede assai
palesamente come il Pianeri sia partigiauo vatural ,
mente a tutte le opinioni ed ipotesi che correvano al
42
suo secolo , le quali tutti sanno essere quelle del Care
dano, di colui che tanto danneggiò la scienza medica ,
traendo dalle stelle e dai numeri le influenze , i pro
nostici e gli augurj delle malattie. Ma tuttavia non
sempre lo fu , giacchè nelle altre sue opere si dilungo
da que' sogui cabalistici che le umane azioni facevano
derivare dalle attrazioni dei corpi erranti per le spa
ziose volte del firmamento. Anzi si è veduto come cer.
casse di emanciparsi, e come si giovasse poi delle ve
rità dei fatti e delle osservazioni pratiche, dal che gli
vennero gran fama, opori e dovizie , e là specialmente
nella sede della veneta repubblica .
I veneti che tanto apprezzavano i cittadini di Bre
scia , alla fede e al valore de' quali innalzarono dei
monumenti , nou permisero , conosciuto quanto . va
lesse , che il Pianeri si allontanasse da loro , anzi lo
vollero dappresso, onde adoperarlo ne'casi gravissimi,
siccome medico pratico e consulente. Durante il tempo
che dimorò a Venezia il nostro medico non scrisse che
la seguente Memoria = Felicissimi adventus Henrici
Galliarum et Poloniae Regis ad Urbem Venetam .
Di questa non vale il ragionare , poichè da tutti gli
storici contemporanei abbiamo descrizioni della venuta
di Enrico , le feste della potente e sapientissimaregina
dei mari , le cerimonie e gli spettacoli di quella re
pubblica si grande in tutto e si vile in morte.
La fama del Pianeri non erasi ristretta fra le ve.
pete lagune, ma aveva ben più lungi divulgato il me,
rito e le molte qualità del suo ingegno , per cui fu
richiesto ad alto posto d ' onore : posto , per chi è va .
go d' ambizioni, il più grande che medico possa de
siderare, quello di archiatro. Venne dalla corte di
43
Vienna , nell' anno 1553 domandato alla repubblica
a medico di camera de principi Ferdinando e Massi
miliano, ed in seguito della regina madre e di Cesare
Rodolfo. Egli non temette nell' accettare tal titolo ,
giacchè per ottenerlo non aveva usato vili arti , soliti .
raggiri, ma sibbene il proprio sapere. La vastità delle
coguizioni in ogni maniera di studi di che era ordato
il nostro medico , gli aperse ben presto un largo campo
a farsi conoscere a quei grandi, che allora governavano
i consigli dell' austriaco impero.
Univa il Pianeri alla scienza severa della medicina
profondità di giudizio , una grande perizia nelle liq
gue straniere ed i fiori dell' amena letteratura. A que.
ste sue doti erano compagni un modesto sentire di sè
stesso e maniere piacevoli, dolci e interessanti, per le
quali era accetto ad ogni persona che con lui avesse
a conversare. Fu allora ch ' ei fece di pubblico diritto
un consulto dettato e composto per un nobile Vien
nese intitolato = Del latte e del suo uso nelle feb .
bri etiche e nella tisi = divisando se convenga o no
prescrivere il latte in tali morbose affezioni, la quale
pratica costumasi con vantaggio anche oggidi special,
mente dai partigiani della dottrina del Redi.
Se durante i diciassett apoi che stette in Vienna il
Pianeri ebbe l'aura della corte, siccomeho accennato,
propizia , gli divenne dopo assai fuvesta. Essa fu e sem
pre sarà instabile ; guai a chi vi si espone con troppa
credulità. L' invidia nazionale e l' ignoranza deitempi
gli indissero una guerra acerbissima. Un uomo d' Ita .
lia elevato ai primi onori in una straniera corte , nou
poteva essere di leggieri tollerato da chi per deficienza
di merito era coufinato ne'mediocri od estremi posti,
44
Era un onta a quella forestiera sapienza il vedere quanto
fosse accolto e commendato il bresciano archiatro. Gli
emuli tentarono colle solite arti e caluonie di porlo nel
disamore del principe; grande era il loro numero , ne
mancarono i molti appoggi ed i mezzi possenti a con .
durre a termine i loro malvagi disegui. Il Pianeri su
bitamente si avvide delle loro infamissime trame, ma
non giudicò però opportuna la difesa, domandando in .
vece la sua dimissione. Non si arrese Cesare a soddi.
sfare ai desiderj del suo medico , se non dopo reiterate
istanze , per le quali gli fu concesso di partirsi di colà .
Rivide il bel cielo d ' Italia e velle terre che trascorse
salutò gli antichi ed illustri amici, e finalmente la sua
ben amata patria.
Qui non cessava di coltivare con molto trasporto ed
affetto i prediletti suoi studj, i quali erano all' animo
dolce consolazione delle vicende sì spesso lagrimevoli
che occorrono nella vita pubblica, e due sono le opere
che diede alle stampe dopo la sua venuta fra noi : la
prima storica , medica la seconda. Con gravi e dolorose
parole ne descrive della prima il terribile sacco che
alla nostra patria diedero i francesi per i comanda
menti di Gaslon de Foix nel 1512 , continuate per
tre giorni e per tre notti quelle fatalissime e inenar
rabili iniquità , cui l' animo ancora rifugge e per le
quali ebbero violenta morte 17 mila abitanti, e la pri
gionia o l' esiglio i migliori cittadini. Questo brano di
storia municipale contiene ciò che dallo storico non
può essere narrato con tale minuzia, ma ei non poteva
aver in mira di farlo servire di avviamento allo stu
dio della storia generale d' Italia , e quindi non resta
che qu fatto isolato e particolare.
45
All' opera di clinico argomento il Pianeri diede il
seguente titolo = Consilium factum in curatione difo
ficultatis urinandi, e nella parte seconda I In cur
ratione morbi gallici = parla della lue venerea che a
quei di spesseggiava più che mai, e là ove dice della
sua origine storica, parteggia all' opinione di quelli che
SU

la credono antica , siccome molt altre malattie, non


portata da Cristoforo Colombo dalle vergini contrade
d ' America , o dagli eserciti francesi convenuti all' asse

sia oggimai per molt'altri conosciuto : non t' incontri


che nelle dottrine generali che correvano a quel tem
po nelle scuole.
Stanco finalmente delle lunghe fatiche volle racco.
gliersi agli ozį tranquilli del suo Quintiano a gustarvi
una solitudine, all' uomo scienziato e virtuoso così fem
conda di intellettuali piaceri, e non amareggiata dalla
malignità dell' invidia. Ivi abbandonando gli studi austeri
della medicina , si diede per alleviare le cure dell' ani
mo a dettare in lingua latina la storia del suo paese

illustrarono , siccome ragiona l'opera stampata in Ve

tiuni Philosophi et Medici Itali brevis patriae suae


descriptio, ac illustrium Virorum enumeratio , etc. =
Noi ne riporteremo uno squarcio, onde far conoscere
con quale faeilità e stile adoperava la lingua di Cice
tone : Est in Cisalpina Gallia Quintianum * oppi

* Quinzano è un nome derivante dai Romani. ... . Nel bre .


seianu istesso abbiamo parceckie terre che portauo nomi latini
46
dum , viginti millibus passuunn ab urbe Brixia mea .
ridiem versus , ac prope Oliunı amnem , qui Brixia
norüm limites 'a Cremonensibus amenissimo fluxu
discriminat. Severona praeterea fluvio alio placidis
simo, saluberrimoquè alluitur. Oppidum enim , nunc
etiam suo partu illustre, ex quo tamquam equo Tro
jano, clarissimi prodiere viri: nam preter coeli tem
periem , ac soli feracitatem , disciplina certe militari,
ac literarum studio , ita semper floruit, ita clarum ,
celebreque evasit, ut non oppidum , sed urbem verius
esse dicas: ingratus sane in patriam videri possem ,
nisi viros aliquot illustres, quos illa genuit, quosque
ego vidi commemorassemi ac nefario, improboque si
lentio praeteriissem .
Nella parte biografica ne offre in prima alcuni schia
rimenti sulla origine della sua famiglia e poi degli io
dividui che le fecero opore : pon taciuti gli illastri
suoi compatrioti e fra ' quali parla con solenni parole
dilui che fu precettore ai figli di Francesco I di Fran
cia, del reggente la scuola di Parigi,del coronato poeta,
del professor di Pavia , che tanto si adoperò , come
disse il Bettinelli , a far risorgere le lettere del suo se
colo, Giovanni Conti o Quinzano Stoa. Le ceneri di

e che senza contraddizione derivano dalle illustri persone che


le dominarono. Per esempio RusMetelli, ota detto Remcdello .
Vicus a ii , Cajon vico ecc., ecc. ... Molti ebbe Roma de' Quinzj
e Quiuziani, ma quali di questi siano slali nel Bresciano e vi
abbian dato i loro nomi, non possiamo dirlo. Io Brescia tut.
tavia una famiglia de' Quinzj vi fu celebre per grandezza di
fortuna, splendore di titoli e di cariche illustri. Nelle Memo
rie Bresciane di O . Rossi, si trovano delle lapidi chene happo
tramandata la ricordanza . Vedi Gussago.
quel grande aveano onorevole quiete da due secoli e
la memoria a ' posteri pervenuta e divulgata meritamente
per tutta Europa , quando il Tiraboschi, mi perdoni
il libero favellare l' acuto spirito dell' instancabile sto
rico , si mise , seguendo l'orme del Giraldi e del Conte
d ' Arco, nemicissimi dello Stoa , a farlo segno di amare
censure nella sua grandiosa opera dell' Italiana Lette .
ratura . Ma que'nostri bravi concittadini del canonico
Gagliardi e del Nember's elogisti del Conti, rivendi
carono con forti ragionamenti la sua memoria.
Negli ultimi giorni della lunga e studiosa sua more
tale earriera , il Pianeri gi diede anche allo studio
delle sacre carte e della morale filosofia. Di tali argo
menti sono le epistole stampate dal sopra nominato
veneto tipografo ed indiritte al Manuzio , all' Egna
zio , ad Alessandro Farnese e Pietro Bembo e ad al
tri uomini chiari per dottriva, a lui legati in amici.
zia per i comuni studi, e coi quali tenne sempre cor
rispondenza di amorosi e cordiali affetti. In queste ri.
splende quell'umana sua indole, quella mente adorna
di tante cogozioni in quasi che ogni ramo dell'umano
scibile e quella elegante dieitura che lo resero sopra
moltissimi commendato .
Se il nome del Pianeri non è tuttavia della bocca
degli uomini scienziati, e se le sue opere mediche o
d 'altro genere non sono lette e studiate oggidi , ciò
von farà meraviglia dopo la novella luce che fu dif
fusa velle lettere e nelle scienze: la sua fama ora stà
ristretta a termini municipali , contenta di rammentare
come il Pianeri a quella età diede operosa cura alle
scienze filosofiche emediche, e contenta che di lui parli
per le tante fiate coa oroate parole foltre molt altri
48
scrittori ) *, Giammaria Mazzuchelli, come caro al
l' Italia .

* Oltavio Rossi nelle Vite di illustri Bresciani; Cozzandi,


Calzavacca, Ghilini, Garuffi Ital. Accad. ; Arisio nella Cremon.
litter. Quirini nel suo Speciem ; Chiaramonti, Eloỳ, tutti gli
storici del suo paese, e Nember uella Biografia degli Uomini
benemeriti di Quinzavo.
QIROLAMO DONZELLINI
Mosasauribma
fra i più popolali borghidella nostra provincia și ana
povera Orzinuovi, castello di qualche rinomauza, situato

sempre mai riguardata dagli antichi e moderni capi


tani una delle migliori che in Italia fosse per le ope
razioni della guerra . Questo paese diede i natali al
l'eloquente Torta , al leggista Bagnadori, professori in
Padova, al poeta Quinzani; al precettore di rettorica
in ' Bologoa Codro , all'alchimista e mioeralogico Bra .
cesco, a diversi scrittori, e specialmente all'autore dei
secoli dell' Italiana Letteratura Gio . Battista Corniani
ed al Donzellini di cui imprendiamo ora a tessere
l'istorico Elogio . .
Il suo genitore, che era d' origine Veronese, acqui
stati in questo villaggio alcuni poderi vi stabili la sua
dimora , e condotta in moglie una gentile donzella di
Brescia , n ' ebbe due figliuoli, ma ' non si conosce pre
cisamente in quale auro del secolo XVI. Venoti questi in
età conveniente agli studj gli inviava a Brescia, perchè
fossero istruiti nelle ottime discipline e nelle buone let
tere,siccome a bengati spiriti si conviene. Il più giovane
che era Pietro si diede agli studj legali , e Girolamo
compiuta lodevolmente la sua prima educazione lette
52
raria, fu mandato all'Università di Padova a studiare
Ja filosofia e la medicina. A questi studj era il suo
genio dispostissimo, e professando ivi que' valenti uo.
mini dei Zimara in filosofia e Montano in nedicina
percorse io picciol tempo l' accademico aringo, e con
somma distiozione venne alla sua scienza addottorato.
Desideroso come egli era di apprendere peregrine
cognizioni, imprese il viaggio di Roma, chiamatovi dalla
fama europea di Cesalpino, lume di avalomia . Quella
metropoli, ovorata ab antiquo da un Celso, da un Ga
leno, da un Asclepiade e da altri insigoi medici, ar
ch ' essa soggiacque alla barbarie di che fu oppressa
Italia tutta dalle nordiche invasioni; ma comparve An
drea Cesalpino a derivare solemnemente alla romana
scuola l' antico spleodore e il suo vero ornamento *. Que
blo sagacissimo anatomico, ad uno coi Vesalii, coi Fale
loppi, cogli Acquapendenti e cogli Eustachi, appresenta
nel più lodato aspetto la gloria italiana nelle mediche
scienze del secolo decimosesio. L' Italia aeceona Cesale
' pino siceome il primo scopritore della circolazione del
sangue, il più utile e principale di tutti i ritrovamenti
fisiologici per l'importare delle mediche cognizioni, It
Donzelliniin quelconsesso deimedici dimostrava quale
utilità ne veuisse alla scienza dallo studio degli antichi,
e il suo penetrante e vasto ingegno si aggirava fra le
sane dottrine e i precelli più iniportanti della scienza,
e abbaydonava le ipotesi e le immaginazioni leggiadré,
ma pon vere. Marsilio Cagnassi che insegnava la me.
dicina Ippocratica in quell'archiginnasio della Sapienza,

* Decade anche lo studio romano, quando i papi abbandos


Barwna Roma e inoltre per le citudine discordie .
to distiuse fra i saoi uditori e volle che sempre l'ac
compagnasse nella clinica degli spedali e nelle case
de privati, venendo sovente in consulto a quantoine
cessitava vel pratico esereizio. Le lezioni del pontificio
archiatro erano in pari tempo frequeutal'e dal nostro
giovane medico, e da queste apprese principalmente le
scoperte dei fenomeni della natura vivente , che quel.
l' insigoe Fisiologo avea profondamente penetrate e di. .
scusse . '
Ammirati con arte di studio i capo-lavori di che va
superba quell' italica Atene, elerna sede delle arti belle,
e strettosi in ainistà coi più distinti uomini, olleone
da loro commendatizie per la imperiale Vienna, quando
visitava le Università dell' Alemagua. In quella capitale
per la vivacità del suo ingegno, per l' ardore della
scienza e soprattutto per un desiderio di rivomauza, si
procacciò molte onorevoli amicizie e particolarmente
quella del consigliere protomedico Mattioli, per il cui
ajuto ebbe l' onore di essere appresentato a quella
corte. Per tale vantaggio gli venne occasione di essere
conosciuto e richiesto dai principali personaggi, fra i
quali accenna nelle sue lettere il cardinale di Ratisboua
e l'arcivescovo di Salisburgo . .
Il Mattioli poi si giovò del Donzellini per i suoi
lavori intorno a Dioscoride , come egli medesimo ha
dato a counscere colla gratitudine mostratagli nella
prefazione che precede a quel grave volume. Questo cor
tiene tutta quanta l'erudizione botanico -medica di
quella elà , e l' autore certamente può gloriarsi come
il primo che abbia tralialo per esteso di farmacologia,
e che abbia innanzi agli aliri prescritto il sovrano dei
rimedj nella sifilide, voglio dire il mercurio. Pubblico
in Vienna il ņostro medico le otto arioghe di Temistii
Euphradae, filosofo peripatetico , tradotte dal greco idio.
ma nel ļatino, ed una grammatica greca = Methodus
linguae graecae lib . IV , etc. = dedicata ai priocipi
Francesco e Giovanni figliuoli di Cosimo ! gran ducą
che era di Toscana, dai quali ebbe ajuto e protezionė.
Di qui și conosce chiaramente come fosse quant'altri
conoscitore della lingua d 'Omero , e assai versato nella
lettura degli antichi scrittori. Quanto poi valesse det.
tando aella greca favella, ne fa testimonianza anche il
medico Alessandrini, archiatro che fu di Carlo V , di
Ferdinando I e di Massimiliano II, che il volle com
paguo alla fatica de'suoi commentarii intorno a Galeno.
L 'Alessandrini lo fece indi conoscere alla Regina di
Polonia, che viveva in corte , la quale assistette por
col suo consiglio pelle cose appartenenti alla sua șa
date. Per lui ristoratasi da una lunga infermità la
elesse a medico di camera , dignità che il Donzellini
ha rifiutata , poichè in quella generosa anima ardeyano
gli spiriti della carità del patrio tetto , e il desiderio
del cielo italiano.
Arrivato in patrią dą molta famą preceduto, yeune
con entusiasmo accolto e festeggiato siccome il princi.
pale ornamento di questa città e proviucia. Ma copie
sempre suole avvenire , essendo egli di sua natura di
sprezzatore di quei strani, e al tutto ridicoli apparati
di che suole adornarsi la venerabile impostura , ebbe
molti uomini e potenti della sua professione, che fie
ramente lo presero ad odiare . Tu priņcipio a questį
odii apa acerrima letteraria polemica ( di che tanto
ne parlarono i Bresciani istorici in pro e contra , a
seconda del partito a cui appartecevano ), che la no .
55
stra età più oggi mai non comporta , e coodapua per
sempre all'obblio . Sviluppatasi per la città una di quelle
epidemiche costituzioni di febbri maligoe che nel seo .
colo XVI abbondarono tanto , per cagioni che non sono
qui ad essere ragionate , Giuseppe Valdugno che io.
segnava l'arte medica nella Bresciana Accademia , chia
mata allora degli Occulti , pubblicò un opuscolo nel
quale prescriveva la Teriaca qual unico rimedio indie
cato in dette febbri, siccome era la pratica generale
di quel tempo contro le epidemie pestilenziali. Un
Calzaveglia medico e membro del mobile collegio dei
Pledici Bresciani, confutò l'opinione di quel professore.
con amara e dileggiante censura. Il Donzellini ami.
- cissimo all'autore , e persuaso della efficacia del far.
maco , entrò nella palestra a difeoderlo , e a maggior.
mente sostenerlo fece stampare la seguente leltera allo
stesso indiritta = De natura, causis , et legitima cil
ratione febris pestilentis Hieronimi Donzellini Phi .
losophi et Medici ad Jos. Valdaninm ecc ., in quo
etiam de Theriaca , natura et viribus latins dispu
tatur - -. Questa bastò a disfregare contro di lui tutti
i dardi dei suoi colleghi, e specialmente del critico
Calzaveglia , il quale si valse avidamente di questa
occasione per diffamarlo con ogni livore e maligna in.
dignazione. Ma non aveudo cognizioni opportune , ne
armi uguali a difendersi, gli fu d 'uopo venire alle più
vili ingiurie contro l'autore dell' Epistola, faceudogli ac
cusa e vergoguosa taccia (cosa più vera che credibile )
l'essere nato in villa e di ignobile prosapia , nè yan,
tando quella nobiltà di che horiava il Calzaveglia ,
La contesa fu si aspra e lunga da obbligare il perse
guitato a dover fuggirsene dalla città, avendo egli stesso
36
coor veleposo libello ferito il suo avversario , per il
quale più tardi si peati come sempre avviene a chi
si fa autore di simili ribalderie. Ricoveratosi a Verona
presso uno zio paterno , ivi dimorò per alcun tempo ,
occupandosi a scrivere le sue difese, scambiando nome
é patria, come si legge in quella stampata = Eudoxi
Philaletis Veronensis adversus calumnias, ac so,
phismata 'cujusdam personati, qui se Evandrophi.
lactem , obsienior; la qual cosa poi diedeoccasione ad al.
cuno di porre fra gli scrittori veronesi il nome del
Donzellini. lo questa apologia palesa il suo riseutito
animo ed il ridicolo errore di quel nobile medico, che
millantava una pobiltà , che in sè von ha alcun pre .
gio, essendo un corpo opaco , che il solo merito può
allumáre, nè certamente da sè sola giova alla fama de.
gli uomini. Scrisse pure alcune lettere a' suoi vecchi
amici in Roma ed in Vienna , alcune delle quali vi.
dero la luce nel libro intitolato Epistolarum Medici
nalium , Pragae ecc. , ed altre furono stampate per
Alessandrini. I consigli medici da lui compilati ven ,
bero pubblicati da Lorenzo Scholzii, in Francfort ,
bel i598. . . .
Correva l' anno 1541 quando il Donzellini vende
chiamato a Padova a succedere al suo concittadino
Francesco Cavalli, e ad insegnare medicina , il qual
posto servi mirabilmente a ridonarlo alla primiera sua
ben meritata fama, come lo attesta Papadopoli, Gal
lizioli nella vita del professore Gratároli e Brocchi.
Se egli corrispose pienamente all' aspettazione del le
neto Senato , che lo elesse a quell'onorevole incarico ,
lo vedremo nel seguito di questo discorso . Le scuole
di Padova nel secolo XVI nou si erano ancora del
57
tutto ritratte dal despotismo degli Arabi (vedi quegli
istorici ), e le' ipotesi di Rhasis, di Avicenna, di Me
sue, che per molto tempo risuovavano dalle cattedre,
sulla autorità delle quali si caratterizzavano le malat.
tie e si prescrivevano i rimedj. curativi, avevano ancora
e partigiani e proseliti. -- ll Donzellini, che si era
già da tempo allontanato da 'que'depravatori della
medica scienza , fu anch' esso dei più ardeuti a consi.
gliare i giovani spiriti' allo studio della medicina lp .
pocrática, nel che credo io che avessé a durare ardua
fatica a quell'età , in che la filosofia Aristotelica erasi
diffusa generalmente é per la quale si combatteva come
per un evangelio. Fu pure dei primi ad abbandonare
la miserabile dialettica degli scolastici per cui la stu .
diosa gioventù cominciava non infrenata dalla servitù
del maestro del Peripato , dando campo alla libera in.
vestigazione a pevsare liberamente ed alle arti della
osservazione. Questo fu il principale vautaggio che
per la dottrina di Ippocrate venne alla scienza e spe=
cialmente alla Semiotica . " Colla traduzioue poi che esc
gui dell' opera del medico di Pergamo = Galeni de
Prisana , et de sanitate tuenda , insegnò agli allievi
la purezza, la forza e la venustà di quella liugua, colla
quale dalla cattedra istruiva; con uno zelo ardente, o ,
a dir meglio, con una specie di entusiasmo dava opera
ai doveri della sua carica. Gli scientifici esercizj erano
diretti sempre 'a combattere le preveozioni delle anti
che scuole. La sua attività ', somma era inoltre nello
studio di quelle opere reputate magistrali e ne faceva
commenti ed estratti per gli studiosi della sua arte ,
ma principalmente di quelle che dipingono e descrią
Yono i fenomeni in luogo di spiegarli. Nelle lezicuj
58
nulla diceva di inutile o per vano rumore di scienza, bo
e, pulla omettendo, presentava la verità liberata dalle
controversie e sottigliezze scolastiche, appoggiandola a
puri fatti, nel che noi ravvisiamo veramente ilmaestro.
Dopo aver insegnato per alquanti anni e sempre
con plauso, passò a Venezia per gli inviti del senatore,
Leonardo Mocenico , suo amico , al quale volontieri sod
disfece per riposarsi dalle tante fatiche e attendere
solo all' esercizio pratico dell' arte. - Quell' illustre
città , uscita fra mezzo all' onde quasi per magico in .
canto , trovavasi allora nella pienezza della sua gloria
pei soggiogati paesi e per la legislazione, e ricca delle
spoglie delle nazioni e del commercio , che a piene
mani ļe versava i suoi tesori. --- In essa il nostro
Cornelio non ismentì giammai l' opinione che si era
di lui concetta , come precettore della Padovana acca .
demia , per cui ebbe nome e protezione tra i primi
cultori di queste benefiche arti. Era pel suo esercizio
naturalmente circospetto e lasciava temporeggiando
alla natura il tempo di segnare con ceoni notevoli cià.
che l' ingegno ed il tatto medico ne fạopo discoprire,
Yeniva sovente chiesto a consulto e sempre e libera.
mente schiariva tutto ciò che gli sembrava contrario
ai veri precetti dell'arte sadatrice e il faceva seyza
tema d 'incootrare lo sdegno di coloro , che non cerca
vano che di avvolgere maggiormeute nel mistero la
scienza per pascondere la propria colpevole ignoranza,
Non il vile desiderio del lucro moyeva i suoi passi ,
che anzi correya più yolentieri nel tugurio del misero
(altre de'consigli, ajutandolo anche col proprio censo ),
piuttosto che, uei palagi della splendida opulenza , e
per queste qualità appunto fu , che meritossi la stima
5g
e la confidenza generale. Nei brevi ozj che gli lasciava
la pratica si occupava nello scrivere e nel coltivare
quella gentile passione, che amò sino agli ultimi mo
menti di sua vita , la sola che onori la vecchiaja e .
che sia dicevole a tutte le età . La peste che desolava ,
uel 1575 .76 le vevete provincie, offerse al Donzellini
povella occasione di servire all'umanità , alla repub ,
blica ed alla scienza. Due medici professori in Padova
di italicą rinomanza , Capivaccio e Mercuriale , chia
mati a Venezia a mettere il loro giudizio intorno a quel
morbo, asserirono che non era contagioso, dando quindi
al Governo il tacito consiglio di cessare le precauzioni
del sequestro. Ma il nostro filosofo assueto come, egli
era a porre in trono la verità che sopra a tutto gli
parve bella , non ebbe timore di apertamente impugnare
la pericolosa e falsa asserzione con un suo Commen
țario che pubblico sulla peste. Tardamente conobbe.
Venezia l'errore di dar retta alle altrui mal foudate
opinioni ( come fece poi Brescia nel cholera ) perchè porą
tavano in fronte due grandi nomi, poichè pianse il
guauta mila cittadini! . . . Il suddetto Commentario
è citato anche dall'autore della Storia prammatica della

slampato in Norimberga nell' anno 1583, per cura di


Gioacchino Camefario , col quale teneva corrispon
deuza epistolare sido da quando era partito da Vienna .
Tale scritto è composto con lo spirito ippocratico jo
torpo, alle ricerche sull' essenza delle epidemie , allo
sviluppo dei șiotoni ed ai rimedj da prescriversi. Fra
gli antidoti della peste , la teriaca era a quel tempo,
il più famoso , ed il vostro clinico che , come già dissi,
60
raccomandato lo aveva in patria , consigliava anche i
medici veneziani a farne il maggior uso, auzi, al dire
dello Sprengel , assai si adoperava per mantenerlo in
riputazione. . . . .
: Altri scritti medici pubblicò pure a Venezia ed in
diversi anni coi tipi di Giordano Ziletti, alcnni da lui
composti, altri liberamente tradotti. Nè solamente si
occupò a scrivere argomenti attenenti alla fisica del.
l' umano corpo , ma rivolse il suo ingegoo eziandio
allo studio della filosofia , come si scorge dagli opu.

Bibliotheca Philosophiae singularis, 'altro Reme

ira , ed uo terzo, fiualmente, impresso pure dal Ziletti


= Epistolae Principum Rerum publicarum , ac sa
pientium virorum , ex Graecis et Latinis historiis. =
Tutte queste, come le altre opere del Donzellini, sono
scritte con molta erudizione , con assai eleganza di
stile, e ornatissime di sentenze greche e latine, le quali
diedero illustre sede all' autore fra i migliori scrittori
di quella elà . :
- Egli terminò a Venezia la sua mortale carriera in
elà molto avanzala , cioè nell'anuo 1588 e ne piace il
ricordare, per le manifeste prove della sua vita e delle
sue opere, come egli fosse morto da filosofo cristiano,
siccome sempre aveva vissuto. Lo scrivente non sa poi
con quale fondamento, nè cop quale intenzione il signor
Fournie, scrittore di un articolo inserito nella Biogra.
Ha Vyiversale, sul nostro Autore ( che disse essere quo
. degli uomini più eruditi del secolo XVI ) abbia tur.
pemente infamato la sua memoria coll' asserire , che
essendo stato accusato che reso si fosse colpevole d'or,
64
ribili sacrilegi, fu condannato ad essere apnegato sea
gretamente ». Basta dare uno sguardo ai suoi scritti,
ed ai suoi costumi per persuadersi una tale asserzione
essere in lutto falsa e senza appoggio di alcuna auto
rità . Dalle stesse osservazioni che diede alle stampe il
Donzellini medesimo a Roma sul simbolo apostolico ,
sul decalogo ecc ., si vede che abbondano di tutti quei
religiosi e morali sentimenti che il suo bel cuore 09
Priva. Nella dedica della sua grammatica greca , loda
assaissimo il gran duca Cosimo qual proteggitore della
cristiana repubblica io fortunosi tempi , e prega i fi
gliaoli di questo principe a seguire le gloriose traccic
dei loro avi, perchè ne venga lume, onore e utilità
alla Chiesa ed allo Stato di Toscana. Oltre a ciò il
trallato ch'egli ha compito intorno alla moderazione
dell' ira , è tutto pieno d ' una morale la più sapta ed
eletta , che vanamente in altri di quel tempo sarebbe
desiderata , e che noi vorremmo daimetafisici per loro
profitto consultata. Si scorge maggiormente quanto
fosse la integrità de' suoi costumi, adoroi delle più
care virtù , da ova lettera di un onorato medico ve
Deziano ad on suo amico , nella quale gli notifica la
morte del Donzellini termipando in queste parole:
che avea conservato una costante é florida salute sino
agli ultimi momenti, e che questo lo doveva alla pu
rità della sua morale ed alla sua temperanza .
1
.
RBANQESQO RONQALLI
Nacque Francesco Roncaltinell'anno 1692 da civili
e doviziosi parenti, e perchè il padre suo esercitava la
medicina, scoperta la natura del fanciullo , lo iniziò per
qualche tempo alla sua arte fino a che lo sviluppo
del giovanile ingegno addomandava altri precettori; vcn
ne perciò inviato a Padova per udirvi le lezioni dello
scopritore delle vere cause delle footi , di quello che
penetrò si addentro nel magisterio della generazione
e nei segreti di quasi che tutta la datura , il Val
lisnieri.
Desideroso di fare tesoro di cognizioni si occupava
continuamente delle opere di illustri trapassati, e spe.
cialmente di que' pochissimi che al oumero de' classici
appartengono. In quella città degli studj cercava ovuq
que e lumi e consigli pei quali potesse arrivare a co
noscere l' assieme delle cognizioni che formar debbono
il vero medico , e fu appunto da quel tempo che si
palesò in lui la natura osservatrice, posata e giudiziosa
della sua meute .
Compiuto il corso , ottenuti gli accademici gradi e
conosciute le guise di studiare con vautaggio senza la..
guida de' precettori, ripatriavá podendosi a seguitare
praticamente le dottrine del genitore. lotanto ad una
65
ad una le scienze ausiliarie alla medicina veniva inde
gando e di esse poi s' accese ja tanto amore che da
loro non si divise giamınai per tutta l' intera sua vita.
Ebbe le sue prime cure la botanica , quella scienza
ch ' ei disse la più utile ed amena fra tutte l' altre ,
poichè ne fa conoscere davvicino i vegetabili che provo
vedovo ai nostri bisogni cotidiani. Nel secolo XVIII la
Botanica aveva fatti meravigliosi progressi. Sulle orme
antiche di Dioscoride, Plinio e Teofrasto cammipa .
rono Fuhsio , Ruellio , Manardi, Gessner ed il Bre
sciano Luigi Mondella , ispettore all'orto botanico di
Padova ed insegnante medicina in quella Università
dopo che fu morto Anguillara . .
A questi illustri successero, come ognono sa, i Lina
nei, i Tournefort e i Jussieu i quali volsero la bota .
nica , in prima a semplice nomenclatura , a quella vera
scienza che è chiave al conoscimento dei più astrusi
problemi della fisiologia generale. - Il Roncalli pere
cið vedeva ed insegnava la grande necessità dell' esero
cizio dell' arte salutare di distinguere quale de farmaci
si deono prescrivere nelle moltiformi malattie, per non
confondere medicamenti con veleni, onde invece di gua .
rire uccidere .
Ed è per quest' una cagione che si mise a scrivere
la gua opera che s' iotitola Flora Brixiensis stampata
dell' anno 1743 in un volume coll' altre produzioni,
della quale ne parla anche Linneo della sua disserta
zione sugli aglori botanici. Essa è op catalogo alfabey
tico di circa 500 piante, colla descrizione de' luoghi
della nostra provincia ove vasepun spontanee, de loro,
earatteri fisici e delle loro virtù medicipali, Le più
importanti sono le seguenti - Sedum anacampseros,
6Y
atropa bella donna, atropa mandragora, polygonum
bisiorla , caculia alpina , actacea spicata , dentaria
pentaphilla , arum 'dracunculus, filago leontopodium ,
inula helenium , paris quadrifolia , imperatoria obo
strumtium , aconitun napellus , impatiens roli tan .
gere , pinguicula vulgaris , pyrola uniflora , rhodiola .
rosea , soldanella alpina , guaphalium stoechas, raó
nunculus thora, daphne thymelea , peganum hermala ,
pistacia therebintus. Quest' ultima proveniente dal
l' Asia o dalle spiagge africave, è pereane sulle nostre
colline , ma non somministra la terebintiva, come in
altri paesi d' Europa. Di una scoperta si vanta il Ron :
calli in bolanica , cioè di aver trovato pel primo di
tntti , sul monte suburbano detto della Maddalena ,
l' andropon nardus, pianta asiatica judigepa dell' isola
Ceylan , come appare da ova lettera che indirizzò al
Moheringio .
I botanici tuttavia muovono il dubbio ch ' egli ab
bia confuso l' andropon nardius col nardus gangitis ,
o nardo spurio , il quale essendo comune della Pro
venza non fa meraviglia che alligni anche dei paesi
del bresciano. Questo lavoro commendevole per quella
età, ne lascia un maggior desiderio di vedere in luce
la nostra Flora compilata dal dottor Zantedeschi, me
dico condotto nella valle Trompia che ai descritti ve.
getabili indigeni aggiunse ancora d ' altri. Fra quali il
leserpitium nitidum , la campanula Ranieri, la saxi
fraga arahnoidea , silene qnadridentata , bartsia hu .
milis ; lusula lutea , hedisarom alpinam , anemone nar.
cissiflora , hieracium aurontiacum , drias octopetala ,
primula nand , pleris crispa, lonycera pyrenaica , creo
pis alpina, swertia perennis, etc. elc .
68
Ma di minore importare di questi argomenti non
credo io che sia la chimica per il medico pratico, per
cai colla analisi e colla sintesi s' indaga la composia
zione de' corpi, della quale il: Roncalli diede saggi
particolari nell' opera pubblicata con questo titolo: De .
aquis mineralibus Coldoni in agro Mediolanensi, dis
sertatio physico- chimico-medica. Questa non fu che un
prodromo a quanto eondusse ad effetto alcuni annido
po, quando si acejose ai fisici e chimici esami diquasi
che tutte l' acque della bresciana provincia , come è
da vedersi dello scritto a stampa appellato = Exa
meň chimico -medicum de aquis Brixianis cum disqui.
sitione cheorematum spectantium ad acidularum po
lum et transitum in corpore animati edito nel.
l' anno 1740. -* Le relative analisi chimiche sono
nel dimostrare per cimenti le virtù dell'acque di Iro
ma, di Collio , di Arfo , di Cologne, del Mella , di
S, Cosimo in città , di quella sorgente di Mompiano
che alimenta 3450 fontane che aduruano Brescia , di
S. Pietro sul moale degli olivi all'est della cittadella
e finalmente di quelle di Milzanello . Queste erano già
state esplorate prima del Parolini da altro uostro me.
dico , il dottor Emilj, che rre pubblico un trattato nel
1575. Ma l'analisi n' è quale era da aspettarsi dalle
cognizioni di ehimica a que' di. L ' operazione era tolla
nell' evaporizzare le acque e raccogliere le sostanze che
venivano separate , stabileodo così la natura dei prine
cipi costituenti. : ?
- Dall' Emilj von potevasi aspettare di più per essere
egli outrito alle dottrine peripatetiche predominanti
vel suo secolo, come è da vedere quando vuole inve
stigare se il ferro contenuto nelle dette acque sia po.
' 69
tenzialmente e vitualmente freddo , e che da questo
şia da ripeter la frescura dell' acque. i . .

d' arte , non incolpare lo esperimentatore ma bensi i


lempi, giacchè a quell' epoca la chimica -non conosceva
ancora bene i reattivi capaci a scoprire la compos
sizione. Non fu che dopo la pubblicazione delle opere di
Bergman e d' altri assai, che si conobbero i metodi di!
analizzare le acque. Inoltre nella sua opera il Roncalli
si attiene più alla medicina , conoscendo l' importanza
dell' acqua sull' igiene pubblica e privata , che alla chie
mica; imitando forse un Lancisi, che si occupò istese
samente sulle acque di Roma, alla quale Brescia soo
la può pareggiare per la salubrità delle sue acque.
Era servato al secolo XIX di darne un esatto scienti
fico lavoro di tutte le acque semplici e minerali della
bresciava provincia , mercè i lavori dell' egregio prou
fessore A. Perego , e dello speziale Stefina Grand
doni. ' i . .
Non pose fiue il Roncalli agli studj jutorno gli ar
gomenti della chimica col saggio dell' acque, che altre
produzioni preseutava al severo giudizio del pubblico ,
le quali se non appartengono tutte propriamente a
chimiche investigazioni, sono parte importante di essa ,
cioè della scienza della natura. La prima appellasi: De
Musis Patavini, et testugine coriacea , Epistola . De
scrive in essa ilMuseo della scuola di Padova ed enu:
mera i professori che la illustrarouo, e per quali studi
ed ingegui sia pervenuto oggidi in tanta riputazione.
Della Testuggine, pescata nel mare Tirreno e perveç
outa a' veneti lidi, s' intrattiene a dirue la specie , le
proprietà e le opinioni dei paturalisti. La lunghezza
70
di questo zoofito o tartaruga marittima è di 5 piedi
parigini e di 3 da una estremità alț' altra, come vedesi
dal ráme'unito alla stampa. De Re chimica , è altra
memoria che iodirizzò a ' suoi precettori, palesaņdo con
ciò grato e gentile animo; fa conoscere l' abuso che
grandissimo facevasi a' suoi giorui dei duemetalli oro
cd argento in forma di medicameuti, esposta inoltre
la loro composizione , l' azione ebimico-nieceanica sufe
l' organismo vivente .
Eletto il nostro Roncalli a medico consulente pris
mario del maggior ospedale con l'unanime consenso dei
proprj coocittadini, si rese quant' altri mai begeneren
rissimo in provvedere all' ioteriorę sua economia e nel
medesimo tempo al miglioramento della condizionede.
gli infermi. Riformò, tutto che guardasse la medicina
especialmente la farmacia , coll' escludere l' antico caos
degli elettuarj degli elissirj e degli ungueuti , intro .
dotti dall' igootanza o dal volgare empirismo, e man :
tenuti da fallaci pregiudizj, e dettava perciò il Risto
ratore, un'opera che volle intitolarla : Nosocomium lo .
cupletatum ; diviso in 190 questioni intorno l' uso dei
, cibi, dei rimedj e di tutto quanto strettamente appar
tieve al buon governo ed andamento di uu ospedale.
Vo si proficao trattato you solamente venue posto ia
uso dalla presidenza del bresciapo Istituto , ma si ve ,
raniente da tutte le direzioni degli spedali d ' Italia ,
dalle quali venivano all' autore lettere congratulatorie ,
; ciò che più vale dalla stessa accademia di Fraucia ,
come è scorto da uuo scritto del suo segretario per
petuo :mops. Fauchia , stampato assieme all' opera.
· Lá parte poi che risguarda la farmacologia è adorna
di ana bella ed esatta classificazione de'rimedi, dichia .
70
rate le loro qualità , il loro valore è relativa prezzo io
modo si preciso che con suo decreto le veneta repub .
blica ordinò a fötti gli speziali dello stato di attenersi
Ad essa.
Tutti i partimenti dell' ospedale , si per le cose me
diche che chirurgiche, giacche in tutte e due le Fa .
coltà nuollo valeva , giornalmente percorreva onde osa

la misera vinanità . E perchè dalle utili discipline mai


non rifiniva , dava opera anche alla chirurgia : dei quali
bludj fa un largo frutto quella sua classica opera cltia .
mata : Novam methodum extirpandi carunculas eš
curandi fistulas uretrae. E dedicata à nobil uomo,
Marcantonio Sala da Brescia, generale agli stipendidi ,
Venezia. Tale opera fu ovorevolmente ricordata ne' coni
mentari del chiarissimo Bertrandi, professore di alta
chirurgia nella Università Torinese , il quale si loda
del Roncalli per aver " egli il primo inventato una
Sciringa per rimediare alcune affezioni delle vie ori.
darie . Questo stromento , pochi anni dopo la sua inven
zione, meritò premio all'accademia medica di Parigi
ad un certo Mon. Daran che si chiamò inventore , ma
che aveato conosciuto ed appreso durante il suo soge
giornu fra noi dall' italiano marstro. Se non è bastante
l' autorità del Bertrandi per provare la scoperta tutta
italiava, leggapsi le lettere stampate coll'opera del Val
lisnieri, dal veneto professor Bianchi, dall'archiatro
di Wirtemberg dottor Lentilio , ed altri contemporá
Dei, i quali alzaroto giusti lamenti per quella forastiera
piratevia, u II 3.! !" : ; iii ) bb C!
La sciringa del Roncalli serve a distruggere le al
terazioni dell'uretra , e specialmente le fistole' e' le cas
runcole. Il postro clinico , dopo aver nel suo opuscola
descritto il nuovo strumento che lo depomiva Sonda
vermicolare, perchè s' addatta alle corvature dell' ure
tra dopo tolto il cilindro , dice di spalmarlo d' uu
guento acciò abbia a servire n ';come catetere mecca
uico e come farmaco dei casi di stranguria, ecc . Se al
preseate yop usasi più dai pratici , per essersi intra
dolte le sciringhe di gomma elastica , daranno pulla
meno lode a lại che diede a ' priori l' idea, e che per
queste la scieuza chirurgica di tanto si avvantaggiò. -
Non ultimo de' suoi pratici studj fu l'ostetricia : que:
sla parte si importante della medicina , come mai era
esercitata nel principio del passato secolo ? A ignoranti
levatrici era affidata l' esistenza di due esseri, che pur
troppo avevano i primi diritti a tutti i soccorsi della
scienza . Erano a quei giorni, dalla vita fisica passauda
a quella morale del feto nell' utero materno, in caso di
pericolo, molte vane e dapnose le questioni de' teologi,
Essi pubblicarono i loro grosși volumi onde giudicare
se sia legittimo il battesimo dato al bambino eutro al
sepo muliebre; se si possa al bisogoo, somministrarlo ,
e se si debba sottoporre la madre a mortalissime ople
razioni per dar la vita spirituale al figliuolo. Il Runa
çaļli tentò di spargere qualche lace anche su questo
filevaņtissimo argomento colla Memoria stampata in
Brescia nel 1766, col titolo : Humanim genus a peca
çalis quotidianis liberatum . Non crediate , o signori ,
di scontrare in essa osservazioni dimedica o chirurgica
appartenenza , descrizioni di casi in cui conviene dar
mano all' opera, od ammaestramenti agli ostetrici di
Pon,mai compromettere l' esistenza fisica dell'uno a
dell' altra. Esso non fa che citare scuteuze teologiche
73
del concilio tridentino, di Carlo Borromeo del Lam
bertini, del Rituale romano, ecc. ecc. E finisce col race
comandare alle mammane ed ai chirurgbi di essere
pronti a somministrare il battesimo al più lieve peri.
colo. Alla Memoria v' è voita una tavola , dove sono
jucisi į ferri pçcorrenti, cioè uno speculum uteri e delle
sciringhe. . .
Ma ora, è tempo di rivolgere le vostre osservazioni,
alle opere mediche del Roncalli Parolini, le quali
non sopo nè poche, ne da passarsi in silenzio . - Pris
ma però sarebbe d' uopo di fare un cenno sulle opis:
nioni mediche che il suo secolo aveva io pregio e che
ipdi veniano scambiandosi per dar luogo ad altre teor
riche dottrine. Ma siccome è di tutti i medici, e lets
terati il .conoscere le successioui di tanti sistemi filosofici.
e medici delle passate età , non entreremo in questa
materia , 'esseudo già stata abbastanza da tanti scrittori,
trattata. Molto più ho creduto inutile questa faticar
per essere noto qual era la medicina che esercitava il
yostro concittadino, per tutti i suoi biografi. Essi par,
larono di lui eufaticamente e specialmente il Brognoli,
il Dizionario bassauese e quello di medicina di Eloy,
e il Portal nella sua Histoire de l' anatomie e de‘la ,
chirurgie , che disse lui Tirolese , confoudendo Brixen
per avventura con Brescia . Inoltre, v' ha ja una de
dica al Roncalli dell'archiatro Cattaneo le seguenti
espressioni: Nobili et sapienti vịro Francisco Comiti
Roucalli-Paroliui plurįınarım totius Europae Accader.
miarum Socio , et celeberrimo , post homines natos,
postque unum Ippocratem praticae Medicinae reform
matori. E nella Biografia quiversale si legge: la
gua mapiera di medicare era semplice; dichiarato si
era contrario a quelli che credono di oon soccorrere
bene 'un ammalato che quando l' aggravano con ri
medj. Ricondur voleva la medicina a quella pura sem .
plicità cui Ippocrate data le aveva , e che l' ignoranza
degli empirici riuscita era a distruggere . . . Le sue opere
gli conservarono una grande parte della riputazioue
di che aveva goduto mentre visse. = Se egli è il vero
quanto scrissero i sopra menzionati autori, lo si vedrà
agevolmente dalle sue produzioni. is is
Nell' ango . 1740 diede alla luce del latino idio .
ma e coi tipi del Rizzardi quattro dissertazioni che
dedicò all' istituto delle scieuze e dell' arti di Bologna ,
essendone socio corrispondente. - Nella prima s' in .
trattiene a dire dei purganti che meglio convengono
all agro bresciano , e a 'priori ragiova da brou fisico
delle diverse qualità dell' aria nelle differenti regioni
della nostra provincia , cioè di quella del piano , del
monte, della collina , delle tre riviere de'nostri laghi
Benaco , Sabino ed Idro , non che dei veoti in cia .
scuna predominanti, sono ivi discusse varie opinioni e
teorie intorno la qualità dei purgauti , il loro modo
di agire ed i casi ve' quali si dee farne uso . Si attiere
all'opinione del sommo Ippocrate di con prescrivere
cioè alcun purgativo se prima non abbiasi usato la
dieta , le bevande acidule, ecc . che taste volte bastana
da sè sole a vincere i sintomi del gastricismo.
Nella seconda disserlazione tratta dei così detti uo.
mini invulnerabili vulgn ingërmadura ; della quale
materia come del tutto inutile al secolo io cui rivia
mo, doo họ creduto di farne analisi.
Uu caso che a' suoi di parve che tenesse al mera
viglioso , fu argomento ad altra dissertazione dell' ag.
tore. Me dipinge in essa il martirio di Monaca bre
sciana , della patrizia famiglia Martinengo , la quale ,
per più crudelmente partirizzarsi si era cacciata di
soppiatto per entro le membra del suo corpo una
quantità di spille da lavoro aèutissime, e specialmente
attorno al capo , ad imitazione della corona del Naz.
zareno - Per molti anui quiodi visse l' iofelice vére .

quali venuta a morte scoverse l'autopsia del cadavere.


- Di questi casi ne abbiamo in diversi autori e ale
coni visti da voi. Nelle opere del medico di Coo si
legge , che cavò ad un soldato up dardo dall' angui.
Daja dopo sei auni che fu da guerresca macchina ing !
fisso , senza aver alterate le parti a cui era in contatto .'
Il Vallisnieri anch ' esso racconta di donna insana
d 'amore , che ioghiotti una cancetta di vetro piece
d' aghi e che gli furono estratti dalla pelle alla re
gione del collo senza alcun Documento. Nel trattato de
Inspectione vulnerum di Bernardo Suero sono de.
seritti individui che si trangugiarono dei coltelli. E
Sennerto raccouta di un Boemo che mangiò au ferra
tagliente lungo uove pollici. Durante la mia prática
vel grande spedale di Milano , dell'anno 1828 , vidi
nella sala dell' ottimo chirurgo primario B. Gnecchi,
uga contadina leggiadra della persona e bea 'nutrita ,
avere tutta gremita la cute di aghi che sporgendosi
a fior di pelle pei movimenti muscolari, avemmomodo
di cavarle seriza dolore. Filme n . .. . i
- Ultimo argomento della quarta dissertazione è una
sostauża petrosa a guisa di calcolo , che si forma nel
ventricolo de'capri selvaggi che vivono alle sorgenti
de! Reno e dell' Elba e mandata in dono da uu amica
76
al nostro Roncalli. Tale sostanza chiamata da Ermula
lero Bezoarticum Germanicum ossia Aegagropilo ,
era in molto umo nella medicina, massimamente in al ..
cune febbri. Biasima il dotto pratico nel suo scritto
la troppa e mal fondata credulità de' medici tedeschi
nel ritenerla quale specilcu di varie morbose'affezioni,
non avendo, prescriveodola , prodotto alcun felice risul,
tamento. ... . . . .
Una vuova operazione, la quale sembrava che pre
cedesse ad uoa graude scoperta , si metleva in pratica
onde salvare la vita e la bellezza degli uomini, intendo
dire della inoculazione del vajuola . Antico, era que. .
st' uso in Oriente ed a diversi modi praticavaşi sul
corpo. I chinesi, per esempio prendevano delle pustule
e dopo aver fatta certa operazioạe, le insinuavano nelle
narici de' fanciulli dai tre ai sei anni, e ciò chiama.,
vasi seminare il vajuolo. Pra ' greci tale operazione era,
serbata alle donne le quali la esercitavano non senza
un misterioso apparato . Esse facevano uu' incisione sulla
fronte sulle gote e poi vi ponevano entro alcune
filaccie intrise nel pus vajoloso ; e ciò non parrebbe da
noi un preseryare la bellezza con quest' uso . — Ad
una dama inglese Lady Montague, è dovuta l' intron:
duzione dell' inoculazione del vajuolo in Europa . I me.
dici inglesi la diffusero , la abbracciarono i francesi
mercè gli scritti di M . de la Condamine, sentito pero
il parere dei signori della Sorbona , ed in quasi tutti
i paesi venne praticata . Il Roncalli non fu degli ulti,
mi in Italia a metterla in uso é a rendere poti i fe
lici risultati che ne ottenne, a confusione di coloro che
ne oppugnavano i fatti e le esperienze : uomini nemici
ad ogui innovazione perchè superiore al loro picciolo .
cervello. Di questi argomenti è la sua Memoria = In
Pariolarum Inoculationem iodiritta alla francese
accademia dalla quale ebbe come in segno di onore e
di approvazione il diploma di socio ; come scorgesi
dalla seguente = Gratiarum actio regiae Parisiensis
Accademiae F . C . R . Parolino ob dono acceptam dis
sert. in Variol. Inoculationem , etc: = Questo appunto
successe in quel tempo ( 1739 ) in che infieriva nelle
nostre terre il vajuolo confluenie e fu specialmevte pel
nuovo é salutare ritrovato che egli salvò la sua patria
da si terribile flagello . . i . . ,
A quella pestilenza vajuolosa nella nostra provincia
fu succedauea una forte epizoozia , che appreudeodosi
agli animali più utili all' arti agricole menava i più
gravi danni. - Avuto di ciò gli avvisi l' instancabile
medico pe studiava la patura , lo apdamento, la forza
ed esperimentara i farmaci più idonei a farla cessare ,
Ed ecco dopo i necessarii sperimenti pubblicato il se .
guente risultato De Boum Epidemia et eorundem
praeservatione, atque curatione col testo preso dalo
1 Esodo: Ecce manus erit super agro's tilos et super
equos , boves et oves pestis valde gravis. = Egli
scopri con fino giudizio come la natura di tale Epi
zoozia sia infiammatoria, ed appiccarsi agli organi re
:spiratorii , perciò chiamata Scaranzia tracheale , la
quale ne soffocava in picciol tempo l'animale che ve era
jufetto . I rimedi preservativi e curativi indicati dal
nostro clinico, furono que'medesimi che tutto di sono
posti a cura di tali malattie. . .
: Grati oltremodo i suoi concittadini al benemerito
professore, fecero coniare una medaglia in suo onore ,
e da chi reggeva jo allora i consigli municipali in
Dome del Vedeto Seuato gli fu decretata pubblica ondo
rificentissima testimonianza . Per si utile pratico dettato
venne inoltre ionalzato alla carica di Preside al nobile
collegio dei Medici o della Facoltà Medica fioreute
nello scorso secolo in Brescia.
· Con questi puovi e bea meritati ouori si accipse col
forte animo á nnove fatiche e disquisizioni, siccone è
sconto dall'Epistola fatta di comune diritto dal Piania
col titolo = Antiqnia et nova methodus curandi aculos
pectoris morbis. E lu Brescia per la sua topografica

essendo respirata un' aria molto ossigenata , acuta ,


fredda per essere proveniente da' vicini suoi monti sa
quali è quasi perenne la neve , sono affezioni endemi
che le sì varie e tante flemmazie degli organi del petto .
Bello é santo perciò fu il divisamento del M . R . di
.studiare molto addentro e per ogui sua parte queste
sì temute malattie. Disamina minutamente della citata
produzione tutti i metodi infino ai suoi tempi praticati
dai clinici ed accenda poi i rimedi terapeutici che fu
rono lodati per curarle , encomiando nella sua cura i
soli preparati autimoniali, dei quali è detto che ottenne
le maggiori guarigiovi.
Historiae Morborum observationibus aucte et clar
rissimorum virorum consultationibus atque epistolis
illustratae, io Brescia per Bossini. Fu un altro lavoro
parimenti di pratiche investigazioui , jotorno al quale
spese molti avni raccogliendo quanto di vero e razio
pale gli avvenne vella giornaliera sua pratica e nei
cousulti, di che con iscritti od in persona soddisfaceva
al desiderio de colleghi dell' arte , che chiamato era
in quasi tutte le città d ' Italia , qual medico consulente.
79
È un volume in foglio di 287 pagine, le quali rac
chiudono cinquanta storie con erudite annotazioni.
Quest' opera offre anche a' moderni, e dopo i molti
progressi della scienza patologica una eletta materia
di studio e di consideraziopi , che non possiamo qui
esporre per non uscire dai brevi termini in un discorso
accademico.
Il suddetto Trattato fu poi seguito dopo alcuni anni
da uo' opera gigantesca , tale da intimorire il più ar
dito e laborioso ingegno , comprendendo le ragioni
della Geografia , della Statistica , della Medicina, della
Storia , della Letteratura , ecc. ecc., per la quale i
benemeriti, estensori degli atti di Lipsia , degli altri
periodici gioroali di quel tempo e il gran fisiologo
Haller , gli furono giustamente liberali dei più lumi
nosi encomj. È questa l' opera che intitolò Medicina
Europae, stampata splendidamente dal Bossini ( con
una edizione da sostenere il confronto colle Bodopiane )
l'adoo 1963. La divise in dodici parti, nelle quali sono
acceunati i luoghi, i gradi di latitudine, l' indole ed il
quantitativo de'popoli, le malattie endemiche, i rimedi
adoperati, le acque minerali, i professori, le accademie,
gli archiatri, le vicende, ecc., di tutte le città princi
pali di Europa. Essa è dedicala al Re di Polonia , al
successore di Sobieschi, al sassone elettore Augusto III,
dal quale ottenne il titolo di conte. Parlando dell'Italia
il nostro autore non dimenticò la sua patria, auzi ne
dà una bellissima descrizione della città e provincia ,
uo ceono biografico degli scrittori, dei morbi predo
miuanti, del collegio medico, ecc.
* Il Lami disse che non andrebbe luogi dal vero chi
dieesse questa produzione una elegante galleria di
BO
tutte cose pellegrinė , meravigliandosi come un solo
uomo di una città provinciale avesse potuto tanto scri.
vere, tanto raccogliere e disporre , se non fossero co
"Dosciute le infinite sue relazioni e la fama del nome
che apriva ippanzi la via a tutti i suoi scritti. Molti
furono gli onori ed i titoli ottevuti per tale immensa
fatica ; venne creato archiatro , ad honorem , della corte
di Madrid , socio di quella accademia , della viernese ,
cioè de' Curiosi della natura e dell'arte, la instituita
dal sommo italiano. Montecucoli, e di tutte le altre di
Europa, come rilevasi dalla raccolta di diplomi e delle
lettere onorifiche pubblicate colla stampa.
: . Dai gravi argomenti della medicina ci rivolgeremo
ad enumerare brevemente gli scritti di altro genere dal
Roncalli composti, poichè l'amore intenso delle mediche
scienze non lo allontano dalla amena letteratura , che
anzi vi riedeva con piacere auche in età avanzata .
Nella Memoria storica intorno le diverse ' Accade.
mie Bresciane de' passati tempi, posta iu five, trovasi
quella eretta dal Mazzuchelli, la quale mirava in
Italia a far prosperare le scienze e le lettere. Il Roncalli
ne fu uno de'più instancabili collaboratori e veramente
deguo del nome di socio attivo. Fu in questa dottis .
sima adunanza dove si fece conoscere anche come va
lente Numismatico colla Memoria di Un marino cri.
stiano scoperto nella Valvasina del Ducato diMilano
illustrato e donato alla libreria pubblica di Brescia .
looltre abbiamo da lui cogoizione d ' uua medaglia d 'ar.
gento ( esistente nella raccolta lasciatagli dal genitore)
in onore della trentesima legione romana di Marcau.
lógio, che fra gli archeologi era ancora in dubbio .Poi
altra illustrativa Memoria = Numismata ex argento
et auro illustrata et dono missa florentinae Colum :
bariae Societari - dove fa votare in quelle medaglie
d 'argento diverse famiglie di Roma ed in quelle d'oro
le imperatorie ; la Epistola che ha per titolo Bacchus
in aere illustratus , la quale non la trovai che citata
da' suoi elogisti ; un' orazione latina per reali sponsali
zie, ed una felicitazione d 'un rappresentante la Veneta
Repubblica in versi lirici.
L 'anno 1769 fu l' ultimo della laboriosa sua vita ,
e se ebbe morendo la dolce ed ambita soddisfazione
di aver ottenuta una maggior fama che non alcun
medico de' suoi di , pou ebbe nè meno il rimorso di von
aver a luogo faticato, e molto più che ogui altro , per
l' amore delle scienze e per il bene dell'umanità. E se
i diplomi delle accademie , l' estimazione dei priocipi
e la fama delle opere non bastassero a rendere testi
monianza intera del suo merito , la giusta posterità
collocò il nome del vostro concittadino uel novero des
gli uomini benemeriti, e ciò abbiamo pel primo degli
opori, i quali sempre s' industriarono a promuovere e
diffondere i buoni studj e le ottime discipline. Questo
si grande scrittore, questo medico filosofo noi vorremmo
che fosse a' giovani esempio da imitare, e che l' ono
rata immagine di lui sorgesse fra quelle che illustrano
le pareti dell'Accademia , se è vero che le immagini
degli uomini utili alla patria siano eccitamento alle
più pobili imprese .
MICHELE QIRARDI
. arch
-

Chi percorre la benacense riviera, cui bagna con


fremito marino il più grau lago d' Italia , si commove
a meraviglia nel contemplare quanto fu prodiga na.
tura in tutti i suoi regoi nell' abbellire quel giardino
foritissimo le di cui soavi fragranze rubate dall'aere
purissimo, ricreano quelle ridenti pendici liete di ce
dri, di olivi, di allori e di vigneti.
Fra que' varii ed ameni paeselli, dei quali abbiamo
la topografia medica compilata dal salodiense dottore
Cicognini ed inscritta nella grandiosa e citata opera
del medico Roncalli Medicina Europae , trovi quello
appellato Limone, ove ebbe la culla Michele Girardi
del quale verrò parrando la vita e gli studj che gli
diedero per Italia e fuori rinomanza di grande avato
mico e naturalista .
Nato nel novembre dell' anno 1931 , dal proposto
del suo paese ebbe i primi erudimenti nelle lettere
italiane e latine. lo Brescia dai figli d' Ignazio venne
educato a tutti gli studi a cui quella società era in .
tesa, facendo presentire le belle qualità della sua mente
sostenendo pubblici esperimenti con plauso de' precel
tori e de' concittadini. Poscia si condusse all' università
86
di Padova ove apprese la medicina nella quale pa
tura potentemente chiamavalo, e lo destinava a suo in
terprete . , . ,
Aveva a quei di il primo e principal seggio in quel
coosesso insegoapte un Morgagni splendore e lume in
tutta Europa , tale che bastava a dar lustro e opore
ad una nazione e a tutta un' età. Il Girardi ebbe la
sorte si liberale di averlo a maestro , il quale scorta
l' indole buonissima del giovanetto e le qualità dell' in ,
gegno, pose in lui molto amore e l' ebbe poi sempre
caro e desiderato. Ua Giacomo Scovolo bresciano , al
tro professore in quella scuola lo istruiva nella medi .
civa pratica , e nelle scienze ausiliarie alla medesima ,
per cui iu pochi anni fu da quella accademia addot
torato. La dissertazione ch' ei pubblico in quella oc
casione s' intitola : Dell' uso nelle malattie dei calcoli .
dell' uva ursina ; pianta che appartiene al geoere ar.
buto , comunissima per la penisola e da tutti conosciuta
col volgaré nome di uva d 'orso. Ha odor balsamico e
sapore amaro ed astringente per il concino ed acido
gallico che in sè ritiene. Per lo passato era nel numero
di quei vegetabili , cui si attribuirono virtù emineoti
siccome rimedio non fallibile contro i calcoli orioarj,
per la quale pensarono che avesse facoltà a discioglierli,
Il nostro giovane medico dopo aver fatto molti espe
rimenti, somministrando quest' uva o sola od unita al
l' acqua di calce ne predicava i felici successi che tut.
tavia gli furono contraddetti é dại medici contempo
rapei e dai posteri, poichè aache i medicamenti hanno
a sperimentare a lor luogo l' impero della moda.
lo quel tempo una grande questione si dibatteva tra
i primi medici a Europa, ed era quella iutorno all'uti.
87
lità , ai pericoli, ai danni del nuovo metodo, che dal
Levante gli inglesi avevano trasportato nel nostro oco
cidente, di premuvire i corpi umani dagli attacchi na.
turali del vajuolo per mezzo dell' ingesto artificiale del
vajuolo stesso . Ora il nostro concittadino si levava
contro quel nuovo metodo con una sua epistola che
poi diede alla luce = Sul ritorno del vajuolo dopo
ľ innesto = Torna vago il ridire a quante censure gli
scrittori , specialmente dei giornali periodici, francesi
ed italiani il facessero segno, ma anzichè iuvilire quel
Qascente ingegno, gli diedero stimolo a maggiori im
prese, disprezzando il forte animo le arti dell' invidia
e della detrazione.
Era per ripatriarsi, termivate le sue osservazioni scien
tifiche, quando, essendo morto il sostituto alla cattedra
di anatomia , da' reggenti di quella Università venne
ne

prescelto il Girardi ad assistente, ed a pubblico ripe


titore dell' immortale maestro. Supplire un Morgagni,
insegnare da quella cattedra riputatissima ad uditori
istruiti della dottrina di colui che fu detto l' oracolo
dell' anatomia , non era facile incarico; pure in tutte
le serie degli anni che si tenne in quel luogo, si levo
in tanto grido di soledne precettore da essere reputato
degnissimo di starsi a canto di quel grande italiano.
La rinomanza di tanto sapere si sparse per l' Italia , e
l' ultimo Ferdinando I farnese lo volle a professore
della cattedra di anatomia umana nella parmense ac
cademia nella quale fu anche precettore primario di
storia naturale. Rifiutò primieramente il.Girardi quelle
sollecitudini per non allontanarsi dal suo ben amato
maestro cui gratitudine lo legava con illustre e raro
esempio; ma per le stesse preghiere del Morgagni gli
couvenne accettare. Nell' anno 1770 si portò in quella
Università , che dal secolo XV in che fu instituita da
Nicolò Il marchese di Ferrara era venuta sempre
crescendo nella rinomanza e che per un Tomasini le
viene ancora conservata, ornamento principalissimo delle
italiane Università. Nella Prolusione che vi lesse
De re anatomica = tratto di molte cose anatómiche
de fisiologiche, confermando coi proprjesperimenti quelli
di Falloppio e di Albino sulla nascita dei denti, e
trattando inoltre della questione omai si rancida dei
pretesi ermafroditi, svelò l' errore di M . Morand -in
torno allo ermafrodita parigino Michele Apna Drour
di cui tanto si scrisse a que' di, dimostrando che ei
non era un vero ermafrodito , non uomo, ma și vera,
mente una femmina, . . .
· Le dissezioni dei cadaveri onde conoscere minuta .
mente la struttura degli organi del corpo umano, e per
giudicare i disordini materiali prodotti da alcuna more
bosa affezione, la frequenza degli ospedali, osservando
le malattie e notando la storia dei varj accidenti di
esse, le esperienze sugli animali viventi al fine di pre
vedere quei casi che fortuitamente gli potessero av.
venire, nè la natura lo sorprendesse nel secreto delle
più arcane sue operazioni, furono le principali lu
çubrazioni dell' alta sua meụte per quanto fu luoga la .
sua vita , non facendo servire la lettura dei libri che
a guida e direzione più sicura. Non si dimenticò mai
di quanto gli aveva detto il maestro , cioè di bene e
ficamente osseryare e di attenersi sempre più ai fatti
che alle teoriche. Quante vigilie e quanti apoi non
spese sui cadaveri per illustrare, e condurre l'opera che
con lusso tipografico fece di pubblico diritto in Par
89
ma, voglio dire le Tavole del Santorini ( come fece
uo Lancisi con quelle di Eustacchio ), le quali descrisse
nella lingua del Lazio, Jo. Dominici Santorini ana .
tomici summi septemdecim tabulae, quas nunc prie
mum edit atque explicat iisque alias addit de structura
mammarum , et de tunica testis vaginali = lo que
sť opera nulla havvi a più desiderare, per la quale il
nome di Girardi suono 100 miuore a quello del ver
neto anatomico, e le accademie di Madrid , di Parigi,
di Vienna, e d ' Italia lo elessero a loro collega mentre
tutti i grandi uomini, di che va glorioso il secolo d' oro
delle scienze (XVII) gli attribuirono i più giusti e lumi
nosi encomj* . Tale prezioso trattato , cui Haller si prese
cura di descrivere nella sua Biblioteca chirurgica, non
che nelle effemeridi diRoma, contiene quanto v' ha di
più iuteressante nelle descrizioni di splavcpologia e
angiologia , avendovi aggiunte nuove scoperte e tali
correzioni da essere semipre benemerito nella scienza
degli anatomisti,
A tutto che si è dette , aggiungeva il nostro profes :
sore novelle fatiche per coodurre preparazioni anato
miche al naturale per servire al gabinetto ayatomico
patologico , il quale per suo stimolo dal Sovrano di
quello stato istituito , andò poi sempre più prosperanda
per cura e opera de'suoi allievi.
Membro della Società italiana, il cui solo nome ba.
sta al più grande degli elogi, fu reputato uno dei me
glio operosi colleghi di quell' Istituto. — La primame,
moria che inserì in que' gravi volumi e indiritta al
grao fisico fioreutino cavaliere Felice Fontana , la quale

. ! Vedi i suoi Elvgisli.


90
s ' intitola = Osservazioni e riflessioni sulla lonaca
vaginale del testicolo = Fa ivi osservare all' egregio
amico quanto di già con altro suo scritto avea pub
blicato , dicendo inoltre che nella relazione del dottor
Brugnoni ( stampata negli atti della reale accademia
di Torino ) non vedea se non quello che egli stesso
avea prima esposto relativamente alla posizione dei te
sticoli pel feto , cioè che si trovano entro l'addome e
coutenuti nel peritoneo. E inoltre notò aver scoperto
che gli epididimi sono proporzionalmente maggiori nel
feto , che nell' adulto , meno aderépti o più dilungati
vel primo che nel secondo ; che il legamento rotondo
e largo superiormente ed inferiormente ristretto , e parte
dalle fibre tendinee inferiori dei muscoli obliqui interoi
ed esterni, e superato l' anello finisce ai lati del pube.
In questa sua dissertazione si allontana da quanto ha
scritto Giovanni Hunter, il quale asseriva che esso
cordone termina nel fondo dello scroto. Fu dopo re
C .

plicati esperimenti, che il nostro fisiologo si convinse


della realtà di questi fatti, e perciò venne nell'opi
pione, che meglio gli convenisse il nome dibase, della
quale appellazione si servi poi sempre ; e non già di
quella di legamento o condutto , e ciò per molte ra
gioni, fra le quali accenneremo quella della forma ch' ei
presenta entro l'addome, e l' altra si fonda sull'osser
vazione, che terminando esso cordone alle anguinaglie
non può prestare l'ufficio impostogli di condurlo nello
scroto, perchè non vi perviene. Nei varj neonati, che
egli aperse del teatro anatomico di Parma alla presenza
di molti spettatori trovò sempre i testicoli discesi nello
scroto , chiusi gli anelli e senza indizio del legamento
91
della citata Santoriniana. Inoltre provò che era falso ciò
che scriveva il prof. Brugnoni esser la base fuori del
peritoneo , non risultando formata che da un processo
della medesima membrana. Il chiarissimo Paletta pub.
blicò in Milano = Nova gubernaculi testis hunteriani
anatomici descriptio = senza far conoscere che prima
di lui il Girardi ne avea fatto parola colle opere pub.
blicate agli studiosi. Così pure Leopoldo Caldani vella
terza edizione delle sue istruzioni di fisiologia , com
menda il milanese scrittore e tace di colui che lo sco
prì , e in vano si cerca pure l' onore dovuto al nostro
concittadino in un libro stampato dal medico P . A .
Bonioli. Ma tra ' francesi altra fiata schivi a dar lode
agli oltramontani, surse Enrico Calloud a difendere il
Girardi ( nel libro intitolato : sulle vaginali del testi
colo e sull epoca di alcune scoperte anatomiche ) con
parole di vero encomio. Anche il prof. Wrisberg , di
Gottinga, cita e loda in una sua operetta del medesi
mo argomento il Girardi e ne lo qualifica inventore e
discopritore. -
A queste osservazioni ne succedono altre e sempre
importautissime. La principale è quella che tratta del
l'origine del nervo intercostale, scritta io latino, edita ,
in Firenze nel 1791 e dal Rozier inserita dopo un
anno nel suo Giornale scientifico. L ' origine di tal nervo
la fa provenire dai rami anteriori dei dorsali, che dopo
aver comunicato col grande simpatico, s' inoltra fra le
costole e ne precorre tutta la loro lunghezza . Ivi ne
ragiona con molta chiarezza e dottrina auatomico -fisio .
logica i rapporti e l' influenza che esercita sopra gli
organi splancnici in istato sano e morboso. In tutto
però si appoggia a quanto aveano prima di lui descritto
92
il professore Comparetti, M . Petit in Francia e Fon .
tana nella fiorentioa Università .
Dagli studj sublimi dell' umana anatomia passa il
Girardi colla medesima profondità di sapere a quelli
dell' anatomia comparata . Il museo di storia yatu .
rale della ducale Università non era ancora co
pioso e lodato per le grandi sue raccolte , quando il
nostrò professore vi pose mano, eletto che fu a suo go .
verpatore e presidente. Ora deve a lui le molte pro
duzioni, l' incremento , la disposizione e la rinomanza
a cui è pervenuto certamente fra i migliori d' Italia. --
La prima opera che pubblicò intorpo agli studj natu
rali, furono le osservazioni anatomiche intorno agli
organi della respirazione degli uccelli, maudata a
Vincenzo Malacarne a ricambio di altre che il detto
professore dedicava al Girardi. Dopo Dodart, che ri.
svegliò prima d' altri l' atteozione dei fisiologi intorno
alla respirazione dei volatili, non vi fu che Ferrien che
con molti esperimenti abbia dimostrato il meccanismo
di detti organi. Vendero in seguito i due medici bo
lognesi Uttini e Ballanti, poi Hunter ed io fine il no
stro zootomista . Nessuno però di questi avea osservato
accuratamente le differeoze che passano fra il modo di
respirare dei volatili e gli altri animali di meglio co.
strutti. Il naturalista Hunter fino dell' anno 1774 stampo
nelle Transazioni filosofiche di Londra una disserta
zione,nella quale dimostrava che l'aria nei volatili, dai
- polmoni e dai vasi aerei passa nelle ossa, pon dando però
intorno a questo straordinario fenomeno se non un' idea
troppo generale nè abbastanza esatta. Il pon poter spie
gare chiaramente il fenomeno, disse il nostro autore di.
pepdere dalla sovrana difficoltà che s' incontra nell' aga,
93
tomizzare tali organi negli uccelli, non che dalle loro
molte varietà ed anomalie in esseri dell' istessa specie
e dei medesimi organi. Parlando io ispeciale modo della
larioge, la riscontrò in alcuni molto muscolosa , in al
tri priva affatto di muscoli , ed ora membranacea, ora
cartilaginea ed ora del tutto ossea . Fu il Girardi che
ebbe a durare la pazienza di replicatamente sezionare
molti volatili per dare una giusta descrizione dell' ap
parato respiratorio e per dipotare la formazione della
voce di questi cari animali. Ha cominciato col dare la
descrizione anatomica della trachea , la quale è più o
mevo lunga secondo la lunghezza del collo delle diffe
reoti specie , ad eccezione però di alcune famiglie delle
quali i maschi ne sono forniti di una più lunga.
La divide io tre' porzioni, in capo, tronco e rami.
Il primo viene costituito della laringe, sulla struttura
della quale conviene con Hunter , che sia analoga a
quella dell'uomo , meno alcune piccole differenze che
sono ivi chiarite, cioè , che la cartilagine arulare che
in poi si alza posteriormente, si contrae anteriormente
negli uccelli , la quale facendosi ossea posteriormente
forma un tubercolo che corrisponde alla fessura supe.
riore della glottide lateralmente al medesimo tubercolo
rispondendo le cartilagini aritaoidee. Queste sono quasi
ossee e formano due processi in una maniera particolare
costrutti , disposti in modo che comprendono fra loro .
up leggier solco rappresentavle i legamenti della gloi
tide e la sua forma. La cartilagine scutiforme è pure
óssea nei volatili e dividesi come in due ossetti upiti
pel vertice, dandole la forma di due triangoli equila .
teri. Questa cartilagine è formata da sè , come vedesi
assai distintamente nella laringe dei galli d 'India , seb
94
· bene dal. Casserio omessa . La epiglottide non esiste ace
gli uccelli, ed invece di questa, serve la somma sensi
bilità della parte superiore della glottide, la quale si
coutrae impedendo l' ingresso de' corpi estranei nella
trachea.
Tale mancanza non è veramente un difetto nei vo
latili per la ragione che anche alcuni uomini, per
causa sifilitica distrutta l' epiglottide, coutipuano egual
mente ad avere normali le proprie funzioni. Sono pure
nella laringe alcuni muscoletti, come in quella del
l'uomo , che hanno una singolare influenza nelle va
rie modulazioni della voce. Gli anelli cartilaginei di
che sono composte quasi tutte le trachee, giunti che
siano al fondo, si avvicipano, si schiacciano e vando a
terminare in una membrana piana e quasi continua'ad
entrambi i lati da dare origine ai così detti bronchi,
o laringe interna, od organo principale della loro voce.
Questa forma però non è costante in tutti gli uccelli ,
e valga l' esempio delle cicogne e dei colombi, nei
quali la maggior dilatazione della trachea , degli anelli
e della 'membrana è appunto nel fipire di esso canale
e da questo si spiega la voce bassa e profonda dei me.
desimi e la acuta e sonora degli altri volatili. - È
la descritta membranella che presenta all' aria una la
mina suscettibile di vibrare e produrre un suono, ma
per , variarlo voglionsi forze muscolari atte a cambiare
circostanze dello stromento percosso dall'aria : perciò, si
dividono questi animali in due classi; nella prima sono
locati quelli che non hanno altri muscoli che servono
ad abbassare ed elevare tutta la trachea , cagionando
perciò poca o nessuua mutazione della voce. Vengono
posti aella soconda quelli, che sono dotati inoltre dei
95
muscoli propri dell' organo vocale. Tutti che si chiamano
cavori, appartengono a quest'ultima specie , e questi soli
sono idonei ad essere educati. A ciascun bronco coria
risponde un lobo polmonale, composto di ogni qualità
di vasi.Gli anelli dei bronchi si suddividono delle celo
lule polmonali ed alcune di esse si aprono fuori del
polmone per comunicare con certi sacchi aerei sparsi
fra il corpo dell'animale. I polmoni non sono liberi
nel torace, come nei quadrupedi, ma sibbene incassati
tra costa é costa, nè involti tutti dalla pleura , poichè
lasciano degli spazjal passaggio dell'aria nelle vescichette,
le quali sono tanti serbatoi di aria per poter servir .
sene allorchè si trovano nelle circostanze di non poter
inspirarne di nuova. Inoltre questi recipienti favoriscono
la speditezza del loro volo, rendendo cosi più leggiero
il corpo e più spazioso a sostenersimaggiormente sopra
la colonna d ' aria sulla quale poggiano, quando intra
prendono i loro viaggi, non che a rendere più forte e
più continuo il loro cảnto. Il Girardi, nel diligente
mente replicare gli esperimenti di Hinter , trovò in
fatti quello che aveva quell' autor scritto iu riguardo
ai polmoni, alle loro cellule ed alle vescichette conser
vatrici dello pneuma, e scorgendo le ossa degli uccelli
vuote e mancanti di sostanza spugnosa, ebbe l' occa
sione di spiegare la leggerezza loro , senza ammettere,
siccome Hunter, il passaggio dell' aria dalle vie ordi
narie nelle ossa . Ma ora dobbiamo al benemerito pro
fessor Malącarne la conoscenza di delte comuvicazioni
che scoperse col mezzo infallibile nelle preparazioni
anatomiche, voglio dire coll' iniezione. ' nin
Operoso ed instancabile nell' osservare tutti i feno
meni della natura vivente, pubblicò puove scoperte so
96
pra altri animali come è da vedere dell'opuscolo : Into
torno agli organi elettrici della Torpedine, che indis
rizzo al suo amico Walter professore di autropologia
nell' università di Berlino. La torpedine fino dalle più
remote età eccitò mai sempre la curiosità dei natura .
listi. Aristotile, Dioscoride, Galeno, Plinio ed altri si
occuparono di questo abitator dell' acque. Varie però
furono le opinioni vello spiegare il fenomeno del tor
pore, degli effetti delmedesimo e della patura dell'ani
male. Walsh inglese per il primo scopri che tale fenomeno
derivava dall' elettrico cui esso aveva facoltà di rice
vere e propagare , e non già dall'azione meccanica co
me pensò il celebre Reaumur. Il più grande degli ita
liani naturalisti Spalanzani a Porto -Venere si occupava
a verificare la scoperta del Walsh quando il Girardi
essendo in Genova nelle autunnali ferie ( che semi
pre le consumava in viaggi scientifici ) ebbe occasioue
di intrattenersi con lui. Venuto il ragionamento intorno
a queste materie il pavese esperimentatore pregò l'amico
di una descrizione anatomica degli organi dell' animale
e gli piacesse di indicare quale dei medesimi avesse
potenza a trasmettere l' elettrico , quando sia tocco e
dicesse inoltre la causa del fenomeno. Aderi volentieri
il nostro Michele e tornato a Parma fece l' esame dei
pesci acquistati e conobbe per le replicate esperienze,
che una tale facoltà risiedeva in alcuni muscoletti della
torpedine disposti a guisa di picciole colonne che il
Redi ha chiamate corpi-falcati perpendicolari dal dorso
al petto ed intrecciati di nervi derivanti dal terzo pajo
e da vasi sanguigoi. Ciò conobbe dopo varj esperimenti
ed osservazioni e col metterli in contatto di diverse so
stanze, siccome fece il Galyani colle rape; le quali
97
scoperte servirono ai progressi di quella scienza che
poi ingiganti nelle mani dell' immortale Alessandro
Volta *
Non aveva clie à stento liberata la sua promessa ,
quando dallo Spalarzani ebbe gli inviti di nuovi espe
rimenti , cioè di intrattenersi dell' organo dell' udito
dei pipistrelli , le quali scientifiche ricerche diede poi
alla luce : Il vostro aulore scopri mediavle molteplici
dissezioni l' organo di questi compagni delle tenebre
essere il meglio perfetto di tutti gli altri esseri della
grande catena e il loro sentire più delicato , servendo
loro di guida perchè ciechi, ai quali il sommo Cuvier
attribui anche altro senso , il tatto per distinguere i corpi.
L ' animale riproduzione tiene uno splendidissimo luogo
fra i ritrovamenti dello scorso secolo per la quale si
rigenerano aleune parți per malattie o per altra causa
distrutte, e si provò come la natura sia prodiga tanto
agli animali a sangue caldo, come in quelli a freddo.
Di tali sue meraviglie la lumaca terrestre ebbe a tol
lerarsi le maggiori esperienze dei filosofi naturalisti, al
fiue di ottenere la riproduzione delle corna che le fos
sero tagliate. A seguire le belle prove dell' autore dirò
che la lumaca quando si distende fuori della sua pos
tatile casa , mette in vista una testa armata di quattro
aptenne che chiamarono corpa , due alte e due basse
e indi un collo luogo , sulle quali parti portava una .
tagliente forbice é decapitava in questa maniera l' ani.
male . Dopo l' operazione la lumaca si ritira assai pre

* Nella classica opera della fauna italica del principe Lu


ciano Bovaparte, la torpedine è posta nella famiglia dei Rajidi
e nella classe dei pesci cartilaginei.
98
stamente nel suo guscio e col mezzo di un viscido
umore sparso dalla medesima forma il coperchio e la
porta del suo abituro. Per settimane e mesi non la vedi
tentare di nuovo la luce, ma per ottenerlo o per os .
servare i progressi della riproduzione, ti conviene im
mergerla nell' acqua resa tepida e cosi ne otterrai il
desiderato effetto . Ma pon a tutti che sottomisero le
lumache ad essere mutilate, fu dato di scorgere la ri
produzione delle parti tagliate, perciò fu chi contrado
disse a quanto dettò il nostro zootomico. Ciò av .
venne per la poca attenzione che fu posta alla parte
sulla quale si deve fare il taglio e ancora per la 'non
usata destrezza nell'eseguirlo. Descrisse inoltre i sistemi
organici della lumaca e particolarmente il nerveo, in mo
do assai più lodato che non fece l'olandese Saummerda
mio . Più leggendo nel terzo libro sopra gli animali di
Aristotile , che disse le chiocciole e tutti i testacei es
sere affatto muti della virtù visiva, avendo a compa
gpo della sua sentenza lo stesso Plinio , il quale non
dubitando della autorità d ' un tanto filosofo ammise la
medesima opivione; il Girardi nella sua scuola inse
gnava che sopra le corna maggiori avvi un globetto
ed una macchinetta brillante nella quale stassi appunto
l'organo della vista della lumaca. — Queste sue espe
rienze dettate in varie operette intorno alle arti dei .
naturalisti furono occasione all' autore di molti enconj
anche fuori della patria , e il proteiforme ingegno di
che aa siffatti
Voltaire che anche si studj dava opera , scri
l solita ssua
veva al nostro bresciano collaa solita di luma : » lo
ua lepidezza
mi credeva di aver tagliato alcune teste di lumache e
che poi fossero rinate . Ma chi è dimemolto più istrutto
mi assicuro che non altro che le facce avea tagliate, e
99
quindi sole queste essersi riprodotté. Ma non è pure
assai che rinasca un volto, quando Tagliacozzi à Bo
logoa non seppe riprodurre che nasi ? . . . » Sim
L 'ultimo lavoro a cui il Girardi pose ingegno furono
le Osservazioni risguardanti le uova delle polanche
e degli organi inservienti alla generazione nei galli
e nelle galline, le quali non videro la luce siccome
altre produzioni presso gli eredi tuttavia inedite. . .
La natura avea creato il Girardi con tale forza di
mente da abbracciare svariatissime cose e di si robusta
fisica costituzione da durare delle più lunghe lucubra .
zioni ed esercitarsi negli oggetti auche minutissimi,
pertinenti ai lavori dei naturalisti e degli anatomici.
Egli avrebbe illustrato' maggiormente le scienze medi.
che se una malattia la quale pare che sia mal premio
a chi tratta con amore le scienze e le lettere , la Poo
dagra von l'avesse reso inetto ad ogni occupazioue. Ma
il suo zelo perciò non venne meno nell'ammaestramento
della gioventù che in ciò bene avvisava starsi il fonda .
mento di ogni civile e morale prosperità . . we
Le sue opere italiane sono dettate con uno stile chiaro ,
conciso , didascalico , e quelle nell' idioma latino adorne
di buona eloquenza anche quando descrive astrusissime
cose e volgari.
Venuto in molta celebrità per tante sue fatiche ed
opere pubblicate fu decorato dal principe farnese dei
titoli di reggente l'università , di suo medico dicamera
e di coosulente sanitario del protomedicato di quegli
stati.
In tali difficili e novelli incarichi accennò ona rara
ed ammirabile attitudine, una probità somma ed uga
giustizia severa ed attiva, e ciò che più si stima, una
100
liberalità nobilissima verso chi lo domandava di con
sigli e di ajuto. - Nel di male augurato che era per
dipartirsi di questo esilio, quasi tutto il popolo di Parma
intorno alla sua easa , quasi presago della vicina morte
del suo benefattore, si doteva e colle lagrime più che
colla voce faceva segno alla sventura che irreparabile
gli stava sopra. lo fatto uell' anno 1797 fu assunto
nell' amplesso del Signore, e la sua, tomba onorata dal
muto e non comandato dolore dei buoni, unico testi
monio ma vero della virtù di Colui che per le ottime
arti'spese tutta la vita . Lis
Fu detto a nostra vergogoa dagli invidi che Bree
scia jedargo si vanta di alcun illustre spirito il quale
abbia dato vita , ineremento e gloria solenne alla scienza

che da Bologna parlaudo agli italiani, Della dignità


della medicina in Italia , fra i venerati nomi che
l' arte anatomica levarado in alto nel passato secolo ,
non dubitò di porre a canto ai Morgagni, agli Scar
pa, ai Valsalva, ai Cotugni ed ai Mascagni, quello
fra primi del bresciano Michele Girardi.
FRANCESCO ZULIANI
-- - : o :lb
A lla serie di queglio illustri ndcheresdiritto hanno ad
V compilade'Bresciani
essere ricordati nella? Biografia ciaui MMedici
edici che
da quasi due lustri vo compilando, di coloro che la -
rono lala vvia
sciarono ie che percorsero vel medico sapere se
goata di splendore , che vivono ancora nella gloria im
mortale del nome, nelle opere classiche che pubblicarono
e nel desiderio e nell’estimazione de'propri conciltadini,
appartiene sicuramente un Zuliani Francesco, medico,
magistrato , dotto scrittore e clinico esperto nello scorso
secolo ed al principiare di questo . - - Era della fami
glia di quel grave jurisconsulto che a Venezia ed ai
Commizj di Lione , al dire dello storico Botta , fu il
solo che senza speranze e senza timori alzasse un grido
di disapprovazione quando conobbe, che Bonaparte con
parole di amore, di protezione dar voleva a noi vili
leggi di schiavitù .
Nato poco lungi dalle patrie mura ( in Padenghe
nell'anno 1743 ) visse il vostro Francesco
ncesco
agli studi
preliminari in provincia , in appresso venne mandato ,
arrivata l'ora pei superiori, da chi aveva pei suoi pro.
gressi ridestato e. affezioni e lusinghe, alla città onde
attendere alle legali discipline nella nostra Scuola di. .
. 104
partimentale, poichè il desiderio de'cougiunti era quello
di fargli percorrere l'aringe del foro .
Ma la buona natura chiamayaļo invece ad altro stu
dio , a quello che dava maggiori attrattive al suo
genio, alla più şublime delle scienze, alla Ippocratica,
per cui lasciò Brescia , sormontate le domestiche con
trarietà, per passare a Venezia onde consacrarsi colà
alla diviu ' arte , della quale colțiyò tutti i rami con
eguali successi,
· Ai tempi del Zillidni esisteva nella sede della ve,
veta repubblica un Collegio Medico, nel quale , per
privilegio speciale di quel Governo, si concedeva la lau ,
rea in medicina a que' gioyani studiosi che dopo un
più breve corso di quello delle università , davang
grandi speranze di sè, poichè pon è il pedantismo, ne
la luogheria dell' accademico aringo che fa surgere
grandi uomini. Per lo passato quanti di loro nou soup
tirono ad illustrare le scienze dai vostri licei ? . . . .
· Compiuto lo studio di questi inseguamenti, passò il
vostro laureato alla metropoli dell'Insubria chiamatovi
dalla fama più che italica d' un Mangerotti, principa.
lissimo fra 'medici di quella città. Fu alla sua scuola
che il Zuliani emerse a vera medica virtù, profittande
di tanta sapieuza ; e praticando l' arte nelle sale di
quel grande ospedale diede opera alle sue lucubrazioni,
e divenne il più ragguardevole allievo di quel valeute
maestro. .
Nel 1779 in patria fu assistente vel vostro maggiore
Nosocomio ( come dai registri del P . L . ) ai Quadagni,
ai Dusini ed ai Bono, sotto alla direzione dei quali
compi quella pratica clinica tanto necessaria a chi vuol
davvero esercitare l' arte di guarire , seguitaudque ale
103
l'atto pratico i singolari precetti. E per le qualità
eminenti del suo spirito , pei suoi modi, per l' indole
geperosa e per l' animo formato alla virtù consegui la
stima generale de' snoi concittadini. Ad accreditare un
medico non basta il saper scrivere , il saper curare
qualche malato , una sufficiente coltura dello spirito, ma
necessita anche una morale ed incolpabile vita e ciò che
carallerizza il complesso delle mediche doti. Non iguo
raya il Zuliani quali obblighi aveva incontrato con sè
stesso , con la scieoza e con le cittadine relazioni. L ' idea
sola d ' essere giovevole all' umanità occupava la sua
mente ed era l' unico compenso che desiderava alle sue
assidue occupazioni. Egli temeya del sarcasmo di Rous
seau il quale diceva = seu venga la medicina senza il
medico = ma cercava di approssimarsi a quel bello
ideale del medico che Ippocrate somigliava alla divinità ,
L ' ebbe poi per ben due lustri a suo medico- con
dotto Chiari, ove dimorò fino a che venne chiamalo
in Brescia da chi saggiamente reggeva iu allora i cou .
sigli muuicipali a riempire il vacuo che l' implacabile
parca faceva dei migliori. ..
Quivi trovossi allora quando per la rivoluzione s' era
scosso il giogo che per quasi quattro secoli ci teveva
senza alcuua gloria sottomessi alla siguoria de'veuetia
A quella succedette nuova forma di governo é con
questo le perturbazioni, i pericoli, le speranze ed i ru .
mori che tengono sempre dietro a queste grandi wu.
tazioni della società . In tanto volgere di tempo e di
vicende sì feconde d'altri fatti, il cittadino Zuliani vou
istavasi veghittoso, ma con vigorosa e risoluta energia
rassodava i vacillauti, spegneva le dissenzioni acciò luiţi
fossero in coucordia pel comuu beye e per l'interessedella
106
patria . l difensori più energici dell' ordine pubblico
6000 quelli che danno più chiara prova di proteggere
una bene intesa libertà. i
Fu per questo che pel voto de' suoi concittadini
venne eletto ad uno de' Rappresentanti la città , come
leggesi nei decreti di quel veggente benemerito patrio
goverio. - Integerrimo magistrato , buon cittadino ,
generoso , prudente, imparziale si occupò costantemente
io quello spinoso aringo ad oprare il bene, ad impe
dire il male, corrispondendo così alla generale fiducia
con quel disinteresse e con quella nobiltà d'animo, che
per mala sorte non sono troppo coniudi, — E quando
la patria commissione agli studj si formò per riaprire
gli istituti e per erigerne di nuovi alla gioventù d 'ogni
paese della provincia, onde diffondere fra éssi i tesori
d ' ogni sapienza e fare migliori così le generazioni ay . "
venire, quanto non fece il nostro lodato ? .. . Si uni a
creare nuovi metodi d' insegoamenti, poichè è pell’or
dine delle cose che ad ogni riforma politica succeda
la riforma delle scuole e delle idee , ad abbattere gli
avauzi de' gesuitici sistemi che non da tutti potranno
sempre applaudirsi, vecchie abitudini, pregiudizj, e met
Lere in opera tutto ciò che poteva far risorgere dalla
stupidezza e dall' ignoranza la maggior parte de' cam
pestri abitatori, a togliere con questo quelle crudeli
differenze che v' erano, tra paese a paese, tra uomo a
uomo, sapendo che la pubblica prosperità e la felicità
individuale sono sempre compagne indivisibili delle virtù ,
e della diffusione dei lumi. Sorta la nostra accademia
sulle rovine di molt' altre che in ogni suolo fiorirono
fra noi, vi si richiamarono subito le arti, le scienze e
le lettere. Si nominarono Huovi Socj , si crearono di.
10g
sciplinici statuti, si consolidarono i principj foudamer ,
tali onde evitare le vicende delle altre , e cosi diede
forma al presente Ateneo che a gloria di Brescia von
solo, ma di Italia tutta va prosperando. . . .
Il Zuliani yoy venne dimepticato ; fu dei prinsi a far
parte di questa utilissima corporazione, ad essere uno
de'suoi più degni membri, il più assiduo alle adunanze ,
il più attivo a darle eccitamento cogli scritti e colle
memorie stampate, onde favorirue il progresso, parlando
io ispecial modo dei vantaggi delle accademiche so
cietà , le quali non doveano essere, come per lo pas:
sato campo d ' arcadiche fanciullagini, ma beasi asilo
d ' ogni maniera di studio utile alla patria nostra,
Disse egli il come doveano essere coltivate le scienze,
come nel secolo in cui viviamo si siano emancipate
senza aver bisogno più nè di protezioni yè di mecenati,
nè più le lettere si inviliscano a far plauso ai grandi
per yirtù che essi non hanno, e che noi italiani di nulla
abbisogniamo. - Ipsisteva perchè le scieeze avessero
sempre in questo santuario la premineuza alle lettere,
le quali uon voleva far servire che a piacevoli ri
creamenti, ed a riposo di scientifiche e severe medila:
zioni. " , ; .
Fu in quest' aula . che lesse i suoi Prospetti clinici .
che compilo durante il servizio degli spedali nella sua
privata pratica e ne' brevi suoi ozii, i quali doveano
servire come di prodromo alle opere che stava compi.
laodo. Essi contengono un ragguaglio chiarissimo e
sommamente conciso delle sue cure ed op numero in .
finito di osservazioni per una serie , d ' apni che gli
merilaropo i più giusti:encomii dai professori Frank,
Brambilla , Bursieri, Van - Svienten ed altri; dei
108
quali continuò mai sempre l'amistà col tepersi in
continua corrispondenza , come rilevasi dalle epistole
presso la sua famiglia . Il commercio tra uomioi dotti
serve mai sempre ad illuminare sè stessi, a vantaggiare
de scienze e ad essere con ciò maggiormente utili alla
società. . . . trinn 1. n oi voi ra
Viota la battaglia di Marengo colla disfatta delle
Demiche legioni; il che fruttò al grau capitano la
pace e la sommessione di quasi tutta Italia , vende
decretata l'apertura del nostro archiginoasio. In esso
la bresciana gioventù dava opera alle più alte materie
si filosofiche, e fisico -matematiche, chelegali e mediche,
portandosi in fine a prender la laurea in qualche uvi. . .
versità del regoo.
Nelle nomine de' nuovi precettori a queste scuole ,
ch ' il crederebbe ? venne omesso il nostro Zuliani. Colui
che tanto si meritò dalla patria pe' suoi studj e pel
suo amore pei prestati servigi, era obliato .Ma diremo
coll' Arici che ai sommi necessita che imparino l' arte
difficilissima di farsi perdonare i proprj meriti dai me
diocri, e di non isdegoare all'uopo la propria giusti
ficazione auche delle colpazioni più assurde. ~ Tale
riprovevole dimenticanza, frutto certamente della mal.
wagilà degli invidi, cui hanno sempre gli uomiji
d ' alta fama, venne riparata da' suoi veri amici ed am ,
miratori, i quali ottennero la sua pomina alla cattedra
di fisiologia patologica . - Animato da tanta cittadina
benevolenza , s' occupava cov zelo nel vasto campo che
gli si presentava; le scienze egli dovea dettare, che ser
vono ad analizzare tutti i fenomeni dell'umano corpo
si in istato savo chemorboso . L ' esame degli esseri che
circopdavo l'uomo, che operano sopra di lui, il poslo
10g
che egli occupa, le alterazionidicui è soggetto, nonché
le indicazioni capaci a sottrarlo , a guarirlo , sebbene
questi studj fossero ancora addietro al suo tempo, non
risalendo i medesimi allo stato di perfezionamerto che
pei lavori d' un Gallino della fisica e d' un Bichat
nella fisiologia patologica, il suo metodo d ' insegnamento
al dire di quelli ch ' ebbero la sorte di udirlo , ridon
dava della più grande utilità e vantaggio , senza futili
anzi dannose divisioni, le quali non servono che ad
allontanare anzichè avvieinare al vero -scopo delle fisi
ehe scienze, che è quello di unire tutti i ramiche trata
tano delle cogoizioni speciali d 'ogui parte dell' orga
nismo, con l'arte di guarire. - Fu per tutte le dette
cognizioni che arrivò a dare alle stampe due grandiose
e classiche opere estese tutte e due nella liogua del
Lazio acciò fossero da tutte le nazioui intese e stua
diate . La prima s' intitola = De apoplexia praeser
lim nervea Comment. Brixiae. Excudebant fratres Pac
sini. Questa gli frutto diplomi dalle accademie di Pa.
rigi, di Lipsia , di Gottinga e diverse dalla nostra pe
wisola, nonchè gli elogi de' più accreditati maestri, e fra
questi basti il ricordare una lettera edita dal priacipe
degli anatomici del nostro secolo Antonio Scarpa, la quale
è concepita cosi = lo riguardo quest'opera come il
miglior testo da consultarsi sull'apoplessia. E un qua
dro dei più esatti, sia che risguardino le forme sotto
le quali si presenta questa terribilemalattia , che le di
verse cagioui da cui è prodotta . Il piano di cura poi
è il più ragionato ch' io couosca, e si comprende chia
ramente, che è stato esteso da un medico il quale ha
scritto dopo avere attentamente e replicatamente os
sefyatos
110
· 'L' opera è divisa in ventinové sessioni. Fu , disse',
l' apoplessia jo varj tempj e da varj medici diversas : )
mente denominata , e moltiplici furono conseguentemente
le diffinizioni, che ve furovo addotte, inavcanti per la
maggior parte o per l'ommissione di qualche carattere
essenziale del morbo 'o per la introduzione di altri non
vecessarj, i quali si devono piuttosto considerare quali
effetti significanti l' essenza , la gravità, ed i periodidi
essa, che la malattia istessa . ' . . : : :
Le cause effettrici di tale morbo le divide in esterde
ed interne, in sensibili e no. Quest' ultima divisione è
fondata salle anatomiche dissezioni, le quali non seppero
trovare ne' cadaveri degli apopletici segni palesi di ce
rebrale lesione, ovvero scoprirono raccolta di sangue o
di limfa in gran quantità versata dai vasi. E sulla diffe
renza appunto di simili appareoze è piantata la celebre
distinzione della apoplessia in sanguina e sierosa ,
distinzione che risale fino ai tempi di Galeno , alle
quali poi gravi pensatori raggiunsero anche la terza
nervosa o convulsiva , cioè quella le cui cause effet
trici si sottraggono per lo più ai nostri sensi e porno
soltanto per congetture indovinarsi. .
· Tale divisione della apoplessia non è stata general
mente dai posologi accettata. Gli illustri Malpighi,
Portal, Prost, Rochoux e Lallemand apertamente
negarono l'esistenza della sierosa , attribuendo al solo
ingorgo od arresto sanguiguo il trasudamento e span
dimento della linfa nelle cavità del cranio , e stante
inoltre dicono la grandedifficoltà diassegnare ad ogoona
di queste due specie i sintomi che le sono proprj, per
chè uguali sono le essenziali cagioni, ed uguali pure
sono gli effetti. Alle quali osservazioni risponde il 00
stro clinico citando i casi accaduti a Morgagni, a
Rondolini e Stoll, ed i propri di apoplessie sierose
pate dietro la scomparsa di febbri periodiche, di ede
mi ecc. , avvisando inoltre di non limitarsi solamente
alle cavità del cravio a rintracciare le traccie apople
tiche, ma ben anche in quella del torace e dell' abdome.
Addottata dal Zuliani la triplice distinzione, avanti
di delineare il quadro che forma lo studio principale
della sua opera , s' intrattiene a descriverci i fenomeni
delle prime due specie, onde maggiormente dimostrare
i rapporti reciproci di ciascuna , non che dei loro ca.
ralleri. – L' apoplessia sanguina idiopatica è uno di
que' morbi, la cuiingruenza viene manifeslamente preor
divata da alcune condizioni organiche impresse origi .
nariamente dalla natura nella costituzione fisica degli
individui, che devono soggiacervi, gli effetti delle quali
si rendono il più delle volte visibili a ' sensi. L 'apos
plessia non rispetta età , sesso , stagioni, climi, ma at
tacca però più i vecchi che i giovani, più gli uomini
delle donne, più all'inverno che nella state , più fre
quente pella città che nelle campague. Si osserva tal
volta ereditaria , ma è un assurdo il dire che abbiavo
a soccombere tutti i nepoti della medesima malattia ,
della quale morivano i loro avi, poichè non basta la
sola disposizione ad ammalarsi; necessitano anche iden
tiche cause. Molte e differenti circostanze possono
sviluppare, e mettere in istato di attività ed energia de
jugenite disposizioni , e tant' altre rallentare lo svolgi
mento ed anche sopprimerlo , quando di buon' ora si
occupi a correggere le tendenze. Quindi è che l'apo
plessia dovendo il più delle volte risguardarsi come
una malattia costituziovale , la sua apparizione vien
$ 13
d' ordinario annunziata da lontano con precursori fer
vomini, i quali non isfaggirono agli antichi osservatori
e con ordine distioto li descrive il bresciapo professore.
Alcune volte l'apoplessia è subitanea : quasi folgore
senza sintomi anteriori colpisce l' individuo, effetto al.

scommuove ed annienta la vita, o col far direttamente


cessare la cerebrale energia , col far nascere dell' interno
spargimento di sangue, che impedisca il libero eserció
zio de' sensi e de'moti. - Oltre alla considerazione
delle funzioni vitali accresciute e troppo energiche, im
portano non di rado lo sviluppo dell'apoplessia , la
diatesi flogistiea , la rarefazione degli umori , l' accre
sciuto moto intestino del sangue, e lo svolgimento del
fluido elastico , prevalente la massa generale degli
uomini o dell' elettricità diretta sul perveo sistema. Il
calore protralto dopo il decesso , la faccia accesà con
livide macchie sparse su tutto il corpo , la flessibilità
delle membra, la presenza d' un sangue fluido e spu
moso entro le cavità vascolari negli spenti della ma
lattia in discorso , comprovano abbastanza le cagioni
menzionale dell' autore , quantuaque sia da credere
che lo stato di agonia e di morte coufluisca ad accre
scerle ed a renderle più sensibili per la totale cessa
zione della forza reattiva del solido vivo , il quale più
von si oppone alla decomposizione dei fluidi animali.
Il nostro patologo trova grande avalogia tra le ap
parenze che sogliono manifestarsi in questo genere di
apoplessia con quelle che insorgono dietro l'uso degli
oppiati, per mefitici vapori , per veleni ecco , come
riscoutrò colle esperieuze sugli animali viventi. Non
sempre l'apoplessia è mortale , si ottiene molte volte
113
lo ristabilimento delle vitali funzioni senza però che
perda l'affetto le tracce della medesima che a ca
ratteri indelebili ella imprime; essa non lascia mai la
sua preda. Se riesci a fuggire ai primi attacchi, soca
combi più tardi ai nuovi che vi succedono più tardi.
Espone inoltre nel suo libro il Zuliani dietro le
tracce di ottimi scrittori gli indizj delle apoplessie se
rose o linfatiche , non lasciando di avvertire e tenere
in gran conto siffatti indizj, i quali più d' una volta
potrebbero trarci in inganno. Ma è pur giocoforza lo
confessare , che malgrado gli studi de'partigiani del
l' esistenza delle sierose apoplessie , mancano ancora i
veri caratteri patonomonici per distinguerla dall' altre;
e dobbiamo talvolta desumerne l' esistenza per indu
zione dalle cognizioni de' precedenti morbi, e della co
stituzione fisica dell' individuo.
Dopo aver considerato le sopraddette due specie
sanguina cioè, e sierosa , si fa a trattare della terza
ossia della nervosa , la sua prediletta , cioè quella che
all' apertura de' cadaveri non mostra veruna valutabile
lesione dell' encefalo . Non è veramente scoperta del
nostro autore l' apoplessia pervea , poichè la troviamo
citata dal Villis, da Sydenham , da Hoffmann , dal
Vallisnieri, da Tissot, da Bursieri e dal germanico
Kortum che vi scrisse sopra un trattato .Ma nell'opera
del nostro concittadino si trovano più accurati detta
gli, chiara l' istoria , precisa l' etiologia , più giudi.
ziose teorie , e più esatta la cura , nè la confuse come
alcuni scrittori con la sinope , coll'asfissia , colla cata
lepsi, coll'appea , colla paralisi ecc. ecc.
Ecco come pinge la diagnosi di siffatto morbo -
Suol esso essere preceduto da vertigini, da brividi,
114
e tremori muscolari , ribrezzo e senso di freddo sulla
pelle , la quale poscia diventa arida , le ginocchia va .
cillano, estrema debolezza a tutta la vita ; inattitudine
alla riflessione e molestia al basso ventre. Vicino al.
l'insnlto battono fortemente le arterie , cefalalgia, con
vulsioni agli arti , rigidezza di piedi e di gambe, strio
gimento di petto e infiammazione alla testa ed alla
faccia ; eresce l' ansietà , sconvolgimento di stomaco , al.
terazione di sensibilità e dolori ai membri paralitici ed

Altre osservazioni atte a rischiarare la presente dia .


goosi si desumono dall' età dei presi dalla malattia
per lo più giovani non passanti la virilità , dalla gra
cile conformazione, e dal luogo della paralisi. Nella
sierosa per esempio vengono paralizzati gli arti del
sinistro lato ,nella nervea invece quelli del destro. Passa
poscia in altro articolo a stabilire la divisione fonda
mentale della nervosa apoplessia in idiopatica cioè ed
in simpatica . La prima è quando gli agenti agiscono
direttamente sul cerebro, o su tutto il pervoso sistema.
La seconda viene da quelle cause occasionali loptane,
le quali si sono dirette dapprima sopra altro organo
donde pel predominio dell' encefalo vengono su questo
ripercosse.
Fra le cause principali ammette l'eccesso di sensi.
bilità , d' irritabilità , e mobilità de'nervi. Questo viene
provato dalla quotidiana esperienza che qualora il sie
stema senziente sia fortemente agitato per l' azione di
esterni stimoli , porta alla sede delle sensazioni una
forte rivoluzione da produrre la malattia in discorso .
Verbigrazia non trovianio pella storia il come alcuni
improvvisamente morirono per una inaspettata novella ,
115
per una gioja straordinaria, per un forte entusiasmo,
per un fatto eroico, per profoude meditazioni, per una
grande commozione d 'animo. Alle dette cagioni ag .
giunse la esistenza d 'una qualche malattia nervosa pel
puerperio , per abituali disordini dietetici, per l' azione
de' veleni, per mefitiche esalazioni, forti disgrazie ecc.
da dar origine alla metastatica.
Io progresso descrive le apoplessie simpatiche e le
loro cause. Fra queste nota le passioni melancouiche,
isteriche, emorroidali , atrabiliari , la difficile mestrua
zione, l' errante podagra, le interne suppurazioni, i ve
leni, l'abuso degli stimoli, quelli del coito, l' onanismo,
la degenerazione della bile nel tubo enterico, eccitando
pel ventricolo un forte spasmo che si propaghi poi al
cervello , alterando il sistema nerveo e sanguivo. :
Dall' esatta descrizione della malattia de'varj suoi
rapporti passa ad individuare la cura , dirigendosi pri
ma a quelle apoplessie in gevere prodotte da vizio ere
ditario, dalla cattiva struttura, e poi di mano in mano
a tutte le altre da altra causa prodotte. I mezzi tera
peutici da lui indicati costumansi coo vantaggio anche
oggidi, specialmente dai seguaci della dottrina del colo
trostimolo.
A nostra istruzione riporteremo i mezzi profilatici
che consiglia , i quali sembrano i più idonei a preve
oire tutte le specie delle suesposte apoplessie. L' uomo
predisposto all'apoplessia deve evitare tutto ciò che
può accrescere il predominio cerebrale ; vivrà sobrio
evitando gli eccessi della tavola e di Venere , astenea
dosi di tutti gli stimoli, e farà uso della dieta pitta
gorica in istretto senso. Non si coricherà a letto che
molte ore dopo aver, mangiato , e questo non dovrà
116
essere nè di piume nè molto coperto , e collocato in una
stanza nè troppo calda nè troppo ventilata ; dormirà
poco tempo, ed a testa alta. Userà d 'un moderato esere
cizio di corpo evitando gli sforzi, le forti impressioni,
ed i'rapidi passaggi di temperatura . Avendo genio per
lo studio, non si occuperà che in argomenti ameni, guar
dandosi però sempre dalle commozioni dianimo. Terrà
om

lubrico il ventre con leggeri rimedi, e rispetterà i cri .


tici spurgli.
- L'altra opera del Zuliani che sparse di tanta luce la
medica scienza , che sarà sempre degna della meditazione
dei pratici e che rese maggiormente celebre il suo nome,
si appella = De quibusdam cordis affectionibus, ac
praesertim de ejusdem , ut ajunt prolapsu . Specimen
observationibus innixum . Brixiae edente Nicolao
Bettori. Essa è dedicata al grande Napoleone. Descrive
nel suo libro un 'morbo di quell' organo primo a for
marsi, ed a mettersi in azione, deliveato appena l' es
sere che deve portarlo , fonte principale della sanguina
circolazione; grande nei primordj, piccolo dell' uomo
adulto, che presenta tauti ferromeni e tante malattie ,
che non mai riposa, ed è l' ultimo a sospendere i suoi
battiti, Fra le varie alterazioni del cuore che null’ ostante
i lavori de' professori italiani e francesi sono ancora
poco conosciute, appartiene come una delle più terri.
bili il suo slogamento , o prolasso fuori della propria
cavità che osservò e che descrisse pel primo il nostro
medico -pratico. Morgagni, Senac, Lancisi, Sarvages
e Testa parlarono nelle loro opere di questo pericolo
sissimo caso , senza però averlo veduto, oppure lo con
fusero con altre affezioni, non avendo esaminati i segni
caratteristici che lo distinguono. :
117
--- Quattro storie estese con chiarezza, ed erudizione con
confronti di altre pubblicate sulmedesimo argomento,
servono di base al lavoro del nostro Zuliani. Io esse
riscontriamo più visibili i sintomi patognomonici, che
distinguono le anomalie del cuore, cioè quelle più im
portanti di dilatazione delle sue quattro cavità e del
suo fatale abbassamento cotle alterazioni nervose' o dei
vicini visceri. Dalle sue generali e parziali osservazioui
risulta , che le palpitazioni morbose del cuore non dia
notano mai ch ' esso sia dilatato od aceresciuto di vo
lume, se non sono straordinariamente estese di super
ficie, gravi e ristrette, producenti spesso al medico tatto
un senso più di confricazione che di pulsazione,avvertendo
di non confonderle colla concussione che talvolta si co
munica al torace per la sola violenza delle pulsazioni.
Che il battito soltanto ristretto del medesimo non deve
indurre sospetto di alterazione ma bensi di qualche
tumore ad esso vieiro , o di aderenza al sacco che lo
involge, specialmente se non corrisponde l'armonia dei
polsi, e se questi siano invece alti e forti.
Per le medesime osservazioni si fa par manifesto,
che quando il cuore non è solamente dilatato o ac,
cresciuto , ma abbassato eziandio dalla sua sede per
l' aumento di peso e di volume, si uniscono a 'primi sig .
tomi di pressione maggiore o minore sul diaframma e
sui sottoposti organi. Quindi hanno luogo le forti pul
sazioni al centro e al disotto ancora dello stomaco, se
l' abbassamento è grande, le quali sono meno anguste
di quelle del petto e di queste ; sente l' affetto o un
peso pulsatile sopra il diaframma, o quello d' uo corpo
in continuo movimento entro lo stomaco ; alla medee
sima regione , e verso la milza si reude seusibile un
118
tumore con dolore; talvolta nella spioa dorsale e fra
gli ipocondri iqcrudeliscoyo i dolori con contrazioni pure
dolorose che vapoo dal basso all'alto del petto e che
diventano più gravi coi movimenti del collo. A questo
si associa la difficile deglutizione dei cibi che si fa più
sevsibile all' ingresso del ventricolo , indi le perturba
zioni di questo viscere, la nausea, i vomiti ecc.
Tale descritta serie di fenomeni aggravanti la regione
abdominale più che la toracica, potrebbe indurre a gius
dicare che iyi avessero sede le viziose alterazioni, spe,
cialmente pou tenendo dietro alla successione de' more
bosi sconcerti, Ma avverte il nostro dotto scrittore che
somiglianti errori sulla sede della malattia offendereb .
berg i pratici anche per altre affeziooi del petto , ris
porta una storia dell' ipsigne Portal, nella quale si
parra che aprendo il cadavere d ' uno creduto morto
per tumore al fegato, riscontrò questo viscere sanissi
mo, e solamente compresso per la depressione del dia .
framma spinto dal destro polmone fatto voluminoso per
malattia .
Inclina a credere il Zuliani, che siccome l' abbas
samento del cuore dipende spesse fiate dalla preceduta
dilatazione e dall'aumento di peso , cosi la primą
procede dalla preesistente angustia dell' arteria aorta ,
upendo il proprio giudizio a quello del Morgagni, del
Bursieri e del Walter , quantunque nei quattro casi di
dilatazioậe delle cavità del cuore euorali da esso de.
scritti, in uno splo potasse la predetta strettezza aor:
tica, non vicino al copre, ma al luogo ove esce la si,
pistra carotide.
Coi disordini aneurismatici , e di abbassamento del
cuore osservò in due soggetti unirsi anche quelli d ' ins
119
fiammazione del viscere, e del pericardio senza che esi
stesse nel corso della malattia uè febbre nè gran sete,
pè ardore al petto , uè deliquj , nè tremiti al cuore
istesso ( con sudori però quotidiani ), perchè leuta ed
occulta progredi la flogosi ; caso rarissimo che notarono
anche i sopra citati autori, nudo però affatto di segni
che lo indicassero duraute la vita . Fra le altre cousi
derazioni su questo argomento , v ' è quella che riguarda
l' intermittenza talvolta lunga degli insulti di palpita
zione, d 'ansietà ecc. malgrado l' esistenza di aneurisnia
e di aumento del cuore , le quali cose è bene avvertirle
chè possono talvolta iugaudare i meno esperti dell' arte
medica ,
Questa erudita compilazione teorico-pratica della dote
trina delle malattie del cuore si meritò una traduzione,
ed una ristampa in Parigi , dove i giornali medici di
quella moderna Atene la qualificarono fra le opere nuove
del suo genere, e delle più importanti. — Alcuni anni
sono vidi una memoria stampata sul medesimo argo.
mento da un professore di Toscana, e diretta allo Scarpa,
nella quale diceva essere egli il primo a parlare del
prolasso del cuore. Con ciò non credo di fare un ca
rico a quel medico che l' osservò, ma solamente lo cito
per l' amore saptissimo della verità.
Lo stile del Zuliani nelle sue opere è chiaro , con
ciso, piano senza gonfiezza ed affettazione e preferi al.
l' eleganza la forza del ragionamento e la solidità delle
prove. Esso lo attinse ai classici lativi più rivomati ,
e dinota una eradizione vasta e solida accoppiata ad
uno spirito vivace e penetrante.
Ma ora è tempo di lasciare questi argomenti per
tornare all' autore, al medico che abbiamo io abbozzo
1 20
fatto conoscere. Messosi a riposo alla pacifica ombra
de' suoi verdi allori, il Zuliani rinunziando alle pube
bliche cure si diede solamente alle mediche consulta ,
zioni, come ne fanno non dubbia fede i manoscritti
che lasciò . E poteva con diritto essere consultato dopo
quasi quarant' apoi di tirocinio , dopo tutto quello che
scrisse e che stampò ... Ma la fama del suo merito
avendo passati i confini delle patrie mura, e sparsasi
per l' Italia , venne dal principe farnese di Parma chiesto
con vantaggiose proposizioni (vedi le citate lettere ) a
professare in quella ducale università , nella quale ale
tro suo concittadino Michele Girardi aveva già illu ,
strato la comune patria. Non si arrese il nostro prax
tico -medico a questi inviti , perchè troppo cari gli erano
i patrj lari, gli amici, i cittadini tutti, pei quali ayeva
offerto tutto sè stesso . Preferì ed accettò invece di ese
sere Delegato sanitario ad honorem della città e pro
yincia nostra , e così nuovamente segoalarsi col nạoyo
ministero per le sue vasțe cognizioni e per la sua ope.
rosità. Gli orfanotrofj, le vivande, gli ospedali, le far ,
macie, gli avvenimenti tutti che potevano compromet:
tere la pubblica igienę erano gli oggetti delle sue
conțiquemeditazioni. Toglieva i pregiudizj che v' erava
riguardo ai defunti , il pericolo grande di seppellirli
vivi per mancanza del dovuto tempo, ed il fanatismo
de conventuali ed i loro daqnosi errori nel dichiarare
o ossessi o disperați coloro che nel morire facevano dei
movimenti convulsiyi sulla loro faccia !. .. Fu egli che
ordinò fra noi di pon dare loro sepoltura pelle chiese,
per le continue mefitiche esalazioni, ma bensì ne' luor
ghị aperti e ventilati. Sortirei dei limiti che mi sono
prefisso se volessi citarvi ad uno ad upo į benefici
121
portati dal Zuliani al nostro paese , benefic tali che
gli assicurano una sede fra gli uomini più benemeriti
della patria.
Ei si applicava con ardore a nuovi lavori , e sem .
brava che un robusto temperamento ed un' ottima sa .
lute gli promettessero ancora lunghi anni , ma colui
che regola gli umani eventi aveva decretata la sua
morte.
Dla chi l'avrebbe mai immaginato , che un medico
che con tanto studio meditò e scrisse su una delle più
terribili malattie che affliggono la sofferente umanità ,
avesse a soccombere per essa? Si, un accesso apople
tico troncò lo stame del viver suo , estiuse nel 1806
una esistenza piena, fruttuosa , consacrata tutta alla fe,
licità , al sollievo ed alla istruzione de'suoi simili. -
Alle solenni esequie celebrate nel sacro tempio del Li,
ceo , coll' intervento di tutto il corpo accademico, d' un
gran numero di allievi e di ammiratori, il professore
di eloquenza Anelli, vi recitò il fupebre encomio , spar
gendo fiori e lacrime sull' onorata salma del chiaris
simo collega che non era più *. Tale funebre onore di
cui l' adulazione è sempre prodiga al potere ed alle
ricchezze, fu inyece questa volta consacrata all' ammi
razione della virtù . I giorgali tutti d ' Italia, e le acca
demie lamentarono la gran perdita , e resero pubblici
omaggi alla sua memoria, e quando si pensò ad erigergli
un monumento , il principe dell' epigrafia Marcelli lo
Quorava della seguente classica inscrizione:

* L ' elogio dell' Anelli non venne stampato , ma G . Forna.


şini V . Bibliotecario della Quiriniana pubblicò la vila del que
liani nel 1808.
122

QUIETI · ET · MEMORIE
FRANCISCI · ZULIANI · GIBELLINI
DOMO · PADENGHIS
MEDICI · ÆTATIS · SUÆ · PRÆSTANTISSIMI
DOCTORIS · DECURIALIS · LYCEI · MAGNI
I'RÆPOS. · PER PROVINCIAM · SANITATI: TUEND Æ
QUO · PUBLICÆ · VALETUDINIS · VINDICE
CLARENSES · IN · ANNUM · DECIMUM
BRIXIANI · IN · ANNUM · VIGESIMUM · SEXTUM
USI · LÆTATIQUE · SUNT
VIXIT · ANN . · LXII
SCRIPTIS SUIS · INVENTISQUE
DOCTORUM · LAUDES · UBIQUE · MERITUS
EOQUE · NOMINE · IN · SUMMA
PER · EURGPAM · COLLEGIA · COOPTATUS
DECESS. · IN · PACE · K . · IV · FEB .
1806.

Essa , io spero , saprà ricordare alle più tarde età


l'uomo grande, e meritargli dai posteri quella vene.
razione e quella riconoscenza , che bene gli è dovuta e
che i contemporanei sì vivamente gli professavano,
ANTONIO BODEI
IV el distretto IX di Adro , a nord -ovest da Brescia ,
fra le fruttifere terre della Francia - corta , così detta
da vetusta tradizione che in que' luoghi i francesi aves
sero da' nostri a toccare una sconfitta , Nigoline' siap
presenta picciol villaggio nel quale spirò le primeaure
di vita il dottore Bodei Antonio . Originaria ed antica
la sua famiglia traeva i giorni fra quella beata condi
zione patriarcale cotanto desiderata . Antonio fu il pri
mo-ed ultimo de' figliuoli e venne alla luce l' anno 1778.
Passata l' infanzia all' ombra del páterno tetto , portossi,
pervenuto che fu all'età dell' istruzione , alla città ad
educarsi nel Collegio Falsina , ove apprese gli erudi
menti dell' italiana e latina letteratura , e nel patrio
liceo le filosofiche, le fisiche e le matematiche discipline.
Nei due archiginnasii del regno fece i medici corsi

ed il libero pratico esercizio in Pavia , come costuma


vasi in allora . Reduce dagli studj trovò la sua patria
agitata dai politiei sconvolgimenti. La Sparta d' Italia
era venuta all' occaso della sua grandezza e degenerata

tere questa parte d ' Italia operando ciò che non fece
126
patrio cui tanto deve la città e provincia nostra , è
poscia si compose Brescia alla nascente Cisalpina re
pubblica, dopo il trattato di Campo Formio ed alla
italiana ultimato il congresso di Lione. Parve quindi
ricomposto l'ordine e rassodate le cose. Il giovane
Bodei non istette in que' giorni semplice spettatore in

frequentare le cliniche de' nostri spedali, che prese anzi


alcuna briga politica , specialmente quando ottenne posto
di segretario all' ufficio di salute pubblica e di me.
dico al Juris di leva militare, come vedesi in ' uno
scritto a stampa dal Bettoni Saggio sullo spirito
di Labus e di Febbrari due postri concittadini e
membri a quel tempo di civica 'magistratura . Ma creato
il regno d ' Italia , di cui Brescia ebbe si gran parte ,
il Bodei nel 1807 si condusse a Milano , fiorente a
quei di d' ingegai che il capitano del secolo aveva
colà chiamati a rappresentare la nazione e per indi
distribuirli a diffondere dalle pubbliche cattedre i te
sori d' ogni sapienza . In quell' epoca ebbe l'animo il
nostro concittadino a giovare e spingere le utili cogoi
zioni a più nobile meta col dare alla luce una sua
Memoria = Dell' abuso dell' immaginazione conside
rato negli antichi sistemi, e dei veri mezzi di colti
vare filosofia . = In esso dimostra la gratitudine che
dobbiamo agli antichi, che anche in mezzo ai loro er
rori troviamo di molte verità, le quali servirono a noi
di guida nelle fatte scoperte ed alle maggiori, avvi.
sando come pei sistemi succeduti potremo dar forma
ad un nuovo e solido sistema si filosofico che medico,
quando si escluderà tutto ch' è falso , riunendo quanto
v 'è di 'vero e quante sono verità di fatti. Invece di
127
malignamente incolpare gli avi de' loro errori , incol
pate , dice, piuttosto l' infanzia dell' incivilimeuto e l' in
certezza delle filosofiche e scientifiche interpretazioni.
Non intendeva però con questo di farci in tutto par
tigiani ai vecchi maestri , poichè l'autorità nou dee
prevalere nelle filosofiche discussioni. Tutto è opera della
natura il progredire nelle scienze , essa non fare mai ,
siamo sicuri, un moto retrogrado. - Poichè, soggiun .
geva , i tempi di Bacone, del Galilei, di Newton , o
quei di Linneo, di Buffon , di Lavoisier e di Cuvier,
von hanno ad invidiare sicuramente quelli di Platone,
di Pitagora e di Aristotile, come anche l'età dell'Haller ,
di Morgagni, di Sydenham e di Mascagni non può
essere invida a quella d ' Ippocrate e di Galeno.
Famigliarissimo il Bodei a ' dotti di quella città e
specialmente a chi teneva la cima della suprema di.
rezione degli studj, il grande senatore Moscati, fu is
vitato a coucorrere ad una delle cattedre che insti
tuire doveansi in Romagua. Nell' avuo 1808 un impe
riale decreto nominollo a professore di fisica e storia
naturale nel dipartimento del Metauro. La fiducia che
in Ini pose il cesareo governo fece che gli offrissero
nuove incombenze, fra ' quali l' ordine di disporre nuovi
musei e giardini botanici , fare peregrinazioni per rac
colte di sostanze esotiche ed iudigede , acciò con gli
esemplari alla mano la studiosa gioventù potesse con
maggiore facilità e vantaggio penetrare ne'misteriosi
arcani della creazione nella quale tutto è animato.
Frutto di quelle investigazioni furono = Alcuni
cenni sulle produzioni naturali del dipartimento del
Metauro = che diede alle stampe assieme ad altro
professore in Urbino, per un Querini. Questi abbrac
1 28
ciano i tre regni della filosofia naturale : minerale, cioè
vegetabile ed animale. - Parla della topografia del
luogo, del clima, della fertilità del suolo , della popo .
lazione ecc. Ne'principali Appenniui che lo circoúdauo
nota da diligente geologo le stratificazioni , le qualità
delle terre, de' fossili , de' caledouj, delle concrezioni e
delle altre sostauze di cui sono abboudevoli. Aggiun
gendo che invece di appresentare quest' alpi orride rupi,
burroni, Degre macchie , nudi macigni e roccie qua
sichè comuni alla grande barriera della nostra madre
;- patria , sono anzi ameuissimi monti e fruttiferi.
Esteso è l' elenco delle piante spontanee che raccolse
in quel dipartimento , poichè in quasi ogni angolo delo
l' italico suolo si può formare una Flora, alcune rare,

veano. Segui pure lo stesso sommo naturalista a darci


quello degli animali indigeni tanto al sistema come
alla nomenclatura , de' quali tuttisarebbe troppo longo
il parlarne per disteso , pei confini che ci siamo pro
posti. Da Belluno venne il Bodei dopo alcun tempo
traslocato ad Urbino; ove erasi da poco eretto un li
ceo- convitto, che fu poi soppresso ed indi novellamente
aperto, ed ove un Buffalini insegnò patologia . Anche
in questo paese ebbe a distinguersi coll'alacrità dello
ingegno, consacrandosi al pubblico servigio , allo stu
dio dell' insegnamento e col leggere memorie all' acca.
demia Pisauricu , dove teneva il primo seggio un Per +
ticari, ed in quelle degli Ascorditi ed Orfeici, delle
quali era socio corrispoudente, come di questo Ateneo;
società tutte che abbandonati i futili componimenti
d' Arcadia non trattavano che argomenti di utilità
pubblica. Inseri ne' pubblici fogli scritti istruttivi dei
129
quali a me poti sono i seguenti. l. Osservazioni
sulla valle Avellana , la valle che servì d' esilio al
Ghibellin fuggiasco, il divo Alighieri; II. Analisi chi.
mico -mineralogica sull alabastro dell' istessa valle ;
Ill. Nozioni naturali pei contorni d ' Urbino; IV. Rap .
porti medici alle autorità locali ; V . Storia dimalattie
e specialmente di quella d ' un penfigo ( morbo raris
simo ), non che di altre in quelle regioui dominanti;
poichè allo studio di cose naturali univa anche l' eser:
cizio pratico della medica arte. Con quelle istorie pas
tologiche formò come una specie di Diario medico ;
che indirizzava al suo compagno di studj il chiarissimo
dottore Giambattista Ogna , medico -pratico e 'leite
rato conosciuto fra noi. Fa votare in particolar modo
nel medesimo come sarebbe utile all' umanità ed alla
scienza, l' ordivare ai medici la compilazione di un
quadro nosologico mensile di tutte le malattie, della
loro cura , esito ecc., incaricando una commissione cene
trale per gli esamie per le ricompeuse. gDa mequesta idea
de venne forse quell'altra dell’ uso s eg ia
saggiamente intro
der bodoi desit ?, delle
estenne'
dotto ora vostri spedali, delle mensili sessioni per
.. lo scopo dal Bodei desiderato. ' ' i ' ; voi,
· Ad estendere maggiormente le sue cognizioni ed a
completare le raccolte destioate alla pubblica istruzio
ne; gli venne ingiunto dal governo di quello stato di
portarsi a Napoli. E facile immaginare quale fosse il
suo gaudio del ricevere tal ordine che gli dava oppor
tunità di vedere la città delle meraviglie, il suolo vero
pei geologi, la parte più prediletta della natura.
Dall' oriente dell' Italia il forastiero amico delle glorie
nostre rimane estatico e presagisce già 'come possa es
sere la sacra terra che racchiude taute memorie e tanti
230
desideri. Noi seguiremo il nostro concittadino con le
lettere che scriveva a' suoi colleghi, nelle quali rac
coulava la grande sensazione che gli fece quel mare,
trovandolo più bello di tutte le descrizioni e superiore
a tutte le pittore: le visite che fece a Posilippo ,
al Museo Borbonico, il migliore deposito delle anti
chilà d ' Italia ; alla Galleria egiziana , a quella che ·
contiene gli avanzi della distrutta Pompei, per die
ciotto secoli sepolti ; alle famose e grandi Biblioteche,
alle Accademie, ai Gabinetti di tutte le rarità geolo
giche e patologiehe; all' Orto botanico , ed a tutto
quanto v' è di riceo e di istruttivo in quella immensa
capitale, lasciando per ultimo la meraviglia del Vesu
vio . Non timido , pop ardito come Plinio ma eiro
cospetto come Spallanzani, s' incammina alla spetta
colosa movtagna. Vede attorno ad essa una natura
morta , abbraciata , eonsúnta , un deserto di cenere ,

200 viene interrotto che da sordi muggiti mandati dai


crateri. Un atrofumo più o meno denso e bero
intorbida l'aria da rendere la respirazione diffieile , e
quando è accompagnato da forte scoppio il vedi misto
al fuoco vomitato dal volcabo. Questo non è che lava
infuocata , la quale o sorte a fiume inondando la mon
tagna od a pioggia secoudo gli ostacoli che incontra.
Gessata l' eruzione vedęsi la buca niente profonda, co
me generalmente si crede, ma piana ed a cono , dalla
quale și sprigionano le sopraddette materie poveoti. -
Da quella fatale che distrasse la città Pompejana sino
al 1835 furono 5 , le erusioni del Vesuvio che deso
luropo que'dintorni, ed ova delle più belle fu nel gen
gajo 183g . Nel luogo istesso ove uatura si mostra si
131
grande, un genio malefico ci sta sopra quasi per ine
gojarla. Tre mesi impiegò il Bodei nell'osservare e
nel raccogliere i prodotti naturali in quel regoo si
fecondo, e si sarebbe trattenuto anche più , ma erano
già caduti i destipi di colui che dalle Alpi alle Pi
ramidi teneva in mano le sorti di tante nazioni.
Egli pensò di partirsene al più presto ed a ripatriare
portandosi ricco di sapienza ad un dolce riposo nel
seno alla sua bene amata famiglia in Nigolive. Quivi
riprese con egual successo le sue predilette occupazioni,
tornò all' esercizio pratico, alla cura degli infermi, as
sumendosi il posto di medico distrettuale. Fu egli fe
lice nella cura de'morbi? Fu egli buon pratico ? Core
rispose alla fiducia in lui posta dai suoi concittadini?
Basterà leggere le tavole nosologiche iodiritte alla bre
sciana Delegazione, le storie , i consulti , le corrispoo
deuze epistolari che fece poi di pubblico diritto nel.
l'opera = Questioni di medicina teorico -pratica =
e la testimonianza de' contemporanei, fra i quali è a
dire come scrisse estampò il dott. Nulli d' Iseo: „ Va.'
gando dei vostri paesi la lue epidemico - contagiosa si
apri al Bodei un novello campo su cui spiugere le
sue ricerche, convalidare le sue teorie, menando co' suoi
metodi curativi un trionfo che anche i meno fanatici
dell' odierna italianamedicina non sepperglicontrastare » .
Quella malefica lue sopraddetta avea già osservata al®
suo nascere in Toscana ed in Romagna , e ne aveva
fatto rapporto alle locali autorità. Questa se fu mite
nel 1812, quando per la prima si scoverse, venne via
via più grave dopo lo scioglimento degli eserciti, poichè
i militi portavano ai propri lari il semivio morboso
che avevano con loro militando .. . . Deyesi perciò a
132
lui la scoperta di quella dominante costituzione epides
mica e dell' indole sua, come ue fa osservare il cele
bratissimo Tommasini in una sua epistola sopra la
petecchiale. . iis . . . .i
Ma pel mentre che gli italici giornali lodavano gli
sludj teorico -pratici del Bodei , in patria fu chi invia
diaudo alla sụa crescente riputazione , ne guerreggiò
le pubblicate dottrine, le condanno partorepdo all',au
tore molti fastidj con opposizioni insolenti e maligne.
Era io ben lontano, disse, dall'immaginarmi che l'esti
Dazione e la malvagità potesse giungere a tapto da
voler negare pubblicamente un fatto del tutto palese ,
e scagliare con lumelie contro chi aveva ingegno e for
za di illuminarli. Così veniva nella sua terra natale
premiata la falica e la diligenza diehi pose in questo
difficilissimo aringo lo studio più iodefesso . Il volgo
istesso , esterrefatto, non poteva arrivare a compreodere
la causa di tante malattie ed improvvise morti di quel
suo distretto , ch ' egli ripetea sempre dall' influenza del
contagio petecchiale, escludendone qualunqye altra, la
quale originava molte forme vosologiche produttrici di
flogosi ai visceri dell'umano organismo, come vedesi
nell' opuscolo che qui pubblicò = Della costituzione
inflammatoria dominante in alcunipaesi dell' Italia =
Operella classica ed interessautissima che servi ad il
lastrare mirabilmente la patogenia del morbo. .
Il metodo di cura dal Budei posto in pratica per
tali affezioni eccitò pure rumore per la movilà del si
stena. Imperocchè Brown : imperava, e la sua dottrina
aveva e partigiani e proseliti. Ma il vostro medico ,
avvisata ch'ebbe la comparsa e la vatura dell'epide
mia contagiosa ; saggiamente mise dell'obblio tutti i
133
rimedj sino' allora adoperati, dubitando come aveva
insegnato l' inglese Ippocrate , che il genio inflamma.
torio potesse iofluire su tutte lemalattie o formemore
bose. E in ciò maggiormente lo persuase l'aver osser
vato in tulte le storie di epidemia in Europa, comin .
ciando dai tempi del Settala , del Massaria , del Dee
Haen , dell' Hyldebrand, del Valli yenendo sivo a quei
dell' immortale Rasori a Genova , che il metodo tera
peutico era lo stesso dappertutto , cioè l' antiflogistico,
· Le pestilenze che di secolo in secolo flagellavato di
verse parti d'Europa vennero anche in Lombardia a
diverse riprese ed in diverse epoche. Sotto la romania
repubblica si calcolò di 21 ando il periodo di uva
peste. Da Augusto sino all' anno 1680, si contavo 97
pestilevze, per cui il medio intervallo è di anni 17 .
Dal 1060 al 1480 ne furono 32, e la distanza fra loro
è di auni 12. Nel secolo XIV tornò 14 volte la peste,
cioè ogni sette anni. Gli storici tutti d ' Italia ed i po
stri bresciani ricordano le pesti avanti e dopo il mille;
e specialmente quelle fatali del 1438 , 1575 , 1630.
Ultimamente e nel nostro secolo pei progressi dello
jucivilimento e delle scienze, ci credevamo sicuri, rile
gandole fra i figli dell’ Oriente e del Nord . Ma la di.
sgraziala Italia sempre nuove sciagure e nuovi flagelli
ebbe a soffrire per straniera causa. Anche il secolo XIX
ne ebbe tre, e non è ancora spirato. La priina fu quella
di cui abbiamo parlato di sopra, cioè la petecchiale ;
il vajuolo la seconda e la terza il terribile ' chole
ra. Parlando del vajuolo , esso era divenuto indigeno
in Europa sino dal priocipio del passato secolo , e vi
mieteva ogni qono un mezzo milione d ' individui: 50
pra dieci, otto erano attaccali, un settinio succombeva,
134
altri perdevano le naturali bellezze. Altre volte feci già
couoscere come i bresciani medici non attețriți dai so
fismi de' teologi nè da filosofici paradossi mettessero in
pratica il presidio della inoculazione e vaccinazione
onde salvare la misera umanità !
Nel 1819 il yajuolo arabo serpeggiava già da tempo
nel bergamasco, quando comparve anche poco dopo nel
distretto del medico Bodei .. .. L 'ho esamipato , scri
veva all' Imp. Governo, l'ho esamioato diligeutemente
e non mi cade più sospetto in quanto alla sua vera .
palura , se almeno la regolarità degli stadj, la figura e
il corso delle pustolę, la proprietà eminentemente con
tagiosa valgauo a caratterizzarlo .. .. L' ho veduto a
diffondersi per contatto si mediato che immediato , e
da qui propagarsi rapidamente ad altri paesi .. .. La
disciplina praticata in sulle prime, di porre una guar :
dia alla porta de' vajuolosi , fu deluşa come doveasi
aspettare. Non v' ha cosa più ridicola di una tale di,
şeiplina che proponendosi di arrestare il contagio, gli
apre mille vię per l' uscita !!! Noi abbiamo veduto
lo stesso nel cholera che ci desolo , e con quei danni
che tutti sapno. Per cura profilatica del vajuolo rac
comandava la rivaccinazione e la promosse in tutti i
paesi disua pertinenza ; perè, diceva, vi sono dei fatti
į quali pongono, ormai fuori di dubbio che l'avere sú ,
bito il vajuolo vacciuo 0 il naturale, non basta a to
gliere la suscettibilità ad una seconda ivfezione, massi,
me in tempi di epidemia.. . Pare di ayer verificato
che i vaccinati di recente vadano immuni dal vajuola
paturale, più di quelli che il furono da tempo. Negli
apni 1837 1838 che ricomparve il vajuolo a Brescia
şi fece la medesima osservazione. . . ..
135
E giacchè abbiamo seguito il nostro autore a discor
rere de'morbi contagiosi, continueremo a parlare di
altri, della peste del nostro regno, la pellagra . Impor.
tantissimo argomento il quale ha per iscopo il ben es.
sere della nostra provincia. Su questa oscura malattia
s' occupava il Bodei , quando le II. RR . Delegazioni
delle città lombarde pubblicarono de' quesiti intorno
alla medesima, acciò interessare maggiormente i me
dici a studiarla. La classe più affetta è sempre quella
de' poveri agricoli , ed il maggior numero de' casi si
hanno quando predomina, dice, qualche influenza con
tagiosa , poichè la condizione pellagrosa non garantisce
l' individuo contro il contagio , auzi lo favorisce , ali
mentando fortemente tutti i sintomi patogạonomici
della medesima. In risposta ai sopraddetti quesiti co

tro la pellagra non solo non ebbero di mira le cause


predisponenti ed occasionali, ma nè tampoco la causa
prossima, intorno alla quale avvi gravissima discre .
panza fra i medici-pratici . . .. Sta coll'egregio dottor
Strambio , gel negare che la pellagra sia malattia
puova : credendo che altro non sia stata in origine che
un prodotto di uu priocipio contagioso degenerato di
mano in mano, come avvenne di altre malattie di si.
mil patura, che hanno perduto la loro forza di propa.
garsi. Io quanto alla etiologia ammette le medesime
causé dei trattatisti di simil morbo , restando però
sempre avvolte vel mistero le vere. — Non è persuaso ,
inoltre, di ammettere che la sede primitiva della pel.
Jagra sia nel tubo alimentare e la causa prossima gel.
l' atonia o ipostenia del ventricolo, come pensava il ce
lebre Fanzago . Esso invece fa invertere la cosa e crede
136
di poter affermare che l' attacco si fa primitivamente
sul sistema dermoideo , su cui agisce la vera causa oc
casionale , e dove risiede la causa prossima di pres.
sochè tutti i morbi eșantematici ed eruttivi; produ ,
ceudo sopra esșa un ' infiammazione la quale per con
senso membradoso si propaga a quelle delle cavità vi .
scerali , producendovi poitutti quei guasti che l' autopsie
de cadaveri sogliono dimostrare. In quauto alla cura ,
dice , fa d ' uopo migliorare la misera condizione dei
villici , impedire i maritaggi fra famiglie nelle quali
la malattia è ereditaria (come insegnava Malacarne di
fare coi Cretini che popolano il Vallese ), il cambia
mento dell' ubicazione; passare cioè dalla pianura al
monte: polizia migliore negli abituri e negli indumenti
di quello che costumaşi. Trattandosi de'rimedj tera
peutici discorre su quelli già usati , le diverse opinioni
de' medici, per le quali è ancora incerta la cura. Il
priucipale da usarsi sarà il salasso , onde diminuire
forgasmo arterioso ed armonizzare la cute cogli al
fri' sistemi; quindi gli emollienti intervi ed esterni, lo
stibio, il riposo , la dieta ed in particolar modo i bas
gui generali : del grandissimo vantaggio di questi si
vede come oggidi esseudosi introdotti in quasi tutti i
paesi della vostra provincia , ove trovasi uno spedale ,
quanto sia migliorata la condizione pellagrosa. E lo
scrivente di queste qualsiansi parole prova una somma
compiacenza per essere stato il primo ad introdurre
jo Brescia ou Istituto Balneo -Sanitario, che tauto servi
alla pubblica igiene si della città come del contado .
Parlaudo sempre de' morbi contagiosi nel capitolo IV
della cilata opera , Questioni di Medic., si trattiene
a dire della febbre gialla o ţiſo itteroide: come ia
137
epilogo critico alla Memoria sul medesiino argomento,
del dottor Musgrave. -- La febbre gialla scoperta per
la prima volta alle Antille del 1635 è quella che der
sola in particolar modo: le Americhe; che comparve

Ispagoa ed in Italia . Malattia della quale dopo la peste


possediamo maggiori opere, nelle quali vi furono tante
discrepanze, almeno ne' passati secoli , sulla sua origine,
patura, sulla grande questione se sia trasmissibile, non
che sul modo di cura. : ! '; '.
· Gli estensori del graude Dictionnaire des Sciences
Medicales sono in errore nell' asserire che per la nian - ,
canza dell'osservazione del descrivere i fenomeni, o ,

caratterizzarli, non abbiamo su questa febbre che delle


indagini puerili le quali svelano la poca medica espe
rienza. Gli farenio osservare l' Italia , questa terra del
genio e delle creazioni, e fra le opere ivi stampate
sull' argomento della febbre gialla citeremo quella del
sommo clinico Tominasini, onde far couoscere se gli
italiani sauno osservare, descrivere , e se sono i veri
pittori dell 'umanæ natura . La mia meraviglia s'ac-i
cresce al pensare che essendosi fatte due ristampe, a
Milano ed a Venezia, del detto dizionario, non si ab .
bia peusato a veudicare auche in questa parte l' onore
ilaliano, molte volte ingiustamente vilipeso. “ . . .
Simili alle già agilate questioni se ne riscontrano
allre uell' epilogo del Bodei , sia intorno alla distin .
zione fra il tifo itteroide e la febbre spuria remittente,
sia intorno all'indole, alle circostauze attaccatrici,alla
sviluppo , se contagiosa ecc., : le quali sono già nole
abbastauza, da essere joutile il parlarue: - lu alıra
138
sessiore riglia ad esaminare le opinioni e le cure che
fecero alcuni medici della sifilide col roob di Laffet
Leur , colla salsa , coi preparati mercuriali, coi farmaci
di Pollini, Chrestien ed altri. Coll' esame suddetto di
mostra come i pratici anche i più dotti erravano in .
torno alla patogenia de'morbi dominanti, e come usa
rono forti rimedj mentre alcune malattie ubbidiscong
al più semplice metodo aptiflogistico.... Giacchè affer
rato che si abbia il principio , dice, che sotto qualsiasi
formą posologica de'morbi si contagiosi , epidemici ,
o costituzionali, si debba sempre ritevere il genio emi.
nentemente infiammatorio . – L' opivione del nostro
Bodei convalida quanto dissero l'erudito elinico diPavia
professore A. Del- Chiappa ne' suoi Prospetti clinici
ed il dott. Calderini nelle diverse cure de' venerei nel

stico. Non che prima di loro i professori Honneu ,


Thomsom , Gutrhie, Rosa ed altri assai. .
lo proposito del morbo vepereo fa cendo di alcune
altre forine di morbi comparse a ' suoi giorni, e parti
colarmente del kirilievo e della falcadina , delle quali
tepiamo le più belle descrizioni dei medici Thiene ,
Zecchinelli e Cambiari. La prima si sviluppò nel 1790
pell' Illirio, cessata la guerra colla porta ottomana; del.
ľ'origine della seconda non si sa . Queste forme tengono
fra loro una grande rassomiglianza, e tanto l' uva come
l' altra si propaga uon solo pel coito ,ma ben anco per
contatto immediato e forse per eredità . Il Bodei non
è di parere che si avvicinino queste malattie alla sifi
lide, alla lebbra , alla scabbia ed altro morbo esante
matico contagioso , ma sibbene essere esse una nuova
varietà. E siccome si è veduto quale inconcepibile dif
139
ferenza appresentano gli effetti di qualsiasi infezione ,
secondo l' individuo, l' età , il clima , la precedenza di
altre infezioni ecc., cosi converrebbe assegnare pomi
diversi a tutte queste varietà , dichiarandole altrettante
specie morbose essenzialmente diverse, quantunque non
lo siano, e portare a un numero infinito le specie po
sologiche osservate in tutti i tempi ed in tutte le oa.
zioni. Non è inoltre da omettersi l' importante distin .
zione fra un morbo prodotto dall' azione di un conta
gio ed un morbo veramente comunicabile od atto a
propagarsi per contagione, imperocchè il kirilievo ,
verbigrazia , benissimo provenir potrebbe dal contagio
pestilenziale , come nell'[ irio per la peste orientale ,
podificato dal clima, dai costumi ecc. , ma non essere
poi più contagioso sebbene abbia l' istessa forma no .
sologica. Ed è cosa certissima che poi possiamo asse
şire fiu dove giungono i limiti di sua forma, e dove
l' uva venga fusa nell'altra, purchè nou si ļrascuri vella
computazione l' elemento rilevantissimo del tempo, nou
che il passaggio da un individuo all'altro, che tauta
jufluenza esercita sulla modificazione de’ coutagi.
Esamivate le ipotesi del nostro pratico sopra speciali
contagi, ora passeremo a far cenno di quelle che inte ,
ressano le epidemie in generale, estese nell' opera , po
stùma al medesimo, ed impressa a Milano dal Pirotla
Fell' auno 1827. ..
Il Bodei, contemporaneamente ad altri gravi medici
scrittori, tratto questo argomento con iugeguo e molta
perizią d 'arte , per cui potè , se non altro , servire di
guida frammezzo al denso velo sotto cui s' avvol .
gono queste fatali malattie : ed e perciò che crediamo
cosa utile al lettore il riportarne degli squarci, essçg
140
do poco divulgata, acciò possa avere quel giudizio dei
suoi contemporanei che al merito dell'opera corrispop
de . . . . Per contagio inteude, una sostanza materiale
che sopra qualche parle. dei corpi viventi applicata ,
non solo ..yi eccita movimenti abuormi e turbamento
di funzioui organiche (probabilmente alterando la por
larità, ch' è il primo regolatore delle chimico - vitali
operazioni ), ma sì ancora un processo di assimilazione
per cui si, inoltiplica º il contagio medesimo a spese
della sostanza animale. Il contagio può esistere lic
bero e sotto forma gasosa e javisibile, o combinato a
coercibile sotto quella di libera o solida .. . . Abbiamo
ogui ragione di credere che il contagio, non altrimenti
del fermento di Fabroni, e di Thenard, sia ou com .
posto vegeto animale a base tervaria , idrogeno , cioè
carbonico ed azolo in istato di nascente combinazio
pe coll' ossigeuo. Secondo i più accreditati chimici il
muco animale è formato per l' appunto dai suddetti
elementi, i quali possono somministrare prodotti varia ,
tissimi pel solo variare di proporzioni degli alomi, o
di stato di combinazione. Il muco è una specie di os.
sido animale che tiepe molta affinità coll'ossigene, to
gliendolo all' aria . Non sarávui chi dubiti che se il
muco animale..è capace di produrre ( dato pur anche
il fomite od il fomento ) un virus contagiosa, non debba
per necessità contenere gli elementi dei contagi, co
munque combinati in proporzione, od in modo di.
verso . Questa sua teoria è confermata da diversi aus.
tori, ed è provata dalla seguente osservazione. L'aria
atmosferica o l ossigeno, l'acido nitrico o il cloro,
decompongouo i coutagi, che è quanto dire portano il
fermeuto ad uu grado maggiore di ossigenazione, ov
141
vero gli tolgono l'idrogeno. è formano co 'suoi elementi
altri prodotti del tutto nuovi: : ! !! . com crit
Nou persuaso il Bodei di quelli che opisano 'per
gli insetti produttivi de' contagi, così si esprime. Quali
sono le uova e gli insetti cui rechi morte it contatto
dell'aria atmosferica o dell' ossigeno, senza del quale
essi non hanno vita ? Se codesti insettis'o germi peris
scono al contatto dell' aria , in qual modo esposti alla
medesima possono conservarsi per mesi ed anui? Dove
sono le specie d ' jvsetti degenerati e spenti cosi pron
tamente come, alcuni contagi? Perchè il virus vaccino
passando per molti individui terminä сollo speguersi ?
Come trasmuteransi le specie d ' insetti in tante -specie
morbose ed a tante differenze de' contagi in paesi, in
dividui ed epoche? Nè si ereda alla forza dell' argo
mento analogico della scabbia nella quale ora si am
mette la presenza di un insetto . La scabbia è benst
malattia attaccaticcia , ma voit è congiunta a turba
mento“ uviversale , non a febbre e pou ha il carattere
degli altri contagi, di togliere cioè, o di diminuire la
suscettibilità ai successivi attacchi; nè ha stadio asse
gnabile di durata , nè produce malattie diverse nei
diversi individui: essa è sempre ideutica . E quando
pure si giungesse coll'analisi a scaprire degli insetti:o
degli animali infusorj nel muco virulento, non si potrà
mai conchiudere che la virulenza consiste nella capa
cità di moltiplicarsi di questi iosetti , o che esseuzial
mente i contagi siano insetti ; imperocelè un altro ar's
gomento di forte analogia c' insegna che se il processo
contagioso inprime al muco delle intestina o d ' altre
parti un carattere di coucréscibilità e di forza plastica
per cui vediamo frequentissimamente in quei morbi ley ,
142
verminazione, qual meraviglia che anche il muco del
tessuto cutaneo possa partecipare a questo mutamento,
e aumentando in concrescibilità divenire produttivo di
piccoli animali come ne viene di altre sostavize ? .. . :
· Posto un solo ed identico fomite contagioso in ori.
gine prodotto non da insetti ma bensi da fermentazione ,
non si riterrà la varietà dei fomiti se non per quello
formato secondo l'azione de' diversi individui come dei
diversi tessuti dell'organismo. Come si vede, verbigrazia ,
che nel morbillo viene, preferita la pituitaria , nella
scarlattina le fauci ed i bronchi, nella ipertosse le pleure,
nella dissenteria il retto , nella febbre gialla il sistema
gastro -epatico , nella peste bubonica le glavdole ingui
pali, ecc. Tutto ciò dipende, 1.º dalla natura diversa
dei fermenti contagiosi; 2.º dalla costituzione fisica dei
contagi, cioè più o meno volatili; 3 .º dalla differenza
di affinità specifica del muco e dei tessuti; 4. ° dallo
stato di esaltamento della parte ; 5.º dalla differenza
consensuale fra le diverse parti colla cute. Ne' tessuti
mucosi o sottoepidermoidali, apronsi molte boccucce
linfatiche ed infinite nervee pupille , le quali tutte ri
sentono per le prime l' azione de' contagi che in due
modi poi si propaga al cervello od ai tessuti mucosi
affini. Il muco animale che ha subito la decomposizione
operata dalla prima stilla contagiosa, e che del suo
punto ha diviso i propri elemeoti con quei del fer
mento , viene assorbito dai linfatici, i quali portandolo
di tessuto in tessuto diffondano il processo morboso a
tutto il sistema od a tutto l' organismo. L ' illustre
prof. Brera, trova difficile a spiegare la rapida diffu
sibilità di una stilla vajuolosa ; ma quando si ammet
tono que'due modi di azione sopra indicati, ogni dif
ficoltà sembra appianata. O si consideri la diffusione
dell' azione dinamico -vitale sulla cute come organo
sensitivo, e questa è rapida non altrimenti dell'effetto
dell'applicazione degli stimoli i più diffusibili : o si
guardi la diffusione dell' azione chimico- vitale , che è
subordinata alla prima, e questa come tutti i chimici
processis richiede un tempo onde il processo fermed
tativo de'morbi ne impiega più o meno & compiersi,
inducendo maggiore o minore neutralizzazione secondo
moltissime circostanze, onde variano sovente gli stadj
di eruzione, suppurazione e maturazione. La durata
del processo chimico vitale è diversa secondo la patura
ed affinità del fermento e del tessuto Mucoso a cui si
applica , secondo l' azione vitale che ne accelera a ris
tarda l'assorbimento, che disturba o favorisce le affi .
nità , non, che la temperatura che vi concorre. Perciò
l'azione d ' un contagio può essere è fulminante e suc
cessiva, manifestandosi ora da una parte , ed ora dalo
l' altra . E ciò secondo che i fomiti contagiosi preval
gono o su l'azione dinamica o sulla chimico -vitale.
Antonio Bodei pon vuole ammettere che l' azione
de coptagi sia irritativa, come opinava un Grani, poi- . .
chè nei medesimi quasi mai si può asseguare il primo
punto d ' attacco e di diffusione; in secondo luogo per
chè se i) virus esercitasse un' azione irritante , arrive
rebbe al massimo l' irritazione quando è almassimo la
riproduzione, nella quale in alcuni casi inversa sarebbe
1 azione: perciò sta col Tommasini pel ritenerla quale
stimolo , e colla teoria del professor Palloni, già dal
nostro patologo dapprima ravvisata. . .
lo altro paragrafo passa ad esamivare le due opi
pioni dominanti, cioè se le attuali epidemie si debbano
344
ripetere da influenza almosferica e dalla universale
diffusibilità de' contagi. Nega la prima e si attiene alla
seconda. Gli almosferici cangiamenti non possono pro
durre contagi, ma sibbene qualche varietà insensibi.
lissima al variare delle stagioni o dello stato elettrico .
Lo squilibro della terrestre elettricità con quella del
cielo , oppure una rapida circolazione della medesima
può esercitare un'azione cospirante ad 'indurre altro
squilibro elettro-animale , ma non mai far vaséere un
contagio: La petecchiale von è stata preceduta da als
coo fenomeno atmosferico nè elettrico , come asserisce
il chiarissimo dottore Omodei, parlando della medesi .
ma, nel suo Prospetto nosologico statistico . Ne meno
come crede alcuno che la miseria , il clima, le stagioni,
i patemi d' animo, fossero causa all' ivsorgeuza de copa
tagi . . . . Deesi tutto ripetere invece secondo il nostro ,
Patologo, dalla presenza dei fomiti contagiosi che a'suoi
tempi come a' nostri è grandissima la loro circolazione .. .
Ma 'e qual' è poi, soggiunge, l' azione spontanea di que
sti fomiti , quale la loro provenienza ? . . . Quella sola
accenua dell' intimo commercio con straniere geuti ! ! !
lu Brescia si sviluppò il cholera 'nel momento che la
popolazione trovavasi nel migliore stato di salute ; di
temperatura, d ' incredulità e di iưdiſferenza per l' asia.
tico morbo. Ma si sviluppò per la città quando ebbe
a pervottare fra voi la guarnigione che veviva da Ber
gamo, nel quale v ' era da tempo il morbo desolatore.
Ed i paesi lungo la strada percorsa dalla soldatesca
furono i più bersagliati , perchè non si presero quelle
precauzioni necessarie , taoto entro le mura che fuori.
Tegete dietro al modo di propagazione dei contagi, al
loro svilupparsi sopra individui, famiglie: case e paesi
145
che,potrete convalidare l' opinione del nostro medico . -
Il tifo petecchiale , continua il Bodei, ivfieriva epide
micamente iv Piemonte , poscia vevne nel milanese e
più tardi ne' paesi ex veneti, e preferiva quegli esseri
e que' luoghi che . si trovavano nella maggior ppportu
pilà. Cosi non v' ha dubbio , dice , che il catarro russo
epidemico di cui parla il Rosa , nou preveuisse da cous
tagio, quaudo si rifletta che si propagò successivamente
nel modo di sopra accennato , dalla Germania all' Ita
lia settentrionale e da questa alla meridionale. Che che
ve dicano gli oltramontani per farci credere il coutra
rio , basta quel solo esclusivo carattere per riconoscere
se l' epidemia provenga da contagio o da condizioni
atmosferiche: imperciocchè l' elemento pocivo all' atmo
sfera non potrebbemai bersagliare una o più case d ' un
borgo e lasciare immuni tutte le altre ; od assalire una
data contrada, e non altre esposte alle medesime cor
renti elettriche od atmosferiche. .
Ammettendo l' influenza che esercitano i climi, le
stagioni, i luoghi, ecc., sullo sviluppo dei contagi, do
manda a cosa poi si riduce ed in che propriamente
consiste : . . Esso non sa derivarla che dai fluidi ete
réi, i quali tanta forza hanno sulle operazioni della
natura. Valli l'appellava genio epidemico, ed il gran
Sydenham costituzione. Bodei si pone con Marcus ,
con Sprengel e col consigliere Hyldebrand nel ritenere
uno squilibro elettrico , e pel quale spiega come al.
cuni affetti da peste vedessero lampi o striscie di
elettrico fuoco ; più le alterazioni de'morbi conta
giosi , esantematici e febbrili , sogliovo farsi alla sera,
seguitare il ciclo meridiano , e dopo forti meteorici
cambiamenti.
10
10
146
Parlando degli effetti de contagi descrive a' priori
da diligente fisiologo le funzioni della cute . .. . . . .. . .
Il principio contagioso investe sempre qualche ap
pendici cutanea, e pe turba le funzioni sensitive, dalle
quali nascono i brividi, il pallore , i dolori. vaganti ,
le inappetenze , i sonni torbidi, interrotti, i lampi, il
tinpito ecc. che ne dimostrano già esaltata e propagata
iufino al cervello l'azione, sensitiva della cute, o cre
sciuto il movimento vitale. .
Dalla mancanza o dalla poca forza didette alterazioni
si hanno le altre forme morbose , di cui abbiamo par
lato , provenienti poi tutte dalla medesima causa , da
un solo fomite contagioso , sebbene di diversa natura ,
ed anche in tempi che una epidemia credesi spenta.
Non v'ha malattie più strane e più incostanti delle
contagiose, imperocchè ora vedonsi somigliare un mor
bo, or yu altro per la forma, confondere i stadj, iu
vestire , ora il cervello', ora i polmoni , ora i visceri
splacnici ed ora alternativamente, per cui si può con
chiudere che nessuu organo vada immune dall' attacco
diretto o consensuale dei contagi.
L ' essenza de' contagi, secondo il dottor Bodei , è
una vera iperstenia , ed è sempre una flemmassia di
qualche tessuto membranoso ; e questo vedesi anco
nelle variatissime forme dei medesimi, come fanno fede
le autopsie praticate dal nostro autore, da Pugnet ,
da Pringiel , da Palloni , da Rosa , e da' posteriori ;
non che dall' abbracciata teoria dei medici da' tempi
di Sydenham fino a noi.
Gli stadj veramente comuni a tutti i contagi sono
tre, poichè quello di suppurazione non riscontrasi quasi
mai, e perciò bisogna ammettere tre soli periodi
portano insigni alterazioni ai liquidi animali, come si
vede pel fomite contagioso trasmutarsi in pus morboso
il muco cutaneo , in venereo quello dell'uretra e delle
glandole, come di tutti gli altri umori: La linfa poi è . .
così alterata da produrre cotenna al sangue ed infinite
degenerazioni. Ed è perciò che la flogosi prodotta dal
processo contagioso , alterando la crasi dei liquidi ,
imprime all' organismo una particolare tendenza al
la degenerazione. E con ciò conchiude con la sua
ipotesi già da anni adottata , essere cioè le infiamma. ».
zioni dei contagi vere combustioni. Con ciò si crede
di poter spiegare comei contagi prendano a preferenza
sempre quel dato sistema, ed il modo del loro attacco
all'umano organismo.. . . Che quando un contagio è
susseguito dall'altro , è sempre causa dello stesso fer
mento animale che operando sopra liquidi diversi, vi
suscita diversi esantemi. ;
Altro punto sul quale non sa convenire coll' opi
nione di alcuni medici, si è il così detto combatti
mento' tra le forze della natura che volle espellere
i contagi , e questi che vogliono rimanere. Giac
chè essi non sono dottati di duplice forza centripeta
e contrifuga, poichè applicata che sia una stilla con
tagiosa ad una esterua parte del corpo , essa non lo
abbandona, per portarsi al centro , ma sibbene per dif
fondere il processo e la riproduzione, in quel modo
istesso che raffigura Thomson l'assimilazione auimale.
Adducendo molti casi, prova che la reazione del siste
ma non è prodotta da una forza diretta a scacciare
l' inimico essa non è che una conseguenza del conta
gioso processo. Infatti l' orgasmo, i moti nervosi , la
148
febbre, eec. durano fino a che è stabilito il medesimo
processo , fipito che sia, tutto si equilibra, benchè non
sievo del tutto eliminate le molecole contagiose. Avvisa
inoltre che in simili morbi devesi osservare l' investi
mento delle parti sotto due punti: come attaeco diretto
e come consensuale. Il primo dipende dalla natura
del fomite coutagioso e dall' affinità specifica del muco
e del fluido animale fermentabile, diverso non solamente
nelle differenti specie d 'animali, ma sì ancora pelle
parti diverse di uno stesso individuo. Il secondo o
consensuale , è ouusato dalle reazioni anatomico-fisiolo .
giche onde tutti i contagi investono a preferenza le
appendici membranose , come le più intimamente legate
al tessuto cutaneo a priori investito . Devesi inoltre
dire che molte circostanze possano influire at muta
mento od esaltazione di alcune parti a renderle per
ciò più alle al risentimento. = Codesti contagi sono
sottilissimi, invisibili e forse elastici, non altrimenti dei
fluidi eterei o dei gaz. =
La prodigiosa moltiplicazione delle molecole con
tagiose , come concepirla , senza una corrispondente
diffusione col mezzo di tauti contatti e di taute co
municazioni? ehi mai avrà potuto del tutto sottrarsi
all' azione di queste molecole contagiose , quando pure
credendo il Bodei come Giannini , si ammetta che
l' aria oon sia veicolo pei contagi, sebbene questi pose
sano circondare l' animale a guisa di atmosfera, come
opivò Hyldebrand ? Ed eceo il motivo cou cui spiega
il nostro trattatista la frequenza delle malaitie nel no
stro secolo , giacchè le popolazioni sentono le influen
ze delle circolanti contagioui , produttrici di infiniti
morbi.
149
Ora rimane a dimostrare se vi sia epidemia pura
'mente costituzionale , e se questa possa trasmutarsi in
contagiosa . Lasciando da un lato quanto pensarono e
scrissero i francesi gel loro Dizionario medico , non che
gli antichi, ammette ilmedico Bodei, la esistenza delle
epidemie stazionarie o propriamente costituzionali. E
questo dal vedere che sono apvue e che ritornano col
ritornare delle stagioni; come per esempio , le infiam .
mazioni dell' apparato respiratorio dell' inverno , delle
febbri periodiche in autunno ecc. anche quando von
esistono epidemie contagiose. Ma le epidemie dai can
giamenti atmosferici e meteorici, dai venti, dalle pu
tride esalazioni ecc. come si provano ? Egli non sa
esservi altre malattie comuni o popolari de'luoghi pa.
ludosi se non le periodiche le quali rimangono sempre
endemiche, ne mai si rendono epidemiche. Nè crede
che i miasmi degli ospedali , delle carceri ecc. siano
direttamente produttori di epidemie , senza però ne
gare ad essi la suscettibilità ad indurre sui sistemi
viventi delle febbri tifoidee fors' anche comunicabili. E
tanto più si persuase della sua opinione coll'osservare
che i miasmi paludosi, le esalazioni putride, gli ef.
fluvj degli ospedali, delle carceri,non sono che sostanze
wegeto -animali originate dalla decomposizione dei ve
getabili, degli insetti , dei rettili ecc. ecc. che vivono
velle paludi, e che si putrificano appunto all'epoca
dell' asciugamento delle medesime e delle risaje ; op
pure si consideri che sono essi prodotti dal. perverti
miento della escrezione e traspirazione cutanea, non
altrimenti dei contagimedesimi. Ciò premesso, i miasmi
non sono direttamente produttori di epidemie , essen
dosi abbastanza dimostrato che il tifo , la peste , la
febbre gialla ecc. si diffondovo da individuo ad indi.
viduo, da famiglie a famiglie ecc.; ciò pon sarebbe se
la causa di codesti morbi fosse un quid sospeso nel.
l' aria . . .
La circolazione delle molecole contagiose ed i suoi
effetti, cioè i morbi esantematici, le infiammazioni epi,
demiche, continuerebbero eternamente, se il modificarsi
di quelle molecole, passando pei corpi viventi, e l'al,
terarsi che fanno all'aria ed al contatto di altri corpi,
non avessero a neutralizzarle a poco a poco ed a cau
giare l' attività finchè siano del tutto spente. Ciò fatto
cesseranno i morbi, e cesserà pure il genio che li in
forma. Io allora saranno anche pecessarj i cambiamenti
di cura, giacchè i metodi non sono eterni nè immu,
tabili, ma modificabili e riformabili sempre a seconda
della forza della diatesi , non restando che quelle ger !
perali teorie intorno alle infiammazioni che dettava
con tanto suo onore un Tommasini.
Ma il dotto Bodei non era solamente destinato a figurare
qual medico -condotto , a raccogliere fatti pratici, a scri
vere onde rassodare il sistema che con tanto trasporto
e pericolo aveva abbracciato ed introdotto fra noi. I
suoi studj e la universa dottrina (della quale diede
prova in un pubblico concorso ) non isfuggirono alla
mente dell' I. R . Governo, il quale chiamollo nel 1817
a pubblico professore ordinario di chimica e storia na.
turale nell' Imperiale Liceo di Sant' Alessandro in Mi.
lano . - Assuose egli il doppio jucarico, quanto pe.
sante altrettanto glorioso , di due cattedre dalle quali
doveva ogni giorno dare lezioni.
Nell' Atene d ' Italia non era nuovo il suo nome; i
sapieuti di quella lo conoscevano e come uomo di lela
151
tere, come uomo scienziato é come cultore nou infe
lice dell'arte di guarire ( cevni citati). – Nella pro
lusione agli studj naturali-chimici, non che colmétodo
di insegnamento chiari solennemente se deguo fosse di
sedere su quelle cattedre che ebbero vanto da tanti illustri
che l' hanno proceduto . Le sue lezioni saranno documenti
della sua scientifica perizia come furono larga dovizia
a 'suoiscolari ed a tutti i concorrenti che quotidianamerte .
frequentavano la sua scuola , il chimico -elaboratorio e le
sale delle naturali preparazioni, dove dimostrava con for
ma cattedratica e con grande chiarezza ed erudizione i
prodotti e le varietà dei tre regni della natura. Con le
sue esperienze , e con le sue indagini non meno lunghe
che faticose, determinava le proporzioni degli elementi
nelle diverse sostauze. La nuova chimica creata nel
passato secolo e perfezionata in questo, era la adatta
all' intelligenza degli studiosi. Rese più facile la no
menclatura, sostituendo ai vocaboli bizzari e misteriosi
una semplice e chiara terminologia. Alle locubrazioni
della cattedra sempre indefesso e studiosissimo univa
quelle dello scrivere nei gioroali di che è ricca la
dotta Milano, tra' quali i pregiatissimi dell' Omodei, o
della Biblioteca Italiana. Ed io questo ora conser
vando l'anonimo, ora con nome fittizio annunziava al
pubblico i proprj pensamenti. - 1.° Preparativi per
la soluzione di gravissimi problemi. 2.° Epistola di- .
Tetta alla Biblioteca Italiana. 3 .° Sull' influenza con - ;
tagiosa epidemica ecc. Si intrattende quindi colla solita
lena e cura di altri argomenti che fecero poi parte
all'opera - Questioni di Ma Pa - - che gli costa
rono beo due lustri di fatica e dimeditazioni Delle
febbri tifoidee sotto la larva di perniciose e di ga.
152
stro -epatite. - Mortalità e confronto dei metodi cu
rativi. - Gravissimi errori diagnostici e terrapeutioi
accaduti a ' medici non veggenti l'attuale dominio
de' morbi infiammatorii e forme bizzarre di malattie
silscitate dai metodi curativi. — Esame critico del
l'opuscolo che ha per titolo : Del controstimolo e
delle malattie irritative, del dott. G . B . Guani. Que
st' ultimo lo aveva già dettato prima che uscisse la
critica alla medesima memoria del giornale medico di
Bologna, e la classica opera del Tommasini. L 'articolo
critico del Bodei, contiene molta dottrina sui fenomeni
fisiologici, sulla vera natura della flogosi, non che della
virtù e dell' azione dei rimedj : opera veramente lau
dabile che servì a rassodare maggiormeyte la medi
ciua italiana e le sue basi principali.
Ad esempio dei Redi, dei Darvin e dei Bellini e
di altri sommi, e per alleviare l' animo dai medici
studii, invocava talvolta le muse. Fra quelle creazioni
v ' è una elegia in morte di due desiderati amici, che
iuviò al cavaliere Alberto Muzzarelli bresciano , già
chirurgo della grande armata italiana, ed ora I. R . Me
dico dell'austriaca marina a Venezia. Chi legge quei
versi potrà scorgere se non l' inspirazione del genio, di
che intendimento , di che giudizio e di che qualità di
animo fosse ornato il nostro professore.
Ma una vita sì bella , si utile e nell' età più vigo
rosa e più atta a sublimi studj vepne spenta . – Var
cato appena il quarantesimo secondo anno, nel mo
mento che saliva in gran fama per tutta l'Italia e che
tanto si poteva sperare ancora dal suo jogegro ad
onore della patria , compi fra il plauso degli estima
tori e l' amore degli amici il suo esilio quaggiù.
153
Nou vua lapide tuttavia, non un sasso ricorda ai posteri
la sua memoria , e quauto ei fu , ma il vero merito e le
opere sono il monumento il più durevole degli uomini
grandi ed utili.
Giovanissimo ancora il Bodei , compendiava in se
stesso le virtù della matura età, e tutto ciò che costi
tuisce un vero osservatore della natura , Nutrito di va,
ria letteratura , famigliarissimo dell'arte dello scrivere,
e delle scientifiche investigazioni, tu trovi nelle sue
opere il frutto di lunghi studj de' classici, una locu
zione ed una dottrina singolare.
Adorno delle più ricercate virtù , amantissimo del
l' Italiava patria , aveva con somma generosità rifiutato
gli inviti di estranee Università per rimanersi in que.
sta scuola , ove nell' ammaestramento dei giovani ai
buoni ed utili studj sentiva specialmente la più no
bile delle compiacenze , quella cioè di avere educati e
notriti coloro che serbassero sempre yerde l' opore
della nostra pazione,
STEFAYO QIAGOMAZZI
Quello di cui voglio , egregi colleghi, questa mane
narrarvi le vicende e gli studj non riluce 'veramente
fra i primi de'municipalisti, nè per ragioni di tempo
nè di luogo, nè perchè si raccomandi colmezzo di gran
diose opere pubblicate ,ma perchè al molto sapere con
giunse animo nobilissimo, che le grandi e varie sven
ture non ebbero valore a mutare od invilire. Perciò io
desiderava che pur venisse questo giorno onde dirvi di
lui, e solo mi rende incerto e minore di me stesso il
sapere che in questo dovere di cittadino mi ha pre
ceduto quel grande luminare della italiana poesia , il
defunto Fontanell del nostro Istituto , il caro e desi
derato Arici, quando in mancanza di chi s' aspettava,
vi leggeva l' elogio morale *.
Giacomazzi Stefano sortiva i natali volgendo l' an
no 1790 da una don agiata ma onorevole famiglia di

* Belli e commoventi furono pure i cenni dettati dal nobil


nomo signor G . Monti , quando come preside annunziava la
mancanza dell' illustre socio al corpo accademico . Ed un eru .
dilo articolo decrologico inseriva il dottor A . Bargnani nella
Bresciana Gazzetta , a titolo di altissima estimazione ed animo
158
Bedizzole , villaggio ameno e popolato, distante dodici
miglia da Brescia verso il Benaco . Benchè di limitate
finanze i genitori gli foroirono un' ottima educazione ,
inviandolo assai per tempo alle ecclesiastiche discipline,
sicuri che sarebbe riuscito a qualche buon profitto ,
mentre non vantava nobiltà di avi nè ricco retaggio ,
titoli che al tempo della veneta repubblica lasciavano
nell' ignoranza la maggior parte de' figliuoli delle no
stre patrizie famiglie. - Coll' abito clericale il giova.
Betto percorreva, già finiti i primi studj nel suo paese
e coll' animo disposto ad alte e nobili cose, nella città
la letteraria palestra, vel Seminario e poi nel Liceo -di
partimentale quella scientifica, conseguendo sempre am
pli attestati di diligenza e di progresso ."Gustalo l' aere
de' classici nelle belle lettere italiane e latine, diede uu
qualche saggio pubblicando alcuni poetici canti d ' ar
gomento sacro e profano, ed un poemetto pel suo viage
gio alla stanza del divido cautore di Laura , versi che
ora sono del tutto dimenticati, perchè la nostra età
addimanda una poesia animata , viva , che scuoka e col.
pisca , e non carmi ad uso di Arcadia. Aveva cúra an .
che a tradurre il Gessner, e l' avrebbe per avventura
volto tutto nell' italiano idioma se un suo concittadino
non l'avesse preceduto. Così passava i primi lustri della
giovinezza nutreudo l' animo al bello , alle soavi inspis
razioni delle muse, ed aumentando in ogni maniera
d' amene cognizioni , le quali valsero a spargere di
alcun fiore la breve e combattuta sua esistenza .
Allettato poscia dagli studj severi della filosofia e
della storia naturale , materie si care all' uomo d' alto
sentire , perchè servono alla ricerca del vero ue' fisici
fenomeni della moltiformenatura, si infervorò pell' ap .
159
prendere la scienza dell'umano organismo, e perciò
,abbandonata la primiera sua carriera si diede allo stu
dio sublime della medicina nelle università dell' Italico
regno.
*Non è poco , in qualsiasi scienza che si voglia ap . .
prendere, l' avere a maestri uomioi i quali colla cele.
brità del nome sappiano inspirare ne' giovani studiosi
l' emulazione e l' entusiasmo. Questa fortuda ebbesi il
Giacomazzi nell' udire a Padova un Gallino ed un .
Brera, a Pavia uno Scarpa ed un Borda, ed un Tom
masini più tardi a Bologna , col quale visse poi del
la più calda amistà: maestri tutti d' ogni medica sa
pienza e superiori a qualunque elogio. - Progredendo
negli studj io que' venerati santuarj dello italiano sa
pere, andava dilatando il campo delle mediche cono
scenze si pelle teoriche che nelle pratiche esercitazioni.
In quel tempo in cui la voce, come dissi, di que' grandi
dettava leggi e modelli di alta sapienza e indirizzava
il gusto al bello ed al buono , questo giovane non vo
lea starsi minore delle cognizioni e scoperte del suo
secolo , nè igoorare alcuno de' passi che andavano fa .
cendo le numerose e vaste scienze, le quali i priocipj
forgivano alle sue dotte investigazioni, sigo a che vende
eletto alla qualità di medico.
Ricondottosi ja Brescia da qualche fama preceduto ,
venne poco dopo promosso a medico assistente o se
condario , come dicesi oggidi, nel maggiore ospedale:
occasione assai favorevole a chi con fervore si dedica
all' arte di guarire. Perciocchè l' usare continuo co' ma
lati, meditare gli scientifici sistemi per applicarli alla
pratica , scrutare le variate opinioni de' professori in
lorpo all' azione de' rimedj e vederne subito l' esito, è
100 '
proprio divenire esperto pratico ; e ciò che dieesi fare
precedere profonde cognizioui fisiologico-patologiche al.
l' esercizio della pratica medicina. -- Fu in quel mezzo
tempo che compilò e che lesse in questa accademia
la prima sua Memoria la quale servì a far note le
teorie ch ' ei professava , nou che i metodi adoperati
nella cura de'morbi. Teorie e metodi del tutto noovi
ai nostrimedici vecchj , benchè fossero di qualche cer
lebrità. Poichè essi,abbandonati iprincipj di Sydenham ,
di Cullen e di Frank , si erano dati tutti per Brown e
fattisi schiavi del suo sistema, come appalesano le opere a
quel tempo pubblicate. - Chinon si ricorda, o signori,
qual rivoluzione travolgesse il regno della medicina
quando comparve il sistema di Brown sfolgorante di
una luce io appareaza si vera e incontrastata , e quale
rumore e quale entusiasmo non destasse , e quale e
quanta schiera di seguaci non raccogliesse la sua ban
diera ? .. . Ed avevano ragione; poichè questa seienza
prima di quel sistema, dal tempo che aveva gli onori
divini come la religione, non era che un composto di
più teorie fondate per lo più sopra principj quasi tutti
ipotetici. Non De erano che partissero dalle leggi di
una sana fisiologia e ne facessero conoscere in che stanno
l' esistenza , la salute e le malattie così fra loro unite

vero portentoso di Giovanni Brown a porre i fonda


menti di una dottrina generale, semplice ed uniforme,
atta a rendere ragione di tutti i possibili stati di un
corpo animale. Con tal modo surse in breve luminosa
coll' applicazione dell' analisi e dell' induzione filosofica ,
frutto de' sublimi concetti di due grandi suoi conua .
zionali, d 'un Bacone e d ' un Newton .
161
* Ma anche questa dottrina coll' andare degli anni,co
me lo è di tutte le cose quaggiù , dovette presentare
la necessità di qua riforma. Perchè tutto ciò che ap .
partiene alle scienze nell' età nostra, non fondasi sola
mente nelle astratte immaginose teoriche, ma bensì vella
realità dei fatti. L ' erroneità perciò della medesima, col
pensare che quasi tutte le malattie erano asteniche, cioè
di debolezza ; il modo col quale ripeteva dalle cause
remote la diätesi, la cura cogli stimoli quando occor
revano debilitanti; il credere che l'umano organismo
avesse sempre tendenza alla debolezza , al deperimento ,
alla morte; che tutto ciò che agisce sul nostro corpo
fosse stimolo ecc.; queste cose non poterono sfuggire
alla mente de' più riputati pratici italiani, e fu ap
puolo per questo che sursero a confutarla e pel primo
il suo traduttore e commentatore Rasori , indi Mo
scati , Borda, Tommasini, Del Chiappa , e dietro a
loro tutti gli altri sommi della penisola. Essi collab
bandonare tutto il passato crearono nel presente una
nuova era alla medica scienza, e tramandaronla alla
posterità senza' tema di taccia o timore ch' altra ve.
nisse a torle il campo o l' altare. Il Giacomazzi cre
sciuto a queste sublimiriforme e in esse persuasissimo,
si diede a dire ne' suoi Cenni cliitico-patologici sulle
infiammazioni occulte del corpo umano, e sulla free'
quenza del processo flogistico nelle malattie senza
fermarsi però fortemente alla ricerca della causa pros:
sima della flogosi , ma bensi ai segoi che sogliono
manifestarla ; e riscontrando nelle malattie -un processo
di stimolo, stabilisce che sono costantemente accompa
gnate dalla stenica diatesi. Ma siccome l' anatomia
patologica perennemente osserva pelle sezioni cadaveri.
162
che traccie non equivoche di pregresse infiammazioni,
nou manifeste durante la vita con que' sintomi coi quali
dai nosologi sono indicate , conchiude che il processo
flogistico può, non di rado, formarsi dell'organismo e
starvi anohe occulto e dar luogo poi a tutti que' ter .
ribili esiti dei quali è capace, senza essere a 'priori co
nosciuto. – Tra le occulte della massa encefalica då
la storia di una flogosi cerebrale in un fanciullo
di nove anni, la quale si presentò sotto forma di una
semplice febbre verminosa, e che fu poi da lui guarita
con abbondanti sanguigne, e col principe de'rimedi,
il tartaro emetico a , dosi fortissime. Delle occulte io .
fiammazioni de’ visceri delle altre cavità dell' umano
corpo, e specialmente di quelle de' polmoni , discorre
nella detta memoria con scelta erudizione , con stile
chiaro e paturale unito alla verità delle descrizioni ed
alla scrupolosa esattezza degli esami e delle citazioni,
da essere paragouale a quelle che troviamo ne' gravi
volumi del De Haen , di Stoll, di Haller , di Riverio ,
di Şauvages. Ed è pur degno di osservazione il caso
che cita di una metritide cronica da due lustri , di.
chiarata incurabile da altri clinici , e dal Giacomazzi
guarita con ardito metodo aptiflogistico. Dall' esposto
si può trarre per corollario una grande verità , cioè,
che i soli sintomi non sono sempre una guida sicura
per giudicare dell' indole di ciascun morbo , è che i .
medici che si abbandonano solamente ai medesimi in .
cappano in molti e gravissimi errori. . . ' .
Accepoata la frequeuza di questo flogistico processo
delle malattie , sostiene il vostro patologo , che il me
desimo è sempre, come già disse, seguito dalla diatesi
iperstepica, e ciò lo prova coi seguenti modi: Primo,
163
che il termine delle infiammazioni non è limitato ad
un certo numero di giorni, come credesi d' alcuno, oltre
i quali non possa durare senza cambiare di diatesi. Se,
condo , che i rimedi controstimolanti sono i soli capaci
di guarirle sieno esse recenti o vetuste . Terzo , fival.
meute, che l' esame de'cadaveri degli individui giudi:
cati morti per infiammazione astenica nulla appresen ,
tano di differente da quelli che furono vittima d ' in.
contrastabile infiammazione di diatesi di stimolo . .
V ' erano ancora dei medici al suo tempo, i quali al.
lorchè si accingevano a curare una flogosi si occupa .
vano più delle gioruate che della natura e violenza
del morbo. I più rigoristi stabilirono che post quartum
diem si deve lasciare l'infermo in balia alla natura ,
la quale saprà con una qualche crisi risanarlo ; i me.
po rigoristi poi fissavano il termine d' un' infiammazione
alla settima od alla dona giordata , od al più alla quat:
tordicesima, e quindi non gli udivi parlare che di
settima e di nona ; e se alcuno ardiva dopo nona o
più tardi cavar saugue o prescrivere qualche antis
flogistico, era giudicato fanatico; tanto puð la tenacità
a ' vecchi sistemi! Appoggiato perciò il Giacomazzi
alla autorità ippocratica, per coufondere coloro che a
coprire la loro ignoranza uon parlavano che di afo .
rismi e di sentenze, delle quali ora se ne ride il filo
sofo , dimostrava che l' infiammazione può durare acuta
fino al 40 . ° e 60.9 giorno, e che un certo Pario, di
cui lo stesso Ippocrate ci ha lasciato la storia nosologica,
mori di frenitide al 100.° giorno di malattia, essendo
aucora in istato come dicono di crudità. E discendendo
poi aʼmedesimicita le lezioni di molti insigni pratici, che
lasciarono storie di flogosi durate acute per mesi ed anni.
164
Stabilito che la diatesi che accompagoa la flogosi
è sempre di stimolo, non fu difficile al vostro clinico
di provare l'unico metodo curativo essere il debilitante.
E vendodo alla dimostrazione della terza ragione addotta,
combatte dapprima con validi argomenti la teoria delle
infiammazioni asteniche, cioè di debolezza, col conside
rare alcune sezioui awatomiche fatte da Brera e da
Jones, quando erano ancora browniani, di individui
morti di dissenteria, in cui trovarono guasti grandissi
mi al meseаterio ed agli intestini, il peritoneo aderente
ai medesimi, ecc. ecc. E tutto questo avvenne dietro
l' uso di stimoli incendiarj, i quali però , a quanto dis.
sero que' professori, non bastarono a superare la de
bolezza ed a vincere la diatesi ipostenica ! !
Poche linee impiega nella succitata Memoria, a con
futare l'opinione del dott. Guani intorno alla diatesi
irritativa , sostecendo che anche la gangreua istessa ,
anzichè dipendere dall'atonia delle parti in cui si svi.
luppa, è preceduta sempre, ed è sempre l' esito rapi.
dissimo dell' infiammazione. Inoltre fa osservare come
il supposto morboso processo sia frequente anche nelle
affezioni contagiose , nelle febbri periodiche, nelle idro
pisie , nelle dissenterie e delle febbri così dette putride ;
perchè è persuaso , parlando delle prime, che l' azione
delle potenze contagiose sia sempre stimolante , e ciò
dalla forma istessa con cui si manifestano i diversi
contagi, i quali sono sempre accompagoati da iufiam .
mazione d' uo qualche organo, complicazione sopponente
sempre un processo flogistico; ipollre dal vedere che
il metodo più utile per taliaffezioni è l' autiflogistico ,
e dal riscontrare ne' eadaveri in un punto o nell' altro
tracce aon equivoche di pregresse infiammazioni. Ri
165
porta in questo articolo l' istoria di un tifo petecchiale
da lui curato felicemente come curava Rasori a Ge.
nova la febbre petecchiale , e finisce con alcune criti.
che osservazioni all'operetta del dott. Thiene intitolata:
Bilancio medico del tifo contagioso che regnò nel 1817
epidemicamente nella provincia di Vicenza . Parlando
poscia delle febbri a periodo , condanna la pratica di
alcuni curanti suoi coetavei, i quali ricorrevávo empi.
ricamente all'uso del chipion in tutte le febbri in cui
scorgevano qualche periodicità, ed appoggiato alle pro
prie osservaziovi, non che a quelle de' più accreditati
professori, diceva che in moltissime febbri intermittenti,
siano esse autunnali e provenienti da esalazione paly .
dosa , ha sempre luogo un fomite infiammatorio . Ne
gava inoltre, l' esistenza delle febbri essenziali, non ri.
tenendole che secondarie alle oceulte infiammazioni del
corpo. — In proposito del chivino parla della sostanza
dalla quale si estrae, come essa sia stata introdotta in
Europa nel 1638 a titolo di febbrifugo per eccelleoza,
anteponendosi ad ogni altro mezzo sino allora impie .
gato; il come la china-china assunse diversi titoli, per
la sua misteriosa azione, a seconda delle teorie domi
nanti: verbigrazia , si usò contro le periodiche quando
le credevano causate dalla materia peccante. Divenne
un tonico dominando la teoria della debolezza. Un
antisettico ed un astringente ai tempi delle corruzioni
umorali ; in fiue a poco a poco divenne una pedacea
per la moda di quel tempo. Quale influenza non abbia
questa volubil dea, lo vediamo anche a'nostri giorni ;
come inoltre gli autori di materia medica o di farma.
cologia siano studiati, in qual classe de' rimedj abbiasi
da collocare la chioa, e come essa sia ancora superiore
166
alle nostre cognizioni ed ai nostri studj, col limitarci
solamente a dire che è un anti-periodico , o cardiaca .
. Per appendice alle dette osservazioni, estese il Gia
comazzi upa Relazione di strana malattia suscitata
dai calcoli biliari, con alcune nilove congetture in
torno alla formazione delle concrezioni calcolose nel
corpo umano ed alla maniera di curarle . Ommettendo
per brevità di parlare della relazione che fa del mor
bo, che riuscì di curare, riferiremo 'soltanto le conger .
ture, le quali squo di qualche importanza , nou che il
metodo di cura che adoperợ. Nou' v' è parte , dice ,
dell'organismo, in cui non siansi trovate concrezioni
calcolose. I principj chimici componenti i calcoli sono
pressochè uguali in tutti; ed essi non risultavo soltauto
formati di sostanze minerali e vegetabili, ma anche di
auimali particolari. I principj che entrano alla compo
sizione di molti calcoli, sono identici con quelli che
formano i tofi artritici e podagrosi , e che questi tofi
non sono che un effetto della flogosi delle articolazioni;
che per analogia pare probabile che anche i calcoli
dipendano dalle stesse cagioni e che queste, atte a sve.
gliare un' infiammazione , concorrano moltissimo anche
alla genesi dei calcoli medesimi. Per ultimo , che il
metodo curativo capace di togliere l' infiammazione, è
pure convenientissimo ad antivenire la formazione dei
calcoli. Osserva inoltre , che l'artritide va sempre in
vanzi alla formazione dei tufi degli articoli ; cosi la
nefritide precede quella dei calcoli renali, la cistitide
quella degli urinarj, la epatitide o la flogosi della ci.
stifellea quella de’biliari, ecc., ecc. In quanto al modo
di curare le affezioui calcolose , necessita ,' secondo il
vostro autore, ricorrere a que' mezzi opportuni a pre
167
venire l' infiammazione in quelle parti per le quali dee
- farsi strada il calcolo ed uscire dalle cavità . Otteoutone
l' effetto , devesi aver riguardo al metodo capace di to
gliere la diatesi calcolosa; quindi lemissioni sanguigue
locali e generali, la dieta vegetabile , l'astinenza dai
liquori spirilosi , leggieri purganti e l' uso delle acque
minerali.
Ai Cenni, dopo alcuni anni, fece succedere altra let.
tura, col titolo = Questioni Mediche = in forma di
dialoghi, stampati poscia per cura della Società Medico
Chirurgica di Bologna , della quale era membro cor
rispondente. In essi tentava fare manifesta la verità di
quauto aveva altre volte pensato e detto, e le contra
rietà de' detrattori ed avversarj alla nuova medica ri
forma ; giacchè tụtto ciò che ha l'aspetto di nuovo e
che atterra i vecchj e venerati sistemi consacrati dal
tempo, da un nome o da una parola vuota di senso, e
che dà una solenne mentita a tuile le passate dottri .
ve, suole attirarsi sempre dietro una caterva di oppo,
sitori e di critici. .
Dal fin qui detto non vi farà meraviglia , se il
Giacomazzi surse io picciol tempo a ' grap ' fama e
come scrittore e come medico pratico . Fu per questo
che venne eletto a socio attivo, é poscia a censore di
questo Ateneo, ed a medico - condotto nel comune sub
urbano di sant'Alessandro , sebbene non avesse nè ca.
puto il crine, nè pomposi titoli, poichè per lo passato
in Brescia venivano quasi sempre preferiti alle cariche
ed ai posti coloro i quali io altro non erano superiori
che io aoni o id nobiltà di liguaggio . Da qui ne vem
niva che la ..bresciava gioventù non ricca d 'altro che
di cuore e d 'ingegno, vedendosi sempre ingiustamente
268
posposta, invece di sorgere ad orgoglio della patria ,
si abbandonava all' ozio, alla scioperaggine e peggio.
- Ma torniamo al nostro encomiato , che con un nuovo
scritto si produsse, al tempo che l' empirico francese
M . Le Roy era intento ad abbagliare la moltitudine
de' creduli e de' fanatici ingannati dalle sue false pro .
messe ; che colla tromba del cerretano credeva far chiu .
dere i licei' e 'svergognare la scienza , promettendo al
volgo un rimedio universale e sicuro senza aver briga
nè di studj, nè di medici ; ed estimaya sbandire l' im
mensa congerie degli altri rimedj si esterpi che inter
ni, adoperati per ventidue e più secoli dall'arte salutare,
e sostituirvene uno solo capace a guarire tutte quante
le variate malattie del corpo umano. luvero l' opera
del francese chirurgo non meritava per sè stessa d 'ocs
cuparsene, a meno che non si avesse riguardo al bene
pubblico , cui il nostro filosofo dirigeva ogoi sųo stu ,
dio , La memoria ch ' ei scrisse s'intitola = Bilancia
medica sulla quale pesava le ragioni degli oppositori
e dei propugnatori del rimedio e dell' opera . La
fama del sig . Le Roy si spepse in quel modo istesso
col quale erasi sollevata , come vediamo anche oggidi
succedere a coloro che seuza meriti reali s' innalzavo
in assai credito , poi cadovo ed oscuransi del tutto .

sempre di chi sa abbagliarlo. La riputazione è per ,


ciò sempre effimera per chi l'ha çarpita coi raggiri
e coll'adulazione all'uomo sapiente, ritenuto ingiusta .
mente nell'oscurità dalla propria modestia :0.dalla quale
vagia fortuna . Egli è soltanto della vera sapienza l'in ,
generare la grandezza dell'animo, e questa appuoto la
sentiva ¡o sè il Giacomazzi coll' adoperarsi. įudefessa .
169
mente, benchè povero di salute e di censo , a vantaggio
della scieuza , dell' umanità e della patria , come pe
fanno testimonianza le altre due memorie che fece di
pubblico diritto , le = Questioni Mediche = sopra
nomate , e la = Descrizione di alcuni casi patologici
di forma rarissima. = Nelle prime fa conoscere come
un tempo l' amore delle questioni, lo spirito di partilo
sigooreggiasse i: ministri d' Igea, e quali divisioni ne
venissero in campo per quelle , senza badare se tor
Bassero poi utili o no alla scienza . E come al presente,
per lo spirito filosofico che domina nel nostro secolo e
ne' suoi gravi pensatori, si siano diminuite e quasi spente
del tutto , e come gli eruditi d 'ogui setta e nazione
vando oggidi conciliandosi , perchè aspiranti tutti al
medesimo nobilissimo scopo. Felici voi se potessinio es
sere concordi anche nel resto come lo siamo nelle scienze!
E come era dolentissimo il Giacomazzi per coloro che
nel pensare alle questioni dei medici, concepirovo odio
contro la scieuza e gli esercenti la medesima! I quali
dopo aver sparso di ridicolo tutto , comiociando dal
ristoratore del francese teatro sino agli scrittori d'epi,
grammi di questa età , ammalandosi si abbandonavano
a sè medesimi.
Nella seconda operetta muove dal dimostrare come
i moderoi siano superiori agli antichi nell' avalisi dei
fatti e nelle luminose e generali conseguenze che ne
sauuo ritrarre. E per conviscersi sempre più che le
alterazioni morbose sono state pressochè uguali, che
ugyali per conseguenza furono le cause che le produs,
sero ; che usa volta conosciuta l' essenza di queste ,
anche i metodi curativi esser dovevano in ogni tempo
uniformi; e siocome la massima parte de' nostri gali
170
è sempre creduta dipendere dall' infiammazione ( desi .
gnata poi sotto mille nomi), quindi anche l' iuteuzioue
dei medici nel curarla, è stata sempre quella di debi.
litare anzichè di eccitare , di maniera che volendo con
fessare una storica verità , siamo costretti a dire, che
eccettuato il sistema degli alessifarmaci, tutti gli altri
immaginati da Ippocrate fino a noi, quanto sopo di
yersi nei uomi, altrettanto coincidono uella parte pra
tica. Ed è perciò stoltezza il dire d'alcuno, che imedici
sistemi si caugiano come le mode, imperocchè non è
già la scienza che siasi al presente cangiata, ma bepsi
illinguaggio medico e la maniera d'interpretare i fatti,
che sono sempre stati e saranno sempre immutabili.
Fra le sopraddette osservazioni, trovasi descrilla la
storia di una bresciana giovinetta, bella come una ce
leste Huri , morta in breve tempo di affezione di un
viscere, che appena appena aveva sentito i primi pal
piti dell'amore . La malattia , la cura , il decesso quasi
improvviso ed il calore che conservava ancora il ca
davere di questa infelicissima donzella , aveva fatto
rumore per la nostra città , ed attiralo contro al Gia .
comazzi una serie di critiche e di vituperj, Delle al.
terazioni della sostanza del cuore, del suo grande svi.
luppo , delle aderenze con le proprie cavità e colle
sostanze afliui, delle formazioni de' polipi entro al me.
desimo, egc., quali effetti di pregresse flogosi, pe ri
scontriamo apshe nelle opere di Senat, di Hunter, di
Monteggia e d 'altri assai. Qual meraviglia poteva fare
adunque il caso in questione da obbligare il curante
a stamparue. la relazione come a propria discolpa ? . . .
Il trattamento curativo praticato lo desunse da questo :
che l’ jalammazione da qualsiasi causa proceda, iu qua .
171
lunque corpo si generi, e qualunque sia la forma che
assuma, e la parte che occupi; è sempre uu processo
di stimolo , nè in altro modo cựrabile , fuori che cou
metodo esclusivamente e costantemente dal principio
alla fine evacuante e controstimolaute. lu quauto poi
al fenomeno di tenersi il corpo della fanciulla calda .
molle ore dopo morte, pon mi fa alcuna sensazioue,
perchè non nuovo, perchè indipendente affatto dalla
tenuta cura , e perchè tutti i trattatisti di medicina
legale recano esempi di cadaveri che conservarono
per 30 e 40 ore e sino a tre giorui il calore. . .
Dall' osservare il nostro operosissimo medico ad altre
'malattie del bel sesso , e specialmente di quelle si fre
quenti ai nostri giorni a causa del moderno vestire ,
gli veupe desio di pubblicare uu = Suggio di osser
vazioni mediche sopra il vestire delle dorine. Data
nella prima parte del Saggio la descrizione anatomica
e fisiologica della cute , delle sue fuuzioni e dei rap
porti coll' umano organismo, passa a dire come dai
disordini della traspirazione si formino tante varie af.
fezioni ii esterne che interye, e persino la stessa țisi,
Raccomanda perciò quali vesti siauo proprie di ciascuua
stagione e per ripararsi dall'incostanza del postro cli
tanto della parte che deve avvolgere il petto come
di quella del resto del tronco , non che degli accidenti
dall' essere troppo strette. Le malattie convulsive, i fre
queuti deliquj, le oppressioni di respiro, le vertigini ecc.
sono ignote alle lampestri abitatrici, perchè indossano
comode gonnelle. Lo stringersi poi troppo la così detta
bustina sotto alle vesti genera le alterazioni de'visceri
abdominali e particolarmente dell'utero, ed è causa a
172
quasi tutti que' gravi accidenti che sogliono accompa
goare la gravidanza ed il parto . Così la donna che stu
diasi di apparire avvepente , diviene l' inventrice di
quelle infermità che le procurano ben altro compenso
di quello ch ' essa s' era proposto .

accorgiamo quando amante amato di gentil donzella , la


volle compagoa della sua vita e alleviatrice delle sue
sventure. Questa douva, qual angelo consolatore, alleviò i
mali che lo travagliarono sino all' ultimo suo spiro, con
cure ed uffici tali che non sa prestare che l' amore il
più intenso ed il più disinteressato , e n’ ebbe in ri
cambio il caldo affetto e la maggiore estimazione. Fu
io allora che potè il vostro Stefano dividere piacevol.
mente le cure dell' uomo sociale, di sposo e di padre
amorevole , e concepire le più belle sperauze dell' ave
venire. Ma l' infelice non sapeva quai giorni doveva at
traversare, ed oh quanto egli s' ingannava !. .
Alle doti dello jogegno associava quelle del cuore, alle
virtù pubbliche le private. D ' indole dolce, appassionato ,
sensibile,modesto ,con un'anima delicatissima ed eletta .
Esattisimo nell'adempimento de' proprj doveri, pronto
ad ogni occasione di poter esser utile, giusto e libe
rale, egli si cattivava l' amore e la stima di tutti quelli
che lo avvicinavapo. Dominava nel suo sembiante il ca.
Pattere della melapconia e della meditazione, ma quando
ei conversava cogli amici si diffondeva sulsuo volto la più
grande vivacità. Felice fra le domestiche pareti, perchè
anche fra queste l'uomo è degno di osservazione, egli era
la delizia della sua famigliuola per la dolcezza ed in
genuità del suo carattere e per le altre virtù che l'ador
narovo. La sola sua salute turbava quella beata felicità .
173
Noi abbiamo veduto sinora nel dott. Stefano Gias
comazzi l' uomo tutto intento a promuovere le abbraca
ciate teorie delsecolo come scrittore, ma non solamente
per farsi leggere ed applaudire , ma per ajutate la
scienza ; nou tanto per mostrare cognizioni, quanto un
fivo e retto giudizio ; più colla persuasione che pro
cede dal fatto e dalle prove, che coi puntigli della
contesa. Vi feci conoscere l'uomo in varj suoi stati ,
ed il buon medico-pratico nelle sue cure; ma la sua
vita non è ancora spenta del tutto .
Quella predisposizione che portata aveva pascendo
alla emoftisi, si appalesò sempre più col crescere del
l' età, si ingrandi per le continue mentali e fisiche oc
cupazioni, e divenve gigante quando per quadagnarsi
di che vivere, durò per un intero lustro nella condotta
faticosissima deivostri Ronchi. Obbligato dalla malattia
a guardare di coutinuo il letto , si trovò tutto ad un
punto deserto , abbandonato, misero. Egli, la compagua
de' suoi giorni e quattro bambine erano senza soccorso
e senza panel... Che fare in tauta sventura ?. .. Si ris
solse di tornare al paese dativo, fra le braccia de'suoi
genitori , con quelli che tutto avevavo dato per man
teverlo a divenire medico -pratico.
lo quel suo esiglio tallo sparso di fruttifere ed amene
colline, di piani verdeggianti, d ' un cielo senza nubi
e d ' uo'aere purissimo , con dative sorgenti di chiare
e fresche acque , egli era condannato a mirare quelle
naturali meraviglie da qua frestra. Fu una cameretta
del suo umile abituro fortificava l' animo con una sana
filosofia , coll'essere grande uella sventura , é qual nuovo
' Boezio perdunava all' ingratitudine de' suoi fratelli. E
quando l' implacabile malattia dava tregua alcuo poce
174
agli oltraggi, seduto sopra un letticciuolo , tornava ad
occuparsi dello scrivere anche in argomenti di bella
Jetteratura, dalla quale seppe mai sempre togliere quanto
bastava ad illustrare, a rendere ameoa l'austerità della
medica scienza, della quale era già divenuto maestro.
Incoraggito da que’ saggi, benchè imperfetti sino da
quando era giovanetto , scelse un soggetto che per l' im
portanza del medesimo, per lo stile e la forza della
dicitura , potesse assicurargli quella letteraria riputa,
zione che si era acquistato anche come medico . E questa
è l'opera che versa : Sul genio , sugli amori e sulle
malattie del più grande e 'sventurato cantore d ' Italia .
Infelice, di vita perseguitata, di forte animo è degna
di lui la Biografia che estese di quel sommo italiano,
La dettò in dialoghi che appartengono alla medicina
ed alla letteratura, e la dedicò al suo collega Tom .
masini. Fu grande l' accoglienza ch 'ebbe appena vide
la luce , molti furono gli encomii. Quasi tutti i gior.
nali d ' Italia de fecero ceono di lode, non che la Revile
di Parigi, la quale, benchè sempre parca di lode alle
nostre opere, fu generosa in questa. L' Italiana Biblio
teca così scriveva: » . . . Innanzi tutto riconosciamo nel
dott. Giacomazzi un profondo conoscitore del Tasso ,
un uomo don volgarmente versato nello studio del cuore
umano, un' anima che si solleva al di sopra della schiera
comune, che vorrebbe lavare da ognimacchia la memoria
di uno scrittore che trasfuse nell' animo di lui molta
parte de'propri sentimenti e delle proprie passioni, e
formò la delizia di tutta la sua vita » . I tre dialoghi
dei quali componsi principalmente il libro , compren
dono tre graudi questioni che noi riduciamo alle se
guenti parole : il Tasso fu egli volubile o costante
175
ne' suoi amori? Qual fu la vera cagione del suo im .
prigionamento ? - Che cosa dobbiamo intendere pel
suo Genio , e donde potè procedere in lui quell' opis
nione? In qnanto alla prima sono anch' io del parere
di quel riputato giornale , che il Giacomazzi abbia
gettato tanta fatica del sostenere che il Tasso era co
stante in amore, giacchè non era nè necessario nè po
teva condurlo ad utile scopo. Di questo è causa l' es
sere innamoratissimo del divino poeta , e perciò si per
dona, perchè quando siamo inuamorati si crede e si
vuole vedere tutto in bene e di tulla necessità .
A tre capi, dice il nostro biografo, parmi che ridurre
si possano le cagioni addotte sigora dai lodati scrit
tori, per le quali fu imprigionato Torquato : 1.º ai snoi
troppo liberi amori colla priocipessa Eleonora : 2 .0 ad
un particolare risentimento del duca Alfonso per alcune
imprudenti parole scagliate contro di lui e di tutta la

politiche, per impedire cioè che il Tasso avesse com


mercio con altri principi d ' Italia, per togliere che non
detraesse alla gloria dell' estense prosapia , recando in
palese i disgusti che in quella corte aveva provati e
far si che non eterpasse il nome di qualche altro so
vrapo. Ma per forti che siano e convincenti le ragioni
da far credere che bastino le prime per l' imprigionas .
mento del gran Tasso , poi diamo molta importanza

Finora parlò il letterato ; ora farassi sentire il mes


dicó a dare il giudizio sulla terza questione. = Il Tasso
ebbe, oascendo , un temperamento che partecipava di
quello sanguigno del genitore, e del materno nervoso
e melancónico, e l' indole sua fu mansueta e generosa.
176
Precoce fu lo sviluppo delle sue membra , graode la
sensibilità de' suoi nervi , intempestivo il senso agli af
fanui ed ai dolori. L' intendimento e il giudizio pre
corsero nel Tasso allo sviluppo del corpo, talchè a 10
aupi sapeva perfettamente la lingua latina, e fiviti ap
pena i 30 era già uguale ad Omero , a Virgilio , a
Teocrito ; era il primo epico dell' Italia, ed il più grande
filosofo platonico peripatetico de' suoi tempi. .
Ma il corpo nơu può teger dietro seuza ammalare
a si alti, a si rapidi voli dello spirito ; e quindi Tori
quato, cominciandosi da fauciulletto , fu di frequente
assalito da gagliarde malattie , le quali consistevano
precisamente in una infiammazione ora acuta ed ora
lenta, che aveva la sua sede del cervello e negli organi
della digestione, o per lo meso dai visceri del basso
ventre si tramutava a quello nobilissimo che sta chiuso
pel capo, e da questo a quegli passava ; lo che torna
al medesimo, come a dire una cronica gastro -encefalia
tide. Questa opioivue è giustificata da due serie distiote
di sintomiche si ravvisano delle malattie del Tasso , una
procedente dall'abdome, dal capo l'altra. E guardando
specialmente ai siotomi cerebrali si scorge che il graa
poeta fu ua vero melanconico. Quindi tutti a'suoi tempi,
col linguaggio e colle dottrine d ' allora, dicevano che
il Tasso era dominato da un umore melanconico , dal
quale in lui procedevano tutte le sue stranezze, ed og
gidi si può dire che il cervello dell' italico epico fosse
ammalato da monomania , disordine 'mentale che si re
stringe ad un solo oggetto , e mentre ci fa vapeggiare
intorno ad alcune cose, ne lascia ragionare perfettamente
su tutte le altre. A questa malattia sono inclivati tutti
i graudi poeti, perchè le poeticbe inspirazioni riducono
177
appunto lo spirito a quello stato in cui trovansi i mes
lanconici, fortemente agitato e rapito ad un unico ogó
getto . E questa infermità non solamente lo tormento .
fino da giovane, ma si aumento fortemente dopo i sei
lustri dell' età sua da essere delirante ; e la prigionia .
ch' ebbe ingiustamente a soffrire, gli produsse poscia
una aberrazione mentale od una vera pazzia * .
Ma quest' opera, credete voi, o signori, che potesse il
Giacomazzi farla stampare in quelle sue strettezze do
mestiche, se non vi fosse stato un generoso editore ? . . .
Ella giacerebbe ancora negli scaffali della piccola sua
biblioteca, a dando grande della sua riputazione e della
repubblica letteraria . Nè con sì bella correzione sarebbe
sortita alla luce , giacendo quasi agonizzante a letto , se
- il professore Nicolini (ora prestautissimo segretario del
l'Accademia ) non vi avesse posto mapo ; giacchè l' ami:
cizia dei buoni non abbandona mai l' amico nelle av
versità , ma da questa anzi si avvalora ed affranca.Eco
me la sentisse pel suo petto questa fiamma il Giaco
mazzi, e quanta gratitudine il movesse, vel dicano le
sue lettere agli amici, dal benemerito librajo Cavalieri
raccolte. E ancora quanto seutisse di sè medesimo, il
proverò col trascrivervi queste poche linee che indi
rizzò all' Arici, dopo ch ' ebbe letto i lodevoli ceoni a
lui diretti nel Commentario 1831: 9 Molti dir potriavo
» coll' esoso Scariota : Ut quid perditio haec ? A che
» un tale scialacquo di lodi per me, poverissimo! Ma
5 l' amico sa quanto io sia vicivo ad ogni maniera di
gj disiugauno, per non superbire: Misit enim unguen .

* Vedi l' articolo inserito della Biblioteca'Haliana dell' erus


ditissimo sig . Ambrosoli.
12
178
» tum hoc in corpus meum ; ad sepeliendum me
» fecit * . .
Ma qual gioja ultima provò il nostro medico vicino
a morte nel vedersi onorato d 'una visita del suo ami
co-matstro Tommasini ! Questa fatta appositamente ve
nendo da Parma a Bedizzole per vedere il suo caris
simo, accrescerà la sua fama e innesterà nella corona
d ' entrambi un gentil fiore , simbolo del vero merito e
dell' amistà , che tutto quaggiù uguaglia. Egli che lo
vedeva già moribondo, non potevasi allontanare dal suo
Jetto ; più che amorevole fratello cercava di consolarlo
con una qualche lontana speranza.La addolorata fami
glia fattesegli attorno aspettava palpitando dal suo
labbro o il tristo ferale annunzio , o il vaticinio della
salute. Ma tutto era consumato, meno però le sue pene
che ancora non erano finite. Tutto doveva provare.
Lunga e dolorosa malattia , l'ingratitudine, il dispiacere
a non prolungare la vita , mentre vedeva che possedeva
elementi ed occasioni a divenire grande, il non poter
finire a stampare tutti i suoi scritti, morire a 40 anni.
Ma ti consola , o spirito illustre e sventurato , che
viva durerà la tua cara memoria fra noi e in questo
Istituto . Rallegrati , o benedetta anima , nel dirti che
sebbene i tuoi contemporanei non ti fossero a paragone
de' tuoi meriti cortesi te vivendo, spesero a ricordarti
ai posteri erigendo un monumento nel grandioso nostro
cimitero, nel nostro Pantheon, scolpendovi sopra a mag
gior tua gloria le seguenti parole onorevoli e care :
179

A · RICORDANZA
DELLE · SVENTURE · DELLE · VIRTÙ
DELL' INGEGNO

DI · STEFANO · GIACOMAZZI

MEDICO · E · LETTERATO
APPENDICE
torba
ALBERTI TOMMASO ,medico primario dell' ospedale magg.,
e censore della patria accademia . Coltivatore indefesso
delle mediche discipline, esempio di ogoi sociale virtù ,
egli è degnissimo di essere annoverato fra i primidi
questa appendice, anclıe se l' ordine alfabetico da noi
adottato nol portasse . Le molle sue occupazioni non
gli permettevavo di usare degli studi sì lungameple come
accepnava il suo desiderio; ha scritto però con fina eru .
dizione varj trallati di scienze mediche, ed alcuni
casi più istruttivi riscontrati nella sua pratica , dei
quali arricchi i giornali periodici. Uoo didubbio sesso,
avvenuto in Brescia gli fu cagione di spaziare nel vasto
campo della Storia naturale , della fisiologia e della
legale medicina , combattendo con sana critica i molti
pregiudizi sul preteso umano ermofrodismo creduto
per molti secoli, e che non esiste che nell' immagina.
tiva de' poeti. Nell' incertezza in che si era a que' tempi
di poter trasportare la china-china dalle Americhe per
l'impedito commercio , egli fu il primo a proporre
l' uso della corteccia d ' Ippocaslano , qual febbrifugo
da lui adoperato con felice successo dell' ospedale. -
Epilogò in una memoria letta all' Ateneo : la Storia
della medicina prima che si conoscesse quella dello
Sprengel, richiamando alla mente de' suoi colleghi le
opere ed i sistemi dei padri della medesima. Per lo
insegnamento delle mediche dottrine présentò un Testo
che servir dovea di Codice generale di precetti per la
Medicina , Chirurgia e Farmacia , acciò le appretr.
dessero con maggiore facilità e prestezza gli studiosi
184
- di queste scienze allora che la patria godeva del pri.
vilegio delle scuole ad uso Università. Inoltre pub
blicò colle stampe : Dell' infiammazione dei polmoni
degli animali i più utili all'agricoltura istruendo anche
dei mezzi i più semplici per guarirla. In altro opu .
scolo , sulla febbre gialla , fece conoscere la sua palura
e la maniera di curarla con un 'appendice: Della effio
cacia dei vapori nitrici ne'morbi contagiosi. Nell' an
no 1811 nel quale cessò la comm . sanitaria , venne
pominato primo medico di delegazione provinciale e
per ben due volte che occupò quel posto diede sempre
a vedere di essere possessore di tutte quelle cogni.
zioni che si ricerca in un magistrato sanitario. Fu il
primo ad introdurre fra noi il vaccino. L'ultimo suo
scritto trovasi stampato nelGiornale di pratica medi.
cina compilato dai prof. Brera e Ruggeri a Padova ,
ed ha per titolo : Osservazione sopra una letale effu .
sione di sangue nel torace per ferita dell' aorta , ca .
gionata da interna puntata per una escrescenza di
una vertebra dorsale. – Nacque in Travagliato e mori
in Brescia nell' autunno del 1838.
ALFERI ANTONIO , profess. di medicina pratica verso la metà
del secolo decimo ottavo in Brescia . A Padova fece
stampare dal sig . Sardi: Medicina bis Victrix .
ANTENORI ANTONIO chirurgo. Per una polemica ch ’ebbe con
un suo collega, il quale lo aveva censurato di aver
malamente curato un nobile bresciano , stampò a pro.
pria giustificazione la seguente memoria : Ragioni, dot.
trine e decisivo invito di Antonio Antenori chirurgo
ottungenario di Brescia contro le stampe del dottor
E . Capredoni. Si conserva presso privata libreria
un suo manoscritto che estese in più giovane età
che s' intitola : Saggi di chirurgia pratica , il quale
meriterebbe la stampa per le molte dottrine in esso
coptepute.
AQUATE PAOLO , dott. in medicina nel 1500. Scrisse e stampo
dal Salmo : De Tribus doctrinis ad mentem Galeni ;
; ip Brescia anno 1522.
185
ARNIGIO BARTOLOMEO palo nel 1523, nella più bassa con .
dizione fu uno dei più celebri letterati del suo tem .
po. Suo padre era fabbro- ferrajo, e gli insegnò da prima
questa professione, cui esercitò fino all' età di diciotto
anni. Allora spinto dalla sua inclinazione , cominciò
a dedicarsi allo studio delle lettere , traendo soccorsi
ora da un amico , ora da un altro . Riusci per tal modo,
non senza stento a porsi in istato d' entrare pella Uni.
versità di Padova. Là vi studiò particolarmente la
medicina e dovette i mezzi d ' esservi ricevuto dottore
alla generosità di alcuni Bresciani, i quali conoscevano
in lui talenti naturali ed estraordinarie disposizioni.
Ritornato a Brescia si mise sollo la protezione del
vecchio medico Conforti , il quale gli procurò utili
pratiche; ma alcune delle quali gli riuscirono tanto
male si in ciltà che in campagna, e gli fecero morire
tanti malati, che fu in procinto di essere lapidato, e
non si salvò che colla fuga. Abbandonò allora la me.
dicina, ch' egli aveva coltivata più per necessità che
per passione, e si dedicò alle lettere. Soggiornò per qual.
che tempo a Venezia ed in altre città , dove ebbe gran
numero di allievi.
Era da poco tempo tornato in patria allorchèvenne
con stipendio nominato segretario e professore nell'ac.
cademia degli Occulli , nel quale posto durò fino alla
sua morte avvenuta nel 1577, vittima del contagio di
quell' anno. Io Brescia fece stampare : Meleoria , ovo
vero discorso intorno alle impressioni umide e secche.
A questo trattato, il più antico forse che i moderni
abbiano scritto sopra tali materie, sono aggiunti pro .
nostici perpetui, effemeridi ed altre applicazioni più
o meno arbitrarie della filosofia naturale. Dopo un
anno stampò ancora : Dieci veglie degli ammalati co
slumidell'umana vita ; opera dimorale ch' ebbe grande
riputazione, e che ne conserva abbastanza acciò si
abbia a rimproverare Fontanini per non averla messa
vella sua Biblioteca italiana.
BAGATTA GIUSEPPE di Desenzano , fratello del benemerito
186
abale istitutore di quel collegio e ginnasio;mori nella
cura del tifo petecchiale nel 1816 in Brescia , stampo:
De re medica et praecipue de Haemophtysi. Fece edita
pure un ' epistola diretta al dottor Bonelli: Sulla medi.
cina di Brown , la quale venne dal prof. Frank in .
serita nelle sue opere.
BELACATO LUIGI, professore di niedicina in Padova cor.
rendo il 1600 , al dire del Brocchi nei Commentarj
accademici e dal Peroni nella Bresciana Biblioteca .
Scrisse delle Consullazioni, alcune delle quali furono
altre vuile alle estese dal Trincarelli, in Basilea. Le
lezioni che dettava dalla cattedra vennero pubblicale
colle opere del Welschio in Ulma. Le annotazioni so
pra gli afforismi d ' Ippocrate esistevano manoscritte ·
presso un Pignoria in Padova. ;
BELUSCHI PIETRO . Ricordiamo un uomo, morto nel 1834 .
che condusse sempre una vita singolarmente tranquilla ,
semplice , uniforme, vissuta nella pace domestica e del
pubblico esercizio dell' arte salutare. Fu per ben 40
anni primario dell' ospitale maggiore ; di carattere
franco , pronto e d ' un talto medico squisito , acqui.
stossi grido di buon pratico , il quale non si estese
però oltre i limiti municipali. Libero di pregiudizi e
di prevenzioni studiò la natura ed osservando i fe
pomeni diei morbi e de'medicamenti con discrelo cri
lerio e senza grandi cognizioni si stabili un metodo
di curare facile e semplice, e gli esiti felici che ne
otteneva mostrarono che l'arle salutare ha bisogno più
di osservazione e dibuon senso , che di sistemi e di
erudizione.
BETTERA FELICIANO , vedi la sua accademia , detta degli
Eccitnti.
BIANCIII VINCENZO , nacque in Brescia nell' anno 1748 ,
ebbe la prima educazione alle scuole di Santa Maria
delle Grazie , dirette in allora dai padri Gesuiti. A
ventiquattro anni venne a Padova laurealo dopo aver
udito le lezioni d'un Caldani, della Bona, del Calza
187
Le d' un Sografi. Ripatriato fu per un trienoio medi.
co-assistente nel maggiore nosocomio, finito il quale si
diede a praticare l' arte per la città , ove già bella
aspettazione era di lui sorta. Straniero a tutti quei
politici sconvolgimenti che segnalarono il finire del
secolo decimo ottavo, rifiutò impieghi che gli vennero
offerti, non volendo occuparsi che della medicina e
del ben' essere della sua famiglia . Si conservano presso
(alla medesima varii trattati di clipico argomento che
lo fanno conoscere quanto fosse versato nella me.
dica scienza. Mori d'apoplessia fulminante il 9 aprile
del 1813.
BOCCALINI FRANCESCO di Asola , medico , filosofo e lelte.
rato del secolo XVI. Scrisse : Apologia adversus aliquot
Donati Mutii in Hipocratem et Galenum convitia . Al.
tra: De secanda vena in praegnantibus, Epistola .
• Terza : De causis pestilentiae , Venetiis 1556 in 4 .°
BONARDI DIOMEDE , esercente la medicina in Brescia nel
e ne stampò nel 1490 le seguenti : Galieni pergamen
sis opera edita studio Diomede Bonardi phisico Bri
xiensis.
BONDIOLI GIUSEPPE di Saló . Ha un trattato sopra leHowrferite
oi
in generale , e diverse memorie di pratica chirurgiaa .. I
BONDONI S. P. medico -condotto in Bogliacco. Fece inserire
nell' opera del Roncalli unamemoria che trattava della
Nosomatologia e della Terapia de'morbi dominanti
nella Benacense riviera .
BONELLI ALESSANDRO medico - pralico in Brescia , socio
della bresciana accademia e di quella di Venezia . Dopo
aver per alcuni anni ( laureato che fu in Padova )
insegnato filosofia nelle patrie scuole si ridusse alla
beata quiele domestica ed agli ufficii delmedico mi.
nistero. Nell' anno primo dell' istituzione del patrio
Aleneo vi lesse le seguenti memorie : Sui motivi che
hanno rilardato i progressi delle mediche scienze –
Sulla sanguina circolazione e sui scopritori della
medesima – Analisi della dottrina Browniana , in
188
risposta alle critiche del dottor Mocini di Lonato .
Questa gli meritò encomii de' celebrati maestri ed il
diploma della veneta società , il quale essendo esteso
da un Aglietti mi compiaccio di trascriverlo . » La so
cietà di medicina in Venezia desiderosa di riunirsi
ip fratellevole corrispondenza coi professori di medi.
cina più riputati dello stalo , coll' oggetto di rivol.
gere e di concentrare allo scopo unico di utilità e di
opor pazionale gli sludj e le cognizioni di tutte, ha
col consenso unanime de' suoi membri qui residenti
elello V . S . in sucio corrispondente . -
Spera la società che accogliendo voi in buona parle
questo pop equivoco testimonio della sua estimazione
ch ' ella vi porge , vorrete altresì concorrere coi vostri
studj e colle vostre applicazioni al più pronto e fa .
cile adempimento di quel piapo ch ' ella si è proposto ,
e ch ' è unicamente diretto all' incremento ed alla glo .
ria della medicina nazionale. -
BONO BERNARDO , professore , medico attuale del nostro mag
giore ospedale, e dell' accademia di agraria e di fisicą
membro; uegli alti della quale si leggono gli estratti delle
seguenti memorie : Relatio excerpta ex literis de quo:
dam aegrolo singulis paroxismis sanguinem loco urie
nae excernente Singolar. Visionem depravatam ,
et vitae prolungationem per respirationem alterati
deris - De scorbulo nostrarum regionum advena
exotico, observaliones - De respiratione secundum
exoticorum mentem sermo abortivus. .
BRESCIANI DOMENICO salodiense, chirurgo e membro del ,
l'accademia di scienze , lettere ed arti del diparti.
mento del Mella. Non si occupò che di letterarj ar.
gomenti, specialmente pel teatro,
BRESCIANO GIROLAMO. Fatti i suoi primi sludj in Saló ,
sua patria , procedette a Padova i medici - Nell' ac.
cademia benacense fiorente del secolo XVI lesse olire
diverse memorie di letterario argomento, le seguenti:
Nova medicina , in qua mullorum errores in hac
praestantissima facullale delegunlur - Phisiologiae
189
lib . 11 quibus naturae miracula miro ordine et doce
trina explicantur. . .
BUCCIO CARLO . Bagolino, nella Valsabbia , lo vide a nascere
11 17 dicembre 1941; ebbe i primi erudimenti nelle
lettere in Brescia dai padri somaschi , e l' onore della
laurea in medicina dell' antica scuola patavina. Col.
tivo con massimo trasporto la matematica e la fisica,
e massimamente la parte 'migliore della medesima,
l' elettricità . Con questa tentò di voler spiegare il più
grande arcano della natura , il più celato, il più stu .
diato e che fu sorgente di tante ipotesi, voglio dire
quello della generazione. Anche nell' altro scritto che
stampò sulla malattia appartenente più alla teologia
che alla nostra scienza , degli ossessi, voleva che il
diavolo di cui si credevano invasi non fosse che fluido
elettrico .
Nell' archivio del bresciano Ateneo trovansi le se.
guenti memorie , alcune manoscriite , altre stampate ,
delle quali ne diede conto ne' Commentarii il chia .
rissimo abate Bianchi, segretario del medesimo e mae.
stro nostro desideratissimo: Lettere demologiche -
Sugli agenti della vegetazione , inscritta negli appali
del benemerito Filippo Re. — Esame critico sul sistema
medico di Brown - Sulla predizione deiterremoti —
Sulla nobiltà dell'agricoltura s Osservazioni sulla
coltura e sull' uso del grano -turco - Origine e ca.
ratteri della pellagra e mezzi per estirparla - Sulla
perfeltibilità della medicina - La medicina è un 'arte
puramente congetturale – Sull' influenza dell'elete
tricità nella vegetazione - Sulla riproduzione degli
animali e parlicolarmente dell' uomo - Dell' uso me.
dico dell' elellricilà e del galvanismo - Sul freddo
c sulle variazioni baromelriche. Dopo si ritirò nella
terra di Concesio , nella quale mori.
CALEGARI STEFANO di Carpenedolo ,medico-pratico e scrit.
lore. Di tutto quello che si occupò non abbiamo alle
stampe che tre epistole inserite nell' opera Roncalliana
col sitolo : Consulti medici - Del danno che eagio.
190
nano le' paludi cogli effluvii - De motu cordis et
meningium - Sull' innesto del vajuolo . . i
CALZA VEGLIA Nob. VINCENZO , dottore collegiato . Fu que
gli che confutò i medici Valdagno e Donzellini sul.
l' uso della triaca nelle febbri pestilenziali. Vedi
l' elogio del Donzellini.
CAPREDONI ERCOLE, il critico del sopra nominalo Antenori.
Stampò : La verità smascherata contro A. 4 . intorno
: alla cura delle ferite di bresciano caval. – L ' inno
cenza trionfante , apologia prima - La verilà trion
fante , apologia seconda ; senza nome di stampatore.
CASALI VINCENZO da Brescia. Fu allievo del Da -Monte,
veronese , il primo professore alla clinica dell' I. R .
Università di Padova , della quale il nostro concit.
tadino stampò a Parigi la storia , un cento e più
anni prima di quella De la Boe.
CASTELLANI prof. GAETANO . Diede opera agli studi di me.
dicina dell' università di Bologna ove palesò un in
gegno assai pronto a progredire in ogni ramo di co .
gnizioni. Ma chiamato dalla fama e dalla dottrina
dell' illustre Nannoni a Firenze ( la città jutellettuale ,
le Psiche del medio evo , cara al cuore ed alla ima.
ginazione ) ivi fu addottorato in ambo le scienze e si
lodò dell' amicizia del maestro , la quale essendo nala
in animi gentili e colti sempre continuò. Dopo aver
intrapreso per acquistar maggior esperienza varj viaggi
per l' Italia e Francia , si coodusse finalmente a Bre
scia ove introdusse una nuova chirurgia , formando
una puova epoca alla medesima.Nominalo chirurgo pri
nrario nello spedale maggiore ebbe a lottare fortemente
contro i pregiudizi sanzionati dall'ignoranza risguar.
danle la chirurgia di que' tempi, col riformare i chi.
rurgici apparati e col diminuire e semplificare la fa.
ragine de' rimedj adoperati nel nosocomio. Richiamò
i suoi colleghi allo studio della guida delle mediche
scienze , l' anatomia, ed amalgamando la medicina alla
chirurgia ( dell' imporlanza della quale sivede al pre
sente sulle università ) lesse una memoria all' acca.
191
demia , della quale era censore, indicando la maniera
di applicare i sistemi medici ai chirurgici, massima.
mente il browniano, come faceva uno Scarpa ed un
Monteggia , ed i metodi più semplici per operare. Con
altro scrillo insegnò pure quali studj erano pecessarj
a sapersi a chi vuol essere esperlo e dotto chirurgo .
Instituite anche fra poi le scuole ad uso università
veone eletto clinico-operatore ed a professore di ana
tomia umana , ne' quali ufficj procacciossi molto onore
e profitto agli alunni. Tradusse e commentò l' opera
analomica di L . Caldani , facendola servire di testo
agli sludiosi, unendovi le proprie osservazioni. Voltò in
italiano il Trattato delle malattie degli occhi del prof.
Tannin arricchendola di molte correzioni ed aggiunte .
Mandò memorie in dono alle socielà scientifiche di
Firenze , Bologna e Venezia , delle quali era socio cor.
rispondente , ed articoli onde accrescere la messe ai
giornalisti. — Interessantissimo è l' opuscolo che fece
di pubblico diritto : Sull' abuso di seppellire i morti
in citlà, dal cui danno fu conosciuta la necessità nell'anno
1810 di erigere cimiteri fuori dell' abitato , onde non
infettare l' aria delle mefitiche esalazioni de' corpi pu .
trefatti. - Fu in appresso preside della commissione
sanitaria provinciale .
Mozi pieno di anni e dimeriti l'anno 1823, e venne
sepolio in uno de' colombaj nella popolata città degli
esiinti , dove la seguente iscrizione Morcelliana ri.
corda a' posteri la sua memoria e quanto ei fu .
CASTELLANI
KAIET
IACOB
ANVS
BRTX.F
CVRRICVL
STVDIOR
ACADEM
EXEGIT
BONON
LAVDE
CELEB
FLOR
ITAL
QVI
CVM
ETIN.·•
INSTITVTORIBVS
MASCANIO
NANNONI
ATQVE
VV
CC.·
FREQVENT
EXERCEND
NOSOCON
LAVREA
CAVSSA
DONAT
GALL
ITAL
ART
SVÆ
ACIN.:·,
SAPIENTERQVE
HVMANITER
COLVIT
CLINIC.
OPORTVNVM
AMPLIFIC
PERFIC
ART
ETIN.
NOVISSIME
INVENT
QVIDQVID
PATRIA
REDVX
NOSOCOMIVM
INVEXIT
BRIX
IN.
SVSPEXERUNT
PATRIA
SENSIT
CIVES
CVIVS.IN.
SOLLERT
CONSIL,
SVMPTIBVS.
COERCEND
PRÆPOSIT
PROVINC
DOCTOR
TVEND
DEGVR
SANIT
LICEI
PER
AC.R·
MVNERIBVS
OMNIBVS
INTEGRE
FVNCT
US.
COOPTATVS
MERITVS
SCRIPTIS
DOCTOR
LAVDES
ATQVE
MVLTA
INVENT
COLLEG
SAPIEN
ITAL
PER
IN•.,
AMOENITATE
PROBATIS
INTEGRIT
CHARVS
MORVM
APPRIM
CIVIB
ANIM
AC.,
MDCCCXXIII
DECESS
AETAT
LXXUI
MAII
PACE
NON
SVÆ
AN
IN.·
COEMETERIO
SEPVLTVS
SVADENTE
EXTRVCTO
PATRIÆ
CHAR
IPSO
HOC
ESTIN.·,
MORTVVS
SERVAVIT
INCOLVM
INFICER
VIVVS
Qvos
NE.
DESIDERATISSIMO
BENEFACT
HEREDES
TITVLO
VANAM
CVM.
GRATI
ANIMI
SENSV
PP.,
193
CATTANEO GIAMMARIA di Salò,medico-pratico in Venezia,
indi archiairo all' I. R . Corte di Vienna, dalla quale
venne fatto cavaliere. Scrisse e stampò deila malattia
del re d ' Ungheria , ' e sopra diversi altri argomenti
scientifici e letterarj, che conservansimanoscritti presso
i congiunti. Mori nell' anno 1531.
CAVALLI FRANCESCO , lettore alla cattedra di medicina in
Padova, prima che questa università venisse chiusa
durante la guerra di Cambrai. Grande conoscitore di
lingue esotiche e dell'astrologia giudiziaria secondo i
pensamenti di Pietro d 'Abano. Vedi Manuzio e Tira
boschi. Nei consiglj di Antonio Germisone trovasi
l'unica memoria intitolata : De animali theriacam ,
iudicando la formazione di quell' antico rimedio .
CICOGNINI GIULIO , medico .condotto in Pontevico e socio
dell' accademia Mazzuchelli , nella quale lesse : Dela
l'epidemia bovina, istoria , parere e rimedj, stampata
poi dal Sabio in Brescia nel 1747. . .
COMINCIOLI GIACOMO da Gargnano, riviera benacense . Com .
pito l' accademico arringo si portò a Milano alla di.
sciplina dell' insigne medico Alessandro Sacco, leto .
tore di anatomia in quel grande spedale. Ripatriato;
ebbe la condotta medica del suo paese. Nell' anno 1734
morì dopo aver failo stampare in Venezia : Phlebolo .
miae usus, et abusus, nec non remedia ministrandi
ratio ad examinis lancem revocata --- Epislolae quae
dam medica-theoretico -praticae : in Trento 1717.
COMPARONI di Vestone, Valsabbia, lo storico del suo paese.
Il di lui figlio Giacomo, socio degli atenei di Brescia
e di Salò compose : Meditazioni teorico-pratiche sopra
la nuova dottrina di Brown - Due disserlazioni so
pra il modo di aumentare il bestiame nelle nostre
conlrade e particolarmente i bovi e le pecore - - Della
elettricità animale - Sopra il freddo preso per la
sola privazione del calorico - Sopra gli effetti del
caldo e del freddo sui corpi animati.
CONFORTI GIROLAMO , medico superiore al suo tempo, pro
fessò medicina in patria con italica fama. Fu medico
13
194
sonsulente dei duchi farnesi ; non scrisse che gul
vino : De vino mordaci. Brescia 1570.
. . CORNALBA MATTIA . Nacque in Chiari nell' anno 1683 ai
7 di novembre, figlio unico della sua famiglia. Venne
educato uelle umane lettere da un suo zio religioso e
nella filosofia nel seminario di Bergamo; a Padova
ottenne la laurea pelle scienze filosofiche e mediche, Re.
duce fra ' suoi ebbe la condotta del coinune di Rodiano,
villaggio poco distante da Chiari. - Non si dilettò che
a scrivere poesia , come si legge nelle raccolte stam .
pate in pubblici eventi e per domestiche circostanze.
CURZIO NICOLO ', pubblico precettore io Padova. Vende eletto
pochi anni dopo il Donzellini , sebbene da nessun
scrittore bresciano sia nominato. Il Vanderliniler vei
suoi scritti medici fa cendo del suo metodo nell' arte
di guarire , e nella biblioteca del Possevini si trova
stampalo il Metodo di consultare , dettalo quando
istruiva dalla cattedra , del quale il raccoglitore ne
parla con molta stima. Il trattato sui medicamenti lie
nitivi e purganti fu stampato in Ghissa per cura di
Gio. Tessen nel 1614 . La sua cattedra durò cinque
lustri, e mori nel 1576 .
DELFRATE GIULIO di Calvisano , professore emerito di me.
dicina pratica degli spedali di Brescia, morlo d 'apo.
plessia il giorno 28 febbrajo 1839.
DUSINI LODOVICO di Rovato , medico erudito , professore
di clinica in patria , socio dell' accademia ecc.
Non di rado uomini di sommo sapere, di esemplari
costumi,e di una vita tutla impiegata all’egra umanità ,
scendono quasi inosservati nella tomba, senza che nè
di fiori nè di pianto si consoli , nè una penna consacri
uno scritto alla loro memoria ; così avvenne del Du
sini. – Nato in questa terra beata per aver dato la
culla al Raffael Bresciano ( il Morello ) , al teologo
Taglielli, allo storico Cozzandi, ailetterati Lazzaroni,
ai medici Bettera e Guadagni, si trasferi alla città
.. . ove venue educato dai figli dell'Ojola . In Paduva ed in
: : . Bulogua studiò la medicina. Ritornato dagli sludj lissò
195
stanza in Brescia. Ecco quanto disse di lui il padre
Guzzago. » Il solo nome del prof. Desini bastar po.
trebbe per un elogio , nè certo si può imprendere a raš
gionare delle sue mediche cure senza seritirsi come
preso da quella riverenza che a tanto uomo è do.
vuta . Oltre alla maravigliosa upione di tutte le so .
ciali virtù da rendersi da tutti desiderato , egli era di
acuto ingeguo e desideroso delle piis severe e nobili
discipline. Ma lo studio nel quale si qualificò si è
l' arte salutare da lui esercitata con tal fama da ga.
reggiare coi più valenti professori del suo tempo » .
Benemerito col sostenere con molto zelo la pubblica
istruzione a vantaggio della gioventù , col promuovere
fra poi ogni sorta di letteratura , ed in particolare per
essersi prestato con tutto sapere alla direzione degli
spedali, nulla omettendo per compire e per volgere a
comune utilità i suoi studj. Mori improvvisamente
il 27 gennajó 1806 con lutto universale , e nella chiesa
delle scuole dipartimentali ebbe solenni esequie ed
onorato avello .
EMILI Nob. MARCANTONIO , professore di medicina e ver .
satissimo in altri stud; sì filosofici che letterarj. Vedi
Roncalli ed il suo elogio .
FABENI LELIO , già medico -attuale dell'ospitale di Chiari. I
medici clarensi ebbero fama come i letterati descritti
parlando delle accademie . Cominciamo col nominare
un Bajetto (oltre quelli notati in apposito articolo ) che
fioriva nel 1500 : Un Martinengo , archiatro del duca
Ubaldo II di Urbino: Un Ronco filosofo e medico che
pubblicò nell' anno 1600 : Sinedrio psel dicatico , ovo
vero Collegio de'Medicastri. I professori De Rociis ,
- l' accademico Sbardolini, e l' esperlo e dolto chirurgo
Migliavacca che scrisse operette di molto merito :
D ' una disfagia Esofagea - Sopra le rotture incom .
plete della corda magna ; ipventò anche un nuovo
metodo per la cura della fistola lacrimale , e resesi
oltremodo benemerito colla dissertazione che pub .
. blicò contro labuso delle nutrici mercenárie : --- Ma
196
al tempo però che il Fabeni si stabili in Chiari la
medicina non si praticava secondo gli ammaestramenti
delle università , giacchè confessa ya ch ' era ridotta a
misero stato. Coi risultati ollenuti in quell'ospedale
nell' anno 1811 fece conoscere aimedici vece bj la ri.
forma della medica scienza , mercè i lavori di sommi
italiani, e specialmente dell' immortale Rasori. I pra.
tici Basetti e Salvetti cooperarono essi pure al rislau .
ramento della nuova medicina in quel paese.
FENAROLI CARLO , fratello del vivente venerando ponagenario
Ginmbattista professore emerito di chirurgia dei patrii
ospedali. Percorsi ch ' ebbe il Carlo gli studj letterarj
in un collegio a Firenze, si iniziò ne'medici, uelle
bresciane scuole, ed a Padova sotto gli auspicii d ' in.
signi precettori venue laureato . lo Brescia pratico
l' arle nelle sale del maggiore ospedale dirette dal
medico-pratico Bono. Fu per undici lustri in condotta
al suo paese di Gussago ed a Cellalica , indizio certo
che alla somina perizia dell' arte associava ancbe le
doti del cuore .
FERRARI OGNIBENE, medico collegiato e pratico valente nel
secolo XVI. Scrisse sopra Ipocrale : De regulis me.
dicinae - De arte medica infantium , lib . IV . - De
aphorismismorum particulae, lib . lres; io Brescia nel.
l' anno 1577.
GABRIELE da Brescia, cosi appellato delle sue opere , medico
pratico di grido in Venezia durante il quindicesimo
secolo .
GALLO ANDREA , lenuto da alcuni scrittori per tridentino ,ma
il Cozzandi e Roncalli affermano che è bresciano . Fu
archiatro dell' arciduca d' Austria del secolo sestode.
cimo. Pubblicò in Brescia ed in Lipsia : Fascis de
peste et perineomoniae pestilentiali cum sputo sangui.
nis , feb. pestilentialis elc . - Consilia medica 1601.
GALLUCCI GIAMPAOLO di Salò , accademico unanime e cou.
corde ed uno de' fondatori della seconda accademia di
Venezia instituita li 21 giugno 1593. Oltre l' essere
molto versato nella medica scienza lo era moltissimo
197
anche nell' astronomia , cosmografia e cronologia, come
ne fanno non dubbia testimonianza i varj trattati
che stampò in Venezia.
GALLUZZI, medico salodiense. Nell' anno 1488 ; al dire del.
l' Alidosi nella sua storia della pontificia università
di Bologna, leggeva medicina in quella scuola , ed era
rettore magnifico degli scolari oltramontani. .
GLISENTI ANTONIO di Vestone, medico e paturalista,morto
Dell' anno 1576 . In Venezia diede alle stampe: Trat
· tato del reggimento del vivere, e delle cose necessarie
per conservarst sani nei tempi pestilenziali - Il some
mario delle cose che dispongono i corpi a patire la
corruzione pestilenziale.
GRAZIOLI ANDREA di Toscolano, medico di alta ed italica
riputazione. Brunati nel suo dizionarietto degli uo.
mini illustri della riviera, cosi si esprime all' articolo
di questo professore. » Studiò in Padova nella filo
sofia e nella scienza medica , e ottenutane la laurea
quivi vi tenne pratica della medesima.Nel 1553 però
egli se ne era già partito, anzi medicava in Desenzano,
come nara egli stesso , e poi non so quanto dopo, nel
mantovano per cinque anni. Nell'anno 1567 egli si
ridusse puovamente in Desenzano, chiamatovi a curare
la pestilenza delle pelecchie ivi allora dominante: pel
che egli e messer Pietro Giudici chirurgo, riuscirono
così felicemente , che mercè la cura e diligenza loro ,
quella passò con poca mortalità di popolo, comenarra
il Grataroli. Dopo la dimora di qualche anno fatla in
Desenzano anche dopo la fine di quel morbo, il Gra
zioli fu medico a Montagoana, dove egli compose poi
e diede alla luce il suo discorso della peste , che gli
portò tanta fama e lo mostra doltissimo e sapien
tissimo dell' arte medica . Essa contiene utilissimespe.
culazioni intorno la natura , le cagioni e la curazione
della peste , con un catalogo di tutte le pestilenze più
notabili de' passati tempi» . Del merito di quest'opera,
cosi ragiona il chiarissimo dott. Francesco Zane di
Salò in una sua Accademica lezione manoscritta
198
Riguardo il merito intrinseco vi spiega una scelta ed
assai vasta erudizione nel chiamare ad esame tutte le
opinioni allora dominanti intorno a tale argomento ;
ragiona con molta profondità ed assennatezza intorno
alle cause che possono aver dato origine a quella epi.
demia : e ciò ch ' è più assai da stimarsi , propone un
assai ragionato metodo di cura, In effetto trattava egli
quella sua peste , che già non doveva per avventura
essere altro che un vero tifo petecchiale quasi nel
modo istesso che si tratterebbe attualmente dai mi.
gliori nostri medici un' eguale malattia. Il salasso fatto
con mano prudente e nel principio del male , massi.
me nei soggetti di temperamento sanguino , ed i de.
primenti tolti dalla classe dei più blaodi purgativi
erano i suoi prediletti rimedj. Egli non ristelte dal
ricorrere al salasso , malgrado , per quanto asserisce ,
vi si mostrasse contrario il gran Fracastoro , che fu
da lui più volte consultato intorno a lale malattia .
Non manca per altro di tributare nel resto a quel
l' uomo sommo le dovute lodi. Che poi il Graziolo ab.
bia seguito nella cura delle febbri che allora domina.
vano in Desenzano, i migliori precetti dell' arte sep .
pure non si deve anzi dirlo autore di molti , lo si
può argomentare anche dall' esito di che si è detto di
sopra sulla narrazione del Gralarolo. » Altro merito
daremo al nostro clinico d' essere stalo il primo a
prescrivere i lazzaretti.
Si occupò anche il Graziolo delle opere di Avicenna,
fatica improba, sebbene in queste sue ioterpretazioni
del medico arabo si trovano disposte in miglior or.
dine , espresse con molta più eleganza di latività e
più conformi al testo originale, che non lo furono per
Jo avanti, senza però avere la speranza che alcuno
si metla a studiarle. Le opere di Avicenna , dice lo
Sprengel, non potevano aver soga che nei secoli della
più caliginosa barbarie , non in quelli della lor
: rente greca medicina pe fra le moderne ingentilite ua,
zioni.
- 199
GUADAGNI GIANFRANCESCO. Pece un brillantissimo corso
di studj nell' università di Bologna solto ai celebrati
professori Galeazzi e Beccari.Ivi ancora giovanetto si
distinse nella fisica esperimentale e nelle matematiche.
Ricevuta la laurea si trasferi a Padova alla scuola del
Vallisnieri, di poi a Roma, « Napoli, a Firenze ed a
Torino; e conversando colle società dei dotti di quelle
capitali, acquistò un buon corredo di cognizioni. Ebbe
molto genio per le belle lettere , ed è stato membro
dell'adunanza Mazzuchelli ed accademico erraple. Lesse
in queste accademie le seguenti dissertazioni, le quali
videro poi la luce alcuni appi dopo in un volume
assieme agli atti dell' accadeinia : Sopra i diversi sio
stemi delmondo — Sulle aurore boreali - Riflessioni
intorno all'ulililà dell' inneslo – Istoria e diario dela
l'innesto del vnjuolo . Morte lo tolse dell'età di no.
vant' anni in Brescia nel 1794.
LANCETTA TROILO di Maderno, conte del romano impero,
creato da Ferdinando re de' romani, fu medico cele .
bre in Venezia , dove anche, secondo la narrazione di
alcuni storici, curò la pestilenza del 1630, della quale
poi ragionò in un suo libro . É questo ed altri di me.
diche dottripe e di altro genere diede alle slampe tutti
scritti in pessimo stile, ma importanti per la scienza,
specialmente riguardata nel tempo in cui fioriva l'ag
tore: Della pestilenza comune a'bruti e del contagio
mortale dell' uomo, con dialogo attinente alla missione
del sangue al taglio della vena. Cou alıro dialogo parla
del finimento naturale del contagio ; di quest' ultima ne
parla anche Haller : Raccolta medica ed astrologica ,
divisa in due discorsi : 1.° per ippocrate contro Ga
lero : Dellabuso comune di cavar sangue col salasso
alle febbri — 2.° Ippocrate ed Aristotile contro gli
astrologi giudiciarj in generale come per uso di me.
dicina .
LOCATELLI GIACOMO nalo in Cannelo , in allora diocesi
bresciana, fu educato nelle umane lettere a Brescia,
ove dimora tutt' ora parte della sua famiglia . Fu ines
200
dico archiatro di Ferdinando arciduca d'Austria a Mi.
lano, e da Napoleone vepre fatto cavaliere della co.
rona ferrea. Di questo insigne medico faremo upa bio .
grafia storico -critica a parte quando siavranno raccolte
maggiori notizie .
MACERANI POMPEO , pub . ord . precettore in Padova nel .
l'anno 1544. L' elenco de' bresciani professori a quella
scuola si accrescerebbe di molti nomise volessimo re .
gistrare tutti gli altri che sono stati promossi a cat.
tedre di minore rilievo. Tale era quella dove si spie
gava il terzo libro del canone di Avicenna , in cui
lessero Marco Frascati del 1525 , Valentino Peschiera
del 1529 , Mario Bossi nel 1530 , Paolo Giugni nel
1531, Roberto Robertini nel 1541, G . Vacchelli nel
1542 , Scipione Carli nel 1556 , Alvise Bellacati ecc.
Di quanta poca importanza fosse questa calledra si è
lecito argomentarlo dall' onorario che le era ingiunto
che non oltrapassava talvolta i 10 fiorini all'annoll
Il governo d'allora la risguardava come una scuola
di addestramento per formare medici sagaci ad occu.
pare cattedre più sublimi.
MALVEZZI Nob. GIACOMO , dottore collegiato di medicina,
Nell' anno 1412 fuggi da vile dalla patria perchè quivi
infieriva la peste. Fu il priino bresciano ad occuparsi
d'una storia municipale , e la sua cronaca è ripor.
tala dal Muralori nella sua opera : Dell' Italiana leto
teratura .
MARENDA GIAMPIETRO , professore in Padova e medico
consulente della corte austriaca. Pubblico: Evacuandi
ratio tribus in libris luculenter perslicta - Consilia
medica etc.
MARTINENGO CELSO da Chiari, medico laureato dalla scuola
di Pavia , nella quale fu anche uno de' rettori della
medesima. Iudi recatosi dinuovo in palria vi esercito
la scienza per molti anni. Ecco come scrisse di lui il
Cozzandinella sua libreria bresciana. - Il Martinengo
fu medico di chiarissima fama, di rara e squisita virtù,
fu chiamato da Guido Ubaldo II duca d' Urbino alla
201
sua cura, e lo servi fedelmentemolti anni. Sulla sua
tomba leggesi:
CELSO .MARTINENGO . PHISICO
PRESTANTISSIMO
OVI . XIX . ETATIS . SVÆ . ANNO
RECTORIS . TICINENSIS . GYMNASII
INSIGNIA · CONSECVTVS . DEINDE . IN
PATRIA . AD . XXXX . VSQVE
MEDICINAM . EXERCENS . OBIIT.
Non scrisse di medicina che il seguente trattato: De
praevidentis morborum eventibus, lib. tres , dedicato .
al duca di Savoja suo mecenale.
MAȘINO GIAMBATTISTA . Il Roncalli nella Europea medi.
cina, ed il Brocchi nella Relazione accademica del.
i l' anno 1812 così parlano di questo dolto medico.
Nacque nel 1677 in Brescia, nella quale ebbe l' edu .
cazione alla scuola di G . Bornati a quel tempo in
gran fama. Nell'università di Padova studiò le mee
diche scienze , e venne alle medesime laureato . In
Brescia oltre all' esercizio pratico della medicina si
occupava anche a dare lezioni di matematica fino a
che venne chiamato ad insegnar l'arte medica nelle
scuole medesime ove era stato studente. Egli seguiva
i sistemi predominanti del suo secolo, ed erano quelli
di Borelli e di Bellini, Jatro-meccanici, come ne fanno
conoscere le sue opere stain pate : La meccanica delle
malattie de' solidi, dedotta dal moto del sangue
Istituzioni medico -meccaniche, nelle quali spiega le
funzioni dell' organismo si in istato sano che niorboso
é gli effetti dei varj farmaci , e della diversa figura
delle molecole costituenti – Sulla respirazione del
feto nell'utero malerno - Congetture fisico-mecca
niche intorno la figura delle particelle componenti il
ferro , edite in Brescia nel 1714 - È quest' ultima
la più ragguardevole produzione del Masino, benchè
- quasi negletta e dissimulata dagli stranieri. Fa cono.
202

scere la facoltà che ha il ferro a cristallizzarsi io ofe


tadri e in piramidi quadrangolari al lato del raf
freddamento dopo la fusione. Tale scoperta vedne selle
anni dopo attribuita al mineralogico Grignon , sebbene
il padre Della Torre della sua opera di fisica ne ab .
bia a tempo parlato. Vedi la memoria del dott. Uberti,
nella quale parlando del toscano Bellini fa un cendo
anche del Masino bresciano.
MEDAGLIA ANTONIO , padre della famosa poetessa Diamante,
dottore jo Medicina e medico-condotto in Castrezzato ,
ove otiende nome di pratico eccellentissimo. Mori in
dettá terra nell' anno 1756 . Non stampò che poesie.
MEDICI Nob . GIORGIO , medico- condotto in Rovere, Valle
Camonica , morto nel 1645. Scrisse : Prognosticus me
dicinale in annum 1642 - Institutionis medicae in
qua politicae ad medicinalia continentur.
MERCHI PIETRO . Esercitò in Brescia , súa patria , l' arte
salutare con gloria pei felicissimi esiti delle sue cure.
Viaggiò in Francia ed in Inghilterra , e fu uomo di
filantropia. Mori ai 12 gennajo al principio di questo
secolo, dopo aver pubblicato la memoria : Sull'origine
e sulla cura della gota , con una fisica educazione
per togliere le ereditarie disposizioni nei bambini.
Tale opera con sommo dispiacere dello scrivente don
si potè mai avere onde farne un ' analisi a vantaggio
degli affetti di questo incurabile morbo.
MOCINI GIUSEPPE, fratello del benemerito segretario del bre .
sciano municipio , pacque in Odolo , paese della Val.
sabbia, fu laureato a Padova , poscia medico a Lonato ,
ove sosteune anche civili magistrature , e dove poi
mori. Fu grande partigiano della dottrina Browniana,
come appalesò delle epistole indiritte al Buccio , al
Bonelli ed allo Strambio, ed inserite nel Giornale della
più recente letteratura medico - chirurgica europ. che
si stampava in Milano nello scorso secolo.
MONDELLA LUIGI , figlio di un' antica patrizia famiglia del
postro paese , che tutt' ora esiste. Fu uno , al dire
203
de' suoi elogisti , de' più eruditi ingegni che fiorissero
nel tenebroso seicento . Era professore di medicina e
di botanica in Padova con grido europeo e prefetto
al giardino delle piante. Oltre l'essere grande scien .
tifico , fu bibliografo , letterato ed instancabile compi.
latore degli antichi greci e lativi medici e botanici ,
richiamando la gioventù allo studio di que' veperandi
maestri. Ristabilitosi in patria ja vecchia età institui
nella propria casa una società ove si radunavano i dotti
in serali conversazioni, discutendo scientifici e lette .
rarj argomenti. Oltre alle opere qui sotto menzionate
scrisse anche la biografia di alcuni bresciani medici ,
e fra questi quella d' un Feroldo, d'un Borella , d'un
Mercantone e d' un Carenzone, de' quali ne parla an.
che il Rossi. A Basilea fece imprimere nell' anno 1543,
due lustri prima della sua morte, le seguenti produ .
zioni: Epistolae medicinales - Dialoghi medicinales
cum epistolae - Theatrum universaemedicinae aGaleno
diffusae sparsimque traditae promtuarium quo vel ina
dicis loco in omnes Galeni lib ., vel locorum commu
nium instar in re medica leclor ulitur. - Problemala .
,Opera omnia cun autoris vita , cura etc . - Trata
tato delle pietre preziose.
MORETTI ANDREA , laureato in medicina pella cesarea uni.
versità patayina , dove fu poi profess. di matematica
mista per diversi anni. In patria fu membro dell'aco
cademia degli Erranti nell'anno 1661.
MORETTI MATTEO , antico ed unico bresciano, professore di
medicina della pontificia università di Bologna. Scrisse
Introductorium Alchabiti ad scientiam judicialem astro
nom . emendatum per eximium artium etmedicin . docto .
rem D . M . M . Moretum de Brixia , Bononiae legentur
anno Domini 1473.
MOSTI GIAMBATTISTA ,morlo in Brescia ai 13 febbrajo 1819
da un accesso apopletico . Allievo dei principj dell' im .
mortale Boudelocque il Mosti fu uno de' più grandi
ostetrici del regno ed il primo della nostra provincia ,
Dettava questa scienza nel bresciano archiginnasio ai
204
chirurghi ed alle mamamane nazionali e forestieri. Non
slampò che dei discorsi inaugurali, negli anpi 1798,
1799 e 1800, nei quali trovasi molta medica erudi.
zione e bellezze estetiche. Superiore alla sua faina, fu
di alti pensamenti, grave, instancabile nel proprio mi.
uistero, facile e dolce con chi lo trattaya. Uomo d'onore,
buon cittadino in tutti i tempi percorse tranquilla
mente la sua vita e cara riuscirà sempre la sua mer
moria.
· NICOLINI GIO . BATTISTA salodiense viveva del secolo
XVI. Fece stampare a Venezia coi tipi del Junta
le segueoti dissertazioni: Expositiones in Hippocratis
aphorismos, pronosticae, regimen , Isag. elc . Expo.
siliones Taddei in sublimissimum Joanitii Isagogico .
rum libellum .
OCCHI-RIZETTI GIROLAMO, medico ebenemerentissimo del.
l' umanità nella pestilenza dell'anno 1630 , nella quale
al dire dello storico Rossi , ne morirono 17 mila in
Brescia . Pubblicò: De pestilentibus ac venenosis mor.
bis , lib . IV . - De febribus malignis vulgaribus –
De febribus , lib . III. His tria accesere paradoxa et
demum lib. de umoribus.
OLMO Nob. GIANFRANCESCO , dottore in filosofia ed in me
dicina , medico consulente di diversi principi ita
liani, dal librajo veneto Polo fece stampare : De iis
quae in medicina agunt ex totius substantiae proprie.
tate - De certa ratione indicandi, ex urinis lib. 4.
De occultis in re medica proprietatibus - Diversi
medici consigli – Alcune opere di letterario argo
mento, ecc.
PADOVANI conle BARTOLOMEO di Quiozano, medico - pra .
tico in Brescia , ricco di cognizioni mediche e zoolo
giche. Oltre a diverse memorie che lasciò mano.
scritte di medicina e di fisica , ridusse anche in
ordine alfabetico il libro del Rondelizio sugli ani.
mali acquatici. Esso ed il Cavalli furono gli unici
bresciani che degli scorsi secoli si occuparono della
zoologia.
205
PAGANI GIANGIROLAMO . Fu dottorato in medicina dalla
università di Padova, ed esercitò a Venezia l' arte con
plauso fino allo scioglimento di quella repubblica. Alle
mediche cure univa gli studj letterarj, storici e scien .
tifici, come lo provapo gli scritti stampati ed inediti.
Morì in Lonato, patria della sua famiglia , sul finire
di questo secolo.
PASINI ANTONIO , esercente la medicina in Salò, dove fu an
che preside dell' accademia appellata de' Concordi.
Fu dotto filologo, traduttor di greche opere , e com .
mendatore ai libri d ' Ippocrate e del Mattioli. Descrisse
la pianta degli Ermodatlili portala da Costantinopoli
in Italia da un Bailo della veneta repubblica.
PASINI BENEDETTO , medico del secolo sestodecimo, la cui
morte è stata compianta con una elegia latina da Pue
blio Fontana. Scrisse un opuscolo intitolato : De ace.
losa, Brixiae 1572, nella quale fa conoscere le medi.
che virtù di questo arbusto . Fu clinico accreditato, e
Massimiliano II lo chiamò presso lui onde farsi cú.
rare di una palpitazione di cuore che frequentemeute
lo assaliva ; malattia che doveva essere accompagnata
da sintomi singolari , avvegpachè ne pubblicò la sto.
ria nel 1573.
PATERNO BERNARDINO , l'uomo aldire del Brunacci il più
difettoso del mondo ; ma natura compensollo delle
tapte sue deformità del corpo colle più rare doti del.
l' ingegno. Seguendo l' arte del padre si dedicò allo
studio della medicina in Salò sua patria. Nella verde
età di anni 19 sostenne con plauso pubbliche tesi
nelle mediche scuole di Verona, di Venezia e di Pa.
dova ; in quest'ultima fu professore supplente dime.
tafisica. Pubblico diverse opere, fra le altre una assai
singolare, volendo provare che più convenga alla salute
umana cibarsi abbondantemente a cena che a pranzo ,
contro a quanto disse la scuola salernitana. In seguito
fu professore di medicina teorica a Pavia , a Pisa ed
a Moolereale. Visse qualche tempo a Roma agli sti.
perdj del cardinale Grimani fino a che dal venelo se .
206
Dato veone , chiamato a dettare medicina a Padova ,
nella quale città mori nell' anno 1592.
PATINA BENEDETTO , medico di professione, ed in pari tempo
di ogni bella letteratura adorno. Fu anch ' esso con
sulente alla imperiale corte di Vienna.
PEDRIONI DOMENICO . Nel paese di s. Gervasio al sud della
città venne alla luce li s ottobre 1759, e mori in Bre.
scia nel luglio 1837. Fece i suoi primi studj a Ve.
rola , e compi fra noi filosofia alla scuola dell' abate
G . B . Marini, pome chiaro e onorato abbastanza. Ini.
zialosi poscia nella analomia e chirurgia sotto al prof.
Castellani fino all' anno 1780 , portossi a Padova a
seu tire Caldani , Bonioli e Sografi , e da quella
universila veone in appresso con laurea licenzialo in
chirurgia. In Brescia ritornando fu fatto assistente
nell' ospedale al suo maestro, e dopo un novennio uus
minato a suo collega , occupando altro dipartimento
qual primario ; posto che occupò per quasi mezzo se .
colo , disimpeguando auche per diversi anni la direzione
del pio luogo con quelle doti che tanto lo distinsero .
Nell'agosto 1799 organizzato il patrio municipio , suc.
cessa che fu la rivoluzione e la sottrazione al veneto
giogo, il Pedrioni fu uno dei membri che lo corpo.
sero, ed ebbe dalla patria riconoscente , onorifici
attestati a compenso de' prestati servigi. Nell' anno
1800 riaperto il nostro ginnasio e liceo dipartimentale
fu elello precettore di istituzioni ed operazioni chirur
giche, ed in queste ebbe a segnalarsi, dimostrandosi in
sommo e felice operatore. Eretta nel 1802 una medica
delegazione sanitaria provinciale in custodia della
pubblica igiene, è stato delnumero de' scelti al trium :
virato che l'amministrarono. Socio attivo e censore
dell'Ateneo, anzi il Nestore dei fondatori del mede.
simo fu sempre dei più zelanti , anche grave d'anni
e di cure, a promuovere il suo incremento . Fece pur
parte d' altra bresciana società , ayeute per iscopo
santissimo di tutelare la sventura ; il nostro encomiato
ebbe la mansione di elemosiniere ; qual prova più
207
grande e più solenne di questa a caratterizzare il suo
bell' animo?....
RINALDINI Nob . ANGELO medico-pratico dello scorso secolo ,
ed appassionato cultore di botanica.
RINALDINI Nob. ANTONIO , prof. emerito di zooiatria , già
rellore magnifico e reggente la facoltà medico -chirur
gico -farmaceutica nell' I. R . Università di Padova.
La seguente iscrizione incisa sopra una lapide nel
chiostro di s. Ablonio di quella citlå servirà a farlo
maggiormente conoscere,

ANTONIO . DE . NOB. . RINALDINI


DOMO . BRIXIA
MEDICINÆ . DOCTORI
VETERINARIÆ . REI . QVAM . PERITISSIMO
PRIMVM . IN . HAC . VNIVERSITATE
PROFESSORI .
DEINDE , MULTOS . AN . . MEDIC. . COLLEGJ . PRAESIDIO
IN . GRAVITVS . EPIZZOZIS
GVBERNATORIBVS . IMPERI . CVIVSQ. . ACEPTISSIMO
PREMISQ . . PLVRIES . DONATO
CIVI , BENE . MERITI . DOLI . NESCIO
FIDE . PRVDENTIA . CONSTANZIA . EGREGIO
FORTISSIMO . BONORVM . VINDICI
PARENTI . INCOMPARABILI
QVI . SACRIS . PIENTISSIMO REFVTVS
DEC . . VII . K . . MAI . AN . .MDCCCXXXVIII .ÆT. .SVE . 95 .
SACCHETTI GIROLAMO , fratello d' altro medico , fiorenti
ambidue nel secolo sestodecimo , poeli e filosofi ipsi.
gai. Il doit. Girolamo scrisse e stampò di cose medi.
che e la traduzione d 'un ' opera d ' Ippocrale : della na
tura e virtù dei cibi, ponchè quella di Galeno che
parla del medesimo argomento .Dietro a queste pubblico
uo trattato sulla podagra e sull' artritide.
SALANDI FERDINANDO , nalo in Salò pel 1561, seguendo
l' arte del padre ch' era medico , studio medicina ed
i acquistossi nell' esercizio della medesima · faina di
208
buon pratico fino alla sua morte, vittima della peste
del 1630. Parlano di lui e Maffioli , e Coziandi, e
Calvi, e l' Eloy. Colle stampe fece di pubblico di.
rillo : Tractatus depurgativi et de lenitivi, secondo i
pensamenti di Galeno - Consilium de melancholia ,
catarro, salso , diminuila purgatione mensium , de vo
milu aliisque affectionibus praeter naturam in mulicre.
- Uo Trattato sopra i vermi, sulle cause, differente ,
pronostici e curazione. - Altro che contiene la regola
del ben vivere, che serve a qualunque brama di con .
servarsi sano e prolungare la vila al suo debito corso
naturale senza infermilà , stampate tutte a Veropa.
SCIIIANTARELLI GIUSEPPE, già chirurgo ordinario ed ocu
listico dell' ospedale femmineo. Nato da onesti pa.
repti in Asola ai 16 febbrajo 1777 venne dai propri
genitori mandato in un collegio a Verona onde essere
educato delle belle lettere e della filosofia. Nell' I. R .
scuola di Pavia percorse i medici - chirurgici studi
sotto il sommo pratico Tissot, e l' immortale A . Scar.
pa. Fu a Quinzano nel 1800, richiesto da quel comune
in soccorso in caso di epidemica malattia dominante
quella popolazione. In Brescia fu assistente nel sopra
nominato spedale, poscia pubblico ripetitore alle scuole
dipartimentali, indi primario in detto ospizio fino alla
nuova organizzazione dei pii luoghi. Il ramo della
chirurgica scienza che servi a diffondere il suo nome
pon solo nel nostro regnoma in molti paesi d ' Italia ,
fu l' oculistica , ed i giornali di questi resero i più
grandi encom ; al suo valore.
Non stampò che un ' epistola : Sullago della cate .
rala , che dedicò al conte Federico Fenaroli allora
preside del bresciano Ateneo. Lisuoi eredi gli eressero
un grandioso monumento con busto nel nostro cimi.
tero , e con iscrizione dettata d' aurea pevna.
SCO VOLO Nob . GIACOMO, professore in Padova, dove mori
nel 1776 . Esso venne nominato precettore in quell' ar
chiginnasio in età assai giovanile. Al dire del Faccio.
lati, che ne fa onoratissima menzione , ma non sap
20g
piamo se dettasse la parte teorica o la clinica . Stampo
sopra i morbi dominanti nella provincia di Padova.
SETTALA LODOVICO , medico -primario e direttore dell'ospi.
tale grande, del quale il Roncalli ne scrisse l'elogio.
Benemeritissimo della peste del 1630 , sulla quale
scrisse : Dei mezzi preservativi e curativi.
SIMONI BORTOLO . A questi si possono associare gli Avanzini,
i Chiari; i Ponlogli, ed il litotomista Seccafieni, ale
lievi tutti di chirurgia delle nostre scuole, ed eser.
centi l' arte in patria con fama puramente municipales
e che oltre la tomba non lasciarono alcuna loro ri
cordanza .
SOCIO N . salodiense , medico celeberrimo correndo il 1500.
Stette per molti anni in oriente onde conoscere il ca .
rattere della peste. Interpretò e tradusse le opere
degli arabi e degli egizj, che fece poi stampare a
Venezia.
SONCINI GIAMBATISTA .Noi possiamo asserire, dice Brocchi,
scia abbia tributato in ogni secolo professori di me.
dica facoltà alla palavina accademia . Nel 1634 fuvvi
il Soncini, di cui il Tommasini fa con poche parole
uno splendido elogio , e che alcuni anni dopo fu in .
vitato dal duca di Toscana a passare nella università
di Firenze .
TEDESCHI FRANCESCO di Brescia , allievo delle università di
Bologna e di Padova, passòmedico-condotto per diversi
anni a Rudiano ed a Calvisano, e non ritorno alla cillå
che ne' tempi rivoluzionarj. Veone fatto membro della
commissione del patrio governo , indimedico -direttore
de' nostri spedali. Di carattere fermo, giusto, impar:
ziale, senza baldanza e senza protocolli che disono .
rano il personale sanitario , confidente dei colleghidei
pio luogo e dai subalterni riverito ed amato, condusse
l' amministrazione degli ospedali per molti anni a
vantaggio grande di essa e della misera umanità .
TIBERINO GIAMBATTISTA originario di Chiari, dal qual
comune venne anche mantenuto a studiare medicina
14
210
a Pavia nell' anno 1468 , essendo egli di scarse for
tume. Esercitó la scienza quasi tutta la sua vita a
Trento , chiamatovi da Gio. Battista Sala podestà di
quella villa. Se vogliamo preslar fede al Moriani, slo .
rico di Trento , il bresciano medico godeva dupa
altissima riputazione come buon pratico , e come
scrittore.
TIRELLI MAURIZIO, medico di Desenzano. Studiò assaissimo,
dice il Cozzandidella bresciapa libreria, non so poi con
qual frutto ,pe’niedici arabi, ed esercitò la sua profese
sione in Venezia. Là diede in luce un'operetta nel 1630
di curioso argomento ; s' appella : De historia vini el
febrium lib . duo, quorum in primo agitur de vino
simpliciter ; in altero vero de febribus in vini gratiam
demonstraturque potissimum quibuslibet febribus et
quolibet tempore propinalum salutare.
TONOLINI, chirurgo e botanico. Al suo primo prodursi
all' accademia di fisica ed agraria fiorente sul finire
dello scorso secolo in Brescia lesse diverse disserta .
zioni botaniche, e presentò a quella società una grande
raccolta di piante indigene, ed il suo prodromo alla
Flora bresciana, che avrebbe compilato , se morte non
lo rapiva immaturo e frammezzo alle più belle spe•
ranze.
VALOTTA ORAZIO medico -chirurgo condotto in Palazzolo.
Le amene rive dell' Oglio , oltre aver dato illustri
letterati dei quali parliamo all' articolo accademie ,
ebbe anche dei dotti medici, e fra gli altri i Mezzera ,
gli Omboni, e questo di cui facciamo menzione. Della
sua educazione e de' suoi studj non potei avere pre
cise notizie , solamente intesi ch' era pratico ripula .
tissimo ed erudito scrittore. L'opera che diede alle
stampe col titolo la Levatrice,moderna , e la rela
zione che ne diedero i professori Moscali e Palletta
basterà a farlo conoscere : ella è concepita cosi - Am .
bidue siamo stati soddisfatti delle dottrine ivi con .
tenule, del modo facile e preciso con cui sono esposte
e delle utilissime aggiunte moderne, fra le quali hanno
211
: luogo le molte sue riflessioni e modificazioni fatte a
i vari precetti e meccanismi dei più valenti autori di
ostetricia. -
VERGINE ANDREA ; nelle scuole dei somaschi sotto le disci.
; : * pline dell'erudito padre Barzani ebbe l' intera sua
educazione. Dal genitore, medico , venne istruito nei
principj fondamentali della scienza ed andò a come
pirli a Pavia solto a Tissot. Tornato trovò campo
aperto per la morte del padre a mettere in pratica
quanto aveva appreso dai suoi maggiori. Visse molti
anoi, e se non ebbe fama di gran medico ebbe quella
di medico.filantropo.
ZAMBONELLI ERCOLE . Studio medicina a Bologna e pratico
l' arte in Brescia ai consigli del dott. Quarenti. Fu
per diversi anni primario dell' ospedale delle donne,
al qual posto rinunziò colla nuova organizzazione deó
gli spedali. Studiosissimo vivea quasi isolalo dalla
società, non s' occupava che dei libri e degli ammalati.
Acquistò ricchezze e non le usò che in morte, desti.
paudole parte a ' suoi parenti , parte alla casa d ' in .
dustria e di ricovero ed alıra porzione alle scuole in
fantili. Sia lode a lui, sia lode fino a quel giorno.
ZOLA GIUSEPPE medico naturalista. Nipote e discepolo di
quel grande che delle scienze diplomatiche tanto lu .
stro apportò all' Italia , quai progressi non fece ea.
trando nel tempio d ' Igea ? Laureato a Pavia ripa.
triò ed oltenne la condolta medica del suo paese di
Concesio . Le cognizioni possedute e lo zelo che im
piegava alla cura de' suoi ammalati acquistoglimolto
credito . Collivò col massimo trasporto la zoologia , la
mineralogia e la botanica , che in un pubblico con .
corso fu eletto ad insegnarle in un liceo della capi.
tale. Nell' anno 1821 portossi a stanziarsi a Lugano,
dove ebbe origine la famiglia di suamadre. Qui pure
continuò nelle sue occupazioni per le quali non tar
darono a farlo desiderato da tutti. Mise alle stampe
la traduzione del manuale di storia naturale di Blu .
memblac, con molte aggiunte e correzioni. Venue in
212

vitato a passare professore in America nell' università


di Buenos.ayres che non accettò per non allontanarsi
dalla sua ben amata genitrice. Ultimamente occupavasi
a compilare la Flora del Cantone Ticino, che non pub .
blicó . Molti scritti estese sopra varj argomenti, in
parle di pubblico diritto, altri rimasti imperfetti.
Il giorno 19 gennajo 1831 fu l'ultimo del viver suo,
ancora in verde età .
- CE N N O
SULLE

BRESCIANE ACCADEMIE
OTOY
La comunanza più nobile, più santa ,
piữe frulluosa che esser possá in
fra gli uomini è certamente quella
ch ' è stretta dall'amore della vera
sapienza. -
G . SALERI
Presidente dell'Alenco .

Le bresciane accademie sono una splendida testi


monianza dello studio che in ogni secolo hanno messo
i nostri avi a far allignare in questa provincia le arti,
le scienze e le lettere; perocchè presto essi sentirono il
bisogno di unioni per comunicarsi i loro lumi, nè tar
darono ad accorgersi de'rilevanti vantaggi, che da tali
unioni provenivano. Védiamo anzi come era loro com
stume di stipendiare professori e di istituire cattedre
acciò la bresciana gioventù crescesse istrutta , operosa e
gentile.
Il valtellinese Quadrio nella sua opera molto insegna
tiva della Storia e della ragione di ogni poesia , si è
studiato di rammemorare tutte le italiche accademie e
fra queste auche quelle di Brescia. Ma circa le nostre
non fu esatto nè pel numero, nè per le epoche in cui
fiorirono, come vedrassi in questo scritto . Noi perciò
non vogliamo fargli alcup carico in un lavoro di tanta
lena e vera utilità , il quale gli meritò l' estimazioni
216
generale de' dotti ma bepsi passeremo a dire secondo
l' ordine dei tempi delle corporazioni accademiche della
nostra provincia.
ACCADEMIA DEI VERTUNNI.

- Questa che è la più antica fu istituita un secolo e


mezzo prima del tempo indicato dal Quadrio , cioè
nell'anno 1479. L ' ultimo priore della rinomata abbazia
di Leno B . Averoldi vescovo di Spalatro , ne fu il fon
datore. Diversi monaci e secolari, alcuni anche illustri
nella storia letteraria , come lo accerta il Chiaramonti
componevano questa pubblica letteraria Società .

; ' " ACCADEMIA DEGLI OCCULTI. ; .

Instituita nel secolo sestodecimo da tre nobili signori


Caprioli, Bornati e Martinengo , dei quali Ottavio
Rossi fa uno splendido elogio , e come mecenati e
come scrittori. Ad usanza delle antiche accademie pre
se un emblema, il quale era Sileno, è sotto v' erano
scritte queste parole : Intus non extra. Un Gallo Ago
stino che teneva cattedra con altri professori, fece ag
giungere allo stemma un aratro con iscritto sopra: Ver
tera tellure recludit. Questo celebre agronomo, dopo
il Crescenzi, è il più riputato fra gli antichi scrittori
di agronomia. Alcuni lo vogliono anzi superiore al Cre
scenzi medesimo , perchè mentre questi si valse dei
mạeștri della scienza a lui anteriori o contemporanei ,
a riscontro il Gallo non scrisse e compilò che appog .
giato alle proprie osservazioni. Il medico poeta Arni
gig istruiva nella filosofia speculativa e disimpegnando
217
le fuuzioni di segretario rendeva di pubblico diritto
tutti gli apni le produzioni dei Socj con questo titolo:
Opera Accad. Occultorum .

ACCADEMIA DEGLI ASSIDUI.

Ebbe priocipio nell' anno 1586 , ma nello stesso suo


nascere ebbe termine. Aveya per simbolo una grotta
collo scritto : Saepe cadendo. Imembri della medesima
non pubblicarono che una raccolta di componimenti
poetici per l' assunzione al pontificato di Brescia , di
ini popio e cardinale
G . F . Morosini, nyuzio e cardinale.. ' ,

i , SACCADEMIA DE' RAPITI. *

Fu il conte Lucrezio Gambara fondatore, preside ed


ospite di questa società . Volle unire nel suo palazzo
le nove sorelle colla diva Minerva , acciò essa fosse
delle più utili. i . : : . :; ' .

ACCADEMIA DEGLI ERRANTI.


• Venne aperta per cura del padre Stella , del Rossi e
del Richiedei nel 1619 ,avendo per arma simbolica la luna
falcata : Non errat errando. Nei primi anni tepeva le
sue sessioni nel chiostro di S. Faustino, poscia nel pa
lazzo del suo preside Camillo Caprioli; indi, dopo es
sere stata riconosciuta dalla veneta repubblica , si tra
sferì nella sala del gran teatro , ove stette fino al 1787.
Negli statuti a stampa si vede che era governata da
un presidente, da tre consiglieri o censori e da un se
gretario. Più davasi pensione a' professori di matemaa
218
tica , di filosofia morale, di musica , di scherma e di ballo .
La prima cattedra era disimpegnata dal padre Fer
rari , filosofo e matematico sopra altri eccellente ,
morto a Madrid generale dell' ordine Francescano. Nella
seconda dettava il frate Cassinese Benaglia , che fu poi
precettore di diritto canonico a Padova. L 'architettura
militare e la geografia veniva insegnata dal Astesati.
ACCADEMIA DE' SOLLEVATI.
į Nel soppresso convento dei frati del Carmelo , teppe
questa società le sue adunanze per qualche tempo. Sulla
porta della medesima v' era dipinta l'aquila e sotto il
motto : Super astra volabo. Gli storici non dicono di più
intorno a questa accademia. Il Tanzı solamente pub .
blicò alcune poesie composte in vario metro da questi
Sollevati, notando che fu assai breve il loro volo .

: : ACCADEMIA MEDICA ..
: DETTA DEGLI ECCITATI. .

Ottenuta dai patrii rettori la cittadinanza il medico


Fel. Bettera di Rovato fondò nella propria casa que
sta società , nella quale i suoi colleghi si radunavano
onde discutere intorno ai casi più singolari che loro
avvenivano nel pratico, esercizio dell' arte medico- chi
rurgica . Se non abbiamo opere pubblicate dai Socj
'ne abbiamo dall' istitutore, e fra queste un Trattato
sulla peste commendato anche da Astruc, delle ora .
zioni latine ed una Storia medico-fisica sulla peste ac
caduta in Brescia ed in Italia nel 1575-76 .
Upa simile unione fu rinnovata nell' anno 1740 nel
l' abitazione del preside del nobile collegio de' medici,
: 219
Luigi Garbelli, della quale il Roncalli fa onorevole
menzione.

ACCADEMIA DE FILOSOFICI
DELLA NATURA E DELL ' ARTE .

Prendendo a modello quella de' Lincei di Roma e


de' fisiocritici di Siena, l' insigne padre Lana diede no
me e nascimento nel 1686 a questa società . I meriti
del Lana nelle scienze fisiche e matematiche sono co
nosciuti abbastanza per dispensarci da qualunque elo
gio. Dei progressi dell'accademia da lui diretta ne
fanno non dubbia testimonianza i giornali periodici di
quel tempo , e specialmente gli atti di Lipsia e le
transazioni filosofiche di Londra , che l' annunziarono
come una dotta famiglia che guardava in Italia al per
fezionamento delle scienze sulle norme delle più rispet
tabili d'Europa. Un anno dopo la sua apertura usci
alle stampe un volume, ove erano registrate le memo
rie in ogni scientifico argomento, dettate dai Socj resi
denti in città o comunicate dai corrispondenti.

ACCADEMIA DEL DIAMETRO .

Era questa un ' unione privata di giovani studiosi


ehe si esercitavano nell' amena letteratura e pelle scienze .
L . Pulusella ne fu il promotore e durò fino al prin
cipiare delle politiche vicende dell'anno 1797. Le se
date si praticavano tutti i giovedi e le dissertazioni
pubblicate portarond il seguente titolo : Saggio dei dią .
metristi.
220

ACCADEMIA DETTA COLONIA CENOMANA ,


ED ECCLESIASTICA .

Monsignor Barbarigo, postro vescovo, la fondo del


1716 secondo le leggi arcadiche, nella episcopale vil.
Jeggiatura di s. Eustachio. L ' insegna 'era uno stuolo
di Cigni posti sopra una collina coll' epigrafe: Et
respondere parati. Tutti ecclesiastici erano i Soci,
é non s'occupavano che di poesie e di argomenti sa
cri' e scritturali. - Dal vescovo Nava , di sempre
soave memoria , venne tale accademia fatta risorgere
nél seminario di san Pietro, la quale anche oggidi
si mantiene. Nel tomo XXII del Giornale dei letterati
d ' Italia , non che negli scritti del canonico Gagliardi
si fa onorevole cenno dell' accademia fondata dal Bar
barigo, e nell' elogio ·del Bazzoni fatto al Nava si
ricorda quella di s. Pietro. . . .. . . "
... ! ! ACCADEMIA
SCIENTIFICA E LETTERARIA MAZZUCHELLI.
Il nome di Giammaria Mazzuchelli suona assai
chiaro nei fasti della letteraria repubblica pei suoi
elogi degli uomini illustri e per l'accademia che for.
mò nel suo palazzo . Raccolse generosamente e fisici e
archéologi e medici e metafisici e poeti ecc. ecc. Nel
numero di questi risplendeva un Barkovich ,'un La
mi, un Roncalli, un Guadagni, un Gagliardi, un Bro
gnoli, un Ricci, un Cappello , un Buonafede ed altri
'assai. Questa liberissima adunanza durò per cinque in
teri lustri , e le memorie lette vennero raccolte e pub ,
blicate in due grossi volumi da un Chiaramonti,
221

ACCADEMIA DE' LEALI. ..

Promossa dall'abate Zucchini, che fu poi arcivescovo


di Laodicea in partibus e morto a Roma alcuni anni
sono, mirava alla coltura delle scienze, delle lettere ed
arti, e per la metodica sua direzione furono stampate
leggi e regolamenti in Venezia.

ACCADEMIA AGRARIA E FISICA. ..


Quella de' filosofici erasi acquistata troppo celebrità ,
perchè non dovesse essere ricordata al momento che
si voleva formarne una novella. Questa adunque fu preșa
per norma, ed in una delle sale della Quiriniana bi
blioteca venne aperta e solennemente inaugurata. Lo
scopo principale di essa era di illustrare la storia
naturale della nostra provincia e di eseguire espe
rienze onde dare un corso regolare di fisica e di agro
pomia. Non potevasi scegliere miglior scopo di questo ,
in un paese sommamente agricola, dove fu sempre ar
dore per la scienza agraria e dove furono scrittori che
la illustrarono. Oltre l' aver unito uno scelto pumero
di dotti professori e coltivatori , si arricchì anche di
una raccolta dei nostri prodotti minerali e vegetabili,
opportuni alle dimostrazioni del pratico insegnamento ,
e per le generose offerte de' socj acquistò anche mac
chine e stromenti necessarj.
Il volume emanato dall' accademia s' appellava: Sag
gio di storia naturale bresciana , nel quale il segre
tario , abate Pilati , estese una storia circostanziata
dell' istituzione della società , dei prodotti naturali in
. 222

digeni ed un nuovo progetto sul metodo da tenersi


per illustrare il nostro suolo, ed un altro sulla peces.
sità di rinnovare la topografia dipartimentale. Inoltre
espose diverse memorie pertinenti all' agricoltura ed

zione delle opere di Gallo , sebbene se ne contassero a


quell'epoca 24, con una illustrazione alle medesime.

DELLE ACCADEMIE
SPARSE PER LA PROVINCIA.

Prima di parlare del presente Ateneo mi sia lecito


far conoscere le società letterarie sparse per la provió
cia , e fra le prime quella di

REZZATO.

Ameno paesetto suburbano che fu patria del fonda.


tore dell'accademia, Jacopo Chizzola , studiosissimo e
benemerito agronomo. Gli statuti di questa molto si
avvicinavano a quelli delle antiche greche e latine. - -
Ebbe a preside il cardinale Polo, dotto scrittore ec
clesiastico, e due nostri vescovi, Bollani e Durunti.
Fra i professori ordinarj destinati alla pubblica istru
zione vi fu il celebre bresciano Nicolò Tartalea , splen.
dore e lume delle matematiche. L ' istitutore dettava

gnavano la lingua del Lazio.

SALÓ.
Diverse furono le accademie che i coltivatori diogni
leggiadra ed utile disciplina, istituirono in questa terra
223
aprica . Jacopo Bonfadio , al dire dell'abate Brunati,
del citato dizionarietto degli uomini illustri della Riviera,
fu il primo a concepirue l' idea . G . M . Voltolina mise
poi in esecuzione il disegno del Bonfadio istituendo nel
1564 l'accademia degli Unanimi, la quale durò 40 anni.
A questa ne succedettero altre in diverse epoche e con
diverse denominazioni; verbigrazia la Modesta, quella
degli Ingegnosi, degli Industriosi, di Teologia mo
rale istituita dal proposto Conter ecc. alle quali erano
aggregati distinti ingegni italiani. Le memorie del
l' istitutore Conter, come quelle de' socj vendero rac
colte da quel buon scrittore di cose patrie , abate Sam .
buca, ma non so se siano fatte di pubblico diritto .
Correndo il secolo XVIII quella bell'anima del conte
Bettoni, volle istituire anche in questo comune un' ac
cademia agraria simile a quella che splendidamente

ciò avesse sempre a prosperare.


Ora i salodiani hanno un Ateneo con annua rendita .

ORZINUOVI.
Castello di qualche rinomanza per la lega ghibel.
lina , pei fatti d ' armi che ivi successero , e pei molti
illustri uomini a cui diede i natali. L ' accademia
istituita nell'anno 1585 appellavasi = De' Nascenti,
nella quale gli orceanici si esercitavano nelle lettere e
pelle lingue e la filosofia aristotelica spiegavano e sta
diavano con molto calore, al dire del Corniani, nella sto
ria di questo paese che gli prestò la culla. L ' emblema .
della società era la Fenice colle parole Aeternitati.
224

: .. . CHIARI.
Sebbene sia illustre questo suolo per aver dato
vita a molti letterati , pure non incominciò ad avere
accademie che oltre la metà dello scorso secolo . Ciò
sarà avvenuto per essersi quasi tutti i migliori inge
- gni condotti lontani dalla patria a coprire luminosi
impieghi im
come lo accerta il padre Luzzago biografo
i
dei medesimi.
Gli abati Faglia e Ricci furono i primi ad ordi
nare adunanze fino ai bei tempi del Morcelli, il quale
toroato da Roma e creato proposto di quella chiesa , ra
dunava nella sua casa i più svegliati intelletti della sua
patria , alla quale lasciò , morendo, la sua numerosa e
scelta libreria. . .

PALAZZOLO.
La nobile ed antica famiglia Duranti, originaria di
questa borgata fu in ogni tempo la promotrice de'belli
studj. Il penultimo rampollo della medesima , il conte
e cavaliere Durante , discreto poeta e buon letteratơ ,
raccoglieva sempre nel proprio palazzo i più distioti
scrittori della sna età , e specialmente nelle ferie au
tunnali teneva scelte pubbliche adunanze di questi
dotti, ed è per questo che la gioventù del paese veniva
stimolata ad applicarsi agli utili studj. Ed ecco ve
nirne fuori un Rosa ed un Gorini professori in Pavia ,
diversi maestri nel bresciano seminario, ottimi parrochi,
canonici alla cattedrale, i celebri due cantori Bianchi,
ed un Galignani estensore d ' un giornale a Parigi e
fondatore del più grande gabinetto letterario di Europa.
225

ATENEO DI BRESCIA
- 00 : 00

Il nostro Ateneo sia il porlo , il sa .

celle, daiturbini di questa misera


vila ... .
G . MONTI.

Questo Ateneo ( eretto nel 1800 ) ha per iscopo di


diffondere , principalmente nella provincia , le scoperte
e le cognizioni più utili in tutto ciò che si riferisce
alle scienze , lettere, agricoltura ed arti.
Si compone di socj attivi , di socj oporarj e di udi
tori. Il numero degli attivi è di quaranta , abitanti in
Brescia o sua provincia ; indeterminato è il numero de.
gli onorarj di qualunque paese e dimora; gli uditori
uon passano i dodici. . .
Le adunanze cominciano in gennajo e si compiono
nell'agosto. Esse tengonsi della prima e terza dome

il presidente, quando abbondino le produzioni. :: .


L 'ultima sessione è pubblica e straordinaria. Io que
sta , oltre al discorso del presidente , il segretario legge
la relazione sommaria di tutti gli atti accademici dello
scorso anno , nella quale in brevi parole espone l' ar
gomento e le cose principali contenute in ogoi memo
ria letta, riservandosi a darne regolare compendio pei
15
226
commentarj che si stampano ogni anno; si espongono i
lavori d ' arti mandati da qualsiasi socio e non socio ,
e meritevoli della pubblica cousiderazione. A questo
scopo la presidenza dà le disposizioni convenienti.
L ' Ateneo corrisponde di lettere col R . C . Istituto,
colle sezioni del medesimo e colle società più rinomate

i Ogoi scritto letto , od in qualunque modo pervenuto


al concorso de' premj non si restituisce all' autore, e si
ripone in archivio.
Non può l' Ateneo venire ad alcuna deliberazione di
massima o d ' importanza , se non udito prima il parere
della Censura.
Per qualunque risoluzione è necessario per lo meno
l'intervento di venti socj attivi.
Non procede allo squíttinio per la nomina de' socj
o degli uditori, prima che la proposizione sia stata
consentita dalla Censura. Le proposte fannosi da qua
lunque sia socio in iscritto e suggellate alla Presidenza.
Per le elezioui de' socj, del segretario e del suo as.
sistente, come pure per le modificazioni allo Statuto,
le quali venissero proposte dalla Censura, debbono con
correre a favore due terzi de'voti. Per gli altri partiti
basta la pruralità assoluta. : ... . .
Il candidato che non ottiene i voti necessari per la
sua elezione non potrà riproporsi che nell'anno sue
ceşsivo ...,"..
Si trasmette ad ogni socio eletto il diploma acca
demico . , , . ,. si . inl i n
227

SOCJ.
. I soci attivi assistono alle sessioni, vi leggono scritti
scientifici e letterarj; vi espongono produzioni d 'arti;
discutono gli argomenti proposti dal presidente o da
un socio qualuuque, ed hanno voto in tutte le delibe
razioni e nomine.
· I socj onorarj godono di tutti i privilegi degli at
tivi; fuor quello del voto e delle cariche. ! . . . ,
Be un socio attivo reca il suo domicilio fuori della
provincia bresciana si scrive fra gli onorarj; restituen .
dosi in essa stabilmente rientra alla prima vacanza nella
classe degli attivi.. . .
Quando un socio attivo non produca alcun suo la .
voro almanco ogni tre anni senza ragionevole motivo, a
giudizio della Presidenza , passa nell'ordine degli onorarj.

UDITORI.

... Sono aggiunti all' Ateneo col titolo di uditori non


più di dodici giovani della città e provincia di Bre
scia , che dieno di sè le maggiori speranze, e da sce
gliersi con preferenza fra gli alunni dei patrj istituti,
finiti gli studj superiori. .. .. . . .,
Si eleggono ad ogni auno non più di due uditori ,
i quali conservano questo grado d' onore per anni sei. .
É debito degli uditori leggere o presentare almeno
ogni due anni alcuda memoria o produzion d' arte ,
previa approvazione del presidente. L' uditore che vi
manca senza motivo , da conoscersi come all'articolo.
XVI, scade dal suo grado d ' onore. . . .
228

PRESIDENZA.

É diretto d ' un presidente ed un vice-presidente


trascelti fra suoi membri attivi più benemeriti: durano
in carica un biennio e possono riconfermarsi. Al vice
presidente si appartengono le stesse facoltà del presi.
dente in mancanza di questo.
Il presidente ha l' amministrazione ed il buon go
verno dell’Ateneo ; firma i diplomi, gli atti ed il car
teggio; convoca le adunanze ordinarie e straordinarie,
di cui è il moderatore ; sospende le letture di memo
rie che fossero contrarie allo scopo e decoro dell'Ate ,
neo ; apre le discussioni e le chiude , proponendo le
relative deliberazioni. Egli è membro dato delle com .
missioni e le presiede. ' ;

CENSURA.

La Censura è una commissione permanente di otto ac


cademici,oltre il presidente, eletti nella classe degli attivi,
I Censori esercitano la loro carica quattro anoi: quindi
la Censura- si rinnova annualmente per un quarto .
· I membri che n' escono non possono essere rieletti
che nell' anno successivo. : -
La Censura si raduna per invito del presidente , ed
ha le seguenti incumbenze: ,
1. a ) aggiudica i premj, come agli articoli XXXVII ,
XXXVIII, XXXIX , XL, XLII, XLIII e XLIV ;
;. b ) sceglie tre quisiti pel premio d' ogni due anni
li riduce a forma di programma e li propone all' Ateneo,
giusta gli articoli XXXIII e XXXVI ;
229
( 6) giova la Presidenza e la Segretaria in tutto ciò
che pare al presidente ;
d ) esamina qualunque opera che si volesse pubbli
* care in nome dell'Ateneo ;
e ) approva e riforma all'uopo i commentarj, di cui
all'articolo XXX lettera i ed all' articolo XLV, ed ora
dina la stampa nei commentarj di memorie utili come
all' articolo XLV lettera e ;
f ) riferisce il parer suo intorno alle proposte di masa
sima o d ' importanza da ventilarsi e deliberarsi dal
l'Ateneo medesimo, come all'articolo VII;
g ) consente le proposizioni per la nomina dei nuovi
socj ed uditori , giusta l'articolo IX ;
. . h ) fa cognizione ogn'anno dell'azienda economica
della Presidenza , e ne da parte al corpo accademico.
- All'aggiudicazione de'premj si premettono i pareri
in iscritto. A tal fine la Presidenza destina riservata .
mente vel seno della Censura i relatori, e , dove occorra,
altri relatori fra i soci. Questi ultimi però non hanno
voto decisivo.
Nel giudizio de' premj e richiesto l' intervenimento
di sette membri almeno, compreso il presidente ; per gli
altri oggetti basta quello di cinque. I voti si davno' a .
squittinio segreto, e la pruralità assoluta decide. '
Qualora o per concorrenza a' premj o per altre ca
gioui von vi fosse il numero prescritto all' articolo an.
tecedeute, il presidente lo rintegra coi ceusori da ulo
timo scaduti.
SEGRETARIA . -
L ' Ateneo ha un segretario eleito fra i socj attivi,
abitanti stabilmente in Brescia. Esso viene coufermato
15 *
230
ad ogni quadriennio a pluralità assoluta di voti. Ha
l' annuo stipendio di lire 1500 italiane, , pari ad au.
ștriache lire 1784, cent. 14 .
I doveri del segretario sono ;
a ) assistere ad ogoi riunione accademica e stepderne
il processo verbale da leggersi all' adunanza ; dopo di
che vien firmato dal presidente ;
b ) far distribuire a ciascun socio e uditore abitanti.
in città gli avvisi del giorno ed ora in cui si terrà
congresso , appunziandovi l'argomento ;
c ) ricevere ed eseguire gli ordini del presidente ;
id ) muovere e tenere la corrispondenza di lettere
voluta dall'articolo V, e qualunque altro carteggio
colle autorità , co' socj e con chicchessia , ma sempre
colla dovuta dipendenza e firma del presidente ;
e ) conservare regolarmente le memorie lette e ļe al.
tre produzioni depositate fra l' anno all’Ateneo , pre
sentandole ai censori entro il dicembre d'ogni anno ;
1) teqere i registri occorrenti, i conti, l' archivio e
la libreria con indice opportuno, e mantenere in ordine
ogni cosa sotto la sua più stretta malleyeria ;
8 ) leggere due memorie all' anno, fra le quali la
biografia de' socj che fossero trapassati; .. .
h ) compilare oy esatto e sugoso rapporto di tutti
gli scritti letti e delle produzioni offerte all’Ateneo del
corso dell' aono, da progunziarsi nella pubblica solenne
radunanza alla chiusura dell' ango accademico ;
2

: i ) Elaborare entro dicembre d ' ogn'anno i commen


tarj accademici che contengano una sposizione impar
ziale , ragionata, fedele e convenientemente diffusa de
gli scritti e produzioni, di cui alla precedente let .
tera h , come pure la descriziqoe delle opere che aves
230
sero decorata la pubblica aula , di cui è parola all' ar
ticolo XLIV .
A sussidio del segretario evvi un assistente o scrit
tore domiciliato iu Brescia , coll'annuo soldo di lire
italiane 500 , pari ad austriache lire 574, cent. 71.
Questi presta i suoi servigi in tutto ciò che occorre ,
€ più particolarmente negli uffici d ' ordine.
L ' assistente rende conto al segretario della propria
condotta ; e l'uno e l' altro lo rendono al presidente ,
il quale in caso di mancanza de fa rapporto alla Cen.
: sura , e questa all' Ateneo pei necessarj provvedimenti

PREMJ.
. L ' Ateveo pubblica ad un tempo determinato un
programma. La risoluzione del quisito in esso conte
nuto è proposta ai dotti d'ogoi nazione. . .
Chi meglio adempie, ma però in modo assolutamente
commendevole , alle condizioni del programma riporta
il premio d ' una medaglia d ' oro del valore di 500
lire italiane , pari ad austriache lire 574 , 71 , e diy
viene per diritto socio d' onore. Il manoscritto premiato
si pubblica colle stampe. . .
I concorrenti entro l' anno successivo alla pubblica
sezione del programma debbono far pervenire alla Pre
sidenza , nei modi prescritti dal programma mede
simo, le loro memorie dettate in lingua latina, ita
liana o francese. .. . . . . . .. . . "
Qualunque de' socj dietro invito del presidente, può
avanzare un quesito ad argomento del programma;
la Censura, giusta l' articolo XXV lettera b , trasceglie
tre de' quesiti avanzati, fra' quali l'Ateneo elegge. .
232
Dispone del premio col ministero della medesima;
a quest'uopo vi aggiugne quel numero d'altri suoi
membri che reputa più couveniente : la Cevsåra cosi
costituita si raccoglie per giudicarne a porma dell' ar
ticolo XXVII.
La Censura in nome dell' Ateneo concede ad ogni
anno tre premj, se par v’ ha laogo , alle scrittore o
produzioni d ’ arti offerte dagli accademici nell'apuo
stesso , porchè assolutamente commendevoli , ne poste
prima ad altro concorso . Consiste il premio nella me
daglia argentea dell’Ateneo e in lire 200 austriache.
Oltre ai tre premj anzidetti può la Censura asse
goarne un secondario consistente nella sola medaglia
d' argento. Essa lo aggiudica dopo i primi premj e
colle medesime vorme. Si dispensano ugualmente leto
tere patenti di onorevole menzione. . .
La Censura premia ogni anno colla medaglia d' ar.
gento una delle memorie o produzioni degli uditori
che siave giudicata degoa.
· Gli scritti e lavori d’arti dell' anno accademico, de
posti nel tempo in cui la Censura si raduva per la
distribuzione de' premj, s' intendono messi al concorso ,
quando non vi sia dichiarazione dell' autore in con
trario. I lavori d’ arti però dovranno essere stati recati
all' aula durante la pubblica esposizione dello stesso
aono' accademico ; e questi per qualche caso straordi
vario potranno esaminarsi anco nell' aula medesima,
purchè l'artista ne faccia conoscere alla presidenza la
necessità all' atto di consegparli per l'anzidetta espo
sizione.
La Censura entro il febbrajo deve avere statuito sui
mentovati premj alle scritture o produzioni d ' arti del
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precesso anno accademico; e , dove siansi assegnati, il
suo giudizio viene comunicato agli accademici.
La Censura oltre a ciò , per incoraggiare la patria
judustria , dispensa annualmente a qualsiasi aon socio
abitante nella città e provincia bresciana, tre premj a
produzioni, tropati,miglioramenti od introduzioni as
solutamente commendevoli io proposito di agricoltura ,
arti e mestieri. Il primo premio e della medaglia ar.
gentea dell' Ateneo cou lire 200 austriache, il secondo
della stessa medaglia coa simili lire 100 ; il terzo di
lire 50 senza medaglia. Distribuisce inoltre lettere pa
tenti di onorevole menzione. , , :
Le succennate opere dovranno presentarsi all’Ateneo,
e rimanervi per tutto il tempo della pubblica annuale
esposizione, nè potranno essere state poste ad altro con
corso. La Censura , chiusa la pubblica esposizione, si
raduna per l' esame e successivo giudizio.
EDIZIONE DEI COMMENTARJ.
Gli atti dell'anno accademico., dei quali si dice ale
- l' articolo XXX lettera i, riveduti dalla Censura come
all'articolo XXV lettera e, verranno impressi per ore
dine del presidente nell' anno successivo col titolo :
Commentarj dell' Ateneo di Brescia dell'anno . . . ,
Essi comprendono le seguenti materie :
a ) i discorsi del presidente , il compendio degli
scritti e la descrizione delle produzioni;
b ) una menzione particolare de' lavori che ottennero
premio, giusta gli articoli XXXIV , XXXVIII , XXXIX ,
XL e XLIII ;
c ) la stampa per intiero della memoria di cui al.
l' articolo XXXIV , e di quelle che la Censura repu.
tasse di positivo pubblico vantaggio, come all'articolo
XXV lettera e ;
d ) una indicazione di tutte le opere esibite alla pub .
blica esposizione con minuto ragguaglio delle migliori
e più utili, a tenore dell' articolo XLIV ;
e ) la nota dei libri infra l' anno donati all' Ateneo
col nome de'donatori ;
. ) cenni esatti intorno alla storia , alla biografia e
statistica del cadato'anno risguardantiunicamente Bre
scia e sua provincia.
- I commentarj dell' Ateneo sono distribuiti a tutti
gli accademici , agli aditori ed agli istituti scientifici
e letterarj che con esso hando colleganza.

MALOsobe
Quest Opera venne premiata colla grande Medaglia
dell' Alenco .
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+ Z185600702

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