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ESI - PALLI
LA
BIBLIOTECA ·
LVCCHESI PALLI ·

Grande Salads.

13-1-8
!!! BWルV 8.
UN PERIODO

DELLE

ISTORIE SICILIANE DEL SECOLO XIII .


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2

UN PERIODO

DELLE

ISTORIE SICILIANE

DEL SECOLO XIII .

scritto

DA MICHELE AMARI
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1842
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4

CAPITOLO I.

Intǝndimento dell' opera. Viver civile del secolo XIII. Potenza della Chiesa e della corte di Roma. Condizioni d'Italia e dei ream
di Napoli e di Puglia infino alla metà del secolo. Federigo II imperatore, e papa Innocenzo IV.

La riputazione della forza , per la quale si da contraria tendenza delle cupidigie private ?
tengon gli stati , mutabilissima è ; donde av- E sarebbero argomenti da ammaestrar gli uo-
vien talvolta , che la cosa pubblica , quando mini sì, ma di tal dottrina, che li volge a di-
più irreparabilmente sembra perduta , d'un sdegnosa accidia, anzi che prontarli a virtude.
tratto ristorasi, per virtù di principe, o im- Però mi son proposto, io siciliano , di nar-
peto di popolo . Splendono allora egregi fat- rare la mutazion di dominio , che seguì nella
ti in città e in oste , cresce a tanti doppi mia patria al cader del secolo decimoterzo .
la potenza della nazione , e spezzansi ingiu- E in vero , lasciati i tempi rimoti troppo , dif-
riosi legami stranieri , si abbatte al di den- formi per costumi , religione , linguaggio , e tutta
tro una viziosa macchina , e in riforme salu- altra parte di civiltà, veggo dal milledugento-
tari si assoda lo stato . Questa al veder ottantadue infino al trecentodue le glorie mag-
de' savi è la gloria vera delle genti . Questa giori della Sicilia ; e venti anni innanzi un tal
è degna che si riduca spesso alla memoria eccesso di tirannide , che rade volte si è sop-
loro, per francheggiare gli abbattuti e vergo- portato l' uguale nè parmi che alcuno scrit-
gnosi animi . Del rimanente , che portan gli tore abbia questo memorevol periodo , tutto ab-
annali de' popoli , se non disuguaglianza di bracciato, nè dirittamente investigato , nè de-
leggi , o inefficacia e avarizia , atroci guerre , gnamente descritto 1. Ciò non presumo com-
paci bugiarde , sedizioni , tirannidi , e sempre pier io , ma certo vi porrò ogni sforzo. La
pochi che vogliono e fanno , moltissimi che ira , nè lo amore non asconderò , chè narrando
si lagnan solo , e immolato il ben comune i casi degli uomini , uomo invano il promette.

Aveva io scritto queste parole innanzi che si tato , non si estende a tutto il periodo immaginato
pubblicasse la vita di Giovanni di Procida, compi- da me , nè considera la rivoluzione del vespro nella
lata dall'erudito concittadino mio , il sacerdote Nic- stessa sembianza in cui l'ho io raffigurato nella
colò Buscemi. Non le cancello , perchè questa bio- mia mente.
grafia, commendevole per diligenza e nobiltà di det-
2 CAPITOLO I.

Ben mi guarderò che non mi tirino a sfigurare degli elementi ; ma in quella età forse al peg-
i fatti; nè dico a disegno, ma per accecamento , gio si traboccava , sopra il biasimo de' tempi
perchè la menzogna, da qualunque principio nostri. Certo egli è , che in tal mezza barba-
ella muova, estimo vile e nocevol sempre , e an- rie , sciolti gli uomini dalla menzogna delle
zi debito alla patria ricordare con ugual cando- infinite forme, che oggidì ne inceppano a ogni
re le virtù e le colpe , i lieti e i tristi giorni delle passo nel viver domestico e civile, le grandi
generazioni che tennero un tempo questi no- passioni, o buone o triste, più rigogliose sor-
stri medesimi focolari. Io so , che scrivendo geano, e più operavano.
di età lontane , spesso viensi, come dice un Tra così fatti uomini , tra la divisione e
felicissimo ingegno , a far l' indovino del pas- debolezza degli stati , il sacerdozio giganteg-
sato. Ma mi studierò a dare alla immaginativa giava ; raccogliendo i frutti della mansueta
il men che si possa . E perchè i fatti , e là pietà dei tempi apostolici , del fervore delle
dov' essi manchino , le induzioni , abbiano sal- prime crociate , della ignoranza lunghissima
do fondamento , non ritrarrò i primi altrimenti dei popoli. Fu la religione di Cristo nei se-
che da scrittori contemporanei o diplomi ' . coli di mezzo sola luce e conforto ai buoni ;
Delle memorie ripugnanti tra loro , seguirò seguita anco dai pravi , perchè feano a metà :
quelle di maggior autorità, sia per sè me- calpestavaula nelle opere, la onoravano del-
desime, sia perchè si accordino con le ne- la fede e del culto, a quetar la cieca paura
cessità degli uomini e de' tempi . delle loro coscienze. I ministri perciò dello-
E su i tempi rivolgendo indietro lo sguardo , altare crebbero di riputazione , crebbero di
io non dirò , per esser cose a tutti notissime , ricchezze ; chè vantaggiavano inoltre i laici.
nè gli ordini del governamento feudale che per lume di scienza ; e adopravan destri ambo
ingombrava l'Europa , nè i vizi di quello , nè le chiavi ; e non pochi la purità del vangelo con-
i passi che moveansi alla riforma nel secolo taminavano con la superstizione, che ai bar-
decimoterzo . Quali nascer possono da poter bari è più grata. A puntellarsi di loro autorità
civile, non già diviso ma senza misura fatto pasceanli i grandi ; i popoli indifesi teneano
a brani e fluttuante , da estrema disugua- a loro, credendo trovar sostegno, e in realtà
glianza ne' dritti e negli averi , e poco men ne davano ; ma soprattutto fu la corte di
che universale ignoranza , deturpata religione , Roma che la smisurata possanza consolidò .
leggi impotenti , e uso alla violenza , e ne- Perchè assicuratosi non disputato comando
cessità della frode ; e tali erano i costumi : su le chiese d'occidente , le medesime arti
nè la riforma, dubbia e tarda , li moderava per che adopravan quelle in minor campo, spiegò
anco . Necessaria è , per natura nostra , una ardita e sapiente tra i reami ; nel cui scom-
mescolanza di buono e di tristo , della quale piglio tenne dritto il corso a' suoi disegni ;
per leggi ed esempi mutansi alquanto le pro- trapassò dai dommi e dalla morale, ai civili
porzioni , e non si spegne pur mai nessuno negozi. Indi , fortificandosi a vicenda il papa

Sconoscerei un dovere se non facessi qui men- agevolato le mie ricerche, e massime debbo render-
zione degli aiuti che ho trovato a queste ricerche ne merito al sacerdote don Gaspare Rossi, lodatissi-
nella Biblioteca Comunale di Palermo, e nel regio mo per non comune perizia, erudizione, memoria.
Archivio di Napoli. La biblioteca palermitana, do- Una permissione del Ministero degli affari Interni
tata un dì largamente dal Comune, arricchita di libri mi die' adito al regio Archivio di Napoli, ove tro-
da molti cittadini, ristorata dal sommo Scinà , ed ora vai molta cortesia in quanti reggono questo pre-
fiorente per lo amore e l'intendimento con cui la zioso stabilimento , e in particolare nell' erudito pro-
governano i presenti deputati, mi è stata schiusa fessore signor Michele Baffi, capo dell' uficio al quale
come a chiunque ; ma il valore de' bibliotecari ha appartengono i diplomi svevi e angioini.
CAPITOLO I. 3

e'l clero ; questo per tutta Europa imbaldan- e terribile. In Italia intanto trasportato dai
ziva e prevaleasi , come milizia di possente turbini delle contese civili, più fiero pugnava
coll' oro di cristianità tutta ; e chiamava stra-
dominazione ; quegli , come capitano di forze
poderosissime , sopra ogni altro principe si niere nazioni ; e opponea l'una all' altra ; ti
levò. innalzava oggi, diman ti spegnea.
Avvegnachè il bel paese tra la Chiesa e
Non è che molti umori non sorgessero con-
tro la romana corte nel secolo decimoterzo. l'impero già si disputava acerbamente . Die-

Perciocchè un desiderio novello movea gl'in- tro la occupazion di Carlo Magno e degli Ot-
toni , la più parte d'Italia rimasa era sotto la
gegni ; prendeansi a ricercar tutte le parti
dell' umano sapere ; si arricchiano i savi signoria feudale degl' imperatori di occidente .

di antiche lettere e dottrine ; i quali ancor- Succedettero i dappoco a quei forti ; i grandi
chè pochi dapprima, e più radi ove lo stato feudatari laceraron l'impero ; tosto divenne
nulla o nominale di qua dalle Alpi la tedesca
più discostavasi da libertà , per ogni luogo
pure la scintilla del sacro fuoco accendeano . dominazione. E in questo, crescea la Chiesa ,
Sollevaronsi pertanto gl' intelletti più audaci e confortava gl' Italiani alla riscossa con lo
a meditare sulla mistura delle due potestà , scritturale spirito di uguaglianza e di libertà .
a contemplare i costumi del clero ; nè fu lieve In questo, la industria , il commercio , le scien-
ze, le lettere rinasceano in Italia a mutare le
incitamento la gelosia de' reggitori degli stati
svegliata da tanti fatti. Quindi mostravano sorti del mondo . Quegli esercizi , quelle disci-
già il viso alla corte di Roma que' ch'erano pline, trasser fuora dalla cieca moltitudine di

più avvezzi a' suoi colpi ; il gregge provocato , plebi , vassalli , e nobili minori , un ordine nuo-
si voltava con aspri insulti contro il pastore ; vo il popolo , ch'è solo fondamento ad ugua-
gli anatemi per troppo usarsi perdean forza ; glianza e viver libero . Donde, volgendo pre-
pensavano gli uomini, e parlavano arditamente stamente la feudalità all ' anarchia feudale, e
di cose tenute in pria sacre come la fede questa nel nuov' ordine imbattendosi, surse-
istessa. Nascean così le idee, che Dante tuonò ro nel secolo undecimo repubbliche mercante-
di tal forza ; e a fatica si feano strada tra le sche ; nel seguente , e nel decimoterzo , la Lom-
inerti masse, dove allignarono infine , e amari bardia e la Toscana fioriron di città indu-
frutti portarono alla corte di Roma . stri e guerriere , che scosso ogni giogo , si go-
vernarono a comune e i feudatari si fero
Ma queste opinioni ristrette a pochi , se ur-
tavano talvolta la possanza di lei , non la me- cittadini o condottieri , alla loro volta richie-
nomavano per anco nel tempo ond' io scrivo. dendo il sostegno delle città divenute più forti.
Mentre le ambizioni de' chierici passavano Che se il reggimento di pochi o di un solo
ogni misura, mentre cupidigia , e simonia , e occupava alcuna città , d'altra fatta esso ri-
libidine lussureggiavano nella vigna del Si- nasceva, e meno tendente a barbarie ; perchè
gnore, tremavan del clero i popoli , e il suc- non più la ignava necessità del vassallaggio
cessor di Pietro su i re, e su i reami stendea n'era fondamento , ma la divisione o l' in-
la mano. Che se tal fiata prevalse la brutal ganno de' cittadini ; i quali , se metteansi il
forza sulla morale , la prepotente opinione fece giogo sul collo, non mutavano i modi del vi-
risorger tosto più gagliardo il pontefice . Sì , vere , nè perdeano la virtù di affranchirsi .
il veggiamo oltremonti levare a sua posta il Rinnovellandosi in tal guisa gli ordini civili ,
vessillo de' re o de' popoli , ed accender fortificossi la virtù guerriera ; si rianimarono
guerre, e cessarle, e trar tesori, e dove mo- le virtù cittadine ; si apersero gl' ingegni
derare le dominazioni, dove dare o strappar agli alti concetti della filosofia e della poli-
corone quanto più lontano , più venerando tica ; una forza ignota a' vassalli d'oltremonti ,
.
44 CAPITOLO I.

stolidamente feroci , scorse di nuovo per le e le città libere ; indocili, gelosi , di lor fran-
vene dell' italiano popolo , stato dianzi si- chigie superbi. Donde nè gagliardi , nè continui
gnore del mondo. Il perchè gagliardamente gli sforzi degl' imperatori su l'Italia : imprese
ributtaronsi gl' imperatori accaniti con loro di venturieri , non guerre di poderosa nazione :
masnade a ripigliare il dominio , ma non tol- e scorati e stanchi avrebbero forse i tedeschi
leraronsi gli ordini , che poteano scacciarli per lasciato quest' ambizione , se l'Italia medesima
sempre. El rapido accrescimento dell'ordine non si fosse precipitata ad aiutarli con quella
popolare ne fu cagione. Perocchè in altre na- maladizion delle parti ; i cui nomi a maggior
zioni generandosi lentamente , fu adulto assai vergogna si tolsero da due case tedesche. I
secoli appresso, quando la monarchia, domi guelfi allo inerme pontefice , gli altri allo stra-
i baroni, avea consolidato e reso uno il rea- niero lontano, davan fomite e forza ; tra loro
me ; onde il popolo riscotendosi fu da virtù atrocemente dilaniavansi ; e a questo eran
nazionale animato . Ma in Italia surse mentre paghi, di libertà , di servitù nou curandosi .
province e città erano più dall'anarchia feu- E quasi a lor passioni insociali quelle divi-
dale divise ; laonde , nou veggendo altro che i sioni non bastassero , le tramutavano in altre
propri confini, umori e virtù municipali pre- di nomi e sembianze diverse ; nelle repubbli-
sero quei popoli . Operose virtù , che prodi- che mescolavansi a quelle le usate parti di
giosamente aumentarono la possanza di ogni nobili e popolani : era per tutto una confu-
città, ma tolsero al tutto che l'universale in sione, una rissa brutale . Così stoltamente sciu-
reggimento durevole s'assestasse . Così se in possi quel nerbo di valor politico ond' era
alcuna provincia si feano accordi a comune rigogliosa l'Italia ; l'Italia si preparò seco-
difesa , nè alle altre si estendeano , nè dura- li, e chi sa quanti ? di servitù senza quiete .
vano oltre l'immediato bisogno . Difformi i Ma la Sicilia, e la penisola di qua dal Ga-
reggimenti, e mutabili , e incerti ; e qual città rigliano , con altri ordini reggeansi . Mentre
si ricattava , qual ricadea sotto immane ti- nel rimanente d'Europa la progenie setten-
rannide. Brulicavano in Italia cento e cento trionale, perdute le virtù de'barbari , ne ritenea
piccoli stati, pieni di passioni, di vita , di so- tutti i vizi , ebbe la Sicilia al par che la Spagna
spetti, di nimistà ; pronti a servir ciecamente il dominio degli arabi , culti , se non civili , at-
ad ambizioni maggiori, che nel parteggiare tro- tivi e pronti come popolo testè rigenerato. La
vavan campo , e più rinfocavano a parteggiare . regione di terraferma , or invasa dai barbari,
Ondechè la corte di Roma conscia delle or dagli imperatori greci ripigliata , divideasi
sue forze, alla dominazione agognò ; or met- in vari stati , sotto reggimenti diversi , alcun
tendo innanzi concessioni e diritti , or sotto dei quali pigliava la forma delle nascenti re-
specie di farsi scudo a libertà ; e gl'impera- pubbliche italiane , quando una man di ven-
tori tedeschi , com' e' poteano , al racquisto del turieri normanni venuta a difendere , si fe' oc-
bel giardino sforzavansi. Elettivo allora di cupatrice, e istituì gli ordini feudali . Altri di
Germania il re , che re de' Romani per va- questa gente passando in Sicilia allo scorcio
nità pur s'appellava , e imperatore , quando del secolo undecimo e scacciando i saraceni ,
assentialo il papa , arrogantesi dar questo titolo nimicati degli altri abitatori per la diversa
e questa corona . Ma disputata e mutila sotto religione e lo straniero dominio , fondaronvi
il gran nome de' Cesari l'autorità . Tenean un novello principato , e primi recaronvi la
ogni possanza in Lamagna i grandi feudatari , feudalità . La quale , perchè in Europa già

' Così scrivo non ignorando pure che alcuno solidi ragionamenti . D'altronde è da distinguere
abbia voluto veder concessioni feudali in tempi più feudalità , da aristocrazia . Questa , dove più , dove
rimoti ; fantasie, come giudica il di Gregorio , non meno, fu a un di presso in tutti gli stati . La feu-
CAPITOLO I. 5

piegava a riforma , più civile e giusta qui sur- sveva , che tenea di que' tempi lo impe-
se ; temperandola ancora la virtù e riputa- ro. Indi la potenza di Sicilia e di Puglia
zione di Ruggiero , duce de' vincitori, la in- non restando più di mezzo alle due parti , au-
fluenza delle grosse città , e i molti poderi mentò la ghibellina e dopo il regno dello
che s'ebber le chiese nelle prime caldezze imperatore Arrigo , che per essere stato breve
della cristiana vittoria , le proprietà allodiali , ed atroce nulla operò , vidersi questi due rea-
le ricchezze, il numero de' saracini venuti a mi avvolti nella gran lite d'Italia. Perchè dal
patti più che spenti , e de' cristiani stessi di cominciamento al mezzo del secolo decimo-
Sicilia. Così il conte Ruggiero, principe di li- terzo regnovvi Federigo 11 imperatore , prò
beri uomini , non capo di turbolento baronag- nelle armi , sagace e grande nei consigli ,
gio, e vestito dell' autorità di legato pontificio, promotor delle lettere italiane, impavido con-
ch'è infino ai dì nostri egregio dritto della tro Roma. I feudatari, che nella fanciullezza
corona di Sicilia , fortemente e ordinatamente sua si eran prevalsi , raffrenò Federigo ; chia-
il nuovo stato reggea. Titolo gli diè poi di mò nei parlamenti nostri i sindichi della città ;
reame un altro Ruggiero figliuolo del conte , represse nondimeno gli umori di repubblica ;
posciachè con le arti e con le armi tolse Pu- riordinò vigorosamente i magistrati ; vietò pri-
glia e Calabria agli altri principi normanni ; mo in Europa i giudizi ch'empiamente chia-
e dai baroni quivi più possenti , e dal papa, mavan di Dio ; dettò un corpo di leggi , ri-
e dallo imperatore , gagliardamente difesele storando o correggendo quelle dei normanni ;
con le siciliane forze . Quindi ei fu gridato le entrate dello stato ingrossò , e troppo. Mac-
dai parlamenti , e in fine per amore o per chiano la sua gloria severità e avarizia nel
forza riconosciuto dal papa , re di Sicilia , governo ; e mal ne lo scolpa la necessità di
duca di Puglia e di Calabria , principe di Ca- tender fortissimo i nerbi del principato, per
pua. E ritirando ver la corona l'autorità dei aiutarsene alla guerra di fuori.
magistrati , contenendo i baroni , assestò il Dondechè mentre i due potentati acerba-
reame con ordini civili , ravvivò le industrie, mente si travagliavano con le astuzie , con
e vittoriosamente adoprò fuori le armi sue. le armi, con gli scritti, e , incontrando varia
Due forze questa novella monarchia sici- fortuna, or fean sembiante di venire agli ac-
liana turbarono che furono, il baronaggio non cordi , or più feroci ripigliavan le offese ,
si forte da mettere al nulla l'autorità regia, crebbero nei reami di Sicilia e di Puglia pe-
ma baldanzoso abbastanza da provocarla ; la ricolosissimi umori ; come avviene dal troppo
corte di Roma , la quale attirò i nostri prin- tender l'arco che i governanti fanno , spe-
cipi nelle contese italiane , or chiamandoli in rando che pur sempre si pieghi . Innocenzo IV,
sostegno, or vantando dritti su lor province , pontefice di altissimi spiriti , se ne accorse , e
e combattendoli apertamente . Pure la monar- principiò a gridare il nome di libertà , non che
chia per la virtù della sua prima fondazione alle cittadi dell'Italia di sopra , ma nei reami
stette salda a que' colpi ; si ristorò con migliori stessi di Federigo . E, varcato già a mezzo il
leggi sotto il secondo Guglielmo ; e avrebbe secolo decimoterzo , aspirava si gagliarda-
potuto per avventura metter giù lo impera- mente alla vittoria , che, convocato un concilio
tore e il papa , e da sè occupare o proteg- in Lione , denunziavagli la deposizione dallo
gere tutto il paese infino alle Alpi , se non che impero , e tutte contro il magnanimo svevo
dal sangue normanno passò per nozze a casa ritorcea le folgori sacerdotali .

dalità nacque, come sa ognuno , dallo stabilimento Chiamerò così secondo il comune uso la dina-
de' barbari settentrionali, e fu un particolare modo stia degli Hohenstauffen , duchi di Svevia.
di governo di ottimati misto di monarchia.
CAPITOLO II.

Papa Innocenzo perseguita Corrado ; e alla morte di lui, occupa le province di terraferma , e turba la Sicilia. Repubblica in Sicilia.
Manfredi ristora l'autorità regia ; e l'usurpa. A spegner lui la corte di Roma pratica con Inghilterra e con Francia. In fine concede
i reami a Carlo conte di Angiò. Passata di Carlo in Italia. Manfredi è rotto , e morto a Benevento. Carlo prende il regno. - Dal-
l'anno 1251 al 1266.

Alla morte di Federigo , pronto il pontefice perchè uscito appena di fanciullo , brillò e fu
assurse a schiantar d'Italia l'emula casa morto. Raccomandavalo il padre com ' orfa-
sveva. E l'invidia dell'impero tenuto lunga- nello e innocente alla paternale carità del pon-
mente da quella ; el sospetto della possanza tefice ; e questi più furiosamente che prima
che traea di Sicilia e Puglia , valser tanto in riassaltava i reami suoi con seduzioni ed ar-
Lamagna, rincalzati delle romane arti , che mi 2.
Corrado figliuol di Federigo , ancorchè eletto Prontissima questo foco trovò l'esca , per
re de' Romani , dall' imperial seggio fu escluso. l'odio partorito agli Svevi, e al principato con
A torgli i domint meridionali , papa Innocenzo essi , da quella lor dominazione avara , e ri-
rifaceasi a gridare ai popoli , libertà ; susci- gida , spesso anco crudele , e testè esacerbata
tava i baroni ; esortava i vescovi e 'l clero ; nei contrasti all' avvenimento di Corrado . I
bandia la remissione delle peccata cui si le- baroni tendeano a scatenarsi pe' vizi radicali
vasse in arme per la corte di Roma ; per della feudalità , e i mali esempi di fuori . In-
brevi , per legati ad ogni ordine d' uomini crescea il freno alle maggiori città, aspiran-`
promettea pace, e godimento di tutte lor fran- ti alle franchigie di Toscana e di Lombardia ,
chigie sotto la protezion della Chiesa : isti- delle quali avean preso vaghezza per gli spes-
gazioni tentate indarno sul fin del regno di si commerci con l'Italia di sopra, e per sen-
Federigo. Pur lo zelo de' ghibellini d'Italia , tirsi forti anch'esse di sostanze e di popolo ,
e la virtù di Manfredi , bastardo dell' impe- e ravvivate dalla virtù delle lettere , e de ' leg-
ratore , e del paterno animo non tralignante, giadri esercizi , che fioriron sotto Federigo .
fecero che Corrado , spenti i nemici del suo Inoltre eran use al municipal reggimento ,
nome, regnasse alfine dal Garigliano al Li- avanzo di più felici tempi , non dileguato dalla
libeo . Poc' oltre due anni regnò, che da morte romana conquista , nè sotto l'impero , nè forse
fu colto lasciando di sè un sol bambino per anco per la saracena dominazione ; il qual
nome Corrado, cui disser poscia Corradino , reggimento provvedendo alla più parte de' bi-

Manfredi nacque di Federigo , e di una nobile gli storici contemporanei , ma sì da' brevi del papa,
donna della famiglia de' Lancia, che poi vicina al dati a 24 aprile 1246-23 gennaro e 13 dicem-
morire fu sposata dall'imperatore, divenuto già ve- bre 1251-18 ottobre e 2 novembre 1234, recati
dovo. Con queste nozze alcuni pretendeano legit- da Raynald , Annali Ecclesiastici, negli anni rispet-
timare Manfredi. tivi § 11-2, 3 , 4—63, 64. Quod vobis sicut gen-
2 Scorrendo rapidamente i preliminari , e toc- tibus cæteris aliqua provenirent solatia libertatis : —
cando punti istorici notissimi , io lascerò indietro universitas vestra in libertatis et quietis gaudio re-
le citazioni infino al cominciamento della domina- florescat : - - habituri perpetuam tranquillitatem et
zione angioina . Le noterò solo in alcun luogo più pacem, ac illam tutissimam et delectabilem liberta-
importante. Così è questo delle pratiche di papa tem qua cæteri speciales Ecclesiæ filii feliciter et
Innocenzo a fomentare gli umori repubblicani in firmiter sunt muniti- queste e somiglianti son le
Puglia e in Sicilia . Esse ritraggonsi non solo da- frasi del papa .
CAPITOLO II. 7
(1254 )

sogni pubblici, alla libertà politica non restava co. Però in tanto scompiglio la riputazione
che un passo. E suol sempre all' autorità dello delle municipalità ne crebbe , e con essa la
stato incerta o vacillante sottentrar la mu- brama dello stato libero . La quale fors' era
nicipale, che più si avvicina alla semplicità più viva in Sicilia che in terraferma , per lo
de' naturali ordini del vivere in comunanza, numero delle città grosse, e i meglio raffre-
e i popoli , come cosa propria, l'odian man- nati baroni

Il numero delle città grosse era considerevole e poi non fa più caso di questo uficio ; e che il suo
in Sicilia, molto più che nel regno di Napoli, come argomento, fondato su poche carte, potrebbe valere
io farò osservare in piè del Docum. 1 in fin di que forse pei tempi recenti in cui la legge municipale è
sto volume . uniforme e universale , ma non per que' secoli in
È da avvertire che il di Gregorio (Considerazioni cui gli ordini municipali erano privilegi speciali ,
su la storia di Sicilia, lib. 2 cap. 7, lib. 3 cap . 5 , difformi l'un dall'altro , dati in tempi e in circo-
e lib. 4 cap. 3 , ) non sembra molto esatto nelle stanze diverse .
sue idee su l'importanza de' comuni siciliani nei Perciò io tengo per fermo, che le nostre muni-
secoli duodecimo e decimoterzo . Forse i tempi so- cipalità, avanzo de' tempi greci, romani, bizantini ,
spettosi in cui scrisse questo valente uomo, l'indole e forse non distrutte da' saraceni , i quali non aveano
morbida, i timori , le speranze , i riguardi di lui , la smania di vestir tutto il mondo alla lor foggia,
ch'era istoriografo regio e prelato, lo portarono a furono parte dell' ordine dello stato nei tempi nor-
presentare in tal guisa l'elemento democratico, se manni che anzi , crescendo gli umori municipali in
così può chiamarsi , dell'antica nostra costituzione. Sicilia, sì come nella terraferma italiana , l'impera-
Sforzato dai molti documenti, egli accetta che al- tor Federigo pensò reprimerli dall'una parte con
cune città avessero proprietà comunali, che le adu- le minacce, dall'altra con le concessioni : che , falliti
nanze popolari deliberassero sopra alcuni negozi i disegni repubblicani del 1254 , le municipalità sotto
municipali, ed eleggessero alcuni oficiali pubblici ; Manfredi e Carlo d'Angiò continuarono ad essere
accetta la tendenza , com' ei dice , pericolosissima un utile stromento di governo, massime nella riscos-
delle nostre città alle forme repubblicane, e il so- sione delle entrate pubbliche, nell'armamento delle
spetto che n'avea preso l'imperador Federigo , e navi, de' fanti, e simili bisogni pubblici : che nella
le caute concessioni alle quali si mosse ; e con rivoluzione del vespro senza dubbio si levarono a
tutto ciò , credendo commesso ad oficiali regì il maggior potenza, senza mutare perciò i loro ordini
maneggio di faccende che piuttosto poteano appar- semplici e gagliardi , e che sotto gli aragonesi la es-
tenere a' magistrati municipali , conchiude assai fret- clusione de' nobili dagli ordini municipali , e la isti-
tolosamente, che infino a' tempi di Federigo impe- tuzione dei giurati, furono senza dubbio grandi pas-
ratore non v' ebbero in Sicilia forme municipali pro- si, ma non costituirono l'importanza del governo
priamente dette ; che quegli ne creò un'ombra , comunale, che stava nelle adunanze popolari . I giu-
e che i comuni non presero stabilità e forza che rati furono dapprima un tribunato, o un pubblico
ai tempi aragonesi. Io credo che ben altro risul- ministero, che vegliava alla retta amministrazione
terebbe da una ricerca de' documenti , da una in- della giustizia nel proprio comune, e alla condotta
vestigazione delle tradizioni storiche, da una istoria degli uficiali regi ; nè amministravano in quella
infine delle municipalità siciliane, che con tempo , prima istituzione le cose del municipio, ch'è stato
spesa, fatica, si potrebbe compilare. E pur man per lo più un uficio insignificante , e , come dicono
cando questo lavoro, parmi evidente, che, s'egli è gl' inglesi, << servente il tempo , » e stromento do-
vero esser le adunanze popolari il più forte elemento cilissimo del potere assoluto.
del municipal governo, noi che sappiam senza dub- Oltre a ciò è noto , che nelle monarchie feudali
bio usate le adunanze popolari in Sicilia, possiamo le nazioni furon piuttosto aggregati di vari piccioli
giudicare della natura delle nostre antiche istitu- corpi politici , che comunanza di uomini regolata
zioni municipali , curando poco de' nomi e ufici dei dall'azione diretta del governo. Il poter sovrano in
sindichi, giurati, borgomastri o somiglianti magi- molte parti dell' ordinamento civile non operava su
strati esecutivi. S'aggiunga a questo , che il di Grego- gl' individui, ma su i loro rappresentanti : volgeasi
rio cita i maestri de' borghesi ne' tempi normanni , a ciascun corpo di vassalli feudali per mezzo del ba-
8 CAPITOLO II. (1354)

Spiegò Innocenzo in tal punto il vessillo peti il conte di Catanzaro , e una certa au-
della Chiesa , correndo l'auno milledugento- torità mantenea, non ostante quell' universale
cinquantaquattro ; occupò Napoli con l'escr- pendio alla repubblica ; non contrastandolo ,
cito ; mandò oratori e frati a sollevare i po- ma temporeggiandosi , e procacciando in vi-
poli per ogni luogo : ed era il re in fasce in sta gl'interessi de ' popoli . Anzi con la solita
Lamagna ; il reggente straniero e dappoco ; audacia, nel torbido aspirò a cose maggiori.
Manfredi senza forze, nè dritto alla corona. Come papa Innocenzo caldamente i siciliani
Andar sossopra dunque i reami : chi si trovò stigava a gridare il nome della Chiesa , e
presso al potere li die' di piglio , dove a nome allettava Messina con le vecchie lusinghe di
del re, del papa , del comune , e dove di niu- privilegi , il vicerè intrigossi con gl'inviati
no. Quindi a poco a poco surse Manfredi , delle città di Sicilia a trattare col papa ; pro-
praticò col papa , e pugnò ; e morto a Napoli pon ea, rifiutava patti ; e mandogli con gli am-
Innocenzo , e rifatto pontefice Alessandro IV , basciadori di Messina , e col vescovo di Sira-
gioviale , dice Giovanni Iperio , rubicondo , cusa, un suo nipote ; tramando sottomano farlo
corpulento, non uomo da sostenere i disegni re di Sicilia , che dal pontefice la tenesse , e
del fiero antecessore , lo svevo , savio e ani- pagassegli il censo . Gonfio di questi pensieri ,
moso, a ripigliar lo stato si condusse . Ma per- quando Manfredi risurto a Lucera chiamava-
chè l'anarchia avea preso in Sicilia le sem- lo all'antica obbedienza , non assentì il conte
bianze di repubblica , e fu questo lo esempio che ad una confederazione con reciproci patti.
agli ordini che gridavansi poi nel riscatto del E fidavasi tral principato , il pontefice , e 'l
vespro , io narrerò questo avvenimento il più popolo traccheggiar si maestro , che dell' un
largamente che si possa su le scarse memo- contro l'altro s'aiutasse a'propri disegni.
rie de' tempi. Ma perchè non è felice poi sempre l'in-
Sedea vicerè in Sicilia da molti anni , e ganno , costui non valse a raggirare a lungo
governava si le Calabrie , Pietro Rosso o Ruffo. le siciliane città ; e porse egli stesso l'oc-
L'imperator Federigo da vil famigliare l'a- casione a prorompere, perchè volendo coprir-
vea levato a' sommi gradi , com' avvien talora si con le sembianze della legittimità, finchè
a' più temerari e procaccianti . Pensò Cor- non fosse matura l'usurpazione , battè mo-
rado che per costui gli fosse rimasa in fe- neta a nome di Corrado secondo ; ch'era un
de la Sicilia ; onde il fe' conte di Catanzaro , disdir netto la repubblica . Spezzata allora con
gli prolungò il governo, e crebbegli la baldan- esso ogui pratica , le città gridaron repubblica
za ; chè superbamente ei reggeva, a nome sotto la protezion della Chiesa prima a ciò
del principe , a comodo di sè stesso ; fattosi Palermo ; seconda Patti , dal vescovo mos-
trapotente per dovizie e clientela , da osar dis- sa ; ed altre terre seguitaronle . Il vicerè
ubbidire a faccia scoperta lo stesso monarca . spacciava ambasciatori a Palermo , ed eran
Pertanto alla morte di Corrado , a' rivolgi- respinti ; vedea le città dell'Etna levarsi tut-
menti che seguitarono , duravane i primi im- te , e con esse Caltagirone , che pose a gua-

rone, a ciascun corpo di borghesi per mezzo della di popolazione su la quale il governo non avrebbe
municipalità. Ondechè, se in tutt' altra monarchia saputo agire senza il mezzo de' corpi municipali,
feudale de' secoli XII e XIII era ormai necessaria la massime in ciò che risguardasse la contribuzione
esistenza delle municipalità , sembrerà impossibile ai bisogni pubblici , sia con servigio personale , sia
che mancassero in Sicilia , ove la feudalità nacque con moneta.
si moderata ; ov' erano molte proprietà allodiali , Presso Martene e Durand , Thes. Nov. Anec .
grosse e superbe città , e perciò una vasta massa tom. 3, pag. 732.
CAPITOLO II. 9
( 1254-56 )

sto e a sacco i vicini poderi della corona ; quale uficio primo chiamò Iacopo de Ponte ,
non restava che a tentare la forza. Raccolto romano. Presa poi dalla sete delle conquiste,
dunque di messinesi , e di quanti rimanean- assalse e spianò Taormina , ricusante d''ub-
gli in fede un grosso di genti, il vicerè assa- bidirle ; in Calabria molti luoghi occupò , e
lisce Castrogiovanni, che tentennava, e dub- tenne vivo il suo nome . E Palermo sospinta
biamente difesa la espugna. Ma quel dì me- dagli stessi umori , occupava il castel di Ce-
desimo Nicosia sollevasi , e poco stante molte falù , e certo anco alcun' altra terra di mez-
altre terre ; fino i messinesi dell'esercito le- zo . Ma, quel che più rileva, intesa all' uni-
vavano in capo : una stessa brama avea preso versale ordinamento , avea già mandato ora-
i siciliani tutti , nè bastava a trattenerli il tore al papa a Napoli un Iacopo Salla , ad an-
veleno delle divisioni municipali. nunziare il reggimento a comune sotto la
In tal disposizione d' animi, un picciolo in- protezion della Chiesa , assentito dall' isola
toppo die' il tracollo al conte di Catanza- tutta. Incontanente il papa spacciò vicario
ro . Appena ributtato da uno assalto ad Ai- Ruffin da Piacenza , de' frati minori : il quale
done, le genti sue stesse il costrinsero a era a grandissimo onore raccolto in Paler-
tornarsi a Messina ; e trovò a Messina una mo, in Messina, e per ogni luogo, e con fe-
congiura , per disperder la quale invano af- ste popolaresche onorato ; al venir suo tri-
frettossi a entrare in città ; invano fe' soste- pudianti gli si feano incontro cittadini, e sa-
nere in palagio Leonardo Aldighieri ' , e pa- cerdoti , e vecchi , e fanciulli ; di palme e di
recchi altri cittadini de' quali più temea. In- rami d'ulivo spargeangli il sentiero, come a
furia il popolo a questo ; ridomanda gl ' im- liberator del paese tutti si inebriavan di
prigionati ; e ottenutili non s'acqueta , ma gioia e di speranza nel nuovo stato. Richia-
reca Leonardo in trionfo ; capitan del popolo il maronsi allora un conte Guglielmo d' Ami-
grida ; « viva il comune, fuori il vicerè » : con co , un Ruggiero Fimetta , ed altri usciti fin
lui fermansi i patti, che dia alcune castella da' tempi dell' imperator Federigo, per umori
in sicurtà , e libero sen vada con l'avere, e guelfi , o di libertà . Libertà gridavan tutti : le
la famiglia. Così fu scacciata l'ultim'ombra città, terre, e castella si strinsero con patti
della regia autorità. Partitosi il conte , il po- reciproci e su questa confederazione il vi-
polo saccheggiò le sue case ; ed ei , non os- cario pontificio nel nome della Chiesa coman-
servati gli accordi , attese in Calabria ad af- dava. Così intorno a due anni si visse in Si-
fortificarsi. Ma quivi lo inseguiano le armi cilia , dal cinquantaquattro al cinquantasei . In
di Messina ; imbatteasi ancora in quelle di Puglia e in Calabria , nel medesimo tempo fu
Manfredi e, com' e' meritava , cacciato dalle più contrastata la dominazione tra i principi,
une e dalle altre , senza aiuto nè consiglio che bramata dai popoli la libertà ; perchè men
vagando , rifuggiasi in fine vergognosamente disposti v'erano che que' di Sicilia, e il papa ,
alla corte del papa . e Manfredi , ambo vicini , a vicenda sforza-
La Sicilia intanto senz' altri ostacoli alla vanli a ubbidire.
bramata condizione si condusse . Messina nel E ciò sol si ritrae dagli storici de' tempi.
comun brio affratellata , diessi tutta, come città Quali fossero gli ordini delle novelle repub-
rigogliosa , alle virtù e ai vizi delle italiane bliche di Sicilia, se popolani, se misti d' o-
repubbliche. Volle un podestà straniero ; al ligarchia , ne è ignoto. Forse nessuno ben

Questo è il medesimo cognome di Dante, che v' ha alcuna memoria del comun lignaggio tra Leo-
si scrivea Aldigherius nol secolo xiv, come veggia- nardo Aldighieri, e 'l poeta fiorentino.
mo nel comento di Benvenuto da Imola. Ma non
2
10 CAPITOLO II. (1256 )
saldo se ne statul ; forse come i cittadini adu- più parte pel re ; i repubblicani sgomenaronsi :
nati a consiglio, deliberavano per l' addictro e si rapido fu il precipizio, che pochi anni ap-
su i negozi municipali, come i maestrati per presso , repubblica di vanità l'appellava Bar-
l'addietro li amministravano , fecesi allora in tolomeo di Neocastro .
tutte le altre parti del governo . I vincoli scam- Ondechè mentre Federigo Lancia riducea
bievoli delle città, i limiti dell'autorità del pa- le Calabrie con un esercito per parte sveva , un
pa e del legato , i consigli pubblici che a que- altro se n'accozzò di feudatari in Sicilia . Ar-
sto fosser compagni , non ricorda la istoria ; rigo Abate con esso entrò in Palermo , e im-
se non che abbiam documenti di concessioni prigionò il legato del papa, e quanti per lo
feudali in Sicilia, fatte dal papa a baroni par- stato libero parteggiavano . Corse per l'isola
teggianti per esso ; la qual cosa dimostrerebbe poi vittorioso ; ruppe a Lentini Ruggiero Fi-
piuttosto la confusione o l'usurpazione dei po- metta, principal sostenitore della repubblica ,
teri pubblici, che l'esercizio di quelli a buon de' feudi che per tal riputazione gli avea
dritto stabiliti. Nè alcuno scrittore ci ha tra- largamente dato papa Alessandro ; ma a Taor-
mandato in che stato rimanessero i feudatari ; mina trovò Arrigo assai duro il riscontro ; e
ma li veggiamo quale appigliarsi di gran vo- si bilanciavan le sorti, se non era per la rotta
lontà a questa novazione , e quale ubbidirla che toccarono i messinesi in Calabria. Pe-
tacito e torvo , aspettando tempo ; talchè è rocchè l'esercito loro , grosso di cavalli e di
manifesto , che gli umori guelfi e ghibellini di- fanti, osteggiando in quelle province i man-
videano già il sicilian baronaggio. Mezz' anar- frediani , fu colto con improvvisa fazione da
chia fu quella, e imperfetta lega di feudatari Lancia , quando saccheggiata Seminara sha-
forti e parteggianti , di città aduggiate dalle radi- datamente movea per lo pian di Corona , e
ci dell'aristocrazia edel principato ; e debolmen- attenagliato tra due schiere, e con grande uc-
te il nome della Chiesa li rannodava. Potea il cisione fu sbaragliato . Federigo Lancia a que-
tempo consolidar quello stato al par delle ita- sta vittoria insignoritosi al tutto di Calabria ,
liane repubbliche ; ma il principato repente minacciava Messina , e con sue pratiche fo-
risorto lo spense. E dalle novazioni i popoli mentava per Sicilia tutta la parte regia . Pre-
voglion frutto più prestamente che la natura valendo questa dunque in Messina , nè re-
non porta , e delusi gittansi allo estremo op- stando armi alla difesa , il podestà per dap-
posto , l'invidia morde i privati, la parte che pocaggine o necessità si fuggìa ; rinnalzavasi
ama gli ordini vecchi rimbaldanzisce . Questo il vessillo svevo ; arrendeasi a Lancia la cit-
in Sicilia seguì . Risorgeva in terraferma Man- tà. Pugnaron ultime per la libertà Piazza ,
fredi ; la parte pontificia mancava ; trionfava in Aidone, e Castrogiovanni , e fur soggiogate .
fine la sveva. A ciò levaronsi i feudatari, che Così Manfredi tutti ridusse i popoli e di ter-
per costume , interesse , e orgoglio teneano la raferma, e dell' isola ; e breve tratto per Cor-

La narrazione di questa repubblica in Sicilia Appendice al Malaterra, in Muratori R. I. S. to-


è cavata da : mo 5, pag. 603.
Bartolomeo de Neocastro Historia Sicula cap. 2, Raynald Annali Ecclesiastici 1254 , § 63 e 64, e
4, 5, 47, 87. 1256 , 30, 31 , 32.
Saba Malaspina, in Caruso Biblioteca Sicula, v.1, Breve di papa Alessandro iv ai palermitani, dato
pag. 726 , a 736 , e 753 , e in Muratori R. I. S. a 21 gennaro 1235 , tra' manoscritti della Biblio-
tomo 8. teca comunale di Palermo Q. q. G. 2 ; pubblicato
Niccolò di Iamsilla in Muratori R. I. S. tomo 8. altresì dal Pirri, t . 2, p. 806 : dove si legge : ut per
Cronaca di Fra Corrado, in Caruso Biblioteca Si- convenciones et pacciones inter civitates et castra
cula, v. 1. anni 1234 e 1235 . et alia loca tocius loci Siciliæ inhitas, nec non et

!
CAPITOLO II. 11
(1255-64)
radino regno . Poi lo scettro ripigliato col va- proprie lo stato , e con nome di re dalla Chiesa
lor suo , render non seppe al fanciullo ; diè tenesselo in feudo, e pagassele censo, e ser-
voce ch' ei fosse morto in Lamagna ; e cre- vigio militare le prestasse . Così un possente
duto o non creduto , com' erede solo di Fe- capo di parte guelfa , e campion della Chiesa ,
derigo , incoronossi in Palermo a di undici innalzato avrebbe in Italia . Donde , mentr' ei
agosto milledugentocinquantotto qui chiamava i popoli a libertà , mercata-
E fortemente regnò Manfredi ; e placar non vali come gregge, prima con Riccardo conte
potendo a nim patto la corte di Roma , di- di Cornovaglia, fratel del terzo Arrigo d' In-
speratamente la combattea. Si fe' capo dei ghilterra ; poi con Carlo conte d'Angiò e di
ghibellini ; rinnalzolli in Lombardia ; fomen- Provenza , fratel di Lodovico Ix di Francia ;
tolli in Toscana ; in Roma stessa ebbe se- e in fine col fanciullo Edmondo , figliuolo di
guito , la quale non sottomessa per anco ai re Arrigo. Autentiche ne restano le bolle
pontefici e reggendosi per un senatore , avea d'Innocenzo e dei successori suoi, le epistole
chiamato nuovamente a questo uficio Bran- dei re, che queste pratiche rivelan tutte , dalla
caleone, uomo di alto animo , che si era , per romana corte per sedici anni condotte a cauto
comunanza di nimistà , col ghibellino re colle- passo, quand' ira o terrore non la stimolavano.
gato . Per le quali cose non bastando ormai la E indefessa con brevi o legati a sollecitare
romana corte alla tenzone , affrettossi a com- i principi, tirare a sè i cortigiani , promettere
piere un antico disegno. Già fin dalla morte di ogni maniera indulgenze , sparnazzare le
del secondo Federigo , papa Innocenzo, perchè decime ecclesiastiche di cristianità tutta alla
non sentia nel sacerdotale braccio vigor tanto occupazione di Sicilia e Puglia, a questo ban-
da regger Sicilia e Puglia, nè troppo affida- dir la croce, a questo commutare i voti presi
vasi in su quegli umori repubblicani , avea da re e da popoli per la sacra guerra di Pa-
cercato in ponente chi conquistasse con armi lestina . Spesso il bisogno di moneta in co-

per privilegia super iis eis concessa, vobis in Eccle- Bolla del 27 agosto del medesimo anno al me-
siæ Romanæ devocione persistentibus et civitati desimo frate Ruffino . Concedesi in feudo a Niccolò
vestræ nihilum in posterum præjudicium generetur. di Sanducía, fratel cognato di Ruggier Fimelta , e
Un altro breve di Alessandro al podestà , consiglio, testè tornato in fede della Chiesa, il casale Scordia
e comune di Palermo , dato di Laterano l'8 gen- Suitan situm in territorio Lentini.
naro an. 2º, li ammonisce alla restituzione del ca- Questi tre diplomi , cavati da' registri Vaticani,
stello , rocca , e altri beni occupati da loro al ve- Epistole num....574 e 121 , leggonsi in Luca Wad-
scovo di Cefalù. -- Ne' manoscritti della Biblioteca dingo, Annales minorum - Roma 1732, tomo 3 ,
Com. di Palermo , Q. q . G. 12 ; e citato dal Pirri, Si- pag. 387, 537 e 539.
cilia Sacra, vol. 2, pag. 806. Breve di Urbano Iv, cavato da' diplomi della Chiesa
Breve dato di Napoli a 29 gennaro 1233 , indiriz- di Girgenti e pubblicato dal Pirri , Sicilia Sacra ,
zato a frate Ruffino de' minori, cappellano e peniten- vol. 1° p. 704 , nel quale si fa parola dell' impri-
ziere del papa , vicario generale in Sicilia e Calabria gionamento del vicario frate Ruffino.
del cardinale Ottaviano legato . Di costui in fine dà notizia un altro breve del
Bolla data di Anagui a 21 agosto 1233 , al me- 13 novembre 1254, recato da Pirri nello stesso luo-
desimo frate Ruffino , che comincia così : Eximia go ; nel quale diploma è notevole che il papa concedea
dilecti filii nobilis viri Roglerii Finectae fidelis no- al vescovo di Girgenti alcuni dritti del regio fisco.
stri merita sic preeminent et prefulgent etc. Il papa, Il guasto dei poderi della corona in Caltagirone,
non sapendo abbastanza premiar questo Ruggiero si scorge da un privilegio in favore di quella cit-
Fimetta , gli concedeva in feudo Vizzini , Modica, tà , dato da Manfredi , balio di Corradino ; il qua-
Scicli , e Palazzolo, castelli che rendeano , dice la le è citato dal P. Aprile, Cronologia della Sicilia,
bolla, a un di presso dugento once all'anno. cap. 27.
12 CAPITOLO II.
(1252-64)
teste pratiche entrando, la corte di Roma per lati , insanguinata riposava appena da una
l'occupazione di alcuna provincia di Puglia crociata infelicissima : pur quello che dalla
accattava danari con sicurtà su i beni delle siciliana impresa più forte la distolse, fu l'a-
chiese d'oltremonti ; e que' prelati sforzava nimo del re , abborrente dal guerreggiar con
a soddisfarli ; ai riluttanti mostrava la folgore cristiani, e dar di piglio nell' altrui. Però per-
delle censure. Alcuna volta prendeva a per- tinacemente ricusava quel giusto a lungo la
mutar la bolla d'investitura con somme assai romana corte si dondolava tra lui e l' inglese ,
grosse di danaro : poi la brama più forte di da forza rattenuto , non da coscienza . Ma
abbatter Manfredi , rimaner la facea da co- quando vide costui prostrato , e sè stessa dai
testi guadagni. A lungo tuttavia si differì la ghibellini e da Manfredi condotta agli estre-
impresa, perchè nou era da gioco . mi, la romana corte, come disperata , adoprò
Posto aveavi tutte sue brame l' inglese Ar- tutt'arti a sforzar Lodovico . Spianato ogni
rigo, cupido dell' altrui , ma dappoco , e alla altro ostacol mostrava a Carlo d'Angiò , e
Gran Carta spergiuro , perciò dal vigor di suoi alla donna sua , che , sorella a tre regine ,
baroni e città travagliato aspramente . Fermò dato avrebbe la vita per cingersi un istante
i patti col papa, e la investitura s'ebbe per a fianco ad esse il diadema dei re 1. Quanti
Edmondo suo , e le armi faceasi preparare ; nella corte di Francia più valeano , il papa
ma a tanti atti ne venne arbitrarî e stolti , e li indettò con vari accorgimenti. Il buon Lo-
tanto agl' inglesi increbbero le esazioni di dovico strinse di là ov ' era men forte . Am-
Roma, che il parlamento, pria trattenne il re monial con lettere sopra lettere : non indu-
dall' impresa ; poi di questi e di mille altri rasse il suo cuore ; esser ormai irriverente
torti richiamandosi , lo spogliò del governo , e prosuntuosa la ripulsa , e ch'ei laico dub-
ingiuriollo, e in aspre guerre civili il reame biasse a entrare in una impresa, chiarita one-
s'avvolse . Spezzavasi la pratica con Francia sta giusta dal successore degli apostoli , e
per niente simil cagione . Chè quivi obbedienti da' cardinali suoi . Pennelleggiava la Chiesa
i popoli , mite e non fiacco il re , d'alto ani- schiantata d'Italia per Manfredi , mezzo sa-
mo , ristorator delle leggi , savio moderator racino, dissoluto tiranno ; l'eresia pullulante ;
del governo , e di pietà sì rara , che alla morte profanati i sacri tempi ; manomessi vescovi e
sua fu noverato tra' santi. L'occupazione sacerdoti ; spregiati gli anatemi ; chiusa la via
straniera menomava la Francia in ponente ; di Terrasanta finchè la Sicilia ribelle stesse
la usurpazione de ' grandi feudatari degli altri al pontefice . Così Lodovico fu vinto.

Si narra che in una festa a corte di Francia, 2 Raynald , Annali Ecclesiastici , an . 1253. e seg.
Beatrice, contessa di Provenza, fu cacciata dal gra- Si vegga altresì Hume, Storia d ' Inghilterra - Ar-
dino ove sedeano le due sorelle minori, regine, l' u- rigo , cap. 12, dov'è citato Matteo Paris.
na di Francia , l'altra d'Inghilterra ( la terza, ch' e- Duchesne, Hist . Franc. Scrip. vol . 5 , pag . 869
ra assente, fu moglie di Riccardo d' Inghilterra , re a 873.
de' Romani ) ; ond' ella si tornò dispettosa e pian- I documenti delle pratiche de ' papi per la con-
gendo alle sue stanze ; e Carlo , saputa la ragione cessione del reame ad alcuno de' principi nominati ,
di questo femminile cordoglio, baciandola in bocca leggonsi presso :
le dicea Contessa , datti pace, che io ti farò tosto Lünig, Codice diplomatico d'Italia - Napoli e
maggiore reina di loro » e ciò lo stigava oltre- Sicilia -vol. 2, N. 30 a 42.
modo all'impresa di Sicilia. Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra, vol . 1 , pag . 477
Gio. Villani, lib. 6. cap . 90. ed . di Firenze 1823 . e seg. ove son citati questi documenti :
Ramondo Montaner, cap. 32. 3 agosto 1252. - — Innocenzo Iv , a re Arrigo m,
Cronica di Morea , lib . 2 , pag. 39 , ed . Bu- vol. 1 , pag. 477.
chon 1840. 28 gennaro 1253. -Diploma d'Arrigo m , pag.893.
CAPITOLO II. 13
(1265)
Papa Urbano tv allora la impresa fermò ; trambi dall' antico studio della romana corte
Clemente Iv francese , salito appena al pon- a mutare in signoria feudale quell'uso di con-
tificato , la statul solennemente mossi en- siglio e di protezione negli affari temporali ,

14 maggio 1254.- Innocenzo IV all' arcivescovo pag. 553 e 573.


21 detto
di Canterbury, etc. pag. 511 . Per lo giuramento di Ed-
30 novemb. 1235
Questo è il primo documento ove si parli della mondo alla corte di Roma.
concessione al principe Edmondo . Il papa comanda 5 febbraro 1256.- Alessandro iv al vescovo di
si accatti danaro per la impresa, con sicurtà su i Hereford, perchè sulle decime d'Inghilterra si pa-
beni delle chiese d'Inghilterra. gassero i debiti contratti dal papa per l'impresa
14 maggio 1234.- Altri quattro brevi d'Inno- di Sicilia, pag. 381 .
cenzo IV, pag. 512 e 513, dall' ultimo de' quali si 27 marzo 1236.- Arrigo 11 al papa. Scrive non
vede che re Arrigo era stato dubbioso a muovere potere , per le turbazioni del regno suo , mandar
contro un principe congiunto suo, e che il papa il forze in Italia, nè fare al papa il pagamento , ch' ei
confortava. volea prima di ogni altro , per le spese sostenute
22 maggio 1254.- Innocenzo IV ad Arrigo II . da Roma negli assalti del regno. Era di 135,541
Che non ispenda danaro in cose profane, nè sacre, marchi ; e dice Arrigo : Non enim credimus quod
e tutto serbi alla impresa di Sicilia , p. 513. Allo hodie princeps aliquis regnet in terris qui ita su-
stesso effetto ci è una epistola alla regina , una a bito tantam pecuniam possit habere ad manus.
Pietro di Savoia. Altre lettere simili a vari cardinali leggonsi a
23 magg. 1254 pag. 587.
31 detto Innocenzo IV ad Arrigo 1 . 1256.-Eduardo primogenito di Arri-
9 giugno go I , dà un giuramento per questo negozio di
14 ottobre 1254.- Arrigo 1 , come tutore di E- Sicilia, pag. 586.
duardo re di Sicilia a' prelati, conti , baroni , mi- 11 giugno 1256. -Alessandro IV a re Arrigo III,
liti e liberi uomini di questo reame, p. 530. pag. 593.
17 novemb. 1254.-Innocenzo IV ad Arrigo III. 27 settembre 1256. - Bolla che proroga il ter-
1255.-Alessandro IV . È uno scritto mine dato ad Arrigo per l'impresa di Sicilia, pa-
delle condizioni alle quali si concede il reame di gina 608.
Sicilia e Puglia a Edmondo , p. 893 . • detto . Bolla che obbliga i prelati di
21 aprile 1255. -
— Alessandro IV ad Arrigo III. Scozia a pagare il danaro tolto in presto dal papa
Perchè paghi una somma di danaro , spesa dalla per la guerra di Sicilia, pag . 608.
corte di Roma per l'occupazione di Puglia, pagi- 6 ottobre
na 547. 9 novemb . Alessandro ad Arrigo 11 , p . 611,612 .
3 maggio 1233.- Alessandro IV commuta nella 10 maggio 1237.-Arrigo 11 al papa . Scrive avere
impresa di Sicilia il voto preso da re Arrigo per con l'arcivescovo di Morreale legato del papa, or-
Terrasanta , pag. 547 . dinato l'impresa, e scelto il capitano , p . 620 .
7 detto . Altra bolla sullo stesso soggetto, p. 348. detto.-Arrigo al papa. A questo effetto
11 detto.-Alessandro IV scrive aver commutato ba fermato pace col re di Francia.
alla impresa stessa il voto del re di Norvegia 3 giugno 1257.- Alessandro al suo nunzio in
de' suoi , pag. 549. Inghilterra. Riscuota il danaro tolto in presto sulle
12 detto. Altra bolla allo effetto stesso . decime, non ostante il divieto del re , che già si
13 detto .- Alessandro Iv ad Arrigo 1 , p. 550. noiava della spesa .
15 detto.-Bolla dello stesso perchè si riscuotes- E moltissime altre, che sarebbe lungo e non u-
sero da Arrigo per la impresa siciliana que' de- tile a noverare.
nari in cui erano stati mutati i voti presi da molte Leggonsi anche questi ed altri documenti negli
persone per guerreggiare Terrasanta ; e si richiedes- Annali Ecclesiastici di Raynald , vol. 2 e 3. Nè li
sero anche dagli eredi, p. 531 . ho citato, parendomi inutile replicare le autorità
16 maggio 1233.- Bolla dello stesso pel voto per fatti si certi.
del re Arrigo ш , pag. 552.
14 CAPITOLO II.
( 1265 )
ch'era divenuto quasi comando in vari reami nè allo impero aspirasse, nè ad altra signoria
cristiani ; la qual signoria tentò prima ín In- in Italia , a sicurtà della romana corte, la quale
ghilterra , poscia in Aragona, e più assidua- il volea possente sì , ma non da soverchiare
mente su le italiane province a mezzogiorno lei stessa . Con ciò mutilati i dritti del prin-
del Garigliano. Ma su queste , Carlo d'Angiò , cipe nelle elezioni ai vescovadi e agli altri
che altro diritto non aveavi , non potea nè benefici ecclesiastici ; toltigli i frutti delle sedi
punto nè poco le usurpazioni contrastare . Cle- vacanti ; tolta ogni partecipazione nelle cause
nente dunque promulgò com ' ei volle a di ecclesiastiche , e riserbatene le appellazioni a
venticinque febbraio milledugentosessantacin- Roma ; fermata la franchigia de' chierici dalle
que una bolla per la quale « il reame di Si- ordinarie giurisdizioni e dai tributi , e altre
cilia , e la terra che si stende tra lo stretto condizioni men rilevanti. Tra quegli squisiti
di Messina e i confini degli stati della Chic- accorgimenti di regno , si risovvenne pur Cle-
sa , eccetto Benevento , » furono conceduti mente degli uomini del venduto paese non
a Carlo in feudo dalla Chiesa , per censo di suo stipulò che si avessero i privilegi goduti
ottomila once di oro all' anno , e servigio mi- già sotto Guglielmo 11, il più mite e giusto,
litare al bisogno. Cento patti sottilissimi dettò e dallo aver dei sudditi temperante , che nelle
il papa a vietare l'ingrandimento del re che siciliane istorie si registrasse 1 .

1 Lünig, loc. cit. N. 43. 8. Ne' bisogni della Chiesa mandi 300 uomini
Ecco il sommario di questa bolla, data di Peru- d'arme ( cioè da 900 , a 1200 cavalli ) per tre mesi
gia il quarto dì anzi le calende di marzo dell' an- in ciascun anno ; il qual servigio si possa rendere
no 1° ( di Clemente iv ) . in vece con navi armate .
Discorso a lungo della concessione precedente a 9. I re di Sicilia e Puglia prestin omaggio ad
Edmondo d'Inghilterra , la quale si replica esser ogni papa .
nulla, per le non adempiute condizioni , e per la 10. Non dividano il territorio. Qui è la formola
mancanza di un atto in buona forma ; il regno di del giuramento ligio che debban rendere a Roma.
Sicilia, con tutta la terra tra lo stretto e i confini 11. Non possano essere imperatori, nè re de' Ro-
dello stato della Chiesa, è dato a Carlo d'Angiò ; mani, o di Teutonia, ne' signori in Lombardia, o
che prima della festa prossima di san Pietro, va- Toscana.
da a Roma per l'investitura , mentre il cardinale 12. Gli eredi loro , se eletti ad alcuna di queste
delegato a questo negozio in Francia gli darebbe signorie, lascinla .
un sussidio sulla decima delle chiese , e prediche- 13. Le eredi del regno non si maritino a prin-
rebbe la croce contro Manfredi. cipi di quelle regioni.
Le condizioni della concessione sono : 14. Stabilito un giuramento per le condizioni
1. Resti Benevento alla Chiesa. dell' art. 12.
2. Carlo, e i suoi, e gli eredi non possano avere 15. Se il re sia eletto imperatore , emancipi il
proprietà, nè autorità in alcuna terra appartenente figlio , e gli lasci questo reame.
alla Chiesa di Roma. 16. Simile condizione per le donne eredi del
3. Diansi alcuni privilegi a Benevento. trono.
4. Ordine della successione , con la ricadenza alla 17. La regina erede del trono non si mariti sen-
Chiesa in difetto di eredi legittimi e del sangue . za piacimento del papa.
5. Censo di ottomila once di oro alla Chiesa, in 18. Esclusi i bastardi dalla successione.
ogni anno ; e scomuniche e caducità dal regno se 19. Il regno non si unisca mai ad altro d'Ita-
non si paghi. lia, nè all'impero .
6. Dopo l'acquisto del reame, in tutto o in par- 20. Caducità e scomunica , se il re occupi terre
te , Carlo paghi alla Chiesa 50,000 marchi per le della Chiesa .
spese sostenute da lei. 21. Restituiscansi , sotto gli occhi di commissari
7. Presenti al papa un palafreno bianco ogni del papa, i beni mobili e immobili tolti alle chiese .
tre anni. 22. Libertà delle elezioni ecclesiastiche , salvo
(1965) CAPITOLO II 15

A furia le armi , e gli armati per la guerra per soldo, chi conducendo del suo un picciol
a Manfredi allor si misero in punto. Corsi drappello, quasi messa di gioco o di commer-
erano ormai diciassette anni dalla sconfitta cio, per guadagnar poderi nell'assaltato reame.
dell' esercito crociato ridondava la Francia Sommavano a trentamila tra caval'i e fanti :
di baroni, e cavalieri, e uomini d'arme, fa- e però esercito lo appellano le istorie , non
stiditi del viver civile sotto le leggi , bramosi masnada di ladroni , congregati di là dei monti
di operare , e di acquistar gloria e sustan- a riversarsi in Italia, a scannar per rubare , e
ze. Veniano di Fiandra per la cagione stessa comandar poi , e ribellione chiamar la difesa .
guerrieri di ventura . Venian di Provenza , la Per arrisicato viaggio di mare, schivando
quale al reame di Francia negli antichi tempi l'armata fortissima di Manfredi , Carlo con
appartenne ; spiccossene dietro la morte di un pugno d' uomini venne in Italia : di giu-
Carlo magno nel secol nono ; fu feudo de lo gno milledugentosessantacinque prese l'uficio
impero ; poi , rompendo il debil freno , per suoi di senator di Roma, assentitogli temporanea-
conti sovrani si resse ; ed or da Beatrice , ul- mente dal papa : d'autunno le sue genti , va-
tima di quel sangue , era stata recata in dote licate le Alpi, non trovaro riscontro nei ghi-
a Carlo d'Angiò. Quell' acerba signoria onde bellini d'Italia ; dei quali chi fu compro , e
la Puglia poi pianse , e la Sicilia insanguinossi , chi tremò. E si la fortuna, che annulla di un
spaziavasi già in Provenza fraude e forza soffio gli umani consigli , volgea le spalle a
aveano spogliato di lor franchigie repubb'i- Manfredi. Le divisioni d'Italia a lui noequero
cane Marsiglia, Arles , Avignone : tra cupida fieramente , risorgendo i guelfi a quelle no-
dell' altrui avere , e tremante del suo tiranno , vità ; nocquegli la possanza della Chiesa ; ma
correa Provenza alle armi per aggrandirlo . il voltabile animo de' suoi baroni fu che di-
Smugneanla di danari Carlo e Beatrice ; costei sertollo ; e la mala contentezza dei popoli ,
fino i suoi gioielli impegnò ; altra moneta causata dalle spesse e gravi collette , dal
forni re Lodovico ; altra ne tolse in presto piover degli anatemi , dai mali tanti che la
il conte d'Angiò da Arrigo di Castiglia, e da lotta con Roma avea partorito . Sdegno e ne-
mercatanti e baroni . Così raggranellando di cessità di assicurarsi , aveano cacciato innanzi
che provvedere ai preparamenti, si raccolsono Manfredi in tutto il tempo del suo regno ; nè
i guerrieri ; ai quali il bando della croce era i richiami de' popoli avea ascoltato , che lun-
pretesto , scopo l'acquisto e venian sotto la ghi anni si sprezzano , ma suona un'ora al-
insegna di ventura dell' Angioino , chi condotto fine che morte ne scoppia e sterminio .

il padronato regio. Facciansi in Roma le cause ec- zione delle concessioni di feudi o altri beni per
clesiastiche. Federigo, Corrado, e Manfredi.
23. Rivocazione degli statuti svevi contro le im- 31. Carlo venga all'impresa con esercito non
munità ecclesiastiche. minor di 1000 uomini di arme ( contando 4 cavalli
24. Immunità degli ecclesiastici da ' giudizi or- per ogni uomo di arme ) , 300 balestrieri ec, ec.
dinari. 32. Venga in tre mesi dopo la concessione.
23. E dalle gravezze. 33. Le condizioni scritte di sopra valgano pei
26. Restino alla Chiesa i frutti delle sedi va- successori di lui .
canti. 34. E compiuta che sia l'impresa , abbia il privi-
27. I feudatari e i sudditi abbiano le immunità legio di concessione con la bolla di oro.
e i privilegi goduti sotto Guglielmo 11. 35. Non tenga per tutta la sua vita l'uficio di
28. Rientrino gli esuli a piacer della Chiesa. senator di Roma.
29. Divieto di ogni lega contro la Chiesa . 36. Lascilo anzi nel termine di anni tre, e in-
30. Liberazion de ' prigioni sudditi del papa . tanto lo eserciti a favor della Chiesa, e disponga
Restituzione dello stato al duca di Sora. Rivoca- per lei i Romani.
16 CAPITOLO II.
(1266)
Quest'ora già rapiva Manfredi e sentiala gli altri ; vinse con grande strage l' impeto
il grande , ma volle mostrare il volto alla for- francese. Allor Manfredi tra' nemici avven-
tuna. Tedeschi e italiani accozzava , e quanti tossi a cercar morte ; e se l'ebbe. Tra mille
pugliesi credea fedeli , e i saraceni siciliani cadaveri trovato il suo , gli alzarono i soldati
trapiantati in terraferma , che odiosi a tutti nemici una mora di sassi ; e poi pur quel-
teneano a lui solo e si attendeva a ingros- l'umile sepoltura gli negò l'odio del legato
sare l'esercito , e temporeggiarsi col nemico, pontificio : e le ultime esequie dello eroe svevo ,
cui l'indugio era ruina. Correa rigidissimo il fur di gettarlo a' cani sulle sponde del Verde .
verno. Carlo d'Angiò con la donna sua s'era E Napoli fe' plauso al conquistatore : la
incoronato già in Vaticano a dì sei gennaio ribellione , la rotta dello esercito , il fato del
del sessantasei : stringealo la diffalta di danari re, fecer piegare il resto di Puglia e di Ca-
a vincer tosto, o scior lo esercito . Ondechè labria , e la Sicilia arrendersi ; sol tenendo
difilato e precipitoso veniane, con un legato fermo que' saraceni fortissimi in Lucera. Alla
del papa , con aiuti de' guelfi e a Ceperano grossa partironsi i tesori del vinto , tra Carlo
pria si mostrò ; dove tradimento o codardia Beatrice e lor cavalieri s ' ebbono quei sol-
sgombravagli il passo del Garigliano , e per dati di ventura, dignità e terre . E i popoli ,
lieve avvisaglia San Germano schiudeagli e che per mutar di signori rado mutano al me-
Rocc' Arce ; e valicar gli fea senza trar colpo glio lor sorti , ne avean pure l'usata spe-
il Volturno. Solo a Benevento si pugnò a di ranza ; parendo che nella pace s ' alleviereb-
ventisei di febbraio, perchè Manfredi v'era , bero i tributi, ordinati a sostenere quella per-
nè Carlo udir volle di pace . Pugnaron, dico, tinacissima guerra contro la corte di Roma .
i tedeschi, e i saraceni di Sicilia ; fuggiron

Tutti questi casi della conquista di Carlo ri- L'ossa del corpo mio sarieno ancora
traggonsi da : In co' del ponte, presso a Benevento ,
Saba Malaspina, lib. 3 cap. 1 . Sotto la guardia della grave mora :
Ricordano Malespini cap . 179, ambo, presso Mu- Or le bagna la pioggia, e muove ' l vento
ratori R. I. S. vol. 8 , e da molti altri contem- Di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde,
poranei. Ove le trasmutò a lume spento.
Del resto V. Muratori Annali d'Italia. 1266 . Purg. c. 3.
E ricordisi in Dante :
A Cepcran, là dove fu bugiardo
Ciascun pugliese.
Inf. c. 28.
CAPITOLO III.

La vittoria di Carlo innalza parte guelfa in Italia. Risorgon pure i ghibellini, e chiamano Corradino all'impresa del regno . Sollevasi
per lui la Sicilia. È sconfitto a Tagliacozzo , e dicollato in Napoli. Carlo spegne la rivoluzione in terraferma con rigore , in
Sicilia con immanità. Eccidio d'Agosta. 1266-68.

S'eran riscossi i guelfi alla passata di Car- del regno , e baroni sottomessi a Carlo , e
lo , aiutato l'aveano all'impresa , ed ora par- stranieri principi . Adunan moneta i ghibel-
tecipando della vittoria tutta Italia ingombra- lini ; volonteroso entra Corradino nell' impre-
vano, rafforzati dalla riputazione e dalle ar- sa ; il duca d' Austria il segue , giovanetto e
mi del re. E vacando tuttavia l'imperial seg- congiunto suo ; seguonlo per amor di parte o
gio, papa Clemente, che alcuna autorità non d'acquisto molti baroni e uomini d'arme di
n' avea , dette al re il titolo di vicario del- Lamagna . Fin d'Affrica sursero per lui due
l'impero in Toscana , per aprirgli la strada a perduti uomini del sangue regio di Castiglia ,
più larga ambizione. Così mutossi per parte Arrigo e Federigo ; che di lor patria fuggiti ,
guelfa lo stato di tutte le province italiane , combatteano a' soldi del re di Tunisi ; e in-
al nome ghibellino non restando che Siena fastiditi , o a lui venuti in sospetto , rituffa-
e Pisa ; gli altri uomini di questa parte , at- ronsi nelle brighe de' battezzati : ma Arrigo
toniti più che spenti , cedeano il campo , chi ancora cocea privato rancore contro Carlo ,
esule, chi acquattato in patria, e tutti cova- perchè avendogli dato in presto , quand ' ei si
van rancori . Ond' e' guardarono in Lamagna preparava alla impresa , una grossa somma
a Corradino , entrato già nell' adolescenza , e di danari raccolta da lui in Affrica e ser-
verace signore di Sicilia e di Puglia ; i quali bata a Genova , Carlo , preso il regno , nè dette
stati, com' or feano piegar le bilance pe' guel- feudi o stati ad Arrigo , nè rendea la moneta ,
fi, l' avrebber mandato giù , se renduti a casa ma menzogne di cortesia ; e stucco de' richia-
sveva. Con loro s ' intendeano gli usciti di mi dello spagnuolo , gli parlò leonino 1. Perciò
que' reami , e i partigiani che s'eran sotto- Arrigo cercava vendetta . Ad annodar que ' fili
messi a Carlo , i quali difender Manfredi non giravan di qua di là i più vivi partigiani ;
avean saputo, ed or pensavano a rifar guerra . Corrado Capece tra Lamagna e Tunisi corse
Rincoravali la mala contentezza di questi po- e ricorse messaggio . E fur sì destri , che
poli , che sotto Carlo non sentiano scemare l'anno stesso sessantasett Corradino con
e
i tributi, crescer anzi la molestia de' mini- quattro migliaia di cavalli tedeschi e parec-
stri e degli oficiali infiniti del re , ingordi , chie di soldati a piè , calava in Verona : Roma
inquisitivi , superbi , più insopportabili come tumultuando chiamava senatore don Arrigo
stranieri, e in Sicilia peggio, perchè ai non di Castiglia si levavano da per tutto i ghi-
domi con le armi peggio puzza un'insolente bellini tumultuava la Sicilia contro re Carlo .
dominio. Amaramente piangean Manfredi , da Perchè don Federigo e Capece non prima
loro lasciato correre alla morte come quei che sepper la passata di Corradino , che mosser
toglica parte di lor sostanze, per trovar ora d'Affrica, sì come s'era ordinato , a rizzare
chi tutte rapiale, e per ammenda le persone
manomettea .
Questa ragione della nimistà d' Arrigo di Ca-
Entro un anno dunque dal subito conquisto stiglia è riferita da Bernardo D' Esclot , Istoria di
risvegliansi , congiurano e ghibellini, e usciti Catalogna, cap. 60, ed. Buchon 1840.
3
18 CAPITOLO III. ( 1267-68 )

in quest'isola l'insegna sveva. Con una ven- origine , che nelle nostre istorie son oscuri ,
tina di cavalli, e poche centinaia di fanti rau- e mertanlo ; perocchè s'udian solo in questa
naticci, spagnuoli , toscani, tedeschi , saraceni , rivoluzione , amendue per villani misfatti . II
posero sulle spiagge meridionali a Sciacca . mal governo poi di re Carlo fu amara ma certa
Capece si promulga vicario del re ; spaccia medicina a dileguar queste fazioni in un fe-
messaggi ai già disposti e consapevoli ; ban- rocissim'odio comune . E si nel vespro ap-
disce la proclamazione di Corradino , esortante pena si vide un'ombra di parte ; ma restò
i popoli a sorger nella santa causa di lui : solo a mo' di contumelia e villania la parola
fanciullo , l'avevan tradito il fratel del padre Ferracano , che traditor della Sicilia suonava ,
suo, il pastor supremo della Chiesa ; or adul- e partigiano de' tiranni stranieri.
to, e in sull' armi, e affidato nella lealtà dei Nè a particolareggiare i casi atroci di que-
sudditi , veniva a scacciare l'oppressor loro, st'anarchia del sessantasette vo' dilungarmi
l'usurpatore del regno . Rapida corse dell' arri- or io dal bello argomento propostomi. Dirò
sicato sbarco la fama , gratissima ai nostri , solo quali odi seminassersi allora , che ren-
poco formidabile dapprima a' francesi , che der doveano il vespro più sanguinoso e più
fecer sembiante di spregiarla ; e Fulcone di grande ; perocchè spesso nasce il bene dai
Puyricard, reggitor dell' isola per Carlo , tutto mali estremi ; e convien sia colma la misura
sdegnoso mosse con forte oste de' suoi e di a far che gli uomini tra lor mense, e amo-
milizie feudali siciliane a schiacciare gli as- ri, e guadagni, e ambizionucce , ed oz one-
salitori. I quali come videro il nimico vicino , sti, ed oz vituperevoli, d'esser cittadini ri-
fidati nelle lor pratiche, escon tosto al com- cordinsi ; talchè, arrischiando per poco questa
battimento : al primo scontro i feudatari si- vita sì breve e amara , nella causa pubblica
ciliani s' infingon di fuggire , poi s'arrestano , risorgano . La quale altra è che lo sciogliersi
straccian le bandiere d'Angiò, spiegan le sve- a misfare senza modo nè grande intento , co-
ve, e minacciosi stringonsi a schiera . Fulcone me allora in Sicilia avveniva. Baroni , bor-
allora lasciato il campo, più che di passo si ghesi , vassalli con rapine e omicide vio-
rifuggì in Messina. E questa , con Palermo lenze d'ogni maniera laceravansi tra loro :
Siracusa restaron sole in fede ; nel rimanente i deboli , al solito oppressi da' nemici e da-
della Sicilia divampò un subito incendio : gri- gli amici , non sapeano cui ubbidire : era pie-
dando tutti il nome di Corradino ; nè a lui na la Sicilia di sangue : di fame e di pesti-
però ubbidirono, nè a Carlo, ma a posta sua lenza perivano i campati alla rabbia degli
ciascun disordinatamente si prevalse . Sbigot- uomini . Invano qui venne per Corradino il
tite e poche le armi provenzali ; poche e dis- conte Federigo Lancia con un' armatetta di
ordinate quelle di don Federigo e di Capece ; galee pisane. Invano per Carlo il prior Fi-
il malo studio delle parti, entrato già in questa lippo d'Egly, degli Spedalieri , frati combat-
terra, non crescea forza ad alcuno de' con- tenti , i quali in queste nostre risse mescola-
tenditori, in particolari vendette sfogavasi. vansi più volentieri che nelle sacre guerre
Perocchè alla venuta di re Carlo, un talento di Palestina. Avversi ai carlisti i popoli ; i
servile, o una speranza di guadagno e auto- tre capi corradiniani disputavansi l'autorità
rità , molti precipitò a prostrarsi alla nuova suprema ; e loro forze dividendo, disertaron
dominazione, lor viltà onestando sotto specie sè stessi , e la causa del principe . Queste
di parteggiare per quella ; molti più profon- parti dunque , delle quali niuna potea vigo-
damente l'abborrirono . Ferracani i primi , rosamente ordinarsi e metter giù l'avversa ,
Fetenti s ' appellarono gli altri nomi d'ignota dilaniaron senza pro la misera Sicilia ; fin-
CAPITOLO III. 19
( 1268 )
chè, spento Corradino, venner da Napoli a ri- toltogli uficio di senatore della città. Coman-
sanarla i carnefici ¹ . dava nel primo boglimento di rabbia, che fos-
Non uso a questi subiti italiani movimenti , ser mozzi i pie' a quei prigioni ; ma per ti-
sbigotti Carlo a veder mezza la penisola in more che portassero miserando spettacolo da
romore per Corradino ; la Sicilia perduta ; rinfocare contro di lui gli animi in Roma ,
la Puglia piena d'umori di ribellione ; e Cor- l'ordine rivocò , e chiuder li fece entro una
radino, che per diffalta di danari era sostato casa , e vivi brugiare. Quest' era il campion
dapprima a Verona , vincer sull'Arno, accre- della Chiesa ! Corradino fuggendo fu cono-
scersi in Roma pe' favori d' Arrigo di Casti- sciuto ad Astura , e preso a tradimento. I
glia , e , non curando scomuniche, minaccioso partigiani , ch' eran tuttavia grossi di nume-
venire alla volta del regno con dieci migliaia ro , perdetter l'animo a quella rotta ; si
di cavalli , e più numero di fanti , tra tede- sbrancarono , pensò ciascuno a salvar sè, e
schi , spagnuoli , italiani , e usciti di Puglia. tutti furon perduti . Quel d'Angiò , come
Nè tanta moltitudine avea Carlo in sull' ar- avea preso tanto stato , così il mantenne , per
mi , ma eran francesi i più , e in migliore una sola battaglia. Ma per che modo si as-
disciplina , e con altri capitani : ond' ei come sicurava e vendicava m'è duro a narrarlo.
animoso, fe' testa ai confini. Presso a Taglia- E comincio da Corradino , comechè pria del
cozzo si pugnò , nel pian di san Valentino , a suo sangue scorresse già quel de' sudditi a
ventitrè agosto del sessantotto ; ed era di fiumi. Appon altri a Clemente il mal consi-
Corradino la giornata , quando la terza schiera glio ; altri lo scolpa ; io penso che il papa e
francese instrutta dal vecchio Alardo di Val- il re d'un animo volesser la morte del gio-
lery e da Guglielmo principe di Morea, diè vanetto ; stimolati entrambi da rabbia d'aver
dentro , e i disordinati per fidanza della vit- tremato , e sospetto dell' avvenire. Nè sicari
toria ruppe , e mietè . Presi i maggiori del- in carcere , ma rappresentanti della nazione
l'esercito ; scannata a frotte la plebe ; nella in faccia alla nazione e a Dio , del coman-
quale trovando parecchi romani , Carlo non dato assassinio bruttavansi. Convocò re Carlo

fu contento di spedita morte a vendetta del un parlamento di baroni, e sindichi, e buoni

Saba Malaspina, lib. 4 , cap. 3 e seg. Altro dato di Capua a 10 dicembre duodecima
Bartolomeo de Neocastro, cap. 8 e 9. Indiz. (1268) pel castel di Licata, che avea soste-
Gio. Villani, lib. 7, cap. 20 al 23. nuto assai guasti da' ribelli - Ibid . fog. 22.
Raynald , Ann. Eccl. 1267 , § 2, 12 e seg. 1268 Conti resi da Bartolomeo di Porta giustiziere
$ 2 a 29. della Sicilia di là dal Salso, per l'amministrazione
Niccolò di Iamsilla, in Murat., R. I. S. T. 8, dal 14 ottobre 1268, a tutto novembre 1269. Ibid.
pag. 614 e seg. fog. 75.
Veggansi anche i seguenti diplomi del regio ar- Da una partita di questo conto si scorge, che il
chivio di Napoli. giustiziere mandava al re Niccolò di Marchisano
Diploma di Carlo 1, dato di Viterbo 11 apr. unde- a chiarirgli falsa la voce dello sbarco del re di
cima Ind . (1268) al segreto di Sicilia per le spese Tunisi in favor de' ribelli ; e che avea pagato una
di fra Filippo d'Egly dello spedale di S. Giov. di oncia a Lorenzo di Trapani , il quale con la sua
Gerusalemme - Reg. di Carlo 1, segnato 1268, 0, barca portò questo corriere da Palermo in Prin-
fog. 18. cipato, ov' era il re .
Altro dato dal campo sotto Lucera il 2 giugno 2 Gio. Villani , lib. 7 , cap . 24 al 27.
undecima Ind. (1268) a Fulcone di Puy - Ricard Bartolomeo de Neocastro, cap. 9 .
vicario di Sicilia, perchè munisse con estrema cura Saba Malaspina , lib . 4 , cap. 13.
Messina, tamquam portum et portam Sicilie. Ibid.
fog. 18.
20 CAPITOLO III. ( 1268 )

uomini delle città di Puglia ; a scherno os- queste parole susurrava la moltitudine un
servar fece tutte del giudizio le forme : tal- istante ; e agghiacciata di paura taceasi : stu-
chè par vedere altri tempi a leggere con che pida e scolorata pur Corradino affisando . Il
sillogismi quella straordinaria corte Corradi- quale nell' abbassar lo sguardo su quell' on-
no e i seguaci suoi dannava a morte , come da di spaventati volti infiniti , ghignò di
in tali casi è costume . Ed ebbe animo ad amaro disprezzo ; poi gli occhi alzò al cielo ,
opporsi un Guidone da Suzeria giurista ; e e ogni terren pensiero depose. Lo scosse un
lor coscienze rimordean gli altri ; e piangea- colpo vide il capo del duca d'Austria già
no in cuore i buoni ; i francesi stessi ese- tronco sul palco ; ond' avidamente il raccolse
cravano il crudele atto del re : ma il re vo- Corradino , se lo strinse al petto , il baciò
lea, e tremavano i giudici , onde ogni scher- cento volte , baciò gli astanti , baciò il car-
mo fu vano. Un fanciullo di sedici anni, ul- nefice , pose il capo sul ceppo , e la scure
timo erede di tanti imperatori e re , dritto si- piombò. Narran che prima gittasse il guanto
gnore egli stesso di Sicilia e di Puglia, il dì a significar la investitura de' reami a Pier
ventinove ottobre del sessantotto , tratto era d'Aragona, genero di Manfredi ; narran che
al patibolo in piazza di mercato a Napoli ; il conte di Fiandra, marito d' una figliuola di
seguendolo una funata di vittime, perchè più re Carlo , all'empio sagrifizio non reggendo ,
largamente si vendicassero gli sturbati ozi di sua mano uccidesse Roberto di Bari fab-
della tirannide . A paro a paro con esso av- bro e dicitore della sentenza . Ben i bizzarri
viavasi il duca d' Austria, statogli compagno costumi dell' età aggiugnerebber fede a cote-
amantissimo dall' infanzia : biondi ambo e sti fatti ; ma più certi e atroci prendo io a
gentili , impavidi nel sembiante , franchi mu- narrarne , affrettandomi a uscir di tanti or-
tavano i passi , e sostarono al palco . Di por- rori ..
pora coperto era il palco quasi a regia pom- In terra fermaquanti eran rimasi fedeli a
pa ; con torvi armati all'intorno ; foltissimo Carlo , o dubbiosi finchè fu dubbia la vitto-
il popolo in piazza dall' alto d'una torre ria , or voleansi purgar dal sospetto , fecersi
guardava quella tigre di Carlo . Sali Corra- giudici insieme e carnefici degli scoperti ri-
dino , mostrossi , e lettagli in volto la sen- belli. Il parlamento avea offerto regie vitti-
tenza che il chiamava sacrilego traditore , ne me al re ; gli uomini delle province immo-
protestò nobilmente al popolo e a Dio. A lavangli i partigiani , e guadagnavan posses-

Bart. de Neoc. cap. 9 e 10. ....ma chi n'ha colpa creda,


Gio. Villani, lib. 7, cap. 28 e 29. Che vendetta di Dio non teme suppe. - Purg. c. 33.
Saba Malaspina, lib. 4. Io non rido di tal comento come fa il Biagioli,
Frate Francesco Pipino, lib . 3 , cap. 9 . perchè tutte le memorie degli uomini portano su-
Ricobaldo Ferrarese, Hist. Imp. an. 1268 ; etc. perstizioni empie e ridicole , almen quanto il man-
Un verso di Dante , se bene o mal interpretato giare una zuppa sul cadavere dell ' ucciso. Nè Carlo 1
non importa, diè luogo ai primi comentatori poco d'Angiò fu spirito forte , come diremmo in oggi.
discosti dal secol XIII a narrare un aneddoto in- Ma non trovando questo fatto in alcuno degli
torno la morte di Corradino. Nella loro età dicea- scrittori contemporanei di parte contraria a lui ,
si , che Carlo d'Angiò per superstizione mezza conchiudo che , o la favola nacque dopo la loro
pagana, venuta di Grecia , avesse fatto cuocere una età , o ch'essi come favola manifesta la tacquero .
zuppa, e mangiatola su i cadaveri di Corradino e Perciò ho lasciato indietro questo , che pur sa-
degli altri guastati con esso ; il quale rito s'avea rebbe un forte tratto di pennello sul carattere di
per fermo che purgasse il peccato dell'omicidio , Carlo, su i tempi, e sulla natura della condanna-
o troncasse il corso alla vendetta . Il verso è questo : gione di Corradino.
CAPITOLO III. 21
( 1268 )
sioni in premio della fedeltà o de' misfat- masi , d'estrema forza ; a lui legati adduconsi
ti . Presero i beni , rapirono, uccisero , ac- gli abitanti ; e quegli con un largo brando
cecarono , straziarono ; fu tanto , che Carlo li spaccia spossato , i suoi porgongli colmi
trattenne al fin lo immane zelo che fea del nappi di vino ; e col sudore e col sangue di
regno un deserto , perdonò al fine . Ma che gronda tutto , ei tracanna la bevanda , e
ai siciliani nulla mercè 3. A farne macello ripiglia l'opera scellerata . Alzò sulla marina
manda i suoi baroni francesi e Guglielmo una catasta di capi e di tronchi ; dove tra
l'Estendard era il primo ; uom di guerra e di le misere vittime loro andavano a monte i
strage , che la pietà avea a scherno , più sci figliuoli di Giuda , ben premiati così da
crudele d'ogni crudeltà, dice Saba Malaspi- Guglielmo. Non rimase persona viva in Ago-
na, e di sangue ebbro, e quanto più ne ver- sta. Molti fuggendo al mare , sì precipitosa-
sava più sitibondo. Costui valicò lo stretto mente accalcaronsi sopra un legnetto , che
con un drappello di provenzali fortissimi, e die' alla banda e si sommerse. Gavazzavano
di forti siciliani , a vergogna nostra , l'accreb- intanto i francesi nella insanguinata città , che
be ; abbattè senza ostacolo la parte di Cor- deserta e squallida fu per lunghissimi anni
radino, cui speranza non restava alcuna . Ma da poi 4. Nè queste immani stragi , nè questi
in Agosta mille cittadini in sull' armi , con immani tripudi ricordavano i più degli storici
dugento cavalli toscani fieramente difendeansi poi, narrando con tanto studio la strage del
aiutati dal sito inespuguabile ; onde Gugliel- vespro, che misura fu per misura ! A quella
mo postovi il campo , gran pezza indarno af- carnificina tenner dietro negli altri luoghi i
faticossi ; e a tanti doppi ne crescea quella supplizi . Corrado Capece s ' affortificò in Cen-
sua natural ferità . Sfogolla alfine senza bat- torbi ; ma visto balenare i suoi , uscì solo a
taglia, perchè sei traditori , schiusa di notte darsi nelle mani di Guglielmo ; e quegli il
una postierla della città , indifeso diergli in fe' accecare, e trarre a Catania, e per la gola
preda quel valente presidio : ed ei nè valore impiccare. Marino e Giacomo fratelli di lui
rispettò , nè innocenza , nè ragione d'uomini periano anco sulle forche a Napoli ; per altri
alcuna. Ivano i suoi saccheggiando , ammaz- casi gli altri principali partigiani , sol cam-
zando , stuprando per ogni luogo ; rintrac- pando Federigo di Castiglia, che si difese in
ciavano i miseri cittadini fin entro le ci- Girgenti , ma Guglielmo come congiunto di
sterne e le fosse del grano ; e fu questa la re Carlo gli die' di partirsi con una nave.
prima strage indistinta . Ma quando il furor Sulle misere città di Sicilia , o state ribelli ,
de' soldati fu satollo , sì che sdegnarono tru- o state fedeli , piombò intanto la rapace man
cidar cui pregava , non si spense nel ministro d'Estendardo con imprestiti e altri mal dis-
del re la sete di sangue . Un manigoldo chia- simulati ladronecci 5. Lucera di Puglia ove

Veggansi le molte concessioni di feudi e altri legge essere stati i ribelli di Sicilia , conculcati et
beni fatte da re Carlo in questo tempo , che leggonsi gladio ullore perempti.
nel r. archivio di Napoli, reg. di Carlo 1 segna- 4 Saba Malaspina, lib. 4 , cap . 18.
to 1269 , D. fog. 1 , ed 8. Tra gli altri si trova 5 Conto reso da Bartolomeo de Porta giustiziere
a fog. 6, a t. e duplicato al 114 , a t. un diploma della Sicilia di là dal Salso - nell' archivio regio
del 15 genn. tredicesima Indiz. (1269 ) pel quale di Napoli, reg. di Carlo 1, 1268, O , fog. 75.
furon date all' arcivescovo di Palermo le case che Da questo si veggono gl' imprestiti sforzati fatti
possedeva in Napoli Matteo de Termulis, fellone. per ordinamento di Guglielmo Estendard , mare-
2 Saba Malaspina, lib. 4, cap. 17. sciallo e vicario generale in Sicilia , di Guglielmo di
Capitoli del regno di Napoli , pag. 14. Misericor- Beaumont ammiraglio, e di Fulcone di Puy Richard .
diam etc. Un altro argomento di estorsione, come si ricava
3 Capitoli citati , pag. 16. Nel preambolo si da' mede si mi conti, fu l'assedio di Sciacca, non so
22 CAPITOLO III .

i saraceni siciliani fatto avean sì bella difesa, da sdegno e sospetto , nè mansuefatti da ti-
s'arrende poco appresso per gli strazi d'or- nore alcuno de' sudditi , i quali per diffidar
ribilissima fame : trionfo Carlo da per tutto l'un dell' altro e spossamento comune, forz' è
senz'alcun freno . Così crescon per doma ri- che lungo tempo servano, e stiansi.
bellione , e peggiorano i principi ; stimolati

CAPITOLO IV .

Re Carlo continua e trapassa gli abusi della dominazione sveva. Immunità ecclesiastiche. Novello baronaggio. Gravezze , e modi
del riscuoterle. Demani, e bandite. Servigî , e soprusi che nascon da quelli. Amministrazione della giustizia ; crimenlese ; matri-
moni : violenze alle donne. Violazione dei dritti politici. Riscontro delle condizioni di Sicilia e di Puglia. 1266-1282.

Temperavansi a vicenda nell'antica sici- tore più monarchicamente li assesto , come nel
liana costituzione il principato e 'l baronag- capitolo primo s'è detto . Molti statuti e savi
gio ; nè illimitati di questo i dritti sulle per- ei dettò , fiaccando i baroni ; bandi , or col
sone , nè gravissimi sulle facoltà : i villani voto dei parlamenti ed or senza , le universali
men servi che altrove ; non servi erano i ru- contribuzioni, ch' erano per ordine fondamen-
stici ; i borghesi e cittadini fin delle terre feu- tale limitate ai noti quattro casi feudali * , ed
dali lor libertà sentiano , lor immunità so- ei per violenza le rese più frequenti : le ga-
steneano . Il poter giudiziale dipendendo di- belle sulle derrate moltiplicò di alcune merci
rettamente dal principe , non serviva a tutte riserbossi esclusivo lo spaccio ; entrate le re-
voglie della feudalità . Comportabili le gabelle ; gie così senza modo accrescendo . Pentito in
miti i servigi ; rarissimi gli universali tributi ; ultimo , o infingendosi , per testamento abrogò
e questi i parlamenti soli accordavano ; i par- queste violazioni alla costituzione ; disdisserle
lamenti le leggi dal re dettate conoscean so- anco i suoi figliuoli , e le praticaron pure, so-
lennemente. In questi termini, dopo ondeggiar spinti dai bisogni della guerra 3. Esse dettero
molto del potere tra i baroni e 'l principe, il a Manfredi il crollo . Esse a Carlo d'Angiò
buon Guglielmo gli ordini politici ristorò la preparavanlo. Giurato avea Carlo tra le con-
feudalità di nuovo turbolli : Federigo impera- dizioni della pontificia investitura , di cessar

se quel del primo sbarco di Federigo di Castiglia , tendentes , nullos se reditus ajebant , nullas ex-
o un secondo quando trionfò la parte angioina . Ri- actiones debere, sed aliquoties dominis suis urgente
chiedeansi le città di mandar forze a quest' assedio, qualibet necessitate, quantum vellent sponte et li-
e invece d' uomini si prendea da esse danaro . Sul bera voluntate serviree appresso ·-multorum
cumulo di queste composizioni furono assegnate civium et oppidanorum odia suscitarent dicentes :
all' ammiraglio per ordine del re once 621 id eum proponere ut universi populi Siciliae re-
Da' medesimi conti ricavasi, che in questo tempo ditus annuos et exactiones solvere cogerentur juxta
il prezzo del grano montò a venti tarì a salma. Galliae consuetudinem, quae cives liberos non ha-
Non proverò con citazioni questi ordini notis- beret. -— In Caruso , Bibl . Sic . tom . 1 , p. 475.
simi del nostro dritto pubblico . Quanto a ' doveri 2 Erano, come ognun sa : 1.° invasione o grave
de' vassalli verso i feudatari , è bene ricordare ciò ribellione nel regno : 2.° prigionia del re : 3.º ar-
che scrive Ugone Falcando al proposito delle pre- mamento a cavaliere di lui, o del figliuolo : 4.º noz-
tensioni d'alcuni novelli baroni francesi in tempo ze della figliuola, o sorella del re.
de' Guglielmi, e delle risposte de' vassalli siciliani . 3 Capitoli di re Corrado 1 , dati in Foggia di feb-
At illi libertatem civium oppidanorum Siciliae prae- braio 1251.
CAPITOLO IV. 23
( 1266-82 )
questi abusi, di ridurre il governo ai termini in que' tempi. Fremendo io le scrivo , ma ne
del Buon Guglielmo ; e i tempi del Malo ri- racconterò la vendetta ' .
condusse, e fe ' peggio, da tanto comando , da E prima dirò della slealtà con la Chiesa.
tanta moneta non sapendo astenersi . Sottil- Avea Clemente conceduto il regno a patto che
mente auzi investigando tutti i mal' usi che gli ecclesiastici tutte lor pretese franchezze
dritti si dicean del fisco , accrebbe peso e mo- godessero, dagli svevi negate , e che si ren-
lestia : poi dalla ribellione per Corradino trasse dessero i beni occupati dagli svevi a chiese
pretesto a scioglier sè e' suoi ad ogni mis- o usciti. Giurollo Carlo , e da re nol dovea ;
fare. Le leggi e i registri che ne restan di lui, preso il regno poi , avarizia il vinse a romper
quelle che dopo il nostro vespro a moderar la fede ; non già negando apertamente , ma
la pessima signoria promulgaronsi in Puglia peggio con cavillare in parole , e persistere
dagli angioini , da que' di Aragona in Sicilia ; ne' fatti. Perciò lagnandosi invano papa Cle-
e le rimostranze de' siciliani al papa ; i brevi mente , le comuni gravezze ei riscosse dai
pontifici ; gli attestati degli storici contempo- chierici, e da lor case ; nè sazio a questo ,
ranei , fosser nostri o avversi, tutte ne mo- ne' beni ecclesiastici die' di piglio ; i dritti
strano scolpitamente le calamità della Sicilia dei porti di Cefalù , Patti e Catania occupati

Non credo che in questo quadro generale si dentrarsi nelle montagne interiori, ove i signori al
debba far parola delle leggi suntuarie della città par de' contadini serbavan tutta la loro indepen-
di Messina, confermate da Carlo per diploma del 16 denza. A provar questi due fatti sì gravi non al-
giugno 1272 , sulla domanda che ne fe' il comune lega alcun documento ; nè per vero ne potea ; nè
per ambasciadori apposta - Gallo, Annali di Mes- percorrendo le memorie del tempo sapremmo ap-
sina, Tom. 2, p. 102 ; e Mss. della Bibl . Com. di porne quale abbia potuto dar luogo al Sismondi a
credere limitata e contrastata la dominazione dei
Palermo Q. q. G. 2.
Tralascio ancora , come di niuna importanza , francesi in Sicilia. Per lo contrario, tutti gli avve-
un frivolo privilegio di re Carlo al comune di nimenti, le leggi , gli atti di questo governo mo-
Palermo, al quale, per la sua dignità e lealtà nelle strano, che dal 1268 al 1281 senza la menoma ec-
recenti turbazioni di Corradino , lasciò la clezione cezione o resistenza, levò per tutta la Sicilia quanti
dei maestri di piazza , catapani e altri uficiali mi- danari volle, fe' concessioni feudali ai baroni fran-
nori.-Diploma dato di Napoli a 24 ottobre 1270, cesi ne' luoghi più riposti dell' isola , e per ogni
tra' Mss . della Bibl . Com . di Palermo Q. q. G. 2. luogo comandò, vessò, ingiuriò . Se il Sismondi non
Nello stesso volume si trova un altro diploma del parla de' baroni che malediceano e obbedivano come
28 settembre 1275 dato di Venosa, in cui re Carlo tutti gli altri siciliani , senza dubbio la inesatta
mezzo confermava e mezzo no un privilegio del- narrazione del Villani intorno Giovanni Procida , e
l'imperator Federigo ai palermitani per le inquisi- la ignoranza di molti particolari di Alaimo di Len-
zioni dei giustizieri nei delitti pubblici e privati. tini, furon quelli che il portarono a conchiudere
Nè si farà menzione de' nomi dei vicari che res frettolosamente che restassero nell' isola dopo i
sero la Sicilia per Carlo , oscuri ministri di un pes- tempi di Corradino baroni in istato d'aperta ribel-
simo principe, non segnalatisi nè anco per iniquità lione. L'altro supposto, ch'è di molto più fallace,
che passasse la volgare. Furono, se alcuno pur ama forse fu suggerito dalle parole di Saba Malaspina
saperli, Fulcone di Puy-Richard , Guglielmo di Beau- su gli abitatori « de' monti de ' lombardi » e la pron-
mont, Adamo Morhier , Eberto d' Orleans.— Caru- tezza della colonia lombarda di Corleone a seguir
so, Storia di Sicilia , Parte 1 , Tom. 2 . il tumulto palermitano. Ma Saba Malaspina in quel
Il Sismondi nella istoria delle repubbliche ita- luogo narra largamente gli aggravi sofferti da' cor-
liane, tom. 2, cap. 7, afferma, che sotto la domi- leonesi al par d'ogni altro siciliano , o peggio . E
nazione di Carlo i baroni siciliani malcontenti fu- perciò questo luogo mostra piuttosto quanto poco
rono spogliati, e oppressi, ma nè tutti presi , nè tutti si godesse in quelle contrade la independenza che
cacciati dall'isola ; e che i francesi facean soggiorno ci vede il Sismondi.
nelle città e su le costiere, ma osavan di raro ad-
24 CAPITOLO IV . (1266-82)

dagli svevi nella guerra con Roma , nella pace Di gran momento sembrami in cotesto nuo-
ei ritenne . E non potè contendere che un vo principato la novazione del baronaggio .
legato , inquisitore , o esecutore ( così intito- Perchè il picciol signore d'Angiò e di Pro-
lavasi ) della Santa Sede nel reame di Sicilia venza, armando per tanta macchina di guer-
sopra la restituzione de' beni ad esuli , chie- ra, molto danaro avea tolto in presto , molte
rici, e chiese, il quale fu dapprima Rodolfo schiere condotto di speranza più che di sti-
vescovo d'Albania, rendesse ragione d'auto- pendio ; onde gli era forza soddisfare a' con-
rità del papa non seppe nè anco ricusare i quistatori e sostegni del suo trono ; e appe-
rescritti che dessero virtù esecutiva a quelle na messovi il piè , al gran lotto diede ope-
sentenze ; ma lascionne la più parte senza ra 5. E nulla erano gli ufict pubblici lucra-
effetto, come avvenne per lo casal di Cala- tivi, ancorchè a' soli suoi li serbasse ; nulla
tabiano , che Vassallo d'Amelina a nome del i benefict ecclesiastici, che conferiva a quei
re prese violentemente alla chiesa di Mes- soli ; di terreni , di feudi facea d'uopo . En-
sina ; e per un altro casale e un podere della trò Carlo dunque in una inchiesta strettissi-
medesima, che il fisco tenea , nè per decisione ma dei demani , de ' baronaggi tutti , delle so-
del legato, nè per ammonizion dei papi, e in stanze di Manfredi e de' suoi ; non a cerca-
particolare di Gregorio x , si disserravano a re , ma a trovare vero o supposto vizio nel
renderli le avare mani di Carlo 2. Gli ospeda- possedimento . A ciò i veltri del fisco , affa-
lieri e i templari che nei suoi reami veniano , mati, sagaci, invidiosi , ivano in traccia , svol-
taglieggiò senza rispetto ; alla corte stessa di gean vecchie carte , su dritti e usanze cavillava-
Roma non n'ebbe da poi , quando giunse a no, vinceano in diligenza lo stesso re.A vetustà
vietar che i suoi sudditi con gli stati di quella di possesso , a prescrizione non s'attende ;
mercatassero 3. Così adoperava coi papi. La richieggonsi i titoli de' feudi tutti ; minacciano
siciliana repubblica dell' ottantadue , inconta- spogliamento gl' ingordi ministri , e per da-
nente redintegrò la chiesa di Messina nel pos- naro acquetansi. L'hanno , e all'inchiesta , al-
sesso di que' beni 4. E la corte di Roma fie- l'espilazione dopo breve tratto ritornano : feu-
ramente malediva la siciliana repubblica , per- do non fu , nè baronia che due o tre volte
chè si ristorasse la prepotenza di Carlo ! non si fosse ricattato in tal guisa 6. Con

Saba Malaspina , lib. 6 , cap. 2. 5 Saba Malaspina, lib. 6 , cap. 3.


Per la chiesa di Cefalù Carlo ritenne i dritti del Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 11.
porto, a quella tolti dagli svevi , scome si legge in 4 Diploma del .....1282 ne' citati Mss. della Bibl.
un diploma del 14 luglio 1266 , tra ' Mss. della Bibl . com. di Palermo , Q. q . H. 4, fog. 117.
Com. di Palermo , Q. q. G. 12, pubblicato dal Pirro, 5 Parecchi diplomi spargon luce su questo pun-
Sic. Sacra, v. 2, p . 806. Lo stesso ritraesi per Ca- to. Uno dato di Napoli a 20 febbraio 13ª . Indiz.
tania, da un diploma del 10 settembre 1266, Pirro, ( 1299 ) , accetta che Elia di Gesualdo milite si fosse
Sic. Sacra, v. 1 , p . 535 . esposto a gravi pericoli per Carlo nella guerra
Diplomi del 24 marzo e 24 settembre 1267 . con Manfredi, e gli avesse fornito in prestito una
Breve del 13 dicembre 1274. Nei Mss .' della Bibl. grossa somma di danaro, senza la quale Carlo non
Com. di Palermo, Q. q. H. 4, fol . 83, 85 , 91 . avrebbe potuto compiere la impresa ; ond' ei gli
Il diploma in cui fu resa esecutiva e trascritta die' in merito la baronia di Gesualdo , confermata
la sentenza del legato sopra la restituzione di vari poi da Carlo col presente diploma.- Nell'archi-
beni alle chiese di Messina , Catania , ec. si trova vio regio di Napoli, reg. di Carlo 11 , segnato 1299-
nel r. Archivio di Napoli, registro di Carlo I, se- 1300. C. fog. 54. a t.
gnato 1268, 0, fog. 19, a t . e fog. 6, che per male Si vegga ancora ciò che dicemmo a pag. 17 per
accurata legatura del volume è la continuazione del lo imprestito di Arrigo di Castiglia , riferito dal
detto foglio 19. La data del diploma è del 9 ago- D' Esclot.
sto 11a . Indiz . ( 1268 ) . 6 Saba Malaspina , lib . 6.
CAPITOLO IV. 25
( 1266-82 )
severità maggiore de ' regi demant si ricercò : colpevoli e innocenti orror di private car-
orribili furono le confiscazioni per crimenle- ceri ; intrigavansi di forza ne' negozi de' co-
se , come innanzi dirassi . Onde terre, e ca- muni ; ad ogni eccesso le violente mani sten-
stella , e poderi innumerevoli occupando , lar- deano 3. Del che più largamente diremo , di-
gheggiavane re Carlo co' suoi per feudale con- visando i soprusi de' famigliari e degli altri
cessione e tanti diplomi ce ne rimangon officiali del re ; ch'essi e' feudatari eran di
ora , che alcuno, al rapace acquisto non ba- una genia tutti, senza ragione nè patria, tutti
dando , nè alla sforzata liberalità coi maggiori di varie genti accozzati : francesi , provenza-
dell'esercito , magnifico ne dice il re . I no- li, fiamminghi , e nell'inimico paese trapian-
velli baroni poi a lor uomini gratificavano tati , presero come venturiera masnada una
con subalterne concessioni ; così i condot- sembianza propria e nuova, un' indole rapace ,
tieri, i soldati d'oltremonti nelle nostre terre crudele, pessima ; nè francesi li direi , se non
prendeano stanza ; sospettosi , odiosi , pronti a fossero stati i più, e l'uso delle tradizioni e
ripigliare le armi ; e ritraente dalla primitiva istorie nostre non mi sforzasse. Rimessi se
occupazione de ' barbari una feudalità novella ne stavano intanto i baroni siciliani , dal re
sorgeva appo noi. Essa fu ai turbamenti del- bersagliati e dai feroci compagni , ed usi a vi-
l'ottantadue incentivo grandissimo , perchè e vere negli antichi termini co' vassalli. Quan-
l'insolenza portava della vittoria , e 'l dispetto to del baronaggio dico io dunque , del nuovo
di signoria forastiera, e l'uso a dritti o an- s'intenda . Ne maravigli alcuno a vederlo sì
gherie, radicati in Francia, ignoti in Sicilia . sfrenato sotto sì dispotico principe ; avve-
Però insopportabili qui rendeansi i novelli gnachè , riguardo all' autorità regia tenealo
feudatari . Con insolite esazioni aggravavano egli a segno ; i dritti sovrani geloso riser-
le industrie ; rapiano apertamente ; taglieg- bavasi nelle concessioni 4 , ed esercitava , a
giavano vassalli , e viandanti ; teneano per tributo , a servigio non perdonando ; infino a

Capitoli del regno di Sicilia — Cap. 23 di re Gia- 2 Veggasi la nota in principio del presente ca-
como. pitolo sulla esorbitanza de' dritti feudali di Fran-
Epistole di Clemente iv. a Carlo, in Raynald Ann . cia al paragon de' nostri in que' tempi ; e Vivenzio ,
Ecc. 1267 § 4, e 1268 § 36. Storia del regno di Napoli, v. 2, pag. 12 e 13.
Diploma del 14 luglio 1266 , dall' archivio della È da notare che que' medesimi atti dei quali si la-
chiesa di Cefalù, tra i Mss . della Bibl . com . di Pa- gnano gl'istorici nostri e del continente d'Italia , come
lermo Q. q. G. 12. d'oppressioni insopportabili de' francesi in Sicilia,
Diploma di Carlo 1. dato il 13 giugno 1270, nel riferisconsi dagli istorici del dritto pubblico fran-
quale si comanda una inquisizione per le conces- cese, come leggi dure si ed ingiuste , ma ricevute
sioni di Federigo dopo la deposizione, Corrado, e universalmente in Francia ne' secoli di mezzo . E
Manfredi. Dall'archivio regio di Napoli, Papon , Hist. questa è un' altra prova del divario grandissimo
Gen. de Provence Tom. 3, Doc. 8. tra la feudalità francese e la siciliana , di gran lunga
Giovanni Villani, lib. 7 cap. 30. men barbara, del secolo XIII.
Veggansi ancora i varî diplomi ricordati da mons. 3 Capitoli del regno di Napoli , pag. 39 e 40 ,
Scotto nel catalogo delle pergamene dell' archivio - 10 Giugno 1282.
regio di Napoli , vol . 1 pag. 50 e 179 , e que' che 4 Vo' notare, perchè mostri le condizioni di tutte
abbiamo tra' Mss . della Bibl. comunale di Palermo le altre, una concessione fatta da Carlo 1 , a dì 8
Q. q. G. 2, tutti cavati da' registri dell' archivio r. luglio 1278 (o 1266 ) , che leggiamo tra' Mss. della
di Napoli, e dati di Taormina 12 gennaro 1271 , di Bibl. com. di Palermo Q. q. G. 4.
Messina 23 gennaro 1271 , di Monforte 23 settembre Il re dà in feudo nobile a Ponzio di Blancfort,
1272. Moltissimi altri se ne trovano ne' registri milite e familiare suo , il castel di san Pietro so-
del detto archivio di Napoli. pra Patti, che si tenesse in capite dalla corona, per
4
26 CAPITOLO IV.
( 1266-82 )
sancir la morte contro gli usurpatori de' de- vezze a cagion de ' minori bisogni , e degli usi
mant , e a dichiarare, e per questo soltanto, sotto i quali esse ascondeansi . Perchè i de-
che regnicoli e provenzali e francesi senza mant 5 somministravano la più parte delle
distinzione ubbidissero . Abbandonava nel
spese della corte ; a quelle del pubblico sup-
resto il freno , perchè diverso dagli altri pliano i popoli non pur con danaro , ma so-
principi dell' età sua Carlo regnava. Quelli vente col servigio delle persone , e delle cose
con la riputazione dei popoli , i baroni sfor- loro. Così gli eserciti , le navi dai feudatarî
zavansi a raffrenare ; ei condottiero ancora forniansi e dalle città ; così era debito alber-
del suo baronaggio , da quello era mantenuto gar le corti del principe e de' maestrati ; così
sul trono . Nimici ambo de' popoli , ambo ai lavori pubblici andavan tenuti gli uomini di
s' affaticavano insieme a tenerli sotto il gio- minor taglia , ai trasporti, e a somiglianti di-
go, e 'l sangue sugger loro e i midolli , Co- sagi. Servigi s ' appellavan questi ; e collette
me vivamente dice , e famigliar del papa era le contribuzioni dirette e generali ; gabelle
e guelfo, l'istorico Saba Malaspina 3. poi le tasse sulle derrate, che per privativa
E meglio stan queste amare parole ove si nella vendita sovente si riscuoteano . Delle
risguardi all'amministrazione delle pubbliche quali parti l'entrata dello stato componeasi
entrate , levate non per bisogni pubblici, ma in Sicilia ancora ; ma la moderata. costitu-
da istinto d'avarizia e disegni d'ambizione ; zione tutti i pesi rattemprava . Turbaron gli
la quale rapacità copriano i partigiani di Carlo svevi quella bilancia, sì come io notai : Carlo
con dir ch' era uopo dimagrar questi con- le diè il tracollo , arso , dice dolorando il suo
tumaci sudditi, affinchè contro il principe non istorico , arso d'idropica sete di danaro 6 ; e
alzasser la cresta 4. Era nei feudali tempi , tutte le parti viziò della pubblica entrata ,
altrimenti che ai nostri , ordinata l'azienda
onde tutte qui convien divisarle.
degli stati ; e più discrete apparian le gra- Ne restan di Clemente quarto a lui indi-

lo servizio di due militi e mezzo , ragionati a 20


lar Lucera, dopo aver domato que' fieri saraceni ,
once d'oro annuali per ciascuno , secondo gli usi invitò con promessa di proprietà e immunità lar-
del regno di Sicilia. Eccettuansi dalla signoria co- ghissime gli abitanti della Provenza , raccoman-
loro che tenessero direttamente dal re feudi o al- dando portasser seco loro le armi. — Diploma del 20
tro in que' luoghi ; e le saline , gli armenti regi , ottobre 1273 dal r. archivio di Napoli, in Papon ,
í demant, le spiagge fino al gitto della balista ; ri- Hist. Gen. de Provence, T. 3 Doc. n. 12. Veggasi an-
serbasi ancora il re il dritto al giuramento ligio ; cora quant' altro scrive il Papon nello stesso T. 3,
i giudizi criminali di morte, taglione, o esilio ; e pag. 58.
la imposizione delle collette o monete generali . Questo fatto è provato ancora da' privilegi di co-
Capitoli del regno di Napoli an. 1272, pag. 8. lonia provenzale, che Carlo n nel 1300 concedette
Questa differenza che Carlo mettea tra sudditi fran- ai catalani dell' armata.- Diplomi del 3 gennaio 13a
cesi e italiani, senza saviezza politica , e certo senza Indiz . nel reg. del r. arch. di Napoli segnato 1299
giustizia , si scorge sempre , anche in fatti di mi- 1300 C fog. 50. a t.
nore importanza . Così nel chiamare i baroni al 3 Presso il Caruso , Bibl . Sicula , vol . 2, pagi-
servigio feudale distinguea gli uni dagli altri ; e na 780.
abbiamo da varî diplomi che una volta ai latini in- 4 Saba Malaspina, cont. presso di Gregorio, op.
giunse di recarsi a quest' effetto a san Germano cit. p. 332.
il 26 dicembre 1275, a' francesi il 14 gennaro 1276. 5 Così furon chiamati ne' mezzi tempi per cor-
Da' registri del r. archivio di Napoli reg. segnato ruzione della voce dominio le terre appartenenti
1268 O fog. 68 a t. e 69. propriamente alla corona.
2 Carlo non solamente volle una feudalità di 6 Saba Malaspina, lib. 6, presso Caruso , Bibl .
gente francese nel reame di Puglia , che mirò an- Sicula, vol. 2.
cora a stabilirvi intere popolazioni . Così a ripopo-
CAPITOLO IV. 27
( 1266-82 )

rizzate ne' primi principi del regno due epi- to ; lascia tu liberi i sudditi...Ordina col parla-
stole , che son modello di politica prudenza mento in quali casi richieder possa la colletta
e umanità ; e Carlo sdegnolle, come di savio ai vassalli tuoi o de ' baroni » ¹ . E il pio re nè
consiglio fecer sempre i principi tristi. Toc- parlamenti adunando , nè misura osservando al-
cansi in quelle tutti gli ordini dell' ammini- cuna, nè per bisogno pubblico , bandia l'un sul-
strazion dello stato ; e sulle tasse illegalmente l'altro, più fiate entro un anno , quegli univer-
levate « consigliamti, o figliuolo , scrivea il sali tributi ; or aggravando e spesseggiando i
papa, che , chiamati i baroni, i prelati , e i mag- consueti ; ora speculandone nuovi e insoliti ,
giori uomini delle città , i tuoi bisogni lor e- come fu quello de' legnami e marinai e tal-
sponga, e l'utilità del difendersi , e con ‫ ין‬assen- volta tumido e frettoloso lasciava a'ministri
timento di essi stabilisca il sussidio a te dovu- suoi che a lor talento ordinasserli . Si pro-
to. Di quello poi , e de' tuoi dritti sia tu conten- mulgan così gli editti ; saltan fuora i riscoti-

Raynald Ann. Eccl. 1267 § 4. La prima è sen- 'Riporto 36812 23 3


za data ; l'altra di Viterbo 8 , idus Februarii an- Val di Crati e terra Giordana . >> 5723 27 16
no 2. Calabria . • >> 2631 18 12
2 Capitoli del regno di Sicilia , cap. 1 di re Gia- Sicilia di qua dal Salso ( Sicilia o-
como. rientale ) >>> 7500
Capitoli del regno di Napoli , pag. 26. Sicilia di là del Salso ( Sicilia oc-
Bart. de Neocastro, cap. 12 . cidentale ) . · >> 7300 » >>>
I diplomi del r. archivio di Napoli ci forniscono
più minuti ragguagli , dei quali acccennerò qui al- Totale 60170 11 11
cuno.
1.º Le collette o sovvenzioni eran bandite per come si legge distintamente in un diploma del 13
varie cagioni, e spesso se ne richiedean molte in febbraro 4ª Ind. ( 1276 ) nel registro di Carlo u se-
un medesimo anno ; come 1º. sovvenzioni genera- gnato A 1291 , foglio 90. Lo stesso di fu bandita in
li - 2°. per gli stipendi de' soldati mercenari alcune province di terraferma un' altra imposta per
3. per l'armamento delle galee - 4° . pci legnami le galee, come si vede da un altro diploma del 20
e marinai , diversa dalla precedente — 5º. per la febb. 4a Indiz. ( 1276) ibidem -- Altre once 1674 per
festa d'armar cavaliere il figliuolo del re ; e si- soldi della gente delle galee di guardia intorno la
mili bisogni reali o immaginarì. Notisi che in un Sicilia si veggon pagate, la più parte dalla città di
reame in cui il servigio militare era a carico dei Palermo, in tre diplomi del 24 e 25 gennaro e 2 feb-
feudatari, si levava un' altra imposta per le truppe braro 5a indiz. (1277) reg. 1268, O fog. 47.
mercenarie. Abbiamo oltre a ciò le scritte del danaro che
2. La somma era esorbitante. Per esempio nel appare ricevuto dai due giustizieri di Sicilia nei
1276 la sovvenzione generale per gli stanziali montò mesi di maggio e giugno 1277 per sovvenzioni ge-
ad once 60170. 11. 11 . nerali nella somma di once 10801 , che certo non ap-
Questa somma scompartissi per le province nel partiene all'imposta de ' soldati ; e perciò il dana-
seguente modo : ro pagato dalla Sicilia in quell' anno passò di mol-
Abbruzzo 6573 13 16 to le 30000 once. Non è dubbio che quelle parti-
Terra di lavoro e contado di Mo- te appartengano a un medesimo anno , cioè alla
lise . >>> 8089 >> >> 5a Indizione 1276-77 perchè gli editti si mandavan
Principato e terra Beneventana >> 5566 12 17 fuori prima del cominciamento della indizione , e
Capitanata • • >>>> 3300 24 1 il denaro si incassava nel corso della medesima.
Basilicata • » 4286 29 1 Queste scritte trovansi nel registro 1268. A fog. 40,
Terra di Bari >> 5448 21 >>> 41, 42, 43. Da quella data il 29 maggio f. 41 a t.
Terra d' Otranto >> 3547 14 8 si scorge che la sovvenzione pei soldi della gente
delle galee nel giustizierato di qua dal Salso era da
Da riportarsi 4 36812 23 3 800 a 900 once all' anno.
28 CAPITOLO IV.
( 1266-82 )
tori ; alla gravezza diretta , spessa , immite come un sol gregge scrransi ; e quest'è a
non bastando i sudori della industria ' , fuggono violenze maggiori occasione, o pretesto 4.
i miseri dai lor focolari 2 ; e se non ne han Per pagar pronto non campano i ricchi ,
cuore, strappansi il pan dalla bocca , pagano perchè gli officiali senza grossa mancia ri-
una parte, e veggonsi pure per lo rimagnente cusan le scritte del ricevuto 5. Da' ricchi tutta
rapir le suppellettili , e gli animali , e gli stru- la colletta del paese vuole il re, immantinen-
menti della agricoltura 3 e fin diroccare le ti , in moneta ; pensin essi a riscuoter dagli
case, le persone trarre in carcere . Ivi le in- altri. Maturansi i disubbidienti con manette
nocenti braccia stringonsi di manette di fer- e prigioni ; e l'uscita niegasi sempre , se per
ro ; il cibo negasi e il bere ; popolani e no- altro danaro non si ricattino; e ai ricattatisi
bili, vecchi, fanciulli , adulti , donzelle rinfusi altri possessori sottentrano, pelati nel modo

3. La proporzione della colletta tra il reame la cancelleria di Carlo 1 , ora scrivea direttamente ai
dell'isola e quel di terraferma , era come di uno a due giustizieri di Sicilia, come a quei di terraferma ;
quattro il che fa argomentare che a un di presso ed or facealo per mezzo del vicario , sedente allora a
la popolazione stava nella stessa ragione , che è an- Messina. Il diploma del 13 febbraio 1276 , citato
che quella d' oggidì. di sopra, accenna la medesima forma di distribuzio-
4. I magistrati preposti a riscuoter le collette ne della tassa per sindichi eletti dalle università,
o sovvenzioni erano i giustizieri. ossiano comuni.
Su quali elementi l'amministrazione angioina Da un diploma che leggesi in Vivenzio, storia del
prendesse a scompartir la somma tra le varie terre regno di Napoli vol . 2, p . 331 , si ricava , che in Prin-
s'ignora. Forse avea qualche abbozzo di censimento, cipato la proporzione ordinaria della sovvenzione
non sappiam se di beni o di popolazione ; ma è generale era di un agostale a focolare , ossia fa-
certo che dalla corte venia la distribuzione ; e ciò miglia.
veggiamo per la distribuzione della moneta nuova Niccolò Speciale, lib. 1 cap . 2.
nel diploma del 12 agosto 1279 , che si pubblica Bart. de Neocastro , cap. 12 e 13.
Docum. III. in fin di questo volume. La somma poi 2 Diploma dato di Melfi a 16 settembre 1269 ,
gravata sopra ogni terra, si contribuiva dagli abi- dove si confessa, che gli abitanti di alcuni casali
tanti su i ruoli che stendeano gli oficiali , chia- di Calabria appartenenti al monastero del Salva-
mati giudici nelle terre demaniali, e maestri giu- dore di Messina : de necessitate coguntur proprium
rati nelle feudali, che erano eletti a questo scopo deserere incolatum , dum nullatenus possint tam
di comun voto degli abitanti. Tra molti altri do- gravia onera sustinere. Dall' archivio regio di Na-
cumenti, il prova il diploma del 13 agosto 1278 , poli ; si legge nei Mss. della Bibl. Com. di Paler-
pubblicato in fin del presente volume Docum. n. II . mo Q. q. G. 2.
e l'altro del 12 settembre 1277 registro citato 1268 3 Capitoli del regno di Napoli , anno 1272, pa-
O fog. 1 , nel quale si legge.... precipias ex parte gina 4.
nostra universitatibus terrarum et locorum tam 4 Lettera de' siciliani al papa Martino IV , nello
demanii quam ecclesiarum comitum et baronum Anonymi chronicon Siculum cap. 40, presso di Gre-
jurisdictionis tue, sub pena unciarum auri decem gorio, Bibl. Arag. v. 2, p . 134 .
per to a contumacibus exigendis , ut universitates D' Esclot , cap. 88. Questi assicura che si leva-
terrarum demanii judices sufficientes ydoneos et ju- vano infino a quattro collette in un anno , ed ag-
ris peritos si poterint inveniri in numero consueto, giugne un' altra crudeltà non rapportata dai no-
et universitates ecclesiarum comitum et baronum stri, e perciò men da credersi ; cioè che marchia-
magistros juratos bonos sufficientes ydoneos et fide- vano in fronte cui non pagasse le collette, e che i
les, quilibet in dicta universitate....unum in magi- riscuotitori portavano due collari colle catene ap-
stros juratos de comuni voto omnium eligant..... pesi all' arcion della sella , e vi attaccavano pel collo
Questa era una circolare a tutti i giustizieri delle i debitori.
province di terraferma e al vicario in Sicilia pe' due Capitoli del regno di Napoli pag. 25.
giustizierati dell' isola . Onde si scorge ancora che
( 1266-82 ) CAPITOLO IV. 29

stesso strano ed esorbitante peso in quei ri, e andò oltre com' ei solea . Fa coniare in
tempi , in cui si alto montavan le usure del Napoli , in luogo degli antichi agostali , car-
danaro . Frequentissimi inoltre i violenti co- lini e mezzi carlini d'oro, con vocabolo preso
mandi a giustizieri, a portulani , a segreti per dal suo nome e pervenuto infino a questi
anticipazioni delle tasse da riscuotersi ; e presenti tempi , del medesimo valore degli
non meno eran gli imprestiti , che da priva- agostali , com' affermava , e di metallo pu-
ti , da comuni richiedea il re , e a sua voglia rissimo ; e nell' editto stesso smentiasi, per-
fea i patti, e pagava a sua voglia ¹ . chè il buon conio va senza terror di suppli-
Peggiore, e universal da nno recò l'altera- zi, e per cotesto ei comandava con la solita
zion delle monete , tanto o quanto ben go- immanità , che dando o ricevendo carlini di
vernate dagli svevi , mentre nella più parte oro per valor minore dello edittale , gli offi-
degli stati d'Europa il fisco ne traea grossa ciali suoi ne avessero pena la pubblicazion
entrata ; che è a dir le magagnava grossa- de' beni e'l taglio della mano ; i privati fos-
mente . E Carlo , imitatore degli svevi nel ser marchiati in faccia con la propria mo-
mal solo, seguì in questo gli esempi di fuo- neta arroventata su i carboni ardenti ³ . Ogni

1 Saba Malaspina, cont. presso di Gregorio, op. ciascuno. Altro ibid. fog. 22 a t. ai segreti , por-
cit. vol . 2 , pag. 333 . tulani, e maestri di zecca . In Sicilia ci avea un sc-
Bart. de Neocastro , cap. 12. greto solo, un sol portulano, e il Siclarius di Mes-
Capitoli del regno di Sicilia, cap. 8 di re Gia- sina. Il pretesto dell ' accatto era l'urgenza di pa-
como. gare i soldati mercenari , e il censo alla corte di
Diploma del 27 gennaro 1281 , nel citato catalogo Roma. E in molti luoghi fu mandato, com'era so-
delle pergamene del r. archivio di Napoli, vol . 1 , lito , a sollecitare il pagamento un Droetto da Genlis .
pag. 227. -- Altri del 23 febbraio, 5 e 30 marzo (1276) per si-
Diploma del 29 novembre 13ª Indiz . (1269) nel- mili imprestiti. Richiedeansi ai giustizieri once 2000
l'archivio regio di Napoli, registro di Carlo 1. se- per ciascuno. R. arch. di Nap. reg. segn . 1291 A
guato 1269 D. fog. 203. a t. fog. 93 94 a t. 95 e 102.
I nomi de' cittadini palermitani da' quali si tolse Diploma del 3 settembre 6ª Indiz . ( 1277) a' giu-
in presto il danaro di cui tratta questo diploma , stizieri, che mandino incontanente danaro , tam de
sono : Failla , de Pulcaro, Riccio, Tagliavia, ed Af- pecunia ipsa mutuanda per te, quam de recipienda
flitto. mutuo a divitioribus et melioribus dicte jurisdictio-
Diploma del 15 marzo 1278 per compensarsi col nis tue a quibus statim et brevi manu haberi pos-
danaro dato in prestito dal comune di Caltagirone sint ita quod mutuum ipsum generale non sit nec
il debito ch'esso avea per la imposta de' legnami in eo pauperes etc. R. arch. di Nap . reg . 1268 Q
e marinai nella somma di once 727. - R. archi- fog. 3.
vio di Napoli , reg. 1268. A fog. 143. Conto dei giustizieri di Sicilia ibid . fog. 75, ove
Da molti diplomi si vede che re Carlo richiedea si parla d'altri imprestiti somiglianti .
tali imprestiti a tutti i magistrati preposti all' am- Altri diplomi su imprestiti non restituiti da Car-
ministrazione delle entrate pubbliche, cioè i giusti- lo . son citati dal Vivenzio , Storia di Napoli, volu-
zieri, i segreti , i portulani , e i maestri di zecca- me 2, pag. 12.
Diploma dato di Viterbo il 15 novembre 5a Indiz . 2 Memorie Storiche ed Economiche sopra la mo-
( 1276) , nel quale si comanda ai giustizieri di ter- neta bassa di Sicilia, di Antonino della Rovere , Pa-
raferma di dare in prestito al re once 500 per cia- lermo 1814. - cap. 3 .
scuno, e a que' di Sicilia 1000 once per ciascuno. 3 Diploma di Carlo 1. in fin di questo volume .
R. archivio di Napoli reg. segnato 1268. A fog. 1 . Documento N. II.
Altro simile ibid . fog. 2 dato di Brindisi il 16 Molti particolari per la monetazione d'oro in
aprile (forse 1277) - Altro ibid. fog. 3 dato di Ve- Napoli si trovano in un diploma del r . archivio
nosa il 1 giugno 5a Indiz. ( 1277) pel quale si do- di Napoli reg. 1268, O fog . 91 .
mandarono ai giustizieri di Sicilia once 2000 per
30 CAPITOLO IV.
( 1266-82 )
anno poi , e talvolta entro un anno più volte , sua 2 • Taglia questa non era , nè balzello , ma
stampava a Messina ed a Brindisi la bassa pretta rapina di falsario; e per giunta soffo-
moneta d'una trista lega di molto rame con cava e struggeva i commerci , non pur pen-
pochissimi grani d'argento, di quella specie sando l'avarizia cieca all'avvenir non lonta-
che si dicea erosa , e or s'intende biglione ; no, in cui invan farebbe prova a smugnere i
il qual conio chiamavasi danari , e perchè al- sudditi condotti alle ultime stretture di povertà .
trimenti non si potea mettere in circolazio- E quanto al commercio , nè era questo il
ne , si dispensava per forza agli abitanti di sol danno , nè avea per misura i soli errori
ciascuna terra o città , che dovean torselo al economici della età l'ingordigia con la quale
disorbitante valor edittale, e permutarlo con re Carlo mercatava egli stesso di molte der-
buona moneta d'oro o d'argento . Guadagna- rate, e il traffico delle altre in mille guise
vaci il fisco l'ottanta per cento e più ; per- forzava. Riserbata al principe o da balzelli
deanci i privati strabocchevolmente, perchè nè oppressa la uscita del sale , de' grani , e di
comando nè supplizio mai die' valore a ciò tutta vivanda infinite le esazioni de' porti ,
che non n' ha ; onde a capo a quattro o cinque le visite, le investigazioni, i riti molestissimi ,
giorni cinquanta danari valean sei , passata la i ladronecci de' doganieri, il terror degli of-
settimana calavano ad uno ' . I sinistri effetti ficiali maggiori, che co' beni e col capo do-
di tali alterazioni credea menomare , ma li ag- veano rendere ragione al re della osservanza
gravava il re, con un divieto all'uscita degli di tutti quegli ordinamenti 3. E mentre così
schietti metalli , e di tutt' altra moneta che la i traffichi esterni il fisco tiene , e agli altri

Capitoli del regno di Sicilia , cap. 10 di re valore, talchè se ne doveano ricavare, continua il
Giacomo. diploma, once 2943, 11 , 10, reg. 1268 O fog. 3 ;
Capitoli del regno di Napoli, 10 giugno 1282 , e parecchi altri veggonsi notati nell' Elenco delle
pag. 26. pergamene del regio archivio di Napoli per mon-
Saba Malaspina cont. loc. cit. p. 332. sig. Scotto vol . 1. Napoli 1824.
Niccolò Speciale, lib . 1 , cap. 11 . Una di queste pergamene contien la distribuzio-
Bart. de Neocastro , cap . 12. ne alle città e terre della Sicilia di là del Salso
D'Esclot, cap. 88. ( regione occidentale ) ; e questa perchè mostra par-
Diplomi del 18 e 25 maggio 1275 , ai maestri ticolari importanti, ho io trascritto dall' originale,
della zecca di Messina , allegati dal sig. della Ro- e la pubblico qui , Doc. N. 1. in fin del volume.
vere nell'opera citata , cap. 4 ; ove si legge che nella Che Carlo 1. d' Angiò avesse la monetazione
nuova moneta di denari entravano 7 tari e mezzo com un capo di entrata pubblica si ricava da
di argento in ogni libbra di metallo ; e sopra ciò molti altri diplomi del regio archivio di Napoli ;
si ragiona il guadagno dell' 80 per 100 , che ben un dei quali indirizzato al vicario in Sicilia Ada-
risponde agli attestati del Neocastro e del D'Esclot ; mo Morhier per la zecca di Messina il 13 marzo
il primo de ' quali afferma che il valor edittale della 1278, si trova nel registro segnato 1268 A , fo-
nuova moneta montò a trenta volte sopra l'anti- glio 142 .
co, non che sopra l'intrinseco ; e il secondo atte- 2 Elenco citato delle pergamene etc. vol. 1 p . 181
sta il rapidissimo calar di questa moneta dopo la e 184, diplomi del 4 e 31 agosto 1279 .
distribuzione. 3 Bart. de Neocastro , cap . 12.
Moltissimi diplomi ci ha poi delle sforzate di- Capitoli del regno di Napoli , 26 gennaro e 20
stribuzioni della bassa moneta , nel regio archivio febbraro 1274 , pag. 1 .
di Napoli ; un de' quali dato il 13 agosto sesta Alla tratta dei grani , e alle altre esazioni dei
Ind. (1278 ) si trova nel registro segnato 1268 A, porti eran preposti i maestri portolani, e in Sicilia
fog . 127. Un altro del 5 settembre sesta Indiz. n'era di que' tempi un solo , come si scorge dai
(1277) per la distribuzione di libbre 8830 di moneta diplomi del r. arch. di Napoli , 1.º giugno Sa Indiz .
nuova alla solita ragione di 3 libbre ad oncia di ( 1277 ) reg . 1268 A fol. 22 a t. - 10 e 13 aprile
CAPITOLO iv . 31
( 1265-82)

li interdice , gl' interiori travaglia e soffoca sforzali a toglier quegli ufici , come allor di-
con quei , che nuovi statuti chiamò l'impe- ceano , in credenza ; cioè , che riscuotano per
rator Federigo , e nuovi balzelli eran per vero loro , paghino al re quel tanto ch ' ei ferma
su varie derrate , e privativi dritti del ven- a suo arbitrio , ragionando in tempi sì ma-
der sale, acciaio , seta , e altre merci . Nei tati e calamitosi il ritratto sull' ultim' anno
traffichi allora addentrandosi re Carlo con del regno di Manfredi , nel quale al doppio
quella guida delle baronali angherie , qui fab- e al triplo dell' odierno sommava 4 .
brica mulini , e comanda non possa alcuno Nè mancò infine l'arte delle spugne di Ti-
macinar altrove i frumenti ; qui spianando berio . Da molti documenti ritraesi che gli
pane , se ne fa ei solo venditore ai sudditi oficiali , convinti di mal tolto nel dare i lor
l'amorevole monarca 2. Forni , e mulini , e conti , componeansi per danaro col re ; il quale
antiche gabelle , balzelli nuovi , terratichi , in tal guisa non solamente rifaceasi del fro-
multe , esazioni dell'amministrazione della giu- dato a lui , ma anco partecipava de' ladronecci
stizia , ei dà in fitto ove il possa ; ondechè su i popoli ; e spesso fingca il mal tolto con-
l'ingordigia dei pubblicani con la sua si me- tro un ricco uficiale per aver , come parea-
sce a travaglio de' popoli 3. Ma , se pubbli- gli, onesta cagione a pelarlo 5 .
cani non trova , i più ricchi uomini adocchia ; Possedea vasti demani re Carlo . E i cor-

6 Indiz. 1278 indirizzati a Giovanni di Lentini mi- diploma del 29 ottobre 8ª Indiz. (1279) per alcune
lite, e Matteo Rufalo di Ravella, portolani e procu- decime e prestazioni alla chiesa di Messina , nel
ratori in Sicilia ( ma erano due individui che eser- cui margine leggesi Alaymo de Lentini et sociis
citavano, o per dir meglio avean preso in affitto un secretis Siciliæ. - R. arch. di Napoli, reg , segna-
solo uficio ) , ibid. fol. 96, 97. to 1270 B. fog. 9, e un altro diploma del 23 set-
De' dritti di tratta del grano si trova notizia in tembre dello stesso anno ibid. fog. 8, per la ele-
molti altri diplomi , e, per non citarne un eccessivo zione d'Arrigo de Riso e Arrigo Rosso da Messi-
numero , veggansi quello del 15 marzo 1278 reg. na a segreti di Calabria-- Da un altro diploma
1268 A fol. 142, e un altro del 22 novembre 1279 del 27 marzo 8a indiz . ( 1270) ibid . fog. 3 , si rile-
indirizzato al portolano di Eraclea in Sicilia. In que- va, che le entrate della segrezia di Sicilia pr la
sto si leggono tutte le estrazioni di grani da Era- Sa indiz. montassero ad once 19310 , 26 , 10. — V. an-
clea, ossia Terranova , in quattordici mesi dal 10 lu- che diploma del 15 marzo 1278 ibid. reg. segnato
lio 1278 al 24 settembre 1279. Il dritto di estra- 1268 A fog. 142 indirizzato al segreto di Sicilia ,
zione era venticinque once ogni mille salme di e un altro al medesimo ibid . reg. 1270 B, fog. 11
frumento per fuori regno, e la metà pei luoghi del dato il 27 febbraro 8a indiz . 1280, pei dritti di ri-
regno. Nel detto periodo si trassero da Terranova va e bucceria di Palermo .
salme 11709 di frumento e 3690 d'orzo, delle quali 2 Diploma del 6 agosto 1281 nell' Elenco delle
150 sole per Genova , 560 senza dichiarar luogo , pergamene del r. arch. di Napoli, vol. 1 , p. 228.
e le une e le altre furono imbarcate con legni ge- 3 Ibidem - ad ogni pagina si leggono diplomi
novesi e oltramontani. Il rimagnente con bastimenti risguardanti questi affitti.
siciliani o del regno di Napoli fu portato ad Amalfi, 4 Capitoli del regno di Sicilia, c. 11 , di re Giacomo.
Gaeta, Napoli , e la più parte a Messina. I carichi Anonymi chronicon Siculum , cap. 40.
per Napoli furono del frumento e orzo del re . Dal r. 5 Leggonsi moltissime di queste transazioni coi
arch. di Napoli, reg . 1270 B fol. 36 a t. Io ne ho veri o supposti frodatori, nel registro del r. arch.
depositato una copia nella Bibl . comun. di Palermo. di Napoli segnato 1283 A fol . 96, 98 103 , 108 a
1.Veggasi di Gregorio, Considerazioni sulla sto- t. 112 , 113, a t. e si scorge ancora il mal uso dal
ria di Sicilia , lib 3, cap. 6 e 7. diploma del 26 marzo 1284 ibid . fol . 125 a t. in
Il segreto amministrava queste gabelle, ed era in cui fu mascherato sotto tal pretesto il riscatto di
Sicilia un solo , se non che talvolta più persone pren- Arrigo Rosso da Messina, fatto prigione nel com-
deano in fitto questo uficio , come il mostra un battimento di Milazzo l'anno 1282 .
32 CAPITOLO IV. ( 1266-82 )
tigiani I anclanti a precorrer ne ' vizì il princi- uom perduto chi non pure un cervo uccida
pe, pieni di zelo con lui borbottavano : dila- o un camoscio, ma solamente in que' luoghi
pidarsi da' coloni que' suoi poderi ; niun frutto soggiorni o passi , e a' boscaiuoli regi non
ritrarsene ; essere i sudditi ricchi troppo ; aggradi. Incessanti perquisizioni fan quelli ,
a questi addossasse il maneggio de' beni con per fame e salvatichezza più intristiti ; alla
patti accorti non era egli il signore di lor insolenza aggiugnendo l'insidia, spesso ripon-
vita e sostanze? Società d'industria agraria de- gon di furto ne' tuguri alcuna pelle o altro a-
libera dunque il re agli agricoltori vicini dà in vanzo di cacciagione, e frugan poi , s' infingon
soccio a forza , tenute , e armenti , e greggi , e trovarlo, e la misera famigliuola inabbissano .
scrofe, e polli , e gli sciami fin delle api . La Lor parchi allargavan anco i baroni ad esem-
quantità delle produzioni o de ' parti che a pio del re ; con pari giustizia acquistandoli ,
lui si debba , stabilisce egli a sua posta : sia con pari umanità guardandoli : infinita la mo-
sterile poi l'anno o fecondo , mortifera o ge- lestia dunque ; e ben era ragione che per
nerativa la stagione, quel tanto riscuote , nè un'ora di diporto a quegli eletti , lagrimasse e
a mercè piegasi mai . Di questi non dubbi gua- affamasse lunghi anni la vile bordaglia 4.
dagni anzi invogliato sempre più , non è nei Il gran Federigo aggravando le tasse , dis-
poderi suoi vil cosa cui non attenda ; mette usato avea i servigi almeno ; ineguali manic-
a entrata fino il letame delle greggi 2 , manda re di contribuzione , ai sudditi molestissime ,
gli armenti a satollarsi nelle altrui terre , en- al governo disdicevoli , e male accordantisi
tro i pascoli non pure , ma nei seminati più con quel si ordinato dispotismo , ch' avea egli
belli e tristo chi si lagni di sofferto dan- in mente . Or la nuova avarizia assottigliata
naggio ! 3 in ogni parte , i servigi richiese senza tor
Volgeasi per le campagne il guardo , e da le gravezze poste in luogo di quelli. Onde
per tutto era bandita del re ; non a sollazzo non solo volle il militare servigio, e l'arma-
suo, a dispetto de ' popoli. Occupansi a capric- mento delle navi , non mai discontinuati per
cio i côlti de' privati ; tramutansi in foreste ; l'addietro , ma solo talvolta ricattati col da-
il fatal bando della caccia proclamasi ; ed è naro ch' adoa appellavasi o adoamento , ma

A proposito de' mali consiglieri di re Carlo è orti si legge un curioso diploma dell' 8 febb . 1278
da ricordare un diploma del principe di Salerno dato a Adamo Morhier vicario in Sicilia, cui il re rac-
di Nicotra il 22 giugno 1283. Dietro lo scoppio del comandava il palagio e il giardin di Palermo , C
vespro, la casa di Angiò volle gittar su i ministri que' della Cuba, dell' Assisa, della Favara, e del Par-
tutto il carico del mal governo. Il principe dunque C).—- Nel r. arch. di Napoli reg. segnato 1268 A
di Salerno, erede presuntivo della corona, denunziò fol. 37 a t . Ivi a fol. 37 è un altro diploma del 5
a' popoli del regno di terraferma quattro Marra fra- febbr. a un Giordano detto Marzono per la custodia
telli, e due Rufulo padre e figliuolo « inventori di de' palagi e giardini medesimi.
tutti i modi di spogliare i popoli pei quali la Si- 5 Capitoli del regno di Napoli del 10 giugno 1282.
cilia s ' era ribellata. Or io , conchiudea , li puni- Il dritto di pascer gli armenti regì era certamente
sco ». Da' Mss . della Bibl. com. di Palermo Q. q. antico su i feudi ; ma Carlo l'abusò , come fece di
G. 1 , pubblicato dal sac. Niccolò Buscemi nella vita ogni altra prerogativa della corona .
di Giovanni di Procida , Doc . n. 5 . Saba Malaspina , cont. p. 357 .
2 Saba Malaspina, cont. pag. 331 , 332, 4 Capitoli del regno di Sicilia , cap. 28 e 64 di
Bart. de Neocastro, cap. 12. re Giacomo.
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 11. Capitoli del regno di Napoli del 10 Giugno 1282 .
Anonymi chron. Sic. loc . cit. Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 11 .
D ' Esclot, cap. 88, Bart. de Neocastro, cap. 12 .
Al proposito della estrema cura di Carlo pe' suoi Saba Malaspina , cont. pag. 331 .
CAPITOLO IV. 33
( 1266 82 )

cento altri ne ricercò de' più riposti e stra- taverne la cupidigia degli infimi famigliari si
ni. Scrivonsi a servir sulle regie navi mari- spazia, rivaleggiando con quella dei potenti.
nai e non marinai chi s ' asconde o fugge Grandi ed infimi che in tante bisogne della
perseguitato è senza mercede i genitori , i uggiosa signoria svolazzavan per la Sicilia tut-
fratelli, le sorelle imprigionansi , chè pietà di ta a stormi , nelle case de' cittadini ficcavansi ,
loro volontario tragga il contumace nelle ra- abusando quel già gravoso dritto d' albergo.
bide mani de' commissari . Intanto costretti Entrano a dritto o a torto ; scaccian la fa-
i comuni a mandar il danaro delle collette miglia ; letti , masserizie, vestimenta , quanto
in ogni luogo ove al re piaccia costretti trovano adoprano ; poi se lor talenta il por-
i cittadini a portarlo tra i rischi e i disagi tan via, se no , il buttano in faccia agli ospi-
fabbricati dal mal governo medesimo . Se at- ti, e vanno 6. Vidersi in quegli orribili tem-
tende uom quetamente a sua industria, il man- pi nobili e onorandi uomini costretti vilmen-
dan corriero con lettere e spacci , o a custo- te a recar su le spalle vivande e vini alle
dir prigioni ; e sol per danaro trar si può di mense degli stranieri ; vidersi nobili giovanetti
briga . Alle vetture , alle barche dan di pi- in lor cucine tenuti a girar lo spiedo come
glio gli oficiali , i famigliari del re , de magi- guatteri o schiavi ! 7
strati , dell'azienda pubblica , de' castellani , dei Ma se di ragione alcun parla, se d'aggra-
feudatari ; e servigio gridan del re , servigio vio si lagna , se di presente non ubbidisce ,
del barone ; traggon giù i padroni ; sforzanli alzan lo staffile i protervi, snudano il ferro ;
a remigare o a camminare innanzi da guida ; di ferro cinti essi sempre , inermi i nostri
e percosse danno in mercede , e a lor agio per feroce divieto , e percuotono , uccidono ; o
s'accomodan essi 4. Così senza prezzo la vi- peggio del ferire , traggono in prigione gli ol-
vanda tolgono in mercato , ch'è mestieri , di- traggiati cittadini che non sien mutoli , e alla
cono, al fisco ; i vini suggellan così , toccando violenza privata allora la violenza pubblica
al re , a ' suoi tutti la scelta, agli abbietti pro- sottentra ; e se per danaro non si ricattan
proprietart il rifiuto ; ma per danaro si mi- que' miseri, il magistrato invocando la legge
tigan poi 5. In mille così vilissimi aggravi , e Dio condannali a morte , o per clemenza a
per le piazze, per le osterie, nel lezzo delle prigione, ed esiglio . Di qui dunque a esa-

Bart. de Neocastro, cap. 12. Capitoli del regno di Napoli , pag. 20.
Capitoli del reg. di Sicilia, cap. 44 di re Giacomo. Veggasi ancora il diploma di re Carlo 1 a 31 .
Capitoli del regno di Napoli, pag. 26 e seg. luglio 1276 per le materasse che gli officiali pren-
Capitoli del regno di Sicilia , cap . 13 di re deano ai giudici del comune di Messina, Gallo ,
Giacomo. Annali di Messina, t. 2, pag. 103.
3 Saba Malaspina cont. p. 333. 7 Niccolò Speciale, lib. 1 cap. 11.
Capitoli del regno di Napoli , 10 giugno 1282. & Anonymi Chron. Sic. pag. 134.
4 Saba Malaspina cont. pag. 334. Bart. de Neocastro , cap. 14.
Capitoli del regno di Napoli, 10 giugno 1282 . Niccolò Speciale , lib . 1 cap. 2 .
Epistola di Clemente iv. in Raynald ann . Eccl . Saba Malaspina cont. p. 333 e 353.
1267 $ 4. Rade volte, com' avvien pure, il re prendea a ri-
5 Saba Malaspina cont. pag. 334. parare qualche caso particolare. Un diploma del 24
Capitoli del regno di Napoli, 10 giugno 1282. feb. non si vede di qual anno, fu scritto al vica-
6 Saba Malaspina cont. pag. 333. rio in Sicilia per le violenze fatte al canonico Ste-
D' Esclot , cap. 88. fano d'Ala e la sua prigionia arbitraria. Nel r.
Anonymi Chron Sic. cap. 40, loc. cit. p. 153 . arch. di Napoli, reg. segnato 1268, O fol . 88 a t.
Capitoli del regno di Sicilia, cap. 19 e 20 di re Un altro diploma del 7 maggio 4.a Indiz. ( 1276 )
Giacomo. riguarda un simil caso di Deponto da Nicastro cui
5
34 CAPITOLO IV. (1266-82)
minar l'amministrazione della giustizia ci av- uno statuto suo minacciati agli occupatori dei
vieremo . beni altrui per frode o forza 3. Così gli ef-
Illustre fu dator di leggi l'imperator Fe- fetti del mal reggimento ne rivelano , e non
derigo ; le forme d'applicarle ei dettò con sen- la cura o efficacia di quello , le promulgate
no e dottrina ; se non che mescolovvi la fi- leggi contro i rubatori di strada : che prove
scale ingordigia. Così gli ordini giudiziali al qualunque bastassero a condannarli che le
governo angioino pervennero, nel quale ava- città o terre ristorassero de' furti avvenuti in
rizia maggiore essendo , e non altezza alcuna contado che non armandosi gli abitanti a
di consiglio , il buono ei contaminò di quegli scacciare i masnadieri , il comune si compo-
ordini, il tristo ne accrebbe ; e i tempi d'A- nesse per danaro col fisco : le ville , le case
strea fe' bordelli. A magistrati affidolli , di rustiche arderebbersi ove que' trovassero asi-
que' che ben allignano sotto la tirannide e lo, o a denunziarli non si corresse . Verghe ,
più venali allor erano, perchè a' giudici an- marchio, e bando pei furti infino al valor di
nuali delle terre anzichè darsi stipendio ri- uno augustale 4 ; infino a un' oncia taglio del-
chiedcasi un dritto per la loro clezione . la mano ; oltre un' oncia la morte 5. Appli-
Strani decreti Carlo dettò secondo i parziali cavasi al fisco la terza parte de' furti ricu-
bisogni ; ogni misura passò ; ogui dritto con- perati 6 una grossa multa in ragion della
fuse. E già dissi come a' satelliti suoi stru- popolazione si riscuotea sulle terre ove se-
mento fosse la giustizia e non freno : onde guito un omicidio il reo non si scoprisse :
suonano ipocrisia brutta quanti statuti ne re- per la occultazione studiata, gastighi maggio-
stano , che fan sembiante di protegger per- ri 7. E avvenia che il magistrato ( giustiziere
sone e proprietà , da quelli manomesse a man chiamavasi, e girava per tutta la provincia )
salva . Leggiamo così, nè per volger di se- intendendo il misfatto, correa , minacciava ,
coli ne inganna re Carlo, i severi gastighi da investigava ; addottogli l'accusato negava di

un Raoul de Teretis milite con una sua masnada In un diploma del 16 aprile 1274 re Carlo com-
avea cattivato, portato alla Catona, e indi nel ca- mette al vicario di Sicilia, che gli abitanti di Era-
stel di Scilla. clea non sian molestati e spogliati dai vicini che
Si sa che sotto Federigo imperatore i baiuli non sono nè francesi nè provenzali ; che è una di-
erano insieme giudici civili di prima istanza , of- retta confessione, o almen prova quali suonassero
ficiali dell' azienda regia , e magistrati municipa- i richiami del pubblico . Tra i Mss . della Bibl. co-
li. Par che siano stati sostituiti , forse da Carlo , mun. di Palermo Q. q. G. 1 .
a questi baiuli i giudici nelle terre demaniali, e i 3 Capitoli del regno di Napoli, pag. 4-15 mar-
maestri giurati nelle feudali o ecclesiastiche. Questi zo 1272 .
pel rescritto della conferma della loro elezione paga- 4 Questa moneta valea la quarta parte di una
vano, oltre le mance ai notai, un dritto di tari d'oro oncia.
diciotto e mezzo al fisco V. Diploma del 13 ago- 5 Capitoli del regno di Napoli . pag. 10, anno
sto 1278. docum. n. 11. in fin di questo volume, e 1269.
conto del giustiziere della Sicilia oltre il Salso nel 6 Capitoli del regno di Sicilia , cap . 42 di re
reg. del r. arch. di Napoli segnato 1268 O fol. 75 , Giacomo.
ove è messo a entrata questo dritto . 7 Ibidem , cap. 45 .
2 Che questa non sia una supposizione mia lo Capitoli del regno di Napoli , p . 21 e 22. V. anche
attestano tutti gli storici di sopra citati, e gli sta- un diploma nel r. arch. di Napoli , reg. segna-
tuti stessi che promulgò Carlo appresso il vespro. to 1268 O fol. 75 , nel quale si leggono i conti di
Ricordisi la legge sulla occupazione de'demani ci- un giustiziere della Sicilia oltre il Salso , e tra le
tata di sopra, ch'è la sola obbligatoria anche pei altre partite d'entrata se ne trova una di multa
francesi e provenzali. per gli omicidi clandestini.
CAPITOLO IV. 35
(1266-82)
rilasciarlo sotto malleveria, ch'era beneficio prima , ai beni poi de' sospetti ; registrano
della legge ' ; ma strettosel tra le ugne e pela- sottilmente tutte le entrate ; rintracciano le
tolo , l'assolvea spesso poi per moneta ; e il decorse ; ai mobili dan di piglio " . Tutto con-
re godeane, riscuotendo la multa sul comune fisca il re divide la preda co' suoi ; e loro il
come per non trovato delinquente 2. La tras- mal dato assicura con una prescrizione bre-
gressione delle leggi con la crudeltà s'am- vissima alle ragioni dei terzi su que' beni 7 .
mendava ; l'avarizia del fisco , la corruzione Ei signori in questo mezzo trucidati cadea-
de' magistrati , la rapacità de' lor famigliari no, o trafugavansi in esiglio ; scacciate dalle
a que' disordini mescendosi , rendean prima avite case le lor famiglie, nobili già e opu-
sorgente di mali l'amministrazione della giu- lente, accattavan per Dio , o , dolor più acerbo ,
stizia , che del viver civile esser dee legame invan supplici al re per alcuno scarso sus-
e comodo primo 3. sidio 8 ; e il re il ricusava spesso , e spoglio
Ed era questo un governar mansueto a pa- d'ogni cosa una moglie che delle proprie so-
ragon della sevizia ne' delitti di maestà. Vin- stanze l'esule sposo avea sovvenuto 9. Que-
to Corradino , il dicemmo, orribilmente ven- sta rabbia infine ogni principio confondendo,
dicavasi il re ; ma al superbo animo non ba- portò Carlo a una legge : che i figliuoli de' rei
stava. Comandò che per volger di tempo la di stato non potessero senza espressa licenza
caccia de' ribelli non si lasciasse giammai : pre- 2 del re maritarsi , quasi prole di belve che bel-
si s ' impiccassero tosto per la gola : alle for- ve dovesse pur generare 1°. Pari divieto , dalla
che con loro cui pietoso li ricettasse : chi feudal ragione guidate , stabiliron già le no-
veggendoli non facesse la spia , ad arbitrio stre leggi normanne per le eredi de' feudi ;
del re sarebbe punito 4. Generali intanto e usollo Federigo severamente ; e a suo costu-
parziali inquisizioni criminali , sitibonde , in- me abusaval re Carlo . Ma congiunti or quei
faticabili, inaccesse a pietà sovr' ambo i rea- due statuti , davano all'autorità pubblica l'as-
5
mi si stendono ; con le inquisizioni dell' a- sentir o vietare la più parte de' matrimont.
zienda fanno a gara ; alle persone miran dap- Qui perchè i feudi ricadano al fisco , re Carlo

Capitoli del regno di Sicilia, cap. 15 di re Gia- Diploma del 10 nov. 1270 nell' elenco citato delle
como. pergamene del r. arch. di Napoli vol. 1 , p. 41 .
Epistola di Clemente iv. in Raynald ann. Eccl. Altro del 7 maggio 1271 ibid. p. 58. e altri dieci
1267 $ 4. del 1275 ibid. pag. 100 a 112. Nel conto del giu-
2 Saba Malaspina, cont. p . 333 . stiziere della Sicilia oltre il Salso, reg. del r. arch.
3 È confessato ne' capitoli di re Carlo del 10 giu- di Napoli segnato 1268 O fog . 73 , si veggono messe
gno 1282. a entrata le terze parti de' mobili de' contumaci.
4 Capitoli del regno di Napoli , pag. 13—13 di- 7 Capitoli del regno di Napoli, p. 16-26 gen-
cembre 1268. naro 1278.
5 Epistola di Clemente iv. del 1267, loc. cit. 8 Diploma del 3 feb. 1270 tra Mss. della Bibl .
Scorgesi ancora da tutti gli storici da noi citati, com. di Palermo Q. q . F. 70, pubblicato dal sac.
e cento diplomi il confermano ; de' quali per bre- Niccolò Buscemi nella vita di Giov . di Procida ; e
vità noterò duc soli del 1269 e del 1270. Il pri- altri del 20 feb. 1271 nel catalogo citato delle per-
mo tratto da' reg. dell'arch . r . di Napoli si legge gamene del r..arch. di Napoli v. 1 p. 49- del 2
tra' Mss . della Biblioteca com. di Palermo Q. q . giug. 1271 ibid. pag. 63 - del 1 nov. 1271 ibid .
G. 1 fog. 102 ; l'altro nell ' elenco delle pergame- pag. 79.
ne dell' arch. stesso di Napoli , vol . 1. p. 34. 9 Ibid. diploma del 21 dicembre 1271 , pag. 82.
6 Diploma del 29 gennaro 1269 da'reg. dell'arch. TO Capitoli del regno di Napoli , p. 23-22 no-
r . di Napoli, tra i Mss . della Bibl . com. di Paler- vembre 1271 .
mo Q. q. G. 1 .
36 CAPITOLO IV. ( 1266-82 )

condanna a celibato perpetuo le eredi . Qui, della virtù si fan gabbo ; le ingannate , le
da abuso ad abuso trapassandosi , ricche don- dubbiose , le riluttanti vittime ne menano al
zelle o leggiadre sono sforzate a nozze con paro ; a quegli orrendi amori ritegno alcuno
gli odiosi stranieri, coi partigiani loro vilis- non è ".
simi . Natura , società, religione, i più santi E Carlo-i richiami de' padri e degli sposi
legami violava quella insensata tirannide ! ferocemente ributta ; e dà sulla voce a chi
Nè d'un solo essa era ; del principe era , di rapina si lagni, di villania , d' aggravio , di
de' baroni , de' seguaci , dei partigiani suoi mortale ferita ; e a' suoi focosi sgherri sor-
tutti. Supplivansi i vizi a vicenda , chè a ride giovanili trapassi que' loro , o giuste
strazio de' popoli un solo non ne mancasse ; ven lette ; son le querele, e' richiami studiata
onde se tra que' di Carlo non si noverava menzogna di ribelli ³ . Invano Clemente par-
libidine , l'ammendavano i suoi con usura ; lò , scrisse , mandò legati a Carlo più volte 4,
per un principe non licenzioso, dissoluti ma- fin pregò re Lodovico che il moderasse : Gre-
nigoldi a migliaia . Di seduzione , di violenza gorio decimo invano nel ripigliò in Toscana ,
ogni mezzo è in lor mano. Le ospitalità for- e l'ira del cielo minacciogli , e'l flagello d'inas-
zate , l'esercizio e la riputazion del coman- pettato tiranno che piomberebbe su lui. «< Che
do , e 'l vietar nozze o assentirle , e le per- suoni tiranno , rispondea Carlo, io lo ignoro ;
quisizioni , gl'imprigionamenti per casi di ma so che il sommo Iddio mi ha fin qui gui-
stato , per leve marittime , per debiti delle dato, e spero sempre mi regga . » E raddoppiò
collette , per mille torte cagioni , e l'esser i balzelli su i templari e gli ospedalieri ; e
tra gli spolpati popoli sol essi ricchi , dis- si rise delle rimostranze che Marino arci-
oneste e oneste case schiudon loro , agli vescovo di Capua fea tuonar poco appresso
ingiuriosi amoreggiamenti dan via. Qui alle nel concilio di Lione ; e dell' orrore tra quei
arti di seduzione la violenza è sviluppo ; ra- prelati desto al suo dire ; de' legati che il
piscon qui senza maschera alcuna ; e dove concilio deputava a correggerlo ; e delle epi-
minacciano, o feriscono i parenti delle insi- stole del papa a re Filippo di Francia 5 .
diate donne ; e dove col braccio dell' autorità Un di avrebbe forse il sicilian parlamento
pubblica li allontanano. Deturpan così i letti chiesto riparazione a tanti torti , e 'l voto so-
maritali ; a candor di donzella , a castità di lenne de' rappresentanti della nazione , avria
6
vedova non risguardano ; de' pianti ridonsi ; fatto impallidire quel Carlo ; ma il parla-

Epistola di Clemente iv. del 1267, loc. cit. 2 Gio . Villani, lib. 7 , cap. 57.
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 2 ed 11. Bart. de Neocastro, cap, 22.
Capitoli del regno di Sicilia, cap. 22 di re Gia- Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 2. ed 11 .
como. Anonymi Chron. Sic. loc. cit. pag. 154.
In un diploma del 14 luglio 1266 , che cavato da- Lettera di Clemente iv. a re Carlo, in Raynald ,
gli archivi delle chiese di Cefalù abbiamo nella Bi- Ann. Eccl . 1268 § 36
bl. com. di Palermo tra i Mss . Q. q. G. 12, si fa Francesco Pipino, in Muratori R. I. S. Tom . 8.
cenno di un censimento di tutte le contee , baronie, lib. 3 cap. 10.
«< e delle pulzelle in capillo che vivessero nelle terre D' Esclot, cap . 88 .
scritte in pie'. » Mi è corso alla mente che quella 3 Niccolò Speciale, lib. 1 cap. 2.
lista di fanciulle si stendesse anche per vegliare su Saba Malaspina, cont. p. 332 e 353 .
i loro matrimoni. 4 Raynald , Ann. Eccl . 1267. § 4, e 1268 § 36, 37.
I permessi di matrimonio anche senza beni feu- 5 Saba Malaspina, lib. 6 cap . 3. 4 e seg.
dali sono frequentissimi ne' reg. angioini del r. 6 Scrivendo queste parole non si è dimenticato
arch. di Napoli . Molti se ne trovano, per lasciar gli la imperfezione di quegli antichi parlamenti , i quali
altri, nel reg. seg. 1268, O fog. 23 e 24, dati da non eran sempre generali , nè aveano il potere le-
aprile a giugno 1274 . gislativo sì netto come in oggi, nè rappresentavano
( 1266-82 ) CAPITOLO IV. 37

mento più non era , ch ' ei non l'adunò in lenza de' subalterni reggitori ; la disuguale
Sicilia mai , come sopra si è detto . E più , amministrazione della giustizia ; l'ízza del go-
se i re normanni furon tutti coronati ed unti verno, che odiato odiava , tra i sospetti ogner
in Palermo ; se qui soggiornarono, coi grandi travagliandosi . Pertanto più acerbi assai della
uficiali della corona, con la maestà tutta del Sicilia i danni, che delle province di terra-
regno ; e se gli svevi non mutavan punto di ferma, ancorchè le stesse mani governasser-
quegli augusti ordini , ancorchè secondo i casi le , straniere e crudeli. Ma in terraferma il
delle guerre lungi dalla metropoli vagassero , novello acquisto della sede del governo rat-
or Carlo presa la corona dell' usurpazione ol- temperava que danni ; e quanto la Sicilia
tre il Garigliano, continuò bene a chiamar Pa- perdea, la Puglia acquistava. Fioria Napoli per
lermo capo e sede del regno , a far protesta- lo soggiorno della corte , per l'affluenza di
zioni menzognere del grande amor che le tante faccende , ristorò Carlo la sua univer-
portasse , ma insieme trapiantava primo la sità degli studi , la ornò di splendidi edifizt ,
regia sede in Napoli , non per legge, di fatto ; di feste e di spettacoli la fe ' lieta. Lagrime,
perchè a Francia, a Provenza , alla corte del e terrore nell'isola intanto . Manomessa la
papa , alla agognata Italia di sopra più vicin nazione, manomessi i privati : non magistralo
fosse, nè chiuso dai mari. Perciò non sola- che rendesse ragione non principe che i
mente la dignità e 'l dritto offendea della Si- torti riparasse , nè un domestico asilo rima-
cilia , ma sì i materiali interessi . Spegnea nea dove l'abbominato accento straniero non
le industrie fondate in sul lusso della corte penetrasse a ricordare più scolpitamente la ser-
e de' baroni ; quanti per gli ordini antichi vi- vitù. Delle facoltà loro non eran padroni ; nelle
veano d'un modo o d'un altro , dannava a squal- persone vilipesi ; nelle donne ingiuriati ; della
lida povertà ; le ricchezze traea fuori senza vita in sospetto sempre e in periglio. A tanto
scambio ; il danaro delle tasse sperdea , da non la Sicilia venne per le violate leggi , e 'l domi-
lasciarne ricader nè una gocciola sola a re- nio straniero ! Tal era nel secolo decimoter-
frigerio de' contribuenti. E con ciò la pesti- zo una tirannide !

la nazione in quel significato ch' or suona appo Nos autem qui civitatem eamdem speciali pre-
noi. Ma secondo gli umori dei tempi ( e son più co- rogativa diligimus et fovemus eo quod Caput et
stanti i parlamenti d'oggi ? ) raffrenavano anch'essi Sedes Regni nostri exsistit etc. leggesi in un di-
gli abusi ; come nel progresso di queste istorie si ploma di Carlo 1. dato di Napoli a 29 ottobre 1270
vedrà de' parlamenti di Santo Martino e di Foggia in favore del clero palermitano , presso Inveges ,
nel reame di Napoli , e di quelli adunati in Sicilia Ann. di Palermo, t . 3. pag. 741.
sotto Giacomo e Federigo d'Aragona.
CAPITOLO V.

Relazioni straniere di Carlo I, d' Angiò . Crociata e trattato di Tunisi. Carlo aspira all' impero greco. S' ingrandisce in Italia. È raf-
frenato da Gregorio x. Disegni di Niccolò III. e nimistà di lui con Carlo. Pretensione di Pier d'Aragona al reame di Sicilia : sup-
poste pratiche di lui per mezzo di Giovanni di Procida. Preparamenti di guerra in Aragona. Esaltazione di Martino IV. Armamenti
di Carlo per l'Oriente. Novelli aggravi de' siciliani : richiami, umori, disposizioni loro. 1267-1282.

Dal governamento interiore or trapasseremo ra sembran le sue sole virtù e più sarebbe
alle brighe di fuori , senza le quali non sa- stata la religione , se non l'avesse inteso a
rebbero tutte spiegate le cagioni del vespro ; suo modo ; riverente al sacerdozio quando
perchè l'infrenabile ambizione di re Carlo fu non gli contrastasse ambizione ; donava a
quella che gli suscitò contro i potenti offesi monisteri ; ergea chiese ; e credea servire a
o minacciati, e insieme condusse a dispera- Dio con ciò solo, calpestando il vangelo nei
zione i sudditi, torturati per supplire a sfor- più sublimi precetti. Per tali vizi e virtudi
zi che di gran lunga passavano il poter loro. e fortuna era costui molto ridottato in cri-
Ebbe Carlo dalla liberalità di san Luigi la con- stianità , come potente , bellicoso , irresisti-
tea d'Angiò ; quella di Provenza dal matri- bile Per le stesse cagioni , sospinto da sua
monio con Beatrice ; i domini italiani dal pa- natura e fatto cieco dalle prosperità , ei montò
pa , e dal suo proprio ardimento e tal pro- agevolmente, e inaspettatamente cadde . Non
sperità invasò tutto d'ambizione quell'uomo , prima occupò il trono di Manfredi , che prese
nato a questo ; fortissimo e costante , anzi a guardar di là dal mare l'impero greco ,
pertinace nel volere ; per temperanza religio- di là dal Garigliano l' Italia superiore ; la-
sa, o abitudine e disposizione del corpo, non cerati , l'un da eresia , tirannide, e pretensione
isvagato da libidini nè da amori ; non miti- di due schiatte di principi, l'altra dalle parti
gato da sentimento d'umanità ; atroce al pu- politiche ; e la potenza di Roma vedea presta ad
nire ; cupido di moneta ; nè severo , nè scarso aiutarlo , là col pastorale , qua con la spada
coi suoi satelliti ; ritenuto da fren di giusti- guelfa. Pertanto si die' Carlo dall'anno ses-
zia politica o civile quanto i conquistatori santasei all'ottantadue a novelle ambizioni ,
il sono . Crebbe da fanciullo nelle armi ; se- che senza tenerci strettamente all' ordine dei
gui il fratello alla prima impresa d'Affrica ; tempi, ma più al legame de' fatti, discorrerc-
divenne eccellente in guerra, anco per le qua- mo a parte a parte.
lità della persona da spirar nella moltitudine E pria direm come da que' disegni re Lo-
fidanza o terrore : un robusto , grande , dal dovico a sterile impresa il chiamò . Ardente
volto nasuto, olivastro , spirante fierezza , non di pio zelo faceasi Lodovico a ritentar la fa-
composto mai a sorriso , sobrio , vigilante ; e tale a Francia affricana terra ; per tutta cri-
solea dir che i dormigliosi ne perdon tanto di stianità bandia la crociata , sforzandosi a ri-
vita. La quale austerità e attitudine alla guer- condurvi il secolo già inchinato ad altre bra-

I D'Esclot, Cronica di Pietro di Aragona, cap . 64 , Montaner, cap. 71.


ed. Buchon 1840. Benvenuto da Imola, comento alla Divina Com-
Cronica di Morca, lib. 2 , ed . stessa. media al verso :
Giov . Villani , lib . 7 , cap . 57. Cantando con colui dal maschio naso .
Paolino di Pietro , in Murat . R. I. S. tom 26 , ag . Purgat. c. 7.
CAPITOLO V. 39
( 1267-70)
me. Nè Carlo di ricusare ebbe fronte , ma fiero scisma ai cristiani di ponente ; da' barba-
temporeggiò , sotto specie del ben della im- ri scemo di vastissimo paese. Un' oste crociata
presa consigliando l'util proprio che si fa- di Veneziani e di Francesi s'era già impa-
cesse il primo impeto sopra il reame di Tu- dronita della capitale stessa ; avea locato un
nisi , tributario a Sicilia infin da' tempi nor- conte di Fiandra sul solio di Giustiniano . Ma,
manni, e allora ricalcitrante a quel peso . In- a danno maggiore , non pure allignando quella
fine ragunata in Sicilia l'armata , passò in Affri- nuova dominazione , i principi greci fuggenti
ca re Carlo ad avvantaggiarsi ei solo nella per- ripigliavan animo a combatterla Michele Pa-
dita de ' suoi. Trovò l'oste di Francia a campo leologo infine , usurpato per misfatti il rina-
a Tunisi , diradata da fame , pestilenza , ferro scente imperio di gente greca , rinnalzaval con
nimico il fratel suo non trovò, il santo e forte animo e senno , occupando Costantinopoli nel
Lodovico , il quale colto dalla contagione , ren- milledugentosessantasette , e scacciando al
dè l'ultimo fiato pur mentre Carlo sbarcava , il tutto gli stranieri ; ma la forza e dignità dello
venticinque luglio milledugentosettanta . Delle imperio non potè ristorare . Prendendo allor
cui brame non curandosi Carlo , nè del sepolcro a peregrinare in ponente Baldovino, il latino
di Cristo, patteggiò col re di Tunisi : sgom- imperatore , dopo vano accattar aiuti dagli
brasse l'esercito battezzato , con restar libero altri principi ortodossi , gittavasi infine in brac-
in quelle province il cristian culto ; stipulò cio a re Carlo 4. Junanzi la passata a Tunisi ,
per sè stesso una grossa somma di danaro , innanzi la guerra di Corradino , appena messo
e l'aumento del tributo . Allor dissero ven- il pie' in Italia , macchinò Carlo l'occupazion
detta celeste dell' abbandonata guerra , una dell' impero greco : chè ciò eran manifesta-
tempesta che fracassava nel porto di Trapani mente i patti, che a corte e nelle stanze me-
l'armata ritrattasi d' Affrica , sì che l' acqui- desime di papa Clemente, ei fermò con Bal-
stata moneta tranghiottiano i mari . l'eggio dovino ; vero accordo tra potente e mendico .
ne andò in pezzi per cristianità tutta il no- Perchè risguardando , scrivea l'Angioino , alle
me di Carlo , per aver dato di piglio nelli calamità di Terrasanta, a' travagli della Chie-
avanzi di quel miserando naufragio ; spogliato sa , alla desolazione di Grecia , e commise-
i guerrieri della croce , i fratelli suoi d'arme , rando l'abbietta fortuna dell' imperatore , pro-
sotto specie di uno statuto di Guglielmo il mettea portare entro sei anni un esercito al
Malo , che appropriava al fisco le robe dei racquisto dell'impero ; ma da questo anda-
naufraghi ³ . Ma a Carlo eran ciance vedea vano scorporati a favor suo il principato di
solo i tesori via alla possanza ; la possanza Acaia e Morea , e 'l reame di Tessalonica ;
via ai tesori . e tornavagli dippiù la terza parte de' conqui-
Per isfrenata signoria di una corrotta corte sti , e l'aspettativa del solio stesso di Costan-
e d'un clero accanito in teologici assottiglia- tinopoli, mancando il sangue de' Courtenay ;
menti, l'imperio di Costantinopoli cadeva in oltrechè la bambina Beatrice di Carlo fidan-
quel tempo senza buone armi ; nemico per zavasi a Filippo unico erede di Baldovino 5 .

Raynald, Ann. Eccl. 1270, § 23. 3 Annali Genovesi, in Muratori R. I S. vol . 6,


Gio. Villani, lib . 7. cap . 37. pag. 531.
Muratori, Ann . d'Italia 1270. Diploma di Carlo 1. dato di Trapani a 2 setten-
Saba Malaspina , lib. 5, cap. 1. bre XIV. Indizione ( 1270 ) , tra' Mss . deila Biblioteca
Gesta Philippi 111. di frate Guglielmo de Nan- Comunale di Palermo Q. q. G. 2, fog . 69.
gis, in Duchesne H. F. S. vol . 5, pag. 516 . 4 Gibbon , Decline and fall of the Roman Em-
2 Gio. Villani , lib. 7, cap. 38. pire , cap. 62 , e i contemporanei citati da esso .
Raynald, 1270, § 21. 5 Questo trattato dato di Viterbo il 27 maggio
40 CAPITOLO V.
( 1267-77)
Mirò pochi anni appresso al dominio utile del a sicurare i suoi uficiali e guerrieri mandati
principato di Morea, di cui per tal trattato a- in quelle regioni richiedea statichi albanesi ,
vea acquistato il diretto dominio ; ond' avvenne e in Aversa li custodia strettamente 2. Per
che i francesi quivi trapiantati , i quali molto tal modo alla sede dell ' impero greco ap-
s'eran allegrati della vittoria di Carlo sopra procciavasi, circondavala , insidiavala d'ogni
Manfredi , allor tutto sentirono il peso del- dove 3.
l'amistà con un vicino forte e ambizioso , che E in Italia spento Corradino , e con lui l'ar-
non abborri dall' arricchirsi delle spoglie della dir novello de' ghibellini , l'usato gioco fe'
dinastia francese de' Ville-Hardoin . Perchè montar parte guelfa per la cui riputazione,
Guglielmo di questa gente , principe di Acaia e del papa , e della vittoria , s'aggrandiva re
e Morea , incalzato dal Paleologo , dandosi Carlo ; ridendosi ormai de' limiti che la ge-
anch'egli in balia di Carlo, disposò a Filippo losia della romana corte aveagli assegnato
figliual dell' Angioino , Isabella sua figlia ed nella investitura del reame . Ripigliò in Roma
crede ; e venuto esso a morte, e anco Filippo , l'uficio di senatore : tornò a comandare in
i sovrani di Napoli presero il titolo di quel Toscana da vicario imperiale : cacciossi en-
combattuto principato , ritennero la Isabella tro Piacenza in Piemonte molte cittadi oc-
come prigione in Napoli , e usurpavano il pae- cupò ; molte in Lombardia , talchè quivi poco
se del tutto tra protezione e alta signoria , se mancò nol creassero principe. Genova dap-
non era per la guerra di Sicilia ' . Nel me- prima insidio con gli usciti ; poscia assalto
desimo tempo si apriva la strada Carlo 1. scopertamente con le armi ; e innanti che de-
alla salvatica Albania con le solite arti ; si nunciasse la guerra , spogliò i genovesi che
facoa da que' turbolenti chiamare al trono ; e ne' suoi reami mercatavan sicuri : onde se la
legavasi ad essi col vecchio ludibrio de' giu- forte repubblica il fiaccava nelle battaglie di
ramenti, con sì bella scambievole fidanza , che mare, non gli mancò pasto all'avarizia . I suoi

1267 , è pubblicato dal Buchon in annotazione alla In un altro diploma dato di Napoli il 25 feb-
Cronica di Morea, lib. 2, ed . 1840 , pag . 148 e seg. braro , non si sa di quale anno , dal r. arch. di
Il matrimonio tra la Beatrice e Filippo si man- Napoli reg. segnato 1268. O fog. 87 a t. si legge :
dò ad effetto nel 1273. Questo genero poi vivea a « Karolus dei gr. Rex Sicilie et Albanie Gazoni
spese di re Carlo, come il mostrano i diplomi del Chinardo Militi in regno Albanie vicario genera
r. archivio di Napoli reg. segnato 1268. A fog. 3, ki, etc. » ed altri due diplomi della stessa data a
5, 6, 7, 10 , dati a 2 maggio 1277, 4 settembre e Guglielmo Bernardi Marescalco di quel regno .
10 dicembre 1276 , ultimo febbraro e 23 maggio I diplomi risguardanti il regno d'Albania sono
1277 e 6 ott. 1276 ; pei quali porgeasi danaro a citati ancora dal Papon, Histoire de Provence, T. 3,
Filippo, allora titolato imperatore di Costantinopoli pag. 52 e 68.
per la morte del padre. 3 Fornisce intorno a questi preparamenti qualche
1 Cronica di Morea citata di sopra, lib. 2. particolarità un diploma dato di Napoli il dì 8
Raynald, Ann. Eccl. 1269, $ 4. aprile 13. Indiz. 1270. Per questo è condotto al
Saba Malaspina , cont . loc . cit. pag. 336. servigio di re Carlo con soldo di 8000 lire tornesi
D'Esclot, cap. 64. per un anno Ferrando di Sancio del sangue reale
E i diplomi accennati nel catalogo delle perga- di Aragona ( forse dee dire Castiglia ) con 40 mi-
mene del r. arch. di Napoli, vol. 1 , pag. 98, nota 4 . liti a cavallo, 40 scudieri e 20 balestrieri a cavallo,
In un altro diploma del medesimo arch. reg. a condizione di militare nel regno o nell'impero
segnato 1268. A fog. 152 , dato il 3 maggio 1278, si di Costantinopoli, e di trovarsi in punto a Trapani
legge un Eustasio capitan generale di Carlo in Acaia. il 1 agosto di quell'anno . — Ne' Mss . della Bibl .
2 Diplomi indicati , e un d'essi pubblicato nel Com. di Palermo Q. q. G. 2, fog. 17.
citato catalogo delle pergamene del r. arch. di Na-
poli , vol. 1 , pag. 98 e 120.
(1268-74 ) CAPITOLO V. 41

intanto, non era violenza o ingiuria che non Ma quella che l'avea suscitato il represse ;
osassero. Guidone da Monteforte a Viterbo, nel la romana corte, che di sgherro già sentival
tempio, tra i riti del sacrifizio di Cristo , levava padrone. Alle ammonizioni si rimase Clemen-
l'empie mani a trucidare e trascinare Arrigo , te, perchè poco visse oltre la vittoria . Vacò
principe reale inglese ; e sgridato più che puni- il pontificato poi tre anni ; ne' quali cresciuta.
to il sacrilego assassino campò . Altri ad altri la possanza di Carlo , i fratelli del sacro con-
mille misfatti si sciolsero , men ricordati dalle cistoro , non bastando a frenarla, ne colser odio
istorie perchè versavasi men illustre sangue ' ; e terrore . Indi esaltato Gregorio x. nell' an-
e lo sprezzo insensato della gente d'Italia vi no milledugentosettantuno , come vivuto fuori
aggiugneano quegli stranieri. Narra Saba Ma- d'Italia e delle parti, e ne' nuovi sospetti en-
laspina, che tra i vicari di Carlo nell'uficio trato della romana corte , nuovi consigli tentò .
di senatore di Roma , or dappoco , or superbi , Aveano i predecessori fomentato le divisioni
e malvagi sempre , quel pessimo Guglielmo d'Italia, ed ei fe ' ogni opera a risanarle ; a-
l'Estendart a un nobile romano lagnantesi del veano difficultato la elezione dell' imperatore,
tristo esser della città , rispose una volta , ed ei la procacciò ; sì che fu data quella co-
squarciato il velo della tirannide ; non crc- rona a Ridolfo d' Hapsburgo , picciol signore,
desse alfine che al re spiacerebbe veder con- ma uomo di grandissimo animo , fondator della
sunto ed annullato questo popol turbolento grandezza della casa d'Austria. Il Paleologo
di Roma , Roma fatta un miser villaggio . intanto a schivare i colpi dell' avara pietà di
E la cieca rabbia delle parti anteponeva alla ponente , sforzava i suoi che assentissero la
pace co' fratelli la signoria di costoro ! Forza processione dello Spirito Santo dal Padre e si
e frode alternando , qui da signore , là da pro- dal Figliuolo , ch ' era l'importanza dello sci-
tettore Carlo mettea pie' ; spogliata una pro- sma ; e per maneggi e supplizì il clero greco
vincia, con quell' oro assoldava masnade che non persuase , ma ebbe una sembianza di ras-
ne occupassero un' altra ; ai pochi e forti per- segnazione. Allor Gregorio fermò la pace che
chè gli fosser sostegni, prostituiva le sostan- ei si bramava, e il greco chiedea ; correndo
ze e i dritti più santi dei cittadini e sì allo il settantaquattro lo ribenedì nel concilio di
agognato dominio di tutta la penisola s'avan- Lione , e nel grembo della Chiesa l'imperio
zava, orientale raccolse. Mal potremmo apporci or

• Muratori, Ann. d'Italia 1268 a 1272 , ossia i canto sola , ec. » Inf. c. 12 , riferisce il dilemma
contemporanei quivi citati da lui. che si facea a biasimo di Carlo : « Se il sapea fu un
Saba Malaspina , lib. 4 e 3. ribaldo ; se no, perchè not punì ? »
Annali Genovesi , lib. 9, in Muratori , R. I. S. Ma quanto men volea punire , tanto più romor
T. 6, pag. 534 e seg. ne fece ; anche per riguardo alla corte di Roma.
In un diploma dato del 1277 dal r. arch. di Na- Un diploma del 23 marzo ( 1271 ) nel r. arch. di
poli , reg. 1268, A fog. 29, leggesi questo titolo : Napoli, reg. 1268. O fog. 99 porta queste parole :
Regnante domino nostro Karolo dei gratia Illustris- che il re volca vendicare tal misfatto come se com-
simo rege Sicilie Ducatus Apulie et principatus messo in persona d'un suo figliuolo. Nondimeno
Capue Alme Urbis Senatore Andegavie Provincie il provvedimento contenuto in questo diploma è di
et Forcalquerii Comite ac Romani Imperii in Tu- staggir le castella e i beni feudali de' fratelli Simone
scia per Sanctam Romanam Ecclesiam Vicario ge- e Guidone da Monteforte ; ch' era un gastigo non
nerali. molto spiacevole al re , il quale per lo momento
Per l'assassinio del principe Arrigo è indubitata incamerava que' beni .
la colpevole indulgenza di re Carlo verso gli omi- Saba Malaspina, Cont. in di Gregorio, Biblio-
cidi . Benvenuto da Imola nel comento alla Divina teca Aragonese, vol . 2 , p. 352 .
Commedia al verso : « Mostrocci un'ombra dall' un
6
42 CAPITOLO V. ( 1274-77 )

noi qual deliro miscuglio di pensieri fervesse gno l'anno milledugensettantasei , si rinfrancò
nel tempo di questo concilio nella mente di l'Angioino ; e pensando di qual momento gli
Carlo ; religioso a un tempo , e ardente di tutte fosse un papa a sua posta, ogni pessim' arte
tirannesche voglie ' . Gravi autorità portano adoprò nelle elezioni de' tre pontefici, ch' en-
ch ' un suo medico propinasse veleno a san tro un anno fur visti regnare e morire . Ri-
Tommaso d' Aquino morto nell' andata al con- pigliò i preparamenti allora della guerra col
cilio , perchè il re temea non si spiegasse a Paleologo ravvivò le pratiche in Acaia , ove
suo danno quel possentissimo ingegno , che mandò innanzi picciole forze , dai greci age-
il nimicava per odio di famiglia o abborri- volmente oppresse 4 : infine il titolo di re di
mento della pessima signoria . Reo o no Carlo, Gerusalemme a' tanti suoi aggiunse. Vano no-
quest' accusa almen prova le disposizioni di me quest' era ormai , da parecchi cristiani prin-
lui, e di che fosse tenuto capace. Più certa cipi disputato . Federigo secondo imperatore
la rabbia con che posava, sforzato da' decreti aveal preso in dote ; passato era poi col drit-
di Lione, le armi apprestate contro il greco. to al reame di Sicilia ne' figli di Manfredi ;
Al tempo stesso vedeasi tagliati i passi anco e altri pretendeanvi , e tra essi una Maria di
in Italia dalla riputazione di Ridolfo , sebbene Antiochia, principessa tapina e raminga ; dalla
avviluppato nelle guerre tedesche. E fu tanto, quale Carlo il comprò per vitalizio di quat-
che nel settantaquattro, riscotendosi primi gli tromila lire tornesi sul contado d' Angiò, pa-
astigiani dall' insopportabile giogo, Carlo avea rendogli scala a nuove grandezze , e pretesto
perduto il Piemonte e Piacenza ; e negli altri all' impresa di Grecia , perchè tencasi che quel-
domini dell' Italia di sopra ormai vacillava . l'impero, nido d' eresiarchi e sleali tagliasse
Il prudente pontefice senza venir con esso a la via ai luoghi santi , e che indi il re di Geru-
manifesta discordia, gli tarpava le ali ³ . salemme onestamente potesse assaltarlo 5. Per
Morto Gregorio nel corso di sì alto disc- tal modo ripigliava con maggior vigore tutte

■ Muratori , Annali d'Italia 1271 a 1274, e i con- dissertazione su Pietro Giannone , e'l regno di questo
temporanei ivi allegati, che sarebbe superfluo citare Carlo 1. - Atti dell' Accademia di Lucca, vol . 8. -
altrimenti. Il sig. Froussard si lascia trasportar dalla gloria
Gibbon, Decline and Fall , cap. 62. militare di Carlo, fino a scagionarlo de' vizì suoi
Raynald, Ann . Eccl . 1271 a 1275 . più noti. Chiama ambizioso e superbo , ma non cru-
Giovanni Villani , lib . 9 , cap. 218 , di maggiore dele , colui che facea mozzare i piè a' disertori ,
autorità in questo, perch' ei fu guelfo . arder vivi i presi in battaglia , e marchiar colla
Carlo venne in Italia, e per ammenda moneta rovente gli accorti cittadini che non pas-
Vittima fe' di Corradino , e poi sassero al valor edittale i suoi carlini d'oro. Nel
Ripinse al ciel Tommaso per ammenda. modo stesso noi siam lontani dall'accettare l'apo-
Dante, Purg. c. 20. logia del Froussard per la iniqua condannagione
e il comento di Benvenuto da Imola, che accredita di Corradino.
il sospetto dell'avvelenamento ; il quale crescerebbe 3 Muratori, Gibbon , Raynald, loc . cit.
anche riflettendo , che san Tommaso avea forse adom- 4 Saba Malaspina, cont. p. 336 e 337.
brato la tirannide di Carlo nel libro De regimine 5 Saba Malaspina, cont . p. 336.
principum ad regem Cypri. Nondimeno io l' ho po- Mss. della vittoria di Carlo 1. di Angiò , pubbli-
sto in dubbio, non trovando noverato questo tra i cato in Duchesne, H. F. S. T. 5, pag. 850.
peccati di Carlo dagli scrittori che non glien' avreb- Joannes Iperius, Chron . monast. s. Bertini, in
bero perdonato nè punto nè poco , come sono il Martene e Durand, Thes. Anecd. T. 3, p. 734 .
Neocastro , lo Speciale , Montaner, D'Esclot. Ma D'Esclot, cap. 64.
dal ' altro canto la innocenza non mi par dimo- Raynald, Ann . Eccl. 1272 , § 19, e 1277 § 16.
strata si netta come crede il cav. Froussard nella Giannone, Ist. Civ. lib. 20, cap. 2 .
CAPITOLO V. 43
(1277-80 )
le antiche ambizioni ; e circuiva a ciò ogni e i patiboli , e dall'altro canto accagionando
conclave con violenza ed inganno , quando il Paleologo di questi turbamenti medesimi ,
l'anno settantasette , abbassata tra' cardinali e sleale chiamandolo , e falso nella ritratta-
la parte francese , valse più della malizia di lui zione dall' ercsia . Contuttociò il pontefice gli
l'italian consiglio, che al pontificato condusse. negò sempre favore alla impresa 3 : ond' ei si
Niccolò terzo ' . volse a sfogar contro gli occupatori di So-
Di grande animo, di smisurati pensieri fu ria la rabbia e il natural talento di rapacità :
Niccolò ; superbo, sagace, chiuso nei dise- mandovvi Ruggier Sanseverino conte di Mar-
gni, veemente all' oprare , nou curante della sico, con titol di vicario del reame di Geru-
giustizia ne' mezzi purchè il fine conseguisse, salemme e genti e navi , che dalla presa di
ch' era ingrandir la Chiesa per ingrandire gli Acri in fuori , tornarono senza alcun frutto 4 .
Orsini ; e a nobile effetto il menava sgom- Ma gli umori del sacro collegio per l' influenza
brare l'Italia d'ogni dominazione straniera . di Niccolò tanto crebbero , e passarono il se-
In Italia disegnava fondar novelli reami , e gno de' tempi di Gregorio, che a corte di Ro-
darli ad uomini di sua schiatta : vedeva osta- ma già laceravasi apertamente il nome fran-
coli a questo l' imperatore e il re ; Carlo dun- cese. Narrasi che un Bertrando arcivescovo
que con Ridolfo battea ; Ridolfo con Carlo ; di Cosenza, uom litterato , dabbene , pratico del
ambo con l'autorità della Chiesa. Al tedesco mondo , e creatura del papa condannando una
strappò la concessione della Romagna, tenuta volta severamente i soprusi di questi stranie-
infino allora feudo imperiale ; tolse al fran- ri , si fece a profetar loro sterminio . < « Chi
cese l'uficio di senator di Roma , il vicariato avrà vita, disse Bertrando, chi avrà vita ve-
di Toscana ; e con forte mano il trattenne drà masnadieri abbietti sorger contro questi
dall' impresa di Grecia , ch'egli sempre più superbi, e scacciarli dal regno , e crollar loro
affrettava , fomentando da un canto gli scan- dominazione e tempo verrà che si creda of-
dali tra i greci intolleranti del domma nuovo frir gradito olocausto a Dio ed al mondo a
mal insinuato con le prigioni gli accecamenti trucidare un francese 5. » Così la politica ro-

E i diplomi citati nel catalogo delle pergamene 3 Muratori, Ann. d'Italia, 1277 a 1280.
del r. arch. di Napoli , vol. 1 , pag. 137 , con la Raynald, Ann. Eccl. 1277 a 1280.
nota di monsig. Scotto ; e vol . 2, pag. 151 e 225 . Saba Malaspina, cont. p . 338.
Tra questi son da notarsi il diploma del 26 di- 4 D' Esclot, cap. 64.
cembre 1294 , alla citata pag. 151 , per pagamento Questa impresa d'Acri ci attestan anco moltissi-
di once 800 all'anno a questa Maria dicte quon- mi diplomi del r. arch. di Napoli dati a 3, 4 , 12
dam domicelle de Hierusalem ; e l' altro del 21 ago- e 28 febbraio 1278, e molti in marzo , aprile, mag-
sto 1292 , dal quale si ricava, con un certo divario gio , giugno, luglio e agosto seguenti registro se-
dall'attestato de' citati cronisti , che il primo ac- gnato 1268 A fog. 136 , 138 , 71 , a t. 130, 141 ,
cordo con Carlo d'Angiò s' era fatto per 400 lire 142, 78, 84, 144, a t. 133 , a t. 83, 86, 87 , 99, 100 ,
tornesi e 10,000 bizantini saraceni d'oro all' an- 163. Ma resta in dubbio se tutti quegli armamenti ,
no ; che la corte di Napoli tardò i pagamenti ; che nei quali non è espresso lo scopo , fosser volti alla
Maria n'ebbe ricorso al papa ; e che così si prese impresa di Siria , o se parte si volea serbare alla
una via di mezzo a pagarla, con molto suo discapito . custodia di Sicilia e di Puglia , su di che veggasi il
Saba Malaspina, cont. p. 337. seguito di questo medesimo capitolo.
2 Il suo nome anzi di salire al pontificato , era 5 Saba Malaspina , cont. p . 338, 339.
Giovanni Gaetani di casa Orsina. Le parole della profezia son queste tempus ad-
E veramente fui figliuol dell' Orsa, huc videbit qui vixerit , quod Scarabones ejicient
Cupido sì per avanzar gli Orsatti, de regno Gallicos et in multitudine, etc. Io ho cre-
Che su l'avere , e qui me misi in borsa. duto che Scarabones suoni in italiano masnadieri,
Dante, Inf. c. 19. saccardi , soldati irregolari ; perchè questa parola
44 CAPITOLO V. (1277-81 )

mana o presagiva , o affrettava il passaggio rassero tra lui e ' l re le sembianze di pace ¹ ,
da' pensieri alla vendetta e alle armi. Tra per mutua simulazione , e perchè quegli in
Niccolò e Carlo privato sdegno rinvelenì l' o- ogni altra cosa usò riverente col pontefice ,
dio di stato, quando chiesta dal papa per un ondeggiando sempre tra ambizione e paura del
suo nipote una donzella di casa d'Angiò , ri- cielo . Ma non era uom per l'Orsino , il quale
cusavala Carlo . « Perch' ei s'abbia rosso il sciolto d'ogni riguardo , maturava i colpi, e a-
calzamento, rispose stracciando le lettere di spettava il destro a vibrarli . Profonda in-
Niccolò, suo principato non è retaggio ; non tanto sembrava in tutta Europa la pace ³ .
può il suo mescolarsi col sangue de' reali di D'altra parte altri elementi sorgeano a con-
Francia. » Que' detti, riportati , furon punta turbarla . Costanza figliuola di Manfredi, sposa
di coltello al cuor del pontefice , che tenea a Pietro re d'Aragona, pretendea, com'erede
la gente Orsina niente inferiore a casa d'An- ultima degli svevi , la corona di Sicilia e Pu-
giò, e sè molto di sopra ; onde serbolli a ru- glia 4 ; e Piero salito sul trono lo stesso anno
gumarne e alimentare lo sdegno , ancorchè du- della esaltazione di Niccolò III. ancorchè in

non si trova nel glossario del Du-Cange , ma bene Napoli. La diplomatica , la quale sovente corregge
Scaranii, Scaramanni, Scamari, Scarani, Scarafo- le tradizioni istoriche, ci ha mostrato che vivessero
nus, vocaboli che vengono dalla radice Scara (acies, a lungo dopo la morte di Manfredi i suoi figliuoli
cuneus, copiæ militares ) , o piuttosto da Scara, una Arrigo, Federigo ed Enzo. Alcuni istorici napole-
delle angherie feudali, onde si dicevano Scaranii, tani trassero dagli archivi regi di quel reame dei
ec. i famigliari de' magistrati , i fanti incaricati diplomi per gli alimenti che forniansi in carcere
della riscossione di alcuni balzelli , e in generale a quegli sventurati principi sotto il regno di Car-
gli armigeri della più disordinata e spregevole ma- lo ; e'l nostro Niccolò Buscemi nella vita di Gio-
niera di milizia . Indi l'italiano scherani. vanni di Procida ne pubblicò uno dato di Melfi il
Ricordano Malespini , cap . 204. 30 giugno 7.a indizione (1294) nel quale, forse per
Gio . Villani, lib. 7 , cap . 84. errore di chi l'avea copiato da' registri di Napoli ,
Cronaca Sic. della cospirazione di Procida, in di l'ultimo de ' giovanetti è chiamato Anselmo in vece
Gregorio, Bibl . Arag. T. 1 , pag. 254. di Enzo. Io mi sono avvenuto rifrustando que' re-
Da tutti gli storici contemporanei , e meglio dai gistri in due documenti, che sembranmi più impor
fatti si ritrae ciò manifestamente. tanti perchè attestano che i detti principi vivessero
Si ricordino ancora i versi di Dante : insino al 1299, e che allora si ordinasse di escirli
Però ti sta che tu se' ben punito , dalla prigione, e liberi mandarli a Carlo 11. con un
E guarda ben la mal tolta moneta cavaliere. Ciò avvenne al tempo che Giacomo di
Ch'esser ti fece contro Carlo ardito. Aragona aiutava gli angioini contro il fratello Fe-
İnf. c. 19. derigo e i Siciliani , e appunto pochi giorni dopo
3 Saba Malaspina, cont. pag. 339. la sua vittoria del Capo d'Orlando ; talchè sarebbe
4 Credeasi allora che i figli maschi di Manfredi da congetturarsi che il re di Napoli volle far cosa
fossero morti , perchè Carlo d'Angiò li tenea in grata a Giacomo , ch ' ei cercava in tutti i modi a
carcere, forse con grandissimo segreto, accreditando tenersi amico ed ausiliare. Ma par che quest' atto
la voce della morte per toglier qualunque speranza di generosità tosto si fosse dileguato, e che fossero
ai partigiani di casa sveva. I figli di Manfredi eran tornati in altra prigione i figli di Manfredi. Gia-
bambini quando Carlo prese il regno ; nè egli si como andò via da Napoli poco men che nemico : e
volle bruttare di quattro assassinì di tal sorta , Carlo non avrebbe osato turbare il governo di Fe-
d'altronde non utili, e ben suppliti da questa pri- derigo in Sicilia con questi altri pretendenti , che
gionia ignota e tenebrosa. Così gli storici contem- potean ben sollevare contro di lui lo stesso reame di
poranei portano spenta la discendenza maschile di Napoli.
Manfredi , e sol di lui rimasa Costanza , e la se- I due citati diplomi del 1299 leggonsi, doc. n. xxx
guente sorella Beatrice , che fu liberata nel 1284 e xxx , in fin di questo volume.
per la vittoria dell'armata siciliana nel golfo di
(1277 81 ) CAPITOLO V. 45

picciol reame più magistrato che principe , mal purgato il suo nome dall'infamia del fra-
uom di mente e d'animo grandissimo era. tricidio di Ferrando Sanchez figliuol bastardo
Divisa la Spagna in quel tempo in parecchi di re Giacomo , ch' egli assediò , e presel fug-
stati alcuno ne tenean anco i mori ; gli al- gente , e il fe' annegare, scusandosi che Fer-
tri riconquistati da' cristiani con larghi or- rando praticasse contro la sua vita con Carlo
dini reggeansi , misti di monarchia d'ottimati d'Angiò . Ma insieme s'era segnalato l' in-
e di popolani , convenienti a liberi uomini , fante Pietro per coraggio e gran vedere nelle
che per la nazionale indipendenza e la re- guerre di Valenza e di Murcia 4 ; avea saputo
ligione, mille pericoli avean durato insieme e adoperar la divisione degli ottimati ; e salito
duravano. Riconoscean lo stesso principe i rea- in grande rinomauza militare, e dotato di quel-
mi di Aragona e Valenza , e la Catalogna o con- la forza che rapisce e costringe gl' intelletti
tea di Barcellona , ma la sovranità pressochè minori, poteva egli bene adunar a un'impresa
tutta dalle corti di ciascuno di quegli stati di ventura quei suoi avvezzi a star sempre in
esercitavasi ; composte di prelati , baroni , ca- sulle armi , or contro i mori , or contro le al-
valieri , e rappresentanti di città ; altere di lor tre genti spagnuole, or tra sè stessi , ed or
franchezze ; scienti della propria possanza . piratescamente assaltando questa e quell' al-
Somigliante agli efori di Sparta stava in Ara- tra città del Mediterraneo. Picciol' oste sa-
gona a petto a petto col re l'inviolabile Jus- rebbe a fronte di re Carlo ; ma audacissima ,
tiza ; il quale a nome dei baroni giuravagli il spedita, fatta a posta a guerre irregolari , e s :1-
di del coronamento : « essi che valeano ciascun bite fazioni.
quanto il re, tutti insieme assai più di lui , ub- Le quali condizioni bilanciando in mente,
bidirebbergli se lor franchezze mantenesse ; e , taciturno, e come s ' ad altro attendesse, ascol-
se no, no ' . >> Indi alti spiriti nei soggetti , tava Piero le continue rampogne della sua
miti costumi erano ne' re , sopra tutt'altri di donna . Perchè da lei non dileguandosi per
que' tempi, facili alle udienze, dimestichi , sen- volger d'anni il cordoglio dell' ucciso padre,
za riti di sussiego o sospetto , compagnevoli , dell' occupato reame , del patibolo di Corra-
e umani . Con questi ordini , con questi sud- dino ; l'acceso femminil pensiero incusava di
diti , poveri d'altronde e parteggianti , non po- viltà ogni differimento alla vendetta e pre-
tea Pietro divisare conquisti ; e pur le qualità gava Costanza, e sdegnavasi , e chiamava dap-
dell' uomo vinsero gli ostacoli della società in poco lo sposo , e ai figliuoli insegnava che
cui vivea. Per indole imperiosa e severa , avea careggiandolo, e abbracciandogli le ginocchia ,
concitato contro a sè durante il regno del pa- rimembrassero senza stancarsi l' inulto avolo 5.
dre i baron catalani, usi all' anarchia ; avea Sorridea Pietro ; e a disegni, non a querele

IV. Surita, Annali d'Aragona . nessuno può esser valente uomo di guerra se non
Blanca, Comment. rer. Aragon. è alto di cuore. » Aggiugne, che ognuno a suo pia-
Mariana, Storia di Spagna. cere fermava per via i re, e parlava ad essi , o li
Robertson, Vita di Carlo v. Introd. sez. 3 , no- invitava a nozze, o desinari, e ch'essi sovente al-
te 31, 32. bergavano nelle case private .
2 Montaner, cap. 20 , vivamente rappresenta che 3 D' Esclot , cap. 68, 69, 70.
i re di Aragona viveano assai familiari co' loro sud- Geste de' conti di Barcellona, cap . 28 , nella Marca
diti, con giustizia ed affabilità. Ma in fatto sotto Hispanica di Baluzio , ed . 1688.
questo linguaggio accenna le libertà del paese, di- 4 Montaner, cap. 10, 13 , 14.
cendo che ognuno era sicuro della proprietà e per- D'Esclot, cap . 63, 67, 74.
sona e perciò « i catalani e gli aragonesi sono più Geste de' conti di Barcellona , loc. cit.
alti di cuore, vedendosi così trattati a lor modo ; e 5 Bart. de Neocastro, cap. 16 .
46 CAPITOLO V. (1277-81)
si ristringea con Ruggier Loria, Corrado Lan- nome, e segnalossi, capitan di navi catalane
cia , e Giovanni di Procida '. in fatti audacissimi sopra saraceni ³ . Giovanni
Di questi il primo, nato di gran legnaggio , di Procida per altra via più combattuta venne
imparentato colla siciliana famiglia de' conti in grazia al re d'Aragona . Nacque costui, o
d'Amico, e signor di feudi in Sicilia e in Ca- fu allevato in Salerno : ebbe alto stato appo
labria 2, venuto era fanciullo seguendo la re- l'imperator Federigo e Manfredi : nè il no-
gina Costanza, con madonna Bella madre sua , bil sangue gli tolse che nella medicina si
nutrice della reina ; e a corte d'Aragona si esercitasse 4. Narrano alcuni a ringrandir Gio-
era nelle armi e nelle astuzie educato . Pietro vanni e rendere più patetici i suoi casi, che
molto amore gli pose , il fe' cavaliero con Cor- volontario ivane in bando , trafitto di mortal
rado Lancia, giovanetto congiunto della rei- rancore perchè uomini francesi per violenza
na ; e una sorella di Corrado a Ruggiero spo- contaminasser la moglie e la figliuola di lui ,
so. I due cognati prestantissimi si fecero in uccidessero il figlio che difendeale ; e di tanto
armi : e avvenne che Corrado pria dell' altro misfatto negassegli giustizia il re 5. Ma nou si
che tanto di gloria dovea vantaggiarlo ebbe drammatico appar questo esilio dai documenti,

Veggansi anche, Montaner, cap. 37 . numento per Giovanni di Procida ha trovato il mio
Saba Malaspina , cont . pag. 312 . concittadino Francesco Saverio Cavallari , egregio
Geste de' conti di Barcellona, cap. 28, loc. cit. artista, zelante e infaticabile nel ricercare , abilis-
Saba Malaspina, cont. pag. 340 a 342. simo nel delineare , e intelligente nello illustrare
Per vero egli non scrive il nome di Corrado Lancia, gli antichi monumenti d'arte, non solo per tutta
ma solo di Loria e Procida, e , aggiugne, altri usciti la Sicilia , ma si in parte della terraferma italiana.
italiani. Ma ritraendosi dal Montaner la grande ri- Nella cappella di san Matteo della cattedrale di
putazione di Corrado a corte d'Aragona per armi Salerno, sotto la effigie del santo in mosaico il no-
e consiglio appunto in questo tempo , non è dub- stro artista s'accorse di una picciola figura in gi-
bio che quel nobile siciliano avesse partecipato in nocchio ch' ei ritrasse diligentemente, in pie' della
tutti i disegni. quale si leggono questi due versi :
2 Bartolomeo de Neocastro , cap. 87. Hoc studiis magnis fecit pia cura Johannis
Nell' archivio r. di Napoli, reg. di Carlo 11. se- De Procida, dici meruitque gemma Salerni.
gnato 1291 A f. 88 si legge un diploma dato il dì A' documenti fin qui pubblicati per dimostrare
8, forse di gennaio 1275 o 1276, ch'è un attestato l'alto stato ch' ebbe Giovanni di Procida presso
del servigio feudale prestato a Capua da Riccardo Manfredi, aggiugnerò la notizia d'un altro che si
Loria per sè, Giacomo , Roberto, Ruggiero , e due legge nel r. arch . di Napoli , reg. 1239 D fog. 9. È
donne tutti della stessa famiglia, che aveano diviso un diploma di Carlo 1. dato il 22 giugno 13.ª indiz.
tra loro i castelli di Loria , Lagonessa e Castelluc- ( 1270) nel quale se ne cita un di Manfredi del 23 ago-
cio in Basilicata. sto 8.a indiz. ( 1263) dato per Joannem de Procita, e
Ruggier Loria fu nipote di Guglielmo d' Amico , indirizzato a Risone Marra intorno l'uficio di mae-
primo marito di Macalda Scaletta. Villabianca, Si- stro segreto e portulano di Sicilia. Questo diploma
cilia Nobile , part . 2 , lib. 3 , pagine 523 e 529. coaferma che Giovanni fu cancelliere di re Manfredi.
5 Montaner , cap. 18 , 19 , 30 , 31 . 5 Petrarca, Itinerario Siriaco.
4 Di Gregorio, annotaz. alla Bibliot. Aragonese , Gio. Villani, lib. 7, cap. 57.
vol. 1, pag. 249 c 250. Boccaccio, De casibus virorum illustrorum, lib. 9,
V. altresì il Giannone St. Civ. e Buscemi , Vita cap. 19.
di Giovanni di Procida . Vedi altresì il cominciamento della istoria ano-
È noto il marmo della chiesa di Salerno , dato nima della cospirazione del Procida , tralasciato dal
il 1260, pubblicato dal Summonte , e trascritto dal di Gregorio nella sua biblioteca aragonese , che leg-
Gregorio bibl. aragonese, vol. 1 , pag . 249, dal quale gesi tra' citati Mss . della bibliot. com. di Palermo
si hanno i titoli di Giovanni di Procida , e ch' ei Q. q. e si trova pubblicato nell' opera di Buscemi ,
facesse costruire quel porto. Un altro pregevol mo- doc. n. 1.
CAPITOLO V. 47
( 1377-84)
che attestan Giovanni fatto ribelle innanzi il cipi che tenean la più parte delle regioni eu-
milledugentosettanta , probabilmente per la ropee bagnate dal Mediterraneo , furono ad un
guerra di Corradino , e se gittan qualche bar- medesimo tempo di gran valore , e di grandi
lume su i suoi domestici torti , dan luogo a vizi , degni se non di lode , certo di fama .
tal sospetto più tosto dopo l'esilio che innan- In oriente il Paleologo usurpatore ma ristora-
zi . Come noto nella corte di Manfredi Gio- tor d'un impero , fraudolento più che forte ,
vanni cercò asilo appo la reina Costanza in A- tremava di re Carlo conquistatore e potentis-
ragona ; ov' ebbe da Pietro le signorie di Lu- simo . Questi agognando a tal vastità di do-
xen , Benizzano , e Palma ; cortigiano suo fi- minio, distruggea col mal governo la propria
datissimo divenne, e consigliere : ch' uomo base in Sicilia ed in Puglia. Di ponente Pie-
fu di molta saviezza e dottrina, aguzzato anco tro torvo e cheto , pigliava lena per islan-
la mente da un intenso odio , e dalle aspre ciarsi addosso al conquistatore , uom di guerra
sue vicende ammacstrato a maneggiare questi quant' esso , più potente, men sagace , men ver-
si vari e sfuggevoli animi degli uomini. Questi de negli anni. Inaccessibile a timore sulla
usciti, dall' amaro soggiorno in corte straniera cattedra di san Pietro , rigoglioso nella smi-
non volgendo altro nell' animo che la patria surata autorità, e non meno nel proprio in-
loro, e la rea mano che li cacciò , forte stigavano gegno , e nella non ben acquistata ricchezza ,
il re . Tritavan insieme con esso le condizioni l'italiano pontefice guardava le passioni di
delle cose ; la mala contentezza de' popoli in quegli stranieri : e chi sa a quali speranze non
Sicilia e Puglia ; la tiranuide sto'ta di Carlo ; ne saliva? Forse un viver più lungo di Nic-
i disegni del papa ; i timori del Paleologo : colò III. avrebbe mutato le sorti d'Italia . Ma
aver questi oro e non armi ; Aragona il con- volle il cielo che l'angioino non fosse umiliato
trario ; Roma saette d' altra tempra : s' accoz- da' potenti , mi sì dalla plebe ; e che la sua
zerebber pure ; battesse l'ali questo Carlo, gli rovina si consumasse nel modo che men po-
aggiusterebbero il colpo. E spiavan , veglia- teva uomo immaginare : per una rissa volgare
vano ; ad ogni nuovo eccesso di Carlo, spun- in Palermo !
tava nel cupo consiglio d'Aragona un sorri- Pietro ordinavasi a sforzo di guerra, sì come
so 3. Memorabil epoca in cui i quattro prin- è mestieri , dice Montaner, con amistà, danari ,

Diploma del 29 gennaro 1270 per la inquisi- all' amore di alcun barone della corte di Carlo ; c
zione de' beni confiscati a una lunghissima lista di che da ciò fosse nato quello episodio nel romanzo
ribelli, tra i quali si legge Giovanni di Procida. storico ( tale il credo ) di Giovanni di Procida. Traggo
Diploma dato di Capua del 3 febbr . 1270 pel questo concetto da tre diplomi : 1. quello or ora
quale Carlo 1. die' un sussidio su i confiscati beni citato del 3 febbraio 1270 pel sussidio a Lan·lo !-
dotali a Landolfina moglie di Giovanni di Procida fina ; 2. un altro della stessa data che le accordò
da Salerno, come non partecipe della colpa del ma- salvocondotto e sicurezza a dimorare in Salerno ,
rito il quale per alto tradimento commesso CO- che leggesi in fine del presente volume , docum .
me dicesi contro la maestà nostra , allontanossi dal n. 1 ; 3. un altro che fe' pagar dall' erario onc
regno. » Questi diplomi cavati dallo archiv. r. di cento prestate a Landolfina da un Caracciolo , che
Napoli conservansi ne' Mss. della bibliot. com . di è citato ne' Discorsi di D. Ferrante della Marra ,
Palermo Q. q. F. 70. e sono stati pubblicati dal Napoli 1641 , pàg . 154. ed è tratto come i prece-
Buscemi nella vita di Procida, doc. n. 2 e 3. denti dallo arch. r. di Napoli, reg. segnato 1269 , C.
Quantunque sembri favola che l'ingiuria alla mo- dove quelli si leggono a fog. 118 e 214 , e questo a
glie fosse cagione della fuga del Procida , non è fog. 211 .
improbabile che durante il suo esilio la moglie , per 2 Surita, Ann . d'Aragona, lib. 4, cap . 13.
nome Landolfina di Fasanella, avesse dato ascolto 3 Saba Malaspina, cont. pag. 340 a 312.
48 CAPITOLO V.
( 1279-81 )
segreto. Fe' tregua di cinque anni col re di al sol vederlo ogni fiata rompono in lagrime
Granata con Castiglia lega ; e meglio se come fanciulli ; ei solo sospinto di amor di pa-
n'assicurò prendendo due giovanetti principi tria e desio di vendetta , va , torna , muta sem-
più vicini alla corona che non era Sancio loro bianti, ignoto ha credenza da' grandi ; ei solo
zio, chiaritone erede , onde il re d'Aragona disegna, comincia, e fornisce l'impresa . Igno-
potea così a ogni piè sospinto sturbare il vicin rando che Giovanni fosse csule dal sessantotto
reame 2. Provossi da un altro canto a ser- o sessantanove , come il mostrano i diplomi, e
bare l'antica benivolenza con Filippo di Fran- fatto uom di re Pietro , favoleggian costoro che
cia, marito della sorella, statogli amicissimo venutogli in mente il disegno di tor la Sicilia a
in gioventù, e or molesto coll'occupazione di re Carlo , da sè solo cominciava a trattarlo
Montpellier 3. Con lo stesso re Carlo o coprì con principi di fuori , e congiurati in casa. A
i disegni e mostrò l'odio , come scrive il Mon- Costantinopoli si portò l'anno settantanove ,
taner, che sarebbe stata anco sopraffina arte, com' uscito che cercasse in quella corte asilo
o gli uni e l'altro dissimulò , come Carlo stesso e stipendio , spacciandosi medico , ed uom di
poi rinfacciavagli , venendo a dimostrazioni stato , delle cose di Sicilia espertissimo. Trovò
d'amistà, e trattato di matrimonio tra un fi- si piana appo il greco imperadore la via, che
gliuol suo con una figlia dell'Angioino 4. Con quegli in segreto luogo sopra una torre venne
ciò messe in punto gli arsenali di Valenza , ad abboccamento con esso e quivi Procida
Tortosa, Barcellona á ; e maneggiò si accorta- il tentò con favellar degli armamenti di Carlo
mente i suoi baroni e borghesi , che richie- a' danni suoi ; a lui perduto d'animo e pian-
stili di sussidi per tale impresa , dicea , da tor- gente fè balenare innanzi agli occhi una spe-
narne grande utile al reame , con insolita do- ranza. Onde Michele , che l'imperio vedea
cilità porgean essi il danaro . Queste dispo- sossopra, e il potentissimo Carlo si intento c
sizioni, e i preparamenti d'armi e di navi che minaccioso a mala pena trattenuto da papa
ne seguitarono, attestan gl' istorici più degni Niccolò , avidamente il partito abbracciava di
di fede . turbargli i reami ; e profferia centomila once
Taccion del rimanente le pratiche con l'im- d'oro fermata l'impresa , le porgerebbe . Si
perator di Costantinopoli e cai baroni siciliani, infinse allor Procida scacciato dalla bizantina
da altri storici meno autorevoli composte co- corte. Vestiti i panni di frate minore , furtivo
me in azione drammatica. Giovanni di Pro- in Sicilia entrò , che per esser più oppressa ,
cida, al dir di costoro, esule volontario per o più disposta per le città più grosse , l' in-
la supposta ingiuria atroce, n'è protagonista ; dole degli uomini , e la difesa dei mari , più
rassomiglian ombre gli altri personaggi, che la opportuna gli parve al gran colpo . Appena
istoria figura ben altrimenti : Pier d'Aragona, Procida a' noti suoi del sicilian baronaggio
Michele Paleologo , Niccolò terzo , Alaimo da disse di congiura , deliberati vi si tuffarono .
Lentini, e più altri nobili uomini di Sicilia. Con lui vengono a parlamento Gualtier da Cal-
Non pensan , non osan essi senza Procida : tagirone, Alaimo da Lentini , Palmiero Abbate,

■ Montaner, cap . 37 , 44. e ve n' ha un cenno nel Memoriale dei podestà di


Ibid. cap. 40, Bernardo D' Esclot, cap. 76 . Reggio, Muratori, R. I. S. Tom . 8, pag. 1133 .
5 D' Esclot, loc . cit . Montaner, cap. 38, 39. 5 Montaner, cap. 36.
Geste de' conti di Barcellona , cap. 28 , loc . cit. 6 Ibid. cap. 41 .
4 Montaner, cap. 38, 42. L'asserzione contraria Veggansi ancora per questi particolari Bart. de
si legge in un manifesto di re Carlo 1. recato da Mu- Neocastro, cap. 16 ; Gio. Iperio , Surita, Ann . d'Ara-
ratori, Ant. Ital. Dissert. 39 , Tom. 3, pag. 630 , gona , cc .
(1280 ) CAPITOLO V. 49

ed altri valenti baroni : Procida accenna la contro Carlo a dar guarentigia più salda
via d'uscire dall' insoffribil servaggio : rivela un altro se n'appicca di parentado tra le corti
gli aiuti dell' imperatore greco ; i disegni sullo di Grecia e d'Aragona . Per questo scoperta-
aragonese ordina con loro che annodate tutte mente il Paleologo manda legato un suo ca-
le fila sollevin la Sicilia a ribellione e ri- valiere , messer Accardo di Lombardia ; al
chiedeli di lettere credenziali , che della con- quale affida trentamila once d'oro delle pro-
giura re Pietro certificassero . Avutele , sotto messe, che a Pietro le rechi. Accardo e Pro-
i panni stessi di frate passa a corte di Roma . cida insieme entrarono in mare .
Correa già l'anno milledugentottanta , e papa In questo la morte di papa Niccolò fu per
Niccolò a castel Soriano soggiornava , quan- tagliare i fili della congiura . Per viaggio sep-
do un fraticello gli fe' chiedere occulta udi- pela Giovanni da una nave pisana , e a mes-
enza ; e raccolto incominciò ad avvolgersi in ser Accardo la occultò . Approdarono a Malta ,
misteriosi parlari, toccando la eccessiva po- come co'baroni siciliani s'era ordinato prima :
tenza di Carlo , le ingiurie private al pontefice , in segreto luogo i cospiratori adunaronsi. Ed
le condizioni d'Italia. Procida nominossi al- eran muti , ansiosi , parlavan sommesso della
fine all' attonito pontefice aperse quant' erasi perdita del congiurato pontefice , e chi tem-
ordito . Aggiungono , e par fola manifesta , poreggiar volea , chi lasciar della ribellione
ch' ei con l'oro bizantino comperasse l'assen- ogni pensiero, quando Procida surse a rampo-
timento del papa , il quale si altamente am- gnarli , a confortarli : fosse amico o avverso il
biva , nè corromperlo era uopo a ' danni di papa novello , ormai non mancherebbero le
Carlo ' . Dicono , e la credo dello stesso co- forze Accardo , e loro il mostrava , non ve-
nio, ch'entrato nella congiura, Niccolò per nirue ozioso messaggio : qui il sussidio bi-
segretissime lettere confortasse l' aragonese , zantino ; pronti in Aragona guerrieri e navi-
e del siciliano reame investisselo. Ma gua- glio ; e che temeano ? perchè con animi sì
dagnato il papa, sopraccorrea Giovanni in Ca- femminili entrare in congiure ? Ma a loro già
talogna ; trovava re Pietro lontano , così con- intinti si profondamente non gioverebbe lo
tinuano quegli storici, da ogni speranza del- starsi ; risaprebbesi la trama , e morrebber
l'impresa ; gli occhi apriagli , svelava i trat- da cani. Con tai rimbrotti all'estrema con-
tati, mostrava le lettere. Così svolse a' suoi chiusione li rapi seco . Fu in Aragona di poi ;
intenti il re d'Aragona. A ragguagliarne gli rappresentò a Pietro l'ambasciatore di Gre-
altri congiurati , ripiglia il viaggio : esce di cia, e l'oro ; vinse i rinascenti timori del re.
nave a Pisa ; rivede il pontefice a Viterbo ; Gli armamenti affrettaronsi allora , il dì fer-
i siciliani baroni a Trapani ; quinci una ga- mossi e il modo che la Sicilia sorgerebbe
lea veneziana sconosciuto il reca a Negro- a vendetta 2.

ponte ; di lì passa a Costantinopoli . E vien Tale il racconto della congiura , che dicon
ultimato col Paleologo il trattato della guerra si conducesse per due o tre anni . I particolari

Alcuni han creduto legger questo nei versi di Ricordano Malespini , cap . 206 a 208.
Dante : Cron. anonima della cospirazione di Procida ,
E guarda ben la mal tolta moneta , ec . loc. cit . pag. 249 a 263.
Inf. c. 19. Ferreto Vicentino , in Muratori R. I. S. vol. 9,
Nell' appendice in fin di quest' opera io tento pag. 952 e 933 .
d'accostarmi ad una migliore spiegazione di que- Cronica di frate Francesco Pipino , lib. 3, cap. 11,
sto luogo della Divina Commedia. 12 , in Muratori, R. I. S. vol. 9, pag. 686.
2 Gio. Villani, lib. 7, cap. 57, 39, 60.
7
50 CAPITOLO V. (1278-80 )

nè niego, nè affermo io , perchè non ne ho fon- suoi messaggi che si tramò forse con alcun
damenti ; ma non mi sembran verosimili al barone siciliano : ma che maturavano e pre-
tutto. Che un trattato per torre a Carlo il rea- paravano tuttavia quando il popolo in Sicilia
me di Sicilia si maneggiasse tra Pietro e 'l proruppe. In questo intendimento al fil della
Paleologo , il tengo io certo , per quel che istoria io torno ; il quale non si smarrisce per
disse e fe' poi contro ambidue papa Martino ; la dubbiezza di quelle pratiche tenebrose, che
e perchè Tolomeo da Lucca afferma aver ve- nella rivoluzione punto o poco operarono ³ .
duto l'accordo; essere stato trattato da Gio- Riseppersi innanzi la morte di papa Nic-
vanni di Procida e Benedetto Zaccaria da Ge- colò gli appresti del re d'Aragona. Era nei
nova , con altri genovesi dimoranti in terra porti suoi e di Majorca una fervid' opra a co-
del Paleologo ; e aver questi porto moneta allo struire , a spalmar galee , e navi da trasporto ;
aragonese . Le trame con alcuni baroni di fabbricar armi ; adunar vittuaglie : scriveansi
Sicilia, non rafforzate di valida autorità isto- i marinai ; si prometteano stipendi per un anno
rica, il replico , probabili mi sembrano , ma a chi militar volesse a cavallo o a pie' : tal-
non certe. Falso è che la pratica sì stretta- chè per quanto Piero si studiasse a far che-
mente condotta fosse a punto riuscita a pro- tamente , il romore s'udia da lungi . Onde i
durre lo scoppio del vespro ; perchè questi Mori di Spagna e d' Affrica , avvezzi a questi
compilatori della congiura ci pongon fole da aragonesi assalti , affortificavansi alla meglio ;
romanzo , e imbattonsi in cento errori mani- nè stavan senza sospetto i cristiani principi :
festi ; perchè i successi discordan dalla sup- tra i quali Carlo assai per tempo avvisò aversi
posta cagione ; perchè gli scrittori più auto- a guardare sì in questi domint italiani , e sì
revoli i tacciono, come nel capitol seguente in Provenza ; oppressa al paro , vicina a Spa-
diremo, e più largamente nell' appendice . Va- gna , e dai catalani osteggiata altre volte ³ .
gliate tutte le memorie de' tempi tornano a Apparecchiava Carlo in questa stagione la
questo che Piero agognava alla corona di detta impresa di Soria ; ma non lasciò di mu-
Sicilia che s'armava : che praticò per aiuti nirsi in casa con forze navali, che guardasser
di danaro con l'imperator di Costantinopoli le costiere ; e in Sicilia aumentò oltre il dop-
minacciato da re Carlo che Procida fu tra i pio le provvedigioni delle regie fortezze 4. In-

Tolomeo da Lucca , lib. 24 , cap. 4 , in Mura- all'impresa di Soria. Perchè, lasciando i molti ar-
tori, R. I. S. Tom. 11. pag, 1186-87. mamenti navali citati in questo capitolo, pag. 43 ,
Pachymer , lib. 6, cap. 8 , parla di una grande nota 4 , che possono anche parer troppi, considerate
alterazione nella moneta d'oro fatta in questo tempo le poche forze che in fatto andarono in Asia, leg-
dal Paleologo per fornir sussidi agli italiani. giamo evidentemente ciò che ho detto nel testo , in
Che i genovesi mischiassersi molto a favore di due diplomi, l'un del 13 marzo 6.a indiz . 1278, e
lui, l'attesta Caffari negli annali di Genova, Mura- l'altro del 6 agosto medesimo anno, r. arch. di Nap.
tori , R. I. S. Tom . 6, p, 576 , ove è detto che i reg. di Carlo 1. segnato 1268 A fog. 95 e 89.
genovesi mandarono una galea a posta al Paleologo Quel di marzo risguarda le galee destinate alla
per avvertirlo degli armamenti di re Carlo. custodia delle marine di Principato e Terra di La-
2 V. l'appendice in fin del volume. voro ; l'altro è per le provvedigioni di miglio nelle
5 Saba Malaspina, cont. pag. 342 a 345. castella di Sicilia.
Montaner, cap. 44, 45, 46, 47. Il re comandava di aumentarle dal 1. settembre
4 Questi preparamenti son taciuti dagli storici vegnente in questo modo :
contemporanei, che anzi accagionan Carlo di sover- Fortezza di Messina.. da sal. 112/2 a 240
chio disprezzo dell ' aragonese. Ma ne' registri della di Scaletta • • >> 20 >> 48
sua cancelleria trovansi date nel 1278 delle prov- di Milazzo. • » 43 » 100
visioni che non si possono in alcun modo attribuire di san Marco • • >>> 30 >> 90
CAPITOLO V. 51
(1278-80)
tauto bramoso d'investigar l'animo dell'ara- contro i mori 2. Onde il re di Sicilia incerto
gonese, a Filippo di Francia ei scrisse ; e que- pur dello scopo, mandò in Provenza Carlo fi-
sti per legati e lettere amichevolmente do- gliuol suo principe di Salerno, in voce ad adu-
mandò a Pietro la cagion di tanto armamento ; nare armati per l'impresa d'Oriente , in realtà
se contro infedeli , proffersegli aiuti d'uomini per vegliar da vicino , e guardare il paese 3 .
e danari. S'avvolse allora in ambagi lo spa- In questo momento la fortuna arrise a Carlo
gnuolo non accennare al re di Francia per per l'ultima volta. Tra que' sospetti di Pietro,
certo, nè a suoi collegati : a chi , vedrebbesi ira contro il Paleologo , dispetto dell' avverso
ai fatti : ma prima, persona al mondo nol sa- Niccolò , vide trapassar costui d'agosto mil-
prebbe ch'ei s ' armava senz' aiuti di niuno , ledugentottanta ; e respirando , e non istando
onde a niuno spiacesse il silenzio . Somiglianti un attimo a pensarsela , se alla morte di
risposte ebber da lui il re di Majorca fratel papa Gregorio avea tant' osato a governare
suo , quel di Castiglia , quel d'Inghilterra ¹ . il conclave , or gittavasi ai più rotti partiti.
Invano il ritentò più vivo Filippo , con man- Sommosse il popol di Viterbo , stigandolo si
che traea fuor dal conclave tre cardinali di
dargli anco moneta nel supposto dell' impresa.
3335585
22-

di Odogrillo . >>>> 27 >>> gio 1272 cavalo anche dal r. arch. di Napoli e pub-
Castel di Siracusa . · · >> 27 >>> 57 blicato dall' er. Michele Schiavo nelle memorie per
Palagio di Siracusa • >> 9 >> 60 la storia letteraria di Sicilia, tom. 1. parte 3, pa-
gina 49 e seg. In questo leggonsi oltre i notati nel
Castel superiore di Taormi-
ла . >>> 27 >>> 77 diploma del 1278 che or ora trascrissi , i castelli
Castello inferiore • >>> 22 1/2 >>> 50 di Rametta , san Fratello , Nicosia, Castrogiovanni ,
di Agosta . >>> 10 1/2 >> 57 Mineo , Licodia , Modica , Garsiliato , Calatabiano ,
di Cefalù . • >> 85 1/2
323 1/2 » Corleone, Sciacca, Girgenti , Carini , Termini , Fa-
Palagio di Palermo . >>> 200
18 » vignana, Camerata ; ma vi mancano quelli di Odo-
Castell' a mare di Palermo . >>> 29
100 » grillo e Castiglione, e il castel disottano di Taor-
di Licata . >> 90
40 >> mina. Si scerne di più dal diploma del 1272 che
>> 27
104 » erano affidati alcuni a castellani col soldo di due
di Monteforte. •
tarì al giorno , altri a castellani scudieri col soldo
di Vicari, che non avea provvedigione » 50
di Caronia >> 27 di tarì uno e gr. quattro, e vi erano consergi col
di Castiglione . >> 30 medesimo stipendio, e servienti con grana otto al
di Lentini • · » 100 giorno. La maggior forza de' servienti , o vogliam
di Marineo . · » 100 dire soldati a pie', era nel 1272 nelle fortezze di
di Geraci. 60 Messina, Castrogiovanni , Cefalù, e Nicosia. Ma nel
di san Filippo . » 100 1278 par che si volesse adunare più gente in quelle
di Caltanissetta. • >>> 30 di Cefalù, Palermo, Messina , Monteforte, Milazzo ,
di santo Mauro • >>> 30 Lentini, Marinco, san Filippo ; nè la posizione geo-
di Avola. » 30 grafica basta a spiegare questa mutazione di dise-
di Caltabellotta. » 30 gni militari. Forse gli umori delle popolazioni , lo
stato delle fabbriche di queste fortezze, e altre cir-
Varie cose sono da notarsi in questo documento.
costanze meno a noi note vi contribuirono, e l'es-
La prima che non si vittovagliavano tutte le for-
sersi dato in feudo ( che di tutte non fu certamente )
tezze regie di Sicilia, ma a un di presso due terze
parti delle medesime , tralasciandone molte sì in alcuna di quelle terre.
monte e sì in maremma. La seconda che per la Saba Malaspina , cont. pag. 342 a 345 .
provvedigione si preferiva il miglio al frumento ; Montaner, cap. 44, 45 , 46 , 47.
o per lo minor caro , o per lo minore rischio di 2 Ricordano Malespini, cap. 208.
ribollire e guastarsi. Lo stato delle fortezze regie Cron . Sic. della cospir. di Procida, pag. 261 .
sei anni innanzi si legge in un diploma del 3 mag- 3 Saba Malaspina, cont. pag. 343.
52 CAPITOLO V.
( 1281 )
casa Orsina. Serrò il rimanente ; tolse loro nigno , contezza di quel sì occulto disegno ;
ogni cibo fuorchè pane e acqua ' ; e forse di inibire ogni atto ostile contro principi cri-
furto, come in una elezione antecedente , recar stiani ; contro infedeli profferire benedizioni
fece altre vivande ai cardinali francesi per- e sussidì. Ma chiuso , e pur non mendace, rin-
chè stessero più forti a negare il voto a quei graziavalo Piero : pregasse il Cielo per l'esito
di parte italiana . Per queste arti , di febbraio della guerra ; lo scopo nol domandasse . « Tan-
milledugentottantuno Martino quarto di nazio- to ho caro, conchiudea, questo segreto , che
ne francese fu papa, o ministro di Carlo . Con- se la mia manca il sapesse , con la dritta
giunta dunque nel re la sua possanza , e la la mozzerei. » All' ostinato silenzio crebber
smisurata del roman pastore, a grandi eventi nella parte francese i sospetti. Ma poco vi
si dava principio. Divampó d'un subito in stette sopra re Carlo , che teneasi ormai se-
Italia la guelfa rabbia. Affidò il papa a fran- condo a Dio solo ; onde sfogò con superbe
cesi i governi tutti di Romagna ; rifece Carlo parole saper bene falso e sleale questo Pietro ;
senator di Roma ; con una crudele persecu- ma nascondesse il segreto a sua posta , ei ,
zione de' ghibellini servi a sue ambizioni 3 . Carlo d'Angiò , non curare sì picciol reame,
Duro viso mostrava intanto a re Pietro . Come principe si mendico ³ .
gli oratori di lui veniano a complire per la E la Grecia per dieci anni sospirata paren-
esaltazione del papa , e sollecitavan la cano- dogli già sua , smisurate forze apparecchiava :
nizzazione di frate Ramondo da Pegnaforte, bandia la guerra ; e la croce prendea , la croce
santo uomo spagnuolo, gittando anco qualche del ladrone, sclama Bartolomeo de Neocastro,
parola su i dritti della Costanza al sicilian non quella di Cristo 6. L'afforzò il papa di
reame , brusco replicava Martino : non ispe- scomuniche, e di danari ; le prime contro il
rasse il re d'Aragona mai grazia alcuna dalla Paleologo , e i greci indurati nello scisma ; i
santa sede , se non pria soddisfattole il censo ; danari presi dalle decime ecclesiastiche , pre-
il quale la romana corte pretendea , interpre- testandosi volte al racquisto di terrasanta le
tando per ligio omaggio la pia peregrinazione pie armi del re 7. Si collegaron con esso i
d'un di quegli antichi principi a Roma 4. Di veneziani, per brama di popol mercatante a
la poco tentando nuov' arte, parve più dolce tornar signore in quelle regioni si commode
Martino . Mandò a Piero un frate Jacopo dei a' commerci e forniano una flotta ; e patteg-
predicatori , a richieder, tra autorevole e be- giavano partizione de' conquisti ³ . La Sicilia

Saba Malaspina, cont. pag. 346. lars quella riposta del mozzar la mano sinistra se
Ricordano Malespini , cap. 207 , e gli altri con- sapesse il segreto .
temporanei citati dal Muratori. Ann . d'Italia, 1281 . 6 Bart. de Neocastro , cap. 13 .
2 Saba Malaspina , lib. 6. 7 Raynald , Ann . Eccl. 1281 § 25 , e 1282 § 5,
3 Joannes Iperius , Chron . Mon. S. Bertini , in 8, 9, 10, e nota del Mansi al S 13.
Martene e Durand , Thes. Anecd . Tom. 3, pag. 762. Tolomeo da Lucca, in Muratori R. I. S. Tom. 11.
Saba Malaspina, cont . pag. 349, 331 . pag. 1186.
Gio. Villani, lib 7 , cap. 58. La scomunica del Paleologo si legge altresì nella
4 Surita, Annali d ' Aragona, lib. 4 , cap. 13 e 16. cronaca di Eberardo, pubblicata dal Canisio, anti-
3 Cron . Sic . della cospirazione di Procida, 1. c . che lezioni, tom , 1 , pag. 309,
pag. 262. 8 Gio. Villani, lib. 7 , cap. 57.
Ricordano Malespini, cap. 208. Saba Malaspina, cont . pag. 350.
Gio. Villani, lib . 7 , cap. 60. Il trattato di Carlo 1. con Venezia fu stipulato
Montaner, cap . 42, con qualche diversità . Al ca- a 3 luglio 1281 , e si trova negli archivt di Fran-
pitolo 49 porta come data da Pietro al conte di Pal- cia, citato dal Buchon , Recherches et materiaux
CAPITOLO V. 53
( 1281 )

e la Puglia intanto s'empian di guerrieri : lia a' nostri figli ei darà pane ! Fuggiamo ;
suonavano di preparamenti di guerra . Immensi ascondiamone in boschi e caverne , e sarà
materiali nell' arsenal di Messina raccolgonsi, viver men duro . Anzi di Sicilia fuggiamo, che
e in altri porti dell'isola e di terraferma ; terra è di dolore , di povertà, di vergogna . Fu
sudano i valenti artigiani di Messina e Pa- più schiavo di noi il popol d' Israello sotto
lermo a fabbricar arme ed arnesi : scemansi re Faraone ? e risentissi , e spezzò le catene.
a fornir la cavalleria gli armenti di val di E ne narran poi le glorie degli antichi nostri .
Mazzara ; munizioni d' ogni sorta s ' apprestano Vili bastardi siam noi ; snervati dalle divisioni,
in ogni luogo . Cento galee di corso , dugento da' vizi noi di cristianità il popol più ab-
bietto 5. »
uscieri , che navi eran da trasporto , e teride ,
e altri legni assai metteansi in punto . Capi- Ma quanti si tenean da più del volgo im-
tanati da quaranta conti , ben diecimila ca- petuoso, non isgannati da sperienza ritentavan
valli e un'oste innumerevole di fanti s' istrui- pure la ignobil via delle querele. A Roma si
vano al gran passaggio *. volsero, non ostante che in quel tempo il po-
Allor secondo gli smisurati appresti le estor- pol siciliano la riverisse men che tutt'altro
sioni, e gli aggravi moltiplicaronsi 5. Nuovi di cristianità . La quale opinione era sì viva ,
balzelli, nuovi imprestiti l' insaziabile coman- che i francesi per villania chiamavanci pate-
da. Sforzati i baroni a fornir navi : cui tarda rini 6 ; segno non men dubbio ne danno gli
occupansi i beni 4 nobili e vassalli, obbli- scritti de' nostri di quel tempo , ne ' quali il
gati e non obbligati al servigio strascinansi al- rozzo stile al toccar della corte di Roma rin-
l'oste. Il che a tanti doppi accrebbe la mala focasi a un tratto , sfavilla d'immagini scrit-
contentezza de' popoli in Sicilia . «< Santa im- turali , suona le aspre parole del ghibellin
presa ! diceano , chi nimici ne fe' ai greci mai ? pocta . Il che nascea in parte dagli universali
Ne scuoiano i greci , ne calpestano i greci , per- umori d'Italia ; e dalla cultura delle lettere,
chè noi co' francesi andiamo a versare il lor in cui primo tra gli altri popoli italiani s'eser-
sangue ed il nostro ? A guerra lontana , aspra, citò quel di Sicilia sotto gli svevi 7 ; in parte
interminabile ne trascinano con tre mesi di dall' antica indipendenza de' nostri principi
stipendio. Darem fondo al danaro pria di giu- dal papa , dagli spessi contrasti loro , dalle
gnere in Romania ; e appresso sì che ne pa- spregiate censure , dalle vicende stesse della
gherà questo taccagno di Carlo ! E sì , in Sici- repubblica del cinquantaquattro , messa su dai

pour servir à une histoire de la domination fran- eresie portano una ventina di nomi diversi d'ereti-
çaise aux 13, 14, e 15 siécles, dans les provinces ci ; tra i quali v' hanno i paterini . In un diploma
démembrées de l'empire grec . Premiere partie, p. 42. suo dato di Padova il 22 febbraio 12.a indiz. si
Saba Malaspina, cont. pag. 350 . spiega così l'origine di quel nome di paterini : Ho-
Gio. Villani, lib. 7 , cap. 57 . rum sectae veteribus vel ne in publicum prodeant
Ricordano Malespini , cap. 206. non sunt notatæ nominibus, vel quod est forte ne-
Cron . Sicil. della cospir. di Procida , pag. 251 . fandius, non contentu, ut vel ab Arrio Arriani :
3 Saba Malaspina, cont. pag. 330. vel a Nestorio Nestoriani, aut a similibus similes
4 Diplomi dell' 8 novembre 1280 , 21 aprile e nuncupantur ; sed in exemplum martyrum qui pro
27 giugno 1281 nel catalogo delle pergamene del fide catholica martiria subierunt Patarenos se no-
r. arch. di Napoli . vol . 1 , pag. 218 , 222, 227. minant, velut expositos passioni. In Luca Waddin-
5 Saba Malaspina , cont. pag. 350 , 351 . go, Ann. Minorum, Tom. 3, p. 340, § 13.
6 Ibid. pag. 335. 7 Dante Alighieri , De Vulgari Eloquio, lib . 1 ,
Anonymi Chr. Sic. loc. cit. pag. 147 . cap. 12.
Le leggi dell' imperator Federigo 11. contro le
54 CAPITOLO V. ( 1281)
papi e abbandonata da' papi , e dal tristo dono ze. Il clero seguiva o precorrea il fiotto della
infine di quest' Angioino re . Nondimeno , per- opinione pubblica , com'è manifesto dalla mis-
ch' ei come usurpatore conoscea feudal signore sione di Bartolomeo e Bongiovanni , e dallo
il papa, e pauroso fantasma non patto di giu- zelo con che camminò in tutto il corso della
stizia e di pace tenean la religione a quei rivoluzione, ad onta delle infinite scomuniche
di, parve ai nostri , che il sommo pontefice papali. I nobili siciliani pochi e oppressi , non
solo riparar potesse lor torti , pastor egli e potendo far parte da sè medesimi , ingrossavan
sovrano. Perciò allo scoppiare del vespro il la popolare : quanti eran complici , s'anco si
nome della Chiesa gridavano i siciliani poi . voglia , di re Pietro amm lignavan le piaghe ,
Perciò al francese Martino supplici or ne ve- suggeriano sommesso qualche speranza. Così
niano a nome di Sicilia tutta due sacerdoti , il malcontento die' alla parte popolare tal for-
eletti tra i più venerandi e savi del regno. za , tal numero , che avanzava d'assai le con-
Bartolomeo vescovo di Patti , e frate Bongio- dizioni ordinarie , che sollevava la Sicilia mez-
vanni de' predicatori fur questi . La missione za feudale alle idee de' più democratici popoli
consigliata da credula miseria , con grande ani- italiani . Faceansi a ricordare i tempi del buon
mo forniano. A corte del papa, presente Carlo, Guglielmo , tempi di pace, e dovizie , e franchez-
orarono e » Mercè , Bartolomeo cominciava , ze ; a deplorare la svanita repubblica del cin-
mercè o figlio di David, il demonio la figliuola quantaquattro ; e dall' immaginativa abbellito ,
mia fieramente travaglia ; » e tra pianti e ram- con invidia a dipingere il viver lieto delle ita-
pogne la grave istoria sponea. Superfluo è a liane cittadi , senza re , senza feudatari , senza
dire che si fe' sordo Martino . Carlo dissimulò ; francesi. Nè solo il martello di povertà, e gli
ma usciti i due oratori dal palagio , gli sche- aggravi nell' avere e nelle persone , e ' l timore
rani suoi dando in loro di piglio , in duro car- del peggio a que' pensieri accen leano ; ma sopra
cere serranli. Macerato da quello il frate tutto la gelosia delle donne , usurpate dagli stra-
espiò a lungo la sua virtù cittadina ; corruppe nieri per forza , o prezzo , o seduzione di va-
i custodi il vescovo di Patti, e fuggissi ' . nità e di fortuna . Stampato in tutti gli animi
E non domo da paura , torna egli a Mes- inoltre quel Carlo , brusco , vecchio , avaro ,
sina ; ei suoi casi narra a gente che ne pia- crudele , spregiator d'ogni dritto , alla Sicilia
gne e freme ; mentre quanti vengan da Na- nimicissimo. Questo viver di violenza in se-
poli affermano divampar più che mai l'ira dici anni avea potentemente operato sull'in-
del re l'esercito contro la Sicilia ei volge- dole niente morbida del sicilian popolo , e tra-
rebbe a sterminar la querula incontentabile mutatene le sembianze . Di festevole si fe' te-
genia ; la terra ad altri abitatori darebbe co- tro increbbero i conviti , i canti, le danze ,
lonia . Queste voci per insensata iattanza di « e mute pendeano ( scrissero i siciliani po-
cortigiani, o tema di popol tiranneggiato , spar- scia a papa Martino ) pendean mute l'arpe
gcansi ; ed eran , se non altro, misura dell'odio . dal caprifico e dal salice infruttuoso ; » quel
Il quale ogni ruggine tra le nostre città , tra poetico brio degli animi a cup meditazione
le famiglie , tra i vassalli e i siciliani feuda- die ' luogo, a tristezza , a vergogna , a nimistà
tart avea dileguato per comunanza di mali e profonda , a brama ardentissima di vendetta.
di brame. Pochi de' nostri pel re teneano ; Feroci passioni, che propagaronsi da chi soffria
talchè accresceangli l'abbominio, non le for- le ingiurie in sè , a chi le vedea solo in altrui ;

1 Niccolò Speciale , lib. 1 , cap. 3. Niccolò Speciale, lib . 1 , cap. 3.


Bart . de Neocastro, cap. 13.
CAPITOLO V. 55
(1282)
dalli svegliati a ' tardi ; dagl' iracondi ai miti ; Alcuni cronisti pargoleggiando col volgo nota-
dagli animosi a' dappoco ; e ogni età, ogni ses- vano, che di febbraio, mentr' era papa Mar-
so, ogni ordine d'uomini invasarono . La foga tino in Orvieto , una foca presa alle spiagge
delle passioni private, l' abbaco de' privati inte- di Montalto, e portata a corte del papa come
ressi , tacquero un istante, o anch'essi drizza- nuova generazione di belva, mise muggiti si
ronsi a quel fitto universal pensiero ; più pos- lamentevoli e paurosi , che la gente n'agghiac-
sente di ogni macchina di congiura , perchè ciò di orrore ; e dietro i successi di Sicilia non
spregia il vegliar sospettoso de' governanti , e restò dubbio esser venuto quel mostro a pre-
2
li soperchia a cento doppi di forze .. Così en- sagire al papa le calamità che pendeano.
trava in Sicilia l'anno milledugentottantadue .

CAPITOLO VI.

Nuovi oltraggi de' francesi in Palermo. Festa a Santo Spirito il di 31 marzo : sommossa : eccidio feroce per la città. Gridasi la repub-
blica. Sollevazione di altre terre. Adunanza in Palermo , e partiti gagliardi che prende. Lettere de' palermitani ai messinesi , i
quali seguon la rivoluzione. Ordini pubblici con che si regge la Sicilia, e si prepara alla difesa. Opiuione sulla causa prossima di
questa rivoluzione. - Marzo a giugno 1282.

I siciliani maledissero e sopportarono infino vrebbero eletto giammai ad un movimento ,


a primavera del milledugentottantadue. Nè gli gli oficiali di Carlo prometteansi perpetua la
appresti di guerra in Ispagna si vedean for- pazienza, e continuavano a flagellare il sici-
niti ; nè in Sicilia , se alcun era che li sa- lian popolo.
pesse, potea aver luogo a prossime speranze . La pasqua di resurrezione fu amarissima
Stavan sul collo al popolo gli smisurati ar- per nuovi oltraggi in Palermo ; capitale an-
mamenti del re contro Costantinopoli : l'isola tica del regno , che gli stranieri odiarono so-
imbrigliavano da quarantadue castelli regî , pra ogni altra città , come più ingiuriata e più
posti o in luoghi fortissimi , o nelle città mag- forte . Sedeva in Messina Erberto d' Orleans
giori 3 , e più numero che ne teneano i feu- vicario del re nell'isola : il giustiziere di val
datari francesi 4 : raccolti e in sull' arme gli di Mazzara governava Palermo ; ed era questi
stanziali pronte a ragunarsi a ogni cenno le Giovanni di san Remigio , ministro degno di
milizie baronali, ch ' erano in parte di suffeu- Carlo. I suoi oficiali, degni del giustiziere e
datari stranieri. E in tal condizione di cose, del principe , a nuova stretta di rapine e di
che i savi meditando e antiveggendo non a- violenze testè s ' erano sciolti 5. Ma il popolo

Niccolò Speciale , lib . 1 , cap . 2 e 4 . Francesco Pipino , Chron. lib. 4, cap. 29, in Mu
Epistola de' siciliani a papa Martino, nell' Ano- ratori, R. I. S. Tom. 9.
nymi, Chr. Sic. cap. 40 , 1. c. 3 Veggansi le liste de' castelli regi a p. 50 c seg.
Bart. de Neocastro, cap. 13. 4 Parlandosi di tempi feudali questo non ha bi-
2 Vita di Martino Iv. in Muratori R. I. S. T. 3, sogno di prova . Nondimeno ricorderò il castel di
p. 609. Calatamauro, alla cui distruzione collegaronsi i cor-
Mss. della vittoria di Carlo d'Angiò , in Duchesne, leonesi e i palermitani ; e quel di Sperlinga , ove i fran-
H. F. S. , Tom. 5, pag. 851 . cesi fecer testa : i quali erano fortissimi senza dub-
Gio. Iperio , Cron. del Mon. di S. Bertino , in bio,e pur non leggonsi nella lista delle castella regie.
Martene e Durand , Thes. Anecd . T. 3 , pag. 762. Bart. de Neocastro, cap. 14.
56 CAPITOLO VI.
(1282)
sopportava. E riparando al tempio a cercar po, fiorito di primavera , il martedì a vespro ,
conforto in Dio dalle mondane tribolazioni , nel per uso e religione , i cittadini alla chiesa
tempio , nei di sacri alla passione di Cristo , traeano ed eran frequenti le brigate ; anda-
tra i riti di penitenza e di pace , trovavano i vano, alzavan le mense , sedeano a crocchi,
cittadini più crudeli oltraggi . Tra la devota intrecciavano lor danze : fosse vizio o virtù
folla gli scherani del fisco adocchiano lor vit- di nostra natura , respiravan da' rei travagli
time ; strappano i derelitti dalla casa di Dio ; un istante , allorchè i famigliari del giusti-
ammanettati li traggono al carcere , in fac- ziere apparvero , e un ribrezzo strinse tutti
cia all' accorrente moltitudine ingiuriosamente gli animi . Con l' usato piglio veniano gli stra-
gridando « Pagate , paterini , pagate. » E il po- nieri a mantenere , dicean essi , la pace. A
polo sopportava . Il martedì appresso la pa- ciò mischiavansi nelle brigate , entravano nelle
2
squa, cadde esso a dì trentuno marzo ² , una danze, abbordavan dimesticamente le donne ;
festa si celebrò nella chiesa di Santo Spirito. qui una stretta di mano ; e qui trapassi altri
Allora brutto oltraggio a libertà fu principio ; di licenza ; e alle più lontane , parole e disdi-
il popolo stancossi di sopportare. Del memo- cevoli gesti . Onde chi pacatamente ammonilli
rabil evento or narreremo quanto gli storici se n'andasser con Dio senza far villania alle
più degni di fede n'hau tramandato. donne , e chi brontolò : ma i rissosi giovani
A mezzo miglio dalle australi mura della alzaron la voce sì fieri , che i sergenti dicean
città, sul ciglion del burrone d'Oreto, è sa- tra loro : « Armati son questi paterini ribaldi
cro al Divo Spirito un tempio s ; del quale ch' osan rispondere » ; e però rimbeccarono ai
non lascerebber di notare i latini padri , co- nostri più atroci ingiurie ; vollero per dispetto
me il dì che sen gittava la prima pietra nel fruzarli indosso se portasser arme ; altri diede
secol dodicesimo , per ecclisse oscuravasi il con bastoni o nerbi ad alcun cittadino . Già
sole. Dall' una banda il dirupo e il fiume ; d'ambo i lati battean forte i cuori. In que-
dall' altra corre infino a città la pianura , la sto una giovane di rara bellezza , di nobil por-
quale in oggi ingombrasi per gran tratto di tamento e modesto 4 , con lo sposo , coi con-
muri e d'orti, e un chiuso negro di cipres- giunti al tempio avviavasi . Droetto francese,
si, tutto scavato di tombe , e sparso d' urne per onta o licenza, lei si fa come a cercare
e di lapidi rinserra la chiesa con giusto spa- d'armi nascose ; e le dà di piglio , e nel bel
zio in quadro ; cimitero pubblico , che si co- seno alla man si fa strada. La pudica donna
strul al cader del decimottavo secolo , e la cadde in braccio allo sposo ; lo sposo , soffocato
dira pestilenza del millcottocentotrentasette , di rabbia : « Oh muoiano , urlò , muoian questi
esiziale a Sicilia , in tre settimane orribil- francesi una volta . » A ciò come folgore dalla
mente il colmò . Per questo allor lieto cam- accorsa folla s ' avventa un giovan gagliardo ;

Anonymi Cron . Sic . , cap. 38. presso la pasqua . Ho seguito dunque questa auto-
2 È certo che in quell'anno la pasqua si celebrò rità.
a dì 29 marzo. Giovanni Villani porta il fatto di 3 Allora apparteneva a un monastero di Cister-
Palermo il lunedì 30 marzo, lib. 7 , cap . 61 ; Bar- ciensi.
tolomeo de Neocastro similmente il 30 marzo , ca- 4 I contemporanei tacciono il nome di costei , e
pit. 14. Ma Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 4. dice della famiglia. Mugnos , scrittor del secento e favo-
il 31 ; la storia anonima della cospir. di Procida, loso , la disse figliuola di Ruggier Mastrangelo.
e Bernardo D' Esclot , cap. 81 , il martedì appresso Perchè ei non cita autore alcuno de' tempi , nè di
la pasqua ; e l' Anonymi Cron . Sic . 1. cit. p. 143 , altronde si raccomanda per alcun lume di critica,
e gli Annali di Genova , Murat . R. I. S. Tom . 6 , nol citerò nè in questo , nè in altro luogo della
portano espressamente il 31 marzo , martedì ap- narrazione .
CAPITOLO VI. 57
( 1282)
afferra Droetto ; il disarma ; il trafigge ; ei popol tutto . Nel bollor del tumulto fecero, o
medesimo senza dubbio trucidato pur cade ; si fece condottiero dassè , Ruggier Mastran-
restando ignoto il suo nome, e l' essere , e se gelo , nobil uomo e ingrossava il popolo ;
amor di colei, impeto di nobil animo, o al- spartito a stuoli , stormeggiava per le contra-
tissimo pensiero il movesse a dar via al ri- de, spezzava porte, frugava ogni angolo , ogni
scatto. I forti esempi più che ragione o virtù latèbra : «< Morte ai francesi ; » e percuotonli ,
di parola i popoli infiammano . Si destaron e squarcianli ; e chi non arriva a ferire , schia-
quegli schiavi del lungo servaggio : « Muoia- mazza ed applaude . S'era il giustiziere a tal
no, muoiano i francesi » gridarono , e ' l grido subito romore chiuso nel palagio , assai forte
come voce di Dio , dicon le istorie de' tem- rocca e in un momento chiamandolo a morte
pi, per tutta la campagna eccheggio , penetrò circonda rabbiosa moltitudine il palagio ; ab-
tutti i cuori. Si scompiglia la moltitudine : batte i ripari ; infellonita irrompe ma il giu-
qui spandesi ; qui furibonda serrasi addosso stiziere le sfuggì , che ferito in volto, tra le
a' francesi i nostri con sassi , bastoni, e col- cadenti tenebre el trambusto , inosservato
telli disperatamente abbaruffavansi con gli montando a cavallo con due famigliari soli ,
armati di tutť arme, fronteggiavanli , incalza- rapidissimo s' involò . Intanto per ogni luogo
vanli ; e seguiano orribili casi tra gli appa- infuriava la strage ; nè per la sopraggiunta
recchi festivi ,e le rovesciate insanguinate men- notte posò ; e rincrudì la dimane ; e l'ultrice
se. La forza del popolo spiegossi , e soper- rabbia non pure si spense, ma il sangue ne-
chiò. Breve indi la zuffa ; grossa la strage mico fu che mancolle . Duemila francesi in
de' nostri ma eran dugento i francesi , e ne quel primo scoppio fur morti 3. Negato ai ca-
cadder dugento ' . daveri terren sacro che li coprisse 4 ; ma la
Alla quieta città corrono i sollevati , intrisi tradizione n'afferma come ai miserandi avanzi
di sangue, ansanti, squassando le rapite ar- qualche carnaio poi si scavò 5 ; e ancor s'ad-
mi , gridando l'onta e la vendetta : «< Morte ai dita la colonna sormontata di ferrea croce ,
francesi ; » e qual ne trovano va a fil di spa- ch' indi fu posta a segnare alcun di tai luoghi .
da. La vista, la parola , l'arcano linguaggio Narra la tradizione ancora che il suon d' una
delle passioni , sommossero in un istante il voce fu la dura prova onde scerneansi in quel

Niccolò Speciale, lib. 1, cap. 4. Saba Malaspina, cont. pag. 355.


Bart. de Neocastro, cap. 14. Veggansi ancora Montaner e D' Esclot ne' luoghi
Saba Malaspina, cont . p . 354 . citati.
Montaner, cap. 43. Il palagio di Palermo era una importante for-
D' Esclot, cap. 81 . tezza, come si scorge dal diploma del 6 agosto 1278,
Annali Genovesi, in Muratori R. I. S. Tom . 6, citato sopra a pag. 50, nota 4.
pag. 576. 3 Bart. de Neocastro, cap. 22.
Giachetto Malespini, cap. 209. La Cron. anonima della cospirazione dice tremi-
Gio. Villani, lib. 7, cap. 61. la, a pag. 263.
Cron. anonima della cospirazione di Procida, loc. Bart. de Neocastro , cap. 15 .
cit. pag. 264. 5 Fazello, Istoria di Sicilia , deca 2, lib. 8, cap. 4.
Nello Speciale si legge l'insulto del francese al- Ai tempi del Fazello si mostravan di queste se-
trimenti, e con troppa chiarezza : temerarius illam polture presso la chiesa di san Cosmo e Damiano.
in......titillavit. 6 Questa lungo tempo stette nella piazza Val-
Veggansi ancora gli altri contemporanei citati guarnera ; e in oggi rimossa dal centro si vede
nell' appendice in fin del volume. nell'angolo orientale dell' isolato del convento di
2 Bart. de Neocastro, cap . 14 e 15. sant' Anna la Misericordia.
8
58 CAPITOLO VI. (1282)
macello i francesi , come lo shibbolet tra le zioni scrisservi orribilità della medesima stam-
ebree tribù ; e che se avveniasi nel popolo pa e peggiori ; le nazioni or più civili , e nei
uom sospetto o mal noto , sforzavanlo col tempi di barbarie, e nei tempi di gentilezza ,
ferro alla gola a profferir ciciri , e al sibilo e non solo vendicandosi in libertà, non solo
dell'accento straniero spacciavanlo . Immemori contro stranieri tiranni ; ma per insanir di
di sè medesimi , e come percossi dal fato gli setta religiosa o civile , ma ne' concittadini ,
animosi guerrieri di Francia non fuggiano , ma ne' fratelli , ma in moltitudine tanta d'in-
non adunavansi , non combatteano ; snudate nocenti , che spegneano quasi popoli interi.
le spade , porgeanle agli assalitori , ciascuno. Ond' io non vergogno, no di mia gente alla
a gara chiedendo : « Me , me primo uccidete » ; rimembranza del vespro , ma la dura neces-
sì che d'un gregario solo si narra , com ' ascoso sità piango che avea spinto la Sicilia agli
sotto un assito , e snidato coi brandi , deliberato estremi ; insanguinata coi supplizi , consunta
a non morir senza vendetta , con atroce grido dalla fame , calpestata, e ingiuriata nelle cose
si scagliasse tra la turba de' nostri dispera- più care ; e si piango la natura di quest'uom
tamente, e tre n'uccidesse pria di cader egli ragionante e plasmato a somiglianza di Dio,
trafitto . Nei conventi dei minori e dei pre- che d'ogni altrui comodo ha sete ardentis-
dicatori irruppero i sollevati : quanti frati co- sima, che d' ogni altrui passione è tiranno ,
nobber francesi trucidarono 2. Gli altari non pronto ai torti, rabido alla vendetta , sciolto
furono asilo prego o pianto non valse ; non in ciò d'ogni freno quando trova alcuna sem-
a vecchi si perdonò , non a bambini , nè a bianza di virtù che lo scolpi ; sì come av-
donne. I vendicatori spietati dello spietato ec- viene in ogni parteggiare, di famiglia , d'ami-
cidio d'Agosta , gridavano che spegnerebber stà, d'ordine, di nazione, d' opinion civile o
tutta semenza francese in Sicilia ; e la pro- religiosa.
messa orrendamente scioglieano scannando i La ferocità del vespro, togliendo ai mezzani
lattanti su i petti alle madri , e le madri di partiti ogni via, fu pur salute a Sicilia. Quel-
poi , e squarciando le francesi pregue ma la insanguinata notte medesima del trentuno
alle siciliane gravide di francesi , con atroce marzo , tra la superbia della vendetta , e lo
misura di supplizio , spararono il corpo , e scer- spavento del proprio audacissimo fatto , il po-
paronne, e sfracellaron miseramente a' sassi polo di Palermo adunato a parlamento si slan-
il frutto di quel mescolamento di sangui di cia di lunga più innanti : disdice il nome re-
oppressori e d'oppressi 5. Questa carnificina gio per sempre : statuisce di reggersi a co-
di tutti gli uomini d'una favella , questi ese- mune , sotto la protezion della romana Chiesa.
crabili atti di crudeltà , fean registrare il vespro Alla quale deliberazione il mosse quel mor-
siciliano poi tra i più strepitosi misfatti di talissim' odio contro re Carlo e suoi governi ;
popolo che vasto è il volume, e tutte le na- e la rimembranza del duro fren degli svevi ;

Saba Malaspina, cont. pag. 355 . Joannes Iperius, in Mart . e Durand. , Anec . T. 3,
2 Cron. anonima della cospir. loc. cit. pag. 264, pag. 762.
ove leggesi : « Andaru a li lochi di frati minuri, e Gio. Villani, lib. 7 , cap. 61.
frati predicaturi , e quanti ci ndi truvaru chi par- Ricobaldo Ferrarese, in Muratori , R. I. S. Tom. 9,
lassiru cu la lingua francisca li aucisiru 'ntra li pag. 142.
clesii. » Ciò si riscontra con la tradizione dell' uc- Francesco Pipino, ibidem, pag. 686.
cider cui parlava con l'accento straniero . Giachetto Malespini , cap. 209.
3 Saba Malaspina, cont. p. 335 e 356. E gli altri citati nell' appendice in fin del vo-
Cron. anonima, loc . cit. p. 265. lume.
Bart. de Neocastro, cap. 14.
( 1282) CAPITOLO VI . 59

e per lo contrario quella si gradita della li- | e ad ossequio della Chiesa v'inquartaron le
bertà del cinquantaquattro ; e l'esempio delle chiavi.
toscane e lombarde republiche ; e il rigoglio A mezza notte Giovanni di san Remigio
di possente cittade, che da sè stessa infranto si restò dalla rapida fuga a Vicari ³ , castello
il giogo , nella propria virtù s'affida . Il nome a trenta miglia dalla capitale ; dove a fretta
della Chiesa s'aggiunse a disarmar la papale e furia picchiando, la gente del presidio av-
ira , o piuttosto a tentar l'ambizione , o ad vinazzata nelle medesime feste che avean par-
onestar la ribellione sotto specie che scaccian- torito tanta strage in Palermo , a stento rico-
do il pessimo signore immediato , non si vio- nobbelo ; e ammettendolo , stralunava a veder
lasse lealtà al sovrano onde quegli il regno il giustiziere fuor di lena , insanguinato , sen-
tenea . Ruggier Mastrangelo, Arrigo Barresi , za stuolo " a tal' ora venirne . Tacque allor
Niccoloso d' Ortoleva cavalieri, e Niccolò di Giovanni ; la mattina a di appellava alle armi
Ebdemonia , fur gridati capitani del popolo , i francesi tutti de' contorni , agguerrita gente ,
con otto consiglieri 1. Al baglior delle faci , e vera milizia feudale ; e , rotto il silenzio , con-
sul terreno insanguinato , tra una romoreg- fortavali a scansare e vendicar forse il fato dei
giante calca d'armati, con la sublime pompa lor compagni. Ed ecco l'oste di Palermo , che
del tumulto il repubblican magistrato inau- a cercar del fuggente s ' era mossa co' primi
gurossi ; e i suonatori dier nelle trombe e nei albori , entrata sulla traccia , a gran passo a
moreschi taballi ; e migliaia di voci gioio- Vicari giugne . Accerchiò confusamente la ter-
samente gridarono « Buono stato e libertà » . ra bruciava di slanciarsi , e non sapea veder
L'antico vessillo della città , l'aquila d'oro modo all'assalto : perciò diessi a minacciare,
in campo rosso , a nuova gloria fu spiegata ; e intimar la resa, profferendo che poste giù

Bartolomeo de Neocastro dice Mastrangelo ca- i casi pare che i magistrati del nuovo reggimento
pitano con parecchi consiglieri. Questi furono per a comune furono solamente i quattro capitani , e
vero il bajulo giudice Jacopo Simonide , giudice cinque, ovvero otto consiglieri ; perchè il bajulo e
Tommaso Grillo , giudice Simone di Farrasi, Pie- i giudici, se non eran consiglieri , prendean parte
rotto da Caltagirone, Bartolotto de Milite , notaio nell'atto, non come rappresentanti del comune , ma
Luca di Guidaifo , Riccardo Fimetta milite, e Gio- da autorità giudiziali per la solennità, non altrimenti
vanni di Lampo . I quali nomi e quei degli altri che il notaio . Quanto al gran consiglio pubblico
tre capitani di popolo si leggono nel diploma ri- che deliberasse le cose più importanti , è noto che
portato , Docum. n. iv, in fin di questo volume. di que' tempi il popolo stesso convocato a suon
È da notare che il bajulo nei nostri ordini pub- di campana esercitava da sè e non per rappresen-
blici de' tempi svevi e normanni era il magistrato tanti questo dritto. Del capitan del popolo di Pa-
civile di ogni comune. Riscoteva una parte delle lermo dopo il vespro , d' Esclot non dice il nome,
regie entrate ; era , come or diremmo , officiale di am- ma che fu un cavaliere savio e valente . Saba Ma-
ministrazion civile ; avea infine autorità di giudice laspina nomina il Mastrangelo , che forse fu il prin-
civile , nell' esercizio della quale l'assisteano uno cipale, ed ebbe tutta la riputazione. Montaner lo
o più giudici. Il bajulo e i giudici eran principali confonde con Alaimo da Lentini .
in alcuni atti d'interesse municipale , Giudice poi 2 Bart. de Neocastro , cap. 14 .
era nome di carica, e anche di professione , chia- Anonymi Chron . Sic. pag. 147.
mandosi così i giuristi. Indi resta dubbio per questo Niccolò Speciale, lib . 1 , cap. 4.
diploma, se il bajulo Simonide e i giudici Grillo e 3 Il castel di Vicari in fatto si legge tra le for-
Farrasi entrasser nell' atto come semplici consi- tezze regie di Sicilia nel citato diploma del 6 ago-
glieri, che si trovavan d'altronde bajulo e giudici, sto 1278.
ovvero nella qualità propria di questi ufici . In ambo
60 CAPITOLO VI.
( 1282 )
le armi , salve sì le persone, Giovanni e sua soprannominata poi l'animosa , gittandosi certo
gente s'imbarcassero per Acquamorta di Pro- con grande animo appresso alla capitale , man-
venza. Essi sdegnando tai patti, e spregiando davale oratori Guglielmo Basso, Guglielmo Cor-
l'assaltante bordaglia , fann' impeto in una sor- to, e Guigliono de Miraldo , ad offrir patti di
tita. E al primo l'arte soldatesca vincea ; e unione , fedeltà e, fratellanza tra le due citta-
sparpagliavansi i nostri se non che entrò di, scambievole aiuto con arme, persone, e da-
nella battaglia una potenza maggiore dell'ar- naro, reciprocità de' privilegi di cittadinanza ,
te, il furor del vespro rinfiammatosi a un tratto e franchigia di tutte gravezze poste su i non
nelle sparse turbe, che arrestansi , guardansi cittadini. Ignoriamo or noi se i reggitori re-
in viso : « Morte ai francesi , morte ai francesi >> : pubblicani di Palermo suggerivan tai legami ,
e affrontatili con urto irresistibile , i vecchi o i patriotti di Corleone li divisavan primi :
guerrieri laceri e sgarati nella rocca rincac- ma dovunque fosse nato il vasto pensiero, certo
ciano. Vana prova indi fu de' francesi a ripar- dà a veder preponderante in que' primi principl
lar d'accordo. Sconoscendo tutta ragion di l'elemento municipale, e sostituita alla con-
guerra , i giovani arcadori di Caccamo saet- nessione feudale del reame , l'idea della federa-
tarono il giustiziere fattosi in sul muro ; e lui zion de' comuni , che fu il vessillo sotto il
caduto, avventossi la gente tutta all'assalto ; quale la rivoluzione del vespro occupò tutta
occuparon la fortezza ; e i francesi senza mer- l'isola . Convocato il popol di Palermo , as-
cè trucidarono ; i cadaveri fatti in pezzi git- sente a una voce que' patti ; e per suo CO-
taron pasto ai cani e agli avvoltoi. L'oste in mando i capitani e ' l consiglio della città giu-
Palermo tornossi '. ranli sul vangelo co' legati di Corleone a di
Intanto volando strepitosa la fama di terra tre aprile, e stendonli in forma d'atto pubbli-
in terra, fu prima in que' contorni Corleone co ; promettendo anco Palermo aiutar l'amica
a levarsi , come principale di popolazione e città alla distruzione del fortissimo castel di
importanza , e anco per cagion de' molti lom- Calatamauro 4. Intanto un Bonifazio eletto ca-
2
bardi nimici al nome angioino e guelfo " pitan del popolo di Corleone, con tremila uomini
e degli insoffribili aggravi che la vicinanza uscì a battere il paese d'intorno : dove a ruba
de ' poderi del re le avea portato. Questa città e a distruzione fur messi i poderi del re ; do-

Bart. de Neocastro , cap. 15 ; e con errori la 4 Castello a dieci o dodici miglia da Corleone ,
Cron. An . Sic. a pag. 264. tra i comuni di Contessa e santa Margherita ; e or
2 Veggasi il diploma del 20 febbraio 1248 citato i contadini il chiamano Calatamaviri. Se ne veg-
qui appresso , cap. 13. gono le rovine sulla sommità di un poggio di base
3 V. il documento n. iv. in fin del volume. Cor. triangolare, inaccessibile da due lati, aspro ed erto
leone era città di molta importanza. Oltre le tante dal terzo , che sta a cavaliere alla strada tra quei
memorie che ne dà l' istoria, non è superfluo notare due comuni , a manca di chi dal primo vada al se
che addimandavasi di Corleone un antico ponte su condo. Due ordini di grosse mura cingeano per
l'Oreto, del quale gli avanzi ritengono l'antico nome, tutta la larghezza quella sola costa accessibile del
e si veggono a mezzo cammino a un di presso tra monte ; sorgea sulla cima una torre , della quale
i novelli due ponti della Grazia e delle Teste . Si restan le vestigia , e sì delle case sparse ne' due
ricordi che nella distribuzione di moneta del 1279 ricinti. Entro il secondo v' ha una cisterna capace,
( Docum. n. 11 , in fin di questo vol . ) Corleone fu ben costruita , e ben conservata. Da tai ruderi si
tassata poco men che il terzo di Palermo , e quasi può anche argomentare la importanza di questa for-
al paro di Trapani . Questo rincalza la testimonianza tezza, che tenea in molto sospetto i vicini .
del Malaspina pe ' 3000 uomini che mandò in oste
pochi giorni dopo il vespro.
CAPITOLO VI. 64
( 1191)
mati all'uopo della siciliana rivoluzione gli ar- tutto accendeansi , quando Ruggier Mastran-
menti che si nudriano con tanta cura per l'e- gelo a rapirseli sì innanzi che potesser do-
sercito d' Oriente ; espugnate le castella dei minare gli eventi , risoluto sorgeva ad orare
francesi ; saccheggiate le case ; e spietata si in questa sentenza :
corse la strage , che al dir di Saba Malaspina , << Forti parole , terribili sagramenti ascolto ,
parea avesse a vendicar ciascuno la morte del o cittadini, ma all' operare niun pensa , come se
padre, del fratello , del figlio ; o fermamente cre- questo sangue che si versò , compimento fosse
desse far cosa grata a Dio a scannare un fran- di vittoria, non provocazione a lotta lunga , mor-
cese . Così propagavasi in pochissimi dì il tale ! E Carlo il conoscete voi, e i manigoldi
movimento per molte miglia all' intorno , da me- suoi mille , e vi trastullate a dipingere in-
desimità di umori , prepotenza d' esempio, e vi- segne L in terraferma le genti , le navi
gor de' sollevati . Ebbe pure in parecchi luo- pronte alla guerra di Grecia ; li brucian di
ghi una sembianza , che inesplicabile sarebbe vendetta i francesi ; entro pochi di su noi piom-
a chi volesse non ostante il detto di sopra trovar beranno. Trovin porti allo sbarco ; trovin
ordimento e cospirazione in codesti tumulti . l'aiuto de' nostri vizt ; ed ecco che per la Sici-
Perchè le popolazioni di gran volontà mette- lia si spargono ; gl' incerti popoli sforzano con
vano al taglio della spada gli stranieri , ma l'arme ; ingannano co' nostri od malnati ; se-
dubbiavan poi a disdire il nome di re Car- ducono a promesse ; li strascinano a tutt' ob-
lo . Per altro pochi giorni tentennarono , che brobrio di servitù, e a impugnar contro noi
le rapl quell' una comun passione , e la forza l'armi parricide. Libertà o morte or giuraste ;
dei ribelli onde a mano a mano chiarironsi e schiavitù avrete , e non tutti avrete la mor-
anch'esse, scelsero i condottieri di loro forze te chè stanchi alfine i carnefici , serbano a
a combattere i francesi , scelsero lor capitani lor voglie il gregge de' vivi . Siciliani ! ai tempi
di popolo ; e questi alla capitale inviarono, la di Corradino pensate. Sterminio ne sarà lo
cui riputazione le avea fatto sì audaci, e tutte starci ; l'oprare gloria e salvezza . Col nerbo
in essa or affidavansi e speravano ³ . di nostre forze , bastiamo a levar tutto infino
Raccolto in Palermo questo nocciol primo a Messina il paese ; e Messina or no , non
dei rappresentanti della nazione , ispirolli quel sarà dello straniero comuni abbiam legnag-
valor medesimo onde in una breve notte e- gio, e favella , e glorie passate , e ignominia
rasi innalzato a grandezza di rivoluzione il presente , e coscienza che la tirannide e la
palermitano tumulto. Rincoravanli col brio dei miseria delle divisioni son frutto . Insangui-
maschi petti la plebe , me scolata de' sollevati nata la Sicilia intera nelle vene degli stra-
di tutte le altre terre , che discorrea la città nieri ; forte nel cuor de' suoi figli , nell' a-
raccontando impetuosamente d'uno in uno i sprezza de' monti, nella difesa de' mari , chi
durati oltraggi e la vendetta, e alto gridando : fia che vi ponga pie' e non trovi aperta la
<<Morte pria che servire a' francesi . » Onde ap- fossa ? Il Cristo che bandìa libertà agli u-
pena congregato il parlamento de' sindichi della mani, ei che ispirovvi questo santo riscatto ,
più parte di val di Mazzara , assentiva il reggi- ei vi stende il braccio onnipossente se da uo-
mento a repubblica sotto il nome della Chiesa. mini or voi vi aiutate. Cittadini , capitani dei
<
« Evviva , romoreggiava il popolo intorno , popoli , io dico che per messaggi si richieg-
evviva libertà e buono stato ; » e tutti ad osar gan tutte le altre terre di collegarsi con esso

Saba Malaspina, cont. pag. 356. 3 Saba Malaspina, loc . cit .


2 Bart. de Neocastro , cap. 18.
62 CAPITOLO VI.
(1282)
noi nel buono stato comune : dico che con re Carlo con una concordia bella , se non
le armi, con la celerità, con l'ardire s ' aiutino era anco nello spargimento del sangue fran-
i deboli, si rapiscano i dubbiosi , combattansi cese. A' francesi dieron la caccia per monti
i protervi. A ciò spartiti in tre schiere cor- e selve ; li oppugnarono ne' castelli ; perse-
riam l'isola tutta a una volta. Un parlamento guitaronli in cento guise, con tal rabbia che
generale maturi i consigli poi, unisca le brame , ai campati dalle mani de' nostri venne in odio
e decreti gli ordini pubblici ; chè Palermo , la vita, e dalle più munite rocche, dagli asili
ne attesto Iddio , Palermo non sogna dominio ; più riposti si dier nelle mani del popolo che
ma la comun libertà cerca , e per sè l' onor chiamavali a morte ; taluno dall' alto di una
solo de' primi perigli. » torre si lanciò. In qualche luogo per vero
<< E il popolo di Corleone , ripigliò Bonifazio , furono , per virtù loro o fortuna , scacciati
seguirà le sorti di questa generosa città , della soltanto, spogli sì d'ogni cosa ; e rifuggiansi
Sicilia ornamento e presidio . Tremila suoi pro- questi a Messina 4. Ma avrà eterna fama il
di Corleone qui manda , a vincere o morir caso di Guglielmo Porcelet, feudatario o go-
con voi. Sì, ma se morir dovremo, cada in- vernatore di Calatafimi , stato giusto ed umano
sieme chiunque parteggi per lo straniero tra lo iniquo sfrenamento de ' suoi . Ne trovò
nell' ora del sicilian riscatto . Ruggiero , ani- merito nell'ora della vendetta ; perchè giun-
moso tu nella pugna , savio tu nel consiglio, ta , e pur fu nei primi impeti , l'oste di Pa-
la parola di salvezza parlavi . Orsù tradisce la lermo, non che perdonar la vita ad esso e ai
patria chi tarda ; prendiamo l'armi , ed andia- suoi, confortandolo e onorandolo molto , riman-
mo. >>> dollo in Provenza : il che mostri come il po-
« Andiamo andiamo » risposegli tonante polo degli eccessi suoi n'ha ben d'onde 5 .
la voce del popolo : e con meravigliosa pre- A guadagnar Messina in questo mezzo ogni
stezza cavalcarono i corrieri , s ' adunaro gli sforzo fu posto 6 , non essendo chi non ve-
armati, e in tre schiere spediti mossero . L'una desse l'importanza del sito , del porto , della
a manca ver Cefalù , l' altra a dritta su Ca- grossa e opulenta città ; nella quale stava
latafimi prese la via , la terza nel cuor del- il nodo della guerra ; e necessità stringea di
l'isola s' addentrò per Castrogiovanni 3 : e le trarsela amica, o piombar tutti disperatamente
insegne spiegavano del comune , con le chiavi su lei. Di Messina temeasi per le ruggini
della Chiesa dipinte intorno intorno ; e la fa- antiche ; ma per essersi aperti gli animi nelle
ma precorreale, e il desio degli animi . Indi afflizioni recenti , se ne sperava , ed anco per
senza contrasto ogni terra disdisse il nome di aver molti messinesi in Palermo soggiorno ,

Questi discorsi di Ruggiero e Bonifazio son por- Anche Montaner , cap. 43 , accenna questo pro-
tati da Saba Malaspina, cont . pag. 356 a 358, non gresso della rivoluzione ; ma al solito suo con molti
sappiamo se per uso istorico, o perchè ei li seppe errori.
veri. In ogni modo mi è parso conservarli ; e molte 3 Anonymi Chron. Sic. pag. 147.
inutili frasi n' ho tolto, poco o nulla aggiuntovi del 4 Saba Malaspina, cont . pag. 358.
mio. Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 4.
2 Saba Malaspina , cont. pag. 358. La uccisione progressiva de' francesi è anche ri-
Di questa mossa parla anche D' Esclot , cap. 81 , ferita dal Montaner, cap. 43.
con minore esattezza nei particolari, ma sano giu- 5 Bart. de Neocastro, cap. 13 .
dizio dell' intento ; scrivendo come que' di Palermo 6 Gio . Villani, lib. 7 , cap. 61 .
riflettcano che non uscirebber salvi da questa rivo-
luzione se non procacciando il medesimo effetto per
tutta l'isola.
CAPITOLO VI. 63
(1382)
e cittadinanza , e appicco di commerci , e pa- di Riccardo Riso , colui che nel sessantotto
rentele. Si die' opera alle pratiche dunque ; con poche navi tutta l'armata pisana aveva o-
che delle private e più efficaci non è passata sato affrontare , e or correa nella guerra ci-
infino a noi la memoria ; delle pubbliche ne vile a perder la fronte di cittadino , e il nome
resta una lettera data di Palermo il tredeci di prode. Perchè congiuntosi con quattro ga-
aprile, che fu spacciata per messaggi , e in- lee d'Amalfi , che ubbidiano a Matteo del
comincia : «< Ai nobili cittadini dell ' egregia Giudice e Ruggier da Salerno , a bloccare
Messina sotto re Faraone schiavi nella polve il porto di Palermo si pose : e com ' altro non
e nel fango, i Palermitani salute , e riscossa potea , approcciato alle mura fea gridare il
dal servil giogo col braccio di libertà. E sorgi , nome di Carlo , e a' nostri minacce e villanie .
dice l'epistola , sorgi o figliuola di Sionne, ri- Ma rispondean essi nella mansuetudine dei
piglia l'antica fortezza....abbian fine i lamenti forti « Nè le ingiurie renderebbero , nè i col-
che partoriscon dispregio ; dà di piglio alle armi pi fratelli i messinesi e i palermitani ; sol
tue, l'arco e la faretra ; sciogli i vincoli dal nemici i tiranni : quelle armi contro i tiranni
tuo collo ; » e Carlo or va chiamando Nero- volgessero. » E si a canto all' aquila paler-
ne , lupo , lione , immane drago ; e or volta mitana, lo stendal della croce di Messina in-
alla città di Messina sclama : « Già Iddio ti alberavan su i muri 2.
dice togli in collo il tuo giaciglio e va , che E la città di Messina, o que' che teneano
sei sana, » or i cittadini esorta « a pugnare il municipal governo , a dimostrazione di le-
con l'autico serpente, e rigenerati nella pu- altà, il dì quindici aprile mandavano cinque-
rezza de' bambini , succhiare il latte di liber- cento lor balestrieri capitanati da un cavalier
tà, cercar giustizia , fuggire calamità e ver- Chiriolo messinese , a munir Taormina, che
gogna ¹ . » Mentre i palermitani con tai faville non l'occupassero i sollevati 3. Il popolo al
bibliche tentavan que' cittadini , Erberto d' Or- contrario , sentendosi bollire il sicilian sangue
leans s'afforzava nelle armi straniere , e nei nelle vene com'incalzavan gli avvisi del tu-
nobili messinesi di parte angioina , che s'e- multo di Palermo , e degli altri , e dello e-
ran prevalsi in cento soprusi contro i lor cit- romper de' sollevati per l'isola , delle stragi ,
tadini , ond' ora strettamente per lo vicario delle fughe , de' casi mille dalla fama accre-
teneano . E dapprima ad osteggiar Palermo sciuti o composti ; e come i francesi vedea
inviò sette galee messinesi , sotto il comando pavidi e ignudi riparar anelando in Messina,

È pubblicata questa epistola dall'Anonymi Chr. Bart. de Neocastro a cap. 19 e 20 foggia a suo
Sic. pag. 147 a 149 , nella Bibl. Arag. del Gregorio , modo, lontanissimo da ogni verosimiglianza , e l'e-
vol. 2 ; dal Lünig Codex Italiæ Diplomaticus, vol. 2, pistola e la risposta, con quella che gli pareva arte
n. 49, ma con errore di data ; e in altri libri. oratoria, e quel che gli pareva amor della sua pa-
Mi è parso pregio dell' opera trascrivere nel do- tria.
cum . n. v. in fin del volume questo diploma, im- 2 Bart . de Neocastro, cap. 15.
portantissimo per l'argomento e per lo stile. Anonymi Cron . Sic . pag. 147.
L'autenticità di esso è convalidata dal D' Esclot , Fazzello , deca 2 , lib. 8, cap. 4 , seguito da Bu-
cap. 81 , il quale ne porta una parafrasi , sovente rigny, par . 2, lib . 1 , cap . 2 , racconta una batta-
con le medesime parole del nostro originale, se non glia tra queste navi messinesi e le palermitane ca-
pitanate da Orlando de Milio esule di Palermo .
che la data, certo erronea, è del 14 maggio .
Giovanni Villani, lib. 7, cap. 61 , dice ancora di Seguendo il mio mio proposito di non prestar fede
tali pratiche « di quegli di Palermo contando le che ai contemporanei, ho taciuto questo caso non
loro miserie per una bella pistola, e ch' elli doveano certo, e spiacevolissimo .
amare libertà, e franchigia, e fraternità con loro. >> 3 Bart. de Neocastro, cap. 24.
64 CAPITOLO VI. (1282)

cominciò a digrignar contro i soldati d'Er- na, dandosi a trucidar alcuni francesi , affret-
berto , ch'erano un grosso di secento ca- tava l'evento : 4 ma raro avviene in così fat-
valli tra francesi e calabresi , condotti da Pier ti incendi discerner netto qual fosse la pri-
di Catanzaro ; e pareano al vicario sì duro ma scintilla. Era il ventotto aprile. Scoppian
morso, che il popolo non sel trarrebbe giam- tra la commossa plebe le grida «< Morte ai
mai . Onde il popolo che ciò sapea , una francesi, morte a chi li vuole , » e gli am-
volta contr' essi proruppe in ferocissime paro- mazzamenti incominciano : pochi allora, per-
le, che per poco si rimase da' fatti e que i chè il minacciar si lungo avea sgombrato
vedendosi mal sicuri in città, parte nel ca- dalla città la più parte de' francesi . Mani-
stel di Matagrifone , parte si ritraeano nel scalco in questo coi suoi fidati innalza in
real palagio presso Erberto. Il quale in mal luogo dell' abborrita insegna d'Angiò la croce
punto volle far mostra di gagliardo ; con che messinese per poco ei capo del popolo ; ma
il popol dubbio si doma , il risoluto s'affretta. fosse modestia sua , o forza de' cittadini mag-
Perchè mandati novanta cavalli con Miche- giori, che nell' industre Messina prevalson
letto Gatta ad occupare le fortezze di Táor- sempre, per loro consiglio la notte stessa ri-
mina, quasi non fidandosi de' messinesi del segna il reggimento al nobile uomo Baldovin
presidio , costoro che si alteramente li ve- Mussone, poche ore innanzi tornato con Mat-
dean salire in ostile sembianza , stimolati da teo e Baldovin de Riso dalla corte di Carlo.
un Bartolomeo, li salutarono con un grido di La dimane poi ragunato in buona forma il
ingiuria e una grandine di saette ; e la zuffa consiglio della città , Mussone fu salutato a
appiccarono. Quaranta francesi caddervi : gli pien popolo capitano e invocando il nome
altri a briglia sciolta si rifuggiro nel castello santo di Cristo, si baudì la republica sotto
di Scaletta ei nostri , abbattute le insegne la protezion della Chiesa con grandissima
di Carlo, su Messina marciarono a sforzar- pompa i gonfalone della città fu spiegato .
nela a ribellione . Eletti insieme a consiglieri del nuovo reg-
Dove tra' mille che voleano e non osavano , gimento i giudici Rinaldo de' Limogi, Nicco-
Bartolomeo Maniscalco popolano , con altri loso Saporito, l'istorico Bartolomeo de Neo-
molti, a dar principio all' opre congiurò . In- castro , e Pietro Ansalone ; e gli officiali tutti,
tanto preparandosi le armi a respingere i sol- financo i carnefici , quasi a mostrare che la
levati di Taormina , deploravano i cittadini spada della giustizia a disordinata violenza
più posati la imminente effusione del civil sottentrasse ma troppo presto era ciò per
sangue ; il popolo stava a guinzaglio 3 ; nè e- tanto rivolgimento . Richiamaronsi il dì trenta
rano neghittosi i cospiratori . Forse allora aprile le galee da Palermo : inviaronsi in vece
fu ch'entrata in porto una galea palermita- messaggi di amistà e federazione 5 .

Bart. de Neocastro, cap. 21. Tempore dominii Sacrosanctæ Romanæ Ecclesiæ


a Saba Malaspina , cont. pag. 338. et felicis communitatis Messanæ anno 1. Residente
5 Bart. de Neocastro, cap. 24. Capitaneo in Civitate Messanæ nobili viro domino
4 Anon. Cron. Sic. , pag. 147. Baldoyno Mussono una cum suscriptis judicibus
D' Esclot , cap. 81 , porta troppo brevemente la civitatis ejusdem, etc. Or questo una cum, fa com-
rivoluzione di Messina, e non senza inesattezze. prendere che i detti giudici , nome che allor davasi
5 Bart. de Neocastro, cap. 24 , 25 , 30. a tutti i legisti , fossero compagni nel governo al
I nomi di quei giudici si ritraggono da un di- capitano, cioè i consiglieri de' quali parla il Neo-
ploma del 10 maggio 1282 , ne' Mss . della Bibl . castro , ch' e.a un d'essi appunto.
comun. di Palermo , Q. q . H. 4 , fog. 116, trascritto
dal tabulario della chiesa di Messina . Ivi si legge
l'intitolazione :
CAPITOLO VI . 65
(1282 );

Erberto, non più sicuro nella rocca , all'in- che re Carlo avea offeso lui o la città ? « Tu,
tendere que' casi, il vecchio ordegno delle di- diceagli, poc' anzi leale al re, a noi amico , e
visioni ripiglio , senza migliore fortuna. Della nel viaggio compagno , tu quest'odio covavi
famiglia Riso , che s ' era con lui serrata per nel cuore ! E or non che trattenere il popol
coscienza di colpe, spacciò Matteo a tentare da tanta ruina , furibondo lo sproni ! Per te,
il Mussone. Al quale venuto Matteo , dinanzi per la patria ormai fa senno ; tempo ancor
gli altri consiglieri ammonialo con le parole n' è 2. » Ma sdegnoso gli die' in sulla voce Bal-
d'una torta politica : ripensasse alla smisurata dovino , meglio intendendo l'onore e gl' in-
possanza del re : questo pazzo tumulto rapire a teressi della città , che quei medesimi della
Messina il premio che per la ribellione paler- Sicilia erano ; nè i consiglieri e' cittadini dub-
mitana già se le apparecchiava : che gli erano i biarono tra il far Messina meretrice dello
palermitani ch' avesse a insanir con loro ? in straniero , o libera sorella delle altre siciliane

Da tutte le memorie del tempo appare che que- 1292 , 8 luglio . - Sussidio di once due al mese
sta famiglia de Riso da Messina fu nobile, e po- ad Arrigo de Riso , che per fedeltà al re avea per-
tente, e piena d'uomini valorosi , ancorchè sventu- duto ogni cosa . Ibid . pag . 94 .
ratamente si fossero gittati al tristo cammino di 1208 , 29 settembre e 10 ottobre. - A Squarcia
parteggiare contro la patria. Di ciò fu punita se- de Riso, giustiziere d'Apruzzo oltre il fiume di Pe-
veramente questa schiatta : spentane la più par- scara. Ibid. pag. 207.
te ; gli altri condotti a mendicare un pane da' ne- 1299, 19 marzo. - Diploma di Carlo II. pel quale
mici del lor paese. De ' tre fratelli di cui fa men- è conceduto Squarcie de Riso Messane militi di-
zione il Neocastro, per nome Riccardo , Matteo , e lecto familiari et fideli suo il castello e terra Sancti
Baldovino, questi ultimi furono morti a furia di po- Filadelli situm in valle Demonis ( San Fratello ) in
polo in Messina di giugno 1282 ; il primo dicollato luogo di quel di Sortino datogli olim serviciorum
sopra una galea alle bocche del golfo di Napoli tuorum intuito, ma non occupato dalle armi regie.
dopo la battaglia del 5 giugno 1284 , nella quale Reg. del r . arch. di Napoli. 1299 A, fog. 48, a t.
avea portato le armi contro i suoi concittadini. Gia- 1299, 9 aprile. - Per consegnarsi della moneta
como e Parmenio loro nipoti, de' quali anche parla il dalla zecca di Napoli ad Arrigo de Riso da Mes-
Neocastro, e Arrigo , Niccoloso, un altro Matteo , sina fedele del re, ec . Ibid . fog. 31 , a t .
Squarcia , Scurione, e Francesco , di cui veggonsi Detto , ultimo aprile. - Mattheo de Riso militi
i nomi in parecchi diplomi, si rifuggirono in terra statuto super recollectionem presentis donj in Aversa.
di nimici, e da loro ebbero sussidi, ufici lucrativi, Ibid . fog. 66.
e aspettativa di feudi . Mi par bene porre qui una Detto, 2 maggio. - Henrico de Riso de Messana
lista di documenti risguardanti questa famiglia . militi per altre faccende di re Carlo . Ibid . fog. 66 .
1274 -Niccoloso de Riso era giustiziere in Bari. Detto , 5 maggio. -Assegnata una rendita di 30
Diploma del 27 maggio 5.ª indizione ( 1277) r . arch . once all'anno in dote a Cecilia de Riso , figliuola di
di Napoli, reg. segnato 1268 A, fog. 29, a t . Squarcia , in merito della fedeltà di costui , e dei
1286, 9 luglio. - - Diploma di re Giacomo di Sici- gravi danni sostenuti ne' suoi beni. Ibid. fog. 55 ,
lia. Concede a Guglielmo Conto , e a Venuta da Mes- a t.
sina alcuni beni di maestro Palmiero ( forse Parme- Detto, 9 giugno . - Accordate cent' once in dote
nio ) de Riso , fellone , e di Niccoloso de Riso fi- alla figliuola di Scurione de Riso milite , ch' era
gliuolo del fu Corrado ; il qual Niccoloso era stato esule soffrente per lealtà. - Ibid . fog. 90 , a t .
preso nella battaglia del porto di Malta , ed era Detto , 23 giugno , ―― Conceduta a Squarcia de Riso
prigione tuttavia . Pubblicato dal di Gregorio , Bibl . la terra di Melise in val di Crati. — Ibid. fog. 96.
Arag. vol . 2, pag. 300. Detto , 14 luglio . Conceduta a Matteo ed Ar-
1287, 15 gennaio. - Sussidio di once dodici al- rigo de Riso militi, e a Francesco de Riso da Mes-
l'anno dato da' governanti di Napoli alla famiglia di sina la terra di Geremia in Calabria . - Ibid.
Parmerio de Riso uscito di Sicilia. Elenco delle per- 2 Son le parole stesse del Neocastre voltate in
gamene del r. arch. di Napoli, vol . 2, pag. 21 . italiano , e in qualche luogo abbreviate .
9
66 CAPITOLO VI. ( 282 )

città. Rigettati però que ' volgari inganni , sottrarli al furor della moltitudine . Nè cam-
Baldovino solennemente innanzi al Riso rin- pavan essi perciò . Rediano il di sette mag-
novava il giuramento di mantenere la sici- gio le galee da Palermo, portando prigioni due
liana libertà o morire ; e a prender egli stesso di quelle d' Amalfi state lor compagne , e gli
la santa causa esortollo : conchiuse, tornasse animi o dallo esempio accesi , o esacerbati
ad Erberto a offrir salva la vita a lui e ai dal dispetto della snaturata e inutil fazione
soldati, se lasciato armi e cavalli e tutt' ar- contro siciliani : onde sangue francese chie-
nese , dritto ad Acquamorta navigassero , pro- deano a sfogarli. I cittadini rinnaspriva in-
mettendo non toccar terra di Sicilia , nè altra tanto la rotta fede d' Erberto . Perilchè , come
vicina. I quali patti assenti il vicario ; e li la galea di Natale Pancia entrando in porto
infranse appena con due navi ebbe valicato rasentò la terida del castellano, fattole cenno
mezzo lo stretto ; chè in Calabria tutto pien di terra , salta la ciurma su quella nave , affer-
d'ostili disegni approdò a congiungersi con ra e lega i prigioni , e a perir miseramente in
Pier di Catanzaro ; il quale avvisato di quanto mare li scaglia . A tal esempio ridesto subi-
s' ordia, s'era già prima imbarcato co' suoi ca- tamente il furore in città, corresi al palagio ;
labresi , abbandonando si cavalli e bagaglie i soldati presi a Scaletta popolarmente son
alle frotte che sitibonde inseguianlo 2. trucidati . A stormo suonavano le campane ;
Alle condizioni medesime del vicario s' ar- i radi partigiani de' francesi tremando ran-
reser poi con tutte lor genti Teobaldo de Messi nicchiavansi ; armato e insanguinato il popol
castellan della rocca di Matagrifone , e Mi- calava a torrenti . Al suo furore non fer argine
cheletto co' rifuggiti a Scaletta : de' quali il i maggiori della città : chè anzi , scrive il Neo-
castellano , imbarcato sur una terida più volte castro partecipe al certo di que' consigli, più
dal porto fe' vela , e i venti o il suo fato vel franchi nelle vie della rivoluzione cammina-
risospinsero ; l'altro nel castello fu rinchiu- vano , vedendovi sì intinta e ingaggiata la
so, e i soldati suoi nel palagio della città a moltitudine 3.

Bart. de Neocastro, cap . 23 , 26. grana otto al giorno . R. arch. di Napoli, reg. se-
Alcuni istorici de' secoli appresso affermarono che gnato 1268, A, fog. 143.
Erberto fosse stato ucciso a Messina. La verità Sembra che vi fossero stati , ancorché pochissi-
della testimonianza di Bartolomeo de Neocastro è mi, oltre la famiglia Riso altri partigiani de' fran-
confermata da vari diplomi , che mostrano Erberto cesi.
vivente e al servigio di Carlo dopo la rivoluzione In un diploma di Carlo 1. dato il 20 settembre
di Messina. Leggonsi nell ' arch. r. di Napoli , il pri- 12.ª indiz. ( 1283) è ordinato al capitano di Geraci
mo nel reg. 1283 A, fog. 81 , ch'è dato di Napoli di fornir sei once d'oro a Francesco de Tore da
il 21 giugno 12.ª indiz . ( 1284) ; l'altro a fog. 50 Milazzo, che per seguire il re avea perduto tutti i
dato di Cotrone il 19 agosto dello stesso anno ; suoi beni in Sicilia ; il qual danaro si dovea to-
tra il fog. 15 e il 18 parecchi altri indirizzati a gliere da' beni de' traditori in Geraci. Dal r. arch.
questo Erberto giustiziere di Principato, o riguar- di Napoli, reg. 1283 , A fog. 56. a t .
danti lui stesso . Un altro diploma del 24 settembre 1299 accor-
2 Saba Malaspina, cont. pag. 358. dava l'uficio di giudice in Girgenti, al momento che
5 Bart . de Neocastro, cap. 27 , 28, 29, 30. quella terra si ripigliasse pel re, ad Arrigo d' Agri-
Conferma che Teobaldo de Messi sia stato castel- gento , esule e spogliato d'ogni cosa per amor del
lano del castello di Messina , appunto come dice il re. Reg. 1299-1300, C. fog. 70 , a t . Ma resta in
Neocastro , un diploma del 21 marzo 1278 ; dal dubbio se costui fosse uscito fin dall' 82 , o ribel-
quale anco si vede che al presidio di quella rocca lato nel 99 .
eran posti cavalieri e fanti oltramontani , pagati i Per un altro del 19 maggio 13.ª indiz . (1300) Car-
primi alla ragione di un tari d'oro , gli altri di lo II. raccomandava a Roberto guerreggiante in Si-
( 1282 ) CAPITOLO VI . 67

Per tal modo entro il mese di aprile ¹ , co- mune. Onde i soldati del presidio e i ter-
minciata in Palermo con disperato coraggio , razzani n' ebbero sorte diversa ; e ciascun se-
appiccata a tutta l'isola con attività e con- condo suo merto : i primi lodati e guider-
siglio , si forni in Messina questa memoranda donati dal governo angioino 3 ; i secondi pas-
rivoluzione , che dall'ora del primo scoppio sati appo la nazione con ingrata memoria ,
s' addimandò il vespro siciliano . Vi fur morti , per tal pertinacia in un reo partito , che non
dice il Villani , da quattromila francesi ; e, merta dirsi costanza . Ma da queste poche
qualunque sia stato il numero che non abbia- centinaia in fuori , è maravigliosa la unanimità
mo da più sicure fonti, certo vasta corse e mi- di quegli antichi nostri ; tanto più , quanto
seranda la strage, ma necessaria in quel tem- eran prima , e furon appresso del ricordato
po ; onde a ragione il popol nostro orgo- periodo , straziati da municipali divisioni , e
gliosamente serba infino ad oggi le memorie tutte nel vespro si tacquero ; anzi Messina
di quell' antica feroce virtù. E ben gli scrit- generosamente si die' al movimento comune,
tori d'Italia contemporanei , disserla , chi ma- non ostante che allora il vicario di re Carlo
ravigliosa e incredibile , chi opera diabolica in Messina sedesse , e che dopo il vespro
ovvero divina ; quando non solamente franse Palermo ripigliasse l'influenza antica nel go-
il potere di re Carlo, tenuto fino allora invin- verno dell'isola . Ma la unanimità nelle gran-
cibile ; ma nella stessa prima conflagrazione , di masse agevol è per uguaglianza di brame
invano tentarono i governanti di ridur Palermo e forza di esempio. E per tal cagione i fatti
con le undici galee, invano di fortificare o te- di Palermo con le medesime sembianze nac-
ner in fede gli altri luoghi più vicini a Mes- quero successivamente in ogni luogo , e i me-
sina e non vi fu inespugnabil fortezza che desimi ordini si ebbero , de' quali or faremo
non cadesse sotto le mani de' liberatori , non parola.
città o terra che non li seguisse . Ricorda pur Il reggimento a comune sotto il nome della
la tradizione, e d'oggi in poi il proverà an- romana Chiesa , prendean , come s'è narrato ,
che un documento, come il castel di Sperlinga tutte le città e terre 4 , fors' anco le baronali , di
capitanato da Pietro Lamanno , solo in tutta cui molte avean cacciato i feudatari francesi ,
l'isola fe' lunga difesa , per virtù del presidio , tutte il privilegio di municipalità godeano , se-
e fede de' terrazzani ; che passò poi in pro- condo gli ordini pubblici de' tempi normanni e
verbio « Ciò che ai siciliani piacque , Sper- svevi. Fatte dunque repubbliche, il popolo eles-
linga sola negò ; » e il popolo tuttavia punge se, dove uno, dove parecchi capitani , e vario
con tal motto chi discordi da un voler co- numero di consiglieri ; i quali dapprima furono

cilia, di rendere ragione a Benincasio da Paternò, spo- parmi testimonianza istorica sì valevole da correg-
gliato de' suoi beni per fedeltà al re. Il padre di gere gli scrittori contemporanei che tacquero il caso
costui anche fedele, e perciò preso da Corrado Ca- di Sperlinga ; i nazionali per non perpetuare una me-
pece,avea venduto, per riscattarsi, alcuni beni dotali moria spiacevole, gli stranieri per non saperla. Il
senza assentimento della moglie e de' figli , che or documento n. XI. in fin del volume, fin qui inedi-
li voleano rivendicare. Ibid. fog. 368. to, mostra che alcuni soldati di Carlo si eran lun-
1 Anonymi Chron. Sic. pag. 147. gamente difesi nel castel di Sperlinga , il che sa-
Niccolò Speciale, lib . 1 , cap. 4. rebbe stato difficilissimo senza la volontà degli abi-
2 Lib. 7 , cap. 61 . tanti.
3 Quod Siculis placuit , sola Sperlinga negavit, 4 Anonymi Chron . Sic. , pag. 147 .
ho inteso dire cento volte da quei che amano i motti Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 4.
latini. Il popolo con maggior vivezza suol dire so- Saba Malaspina, cont. pag. 358 e 339.
lamente : « Sperlinga negò . » E questo proverbio
68 CAPITOLO VI. (1282)

popolani, o nobili senza grandi vassallaggi , in lega a mutua difesa e guarentigia 3 ; se per
militi , che è a dir cavalieri , scelti come ogni marche o province o unitamente nell' isola
altro cittadino per propria riputazione ; e se tutta , non ben si ritrae da ' pochi diplomi a-
alcun d'essi nascea d'illustre sangue, il poco vanzati infino a' nostri tempi , nè da' croni-
avere e l'ambizione il fea popolano ¹ . E ciò sti, che dir delle leggi o non sapeano , o sde-
intervenne in un reame stato due secoli feu- gnavano. Dubbio indi è se per deliberazione
dale, perchè i baroni stranieri e nuovi , ab- della lega venissero sostituiti agli antichi giu-
borriti per quegli aggravi ch'erano inusitati stizieri, o se fossero stati eletti capitani di po-
in Sicilia , caddero involti nella medesima ruina polo da tutti i comuni d' una o più province,
del governo regio ; i baroni antichi , pochi di que' che Saba Malaspina registra Alaman-
numero, battuti dalle proscrizioni e dalla po- no 4, capitano in val di Noto e poi in tutta
vertà , non eran forti abbastanza . Per tali l'isola ; Santoro da Lentini , in val Demone
cagioni , e per l'impeto del movimento che e nel pian di Milazzo ; Giovanni Foresta , in
nacque dal popolo , par siano stati democra- quel di Lentini ; Simone da Calatafimi nei
tici al tutto quegli ordinamenti repubblicani monti de' Lombardi ; e altri in altre regioni
d'aprile milledugentottantadue . E in vero le e città 5 uomini ed ordini oggi oscuri, per-
deliberazioni più importanti dal popol convo- chè nulla operarono , o perchè poco durarono ;
cato in piazza si presero 2. Come le città li- sendo sopraggiunto a capo di cinque mesi re-
bere d'Italia , le nostre si tenner l'una dal- Pietro, e prima prevalsa la fazione che , messa
l'altra indipendenti ; ma ammonite dal peri- giù la repubblica, chiamollo al trono. Nè sem-
colo che ognun vedea sovrastare , si strinsero bra che questi , o altri siano stati rivestiti della

Eriguntur in terris populares rectores , et ca- giurato ubbidienza al comune di Palermo. Tra quelle
pitanei funt in plebibus ad gallicos persequendos, non fu per certo Messina e i diplomi citati nel
etc. Malaspina, cont . pag. 336 . corso di questo capitolo , e tutte le altre autorità
2 Diploma del 3 aprile 1282 in fin del volume, portano piuttosto a confederazione , che a predo-
Doc. n. IV. minio di Palermo . Forse l'avea di fatto , non di
Bart. de Neocastro , cap . 27, 37 , 41 . dritto, come prima nella rivoluzione , come antica
Saba Malaspina , cont . pag. 336 , ec . capitale, e più forte di popolo.
3 Annali Genovesi, in Muratori R. I. S Tom. 6, 4 Troviam del nome di Lamanno o Alamanno
pag. 576. Ivi si legge : Et missis sibi invicem nun- molti uomini e di parte nostra e di parte angioina
tiis, conjuraverunt se ad invicem. nelle memorie di questi tempi . Il documento n. xi
Saba Malaspina , cont. pag. 358. mostra che un Alamanno era il castellano di Sper-
Bolla di Martino iv . in Raynald , Ann . Eccl . 1282 linga assediata da' nostri , e un altro dello stesso
$ 13 a 18. Per questa son disciolte le confedera- nome tra i guerrieri del presidio . Un diploma del 9
zioni per avventura fatte tra i comuni di Sicilia ri- febbraio 1278 dal r. archivio di Napoli, reg. 1268.
belli. È notevole che si parla sol di comuni di A, fog. 63, a t . è indirizzato a Guidone di Alemania
Sicilia , anche nelle ammonizioni a tornare all' ub- giustiziere di Capitanata. Un Bertoldo Alemanno si
bidienza , e nelle minacce di gastighi ; quando il legge tra i guerrier di Messina fatti prigioni nel
divieto d'aiutar questi ribelli è fatto largamen- combattimento di Milazzo a 24 giugno 1282 , v . il
te a principi , conti , baroni , e comuni esteri. No- capitolo seguente . Raimondo Alemanno nel 1287
vella prova dell' indole tutta popolare della rivolu- fu con Giacomo all'assedio di Agosta, v. il cap. 13.
zione del vespro , e della condizione de' ribelli, che Per altro è probabile ch' esistessero diverse
già si sapca a corte di Roma il 9 maggio, data della famiglie di tal cognome , preso com'era solito in
bolla. que' tempi, dalla patria di questo o quell' altro ale-
D'Esclot , cap. 81 9 e Saba Malaspina , loc. cit . lemanno che veniva ad abitare in Italia.
suppongono che le altre città di Sicilia avessero 5 Saba Malaspina, cont. p . 358.
( 1282 ) CAPITOLO VI. 69

potestà che or chiameremmo esecutiva ; per- federale si maneggiassero ; la quale per l'an-
chè niun vestigio di loro autorità abbiamo tico uso si chiamò parlamento , ma în altro
nelle carte pubbliche nostre , o nelle ficre modo che i soliti parlamenti si compose ;
invettive della corte di Roma ; ma in tutti i mancandovi il principe , e fors ' anco i baroni :
ricordi del tempo si scorge che le città , so- poichè nel primo principio di questa repub-
prattutto Palermo e Messina che vantaggia- blica sol veggonsi legami tra municipio e mu-
vano ogni altra di riputazione e di forza, ope- nicipio , sol dicono gli storici di congregati
rassero come corpi politici , collegati con le sindichi delle città , d'invito a tutte le terre
altre e non contaminati da discordia , ma in- ad entrare per sindichi nel buono stato co-
dipendenti. I palermitani infatti mandavano mune , e simili parole che suonano rappre-
oratori al papa a ragguagliarlo de' successi , e sentanza cittadinesca e non baronale . E come
impetrare la protezione della Chiesa ; che torvo i parlamenti regi , senza tempo nè luogo certo,
negò Martino 2. I messinesi più gradito mes- in quella età a comodo del re si adunavano ;
saggio spacciarono all ' imperador Paleologo un così questi , secondo i bisogni della nazione ,
Alafranco Cassano da Genova, che per amor in Palermo o in Messina 5. Sovrastando le
del popolo di Messina tra gravi pericoli a Co- armi dell'offeso principe, i parlamenti prendean
stantinopoli navigò 3. Nelle altre parti del go- opportune deliberazioni : si fornisse di vittua-
verno dello stato , da sovrani operarono i ma- glia per due anni Messina i valenti arcieri
gistrati del comune. Molti accordaron fran- e balestrieri de' monti rafforzasser quella città :
chige e quel di Messina rendeva all' arcive- con uomini e navi si custodissero Catania ,
scovo il castel di Calatabiano , e altri beni Agosta , Siracusa , importanti città sulla co-
tenacemente negati dal fisco sotto la signoria stiera di levante , e su quella di settentrione ,
di re Carlo 4. Milazzo , Patti , Cefalù . Nascean tali appresti
Del rimanente certissimo appare che gl' in- dall' uno irremovibil proposito di non tollerar
teressi comuni dell'isola per un' adunanza mai più il giogo francese, nel quale tutti ac-

Dal Surita, Annali d'Aragona, lib. 4, cap . 18, rex Judeorum, et dabant ei alapam . Ave rex Ju-
sappiamo che Bartolomeo de Neocastro in una sua deorum, et dabant ei alapam : » per significare che
storia in versi riferiva , essere stati dal parlamento i palermitani l'onoravano in parole, e ingiuriavano
generale che si tenne in Messina , eletti sei uomini co' fatti.
al governo provvisionale dell'isola in questo tempo. 3 Bart. de Neocastro, cap. 50.
Gli altri storici non ne fanno motto ; nè lo stesso 4 Diploma de'.............. 1282 dal tabulario della
Bartolomeo nella sua cronaca in prosa. Indi non chiesa di Messina , ne' Mss . della Bibl . comunale
mi è parso per questo sol barlume allontanarmi di Palermo , Q. q. H. 4 , f. 117. Questo è dato
dalle altre memorie tutte. Forse Neocastro mal es- certo di luglio o agosto, perchè vi si legge il nome
presse l'uficio de' capitani delle province ; forse di Alaimo capitano della città, e la 10.ª Indiz . Vi
Surita mal comprese quel gergo latino , che se è son contrassegnati come testimoni Gualtiero da Cal-
oscuro in prosa, peggio dovea invilupparsi in poe- tagirone, Bonamico , Natale Ansalone, e altri nomi
sia. Chi ami più minuti ragguagli di questo per- noti in queste istorie.
duto poema o racconto, vegga il di Gregorio, Biblio- 5 I parlamenti tenuti in Palermo si son citati so-
teca Aragonese, vol . 1 , pag. 11 e 12. pra, e un altro se ne leggerà nei capitoli seguenti.
2 Bart. de Neocastro, cap. 18. Quel che deliberò gli appresti alla difesa fu tenuto
Gio. Villani , lib. 7, cap. 63. in Messina, come si può congetturare da un luogo
Giachetto Malespini, cap. 210. di Saba Malaspina citato qui appresso ; e da un
Secondo il Villani gli oratori di Palermo si pre- altro della perduta istoria in versi di Bartolomeo
sentarono al papa chiedendo misericordia con frasi de Neocastro , del quale fa menzione Surita negli
scritturali, ed ei nel medesimo stile rispose : « Ave annali d'Aragona, lib. 4, cap. 18 .
70 CAPITOLO VI. ( 1282 )
cordavansi , ancorchè nei mezzi si dissentisse ; mo e portan come gl'insulti de ' francesi in
quando chi pensava accostarsi alla Chiesa quel dì , e più la mala signoria che sempre
più strettamente e ribadir gli ordini di re- accora i popoli soggetti mosser Palermo ; che
pubblica , e chi chiamare alcun principe stra- è la sentenza del sovrumano intelletto d'Ita-
niero con giusti patti . Ma senza sangue , lia 3 , contemporaneo , dispensator severissimo
senza accanite fazioni ciò si trattava. Bello di biasimo ai partigiani suoi stessi . Nè le sco-
indi l'immaginare questa siciliana famiglia , muniche e i processi dei papi, nè gli atti di-
rinata a vita novella , che senza gelosia, senza plomatici susseguenti contengon l'accusa della
veleni d'interiore nimistà , fervea nell' opera congiura motrice immediata del vespro ; ma
della comune difesa , strigneasi ne' consigli , biasman Pietro d' aver preso il regno dalle ma-
adunava le forze , e ad ordinare più stabile ui de' ribelli , e averli sollecitato per messaggi
reggimento pacata deliberava . Sperando più dopo la rivoluzione . Concorre con l'autorità
durevole il presente, pensossi nuov'era con- istorica la evidenza delle cagioni necessarie
tare dal gran fatto della rivoluzione ; talchè d'altri fatti che son certi. Pietro non essere
in parecchi diplomi leggiamo l'intitolazione : uscito di Spagna , nè pronto , allo scoppio della
« Al tempo del dominio della sacrosanta Ro- rivoluzione in questa nessuno scrittore far
mana Chiesa e della felice repubblica, l'auno menzione del Procida : niuno de' maggiori feu-
primo 2. » datari primeggiar ne' tumulti , o nei governi che
A Procida , alla congiura , come nel capitol ne nacquero la repubblica, non il regno di
dinanzi accennammo , davano alcune cronache Pietro , gridarsi , e per cinque mesi mantenersi ;
l'onore di questa nobil riscossa ; e l'han se- popolani tutti gli umori Pietro passar dopo
guito i più, talchè istorie e tragedie e romanzi tre mesi, e non in Sicilia , ma in Affrica : al-
e ragionari d' altro non suonano ormai. Io lora stringendo i perigli , i baroni impadro-
si il credea , finchè addentrandomi nelle ri- nitisi dell'autorità chiamarlo alfine al regno .
cerche di queste istoric , dell' errore mi ac- Da questi e da tutti gli altri particolari si
corsi. Degli autori primi d'esso, pochi sono scorge essere stata la rivoluzione del vespro
contemporanei, gli altri qual più qual meno un movimento non preparato , e d'indole po-
posteriori , tutti sospetti da studio di parte , polana , singolare nelle monarchie de ' secoli
e vizio manifesto in alcuni fatti. Ma i con- di mezzo . Se no ; baroni che congiurano con
temporanei di testimonianza più grave, e si- un re, e gridan repubblica ; cospiratori che
ciliani e stranieri , candidissimo alcuno , se- senza essere sforzati da pericolo , danno il se-
gnalato tra tutti Saba Malaspina , che fu pur gno quando non hanno in punto le forze ; fa-
marcio guelfo , e segretario di papa Martino, zione che vince e abbandona lo stato ad uo-
c informato meglio che niun altro de ' casi di mini d'un ordine inferiore , sarebbero ano-
Sicilia, dicono al più di vaghi disegni di Pietro, malie inesplicabili , contrarie alla natura uma-
della cospirazione con siciliani non fan motto ; na , non viste al mondo giammai. Le varie
molto manco de' congiurati raccolti in Paler- narrazioni degli istorici, e i ricordi diploma-

Saba Malaspina, cont. p. 359 e 360. Fors ' anco si scrisse negli atti l'anno primo della
2 Diploma del 15 agosto 1282 , recato dal Gallo , repubblica, seguendo l'uso della corte di Roma e
Annali di Messina , tom . 2, p . 131. di tutti gli altri principati del tempo, ove si notava
Atto del 10 maggio 1282 cavato dal tabulario la indizione e l'anno del principe, e anche talvolta
della chiesa di Messina, ne' Mss. della Biblioteca del feudatario , piuttosto che l'anno dell'era volgare.
comunale di Palermo , Q. q. H. 4 , fol. 116. 5 Paradiso, Canto 6.
Diploma del............. 1282 , ibidem fog. 117 .
CAPITOLO VI. 71
( 1282 )
tici leggonsi nell' appendice in fin di questo del vespro e quel della venuta di Pietro si
volume. A me par se ne raccolga : che Pietro rappiccarono scorsi alquanti più anni tra-
macchinava che i baroni indettati con esso pelava qualche pratica anteriore : alcuno forse
aizzavano forse il popolo , ma forti non si sen- l'accrebbe , vantandosi. E nel reame di Na-
tiano per anco ; e bilanciando e maturando poli , e nell' Italia guelfa , e in Francia con
forse non avrian mai fatto ciò che la moltitudi- maggiore studio si propalò quella voce della
ne senza rifletterci compi . Il popol sapea che congiura ; parendo gittar biasimo su i sicilia-
rimedio ai suoi mali ce n'era un solo ; il po- ni, e all'angioino reggimento scemarne . Così
pol era esacerbato da' novelli aggravi per l' im- via corrompendosi il fatto , si passò dalla con-
presa di Grecia, da' novelli vilipendi della set- giura di Procida con tre potentati , a quelle
timana innanzi pasqua ; Droetto colmò la taz- strane favole della uccisione di tutti i fran-
za della vendetta ; l'ignoto uccisor di Droetto cesi in Sicilia in un dì , anzi in un'ora , della
la riversò. Prontissimo il popol di Palermo cospirazione di una intera nazione per molti
di mano e d'ingegno , si lanciò in un attimo a anni ; non che non vere , impossibili cose .
quell' esempio , perchè tutti voleano a un modo , L'ignoranza, le difficili comunicazioni , la ra-
da parer congiura a mediocre conoscitore, che rità delle cronache , gli animi inchinati sem-
non pensi come sendo disposti gli animi , ogni pre più al maraviglioso che al vero , diffu-
fortuito caso accende sì eguale, che trama od sero anco l'errore ; come nei tempi nostri ,
in condizioni materiali che son tutto il con-
arte nol può. Que' che si fecer capi del po-
polo allora preser lo stato ; ordinaronlo a co- trario , avviene ancora. Gl' istorici succes-
sivi l'un l'altro copiaronsi ; molti riferirono
mune , come gli umori loro portavano ; per
la riputazion del successo il tennero , finchè senza dar giudizio le due opinioni della con-
la influenza de' baroni lentamente spiegossi , giura, e della sommossa spontanea. Tacendo
qui gli altri, noterò come Gibbon dubitò , e
e il pericolo si fe' maggiore. Allora la mo-
narchia ristoravasi ; allora esaltavan re Pietro ; solo perchè fu ingannato da uno anacronismo ;
Voltaire della congiura si rise . Nou fia bal-
allora , io dico , la congiura operava , nel ve-
spro non già. Al maraviglioso avvenimento danza dunque se affidato in tutte queste ra-
poi tutto il mondo cercò una cagione mara- gioni e autorità, la espressata opinione io so-
vigliosa del pari : dopo breve tempo , il fatto stengo .

I Veggasi l'appendice in fin del volume.


CAPITOLO VII.

Dolore e rabbia di Carlo all'annunzio della rivoluzione . Ordina la passata in Sicilia con l'esercito disposto alla guerra di Grecia.
Bolla del papa contro i ribelli , e legazione del cardinal Gherardo da Parma. Preparamenti di Carlo , e de' messinesi . Rotta dei
nostri a Milazzo. Sbarco di re Carlo . Principi dell' assedio. Pratiche del cardinale entrato in Messina. Assalti minori. Stormo gene-
rale contro la città. Respinti i francesi. Tentata la fede d'Alaimo capitano del popolo di Messina. Aprile a settembre 1282 .

A corte del papa ebbe Carlo dall' arcive- bondo a quel della rivoltata Messina 2. E la
scovo di Morreale l'annunzio della siciliana corte di Roma, forte accorata de' danni del
strage ; si grave al superbissim' animo che suo diletto principe, il sovvenia di consigli ,
pria di prorompere all'ira , vinto da cordo- danari forse, e senza misura preci al Cielo ,
glio , volto al cielo pregar fu udito umile ed e maledizioni su i ribelli 3. Il di dell' Ascen-
alfranto il vincitor di Manfredi : « Sire Iddio , sione, Martino bandiva da Orvieto a tutta
dappoi t'è piaciuto farmi avversa la mia for- cristianità : niun s ' attentasse favoreggiar que-
tuna, piacciati che 'l mio calare sia a pe- sta rivoluzione ; i disubbidienti , se vescovi o
titti passi . » Ma sopraccorso a Napoli , e i prelati, sarebber deposti, se principi o signori
progressi intendendo , o quivi giugnendogli , spogliati de' feudi , e sciolti lor vassalli dal
com' altri lasciavano scritto, l'avviso primo giuramento ; cassate e annullate quante leghe
del vespro , diessi ad atti bestiali, non ser- per avventura si fossero strette tra le sici-
bato contegno alcuno di re . Misurava a gran liane città ; i palermitani e gli altri capi del
passo le stanze della reggia come fuori dai movimento aspramente ammoniti ; a chiun-
sensi , muto, torvo negli sguardi , e il suo ba- que nella fellonia s'indurasse minacciati ga-
stone rodea come cane in rabbia ; finchè sfo- stighi severissimi nell' avere , nella persona ,
gando a parole cominciò : andrebbe, si tar- e nell'anima 4. Ma perch'essi nulla di lor
dargli mill'anni, andrebbe a schiantar città , proponimento non rimoveansi al noto stile
bruciare contadi , con orrendi supplizi tutta della romana curia , nuovi consigli tentò . De-
sterminar la ribalda generazione ; spopolato, putava con istraordinaria autorità il cardinal
ignudo questo scoglio lascerebbe , esempio Gherardo da Parma pontificio legato nel re-
alle genti di giusta vendetta di re , terrore gno 5. « Mossi , la bolla dicea, da sviscerato
alle età più lontane. Onde a quanti siciliani amore alla Sicilia , e dolentissimi degli scan-
mercatavano a Napoli fu mestieri nascon- dali con che il nimico dell' uman genere la
dersi o fuggire ed egli l'arme ordinate alla vien riturbando , te mandiamvi , o fratello , an-
guerra di Grecia vuol che piombin su i te- giol di pace ; e svelli tu , struggi , dissipa ,
merari isolani ; le rassegna, le mette in punto ; sperdi , edifica , pianta ; tutta usa l'autorità
impazientissimo ad ogni altro avviso ; furi- nostra ad onor di Dio e riformazion del rea-

Gio. Villani , lib. 7 , cap . 61 , 62. Queste son 3 Saba Malaspina , cont. p. 361.
le parole ch'egli mette in bocca a re Carlo . Gio . Villani , Giachetto Malespini , e cron. della
Cron. della cospirazione di Procida , loc . cit. cospirazione di Procida, ne' luoghi citati di sopra .
p. 263. 4 Bolla in Raynald , Ann . Eccl . 1282 § dal 13 al 18 .
Giachetto Malespini, cap . 210. 5 Saba Malaspina, cont. p. 361 , Villani , Gia-
2 Bart. de Neocastro, cap. 31. chetto Malespini , e la Cron . della cospirazione nei
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 3 . luoghi citati.
CAPITOLO VII . 73
(1282 )
me . » L'accorgimento de' consigli sacerdo- impresa d'Oriente nel porto di Messina cran
tali trasparisce ancora da uno statuto pro- chiuse. Forniti inoltre uscieri , teride , trite
mulgato di quel tempo da Carlo, dove acca- quanti abbisognassero a traghettar le genti .
gionando gli officiali suoi del mal governo , A Catona, picciola terra di Calabria , posta
moderava i più grossi aggravi del fisco , dei sullo stretto di contra a Messina che volea
magistrati , e di lor famigliari ; e sì la cru- prima assaltare, ordinò si ritrovasser le genti ;
deltà di alcuna legge, le usurpazioni de' ca- e mandò innanzi quaranta galee, e gran co-
stellani nelle faccende municipali , e lor vio- pia di grani e altra vivanda , e ogni cosa bi-
lenze ne' contadi . Lusinghe a' siciliani eran sognevole all'esercito. Quivi poi rassegnò
queste blandimenti ai popoli di Puglia e Ca- pronti a servir sua vendetta da quindicimila
labria, che , dalla medesima signoria trava- cavalli e sessantamila pedoni , con cencin-
gliati, non si muovessero all' esempio , ma quanta o dugento legni , tra di trasporto e di
grati e soddisfatti aiutassero il re. E per vero corso 4 macchina enorme di guerra , che
assai difficoltà nel raccorre quelle feudali mi- non parrà esagerata riflettendo esser Carlo
lizie ebbe egli a vincere con la sua passione apparecchiato di già a grande impresa , e da
e potenza 3. Aggiunsevi mille saracini di Lu- mezza Italia aiutato , e dalla corte di Roma ;
cera , i fanti e' cavalli di Firenze e d'altre e che pria della lotta tra principato e baro-
città guelfe di Lombardia e Toscana ; i fran- naggio, e dell'uso delle bande stanziali che
cesi, tra vassalli e stipendiati , furo il nerbo ne seguì, gli eserciti d'Europa si poteano grossi
dell' esercito . Genova e Pisa mandaron aiu'i poco men ch' ai nostri tempi adunare , con un
di galee ; quelle del regno s ' accozzar tutte ; sol bando a' baroni per la cavalleria , e poca
altre ventiquattro chiamonne di Provenza il moneta per lo scarso stipendio de' pedoni ,
re, poichè la più parte delle preparate alla tenuti men che uomini. Un cardinal di cen-

Raynald, Ann . Eccl. 1282, § 20. mi Chron. Sic . dice solo : cam magno, immo cum
La bolla è data d' Orvieto a 4 giugno 1282 . maximo exercitu. Il Villani dà a Carlo « più di
2 Capitoli del regno di Napoli , 10 giugno 1282. 5000 cavalli e popolo senza numero » e 130 legni
Post corruptionis amara discrimina, pag. 26 e grossi senza contar gli altri di servigio. Saba Ma-
seg. laspina , cont. pag. 381 , dice 60 mila fanti dopo le
3 Saba Malaspina, cont . p . 367. stragi dell'assedio . Montaner 15 mila cavalli, e 100
4 Gio. Villani , lib. 7 , cap . 64, 63. navi, e fanti senza numero . D' Esclot 15 mila ca-
Paolino di Pietro, in Muratori R. I. S. tom. 26, valli, 150 mila fanti , e 80 tra teride e galee , senza
pag. 38. i legni minori, nè le grosse navi. Il frate autore
Anonymi, Chr. Sic . cap. 39. delle Geste de' conti di Barcellona a cap . 28, nella
Saba Malaspina , cont. pag. 367, 368, 381. Marca Hispanica del Baluzio , dice 14000 i cavalli
Geste de' conti di Barcellona, cap. 28, loc. cit. di re Carlo . Scrivean 60 mila fanti e 22 mila ca-
Niccolò Speciale, lib . 1 , cap . 5 . valli gli annali di Genova, aggiugnendo ut comu-
Cron . an. della cosp . di Proc . loc. cit . pag. 270. niter fertur ab omnibus . In questo luogo degli an-
Montaner, cap. 43 . nali di Genova è da notare che, certo per error di
Bart. de Neocastro , cap . 32. copia o di stampa, si dice portato quest' esercito
D' Esclot, cap. 82. dal Dictus vero rex Petrus, quando il capitolo parla
Annali di Genova , in Muratori R. I. S. tom. 6 , dell' Angioino, e dice dello sbarco a santa Maria
pag. 376. di Roccamadore ; e di re Pietro avea già por-
Diversamente essi riferiscono il numero dell'oste. tato l'arrivo a Trapani, e tante altre particolarità
Bartolomeo de Neocastro , magnificator delle mes- da non lasciar luogo a dubbio. La Cron . An. Sic.
sinesi lodi , porta 24 mila cavalli e 90 mila fanti . dice 15,000 cavalli.
Speciale novera soltanto le navi a 300. L' Anony-
10
74 CAPITOLO VII.
( 1282)
sure armato e di piena balla ; un re uso a nome una fortezza. E un buon augurio fu
vittoria, indurato nelle battaglie ; un esercito principio alla guerra , quando il due giugno ,
grandissimo, ansioso di vendetta, assetato di viste far vela da Catona quaranta nimiche
preda ; un bollor francese, un ' astuzia di Ro- galee, trenta ne mandava Messina allo scon-
ma, un furor d'offeso tiranno ; tutte l'arti tro ; nè l'aspettar quelle , ma in fretta ri-
di guerra , tutte l'arti di reguo a conquider fuggite a Scilla, sbarcar le ciurme ; spiegan-
la ribelle isola si raggruppar minacciando dosi a lor protezione in battaglia i cavalli
sulla estrema punta d'Italia . d' Erberto d' Orleans, e del conte di Catan-
Reina del Faro , siede tra due mari in fac- zaro. La traversia che levossi , non la mo-
cia ad oriente , maestosa e lieta Messina ; che stra del nemico, rattenne i nostri , che dar
a manca il Peloritan promontorio contro il dentro ne' fuggenti, e le navi abbruciare ane-
Tirreno sta ; a destra il braccio di san Ra- lavano ' .
nieri si ardito mette nel Ionio , rientrando L'animo d' un frate siciliano ammiraron
come punta in falce contro la curva del lido , gli stessi nemici in quel tempo . Veniva re
che un vasto cinge , e profondo, e da tutti venti Carlo il dieci giugno alla Catona con un grosso
sicurissimo porto. In mar bagnansi le falde di genti ; arrivavan da Brindisi ogni di le
de' colli , talche parte non poca della città allestite navi ; e a tanto romor del nemico,
su la pendice s'appoggia ; donde il seno, lo più frugava i messinesi l'ansietà di saperne
stretto , l'opposta Calabria magnifico teatro a punto le forze e i disegni. Allora a' pre-
spiegano in vista. Largheggia un po' di pia- ghi del consiglio della città, Bartolomeo da
nura a settentrione , e più vasta ad ostro , Piazza de' frati minori , uom litterato , di
amena per vigneti e ville : boscosi i poggi, e specchiati costumi, e di gran nome , prese a
più di que' tempi ch' ai nostri. Non mutata esplorarli ; non vile spiatore d'eserciti , ma
del resto è la sembianza del paese , nè il sito cittadino ch'all' uopo della patria la mannaia
della città , quantunque più d'una catastrofe affronti, com' altri la spada. Nè furtivo, nè
l'abbia percosso ; e da' tremuoti del mille dimesso va dunque in Calabria il frate ; dove
settecentottantatre poco men che spiantata , addotto a Carlo : « A che da' miei traditori ne
nuova dalle fondamenta muravasi.
vieni ? » brusco domandavalo il re ; ed ei
Questa nobil città gli animi e le braccia più fermo : « Non io traditor, disse , nè terra
apprestava a difesa ; più intenta a munirsi di tradimento lasciai. Da religione e coscienza
nel porto che altrove, perchè grossa oste ai
vengo ad ammonir qui i frati minori, che non
terrestri assalti non s' aspettava si pronta .
seguano queste tue ingiustissime armi. Tu
Rispianano a settentrione la campagna , svelte l'innocente popolo che la Provvidenza ti com-
le viti , e abbattuti gli sparsi casolari ; del mise, lasciavi a dilaniare a lupi e mastini : alle
legname di questi risarciscono le mura ; fab- querele , a' pianti il cuore tu indurasti : e
brican macchine ed armi : opre non si com- noi il Cielo ascoltò ; e vendicammo santissimi
piute, che nel maggior uopo non avesser do- dritti. Ma se oggi speri vincendo chiamar
vuto risudarvi di poi. Ma salde catene di ciò fellonia, sappi , o re , che indarno tant' armi
ferro legate a travi galleggianti gittavan a a' danni de' messinesi aduni. Torri hanno
traverso l' imboccatura del porto , a chiuderlo e mura, e forti petti rinfocati dal divin rag-
contr'ostili navigli : il braccio di san Ranieri gio di libertà ; onde maggiori che uomini, ti
afforzavano d'eletta gioventù , sotto il coman- aspettan pronti a morire. A Faraone tu pen-
do di Niccolò Bivacqua, e Giacomo de Bru- sa ! » Terror di lassù, o istinto d'accarezzar
gnali , stanziata nella chiesa del Salvadore ,
sulla estrema punta , ov' oggi è del medesimo Bart. de Neocastro , cap. 31.
CAPITOLO VII. 75
( 1282)

Messina, campavan Bartolomeo dalla scop- a quella volta pur via navigavano . Molte mi-
piante ira del re ; che pur allor comandò glia da Messina si dilungan così i nostri ; non
una prima fazione : e quegli tornandosi a'suoi , usi all' andar in ischiera , trafelanti dal caldo ,
narrava la potenza dell'oste , e le truci voglie dalla via , dal peso dell'armi , ciascun dassè ,
di Carlo ' . sparsi chi a cercar ombre o acqua , chi a
Contro Milazzo quell' assalto si drizzò , chiamare ad oste i contadini ; quando presso
perchè traeane Messina le vittuaglie , che il canneto di san Gregorio, alla fonte d'Aleta ,
il parlamento avea deliberato di provvedersi; il nimico vedendoli si mal presi tra quelli
e mal s'era fatto tra l' universale sospezione scogli , d'un subito approda. Baldovino pen-
e penuria. I conti di Brienne e di Catanzaro , sava sostare, e , raccolti gli sbrancati , mandare
Erberto d'Orleans , e Bertrando d' Accursio, per rinforzo a città ; ma dandogli sulla voce
capitani di questa fazione, aveano a bruciar Arrigo d'Amelina per nimistade privata , tutti
le messi , dar guasto al paese, rapire gli ar- appigliaronsi al partito che parea più gene-
menti per uso dell'esercito , e occupar indi roso. Audaci sì , ma radi e stanchi, investono
Milazzo : i quali a di ventiquattro giugno , con il nimico ; il quale ordinato e fresco, li sba-
cinquecento cavalli e mille pedoni, sur una ragliò al primo scontro. Quell' Arrigo stesso
sessantina di navi salpavano dalla Catona . d' Amelina, Anfuso de Camulio, Bertoldo Ala-
Contro tal forza, e cento altri legni surti al- manno, Pietro Cafici , cavalieri ; Bartolomeo
la spiaggia , non volle il capitan della città Mussone, Martin di Benincasa , Abramo d'Am-
mettere a rischio la sua poca armata , ma brosio, Niccolò Rosso , e di minor nome mille
piuttosto sull'asciutto far testa . Frettoloso a un di presso, nella zuffa o nella fuga fur
armò dunque cinquecento cavalli , e grosse morti. Assai n' andar anco prigioni ; tra' quali
bande di fanti ; co' quali , poichè la flotta fran- notan le istorie i nomi di Roberto de Mile-
cese girava il capo , ei valicò i colli della to, cavaliere che perì ne' ceppi francesi ; e
Peloriade, e lunghesso la settentrionale riva , d' Arrigo Rosso mercatante , ricattatosi per
a Milazzo conducea le genti , come i nemici mille once d'oro dopo la fin dell'assedio 2 .

Bart. de Neocastro, cap. 32 e 34. tempi presenti aggiungono molta fede all'autorità
2 Bart. de Neocastro, cap. 33, 35 , 36. del Neocastro e dello Speciale, attestando irrefra-
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 5. gabilmente molti particolari riferiti da quelli . Tale
Gio . Villani, lib. 7 , cap. 66. il riscatto di Arrigo Rosso, di cui il Neocastro. Si
Dei quali il primo dice 500 cavalli e 5000 fanti ritrae dal diploma ch' io pubblico in fin di questo
su 35 tra teride e galee ; il secondo con maggiore volume, Docum. n. xii , e da un altro diploma dato
verosimiglianza, 1000 uomini su 60 navi ; e l'altro di Avellino il 26 marzo 1284, che al par di mol-
800 cavalieri e più pedoni. tissimi altri io citerò senza pubblicarlo , per non
Saba Malaspina, cont . pag. 373, porta 500 cavalli raddoppiar la mole di questo libro, che non è co-
e 1000 pedoni , ma riferisce questa fazione come dice diplomatico. La somma di tal diploma del
avvenuta dopo il cominciamento dell'assedio di 26 marzo, tratto come il primo dal r. archivio di
Messina. In questo s'accordan con esso Gio. Vil- Napoli, reg. 1283 A, fog. 125, a t. è questa : <« per
lani , e la Cronica della cospirazione, loc. olt. misericordia » abbiam liberato Arrigo Rosso da Mes-
pag. 266. sina, preso nel conflitto di Milazzo : egli ha do-
A me è parso, quanto al tempo, seguir Neoca- mandato quetanza dall' amministrazione della Se-
stro Speciale, sì per esser nazionali , e sì perchè grezia di Calabria che un tempo maneggiò , ed ha
non è probabile che i messinesi assediati poi da offerto a ciò mille once accettiamo il danaro , e
tanto esercito , volessero o potessero mandar gente accordiam la quetanza .
alla difesa di Milazzo. Ma notisi che l'ordine della liberazione è dato
I documenti che è venuto fatto di trovare ai il 29 marzo , e questo per le mille once il 26, nel
76 CAPITOLO VII .
(1282 )
Come la sconfitta si seppe in città, inſello- Alaimo da Lentini, nobil di sangue , nobil di
nito da rammarico , e più stigandolo Baldo- fama, robusto vegliardo e animoso, espertis-
vin Mussone, l' inesperto capitano che a dis- simo in guerra . Fu somma ventura di Mes-
colparsi gridava tradimento , a romor levasi sina e di tutta l'isola. Ei , preso appena il
il popolo di Messina in cerca di traditori. I comando , con più alto militare argomento
partigiani de' francesi , gli odiati de Riso , ordinò le difese della città , riparò , soprav
chiama al supplizio ; tratti Baldovino e Mat- vide , indefesso addestrò il popolo all' armi ¹ .
teo dalla rocca di Matagrifone , ove li avea Catania e i comuni tutti del vasto tratto di
chiuso da pria, a furia li ammazza ; Giacomo paese da Tusa ad Agosta, il crearon anco ,
dicolato per man del carnefice ; strascinati ignorasi se prima di Messina o appresso , lor
i cadaveri per la città ; senza tomba gittati ; capitano di popolo 2 .
con tanto eccesso d'ira , che gli amici non Nei preparamenti d'ambo i lati un altro
osavano pur piagnerli , e i congiunti a mala mese volgeasi : poscia con tutto il pondo del-
pena si sottrassero . La moltitudine intanto , l'oste il re mosse a dì venticinque luglio ³ . Le
come se quelle morti fosser vittoria, scordata salmerie , le vittuaglie, i cavalli , indi le genti
già l'infelice fazione , girava tripudiando in- imbarcò la sua nave superbamente parala
torno le mura della città , e per le strade ga- di porpora ultimo egli ascese, che parea te-
vazzava. Ma in brev' ora il popolo stesso a nere in pugno le sorti del mondo ; e con tutto
una voce , persuadendol forse i più savi , de- ciò, sehivato quel formidabil porto di Messi-
posto d'uficio il Mussone , gridò capitano na, fe' porre a quattro miglia ver mezzodì alla

quale si dice, per salvar le apparenze, essersi già et sociis secretis Sicilie . Donde si conferma che
messo in libertà il prigioniero. Il ripiego della Alaimo era nobile uomo , adoperato ne' maggiori
quetanza fu trovato naturalmente perchè non volea ufici dello stato, e ricco da prender in affitto quel
confessarsi riscatto per uno non preso , come cre- della Segrezia . Un altro diploma del penultimo
deano gli angioini , in giusta guerra , ma ribelle febbraio 1278 , r . archivio di Napoli reg. 1268 , A
colto con le armi alla mano. fog. 141 , è indirizzato a Giovanni di Lentini milite ,
Bart . de Neocastro, cap. 36 e 37. consigliere e famigliare del re e questo Giovanni
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 5. si vede portulano e procuratore di Sicilia in molti
2 Diploma del 13 agosto 1282, in Gallo , Annali altri diplomi dello stesso anno 1278 , reg. citato
di Messina , tom. 2, pag. 131 . fog. 96 , 137 , 138, ec.
Diploma del 1282 nei Mss . della Bibl. 3 Bart. de Neocastro, cap. 38.
Com. di Palermo Q. q . H. 4, fog. 117. Gli annali di Genova, in Muratori R. I. S. Tom. 6
Si ritrae che questo nobil uomo era stato nel pag. 576 , portan lo sbarco a 3 agosto, forse con-
1274 giustiziere in Principato e terra Beneventana fondendolo col cominciamento degli assalti .
da un diploma di agosto 1274, pubblicato dal sa- Gio . Villani , lib. 7 , cap. 65 , seguendo Giachetto
cerdote Buscemi nella vita di Giovanni di Procida, Malespini, cap. 211 , dice a 6 luglio.
doc. 4 , sopra una copia Ms. della Bibl . Com . di Saba Malaspina , cont. nota come le ciurme si
Palermo, cavata dal r. archivio di Napoli ; nella dessero a mangiar le uve già mezzo mature per
quale è l'errore : Alaymo de Lentini militi Justitia- la bella esposizione del luogo ; il che ne' primi di
rio Principatus et Terrae Laboris in vece di Terre luglio non potea certo avvenire.
Beneventane, come dice l'originale, ch ' io ho ri- E ciò sempre più mi conferma della poca fede
scontrato nel registro segnato 1273 A, fog. 267 a t. che meritino il Villani e i suoi guidatori , o seguaci
In un altro diploma del r. archivio di Napoli, in queste istorie del vespro.
reg. segnato 1270 B , fog. 9, a t . in data del D'Esclot , cap. 82 , dice senza data lo sbarco a
29 ottobre 1279, per alcune prestazioni alla chiesa Santa Maria de Rocha-Mador.
di Messina, si legge al margine : Alaymo de Lentini
CAPITOLO VII. 77
(1182)
badia di Santa Maria Roccamadore ; nuova- e anco offenderla con macchine ascosc. Ma i
mente sperando trar lungi i cittadini alla pu- messinesi se n'avvidero appena, che dato di
gna. Ma Alaimo affrenò l' intempestivo ardore , piglio a ' mangani , a furia di pietre sconficca-
che s'era pur desto . Deluso dunque , atten- ron la torre ; e furon questi i primi saluti
davasi Carlo ; e trucidar fea, dice Neocastro , all'antico lor principe .
i monaci della badia, che io nol credo, per- Or se la città debbasi assaltare impetuosa-
chè taciuto dagli altri istorici , e dissonante mente pria che s'avvezzi al pericolo , o trava-
dai consigli del re , che cominciarono con gliar tanto d'assedio che stanca ed affamata
simular clemenza . Ben lasciò a marinai e s'arrenda, agitano tra loro i capitani ristretti
soldati metter a guasto il paese , sperando a consiglio. Andarne diceano i più focosi .
che i messinesi per salvar le facultà chiedes- l'onor di tant' oste contro una plebe assie-
sero accordo ; ma fe' il contrario effetto . Come pata con legni e macerie , non mura : l'impe-
da Roccamadore infino al torrente di Cam- to vincer le guerre a che tardare sì giusta
màri sparve il ridente giardino , tagliati gli vendetta ? Dubbio altri opponea il successo
alberi , stralciate le vigne , saccheggiate mas- dell' arme grossa la città presa d'assalto ,
2
serie e canove , diroccate le case , quanto metterebberla a sacco i ribaldi del campo ;
rubar non poteasi distrutto ; e come il dì ap- e qual pro al monarca ? Senza sangue certis-
presso, mutati gli alloggiamenti , lo sterminio simamente s'avrà per tedio o paura . A que-
s' avvicinò, i messinesi che a niente guarda- sto appigliossi Carlo , contro sua natura fero-
vano fuorchè all'onore e alla libertà , con ce ; perchè il vinse avarizia, e lusinga ch' alle
tanto maggior dispetto si fecero a provocar lusinghe si prenderebbe sempre Messina ³ .
l'angioino . Appiccan fuoco a settanta galee Perciò rimanendosi alla espugnazione dei
delle costruite contro i Greci ; fabbrican armi posti più avvantaggiosi di fuori , il dì sei ago-
delle ferrerie tratte dalle ceneri ; disfatte al- sto movea possente stormo contro il moni-
tre navi, ne riattan mura e steccati ; il borgo stero del Salvatore , chiave di quell'assedio ,
di santa Croce , posto a mezzodì ove in oggi è per tener la bocca del porto . Cento messinesi
quel di Zaera , non potendol fortificare , ab- il difendeano i quali nè sbigottiti dal numero
bandonano. Occupollo al terzo giorno re Car- degli assalitori , nè scossi dal battito della pri-
lo , da quella banda ponendo il campo , sì ma affrontata , fieramente combattendo dalle
stretto alla città , ch' appena nel partiva il soglie e da' muri, li ribattarono ; tantochè Alai-
picciol torrente di porta de' Legni . Egli al- mo venia con freschi combattenti dalla città :
berga nel munistero de' frati predicatori che e allora più aspra mescolandosi la battaglia ,
sorgea sul poggio, da ciò or chiamato vigna con morti ed onta si ritrasse alfine il fran-
del re ; e fa alzar su i comignoli una torri- cese. A questa prima vittoria l'animo de' cit-
cella di legno , per ispecolare dentro la città, tadini oltremodo si rinfrancò. Indi il di otto

Bart. de Neocastro , cap. 38. più vili. Questa voce appunto in sua latinità ado-
Niccolò Speciale, lib. 1, cap. 5 e 7. pra lo Speciale .
Saba Malaspina , cont. pag. 368 e 369. 3 Niccolò Speciale, lib. 1, cap . 6.
D' Esclot, cap . 82. Saba Malaspina , cont. pag. 369-70.
Il Neocastro dice , che in questa torricella si Giachetto Malespini, cap . 211 .
ascondeya un pantaleone . Forse era nome proprio Gio. Villani, lib. 7, cap. 68.
che si dava alle macchine, come oggidì alle nav Cron . della Cospirazione, loc . cit. pag. 268 .
e alle campane . D ' Esclot, cap. 42, e Buchon, nota Fra Tolomeo da Lucca, Hist . Ecclesiastica, 1. 24,
pag. 597 , Ed . 1840. cap. 6, in Muratori R. I. S. Tom . 11 .
2 Ribaldi si diceano i saccomanni, o i soldati
78 CAPITOLO VII. (1282 )
con pari fortuna maggior fazione fu combat- coli dell' opre vere accrescea. Donna in bianco
tuta al monte della Capperrina , il quale signo- paludamento sorvolar lunghesso le mura ; sten-
reggiando la città da libeccio , l'avea fortificato der soave un velo contro a' colpi, e ribatterli ;
Alaimo di steccato e fosso e giusta guardia innanti sue divine sembianze cascar l'animo
d'arcieri. Or avvenne ch' essi , come nuova mi- agli assalitori ; presi d'un ghiaccio volgersi
lizia, quel dì a un rovescio di gragnuola e di in fuga ; e saette inchiodarli , che il feritor
pioggia spulezzaron da' posti ; onde i francesi non vedeasi ; tribolato anco il campo di mor-
ei fiorentini, colto il tempo , pronti saliano tifera epidemia : tanto narravano i nimici sol-
per gli uliveti , e guadagnavan già l' erta . Sep- dati a' nostri , facendosi sotto le mura a par-
pelo Alaimo ; comprese ch'era perduta a un lamentare . L'attestavano con sacramento per
altro istante Messina ; e di tutto fiato si lanciò lo Iddio adorato da tutti gli umani, i saracini
alla riscossa , traendo con sè il popolo : e urtò ; stessi di Lucera ; e chiedeano una volta qual
e ripigliò il ridotto ; e in faccia a' nemici af- fosse la diva, e più diceano , se non che nato
franti per molta strage , caduta già la not- un subito allarme dileguaronsi . Pertanto te-
te, a lume di fiaccole risarcir fe'le barrate. nacissima surse in Messina , sprone a fatti
La notte del Campidoglio fu questa a Mes- più egregi, la fede di quest'aita soprannatu-
sina. S'eran gli ufici per tal modo ordinati rale della Vergin Madre , nella quale inespu-
nella città, che scritti in drappelli , dì e notte gnabili teneansi. Sgombro poi che fu l'assedio ,
s'avvicendasser gli uomini a vegliare in scolte alla celestiale proteggitrice alzavano nel lieto
e poste ; girassero in pattuglie le donne . Ri- nome della Vittoria un tempio : il miracol di
tentando i francesi a notte scura l'assalto generazione a generazione tramandossi , e la
della Capperrina, superati chetamente i ripari , facile istoria il registrò ".
in una delle donnesche guardie abbattonsi. Or narrinsi i miracoli umani : fornite le for-
Dina e Chiarenza, donnicciuole di cui l'isto- tificazioni nel tempestar dell'assedio : fatto un
ria ingiusta ne tramanda appena il nome, sal- popol di soldati : nè età, nè sesso provarsi im-
varon allora la patria : e fu prima la Dina a belle : null ' opra dura a niuno : vigilie , in-
gridare all'arme, scagliando insieme un masso terminabil disagio, penuria sostenuti senza fia-
che atterrò parecchi soldati ; l'altra a mar- tare uno scherzo la morte e più , invidia e
tellare a stormo le campane : onde il romore discordia incatenate : pensiero in tanta mol-
si leva, si spande : « Alla Capperrina il nemi- titudine un solo, far salva Messina. In pochi
co » altro il popol non sa , e nel buio , nel ro- dì, là dov' era accostevole a scale , arduo driz-
vinio , non misura il periglio , sì il cerca. Su- zasi il muro ; ove fiacco , si rassoda ; ove il
gli attoniti e delusi nimici piombò col suo luogo nol comporta , steccati, argini di botti,
fortissim'Alaimo , nè solamente rincacciolli , ma fascine a giusta distanza dalle cortine este-
saltando fuor dal ridotto , borghesi i nostri e riori fabbricano un contramuro. E cavan fon-
a piè , quei fanti vecchi spalleggiati da ca- damenta e murano e assestan travi e insie-
valli fin sotto il padiglione di Carlo incal- me combattono, quanti son umani nella città ;
zavano ' . vincendo lor passione gl' infermi corpi , le schi-
L'insperata virtù di codesti scontri miracol ve usanze, le vanità degli ordini . Nobili, giu-
parve a'nemici , e a'nostri stessi : il che i mira- risti, mercatanti , artigiani, infima plebe, sa-

Bart. de Neocastro , cap. 39. Si noti che qui Gio. Villani, lib. 7 , cap. 68.
e in altri luoghi io talvolta riporto le parole me- Bart. de Neocastro , cap. 40.
desime dello storico contemporaneo , là dove mi sem- Rocco Pirri , Sicilia Sacra, vol. 1 , pag. 407.
brano più vivaci.
CAPITOLO VII. 79
(1282)
cerdoti, e frati, e vecchi , e fanciulli all' opra alla cattedrale ; appresentategli le chiavi della
tutti secondo lor posse ; intenti ed ansiosi , città, e da Alaimo il baston del comando . Pre-
dice Saba Malaspina , quale sciame ch'affa- gavanlo prendesse lo stato nel nome della santa
tichi intorno a suoi favi . Donne cresciute in romana Chiesa desse un reggitore alla città :
dilicatissimo vivere, d'ogni età, d'ogni taglia a questi pagherebbero i tributi debiti al sovra-
fur viste a gara sudar sotto il peso di pietre no ma lungi , lungi i francesi dalla terra
e calcina ; e lì , tra il fioccar de' colpi , recarne della Chiesa li scacciasse per Dio . A che Ghe-
a' lavoranti ; girar dispensando pane e polenta, rardo secondo suoi maudati rispondea gra-
dissetandoli d'acqua , mescendo vini ; e più di vissime lor peccata : pure la Chiesa richia-
belle parole confortavanli : « Animo , cittadini ! marli con affetto di madre : a lui commesso
Nel nome della Beata Vergine, durate alle fa- di riconciliar Messina col suo re ; e lietamente
tiche. Vi serbi alla patria Iddio. Egli il vede il farebbe ma non parlasser di patti, che non
e difenderà Messina. » In questo gli altri si- n'è luogo tra sudditi e monarca : sperassero
ciliani , eludendo l'oste pe' tragetti de' monti, in Carlo, magnanimo , clemente, il quale per-
aiutavano la città di gente, d'armi , e di vit- donar saprebbe alla città , serbare i gastighi
tuaglie. Crebbe la virtù de' messinesi con a' soli efferati omicidi : vano architettar altre
l'uopo e co ' rischi , durò tutto l'assedio , e più pratiche : ubbidissero , e ne rimarrebber con-
valida ogni giorno rendea la difesa ' . tenti . « Messina , conchiudea , s'affida nel grem-
Perseverando siffattamente i cittadini , e bo della Chiesa ; in suo nome la risegno io
stando fermo Carlo nel disegno di ridurli senza a re Carlo. » E Alaimo : « A Carlo no , » con
battaglia , s'aprì una pratica per mezzo del voce di tuono proruppe , e 'l baston gli strap-
cardinal Gherardo , ch' entrovvi , richiedente o pava : « No , padre, vaneggii francesi mai
richiesto ( varian su di ciò le istorie ) e ca- più, finchè sangue e spade avrem noi . >> So-
rico certamente di clemenze del papa e del miglianti parole in suon di varie voci scop-
re ; ma uom non era da maneggiarle con in- piarono dalla moltitudine , alla quale invan re-
ganno. Il preso reggimento portò che con onori plicava Gherardo, invan essa a lui ; perilchè
di principe l'accogliessero i cittadini , come le- cessando il negoziato a furia di popolo , trenta
gato del pontefice ; onde fu condotto tra' plausi de' più notevoli cittadini deputaronsi a cercare

Niccolò Speciale, lib. 1, cap. 7 . et felicis Communitatis Messanae anno primo . Nos
Saba Malaspina , cont . pag. 372. Alaimus de Leontino Miles Capitaneus civitatum
Gio. Villani lib. 7 , cap. 68. Messanae, Cataniae, et a Tusa usque ad Aguliam
Giachetto Malespini, cap. 211 ; i quali due tra- Augustae ; consilium et comune praedictae civita-
scrivono il principio della canzone : tes Messanae etc.
Deh com ' egli è gran pietate Per questo fu accordata ai cittadini di Siracusa
Delle donne di Messina , nel comune e distretto di Messina , la franchigia
Veggendole scapigliate delle dogane, dritti di pesi e misure , e altre gra-
Portando pietre e calcina. vezze , in merito d'aver mandato giusta forza di
Iddio gli dea briga e travaglia cavalli e di fanti , nel presente assedio dell'ingente
A chi Messina vuol guastare, ec. esercito di re Carlo, e d'aver tenuto fede a Mes-
Bartolomeo de Neocastro, cap. 42 , narrando un sina.
assalto dato alla città, fa menzione degli stessi 2 Bart. de Neocastro tien la prima di queste o-
particolari. pinioni ; Giachetto Malespini , seguito dal Villani e
Gli aiuti delle altre città confermansi da un di- dalla Cr. an. sic. la seconda ; Saba Malaspina ,
ploma del 15 agosto 1282, in Gallo, Annali di Mes- senza dir nè l'uno nè l'altro , porta il fatto della
sina, tom. 2, pag. 131 , nel quale si legge il titolo : venuta del cardinale a Messina.
Tempore dominii sacrosanctae Romanae Ecclesiae,
80 CAPITOLO VII. (1282)

in ragionar più queto qualche strada agli ac- scomunicata pria la città ; e ingiunto a tutti
cordi. chierici che in tre di ne sgomberassero ; ai
Venian proponendo patti al re disdicevoli , rettori del comune, che in quaranta di com-
2
a Messina pericolosissimi, e peggio al rima- parissero a corte del papa. *
nente della Sicilia : perdonasse Carlo alla cit- Tacqui d'una epistola di Martino , che Gia-
tà : gli bastasser l'entrate de' tempi del Buon chetto , il Villani , e la storia della cospira-
Guglielmo nè soldato nè ministro francese in zione portan come letta da Gherardo a' mes-
Messina mettesse pie' : la si reggesse per uom sinesi, non riferita punto dagli scrittori degni
latino a scelta dal re ; dai quali termini il di maggior fede, e zeppa d'ingiurie , fuor dal
legato non valse a rimuoverli un passo . On- sonante stile della romana curia , da' concetti
de , o ch'ei se ne riferisse al re, e questi ri- della bolla che deputava Gherardo , e dall'o-
cusasse tutt' altri patti che di resa a discre- prar tutto del papa e di Carlo in que' primi
zione , com' alcuno scrive ; o che il cardi- tempi. Fabbricata la giudico perciò da' detti
nale conoscesse la mente di Carlo si addentro autori , che mal intrecciano , com' altrove no-
da non averla a ricercar nuovamente , risoluto tai, queste istorie del vespro. Nè meglio regge
ei disdisse l'accordo ; con isdegno grandissimo l'altro supposto , che Gherardo suggerisse a
de' cittadini. E tra i popolani più ardenti , che Carlo d' assentir l'accordo con Messina, e vio-
fremeano e schiamazzavano a tal niego , al- larlo , insignorito che fosse della città ; pe-
cuno drizzandosi a Gherardo il rimbrottò : ・ rocchè s' ai messinesi spiacque nel caldo di
« Vedi candor di pastori che consiglianti ignu- loro speranze la ripulsa del legato , ammirava.
do porgere il collo al manigoldo perch' abbia tutta la Sicilia poi, com' afferma Speciale, quel
clemenza ! Quante ore dura la clemenza di suo onesto e franco negoziare ; talchè se l'eb-
Carlo ? Lungi da noi cuor di selce, torti in- be in rinomanza di santo 4.
gegni, insidiose lingue : voi ne vendeste al fran- Com' ei scornato e mesto fe' ritorno al cam-
cese ; ci riscattammo con l'arme noi ; ed or po , tanto furor prese i soldati assetati della
che vi offriamo temperata signoria della bella vasta preda della città , che , non aspettato co-
Sicilia, la schifa Martino , e si fa mezzano al mando , tumultuosi diero a stormeggiar le mu-
francese, non vicario del Cristo di mansuetu- ra ; e venner indi con più agevolezza respin-
dine e amore. Oh temete , temete la giustizia ti 5. Bella prova anco feano i nostri ne' mi-
del Cristo ! E tu riedi al tiranno angioino, per nori ma ordinati assalti rinnovellati poscia o-
dirgli che nè lioni nè volpi mai più entre- gni di ; perchè abbandonò Carlo il consiglio di
rauno in Messina ! » Allibito al minaccevole stringere e minacciare, e tentar volle la espu-
aspetto del popolo , frettoloso uscia Gherardo ; gnazione della città , senza miglior frutto ; quan-

Saba Malaspina , cont. pag. 371 scrive quidam 2 Bart. de Neocastro , cap. 41 .
Antropi cives archipopulares . Alla interpretazione Saba Malaspina , cont. pag. 370-71.
dell' Antropi indarno mi sono affaticato. L' egregio Gio. Villani, lib. 7 , cap . 66 e 67.
mio amico G. Daita, professor di eloquenza in Pa- Giachetto Malespini , cap. 211 .
lermo , giovane d'alto ingegno e molta perizia nelle Cron. della Cospirazione, pag. 267.
lettere latine, pensa che con quella voce, che in Niccolò Speciale, lib. 5 , cap . 9.
greco suona uomo , Malaspina volesse significar fi- La risposta d' Alaimo , e le rampogne de ' messi-
lantropi, o veramente scaltri, bravi , uomini di tutta nesi al legato quando si ruppe il trattato, l'ho ca-
botta. Io aggiugnerei che forse l' Antropi ( che si vato in gran parte da Neocastro e da Malaspina .
vede così con la prima lettera maiuscola nel testo 3 Gio. Villani , lib . 7 , cap . 66 .
pubblicato dal di Gregorio ) potrebbe essere nome 4 Niccolò Speciale, lib. 3 , cap . 9.
proprio di qualche famiglia . 5 Saba Malaspina, cont. pag. 371 .
(1282 ) CAPITOLO VII. 81

do la vigilanza de' nostri deludea tutt' inge- pertanto si deliberò universale od estremo .
gni dell'inimico ; il saettame l'affliggea di morti Era il quattordici di settembre . Allo schiarire
e ferite ; la fortuna avversa in ogni fazione del di, appresentossi l'oste a cerchio , dal pia-
gli fea perder tutta speranza di vincere una no , dal monte in ordinanza , con macchine
volta. Carlo richiamate le genti da Milazzo , e infiniti ordegni : splendenti in lor armature
poneale a campo nel borgo di san Giovanni , cavalcano per le schiere i baroni ; Carlo esorta
ov' oggi, estesa la città oltre l'antico cerchio , a combatter no , sclamava , ma a far macello
è il Priorato e indi il borgo di san Leo. Così de' vili borghesi. A un tempo l'armata con
l'accerchiò da settentrione e da mezzogiorno, una tramontana gagliarda, a golfo lanciato in-
ove più comodo alle offese parea il terreno ; vestia la bocca del porto ; ed era primo in
lasciando libero l'aspro colle guardato dal ca- fila uno smisurato naviglio pien d'uomini e
stel di Matagrifone. Ma questo a ' messinesi di macchine, guernito di cuoia contro i fuo-
fu nulla ; se non che temendo pei difficoltati chi , il quale col possente urto spezzasse la
sussidi qualche stremo di penuria, mandaron catena. Ma questa Alaimo avea con maravi-
via, duro ma inevitabil partito , la minutaglia gliosa cura affortificato. Quattordici galee ar-
più inetta all' arme ; la quale tapinando per mate di strenua gioventù , e tramezze sei navi
le campagne cadde , inutil preda , in man dei cariche di mangani e altri ingegni , schiera-
nemici. Indarno sempre e con molto lor san- vansi dentro dalla catena ; fuori , tese sott' ae-
gue ritentavan essi poi con forti impeti il dì qua, grosse reti che rompessero il momento
quindici agosto la Capperrina , il due settem- degli ostili navigli sorgea sulla riva un ri-
bre le mura a settentrione. Sfogarono con ri- dotto di forte legname ; e in quello munitissimi
sarchiar saccheggiando il contado ; e stender d'arme i suoi più feroci .
fino alle chiese le mani ladre ; manomettere Quivi la prima zuffa appiccossi. Difilandosi
i sacerdoti ; il sacro arredo, la croce , la ef- la maggior nave sopra il ridotto d'Alaimo ,
figie della divina madre trascinare al campo , impigliasi nelle reti , con sassi e dardi tem-
e barattare vilmente . pestanla i nostri , le gittano i fuochi , le squar-
Acerbe novelle in questo conturbavano Car- cian le vele ; e mentre pur tenea la battaglia ,
lo venuto d' Affrica con forte stuclo di navi saltato il vento a ostro , tutta sdrucita e sgo-
Pier d'Aragona ; cintagli in Palermo la co- menata fu forza che si ritraesse , e la flotta
rona del reame ; gli animi de' siciliani avva- con lei. Il perchè tutta la virtù de' difendi-
lorarsi ; adunarsi le forze ; risguardare all' as- tori alla parte di terra fu volta ; ove terribile
sediata città e questa ei vedea nè per insulto e diverso tante turbe portavan l'assalto. Qui
di guerra, nè per fame fiaccarsi . A un assalto a far breccia drizzano i gatti³ contro la mu-

Bart. de Neocastro , cap. 41. la stessa data del campo sotto Messina a 7 settem-
Saba Malaspina, cont. pag. 371-72-73. bre. Carlo rifiutava tre galee di Marsiglia che vo-
Di questo tempo v' hanno nel r. Archivio di leano entrare ai suoi soldi , e diceva egli averne
Napoli pochi diplomi, com'è ben naturale . Ne no- pur troppe. Su queste galee la principessa di Sa-
terem tre, i quali se non ispargon molta luce su lerno sua nuora era andata da Marsiglia fino alla
i fatti che narriamo , servono ad attestare la per- riviera di Genova, ove sbarcò per venire a Napoli
manenza di re Carlo nel campo . L'uno è dato in per terra col marito. Le galee erano andate anco
castris in obsidione Messane , a 3 settembre 11ª Ind . a Napoli, e s'offrivano ai servigi del re .
( 1282 ) per armenti in terraferma ; l'altro nello 2 Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 14.
stesso luogo il 10 settembre per alcuni cavalieri 5 Stromento da batter le mura, che terminavasi
mercenari , reg. segnato 1283, E fog. 1 e 14. Ibid. in un capo di gatto, come appo gli antichi l'ariete,
a fog. 14 si legge un diploma più importante con Chiamavasi anche gatto una robustissima tettoia
11
82 CAPITOLO VII.
( 1282 )
raglia, o sottentrano a zapparla da pie' ; qui l'ultimo fiato non si pugnasse. Così infiammati
ov'è più bassa , appoggian le scale , approc- i nostri da' più santi affetti dell' animo, i ni-
ciano le cicogne ' ; gli altri stuoli co' tiri delle mici da avarizia e paura de' duci , travaglia-
saette fan prova a cacciar dallo spaldo i mes- vansi da mattino a vespro ; ma la furia dello
sinesi. Ed essi con un grandinar di ciottoli assalto indarno contro la nobil cittade si con-
e frecce rispondeano virilmente ; riversavan sumò. Di fracassate macchine , spezzate armi ,
su i più innoltrati olio e pece bollente ; git- cadaveri mutili e abbronzati atteggiati in ogni
tavan massi e fuoco greco alle scale . Asce- più strana convulsione di morte , stendeasi a
sero alquanti sul muro ; ma non n'ebber che pie ' delle mura spaventosa ghirlanda ; ove mag-
diversa la via della morte, non bersagliati da gior assai fu il macello de' francesi che degli
lungi , spacciati da petto a petto co' brandi. italiani dell'oste, perchè, noti alle insegne, men
Alaimo sfavillante in volto , corre per ogni li bersagliavano i nostri. Il re sul limitare della
luogo, agli steccati , agli spaldi, ov'è maggior chiesa di Santa Maria , rodeasi di rabbia agli
l'uopo, ove più aspro il pericolo ; sopravvede impotenti assalti , quando un dottor Bonaccor-
2
i movimenti del nimico , regge tutta la dife- so con bel tiro di mangano l'imberciò . Cad-
sa, rifornisce gli stanchi co' freschi guerrie- derne due cavalieri francesi , fattisi innanti in
ri, supplisce l'arme, esorta, e combatte. Con quell'attimo per caso , o eroic ' atto ; e il re
esso i condottieri, i cittadini di maggior no- preso d'un giel d'insolita paura di lì si tolse.
me adopran secondo la prova estrema e dispe- Alfin visto ch' anelanti e sanguinosi d'ogni do-
rata in tutto il popolo è una virtù . « Viva ve piegavano i suoi e il tristo dì volgeva a sera,
Messina e libertà ; » e torna la lena a' petti , fe' suonare a raccolta . Un grido rintonò a que-
e s'addoppia il vigore alle braccia , e non è sto per tutta la corona de' muri ; e impetuo-
chi curi di colpi e di morte . Nel fitto nembo samente i cittadini saltando fuora , inseguiano
de' tiri vedeansi le donne sopraccorrer fran- i ritraentisi come in rotta , motteggiandoli e
che , piene i grembiali di sassi , cariche di ammazzando ; che infin sotto gli occhi del re
saette a fasci , di fiaschi e cibi a ristorare i spogliarono i cadaveri . E seguiva in città un
forti fratelli. E quali mostrando lor bambini abbracciarsi a vicenda, un lagrimar di gioia ,
in braccio, ricordavano che li sgozzerebbe quel- un tripudio cui null' altro al mondo agguaglia.
lo spietato straniero ; e vedrebbero rapite le Alaimo, l'eroe di Messina, ricordava le geste,
sacre vergini , contaminati i casti letti , strage rendea merto a' più valorosi a nome della pa-
e vergogna, e spianata Messina , se fino al- tria , e tra i più valorosi alle donne , delle

mobile su ruote o altrimenti, di che coprivansi gli collo ; e propriamente si chiamava cicogna o te-
assalitori mentre percotean le mura . Era la tettoia lone la trave. V. Niccolò Speciale, lib . 3, cap. 22,
di grosse travi a graticcio, coperta di assi , e fo- nell'assedio del Castel d'Aci.
derata di cuoio , e talvolta anche sormontata di 2 Bartolomeo de Neocastro dice maestro . Questo
uno strato di terra , da scemare e sostener l'urto vocabolo aggiunto a titoli d'uficio era dignità :
di che gettasser d'in su i muri gli assediati . Vedi maestro giustiziere , maestro de' conti ; aggiunto
D' Esclot, cap. 161 e seg. e Bart. de Neocastro , ad arte avea il significato che oggi conserva. Ma
cap. 110, che ne fanno menzione, l' uno nell' asse- par che ai soli dottori in medicina o altra scienza
dio di Girona, l'altro in quel d' Agosta. si dicesse assolutamente maestro , in titolo d' ono-
Torricciuole di legno mobili su ruote interiori. re di che, per lasciar le tante memorie pubblicate
In cima v' era congegnata una lunga trave, che ser- e notissime de' secoli XII e XIV , citerò solo le
via di ponte agli assalitori , calandosi sul muro numerose cedole reali ad avvocati , medici , e ce-
quand' era approcciata la torricella. Questa così so- rusici, chiamati tutti assolutamente magister, ch'è
migliava a una cicogna che stenda il lunghissimo appunto il dottore o professore d'oggidì.
CAPITOLO VII. 83
(1282 )

quali alcuna riportò onor di ferite in quella tentar la fede d'Alaimo , senza comprendere
tenzone. Poco lutto a queste gioie si mescolò , che da tanta altezza di virtù non si precipita
per aver pugnato i nostri da' ripari. La notte al più schifo ed esacrando vitupero della tradi-
uno stuolo condotto da Leucio arrisicatissimo gione. Offrivagli occultamente perdonata ogni
combattitore , con nuova strage si saziò dei colpa a Messina , fuorchè a sci de' più faci-
nemici , sorprese gli assonnati , i desti con- norosi ; a lui diecimila once d' oro , rendita
tenne con la paura , e carico di bottino tor- di annue once dugento , onori e dignità a suo
nossi. grado ; mandavagli pergamena bianca col sug-
Indi quanta esultanza nella città , ramma- gello reale ; Alaimo scrivesse. E Alaimo, fat-
rico e spavento lasciava quel sanguinoso giorno tagli fiera risposta , tornava ad esortare i cit-
nel campo . Qual toro sgarato, dice il Neoca- tadini , tornava a provveder le difese ; e a ral-
stro, gittossi Carlo a giacere , men da fatica legrar la plebe afflitta dallo stretto blocco ,
che dal cruccio dell ' animo : e girava intorno apriva i granai occultati da antiveggenza nei
lo sguardo , e vedea scoramento ; pensava a primi tempi. Del resto non si pat penuria ;
Messina, alla Sicilia, a Piero, e maggiori di- sovvenendo anco la pescagione , sì abbondante
spetti il dilaniavano . L'assalto non rinnovò più che Bartolomeo de Neocastro l'appone a mira-
mai ; ma con forti posti occupò le uscite ; colo . E Messina vincitrice rideasi ormai del-
pose i mangani a scagliar contro le porte una l'assedio, quando l'avvenimento di Pier d'Ara-
tempesta di sassi ' . Scese anco il superbo a gona l'accelerò a lietissima fine .

CAPITOLO VIII.

Cagione della debolezza del governo preso nella rivoluzione. Si pensa a Pier d' Aragona. Sua partenza di Catalogna per Affrica ; fatti
militari ; ambasceria a Roma. Parlamento in Palermo , che sceglie Pietro a re. Com' ei guadagna gli animi de' suoi , accetta
la corona. Viene a Trapani. E' gridato re in Palermo. Disposizioni per soccorrer Messina ; oratori di Pietro a Carlo ; ultimi fatti
d'arme nell' assedio. Carlo sen ritrae con perdita e onta. Giugno a settembre 1282.

Degno argomento è di considerazione come cutivo ; e indi mancava nel maggior uopo la
venendo re Carlo sopra la Sicilia , debolmente virtù del comando. Non ebbela il parlamento,
qui si reggesse lo stato , poco appresso ri- perchè non si fè permanente ; e perchè d'al-
voluzione si violenta , e mentre le muni- tronde la riputazion dello stato , passando in
cipalità vigorosamente operavano. Percioc- questo tempo dai popolani ne' nobili , nell'atto
chè in queste gli uomini , vedendosi in viso , del mutamento non era forte in alcuno. Dap-
s'intendean tra loro molto vivamente ne' bi- prima, il dicemmo , tutto fu brio di repub-
sogni comuni ; e i capitani e i consigli di po- blica , e ordini democratici . Poi, dileguandosi
polo lor forze drizzavano a pronti fatti. Ma quella spinta, la parte baronale preponderò ,
nella nazione , i parlamenti gridando il nome per l'avvantaggio delle sostanze , e le con-
della Chiesa s'eran rimasti dal creare una suetudini degli uomini ; e perchè all'ostil con-
signoria, o, come oggidì suona , potere ese- tegno di Roma, agli armamenti di re Carlo , il

• Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 14. 2 Bart. de Neocastro, cap. 43.


Bart. de Neocastro , cap. 42 .
84 CAPITOLO VIII . ( 1982 )

popolo non pensò più a tenere il governo Questi diversi umori de' popolani e de' no-
dello stato, ma soltanto a fuggir l'empio bili, questo mutamento dello stato da' primi
giogo ; onde affidossi a coloro che sopra ogni ne' secondi , richiedendo e tempo e opportune
altro parean savi e possenti. Perciò al primo circostanze al pien loro effetto , ne seguì che
capitan di Messina succedea Alaimo , e chia- irr/soluti e divisi ondeggiarono i siciliani a
mavanlo, allo stesso uficio tutte le terre per lungo sul partito di chiamar l'aragonese. Le
gran tratto delle costiere di settentrione e le- pratiche s'incominciaron private ed occulte
vante ; perciò Macalda, moglie d'Alaimo , da' partigiani , non in modo pubblico dalle
ne tenea le veci in Catania I ; perciò se città . Indi vaghe notizie abbiamo del primo
nei primi parlamenti leggiam solo di sin- appicco di tal trattamento, che i diversi scrit-
dichi e capitani di popolo , vanta Speciale in tori diversamente narrano , perchè pochi po-
cotesti successivi la frequenza degli adunati tean saperne, o amavano a dirne il vero 4 .
nobili e savi personaggi . La quale muta- Ma certo e' pare che Pietro dopo la rivolu-
zione a un'altra maggiore condusse. Degli zione caldamente si fece a brigar qui coi
ottimati , alcuni per le pratiche anteriori te- suoi partigiani per usarla a suo pro ; e che
nean forse a Pietro riconosceano i più il ei della Sicilia avea brama assai più ardente,
dritto della Costanza tutti la monarchia più che non la Sicilia di lui.
che la repubblica amavano ; nè vedeano in S'armava e tacea tuttavolta il re d'Ara-
tanto pericolo altro migliore partito che ub- gona quando l'isola si levò ; restando se-
bidire ad un solo . A chiamarlo intesero dun- polti per sempre in quel cupo animo i pri-
que ; e in ciò affidati si rimaser da tutt' altro mitivi disegni ; che tal non sembra la finta
generoso imprendimento , mentre Messina for- guerra d' Affrica, perchè non avrebbe operato
tuneggiava, e con lei la comun libertà . Solo da savio a tacerla si pertinace al papa e a
con le forze che vi s ' eran chiuse , e con re Filippo , con certezza di fomentare i so-
quegli spessi ardimenti di trafugarvi armati e spetti. Ritraesi inoltre , che segretissime pra-
vivanda 3 , soccorreanla, chè tenesse contro tiche avesse ei tenuto col signor di Costan-
l'esercito nemico infino all'avvenimento del tina ; il quale minacciato dal re di Tunisi,
re d'Aragona. gittavasi a implorar cristiani aiuti, e a Pie-

Bart . de Neocastro , cap. 43. tessere il suo racconto : che non volendo il re en-
2 Lib. 1 , cap. 8 e 9. trare in quella impresa senza intender l'animo dei
3 Questi aiuti, che il Neocastro dissimula un po- messinesi, rispondea manderebbe a ciò suoi fida-
co, sono accennati da Speciale , lib. 1 , cap. 7 e 16. ti , ma nulla prometteva intanto . Così dà tempo e
4 Non merita piena fede Bartolomeo de Neoca- sembianze a quesià pratica, a maggior vanto di
stro, che le attribuisce ( cap. 21 ) ai palermitani , Messina sua, senza pure accorgersi che Messina
narrando come sbigottiti a veder nimico il papa, splendea di tanta gloria verace da doversi sdegnar
e Messina leale ancora a casa d'Angiò , deliberas- l'accattata.
sero, persuasi da un Ugone Talach, di gittarsi in Lo Speciale , il D'Esclot , il Montaner , e Saba
braccio all' Aragonese , con tanta prestezza , che Malaspina non parlan d'altro , che dell'ambasce-
Niccolò Coppola orator loro sciogliea per Catalo- ria pubblica, della quale ora diremo.
gna il dì 27 aprile. I Neocastro incespa nel com- I racconti del Villani , lib . 7 cap. 69 , e della
puto del tempo, con dir che giunto Niccolò in otto cronaca anonima della cospirazione son sì lontani
giorni alle Baleari , una fortuna di mare spingealo da tutte queste testimonianze istoriche, da nemmeno
sulle spiagge d' Affrica ; dove s' avvenne in re Pie- farsene parola. Essi non mancano di mandare ora-
tro, che egli medesimo afferma partito di Spagna tor dei siciliani a Pietro il loro protagonista Gio-
il 17 maggio , e per più autorevole testimonianza vanni di Procida.
si sa approdato in Affrica il 28 giugno. Segue a in-
(1281 ) CAPITOLO VIII. 85

tro , profferia riconoscerlo per signore , e assentimento 6. Chiama reggenti dello stato
aprirgli la via a larghi acquisti in Affrica , il medesimo Alfonso e la regina Costanza.
dove alle armi d'Aragona si sarebber voltati Fa testamento e adunati in gran segreto
i moltissimi cristiani che a' soldi di Tunisi Pietro Queralto, Gilaberto de Cruyllas , Gio-
militavano . Sia dunque che Pietro doppio vanni di Procida, Blasco Perez de Azlor , e
gioco tentasse , d' Affrica e di Sicilia , o che Bernardo de Mopahon , innanti ad essi di-
quella impresa macchinasse come scala chiara ceder di presente ad Alfonso i reami
quest'altra, cominciò a scoprirsi alquanto con d'Aragona, e Valenza , e il contado di Bar-
mandare un oratore a chieder al papa aiuti cellona. Il tre giugno infine 7 , accomiatatosi
per guerra contro saraceni : a che non ri- dalla reina , e benedetti con molta tenerezza
spondendo Martino 3 , l' aragonese in fin di i figliuoli , salpa con l'armata : ed era tut-
primavera, quando gli erano pervenuti senza tavia ignota l'impresa . Discosto che fu venti
dubbio gli avvisi de' fatti di Sicilia , affrettò miglia, l'ammiraglio percorrendo sur un bat-
ogni suo apparecchiamento alla guerra. L'o- tello tutte le navi, fè volgere a porto Maone;
pra d'un mese , dice Montaner , in otto di diè ad ogni capitano un plico suggellato da
fornivasi sotto gli occhi del re . Adunossi aprirsi poi all' uscir da quel porto . Pochi di
picciola forza di cavalli , e molta di eletti stettervi ; finchè, avuti avvisi da Costantina ,
fanti leggieri 4 : la più parte dell'oste si tro- Pietro comandò di far vela e allora il si-
vò a porto Fangos presso Tortosa il di venti gnor di Minorca , vassallo d' Aragona , ma sa-
maggio e allor Pietro con estrema cura racino, non ostante quel geloso segreto , ap-
ogni cosa ordinò all'assetto della regia casa postosi al vero dal corso delle navi e altri
e del regno. Accelera il matrimonio d' Al- indizt, ne mandò avviso in Affrica per una
fonso suo con Eleonora figliuola d' Eduardo 1 . saettia che passò i catalani 8. Arrivaron
d'Inghilterra ; deputando i vescovi di Tarra- costoro il ventotto di giugno , con dieci
gona e di Valenza a dare per lui il paterno o dodici migliaia tra fanti e cavalli , al

1 Saba Malaspina, cont. pag. 361 . Surita, Annali d'Aragona, lib. 4 , cap . 19 c 20.
Giovanni Iperio , in Martene e Durand , Thes. 9 Annali Genovesi, in Muratori R. J. S. tom. 6 ,
Nov. Anecd. tom. 3, pag. 762. pag. 576, e Geste dei conti di Barcellona, cap . 28,
2 Montaner, cap . 44. loc. cit., i quali ho creduto seguire piuttosto che
D' Esclot, cap. 77 78. Neocastro , che porta la partenza di Spagna il 17
3 Diploma di Pier d'Aragona del 19 (agosto ?) maggio, e Villani, lib. 7 , cap. 69, il quale seguendo
1282 ; Doc. num. vi. in fin di questo volume. Giachetto Malespini la differisce infino a luglio .
4 D'Esclot , ibid . All' autorità degli Annali Genovesi e del contem-
Montaner, cap. 46, 48 . poraneo catalano per queste date aggiungon fede
5 Surita, Ann . d'Aragona, lib . 4 , cap. 13 . il testè citato diploma del 1 giugno 1282 , e il te-
V. anche Geste de' conti di Barcellona, cap. 28, stamento dire Pietro, del quale è una copia tra i
nella Marca Hispanica del Baluzio. Mss . della Biblioteca comunale di Palermo Q. q.
6 Diploma dato di Port Sangos o Fangos il G. 1, fog. 119, dato di porto Fangos il 2 giugno .
1 giugno 1282 , in Rymer, atti pubblici d'Inghil- 10 Gli annali genovesi, in Muratori, R.I.S. tom. 6 ,
terra, tom. 2 , pag. 210. pag. 576, dicono 10000 fanti, 350 cavalli , 19 ga-
7 Surita, Ann . d'Aragona , lib. 4, cap. 19 e 20. lee , 4 navi, ed 8 teride. Saba Malaspina , cont.
Per le date ho seguito, ancorchè non contempo- pag. 364, allegando per questa impresa d' Affrica
raneo , questo autore , che potè correggerle compi- una relazione presentata al papa , porta 1400 ca-
lando gli annali su i contemporanei e i diplomi . valli, e 8000 fanti con le picche, oltre i balestrieri.
8 Montaner, cap. 49, 50. Giovanni Villani , lib. 7, cap. 69, dà a Pietro 50
D' Esclot, cap. 79, 80. galee, molti legni di carico, e 800 cavalli. Barto-
86 CAPITOLO VIII.
( 1282 )
porto di Colla , nella signoria di Costantina . fatti de' baroni dell' oste. La somma è, che
Trovò Pietro mutata quivi ogni cosa per da religione e abborrimento di violenza stra-
l'annunzio precorso , o loquacità del saraceno niera , le torme de' cavalli arabi piombaron su
alleato, o tradimento altrui . Abbandonato era i catalani, che d'arte e d'animo gli avanza-
in Colla il porto , e la città ; e da mercatanti vano , e li respinser indi con molta uccisio-
pisani seppe indi a poco , ucciso il signore , ne . Ma non bastavan essi nè ad espugnar
e Costantina in man dei nemici : ma quanto Costantina, nè ad innoltrarsi altrimenti nel
più perduta parea l'impresa , tanto più per nimico paese ¹ .
grand' osare e gran vedere ei rifulse innanti Dopo questi fatti d'arme , nuov ' arte sug-
i catalani , e quegli indipendenti animi con gerita da Loria e dagli altri usciti italiani ,
la gloria si cattivò . Al veder solinga e muta divisava il re ad aggirar le genti sue ; e in-
la spiaggia, il soldato temea frode de' bar- sieme tener a bada il papa , che non vibrasse
bari ; esitava fino al predare ; e negava en- anzi tempo i suoi colpi ; onestare appo gli altri
trar nella terra , se non era pel re. Tutto potentati la meditata impresa ; vincer le ul-
solo con un compagno si fa egli alle porte ; time dubbiezze in Sicilia . Chiamati i princi-
smonta di cavallo , mette l'orecchio a fior pali dello esercito , di loro assentimento al
di terreno per coglier qualche leggiero rim- papa inviò con due galee Guglielmo di Ca-
bombo e fatto certo che persona viva non stelnuovo e Pietro Queralto , che sponessero
v' ha , rassicurando i suoi, entra egli primo. la sconfitta degl' infedeli , e chiedessero i fa-
Solo indi, o con pochi, cavalcava a ricono- vori soliti in tai guerre legato apostolico ;
scere il paese ; con pronte arti rafforzava il bando della croce ; protezion della Chiesa
campo ; guardava i passi ; spiava ogni mo- sulle terre del re e de' suoi in Ispagna ; e
vimento dei nemici : e venendosi alle mani , le decime ecclesiastiche , raccolte già e ser-
tra i più feroci quasi temerario pugnava. Le bate . Queste grazie, ei pensava , consentite
geste non ci faremo a narrare , scorgendone renderebbel si forte da potersi scoprir senza
le memorie maravigliose tutte, e diverse tra pericolo, negate darebber pretesto a volgersi
loro perchè gli ambasciadori mandati al ad altra impresa 3. Ma gli oratori navigando
papa , o i soldati che raccontaronle o scris- d'Affrica a Montefiascone, ove papa Martino
serle, ingrandian favoleggiando le migliaia di fuggia il caldo della state , o i romori già
migliaia di barbari ; gli spaventevoli scontri ; surti in Italia contro parte guelfa 4, appro-
il macello ; la virtù dei fedeli ; i memorabili darono, come se sforzati da' venti , in Paler-

lomeo de Neocastro, ch'è sempre in sull'ingran- Bart. de Neocastro, cap. 17 .


dire, dice 900 cavalli , 30000 fanti , 24 galee , 10 D'Esclot, cap . 80 , 83 , 89.
navi, e 10 vascelli a remi. D'Esclot 800 cavalli , Montaner, cap. 51 , 53 , 55 , 85 .
13000 fanti , e 140 vele. Montaner • 20000 fanti , 3 Saba Malaspina, cont. pag. 375 .
8000 balestrieri , oltre i cavalli, e 150 vele. A me Montaner, cap . 52 .
è parso tenermi piuttosto agli annali di Genova , D'Esclot, cap . 84 85.
ch' han maggiore autorità, s'accostano a D'Esclot, Geste de' conti di Barcellona , cap. 28, loc. cit.
e portano il numero più credibile. Diploma di Pier d' Aragona in Rymer, atti pub-
Il nome di questa terra è storpiato diversa- blici d'Inghilterra , vol . 2, pag. 208.
mente ne' diversi ricordi de' tempi ; de' quali un Surita, lib . 4 , cap. 21 .
la dice Ancalle, uno Antola , altri Altoy ; i più e- Il Montaner e il D' Esclot portan come sincera
satti Alcoyl o Alcolla, che è il vero nome prece- e schietta questa missione al papa.
duto dall' articolo arabico al.
4 Saba Malaspina, cont. pag. 376.
2 Saba Malaspina, cont. pag. 361 e 367.
( 1282) CAPITOLO VIII. 87

mo ; mentre i baroni e i sindichi delle città e Pain Porcella catalano 3. Bartolomeo de


ragunati a parlamento , in gravissima cura Neocastro aggiugne fede alle sollecitazioni del
si travagliavano . re d'Aragona e alle disposizioni degli animi
Nella chiesa di santa Maria dell' Ammi- nel parlamento, col narrar semplicemente 4,
raglio , bel monumento de' tempi normanni, che Giovanni Guercio cavaliere , il giudice
ch'or addimandasi della Martorana , sedeva Francesco Longobardo professor di dritto , e
il parlamento costernato e ansioso per l'as- il giudice Rinaldo de' Limogi , inviati già
sedio di Messina , trovando scarsi tutti i par- prima da Messina a Palermo per trattar la
titi , e dall' uno correndo all' altro , com' av- chiamata di Pietro , avvenutisi in Palermo
viene negli estremi pericoli. E parlava alcun con gli oratori del re , speditamente il nego-
già da disperato di fuggir dalla misera patria , zio ultimavano . Mentr' ei così scrive , il sem-
quando il Queralto, testè arrivato , appresen- plice Anonimo porta il Queralto approdato
tossi in parlamento a mostrare una via di per caso in Palermo ; e il cortigiano Spe-
salvezza chiamassero al regno Pier d' Ara- ciale o favoleggia o simboleggia d'un vec-
gona, principe di gran mente, di gran valore, chio ispirato , fattosi di repente nel costernato
vicino con agguerrita gente , spalleggiato da parlamento ad arringare. Ma niuno non ve-
indisputabili dritti alla corona. Messo questo de che nè fortuito caso fu, nè miracolo que-
partito dunque tra i consapevoli e gli sbigottiti, sto meditato colpo di scena , sviluppo delle
d'un subito fu vinto ; deliberandosi d' offrire pratiche de' nostri ottimati con re Pietro. In
Pietro la corona , a patto ch' osservasse tutte questo parlamento, nel vespro non già , trion-
leggi, franchige, e costumi del tempo di Gu- fava l'antica congiura.
glielmo il Buono , e soccorresse la Sicilia con Giunti Castelnuovo e Queralto a Monte-
le sue forze fino a scacciarne i nimici 2 : del fiascone , lietamente il papa li udì ; per vero
quale messaggio mandavansi apportatori in credendo volto addosso a' mori quel sospet-
Affrica con lettere e pien mandato di tutte tato armamento del re ; ma le inchieste non
le siciliane città, Niccolò Coppola da Palermo assentia di leggieri , avvolgendosi negli in-

Anonymi Chron . Sic. , cap . 40. Giovanni di Procida ito ambasciador de' siciliani
Queste sollecitazioni a' siciliani sono apposte a a re Pietro.
Pietro dal Nangis, in Duchesne H. F. S. vol. 5, Lasciando da parte il Montaner, che nulla dice
pag. 339 ; e sì da papa Martino nel processo , che della deliberazione del parlamento siciliano e rac-
leggesi appo Raynald , Ann . Ecclesiastici 1283 , § 21 . conta l'ambasciata in modo assai strano , è note-
2 Queste condizioni , taciute dagli altri , e pur vole che il D'Esclot porta espressamente questo
necessarie, son riferite dal D' Esclot, cap. 90, 91 . parlamento in Palermo nel tempo dell' assedio di
3 Anonymi Chr. Sic., cap . 40. Messina, e lo accordo generale nella esaltazione di
Niccolò Speciale, lib . 1 , cap . 8 e 9. Pietro , a proposta del capitano del popolo . Non
Saba Malaspina, cont. pag. 373, 374. dice la persona, nè indica l'uficio di costui in mò-
Annali Genovesi, in Muratori, R. I. S. tom. 6, do più particolare . Potrebbe indi supporsi che pre-
pag. 576. sedesse in quell' incontro al parlamento il primo
Paolino di Pietro , in Muratori , R. I. S. tom . 26, de' capitani del popolo di Palermo, Ruggiero Ma-
agg. pag. 37 . strangelo , che alla esaltazione di re Pietro ebbe,
D'Esclot, cap. 87. forse in merito dell' opera sua , la carica di gin-
Montaner, cap. 54 . stiziere ne' territori di Geraci , Cefalù, e Termini.
Giachetto Malespini , cap . 212 . Diploma dell' 8 febb. 1283 , ne' Mss. della Bi-
Gio. Villani, lib. 7, cap. 69. blioteca comunale di Palermo Q. q. G. 12,
Cron. della cospirazione di Procida , loc. cit 4 Cap. 44.
pag. 269. Questi tre ultimi in loro errore portano
28 CAPITOLO VIII.
( 1282 )
dugi della romana curia , e dicea le decíme Aragona ? A quegli ostacoli tacque parecchi
ecclesiastiche servire a' soli luoghi santi, non di Pietro, nè fiatò perchè molti senza tor pure
a tutta guerra contro saracini : tanto che gli commiato in patria fean ritorno 4 ; ma lavo-
ambasciadori , sdegnati o infingendosi , tolto rando occulto, prese a poco a poco gli animi
commiato appena, tornavansi in Affrica ' , de' principali dell'oste . Quando ne fu sicurato,
ammoniti forse da' cardinali nimici a parte agli oratori di Sicilia rispondeva : accettar la
francese , che da papa Martino nulla Pietro corona secondo gli ordini del buon Guglielmo ,
sperasse , ma pensasse egli a' suoi fatti 2. e promettere la difesa 5 ; scrivea al re d'In-
E in Affrica già aveano gli oratori siciliani ghilterra, e fors' anco ad altri potentati , la-
con accomodate parole offerto a Pietro il tro- sciare pe' nieghi del papa la guerra sopra
no 3 ; ed ei sceneggiando avea replicato : gra- infedeli , e chiamato in questo dalle città di
dire questa lealtà al sangue svevo : stargli Sicilia , andarvi a rivendicare i dritti della
a cuore la Sicilia pure gli desser tempo a Costanza e de' suoi figli 6. Risolutamente poi
risolversi su partito sì grave . Rappresental to- comanda la partenza , ma che libero sia cia-
sto, chiudendo l'animo suo , agli adunati ba- scuno a rimanersi ; chè se i compagni d'arme
roni e notabili dell' esercito ; tra' quali chi l'abbandonino , ei solo andrà . Per queste
consigliava l'andata a sì bello e facile acqui- arti seguito da' più, con ventidue galee , una
sto , e chi dissuadeala , mostrando provoche- nave, e altri legai minori , e poche forze di
rebbe sul reame d'Aragona l'ira del papa , terra diè ai venti le vele 7.
le armi di Francia ; per ambizione di novella Il di penultimo d'agosto , dopo cinque di
corona metterebbesi a repentaglio l'antica ; viaggio , prese terra a Trapani con giubilo
essere Carlo potente troppo , e le genti di grande del popolo , e maggiore de' nobili ,
Aragona use a battagliar co' mori , non con- affaccendati a gara nelle cerimonie della corte
tro cavalleria si forte ; rifinite d'altronde che in Sicilia quel dì risorgeano e baroni
chieder la patria e il riposo ; ripugnare a una montarono sulla nave del re , lo addussero
aggression sopra cristiani in ogni modo co- a città, resser su quattro lance il pallio di
me prenderebbesi guerra sì grande senza la seta e d'oro sotto il quale egli incedeva , e
sovrana autorità delle corti di Catalogna e fu più lieto chi tenne le redini del destriero ;

Saba Malaspina, cont. pag. 378, 379., Surita, lib . 4 , cap. 22.
Montaner, cap. 56. Montaner , cap . 57 , e D' Esclot cap. 88, da par-
D' Esclot , cap. 86. tigiani del re tacendo i dispareri , dicon presa la
2 D'Esclot, loc. cit. guerra di Sicilia con grande accordo e gioia di
3 Geste de' conti di Barcellona , cap. 28, loc . cit. tutta l'oste , che fu a un di presso l'esito della
Montaner, cap. 54 e 57 , narra assai goffamente faccenda .
questa ambasceria de' siciliani , che fa venir con 5 D'Esclot, cap. 90.
vele negre alle navi , in vesti negre, e, dirottamente 6 Leggasi il diploma, Doc. N.VI. in fin di que-
piangendo ai piè dello Aragonese, implorarlo con sto volume.
parole di paura e servitù . Non s'addicean certo 7 Bart. de Neocastro , cap. 23 e 45 .
queste abbiette dimostrazioni ai siciliani del vespro, Saba Malaspina, cont. pag. 379.
venuti ad offrire a Pietro una sovranità assai limi- Anonymi Chron . Sic. cap. 40.
tata . In fatti D'Esclot , cap. 88 , presenta in ben Niccolò Speciale , lib . 1 , cap. 13.
altre sembianze gli ambasciadori, e riferisce i patti Giachetto Malespini , cap. 212.
della esaltazione. Le testimonianze degli altri isto- Gio. Villani, lib. 7 , cap. 69.
rici portano anche a questo. Veggansi anche Montaner, cap. 58, e D' Esclot,
4 Bart. de Neocastro , cap. 23. cap. 90.
Niccolò Speciale , lib. 1 , cap. 12 e 13.
(1282) CAPITOLO VIII. 89

gli altri a piè seguianlo , e con essi giova- Ma da' festeggiamenti, le luminarie , le ferie
netti e donzelle danzando e cantando al suon de ' lavorieri , e i presenti di danaro , che Mon-
di stromenti ; il popolo a gran voce : << Ben- taner dice ricusati dal re , si venne a solennità
venuto, gridava, il suo re mandato dal Cielo più augusta . Al terzo dì , scrive D'Esclot ,
a liberarlo dall' atroce nemico . » In queste adunavasi in Palermo il parlamento de' baroni ,
prime allegrezze Palmiero Abate di ricchi doni cavalieri , e rappresentanti delle città e ville.
il presenta, e largamente dispensa grano alle Ai quali Piero domandava, se per vero deli-
soldatesche . Pietro cavalcò il quattro settem- berato avessero la profferta della corona fat-
bre alla volta della capitale ; mandovvi con tagli in Affrica dagli ambasciadori ; e un ca-
l'armata e le bagaglie Ramondo Marquet. E valiero rispondea di sì ; e poichè tutto il par-
quivi a maggiori dimostrazioni s'abbandonò lamento a una voce l'assenti : « < Degnisi ora
il popolo, più frequente , e stato primo nella il re , ripigliava quel cavaliero , accordar le
rivoluzione, onde peggiore aspettavasi la ven- franchige de' tempi del buon re Guglielmo ,
detta angioina. Per ben sei miglia si fe' in- e lascerà memoria di sè gratissima , eterna,
contro al principe , il menò a trionfo , e al- e i siciliani incatenerà a ogni voler suo. >>
l'entrare in città si forte surse il plauso della Pietro accordolle , e ne promesse i diplomi.
moltitudine, il grido de' soldati , e lo squillo Allora tutti i parlamentart levandosi in piè , gli
delle trombe, che rintronò, scrive Saba Ma- giuravano fedeltà ; un gran banchetto imban-
laspina, fin a Morreale , città a quattro miglia divasi al re e a' cavalieri . Ma non credo
in sul poggio. Con tal gioia andò Pietro in vero, com' altri scrive , che indi si cingesse a
palagio ; ebber le sue genti larga ospitalità Pietro la corona de' re di Sicilia, e che tal
per la cittade ' . cerimonia fornisse il vescovo di Cefalù 3 .

Bart. de Neocastro, cap. 45. cattedral di Palermo , in quell'antico edifizio ove


Niccolò Speciale, lib. 1, cap. 13. era la cappella di Santa Maria Incoronata, detta così
Saba Malaspina , cont. pag. 379. perchè vi s'incoronavano i nostri antichi re. Di
D'Esclot, cap. 90 e 91. questa dipintura e de' versi che vi sono scritti fè
Montaner, cap. 60. una descrizione sul cominciamento del secol pas-
Gio. Villani, e Giachetto Malespini loc . cit . Cron. sato il chiarissimo canonico Mongitore , la quale
della cospirazione di Procida, pag. 270. si legge tra i suoi Mss. nella Biblioteca di Pa-
I particolari non leggonsi tutti a un modo in lermo e io la pubblico al documento N. xxxii,
ciascuna di queste cronache. in fin di questo volume.
2 D'Esclot, cap. 91 . Con tutto ciò ho dubbi validissimi intorno la
Del parlamento fa cenno il Montaner , cap. 60. coronazione di Pietro d'Aragona. E il primo è il
E più distintamente lo scrittore delle Geste dei silenzio di Niccolò Speciale, Saba Malaspina e Ber-
conti di Barcellona, le cui parole, cap. 28, loc. cit. nardo D'Esclot, che trattan tutti i particolari del-
son queste apud Palermum cum regnicolis omni- l'avvenimento di re Pietro in Palermo ; e il D' Esclot,
bus in genere celebre curiam celebravit , in qua cap. 91 , dice del parlamento, e dell' omaggio fatto
omnibus pristinis libertatibus siculis restitutis , ac al re, e del banchetto che seguì ; ma non fa pa-
de thesauro regio muneribus elargitis, etc. rola nè punto nè poco del coronamento , che in
5 Afferman la coronazione Giachetto Malespini , que' tempi, come sa ognuno, era tenuto essenziale
cap. 212 , e Giovanni Villani, lib. 7, cap. 69, che e impreteribile.
copia il Malespini . Aumentano il sospetto l' Anonymi Chron . Sic.
Montaner, cap. 63, la scrive anche, senza espres- cap. 40, parlando del titolo di re di Sicilia preso
sare qual vescovo l'avesse fatto. da Pietro il 30 agosto 1282, e non già del coro-
Finalmente ne darebbe testimonianza una dipin- namento ; e Bartolomeo de Neocastro , cap . 43 , scri-
tura a fresco, che sbiadata e guasta si vede tutta- vendo che Pietro in Palermo novi diadematis ti-
via nel muro
a rimpetto il lato occidentale della tulo coronatur ; la quale circollocuzione sarebbe
12
90 CAPITOLO VIII. ( 1282)

Forse fu in questo tempo che a nome della verso i siciliani il niente paterno suo sdegno ' .
Sicilia indirizzossi al papa nobile scritto ; nel Ristretti in questo mezzo col re i più in-
quale dipinte al vivo le enormezze della ti- tinti nella rivoluzione, e tutti gli esuli del ro-
rannide straniera, toccossi della signoria prof- gno di Puglia , affollantisi pieni di speranza
ferta dopo il vespro al sommo pontefice , e alla nuova corte, deliberavan sulle fazioni da
ricusata ; onde la nazione s'era volta ad altro imprendere contro il nemico . Del che eran
principe , e il sommo Iddio , in luogo del vi- tanto più solleciti , quanto ne' privati ragio-
cario di san Pietro , un altro Pietro , scherza nari si mormorava già la trista sembianza
così lo scritto , aveale mandato. Con ciò ri- della gente catalana ; male in arnese, lacera
cordarono a Martino severamente il dover suo : e abbronzata ne' travagli d' Affrica ; ondechè
ch' ei francese sulla cattedra dell' apostolo i nostri poc' aiuto la estimaron dapprima con-
ascolti la verità, non le passioni di parte ; nè tro i cavalier francesi , ne se ne sgannarono
a dritta pieghi nè a manca ; almen mitighi che ai fatti 3. E però avvisatisi di far asse-

assurda per riferire il coronamento , ma è un' am- D'altronde è naturale che Pietro cominciando a
bage non straniera al Neocastro, nel supposto che camminare con molto riguardo verso la corte di
ei volesse significare come, senza la material ceri- Roma, si rimanesse dall' aizzarla con quest' altra
monia dell'imposizione del diadema , il re fu ab- cerimonia, che si potea volgere a carico di lui in
bastanza esaltato col titolo che gli dava il voler sacrilegio. E per vero il papa ne' suoi processi
della nazione. contro Pietro, accagionandolo fin delle più minute
La Cronaca siciliana, in Gregorio Bibl. Aragonese, colpe, non toccò mai di questa ; nè abbiamo me-
vol. 1 , pag.270, dice espressamente che, per l'as- morie di scomunica al vescovo che il coronò ;
senza degli arcivescovi di Palermo e Morreale , quando ci restano quelle fulminate contro i prelati
Pietro non fu coronatu si non chiamatu di lu po- che fornirono tal cerimonia con Giacomo e Fede-
pulu. rigo.
E quanto alla dipintura della cappella di Santa Ognun vede che dopo questa disamina su i con-
Maria l'Incoronata, oltre che lo stile, per quanto temporanci e i monumenti, non mi trattengo a par-
io ne sappia vedere, non è del secolo XII. e molto lare di ciò che scrivono del coronamento di re
meno appartiene a quel tempo la forma de' carat- Pietro il Surita, il Pirri, il Fazello , il Maurolico,
teri, mi par manifesto che essa sia piuttosto rap- e gli altri moderni.
presentazione simbolica , che di un fatto vero e Si legge questo documento nell ' Anonymi Chr.
reale. Perchè son dipinti nell'atto dell' incorona- Sic. , cap. 40, e altrove ; ed è accennato in Ray-
zione Pietro e Costanza ; quando si sa dalla isto- nald, Ann . Eccl. 1282, § 19.
ria, che Costanza venne in Sicilia nel 1283 men- Il Pirri, vol. 1, pag. 150 , non saprei su quale
tre Pietro era in Calabria ; e che queste due per- autorità, dice mandata la lettera con Pietro San-
sone reali non si trovaron giammai insieme in Pa- tafede arcivescovo di Palermo. Per lo contrario io
lermo, Di più, in cima del dipinto si vede l'addo- crederei piuttosto che quell' arcivescovo fosse stato
gato giallo e rosso di casa d'Aragona inquartato tutto di parte angioina. È valido argomento a sup-
colle aquile sveve, che furon l' armi di Federigo 11. porlo dimorante in Napoli in questo tempo un di-
re di Sicilia , ma non mai di Pietro suo genitore. ploma dato di Napoli a 2 maggio 12ª Ind . ( 1284)
Per queste ragioni io credo l'affresco fattura de- in quel regio Archivio, reg. seg. 1283 , A, fog. 117,
gli ultimi del secol xiv. e che forse si volle con dal quale si vede che tra gli altri danari tolti in
esso figurare il coronamento di Pietro e di Costanza prestito dalla corte angioina , v'ebbero once 200
perchè realmente non era stato giammai , e parea dagli esecutori del testamento venerabilis patris
bene riparare questa interruzione e mancanza nella quondam petri Panormitani archiepiscopi.
serie dei re legittimi coronati in quella cappella. 2 Saba Malaspina, cont. pag. 379.
Certo egli è che questo dipinto non contemporaneo 3 D'Esclot , cap. 91 .
e con due anacronismi , non è tal monumento da Montaner, cap. 64 , dicon ciò ; il primo de' pa-
aggiugner fede al fatto taciuto o negato dai croni- lermitani , il secondo de' messinesi.
sti nazionali e dal D'Esclot.
(1282) CAPITOLO VIII. 91

gnamento sulle lor sole braccia , e su' mili- settembre , che gli tornò sì funestɔ . Al sc-
tari consigli del re , ansiosamente chiedeano condo di dalla battaglia , ancorchè giacesse
i siciliani d'esser condotti a Messina ; chè in letto, tutto rappigliato, spossato, affranto,
tutti tardava liberar la generosa città ¹ . Pietro arso d'infermità e peggio di rabbia ³ , assentì
usando questo ardore, allor mandò intorno la a veder gli ambasciatori , che già venuti al
grida che tutt' uomo da' quindici anni a' ses- campo, e cortesemente raccolti con grossiera
santa si trovasse in Palermo entro un mese, ospitalità, sotto guardia strettissima aspetta-
armato, e con vivanda per trenta dì . Ed ei vano 6. Ammesso Queralto dinanzi al re se-
con molta prestezza con le milizie più spe- dente in letto su ricchissimi drappi di seta ,
dite mosse per la strada di Nicosia e Ran- presentò le credenziali ; e Carlo a lui, tron-
dazzo , seguendolo , ciascuna come potea, le al- cando le cerimonie : « Alla buon ora di' su ; »
tre schiere che s' ivano adunando ; e il na- e datagli un' altra lettera di Pietro , senza
vilio fe' veleggiare alla volta del Faro . Mani- guardarla, gittavala sulle coltri ; ardea tutto
festo disegno era dunque affamar Carlo nel d'impazienza aspettando il dir del catalano.
campo , tagliandogli per mare le comunicazioni Perciò questi breve si fe' ad esporre l'am-
con la Calabria , e su pei monti ogni via a basciata del suo signore, richiedente il conte
foraggiare nell'isola, il qual consiglio appone d'Angiò e di Provenza che lasciasse la terra
a Giovanni di Procida chi il fa protagonista di Sicilia, a torto occupata , atrocemente ma-
della tragedia del vespro. Con certezza isto- nomessa, in cui aiuto il re d'Aragona s'era
rica si sa che Pietro , disposte così le forze , mosso come signor naturale , pel diritto dei
bandia solennemente la guerra ; e a Carlo a suoi figliuoli. A queste parole, i brividi della
quest' effetto spacciava Pietro Queralto, Ruy febbre preser l'antico monarca ; convulso am-
Ximenes de Luna, e Guglielmo Aymerich, mutoll. Poi rosicando il bastone, com' ei so-
giudice di Barcellona , con giusta scorta d'ar- lea per soperchio furore , interrotto e minac-
mati 3 . cioso rispondea : non esser la Sicilia nè sua ,
Per due frati carmelitani domandar costoro nè di Pietro , ma della santa romana Chie-
salvocondotto a re Carlo 4 ; il quale sognando sa ; ei difendeala , e saprebbe far pentire il
potere in brev' ora parlar da vincitore, ai frati temerario occupatore. Queste ed altre super-
rispondea darebbelo a capo a due dì ; e co- bissime parole, secondo altri cronisti , scrisse
mandava quel generale assalto del quattordici a Pietro d'Aragona 7. E intanto per far sem-

1 Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 16. aragonese, è dato a Giovanni di Procida dal Male-
Montaner , cap. 62. spini, dal Villani, e dalla Cron . della Cospirazione.
D'Esclot , cap . 92, dice data la posta a Randazzo. 4 D'Esclot, cap. 92 .
3 Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 16 e 17. Bart. de Neocastro, cap . 45 .
Bart. de Neocastro, cap. 45. 5 Neocastro , ibid.
Anonymi Chron. Sic. , cap. 41 . Saba Malaspina, cont . pag. 380.
Saba Malaspina, cont. pag. 379. 6 D'Esclot, loc. cit. descrive l'albergo dato in
D' Esclot, cap. 92 . una chiesa, senza letti , nè coltri, se non che tro-
Montaner, cap. 61 e 63. varon fieno a ufo ; e la imbandigione di sei pani
Giachetto Malespini, cap . 212. bruni, due fiaschi di vino , due maiali arrosto , e
Gio. Villani, lib. 7 , cap. 70. un caldaio di minestra.
Cron. della Cospir. pag. 271. 7 Questa prima ambasceria è rapportata dagli
Ho scritto secondo il D'Esclot i nomi degli am- scrittori contemporanei in vario modo , ma tutti
basciadori, de' quali alcuno è diverso in altri au- tornano a questo che stando Carlo d'Angiò al-
tori de' citati di sopra . l'assedio di Messina, Pier d'Aragona, già salutato
I consiglio di affamar Carlo mandando la flotta in Palermo re di Sicilia , mandava a ingiungerli
92 CAPITOLO VIII. ( 1982 )
biante di non curare , o per ingannar loro e sciadori stessi a profferir tregua d'otto dì.
i messinesi , lasciò andar alla città gli amba- Fu vano, perch' Alaimo non conoscendo i le-

che subito si partisse dall' isola ; e Carlo fremente Nell' Anonymi Chron. Sie , cap. 40, si legge al
per dispetto, ritorcea su lui questa intimazione con contrario una epistola di Carlo a Piero , e la ri-
molte minacce. sposta : lunghe oltremodo, intessute di frasi bibli-
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 17 , Bartolomeo de che, e di ingiurie , tra le quali nuotano le recipro-
Neocastro, cap . 45 e 49 , Ramondo Montaner, cap. che ragioni , che sono a un di presso quelle ac-
61 , Bernardo D' Esclot, cap 92 e 93, dicon di sola cennate dianzi. Le stesse due epistole son trascritte
ambasciata , senza riferire le lettere. Secondo essi da Francesco Pipino nella sua Cronaca, lib. 3, ca-
la somma delle ragioni di Pietro era il dritto pit. 15 e 16, in Muratori, R. I. S. Tom . 9.
della moglie e de ' figli , e la elezione de' siciliani ; Ma in Giachetto Malespini, cap. 212 , Giovanni
onde a lui appartenendo il reame, fea avvertito Villani, lib. 7 , cap. 71 e 73 , e nella Cronica della
Carlo a sgombrarlo , e levarsi dalle offese di Mes- Cospirazione di Procida, pag. 271 e 272, trovansi
sina. Poco scrivon della risposta di Carlo ; forse in forma assai diversa le due lettere : intorno le
non amando a ripetere ingiurie contro il re di quali poco io m' affaticherei, per la poca fede che
Aragona. do a quegli scrittori , se non fosse che leggonsi
Saba Malaspina , cont. pag. 379 a 381 , porta con alcune varianti nella raccolta degli atti pub-
una epistola, ch' ei dice breve e non è. Al magni- blici d'Inghilterra per Rymer , vol. 2, pag. 225 ,
fico uomo, Carlo re di Gerusalemme e conte di Pro- senza data .
venza, Pietro d' Aragona e di Sicilia re. Trovan- La lezione del Rymer è questa ; nella quale no-
done in Barbaria a guerreggiar contro infedeli , ven- terò le varianti del Malespini , e del Villani, e quelle
nero oratori di Sicilia ad esporre la tirannide che della Cronica Siciliana che non istieno solamente
li opprimea . Perchè questo reame appartiene alla nella diversità del dialetto.
consorte e a' figli nostri, non potemmo non venire « Piero d'Araona e di Cicilia re ( Piero di Raona
in aiuto della Sicilia. Qui saputo l'assedio di Mes- re di Cicilia-Malespini ) , a te Carlo re di Jerusalem
sina, mandiamo a richiedervi che lo sciogliate ; e, et di Proenza conte.
indugiando, muoveremo con le nostre forze. Que- Significando ( Significhiamo-Malesp. Villani ) a
sto è il compendio dell' epistola. Somiglianti pa- te il nostro advenimento nell'isola de Cicilia sl
role mettons in bocca agli ambasciadori. Carlo come nostro giudicato a me per autorità di Santa
risponde loro a voce maravigliarsi della non pro- Chiesa e di messer lo papa ( papa Niccolaio e dei
vocata offesa del re d'Aragona ; a sè appartenere suoi frati cardinali-Malesp. e di lu santu aposto-
il reame per concession della Chiesa ; Pietro usur- licu papa Nicola terzu-Cron. Sic . della cospirazio-
parne il titolo per false ragioni ; ma troppo ei si ne ) et de' venerabili Cardinali ;
affida in sè e in sua gente se viene in arme con- Et poi ( però-Malasp. Villani ) comandiamo a te
tro a noi. Mostreremgli adesso com' ei s'è gittato che veduta questa lettera ti debbi levare dall' isola
a impresa da stolto. con tutto tuo podere et gente :
Giovanni Iperio nella cronaca del monastero di Sappiendo che se nol facessi ( altramente-Ma-
San Bertino , Martene e Durand , Thes. Nov. Anec. lasp. ) i nostri cavalieri et fideli vedresti di pre-
tom. 3 , pag. 763, a un di presso compone nell'i- sente in tuo dannaggio offendendo la tua persona
stessa guisa la lettera di Pietro ; se non che ag- e la tua gente. »
giugne la circostanza , che a lui guerreggiante in « Carolo per la Dio gratia di Jerusalem et di
Barberia, la corte romana negò ogni aiuto ; sulla Cicilia re prence di Capoa d'Angiò et di Folca-
qual ragione, come si ritrae da diverse memorie, chier et di Proenza conte, a te Piero d'Araona re
egli facea molto assegnamento. La risposta di re et (conti di Barcellona - Cron . Sic . ) di Valenza
Carlo fu aspra e villana ; e conchiudea, che se Pie- conte.
tro avesse voluto conservare ombra di riputazione, Maravigliamoci molto come fosti ardito di ve-
non avrebbe dovuto cacciar fuori il capo dalla sua nire in sul reame di Cicilia giudicato nostro per
spelonca. Vedrebbesi al fatto se questo giovane sa- autorità di Santa Chiesa Romana,
rebbe tanto audace da sostener i prodi francesi Et però ti comandiamo ( e perzò ti cumannamu
pronti a combatterlo . per l'autorità di nostru cumannamentu chi imman-
CAPITOLO VIII. 93
(1282)

gati , li ributtava ; ond' eglino tornavano al trattenuti finchè il campo si levò. I messi-
campo francese, ed eranvi senza risposta in- nesi poi , che non avean creduto a Queralto

tinenti viduti-Cron. Sic. ) che veduta nostra let- do. » E quando, fallito il duello , Carlo, rinfacciava
tera ti debbi partire dal reame nostro di Cicilia al nimico le ingozzate offese ( diploma in Mura-
sì come malvagio traditore ( tradituri o di presenti tori, Ant. Ital . Tom. 3, Dissertazione 39 ) , faceasi
vidirriti lu meu adventu e di li nostri cavaleri li con molta cura a spiegare , che per quelle parole
quali disianu truvarsi cu la tua genti- Cron. Sic .) << contro ragione e in mal modo » avesse voluto
di Dio et di Santa Chiesa Romana : significare , il più cortesemente che si poteva in
Et se nol facessi ( E se ciò non farai ti disfi- carteggio di re, l'accusa di traditore , che Pietro
diamo, e di presente ci vedrete in vostro dannag- d'altronde avea compreso benissimo , e dettolo agli
gio-Malesp. ) diffidiamti come nostro inimico et araldi che gli portaron la sfida. Egli è evidente
traditore ; et di presente ci vedrete venire in vostro che re Carlo , se avea già scritto letteralmente « mal-
dannaggio però che molto desideriamo di vedere vagio traditore » in quella prima epistola , ricor
( voi et la vostra gente-Villani ) noi et la nostra dava adesso queste parole, e non silloggizzava di
gente con le forze nostre >>. averle adombrato in quel composto e misurato lin-
Or sulla prima di queste epistole è da notare guaggio.
che Pietro allega la sola fallace e ignota ragione A ciò s'aggiunga , che le due epistole son rese
della concessione di papa Niccolò terzo, non accen- d'altronde sospette dalle varianti tra i testi di
nata da lui nel manifesto scritto d' Affrica a E- Rymer, Malespini , Villani , e della Cronica della
duardo , Doc. num. vi. in fin di questo volume, nè Cospirazione ; e che a stento crederebbesi che due
ricordata da alcun documento , o memoria degna principi, l'uno francese, l'altro catalano , le scri-
di fede ; e che per lo contrario tace le buone e vessero in volgare d'Italia ; quando il carteggio
solide ragioni del dritto della regina Costanza , e tra' grandi, e gli atti pubblici dettavansi di quel
della elezione dei siciliani , e l' altra, ch' ei si met- tempo in latino, e si sa essere stati scritti in la-
teva innanzi , dei denegati aiuti del papa contro tino appunto e in francese i diplomi ne' quali fer-
gl' infedeli ; le quali ragioni leggonsi nel detto ma- mossi poscia il duello. Per queste ragioni le tengo
nifesto, in Saba Malaspina , in Giovanni Iperio , e apocrife, come giudicarono il Raynald, Ann . Eccl.
negli istorici siciliani e catalani più informati del 1283, 5 , e il Muratori , Ann. d'Italia 1282 , che
linguaggio della corte aragonese in quest' incontro. le disse fatture de' novellisti d'allora ; l'uno e
Questa circostanza sola basta a mostrare apocrifa l'altro anche senza avere per le mani il manifesto
la lettera. È impossibile che Pietro passando sotto di Pietro , nè la continuazione dell' istoria di Saba
silenzio i veri suoi dritti si fondasse tutto in su Malaspina. Nè importa che trovinsi nella collezione
quella vaga asserzione ; e ciò contro il detto ai po- degli atti pubblici d' Inghilterra , quando nè erano
tentati d' Europa ; e ciò nel primo atto in buona scritte da quella corte, nè ad essa drizzate ; onde
forma ch' ei mandava allo usurpatore ; e ciò men- ben potè avvenire, che per via degli ambasciadori
tre papa Martino solennemente favoreggiava e so- mandati poi da Eduardo ai due re , o altrimenti ,
stenea costui , onde sarebbe tornata vana qualun- fosser capitate a corte d'Inghilterra le copie che
que anteriore concessione di Niccolò . Aggiun- giravano per l'Italia di que' supposti diplomi ,
gasi che se fosse stata vera questa lettera di Pie- ne' quali chiara si scorge l'impronta di mano
tro, la corte di Roma non avrebbe lasciato di smen- guelfa.
tirlo ; e che egli all'incontro , quando fu deposto Io penso che , se lettere si scrissero in quell'in-
dal reame d'Aragona appunto pel fatto di Sicilia, contro, fossero ne' sensi riferiti da Saba Malaspina
avrebbe protestato di certo, pubblicando la suppo- e da Gio. Iperio, che più si avvicinano a que' de-
sta concessione di Niccolò III.
gli altri contemporanei, e ben ritraggono del ma-
Tradiscon di più la risposta di re Carlo, quelle nifesto di re Pietro ad Eduardo d' Inghilterra più
parole « malvagio traditore di Dio »> nostro inimico volte ricordato di sopra.
e traditore. » Si ponga mente in prima che nei di- Nei particolari dell' ambasceria di Pietro a Carlo
plomi autentici del duello dei due re questi gravi ho seguito a preferenza il D' Esclot, che vien rac-
sfregi non si leggono, ma che Piero fosse entrato contandoli assai minutamente, in guisa da mostrar-
nel regno di Sicilia » contro ragione e in mal mo- şene informato da vicino .
94 CAPITOLO VIII . ( 1282)

l'avvenimento del re d'Aragona ' , n'ebber ridur la città con quell'esercito scoraggiato ,
certezza entro pochi di per Niccolò de' Palizzi stracco , assottigliato per morbi e partenza
messinese e Andrea di Procida ; entrambi no- delle milizie feudali ch'avean fornito il ser-
bili usciti, mandati dal re in lor soccorso con vigio ma le genti nemiche inanimirsi , ingros-
cinquecento balestrieri delle isole Baleari. Co- sare per la riputazion del re d'Aragona : ben
storo, valicati per tragetti e alpestri sentieri costui saprebbe adoprare i siciliani su le mon-
i monti a ridosso alla città da quella banda tagne e il mare , il mare tra le autunnali
non istretta per anco da' nemici, di notte ap- tempeste il terrebbero i nimici , padroni di
presentaronsi alla Capperrina ; e riconosciuti sicurissimo porto : romperebbero i legni na-
i condottieri , e con grande allegrezza raccolti , poletani su quelle aperte spiagge e intanto
spiegavan su i muri lo stendardo reale d'Ara- chi raffrenerebbe Reggio ove pullulavano umori
gona 2. di ribellione ? E come ritrarsi se la estrema
Già fin dal primo arrivo degli ambasciadori , Calabria tumultuasse ? Esausta aggiugnean la
teneano i nemici novello consiglio a disputare Calabria di viveri : il paese intorno Messina
non più dell'assalto o blocco della città , ma fatto da loro stessi un deserto : per fame e
della lor propria salvezza. Perciocchè sapendo avvisaglie perirebbe l'esercito, assediato alla
per sicura spia uscite dal porto di Palermo sua volta tra 'l mare, i monti , e quella indoma-
sessanta galee sottili armate di catalani e si- bile Messina. Per tali ragioni , dietro dibatter
ciliani , Arrighin de' Mari ammiraglio di Carlo lungo, il ritorno , deliberossi 4, ma per allora
rimostravagli vivamente non potersi difende- si tacque .
re ; in tre dì sarebbegli addosso il nemico ad E Carlo sfogò il dispetto con atti disperati
affondare e bruciare i trasporti ³ . Quant' aspro ed assurdi . Sguinzaglia i suoi a un ultimo ster-
il caso, apparver diverse allora le menti. Af- minio delle campagne, che cadde su i luoghi
frontar la flotta ad un tempo , e correr sopra sacri, poich' altro non rimaneva men guasto ;
il re d'Aragona accamparsi in alcun forte e andò si oltre , che fin le colonne e le travi
sito presso la città co' balestrieri mercenari : strascinarono al campo ; e nel munistero di
prender pria de' nemici i passi de' monti : star nostra Donna delle Scale spogliarono gli al-
all'assedio tuttavia finchè consumasser la vi- tari, e ruppero e contaminaro ogni cosa. Poi
vanda , che n'ave an anco per due mesi ; tra il re saltando all' estremo opposto , offre ai mes-
disegni sì fatti i parlatori più feroci vagavano . sinesi di rimetter tutte lor colpe , consentir
Pandolfo conte d'Acerra , e molti con lui , mo- tutte inchieste , sol che tornino sotto il suo
stran all' incontro dileguata ogni speranza di nome ; ed essi con onta e scherno rifiutanlo 5 .

D'Esclot, cap . 93. 4 Saba Malaspina, cont. pag. 381 a 383.


Bart . de Neocastro , cap. 43 e 30. Bart . de Neocastro, cap . 46 .
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 17. Gio. Villani , lib. 7 , cap. 73 .
Montaner, cap. 62 , il quale dice mandati in Mes- Cron . della cospir. di Procida , pag. 273.
sina dal re 2000 almugaveri. Di questa milizia fa- Fra Tolomeo di Lucca, Hist. Ecc. lib.24, cap.6,
rem parola nel cap. 9. in Muratori R. I. S. tom. 11 , pag. 1188.
3 Gio. Villani , lib. 7, cap. 74, seguendo Giach . Vita di Martino iv . in Muratori R. I. S. tom. 3
Malespini, cap. 212. parte 1 , pag. 608.
Cron . della cospiraz . di Procida, pag. 272, 273 , II D'Esclot, cap. 93 e 94 , accenna solo questo
con l'errore, che Loria fosse l'ammiraglio arago- consiglio. Il Montaner , cap. 63 e 66 , dice anco
nese, e che Arrighino mostrasse non aver tanti legni del timore di movimenti in Calabria, e forse nello
da fronteggiare il nemico. Egli avrebbe detto una stesso esercito angioino .
evidente bugia , essendo di gran lunga più forte 5 Bart . de Neocastro , cap. 49.
l'armata di re Carlo, come si ritrae bene dal capi-
tolo seguente di questo lavoro.
CAPITOLO VIII. 95
(1282)
I tradimenti anco tentò , praticando col giu- con dugento soldati , ch'afforzati di steccato
dice Arrigo de Parisio, il notaio Simone del e fosso nello edifizio per sè saldissimo , te-
Tempio, Giovanni Schaldapidochu , e un ro- neano il passo della via di sant'Agostino a
mano, che di furto mettesser in città le sue ponente della città. Ma Alaimo incontanente
genti ; i quali furono scoperti e puniti nel un bel colpo divisa . Per suo comando , Leucio
capo. L'insospettito popolo di Messina a que- e altri condottieri arrisicatissimi , in gran se-
sto , tumultuando chiamava al supplizio Fede- greto con iscelte bande di giovani , usciti a
rigo di Falcone, che forse avea consigliato la notte da Messina , per vie diverse giungono
resa brontolando « il mal fatto ne basti ; » e intorno al palagio e tre da tre lati si ap-
minacciava anco Baldovin Mussone , che inten- pressarono ; Leucio dall' altra banda, tenutosi
dendo la venuta di Piero , occultamente era indietro , in un uliveto imboscossi . Come la
uscito dalla città per andarne ad esso , ma i luna si levò dai monti di Calabria , ch' era
contadini di Monforte, credendol indettato coi il segno prefisso da Alaimo , i primi mettendo
nemici, l' avean preso e condotto a Messina. altissimo un grido « Cristo già vince >» , dan
Alaimo salvò entrambi imprigionandoli nel dentro ferocemente ne' ripari ; tagliano a pezzi
castel di Matagrifone ' . il presidio ; il capitano colto nel suo letto
Soprastato in questi vani pensieri alcun dì, stesso , vergheggiano a morte. Quanti di lor
intese Carlo con maggiore rammarico l'esser mani fuggono all' uliveto , son dalle genti di
della città da un Morello , ch'uscito in sem- Leucio ammazzati . E repente da' silenzi della
bianza di paltoniere, e preso da' soldati , af- città uno scoppio di voci « Al campo , al cam-
fermava il tenacissimo proponimento alla di- po », uno stormeggiar di campane , un dar
fesa ; e aggiugnea sue favole di sterminate nelle conche e nelle trombe , un percuotere
provvedigioni di vittuaglie ; bande novella- caldaie e panche , rintronano orrendamente :
mente iscritte ; disegni contro la vita del re , schiuse le porte, accanite turbe prorompono .
imminenti , atroci , ordinati con cinquecento Surse atroce scompiglio nell' oste . Senz' ascol-
cavalieri spagnuoli e duemila pedoni messi- tar comando o rampogna , mezz' ignudi fug-
nesi , che giurato avessero al comune d'ir- gian qua e là per gli alloggiamenti ; e chi ai
rompere disperatamente nelle regie tende in poggi , e alla marina i più , sentendosi già
una improvvisa sortita de' cittadini , nella quale sul collo il formidato re d'Aragona. Saltando
<< al campo, al campo » esser dovea il grido dal sonno , con gli altri al mar corse gran
di guerra . Fosse arte o caso , questo dir del tratto re Carlo, percosso dal presagito grido :
prigione cominciato ad avverarsi in brev'ora , <
« Al campo, al campo », finchè tornato a sè
al re che vacillava diede la pinta. stesso, vergognando sostò, e si fece a racche-
A nasconder la vicina partita, o assicurarla tare il tumulto . Carichi di preda rientrano i
togliendo ch' altri stuoli entrassero in città messinesi in città : e raggiornando , ostentano
sull'orme di Palizzi e d'Andrea Procida , il su per le mura il tronco braccio del capitano
di ventiquattro settembre aveva ei fatto oc- del ridotto , con villanie appellando Carlo coi
cupare il palagio dell' arcivescovo poco lungi suoi tutti che vengano a rimirarlo ³ .
dalle mura. Un de' suoi più fidati mandovvi Allor Carlo non più soprattenne la levata

Bart. de Neocastro, cap. 47, 48. tosto il Neocastro, che in ciò non avrebbe ragione
Bart. de Neocastro , cap. 49. ad alterare il vero.
3 Bart. de Neocastro, cap. 50. Il Montaner , cap . 64 , dice d'una sortita glo-
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 14. riosa degli almugaveri mandati dal re. Forse fu
Questi porta la fazione dell' arcivescovado pria questa, ed ei tace la virtù de' messinesi, come il
dell'assalto generale ; ma m'è paruto seguir piut- Neocastro quella degli ausiliarì.
96 CAPITOLO VIII.
( 1282 )
dell'assedio , che divulgata avea peggio dis- glion grande del comune di Firenze , nella
tolto gli animi ; onde nè onta de' nimici li cieca fuga mal difeso o gittato ; e l'appen-
rinfocava, nè per soldatesco orgoglio almeno deano in voto nel maggior tempio 3.
serbavan contegno . Al primo di valicò la Ebbe questo memorabil esito l'assedio di
reina , venuta a questo campo come a teatro : Messina.Tra le gare, fanciullesche sì ma par-
e le macchine da guerra e ' lavorieri fur tra- ricide , onde la patria nostra cadde lacera e
ghettati , tanto o quanto posatamente . Ma im- schiava, splende indivisa la gloria delle due
barcatosi il re 9 nei due giorni appresso maggiori città nella rivoluzione del vespro .
le altre genti si precipitarono al passaggio Ne levò l'insegna Palermo ; rapì seco la Si-
con tal pressa, e confusi ordini , e obblio di cilia intera al gran fatto non assestato il
lor cose e di sè stessi , che rassembrava reame per anco , e minacciato da tant' oste,
sconfitta. Un andare e tornar di vele per lo Messina il salvò con quella eroica difesa . Indi
stretto, un abbaruffarsi intorno le barche, un la fama a celebrar di Messina il capitano , i
bestemmiar gli avari marinai , e lor noli ec- cittadini, le donne ; e di codeste animose e
cedenti il pregio delle cose ; e abbandonati gentili cantava la rinascente musa d'Italia ;
come portava il caso , per gli alloggiamenti , e le altre siciliane spose e donzelle , come
per la marina , cavalli disciolti o uccisi dai da ammirazione si fa , ad imitar prendeano
propri padroni , e arnesi , e robe , e botti di il lusso di lor fogge e ornamenti ; chè dile-
vini, legnami da macchine, grani , vittuaglie guato il pericolo, ripigliossi ogni dilicato vi-
accatastati o mezzo arsi per pressa, attesta- vere tra i commerci , le industrie , le ricchez-
van la condizione di quel dianzi fioritissimo ze della valente città 4. Di stranieri non pu-
esercito. Martellaronlo nella ritirata con im- gnavano per lei nello assedio che sessanta
petuose sortite i nostri ; talchè a protegger spagnuoli, e un centinaio tra genovesi , vini-
l'imbarco si costruì alla meglio un riparo , e ziani, anconitani , pisani. 5 Del resto nè cit-
ordinovvisi forte banda di cavalli sotto il tadini esercitati all'arme pria dell'assedio ,
conte di Borgogna. Con tutto ciò da cinque- nè avea fortificazioni , se non che rovinose ,
cento uomini trucidarono i nostri , e salme- e slegate tra loro 6 : onde in molte parti con
ria grandissima di preda riportarono in cit- le barrate fu mestieri supplirvi ; e pressochè
tà . Recarono tra le altre spoglie il padi- senz' avvantaggio di luogo molti affronti si

Le date del Neocastro si riscontran perfetta- grosso di genti in agguato per ferir ne' messinesi
mente con quella che si scorge da un diploma che uscisser sicuri ; di che essi accorgendosi, ban-
del 29 settembre 1282 ( Docum. N. vII . in fin di dian pena del capo a chi andasse fuori della città .
questo volume ) , dove Carlo attesta essersi ritirato Il tacciono gli altri ; anzi Malaspina, D' Esclot e
da Messina il 26 settembre. Montaner dicono degli assalti dati alla coda del-
2 Bart. de Neocastro, cap. 50 . l'esercito che ripassava il mare ; e 'l Neocastro ag-
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 17. giugne, che facean battere i contorni temendo ap-
Anonymi Chron. Sic. cap. 41. punto quell' insidia, ma non trovavano alcuno .
Saba Malaspina, cont. pag. 383 , 384. I particolari della ritirata non son tutti rappor-
D' Esclot, cap. 94. tati da tutti questi scrittori.
Montaner , cap. 65 , 66. 3 Gio. Villani , lib . 7, cap. 64.
Paolino di Pietro , in Muratori R. I. S. Agg. 4 Niccolò Speciale, lib 1 , cap. 13 .
tom. 26 , pag. 8. 5 Bart. de Neocastro , cap. 50.
Giachetto Malespini , cap. 212 . 6 Montaner, cap. 43 dice che Messina non era
Gio . Villani, lib . 7 , cap. 75, allor murata ; e si vede anche dagli altri fatti ri-
Cron. della cospir. di Procida , pag. 273 . feriti al principio del cap. 7 del presente lavoro.
Questi due ultimi dicon lasciato da Carlo un
CAPITOLO VIII. 97
(1 282)
combatterono. Diversa in vero da quella dei che copriva il mare ; e tornossi sgomenato ,
nostri dì, e men dura agli oppugnati, l'arte mutilo , a fronte bassa , ingozzando oltraggi ,
degli assedi allor era ; men destre e com- poco men ch'a dirotta fuggendo . Altri dirà
patte che i nostri stanziali quelle antiche mi- che nell'assedio della città , che ne' disegni
lizie ; ma quant' arte di guerra fiorì in quei della guerra contro l'isola fallava in molte
guerrieri tempi , l' avea esercitato , può dirsi parti re Carlo ; ma posto pur ciò , non son
fin dalla sua puerizia, tra il sangue e le morti da supporre si grossolani gli errori , nè che
il vincitor di Manfredi ; sperimentati i suoi ei non sapesse ripararli e certo è che molti
capitani ; ferocissimi quegli oltramontani av- assalti diede con tutte le forze di mare e di
venturieri ; i soldati d' Italia nè inesperti in terra, ne' quali la virtù de' cittadini fu che
quella età nè inviliti . Provveduti di tutte il rispinse . A questa dunque si dia la vittoria
macchine , obbedienti , ordinati , sommavano a dell' assedio. Alla vittoria di Messina , alle
un di presso a settantamila al cominciar del- difficoltà de' monti e del mare , al cuor de-
l'assedio : nè a tanto numero forse giu- gli altri siciliani , e alle forze ormai concen-
gneano, presi tutti insieme d'ogni sesso coi trate per la riputazione di Pietro si dia , che
poppanti e i decrepiti , quanti rinserrava umani null' altro danno tornasse al rimanente del-
la città. Per sessantaquattro giorni la cam- l'isola da tanta mole di guerra, e primo fu-
peggiò tanto esercito , venuto in sua baldanza , ror di vendetta '.

CAPITOLO IX.

Andata di re Pietro a Messina. Macalda moglie d'Alaimo. Fazioni navali. Pietro libera i prigioni di guerra. Parlamento in Ca-
tania. Trattato del duello tra i due re. Primi affronti delle soldatesche in Calabria. Carlo parte lasciando le sue veci al prin-
cipe di Salerno. Almogaveri. Vittorie di Pietro in Calabria. Vien la reina Costanza co' figli in Sicilia. Principi di scontento tra
i baroni siciliani e il re. Parlamento in Messina, ove Giacomo è chiamato alla successione, e ordinato il governo. Movimenti
repressi da Alaimo. Gualtier da Caltagirone. Partenza di Pietro per Catalogna. Ottobre 1282 a maggio 1283 .

Levato l'assedio, prima cura de' messinesi con l'arme in mano contro il francese, mosse
fu di riconoscere le campagne , se vi si co- immantinenti alla volta di Messina con tutta
prisse agguato di cavalleria nemica ; ma fatti l'oste siciliana e spagnuola ; battendo la via
certi che l'oste s'era pienamente dileguata , delle marine settentrionali, perchè volea pri-
non soggiornarono a mandare oratori a Pie- ma scacciar da Milazzo una punta di mille
tro a Randazzo , invitandolo a città ; com'e- francesi, lasciata in quel castello per fretta
rano impazienti i messinesi di salutare il re della ritirata , o appicco a nuovi disegni . Po-
nuovo, obbligato ad essi della invitta difesa , sato a Furnari perciò con le genti , mandava
ed essi a lui del soccorso. E Pietro , fatta il dimane Giovanni de Oddone da Patti a in-
acconcia risposta , ove si rammaricava pur timare a quel presidio la resa : il quale non
della fortuna, che gli avesse tolto di provarsi isperando veruno aiuto , rassegnati col ca-

¹ Veggasi il giudizio delle operazioni militari con molta saviezza, nè potea fare altrimenti . Mon-
di re Carlo, che fa Montaner a cap. 66 e 71 , che taner era condottiero sperimentato ; e la sua cro-
io non ho seguito del tutto perchè ridonda di pre- naca è piena di precetti militari , com'io credo ,
occupazioni nazionali. Nondimeno è da attendere non ispregevoli.
alla conchiusione del Montaner, che Carlo si portò
13
98 CAPITOLO IX .
( 282)

stello le armi e i cavalli , passava sotto si- quidere il giovin re. Il quale, non badando
curtà in Messina e in Calabria . Nella terra ad amori in quel tempo, finse non la inten-
di Santa Lucia l' aragonese albergò ' . dere ; e di rimando davale cortesie ; l'ono-
E qui prendiamo a narrare un fatto di fem- rava assai nobilmente ; con un cortèo di ca-
minil vanità o peggior debolezza , perch'ebbe valieri ei medesimo riconduceala all' albergo.
seguito ne' casi dello stato , e dipinge al vivo Ma a ciò non fatta accorta Macalda , seguen-
re Pietro. Seconda moglie d' Alaimo fu Ma- dolo nel viaggio, parvele il caso la fermata
calda Scaletta , disposata prima a un conte a Santa Lucia ; onde con aria incerta e con-
Guglielmo d' Amico , esule al tempo degli fusa veniane al re chiedendo ricetto , ch'altro
svevi. Vedova di costui , dopo lungo vagare luogo non trovavasi nella picciola terra : e Pie-
in abito da frate minore , e soggiorno men tro , rassegnate a lei le sue stanze , passa ad
che onesto a Napoli ed a Messina , riavuti altro albergo ; e lì trova ancora , come a visi-
i suoi beni sotto il dominio di Carlo , mari- tarlo Macalda . Perciò schermendosi alla me-
tossi Macalda ad Alaimo si gittò gagliarda- glio , chiama i suoi cavalieri, incomincia vacui
mente poi nella rivoluzione dell' ottantadue , ragionamenti : tra' quali pur domandava a Ma-
sconoscendo i benefici dell' angioino , o peu- calda qual cosa più temesse al mondo , e « La
sando che ogni rispetto privato dileguar si caduta d'Alaimo » ella rispondeagli ; e ri-
dovesse nella causa della patria ; ma certo è chiesta qual fosse il suo maggior desiderio ,
da condannarsi per la tradigione de ' francesi <
«
< Mio non è, replicava, ciò che più bramo . »
di Catania, cui finse ricettare negli strepiti Ma il re sordo , pur moralizzava e novellava ;
dopo il vespro, e poi li spogliò , e dielli in e alfine gli si aggravaron gli occhi di sonno .
balia al popolo . Governò indi Macalda quella A questa sconfitta la donna s' accomiatò ,
città durante l'assedio di Messina : ed or struggendosi tutta. E venuta in Sicilia la
intesa la venuta di Pietro a Randazzo , af- reina Costanza , Macalda mai perdonar non
frettavasi a complire con esso . Superba nella le seppe questa fedeltà dello sposo ; e tanto
baronale riputazione e nel gran nome del crebbe nell'odio e nell' arroganza , che sè
Leontino, appresentavasi al re con molta pom- stessa e il canuto Alaimo precipitò 3 .
pa , coperta a piastra e a maglia , trattando Ripigliato la notte stessa il viaggio , al nuo-
una mazza d'argento ; e non ostante il suo vo dì, che fu il due ottobre , su pei luoghi
quarantesim'auno , pur altrimenti pensava con- arsi e guasti dalla nimica rabbia , che nè con-

Bart. de Neocastro, cap. 50. glio de' fatti di costei, e la dice in Catania nel
Montaner, cap. 65, parla del rammarico dimo- tempo dell' assedio di Messina.
strato dal re per non aver potuto combattere coi 3 Bart. de Neocastro, cap. 50, 51 , 52, narra il
francesi. proposito di Macalda con una strana chiarezza : illa
D' Esclot , cap . 95 , attesta il medesimo , e che enim flammam urentem gerebat inclusam , quam
marciò con Pietro alla volta di Messina tutta la sub quodam taciturnitatis velamine quaerebat si
gente sua e quella del regno di Sicilia. posset ...... ……….. comprimere, credens inde suis
2 Bart. de Neocastro , cap . 43 e 87 , e dal cap. 91 circonvencionibus juvenem excitare etc.
si scorge la età di Macalda. II D'Esclot, che le è Tutto al contrario il D' Esclot, cap. 96, afferma
favorevole quanto nemico il concittadino di lei Neo- che com'ella vide il re in Messina, que null temps
castro , la dice cap. 96 - molt bella e gentil nol havia vist fon molt enamorada axi com de
e molt prous et valent de cor e de cos e llarga senyor valent e agradable no gens per mal enteni-
de donar ; e aggiugne che valesse quanto un uom ment. Ma s'accorda meglio co' fatti la malignità
d'arme, e con trenta cavalieri andasse battendo la del Neocastro .
città. Ho seguito il Neocastro che dovca saper me-
( 1282 ) CAPITOLO IX . 99

tadino, nè armento , nè vestigia di côlti non l'arme , come vedeansi per lo stretto le ne-
vi si scernea, venivano a stuoli i messinesi miche navi a stuoli ritornar da Catona ai
a incontrare il re. Il quale festevolmente rac- vari porti del regno. Era entrato il nove ot-
coglieli, e ringrazia , e Alaimo sopra ogni tobre in Messina con ventidue galee cata-
altro che ponselo al fianco , e in pegno d'a- lane Giacomo Perez , natural figliuolo del re ;
mistà gli viene svelando i sospetti, che sulla e altre quindici delle disarmate in quel por-
fede sua e de' sicilian tutti avea cercato stil- to n' avea fatto allestir Piero tra gli stessi
largli un tristo vegliardo, Vitale del Giudice , primi festeggiamenti. Accozzate in tutto cin-
presentatoglisi a Furnari, com' esule , spoglio quantadue navi da battaglia , diè dunque prin-
al mondo d'ogni cosa , per amor , dicea , della cipio a travagliare il nimico, non ostante la
schiatta sveva , cui furo nimicissimi un tem- disuguaglianza delle forze ; ma pensava es-
po quest' Alaimo , questi or si caldi parteg- ser quello scoraggiato e discorde , i suoi in
giatori. Tra cotali parole pervenuti alla città , su la vittoria. Nè ascoltò chi sconsigliava
col folto popolo si feano innanzi al rei sa- quest' impresa ; montò ei medesimo sulle na-
cerdoti, i cittadini più autorevoli , e la sina- vi catalane ; arringò alle ciurme ; nel nome
goga de' reietti giudei , per loro ricchezze or di Dio le benedisse promettendo vittoria , e
carezzati , or manomessi in quei secoli . Solo sbarco.Il di undici ottobre , tornando i catalani
cavalcava Piero con tutti onori di monarca : dall'inseguire invano un primo stuolo an-
le strade al suo passaggio trovava parate a gioino pe' mari di Scilla, avvistatone un al-
drappi di seta e d'oro ; il suolo sparso di tro più grosso verso Reggio , mettono insie-
verdi ramoscelli ed erbe odorose. Smontato me coi messinesi l'armata ; contro vento e
al maggior tempio, rende grazie a Dio , en- corrente vogan robusti sopra gli avversari.
tra in piacevoli parlari coi cittadini , affabile A ciò salito in furore re Carlo , facea tutte
e grato in ogni atto ; e loda i monumenti escir le sue navi al numero di settantadue ,
della città, e richiede d'ogni minuta sua co- ma nè bene in attrezzi , nè in uomini ; donde
sa . Passò indi alla reggia , raccolto dalle più sbigottite a quel difilarsi de' nostri si destri
nobili donne, tra le quali non mancò la Ma- e bramosi della zuffa , rifuggironsi a terra.
calda ed ella ed Alaimo sedean anco a Spintesi allor le catalane e siciliane navi fin
mensa col re. A ciò seguiron le pubbliche sotto le fortezze, chiamano a battaglia i ni-
feste, splendidissime per la ricchezza , liete mici ; li aizzano con le ingiurie ; sfidanli coi
per l'affratellarsi dei cittadini coi seguaci di tiri delle saette ; nè traendoli fuori con ciò ,
Pietro . Sciolsersi i voti fatti al Cielo nel tem- tornansi bravando a Messina . Tre dì ap-
po dell'assedio ; nè altro spirava il paese , presso , salpati da Reggio quarantotto legni ,
dice Bartolomeo de Neocastro , che ilarità , perchè speravan che il vento ripingesse in
pace, e sollazzo ¹ . porto l'armata di Sicilia, essa con tanta virtù
Ma ripigliaronsi in pochi dì le fatiche del- sua e scoraggimento degli avversari li inve-

Bart. de Neocastro, cap. 53. numero e considerazione per le industrie e i com-


Niccolò Speciale, lib. 1, cap. 18. merci. Le nostre leggi del tempo , per non dir
D'Esclot, cap. 96 . di tante altre memorie, ne fanno spesso menzione .
Montaner, cap. 65 . E si ritrae che in Messina i giudei, al par che i
Cron . Sic. della cospirazione di Procida , pagi- cristiani , fossero molto addetti all' industria delle
na 274. tintorie, da un diploma del 24 gennaio 1292 , che
Quanto a' giudei non è dubbio che in Messina leggiamo presso il Testa, Vita di Federigo l' ara-
e in molte altre città della Sicilia fossero in gran gonese, docum. 15 .
100 CAPITOLO IX .
(1282 )
sti , che una sehiera di quindici galee nostre , le armi contro Sicilia , e recasser lettere per
trovandosi innanti nella caccia, pur sola diè Puglia e Principato , invitando que' popoli a
dentro , e ventidue ne prese tra di Princi- mercatare nell'isola , che sarebbervi sicuri
pato , marsigliesi e pisane. Quando di Calabria e graditi, venendo con intendimenti di pace.
videro ingaggiare l' inegual conflitto , ch ' era Offri i suoi stipendi a chi volesse ; agli altri
presso il tramonto del dì , non tenendo dub- forni barche e vivanda ; e fe' dispensare un
bia la vittoria, con luminarie la festeggiaro- tornese d'argento per capo . Talchè essi lie-
no ; onde molta ansietà ne surse in Messi- tamente si tornavano , a spargere nel reame
na , e s'accrebbe la dimane , scorgendo un di terraferma le lodi del nuovo re di Sicilia ;
grosso stormo di vele che drizzavansi al confortandoli a gara i messinesi con savie
porto . Si distinser poi le insegne ; sventolanti parole : nulla da ' siciliani temessero , nimici
in alto le aragonesi e siciliane , strascinate solo agli stranieri oppressori ; alla gente ita-
in mare quelle d'Angiò ; e tra l'universale liana non già , che tratta a forza a questa
giubbilo preser porto le navi , recando , narra guerra, la siciliana rivoluzione benediva in
il D' Esclot , quattromila cinquanta prigioni. suo cuore 3.
Caduto il dì , con fuochi e lumi sfolgoranti Così entro due settimane , rincorati i mes-
per tutta Messina , rendeasi cenno delle fal- sinesi con tali ardimenti di naval guerra , ca-
laci dimostrazioni della notte innanti in Ca- vata a' nemici ogni fantasia di ripassare in
labria ¹. Sicilia, e gettata anco l'esca a' popoli di ter-
Più nobil tratto e di più alto argomento raferma, Pietro cavalcò il sedici ottobre per
Pietro adoperò co' prigioni. Due di appresso, Catania , a mostrare in val di Noto il viso
ritenendo soltanto i provenzali , fatto adunar e la benignità del principe nuovo. Onde in
gli altri sul prato a porta San Giovanni , un parlamento di quanti sindichi di comuni
benigno parlava : conoscessero or lui e Carlo di si poteano in fretta adunare , ei stesso orò
Angiò ; questi avrebbe messo a morte ogni nella cattedrale di Catania : dalle unite forze
prigione ; ei liberi a lor case rimandavali senza avrebbero ormai sicurezza ; lor franchige
riscatto, sol che promettessero non portare godrebbersi , e giustizia nel governo , e ri-

Bart. de Neocastro , cap. 53 . Montaner in questa impiastra tre fazioni : la cac-


D'Esclot, cap. 98 . cia data alle 70 navi , la presura delle 22 , e il
Saba Malaspina , cont. pag. 384. saccheggio di Nicotra, seguito nel 1284 ; che è
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 18. nuovo argomento della poca csattezza di questo
Montaner, cap. 63 , 66 , 67 , 68, 69. autore, il quale scrivendo vecchio e molti anni ap-
Anonymi Chron . Sic. cap. 41. presso, confondea nella sua memoria l'ordine e le
Giachetto Malespini, cap. 212. particolarità de' fatti.
Gio. Villani, lib. 7, cap. 75. 2 Questa porta più non esiste, sendosi da quel
Cron. Sic . della cospirazione, pag. 274. canto ampliata la città.
Ho seguito preferenza il Neocastro e gli altri 3 Bart. de Neocastro , loc . cit.
due primi che narrano con poco divario questi Saba Malaspina, cont . pag. 385.
fatti. D' Esclot, loc. cit.
Non attesi al Villani e al Malespini che portano Montaner, cap. 74 , il quale porta questa libe-
bruciati da' nostri da 80 legni nimici, perchè Saba razione in altro tempo , e la abbellisce con una
Malaspina e gli scrittori di parte nostra non l'a- munificenza incredibile ; facendo dispensare cami-
vrebbero pretermesso ; c Montaner accenna questo cia, farsetto, brache, cappello, cintura, coltello ca-
incendio ( cap. 63 ) ma come avvenuto sulla spiag- talanesco , e un fiorin d'oro per ciascuno , a 12000
gia di Messina , che è forse quello de' principl prigioni.
dell'assedio ( V. cap. 7 del presente lavoro ) . Il
(1282) CAPITOLO IX . 101

parazione di tutti gli abusi angioini ; chè il dallo stretto ; per tornar poi a migliore sta
ben de' sudditi , dicea , è ben del monarca, la gione , con più formidabile apparecchiamen-
tirannide li avea spolpato , la libertà porte- to , da schiacciar sotto i suoi più le corna
rebbe rigoglio e dovizie. Cassò di presente dei protervi ribelli 3. Cotesti vanti tradìa con
le collette ; aboli i dritti odiosissimi dell' ar- una sollecitudine estrema di custodir le spiag-
mamento delle navi ; bandì non tornerebber ge da tutta incursione di que' che pur chia-
quelli mai più sotto il governamento suo, nè mava pirati ; e ponea velette e pattuglic ;
dei successori ; mai la corona non levereb ordinava segnali, di fuoco la notte, di fumo
be d'autorità propria generali nè parziali sov- il dì, che desser l'allarme scoprendo la no-
venzioni. Il parlamento gli accordò allora i stra bandiera 4 perchè in vero l'aragonese
sussidi per sostenere la guerra : e a questo c siciliana flotta correa vincitrice il Tirreno ;
effetto senza dimora a Messina ei torna il armandosi di più parecchi galeoni a corseg-
ventiquattro di ottobre ' . giare ; onde grave il danno e maggior lo
Avvegnachè, permutate lor sorti , la Sicilia spavento per le marine di tutto il reame di
si faceva ad assaltare , a portar fomite Puglia stendeasi . A mettervi riparo ordinò
aiuto ai popoli scontenti , a turbar di là dallo Carlo ancora di racconciar prestamente tutte
stretto ogni cosa e Carlo alla meglio reca- le galee, e cento teride 6. Rimandate le mi-
vasi in atto di difesa tra il discredito della lizie feudali del regno e gl'italiani aiuti ,
sua diffalta. La vien palliando perciò con i- tenne insieme i soli francesi e stanziali, che
scrivere ai magistrati di terraferma , affinchè sommavano a sette migliaia di cavalli e
non restin presi alle ciance del volgo , co- dieci di fanti. Alla Catona e in altri luoghi
m'ei, dato spaventevole guasto alle campa- marittimi di Calabria li spartì in grosse schic-
gne di Messina , percossa e condotta agli re : a Reggio con la più forte ci rimase 7 .
estremi la città , da non poterle ormai gio- E, per non sembrare inoperoso , un mes-
var nulla il sospeso assedio, sopravvenendo saggio di rimbrotti mandò a re Pietro, già
il verno, s'era consigliato, per la comodità. tornato a Messina.
delle vittuaglie e la sicurezza delle navi , a Per Simon da Lentini , frate de' predicatori ,
ritirar gli alloggiamenti un pocolin 2 di qua il mandò, che affidato nella chierca , rinfacciava

Bart. de Neocastro, cap. 54 . 4 Diploma del 2 ottobre 1282, notato nell' Elenco
Diplomi dell'8 e 15 febbraio 1282 , ( cioè 1283, delle pergamene dell' archivio regio di Napoli, v. 1 .
contandosi l'anno appo noi dal 25 marzo ) docu- pag. 244, del quale ivi si legge uno squarcio nella
menti N. vi e Ix in fin di questo volume ; il se- nota continuata infino a pag. 246.
condo de' quali è citato ancora dal Gallo, Annali 5 Saba Malaspina, cont. pag. 398.
di Messina, tom. 2, pag. 135 , con un altro pri- 6 Elenco delle pergamene sud . vol. 1 , pag. 247.
vilegio del 20 aprile , che abolì tutti gli statuti e 7 Saba Malaspina , cont. pag. 384.
le leggi di re Carlo. Bart. de Neocastro, cap. 54 .
Forse a questo o altro simil diploma allude il D'Esclot, cap. 97.
Fazello ( Deca 2, lib. 9 ) , che il dice conservato Cron . della cospirazione di Procida , pag. 274.
infino a' suoi tempi ; e il Pirri, Sicilia Sacra, Not. Veggasi anche Montaner, cap. 67 e seg. Il sog-
Eccl . Catan. ann. 1283 , che cita il parlamento e giorno di re Carlo a Reggio per tutto questo tem-
il diploma. po è confermato dalla data de' citati diplomi e dei
Che Pietro avesse abolito i dritti de' marinai è seguenti altri Reggio penultimo ottobre, 11ª Ind .
detto anco chiaramente nel capitolo 44 di re Gia- Ibid. 26 novembre, 11ª Indiz . Ibid. 1 , 5 e 6 di-
como, Cap. del regno di Sicilia. cembre, 11 Ind . Nel r. Archivio di Napoli, registro
2 Aliquantulum.
segn. 1283, E, fog. 1 , 1 at . e 4.
3 Diploma del 29 settembre 1282, Documento
N. VI in fin di questo volume.
402 CAPITOLO IX .
( 1282)
al re d'Aragona : l'ingannevole risposta su entrato nel rcame di Sicilia contra ragione
i primi armamenti suoi , la guerra non de- e in mal modo , senza sfidarlo dapprima :
nunziata , portata mentre fingeva amistà e e il re di Aragona " come difensore , che
trattava parentado ; l'occupazione ingiusta l'occupazione e tutt'altro oprar contro Car-
del reame con l'arme gliel proverebbe re lo , macchia non fossero all' onor suo , nè
Carlo . A que' detti che suonavano slealtà e fatto da vergognarne dinanzi a dignità di
tradimento , balzò Pietro dal seggio , conci- tribunale o cospetto d' uom giusto » . Ad ul-
tato nei passi, alterato il sembiante ; ma in timar la scelta del luogo e del tempo si de-
un attimo tornando padrone di sè , gli ſea bi- putavan sei cavalieri dell' uno e sei dell' al-
lanciata risposta : tra lui e 'l conte d'Angiò tro , per lettere patenti date il ventisei di-
gli omicidi di Manfredi e Corradino aver già cembre. I quali , convenuti nel real palagio
da lungo tempo rotto la guerra : a ragione di Messina, ferman , che si combatta in cam-
tener questo reame, per eredità ed elezione, po chiuso nel contado di Bordeaux in Gua-
de' popoli mentir però chi gli apponea tra- scogna, come vicino a Francia e ad Aragona
digione e sì che il sosterrebbe in duello ' . e tenuto dal giusto Eduardo re d'Inghilter-
Onde due messaggi inviò a re Carlo , coi ra il primo giugno milledugentottantatrė si
quali delle condizioni del duello si disputò presentin quivi i due principi a Eduardo , o
lunga pezza ; perciocchè re Carlo non aman- a chi ci manderà , o , in difetto , a chi per
do a misurar le declinanti sue forze con la lui regga la terra ; ma , salvo nuovo accordo ,
robusta età dell' aragonese , volea compagni non si venga allo scontro , se non presente
molti al combattere , chè tanti sì prodi , av- Eduardo ; aspettandolo infino a trenta dì ,
visava, non potrebbe trovar l'avversario : e sotto fede di non si offendere reciprocamente
questi, tenendosi al singolare combattimento , in Guascogna infino al duello e otto di ap-
offria venirne senz'arnese contro Carlo co-
presso . Stipulano in ultimo che qual manchi
per to di tutt'arme , e sì ricusava il duello ad appresentarsi co ' suoi campioni , tengasi
in Calabria , a meno che non gli si desse in d' indi in poi « vinto , spergiuro , falso , fallito ,
istatico il principe stesso di Salerno . Accor- infedele e traditore , spoglio del nome e o-
daronsi al fine che i due re con cento ca- nore di re ». Ratificaron ambo i principi que-
valieri per ciascuno s'affrontassero a prova- sti capitoli con sacramento sugli evangell.
re : « Carlo , come provocatore , esser Piero E com'era costume, chiamandosi a guaren-

Bart. de Neocastro, cap. 54 . istorico nostro , leggiamo il suo nome ne' diplo-
Niccolò Speciale, lib . 1 , cap . 23 , 24. mi. Notisi che il D'Esclot diversifica in qualche
Saba Malaspina, cont. pag. 383 , 386, 387. circostanza . Secondo lui , due famigliari di Carlo
D' Esclot, cap. 99. vestiti da frati portavano a Pietro parole d'ingiu-
Montaner, cap. 72 . rie egli si pose a ridere, e mandò con loro per
Raynald, Ann . Eccl. 1283, § 5. ambasciatori suoi cavalieri onorati e d'alto affa-
Diploma di re Carlo , in Muratori , Ant. Ital. Med. re, per intender da Carlo se i due finti frati ne
Evi, tom. 3 , pag. 651. Sul quale e su i due di- avessero avuto mandato ; e saputo di sì, questi le-
plomi citati qui appresso , ho corretto lo errore di gati fermarono il duello , e tornarono in Messina
alcuni storici, che dicon fatta la sfida da re Pietro. con gli inviati di Carlo per ordinarne le condizio-
Del rimanente la più parte di quegli scrittori si ri- ni. Montaner al contrario dice il grande sdegno
scontra appunto co' diplomi. di Pietro al sentirsi dar quelle accuse. Io ho se-
I nomi degli ambasciadori di Pietro son portati guito ne' particolari piuttosto Speciale, Malaspina ,
variamente. Certo che vi fosse il giudice Rinaldo dei e'l Neocastro ; nè è mestieri notar tutte le minute
Limogi messinese , perchè, oltre, l'attestato d'alcuno differenze degli altri cronisti.
( 1282) CAPITOLO IX . 103

tigia dei re i veri arbitri dello stato , qua- ma 3. Di pari astuzia i guelfi accagionavan
ranta per ciascuna parte de' primari baroni l'aragonese , supponendolo erroneamente pro-
e capitani giuravano sul sacro libro, che le- vocatore al duello , come se per tema delle
galmente e di buona fede secondo lor potere forze superiori di Carlo divisasse differir
procaccerebbero l'osservanza di que ' patti : tanto la guerra , che inoperosi morissero nel
che se il lor principe fallasse , mai più non meridional clima i francesi 4. Pensasserlo o
vedrebbero la persona di esso , nè aiuto di no, Carlo e Pietro uomini eran ambo da me-
braccio gli presterebbero , nè di consiglio. ritare l'accusa . Ma forse la sfida non fu
Da loro soscritti e dai re in buona forma, che un appello alla opinione pubblica alla
si stendean di tutto ciò due atti , dati , quel guisa dei tempi ; come un Pietro e un Carlo
di parte aragonese di Messina , l'altro di Reg- d'oggidì farebbero con promulgar dicerie
gio, il trenta dicembre : e in questo leggesi, d'umanità , leggittimità , bilancia di potere ,
tra molti nobili nomi francesi , un Giovanni comodi de' commerci, bene de ' popoli .
Villani , congiunto forse del fiorentino isto- E Pietro ebbe il destro d'esplorar pei mes-
rico ; nel primo notansi Alaimo di Lentini , saggi affaticantisi in que' riti cavallereschi ,
il conte Ventimiglia , Ruggier Loria, Gualtiero la condizione e postura de' nimici , su i quali
di Caltagirone , e Pietro fratello , Giacomo la guerra da senno s' apprestava a portare 5 :
Perez, natural figliuolo del re . Gli scrit- e volle incominciarla con infestagion di trup-
tori parteggianti per l'uno o per l'altro dei pe leggiere, che riconoscesser meglio il pae-
principi li accusavan poscia vicendevolmente se, e gli coprisser lo sbarco . Ondechè sa-
d'inganno . Dissero i nostri , che Carlo pre- pendo da Bertrando de Cannellis , reduce dal
testando il duello volesse trar di Sicilia il francese campo , come duemila cavalli e al-
rivale , per riassaltar l'isola più francamente, trettanti pedoni a mala guardia se ne stes-
e spegner il fomite di ribellione in terrafer- sero alla Catona , mosso ancora dal pregar

Da una scritta che si trova nel r. Archivio di Perfettamente rispondono a questi diplomi :
Napoli, reg. segnato 1268, A , fog. 35 , si vede che D'Esclot, cap. 100, che porta anco esattamente
fosse tra' cortigiani di re Carlo , Rinaldo Villani da i nomi de' cavalieri mallevadori.
Siena milite. Montaner, cap . 72, 73 .
Un altro diploma del 28 aprile (forse 1268) che Saba Malaspina, cont . pag. 388, 389.
si legge nel medesimo archivio , reg. segn . 1268, Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 25.
O, fog. 30 a t. comanda a' regì inquisitori d' inve- Bart. de Neocastro, cap. 54.
stigare i carichi dati pe' fatti di Corradino a Gio- Geste de' conti di Barcellona , cap . 28 , nella
vanni Villano da Aversa milite. Marca Hisp. del Baluzio .
Non mi preme il ricercare se costoro fosser della Giovanni Iperio, in Martene e Durand , op. cit.
medesima famiglia, e se tra i mallevadori di Carlo tom. 3 , pag. 763 ; ed altri che lungo sarebbe a
fosse stato un pugliese o un toscano. Perciò me noverare, or più or meno esatti.
ne rimango a queste semplici notizie. 3 D' Esclot, Montaner , Neocastro , Speciale nei
2 I diplomi leggonsi presso : luoghi citati .
Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra, vol . 2, pagi- 4 Nangis, vita di Filippo l'Ardito, in Duchesne
na 226 a 234. H. Fr. S. vol. 5, pag. 541 .
Muratori, Ant. Ital . Med . Ævi , tom . 3 , pag . 655 . Epistola di papa Martino , in Raynald , Annali
Martene e Durand, op. cit. tom. 3, pag. 101. Eccl. 1283, $ 8.
Lünig, Codex Ital. Dipl . v. 2, pag. 986 e 1015 . Gio. Villani , lib. 7, cap. 86.
Registro di Carlo 1. segn. 1280, B , fog. 151 5 Saba Malaspina, cont. pag. 386.
a t. citato dal Vivenzio , Ist. del regno di Napoli,
v. 2, pag. 333.
104 CAPITOLO IX .
(1282 )
degli almogaveri , ch'anelavan battaglia e pose sulla estrema punta di Calabria : i quali
bottino, il sei novembre appresso il tramonto , annidatisi nei vetusti boschi di Solano , Co-
fea partir chetamente da Messina quindici sternavano il presidio di Reggio, con iscor-
galee con un grosso di fanti sotto il comando rere in masnade pei contorni , rapir vittua-
del suo natural figliuolo ; cui pur non affidò glie , infestare le strade , tutte comunicazioni
altrimenti il disegno , che in un plico da troncargli 3 .
schiudersi in mare. Colto all' improvvista Tra queste scaramucce e 'l trattato del
così a profonda notte il presidio della Cato- duello il sanguinoso anno ottantadue chiu-
na ; fatto assai strage e prigioni ; volti in deasi chetamente , lasciando i semi sì di lun-
fuga i più ; e incalzati infino a Reggio : che ghissime guerre ; chè a ristorar le fortune di
fu trapasso degli ordini , pericolosissimo per- Carlo non solamente la possanza e lo studio
chè il di rinascea. Ciò spiacque al re sì for- del papa , ma spiegavasi ancora il guerriero
te, che per amor che portasse a Giacomo , orgoglio di Francia . Avea il principe di Sa-
nè per merito della vittoria e preda , non si lerno, già fin dai primi annunzt del vespro,
trattenne dal torgli il comando e a stento raccolto in Francia da mille uomini d'arme ,
ad intercession de' baroni gli perdonò gastigo che da lui condotti e dai conti d'Alençon ,
più grave ; pensando che solo uno estremo Artois e Borgogna , principi di quel sangue
rigor di ordini quegli audacissimi colpi tra reale 4 , e spesati in parte dal papa 5 , con
tante grosse poste nimiche potesse render assai altri cavalieri passavano in Italia in
sicuri . Per pratiche ebbe intanto la terra due schiere, tra la state e l'autunno 6 ; el
di Scalea in Principato ; al cui reggimento alle Calabric avviavansi , dove le guerre dei
il dì undici novembre mandò Federigo Mo- due reami di Sicilia e di Puglia sempre fur
sca conte di Modica 2. Cinquecento uomini combattute, e gli uomini per somiglianza d' in-

■ Ibidem , pag. 389, 390. Neocastro fosse conte di Modica, si ritrae da Su-
Bart . de Neocastro, cap . 55 , 56. rita, Annali d'Aragona, lib. 4, capo 27, e da ' no-
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 19. stri noiosi scrittori delle genealogie nobili.
Bernando D'Esclot, cap . 102, il quale aggiugne 5 Saba Malaspina, cont. pag. 390.
la valente ritirata di 30 almogaveri restati in terra , Bart. de Neocastro, cap. 56.
e le straordinaric prove d'un condottiere di questa 4 Alençon era fratello, Artois fratel cugino del
gente re di Francia , e Borgogna più lontano parente. P.
Ramondo Montaner, cap. 20 , narra diversa e Anselme, Histoire gèn. de la Maison Royale de
strana questa fazione, e vi fa uccidere il conte di France, tom. 1 .
Alençon, da lui detto di Lanço , il quale morì al- 5 D'Esclot, cap. 101 .
cunt mesi appresso nel campo di Santo Martino e 6 Nangis , loc. cit . pag. 541 .
non in questa fazione. E veramente ei fu uno dei Giachetto Malespini, cap. 217.
capitani che consigliarono nel cominciar del se- Giov. Villani , lib. 7, cap . 62 , 83.
guente anno 1283 il tramutamento del campo da Saba Malaspina, cont. pag. 385 , 392.
Reggio al piano di Santo Martino , come si scorge Cron. An. Sic. della Cosp. pag. 266.
da un diploma del principe di Salerno, cavato dal Annali Genovesi, in Muratori, R. I. S. tom. 6,
r. archivio di Napoli, e citato da D. Ferrante della pag. 580.
Marra, Discorsi, Napoli 1641 , pag. 46 , a t . Vita di Martino IV in Muratori R. I. S. tom. 3,
Veggasi anche l' altro diploma del 20 aprile 1283, parte 1, pag. 61C.
citato al cap. 10 di questo lavoro . Giovanni Iperio in Mart . e Dur. Thes. Nov.
Nelle Geste de' conti di Barcellona , cap . 28, si Anec. tom. 3 , pag. 764 .
dice ferito nelle fazioni di Calabria il conte Pietro Montaner, cap. 70, toltone l'errore della ucci-
d'Alençon, e mortone qualche tempo appresso . sione del conte d' Alençon .
2 Che il conte Federigo Mosca nominato dal
CAPITOLO IX . 105
(1283)
dole e paese, più tennero a' vicini d'oltre lo suoi formidabili cavalli s ' avviluppassero 6.
stretto, che a que' di terraferma. Al tempo Perciò, abbandonata Reggio e i contorni, ac-
medesimo , il papa consentiva a Carlo, che campò il grosso delle genti nelle pianure di
ne' presenti pericoli dello stato mettesse pre- Santo Martino e di Terranova ; e posò forti
sidio nelle fortezze di Monte Casino , e in schiere in alcuna terra all'intorno. E pria
tutt'altre possedute da corpi ecclesiastici nel che sgombrasse Reggio , i cittadini tanta fin-
regno suo , sotto fede di restituirle a ogni ser nimistà coi messinesi , e paura e incapa-
cenno della Chiesa . Ed egli, sentendosi per cità a difender la terra senza presidio fran-
tali aiuti più sicuro in quelle province, parti cese, che il re assentia si desser pure al ne-
come per andarsi al duello , che ancor gliene mico, se così portasse la fortuna , e non ne
avanzavano cinque mesi ; ma fu che volle avrebber nota di fellonia . Com' ei volge le
ultimar da sè stesso le pratiche con Francia spalle , i reggiani, per oratori raccomandati ai
2
e col papa ; o sforzato da ' tempi a mo- messinesi , offron sè stessi e la città a re Pie-
derare in Puglia la dura dominazione , gli ri- tro 7.
fuggì l'animo superbo dal farlo con le mani Avea già questi messo in punto ogni cosa
sue proprie. Pertanto, creato vicario generale al passaggio ; affidato al pro Ruggier Loria
del regno il principe di Salerno , unico fi- il comando della flotta ; accozzato in Mes-
gliuol suo , per nome anche Carlo, e da vizio sina tra catalani e siciliani gran podere di
della persona detto la zoppo , comandò da gente ; chiamando al militare servigio i ba-
Reggio il dodici gennaio milledugento ottan- roni dell'isola , ch'alacremente il seguiano 1º.
tatrè ai magistrati e oficiali che a costui ub- Quell'oste il re ordinava con poca man di
bidissero come alla persona sua stessa 3 . cavalli, ed elette bande d' arcieri , balestrieri,
Altresì lo esercito gli commettea 4. Ma pria e sopra tutto almugaveri : fanteria spedita ,
per consiglio de' conti di Alençon , Artois , così chiamata dagli spagnuoli con moresco
Borgogna, Squillace, Acerra, Catanzaro, la li- vocabolo. Breve saio a costoro , un berretto
nea di difesa mutò dalla riva del Tirreno at di cuoio, una cintura, non camicia, non tar-
corso del Metauro ; o perchè i nostri tenendo ga , calzati d'uose e scarponi , lo zaino sulle
il mare e i boschi di Solano affamavan tutta spalle col cibo , al fianco una spada corta e
la estrema punta delle Calabrie , o perchè acuta , alle mani un' asta con largo ferro e
ei pensò adescarli tant' oltre, che in mezzo ai due giavellotti appuntati, che usavan con la

Breve dato di Montefiascone, 9 dicembre 1282 Saba Malaspina, cont. pag. 391. Il consiglio dei
in Raynald, Annali Eccl. 1282, § 27. principi e capitani nominati di sopra si scorge dal
D' Esclot, cap. 100. diploma citato qui innanzi a pag. 104, al proposito
Montaner, cap. 73, 77, 78. del conte d'Alençon.
3 Questo diploma leggesi nel citato Elenco delle 6 Niccolò Speciale, lib. 1 , eap. 21 .
pergamene del r. Archivio di Napoli , vol . 1, p. 248. 7 Neocastro, Speciale, Malaspina ne' luoghi citati .
Montaner, cap. 73. Il primo porta questo permesso come dato dal prin-
D'Esclot, cap. 100. cipe di Salerno.
Saba Malaspina, cont. pag. 395. La ritirata del principe di Salerno al pian di
4 Bart. de Neocastro, cap. 34. Questi porta la Santo Martino leggesi anco in D' Esclot, cap. 102 .
partenza di re Carlo a 2 novembre, ch'è manifesto 8 Niccolò Speciale, lib . 1 , cap . 20.
errore secondo gli allegati diplomi. Pur non è da 9 Niccolò Speciale, lib. 1 ,'cap . 21 .
toglier fede nelle altre cose al Neocastro, il quale, Saba Malaspina, cont. pag. 391.
come in paese nemico, potea ben errare in qualche Bart. de Neocastro, cap. 59.
particolare, e conoscere appieno gli altri fatti. Montaner, cap. 75 .
5 Bart. de Neocastro, cap. 57. 10 Bart. de Neocastro, cap. 61.
14
106 CAPITOLO IX . ( 1283 )

sola destra vibrare, e poi nell'asta tutti affi- l'affrettò , che il dì appresso, che fu il quat-
davansi per dare e schermirsi . I lor condot- tordici di febbraio , a quella città navigava ;
tieri , guide piuttosto che capitani , chiama- recando seco nella sua galea medesima tra
vansi anche con voce arabica adelilli . Non i più fidati baroni Alaimo di Lentini. Ac-
disciplina soffrian questi feroci , non aveano colserlo tanto più lieti i reggiani , quanto ,
stipendi, ma quanto bottino sapessero strap- aperto il mare, dopo lunga penuria , ogni vi-
pare al nimico , toltone un quinto pel re ; ' nè vanda appo loro abbondò . L'oste parte al-
questo medesimo contribuivano quand' era ca- bergava per le case ; parte , non bastando
valcata reale , ossia giusta fazione . Indurati quelle , attendavasi alla campagna. Tutta la
a fame, a crudezza di stagioni , ad asprezza di Calabria allora piena della riputazione del re,
luoghi, diversi, al dir degli storici contempo- cominciò occultamente a inviargli messaggi :
ranei , dalla comune degli uomini , toglieano in- e prima Geraci scoprissi , ov ' ei mandò Rug-
dosso tanti pani quanti di proponeansi di scor- gier Loria, e Naricio Ruggieri conte di Pa-
rerie , del resto mangiavan erbe silvestri ove gliarico , l'uno a prender, l' altro a regger
altro non trovassero : e senza bagaglie , senza la terra . Egli intanto disegnando al nemico
impedimenti, avventuravansi due o tre giornate esercito accostarsi, il di ventitrè febbraio, con
entro terra di nimici ; piombavano di repente , un sol compagno a cavallo , trenta almuga-
e lesti ritraeansi ; destri e temerari più la veri , e una guida per cupi sentieri di valli e
notte che il dì ; tra balze e boschi più che boschi infino agli alloggiamenti si spinse a
in pianura ; fortissimi ovunque i cavalli non riconoscere. Tornatosi a Reggio , conduce i
potesser combattere. Ben seppe farne suo ner- suoi pei boschi di Solano ; e ad otto miglia
bo alla guerra delle montuose Calabrie re dal grosso delle genti francesi , e non guari
Pietro ; e agevolmente li ordinò , perchè gli lontano dalle altre lor poste , li accampa in
alpigiani spagnuoli solean darsi a quest' aspra un rispianato che ha nome la Corona , so-
milizia , ed or fatta parea pei siciliani , nati pra alpestri e salvatichi monti , sicuro da
tra montagne , svelti , audaci , di mano e d'in- assalti , comodo portarne su i luoghi bassi
gegno prontissimi . d' intorno. Quivi i greci del paese, usi a pra-
Con sì fatta gente a valicare lo stretto si ticar senza sospetto tra i nimici , d'ogni fiatare
apprestava re Pietro , saputo l'indietreggiar di quelli il ragguagliavano. Cheto aspettando
de' nemici , quando l'ambasceria di Reggio sl ei posava, come se quelle foreste lo avessero

Saba Malaspina, cont. pag. 390 , 391 , 396. eorum consuetudinem atque usum. Nell'uno e nel-
D' Esclot, cap. 67 , 79, 103. l' altro i cognomi ben mostrano che queste masna-
Montaner, cap. 62, 64. de fossero mischiate di spagnuoli e siciliani.
Da questi autori si vede che almugaveri non era L'altro diploma del 27 dicembre, 4ª Indiz . ( 1290)
nome di nazione, ma sì di milizia ; come oggidì Docum. n. xxi mostra la niuna disciplina degli al-
si direbbe : granatieri , cacciatori , cavalleggieri , dra™ mugaveri ; per la quale il re di Sicilia espressa-
goni, ec. mente li avea eccettuato dalla tregua fermata col
I particolari della sussistenza e ordinamento ir- nemico, non promettendosi che ubbidissero .
regolare di questi almugaveri si scorgono da Mon- In somma il modo lor di combattere era il mede-
taner , cap. 70 , e da due diplomi del 7 marzo e simo delle bande o guerrillas, segnalatesi nelle mo-
4 aprile 1299, alla fin di questo volume, Doc . n. xxii derne guerre di Spagna , e la disciplina assai peg-
e xxIII, nel primo dei quali si vede la distinzione tra giore.
stipendiarii , almugaveri, et malandrini; nel se- 2 Bart. de Neocastro , cap. 59.
condo leggesi la divisione della preda inter se juxta Saba Malaspina , cont. pag. 391 .
(1283 ) CAPITOLO IX. 107

inghiottito ; tantochè in Calabria il bucinavano nè la moneta pur trova, mandata al principe


già uom dappoco e acquattatosi per paura ' . il dì innanzi . Allora , postosi fuor dalle mura
Quand' ecco stando agli alloggiamenti a La- alle riscosse contro gli aiuti che potesser ve-
grussana presso Sinopoli cinquecento cavalli nire dal campo , inondan Seminara gli almu-
capitanati da Ramondo de Baux , mentre stan- gaveri. Il Barrotta, d' ordine chierico , soldato
chi di gozzoviglia senza scolte straccurati a ' costumi , desto dal fracasso , lasciando una
giaceausi una notte, repente un fracasso li ri- donna che seco avea , sorge , dà di piglio all'ar-
scuote ; gli almugaveri come torma di lupi mi , e fieramente difendendosi è morto . Ca-
saltano tra gli alloggiamenti ; scannano, rapi- don altri resistendo , e fuggono i più , qual
scono, sconosciuto tra i gregari ammazzan Ra- senza panni , quale a piè , qual balzando sul-
mondo, e prestissimi dileguansi col bottino . l' ignudo cavallo ; ma era gente si ordinata ,
Non andò guari che un Arrigo Barrotta teso- che, non ostante il subito scompiglio, da cin-
riero di Carlo , recando sei mila once per gli quecento rannodaronsi di lì a una mezza lega
stipendi dello esercito , nella terra di Seminara aspettando il dì , e partendosi poi i nostri , in
albergò ; stanza in quel tempo di ottocento Seminara rientrarono . Messa questa intanto
cavalli francesi . Avutane spia re Pietro, l'a- a ruba e a guasto per severo divieto del
descò lor mala guardia , e più la moneta. re furon salve tuttavia le vite degli abitanti ,
Onde il tredici marzo a sera , ei stesso con che fuggendo si dileguaro. Al nuovo albore
trecento cavalli e cinque mila almugaveri ca- straccarichi di preda rinselvansi i catalani e
lavasi chetamente da Corona e giunto a tre i siciliani alla Corona ; non molestati dal
miglia da Seminara, fatte posar le genti , il nemico , il quale agli avvisi dei fuggenti s'era
meditato colpo svelò. Quel generoso Alaimo desto a tumulto , ma sorpreso e scoraggiato
inaspettatamente il contrastava . Qual lode a sì fattamente , che volendo il principe di Sa-
re, dicea, da notturna rapina e disutile stra- lerno muover pure a un assalto , niuno nol
ge ? Vano il pensier sarebbe di tener Semi- seguì. La dimane ei manda un drappel di ca-
nara si presso al 8 campo nimico . Lasciata valieri a Seminara ; da' quali intendendo non
dunque la misera terra, al campo si vada : potersi munir contro nuova fazione , perchè non
il principe di Salerno , il fior della corte n'abbia comodità il nimico , la fa sgombrar
di Francia , sbadati , securi ; investisserli ri- anche da terrazzani , spartiti per le altre terre
solutamente, che l'audacia partorirebbe for- di Calabria ad accattare il pan dell'esilio ³ .
tuna, o gloria certo. Taccion le istorie il con- Con questo notturno guerreggiare e oc-
tegno del re , le parole, che furon certo pa- culto adoprare, il re d'Aragona occupò parec-
cate, i proponimenti , forse fieri e sinistri, che chie terre intorno il campo stesso nemico ;
gli si ribadirono in mente contro l'eroe di menomandosi ad ogni di le speranze ne' fran-
Messina. Ostinato a Seminara ei marciò . Do- cesi, che senza ferir colpo consumavansi . Per
ve mentr' una schiera accostavasi al muro lo contrario crescea Pietro di riputazione e
debolmente combattuta delle guardie , gli altri, di forze ; e la catalana e siciliana gente im-
occupate velocissimi le porte, troncano ogni baldanziva per la fortuna dell' arme e per lo
difesa. Il re , come se pratichissimo della ricco bottino chè per lo bottino , scrive un
terra, dritto sprona all'albergo del tesoriero : guelfo, assalivan le terre ; per la moneta del

Bart. de Neocastro, cap. 60. Niccolo Speciale, lib . 1 cap . 22.


Saba Malaspina, cont. pag. 395. Bart. de Neocastro, cap. 61.
2 Niccolò Speciale, lib. 1, cap. 21. E con meno particolarità, D'Esclot, cap. 102 .
3 Saba Malaspina, cont. pag. 395, 396.
408 CAPITOLO IX .
( 1283 )
riscatto facean prigioni , e per le cuoia ra- mata da Pietro fin quando pattuivasi il duello
pivan gli armenti : e anco dal catalano perchè restasse al governo in Sicilia, era ve-
Montaner s'intende come quelle masnade a nuta di Catalogna in Palermo, co' minori fi-
gara chiedesser le più rischiose fazioni per gliuoli suoi, Giacomo, Federigo , e Iolanda 4 ;
arricchirsi , e cupide e animose nè a nu- seco recando cortigiano o consigliero quel Gio-
mero nè a forza de' nemici badassero 2. E vanni di Procida , che sulle memorie degne
già come signor de' mari stendendosi Pietro di maggior fede or la prima volta appar ve-
più a dilungo , prende sull' Adriatico Geraci, nuto in Sicilia , nè più se ne facea menzione
chiamato da' terrazzani. Quivi , serratosi nella dopo quegli antichi disegni tra esso , Loria,
rocca a' movimenti primi de' cittadini il pre- ed il re 5. Vedendo dunque la figlia di Man-
sidio francese capitanato da un Guidone Ala- fredi, e i giovanetti principi di vago e nobil
manno, il re d'Aragona gli dava assalti ogni sembiante, la moltitudine esultava e plaudi-
di ; e per fame e sete già riducealo , quando va ; soddisfatta alsì dalle novità , e dalle vit-
un sospetto d' umori nuovi in Sicilia, il fe' pre- torie di terraferma . Ma tra i baroni e 'l re
cipitare al ritorno 3 . nasceano molti sospetti . Perch' avendogli dato
In questo tempo la regina Costanza , chia- quei la corona, superbia in loro, e nel re di-

Saba Malaspina , cont. pag. 395, 397. vestiti, dicendo che così sempre darebbe dieci per
2 Montaner, cap . 70, 75. un de' suoi.
Il quale scrittore porta con molta confusione e 3 Saba Malaspina, cont. pag. 397.
inesattezza questa prima guerra di Calabria , talchè Bart. de Neocastro , cap. 55 e 61.
inutile opera sarebbe a notar d'uno in uno i suoi 4 Bart. de Neocastro, cap. 62.
errori. Anon. Chron. Sic. cap. 42.
Il D' Esclot, più accurato sempre, non dice che Niccolò Speciale , lib. 1 , cap. 23.
la fazion di Seminara. Ei passa sotto silenzio la D'Esclot, cap. 103, dice anche venuta la regina
cagione del sollecito ritorno di Pietro in Sicilia. Costanza in aprile .
È da notare che, raccontando come gli almugaveri 5 Saba Malaspina , cont. pag. 397.
nell' infestar le Calabrie spingeansi fino agli allog- Montaner, cap 59 e 99, il quale portando que-
giamenti nemici , D' Esclot, a cap. 103, porta que- sto fatto dopo il giorno del duello , scordó certo il
sto fatto. Preso da' nimici un almugavero , e por- tempo del viaggio della regina per Sicilia , ma ram-
tato al principe di Salerno , questi vedendol piccino , mentava bene tutte le minuzie personali, e dice venu-
male in arnese, e orrido d'aspetto, sclamò che gente ti con essa Giovanni di Procida e Corrado Lanza . Il
sì cattiva e selvatica non potea aver cuore . E l' al- Montaner fa menzione al cap. 97 e al 99, al proposito
mugavero replicava : ch' egli era l'ultimo di sua di questa venuta della regina Costanza in Palermo,
gente, ma pur si proverebbe col miglior cavaliero di due nostri notissimi monumenti nazionali ; la
francese, a patto che vinto rimanesse a discrezio- cappella del real palagio di Palermo , che esiste
ne , vincitore avesse la libertà. Nella bizzarria dei ancora in tutta la sua bellezza , ed era, dice il Mon-
tempi il principe assentiva . Talchè rese all' almu- taner, una delle più ricche cappelle del mondo ; e
gavero le sue armi, e fatto venire un valente ca- la sala verde dello stesso palagio ove teneansi i
valier francese , fuor le trincee si die' luogo al parlamenti.
duello. Il cavaliero preso del campo si serra sul- Quivi, continua il Montaner , s'adunò un parla-
l'almugavero ; il quale schivando d'un salto la lan- mento per la venuta della regina , ove Giovanni di
cia, trasse al cavallo un fermo colpo di giavellotto Procida parlò per lei, e Matteo da Termini rispose
alla spalla ; e, abbattutolo, vien addosso al cavalie- a nome del parlamento : ma agli altri particolari
ro, tagliali i lacci dell'elmo , e con la coltella già non è da attendersi, scrivendo Montaner nel falsis-
l'uccidea . Allora il principe donatagli una veste , simo supposto che ciò fosse stato dopo la partenza
libero il rimandò a Messina. E Pietro gareggiando
di Pietro, e dopo il duello .
in cortesia, rendea al francese dieci prigioni anco
CAPITOLO IX . 109
(1283 )
spetto del beneficio troppo, lavoravan tanto , venimento del re avea chiesto d'andar tra i
che a ' baroni non bastava guiderdone o fa- cento campioni al duello ; ma poi deluso nelle
vore, al re parea fellonia ogni picciolo scon- sue ambizioni , o sospicando de ' governanti,
tento ; e cominciava a giocare con suoi scal- venne a tanta contumacia , che solo tra' si-
trimenti per abbattere i più audaci. È pro- ciliani baroni per inviti che replicassegli il
babile inoltre che cagionasse dispiacere la pat- re niego di seguirlo in arme in Calabria . Ciò
tuita e mal osservata ristorazione agli ordini dunque a' detti della spia aggiugnea fede 2 .
pubblici de' tempi di Guglielmo il Buono ' , di Saba Malaspina sol narra , che mandata la spia
cui s'avean idee indefinite e pressochè favo- prima della forca a' tormenti , svelato avesse
lose ; onde tanto più ardentemente li vaglieg- vaghe macchinazioni in Sicilia ; e che que-
giavano i popoli , tanto più diveniano difficili sto indizio , riscontrato co' sospetti anterio-
a soddisfarsi nè Pietro era principe arren- ri , conducesse a supporre una cospirazione
devole, nè mantenitor di franchige che me- contro la reina e i figliuoli , trattata con pa-
nomassero l'autorità regia. Pungea fors ' anco recchi baroni da Palmiero Abbate , oriundo
i nostri invidia de' catalani, e del non aver di Trapani, cittadin palermitano , ricchissimo
parte abbastanza ne' pubblici affari ; onde al- in val di Mazara per terreni ed armenti , prode
cun pensava non aver mutato la tirannide in in arme, picciol di persona , grande di fama 3.
libertà , ma la persona del principe e la na- Del resto poco montano i nomi , e certo ri-
zione de' signori i quali umori è naturale traesi nata nel baronaggio una trama, o sup-
che da' baroni passassero anco ne ' popolani posta e spacciata da Pietro perchè la temea .
più veggenti, nè ignoti restassero al re . Stan- In quel tempo stesso la nuova gli giunse dello
do Pietro così sotto il castel di Geraci, av- arrivo della reina in Palermo ; e andò in Ca-
venne che il di otto aprile, preso uno spion labria a trovarlo Piero fratel suo , ansioso
de' nemici, rivelava pratiche del principe di tornandogli alla mente il solenne patto del
Salerno in Sicilia. Confessò , dice il Neoca- duello che il di sovrastava ; che mai sper-
stro, essersi indettato Gualtier da Caltagirone giuro non infamò il sangue regio d'Aragona ;
a dargli in balìa tutta l'isola, se alla partenza non si mostrasse egli primo a tutta cristia-
di Pietro per Bordeaux mandasse in alcun porto nità mancatore e codardo . Stretto dunque a
di val di Noto cinquanta galee con un grosso tornar di presente in Sicilia e affrettarsi al
di cavalli francesi . Il quale Gualtiero, signor duello , fremendo Pietro si restò dalla impresa
di Butera e d'altri feudi, possente sopra ogni di Calabria ; le terre occupate abbandonò ;
altro in val di Noto , e famoso appo i nar- sciolse l'esercito e lo stesso di Gualtier da
ratori della congiura di Procida , al primo av- Caltagirone alfin veniva al campo di Solano ;

Si vedrà nel progresso di questo lavoro come rie per la istoria letteraria di Sicilia, tom. 1 , par. 3,
la costituzione di Guglielmo il Buono fu la stella pag. 49 e seg.
polare de' popoli di Sicilia e di que' di Puglia in Tutti gli scrittori trapanesi voglion Palmiero lor
quel tempo ; e come i napoletani l'ottennero nei concittadino , i palermitani lo contendon loro ; gli
capitoli di papa Onorio ; i siciliani in que' di re uni e gli altri senza provarlo abbastanza . Nel te-
Giacomo. sto io ho trascritto le parole di Saba Malaspina,
2 Bart. de Neocastro, cap. 61 . senza tener punto nè poco alla cittadinanza paler-
3 Saba Malaspina , cont. pag. 397. mitana di Palmiero Abbate ; perchè la Sicilia è la
Palmiero Abbate nel 1272 fu castellano del castel mia patria, non questo o quell' altro muro in cui
di Favignana per Carlo 1. come si vede in un di- infelicemente i siciliani per l'addietro chiudeano i
ploma pubblicato dall' er. Michele Schiavo , Memo- loro affetti nazionali.
110 CAPITOLO IX. ( 1983)

tardo consiglio a purgar sì gravi sospetti '. mo , secondo figliuol mio , mi succederà sul
A di quattordici aprile , con le genti e il va- trono di Sicilia. La reina e Giacomo terranno
sto bottino, Pietro valicava lo stretto . Il ven- finch'io sia lungi le veci di re . E voi docili
tidue la reina co' figli , chiamata da Palermo , serbatevi al paternale impero ; forti contro i
con lui si trovò a Messina 2. Dove adunati nimici , e sordi alle insidie di chi cerca no-
a parlamento il di venticinque i sindichi delle vità per vendervi ad essi . » Poi volto ad Alai-
città, per ordinare lo stato prima ch' ei si par- mo : «Sian tuoi figli , disse , la mia cousorte,
tisse dall'isola , con assai dimostrazione di i miei figli e voi qual padre onoratelo 3. »
affetto, il re lor presentava que ' suoi caris- Assentiva il parlamento la successione di Gia-
simi pegi, e : « Partir, dicea , m'è forza da como, proposta forse dal re, perchè il par-
questa terra , che ho cara quanto la stessa mia lamento e la nazione voleanla ; non soffrendo
patria . Io vado innanti a tutta cristianità a che l'antico reame ridivenisse provincia d' al-
confondere il superbo nostro nimico, a ven- tro più lontano , e ubbidisse a gente stranie-
dicare il mio nome nel giudizio di Dio. Per- ra. Così riparato alla principal cagione di scon-
chè tutto io ho commesso alla fortuna per tento , volle anche rafforzarsi della virtù e
amor vostro , o siciliani ; e nome, e persona, gloria di Alaimo . Il creò gran giustiziere 4 ;
e regno , e l'anima stessa . Nè men incresce ma gli altri maggiori ufici die' a suoi fidati :
già , vedendo coronata l'impresa dall' onni- fatti Ruggier Loria grande ammiraglio ; Gio-
possente man del Signore ; il nimico lungi di vanni di Procida gran cancelliere, e il cata-
Sicilia inseguito e prostrato in terraferma ; lano Guglielmo Calcerando vicario, forse nel
ristorate le vostre leggi e franchige ; voi cre- comando dell' esercito ; e anco l'armò cava-
scenti a ricchezza , a gloria , e prosperità . La- liere . Gli ufici minori accomunò ancora tra
sciovi una flotta vincitrice, capitani provati, catalani e siciliani : volle che in tutto il ma-
fedeli ministri , la reina vostra e i nipoti di neggio dello stato nulla senza saputa della
Manfredi . Questi giovanetti , la più cara parte regina non si comandasse . Ciò ordinato , ca-
delle mie viscere , io v'affido , o siciliani , nè valcò via da Messina il ventisei aprile ; e pri-
tremo per essi. Auzi , com' aspri e dubbi sono ma investi Alaimo delle signoric di Bucche-
i casi della guerra , ecco novissima guarenti- ri , Palazzolo e Odogrillo ; e baciatolo affet-
gia a'vostri dritti : Alfonso avrassi alla mia tuosamente , gli donò il suo proprio destrier
morte Aragona, Catalogna e Valenza ; Giaco- da battaglia , la spada , l' elmo , e lo scudo 5 .

Bart. de Neocastro, cap. 62 . di partire nominò i suoi ministri e vicart per tutta
2 Bart. de Neocastro , cap. 62. l'isola , che ubbidissero alla reina e a Giacomo ;
D'Esclot , cap. 103 e 104 , si riscontra appunto e che raccomandò la moglie e i figli a' siciliani ,
con queste date. e in particolare a' messinesi . Perchè questi ordina-
5 Bart. de Neocastro cap. 63, riferisce in questi menti di Pietro non son riferiti da tutti gli storici
sensi l'orazione di re Pietro al parlamento. nella stessa guisa , io mi son tenuto al Neocastro ,
4 Così il Neocastro e lo Speciale. che forse si trovò presente e tra gli affari pubblici ,
Ma forse Alaimo era stato eletto prima Maestro e narra la cosa in quel modo ch' era necessario te-
Giustiziere, perchè con questo titolo è sottoscritto nersi da re Pietro. Altri particolari ho cavato da
nel diploma del 30 dicembre 1282 , citato da noi a Speciale e Montaner , l'ultimo de' quali porta le
pag. 103. circostanze essenziali, sbagliando nel tempo e nel
3 Bart. de Neocastro, cap. 62, 63 . modo. Questi due scrittori dicon poi lasciato il re-
Niccolò Speciale , lib. 1 , cap. 23. gno di Sicilia a Giacomo per testamento del padre .
Montaner, cap. 75, 76, 99, 100. Ma come nel testamento che noi abbiamo , e che
D'Esclot, cap. 104 , il quale dice che Pietro pria D' Esclot anche riferisce con estrema diligenza, non
(1283 ) CAPITOLO IX . 111

Con questi ordinamenti Pietro a tempo rac- stato ; nè senza forte volere il popol resiste
chetò la nazione , e potè senza pericolo pria a grandi nomi ed opere risolute. Indi ognuno
ch'ei lasciasse l'isola assicurarsi con pronti abbandonò Bongiovanni, che minacciando era
fatti de' pochi tuttavia discredenti e imman- accorso ; ma forza gli fu ar.endersi ad Alai-
sueti. Volle mostrar da vicino la regia auto- mo, e gittargli ai pie' le sue armi . Tano Tusco
rità per le terre più affette a Gualtier da Cal- fuggendo è preso , e alla tortura svela ogni
tagirone. Però comanda che l'infante ed Alai- cosa ¹.
mo il seguan tosto ; ed ei va a Mineo il ven- Ignorando questi eventi , Gualtiero se ne sta-
totto aprile : dove intendendo essersi gridata va in Butera , armato come in ribellione , e
già a Noto la ribellione, a stigazion di Gual- spreparato d'animo e di guardie come in tem-
tiero , da Bongiovanni di Noto , Tano Tusco, po di pace ; quando il tre maggio con grossa
Baiamonte d'Eraclea, Giovanni da Mazzari- scorta l'infante ed Alaimo vi cavalcaro : e
no, Adenolfo da Mineo , e altri molti , aspetta fermatosi a riva il fiume Giacomo con le gen-
Alaimo e il figliuolo ; consultane con essi di ti , Alaimo ascese il poggio ; sforzò le porte
sopraccorrere su i sollevati senza dar loro senza contrasto , come a Noto ; ed entrando ,
tempo a ordinarsi ; e avvia que' due a Noto ; esortò anco la moltitudine a farsi innanti a
ei cavalca per Caltagirone a trovar dritto Gual- Giacomo con dimostrazioni di lealtà e di gio-
tiero. L'irresoluto non l'aspettò ; ma borbot- ia. Onde i terrazzani , i quali a Gualtiero non
tando co' suoi che non sosterrebbe il sembiante eran sì devoti, ma li tenea sospesi spargendo
di questo principe, cortese a lui sì, ma su- partito il re, ita sossopra in Sicilia la domi-
perchiatore e pessimo nella signoria , si ridusse nazione d'Aragona, ora al nome di Alaimo,
nella forte terra di Butera. Il re vedendolo al saper si presso l'infante , non pensarono
dileguare e spregiandolo , senz ' altro indugio ad altro che a fargli onore ; e maledicendo
fu a Trapani ad affrettare il viaggio ' . Gualtiero e sue fole, chi affollavasi alle porte ,
Alaimo intanto spegnea senza sangue i ri- e chi si calava da' muri , tutta la moltitu-
belli. All' entrar di maggio appresentatosi a dine scendendo al fiume per quella pendice
Noto con Giacomo , lascia il giovanetto poco si sparse. Alaimo non s'arrestò che non tro-
lungi dalla città ; egli fattosi con quattro uo- vasse prima Gualtiero . Smonta al palagio ;
mini soli alla serrata e non difesa porta , e entra e da sessanta masnadieri toscani tutti
abbattutala, al popol grida a gran voce , che armati a mensa sedeano con Gualtiero, ban-
corra all'incontro del re. E il popolo, aggreg- chettando e bravando , allorchè il fier vecchio
giatoglisi intorno a que' detti , docilmente cor- fattosi innanti , franco salutò la brigata . Ammu-
reva a salutare l'infante ; perchè se il nome tolirono per maraviglia e dubbiezza : pendean
di Gualtiero e ' l romor de' suoi seguaci il tutti dal lor signore , che appoggiato un braccio
sommossero un istante , non potea per anco sul desco e fattosen puntello alla guancia , af-
bramar gagliardamente nuove mutazioni di fisava Alaimo senza fiatare , se sbigottito o

si fa menzione del regno di Sicilia , così è mestieri menzione di concessioni della regina Costanza ; e vari
che Pietro avesse fatto riconoscere dal parlamento diplomi ci restan di lei, l'un de' quali dato di Pa-
Giacomo, nel modo che appunto riferisce il Neoca- lermo a 25 febbraro 12 a indiz . 1283 ( 1284 secondo
stro, e accenna lo stesso Montaner. il computo comune) si legge a pag. 87 nel Tabu-
Certo egli è che infino alla morte di Pietro l' au- lario della cappella del real palagio di Palermo :
torità regia in Sicilia fu esercitata dalla regina Co- - Palermo 1833. - Il titolo è : « Constantia D. G.
stanza , aiutandosi costei dell'opera di Giacomo , ri- Aragonum et Siciliae Regina. »
conosciuto successore al trono . In fatti nel capi- Bart. de Neocastro, cap. 64.
tolo 2 delle leggi di Federigo 11. di Sicilia, è fatta 2 Bart. de Neocastro , cap. 65.
112 CAPITOLO IX. (1283 )

minaccioso non sel sapeva egli stesso . Alai- si piegò a simulate dimostrazioni d'onore.
mo si penti quasi del troppo osare . Tacque L'infante , senza credergli, l' accolse benigno ,
un attimo ; e risoluto : « Che vaneggi, o Gual- parendogli abbastanza avere spento le prime
tiero ? gli disse . E tu al più vil de' tuoi mer- scintille di aperta ribellione , ed evitato o dif-
cenari stenderesti la mano , renderesti il sa- ferito quella di barone si possente . Mostra-
luto ; ed Alaimo cavaliero , Alaimo amico, nel- tosi indi a Palermo, sopraccorre a Trapani ,
le tue stanze così accogli ! Or più che non ove ansioso aspettavalo il re. Lieto ei fu del
pensi amico io vengo . Vedi in chi ti affi- successo. Ordinò punirsi di morte i capi della
davi ! Vedi i tuoi vassalli precipitarsi incon- congiura di Noto ; strettamente vegliarsi Gual-
tro all' infante Giacomo, e menarlo a trionfo ! tiero : e il dì undici maggio, raccomandati
Su , vien meco a fargli omaggio ancor tu , novellamente ad Alaimo i suoi e'l reame
mentre ti avanza un altro istante a cam- sciolse da Trapani con una nave e quattro ga-
par da ruina certissima . » Tentennò Gual- lee. Seco addusse, campione al combattimento
tiero chiedea sicurtà che nol menerebbero di Bordeaux, Palmiero Abbate , per gratificare,
oltre i mari al conflitto de ' cento ; al che rin- scrive lo Speciale , al suo zelo e guerriera
facciavagli Alaimo averlo ambito egli stesso indole ; e Malaspina dice, per catturarlo in bel
a malgrado del re , che non chiedeva da lui modo , a cagione de' raccontati sospetti di
ne braccio nè consiglio e infine l'irresoluto stato 3.

CAPITOLO X.

Nuovi preparamenti degli angioini contro la Sicilia. Capitoli del parlamento di santo Martino nel regno di Napoli. Nuove inti-
mazioni del papa a re Pietro e a' siciliani : bando della croce ; sentenza di deposizione di Piero dal reame d'Aragona , e altre
pratiche. Aperta ribellione di Gualtiero da Caltagirone. Vittoria dell' armata siciliana su la provenzale nel porto di Malta, il dì 8
gingno 1283, e conseguenze di essa. Pratiche del papa a sturbare il duello. Andata di re Pietro in Catalogna e a Bordeaux : esito
della scena del duello. Umori dei popoli del regno di Napoli . I nostri occupano alcune terre in val di Crati. Preparamenti di una
nuova impresa sopra la Sicilia. Loria assalta con l'armata il regno di Napoli. Battaglia del golfo di Napoli il 5 giugno 1284 ,
e presura di Carlo lo Zoppo. Sollevazione della plebe in Napoli. Maggio 1283, a giugno 1284.

In questo tempo il nimico apprestossi a simulando mansuetudine quand' era tornata


una seconda prova contro la Sicilia ; di che vana la forza . Par che in Sicilia tenessero
s'eran maturati i disegni a corte di Roma , a questo disegno, secondo l' indizio della spia
quando Carlo, tornato di Calabria , appresen- presa a Geraci , i principi di controrivolu-
tossi al papa e a tutto il sacro collegio a zione testè detti . Al medesimo effetto or trat-
chiedere aiuti 4. Tentar doveasi il colpo nella tavasi più solenne e larga la riforma del
state dell' ottantatrè , per cogliere il destro del- mal governo in terraferma . E'l papa susci-
l'assenza di Pietro . A ciò preparavansi navi tava i nemici di Piero ; spaventava gli amici ;
e armi , men poderose che l'anno innanzi , e a sviar le forze di lui , principiava a mi-
per diffalta di moneta, e perchè faceano as- nacciare il reame d'Aragona.
segnamento maggiore sugli animi de' popoli , Re Carlo dunque nell' andar di Roma a

Son riferite a un di presso queste parole da Della partenza di Pietro da Trapani fanno sec-
Bartolomeo de Neocastro. camente menzione il D'Esclot, cap. 104 , e il Mon-
2 Bart. de Neocastro, cap. 66. taner, cap. 76.
3 Bart. de Neocastro, cap. 67. 4 Montaner , cap 77, 78, narra queste pratiche
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 23 . di Carlo a corte di Roma.
Saba Malaspina, cont . pag. 398.
( 1283 ) CAPITOLO X. 113

Parigi per ordinare il duello , era soprastato avea tenuto nelle pianure stesse di santo
alquanti di in Marsiglia ; ove al suo vicario Martino un solenne parlamento , del quale
di Provenza avea commesso che , allestite in è mestieri qui far parola.
fretta venti galee , e armatele della miglior Perchè ai « prelati , conti , baroni, citta-
gente di mare di tutta Provenza , mandassele dini e probi uomini » in grande numero adu-
in Puglia, d'aprile o di maggio al più lun- nati ( novella temperanza de' governanti an-
I
go ed ei medesimo poco appresso , tornato gioini ) chiedeva il principe i sussidi ; e gli
a Marsiglia, e trovate le galee munitissime di erano assentiti in merito della riforma del
attrezzi e armi e ciurma al doppio dell' or- reggimento , mal abbozzata già nei capitoli
dinaria , aveale affidato a Guglielmo Cornut del dieci giugno dell' ottantadue, e peggio os-
e Bartolomeo Bonvin, marsigliesi ; giurando- servata ; della quale or trattandosi con quei
gli Guglielmo che darebbe morto o prigione grandi e rappresentanti della nazione , nuovi
l'ammiraglio nimico . Il principe di Salerno capitoli sancironsi e pubblicaronsi in questo
al tempo stesso armava nel reame di Puglia parlamento medesimo il dì trenta marzo mil-
novanta tra teride e galee, che a mezzo giu- ledugentottantatrè . Cominciavano con accet-
gno si trovassero a Reggio 3. Abbandonato tare apertamente in che orrendo servaggio e
egli avea nel corso d'aprile gl'infelici al- povertà fosse venuto il reame , per vecchia
loggiamenti di santo Martino , ove per disa- colpa, diceasi , dei tiranni svevi, e fresca ma-
gio e febbri consumavasi come in atroce pe- lizia de' ministri e oficiali del re , tradenti il
stilenza la gente francese ; ch'eravi anco suo paternale buon volere. Larghissimi indi
morto con grande compianto Piero conte di i favori conceduti o raffermi agli ecclesia-
Alençon , e si scarseggiavan le vittuaglie e stici, per lor averi e persone e case e lor
lo strame . Presso Nicotra sulla marina il discipline ; che andarono fino alla franchigia
principe s'attendò , per esser più pronto al- delle tasse su lor beni ereditari, e alla pu-
l'imbarco otto galee fe' racconciare in quel nizion civile degli scomunicati. Gli aggravi
porto ; tutto intendendo al passaggio sopra che più ai baroni incresceano furon rivocati ;
la Sicilia 4. Ma pria di mutare il campo , moderato il servigio militare ; disdetto ogni

Bart. de Neocastro, cap. 74. rico è rinforzata nel presente luogo dai diplomi.
2 Montaner, cap . 81 . E prima, il mutamento del campo da santo Mar-
D' Esclot, cap. 110. tino a Nicotra si vede dal reg. del r. Arch. di Na-
3 Diploma dato di Nicotra il 13 maggio 1283, poli segnato 1283 , E , dove a fog. 10 è un di-
nel citato Elenco delle pergamene del r. Archivio ploma dato in castris in planicie sancti Martini
di Napoli , vol. 1 , pag. 250 , nota 3 . il dì 7 aprile 11ª Ind. ( 1283 ) ; un altro dato di Ni-
Altri due diplomi si trovano nel r. Archivio di cotra il 14 dello stesso mese ; e un terzo di Ni-
Napoli, reg. segnato 1283 E, fog. 10 a t. e 11 cotra il 21 aprile per lo trasporto delle tende ; e
a t . l'uno per fornirsi in Nicotra sei teride oltre a fog. 10 a t . un altro del 20 aprile per trasporto
sei più che n' eran pronte , il quale è dato di Ni- di vini a Nicotra sotto scorta di legni armati ,
cotra il 20 aprile 11ª Indiz . ( 1283 ) , e la cura n'è il che mostra ancora come que' mari erano infe-
commessa a Riccardo de Riso, lo sciagurato uscito stati da' nostri.
siciliano, e a Gerardo di Nicotra. L'altro è diverso V'ha allo stesso fog. 10 un altro diploma ris-
dal notato nell'elenco delle pergamene , ma dato guardante la morte del conte Piero d' Alençon, ca-
ancora di Nicotra il 13 maggio, pel biscotto delle rissimi consanguinei nostri, scrivea Carlo lo zoppo.
20 teride di Principato e Terra di Lavoro, da ar- Questo è dato di Nicotra a 20 aprile 11a Indiz .
marsi a mo' di galee. ( 1283) , e provvede che si supplisse del denaro
4 Saba Malaspina, cont. pag. 398. regio il bisognevole a soddisfar tutti i lasciti del
La testimonianza di questo diligentissimo sto- testamento di Alençon. E tal disposizione di da-
15
114 CAPITOLO X.
(1283)
impedimento a' matrimont delle figliuole , e tadini del reame di terraferma tutte le fran-
alla scossione dei giusti aiutorî, quest' era il chige e gli usi de' tempi di Guglielmo il
vocabolo, su i vassalli ; ristorato il privile- Buono . Ma sendone oscure ormai le memo-
gio del giudizio de' pari ; cessata la molestia rie, rimetteva in papa Martino descriver quelle
dei servigi al fisco . A beneficio di tutta la consuetudini entro due mesi ; comandava che
nazione il principe francò di dogane il tras- due legati d'ogni giustizierato a tale effetto
porto delle vittuaglie da luogo a luogo nel si trovassero prestamente innanzi il papa :
regno promesse coniar buona moneta : vietò intanto nulla fornirebbero le città o provin-
le inquisizioni spontanee de' magistrati : me- ce, nè anco in presto , fuorchè nei casi sta-
nomò la taglia per gli omicidi non provati : biliti dalle costituzioni . In ultimo , richiamò
consenti i matrimoni delle figliuole de' rei in vigore i recenti capitoli di re Carlo a ve-
di fellonia : corresse gli abusi de' servigî , e gliar la osservanza dei presenti , députò in-
le baratterie degli oficiali : statul , il fisco quisitori a posta in ogni città e terra. Que-
non rivendicasse beni altrimenti che per de- sti nuovi frutti raccoglieano i popoli di ter-
cisione di magistrato ; non incorporasse le raferma dalla siciliana rivoluzione ! I
doti alle mogli degli usciti ; nè gli artieri si E papa Martino senza studio ad occultar
sforzassero a racconciar le navi regie ; nè le la fiera passione dell'animo suo , vibrava a-
città a murar nuove fortezze ; i giustizieri e natemi sopra anatemi contro Piero , e' mini-
altri uficiali usciti dalla carica , restasser nel stri, e' guerrieri, e' siciliani tutti . Da Mon-
paese quaranta di a rispondere di mal tolto . tefiascone a diciotto novembre dell'ottanta-
Quanto alle collette e altre imposte generali due, dichiarolli involti nelle scomuniche com-
o parziali, il principe bandì : godessero i cit- minate già prima ; e a Pietro ricantò : sgom-

naro che Alençon non avea, proverebbe anco ch'ei a Odone Polliceno Vicario regio in regno Jerhu-
morisse in aprile 1283, di malattia, come afferma salem .
Malaspina, o lentamente delle riportate ferite , se- Pe' sussidi accordati in questo parlamento
condo lo scrittor delle Geste de conti di Barcel- veggasi il diploma del 29 aprile 1283 , nel citato
lona, cap. 28 , in Baluzio, loc . cit. e non di novem- Elenco delle pergamene del r. Archivio di Napoli,
bre 1282, all'assalto della Catona, come dice Mon- vol. 1 , pag. 230, e la nota N. 2, alla pag. 234.
taner.
Quanto al resto- Capitoli del regno di Napoli,
I luoghi ove dimorò Carlo lo zoppo vicario ge- vol. 2, capitoli di Carlo principe di Salerno pro-
nerale si veggon ancora dai diplomi del r. Archi- mulgati a 30 marzo 1283.
vio di Napoli. Nel reg. segnato 1283 , E, n'abbia- Saba Malaspina , cont . pag . 402, 403, riferisce
mo uno dato di Terranova ( presso santo Martino ) questo parlamento ; ma sbaglia il tempo e il luo-
il 20 febbraio 11a Indiz. (1283 ) a fog. 11 ; poi vi go, confondendolo col sinodo diocesano che s'ebbe
hanno quegli altri del mese di aprile citati di so- in Melfi.
pra ; e moltissimi dati di aprile, maggio, luglio ed Del detto uficio di censura a favor de' gover-
agosto, tutti di Nicotra , se ne trovano a fog. 9, 3, nati, oltre lo statuto de' capitoli, abbiam due di-
3 a t . ed 8, e uno dato di Matera il 7 luglio fo- plomi di Carlo lo zoppo, dati di Nicotra a 26 set-
glio 3 a t. tembre 12a Ind. (1283) nel r. Arch. di Napoli, reg.
È notevole tra questi diplomi , che la corte segn. 1283, A, fog. 60. Sono eletti Rostano de
angioina tra tanti suoi travagli dovea pur man- Ageto milite , il vescovo di Troia , e il giudice
dare qualche sussidio alle sue genti in Acri e Gualtiero di Catanzaro avvocato del fisco , per in-
Durazzo . Ciò si scorge da due diplomi dell' 8 e vestigare e punire in tutto il reame dal Faro ai
9 maggio, fog. 9, per 20 cavalli saraceni e pochi confini degli stati ecclesiastici , le trasgressioni
viveri imbarcati per Durazzo ; e da un diploma alle costituzioni di Carlo 1, ed ai capitoli per nos
del 27 aprile , fog. 11 , per 400 salme di grano in- in plano sancti Martini olim editorum.
viate ad Acri pro usu gentis nostre, da consegnars
( 1983 ) CAPITOLO X. 415

brasse di presente la Sicilia ; non usurpasse cupazione del reame di Sicilia . Ma la Sici-
il titolo , non esercitasse atto alcuno di re . lia, dicea, terra è della Chiesa ; e anco feudo
Al Paleologo , scomunicato d'altronde , co- nostro l'Aragona , per l'omaggio prestato a
mandò per nuovi scongiuri di spezzar ogni papa Innocenzo terzo dall'avol di Pietro . Que-
legame con l'aragonese . E, altro che minac- sto dunque sleale vassallo per tradigione
ciar non potendo , diè nuovi termini a obbe- deponghiam noi dal regno d'Aragona ; altri
dire ; a Piero ed a' dimoranti in Italia , in- ne investiremo a piacer nostro. Con ciò sco-
fino al due febbraio ; al greco e agli altri , municollo una terza volta : scagliò interdetto
infino ad aprile e a maggio : fornito il qual su quantunque città tenessero per lui 3. Nella
tempo , i trasgressori si rimarrebbero spogliati quale sentenza allegò Martino l'avviso dei
d'ogni feudo , possessione o diritto ; sciolti cardinali ; onde , se non mentì netto , cavillò ;
lor vassalli dal giuramento ; date le facultà leggendosi nelle istorie del suo medesimo se-
e le persone in balia de' fedeli che volessero gretario, come parecchi fratelli del sacro col-
occuparle, quest'era la formula, tolto il pe- legio forte la dissentissero . Di ciò , segue il Ma-
ricolo di mutilazione e di morte '. laspina, arduo sarebbe , e più da indovino che
Ma poco appresso a comandar guerra e da fedel narratore , a scrutar la cagione ; e
morte gittossi , non aspettato pure il decorso anco intorno l'autenticità dei titoli del papa
de' termini . « Sorga il Signore , prorompea sopra Aragona, e intorno il diritto alla depo-
da Orvieto a tredici gennaio milledugentot- sizione di Piero, si dilegua in ambagi : me-
tantatrè, sorga il Signore , giudichi la sua schin temperamento tra istorico e cortigiano 4.
causa, per le offese che gli stolti vengongli Instava il papa inoltre a dissuadere Eduar-
recando ogni di » e sermonando del rac- do d' Inghilterra dal matrimonio della figliuola
quisto di Terrasanta attraversato da Piero col primogenito di Pietro ; costui dicendo per-
e da' siciliani con molestar la Chiesa , « Id- secutor di santa Chiesa , incesto il nodo per
dio però, ripigliava, muova contr' essi a bat- un quarto grado di consanguineità 5. Stur-
taglia ; e noi per divina misericordia forti del- bava per un vescovo suo fidato gli accordi
l'autorità degli apostoli , esortiamo i cristiani tra aragonese e la repubblica di Venezia ,
tutti a levarsi per noi, per Carlo nostro fi- vogliosa dell'equilibrio del potere in Italia,
glio diletto ; qual muoia nella impresa scio- onde parecchi suoi cittadini avean ricevuto
gliam dalle peccata , come se in guerra di luo- messaggi di Piero , e a lui mandatone 6. Con-
ghi santi * . >> sentiva a Carlo differisse pure il pagamento
In fine, a diciannove marzo , fulminò da Or- del censo alla Chiesa 7. Esortava nel reame
vieto l'altra sentenza . Rinfacció a Piero i di Castiglia i prelati , i templari , i gerosoli-
primi suoi armamenti in Catalogna ; il pas- mitani, e altre fraterie armeggianti a muover
saggio sopra l' Affrica, con forze non pari a contro Sancio, presuntivo erede della corona ,
tanta impresa ; i messaggi a' palermitani per ribellatosi al padre, e collegato con re Pietro 8.
indurarli nella ribellione ; le perfide amba- Liberava e preponeva al comando degli eser-
scerie alla corte di Roma ; la fraudolenta oc- citi della Chiesa in Romagna il conte di Mon-

Raynald, Ann . Eccl . 1282 , § 23, 24, 25 . 5 Raynald, Ann. Eccl . 1283 , § 36, 38 , breve
Saba Malaspina, cont. pag. 392 . del 6 luglio.
2 Raynald, Ann. Eccl . 1283, § 2, 3, 4. 6 Ibidem , § 39 , breve del 7 giugno .
3 Raynald, Ann . Eccl. 1283, § 15 a 23. 7 Ibidem , § 47, breve del papa a 26 giugno, ed
Saba Malaspina, cont . pag. 392, 393. epistola di re Carlo a 23 novembre.
4 Saba Malaspina, cont. pag. 392, 393, 394. Ibidem, S 84 a 57.
116 CAPITOLO X.
( 1283 )
teforte, quel sacrilego uccisore del principe Monti ; si prestamente , che l'infante caval-
Arrigo d'Inghilterra . E come or tutte ritrar cando appresso i suoi spacci , non era giunto
le brighe d'un tal potentato , stigato da ira di a Piazza che 'l seppc . Andò il ventuno mag-
parte e vicin pericolo ? Aspramente in ver tra- gio a Caltagirone : il dì appresso Gualtiero e
vagliossi la pontificia corte in Italia a quel for- i consorti , convinti dall' aperto sollevamento ,
tuneggiare di Carlo smugneasi di danari per e sì dalle confessioni di Bongiovanni e Tano
sovvenirlo : vedea la Romagna corsa dal Tusco , furo dal gran giustiziere Alaimo con-
conte Guido da Montefeltro e sollevata : Roma dannati, e immantinenti nel pian di santo Giu-
più che mai immansueta 3 e , vero o non liano dicollati ; gridando il popolo : ammaz-
vero, si disse di pratiche di que ' cittadini con za , ammazza. Bongiovanni e l'altro morian
lo stesso re di Aragona 4. sulle forche a Mineo . A dì venzette maggio ,
La tempesta preparata per cotal modo co- racchetata ogni cosa , entrava l'infante ap-
minciò a scaricarsi appena allontanato di Si- plaudito e festeggiato in Messina 5.
cilia Pietro , quando Gualtiero da Caltagirone Dove fu mestieri allestir subito l'armata
ripigliando animo , levossi alfine scopertamen- contro una prima fazione del nimico ; il quale
te ; assall in Caltagirone i leali stretti a schiera ignorando che la controrivoluzione fosse stata
sotto lo stesso stendardo del re ; e sparso as- spenta si tosto con arte e fortuna , si mo-
sai sangue, occupò la terra, destò per tutto strava ne' mari di Sicilia in questa stagione .
val di Noto uno spavento di novità. Ma l'in- Perchè venute a Napoli di maggio le venti
fante Giacomo, che , percorrendo la region set- galee provenzali , e tolti secoloro assai cava-
tentrionale dell' isola , giovanetto vivo e beni- lieri del regno e francesi , e sette legni da
gno, era stato per ogni luogo onorato come ottanta remi , a Nicotra s'erano avviate a
re, e con grande amore accolto , e giuratagli trovare il principe . Il quale vedendo così ras-
fedeltà , sapute in Palermo le rie novelle di sicurati i mari da' corsali siciliani ; e mer-
Gualtiero , insieme co' suoi consiglieri sen catanti di Terra di Lavoro e Principato rico-
turbò forte , ma forte provvide . A Guglielmo minciare a navigarvi, e recar vittuaglie alle
Calcerando vicario , e a Natale Ansalone da
sue stanze e sentendosi già forte alle offese ,
Messina giustiziere in quella provincia , fu per prima dimostrazione, mandò l'armata pro-
scritto andassero mansueti a Caltagirone ;
venzale a girar intorno la Sicilia dal mar Tir-
cautamente facesser gente e armi ; poi d'un reno e dall ' Affricano , e , s' altra occasione
colpo di mano, per forza o per frode , pren- non si presentasse , vettovagliare il castel di
desser Gualtiero . Fecerlo ; chè pari allo stato Malta , che i nostri sotto Manfredi Lancia ,
non era animo nè senno in costui, nè la ri-
occupata l'isola, stringean d'assedio , e con
bellione avea altre radici e furono catturati macchine percoteano 6.
con esso Francesco de Todi e Manfredi dei
Ruggier Loria stavasi pronto nel porto di

Nangis, in Duchesne, H. F. S. tom. 5 p. 542. 5 Bart. de Neocastro, cap. 75 .


Bolla di Martino, da Orvieto , a 9 maggio 1283. 6 Saba Malaspina , cont. pag. 398.
Ibidem, pag. 886. D' Esclot, cap. 110.
2
Raynald, Ann . Eccl . 1283 , § 51. Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 26.
3 Ibidem, § 28 e seg. Montaner , cap, 81 .
Giachetto Malespini, cap. 213. Quanto al numero delle navi provenzali , il Ma-
Giov. Villani, lib, 7, cap. 80 e seg. laspina dice 27 galee , ch'è esattamente il numero
Tolomeo da Lucca, Hist . Eccl. in Muratori R. de' legni che combatterono a Malta tra galee e d'al-
I. S. tom. 11 , pag. 1188. tro nome ; D' Esclot porta venute di Provenza 20
4 Vita di Martino Iv. in Muratori , R. I. S. tom. 3, galee ; e gli altri qual più qual meno , ma con po-
pag. 610. chissimo divario talchè riscontransi col diploma
CAPITOLO X. 717
( 1283)
Messina con ventidue galee catalane e sici- raglio tra la sua gente e la provenzale a
liane, quando ebbe avviso della nemica flotta contender s ' avea la prima lode ne' fatti di
da' suoi legni sottili , o da barche di Princi- mare. Perciò , sdegnando assaltare il nemico
pato, che navigavano con frutta e vini furti- sprovveduto, fa suonare a battaglia tutti gli
vamente alla volta di Sicilia ; le quali imbat- stromenti ; manda un legno a sfidare Cor-
tutesi nella flotta provenzale presso Ustica , nut ; e accorgendosi come cento uomini fran-
se ne sciogliean fingendo irne in Tunisi , e cesi dal castello correano ad imbarcarsi , da
poi, volto il corso, a Palermo, a Messina e non curante li aspetta . Fe' il nimico ammi-
a Trapani approdavano 1. Presupposta a quel- raglio riconoscer le nostre galee ; e più bal-
l'avviso la fazion de ' nemici , la regina incon- danzoso per falso avviso che fossero sol do-
2
tanente spacciò a Malta un legno da quaranta dici, co' suoi ventisette legni impaziente die'
remi a comandar che , lasciato l'assedio della dentro, che appena facea l'alba.
rocca, s'afforzassero i nostri in città ; e Lo- Uguagliavansi i combattenti di cuore , d'or-
ria , cercando la flotta di Provenza , die' ai venti goglio , e a un di presso di forze ; perchè nel
le vele . D' Ustica la seguitò a Trapani e a numero degli uomini e de' legni il nimico ci
Terranova, indietro sempre due giorni ; onde vantaggiava , cedea negli ordini del combat-
com' ei tocco Gozzo , a Malta la seppe, che tere , per cagion di que' suoi terzi vogato-
già avea sbarcato le genti, e investito , ancor- ri ³ , nè pratichi nè aitanti al sacttare , da
chè invano, gli assedianti in città . Indi a mez- meno assai de' balestrieri stanziali, freschi e
za notte innanzi l'otto giugno milledugentot- spediti, ch' avea l'ammiraglio nostro , contento
tantatrè, salpando dal Gozzo , fu surto a tra- di due uomini soli a ciascun remo. Indi san-
verso la bocca del porto di Malta , con le ven- guinosissima la giornata . Con saette e sassi
tidue galee ordinate a scaglioni . Questa era la e calce e fuochi dapprima s'affrontano ; ma
prima impresa che Ruggiero governava ammi- Loria comanda a' suoi , che copransi alla me-

dato di Nicotra il 2 giugno ( 1283) , nel r. Arch. di E in vero 27 erano tutti i legni, secondo il di-
Napoli, reg. seg. 1283 , E, fog. 12, col quale si co- ploma del 2 giugno 1283 , citato di sopra. La dif-
mandava di fornir viveri per due mesi a' vascelli ferenza con D' Esclot non sarebbe nel numero to-
venuti di Provenza , cioè 18 galee, un Panfilio, ed 8 tale, ma solo in quello delle galee .
vaccettas. 3 Montaner , cap. 83 e 131 , dà lunghe lezioni mi-
Ibid. a fog. 13, diploma dato di Nicotra il 3 giu- litari intorno il vantaggio de' balestrieri scritti ,
gno per lo stesso affare , nel quale si parla di Bar- o vogliam dire stanziali , e l'impaccio de' terzi re-
tolomeo Bonvin, e si dice che le galee eran già ve- miganti, che nel combattimento facessero da bale-
nute a Napoli. strieri. Ei li chiama tersols ; ed è una voce ch'io
■ Il D' Esclot, cap. 110 , dice espressamente que- non seppi comprendere nell ' originale catalano , ma
sto caso delle barche di Principato cariche di frutta la veggo benissimo spiegata dal Buchon nella sua
e vini per Sicilia. Io dapprima non sapea piegarmi versione francese , Ed. Paris 1840 , p. 288, rameurs
a credere che dal reame di Napoli si portassero di surnuméraires , attachés en tiers au service d'une
tali derrate in Sicilia, massime i vini. Ma bisogna rame. I balestrieri stanziali son detti da Montaner
accettar questo fatto economico , alla irrefragabile en taula, perchè l' uficio dell' arruolamento si chiama
testimonianza di due diplomi dati di Napoli il 2 taula in catalano . A quest' ordine di balestrieri, non
maggio 12.ª indiz. ( 1284) , pei quali si fece severo gravati d'altra fatica sulle galee , Montaner dà le
divieto alla furtiva estrazione di vini per Sicilia , continue vittorie de' catalani in giusta battaglia
che si commettea in Sorrento e in Castellamare di navale ; ma pur confessa che in un' armata era
Stabia , infingendosi imbarcarli per terre fedeli al necessario un certo numero di galee co' terzi vo-
re. Dal r. arch. di Napoli , reg. seg. 1283 , A, fog. gatori, per potere al bisogno dar più vigorosamente
83 , a t. 88, a t . E sempre più si vede la grandis- una caccia al nemico.
sima informazione e diligenza del D'Esclot.
118 CAPITOLO X. (1283 )
glio, e sostengan lo scontro , lasciando i soli piangere. S'arrese poi a Manfredi Lancia il
balestrieri a ferire e sì la zuffa infino a castello Malta e il Gozzo presentaron Rug-
mezzogiorno si mantenne. Allor mancando i giero di munizioni, gioielli , moneta . Egli, ap-
tiri a' provenzali , ch'invano li aveano spar- prodato a Siracusa , fa cavalcar corrieri per
nazzato, prendean essi a lanciare accaniti fino tutta l'isola col nunzio della vittoria ; spaccialo
gli utensili delle galee ; e Loria addandosene , con un legno al re in Aragona . Tornasi indi
passò dalla difesa a ripigliar vivamente l'as- a Messina , strascinando a ritroso le navi cat-
salto . Leva il grido « Aragona sovr' essi ! » tivate, e le nimiche bandiere, e tanto stuol di
e robusti arrancando i nostri , feriscon di sassi prigioni ; de' quali la reina mandava a Piero
e dardi e tutte lor armi i provenzali , sprov- in Ispagna dodici cavalieri ; i gregari fea la-
veduti e stracchi ; urtan di costa le navi ; vorar nell' arsenale di Messina e al risarci-
spezzan remi, fianchi , prore ; saltan all'ab- mento delle mura ; fu chiuso in carcere Ni-
bordo con le spade alla mano. Quest' impeto coloso de Riso , perdonatagli dalla pia regina
trionfò. Nol sostenne Bonvin, che con otto ga- quella morte ch ' ei ben meritava per le por-
lee sdrucite e insanguinate a randa a randa tate armi contro la patria . Ma l'ammiraglio
la punta del porto prese largo alla fuga. Fa- non posando a pascersi di lodi in corte , di
cil preda caddero i rimagnenti. Ma Guglielmo plausi e festeggiamenti in città ; e volendo
Cornut disperatamente strignesi a combattere trarre del tutto a' nemici la voglia di ve-
con Loria ; spicca un salto sulla galea cata- nir sopra l'isola , rifornita in pochi giorni la
lana , o quei sulla provenzale, chè in ciò va- flotta, spingeasi lungo le costiere di Calabria
riano i racconti ; e il marsigliese cercando e Principato ; presentandosi minaccioso infino
l'emulo suo, tanto menò a cerchio d' un' az- allo stesso porto di Napoli . Saettando colà
za, che sgombrò la ciurma , con lui scontrossi fer prova a rispingerlo : ed ei , messi all' opra
sotto l'albero della nave . Ferillo alla coscia i suoi balestrieri , spazzò la riva. Allora fa
d'un lanciotto ; e 'l finiva con l'azza , se un appiccar fuoco a navi , attrezzi e munizioni na-
colpo di pietra non gliela traea di mano : onde vali , accatastati nel porto passa indi a Ca-
Ruggiero, colto il tempo, strappandosi l'asta pri e ad Ischia ; prende d' assalto quelle de-
dalla ferita, ritorcegliela in petto , e 'l passa boli castella ; e pieno di preda , torna in Si-
fuor fuora. Così fornissi la zuffa . Cinquecento cilia a svernare 2 .
rimaser de' nostri tra feriti ed uccisi ; ot- Intanto gran rumore menavano in ponente
tocento sessanta i nimici prigioni ; morti poco i due re per lo duello , del quale è bene i
più. Bonvin, sostato a cinque miglia da Mal- particolari tutti narrare. Ad ovviarlo s'era
ta, fea gittare i cadaveri , affondar tre galee adoprato papa Martino , solo in questo mo-
incapaci a mareggiare ; e con le altre cinque, derato e pio tra tanta intemperanza d'ira : di
sol avanzo dell' armata , tornò portatore di che ci restano irrefragabili documenti, e di-
Jutto alle costiere di Provenza , ove pochi era- struggono una fola di Giachetto e del Vil-
no che non avessero congiunto o amico da lani , che favoleggiaron pattuito innanzi Mar-

La presura di costui nella battaglia di Malta Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 26 .


si ritrae da un diploma di re Giacomo , dato di Saba Malaspina, cont. p. 398, 399.
Messina il 19 luglio 1286 , in di Gregorio, Biblioteca Il solo D'Esclot , degnissimo di fede, narra que-
Aragonese, vol . 2, pag. 500. st'ultima correria a Napoli. Montaner, sovente poco
2 D'Esclot, cap. 110 , 114 e 116 . esatto, la scrive con qualche divario, e pria della
Montaner, cap. 82, 83, 84 , 93 . vittoria di Malta.
Bart. de Neocastro , cap. 76.
(1283 ) CAPITOLO X. 149

tino il combattimento ; posta premio al vin- E l'inglese , richiesto da Carlo , dopo al-
citore la corona di Sicilia ; Pietro , per la dif- quanto differimento , rispondea , gli manderebbe
falta a quella tenzone, scomunicato e spoglio messaggi ; Goffredo di Grenville e Antonio
del regno . Tutto al contrario , il papa indi- Bek inviò , portatori d'una lettera , ove con-
rizzò a Carlo una grave epistola il dì cinque chiudea non se a lui ne tornassero ambo i
febbraio dell'ottantatrè . Severo , diceagli , per reami di Sicilia e Aragona, lascerebbe com-
amarlo oltremodo , il riprenderebbe di que- pier tanta crudeltà al suo cospetto , nè in sua
gli stolti patti , di quelle disoneste impreca- terra , nè in altro luogo ove potess' egli at-
zioni stipulate nei diplomi, di quella , non pro- traversarla 6. Al principe di Salerno anco scris-
va di ragione , ma di vanità e ferocia. E non se, avere risposto al padre di lui un no as-
s' accorgea della magagna dell'aragonese , che , soluto gli stessi legati mandò anco a re
minore di esercito assai , l'adescava a misu- Pietro & . Alfine , a trarsi d'impaccio del tutto ,
rarsi da uguale ? Vietati , dicea, dalla religion togliendo ogni luogo all' assicurazione del cam-
del vangelo questi certami , alle private per- po, comandava al siniscalco di Bordeaux , che
sone , non che ai reggitori de' popoli. Per- tenesse la città a disposizione di Carlo e del
tanto non s' attentasse snudar ferro contro re di Francia 9 .
ferro ei, vicario di Cristo , lo sciogliea da' giu- Ma i due nemici re , sperando indurre Edu-
ramenti presi ; persistendo , minacciavalo di ardo , o l' un sull' altro scaricar la vergogna ,
censure , e di quanto la romana corte potesse tuttavia sceneggiavano . Pietro, di Sicilia com-
operare a suo danno . Rincalzò lo scritto con Imise ad Alfonso in Aragona, che scegliesse
la viva voce del cardinale di san Niccolò in i campioni ; che cencinquanta poi n'accozzò ,
carcere Tulliano , e di quel di santa Cecilia , perchè in ogni caso non mancassero i cento ;
mandato in Francia con lo stesso angioino 3. ed eran catalani, aragonesi , italiani , siciliani ,
A re Eduardo, per un'altra epistola del cin- alamanni, e anco un figliuol del re di Marocco ,
que aprile , sotto l'usata minaccia , inibi di disposto a convertirsi alla fede di Cristo se
star guardiano del campo , di far entrare in n' uscisse con vittoria. Carlo dal suo canto
Guascogna i combattenti 4. Ma vista , scrive fabbricar facea a Parigi cento armadure fi-
il Nangis , la pertinacia di Carlo , o piuttosto nissime ; e, partitosi da corte di Francia, tutto
entrato con esso in nuovi disegni , il papa lo ordinava al duello , o a farne mostra ; e in-
lasciava pur fare 5 . fino a trecento campioni scrisse , per la ra-

Giachetto Malespini, cap. 217, 218. Ivi nell'epistola a re Carlo si legge : Kar sa-
Gio. Villani, lib . 7 , cap. 86 , 87. chez de verite qe pur gainer teus deus Reaumes co-
Nello error loro cadde ancora autore del Me- me celui de Cezile e de Aragon nous n'en serrions
moriale de' podestà di Reggio, in Muratori R. I. S. Gardeins du Chaump ou la susdite bataille se fest ;
tom. 8, pag. 1136. mes mettroms peine et travail en totes les maneres
2 Raynald , Ann. Eccl . 1283, § 8 a 12. qe nous saverons qe Pes e acord fust mist entre
Nangis, in Duchesne, H. F. S. tom . 5, pag. 541. vous, come celui qe mout le vodroit.
3 Raynald, ibid. § 13 ; e Nangis, ibid . pag . 542. 7 Ibidem. La frase è, avere rifiutato tut outre.
4 Raynald, ibid . § 7. Ibidem, pag. 241 .
Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra, vol . 2 , p. 242 9 D'Esclot, cap. 104.
a 244. Questo attestato, che non si trova in alcun altro
Questo divieto del papa è affermato ancora da contemporaneo, toglie tutte le contraddizioni che
Giovanni Iperio, Cron . del Monastero di S. Bertino parrebbero nell' oprare di Eduardo , negando prima
in Martene e Durand. Thes . Anecd . tom. 3 , p . 763. il campo , e lasciando poi costruir la lizza , e ve-
5 Nangis, loc. cit . nire i combattenti . Consegnata per que' giorni la
6 Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra , diplomi del città a' francesi, egli impediva il duello senz' altra
25 marzo e 5 aprile 1283 , p. 239, 240, del vol . 2 . briga .
120 CAPITOLO X.
( 128 )
gion medesima dell'avversario ; che de' cento che fino a vista d' Affrica il traportò . Ma-
primi , sessanta eran francesi , provenzali il ledisse allora i fati che 'l tracano a parer
resto. Vi si pose in lista ancora Filippo ; e mancatore e spergiuro per ansia e travaglio
a tutti i suoi baroni comandò si trovassero al tre dì non prese alimento. Ma fur sì destri
duello : onde tal romore ne corse per lo rea- i suoi, che al terzo giorno toccavan Minor-
me , che in ogni luogo la nobiltà guerriera ca. Quivi il re cibossi ; valicò il mar fino a
fremeva arme , cavalcava , sperando entrar Cullera ; e co' tre soli cavalieri , si trovò il di-
nella battaglia , o , se non altro , vederla : e ciannove maggio a Valenza.
traeano a torme a Bordeaux , come se già si Trafelato ancor dal viaggio , ivi intende
rompesse la guerra . Indi in que' piani re Carlo que' sospetti e quel romoreggiar de' francesi ,
fe' costruire assai capace la lizza , bislunga , fatto, se non altro , a spaventarlo sì che non
girata di gradi a guisa d' anfiteatro , saldis- vada a Bordeaux . Pensava non poter con sè
sima di legname e di ferro , con due allog- condurre tant' oste da fronteggiarli ; nè fal-
giamenti per le due bande nimiche , affortifi- lar volea la promessa , nè sprovveduto gittarsi
cati di steccato e fosso ; l' uno all' un capo, in gola ai nimici ma poco penò a trovare
l'altro all'opposto presso la porta, ch'unica un partito . Ai suoi campioni , già pronti e ve-
se n'aprì per l'entrata e l'uscita. Ma queste nuti presso i confini , comanda che ciascun
vicine stanze ai francesi , le prime assegna- resti là dove abbia saputo prima il sopruso
vansi a que' d'Aragona ; onde si bucinò , che degli avversari. Spaccia Gilberto Cruyllas al
divisassero i francesi , restando vincitore il siniscalco del re d'Inghilterra , a domandarlo
nimico, occupar con gente di fuori la porta, di sicurare il campo ; e gli fa cavalcar ap-
e, chiuso nello steccato, farne macello . Mag- presso un nuovo messaggio ogni dì , per aver
giori sospetti destava il raccontato armamento frequenti avvisi , e render solita per quelle
universale di Francia , e 'l sapersi tutti i passi strade la vista d' uomini del re d'Aragona .
d'intorno Bordeaux da gente francese occu- Ei co' tre fidatissimi cavalieri , Blasco Ala-
pati. gona, Berengario Pietratallada e Corrado Lan-
Navigò Pietro di Trapani ver ponente a cia , cavalcò senz' altra brigata con Domenico
golfo lanciato ; ch'entrato in mare il di un- Figuera da Saragozza , mercatante di cavalli ,
dici maggio, forte il travagliava un timore di usato a trafficare in Guascogna , pratichissimo
non giugnere a tempo. A ostro da Sardegna, de' luoghi ; dal quale volle sagramenti terri-
un fortunale l'investe ; ed egli accorgendosi bili del segreto ; nè altri in corte seppe que-
che a vele non si facea , rinforzate di remi- sto viaggio , non lo stesso infante Alfonso.
ganti due delle galee, passavi dalla sua nave Armossi il re d' un giaco di maglia sotto i
con tre soli cavalieri comanda di guadagnar panni , d'una celata sotto il berretto , s'av-
l'isola a ogni costo, mare e venti spregian- volse in un vecchio mantello azzurro, prese

do, e i pirati frequentissimi ; e a Ramondo in mano una zagaglia , la valigia sul caval
Marquet , l'ammiraglio , che lo scongiurava suo per parer famigliare del mercatante ; e
non si gettasse tra tanti rischi : » No , rispose ; gli altri più poveramente si vestian da mozzi ;
perch' io mi trovi alla battaglia, quanto mor- il Figuera in onorevole arredo e sembianza ;
tale far possa, io farò. Il mio fato , qual che li maltrattava , albergava solo ; servialo a men-
siasi , è scritto, è immutabile ; e meglio con- sa il re , e gli dava acqua alle mani. Così
viene a' mortali darsi impavidi alla fortuna , prendeano la via di Tarragona montati su ve-
che far vani sforzi a fuggirla . >> Con tale ani-
mo, rifocillatosi a terra un istante , si com- Questo è accettato dal Nangis , e da altri scrit-
mette di nuovo sul legno, contro un ponente tori di parte francese.
CAPITOLO X. 121
(1284)
loci palafreni, mutandoli di posta in posta ; del duello seppe dal siniscalco la venuta del-
così richiesti ai passi, rispose il mercatante . l'avversario, indragato mandava cavalli a in-
che con que' famigliari andasse per sue fac- seguirlo , che per l'avvantaggio delle mosse
cende ; e , deluse le insidie, il dì trentuno mag- invano s'affaticaro ; e col Greilly n' ebbe a-
gio a nona si trovâr sotto Bordeaux. cerbissime parole , e trapassò infino a farlo
Incontanente il re manda a città Berenga- sostenere in palagio , ma tosto liberollo ve-
rio , figliuol del Cruyllas, chè trovato segre- dendo ammutinarsi i cittadini a tal violenza.
tamente costui , venir facesse fuor le mura Poi quel di stesso armato di tutto punto coi
il siniscalco inglese Giovanni di Greilly, con suoi campioni stette Carlo infino a meriggio
dir che un cavaliere amico suo d'alto affare nel campo e un'oste francese , chi dice di
il dovea richiedere ; e sì menasse un notaio. tremila cavalli, chi di cinquemila , e chi assai
Giovanni a sera andò ; al quale Piero, infin- più , baldanzosa ingombrava i dintorni della
gendosi ambasciador novello, ridomandava se città. Carlo protestò superbamente, gridando
venir potesse il re d'Aragona ; e quei riso- in palese falso e codardo re Pietro ; ma entro
luto rispondea che no saper vicine grosse di sè mordendosi , dice lo stesso Saba Mala-
torme di cavalli francesi : re Eduardo non spina , d'aver ordito tela di ragni e narra
aver assicurato mai il campo : nè or, volendo , il D' Esclot, che chiamava questo fier nimico :
potrebbe, congiunte ancor le sue forze a quelle non uomo , si demonio d'inferno , e peggiore ,
del re d'Aragona ciò aver ei poco innanzi perchè al segno della croce il diavol dilegua-
protestato a Gilberto . E Piero il pregava che si , ma contro costui non avvi argomento ;
gli mostrasse la lizza ; alla quale condotto , tel credi lungi le mille miglia , e tel senti sul
gittatosi alle spalle il cappuccio , al siniscalco collo. L'undici giugno infine lasciata Bor-
si appalesò. Que' premurosamente lo scon- deaux, non tardava il francese a promulgar in
giura, s'involi per Dio ai nemici. Il re mon- Italia una interminabile diceria de' torti di
tato il suo destrier di battaglia, tre volte ac- Pietro, e delle ingiurie ch' avea ingozzato co-
cerchia l'arena ; surto nel mezzo , dice solen- stui. Così la commedia terminossi. Nei rac-
nemente al siniscalco e al notaio, esser ve- contati fatti a un di presso tutti gli storici
nuto a mantener la sua fede ; non restar per contemporanei accordansi , ancorché diversi
lui che non si pugnasse, ma per la perfidia in qualche particolare , e secondo lor parte
de' nemici. Una protestazione fe' stenderne in sforzantisi ad accusar chi Pietro e chi Carlo.
buona forma ; attestandovi il Greilly la venuta Noioso e inutilissimo parmi entrare in questo
del re d'Aragona , e l'ordine d' Eduardo di giudizio . Ma è indubitato che il francese con
rassegnar la città a Filippo ed a Carlo . La- tanto stuolo, Piero nascosamente , ambo pur
sciò all'inglese il re d'Aragona le armi sue ; s'appresentarono : ch ' Eduardo non v'era, nè
pregollo che soprastasse alquanto a divulgare assicurava il campo. Il giurato patto portava
il fatto ; e speditamente galoppò , tornandosi di trovarsi a Bordeaux il primo giugno , non
per la via di Baiona. Giunto a questa città di combattere , se non dinanzi il re d'Inghil-
tutto spunto e rabbuffato , che da tre di non terra , o secondo nuovo trattato. Amendue
chiudea ciglio , promulga una protestazione ; perciò in realtà elusero il bizzarro lor patto ,
manda lettere e nunzt a' principi di cristia- osservaronlo in apparenza ; e da ciò trassero
nità ; e aspettandosi la guerra , richiama in argomento a filar quegli scambievoli rimbrot-
patria i sudditi suoi che si trovassero in ti, ch' era in fondo l' intento solo d' entrambi ' .
Francia . Le trame di Gualtiero distrutte , la scon-
Carlo dall'altro canto trovatosi infin dal ven-
ticinque maggio a Bordeaux , come il dì stesso Tutto questo racconto, nel quale non mi è pa-
16
122 CAPITOLO X.
( 1283)
fitta di Malta , l'audace correria del nostro nal Gherardo, legato a Napoli 4 ; tanto più
ammiraglio, fecero al principe di Salerno ri- affrettandolo per lettere quanto più bramava
metter pure l'impresa all' anno appresso ; mandar la cosa a dilungo . Perciò nel reame
mentr' egli, allestite in Brindisi altre galee e di Napoli gli umori desti dalla siciliana ri-
teride , già col conte d'Artois da un dì all'al- voluzione e da' travagli che durava casa
tro pensava imbarcarsi . Indi con quell' a- d'Angiò, e anco dalle benevole dimostrazioni
doprar attivo e solerte, ch'è pur dote de' me- di casa d'Aragona , tornavano ad agitarsi. In
diocri, ma gli effetti il distinguono dal valor Sicilia al contrario , allontanato quel valor
vero, questo Carlo che, degenere dal padre , molesto di Pietro , quetavano i popoli nel mite
in sua vita molto si arrabbattò e nulla mai fe- reggimento della regina Costanza : e sì tran-
ce, preparò grandi macchine e videle ruinare quillo corse quell'anno , che sol de' casi di
a un soffio , or tutto inteso al passaggio di fuori scrivono i nostri storici ; e Montaner
Sicilia dell'anno vegnente, la prima cosa per- afferma, irrefragabil prova del buon governo ,
dè l'intento ch ' avea sudato a procacciare che dopo la comun gloria della battaglia di
testè con le riforme e promesse a' sudditi . Malta , siciliani e catalani più che mai s'affra-
Perchè non dismettea le antiche gravezze , tellavano, e strigneansi d'amistà e di parenta-
le esacerbava anzi con francarne i proven- di 5. Per queste cagioni la regina di Sicilia
zali 2 e altri stranieri ; ridomandava impre- potè tentare, e 'l vicario di Napoli non seppe
stiti ai comuni di terraferma ; nè facea sen- rintuzzare nello stesso cuor del suo regno ,
no all'aperto niego di quelli 3. Errò ancora un'assai temeraria fazione.
a credere i popoli bambini troppo , quando ap- Ebbe in quel verno gran caro di vittua-
presentatisi al papa i deputati delle province glie in Italia. Donde Scalea , Santo Lucido , Ce-
per la promessa riforma dei tributi , Martino , traro, Amantea, mosse dalla penuria o dalla
che giocava d' accordo con Carlo , diessi a mala contentezza ( chè Scalea l'anno innanzi era
pretestare memorie incerte , necessità di una stata la prima in terraferma a darsi a re Pic-
sottile esamina , e questa commise al cardi- tro) si proffersero alla regina Costanza , s'ella

ruto possibile scriver le citazioni a ogni parola, è Gio. Villani, lib . 7, cap. 87.
tratto da : Memoriale dei podestà di Reggio, in Muratori, R.
Saba Malaspina, cont. pag. 399 a 402. I. S. tom. 8, pag. 1155 , 1156.
D' Esclot, cap. 104, 105. Giovanni Iperio, Chron. Mon. S. Bertini, in Mar-
Montaner, cap. 80, 85 e seg. tene e Durand, Thes. Anecd. tom . 3. pag. 764.
Bart. de Neocastro , cap. 67, 68, 69. Il manifesto di re Carlo al comune di Modena
Niccolò Speciale, lib . 1 , cap . 25 . contro Pier d'Aragona, si legge in Muratori, Anti-
Anonymi Chron . Sic. cap. 44. quitates Italicae Medii Evi , tom . 3, Diss . 39,
Tolomeo da Lucca, Hist . Eccl . , lib. 24 , cap. 7 pag. 650.
ed 8, in Muratori, R. I. S. tom. 11 , pag . 1188. D'Esclot, cap. 115.
Geste de' conti di Barcellona , cap. 28, op. cit. • Diploma del 24 gennaio 1284, citato in questo
Frate Francesco Pipino, lib. 3, cap. 17, in Mura- capitolo a pag. 125 in nota.
tori , R. I. S. tom . 9. 3 Elenco delle pergamene del r. archivio di Na-
Ferreto Vicentino, ibid. pag. 954. poli , vol. 1. Diplomi a pag. 234, 255, 259 e le an-
Vite di Martino Iv, ibid. tom . 3, pag. 609 , 610. notazioni pag. 254.
Surita, Annali d' Aragona, lib. 4, cap. 31 , 32. 4 Raynald, Ann. Eccl . 1283, epistola del 25 no-
Nangis, in Duchesne, H. F. S. tom. 5, pag. 542. vembre, a § 46.
Paolino di Pietro, in Muratori, R. I. S. agg. tom . 26, Saba Malaspina, cont. pag. 403.
pag. 39. 5 Montaner, cap. 84.
Giachetto Malespini , cap. 218.
CAPITOLO X. 123
(1283-84)
provvedessele di viveri e difendesse ; la qual correrie, ladronecci , notturni assalti ; che
pratica condussero alcuni scaleotti usciti per appena si crederebbe , standovi a manca il cam-
omicidi e riparati in Sicilia ; e volentieri la po di Nicotra, a destra la capitale, e per tutto
assenti la regina . Mandovvi pertanto con otto il regno guerriere voci e apparecchi.
galee un forte di almugaveri, e alcune teride Il papa, non vinto pe' falliti disegni dell'an-
cariche di grano ; onde il pregio di esso d'un no innanzi , ma rifacendosi ad ogni ostacolo.
subito si ammezzò ' , a grande sollievo dei sempre più pertinace e voglioso , sforzavasi
terrazzani. Ma gli almugaveri messo piè a a ritentar ora la prova, fin trascurando i pro-
terra, diersi a infestare tutto val di Crati e pri pericoli e bisogni : Roma per carestia tu-
Basilicata contro i quali movendo il giu- multuante ; accanita ad assediare in Campi-
stiziere di val di Crati con grosse torme di doglio il vicario di re Carlo 3 : esausto l'e-
cavalli, aspettatolo a lor uso in una stretta rario pontificio necessitato a incettar grani
gola, rupperlo con strage, e l'inseguirono in- in Puglia perchè i romani non facesser peg-
fino a un castello del vescovo di Cassano , gio 4. E pria rinnovò le scomuniche il dì
ove poser l'assedio . Sopraggiunto di Sicilia della cena del Signore , quel della Ascensione,
il conte di Modica , e con esso pochi cavalli quel della dedicazione della Basilica di san
e più feroci frotte d'almugaveri , peggior tra- Pietro, con molto studio a promulgarle per
vaglio die' a Basilicata . Prese alcune castella tutta Italia , e massime a Genova 5 , per ispa-
e la terra di san Marco ; quivi della chiesa ventare i ghibellini inclinati ad aiutar Pietro
de' frati minori ſe' un ridotto assai forte ; mal e la Sicilia contro il principe guelfo . Le de-
conci ne rimandò Rizzardo Chiaramonte e cime, non per anco scadute, delle chiese di
altri baroni venuti con maschio valore con- Provenza, d'Arles e degli altri domini di Carlo
tr'esso ; i quali non furon punto imitati da- a lui assegnò per la siciliana guerra ; dando
gli altri feudatari del regno , scontentissimi autorità ai legati pontifici di sforzare i ve-
del governo angioino. Invano di maggio del- scovi al pagamento 6. A Venezia s'adoprò ,
l'anno seguente si fe' un altro appello alle sollecitato dal principe di Salerno dopo la
milizie feudali del reame di Puglia per venire sconfitta di Malta , ad armargli una ventina
a oste a Scalea , e anco mandovvisi , sotto il di galee , offrendo porger da ' tesori aposto-
comando di Ruggier Sangineto , gente assol- lici cinquemila once d'oro ; ma l'accorta re-
data in Toscana ; perchè sempre tennero il pubblica rispose : « Nè al re d' Aragona , nè
fermo i nostri e patiron quelle province ad altri cristiani moverebbe mai guerra senza

1 Da quaranta a venti tarì la salma, dice il Ma- cieri a piè, venuti poco prima da Firenze, che si
laspina. mandavano a Ruggiero Sangineto per ingrossar
2 D'Esclot, cap. 119. l'oste all'assedio di Scalea.
Saba Malaspina, cont. pag. 403, 404. Montaner, cap. 113, nomina alcuna delle terre
Il primo dice dell ' occupazione di quelle quattro occupate , e dice del mal contento nel reame di
terre ; il Malaspina della sola Scalea. Puglia ; ma confonde questa fazione con quella
I due appelli al servigio feudale nel reame di dell'armata che combattè poi nel golfo di Na-
Puglia si leggono nel diploma del 30 ottobre 1283, poli.
nel citato Elenco delle pergamene del r. Archivio 3 Saba Malaspina, cont. pag. 404.
di Napoli, vol. 1 , pag. 237; e nei diplomi del 21 e 4 Raynald, Ann . Eccl . 1283, § 52.
31 maggio 1284, ibidem, pag. 266 , 268. - Nel 5 Ibidem, 1284, § 1.
r. Archivio di Napoli, reg. seg. 1283 , A, fog. 81 a. 6 Ibidem, 1284, § 10.
t . leggesi un diploma dato di Napoli a 28 aprile
12ª Indiz . ( 1284 ) per 100 balestrieri e 200 lan-
124 CAPITOLO X.
(1283-84)
cagione ; e richiamò in osservanza una fine il due giugno, tre di innanzi il precipi-
antica legge per la quale vietavasi ai privati zio dell'impresa , papa Martino da Orvieto la
di prender l' armi per alcuno stato straniero , rincalzava con bandire la crociata contro cri-
senza permesso del doge e d'ambo i consi- stiani. A sue accuse vecchie e stracche ag-
gli ; bello statuto secondo ragion pubblica e giunse ricettarsi eretici in Sicilia ; vietarsi
delle genti , del quale sdegnossi pure la corte agl' inquisitori di perseguitarli ; torsi a Ter-
di Roma come d'offesa , e pel cardinale di rasanta le vittuaglie. Donde commise al car-
Porto legato scomunicò Venezia, ribenedetta dinal Gherardo, che predicasse contro re Pie-
poi nell'ottantacinque da papa Onorio per tro e' siciliani scomunicati ; e , attendendo solo
maggior prudenza di stato . Poscia tre le- a far numero , desse a tutt' uomo la croce ,
gati del principe veniano a Martino, a rido- senza guardare a sua origine o nazione ³ .
mandare moneta pel passaggio di Sicilia ; ed Nel medesimo tempo re Carlo attendeva in
ei dando di piglio nei tesori delle decime di Provenza ad accattar danari e allestir navi
tutta cristianità , levate già per la impresa a questo nuovo assalto di Sicilia 6 ; e al me-
di Terrasanta da papa Gregorio e dal con- desimo effetto il figliuolo , fatta dimora a Ni-
cilio di Lione , or ne forniva per la guerra cotra infino all' autunno del mille dugentot-
siciliana ventottomila trecentonovantatrè once tantatrè , e lasciato quivi con l'esercito il
d'oro, non picciola somma , secondo que' tem- conte d'Artois , tornossi a Napoli , donde se-
pi : ordinando bensì che la più parte si ma- condo i casi sopraccorreva qua e là per tutta
neggiasse dal cardinal Gherardo, in cui più Puglia 7. A raccor danaro studiossi sopra
fidava 3. Altri danari da altre epistole di Mar- ogni altra cosa , perchè senza fine ne ingo-
tino appaion sovvenuti al principe di Saler- iava la guerra . Ondechè , usando l'autorità
no. Il quale spintosi iufino a chieder le genti datagli dal padre a torre in presto infino a
pontificie che in Romagna militavano con- centomila once d'oro con sicurtà su tutti i
dotte dal prò conte Giovanni d'Eps , le as- suoi beni e reami , non contento ai sussidi
sentia Martino, senza curarsi della sua stessa del papa, nè ai tributi generali del reame di
vacillante dominazione in que' luoghi 4. Al- Puglia , accattava grosse somme da merca-

Ibidem, 1283, § 40. Il breve al principe Carlo, del r. archivio di Napoli , vol . 1 , pag. 260 , 261
posteriore al fatto , è dato il 22 aprile 1284 . e 263 ; da que' citati nelle annotazioni seguenti, ca-
D'Esclot, cap. 115 , riferisce la risposta dei ve- vati dai registri del med . archivio ; e da altri dati di
neziani. Napoli 1 gennaio, Foggia 24 e 29 gennaio , Bar-
2 Raynald, Ann . Eccl. 1285 , § 63 e 64. letta 1 febbraio , Brindisi 23 a 26 febbraio , Spi-
Quivi si legge la bolla di Onorio, data di Tivoli nacchiola 6 marzo , Melfi 10 a 16 detto , nel re-
il 4 agosto, anno 1 . gistro 1283, A , fog . 15 , 16 , 16 a. t. 28, 28 a. t.
3 Raynald , Ann. Eccl. 1283 , § 40 , nel detto & Diploma dato di Nicotra il 25 novembre 12ª
breve del 22 aprile 1284. Indiz. (1283), indirizzato a tutti gli uomini di tutti
Saba Malaspina, cont . pag. 418. Veggansi anche i giustizierati del reame di Puglia . Proponendosi
i diplomi citati qui appresso per varl imprestiti del il principe di Salerno di andar nella vegnente pri-
papa. mavera sopra la Sicilia, con grandissima flotta ed
4 Raynald, Ann. Eccl. 1284 § 13 e 48. esercito, al totale sterminamento dell' isola, chie-
5 Raynald , ibidem, § 2 e 3. dea per tutte le province di terraferma il sussidio
6 Saba Malaspina, cont. pag. 402 . << che non pativa differimento, ed era appunto con-
7 Saba Malaspina, ibidem . forme alle recenti costituzioni del re suo genito-
I viaggi del principe di Salerno si veggono dai re. » Nel r. Archivio di Napoli, reg. seg. 1283 , A,
vari suoi diplomi , dati di Nicotra, Napoli, Foggia, fog. 71.
Brindisi , Bari, nel citato Elenco delle pergamene Altro diploma , ibid. fog. 80 a t . dato di Na-
CAPITOLO X. 425
( 1283-84 )
tanti toscani con guarentigia dello stesso Mar- se la borsa del cardinal Gherardo e d'altri
tino e delle decime ecclesiastiche : e quando privati ³ ; richiese altre sovvenzioni alle città
il bisogno più strinse, impegnò per poca mo- più docili 4 ; vendè il perdono di misfatti ³ ;
neta vasellame e arnesi d'argento 2 ; smun- sforzò nuovamente il valor della bassa mone-

poli il 26 aprile 12a Indiz. ( 1284) è una sollecita- per l'argento impegnato come nel Doc. x in fin
zione del sussidio per la impresa contro i ribelli . del presente volume. Le spese sono per arredi ,
Diploma dato di Foggia il 24 gennaio 12ª Indiz . soldi alla famiglia del re, e a cavalli e fanti del-
(1284) sulle querele universorum gallicorum et alio- l'esercito di Calabria con Artois : e 5000 once
rum ultramontanorum in civitate Neapolis com- per acconciamento di galee, delle quali once 4000
morantium, lagnantisi che da lor si volesse riscuo- mandate in Provenza . Vi si leggono i nomi di vari
tere la presente sovvenzione generale. Il principe condottieri Goffredo di Ioinville , il visconte di
di Salerno comandava non fossero molestati ; pe- Tereblaye, Ugone de Grenat, Giovanni de Alnect ,
rocchè per privilegio di re Carlo erano stati fran- Pietro de Bremur , Giovanni de Montfort conte di
cati da tutte le collette e sovvenzioni pel passaggio Squillaci , ec. Nel citato reg. 1283, A, fog. 132 , 134.
contro la ribelle isola di Sicilia. Ibid. fog, 19, a t. Diploma dato di Melfi a 16 marzo 12ª Indiz . (1284)
Diploma dato di Melfi a dì 8 marzo 12ª Indiz. per l'imprestito di once 1918 da mercatanti se-
(1284) , pel quale furon cedute a un condottiere pei nesi. Ibidem, fog . 29.
suoi stipendi once 400 su le sovvenzioni generali Diploma dato di Napoli a 26 aprile 12ª Indiz.
dovute da alcune terre. Si legge bandita la sov- (1284 ) . Carlo principe di Salerno a papa Martino.
venzione in subsidium expensarum futuri nostri Per l'autorità datagli dal padre di accattare infino
passagii in proximo futuro vere contra rebellem a 100000 once d'oro, avea tolto altre somme di
insulam Sicilie. Ibidem, fog. 2, a t. danari. Confessa qui avere ricevuto da Bullono e
Un altro diploma, ibid. dato di Napoli 12 aprile Vermiglietto, mercatanti lucchesi , once 15608 di oro
12ª Indiz. mostrava queste sovvenzioni non ecce- sul danaro delle decime ecclesiastiche accordate per
dere i limiti che s'eran posti ne' capitoli del par- la guerra, con guarentigia della santa sede. Richiede
lamento di san Martino. il papa che ne dia credito a que' mercatanti. Ibidem
Diploma del 2 dicembre 12a Indiz . ( 1283. ) È fog. 131.
la scritta del ricevuto per once 15000, che la com- 2 Diploma del 24 settembre 12ª Indiz . ( 1283) in
pagnia de' Bonaccorsi di Firenze avea pagato per fin di questo volume, Doc. n°. x. Ivi si leggono
conto del principe di Salerno in Roma nel corso i nomi delle varie maniere di vasellame impe-
dell'anno 1283 in carlini e fiorin d'oro , i primi gnato, e il peso , e quel de ' rottami d'argento , e
ragionati a 4, i secondi a 5 per oncia. Nel r. Ar- fin di alcuni baltei con borchie d'argento. Vi si
chivio di Napoli, reg. seg. 1283 , A fog. 75. trova ancora il riscontro co' pesi di Cologna ; tal-
Altro del 13 febbraro 12ª Indiz. ( 1284 ) ibid. chè pare documento assai importante per cui si
fog. 99, dato di Bari, dove il principe di Salerno travagli delle antichità di que' tempi.
confessa avere ricevuto once 10000 , ' da papa Mar- 3 V. i conti di Adamo de Dussiaco citati qui in-
tino , tolte in prestito per virtù del permesso di nanzi a nota num. 1 , e un altro diploma del 2 mag-
accattare infino a 100000 once con sicurtà su i gio 12ª Indiz . ( 1284) pei danari che lo stesso te-
beni qualunque della corona ; permesso datogli dal soriero avea tolto in prestito a nome del fisco.
padre con un altro diploma che si trascrive, dato Nel r. Archivio di Napoli , reg. 1283, A, fog. 117.
Salorum in Andegavia, 1283 14 luglio 11a Indiz . Ibidem a fog. 75 a t. leggesi un altro diploma per
anno 7 del regno di Gerusalemme e 19 di Sicilia. altro imprestito da uomini di Solmone.
Conti di Adamo de Dussiaco tesoriere, dal 1 set- 4 Diploma dato di Napoli il 29 novembre 12a
tembre a tutto febbraio 12ª Indiz. In que' sei mesi Indiz. (1283), pel quale si voltavano alle spese della
si eran maneggiate meglio che 36 mille once , ri- flotta le seguenti somme promesse da città in sov-
tratte da varie partite, tra le quali sono notevoli : venzione della presente guerra da Napoli on-
once 10175 di tasse straordinarie , once 16319 ce 1000 , da Salerno 500, e 100 delle once 200 che
per decime pagate dal papa e da mercanti lucchesi , avea promesso Nocera. Nel r. Archivio di Napoli,
once 500 prestate del suo dal cardinal Gherardo , reg. 1283 , A, fog. 74.
once 693 da mercatanti romani a usura , che sono 5 Diploma del 27 maggio 12ª Indiz. ( 1284) pel
426 CAPITOLO X.
( 1283-84 )
ta ; e con la riputazione del cardinale in un penso di danari 2. E gente richiedea per tutta
concilio di tutti i prelati convocato a Melfi Italia, in Toscana, in Romagna , in Lombar-
strappò loro la promessa di due anni più di dia , da comuni , da privati condottieri , cui as-
decime ecclesiastiche , e a riscuoterle deputò sicurava del pagamento con sì efficaci parole ,
immantinenti suoi commissari ; dagli ordini dei che mostrano quanto si dubitasse de' fatti ³.
frati cavalieri ottenne aiuto di gente o com- Chiamò al feudale servigio tutti i baroni, che,

quale si rendea la grazia regia e, mercè once 1000, promisit, ec. Ibidem a fog. 134 altro diploma dato
anco i beni ai figliuoli di Galgano di Marra giu- di Napoli il 2 giugno al medesimo effetto .
stiziato. Nel r. Archivio di Napoli reg . seg. 1283, A, Mi par che resti dubbio se questi due anni di
fog. 149. Ibid. a fog. 119 a t. leggesi un altro decime promesse nel concilio di Melfi per influenza
diploma del 6 maggio 12a Indiz. a favor di Gio- del legato Gherardo da Parma, cardinale del titolo
vanni di Marra figliuolo di Angelo , ch' era stato di S. Sabina, siano state oltre quelle accordate già
appiccato, suis culpis exigentibus ; cioè i mali con- dal papa ; ovvero se il legato abbia voluto richie-
sigli dati al governo per iscorticare i sudditi. dere di faccia a faccia tal promessa a' legati per
1 Diploma dato di Napoli a 25 maggio 12ª Indiz. incontrar minori ostacoli a quel pagamento , che
(1284) reg. 1283 , A, nel r. Archivio di Napoli fo- d'altronde dovean fare per lo comandamento del
glio 136. Divieto all'entrata de' carlini d'argento papa. Io penderei al primo di tali supposti.
stranieri , perchè non si ravvilissero que' del go- In questo o in altro concilio di Melfi , gli ordini
verno, ai quali s'era fissato il valore di grana 12 religiosi militari furon tassati di gente , ma forse
per ciascuno . poi detter danaro in compenso. Ciò si vede da un
2 Diploma dato di Napoli il 1 giugno 12 In- diploma dato di Napoli il 26 aprile 12ª Indiz. ( 1284)
diz. (1284) . Son lettere circolari per tutte le pro- Fratri Falconi de ordine militie Templi Vice Pre-
vince, per le quali si destinano commissari regi ceptori in Apulia. Cum pridem in Concilio per Ve-
sopra la esazione delle decime dei beni ecclesia- nerabilem in Cristo patrem Dominum G. Sabinen-
stici. Sane Reverendus in Cristo pater Dominus sem Episcopum apostolice sedis legatum apud Mel-
G. Sabinensis Episcopus Apostolice Sedis legatus fiam sollempniter celebrato quatuor milites et sex-
provida nuper ordinacione decrevit quod super ex- decim scutiferos armigeros equis et armis decenter
actionem decimarum omnium fructuum reddituum *munitis ec.furono promessi da voi ; mandateli senza
et provetuum Ecclesiarum quarumlibet existencium dimora, o , in vece di essi , once 50. Reg. med . 1283 ,
in decreta vobis provincia duorum annorum vide- A, fog. 83. Al fog. 123 a t. si leggon altri simili
licet per universos prelatos et Clericos Regni Sici- diplomi dati il 29 aprile, indirizzati agli spedalieri
lie citra farum domino patri nostro et nobis gra- di S. Giovanni in Barletta e Capua.
tanter in ipsius legati presencia commissarum ec. 3 Diploma dato di Napoli 3 maggio 12ª Indiz.
Perciò il vicario del re provvedea che N. N. di- Il vicario chiama alcuni armigeri pisani in suo aiu-
lectus et devotus noster in quo nos plene confidi- to , a' suoi soldi. Nel r. Archivio di Napoli reg.
mus debeat personaliter interesse etc. nella esazione cit. 1283 , A, fog. 131 a t.
di queste decime Nel r. Archivio di Napoli , regi- Ibid. diploma di Napoli 7 maggio 12ª Indiz. A
stro 1283 , A, fog. 147 a t. Ibidem, fog. 148 leggesi tutti i soldati che dovean venire a' suoi stipendi
la circolare indirizzata al medesimo effetto a' prelati , sotto Giovanni de Apia (de Eps) . Promette loro che
nella quale son da notarsi le seguenti parole : Quum appena messo piè in Napoli, avran la moneta del
pridem Reverendo in Cristo Domino G. dei gratia soldo per tre mesi, e che non vedendosi pagati va-
venerabili episcopo Sabinensi apostolice sedis le- dano pur via.
gato apud Melfiam residente prudentia vestra dili Ibid . , diploma del dì 8 maggio a Giovanni de
genterattendens quod dominus pater noster et nos su- Eps , negli stessi sensi , aggiungendo che a S. Ger-
mus sacrosancte romane Ecclesie Speciales filii et mano toccherà i primi tre mesi di stipendio, e poi
athlete quodque in prosecucione finalis exterminii sarà pagato di trimestre in trimestre.
Sicule factionis.....decimas omnium fructuum ec……….. Ibid. diploma del 19 maggio, Docum. num. xiv
in ipsius legati presencia pro ut veridico relatu di- in fin di questo volume.
dicimus per biennium liberaliter obtulit et gratiose Ibid . diploma del 20 maggio . Mandato fatto ad
CAPITOLO X. 127
( 1283 - 84 )
fatta a Napoli la mostra , n'andassero in Ca- colonia siciliana di Lucera , de' quali molti
labria all'oste di Artois ' ; molti allettò con anco assoldò arcadori a cavallo , uomini d'ar-
sue concessioni novelle . A' capitani di parte me, e fanti nè altro si legge in quella sta-
guelfa in Firenze raccomandò sollecitasser gione nei registri della cancelleria di Napoli ,
le galee promesse da Pisa 3 ; n'assoldò ge- che di soldati , munizioni, quadrella per l'ar-
novesi 4 , oltre le pisane che veniano con l'ar- mata ; e una nuova arma tura per sè fece
mata del padre. Il comando della sua flotta fabbricare in Napoli questo principe, correndo
affidò a Iacopo de Brusson, vice ammiraglio ; con gran furore nella militar carriera , nella
provvide con estrema diligenza ad allestir na- quale a capo di pochi mesi trovò tal duro
vi , raccor vittuaglie , fornire smisurate mac- contrattempo, che non osò ripigliarla più mais.
chine da guerra, maneggiate da ' saraceni della Questo spaventevole strepito d'arme empieva

Adamo Forrer capitano del patrimonio di san Pie- fa nota la elezione di Brusson a vice ammiraglio,
tro a richiedere con qualunque condizione quegli fog. 72.
aiuti ch' avean profferto i comuni di Perugia, Vi- Napoli 4 gennaio , 12ª Indiz. (1284) per farsi
terbo, Orvieto e altri degli stati pontifici. biscotto da servire alla flotta nel passaggio di Si-
Diplomi del 28 gennaio , 24 febbraio , 3 , 7 , cilia nella primavera vegnente. Ibid . fog. 13 .
e 17 aprile, 3 , 4, 5 , e 21 maggio 1284 , dalle per- Altro ibid. fog. 16 , dato di Foggia il 29 gen-
gamene dell' Archivio r. di Napoli , nel citato Elenco , naio al medesimo effetto .
vol 1, pag. 260 a 266. Altri ibid. fog. 42 , dati di Brindisi , 20 e 24
2 Concessioni di beni allodiali e feudali se ne febbraio allo stesso fine.
trovan molte fatte in questo tempo, reg. cit. 1283 , Nella primavera del 1284 , come strignea il tem-
A, fog. 117 a t. 126, ec. po all'impresa, il governo angioino raddoppiava le
3 Docum. num . XIII in fin di questo volume. sue cure per la flotta.
4 Diploma dato di Napoli a 15 maggio 12ª In- Diploma dato di Napoli a 15 aprile 12 Ind .
diz. (1284) per pagarsi once 100 per nolo della vietando che niuna nave uscisse da' porti di Puglia ,
nave genovese di Simone Malleno . Nel r. Archi- poichè tutte servivano alla imminente impresa si-
vio di Napoli, reg. seg. 1283 , A, fog. 104 a t. E ciliana. Reg. cit . 1283. A, fog. 30, a. t.
un altro del 20 giugno 1284 , per la nave di un ge- Diplomi dati di Napoli l'ultimo aprile 12ª Indiz.
novese Navarro, citato nel seguito del presente ca- perchè fosser subito varate le galee in Gaeta, e
pitolo. fornite di tutto per l'immediato passaggio in Si-
5 Dapprima il principe di Salerno avea affidato cilia. Reg. citato , fog. 84 a t. e 89 a t.
l'armata a Guglielmo Alamanno , e Arrigo Girardi . Altri diplomi della stessa data e del 3 aprile,
Diploma dato di Nicotra il 27 settembre 12a in- ibid . fog. 88 , 100 , a t. e 30 , dai quali si vede
diz. (1283) nel citato registro 1283, A, fog. 59 a t. raccolta su i porti dell'Adriatico grande copia di
Nel mese di novembre cominciò a incalzare nei grasce e altre vittuaglie per l'impresa di Sicilia.
provvedimenti per la flotta ; e preposevi un uomo Diploma dato di Melfi a 13 marzo , per dar fa-
di maggior nome, Iacopo de Brusson , come si vede vore ad alcuni mercatanti de' Bonaccorsi incaricati
da' seguenti diplomi del medesimo registro . dal re ad incettar frumento . Se i proprietari fa-
Napoli 24 novembre per l'armamento delle navi cessero mal viso , fossero sforzati a dar il grano a
in Napoli fog. 71 , a t. giusto prezzo. Reg. citato, fog. 43.
Napoli 26 novembre, parecchi diplomi per le na- Altro diploma del 26 aprile, perchè dalle regie
vi in Salerno, ibid. armerie si fornissero all' ammiraglio 400 giachi ,
Napoli 26 novembre a Iacopo de Brusson vice e due casse di quadrella , da armarne nove galce
ammiraglio. Lunghi ordinamenti a racconciar la in Salerno . Ibidem, fog. 121 .
flotta ; e si dice data ad extaleum in Napoli la co- Altro del 1° maggio, dato anche di Napoli, per-
struzione di dodici galee per la somma di once 120 chè si consegnassero 20 migliaia di quadrella di due
per ciascuna, fornite di tutto, fog. 73. piedi e 40 migliaia d'un piede, per uso della flotta.
Napoli 27 novembre, altri provvedimenti ; e si Ibid . fog. 113 a t . E al medesimo effetto parec-
128 CAPITOLO X. (1283-84)

il reame di Napoli di primavera dell' ottan- controrivoluzione. Nondimeno temendo qual-


taquattro, perchè i governanti angioini, dopo che assalto dell'audace flotta nost ra mentre
l'esito infelice dell' anno innanzi , fidando or esso armavasi, pose il nemico in questo tem-
meno nella via delle opinioni , vollero riten- po una straordinaria cura a guardar le co-
tare una prepotente forza d'armi , come nel- stiere di terraferma . Suo intendimento era
l'ottantadue ; se non che Carlo tenne tutta- insignorirsi al tutto del mare , schiacciando
via qualche pratica con baroni di Sicilia, si la nostra armata se s' attentasse uscire , e se
infruttuosa quant'eran deboli qui gli umori di no, inchiodandola ne' porti ; e poi , sbarcato

chi altri diplomi che tralascio per brevità ; ma è materiali e stromenti, tutti per l'impresa di Sici-
da notarne uno del 12 maggio indirizzato al ca- lia. In quest'ultimo si legge di fornirsi 200 lapi-
stellano di castel Capuano di Napoli , ov' eran le ar- dum finarratorum pro ingeniis.
merie, la zecca , ec. Da questo si veggono i nomi È notevole la cura che il governo angioino di
delle varie maniere d'armi da consegnarsi al vice Napoli si prendea per custodir le sue spiagge, pur
ammiraglio : balistas, quarrellos ad unum et duos mentre preparava un'armata e un' oste d'invasione
pedes, conuculos pro .....igne , lanceas, Jaccarolos, contro la Sicilia. Ciò prova in quale riputazione già
rampicullos , prodas cum catenis earum , scuta , fosse appo i nemici la flotta catalana e siciliana.
squarzavella , pavensia , et queque alia arma, fo- Cel mostrano i diplomi del r. Archivio di Napoli,
glio 113. a t. nel citato reg. 1283, A, de' quali , lasciando in-
Nello stesso tempo Carlo lo zoppo, che fu que- dietro perchè non mostra cure straordinarie un di-
sta sola volta guerriero in tutta la sua vita, si fa- ploma del 21 aprile ( 1284 ) risguardante il paga-
cea fabbricare armature per sè . Un diploma del 27 mento degli stipendi al presidio del castel di Ca-
febbraio , ibid. fog. 114 , accenna il pagamento di pri, ricorderemo i seguenti :
cent' once fatto a questo fine ; e un altro del 12 Diploma del 30 novembre (1283) fog. 72, perchè
maggio provvede al soddisfacimento del compiuto si munissero con molta cura le castella di Cala-
prezzo. Ibid . fog. 108 . bria, massimamente quelle di contra a Messina.
Si prepararono ancora molte macchine da guerra, Diploma dato di Napoli il 2 maggio, fog. 85 a t.
delle quali par che fossero espertissimi i saraceni È commesso a Iacopo de Brusson vice ammira-
della colonia siciliana trapiantata in Lucera dal- glio di far osservare gli ordini già dati pei se-
l'imperator Federigo , una o due generazioni in- gnali allo scoprir legni nemici : cioè fumo il dì ,
manzi quest' epoca. Due diplomi del 23 aprile, reg. fiamme la notte , che volgarmente si dicean fani ,
citato, fog. 91 a t. e 104 provvedono di mandarsi e se ne dovea levar uno per ciascun legno avvi-
a Manfredonia per l'impresa di Sicilia quattro de stato. Inoltre erano stabilite excubias seu custodes
ingeniis curie della fortezza di Lucera de' saraceni. in tutte le terre e luoghi opportuni , che veglias-
Un altro del 6 maggio , ibid . fog. 91 a t . per sero di e notte . La spesa si fornisse da' comuni ,
assoldar cento saraceni al servigio di queste mac- e, in mancanza , da qualunque danaro regio. Somi-
chine, le quali indi si vede che dovean essere molto glianti disposizioni son date, ibid . fog . 127 a t.
grandi e importanti. Per un altro diploma del 13 per aversi particolar cura delle costiere da Poli-
maggio, ibid. fog. 103, si veggono assoldati nel- castro a Castellamare di Stabia.
Poste di que' saraceni 9 militi , 90 cavalli e 500 Diploma del 2 maggio, ibid . fog. 86 a t. per 73
fanti. Altri diplomi dati di Melfi il 12 marzo 12ª In- fanti toscani mandati di presidio in Montane Amal-
diz. (1284) provvedeano 300 archi d'osso pei sa- fie, ov'era capitano un Rambaldo de Alemanni.
raceni militanti nell' esercito , 290 cavalli per gli ar- Altro della stessa data, ibid . 88 a t. al capitano
cieri saraceni, 200 spalleria, suprapunta, cocceros , di Gaeta si raccomandano i fani.
et faretras pei medesimi . Reg. 1283 A, fog. 43 e 44 : Par che in vero dopo la battaglia di Malta i no-
ed ivi a fog. 44 a t. altri diplomi del 20 , 21 e 23 stri corsali avessero ripreso le infestagioni ne' mari
marzo per armi e cavalli di altri 170 arcieri sa- del regno di Napoli. Un diploma dato di Nicotra
raceni di Lucera. Altri diplomi leggonsi nel me- a 23 ottobre 12ª Indiz. ( 1284) parla di un galeone
desimo reg. fog. 103, uno dato il 23 aprile per cuoia siciliano di un tal Galfono che corseggiasse.
di buoi e bufali , un altro il 6 maggio per altri
(1284 ) CAPITOLO X. 129

l'esercito nell'isola , non più campeggiar luo- dre ne pregavan vittoria . Fe' porre l'ammi-
ghi forti, ma dare il guasto al paese , bruciar raglio a una vicina spiaggia ; in terra fe ' la
le messi , divider le città , e desolate sfor- mostra di tutte le genti ; con brevità da sol-
zarle a sottomettersi . Vietava Carlo al figliuolo dato arringò avrebbero entro due settimane
qualunque fazione pria ch' egli venisse di Pro- una grandissima battaglia andrebbero incon-
venza con la flotta . Trenta galee tenca tro a due flotte, l'una surta nel porto di Na-
pronte il principe a Napoli, quaranta a Brin- poli , l'altra che venia di ponente . « Son set-
disi. Entro pochi dì , operata la congiunzione tanta galee ; ma come noi ci troviamo arma-
di tutta l'armata ad Ustica 2 , cento navi da ti, o guerrieri , non paventiamo le cento. » E
battaglia e più assai da trasporto verrebbero le soldatesche : « Andiamo andiamo , risposer
a por la Sicilia a soqquadro . d'un grido, nostra è la vittoria . » Costeggiate
A tempo il seppe Giovanni di Procida , gran le Calabrie, tennero il golfo di Salerno.
cancelliere , pei suoi molti rapportatori che Da ciò in Napoli nacque una voce , che
in terraferma vegliavano assidui il nimico . Piero , tornato d'Aragona subitamente con tutta
Onde nel consiglio della reina , considerato il l'armata , navigasse pe' mari di Principato .
grave frangente ; lungi il re ; non esercito Mandovvisi a far la scoperta un genovese Na-
pronto ; poca l'armata , l'audace partito si varro con legno da sessanta remi 3 : e costui
deliberò in cui solo era salvezza assaltare un altro falso avviso riportò, frettolosamente
gli angioini risolutamente pria che tutte adu- riconosciuta la flotta da lungi per sole venti
nasser le forze . A ciò trentaquattro galee e galee e poche fuste . Vantò dunque , tornato ,
più legni minori s'armano in fretta nel porto che sarebbero anco troppe le ventotto galee
di Messina , di scelta gente catalana e sici- del principe e la sua nave. Talchè salito in
liana , di finissime armi , di nobili arredi . Co- superbia il giovane Carlo , ordinava d'uscir
me la flotta fu in punto, Costanza fatto a sè contro al nimico ; ma i napoletani , che punto
venire, coi capitani minori e i piloti, l'ammi- l'amavano , non vollero armarsi per lui.
raglio, nudrito seco del medesimo latte , edu- Ruggiero in questo volteggiava cautamente
cato in sua corte , con vive parole rimem- fuori il golfo di Napoli, ignorando ove fosse
bragli l'affetto della casa reale d'Aragona : re Carlo con la flotta provenzale ; e volea co-
tutto per lei andarne su quest' armata ; l'o- gliere il tempo a slanciarsi o su lui o sul
nor del re, la corona, sè stessa e i figliuoli principe . A Capri dunque ancorò dapprima ,
a due soli commetteva , a Dio e a Ruggier divisando fare una dimostrazione sopra Baia,
Loria. A questo dire le s ' inginocchiava ai e indi appressarsi se potesse trar fuori il prin-
pie' l'ammiraglio, e co' riti dell'omaggio feu- cipe con avvantaggio ; e , se no , far prora co-
dale , poste le sue nelle mani della regina : me alla volta di Sicilia , e a notte volgere a
« Non fu unque vinto , le rispose , lo sten- Ponza , e in quel canale aspettare l'armata
dardo reale d'Aragona , nè oggi il sarà. Fi- del re . Ma non uscito alcuno da Napoli come
dane, o regina, nel sommo Iddio . » Non senza ei si pose a scorrere per isolette e lidi gua-
lagrime allora gli altri guerrieri giurarono ; stando i colti e mettendo a taglia e a sacco le
li accomiatò la regina ; li salutò il popolo allo terre ; e venutagli presa in questo una saet-
scioglier dal porto ; e a Dio , alla Vergin Ma- tia di re Carlo , onde seppe che con trenta ga-

1 Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 27 . vero da un diploma del 20 giugno 1284 si vede
2 Bart. de Neocastro , cap. 76. che fosse a ' soldi del governo di Napoli la nave di
3 Questo particolare è scritto dal D' Esclot. A questo genovese Navarro. Nel r. arch. di Napoli ,
mostrar la somma sua diligenza noteremo che per reg. seg. 1291 , A, fog. 4, a t.
17
130 CAPITOLO X.
( 1284)
lee provenzali e dieci pisane ad una o due Brienne , Mompellier e Acerra , frate Jacopo
giornate venisse , Loria , vedendo sovrastar la da Lagonessa , e più altri baroni . A ventotto
temuta unione delle due flotte nimiche, con- o trenta sommarono le lor galee , tutte del re-
sultane di nuovo coi suoi più pratichi ; e si gno, armate le più di regnicoli , poche di pro-
deliberò di combattere quella del principe , venzali e francesi .
immantinenti , a ogni costo. Ondechè venuto Loria allora quasi fuggendo si difilò a Ca-
a Nisita la notte , e prese in quel mare due stellamare, per guadagnar l'avvantaggio del
galee di Gaeta, Ruggiers armolle per sè , spar- sole alle spalle , o per trarre in alto mare i
titi i prigioni in tutta l' armata, la quale sommỏ nemici , e lasciarli disordinar nella caccia.
a trentasei galee, oltre i legni sottili. Inviò il Schiamazzando e urlando l'inseguon essi : vo-
catalano Giovanni Alberto con una fusta a ri- lano innanzi a tutte le altre, due galee capi-
conoscer la flotta di Napoli ; e seppene il vero tanate da Riccardo Riso e Arrigo Nizza , sici-
numero, e che tutta la spiaggia luccicava di liani rinneganti la patria, che chiamano Lo-
fuochi e d'armi. Indi all' alba minacciando con ria a gran voce, ed « Ove fuggi eroe ? gri-
gran mostra, apparve fuori il capo di Posilipo dangli ; ma invano t'involi , invano ; vedi , i tuoi
alla Gaiola. ceppi son qui ! » E mostrangli le catene. E
Era il cinque giugno milledugentottantaquat- muti i nostri a vogare. A quattro leghe re-
tro. Le depredazioni e gli oltraggi de ' nostri stano ; rivoltan le prore ; l'ammiraglio in un
nei di innanzi , i conforti de' nobili che te- battello scorreva a rincorarli : « Mirateli ,
nean per la corte, questa recente ostile bal- scompigliati da sè stessi ; gente che non vide
danza , commosser gli animi sì , che avuto armi, o non vide mare giammai gridan essi ,
avviso la notte stessa dell' armata siciliana e noi feriremo. » A linea di battaglia ordinò
surta a Nisita , il popolo, preso di novello ar- venti galee, serrate tra loro ; ſe' rassettare i
dire, chiede battaglia ; suona le campane a remi , sgombrar le coverte ; schierovvi i ba-
martello ; francesi , regnicoli , cavalieri , plebei lestrieri ; il rimanente delle navi pose a re-
all' impazzata rapiscon le armi, corrono a' le- troguardo , che non entrasser nella mischia
gni, in tanta pressa che per poco non anda- senza un estremo bisogno. Allor si die' nelle
ron alla banda . E gli ottimati , per parere , trombe, levossi il grido « Aragona e Sicilia : >>
dice Saba Malaspina , chi fedele e chi gagliar- e piombo la nostra armata su i nemici , già
do, consigliavano sì il combattere : sopra ogni a tal variar di consiglio attoniti e palpitanti.
altro il conte d'Acerra , favorito del principe E ruppeli in un attimo ; chè, non aspettato
Carlo, stigollo a montar in nave egli stesso , lo scontro, diciotto galee di Napoli, Sorrento
per dar animo ai combattenti . Indi nè ragio- e Principato diersi a fuggire ; lasciando solo
ne, nè autorità il trattenne del cardinal Ghe- il principe con la sua galea , e quattro di Na-
rardo ; il quale , non perduta la memoria di poli, due di Gaeta , una di Salerno , una di
quelle aspre battaglie di Messina, ammonialo Vico, una di Scio, a disputar l'onore , non
ad ir piano co' siciliani , ubbidire i comandi più la vittoria. I francesi, ancorchè non av-
del padre , aspettare l'armata e con essa la vezzi nè fermi in nave , combatteano con ma-
vittoria , non si gittasse al laccio tesogli da schio valore. Più numerosi e franchi al ma-
Ruggier Loria. Ma da queste parole anzi aiz- neggiar le navi , catalani e siciliani urtavan
zato, più ratto il principe s'imbarcò e prima di prua , spezzavano i remi al nimico , git-
ordinò d'imbandire a corte uno splendido con- tavan fuochi alle tolde , sapone e sego sui
vito per festeggiar la vittoria. Con lui furono banchi, polvere di calce alle viste , scaglia-
Jacopo de Brusson vice ammiraglio , Gugliel- van sassi e saette e pure gran pezza non
mo l'Estendard , Rinaldo Galard , i conti di li spuntarono dalla difesa. La strage indi si
(1284 ) CAPITOLO X. 131

mescolò ; spenta gran parte di quei prodi ca- rendono le migliori spade di Francia. » Gri-
valieri di Francia , il numero vinse . Sola re- dava l'Estendard , sacra fosse la persona del
stava la galea del principe : accerchiata , squar- principe. E questi togliendosi la spada , tra i
ciata , invasa da' nostri la prua , e mezza la nostri domandò : « Qual v' ha cavaliero ? » e
nave ; ma un fior di gagliardi stretti a schiera rispostogli dallo ammiraglio, a lui la rendè ,
intorno al principe, che piccino e zoppo mal e accettò la mano stesagli da Ruggiero per-
s' aiutava, fecer incredibili prove ; e sopra tutti chè lesto sulla sua nave salisse, che l'altra
Galard , uom d' erculee forze , quanti colpi già sommergeasi . Nove galee fur prese una
tirava tanti feriva o uccidea , o di peso sca- delle quali velocissima involandosi, Ruggiero
raventava gli uomini in mare . A tal pertina- le spiccò alla caccia la galea catanese di Na-
cia, Loria comanda che si sfondi la nave ; e tale Pancia ; e parendogli perder lena i re-
i nostri già saliti le dan d'entro coi pali ; un miganti , minacciò di farli tutti accecare se
Pagano, trombetto e marangone fortissimo , non tornassero colla nimica nave : talchè per
attuffo con un ferro a bucarla rotta in sei mortali sforzi sopraggiunserla ; sapendo Rug-
luoghi calava la galea, gridavano i marinai , giero uomo da tener la cruda parola , grande
ma non udianli i combattenti . Addandosene nelle virtù, grande ne' vizî, di smisurato va-
alfine Galard : « Salvatene , sclamò , vostra lore e brutale ferocia.
è la fortuna ; qui il principe , qui a voi s'ar- Alla battaglia seguì un ridevol caso . Avea

Questa narrazione è ritratta da' seguenti con- I suddetti scrittori portan variamente il numero
temporanei, che portanla con poco divario tra loro : delle navi ; e i più pongon l'avvantaggio del nu-
Bart. de Neocastro, cap, 76, 77. mero dalla parte de' napoletani. Scrivendo sol per
Niccolò Speciale, lib . 1 , cap. 27. narrare quel che mi sembra più vero, mi son te-
Saba Malaspina, cont. pag. 404 a 408. nuto a D'Esclot catalano, perchè meno esagerato,
D' Esclot, cap. 119 a 127. e minutissimo ne' particolari. Saba Malaspina scris-
Diario anonimo , nella Raccolta di cronache del sc 11 le nostre navi e 30 le nemiche. Speciale 41
regno di Napoli, da' tipi del Perger, Vol . 1 , p. 109. le nostre e 70 le nemiche . Il Neocastro 28 le pri-
Giachetto Malespini , cap. 222. me e 30 le seconde. Il Villani 35 le napoletane e
Gio. Villani, lib. 7 , cap . 93. 45 le nostre. Il Montaner 40 le galee di Sicilia e
Memoriale de' Podestà di Reggio, in Muratori, 38 con molti altri legni le napoletane. La Cronica di
R I. S. tom, 8, pag, 1157 , 1158. Parma, morti d'ambo le parti 6000 , presi da' nostri
Giovanni Iperio, Cron. del Mon. di S. Bertino , 8000 , tra' quali il figlio del conte di Fiandra , il
in Martene e Durand , Thes. Nov. Anec . tom. 3, conte di Monforte , Rinaldo d' Avella , Oddone Pol-
pag. 764. liceno e altri baroni, in tutto 32 , prese 42 galee
Nangis, Gesta Philippi 111. in Duchesne, H. F. S. armate, sommerse cinque e fuggite quattro.
tom. 5, pag. 543. Vi hanno nel r. archivio di Napoli parecchi di-
Geste de' conti di Barcellona , cap. 28, nella Marca plomi di Carlo 1. per l'amministrazione de' beni
Hisp. del Baluzio . feudali comitum et baronum qui dudum in marino
Montaner, cap. 113 . pre'io cum Karulo primogenito nostro per prodito-
Cronaca di Parma, in Muratori, R. I. S. tom. 9, res Messanenses et inimicos nostros Aragonenses
pag. 812. mortui sunt vel capti. Queste parole appunto leg-
E la più parte degli altri contemporanei che di- gonsi in un diploma dato di Brindisi il 13 settem-
cono il fatto senza i particolari. bre 13a indiz. (1284) , reg. 1283, A, fog. 176 ; e uno
Il giorno della battaglia è confermato da molti somigliante dato il dì 11 giugno 12ª indiz . (1284)
documenti , tra' quali citeremo una lettera di Car- se ne legge indi a fog. 188 ; un altro a fog. 12 a
lo 1. al papa, data il 9 giugno 1284, pubblicata dal t. dato di Brindisi il 3 ottobre 13a indiz. ( 1284) .
Testa nella vita di Federigo 11, re di Sicilia, Do- Un altro del 17 giugno 1284, dato anco di Na-
cum . N. 2. poli, provvide in particolare all' amministrazione dei
132 CAPITOLO X.
(1284)
fatto Ruggiero assai onore al principe : e que- richiesto sciolta di presente la Beatrice, gio-
sti riccamente armato in mezzo a molti ca- vanetta e bella figlia di Manfredi , ch' orfa-
valieri sedea nella capitana, quando una barca nella passò dalla cuna al carcer di Carlo , e
di Sorrento si appressò con messaggi del co- ivi stette come sepolta . Scrivea il principe
mune ; i quali, credendolo l'ammiraglio , of- dunque, si rendesse immantinenti la donzel-
friangli quattro cofani di fichi fiori e dugento la e i siciliani aggiugneano che se no , lì ,
agostari d'oro « per un taglio di calze ; e sulla galea, in faccia a Napoli a lui mozze-
piacesse a Dio, seguiano, che com' hai preso rebbero il capo . Indi la principessa a cercar
il figlio , avessi anco il padre ; e sappi che Beatrice , a donarle gioielli e femminili ar-
noi fummo i primi a voltare . » Sorrise il prin- redi, e gittarsele ai pie' che salvasse per Dio
cipe, e a Loria disse : « Per Dio , ch'ei son la vita a Carlo suo . Recarono alla flotta con
fedeli al re ; » ma lamentando la slealtà dei molto onore Beatrice ; e si sciolser le vele .
soggetti , scordava il giovin Carlo chi fosse Alle bocche di Capri , Riso e Nizza , come tra-
stato il primo a infrangere il social patto , e ditor maledetti , furon sulla galea di Loria di-
la crudeltà scordava , l'avarizia, la superbia ,
collati. Entrò l'armata nel porto di Mes-
la tirannide sconcia e brutale. sina 3.
E al castel dell' Uovo suonavano di pianti
Dove al primo scoprir quelle vele, con su-
femminili le stanze della principessa, ch' era
surro e ansietà precipitava il popolo alla ma-
salita sul più rilevato scoglio fin quando Carlo rina , d'ogni età , d'ogni sesso ; ma visti i
salpò ; e fitti gli occhi sulle navi , avea visto segni della vittoria, e le galee prese , e sa-
l'affrontata, e la fuga , e sparir la galea ca-
puto prigione il principe di Salerno e tanti
pitana ; nè sapea spiccarsi dal guardare , di- baroni, inenarrabile allegrezza si destò . Sbar-
leguata anco la flotta napoletana , e caduto il cate le turbe de' prigionieri , proruppe il volgo ,
dl. Pallido e ansioso a lei venne il cardina-
com' e' suole in ogni luogo, a insultarli, ri-
le, spaventato dal minaccevole aspetto della cordando a gara la tirannide , l'assedio , le
plebe e pensando insieme a que' prodi , or scambievoli offese, e molti le abborrite sem-
li temeano uccisi , or li speravan prigioni ; bianze de' baroni stati loro flagelli : onde a-
quando due galee siciliane approdarono con
prian la calea i più avventati, e feansi a guar-
una lettera del principe . A lui trepido di sua darli faccia a faccia , e dir dileggiando : « Chi
sorte in guerra spietata , l'ammiraglio avea fuvvi maestro a battaglie di mare ? Oh sven-

beni di Raynaldo Gaulardo miles preso col principe ce : Montaner porta costei serrata nel castel del-
di Salerno . Reg. segn. 1291 , A, fog. 4. l' Uovo.
Un altro del 21 giugno dello stesso anno 1284 , Queste circostanze riunite non lascian dubbio che
nel medesimo registro 1291 , A, fog. 21 , accordò dei anche il primo parlasse del castel dell' Uovo , che
sussidi alle mogli de' prigioni , Rinaldo Galardo , sorge su rilevato sasso in mezzo al mare , come
Jacopo de Brusson e Guglielmo Estendard. penisola.
E tre altri dati il 14 giugno per l'amministra- 3 Bart. de Neocastro, cap. 77.
zione de' beni di Galardo , de Brusson ed Esten-
Saba Malaspina , cont. pag. 408 , 409.
dard, leggonsi nel ridetto registro 1291 , A. fog. 4, D' Esclot, cap . 128.
e 4, a t. Memoriale de' podestà di Reggio, in Muratori ,
Giachetto Malespini, cap . 222. R. I. S. tom. 8, pag. 1158.
Gio. Villani , lib. 7 , cap. 93 . Montaner, cap. 113.
2 Saba Malaspina dice Castrum ad mare , e che La condanna di Riso e Nizza è riferita dal Neo-
la principessa sali scopulum castri. D' Esclot anche castro , che solo tra gli scrittori della battaglia fa
parla di castello di san Salvatore al mare, e fa sup- menzione di quei due sciagurati.
porre che nello stesso trovavasi prigione la Beatri-
CAPITOLO X. 433
(1284)
tura ! dar le spade voi a catalani ignudi , a si- re Carlo e viva Ruggier Loria : » sfrenavasi
cilian galeotti ! Eccovi la seconda fiata trion- per due di a saccheggiar case francesi ; e po-
fanti in Messina ! » A schivar peggio , il prin- chi cadutigli in nano ammazzò ; la più parte
cipe sbarcò travestito da soldato catalano . Ma usciti dalla città con cinquecento di lor ca-
la regina, i figli, i cittadini autorevoli raffre- valli scamparono . I quali pensavan ritrarsi in
narono la cieca ira, che già correva a suo- Calabria appo il conte d' Artois , se non che il
nar le campane a stormo , coll'antico grido cardinale e i baroni mandavano a confortarli :
« Morte ai francesi . » Nel palagio reale dap- si riducessero intorno il castel Capuano , e
prima fu sostenuto il principe ; indi nel ca- non temesser pure la minuta plebe e quel
stel di Matagrifone con Estendard ; non in- foco di paglia, chè la nobiltà napoletana sa-
catenati , nota un istorico , ma sotto gelosa rebbe tutta con essi. E in vero , o vinti dal-
guardia di cittadini e soldati e vietò la ge- l'autorità e arte del cardinale , o mansuefatti
nerosa Costanza ai figliuoli che vedessero in all'alito della corte , i nobili di Napoli si fer
quella misera condizione il figlio di Carlo di sostegno all' usurpatore in quel fortunoso mo-
Angiò. Furono assegnati i cavalieri in custo- mento . Perciò la plebe volle scacciare i fran-
dia per le case de' maggiori della città. La cesi, e non potè , dai suoi stessi contrariata ,
reina con molte lagrime abbracciava la so- e gastigata e repressa due di poi dal medesimo
rella, campata come per miracolo dalle man re Carlo . Si propagò il movimento a Gaeta
de' nemici '. e molte altre terre, che strepitarono un poco ,
Ebbe tempesta in Napoli la dominazione scrivea re Carlo con l'usato disprezzo , e per
angioina a quella sconfitta . Levato il popo- le medesime cagioni si tacquero 3 .
lazzo a romore, gridava per le strade « Muoia

1 Saba Malaspina , cont. pag . 410. Gio. Villani, lib. 7 , cap. 94.
Bart. de Neocastro, cap. 77. Vita di Martino IV. in Muratori , R. I. S. tom . 3,
Niccolò Speciale , lib. 1 , cap . 27. pag. 610.
D'Esclot, cap. 129. Giachetto Malespini , cap. 222.
Montaner, cap. 113. Le parole di Saba Malaspina intorno il messag-
Queste autorità , e massime il Malaspina , pro- gio a' francesi usciti dalla città , che mostran gli
vano ch'è bugia la uccisione di 200 e più prigioni umori di parte tra i nobili e la minutaglia di Na-
all'arrivo loro in Messina, favoleggiata o portata poli , son queste : Significant enim dictis Gallicis
con anacronismo da Ricobaldo Ferrarese e Fran- legatus et nobiles memorati, quod etiam in iis con-
cesco Pipino, in Muratori, R. I. S. tom. 9, pag. 142 citationibus populi non oporteret eos timentium as-
e 694. sumere animos vel pavere, quia contra hujusmodi
2 Saba Malaspina, cont . pag. 410 , 411. populum stolidum concitatum, praedicti nobiles cum
Gio. Iperio, op. cit. tom . 3, pag. 765. ipsis gallicis volunt esse.
Epistola di re Carlo a papa Martino, data di Na- 3 Saba Malaspina , cont . pag. 411.
poli il 9 giugno 1284, in Testa, Vita di Federigo 11. Epistola citata di re Carlo a papa Martino .
di Sicilia, Doc . 2 , ove leggesi : Nonnulli leves et Diploma di re Carlo, Doc. N. xv, in fin del pre-
viles contumaci crassantia excessissent, etc. sente volume.
Memoriale de' podestà di Reggio , in Muratori ,
R. I. S. tom. 8, pag. 1158.
CAPITOLO XI.

Carlo, fatta cruda vendetta in Napoli, s'appresta a un ultimo sforzo contro la Sicilia. Vano assedio di Reggio. Seconda ritirata di
Carlo , e audaci fazioni de' nostri , che occupano molte terre in Calabria, val di Crati e Basilicata. Impresa dell'isola delle Gerbe.
Sospetti del governo aragonese , e ruina d' Alaimo . Casi dei prigioni in Messina. Morte di re Carlo e di papa Martino. Provve
dimenti della corte di Roma. Capitoli di Onorio. Insidia di due frati messaggi suoi in Sicilia. - — Giugno 1284-1285.

Il di medesimo della battaglia re Carlo tra- otto giugno, ricusava smontare nel porto ; so-
passava da' mari di Toscana a quei del re- prattenutosi al Carmine , minacciava arder Na-
gno, avendo seco da quaranta galee, portato poli ; talchè a mala pena il dissuasero Ghe-
da prosperi venti, da novelle speranze, finchè rardo e i nobili , i quali scusando il popolazzo
a Gaeta il nunzio incontrò , scrivealo al papa con dirgli : « Sire , e' furono folli ―- E io, ri-
egli stesso , di sollecitudine e angoscia. Più spondea , punirò i savi che ciò soffersero ai
che la perduta flotta , il trafisse la morte folli 5. » Lasciò dunque torturare i rei , o cre-
prigionia de' suoi gagliardi ; del figliuolo sol duti ; investigò , borbottò , commosso infine
rammaricossi perch' era un pegno in man dei a clemenza , contentossi di cencinquanta , o po-
nemici ; talchè nel solito abbandono di rab- co più, impiccati per la gola : ma sperava ri-
bia, o infingendosi, imprecavagli : « Foss' ei farsene con più largo pasto nell' isola 5. Le
morto com'è prigione ! Che m'è a perdere popolazioni di Puglia , che fortuneggiando il
un prete imbelle , uno stolto che si dà sempre governo avean levato in capɔ , or s'umilia-
a' consigli peggiori ? » I terrazzani di Gae- vano di tanto più basso ; profferiano al re
ta , che già a stigazion de' loro usciti erano averi e persone ed egli a tal apparenza del-
per ribellarsi agli avvisi di Napoli , cagliarono l'antico vigor di comando , col gran cuore che
vedendo inaspettato con una flotta il re il allora il portò si alto, si fidava pure vincer la
quale non curolli , tirato da vendette maggio- prova. Mette in punto a Napoli e l'armata
ri ; che tra due pendeva , o inseguir Loria sua e le reliquie della disfatta del principe ;
di presente, o sfogare su Napoli 2. A questa comanda si fornisca l'altra di Brindisi ; scam-
come più vicina si volse . Approdatovi il dì bia nell'armata del regno i capitani, nel ci-

1 Saba Malaspina , cont. p. 411. Ho scritto numero tondo , perchè ci sarebbe il di-
Giachetto Malespini , cap. 222. vario di due o tre , che nascea dal computare or
Gio. Villani, lib. 7 , cap. 94. le sole galec , or anco i galeoni e qualche altro
Memoriale de' podestà di Reggio , in Muratori, legno grosso .
R. I. S. tom. 11 , pag. 1138. 2 Saba Malaspina, cont. p. 411 .
Tolomeo da Lucca , ibidem, lib. 24, cap. 11 , 3 Giachetto Malespini, cap. 222.
p. 1190 e 1294. Gio. Villani, lib. 7 , cap. 94.
Ferreto Vicentino , ibid. tom . 9, p. 933. 4 Nangis , in Duchesne , H. F. S. tom . 3 , p. 543 .
Giovanni Iperio , in Martene e Durand, Anecd . Francesco Pipino, in Muratori, R. I. S. tom . 9,
tom. 3, p. 763 p. 693.
Epistola di Carlo a papa Martino data il 9 giu- 5 Giachetto e Villani come sopra. Con minori
gno 1284 , nel Testa, Vita di Federigo 1 di Sicilia, particolarità ne scrivon anco Niccolò Speciale , lib. 1 ,
Doc. num . 2. cap. 28, e l'autor della vita di Martino iv , in Mu-
Il numero delle galec di re Carlo è cavato dai ratori, R. I. S. tom. 3 , pag. 611 .
diplomi, che s'accordano con D'Esclot , cap. 119 .
CAPITOLO XI. 135
( 1284 )
vil governo gli oficiali ; non curante scrive zia , Dacia , Svevia, Ungheria , Schiavonia, Po-
per l'Italia essersi involata innanzi a lui la lonia ; e allegando sempre l'onore e 'l pro
flotta de' ribelli siciliani, dissipata la codarda della navicella di Pietro 4.
e mobil canaglia che gridava in terraferma ; Il quarto poderoso armamento adunava dun-
avanzargli soldati , marinai, ottantasei galee, que Carlo, con le forze ausiliari della più parte
teride altrettante, numerosa prole del figliuol delle città italiane ; e die' superbamente il
suo per la successione al trono ; già movea ritrovo a Reggio, occupata allora da' nostri 5 .
a compiere il meritato sterminio dell' isola '. A Brindisi ei cavalcò il ventiquattro giugno ;
Al papa aggiugne : sol ch' abbia moneta , trion- di Napoli fe' salpar la flotta sotto due ammi-
ferà questa volta ; il papa col solito amore ragli, l'un provenzale, italiano l'altro , che,
provegga all' ultimo sforzo . Temendo pure girato intorno alla Sicilia , per accrescer ter-
esausto quel cieco zelo o il tesoro , il dì stesso rore a ' nemici , e schivar essi il passaggio
commette al vescovo di Troia e a Oddone dello stretto , niente sicuro con Loria e i mes-
Polliceno, consiglieri suoi, che procaccino uno sinesi al fianco , alla flotta dell' Adriatico si
imprestito con l'intesa di fidati oficiali del congiungessero . Navigando costoro s'avvenne-
papa ; vadano a corte di Roma , in Toscana, ro in una nave mercatantesca catalana ; e pre-
in Lombardia ; richieggan città , compagnie , sala , gli uomini tutti, da pochi romani e pisa-
mercatanti , tutto purchè abbian cinquanta mi- ni in fuori, sommersero in mare , come se ciò
la once d'oro . Pochi di appresso raccoman- lavasse l'onta della sconfitta di Napoli. In-
davasi a maestro Berardo da Napoli notaio sultate poi qua e là le costiere dell'isola , ap-
del papa , dicendo accatto non più, ma sus- presentansi un momento provocando alla ca-
sidio . Nè invano il chiese a Martino, che tena del porto di Messina ; vanno a trovare
fatto per lui tanto sper pero delle decime del- l'altra armata a Cotrone ; e riforniti di vi-
l' orbe cattolico 3 , or entro un mese gli fornì vanda, a mezzo luglio , pongonsi all' assedio
novellamente quindicimila e seicento once di di Reggio. Quivi per terra andò il re con l'e-
oro ; spigolandole dalle lontane chiese di Sco- sercito di diecimila cavalli e quaranta migliaia

Do cum. num. xv, in fin di questo volume. nio 2000 lanzones ferratos, per l'armata che dovea
2 Lettere di Carlo , date il 9 e il 14 giugno , nel andare in Sicilia, reg. medesimo, fog. 137.
Testa, Vita di Federigo 11 di Sicilia , Doc. 1 e 2. Diploma dato di Napoli a 20 giugno 12ª Indiz .
In un' altra del 10 giugno, che si legge, come le ( 1284 ) pei viveri a due galeoni di 72 remi , capi-
tanati da Giovanni di Coronato , e Navarro, geno-
precedenti, nel r. Archivio di Napoli, registro segna-
to 1283 A,fog. 150, Carlo chiedeva al papa le bande vesi, r. Arch. di Napoli, reg . di Carlo 11 , seg. 1291
di Giovanni d' Eps , scrivendo tra le altre efficaci A, fog. 4, a t.
parole che sicut capitis sanitas vel languor in Diploma dato di Napoli a 21 giugno 12ª Indiz .
membris sic in meis negotiis eiusdem Ecclesie sta- (1284) Giovanni de Burlasio giovane, e Rinaldo d'A-
tus et dispositio sentiatur. E con ciò forse volea vella sono eletti capitani dell' armata di Principato
far intendere al papa la posizione inversa, del bi- e Terra di Lavoro , r. Arch . di Napoli reg. seg. 1283
sogno che la Chiesa avea di lui.— Veggansi inol- A, fog. 153 .
tre : - Molti altri scambi di oficiali pubblici veggonsi
Diploma dato di Napoli il 10 giugno 1284 , per in tutto questo registro dalla venuta di Carlo 1 ,
armarsi e fornirsi di vivanda le 19 galee e 2 te- in giugno 1284 fino alla ritirata a Brindisi.
ride , ch'erano nel porto di Napoli - le fuggitive 3 Saba Malaspina, cont. pag. 418.
della battaglia del dì 3 - r. Archivio di Napoli , 4 Raynald , Ann. Eccl. 1283 , §.41 , ove è una
reg. seg. 1283 A, fog. 188 a t. epistola del 24 luglio 1284.
Diploma dato di Napoli il 20 giugno , 12ª In- 5 Saba Malaspina , cont. p. 412 gentes per totam
diz. ( 1284 ) per consegnarsi ad Arrigo Macedc- fere Italiam auxiliatrici conventione collectae etc.
436 CAPITOLO XI.
(1284)
di pedoni, se da creder è a Bartolomeo de Neo- ticosissima a' pochi e con fino saettar dalle
castro. Sommarono a cencinquanta o dugento mura scemavano gli assedianti , gente vende-
i legni grossi. Carlo si pose alla Catona con reccia, o venuta a forza , odiante forse il vec-
parte dell' oste ; il grosso lasciò a campo a chio re cui la fortuna volgeva le spalle , e
Reggio presala , e come no ? si passerebbe mormorante per la penuria delle vittuaglie ,
in Sicilia . non provvedute abbastanza dal principe di Sa-
E Reggio, debol di sito e di mura , tenne lerno , e scarsissime d'altronde quell'anno per
inopinatamente , per la virtù di Guglielmo de tutta Calabria 2. Indi a rinfrancarsi i messi-
Ponti catalano , e d' un picciol presidio di ca- sinesi dopo il primo terrore 3. Indi a sgome-
talani e siciliani , nel quale si noveravan mes- narsi in un attimo nelle maestre mani di Carlo
sinesi trecento . Sostennero i nostri ogni più la mal costrutta macchina di questa guerra .
duro assalto, e la vigilanza alle guardie fa- Tra il sì e il no di valicare lo stretto 4 , Carlo

Saba Malaspina , cont. pag. 412 , 413 . 10 ottobre a 15 novembre - Brindisi --reg 1283
Bart. de Neocastro , cap. 78. A, fog. 6 a t. 7, 7 a t. 8, 26 , 27 , 27 a t. e 47 a t.
Niccolò Speciale , lib . 1 , cap. 28. 26 novembre- Barletta- reg . 1283 , A, fog . 12 a t.
Giachetto Malespini , cap . 222. 1 a 21 dicembre-Melli -reg. 1283, A, fog. 8 a t.
Gio. Villani, lib. 7 cap. 94. 13 a t. 50, 179 a t. e reg. 1283, E, fog. 2.
Da questi scrittori non si vede che Carlo du- 1285 --- 7 gennaro-- Foggia — reg. 1283 , A, fo-
rante l'assedio di Reggio stesse per lo più alla glio 14 a t. Quest' ultimo fu dato il medesimo
Catona ; ma il mostrano senza alcun dubbio i di- giorno della morte di Carlo 1. Contiene una con-
plomi del r. Archivio di Napoli , su i quali ho com- cessione a Guglielmo de Griffis , milite e famigliare
pilato il seguente itinerario, e valga a raffermare, suo. È scritto con altro inchiostro , e carattere fret-
e in qualche luogo a correggere , le tradizioni isto- toloso ; e può al par indicare o una beneficenza
riche intorno a quest'ultima impresa di Carlo 1 . di lui negli ultimi istanti della sua vita , o forse
1284-9 a 21 giugno- Napoli —reg 1283, A , una frode.
fog. 18 a t. 150 , 155 , 157 , 188 a t. e 1291 , A, fo- 2 Bart. de Neocastro, cap. 78.
glio 4 a t. Saba Malaspina, cont. p. 413, 414 .
19 luglio - Catona reg. 1283 , A, fog. 5 a t. 3 Saba Malaspina, ibidem .
20 a 29 luglio - Fossa di Catona reg. 1283, 4 Si scorge tal dubbio da' seguenti diplomi :
A, fog. 5 , 34 e 54. Diploma dato in Fovea Cathone a 29 luglio 12ª
31 luglio a 2 agosto -Campo allo assedio di Reg- Indiz . Ai mercatanti e preposti alle vittuaglie per
gio - reg. 1283, A, fog. 5 a t . 34, 166 , 166 a t. l'esercito in Cotrone. Subito navighino pel capo
e 167. di Bruzzano , e riceveranno gli ordini suoi , regi-
4 agosto - Campo'presso Amendolia - reg . 1283, stro 1283 , A, fog. 166 , a t.
A, fog. 167 . Diploma dato al Campo sotto Reggio il 31 luglio
5 a 10 agosto - Campo alla spiaggia di Bruz- 12ª Indiz. a tutti i vegnenti allo esercito reale. Non
zano -- reg. 1283 , A, fog. 5 a t . 24 , 34, 34 a t. 45 , piglin la via di Monteleone e del piano di S. Mar-
50, 138, 167; e reg. 1283, E , fog. 2. tino , ma di Cotrone e Gerace. A Gerace avranno
17 agosto Cotrone - reg. 1283 , A, fog. 159. nuove del re e dell' esercito , per sapere ove tro-
18 a 20 agosto Cotrone e Brindisi - -reg. 1283 varli, ibid. fog. 166.
A, fog. 9 , 174 a t. 158 , 138 a t . 34 a t. 33 ; e 1283, Della stessa data del 31 luglio v' ha un diploma
E, fog. 2. pel quale il re confermava agli uomini di Semi-
22 agosto w Cotrone --- reg 1283 , A, fog. 160 nara le immunità, libertà e privilegi conceduti dal
e 170. principe di Salerno in contemplazione della loro fe-
23 agosto a 7 ottobre ― Brindisi - reg. 1283 , deltà e de' danni ch'avean sostenuto dal nemico,
A, fog.6 , 8 a t.12 a t. 24 , 23 , 33 a t . 36 , 174 a t.173 . ibid . fog. 166 a t.
8 ottobre - Melli - reg. 1233 , A, fog. 179 a t.
(1284 ) CAPITOLO XI. 137

aspetto alla Catona infino allo scorcio di lu- E incontanente in Messina Ruggier Loria,
glio ; e vedendo che l'assedio di Reggio era non potendo per tale smisurato divario di forze
niente, corse a incalzarlo egli stesso ; e il quat- uscir con l'armata, ordinò schiere di cavalli
tro agosto passò oltre ad Amendolia ; il cinque su le spiagge il popol tutto intrepido e lieto
alle spiagge di Bruzzano ; e facea venir vit- ripigliava le armi ; l'infante Giacomo confor-
tuaglie e stromenti da guerra, e par che quivi tavalo con la sua presenza ; nè andò guari
aspettasse l'esito di qualche tradimento in Sici- che i messinesi con sottili barche a remeggio
lia ', e disegnasse qualche altro assalto 3. Per- dier principio a molestar le galee nimiche ,
chè tentando anco l'esca delle concessioni , motteggiando e saettando se potessero trarle
forse per chiesta de' siciliani con cui prati- presso al porto di Messina 6. Provocarono in-
cava, creò vicario generale in Sicilia con pien vano , perchè il nemico non pensava ormai
potere il conte Roberto d' Artois , fidando in che a ritrarsi.
esso, dice il diploma, come nella sua persona Incredibil fine di tanto sforzo : onde degli
medesima, e dandogli di poter dispensare per- serittori del tempo, altri disse che re Carlo
doni e guarentigie, che il re ad occhi chiusi mandasse due cardinali a trattare in Messina
confermerebbe : e pensava mandarlo in Sici- del riscatto del figliuolo, e che Pier d' Ara-
lia con un grosso di genti 4. Questo disegno gona li intrattenesse finchè fu passata la sta-
non fu recato ad effetto. Rivien Carlo sopra gione acconcia alla guerra 2 ; altri die' a ve-
Reggio ; tentata senza pro una scaramuccia , dere l'angioino arrestatosi a un tratto dal
sciogliene l'assedio il tredici agosto 5 ; e tor- passaggio perchè i nostri minacciasser di met-
nasi alla Catona con quanto avea d'oste e tere a morte il principe di Salerno . Tal mi-
di navi. naccia che, mandata ad effetto , pur sarebbe

■ Veggasi sempre l'itinerario che ho posto in Vari diplomi dati in Fovea Cathone a 29 luglio
nota a pag. 136. e in Castris in lictore Brutzani a 5 e 6 agosto
a Argomento le pratiche in Sicilia : perchè si mandassero a Brindisi e Cotrone quan-
1.º Dalle parole del D' Esclot, cap. 119, che dice tunque grani, legumi , carni salate e macchine da
come in primavera dell'84 il principe di Salerno guerra. Ibid. fog. 189.
si apprestava a passare in Sicilia, con volentat de Diploma in Castris in lictore Brutzani a 7 ago-
alguns homens traydors qui eren en Cecilia. Co- sto . All'abate di s . Stefano del Bosco perchè in-
storo dovean certo continuare col padre le pratiche contanente faccia costruire per uso dell'esercito
tenute col figlio pochi mesi innanzi . 500 assi e piuoli per scale, e gliene mandi con
2. Dalla reazione che avvenne in Sicilia dopo istromenti da falegname. Ibid. fog. 168 e 169.
la ritirata di re Carlo, per opera dei più accaniti Diploma dato ivi l'8 agosto, per gran copia di
partigiani della casa d'Aragona e della rivoluzione frumenti e vittuaglic. Ibid. fog. 169.
del vespro . 4 Documenti num. xvп e XVIII , in fin di questo
3. Dalla elezione del conte Roberto d' Artois a volume.
vicario generale in Sicilia con pien potere di per- 5 Questa data si ritrae dal Neocastro ; e compie
donare e dar guarentigie , docum. xvii e xviH in appunto l'intervallo dal 10 al 17 agosto che ri-
fin di questo volume. marrebbe nello itinerario compilato su i diplomi .
3 Diploma dato in Castris in lictore Brutzani 6 Bart. de Neocastro , cap . 78 e 80. Da quest' ul-
a 5 agosto 12a Indiz. (1284) . Si mandin subito al timo si scorge che Giacomo era in Messina.
re per mare alcune macchine e stromenti da guer- 7 Giachetto Malespini, cap. 222.
ra. Nel r. Arch. di Napoli , reg. 1283, A, fog . 167 . Gio. Villani , lib. 7 , cap. 94 , che dice ancora
Diploma dato nello stesso campo di Bruzzano il della mancanza delle vittuaglie.
6 agosto perchè da Mantea si portassero subito al- 8 Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 28.
l'esercito le macchine i picconi già preparati per Anonymi Chron. Sic. cap. 48.
ordine del principe di Salerno. Ibid. fog. 167.
18
138 CAPITOLO XI.
(1284)
stata alto e salutare consiglio rinforzando i sertori ; passò tal contagio nell' oste ; non
siciliani con la virtù della disperazione , io menomavasi per guardie che il re facesse met-
non la credo da tanto da trattener Carlo fi- tere ai passi ; non per le ordinate inquisizioni
dante nella vittoria. Error più manifesto strettissime de' disertori ; nè per un atroce
quel de' primi, perchè Pietro non tornò giam- comando che mostra in Carlo le smanie della
mai di Spagna in Sicilia, nè di mezz' agosto tirannide al guardare qual precipizio già il
si potea creder finita la stagion di combat- trascinava. Perch' ei, quasi non sapendo rite-
tere. Ma ben altre invincibili necessità vol- ner altrimenti i regnicoli che non lo abbando-
sero questa seconda fiata negli amari passi nassero, assomigliando a fellonia la fuga che
di fuga il guerriero angioino . Malaspina al- snervava l'esercito regio, ordinò prima il sette
lega la sola mancanza delle vittuaglie , come agosto da Bruzzano e più volte appresso , si
poi scrisse il medesimo re Carlo ' . Più forti mozzasse il pie' a tutti i disertori ; ma disse
cagioni ne mostrano altri diplomi del re. L'e- il pie' indistintamente pei saraceni ; pe' cri-
sercito mormorava, fremea, faceasi di dì in stiani , da carità maggiore , designò che si
di più immansueto ; questa contumacia ap- troncasse il sinistro. Gran pezza continuaro-
prendeasi agli abitanti delle Calabrie " . Comin- no per tutta la ritirata e queste fughe e que-
ciò l'armata ad assottigliarsi per molti di- sti orrendi gastighi 3. Nulla giovarono al re.

Saba Malaspina, cont, pag. 413 e 414. 3 Documenti xvi e xix in fin di questo volume.
Documento num. xx , in fin di questo volume. Diplomi dati in campis in obsidione Regii a 2
2 Provano lo scompiglio dell' esercito e dell' ar- agosto 12ª Indiz. ( 1284) . Agli uomini di Martorano
mata di Carlo i diplomi citati nella nota seguente. e d'altre città. Mandino subito catturati i mari-
Gli umori de' popoli in Calabria e nelle province nai e subsalientes (erano quelli destinati al ma-
di sopra si argomentano da' provvedimenti di Carlo neggio delle vele) che senza commiato lasciavano
che, mentre era lì con un esercito per occupar la l'armata regia, e si spacciavano campati dalle mani
Sicilia, creava capitani generali ad guerram in quei de' siciliani, r. Arch. di Napoli, reg. 1283, A, fo-
luoghi, come si vede da' seguenti diplomi . glio 166.
Diploma dato in Fovea Catune a 20 luglio 12ª Diplomi dati nel campo a Bruzzano il 6 agosto
Indiz. ( 1284) per mettersi danaro e vittuaglie a dis- 12ª Indiz. perchè a Squillaci e in altri luoghi si
posizione di Pietro Ruffo conte di Catanzaro , ca- ricercassero i disertori della flotta , e a prevenir
pitan generale in Calabria, r . Arch . di Napoli , re- quelli dell' esercito si ponessero guardie de' terraz-
gistro 1283, A, fog. 5. zani a tutti i passi vicini al campo, cioè : Nicastro ,
Diploma dato in Fovea Cathone a 27 luglio 12a s. Biaggio, e altri. Si guardi che non passino tra-
Indiz. al medesimo conte di Catanzaro con lo stesso vestiti da mercatanti, ibid. fog. 167 a t.
uficio di capitan generale in Calabria, ibid. fog. 166 Diploma dato al campo a Bruzzano il 7 agosto,
e 172. per custodirsi come sopra per cagion de' disertori
Tre diplomi dati al campo sotto Reggio il 1° e i passi di Cotrone , Sanseverino , Tatina , Rocca
il 2 agosto 12ª Indiz. Ruggier Sanseverino conte Bernarda e vicinanze, ibid.
di Marsico è eletto capitan generale in val di Crati. Diploma dato nel campo di Bruzzano il 9 agosto
Gli è commesso di difender quella provincia dai 12a Indiz. (1284) . Ordinovvisi di fare per tutte le
nemici e ribelli che la travagliavano, ibid. fog. 166 terre marittime una rigorosa inquisizione di coloro
a t. e 167. che avessero ricevuto stipendi per l' armata, e l'a-
Diploma dato di Cotrone a 22 agosto 12ª Indiz . vesser lasciato ; e di prenderli e mozzar loro il
(1284). Per informazioni pervenute al re si diede piè sinistro, ibid. fog. 54.
lo scambio al conte di Catanzaro nel detto uficio Diploma dato di Cotrone a 17 agosto agli uo-
di capitan generale in Calabria ; e gli fu sostituito mini di Castrovillari, che facciano stretta guardia
Tommaso di Sanseverino figliuolo del conte di Mar- per catturare questi disertori dell' armata, ibid.
sico, Ibid. fog. 160 . fog. 159.
CAPITOLO XI. 139
(1284 )

Avea alle spalle Reggio intera e minacciosa ; Dopo questi fatti non tardò Carlo a sgom-
in Sicilia s'incalzavano gli armamenti ; il pro- brare ; e scorgendo ciò i nostri , davansi a
molestarlo , come già nell' ottantadue , met-
prio esercito si assottigliava , si disfacea , dile-
guavasi. A che cercar altre cagioni alla riti- tendo in mare , tra catalane e di Sicilia , cin-
rata di Carlo ? quantaquattro galee . Le quali come fur pron-
Il caso l'affrettò con una crudele tempesta, te, Ruggier Loria convocati in piazza di san
che percosse di notte le navi ancorate alla Giovanni Gerosolimitano comiti e eiurme e

Catona senza schermo : le quali per manco le altre genti , fatto grande silenzio per la ri-
male lanciavansi in alto mare ; e tornate a verenza dell' uomo, così parlò : « Ecco la se-
dì, dopo aver corso gravi pericoli , trovaron conda fuga dell' usurpatore di Napoli ! Vedete
l'esercito in terra poco men di loro trava- confusi in quel navilio , provenzali da noi in
gliato dalle folate del vento e dell'acqua . A mare sconfitti due volte ; francesi inesperti ;
mezzodì, splendendo in Messina un bel sereno , e, diversi ben di costumi e di voglie , toscani
di nuovo si scaricar le procelle su ' lidi op- e lombardi stipendiati, regnicoli disaffetti : ita-
posti ; che parea , dice il Neocastro , ch' anco lica gente che di noi ricorda i renduti pri-
il cielo e 'l mare scacciassero gli stranieri ¹ . gioni , il mite adoprare in guerra, e , perchè
Ma più degna è di nota la virtù di Ramondo. no ? la cacciata stessa di quegli stranieri in-
solenti . Ma voi , catalaui e siciliani , diversi
Marquet catalano, vice ammiraglio d' Arago-
na. Costui, mandato dal re con quattordici ga- di lingua solo , una gente siete d'affetto e di
gloria ; provati insieme in battaglia e che
lee quando in Catalogna si seppero i novelli
è a voi la mal ragunata moltitudine di là ?
apparecchiamenti del nemico, nel mar di Mi-
lazzo navigava. Vistol da terra , un Villaraut Assalitela dunque, sperdetela , mentre nostra
cavalier catalano comandante di quella città , è la fortuna ! 3 » E il popolo a una voce : « Alla
battaglia, gridava , alle navi ; » e tumultuoso
spiccasi ansioso sur una barchetta a dirgli
correavi ; nè aspettato comando , salpò. Por-
dell' enorme flotta nimica ingombrante lo stret-
to ; e Ramondo a lui : « Comandommi il re tavanli vento e corrente gagliardissimi a Reg-
condur queste navi a Messina ; innanzi ad gio , forse a ineluttabile perdita , quando un
umana forza non volterò : » e seguitava suo comito di galea : « Restate , sclama , restate !
si raccolgan le vele ; » e ubbidito senza inten-
corso. Villaraut ne spacciò tosto avviso al-
l'infante . E lo stuol delle navi nostre, gareg- der perchè , come in moltitudine avviene : << Non
giando coi pro' catalani , escì di Messina a v'accorgete, seguia , che in secco andiamo ,
incontrarli infino a torre di Faro. Entrambi a darne senza combattere a' francesi ! » Co-

in faccia al nimico , non molestati , si ridus- stui salvò la flotta. Rivolte le prore , anco-
sero in porto ". rossi al Peloro, a dodici miglia dalla nemica.

Diploma dato di Cotrone a 17 agosto, agli uo- Due diplomi dati di Brindisi il 9 settembre, per-
mini di Castellamare per mandargli prigioni i ma- chè si ritenesse anche con la forza Giovanni de
rinai disertori, ibid. fog. 169 a t. Coronato genovese , che da Taranto si volea par-
Diploma dato di Brindisi il 7 settembre 13ª In- tire per Genova col suo galeone , ibid. fog. 162.
diz. perchè da Taranto gli si mandassero alcune Diploma dato di Brindisi a 12 ottobre 13a Indiz .
galee delle isole e costiere del golfo di Napoli , ab- È un' altra lettera circolare per catturarsi i diser-
bandonate senza permesso da' nocchieri , vogadori tori della flotta, ibid. fog. 6 a t.
e sussalienti, ibid. fog . 161 . 1 Bart . de Neocastro, cap. 79,
Diploma dato di Brindisi a 9 settembre 13ª In- 2 Bart. de Neocastro , cap . 80.
diz. (1284) per farsi catturare i marinai delle navi Saba Malaspina. cont. pag. 414.
provenzali che, disarmata la flotta, fuggissero, ibid. 3 Saba Malaspina, cont. pag . 414, 415.
fog. 6.
140 CAPITOLO XI.
(1284)
Ivi chieser le genti , o l'ammiraglio disegnò man di trecento tra catalani e siciliani per
un assalto sopra Nicotra , tenuta dal conte assalir Castelvetere , terra a quattro miglia
Pietro di Catanzaro con cinquecento cavalli e dalla spiaggia. Taciti giungono sotto le mura ;
duemila soldati da pie' e altrettanti terraz- non hanno scale, e fansele con le aste delle
zani ; spensierati per fidar nelle vicine forze armi legate insieme ; sulle quali un Fasano
del re. Loria , trascelte dieci galee , piombavi messinese primiero montò . Abbattutosi con le
a mezza notte ; non si inosservato pure, che guardie ch'eran deste, ne uccide quattro co-
il conte non facesse pria sfondar otto galee stui, ucciso è dalle rimagnenti ; ma pochi al-
ch ' avea in arsenale , e con tutti que' della tri messinesi seguendolo schiudean le porte ;
terra fuggisse . Poco sangue perciò fu sparso ; ondechè fu messa la terra a sacco , con assai
ma fatto grande e ricco bottino . Appiccan fuoco più sangue che a Nicotra . La notte appresso
dispettosi i nostri alle galee e alla città per spintosi infino a Castrovillari , quindici miglia
toglier comodo al nimico , che fatt' aveane sua entro terra , se n'insignorisce l'ammiraglio ;
stanza principale in quella guerra : e ne tornò e nel tornarsi alle navi , anco di Cerchiaro
ai nicotrini che senza patria miseri paltoneg- e Cassano ; e rientrato in nave , assaltò Co-
giando, riparar dovettero qua e là per Cala- trone . Fe' vela indi per Sicilia ; lasciando il
bria, e i più a Monteleone e a Mileto . Preso re che in fretta riconducea in Puglia navilio
fu quella notte un Geraci da Nicotra cava- ed esercito .
liere , e dicollato a Messina per fellonia , sen- Dal canto del Tirreno peggio precipitaron
dosi una volta recato in parte per lo re di gli eventi. Matteo Fortuna , condottier di due
Aragona, e poi fallitogli. Pietro Pelliccia, ca- mila almugaveri , impavido era rimaso tutta
valiere alsì e da Nicotra, più crudo supplizio la state nelle occupate terre di Basilicata ;
incontro . Costui , governando Reggio per noi , che non si crederebbe , ma forse Carlo per
da invidia e malvagio animo fatt' avea a furia troppa fretta del passaggio in Sicilia , lo sprez-
di popolo ammazzare sette de' maggiori uo- zò. Costui inanimito agli esempi dell' ammi-
mini della città : indi catturato per comando raglio , una piovosa notte d'un sol colpo gua-
di Pietro ; e dal carcere si fuggì . Coltolo a dagnava Morano , terra e castello ; e poscia
Nicotra , l'ammiraglio il dà in balla a' figliuoli Montalto , Regina , Rende , Laino , Rotonda
di quegli uccisi , che fecerlo in pezzi. Castelluccio, Lauria, Lagonegro, e altre terre
Tornatosi alla sua flotta allo schiarire del dì , in val di Crati e Basilicata . Eran le armi del
l'ammiraglio vide quella di re Carlo far vela re fuggitive e lontane ; per contrario nei po-
per lo mare Jonio , rimontando a Cotrone ; on- poli presente l'esempio di Nicotra , vivi gli
de messosi a inseguirla , trovaronsi a sera , umori di ribellione ; ed ivano attorno con
distanti quattro miglia tra loro, alla marina, molti altri eccitando gli uomini di maggior
di Castelvetere . Ciò allettò Ruggiero ad esplo- seguito due frati calabresi della famiglia dei
rar da sè stesso i nimici. Perchè montata una Lattari talchè tutti alla nuova dominazione si
barchetta peschereccia, cheto sguizzando tra volser gli animi ; fecersi occultamente le ban-
le lor navi , ebbe a udire il cicaleccio delle diere con le insegne di Sicilia ; e un soffio
genti ; ch'altri lodava lui ancorchè nimico ; a' calabresi bastava a chiarirsi. Il fe' Tropea ,
altri lacerava re Carlo, malurioso e fatto dap- mossa da' due frati ; e Strongeli , Martorano,
poco ; e i più anelavano tornarsi a lor case. Nicastro, Mesiano , Squillaci. E si certo pa-
« Chi è dalla barca ? » gridogli una scolta ; reva il tracollo della signoria di Carlo , che
e l'ammiraglio pronto : « Povero pescatore , principiando a fallirgli i suoi stessi , Giovanni
e m'affatico per servigio del re » ma tor- de Ailli, o Alliata, francese , signore di Fiu-
nato di presente al suo navilio , prendevi una mefreddo in val di Crati, venne a Messina a
CAPITOLO XI. 444
( 1284)

fare omaggio all' infante Giacomo ; il quale in Tropea, a maturare con l'autorità di vi-
confermavagli quel feudo, e un altro ne con- cario del re quegli importauti moti delle Ca-
cedeva. Mileto , Monteleone e altre terre ten- labrie, poco operò per aver poche forze 1 .
tennarono ancora. Colpa dell' ammiraglio che potendo col te-
Tutte le Calabrie perdeansi, se non era pel muto navilio far piegare le sorti dopo queЛe
conte d'Artois. Il quale , seguito alquanto il prime fazioni, non curandosi di ciò che av-
re, com'ebbe quegli avvisi , pronto voltò coi venia dalla parte del Tirreno , per invidia o
suoi cavalli ; ponendosi a Monteleone a raf- avarizia, disegnò una impresa da pirata , co-
frenare i vogliosi di novità, e troncare i passi me se in Calabria non ci fosser nemici più
a una picciola banda di almugaveri , che da da combattere. In alto mare mette il par-
Tropea tentava le usate scorrerie ne' casali tito di assalire la fertil isola delle Gerbe ,
d'intorno. E questi, or battuti dagli almuga- poche miglia discosta dal continente d'Af-
veri ed ora dal conte, più maladivano lui che frica , tra Tunisi e Tripoli ; impresa , dicea ,
i nemici ; perchè a nudrir le sue genti iva al nome cristiano gratissima , a loro utilis-
dissotterrando i grani occultati nella durissi- sima, perchè quei can maumettisti securi e
ma carestia di quell'anno . Arrigo Pier di imbelli nelle ricchezze nuotavano. Gli fan
Vacca, aragonese , uomo di nome e valente plauso le ciurme invocan Dio e la Vergine ,
in arme , mandato dall' infante Giacomo, forse e arsi di cupidigia navigano alle Gerbe.

Tutte queste fazioni con poco divario leggonsi in : durre sotto le fortezze gli abitanti de' casali in
Bart. de Neocastro, cap. 82. pianura. Ibid. fog. 161 .
Saba Malaspina, cont . pag. 415 a 417. Diploma dato di Melfi a 8 ottobre 13a Indiz.
Le confermano ancora i documenti qui notati : per fornirsi danaro a Roberto conte d'Artois , vi-
Diploma dato del campo sotto Reggio il 2 ago- cario generale in Calabria, al quale n'era mestieri
sto 12a indiz. (1284) a Riccardo di Claremont, ri- per vari negozi. Ibid. fog. 179 a t.
sguardanti sei terrazzani di Chiaramonte presi da Diploma dato di Brindisi il 25 ottobre 13a In-
costui per lor mali portamenti adherendo et faven- diz. Giovanni di Salerno è eletto capitan generale
do Frederico Musca proditori et mugaveris inimicis ad guerram contro i ribelli e nemici di Scalea.
nostris. Nel r. Archivio di Napoli, reg. segn . 1283 , Comandasi di aiutarlo a' giustizieri di Basilicata ,
A, fog. 166, a t. Principato e val di Crati , agli uomini di quelle
Diploma dato di Brindisi il 3 settembre 13ª Ind. province ed a Riccardo di Chiaramonte. Ibid. fo-
(1284) a Riccardo di Lauria e ai cittadini di Mara- glio 51 , a t.
tea. Sapendo i danni e le molestie che tuttodì sof- Diploma dato di Brindisi il 26 ottobre per de-
friano dai nemici, il re esortavali a tener fermo , stinarsi un capitano in Maratea , avendo i nemici
promettea aiuto e compensi larghissimi ; fidassero occupato Scalea e i luoghi vicini. Ibid. fog. 51 a t.
nella sua possanza e virtù. Ibid. fog. 163 a t. Diploma dato di Brindisi a 8 nov . 13ª Indiz . Il
Diploma dato di Brindisi il 5 settembre 13ª In- giustiziere di Basilicata per mezzo di Bellono di Bello
diz. Avendo testè inteso l'eccellenza del re che da Messina , notaio e familiare del re, gli avea do-
gl' infedeli almugaveri fossero corsi in masnade mandato quale eseguir prima tra tanti suoi ordi-
infino alle terre di Riccardo di Chiaramonte nei ni ; cioè di raccorre la moneta della sovvenzione ,
confini delle province di Basilicata e Principato , d'aiutare Riccardo Chiaramonte, ec. Carlo rescri-
comandava a quei due giustizieri di adunar le loro vea che pensasse alla moneta , e differisse il resto.
forze di cavalli e fanti, e combattere questi nemici . Ibid. fog. 52.
Ibid. fog. 50, a t . Diploma dato di Brindisi il 14 novembre per
Diploma dato di Brindisi il 6 settembre 13ª In- mandarsi 100 salme di frumento a Maratea , che
diz. indirizzato a Riccardo di Claremont, permet- soffriva la penuria , oltre le scorrerie e gl' insulti
tendogli di richiedere ostaggi da alcuni suoi vas- de' nemici. Ibid. fog. 52 a t.
salli, sospetti nelle presenti turbazioni ; e di ri-
142 CAPITOLO XI .
(1284 )
Giunservi il dodici settembre. La notte posta ne nel castel di Messina 3 , per istrana av-
una galea nel canale tra l'isola e la terra- ventura compagno di carcere al principe di
ferma , breve e guadoso a basso fiotto , e tolto Salerno. Ma la cattività dello affricano , nè
così lo scampo , agl'indifesi abitatori dan di nocente a noi nè nemico, fu trapasso di la-
mano. Qual rimorso con infedeli ? Ammaz- droneccio e avarizia da pirati , non gloria alle
zato al par chi resiste e chi fugge ; quanti nostre armi . Nol fu tutto questo fatto dell'isola
ascondeansi in cave sotterra , sbucati come delle Gerbe ; se non che il malo acquisto
volpi col fumo ; i più menati schiavi ; e d'oro, con onor della nazione si mantenne poscia.
argento, masserizie fu grandissima la preda. Restò alla corona di Sicilia , non ostante la
Duemila i prigioni, secondo il Montaner, sei ribellion dell' ammiraglio che aspirava alla
mila secondo il Neocastro ; e gli uccisi fur sovranità di quell'isola , e non ostanti le
quattromila , orribile a dirsi , nè credo uno guerre e calamità in cui fummo avvolti ; nè
scrittore si insensato da cercar vanto qui nel- si perdè che negli ultimi anni di Federigo II ,
l'esagerare. Ciò temo del Montaner quando quando l'aristocrazia sfrenata e parteggiante
leggo il bottino di questa e somiglianti im- consumò tutte le forze nella esecranda guerra
prese ; onde parmi, che da soldato avventu- civile. Ruggier Loria riducendo l'armata in
riere ch'egli era , contava sogni d'invidia, scri- Messina a svernare , empiè la Sicilia di schia-
vendo come tolte tutte le spese , tanta preda vi gerbini , e ripassò in Calabria con un gros-
si spartisse tra le genti di Loria, che sde- so di cavalli. Quivi s' insignorisce di Agra-
gnavan poi a gioco tutt'altro conio che d'oro, taria e Roccella ; combatte un Iacopo d' Op-
e appena avrian sofferto nella bisca chi po- pido feudatario ; il rompe ; mette a sacco e
nesse mille marchi d'argento . Si ricattarono a fuoco il paese ; voltosi a Nicotra con altro
gl' isolani avanzati alla schiavitù o alla spa- animo , rifà le mura, afforza le castella , ri-
da ; giurarono omaggio alla corona di Sici- chiama gli sparsi abitatori : e incontanente ,
lia ; e l'ammiraglio fabbricovvi una fortez- come per ammenda di quest' opra di umani-
za, e s' ebbe poi l'isola in feudo 2. In questo tà, tornane in Sicilia a sfogare con altre enor-
tempo un Margano principe d'arabi , caval- mezze quell' animo irrequieto , sanguinario ,
cando con grande stuolo alla volta di Tunisi ambiziosissimo e superbissimo oltre ogni
lunghesso la riva , fu dalla gente d'un ga- dire 4.
leon catalano appostato , e preso , e recato in Perchè la gelosia dell' impero , crescendo
Messina allo infante , che serbavalo , scrive il per lontananza nell'animo di Pietro e per
Neocastro, piuttosto come preda che da prigio- invidia in Ruggiero e negli altri ministri del-

Bart. de Neocastro, cap. 83 e 84. si stende a guisa d'istmo infino al continente , e


Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 30. potea una volta passarsi a guazzo.
Montaner cap. 117 , il quale porta con anacroni- Plinio scrive che i barbari ruppero un ponte che
smo questa correria dopo il passaggio di Giacomo la congiungea alla terraferma. Produce quest' isola
in Calabria, e la confonde con le altre che Loria ulive, fichi , uva, e il famoso loto de' Greci antichi .
fece di quel tempo in Levante. 2 Ciò non fu immediatamente dopo la conquista,
Del resto la descrizione geografica di questi isto- perchè fino al gennaio 1285 , i suoi titoli erano :
rici si riscontra con quante oggidì n'abbiamo più ammiraglio di Aragona e di Sicilia , signor di Ca-
accurate. Quest'isola è detta anche Zebiba, e tolse stiglione, Francavilla, Novara , Linguaglossa e Tre-
il nome o il diè a quella qualità d'uva che chia- mestieri. Da un diploma del 23 gennaio 1283, nei
miam così in Sicilia. Giace a 34° 10' di latitudine Mss . della Biblioteca Comunale di Palermo Q. q.
sett. e 9° di longitudine orientale dal meridiano di G. 1, pag. 147.
Parigi. La cinge una sirte di qualche dieci miglia 3 Bart . de Neocastro, cap . 85.
di raggio , e da 3 a 7 braccia di profondità , che 4 Bart. de Neocastro, cap. 86.
( 1284) CAPITOLO XI . 143

l'infante Giacomo , si portava già in Sicilia preso che riparavasi in Napoli contro il dato
a crudeli consigli ; com'è nelle cose di stato giuramento . Poi il grande Alaimo soggiac-
assai incerto il confine tra il guardarsi e l'of- que ancora alla giovanile perfidia di Giaco-
fendere. E in ver sembra che , tendendo una mo ; del quale Montaner fa lode col prover- ,
parte de' nostri baroni a ristrigner la balia bio catalano « Spina non punge se non nasce
della corte aragonese , e tirandosi sempre al- acuta » e tal fu l'infante ; ma acuto e
l'opposizione, alcun di loro si mostrò beni- precoce al male ; a vent'anni maturo già ai
gno ai prigioni francesi , e massime al prin- tradimenti.
cipe di Salerno ; altri tenne forse pratiche Affrettossi la ruina d'Alaimo per la mo-
con re Carlo ; e la fazion della corte arago- glie tracotante, che sfatava , non ch' altri , Co-
nese, ch' era ingrossata dagli usciti calabresi stanza stessa ; negando chiamarla reina, ma
e pugliesi, esagerò quelle pratiche, le appose sol madre di don Giacomo ; schifava le sue
a chi le avea maneggiato e a chi sol volea carezze ; infrequente a corte , se non cra a
mantener le franchige della nazione , e tutti lussureggiar di nuovo spendio di ornamenti ;
accagionò di tradimento, per aver pretesto a una volta andovvi a tastar gli animi quan-
spegner chi le paresse, e trovare riscontro do il principe di Salerno venne prigione . Co-
nel popolo, abborrente sempre da ' suoi anti- stei sendo incinta , volle , come maggior d'o-
chi tiranni. Però dopo il ritorno della flotta gni legge, pretestando malattia far soggiorno
dall'isola delle Gerbe , e la ritirata e scom- nella casa dei frati minori a Messina , per
piglio dell' esercito di re Carlo , la fazione l'amenità e solitudine del luogo ; dove ita
aragonese, ormai secura dalle armi di fuori , Costanza a visitarla , il nimichevole animo
diessi a riurtar contro gl' interni oppositori ; non placò . Partorita Macalda , mandava per
e il fe' spegnendo pochi dei più grandi o più Alaimo la regina , offrendo con Giacomo e
audaci , e nel medesimo tempo menando gran- Federigo tener al fonte il bambino ; e la don-
de strepito di condannagione del principe di na se ne scuso con dir che temea pel nato dal
Salerno . E prima due nobili uomini , Si- freddo dell'acqua , ma tre dì poi fecelo da
mone da Calatafimi e Pieraccio d'Agosta , popolani battezzare in chiesa . Notavasi an-
eran puniti nel capo ; questi, confessa il Neo- cora come un'altra stagione in Palermo la
castro, a stigazion degli emuli suoi , come fau- reina inferma ita al santuario della Vergine
tor di parte francese ; l'altro perchè, noto già a Monreale si fea portare in barella ; ed ecco
come avverso alla rivoluzione e alla nuova il dì appresso Macalda in una barella coperta
signoria, s'era partito di Sicilia sotto colore di scarlatto tranarsi per le strade della città ;
d' andarsene colla moglie e' figliuoli in In- e poi rientrarvi in viaggio a Nicosia , che
ghilterra al servigio di quel re , ma poi fu parve strana cosa in que' tempi ; e di crudo

Queste riflessioni nascono dalla esamina di rant, volentes cum ipso sicut sibi dictum fuerat re-
tutti i fatti sparsi nel presente capitolo , e in par- conciliari , timens Siculorum infidelitatem, etc. I
ticolare da que' d'Alaimo , e dell' eccidio de' pri- quali umori poteano esser veri, ancorchè il Nangis
gioni in Messina , e del giudizio contro il prin- apertamente errasse nella cagione del tramutamento
cipe di Salerno. Pei sospetti di pratiche angioine del principe di Salerno da Messina a Cefalù , che fu
in Sicilia veggasi ciò ch'è riferito nel presente ca- appunto la contraria .
pitolo pag.137, nota 2.Confermali il Nangis nella vita Veggasi anche Saba Malaspina , cont pag. 420
di Filippo l' Ardito , Duchesne, H. F. S. tom . 5, e 421 ; e il Neocastro, eap. 86, 88, 89.
pag. 344, ove si legge : Sed quia Siculi principem Sa- 2 Bart. de Neocastro, cap. 86.
lernae Carolum quem captum tenebant , de urbe 5 Montaner, cap . 93 .
Messanae ad quoddam castellum Siciliae transtule-
144 CAPITOLO XI.
(1284 )
verno a capriccio affaticar soldati e vassalli ri ; salvasse egli la patria e la corona ; an-
sotto il peso della bara . Questi femminili di- dasse al re , sulle galee li pronte a tornarsi
spetti o vanaglorie a corte eran misfatti. In in Catalogna e finito il dir dell' infante , più
tal colore li scrive il Neocastro , aggiugnendo efficaci di lui i consiglieri facean ressa ad
più nero , che Macalda dall ' infeminito Alai- Alaimo. Li comprese non vide scampo il
mo si facesse dar sacramento di fuggir la grande ; li guardò in volto ; e rispose che
corte , non mischiarsi in consigli contro i andrebbe. Lo stesso giorno dunque, che fu
francesi, e fin procacciare che riavessero il il diciannove novembre dell' ottantaquattro,
reame. Di fatti palesi narra come girando entrò in nave ; ebbe cruda tempesta a Favi-
l'infante in quel tempo d'una in una le terre gnana si che una galea ruppe a Levanzo ; con
dell'isola , e intrudendosi ad accompagnarlo le rimagnanti a Barcellona arrivò. Quivi tutto
Macalda come avea costume , questa fiata non lieto in volto raccoglielo Pietro , ascolta, loda,
solo agguagliavalo in lusso e corteggio, ma promette che faranno insieme ritorno in Sici-
con arroganza novella, essa fea da giustiziere lia : vezzi leonini , che nè Alaimo nè altri in-
quanto il marito : peggio temcasi , veden- gannarono 2.
dola, col principe scortato da soli trenta ca- Comandato avea senza dubbio Pietro me-
valli , trar dietro a sè trecento sessanta uo- desimo questo rapimento d' Alaimo, in un con
mini d'arme di dubbia fede o sospetti , spi- la dimostrazione di condannare il principe di
golati apposta da varie terre. Salerno , strettamente connessavi , com' anzi
Allora nei consigli di Giacomo si tramò dicemmo, e dagli storici , per amor di parte
un colpo di stato. Portatosi in Palermo , ei o dubbiose notizie, narrata variamente si , ma
dà segretissimo avviso ai catalani de' pro- in modo da non dilungarsi gran tratto dal ve-
pinqui luoghi, fosser cavalieri, oficiali del fi- ro, e lasciarci vedere in fondo che fu artifi-
sco, o fanti di presidio in castella , che tutti zio per ritrovare i ligi della corte e i resi-
trovinsi a Trapani a tal dì ; mandavi nove ga- stenti ; per troncar tutte pratiche spaventando
lee catalane delle quattordici di Marquet ; vi e i nostri e i prigioni ; per ridestar le anti-
sopraccorre egli stesso con buono stuol di che passioni del popolo a tanto strepito ;
cavalli ; e ad Alaimo il fa intender poi, tal- e prepararsi lode di longanimità con trat-
chè per altra via con la moglie v' andò . Un tener la scure che sospendeasi sul capo al
di, adunato il consiglio, Giacomo vel chiama ' . figliuol di re Carlo . E avea Alaimo , o in adu-
E rivolto a lui , toccava i pericoli che non nanza pubblica o in maneggi privati, contra-
ostanti le fresche vittorie si vedean sovra- stato questa condannagione del principe ; il
stare ; il padre per lettera o messaggio non che forse fu cagion principale del suo preci-
muoversi a mandar grossi aiuti ; non veder , pizio 3. Ma divulgato questo in un baleno per
dicea, chi potesse svolgerlo, d'Alaimo in fuo- tutta l'isola , con maraviglia e dolore dell' u-

Bart. de Neocastro, cap. 87. tutto che s'oprò fu dettato da quelle . Indi adunato
2 Bart. de Neocastro, cap. 88. il parlamento de' nobili , sindichi delle città , e
3 Secondo il catalano Montaner, cap . 113, 114 , messinesi a pien popolo, Giacomo tornava a mente
i governanti di Sicilia, liberata la minutaglia dei i fatti di Manfredi e Corradino , quasi chiedendone
prigioni della battaglia di Napoli , domandavano vendetta nel sangue dell' unico figliuolo di re Carlo :
al re a Barcellona : che far de' nobili , che del prin- onde tutti a morte il chiamarono, e la sentenza fu
cipe ? e convocavano di lì a due mesi , per dar distesa ; ma Giacomo inaspettatamente per cam-
tempo alla risposta , un parlamento a Messina. pare il principe di Salerno , lo fè imbarcare alla
S'ebbero incontanente lettere del re, segretissime, volta di Catalogna : il che prova quanto mal ricor-
fuorchè alla reina, a' figli e all'ammiraglio ; ma davasi il fatto Montaner , e quanto volea inorpel-
CAPITOLO XI. 145
(1284 )
niversale , caddene l'animo ai partigiani d' A- crudeltà scema anco i prigioni a sessanta ;
laimo , crebbe a que' della corte. Ond' ecco altri li porta a dugento , e ricorda le fiam-
l'ammiraglio con la fama delle recenti im- me . L'umanità della regina , e la fortezza
prese, seguito da una mano d'usciti del rea- di Matagrifone , salvarono con molti altri il
me di Napoli, gittasi a sollevar la plebaglia principe.
di Messina , gridando tradimento contro i mi- Poi si tenne un parlamento in Palermo a
gliori che teneano per Alaimo. Rabbiosa e di- deliberare di lui ; dove , dice il Neocastro ,
versa chiamando a morte i prigioni francesi, tutti a mandarlo a morte accordavansi in ven-
corre la canaglia alle case d'Alaimo , ove as- detta di Corradino , se non che i messinesi con
sai n'erano , e al palagio del re , che serravane Giacomo e la reina dissentirono . A questo ag-
cencinquanta sotto la guardia di venti sol- giungon fede, non ostante il divario delle cir-
dati catalani e qui seguia grand' esempio di costanze, il Montaner , Giachetto Malespini ,
virtù da una parte, di atrocità dall' altra , a il Villani, e sì una lettera di re Alfonso di
mostrare a che estremi opposti portinsi gli Aragona a Eduardo d' Inghilterra , nella quale
uomini. Perchè i catalani alla prima fecer te- trattando di pace con Carlo II. si afferma con-
sta ; ma vedendosi sforzati, sciolgono i pri- dannato lui da ' siciliani , e scampato dal re.
gioni , e armatili alla meglio , lor dicono : <« In- Favoleggio un altro contemporaneo , che la rei-
sieme, per le vostre vite combatteremo , » e na un venerdì facesse intendere a Carlo d' ap-
da finestre, da tetti, coi tegoli, con le armi parecchiarsi alla morte ; a che vedendolo forte
ributtano gli assalitori , ancorchè ingrossati e rassegnato per ricordar la passione di Cristo ,
al romore . Allora gli usciti gridarono al fo- gli perdonasse ; la qual novella nacque mani-
co ; e mettean cataste intorno il palagio . Sof- festamente dal vero fatto narrato dianzi . Il prin-
focati dal fumo , quei miseri saltan dalle fi- cipe in questo tempo, per tor luogo ad atten-
nestre, chieggon mercè ; ma son trafitti, ri- tati in favor di lui , o contro , fu tramutato
pinti semivivi nelle fiamme ; e narra Mala- nel castel di Cefalù. Liberati gli altri prigio-
spina degli usciti tal altro orrore , che nè il ni, tutti sotto fede di non militar contro noi ;
credo io, nè il dirò . Prigioni e guardie , ei ri- ma non altri che Galard poi la osservò. 5
piglia , tutti periano . Il Neocastro senza quelle Macalda intanto , sol essa non isbigottita

larlo a lode di Giacomo. Saba Malaspina , cont. gioni ci fosse stato un parlamento in Messina ; ma
pag. 420 , 421 , scrive ancora del parlamento in risaltan sempre scolpitamente gli umori e le ca-
Messina, supponendo che gli usciti napoletani per- gioni che io scrivo nel testo.
suadessero la regina a quella vendetta ; perilchè i Multorum quoque viscera, quae crudeli gladio
chiamati dall'isola tutta i nemici più fieri del nome nonnulli delectabantur exules aperire, ignis subiecti
francese, fu posto il partito ; ma contrastandolo i torrent in pruina, et iam assata in naturali cupi-
messinesi, il parlamento a tumulto scioglieasi ; ditate famelica lambunt , et immittunt etiam in
sfogavan gli esuli con ammazzare quanti colsero crudelem stomacum velut cibum , etc.
de' prigioni. Questo scrittore aggiugne, che Giacomo 2 Bart. de Neocastro cap . 88.
fieramente nimicava parecchi nobili per aver negato Saba Malaspina, cont. pag. 420 , 421 .
di andare al parlamento , o andativi , di condan- Giachetto Malespini, cap . 224 .
nare il principe ; tra i quali Alaimo di Lentini , Gio. Villani, lib. 7 , cap. 96.
famoso e caro per tutta Sicilia, onde per torlo dal Ricobaldo Ferrarese, in Muratori, R. I. S. tom . 9,
nerbo di sue forze, a tradimento l' addusse in Pa- pag. 142.
lermo, e poi in Aragona il tramandò . Il Neocastro, Francesco Pipino , ibid . cap. 18.
cap. 87, 88, non dice di parlamento in Messina , 3 Bart. de Neocastro , cap. 88, 89 .
ma in Palermo, adunato dopo il tumulto contro i Francesco Pipino , in Muratori . R. I. S. tom. 9 .
prigioni in Messina. Dallo quali testimonianze si cap . 18.
vede dubbio se prima dell' ammazzamento de' pri- Giachetto Malespini , cap. 224. 19
146 CAPITOLO XI.
(1285)
tra tanti suoi partigiani , sperando tuttavia fatti, come li spacciò da lontano la corte ara-
volger sossopra ogni cosa , andata era in gonese. Que' che s ' apposero ad Alaimo in Si-
Messina ma fe' rincrudire i governanti , i cilia non son meno incerti. Ne taccion i due
quali incontanente promulgan reo d'alto tra- scrittori catalani, come per coscienza di colpa
dimento Alaimo, spoglianlo dei beni, e dispen- de' lor signori. Malaspina scrive , che Giacomo
sanli a lor favoriti o partigiani , fan perir di nimicava il leontino per aver contrariato la
mannaia a Girgenti il tredici gennaio Matteo condannagione del principe. Il Neocastro nol fa
Scaletta , fratel di Macalda , confessante , di- nè reo nè innocente , ma portato dalla super-
ceasi, congiura col cognato. Indi a diciannove bia della moglie ; e parla incerto, come am-
febbraio incarcerarono nel castel di Messina miralor dell' eroe di Messina, e ministro in-
la stessa Macalda co' figli ; alla quale era sieme di re Giacomo. Di documenti non avvi
nulla tal rea fortuna , si che ilare e conte- altro che il mandato del supplizio d'Alaimo
gnosa giucava col principe arabo e co' fami- nell'ottantasette , sì scuro ³ , che, se delitto pro-
gliari ; e una volta , quando portossi l'ammi- va, è di Giacomo, il quale senza forme di giu-
raglio a strapparle i titoli del feudo di Ficar- dizio assassinò il glorioso vecchio. Portò co-
ra, essa , come nell'alto della possanza, il gar- stui la pena d'aver puntellato di tutta la sua
ri : « Bel merto ne rende il padron tuo ! Com- riputazione re Pietro contro Gualtiero di Cal-
pagno, non re, il chiamammo ; ed egli usurpa tagirone e' sollevati dell' ottantatrè . E del ri-
lo stato , e di soci fatti n'ha servi ' . Bene a manente furon sole sue colpe, gli obblighi di
noi sta ; ma digli che non muterei questi miei casa d'Aragona , la gloria della difesa Mes-
ceppi nè il palco, col suo trono pien di mis- sina, del dato reame , la riverenza e amor di
fatti. » Non andò guari che Alaimo co' nipoti, tutta Sicilia, la grandezza con poca modestia ,
Adenolfo di Mineo e Giovanni di Mazzarino, e sopra tutto l'invidia di Procida e Loria ,
nel campo di Piero in Catalogna fur soste- non cittadini ma venturieri, pronti a sagrifi-
nuti . Un corriero diceasi preso con lettere di care ogni cosa a chi lor dispensava beni e
Alaimo al re di Francia, piene di tradimenti : comando.
ch'ei domandava sicurtà per sè e' nipoti , e Mentre que' primi casi d' Alaimo travaglia-
l'andrebbe a trovare, e fiderebbesi con dieci vano la Sicilia, re Carlo consumava le forze
galee rivoltar la Sicilia a casa d'Angiò . Mo- del regno e sè stesso nel delirio di tornar so-
strolle Piero ad Alaimo , il quale negò ; onde pra l'isola. Ritraendosi , inseguito dall'armata
fu lasciato, e vegliato : ma i nipoti indi a po- nostra , sostò pochi giorni a Cotrone ; ove
co un segretario uccisero che le avea scritto. crebbe a cento doppi lo scompiglio de' moltis-
Scoperto l'omicidio, un famigliare e Adenolfo simi disertori : e indi tutto dispettoso e truce
alla tortura il confessano, e Adenolfo anche passò il re a Brindisi 4 ; e trovò per conforto
la tentata tradigione con Francia ; e però con gli avvisi d' un altro insulto di quel Corrado
Alaimo e Giovanni è chiuso nel castel d'Iler-
di Antiochia , che nell' impresa di Corradino
da. Re Pietro fin qui. Più crudo il figlio , sa- si caldo adoprò . Costui , adunati esuli del re-
lito al trono di Sicilia procacciava lor mor- gno e altra gente presso i confini , ove im-
te 2. Poco del resto è da credere a questi mis-
perava in nome la Chiesa , in effetto ogni sfre-

Gio. Villani, lib . 7 , cap. 96. 2 Bart . de Neocastro , cap. 96.


Epistola di Alfonso a Eduardo, data il 4 gen- 3 Leggasi in Bart. de Neocastro , cap. 109.
naio 1289-90 , in Rymer , Atti pubblici d'Inghil- 4 V. l'itinerario posto di sopra , e a pag. 138 ,
terra, tom. 2. diplomi dati di Cotrone e di Brindisi pe' disertori .
Bart . de Neocastro , cap. 88, 89, 91 .
CAPITOLO XI . 147
( 1284)
nato feudatario o ladrone , entrò a mano ar- ogni luogo d'Italia e come sopperire agli
mata in Abruzzo al racquisto della contea di smisurati bisogni della guerra se i popoli di
Alba. Il conte di Campania il fronteggiò e Napoli sbuffano e negan quasi apertamente e
ruppe ei rife' testa, aiutato di danari dalla gabelle e collette 4 ? Nondimeno dissimulando
reina Costanza 2. Un Adinolfo surto in quel alla meglio , e facendo sempre gran dire del-
tempo stesso a turbar la Campania, disfatto la guerra che porterebbe la vegnente prima-
fu da Giovanni d'Eps con le genti pontificie. vera ei stesso in Sicilia e il re di Francia
Perugia ancora, Urbino, Orvieto e altre cit- in Aragona , provvede a racconciar le navi ;
tà d'Italia levarono in capo contro la Chiesa scrivere per forza i marinai ; vittovagliar tutte
e parte guelfa , tuttavia poderosa , ma dura- le castella ; adunar grani ; preparar biscotto ;
mente percossa in re Carlo ³ . fabbricar disorbitante numero di saette e altre
E questi vinto dal disagio , convalescente di armi e arnesi fabbrili : alletta i feudatari al
quartana, rodeasi tra mille cure in man dei militare servigio, permettendo che levassero
nemici il figlio saltati essi in terraferma : nuove sovvenzioni da' vassalli 6. E anelando
perduto armamenti , uomini, spesa : affogar nei sempre danari , poich ' ebbe esauste le altre
debiti del danaro accattato in Francia, e per fonti , portato dall'antico vizio , bandì una

Raynald, Ann. Eccl. 1283, S. 15. Diploma dato di Brindisi il 2 ottobre 13, Indiz.
Saba Malaspina , cont . pag. 419. Proponendosi nella vegnente primavera tornare in
Diploma dato di Brindisi a dì 8 nov. 13ª Indi- Sicilia con armata ed esercito, ordina che nessun
zione (1284) , dal quale si vede che Stefano Ange- uomo di mare esca dai porti del regno , ma che
lone avea dato un castello su i confini del contado tutti aspettino per servire nell' armata. Ibid. fo-
di Molise ai traditori, tra i quali era Corrado d'An- glio 177 a t.
tiochia. Nel r. Arch. di Napoli, reg. seg. 1283, A, Diploma dato di Brindisi il 7 ottobre 13a Indiz.
fog. 8. È una lettera circolare perchè si fabbrichi gran
Saba Malaspina, ibid. quantità di quadrella di uno e due piè. Ibidem
3 Raynald, Ann. Eccl. 1284, §. 16. fog. 6 a t.
4 Saba Malaspina, cont. pag . 417. Altro diploma dato di Brindisi il 9 ottobre 13a
5 V. il Doc. num. xx, in fin di questo volume. Indiz. per farsi subito 50 mila saette per archi ,
Diploma dato di Brindisi il 6 settembre 13ª In- ben astate , ferrate , e impennate di penne d'a-
diz. (1284) a Riccardo Milite e a' saraceni di Lu. voltoio. Ibid. fog. 46.
cera. Per appagare il vostro desiderio vi diciamo Altra circolare data anche di Brindisi il 10 ot-
esser giunti salvi in Brindisi , e soggiornarvi sani tobre, perchè s' adunasse copia di frumento e d'orzo
ed ilari ; intendendo virilmente e potentemente pe' bisogni dell' esercito. Ibid. fog. 7.
alla confusione de' nemici e ribelli siciliani. Si cu- Altra circolare data di Brindisi il 20 ottobre, per
stodiscan bene le corazze e gli archi d'osso dei munirsi con estrema cura le fortezze di viveri per
saraceni che sono stati al nostro esercito , e si a- un anno. Ibid. fog. 7 a t.
spetti la nuova impresa. Nel r. Arch. di Napoli , Altra data di Brindisi il 21 ottobre per farsi bis-
reg. 1283, A, fog. 161 a t. cotto. Ibid. fog. 38 a t.
6 Malaspina, loc. citato, e i seguenti documenti: Altra del 13 nov. per biscotto. Ibid. fog. 47 a t.
Diplomi dati di Cotrone dal 21 al 24 agosto 12ª e altre disposizioni al medesimo effetto, fog. 46
Indiz. ( 1284) e di Brindisi dal 2 al 27 settembre a 53.
13a Indiz (1284 ) che i feudatari chiamati al ser- Diploma dato di Barletta il 25 nov. 13ª Indiz.
vigio militare potessero riscuotere sovvenzioni, ossia per vari arnesi fabbrili necessart all' esercito . Sa-
aiutori da' lor vassalli. Nel r. Arch. di Napoli, rebbe importante a chi volesse illustrare l'arte mi-
reg. seg. 1283, A, fog. 9. litare di quel tempo. Ibid. fog. 48.
Altro dato di Brindisi il 2 ottobre, col quale si Altra circolare data di Melfi il 1 dicembre per
comanda di portar legname per la riparazione del- vittovagliarsi le fortezze. Ibid . fog. 8 a t.
l'armata. Ibid. fog. 46 a t. 7 Diploma dato di Brindisi a 5 settembre 13a
148 CAPITOLO XI.
(1284-85)
colletta generale, calandosi pure a persuadere risguardando a onore e privilegio dell' uficio.
e pregar quasi i popoli. Bandiva ad essi , Dopo questi esempi non grati a' sudditi, con-
che se Dio fosse ancor Dio, egli ch ' avea domi turbato e febbricitante va a Melfi, sperando
i re e' regni a un girar di ciglio , espugnerebbe nel parlamento gran cosc.
si quest'isoletta di Sicilia ; e avrebbel fatto Perciò impaziente il fa adunare , rimanen-
incontanente , aggiugnea , se non che sursegli dosi egli in palagio, infermo, o per dispetto
improvviso nimico il ribaldo Pier d'Aragona ; delle note disposizioni degli animi e negatigli
onde fu mestieri altrimenti ordinar la guerra , novelli tributi , a precipizio lo scioglie. Indi
ingaggiarsi al duello , muover Francia contro al solito rifugio tornò di papa Martino ; che
il reame d'Aragona ; e tornato in Italia , prodigalissimo del non suo, gli avea dato poco
sola carestia gli avea tolto che mettesse sotto anzi un'altra decima per tre anni su tutte
il giogo i siciliani . « La mia causa , sclamava , chiese d'Italia , e ribandito avea la croce con-
è vostra ; domi i ribelli, avran fine i trava- tro l'isola dei ribelli. Corrieri sopra corrieri
vagli ; pace e giustizia faran fiorire il reame ». mandavagli il re ; sognando già danari, indi
Ma perchè a quello sforzo bisognava moneta , uomini ed armi , e nuova guerra ; e dissimu-
chiedea quest'anno a tutti i comuni la col- lava ad altrui ed a sè medesimo il morbo
letta usata, e undici per cento di più a chiun- che lo tirava alla tomba 2.
que non tenesse a molestia di sovvenire al- In grave età , colpito al petto, distrutto di
quanto più largamente il suo re . Così , tenten- rammarico e rabbia, cadde in una febbre con-
nando tra voglia e necessaria temperanza , co- tinua, talchè a fatica di Melfi si trasse a Fog-
'mandava si riscuotesse la colletta anzi tempo ; gia, a incontrar la reina Margherita, che tor-
e insieme chiamava parlamento in Foggia per nava di Provenza ; con la quale assai dolorosa
lo di primo dicembre. A Melfi indi il tramutò la vista fu , e appena ebbe forza, Malaspina
per lo minor caro del vitto . Ebbe sospetto scrive, di stender a lei le tremule braccia 3.
in quel tempo , e forse da calunnic , che tre Allor forse la prima volta parlò senz' inganno
giudici suoi , tra' quali un Quintavalle , e Tom- di riforma del governo , e scrissene al papa 4.
maso di Brindisi , barese , praticassero tradi- Lo straziato e pericolante reame lasciò , per
mento di bruciargli la flotta ; onde chiamatili la prigionia di Carlo principe di Salerno , a
a sè, mandolli alle forche come ladroni , non
Carlo Martello , figliuol primogenito di costui ,

Indiz. ( 1284 ). È una circolare ai giustizieri perchè I Documento num. xx in fin di questo volume.
prendan moneta per ogni verso, e subito la man- 2 Saba Malaspina, cont. pag, 417 , 418 , 419. An-
dino al re , pei suoi ardua et immensa negotia. Nel che Ricobaldo Ferrarese, in Muratori R. I. S. tom. 9,
r. Arch. di Napoli, reg. scg. 1283, A, fog. 6. pag. 142 e 232. Niccolò Speciale, lib. 1 , cap. 29,
Diploma dato di Brindisi il 15 settembre 13a In- e lib. 6 , cap. 10 , Francesco Pipino in Muratori
diz. È la scritta del ricevuto di once 1400 da mer-
R. I. S. tom. 9, pag. 693 , e parecchi altri attri-
catanti di Pistoia , la più parte in fiorin d'oro alla buiscon la morte di re Carlo al dolore e dispetto
ragione di 5 per oncia , per conto dell' imprestito di que' casi della guerra di Sicilia.
di once 28390 , fatto a Carlo principe di Salerno 3 Saba Malaspina, cont. pag. 421 .
dalla santa sede sulle decime ecclesiastiche desti-
Tolomeo da Lucca, Hist. Eccl. lib. 24 , cap. 11 ,
nate all'impresa di Terrasanta. Ibid. fog. 162. in Muratori R. I. S. tom. 11.
Veggasi anche un altro diploma dato di Brindisi Un diploma di Carlo 1 dato di Melfi il 14 dicembre
a 10 nov. 13ª Indiz. È una lettera circolare con di-
13ª Indiz. provvide alle spese per lo viaggio della
sperata chiesta di danari , pe' tanti bisogni, e massi- reina. Nel r. Arch. di Napoli, reg. 1283, A, fog.8 a t.
me per la riparazione della flotta che nella vegnente 4 Bolla di Martino, in Raynald , Ann. Ecc . 1285 ,
primavera con l'aiuto di Dio passerebbe sopra i $ 3.
ribelli di Sicilia . Ibid . fog. 8.
CAPITOLO XI. 449
(1985)

giovanetto di dodici anni ; al quale, finchè at- a riparare la ruina del regno , e la romana
tingesse a giusta età , diè tutore con nome di corte avvantaggiarne . Incontanente , col voto
baiulo il conte d'Artois , salvo il piacimento del sacro collegio , die' compagno ad Artois il
del sommo pontefice ; e fe' capitan generale cardinal Gherardo legato ; ambo dicendo dalla
Giovanni da Monforte conte di Squillaci. Indi romana Chiesa deputati a baiuli del regno ,
con assai pietà confesso delle peccata e co- finchè il principe di Salerno non esca di pri-
municatosi, infino all' ultimo fiato ingannò il gione, o il papa altrimenti non voglia 5 : sot-
mondo o sè stesso , dicendo che sperava per- tile accorgimento , che di fatto mutò la dispo-
dono da Dio per aver preso il conquisto più sizione di Carlo 1. a favor del nipote , contro
a onor di santa Chiesa e ben dell' anima sua, il proprio figliuolo, e tenne vacante il trono ,
che da cupidigia di regno . Così a Foggia spi- o dubbia la persona del re. Indi i diplomi
rava il dì sette gennaio milledugentottantacin- del tempo variamente s' hanno intitolati e sen-
que, nel sessantesimoquinto anno dell' età sua , za legge , or col nome di Carlo primogenito
diciannovesimo del regno ¹ . Villani guelſo , fa- del principe di Salerno, or con quello più vago
voleggia che lo stesso di predicossi la sua di eredi e successori di Carlo 1. e talvolta vi
morte a Parigi per frate Arlotto de' minori e si aggiungono i nomi de' due baiuli , o leg-
Giardin da Carmignola maestro dello studio , gonsi questi soli 6. Più salutare consiglio fu
ambo lodati strolaghi . Il siciliano Speciale di mandare ad effetto la riforma , nou com-
notò, come in quel tempo spaventevol tremuoto piuta nei capitoli di santo Martino , ove la
scosse l'Etna , e poi squarciandosi il fianco principalissima parte rimessa al papa , restava
orientale del monte, ne sgorgò fiume di lava incerta come per l'addietro. Or Martino da
che correa sulla chiesa del romitaggio di santo senno volle i nuovi ordinamenti ; come alla
Stefano , ma giuntavi, si spartì in due rami giustizia si ha ricorso ove adoprar non puossi
senza pure lambirla 3. Un frate spagnuolo in violenza. Scrivea essere stato richiesto di quel-
vece di prodigt sul fato di Carlo , scrisse il la riforma da re Carlo al tempo dell' andata a
nobil contegno del re d'Aragona , che risa- Bordeaux , e or novellamente ; averla matu-
pendolo all' assedio d'Albarazzin , senz'alle- rato a lungo ; di presente promulgherebbela 7.
grezza sclamò , esser morto un de' più prodi ca- Aggiunse un sussidio di centomila lire tor-
valieri che fossero stati unque al mondo 4 . nesi perchè Artois s' armasse alla difesa " . Le
Mancato un tanto re, papa Martino faceasi quali provvisioni e la saviezza e robusta man

Saba Malaspina, cont. pag. 422. dal diploma 1º del vol . 2º dell' Elenco di perga-
Giachetto Malespini, cap . 223. mene del r. Arch . di Napoli, notato qui appresso ; la
Bart. de Neocastro , cap. 90. condizione della scelta d' Artois leggesi in Raynadı,
Gio. Villani, lib. 7. cap 95. Ann . Eccl. 1285 , § 5 .
Montaner, cap. 118. Gio. Villani, lib. 7 , cap . 95 .
Cronache del Regno di Napoli , editore Perger, 3 Niccolò Speciale, lib. 1, cap. 29.
vol. 1 , pag. 31 e 58. Quivi si dice la morte di 4 Geste de' conti di Barcellona , cap . 28 , nella
Carlo nel 1284, contando gli anni dal 25 marzo . Marca Hispanica del Baluzio.
Niccolò Speciale, lib. 1 , cap . 29. 5 Raynald , Ann. Eccl. 1283 § 5, 6, 7 , 8, bolla
Ferreto Vicentino , in Muratori, R. I. S. tom. 9 , del 14 febbraio.
pag. 955; e la più parte degli altri contemporanei . 6 Elenco delle pergamene del r. Arch . di Napoli,
La età di Carlo 1. erroneamente rapportata dalla vol. 2, diplomi dalla pag. 1 a 43, e annotazione 1ª
cronaca d'Asti , in Muratori R. I. S. tom. 11 , pa- alla pag. 2 .
gina 164, si ricava dal P. Anselme Hist. Genèalo- 7 Raynald , Ann. Eccl . 1283 , S3 , bolla del 9
gique et Chronique de la Maison Royale de France , febbraio.
tom. 1, cap. 14, pag. 191. Edit. Paris . 8 Giovanni Iperio , Chron. Mon. S. Bertini , in
La elezione del conte di Squillaci si conferma
150 CAPITOLO XI . ( 1285)

de' reggenti, massime d'Artois , sostennero il non per anco sacerdote, attratto e invalido
trono, o vacante , o dubbio tra un prigione e della persona, destro d'ingegno , procacciante
un fanciullo , con sudditi vogliosi di novità ¹ , l'util de' suoi più che l'altrui danno ; il quale
e nimico vicino , quantunque indebolito per si nomò Onorio IV 7. Costui senza la pron-
sospetti in Sicilia, e in Aragona turbolenze ci- tezza ligia di Martino, tenne lo stesso me-
vili e guerra straniera. Pertanto Corrado di tro, per l'antico disegno della romana corte.
Antiochia riassaltando gli Abruzzi, fu rincac- Avrebbe forse Onorio raffrenato il re di Napoli
ciato ; nelle altre province non si voltarono potente e ambizioso ; dovea sostener adesso
a re Pietro che tre ville marittime Gallipoli , quel trono vacillante , che metteva in peri-
Cerchiaro , e San Lucido 3. colo tutta la parte guelfa in Italia. Porse mo-
8
Ma riparata appena la perdita di re Carlo , neta dunque ad Artois ; confermò ai biso-
un' altra ne piombò sul governo di Napoli, non gni della guerra di Sicilia le decime delle
apposta come quella prima a cordoglio d' am- chiese italiane 9 ; raccomandò agli stranieri
bizione o fatiche di guerra . Allo scorcio di principi gli eredi di Carlo d'Angiò e ne re-
marzo in Perugia papa Martino, nimico fie- sta di lui una lettera a Ridolfo imperadore,
rissimo di Sicilia, morì , dicono alcuni , d'una perchè non contendesse il pagamento delle
scorpacciata d'anguille , che solea nudrir di decime ecclesiastiche de' suoi domint al re
latte e in vernaccia affogare di che leggia- di Francia , già involto in assai spese per la
dramente l'avea morso una satira del tem- guerra sopra Aragona 1º.
po 4, intitolata Primo principio de' mali, ef- E noti sono nelle istorie del reame di Na-
figiando lui in manto e triregno , con una poli i due statuti ch' Onorio sanciva a sedici
bandiera alla man destra , in segno delle at- settembre di quest' anno ottantacinque , pre-
tizzate guerre , e a sinistra un'anguilla er- parati già da Martino . Nel primo dei quali
gentesi verso un augellino , che posato sulla raffermavansi con l'apostolica autorità tutti
mitra, reggendosi con le sparse ali s'inchi- i privilegt ecclesiastici decretati nel parla-
nava a beccarla 5. Altri scrive ben altra- mento di santo Martino , come dianzi ricor-
mente di Martino 6. Ma i cardinali senza in- dammo . L'altro risguarda il governo ci-
dugio, chè punto non ne pativano i tempi ,. vile ; dove dopo lungo preambolo , che appo-
rifean pontefice Giacomo de' Savelli romano, nea al tutto la ribellion di Sicilia alle ava-

Marlene e Durand, Thes. Nov. Anecd. tom. 3 , Francesco Pipino lib. 4 , cap 21 , in Muratori,
pag. 765. R. I. S. tom. 9, pag. 726 , il quale rapporta i due
Nangis , Vita di Filippo l'Ardito, in Duchesne, versacci:
H. F. S. tom . 5, pag. 543. Gaudeant anguille quod mortuus est homo ille.
Vita di Martino IV, in Muratori , R. I. S. tom. 3, Qui quasi morte reas excoriabat eas.
pag. 611. Della morte di questo pontefice e non della ca-
Franc. Pipino, lib. 4, cap 21 , in Muratori , R. I. gione, dicono ancora Giov. Villani, lib. 7, cap. 106 .
S tom. 9, pag. 726. Ricobaldo, loc . cit. ec .
I 6 Raynald, Ann . Eccl. 1285, § 12.
Nangis, loc. cit. Francesco Pipino, loc. cit.
2 Raynald, Ann . Eccl. 1283, § 9. 7 Ibid. § 14.
3 Bart. de Neocastro, cap. 90. Tolomeo da Lucca, Hist. Eccl. lib. 24 , cap. 13 ,
4 È attribuita a un abate Gioacchino . Fr. Pipino, in Muratori, R. I. S. tom. 11 .
loc. cit. lib. 4 , cap. 20. Nangis, loc. cit. pag. 344 .
5 Dal Torso fu, e purga per digiuno Raynald , Ann. Eccl . 1283 , § 16.
Le anguille di Bolsena e la vernaccia . 9 Raynald, ibidem .
Dante, Purg. c. 24 , 10 Raynald, ibid. § 23 , breve del 1º agosto 1283.
e ciò che nota in questo luogo Benvenuto da Imola. 11 Raynald , Ann . Eccl. 1283, § 43, e seg.
(1285) CAPITOLO XI. 151

nie e ingiustizie del governo, trascrissersi e Aragona ; freschi i torti d'Alaimo, e gli umo-
ampliaronsi le leggi del medesimo parlamento ri che ne dieron pretesto ; le costituzioni
di santo Martino , e molte più se ne diero di papa Onorio, più larghe de' presenti ordini
a guarentigia delle persone e dell' avere di pubblici in Sicilia. Indi l'abate con gravi
ogni classe di sudditi. L'iniquo spogliamento parole di religione trovò tosto seguaci due
dei naufraghi si disdisse : a favor delle fa- nipoti suoi, per nome Niccolò e Francesco ,
miglie de' baroni si estese ai fratelli e lor messinesi , Bonamico de Randi milite , Gio-
discendenti il dritto di redare i feudi : il mi- vanni Celamida da Troina, e più altri di Ran-
litare servigio o l'adoamento si limitò alle dazzo ; indettatisi con giuramento a tradire,
guerre entro i confini del regno e soprat- non so qual credeano , la patria o il re. E
tutto si vietaron le collette , fuorchè nei quat- sì l'autorità del papa accecava le menti , che
tro casi feudali ; e si assegnò la somma da i due frati, passati a Messina, avean ricetto
potersi levare in ciascun di quelli. Io non so nel chiostro delle suore di santa Maria delle
se lodar come guarentigia più forte dei sud- Scale ; dal qual sicuro nido misteriosi uscia-
diti, o biasimar di usurpazione sulla autorità no ad annodare lor fili. Ma la, cospirazione
regia, il richiamo de' comuni alla santa sede , allargandosi trapelò. Un Matteo da Termini,
decretato nelle costituzioni medesime , e lo messovi sulle tracce dall'infante, appostò al-
interdetto sulla privata cappella del re alle fine i due frati predicatori , aiutato da due
prime violazioni di queste franchige , la sco- frati minori, Simone da Ragusa e Raimondo,
munica persistendovima certo non potea catalano ; i quali il fecer cogliere a casa una
la corte di Roma adoprare a miglior intento femminuccia mendica. Addotti allo infante ,
civile le spirituali armi. Questi capitoli Ono- senza pur minaccia , svelavan per ordine il
rio fe' con molta sollecitudine promulgare trattato e rimandati erano a Napoli con ve-
da Gherardo per tutto il reame di Napoli , stimenta , danaro , e barca apposta ; per cle-
e massime nei luoghi più vicini a Sicilia 2 ; menza non già, ma contemplazione e paura
e osservaronsi per poco. Poi increbbero ai del papa. L'abate fuggì : preso a Palermo , il
governanti , come imposti da Roma, o larghi mandavan prigione a Malta ; indi a Messina;
troppo ; nè ebber luogo nel corpo delle leggi e infine libero a corte di Roma. I men rei,
di quel reame ³. al contrario, gastigati severamente : dicollati
Insieme con queste buone leggi Onorio a Messina i nipoti dell' abate ; Celamida alle
adoprava non buone arti, suscitando in Si- forche ; Bonamico, gittatosi nei boschi dell'Etna
cilia congiure. A ciò mandovvi furtivamente a levar mano di disperati, fu accarezzato e
due frati predicatori , Perron d' Aidone sici- svolto a parte regia dalle arti di Matteo da
liano , e Antonio del Monte pugliese ; i quali Termini 4. Così la congiura si dissipò in Si-
iti a Randazzo , recavano a Guglielmo abate cilia; mentre in Aragona terminava , senz'altro
di Maniace lettere pontificie con autorità di frutto che d'atti crudeli e mortalità infinita ,
largheggiar indulgenze a chiunque per la Chie- la guerra che, tornando alquanto indietro nei
sa si ribellasse . Sospesi eran gli animi per tempi, ci faremo a narrare.
la strepitosa guerra del re di Francia contro
I 4 Bart. de Neocastro , cap. 98.
Raynald, Ann. Eccl. 1283, § 29 a 51 .
2 Ibidem, § 53.
3 Giannone, Istoria civile del regno di Napoli ,
lib. 21 , cap . 1.
CAPITOLO XII.

Opere della corte di Roma contro Pietro d'Aragona. Concessione di quel reame a Carlo di Valois. Protestazioni e pratiche di
Pietro. Contese di lui con le Corti di Aragona. Lega di que' baroni. Grande esercito e armata che apparecchiansi in Francia.
Invasione del Rossiglione, poi della Catalogna. Straordinaria fortezza e perseveranza di re Pietro ; assedio di Girona. Moria nel
campo francese. Pietro ripiglia le offese. Fazioni di mare. Loria con l'armata siciliana riporta segnalata vittoria su i francesi.
Ritirata di re Filippo, e sua morte. Carlo lo zoppo mandato prigione in Catalogna. Morte di Pietro. 1283-1285.

La guerra sopra Aragona , pensata nella cretare immunità ecclesiastiche larghissime ,


romana corte al fallir della prima impresa di omaggio a Roma , censo di cinquecento lire.
Sicilia , per far vendetta contro re Pietro , e tornesi 5. Al tempo medesimo accordò per
avvilupparlo in tal briga nel suo antico rea- l'impresa le decime ecclesiastiche di tutta
me che fosse distolto dalle difese del nuovo, Francia per tre anni , con autorità al legato
ben oltre due anni si macchinò . Comincionne di sforzare i vescovi al pagamento : a Piero
le pratiche Giovanni Chollet, cardinal di santa anco tolse il reame di Valenza , lasciato nella
Cecilia , legato del papa a corte di Francia, prima bolla per dimenticanza, o perchè pa-
quando con re Carlo vi andò innanzi il dì rea mancarne pretesto 6. Ma non ultimandosi
del duello ; il quale bandìa la croce contro il negozio con tuttociò , perchè a corte di
Pier d'Aragona 2 , e con quell' autorità , scrive Francia parean vergognosi i patti , o scarsi
Montauer , che dalla terra annoda e scio- gli aiuti, Martino , come fa chi ha maggior
glie ne' cieli, assoluto Filippo dai giuramenti voglia , ammoniva il legato che persistendo
della lega col re d'Aragona , lui e' pari di il re cedessegli pure 7. Allor Filippo a venti
Francia svolse all'impresa 3. Ad accrescer fi- febbraio messene il partito in parlamento ;
danza in essi , papa Martino dichiarava poi ove si valse l'autorità di Roma , che i pre-
d'agosto milledugentottantatrè , contro il voto lati e' baroni, chiedenti dapprima tre di a de-
di parecchi cardinali 4 , che darebbe il reame liberare, il giorno appresso , d'un subito ac-
ad un de' figliuoli di Filippo , a scelta del re , cordatisi , assentiano l'impresa , e il re con
o della santa sede , s ' ei tardasse ; nè lascia- essi ; e fermava la scelta su Carlo di Valois ,
va occasione d'allungar la mano ne' patti suo figliuol secondo 8. Per costui fanciullo
fondamentali della nuova signoria , con de- ei giurò il cardinale investì Carlo de' regni

Nangis, Vita di Filippo l' Ardito , in Duchesne, E sì lo scrittore delle Geste de' conti di Barcel-
H. F. S. tom. 5, pag. 542. lona, cap. 28, loc . cit.
Tolomeo da Lucca , Hist . Eccl. lib. 24. cap. 12 , 3 Montaner, cap. 79.
in Muratori, R. I. S. tom . 11. 4 Saba Malaspina, cont. pag. 394.
Gl' intendimenti di casa di Francia in questa 5 Veggasi questa bolla in Raynald , Ann . Eccl . 1283
guerra , e le sollecitazioni di Carlo 1 d'Angiò son § 23 a 32, e in Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra,
detti apertamente da costui nel diploma del 5 otto- vol. 2, pag. 232 , e seg.
bre 1281 , Documento num . xx in fin di questo 6 Raynald , Ann . Eccl . 1283, § 35.
volume. 7 Brevi di papa Martino, in Rymer. vol . 2, pa-
2 Raynald, Ann. Eccl. 1283 , § 24 e 35. gina 263.
Saba Malaspina , cont. pag . 394 , porta anche il 8 Ibidem pag. 267.
nome di questo legato. Nangis, Vita di Filippo l' Ardito , in Duchesne, H.
(1283-84 ) CAPITOLO XII. 153

d'Aragona e Valenza e del contado di Bar- de' quali altri dal nimico fu preso , alla ro-
cellona con istrano rito di porgli in capo mana corte pervennero Arnaldo di Rexach
un cappello ; onde, perchè la terra poi non e Bernardo de Orlè 6. Ed essi , esposte le ra-
ebbe, re del cappello il motteggiavano 2. Ra- gioni del re, per lui chiedean sicurtà a di-
tificò il papa a di primo marzo ; die' la bolla fendersi in persona innanti il sacro collegio ;
di concessione in buona forma il tre mag- e proponean compromesso in cinque principi
gio 3. Lo stesso giorno trasferisce al cardi- di cristianità ; ma ributtati duramente , pro-
nal di santa Cecilia piena autorità in Fran- testarono, e della sentenza appellaronsi , scri-
cia, Navarra , Aragona , Valenza , Maiorca, ve il Montaner , a Dio e a san Pietro , con
Viennese, Leone , Rossiglione, e tutt'altre pro- uno scritto in buona forma per man di no-
vince ov'era intendimento di levar genti , o por- taio . Fantasia che bene sta ai tempi ; e na-
tare la guerra ; a lui commette di ribandire scea da un giusto intendimento di re Pietro ,
la croce, che re Filippo prese immantinenti scolpito alsì in tutte le memorie nostre d'al-
con molti baroni ; riconcede le decime fin lora, ch'era sceverar sempre la religione dal
su le chiese di Lamagna e altre lontane re- papa, di costui far querele misurate, la fede
gioni 4. Le stesse decime indi a poco accor- esaltare. Nè da altro forse fu dettato il motto
dò a Giacomo re di Maiorca e conte del Ros- degli agostali d'oro battuti in Sicilia con
siglione, fratel di re Pietro , su que' domint 5 l'aquila siciliana nel dritto, e il nome della
ch' ei pretendea non tener da Pietro, e que- regina Costanza e sopra quello il motto « Cri-
sti il contrario ; ond' or Giacomo , vedendol sto vince, Cristo regna, Cristo comanda ; >>
fortuneggiare, voltavasi contro lui sotto pre- e nel rovescio l'armi d' Aragona, il nome di
testo d' ubbidire alla Chiesa. Pietro, e su quello « La somma possanza in
Ma Pietro saputa la prima sentenza del Dio è ³ . » Ma sentendo la propria sua forza
papa, e preparandosi a renderla vana coi fatti, nel navilio, e negli ordini d'entrambi i rea-
volle anco richiamarsene per ambasciadori ; mi d'Aragona e Sicilia, scherzava Piero su

F. S. tom. 5, pag. 542 , contro i documenti alle- Veggansi ancora, Niccolò Speciale, lib . 2, cap. 1 .
gati da noi , porta questo parlamento di Natale Bart. de Neocastro, cap. 70, 71 e 91 , por questi
dell' 83. preliminari dell'impresa d'Aragona.
■ Raynald, Ann. Eccl. 1284, § 5 e seg. 5 Raynald, Ann. Eccl. 1285 , § 25. In questa
Rymer, loc. cit. pag. 267. bolla forse è errato l'anno , o il nome del papa.
2 D'Esclot , cap. 136, il quale trasporta questa 6 Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 42.
investitura al 1283 , aggiugnendovi del rimanente 7 Montaner, cap. 104.
con grande esattezza quanto sopra si è ritratto dai 8 Lello ( Michele del Giudice ) Descriz. del tempio
documenti di Raynald e Rymer. di santa Maria di Morreale, parte 2, pag. 21.
Montaner, cap. 119 e altrove , chiama Carlo di Maurolico, Hist. Sic. lib. 1 , pag. 15, ed . Mes-
Valois « re del cappello . » sina 1716, il quale aggiugne ch' eran d'eccellente
Surita, Ann. d'Arag. lib. 4, cap. 41 . oro e n'entravan 72 in una libbra.
3 Raynald e Rymer nei luoghi citati. Paruta , Numismatica Sic. in Burmanno, Thes.
4 Raynald , Ann. Eccl. 1284, § 4 e 10. Ant. Sic. tom. 6 , pag. 1231 .
Saba Malaspina, cont. p. 394. Vero egli è che nel secol xin la leggenda « Cristo
Nangis, loc. cit . p . 542 . vince » fu posta in varie moncte siciliane , costanti-
Tolomeo da Lucca, Hist. Eccl. lib. 24, cap. 12, nopolitane, e di altri stati ; ma sembra che da Pie-
in Muratori, R. I. S. tom. 11 . tro fosse scelta apposta all' intendimento che io ho
Le decime estese in Alemagna si ritraggono da detto ; e la rincalzò con quell' altra più significa-
un breve d'Onorio, in Raynald , Ann. Eccl. 1283, tiva « La somma possanza in Dio è. »
$ 23.
20
154 CAPITOLO XII.
( 1283-85)
questa papale deposizione col nomar sè me- che anzi per aver Pietro occupato gli altrui ,
desimo, non più re , ma Pier d'Aragona, ca- vedeano in tanto rischio i propri lor focola-
valiere, padre di due re, e signor dei mari ' . ri ; e frugavali anco la paura del Cielo 7 ,
Un'altra ambasceria in Francia inviò a do- perchè papa Martino , sapendo non osservato
lersi della rotta fede , ove ai suoi legati non l'interdetto , ribadillo per aspri comandi al-
davasi pur di vedere il re ; e lo stesso av- l'arcivescovo di Narbona ; ond' or vedeansi
venne alla reina Margherita , madre di Fi- serrate le chiese , furtiva e tetra celebrar una
lippo , che parlar volle di pace 3. Indarno sola messa ogni settimana, null'altro sagra-
ancora ne mosse pratiche Eduardo re d' In- mento che il battesimo ai nati, la penitenza
ghilterra, prima per suoi ambasciadori in Gua- ai moribondi, maledetta miseramente la terra
scogna , poscia per lettere all' abate di san che i lor maggiori aveano bagnato di tanto
Dionigi ; perchè il legato , ben trascelto da sangue per la cristiana fede. Perciò in lor
papa Martino , ogni mite consiglio sturbò 4. dispetto chiamavan Sicilia l'isola del dolo-
Nondimeno non potè Pietro portar l'inglese re 9. Adontavali inoltre quel cupo governar
a guerra contro Francia , che pur n'erano al- di Pietro, senza consiglio delle corti nè di
tre cagioni. Non altrimenti gli tornò il chie- uomini del reame , ma d'usciti italiani o sud-
der soccorsi all' imperatore Ridolfo , proffe- diti di Sicilia . Ma sopra tutto doleansi delle
rendo cedergli suoi dritti sulla contea di Sa- non osservate franchige , o , come suonano
voia , e aiutarlo in Italia poi contro parte in lor idioma, fueros del paese ; della negata
guelfa 5. Più assegnamento facea sopra San- restituzione de' beni occupati una volta a
cio di Castiglia, da lui favoreggiato nella ri- torto da re Giacomo ; della quinta ossia bal-
bellion contro il padre ; il quale or morto , zello sugli armenti, che assentito per la guer-
e usurpato il reame da Sancio, venne Pietro ra di Valenza ma riprovato dalle corti d'Exea ,
con esso lui a spessi abboccamenti , e fer- tuttavia si levava ; dell' autorità del Iustiza
marono aiuto scambievole, e largle promes- tenuta in non cale; delle turbate giuridizioni
se n'ebbe, ma all'uopo non sel trovò 6. Nei de' magistrati , e somiglianti abusi. Rinna-
quali maneggi affaticatosi indarno il re d' A- spriali il timore di molto scempio in questa
ragona da giugno dell' ottantatrè infino allo guerra, perchè da re Filippo s'aspettavano au-
entrar dell' ottantacinque , vedea già le armi dacissimi fatti , e spaventava l'oro e la ripu-
di Francia alle porte, nè era un sol poten- tazione di Roma 10,
tato straniero che si levasse per lui. Poco appresso l'avventura di Bordeaux que-
Nè meglio avea da sperare in casa , ove sti umori parver fuori, a una prima scorre-
a que' liberi spiriti spagnuoli forte increbbe ria che re Filippo movea in segno d'animo
l'impresa di Sicilia , cominciata senza voler ostile dal finitimo regno di Navarra , già da
delle corti, compiuta senza pro del reame : lui occupato . Molte migliaia di cavalli e

Gio . Villani , lib. 7, cap. 87. 7 Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap . 37.
2 D'Esclot, cap. 108 e 109. 8 Raynald, Ann. Eccl. 1284, § 11 e 12.
Montaner, cap. 104. 9 Geste de' conti di Barcellona, cap. 28, nel Ba-
3 Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap . 52. luzio Marca Hispanica. « Quae recte doloris insula
4 Diploma del 12 gennaio 1284 , in Rymer, Atti nuncupatur » scrive della Sicilia il frate cronista, a
pubblici d'Inghilterra, vol. 2, pag. 264. proposito delle scomuniche e guerre piombate ad-
5 Surita , Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 52. dosso al suo paese per cagion di essa.
6 Montaner, cap. 102 e 120. 10 Surita, Ann . d'Aragona, lib. 4, cap. 37, 38.
Surita, Ann. d'Aragona , lib. 4, cap. 34, 47, I D'Esclot, cap. 106.
31 , 59. Surita , Ann. d'Aragona, lib. 4 , cap. 33 , 35.
( 1283-84 ) CAPITOLO XII. 155

pedoni francesi entraron per quattro leghe a perseguitati dal re senza condanna del Justiza
dare il guasto in terra d'Aragona ; e non e de' pari ; se Pietro s'ostini , chiamisi al re-
pur ciò bastava a spuntare gli aragonesi che gno il figliuolo ; si sforzi con l'arme chiun-
al re ubbidissero, sopraccorso in Tarragona, que ripugni alla lega . Allor Piero con vaghe
e chiamanteli alle armi. Indi ei convocò le promesse le corti differì al tre ottobre in Sa-
corti a Tarragona. Dove baroni e cavalieri ragozza e quivi , trovandole anzi più salde
e popolani con maraviglioso accordo propo- e disposte a qualunque sbaraglio , piegossi a
stisi di troncare i passi alla usurpazion del confermar le franchige, sperando pur farsene
potere, feano il dì primo settembre milledu- gioco ne' fatti ; e pronto alle frontiere di Na-
gento ottantatrè gravissimi richiami ; con- varra volò. Ma que' della lega che il cono-
chiudendo , consultasse il re con essi intorno sceano, pria di tornarsi a lor case , adunati
l'imminente guerra. Altero rispose , non reg- nel tempio del Salvadore a Saragozza , rin-
gersi a consigli altrui ; richiederebbe le corti novano il giuramento ; rafforzanlo con istag-
al bisogno. Ripigliaron dunque, riparasse gli gir ville o castella a guarentigia comune ; e
aggravi ; ed ei, che tempo era non a dispu- trascelgono lor deputati col nome di conser-
tare, ma a combattere. A ciò le corti , ad- vatori, che veglino al ben del paese , e richieg-
dandosi che le parole erano niente, secondo gano gli altri di entrar nella lega ' .
lor esempi antichi , strinsersi in una lega, o Queste civili dissenzioni d'Aragona non ri-
giura, come si chiamava dal giurar tutti che trarrò più largamente , perchè fuor del mio
le libertà della nazione manterrebbero con disegno sarebbe. Giova sol ricordare , che il
avere e persone ; chi fallasse tal giuramento medesimo confermamento di franchige assenti
sarebbe sfidato a duello da tutti gli altri , co- Pietro al reame di Valenza ; più volentieri
me fedifrago e vile ; tutti difenderebbero i a' catalani , quando all' entrar dell' ottanta-

Nangis, Vita di Filippo l' Ardito, in Duchesne, H. così inermi dovunque ei volesse . Pietro , mitigato
F. S. tom. 5, pag. 542. a tal sommissione, rese le franchige per un diplo-
Montaner, cap. 111. ma dato di Barcellona a dì 11 gennaio 1283 ( 1284
D' Esclot, cap. 132 . secondo il nostro computo dell' anno che comincia
Surita, Ann. d'Aragona , lib. 4 , cap. 38 e 39. dal 1° gennaio ).
Bart. de Neocastro , cap. 91 . L'autor delle Geste de' conti di Barcellona (nella
Cronaca di Carbonell, citata dal Buchon nell'edi- Marca Hispanica del Baluzio ) che è catalano as-
zione del D'Esclot, Parigi 1840. Carbonell scrisse nel sai caldo, si lagna de' nobili e comuni d'Aragona
secol xv, ma con gli archivì d'Aragona a sua dis- che negarono gli aiuti al re, ma non fa parola
posizione. Nello squarcio della sua cronaca tra- delle dissensioni civili di Catalogna, che in vero
scritto dal Buchon in nota , al cap. 132 del D' E- furono men aspre.
sclot, si legge che i catalani furono men baldan- Del rimanente io ho ritratto più particolarmente
zosi verso Pietro, e così ne ottennero maggiori quest' abbozzo delle discordie di Pietro coi sudditi
concessioni , o per dir meglio la restituzione di dal diligentissimo Surita , il quale, ancorchè non
quelle franchige che Pietro avea annullato per col- contemporaneo, compilò gli annali su ' documenti
lera e naturale avversione. Il Carbonell narra in e scritti de' contemporanei ; perchè il Neocastro
quest' incontro un fatto assai bizzarro : che i cata- le accenna appena ancorché con candore ; il D'E-
lani chiamati al servigio militare vi si presenta- sclot sa di troppo cortigiano.
rono con le lance senza ferri e le guaine senza Montaner, cap. 110 , con manifesta bugia loda il
spade nè pugnali ; e richiesti di tale strana appa- grande accordo delle corti di Saragozza col re , e
renza, risposero umilmente : esser così venuti per la loro prontezza alla difesa. A un di presso dice
non fallare il giuramento al re, che avea bruciato il medesimo a cap. 112 , per le corti di Barcel-
lor carte di costituzioni , libertà , e privilegi ; e che lona.
a rischio di perder beni e persone il seguirebbero
156 CAPITOLO XII .
( 1284-85 )
quattro, assembrate lor corti a Barcellona , dell' ottantacinque 5. Repente poi tolta con
sì nel richiesero ; perchè li vedea pronti a sè picciola mano d'uomini d'arme , che non
seguirlo in tutte imprese, e a' fatti di Sicilia sapeano dove si andassero nè a che , valica
pensava. Ma sforzato da' bisogni o da sua i Pirenei ; piomba su Perpignano , ov' era il
propria natura , indi a poco raccese gli sde- re di Maiorca , già pronto a scoprirsi per
gni con la lega d' Aragona , richiedendo anzi Francia , e darle passaggio per lo Rossiglione ,
tempo la moneta delle tasse : onde i colle- terreno di grandissimo momento nella guerra
gati , spagnuoli quant' esso , adunavansi in ar- che pendea . Occupata da Pietro la città, guar-
me, spregiavano i comandi del re , da sè trat- dato per lui il castello, Giacomo da una fo-
tavano col governador di Navarra e col papa. gna fuggì, lasciando prigioni moglie e figliuo-
Più volte poscia , costretto dalla lega, ei con li ; e senz'altro aspettare passò a' nimici 4.
Alfonso erede del trono ripromesse por fine I quali, deliberata che fu in Francia la im-
agli abusi ; più volte le promesse eluse . Tardi presa, con forze smisurate si adunarono da
e male perciò l'aiutarono gli aragonesi nella mezz ' Europa . Correano al bando della croce
guerra che fuor di loro contrada in Catalo- e del soldo , francesi , piccardi , provenzali , gua-
gna si combattè . E intanto alle discordie sconi , borgognoni , tolosani, brettoni, inglesi ,
senz'armi si mescolavan turbamenti d'altra fiamminghi, alemanni, lombardi ; e più fu l'i-
indole . Stigato da Francia , ribellossi don Gio- talica gente nell' armata di navi pisane e ge-
vanni Nugnez di Lara signore di Albarazzin , novesi , oltre quelle di Provenza e Guascogna .
ma non ebbe seguito ; tantochè quella città Cencinquanta galee , navi di trasporto assai
dopo lungo assedio s'arrese 2. Entratovi il più, e nell' esercito noveraronsi diciassette-
re, aduna quante forze ei può ; passa l'Ebro ; mila uomini d'arme , diciottomila balestrieri
cavalca a sua volta terra di nimici ; e tor- armati da capo a pie', sopra centomila fanti ,
nane con molto bottino . Indi accomiatatosi con e più numero di guastatori , saccomanni , e
mal piglio dai collegati in Saragozza , soprac- bagaglioni , e ottantamila vetture ; nel che
corre a Barcellona, poco men che repubblica , accordansi a un di presso gl' istorici tutti dei
ove pericolosi movimenti macchinava contro tempi , e il grave D'Esclot aggiugne non po-
i nobili un Berengario Oller , popolano : e i tersi credere da chi non l'avesse visto con
seguaci di costui sperde Piero con la riputa- gli occhi . Tardamente questa gravosa molti-
zione del venir suo ; dissimula con Beren- tudine si adunò alfine a Tolosa , nelle feste di
gario, il cattura egli stesso, e lo fa con al- pasqua dell' ottantacinque. Ivi la mostra si
tri sette impiccare per la gola il dì di pasqua fe' ; si spiegò l'orifiamma e la seguiano con

Surita, Ann. d' Aragona, lib. 4 , cap. 39 , 40, Bart. de Neocastro, cap. 91.
41 , 45, 54, 58, 63. Niccolò Speciale, lib. 2 cap. 1.
2 D'Esclot, cap. 117 e 118. Surita, Ann. d'Aragona , lib . 4, cap. 56.
Surita, Ann. d' Aragona, lib . 4 , cap. 44 e 46. 5 D'Esclot, cap. 181 e 187.
3 D'Esclot, cap. 130, 132, 133. Montaner, cap. 119.
Bart. de Neocastro, cap. 91 . Bart. de Neocastro , cap. 91.
Surita, Ann. d'Aragona , lib. 4, cap. 53 a 55 . Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 1.
Montaner, cap. 111 , riferisce solamente la scor- Gio. Villani, lib. 7 , cap. 102.
reria degli aragonesi in Navarra. In tutti gli altri Geste de' conti di Barcellona , loc. cit. Il croni-
fatti che gli parean disonorevoli al re, o tace 0 sta dice 20000 i cavalli, e infiniti i fanti.
mentisce. Surita , Ann. d'Aragona, lib. 4 , cap. 54.
4 D' Esclot, cap. 134, 133 , 136. Veggasi anche il Nangis , nella Vita di Filippo
Geste de' conti di Barcellona , cap. 28. l'Ardito, in Duchesne , H. F. S. tom . 5, pag . 544 .
CAPITOLO XII. 157
(1285 )
molta baronia lo stesso re Filippo e' figliuoli l'esercito forza fu che s'arrestasse alle chiuse
Filippo il Belo e Carlo, col re di Maiorca , de' Pirenei, sotto il colle di Paniças , donde
e il legato. Primo stigatore di crudeltà fu co- valicar disegnava per non discostarsi gran
stui in tutto l'esercito , quasi ereditando le tratto dall' armata e dal mare . A tal intoppo
passioni di papa Martino ; e innestavale a la immensa moltitudine si disordinò : tutti do-
natura inflessibile ed efferata . Filippo il Bello , leansi ; molti partiansi dall' oste ; i quali a
al contrario , da ammirazion di re Pietro fra- dileggio andavan prima a pie ' del colle con
tel della madre , o invidia di Carlo novello re tre sassi, e scagliandoli « Questo, diccano, per
d'Aragona, veniva di mala voglia, guardando l'anima di mio padre, questo di mia madre,
bieco il legato. Cominciò l'astio a scoppiare questo alla mia : » e preso un pugno di terra
un dì a corte , ove lacerandosi Pietro come spagnuola, riponendoselo in tasca, « Questo ,
autor di scandali e più ladrone che re , il aggiugneano , guadagnerammi la perdonanza. »
giovane aspramente dava sulla voce al legato ; Donde il legato , impaziente e inesperto di
e col padre e col fratello ne bisticciò , co- guerra, tanto peggio sbuffava. Garri una volta
stui nel calor della disputa chiamando re del di poco animo i capitani francesi ; al che re
cappello, e che sol questo guadagnerebbe dalla Filippo non potè starsi che non rispondesse
concessione del papa. All' entrar di maggio brusco gran parlar militare ei facea ; pren-
irruppe la formidabil oste in Rossiglione ¹ . desse sua schiera e salisse ei primo le chiuse.
Spartita mosse in sei schiere o piuttosto Un'altra ne toccò il legato da re Pietro, quan-
eserciti ; un de' quali col gonfalon della Chie- do ingiuntogli per messaggio superbamente di
sa di Roma comandava lo stesso legato . E sgombrare dalla terra della Chiesa e di Carlo
prima inviperito costui, perchè nell'occupa- re d'Aragona : « Poco , Pietro lor disse , poco
zion di Perpignano e di tutto il contado , la questa terra costa e a chi donolla e a chi
sola Elna resistesse, raccende i soldati a met- l'accettò i miei maggiori la guadagnavano
ter tutti gli abitatori al taglio della spada ; col sangue ; chi la vuole , comprila a tal mer-
chè contro nimici della Chiesa o non era cato. 3 >>
peccato , o ei l'assolvea. Quindi nè ad età , Nè millantavasi il grande che con mara-
nè a sesso , nè a religione perdonaron entro vigliosa costanza, audacia , e intendimento di
la misera villa le genti crociate e violaron guerra tra cotanta rovina si resse , ancorchè
le suore ne' monisteri , e trucidarono i sacer- da tutti abbandonato in pena della sua vio-
doti , e le donne dopo sforzate, e infransero lenza troppa al comando ; chè nè esercito
a' muri i tenerelli bambini 2 , perchè Pier d'A- avea per sè, nè flotta , nè danaro , nè zelo
ragona aiutar non potesse la Sicilia , e re- de' popoli. Com'adunata seppe l'oste di Fran-
stasser soddisfatte le voglie di casa d'Angiò, cia a Tolosa , ma non qual via terrebbe, fi-
di parte guelfa, della romana corte in Italia. dando pur nell' indole de' suoi , che a niun
Ma dopo il facil conquisto del Rossiglione , patto non avrebbero sofferto dominazione stra-

D' Esclot, cap. 136. 3 D'Esclot, cap. 144 e 145.


Montaner, cap. 103, 119 e 121 . L'autor delle Geste de' conti di Barcellona, loc.
2 D'Esclot, cap . 137, 138, 140, 141. cit. narra anche delle pietre scagliate a voto contro
Montaner, cap. 121 . gli spagnuoli per guadagnar l' indulgenza. Ma non
Nangis, Vita di Filippo l'Ardito, loc. cit. p. 545, lo dice fatto a dileggio , nè dai soldati , ma dalle
che narra le istigazioni del legato , e scrive male turbe inermi, anche di donne, che avean seguito l'e-
il nome di questa città , Janua, e il Villani, Ianne, sercito a questo solo fine . Trasporta il fatto al
nel lib. 7 , cap. 102. l'assedio di Girona ,
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
158 CAPITOLO XII. ( 1285 )

niera , chiama all' armi i nobili e le città egli stesso abbandona dietro breve avvisaglia
d'Aragona, che guardino lor confini ; ingiun- Peralada, che i suoi bruciarono , mal si ri-
ge lo stesso in Catalogna alle città e a ' ca- trae se per antivenir nel saccheggio i nimici ,
valieri del Tempio e di san Giovanni ; a o da eroico pensiero del visconte di Roca-
Barcellona con la campana a martello , come berti, signor della terra, ch ' altro modo non
era usanza , leva il popolo all' arme . Indi , vedea d'arrestare per poco il francese. In-
agli avvisi dell' occupato Rossiglione , corre dietreggiò dunque Pietro per Castellon e Gi-
a quelle frontiere ; quivi dà ritrovo a ragu- rona ; chiamò frettoloso i rappresentanti delle
narsi le genti ; ed egli , soprastato alquanto città. I quali vedendo presi dallo spavento
a Junquera per esser senza forze , penetran- ch'erasi sparso per Catalogna, si che molti si
do che il nemico presenterebbesi la dimane, rifuggiano in Valenza , li riconforta ; spiega ad
gittasi il dieci maggio a prevenirlo alle chiu- essi il disegno di spossare con guerra guer-
se , o almeno morirvi re : con ventotto ca- riata il nemico ; chiede poca moneta per te-
valli soli e settanta pedoni, monta sul colle ner insieme poche forze. Avutala , munisce
di Paniças , che risguarda da un canto il golfo Girona alla meglio di viveri ; comanda che
di Roses, dall'altro sovrasta a una stretta gola sgombrila in tre di la gente da non portar ar-
di monti, aspra sì , ma la meno in quelle gio- me ; l'afforza di bastioni e spianate , e d'un
gaie. Quivi la notte fe' porre sparsi e molti picciol presidio di cento cavalli e due mila.
fuochi per finger grand' oste ; e guadagnati cinquecento tra almugaveri e balestrieri , sotto
con tale stratagemma uno o due dì, attendov- il comando di Ramondo Folch , visconte di
vi poi le genti di Catalogna che s ' ivan ra- Cardona . E re Filippo con tutto l'esercito ,
gunando ; la gola afforzò di ridotti , e muni- innondata la Catalogna settentrionale che i
zion di botti piene di sabbia , e massi da ro- popoli abbandonavan dassè, pose il campo a
tolare dall'alto . Gli altri passi guardò con le Girona ; e , come se fosse compiuto il con-
poche forze che tor si potea d' allato , più quisto, il legato coronò Carlo re d' Aragona ;
tosto velette che schiere. Così tenne ben tre a' cavalier di lui fu partito in feudi il paese .
settimane a pie' de' Pirenei l'esercito di Fran- Al medesimo tempo tutte le costiere infino a
cia , che una volta fe' prova a sforzar le chiu- poche miglia sopra Barcellona furono ingom-
se, e funne respinto ' . bre dallo smisurato navilio di Francia 3 , se-
Ma, come avviene , non mancò ( e fu questa gnalatosi solo per enormezze e perfidia al
volta de' monaci d'una badia tra que' monti ) capo di san Filippo ; ove l'ammiraglio ri-
chi mostrava al nemico un altro varco per chiamò i miseri abitanti fuggiti al venir suo ,
burroni asprissimi, e però men guardati ; pei e li fece arder vivi ne' lor casolari 4 .
quali alfine traghettava di mezzo giugno l'oste Pietro in questo tempo affortificò Barcel-
francese. Allor Pietro , lasciata l' inutil postura lona con molta cura ; armovvi undici galee ;
di Paniças, muta secondo necessità i modi e e dava principio a colorire i suoi disegni , ri-
gli ordini della guerra ; licenzia le genti ; vieta chiedendo il militare servigio del reame d'A-
consumar le forze a difesa di picciole terre ; ragona. Ma dinegatogli per le stesse cagioni

D' Esclot , cap. 139 , 140 , 142 , 143, il quale Montaner, cap. 122.
porta il capitolo delle consuetudini di Barcellona 3 D'Esclot, cap. 147 , a 153 .
che prescrivea la leva in massa in caso d'invasione. Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
Montaner, cap. 119 e 120. Bart. de Neocastro , cap. 92.
Surita, Ann. d'Aragona, lib . 4, cap . 58 a 60. Montaner, cap. 123 a 127.
Nangis , loc. cit. pag. 545. 4 Montaner, cap. 127.
2 D'Esclot , cap. 146. Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
(1285) CAPITOLO XII. 159

dette dianzi, ei fa sembiante di non curar nè ei facea molto assegnamento , per le fresche
ciò , nè i francesi , nè la corona o la vita ; vittorie di Malta e di Napoli , e le genti auda-
dà a sollazzarsi spensierato in desinari e cac- cissime, pratiche , leste , la straordinaria virtù
ce , sdegnando venirne a più umil patto coi dell' ammiraglio. Sapea inoltre il re spezzata
sudditi , e aspettando che l'insulto nimico fa- la flotta francese in varie squadre, a guardia
cesse ciò che il comando suo non potea . E di porti o convoglio delle navi , che di Pro-
per vero i cavalier catalani, maneggevoli d' al- venza recavan vittuaglie all' esercito : talchè
tronde, e or più per sentire il fuoco in casa , le galee di Sicilia potrebber ferire alla sprov-
tra non guari vennero disperati a pregarlo veduta qualche gran colpo ; e , intercetti i sus-
un dì a Barcellona che li conducesse pur con- sidi del mare , l'esercito affamerebbe nella
tro il nimico ; ai quali Pietro fermo rispon- Catalogna diserta e infestata per ogni luogo
dea stare in questa guerra ei solo da una dalle masnade paesane. Perciò Pietro con let-
parte , tutto il mondo dall' altra ; e con tutto tere e messaggi incalzava l'infante Giacomo,
ciò potrebbe da' presenti danni lampeggiar incalzava l'ammiraglio , perchè venisse incon-
fuori più viva gloria , se gli uomini non pol- tanente la flotta ; e ad una volta mandò tre
trissero . Non era, no , aggiugnea , vergogna di spacci per una galea e due legni sottili , di-
Pier d'Aragona tal nemico guasto di tutta la visi , affinchè se l'uno mal capitasse , non
Catalogna. Ei, sol che avesse un destriero e mancasse pur l'altro ; sendo in tutte le im-
una spada , saprebbe viver lieto quanto niun prese di Piero , e massime in quest'ultima
cavaliere ; e nulla era il regno a lui , ma molto guerra, maravigliosa la cura ch ' ei ponea nel-
a' catalani lo giogo straniero però non co- l'ordinare e grandi e picciole cose dassè . Co-
mandava, non isforzava ; se voleano s' armas- mandava ancora al figliuolo d' inviargli il pri-
ser pure , ed ei mostrerebbe come farsi la gione principe di Salerno , come pegno di sal-
guerra. Ubbidito, ordinolli in due grosse poste vezza nelle sue estreme fortune . Ma Giaco-
a Besalu e ad Hostalric, a fianco del nemico . mo , ormai tenendosi in Sicilia come re , e
Talchè punti dagli atroci oltraggi del francese , non amando privar sè stesso della flotta nè
adescati dal bottino , i catalani diersi a infe- del principe per accomodarne il padre in Ara-
star tutto il paese intorno intorno all' eser- gona, indugiava ; nè fu senza comandi più gra-
cito. La lega d'Aragona pur si mosse a man- vi del re, o forse voler dello stesso ammiraglio,
dar qualche picciolo aiuto . E Pietro a poco che al fine la flotta partì . Eran da quaranta
a poco levandosi , e pensando anco al mare , galee, siciliane la più parte, che osteggiando
inanimito dagli audacissimi fatti de ' suoi cor- sull' Adriatico , avean preso Taranto e altre
sari, lasciò salpar di Barcellona l'armatetta città, e speravano acquisti maggiori, quando
regia, capitanata da Ramondo Marquet e Be- fu forza voltare per Catalogna. Di questo viag-
rengario Mallol ' . gio narra Speciale , che la vigilia dell' Assun-
Ma ne' vasti comprendimenti di Pietro le zione della Vergine , navigando presso la Go-
fazioni navali , non che restarsi a tal corseg- letta di Tunisi , festeggiavano i nostri con lu-
giare , eran parte principalissima di questa minarie , com' era costume in Sicilia , ed è
guerra ; perchè sul mare avrebbe meglio bi- anc' oggi . In quel brio avvennesi nel navilio
lanciato le forze l'armata siciliana , sulla quale un altro messaggio del re ; e , facendo da ciò

I D'Esclot, cap. 157. Gio. Iperio, Cronaca del Mon. di S. Bertino, in


Montaner, cap. 128 e 129. Martene e Durand, Thes. Anecd . tom. 3 , pag. 766.
Bart. de Neocastro , cap, 92. Surita, Ann. d' Aragona , lib. 4 , cap. 61 a 63.
Nangis, loc . cit. pag . 546 .
460 CAPITOLO XII.
( 1285 )
buon augurio, confortate dall' ammiraglio, più infaticabili, pratichi , arrisicatissimi, e crudeli .
alacri volaron le ciurme a quelle estranie Il mare stesso non era più sicuro ai nemi-
guerre '. ci, poichè le undici galee di Barcellona , di-
Tutta la state tenne fermo in Girona il vis- speratamente investite venticinque delle fran-
conte . Re Filippo moveagli assalto ogni dì , cesi, rotto aveanle e preso ; e indi i privati
percotea le mura coi gatti , la città coi tiri corsali, inanimiti, a maggior furia escivano 5.
delle briccole , dava scalate , fea scavar le cor- Allor Pietro manda intorno la grida della
tine ; ma il presidio punto non se ne mosse , misera condizione dell'oste, e ch'uno sforzo
opponendo ingegni agl' ingegni, armi alle armi ; la metterebbe al nulla : fa bandir da Alfonso
e in sortite bruciò le macchine , e i balestrier la levata in arme in Aragona ; ei stesso chia-
saraceni con mirabili colpi imberciavano , non mavi i catalani ; da tutti con maggiore ala-
pure gli scoperti, ma i riparati dietro macchine crità ubbidito, come portava la rivoltata for-
o case, e gli infermi per li spiragli delle fine- tuna. Cavalca indi al santuario di santa Maria
stre, e chi che fosse a gittata d'arco con due di Monserrato, famosissimo per tutta Spagna ;
dita di luce da ficcarvi un quadrello * . E l'oste passavi una intera notte a pregare all'altar
francese era già scompigliata e consunta. Ar- della Vergine ; e la dimane uscendo la prima
sevi, da disagi o aer malsano, una cruda mo- volta in campo , come se avvalorato dal Cielo,
ria , infierita per la corruzion delle carogne conduce cinquecento cavalli e cinquemila fanti
de' cavalli, che a migliaia morivano da pun- dritto a Girona ; e con quel pugno di gente ,
ture di tafaui velenosi, ingombranti a nugoli in faccia al nimico volteggiò , senz'altro scher-
la campagna , usciti la prima volta , così il mo che le acque del Tar. Poggia indi al vicin
volgo favoleggio e qualche istorico con esso , monte di Tudela ; e , abbandonatolo per non
dal sepolcro del beato Narciso , profanato dalla parergli opportuno , movea alla volta di Be-
nimica rabbia 3. Appigliossi la pestilenza al salu, quando con poche forze trovossi in una
pavilio si fieramente , ch'entro poche settimane terribile zuffa 6 .
le ciurme s'ammezzarono , e poi scesero al Solo con dodici cavalli , uscito di schiera
terzo, e più basso 4. I catalani intanto dalle e di via, la notte innanzi il quindici agosto,
poste di Besalu ed Hostalric scorrazzavano per andava a dar dritto in una torma di cinque-
tutto il paese ; rapiano i traini delle vittua- cento cavalli francesi ; se non che una parte
glie , in quella carestia portate per mare a de' suoi uomini d'arme e poche centinaia d'al-
Roses , indi su vetture a Girona ; sorprendeano mugaveri , che lui smarrito cercavano, s'ac-
le picciole schiere francesi ; tagliavano a pezzi corsero de' nimici. Senz' arnese il re caval-
gli sbandati ; s ' arricchivano delle spoglie ; cava. Ma come di qua , di là correr vede e
vendeano i prigioni ; saziavansi del sangue : venirsi alle mani , sprona nel mezzo , e gran-

Bart . de Neocastro, cap. 92 . Nangis, loc. cit. pag. 546.


Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 2. Gio. Iperio, loc. cit. pag. 766.
Montaner, cap. 112, 129, 133. 4 Bart. de Neocastro , cap. 92.
Veggasi anche D' Esclot, cap . 158 e 163. 5 D'Esclot, cap. 157 , 158.
2 D' Esclot, cap. 160 a 164 . Montaner, cap . 128 a 133.
5 Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 1 . Geste de' conti di Barcellona, loc. cit.
Bart. de Neocastro, cap. 92 c 97. Nangis, loc. cit. pag. 546 .
D' Esclot, cap. 160. Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 63, 64.
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit. 6 D'Esclot, cap. 159 .
Montaner, cap. 128 . Bart. de Neocastro, cap. 92 .
Gio. Villani, lib. 7 , cap. 102. Surita, Ann . d'Aragona, lib. 4 , cap . 63.
(1285) CAPITOLO XII . 161

dissime prove fe' della sua persona. Leggiamo d'Aragona e Sicilia , luccicanti di scudi e ba-
che accerchiato da molti cavalieri , recisegli lestre, parate di bandiere, pennoncelli , tende
le redini del cavallo , duramente si sviluppo , di seta vermiglia su i castelli di poppa , che
molti uccidendone con la mazza ; e che un non s'era più vista , continua il D' Esclot, ar-
lanciotto vibratogli da presso, nell'arcion della mata in migliore arredo. Un lietissimo grido
sella gli si piantò , che D'Esclot vide con miser le ciurme siciliane al vedere il re , che
gli occhi suoi l'arcione e la spezzata punta . montò su le galee, sopravvide ogni cosa, e si
Aspro l'affronto delle altre genti anco si tra- strinse a consiglio con Ruggier Loria . Il quale
vagliava almugaveri leggieri contro gli uo- posato tre dl, sciolse pel golfo di Roses 2 : e
mini d'arme, cavalli contro cavalli ; dove sopra mandonne avviso all'armatetta catalana , che
tutti i bravi lodati di parte catalana veggiamo era uscita assai prima a ritrovar briga in quei
quel siciliano Palmier Abate , giovane che non mari , e le dava caccia la flotta francese .
avea visto unquemai battaglia , rapito fuor Menomata dalla mortalità delle genti , e
della diletta sua patria per astuzia del re , e ignara del tutto della sorvenuta armata di Si-
segnalatosi or tanto in sua difesa , che il ca- cilia, la francese avvennesi in lei alli scogli
talano Montaner lasciandosi portare all' estro delle Formiche , sotto il capo di san Sebastia-
della cavalleria , gli altri prodi a' Lancilotti no ; e Loria fu il primo a riconoscer lei , nè altro
e a ' Tristani , e lui agguaglia ad Orlando . aspettò , ma spiccata una punta delle sue ga-
Straziatisi con tal disperato coraggio francesi lee a tramettersi in mezzo la terra e 'l ni-
e spagnuoli, stracchi alfine lasciarono il cam- mico , ei di fuori col grosso del navilio l'in-
po ; ed entrambi poi vantaron vittoria . Errore veste ; ordinate molte fiaccole per ogni galea ,
è d'alcuni istorici, che ivi fosse ferito re Pie- perchè non si desser d'urto tra loro, e spa-
tro . Venne anzi battendo a Besalu , e alle ventassero il nimico con la paruta del nu-
altre poste ; continuò a dar gangheri , porre mero. Ed ecco entrati a gitto di balestra, d'un
agguati, saltar qua e là intorno all' estenuato subito accendon le fiaccole i nostri, levano il
esercito di Francia e pensava anco qualche grido « Sicilia , Aragona , Maria delle Scale
stratagemma per vittovagliare Girona ; quando di Messina , » e l'ammiraglio con la prora
il ventiquattro agosto, lasciato ogni altro pen- urta di costa si fieramente una galea proven-
siero, a spron battuto volò a Barcellona per zale , che ribaltandola , da cinque o sei uomini
lietissimo annunzio ' . in fuori , tutta la gente sbalzò in mare. Poco
E fu questo l'arrivo della siciliana flotta ; ressero gli sprovveduti a tal furia d'assalto .
onde sfavillò Pietro in volto , vedere nel porto Dodici galee scamparono, contraffacendo i se-
di Barcellona trenta galee , serrate l'una al- gnali de' fuochi e il motto Aragona e Sicilia ;
l'altra , dipinte intorno intorno con le armi delle altre , qual fu presa, qual diè in secco ;

D' Esclot, cap. 159 e 165. meo di Lucca, Hist. Eccl. lib. 24, cap. 15 e 16, in
Montaner, cap. 134. Muratori, R. I. S. tom. 11 , e l'Anonymi Chr. Sie ,
Bart. de Neocastro, cap. 92. narrando brevemente la guerra d'Aragona ne' luo-
Geste de' conti di Barcellona, loc. cit . Quivi si ghi citati. Secondo essi , Pietro ebbe una ferita e
legge che Pietro esci col peggio da questo com- poi ne morì. Di questa ferita non parlano i con-
battimento . temporanei cațalani e siciliani, che potean meglio
Surita, Ann . d'Aragona , lib. 4, cap. 65. sapere i particolari, e non aveano ragione a occul-
Di questa scaramuccia fan motto ancora Gio. tar con manifesta menzogna , che un re guerriero
Villani , lib . 7, cap. 103 , Nangis, loc. cit . pag. 547, morisse di ferita tre mesi appresso la battaglia .
Gio. Iperio, loc . cit. pag. 766, Ricobaldo Ferrare- 2 D' Esclot, cap. 163 .
se, Francesco Pipino, la Cronaca di Parma, Tolo- 21
162 CAPITOLO XII.
(1285)
restando compiuta la vittoria a' nostri. In a scernere i cattivi , Ruggier Loria ne tolse
questi fatti a un di presso accordansi tutti cinquanta cavalieri di paraggio , che potean
gli istorici del tempo , con qualche divario pagare grosso riscatto, gli altri mandò in Bar-
nel numero delle navi e negli ordini della bat- cellona a Pietro e questi fa legare a una go-
taglia. Ma le espresse parole degli uni , lo mona trecento feriti , accomandar il capo della
stesso silenzio degli altri , e i fatti seguenti fune a una galea ; e la galea vogò allora , e
dap fuori ogni dubbio che l'armata siciliana consumò l'orrendo supplizio , a veggente di
distruggesse quella notte il nerbo delle forze chi veder volesse , scrive freddo il D'Esclot ,
marittime di Francia. Meglio che cinquemila Dugentosessanta non feriti fur tutti accecati,
tra provenzali e francesi caddero in questo d'uno all'infuori al quale re Pietro fe' cavare
abbattimento delli scogli delle Formiche , e un sol occhio perchè guidasse la brigata a
furono pur più felici de' prigioni, per la spie- Filippo, infermo dell' epidemia , straziato dallo
tata rabbia che portavano i tempi , e l'acca- sterminio che la morte in tante orrende guise
nimento tra spagnuoli e francesi . Prendendo fea del suo popolo .

Bart. de Neocastro, cap. 93, 94, 93. cosa cioè , che Ruggier Loria presso Roses distrusse
Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 3, e lib. 4, cap. 13. tutta la flotta nemica, e prese l'ammiraglio G. de
Lodeva.
D' Esclot, cap. 166.
Montaner , cap. 131 e 135. Gli altri o forniscono men particolari, o son da
Gio. Villani, lib. 7, cap. 104. attendersi meno. Ma tra' cinque sopraddetti, e mas-
Anonymi, Chr. Sic. cap. 43. sime tra Montaner e d' Esclot , è grandissima la
Tolomeo da Lucca, Hist. Eccl. lib. 24, cap. 17, disparità quanto al numero delle navi francesi . Io
in Muratori, R. I. S. tom. 11 . terrei pel D'Esclot, che suol essere più veridico
Geste de conti di Barcellona, loc. cit. del Montaner e più informato ; ma mi fa molta
Surita, Annali d' Aragona, lib. 4, cap. 68, che cita specie : 1º ch' ei non dice il luogo della battaglia ,
un diploma di re Pietro, relativo al numero de' ne- indicato dagli altri con esattezza , ancorchè i più
mici morti in questa battaglia. minuti la portino alli scogli delle Formiche , e gli
Di questi scrittori, il Neocastro porta a 36 il nu- altri al capo di san Filippo, che son luoghi presso
mero delle galee siciliane , più le 12 catalane di il capo di san Sebastiano : 2º ch ' ei confessa , al
Marquet, che secondo lui si trovarono nella batta- par che tutti gli altri senza eccezione , distrutta in
glia. L'armata francese era di 40 galec, oltre 15 questa battaglia la flotta francese , da lui portata
lasciatene a Roses. Riferisce la particolarità delle di sopra a 150 galee ; onde ancorchè si voglia sup-
18 galee mandate da Loria a porsi tra la terra e l'ar- porre disarmata la più parte, e me nomate le ciurme ,
mata francese, e delle 30 rimagnenti, con le quali non è probabile che perdute 13 galee delle 23 , Fi-
ci di fuori assalì con le fiaccole accese . lippo l'Ardito non avesse potuto con le 12 fug-
Lo Speciale dice 40 le galee di Loria , 10 le ca- gite ristorare una flotta uguale almeno a quella
talane, non assegna il numero delle francesi, ma di Loria : 3º che il numero de' morti, e de' prigioni
lo confessa un po' minore. ch' ci porta a 5560 e si dee riferire nella più parte
D' Esclot porta a 30 le galee siciliane recate da alle galee prese, fa sempre supporre la flotta fran-
Loria, 4 che vennero a raggiugnerlo di Sicilia , e cese assai più numerosa di 25 galec. Computando
10 catalane ; e oltre a queste, 48, tra saettie e altri a un di presso per 210 l'equipaggio d'ogni galea
legni sottili. Le galee provenzali secondo lui fu- munita al doppio del solito , com' ei dice in que-
rono 23, ma sì ben armate d'uomini, da valer 40 sto incontro , e avea già riferito della battaglia dị
galee ordinarie. Malta del 1284 , si avrebbero da 26 le galee pre-
Montaner dice, 80 le galce tra francesi e italia- se o affondate alle Formiche, come furon 12 senza
ne, 66 quelle di Sicilia , e che l'armatetta catalana dubbio quelle guadagnate a Malta , le cui genti
montavano a un di presso a 2600 uomini secondo
non si trovò nella battaglia.
L'autor delle Geste de' conti di Barcellona ta- il numero de' prigionieri e de' morti che assegna
cendo i particolari afferma pur l'importanza della D' Esclot , anche aggiugnendovi tanti altri feriti
CAPITOLO XII. 163
(1285)
Ruggier Loria entro pochi giorni spazzò il e trecento e duemila ; con cento delle mie fi-
rimagnente della flotta nemica , mandate le dereimi tener tutti i mari , nè legno solche-
galee catalane a raccorre quante reliquie se rebbeli senza salvocondotto di re Pietro , nè
ne ritrovavano a Palamos e a san Filippo , ed pesce v' alzerebbe la testa senza lo scudo delle
ei difilandosi al golfo di Roses, bruciò e prese armi regie d'Aragona 3. »
venticinque più navi ; e ponendo a terra , stor- In questo mentre Ramondo Folch , ch ' avea
meggiò il castello per impadronirsi delle molte fatto tai prodigi alla difesa di Girona , e a
vittuaglie serbatevi '. Raro esempio in quel- gran pezza non s'era curato della fame, non
l'età di sostenersi da fanti ignudi lo scontro che delle minacce e promesse del nimico , ve-
di grave cavalleria, intervenne allo sbarco di nuto a stremo di penuria, cominciò ad ascoltar
Roses. Perchè movendo da vicina terra con- parole d'accordo, di voler anco di re Pietro ,
tro le ciurme di Loria il conte di san Paolo il quale nè potea far levare l'assedio per bat-
con un grosso di cavalli , si circondano i no- taglia, nè vedea cagione di gettarsi a tal ri-
stri di fossi mascherati , e intorno intorno di schio 4. In questa pratica narra uno scrittor
gomone tese su' piuoli , e con l'arme da gitto de' tempi, francese e frate, ch' ito al campo
li aspettano. Piombarono a briglia sciolta i degli assedianti l' arcivescovo di Saragozza, il
francesi ; e parte ne' fossi precipitarono , parte legato troncavagli ogni parola , fremendo :
respinti da ' ripari si scompigliaro : saltar fuori « Non misericordia , non patti, » quando Fi-
i nostri e finirono lo sbaraglio . Il conte , ab- lippo il Bello , bruscamente il domandò , che
battutoglisi il cavallo , fu ucciso e troncagli farebbe de' bambini e delle donzelle prendendo
una mano , che i nimici poi ricomperavano Girona d'assalto ? « Muoian tutti , » il cardi-
per settemila marchi d'argento . Rimbarcatosi nale riprese ; e il giovin principe a lui : «< Niu-
l'ammiraglio , fe' altre ricche prede su i mari , no muoia che non può difendersi colla spa-
tagliò tutti sussidi di vittuaglie allo esercito * . da. » Indi all'arcivescovo segretamente palesò
E allor fu che andato a lui il conte di Foix, travagliar peggio gli assedianti che gli asse-
chiedendo tregua a nome di re Filippo , ne- diati , perciò tenesse fermo nel chiedere i
golla Ruggiero superbamente. Disse che, pur patti e chi sa quanto operarono sul giovanil
accordata dal re d'Aragona , a provenzali e animo queste prime ire contro la romana corte
francesi ei non osserverebbe tregua giammai ; per disporlo all ' offesa di Anagni ? Il visconte
e ripigliando il conte , non salisse in tanta pattui venti giorni per arrendersi , se non gli
superbia perchè Francia potrebbe metter in giugnesse soccorso ; e non avendone , il dì sette
mare trecento galec : « Vengano , ei riprese , settembre uscì con armi e bagaglie e tutti

quanti morti, e non contando que' delle 8 galee mo o ne' primi di settembre, da ' riscontri di D'E-
fuggite con Bonvin alla detta battaglia di Malta : sclot, Speciale, e della ritirata de' francesi , che fu
4º che finalmente i vanti di Ruggier Loria rife- conseguenza di questa battaglia ed avvenne certa-
riti dallo stesso D' Esclot e gli effetti della batta- mente in fin di settembre.
glia, mal s'accorderebbero con la facile vittoria di Montaner, cap. 136.
44 galee e tanti altri legni contro 23 galee. Per- Niccolò Speciale , lib. 2 , cap . 4 .
ciò io penso che il testo del D'Esclot sia stato Bart . de Neocastro, cap. 93.
corrotto da qualche copista , e che si debba cre- La sconfitta de' cavalli francesi a Roses è rife-
der poco disuguale la forza delle due armate, forse rita anco dal Montaner, cap. 136 .
di 40 galee nella nemica, e di poche più nella si- 3 D'Esclot, cap. 166.
ciliana ; stando al Neocastro il quale si mostra assai 4 D' Esclot, cap. 163 .
bene informato, e poteva esserlo . Ei sbaglia solamente Nangis , loc. cit. pag 516.
il giorno della battaglia , che dice avvenuta il 1° ot- 5 Gio . Iperio , loc. cit. pag. 766.
tobre 1283. Credo senza dubbio che seguì nel pri-
164 CAPITOLO XII.
(1285)
onori di guerra , e ammirazione grandissima Adunato un giusto esercito , marciando di
de' nemici ' . costa alle reliquie del nimico , giunse al passo
Ma nè gioia nè comodo ne tornò a' fran- di Paniças ; e nol contese , dicon gli storici
cesi in tal tempo , perchè , perduto il mare, di sua parte, per pietà del re infermo a morte
la fame finiva già l'esercito , straziato dalla e preghiere di Filippo il Bello, ma forse per-
pestilenza e dalla spada nemica ; e l'ansietà chè metter non volle a disperazione il ne-
crescea per trovarsi in pericolo lo stesso re mico , tuttavia più poderoso di lui . Ed ecco
Filippo, che preso dalla moria nel campo di il trenta settembre 2 quattromila cavalieri ,
Girona , per mutar sito non rinfrancossi , e che sol tanti ne rimaneano montati , e inuti !i
sopraggiunto il disastro della flotta, il sangue turbe di fanti e confusione di salmerie , la-
gli si rinvelenì per tutte le vene. Tra questi sciandosi a tergo per falta di vetture tanti
travagli comandava Filippo la ritirata , lascian- doppi più d'arnesi e robe e argenterie , ane-
do presidio a Girona. Intanto di Catalogna , lanti e mesti ripassavan le chiuse ; stretti a
d'Aragona , di tutto il reame traeano a gara schiera i cavalieri intorno l'orifiamma e la
armati alle bandiere di Pietro ; il quale rin- barella del moribondo re , co' figliuoli , il le-
fiammò tal zelo con far dassè ciò che per gato, e' principali dell' oste . Ardeano gli al-
altezza d'animo ostinatamente avea negato mugaveri di dar dentro , e li trattenne il re
nelle più dure strette , ed ora nel montar della finchè fur valicati gli uomini d'arme ; poi su
fortuna gli era tanto maggior lode. Assem- fanti e bagaglie sbrigliaronsi . Di là dai monti
brati i baroni in concione pubblica , egli ac- in Rossiglione il medesimo scempio nel san-
cetta questi orribili danni sofferti esser fat- gue e nella roba de' fuggitivi fea Loria , sbar-
tura sua , e della maligna sorte che gli fe' cato con le feroci genti dell'armata ; talchè
chiuder gli orecchi a' leali consigli de' ba- per gran tratto di paese non fu che cadaveri
roni Iddio aver punito il superbo , e trattener e moribondi di ferite , di morbi , di fame , e ·
ora il flagello levato sul suo capo : ond' ei ri- assalti , e ladronecci ; salvandosi a pena il
pentito , vedendo la man del Signore , chie- forte nodo de' cavalli . Il sei ottobre mori re
dea perdono a' suoi sudditi ; consigliava loro Filippo a Perpignano : non riportarono in Fran-
di temperarsi nella vendetta sopra i nemici cia i rimagnenti che lutto , pestilenza , ferite
sbaragliati e fuggenti , a' quali gli spagnuoli e peso gravissimo di debito pubblico 3.
avesser misericordia poichè Dio l'avea avuto Ma Pietro , non tardo a usar la vittoria ,
di loro ; così ei pensava , dicessero lor sen- strignea d'assedio Girona ; e voltavasi anco
tenza i baroni. Col medesimo accorgimento all'isola di Maiorca, dicea , non per vendetta
accarezzo sopra tutti gli aragonesi ; e fe ' pian- contro il fratello, ma per aver meglio di che
gere, dice D'Esclot, di tenerezza quegli animi fermar la pace con Francia e Roma. Con pra-
sì indocili, a tal umile e benigno parlare. tiche tra gli abitatori dell'isola si spianò la

I D'Esclot, cap. 167. Tolomeo da Lucca, Hist. Eccl. lib. 24, cap. 15
Gesté de' conti di Barcellona , loc . cit. e 17 , in Muratori , R. I. S. tom . 11 .
2 Fu questo dì nel 1285 la prima domenica ap- Nangis, loc. cit. pag. 548 .
presso san Michele , nella quale incominciò secondo Cronaca di Parma, in Muratori, R. I. S. tom. 9,
il D'Esclot il passaggio dell' oste francese. pag . 807 .
3 D' Esclot, cap. 166 e 167. Ricobaldo Ferrarese, ibid. pag. 142 .
Montaner, cap. 137, 138 e 139. Francesco Pipino , ibid. pag. 693. .
Bart. de Neocastro , cap. 97. Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 69.
Niccolò Speciale, lib . 2, cap . 5. Geste de' conti di Barcellona , loc . cit.
Gio. Villani, lib. 7, cap. 103 .
(1285 ) CAPITOLO XII. 165

via ; cinquecento cavalli apprestò con l'armata tosto fu che Giacomo col re fortuneggiante
di Loria, sotto il comando di Alfonso. Erano avea disputato, al vincitore ubbidia 5. Perciò
in punto a salpare , quando il re partendo da dopo alcune pratiche, che son da supporsi e
Barcellona per Saragozza il ventisei ottobre, fors' ancora con l'intesa di Roma ( ritraendosi
colpito dal freddo del mattino , e preso di vio- data licenza dalla romana corte d'aprile mil-
lenta febbre a san Clemente , dopo sostar breve ledugentottantacinque a due frati inglesi Ugo-
ostinavasi a rimontare a cavallo ; ma vinto ne di sant' Edmondo e Gualtiero di Seggefelt
dal morbo, recaronlo in lettiga a Villafranca di venire in Sicilia per lo re Eduardo a vi-
di Panadès 1. Quivi temendosi già di lui, venne sitare e consolare il prigione " ), affrettavasi
ansioso Alfonso ; e il re che non pensava alla Giacomo a far per sè pria che il prigione gli
propria vita, ma all'impresa di Maiorca, sgri- escisse di mano . Va a trovarlo egli stesso a
davalo : « A che lasciare l'armata ? Or se' tu Cefalù ; ottien promessa da lui per impazienza
medico da stare attorno al mio letto ! Di me del carcere o saputa degli eventi d'Aragona ,
sia ciò che Dio vorrà. Ma tanto più preme che cederebbegli ogni ragione su l'isola, da-
occupar di presente Maiorca. >> rebbegli sposa Bianca sua figliuola , e con altri
Andò dunque l'infante , e se n' insignori tra parentadi strignerebbersi le due case d'Ara-
pratiche e forza d'arme, con picciol contra- gona e d'Angiò. I quali patti , quanto men va-
sto 3. Risplendeva in quello incontro il valore leano per la prigionia di Carlo e 'l dubbio di-
de' nostri ; perchè fortificatisi in una rilevata ritto di Giacomo a fermarli , tanto più Gia-
chiesa fuor la città i più fedeli al re di Ma- como volle rafforzar di giuramenti sul van-
iorca, con francesi e provenzali, avean ribut- gelo e doppio scritto , l' un per sè stesso , l' al-
tato i replicati assalti della gente catalana tro per ispacciarlo al padre. Allor trascelti i
dell'isola ma quando Alfonso , per pensiero fidatissimi cavalieri Ramondo Alamanno , Si-
dell'ammiraglio , sottentrar fe' nel combatti- mone de Lauro , e Guglielmo de' Ponti , si fa
mento i siciliani dell'armata , « Viva Sicilia » dar sacramento che la persona di Carlo ras-
levan essi il grido , danno nelle trombe, e mon- segneranno a re Pietro ; e avvenendosi nel
tando su per iscale e remi , d'un solo stormo viaggio in forze nimiche, a lor potere difen-
impetuoso fur dentro , e finirono la guerra 4 . deransi, ma, sopraffatti, troncheranno il capo
Nel medesimo tempo navigava que' mari al prigione , e gitteranlo in mare , perchè nè
Carlo secondo d'Angiò , mandato di Sicilia anco il cadavere riavesse il nimico. Di Ce-
dall' infante , dice il Neocastro , pe' comandi falù a Palermo, quindi coi tre cavalieri Carlo
risoluti di Piero, e' consigli di Procida , che s'imbarcò per Barcellona ; e giunsevi nelle
ammonialo a posporre a' doveri verso il padre ore estreme di Piero 7.
ogni utilità sua propria e dell'isola ; ma piut- Il quale , poichè Alfonso da lui si partì , sen-

1 D'Esclot, cap. 168. replica questi patti in bocca dello stesso Carlo
Montaner, cap. 140, 141 , 142. quando liberato vedea per la prima volta il papa.
Bart. de Neocastro cap. 97, 100 . Montaner a cap. 113 narra con manifesto ana-
Surita, Ann. d'Aragona , lib. 4, cap. 71 . cronismo questo passaggio di Carlo lo zoppo in Ca-
2 Montaner, cap. 143. talogna.
3 Montaner, cap. 144. Il Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4 , cap. 72, af-
Bart. de Neocastro, cap. 97. ferma che ci fossero strumenti pubblici de' prelimi-
4 Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 6. nari di Cefalù.
5 Bart. de Neocastro, cap. 99. Veggasi anche Rymer, Atti pubblici d'Inghilter-
6 Diploma in Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra , ra , vol. 2 , bolla di Niccolò iv , data a 15 mar-
vol. 2 , pag. 296. zo 1288.
7 Bart. de Neocastro , cap. 99 , ed a cap. 112
166 CAPITOLO XII.
(1285)
tendo la mortal forza del morbo , lasciar volle mancati Carlo, Filippo l'Ardito, papa Marti-
solenne discolpa della guerra contro il papa , no ; il novello re di Napoli nelle sue forze ;
si come Carlo d'Angiò fatto avea in punto scompigliato quel reame ; la Sicilia sicura e
di morte per la guerra suscitata dal papa. obbediente ; la sua flotta signoreggiante il me-
Chiamati dunque l'arcivescovo di Tarragona , diterranco ; per sè la riputazion della vittoria ,
co' vescovi di Valenza ed Huesca e altri pre- da por freno in ogni luogo agli stessi suoi
lati e baroni , attestò non ad offesa della santa sudditi . Grande fu e ben fatto della persona ,
sede , ma secondo sue ragioni aver preso il robusto di braccio , d'animo audacissimo , per-
reamo di Sicilia ; le scomuniche acerbe di severante , ingeg no da abbracciare gran disegni
Martino non aver meritato , ma sì come cri- e non saltar le minuzie, scaltrito , chiuso , in-
stiano osservatole ; ed or presso al divin giu- faticabile ; tutte le parti ebbe di capitano egre-
dizio , chiedeva all' arcivescovo l'assoluzione , gio. Gli furon queste nelle cose di stato or
promettendo che s'ei campasse , e qui ripi- vizi or virtù, secondo la giustizia dell' intento ,
gliava le ambagi , obbedirebbe secondo giu- a che mai non attese. Indi la discordia, non
stizia al pontefice sommo , al quale rappre- da savio , con le corti d' Aragona ; le dubbie
senterebbesi di persona o per legati . Il giurò ; vie contro i baroni di Sicilia ; le frodi e gl' in-
e l'arcivescovo ribenedillo . Consigliato a per- ganni che spesso nel pensier cupo macchinò ;
donare i nimici , fe' liberare i prigioni , non però le vendette efferate ne' suoi nemici , alle quali
que' d'alto affare ; non mutò il testamento proruppe per l'atrocità de' tempi , per la fie-
dettato a Port Fangos nell' ottantadue ; ad alta rezza dell' animo non curante strazio morte
voce si confessò a due frati ; e poi a grande nè in sè nè in altrui , per la crudeltà della
sforzo surse di letto , mal reggentesi e tre- mente assorta negl' intenti politici , fatta cieca
molando , vestissi , s' inginocchiò lagrimando alla conoscenza de' veri beni propri ed al-
e pregando dentro da sè , ed ebbe l'Eucari- trui , miscredente a' dritti degli uomini, ghiac-
stia . Seppe indi arresa Girona ; venuto di Si- ciata contro ogni alito di lor carità. Avven-
cilia Carlo , che gli restava appena un bar- turosa la Sicilia che sel trovò nel pericolo ,
lume di sensi , nè potè profferire risposta ; e sen disfece tosto ; perchè era di tempra da
ma fe' croce delle braccia, levò gli occhi al agognar sempre o fuori o in casa . Gli uomini
cielo , e il dieci novembre spirò ' . poi scordarono i danni di quella molesta for-
Questo fine ebbe di quarantasei anni , ver- tezza , e diergli il meritato soprannome di
de di forze , nel maggior vigore della mente, Grande .
nel colmo della fortuna ; vedendo dissipata Per questa ragione medesima gli scrittori
l'oste di Francia ; confuso il re di Maiorca ; del tempo, anco i nostri, e fin il sommo poeta

D'Esclot, cap. 168. tando un passo che l'avrebbe privato della asso-
Montaner, cap. 145, 146 . luzione della Chiesa , e non lasciando men saldo
Geste de' conti di Barcellona , loc. cit. sul trono di Sicilia Giacomo, fatto riconoscere già
Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 7 . dal parlamento di Messina. In morte d'Alfonso
Bart . de Neocastro , cap. 100 . senza figliuoli, sostituì al trono d'Aragona succes-
Cronaca di Parma , Ricobaldo Ferrarese , Franc. sivamente Giacomo, Federigo, e Pietro.
Pipino ne' luoghi citati. 2 Queste particolarità son cavate da tutti gli sto-
Bofarull, tom. 2, pag . 245 , non porta di Pietro rici del tempo che inutil sarebbe citare . Alcune ne
altro testamento che quello di Port Fangos. dobbiamo al Surita, lib. 4 , cap. 71.
Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 71 , il quale Quel che par si membruto , e che s' accorda
contro il detto del Montaner prova che Pietro non Cantando con colui dal maschio naso,
fe' altro testamento. Così dunque non die' alcuna D'ogni valor portò cinta la corda.
ultima disposizione per lo reame di Sicilia , evi-
(1285 ) CAPITOLO XII . 167

d'Italia , che di tanto fu più grande di quei di parte, e ritenendo sotto il gran manto gli
re combattenti, esaltavano a canto all' arago- antichi ossequi, proruppe ai narrati scandali ,
nese, l'emolo Carlo d' Angiò , lodato per valor onde le due penisole bagnò di sangue, espilò
pari e più chiare vittorie , biasimato al paro tutte le chiese d' Europa , profanò l'armi della
di slealtà, ma senz'arte alla violenza nè alla croce.
frode , onde Piero , che meglio se n' inten- Da costui suscitato e da volgar vanità e
dea, lo raggirò e vinse. Più pesante tiranno cupidigia, Filippo terzo di Francia corse oltre
fu Carlo, invidioso e uggioso ne' costumi pri- i Pirenei a guerra disutile e ingiusta ; lasciovvi
vati, e nello stato avarissimo , connivente ai sessautamila vite d' uomini, e la sua stessa ;
suoi sgherri, inumano , spregiator delle genti smentì il nome d'Ardito 3 con gli smisurati
italiane , calpestator d'ogni dritto , nimico preparamenti e l'esito miserando , e fatto no-
fin dalla prima sua dominazione di Provenza tevol nessuno , se non furon gli ammazzamenti
a tutte franchige , anzi odiatore de' suoi stessi d'Elna e di san Filippo.
sudditi, e punito del maggior martiro che il Sotto questi quattro principi mezz ' Europa
Cielo serbar poteagli , mancando di lenta morte, s'agitò per la siciliana vendetta del vespro .
nella rabbia di veder lieta e forte quella Si- Mantennela con vittoria il più debol tra loro
cilia che straziata lo maledisse , gli rese onte contro le unite forze dei tre potentissimi ;
per onte , sangue per sangue , spezzò il suo tutti mancarono nel medesimo anno ottanta-
scettro, tronco il corso alle sue esterne am- cinque ; e dalle loro ambizioni altre ambi-
bizioni , la sua schiatta per due secoli com- zioni , indi altri mali rinacquero. Ma la Si-
battè. cilia , sciolta dal legame della comune signo-
Invano ad aiutar questo Carlo intendoa con ria con Aragona, sola ne restò a guerreggiar
tutto lo sforzo del pontificato , Martino , la contro il reame di Napoli e 'l papa ; e s ' or-
cui vita e la morte non sarebber da istorie , se dinò con migliori leggi , per maggiori fatti
non che preoccupato da umori di nazione e d'arme rese chiaro il suo nome.

Tant'è del seme suo minor la pianta, 2 Questa particolarità è riferita da Francesco Pi-
Quanto più che Beatrice e Margherita, pino, in Muratori , R. I. S. tom. 9, cap. 19.
Costanza di marito ancor si vanta. 5 Mor fuggendo e disfiorando il giglio.
Dante, Purg. c. 7. Purg. c. 7.
Purgatorio, canto 7.
CAPITOLO XIII.

Naufragio dell' armata al ritorno in Sicilia. Giacomo coronato re. Capitoli del parlamento di Palermo, privilegi ai catalani. Fazioni
di guerra. Supplizio d' Alaimo di Lentini. Agosta occupata da' nemici, e da' nostri ripresa. Seconda vittoria navale nel golfo di
Napoli. Trattato della liberazione di Carlo lo zoppo. Passaggio di re Giacomo sopra il reame di Napoli. Tregua di Gaeta.
Pratiche di pace generale e crociata, conchiuse a danno della Sicilia. Morte di Alfonso re d' Aragona, al quale succede Giacomo.
Novembre 1285-giugno 1191 .

Come la morte di re Pietro , annunziata ad mente fortuneggiava. Comanda l'ammiraglio


Alfonso in Maiorca , si sparse per la siciliana di prendere il largo, accender fanali alle navi
flotta , divampovvi col pronto veder delle no- per cansar gli urti , ristoppare gli sdruciti ,
stre plebi una brama di tornarsene in patria. del resto facendo prua a scirocco abbandonarsi
E in vero con Aragona altro legame non ri- alla fortuna. Ma con tutta l'arte e l'ardire , due
manea che d'amistà ; ma era a temer che galee messinesi , due d'Agosta , una di Ca-
mancato quel valoroso principe , i nimici l'i- tania, una di Sciacca, rompendo in acqua, mi-
sola ritentassero e chi può dir se le menti seramente naufragarono, e vi perì anco il Fal-
si aguzze al sospetto non immaginaron dis- cone. Le altre quaranta fean gitto del bottino
posti i catalani a ritenersi l'armata ? Pertanto francese ; e dopo lungo travaglio , battute ,
scoppia tra le ciurme un grido : <« << In Sici- sdrucite, sgomenate ad una ad una si ricolsero
lia ! in Sicilia ! » e perchè l'ammiraglio dub- nel porto di Trapani. L'ammiraglio appena
bioso rispondea, che a gran rischio navighe- messo piè a terra , cavalcava a Palermo ; ove
rebbero in quel procelloso romper di verno, giunto il dodici dicembre , recava primo alla
la moltitudine rincalzata da Federigo Falcone regina il grave annunzio , e tramettealo a
da Messina, vice ammiraglio , peggio osti- Giacomo in Messina. Destò quella morte per
nandosi, ammutinata ripigliava «< In Sicilia ! ogni luogo di Sicilia grandissimo compianto ;
e muoia chi nol vuole. » Questa nè cieca nè e si notò delle donne che tutte vestiron gra-
volgare carità di patria, che i nostri istorici maglia, fecer pubblico duolo, e quante entra-
biasman dall'esito, e sol guardando al danno vano a corte, con insolita veracità d'affetto ,
che ne incolse all ' armata , non a quello che come madri o figliuole confortavan la Costanza
alla Sicilia s'ovviò , sforzava i capitani a far trafitta di profondo dolore .
vela a ventitrè novembre, parendo bonaccia, Poi pensarono i notabili del reame alla so-
Rincrudito il vento , cacciolli a Minorca. Ri- lenne esaltazione di Giacomo , riconosciuto
partirono ; ma soffiò si atroce il tre dicem- pel parlamento di Messina dell' ottantatrè , e
bre, che la flotta tra Sardegna e le Baleari promulgatosi re all' avviso della morte del
e su per lo golfo del Lione per tre di qrribil- padre, il quindici dicembre 3. Onde convocati

Bart. de Neocastro dice Protontino , ch' era Il Montaner , che nella sua memoria confuse or-
grado nell'armata , seguente all' ammiraglio, come ribilmente la cronologia di questo periodo del re-
il mostrano tre diplomi del 16 agosto 1299 per Pie- gno di Giacomo in Sicilia , porta la tempesta sof-
tro Salvacossa. Nel r. Archivio di Napoli, reg . 1299, ferta dall' armata siciliana nel 1288 o 1289 , con
A, fog. 170 a t. e 171. manifesto anacronismo.
2 Bart, de Neocastro, cap. 101 . 3 Neocastro e Speciale , loc. cit .
Niccolò Speciale, lib. 2 , cap. 8 . Anonymi Chron. Sic . cap. 47 ,
CAPITOLO XIII . 169
(1286)

per tutta l'isola i prelati , i baroni , e' sindichi ond' era forza calarvisi anco in Sicilia , e tor
di terre e città, il due febbraio milledugentot- cagione allo scontento , già scoppiato in più
tantasei ragunavansi a parlamento in Palermo. modi '.
Giacomo vi si trovò con la reina e l' infante Fe- Ritrasser molto delle onoriane , e le avanza-
derigo il vescovo di Cefalù, l'archimandrita rono in alcune parti , queste nostre riforme .
di Messina, e assai più prelati di Sicilia, coi Breve esordiron dal patto sociale che gover-
vescovi sì di Nicastro e Squillaci , nel nome nati e governanti strigne insieme in ogni ci-
di Dio e della Vergine il coronavano. In quei viltà. Promettea poscia il re zelante prote-
dì, tra le feste che splendidissime rendea il zione delle persone e sostanze appartenenti
lusso de' molti possenti baroni , il re a sue alla Chiesa , senza quella dismisura di privi-
spese armò cavalieri quattrocento nobili sici- legi che la romana corte comandò in Puglia.
liani , e molti feudi de' ricaduti al fisco dopo Quanto alle pubbliche entrate , rilevando stu-
la cacciata de' baroni francesi , molte grazie diosamente le gravezze durissime de' tempi
largheggiò ; per letizia , e necessità di molti- di Carlo, la colletta ristrigneasi a' noti quat-
plicar dentro i sostegni , poichè fuori dell'i- tro casi, e la somma a quindicimila once d'oro
sola non vedea che deboli amici e irosi av- in que' di occupazione di nimici o ribellione
versari. Perciò in questo parlamento mede- e di prigionia del re , a cinquemila negli al-
simo a di cinque febbraio promulgava , come tri due. Tuttavolta una sola colletta , s' ag-
allor s'addimandarono, le costituzioni e im- giunse, levar si possa in un anno restò vie-
munità , registrate nel corpo delle leggi del tata l'alienazion degli stabili della corona ,
reame di Sicilia col titol di capitoli di Gia- che torna a peso pubblico ; e confermata l'a-
como, e scritte con linguaggio di concessione, bolizione de' dritti di marineria , già bandita
ma dettate forse da' notabili , e certo dalla vo- da re Pietro. L'amministrazione della giusti-
lontà della nazione. Perchè re Pietro nel par- zia civile e criminale si ordinò a speditezza
lamento di Catania avea più presto promesso e benignità, purgandola di assai mal tolti del
che compiuto le riforme ; in quel di Messina fisco ; tra i quali la multa su i comuni per
ordinò solo i ministri del regio potere ; ma non scoperti autori degli omicidt : e si volle
i capitoli del parlamento di santo Martino , e che tra due mesi s'ultimasse ogni lite , o si
que' recentissimi di papa Onorio, gli uni e gli richiamasse alla magna curia ; che s'ammet-
altri manifesto effetto della nostra rivoluzione, tesser le malleverie ; si pose freno agli accu-
davano al reame di Puglia belle guarentigie satori ; speciali guarentigie fermaronsi nelle
e maggiori assai di quelle che avanzavano cause civili contro il fisco ; e maggiori nelle
alla Sicilia per la virtù immediata del vespro : accuse di maestà 3. Con ciò disdetti vart sta-

Bart. de Neocastro, cap. 102, nel quale si leg- 3 Ibid. cap. 15, 16 , 17 , 18 , 27, 45. Le cause
ge che Giacomo toglier volle, se alcuna ve n'era, col fisco si doveano spedire anche in due mesi . Pel
le oppressioni del popolo. cap. 42 fu rimessa ai possessori la terza parte dei
Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 9. furti che si appropriava il fisco. Pel 43 permessi
Montaner, cap. 148. con qualche eccezione gli accordi tra accusatori e
Geste de' conti di Barcellona, cap. 28, loc. cit. accusati. Pel cap. 23 fu proibito al fisco di speri-
Anonymi, Chron. Sic. cap. 47. mentare i suoi dritti su i feudi con azione posses-
La data delle costituzioni è scritta ne' nostri ca- soria , ma si stabilì che il facesse in via di peti-
pitoli del regno, 5 febbraio 14ª Indiz. 1285, con- torio , che non eccedesse i patti nell' agire contro
tandosi gli anni dal 25 marzo , onde quel giorno i mallevadori, non eccedesse le leggi contro gli sco-
risponde al 5 febbraio 1286 del calendario comune. pritori di qualche tesoro.
2 Capitoli del regno di Sicilia. - Iacobus -cap . 1°
a 7, 9, 44. 22
170 CAPITOLO XIII .
( 1286 )
tuti crudeli, o abusi di pubblica amministra- dironsi nel brio del coronamento . Mal si os-
zione ; come mutazion di moneta , sforzati im- servarono quelle che ponean freno a' magi-
prestiti al governo, sforzato affitto degli ufici strati e oficiali ; onde a' richiami delle città ,
dell'azienda , trasporto del danaro pubblico , rinnovolle Giacomo poco appresso sotto altre
rapina degli avanzi de' naufragt , bandite, cu- sembianze, con sancir pena a' trasgressori ; e
stodia di prigioni , inquisizioni , divieto de' ma- sono venzette capitoli più , dei quali ho fatto
1
trimoni e si fe' prova a cessar le baratterie qui parola perchè non si sa appunto in che
e violenze degli uficiali, castellani, famigliari, anno si promulgassero , nè monta troppo in-
e altri molesti sciami 2. Ai feudatari fatto più dagarlo 7.
certo e moderato il militar servigio ; abrogato L'altro consiglio del nuovo principato fu
l'obbligo a fornir navi da guerra ; dato che di strignersi d'amistà e di commerci con Ara-
i fratelli e lor prole fino a terza generazione gona , ond'era sola speranza di aiuto . Però
succedessero ne' feudi ; e altri utili statuti 3 . fermavasi lega tra i due re con tutte lor forze
Vietossi in lor pro che gli ascrittiz o altre a difesa o conquisto ; che ne condusse per
maniere di servi passassero ai comuni , po- certo la pratica Ruggier Loria , e accettò i
tendo bensì i tenuti al barone per sola ragion patti in Aragona per Giacomo innanti Corrado
di beni, abbandonarglieli e andar via ; iniqua Lancia e altri nobili 8 , in Sicilia per Alfonso ;
legge , ma necessaria secondo il dritto dei restandoci il diploma che dienne Giacomo in
tempi , la quale pur dà a vedere gli umori Palermo il dodici febbraio , soscritto con esso
popolani sviluppatisi appresso il vespro nelle da più testimoni vescovi, conti, e altri nota-
municipalità, che invitavano non solo , ma sfor- bili , tra i quali si leggono il Mastrangelo ,
zavan anco i vassalli de' baroni 4. In ultimo Palmiero Abate, tornato di Catalogna , e l'isto-
rimetteansi ai possessori attuali le sostanze rico Bartolomeo de Neocastro , avvocato del
mobili di re Carlo o de' suoi occupate nella rivo- fisco . Pochi di appresso , a tutti i catalani ac-
luzione s ' aggiunse niun rendesse ragione di cordavasi caricar grano nei porti di Sicilia con
maneggio di cosa pubblica ne' tempi angioini ". moderata gabella 1° ; e a que' che dimorasser
Queste ed altre leggi che men rilevano 6 , ban- nell' isola, eleggere un console con giuridizio-

Ibid. cap. 8, 10, 11 , 12, 13, 22 , 24 , 25 , 26, 28, i ministri e gli oficiali trasgressori delle costitu-
30. Pel cap. 29 fu abrogato l'obbligo di pascere i zioni. Il cap. 49 risguarda la malleveria o l'im-
porci nelle foreste del re. prigionamento degli accusati . I cap. 50 , 51 , 55
2 Ibid. cap. 14, 19, 20, 21 . pel trattamento de' prigioni ; 52 per gli accordi
3 Ibid. cap. 31, 33, 39. Pel cap. 32 si stabilì che tra accusatori ed accusati ; 53 e 54 su l'asporta-
i balt de' feudatari d' età minore fossero scelti tra i zione delle armi ; 56 tolta l' istanza pubblica pei
congiunti e rendesser conto al pupillo . Pel 34 che i delitti minori ; 57 pei dritti sul ricevuto delle tasse;
suffeudatari non servissero alla curia. Pel 35 che i 58, 59, 60, 61 , 63 altri provvedimenti per la ri-
suffeudi vacanti si riconcedessero dal barone. Pel scossione delle tasse ; 62 pei terragi da pagarsi al
36 che i vassalli de' baroni non fossero costretti fisco o ai baroni ; 64 per le foreste e bandite.
dalla curia ad esercitare ufici. Pel 37 che non si Surita, Ann. d'Aragona, lib . 4, cap. 75.
mandassero maestri giurati della curia nelle terre 9 Diploma dato di Palermo a 12 febbraio 14ª In-
feudali o ecclesiastiche. diz. 1285 (1286) , ne' Mss. della Biblioteca comu-
4 Ibid. cap . 38. nale di Palermo , Q. q. G. 1, fog. 147, pubblicato
5 Ibid. cap. 46 e 47. dal Buscemi , Vita di Giovanni di Procida , Docu-
6 Ibid. cap. 40 vietati i servigi che esigeano i ca- mento num. 6 .
stellani ; cap. 41 altri provvedimenti da reprimere 10 Mss. citati, fog. 149 , diploma del 18 febbra-
l'insolenza de' soldati delle castella. io 1285 ( 1286 ) .
7 lbid. al cap. 48 si staliliron le pene contro
CAPITOLO XIII. 171
( 1286 )
ne civile soltanto, salvo l'appellazione al re, Loria, ito in Catalogna con due galee e tol-
e ricuperare nei naufragi gli avanzi di lor tene sei più catalane , correa depredando le
beni . Con queste franchige , che si dissero , costiere di Provenza , Giacomo due armatette
ed erano , merito de' servigi renduti , e inco- allesti ; l'una di dodici galee nel porto di Pa-
raggiamento ad altri più, allettava i catalani lermo , capitanata da Bernardo Sarriano cava-
a mercatar nell'isola , com' avea usato re Man- lier siciliano , sulla quale montarono paler-
fredi co' genovesi , il cui privilegio che sce- mitani e uomini di val di Mazzara ; l'altra di
mava a terza parte i dritti di dogana accordò venti galee nel porto di Messina , armata forse
Giacomo due anni appresso , con altri di molto di messinesi e abitatori delle coste orientali ,
momento , ai cittadini di Barcellona 3. Tento e diella a Berengario Villaraut . E l'una a
infine ammollir l'animo del papa con mes- di otto giugno fe' vela dritto per lo golfo di
saggio d' obbedienza e devozione per Gilberto Napoli ; ove al primo espugnò Capri e Pro-
di Castelletto , cavalier catalano , e Bartolomeo cida , con terror tanto di Napoli stessa , che
de Neocastro , il quale narra la risposta di il cardinal Gherardo in fretta fea racconciar la
Onorio : bene e ornatamente parlare i sici- catena e le altre difese del porto . Poi tutta la
liani, e pessimi operare, ond' ei negava l'in- state nelle isolette stanziò Sarriano , a prendere
chiesta ; che fu la terza ripulsa di Roma alle quantunque legni mercatassero per lo golfo ;
nostre parole di pace 4. e all'entrar di settembre spintosi infino alle
Anzi Onorio svecchiò le scomuniche di papa romane spiagge, investiva il castel d'Astura,
Martino ; pose nuovi termini a sottomettersi ; infame per la presura di Corradino. Accesi
e chiamò agramente a discolpa pel fatto della di vendetta montano i siciliani all'assalto ;
coronazione i vescovi di Cefalù e di Nicastro ; trafiggon di lancia il signore, figliuolo di quel
i quali non ubbidirono più che gli altri sici- Frangipane che vendè Corradino a re Carlo ;
liani 5. Le armi di costoro tagliavano intanto. fan macello de' suoi ; nè s'appagano che non
Entrando l'ottantasei Taranto , Castrovillari, mettan fuoco alla terra . Diero il guasto tor-
e Morano , voltavano sì a parte nimica per nando , ai liti di Castellammare , Sorrento ,
non poter più de' rapaci almugaveri ; ma con Positano , Amalfi ; e ridussonsi in Palermo .
maggior audacia e disciplina altra banda di L'altra armatetta con eguale onore e guada-
essi spintasi in Principato, s'insignori di ca- gno nello stesso tempo rediva a svernare a
stell' Abate presso Salerno . Non guari appresso Messina. Uscita n'era il ventidue giugno alla
Guglielmo Calcerando inviato a reggere le volta del capo delle Colonne ; donde scorse
Calabrie, Castrovillari e Morano riprese e ri- per Cotrone , Taranto , Gallipoli , predando i
perdè 6 , e tenne si viva la guerra , che allo legni nimici , senza toccar gli altri che con
scorcio della state i governanti angioini chia- Venezia mercatavano. Indi presentò battaglia
mavan tutte le feudali forze ad osteggiarlo 7. a Brindisi ; e aspettate tre dì le nimiche ga-
Ma s'ebbe meglio fare in su i mari. Mentre lee , che per niuna provocazione non uscian

¹ Ibidem, fog. 150 , diploma del 22 febbraio. Montaner, cap. 116 , con l'errore che Giacomo
2 Mss. citati G. 12, diploma del 22 marze 1258. fosse ito a questa impresa .
3 Ibidem G. 1 , fog. 156 , diploma del 17 lu- 7 Diploma del 22 agosto 1286, nell' Elenco delle
glio 1288. Questi tre diplomi di Giacomo son tra- pergamene del r. Archivio di Napoli , vol. 2, p. 16.
scritti in uno di Federigo 11 , pubblicato dal Testa 8 Montaner attesta , a cap. 149 , che Sarriano
nella lui Vita, Documento num . 8. fosse cavaliere di Sicilia.
4 Bart. de Neocastro, cap. 105, 106. Niccolò Speciale, lib . 2, cap. 15 , porta questa
5 Raynald , Ann . Eccl . 1286 , § 6 a 9 . spedizione del Sarriano con anacronismo , riman-
6 Bart. de Neocastro, cap. 101. dandola appresso la tregua di Gaeta.
172 CAPITOLO XIII.
( 1286-87 )
dalla catena del porto , navigò sopra Corfù a di tanto mare pien di pirati e nimici . Sciolser
trovare un avanzo de ' preparamenti di Carlo di Catalogna il sedici maggio milledugentot-
alla guerra di Grecia . Quivi smontate le no- tantasette. Il due giugno , venuti a cinquanta
stre ciurme, affrontaronsi con una banda di miglia da Marettimo , lieta la ciurma salutò
mercenari francesi ; e rottala , posero a sacco la Sicilia ; Bertrando fe' chiamar sulla tolda
la terra, e di lì inaspettati ripiombavano sulle i prigioni.
costiere di Puglia pria di ricorsi a Messina. E volto ad Alaimo diceagli che saziasse
In tal modo dall' Adriatico , dal Tirreno le gli occhi suoi a mirare la patria ; a che il
forze navali siciliane affliggeano il reame poco glorioso vecchio : « O Sicilia , sclamò , o pa-
innanti conservo, i cui legni da battaglia s'a- tria ! molto ti sospirai ; e pur me beato se do-
scondeano ne' porti , ai mercatanteschi erano po i miei primi vagiti non t'avessi più vista ! »
tronchi i commerci, ville e città sulla costiera Esitò pochi istanti il catalano, forse per pietà,
piangeano gli stermini della guerra . a queste parole, e ripigliò : « L'animo mio
Questi allori bruttò Giacomo con un esem- fin qui ti parlava , o signore ; or quello del
pio di crudele paura. Vedea serpeggjar anco re intender è forza , e obbedire », e spiegava
qua e là umori di scontento ; seppe Alaimo uno scritto . Adinolfo il leggea. Era mandato
di Lentini presso a ottener la libertà sua e del principe , che dicea costar all' eccellenza
de' nipoti ; e a spegnerlo s'affrettò . Manda di lui , com' Alaimo di Lentini , Adinolfo di
a questo in Catalogna Bertrando da Cannellis Mineo , e Giovanni di Mazarino tramaron già
catalano, che in Maiorca avvennesi con Ade- iniqua e ineffabile cospirazione contro i reali
nolfo di Mineo sciolto dal carcere poc' anzi . l'isola di Sicilia, ed eran rei sì d'altri mis-
Perch' Alaimo, con profferta d' once diecimila fatti ; ondechè giudicandosi il viver loro in
d'oro, s'era chiarito innocente appo re Al- prigione pericol sommo dello stato , la cui
fonso ; onde allargati furo egli e l'un de' ni- pace vuolsi con severissima giustizia serbare ,
poti, lasciato l'altro ch' andasse in Sicilia a commettea il re a Bertrando di ripigliarli di
tor la moneta . Ma Bertrando il mercato gua- Catalogna, e mazzerarli al primo scoprir la Si-
stò, riportando Adinolfo in catene a corte di cilia .
Aragona , e conficcando il re con rimostrare Non maravigliò Alaimo, nè tremò della mor-
gagliardo alla ragion d'impero del re di Si- te ; nè con vane parole toccò il passato , o
cilia doversi que' tre sudditi macchinatori di si querelò ; se non che risentiva l'acume di
tradigione in Sicilia ; uomini d'alto affare , da crudeltà, che tal supplizio comandar volle a
rivoltare a un pic' sospinto il reame , e per- tal vista , e negargli sepoltura sulla terra de-
dervi Giacomo e i fratelli e la madre d'ambo gli avi. Del resto nella rassegnazione del van-
i re e ogni uom di favella catalana. Così osti- gelo pregava salute al re, a' carnefici stessi ,
nandosi al niego Alfonso , e più incalzando e : « Una vita, dicea , di miserie e di pianto
Bertrando sì che quasi il chiamò complice trassi infino a vecchiezza , e inonorata or chiu-
de' traditori, vinse costui . Rassegnatigli dun- do. A me stesso non mai, ad altrui sol vissi ;
que i prigioni , li imbarca sotto gelosa guar- per altrui muoio . Peggio ch'uomo non creda ,
dia ; fa loro confessar le peccata a un frate ( e pensava forse alla esaltazion di Pietro e
minore, pria che affrontasser, diceva, i rischi allo spento Gualtiero ) peggio ch'uomo non

Bart. de Neocastro, cap. 102, 103 , 104. quale confondendo i tempi, pur narra questi fatti
Diploma del 27 giugno 1286, per la catena del con tali minuzie che si riconoscono di leggieri , e
porto di Napoli, nel citato Elenco, vol. 2 , pag. 15 . sen trae maggior fede al racconto del Neocastro .
Montaner, cap. 109, 113, 116 , 148, 149, 152 , il
CAPITOLO XIII. 173
(1289 )
creda io misfeci, e merito più cruda morte nanzi cospirando a Messina , e da Giacomo
che questa. Essa almen sia pace alla patria , sciolti, per clemenza non già ma debolezza di
e fine ai sospetti . » Indi ei stesso chiede la quell' animo con tutt'altri sì crudo ond'ora
banda di tela , ch'esser gli dovca coltrice e gliene rendean merto i frati, sollecitando di
bara dopo tanta grandezza ; vel fasciano e terraferma novelli garbugli , con vantar le ra-
serrano i manigoldi ; e il traboccano in ma- dici lasciate in Sicilia e male sbarbate dal re ,
re. Così anco i due giovani periano . Appro- sopra tutto ad Agosta , Lentini , Catania , e
dò a Trapani la scellerata nave ; e per tutta altri luoghi di quelle regioni ; e che con un
Sicilia si disse con orrore della fine d'Alai- po' di forza da rannodare i partigiani e far
mo. Ricordavano la nobiltà del sangue , il testa a' primi urti , darebber vinta l'impresa.
grand'animo nelle cose della guerra e dello sta- Così disser dapprima a papa Onorio, che non
to, la possanza a cui salì , il pazzo orgoglio di li ascoltò ; donde volsersi al cardinal Ghe-
Macalda che il perdè ; e tremavan gli amici , rardo e ad Artois , e furo graditi ³ . I due
susurravano i guardigni gran cagione doverne reggenti dunque chiaman le milizie , assoldan
avere per certo il re. Questi romori in intri- altri italiani e francesi ; procaccian moneta
cato linguaggio riferisce il Neocastro , e ri- per collette e doni , o così diceansi , delle
porta con simpatia di dolore tutto il suppli- città 4. A Brindisi messero in punto , con te-
zio e i memorabili detti d'Alaimo , forse il ner segretissimo il perchè , quaranta galee ,
miglior cittadino , certo l'uom più famoso che cinquecento cavalli , cinquemila fanti, capita-
la Sicilia vantava nella rivoluzione del ve- nati da Rinaldo d'Avella , cavalier napolitano
spro 1. tenuto assai prode. Seguian l'oste per la santa
Nel medesimo tempo sulla costa orientale sede , legato il vescovo di Martorano , ca-
si combattea co' nemici. Peusaron essi alla pitano Riccardo Morrone , col bando della
morte di Pietro e alla primavera d' appresso , croce e le bandiere della Chiesa ; non potendo
venir sopra l'isola ; ma assaliti dalla nostra Onorio queste dimostrazioni negare quand'al-
flotta da entrambi i mari , appena sè medesi- tri apprestava le forze. E nello stesso tempo.
mi difendeano . Però vollero al nuovo anno quarantasei tra galee e teride e più grosso
esercito s'adunavano a Sorrento con tutti i
prender primi le mosse al doppio assalto , per
guerreggiar se non altro in casa altrui ; sa- primi feudatari del reame , per tentare altra
impresa e tenere in dubbio il nimico.
pendo inoltre lungi il nostro ammiraglio , e
disarmate le navi. Stigaronli vieppiù quei Salpò l'armata di Brindisi il quindici apri-
frati Perrone e del Monte, presi due anni in- le ; fe' uno sbarco a Malta 5 ; e improvvisa

Bart. de Neocastro , cap. 107 , 108, 109. 3 Bart. de Neocastro, cap. 110.
Che Giovanni di Mazarino fosse chiarito reo di I guelfi trovavan si tiepido papa Onorio in tale
maestà confermasi ancora da un diploma di re Gia- impresa, che Gio . Villani scrittor di quella fazio-
como , dato di Messina a 5 agosto 1288 , nella Bi- ne, nel biasima apertamente, lib. 7 , cap. 113. E
blioteca comunale di Palermo , Mss . Q. q. G. 3, fo- pur noi lo veggiamo sì duro contro casa d' Ara-
glio 6, col quale son conceduti al nobile Bernardo gona ne' trattati della liberazione di Carlo lo zoppo.
Milo una torre e un podere presso Trapani , con- 4 Bart. de Neocastro , ibidem.
fiscati a questo Giovanni. Con un altro diploma dei Diplomi del 27 dicembre 1286, 15 aprile, 20 aprile,
30 luglio dello stesso anno fu conceduto ad un e 15 maggio 1287 , nel citato Elenco vol. 2, pag. 18
Villanuova il casale di Mazarino , Mss. citati , Q. e 19.
q. G. 1. fog. 138. 5 Questo sbarco a Malta si legge nell' or citato
2 Diplomi del 17 dicembre 1285 e 23 maggio diploma del 15 maggio 1287 , con l'altra circo-
1286, nell' Elenco delle pergamene del r. Archivio stanza che la terra d' Eraclea e altre mandarono a
di Napoli, vol. 2, pag. 12 e 13. offrirsi a' francesi ; che par bugia del diploma .
174 CAPITOLO XIII.
(1287 )
gittossi in Agosta il primo di maggio , colto Francia e far ossequio ad Alfonso nel suo co-
il tempo che il popolo traendo alla fiera di ronamento a Saragozza , ridivenuto grande nei
Lentini, lasciato avea vota la città, e mal guar- pericoli, correa a Messina ad armare le navi ,
davasi il castello . Perciò senza trar colpo con tutto il popolo generoso , che a gara aiu-
sbarcarono. Ma facendosi ad amichevol par- tando fervea nell' opra, senza prender altro-
lare tra quelle mura vent'anni pria contami- ve che nell' arsenale scarso cibo e riposo ;
nate da lor gente con infando macello , gl'in- infiammato dall' ammiraglio con lodi , carez-
validi abitanti rimasi in città con alto sen- ze, ed esempio di stender ei stesso la mano
timento risposero non li sperassero men che a' lavori. E in questi sudava una notte , af-
nimici giammai , nè da altra siciliana città fumicato, sbracciato, in farsetto , quando al-
s'aspettassero se non guerra . E replicando cun famigliare di corte gli susurrò che stan-
gli stranieri che veniano di voler del ponte- do il re coi suoi più fidati a trattare i disegni
fice, un vecchio infermo, Paccio per nome della guerra , suggerito avesser costoro dar
« Tenghiam noi, rispose , madre la Chiesa , lo scambio all ' ammiraglio, pien di tanta iat-
nimico chi adesso la regge , poichè armi ed tanza , ma rattiepidito , fors ' anco mal fido .
armati a combatterne invia. Al legato or chie- Onde Ruggiero , così com' era, montato in pa-
dete s' Iddio mai comandò sparger sangue cri- lagio , dinanzi al re proruppe a rimbrottar gli
stiano per asservire cristiani ! E s'ei diravvi avversari, poltroneggianti nelle sale della reg-
che il comandò , miscrede al vangelo ; e da noi gia mentr'ei correva i mari , affrontava ni-
apprenda che la fede cristiana dà sole armi mici e tempeste , assicurava i lor ozì con tante
alla Chiesa , l'umiltà , la croce , e la soave vittorie e voltosi a Giacomo , rassegnò il co-
parola. » Così in que' tempi la Sicilia pen- mando. Confitti al brusco piglio , abbassaron la
sava ! Occupata da' nimici terra e castello , fronte i cortigiani ; e il re, che lui assente
non tornavano i cittadini in Agosta ; ma tutto avea difeso con assai calde parole, il pregò
all' intorno spargendosi l'allarme , si sgom- di ciò ch'ei stesso bramava . Indi l' ammira-
bravan gli armenti , si abbandonavano i cam- glio tornò con doppio ardore ad apprestar l'ar-
pi , si riducean gli abitatori a ' luoghi più forti, mata, che fu pronta in sei dì. Giacomo , la-
con proponimento d' ostinata difesa . sciata la madre nella rocca di Matagrifone ,
Giacomo n'ebbe avviso in Messina , ove se- e munita e leale Messina , movea a dì quat-
dea per l'opportunità della guerra , ma in tro maggio per Taormina , con dieci soli com-
ozio, o ingannato da ' rapportatori che davan pagni. Il di sei fu ad Aci e a Catania ; ove
queto al tutto il nimico . Bella ammenda ne da mille cavalli accozzaronsi e molte migliaia
fece. Chiama incontanente alle armi i feuda- di fanti, tra milizie feudali , cittadinesche , e
tart e le città de' contorni ; comanda per tutta mercenarie .
l'isola di metter in mare le galec ; a ciò i Avean quello stesso di tentato Catania i
messinesi parlamenta egli stesso , appellandoli nimici, fidandosi nelle macchinazioni de' due
popol suo, suo, ripigliava , sol per cittadinan- frati , che s'eran tirati dietro molti giovani
za e amistà ; e a Loria come figliuolo al pa- vogliolosi di novità ; i quali messero occulta-
dre si accomandò. Il quale, tornato poc' anzi mente in città e nascosero in un abituro do-
di corseggiare coi catalani sulle costiere di dici uomini d'arme francesi , che a notte schiu-

Bart. de Neocastro, cap. 110. Montaner, cap. 106 , con molti errori nel tempo
Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 10. e nei nomi.
Gio . Villani, lib. 7, cap. 117 , il quale dice 50
i legni di Rinaldo d' Avella.
CAPITOLO XIII. 175
(1287)
dessero la porta della marina a un grosso rire del di mosse il re con le genti , dodici
stuolo , che spiccato d'Agosta si pose in ag- giorni dopo l'occupazione nemica ; nel qual
guato a due miglia da Catania , mentre una tempo s'eran armate quaranta galee, ben ol-
punta della flotta si mostrava in que' mari. tre mille cavalli , e più migliaia di pedoni .
Ma il popol che levossi in arme scoprendo Tanto vigore ebbe Giacomo , prontezza il po-
le navi, fe' stare i traditori al di dentro , i polo , e virtù il patto che popolo e re stri-
nimici al di fuori ; poi venuto il re con l'o- gnea ! Leggiamo in vero che dubbiosi palpi-
ste , riseppe i primi e vegliolli senza farne tavan tutti in quel tempo , accrescendosi pel
sembiante , si ritrasser la notte i nimici . Con caso d'Agosta i sospetti d'umori volti a no-
aspra scaramuccia ferironli allora sol dieci vità. Ma debol coda eran questi dello scon-
cavalli e cinquanta balestrieri catanesi , sor- tento nazionale riparato da Giacomo con le
titi senza saputa del re, con Martino Lopez riforme, e di qualche rancore privato contro
catalano e messer Forte Tedeschi da Catania , gli atti severi di lui ; la qual macchia non
che Giacomo in premio fe' governadore di Aci ; togliea che in questo incontro gl' interessi
i quali nell'oscurità della notte ruppero il re- della nazione e del re fossero un solo.
troguardo che ripassava il Simeto , e tronche Primo in Agosta arrivò Loria con la flotta ;
le funi della zattera , molti francesi fer pri- nè trovando l' inimica , senz'altro , sbarcò e
gioni, molti uccisero, e più periron nel fiu- assall. Donde nelle strade della deserta città
me. In que' di lietissimo spettacolo ad ani- aspra zuffa ingaggiavasi tra le nostre ciurme
mo siciliano offriva Catania . Approdarono pria e' cavalli nemici , ch' ebber l' avvantaggio dap-
con l'ammiraglio venzette galee , poi tredici : prima ; ma quando Ruggiero, per mettere le
adunavansi grosse bande di milizie feudali : genti in necessità della vittoria , fe' levar le
e mentre il re pensava chiamar parlamento scale delle galee, rattestandosi i nostri e as-
per chiedergli moneta , nel fornirono i citta- serragliando le strade con botti e altro le-
dini di Catania largamente ; tra i quali una gname, tanto ferivan co' tiri , che rincacciate
vedova , Agata Seminara per nome , presen- entro il castello le genti di Rinaldo , s'insi-
tavagli dugento once d'oro, e tutti suoi gio- gnoriron essi della città . Scandol molto die-
ielli per la difesa della patria. Notavansi tra dero in questo scontro , portati dalla infer-
i primi dell'oste Guglielmo Calcerando cata- nale rabbia de' lor consorti Perrone e del
lano , e' nostri Riccardo Passaneto da Len- Monte, i frati predicatori , saliti in su i tetti
tini, Riccardo di Santa Sofia, Ramondo Ala- del chiostro a provocare i nostri che co' ne-
manno maresciallo del re , Corrado Lancia , mici pugnavano ; onde altri ne fur morti, al-
Matteo di Termini , Antonio Papè da Piazza ; tri si chiuser co' nemici in fortezza , due cad-
tra la forte gioventù delle galee di Catania dero in man dell' ammiraglio. Un di costoro,
ricordasi un Niccolò la Currula , che lottava capuano , svelò l'appresto delle nuove forze
co' tori e abbatteali. Queste armi drizzaronsi in Sorrento contro val di Mazzara , e che la
incontanente sopra Agosta. La notte innanti stessa armata partita d'Agosta , navigava già
il tredici maggio fe' vela l'armata ; allo schia- sopra Marsala con Arrigo de ' Mari, cittadino

Bart. de Neocastro , cap. 110. Neocastro gli dà 1000 cavalli al primo dì che ven-
Atanasio d' Aci, in di Gregorio , Bibl . Arag. vol . 1, ne in Catania , e dice poi ingrossata molto l'oste
pag. 279 e seg. di cavalli e più di fanti.
Niccolò Speciale, lib. 2 , cap. 10. Il Montaner, cap. 107 , porta a 700 i cavalli e
Nessuno di questi scrittori porta l'appunto delle a 3000 i fanti.
forze di Giacomo , se non che delle navali . Ma il
176 CAPITOLO XIII . ( 1287)
di quella terra , partigian de' francesi. Gia- un muro a protegger gli artefici ; che i fab-
como , sopravvenendo lo stesso di con l'oste , bri della flotta costruivan torricciuole mobili
vide lo stendardo di Sicilia sui muri d' Ago- a ruote, e cicogne, e un gatto da percuoter le
sta. Onde ormai tutte le genti da tramonta- mura , bruciato poi dagli assedianti in una
na , ponente , e mezzodi posero il campo al sortita ; che con mangani e altre macchine
castello , fortissimo ancorchè in piano , ma fean piover sassi nella fortezza , più micidiali
scarso d'acqua e mal vittovagliato da Rinal- perchè aggiustati a prender il balzo ; e affer-
do , che sognando conquisti , non s'aspettava ma il Neocastro come un Castiglione , inge-
si pronto addosso il nemico ¹ . gnere dell'armata , sì fino giocava il mangano
E il re pria che strignesse la rocca, fatto da imberciare a ogni colpo il pozzo unico del
accorto da ' detti del frate , commette il co- castello. Però, ancorchè stesser saldi agli as-
mando di Marsala a Berardo di Ferro , pri- salti, per essere in sito avvantaggioso e grossi
vato nimico al de' Mari ; provvedendo che in- di numero , il numero accrescea la strage ,
grossino il presidio Bonifazio e Oberto di Ca- perdendosi pochi colpi degli assedianti : e più
merana da Corleone, d'origine lombardi , con travagliavali il fetor dei cadaveri , l'acqua scar-
gli uomini di quella terra, si feroci nel pri- sa e corrotta , la fame che li portò a cibarsi
mo scoppio della rivoluzione : che si i con- de' cavalli e suggerne il sangue . Ai trenta-
dottieri e soldati di maggior nome de' monti , quattro dì, svanita una speranza di pioggia ,
scendeano a rinforzar le città di marina : che nè apparendone alcuna d'aiuti , i pugliesi del
vi si riparin muri e bastioni : e pattuglie bat- presidio abbottinaronsi sotto Giovanni Boc-
tan d'ogni dove le spiagge , per far la scoperta catorsola , giovane cavalier napolitano , che
dell'armata nimica . Presso Marsala questa assai vivo al legato parlò ; ma furono ad in-
approdò ; tentò uno stormo contro la città ; ganno , ei preso e dicollato , messi fuor del
e funne respinta. Accozzatovisi Arrigo de' Mari castello gli ammutinati inermi ; su i quali i
con dodici galee più, sbarcaron di nuovo ; e francesi buttan da' merli il tronco di Gio-
nella seconda prova con maggior sangue ri- vanni, e con tiri di pietre li scacciano . Ven-
buttati , senza infestar l'isola altrimenti , fean nero alle linee de' nostri, e furonne ributtati
vela per Napoli 3 . per timor di fraude : tre di la misera plebe ,
Ma all'assedio del castel d' Agosta, poichè tra due nimici , arrabbiando di fame e sete ,
il re invano intimava la resa più volte per disperata gridava pietà. L'ebbe da Giacomo
Corrado Lancia , adoprossi ogni ingegno di alfine , salve solo le vite. Agli stessi patti si
guerra de' tempi . Leggiamo che con una spe- arresc a di ventitrè giugno milledugentottan-
cie di parallella fean gli approcci , tirando tasette, dopo quaranta d'assedio , Rinaldo d'A-

Bart. de Neocastro , cap. 110. la patria per cagion dell' imperatore , venuti in Si-
Niccolò Speciale, lib . 2. cap . 10. cilia, ebber dapprima Scopello, poi, non bastando ,
Nel Neocastro si legge che Arrigo de' Mari fosse la terra di Corleone che fu data in feudo ad Od-
cittadino di Marsala . Gio. Villani in altro luogo done. Ma essendo quella assai ricca , popolosa, e
parla di Arrigo de' Mari , ammiraglio e genovese, forte, l'imperadore ripigliandola in demanio , la per-
e così leggiamo negli Ann . del Caffari. Se dunque mutò con Militello in val di Noto , che a lui rica-
furon due Arrighi de' Mari , o un solo, nato in una dea per essersi estinta la linea della famiglia dei
di quelle città e fatto cittadino dell'altra , è oscuro, Lentini ( collaterale forse ad Alaimo ) che la pos-
nè importa molto il chiarirlo. sedea. Mss. della Bibl . Com . di Palermo Q. q. G. 12.
2 Diploma dell' imperador Federigo , dato di Cre- 3 Bart. de Neocastro, cap. 110.
mona a 20 febbraio 1248. Indi si scorge che Od- Anonymi Chron. Sic. cap. 48.
done di Camerana con molti altri lombardi , lasciata
CAPITOLO XIII . 177
( 1287 )
vella, col legato e le reliquie del presidio e quaranta galee, schierate da Loria , in qual
in quell'istante frate Perron d'Aidone, autor ordine non sappiamo, ma sol ch' ei spart gli
primo di tanto miserando strazio d' umani , ufici della gente , quali a ferir con tiri di
per fuggir supplizio, o non sostenere il ram- balestre o di sassi, quali ad aggrappar le navi
marico dell'impresa fallita, diè rabbiosamente nimiche e arrembarle. Allo schiarire del gior-
del capo sulla muraglia , e finì suicida quel no, il ventitrè giugno, un acuto fischio uscì
tempestoso suo vivere . dalla nostra capitana , e l' armata si preparò.
Lo stesso di la bandiera siciliana ebbe una Esortata con lieto piglio da Ruggiero , gridò
splendida vittoria nel golfo di Napoli . Messe i santi nomi di Cristo e di Nostra Donna
in punto le macchine all' assedio d'Agosta , delle Scale , e vogò contro le bandiere pa-
navigò l'ammiraglio a Marsala ; ove non tro- pali.
vando i nimici, al re tornossi , e deliberavano Guglielmo Trara primo urtava la fila ni-
di combatter senza indugio l'altro armamento mica , dalla quale quattro galee spiccansi a
apparecchiato sul Tirreno . Perilchè , rinforzato circondarlo , e altre seguivanle ; ma volano
d'altre cinque galee di Palermo, delle quali alla riscossa le galee di Milazzo , Lipari , e
fu capitano Palmiero Abate , e promesso alle Trapani, poi di Siracusa , Catania , Agosta ,
genti , dice Speciale , un donativo , o piuttosto Taormina , e infine di Cefalù , Eraclea , Li-
che fosse buon acquisto a' privati ogni preda cata, Sciacca ; talchè svilupparon Trara , e
di quest' impresa , come porta il Montaner universale ingaggiarono la battaglia un con-
che meglio se n'intendea e a quest'uso at- tro due i nostri , ma più pratichi del mare,
tribuisce i maravigliosi fatti di quelle guerre, si fidavan di vincere , incoraggiati sì dall' am-
l'ammiraglio poggiò a Sorrento . Seppevi il miraglio, che a veggente di tutti , dall' alta pop-
sedici giugno pressochè pronta l'armata a Ca- pa della galea in fulgida armatura comandava .
stellamare ; andò a riconoscerla egli stesso ; Sanguinosa indi e lunga la giornata si tra-
e risoluto ad affrettar la battaglia , scrisse una vagliò, finchè spossati i nimici, e standosi in-
sfida all' ammiraglio nimico, il nobil Narzone. operose dal canto loro le galee genovesi, av-
Avea questi, tra teride e galee , ottantaquat- ventavansi i siciliani sulle altre all'abbordo ;
tro legni grossi ; su i quali montò il forte e cominciò la fuga alla volta di Napoli. Que-
dell'oste, con assai nobili e cavalieri, e quei sto chiari la vittoria . La quarta che i nostri
primi feudatari poco minori del principe stes- in questa guerra guadagnavano per giusta
so, i conti, di Monteforte, di Ioinville , di Fian- giornata navale ; la più nobil tra tutte per
dra , di Brienne , d'Aquila , di Monopoli , il disavvantaggio di forze , ostinazione al con-
primogenito di quel d'Avellino : onde questa flitto , e numero di navi prese : rimutò le
poi si nomò la battaglia de' conti. In mezzo sorti della guerra al par della prima batta-
alle schierate navi stette l'ammiraglio angioi- glia del golfo di Napoli tre anni innanti , e
no, armando di fortissima gioventù la sua ga- di quella dell' ottantacinque al capo di San
lea , circondata di otto più, a fronte a tergo Sebastiano ; ma ebbero queste maggior grido ,
ed ai fianchi ; e su due vaste teride alzò i l'una per la presura del principe Carlo, l'al-
due stendardi della Chiesa e de' reali angioi- tra per la Catalogna liberata dalle armi di
ni. Spiegavan all'incontro le aquile siciliane Francia. Più migliaia tra di nemici e nostri

Bart. de Neocastro, cap. 110 ; e con minori par- bili, Montaner, cap. 107. Costui con manifesto ana-
ticolarità Niccolò Speciale , lib. 2 , cap. 10 e 12 , cronismo, porta questa fazione prima della batta-
Gio. Villani, lib . 7, cap. 117 , l' Anonymi Chron. glia del golfo di Napoli nel 1284, in cui fu preso
Sic. cap. 48 , e, non senza circostanze poco credi- Carlo lo Zoppo.
23
178 CAPITOLO XIII.
(1287)
caddero in questa gioruata. Accrebbero lo rendogli non doversi provocare un tant' uomo,
splendor della vittoria quarantaquattro galee o sendo sleale quant' esso , e volendolo in corte
prese, con le bandiere , l'ammiraglio nimico , privato sostegno a sè medesimo.
tutti i conti, trentadue nobili, e quattro o cin- Pertanto quando Loria tornò con la flotta
que mila più uomini. Mandolli Ruggiero sotto a Messina , non fu conturbato , non fu troppo
scorta di dieci galee siciliane a Messina ; fe' gioioso il trionfo. È degno di memoria , che
atroce rappresaglia d'una enormezza del ne- alla dedizione d'Agosta Giacomo vietò per
mico, o seguì gli atroci esempi di quelle guerre questa vittoria sulle bandiere della Chiesa
e di quella età, accecando parecchi prigioni ; ogni pubblica allegrezza , fuorchè gl'inni al
e con le altre trenta galee, spedito difilossi al Signore. Ben attese a ristorar il castello d'A-
porto di Napoli ' . gosta , a rafforzar con un muro di cinta ca-
Dove il popolo, come si suole, appiccava ai stello e città ; e questa , diserta dalla strage
governanti questa sconfitta ; e scompigliavasi, del sessantotto e dal nuovo assedio , ripopolò
e sarebbesi ribellato, se l'ammiraglio avesse con bandire , che tutti i siciliani e catalani
incalzato per poco , e Gherardo ed Artois , so- che vi prendesser soggiorno , avrebbero stabili
praccorsi a tempo, con loro riputazione non e franchige . De' prigioni , Rinaldo d'Avella
l'avessero contenuto . Ruggiero usò la vit- e il vescovo di Martorano si permutarono col
toria vendendo a' reggenti per grossa somma castel d'Ischia ( tanto fur leali ad essi i reg-
di danaro, e ciò gli parve grandezza , tregua genti di Napoli ! ) ; ma se l'ebbero a vergogna
per due anni su i mari , senza mandato del que' cittadini, perchè per dodici anni , tenendo
re, senza pro della Sicilia , con dar comodo i nostri le bocche del golfo , riscotean tributo
al nemico a rifarsi , e troncar il corso della d'un fiorin d'oro all' uscita d'ogni botte di
fortuna. Però nei consigli di Giacomo gli emuli vino, e doppio sull'olio , e si sulle altre mer-
dell' ammiraglio ribadivan le accuse , e di- ci. Per moneta si ricattaron gli altri nobili
cean tra' denti fellonia ; ma Giovanni di Pro- e' conti ; fuorchè Guido da Monteforte, quel
cida , ch' era innanzi a tutti nell' animo del che non temè d'assassinare nel tempio del
re , perdonar fece tal colpa alla gloria , pa- Signore l'innocente Arrigo d'Inghilterra , e

1 Bart. de Neocastro , cap. 110 , 111. zale accecato dopo che fu preso nella battaglia na-
Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 11. vale , e perciò deve intendersi della più recente ,
Montaner , cap. 103 , con errore di tempo e di cioè questa del 23 giugno 1287. Nel r . Archivio
qualche circostanza , dicendo che i francesi tenes- di Napoli, reg. seg. 1291 , A, fog. 16.
sero ancora il castello di Cefalù , nel quale sap- Ibidem a fog. 16 a t. e 17 , son due altri di-
piamo che era stato già prigione Carlo lo Zoppo. plomi dati il 3 ottobre e uno il 4, per Ruffino di
Gio. Villani, lib. 7, cap. 117. Pavia similmente accecato, due uomini d' Ischia ai
Anonymi Chron. Sic. cap. 48 . quali era stato cavato un sol occhio, ec.
Cronaca di Parma, in Muratori, R. I. S tom. 9, Finchè non avremo per tempi anteriori altri di
pag. 812. questi documenti , spiacevoli e non però men fe-
Tolomeo da Lucca, Hist. Eccl . lib. 24, cap. 22, delmente da me riportati, potremo credere col Mon-
in Muratori, R. I. S. tom. 11. taner ( cap. 118 ) che Ruggier Loria si sia dato a
Un diploma del 1 giugno 12ª Indiz. ( 1299 ) al- tali crudeltà per rappresaglia, e molto tempo dopo
testa che Guglielmo Sallistio fu preso nella batta- che vide da' nemici cavati gli occhi e mozzate le
glia de' conti , ov' era nella famiglia del conte di mani ai nostri presi combattendo il che non to-
Monforte, e fu accecato. Nel r. Archivio di Napoli, glie il biasimo, ma l' attenua . Montaner aggiugne
reg. seg. 1299, A, fog. 88. che a queste rappresaglie i nemici cessarono dal-
Un altro del 30 settembre 3ª Indiz . ( 1289) , dato l'empio lor costume.
di Napoli, accorda una sovvenzione a un proven-
CAPITOLO XIII. 179
(1286-88 )

or nelle prigioni di Messina morì di malattia, di famiglia e di nazione tenea al fratello ; in-
dicono alcuni scrittori, per serbare castità e duravano il re di Francia la romana corte
coniugal fede ' . e il Valois . Eduardo dunque , poichè non
Valida per queste vittorie e per prosperità seppe spuntar di suoi propositi il pontefice
al di dentro , posò la Sicilia intorno a due che nulla temea, si volse ad Alfonso , imbri-
anui , non curante delle invettive che lancia- gliato assai strettamente dalle corti d'Arago-
vale papa Niccolò Iv, non guari dopo la sua na e di Catalogna , ch' erano impazienti di tal
esaltazione, il giovedì santo dell' ottantotto * : cumulo di danni per interesse non proprio
e, durando la tregua , trattavasi anco la pace, e le turbava il novello romoreggiar delle armi
ma da oltramontani, e perciò male per noi . francesi in Rossiglione. Alfonso tentennò , e
Perchè stando gl' inglesi con Francia in pace a poco a poco, tirato da quel destro Eduardo,
sospettosa e mal ferma , Eduardo , veggente cominciava ad abbandonare il fratello in un
assai nelle cose di stato , temea non s'ag- accordo fermato ad Oleron in Bearn . Il quale
grandisse quel reame con l'impresa d' Ara- perchè fu disdetto da Roma, i pazienti prin-
gona ; onde , a torne cagione, procacciava in cipi l'anno appresso rifecerlo , il venzette ot-
sembianze amichevoli la liberazione di Carlo tobre milledugentottantotto , a Campofranco ;
lo Zoppo e la pace. A ciò mosse le raccon- ove, menomate in fatto le guarentigie d'Ole-
tate pratiche al tempo di re Pietro 3. A ciò , ron 9 e lasciato dubbio là dove non poteasi
dicendo muoversi a' preghi de' figliuoli di far l'accordo, Alfonso liberò il prigione , senza
Carlo e degli ottimati di Provenza , divisava fermar patti espressi per Giacomo , nè per la
un congresso a Bordeaux con gli oratori di Sicilia , le cui armi , e non quelle d'Aragona,
Aragona, Francia, Castiglia, Maiorca, e i le- l'avean cattivato nel golfo di Napoli. Indi Carlo
gati di Roma 4 : e ito a Parigi a dì venticin- secondo, lasciati per lui in carcere tre figliuoli,
que luglio dell' ottantasei , fermò tra Francia e pagati ad Alfonso trentamila marchi d'ar-
e Aragona una tregua 5 , non potendo la pace. gento , libero n' andò all' entrar di novembre
Perch'era durissimo a sciorre tal nodo . Gia- milledugentottantotto. Giurò che renderebbesi
como, afforzandosi ne' preliminari assentitigli alla prigione , s' entro un anno non procacciasse
in Cefalù dallo stesso Carlo, chiedeva , oltre la pace ad Aragona. Ma di tal sacramento il
il parentado con esso , la Sicilia , la diocesi papa sciolse e lui e l'inglese e' baroni mal-
di Reggio , e il tributo di Tunisi ; la corte levadori ; stracciò come disorbitante e nullo
di Roma, pugnando pe' reali d'Angiò più forte il trattato di Campofranco, scritto da un ofi-
ch'essi medesimi non bramavano , rivolea la ciale della romana corte. L'anno appresso
Sicilia a ogni modo ; Alfonso per interessi questo Carlo , ancorchè intero e onesto uomo , fu

Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 12. 2 Raynald, Ann. Eccl. 1288, § 10 e 11.
Bart. de Neocastro . cap. 111. 3 V. il cap. 12, pag. 154.
La restaurazione d'Agosta è riferita dal Monta- 4 Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra, vol. 2, di-
ner, cap. 108. Il quale a cap. 113 , sebbene con plomi del 5 febbraio, 2 e 13 maggio, e 29 giugno
anacronismo , dice de' tributi che i nostri riscuoteano 1286, pag. 315, 317, 318, 319.
da Ischia sulle merci uscite dal golfo. 5 Rymer, loc. cit. pag. 326 , 328, 329, 330, 331,
Un diploma del r . Archivio di Napoli , reg. seg. 332 , 333, due diplomi del 15 luglio 1286, e altri
1289-1290 , A, fog. 54, citato da D. Ferrante della del 22, 24 , 25 , dello stesso mese.
Marra ( Discorsi , Napoli 1641 ) , attesta che Ra- Altro del 15 luglio , in Martene e Durand , Thes.
mondo de Baux, fatto prigione nella battaglia dei Nov. Anecd. tom. 1 , pag. 1217 .
conti, fu ricattato dal padre ; il quale impegnò la
contea d'Avellino per avere il denaro.
180 CAPITOLO XIII .
(1289)
piegato da simili ragioni a compier la favola , Indi Giacomo ripigliò incontanente le armi ,
appresentandosi con un grosso stuolo d' ar- fidando nella nazione siciliana , che avrebbe
mati al colle di Paniças , come se pronto a avuto a combattere per le vite , per la li-
rientrare in prigione ; e promulgò poi non bertà , e per la corona del re . E Carlo secondo
aver trovato chi'l raccettasse 9 aver soddis- intanto , passato di Provenza in Italia , fe' omag-
fatto dal suo canto a ogni cosa ; e ridomandò gio del suo reame al papa ; e funne coronato
gli statichi e la moneta. a Rieti il diciannove giugno milledugentottan-
Tal fu il primo esito delle negoziazioni tra tanove , con grande allegrezza di tutta parte
gli oltramontani principi pe' fatti della rivo- guelfa d'Italia , che si vedea reso il suo prin-
luzione nostra del vespro. Piegavano, com'an- cipe. Cavalcò questi immantinenti alla volta
zi dissi , a nostro dannaggio per la potenza del regno , che i siciliani già laceravano con
della corte di Roma , e perchè gl' interessi della aspra guerra 1 .
Sicilia restarono in balia del re d'Aragona . Perchè Giacomo di primavera dell'ottanta-

I particolari di questi maneggi diplomatici fu- Sicilia , e ratificata sì dalla Chiesa. Dovea Carlo
rono i seguenti : dare statichi tre figliuoli suoi , sessanta nobili e
Eduardo 1 appena fermata la tregua di luglio borghesi provenzali , e giuramento de' castellani
1286, caldamente sollecitò la corte di Roma a ra- delle fortezze di Provenza che rassegnerebbersi ad
tificarla ( Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra , vol. 2, Aragona, s'egli ne' tre anni non ottenesse la pace,
parecchi diplomi del 27 luglio 1286 , pag. 334 , o non si tornasse in prigione ( Dipl . del 25 luglio
335 ) , ed essa mandò gli arcivescovi di Ravenna 1287 , in Rymer, loc. cit. pag. 346, e in Lünig , Cod .
e di Morreale per trattar della pace , senza fermar Ital. Dipl. tom . 2, pag. 1035-1040. Dipl. del 28, 31 lu-
nulla da loro, soggiugnea Onorio , in sì dilicato e glio e 4 agosto 1287, in Rymer, loc. cit. p. 350, 351 ,
importante negozio ( Ibidem , pag. 340 e 341 , 7 352 ). Raffermaronsi oltre a questo le nozze tra la
novembre e 1 marzo 1287 ; Raynald , Ann . Eccl . figliuola d'Eduardo e re Alfonso per tanti anni at-
1286, § 13 e 14 ; Cronaca di Parma in Muratori , traversate da Roma ( Rymer , loc. cit. pag . 320 e
R. I. S. tom. 9, pag. 810 ) . Ma insistendo Alfonso 349, 27 maggio 1286 , e 28 luglio 1287 ). La in-
su i preliminari di Cefalù , il papa sdegnato ruppe flessibile politica della corte di Roma , non ostante
gli accordi ( Raynald, Ann. Eccl. 1287. § 6, breve che vacasse la sede per la morte di Onorio , di-
dato di Roma a 3 marzo , di cui si fa menzione in strusse questo trattato d'Oleron. Prima il collegio
due altri di papa Niccolò iv , del 15 marzo e 26 de' cardinali , poi Niccolò V esortavan Eduardo
a trovar altro modo alla liberazion del prigione ,
maggio 1288, in Rymer , I. c . pag. 358) ; sovvenne
Filippo il Bello e Valois , che nuovamente romo- ammoniano Alfonso vietandogli di aiutar il fra-
reggiasser di guerra ( Raynald , Ann. Eccl . 1286, tello, e ridavan le decime a Francia per la guerra
$ 28 ) , i quali tentarono con lieve dimostrazione il ( Rymer, loc. cit. pag. 353, 358 e seg. 362, 365,
Rossiglione ( Montaner, cap. 158 e 160 ) . Intanto 366, diplomi del 4 novembre 1287 , 15 marzo 3
le cortes d'Aragona e Catalogna infin dai primordi aprile , 26 maggio, 15 settembre 1288 ; Raynald ,
del regno d'Alfonso avean preso ad esercitare tutti Ann. Eccl. 1288 , § 11 , 12, 13, 14, 13 ; breve del
i poteri sovrani , e sbuffavano contro la guerra ( Su- 15 marzo, 1288 , Mss. della Bibl. Com. di Palermo
rita, Ann. d'Aragona , lib. 4 , cap. 77 e 78 ) ; pe- Q. q. G. 1, fog. 155 ) . Indi il trattato di Campo-
rilche Alfonso fu tratto a stipulare ad Oleron in franco, scritto da un notaio del papa : per effetto del
Bearn, il dì quindici luglio milledugentottantasette , quale Carlo pagò ventimila marchi, togliendone
presenti i due legati pontifici , la liberazion di re in presto diecimila da Eduardo ; die' sicurtà per
Carlo. Si pattui riscatto di cinquantamila marchi altri settemila ; statichi solo inglesi ; parola ch' en-
d'argento : che promulgata la tregua tra Francia tro un anno procacciasse tregua tra Francia ed Ara-
e Aragona e inclusavi la Sicilia, Carlo si adoprasse gona, o si rendesse alla prigione. Saragozza e altre
a portarla infino a tre anni , e farvi accostar la città e baroni d' ambo le parti garantiron l'osser-
Chiesa e il Valois : che procacciasse in questo tem- vanza de' patti ; e Carlo giurolla una prima volta,
po una pace soddisfacente a' re d'Aragona e di e uscito di Catalogna rinnovò il giuramento , che
CAPITOLO XIII. 181
( 1289)
nove risoluto l'assaltava , tirato ancora da scaldo ; resistean le rocche di castel Belve-
una pratica con cittadini di Gaeta . Passa a dere e San Gineto , tenute entrambe da Rug-
Reggio il quindici aprile con quaranta tra te- giero San Gineto , assecurandole il forte sito
ride e galee, quattrocento cavalli , e dieci mi- e la virtù de' signori . Perchè la moglie di
gliaia di fanti il quindici maggio muove a Ruggiero, con virile animo fu vista sugli spaldi
risalir lungo la costiera occidentale di Ca- di San Gineto inanimire il presidio , traboc-
labria , ei di terra con le genti , l'ammiraglio car di sua mano sassi sulle teste de' nostri
con la flotta , l'uno a veggente dell' altro , che con l'audacia di tante vittorie stormeg-
perchè operassero insieme. Occupavan Sino- giavano il castello . Giacomo, lasciata l'altra
poli, Santa Cristina , Bubalino , Seminara , e fortezza, si pose sotto questa ostinato all'as-
per duri assalti anco Monteleone, sbarcatevi sedio .
le ciurme ; e Rocca, castel Mainardo , Maida , Quivi un miserando caso attristò que' me-
Ferolito , Aiello . Volle Artois fronteggiarli , e desimi animi infelloniti chi all'assalto e chi
s ' ebbe a ritirare con onta alle province di alla difesa ; perchè Ruggiero , caduto già una
sopra ; dapprima campando appena da un ag- volta prigione de' nostri nel frequente scara-
guato ; poi non fidatosi a investire il siciliano mucciar di Calabria , avea dato statichi due fi-
campo e infine confuso dall' ardir di Calce- gliuoli , con promessa di risegnare il castello ,
rando e de' fratelli Sarriano, che con picciolo ed or fieramente negavalo . Ed era per dif-
stuolo percotendo di mezzo al suo campo sotto falta d'acqua presso ad arrendersi , se non
Squillaci, entrarono a rafforzar la terra nella che inaspettata speranza di pioggia tanto il
fede di Giacomo. Arrendeansi indi a' nostri rinfrancò , che tornando alle offese , toglica
Amantea, Fiume Freddo , castel di Paola, Fu- di mira coi mangani la tenda stessa di Gia-

il papa poi sciolse ( Rymer, loc. cit. pag. 368 e Malvecio, in Muratori, R. I. S. tom. 14, cap. 103,
seg. parecchi dipl. del 18 , 21 , 24 , 23, e molti del 104, 106 , 108 , e diplomi di Carlo 1 in essa tra-
27 ottobre 1288 , e altri del 28 , 29 ottobre e 3 no- scritti , dati di Marsiglia il 1 dicembre 1288 ,, di
venbre dello stesso anno e 9 marzo 1289 ; Lünig Genova a 26 aprile 1289 , e di Rieti il dì della
loc. cit . pag. 1033 a 1040 ; Raynald , Ann . Eccl . pentecoste del 1289 , da' quali si vede che il co-
1288 , § 16, 17. Il dubbio in cui si restò pe' patti di mune di Brescia porse 2000 fiorini a Carlo, che ne
Campofranco si scorge ancora da una lettera d'Al- l'avea pregato con molta istanza , dicendo dover
fonso data 4 gennaio 1290 , dove affermansi non soddisfare il danaro o tornar in prigione. I comuni
annullati que' d' Oleron, e obbligatosi Carlo a pro- del regno di Napoli nel 1287 contribuiron danaro
cacciar la pace anche a Giacomo di Sicilia ) . Carlo 11 per la liberazione del re, come si scorge da un di-
fu aiutato di danari al pagamento del riscatto , non ploma nel citato Elenco delle pergamene del r. Ar-
meno da' suoi sudditi che da città italiane . Sopra- chivio di Napoli, vol . 2, pag. 20 ; Raynald , Ann .
stette prima in Provenza ; poi in primavera del 1289 Eccl. 1289 , § 1 a 11 c 13, 14, 15 ) . Veggansi an-
passò in Italia ; venne nel regno , ove fermò la tre- che per tutte queste negoziazioni Bart . de Neocastro ,
gua di Gaeta ; e ripartì immantinenti per andare in cap . 111 , 112. - Niccolò Speciale , lib . 2 , cap . 15.—
Francia a continuar le pratiche della pace, e far la Tolomeo da Lucca, Hist . Eccl . lib. 24 , cap. 23 , in
commedia del presentarsi in Ispagna , poichè gli altri Mur. R. I. S. tom. 11. - Gio . Villani, lib . 7 , cap.
potentati accaniti non voleano piegarsi alla pace , 125-130. - Ram. Montaner , cap. 162 , 166 , 167 ,
ch' egli procacciava , portato dalla sua indole più che 168 , 169 , che più o meno ne riferiscono il vero .
da' suoi interessi ( Rymer, loc. cit . pag . 429 , 430, Un diploma di Carlo 1 dato di Venosa a 23
433, 438, 441 , diplomi del 5 e 7 settembre , 30 febbraio 4ª Indiz. ( 1291 ) fa parola di danaro dato
ottobre, 1 e 2 novembre 1289, e 4 gennaio 1290 , a Ruggier di Sangineto, a domanda della moglie ,
e diploma del 1 novembre 1289, anche pubblicato per lo riscatto de' suoi figliuoli. Nel r. Arch. di
dagli archivi d' Aix , per Papon , Hist. Gén . de Pro- Napoli. reg. 1291 , A, fog. 213.
vence, tom. 3 , Doc. num. 20 ; Cronica di Iacopo
182 CAPITOLO XIII .
(1289)
como. A ciò l'ammiraglio , rompendo a ' so- lo II. con tutti gli aiuti di Roma , rientrato
liti trapassi d' ira cicca e spietata , fa driz- nel regno per Solmone e Venafro , a Napoli
zare incontanente co' remi un palco dinanzi s ' avviava 3. Largivagli il papa le decime ec-
la tenda ; fa legarvi i due figliuoli , avvertito clesiastiche per tre anni 4 ; bandiva per tutta
e veggente Ruggiero. Il seppe la donna , e Italia la croce , seguita in frotte da guelfi di
corse al muro con dolor disperato , ora il re Lombardia e di Toscana , da abbruzzesi , cam-
scongiurando , or il feroce consorte : i com- pani , e altri regnicoli , oltre i chiamati dal
battenti arrestavan la mano da' colpi , lagri- principe al militare servigio. Sotto il vessillo
mosi guardando tutti Ruggier San Gineto . Qui della croce e i comandi del legato pontificio
altri dice ch'ei fe' star la macchina , altri veniano i saraceni di Lucera . Vide con gli
che di trar tuttavia comandava con atroce occhi propri il Neocastro , donne portar armi
virtù. In questa tragica tensione d'umani af- tra quelle masnade , menarsi a guinzaglio grossi
fetti, chiudeasi d'oscuri nugoli il cielo , dis- mastini per isfamarli di scomunicata siciliana
serravasi un turbine , il fremito de' venti , il
carne. Questo esercito smisurato , sì diverso
polverio confondeano ogni cosa , quando tra e bizzarro , capitanava il conte d'Artois 5 , in
le ondate della caligine si vide il palco an- cambio del non guerriero monarca inteso in
dare giù in un fascio, per tiro del castello o Napoli a chiamar parlamento 6 , e con arti più
folata di vento . Al maggior de' giovanetti en- miti tentare i siciliani , promettendo perdono ,
trò nella tempia un palo aguzzo che l'uccise. e riforme , e che francesi non manderebbe a
E con questa pietà ebbe fine l'assedio ; per- governare la Sicilia , ma un legato del papa 7 .
chè Giacomo rendea ai miseri genitori il ca- La fama dunque di tai forze, precorrendole a
davere con funeral pompa , e libero l'altro fi- Gaeta, voltò tutti gli animi a parte angioina ;
gliuolo ; e sollecitato da que ' di Gaeta , e ve- tantochè gl' indettati con Giacomo furo i primi
dendo per la medesima tempesta rifornito d'a- a gridare contr' esso . Però di ripari e prov-
cque il castello, e appena campata da grave ri- vedigioni si munì bene la terra : il re , tentate
schio la flotta sua , s'imbarcò per seguire i
indarno le pratiche, dopo alquanti dì si pose
disegni della guerra ' . a sforzarla ; accampatosi sur un poggio egli
Tocco Scalea , castell' Abate, Capri e Pro- coi cavalli e il fior delle genti , e gli altri pedo-
cida ; soprasteite in Ischia ; e smontò l'ul- ni attendò al piano , trinceati ambo i campi , an-
timo di giugno a Gaeta , agevolmente messo tiveggendosi il pericolo . Con assalti forte dati
in fuga il conte d'Avellino , che ricordavasi e forte respinti , e scambievole trar delle mac-
troppo vivamente la prigionia di Sicilia . Ma chine gran pezza passò quest' assedio : occu-
la fazione che chiamato avea Giacomo , pro-
parono e poser a sacco i nostri Mola di Gaeta ;
sumendo assai delle proprie forze ' , sparutis- poi infino al Garigliano da un lato , a Fondi
sima si trovò in quel tempo , in cui re Car- dall'altro, corser guastando e saccheggiando

Bart. de Neocastro, cap. 112. 4 Raynald , Ann. Eccl . 1289 , § 13.


Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 13. 5 Bart. de Neocastro, cap. 112.
2 Neocastro, loc. cit. Speciale, lib. 2, cap. 14. Niccolò Speciale, lib. 2 , cap . 14.
Veggasi anche il Montaner , cap. 116, 130 , 163 L'appello al servigio militare entro pochi giorni,
e 163 , il quale in vero sogna due antecedenti pas- si ritrae dal citato Elenco, vol . 2 , pag. 48, 49, 50
saggi di Giacomo in Calabria, e dà a veder sempre e 31 , ove leggonsi varî dipl. dell' 11 , 12, 13 e 15
che molti fatti s'eran confusi nella sua memoria. luglio 1289.
5 Si ritrae da' diplomi del 27 e 28 giugno notati 6 Ibidem, pag. 51 , dipl. del 31 luglio .
nello Elenco delle pergamene del r. Arch. di Na- 7 Raynald, Ann. Eccl. 1289 , § 15.
poli, vol. 2, pag. 43 e 44, nota 2.
CAPITOLO XIII. 183
(1289 )
i contadi di Nola , Maranola, e Tragetto ; ma cristiani . Umiliossi Niccolò a tal forza di ve-
Gaeta si danneggiava aspramente e non espu- rità. Spacciò , insieme con l'inglese, un mes-
gnavasi. Indi a poco sopravvenendo l'oste cro- saggio a re Carlo, portatosi il diciotto agosto
ciata , corse in frotte a stormeggiare i siciliani al campo a Gaeta ; il quale non era uom da
alloggiamenti ; da' quali ributtata con molto ricusare la tante volte promessa cessazione
sangue, anch'essa a picciol tratto si accampò. dalle armi . Aggiunte tai pratiche alla diffi-
Gaeta dunque tra la flotta e le genti nostre, coltà , che vedeasi d' ambo i lati durissima ,
queste tra la città e il nimico alloggiamento a ben finir questa fazione , fecer tosto fermare
assediati stavano , percotendosi coi tiri a vi- la tregua .
cenda. S'ebbe maggior travaglio alla campa- Vauno dall' un campo all' altro oratori a
gua , scaramucciando i nostri ogni dì or coi parlamentar di pace ; nel quale incontro scri-
saraceni, or coi toscani crociati, or co' fran- ve il Neocastro , che i cavalier francesi entrati
cesi ; e spesso i mastini lasciati contro i no- nelle tende del sicilian re, vedendole sfolgo-
stri, sfamaronsi delle membra di cui l' avea rar di spade, lance e tutti ornamenti d'arme ,
recato. Leucio , sì glorioso ne' fatti dell'ottan- e per ogni luogo le ben acconce macchine ,
tadue, e Bonfiglio, messinesi , in questi affronti e gli alloggiamenti trinceati con sapienza di
segnalavansi . Matteo di Termini in più grossa guerra , ricordasser con rammarico le stanze
battaglia cominciata un dì , sfracellò coi tiri del secondo lor Carlo , come cella di chierico ,
delle macchine la falange serrata de' nimici. piene di libri profetici , musaici , dalmatiche
Non parea vero che diecimila uomini tenes- in luogo di corazze . Quanto all'importanza
sero si saldo tra una città e uno esercito del trattato , battendo gli angioini oratori su
fortissimi. All'oste siciliana si volgeano per lor fola della cessione dell'isola , Loria al co-
la sua virtù le menti , i cuori , fin de' nemici ; spetto di re Giacomo rispondea brusco : non
piena di maraviglia e di perplessità , tutta l' Ita- lascerebbe la Sicilia , se tutto il mondo ve-
lia aspettava ormai la catastrofe . nisse crociato sovr' essa . Indi del mese d'ago-
Ma intanto la violazione de' patti d' Ole- sto milledugentottantanove si fermò tra Sici-
ron e di Campofranco, comandata , com' aperto lia e Napoli, in luogo della pace che non si
vedeasi , da Roma , incresceva a Eduardo ; e poteva, una tregua infino al dì d'Ognissanti
a confonder Niccolò venner anco di levante del novantuno, con questi patti, che si posas-
lagrimevolissimi avvisi scacciati di Soria i ser le armi sì in mare e sì in terra, fuorchè
cristiani ; presa Tripoli dal Soldano con or- nelle Calabrie e presso il castell' Abate e
ribili atti di crudeltà ; strette d'assedio in in qualche altro luogo : che potesse Giacomo
Acri le reliquie de' fedeli che imploravan soc- per mare vittovagliare e munire tutte le terre
corso. Però Eduardo , non più sopportando che occupate da esso ; non portar l'armata in-
si spiegasse la croce contro cristiani , men- nanzi a quelle ch' ubbidivano a Carlo che
tre i maumettisti la calpestavano in Asia , nelle infrazioni della tregua , si provasse il
mandò al papa per Odone di Grandisson am- danno dinanzi a' magistrati della parte offe-
basciata acerba : che cessasse tanto scanda lo , sa , o a Giovanni di Monforte per re Carlo ,
o alfin si aspettasse l'ira di tutti i principi a Ruggier Loria per Giacomo ; e tra dì qua-

Bart. de Neocastro , cap. 112. traggono anche dalle immunità delle tasse regie e
Niccolò Speciale, lib 2 , cap. 14. fin delle decime ecclesiastiche, datele poco appresso
Montaner, cap. 164, 165 , 169. in ristorazione e premio. Raynald , Ann. Eccl. 1290,
Gio. Villani , lib. 7 , cap. 134. $ 24, 23, c Villani , loc. cit.
I gravi danni sofferti dalla città di Gaeta, si ri-
184 CAPITOLO XIII. (1289-91)

ranta il principe dell' offensore ne facesse ri- cetta esser tornato utilissimo quell' accordo
sarcimento. Notevol è tra questi patti , e mo- al regno di Puglia ; e Carlo stesso, men van-
stra con quali indisciplinate masnade la Si- tatore de' suoi , di lì a pochi mesi non glo-
cilia riportava tante vittorie , la condizione che riavasi d'altro che dell' aver Giacomo tentato
restasser fuori della tregua gli almugaveri , senza pro la espugnazione di Gaeta . Lo stesso
de' quali Giacomo non si facea mallevadore ; può argomentarsi dalla saldezza de' capitani
ma ben promettea non favorirli in loro fa- di Sicilia nel trattare , dall'essere rimaso Gia-
zioni, e non mandarvi uficiali , nè mercenari como signore della più parte delle Calabrie ,
suoi . Di tal tregua presero grandissimo sde- oltre le terre occupate qua e là per altre pro-
gno i baroni di re Carlo, che sentendosi dieci vince, e dagli altri onorevoli patti che ferma-
contr' uno , speravan rifarsi una volta delle ronsi per termine di questa certo audacissi-
sconfitte toccate nella siciliana guerra . Se- ma impresa sulla estremità opposta del ter-
condo i patti, primo levò il campo re Carlo , ritorio nemico ' .
tre di appresso Giacomo ; il quale imbarca- Nei due anni appresso, sostando la grossa
tosi con tutte le genti il dì penultimo d'ago- guerra con Napoli , male si osservò la tregua ;
sto , prese il porto di Messina a sette settem- com'eran gli uomini sempre con le armi alle
bre, dopo aver corso a capo Palinuro grande mani , e avvezzi ad offendersi e rubacchiarsi
fortuna di mare . Ricautando le bravate dei a vicenda ; talchè or per voglia, ora per rap-
baroni di Carlo, alcuno scrittore di quel rea- presaglia , ora per non potersi raffrenare gli
me , poi sentenziava che seguitando le offese , almugaveri, continuarono scambievolmente le
sarebbe stata senza dubbio inghiottita la pic- prede in mare , gli assalti in terra , a quanto
ciol'oste di Sicilia : ma il guelfo Villani ac- pare con maggiore avvantaggio dalla parte dei

Bart. de Neocastro, c p. 112. ragona, data il 1 novembre 1289 , in Rymer, vol. 2 ,


Niccolò Speciale , lib. 2, cap . 14. pag. 441.
Montaner, cap. 169. Questi diplomi e due altri di Giacomo dati a 17
Raynald, Ann. Eccl . 1289, § 63 , 67. e 30 luglio 1288 in Palermo --- Mss . della Bibl .
Gio . Villani , lib. 7 , cap. 134 , il quale dice il Com. di Palermo , Q. q. G. 1 , fog. 156 e 158-- cor-
nostro esercito respinto di Calabria dal conte d' Ar- reggono l'errore del Neocastro e dello Speciale, che
tois. Non è vero, com' altri afferma, che Artois cruc- portano quest' impresa nella state del 1288 ; perchè
cioso della tregua lasciasse i servigi di Carlo ; perchè i primi dimostrano fermata la tregua d'agosto 1289,
da molti diplomi notati nello Elenco più volte citato i secondi che Giacomo nella state del 1288 fosse
delle pergamene del r. Arch. di Napoli , vol. 2 , in Palermo. Forse nacque l'errore dal ricordare l' in-
pag. 62, 63, 65, 66 , ec . si ritrae che Carlo, partito dizione piuttosto che l'anno , perchè la seconda in-
poco appresso, gli commettea gli affari del regno , dizione ricadea appunto sul fin della state dell' 88,
chiamandone vicario Carlo Martello suo figliuolo ; sì come nel corso di quella dell'89.
e nel diploma del 27 dicembre 1290, ch' io pubblico , Bonifacio poi rimproverò a Carlo questa tregua
docum. XXI, in fin di questo volume, lo stesso Ar- frettolosa, fermata senza saputa sua nè di Gherardo .
tois attesta aver giurato la tregua di Gaeta, e scrive Essi erano allor legati del papa all'oste angioina ;
da ministro di re Carlo per procacciarne l'osser- ed è strano che uno di loro si sarebbe opposto a
vanza . Le condizioni della tregua , taciute dagli scrit- ciò che volea il papa . Breve del 9 gennaio 1300 ,
tori che ne portan solo la durata, si leggon chiara- presso Raynald , Ann. Eccl . 1300, § 15.
mente nel citato docum. n. xxI. in fin di questo Diploma dato il 27 dicembre 4ª Indiz . ( 1290) ,
volume. Docum . num. xx1 , in fin del presente volume .
Il soggiorno di Carlo 11 al campo di Gaeta con- Queste infrazioni della tregua , che erano scam-
fermasi per un diploma del 18 agosto 1289 , nel- bievoli, si veggono da parecchi altri diplomi, ca-
l'Elenco citato , vol . 2, pag. 57. vati come il precedente dal r. Archivio di Napoli.
I particolari della pratica della tregua scorgonsi Diplomi dati di san Gervasio il 28 ottobre 3ª In-
ancora da una lettera di Carlo 1 ad Alfonso d' A- diz . (1289) scritti da Roberto conte d'Artois , e
CAPITOLO XIII. 185
(1289-91 )
nostri, che fean bottega de' prigioni , e per i nemici 4. In questo tempo le armi siciliane
mare talvolta minacciarono 2 , talvolta consu- mostraronsi ancora con gloria in levante. An-
marono importanti fazioni ; alle quali l'am- dò Loria con la flotta a riportare il Margano
miraglio preparossi il pretesto , lagnandosi una principe d' arabi , che in Sicilia promettea ri-
fiata d'infrazione a ' patti, e aggiugnendo : non scatto , nella sua terra cavalcando con uno
parlare per ambagi ; ciò che avea in cuore stuol de' nostri a Tolomitta, l'avviluppò d'in-
nol mentiva col labbro ; sapessero ch'egli os- sidie ; ed essi con incredibili prove strigatisi
serverebbe la tregua al modo stesso che feano da' barbari, e sforzato il re a noverar la mo-

Carlo primogenito del re Carlo 11, a Giacomo d' A- (1290) a Giovanni d' Eusebio , abate di Sorrento.
ragona e a Ruggier Loria , lagnandosi di atti con- Gli è data licenza d'andare in Ischia , Capri , ca-
trari alla tregua. Reg . seg. Carlo 1 , 1291, A, fo- stell' Abate, e se occorra anche in Sicilia , per ot-
glio 10 , a t. tener la liberazione di un vescovo frate Pietro
Diploma di Ruggier Loria, dato di Messina a 26 d'Arrigo Filangeri , Pietro Capece e Roberto Ap-
settembre 4ª Indiz . ( 1290 ) , col quale si lagnava perdicaro, militi , e altri uomini da Sorrento nuper
della preda di alcune navi siciliane caricate in Ca- captorum ab hostibus. Ibidem , fog. 27, a t .
tania di grano , del prezzo di tarì 14, 10 a salma , Diploma dato di Napoli il 14 maggio 3a In diz .
e prese da sei galee e un galeone di Puglia ; e al generale ministro de' Minori, sopra la liberazio-
chiedendo la ristorazione , fieramente conchiudea : ne di alcuni frati presi da' nemici, che, secondo la
Alioquin nos qui bilingui ore non loquimur et quod tregua, non si potean di ragione chiedere, perchè
in animo gerimus labiis simulari nescimus vobis presi in terra, non in mare. Nondimeno il governo
in apertum deducimus quod treuguas ipsas genti di Napoli ne avea scritto a Ruggier Loria. Ibidem ,
nostre observari similiter faciemus. Fu indirizzato fog. 30.
al conte Giovanni di Monforte, e da costui ad Ar- 2 Diploma dato di Venosa a 17 dicembre 3a In-
tois , e trascritto in un diploma dato di Corneto, diz. (1289) . Il giustiziere di Basilicata vada alla
il 4 novembre 4ª Indiz. col quale alle minacce di terra Giordana . Prenda 150 cavalli e 100 fanti ,
Loria, si pagò subito il valsente della preda , non e si porti subito alle frontiere de' nemici a com-
senza far querela di altre simili infrazioni dalla hatterli. Nel r. Archivio di Napoli , reg. seg. 1291 ,
parte de' siciliani. Reg. cit. fog. 163 e 164. A, fog, 23,
Altri diplomi del conte d'Artois, dati di Corneto Altro dato di Napoli a 9 marzo 3a Indiz. ( 1290 ) .
il 4 novembre 4ª Indiz . indirizzati , il primo a Gia- Annunzia estrema cura a guardar da insulto ne-
como, il secondo a Ruggier Loria, descrivean tutte mico il ducato d' Amalfi ; e contiene molti minuti
le violazioni alla tregua, fatte di parte siciliana . provvedimenti di riparazione di fortezze , vittua-
Ibidem, fog. 166 e 166 a t . glie, ec. Ibidem, fog. 28.
Diplomi dati a 21 e 22 dicembre 4a Indiz. an- Altro dato di Napoli a 11 marzo 3a Indiz . Per-
che indirizzati a Giacomo e a Loria, su lo stesso chè Niccolò di Gesualdo, capitano di Napoli, pigli
argomento, e dettati su lo stesso stile del diploma il comando di tutta la marina dalla torre ottava
del 27 dicembre seguente, da me pubblicato , Ibid . infino a Pozzuoli, per prevenir le offese de'nemici.
fog, 183 e 185 a t. Ibidem, fog. 28 a t.
1 Diploma di Roberto conte d'Artois , dato di Altro dato di Napoli a 9 maggio, 3ª Indiz , So-
Corneto a 21 febbraio 3a Indiz . ( 1290) per lo scam- miglianti e più affannosi ordini a Adamo Arenga
bio di Guglielmo Mallardo, prigione dei siciliani, per la costiera dalla Rocca di Mondragone infino
col decano di Nicastro, preso mentre parteggiava a Gaeta. Ibidem.
per essi in Calabria , Nel r. Archivio di Napoli , Altro dato di Napoli a 13 maggio 3ª Indiz. Per
reg. di Carlo 11, segn. 1291 , A, fog. 5. provvedersi saette ne' luoghi marittimi del ducato
Diploma dato di Venosa a 6 novembre 3ª Indiz. di Amalfi. Ibidem, fog. 29.
( 1289) per mandarsi una barca al castell' Abate , 3 V. il Docum . num. xxi, citato di sopra.
a trattar la liberazione di Roberto di Cambray, pri- 4 Diploma del 26 settembre 1290, citato nella
gione de' nemici . Ibidem, fog. 11 , a t. preced . nota num . 1.
Diploma dato di Napoli a 12 maggio 3a Indiz .
24
186 CAPITOLO XIII.
( 1289-90)
neta , si tornavano con quella a Messina, Nel Innocenzo all'imperator Federigo ; e che s'ei
medesimo tempo venutovi Giovanni di Greil- portasse le siciliane armi in levante, darebbe
ly , quel siniscalco di Eduardo che adopro inerme l'isola in man dei nimici. Così fatto
si leale con re Pietro a Bordeaux ed or s' era accorto Giacomo , inviò al papa Giovanni di
partito d' Acri per sollecitar aiuti della Chiesa , Procida , uom da stare a petto a que' di Roma ;
Giacomo, raccoltolo con assai onore, gli die' il quale dando oneste cagioni del mutato pro-
sette galee siciliane che in que' luoghi com- ponimento, conchiuse, che si differisse l' im-
battessero per la fede . Più notevoli furono presa di Terrasanta infino alla ferma pace tra
in questo tempo le pratiche della pace . la Chiesa e Giacomo, che il papa differir volea
Perchè vennero da chi solo potea portarle all' accordo generale da trattarsi in Provenza ,
a compimento ; parendo papa Niccolò divenuto tra Aragona, Francia , Chiesa, Napoli , Maior-
a un tratto più mite, per paura delle armi ca , e Carlo di Valois mediante l'inglese E-
del Soldano. Il Neocastro non la dà a cagione duardo , procacciandola con estrema attività ,
sl mondana, Narra , che non guari dopo ban- per ottener la liberazione de' figliuoli, Carlo
dita la tregua, un Geronimo , decrepito romito lo Zoppo ; che fermata ch' ebbe la tregua in
dell' Etna, si traesse dinanzi al sommo pon- Gaeta, lasciò l'insultato reame , per compier
tefice, a rivelare ammonimenti del Cielo a pro con le negoziazioni oltremonti ciò che non
di Sicilia , sì che il piegò con la forza delle avea saputo qui con la spada 3.
apostoliche parole , che spiccan dalle pagine E per tal modo tutte le speranze si dile-
del siciliano istorico . Niccolò , qual che si fosse guaro ; sendo finita questa general pace d'ol-
il perchè, mandava al re di Sicilia un frate tremonti là dove i trattati di Oleron e di
catalano, Ramondo per nome , a fargli sperar Campofranco avean accennato. Perchè la corte
propizia la santa sede s'ei menasse la sici- di Roma, o non potendo beffarsi di Giacomo ,
liana flotta al soccorso d' Acri : e Giacomo ri- tornando indietro a pensare alle cose d'Ita-
spondeagli , che, riconosciuto re di Sicilia, con lia più che della Soria, non die' ascolto al ri-
tregua per cinque anni e aiuto di danari , pas- piego di Giacomo , offrente pagarle tributo per
serebbe in Terrasanta con trecento cavalli , la Sicilia 4 ; e rinnovò gli appresti di guerra
diecimila pedoni e trenta galee ; promettendo contro Aragona 5 : ove le corti , mal soffrendo
Loria ch'a sue spese aggiugnerebbevi ( sì alto sempre il pericol proprio per l'utile altrui ,
era salito ! ) dieci galee, cento cavalli , duemila di settembre dell' ottantanove avean mandato
fanti. Ma in altro modo questa novella beni- ambasciadori in Sicilia , che praticasser anco
gnità del papa fu interpetrata in Sicilia. Pan- con Procida, Loria, Alamanno e Calcerando,
dolfo di Falcone e altri siciliani pratichi del- a' cui consigli Giacomo si reggea , e chiedesser
le cose di stato , sursero a distogliere il re , venti galee siciliane in Catalogna, poichè per
tornando a mente che simil laccio tese papa cagion della Sicilia si dovea quella rituffare

Bart. de Neocastro, cap. 113. s' ingiunge al giustiziere di Basilicata di vegliare


Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 14. stretto gli oratori nimici , che non tramassero coi
Raynald, Ann. Eccl. 1290, $ 7. cittadini. Elenco citato delle pergamene del r. Ar-
Bart, de Neocastro, cap. 112. chivio di Napoli , vol. 2, pag. 68.
I portatori di questa o altra somigliante amba- 3 Questi viaggi di Carlo 11 , scorgonsi da' diplo
sceria di Giacomo , passarono per lo regno di Na- mi notati nell'Elenco delle pergamene del r. Ar-
poli, se pur non negoziarono anche col vicario di chivio di Napoli, vol. 2, pag. 61. nota num . 1 .
quello. Ce l'attesta un diploma del conte d' Artois , 4 Bart. de Neocastro, cap. 114.
dato il 4 novembre 1290 in Corneto , nel quale 3 Raynald, Ann. Eccl. 1290 , $ 21 .
(tago-91) CAPITOLO XIII. 187

ne' mali della guerra ¹ . A' nuovi romori dun- di chieder perdono al papa, pria per legati ,
que, nacquero in Aragona discordie civili tra indi entro dieci mesi anco in persona ; di guer-
le corti e 'l re ; le corti , inibita ad Alfonso reggiar in Terrasanta ; di rendere a Carlo gli
ogni pratica dassè solo intorno la pace, voller statichi, la moneta , i prigioni di guerra ; di
che la si trattasse per dodici commissari della richiamar tutti i sudditi suoi di Sicilia , e torre
nazione 2 ; e vinto Alfonso da necessità e stan- a Giacomo ogni aiuto . S'ingaggiò Carlo in
chezza , ruppesi il debil filo al quale teneano cambio a procacciar l'assentimento di Filippo
gl'interessi di Giacomo. Bandito un congres- il Bello e del Valois : vedrebbe la Chiesa di
so ³ in Provenza , al quale il papa mandava rivocar la concessione del reame a costui , c
i due cardinali Gherardo da Parma e Bene- ribenedir l'Aragona. Lasciossi luogo ad en-
detto Gaetani 4 , perchè tra la riputazione della trar tosto nella pace il re di Maiorca , quel
porpora e la capacità degli uomini, ogni co- di Castiglia , se si potesse " . Il di appresso i
sa andasse a posta loro, alla prima si disse due cardinali intimavan questo trattato a Fran-
a Giacomo ch' inviasse suoi oratori , o si fe cia e alla corte di Roma 7. Tanto ne' diplomi
sperare d'ammetterli ; ma quand' ei spacció si legge. Il Neocastro a queste condizioni ag-
di giugno milledugentonovanta Gilberto di Ca- giugne : riconosciuta l'alta signoria d' Alfonso
stelletto e Bertrando de Cannelli, il re d' Ara- su Maiorca , fermato censo annuo di trenta
gona rispondea si stessero ; non gli stur- once d'oro che pagasse Aragona alla corte
basser la pace sua ; ferma quella , più agevol di Roma ; stabilito con quali forze dovesse
sarebbe a Giacomo³ . Così apparver chiari gli andar Alfonso in Roma e indi in Terrasanta,
intendimenti di questo congresso. Sedeanvi re e in Sicilia a procacciar anche con le armi
Carlo e i dodici commissari di re Alfonso la sommissione di Giacomo. Fu tolto allora
delle corti d'Aragona , presenti i due legati ogni ostacolo al matrimonio d'Alfonso con
del papa, e quattro d'Inghilterra. Adunaronsi la figliuola d'Eduardo d' Inghilterra : e un al-
in Tarrascon ; e segnarono il trattato a Bri- tro poco appresso ne strinse re Carlo per ot-
gnolles , il diciannove febbraio milledugentono- tener la rinunzia del Valois , dandogli una
vantuno. sa figliuola, e in dote le contee d'Angiò e
Nel quale umiliossi Alfonso a promettere Maine ".

1 Diplomi del 3 e 7 settembre 1289, in Rymer, ↑ Ibidem. pag. 504, diploma del 20 febb. 1291.
op. cit. vol. 2, pag, 429, 430. 8 Bart. de Neocastro , cap. 114.
Surita, Ann. d'Aragona , lib. 4, cap. 117. Montaner , cap . 173 , il quale con molti errori
Diplomi del 4 e 19 gennaio 1290, in Rymer, op. porta tutto questo trattato. Per altro egli il dice
cit. pag. 455. Conferma ciò il Montaner, cap. 172, fatto in Tarrascon , che si riscontra co' diplomi ;
velandolo al suo solito ; e meglio il ritrae Sarita, ma il Neocastro lo suppone in Aix, forse dalla vi-
Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 120 e seg. cinanza de' luoghi, o perchè qualche conferenza ve-
3 Prima si stabilì a Perpignano , dove non an- ramente si fosse tenuta in Aix.
darono gli ambasciadori d'Alfonso , perchè non Veggasi per le nozze della figliuola di Carlo
piacque ai commissari deputati dalle corti. Diplo- con Carlo di Valois, il diploma del 18…………….. 1290,
mi del 18 gennaio , 2 e 3 febbraio 1290, Rymer , in Lünig. Cod. Ital . Dipl. v. 2 , Sicilia e Napoli ,
loc. cit. num. 62 ; e in Martene e Durand , Thes. Nov. Anecd .
4 Bart. de Neocastro. cap. 112. tom. 1, pag. 1233.
Raynald , Ann . Eccl. 1290 , § 18 e 19, breve del Un altro diploma di Filippo il Bello, dato in Pa-
23 marzo 1290, e § 20, diploma del 20 gennaio. rigi , settembre 1290 , dice già celebrato il matri-
5 Bart. de Neocastro, cap. 114. monio del Valois. Papon, Hist. Gen. de Provence ,
6 Diplomi del 19 febbraio e 12 aprile 1291 , in tom . 3, Docum . num . 23.
Rymer, vol . 2 , pag. 501 e seg.
188 CAPITOLO XIII.
( 1291 )

Ebbe tempo Alfonso a raccor di questo trat- pre partendo , il giurò eterno , accomiatandosi
tato il sol biasimo . Accrebbelo con fornir mu- da' popoli in Messina , Palermo e Trapani ;
nizioni navali a Genova per l'armamento di donde entrò in nave il dodici luglio . Lasciò
sessanta galee agli stipendi di re Carlo , che luogotenente il fratel suo Federigo ; una forte
ripigliato animo alla impresa di Sicilia , di armata ; assai acquisti in Calabria ; e chiara
marzo andò in Genova , co' due cardinali le- fama di sè . Perchè negli otto anni che resse
gati , a invitarvi que' mercatanti guerrieri ¹ . di presenza lo stato, dapprima vicario, poi re ,
Ma quando più lieto si dipingea l'avvenire s' ei fu in qualche incontro ingannatore e cru-
ad Alfonso , robusto e sano a ventisette anni, dele , ne fe' ammenda con la benignità nel-
assicuratosi il reame , vicine le nozze con l'universale , i larghi ordini delle leggi , la
la bella figliuola d'Eduardo, una malattia di virtù di guerra, le avventurate imprese contro
tre giorni l'uccise, il diciotto giugno del me- i nimici della Sicilia. Oltre a ciò , sotto il suo
desimo anno , pria che si fosse mandata ad governo ristoravasi la nazione a floridità e
effetto alcuna parte del trattato . Per non es- ricchezza ; alleviata dalle tasse , e dalla tiran-
sere di lui figliuoli, ricadea la corona a Gia- nide che tutto soffoca in disperato letargo ;
como re di Sicilia . Talchè a un tratto dissipò francheggiata da sicurezza di buone leggi , e
la fortuna le meditazioni di chi avean intrec- dalla virtù della rivoluzione che animava ogni
ciato si sottilmente la pace ; e arrise alla Si- parte del viver civile. Per le quali cagioni,
cilia, per apparecchiarle più torbidi tempi, et accompagnavano amorosamente i siciliani coi
poi maggior gloria . Giacomo, al primo avviso , lor voti quel principe , che pochi anni appresso
convocato in fretta un parlamento a Messina , dovea meritare disperate maledizioni " .
con molto affetto parlò ; e , come suolsi sem-

Annali Genovesi , in Muratori, R. I. S. tom. 6, ragona, Luogotenente generale del regno di Sicilia,
pag. 600. si legge in parecchi diplomi. L'uno per la chiesa
2 Bart. de Neocastro , cap. 114, 115 , 116 , 117 . di Cefalù, dato in Palermo 30 dicembre 7ª Indiz.
Niccolò Speciale, lib. 2 , cap. 17. (1294 ), ne' Mss . della Bibl. Com . di Palermo , Q. q.
Montaner, cap. 174, 175 , 176. fog. 70, pubblicato in parte dal Pirro, Sic. Sacra,
Anonymi Chron . Sic. cap. 48 , il quale scrive : Not. Eccl . Ceph. xv, e dal Testa , Vita di Federigo,
Sub cujus regis Iacobi dominio omnes existentes in Doc. num. 11 .
Sicilia de bono in melius multiplicantes ditati L'altro del 24 gennaio 5a Indiz. (1292) . Testa,
sunt, etc. ibid. Docum. num . 15.
Il titolo di Federigo, Infante dell' Illustre re d'A-
CAPITOLO XIV.

Primordi del regno di Giacomo in Aragona. Raffermata amistà tra Sicilia e Genova. Per quali ragioni allenava la guerra . Fazioni
di Ruggiero Loria nel reame di Puglia e in Grecia . Giacomo si volge alla pace . Opinione pubblica in Sicilia ; patriotti , Federigo
d'Aragona , fazione servile ; primi oratori al re. Primo trattato di Giacomo con re Carlo . Celestino v ratifica la pace. Più vigo-
rosamente la procaccia Bonifazio VIII. Pratiche delle corti di Roma e d' Aragona con l'infante Federigo . Nuovi oratori a re
Giacomo . Federigo chiamato al regno di Sicilia . Vana prova di papa Bonifazio a impedirlo . Settembre 1291 , gennaio 1296.

Volle re Pietro disgiunti i due reami d'Ara- senza figliuoli ; nel qual caso poneva a Fede-
gona e Sicilia , che per la distanza di tanto rigo ugual legge di risegnar la Sicilia a Pietro,
mare, e più per la libertà degli spiriti ed or- lor ultimo fratello 3. Ma Giacomo , che in fatto
dini pubblici , mal si potean reggere insieme , di principato misura mai non guardò , dappri-
nè l' uno avria sofferto la dominazione del- ma rimettea al caso della sua morte senza
l'altro . Però chiamava a succedergli in Ara- prole il partaggio delle due corone 4 ; e al-
gona Alfonso, Giacomo in Sicilia ; quegli per lontanato di Sicilia, più aperto dinegava quei
testamento a Port Fangos pria dell' occupa- termini , che non eran legge scritta del pa-
zione dell'isola ; questi nel parlamento di Mes- dre , nè Alfonso li potea comandare. Non ce-
sina e venendo poi a morte , per fuggir vi- duta l'isola dunque , nel coronarsi a Sara-
luppo novello di scomuniche, non fe' altro la- gozza il ventiquattro settembre del novantu-
scio delle due corone combattutegli si acerba- no , protestò ascender quel trono per ragion
mente dal papa ; ma probabil è che desse in del suo sangue , non per lascito di Alfonso 5 .
voce alcun solenne ricordo a tenerle divise Fortificovvisi con assentir quante più larghe
per sempre 2. Indi a dieci marzo dell'ottan- franchezze e guarentige sepper chiedere le
tasei , Alfonso , giovane e ne' principi d' un corti ; con fidanzarsi a una fanciulla di nove
regno , piuttosto per compier tale ordinamento anni , figliuola di Sancio re di Castiglia ; e
politico del padre, che per pensiero ch' aver fermar di novembre del medesimo anno la pa-
potesse della morte, istituiva erede Giacomo , ce con questo vicino stigator delle civili tur-
si veramente che lasciasse la Sicilia a Fede- bolenze d'Aragona 6. Raffrenò anco le guerre
rigo ; e dava a Federigo la seconda aspetta- private ; spense i ladroni che infestavano il
tiva del reame d'Aragona, se Giacomo avesse paese e fin qui rideasi della corte di Ro-
più a grado la corona dell'isola , o si morisse ma, fattasi a vietargli , con parole più che fer-

V. i cap. 8 e 9. Surita, Ann . d'Aragona, lib. 4 , cap. 120 .


2 A questo supposto ci conducono i testamenti 4 Testamento di Giacomo , dato di Messina a 13
di Alfonso e di Giacomo citati qui appresso , e il luglio 1291 , in Bofarull , tom . 2 , pag. 251 , "cita-
vario linguaggio degli storici intorno le ultime dis- to da Buchon, edizione di Montaner , 1840 , pagi-
posizioni di Pietro . Veggansi il Montaner, cap . 183 ; na 388.
Bart. de Neocastro , cap. 124 , ove si legge : non 5 Surita, Ann. d'Aragona , lib. 4, cap. 123.
enim quod pater decrevit in ultimis , etc. e Niccolo 6 Ibidem , cap. 124. Bart de Neocastro , cap 118.
Speciale , lib. 2, cap. 7 e 17 : Quod si testamentum Mariana, Storia di Spagna, lib. 14, cap. 13 .
patris in suis viribus consistebat ex tunc regnare 7 Surita, Ann. d'Aragona , lib. 4, cap. 125 .
debuisset in Sicilia Fridericus. Montaner, cap. 177, 178.
3 Diploma nel Testa, Vita di Federigo 1 di Si-
cilia, Docum . num . 3,
190 CAPITOLO XIV.
( 1291-92)
mi colpi , il possedimento dell' Aragona . cotesti evidenti interessi della repubblica ogni
Tornaron vane del pari le pratiche di su- briga papale, si vinse il partito , che rafferma la
scitar Genova a gagliardi aiuti contro la Si- amistà con Giacomo , si restasse il comune
cilia, appiccate fin quando portovvisi re Carlo da ogni atto ostile a Sicilia ; non fosse lecito
pria della morte d' Alfonso , ed or con più ca-
a privati armarsi contr' essa sotto quantunque
lore affrettate 2. Perchè la mole delle forze
colore 6. Per lealtà , e riguardo all'ammira-
marittime d'Aragona e Sicilia, fe' star la mer-
glio di Sicilia, sì pronto alle vendette , l'anno
cantesca repubblica ; ancorchè molti tra' prin- appresso gli fu resa incontanente una nave ca-
cipali suoi guelfi si fosser indettati con l'an-
rica di grano per Pisa , predata da mercatanti
gioino , e privati corsali , in sembianza di far genovesi , con quel pretesto della cerca di merci
prede su i pisani , stendesser la mano contro pisane : e aggiunsevi il comune , indennità di
i catalani che con essi navigavano ³. Da ciò lire duemiladugento, ambasciadori a Federigo,
venne a Messina romor vario, d'armata alle- che lui e Ruggiero sincerasser della fede ge-
stita in Genova , galee già uscite in corso , novese. Mantenuta fu questa poi contro la
prese fatte ne' mari di Lilibeo : che tutta la seduzion di larghe promesse, e la riputazione
Sicilia sen commosse ? e rammaricava l'as- d'una ambasciata di molti cavalieri di re Car-
senza dell'ammiraglio , inebbriato in Catalo- lo, col conte d'Artois e legati della corte di
gna appo il re 4 a comparir primo a corte , Roma , allo scorcio del medesimo anno novan-
cavalcare con grande stuol di clienti , abbat- tadue. Perchè i cittadini , sebbene divisi e
tere ne' tornei le più forti lance di Spagna 5 . parteggianti si che due anni appresso vennero
Ma Federigo, o quegli esperti consiglieri ri- al sangue , d'accordo rifiutaron ora la lega
masi con esso alla siciliana corte, seppero an-
col re di Napoli , promettendo solo rigorosis-
tivenir questa guerra. Mandano a Genova un sima neutralità ; tantochè dispettosi , senz' al-
oratore , affidato in pubblico a salde ragioni, cun frutto gli ambasciadori partiansi 7.
in segreto alla riputazion dei Doria e Spinola Intanto volgean le cose d'Oriente ad estre-
e di tutta parte ghibellina . Il quale nei con- ma rovina : Acri in primavera del novantuno
sigli del comune tornò a mente l'antica amistà cadde sotto le armi d'Egitto e le stragi dei
cou Aragona, con Sicilia ; le enormezze della battezzati , gli atroci trionfi degli infedeli "
ambizione e avarizia di casa d'Angiò contro
davano argomento per tutta cristianità a la-
Genova : or , mutando gli amici co' nemici , mentazioni piene di rabbia ; correndo le lin-
non credesser pure soggiogar l'isola a un gue alla corte di Roma, e a' tesori e al san-
tratto , nè provocar questa guerra senza ro- gue sparsi contro Sicilia nel nome santo della
vina de' loro commerci ; e pensasser alle av- croce. Però fu necessitata la romana corte a
verse bandiere di Venezia e Pisa , che potreb- gridar addosso a' maumettisti , tacendo alquanto
ber trovare nuovi compagni . Soverchiata da di noi 9. Rattenea ancora il papa un suo se-

1
Raynald, Ann . Eccl. 1291. § 53, 55. sí narrano la rendon probabilíssima e forse neces-
2 Raynald, Ann. Eccl. 1291 , § 59 ; e 1293, § 15 saria, come la riferisce il Neocastro , aggiugnendo
e 16.
con grande esattezza gli stessi nomi del podestà e
5 Annali Genovesi, in Muratori , R. I. S. tom. 9,
de' capitani che son registrati ne' detti annali sotto
pag. 601. quell' anno .
4 Bart. de Neocastro, cap. 119. 7 Ann. Genovesi , in Muratori, R. I. S. tom. 6,
5 Montaner, cap. 179. pag. 603, 604, 603.
Bart. de Neocastro, cap. 119. Bart. de Neocastro, cap. 120.
Raynald, Ann . Eccl. 1292, § 14 a 16. Gio. Villani, lib. 7 , cap. 143.
Questa deliberazione della repubblica non si leg-
9 Raynald, Ann . Eccl. 1291 , § 56, 58, 59.
ge negli annali genovesi ; ma gli altri fatti che vi
CAPITOLO XIV. 191
(1293)
greto pendio a parte ghibellina , e l'animo stri acquisti di Calabria . Il quale , scoperta
tutto posto al vicino intento d'aggrandire i la flotta , correa co' cavalli a por l'agguato
Colonnesi più che alla rimota ristorazione di alle Castella , sotto il capo Rizzuto ; e l' am-
Sicilia o di Terrasanta. Ed era molto abbas- miraglio addandosene, tolta con seco picciola
sata parte guelfa in Italia per quelle vittorie man di cavalli , spiccò per altra via il grosso
di Giacomo e de' siciliani : il reame di Na- delle genti e sì da due bande assaltarono
poli scemo di danari, e di fortuna , e di ter- alla sprovvista l'agguato francese. Estendard,
ritorio per le occupate Calabrie , governato cupidamente cercato a morte da' nostri, ebbe
da principe non guerriero, e stracco di tanti tre ferite, e il veloce cavallo il campò. Ab-
sforzi, male aiutavasi alla guerra ' . La Sicilia battutosi il suo all'ammiraglio mentre incal-
non rincalzavala per non averne cagione ; ella zava al passaggio d' un ponte, preser tanto
sicura al di dentro , nè vogliosa d'estender fiato i nemici da poter lasciare il campo con
più in terraferma il dominio del suo re . Per- minore strage ; ma ne cadder molti prigioni ;
tanto in questi due anni , ancorchè fossero tra i quali un Riccardo da santa Sofia , che
corsi i termini della tregua di Gaeta , poco posto a guardia di Cotrone da re Giacomo ,
si travagliò con le armi. Turbolente passioni l'avea dato agli angioini , ond' or incontrò il
di feudatart, feano in Calabria or perdere una sommo supplizio.
terra, or un' altra acquistare. Blasco Alagona, Soddisfatto con questa scaramuccia all' o-
capitano per Giacomo , il quale occupata Mon- nor dell' armamento , che la Sicilia fornia cou-
talto , e sconfitto e preso Guidon da Prime- tro i nimici , Loria voltollo all' Arcipelago ,
rano, guerriero di nome, già meditava più im- sotto specie di combattere i feudatari francesi
portanti fatti, per accusa di frode all'erario , della Morea e le armi che teneanvi gli an-
tornò subito in Catalogna 3. E lo stesso am- gioini di Napoli, ma in effetto per saziarsi nelle
miraglio, rivenuto in questo tempo in Sicilia, solite scorrerie 4 , segnando la strada agli av-
e uscito a giusta guerra , amò imprese men venturieri che , finita la siciliana guerra, do-
chiare. vean flagellare la Grecia con pari valore e
Allestite in Messina trenta galee , e sapendo avarizia. Corfù , Candia , Malvasia , Scio de-
da' suoi rapportatori nessun armamento farsi predo o messe a taglia , sotto specie ch' aves-
ne' porti di Napoli e di Brindisi , navigò di ser porto aiuto a'francesi : tolse a Scio gran
giugno milledugentonovantadue ver Cotrone , copia di mastice ; a Malvasia , oltre il bottino ,
ove Guglielmo Estendard con parecchie cen- l'arcivescovo , del quale poi ebbe grosso ri-
tinaia di cavalli era per muover contro i no- scatto e, radendo la Morea , fu a Corone , a

Gio. Villani , lib. 7. cap . 119, 121 , 151 . e altre differenze. Ei scrive queste scorrerie dianzi
La penuria di danari e debolezza del governo l'impresa di Giacomo nel 1289 ; fa depredar prima
di Napoli in questo periodo, si scorgon da parec- delle isole e delle costiere della Morea, anche To-
chi diplomi del 1292-94 , nel citato Elenco delle lomitta e i mari d' Egitto , e poi Patrasso e Cefa-
pergamene del r. Archivio di Napoli, vol. 2, p. 91 , lonia, di che non fan motto gli scrittori siciliani.
102 , 111 , 115 , 131 , 132, 149. Costui e Speciale portano in Terra d ' Otranto l'af-
Carlo chiedea danari per la guerra o col prete- fronto con Guglielmo Estendard , che il Neocastro
sto della guerra . Levò una nuova colletta che si dice avvenuto alle Castella , ed io così anche ho
chiamava il Terzo. Ibid. pag. 91 e 131 . scritto, per parermi il Neocastro diligentissimo in
3 Niccolò Speciale , lib. 2, cap. 18. questo periodo. Delle minacce della nostra flotta
4 Bart. de Neocastro, cap. 121 , 122 , 123. su le coste pugliesi nella state del 1292 , portan
Niccolò Speciale , lib. 2, cap . 19. testimonianza tre diplomi nell' Elenco delle perga-
Montaner, cap. 159, 180, non senza anacronismi mene del r. Archivio di Napoli , vol . 2 , p. 93, 98.
192 CAPITOLO XIV.
(1992 ).
Chiarenza ; e prima a Modone virtuosamente appresso tra Francia e Inghilterra, la lunga
combattè contro i Greci che gli tesero insi- vacanza del pontificato , differirono ma non
die. Tornatosi a Messina con più ricchezza dileguarono la pace , comandata da interior
che schietta gloria , seppe che i corsali di Po- forza nello stato aragonese. Calovvisi Giacomo
sitano ed Amalfi infestasser le nostre navi più volentieri per profferta terra e moneta , e
mercantesche ; ond' ei divisava già con l'in- soprattutto per isperanza di restar signore dei
fante Federigo , alla nuova stagione portar su conquisti sopra Giacomo suo zio , re di Ma-
que' nidi di pirati quaranta galee e duemila iorca. Maneggiò il trattato , com'era sua in-
fanti leggieri , arder barche e ville , e trin- dole, chiuso , ambidestro , dissimulante ; sì che
ceatosi in un monte , dar il guasto a tutta la ad altri parve che beffasse parte angioina, la-
provincia ; se non che trapelò in Napoli il sciando cader la corona di Sicilia dal suo capo
disegno , e del tutto il dileguaro le pratiche su quel di Federigo ; ma forse fu il contra-
della pace . rio ; e certo che avvolgendosi tra le torte vie,
Perchè Giacomo trovossi in Aragona nelle n' uscì , com' avvien sovente , con infamia e
necessità medesime d'Alfonso ; e alla Sicilia poco guadagno 3 .
toccò nuovamente ber l'amaro delle domina- La frode ebbe a lottar questa volta con la
zioni straniere . Dieci anni d' infelicissima virtù d'una nazione , per libertà novella fatta
guerra avean provato a' nimici , che se la Si- rigogliosa , non intralciata e discorde ; onde
cilia vincer si potea , si potea soltanto in I- fu vinta la frode. La Sicilia, dopo quel felice
spagna. Ripigliaron dunque i trattati, tronchi ardimento , conoscea le sue forze ; era piena
dalla morte d'Alfonso ; ai quali il re d' Ara- d'alti spiriti per le guadagnate franchige ci-
gona tuttavia sforzavano il privilegio del Va- vili, la nuova prosperità materiale , la provata
lois, l'armi di Francia , le arti di Roma ; e virtù nelle armi , i molti ingegni esercitati
vi s'aggiunsero i brogli di Sancio re di Ca- nelle cose di stato quando divenner cose pub
stiglia, che , per fuggir di trovarsi in mezzo bliche. I quali elementi di vigor politico , sta-
a Francia e Aragona guerreggianti , sollecitava vano più nelle città che ne' baroni, per la ri-
gli accordi in palese , e anco nascosamente putazion de' partiti presi da quelle nell'ottan-
pe' partigiani suoi in quest'ultimo reame. Al- tadue, delle grosse forze dieci anni interi man-
lor Giacomo , fatto accorto dall ' espresso voler date in oste e in armata , dell'attività e capacità
delle corti e della nazione tutta 2 , ch' ei tener de' consigli municipali . E per vero le città pri-
non potrebbe ambo i regni , pensò lasciar la meggiarono nella mutazion di stato ch'or ma-
Sicilia, cagion di tanti travagli , che non ren- luravasi ; ad esse si accostò la più parte dei
deagli d'altronde più che l' Aragona obbedienza baroni , non per anco sviata dalla causa si-
nè danari , pei limiti messi al potere regio , ciliana per umori e vizi d'ordine . La gene-
le misurate gravezze , la fatica e spendio della ralità dunque della nazione , tenendo alle li-
difesa . La morte di papa Niccolò , d'aprile bertà conquistate nel vespro e abborrendo dal-
del novantadue , la guerra che scoppiò l'anno la dominazione di casa d'Angiò e della corte

Bart , de Neocastro, cap. 123 , 124. 5 Queste occulte cagioni, che trascinarono Giaco
2 Si ritrac da tutti gli autori citati in questo ca- mo divenuto re d'Aragona ad abbandonare o tradir
pitolo ; e assai vivamente dal soprannome di re- la Sicilia collegandosi co' suoi nimici , si ritrag-
gina della santa pace, che dier gli aragonesi e' ca- gono qua e là da tutte le autorità citate nel pre-
talani a Bianca , figliuola di Carlo 1 , quando si sente capitolo ; e massime dal Surita , Ann . d' A-
maritò con Giacomo per effetto di questo bramato ragona, lib. 5, cap . 1 , a 10,
accordo. Montaner, cap. 182.
CAPITOLO XIV . 193
(1392)

di Roma , presentava durissimo ostacolo a zione. Accese le guerre del vespro , gli usciti di
Giacomo ; e tale anco gli era il proprio fra- terraferma adunaronsi sotto le nostre insegne ,
tello , l'infante Federigo . massime dopo la esaltazion di re Pietro ; cer-
Venne Federigo in Sicilia appena fuor di cando fortuna, e sfogo all'odio contro casa
fanciullo ; quivi prestantissimo divenne , non d'Angiò, e termine, se si potesse , al dolo-
meno all' armeggiare e in ogni esercizio di roso lor bando. Molto con lor pratiche ope-
guerra , che negli studi delle lettere , allora raron costoro nelle guerre di Calabria ; molto
in molto onore appo noi , de' quali ebbe tal stigarono i siciliani stessi , come nell'eccidio
vaghezza, che poetava ei medesimo in lingua de' prigioni a Messina nell' ottantaquattro , te-
romanza , e amico fu dell' Alighieri , pria che mendo sempre non allenasse la rivoluzione.
lo sdegnoso spirito ghibellino lo sfatasse come Ma più che alla Sicilia , teneano al re , che
dappoco. Ma brioso di gioventù , bello e ga- speravano s'insignorisse della lor patria ; e
gliardo della persona , pronto d'ingegno , di intanto li gratificava di feudi e ufict. In più
piacevol tratto , a tutti grato ed umano , e numero ebbero simile stato in Sicilia uomini
fratello di re, caldamente l'amava il popolo , catalani e aragonesi , creature della corte, e
ch'ha femminil andare di passioni ; e poteva però, al par degli usciti di Puglia, esosi a' si-
anco da maturo consiglio augurarsen bene , ciliani, per gelosia de ' premi che gli uni e gli
al vederlo con moderazione e giustizia tener altri usurpavano. A costoro s' univa, perchè
le supreme veci , e con ogni studio procac- non mancano i rinnegati giammai , qualche
ciare la prosperità del paese , che s'ebbe sotto siciliano. E con tal fazione servile pensò Gia-
il suo vicariato pace e abbondanza ' . Neces- como di mercatare la tradigione della Sicilia ;
sità politica , spesso sentita come da istinto a chi profferendo di redintegrarlo ne' beni la-
innanzi che netta si divisasse alle menti , fe' sciati in Puglia senza perdita de' nuovi acquisti
coltivar a Federigo con maggiore studio quelle in Sicilia ; a chi minacciando lo spogliamento
virtù , el rese più caro al popolo , portan- di sue sostanze in Ispagna ; tutti adescando con
doli entrambi a sperar l'uno nell' altro , e promesse , carezze , e inique speranze sotto
spingendoli a tali termini, che forse niuno si sante parole. Chi ha appreso il nome di Gio-
proponeva dapprima . Così la parte patriottica vanni di Procida su le novelle istoriche che
in Sicilia rannodavasi intorno a Federigo , spe- il danno autor del vespro , maraviglierà a ve-
rando mantenere gl' intenti della rivoluzione derlo primeggiare in questa fazione e tener
del vespro, senza metter giù la monarchia nè pratiche con lo stesso re di Napoli, se di vo-
la dinastia aragonese ; e ne divenia più so- ler di Giacomo, o senza, s'ignora. Ma oltre
lida e più forte. le parole de' nostri istorici ond'ei si scorge po-
Contro tal volere della massa della nazione , chi anni appresso scopertamente sorto contro
Giacomo potea trovar sostegno in una sola fa- i patriotti siciliani e Federigo, e oltre i docu-

1 Bart. de Neocastro, cap. 118. grandi, o buoni o pravi, non patiron penuria mai
Alle parole di questo istorico do piena fede quanto di sì fatte parole, nè v' ha testimonianza istorica
all'ottimo governo di Federigo luogotenente, per- più fallace che le lodi a principi contemporanei.
ch' egli avea interesse a mostrarsi giusto e zelante Per le poesie di Federigo l'Aragonese si vegga
del ben pubblico ; e che il fosse stato, il provano il Quadrio, Storia e ragione d' ogni poesia, correg-
ancora il fatto del popolo che lo esaltò al trono , gendolo solo in questo , che attribuisce tai versi
e i suoi medesimi atti nei primi tempi del regno . a Federigo di Sicilia detto il Semplice , non a
Non mi è parso ricordar la lapide di Girgenti del Federigo 11, impropriamente chiamato 111, che senza
1293, pubblicata dal Testa, op . cit. Doc. num . 4 , dubbio ne fu l'autore.
ove Federigo è chiamato Juris Amator , perchè i
25
194 CAPITOLO XIV.
(1292-93)
menti della restituzion de' suoi beni nel reame il figliuol dire Pietro, discepolo di Procida ,
di Napoli, pattuita espressamente tra Giacomo temporeggiò 4 per la sopravvenuta morte del
e Carlo II , avvi , monumento di vergogna al papa ; rispondendo , che per essergli i sici-
suo nome , uno spaccio di Carlo al siniscalco liani compagni nei dritti politici , non soggetti
di Provenza, dato il venti marzo milledugen- impotenti , ad essi ne riferirebbe e in vero
tonovantatrè perchè libero mandasse a corte pensò che , non assentito da loro, rimarrebbe
di Napoli il siciliano Pietro di Salerno, inviato in carte ogni accordo. Inviava dunque a ten-
a Carlo dal Procida , e fatto prigione in Mar- tar gli animi Gilberto Cruyllas, cavalier cata-
siglia . Cimentato quel gran nome con le lano , che approdato in Messina il due aprile
forze che ha in oggi l'istoria , sen dileguaro i del novantatrè , conturbò d'ansietà dolorosa
vanti della prima congiura ; gli resta la sola tutti i siciliani. Vagamente spargeasi , divi-
feccia di questa seconda contro la Sicilia. sato pace con Francia e re Carlo , e di ria-
Entrando il novantadue , re Carlo e 'l papa ver la grazia della Chiesa ; ma spiegavan que-
mandarono oratore a Giacomo , Bonifazio di ste scure e compilate parole la disarmata
Calamandrano , maestro degli Spedalieri gero- flotta, i mercenart licenziati senza pure sgra-
solimitani di qua dal mare 3 , famoso in arme var le collette , sopra ogni altro , gli stormi
e assai destro ne' maneggi di stato . Col quale di frati stranieri che , chiudendo gli occhi i

Veggasi un diploma di Carlo ; dato di Na- guasto agli archivi pubblici di Napoli. Per altro
poli il 29 settembre 1300 , pubblicato dal Busce- non è da dubitare della esattezza della citazione,
mi , Vita di Giovanni di Procida , Doc. num. 8, ca- quando se ne trovano fedelissime mille e mille
vato dal r. Arch. di Napoli, nel quale si legge per altre del Marra , e io stesso studiando que' regi-
Giovanni di Procida « Sane per conventiones inhitas stri ho veduto una infinità di diplomi segnati certo
<< super reformatione pacis inter nos et magnifi- da lui, perchè toccavano uomini della propria fa-
«< cum principem dominum Iacobum Aragonum re- miglia o d'altre affini. Costui , che avrebbe potuto
« gem illustrem nunc filium nostrum carissimum fabbricare una base saldissima alle istorie della
<< tunc hostem pubblicum nobisque molestum tam- sua patria, durò sì penosa fatica per tesser la ge-
<< quam per duces belli inter alia fuit conventum nealogia di tutte le famiglie nobili imparentate con
« Quod quondam Ioannes de Procita rebus tunc la propria !
« humanis perfruens ad certa bona stabilia in re- Danno argomento di somiglianti pratiche in Si-
<< gno Sicilie que per culpe contagium contra ma- cilia nel 1294 altri diplomi , l'uno dato d'Aquila
<<< jestatem etc............ perdiderat restitueretur in a 3 ottobre 8a Indiz . anno 10 di Carlo II , ch'è
<«< integrum ex nostro beneficio principali , etc. » salvocondotto per quaranta dì ad Arnaldo de Mai-
2 Diploma del 20 marzo 1293 , dal r . Archivio rata, almugavero catalano, venuto testè di Sicilia ,
di Napoli , registro di Carlo 11 , segnato 1290 , A, e disposto a far ritorno, pro certis suis negotiis ; e
fog. 164 , citato ne' Discorsi di D. Ferrante della l'altro dato di Napoli a 16 novembre 8a Indiz .
Marra, Napoli 1641 , pag. 153. ch'è salvocondotto al frate Rinaldo de Poncio , prior
Si può sospettare che non ad altro effetto fos- degli Spedalieri in S. Eufemia , per recarsi in Si-
sero stati mandati in Sicilia , sotto specie di con- cilia. Nel r. Archivio di Napoli , reg. 1294-1295,
sultare con Giovanni di Procida per gravi lor ma- A, fog. 28 a t. e 54 a t.
lattie, quasi mancando al tutto i medici nel reame di 3 L'uficio di costui nell'ordine Gerosolimitano ,
Napoli, Gualtiero Caracciolo e Manfredo Tomacello , ch'è stato argomento di dubbio tra i nostri isto-
come si scorge da' diplomi del medesimo archivio, rici, si legge precisamente nel diploma del 10 ot-
citati dal Marra nello stesso luogo. tobre 1294, citato in questo medesimo capitolo ,
Duolmi non aver potuto nè pubblicare nè leg- pag. 198, in nota.
gere per tenore il detto importantissimo diploma 4 Bart. de Neocastro, cap. 124.
del 20 marzo 1293 , perchè quel registro fu dis- Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 20, 24.
trutto in una delle sommosse che recaron tanto Montaner, cap. 181.
CAPITOLO XIV. 195
(1293)
governanti, svolazzavan sinistri per tutta l'i- profferire all' infante Federigo l'uficio di se-
sola, a spiare, novellare , cercare i penetrali nator di Roma per trarlo dall'isola . Nè spe-
delle coscienze , ingerirsi appo nobili e cittadini . rasse il re ferma pace in Aragona , in prezzo
Ondechè adunato al venir di Gilberto un par- del consegnar legato mani e pie' un generoso
lamento , apparve manifesto il voler della na- popolo ; nè sperasse cansar da infamia il suo
zione. Pochi vollero assentire , negaron la pace nome. Se questo combattuto regno , ripigliò,
i migliori , com'evidente magagna ; e si de- pur il gravava, perchè non lasciarlo provve-
liberò che ambasciadori s'inviassero a inten- der a sè da sè stesso , dando la corona a Fe-
der espresso l'animo del re. Furon trascelti derigo, non per dritto di successione, ma per
a nome di tutto il sicilian popolo , tre messi- elezion del popolo, lietissimo auspicio a chi
nesi , Federigo Rosso e Pandolfo di Falcone unquemai la Sicilia reggesse ? E se tremas-
cavalieri, e Ruggiero Geremia giurisperito, e sero Giacomo e Federigo e tutti i reali d' Ara-
tre palermitani, Giovanni di Caltagirone e Ugo- gona , chiamerebbero i siciliani un altro Fe-
ne Talach cavalieri , e Tommaso Guglielmo . derigo , rampollo della casa di Svevia ; tro-

In Barcellona appresentaronsi a Giacomo. verebbero i più disperati partiti , pria che ab-
Il quale fe' loro lieta e famigliare accoglien- bassar le aquile dianzi agli abborriti gigli ' :
e se Iddio non benedicesse le armi loro ,
za , condottili nelle più segrete sue stanze :
parlava, esser cresciuto tra i siciliani , da loro affranti alfine e debellati , vibrerebbero gli ul-

aver tolto pensieri , costumi , usanze ; pensas- timi colpi ne' petti de' propri figliuoli e del-
sero s'altro che il ben del paese potea bra- le donne ; sè stessi con quelle care vitti-
me scaglierebbero nelle fiamme delle città.
mare ; ed ecco che non da principe , ma come
un altro cittadino , con essi triterebbe il ne- Ma Giacomo non se ne mosse . Lodò i legati

gozio, divisato a onore ed util comune. E gli di zelo ; lodò i suoi propri maggiori di fede
ambasciadori, non presi alle blandizie del re , ai popoli ei , nato di quel sangue, non che
si guardavan l'un l'altro. Ma il Falcone , ac- non abbandonar la Sicilia, combatterebbe per
lei finchè gli restasse spirito di vita . Con
corto e bel parlatore , venne alle prese . Giu-
stizia , dissegli , e verità che l'è compagna , questo focoso parlare accommiatolli ; e non
volersi nel trattar le sorti de' popoli : e dolce andò guari che di novembre, abboccatosi tra
Junquera e Paniças con re Carlo , fermò i
ad ogni uomo la parola di pace ; ma grosso-
lana favola assai questa , che Roma e casa patti, a sè più avvantaggiosi , verso la Sici-
lia più rei, che que' d'Alfonso , maladetti da
d'Angiò , dopo dodici anni d'oltraggi , di paure,
lui medesimo , nè eran corsi anco i tre anni.
di sangue , or lasciasser la Sicilia di queto .
I sospetti poi toccò di que' provvedimenti del Tennersi in segreto grandissimo , aspettando
governo regio in Sicilia ; l'aperta frode del a ultimarli in buona forma che fosse rifatto

tobre 1295 , e che il re confessasse il trattato : ol-


⚫ Così leggiamo nel Neocastro, dal quale è tolta
tutta la diceria del Falcone, ch' ei forse udì rac- trechè son diversi i nomi degli oratori siciliani
contare dall' oratore medesimo. nell'una e nell' altra. S' aggiunga ancora che con
2 Bart. de Neocastro, cap. 124. quella seconda ambasceria ebbe fine il regno di
La più parte de' nostri istorici , non escluso il Giacomo, quando dalle parole del Neocastro si vede
Testa, confondendo questa con l'altra ambasceria espresso ch'egli scrivea durante ancora il regno di
del 1295 , ne portano una sola , mescolando i nomi Giacomo ; e ci abbandona appunto questo istorico
degli oratori. Non attendon essi che il Neocastro alla prima risposta del re , senza parlare di Cele-
assegna a questa ambasceria la data del 1293 , e stino v, nè di Bonifazio VIII , nè degli altri uomi-
riporta che Giacomo negasse il trattato ; nè che lo ni o fatti che precedettero il trattato d'Anagni .
Speciale e i diplomi mostran l'altra seguita d' ot- Però sono evidentemente diverse le due legazioni.
196 CAPITOLO XIV.
(1294)
il papa , e raggirato, col popol di Sicilia , an- zione come fu nota a corte d'Aragona , Gia-
co l'infante Federigo , cresciuto di potenza , como affrettavasi a ultimare il trattato . Inviò
perchè come i nostri videro più da presso la in Sicilia a diciotto di luglio Ramondo Vil-
minaccia del giogo angivino , la perfida mor- laragut, che ritentasse di trarre al suo intento
bidezza di Giacomo , prendendone sempre in Federigo e la madre e gli uomini di maggior
maggiore abborrimento la dominazione stra- seguito. Volle tor dal fianco di Federigo , Cor-
niera , che sotto Carlo li avea calpestato si rado Lancia e Blasco Alagona, intrinsechi del
orrendamente, sotto il re d'Aragona macchi- giovane ; ai quali il re comandava che di pre-
nava tal tradigione , vennerne al fermo pro- sente venissero in Catalogna. A Corrado sur-
posito di rifarsi indipendenti ; e più s ' acco- rogò un uom suo , Ramondo Alamanno , si
staron gli animi a Federigo. nell' uficio di gran giustiziere e sì nel co-
Allor sopravvenne la elezione del nuovo mando del castel di san Giuliano 3. E intanto
pontefice, tardata oltre due anni per discor- la guerra, condotta fin qui assai debolmente
dia de' cardinali , precipitata , come per caso, come finita nell' animo de' governanti , posava
a di cinque luglio del novantaquattro , col tri- del tutto in una tregua 4. Carlo secondo , per
sto spediente di chiamare uom dappoco ; ma pratiche, racquistava Cotrone in Calabria 5 ; e
sotto ogni pochezza nelle cose mondane fu a darsi riputazion di munificenza , largiva im-
Pietro da Morrone , romito abbruzzese , che munità a questa e quell' altra terra, travagliata
per vita povera , e straziata d'austerità , avea per l'addietro da ' nimici 6.
già riputazione di santo . La quale esalta- Celestino quinto , tal nome prese Pier da

Surita, Annali d'Aragona , lib. 5 , cap. 8 , il diz. per l'omicidio di alcuni d'Ischia in Gaeta, del
quale par che l'abbia cavato da documenti , scri- quale sollecitava la punizione Federigo , figliuolo di
vendo con la usata diligenza, che il 14 novembre Pietro una volta re d'Aragona. Ibid. fog. 64 a t.
1293 si stabilì l'abboccamento, e seguì nel corso e 79 a t.
di quel mese. 5 Diploma dato di Aquila a 7 settembre 1294 ,
2 8a Indiz. anno 10 di Carlo 11. Cotrone era tornata
Raynald, Ann . Eccl. 1294, § 3.
Gio. Villani, lib. 8, cap . 5 ; e tutti gli altri con- in fede per opera d' un Ugone, detto Rosso di So-
temporanei . liaco. Ratificava il re quantunquè costui avea pro-
3 Surita, Ann . d'Aragona, lib. 5, cap . 8. messo a favor di quella città : dava perdono, e as-
4 Ciò non dice alcun cronista , ma lo fa supporre sicurazione de' beni in piena forma , e anco, per
il silenzio loro intorno i fatti della guerra , e il pro- quattro anni, franchigia dalle collette taglie e sov-
vano fuor di dubbio i seguenti diplomi del tempo : venzioni , dritto di legnare ne' boschi , e altri si-
Diploma dato di Capua a 26 ottobre 8ª Indiz. mili favori. Nel r. Arch. di Napoli, reg. seg. 1294,
(1294) a Pietro de Rigibayo milite , perchè ren- 1295 , A, fog. 11 .
desse a un terrazzano di castell' Abate once trenta, 6 Diploma dato d' Aquila a 14 settembre 8ª In-
presegli per riscatto contro i patti della tregua ; diz. (1294 ) . Franchigia per 10 anni dalle imposte,
di che avea scritto al governo di Napoli Federigo accordata agli uomini di Castro Simero in Cala-
d'Aragona. Nel r. Archivio di Napoli , reg. seg. bria, in mercè de' danni sostenuti nella guerra .
1294-1295, A, fog . 34. Nel r. Archivio di Napoli, reg. seg. 1294-1295, A,
Diploma dato di Napoli a dì 8 novembre 8 In- fog. 3 a t. e 4 a t.
diz. anno 10 del regno di Carlo 11, perchè , secon- Diploma dato di Napoli a 21 novembre 8a Indiz.
do la tregua, si rendesse a Zaccaria di Roberto e che fa parola de' danni che nella presente guerra
Bernardo di Mili da Messina, una lor nave carica avean sostenuto gli uomini di Positano. Ibidem,
di grano, spinta da fortuna di mare a Gaeta. Ibi- fog. 63.
dem , fog. 49. Diploma dato di Napoli a dì 11 dicembre 8ª In-
Diploma del 23 novembre, su la restituzione della diz. Franchigia accordata a que' di Scala, Sorrento
medesima nave. Ibid. fog. 65. e Ravello per la miseria in cui li avea gittato la
Diplomi dati di Napoli a 1 e 11 dicembre 8ª In- presente guerra . Ibidem, fog. 78, a t.
CAPITOLO XIV. 197
(ragi )
Morrone, volle tra' suoi Abbruzzi in Aquila cacciasse la rinunzia del re di Francia , e di
consagrarsi : entratovi per umiltà sur un asi- Carlo di Valois . Restituiva Giacomo a Carlo
no ; ma l'addestravano due re, Carlo secondo tutti gli statichi ; restituiva le Calabrie , e le
di Napoli, e Carlo Martello d'Ungheria , fat- isole adiacenti a Napoli. Stipulava rimette-
tisi , tra per pietà e ambito , a corteggiarlo rebbe la Sicilia in poter della Chiesa nel ter-
assai strettamente. Preso alle quali arti , non mine di tre anni dal primo novembre del no-
ostante che ripugnasse forte il sacro colle- vantaquattro, a patto che la Chiesa tenessela
gio , Celestino fissò in Napoli la sede ; cred un anno, nè la cedesse ad alcuno senza sa-

molti cardinali di nazione o parte francese ; puta di Giacomo . E vergognosa conseguenza


e fuor da' consigli e dagli usi della romana ne fu l'altro patto, che resistendo i siciliani,
corte tanto uscì di via , che religiosi scrittori ei s'adoprerebbe con la forza a domarli ¹ . As-
del tempo , scherzando sulle formole , il pro- sentiti questi accordi , largheggiò Celestino a
verbiavano da pienezza di semplicità , non di re Carlo per la difesa del suo reame e 'l rac-
quisto dell'isola , le decime ecclesiastiche delle
potestà, decretar Celestino . Ma portato dalla
corte di Napoli , ben per la Sicilia fe' il papa. province francesi per quattro anni , e per un
anno quelle d'Inghilterra e d'altre regioni di là
Con lo stracco pretesto di Gerusalemme ,
dai mari. Poco stante chiamò Giacomo stesso
e di volere far pianta di quella guerra la no-
stra isola , ratificò a primo d' ottobre mille- ad Ischia scrissegli apponendo a grave pec-
dugentonovantaquattro il trattato di Junquera . cato , per cagion di parentela, il matrimonio
con la Isabella di Castiglia ; e comandavagli
Nel quale Carlo promettea d'impetrare per
Giacomo e il suo reame , piena assoluzione che fuggisse quelle nozze per menar una fi-
dalle scomuniche , piena remission d'ogni of- gliuola di re Carlo , a lui congiunta ancora
fesa che i reali di Aragona e que' popoli e di sangue 3. Così adopravano ; nè pur v'eran

i popoli di Sicilia recato avessero a casa d'An- destri, perchè all'affar di Sicilia presero ter-
giò e alla santa Sede , e la restituzione del mine si lungo , e non assicuraron punto la
reame d'Aragona , in que' dritti e termini me- sommissione de' popoli , non composer del
tutto le differenze tra Francia e Aragona 4 ;
desimi in che il tenea re Pietro pria delle
e indi il trattato a nulla tornava.
sue scomuniche ; al qual effetto re Carlo pro-

Iacopo da Varagine, parte 12, cap. 9, in Mu- 1749, da me adoperata sempre nel presente lavoro,
ratori, R. I. S. tom. 9. risponde al $ 15 dell' anno 1294, non si legge data
Francesco Pipino , lib. 4, cap. 10. Murat . ibid. degli accordi tra Giacomo e Carlo che vi sono in-
Tolomeo da Lucca , Hist. Eccl. lib. 24, cap. 29 seriti. Forse il Giannone tolse questa data da Su-
a 32, in Muratori ; R. I. S. tom . 11. rita, Ann. d'Aragona , lib. 5 , cap . 8 ; e pure errò,
Gio. Villani, lib. 8, cap . 5. perchè quegli porta il 14 novembre come il giorno
2 Bolla di Celestino , in Lünig, Cod . Ital. Dipl . in cui si stabilì di far poscia un abboccamento tra
tom . 2, Napoli e Sicilia, num. 63 ; e in Raynald, i due re, seguito , come aggiugne il Surita , nel corso
Ann. Eccl. 1294, § 15. dello stesso mese.
È da avvertire che il Giannone ( Storia civile del 3 Brevi del 1 , 2, 5, 7 , 8 ottobre 1294, in Ray-
regno di Napoli , lib. 21 cap. 3, addiz. dell' auto- nald, Ann. Eccl . 1294, § 15.
re ) porta questo trattato con la data del 14 no- 4 Questo , oltrechè si scorge da' trattati succes-
vembre 1293 , citando una bolla di Celestino , in Ray- sivi, è anche provato dalla frequenza de' messaggi
nald , Ann . Eccl . tom. 15 in appendice. Questa ci- che Carlo mandava a Giacomo per trattar la
tazione, che mi è costata grandissima fatica al ri- pace, non solamente dopo gli accordi di Junquera,
scontrare , è inesatta. In quel luogo del Raynald , ma ancor dopo la ratificazione di papa Celestino ,
segnato dal Giannone sulla edizione di Roma per come il dimostrano questi documenti :
Mascardo, che nella più corretta edizione di Lucca Diploma dato d'Aquila a 19 settembre 8 In-
198 CAPITOLO XIV .
(1294)
Questo inchinò Carlo alle ambizioni di Be- moso Bonifazio ottavo , che sali da volpe , da
nedetto Gaetani da Anagni , salito in riputa- lione regnò , e da cane morì , secondo la sen-
zione da avvocato nella curia papale , fatto tenza profetica, foggiata di poi e data a Ce-
indi notaio del papa , e cardinale ; uom pro- lestino , come se a lui medesimo la dicesse
cacciante , superbo , capacissimo nelle civili nella prigione, ove per comando di Bonifazio
faccende ; il quale poc' anzi a Perugia era ve- fu chiuso , e finì in poco tempo , non senza
nuto ad aspre parole col re, ed or guadagnos- sospetti di forza usatagli. Ma or congiunto ,
selo con dirgli preciso : ch' in favor suo Ce- scrive Speciale , il potere all' astuzia , si die'
lestino avea voluto e non saputo ; ei vorrebbe , tutto Bonifazio a scior quell' inviluppato nodo
e potrebbe , e saprebbe. E a Celestino gra- della siciliana lite ' .
vava il papato , per coscienza e per sentirue Oltremonti gli ambasciadori di Giacomo e
mormorare ogni dì i cardinali ; onde il tra- di Francia, con la riputazion del novello pa-
nellarono al rifiuto , e perfin si legge che 'l pa, ristringeansi un' altra volta a spianar gli
Gaetani grossolanamente fingesse al semplice ostacoli rimasi tra loro ; Bonifazio serbò il
romito chiuso nella sua stanza , voce del Cie- più grave a provarvi il suo ingegno . Avuti
lo che gl' imperava spogliarsi il gran manto. o richiesti, poco appresso la esaltazion sua ,
Ond' ei lasciollo , non ostanti le preghiere , ve- legati di Federigo , che fur Manfredi Lancia
raci del popolo di Napoli , infinte della corte . e Ruggiero Geremia , raccolseli umanamente
Per la possanza di lei , indi a pochi dì , la il papa, li rimandò con grandi promesse , e
vigilia del Natale del novantaquattro, in Na- l'importanza della cosa maneggiar volle da
poli fu rifatto pontefice il Gaetani ; quel fa- sè con Federigo , cui , non potendolo trar di

diz. ( 1294) . È il passaporto ad alcuni messaggi del Joannis Hierosolimitani in partibus cismarinis, mes-
re per Catalogna. Nel r. Archivio di Napoli reg. saggi del papa a Giacomo. Ibid. fog. 34 a t.
seg. 1294-1295, A, fog. 4, a t. Diploma della stessa data e oggetto a Giacomo
Diploma dato d'Aquila il 2 ottobre 8ª Indiz. re di Maiorca. Ibid.
Tre religiosi sudditi di re Carlo , Ruggier di Sa- 1 Gio. Villani, lib. 8, cap. 5 e 6.
lerno, Rodolfo di Granville, e Roberto di Pilaneto, Francesco Pipino, Chr. lib. 4, cap. 40, in Mura-
mandati dal papa in Francia per negozi del re. tori , R. I. S. tom. 9.
Ibid. fog. 17, a t. Ferreto Vicentino , ibidem , pag. 966, 967, 968,
Diploma dato d'Aquila a dì 3 dello stesso me- e 969.
se , al podestà e consiglio di Lucca. Sovente oc- Tolomeo da Lucca, Hist. Eccl. in Muratori , R.
correndo mandare e aver messaggi tra il re e Gia- I. S. tom. 11 , pag. 1203 .
como d'Aragona perchè s'ultimasse la pace , il re Niccolò Speciale, lib. 2 , cap. 20.
chiedeva al comune di Lucca, che nel transito non Raynald, Ann . Eccl. 1294, § 20 e 23 , e 1295,
molestasse gli oratori di Giacomo. Simile diploma $ 11 a 15.
lo stesso di ad Amerigo signor di Narbona , e ad Guardai, e vidi l'ombra di colui,
Amerigo figliuol di lui. L'uno e l'altro ibid. fo- Che fece per viltate il gran rifiuto.
glio 27 a t. Dante, Inf. c. 3.
Diploma della stessa data e oggetto agli oficiali Se' tu si tosto di quell' aver sazio,
del re di Francia. Ibid. fog. 28. Per lo qual non temesti torre a ' nganno,
Diploma della stessa data al podestà e consiglio La bella donna, e di poi farne strazio ?
di Lucca, per Guglielmo Lulio, e Bertrando d' A- Inf. c. 19.
vellano da Barcellona trattanti questa pace. Ibid. E comento di Benvenuto da Imola , che nota in
fog. 28. questo luogo le stesse tradizioni istoriche degli al-
Diploma del 10 ottobre 82 Indiz . Salvocondotto tri contemporanei da me citati.
e raccomandazioni per lo vescovo di Valenza e Boni- Surita, Ann. d' Aragona , lib. 3 , cap . 9 .
fazio di Calamandrano , Magistrum Hospitalis Sancti
CAPITOLO XIV. 199
(1295 )
Sicilia con forza , avean mostrato per l'ad- rità. Inginocchiatosi dinanzi a lui Federigo,
dietro la dignità di senatore di Roma o altra il rialza, prendegli il capo con ambo le mani ,
debol' esca ; ma Bonifazio pensò abbagliarlo il bacia affettuosamente ; e veggendolo balioso
profferendo una bella sposa e un impero . Man- e svelto portar l'armatura , prese a lusingar-
dogli un suo cappellano con breve dato il lo : « Gentil garzone , ben par che da fanciullo
venzette fabbraio del novantacinque , richie- reggevi quel duro peso . » Poi volto a Loria,
dendolo che venisse a corte di Roma con Gio- senz' ira il domandò , s'ei fosse quel nimico
vanni di Procida , Ruggier Loria , e i primi della Chiesa , noto per tante sanguinose bat-
d'ogni siciliana città, muniti di pien mandato taglie ; e Loria a lui : « Padre , i papi il vol-
de' popoli. Portava i salvocondotti il mede- lero ! » Da queste accoglienze si passava ai
simo nunzio . E Federigo tosto, proponendosi consigli. In pregio d'abbandonar la Sicilia ,
obbedire, alle città nostre ne scrisse. promesse il papa a Federigo la giovane Ca-
Non dubbia prova della importanza che ri- terina di Courtenay, figliuola di Filippo, in
tenea o ripigliava in tal frangente l'elemento titolo imperador d'Oriente ; e con lei i dritti
municipale e popolare, ristorato dalla rivolu- a quella dominazione , e , per l'impresa del
zione ; il valor del quale d'altronde risplende racquisto, aiuti di gente , e in quattro anni
assai nobilmente nell' epistola, che il comune centotrentamila once d'oro . E in ver sembra
di Palermo drizzò a Federigo, e rincalzò con che Bonifazio s ' appose ; e che il giovane al-
la viva voce di tre inviati , Niccolò di Mai- lettato da grandi parole , e beltà da lui non vi-
da cavaliere , Pier di Filippo e Filippo di Ca- sta con gli occhi, si piegava a lasciar in balia
rastone giudici . Ricordavasi all' infante per de' nemici quel popolo , con cui era già en-
queste lettere la romana corte qual fosse : trato in legami più stretti che di vicario del
il sommo Iddio aver giudicato tra lei e la Si- principe. Ma da cauto, volle termin breve al-
cilia , con quella serie di strepitose vittorie l'adempimento de ' patti, che fu il settembre
de' pochi contro gli assai : tranquillasse gli vegnente . Pien d'allegrezza tornò in Sicilia ;
agitati animi de' cittadini ; non desse in questo abboccatosi pria ad Ischia con Gilberto Cruyl-
laccio dell' andata al papa , onde null' altro che las e Guglielmo Durford, inviati di Giacomo 3.
danno incor gliene potrebbe . Ma Federigo, A corte di Roma lasciò , o rimandò a prati-
com'è timida l'ambizione di chi siede sul- care per esso , Manfredi Lancia e Giovanni
l'alto , e ama piuttosto lasciarsi raggirar dai di Procida 4.
potenti che fondare in su i popoli combattuta In questo modo parendo a Bonifazio avere
ma grande fortuna , ostinossi all' andare. Mon- in pugno Federigo e la Sicilia , ultimava gli
tato sulla flotta con Procida che il tirava alla accordi con Giacomo . Convenuti dianzi a lui
via della oscurità , e Loria , e molti altri ri- in Anagni gli ambasciatori d'Aragona , Na-
nomati nella guerra o nei civili consigli , ap- poli e Francia, a di cinque giugno del novan-
prodava negli stati della Chiesa sotto il monte tacinque rinnovavano i patti ratificati da Ce-
Circeo, poc' oltre il di assegnato dal papa ; e lestino ; mutando si i termini della dedizione
nol trovando, a lui andava a Velletri . di Sicilia e Malta alla Chiesa , che fosse spe-
Atteggiossi allor Bonifazio a paternal ca- dita ; e che a domar i popoli , essendone uopo ,

Diplomi inseriti nell' Anonymi Chron. Sic. in Il termine di settembre si legge in un breve di
di Gregorio, Bibl. Arag. tom. 1, pag. 163 , 168 . Bonifazio a Caterina di Courtenay, dato a 27 giu-
2 Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 21. gno 1295 , in Raynald , Ann . Eccl . 1293 § 29, 30.
Anon. Chron. Sic. cap. 53, loc . cit. 3 Surita, Ann. d'Aragona , lib. 5, cap. 12.
Geste de' conti di Barcellona, in Baluzio, op. cit. 4 Breve di papa Bonifazio, in Raynald , Ann. Eccl.
pag. 578 . 1293, § 32.
200 CAPITOLO XIV. (1295)

facesse Giacomo ogni piacimento del papa. ripartiti alla volta di Sicilia Lancia e Procida .
In cambio di ciò , s'era già fatta in mano del Accomandò loro un frate de' predicatori, in-
pontefice, la rinunzia del Valois e del re di viato a raffermar negl' intenti del papa la reina
Francia a ogni dritto sopra Aragona . Guada- Costanza ; indirizzò a Federigo il novello ar-
gnonne ancor Giacomo , che non fosse tenuto civescovo di Messina , con autorità di ribe-
a rendere i trentamila marchi d'argento , dati nedir l'isola e ultimare ogni cosa . Ei mede-
da Carlo ad Alfonso con le altre sicurtà al simo scrive intanto a Caterina di Courtenay,
tempo della sua liberazione ; che Carlo, con aver promesso con re Carlo la sua mano al
la sua figliuola Bianca , dessegli in dote cen- valente Federigo ; disponga , dicca il papa , la
tomila marchi. Guadagnonne per capitol se- mente e l'animo a queste nozze ; ascolti i
greto la investitura di Corsica e di Sardegna, consigli dell' abate di san Germano e d'un
liberalmente donategli da Bonifazio che non altro prelato, apposta a lei spacciati dalla pa-
le possedea. Al perdono largheggiato pei fatti terna cura del pontefice ; e tosto si metta in
della rivoluzione o della guerra siciliana, s' ag- viaggio per venirne in Italia alle braccia dello
giunse quel degli usciti da' tempi di Carlo 1 , sposo. Sollecitò anco Filippo il Bello a farsen
e che si godessero quantunque or possedeano mezzano. E di tutte queste pratiche raggua-
in Sicilia. Per un altro capitol segreto, Gia- gliava minutamente Federigo , perchè sempre
como s'obbligo a fornire agli stipendi di Fran- più inchinasse l'animo alla obbedienza e alla
cia forze navali contro Inghilterra. La redin- pace 2 .
tegrazione dello stato preso al re di Maiorca , Volle infine indettare nel nuovo ordin di
instando gli ambasciatori di Francia e non cose l'ammiraglio ; il quale, fatto ricchissimo
avendo gli aragonesi autorità a stipulare, dif- e trapotente per concessioni de' re aragonesi
ferissi alquanto ; ma poi si ultimò , come anco in Sicilia e in Valenza , e propri acquisti di
una lite di confini tra Francia e Catalogna '. prede , riscatti , baratterie, commerci, e per
Ratificava Bonifazio a di ventuno giugno ; la gloria nelle armi , e per lo terrore di quel-
dispensava alla consanguineità per le nozze l'animo impetuoso, era forse il primo tra' gran-
tra Giacomo e Bianca ; riconcedeva a re Carlo di che salvar poteano o inabissar la Sicilia
le decime ecclesiastiche per lo racquisto del- in questo frangente. Con costui dunque trat-
l'isola ; e il dì di san Giovanni , tra i riti tando , prima in persona , poi per Bonifazio
del divin sagrifizio , promulgava in un con la di Calamandrano, concedettergli in feudo della
pace , scomunica a chi contrastassela . Per no- Chiesa l'isola delle Gerbe , ch' egli acquistò
velli sospetti ribadi con più forti pene questi con le armi di Sicilia , e or volea farne un
anatemi il dì ventisette giugno , poichè furon nuovo principato cristiano , o nido di corsali

Questi particolari del trattato leggonsi in Su- Non ho citato intorno questa pace il Villani , che
rita, Annali d'Aragona , lib . 5 , cap. 10 , il quale ne scrive nel lib. 8, cap. 13 , perch' egli è poco in-
dice anche la data , e dà a vedere aver letto i do- formato e pieno di anacronismi.
cumenti. Nella holla di Bonifazio del 21 giugno, 2 Raynald, Ann. Eccl. 1293 § 24 e 29 a 36 , dove
non si riferiscon tutti gli accordi, ma che inter cae- si leggono i diplomi di Bonifazio , dati a 20 , 21 ,
tera si era stabilita la cessione della Sicilia . Della 27 giugno, e 2, 4, 5 luglio.
quistione de' confini e della ristorazione del re di Queste condizioni della pace e pratiche con Fe-
Maiorca , ancor c' istruisce un breve di Bonifazio a derigo, si trovano con poco divario e più breve-
Filippo il Bello, dato a 20 giugno, in Raynald , Ann . mente nell' Anonymi Chr. Sic. cap. 51 ; Niccolò
Eccl . 1293, § 26, 27, 28. Speciale, lib. 2, cap. 20 ; Montaner, cap. 181 .
Ricordisi la nota 1 a pag. 194 sopra la restitu-
zione de' beni a Giovanni di Procida.
CAPITOLO XIV. 201
(1295 )
in levante, da potersi render formidabile per anco il sospetto della fazione degli stranieri ,
la guerriera virtù dell' ammiraglio e de' sol- mascherati di lealtà a Giacomo , e tradenti per
dati dell' armata di Sicilia , che a lui sareb- turpe guadagno il paese che li nudriva. Costo-
bersi rannodati ' . Da un lato dunque tiravan ro, come aperti apparvero gl' intendimenti di
Ruggiero i poderi in Ispagna , la sovranità Federigo, la focosa volontà del sicilian popolo ,
delle Gerbe, la potentissima lega che minac- diersi dapprima a gridare la rinunzia del re,
cerebbe la Sicilia resistente ; dall' altro le sue favola di Federigo volto a usurpar la corona,
facultà in Sicilia, l'onor del suo nome, il te- Per darsi riputazione , fecero lor capo il solo
dio della pace, la cupidigia di preda , l'amore che operava forse da coscienza e lealtà , Ra-
a un popolo ch ' era prode e per dodici anni mondo Alamanno gran giustiziere ; e si no-
avean pugnato e vinto insieme , sopra ogni tavano inoltre i nomi del Procida , di Matteo
altro i fomiti dell'ambizione ; chè , s'ei non di Termini, di Manfredi Chiaramonte e di più
chiedeva il titolo , aspirava alla potenza di re altri. Vedendo tornar vane le arti, si chiusero
di Sicilia , e sapea che l' avrebbe rompendosi in lor castella , minacciando già la guerra ci-
nuovamente la guerra , perch ' ei sarebbe prin- vile.
cipal sostegno di Federigo . Perciò l'ammira- La reina Costanza l'ovviò col ripiego , che
glio ascoltava le profferte di minore stato nella novelli oratori si deputassero in Catalogna a
intender la mente di Giacomo : dondechè adu-
pace ; ma era pronto a turbarla , e accomunar
le sue sorti con la Sicilia e Federigo . nato un parlamento , elesse Cataldo Rosso , San-
Le sorti della Sicilia che pendeano sul pre- toro Bisalà, e Ugone Talach 3 ; e nel mede-
cipizio, per tal abbandono del re , del luogo- simo tempo Federigo , vedendo ormai vane le
tenente , dell'ammiraglio , di tutti i grandi , coperte vie, s'ingaggiò in parlamento co' pa-
poteano tornar su per novello empito del po- triotti che svelerebbe ad essi quantunque ri-
sapesse de' trattati di Giacomo co' nemici . La-
polo ; ma ristorolle con men sangue il caso,
sciò dunque coloro che si dicean leali, chiusi
che spinse la giovane di Courtenay a rifiutar
dalle lor mura e dall' universale sdegno del
le nozze di Federigo , rispondendo al papa ,
popolo ; ed egli , con nome ancor di vicario
che una principessa senza terra non dovesse
e opere maggiori, andò in giro per tutta l'i-
a un principe senza terra congiungere le sue
fortune. Ostinata resse Caterina alle repliche sola , ad accrescersi parte e riputazione con op-
2 portune riforme , amministraziou vigilante, e
del papa e Federigo , fatto accorto dell' in-
ganno, tutto si volse a quelle ben più salde volto benigno 4.
e vicine speranze che gli offria la Sicilia ; Giunser gli oratori siciliani in Catalogna ,
dove, trapelando le nuove de' trattati , s'era quando ratificati già dalle corti i capitoli della
con più furore ridesto il turbamento d'animi pace , re Carlo e 'l legato pontificio con la
del novantadue , per esser più certo e immi- sposa veniano a Perpignano e Peralada , Gia-
como si facea loro all' incontro per Girona
nente il danno, e scorgersi la perfidia che il
dissimulò . Indi l'infante diessi a prendere il e Villa Bertram ; i quai luoghi , straziati d'o-
regno ; ma volea parere sforzato , ritenendol gni più atroce eccesso nella guerra , or s' al-

Bolla di Bonifazio, in Raynald , Ann . Eccl . 1293 , 4 Manifesto di Federigo, nell'Anonymi Chr . Sic.
$ 37 . cap. 54.
Vi si legge espresso fatta quella promessa da
2 Breve di Bonifazio , ibid. 1296, § 8 e 9.
3 Niccolò Speciale, lib. 2, cap . 22. Federigo a ' siciliani in parlamento a Milazzo. Pro-
L' Anonymi Chron . Sic . cap. 52 , porta i nomi babilmente fu lo stesso parlamento quello che de-
di Ugone Talach e Giovanni di Caltagirone , con- putò gli ambasciadori a Giacomo , ancorché Spe-
fondendoli con quei della legazione del 1293 . ciale non dica il luogo dell' adunanza.
26
202 CAPITOLO XIV.
( 1295 )
legravano per lusso de' grandi venuti al se- sulle costiere di Provenza , e tenutovi prigione
guito de' due re , e per frequenza di plebe che finchè nol ricattarono i suoi messinesi concit-
festevole ne venia chiamando Bianca « Regina tadini 3. E in Catalogna il trenta ottobre Gia-
della santa pace » e anelando lo scioglimento como fu ribenedetto dal legato pontificio, egli
degli anatemi di Roma ' . Il ventinove ottobre e'l reame ; bandì nelle adunate corti d'Ara-
a Villa Bertram , sendo poche miglia discosto gona il fine della gran lite di Sicilia ; lo stesso
il corteo della sposa , raggiunser Giacomo i no- di Carlo secondo a lui e alla madre e a Fe-
stri legati : pallidi e severi gli si appresentaro- derigo e Piero con tutta lor baronia e amistà
no a sconfonderlo tra tanta allegrezza , dinanzi rimettea le offese fatte , le robe occupate a
tutti i nobili del reame. Esposta la domanda del sè ed a' suoi ne' travagli della guerra. La di-
sicilian parlamento , il re senza vergogna con- mane, portatosi Giacomo a Figueras , rese a
fessava il trattato . A che Cataldo Rosso : « O Garlo i tre figliuoli e gli altri statichi ; tolse
voi, repente sclamò , o voi passaggieri, sosta- la sposa ; e celebrò le nozze il primo novem-
te ; oh dite se v' ha duolo ch' agguagli il duol bre 4.
mio ! » e dopo tal biblica lamentazione , in Ansiosi in questo tempo pendeano tutti gli
un coi compagni e i famigliari della siciliana animi in Sicilia . Ma alla prima certezza di
ambasceria, stracciaronsi i panni indosso , rup- quelle nuove, ed anzi che tornassero gli amba-
pero a dimostrazioni d' angoscia disperata, e a sciadori, Federigo , sostando d' un tratto dal
Giacomo gridavano : « Non più udita crudeltà , viaggio per val di Mazara , adunò in Palermo
che re desse leali sudditi a straziare a' ni- conti , baroni, cavalieri , e i sindichi delle città
mici !>>Ma poich' ebbero così aggravato il bia- di qua dal Salso : ai quali , come per tener
simo del principe, ricomposti a dignità ed al- le promesse di Milazzo, palesava la non dub-
terezza , protestarongli in piena corte : come bia cessione dell' isola ; la compiuta pace ;
la Sicilia abbandonata, disdicea tutti i dritti la risposta a' legati . Allora il fatto, soprat-
di lui alla corona , scioglieasi da ogni giura- tenuto per salvar le apparenze, pieno si con-
mento, fede, ed omaggio ; libera a prendere sumò. Il parlamento di Palermo, a dì undici
qual signoria più bramasse. Fu forza al re dicembre, ritirò la rivoluzione a' suoi principt
quella protestazione accettare ; e ne voller di- con esaltare a una voce Federigo ; ma, da ri-
ploma gli ambasciadori , e l' ebbero. Lo stesso verenza all'universal voto della nazione , il
dì, vestiti a bruno , volgean le spalle all' in- chiamò solamente signor dell'isola , volendo
fida corte straniera. Ma pria Giacomo ebbe più solenni comizi per dargli nome di re ;
fronte a dir loro , ch' accomandava ai siciliani onde disse generale adunata in Catania il di
la madre e la sorella. « Di Federigo nulla parlo , quindici gennaio, e che non solamente i sin-
aggiugnea, perch'è cavaliere , e ciò che fare dichi vi si trovassero , ma giusto numero dei
ei sel sa , e voi il sapete anco . » Almen così primi d'ogni terra e città per facultà, sapien-
Federigo propalò poi in Sicilia. Incontraron za e riputazione, con pien mandato a parte-
gli ambasciadorí , sciogliendo per l'isola, fie- cipare in quel principalissim' atto di sovrani-
rissima fortuna di mare , che dilungo il ri- tà. Federigo protestando la santità della causa ,
torno , e'l tolse a Santoro Bisalà , sbalzato e affidarsi in Dio e nei siciliani , accettò il

Montaner, cap. 182, il quale, per onor di Gia- un diploma, che si legge anco in Lünig , Cod. Ital .
como, non fa punto parola dell' ambasceria de' si- Dipl. tom. 2, Napoli e Sicilia, num. 64.
ciliani. Geste de' conti di Barcellona , cap. 29.
2 Jerem. Threni, cap. 1, V. 12. 4 Diploma citato. Altro del 30 ottobre 1295 , in
3 Niccolò Speciale , lib. 2, cap. 22. Testa, Vita di Federigo n di Sicilia, Doc. num . 5.
Anonymi Chr. Sic. cap. 32 e 34 , il quale porta Veggasi anche il Montaner, cap. 182.
CAPITOLO XIV. 203
(1295-96)

dominio ; si votò con persona e facultà a di- timità quel reggimento per sè legittimissimo .
fenderli. Cominciava allora a intitolarsi signor Ne badavano che per dritto di successione
di Sicilia. Il dì appresso promulgava unita- potea il trono appartenere alla sola Costanza ;
mente le novelle di fuori , le recenti delibe- nè Piero, nè Giacomo altrimenti v'ascesero,
razioni, e richiedea le municipalità di sceglier che, come or Federigo , per la elezione del
tosto i deputati al parlamento di Catania ' . popolo.
Agevol fu in questo generale assentimento E già la Sicilia a questo solenne atto met-
ridurre i baroni recatisi in parte. A Ramondo teva il suggello , ad onta della romana corte,
Alamanno , afforzatosi nel castel di Caltanis- di Napoli , Francia, e Aragona , contro lei con-
setta, andavano Ruggier Loria e Vinciguerra giurati. Il dì quindici gennaio milledugento-
Palizzi, con molti altri grandi del regno ; ed novantasei , nella cattedral chiesa di Catania ,
ei cominciando a mostrar l'animo con liete s'assembrarono frequentissimi i rappresentanti
accoglienze , sincerato della rinunzia, piegossi , della nazione , con quanti nobili catalani e ara-
e tutti gli altri con esso , Poco stante ven- gonesi qui più che in lor patria sperassero
ner ordini di Giacomo che richiamava di Sici- ventura. Ruggier Loria primo parlò ; poi Vin-
lia i catalani e gli aragonesi e comandava l'ab- ciguerra Palizzi, prestante per forza d'inge-
bandono delle fortezze ; compiuto a nome del gno e di parola ; e seguendoli ogni altro , d'un
re dall' Alamanno e da Berengario Villaragut, accordo gridavan re Federigo ; decretavan si
con questo rito , che gli uficiali, fattisi alla fornisse la coronazione in Palermo 5. Fu se-
porta , gridavan alto tre fiate : se fossevi alcuno condo di questo nome in Sicilia , ma s'inti-
che prendesse la fortezza per la santa ro- tolò terzo , per esser terzo de' figliuoli di Pie-
mana Chiesa ? E niun rispondendo , si ritraeano tro, o de' reali d'Aragona qui dominanti , o
col presidio, lasciavano schiuse le porte , ap- per errore diplomatico piuttosto , credendosi
pese le chiavi ; e le municipalità incontanente secondo di Sicilia Federigo lo Svevo, che fu
se n'insignorivano a nome di Federigo 3. En- secondo degl' imperadori , primo tra' nostri
travan poi in nave quegli e altri baroni spa- re 6.
gnuoli. Ma altri molti , con Ugone degli Em- Ma come Bonifazio riseppe que' primi passi
puri e Blasco Alagona , che dopo la rinunzia del parlamento di Palermo , non essendo in
di Giacomo, fuggitosi dalla sua corte, fe' ritor- punto a usar la forza , non lasciava intentato
no in Sicilia , seguiron le fortune di Federigo , alcun mezzo di frode. A Federigo scrisse il
a' conforti di Blasco , che dicea : le genti di due gennaio , ricordando le pratiche dell' anno
Catalogna e Aragona, libere sopra ogni altra innanzi , la sollecitudine a trovargli terreno e
ch' avesse re, non a voler di principe, ma a sposa ; che negava Caterina, ma non resiste-
giustizia e ragione obbedire. Filavan indi il rebbe a nuovi preghi ; e sì richiedealo, e lo
creduto testamento di Piero, l'espresso d' Al- scongiurava con ogni più efficace parola , che
fonso ; che Giacomo potea risegnare alla Chiesa desistesse dalla usurpazione del regno . Al me-
il proprio diritto al reame di Sicilia, non già desimo effetto ammonì la regina Costanza ,
l'altrui ; che ben se insignoriva Federigo 4, Lo stesso di « ai palermitani e agli altri
Con questi argomenti mal colorivano di legit- siciliani » drizzò un breve pien di mansue-

Diploma del 12 dicembre 1295, nell' Anonymi zione il Montaner, cap. 184, e a cap. 185, delle sup-
Chr. Sie. e Lünig, loc. cit. poste ragioni di Federigo .
2 Niccolò Speciale , lib. 2 , cap. 23. 5 Niccolò Speciale , lib . 2, cap . 23 .
3 Montaner, cap. 184. 6 Tien quell'errore il Montaner, cap. 183 , e rị-
4 Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 22 , 23. ferisce gli altri motivi per cui Federigo si chiamò
Del ritorno de' catalani alla lor patria fa men- terzo, i quali non meritano che se ne faccia parola.
204 CAPITOLO XIV.
(1996)
tudine come la romana Chiesa or che Gia- di Roma ; dicca, consultassero i siciliani tra
como le avea risegnato questa bella Sicilia , loro , e assoluzioni , perdonanze , immunità ,
volea consolar le sue afflizioni , fare il ben franchige , dritti , usanze , patti , quantunque
pubblico, governarla dassè per un cardinale ; vorranno , ei scriverà sulle pergamene , assen-
vedessero i siciliani tra' fratelli del sacro col- tiralli il sommo pontefice . Ma della grosso-
legio qual più lor fosse a talento , quello il laua rete , non che darvi dentro , si beffavano
sommo pontefice manderebbe . E con tali mis- i messinesi , rincalzati da Loria , da Palizzi ,
sioni inviò il vescovo d'Urgel , e quel Boni- e dagli altri primi . E Pietro Ansalone , pru-
fazio Calamandrano , che da quattro anni cor- dente e ornato dicitore , al Calamandrano ne
rea per tutta Europa in questi maneggi , co- andò senza molte parole . « Sappi , gli disse , che
me li chiamavan , di pace . Facean assegna- i siciliani non ubbidiranno a dominazione stra-
mento altresì sulla fazion d' Alamanno e di niera ; sappi che re vogliono Federigo e ve-
Procida , non sapendola per anco spenta e di qui aggiunse sguainando la spada ) i si-
con tali speranze il Calamandrano a Messina ciliani da questa aspettan la pace , non dalle
approdò, poco innanzi o poco appresso il parla- tue carte bugiarde . Sgombra su dalla Sicilia ,
mento di Catania . Il pratico negoziatore ai cit- se morir non ami. » Il Calamandrano , scri-
tadini parlava di maravigliose prosperità lor ve Speciale , incontrar non volle il martirio per
preparate dal papa , ingeriasi , brigava ; alfin servire a mondane ambizioni . Tornato a Boni-
vedendo grossa la piena per Federigo, mostrò fazio , il fe' certo che non fosse da sperare or-
pergamene bianche col suggello della corte mai fuorchè nelle armi 2.

CAPITOLO XV.

Coronazione di Federigo II di Sicilia. Novelle costituzioni, per le quali è ridotta nel parlamento gran parte della sovranità. Federigo
porta la guerra in Calabria. Principî della discordia tra il re e Loria. Presa di Cotrone, fazioni in terra d'Otranto, combattimento del
ponte di Brindisi. Papa Bonifazio spinge Giacomo contro il fratello. Ambasceria di Giacomo. Parlamento di Piazza. Combattimento
d' Ischia. Viene Giacomo a Roma. Chiama a sè Loria. Ribellion di costui da Federigo. La regina Costanza il porta via di Sicilia
con Giovanni di Procida. Primavera del 1296 alla primavera del 1297.

D'ogni luogo di Sicilia cavalcavano alla di seta e oro ; le luminarie davan chiaro
volta di Palermo , all' entrar di primavera , gli di giorno per le contrade ; la cattedrale , fe-
ottimati ecclesiastici e civili, i sindichi delle steggiandosi il vespro del sacro dì, ardea dal
città, e insieme privati borghesi , e plebe , e baglior d'infiniti torchi di cera, grandi, scrive
vassalli, con frequenza non più vista, per tro- Speciale , al par di colonne ; il fracasso di
varsi a quel nuov' atto di libertà , la corona- trombe , corni , taballi , come simbol della
zione di Federigo. Indi la sera innanzi la guerra soverchiante i diletti della pace , as-
pasqua di resurrezione , erano sparse di mirto sordiva all' armonia di più dolci stromenti ,
le vie della capitale, i portici , i tempî, i pa- ai lieti canti del popolo, che tutta spese in
lagi parati in mille bizzarre guise a drappi tai sollazzi la notte . Al nuovo di che fu il

Raynald, Ann. Eccl . 1296 , § 7, 8, 9 e 10. sione, anno 2, in Lünig, Cod. Ital. Dip. Sic . e Nap.
Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 24. num . 65.
Bolla di Bonifazio VIII , data il dì dell' Ascen-
CAPITOLO XV. 205
(1296)
venticinque marzo milledugentonovantasei , di nuovo acquisto , nè altra ragione lo spun-
nella cattedrale fu unto e coronato re di Si- terebbe dalla difesa ; nè farebbesi a domandar
cilia Federigo ; ricondotto al palagio tra plausi dalla romana sede scioglimento da cotali pro-
non comuni, a cavallo , con vestimenta regie , messe, com'era pessima usanza di quell'età .
diadema in capo , scettro alla man sinistra , A guarentigia di ciò si strinse Federigo d'un
pomo alla dritta. Ei stesso armò cavalieri me- altro vincol più duro : che nè con la Chiesa
romana , nè con altri potentati, farebbe un-
glio che trecento giovani di nobil sangue ;
creò conti ; diè feudi ed ufici : fatti Ruggier quemai lega, pace, guerra , se nol consentisse
Loria grand' ammiraglio ; Corrado Lancia gran la nazione . Similmente parti co' rappresen-
cancelliere, in iscambio del Procida ; capitani tanti della nazione il poter legislativo . Stan-
dell'esercito Blasco Alagona , frate Arnaldo de ziò , che s' adunasse ciascun anno il dì d'Ognis-
Poncio disertor di Calabria , Guglielmo di Car- santi generale parlamento de' conti , baroni ,
tigliano e altri provati combattenti . Si passò e sindichi de' comuni ( uè qui si fa menzione
ai giochi pubblici , adatti al secolo e al guerre- di prelati ) , che insieme col re provvedessero
sco atteggiamento del paese, cavalcare, trarre alla cosa pubblica ; ed ei fosse tenuto , come
al segno, giostrare ; al palagio tennersi mense ogni altro, dalle leggi decretate col parlamen-
imbandite a chiunque . Così per due settimane to . Data a questo la censura su i magistrati
si tripudiava '. e uficiali pubblici ; e che i sindichi accusas-
E insieme s' innovò la costituzione del rea- sero , tutto il parlamento punisse . Tutto il
me. Avean Pietro e Giacomo ristorato le buo- parlamento , non esclusi i sindichi delle città,
ne leggi normanne , riformato abusi , tempe- ebbe la scelta annuale di quella che noi di-
rato gravezze ; ma Federigo, consigliato o sfor- remmo alta corte de ' pari , cioè di dodici no-
zato da' tempi , passò a sviluppare , ben oltre bili siciliani, che giudicassero inappellabilmen-
il confine normanno e svevo , i dritti politici te, indipendenti da ogni altro magistrato , le
della nazione , in guisa che, se non mutaronsi cause criminali de' baroni ; importante privi-
i nomi , si vantaggiò tanto negli ordini pub- legio de' tempi normanni , ristorato or che
blici, da restar alla Sicilia premio non indegno montava l'autorità de' nobili e del parlamento .
del vespro . Nel proemio delle costituzioni pro- Confermò Federigo largamente le franchezze
mettea Federigo , e non in ludibrio , di osser- e privilegi degli svevi e de' suoi predecessori
var la giustizia e liberalità comandate dal- aragonesi , con ciò che nei casi dubbi s' in-
l'Onnipotente ai re della terra. La colpa di terpetrassero a favor dei soggetti . Nè terminò
Giacomo , gl'incerti passi ch'ei medesimo , quest' ordine di leggi politiche , senza riforma
Federigo , già diede con Bonifazio dopo essersi in quelle sopra i delitti di maestà, ch' a gran
indettato co' siciliani , or lo strinsero a sa- pezza dipendono dalle politiche , e secondo
cramentare su la sua fede e 'l terribil giu- l'indole del reggimento , or portan mite freno ,
dizio di Dio, che manterrebbe a tutto potere or cieca ed efferata vendetta. Ondechè fu tolta
il presente stato della Sicilia ; nè cupidigia a' privati l'accusa di fellonia ; riserbata al

celliere. Il nome di lui si trova similmente in un


Niccolò Speciale, lib. 3, cap . 1 .
Anonymi Chron. Sic. cap. 54. altro diploma di concessione feudale a Federigo Ta-
lach, dato il 12 dicembre 1296, ne' Mss . della Bi-
Montaner, cap. 183.
Dall' Anonimo pare che Giovanni di Procida fosse blioteca comunale di Palermo , Q. q. G. 1 , fog. 187.
stato confermato nell' uficio di gran cancelliere. Ed è più naturale che Federigo avesse dato quel-
Ma in due diplomi del 3 aprile e 15 maggio l'uficio a un suo fidatissimo partigiano , che al Pro-
1296, pubblicati dal Testa , Vita di Federigo 11 , cida, il quale gli si era scoperto contrario.
Doc. 8 e 15, è segnato Corrado Lancia gran can-
206 CAPITOLO XV.
( 1296 )
principe ; lasciata ai rei la scelta del giudi- se non per tutto il reame , ben in ciascuna
zio, come lor fosse a grado , secondo il dritto delle due regioni in cui divideasi la Sicilia, a
comune , le costituzioni dell' imperador Fede- levante e a ponente del Salso 5 ; e che nella
rigo , o le usanze larghissime di Barcellona. prima si adoprassero il tumolo di Siracusa e
Volle il re in fine, che su i beni confiscati il quintal di Messina ; nella seconda que' di
per alto tradimento , si rendesse alle mogli Palermo 6. Quanto innanzi sentivano in eco-
quanto lor dava la civil ragione, o ad esse e nomia pubblica i siciliani di quel tempo , si
alle figliuole si porgessero sussidi per vivere. scorge altresì dalla legge ch' obbligò le chiese
E intendendo nel principio del suo regno a a vendere o concedere ad enfiteusi , entro un
cancellar ogni ombra di parte, vietò severa- anno , i poderi ad esse pervenuti per lasciti
mente le parole di fellone, guelfo, o ferracano, o quantunque altro modo ; talchè la incuria
divenute ingiurie in questo tempo , in cui l' opi- delle mani morte , come si chiamano , non
nione pubblica e gl'intendimenti del governo nocesse all'industria del paese . Gli ecclesia-
non discostavansi un passo. Fu questo il primo stici, su i beni di lor patrimonio privato , an-
libro delle costituzioni di Federigo '. daron soggetti , come ogni altro cittadino , alle
Contengonsi nel secondo poche riforme di pubbliche gravezze ; e si pose più giusta pro-
abusi su l'amministrazione della giustizia , porzione tra i contribuenti delle collette in
perchè Giacomo ci avea provveduto appieno ; ciascun municipio , chè altra riforma non re-
ma notevol è lo statuto , che fossero siciliani , stava, dopo quella di Giacomo , nell'ordinamen-
nobili, e ricchi , da scambiarsi in ogni anno, to delle entrate pubbliche 7. S' aggiunse che gli
e stipendiati dall' erario, i quattro giustizieri , uficiali dell' erario fosser tutti siciliani, capaci ,
deputati a conoscer le cause criminali per tutta e obbligati ad esercitar gli ufict in persona :
l'isola, fuorchè in Palermo e Messina , che e stabilironsi i modi e i tempi in cui rendes-
avean privilegio di speciali magistrati 3. Sonvi sero ragione di lor portamenti s .
ancora statuti ch'or diremmo di polizia, tra Ma volgendosi nel terzo libro alla feudalità,
i quali si legge l'ordinamento de ' sortieri , os- s' ingaggiava a riconcedere i feudi che fossero
sia guardia cittadina , ne' comuni demaniali , e caduti nel demanio regio ; e più gratificava
che fosse multato d'un agostal d'oro tutt' uo- a' baroni derogando alle leggi dell' imperator
mo trovato per le strade senza lume, appresso Federigo, anzi a tutt'ordine feudale , col per-
il terzo tocco della campana 4. Si diè mag- metter che si alienassero i feudi , pagata si
gior passo in altra parte d'amministrazione la decima al fisco , con lievi altre condizioni.
civile , decretando l'unità di peso e misura, Confermò, anzi estese alquanto, i capitoli di

Capitoli del regno di Sicilia , costituzioni di 3 Cap. 7 ed 8.


Federigo II, lib. 1 , dal cap. 1 , al 6. Per la pa- 4 Cap. 17. Il cap. 16 è anche statuto di poli-
rola Ferracano, veggasi il cap . 3 del presente la- zia, permettendo ai conti , baroni e militi di por-
voro pag. 18. tar la spada e il pugnale. Il 19 disobbliga i cit-
2 Per le difense e l'asportazion delle armi , cap. 9. tadini d'accompagnare i carcerati ,
Per le inquisizioni giudiziali , cap. 10.Eccezione per la 5 L'antico fiume Gela o Imera.
falsità de' pesi e misure cap . 11. Esazioni sui carce- 6 Cap. 20.
rati, cap.12 . Malleverie nei giudizi criminali, cap 13. 7 Cap. 24, 22, 21. Il cap. 23 è regolamento per
Divieto delle esazioni negli stessi giudizi , cap. 14. le greggi transitanti. Il 26 dà pena d'infamia , pri-
Simili pei notai o piuttosto oficiali dell' erario , cap. vazione d'uficio , e ristorazione de' danni al dop-
15. Perdita dell' uficio ai magistrati che prolungas- pio , contro i magistrati e oficiali trasgressori di
ser le cause oltre due mesi , cap . 18. Divieto a di- questi capitoli.
roccar le case, o guastare i poderi per misfatti dei * Cap. 31 , 32,
proprietarl, cap. 25,
CAPITOLO XV. 207
(1296)
Giacomo per la successione de' collaterali , e uopo incalzarli per ogni luogo in terraferma ;
i discreti termini del militar servigio ; mi- per pochi giorni più che si sudasse sotto le
gliorò le condizioni de' marinai dell'armata ' . armi, i siciliani asseguirebber premio di ferma
Ebbe dunque la nazione , dritto di pace e di pace ; ei già li vedea azzuffantisi , vittoriosi ,
guerra e di dar leggi , moderate gravezze , bagnati di novello sangue nemico . I quali detti
più spedita e benigna amministrazione di giu- fur tanto ne' commossi animi , che non aspet-
stizia , sicurezza pubblica , favore a' commerci tato il fine , non serbato ordine o modo , pro-
e alla agricoltura ; nè merita poca lode , se- rupper tutti in un grido di : « Guerra al ne-
condo i tempi, quella legge dell' alienazione mico , guerra per la libertà ; » talchè per ac-
de' feudi, che , qualunque fosse stato il suo clamazione si deliberava. Il popolo applau-
scopo, rendea più libere le proprietà. Fede- dendo con maggior foga , chiedeva le armi ;
rigo giurò solennemente l' osservanza di que- agguerrito, non stanco in quattordici anni di
ste costituzioni ; dienne perpetuo attestato guerra 3.
nell' ultimo capitolo. Poco appresso confer- Cavalcando il re per Messina , lo stesso
mava ai catalani mercanteggianti in Sicilia amore il festeggiò a Polizzi , Nicosia , Ran-
i tre privilegt di Giacomo ; rendea comuni a dazzo , e per ogni luogo ; e più a Messina ,
tutti sudditi spagnuoli del fratello que' dati gareggiante con Palermo, allor solo in virtù.
specialmente ai cittadini di Barcellona. Tal- Quivi per lungo tratto fuor la città si feano
mentechè è una mirabile somiglianza tra i incontro al principe, con bandiere e pennon-
primordi delle due dominazioni di Giacomo celli e signorile abbigliamento , gli uomini di
e di Federigo , per trovarsi ambo nelle me- legge , onoratissimi nel culto popolo ; i nobili
desime necessità in Sicilia, e sperar dall' in- vestiti di seta, su cavalli ricoperti a drappi di
teresse privato de' sudditi in Aragona, gli aiuti oro ; il clero venia salmeggiando ; più presso
che quinci lor contrastava l'interesse del re 2. alla città si trovaron brigate di matrone e
Poi si volse Federigo alla guerra. Tenne donzelle , ricchissime di vesti, di gemme , di
in Palermo l'ultima adunanza di quel parla- profumi orientali . Entrò Federigo, per le strade
mento ; ove sedendo gli ottimati a destra e parate e sparse di fiori ; sotto un pallio por-
a manca del trono , a fronte i sindichi de' co- tato da nobili uomini ; precedendo un araldo
muni, il re con modesta parola , chiamando che gridava le sue lodi ; rispondendo il cor-
ogni suo potere da Dio, aringava ; conchiu- teggio e il popolo ; e gli stessi bambini, dice
dendo che rimbaldanziti i nimici , strignenti lo Speciale, facendo plauso in braccio alle
d'assedio Rocca Imperiale in Calabria , era madri. Smontato al palagio , la madre , la so-

Cap. 27, 28, 29 , 30 , 33. Il cap. 34 rimette della casta de' baroni. Infatti i peggiori abusi di
ai familiari e cortigiani del re il dritto del sug- feudalità che ricordin le nostre istorie , seguirono
gello delle concessioni che per avventura riceves- dopo tal legge , nel secolo XIV.
sero dalla corte. Diploma del 3 aprile 1296 , pubblicato dal Te-
Il di Gregorio , Considerazioni sulla Istoria di sta, Vita di Federigo 1 di Sicilia , Doc. num . 8 .
Sicilia , lib. 4 , cap. 4, suppone che l'alienazione Non ho fatto parola della descrizione generale dei
de' feudi fosse veleno dato al baronaggio in una feudi che sembrerebbe compiuta da Federigo in
coppa inzuccherata . Questa sarebbe in vero una lode questo tempo , se fosse vera la data del diploma
di altissimo intendimento a' nostri legislatori di che pubblicò il di Gregorio , Bibl. Aragonese vol. 2,
quel tempo ; ma è da considerare, che per lo meno pag. 464 e seg. La data è del 1296 , ma si dee
non fu felice il trovato . Le condizioni del com- senza dubbio portare oltre il 1303 , leggendovisi
mercio e delle altre industrie appo noi in quel tem- il nome della regina Eleonora , la quale sposava
po, non eran tali che dal detto statuto potesse na- Federigo di Sicilia appunto in quest'anno.
scere una divisione di proprietà , e indebolimento 3 Niccolò Speciale, lib. 3, cap . 2.
208 CAPITOLO XV.
( 1396 )

rella che si l'amava , la prima volta il sa- grandissimo di fama , d'avere e d'orgoglio,
lutarono re. Confermò ai cittadini messinesi pensava troppo d'essere primo o solo sostegno
la libertà di mercatare per tutta la Sicilia del nuovo principato ; e allettandolo le arti di
portando o traendo derrate, ch'era gran pri- Giacomo e de' nemici , che profferian alto stato
vilegio tra' sistemi proibitivi di quell'età , e a lui e a Giovanni di Procida e a tutt' altri
loro l'avea dato l'imperador Federigo, l'ul- stranieri gittatisi nella siciliana rivoluzione ,
tim ' anno del secol duodecimo ' . Loria allesti tanto teneva ormai l'ammiraglio per Fede-
l'armata con mirabil prestezza in quest' ala- rigo, quanto questi e ' l reame di Sicilia si reg-
erità della nazione . Nè andò guari che il gessero del tutto a sua posta. Per le mede-
re, spiegando la prima volta in guerra l'in- sime cagioni gli altri baroni , valenti anco in
segna delle sveve aquile nere in campo bian- guerra, invidiavan profondamente l'ammira-
co inquartate con l'addogato giallo e vermi- glio, ed eran più grati a Federigo . A questi
glio di casa d'Aragona, passò lo stretto, con umori non mancò presta occasione . Volea il
fortissim' oste, e fu accolto in giubilo a Reg- re oppugnar Catanzaro , avvisando che con
gio . Perchè questa e altre città di Calabria essa cadrebbe tutto il paese : Loria, al con-
eran rimase in fede della nazione siciliana , trario , congiunto di sangue col conte , lo di-
non ostanti gli ordini di Giacomo . Più se ne pingea fortissimo ; però si lasciasse stare
eran perdute ; a ridur le quali non bastava, s'occupasser le altre facili terre , Catanzaro
per aver poche genti, il pro Blasco Alagona ; si avrebbe per fame . In tal disparere , gli altri
ma le tenea in sospetto, e stringeva Squillaci . capitani non osavano in consiglio dir contro
Su questa marciò dunque Federigo , poi- . Ruggiero , perchè non li conficcasse di rim-
ch'ebbe fatta la massa a Reggio . E al primo brotti in qualche sinistro ; non volean lasciar
scorger la postura di Squillaci , domanda s'ab- passare non malignata la sua sentenza ; ma
bia altre acque che delle due riviere a pie' con gesti e mormorar tra i denti, fean peg-
del colle ; e sapendo che no , fatte venir le gio che con parole. Federigo colse il cenno ,
genti dell' armata, le sparge sulla ripida co- e risoluto comandò di marciare su Catanzaro ;
sta che dalla città pende sul fiume , occupa l'ammiraglio apprestasse le macchine per lo
intorno tutti i passi. Dondechè i terrazzani assedio. Ed egli tacque e ubbidì .
sitibondi, brucianti , che guardavan dall'alto Messo il campo al castello , parve a Fe-
la limpida corrente del rivo , e lor era vie- derigo assaltarlo di là ov'era in pianura, col-
tata , disperatamente uscirono ad azzuffarsi mato pria di tronchi e fascine il fosso : onde
co' nostri ; ma rotti da Matteo di Termini , con molto ardore egli stesso conducea le genti
e rincacciati entro le mura, per non trovare al vicin bosco ; di sua mano dava con la
altro scampo al morir dalla sete , s'arresero scure per gli alberi ; talchè fornita l'opera
a Federigo 3. Lasciata Squillaci , ei sostò al- incontanente , grande massa di legname si
quanto presso Rocchella, per deliberare i mo- ammontò sullo spalto . S' udiron tutta notte
vimenti della guerra contro il conte Pietro squillar di qua e di là le trombe ; stettero in
Ruffo , che s'era afforzato in Catanzaro , ub- arme gli assediati per timore , i nostri per
bidito alsì da tutta la provincia. impazienza del saccheggio , che promettea il
Quivi s'accese tra i nostri capitani una re . Al far dell' alba , appena dato il segno ,
lagrimevole discordia. Perchè Ruggier Loria, appianato in un attimo il fosso , le genti di

I Diploma dato di Messina il 13 maggio 1296 , 2 Niccolò Speciale, lib . 3, cap. 3 e 4.


pubblicato dal de Vio, Privilegi di Palerino , fog. 35 , Anonymi Chron . Sic . cap . 53 .
e dal Testa, Vita di Federigo 11, Doc. num . 13 . 3 Niccolò Speciale, lib. 3 , cap . 3 .
CAPITOLO XV. 209
(1296)
mare leste scalavano. Ma un dispettoso co- le forze con frate Arnaldo de Poncio , prior di
mando le arrestò . Il conte, con l'acqua alla Sant'Eufemia , che combattea in quelle regioni
gola , chiama l'ammiraglio , mescolatosi , co- per parte aragonese , vittovagliarono la rocca .
m'ei solea, tra i combattenti ; gli offre darşi una notte , con sacchi di grano portati in groppa
a patti, raccomandandosi a lui per lo comun de' cavalli, in ispalla da' pedoni , in improv-
sangue ; e l'ammiraglio , fattogli cenno a ta- visa fazione sugli assedianti . Di lì percote d'un
cersi , chè non udissero i soldati , comandò altro assalto Policoro , presso alla foce del-
di far alto , prima a suon di tromba, poi con l'Acri ; vi prende i viveri dell' oste di Mon-
voce e minacce egli stesso , galoppando qua forte, e cento cavalli che stavano a guardia.
e là sotto i muri, perchè i nostri, per tener E tornavane al campo di Cotrone tutto lieto ,
già la vittoria, non sapeano spiccarsene . Corse se un caso non fea divampar tra lui e il re
indi Loria al re ; nè sbigottito a una prima la rattenuta ira ³ .
ripulsa, pregò tanto egli e altri baroni, che , Perchè durante la tregua , i terrazzani di
fremendone tutta l'oste, impetrò alfine l'ac- Cotrone, venuti un dì alle mani co' francesi
cordo si rendesser Catanzaro e le altre terre del presidio per private cagioni , e avutone il
della contea, non avendo soccorso dal re di peggio, chiaman soccorso dal nostro campo,
Napoli tra dì quaranta . Con giuramento e sta- di là ov'era attendata la fiera gente delle ga-
tichi il conte ratificò . Entrò nella tregua tutta lee ; la quale, rapite in furia quelle armi che
la Terra Giordana , fuorchè Sanseverina , ren- il caso offri , salta dentro , rinnova la zuffa ,
duta ostinatissima alla difesa dall' arcivescovo, e rifuggendosi i francesi nel castello per po-
per nome Lucifero , che per lo suo gregge , stura fortissimo , entravi rinfusa con essi , pone
Speciale dice, si giocava l'anima ; e non ostia, ogni cosa a sacco ed a sangue . Intanto le-
ma umani corpi , non mistico vino , ma uman vandosi il romore nel campo , Federigo che
sangue offriva al Cielo . Federigo accampossi , meriggiava , desto dal sonno , così com'era
per l'amenità del luogo , sotto Cotrone , in- senz' arnese , afferrata una mazza , lanciossi a
gaggiata dall'ammiraglio ne' medesimi patti cavallo , spronò al castello ; e il trovò sfor-
di Catanzaro ' . E tenendo appresso di sè do- zato , e i suoi ch'uscivano col bottino . On-
dici galee, mandò l'ammiraglio col rimagnente d'ei crucciosamente proruppe a rampognarli
della flotta e trecento cavalli su' confini di della rotta fede , nè si ritenne dal trucidar di
Basilicata , a sovvenire Rocca Imperiale, du- sua mano i men presti a fuggirgli dinanzi.
ramente battuta dal conte Giovanni di Mon- Poi comandò fosse resa tutta la preda ; pa-
forte 2. gato dalla cassa regia ciò che non si rinve-
Col solito ardire quivi Ruggiero sbarcò ; nisse ; dati due prigioni francesi per ognuno
avvicinossi al campo nemico ; poi , accozzate morto nella mischia e fe ' scusa della tregua

Niccolò Speciale, lib . 3 , cap . 6. V. ancora Elenco delle pergamene del r. Arch.
Tali accordi, fatti da capitani di castella quando di Napoli , vol. 2, pag . 82, 91 , 99 , 131. Poi gli fu
credeano che il lor signore non poteali aiutare, non surrogato Guglielmo Estendard , per diploma del 30
furon molto rari in questa guerra . La forma di essi aprile 1295 , ibid. pag. 156. Nel 1299 fu rifatto
e le condizioni , che a un di presso doveano esser capitan generale ad guerram in Calabria, Val di
le medesime, si veggono nel diploma di Carlo 11, Crati e Terra Giordana , dipl . del 29 giugno 12a In-
dato il 7 marzo 12ª Indiz . ( 1299 ) in fin di questo diz . nel r . Arch. sud . reg . seg. 1299, A, fog. 117 .
volume, Doc. n. xxii . 3 Niccolò Speciale, lib. 3, cap. 7.
2 Fu costui il capitan generale di Carlo 11, come
si scorge da molti diplomi del r. Arch. di Napoli,
nel 129.- 1293. 27
210 CAPITOLO XV.
(1296)
violata, ma la fortezza non rendè. Fe' imbar- dall'assedio di Rocca Imperiale . Poi l'uno ,
care il capitano francese, Pietro Rigibal , con cavalcando ambo le Calabrie vittorioso, piegò
tutto l'avere de' suoi , e lettere drizzate al- agli accordi il feroce arcivescovo di Sanseve-
l'ammiraglio, narrando il successo , e commet- rina ; occupò , dato il guasto al contado , Ros-
tendogli ch' avviasse Rigibal coi renduti pri- sano fortissima di sito, e le terre d' attorno ;
gioni al re di Napoli, poichè altra riparazione e inanimito da' successi, minacciava le pro-
non restava . vince di sopra. L'ammiraglio , valicato il golfo
Ma l'ammiraglio all' intendere il caso, in- di Taranto, assaltava Terra d' Otranto. Dap-
fellonito diessi a gridare : « Son io , son io prima innoltratosi sull'asciutto fino a Lecce,
la cagione ! » e affrettatosi al campo , assai d'improvviso assalto di notte , depredolla. Rien-
superbamente parlava a Federigo , delle sue trato in nave, presentasi ad Otranto ; senza
geste, dell'incontaminata fede guerreggiando fatica se n' insignorisce, mentre gl'irresoluti
fin co' barbari e gl' infedeli ; questa esser cittadini nè difendeansi, nè venieno a' patti ;
macchia incancellabile sul suo nome. « Mai e perchè gli parve comodo il porto, la rafforzò
più, conchiuse, mai più non sarò ludibrio di di torri e di mura , lasciovvi tre galee e scelta
chi sta e susurra perfidi consigli agli orecchi gente di presidio . Dopo ciò tentava un colpo
del re. A man giunte, dalla rocca di Casti- su Brindisi.
glione, vedrommi il fin di questa guerra. E Ma perchè vel prevennero seicento cavalli
tempo verrà che i ribaldi calunnianti or me francesi , Ruggiero, posti in terra i suoi, trin-
in corte, tremeranno in faccia al pericolo . >> ceossi alla Rosèa con pali e corde intorno , a
Federigo , contenendosi appena , con un sog- sua usanza ; e non potendo assaltar la città,
ghigno gli rispondea : non ricantasse que' ser- dava il guasto al paese. Avvenne un dì , che
vigi , noti e pagati a soperchio : essersi fer- conducendo egli stesso la cavalcata infino al
mati a nome del re i patti di Cotrone , al re ponte di Brindisi , i fanti che 'l seguiano , spin-
toccava mantener la sua fede ; e a tutta possa sersi oltre il fiume in cerca di verzure e più
aveal fatto ; ma non saper soffrire l'orgoglio ; limpid' acque, in un luogo che parve da in-
andasse pur via dall'oste a sua voglia : e mon- sidie all'ammiraglio ; ond' ei sopra un ronzino
tato a cavallo , il piantò. Corrado Lancia, fi- corse lor dietro, gridando che tornassero. Ed
datissimo di Federigo , cognato dell'ammira- ecco una torma di cavalli francesi , uscita
glio, tramezzatosi a riconciliarli , salvò almen dall' agguato, a corsa drizzarsi al ponte . Voltò
le apparenze . Si che per questa volta l'uno la briglia Ruggiero , a mala pena guadagnò
e l'altro si davano a sfogar sopra i nimici il ponte , gridò gli recassero il suo destrier
gli animi grossi e tempestosi . di battaglia , e ansando fea montare gli uo-
Prosperamente avanzavano in terraferma le mini d'arme ; perchè nella difesa del ponte
armi nostre. Avuti i messaggi del conte di stava la salvezza de' suoi , sparsi e pochi in-
Catanzaro , re Carlo, esausto di danari , dopo contro al grosso stuolo nimico.
molta deliberazione , avvisò munir le città ma- Già il capitano, Goffredo di Joinville , con
rittime di Puglia, senza affaticarsi a impotenti un altro nobil guerriero , trasvolavan oltre
aiuti nelle Calabrie ; onde scorsi i di quaranta , l'arco di mezzo ; eran perduti i nostri , se
vennero in poter di Federigo tutta la contea Peregrino da Patti e Guglielmo Palotta, ca-
di Catanzaro e la Terra Giordana . Il re con valieri siciliani , non si gittavan soli sul ponte.
l'esercito , Loria con l'armata , venuti in que- Costoro a' due francesi fer testa , indi a tutta
sto sopra il conte di Monforte , lo fean levare la torma accalcatasi allo stretto varco : ba-

Niccolò Speciale , lib. 3, cap. 8, 9. Niccolò Speciale, lib. 3, cap. 9, 10, 11 .


( 1296) CAPITOLO XV. 211

gnati di sangue da capo a piè , coperti di fe- dersi , conquistava tutto il paese dalla punta
rite, tennero il ponte finchè l'ammiraglio so- di Reggio al capo di Roseto ; infestava Terra
pravvenne co' suoi , gridando : « Loria , alla ri- d'Otranto ; e più addentro portava le armi ,
scossa ! » Allora più aspra la zuffa si strinse . se non ch'entrovvi di mezzo l'interesse de-
Sotto i colpi delle spade e delle mazze vo- gli altri potentati d'Europa .
lavano, scrive Speciale, in pezzi le armature ; Perchè papa Bonifazio , vedendo torcer Fe-
fronte con fronte, petto con petto , cozzavano derigo dalle sue vie, più si ristrinse col fra-
i guerrieri. L'ammiraglio e Joinville per caso tello, per lanciargliel contro. E prima a ven-
affrontansi : e alza questi la mazza per feri- tuno gennaio del novantasei , col titol so-
re, Ruggiero al tempo, gli vibra una punta tra nante di gonfaloniere, ammiraglio e capitan
corazza ed elmo ; ondechè il francese , av- generale della santa Sede , condusse il re di
vampando di vendicarsi , immerge gli sproni Aragona a' suoi soldi ; da combattere in Ter-
ne' fianchi del cavallo per gittarlo addosso rasanta, e quest' era il pretesto, o altrove, e
al nemico ; e fu la sua morte , perchè l'agil quest' era l'effetto , contro qualunque nimici
animale , spiccato un salto, precipitò giù dal e ribelli della Chiesa , con sessanta galee , ar-
ponte. Nè finì la tenzone a questo ; dura e mate da lui , pagate dal papa ; e n'avesse Gia-
ostinata si travagliò , finchè i balestrieri si- como la metà della preda , l' investitura di
ciliani, bersagliando la massa de ' nimici ser- Corsica e di Sardegna , del rimanente gli ac-
rata sul ponte , laceraronla, diradaronla e vol- quisti fossero della Chiesa o degli antichi
serla in fuga. Molti , fitti nella melma del signori cristiani 3. Poco appresso il sollecitò
fiume, restaro uccisi o prigioni ; i fuggitivi Bonifazio a venir, com' avea promesso , a Ro-
non insegui Loria co' suoi , laceri e ansanti ma 4. E punto al vivo da Federigo , che ten-
poco men che i nimici , per la disuguale bat- tava in questo tempo gli animi de' napolitani ,
taglia. Indi non s ' ebbe dalla vittoria altro praticava con usciti lombardi e toscani , e
frutto . Ma la virtù di Peregrino da Patti fin co' romani Colonnesi già disposti a ri-
e di Guglielmo Palotta , che ricorda per la bellione contro il papa , più gravemente sca-
somiglianza del caso , illustri esempt anti- ricò i colpi spirituali il di dell' Ascensione ;
chi e recenti , degnissima è della nostra me- cassò l'atto del coronamento del re di Sici-
moria. Speciale la registrò nelle istorie sici- lia ; scomunicato lui, co' popoli e loro amistà ;
liane ; poi l'hanno obbliato i più, perchè tutto dato termine a pentirsi il dì di san Pietro ,
quaggiuso, anco la gloria , vien da fortuna. nel quale rinnovò le maledizioni 5. Intanto
E maggior mancamento mi sembra che nel spandea le indulgenze a chiunque portasse
toccar questi fatti , pochi scrittori e vagamente , armi contro Sicilia ; aiutava Carlo con le de-
s'innalzavano alla considerazione politica , che cime ecclesiastiche del regno e di Provenza 6.
travagliandosi in guerra i due reami di Si- Talchè il re di Napoli, non ostante que' ro-
cilia e di Puglia , il primo vinse per lo più vesci, volendo ritentar la guerra, o farsen pre-
il secondo, ch'è tanto maggiore di territorio : testo a cavar moneta da' popoli , bandi gene-
e nella state del novantasei, non che difen- ral parlamento a Foggia, pel dì venti settem-

Niccolò Speciale, lib. 3, cap . 13 e 16. 5 Bolla, in Lünig, Cod . It. Dipl. Nap. e Sicilia,
2 Anonymi Chr. Sic. cap. 55. n. 65 ; e presso Raynald, 1296, § 13, 14, 15.
3 Raynald , Ann . Eccl. 1297, § 19 a 24, porta Le pratiche di Federigo coi Colonnesi, sono rin-
questa bolla dell'anno precedente. facciate da Bonifazio nel manifesto contro questa
Gio . Villani , lib. 8, cap. 18. famiglia, in Raynald , 1297, § 27 c 28.
4 Raynald, 1296, § 11 , breve del 5 febbraio. 6 Raynald, 1296, § 13 e 15.
212 CAPITOLO XV.
(1996)
bre ; disse di nuova impresa sopra la Sicilia ' , Federigo , alle città di Palermo , Messina , e
ingiungendo ai feudatari che venissero in ar- altre prime dell' isola 5. Talchè l'ammiraglio ,
mi o pagassero . Giacomo s'apprestava an- tornato immantinente a Messina , e abbocca-
ch'egli al combattere ; ma , ritenuto da pudore , tosi col frate spagnuolo che stava ad aspettar
e dalla briga che davangli in casa le guerre la deliberazione , non fu senza speranza di
di Murcia e Castiglia , volle tentar prima padroneggiare il vicin parlamento , che si ca-
nuovi ammonimenti a Federigo . lasse agli accordi . Convenuti in Piazza , di
Al cader della state , guerreggiando Federigo mezz' ottobre , i baroni e' sindichi delle città,
in Calabria , giunsegli messaggio del re di scopertamente diessi ad aggirarli , far parti-
Aragona Piero Corbelles , de' frati predicatori , giani , sparger terrori e promesse . Ma Vin-
parlando blandizie di pace ; e finiva con mi- ciguerra Palizzi e Matteo di Termini, con più
nacce , che Giacomo, fatto or capitano della caldo s'adoprarono per lo contrario effetto ;
santa Sede , non starebbe in dubbio tra quella speser la notte innanzi l'adunata, girando qua
el proprio suo sangue ; nel petto della ma- e là a scongiurare che non si lasciasse par-
dre , nelle viscere de' figli immergerebbe la tir Federigo. Indi forte si combattè in par-
spada a' comandi del santo pontefice ; aprisse lamento .
pur gli occhi Federigo ; a ciò il fratello il ri- Esposta l'ambasceria , si dava liberissimo
chiedea d'un abboccamento ad Ischia . Ma voto a ciascuno ; e pendeano i più alla ri-
quei, nulla mosso, palesava l'ambasceria ai pulsa , per amor di Federigo o di sè stessi,
suoi baroni ; e vistili balenare , con generosc temendo Giacomo nol seducesse , allorchè Lo-
parole li confortò . Riferissi del negozio al ge- ria col pianto sugli occhi, quasi per pietà del
neral parlamento, secondo i freschi patti fon- paese, s'alzava ad orare : « Non ingannassero
damentali ; e perchè pensava che troverebbe- sè medesimi ; sarebbero irresistibili le con-
vi più generosi spiriti. Lasciato dunque luo- giunte forze di Giacomo e di Carlo ; ripiglie-
gotenente in Calabria con giuste forze, Blasco rebbero le Calabrie in un batter d'occhio ; por-
Alagona, ei tornato di fretta in Messina , dà terebber in Sicilia fame, incendi , stragi ; pa-
giorno e luogo al parlamento ; richiama Loria gherebbe di molto sangue la Sicilia questo
con l'armata 4. Costui pe' narrati sdegni , o insensato ostinamento ; all'incontro, qual dan-
perchè pareagli disperato il caso di Federigo, no nell' andata di Federigo ? e forse, per l'amor
avea già in Terra d' Otranto ascoltato pratiche che gli porta, si volgerà a noi il re d' Ara-
de' nimici . Bartolomeo Machoses di Valenza , gona. Ma s'ei verrà da nimico, pensate quanti
inviatogli da Giacomo in agosto , sotto colore mancheranno alle vostre bandiere , quand'è
d'ingiunger che risegnasse il feudo di Gerace traditore secondo le leggi d'Aragona , chi con-
in Calabria , l'avea indettato forse a tradigio- tro il signor suo porti le armi ! » Gran bisbiglio
ne e anco si sospettò che se ne fossero al- segui a questo parlare , vergognando gli stessi
lacciate le prime fila , fin dal tempo della esal- partigiani dell' ammiraglio ad assentir con pa-
tazione di Federigo , quando i baroni arago- role, ma chinavano il capo ; e gli altri alta-
nesi leali a Giacomo si partiron di Sicilia . mente dicean contro : onde dopo lungo con-
Altri messaggi in tutto questo tratto il re di tendere , nulla deliberavasi .
Aragona avea spacciato alla madre , allo stesso Il di seguente tolse ogni dubbiezza il re

Diploma del 28 agosto 1296, nell' Elenco delle 3 Surita , Ann . d'Aragona , lib. 3 , cap. 20, 21 .
pergamene del r. Arch. di Napoli, v. 2, pag. 171. 4 Niccolò Speciale, lib. 3 , cap. 12 , 13, 14.
2 Ibid . p. 172 , 177 , diplomi di settembre 1296 5 Niccolò Speciale, lib. 3 , cap. 17 .
e febb. 1297. Surita, Ann. d'Aragona, lib. 5 , cap. 21 , 23.
(1296 ) CAPITOLO XV. 213

surto egli stesso a concionar l'adunanza. fe' intendere Federigo all' ambasciadore ; ac-
« Non ripeterò, disse , le parole che si son fat- comiatollo ; e cominciò ad apparecchiar la
te , che sono pur troppe. Io penso che dal Sicilia a validissima difesa.
trattare, altro non tornerebbe che più fuoco Ma non son da pretermettere gli altri atti
d'ira, tra Giacomo , soldato de' vostri nimici, di questo parlamento di Piazza , non si scosso
e me, che tutto alla Sicilia sonmi giurato ; e dal grave partito politico, che non pensasse,
tra la Sicilia e' suoi nimici non è via di mezzo , quasi posando in pace , a molti statuti , tra-
o libera com'oggi, o calpestata oltre ogni an- sandati in mezzo alle leggi fondamentali del
tico strazio di servitù. Su questo partito de- parlamento di Palermo , o suggeriti da novella
liberate dunque , non sull' andata del vostro esperienza, o portati dallo sviluppo di novella
re ad Ischia. Ma tu , Ruggier Loria , che par- forza civile . Ed in vero si favorì tanto sopra
lavi misterioso di leggi e usanze d'Aragona , l'aristocrazia l'elemento municipale , che se
ricorda che io son re in Sicilia quantò Gia- ne scorge evidentemente la preponderanza
como altrove che s ' ei mi porta ingiusta guer- della parte popolana , e l' intendimento di Fe-
ra, non sarà traditore se non chi me tradisce ! derigo a fondarsi in su quella, più che sul ba-
E quanto a' pericoli dipinti sì atroci , richiama ronaggio , fattosi torbido e parteggiante ; e
al tuo cuore l'antica virtù ; pensa che Iddio s'ha valido argomento che la parte popolana ,
combatte contro gl' ingiusti e i superbi. » Co- alla quale, com ' avviene , accostavansi anco pa-
ronò tal generoso parlare il decreto del par- recchi nobili, fosse stata quella che vinse il
lamento, che vietò l'andata a re Giacomo . Il partito della guerra in questo parlamento , e

Niccolò Speciale , lib. 3, cap. 17 e 18. gno , ma alcuni diplomi risguardanti un' ambasce-
Questi dice espresso che il re , tornando repente ria di Giacomo a Federigo in febbraio 1297 , pensò
di Calabria per quell'ambasceria , chiamò subito porre questa innanzi il parlamento di Piazza ; e
il parlamento a Piazza, e vinse il partito ; poi tor- narrò che Federigo , avuti i messaggi, rispose che
nato a Messina, rimandò l'ambasciadore con la ri- ne riferirebbe al parlamento , e que' non vollero
sposta . Nei nostri capitoli del regno si leggono le attendere . Il Testa in parte seguendo Surita, e in
costituzioni decretate in parlamento a Piazza il 20 parte correggendolo come que' che avea sotto gli
ottobre , promulgate dal re a Messina il 25 no- occhi la vera data del parlamento di Piazza , com-
vembre 1296 , come ben il mostra il comentatore pose quel secondo di Messina . A me par chiaro , che
mons. Testa. Dopo tuttociò non so comprendere nel parlamento tenuto in Piazza il 20 ottobre 1296
come il Testa, nella Vita di Federigo l' aragonese, si deliberarono insieme, come afferma Speciale, la
porti deliberate in quel parlamento le sole costi- risposta all'inviato aragonese , e come il provano
tuzioni , e tenutone un secondo a Messina per i capitoli del regno, le novelle costituzioni anzidet-
quella principalissima faccenda dell' ambasceria , te. Tengo ancor vera la legazione di febbraio 1297,
ch'è contro la chiara testimonianza dello Spe- perchè Surita certo la trasse da diplomi. E que-
ciale, e contro ogni probabilità ; non potendo sup- sto fatto, collocato così a luogo opportuno , riesce
porsi che nel parlamento convocato così frettolosa- verosimile ; perchè Giacomo insistè dopo la prima
mente si deliberassero tranquille regole di ammi- ripulsa ; Federigo se ne rimise al solito al parla-
nistrazione pubblica , e si rimettesse ad altro tempo mento ; e gli oratori aragonesi , avendone istruzione
la vital quistione della pace e della guerra. Due del re, o comprendendo che riferirsi al parlamento
cose io credo abbian tratto in errore il Testa. La era un prender tempo a una seconda ripulsa , an-
prima, aver seguito nello Speciale ( cap . 18 ) la le- daron via senz' aspettarla, come afferma il Surita.
zione , Fridericus Messanam egreditur, anzichè la più Indi si vede più chiaramente l'errore del Testa ,
naturale di regreditur, ritenuta dal di Gregorio . La che, togliendo al tutto da Surita questa legazione di
seconda sorgente di errore fu l'error del Surita, il febbraio 1297 , fa tener poi il parlamento in Mes-
quale avendo per le mani la cronaca di Speciale , sina, quando al creder di Surita, lib. 5 , cap . 23, fu
che non porta data, e non i nostri capitoli del re- convocato dopo la partenza de' legati, e in Piazza .
214 CAPITOLO XV.
(1296)
sostenne Federigo e la rivoluzione. Certo que- condi a' dommi ortodossi , e mantenere il pub-
gli statuti danno a vedere, secondo i tempi, blico costume ; ma si fe' divieto ai cristiani
assai civiltà. Decretavasi : i castellani non s' in- di usar con giudei ; a costoro di tenere ufici
gerissero nelle faccende de' vicini municipt ; ed esercitar la medicina 6. Scagliossi pena del
non i nobili nelle elezioni de' magistrati co- capo contro gli avvelenatori , stregoni, indo-
munali ; i feudatari non pretendessero dritti vini, incantatori, che spargon , dice lo statuto,
sul passaggio degli armenti ; non levassero a profani errori , e ingannano i popoli con em-
lor posta gabelle sulle grasce ; non frodassero pie fallacie talchè nè corsero quegli antichi
j vassalli nella misura de' poderi soggetti a nostri legislatori all' atrocità del fuoco , nè
terratico ; nè terratichi nuovi riscuotessero su mostrarono prestar fede a negromanzie , ma
i feudi conceduti testè dal demanio ; si vieto punir solo la frode e il disordin civile . A
loro l'alienazione de' feudi oltre i termini questo medesimo effetto con molto studio vie-
della recente legge ; si die' loro obbligo a sog- taronsi i giochi di sorte , non di destrezza ;
giornare in Sicilia o tornarvi in corto tempo : e e si commendaron que' d'esercizio nelle ar-
il principe solo potesse assentire i matrimoni mi 8. Allo zelo di religione e morale , ch'appar
delle lor figliuole co ' figli de' nimici allo sta- da cotali ordinamenti , s' aggiunse un partico-
to '. Altri statuti , proclamando che i deboli non lare statuto contro la usurpazione de ' beni
debban soggiacere ai potenti , studiavano nuovi ecclesiastici ; un divieto di portar armi , ferro,
argini ai radicati abusi degli uficiali sull' aver o legname a paesi d' infedeli ma si pagò il
dei privati 2 ; innalzavano in ogni comune un tributo a' tempi con lasciar salva alla santa
ministero pubblico di tre cittadini , obbligati Sede la riforma ; e non si dice sol delle leggi
per giuramento a denunziare tutti gli aggravi per le quali poteano vedersi incerti i limiti
de' giustizieri e uficiali qualunque , e sì i mis- tra il sacerdozio e l'impero 9. Su questi ca-
fatti contro la sicurezza delle persone ; i quali , pitoli di Piazza, perchè essi contengono più
dal sacramento che davano , si appellaron giu- numero di sanzioni penali che niun degli al-
rati³ . Fu decretata libertà universale d'im- tri anteriori di Federigo stesso o di Giacomo,
portazione ed esportazion di vini e altre der- noteremo, ch' eccetto il sommo supplizio con-
rate ; inibito prender le persone o i letti , o di- tro i maestri di veleni e malie , le pene son
roccar le case pei debiti delle collette ; francati pecuniarie o di privazione ; poche di carcere
da queste i militi 4. Si rinnovò il divieto d' in- a tempo, e pei giochi vietati s'aggiungono in
giuriar altrui con gli odiosi nomi di guelfo o un caso le battiture . Riserbossi il principe di
ferracano ; riabilitati agli uficl i sospetti di que- gastigare ad arbitrio alcuni abusi degli ufi-
ste opinioni politiche , non rei di alcun fatto 5 . ciali, e dichiarar secondo i casi la qualità del
La quale benignità di principi s'osserva non carcere detto dinanzi 1°. Talchè possiamo an-
meno ne' molti ordinamenti sopra gli schiavi co dir mite e non troppo disuguale il penal
saraceni e greci , che numerosissimi erano in sistema che si tenne di mira.
Sicilia per causa del corseggiar nelle ultime In questo tempo, reggendosi sempre Ischia
guerre statuti tendenti a procacciar la con- per noi, Pier Salvacoscia con cinque galee.
versione de' primi alla fede di Cristo , de' se- vi combattè bella fazione , assalito da nove

1 Cap. 49, 57 , 37, 40, 42, 43, 44 , 50, 51 , 52, 54. 6 Cap. 59, infino al 75.
2 Cap. 36, 38, 39, 46, 47, 48 , 58. 7 Cap. 76.
3 Cap. 43. Cap. 77 , infino ad 81 .
4 Cap. 55, 41 , 36. 9 Cap. 82, 83, 85.
5 Cap. 53. To Questo statuto pel carcere è nel cap . 84.
( 1296-97) CAPITOLO XV. 215

teride smisurate, zeppe di armati , che i na- che incontanente porgeagli la bolla d'investi-
politani mandavano a racquistar l'isoletta , tura di Corsica e Sardegna 4 , sol riserbandosi
vergognanti del tributo ch'indi si levava su un anno a ritrattarla , se foss' uopo al nego-
i vini navigati per lo golfo. Appiccata la zuffa zio di Sicilia : manifesto disegno di un ba-
senza curare il disugual numero , vinsero i ratto con Federigo . Nondimeno prendea Gia-
nostri ; ogni galea cattivò una terida ; fug- como la corona delle due isole ; dava il giu-
gendo le quattro rimagnenti, i cui capitani ramento per lo supremo impero delle armi
re Carlo fe' mettere a morte , uscito questa della Chiesa ; e ottenne dal papa , che nell'as-
fiata dall' indole sua dolce ; e come dispe- senza sua di Spagna , il reame stesse sotto
rando delle armi, cavalcò per Roma a ripre- la protezion della santa Sede, e , legati di lei ,
gar Bonifazio. Costui indi punse nuovamente n'avessero cura i vescovi d' Ilerda e Sara-
Giacomo che venisse a Roma ; diegli le de- gozza 7 , ed esortassero i popoli alla siciliana
cime ecclesiastiche d'Aragona per l'arma- impresa. Poco appresso si fe' dare indugio
mento . Giacomo, apparecchiandosi , di feb- alla restituzione di Maiorca a Giacomo suo
braio del novantasette mandò per ultimo av- zio fidanzò la sorella , Iolanda , a Roberto
viso al fratello il vescovo di Valenza e Gu- erede presuntivo della corona di Napoli fe'
glielmo di Namontaguda , insistendo per l'ab- stretta lega con Carlo 11 per ridur la Sici-
boccamento ad Ischia. Ma perchè quei ri- lia. Nè preparava per anco le forze, ma per
spondea che riferirebbene al parlamento, gli messaggi fitto praticava con Loria .
oratori replicaron , che Giacomo anco ubbi- Il quale risoluto a spiccarsi da Federigo
direbbe al papa ; e Federigo a loro , ch' ei perchè nol potea governare , si lasciò tirare
perciò non terrebbe nimico il fratello, e molto assai più innanzi. Un dì cavalcando il re con
meno la nazione catalana e aragonese, e fa- Corrado Lancia per la spiaggia di Musalla a
rebbene anco richiamo alle corti. Partiron Messina , fattosi tra loro baldanzosamente ,
dunque scontenti gli ambasciadori spagnuoli : mostrava lettere di Giacomo che il chiama-
Federigo mandonne in Ispagna , e senza mi- vano a un abboccamento ; promettea fare per
glior frutto ; perchè piaceva a que' popoli si Federigo, e tornarsi. E il re , incauto o su-
come al re la pace con Francia , fors' anco perbo, a' conforti di Corrado gli dava il com-
lo stipendio del papa 3. miato ; assentivagli ancora due galee per an-
Spese in tali vane pratiche il verno , allo dare in Calabria a munir sue castella in que-
scorcio di marzo del novantasette si trovò sti nuovi pericoli di guerra . Ma quand' ei ri-
Giacomo in Italia ; senz' armata, perchè vo- tornò in Messina per prender il viaggio di
lea più certo e largo il prezzo del muover Roma, trovò il giovan principe, che suscitato
guerra al fratello. Ebbelo da papa Bonifazio , dalle parole de' cortigiani, avea rugumato su

Niccolò Speciale, lib. 3, cap. 18. 4 Surita, ibid . cap. 28.


Questa fazione d'Ischia si dee porre tra il 15 set- La bolla è data il 4 aprile 1297 , in Raynald ,
tembre e il 20 ottobre 1296, perchè di questa data Ann . Eccl. 1297, § 2 a 16.
abbiam due diplomi di Carlo II , l'uno in Brindisi , V. anche Gio. Villani, lib. 8, cap. 18.
l'altro in Roma ; e Speciale afferma che il re si tro- Niccolò Speciale, lib. 3, cap. 12 .
vava in Napoli quando tornaron le quattro teride 5 Raynald, ibid. § 17.
fuggenti. 6 Diploma dell' 8 giugno 1297 , pubblicato dal
2 Raynald, Ann. Eccl. 1297 , breve del 30 di- Testa, Vita di Federigo . Doc. num. 7.
cembre 1296. 7 Raynald, Ann. Eccl. 1297, § 18.
3 Surita , Ann. d'Aragona , lib. 3 , cap. 25. V. la 8 lbid. § 25.
nota a pag. 213 nel presente capitolo.
216 CAPITOLO XV. (1297 )
tal dimestichezza di Loria co' nimici , su que- Vola alle sue case , lieto in volto ; con-
ste genti, armi , vittuaglie ch' adunava nelle vita a cena i molti amici adunatisi a comp!ir
sue castella ; tra i quali pensieri dubbiando del ritorno di Calabria ; e mentre s' imban-
Federigo, ch'animo avea generoso con poca discon le mense , precipita per una scala se-
mente , tenne la peggior via : nè accarezzar greta ; monta a cavallo con tre fidatissimi ;
quel grande, nè spegnerlo ; ma l'offese. Por- e a spron battuto prende la via di Castiglio-
segli ei stesso il pretesto che l'ammiraglio ne. Giunsevi all' ora terza del dì , con felice
cercava , per salvarsi dal biasimo di tradi- consiglio ; perchè già Federigo , levato su dai
gione, e vi riuscì tanto appo i contemporanei nimici dell'ammiraglio, tornando allo sdegno ,
che qualche istorico in tal sembiante il tra- aveal fatto appellare alla sua presenza. Pe-
mandava alla posterità. In piena corte, fattosi ricoloso ondeggiamento, che mosse tutta la Si-
quegli a baciar la mano al re secondo usanza , cilia. Assai partigiani di Ruggiero , deliberati
Federigo ritira a sè la mano sdegnosamente, a correr con esso quantunque fortuna, vanno
e a Ruggiero che drizzavasi a domandar per- a trovarlo armati , ei rafforza con estrema
chè tal oltraggio ? brusco risponde : « Perchè prestezza le castella di Novara , Tripi , Fi-
trami co' miei nimici » ; e seguì più acceso ; carra , Castiglione , Aci , Francavilla, e altri
e fini comandandogli non movesse pie ' dalla luoghi che tenea in feudo : e minaccioso e fiero
sala. Seguitonne uno spaventoso silenzio . Niu- si stava. Quando i due mallevadori vennero
no stendea le mani sull'ammiraglio ; ei, so- a richiederlo che tornasse alla ubbidienza , e
prappreso dall'ira del re , non osava partirsi : gli offrian sicurtà dalla parte del re , Ruggiero ,
dispettoso e fremente si trasse in un canto . per sentirsi in colpa o mosso da superbia ,
Ma Vinciguerra Palizzi e Manfredi Chiara- con molte ragioni il negò : alfine pagò del suo
monte, che non amavan forse Ruggiero, ma la enorme somma della malleveria ; e tennesi
nè anco l'esempio d'un tal grande spento sciolto da ogni vincolo d'onore . Tuttavia nè
fuor dagli ordini delle leggi , fecersi a parlare mosse guerra , nè chiese pace al re. E questi,
per esso, con dolcezza che poi tornò si dan- dopo i primi errori , fatto senno , non osò as-
nosa alla patria. Mitigato da loro , il re li saltarlo , per non accender una guerra civile
accettò mallevadori dell' ammiraglio ; e que- con le armi straniere alle spalle ; ma poco
sti, ch' era già notte, fu lasciato partir dal pa- minor pericolo gli era l'indugio ' .
lagio, libero e ingiuriato. Di tal frangente il tirò la regina Costanza ,

Niccolò Speciale, lib. 3, cap. 18 e 19. Doc. num. 10 ) . Or egli è chiaro , che se questa
È gran danno che questo scrittore diligentissimo , concessione fu fatta prima della fuga di Ruggiero,
abbia a sdegno di riportar le date de' più notabili costui non tentennava tra i nemici e Federigo , ma
avvenimenti. In questo di Ruggiero Loria, ancor- dissimulava la tradigione ; e se ne dee conchiu-
chè certo si sappia che fin dall'anno precedente dere che Federigo , se errò , errò solo nel rispar-
ei fosse risoluto a spiccarsi da Federigo, pur im- miarlo. In ogni modo il nome di Loria e quel di
porterebbe molto ritrarre appunto il giorno che Procida, che prima d'esso s'era gittato alla via di
l'ammiraglio fu sostenuto a corte e poi si fuggì. tradigione, van condannati nel severo giudizio del-
Perocchè papa Bonifazio a 6 aprile 1297 ( 8.º Id. l'istoria. Il risentimento contro l'invidia de' cor-
aprilis an. 3 ) , concedea in feudo a Loria tornato tigiani potea portarli ad allontanarsi dalle fac-
ad Apostolicae sedis gratiam et mandata , il ca- cende pubbliche e dalla corte , a menar vita pri-
stello e la terra di Aci , del dominio della chiesa vata nelle lor castella, appunto come Loria minac-
o del vescovo di Catania, e da lui al presente te- ciò a Federigo dopo la presa di Cotrone ; non già
nuti ( Breve inserito in un diploma di Carlo 11, dal a passare a parte nemica , accettar da essa , dignità ,
registro del r. Archivio di Napoli , seg. 1299 , C , beni, carezze. Entranıbi abbandonarono Federigo e
fog. 14, e pubblicato dal Testa , Vita di Federigo, la Sicilia , perchè non credeano che potessero reg-
CAPITOLO XV. 217
(:297)
con quella riputazion ch' avea due anni prima Milazzo con quattro galce partivano alla volta
ammorzato lo scisma di Giovanni di Procida . di Roma. Come furo in alto , chi favellava ,
Perchè, chiamata a Roma dal maggior figliuolo chi adagiavasi , sperando , qual più qual meno ,
per menar a nozze la Iolanda, vinse sè stessa ne' novelli destini ; la sola Costanza , dice Spe-
a lasciar Federigo ; sperando pure metter pace ciale, immota sulla poppa della nave , affisava
tra gli sdegnati animi, e guadagnarne al pro- i monti di Sicilia che fuggiano , gonfia gli oc-
prio pensiero col rientrar in grembo della chi di pianto , pensando a Giacomo, a Fede-
Chiesa. Volle per tal andata, con mirabil mo- rigo , e a' disastri imminenti. Compironsi a
destia , la permissione di Federigo e sotto Roma le nozze ; strinsersi , non ostante il pre-
specie di chiederli compagni al viaggio, levò gar di Costanza, i consigli della guerra ; Gia-
di Sicilia , con onor del re e loro , l'ammi- . como riparti per Catalogna ad allestir la flotta.
raglio , pronto da un dì all'altro a romper Loria al medesimo effetto ritornava, amico e
guerra, e Giovanni di Procida, sospetto al par ammiraglio di re Carlo , a que' porti del reame
di costui, o peggio. Loria, avuta da Federigo di Napoli ove per quindici anni s'era tremato
sicurtà fino all'imbarco , non lasciò le sue al suo nome. E prima il papa gli diè in feudo
fortezze, che pria non comandasse a tutti i la terra e il castel d'Aci in Sicilia, che tenean
vassalli di star saldi, e quando Giovanni Lo- dal vescovo di Catania ; lo ribenedì insieme

ria nipote di lui andrebbe in Castiglione, l' ub- con Giovanni di Procida ; [ e s' apparecchio
bidissero in ogni fortuna . Indi la reina e la Giovanni a ripigliare i suoi beni nel reame di
principessa, spiccatesi con molto dolore da Fe- Napoli , secondo i primi patti di Giacomo e
derigo, seguite dal vescovo di Valenza e dai Carlo 2.
due baroni uscenti in esilio si minacciosi , da Così lasciavan la Sicilia, ambo nimici e in-

gere contro le forze di mezz' Europa collegata ; e << centibus eidem palatio circum circa arbusto de
Loria, che avrebbe pur chiuso gli occhi al pericolo << novo plantato oliveto vinea avellaneto et ca-
se Federigo si fosse lasciato governare da lui, cedè <<< staneis etc. » e le rendite di alcuni villani di
a quell'interesse quando vide contrariata questa cui si trascrivono i nomi, ch'eran tenuti a dare al
disorbitante ambizione. signore una gallina per le feste di san Martino ,
Niccolò Speciale, lib. 3, cap. 20, 21 , 22. Natale e Carnevale ( carniprivio ) e trenta uova per
Anonymi Chron. Sic. cap. 56. Pasqua. Reg. seg. 1294-95 , A, fog. 81 , a t .
Surita, Ann. d'Aragona , lib. 5, cap . 26 e seg. Diploma del 28 marzo 12a Indiz. ( 1299 ) , per-
Gio. Villani , lib . 8, cap . 18 . chè sulle pubbliche entrate di Salerno si pagas-
sero once 12 annuali a Colino di Ducato , in com-
Veggasi anche il Montaner, cap. 185, nel quale
seccamente narra l'andata della regina Costanza penso de bonis quondam Joannis de Procida mi-
a Roma con Giovanni di Procida , ove il re d'Ara- litis, che il detto Colino avea risegnato alla curia,
gona era venuto per trattar pace tra Carlo e Fe- e questa ai procuratori di Giovanni di Procida.
derigo. E per la concessione di Aci a Loria , si ri- Reg. seg. 1299 , A, fog. 30.
cordi il diploma citato nella nota precedente. Diploma del 16 aprile 12a Indiz. perchè lo stra-
2 Molti documenti fornisce il r. Archivio di Na- tigoto di Salerno facesse rendere al procuratore
poli intorno i beni di Giovanni Procida , e la re- de' beni di Giovanni , ereditati da Tommaso di
stituzione che ne fe' il governo angioino dopo la Procida, alcuni beni burgensatici presi da suppo-
sua , come piaccia meglio chiamarla , conversione sti creditori ; e se costoro avesser dritto , il fa-
o tradigione. Ecco quelli in cui io mi sono avve- cesser valere innanzi il giudice competente. Ibid.
nuto rifrustando i registri angioini . fog. 15 , a t.
.............. Carlo 11 concedette Diploma della stessa data allo stesso effetto ,
Diploma del .........
ad Ansclletto de Nigella, valletto della sua corte : ibid . fog. 210 , pubblicato a Doc. num. xxiv, in fin
<< In primis de bonis que fuerant Ioannis de Pro- di questo volume.
« cida palatium quod dicitur Ferni cum terris adia- Diploma dato di Napoli a 6 maggio 12ª Indiz .
28
218 CAPITOLO XV.
(1297 )
tinti di tradigione , i due stranieri si famosi di Procida , e pur la capricciosa fortuna in
nella rivoluzione del vespro. L'uno , nato forse oggi fa suonare assai più questo nome . Di mi-
in Calabria , allevato da fanciullo a corte di nistro abilissimo del re d'Aragona , le corrotte
Pietro, fu uomo di animo smisurato , di altis- tradizioni istoriche l'han fatto liberator di
simo intendimento nelle cose di guerra , il pri- popoli, l'han posto a canto a' Timoleoni ed
mo ammiraglio de' tempi , gran capitano d' eser- a' Bruti, han dato a lui solo quel che fu effetto
citi ; ma sanguinario ed efferato , avaro, super- delle passioni e della necessità di tutto il si-
bo , insaziabile di guiderdoni. Ristorò la ri- cilian popolo ; alle virtù ch'egli ebbe , saga-
putazione delle armi navali in Sicilia ; educò cità , ardire , prontezza , esperienza ne ' maneggi
i siciliani alle vittorie ; fu sostegno potentis- di stato , hanno aggiunto le cittadine virtù che
simo al nuovo stato . Gli si volse contro quan- ei non ebbe , che violò anzi , tramando pria
do ebbe rivali nel potere ; non veggo se più co' nemici , poi brigando sfacciatamente con-
invidioso o invidiato : ed è un'altra macchia al tro la siciliana rivoluzione , quando la ristorò
suo nome , che abbandonò Federigo quando Federigo . Oscuro morì in Roma costui in sul-
parean precipitare le sorti . Portò con seco la l'entrar dell' anno milledugentonovantanove ' ,
signoria de' mari , e pur non serbò lungi da innanzi che per prezzo d' infamia e per cle-
noi l'antica gloria , perchè , se talor vinse in menza degl' inimici tutto riavesse il suo stato
battaglia i vecchi siciliani compagni , talor an- in terra di Napoli 2 .
co fu vinto da essi ; e appena chiusa con la Tra questi e quanti altri sudditi o principi
pace di Caltabellotta la sanguinosa scena di furon grandi ne ' fatti nostri di quel tempo , so-
ch'era stato parte principalissima , or con l'u- spinti da ambizione a vizi non senza glorie,
na or con l'altra delle fazioni guerreggianti , spicca per una candidissima fama la regina
quasi non avesse più che fare al mondo quel Costanza, avvenente della persona ³ , bellissima
genio sterminatore , morì in Ispagna per ma- d'animo per le care virtù di donna , e madre,
lattia. Minore di lui di gran lunga fu Giovanni e credente nel vangelo. La fine di Manfredi

per lo quale son resi a Tommaso di Procida al- Procida, e i presenti possessori li aveano ceduto al
quanti beni , già conceduti ad altre persone , e a fisco per renderli a Tommaso . Ibid . fog. 137 , a t.
queste è assegnato un compenso . In questo di- Diploma del 29 settembre 1300 , cavato dallo stesso
ploma è notevole il principio : « Sub presentacione r. Archivio di Napoli e pubblicato dal Buscemi,
>> promissionis facte per nos magnifico principi do- Vita di Giovanni di Procida , Docum num. 8.
>> mino Jacobo regi Aragonum filio nostro carissi- Il sac. Buscemi, nella Vita di Giovanni di Pro-
» mo de restaurandis Thomaso de Procida militi cida, porta che finisse i suoi giorni di sett. 1299,
>> fideli nostro burgensaticis bonis omnibus que argomentandolo dal diploma del 30 settembre 1300,
>> quondam Iohannes de Procida pater ejusdem Tho- Doc. num. 8, in fin del suo lavoro , nel quale ri-
>> masii discessus sui tempore de regno nostro Si- concedeasi a Tommaso , suo secondo figlio , il castel
>> cilic in regno ipso tenuerat etc. » Ibid. fog. 56, di Procida , del quale il primogenito , Francesco ,
e replicato a fog. 119. non avea curato di prender l' investitura nel solito
Altro diploma della stessa data , per altri beni termine di un anno e un giorno dalla morte del pa-
dello stesso Procida , simile al tutto . Ibid. fog . 56 a t . dre. Gli altri diplomi da me trovati nel r. Arch. di Na-
Diploma del 18 agosto 12ª Indiz. perchè senza poli e citati nella nota precedente mandano indietro
strepito di giudizio si rendesse ragione a una ve- la morte del Procida almeno infino a marzo 1299 .
dova, che chiedea il pagamento di un debito che Ricordinsi i documenti che ho notato a pag. 194,
avea contratto con lei quondam Joannes de Pro- a mostrare il tradimento di Gio . di Procida alla
cida miles dum erat in gratia clarissime memorie Sicilia.
domini patris nostri. Ibid fog. 213 . 5 Vadi a mia bella figlia , genitrice
Diploma della stessa data del 18 agosto. Com- Dell' onor di Cicilia, e d'Aragona.
penso di alcuni beni ch'erano stati di Giovanni di Dante, Purg. c. 3.
(1297 ) CAPITOLO XV. 219

avvelenò il fior degli anni suoi ; poi , se vide in pericolosissimi tempi provvedere alla difesa
punito lo sterminator del sangue svevo e li- della Sicilia , e due fiate con assai destrezza
bera la Sicilia , ebbe a tremare ad ogn' istante salvar Federigo dalla fazione nimica a' sici-
pe' suoi più cari ; pianger la morte di due fi- liani interessi. Quetata la coscienza con la
gliuoli , la nimistà degli altri due ; nè troppo benedizione papale, posate poco appresso le
la poteano far lieta le nozze della figlia nel- tempeste di Sicilia , l'anno medesimo mille-
l'abborrita casa d'Angiò . Nacque e fu educata trecentodue fini i suoi giorni in Barcellona ,
in Palermo tornata in Sicilia per si strane ove attendeva a fabbricar munisteri e ad al-
vicende, la governò dolcemente dopo la par- tre opere che nella vecchiezza le suggeriva
tenza di Pietro ; dettò alcuna legge che infino cristiana pietà. Ma in tutto il corso di questa
a noi non è pervenuta ; fu amorevole coi sud- virtuosa e infelice vita, forse non soffri mag-
diti , fino con la insopportabil Macalda . Non giore strazio che nel tempo di cui sospen-
ebbe ambizione, lasciando prima a Pietro, poi demmo per poco il racconto ; vedendo allora ,
a' figliuoli, la corona di Sicilia , ch' era sua per senza alcun chiaro di speranza , l' un contro
dritto di sangue : nè tal moderazione nacque l'altro armati Giacomo e Federigo .
da pochezza d' animo in costei , che ben seppe

CAPITOLO XVI.

Ribellione de' feudi dell'ammiraglio in Sicilia. È spenta , ed egli sconfitto da' nostri sotto Catanzaro. Preparamenti di Giacomo e
di Federigo. Il primo sbarca sulla costiera settentrionale dell' isola ; passa ad assediar Siracusa. Fatti della guerra guerriata che
s'accende in Sicilia. Giovan Loria sconfitto e preso nello stretto di Messina ; sciolto l'assedio di Siracusa , e Giacomo torna in
Napoli e in Catalogna . Nuovo passaggio di lui in Sicilia. Parlamento di Messina. L' armata siciliana sconfitta dalla catalana a capo
d' Orlando. Estate del 12974 luglio 1299.

Incominciò Loria il servigio del novello si- tico lor capitano ; ma tal contrattempo pur
gnore , con ritentar tradimento all' antico ; ar- bastò a rompere tutti i disegni . Perchè sa-
rischiatosi a venire in Sicilia con un sol ve- putolo Giovanni Loria , nipote dell' ammiraglio,
locissimo naviglio, non però tramando si cauto , cresciuto da lui come figliuolo , costui , ancor-
che Federigo non n'avesse spia : il quale , come chè carissimo a Federigo , lasciava improvviso
era ardente di vendetta contro l'ammiraglio , fe' la corte, per levar l'insegna della guerra in
armar navi che l'appostassero alle isole Eolie. Castiglione ; tentava Randazzo indarno , ar-
Scampo Ruggiero per navigar guardingo , e mandosi il popolo contro i suoi partigiani 3 ;
darsi a una rapida fuga come scoprì i nostri, poneva a sacco ed a guasto il vicin villaggio
che non seppero o non vollero raggiugner l'an- di Mascali ; ma non potè altrimenti offendere

IV . le autorità allegate dallo Inveges , Palermo Per la morte della regina Costanza veggasi il
Nobile, parte 3. Anni 1260-61-62. Montaner, cap. 185.
2 In gran parte ho tolto queste riflessioni su la 3 Federigo rimeritò la lealtà di Randazzo con
regina Costanza, da Speciale, lib. 3 , cap. 20, 21. alcune franchige nelle dogane di terra e di mare ,
Nelle costit. di Federigo ( capitoli del regno per diploma del 15 giugno 1299 , pubblicato dal
di Sicilia, ) si confermano tra gli altri privilegi quei Testa, op. cit . documento n. 17.
della regina Costanza : nec non Aragonum et Sici-
liae regina sanctissima mater nostra, etc.
220 CAPITOLO XVI.
(1297)
il re e il paese senza la persona di Ruggiero . Nello stesso tempo la fortuna peggio l'umi-
Federigo senza dimora il bandisce nimico pub- liava in Calabria . Con un grosso di cavalli 3
blico ; strigne d'assedio le fortezze feudali del- di re Carlo si pose egli a sfogare il fresco
l'ammiraglio ; ponendosi ei medesimo a campo dispetto, sugli acquisti nostri di quelle pro-
a Castiglione , importantissima tra tutte per vince, mescolando pratiche e forza + ; che fin
esservisi chiusi con Giovanni Loria, Gugliel- tirò Blasco Alagona a un abboccamento, per
mo Palotta , quel valoroso del ponte di Brin- tentarlo, o metterlo in sospetto di Federigo ,
disi, Tommaso di Lentini , e molti altri guer- ma riuscì solo a questo intento . Il dubbioso
rieri di nome , congiunti o clienti dell'ammi- principe chiamava Blasco in Sicilia e Loria
raglio . Indi con assai sangue , ma non lunga- colsene il tempo a ribellar la città di Catan-
gamente , si travagliò quest' assedio nella state zaro , e patteggiar col castello che si desse
del novantasette ; finchè , oppugnato da tre a capo a trenta dì , se non fosse soccorso.
bande il castello , crollato da' tiri delle mac- Nè a ciò Federigo , impacciato in quegli as-
chine, fuor di speranza d'aiuto di là da' mari, sedi in Sicilia , ben potè riparare . Rimandò
Giovanni s'arrendè , salve persone ed averi, in fretta in Calabria il generoso Blasco e
e passò in Calabria con Ilaria moglie sua , fi- con esso Calcerando e Montecateno ; ma la
gliuola del conte Manfredi Maletta , Ruggier più parte dei feudatari non fu pronta a par-
Loria figliuol dell' ammiraglio , e tutta lor tirsi dalla Sicilia , per anco non queta , tal-
amistà . Francavilla s'era già data a' messi- chè il termine strignea , nè v' avea de' nostri
nesi , venuti a osteggiarla. Il castel d'Aci , meglio che dugento cavalli , raccolti a Squil-
fortissimo sur una roccia che bagnasi in mare , laci , mentre con quattrocento Loria minac-
tenne contro gli assalti de' catanesi. Ma ve- cioso aspettavali. Era la notte anzi il trente-
nutovi Federigo dopo la resa di Castiglione , simo dì, e Blasco, fitto in questi pensieri, sfor-
fe' costruir una torre di legname , alta a pa- zavasi indarno a un po ' di sonno , quando un
raggio delle mura , mobile su ruote interne, de' suoi scorridori affannoso viene a dirgli ,
congegnata con un sottil ponte che s'addiman- esser testè giunto al campo nimico Goffredo
dava cicogna , la quale approcciata a una pic- di Mili con trecento cavalli. Saltò Blasco dal
ciola gittata di mano , fe' tosto calare il pre- letto ; l'afferrò pel braccio , e « Taci , gli disse,
sidio ad arrendersi. E così fu spenta in Si- o morrai ; niuno de ' nostri nol sappia : » e il
cilia la ribellione dell' ammiraglio ". cresciuto pericolo dileguò nel grand' animo

La fellonia di Tommaso di Lentini è confer- 3 Sembra che questa guerra di Calabria , di che

mata da un diploma del 18 febb. 1299, col quale parla Speciale, sia stata la cagion della chiamata
Federigo die' in feudo a Bartolomeo Tagliavia la al militar servigio in tutto il reame di Puglia, della
terra di Castelvetrano , posseduta da quello . Nei quale ci restan moltissimi diplomi dati a 19 apri-
Mss . della Bibl. Com. di Palermo , Q. q. G. 3. le, 7 , 22, 23 , 25 , 27 e 30 maggio , 2, 11 , 17, 18,
2 Niccolò Speciale, lib. 3, cap. 22. 20 , 22 giugno 1297, nell' Elenco delle pergamene
Anonymi Chr. Sic. cap. 57. del r . Arch. di Napoli, vol . 2, pag. 179 a 188. Ivi
La presenza di Federigo all' assedio di Castiglione si legge a pag. 180 un altro diploma del 4 mag-
si attesta da un dipl. del 27 agosto 1297 , dato nel gio, che accorda onze 10 a un Giovanni pro sum-
campo sotto Castiglione, pubblicato dal Testa , Vita ptibus itineris ad exercitum.
di Federigo, Doc . 11. La dedizione del castel di Aci 4 Conferma questo attestato dello Speciale un di-
è da porsi nel mese di novembre 1297, perchè non ploma del 28 aprile 1297 , col quale Roberto vicario
tardò guari dopo quella di Castiglione , ma infino generale dava a Riccardo de Arenis alcune terre
al 18 novembre sapcasi in Napoli che tenesse pur in Calabria dummodo infra Kalendas Augusti ad
quel castello ; come si scorge da un dipl . pubbli- Ecclesie Romane et Regis fidem redeat a qua de-
cato dal Testa, ibid. Doc . n . 14. fecerat. Elenco cit. v. 2, pag. 179.
CAPITOLO XVI. 221
( 297)

ogni dubbio al combattere. Innanzi dì , con- con terribil voce incalza , gridando : « Avanti,
sultatone con gli altri due capitani , fa cibar cavalieri, or che cede il nimico : » e i sici-
le genti ; muove da Squillaci su Catanzaro . liani, nel decisivo momento fatti maggiori che
Giunsero a vespro , in un vicin rispianato tra uomini , aprono gli squadroni nimici , li squar-
letti di torrenti, che s ' addomandava Sicopo- ciano e sparpagliano . Di qui « Alagona » gri-
tamo , e trovaron Loria uscente a battaglia. dan essi , di lì « Aragona » le genti dell' am-
Settecento cavalli avea , con ventiquattro miraglio, invano sperando l'usata vittoria in
bandiere di signori , ordinati in tre linee ; e quel grido ; e or nocque , perchè Goffredo
comandava egli il primo squadrone , l'altro Mili, nell' agitazione e rovinio del conflitto ,
Reforziato cavalier provenzale , l'ultimo Gof- credendo sentirsi gridar Alagona a' fianchi ,
fredo di Mili . De' siciliani uomini d'arme , come circondato e perduto, fuggì , traendo con
partitisi ventiquattro anzi il combattimento , sè le altre schiere e fece compiuta la disfatta.
restaron centosettantasei , che Blasco , per la Caddervi i figliuoli di Reforziato e di Virgilio
pochezza del numero , strinse in una sola Scordia , Giordan d'Amantea e nobili molti.
schiera , toltone un drappelletto che pose al- Reforziato stesso fu preso , ma fuggì , cor-
l'antiguardo con Martino Oletta ; e della bat- rotte le guardie ; assai più camparono per la
taglia ei comandò il centro, la destra Calce- notte sorvenuta. Il gran Ruggiero , ferito , a
rando , Montecateno la manca ; i lati assicurò piede , obbliato da tutti i suoi nella rotta fu-
con almugaveri e gente dell' armata, sparsi ga, s'ascondea sotto una siepe , aspettando da
sulle ripe di due torrenti . In tal postura aspet- un momento all' altro i nostri guerrieri e la
tavan lo scontro. morte ; quando a caso il vide un suo fami-
Dall'alto al basso caricò l'ammiraglio con gliare che fuggiva a cavallo, e in un attimo
la prima banda , nè pur fe' tanto , che rom- smontò. Piangendo di rabbia, risaliva in ar-
pesse il nostro antiguardo onde, perduta la cioni l'ammiraglio ; anch'egli , a spron bat-
foga, da paro a paro cominciò a combattere , tuto dileguandosi innanzi i nostri , si rifuggiva
e impedi Reforziato , che seguiva a corsa con a Badolato. Die' poi grand' avere nel reame di
l'altra schiera credendo compier la vittoria . Valenza a questo fedele , che con tanto pe-
ricol suo il tolse a indubitabil morte . Ma se
Si distende Reforziato dunque su i fianchi
dell'oste siciliana ; donde i fanti a furia di il capo di Ruggiero non fu tra i premi di que-
dardi e sassi il ributtavano con molta stra- sta giornata , bastò ai nostri avergli dato la
ge . Ma Goffredo di Mili , movendo con la prima rotta ch'ei toccasse in sua vita : un
terza schiera, perplesso per l ' inaspettata re- pugno d' uomini , in mezzo al paese nimico , in-
sistenza, postosi a canto a Ruggiero , per la contro a tal capitano , con tre tanti e più del
strettezza del luogo , o non l'aiutò , o l' im- numer loro . Si tornarono la dimane a Squil-
pacció, mentr' ei si travagliava duramente con laci ; e non che mantenere il castello , Cal-
Blasco ambo ostinati , l'uno , dice Speciale , cerando ripigliò la terra di Catanzaro , ove
per uso alla vittoria e fidanza nel numero ; gli avanzi della gente nimica non osaron far
testa .
l'altro per vedere i suoi sì feroci e serrati,
e non aver giammai voltato faccia in batta- Non guari dopo Bernardo Sarriano , au-
glia. Ruggiero, ferito al braccio, mortogli sotto dace capitan di navilio finchè ebbe siciliani ,
il cavallo , sparve un istante in mezzo la mi- volto a parte nimica , assaltava Malta con
schia ; la sua bandiera , assalita da un nodo un'armatetta , tentava Marsala ; e , deluso nel-
di uomini fortissimi, balenò ; l'alfier che la l'una e nell'altra , tornavasi a ' porti di Na-
reggea, ferito in volto , non vedendo più il si-
gnor suo, die' le spalle alla zuffa . Allor Blasco Niccolò Speciale, lib 4, cap . 1 .
222 CAPITOLO XVI.
( 1297-98 )
poli ; non aspettato Federigo , che a' primi snocciolo dalla camera apostolica i danari
avvisi armò in fretta in Palermo ed altrove raccolti da quelle province , che il pio Co-
una trentina di galee , con le quali pensava an- stantino , scrive Niccolò Speciale col fiero
dar egli stesso . Senz ' altra fazione d'impor- piglio del Dante , il pio Costantino ad altro
tanza finì poi l'anno novantasette , e tutto uso largiva a Silvestro poverello. Questa mo-
il verno. Federigo , con Manfredi Chiaramonte neta armò contro la Sicilia aragonesi , cata-
e Vinciguerra Palizzi , macchinava contro lo lani, francesi , provenzali , guasconi , italiani
ammiraglio, or di spegnerlo per una mano di e altre genti ; di che fornite a un di presso
uomini risoluti, allettati da gran premio ; or ottanta galee , fatta tregua col re di Casti-
di sfidarlo a duello per un campione, che fu glia , navigava re Giacomo a Ostia 4 , entrando
il famoso difenditor di Girona , Ramondo Folch , la state del novantotto .
visconte di Cardona , e dovealo appellar di E Federigo , fatto ammiraglio Corrado Do-
tradigione secondo gli usi di Barcellona o ria , che avea nome di valente in mare , ar-
il foro aragonese , e in duello ammazzarlo , mava sessantaquattro galee ; forse con grande
o almeno , tirandolo in Ispagna , toglier tal aiuto dei messinesi, ai quali in questo tempo
mastino dal collo a Federigo ' . Ma nulla ap- raffermò la franchigia delle dogane di mare
prodaron queste pratiche contro Ruggiero. e di terra , e diede immunità dalle collette ,
Un Montaner Perez de Sosa , mandato alsì da imprestiti e tutt' altre esazioni , per premiarli
Federigo in Catalogna ad attraversare i pre- del passato, e ingaggiarli a nuovi sforzi di fede
paramenti della guerra, non trovò riscontro e valore . Gravate queste galee, oltre i sol-
ne' popoli ; e per poco scampò dalle mani dati d'armata , di settecento cavalli , impedi-
di re Giacomo 2 , infiammato nella causa , co- mento in mare, in terra pochi , salpò di Si-
me diceanla, della santa Chiesa , dal danaro cilia , proponendosi antivenire l'arrivo della
che il papa e Carlo gli porgeano ³ . Perchè Lo- armata d'Aragona a Napoli . Federigo sulla ca-
ria, trafitto dall ' onta di Catanzaro , ma feroce pitana , spiegando lo stendardo reale di Sici-
in volto e superbo come per vittoria, era an- lia, seguito da lunga fila di galee , solcava il
dato a re Carlo, a far grande scalpore della golfo di Napoli, a suon di trombe , in atto bal-
vergognosa fuga de' suoi , e che nulla s ' ot- danzoso e minaccevole, senza ch'alcuno uscis-
terrebbe senza il re d' Aragona : onde Boni- segli contro ; gittava l'ancora ad Ischia , che
fazio , visto che qui n'andava tutta la fortuna tencasi per lui ; ove soprastato un bel tratto ,
della guerra, die' a Giacomo quanto e' volle ; fe' inaspettato ritorno in Sicilia . Speciale il

Diplomi del 18 novembre ( certamente 1297 ) tra re Carlo e Federigo ; a questo il dice venuto
e del 9 febbraio 11 , Indiz . 1298 ( si legge 1297 com- in Italia con centocinque galec ; nè fa motto del pas-
putando gli anni dal 23 marzo ) pubblicati dal Testa, saggio in Sicilia nel 98 , nè di quel dell'anno ap-
Vita di Federigo 11 , Doc. n. 14 e 13. presso, nè della battaglia del capo d'Orlando ; ma
2 Surita, Annali d'Aragona , lib. 5, cap. 33. crede aver soddisfatto all' uficio d'istorico , chiudendo
3 Diploma del 18 nov . 1297 citato di sopra, e i il cap. 186 con queste parole : « Altri senza dubbio
molti altri accennati nel seguito di questo capitolo. dirà come dunque Montaner passa sì lieve su questi
4 Niccolò Speciale, lib. 4 , cap. 2 . fatti ? Se tai parole indirizzasse a me, replicherei
L'Anonymi Chr . Sic. cap. 59 , porta l'impresa di che v' ha delle domande le quali non meritano ri-
Giacomo, operante supradicto papa Bonifacio. sposta. »
Surita , Ann. d'Aragona , lib . 5 , cap. 33. 5 Diploma del 15 giugno 1298 , tratto da' registri
Montaner ci abbandona al tutto in queste guerre della real cancelleria di Sicilia , pubblicato dal Pir-
di Giacomo contro Federigo . Porta gli armamenti ro, Sicilia Sacra, pag. 409, ed . 1733.
del primo, come fatti per amor di fermare la pace
CAPITOLO XVI. 223
( 1298)
dà ad ammonimento del fratello , che volendo di Napoli, e portavan con loro , come usato
fare romore e non danno , mandava da Roma argomento di guerra , un legato della corte
ad avvertirlo , non arrischiasse tutte le sue di Roma, che fu il cardinale Landolfo Volta 3.
sorti lungi dalla Sicilia. Ma ne' fatti dell'uno Messe in terra le genti vicino Patti, driz-
e dell'altro in questo tempo si scorge tutto zata quivi la flotta , occupava Giacomo l'in-
il contrario che moderazione e pietà di fra- difesa città il dì primo settembre : e principiò
telli ; onde più probabil sembra che per la da questa banda l'impresa di Sicilia per con-
flotta sua non provveduta , per avvisi della ni- siglio di Ruggiero , ch'ebbevi già molte ca-
mica si forte , e sopra ogni altro , per non sa- stella, ed or, agognando il racquisto , il pro-
per che si fare nè egli nè il Doria , buoni cacciava con dir più agevole in quelle regioni
soldati ma infelici capitani d'armata , abban- per le sue molte clientele lo effetto delle armi .
donavano un disegno maggiore assai di loro , E in vero i collegati fondarono assai su le
mal copiato da que ' maestri assalti di Loria pratiche , spianandole con la scena , niente
dell' ottantaquattro e dell'ottantasette. Torno spiacevole a Bonifazio , del rendersi la Sicilia
dunque Federigo in Sicilia a munir castella non a casa d'Angiò , ma alla romana corte,
e ordinar forze terrestri. Giacomo di Roma di cui Giacomo si nomava capitan generale ,
andò in Napoli con la flotta ; e dopo lunghi ed esercitò con tal sembianza atti d'autorità ,
consigli, affrettandosi tanto che non aspetto che avrebbero dovuto svegliare a gelosia la
stagione , fe' vela sopra Sicilia a ventiquattro corte di Napoli, s'ella fosse stata in tali con-
agosto del novantotto , con gran podere di dizioni da potersi risentir delle usurpazioni
navi e di genti ; seguendolo non guari dopo , de' suoi alleati, dalle quali tornavale immediato
Roberto duca di Calabria , erede della corona comodo 4. S'aggiunse a questo la riputazione

Niccolò Speciale, lib. 4 , cap . 3 e 4. bre 1298, o più tardi ; leggendosi in alcuni diplomi
Anonymi Chr. Sic. cap 58, 59. che i feudatari del regno di Napoli dovessero far
2 Il Testa , nella Vita di Federigo, porta l'armata la mostra alla sua presenza in Napoli il dì 20 no-
ad 80 galee e 90 altre navi , non computatevi le vembre per muover contro la Sicilia. Elenco delle
sottili ; a 500 cavalli e 1136 pedoni le genti da pergamene del r. Arch. di Napoli , vol. 2 , fog. 209
sbarco venute d' Aragona con Giacomo . Quest'ulti- e 210, dipl . dell'8 e 23 novembre 1298.
mo numero è tolto da un diploma del 23 giugno 3 Anonymi Chr. Sic. cap. 59.
1299, il quale per vero non descrive le forze por- Niccolò Speciale, lib. 4, cap . 10.
tate da Giacomo , ma quelle da lui lasciate in Si- Surita, Ann. d'Aragona, lib. 5 , cap . 35 .
cilia al fine di questa prima impresa, che poteano 4 Veggansi le concessioni feudali in Sicilia fatte
esser minori per cagion degli uomini perduti nella da Giacomo a Fulcone Barresio , per diploma del
guerra , o maggiori pei catalani e altri avventurieri 13 settembre 1298 , e a Simone de Belloloco e Fi-
che poi vi s' aggiugnessero . Picciolissimo fu in questa lippo di Porta per altre carte accennate ne' diplomi
armata il numero delle navi napoletane, come si ve- del 24 luglio 1299 e 28 dicembre 1300 , e la inti-
de da parecchi diplomi dati tra il fin di marzo e tolazione d'un atto pubblico dato di Novara il 1
mezz' aprile 1299 , nel r. Archivio di Napoli , reg. luglio 1299 ; de' quali diplomi, il primo e l'ultimo
segn. 1299, A, fog. 1 a 15. citansi nel seguito di questo capitolo , gli altri due
Quanto alle forze terrestri , che furono certo assai nel cap. xvII . Non abbiam traccia di alcuna dele-
grosse, si vegga nel seguito del presente capitolo gazione di tanta autorità che facesse Carlo a
ciò che scrive Speciale delle perdite sofferte nello Giacomo. E però è manifesto, che Giacomo la eser-
assedio di Siracusa . citava come capitan generale della corte di Roma,
L' Anonymi Chr. Sic. porta venuto Roberto con la quale poco prima avea disposto di dare in feudo
re Giacomo. Speciale non ne parla che nel consi- a Loria il castel d'Aci , come sopra si è detto. La
glio per discior l'assedio di Siracusa. E per vero finzione del ceder l'isola a Roma presto fu dismessa,
si ritrae ch'ei passava in Sicilia in fin di novem- ma non cessarono le pretensioni di Bonifazio, anzi
224 CAPITOLO XVI. ( 1298)

de' capitani ; quando col nome di Loria suo- gli s'arresero ; e Buccheri pochi di appresso
nava insieme quel di Giacomo, principe non tornò in fede. Mandatovi da re Giacomo il
caro all'universale in Sicilia, ma intimo con conte d'Urgel a ripigliarla, con un forte di
parecchi baroni , riverito da molti per con- cavalli e di fanti , i terrazzani, rustici e fieri,
suetudine a obbedirlo , e ridottato da ' più per al dir di Speciale , diersi a combatterlo dall' al-
arti di regno e valore in guerra . Indi lo sbarco ta lor postura , con una gragnuola di selci ,
si divulgò per tutta l'isola con terrore ; e , talche mal concio si ritirò . Ma que' ch'a fu-
sedotte da Ruggiero , s' arreser le castella di ria di popolo avean vinto , la notte fur presi
Milazzo, Novara, Monforte , san Piero sopra d'un vano timore che non tornassero i ni-
Patti e poche altre. Ma la più parte delle ter- mici con maggior forza , onde la terra sì egre-
re d'intorno, non curando lusinghe nè spaven- giamente difesa contro gli armati , senz' al-
ti, tenne per la siciliana causa ' . Il re d'Ara- cuno assalto abbandonarono . Tal è senza capi
gona, consumati poco men che due mesi senza la moltitudine . Tali passioni in quel tempo
maggiore acquisto, cercando alla flotta sua un infiammavano i siciliani , fiu delle terre più
porto vernereccio più capace , pensò impadro- rozze, ove non son ordini da rendere util va-
nirsi di Siracusa . Andovvi allo scorcio d'ot- lore una natura animosa e pugnace ! *
tobre, rinforzate prima le occupate castella ; Ondechè Federigo , consigliandosi di far
e trovò Siracusa si gagliarda , da non man- guerra guerriata al nemico che non potea fron-
care allo antico suo nome. teggiare con giusto esercito , ragunò il più
Attendatasi la formidabil oste di Giacomo che potea genti a Catania , nè troppo disco-
sulla costiera ond' esce in penisola Siracusa , sto, nè troppo vicino al nimico , perchè sen-
si sparse depredando per la campagna ; drizzò za venire a giornata gli vietasse di spargersi
le macchine contro il castello dell'istmo ; poi per l'isola . Nè perchè la città di Patti, tor-
die' furiosi assalti di terra e di mare : e sem- nata al suo nome , l'invitasse all'assedio della
pre fu niente alla città , forte e fedele , co- rocca, ov'eransi chiuse le soldatesche nimi-
mandata dal pro Giovanni Chiaramonte . Sde- che , lasciò Federigo l'importante sua postu-
gnò costui fin d'ascoltare i messaggi dell' in- ra. Manda a Patti uno stuol di catalani sotto
sidioso re d'Aragona. Penetrò una congiura , Ugone degli Empuri , di messinesi sotto Be-
macchinata da chierici , che per promessa di nincasa d'Eustazio , di catanesi sotto Napo-
dignità ecclesiastiche , accoppiando simonia a leone Caputo e altri siciliani . Ei di Catania
tradigione, profferiano a ' nemici la torre della confortava i siracusani a tener fermo , forse
porta Saccara ; e furon puniti nel capo . Con con aiuti , certo con larghe concessioni di fran-
estrema costanza i Siracusani patiron la fame : chigia nelle dogane , e abilità a legnare nei
per quattro mesi e mezzo il re d'Aragona in- boschi regl ; e redintegrò i confini antichi del
darno li strinse con ogni argomento d'asse- territorio, die' loro la proprietà d'alcuni po-
dio . In questo tratto , di ferro e di morbi sce- deri 5. Non lungi dal re , Blasco Alagona stava
mavasi l'oste ; nè più s'allargava in questa con un pugno d'audacissimi , a volteggiar, dice
orientale, che nella settentrional regione . Bu- lo Speciale , intorno i nimici alloggiamenti ,
scemi , Palazzolo , Sortino, Ferla , Buccheri , come lupo che non osa assalire i mastini ,

ne nacque una timida gelosia nella corte di Napoli, 2 Niccolò Speciale, lib. 4 , cap . 3.
come si argomenta dal diploma di concessione feu- Anonymi Chr. Sic. cap . 59.
dale a Virgilio Scordia, Documento xxx1, in fin di 5 Diploma del 3 gennaio 1298 ( si legge 1297
questo volume . col computo dell' anno dal 25 marzo ) , pubblicato
Niccolò Speciale, lib. 4, cap. 4. dal Testa, Vita di Federigo 11, Docum. n. 9.
Anonymi Chr. Sic. loc. cit.
CAPITOLO XVI . 225
(1298)
ma rabida fame lo stiga al ratto . In questo Più segnalato avvantaggio s'ebbe per mare.
tempo Giovanni Barresi, barone siciliano d'il- Saputo l'assedio del castel di Patti , spicca-
lustre prosapia , ribellatosi da Federigo , per vausi al soccorso dal campo sotto Siracusa
animo non curante del pubblico ed error di trecento cavalli capitanati dall' ammiraglio , e
troppa scaltrezza a speculare il privato suo con Giovanni Loria venti galee cariche di
bene , die' agli stranieri le castella di Naso e vivanda. De' quali l'ammiraglio, con ardire
capo d'Orlando nel settentrione, la forte Pie- e fortuna , cavalcando per lo mezzo della Si-
traperzia nel cuore dell ' isola . Sperando quivi cilia nemica , giunse a Patti, e dileguò l'as-
sicuro asilo, i mercenari di Giacomo si av- sedio , perchè i nostri , com'era intendimento
venturarono allora a cavalcar il paese più ad- di quella guerra , scansaron venire a gior-
dentro che non soleano. Seppelo Blasco dai nata ; e dato lo scambio al presidio del ca-
suoi rapportatori , e li appostò in Giarratana stello, stracco o dubbioso nella fede , velo-
al ritorno di Pietraperzia . Una notte dunque cissimo al campo tornò Ruggiero . Dopo lui
di folgori e tempesta , mentr' essi , carichi di giunse a Patti l'armatetta di Giovanni , evit-
bottino , venian sicuri al campo , si trovano tovaglio anco il castello, ma non fu felice al
avviluppati nell' agguato di Blasco , tra sen- ritorno . Perchè Federigo vedendo qual destro
tieri mal noti ; nè seppersi difendere , nè tro- gli offriva la fortuna , di combattere con una
var via alla fuga . Berengario e Ramondo Ca- punta sola delle navi nemiche , sopraccorre di
brera, Alvaro, fratello del conte d'Urgel, con Catania a Messina , gittasi nelle braccia dei
più altri andaron prigioni ; pochi scamparono . cittadini , scongiurandoli a montar sull' ar-
E Blasco, tutto lieto della prima vittoria con- mata ; nè molto penò a infiammarli , sì che
tro i catalani, recò a Federigo in Catania le avean allestito sedici galee, quando si seppe
funate de' gregarl, legati a dieci a dieci , e da' riconoscitori l'armatetta catalana navigar
sciolti, sotto buona scorta, gli uomini di pa- ne' mari di Mirto , e poi fur viste le prime
raggio . galee , che abbandouate da' venti si sforzavan

Parmi che tornino a questo concetto le parole da Napoli a 16 febbraio 1300. Nel r. Arch. di Na-
di Speciale plus sapere quam oportebat attentans, poli, reg. 1299-1300 , C ; e ne' Mss. della Bibl. Co-
neque intelligens verbum illud : cum possidente pos- munale di Palermo , Q. q. G. 2, fog. 88.
sideas. Questo traditore giovò molto alla causa dei Il di Gregorio, nella Bibl . arag. vol . 2 , pag. 520,
nemici, come si vede da un diploma di Carlo 11 , pubblicò un diploma di Federigo, pel quale furon
dato il 1 luglio 1299, nel quale è perdonato e re- conceduti a Blasco Alagona il castello e la terra
dintegrato ne' suoi feudi , perchè nella ribellione di Naso , posseduti una volta da Giovanni e Matteo
falli per concorso, ma ravveduto , osservava la fede Barresi traditori . Questo documento porta la data
al re angioino animo et opere. Nel r. Arch. di Na- di Palermo a 26 gennaio 10a Indiz . anno dell' Incar-
poli, reg. segn. 1299, A, fog . 138 a t. e 24 a t. nazione 1297 , e 2º del regno di Federigo ; ma io
Oltre a questo , il governo angioino , per diploma credo errata manifestamente questa data , perchè la
dato lo stesso dì, gli concedea l'aspettativa di altre 10a Indiz. cadde bene di gennaio 1297 nell' anno
terre e feudi, del valore d' once cento annuali . Ibid. comune, ma nell'anno dell' Incarnazione rispondeva
fog. 158 . al gennaio 1296. Indipendentemente da tal erro-
Mostra ancora la importanza del Barresi , che re, si può corregger senza alcun dubbio 12a Indiz.
fu seguito da un suo fratello per nome Fulcone , gennaio dell'anno dell' Incarnazione 1298 , ossia gen-
un altro documento . A costui Giacomo re d' Ara- naio 1299 dell' anno comune, perchè Barresi si ri-
gona die' in feudo in Sicilia a dì 13 settembre 1298, bellò da Federigo al passaggio primo di Giacomo,
con diploma dato di Milazzo , pe' suoi continui e cioè tra agosto 1298 e la primavera del 1299 del-
rilevanti servigi a pro della Chiesa , il castello e l'anno comune. Il riferisce Speciale , diligentissimo
casal di Chila tra Mineo e Caltagirone , con mero nel descrivere questi tempi di Federigo , ne' quali
e misto impero. Raffermò questa concessione Ro- ei visse ed ebbe alto stato .
berto a di 10 settembre 1299 da Aidone, e Carlo II 2 Niccolò Speciale, lib. 4, cap . 6 e 7. 29
226 CAPITOLO XVI.
(1298-99)
remigando a valicare lo stretto . S'odono in blighi , non contenendosi che non aggravas-
Messina squillare le trombe per ogni con-
sero la prigionia col dileggio , chiamaronli
trada , corrono armati al mare giovani e vec- garfagnini '.
chi , il fratello, scrive Speciale , chiama al- Dopo questo disastro poco giovò ai nimici
l'armi il fratello, il padre non iscaccia i figli la ribellione di Gangi ; ove se vennero il tra-
che il seguono al rischio ; in tutti è una bra- ditor Barresi , Tommaso di Procida , e Ber-
ma, di perire o pigliar vendetta di cotesti ca- trando de' Cannelli catalano a confortare la
talani , predon venderecci , venuti a portar terra a difesa , non tardavano a presentarsi
guerra ingiusta a' lor liberatori della vittoria ostilmente con armi siciliane Matteo di Ter-
di Roses . Disordinatamente vogan dunque i
mini, maestro giustiziere , uom nuovo, ascen-
messinesi all' affronto , con tal furore che il
dente a possanza nella corte di Federigo , e
disordine stesso non nocque . Per breve zuffa ,
Arrigo Ventimiglia conte di Geraci e d'Ischia ,
senza molto lor sangue , trionfarono de' ne- d'antica nobiltà e nimistà a parte angioina ²2 ;
mici, contrariati dal vento : ogni galea mes-
i quali trovando ostinati i terrazzani e for-
sinese cattivò una catalana ; le altre quattro tissimo il luogo, davano il guasto al contado ³3.
si salvaron fuggendo , ma Giovanni Loria re- Ma un altro più grave effetto ebbe il com-
stò tra i prigioni . Al ritorno de' vincitori , non battimento del Faro. Perchè arrivate al campo
fu spettacol nuovo a Messina un re piangente di Siracusa le navi fuggenti , ristretti a con-
di gratitudine che mescolavasi tra il popolo siglio Giacomo, Roberto e il legato , co' prin-
e' combattenti , le donne che traeano agli al- cipali capitani , consideravano la resistenza
tari , recando le offerte votate nell'ansietà del durissima di Siracusa , da non vincersi di leg-
rimirar la battaglia. I prigioni più notabili gieri ; le molte migliaia mancate all'oste 4 ;
chiusi in castello ; i minori in altre carceri la flotta menomata , ch'essi in paese nemico
di Messina e di Palermo , ch' eran catalani non potrebbero ristorare , ma ben i siciliani
la più parte, e i nostri, com' è aspro il risen- la loro , incoraggiati dall'ultima vittoria ; e
timento dopo dimestichezza e vicendevoli ob- certo fu tra le principali ragioni , che la guerra

Niccolò Speciale , lib. 4, cap. 7 ed 8. non fu sì ostinato, che la più parte de' prigioni po-
Tolomeo da Lucca, Ann. in Muratori , R. I. S. tesse escirne con ferite. Perciò crederei più tosto
tom, 11, pag. 1303 . leggere garfagnini per metatesi da grafagnini , gri-
Anonymi Chr, Sic. cap. 60 , che porta un po' di- fagnini , grifagni , o derivato da aggraffare , e in
verso il numero delle galee.
siciliano aggranfari . Ed era ben naturale che i no-
Non mi è riuscito di trovare una interpetrazione stri guerrieri cittadini dessero di saccardi , predoni ,
plausibile di questo soprannome di Garsagnini rapaci ladroni a que' soldati venderecci di Gia-
Garfagnini , con ch' eran proverbiati que' prigioni como.
catalani . Gli scrittori contemporanei non ne danno Non credo che questo soprannome potè trarsi in
la origine ; non si trova nella nostra lingua par. alcun modo dai Garfagnini , abitatori della Garfa-
lata ; il Du-Cange, nel glossario, la nota senz' altra gnana nello stato di Modena.
spiegazione, che d'essere stata adoperata come in- 2 Nell'Archivio reale di Napoli, reg. seg. 1271 ,
giuria nel caso particolare narrato di sopra , Il Te- si legge un diploma del 12 genn . 14ª Indiz. ( 1278)
sta, leggendola garsagnini, la rappicca con la voce col quale è conceduta a Guglielmo de Mosterio la
garsa che suonava profondo cincischio, e così è rap. terra di Grattieri , posseduta già dal conte Arrigo
portata dal Du-Cange, e così resta ancora nell'idio- Ventimiglia, traditore, dicea re Carlo.
ma siciliano, in cui talvolta si pronunzia anche gassa. 3 Niccolò Speciale, lib. 4, cap. 9.
Ma io non so accettare che i siciliani guerrieri di 4 Speciale dice 18000 uomini perduti ; ma sem-
que' tempi si beffassero delle cicatrici di altri guer- bran troppi .
rieri ; e d'altronde questo combattimento del Faro
CAPITOLO XVI. 227
( 1299)
andava in lungo manifestamente , e gli sti- Loria e di Giacomo Rocca , condannati nel
pendi della gente catalana scarsamente cor- capo dalla gran corte , a ragione , perch' eran
reano . Perciò, messo il partito da un Pietro rei di tradimento, ma costò poi molte lagrime
Cornel, assai riputato tra i condottieri di Gia- alla Sicilia . Intanto infellonito contro il fra-
como , si deliberò la ritirata. Raccolgon sulle tello , messa in punto tutta la flotta in pochi
navi gli arnesi e le tende di maggior prezzo ; dì , montovvi , cercando battaglia. Gliela tol-
pongon fuoco agli alloggiamenti ; e l'armata sero un vento fortunale che si levò , e la pru-
fe' prora a settentrione. Lasciati da cinque- denza di re Giacomo , il quale amò meglio
cento cavalli e duemila fanti nelle occupate affrontar la tempesta, che il fratello in quel-
fortezze , il re d'Aragona, pria di partirsi di l'ira ; non sappiam se mosso da carità del
Sicilia , sostava a Milazzo , ridomandando a sangue, o da coscienza delle proprie sue forze .
Federigo le sedici galee co' prigioni ; e pro- Perdute due navi tra le isole Eolie , tornossi
mettea che mai più non tornerebbe a' suoi di marzo del novantanove a Napoli ; ove Bianca
danni . E forse, quant' era stato bene una volta gli partori un figliuolo , ei fortuneggiò tra viti
non ascoltar Giacomo, tant' era in questo in- e morte in breve malattia , e appena sorto
contro assentirgli , e Vinciguerra Palizzi so- dal letto, sopraccorse in Ispagna ad assicurar
stenealo caldamente nel consiglio del re , mo- le sue frontiere minacciate Federigo , battuto
strando che a sì grande utilità potea ben sa- e mal concio dalla tempesta , si ricolse nel
grificarsi un po' di vendetta. Corrado Lancia, porto di Messina. Nè andò guari che Man-
per lo contrario, stigava Federigo ch'usasse fredi Chiaramonte ridusse Pietraperzia ; il ro
la fortuna, rispinto ogni accordo , di presente stesso, con maggior oste e più duro assedio,
uscisse con l'armata a combattere i catalani Gangi, uscitini a patti i tre baroni nominati
fuggenti ; e il re, che non sapea reggersi fuor- dianzi ; ed ebbe alsi le castella occupate dai
chè ad altrui consiglio , seguì per abitudine nimici presso Siracusa . Quelle della costiera
quel di Corrado. Data dunque tal risposta ai di tramontana , già vicine ad arrendersi non
legati d'Aragona, Federigo, per novella ira di ostanti i soccorsi di Napoli , instando all' as-
qualche parola di Ruggier Loria riportatagli sedio Federigo, furon liberate dal nuovo pas-
in mal punto , affretta il supplizio di Giovan saggio de' catalani ³ .

Si vede dal citato diploma del 23 giugno 1299, chivio di Napoli, reg. seg. 1299 , A , fog. 41 a t.
Testa, doc. num . 16. Tra le terre ch' eran rimase a' nemici in Sicilia
2 Nello stesso diploma e in un altro della stessa fu anche Novara , e tenne per Loria , come si ri
data del 23 giugno, citato nel seguito di questo cava da un diploma del 1 luglio 1299 , dato in
capitolo , si fa menzione di Pietro Cornel , nomi- quella terra col titolo di re Giacomo d'Aragona...
nato da Speciale in questo luogo . <«< existente etiam et dominante domino nostro do-
3 Niccolò Speciale, lib . 4, cap . 10 e 11 . « mino Rogerio de Lauria milite, regnorum Ara-
Anonymi Chron . Sic. cap. 60 e 61 . << gonum et Siciliæ ammirato, nec non et gratia
Per la infermità di Giacomo a Napoli e il fi- << Dei et regis et per sanctam Romanam Ecclesiam
gliuolo quivi partoritogli da Bianca , V. Surita, An- « inclito domino Castellionis, Francavillae Nucariæ,
nali d'Aragona, lib . 5, cap. 37 e 38. « Linguegrossae, Cremestadis, S. Petri supra Pactas,
La data del ritorno di Giacomo in Napoli dopo << Ficaria , et Turturichii, sui dominii praedicta-
questa prima impresa di Sicilia , si conferma per » rum terrarum et locorum anno primo feliciter
un diploma dato di Napoli a 5 marzo 12ª Indiz. << amen. >>
(1299) nel quale , dicendosi abbisognar molto fru Dal monastero Cisterciense di santa Maria di
mento pro adventu illustris regis Aragonie , il re Novara. Tra' Mss . della Bibl . comunale di Palermo,
comandava trovarne subito 2000 salme e farne bis- Q. q. G. 1, fog. 178.
cotto, sì che fosse pronto il 12 marzo . Nel r. Ar- Quanto a' soccorsi di Napoli alle castella che
228 CAPITOLO XVI.
(1299)
Così allenando in primavera del novanta- innanzi , fidandosi ne' sussidi di Bonifazio e
nove, ambo le parti ripigliavan forze al nuovo di Carlo, s'era vincolato a pagar egli i sol-
conflitto. Papa Bonifazio , superbo di questo dati , ond' ora i debiti stessi lo strinsero a con-
gran colpo di scatenare il fratello contro il tinuar nel servigio de' due potentati italiani,
fratello , sì che scrivealo tra le principali sue e raddoppiare gli sforzi alla vittoria . Ma ben
geste in accrescimento del nome cristiano , seppe l'astuto cavar moneta il più che potea
vantavasi delle notti vegliate a macchinarlo , dallo esausto erario di Napoli 4. S' acconciò
e della moneta gittatavi , raccolse allora col suocero che gli pagherebbe il rimagnente
sotto il patrocinio della Chiesa il reame di delle spese della passata impresa , sottilmente
Aragona, che, assente il re, i vicini nol tur- computato tra i commissari dei due re , per
bassero ; die' a Giacomo per la guerra sici- ventimila quattrocento ottantanove once d' oro ,
liana le decime ecclesiastiche de' suoi reami , obbligandovi Carlo tutti suoi domini , e spe-
e il vescovo eletto di Salerno , legato aposto- cialmente l'isola di Sicilia , se avvenisse di
lico da maneggiar gli stromenti delle censure racquistarla ; e si pattuì ancora , che ripiglian-
e dei perdoni ; ma questa fiata men prodigo do la guerra , lo spagnuolo avrebbe pronta
fu di danari. Smorzava ciò lo zelo di Giaco- moneta , nè si farebbero mancare i sussidi
mo , incominciato indi a pentirsi , ma tornato per lo innanzi 5. Crebbero per cagion di sì
pure a Napoli in fin di maggio 3 , perchè l'anno gravi spese le penurie della corte di Napoli ,

teneansi nelle costiere settentrionali di Sicília , dà per mezzo di Consalvo Garzia . Un di questi con-
validissimo argomento a supporli un diploma del dottieri, per nome Bertrando Artus , avea 12 once
1 aprile 13ª Indiz. 1299 , col quale è ordinato di al mese, e' suoi scudieri 2 once ; un altro condot-
mandarsi ad partes Sicilie per conto di Ruggier tiere 6 once, ec . Reg. citato 1299 , A, fog. 115 .
Loria 10 salme di sale. Certamente il governo di Questi pagamenti stentati e spezzati , fatti a mi-
Napoli non si limitava a questa sola provvedigione . sura che s' avea il denaro delle sovvenzioni , ancor
R. Archivio di Napoli, reg . seg. 1299, A, fog. 31. mostrano quanto fosse esausto l'erario di Napoli
1
Raynald, Ann. Eccl . 1298, § 17, breve al pa- in quel tempo. V. anche i diplomi del 23 maggio , 5
triarca d'Armenia , 26 ottobre anno 4. e 23 giugno nella pag. seguente nota 1 .
2 Ibid. 1299, § 1 e 2, brevi dell'8 e 7 giugno . 5 Diploma del 23 giugno 1299 , dal registro del
3 Surita, Ann. d'Aragona, lib. 5, cap. 37, 38. r. Archivio di Napoli segnato 1299 , A fog. 111 ,
4 Dei pagamenti fatti a Giacomo in Napoli dan pubblicato dal Testa , op. cit. doc. num. 16, dal
fede i diplomi del 21 , 22 e 23 marzo e 4 mag- quale si ricavano i seguenti particolari :
gio, 15 e 18 giugno e 8 luglio 12ª Indiz . nel regi- Che Giacomo avea lasciato in Sicilia 79 cavalli
stro del r. Archivio di Napoli segnato 1299 , A , alferrati ( cioè uomini scelti, armati da capo a pie',
fog. 24 , 23 , 33 , 54 a t . 92 a t. 110 e 209 a t. donde gli alfierí o portatori d'insegna forse pre-
Son quetanze ai capitani delle città di Aquila, Lu- sero il nome ) , 422 altri cavalli, e fanti 1156 ; da
cera , Guastimone e Salerno per le somme conse- pagarsi da gennaio ad aprile 1299, per once 5239 ,
gnate a Consalvo Garzia commissario del re d'A- e per maggio ancora nel numero di 78 cavalli alfer-
ragona , e tolte da' sussidi che quelle città avean rati, 426 cavalli e 1203 fanti , per once 2071 , 15.
promesso per la presente guerra. Che la flotta catalana si dovea pagare per 5 mesi
Tre diplomi del 30 maggio, 6 giugno e 8 luglio da gennaio a tutto maggio ; ma si contentava di
attestano il pagamento di altre once 280 al me- 4 mesi di soldo per once 8931 , essendo rimasta
desimo Consalvo Garzia , su la sovvenzione che for- gran pezza ne' porti.
niva la città di Napoli ; e tutti questi danari fu- Che tornaron di Sicilia con Giacomo alferrati 28,
rono di carlini d'argento di 60 all' oncia. Ibidem cavalli 425, fanti 151 ch' erano già soddisfatti in
fog. 126 a t. e 138 a t. Napoli.
Un altro diploma del 24 giugno 12ª Indiz. porta Che i catalani andavan creditori inoltre di on-
il pagamento degli stipendi di alcuni uomini d'ar- ce 6085 , 28 , per supplimento a' cavalli morti o
me del re di Aragona, fatto dall' erario di Napoli perduti.
(1299 ) CAPITOLO XVI . 229

ch'indi in questo tempo veggiamo , mal sov- alle soldatesche di Giacomo 2 ; la sollecitudine
venuta da' popoli con mendicati doni più tosto della romana corte a farsi promettere da quella
che tasse, vender gioielli, e più precipitosa- di Napoli il valsente di tanti poderi , per la
mente ingaggiarsi co' mercatanti toscani che massa enorme de' debiti che si erano am-
le davano in prestanza , le maneggiavano i montati, di censo alla Chiesa, imprestiti dei
cambi , e, come co' falliti si fa , toglieansi in mercatanti di lei , sovvenzioni per la guerra ,
pagamento le entrate più spedite ' . Portan la sovvenzioni per la dote della figliuola con
stessa sembianza gli stentatissimi pagamenti che comperaron Giacomo re d'Aragona 3. Per

Da ciò si argomenta ancora che a tutto dicem- nella state del 1299, pria della nuova impresa , se
bre 1298 , avea pagato queste genti il papa o re ne tornò in Ispagna, come si vede da un altro di-
Carlo. ploma dato l'8 giugno , ibidem fog . 104, che gli
I mercatanti fiorentini, massime della compa- accordò il permesso dell' uscita dalle frontiere.
gnia de' Bardi , prestavan danari a re Carlo, pi- Diploma del 23 giugno 12ª Indiz . per once 1120
gliando in sicurtà o in isconto la tratta de ' grani. date in prestito da Benedetto Bonaccorsi della com-
Diploma dell' ultimo febbraio 12a Indiz. ( 1299) , pagnia de ' Bardi di Firenze, con cessione di tratta
nel quale si legge che il danaro col quale gli an- di grani. Ibid. fog. 141 .
gioini comperarono dal traditore Berengario degli Diploma del 23 giugno 1299. Ibid. fog. 96 a
Intensi la città d' Otranto , era stato pagato in parte t. che contiene altri imprestiti e cessione della
dal mercatante Bartolomeo della compagnia dei tratta di grani alla compagnia de' Bardi di Fi-
Bardi, la quale avea promesso dare in prestito alla renze.
corte di Napoli a tutto marzo 1299 once 4000 , e Diploma dell' ultimo di giugno 12 Indiz . Altri
le era stata ceduta la tratta di 40000 salme di imprestiti de' Bardi. Ibid . fog . 97.
frumento . Nel r. Archivio di Napoli , reg. seg. 1299 Diploma dell' ultimo di giugno. Da questo si vede
A, fog. 22. che la compagnia de' Bardi avea casa in Marsiglia ;
Diploma del 23 maggio 12a Indiz . a Lippo Il- e che avea tratto di Marsiglia e pagato in Napoli
debrandini e altri della compagnia de' Bardi di Fi- once 2200 per tasse di Provenza , e decime eccle-
renze. Saducetto d'Adria graffiere di Carlo II , e siastiche di quelle chiese, concedute dal papa per
Consalvo Garzia cavaliere di re Giacomo , erano la presente guerra. Ibid. fog. 185 a t.
stati deputati insieme a raccorre il danaro della Altro diploma del 4 luglio, ibid . fog . 147 , per
sovvenzione generale per la guerra , e tutt' altro altri imprestiti da mercatanti italiani .
danaro appartenente a Carlo o a Giacomo . La com- Diploma del 2 agosto 12 Indiz . ibid . fog. 167
pagnia Bardi avea promesso once 4000 per prezzo a t . per un'altra tratta di vittuaglie alla stessa
della tratta di 40000 salme di grano. E i due compagnia.
suddetti le davan questa scritta per le once 4000 , Altri se ne veggono sullo stesso proposito nel-
da lei veramente pagate. Reg. cit. 1299 , A, fog.183 . l'Elenco delle pergamene del medesimo r. Archi-
Diploma del 5 giugno 12 Indiz. Carlo I dà vio, vol. 2, pag. 198 , 213 e 215 , in data del 5
cautela per 10000 once d'oro , pagate da alcuni maggio 1298, 7 gennaio , 20 e 23 febbraio 1299.
mercatanti della compagnia degli Spini di Firenze , Molti altri diplomi attestano che la compagnia
mercatanti di Bonifazio viII. Questo danaro era de' Bardi avea in affitto la zecca di Napoli , e talvolta
stato rassegnato in vari giorni a un cassiere del re gli ufici delle segrezie di qualche provincia.
e a Consalvo Garzia. E Bonifazio il dovea a Carlo 2 V. la nota 4. pag. 228.
pro pretio quorundam Jocalium. Ibid . fog. 183. 3 Diploma del 12 febbraio 12ª Indiz , 1299 , dal-
Diploma del 23 giugno. Sen vede che a tutto quel l'Archivio di Napoli , reg. seg. 1299, A, fog. 17.
mese Giacomo dovea a Pietro Cornel condottiero , per Vi si legge come tre cardinali da parte di Boni-
stipendi e prezzo di cavalli , once 1941. Per mezzo fazio aveano intimato a Carlo che pensasse a sod-
de' Bardi ne fu pagata una parte in Provenza ; il disfare i grossi debiti verso la santa Sede , per
rimanente dovea soddisfarsi entro un anno. Ibid . imprestiti a lui e al padre , censo non pagato , e
fog. 112. Questo Cornel, citato dallo Speciale come sussidi si nella guerra, sì per lo maritaggio della
consigliator della ritirata da Siracusa nel 1298 , figliuola con re Giacomo.
230 CAPITOLO XVI.
(1299)
questi travagli ancora , re Carlo vedea nel mata dallo spagnuolo, nè vi sopperì del suo
reame di Napoli proromper assalti e guerre che poche galee , e remiganti , vittuaglie, at-
private, come avviene ove mal reggasi il freno trezzi, ch'erano il frutto di quegli ultimi di-
degli ordini pubblici ; avea a temer sudditi sperati imprestiti di moneta 4. Poco men tristo
volti a praticare con quegli stessi minacciati fu per vero l'esercito di milizie feudali , com-
ribelli di Sicilia ; era necessitato a porre pagnie di venturieri, e in qualche caso fanti
magistrati con istraordinaria autorità nelle cit- armati dalle città 5 ; e pur non ebbero tanta
tà più grosse , ove i consueti modi del reg- forza che sbarbassero di terraferma le nostre
gimento rendeansi inefficaci s . Donde fur de- soldatesche, varie , ribalde, senza disciplina ,
bolissimi in tal tempo i nerbi di guerra d'un senza paga. Non che nelle Calabrie si vicine
reame, che dapprima avea armato contro la a' nostri aiuti , non valser gli sforzi di re
Sicilia tanti eserciti, tante flotte, nè per nu- Carlo contro picciole castella di Principato
mero d' uomini , nè per mole di preparamenti stesso , contro le isolette a veggente di Na-
fallò che non la domasse. poli ; e fu d' uopo che si volgesse a procac-
Ed or fu costretto Carlo ad accattare l'ar- ciar tradimenti , aiutandol Giacomo con la sua

1 Diplomi del 18 e 20 marzo , 8 e 23 aprile, dai gran copia assoldati in Pozzuoli, Salerno , Sorrento,
quali si ritraggono varf atti di forza privata com- e Castellammare . Ibid . fog. 85.
messi da masnade e genti armatesi popolarmente in Varl diplomi del 30 maggio 12ª Indiz. per re-
Vico, Maddaloni, e altre terre anche in Principato. miganti da assoldarsi in Gaeta, Amalfi, Castellam-
Ibid. fog. 21 a t. 23 a t. 30, a t . 51 , 78. mare e altri luoghi . Ibid . fog. 93.
Diploma del 25 marzo 12ª Indiz. per le vit- Diploma del 2 giugno per armarsi dieci galee e
tuaglie che si portavano clandestinamente a' confini provvedersi di viveri . Ibid. fog. 87.
de' nemici in Basilicata, particolarmente dalla terra Tre diplomi della stessa data , che contengono al-
di Colubraro. Reg. cit. 1299, A, fog. 24 a t. tre richieste di uomini per la flotta. Ibid. fog. 88
Diploma del 9 aprile 12a Indiz. Al capitano di e 99.
Bari. È la commissione del suo uficio, pel buono e Diploma del 23 giugno per armamento di galec
pacifico stato de' cittadini, e perchè ab hostium non in Brindisi. Ibid . fog. 97.
ledantur insidiis. Ibid . fog. 26. 5 Riguardo all'esercito si trovano nel r. Arch.
3 Dipl. del 22 marzo 12a Indiz. ibid . fog. 23 , di Napoli questi documenti :
nel quale si legge un capitano in Lucera. Diploma del 28 marzo 12a Indiz. per lo quale
Dipl. del 26 marzo 12a Indiz . pel quale è eletto fu differita infino alla pasqua l'adunata in arme
un capitano in Bari con mero e misto impero. Ibid . di tutte le milizie feudalí a Foggia, bandita prima
fog. 25. per marzo . Reg. 1299. A, fog. 26 a t.
4 Diploma del 26 marzo 12a Indiz. ( 1299 ) col Diploma del 18 aprile 12ª Indiz . perchè da Prin-
quale è fornita una picciola somma per riparazione cipato e Terra di Lavoro si recassero in Napoli ba-
delle galee testè tornate di Sicilia. R. Arch . di Na- lestrieri e fanti. Ibid fog. 51 a t.
poli , reg. seg. 1299, A, fog. 524. Diploma del 27 aprile 12ª Indiz . Chiamata al mi-
Diploma del 9 aprile 12a Indiz . perchè si fornis- litar servigio in Calabria . Ibid . fog. 80 .
scro di biscotto alcune galee napoletane e arago- Diploma del 2 maggio , 12ª Indiz . per trovarsi
nesi nel porto d'Otranto. Ibid. fog. 31 a t. balestrieri e pedoni pronti agli ordini di Roberto
Diploma del 12 aprile 12ª Indiz . per comperarsi duca di Calabria, vicario generale. Ibid. fog. 54.
subito gran copia di stoppa da rispalmar le galee. Diploma dell'8 maggio , 12a Indiz . Chiamata al
Ibid. fog. 51 a t. militar servigio e allo addoamento . Ibid . fog. 79.
Diploma del 2 maggio 12ª Indiz . per cinque ga- In tutto il registro 1299, A, ci son molti altri di-
lee catalane ch'erano a Brindisi e si dovean vetto- plomi per armamento de' cavalli all'impresa di Si-
vagliare, e armarne quattro ; non bastando la gente cilia .
per cagion delle malattie. Ibid . fog. 65 a t. Veggansi anche i diplomi citati nella pagina se-
Diploma del 29 maggio 12ª Indiz . Remiganti in guente.
CAPITOLO XVI. 231
(1399)
riputazione appo gli antichi suoi condottieri tradimento con alcuni almugaveri del presidio
siciliani e spagnuoli , ch' or teneano per Fe- spagnuoli e siciliani , che passaron dia
derigo , e il pro Ruggier Sanseverino conte poco a' soldi dell' angioino. Sforzato da que-
di Marsico , e quel Ruggier Sangineto che sti sleali, o da' terrazzani , Apparente di Vil-
delle romane virtù imitava solo le snaturate lanova capitan del castello , all'entrar di marzo
ed atroci , e sì perito or mostrossi a servire del novantanove pattuiva che darebbe la piaz-
nelle vie novelle del principe. Sopra Ischia , za, salve robe e persone delle sue genti , con
Procida , Capri , che teneano il governo an- immunità larghissime e sicurtà degli abita-
gioino in molto sospetto , si pensò mandar la tori della terra , s ' a capo a trenta dì non fosse
flotta catalana, sbarcare saccardi di Napoli , soccorso da Federigo ; il quale non potendo
Capua , Aversa, che dessero il guasto alle cam- mandar alcuno aiuto , s ' arrese alfine il ca-
pagne , e mal ritraesi se la fazione fu dis- stell' Abate, con vana mostra di venirvi i prin-
messa o falli ; certo che le tre isole resistet- cipi Roberto e Filippo e grand' oste del re-
tero fino alla sconfitta del Capo d'Orlando ' . gno . Sembra che per simil guerra tornas-
A castell' Abate , sulla meridional punta del sero all' ubbidienza del re di Napoli Rocca Im-
golfo di Salerno , che i nostri per tredici anni periale e Ordeolo , terre in Basilicata e val di
avean tenuto con mirabile costanza , andò il Crati , alla cui espugnazione si fece gran res-
Sanseverino, men a combattere che a trattar sa. Teune fermo il castel di Squillaci ³ . Vendè

Diploma del 18 aprile , 12ª Indiz . al castellano abbian giusto numero di cavalli e fanti , è provve
di Pozzuoli, per aver cura che di quella spiaggia duto : quod de quolibet foculario mictant servientem
non andasser marinai a Ischia e Procida , e non peditem unum munitum armis decentibus et expen
facesser segnali alle dette isole con fuoco e fumo. sis que sibi sufficient amorandum ibidem cum duce
Reg. cit. fog. 51 a t. prefato. Ibid. fog. 46.
Diploma del 6 maggio , 12ª Indiz . pel quale è Diploma del 28 marzo. Per la medesima cagione
differito l'ordine dato al comune di Aversa che chiamati al militare servigio i feudatari delle città
mandasse 1000 uomini, armis et instrumentis aliis di Napoli , Capua ed Aversa pel 14 aprile. Ibid.
decenter munitos ad rebelles insulas nostras Iscle fog. 2 a t.
Capri et Procide. Ibid , fog . 61. Diplomi del 1 e 2 aprile 12ª Indiz . ( 1299) per
Diploma del 5 giugno 1299. Ibid. fog. 103 a t. milizie presentatesi al castell' Abate, coram Roberto
Per adunarsi fanti con accette e scuri da mettere primogenito nostro duce Calabrie. Ibid . fog. 36.
a guasto le campagne d' Ischia , ove Giacomo si do- Diplomi dell' 8 e 9 aprile, da' quali si scorge che
vea portare con la flotta. Napoli dovea fornir 400 Apparente di Villanova castellano del castell' Abate,
uomini, Aversa 300 , Capua 300. consegnatolo agli angioini , ebbe salvocondotto a
Diploma del 12 giugno , 12ª Indiz. Si doveano tornarsi in Sicilia . Ibid. fog. 6.
pagare per 10 dì alla ragione di dieci grani al Altro diploma dell' 8 aprile per gli stipendi delle
giorno i 300 fanti d' Aversa, mandati pel guasto genti che avean assediato il castell' Abate. Ibidem
d'Ischia. Provvedeasi che il danaro si ritraesse fog. 7 a t.
da una contribuzione degli abitanti d' Aversa . Ibid . 3 Diploma del 2 aprile 1299, risguardante il pa-
fog. 128 . gamento degli stipendi a 260 cavalli di Guidone
2 V. documenti num . XXII e XXIII , in fine del di Primerano, a' quali doveansi once 520 al mese,
presente volume, e questi altri : computato ogni milite per due scudieri. Si comanda
Diploma del 12 marzo 12ª Indiz. (1299) per la che vadan subito alle frontiere de' nemici a Rocca
custodia degli statichi del castell' Abate. Reg. cit. Imperiale e Ordeolo , per cavalcar continuamente
1299, A, fog. 45. quelle campagne, dandovi il guasto. In questo di-
Diploma del 14 marzo. Il dì 20 i principi Ro- ploma si parla ancora di danari pagati ai catalani
berto e Filippo si dovean trovare con le genti loro e almugaveri di Berengario d' Intensa , e d'un ne-
sotto il castell' Abate, per combatter quelle di Fe- gozio che costui dovea compiere. Vi si fe' molta
derigo , se venissero al soccorso. Perciò , affinchè premura per l'assedio d' Ordeolo , ove si doveano
232 CAPITOLO XVI.
(1299 )

Otranto il traditore Berengario degl' Intensi , il prezzo del tradimento con farsi pagar dai
catalano , passato co' suoi venturieri a parte nemici loro stipendi , non soddisfatti dal re di
nemica , e rimasovi in dubbia fede, sì che l'im- Sicilia , o così essi diceano , non trattenen-
prigionarono ; ma poi gli ottenne mercede Gia- dosi dalla menzogna poichè s'eran gittati al
como, amico di sì fatti ribaldi . Altri ne fal- più vil de' misfatti. Così Giacomo trattò col
lirono a Federigo in questo tempo medesimo ; castellano di san Giorgio in Calabria , e il
i quali , al par che l'Intensa, credean colorire volse a parte angioina . Guidone di Spita-

adunare altre forze e anche aiuti procacciati dal Diploma del 23 aprile 12ª Indiz. per liberarsi al-
papa . Nel citato registro 1299, A, fog. 54. cuni catalani e aragonesi della compagnia di Beren-
Diploma del 1 maggio, 12ª Indiz . dal quale si gario d'Intensa, ch'erano stati messi in prigione.
vede che già Rocca Imperiale era venuta in man Ibid. fog. 75 .
degli angioini. Reg. seg. 1299 A, fog. 69. Diploma dell'8 giugno 12ª Indiz . ove si dice che
Due diplomi del 2 maggio 12a Indiz . ( 1299) coi Otranto era tuttavia insidiata , e si sospettava di
quali son dati altri provvedimenti per l'assedio que' medesimi catalani della compagnia d' Intensa
di Ordeolo ; ed è creato un capitano in val di Crati che l' avea consegnato agli angioini. Ibid . fog. 90 at .
e Basilicata cum mero et mixto imperio et gladii Diploma del 6 luglio 12ª Indiz . per alcuni uo-
potestate, che vada subito a quell'assedio . Ibidem mini d'Otranto. Da questo si scorge che Guglielmo
fog. 66 a t. e 68. Palotta tenea già Otranto per Federigo, che gli fu
Diploma del 14 giugno . È data autorità a Rug- sostituito Berengario d'Intensa , e che Palotta adesso
gier Sangineto di fermar patti con Berengario de era anch'egli fedele di re Carlo . Ibid . fog. 169 a t.
Muronis milite, per la ricuperazione d'Ordeolo e Niccolò Speciale, lib. 3 , cap. 15, dice chiaro il
Porta di Roseto. Ibid. fog. 128. tradimento di Berengario, ch'era stato sostituito a
Diploma del 15 luglio 12ª Indiz . Provvedimenti Guglielmo Palotta nel comando d' Otranto . Surita
perchè non manchi il danaro a incalzar l'assedio Ann. d'Aragona , lib. 5 , cap. 38 , afferma che Be-
d'Ordeolo. Ibid. fog . 124. rengario degl' Intensi, preso ad Aversa, fu liberato
Diploma dell'8 settembre 13ª Indiz . ( 1309) dal sotto sicurtà , per procaccio di Giacomo .
quale si vede che Ordeolo con Pietra di Roseto 2 Tre diplomi del 23 giugno, reg. cit . 1299 , A,
eran già in poter degli angioini . Reg. 1299-1300 , C, fog. 132 a t. e due del 2 luglio , ibid . fog. 119 a t.
fog. 331 o piuttosto 371. 120, svelano quest' altro tradimento . Un tal che ten-
Diploma del penultimɔ maggio 12ª Indiz. (1299) . ne il castello di San Giorgio in Calabria, prima per
Provvedimenti per la espugnazione del castel di Giacomo re di Sicilia, poi per Federigo, or abbocca-
Squillaci. Ibid . fog. 86 a t. tosi col medesimo Giacomo, avea pattuito di render
Diploma del dì ultimo febbraio 12ª Indiz . I il castello a Carlo II , se gli si pagassero i soldi corsi,
principi Roberto e Filippo , da parte del re, in Otranto suoi e del presidio che montavano ad once 55. Non
avean patteggiato con Berengario degl' Intensi che è mestieri aggiugnere che Carlo fea dar subito la
la tenea per parte de' nemici . Berengario indi era, moneta.
dice il diploma di Carlo 11 , ad fidem et mandata Da un altro diploma del 7 settembre 13ª Indiz .
nostra reversurus, e gli si dovean pagare, per lui 1300 , reg . segn. 1299-1300 , C, fog. 372 , segnato
la sua compagnia, once 2836 , 7 , 10 , per stipendi per errore 332, si vede che il nome di costui era
dal 18 ottobre 11a Indiz . ( 1297 ) sino a tutto agosto Albagno d'Aragona . Con questo diploma si ordi-
della stessa Indiz. Reg. cit. 1299, A, fog . 22 . nava a favor di lui un altro pagamento.
Diploma del 12 aprile 12ª Indiz. 1299 , Beren- Altri fallirono a Federigo , forse senza vender ca-
gario d' Intensa avea preso statichi dalla terra di stella a' nemici. Tali sembrano i casi de' due do-
Montalto, e consegnatili a Stefano de Argat, sotto cumenti seguenti .
giuramento di custodirli per esso. Il re , non aven- Diploma del 10 aprile 12 Indiz . Guidone Lom-
dogli dato autorità a trattare, scioglie il giuramento bardo , già nemico , si era convertito. Datagli in feudo
dato allo stesso Berengario dall' Argat, e comanda la terra di Monforte in Sicilia , ch'ei tenea da Gia-
che gli statichi si ritengan prigioni dal conte di como e da Federigo . Ibid. fog. 13 .
Catanzaro. Ibid . fog. 49. Diploma del 3 giugno 124 Indiz . Perdonato a
CAPITOLO XVI. 233
(:299)
fora, che reggea per Federigo la terra di Ta- case nostre combatteremo. » Troncò questo
verna in Calabria , sedotto da Sangineto , la parlare la siciliana impazienza , tuonando al
rese a tradigione , ed ebbesela in feudo . Per solito a gran voce « guerra » ; e per tutta la
simil premio il Sangineto ordiva che rendesse nazione si fe' un gran dire contro il protervo
al nome d'Angiò Martorano anco in Cala- Giacomo , un chieder arme, uno stigarsi l'un
bria . Precipitavano alla corruzione i privati l'altro alle battaglie ed al sangue. Indi ap-
tra tanti rivolgimenti e pericoli de' governi. pellati i feudatari e i borghesi , di gran vo-
Precipitava alla corruzione, per troppa voglia lontà , frettolosi accorreano a Messina . S'ap-
e debolezza , lo stesso Carlo 11, cui dritto ani- prestò la flotta , di quaranta galee ; e saputo
mo e pietà cristiana non ritennero , non che già in mare il nemico, poichè tutte le genti
dal trattare i tradimenti delle dette due terre , fur montate in nave , re Federigo ascese la
ma dal por giù ogni pudore , scrivendo in que- capitana , riccamente ornata e dorata , e si
sti casi ne' suoi diplomi latini : «
< Onore è ciò spiegaron le vele . Il popol di Messina , affol-
che toglie molestia » ; che suona miserabile bi- lato intorno al porto, le accompagnò con ev-
sticcio in quell ' idioma , e bestemmia nel lin- viva, lagrime , voti 2 .
guaggio dei giusti '. Navigava que' mari nel medesimo giorno la
flotta catalana, rifornita al ritorno di Giaco-
Federigo al contrario , sommo magistrato
d'un popolo ritempratosi nella rivoluzione , mo , rinforzata di poche galee del reame di

convocando il parlamento a Messina , cospicuo Napoli, che salpò il ventiquattro giugno 3 , e


nelle regie vestimenta , dal soglio esordiva con portava il re d'Aragona , con Roberto duca di

la parola del profeta , « Morire in guerra , pria Calabria, Filippo principe di Taranto e Rug-
che mirare i mali del popol tuo ; » vivamente gier Loria ; acceso costui a vendicare il sup-
dipingendo poi l'ingratitudine di Giacomo , or plizio di Giovanni , i catalani a lavar l'onta
vegnente con fresche masnade, con due prin- di quella sconfitta , Giacomo a finir presto le
cipi del sangue d'Angiò , contro il fratello , brighe di questa guerra. Erano alle isole Eo-
contro quest' isola che il crebbe alla gloria ; lie, drizzandosi alla più vicina costiera di Si-
ed ei s' apprestava a guastare e depredare i cilia , quando un legno siciliano sottile, uscito
a riconoscere , tornò a vele e a remi a darne av-
campi, rovinar le città , versare per vil prezzo
il sicilian sangue . « Or noi , dicea Federigo , viso alla nostra flotta, che, superato lo stretto ,
salviam le ricchezze del nostro suolo , anti- prendea già Milazzo . Indi i nostri a dare for-
venendo l'assalto , mentre son intere le forze zosamente ne' remi , anelando prevenir lo sbar-
del reame ; combattiamo in mare questi vec- co ; ma il tardo avviso , o i venti, o maggior
chi nemici , le cui cento bandiere veggonsi arte dell' ammiraglio nemico , fecer che già
appese ne' vostri tempi, questi nuovi avver- guadagnati i lidi di san Marco , alla foce della
ri-
sari , assai più ingiustamente armati contro noi, fiumara Zappulla, gittato avea le ancore ,
onde già li sgarammo nella prima prova , e volte le prue al di fuori , in ordine di com-
peggio or li confonderà Iddio . Per noi la ra- battere, quando la siciliana flotta , al girare il
gion delle genti ; noi per la patria e per le capo d'Orlando , l'avvistò. Scoppiava dalle

tradigione che racquistava a Carlo 11 le terre di Mar-


Gerardo di Bonavite da Firenze , se tra 15 di tor-
nasse alla ubbidienza. Costui era stato discrtore la torano e Taverna . Nel r. Arch . di Napoli, reg. ci-
prima volta dagli angioini ai nostri ; ora era ad tato 1299 , A, fog. 13 e 38 a t.
Ischia, e pensava tornare a' primi con un nuovo tra- 2 Niccolò Speciale, lib. 4, cap. 12, 13.
3 Diploma del 24 giugno 1299, nel r . Arch . di
dimento. Ibid. fog. 89.
1 Honor est quod onus alleviat, leggesi ne' due Napoli, reg. seg. 1299, A, fog. 113 a t.
diplomi dati il 10 aprile 12a Indiz. ( 1299 ) per la 30
234 CAPITOLO XVI.
( 1299)
nostre ciurme un impeto d'allegrezza all'a- Indi con tutta l'oste montò sulle cinquan-
spetto del nemico ; fean suonare infino a' cieli tasei galee catalanc , ordinate in una linea di
il nautico grido di guerra aur, aur, tolto un battaglia, con le ali distese, da soverchiare la
tempo da que' catalani medesimi ; e a testa minor linea nostra ; e nel mezzo stette la ca-
alta, infelloniti e bramosi , senz' ordine arran- pitana , col re e i figli dell' angioino. A di-
cavan sovr' essi . Potè Federigo a stento por rimpetto le s'era locato Federigo , standogli
freno a questa temerità , tanto più cieca 9 a dritta diciannove , a manca venti galee ; e
quanto in brev' ora si aspettavan dal mare di comandava alla poppa della sua nave un Ber-
Cefalù otto galee di val di Mazzara con Mat- nardo Ramondo , conte di Garsiliato ; alla prora
teo di Termini ; e'l giorno se n'andava ; le Ugone degli Empuri , fatto conte di Squillaci ;
navi nimiche si vedean legate si salde alla nel mezzo guardava lo stendardo reale Garzia
spiaggia e tra loro , che non la flotta vene- di Sancio, con un gruppo di guerrieri fortis-
ziana e la genovese congiunte alla nostra , di- simi. D'ambo le parti , noti, amici , congiunti ,
ceano i pratichi , l'avrebbero sforzato giam- capitani due fratelli , come in guerra civile .
mai. A' risoluti comandi del re , le ciurme ub- Perciò più rabbiosamente , di qua di là mos-
bidirono, non s'acquetarono , e proverbiavanlo : sero all' affronto , il sabato quattro luglio mil-
« Che fa ? che dorme ? scordò chi siam noi ? ledugentonovantanove , poco appresso il sor-
Invili Federigo ; o riguarda il fratello , e vuol ger del sole. Alle spalle de' nemici la riva di
torcerlo di mano ! » Così gonfi da tanti anni san Marco , a dritta il capo d'Orlando ; venian
di fortuna in guerra , dandola alle lor braccia di fuori i nostri . S'udì squillo di trombe , fra-
sole , non curanti s'avessero ammiraglio, o il casso di grida , tonfo di remi , e in un attimo
sol nome, nè dove fosse il gran Loria, tar- sparve il mare di mezzo .
dava loro mortalmente quella notte di state . Con le armi da gitto gran pezza trassero ,
Placidissima sorrise nel firmamento, mentre non senza strage . Ma Gombaldo degl' Intensi ,
negli animi dei mortali bollivan tante ire , giovin feroce, vago di gloria, e fors ' anco di
tanti pazzi immaginari di combattimenti , glo- vendicare il suo nome , deturpato dal fratello
ric, acquisti , vendette, paure. Il cauto Gia- traditor di Sicilia , sdegnando quel combattere
como fe' sbarcar cavalli e bagaglie e quanti da lungi , tagliata la gomona che il legava
pareano men validi al combattere ; chiamò i alle altre galee , la nimica fila investe . Due
presidi delle castella ; e la mattina a dì , sulla navi gli furo addosso dalle bande , una da
spiaggia, parlando d' alto tra ' suoi baroni , esor- prua ; dan di cozzo, vengono all'abbordo ; e
tava le genti. Dicea dell' ubbidienza alla santa Gombaldo , con bell ' ammenda della temerità,
Sede ; de' lor maggiori combattenti sempre contro tal pressa difendeasi, ancorchè ferito ,
per la fede ; s'ei balenò alquanto, s'era poi e fieramente ributtava i nemici . Strettasi per-
ravveduto , ammonito non potersi salvar l' ani- tanto la mischia per tutta la fronte , incomin-
ma del genitore, che sarebbe cruciata da atroci ciò più micidial furia di sassi e dardi vibrati
flagelli , finchè non si rendesse la Sicilia ; onde da presso le navi ad urtarsi di prua , di co-
tra la pietà del padre e del fratello , la prima sta, a dar co' remi su i remi de ' nemici ; osti-
avea vinto. « < Voltici al buon sentiero , ag- natamente infino alla sesta ora del dì , con
giugnea, quante offese non patimmo da questa molto sangue, senza avvantaggio d'alcuno , si
indomabil genia di Sicilia, che da noi apprese combattè. Federigo cercava Giacomo ; estremo
a combattere ! Or eccola ; minor di numero , orror si vedea in questa battaglia, se non si
minor di legni , e pur invasa di smisurata bal- trovavan di mezzo le altre navi, ingaggiate e
danza contro gli uomini e Dio ! Gastigatela , accanite tra loro , che tolsero di riscontrarsi
catalani ! >> a' fratelli. Sotto la sferza del sole , nel caldo del
CAPITOLO XVI. 235
(1299)
luglio , cocente quel di oltre l'usato, da fatica , lo stendardo ; e l'alfiere , rispondendogli che
da paura , da rabbia, dal perduto sangue s'ac- non vedrebbe mai Blasco Alagona lasciar la
cese ne' combattenti una rabida sete. Nè vino, battaglia, die' del capo rabbiosamente sull' al-
scrive Speciale, nè acqua la spegnea . Gombal- bero della galea, e cadde semivivo ; la dimane
do , trafelante , bruciato , date tutte le forze vi- spirò . Ferrando Perez il suo nome . Seguirono
tali in tante ore di bollente battaglia , cercò altri strani casi nella sconfitta. Vinciguerra
un attimo di riposo , s'adagiò sullo scudo , e Palizzi, testè creato gran cancelliere del re-
spirò. L'ardire di costui preparava , la sua gno, in cambio di Corrado Lancia, che fu si
morte cominciava la rotta. Guadagnano i ne- avventuroso da morir innanzi questo misero
mici alla fine la nave di Gombaldo : avvilup- giorno , Vinciguerra , per antico rancore cer-
pate tra loro con le gomone , co' remi , mal cato a morte dall' ammiraglio , sopraffatto da
s'aiutavano le altre nostre galee, quando si quattro galee , dopo bella difesa, saltò sur una
sentiron alle spalle ferir da sei navi ordinate barchetta vicina a caso , e rifuggissi ad altra
nave. Così ancora Alafranco di san Basilio e
a ciò da Ruggiero . Allora , perduta la spe-
ranza del vincere , allenarono nella difesa ; altri nobili , gittatisi a nuoto. Gli altri , so-
soprastettero un istante ; sei galee diersi alla verchiati dal numero , pugnaron con cieco fu-
rore, finchè, saliti sulle navi i nemici, inco-
fuga.
Federigo, dicon le istorie, risoluto al mo- minciò un macello. Perchè l'ammiraglio con
rire , come vide piegare i suoi , chiedea di sinistra voce urlava : « Vendicate Gian Lo-

Blasco , che fianco a fianco spargessero il lor ria ! » e nobili e plebei immolati cadeano, con
ultimo sangue ; alla ciurma gridava : « Non mazze , coltelli , mannaie, o scagliati in mare :
restargli altro che la vita a dare per lo popol tanto che sostarono i soldati per pietà ; e l'am-
suo ; » e per vero gittavasi tra 'I folto delle miraglio pure a comandar sangue , a percor-
navi nemiche, se non che d'un subito , vinto rere le prese navi, più atroce contro i mes-
anch' egli da passione , caldo, fatica , stramazzò sinesi , dei quali fu grandissimo lo scempio.
tramortito sulla tolda . Estrema ansietà allor Federigo e Perrone Rosso , Ansalone e Ra-
nacque ne' suoi più fidati : che farebbesi della mondo Ansalone, Jacopo Scordia, Jacopo Ca-
persona del re , mentre in ogni attimo era pece e altri nobili di Messina perironvi ; poi
vita o morte? Il conte di Garsiliato pensava per istanchezza si cominciò a far prigioni ,
di rendere a' nemici la spada di Federigo ; a dar di mano al bottino . Pier Salvacossa, fug-
Ugon degli Empuri gli die' sulla voce , co- gitosi non a Messina col re , ma ad Ischia,
mandò di vogar a Messina ; e per disperata vilmente cercò la grazia de' vincitori con ren-
forza di remi la capitana involossi ai nemici , der l'isola, ch' avea tre anni prima difeso con
e con essa dodici galee più. Blasco , che com- singolare virtù . Diciotto galee andàr prese ;
battea non lasciando mai degli occhi il diletto da seimila de' nostri morti nella battaglia, o
suo principe, come vide fuggir la nave , pos- dalla rabbia de' vincitori. Questa fu la gior-
posto a lui ogni cosa , comanda a' remiganti nata del capo d'Orlando ; perduta per inca-
che il seguano , al suo alfiere che ravvolga pacità di cui comandava , e minor numero e

1 Niccolò Speciale, lib. 4, cap. 14. ( 1299 ) , col quale son rimesse tutte lor colpe a Sal-
Il tempo della morte di Corrado Lancia si argo- vacossa , protontino d'Ischia , e agli altri abitanti
menta anco da un diploma del 15 giugno 1299, sot- che piegarono a parte siciliana, ma poi, succeden-
toscritto da Vinciguerra Palizzi cancellier del re- tibus prosperis, dice il diploma, tornarono in fede.
gno, in Testa , op. cit. Doc. n. 17. Nel r. Arch. di Napoli, reg. 1299-1300 C.
2 Del tradimento di costui fa fede anco un di- Surita, Ann. d'Aragona, lib. 5, cap . 37 , 38.
ploma di Carlo II , dato a 13 settembre 13ª Indiz.
236 CAPITOLO XVI. ( 1299)

temerità de' combattenti : ed allora la fortuna siciliani, perdenti si ma con onore poco men
per la prima volta mostrò , lamenta Speciale che di vittoria , portan rovinate le sorti della
trasportato da amor di patria, potersi vincere Sicilia, tolta ogni difesa , certissimo il soggio-
in naval battaglia i siciliani, che per dicias- gamento , se non che Giacomo nol volle ; e
sette anni , in guerre diverse , orribili scon- a lui appongon anco che chiudesse gli oc-
tri , lontanissimi liti stranieri , avean riportato chi alla fuga di Federigo non probabili cose,
senza interruzione incredibili vittorie . Gli anzi non vere, come il seguito degli avveni-
storici guelfi, credendo sparger vergogna su i menti dimostrerà.

CAPITOLO XVII.

Giacomo, lasciato Roberto in Sicilia, tornasi a Napoli, indi in Catalogna. Ambo le parti s'apparecchiano a continuare la guerra in
Sicilia. Dansi a Roberto varie città ; è presa Chiaramonte ; altre resistono. Tradimento di alcuni cittadini, che chiamano in Catania
i nemici. Effetti di questo nell' isola. Opere di papa Bonifazio . Sbarco del principe di Taranto . Battaglia della Falconaria, ove
egli è sconfitto e preso. Inganno e combattimento di Gagliano. Luglio 1299, febbraio 1300.

Per molto sangue de ' suoi e vergogna e ri- tera di libertà ed onore , renda i siciliani na-
morso , seppe amara a Giacomo questa vit- vigli suoi liberatori, che la tempesta affondo
toria. Al far la rassegna delle genti catalane, nel mar del Lione ! ». Le quai parole, o fosser
scorgendo tanto numero d' uccisi gregari , con- vere , o immaginate dallo storico ritrar ciò
dottieri, nobili , sclamava : non aver vinto , no , che fremea l'opinion pubblica , peggio or fe-
l'infelice giornata ! Ma recatigli a funate i rivano gli animi de' catalani, per cagion del
nostri prigioni, chinò vergognoso la fronte nè poco utile ch'e' traean dalla colpa . E in ve-
fe' risposta a un vegliardo, che spiccatosi dalla ro dal guerreggiare in Sicilia, Giacomo avea
torma , scrive Speciale, squadernò in volto al tutto il carico, gli acquisti casa d'Angiò ; e
re quante più pungenti rampogne avean sa- anco gli stipendi correan male , per penuria
puto ritrovargli le siciliane lingue fin dal suo di Carlo , slealtà di Bonifazio ; il quale avea
primo abbandono ; e « A te non chieggiamo, ben sovvenuto danari per l'armamento , ma
sclamava, il sangue che versammo per man- quando gli parve lanciato Giacomo nell ' arena ,
tenerti sul trono , chè rifar tu nol puoi , nè il ei chiuse la borsa . Donde il re d'Aragona ,
vorresti ; ma renda la nazion catalana , sì al- che in accorgimenti non era secondo a niu-

Niccolò Speciale, lib. 4, cap. 13. fa montare le galee nemiche a 70 , e le nostre a


Anonymi Chr. Sic. cap. 62 e 63 , e diploma di 60, e dice Federigo Doria ammiraglio dell'armata
Federigo, dato il 6 luglio 1299, ivi trascritto. siciliana. I nostri storici tacciono il nome di questo
Veggansi ancora, Annali di Forli, in Muratori R. ammiraglio.
I. S. tom. 22, p. 174. Una delle galee siciliane prese in questa batta-
Cronaca di Bologna, ibid . tom. 18, p. 304, dove glia, fu prestata dal governo di Napoli a Francesco
è errato il giorno della battaglia , e portato il nu- Ildebrandini di Firenze. Diploma dato di Napoli
mero delle nostre galee a 33 , delle nemiche a 55 . a 20 luglio 12ª Indiz . ( 1299 ) reg. cit. 1299 , A,
Ferreto Vicentino , in Muratori R. I. S. Tom. 9. fog. 174 a t.
Tolomeo di Lucca, ibid. tom . 11 , pag. 1303. 2 Annali di Forlì , in Muratori R. I. S. tom. 22,
Gio. Villani , lib. 8, cap. 29 , che si mostra assai pag. 174. Vi si legge qualche errore nella crono-
male informato de' fatti di tutta questa guerra. Ei logia di questi fatti ; ma ciò non toglie alla ra-
(1299) CAPITOLO XVII. 237

no, si cavò lesto di briga. Ripassa in Calabria d'Aragona, incalzando, avrebbe assai peggio
a tor le milizie del reame di Napoli , raccolte disolato il paese 5 ; ma di lui pensavasi ai
a Nicotra ' ; le traghetta in Sicilia ; e adunati torti passati, più ch'a nuovi danni che rispar-
i primi dell' oste, con Roberto e Filippo , aper- miava ; nè la sua partita si conobbe da mo-
tamente lor dice : aver compiuto le promesse derazione o carità. E come supporne nel vin-
al sommo pontefice , abbattuto le forze della citore che lasciò sparger dopo il caldo della
Sicilia ; ora veder sì gagliardo l'esercito an- battaglia tanto generoso sicilian sangue al
gioino, che Roberto con l'ammiraglio agevol- capo d'Orlando ?
mente fornirebber l'impresa ; quanto a sè , ne- Intanto a Federigo l'avversità rendeva e
cessità lo stringea di tornarsi in Catalogna . prudenza e splendore. Come prima rinvenne
Il che forse non spiacque a Roberto, bramoso a' sensi , vedendosi rapito dalla battaglia, dispe-
di gloria. Il re d'Aragona dunque, da pratico ratamente chiedea la battaglia e la morte ;
mercatante di guerra , fa il cambio de' pri- non tornerebbe ei vinto in Sicilia ; ma cedè
gioni siciliani co' suoi dell ' altra stagione ; tosto a più forti consigli, lottar ancora e re-
que' che gli soverchiano lascia a Roberto ; gnare. Giunse a Messina , ingombra già di
e si le castella occupate, e molti suoi guer- spaventoso lutto , assordata a gemiti e ululati,
rieri di nome ; ed ei , con Filippo principe di al nunzio , certo della sconfitta , confuso dei
Taranto, fe' vela per Salerno . Invano Carlo danni : che fosse caduto in battaglia il re ; non
si provò d'ingaggiarlo a restare, decretando- campato un sol uomo ; nessun riparo allo ster-
gli ricca pensione sulla tratta de ' grani di Si- minio della patria. Donde al veder Federigo,
cilia, a misura che l'isola si racquistasse 5 ; pur fuggente sulla insanguinata nave , con le
invano accordo privilegt commerciali ai mer- reliquie della flotta, si voltò il popolo in gioia,
catanti catalani con lusinghevoli parole 4 ; in- scordando i lutti privati nella speranza di sal-
flessibil trovò sempre il re d'Aragona , che var la cosa pubblica. Affollansi intorno a lui
il vedea affogare tra' debiti, e tardavagli svi- ansiosamente i cittadini , affermando : nulla
lupparsi da lui. Tolta di Salerno la sposa e aver perduto , quand'ei restava ; prendesse tut-
l'afflitta madre , andò Giacomo a Napoli ; ove to il sangue , tutto l'aver loro per difender
freddamente accolto dal re , fe' breve soggiorno, la Sicilia . E Federigo rispondea con magna-
e riparti per Ispagna , scontento di tutti, scon- nime parole reggersi ogni cosa quaggiù ai
tento di sè , lacerato da' novelli amici che ab- cenni di Dio ; la umana vita avvicendarsi di
bandonava, nè maledetto manco da Federigo prosperità e sventure ; qual maraviglia se in
e da' Siciliani. Fu in ver manifesto che il re diciassett' anni di vittorie, toccavasi una scon-

gione probabilissima che l'autore assegna a questa a Egidio di Foloso e Stefano Testardo , condottieri ,
partenza di Giacomo, da non potersi spiegare ab- perchè subito si portassero a Nicotra per passare
bastanza con la moderazione verso il fratello, o in- in Sicilia. Quivi si legge che facea opera il go-
fedeltà con parte angioina, che gli attribuiscono gli verno angioino a mandare in Sicilia quanta mag-
scrittori guelfi . gior forza potesse. Ibidem , fog. 182.
I Questa testimonianza dello Speciale, acquista 2 Niccolò Speciale, lib. 4, cap. 13 .
maggior fede da' documenti del r. Archivio di Na- 3 Diploma del 3 agosto 1299, pubblicato dal Te-
poli. sta , op. cit. doc. 19. Si prometteano a Giacomo
Diploma del 24 giugno 1299 , pel quale si prov- per tutta la sua vita 2000 once all' anno , e 3000,
vede che i condottieri con le compagnie mercena- nel caso che si racquistasse tutta l'isola.
rie si faccian trovare a Nicotra, ove andrà Giacomo 4 Diploma del 18 luglio 1299 , da' Mss . della Bi-
con la flotta a imbarcarli. Reg. 1299, A, fog. 96, blioteca comunale di Palermo , Q. q. G. 1 , fog. 190 .
a t. e 113 a t. 5 Niccolò Speciale, lib. 4 , cap. 13 .
Due diplomi del 20 luglio 12ª Indiz . indirizzati Anonymi Chron . Sic . cap. 63 .
238 CAPITOLO XVII. (1999)
fitta ? nè perduta si tiene la guerra, là dove Dondechè , ordinati Niccolò e Damiano Pa-
avanzan uomini , arme , danari ; per un po' lizzi, fratelli di Vinciguerra, a comandare la
di costanza , si rivolterebber le sorti , chè niun città el castel di Messina , e , posti fidati ca-
giammai domò la Sicilia unanime e risoluta. pitani nelle altre piazze di maggior momento ,
Incontanente scrisse a Palermo , alle altre disponeasi il re a pigliar il cammino della co-
città, con uguale costanza ; la sconfitta appose stiera orientale , sopravvederla , e ridursi al di-
alle nostre navi, avviluppatesi tra loro ; la per- segnato luogo '.
dita sminui , come si suole : esortavale a tener Gli angioini all' incontro , apprestavansi a
fermo a' primi affronti de' nemici , ed egli , usar la vittoria di Giacomo. Riebbero entro
saputo ove si drizzassero, là correrebbe con tre settimane Capri, Ischia , Procida , con ro-
nuove forze. Ma perchè dopo tal crollo , il moreggiar appresti di guerra , e più per la
tempo e la vittoria soli eran rimedio, disegnò detta pratica di Pier Salvacossa da Ischia ; il
Federigo difendersi e temporeggiare ; lasciar quale per cagion della provata virtù in arme,
che i nimici cavalcassero il paese a lor vo- e del novello tradimento, fu fatto protontino
glia ; ma guardare strettamente le terre mu- d'Ischia , o , uoi diremmo, vice ammiraglio ,
rate ; ei stesso con iscelta gente porsi in Ca- secondo al solo Ruggier Loria nel comando
strogiovanni, l'antica Enna , fortissima città dell' armata ; ed ebbe lodi del re, e feudi in
in monte, che sta a cavaliere nel centro del- Sicilia 3 , ma non andò guari che meglio nel
l'isola, comoda a sopraccorrere in ogni luogo. pagava la spada d'un sicilian soldato . Ma

Niccolò Speciale, lib. 4 cap. 14. Leggesi nel- fanno grandi parole della vittoria che, jam patet
l'Anonymi Chron . Sic. cap . 62 , la citata epistola in orbem , e della clemenza verso gli abitatori di
di Federigo , data di Messina a 6 luglio 1299, pub- Capri e Ischia.
blicata altresì in altre opere. Diploma del 13 settembre 13ª Indiz. ( 1299) per
2 Diplomi del 19 luglio 12ª Indiz. ( 1299) . Ro- tenersi Ischia in demanio. Reg. seg. 1299-1300 C,
staino Cantelemi, eletto capitano dell'armatetta , che fog. 3.
dovea partir subito contro le ribelli isole d'Ischia, 5 Duc diplomi dati di Salerno il 16 agosto 12ª
Procida, Capri. Nel r. Arch. di Napoli reg. seg. Indiz. (1299) , pei quali Pietro Salvacossa milite è
1299, A, fog. 152 e 173. eletto protontino d' Ischia , e si vede che questo
Diploma del 20 luglio . Promessa di perdono agli uficio era di comandante in secondo luogo nell'ar-
uomini delle dette tre isole. Ibid . fog. 132. mata. Vi si leggono straordinarie lodi ed espres-
Diploma del 29 luglio . Pei fanti e cavalli d' A- sioni di benevolenza per costui . Reg. cit. 1299, A,
versa, levati per la fazione d' Ischia . Si dovean pa- fog. 170 a t.
gare i primi alla ragione di grana dieci , i secondi Diploma dato di Salerno il 16 agosto 12ª Indiz.
di un tarì e grana dieci al giorno. Ibid. fog. 177. nel quale costui è cletto capitan generale delle navi
Diploma del 30 luglio 12 Indiz. 1299, anno 15 nel regno di Napoli : « te igitur capitaneum vassel-
di Carlo 11, indirizzato alla moglie di Tommaso di « lorum nostrorum que armantur et armabuntur
Mattafellone . Dopo la recente vittoria navale su i <«< in antea in partibus istis pro tempore generalem
nemici, Ischia e Capri erano tornate al nome re- " Rogerio tamen de Lauria militi regni Sicilie et
gio . Perciò liberasse immantinenti Corrado Salva- « Aragonum ammirato dilecto consiliario familiari
cossa, datole prigione per iscambiarlo col marito « et fideli nostro cum in partibus istis erit supe-
di lei, prigione de' nemici, al quale sarebbe prov- « rioritate officii reservata duximus usque ad be-
veduto altrimenti. Ibid. fog. 133. << neplacitum majestatis nostre statuendum cum
Diploma del 31 luglio , ibid . Somigliante comando <«< plena meri et mixti imperii et gladii potesta-
a Ludo de Huc, al quale il governo avea dato il « te etc. » Ibid. fog. 171 .
prigione Giovanni Abbate d' Ischia , in compenso Diploma del 4 ottobre 13a Indiz. 1299 , 15° del
de' danni che Ludo avea sofferto una volta, prigione regno di Carlo 11 , pel quale è riconceduta a Pier
in man de' nemici. In entrambi questi diplomi si Salvacossa, protontino d' Ischia, la terra di Castro-
CAPITOLO XVII. 239
(1299)
quanto alla Sicilia , che non si risguardava non dividesse la corona , creava Roberto vi-
com ' Ischia, ben s ' apposero che , oltre la ra- cario generale perpetuo nell' isola , con ma-
pacità e crudeltà dell' amministrazione , quei neggio larghissimo delle faccende civili , e po-
fatti di Carlo primo pe' quali distruggeansi testà sopra il sangue , si che fosse nell'isola,
gli antichi privilegi , erano stati grande incen- dice il diploma , perfetta immagine della re-
tivo al vespro e alla ostinata nimistade a lor gia persona ¹. Insieme con tai pergamene , sfor-
nome ; e però tornando al ripiego, che pur zossi a mandare in Sicilia a tutta possa genti ,
tentò quel superbo nell' impresa dell'ottanta- vittuaglie , moneta per gli stipendi² ; accor-
quattro , re Carlo secondo a di ventiquattro tosi della dura fatica che restava , e che per
luglio del novantanove , lodandosi molto del lungo tempo non trarrebbe nulla del paese.
proprio pensamento, che insieme dividesse e E per vero lentissimo progredìl dapprima

novo in val di Mazzara presso Vicari , e i casali Diploma del 19 agosto. Per farsi tornare all'ar-
di Palagonia , Calaczura e Calatalfati in val di Noto. mata in Sicilia alcuni marinai di castell' Abate ,
Reg. seg. 1299-1300, C, fog. 6. che se n'eran fuggiti. Ibid . 138 a t.
Diploma del 4 agosto 13ª Indiz . 1300 , dal quale Diplomi dell' 11 e 29 agosto 1299 , per grano ,
si vede che Salvacossa era naturale d' Ischia. Ibid. orzo e semola mandati all' esercito in Sicilia , nel-
fog. 71 a t. l'Elenco delle pergamene del r. Archivio di Na-
. Documento num . xxv11 , in fin di questo vo- poli , vol. 2, pag. 222 e 223. Dall'ultimo di que-
lume. sti diplomi si scorge, che nel corso d'agosto si
sparse nuova in Cotrone che Roberto si fosse riti-
Un altro diploma del 17 luglio, a Tommaso di
Ortona, tesoriere presso Roberto , dispone che delle rato di Sicilia, onde fu venduto in quella città un
once 2000 mandategli in carlini d'oro e d'argento carico di vittuaglie ch' era a lui destinato.
e tornesi d'argento , si pagassero le genti d'arme Ricadono a un di presso in questo tempo , e
lasciate da Giacomo in Sicilia , compresivi i 100 perciò le noto qui, le seguenti concessioni feudali
cavalli di Ruggier Loria. R. Archivio di Napoli , che non mi è paruto accennare nel testo, ma pur
possono mostrare, che la corte di Napoli non ces-
reg. seg. 1299, A, fog. 174.
Un altro del 29 luglio porta la elezione di Gio- sava di gratificar di beni i suoi settatori più fedeli.
vanni di Porta a maestro razionale nell' isola di Diploma del 19 marzo 12ª Indiz. 1299, pel quale
Sicilia presso Roberto. Ibid. fog. 132 a t. fu conceduto a Squarcia Riso milite, il castello e
la terra, Sancti Filadelli ( san Fratello ) situm in
Talchè si può argomentare che la corte angioina
volesse far mostra d'istituire presso il vicario di Si- valle demonis, in vece di quel di Sortino , datogli
cilia un ordinamento di amministrazione speciale, olim serviciorum tuorum intuitu, ma tenuto da' si-
rendendo alla Sicilia que' benefici che le erano stati ciliani. R. Archivio di Napoli , reg. 1299 , A, fo-
tolti per le novazioni di Carlo I. glio 48 a t.
2 Diploma del 18 luglio 12ª indiz. ( 1299) . Una Diploma del 24 luglio 12ª Indiz. Conceduta a
nave di mercatanti italiani avea portato in Milazzo Matteo ed Arrigo Riso militi , e a Francesco Riso
vin greco e altre merci , che sembran d'uso do- da Messina, la terra di Geremia in Calabria. Ibid.

mestico, a Ruggier Loria. Ei ne pagò parte ; per fog. 149.


lo rimanente, che volea gittar addosso a Carlo , die' Diploma del 24 luglio 12ª Indiz. Ratificata la
in pegno argento e masserizie . E Carlo infatti tolse concessione feudale del castel di Baccarati in val
su di sè il debito, ragionandolo sugli stipendi del- di Noto, presso Aidone e Caltagirone, che Giacomo
l'ammiraglio. R. Archivio di Napoli , reg. seg. 1299, re d'Aragona avea già fatto a Filippo de Porta, in
A, fog. 155 a t. cambio di Castrocucco, da lui posseduto in Princi-
Diploma dell' ultimo luglio 12ª Indiz. per bis- pato. Ibid. fog. 153.
cotto da consegnarsi a richiesta di Giacomo o del- Diploma senza data , che trovasi nello stesso re-
l'ammiraglio. Ibid . fog. 200. gistro 1299 , A, appartenente alla 12ª Indiz . cioè
Diploma del 2 agosto, 12a Indiz. Per mandarsi infino al 31 agosto. Pel castello di Cuttuli in Prin-
una galea con foraggi a Gualtiero conte di Brienne cipato , già promesso a Ruggier Loria in restitu-
e di Lecce , militante in Sicilia. Ibid. fog. 136 a t. zione o dono. Ibid. fog. 113.
240 CAPITOLO XVII.
(1299)
Roberto. Arrendeansi , a lui no ma a Ruggiero, al secondo giorno s'arrendè . Ciò fu salute
gli antichi suoi feudi , Castiglione , Roccella dell'oste di Roberto , che per diffalta di vi-
Placa Francavilla seguivali se non era per vanda, già era stretta in pochi dì a partirsi
timor della rocca, tenuta da Corrado Doria. o cader nelle mani di Federigo . E più che
Ma innoltrandosi dalla settentrional costiera questo nocque l'esempio ; perocchè gli uomini
per riuscire sulla orientale, Randazzo , prin- soglion l'altrui viltà maledire , e maledicendo
cipal città in val Demone dopo Messina, die' seguirla, come pretesto a cessar da una pe-
prima a vedere , scrive Speciale , che per la ricolosa costanza . Maletta poi trasse la vita
rotta di Capo d'Orlando , non era vinta, no , pochi più anni in terra di nemici , sovvenuto
la Sicilia. Perchè , assaliti da Roberto, dato o insultato da essi con meschini favori ; e
orribil guasto al contado , i cittadini tenner infame e mendico morì : ma non ha il mondo
saldo in molti scontri, soprattutto in un che nè premi nè pene da pagar ciò che sovente
durissimo si appiccò alla fonte di Roccaro ; fa a un'intera nazione un sol uomo !
dove caduto alcun de' più feroci francesi , il Per lettere dell' ignobil conte, Buccheri, sua
duca si ritrasse , e a capo a pochi dì , per terra fortissima, venne in man de' nemici. Lo
consiglio di Ruggier Loria , lasciò anco l'as- ammiraglio, portata una punta dell' esercito
sedio , tardandogli di trovar vittuaglie . Affret- sopra Vizzini, con sè recando Giovanni Cal-
tatosi dunque verso il fertil paese dell' Etna, laro , Tommaso Lalia e Giovan Landolina ,
si rinfresco alquanto occupando senza con- presi al capo d'Orlando , l' ebbe per tradi-
tesa Adernò, terra espugnabile ; e tosto tra- mento del Callaro ; il quale mostratosi a' cit-
mutò il campo sotto le munite fortezze di Pa- tadini, che virilmente avean preso a combat-
ternò. Teneale il vecchio conte Manfredi Ma- tere, fu accolto con gioia , com' uomo d'assai
letta , gran camerario del regno , di nobil riputazione , ed empiamente l' usò a far aprire
sangue , carissimo agli svevi e a' principi le porte all'ammiraglio. Tornò questi allora
aragonesi , ma uom di toga , uso a viver di- a Palagonia ; ove accozzatosi con Roberto , as-
licato ; onde tra tedio e paura dell'assedio , salgon Chiaramonte , negano i patti che il po-

Niccolò Speciale, lib. 5 , cap. 1 e 2. Diploma del 30 luglio 13ª Indiz . 1300. Era stata
La morte ignobile e povera di costui è detta dallo commessa al Maletta , ancorchè degno di cose mag-
Speciale. I documenti tratti dal r. Archivio di Na- giori, la custodia di Monte Vulto cum gualdo suo
poli, che qui notiamo , provano che la corte angioina et vallis Vitalbe. Ibid . fog . 291 .
dapprima volle dar qualche facoltà a questo gran Diploma del 3 agosto seguente . Ritoltagli que-
feudatario siciliano, ma lo spregiava come avvien sta custodia, perchè appartenea a Giovanni di Mon-
sempre a' traditori. forte . Ibid. fog. 264.
Tre diplomi del 26 aprile 13ª Indiz (1300) . Man- Diploma del 18 agosto 13ª Indiz . Legittimazione
fredi Maletta conte di Mineo è fatto castellano di di Matteo Maletta, figliuol naturale del vir nobilis
Manfredonia ; e insieme si provvede a tramutare Comes Manfridus Malecta . V'era scritto ancora Co-
in Barletta i prigioni ritenuti in quella fortezza. mes Minei, e si vede cancellato . Ibid . fog. 396 a t .
Reg. seg. 1299-1300, C , fog . 146 a t. Diploma del 1 settembre , 14ª Indiz. ( 1300) . È
Diploma del 12 maggio 13a Indiz . Perchè la pre- affidata al conte Manfredi Maletta la custodia della
scrizione non noccia a Manfredi Maletta ritenuto regia foresta e palazzo di san Gervasio. Ibid . f. 176.
da buone ragioni a sperimentare i suoi dritti su Si vede da questi diplomi qual poca fidanza avesse
certe castella. Ibid . fog. 221 a t. il governo angioino in questo vil vecchio , e quanto
Tre diplomi del 18 maggio seguente. Perchè il lo disprezzasse nei medesimi favori che gli dispen-
castel di Manfredonia fosse consegnato a Maletta, sava , per allettare coll' esempio i baroni siciliani
ma i prigioni e le armi tramutati nel castel di all' abbandono della santa causa ch' avean preso a
monte Sant' Angelo , e le vittuaglie consegnate a sostenere.
un cittadino di Manfredonia . Ibid. fog. 230.
CAPITOLO XVII. 241
(1299)
pol chiedea, dopo le prime scaramucce , sen- minacciata , v'era sopraccorso da Messina ,
tendosi non bastare alla difesa ; e senz' al- nè avea trovato il nemico ; donde tutto lieto ,
trimenti combattere , irrompono ostilmente convocati i cittadini a parlamento, fe' lor belle
nella città. La prima che in questa guerra parole ; e per tutti risposegli Virgilio Scordia,
del vespre, i nimici occupassero di forza , onde tenuto uom di virtù romana , per seguito e
tutta sfogaronvi la ferità de' tempi ; passati riputazione, primo nella città. « Chi avrebbe
gli uomini a fil di spada ; sfracellati a' sassi mutato , arringava focoso costui , la libertà
i bambini ; sparato il corpo alle incinte ; dopo sotto tal principe con la tirannide straniera ?
il sangue e gli oltraggi , adunata una misera Di questa non s'era dileguata , no , la meino-
torma di donne, solo avanzo del popol di Chia- ria ; vedeansi ancor tinti di sangue francese
ramonte, fu cacciata e sparsa pe' luoghi vi- i sassi e le mura , per ammonire ogni sici-
cini. In questa vendetta le genti angioine fur ciliano a guardarsi dalla vendetta ; nè era chi
sole , nella rapina fur prime , spigolarono die- non fosse pronto a dar la vita per Federigo ,
tro a loro i saccardi di Vizzini , seguenti con cresciuto tra le lor braccia , fatto re, e stato
vergogna le armi straniere . Di qui voltasi lor padre. Se un insensato qui vive con animo
l'oste a Catania , s'attendò nelle vigne del- a te maligno , s'apra la terra sotto a' suoi
l'Arena ; e dopo tre di si ritrasse inaspetta- passi, e l'inceneriscan le folgori ! » Così par-
tamente , fidando in una pratica , più che nella lava il traditore , indettatosi poc ' anzi a dar
forza, contro città si grossa , comandata da Catania a nemici. E Federigo , preso da quei
Blasco Alagona. Per dar tempo al tradimento , fedeli sembianti , ripensava tra sè come render-
assaltava Aidone ; respinta dapprima per la gli merito ; fatto or si cieco al fidarsi , quanto
virtù di Giovenco degli Uberti, capitan della fu lieve altre volte a sospicare : talchè or tenne
città, intromessa il dì seguente per accordo . raccoglitor di calunnie Blasco Alagona , che
Ma posto il campo a Piazza, trovò riscontro gli svelava gravi indizi delle pratiche di Vir-
assai duro . Perchè Guglielmo Calcerando gilio . Segui dunque a chiamar padre costui
Palmiero Abate, con un nodo di sessanta ca- della patria ; a Blasco rispose, amerebbe anzi
valli , trapassarono folgorando per mezzo gli perder Catania che macchiare la fama di tal
assedianti ; e serratisi nella città , rafforzaronla grande al che Blasco , accorto o sdegnato ,
col nome , con la virtù , con la riputazione risegnava il comando della città ; e il re com-
di quel fresco prodigio . Indi il duca dal pian mettealo al conte Ugone degli Empuri, buon
di san Giorgio , l'ammiraglio dalla fonte di guerriero e non altro ; facendo maggior as-
Vico, invano entrambi strinser la terra , man- segnamento sull' aura popolare di Virgilio
darono ad offrir patti, mossero assalti. I cit- Scordia. Così andò via sicuro a Lentini, Si-
tadin di Piazza rispondeano alle parole : avere racusa, e altre grosse terre del val di Noto ;
fermato , già gran tempo , i lor cuori ; morreb- e infine a Castrogiovanni 3 ; ove fe' lunga di-
bero, non arrenderebbersi mai . Sostennero il mora, e diede o raffermò privilegi alla città
detto con una virile difesa. Onde Roberto , per- di Caltagirone , che mostrano la sollecitudine
dutavi assai gente, si levò dall' assedio ; sfogo del re a far parte per sè co' favori speciali ,
con guastar le campagne ; e avviossi a Pa- come usavan contro lui studiosamente i ne-
ternò ' . mici 4.
In questo tempo Federigo, sapendo Catania Era in Catania un Napoleone Caputo, cit-

Niccolò Speciale, lib. 5 , cap. 3, 4, 5 . 3 Niccolò Speciale , lib. 5, cap. 6.


2 Quondam pater patriae, qui Romanos hactenus 4 Diplomi di Federigo, dati la più parte di Ca-
redolebus. Speciale, lib. 5 , cap . 7.
31
242 CAPITOLO XVII.
( 1299)

tadino di minor seguito che Virgilio , di pari popolo di Catania ; entravano alla sfilata Na-
ambizione ; gareggianti amendue nel favor del poleone e i cospiratori armati : Virgilio in abito
popolo , nella munificenza del re ; e perciò e sembianti di pace, ito alle case d'Ugone ,
da grau tempo nimici. Ed or nello scellerato accompagnollo al tempio. Fatto silenzio , espo-
proposito s'affratellarono ; perchè Virgilio, non neva il conte i voleri di Federigo . E repente
potendo far senza i più ribaldi, inchinossi a un Florio, uom dell'infima plebe , sguainata
richieder Napoleone ; questi , com'uom da me- la spada , grida pace , e gli dà un fendente
no, lietamente gli corse nelle braccia ; e l'in- in viso ; gli altri con l'arme songli intorno ,
teresse fe' perdonar dall ' una e dall'altra parte e insignorisconsi della sua persona , indi ir-
le offese. Congiurati dunque tra lor due , rompono per le strade gridando pace , e chi
con pochissimi più, taccion ogni cosa a' loro tarda a risponder pace, sforzan con minacciose
partigiani medesimi ; finchè nacque l'occasione parole ; talchè una picciola fazione strascinò
che Federigo, proponendosi uscire alla cam- e rivolse tutta l'attonita città. Nè la stettero
pagna contro il nimico, scarso di vittuaglie e a pensare che gittassero sopra tre barche, ap-
ributtato da' più importanti luoghi, chiamava parecchiate a questo , il conte co' suoi seguaci ,
i popoli alle armi , chiedea da Catania set- instando con feroce volto Virgilio e Napoleone :
tecento uomini . Scrissene il re ad Ugone ; e Ugone li chiamava a nome ; scongiuravali
questi consultò con Virgilio come ottener tal che s'alcuna offesa ebber unque da lui , sfo-
sussidio dalla città ; e Virgilio il promettea , gassero nel suo sangue , non precipitassero
sol che chiamasse il popolo a parlamento nel contro il re. Gli fer cenno a star zitto e na-
duomo il dì appresso ; il rimanente farebbe vigare per Taormina ; e il popolazzo intanto
egli . E insieme con Napoleone, cominciò e saccheggiava le sue case ; se non che alcuni
compiè la macchina della sommossa , in quanto altri uficiali del re , con tutto lor avere , senza
avanzava di quel giorno e nella notte ap- offesa rimandò . Incontanente i congiurati chia-
presso ; per toglier tempo a pentirsi o sco- man Roberto, che, dubbioso e in travaglio, ri-
prire, usar l'agitamento degli animi che vo- traeasi a Paternò ; dangli la città ; il raccol-
gliono il ben pubblico senza lor disagio , e gono con empia gioia ; e chieggongli ed hanno ,
nascondere sotto l' util della città il tradimento scrive Speciale , in premio di tanta virtù, terre,
alla nazione . Talchè la trama , stata segretis- casali , castella , ch'ei più volentieri largiva
sima tra' pochi , in un attimo si distese ai perch'erano in man de' nemici , nè pareagli
molti senza pericolo : congiunti , amici , clienti , vero comperar sì poco la sua salvezza . Certo
sgherri furo indettati, e assegnato a ciascuno la diffalta di Catania impedì l'estremo sforzo
luogo ed uficio . a cui s'apprestava Federigo contro il nemico
Nel medesimo tempio di sant' Agata, che sprovveduto e vagante ; certo fu la cagione.
cinque anni innanzi suonò di liete voci, gri- degl' infiniti mali che succedettero, e del gran
dando i rappresentanti della nazione re di Si- travaglio che si durò a scacciar dal nostro
cilia Federigo , assembravasi quel giorno il suolo gli stranieri ' .

strogiovanni d' ottobre 1299, co' quali confermò alla Anonymi Chron. Sic. cap. 64.
città di Caltagirone le sue leggi e consuetudini, la Montaner, dopo lungo silenzio , ripiglia in que-
proprietà de' suoi beni , la franchigia della tassa sto tempo la narrazione de' fatti di Sicilia , con
de' marinai, e le die' inoltre un casale e un feudo. dire al capitolo 190 , che il duca Roberto era già
Privilegi di Caltagirone, lib. 1 , fog. 1 , 25 e 48 , in Catania , consegnatagli da messer Virgilio , dice
citati dal padre Aprile , Cronologia di Sicilia , capi- egli , di Napoli , e due altri cavalieri. D'altronde
tolo 22 a 23. ei si mostra non men restio che male informato
Niccolò Speciale, lib. 5 , cap. 7. nel parlar di queste vicende .
( 1299) CAPITOLO XVII. 243

Il che mi conduce a considerar come negli a reggersi contro i sudditi , come in oggi si
ordini feudali non erano i governi sì incapaci è detto , non vedendo in essi unito e gagliar-

I nomi de' traditori e la liberalità senza misura yano , e Pisone in val di Castrogiovanni. Ibidem
che adoperò con essi la corte angioina, si veggono fog. 69.
da' seguenti diplomi. Le prime concessioni sonvi Diploma del 20 luglio 1300 , Documento xxx1 in
date il dì 11 ottobre 1299 ; e indi è da argomen- fin di questo volume. Visi legge chiaramente, al par
tare che quel giorno, o poco innanzi, entravano i che nei diplomi sopra citati, e quasi con le stesse
nemici nella tradita Catania . parole, la parte principalissima che questo Virgilio
Diploma del 26 dicembre 13, Indiz . (1299) . At- avea avuto nel tradimento di Catania, e prendea in
tendentes fidem et merita fructuosa Virgilii de Ca- trattarne degli altri.
tania militis , il re lo elegge consigliere e fami- S' intinsero nel tradimento di Virgilio o parte-
gliare suo , e lo raccoglie nella regia casa . Nel r. ciparono de' suoi frutti, Simone fratello , e Giaco-
Archivio di Napoli, reg . seg . 1299-1300 , C , fog . 42 mo figliuolo di lui.
a t. Diploma dato di Napoli a 4 agosto , 13ª Indiz.
Diploma del 29 dicembre 13a Indiz . 1300 ( deve 1300 , anno 16 di Carlo 11 , nel quale è trascritto
intendersi anche 1299 , secondo il nostro computo, un privilegio di Roberto dato di Catania l'11 ot-
perchè la cancelleria angioina, come abbiamo notato tobre 1299, 13ª Indiz . Di questo Simone è detto
più volte , ragionava il nuovo anno dal venticinque che i catanesi tornarono alla ubbidienza , ejus mi-
dicembre ). È conceduto a Virgilio de Catania mi- nisterio ac Virgilii de Catania militis fratris sui.
lite, il castel di Vicari e il casal di Ciminna. Fatta Al momento gli era stata conceduta l'aspettativa
la concessione da Roberto, ratificata dal re con que- d'un feudo del valore di once 50 annuali . Or gli
sto diploma. Ibid . fog. 41. si assegnavano i casali Chanzerie , Consene, Con-
Diploma del 9 gennaio 13ª Indiz . ( 1300) . Con- timinii et Racalginegi exhabitata ab antiquo, di qua
fermato a Margherita di Scordia da Catania , filia dal Salso , presso Caltagirone. Ibid . fog . 86 .
quondam Magistri Michaelis de Sanducia, il casale Diploma dato di Napoli il 20 luglio 13a Indiz .
di Scordia in val di Noto , ch'essa ebbe per suc- 1300 , in cui n'è trascritto uno di Roberto , dato di
cessione del padre. Ibid . fog. 180 a t. Credo che Catania a 11 ottobre 1299. Son conceduti a Gia-
costei fosse la moglie di Virgilio, che forse ebbene como di Catania, figliuolo di Virgilio, i castelli di
in dote il feudo di Scordia , e prese questo titolo Calatamauro e di Bivona, tenuti , il primo da Gu-
col quale il chiama sempre Speciale. glielmo Calcerando , l'altro da Ugone Talach. La
Diploma del 20 luglio 13a Indiz. 1300, anno 16 concessione in Catania si vede fatta, com'era uso ,
di Carlo 1. Vi è trascritto un privilegio di Roberto, innanzi molti nobili , Guglielmo eletto Salernitano ,
dato di Catania a dì 11 ottobre 13a Indiz. 1300 , vicario pontificio nell' isola e cancelliere del re ,
pel quale furon dati in feudo al detto Virgilio il te- Loria, Amerigo de Sus, Ruggier Sanseverino, e al-
nimento Piccarani, tenuto da Matteo di Termini ri- tri conti. Ibid. fog. 33 e 64. Il principio di que-
belle, il tenimento Scorpionis et casale Chifala ( for- sto diploma è nel foglio 33, il fine nel 64 , perchè
se Cefalà Diana ) , nella Sicilia oltre il Salso ; sotto questo e molti altri registri furono legati ad occhi
condizione di dargliene compenso , se gli uomini di chiusi negli andati tempi. Ma si veggon le tracce
quelle terre tornassero in fede a patti. Ibid. f. 67. dell'antica numerazione delle pagine , cioè xxxij
Diploma del 20 luglio 1300 , dov'è trascritto un nell'attuale 33, e xxxiij nell'attuale 64.
altro privilegio di Roberto , dato anche di Catania Ho cavato dal r. Archivio di Napoli i nomi de-
il dì 11 ottobre 1299, confermandosi a Virgilio di gli altri traditori , per consegnarli alla esecrazione
Catania il castello di Thadar in val di Noto , che di tutti i siciliani . Oltre Napoleone Caputo, di cui
egli tenea tra i beni dotali ; con la solita diceria parla lo Speciale, e Simone e Giacomo di Catania,
de' suoi grandi meriti nella conversione di Cata- l'un fratello , l'altro figliuolo di Virgilio , furono
nia. Ibid. fog. 68 a t. Gualtiero Pantaleone, Gualtiero Lamia e Tommaso
Diploma della stessa data , dove n'è trascritto Connestabile.
uno di Roberto dell' 11 ottobre 1299. Vi si ricon- Diploma del 26 dicembre 1299 , pel quale Na-
cedono a Virgilio di Catania i casali di Pbake, Ba- poleone di Catania fu creato consigliere e fami-
244 CAPITOLO XVII. ( 1299)

do quanto a' tempi nostri il poter dello stato. da Catania in , quel tempo, e Carlo ratificava
Ma parmi che, s'e' non poteano frenar sì pronti da Napoli , non che ai complici di Virgilio
una ribellione , aveano assai meglio da spe- nella tradigione, ma ai nobili che in appres-
gnerla con le concessioni feudali di quantun- so poi voltaronsi a parte angioina ; e veggiam
que venissero a perdere i ribelli ; tra i quali, tra costoro grandi nomi, o di tali che dovean
chi per conservare i propri beni e chi per tutto lor essere a Federigo ; e molte terre
occupare quelli dei più ostinati , moltissimi di val di Noto darsi a parte nemica , dietro la
si trovavan disposti, non che a tornar essi occupazione di Catania , che parea il crollo
alla ubbidienza , ma con forza , ambito , frode, a' nostri destini ' . Noto, per briga d'Ugolino
domare i compagni ; e gli stessi leali da so- Callaro , uomo di gran nome e compare del
miglianti cupidigie erano sospinti a sforzi , che re ; Buscemi , Ferla , Palazzolo , Cassaro , tratte
il semplice zelo non può . Una parte della na- da' mali esempi , diersi al nemico ; Ragusa
zione così armavasi contro l'altra , più rab- ancora, ove un prete Omodeo, sotto specie di
biosamente ch'oggi non avverrebbe , per gli confessione, tramò con parecchi cittadini, e
ordini stabili della proprietà , sendo assai mi- costoro non attentandosi al misfatto senza un
nor massa di premt le pensioni e gli ufici , valente uomo per nome Francesco Balena ,
che a' governanti restano a dispensare . E però van di notte alle sue case armati , minaccian-
veggiamo larghissime le concessioni feudali , lo della vita , ed egli infingendosi d'assentir
che Roberto , usando il potere di re , facea per timore, audacissimo poi operò al reo in-

gliare del re, con la stessa formola del diploma Diploma del 20 luglio 13ª Indiz. 1300, pel quale
della medesima data per Virgilio di Catania. Reg. è conceduto il casal di Muletta in val di Mazzara
seg. 1299-1300 , C, fog. 42 a t. a Tommaso de Comestabuli de Thasina civis Ca-
Diploma del 29 dicembre 1299 , nel quale con le thanie un tempo ribelle , e poi , dopo il racquisto
medesime parole del diploma dell' ugual data, ripor- di Catania , voltosi a servire con efficacia Roberto.
tato di sopra per lo stesso Virgilio, Napoleone di Ibid . fog. 83.
Catania milite ebbe in feudo i casali di Avola e Due altri diplomi parlan di altri, certo traditori,
Buscemi , e quel disabitato di Momolina . Ibidem ma non forse in questo fatto di Catania.
fog. 41 . L'uno è dato il 28 dicembre 1300 ( 1299) 13ª Indiz.
Diploma del 26 dicembre 1299. Con le stesse pa- anno 15 di Carlo II , e contiene le seguenti con-
role di que' di Virgilio e Napoleone, fu creato Gual- cessioni A Pietro di Monte Aguto , Racalmuto e
tiero di Pantaleone di Catania, consigliere e fami- Caccamo ; a Gilberto di Sentillis, Giarratana e Pa-
gliare del re. Ibid . fog. 42 a t. lazzolo ; a Ugolino di Callaro , Licodia ; a Pietro
Diploma del 24 gennaio 1300 , 13ª Indiz. anno 16 Sossa, Calatafimi e Calatamauro in val di Mazzara ;
di Carlo 1. Ratificata con privilegio la concessione a Simone di Belloloco , il castel di Tane o Gane , e
feudale del casale di Silvestro in territorio di Len- il casale di Chondroni o Thondroni, in vece del ca-
tini a Gualtier Pantaleone da Catania, quem militari stel di Sortino, concedutogli da re Giacomo all' as-
nuper decoravimus cingulo . Ibid. fog. 52 a t. sedio di Siracusa , nell'ignoranza che Carlo lo avesse
Diploma del 23 gennaio stesso . È conceduto a già dato a Squarcia Riso . Ibid . fog. 42.
questo Gualtier Pantaleone il casal di Biscari in val L'altro il 2 maggio 13ª Indiz. 1300 , anno 16 del
di Noto , in merito della fede e prontezza quibus in regno di Carlo 11. Conceduti a Giuliano d' Alessan-
procuranda reversione civitatis Cathinie ad fidei dro da Siracusa i casali di Cassibari e Lungarini.
nostre cultum laborasse dignoscitur. Ibid. Ibid. fog. 56 a t . e duplicato a fog. 20.
Diploma del 18 febbraio 13ª Indiz . 1300, anno 16 A costui fu data in premio Licodia. V. il diplo-
di Carlo 11. Con le medesime formole è conceduta ma del 28 dicembre 1299 , citato nella nota pre-
a Gualtiero de Lamia da Catania, stato sempre fe- cedente .
dele in cuor suo , il tenimento di Vaccarato in ter-
ritorio d' Aidone. Ibid. fog. 54.
(1299) CAPITOLO XVII. 245

tento, e asseguillo , cacciato il vicario di Man- l'isola di Sicilia, al predominio per tutta la
fredi Chiaramonte che tenea la terra , e chia- terraferma d' Italia , fors ' anco fino in Lama-
mato da Vizzini Guglielmo l'Estendard 1. Vir- gna 5. Allor fu che, chiedendogli Alberto re dei
gilio Scordia e' consorti, in questo tempo non Romani , la imperial corona , Bonifazio sedente
se ne stavano al proprio tradimento , che non si in trono, col diadema di Costantino, la spa-
affannassero a tirarvi altri uomini, altre terre, da al fianco , e la mano sull'elsa , negava
tutta l'isola se possibil fosse . E per tali condi- agli ambasciadori il dritto d'Alberto, e : « Non
zioni de' tempi e principi di corruzione della son io , lor disse , il pontefice sommo ? Non
morale politica in Sicilia, è tanto più mirabil è questa la cattedra di san Pietro ? Non ba-
cosa come , dopo la sconfitta del capo d'Orlando, sto a difender io i dritti dell' imperio ? Io
con que' grandi appresti di guerra , e la pre- Cesare sono , io imperadore ! » e brusco li
senza di Ruggier Loria, e nerbo di fortissimi accomiatava . Ma tal concetto di sè, non tol-
francesi e catalani , la corte angioina se gua- se al pratichissimo nelle cose di stato , che
dagnò con le pratiche da trenta città , terre o attendesse con maggiore solerzia all' impresa
castella 3, niuna n'ebbe con le armi , da Chia- di Sicilia , che si gli stava a cuore, e ben
ramonte in fuori ; e come Federigo , o piut- altro gli parea che ultimata. In luogo del pri-
tosto la parte della rivoluzione siciliana che mo legato , poco giovevole per non avere ri-
operava con esso , non ostanti le raccontate putazione nell'isola, mandava a Catania , con
tradigioni , manteneva in faccia al nemico tutto pien potere di scagliare e ritrattar gli anatemi,
il rimanente dell' isola, e non poca parte alsi il cardinal Gherardo da Parma, venuto appo
di Calabria. noi in odore di santità 7. Esortava al mede-
Fu quest'anno a papa Bonifazio il più lieto simo tempo Carlo e' figliuoli a usar la fortu-
di tutto il turbolento suo regno. Vide l'odiata na in Sicilia ; mandava a ciò lettere sopra
casa Colonna prostrata per ogni luogo dalle lettere ; e di sì gran vedere egli era Bonifa-
armi della croce ; riparatene le ultime reli- zio, che nondimeno pose ogni sforzo a disto-
quie nella rocca di Palestrina ; e questa, in- glier Filippo principe di Taranto dal medi-

espugnabil di forza, aprirsi alle larghe promes- tato assalto sulle regioni occidentali dell ' iso-
se, ond' ei l'ebbe , e sperdè i ribelli , la città la, dove temea che Federigo di leggieri non
fe' spianare , arare il suolo , seminarvi sale , l'opprimesse . Ma ammonimento alcuno non
con dimostrazione vana ed atroce 4. Nè esultò valse al principe , vago di militar gloria , nè
manco alle stragi del capo d'Orlando, prin- a Carlo , debol co' figliuoli , o impaziente di
cipio , com'ei diceva , al racquisto di Terra- uscir da' travagli della guerra.
santa ; e in ver pareagli al soggiogamento del- Apprestansi in Napoli quaranta galee, due

1 Niccolò Speciale, lib. 5 , cap. 8 e 9. Nè mercatante in terra di Soldano :


2 Et que (servitia ) ad presens sub continuis la- Dante, Inf. c. 27.
boribus in convertendis ad fidem predictam aliis Gio. Villani, lib . 8, cap. 23.
civitatibus et locis insule Sicilie prestat, etc. si legge Breve di Bonifazio , dato il 13 giugno anno 5,
nel documento num. xxxi in fin di questo volume . da Anagni , in Raynald, Ann . Eccl . 1299, $ 6.
3 Anonymi Chron . Sic. cap. 64... non tamen quod Ferreto Vicentino, in Muratori R. I. S. tom. 9 ,
aliquod ipsorum captum fuerit a dictis hostibus pag. 970.
ex prelio sive pugna. 5 Raynald, Ann . Eccl . 1299 § 4 ; e 1301 , § 1 e 2.
4 . 6 Francesco Pipino , lib. 4, cap. 41 e 47, in Ma-
Avendo guerra presso a Laterano, ratori, R. I. S. tom. 9.
E non con Saracin, nè con Giudei, 7 Niccolò Speciale , lib. 5 , cap. 9.
Che ciascun suo nimico era Cristiano , Raynald, Ann. Eccl. 1299 , § 4.
E nessuno era stato a vincer Acri, 8 Raynald, Ann . Eccl. 1299, § 4.
246 CAPITOLO XVII. (1999 )

migliaia , tra di cavalli e pedoni , con quanti Blasco or vuole che la Sicilia tutta , volta a
rimaneano in terraferma più rinomati nobili risguardare a te solo , te vegga come codardo
nazionali e francesi ; capitanando l'oste il prin- schivar la battaglia ! Blasco fida nel suo brac-
cipe Filippo , l'armata Pier Salvacossa vice cio , e ogni altro insulta ; Blasco anela ingo-
ammiraglio in sull' entrar di novembre fan iar ei solo la gloria ; ma non sa misurarsi ,
vela per Trapani , a infestar le regioni occi- per Dio ! Con tutte le forze si combatta , ove
dentali dell'isola , grasse e fin qui illese ' , sta tutta la fortuna . Ristorerassi la nostra,
dalle quali Federigo traea il nerbo delle sue se Iddio ne darà questa vittoria ; se no, o per-
forze. Donde, com' e' seppe sbarcati i nimici dendo con onore, o con infamia standoti , non
a capo Lilibeo , depredanti il paese, accinti ti aspettar che rovina ». Disse , e non cu-
a strigner Trapani per mare e per terra , fie- randosene altrimenti, nel suo silenzio tornò .
ramente turbato, consultavane co' suoi capi- Ma Federigo colse questo lampo ; considerò
tani che fare ? Blasco Alagona, per amore alla che a star dubbioso un istante perdea tutta
persona del re, o invidiosa cupidigia di gloria , la Sicilia, osteggiata da due bande , oppressa ,
voleva andar egli solo ; dipingeva i pericoli : sedotta ; e vergogna l'accese , e necessità di
Roberto alle spalle , vicino e forte ; Filippo lavare a rischio della sua vita la fuga del ca-
con la flotta, da potervi rimontare a sua po- po d'Orlando. Lasciato dunque al presidio in
sta, e differir tanto la battaglia , che giugnes- Castrogiovanni Guglielmo Calcerando , già grave
se il fratello , e cogliesserli in mezzo non d'età , ei con una mano di cittadini di Castro-
lasci il re questa inespugnabile Castrogiovan- giovanni , e quante milizie feudali si trovar
ni , dia a lui qualche schiera, per accostarsi pronte, marcia alla volta di Trapani. Di Pa-
al nemico novello, tirarlo a giornata con mo- lermo , delle vicine terre, popolarmente anco
stra di poche forze ; e giurava che o presen- armaronsi , e corsero all'esercito : non cura-
terebbegli le bandiere angioine , o rimarrebbe rou verno, non aspettarono nuovo comando ,
sul campo. A questo parlare niun disse con- antivennero i nostri , con quella ch'era se-
tro . Sedea su i gradi del soglio , a piè di Fe- condo i tempi celerità , il pericolo che soprag-
derigo , un Sancio Scada , nè bel dicitore , nè giugnesse Roberto. In breve tempo furo ad-
tenuto savio ; ondechè non atteso da niuno dosso al nemico, che da Trapani , non valendo
rincantucciato stavasi ad ascoltare e guardar a espugnarla, si tornava a Marsala . Era lungi
gli altri, quando il re, fattosi a interrogar per la flotta ; non restava schermo alla battaglia :
ordine i consiglieri, sbadato , a lui primo si l'una e l'altr' oste apparecchiovvisi . Nella
volse. E costui , scotendo il capo , maninconoso nostra avvenne , o almen poi si contò , che uu
e veemente prorompe : « Stolto partito è que- Lopis di Yahim, ariolo, fattosi innanzi al re,
sto , o re, che senza la tua persona si muova vaticinavagli : « Vincerai , Federigo ; io solo ,
contro Filippo . Qual de' tuoi padri , dimmi , con cinque cavalieri morrò.- Perchè dunque
avrebbe unque domato genti e reami, se tra non fuggi ? risposegli il re ; noi nel nome santo
il più folto de' nemici, se alla testa de ' suoi di Dio pugneremo . - E quegli Così è fisso
cavalieri, non combatteva egli primo ? Nel mio nelle sorti , ch'io muoia e che tu vinca ! » Ma
petto io sento , ch' innanzi a te grandi cose nel narrare il successo della battaglia , scorda
ardirei , e te lontano il braccio cadrebbe. E Speciale poi queste fole.

Così lo Speciale, che mi sembra più degno di gato da' suoi, per cupidità di gloria e di preda, si
fede che Ramondo Montaner. Costui scrive , a ca- deliberava ad assaltar Trapani .
pitolo 192, che il principe di Taranto era mandato 2 Ho a un di presso voltato in italiano lo Spe-
dal padre per porre in terra a capo d'Orlando , e ciale, il quale forse presta le sue parole al buon
andar a trovare Roberto in Catania ; ma che sti- Sancio, ma certo riferisce fedelmente il consiglio .
(1299 ) CAPITOLO XVII . 247

Ne'vasti piani della Falconaria , ad otto miglia lumò di scintille il terreno , scrive Monta-
da Trapani , dieci da Marsala , due o tre dalla ner, con maraviglia e terror del nemico ; e
marina, l'oste siciliana trovò i nemici , il dì si venne alle mani.
primo dicembre milledugentonovantanove. Era Alla carica del principe , balenava un istante
più forte di fanti , animosi , senza disciplina ; la gen'e di Blasco ; scrollata di qua , di là, com-
i nemici vantaggiavanla di cavalli ; con lei batteasi la bandiera ; ma rattestaronsi in un
poca gente catalana ; grosso nerbo di pro- attimo que' provati di tante battaglie , nè cedea-
venzali aggiugneasi ai napolitani della città no un passo . Filippo allor vedendo la schiera
e del regno, sei o sette centinaia di cavalli, nostra di mezzo rimasa alquanto indietro , cre-
e forse dieci di pedoni ; de ' nostri ignorasi dendol timore, pensò sperder quelle frotte di
il numero. Ordinaronsi gli uni e gli altri in fanti ; spronò sconsigliatamente ad essi , la-
tre schiere Filippo a destra , alla mezzana sciandosi interi a destra gli almugaveri con
il maresciallo Brolio de' Bonsi , alla manca Blasco , che freddo e fermo sopra lui ripie-
Ruggier Sanseverino conte di Marsico ; e Fe- gossi . Intanto un cortigiano , di cui Speciale
derigo, a' consigli di Blasco , oppose Blasco per generoso sdegno tace il nome , supponendo
stesso al principe con pochi cavalli e un abbattuto Blasco , gridava al re , fuggiamo ;
forte di almugaveri , stette ei medesimo nella e forse tutto perdeasi ; ma Federigo : « Fuggi
schiera di mezzo col grosso de ' fanti , asse- tu, traditore, gli disse ; la mia vita io qui dar
gnò la destra a' cavalli di Giovanni Chiara- debbo per la Sicilia. » E fa spiegar la sua ban-
monte, Vinciguerra Palizzi , Matteo di Termi- diera ; e con un pugno di cavalieri , quanti
ni, Berardo di Queralto , Farinata degli Uber- n' avea in quella schiera, sprona egli il primo
ti, co' fanti di Castrogiovanni . Quest' ala pri- contro la cavalleria del principe.
ma entrò in battaglia , lentamente movendo Qui fece egregie prove ; pugnandosi da cor-
contro Sanseverino . A tal vista , il principe po a corpo tramescolate le due schiere ; ri-
dall'altro corno, spicca i balestrieri proven- scaldati i guerrieri dalla presenza, questi del
zali a cavallo a ferir gli almugaveri ; ei , stret- re, quelli del principe . Lampeggiava in alto
to a schiera con gli uomini d'arme , spingesi la spada , di Filippo ; Federigo or di mazza
a quella volta contro la bandiera di Blasco , or di spada , più uomini di sua mano uccise ;
che parea la più segnalata , non mostrandosi ferito lievemente ei stesso in volto , e alla
per anco le aquile di Federigo , inteso die- man destra. Ma in questo si sentirono i colpi
tro le file ad armar novelli cavalieri nel me- di Blasco, che pria caricò con gli uomini di
morabil dì, quando Blasco per affannosi mes- arme la cavalleria del principe , poi risoluto
saggi l'affrettò a montare a cavallo . Gli al- tornò agli almugaveri suoi , e : « Uccidete , gri-
mugaveri, fermi lasciano avvicinare il nemico. dò , i cavalli a' nemici. » Quelli con mezze
Com'entra a gittata di mano 9 a lor usanza lance, leggieri, a pie' , saltano nel conflitto. Un
gridano : «
< Aguzzate i ferri » , e dan co' giavel- d'essi, s'è da credere al Montaner, col gia-
lotti a striscio su per le selci, che tutto al- vellotto passava fuor fuora un cavaliere co-

Questo numero di fanti è riferito da Angelo presso, che i nemici aveano 600 cavalli ; onde Mon-
di Costanzo , scrittore del secolo xvI. L'ho notato taner esagera oltre ogni coscienza. Costui, toccando
perchè può darsi ch' egli il ritraesse da qualche di- gli ordini della battaglia, dice messi da Federigo
ploma, non pervenuto ai nostri tempi . Speciale dice alla vanguardia Calcerando, Moncada e Blasco , i
700 cavalli . Il Montaner, cap. 192 , fa montare la fanti alla dritta, e i cavalli alla mancina ; il che
forza de' nemici a 1200 cavalli , e de' nostri a 600 mal s'accorda con la descrizione di Speciale , più
cavalli e 3000 fanti. Non gli presto fede, leggendo particolareggiata e più degna di fede.
chiaramente nel diploma di Federigo , citato ap-
248 CAPITOLO XVII. (1299)

pertosi collo scudo ; un altro, per nome Por- gli squadroni della dritta : onde Blasco pur
cello , d'un fendente di squarcina tagliava netto pensò a Corradino , sconfitto a Tagliacozzo
la gamba armata d'un francese, e aprì anco mentre tenea la vittoria , e tutta l'oste sici-
la pancia al cavallo . Fecero strage degli ani- liana contro la novella schiera avventossi . Fe-
mali si rabidamente, che molti anco n'ucci- derigo, saputo il pericolo di Filippo , corre a
sero a' cavalieri di Federigo . Sdrucita dalle lui ; lo strappa a' due almugaveri, e fattegli tor
schiere del re in faccia , a destra dagli al- le armi , il dà in guardia a' suoi ' .
mugaveri, la cavalleria di Filippo andò in vol- Così fu vinta la giornata della Falconaria .
ta. L'ala sinistra , non ostante la virtù del Il conte di Sanseverino s'arrendè , poichè vide
conte Ruggier Sanseverino , con poco avvan- non potersi rattestare i fuggenti. Bartolomeo
taggio s'era affrontata col fior della siciliana e Sergio Siginolfo , Ugone Vizzi , Guglielmo
nobiltà. La schiera di mezzo , forte di dugento Amendolia e altri nobili , caddero al pari in
cavalli napolitani , per l'error di Filippo, poco poter de' nostri. Vano romore fu poi quello dei
o punto mescolossi nella battaglia ; ma il ma- dugento cavalli ; i quali, scrive Speciale, come
resciallo Brolio che la comandava , trovato fu avvezzi a dilettoso vivere, non aspettando le
nel campo , tra i cadaveri de' suoi francesi , ferite, volsersi in fuga ; e un istorico men caldo
trapassato da cento ferite. direbbe, che dopo la sconfitta, anzichè porre
Filippo combattendo s' avvenne in un Marti- giù le armi e dar le vite senza pro , vollero
no Perez de Ros , fiero e forzuto , che 'l percos- da savi ritrarsi alla flotta , serbandosi a mi-
se di mazza ; e'l principe gli die' due punte glior uopo ; ma loro il tolse l'oste vincitrice
tra le squame dell' usbergo ; ei col suo ferro che inseguilli , e circondò , e soperchio . In
tentando invano al nemico tutta l'armatura , questa caccia un memorevol fatto mostrò vi-
il ficcò alfine nella visiera con leggiera fe- vamente a quali spiriti fosser saliti i sici-
rita : vennero alle prese , e aggavignati stra- ciliani. Giletto , un soldato de' nostri, adoc-
mazzarono entrambi giù da' cavalli. Già Mar- chiava tra' fuggenti Pier Salvacossa, il disertor
tino lottando soverchia l'ignoto guerriero ; dalle siciliane bandiere, il raggiugne , il gher-
già alza il pugnale a spacciarlo , quando que- misce ; alza il ferro . Gli offrì Salvacossa mille
sti : « Beata Vergine ! sclamava , son Filip- once d'oro in riscatto . Ma il soldato : « Gran
po d'Angiò » e l'altro soprattenne il colpo , fatica, rispose , è a contarle. Serba la moneta
ma non lasciava il principe , e a gran voce ai tuoi figli ; e tu, traditore , tu muori ; » e lo
chiamava Blasco, ingaggiato lì presso a finir scannò . Delle sbaragliate genti , rari salva-
lo sbaraglio della schiera nemica . Senza la- ronsi sulla flotta , stata spettatrice , e acco-
sciarla, bollente e infellonito, comanda Blasco statasi nelle tenebre della notte a raccor quan-
a due almugaveri : « Segategli la gola ; paghi ti potesse ; e indi partita per Napoli a ri-
l'assassinio di Corradino ; » e periva il prin- portar l'atroce novella . Federigo fe' cibar le
cipe d'ignobil morte, se in questo non si le- genti sul campo di battaglia ; lasciò ad ogni
vava un romore tra i nostri : « Il nimico , il combattente quantunque avesse preso di bot-
nimico ! » scoprendo i dugento cavalli napolita- tino o prigioni, serbando per sè i soli primari
ni del centro, allorchè si dileguarono in rotta baroni ; e al principe di Taranto con molta

Il Montaner porta abbattuta da Federigo la evidente , che Speciale non avrebbe defraudato il
bandiera di Filippo , e indi i due giovani principi suo re di questa gloria di abbattere il principe di
strettisi a combatter tra loro ; e dall' aragonese morto Taranto ; e che perciò il racconto del Montaner si
il cavallo all' angioino ; onde Martino Peris D'Aros dee noverar tra le disorbitanti sue favole ad esal-
s'era avventato a costui per spacciarlo, se non che tazione de' reali d'Aragona.
Federigo il trattenne ad onta di Blasco Alagona. È
CAPITOLO XVII. 249
(1299-300)
cura fe' medicar le ferite , imbandir mensa i capitani con Roberto stesso e 'l cardinal
render ogni onore che s'addicesse a tal pri- Gherardo , tutti esultavano , fuorchè Ruggier
gione. A sera entrava in Trapani ; spacciava Loria , il quale comprese che Federigo di leg-
corrieri a spron battuto per tutta l'isola : gieri potrebbe opprimere il principe ; ond' ei
ne resta la lettera scritta a' cittadini di Pa- consiglio di marciare in fretta su i passi del-
lermo, significando quella vittoria , ed esortan- l'oste siciliana, metterla in mezzo se si po-
doli a montare su lor galee , e , accozzati con tesse ; e a ciò partironsi da Catania in due
le genovesi di Egidio Doria, salpare contro la punte , l'una dritto per lo mezzo dell'isola ,
sprovveduta flotta nemica . Poscia egli stesso l'altra pel sentiero piano delle marine di mez-
vien co' prigioni e l'oste, come a trionfo, in zogiorno. Fallito il colpo , non videro altro
Palermo . In merito de' servigi di questi cit- riparo che chieder di terraferma novelli aiuti
tadini, chiama ad osservanza e riconferma i di genti e vittuaglie, perchè si potesse ripi-
privilegi di Federigo imperatore , Corrado e gliar la guerra in primavera. Ruggier Loria
Manfredi sopra le franchige all' entrata of dunque in un legno sottile, con la solita au-
uscita delle derrate, i favori ai commerci , e dacia, solo passò lo stretto del Faro , per ap-
altri di minore importanza 2 e segul , girando parecchiare ogni cosa a Napoli . Ammoni pri-
per tutti i luoghi in val di Mazzara , a mo- ma il principe , che per niuno allettamento di
strarsi vittorioso , e spronar gli animi a nuovi occasione non si avventurasse giammai a com-
sforzi per la patria. La più parte de' prigioni battere il nemico , astuto e audace 4.
assegnò nelle carceri del real palagio di Paler- Ciò non di meno , entrato il milletrecento ,
mo; il conte Sanseverino nel castel di Monte san di carnevale , non seppe guardarsi Roberto
Giuliano ; altri in altri luoghi ; e il principe Fi- dalla cupidigia d' acquistar senza fatica il ca-
lippo in quella medesima rocca di Cefalù , ove stel di Gagliano . Eravi prigione Carlo More-
stette chiuso quindici anni innanti suo padre 3. letto, nobil francese, preso alla Falconaria :
Così la battaglia della Falconaria , la più teneva il castello un catalano della corte di
grossa che si combattesse a campo aperto in Federigo , Montaner di Sosa per nome . Costui
tutta la guerra del vespro , rese a Federigo cominciò ad usar col prigione più umana-
la riputazione, ch'è a dir anco la forza, per- mente che in quel tempo non soleasi . Poi un
duta cinque mesi prima al capo d'Orlando . di, ragionando insieme, il portò ov'ei volle :
Il duca Roberto , saputala a mezzo cammino , parlava tra' denti , come temendo non altri
mentre marciava a grandi giornate alle spalle l'udisse ; e , chiesto al prigione se manter-
di Federigo, incontanente si tornò in Catania. rebbegli il segreto, gli disse pianamente , ri-
Erane uscito agli avvisi dell'impresa del prin- mordergli la coscienza di tanto disubbidir la
cipe di Taranto ; quando , ristretti a consiglio santa Chiesa di Roma , di combattere per causa

Niccolò Speciale, lib. 5 , cap. 10 . Il Testa, op. cit. pag. 98 , dice anche accordate
Anonymi Chron Sic. cap. 56 e 57 , ov'è tra- da Federigo larghissime franchige a Marsala, per-
scritta la epistola di Federigo a' palermitani. chè que' cittadini aveano egregiamente meritato
Gio. Villani, lib. 8, cap. 34. nella battaglia della Falconarìa , capitanati da Gio-
Montaner, cap. 192. vanni di Ferro . Ma ei non cita questo privilegio ,
Tolomeo da Lucca, Annali , in Muratori . R. I. S. nè a me è venuto fatto di trovarlo, o vederne cenno
tom. 11 , pag. 1304, che con picciolo anacronismo negli scrittori contemporanei.
porta questa battaglia nel 1300. 3 Niccolò Speciale, Anonymi Chron. Sic. e Mon-
2 Questo privilegio, dato in Palermo il 20 dicem- taner, luoghi citati .
bre 1299, è pubblicato dal de Vio , privilegì di Pa- 4 Niccolò Speciale, lib. 3 , cap. 11 .
lermo , pag. 24.
32
250 CAPITOLO XVII. (1300)

iniqua ; volentieri ne uscirebbe, a rischio anco sarebbe il capitano , talchè , se l'intero eser-
della vita, e con tal servigio da far ammenda cito siciliano stesse pure all' agguato , sen ri-
d'ogni peccato. E il francese : « Or sì lo spi- derebbero . Gualtiero conte di Brienne e di
rito del Signore è con te ; or ti ha reso il lume Lecce, il conte di Valmonte, Goffredo di Mili ,
degli occhi . Ma di' , per Dio , quale ammenda Jacopo de Brusson , Giovanni di Joinville, Oli-
faresti ? » I catalano promettea schiudere a viero Berlinçon, Roberto Cornier, Giovan Trul-
Roberto l'inespugnabil castello. Quei gliel cre- lard, Gualtiero de Noe , Tommaso di Proci-
dè ; e pien d'allegrezza scrissene al duca ' . da 3 , con lor uomini d'arme, al nuovo dì si
Eran testè venuti in Catania , sotto la con- presentano a castello Ursino, a prendere Ro-
dotta del conte di Brienne e di due altri ba- berto. L'aveva ei taciuto alla sposa ; e per
roni , trecento cavalier francesi , stretti tra sua ventura , non era ancor surto di letto ,
loro con giuramento ad affrontarsi con Blasco quando il fecer chiamare i guerrieri ; ondechè
Alagona e Guglielmo Calcerando , per abbatterli Iolanda, sospicando ciò ch'era , tanto ne do-
o lasciarci la vita , e chiamatisi da ciò i ca- mandò amorevolmente a Roberto che seppe
valier della Morte . Pare che il proponimento ogni cosa ; tanto pregò , e disse ingloriosa e
di costoro, facesse prender ne' consigli di Ro- temeraria la fazione, che le sue parole vin-
sero , e più ch quel
berto questa impresa di Gagliano . Messone e le l'amore . Indi surro-
il partito , si divisero tra loro i consiglieri ; gato a condur l'impresa il conte di Brienne ,
e chi ammonia non si fidassero per niente a' costui con tutti que ' valorosi e i trecento ca-
catalani, inveterati nimici al nome francese ; valli , s' avviava a Gagliano . Il nipote di Mon-
chi , cal medesim' astio , replicava non esser co- taner li guidava .
sa di che i catalani non fossero pronti a far bot- Ma d'ogni passo del doppio tradimento il
tega. Il cardinal Gherardo, all' incontro , tor- castellano avea ragguagliato Blasco Alagona,
nava a mente i detti di Ruggier Loria ; rispon- il quale tenea spiatori in que' contorni , e sa-
dean gli altri, le guerre non reggersi a preti ; pendo in via i nemici , con Guglielmo Calce-
diceano il cardinale caparbio , l'ammiraglio rando e le siciliane genti , s'imboscò presso
invidioso ; e alfine, non vincendosi alcun par- Gagliano. Temerart , per cupidigia e conscio
tito , si temporeggiò : venisse a Catania il ca- valore, andavano i francesi. Forniti due terzi
stellano medesimo , a ratificar la promessa , da della via , a Tommaso di Procida corse alla
non credersi a lettere d'un prigione. Ma ti- mente un sospetto ; e spronando verso il conte,
rossene Montaner, con onesto colore di non il pregava non si mettesser così nelle tenebre
poter in tempo di guerra partirsi egli dalla della notte per greppi e gole ignote ; pensas-
fortezza ; e mandò in vece un nipote suo , ser ch'erano in terra di nemici ; ei cavalche-
ammaestrato e ingannevole. Costui , tal patteg- rebbe innanzi ad esplorare i luoghi, ch' avea
giò con Roberto , da non lasciar ombra di so- tante fiate battuti in cacce, com'ei fu un tem-
spetto. Indi nella guerriera nobiltà un'altra po signor di Gagliano. E il conte gli die' del
gara accendeasi , chi farebbe l'impresa ? e codardo. « Con cotesti allato , dicea, tutta la
ad ottenerla ognun brigava, e facea ressa a Sicilia unita non temo » . Pervenuti tra sì fat-
ricordare suoi meriti ; onde Roberto , per to- te parole presso all ' agguato , la guida li fe'
glier discordia, volle che venisser tutti, ed ei sostare ; disse andrebbe ei solo al castello ,

Niccolò Speciale, lib. 5, cap. 12. vede dai diplomi citati nel cap. xv, nota 2 , alla
Montaner, cap. 191. pag. 217, e da un altro del 21 ottobre, 14ª Indiz.
3 Tommaso di Procida, seguendo la diffalta di (1300) per la restituzione di altri stabili in Saler-
Giovanni suo padre, passò a parte angioina ; ove fu no. Nel r. Archivio di Napoli , reg . seg. 1299 ,
molto accarezzato , e resegli i beni paterni, come si 1300, C, fog. 101 a t.
CAPITOLO XVII. 251
(1300)
per cansar che il presidio , accorgendosi d'in- zati la più parte a' cavalli, perchè mal po-
ganno, non trucidasse Montaner e rovinasse tean passare i cavalieri, tutti vestiti di ferro ;
ogni cosa. La schiera indi fermossi il tra- ma uguale era il danno , quando gli animali o
ditore andò a trovar Blasco all'agguato. uccisi cadeano , o feriti dando a sprangar calci,
Blasco avea al chiaror della luna veduto gittavan l'uomo , e incontanente saltavangli
luccicare le armi , sventolar le insegne ; avea addosso gli almugaveri e spacciavanlo . Pur
disposto i suoi ; ma il generoso animo non que' forti abbattono la bandiera di Calceran-
soffri d'assaltare alla sprovveduta , notte tem- do ; e i nostri, rattestatisi sotto quella di Bla-
po, da masnadiere . Fa dar fiato a' corni ; fa sco, percosserli con un impeto estremo. Di-
gridar presso all'ordinanza nemica : << Blasco radavasi il fitto nodo ; cominciava lo sbaraglio
Alagona . » A tal nunzio , nacque uno scom- e la strage ; restava il solo conte di Brienne,
piglio ne' traditi . I siciliani , ch' eran con essi con pochissimi intorno , salito sopra un gran
e aspettavansi assai peggior fato , diersi alla sasso , difendendosi come lione , e a niun patto
fuga. Tommaso di Procida , tornando al conte, non volle render la spada ad uom plebeo.
scongiuravalo che 'l seguisse almen ora ; si Chiamato Blasco , a lui la diede. Ma il suo
ritirerebbero alquanto ; ei li condurrebbe in- alfiere , che pien di ferite e di sangue , tenendo
nanzi di allo aperto, sì ratto da non poterli sempre in pugno la bandiera , cercava il si-
seguir tutti i nostri fanti , onde con avvan- gnore per rendergliela pria di spirar l'ultimo
taggio avrebber da fare contro i soli cavalli . fiato , visto prigione il conte , gittò in aria l'in-
« No, disse il conte, non volgeran le spalle segna alto sulla testa d' esso, e , sguainando la
i cavalieri di Francia . Ch' è infine la mor- spada, si cacciò tra le punte de' nostri e cadde.
te ? ». E Goffredo Mili : « Se tutti fuggan, ri- Tal fu la fine della più parte ; pochi andaron
pigliava, io sol rimango . Chi scordar può la prigioni col conte ; niuno scampò .
esecranda giornata di Catanzaro , ove l'udito El castellano , com ' oscena belva , uscì a
m'ingannò , e n'ebbi vitupero d'avanzo per veder la carnificina de' suoi traditi, a branci-
me e tutto il mio sangue ! Ormai ho vivuto care i cadaveri ; scelse que' de' più nobili , e
abbastanza » . Con questa franchezza d'animo li cuocea , dice Speciale , a modo pagano , per
s' apparecchiavano al disperato conflitto. Strin- mercatarne co' pietosi congiunti . Moreletto ,
sersi a schiera, ov'era un po ' di pian rileva- in catene, da una finestra vide la battaglia ;
to ; e Blasco lasciolli stare infino all' alba . e per disperato dolore d'aver chiamato a morte
Con sottil arte egli avea ordinato in bat- i suoi francesi , die' col capo alla parete della
taglia i suoi fanti, in due file , poste a forbice, prigione, ricusò cibo e bevanda , e in pochi
da chiudere in mezzo il nemico ; con l'av- giorni per miseramente. Mentr'ei di questo
vantaggio als del terreno, che non potessero volontario supplizio si consumava , percossi
caricare i cavalli ; e anco della luce , che i na- di spavento stavano i guerrieri e i partigiani
scenti raggi del sole ferissero i suoi alle spalle , dello straniero ; tutto il rimagnente dell'isola
in viso il nemico. Appena raggiornato , questi , tripudiava senza modo della seconda vittoria ,
per suprema temerità , non aspettando l' af- che tanto scemò le forze di Roberto. Donde,
fronto, scese dalla collinetta a ingaggiarsi : e seguita lo Speciale , i siciliani rialzaron le cre-
pria di giugnere alle file de' nostri , fu lace- ste a loro usanza, e scordate le vicende della
rato con un nembo di sassi e giavellotti , driz- fortuna, tornarono a superbire ¹ .

Niccolò Speciale, lib. 5 , cap . 12. samente questa fazion di Gagliano. Il primo erro-
Anonymi Chr . Sic. cap. 68. re è , che la pone innanzi alla battaglia della Fal-
Ramondo Montaner, cap. 191 , narra assai diver- conaria, Il secondo , che tace del tutto il tradi-
CAPITOLO XVIII.

Forze di Federigo e de' nimici, e pratiche di Bonifazio. Trattato di Carlo II con Genova. Pratiche di lui in Sicilia. Armanenti
navali ; battaglia di Ponza ; trattamento de' prigioni siciliani , e morte di Palmiero Abbate. Continua con poco frutto la guerra.
Naufragio della flotta di Roberto. Congiura contro la vita di Federigo. Blocco di Messina ; orribil carestia, e virtù del re. Tregua.
Dalla primavera del 1300 a quella del 1302.

Nondimeno queste due vittorie poco frut- guardarsi dassè , più che a rinforzar l'oste re-
tarono a Federigo, come nè la sconfitta del gia ; e assai lenti sviluppavansi tutti i casi
capo d'Orlando l' avea spogliato al tutto delle della guerra ondechè , se ne togli alcun su-
Calabrie. E fu per cagione della difficultosa bito sforzo , d'altronde nè universale nè du-
espuguazion delle terre, secondo l'arte militare revole , picciola parte delle posse dello stato
d'allora ; e assai più peʼvizî dell' ordinamento restava a maneggiarsi dal principe .
feudale, a' quali , per ben comprendere questi E così parrà men temeraria quella ostina-
avvenimenti , dobbiamo spesso tornar col pen- zione di Federigo a ricombatter sul mare ,
siero, noi che in questo secolo , in vizi contrari con disparità di numero , e Loria a fronte ;
viviamo. A un assalto nemico, lo stato mal ma quivi almen potea adoprare unite e ristrette
connesso tutto si sgomenava ; si spicciolavan tutte le forze , e scansava lo scompiglio al di
le armi per ogni terra , pensando ciascuno a dentro . Che se allo sbarco del principe di Ta-

mento del castellano , e dice andati i cavalieri della guenti documenti : Diploma del 15 aprile, 13ª In-
morte a Gagliano per combatter Blasco e Calce- diz. ( 1300) . Per la tutela de' figliuoli di alcuni ca-
rando , che sapeano trovarsi in quel castello . Ei valieri, nuper mortui in Sicilia, guerreggiando con-
dà a' nostri dugento cavalli e trecento pedoni ; ai tro i nimici. Tratta di Simone Agrilleri, Goffredo
nemici in tutto cinquecento cavalli e assai fante- de Mili , Adamo de Siliac e Goffredo di Joinville.
ria. Quanto ai movimenti e ai casi della battaglia, Nel r . Archivio di Napoli reg. seg. 1299-1300, C ,
si allontana assai meno dallo Speciale , anzi , in al- fog. 143.
cuni punti, s' accorda del tutto con esso. Io ho cre- Diploma del 22 aprile 13ª Indiz. Per la cura dei
duto seguir piuttosto Speciale che Montaner, per- beni feudali di Giovanni di Joinville, militis captivi
chè il primo è istorico più grave e nazionale , il apud hostes. Ibid . fog. 238.
secondo infedelissimo in questo periodo . Si potrebbe Diploma del 22 giugno , 13a Indiz . Commessa a
dubitare che il castellan di Gagliano fosse il me- Filippo di Tuzziaco l'amministrazione de' beni del
desimo istorico Montaner ma io penso che no ; suo parente conte di Brienne e di Lecce, prigione
1° pel nome diverso, appellandosi il castellano Mon- de' nemici in Sicilia. Ibid . fog. 93 a t.
taner de Sosa , e l'istorico solamente Montaner ; Diploma del 7 luglio 13ª Indiz. 1300. Salvocon-
2° pel detto anacronismo rispetto alla battaglia della dotto alla contessa di Corigliano , per andar a vi-
Falconaria, nel quale il castellano non sarebbe ca- sitare il marito, prigione in Sicilia. Ibid . fog. 161 .
duto di certo ; 3° infine per quel nobile e caval- Un altro diploma della stessa data contiene dei
leresco carattere dell' istorico Montaner , incapace di provvedimenti pe' vassalli del conte di Brienne e
un inganno di guerra, che può ben dirsi tradimento di Lecce, prigione de' nemici . Ibid . fog . 162.
nerissimo. Diploma del 20 luglio 13ª Indiz. per l'ammini-
Degli uomini di paraggio uccisi o caduti in po- strazione de' beni de' militi, baroni e altri feuda-
ter di Federigo in questi due combattimenti della tari, che, combattendo pel re in Sicilia, caddero in
Falconaria e di Gagliano, ci fan fede anco i se- man del nemico . Ibid . fog. 279 a t.
CAPITOLO XVIII. 253
(1300)
ranto, s'infiammaron tanto gli uomini di val dalle or dette province, di Catalogna, d'Ara-
di Mazzara, che popolarmente seguiano il re gona , di Francia ; comando d'un papa ; vee-
a rituffar in mare il nemico , e guadagnavan menza e grand' ingegno di Bonifazio , ch'era
la battaglia della Falconaria , tornaronsi a' con- principe dell'impresa . Intende costui all ' en-
sueti esercizi delle industrie, quando non vi- trar del trecento, come re Carlo , per pietà del
dero altra occasione a far oste , che in tediose figliuol prigione , o tedio e spossamento , ab-
e aspre espugnazioni . Indi gli stanziali resta- bia dato ascolto ad oratori di Federigo ; e pro-
van soli in arme quando si pugnò a Gagliano . rompe a scrivergli atroci rampogne : cono-
Eran gente mescolata , spagnuoli , siciliani , scerlo già da lunghi anni , per la vil tregua di
e pochi altri italiani di parte ghibellina ; leg- Gaeta , la disennata pace con Giacomo nel
gendosi tra' condottieri un Farinata degli Uber- novantacinque, la stolta fazione del principe
ti , e che molti Colonnesi, nello sterminio di Taranto ; e così dalla sua pochezza tor-
di lor casa, rifuggironsi a Federigo ' . Maggior nasse danno a lui solo, non alla romana Chiesa
aiuto gli davan di Genova i Doria , gli Spi- e a cristianità tutta ! Saviezza in vero , rive-
nola , i Volta, e lor consorti, padroneggianti renza al sommo pontefice, e gratitudine egli
i consigli della repubblica , e armanti navi era, a trattar di soppiatto pace con Federigo !
agli stipendi di Sicilia 3. Donde avea Federigo Perciò , ad uomo si incapace , ingiungea non
forti, ma poche schiere , alimentate da scarsi osasse continuar la pratica , senza comanda-
danari ; per trovarsi la nazione esausta da di- mento scritto di lui se disubbidisse , se nti-
ciott' anni di guerre , menomata dall' occupa❤ rebbe il peso di scomuniche e processi ; e il
zione straniera , e ordinata con leggi assai papa, ch'aveaci speso tanta fatica e danari ,
gelose sopra i sussidi alla corona, i quali an- saprebbe allo estremo far pace egli con Fe-
co s'erano assottigliati per le franchige con- derigo, a danno della sola corte di Napoli ,
cedute alle più grosse città ed ai militi, in perchè non si ritarda sse il racquisto di Ter-
merito di segnalati servigi nella guerra 4. Ma rasanta. Queste acerbe lettere scrisse il nove
la ferma volontà de' popoli al mantener libertà gennaio , replicò poco appresso : e ben mostra-
e independenza, suppliva a tutto , e tenea la no chi fosse in quel tempo il sovrano di Na-
bilancia, che incredibil sembra , contro la smi- poli , sc Carlo secondo o Bonifazio 5 .
surata potenza de' nemici. Carlo a lui venne tutto supplichevole, in-
Moneta, quanta bastava a fornirne il reame sieme con l'ammiraglio ; l'uno per discolpar-
di Napoli , la corte di Roma e 'l guelfo in- si , entrambi per chieder soccorsi , da ristorar
teresse dell'Italia di mezzo ; gente , ragunata la fortuna precipitata alla Falconaria . E il

1 V. cap. XVII , pag. 247. delle sue guerre, ma in realtà per accompagnare
quegli armamenti destinati alla Sicilia . Nel r . Ar-
2 Gio. Villani, lib. 8 , cap. 23 .
chivio di Napoli, reg. seg. Carlo п , 1299-1300, C,
3 Raynald, Ann. Eccl. 1300 , § 10 e 11 .
Diploma di Federigo , dato il 1 dicembre 1299 , fog. 195 , a t .
4 Federigo stese anche la mano a prender beni
presso l'Anonymi Chr . Sic . cap. 57 .
Diploma di Carlo 1, dato il dì 8 maggio 13a In- ecclesiastici in sussidio della guerra ; ma assai di-
diz. (1300) . Il re commetteva a Matteo d'Adria e scretamente, per non si concitar contro il clero si-
Landolfo Ayossa, legati suoi a Genova, d'attraver- ciliano , che teneva a lui non ostanti le istigazioni
di Roma. Veggasi il trattato di Caltabellotta nel ca-
sare gli aiuti che preparavansi a Federigo ; arman-
pitolo seguente, e i documenti citati dal di Gregorio,
dosi, com' ei sapea , due galec da Rosso Doria , duc
da' Volta , tre dagli Spinola , due da Francesco Considerazioni sopra la storia di Sicilia , lib. 4 ,
Squarciafico , una da Giacomo di Cisterna, e anche cap. 5 , e annotazione 49 allo stesso capitolo .
dodici dal comune, sotto specie di servir all' uopo 5 Raynald , Ann . Eccl. 1300, § 15 e 16.
254 CAPITOLO XVIII.
(1300 )
papa, che non sapca perdonar questo rove- primo, o confermò con papal decreto la con-
scio, forte rampognò, ma forte insieme aiutò . suetudine antica di festeggiar con istraordi-
Chiama a sè i cavalieri del Tempio e dello narie pratiche di religione il cominciamento
Ospedale di san Giovanni di Gerusalemme , che del nuovo secolo 2. Chiuse allora a' suoi ne-
recassero in aiuto di Carlo tutte lor armi stan- mici politici i tesori d' indulgenza , largheg-
ziate di qua dal mare ; ne richiede anco le giati a tutto il popol di Cristo ; privonne se-
città guelfe d'Italia . Esorta con frequenti let- gnatamente cui desser favore agl' infedeli , o
tere Roberto a incalzar la guerra ; il cardinal
a Federigo , o ricettassero gli usciti Colon-
Gherardo a sopravvegliare e governare ogni nesi 3. E attirò in Roma , in poco spazio di
cosa ; ai siciliani , gittatisi a parte angioina , tempo , da due milioni di stranieri, che veniano
scrivea carezzando e piaggiando . Il breve in- alle perdonanze, e con loro spese arricchian
dirizzato a Gherardo , dato di Laterano il pri- la città e 'l contado , e più la camera apɔ-
mo febbraio , spiega la gran tela che Boni- stolica con le limosine, sì larghe, che nella
fazio ordia per volger mezza l'Europa contro cappella di san Paolo, due chierici senza posa
quest' indomito siciliano scoglio, e chiudesi con tiravano con rastrelli la moneta gittata dai
accennare più altre pratiche , che pareagli pas- fedeli ai piè dell'altare 4 .
sar sotto silenzio , e son indi da giudicarsi Grandi somme ne forni dunque il papa a
men lodevoli assai delle dette dinanzi ' . Ben re Carlo, or in sussidio, or in nome di pre-
egli è vero che il giubbileo , bandito appunto in stito , che tornava allo stesso, per la difficoltà
questo tempo , molto aiutava gli sforzi della di riaversi5 ; e ne dier anco Firenze e Lucca
romana corte contro Sicilia. Bonifazio l'istitul
e altre cittadi , oltre i soliti accatti di Carlo

1 Raynald, Ann. Eccl. 1300, § 12, 13, 14. Tra Diploma dato di Napoli a di 8 maggio 13 In-
le ultime parole del breve son queste : Nonnulla
diz. ( 1300) . È una quetanza de' danari che Barto-
vero alia pro subsidio negotii acies considerationis lomeo de Capua, protonotaio e logoteta , avea ri-
nostrae circumspicit, quae praesentibus non duxi-
cevuto per conto del re dalla corte di Roma , e
mus inserenda. Ibid. § 21 , si vede che Bonifazio
speso ne' bisogni della guerra e del reame. Vi si
scrisse ai catanesi rallegrandosi con loro della ri-
leggon le seguenti somme. Da papa Niccolò v, on-
bellione di Ragusa , di Noto e d' un' altra terra per
ce d'oro 6000. Da papa Bonifazio ad Anagni , in
parte angioina .
2 Raynald , ibid. § 1 a 4, e nota del Mansi su due volte, once 4000, più 2000, più 5700. Dal me-
desimo a Roma, per mezzo di vari mercatanti a
lo stesso luogo. Bolla di Bonifazio, data 22 marzo,
fin di pagare galee e uomini d'arme di Catalogna
ibid. e nella cronica di Francesco Pipino , lib. 4,
in quest'anno 13ª Indiz. once 4000. Infine anche
cap. 41 , in Muratori , R. I. S. tom. 9.
in Roma altre once 10000. Reg. cit. fog. 409 a t.
3 Raynald , Ann. Eccl. 1300 , § 10, che cita una Diploma dato di Anagni a 5 giugno 13, Indiz.
bolla del 1 marzo 1300 a questo effetto .
È cautela per once d'oro 8500, date in prestito a
4 Gio. Villani, lib . 8, cap. 36.
re Carlo da papa Bonifazio . Ibid . fog . 412 a t.
Raynald , Ann . Eccl . 1300 , $ 8. Diploma monco e senza data nel medesimo re-
Cronaca d'Asti, in Muratori, R. I. S. tom. 11,
gistro, fog. 374 a t. Si legge tra vari altri di set-
pag. 191 , 192. L'autore della Cron. d'Asti fu te- tembre 1300. Similmente è cautela di danaro dato
stimone oculare.
a re Carlo dal papa, cogitans quod ad promocionem
Ferreto Vicentino , in Muratori, R. I. S. tom, 9,
et prosecucionem negocii recuperacionis insule no-
pag. 996. stre Sicilie contra Fridericum de Aragonia hostem
5 Oltre le asserzioni di Bonifazio nel breve del
ejusdem Romane Matris Ecclesie atque nostrum
9 gennaio 1300 , citato poco fa, questi sussidi , for- Siculosque rebelles pecuniali subsidio egebamus ,
niti dalla corte di Roma nell' anno trecento , son
etc. e segue con parole di gratitudine grandis-
provati da' seguenti diplomi del r. Arch. di Na-
sima verso il papa , che gli avea dato in presti-
poli, reg. seg. Carlo 11 , 1299-1300 , C. to fiorini 23000 in fiorini d'oro e tornesi grossi
CAPITOLO XVIII. 255
(1300)
da mercatanti stranieri ' , e da' sudditi fin delle spese della guerra , divenute più esorbitanti
città occupate in Sicilia , e oltre le sovven- per cagion de' continui soccorsi di vittuaglie
zioni che impetrava da' suoi fuor da' termini e moneta all' esercito in Sicilia, ov' era care-
soliti ; come fece co' prelati e feudatart di Pro- stia , e ostinato animo de' popoli , da non lasciar
venza, che intendendo la presura del figliuolo, all' occupatore altro terreno, che quello sul
gli si proffersero , ed ei lor chicse danari , quale posava le piante 4.
armature, navi ³ . In tal modo sopperiva alle Molta anco fu la cura a ingrossare l'eser-

d'argento ; e once d'oro 1000 , in once d'oro. Il re ob- Diploma del 18 aprile 13a Indiz . ( 1300) dato di
bligava alla restituzione tutti i suoi regni e beni. Napoli, per imprestiti da mercatanti fiorentini , da
Avea ricevuto una parte di questo danaro per mezzo soddisfarsi su la tratta de' grani. Ibid. fog. 302.
degli Spini di Firenze, mercatanti, o , come oggi si Diploma dato di Napoli 20 maggio 13ª Indiz . La
direbbe, banchieri del papa. compagnia de' Bardi di Firenze avea prestato al re
Diploma dato di Napoli a 18 maggio 13a In- once d'oro 1200, per le spese di mandare in Un-
diz. (1300) . Nobilibus et discretis viris Potestati gheria Carlo suo nipote. Provvedimento di soddis-
Capitaneo Principibus Artium Vexilliferis Justitie farle in parte con once 500, che gli uomini di Ci-
communi et populo civitatis Florentie. Li avea rin- vità restavano a dare , per le once 1000 promesse
graziato re Carlo di fiorin d' oro 3000 , donatigli in al re, s' ei li ritenesse in demanio . Ibid . fog. 244.
quest' anno ; e di 200 cavalli ausiliari, mandatigli 2 Diploma dato di Napoli a 19 giugno 13a In-
il 20 aprile. Or nuove grazie rendea per altri 3000 diz . (1300). Perchè si pagasse sulla tratta delle
fiorini , e pregavali di richieder altri sussidi di da- vittuaglie il rimanente delle once 580, date in pre-
naro, da altre città di quelle regioni . Nel r. Archi- stito a Roberto duca di Calabria da Gualtier de
vio di Napoli, reg. 1299-1300, C, fog. 235. Ala e Marino Riccioli da Catania. R. Archivio di
Diploma dato di Napoli a 12 luglio 13a Indiz. Napoli, reg. 1299-1300, C, fog. 260, a t.
( 1300). Re Carlo elegge Guglielmo Recuperanza da 3 Diploma al siniscalco di Provenza, dato di Na-
Pisa , procuratore a riscuoter, da quantunque per- poli a 11 febbraio 13ª Indiz. ( 1300 ) . R. Archivio di
sone e comuni di Toscana , il danaro promesso o Napoli, reg. 1299-1300 , C. fog. 333.
da promettersi , in sussidio della siciliana guerra. Gli 4 Diploma dato di Napoli a 13 giugno, 13a In
commette in particolare di riscuoter 4000 fiorini dalla diz. (1300) . Promettesi largo nolo e ristorazion dei
città di Lucca , e mandarli per la compagnia dei danni che potessero recare i nemici , a chiunque
Bardi di Firenze. Ibid. fog. 164. portassero in Sicilia con le proprie navi , grano ,
Diploma dato di Napoli a 10 agosto seguente, orzo, vino, panni, ferro, ec. R. Archivio di Napoli,
perchè la compagnia de' Bardi s'abbia questi 4000 reg. 1299-1300, C, fog. 241 a t.
fiorini di Lucca, in isconto de' suoi crediti contro Diploma del 20 giugno, ibid. fog . 269 ; 8 set-
il re. Ibid. fog. 287. tembre 14ª Indiz. ( 1300) , ibid. fog. 176 ; 18 ot-
Diploma dato di Napoli a 19 aprile 13ª Indiz. tobre seguente, ibid. fog. 100 a t. 22 detto , ibi-
(1300). Guglielmo de Recuperanza è eletto, con piena dem fog. 102 ; 28 detto , ibid. fog. 106 a t. detto,
guarentigia, procurator dal re a torre danaro in pre- ibid. fog. 115 , per grani ed altre derrate mandate
stito col favor degli amici e devoti del re in To- a Roberto in Catania.
scana, da comuni , compagnie e privati , pei biso- La corte di Napoli porgeva anche del danaro a
gni dell'impresa che s' apparecchiava contro la Si- Roberto.
cilia. R. Archivio di Napoli, reg. 1299-1330, C, fo- Diploma dato di Napoli a 2 agosto , 13ª Indiz .
glio 144, a t. (1300) per once 7940 in fiorini e carlini d'oro e
Diploma dato di Napoli a 4 maggio 13ª Indiz. d'argento, mandate a Catania per gli stipendi . Ibid .
Arrigo d' Aprano da Napoli, cavaliere, è mandato a fog. 90.
corte di Roma, per accattar, con ordine del papa Diploma dato di Napoli a 15 settembre 14a In-
o senza, 4000 once da alcune compagnie di mer- diz. ( 1300) , per once 2500 da mandarsi subito in
eatanti, obbligando i regni e beni di Carlo , e le Sicilia all' ammiraglio . Ibid. fog. 160.
decime ecclesiastiche a lui concedute da Martino IV,
Niccolò ve Bonifazio. Ibid. fog. 150.
256 CAPITOLO XVIII.
( 1300 )
cito che struggeasi, ora per battaglia, or nei se 3 ; Firenze mandavagli dugento cavalli 4 ;
casi della guerra guerriata , e spesso anco e tra' capitani suoi leggonsi Tommaso di Pro-
vedeansi i mercenari lasciar le bandiere , o cida , il conte di Fiandra, il delfino Viennese,
neghittosi e disobbedienti seguirle a ritroso , Ranieri Grimaldi uscito di Genova 5 , e altri
e voltar faccia al primo scontro ; talchè fu condottier venduti di gente a lor venduta , pe-
necessitato re Carlo a dar illimitata balia stilenza che per molti secoli poi invilì e di-
Ruggier Loria, di punirli nella persona e nei strusse Italia. Nelle Calabrie re Carlo armava
beni . Condottieri inoltre ricercava per ogni contro i nostri acquisti le milizie feudali 6 , e
luogo , con grandi promesse, larghi stipendi : masnade leggiere raccolte a mo' degli almu-
richiese Carlo di Valois e Roberto conte di gaveri, senz' altra legge nè soldo che 'l bot-
Artois ; ebbe gente di Spagna , con l'opera tino 7. Ma que' disciplinati mercenari fea tra-
di Loria, che non solamente scrivea i soldati , ghettare in Sicilia , misurando le speranze
ma obbligavasi al pagamento se il re fallis- dagli stipendi ; e falliangli ancora, come tut-

I tobre 14a Indiz. ( 1300) , ch'è il conto del credito


Diploma dato di Napoli a 2 maggio 13a Indiz .
(1300), nel r. Archivio di Napoli , reg. seg. 1299 di Tommaso di Procida per sè e la sua compagnia.
1300, C, fog. 148. a t.Tratta de' soldati , qui vel bella A lui 5 once al mese, a' suoi uomini d'arme 4 per
nostra contra dictos hostes et rebelles nostros in ciascuno, 15 once per prezzo d' un caval baio per-
actu vel congressu relinquerint vel negligentes in duto in servigio, 7 once per un altro , 13 e 10 once
illis aut inobedientes tibi ( Rogerio de Lauria) for- per riscatto di ciascuno di vari uomini d'arme, ed
tassis extiterint etc. once 8 per uno scudiero , fatti prigioni da' nemici.
2 Diploma dato di Napoli l'8 settembre 1299 , Una parte gli fu pagata in danaro , il rimagnente
12ª Indiz. r. Arch . di Napoli , reg. 1299-1300 , C , fog. in frumento . Ibid. fog. 101 a t.
374. È mandato in Francia da re Carlo a que' due Altro diploma , ibid. fog. 107 , pel conte Filippo
principi del sangue, maestro Lodovico de Verdun, di Fiandra .
rogaturum eos et procuraturum cum illis ex parte Altro del 25 ottobre , 14a Indiz . per Umberto
nostra quod ipsi ad nos in regnum nostrum pre- Delfino , Viennese condottiere di 100 cavalli , ibid.
dictum......... nobis certa guerre nostre prosecu-
fog. 112 , a t.
tione accedant . Altro del 31 ottobre per altri 300 cavalli, ec.
Gli è data autorità di pagare a ciascun di loro 6 Sette diplomi dati di Napoli a 20 maggio 13a
infino a ventimila lire tornesi picciole, per le spese Indiz. a diversi baroni. Perchè si recassero al ser-
del viaggio, togliendole in presto, sotto la ipoteca vigio feudale in Matera, sotto il conte Pietro Ruffo ,
di tutti i beni del re.
capitan generale di guerra in quelle province , sì
3 Diploma dato di Napoli 4 maggio 13a Indiz. che si facesse un ultimo sforzo contro il nemico
(1300) . Ruggier Loria avea arruolato pel soldo, che già prostrato e confuso. Nel r. Archivio di Na-
stabilissero un vescovo e un frate legati di Carlo 11,
poli, reg. 1299-1300 , C, fog . 237 a t. e 238 a t.
60 cavalli in Catalogna, Valenza e altri domini di 7 Diploma dato di Napoli a 13 maggio 13a Indiz.
Giacomo. Obbligò Loria per lo pagamento tutti i È dato a Riccardo di Grimaldo, abitator di Cosenza,
suoi beni in Ispagna. E Carlo dichiaravasi tenuto e a' malandrini della sua compagnia, stati valen-
a ristorare perciò di quantunque spesa lui o i suoi tissimi contro i nimici , di appropriarsi quantunque
eredi. R. Archivio di Napoli, reg. seg. 1299-1300, prendesser su loro , persone e robe, fuorchè le per-
C, fog. 150. sone il cui riscatto passasse le 100 once o potesse
4 Diploma dato di Napoli 18 maggio 13a Indiz. portare al re il racquisto di qualche terra, nel qual
Ibid. fog. 321 . caso si darebbero 100 once alla compagnia. Nel
Diploma del 18 maggio , al comune di Firenze r. Archivio di Napoli , reg. 1299-1300, C, fog. 222
citato di sopra pag. 255 , nota 1 . a t.
5 Diplomi del 23 giugno 13a Indiz . R. Archivio 8 Diplomi dati di Napoli a 9 maggio 1300 , 13a
di Napoli , reg. 1299-1300, C, fog, 368 a t. c 27 Indiz. nel reg. citato 1299-1300, C, fog. 197 a t.
giugno, ibid. fog. 268, pel Grimaldi ; e del 21 ot- Bertrando Vicecomite è eletto capitano con mero
CAPITOLO XVIII. 257
( 1300 )
t'armi venderecce . De' cavalli toscani porta reame, e altre immunità , come paresse allo
l'istoria che fur quattrocento, capitanati da Ra- ammiraglio . Oltre questo allettamento , for-
nieri Buondelmonte, tra loro congiurati con- tissimo ad uomini di mare , per la bellezza
tro quel Blasco Alagona, di tanto rinomo tra de' porti e importanza delle colonie , non fu
i capitani di Federigo. Ruggier Loria con l'ar- avaro di concessioni feudali a' capitani spa-
mata li pose a terra in val Demone ; indi pas- gnuoli più segnalati³ . Il papa ritentava Giacomo
sarono in Catania, ove chiudeasi l'angioino per mezzo del cardinal Gherardo d' illibato
esercito ; e braveggianti ivan per vie e piazze nome, e indi ei medesimo per messaggi 4 ; e
domandando ove trovar potessero Blasco . Ma alfine scrissegli, affettando stil tra amorevole
quando sepper da vicino chi egli era , e quali e severo, con che toccava quella biasimevole
i suoi , scrive Speciale, cessaron l'inchiesta, partita dopo la battaglia del capo d'Orlando ,
come pronti alle parole , non a' fatti ; talchè lo scandalo , i sospetti indi nati : purgasseli
scherniti da' lor consorti e da' nemici , in breve con richiamar sotto pene rigorosissime i suoi
ora si sciolsero ' . sudditi dalle bandiere di Federigo ; vietar che
Al medesimo effetto di far gente per l' eser- altri vi corresse ; e , al contrario , procacciar
cito, e più per la flotta , e per toglier anco armamento di uomini e navi al servigio della
gli aiuti che occulti ne veniano a Federigo , Chiesa . Dettegli Bonifazio , per miglior argo-
ripiglio parte angioina gli sforzi per tirarsi mento , due anni più di decime ecclesiastiche " ;
Giacomo e i popoli suoi . E prima Carlo conce- e nello stesso tempo re Carlo facea assai viva
dette a' catalani , aragonesi e altri sudditi di dimostrazione a soddisfargli i crediti della pas-
Giacomo, ch'avessero per lui militato in Sicilia sata impresa , con investir su entrate certe e
sulla flotta , la terra d'Agosta , e la città di spedite della contea di Provenza e Forcalquier
Patti , abbandonate dagli abitatori negli atroci once duemila annuali , già promessegli sugli
casi di queste guerre ; dando lor anco quei acquisti che si speravano in Sicilia 7. Ma sia
contadi, co' privilegi de' provenzali coloni nel per fuggir novella vergogna, sia per conoscere

e misto impero, finchè giunga a Catania , a conse- poli, reg. 1299-1300 , C, fog. 41 a t . È conceduto
gnare a Roberto gli stuoli di fanti e cavalli che in feudo il castel di Palagonia in val di Noto in
mandavagli il re. Questa straordinaria autorità per Sicilia a Rimbaldo de Ofar, uno de' guerrieri spa-
lo solo viaggio, mostra che trista gente fossero que- gnuoli lasciati da Giacomo in Sicilia , e assai se-
sti rinforzi assoldati dal re di Napoli . gnalatosi.
Niccolò Speciale , lib. 5, cap. 13. Altro diploma della stessa data, ibid. fog. 42.
Ei dice espressamente 400 cavalli toscani. I di- Concessioni di Caccamo e Racalmuto a Pietro di
plomi testè citati , parlan di 200 cavalli di Firenze , Monteagudo ; di Giarratana e Palazzolo a Gilberto
ed è naturale che gli altri fossero di altre città di de Sentillis , e altri, forse la più parte spagnuoli .
Toscana, al medesimo effetto richieste da Carlo e 4 Breve del 1 febbraio citato di sopra, in Ray-
dal papa, come innanzi si disse. nald , Ann. Eccl. 1300 , § 12, e altri citati nello
" Diplomi dati di Napoli a 3 gennaio 1300 , 13a stesso paragrafo.
Indiz. registro citato 1299-1300, C, fog. 50, a t. 5 Raynald , Ann . Eccl. 1300 , § 17, 18, 19, breve
Sono in favore de' comites nauclerii proderii bali- dato il 15 genn. 1300.
starii et marinarii seu homines maris etc. La terra 6 Raynald, Ann. Eccl . 1300, § 19.
d'Agosta nell' uno , e la città di Patti nell' altro di 7 Diploma nel citato registro 1299-1300 , C ,
questi diplomi, è detta : nunc exhabitatam et pro- fog. 363. È dato di Napoli il 7 maggio 13a Indiz .
priis incolis derelictam, etc. (1300), e indirizzato al siniscalco di Provenza . Dice
3 Diploma dato di Napoli , 28 dic. 1300 , 13ª Indiz . aver provveduto che sulle entrate delle dette con-
( cioè a dire , secondo il nostro computo, dicembre tee, ubi melius commodius habilius et liberius per-
1299, perchè la cancelleria di Napoli cominciava il cipi valeat et haberi assignetur et stabiliatur In-
nuoy' anno a 23 dicembre ) , nel r. Arch. di Na- clito principi domino Jacobo Illustri Regi Arago-
33
258 CAPITOLO XVIII.
(1300)
il peso di tai promesse, o per altra cagione genovesi ogni commercio in Francia 3. AÍ-
che taccian le memorie del tempo, Giacomo fine il dì della cena del Signore , che fu que-
non si lanciò. Rispose al papa aver già fatto st'anno il sette aprile , innanzi l'innumera
abbastanza ; e sol rinnovò le inibizioni a' con- moltitudine di fedeli accorrenti in Roma al
dottier catalani di Federigo , e lasciò armar giubileo , promulgava la scomunica contro
ne' suoi porti per casa d'Angiò , che poi, con Oberto e Corrado Doria , Corrado Spinola e
questi aiuti, guadagnava la battaglia di Ponza ' . lor case e amistà, e con essi tutta Genova
È detto innanzi che traea Federigo i maggiori e'l contado , sotto la solita sanzione , che se
aiuti da Genova , la quale, in tutto il corso infino all' Ascensione non si spiccassero dagli
della siciliana guerra e pria , si resse per uo- aiuti della ribelle Sicilia , alle pene spirituali
mini di parte ghibellina, o rampina , com ' an- s'aggiugnerebbe lo spogliamento de' beni te-
co diceanla . I mascarati o guelfi , tra' quali nuti dalla Chiesa , e ogni roba loro sarebbe
eran primi i Fieschi e' Grimaldi d'antica no- del primo occupante, chiunque potrebbe pren-
biltà, tentarono invano nel novantadue portar dere le persone, sol che non le mutilasse o
la repubblica a collegarsi con casa d'Angiò ; spegnesse 4. A questo bando dalla cristianità ,
e peggior prova fecero con le armi , tra 'l fine Genova tentennò ; mandò oratori al papa ; e
del novantacinque e il cominciamento dell' an- appiccossi una pratica con re Carlo . Bonifa-
no appresso. Contaminaron di sangue e ar- zio l'incalzava per mezzo del re d'Aragona ,
sioni la misera patria, e soverchiati e scac- del re di Francia , e d'epistole a' genovesi ;
ciati fuggendo , affortificaronsi nella città di minacciando l'ira del Cielo, con seguito di
Monaco ; donde armaron poi a tentar disperati mali terreni ; promettendo benedizioni e pro-
colpi su Genova, o ad aiutare di qualche na- sperità se ubbidissero . Al medesimo fine in-
val forza re Carlo , che favoreggiavali dalle gaggiò Porchetto Spinola , arcivescovo di Ge-
sue terre di Piemonte e di Provenza , ma non nova , uomo di gran riputazione per pietà e
osava altro contro la repubblica , ancorché dottrina 5 , pur da lui offeso l'anno innanzi,
desioso di voltarla a parte guelfa , e dispet- all' entrar di quaresima , allorchè dando le
toso degli aiuti a Sicilia " . Ma papa Bonifa- ceneri a' prelati , in luogo delle usate parole,
zio , men rispettivo assai , l'anno trecento , tra disse allo Spinola il papa : « Rammenta che
le altre pratiche dette, si volse a questa as- se' ghibellino, e co' ghibellini in polvere tor-
sai vivamente ; pria sollecitando Giacomo di nerai ! » e gliene buttò in sugli occhi 6. Ma
Aragona che distogliesse Genova da quella la debole umana razza , il più delle volte , a
amistà , poi ritentando gli animi per Filippo questi impeti trema e obbedisce.
il Bello , con minacciar che chiuderebbesi ai Per tal violenza di Bonifazio , di mezz' aprile

num filio nostro carissimo perceptio annui reddi- 2 Veggansi Ann . Genovesi, in Muratori, R. I. S.
tus unciarum auri duo millia computandis in sum- tom . 6.
ma pecunie ad quam tenemus eidemjuxta quod... Iacopo de Varagine, parte 12, cap. 9 , in Mura-
in patentibus licteris nostris hactenus exinde fa- tori , R. I. S. tom. 9.
ctis etc. Giorgio Stella , ibid. tom. 17 , pag. 1015 e 1019.
Raynald, Ann. Eccl. 1300, § 19. 3 Raynald , Ann. Eccl. 1300, § 12, 13.
Surita , Ann . d'Aragona , lib. 5, cap. 42. Gli or- 4 Ibid. § 10.
dini di Giacomo furon replicati il 21 marzo, a' suoi 3 Ibid. § 11.
sudditi dimoranti in Sicilia , Ugone d' Ampurias , 6 Giorgio Stella, Annali di Genova, in Muratori,
Blasco Alagona , Martino d' Oliet , Bernardo Ra- R. I. S. tom. 17, pag. 1019.
mondo de Ribellas, Guglielmo Calcerando , Ponzio
de Queralto , Guerao de Pons, Pietro di Puchuert
e Bernardo Queralto .
( 1300 ) CAPITOLO XVIII. 259

del trecento , cominciarono a trattare Geno- maldi e pochi altri all' infuori . E Carlo , per-
va e Carlo ; prima in parole tra amici , poi ch' avea dell'accordo maggior bisogno , non
per due legati del re ; e la somma fu que- ostante la mediazione del papa , calavasi a
sta : ch' ei procaccerebbe la dedizione di Mo- questi patti ; nè pur ultimava la negoziazione,
naco , togliendole tutt' aiuto di Nizza e Pro- saltando i genovesi , or alla resa di Monaco
venza , e intanto darebbe in sicurtà le castella senza accettar sicurtà d'altre castella , or ad
di Torbia e sant' Agnese, da riaverle quando altri ripieghi. Ond' è manifesto, che que' capi
Monaco s'arrendesse ; e Genova richiamereb- di parte ghibellina, mal combattuti da' fautori
be di Sicilia , facendone caso di stato , Corrado del papa e di re Carlo , volean temporeggian-
Doria e tutt' altri genovesi militauti con re do scansar gli effetti materiali delle scomu-
Federigo, nè permetterebbe nuovi armamenti niche ; ma più amavano tardar l'acquisto di
per esso, ma sì per lo re Carlo . Ma, appic- Monaco, che rimettere in patria i Grimaldi,
cata la pratica , Genova si mettea in sul ti- e strignersi tanto con re Carlo , da rinnalzar
rato : desse il re , in luogo di sant' Agnese , parte guelfa nella repubblica. Anzi non si re-
Esa, fortissima sopra una rupe in mare ; ag- stavan essi d' armare per Federigo. I Grimaldi ,
giugnesse in ogni modo la torre d'Albegio ; non meno ostinati, ricusavano lasciar Monaco ,
fossero benvisti a' genovesi il vicario del re per quanto Carlo e la corte di Roma li esor-
in Nizza e 'l siniscalco di Provenza : e poco ap- tassero e minacciassero , con chiuder loro
presso , che Genova non darebbe statichi per tutti soccorsi di Provenza , e farvi apparec-
la restituzione delle castella, ma solo la fede chiar forze a lor danno . Invano dunque il pa-
di Niccolò e Albertazzo Spinola , Niccoloso pa v'intromettea suoi fidati ; invano Carlo
Federigo Doria ; nè dalla parte della repub- ad ogni intoppo accrescca il numero degli ora-
blica altro si concedea, che rimettere gli u- tori , come se per questo mancasse, e non
sciti ne' lor beni e anco nella città, da' Gri- perch'era Genova più forte e più destra. Al-

Queste pratiche con Genova, accennate appena al tutto il nome , ma a molte terre del Piemonte
da Raynald, Ann. Eccl. e da Giorgio Stella , Ann . si vede aggiunto, oltre al nome proprio, quello di
di Genova, ne ' luoghi citati , si ritraggono larga- Albie, e con questa traccia si potrebbe entrare in
mente da' diplomi del r. Archivio di Napoli, reg. una ricerca ch'io non ho alcuna ragione da intra-
di Carlo 11, segnato 1299-1300, C. Noi ne pubbli- prendere. Torbia era castello fortissimo come il dice
chiamo i più importanti, cioè il primo e un altro Benvenuto da Imola nel comento a' versi del Dante :
che contiene i capitoli dell'accordo ; degli altri, che Tra Lerici e Turbìa, la più deserta ,
son molti, diamo un elenco, perchè a trascriverli La più romita via è una scala, ec. —Purg, c. 5.
per tenore sarebbe ingrossar oltre modo il volume, Ecco l'elenco de' diplomi :
e apparterrebbe a una collezion diplomatica, piut- Diploma del 16 aprile 1300 , Doc. num. xxvIII,
tosto che al presente lavoro . È da avvertire, che i in fin di questo volume.
nomi propri delle castella saranno scritti come tro- Lo stesso dì 16 aprile 1300. Lettere patenti ai
vansi in ciascun diploma , storpiati in uno ad un due legati. Reg. cit. fog. 237 .
modo, in uno ad un altro. Que' di Esa o Eza , e Lo stesso dì. Scritto al siniscalco di Provenza
Torbia facilmente si riconoscono. Non così l'altro che venga a Nizza ; consegni , a richiesta dei due le-
di Santaneta o Santenetta ; ma dalla somiglianza gati, Latorbia e Santaneta ; ma se Genova , in luogo
del suono, e più dalla posizione topografica, sem- d'ultimar questo trattato, movesse le forze navali
bra l'attuale terra di sant' Agnese , su i confini de- contro i domini del re , il siniscalco si faccia ad
gli stati piemontesi col principato di Monaco. Non offender la repubblica per mare e per terra , fog. 335 .
ho saputo raffigurare in alcuna delle terre di quei A 17 aprile. Perchè si consegni a richiesta dei
dintorni il nome di Albegio , Labegio , o Abegio , due legati il castel di Latorbia, fog. 145.
che per altro era una semplice torre senza villag- Lo stesso dì. Il medesimo per lo castel di San-
gio, ondechè, distrutta la fortezza, si potè perdere taneta, ibid.
260 CAPITOLO XVIII.
(1300 )
fin Bonifazio , sdegnato, di novembre scagliò l'interdetto ; l'anno appresso fe' romoreggiare

A 18 aprile. Credenziali a' due legati, fog. 236 sarà in lor offesa , ma de' genovesi militanti per
a t. Federigo d'Aragona. Intanto il re sapca che in Ge-
A 20 aprile. Al siniscalco di Provenza. A ri- nova s'armavano per Federigo due galee da Rosso
chiesta de' legati , inibisca di mandar soccorsi alla Doria , due da' Volta , tre dagli Spinola , due da
terra di Monaco dai luoghi vicini, fog. 355. Francesco Squarciafico , una da Giacomo di Cisterna,
A 21 aprile. Si fa cenno della missione dei le- e anche dodici dal comune " ma queste sotto spe-
gati. Verum attento et cognito quod in hiis et ce- cie di servire ad altro. Perciò impedissero questi
teris factis nostris prima post Deum sanctissimi in aiuti, o, nol potendo , non fermassero l'accordo ,
Christo patris clementissimi et domini nostri domi- fog. 195 a t.
ni Bonifacii summi pontificis spes nos regit etc. è Lo stesso dì 8 maggio. Nuove credenziali a' le-
ordinato che i legati vadan prima a corte del pa- gati , fog. 196.
pa , ed espostogli il negozio , mutino , aggiungano Lo stesso dì. Lettere agli usciti genovesi di Mo-
o tolgano secondo che a lui parrà , fog. 145. naco, perchè ubbidissero, fog. 200.
A 21 aprile. Lettere patenti , con autorità ai le- Diploma del 22 maggio 13ª Indiz . 1300. Sono i
gati di dare e ricevere a nome di re Carlo le ob- capitoli della pace con Genova , negli stessi ter-
bligazioni risultanti dal trattato, fog. 137. mini di que' del 6 maggio . Ma non vi si legge
A 5 maggio. Al castellano di La Torbia , che l'obbligo de' genovesi a richiamare gli armati di
rassegni la fortezza a richiesta dei legati, fog. 200 Sicilia, facendone caso di stato , nè di Carlo a te-
a t. ner siniscalco in Provenza non sospetto a Genova.
Lo stesso dì. Due diplomi somiglianti ai castel- In vece è detto, che la repubblica non darebbe , nè
lani di Esa e Torre d' Abegio , fog. 225. permetterebbe aiuti a Federigo ; e Carlo non vie-
Lo stesso dì. Al siniscalco di Provenza , al me- terebbe l'assedio di Monaco, nè la costruzione di
desimo oggetto della consegna di Esa , Latorbia bastioni a questo effetto. Si legge di più , che i
e torre d' Abegio , fog. 362. Grimaldi e altri usciti possan avere asilo ne' do-
A dì 6 maggio. Documento XXIX in fin di questo mini di Carlo, oltre certa distanza da Monaco. I
volume. legati sono i due soli primi ; e i presenti capitoli
A 7 maggio. Lettere di raccomandazione pei due si dicono testè mandati dal papa, fog. 410.
legati di re Carlo, fog. 200. A 15 giugno. Nuova procura . Si parla del trat-
Il di stesso. Al siniscalco di Provenza. Tolga tato, maneggiato in Genova per Adria ed Ayossa.
tutti aiuti a Monaco ; e a questo effetto mandi vi- Or sono eletti maestro Guglielmo Agrario procu-
cario a Nizza, fog. 362. ratore a corte di Roma, i detti due primi legati,
A di 8 maggio. A Matteo d'Adria e Landolfo e Giovanni de Porta da Salerno , perchè ricevan
Ayossa, legati in Genova. Si parla del recente trat- Monaco dalle mani degli usciti genovesi , o insi-
tato ( certamente quello trascritto nel diploma del stan presso il siniscalco di Provenza per farsi a
6 maggio ) come, in romana curia noviter habiti costoro viva guerra, e intanto consegnarsi la fortezza
de conscientia domini nostri summi Pontificis . Esa- di Labegio, fog. 267 a t.
minato l'affare, il re mandava ai legati nuova pro- A 17 giugno . Al castellano della torre d' Albegio ,
cura per compiere il trattato. Insieme li forniva per consegnarla a richiesta dei legati , fog. 242 .
di lettere ai castellani delle fortezze da consegnarsi, Lo stesso dì. Al siniscalco in Provenza e For-
al siniscalco di Provenza , e agli usciti genovesi calquier. Si dice che il papa avea mandato a re
in Monaco , per dar la terra, contentandosi a' patti Carlo, Guglielmo Agrario per fargli intender la sua
fermati in lor favore ; e se costoro non si pieghino , mente sullo affare di Monaco. Indi il re aggiunse
i legati ne scrivano al cardinal Matteo di santa ai due primi legati, questo Agrario e Giovanni de
Maria in Portico . Per la restituzione delle castella Porta. E comanda al siniscalco di procacciare la resa
staggite presso i genovesi , facciasi il piacer del di Monaco, con ogni modo di potenza o pazienza,
papa ; cioè non si richieggano statichi, ma solo la fog. 365.
fede di Niccolò Spinola, Niccoloso Doria, Albertazzo Lo stesso di. Al medesimo Siniscalco . Contiene
Spinola e Federigo Doria. I legati assicurino i ge- sino a un certo punto gli stessi ordini. Aggiugnesi
novesi, che se i Grimaldi armeranno in Monaco, non che, data Monaco dagli usciti, sian questi raccolti
(1300 ) CAPITOLO XVIII. 261

le armi del Valois ; nè pur asseguì l'intento in Sicilia, continuando le lusinghe all' univer-
ad altro partito che la resa di Monaco ' , e, sale , tentate con poco frutto l'anno innanzi ,
ciò che vinse ogni ostacolo in popolo merca- e rincalzandole, che son le più efficaci, con
tante , larghi favori al commercio de' grani , le pratiche particolari di perdonare , promet-
sì nel regno di terraferma e sì in Sicilia tere , dar largamente ad uomini e a cittadi.
nel caso del racquisto. Cattivato così il pub- Raffermò a' catanesi le immunità lor concedute
blico , fu facil cosa al papa toglier al tutto poc ' anzi da Roberto vicario 3 ; alla terra di
i soccorsi de' privati a Federigo , chiedendone san Marco , che si tenesse in demanio diretto
giuramento da' magistrati di Genova , e do- dalla corona , gran favore in que' tempi 4 ;
mando con insinuazioni e scomuniche i par- questo promesse a Camerata , disposta a tornar
5
tigiani più ostinati " . in fede, come dicea la cancelleria angioina ³ ;
Mentre in tal modo praticava casa d'An- a' cittadini di Naso , pronti a fare il medesimo ,
giò a scemare il nemico e ingrossar sè d'aiu- profferse cinque anni di franchigia dalle col-
ti di fuori , non meno studiavasi a far parte lette ; diella , pria per anni dieci , poi infino

a Tolone , o in altri luoghi di Provenza, ove il primi, frate Taddeo, abate del monastero di san
trattato nol vieti, fog. 365. Giovanni degli Eremiti in Palermo, e Giovanni Ver-
Lo stesso dì. Al medesimo , perchè consegni la nallo da Napoli. Possan tutti i legati consegnar la
fortezza di Labegio a richiesta de' legati, fog. 365 torre d'Albesio ; e per la più facile espugnazione
a t. di Monaco , uno o due de' castelli di Latorbia, Esa
A 19 giugno. Al medesimo , se Monaco si trarrà e Santa Neta, da restituirsi dopo la presa di Mo-
di mano ai Grimaldi , sia data a persona fidatissima, naco, fog. 264 a t.
talchè nullus alius nisi nos ibi posse habeat, e non Da un altro diploma, ibid. fog . 139 a t . si vede
accada alcuno sconcio quando sarà in potestà no- che questo fra Taddeo, citato in quello del 4 agosto
stra, fog. 365 a t. 1300, era spesso adoperato da Carlo 11. Gli fu dato
A 21 luglio . Al medesimo siniscalco. Dopo gli un passaporto per andare in Schiavonia per fac-
sforzi all' accordo tra il re e Genova , tra questa cende del re.
e i Grimaldi, non si conchiudea nulla, perchè de- I Gio. Villani, lib. 8, cap. 47.
gli usciti genovesi in Monaco chi assentiva , e chi 2 Brevi di Bonifazio , dati l'un di Laterano a 1
no. Togliesse dunque le vittuaglie e tutt' altro aiuto giugno 1301 , l'altro di Laterano a 26 agosto del
a quel castello , e andasse a espugnarlo, per met- medesimo anno, portati da Raynald , Ann. Eccl. 1301 ,
terlo in man de' genovesi, fog. 367. § 15, 16, 17.
A 22 luglio . Al medesimo . Gli si trascrive una 3 Diploma del 28 dicembre 1299 ( è segnato 1300
epistola del re al comune di Genova , tendente a contandosi gli anni secondo la cancelleria angioina
manifestare questo provvedimento. Si raccomanda di Napoli dal 23 dicembre ; ma toglie ogni dubbio
al siniscalco di metterlo ad effetto, fog. 367 a t. l'indizione, ch'è segnata 13a, e l'anno del regno di
A 23 luglio. Al medesimo. Gli è trascritta la Carlo 11, scritto 13 , poichè il 16 incominciava il 7
lettera del dì innanzi, con altre più efficaci parole gennaio 1300) . Nel r. Arch. di Napoli , reg. 1299-
per la esecuzione ; al qual fine gli si mandano 1300, C, fog. 50.
Roberto de Aldermaro da Nocera e Iacopo d'Itra, Non son particolareggiate in questo diploma le
giurisperito, fog. 367 a t. immunità che il re confermava.
Lo stesso dì. Nobilibus et discretis viris capita- 4 Diploma del 5 febbraio 13ª Indiz. ( 1300 ) . Ibid.
neo potestati consilio et communi civitatis Janue. fog. 53 a t.
Si dà ragguaglio ad essi della pertinacia degli usciti È similmente confermazione del privilegio di Ro-
di Monaco, e de' provvedimenti dati testè al sini. berto vicario.
scalco in Provenza. I due nuovi legati del re al 5 Diploma del 14 giugno 13ª Indiz . Ibid. fog. 389
siniscalco, accordinsi co' governanti di Genova sul a t.
modo da tenere per la riduzione di Monaco , fo- 6 Diploma del 15 febbraio 13ª Indiz . Ibid. fog.
glio 281 a t. 54, parla di reversione proxima in spiritu sinceri-
A 4 agosto 13ª Indiz. 1300. Aggiunti , per lo com- tatis, degli uomini di Naso.
pimento del trattato con Genova, ai quattro legati
262 CAPITOLO XVIII. ( 1300)
a quindici, a que' di Lipari per tutti pesi fi- luogo importante, ratificando tutte le conces-
scali e in Calabria adoperava le medesime sioni feudali di Roberto , e altre nuove aggiu-
arti con le terre di parte siciliana ; promesso gnendone, con ufici e dignità : a Gualtier di
a Geraci il perdono ; ad Amantea quantunque Pantaleone da Catania data Biscari, e armato
con essa fermerebbe Goffredo Sclavello , devo- cavaliere ; e a pro di Virgilio Scordia non
to del re ; a Tropea, come più importante, finivano le regie larghezze ; creato inoltre
maggiori grazie , franchigia di alcune gravezze capitan della città di Catania, e comandante
per sei anni , e licenza larghissima a misfare del castello . Donde si vede qual dura impresa
su le persone e robe de' soldati nostri posti si trovò alla prova il racquisto di Sicilia ; non
al presidio 4 , a' quali in van s ' era profferto , fidandosi i nimici in si grande soperchio di
in prezzo di tradimento, ritenerli agli stipendi forza e gittandosi a comperar traditori , sì ar-
angioini . Sparsersi pei convertiti novelli si- dentemente, che non bastava la terra a' molti
mili allettamenti ; a' mezzani uomini , rimetter guiderdoni d' opere o buone o ree, e fu ne-
colpe , assicurar l'avere , redintegrarli nelle di- cessità dar l'aspettativa , or concedendo il va-
gnità , e dicono i diplomi ) anche nell' ono- lor d'un tanto all'anno da investirsi in beni
re ; a' baroni confermagione de ' feudi 7. Assai feudali a misura che ne ricadessero alla co-
più liberale usò Carlo con chi era stato tra rona 9 , or dando , in nome , ad alcun barone i
10
i primi alla tradigion di Catania , o d' altro poderi de'baroni di Federigo 1° . Queste ampolle

■ Diplomi del 13 aprile 13, Indiz. ibid . fog . 133, del 6 settembre per Giovanni Misuraca , ibid. fo-
e 11 maggio seguente , ibid. fog. 12 e duplicato a glio 160 a t.
57 a t. 7 Due diplomi del 28 giugno 1300, pel conte Ar-
2 Diploma del 20 luglio 13ª Indiz. fog. 71 e du- rigo Ventimiglia , signor d'Ischia maggiore , della con-
plicato a fog. 82, del quale trascriviamo un brano tea di Geraci, di Petralia soprana e disottana, Ca-
nell' appendice in fin di questo volume . ronia e Gratteri. Ibid. fog. 79 a t . ed 80 , e dupli-
3 Diploma del 4 maggio 13a Indiz. 1300 , anno cati a fog. 47 a t. e 48.
16 del regno di Carlo 11. Nel r. Arch. di Napoli, & Veggansi i vari diplomi citati nel cap. xvII , che
reg 1299-1300 , C , fog. 198. son confermazioni di concessioni feudali di Roberto.
4 Diplomi del 24 giugno e 30 agosto 13a Indiz . 9 Son frequentissime nel detto registro di Carlo 11 ,
ibid. fog . 270 a t . e 91. Nel secondo son promessi 1299-1300, C, le concessioni di questa natura.
a que' di Tropea, se tornassero in fede innanzi il Tra gli altri notasi a fog. 369 a t. un diploma
1 ottobre , la franchigia de' dritti di marineria e di Carlo a Roberto dato a 20 luglio 13a Indiz. Dice
legnami per sei anni , e le persone e i beni degli aver conceduto già in feudo a Giovanni de Anich
almugaveri e altri nemici dimoranti in quella terra, once 50 annuali. Comanda che gli si dia locum
per riscatto degli statichi di Tropea trattenuti in quod dicitur Gratterium che rende tanto ; e se quc-
Messina. sto sia conceduto di già , ne abbia altro dal me-
5 Diploma del 22 giugno 13ª Indiz . ibid. fog. 249 desimo valore, dei beni de mero demanio non exi-
a t. stentibus, cioè ricaduti al re per confiscazione , non
6 Diplomi dell'8 marzo 13a Indiz . per Garzia Xi- soliti a tenersi in demanio .
meno castellan di Gerací , ibid . fog. 31 ; del 21 Simile diploma , dato a dì 11 febbraio 13a Indiz.
aprile per Bartolomeo Cristoforo di Bucclano pe- ibid. fog. 358 , per la concessione delle castella di
dagogo ; del 20 luglio per Pietro de Simenis ca- Odogrillo e Mohac in Sicilia, a Bernardo Artus, per
stellano di Geraci ( sembra lo stesso nome del Xi- lo valore di 60 once all'anno, già promessogli.
meno ) , ibid. fog. 70 ; del 20 luglio per Giordano 10 Diploma dato di Catania da Roberto a 14 mar-
Balderi , ibid. fog. 70 ; del 20 luglio per Giorgio zo 1300, confermato da re Carlo a 29 luglio , pel
Zaccaria milite , ibid . fog. 76 ; del 20 luglio, per quale sono conceduti a Paolo de Mileto i beni di
Riccardo Guarna , ibid. del 20 luglio altro per Gior- Matteo e Tommaso di Termini traditori , cioè par-
gio Zaccaria , ibid . fog. 89 ; del 1 agosto per Nic- tigiani di Federigo. Reg. cit. f. 34, e duplicato a 75 .
colò di Cosenza abitatore di Lipari , ibid. fog. 277 ;
(1300) CAPITOLO XVIII. 263

di corruzione , lasciaronsi a ministrare in Si- fortovveli l'ardire di Peregrin da Patti, quel-


cilia stessa a Roberto e all' ammiraglio ; il l'eroe del ponte di Brindisi, il quale, forniti
quale ebbe facultà , onori , comando , poco men di macchine pochi legni , abbattendosi con do-
che di principe . Alle continue concessioni feu- dici galee pugliesi , le avea investito , messo
dali a pro di lui, s' aggiunse in questo tempo in fuga, rincacciato fin sotto le mura di Ca-
Malta e 'l Gozzo , con titol di conte¹ : chia- tania, veggente Roberto ; nè si stette dall' in-
mavalo poscia re Carlo , « fidatissimo quasi sultar co' tiri la stessa città 6.
parte del suo corpo medesimo » ; e tra tante Armate ne' nostri porti venzette galee , con
virtù ch'egli ebbe, gli dicea , che par dileg- cinque più de' ghibellini di Genova, vi mon-
gio, purissimo nella fede , e armandolo d'au- tavano Giovanni Chiaramonte, Palmiero Aba-
torità non minore dello stesso vicario Roberto , te, Arrigo d' Incisa, Peregrino da Patti, Be-
diegli che , osteggiando con l'armata , potesse nincasa d' Eustasio , Ruggier di Martino e altri
rimetter colpe, debiti, pene qualunque a co- molti, fior della nobiltà siciliana ; il supremo
muni , a privati ; che per richiamarli alla comando tenea Corrado Doria, genovese. Na-
fede profferisse tutto che paressegli , e rati- vigaron depredando e guastando la riviera in-
ficherebbe sempre il re 3. Così quella smisu- fino a Napoli , ove Ruggier Loria mettea in
rata potenza, che Loria avea agognato invano punto da quaranta galee del regno e spagnuo-
nella siciliana corte , l'ebbe a corte di Na- le. Mandarono un legno a portargli la sfida ;
poli ; e falli le speranze dell' una e dell' altra ; ed ei , ch' aspettava le dodici galee testè rifug-
con noi talvolta per non volere , co ' nemici , gite in Catania, freddo rispondea , non esser
volendo sempre, spesso non bastò . pronto per anco a battaglia . Indi la nostra
Facendone or indietro a ripigliare i casi flotta, per vanto di chiudere in porto un tal
della guerra, vedremo come, infino alla uscita ammiraglio, soprastette tra le isole del golfo ;
di primavera del trecento , nissun' altra note- bravando , senza assalire , nè strignere il ne-
tevole fazione seguì in Sicilia : e in Calabria mico , che rinforzavasi . Scorsero i siciliani
i combattenti giunsero a far tregua tra loro , una scura notte infino a Ponza ; e le dodici
non volente il governo angioino 4 ; il quale , galee di Catania a vele gonfie presero il golfo :
ga
se riebbe qualche terra , la comperò dal pre- giunsevi nel medesimo tempo inatteso aiuto
sidio per moneta , o da ' cittadini per pratiche 5 . di sette galee genovesi de' Grimaldi, anelanti
Intanto con gli aiuti detti , rinforzava l'eser- di bagnarsi nel sangue de' Doria. Con cinquan-
cito in Sicilia ; allestiva l'armata ; e i nostri totto galee allora uscì Ruggier Loria, contro
nell' armata sola affidavansi , lasciando in la nostra flotta di trentadue.
mal punto, così li biasima Speciale , la guerra A tal disparità di numero , i baroni dell'arma-
di lor casa per cercarne altra fuori . Con- ta siciliana, consultavano in fretta sulla nave

Diploma del.....maggio 1300. Ibid . fog. 56 , e 5 Diploma del 31 luglio 13ª Indiz. dal quale si
duplicato al fog. 19. ritrae esser tornata in fede Cetraro, ibid. fog. 283 ;
2 Diploma pubblicato dal Testa, Vita di Federi- e gli altri citati nella pag. precedente .
go 11, docum. num. 20. Quivi la data è del 20 lu- Sembra compiuta in quest'anno la dedizione , o
glio ; ma riscontrandolo sull' originale nel registro vendita e tradigione, del castel di san Giorgio, trat-
1299-1300, C. fog. 24 a t. citato erroneamente nel tata da Giacomo nella state del 99 ; trovandosi un
documento del Testa , reg. 1299, C, ho veduto che diploma del 7 settembre 13ª Indiz. ( 1300 ) per pa-
la vera data sia 20 giugno. garsi danaro , secondo i patti, ad Albagno d'Ara-
3 Diploma del 20 giugno 1300, Documento xxx, gona, che dava al re il castel di san Giorgio in Ca-
in fin di questo volume. labria. Nel r. Arch . di Napoli, reg . 1299-1300 , C,
4 Diploma del 19 maggio 13ª Indiz . ( 1300) nel fog. 372 segnato per errore 332.
citato reg. di Carlo 11 , 1299-1300 C , fog . 230 . 6 Niccolò Speciale, lib. 5 , cap. 14 .
264 CAPITOLO XVIII . (1300)
dell'ammiraglio , per onestare , non la brama miraglio , che non ebbe principal parte nel
di ritrarsi , ma la temerità che accendeali a consultare , la cercò bene al combattere, driz-
combattere . Perciò fu vana la saviezza di Pal- zandosi risolutamente a ferir di costa , al primo
miero Abate , uomo di gran cuore e nome , scontro, la capitana nemica.
incanutito nelle guerre del vespro ¹ , il quale Fu combattuta il quattordici giugno del tre-
scongiuravali che di soverchio non tentas- cento questa infelice battaglia , in cui le cin-
sero la fortuna ; non mettessero a certissima que galee genovesi ch' eran per noi , si trasser
perdita quest' armata e con essa le speranze da canto , e venzette sole siciliane affronta-
tutte della patria ; niun rossore , diceva , al rono tutta la flotta nemica , con molta strage
ritrarsi con forze sì disuguali ; si specchias- scambievole, finchè accerchiate , soverchiate
sero nel gran Loria , che testè n'avea mag- e peste s'accorser tardi di loro temerità. Be-
giori, e pur non tenne l'invito , ma combatter nincasa d'Eustasio, ch ' alla prima avea preso
volle a suo comodo. Questa sentenza di Pal- una galea nemica , ne tolse bottino quanto
miero tutti approvavano tra' denti , ad alta voce seppe, e die' l'esempio della fuga. Sei galee
il contrario, per parere più bravi. Ma Benin- il seguirono ; le altre, dopo ferocissima lotta ,
casa d'Eustasio , disensato oltre tutti, prorup- fur prese co' baroni , i guerrieri , i marinai ,
pe : non per isguizzar come delfini innanti il tutti carichi di ferite. E Doria solo pur non
navilio nemico , averli mandato la patria e il calava stendardo , ancorchè trovatosi nel più
re ; il mare che solcavano vide già due splen- fitto de' nemici dal principio della battaglia ,
dide vittorie de' siciliani , sopra numero di ne- quando il nocchier di Loria destro cansò l'urto
mici doppio del loro , ed or da questi mezzi del genovese, e tutti allor gli furono intorno ,
2
uomini fuggirebbero ? « No , si combatta , fini , gli squarciavan co' rostri i fianchi della ga-
e i tralignanti siciliani che tremano , fuggan lea, salivano all'abbordo , ed erano rincacciati
pur ora ; non ci rovinino con l'esempio , in- in mare, inchiodati da' valentissimi balestrieri
gaggiata che sarà la battaglia ! » E Palmiero genovesi. Loria alla fine, tirate indietro tutte
con ferocissimo sguardo : « A me , gli disse , le galee , gli spiccò addosso un brulotto . Così
a me, Benincasa , accenni ! Or tempo non è avuto prigione Corrado , onorò questa bella
di parole, perchè incalzano i fatti, e mostre- virtù con aggravar lui di catene ; e a' bale-
ranno tra noi chi fugga e chi stia. Ma poichè strieri die' peggio cento volte che morte, fatto
voglion questo i Cieli , o compagni , d'altro lor cavare gli occhi e mozzar le mani .
omai non si parli ; alla battaglia apprestiamci Fu a corte di Napoli , e per la città e per
con l'usato coraggio ». Saltò sul palischermo , tutto il reame grande allegrezza di questa
picciolo e lesto ; e montata la sua galea, ar- vittoria, di cui festeggiossi nelle città guelfe
mossi da capo a piè . Alacremente tutti cor- d'Italia , parendo l'ultima pinta alla rovina
reano alla prova disperata. Corrado Doria , am- di Federigo 3. Sopra ogni altra cosa , ne spe-

Speciale in questo luogo, dice Palmiero Abate, trovare esatte a un tempo le due testimonianze dello
quasi evo prestantior tra gli altri capitani , e cel Speciale e del Montaner ; nè le contrasta il diploma
mostra concutiens caput jam vergens ad senium . del 1272 , citato da noi a pag. 109, che porta Pal-
Questo attestato parrebbe in contraddizione alle pa- miero in quell'anno castellano del castel di Favi-
role di Montaner , cap. 134 , che il dà a vedere gio- gnana.
vane che si battesse la prima volta, nell' affronto di 2 Semiviri, Speciale.
re Pietro co' francési, tra Tudela e Besalu , l'anno 3 Niccolò Speciale, lib. 5 , cap. 14.
1283, come notammo a pag. 161. Ma supponendo Anonymi Chr. Sic. cap. 69 .
che fosse allora poc' oltre i 30 anni , e però nella Cronica di Bologna , in Muratori , R. I. S. tom . 18 ,
battaglia di Ponza avesse varcato i 30 , si posson pag. 304. Da questa si sa il giorno della battaglia,
CAPITOLO XVIII . 265
(1300)

rava re Carlo aver di queto le terre di quei le costiere di mezzogiorno . Perchè l'ammi-
baroni in Sicilia . Fattili venire quindi a Na- raglio, volendo mostrarlo a' concittadini , man-
poli, sbrancare in diverse carceri , e ad uno dava un legno sottile a torlo , con una grossa
ad uno addur dinanzi a sè , li tastava or a somma di danaro pe' bisogni dell'armata , e
trattamenti miti , carezze, promesse , or a mi- il legno avveniasi con un di Sicilia , che il
nacce e stretture ; nè mai potè spuntarne al- combattè e vinse ; onde Arrigo n' andò sciolto
cuno che facessegli omaggio. Allora, con nuovo non solamente , ma ricco , per aver dato di
argomento , serbandone altri a Napoli in ca- piglio nella moneta 3. Corrado Doria intanto
tene , altri mandava in catene in Sicilia , a tra li artigli di Ruggiero , emulo e avaro e però
fin di tentare i prigioni con la vista della patria, di tanto più crudele , era stretto in catene ,
le cittadi con la carità di questi lor valenti ; abbruciato di sete, nudrito appena di quanto
e affidolli a Loria , vegnente a girar l'isola bastasse a tenerlo vivo , minacciato e mace-
con la flotta, col terror della recente battaglia, rato in mille guise, perchè rendesse a Lorial
co' pien poteri, che innanzi dicemmo , de' quali la terra di Francavilla. Ei durò questo martirio
fu armato appunto in questo tempo , per usarsi gran tempo ; poi scrissene a re Federigo , e
con sommo sforzo d' arti e d'armi la vittoria assentendol questi , risegnò il feudo . Ma Fran-
di Ponza. In tal viaggio morì Palmiero Abate. cavilla fu il solo acquisto, che tornò a parte
Fu preso a Ponza combattendo , tutto sangui- angioina dallo strazio disonesto de' prigioni
noso e ferito ; il gittaron prima in un carcere , di Ponza .
poi in un fondo di galea ; ove ammalignatesi Poche altre terre guadagnò in questo tempo ,
le piaghe , per disagio e niuna cura , strug- tutte senz' arme : Asaro , data da due omicidi
gendoglisi l'animo dal rammarico di vedersi per fuggir la vendetta delle leggi di Federigo ,
in tal essere dinanzi quella patria per cui avea e incontrarono in brev ' ora quella del popolo,
speso la sua vita perigliando venti anni tra che li vergheggiò a morte, mentre ordiano nuo-
le armi e' maneggi di stato , e ora nel maggior va prodizione 4 ; Racalgiovanni 5 per tradigione
uopo non poteala aiutare, a vista di Catania , del signore del luogo ; Taba 6 d'un vil soldato,
col nome di Sicilia sulle labbra , spirò . Fe' ono- che aprì una porta a' nemici , e nel trambu-
rare Roberto, con esequie e sepoltura nel duo- sto fu ucciso, innanzi che imborsasse i danari
mo di Catania, il cadavere di quel grande 2 . del tradimento ; Delia per maggior viluppo di
Arrigo d'Incisa , cittadin di Sciacca , portato a iniquità di Giobbe e Roberto Martorana, Eran
zimbello del pari , ebbe libertà dal caso, che costoro amicissimi del signor della terra, ma
fe' sdimenticarlo in un carcere a Catania , quan- presi di reo appetito della moglie e della fi-
do Loria riparti con l'armata per iscorrer gliuola del castellano , che il signore posto avca

e la festa che ne fu in Bologna , e confermasi il di lui per un diploma del 16 luglio 13ª Ind . ( 1300 ) ,
numero delle navi nostre e nemiche. Tolomeo da reg. cit. fog. 280 a t . È una scritta per le catene
Lucca, Ann. in Muratori, R. I. S. tom. 11 , p. 1303, di ferro de' prigioni siciliani , tunc morantibus in
dice perdute da' nostri 28 galee , e preso con Cor- criptis predicte civitatis ( Neapolis) .
rado Doria il figlio anco e il fratello . 2 Niccolò Speciale, lib . 5 , cap . 15 .
Dà traccia altresì di questa battaglia un diploma 3 Niccolò Speciale, lib. 5 , cap. 18.
dell'Arch . regio di Napoli, registro citato 1299-1300, 4 Niccolò Speciale , lib. 3 , cap . 16,
C, fog. 271 , dato il 2 luglio 13a Indiz . ( 1300 ) , 5 Racalgiovanni era castello sul giogo de' monti
salvocondotto e raccomandazione per un Ramondo che corrono ad occidente, tra i fiumi Salso e Mo-
de Sutteri da Tolone, che dimicans cum hostibus rello , dal monte Artesino presso Asaro e Castro-
in marino conflictu cum eis novissime inito per- giovanni.
cussus et vulneratus est adeo, etc. 6 Castello or distrutto. Sorgea sotto il monte Tavi,
Così lo Speciale . Confermasi tal testimonianza rimpetto Leonforte , alla scaturigine del Dittaino ,
34
266 CAPITOLO XVIII.
(1300-1301 )
in Delia , nè potendo ottenerle per minore miraglio , che non fuggì mai rischio, era sbar-
misfatto, il castellano trucidarono, fer violen-
cato con essi ; ma non potendoli rannodare
za alle donne , e , sperando che così n'an-
in tal contrattempo , si nascose in un cantuccio
drebbero impuni , detter la rocca a Roberto .
d'osteria, finchè , ritiratisi i siciliani cavalli,
Ma innanzi ch' ei mandassevi maggior forza ,
trovò un palischermo, e tornossi alla flotta,
Berengario degl' Intensi , condottier di Fede-
ove il piangean morto . Passò il Faro poi, senza
rigo , riprese Delia , intromesso occultamente tentar Messina ; die' un assalto a Taormina ;
da un cittadino ; e i due scellerati , tratti a
nè altro ne riportò che il van to di aver su-
coda di cavallo , spirarono sulle forche . Ra- perato quegli ardui luoghi, e fattovi pochissima
calgiovanni, assediata da Federigo , non soc- preda 3.
corsa da' nemici, in pochi dì si arrese * . Cosi andando in lungo la guerra , l'anno
L'ammiraglio in questo mentre girava l' iso- trecento e gran tratto del seguente , passarono
la intorno intorno , recando sulla flotta il car-
senz' altre fazioni , in vane parole di pace per
dinal Gherardo , senza fare alcun frutto con
oratori di Federigo a Carlo , pratiche di scam-
le arti ; e la fortuna delle armi, che aveagli
bio de' prigioni 4 , e altre mene di parte d' An-
fatto fuggir di mano Arrigo d'Incisa, non l'aiutò
giò , delle quali appena scopriam le vestigia
in alcun luogo delle costiere di mezzogiorno
nelle tenebre del tempo 5. Eran deboli i due
e ponente , munite egregiamente da' nostri ; eserciti, per le cagioni che innanzi toccammo ,
e per poco non perdè a Termini lui stesso . e più per la carestia , che obbligò Loria a
Tento lo sbarco per non vedervi forze ; e non tornarsi con l'armata in terra di Napoli , per
sapea che Manfredi Chiaramonte e Ugon degli tor vittuaglie da provvederne Catania e le ca-
Empuri v'erano entrati la notte innanzi ; e
stella prese in val di Noto . Ciò fatto , vedendo
chetamente armata una torma di cavalli , aspet-
uscire scarsi tutti i partiti , nella state del
tavanlo. Datesi dunque le ciurme a predar la trecentouno , l'ammiraglio consultavane con
città bassa , i nostri cavalli le caricano , le Roberto di farsi veder, se non altro, ai ne-
pestano, taglian la ritirata alle navi , gli sba- mici e scelsero la via del mare, perchè Fe-
ragliati fanno in pezzi o recan prigioni . L' am- derigo avea oste e non armata , Spartita dun-
Così Speciale. Forse era altr' uomo , dello stesso 5 Diplomi del 23 aprile 13a Indiz. ibid. fog. 138
nome di colui che vendè Otranto ai nemici , o quel a t. L'uno è ampio passaporto a Ramondo di Mun-
desso, tornato a parte siciliana, con la indifferenza tayana, mandato da Filippo principe di Taranto al
de' condottieri mercenari . Di ciò darebbe sospetto
padre , e da costui rinviato a Filippo . L'altro è
la dubbia fede in ch'era tenuto presso i nemici . permesso a Ramondo di Prestorano da Cefalù , di
V. pag. 232. estrarre da qualunque porto del regno 100 salme
Niccolò Speciale, lib. 5, cap. 16 e 17. di vino per portarle a Cefalù.
5 Niccolò Speciale, lib. 5, cap . 18. Diploma del 10 maggio seguente, ibid . fog. 224.
4 Diploma del 3 luglio 13a Indiz . ( 1300) . Salvo- Permesso del tutto simile in favor dello stesso
condotto a Bernardo Todoni , Iacopo Sirignano , e Prestorano.
notaio Andrea di Taranto , oratori di Federigo di Diploma del 18 luglio 13ª Indiz , ibid . fog. 173
Aragona. Nel r. Archivio di Napoli , reg. segnato a t. Salvocondotto a Kirino da Messina , apparte-
Carlo 11, 1299-1300 , C, fog. 271. nente all' armata siciliana , perchè infino a tutto
Diploma del 4 luglio , ibid. fog. 28. Passaporto agosto potesse andare e tornar da Messina . Costui
ad Alamanno Segafino milite, mandato in Sicilia a sembra al tutto adoperato come spione ; e Presto-
vedere i prigioni e trattare gli scambi. rano fors' anco.
Diploma del 13 agosto, ibid . fog. 271 a t . Per- Diploma del agosto 13a Indiz . 1300. Salvo-
messo a Pietro d'Alamanno d' Ischia , per venire in condotto al detto Ramondo di Muntayana , mandato
Palermo a trattare il riscatto d'alcuni suoi concit- dal re in Sicilia al principe Filippo. Dovca valere
tadini prigioni. a tutto settembre. Ibid. fog. 278 .
CAPITOLO XVIII. 267
( 1301 )
que la loro , sciolgon di Catania , Roberto cancelliere del duca , tant' oprò con ramponi
per la costiera di mezzogiorno col grosso delle e altri ingegni , che levonne una gran cassa
navi , Loria per settentrione con le rima- di moneta, e tutto appropriossi , facendo a sè
gnenti. Osteggiava l' un Siracusa , forte di sito , guadagno del danno de ' suoi . Ma prima , so-
prastato innanzi Palermo , ebbe segreto ab-
avvezza a maggiori turbini di guerra , onde
questo agevolmente sostenne ; assaltava Sci- boccamento con Blasco Alagona , dicendo spos-
sati al paro siciliani e angioini , agli uni e
cli, e n'era ributtato del pari : ma Loria sol
vettovagliò le castella di val Demone . Ed era- agli altri necessaria la pace ' : e chi sa se
mentre con tal parlare intrattenea il fedel
no, l'uno presso li Scoglitti sulle rive di Ca-
Blasco , non annodò Loria i fili d'un atten-
merina, ove un fiumicello serba ancor l'au-
tico nome, l'altro alla marina di Brolo , del tato che indi a poco scoprissi ?
mese di luglio , peusando a tutto fuorchè ai Una congiura contro la vita di Federigo ,
rischi del mare , quando lo stesso di scatena- tramata da tre cittadini di Palermo , di grande
riputazione in tutta l'isola, per nome Pietro
ronsi due opposti venti , che i nemici navigli
di Caltagirone , Gualtier di Bellando e Guidone
pingevan del pari a farsi in pezzi su le no-
stre spiagge, assaliti , quel di Roberto da un Filingeri ; i quali ebber complice Pier Fru-
mentino , marito d'una Toda , sorella di latte
forzato libeccio , l'altro dagli aquiloni . Git-
tar l' ancora i nocchieri di Roberto ; si spez- del re , cresciuta dall'infanzia con Federigo ,
zavan le gomone , e cominciavan le galee a e nota a corte ; ond'anco potrebbesi pensare
rompere sulli scogli , nè forza di remeggio va- che vergogna domestica stigasse alla congiura
costui. Era un ribaldo dappoco, che ripentito
lea ; talchè tutte perivano , se il pilota della
capitana non avvisava dar le vele al mede- o tremante, flagellato dal pensiero d'essersi
simo vento , stremandosi a più potere lungi ingaggiato si profondo, non seppe chiuder oc-
dalla riva. Così , preso capo Pachino , fur salvi chio una notte , non trovar posa sul letto ;
finchè la donna se n'accorse , e lo strinse , e
i più ; lasciando su quelle rive miserabile strage
di ventidue navi e grande numero d' uomini ; tutto gli strappò , congiura e congiurati e as-
sentimento che si svelassero al re. Ella in-
e que' che vivi giunsero a terra , ignudi e
inermi , fuggendo il miglior sentiero per so- nanzi dì , correva al palagio di Palermo ; in-
spetto de' nostri, inerpicandosi tra le spine , stava co' famigliari , menarla nuova, gravis-
sima faccenda , da non tardarsi un istante ;
pe' luoghi più alpestri , alfin semivivi si ri-
e portata alle stanze di Federigo, volle prima
dussero a Ragusa, che tenea per parte d ' An-
l'impunità del marito , poi disse per ordine
giò. L'ammiraglio , perdute sol cinque galee,
la trama. Il rimanente andò ancor come suole.
compier volle il giro dell'isola . Giunto a Ca-
merina, fermossi a ripescar le ancore della Presi i cospiratori e convinti ; punito nel capo
Pier di Caltagirone, reo principale ; e Fede-
flotta di Roberto , raccorre gli avanzi del nau-
rigo , ch'era magnanimo , perdonò la vita a
fragio ; e saputo ov'era in fondo la galea di
Bellando e Filingeri, cacciandoli sol dal reame.
Guglielmo Gudur, vescovo eletto di Salerno ,

2 Seguo nello Speciale piuttosto la lezione Fru-


Niccolò Speciale, lib. 5, cap. 19.
mentinum , che Furnuntinum ; perchè appunto si
Il vescovo eletto di Salerno del quale parla Spe-
legge d'un Pietro Frumentino giudice di Palermo ,
ciale, era in fatti cancelliere di Roberto e vicege-
in un diploma del 27 marzo 1284. Tabulario della
rente, o, vogliam dire, vicario del papa in Sicilia.
cappella del r. palagio di Palermo, pag. 87 .
Con questi titoli si legge il suo nome in un di-
ploma di Roberto , dato di Catania a 11 ottobre 1299,
trascritto nel Docum . num. xxxi in fin di questo
volumo.
268 CAPITOLO XVIII .
(1301 )
Di quest'attentato, più nero di tanto, quanto
spinto sempre da' nostri e dagli stauziali regt,
avrebbe distrutto insieme con la vita del re
tra' quali capitanò una compagnia il cronista
la libertà del paese , non possiamo penetrar Ramondo Montaner . Ma , inviati da Federigo
le cagioni ; perchè seccamente il narra Spe-
a vittuagliar Messina settecento cavalli e du
ciale , forse per caderne sospetti contro la
mila almugaveri con Blasco Alagona e ' l conte
corte angioina , ch'indi rappiccossi con Fe- Calcerando , Roberto non li aspettò ; passò
derigo, e diegli una sposa che sedea sul trono con tutte le forze in Calabria la notte me-
di Sicilia quando Speciale dettò le sue isto-
desima ch' ei seppe Blasco giunto a Tripi, e
rie. A tal giudizio anco porta il dir dello Spe- da lui mandato avviso a Messina che la di-
ciale, che si scoprisse la congiura , mentre Fe-
mane facessero una sortita , mentr ' ei , piom-
derigo , vista due volte l'armata nemica girar
bando da' monti , prenderebbe a rovescio il ne-
l'isola intorno intorno , temè nuova macchi-
mico . Raggiornato dunque , i nostri , gli uni
nazione, e con ogui studio ne investigava ¹ .
dalle porte , gli altri dalle creste de' monti,
In questo tempo rincrudì contro amendue
s' apprestavano di gran volontà a combattere ,
gli eserciti , nuovo nimico , la fame ; più in-
senza pensare al numero delle genti di Ro-
festa al siciliano che allo straniero , il quale
berto , quando le videro fuggite . Entrato Bla-
traea vittuaglia di terraferma ; ma i nostri
sco in Messina, tra l'allegrezza della ritirata
campi in due anni d'invasione steriliano , ab-
e de' rinfrescati viveri , si cominciò a braveg-
bandonati , arsi , tagliati gli alberi , svelte le
giare. Xiver de Josa , alfier di Calcerando, inviò
vigne, rapiti gli armenti, messo a guasto ogni in Calabria bizzarra sfida in rima , per un mi-
cosa per non picciola parte dell'isola. Ne nac- nistriere che la cantasse ; e la canzone invi-
que la carestia ; e prima la senti Messina ,
tava i nimici a tornar pure in Sicilia , che
per esserle chiuso il mare dalle ostili flotte ,
non si difenderebbe lo sbarco, ma all' asciutto,
onde a un tempo e mancavano i commerci,
in bella pianura, sariano aspettati a combat-
vita della città , e montava il caro de' grani
tere. Montaner la dà a paura che Roberto
sopra l'universale di Sicilia, per la difficoltà andò via da Messina , nè fece ritorno alla sfida .
de' trasporti per luoghi montuosi , occupati o
Altri porta più sottil ragione di guerra : che
infestati dall' angioino. Già cominciavan citta-
non potea giovare a Messina quantunque sal-
dini a fuggirsene , chi per fame , chi per pre-
meria di vivanda condotta per terra, consu-
testo, passando al nemico . Stigato da quelli,
mandosi da' cavalli della scorta più ch'e' non
venne a campo Roberto sotto Messina ; pen-
fornivano ; e che Roberto , tenendo lo stretto
sando, per poco che aggravasse la carestia
e stando in Calabria , senza rischiar giornata ,
con la guerra , domare quel popolo ch' avea
toglieva a Messina gli aiuti di Reggio ; e l ' una
già fiaccato l'orgoglio dell' avol suo .
e l'altra insieme avrebbe affamato , minaccia-
ΑΠ par che nell' assedio dell'ottantadue , pone
to e percosso improvvisamente . Prima pose
in terra a Roccamadore ; manda sullo stretto
il campo a Reggio ; poi con la medesima pru-
la flotta di cento galee ; con le genti ei si
denza si ritirò alla Catona, per la valida difesa
avanza infino al borgo di santa Croce , met-
di Ugon degli Empuri ; e ostinato stette al
tendo tutto a fuoco ed a sangue : e nell ' ar-
blocco , onde ad orribil pressura crescea la
senal di Messina bruciò due galee ; e scara- fame in Messina.
mucciava ogni dì per terra e per mare , ri-
Respirovvisi un poco per lo gran valore di

Niccolò Speciale, lib. 5, cap. 20. quel che vago si ritrae dalle memoric de' tempi ;
Il Fazzello, e altri appresso di lui , dicono com-
e credon diminuire al paese il biasimo dell'atten-
Pri i congiurati dalla corte angioina. Così dan certo tato.
(1301 ) CAPITOLO XVIII. 269

frate Ruggiero de Flor, oriundo tedesco , nato gue , s'appose che metteasi uno scirocco for-
a Brindisi in povero stato, gittatosi fanciullo tunale ; e confortò le ciurme all'impresa, in
sur una barca de' templari , e fatto in pochi cui il vento non li abbandonerebbe in balla
anni espertissimo navigatore , frate del Tem- de' nemici, perchè di verno non cala si tosto .
pio, uom d'arme, formidabil corsaro . S'arric- La notte dà le vele alla tempesta , e con essa
chi tra lo scempio de' cristiani ad Acri ; per si trova a dì innanzi lo stretto. Loria sco-
invidia perseguitollo il gran maestro de' tem- prendolo , fea rabbiosameute escir le galee ,
plari, e 'l fè mettere al bando di cristianità ; forzar ne' remi ; ma indarno lottavano contro
ma tra i romori delle nostre guerre gli fu que' gran cavalloni e corrente del Faro ; e il
nulla . Con una galea genovese , venne costui templario , beffandosi de' vani sforzi , a vele
in Catania ad offrirsi a Roberto ; funne rifiu- gonfie entrava in porto . Incontanente rinvill
tato ; e passò incontanente ai soldi di Fede- il grano a metà del pregio ; sfamò l'afflitto
rigo , al quale non restava a temere scomu- popolo , e 'l rafforzò in sua costanza . Ma non
nica. Allora con siciliani legni , pur dopo le i campi Leontini , selama Speciale , potean mie-
nostre sconfitte navali, rifece le prime dovi- tere, non tutti i granai d' Agrigento , rinserrar
zie, corseggiando sopra nimici ed amici ; con tanto, che bastasse in quell' uopo a Messina ! 5
questo divario, ch' ai secondi lasciava cedole Mentre in questo blocco si disputava osti-
del valsente da rimborsarsi alla pace : talchè , natamente l'importanza dell'impresa , Blasco
smisurato di pensieri all' imprendere ,' d' au- Alagona , fulmine di questa guerra , amico
dacia all' oprare, e rapace ma non crudele , e amantissimo di Federigo , fedelissimo alla Si-
largo donatore , anzi prodigo del mal acqui- cilia , non vinto unque in battaglia , ammalò
stato, pei vizi al paro che per le virtù , salito in Messina , come probabil è , dalla malsania
era in gran nome in tutta l'oste di Federigo ' . degli alimenti , e in breve trapassò, non pianto
All' intendere il misero travaglio di Messina , in Sicilia , a sommo biasimo de ' nostri proge-
presentavasi Ruggiero al re , dicendo sentirsi nitori invidianti il glorioso nome , non pianto
spinto e flagellato da un gran pensiero : o vit- in Sicilia , fuorchè da Federigo . Ruppe in la-
tovagliar Messina per mare, o perdersi nelle grime questi, per amore e interesse, alla per-
onde, o , che peggio era , tra le man di Ro- dita di tant' uomo ; vesti a duolo ; in piena
berto e de' frati del Tempio. Assentendolo il re , corte lodò il valore, la fede , le chiare geste di
apparecchiava dodici galee ; le empiea di gra- Blasco . Del resto , poco tempo lasciavano allo-
no a Sciacca ; e con esse stava pronto nel ra a privato cordoglio le calamità pubbliche 4 .
porto di Siracusa. Perchè Messina , consumato il soccorso di
Com' ei vide gonfiarsi il mare da ostro , li- Ruggiero de Flor, tornava alle stretture di pri-
scio senz' onda , rosseggiante come per san- ma e peggio ; manicandosi , come dilicato cibo ,

' Montaner, cap. 194, e Pachymer, in Andronic . 3 Niccolò Speciale, lib . 6 , cap . 2 .
lib. 5, cap. 12 , opportunamente recato in questo Montaner, cap. 196.
luogo dal sig. Bichon nella collezione cit . Parigi 4 Niccolò Speciale, lib. 6 , cap . 3 .
1840, pag. 409. Con frasi scure egli accenna alla invidia che fe'
2 Montaner e lo Speciale con poco divario accen- passar senza dolore , e fors' anco con l'effetto con-
nano questi segni, da' quali il pratico Ruggiero de trario, la morte di questo gran guerriero . Ed è da
Flor conobbe qual vento sarebbe spirato. Il rossic- ammirare l'istorico , secondo me gravissimo , e
cio che si dipinge nelle nubi verso il tramontar senza dubbio focoso patriotta, il quale, amando il
del sole , e tiensi indizio di vento , potea dar al paese d'amor non volgare , n'è tanto più severo
mare colore sanguigno, che Montaner si iace a nel biasimo de' suoi vizt.
descrivere in questo luogo.
270 CAPITOLO XVIII. (1301 )

non che de' giumenti , ma cani , gatti , topi ; a caso si trovò un de' famigliari , fur la sola
e queste stomachevoli carni pur si aveano a imbandigione del re ; e sfamatosi , gittossi a
sminuzzo ; a comperare un po' di pane non terra , facendo guancial dello scudo , e ripo-
bastavan ricche suppellettili , arredi , gioielli . sato qualche ora, rimontò per fornire la via.
Narro non parti d'immaginativa, ma orribilità Giunto presso alla città , manda i viveri , e
certe, che i nostri antichi durarono a salva- torna indietro a raccorre nuovo sussidio , per-
mento della siciliana libertà, per lasciarne re- chè bastavano appena a tirar innanzi pochi
taggio , mal guardato da poi . Allo scurar della di. Tosto rivenne dunque con altri grani, al-
notte crescea l'orrore in Messina , cresceano tri armenti e allora entrò in città ; allora gli
i lamenti ; usciano a gridar pane, non i men- occhi asciutti tra lo scempio del capo d'Or-
dici , ma gli agiati , pelle ed ossa , scrive lo lando , sgorgaron lagrime al veder il popolo
Speciale, vergognanti a mostrare il di quelle macerato, che sforzavasi a gridargli evviva.
spunte sembianze ; e molti la dimane si tro- Donde consultando con Palizzi , deliberossi
vavan per vie e piazze morti , qual di fame , a rimedio , crudo , ma men del male. Perchè
qual dalla malignità degli scarsi e schifi ali- i soccorsi di vittuaglie non si dileguino in un
menti. Talchè uno strazio, un compianto era baleno , bandisce che la gente più mendica
per tutto il paese ; caduta ogni baldanza agli e invalida alla difesa, esca di Messina con
uomini più valenti ; le leggiadre donne, non lui , e sarà condotta in luogo ov'è cibo . Al-
attendendo ad ornamento e cura della persona, lora l'irresistibil talento della conservazione
squallide mostravansi ; e pargoletti si vider di sè stesso, portò casi che da lungi s'esti-
morire in braccio alle madri , poppando senza mano spietati : abbandonar patria , parenti ,
trarre una goccia dal seno inaridito. Niccolò quanto v' ha di più caro ; e lagrimando , scrive
Palizzi , cittadino e governador di Messina, me- Speciale , ma non aspettando i figli il padre,
ritò in questo frangente somma lode di corag- la sposa il marito , una squallida moltitudi-
gio, umanità, antiveggenza , inespugnabil co- ne incominciò a poggiare su per la via dei
stanza ; tra tanti pericoli e inevitabil balenare colli ; e Federigo , raccomandata la città al
della popolazione, fu infaticabile e grande nel forte Palizzi , nel disperato estremo spoglia-
provvedere, con tal giusta misura , che si as- tosi ogni fasto di re , ai miseri spatrianti si
sicurasse la città dagli attentati de ' male con- fe' compagno . Questo periodo fu il più glo-
tenti, e si risparmiasse il sangue pur de' col- rioso della vita di Federigo ; perchè le due
pevoli. Da pochi all'infuori , ugual virtù ebbe virtù ch' egli ebbe sopra ogni altra , umanità
il popol tutto di Messina , due volte salva- e coraggio , bastavano allora a far l'eroe.
tor della Sicilia nella guerra del vespro ; il « Per monti, per pendici ( traduco a parola a
prim ' anno, con quel memorabil valore contro parola lo Speciale ) , per burroni e dirupi con
la forza viva di Carlo ; e l'ultimo , con que- tal familiarità condusse i derelitti , con tanta
sta più maravigliosa perseveranza contro lo carità ne prese cura , che per via toglieva
strazio della fame , lento , inesorato , inglorioso, or questo or quel pargoletto dalle mani delle
fiaccante corpi ed animi insieme ' . spossate madri , recavaselo sulle braccia , o
Federigo dunque , rasciutti gli occhi appena in groppa al cavallo ; a mensa gli si aggreg-
dalla perdita di Blasco , fa spigolar quanta giavano intorno i fanciulli , ed ei di propria
vittuaglia poteasi in val di Mazzara , e mɔn- mano spezzava loro il suo pane . » Così infino
tando a cavallo , vien ei medesimo alla scorta , a grasse e sicure contrade li accompagnò .
Drizzandosi a Randazzo con la misera plebe ,
senza pensare a sè, ma solo al popolo ; talchè
sostando alquanto a Tripi, dopo lungo cam-
mino , due pan d'orzo e un fiasco di vino , che Niccolò Speciale, lib. 6, cap. 2, 4, 5.
(1301 ) CAPITOLO XVIII. 271

per la via tra Francavilla e Castiglione, avven- la novella oste di Carlo di Valois , levatosi
ne che un suo fedele, prigion de' nemici in Ca- dalla Catona, lasciò Messina gloriosa e vin-
stiglione, infintosi dover chiedere al re certe cente nella seconda prova ; e per salvar le
spese, e ottenuto di mandargli un uomo , l'av- apparenze e aver agio da ristorarsi , trattò
verti occultamente trovarsi senza presidio la di tregua. Iolanda , fuor di sè per l'allegrezza ,
rocca. Nol ridisse Federigo a persona. Giunto condusse questa pratica tra 'I marito e 'l fra-
a Randazzo , dando a vedere d'andarne a ri- tello ; dapprima per legati , e fermossi uno
poso, accomiata ognuno : e a mezza notte fè abboccamento a Siracusa. Venutovi il re , e
montar chetamente gli uomini d'arme, e ti- con l'armata il duca , recando seco due com-
rosseli dietro, senza dir dove. Fu la mattina pagni di oppostissima indole , Ruggier Loria
a dì a Castiglione ; occupò la terra e ' l castel e Iolanda , costei prima sbarcò al castel di
disottano ; i terrazzani , rifuggitisi in quel di Maniaci, a riabbracciar salvo e glorioso, dopo
sopra, astrinsero il presidio ad arrendersi. Così cinque lunghissimi anni , quel fratello che so-
ritolse il feudo a Ruggier Loria. E allegge- pra ogni altro amò dall'infanzia. La dimane,
rita Messina , ripigliate forze per ogni luogo , tornata col duca , vidersi per la prima volta
mostrava a' nemici assai più duro , che non Roberto e Federigo , salutaronsi contegnosi ;
credeano, il soggiogamento dell' isola ' . e trattato tre dì, con intendimento di raggi-
Per la qual cosa Roberto, veggendo che il rarsi a vicenda , e trovar tanto respitto che
blocco era nulla a'messinesi , e che anzi la bastasse a ciascuno a ripigliar forze , ferma-
carestia , trapassata nel proprio suo campo , rono per pochi mesi la tregua ' .
fieramente il travagliava , e aspettando di fuori

CAPITOLO XIX .

Carlo di Valois a Firenze , indi in Sicilia. Deboli effetti delle sue armi. Assedio di Sciacca. Postura e disposizioni di Federigo. L'e-
sercito nemico si consuma sotto Sciacca. Proposte di pace e preliminari di Caltavuturo ; abboccamento tra i principi ; trattato di
Caltabellotta. Esecuzione di quello. Convito del Valois a Messina. Riforma de' capitoli della pace, per voler di Bonifazio. Federigo,
rimaso re di Trinacria, sposa Eleonora figlia di re Carlo. Principî della Compagnia di Romania. Settembre 1301 , alla primavera
del 1303.

L'ultima prova di Bonifazio fu di chiamar lanti l'umor ghibellino. Perciò Bonifazio, che
altre armi straniere. Volea , oltre il soggioga- dopo la sconfitta del principe di Taranto avea
mento dell'isola , rendere in terraferma d' Ita- già pensato ad aiuti della casa di Francia , e
lia riputazione a parte guelfa , abbassata in mandatovi oratori suoi e di re Carlo ³ , quan-
qualche provincia , rimasa in Toscana a pri- do vide la Sicilia sempre più indomabile , e
meggiar nel solo nome , per esser nata la di- spregiarsi da ' bianchi di Toscana e legati e
visione de ' neri e bianchi ; gli uni immansueti scomuniche 4 , prese a sollecitare Roberto conte
dal troppo favor del papa , gli altri mal ce- d'Artois , che ritornasse in Italia con forze ,

Niccolò Speciale, lib. 6 , cap. 3 e 4. Il Mon- 2 Niccolò Speciale, lib . 6, cap. 5 .


taner , cap. 196 , porta questi due soccorsi di Fe- 3 Montaner, cap. 193.
derigo innanzi quello di frate Ruggiero. 4 Gio. Villani, lib. 8, cap. 39 e seg.
272 CAPITOLO XIX .
(1301-1302)
dandogli a ciò per tre anni le decime eccle- ordini, come Bonifazio dicea , di que' popoli,
siastiche di sue possessioni, e i danari di mal perchè facean contro a sue voglie . Fermossi
tolto ; e maggiore assegnamento fece su Carlo in questi consigli d'Anagni , che , differita a
di Valois , educato da fanciullo dalla romana primavera la guerra di Sicilia , svernasse il
corte ad ambizione di regni. Costui , dopo il Valois in Toscana . Ito dunque di novembre
baratto, che si narrò , del vano titol di re di a Firenze , ei fe' quanto vollero i guelfi ; cacciò
Aragona con una figliuola del secondo Carlo i bianchi , e tra essi quel sovran poeta , che
e la contea d'Angiò in dote, si rese chiaro stampava d'obbrobrio fino alla consumazione
in arme nelle guerre di Fiandra ; e morta l'an- de' secoli della presente civiltà il nome del
gioina , avea menato in isposa Caterina di falso principe senza terreno. Di Firenze passò
Courtenay, pretendente all' impero greco, pro- a Napoli costui, correndo aprile del trecento-
messa una volta a Federigo . Allettaval ora due ; trovò preparata un' armata di più di
il papa con profferta di stipendio , comando cento legni grossi, torme numerose di cavalli ,
d'eserciti, uficio di senator di Roma , e altre Roberto e Ramondo Berengario , figliuoli di
dignità ; il fea lusingar del conquisto dell' im- re Carlo, baroni francesi moltissimi , bandiere
pero d'oriente con le medesime armi con cui apostoliche , nuove scomuniche sopra Federi-
combatterebbe in Sicilia , e parlò ancora d' ele- go, l'eletto vescovo di Salerno legato ponti-
zione all'impero occidentale : a ' quali sogni ficio con piena autorità . Ed era il quinto o
aggiunse la realtà delle decime ecclesiastiche sesto formidabile sforzo, che i medesimi po-
in Francia, Italia , isole del mediterranco , prin- tentati, con gli stessi mezzi , movean contro
cipato d' Acaia , ducato d'Atene, e fin d'In- Sicilia , contandosi già l'anno ventesimo della
ghilterra. Con questi danari assolderebbe il guerra del vespro .
Valois cinquemila cavalli , per condurli in Ita- L'avea affrettato Roberto, il quale, appena
lia. Il papa esortò Filippo il Bello e 'l clero di sottoscritta la tregua con Federigo , adunava
Francia a favorir l'impresa ; prolungò a que- in parlamento a Catania i capitani dell'oste ,
sto medesimo fine la tregua , che procacciato col cardinal Gherardo e' siciliani di sua parte ;
avea tra Filippo e 'l re d'Inghilterra 2 . e facea vanti in iscusa de' non lieti successi
Per tal modo , di settembre milletrecento- della guerra tornerebbe immantinenti con
uno , Carlo di Valois trovossi a corte del papa forze potentissime ; lasciar intanto in Catania ,
in Anagni, con re Carlo e' figliuoli ; e fu chia- vicario il pro Guglielmo Palotta , e pegni del-
mato capitan generale della Chiesa, conte di l'amor suo la Iolanda e Lodovico , da lei par-
Romagna , datogli il maneggio del ducato di toritogli poc' anzi in Catania. A Napoli l'ac-
Spoleto , Marca d'Ancona e altre province , colser gioiosamente, come per vittorie , il re ,
e, col titol di paciere in Toscana , vero uficio gli ottimati, la plebe ; ma stringendosi a con-
di tradimento , a reprimere gli scandali e ' dis- siglio , con parlare men gonfio , ei mostrava

3 Raynald , Ann . Eccl . 1300 , $ 20. 3 Raynald , Ann . Eccl. 1301 , § 11 , 12, 13 , 15
2 Raynald , Ann. Eccl. 1300 , § 20 al 26 ; e brevi e 26, An. 1302, § 1 .
recativi del 21 novembre e 21 ottobre 1300. Niccolò Speciale , lib. 6, cap. 7.
Montaner, loc. cit. Tolomeo da Lucca, Ann. in Muratori , R. I. S.
Gio. Villani, lib. 8, cap. 32 e 43. tom . 11 , pag. 1304.
Niccolò Speciale, lib. 6, cap. 7. Gio . Villani, lib. 8, cap. 49 e 30.
Ferreto Vicentino, lib. 1 , in Muratori , R. I. S. Cronaca di Dino Compagni , lib. 2.
tom . 9, pag. 960, 976 e scg. Cronaca di Parma, in Muratori R. J. S. tom . 9
Il matrimonio del Valois con Caterina fu fatto pag. 842 e 843. Ivi è detto il soprannome di Carlo
il 28 gennaio 1301 , Buchon , op. cit . ed . 1840 , p. 47. senza terra.
( 1302 ) CAPITOLO XIX . 273

la necessità di nuovi sforzi estremi . I siciliani rustiche prede ; perchè Federigo avea munito
all'incontro , ammaestrati dalle due sconfitte ottimamente ogni luogo ; era venuto ei me-
navali, e non potendo adunare un giusto eser- desimo a porsi a Polizzi , non molto discosto
cito nell'isola occupata da varie bande , s' ap- da Termini, con provvedigione da durar tutto
prestavano a rifar guerra guerriata . Consi- assedio. Perciò , andati i nimici a Caccamo ,
gliavali ancora la sperienza del primo pas- ne tornaron col peggio , per la fortezza del
saggio di Giacomo , fors ' anco della guerra di luogo e la virtù di Giovanni Chiaramonte.
Catalogna nell'ottantacinque , de ' prodigi che Voltisi a Polizzi , e mandato a sfidar il re ,
operan poche bande agguerrite e risolute, in presentando battaglia nella pianura , n'ebbero
regioni montuose , tra siti forti, e universal accorta risposta che aspettassero , e sì a
simpatia de ' popoli, che a te fornisce, toglie tempo il vedrebbero. Non osando assediarlo
al nemico tutti i comodi della guerra , e fi- in Polizzi , e volendo insignorirsi della città più
nisce sempre con vittoria su la superbia sol- importante nel gruppo de' monti occidentali
datesca degli stranieri. Con tali disegni, Fe- dell'isola , mutarono il campo a Corleone . Pre-
derigo girava per l'isola ; sopravvedea le ca- vennerli i nostri si accortamente , che una
stella ; iva esortando e infiammando le po- man di cavalli , sotto Ugone degli Empuri e
polazioni delle città, che assaltate dal nemico , Berengario degl' Intensi , era entrata già in
tenesser fermo, e non fallirebbe il re d'aiu- Corleone quando mostrossi l'oste angioina ;
tarle ; chiamate all'oste , pronte corressero . eran pronte le armi , i cittadini sulle bastite ;
Spirata la tregua , Federigo , nel cuor del verno, e ricordavansi essere stati in tutta l'isola i
espugno Aidone ; Manfredi Chiaramonte gli primi a seguire il movimento del palermitan
racquistò Ragusa ; e con maggiore costanza vespro. Con questo animo , schiudono una porta
per ogni luogo si ripigliavan le armi ' . al nemico movente all' assalto ; entrato , lo ta-
L'oste de' collegati, per disegno di Ruggier gliano a pezzi ; nella quale zuffa il fratel del
Loria, si drizzò contro val di Mazzara, prova duca Bramante , mentre confortava i suoi alla
mal tornata al principe di Taranto , ma parve carica, pur sulla soglia , fu morto d'un sasso
da ritentar il paese , abbondante , fin allora che una donna scagliò . Dopo diciotto giorni
queto , piano , agevole a' cavalli . Approdano d'assedio , con onta e perdita Valois si ri-
dunque in sull' uscir di maggio a Termini , trasse 4.
città a ventiquattro miglia dalla capitale ; e se E per darsi qualche riputazione , trapassò
ne insignoriscono alla prima, perchè il popolo alla meridional costicra dell'isola , e venne
non fe' difese , ascoltando un Simone Alderi- sopra Sciacca , città non molto fortificata , da
sio, traditore o codardo . S'accampò ne' din- potersi insieme osteggiar con la flotta. Questa
torni, questo, dicono i nostri scrittori, innu- dunque fece vela da Termini ; non guardata
merevole esercito , sì mal ordinato , che in pur da lungi Palermo , occupò nel golfo ap-
certe feste, rissatisi tra loro francesi ed ita- presso, non si vede a qual fine , la picciola
liani , ne rimaser morti dumila 3 ; e fu mestieri terra di Castellammare ; e senz' altra fazione,
aspettar di Puglia un sussidio di ventidue navi surse alla spiaggia di Sciacca . Dove l'annunzio
di grano , perchè si potesse muovere il pie' da- dell'assedio non avea nè punto nè poco sbi-
gli alloggiamenti . Ma spargendosi per lo paese, gottito i cittadini , capitanati dal pro lor Fe-
altro acquisto non riportaron che di greggi e derigo d' Incisa , che si rallegraron anzi di

Niccolò Speciale, lib . 6 , cap. 6. 4 Niccolò Speciale, lib. 6, cap. 8.


2 Speciale e Anonymi Chr. Sic. loc. cit. Anonymi Chr. Sic. cap. 70.
3 Montaner, cap. 197. 5 Federigo d'Incisa fu di Sciacca. Il provano, oltre
35
274 CAPITOLO XIX .
( 1307 )

tal destro a spiegare , innanzi la Sicilia tutta, milizie feudali e cittadinesche a Corleone , per
la loro virtù ; stamparon bastioni e fossi ; coudurle a sicura vittoria 1 .
rabberciaron mangani e altri ingegni ; in tutti Ma il Valois , come ciò intese , e vedea me-
i modi apprestaronsi al combattere . Con pari nomare di dì in di le sue genti , parendogli
ardore veniano i nemici ; ingaggiandosi i ca- vergognosa fuga se lasciato l'assedio si rim-
pitani tra loro , a non levarsi di Sciacca che barcasse, e inevitabil danno se aspettasse l' as-
non l'avessero espugnato , perchè parea age- salto delle nostre genti , pensò trarsen fuori
vole, e vergognavan che in cinquanta dì dallo con una pace ; diffidando ancora di Bonifazio ,
sbarco , non avesser ferito un sol colpo con che l'avea frustrato nella speranza del gover-
avvantaggio. Cominciato dunque l'assedio di namento di Roma ; e tardandogli di fornir bene
mezzo luglio , si combattea vivamente ogni o male l'impresa di Sicilia , sì che restasse
dì , gli assedianti facean giocare lor macchine , libero a tentar acquisti per sè nell' impero di
davano spessi assalti ; ed era nulla ai difen- oriente. Ristrettosi dunque con Roberto , che
ditori, confortati dalla vicinanza del re , ve- mal si piegava , come giovane e feroce , a la-
nutosi a porre co' suoi stanziali a Caltabel- sciar sì bella parte del retaggio paterno , ri-
lotta , discosto nove miglia da Sciacca. Man- cordavagli tutte le vicende della siciliana guer-
dovvi poi Simone Valguarnera , con dugento ra ; quant' oro, quanto sangue si fosse sparso
uomini d'arme e più numero di fanti ; il quale senza poter mai ridurre quest' isola ; e ch'or
entrato di notte , a randa a randa la spiaggia , peggio dileguavansi le speranze , per essere
tra le poste nemiche, aggiunse tal franchezza stracco il reame di Napoli , esausto l'erario
agli animi de' cittadini , che molti duri colpi pontificio , caduta la riputazione di lor armi,
indi n'ebbero le genti collegate. e rinnalzata quella di Federigo , che saprebbe
Più atroce danno patirono dallo stare in riassaltar le Calabrie, conturbare il regno , ac-
maremma scoperta , sotto l'arsura del sollione , cender fuoco nell' Italia di sopra , col favor dei
in faccia all' Affrica ; onde furiosamente s' ap- ghibellini. Le quali parole non persuasero Ro-
prese nel campo la mortalità de' cavalli , che berto , ma la necessità dell' esercito , e l' au-
allor travagliava molte parti d' Europa, e nac- torità il vinsero del Valois , che tenea il su-
que anco una malattia che repente percotea premo comando per corte di Roma . É da sup-
gli uomini ; e n'era a tale già il campo , da porre ancora, che i più savi uomini di guerra
poter montare appena cinquecento cavalli . Fe- e di stato della corte di Napoli , della corte di
derigo già ripensava alla vittoria del padre , Roma , consultati nel grave negozio, per assentir
allo scempio delle formidabili schiere di Fran- tal subito fine della guerra , tal inopinato esito
cia sotto Girona . Montaner, con pueril zelo , de' disegni della lega francese e guelfa , non so-
qui scrive, che il conte degli Empuri , Rug- lamente vedessero perduta l'oste a campo a
giero de Flor, Matteo di Termini e gli altri Sciacca, ma conoscessero troppo arduo partito
capitani, stigassero Federigo a dar dentro , e il continuare l'impresa , e la Sicilia niente spos-
sdrucire quello scheletro di esercito , e ch'ei sata , pronta sempre a quella maniera di guer-
negasse di portare tal onta a casa di Francia . ra, poco dispendiosa a lei , poco rischiosa, non
Il vero è , che volea lasciarlo struggere tutta- così a' collegati ch'avrebbero avuto a rifare
via dassè, e comandava l'adunata di tutte le altro esercito , armar altra flotta, adunar altri

la testimonianza dello Speciale riportata da noi nel Anonymi Chr. Sic. cap. 70.
cap. precedente , anche due diplomi , dati da lui come Montaner, cap. 197 e 198.
gran cancelliere del reame , nel 1317 e 1318 , nel Gio . Villani, lib. 8, cap. 50.
Testa, op. cit. Doc. num . 36 e 37. Tolomeo da Lucca, Annali , in Muratori R. I. S.
Niccolò Speciale, lib. 6 , cap. 10. tom. 11, pag . 1305.
(1302) CAPITOLO XIX . 275

tesori , mentre gli elementi della lega , come fu fermata il ventinove agosto , giurata il tren-
alla lunga avviene , tendeano a disciogliersi. tuno la pace .
Deliberato dunque l'accordo, Carlo mandava Per la quale restava a Federigo la Sicilia
Amerigo de Sus , e Teobaldo de Cippoio , ora- con le isole attigue , da tenerla , finch' ei vi-
tori suoi a Federigo , che s' era tirato indietro a vesse , da sovrano assoluto , independente da
Castronovo per affrettar il siciliano armamen- Napoli e dal papa , con titol di re dell'isola
to '. Federigo assentì il diciannove agosto i di Sicilia , o re di Trinacria , qual più fosse
preliminari della pace , e che , ad ultimarla , a grado a re Carlo secondo . Darebbe costui
venissero ad abboccamento con essolui Valois la figliuola Eleonora in moglie a Federigo ;
e Roberto ; intanto si cessasse dalle armi. a lor prole si procaccerebbe il reame di Sar-
E il dì ventiquattro , tra Caltabellotta e degna o di Cipro , o si pagherebber cento-
mila once d'oro ; e allor dovrebbero lasciar
Sciacca , in certe capanne di bifolchi , vennero ,
con cento cavalli ciascuno, Federigo e Carlo l'isola di Sicilia. Renderebbersi da Federigo
di Valois ; favellaron soli gran pezza ; poi fu le terre occupate di là dallo stretto , dagli .
chiamato Roberto 2. Nè forse senza pianto si angioini quelle prese in Sicilia ; e similmente ,
incontraron questa fiata Roberto e 'l siciliano senza riscatto, il principe di Taranto , e da
re, per la perdita di Iolanda , amorevolissima amendue le parti tutti gli altri prigioni per-
donerebbesi ai sudditi datisi al nemico ; ma
ad entrambi, giovane , bella , di santi costumi ,
genio di pace tra lo sposo e 'l fratello ; i feudatari perderebbero tutti feudi dal prin-
morì sola a Termini, mentre stava l' uno allo cipe da cui si fossero ribellati . Da questo an-
darono eccettuati solamente , come avviene ,
assedio di Sciacca, l' altro pronto ad avventar-
glisi addosso ³ . Non guari dopo , e in dolor i due più potenti , Ruggier Loria e Vinciguerra
pari, trapassò in Ispagna la regina Costanza , Palizzi ; fatta lor abilità a tenere, il primo il
che nella pietà religiosa perdè quasi la carità castel d'Aci in Sicilia , l'altro Calanna , Motta
di madre , non onorando nel testamento il suo di Mori , e Messa in Calabria . Sarebbero re-
dintegrati, continuava il trattato , i beni eccle-
glorioso Federigo, come percosso dagli ana-
temi di Roma 4. Nell' abboccamento dei tre siastici in Sicilia, allo stato innanti la rivolu-
principi furon indi chiamati , dall' una parte zione dell' ottantadue. Il Valois si adoprerebbe
Ruggier Loria, dall' altra Vinciguerra Palizzi , a ottener la ratificazione di re Carlo e del
e poi più altri nobili e capitani . Trattarono papa 3.
alquanti di poco da' preliminari mutossi : e Fu questo il trattato di Caltabellotta, o ,

Niccolò Speciale, lib. 6, cap. 10. chè poco ne sapeano. Ma luce maggiore ci danno
Anonymi Chr. Sic. cap. 70 , Ferreto Vicentino in i documenti , trascritti in parte da Raynald, Ann.
Muratori R. I. S. tom. 9, pag. 961 . Eccl. 1302, § 3 e 4, 6 e 7, e 1303, § 24 a 27 , e
2 Veggasi la nota num. 4. più compiutamente descritti negli Annali d'Arago-
3 Niccolò Speciale, lib . 6, cap . 9. na, lib. 5 , cap. 56 e 60, da Surita, che correggendo
4 Surita, Ann. d'Aragona , lib. 5 , cap . 55 . la brevità dei contemporanei Speciale e Montaner ,
5 Niccolò Speciale , lib. 6, cap. 10. e riscontrandosi appunto con gli squarci pubblicati
Anonymi Chr. Sic. cap . 70. poi da Raynald sulle carte degli archivi di Roma,
Gio . Villani, lib. 8 , cap. 50. chiaro mostra aver avuto sotto gli occhi gli origi-
Tolomeo da Lucca, in Muratori R. I. S. tom. 11 , nali trattati.
pag . 1303. Indi si ritrae, che i preliminari di Castronovo, fer-
Ferreto Vicentino, in Mur. ibid . tom. 9, pag. 962. mati a 19 agosto 1302 , furon questi :
Montaner, cap. 198 . « Federigo, col titolo di re , regnasse, durante la
Costoro il riferiscono assai brevemente ; i nostri sua vita , in Sicilia e nelle isole adiacenti , senza te-
perchè alcuni patti voller tacere ; gli stranieri per- nerle da alcuno, ma independente e assoluto.
276 CAPITOLO XIX .
(1302 )
come il chiaman anco , di Castronovo , per uguale ; Federigo , contro tal soperchio di forze
esservisi fermati i preliminari . Molto onore collegate, si mantenea la corona sul capo : nè
n'ebbero per tutto il mondo re Federigo e la all' una ed all'altro tornava minor lode , dal-
Sicilia. E in ver la nazione , dopo venti anni , l'aver condotto a tal estremo, in tre mesi, il
usciva gloriosa e vincente da guerra si dis- Valois , Roberto , Loria, tant' oste, tal armata ;

Sposasse Eleonora, figliuola di re Carlo. una costituzione pontificia, la cui somma è questa :
Scambievolmente si rendessero i prigioni , senza Fatto il trattato di Federigo e Valois , e chiestane
riscatto. dal primo , per suoi oratori , l'approvazione del papa,
Scambievolmente si restituisser le terre occupa- disdicea Bonifazio que' patti pregiudiziali alla Chie-
te ; in dì 15 da Roberto quelle di Sicilia, in dì 30 sa ; ribbenediva contuttociò Federigo ; dispensava
dal re Federigo quelle di Calabria. la consanguineità per le nozze sue con Eleonora ; e
Ad ultimar la cosa e stabilire il tempo e i modi ad aprir nuove pratiche mandava suoi legati in Si-
della esecuzione di questi patti, Federigo e Valois ve- cilia. Allora Federigo, riformati i capitoli , fece pre-
nissero a un abboccamento tra Caltabellotta e Sciac- sentarli a corte di Roma dal conte Ugo degli Em-
ca , da cominciare il venerdì 24 agosto e finir la puri, Federigo d' Incisa , e Bartolomeo dell ' Isola.
domenica 26. Ivi si stabilisse il titolo da darsi Pei quali promettea tener la Sicilia in vassallaggio
a Federigo, e il regno che si avrebbe la prole di della Chiesa ; pagar in ogni anno , il dì di san Pie-
lui ed Eleonora in luogo della restituita Sicilia. tro, tremila once d'oro di censo ; fornire a richiesta
Fosse tregua dal 21 al 26 agosto, e sei dì dopo del papa cento lance, ognuna con tre cavalli almeno,
l'abboccamento. pagati per tre mesi , o , in vece di questa , una forza
Valois procacciasse la ratificazione di re Carlo navale equivalente ; assoggettirsi in caso di trasgres-
e di papa Bonifazio. >> sione alle pene stesse cui andava tenuto il re di
Nell'abboccamento poi tra Sciacca e Caltabellotta Sicilia , duca di Puglia , ec. per la concessione a
si fecer queste mutazioni : Carlo I d'Angiò ; restituir le chiese nel possesso di
« Si chiamasse Federigo , re dell'isola di Sicilia , quanto godeano prima dell' 82 ; dar alla Chiesa , senza
o di Trinacria, come piacerebbe meglio a re Carlo. gabella, la tratta di 10 mila salme di grano per la
Ai figliuoli suoi si procacciasse il regno di Cipro impresa di Terrasanta ; fornir , coi giusti dritti di
o di Sardegna . Non asseguita questa promessa, te- tratta , quante vittuaglie abbisognassero a Roma. I
nessero tuttavia la Sicilia ; o , avute 100 mila once dubbi nella esecuzione di questi patti, risolvereb-
d'oro, la rendessero. bersi dal papa. Così, assentendo i cardinali tutti ,
Le terre di Sicilia si restituissero in dì 22 dal fuorchè Matteo di S. Maria in Portico, approvò Bo-
1 settembre, quelle di Calabria in dì 45 . nifazio l'accordo ; e dichiarò che , secondo il voler
I beni delle chiese si restituissero allo stato in di Carlo , Federigo s'addimanderebbe re di Trina-
cui erano prima della rivoluzione dell' 82. cria, finchè tenesse l'isola.
Perdonasse Federigo ai ribelli di Catania , Ter- Furon queste le condizioni , e le modificazioni
mini, e delle altre città datesi ai nemici ; restando della pace di Caltabellotta. Nè nasca alcun dubbio
loro i soli beni che possedeano fino al giorno che sull' autenticità de' documenti citati, se non si leg-
s'alienarono da Federigo ; e perdonasse re Carlo gan le altre due particolarità che ho nel testo no-
a' siciliani, quando tornassero sotto il suo dominio.>> tato. Perocchè veramente per altri diplomi , non
I quali patti giuraronsi da ambo le parti a dì 31 appartenenti al trattato dei principi, dovette Fede-
agosto 1302. Lo stesso giorno promulgò Federigo rigo consentire a Ruggier Loria il possesso di Aci
la pace ; annunziando solo ch'ei resterebbe re del- in Sicilia ; re Carlo a Vinciguerra Palizzi quello di
l'isola di Sicilia , e comandando si cessasse dal tre castella in Calabria, come riferisce Niccolò Spe-
mandar le milizie a Corleone. Il documento è tra- ciale. Nè in quel trattato avea luogo l'obbliga-
scritto nell' Anonymi Chr. Sic. cap. 70. zione particolare di Federigo a Valois , che l'aiu-
E re Carlo tosto consentilli , non già Bonifazio ; onde terebbe nell'impresa dell'impero d'oriente, la quale
nuovamente si cominciò a trattare, tra lui e Fede- si scorge dal documento citato qui appresso .
rigo. In fine a 12 maggio 1303 , Bonifazio promulgò
(1302 ) CAPITOLO XIX . 277

e piegato a lor volontà il superbissimo Bo- stade, per un altro accordo fermato in questo
nifazio. Nè si dica che non seppero i nostri tempo con Federigo , che l'aiutasse d' uomini
usar la fortuna contro quel diradato esercito . e navi alla impresa di Costantinopoli , e non
Dovean essi negar bene una breve tregua , fermasse pace altrimenti con l'imperadore
avvantaggiosa solo all' angioino ; era il con- Andronico Paleologo ".
trario una pace , nella quale si asseguisse Promulgata da Federigo , lo stesso di ultimo
l'importanza di sgombrar via il nemico , e d'agosto , l'importanza del trattato , senza dir
tener libera e tranquilla la Sicilia , foss' anco de' patti disfavorevoli , rivocossi il comando
per pochi anni . Perchè gli angioini , pur volti dell' adunamento in arme a Corleone ; e si
in fuga e sconfitti a Sciacca, tenendo molte sciolse, dopo quarantatrè giorni, con somma
cittadi e castella , avrebbero potuto continuare gloria di Federigo d' Incisa e de' cittadini , l'as-
a lungo l'infestagione dell' isola ; e la pace , sedio di Sciacca ma la pace de' principi non
ancorchè pregna de' semi di nuova guerra , tolse si tosto la ruggine dagli altri animi ; e
dava comodo a'nostri a rassettar le entrate terrazzani e soldati , scrive Speciale , mesco-
pubbliche, ordinar le milizie, ristorar le città , lati vagavan ora per la città, ora per gli al-
racchetare i baroni, prepararsi a ripigliar le loggiamenti , ma sospettosi e guardigni , per
armi, quando che fosse, freschi e gagliardi ; abitudine inveterata all' offendersi . In breve
mentre le forze de' nemici , come collegate , tempo si rimbarcò l'esercito francese per Ca-
menomar doveano di necessità col tempo , che tania ; ebbe rinfreschi per ogni luogo ; radendo
muta interessi, occasioni , umori dei potentati . le spiagge, n'ammiravano , massime i soldati
Donde niuno fu che non vedesse futile e vano , gregari, l'amenità , e con la gaiezza e faci-
il patto del rendersi l'isola alla morte di Fe- lità di lor sangue a' sentimenti generosi , ri-
derigo ; parole da salvar le apparenze e ciò pentiansi dell' esser qui venuti a recare e ri-
vuol significare il Villani, chiamando questa portar tante afflizioni . Intanto da Termini scio-
una dissimulata pace ; malcontento , come ogni gliea per Napoli una galea, per nome l'An-
altro guelfo, per la riputazione che ne perdea giolina, col cadavere di Iolanda . Federigo, da
lor parte , la forza che crescea a ' ghibellini , Caltabellotta n'andò a Sutera , a liberare il prin-
tenendosi la Sicilia da Federigo . Indi tutte le cipe di Taranto , tramutatovi, come in più si-
fazioni d'Italia, per contrari umori , diersi a la- curo luogo , alla passata del Valois ; e tutti
cerare il nome di Valois , motteggiando : es- gli altri prigioni fe' recare in Lentini , e reseli,
ser venuto in Toscana a metter pace , in Si- insieme con Filippo , al duca di Calabria , ve-
cilia a far guerra ; e aver lasciato guerra in nutovi da Catania . Quivi Roberto e Federigo ,
Toscana, vergognosa pace in Sicilia 1. E me- per simpatia di gioventù, di valore , e del co-
ritò maggior biasimo , di baratteria contro la mun cordoglio di Iolanda, strinsersi a tal di-
corte di Roma e casa d'Angiò e tutta lor ami- mestichezza, che come fratelli sollazzavansi,

Gio. Villani, lib. 8 , cap . 50. liae, et principatus Capuae , contro i patti stabiliti.
2 Diploma dato di Lentini a 26 settembre 1302. Ma forse non si credea tenuto a lasciare quel ti-
Federigo promettea di dare al Valois , pagati per tolo , prima che il trattato fosse ratificato da re
quattro mesi , dugento cavalli e quindici o venti Carlo II, e dal papa.
galee ; e permetteagli di armare in Sicilia altre Buchon , op. cit . ed . 1840, pag. 47, cita questo
dieci galee e quattrocento cavalli . Questo diploma diploma come conservato negli archivi del reame
è pubblicato dal Burigny, Storia di Sicilia, lib. 3, di Francia , I , 510 , num . 7 , e ne porta uno squar-
par. 2 , cap. 5, come autentico . Sen potrebbe du- cio con la data di Lentini , 27 settembre 1ª Indiz.
bitare per questo, che Federigo, dopo la detta pace, anno 7 del regno di Federigo .
vi s' intitola tuttavia : Rex Siciliae, Ducatus Apu-
278 CAPITOLO XIX.
( 1302)
e dopo una caccia dormirono nel medesimo fidanti nel favor del pontefice ; l'occasione
letto, come di que' tempi si usava per dimo- da tentar coscienze anco men larghe , perchè,
strazione d'amistà. Di Lentini stessa i legati presa d'un colpo di mano Messina , che sa-
pontifict sciogliean la Sicilia dalle scomuni- rebbe della Sicilia ? e per til acquisto qual
che . Andavano i principi insieme a Catania ; peccato non si rimetterebbe ? Perciò ammoniva
dove Federigo perdonò largamente a' cittadini ; il fratello che restasse nella rocca , e non
fe ' qualche dimora con essi , in segno di ren- s'arrendesse per quantunque caso atroce ; non
duta grazia ; e fuvvi sembianza di spegnersi se vedesse lui medesimo tra' nemici , con la
odio assai più atroce , quando Ruggier Loria, testa sul ceppo , e 'l manigoldo levar in alto
per la prima volta dopo lo scoppio di loro. la scure . Damiano segui il consiglio .
sdegni nella reggia di Messina , gli s'inginoc- Qui lo Speciale si fa a descrivere il con-
chiò dinanzi, a render omaggio per la signoria vito , il desco ricoperto di bianchissimi lini ,
del castel d'Aci . S'erano sgombrati intanto il vasellame d'oro e d'argento , i donzelli in
da' nemici gli altri luoghi di Sicilia ; e appre- eleganti abiti , pronti a un girar d'occhio dello
standosi lor gente a tornarsene in terra di scalco ; e altri dar acqua alle mani , altri ser-
Napoli, Loria fe' vela con l'armata , i prin- vir le vivande , girare i vini in tazze sfolgo-
cipi francesi , per tedio del mare , cavalcarono , ranti di gemme ; e somiglianti sfoggi di lusso,
permettendolo re Federigo , da Catania a Mes- contro i quali ei si scaglia , lamentando che
sina 2. principi e cittadini e fin que' ch'avean fatto
E in Messina mostrossi anco tra le alle- voto d'imitare la povertà di Cristo , con tai
grezze della pace, quella virtù che s'era pro- vanità desser fondo a loro sostanze. Ma dopo
vata in durissimi incontri ; perchè gli uomini le prime imbandigioni , quando il favellio co-
son così fatti, che i grandi eccitamenti delle mincia , sedendo Niccolò Palizzi tra Roberto
passioni pubbliche , li rendono a un medesimo e il Valois , costui domandavalo nelle stret-
tempo audaci nell' arme, pronti e accorti nei ture estreme del blocco, quando vedeansi gli
consigli, arguti e forti nelle parole, e gene- uomini cader dalla fame , e fallir anco quei
rosi ne' tratti , e in ogni cosa di gran lunga lor cibi pestilenziali, qual mente fosse stata
più dignitosi e alti che nel mediocre viver ne' cittadini ? E Niccolò , con un inchino : « Si-
di prima. I nobili messinesi , in abbigliamenti gnor , gli disse , sia fatto degli uomini , sia
di pace , si feano incontro a ' principi , li con- influenza de' cieli , dal nome francese abbor-
duceano a città, e sontuosamente albergavanli . riam noi si fieramente, che per serbare que-
Ma convitando Valois i primi della città , e st'odio nostro , consumato l'ultimo boccon
tra questi Niccolò e Damiano Palizzi , che nel delle carni de' giumenti e de' cani , avremmo
blocco di Roberto aveau tenuto , l'un la città, ucciso le donne , i vecchi, i bambini ; e ri-
l'altro il castello , Niccolò , chiamato a sè il strettici chi nel palagio , e chi nella rocca ,
minor fratello , ricordavagli quante fiate servi fitto avrem fuoco alla città per mostrar che
a tradigione l'allegria delle mense ( nè Carlo non mancasse in Sicilia la tremenda virtù di
di Valois era Catone ) ; essere in quel ritrovo Sagunto e Perugia. » Carlo, crollando il capo,
il fior della città ; gli ospiti inimicissimi , si volse a Roberto : « Vedi chi son costoro !

Niccolò Speciale , lib. 6, cap . 11 e 12. 2 Niccolò Speciale, lib . 6, cap. 13.
Anonymi Chron . Sic. cap. 70 e 71 , ove leggonsi Ruggier Loria non risplendette altrimenti dopo
il diploma di Federigo per la pace, dato di Calta- questa pace , nè visse a lungo oltre quella. Un
bellotta il 31 agosto 1302, e quel dei legati del marmo, ricordato dal Villabianca, Sicilia Nobile ,
papa per lo scioglimento dalle scomuniche , dato di parte 2 , lib. 3, pag. 435 , attesta che l'ammira-
Lentini a 23 settembre. glio moriva in Valenza il 1 febbraio 1304.
CAPITOLO XIX . 279
( 1302-303)
Ben si è fatta la pace ! » Entro pochi di va- ner. Tal gente acquistò allora al re di Sicilia
licarono in terraferma ; e restò la Sicilia li- il titolo del ducato d'Atene e di Neopatria " .
bera e gloriosa con Federigo ' . Il papa fu l'ultimo ad assentire la pace .
Mandava poi re Carlo la figliuola con un Venuto a lui il Valois , nel ripigliò con sì
corteo nobilissimo a Messina ; e quivi splen- agre rampogne , che 'l francese fu per metter
didamente si celebravan le nozze , di prima- mano alla spada 6 ; esacerbato ancora dalla
vera del trecentotre . Già spariva ogni trac- discordia accesa tra il papa e casa di Francia
cia della guerra , fuorchè la gloria e i guider- per la disciplina ecclesiastica , di che nacquer
doni che n' ebbe Messina nuove franchige pochi auni appresso la scomunica di Filippo ,
da collette qualunque, e giurisdizione su più la presura di Bonifazio ad Anagni , e 'l dispe-
vasto territorio 3 ; Sciacca immunità dalle do- rato morir suo . Forse per cagion di queste
gane 4. Ma il più salutare tra' provvedimenti contese, s'ammorzò alquanto la superbia di
fatti dopo questa pace , fu di sgombrar via Bonifazio contro Federigo ; e benignamente
i mercenari siciliani , calabresi , genovesi , spa- scriveagli non poter ammettere senza disonor
gnuoli , che , finita la guerra, s'eran gittati in della Chiesa l'accordo com'era , ma si acco-
masnade a infestar l'isola con ladronecci e moderebbe ; egli intanto preveniva Federigo
violenze. Il più avventuroso tra' lor condot- nelle vie della pace , il ribenediva ; non ricu-
tieri , quel Ruggiero de Flor , che sdegnava sava la dispensagione per le nozze con Eleo-
tal poca rapina , e per la pace si vedea ri- nora ; del resto mandava in Sicilia , a rifor-

cader tra l'ugne del gran maestro del Tempio , mare i patti, i vescovi di Salerno e Bologna ,
s'avvisò di portar quella feroce gente a ' soldi con Giacomo di Pisa famigliar suo . El re
dell' imperator di Costantinopoli, contro i tur- di Sicilia , che incominciava a gustar le delizie
chi che duramente travagliavano l'impero . del viver tranquillo , piegossi a riconoscere
Gliel' assenti pronto Federigo , per torsi tal tri- per oratori la feudal signoria di Roma , disdetta.
stizia di casa ; forni loro navi, armi, vittua- chiaro abbastanza nel trattato di Caltabellotta,
e senza remissione or voluta da Bonifazio .
glie , e ogni cosa necessaria e sì andarono
in oriente ; dove traendo a loro i mercenari Mandò dunque a corte di Roma il conte Ugone
degli angioini, lor veri fratelli , e quanti altri degli Empuri , Federigo d'Incisa , e Bartolomeo
rotti e feroci uomini v'erano nimici del vi- dell'Isola , promettendo e 'l giuramento ligio ,
ver civile sotto le leggi, fecero quel formidabil el censo di tremila once d'oro all'anno , e
corpo , che si chiamò la Compagnia catalana il servigio di cento lance, o vogliam dire tre-
o di Romania , segnalatissimo per valore , in- cento cavalli ; imitazione de' patti a ' quali Cle-
mente avea dato al conte d'Angiò i reami ra-
fame per fatti d'iniquità e di sangue , contro
amici e nimici ; nel quale videsi tra i prin- piti a Manfredi e a Corradino. Ebbe Federigo
cipali condottieri il cronista Ramondo Monta- il titolo di re di Trinacria ; promesse a corte

Niccolò Speciale, lib. 6 , cap . 14 , 15 e 16 . Montaner, cap. 119 e seg. sino al termine della
2 Niccolò Speciale , lib. 6, cap. 17, 19 e 20. cronaca.
Montaner, cap . 198. Veggasi anche un diploma di re Federigo , dato
Anonymi Chron. Sic. cap. 70. di Messina a dì 8 ottobre 13a Indizione ( 1316 ) pel
3 Diploma dato di Lentini a 1 ottobre 1302, presso quale elegge Pietro d'Ardoino cancelliere Felicis
Testa, Vita di Federigo 11, Doc. num 22 e 26. exercitus francorum in Ducatu Athenarum moran-
4 Diploma dato di Caltabellotta a 31 agosto 1302 . cium nostrorum fidelium, etc. Tra' Mss . della Bi-
Ibid. num . 25. blioteca comunale di Palermo Q. q. G. 2.
5 Niccolò Speciale, lib. 6 , cap . 21 e 22. 6 Ferreto Vicentino , lib. 1, in Muratori, R. I.
Gio. Villani, lib . 8, cap. 31 . S. tom. 9, pag . 962 e 978.
280 CAPITOLO XIX .
(1303)
di Roma la comodità di trarre grani dall' isola , del novantasei ; e sopra ogni altro , ch'ei non
e l'ampia redintegrazione de' beni ecclesia- fu sì grande come il presenta la istoria , che
stici. Nel qual modo , peggiorato per maneggi mal serba misura nel biasimo o nella lode.
l'accordo che onorevole s' era fatto con le armi Ebbe Federigo animo gentile , affabile , adorno
in pugno, Bonifazio l'approvò per costituzion dalle lettere , dato agli amori, pieghevole alle
pontificia del dì ventuno maggio milletrecen- amistà, ma troppo, sì che reggeasi a consigli
totre, col voto del sacro collegio , dissentendo di favoriti e ne nacque il turbolento parteg-
un sol cardinale ' . giar della sua corte , che ' l portò ad estremo
Fu questo fatto di Federigo, illegittimo e non pericolo con la ribellione di Ruggier Loria ,
obbligatorio per la Sicilia , sì per virtù dei e, posate le armi di fuori , accese in Sicilia le
primitivi dritti di lei , e sì per la espressa e dissensioni civili . Ne' maneggi di stato non
fondamentale legge del milledugentonovanta- fu molto accorto o magnanimo , nè coraggio
sei , che vietava qualunque atto di politica politico ebbe , al paro che 'l soldatesco , questo
esteriore senza assentimento della nazione. principe, che nel novantacinque si lasciò rag-
Perchè non abbiamo , nè sappiamo essersi al- girar da Bonifazio, e per poco non tradì i si-
legato giammai , documento di tal approva- ciliani, nè spegner seppe , nè accarezzare i suoi
zione nè alla pace di Caltabellotta , nè alle baroni ; e dopo questa pace, ripigliando le armi
riforme di Roma . Ma resta in dubbio sc Fe- al tempo dell'imperadore Arrigo di Luxem-
derigo lasciar volle quest'appicco a disdir quan- bourg , troppo osò , poco mantenne , meritò
do che fosse e ' l trattato e l'omaggio al papa, nota , ancorchè troppo severa , di avarizia e
o se, mutando il sostegno dell' amor dei po- viltà, da quel Dante ch'a lui s'era volto , co-
poli con la federazione de ' potentati , si con- me all'erede del grande animo di re Pietro . Tal
tentò meglio del magro accordo , che della sembra, su i più certi riscontri istorici , Fede-
gloriosa resistenza , e prese a violar le sue rigo, lodato a cielo da Speciale suo ministro ,
medesime leggi, come prima il potè senza pe- da Montaner soldato di ventura catalano , e
ricolo. Certo egli è dall' un canto , che Fede- ammirato dalle seguenti età, perchè a lui si
rigo non pagò giammai censo a Roma ; che è dato quanto oprarono ne' primordi del suo
non mandò le milizie ; ch' indi a pochi anni regno i siciliani , esaltati ad eroiche virtù dalla
ruppe nuovamente la guerra ; che ripigliato rivoluzione del vespro . Ma s'ei non levossi
l'antico titol di re di Sicilia , mandò in un con la sua mente all'altezza di gran capitano
fascio trattato e papal costituzione 3 ; che in- o uom di stato , avrà sempre una splendida
fine fe' riconoscere dal parlamento la succes- pagina nelle istorie siciliane, come franco e
sione di Pietro secondo , onde il legal voto schietto, costante nelle avversità , solerte in
della nazione dileguò del tutto i vestigi di tali guerra, prode in battaglia, vigilante nel civil.
vergogne , se alcuno ne potea lasciare il fatto governo , umano co ' sudditi , degnissimo di
del solo Federigo contrario alle leggi. Dal- fama per le generose leggi politiche che ne
l'altro canto è da considerare , che la guerra restano col suo nome , le quali s' ei non dettò ,
l' avea stracco ; che puzzavagli la licenza dei ebbe prudenza certo e magnanimità da assen-
baroni e de' soldati mercenari ; che gl' incre- tirle 4 .
scean forse gli stretti limiti della costituzione

Niccolò Speciale, lib . 6, cap . 18. 3 Ciò avvenne nel 1314. Nell' Anonymi Chron.
Raynald , Ann. Eccl. 1302 , § 5, 6 cd 8, e 1303 Sic. cap. 79, leggesi il diploma di Federigo a que-
§ 24, 25, 26. sto effetto , dato il 9 agosto.
2 Raynald, Ann. Eccl . 1303, § 54. 4 Non è superfluo al proposito di Federigo ri-
CAPITOLO XX.

Conchiusione. Qual era la Sicilia prima del vespro ; qual ne divenne ; qual rimase.

La pace di Caltabellotta , che fe' posar la rono al reggimento di quella per lo innanzi
prima volta le armi in venti anni dalla som- chiamata ribellione ; ma anco dentro da noi
mossa dell' ottantadue, è il termine del mio dileguossi la spinta del vespro , benchè dopo
lavoro, avendo chiuso quella felice rivoluzione corto volger di tempo si fosse ripigliata la
ch'io prendeva a narrare. Perchè non sola- guerra con esempi dell ' antica virtù , e disdelti
mente i potentati di fuori , i quali , bene o i termini del trattato di Caltabellotta , e so-
male, vantavan ragioni su l'isola , s ' acqueta- stenuta, in tutta la integrità, l'independenza

cordar che Dante nei primi canti del Purgatorio ammettersi ragionevolmente alcun' altra interpre-
lodavalo come onor della Sicilia ; che disegnava tazione di que' versi .
intitolargli la cantica del Paradiso , la quale poi Che non si puote dir dell' altre rede :
andò sotto il nome di Can Grande della Scala ; e Iacomo, e Federigo hanno i reami :
che, mutando questi onori in acerbo disprezzo , in Del retaggio miglior nessun possiede.
molti luoghi del Purgatorio stesso , del Paradiso , e Purg. c. 7.
anco nel Trattato della volgare favella , il disse Vedrassi l'avarizia e la viltate
avaro, vile , iniquo . I biografi del gran poeta non Di quel, che guarda l'isola del fuoco ,
chiariscono abbastanza s'ei fosse venuto in Sicilia ; Dove Anchise fin la lunga etate :
nè quali rapporti privati lo avessero mutato sì E a dare ad intender quanto è poco,
fattamente riguardo a Federigo . Delle pubbliche La sua scrittura fien lettere mozze ,
cagioni, le quali son più degne dell' Alighieri , ognun Che noteranno molto in parvo loco .
sa le grandi speranze de' ghibellini alla passata Parad. c. 19.
dell' imperatore Arrigo di Luxembourg ; la lega di E quel, che vedi nell' arco declivo ,
questo potentato con Federigo ; la intempestiva Guiglielmo fu, cui quella terra plora,
morte d'Arrigo, per la quale tornossi in Sicilia il Che piange Carlo e Federigo vivo :
nostro re, ch' era corso con l'armata siciliana , ad Parad. c. 20.
unirsi all' imperatore contro gli angioini di Napoli . Racha, Racha . Quid nune personat tuba novis,
Questo ritorno, se fu necessario per Federigo, tolse simi Federici ; quid tintinnabulum secundi Caroli ;
ogni riparo al precipizio de' ghibellini ; e perciò quid cornua Johannis et Azzonis Marchionum poten-
lor parve perfidia , viltà, scelleratezza , come dicono tum ; quid aliorum magnatum tibiae ? nisi ; Venite
le fazioni oppresse, agli stranieri che fan sembiante carnifices, venite altriplices, venite avaritiae sect a-
di aiutarle e poi si stanno . Ciò dunque spiega al tores. Sed praestat ad propositum repèdare quam
tutto la mutata opinione di Dante . Ecco i luoghi frustra loqui.
di cui sopra io parlava : De Vulgari Eloquio, lib . 1, cap. 12.
Poi disse sorridendo : I' son Manfredi , E qui è da notare che Dante, mentre si acerbamente
detrae a Federigo, pur gli dà la tromba come guer-
Vadi a mia bella figlia , genitrice riero , ma a Carlo II di Napoli il campanello come
Dell' onor di Cicilia , e d'Aragona, sagrestano ; riscontrandosi appunto con la descri-
Purg. c. 3. zione che fa il Neocastro , cap. 112, delle tende di
E qui Benvenuto da Imola notava : Idest hono- questo Carlo II, e di Giacomo allora re di Sicilia ,
rabilium regum ; Quia Domnus Fridericus fuit rex nelle pratiche della pace di Gaeta , l'anno 1291. V.
Siciliae et Domnus Jacobus rex Aragonum ; nè può nel presente volume, pag. 183 .
36
282 CAPITOLO XX .

della nazione . Ma tuttociò ritraea come de-


chè la corte, tramutata in terraferma , era
hole immagine que' primi tempi gloriosi ; e quivi compenso ai mali comuni , e rispetto
sforzi del nimico men gagliardi , con più fa-
all'isola nuovo oltraggio politico , e danno
tica si rispinsero ; e mancava il rigoglio d' at- materiale ; onde, dopo la rivoluzione , lo stesso
tual movimento ; scopriasi il mal germe della Carlo e Carlo II si fecero a profferire spe-
feudalità rimbaldanzita ; e ogni cosa muovere
cial governamento alla Sicilia, e vicario con
da una corte fiacca e discorde , anzichè dalla
larghissima autorità , e moderate leggi : ri-
volontà della nazione, Del rimanente, prima
medi che dati a tempo avrebbero forse dis-
ch' io lasci questo nobile subbietto, mi par bene tornato i tremendi fatti del vespro , ma sl
riepilogare qual fosse la Sicilia innanzi il ve- tardi non trovarono chi li ascoltasse. La con-
spro , qual ne divenisse , qual restasse poi. giura o non operò nel movimento , o poco l' af-
Nel secol duodecimo la veggiam noi fiorita frettò. L'occasione al tumulto potea tardare,
d'industrie , civile e potente, forse sopra la più
potea riuscir male la prima, la seconda pro-
parte degli stati d'Italia, domar quanti piccioli va ; non fallire la rivoluzione, in tal disposi-
principati stendeansi dal Faro al Garigliano ; e zione de' popoli , e assurda nimistà de' go-
per questa nuova signoria , entrar nelle guerre vernanti.
civili d'Italia , e al medesimo tempo avviarsi a Come per forza d'incanto, al primo esem-
più intima unione con quelle province d'oltre pio che lor balenò innanzi agli occhi , si ri-
lo stretto, e a reggimento più chiuso. Questo fecer uomini quegli imbestiati in vil gregge.
ebbe sotto casa sveva, per lungo tratto del Tremavano a un guardo , sospettosi tra loro,
secol decimoterzo , con grande soperchio di selvatichi e fieri , pur senza saper levare un
tasse ma l'alta mente de ' principi mitigò pensiero al resistere , incalliti alla povertà ,
l'uno e l'altro con buone leggi civili , gen- alla ingiustizia , al disprezzo , al disonor nelle
tilezza di costumi , cultura degl' ingegni da famiglie, alle battiture sulle persone , sol ri-
avanzare nel rinascimento delle lettere ogni traenti dell ' umana dignità nell'odio che chiu-
altra provincia italiana ; e insieme die' l'an- devano in petto e chi in cotesti avrebbe ri-
dare a sinistre opinioni contro la corte di conosciuto il legnaggio d'Empedocle , Dione ,
Roma. L'avarizia e severità , spiacendo più Archimede , de' compagni di Timoleone , dei
che non allettavano gli ornamenti, piegarono vincitor d' Imera ? E pure un attimo d'esem-
i popoli alla repubblica del cinquantaquattro . pio bastò. Il solo ignoto uccisor di Droetto ,
Spenser questa i baroni , e tornò la domina- con un colpo di spada , rese la greca virtù al
zione sveva con que ' vizi e quelle virtù : onde popolo di Palermo ; questo a tutta l'isola.
poco appresso ricadde , più per mala conten- Nacque la rivoluzione dal volgo ; ed ebbe nei
tezza de ' popoli , che per forza straniera . primi tempi sembianti popolani : frammischia-
Ma il governo angioino , invece di far senno ronsi i nobili , e la tirarono alla monarchia
da ciò , inebbriossi d'ogni più insensato abuso ; ristoratrice delle antiche leggi . Allora tutta la
mutò non solamente le persone de' feudatari, nazione unita si adoperò al nuovo ordin di
ma di fatto anco innovò la feudalità ; nel ri- cose ; non guardandosi le minuzie di pochi
manente correndo al peggio sulle tracce degli nobili parteggianti per gli angioini , e pochi
svevi , e sforzandosi , direi quasi , a trar tutto più spenti, per ingratitudine o sospetto , dal
1
alla testa il sangue, per farsene più vigoroso nuovo principe. E chi guardi i siciliani in
alle ambizioni d'Italia e d'Oriente . Si duro questo periodo , entro il medesimo anno ot-
ei tirò, che la ruppe. De' due popoli si mosse tantadue che li avea veduto imputridire nella
anzi il siciliano che l'altro , o per l'indole non curanza della servitù , li troverà franchi
più ardente, o per maggiore oppressione ; per- al combattere , pronti ed accorti al deliberare ,
CAPITOLO XX. 283

devoti alla patria , affratellati tra loro, pieni | derigo , quando Giacomo fall) alla rivoluzione ;
di costanza , nè spogli di generosità tra lo questi, crescendo di vigore ne' contrasti , fron-
stesso disuman costume de' tempi e dopo teggiaron soli mezz ' Europa , quando quegli
breve tratto, li scorgerà fatti provati guerrieri stessi spagnuoli ch' eran venuti ne' primi tempi
e marinai , pratichi negoziatori nelle faccende ad aiutarne per loro interesse , per loro in-
di stato , fermi oppositori alla corte di Ro- teresse ci si volser contro : antichissima usan-
ma, e pur tenaci nella religion del vangelo ; za, che mostra esser la generosità di nazione
e legislatori sorger tra loro, che i nomi igno- a nazione o sogno , o foco di paglia , e l'in-
riamo, ma ne restano, irrefragabil testimonio , teresse tale infaticabil consigliero, che piega
le savie leggi ; e nascer forti scrittori ; e lo alfine a sue voglie e principi e popoli .
stile d'ogni dettato, vivace e biblico, ritrarre La esaltazione di Federigo , rinnovamento.
il sollevamento dei pensieri ; e quel che più o conferma della rivoluzione, è al veder mio
è maraviglioso, tra 'l romor delle armi pro- più gloriosa del primo principio stesso . Per-
sperare le industrie. Tanto egli è vero , che chè non la portò disperazione o caso, ma l'ac-
non v' ha parte alcuna degli esercizi degli uo- corgimento e 'l coraggio politico de' nostri pa-
mini , che non prenda novella vita alle bo- dri ; operata senza disordini , senza fatti di
glienti passioni d'un mutamento politico ! sangue , con dignità d'universale concordia ,
I quali effetti nascon talvolta da trascen- con maestà di nazione che medita , e si pro-
dente ingegno d'uno o pochi uomini , che ra- pone , e fa , contro potenze cento volte mag-
pisce la moltitudine là dov' ei vuole ; talvolta giori. Al considerar , quanti uomini di stato
da felice talento de' popoli , per la necessità e d'armi , quanti prodi oratori, quanti incor-
e forza degli eventi, onde financo i mediocri rotti cittadini risplendettero nel regno di Gia-
compion dassé grandissimi fatti, senza la virtù como e ne' primi tempi di quel di Federigo ,
d'una mente straordinaria che li governi . E si troverà manifesto l'effetto del mutamento
il secondo caso parmi di scernere nella rivo- dell'ottantadue ; la nazione rigenerata si tro-
luzione del vespro . Perchè , messe da canto verà adulta in tutte le sue forze. Donde , se
le favole di Giovanni di Procida , le quali pur Federigo non fu uno straordinario uomo , la
abbandonano il protagonista al cominciamento Sicilia ridondava di tanta virtù, che bastò a re-
della rivoluzione , nessun uomo di quell'altezza sistere , e a fiaccar l'ultimo sforzo de' collegati.
ch' io dico , si trova infino al primo assedio dí Prendendo poi a guardar tutta insieme la
Messina ; e questa diffalta forse fe ' dileguar lunga guerra del vespro , io non so qual na-
la repubblica . In Messina poi Alaimo di Len- zione possa vantare maggior fortuna . Carlo di
tini meritò nome immortale ; come a lui si de- Angiò con un picciolo esercito debellava quel
ve e a' messinesi , che la Sicilia non fosse sog- valente Manfredi , signore di due regni , e poco
giogata da quel possente esercito di Carlo. appresso le forze de ' ghibellini adunate sotto
Re Pietro e Ruggier Loria spensero Alaimo ; Corradiuo ; ma per macchina di guerra po-
ma insieme educarono i nostri alla guerra , derosissima e maravigliosa , non bastó a do-
ed egregiamente usarono le virtù degli spa- mar la sola Sicilia , nè egli nè i suoi suc-
gnuoli e de' siciliani unite insieme, a prostrare cessori, con ostinati sforzi. La Sicilia in veuti
i nemici in Ispagna , sconfonderli in Calabria : anni guadagnava quattro battaglie navali, tre
e lungo tempo dopo la morte del primo, dopo giuste giornate in campo, con moltissimi con-
la tradizione dell'altro , darò la virtù loro , battimenti di mare e di terra , fortezze espu-
e notevoli uomini produsse . gnate, occupate entrambe le Calabrie e Val
Questi elementi sostenner Giacomo, glorioso di Crati , dileguati di Sicilia tre eserciti ne-
e sicuro, sul trono ; questi v'innalzaron Fe- mici , sciolti due assedi di Messina , due di
284 CAPITOLO XX .

Siracusa, e altri molti di minore rinomo . Non ammirazione convien che ci prenda . Gli sforzi
fu interrotto questo lungo corso di vittorie, che i popoli fanno a libertà , per loro natura
non che da due sconfitte in mare , e da tre non durano, se non giungono a porre buoni e
anni d'infestagione dell' isola ; dove i nemici durevoli ordini nello stato, e a spegnere i mal-
non riportarono alcun avvantaggio di conflitto , vagi uomini , che guasterebberne i frutti. La
ma ciò che presero fu a patti , o per tradi- prima cosa feeer quegli antichi nostri egre-
mento. Questi disastri toccaronsi per la virtù giamente ; l'altra non seppero , o non pote-
soldatesca, le pratiche, la riputazione di Gia- rono. Come le leggi esprimon l'interesse di
como , di Ruggier Loria , de' venturieri spa- chi è più forte , così dettaronle a vantaggio
gnuoli ma risanati che furono i nostri dal pari de' baroni e del popolo i principi ara-
delirio di combatter in mare senz' ammira- gonesi , che per virtù di quelli regnavano .
glio , vinsero in campo ; tagliarono a pezzi Allargati i termini della costituzione del Buon
gli stanziali francesi e italiani nella guerra Guglielmo , ebbe il general parlamento la ra-
guerriata , per cui la Sicilia è fatta ; sgara- gion di pace e di guerra , e quasi al tutto
rono nella lunga prova il reame di Napoli , quella di dar leggi ; furono rese ordinarie e
maggiore tre tanti di popolazione ' . Ed esso non annuali le adunanze di esso ; datagli la cen-
bastò a domar l'isola , ancorchè , insieme col sura su i ministri e uficiali pubblici ; fondata
suo sangue e la sua moneta , si sperperassero o ristorata un'alta corte di pari : componeasi
contro Sicilia le decime ecclesiastiche di tutta il parlamento , come ognun sa , dei prelati,
l'Europa , i sussidi delle città guelfe d'Italia , dei baroni , e de' rappresentanti o sindichi
oltre il danaro che die' in presto la corte di delle città ; e sembra fuor di dubbio che di
Roma , che passò le trecentomila once d'oro , que' primi tempi , in un sol corpo, o vogliam
e al dir del Villani , il papa ne acquetò Ro- dire camera , deliberasse veemente forma ,
berto al tempo del suo coronamento . E non che poi dileguossi sotto i monarchi spagnuoli.
basto , ancorchè mezz' Europa fornisse braccia Tanto per la signoria dello stato . L'altra prin-
ed armi alla guerra ; e la sede di Roma vo- cipalissima parte , ch'è l'entrata pubblica ,
tasse la faretra degli anatemi , in una età, non fu ordinata con più sottile accorgimento . Li-
che di religione , ma di superstizione ; e si mitati per legge fondamentale i casi e la som-
facesser giocare tutte le arti di quella corte, ma delle collette ; richiesta a levarle l'auto-
sapiente e destra , e avvezza a maneggiar le rità del parlamento, sì che poi , con molta si-
relazioni politiche della intera cristianità. E gnificanza , appellaronsi donativi . Si fe ' più largo
la Sicilia, che non era aiutata di danari da al- il reggimento municipale , la cui importanza
cuno , d'uomini una volta dalle Spagne , poi stava nell' adunata , o come diceasi , parlamen-
sol da pochi avventurier catalani e ghibellini to , in cui tutti conveniano , o almeno in lar-
di Genova, fini la guerra mantenendo l'alto ghissimo numero, i cittadini ; e ne fu escluso
suo intento . Tali furono , o siciliani , le geste dei per espressa legge l'ordine de' nobili . Questi
vostri padri nel secol decimoterzo ! Ripigliaron parlamenti popolareschi, e in qualche luogo ,
così la independenza di nazione , la dignità d'uo- secondo le particolari consuetudini , i consi-
mini : e detterne esempio alla Scozia , alla Fian- glieri eletti a rappresentarli , maneggiavano
dra, alla Svizzera , che scuoteano , a un di pres- tutti i negozi del comune , cioè la tassazione
so in quel tempo , la dominazione straniera. pe' bisogni municipali , lo scompartimento delle
Volgendoci alla riforma civile , la medesima collette generali , l'armamento delle milizie a

Veggasi la proporzione delle tasse tra la Si- nella nota 1 a pag. 27 e 28 del presente volume.
cilia e il reame di terraferma al tempo di Carlo 1, Lib. 8, cap. 112.
CAPITOLO XX . 285

richiesta del re , la elezione de' sindichi al in parte tra sè medesima ; rapi in quelle dis-
parlamento e de' magistrati del comune. La cordie e la corte e i popoli ; e lacerò la Si-
istituzione de' giurati fu tribunato , o , come cilia negli ultimi tempi del regno di Federigo .
or diremmo, ministero pubblico , ch'esercita- Precipitò indi al peggio , non raffrenandola le
vasi in ciascun comune, a compiere il sistema deboli mani dell' altro Pietro e dell' altro Fe-
di censura, alla cui sommità stava il parla- derigo ; venne alfine ad aperta anarchia feu-
mento . Il maneggio dell' alta giurisdizion ci- dale . E allora si smarrì la cosa pubblica nelle
vile e penale restò presso i magistrati regi : izze di parti ; non si udì più il nome di Si-
ma furono accresciuti, e avvicinati alle popo- cilia, ma di Palermo , di Messina e di questa
lazioni ; si provvide il meglio che si potea a e quell'altra terra ; il nome di parzialità , co-
contenerli da superbia e rapacità. Tali furon me chiamavanle , l'una italiana , l'altra cata-
gli ordinamenti o dettati o ristorati nel pe- lana ; il nome di famiglie, Palizzi , Alagona ,
riodo che io trattava ; talchè uscissi dalla ri- Ventimiglia, Chiaramonte e altri superbi , ne-
voluzione siciliana del secol decimoterzo con mici di sè stessi e della patria : entravano
un ordinamento politico , che le più incivi- a'soldi de' baroni coloro che , prese le armi
lite nazioni del secol decimonono appena at- nelle guerre della rivoluzione , non sapean di-
tingono. Notevole egli è , che un tal congegno vezzarsi dall'ozio e dalla militare licenza ;
di monarchia, l'ebbe tra tutte le province ita- incominciavano i liberi borghesi a far parte
liane la Sicilia sola ; perchè nelle altre , di co' baroni , sotto il nome di raccomandati e affi-
Venezia in fuori , non eran che repubbliche dati. Nondimeno questa piaga penò oltre un
mal ferme o signori assoluti ; e nel reame di secolo a consumar la potenza creata dalla
Napoli non tardò il potere regio a trapassare rivoluzione del vespro. La istoria di quel pe-
i limiti delle costituzioni d' Onorio, e dileguar- riodo tuttavia ci presenta , come innanzi di-
ne fin la memoria , stimolato , più che rite- cemmo, una immagine della prima virtù ; e veg-
nuto , dalle frequenti ribellioni . giamo nel milletrecentotredici , alla passata del-
In tutto il rimanente del regno di Federigo, l'imperatore Arrigo , il re di Sicilia levarsi per
o in que' de' fiacchi suoi successori , non detta- esso contro quel di Napoli ; armare podero-
vasi poi in Sicilia alcun' altra legge di ordine sissima forza ; occupar nuovamente le Cala-
pubblico , ma particolari statuti , più atti a brie e poichè escì vano nell'Italia di sopra
manifestare che a riparare i crescenti disor- quello sforzo ghibellino , e la potenza guelfa
dini dello stato . Dei quali fu sola radice l'ari- si aggravò tutta sopra la Sicilia, veggiamo i
stocrazia , che tenne in Sicilia un corso diffor- nostri difendersi virilmente ; il sicilian parla-
me dagli altri reami d'Europa , dove nacque mento stracciare i patti di Caltabellotta ; chia-
nelle età più barbare , piena d'abusi , e poi mare alla successione Piero figliuol di Federi-
l'interesse unito dei monarchi e del popolo , a go ; e Palermo , assediata da innumerevol oste
poco a poco, la raffrenò . Ma appo noi , come di napolitani e genovesi , rinnovellar le glorie
fondata al tempo delle prime crociate e dalla di Messina dell' ottantadue , del trecentouno :
mano d'un principe , fu moderata nel co- e in tutta la guerra , gli stranieri che veniano
minciamento ; e se tendea per sua natura al- in Sicilia a rubacchiar villaggi, arder messi ,
l'usurpare, la ritirarono a que ' termini i mo- guastare i campi , assediar città, veniano in
narchi , e il romor del vespro la fe' stare ; Sicilia a perire ; donde sempre le reliquie de-
finchè ripigliando nel corso di quella lunga gli eserciti, a fronte bassa , tornaronsi di là
guerra e riputazione e facultà , e indi cupidi- dal mare , sempre la Sicilia restò vincente ,
gia e baldanza , divenne l'ordine più possente ancorchè i suoi stessi baroni , nel cieco furor
dello stato ; per soperchio di rigoglio recossi delle parti , chiamassero contro la patria i ne-
286 CAPITOLO XX .

mici. Onta e rabbia egli è da questo tempo baroni non eran più guerrieri ; la rappresen-
in poi a legger le istorie nostre , come d' ogni tanza popolare era ristretta alle poche città
altra monarchia feudale ; a veder le nimistà del dominio , o demanio regio ; e queste tre
municipali modellarsi su quelle de' baroni ; camere , perchè fossero più docili, spartita-
rinvelenir tanto più , quanto presentavano le mente si assembravano , e deliberavano ; la
sembianze d'amor di patria. Tra questa in- deliberazione di tutto , o di due sopra una , era
fernale discordia, per maggior danno , mancò voto del general parlamento. Non che il dritto
la schiatta dei re aragonesi di Sicilia ; sot- di pace e di guerra, ma perduto avea questo
tentrò quella di Spagna , e si spense ; e cadde parlamento il legislativo ; se non che potea
la independenza politica della Sicilia , perchè domandare alcuno statuto sotto il nome di
l'abitudine richiedeva il governo monarchico , grazia. Per bizzarro contrasto , quasi gareg-
e le pessime divisioni rendeano impossibil giandosi in cortesie , si chiamavan presenti,
cosa a' siciliani di accordarsi nella elezione più comunemente donativi i sussidi della
d'un re . Ne messe il partito Messina, tutta- nazione al principe e più maraviglioso era
via grande e vigorosa , nel parlamento del un corpo permanente di dodici eletti dal par-
millequattrocentodieci , e nol potè vincere , pei lamento , quattro per ciascun braccio , che
contrasti de' baroni di legnaggio catalano , che chiamavasi deputazione del regno , e con au-
aveano in sè tutti i vizi di faziosi , di ottimati torità non minore del nome , avea uficio di
e di stranieri . Indi la Sicilia sofferse la do- difendere le franchige del parlamento e della
minazione spagnuola , col magro compenso nazione, di maneggiar le tasse accordate dal
del nome e forma di reame, e della integrità parlamento , e , secondo i decreti di quello , por-
delle antiche sue leggi nell'amministrazione ger il danaro al re , o investirlo negli usi pub-
delle entrate pubbliche, della giustizia e de- blici augusto magistrato , che nacque dall ' an-
gli altri negozi civili. Fu accoppiata sotto la tica corte de' baroni , o fu imitato dagli ordini
inedesima dominazione straniera col reame di aragonesi ; e che nelle costituzioni d'altri po-
Napoli, come due servi a una catena . S' im- poli si vide temporaneo e per abuso , nella
picciolirono gli animi , crebbe la superstizione , nostra saldissimo . Il parlamento ordinario

si offuscarono, dirò così , gl ' intelletti , imbarba- ogni quattro anni adunavasi ; era sopra ogni
rirono i popoli , lasciati a contender di cose altra cosa geloso delle tasse ; e assai parca-

deboli e puerili ; e ogni cosa andò al peggio mente porgea danaro alla corona , la quale non
sino all'esaltazione di re Carlo terzo , quando violó giammai questo privilegio ; e ne nacque
furono ristorati entrambi i reami, e l'incivili- l'effetto che infino ai principi della guerra della
mento dell' Europa sforzavasi nella faticosis- rivoluzione francese del secol decimottavo ,

sim ' opera di ritirare all' uguaglianza i figliuoli tutta la entrata pubblica di Sicilia non sommò
d'Adamo . a settecentomila once annuali. Mentre l'auto-
E questo lungo letargo della dominazione torità regia sì era ristretta da un lato , avea
libero comando sopra le persone de ' cittadini ;
spagnuola, che guastava gli uomini e conser-
vava le forme, cercava danaro e ubbidienza , mettea fuori statuti e leggi, sol che non tro-
e del resto non si curava, fe' durare sì , ma vassero ostacolo nella deputazione del regno ;
infruttuosa , infino a ' primordi del secol deci- non doveano i ministri e oficiali render conto
di lor fatti ad altri che alla corona . Questo
monono, l'antichissima pianta della costituzio-
ne normanna , riformata nella rivoluzione del potere regio in gran parte esercitavasi , col
vespro. Stava il parlamento , ma diviso , come consiglio de ' nostri magistrati primarî , dal vi-
diccasi, in tre bracci , ecclesiastico , baronale cerè ; ch'era insieme gran bene e gran male :
ossia militare , e demaniale ; se non che i il primo per la utilità de ' provvedimenti pronti ,
CAPITOLO XX . 287

vicini , meno sbadati , men ciechi ; il male La dominazione spagnuola snervò gli uo-
era la rapacità e superbia proconsolare. I no- mini che doveano por mano a queste leggi ;
e indi la Sicilia , che nella fondazione della
bili e'l clero stavan tra 'l popolo e il potere
regio, come baluardo, ch' aduggia e pesa mille monarchia normanna l'ebbe ad un di presso
volte più che non difende . Delle forme mu- comuni con l'Inghilterra , che nella memora-
nicipali non parlo , ch' eran le antiche , rap- bile rivoluzione del vespro le ristorò ed ac-
pezzate di privilegt , di forme speciali diverse , crebbe e lascionne retaggio alle generazioni
avvenire , decadendo dal secol decimoquarto
ma pure ordinate assai largamente quanto al
maneggio de' lor propri danari. Gli altri ma- infino al diciottesimo , si trovò poco lontana
gistrati , posti su la giustizia e la civile am- nelle forme, ma di gran lunga nella sostanza,

ministrazione , eran macchina un po ' gotica , al dritto pubblico inglese , che poi venne si
in moda. E quando il turbine della rivoluzione
ma buona perchè semplice. Le leggi civili e
di Francia crollò quest' antica macchina , la
criminali al contrario spaventavan per l'im-
nazione , da' pochi valentuomini in fuori , tro-
menso viluppo. Questo fu il governamento
della Sicilia infino al principio del secolo in vossi tale , da non saperla nè apprezzare , nè
cui viviamo. correggere.
APPENDICE

Esposizione ed esame di tutte le autorità istoriche sul fatto del vespro.

Questa rivoluzione, ricordata da tutti gli sto- spirazione , e ne fanno effetto immediato e
rici che toccan quell' epoca , in cui fu ma- palpabile il tumulto del vespro. Altri infine,
ravigliosissimo avvenimento , è stata da cia- accennando qual più qual meno gli appresti
scuno figurata a suo modo ; e copiandosi a e le brame di Pier d'Aragona , senz' altri-
vicenda gli scrittori , si è alterato dall' uno menti connetterlo con quelli , raccontano il tu-
all' altro il fatto , si son confuse e smarrite multo di Palermo , com' effetto dell'odio alla
le cagioni. Ne' cap. v e vi io n' ho scritto tirannide angioina, scoppiato a un tratto , per
quanto mi par si ritragga di vero, comparando ingiuria, in una festa popolare . Secondo que-
ed esaminando sottilmente tutte le autorità isto- ste tre classi divideremo le testimonianze isto-
riche de' tempi ; ho delineato il ragionamento riche poste qui a disamina.
che alla mia conchiusione conduce . In questa Nella prima son Ricobaldo Ferrarese ( Mu-
appendice ne vengo ai particolari. Torno a men- ratori, R. I. S. tom. 9 ) ; i frammenti d'Isto-
te al leggitore, che per autorità istoriche inten- rie Pisane ( ibidem ) ; le due biografie di papa
do : 1.° gli scrittori contemporanei , messi Martino IV ( ibidem , tom. 3, parte 1ª , pag. 608
riscontro tra loro , e valutati secondo le parti e 609, parte 2.ª pag. 430 ) ; il nostro fra Cor-
che ciascun tenne, la postura in cui si trovò rado, che, inorridito delle fiere vicende passate
a sapere i fatti , la critica la esattezza che sotto gli occhi suoi , rifuggiva dal particolareg-
dà a vedere 2. ° i documenti , che pongo in giarle ( ibidem tom. 1 , pag. 729 ) ; il frate ca-
secondo luogo, perchè nel presente caso pochi talano autor delle Geste de' conti di Bar-
se ne trovan di tali da stabilir fuori contrasto cellona ( Marca Hispanica per Baluzio , ca-
la verità , ma sol possono rischiarare le te- pit. 28 ) , che dice della chiamata di Pietro ,
stimonianze degl' istorici , e aggiugnere o sce- dell' assedio di Messina e dell' obbedienza
mar fede a' loro detti : 3.º la tradizione , in negata a Carlo in Sicilia , ma non della san-
quanto valga dopo cinque secoli e mezzo di guinosa rivoluzione che die' principio a questi
viver civile : 4.° la necessità di cagioni d' al- fatti il Cantinelli ( Chronicon , in Mittarelli ,
cuni fatti seguenti che non cadono in dubbio. Rer. Faventinarum Script. , Venezia 1771 ,
E cominciando dagli scrittori contempora- pag. 276 ) ; un anonimo fiorentino ( pubblicato
nei o molto vicini a que' tempi , è da notar dal Baluzio , Miscellanea, tom. 4 , pag. 10',
che sono francesi, catalani , siciliani o d'altre ed. Lucca ) , breve ma esatto, il quale narra ,
parti d'Italia, e questi ultimi o guelfi o ghi- senza dir di congiura «< che nel 1285 in ca-
bellini ; ondechè i più scrissero da spirito di lende d'aprile si ribellò Palermo , e poi a
parte, pochissimi ne furono scevri , o meglio sommossa de' palermitani tutta la Sicilia » ; e
che le parti amarono il vero . Pertanto di que- altri scrittori che inutile sarebbe a noverare,
sta rivoluzione alcuni , senza toccar le cagioni , perchè nessuna luce sen trac .
dicon l'uccisione dei francesi in Sicilia con Stretta investigazione meritano gli scrittori
qualche circostanza isolata ovvero oziosa , e francesi, cioè l'autore del Ms. della vittoria

nulla più . Altri intessono sottilmente una co- di Carlo d'Angiò , Guglielmo Nangis , e Gio-
37
290 APPENDICE

vanni Iperio ; e i fabbri ialiani della congiura , congiura di Pietro coi notabili di Sicilia ( Du-
Ricordano Malespini , Giovanni Villani , l'autore chesne H. F. S. tom. 5 , pag. 537 , 538, 539 ) .
della Storia anonima della cospirazione di Pro- Prendendo dunque ad esaminare l'autorità del
cida , e con essi frate Francesco Pipino , l' au- Nangis , diremo che, lette alla distesa'le biogra-
tor della Cronaca d'Asti , il Boccaccio , il Pe- fie dei re di Francia di que' tempi , ch'ei com-
trarca. pilò , ognuno il vede lodator larghissimo dei
Nel Ms. della vittoria di Carlo ( Duchesne, suoi signori, come frate e scrittor di corte ;
Hist. Franc. Script. tom. 5 , pag. 850 ) , si e comprendesi di leggieri come dovesse nar-
legge che Pier d' Aragona, apparecchiando un rare sol ciò che nella corte di Francia passava
navilio contro Carlo re di Sicilia , Siculorum per vero. Così nei fatti della guerra portata
monitu et uxoris , mandò ambasciadori al papa , sopra Aragona l'anno 1285 e in altri, il bio-
infingendosi voler andare con grande oste so- grafo dissimula , ingrandisce , rimpicciolisce ,
pra i barbari d'Affrica. Poi narrasi , che di guasta, com'ei crede maggior gloria de reali
febbraio ( 1282 ) , un leon marino portato ad di Francia. A ciò s ' aggiunga che dopo quella
Orvieto prognosticasse co' suoi pianti le ca- crudele strage de' francesi in Sicilia , l' esa-
lamità che sovrastavano ; e qui finisce la cro- cerbata opinione pubblica in Francia non do-
naca. In essa è notevol solo il Siculorum mo- vea accreditare altro , che il maggior biasimo
nitu , che si potrebbe anche interpretare per dei siciliani e di re Pietro d' Aragona ; dovea
consigli degli usciti siciliani ; tanto più che il aggravar l'eccidio con la premeditazione e col
monitu è detto anche della moglie di re Pietro. tradimento ; denigrare la esaltazione del nuovo
Più espresso il Nangis . Secondo lui Pier re con una macchia di congiura ; così anche
di Aragona, ingrato ai re di Francia , stigato onestar la caduta dominazione di Carlo : per-
dalla moglie, co' siciliani, qui jam contra re- chè congiurar si può contro tutti i governi ,
gem Siciliae Carolum conspiraverant , confoede- ma di rivoluzione disperata de' popoli , il go-
ratus est. Nam missi Siculorum , Panormita- verno solo ha la colpa. Di più, scrisse il Nan-
norum maxime et Messanensium , ad ipsum gis dopo la ricordata guerra d' Aragona , in-
tum convenerant , dicentes quod si contra re- giustissima sempre, ma che men parea, quanti
gem Carolum vellet cum ipsis insurgere et eos- più neri misfatti si addossassero a Piero. Per
dem tueri , de coetero ipsum in regem et do- queste ragioni la testimonianza sua , di per sè
minum reciperent et haberent sola, è men degna di fede .
Circa idem tempus ( 1281 ) Petrus Arragoniae Le medesime ragioni , toltane l'aura corti-
rex assensum dedit Siculis qui contra domi- giana , varrebbero contro Giovanni Iperio , au-
num suum regem Siciliae Carolum conspirave- tor della Cronaca del monastero di san Ber-
rant, etc. Indi , toccando l'impresa preparata tino, scrittore alsì di que' tempi . Questi in
da Carlo contro l'imperadore di Costantino- fatti più vagamente del Nangis dice della mac-
poli , che si ritrae da tutti gli altri istorici, chinazione ( in Martene e Durand, Thes. Nov.
ne parla il Nangis come di novella crociata Anecd. tom. 3, pag. 762 e seg . ) . Scrive che
al racquisto di Gerusalemme. Soggiugne che, Pier d'Aragona, pretendendo la Sicilia pel dritto
tornati appena gli ambasciatori siciliani dalla della moglie, si adoprava, nunc commotiones,
corte di Pietro, i palermitani e' messinesi ri- nunc seditiones excitans , nunc amicos sibi se-
bellaronsi ; Pietro uditolo s' armò ad aiutarli , crete concilians ; semper, in quantum poterat,
ma infinse andar sopra i barbari in Affrica, laborans ad finem intentum ; tantochè com-
e per messaggi confortava i siciliani. Di Gio- mosse i barbari di Tunis contro i cristiani ;
vanni di Procida ei non parla ; ma senza dub- cosa non vera, nè utile ad alcuno intento di
bio ne' riferiti luoghi si contien l'accusa della . Pietro ; come non vere sono quelle sommosse
APPENDICE 291

e sedizioni prima del vespro, chè anzi durò nire in arme allo esercito di re Carlo. Questa
pienissima infino a quel dì la calma del ser- medesima certezza del tempo in cui appunto
vaggio. Per suam etiam astutiam, segue il cro- visse il Villani , indebolisce la sua testimo-
nista, commotionem excitavit in regno Siciliae. nianza intorno i fatti del vespro , che molti
Mandatus tandem ab eis , in Siciliam venit , anni appresso udì da uomini guelfi , o lesse
dominium sibi usurpavit , et se in regem Si- ne' Malespini, che da guelfi li avean ritratto ;
ciliae coronari fecit. Del resto narra avvenuto lontani da Sicilia, disposti a colorire la nar-
in Palermo il primo tumulto, e il progresso razione come paresse peggiore pe ' loro ne-
della rivoluzione nell'isola. Dei particolari è mici ; chè sempre così si è fatto e si farà,
meglio informato del Nangis , e pur accenna anche senza proponimento di calunniare . In
si vagamente le pratiche de' siciliani con Pie- fatti non son pochi gli errori in cui caddero
tro ! cotesti scrittori. E lasceremo, perchè si può
Ma passando agl' italiani, Ricordano Male- apporre ai copisti , quel di Giachetto , che porta
spini e Giovanni Villani ( Muratori R. I. S. il tumulto del vespro a tre marzo . Villani e
tom . 8 e 13 ) assai minuti furono a narrarle , Ricordano raccontan quella improbabilissima
sì che da loro tutti gli altri le han copiato . corruzione di Niccolò III, comperato da Pro-
Anzi il Villani da Ricordano le trascrisse a cida col danaro del Paleologo ; suppongon che
parola a parola , e i fatti del 1282 da Giachetto re Pietro d'Aragona pe' suoi preparamenti
Malespini , continuatore di Ricordano , che finì domandasse un sussidio di moneta al re di
la sua istoria nel 1281 , talchè le due testi- Francia, quando si sa che una delle ragioni
monianze ad una sola si ridurrebbero, quella principali , con cui difendeva il suo segreto
cioè de' Malespini , se il Villani in qualche intorno lo scopo dell'impresa , era di prepa-
picciola circostanza non si discostasse da lo- rarla senz' alcun aiuto d' altrui . Villani e Gia-
ro. Ma il plagio è manifesto , come il nota chetto portano il tumulto del vespro incomin-
Muratori nelle prefazioni a' due Malespini e ciato a Morreale , poichè s'erano adunati in
al Villani. I quali , come fiorentini , vivuti men- Palermo « a pasquare i baroni e' caporali che
tre la città reggeasi del tutto a parte guelfa teneano mano al tradimento ; » dicono come
e si rafforzava della riputazione dei re di Na- nella festa un francese prendesse una donna
poli contro le rivali città di Toscana , senza per farle oltraggio , e indi nascesse la briga ,
pudore parteggiano , più che gli scrittori fran- incalzata da' congiurati ; i quali nella zuffa
cesi , perchè gli odì tra vicini divampano peg- ebber la peggio, poi uccisero tutti i francesi
gio. Indi ad ogni parola scopron gli animi in Palermo , e andando alle lor terre, commos-
guelfi , e a' siciliani inimicissimi . Del Villani , sero tutta l'isola . Nell'assedio di Messina i
così il Muratori nota nella prefazione citata due cronisti non son più esatti ; recando una
di sopra, doverglisi prestar poca fede nelle vi- lettera di Martino , apocrifa e foggiata senza
cende di parti guelfa e ghibellina dopo i tempi riscontro alcuno con le idee che scernonsi uelle
dell' imperador Federigo secondo . S' aggiunga bolle messe fuori in quell' incontro ( V. cap.
ciò , ch' egli era forse per umor di famiglia 7. pag. 80. di q. volume ) . Essi di più , rag-
più ingiusto ; poichè ne' diplomi del fermato girando su Procida sempre la lor macchina,
duello tra re Pietro e re Carlo si legge tra i il fanno mandare ambasciadore da' siciliani a
nomi de' mallevadori di Carlo ( veggasi il ca- Pietro, per offrirgli la corona , quando gl' isto-
pit. 9, pag. 103 di questo volume ) un Gio- rici siciliani e catalani, che non poteano nè
vanni Villani , forse parente dell'istorico , il ignorare , nè tacere nome sì grande , dicono
quale dovea esser o bambino o fanciullo nel- tutt' altri incaricati dell' importante messaggio .
l'ottantadue , nè potea cavalier di Firenze ve- In questi e in tanti simili fatti , che notiamo
292 APPENDICE

nel corso del nostro lavoro , si scernon sempre quella dello stile e della lingua , alla quale
i ridetti istorici male informati e fallaci . s ' appigliò il di Gregorio, non avendo per le
Maravigliosa è la uniformità del lor dettato mani altra copia che del secolo XVII , e vo-
con quel d'una cronaca anonima in antica lendo ad ogni modo raccomandare la cronaca
lingua siciliana , che corre dal 1279 infino ad come contemporanea , nè l' una nè l'altra ,
ottobre 1282 ( di Gregorio. Bibl . Arag. tom. io dico, posson portare a un' approssimazione
1 , p. 243 e seg. ) . Questa coincidenza , cre- sì stretta, da provare se in fin del secolo XIII
duta veracità della cronaca , e il sapore an- o nei principi , o nel fine del XIV fiorisse
tico della lingua e dello stile , persuasero al l'autore , e indi se contemporaneo fosse al
di Gregorio, che contemporaneo fosse questo vespro , o quanto discosto. L'altro argomento ,
scritto, del quale s'ignora del tutto l'autore , ch'è la coincidenza col Villani , o meglio
ma ce n' ha un Ms. in carta di bambagia , pos- diremo Malespini , proverebbe il contrario , cioè
seduto al presente dall'erudito e gentile uomo che l'autor della cronaca siciliana avesse avuto
il principe di san Giorgio Spinelli di Napoli , per le mani quella de' fiorentini ; perchè si
che per l'ortografia e la forma de' caratteri riscontrano con picciol divario la disposizione
con lettere iniziali azzurre o vermiglie e ve- dei fatti, gl' incidenti , spesso le parole , più
stigia di dorature , annunzia senza dubbio il spesso gli errori ; il che mai non avviene
secol XIV. Questo antico Ms. pervenuto al quando due scrittori , senza conoscersi l'un
presente possessore forse da Messina , era del l'altro, dettino il medesimo avvenimento , fos-
tutto ignoto in Sicilia nel secol passato ; tal- s'anco brevissimo e semplice. Le differenze
mentechè di Gregorio pubblicò tal cronaca poi son queste : che la parte aneddotica e dram-
nella sua Biblioteca Aragonese sopra una co- matica è molto più ampia nella cronaca si-
pia del secolo XVII , con ortografia diversis- ciliana, e che qualche data o nome di luogo
sima dal Ms. del san Giorgio , e questo di- è diverso, or con maggiore esattezza o pro-
vario più , che innanzi il Ms. di san Gior- babilità dalla parte del siciliano , or il con-
gio si legge Quistu esti lu Rebellamentu di trario. Per esempio , il siciliano scrive che Pro-
Sichilia lu quali hordinau effichi fari Misser cida nel 1279 si trovasse in Sicilia ( nè ag-
iohanni di prochita contra lu Re CARLU P. giugne che stesse proscritto e nascoso ) quando
ed il luogo della lezione del Gregorio ( Bibl. da' diplomi allegati da noi nel cap. 5, pag. 47,
Aragonese, vol. 1. pag. 264. ) et incalzaru la si vede chiarito ribelle e uscito infin dal 1270 ,
briga contra li francischi cu li palermitani , e si sa che riparò a corte del re d'Aragona .
e li homini a rimuri di petri e di armi gri- Ma , quel ch'è più , il veggiamo incerto ed
dandu « moranu li franzisi » ; et intraru dintra erroneo nel dire il giorno della sollevazione
la gitati cu grandi rumuri lu capitanu che era di Palermo Eccu chi fu vinutu lu misi di
tardu pri lu re Carlu, etc ; ha nel Ms. del aprili, l'annu di li milliducentuottantadui, lu
san Giorgio la bella variante incalzaru la martedì di la Pasqua di la Resurrezioni ;
briga contra li franchischi et livaru A rimuri quando e' si vede certamente che quel mar-
efforo a li armi li franchischi cum li paler- tedì cadde il 31 marzo . Or che un siciliano ,
mitani et li homini a rimuri di petri e di ar- vivuto di que' tempi , avesse potuto errare o
mi gridandu moranu li franchischi et Intraru dimenticar questo giorno, io nol so compren-
in la chitati cum grandi rimuri et foru per dere ; ondechè potrebbe argomentarsene l'an-
li plazi et quanti franchischi trouavanu tutti tichità men rimota di questa cronaca , perchè
li auchidianu Infra quilli rimuri lu capitanu sendo avvenuta nel corso d'aprile la strage
chi era tandu per lu Re Carlu etc. in tutte le altre città di Sicilia , molti anui
Tuttavia nè l'antichità di questo Ms. nè appresso si ricordava aprile come il tempo
APPENDICE 293

del riscatto ; e l'autor siciliano , avute per le blicandola per lo primo, mutila del principio ,
mani le cronache de' fiorentini , vi corresse a che poi si è dato alla luce ( Buscemi , Vita di
suo modo l'epoca ; come fe' del coronamento Giovanni di Procida , doc . num . 1 ) , notò con
di re Pietro , asserito da quelli , negato da lui ; allegrezza molti luoghi in cui risponde al Su-
rita , senza riflettere che il Surita, autor del
e si del luogo della prima sollevazione , por-
tata da quelli in Morreale, da lui , e qui con secolo XVI, togliea que' fatti da essa appunto
esattezza, in un locu lu quali si chiama Santu e dal Villani .
Spiritu , ch' era il nome della chiesa , non Seguono nella medesima classe gli scrittori
della campagna. Le quali correzioni portano che alla cospirazione primi aggiunsero la fa-
a credere che il siciliano dopo i fiorentini , vola della uccision dei francesi per tutta l'i-
non questi dopo lui avessero scritto ; perchè sola in un dì . Frate Francesco Pipino , che fiori
i primi non sarebbero inciampati nell'errore ai tempi di re Roberto ( Franc. Pipino, lib . 3,
del dir Morreale , o lo avrebber seguito in cap. 19 , in Muratori R. I. S. tom. 9, p . 695, )
quello testè ricordato del mese d'aprile . cioè nei principi del secol XIV, ma al dir di
Perilchè mi è venuto in mente un supposto Muratori ( ibid. Prefazione ) poco diligente e
intorno questa cronaca. Io penso che l'autore spesso rapportator di favole e maraviglie , narra
fiori verso la metà del secolo xiv e fu della ancor questa , ma assai timidamente. Dapprima
famiglia Procida, o attenente ed amico a quel- descrive le oppressioni e violenze de' francesi ,
la ; chè nel regno di Federigo d'Aragona , donde nacque una sedizione in Palermo , e la
come si vede nel cap. xv del presente lavoro , chiamata di Pier d'Aragona ch'era ad oste
Giovanni di Procida voltò a parte angioina , in Affrica . Ma parendogli poco , soggiugne :
e con lui alcuni della famiglia . Quest' anonimo Hujus autem rei novitatem tractasse ac pro-
dunque, cliente o partigiano , pieno d'umori curasse fertur multis periculis , sudoribus , ac
guelfi , peregrinando fuori dalla patria , s'im- dispendiis, Magister Joannes de Procida, olim
battè nella cronaca de' Malespini o del Vil- notarius, phisicus, et logotheta regis Manfredi
lani ; alla quale aggiunse or qualche verità , ( ibid . pag. 686 e seg. ) ; e discorre minuta-
or qualche errore cavato dalla tradizione e ten- mente la cospirazione , i soccorsi di danaro
dente ad esaltar Giovanni di Procida ; e ne dati a re Pietro dal Paleologo, e da papa Nic-
dettò quel che in oggi chiameremmo romanzo colò ( qui pagante e non pagato ) ; fa ordinare
storico , o una istoria frammischiata di fin- da Procida che in un giorno assegnato tutti
zioni e novelle ; come son di certo la debo- i siciliani si levassero , e nel medesimo di
lezza, la paura , i pianti di tutti que' grandi Pietro si partisse con la flotta : le quali due
che si suppose trattasser la congiura con Pro- cose, ei soggiugne , riuscirono appunto ; quindi
cida. Certo egli è che parecchi siciliani sotto Pietro venne in Messina , e incoronossi nelle
Pietro , Giacomo e Federigo d'Aragona , or feste di pasqua del 1282. Fascio di anacro-
a ragione or a torto, furon puniti , o uscirono nismi, errori e grossolane inverosimiglianze ,
come ribelli ; certo che un germe , ancorchè che non è uopo confutare, quand' ei medesi-
debolissimo , di parte francese o guelfa o , mo, che affastellar solea alla cieca, le porta
come appo noi chiamavasi , di Ferracani , restò col salvaguardia del fertur ; e narra il mede-
in Sicilia ; certo che questa cronaca , difforme simo fatto in due modi, l'uno della solleva-
dalle altre nostre di que' tempi , si riscontra zione casuale in Palermo, propagata nell'isola ,
nelle parti più essenziali con quella de' guelfi l'altro della uccisione contemporanea in tutta
Malespini e Villani. Di essa l'autore non si l'isola. Nel capitolo che contien la prima nar-
sa ; il tempo non si sa ; e assai debole te- razione ei mette l'intitolazione : De Carolo se-
stimonianza ne sembra. Il di Gregorio, pub- niore Siciliae Rege, ex chronicis , onde si vede
294 APPENDICE

che la prima trasse da croniche ; quella se- citato dal Vivenzio , Istoria del regno di Na-
conda dalla voce popolare , senza dire qual poli , vol . 2 , pag. 358.
delle due credesse la vera, chè ben il potea , Prendendo adesso a dir degl' istorici , stret-
trattandosi di un fatto sì grande e si diverso , tamente contemporanei tutti , che o non par-
secondo che all'una o all'altra si prestasse lano di pratiche antecedenti al vespro , o non
fede. attribuiscono a quelle il vespro , io mi sento
Peggio la cronaca d'Asti , la quale fa du- ripetere, che ai siciliani e agli spagnuoli poco
rare sol tre mesi le pratiche di Procida , che sia da attendere , perchè vollero per amor di
gli altri portano condotte in tre anni ; e rac- nazione passar sotto silenzio la congiura . Ma
conta quel miracoloso eccidio per tutta Sicilia niuno dirà, che s' eglino dissimulau le cagioni ,
in un dì , e manda ad assaltare Aragona , col i fatti debban piuttosto cercarsi negli scrit-
re di Francia , lo stesso re Carlo , ch' era tori delle altre genti , di luogo o di commerci
morto parecchi mesi innanzi . Perciò della cro- lontane, e che tra due classi di partigiani , se
naca d'Asti non ci impacceremo più a lungo. pur si voglia, meritino maggior fede gli av-
Finalmente la stessa favola di una strage versi a noi , che i nostri. Indi è bene degli
universale al tocco del vespro , fu scritta da uni e degli altri dubitare , e starcene a più
Giovanni Boccaccio , ne' Casi degli uomini ilu- sode autorità e così m'ingegnerò di fare ; fi-
stri ( lib. 9, cap . 19 ) ; ne è da maravigliare , dandomi di me in questo, che l'amor della
che meglio di sessant'anni appresso il fatto , patria grandissimo , mi conforta anzi a ono-
il novellatore toscano , dimorato a lungo in rarla col vero , che a pargoleggiare con po-
Napoli , e amante d'una figliuola di re Ro- veri inorpellamenti .
berto , abbia spacciato il racconto che piaceva Di questo vizio in vero non so condannar
più nella corte angioina, e l'abbia scritto così l'anonimo che scrisse in latino la Crouaca di
di volo, non in istoria giusta , ma in una tal Sicilia , pubblicata in varie collezioni , e più
maniera di biografie, tendente a mostrare le correttamente dal di Gregorio ( Bibl. Arag.
strane vicende della fortuna. v. 2 ) ; la qual cronaca dai dotti ( ibid . p. 109
Il Petrarca , contemporaneo del Boccaccio e 113 ) si tiene contemporanea e degna di
e non del vespro siciliano , nell' Itinerario Si- molta fede. Questo semplice cronista , sollecito
riaco , tiene ancor l'opinione che Giovanni di di trascrivere i documenti , e parco assai di
Procida fosse autor principale della rivoluzione parole proprie , se darebbe qualche ombra col
di Sicilia , per privato risentimento . Del ri- tacere il caso di Droetto , e narrar come nella
manente nè dice della cospirazione , nè accenna piazza della chiesa di s . Spirito molti palermi-
altri particolari ; e si mostra anco poco in- tani cominciassero a gridare : « Morte ai fran-
formato della patria di Giovanni , che scambia cesi, » dilegua ogni dubbio soggiungendo : « Et
col titol della signoria. Le sue parole son que- sic rebellantes subito , sicut Domino placuit , con-
ste : Vicina hic Prochita est , parva insula , tra ipsum Carolum, cum nulla praeveniret ex-
sed unde nuper magnus quidam vir surrexit, inde aliqua provisio, etc. Si raccomanda inol-
Johannes ille qui formidatum Karoli diadema tre l'anonimo per molta diligenza ed esat-
non veritus, et gravis memor iniuriae, et ma- tezza nell'epoca di cui trattiamo .
jora si licuisset ausurus, ultionis loco huic regi In quella visse Niccolò Speciale , uom di
Siciliam abstulisse , etc. ( tom. 1 , pag. 620 ) . alto stato e di molte lettere, secondo i suoi
Non è fuor di proposito qui aggiugnere , che tempi ; ito nel 1334 ambasciadore di re Fe-
il Petrarca fu attenente alla corte di Napoli , derigo II di Sicilia apap a Benedetto x ( Pre-
e ricordare un diploma di re Roberto, dato il fazione del Muratori , ristampata dal di Gre-
2 aprile 1331 , che lo eleggea suo cappellano , gorio nel tom . 1 della Bibliot. Arag. p. 283 ).
APPENDICE 295

Indi abbiamo per questo istorico un bene e dell'antico disegno di Pier d'Aragona ( cap. 16 )
un male ; il bene , che fu in luoghi e in tempi sopra il reame di Sicilia , e delle armi appre-
da conoscere appunto , e non da uom del vol- state in Catalogna ; ma venendo al fatto del
go, ciò che scrisse , veduto cogli occhi propri vespro , il narra con semplicità , in guisa da
o ritratto da vicino ; il male, che potè peccar non far sospettare nè macchina celata in quel
di prudenza cortigiana contro la verità. In- tumulto , nè reticenza nella narrazione . D'al-
fatti, riguardo ai tempi di Federigo , non son tronde è da notare , com' egli era punto cor-
senza questo studio alcuni luoghi della sua tese verso Palermo , e scendea fino a vauti e
istoria ; e quanto al vespro , tace i disegni finzioni puerili, per esaltar Messina sulla città
anteriori di re Pietro , nè io mi terrei al suo sorella ; vizi reciproci allora e per lungo tem-
silenzio della cospirazione , se altre autorità. po da poi , de' quali le due città, rinsavite , or
non ne avessi . Narrando il caso di Droetto , piangono e con esse la Sicilia tutta . Talmen-
lo Speciale segue : Tunc Panormitani omnes , techè scrivendo il Neocastro sotto gli auspici
quod diu conceperant, operi se accingunt, quasi della rivoluzione vittoriosa , non avrebbe ei
vocem illam coelitus accepissent, che deve in- mancato , se il fatto gliene avesse dato l'ap-
tendersi del proponimento di vendetta e af- picco , dal far partecipare anche i messinesi
franchimento che nudre ogni popolo oppresso , nella gloria del virile cominciamento , nè dal
s'ei non è schiavo vilissimo nel sangue ; per- togliere all' emula città l'onore d'una subita
chè tutt' altra spiegazione è tolta dalle espres- sollevazione a vendetta , più nobile sempre di
se parole che il tumulto avveniva : nullo comu- ogni pratica occulta . Se l'anonimo , lo Spe-
nicato consilio ( loc. cit. p. 301 ) . Questa ne- ciale e ' Neocastro tacquer dunque la con-
gazione precisa di trattato precedente, dee far giura di Procida , è da conchiudere , che o non
molto peso in un uomo come Speciale , che fu, o non operò nella rivoluzione ; la quale se
avrebbe forse dissimulato tacendo , ma non fosse stata effetto immediato di quella, nè lo
mai asseverata una bugia , in fatto importan- avrebbero potuto ignorare, nè avrebbero avuto
tissimo e di necessità notissimo. la fronte di passarlo sotto silenzio .
Crescon di forza tali ragioni parlando di Tengon lo stesso metro due altri contem-
Bartolomeo de Neocastro , messinese , giurista , poranei catalani, Ramondo Montaner e Ber-
nella rivoluzione magistrato repubblicano di nardo D'Esclot , dei cui scritti infino a qui
Messina ( Carta del 10 maggio 1282, ne' Mss . non si è fatto abbastanza tesoro nelle istorie
della Bibliot. Com. di Palermo , Q. q. H. 4, di Sicilia ; perciocchè il primo da pochi dei
fog. 116 ) , indi avvocato del fisco , e nel 1286 nostri, in pochi luoghi fu citato ; il D'Esclot
ambasciatore di Giacomo 1 di Sicilia a papa è stato ignorato più di lui, non ostantechè il
Onorio ( nel di Gregorio, Bibl. Arag. tom. 1 , Surita lo venga nominando di tratto in tratto
pag. 4 , prefaz . del Muratori ) . Perch' ei si negli annali d'Aragona. Montaner nacque in
trovò, non che nel vigor dell' età, ma in mezzo Peralada nel 1265 o 1275 ( chè ci ha una va-
a' pubblici affari, in questi tempi della rivo- riante nel suo testo -Barcellona , 1562 ) ; mili-
luzione ; scrisse con fresca memoria , pria del tò sotto Piero d'Aragona , Giacomo e Federigo
1295 , chiamando nel suo proemio ancora re di Sicilia ; e nel 1325 o 1335 , tornato vec-
di Sicilia Giacomo , e infante Federigo l'ara- chio in patria, si die' a stender la cronaca.
gonese, e conducendo la narrazione infino al- Soldato di ventura, superstizioso , vantator di
l'anno 1293 ; nè da' suoi scritti trasparisce ar- sua gente, e soprattutto dei re, storpia nomi
te alcuna cortigianesca , ma candore e preoc- e fatti , massime favellando d' altri paesi ; e
cupazione di patriotta messinese di que' tempi . de' casi di Carlo d'Angiò e degli ultimi prin-
Il buon Bartolomeo dunque , francamente dice cipi di casa sveva innanzi il 1282 , reca strane
296 APPENDICE

favole, con stile talvolta vivace, talvolta no- al tutto i disegni del re d'Aragona ; degli ar-
ioso per moralizzar troppo , sempre pien di mamenti dice che fossero apparecchiati per
religione , di civil senno e di militare espe- la impresa d'Affrica, che assai minutamente
rienza. Ondechè nei fatti di questa cronaca , descrive. In Affrica, fa venire a Pietro gli am-
che spesso sembran tolti di peso dalle nar- basciatori di Sicilia ; e da lui accettar il rea-
razioni volgari de' guerrieri e marinai , e spesso me, confermando tutte le leggi , privilegi e
confusi nella memoria dell'autore , che inco- costumi del tempo di Guglielmo II. Il fatto
cominciò a scrivere nel sessantesim' anno del- del vespro descrive, come gli altri contempo-
l'età sua, è da andare con assai riguardo di ranei di maggiore autorità , cagionato dagl' in-
critica , massime ne' primi tempi della domi- sopportabili aggravi , e nato per le ingiuric
nazione aragonese in Sicilia, ne' quali non è alle donne, e le percosse agli uomini che sen
certo se Montaner venisse nell'isola. Questo querelavano. Tutti questi casi non affastellati ,
autore fa parola ( cap. 25 a 42 ) del propo- ne' discorsi sbadatamente , ma con estrema
nimento di Pietro a vendicare Manfredi e Cor- diligenza e nesso d'idee ( lib . 1 , cap. 17 , della
radino, ed Enzo ( egli aggiugne , chiamandolo traduz . spagnuola , e cap. 77 e seg. del testo
Eus ) e degli armamenti che preparava. Senza catalano ) .
altro passa, nel cap . 43 , a raccontare il tumul- Ma posti da canto gli scrittori di parte
to di Palermo , nella festa a una chiesa presso nostra , noi troviamo il vespro nella stessa
il ponte dell'Ammiraglio, che invero non è guisa rappresentato dagl' indifferenti e dagli
discosto dalla chiesa di santo Spirito . Dice stessi avversari . L'autore della cronaca inti-
delle ingiurie alle donne , e che i francesi col tolata : Praeclara Francorum facinora , che fu
pretesto di frugare per l'arme los metian la certo francese , dice di non modicum appara-
ma (così in suo catalanesco ) e les peçigavan tum di Pier d'Aragona , e dei sospetti che
e per les mammelles , e poi zoppicando continua destò in papa Martino e re Carlo. Indi narra
a raccontar l' andata di Piero in Affrica ; dove come i palermitani uccideano , succensa rabie,
a magnificare il suo re, fa venire, con vele ne- Gallicos qui morabantur ibidem ......
. . . . Deinde
gre alle galec e vestiti a gramaglia, gli am- Regi Carolo tota Cicilia fuit rebellans, et su-
basciatori di Palermo e delle altre città ; li pra se Petrum Regem Aragonum in suum de-
fa parlar da fanciulli e da schiavi ; e sì via fensorem ac dominum vocaverunt, etc. (Duchesne
procede nella narrazione. Hist. Franc. Script. tom. 5 , pag. 786, anno
Ben altra gravità istorica s ' ammira nel 1281 ) . Or che questo francese , il quale non
D'Esclot, cavalier catalano , che scrisse nel fa un secco cenno del caso , nè se ne mostra
1300 ( D' Esclot, tradotto in castigliano da male informato, parli di preparamenti di Pie-
Raffaele Cervera - Barcellona 1616, pref. del tro, e non di congiura , ma della sollevazione ,
traduttore ; e notizia del Buchon innanti la è secondo me non lieve argomento.
ed, del genuino testo catalano - Parigi 1840 ). Degli scrittori italiani , vari d'umori e molti
Questo autore non è scevro di tale spirito na- anco guelfi, è lunga la lista. Il Memoriale dei
zionale che trascende alla vanità ; ma il veg- podestà di Reggio, scritto in questo tempo da
giamo benissimo informato de' fatti , penetrante un guelfo senza cervello , non risparmia i si-
nelle cagioni , pregevole per ordine nella nar- ciliani, nè Pietro ; scrive ( in Muratori R. I. S.
razione e dignità di stile. Porta in compendio tom. 8 , p. 1155 ) , che si trattava di matri-
parecchi documenti, che con molta fedeltà ri- monio tra un figlio di Piero e una figliuola
spondono agli originali pubblicati gran tempo di Carlo, che l'aragonese s'infinse di andar
appresso in altri paesi . Nondimeno pende trop- sopra gl' infedeli, e sub specie pacis et paren-
po a parte regia , ma senza viltà. Costui tace telae abstulit fraudolenter, etc. il regno di Si-
APPENDICE 297

cilia. Questo fraudolenter non si riferisce ad il danaro dato , e gli armamenti . Del resto
altro che alle sembianze di pace , perchè la è poco esatto ; porta l'andata di Pietro , di
cronaca narra del vespro ( ibid. p. 1151 ) che i Catalogna a Messina direttamente ; e fa pat-
siciliani rebelles fuerunt Regi Karolo, e ucci- tuire il duello nel tempo dell'assedio di quella
sero i francesi . Nulla di congiura coi baroni città , per evitare la strage. Non parla de' si-
siciliani ; anzi aggiugne, che Pietro fè l' impre- ciliani senza biasimo : e notevol è ch'ei dice
sa di Sicilia aiutato dal re di Castiglia e dal chiamato Pietro dai maggiori del regno , che ,
Paleologo. ammazzati i francesi , avean preso iniquamente
La cronaca di Parma , contemporanea an- lo stato ; il che esclude ogn' idea di cospira-
ch'essa , narra il caso un po' diversamente da- zione antecedente di costoro col re ( in Mu-
gli altri. Un francese percosse del piè un pa- ratori , R. I. S. t. 9, p. 952, 953 ) .
lermitano ; indi la rissa , il grido universale , In un' antica Cronaca napolitana ( Raccolta
e la strage ; et Siculi miserunt pro dicto Rege di croniche, Diarii ec. Napoli 1780 , presso
Aragonae ; e continua una breve narrazione Bernardo Perger , vol . 2, pag. 30 ) leggiamo :
degli avvenimenti ( in Muratori , R. I. S. tom. 1282. L'isola de Sicilia se rebellò contro re
9, pag. 801 , anno 1282 ) . Non vi è traccia di Carlo 1.° et donosse a re D. Pietro de Aragona ;
accordi e trame. quale revoltazione fo per violentia che un fran-
Fra Tolomeo da Lucca, pure contempora- cese volse fare a una donna . »
neo, particolareggia le pratiche di Pier d' Ara- Giordano , nel Ms. Vaticano , non altrimenti
gona col Paleologo , e afferma aver visto il trat- narra i vespro, che con le parole : Succensa
tato . Papa Martino , a sollecitazione di Carlo , est primo stupenda rabies, propter enim enor-
scomunicò l'imperator greco ; questi mandò mitates Gallicorum ( in Raynald , Ann . Eccl .
a Pier d'Aragona , Giovanni di Procida e Be- 1282. § 12 ).
nedetto Zaccaria da Genova , con moneta ; Paolino di Pietro , contemporaneo , merca-
‫ ין‬aragonese allestiva l'armata ; domandato tante fiorentino , e scevro , per quanto si
dal papa , rispondea : taglierebbesi la lingua anzi ritrae , da studio di parte in queste nostre
che dir lo scopo . Dietro ciò viene il tumulto vicende , racconta la sollevazione in queste
di Palermo , scoppiato per le molte ingiurie che parole , che per la grazia della lingua e sem-
si soffrivano ; e seguon minutamente i fatti. plicità antica ci piace trascrivere : E incomin-
Una sola vaga parola ci ha da notare , che la ciosse in Palermo , perchè andando ad una fe-
rivoluzione seguì , fovente il re Pietro, per le sta per mare, alquanti di Palermo fecero lor
sollecitazioni della moglie . Ma tra tanti mi- segnore, e levaro un' insegna per gabbo ed a
nuti ragguagli , nulla di venuta del Procida in sollazzo ; ed alquanti francesi per orgoglio la
Sicilia , di congiura co' baroni ; e quel fovente volsero abbattere ; e quelli non lasciando e di-
si dee applicare al favor che poi diè alla ri- fendendola , vennero alle mani ; e i Palermitani
voluzione , o a qualche vago incoraggiamento non curandoli in mare , ed i franceschi non cre-
prima ( Tolomeo da Lucca , Hist. Eccl. lib . dendo ch'elli avessero l'ardire , combattero ed
24. cap. 3, 4, 5 , in Muratori , R. I. S. tom 11 , ucciserli. Per la qual cosa la terra fu sotto
pag. 1186 , 1187 ; e lo stesso negli Annali , l'arme ; e li franceschi combattendo con li Pa-
ibid. pag. 1293 ) . lermitani, per paura di non morire tutti, si
Ferreto Vicentino , autor d' una Cronaca dal difesero, ed ucciserli tutti, e grandi e piccioli e
1250 al 1318 , nel qual tempo probabilmente buoni e rei. E poi alla sommossa di Palermo,
ei visse , reca similmente le pratiche dell' im- che parve opera divina ovvero diabolica , tutte
perator greco e del re d' Aragona ; le esor- le terre di Sicilia fecero il somigliante ; sicchè
tazioni fatte a questi da Giovanni di Procida ; in meno d'olto di in tutta la Sicilia non ri-
38
298 APPENDICE

mase niuno Francesco . Il re di Raona, sentendo non avea nulla operato d'importanza ( Mura-
questo , fece ambasciatori profferendo avere e tori, R. I. S. tom . 6, pag. 576 , 577 ) . Quanto
persona , e ritornò di qua, non avendo sopra valga questa testimonianza degli Annali di
Saracini acquistato niente ; ed arrivò in Sar- Genova non occorre dimostrarlo.
degna ; ed ivi stando ebbe dai Siciliani amba- Più forte sarà quella di Saba Malaspina .
sciadori e sindachi con pien mandato ; e andò Le istorie del quale si han divise in due parti ;
in Sicilia ; e di volere si fece loro re ( Mu- la prima , che giugne infino al 1275 , pubbli-
ratori , R. I. S. Aggiunta , tom. 26 , p . 73 ) . La cata , tra gli altri , dal Muratori ( Rer. It. Scr.
quale narrazione , ancorchè diversa dal vero , tom. 8 ) ; la continuazione infino al 1285 , per
prova che in Italia s' incominciò a raccontare noi importantissima, data in luce dal di Gre-
diversamente il fatto del vespro , errando or gorio ( Bibl. Arag. tom 2 ) . Questi dotti nelle
nelle circostanze, e più sovente nelle cagioni , prefazioni notavano la gran fede che si debba
perchè più facile è ; ma che Paolino di Pietro all' istorico, prestantissimo secondo i suoi tem-
s'imbattè solamente negli errori dei fatti. pi . Ei fu romano ( de urbe, leggesi nel fin
Non così il grave scrittore degli Annali di della istoria, in di Gregorio , Bibl . Ar. t. 2 , p .
Genova . Fu questi Giacomo d' Auria, o Doria, 423 ) , decano di Malta , e segretario di papa
che gli annali , principiati da Caffari , conti- Martino iv , e scrisse negli anni 1284 e 1285 ,
nuò dal 1280 al 1293. Uomo d'alto affare con fresca memoria de' narrati avvenimenti.
nella repubblica , per carico pubblico ei scrisse. Nel principio del libro protesta : nec ambages
le cose de' suoi stessi tempi , viste con gli inserere, aut incredibilia immiscere, sed vera,
occhi propri, o ritratte da testimoni degni di vel similia ; quae aut vidi, aut videre potui, vel
fede , nel popol di Genova, mercatante e na- audivi communibus divulgata sermonibus : e ben
vigante , che avea commerci frequentissimi potea tener la parola , stando appresso Martino,
con Sicilia e anche con Napoli , tantochè al- quando la corte di Roma era centro della po-
cune galee genovesi vennero ad osteggiar Mes- litica di tutta cristianità , e governava al tutto
sina a' soldi di re Carlo , e genovesi eran anco il regno di Napoli nei pericoli della siciliana
entro Messina e in altri luoghi di Sicilia nel rivoluzione , come in questo lavoro si vede ;
tempo della rivoluzione , e più numero ne mili- talmentechè è probabilissimo, che molte delle
tarono nelle armate nostre e nemiche nelle sentenze e bolle di Martino lo stesso Mala-
guerre seguenti . Donde ognun vede se abbian spina scrivesse, e trattasse gli affari più gravi ;
questi annali pregio di esattezza , sano giudizio , certo che ne fu appieno sciente. Infatti la nar-
e anco, fino a un certo punto, imparzialità ; non razione sua , quando tocca i processi della
vedendosi piegare a nessun lato la narrazione corte di Roma contro Pier d'Aragona , s'ac-
dei fatti , e potendosi francamente conchiudere, corda perfettamente con gli originali al pre-
che lo scrittore tenesse più al dover d'isto- sente pubblicati ; quando scorre i vizi del go-
rico, che agli umori della propria famiglia , verno angioino , si riscontra con le leggi di
ghibellina. Or lo scrittore premette espressa- quello , o le contrarie promulgate appresso il
mente, che fur causa del tumulto le oppres- vespro ; e vi si legge frequentissime vidi ...
sioni e aggravi de ' francesi ; che furo occasione vidique occasione custodiae... vidi quoque gra-
gl'insulti che fean essi alle donne , eas inho- vius . . . . . vidi plus ec. , con che si dichiara
neste alloquentes et tangentes . Sicque subito tu- espressamente testimone oculare . Inoltre , nar-
multus surrexit in populo ; nè parla punto di rando i fatti del vespro, ci apprende e ordini
macchinazioni , ma con grande esattezza nota pubblici , e nomi , e aneddoti lasciati indietro
i fatti ; ed espressamente porta chiamato re fin dagl' istorici nazionali : come sarebbe la
Pietro dai siciliani , mentr' era in Affrica , e immediata federazione de' corleonesi co ' paler-
APPENDICE 299

mitani, che si riscontra appunto col diploma tutta . Malaspina non fa parola, nè prima nè
del 3 aprile 1282 ; ond' è manifesto che Ma- poi, di congiura , d'intesa qualunque tra re
laspina vantaggia per informazione ogni altro Pietro e i baroni o le città siciliane ( ibid .
scrittor di que' tempi . Nè della veracità sua p. 354 , a 360 ) , nè in tutta la sua narrazione
sarebbe da dubitare , fuorchè quando biasima se ne vede orma . Nè questo egli aggiugne
Pier d'Aragona e i siciliani , in ciò che torni a' rimbrotti che mette in bocca a re Carlo
a lode o scusa loro non mai ; perchè Mala- nell'accettare il duello ( ibid . p. 388 ) ; nè altro
spina fu perdutamente guelfo , e guclfamente appone a Pietro, che essersi armato prima ,
scrive ; acerbo contro noi , contro re Pietro , e aver, dopo lo sbarco in Affrica, domandato
cui chiama lione e serpente ; lodatore di re a papa Martino aiuti , che ottener non potea ,
Carlo , se non che amichevolmente si duole per trarne pretesto a voltarsi all' impresa di
che per negligenza non raffrenasse le ribal- Sicilia, ove i popoli , già ordinati in repubblica ,
derie de' suoi , delle quali scrive con maggior chiamavanlo al trono . Questo è dunque il peg-
ira, per due cagioni : risentimento di animo gio che un focoso partigiano della corte di
giusto al veder così fatti soprusi ; rammarico Roma e di re Carlo, ma verace e inteso dei
d'un guelfo , che sapea sol per questi levata fatti, sapesse scriver della siciliana rivoluzio-
si fiera tempesta contro la sua parte . Mala- ne ! E niuno mi dirà che Malaspina non po-
spina conduce così questo periodo. tesse saper la congiura ; che , saputala , avesse
Discorre le angherie degli oficiali di re ritegno a bandirla a tutto il mondo !
Carlo ; indi alcuni avvenimenti d'Italia pria Dante in tre versi ritrasse compiutamente
della morte di Niccolò t ; e qui incomincia il vespro :
a parlare di Pier d'Aragona. Porta come Gio- Quella sinistra riva che si lava
vanni di Procida e Ruggier Loria lo confor- Di Rodano, poich'è misto con Sorga ,
tavano a venire al conquisto di Sicilia ; com' ei Per suo signore a tempo m' aspettava ;
E quel corno d'Ausonia che s'imborga
si armava ; quali sospetti destò in Carlo , nel
Di Bari , di Gaeta e di Catona ,
re di Francia, negli stati Barbareschi . Ripi- Da onde Tronto e Verde in mare sgorga.
glia poi le cose d'Italia dopo la morte di Nic- Fulgeami già in fronte la corona
colò ; passa ai preparamenti di Carlo contro Di quella terra che il Danubio riga
il Paleologo ; alla mala contentezza che ac- Poi che le ripe tedesche abbandona ;
crebbero ne' sudditi suoi ; al mal governo dei E la bella Trinacria che caliga
vicari di Carlo in Roma . E con un' apostrofe Tra Pachino e Peloro , sopra il golfo
lunghissima a quel re, gli torna a mente averlo Che riceve da Euro maggior briga,
Non per Tifeo, ma per nascente solfo ,
lodato a cielo per tutta Italia , e commendato
Attesi avrebbe li suoi regi ancora
la sua dominazione , ma non sapergli perdo-
Nati per me di Carlo e di Ridolfo ,
nare due colpe : avarizia e negligenza . « Tante Se mala signoria, che sempre accora
battaglie , sclama , hai vinto e vinceresti ; e I popoli soggetti, non avesse
inespugnabili stanno questi due vizi ! » Salta Mosso Palermo a gridar : mora, mora.
di qui al fatto del vespro ( Bibl . Aragonese , Parad. c. 8.
tom. 2 , pag. 331 a 354 ) ; il quale appone agli A' lettori italiani , o nati in qualunque altra
oltraggi recati alle donne e non ingozzati terra ove s'estenda la presente civiltà europea,
dagl' indocili nostri bravi : il progresso della io non ricorderò la rigorosa esattezza istorica
rivoluzione ritrae in da guisa non lasciar sos- della Divina Commedia ne ' fatti d'Italia ; la
petto d'un trami che si sviluppi, ma dar possanza di quella mente nello scrutar le ca-
evidenza d'una sedizione , che inonda di sangue gioni delle cose , e stamparle ne ' pochi tratti
la capitale , e , fatta gigante, rapisce l'isola co' quali suol delincare un gran quadro , sì che
300 APPENDICE

nulla vi resti a desiderare ; l'autorità infine Nè è da lasciare inosservato il silenzio del


dell' Alighieri , come contemporaneo al vespro . pocta su questo Giovanni di Procida, morto
E a chi no seute con evidenza , non dimo- nel 1299 , il quale se fosse stato autor della
strerò io , che quelle parole , in bocca di Carlo ribellione di Sicilia , Dante non avrebbe pre-
Martello , tolgano affatto il supposto di con- termesso di locarlo tra i grandi , o buoni o ri-
giura baronale . Noterò bene che Dante qui baldi : ma egli nol giudicò degno dell' uno nè
non solamente tratteggiò la causa , ma anco dell' altro.
la circostanza più singolare del tumulto , che Passando dalle tradizioni scritte ai diplomi ,
fu il perpetuo grido : « Muoiano i francesi , non si può negare che la corte di Roma , en-
muoiano i francesi ! » Onde que' tre versi re- trata in sospetto di re Pietro , sol per gli ar-
steranno per sempre come la più forte , pre- mamenti che si vedean fare ne' porti della
cisa e fedele dipintura , che ingegno d'uomo Spagna, non pensasse a lui più forte, quando
far potesse del vespro siciliano . E , secondo ebbe l'annunzio della sollevazione siciliana .
me, vanno errati que' commentatori i quali , Cosi nella bolla data il di dell' Ascensione
seguendo il racconto tenuto finora per vero , del 1282 , cioè 37 giorni dopo il vespro di
veggon l'oro bizantino recato da Giovanni Palermo , querelasi il papa ( Raynald , Ann .
di Procida a Niccolò III, nello :
Eccl. 1282 §. 13 a 15 ) , che molti protervi
E guarda ben la mal tolta moneta , intenti a molestare re Carlo e la Chiesa , si
Ch'esser ti fece contro Carlo ardito. sforzassero a raccendere in Sicilia la fiamma
Inf. c. 19. della discordia ; ad id sua studia inique con-
Il cenno che nel cap. v abbiam fatto del gerunt ; ad id suarum virium potentiam coa-
pontificato di Niccolò , basterà a mostrare cervant , manus presumptuosas apponunt , et
ch' ei fu ben ardito contro Carlo pria del 1280, etiam occulti favoris auxilium largiuntur . .
quando si suppone , sulla testimonianza del onde ammonisce i re , feudatari , cittadini e
Villani , questa compera dello assentimento uomini qualunque ( ibid. § 16 e 17 ) , che non
suo. L'avea spogliato delle dignità di vicario si colleghino con le comunità di Sicilia ribelli ,
in Toscana e senator di Roma, battuto e at- nè lor diano consiglio , aiuto , o favore. Ma
traversato in mille guise Niccolò , dal primo notisi che queste pratiche accennate dalla cor-
istante che pose il piè sulla cattedra di san te di Roma son tutte presenti e non passate ;
Pietro ( Murat . Ann. d'Italia , an. 1278 ) ; onde quelle cioè di Pietro presso la repubblica si-
l'ardimento contro Carlo , più tosto si deve ciliana che chiamasse al trono , non le mac-
intendere di questi fatti certi , che del sup- chinazioni che produssero il vespro.
posto disegno della congiura , che non ebbe Ma poichè re Pietro venne in Sicilia , aper-
alcuno effetto dalla parte di Niccolò , trapas- tamente il papa a 18 novembre 1282 , il di-
sato nel 1280. E le parole , mal tolta moneta , chiarava involto nelle peue minacciate con
meglio stanno alla non dubbia appropriazione questa prima bolla ( Raynald, Ann . Eccl . 1282
delle decime ecclesiastiche e del ritratto degli S 13 a 18 ) : e fermato in questo tempo il
stati della Chiesa ( V. Franc . Pipino . op. cit. duello tra i due re , s'ingegnava a distorne
lib. 4 , c. 20 ) , che alla baratteria di cui vo-
l'angioino con più ragioni ; tra le quali è ,
gliono accagionare l'alto animo dell' Orsino. che temesse sempre le frodi di quel nimico ,
Del resto , tinto o no che sia stato il papa
che la Sicilia, non in sui fortitudine brachii ,
nella cospirazione , ciò non proverebbe che la sed in populi rebellione detestanda siculi, occu-
cospirazione partorisse il vespro ; anzi , se
pavit ; quin verius , de ipsorum rebellium ipsam
Dante quella conobbe , e al vespro die' un' altra occupatam jam tenentium manibus , clandesti-
cagione, più forte argomento è dalla mia parte. nus insidiator et furtivus usurpator accepit ,
APPENDICE 301

(Raynald , Ann . Eccl . 1283, § 8 ) . Così pri- il Paleologo , già d'altronde scomunicato , di
vatamente a Carlo . Colorì più scure , e pur exibito a Piero, consilio, auxilio ac favore ; nec
sempre vaghe , le accuse nel processo indi non pactis confoederationibus , conventionibus
messo fuori per depor Pietro dal regno d'Ara- initis cum eodem, come allora argomenti di
gona , ch'è dato d'Orvieto a 19 marzo 1283 , verosimiglianza persuadeano , e portava la voce
( Raynald, Ann . Eccl. 1283, § 15 a 23 ; Du- pubblica ; ma nondimeno non parla di cospira-
zione d' entrambi co' siciliani . In somma Mar-
chesne , H. F. S. tom . 5, pag. 875 ad 882 ) .
Ivi si legge che la tempesta , quod execranda tino , francese e papa , cieco nel devoto amore
Panormitanae rebellionis audacia inchoavit, et a Carlo , più cieco nella rabbia contro la si-
reliquorum Siculorum malitia , Panormitanam ciliana rivoluzione , sforzavasi a mostrare ,
imitata, prosequitur, non cessava ; sed per in- che Pietro avesse nudrito antichi disegni , te-
nuto qualche pratica , e , quando l'audacia
sidias Petri Regis Aragonum ..... invalescere
potius videbatur .... poichè Pietro , dictorum palermitana incominciò la rivoluzione , avesse
rebellium se ducem constituit et aurigam . Perchè usato questa opportunità per togliere il regno
vantando il dritto della moglie , si adoperava a que' che l' avean tolto a Carlo ; presentan-
dosi armato in Affrica , e sollecitando i sicilia-
con frodi e insidie , machinatis ab olim, prout
ni per messaggi , sì che il chiamarono . E que-
comunis quasi tenebat opinio, et subexecutorum
consideratio satis indicabat et indicat eviden- sto appunto scrivea Saba Malaspina , nè più ;
nè Piero è accagionato del movimento del ve-
ter. Indi, quaesito colore di osteggiare in Affrica ,
spro, del quale il papa con molto studio ri-
venue in Sicilia , concitando sempre più i po-
poli contro la Chiesa ; e con le città e ville leva tutte le crudeltà ; perilchè , potendolo ,
non avrebbe certo dimenticato di dar que-
si strinse in confederazioni , patti e conven-
zioni, o piuttosto cospirazioni e scellerate fa- st' altro carico al re d' Aragona, quando non
lascia di enumerarne cento altri più lievi , e
zioni, sicchè già usurpava il nome di re ,
fin mentisce che i messinesi assediati si ca-
confermava nella ribellione , non solo i paler-
mitani, ma si gli altri siciliani , e in partico- lavano agli accordi , se non era per l'arrivo
lare i messinesi , che già stavano in forse di di Pietro . Quel medesimo fatto poi , ch'è qui
il capo principale dell' accusa , cioè le solle-
tornare alla ubbidienza . Sciorinati poi i sup-
citazioni fatte d'Affrica a' siciliani per chia-
posti dritti della romana corte sul reame d' Ara-
gona , onde Pietro avea anche violato la fe- marlo re , toglie netto ogni accordo di con-
giura ; perchè è evidente , che se la esaltazione
deltà feudale , torna a quella burla, che il
papa non sapea ingozzare , dell' impresa d' Af- sua si trovava già da gran tempo fermata
co' siciliani, non era mestieri or procacciarla
frica, che il fatto mostra, ei dicea, macchinata
con brighe e messaggi . Se dunque l'avver-
apposta, ut, opportunitate captata, commodius
sario più fiero che al mondo fosse contro il
iniquitatem quam conceperat parturiet. Maxi-
re d'Aragona e i siciliani , non trattenuto da
me cum per suos nuncios missos exinde, pluries
eosdem Panormitanos sollicitasse , ac ipsis in riguardo alcuno, in un processo fondato so-
pra fallacia di vecchi ricordi o romori che
presumpta malitia obtulisse consilium et auxi-
lium diceretur. E così per tutti i versi mo- chiamava pubblica voce , e sopra motivi di pro-
strando re Pietro caduto nelle scomuniche , e babilità, non die' espressamente quella origine
aggressor della Chiesa , dalla quale tenea il al tumulto del vespro, mentre ammontava , e
supposti e calunnie , inforzeranno il mio as-
regno d'Aragona , scioglie i sudditi dal giu-
ramento di fedeltà , si riserba a concedere ad sunto le stesse parole di Martino iv.
altri il regno, ec. Non è da pretermettere , che Il conferman quelle di papa Onorio ; il
quale ne' capitoli messi fuori l'anno 1285 a
in questo processo medesimo il papa accusa
302 APPENDICE

riformazione del reame di Napoli ( Raynald , amico , entrando di furto in Sicilia, gli si era
Ann. Eccl . 1283 , § 30 ) , ricordate le an- presentato novello improvviso nemico. Si-
gherie che l'imperador Federigo incominciò , milmente ne' diplomi delle concessioni feudali
e Carlo aggravò, continua : reddiderunt etiam a Virgilio Scordia di Catania ( Doc . XXXI in
praedictorum consequentium ad illa discrimi- fin di questo volume ) , d'altro non si parla che
num non prorsus expertum , prout Siculorum di suborta generaliter in Insula nostra Sicilie
rebellio, multis onusta periculis , aliorumque guerra.... e di sequens invasio quondam Petri
ipsam foventium persecutio manifestant , etc. olim regis Aragonum . E nel medesimo tempo
Nè altramente ei scriveva al cardinal Ghe- in un altro diploma del 20 luglio XIII Indiz.
rardo nello stesso tempo, attestando le gravez- ( 1301 ) , che promettea guarentige alla terra
ze, afflizioni e persecuzioni del governo an- di Geraci, disposta a tornare sotto il nome an-
gioino aver cagionato sì fieri turbamenti ( in gioino ( r. Arch . di Nap.reg. 1299-1300 , fog.71 ,
Raynald , Ann . Eccl . 1282 , § 11 ) e pur 82) , leggesi : scrutinio itaque debite meditationis
Onorio seguiva strettamente la politica della diligentius advertentes quod officialium Clare
corte di Roma contro la dominazione aragone- memorie domini patris nostri effrenata con-
se in Sicilia ! citante licentia Insula nostra Sicilie et sub-
Lo stesso re Carlo , ne' trattati del duello sequenter postmodum nonnulle Universitates
di Bordeaux, non apponeva a Pietro che vaga- civitatum castrorum casalium et villarum ac
mente di essere entrato in Sicilia « contro ra- speciales persone calabrie vallis gratis terre
gione e in mal modo : » e , fallito il duello , vo- Jordane et Basilicate principatus et aliorum lo-
lendo diffamar l'avversario, ricantò pure che corum regni Sicilie citra farum in rebellionis
pria dell'occupazione di Sicilia si trattava un culpam cadentes a fidelitate sancte romane ma-
matrimonio tra una sua figliuola e un figlio tris Ecclesie atque nostra se turpiter abdice-
di Pietro , spiegò quelle prime parole per pra- runt etc.
vità , infedeltà , e tradimento ; ma tra tanti Tutti questi documenti mostrano ad evi-
rimbrotti non disse di congiura co' suoi pro- denza che infino a tutto il secolo XIII , nè la
pri sudditi, che pur era il maggior biasimo corte di Roma, nè quella di Napoli ebber mai
che un re come Carlo avrebbe saputo dare fronte di parlar di congiura siciliana ; anzi,
a un altro re ( Diploma in Muratori , Ant. It. tratte dalla forza dell' evidenza , accettarono
Med. Ev. Diss . 39 " t. 3 , p. 650 e seg. ) . la manifesta cagione della rivoluzione dell' ot-
Carlo lo zoppo nel diploma del 22 giugno tantadue , com' io l'ho ritratto . Ma coll' an-
1283, contro alcuni tristi oficiali e consi- dar del tempo pensarono dipinger più nero
glieri del re suo padre, scrisse : ipsi quotidie il fatto , del quale già la verità s'incomincia-
diversa gravamina et quaelibet extorsionum va a corrompere e dileguare . Il veggiamo
genera suadebant , ipsi vias omnes excogita- in due diplomi , l'un di re Roberto dato il 2 ,
bant per quas insula Sicilie a fide regia deviavit l'altro di re Federigo 11 di Sicilia dato il 3
(Buscemi, Vita di Giovanni di Procida , Docu- settembre 1314 , mentre Roberto assediava
mento n. 5 ) . Trapani, Federigo strignea Roberto . Avvenne
Nel diploma di Carlo 1, dato il 5 ottobre allora, che un corsale napolitano prese una
1284 ( Doc. n. xx in fin di questo vol . ) , ove nave delle isole Baleari che mercatava in Si-
sottilmente si discorrono le vicende della si- cilia , e che la città di Barcellona ne doman-
ciliana rivoluzione in quel modo che Carlo dò a Roberto la restituzione . Costui dunque ,
amava a presentarla , e si carica di rimbrotti re scrivendo al comune di Barcellona , ingegna-
Pietro, non si fa parola di congiura nè punto vasi a sostener buona la preda ; e tra le al-
nè poco, ma che Pietro, stato per lo inuanzi tre ragioni allegava : quod homines insulae Si-
APPENDICE 303

ciliae a longissimis retro temporibus rebellio- avvolgono i primi tempi de ' greci , de ' roma-
nis, perfidiae et hostilitatis improbe spiritum ni , e de' popoli tutti . La tradizione genera
assumentes, contra clarae memoriae progenito- la istoria scritta , e questa talvolta genera
res nostros proditionaliter rebellarunt, etc. il la tradizione . Così , volgendoci a' nostri rac-
quale proditionaliter si può intendere o perfida- conti volgari del vespro , troviamo la ucci-
mente " ovvero con delitto di maestà , che sione di tutti i francesi per tutta l'isola in
per la diffalta al giuramento , si volle chia- un dì, Giovanni di Procida , infintosi matto,
mar tradigione . Ma Federigo , confutando tutte girar la Sicilia con una cerbottana , susur-
le ragioni, largamente anco dicea della ingiu- rando a tutti all' orecchio, per dire ai fran-
sta aggressione di Carlo contro re Manfredi , cesi pazze cose, ai siciliani il segreto della
dell' empia tirannide con cui condusse a dispe- congiura ; e , mescolati a queste grosse fo-
razione i popoli del regno preso da Pietro . le , alcuni fatti ch'han sembianza di vero ,
Non igitur, continua , scribi debuit quod pro- come la prova della pronunzia a sceverar
ditionaliter rebellassent, cum rebellationem hu- francesi da nazionali nell'eccidio , e il rifiuto

jusmodi nullum propositum , nullaque factio, di Sperlinga. E l'eccidio contemporaneo è


vel conspirans conjuratio praecessisset ; et lice- prettamente la favola di fra Francesco Pi-
bat nec minus eis liberis, quod servilis status pino , della cronaca d'Asti , ec . penetrata appo
hominibus erat licitum , ut confugientes ad noi per cronache scritte , o per tradizione di
Ecclesiam , saevitiam effugerent , etc... Quomodo ciarle , quando la genuina tradizione nazionale
igitur ipsos Siculos proditores fuisse diri debuit con l'andar de ' tempi si diradò . A contra-
sive scribi ? etc. Cosi ribatte in ambo i sensi star dunque la testimonianza di scrittori gra-
questa taccia di tradimento ; dimostrando , che vissimi o documenti, non si porti innanzi ciò
non ci fu cospirazione, e che potea la Sici- che il volgo dice.
lia a buon dritto scuotere il giogo dell ' usur- Riflettendo poi sulla sommossa di Palermo
patore . Non ritraggiamo che Roberto avesse e su i fatti che ne seguitavano , parrà inve-
replicato . E considerando quanto dubbia fu rosimile, e direi quasi assurdo, il supposto
l'accusa , quanto asseverante e particolareg- della congiura. Giovanni di Procida , nobil uo-
giata la risposta , possiam conchiudere , che mo, fidatissimo del re d'Aragona , mosso da
trentadue anni dopo il fatto , quando si era amor di patria , odio a Carlo , o devozione
potuto conoscere appieno tutta la macchina, all' aragonese, praticava , secondo il Villani e
se la corte di Napoli pur la fingea , non man- gli altri della sua parte , perchè Pietro sa-
lisse al trono di Sicilia . Praticava con Nic-
cavano ragioni da confutarla e negarla.
colò, il Paleologo , e i baroni siciliani. Or
Ma la tradizione popolare , altri dice , porta
infino ai nostri di Procida e la congiura ; e lasciati da parte gli accordi con potentati stra-
in un avvenimento nazionale si grande , la nieri , che tendean solo ad aggiugnere ripu-
tradizione non erra. Rispondo , che fallace tazione e forze a re Pietro , e poteano servir
è sempre , e di niun peso contro le maggiori sempre , data o non data la congiura in Si-
cilia , il trattato di Procida coi nostri baroni
autorità istoriche . Di più la tradizione verbale ,
presso i popoli barbari è guasta da bizzarria dovea mirare a questi due effetti , che scac-
e ignoranza, presso i popoli inciviliti da biz- ciassero i francesi , e che chiamassero quel
zarria , da ignoranza e dalle istorie scritte. re. I baroni dall ' altro canto doveano , pria di
gittare il dado , esser certi che Piero stesse
Queste scendono infino al volgo, più ripetute
quanto più strane ; il volgo e gli scrittori le al- pronto in sull ' armi, per aiutarli nel primo
terano a gara. Indi le grossolane leggende dei principio , o nei primi pericoli ; dopo il fatto
secoli di mezzo , più incredibili delle favole che doveano, o gridar lui re , o almeno prender
304 APPENDICE

essi lo stato . Tutto il contrario si ricava dalle e un popolano , in Corleone Bonifazio , e altri
testimonianze degli stessi cronisti racconta- in altri luoghi ; e cosi anche de' consiglieri,
tori della cospirazione, non che degli altri . tra i quali si notano molti giurisperiti, cioè
Cominciò in Palermo il 31 marzo , si con- uomini del popolo che la plebe infelicemente
sumò in Messina il 28 aprile questa sici- suol porre volentieri al reggimento delle sue
liana rivoluzione ; e Pier d'Aragona tuttavia rivoluzioni , credendoli dello stesso suo san-
fea spalmar navi e scriver soldati in Cata- gue e di mente molto maggiore . Veggiam di
logna, infino al 3 giugno. Partito allora , si più la sollevazione propagata nell'isola secon-
drizza alle isole Baleari ; vi soggiorna due do il corso delle armi palermitane , non già
settimane indi fa vela, e il 28 giugno ap- per movimenti spartiti che si potessero at-
proda in Affrica ; guerreggiando co ' barbari tribuire ai feudatart ; veggiamo assai comuni
fin oltre mezz ' agosto , mentre re Carlo , che mettere a fil di spada i francesi , e pur ten-
avea in punto l'esercito per la impresa di tennare al chiarirsi ribelli , cioè abbandonarsi
Grecia, strignea già fieramente Messina , all ' impeto dell'ira e della vendetta , senza sa-
più spedito e più pronto ch'ei non fu si do- perne altro scopo ; veggiam la sollevazione in
vea aspettar sopra la Sicilia . Se dunque a re Messina cominciata dalla plebe, contrastante
Pietro cran mestieri due mesi più di tempo anzi una parte dei nobili ; e per ogni luogo
ad allestire l'armata , non è credibile per gridato il governo a comune sotto la prote-
niun modo, che i congiurati scelto avesser la zion della Chiesa , ch ' era escluder Pietro e
pasqua per cominciare il gran fatto , come i feudatari , i quali non avean parte nel reg-
Malespini e Villani portano espressamente. gimento a comune . Gli adunati sindichi delle
E sia pure che una impazienza , o un pe- città e terre deliberano delle cose pubbliche ;
ricolo de' cospiratori gli avesse affrettato , e i comuni si stringono con reciproci vincoli
suppongasi che Pietro , per tenere un poco di federazione ; Palermo e Messina tengon la
più la maschera , che niuno potea ingannar somma delle cose , e a pien popolo prendon
mai , avesse voluto rischiar tutta l'impresa le loro deliberazioni . Ove son dunque « i ba-
col differir tuttavolta la sua venuta , non si roni e' caporali » del Malespini ? Se le forze
negherà che in Sicilia gli autori della rivo- della congiura operavano il 31 marzo e le
luzione doveano prender essi lo stato. Ma noi sollevazioni delle altre città ; se de' baroni
non solamente non veggiam punto nè poco cospiratori era la riputazione della vittoria ,
Giovanni di Procida nel fatto del vespro , nè dovean essi compier lo intento, non venirne
tra i capitani di popolo del primo periodo in- al dominio della Chiesa e alla repubblica , nè la-
contriamo alcuno de' nomi riferiti da Male- sciar questa costituirsi con ordini popolani e
spini, da Villani e dall ' anonimo scrittor della uomini o popolani o della nobiltà minore e citta-
cospirazione ; ma nè anco alcuno de' grandi dinesca. Aggiungasi , che il dominio della Chie-
feudatart siciliani , nè delle famiglie più co- sa rendeasi ostacol maggiore al re d'Aragona ,
spicue in que' tempi . In un luogo popolani che non più all' usurpator francese , ma al
senz' alcun titolo di nobiltà, in un altro son sommo pontefice veniva a togliere il reame :
fatti capitani di popolo uomini senza vas- onde niuno mi persuaderà che Pietro , o uo-
sallaggio , fors ' anco senza grande avere , e mini che praticavan con lui , avessero mai
soltanto militi, ossia cavalieri , ch'era ono- scelto tal partito. Aggiungasi , che con questi
ranza della persona , non già stato politico ; ordini, più debole tornava la rivoluzione ; man-
i quali furon trascelti , come usi alle armi , o cando un nome di re , una sembianza di le-
per altra loro riputazione . Così in Palermo gittimità monarchica , un centro di forze da
Ruggier Mastrangelo con due più cavalieri
accrescere riputazione , rapire i timidi come gli
APPENDICE 305

animosi, gl' interessati come i generosi. Non Neocastro , dal Montaner , da Saba Mala-
era infine senza sospetto gridar la repubblica spina, dal Memoriale de' podestà di Reggio ,
in un' isola si vicina alle repubbliche italiane, e le sue pratiche col Paleologo da Tolomeo
che potea in quegli ordini popolani assodarsi . da Lucca e Ferreto Vicentino ; e gli uni e
Impossibil è , per natura umana e necessità le altre, dalle carte pontificie e di Carlo di
sociale, che principe ambizioso , congiurato con Angiò . Sembra infine che ne porgano il ban-
baroni del secol duodecimo , vincendo , ab- dolo Tolomeo , Ferreto e Saba Malaspina ;
bandonasser lo stato in quell' andare . E ba- perchè , nella stessa guisa che fanno Montaner
sterebbe sol questo a disdire tutti gl'istorici e il Neocastro , dopo un cenno de' disegni di
del tempo, se tutti dicessero il vespro effetto Pietro sopra la Sicilia , i detti tre istorici
immediato della congiura. portano , senza legarlo a quelli, il tumulto del
Raccogliendo dunque il detto fin qui, abbia- vespro , e ne indican anzi le cagioni . Or se
mo, che portano il vespro effetto immediato essi furono a tempo a saper le pratiche col
della congiura pochissimi cronisti francesi , Paleologo , il doveano essere a sapere il ri-
d'altronde non molto gravi , la istoria dei manente della cospirazione ; e l'avrebbero
guelfi Malespini , seguita dal più guelfo Vil- scritto, se fosse stato pur vero .
lani , e dalla cronaca siciliana d'incerto au- Indi tutto qual è si scerne , tra tanto vi-
tore, d'incerto tempo ; alla narrazion de ' quali luppo d' istoriche autorità , il progresso de'fatti.
aggiugneano incredibil favola la cronaca d'Asti , La pessima signoria straniera puzzava in Si-
e Boccaccio, e 'l Petrarca , vivuti mezzo secolo cilia, sì che nobile o popolano non v'era che
appresso ; e la stessa narrava dubbiamente il non bramasse uscirne. I grossi proprietari ,
favoleggiante frate Pipino : tutti renduti sospetti sempre più cauti e lenti , avean forse dato
da spirito di parte, lontananza di tempo e di ascolto alle istigazioni del re d'Aragona , il
luogo, e copia di altri errori . Non è più va- quale consigliavasi con parecchi usciti di parte
lida la tradizione che oggi troviamo in Si- sveva , e adoprava principalmente tra questi
cilia, guasta dal tempo e dagli scrittori. Per Giovanni di Procida , non patriotta , ma de-
lo contrario , lasciando anco i siciliani Spe- stro, accorto e audace ministro d'un principe
ciale , Neocastro, e l'anonimo , e i catalani straniero, contro il tiranno della propria sua
Montaner e D' Esclot, contemporanei e di au- patria. Re Pietro, aiutato per comun interesse
torità non lieve , noi leggiam la sollevazione dal Paleologo, e connivente papa Niccolò , pre-
di Palermo casuale e nata dal più non po- parava un' armata e un picciolo esercito ; con
terne, in un francese, e in nove scrittori di le quali forze potrebbe credersi ch'ei divisava
vart luoghi d'Italia , tra' quali Auria , Saba dapprima portar la guerra in Sicilia col favor
Malaspina e Dante, degni tanto di fede, e il de' baroni ; perchè se avesse immaginato in-
secondo più , perchè famigliare del papa. I fin dal 1281 la finta impresa d'Affrica , con
documenti del tempo, similmente , non dicono la medesima simulazione avrebbe fatto le viste
la congiura di Pietro co' siciliani , nè il ve- di comunicarla a Francia, al papa e a Carlo,
spro effetto di essa ; ma che quel re facea invece di ribadire i sospetti con quel silen-
disegni da lungo tempo sull'isola , e che se- zio. Mentre Pietro s ' armava , e i nobili bilan-
guita la rivoluzione, tanto adoprossi con ar- ciavano , e, concedasi pure , stigavano gli animi
tifiz e sollecitazioni , che il voto soglio oc- in Sicilia, ma non si dava principio alle opere ,
cupò. Gli ordini pubblici e gli uomini messi nè forse si sarebbe mai dato ; il popolo di Pa-
su nella rivoluzione, provan impossibile la lermo die' dentro ; innasprito per la nuova
narrazione degli scrittori guelfi . Ma ben si stretta di violenze di Giovanni di san Remi-
scorgono . gli anteriori disegni di Pietro , dal gio , e acceso dagli oltraggi alle donne , ra-
39
306 APPENDICE

pito dalla tenzone che ne segul . Il popolo pa , nè comunicazioni agevoli nè frequenti ,


scannò i francesi , e ordinò lo stato a suo mo- guasti da uomini parteggianti, ignoranti, av-
do , perch' ei fu che vinse . E qui è da tor- vezzi a credere il falso , e non credere il vero,
nare a mente, che la feudalità fu sempre mo- perchè troppo semplice. In Francia e nell' Ita-
derata in Sicilia nelle dominazioni normanna lia guelfa la narrazione , com' avviene, prese
e sveva ; che le grandi città demaniali aveano colore dalle opinioni , e peggio si alterò . Di
umori popolani , sì come in Italia , in Alema- que' che avean praticato con Pietro , alcuno,
gna, in Provenza , in Catalogna , in Inghilterra ; vantando sè medesimo e i suoi , in un trattato
che le stesse terre feudali godean appo noi per natura sua tenebroso , portò innanti vero
ordini di municipio non dipendenti dal barone ; e bugia, e tutto gli si credea : si ravvicinaro-
ch'era fresca e gradita la memoria della re- no congiura, vespro , venuta di Pietro ; pur gli
pubblica del cinquantaquattro , e vicino l ' esem- uomini più diligenti e informati seppero il
pio delle città italiane ; che infine il baronag- vero in que' primi principi . Di lì a pochi anni ,
gio, rinnovato in gran parte sotto Carlo , dovea la tradizione di voce si corruppe ; le cronache
essere odiato vieppiù per la gente nuova e niuno leggeale, o credea alle più strane ; si
per gli abusi nuovi . Perciò il popol di Palermo sapea grandissima la potenza di re Carlo ,
gridò la repubblica e com' egli armato corse parea « quasi cosa maravigliosa e impossi-
l'isola, l'esempio , la forza , la influenza delle bile » (Giovanni Villani, cap. 56 ) ed « opera
stesse cause, portaron rapidamente tutta l'isola divina ovvero diabolica » ( Paolino di Pietro,
alla repubblica . Ci avea in Sicilia ottimati e loc. cit. ) questa ribellione di Sicilia ; onde la
si cominciò ad attribuire ad una causa non
popolo ; nè i primi amavan forse reggimento
democratico, ma per l'impeto e la riputazione meno maravigliosa : la cospirazione di tre po-
della rivoluzione si stettero . Lasciaron fare , tentati coi maggiori baroni di Sicilia. I par-
e insieme strinsero le loro pratiche con Pie- tigiani della corte di Napoli , trovando più one-
tro, non potendo nè metter su una oligarchia , sto essersi perduta la Sicilia per una pratica si
nè soffrir la repubblica a popolo , e per la in- infernale , che per sollevazione, propagarono

fluenza delle proprietà , per la riputazione della via più quella voce . La rissa di santo Spirito
prosapia e degli uomini , in un paese , scosso divenne scoppio della congiura ; i ventotto di
sì da movimento popolano , ma avvezzo da che penò la rivoluzione a compiersi in tutta
lunghissimo tempo al baronaggio moderato , l'isola , si strinsero a due ore ; il tocco del
s' impadronirono alfine de' consigli pubblici . vespro fu il segno ; si fe' cospirare per tre
Pietro , che non potea dritto venir sopra l'isola , anni tutto il popolo di Sicilia. Così perven-
perchè ciò sarebbe stato apertamente portar nero i fatti ai raccoglitori d'istorie ne' secoli
guerra alla Chiesa e alla repubblica, non al- d' appresso ; e per caso o seduzione della lin-
l'usurpatore, immaginò la impresa d'Affrica, gua e dello stile , le cronache di Malespini e
per mostrarsi armato e vicino. Allora i no- Villani si trovaron le più divulgate .
bili valser tanto nel parlamento, da farlo chia- Indi , per tacere di tanti altri , Angelo di
mare al trono ; e così la congiura , sviata dai Costanzo , autore del secol xvi , senza citazioni
suoi primitivi disegni per la rivoluzione del di contemporanei, e tenendosi alla favola non
vespro, dopo cinque mesi , nel parlamento, ci- pur narrata da' due scrittori fiorentini , portava
vilmente li consumò. l'eccidio in due ore per tutta l'isola ( Storia
Ma i racconti del vespro , della esaltazione del regno di Napoli , lib. 2 ) ; e non par vero
di Pietro, de' disegni di costui , delle pratiche come Denina ( Rivol . d' Italia , lib . 13 , cap, 3, 4 )
col Paleologo e coi siciliani , molti anni cor- rimandi a lui ; e come Giannone ( Storia Ci-
sero per tutta Italia e oltremonti , senza stam- vile del regno di Napoli , lib. 20 , cap . 5 ),
APPENDICE 307

segua questa favola, e presti più fede al rac- qual modo gli parve avere accordato tutti i
conto inverosimile del Costanzo , che al Ma- racconti diversi .
lespini , al Villani , ec. da lui d'altronde ci- Ma gli storici stranieri di maggior polso ,
tati. Nello stesso errore cadde il Capecelatro o sostengono l'opinione ch'io ho seguito , o
( Storia di Napoli , parte 4 , lib . 1 ) , anche dopo se le avvicinano assai. Quel sobrio Muratori
citata la storia in dialetto siciliano , che con- ( Annali d'Italia, 1282 ) , raccontata la con-
tien quello della congiura, non la fola dell ' ec- giura, come scrissero Villani e Malespini, con-
cidio contemporaneo . tinua Ora avvenne che nel dì 30 di marzo,
A questa non si appiglia alcun altro scrit- e secondo altri nel 31 , i palermitani , prese le
tore di nome. armi , ec. e narra il fatto senz' altrimenti
Il Summonte ( Storia di Napoli , lib . 3 ) , connetterlo con la congiura. Dalle stesse fonti
segue al tutto Villani : così anche Surita ( An- Sismondi, con più immaginativa , trae che Pro-
nali d'Aragona , lib . 4 , cap. 17 ) , ch'era di- cida procurasse la rivoluzione di Sicilia » non
ligente e non altro. congiurando , ma eccitando le passioni del po-
De' nostri , Maurolico ( Lib. 4 , an. 1282 , ) polo, e mandando in Palermo i nobili e i mi-
e Fazzello ( Deca 2 , lib . 8 , cap. 4 ) , raccon- litari ( così interpreta la voce caporali di Gia-
tan ambo i modi di spiegar la rivoluzione , chetto Malespini ) per poter governare il mo-
cioè la congiura è l'odio concepito per la mala vimento , sicuro che l'occasione non sarebbe
signoria , e sfogato per l'occasione dell' ol- mancata . » Nondimeno egli attribuisce la sol-
traggio di Droetto. Mugnos ( Ragguagli del levazione all' insulto ; non parla altrimenti dei
vespro siciliano ) affastella senza discernimento soci di Procida , e narra la uccisione succes-
congiura , oppressioni, ingiuria di Droetto, che siva ( Hist. des Répub. Ital. du moyen age ,
fa soffrire alla figliuola di Ruggiero Mastran- cap. 22 ) , nel resto dell'isola . E per nomi-
gelo , secondo lui, un de' congiurati più gros- nare dopo tutti questi intelletti di secondo
si ; e reca, con nomi e giorni e con tutti i ordine i due ingegni più vasti del secolo XVIII,
particolari, le occasioni per le quali si sollevò finirò il novero con Voltaire e Gibbon. Il
ciascun' altra città dell'isola ; che son favole primo , nella rapida corsa sulle vicende delle
mal tessute . Al solito non cita contempora- società umane , si fermò un istante sul vespro
nei , nè noi ci dobbiamo affaticare alla con- siciliano ; seppe scernere la congiura dal fatto ;
futazione di questo vanitoso oriundo spagnuolo affermò aver Giovanni di Procida preparato
del secento. Burigny , francese, ma storico di gli spiriti, ma il caso della donna cagionato
Sicilia , tenuto per l'ordinario in minor conto l'uccisione ( Essai sur l'Esprit et les moeurs
che non merita, narra la congiura e 'l caso des nations , c. 61 ) . Con esamina forse più
di Droetto ; e comechè presti fede agli autori accurata , l'autor della decadenza e ruina dello
più recenti e allo stesso Mugnos , ne trae una impero romano , lasciò in dubbio la cagione
giusta conchiusione : che l'eccidio fosse stato de' fatti, raccontati d'altronde con la maggiore
accidentale ( Storia di Sicilia , Parte 2 , lib. 1 , esattezza storica ( Decline and fall of the Ro-
cap. 2 ) . Il Caruso , Inveges , Aprile , Gallo , man Empire, Ch. 62 ) . « Si può chiamare in
Bonfiglio e i tanti altri annalisti che ingom- dubbio , ei disse, se il subito scoppio di Pa-
brano le nostre biblioteche, tengon lo stesso lermo fosse stato effetto del caso o d'un di-
metro de' nominati di sopra. E il semplice segno » e quello che forse lo fa rimanere
e laborioso di Blasi s ' avvicina al segno , con- in questo dubbio , è un errore : la supposta
< che la preparata congiura che
chiudendo : « dimora di Pietro sulla costa d' Affrica al tem-
dovea scoppiare in un giorno in tutta l'isola , po del nostro vespro . Però deride il patriotta
per un improvviso accidente anticipò ; » nel Speciale d'aver dissimulato ogni pratica an-
308 APPENDICE

tecedente , col dir seguita la sollevazione , nullo sigli siciliani era messo il partito per lui ,
comunicato consilio, mentre Pietro « per caso >>> quando forse alcun pubblico messaggio gli era
si trovava con un' armata sulla costa d' Af- giunto di Sicilia .
frica. Se lo storico inglese avesse riscontrato Degli scrittori recenti che han toccato que-
i tempi, ed avrebbe risparmiato quel dileggio sto punto d'istoria io non parlo. Certo diver-
a Speciale , e deposto ogni dubbio sulla ca- sità di giudizio non è offesa a begl' ingegni.
gione perchè il 31 marzo si mosse Palermo , Non parmi necessario confutar di parola in
il 29 aprile non v'era città in Sicilia che te- parola i loro scritti, perch' io credo che la di-
nesse pe' francesi , e Pietro non partì di Spa- mostrazione abbastanza si contenga nel fin qui
gna per Affrica che in giugno , quando nei con- detto.

FINE
INDICE

CAPITOLO I. CAPITOLO IV.

Intendimento dell' opera. Viver civile del se- Re Carlo continua e trapassa gli abusi della
colo XII. Potenza della Chiesa e della corte dominazione sveva. Immunità ecclesiastiche.
di Roma. Condizioni d'Italia e dei reami di Novello baronaggio . Gravezze e modi del ri-
Sicilia e di Puglia infino alla metà del seco- scuoterle. Demani e bandite. Servigi , e so-
lo. Federigo I imperatore , e papa Innocen- prusi che nascon da quelli. Amministrazione
• pag. 1 della giustizia ; crimenlese ; matrimoni ; vio-
20 IV...
lenze alle donne. Violazione dei dritti poli-
tici. Riscontro delle condizioni di Sicilia e di

22
CAPITOLO 11.
» 22
Puglia -1266 ---- 1282. .
Papa Innocenzo perseguita Corrado, e alla morte
di lui , occupa le province di terraferma , e CAPITOLO V.
turba la Sicilia. Repubblica in Sicilia . Man-
Relazioni straniere di Carlo 1 d'Angiò . Crociata
fredi ristora l'autorità regia ; e l'usurpa . A
spegner lui, la corte di Roma pratica con In- e trattato di Tunisi. Carlo aspira all'impero
ghilterra e con Francia. In fine concede i greco. S'ingrandisce in Italia. È raffrenato
reami a Carlo conte d'Angiò . Passata di Carlo da Gregorio x. Disegni di Niccolò m , e ni-
mistà di lui con Carlo. Pretensione di Pier
in Italia. Manfredi è rotto e morto a Bene-
vento. Carlo prende il regno. A Dall'anno 1231 d'Aragona al reame di Sicilia : supposte pra-
6 tiche di lui, per mezzo di Giovanni di Pro-
al 1266 .
cida. Preparamenti di guerra in Aragona.
Esaltazione di Martino Iv. Armamenti di Carlo
CAPITOLO I.
per l'Oriente. Novelli aggrav! de' siciliani :
richiami , umori , disposizioni loro. — 1267
La vittoria di Carlo innalza parte guelfa in Ita- 38
lia. Risorgon pure i ghibellini, e chiaman Cor- - 1282.
radino all'impresa del regno. Sollevasi per
lui la Sicilia. È sconfitto a Tagliacozzo, e di- CAPITOLO VI.
collato in Napoli. Carlo spegne la rivoluzione
in terraferma con rigore, in Sicília con im- Nuovi oltraggi de' francesi in Palermo. Festa
manità. Eccidio d'Agosta, — 1266 - — 1268. » 17 a Santo Spirito il dì 31 marzo ; sommossa ;
eccidio feroce per la città. Gridasi la repub- vimenti repressi da Alaimo . Gualtier da Cal-
blica. Sollevazione di altre terre. Adunanza tagirone. Partenza di Pietro per Catalogna .
in Palermo , e partiti gagliardi che prende. - Ottobre 1282 - maggio 1283 ... ... • · 97
Lettere de' palermitani ai messinesi , i quali
seguon la rivoluzione. Ordini pubblici con che CAPITOLO X.
si regge la Sicilia, e si prepara alla difesa .
Opinione sulla causa prossima di questa ri- Nuovi preparamenti degli angioini contro la Si-
voluzione. Marzo - giugno 1282. . pag . 53
cilia. Capitoli del parlamento di Santo Mar-
tino nel regno di Napoli . Nuove intimazioni
CAPITOLO VII.
del papa a re Pietro e a' siciliani ; bando della
croce ; sentenza di deposizione di Piero dal
Dolore e rabbia di Carlo all' annunzio della ri-
reame d'Aragona, e altre pratiche. Aperta ri-
voluzione . Ordina la passata in Sicilia, con bellione di Gualtiero da Caltagirone . Vittoria
l'esercito disposto alla guerra di Grecia. Bolla dell'armata siciliana su la provenzale nel porto
del papa contro i ribelli, e legazione del car- di Malta, il di 8 giugno 1283, e conseguenze di
dinal Gherardo da Parma. Preparamenti di essa. Pratiche del papa a sturbare il duello.
Carlo e de' messinesi. Rotta dei nostri a Andata di re Pietro in Catalogna e a Bordeaux :
Milazzo . Sbarco di re Carlo. Principi dell'as- esito della scena del duello. Umori dei po-
sedio , e pratiche del cardinale entrato in Mes- poli del regno di Napoli. I nostri occupano
sina. Assalti minori . Stormo generale contro alcune terre in val di Crati. Preparamenti di
la città. Respinti i francesi. Tentata la fede
una nuova impresa sopra la Sicilia. Loria as-
d'Alaimo, capitano del popolo di Messina . salta con l'armata il regno di Napoli . Batta-
- -Aprile - settembre 1282 . » 72 glia del golfo di Napoli , il 5 giugno 1284 , e
presura di Carlo lo Zoppo . Sollevazione della
CAPITOLO VIII.
plebe in Napoli. - Maggio 1283 - giugno
1284 .. » 112
Cagione della debolezza del governo preso nella
rivoluzione. Si pensa a Pier d'Aragona. Sua
CAPITOLO XI.
partenza di Catalogna per Affrica ; fatti mi-
litari ; ambasceria a Roma. Parlamento in
Carlo , fatta cruda vendetta in Napoli, s' appre-
Palermo , che sceglie Pietro a re. Com ' ei gua-
sta a un ultimo sforzo contro la Sicilia. Vano
dagna gli animi de' suoi , e accetta la corona .
assedio di Reggio . Seconda ritirata di Carlo ;
Viene a Trapani . È gridato re in Palermo .
e audaci fazioni de' nostri , che occupano
Disposizioni per soccorrer Messina ; oratori
molte terre in Calabria, val di Crati e Basi-
di Pietro a Carlo ; ultimi fatti d'arme nel-
l'assedio. Carlo sen ritrae con perdita e onta. licata. Impresa dell'isola delle Gerbe . Sospetti
- Giugno settembre 1282. · del governo aragonese , e ruina d'Alaimo.
<< 83
Casi dei prigioni in Messina. Morte di re
Carlo e di papa Martino. Provvedimenti della
CAPITOLO IX.
corte di Roma . Capitoli di Onorio. Insidia
di due frati messaggi suoi in Sicilia. - Giu-
Andata di re Pietro a Messina . Macalda moglic
gno 1284-1283 . » 134
d'Alaimo. Fazioni navali . Pietro libera i pri-
gioni di guerra. Parlamento in Catania. Trat- CAPITOLO XII.
tato del duello tra i due re. Primi affronti
delle soldatesche in Calabria. Carlo parte, la-
Opere della corte di Roma contro Pietro d ' A-
sciando le sue veci al principe di Salerno . Al-
ragona. Concessione di quel reame a Carlo
mugaveri. Vittorie di Pietro in Calabria. Vien di Valois. Protestazioni e pratiche di Pietro.
la reina Costanza co' figli in Sicilia. Principi Contese di lui con le corti di Aragona. Lega
di scontento tra i baroni siciliani e il re. Par-
di que' baroni . Grande esercito e armata , che
lamento in Messina , ove Giacomo è chiamato
apparecchiansi in Francia. Invasione del Ros-
alla successione , e ordinato il governo . Mo-
siglione , poi della Catalogna. Straordinaria
fortezza e perseveranza di re Pietro ; assedio como. Parlamento di Piazza. Combattimento
di Girona. Moria nel campo francese. Pietro d' Ischia. Viene Giacomo a Roma. Chiama a
ripiglia le offese . Fazioni di mare. Loria con sé Loria. Ribellione di costui da Federigo . La
l'armata sicillana riporta segnalata vittoria regina Costanza il porta via di Sicilia con
su i francesi. Ritirata di re Filippo , e sua Giovanni di Procida. - Primavera del 1296
morte. Carlo lo Zoppo mandato prigione in -- primavera del 1297. . • • « 204
Catalogna. Morte di Pietro. - 1283-1283 . pag. 132
CAPITOLO XVI.
CAPITOLO XIII.
Ribellione de' feudi dell' ammiraglio in Sicilia .
Naufragio dell' armata al ritorno in Sicilia. Gia- È spenta , ed egli sconfitto da' nostri sotto
como coronato re. Capitoli del parlamento di Catanzaro. Preparamenti di Giacomo e di Fo-
Palermo ; privilegi ai catalani. Fazioni di derigo. Il primo sbarca sulla costiera setten-
guerra. Supplizio d'Alaimo di Lentini. Ago- trionale dell'isola ; passa ad assediar Sira-
sta occupata da' nemici, e da' nostri ripresa. cusa. Fatti della guerra guerriata , che s'ac-
Seconda vittoria navale nel golfo di Napoli. cende in Sicilia. Giovan Loria sconfitto e
Trattato della liberazione di Carlo lo Zoppo . preso nello stretto di Messina ; sciolto l'as-
Passaggio di re Giacomo sopra il reame di Na- sedio di Siracusa ; e Giacomo torna in Napoli
poli. Tregua di Gaeta. Pratiche di pace genera- e in Catalogna. Nuovo passaggio di lui in Si-
le e crociata, conchiuse a danno della Sicilia. cilia. Parlamento di Messina . L'armata sici-
Morte di Alfonso re d'Aragona, al quale succe- liana sconfitta dalla catalana a capo d' Or-
de Giacomo - Novembre 1285 -giugno 1291. « 168 lando . Estate del 1297-4 luglio 1299. « 219

CAPITOLO XIV. CAPITOLO XVII.

Primordi del regno di Giacomo in Aragona. Giacomo, lasciato Roberto in Sicilia, tornasi a
Raffermata amistà tra Sicilia e Genova . Per Napoli, indi in Catalogna. Ambo le parti si
quali ragioni allenava la guerra . Fazioni di apparecchiano a continuare la guerra in Sici-
Ruggier Loria nel reame di Puglia e in Gre- lia. Dansi a Roberto varie città ; è presa
cia. Giacomo si volge alla pace . Opinione pub- Chiaramonte ; altre resistono . Tradimento di
blica in Sicilia , patriotti , Federigo d'Arago- alcuni cittadini che chiamano in Catania i
na, fazione servile ; primi oratori al re . Pri- nemici. Effetti di questo nell' isola . Opere di
mo trattato di Giacomo con re Carlo. Cele- papa Bonifazio. Sbarco del principe di Ta-
stino v ratifica la pace. Più vigorosamente ranto . Battaglia della Falconarìa , ov' egli è
la procaccia Bonifazio VIII . Pratiche delle sconfitto e preso . Inganno e combattimento
corti di Roma e d'Aragona con l'infante Fe- di Gagliano. --- Luglio 1299 - febbraio 1300. » 236
derigo. Nuovi oratori a re Giacomo . Federi-
go chiamato al regno di Sicilia. Vana prova CAPITOLO XVIII.
di papa Bonifazio a impedirlo . - Settem-
bre 1291 - gennaio 1296 . « 189 Forze di Federigo e de' nimici , e pratiche di
Bonifazio . Trattato di Carlo con Genova.
CAPITOLO XV. Pratiche di lui in Sicilia. Armamenti navali ;
battaglia di Ponza ; trattamento dei prigioni
Coronazione di Federigo 1 di Sicilia . Novelle siciliani , e morte di Palmiero Abbate. Con-
costituzioni, per le quali è ridotta nel parla- tinua con poco frutto la guerra. Naufragio
mento gran parte della sovranità. Federigo della flotta di Roberto. Congiura contro la
porta la guerra in Calabria. Principi della dis- vita di Federigo . Blocco di Messina ; orribil
cordia tra il re e Loria . Presa di Cotrone ; carestia , e virtù del re. Tregua. — Primavera
fazioni in Terra d' Otranto ; combattimento del del 1300 - primavera del 1302. « 232
ponte di Brindisi . Papa Bonifazio spinge Gia-
como contro il fratello . Ambasceria di Gia-
CAPITOLO XIX. Carlo. Principi della Compagnia di Romania .
- Settembre 1301 - primavera del 1303. pag. 271
Carlo di Valois a Firenze, indi in Sicilia De-
boli effetti delle sue armi. Assedio di Sciacca. CAPITOLO XX.
Postura e disposizioni di Federigo . L'eser-
cito nemico si consuma sotto Sciacca . Propo- Conchiusione. Qual era la Sicilia prima del ve-
ste di pace e preliminari di Caltavuturo ; ab- spro ; qual ne divenne ; qual rimase . . . » 281
boccamento tra i principi ; trattato di Calta-
bellotta. Esecuzione di quello . Convito del APPENDICE
Valois a Messina . Riforma de' capitoli della
pace, per voler di Bonifazio . Federigo , rimaso Esposizione ed esame di tutte le autorità isto-
re di Trinacria, sposa Eleonora figlia di re riche sul fatto del vespro . «< 289
DOCUMENTI
DOCUMENTI

I. medio augustale, sicuti valet secundum legalem pro-


bam inde factam , fidelitati tue sub pena omnium
que habes , et sub pena mutilationis manus , que
Stratigotis Salerni fidelibus suis , etc. Ex parte pena manus sit in arbitrio et beneplacitu nostro ,
Landulfine uxoris Johannis de procida de Salerno firmiter et expresse precipimus quatenus non atten-
fuit nobis humiliter supplicatum, ut cum ipsa sem- tes recipere vel expendere pro minori quantitate
per erga excellentiam nostram fideliter et devote se Karolensem quam pro uno augustali , et medaliam
gesserit , et malitie predicti Johannis viri sui qui Karolensis quam pro medio augustali ; quod quidem
ob proditionis causam quam erga nostram maiesta- mandatum per licteras tuas cum transcripta forma
tem commisisse dicitur se absentavit a Regno ne- presencium secretis, magistris portalanis, et procu-
quaquam consenserit , licentiam sibi morandi secure ratoribus statutis super officio salis, magistris mas-
in Civitate Salerni cum aliis nostris fidelibus con- sariis, et aliis officialibus jurisdictionis tue ex parte
cedere de benignitate Regia dignaremur. Nos igitur nostra facias, per eos sub pena publicationis boro-
suis supplicationibus inclinati fidelitati vestre pre- rum suorum et mutilationis manus , quam penam
cipiendo mandamus quatenus si eadem Landulfina manus nostro arbitrio reservamus, inviolabiliter ob
fuit fidelis et de genere fideli orta et malitie dicti servandum ; a quibus officialibus singulis de recep-
viri sui nequaquam consenserit, eam morari in Ci- tione ipsarum literarum tuarum habeas et recipias
vitate Salerni cum aliis nostris fidelibus libere per- licteras responsales in tuo ratiocinio producendas ,
mittentes, nullam permittatis sibi occasione prodi- ut super hoc nullam possint causam ignorantie al-
tionis predicti viri sui inferri ab aliquibus iniuriam legare : nihilominus mandatum ipsam per vocem pre-
molestiam vel gravamen. Datum Capue iij februarii coniam fieri facias ex parte nostra singulis tam Cam-
xiij . Ind. Regni nostri anno V. ( 1270 ) pseribus , quam aliis de jurisdictione tua, sub hac
Dal reale arch. di Napoli , registro di Carlo 1. pena videlicet , quod qui receperit vel expenderit
1269, C, fog. 214. Karolensem pro minori pretio quam pro uno augu-
stali, et medaliam ipsius Karolensis pro minori pre-
tio quam pro medio augustali, Karolensis ponatur
II. in igne ut accendatur et sic totus calidus et accen-
sus ab igne imprimatur in facie illius vel illorum
qui Karolensem pro minori quantitate quam pro uno
Scriptum est Iustitiario Basilicate, etc. Cum de novo augustali, et medaliam ipsius Karolensis quam pro
laborari et cudi fecerimus ac cotidie faciamus in medio augustali dederint vel expenderint, sicut su-
Sicla nostra auri castri capuani de Neapoli novam perius dictum est . Preco vero in sua voce preconia
monetam auri que vocatur Karolenses, quorum qui- sic dicat : qualiter nos notum facimus fidelibus no-
libet valet augustale unum , et medietas ipsorum stris regnicolis quod predictam novam monetam
Karolenorum quorum quilibet medium augustale , fieri fecimus et faciamus continue laborari de fino
pro bono populi propter fraudem quam committe- auro et legali proba et assagio , et vocatur Karo-
bant tompsores in aliis monetis recipiendis et ex- lensis, et tam Karolensis quam medalia ipsius est
pendendis ; et beneplaciti nostri sit quod moneta predicti valoris ; et qualiter mandamus Justitiariis,
ipsa predicto modo recipiatur et expendatur , vide- secretis, magistris portulanis, et procuratoribus sta-
licet Karolenses pro uno augustale, et medalia pro tutis super officio salis, magistris massariis, et aliis
iv DOCUMENTI

officialibus ac omnibus in regno habitantibus, quod ipsis exigi patiaris , et tu tamen ratione tai sigilli
nullus sit qui recipiat vel expendat Karolensem vel nihil ab eis exigas vel exígi facias quoquo modo :
medaleam ipsius pro minori quantitate quam supe- quam totam pecuniam quam a magistris juratis et
ríus dictum est, sub pena superius nominata . Pre- judicibus predictis ad predictam rationem de tarenis
terea quia tempus instat ut magistri jurati in sin- auri decem et octo et medio pro quolibet ipsorum
gulis terris ecclesiarum comitum et baronum, et quod pro literis ipsis et a predictis judicibus pro officio
judices in singulis terris demanii nostri per singulas judicatus predicto modo receperis, nulla inde reten-
partes regni creari debeant pro anno proxime future cione facta , statim ad cameram nostram apud nos
septime indictionis, fidelitati tue firmiter et expresse existentem, assignandam Magistro Martino de Dorda-
precipimus , quatenus statim receptis presentibus no et Johanní Tursarachii camerariís nostris statutis
precipias ex parte nostra universitatibus singularum supra officio griffi in hospicio nostro vel alicui ipso-
terrarum et locorum tam demanii quam ecclesia- rum in absencia alterius et non ad cameram nostram
ram comitum et baronum jurisdictionis tue, cuilibet Castri Salvatoris ad mare de Neapoli, transmittas .
ipsarum videlicet , sub pena decem unciarum auri Cautus quod aliquis de terris et locis jurisdictionis
per te a contumacibus exigenda, ut universitates de- tue, demanii videlicet in creandis judicibus, et de
manii judices sufficientes ydoneos et fideles et juris terris ecclesiarum comitum et baronum in creandis
peritos sí poterint inveniri in numero consueto, et magistris juratis , aliquatenus non obmittas , quia
universitates terrarum ecclesiarum comitum et baro- totam summam pecunie ad quam ascendit pecunia
num magistros juratos bonos sufficientes et ydoneos exigenda predicto modo a magistris juratis singula-
et fideles quibuslibet videlicet ipsarum universitatam rum terrarum ecclesiarum comitum et baronum et
in magistros juratos de comuni voto omnium eligant, a judicibus singularum terrarum demanii jurisdictio-
et ipsos ad tardius usque per totum mensem sep- nis tue de terris illis omnibus que continentur in
tembris proxime venture septime indictionis cum de- cedulis generalium subvencionum tibi et curia no-
cretis electionis et approbationis eorum ad te mit- stra transmissis vel in antea transmittendis et de
tere studeant, officia hujusmodi in terris ipsis pro quibuscumque aliis terris que a cedulis ipsis forsi-
toto eodem anno septime indictionis a te pro parte tan obmisse fuerint , a te integre et sine dilatione
nostre curie recepturos , ita quod illi quos ad hoc qualibet vel diminucione tue ratiocinationis tempore
cligerint non sint de hiis qui presenti anno sexte exigi faciemus : pecuniam vero totam quam a sin-
indictionis in terris ipsis officia ipsa gesserint ; et gulis magistris juratis et judicibus jurisdictionis tue
sicut singuli eorum ad te venerint recipias ab cís et a quibus cum nominibus et cognominibus ipso-
fidelitatis, et de officiis ipsis fideliter exercendis pro rum et de quibus terris et locis fuerint receperis ,
parte curie nostre, ut est moris , debitum juramen- personaliter et distincte in duobus quinternís redigi
tum, et statim cuilibet ipsorum fieri facias patentes et notari facias , de quibus quinternis unum celsi-
licteras tuas universitatibus terrarum et locorum un- tudini nostre et alium magistris racionalibus magne
de fuerint, ut eisdem judicibus et magistris juratis curie nostre sigillatis sigillo tuo sine mora trans-
de huis que ad eorum spectat officium per totum pre- mittas. Terre vero jurisdictionis tue tam demanii
dictum annum septime indictionis ad honorem et in quibus creandi sunt judices , quam ecclesiarum
fidelitatem nostram devote respondeant et intendant , comitum et baronum in quibus creandi sunt magi-
et a quolibet ipsorum magistrorum juratorum et stri jurati secundum tenorem cedule ipsius generalis
judicum recipias pro literis ipsis statim quod ipse subvencionis in ipsa jurisdictione tua, utpote in qua-
litere sigillantur tarenos auri decem et octo et me- ternis nostre curie registrate, sunt numero centum
dium ponderis generalis sicut pro inde in curia quatraginta. Et quia secundum tenorem dicte cedule
nostra recipi consuevit ; nihilominus recipias a quo- quam pluries terre inveniuntur taxate simul in gene-
libet ipsorum judicum terrarum demanii tempore rali subvencione et in predicto numero .... combinatio
creacionis eorum ad ipsum officium sine alíqua alia terrarum ipsarum computata est pro una terra ta-
dilatione pro officio ipso eam quantitatem pecunie men, pro eaque inveniuntur simul taxate, volumus et
que in terris eisdem pro officio ipso annuatim hac- mandamus quod si in qualibet terrarum ipsarum
tenus solvi curie consuevit , et ab omnibus ipsis ma- que sic combinate sunt per se et .... in terris videlicet
gistris juratis et judicibus nihil aliud penitus per que sunt demanii judices , et in terris ecclesiarum
notarios seu quoslibet alios occasione scripture li- comitum et baronum magistri jurati consueverunt
terarum ipsarum vel alia quavis causa pro officiis creari, id videlicet serves quod in terris ipsis usque
DOCUMENTI υ

modo extitit observatum, et a quolibet ipsorum judi- angioini, e probabilmente infin da' tempi svevi i co-
cum et magistrorum juratorum creandorum in terris muni eran corpi importantissimi nell'ordine dello
ipsis recipias pro licteris ad predictam rationem et stuto, e si usavano le adunanze popolari. V. la nota
a quolibet ipsorum judicum pro officio judicatus a pag. 7 del presente lavoro.
quantitatem pecunie quam pro officio ipso in terris
ipsis a quolibet judice solvi hactenus curie consue-
vit ; et pecuniam ipsam cum alia supradicta ad pre- III.
dictam cameram nostram mictas assignandam pre-
dictis camerariis nostris ut dictum est vel alteri
eorumdem, et ipsorum nomina numerum et officia ac Cedula distributionis nove denariorum monete fac-
terras unde fuerint in predictis duobus quaternis te in Curia Regia , mense augusti vij Indictionis
redigi facias et notari . Significaturus nobis et pre- apud Lacumpensilem pro anno futuro octave Indic-
dictis magistris racionalibus numerum et nomina tionis de nova moneta Sicle Messane in Justitia-
terrarum que in jurisdictione tua in demanio et manu ratu Sicilie ultra flumen Salsum .
curie nostre sunt, et terrarum ecclesiarum comitum Panormum Unc. 790 23 5
et baronum jurisdictionis ejusdem. Datum apud La- Mons Regalis >> 13 13 9
cumpensulem mense augusti xiij ejusdem ( 1278 ) . Carinum . » 9 2 11
Scriptum est in simili forma Justitiario Capita- Alcamum . D 25 13 >>
nate ; terre vero jurisdictionis sue sunt centum quin- Calatafimum . >>> 39 29 >>>
quaginta. Datum ut supra. Salem . 90 23 »
Idem Terre laboris. · · • terre etc. sunt 400 Mons s . Julianj . >> 58 4 »
>> Aprutii . >>>> 720 Drapanum >>> 257 8 11
» Principatus >> 290 Marsalia » 141 27 11
» Terre Bari. · >> 52 Mazaria » 109 >> >>
» Terre Ydronti. >> 212 Castrum Veteranum » 22 » 11
‫מ‬ Vallis gratis et terre Burgium · >> 4 10 16
jordane . >> 234 Xacca . · ‫מ‬ 58 23 16
n Calabric >> 139 Calatabellocta » 43 24 11
‫מ‬ Citra flumen salsum • >> 101 Agrigentum . >> 72 20 >>
» Ultra flumen salsum » 49 Licata. » 53 6 16
Dal r. archivio di Napoli, reg. di Carlo 1. 1268. Calatanixecta. >> 50 13 11
A fog. 127. Narum. >> 40 9 18
Il numero di 49 terre e città che qui si dà alla Sutera . » 36 20 17
Sicilia oltre il Salso risponde appunto a quello del Camerata . >> 51 28 14
diploma del 12 agosto 1279 qui appresso n. III, ove Castrum novum >> 93 16 14
Curilionum » 239 24 "
sono esse individuate, computandosi per una sola
terra Giuliana Adragna e Dranagi. Biccarum >> 36 20 17
La proporzione delle imposte tra la Sicilia e le Sclafanum >> 13 18 14
province di terraferma era a un di presso d'uno Calatabuturum >> 63 12 >>
a quattro ; come il mostra il diploma del 13 febbra- Golisanum >>> 14 15 19
io 1276 , citato nella nota 2 pag. 27 del presente Politium . » 87 6 »
volume. Petralia inferior >> 1 24 12
Petralia superior >> 2 5 8
È notevole in questo documento che il numero
delle città e terre di Sicilia non passava le 150 , Giracium . » 18 15 >>
quante ne avea in terraferma la sola provincia di Sanctus Maurus. >> 5 24 9
Capitanata. Ciò mostra che la popolazione era al- Asinellum » 8 21 12
lora , come oggidì , più sparsa in terraferma e in Gratterium >>> 3 19 >>
Sicilia ristretta in più grosse città. Pollina. >> 5 13 11
In fine questo diploma prova che le università os- Ypsigro >> 3 19 >>>
sian comuni eran chiamate ad eleggere di comun Chephaludum >>>> 79 28 >>
voto alcuni pubblici oficiali ; e che perciò sotto gli Therme » 29 2 >>>
vi DOCUMENTI
Caccabum. Unc. 39 29 >> et tabellione ac testibus infrascriptis petitionem in-
Bracatum . » 21 16 frascripti tenoris. Cuius tenor per omnia talis est.
Mons major . >>> » 21 16 Coram vobis domino Rogerio de magistro Angelo
Amena. · >>> 3 19 Domino Henrico barresio domino Nicoloso de domino
Busachinum . >> 7 8 >>> Ortilevo et domino Nicolao de obdemonia capitaneis
Bibona. >>> 13 24 4 civitatis Panormi et consiliarijs civitatis ejusdem.
Trocculum >> 5 24 8 Exponunt Guillelmus baxus. Guillonus de miraldo.
Sanctus Angelus • >> 3 19 >>> et Guillelmus curtus nuntij legati sive ambassatores
Juliana Universitatis terre corilionis. dicentes pro parte et
Adragna D 4 10 16 nomine dicte Universitatis quod dicta Uuiversitas
Dranagi
offert se promptam et paratam ad prestandam unio-
Modica. >> 1 24 9 nem fidelitatem et fraternitatem populo sive comunj
Adriana >> 1 24 9 Civitatis Panormi ad adiuvandum dictum comune in
Baya >> 1 24 9 omnibus et per omnia ad requisitionem eiusdem.
Summa pecunie totius predicte distributionis , cum armis pecunia et personis. et ad hoc petunt se
unc. duomilia septigent . viginti quinque.
haberi pro civibus dicte civitatis Panormi . et petunt
Pro qua pecunia distribuenda sunt in prescriptis se tractari ut cives ejusdem civitatis et promittunt
terris juxta ipsam taxationem ad rationem de libris
sollempni stipulatione nomine dicte Universitatis
tribus per unciam denariorum in numero librarum Corilionis vobis predictis dominis capitaneis pro
octomilia centum septuaginta quinque. parte dicte civitatis panormi tractare et habere om-
Dat. apud Lacumpensilem, anno Domini MCCLXXIX nes Cives Civitatis Panormi liberos et exemptos a pre-
die xij aug. vij . Ind . Regnor. Nostr. Jerhusalem stacione doanarum Cabellarum et omnium angaria-
anno iij , Sicilie vero xv. rum et perangariarum que imponuntur alijs in dicta
Dalle pergamene del r. Arch . di Napoli, fasc. 45, terra Corilionis. et hoc firmant dicti legati pro parte
num . 3. dicte universitatis Corilionis corporali prestito Ju-
Le somme son tutte scritte ; poche volte i grani ramento in animas omnium hominum terre Cori-
segnati in cifre romane. lionis hac conditione et pacto adiectis quod dictum
Comune Civitatis Panormi teneatur prestare dicte
terre Corilionis auxilium consilium et Juvamen In
IV . armis pecunia et personis ad tuitionem dicte terre
Corilionis et tenimenti terrarum quas dicta terra
nunc possidet. Item petunt homines terre Corilionis
In nomine domini Amen . Anno Dominice Incar- se tractari et haberi liberos et exemptos in dicta
nationis millesimo ducentesimo octogesimo secundo . Civitate Panormi a prestatione doanarum omnium
Die veneris tertia mensis Aprilis decime Indictionis. tam terre quam maris que imponuntur alijs in dicta
Nos Rogerius de Magistro Angelo. Henricus Bar- Civitate panormi. et omnium aliarum angariarum et
resius. Nicolosus de Ortilevo milites. et Nicolaus
perangariarum . Hec omnia premissa pro parte dicte
de ebdemonia capitanej civitatis Panormi . Et Nos terre Corilionis dicti legati pro parte dicte terre Co-
Judex Jacobus Symonides baiulus. Judex thomasius rilionis promittunt vobis predictis dominis Capita-
grillus Juvenis . Judex symon de farrasio perronus neis pro parte dicte Civitatis panormi sollempniter
de Calatagirone . Bartoloctus de milite. Notarius lu- stipulantibus habere rata et firma cum obligatione
cas de guidayfo. Riccardus Fimetta miles. et Johan- omnium bonorum dicte universitatis presentium et
nes de lampo . Consiliarij Universitatis Civitatis ejus- futurorum sub pena decem milia unciarum auri si
dem . notarius Benedictus clericus publicus tabellio contra factum fuerit ab universitate Corilionis dicta
civitatis eiusdem et subscripti testes ad hoc vocati pena exigenda a dicta universitate Corilionis et ap-
specialiter et rogati presenti scripto publico Notum plicanda predicto comuni civitatis panormi Semper
facimus et testamur quod Guillelmus bassus, Guil- rato manente predicto pacto omnia et singula in
lonus de Miraldo et Guillelmus curtus nuntij legati suo robore perseverent . Et toties dicta pena com-
sive ambassatores universitatis terre corilionis ob- mittatur et exigatur quoties contra factum fuerit in
tulerunt et assignaverunt nobis predictis capitaneis premissis vel aliquo premissorum semper rato ma-
et consiliarijs presentibus nobis predictis Judicibus nente contractu predicto. Nos vero supradicti Capi-
DOCUMENTI vii
tanel Judices et consiliarij dicte civitatis panormi rum auri si contrafactum fuerit a dicto Comuni ci-
eamdem petitionem ut pote Justam toto populo dicte vitatis panormi dicta pena exigatur a dicto Comuní
Civitatis ibidem congregato ad hoc cum deliberatione civitatis panormi et applicetur dicte Universitati
sollempni et cum eiusdem populi consensu expresso Corilionis semper rato manente predicto pacto om-
et exinde requisito et habito admisimus promicten- nia et singula in suo robore perseverent. Et to-
tes pro parte et nomine comunis Civitatis panormi ciens dicta pena committatur et exigatur a dicto Co-
cum eodem consensu eiusdem populi per sollempnem muni quocies contrafactum fuerit in premissis vel
stipulationem predictis legatis predicte terre Cori- aliquo premissorum semper rato manente contractu
lionis pro parte ipsius terre sollempniter stipulan- predicto omnia et singula in suo robore perseverent .
tibus tractare et habere homines terre Corilionis uni- ea pena soluta vel non semper rato manente con-
versaliter singulariter conjunctim et divisim et quem- tractu predicto cum omnibus et singulis supra dictis
libet eorum in Civem et Cives civitatis Panormi et pro quibus omnibus Universaliter et singulariter con-
etiam promittimus per sollempnem stipulationem junctim vel divisim attendendis et observandis in-
pro parte dicti Comunis panormi predictis legatis violabiliter. Nos supra dicti et Infrascripti videlicet
terre Corilionis nomine ipsius terre sollempniter sti- Rogerius de magistro Angelo Henricus barresius ni-
pulantibus predicte terre Corilionis et hominibus colosus de Ortilevo milites et Nicolaus de ebdemonia
eiusdem ad requisitionem eorum dare auxilium con- Capitanei Civitatis panormi. Judex Jacobus symoni-
silium et Juvamen cum armis pecunia et personis des baiulus panormi. Judex thomasius grillus Juve-
ad tuitionem dicte terre Corilionis et tenimenti ter- nis. Judex symon de farrasio. perronus de Calatagi-
rarum quas nunc dicta terra Corilionis possidet. rono. Bartholottus de milite . Notarius lucas de gui-
Item nos predicti Capitanei Judices et consiliarij co- dayfo. Riccardus fimetta miles . et Johannes de lampo
munis panormi nomine eiusdem comunis eisdem le- Consiliarij comunis civitatis panormi nomine et pro
gatis pro parte dicte terre Corilionis sollempniter parte dicti comunis predicto consensu dicti comunis
stipulantibus per sollempnem stipulationem promit- et dicti populi panormi exinde requisito et expresse
timus prestare in dicta civitate panormi eidem terre habito in animas omnium hominum comunis civita-
Corilionis unionem fidelitatem et fraternitatem et tis panormi corporaliter tacto libro et prestito sa-
ubique. Et per sollempnem stipulationem nos predicti cramento ad sacta dei evangelia Juravimus eisdem
Capitanei Judices Consiliarij predictis legatis dicte legatis pro parte dicte Universitatis Corilionis reci-
terre Corilionis nomine ipsius promittimus prestare pientibus prestitum dictum sacramentum attendere
immunitatem et libertatem et exemptionem de so- et Inviolabiliter observare. Unde ad futuram memo-
lutionibus Jurium doanarum et Cabellarum que exi- riam et tam dicte civitatis panormi quam predicte
guntur ab aliis hominibus in dicta civitate tam de terre Corilionis cautelam factum est et scriptum hoc
doana maris quam de doanis aliis et Cabellis dicte publicum Instrumentum per manus mei predicti ta-
civitatis panormi et de omnibus angarijs alijs et bellionis in plano Sancti Cataldi panormi subscrip-
perangarijs. et etiam promittimus nos predicti ca- tionibus nostris qui supra Capitaneorum Judicum
pitanei. Judices . et consiliarij dicte civitatis nomine et consiliariorum et aliorum subscriptorum proborum
eiusdem eisdem legatis nomine dicte terre Corilionis Virorum Civium panormi testimonio. Ac sigilli fe-
per sollempnem stipulationem sollempniter stipu- licis Urbis panormi munimine roboratum . Signoque
lantibus prestare auxilium ad destruendum Castrum mei dicti tabellionis signatum. Scriptum panormi
calatamauri et omnia alia necessaria que expedirent ut supra. Anno die mense et Indictione premissis .
ad opus dicte terre Corilionis . Que omnia et sin- Ego Roggerius de Magistro Angelo miles Capita-
gula promissa et expressa pro parte et nomine co- neus qui supra me subscripsi.
munis panormi eidem terre Corilionis pro ut su- Ego Nicolaus de ebdemonia capitaneus qui supra
perius est expressum. Nos predicti Capitanei. Judices me subscripsi.
et consiliarij pro parte dicti Comunis panormi cum Ego Symon de farrasio qui supra Judex panormi
predicto consensu dicti populi eisdem legatis sol- me subscripsi .
lempniter pro parte dicte terre Corilionis ( sollem- Ego bartolottus de milite qui supra consiliarius
pniter ) stipulantibus per sollempnem stipulationem me subscripsi.
promittimus attendere et observare cum obligatione Ego lucas de Guidayfo qui supra me subscripsi,
omnium bonorum comunis panormi predicti presen- Ego Symon de cscula miles civis panormi me sub
tium et futurorum sub pena decem milia uncia- scripsi,
viii DOCUMENTI

Ego Jacobus Symonides qui supra baiulus me sub- Un' altra copia anche in buona forma fatta nel 1791
scripsi. se n' ha nella Bibl . Com. di Pal. Mss. Q. q. G. 12.
Ego Bonamicus Garzetta Judex panormi me sub- Questo diploma del 1282 ho io trascritto dall' ori-
ginale , che si conserva in Corleone nell' Archivio
scripsi.
Ego Symon de deumiludedi civis panormi Inter- comunale , che l'ha racquistato recentemente con
fui testor. molte altre importanti pergamene per le cure del
Ego Philippus de Troyna magister Juratus panor- collo onesto e gentil uomo Pietro Castiglia segre-
mi testis sum . tario della Sottintendenza di Corleone. Questo mio
Ego philippus ebdemonia miles interfui et testis concittadino e amico carissimo a mia inchiesta tanto
sum . si adoprò, che trovò i detti diplomi tra le carte del
trapassato D. Giambattista Rocchè Cancellier Co-
Goffredus de pulearo testor.
Ego Homodei de Carastone testor. munale , i cui figliuoli, degnissimi di lode , le han
Ego Fredericus de Ruga miney testis sum . depositato nello Archivio della municipalità. Spe-
Ego Ottobonus de bagnolo Interfui et testis sum. riam che questa suppia ormai guardar gelosamente
Ego Johannes de Lanfredo civis panormi interfui si pregevoli monumenti.
et testis sum . Ho conservato in questa prima pubblicazione del-
Ego Magister Andreas de pradela civis panormi l'importante diploma l'ortografia e fin gli errori
testis sum . dell' originale
Ego Michael de Floderito civis panormi interfui Considerato più attentamente quest' atto di con-
et testis sum, federazione , correggo ciò che scrissi a pag. 59 in-
Ego Magister Martinus de sulmone interfui et torno il numero de' consiglieri di Palermo. Furon
testis sum . cinque, non otto ; perchè la petizione de' corleonesi
Ego Symon de aydone civis panormi interfui et si vede presentata : nobis predictis capitaneis et con-
testis sum . siliariis , presentibus nobis predictis judicibus , et
Ego Symon Fresonus civis panormi testis sum. tabellione , ac testibus ; onde il baiulo e gli altri
Ego Nicolaus Coppula testis sum. due giudici entravano di proprio uficio , e non da
Ego Nicolaus de Magistro Paulo Civis panormi consiglieri. L'altra conseguenza è che teneano il
testis sum . governamento politico i magistrati novelli , cioè i
Ego peronus de Calatagirone civis panormi testis capitani e i consiglieri. Il baiulo e i giudici poi ,
sum . ch'erano gli antichi oficiali amministrativi del co-
Ego Symon de Guidayfo civis panormi testis sum. mune, non furono spettatori oziosi , come il notaio
Ego Perucio Guerrerio civis panormi testis sum. e i testimoni , ma insieme coi capitani e i consi-
Ego ..... dulistruoya testis sum. glieri , e tutti a nome e per mandato del popolo ,
Ego ..... de pulcaro testis sum. fermarono i patti con la città di Corleone , detter
Ego Benedictus clericus publicus tabellio panormi la fede d'osservarli , e giuraronli. Anzi ossi sono
qui supra predictis Interfui rogatus scripsi et meo scritti dopo i capitani e prima de' consiglieri. E
signo consueto signavi. però è manifesto che in quelle mosse della rivolu-
Questo diploma è una vasta pergamena scritta zione creossi nella città un nuovo potere politico, si
in grandi e belli caratteri, secondo il tempo , con le affidò a nuovi magistrati , e si lasciò agli antichi
sottoscrizioni notate di sopra, che dalla varietà dei l'amministrazione civile del municipio come si tro-
caratteri sembrano senza dubbio autografe , e in piè vava , perch' era tempo da pensare ad altro che a
del diploma resta un pezzetto della cordellina di seta riforme amministrative.
gialla con una lista rossa in mezzo , dalla quale pen-
dea il suggello che si è perduto . Attesta l'autenticità
del diploma un transunto in buona forma fattone V.
il 15 febbraio 1398 pel notaio Giovanni Filadello,
in pergamena che si conserva anche in Corleone, nel
quale espressamente si dice essersi osservato l'ori- Nobilibus Civibus Urbis egregiae Messanensis , sub
ginale non guasto, non viziato , non raso, col suggello Pharaone Principe plusquam in luto et latere an-
pendente da una cordella di seta rossa e gialla, e cillatis, Panormitani salutem, et captivitatis jugum
indi si trascrive per tenore il diploma del 1282. abjicere, et brachium accipere libertatis.
DOCUMENTI ix

Consurge , consurge filia Sion , induere fortitudi- tum ? Sunt ne ista Principis et Pastoris , ut quos
nem tuam, quae jucunditatis exuta vestibus , et ve- debet regere pascere et fovere , destruat dissipet
stimentis tuae gloriae denudata , in die calamitatis et evellat ? Vehementi tamen admiratione miramur
et miseriae , in die amaritudinis et ignominiae con- Dominam nostram et magnam Apostolicam Matrem
tabescis. Noli ultra lamenta promere, quae tui con- Ecclesiam feritatem hujus Principis , et nequitiam
temtum pariunt, sed tolle arma tua, arcum et pha- sub silentio transmittere ? quomodo tanti ardoris fu-
retram, et solve vincula colli tui. Jam enim facta mus potuit latere in vicinia , cui de ultimis terrae
es in opprobrium vicinis tuis , derisum et contem- finibus facta singula patefiunt ? Sic autem jam hu-
tum his, qui in circuitu ejus sunt, barbaris et Chri- miliatus est in pulvere venter noster, quod jam di-
sti fidelium inimicis. Jam humiliati sunt velut Jo- cere possumus et debemus ; Beatae steriles , quae
seph in compedibus pedes tui , et tamquam serva non pariunt, et beata ubera, quae non lactant ; et
es pravis Ismaelitis viliter venumdata. Jam gentes in laudem prorumpere Michaelis , quod non restat
tibi improperant , ubi est Deus tuus ? et cur ultra aliud dicere, nisi, Deus in adjutorium meum inten-
expectas, et per patientiam vilis efficeris non solum de. Cum igitur Divina potius quam humana inspi-
hostibus, sed et Creatori ? quid durius, quidve mi- ratione compulsi , libertatis antiquae beneficium re-
serius plebs Israelitica sustulit temporibus Pharao- sumere intendamus , serpentibus omnibus, quae ad
nis, quam quod draco iste magnus fecit, qui seducit nostra pendebant ubera, penitus amputatis, et aspi-
universum Orbem , et se in hortum B. Petri , et elec- dum auribus oppressis , hortamur vos , fratres ca-
tam Ecclesiae vineam intulit his diebus ? Hic est rissimi, ne in vanum gratiam Dei vos recipere con-
enim Satan solutus a vinculis , qui post mille du- tingat. Ecce namque tempus acceptabile, ecce nunc
centos annos conglutiens omnia, vitam aufert prae- dies salutis vestrae. Nam milvus , et hirundo visi-
sentium et gloriam futurorum. Quid igitur tibi pro- tationis suae tempus , testante Domino , cognoverunt .
fuit redemptio piissimi Redemptoris , piissimi Sal- Surge itaque, surge, illuminare Civitas generosa, et
vatoris, si tunc eruta de fauce Diaboli, nunc in escam noctis caliginem procul pelle. Jam enim a Domino
Draconis magni et Æthiopum populi devenisti. Heu tibi dicitur : Tolle grabatum tuum, et ambula, cum
miseri ! quam vano fuimus errore decepti , Nos et sana facta sis. Quae sedebas in tenebris, et in um-
Ecclesia mater nostra. Sicut enim Lucifer discutiens bra mortis viliter tabescebas, leva in circuitu oculos
tenebras in suo ortu clarus apparet et rutilans, sic tuos, et contemplare caelum , et novam gloriam li-
istius adventum in nostrum opinabamur prodire lu- bertatis. Non te decipiat falsus error , et simulata
men et gloriam caelitus inspiratam , dicentes in- bonitas persuadeat tyrannorum , quae falsis blandi-
tra nos Noli timere filia Sion , ecce Rex tuus tibi tiis tuis intendit intentionibus obviare , dum virus
venit mansuetus, qui omnem a te tribulationem au- eorum vires resumere valeat , quia nunc aquis Di-
feret, omnemque tibi molestiam extirpabit. Hic est vinae gratiae est sopitum. Sed attende et considera,
Angelus , cujus ingressum piscina desiderat cordis quod minus tyrannica pravitas exercuit in subjectis
tui, ut sanet omnes languores tuos , qui te oleo lae- Christicolis, quam in rebellibus Sarracenis. Melius
titiae prae participibus tuis unget. Hic est Cherubin, est igitur nos mori viriliter in conflictu , quam gentis
qui portas tibi aperiet Paradisi , et Raphael , qui te nostrae mala conspicere, et sub servitute tyrannica
tamquam unicum Thobiae filium a mortis laqueo viliter deperire. Heu miseri , dum in laude divina
praeservabit. O infelix opinio , et spes fallax ! Hic diebus sacri jejunii , Passionis , et Resurrectionis
revera est Nero saevissimus, qui Dei Apostolos tru- Dominicae petebamus Ecclesiam , protinus ministri
eidavit , et in matris necem crudeliter exarsit. Hic scelerum venientes , nos inde convitiose trahebant,
est ignis aeterni judicii aequaliter omnia dissipans , et ducentes ad carcerem cum clamore dicebant : Sol-
et velut securis posita ad radicem . Proh dolor ! quem vite , solvite Paterini. Nulla dies quantumcumque
pastorem credidimus, est verissime lupus rapax, et celebris propter hos poterat Divinis obsequiis de-
quem agnum putavimus mansuetum , leonem fero- putari, nec feriae, quae ad laudem Dei fuerant per
cissimum experimur. Heu ! quid nostram sic fasci- Catholicos Principes introductae , locum habebant
navit prudentiam , et vires nostri animi enervavit, apud tyrannicam potestatem. Eramus enim tamquam
ut gentes , quae ebrietati deserviunt , jugum nobis oves errantes , et animae sine fide . Nunc igitur cla-
imponerent servitutis ? Certe patientia ingens fecit : memus in caelum , et miserabitur nostri Deus Om-
si igitur patientia est virtutum omnium condimen- nipotens, qui sanat contritos corde, et alliget con-
tum , cur nobis bonorum omnium attulit detrimen- tritiones eorum , ut sit nobis turris fortitudinis a
2.
x DOCUMENTI

facie inimici , et gentes , quae in sua feritate con- et supplicantes quod ad Regnum ipsum accedere-
fidunt, potentiae ipsius dextera comprimantur. Estote mus, quia omnes Siculi unanimes et concordes nos
itaque fortes in bello, et cum antiquo serpente pu- in eorum Dominum invocabant ;
gnate , et quasi modo geniti infantes rationabiles Nos siquidem advertentes , quod istud esset no-
sine dolo lac concupiscite libertatis, ut accipiatis ju- bis et Dominationi nostrae honorificum et utile, ac-
stitiae gratiam in praesenti , et calamitatis fugiatis cedere ad dictum Regnum Siciliae cum familia no-
miseriam in futuro. Valete carissimi. Datum Panor- stra et stolo , ad habendum et impetrandum jus ,
mi x . die Aprilis x. Indictione. quod illustris et bona Consors nostra, Domina Re-
Dall' Anonymi Chronicon Siculum , cap. 38. Ho gina Aragon. et filii nostri habent in eodem Regno,
creduto far cosa grata ai leggitori ponendo qui tra proponimus ; et erit decus nostrum et nostrorum ,
i diplomi inediti questo ancorchè pubblicato in tutte Domino perhibente.
le edizioni della cronaca anonima e in altri libri, Caeterum , cum ad gaudia connotentur, quotiens
perchè mi sembra importantissimo e per lo stile, de statu vestro vobis prospero , felicia audiamus ,
e per l'argomento , e il tengo senza dubbio auten- rogamus vos quatinus certificetis nos de salute et
tico dopo il riscontro con la parafrasi che ne fa il statu vestro, quem semper voluimus prosperum et
D'Esclot, cap, 81. jocundum ; nichilominus reservantes.... quicquid ....
vestrae Discretioni.... facto praemisso, praemeditato
et circumspecto. Dat. apud Altoyll, etc.
VI. Questo diploma si legge in Rymer, Alti pubblici
d'Inghilterra, vol . 2, pag. 208 con la data del 19
luglio 1282. È indirizzato a re Eduardo 1. d' In-
Excellentissimo et quamplurimum diligendo Do- ghilterra. Il nome di Colla è scritto Altoyll, come
mino E. Dei gratia, illustri Regi Angliae, Domino portava l'errore della pronunzia appo i catalani,
Yberniae, et Duci Aquitaniae , P. per eandem gra. usi a smozzicar le parole e confonder il suono delle
tiam , Rex Arragonum, salutem et sincerae devotionis sillabe ; ed è probabile che il c di quel nome proprio
affectum . sia mutato in t per cagion della somiglianza di
Dilectioni Regiae praesentibus intimetur , quod queste due lettere nelle scritture del secolo XIII.
nos , ante recessum nostri viatici armatae nostrae, Un altro errore, forse per la forma de' caratteri
videlicet , in quo sumus , cum proponeremus illam nel Ms. o simil cagione , sembra corso nel mese
ad Dei servitium facere, misimus Nuncium nostrum della data, che secondo me dev'essere di agosto. Im-
ad summum Pontificem, ut nobis, super codem ne- perciocchè si sa che Pietro giunse in Affrica il 28
gotio, subsidium largiretur ; giugno e in Sicilia il 30 agosto ; e ognun vede che
Quem idem Nuncium dictus summus Pontifex, au- il manifesto alla corte inglese dovè essere scritto
dita supplicatione nostra, timens an ..... Regem Si- dopo le prime vittorie sugli arabi, la ambasceria al
ciliae accederet , sine responsione aliqua relegavit. papa e il rifiuto di lui , di che vi si fa espressa
Postmodum verò cum venerimus in Barbariam, ad menzione, e poco prima della partenza per Sicilia.
locum , videlicet , de Altoyl, ad exaltationem fidei Or supponendo la data del 19 luglio, tutti que' fatti
Christianae, adhibito consilio Richerhominum nobis- avveniano in 20 giorni , e Pietro restava in Affrica
cum existentium , destinavimus iterum ad dictum dopo la deliberazione della nuova impresa 37 gior-
summum Pontificem nostrum Nuncium , super eo, ni ; che non è credibile, anzi si sa che preso il par-
videlicet, quod nobis in prosequendo facto per nos tito prestamente l'armata aragonese mosse per l'iso-
inchoato , subveniret nobis decima per Ecclesiam la. D'altronde, il parlamento che chiamò Pietro, si
in Regno nostro recepta, et concederet indulgentiam tenne durante l'assedio di Messina, e questo cominciò
Apostolicam nobis , et illis qui nobiscum essent, et il 27 luglio. Al contrario la data del 19 agosto ri-
etiam quod terram nostram et ipsorum reciperet sub sponde bene a tutte le testimonianze storiche, per le
protectione Ecclesiae et commodo ; cui Nuncio dictus quali si ha che Pietro impiegò 5 giorni nella tra-
summus Pontifex fecit quandam dilatoriam impen- versata d' Affrica in Sicilia, e 3 giorni prima a rac-
sionem, distulitque sibi tradere literam. cogliere i suoi ; onde se cominciò a ordinar la par-
Cumque nos resisteremus inimicis fidei , ut no- tenza il 22 agosto , è naturale che tre giorni innanti
strum erat propositum si dicto summo Pontifici com- ne avesse scritto a Eduardo e forse anco ad altri
placeret , venerunt ad nos Nuncii quorundam loco- principi.
rum et Civitatum Regni Siciliae , exponentes nobis
DOCUMENTI ri

tur iustitiam sic viriliter invasuri quod perdetur


VII .
penitus predictorum quorumlibet presumptuosa pro-
tervia et erecta rebellium cornua sub pedibus nostris
Scriptum est eidem Capitaneo ( a Faro ultra usque nostra potentia conculcabit Datum Regii penultimo
ad confinia Terrarum Sanctae Romanae Ecclesiae ) etc. Septembris xi. Indictionis ( 1282 ) .
Ne vulgaris loquele fama prehambula rumorum im- Dal r. Archivio di Napoli, reg. di Carlo 1. 1283.
provida portatrix et novorum superstitiosa narra- E, fog. 14 a t. Pubblicato nell' Elenco delle pergamene
trix in producenda notitiam nostrorum processuum del detto Archivio, vol. 1, pag. 245-46, in nota.
ad audientiam tuam aliorumque nostrorum fidelium
transcenderit veritatem clara delucidatione presen-
tium certum inde te reddere volumus ipsamque tibi VIII .
rei geste seriem aperimus Noveris igitur quod du-
dum in Insula nostra Sicilie cum innumerabili mul-
titudine nostri potentis exercitus transentes in ob- Petrus Dei Gratia Aragonum et Siciliae Rex, Ro-
sidione illius famose terre Messane felicia castra gerio de Magistro Angelo Militi justitiario comitatus
nostra defiximus et inibi usque ad diem Sabbati vi- Gyracii, parcium Cephaludi et Thermarum fideli suo
cesimum sextum presentis mensis Septembris cum gratiam suam et bonam voluntatem. pro parte Cle-
codem nostro exercitu commorantes terram ipsam ricorum tam latinorum quam graecorum Messanensis
multis olim fecundam deliciis multisque divitiis opu- Dioecesis Jurisdictionis tuae nostrorum fidelium co-
lentam sic undique terra marique constrinximus sic ram nostra fuit expositum Majestate, quod cum olim
ferro flammaque vastavimus quod nihil remansit pe- retroactis temporibus in exactionibus , mittivis, ge-
nitus usque ad ambitum meniorum quin illud aut neralibus subvencionibus , promissionibus , et sub-
ferrum ceciderit aut ignis combuxerit vel ruine sit sidiis quae in Terris et locis ipsius jurisdictionis
seu depopulationi subiectum et nichilominus tantis tuae de mandato et pro parte curiae consueverunt
vinearum arborum et locorum extrinsecorum ameni- imponi, cum hominibus terrarum et locorum ipso-
tatibus quibus decorabatur eadem civitas succisis rum communicare et contribuere non consueverint,
succensis penitus et destructis Civitatis corpus non sed exenti exinde fuerint et immunes, nunc Univer-
reliquimus inconcussum quin ex crebris nostrarum sitates Terrarum et locorum ipsius jurisdictionis tuae
ictibus Machinarum multe pulcre domus intrinsecus in solucione pecuniae facienda per universitates ipsas
sint et decora edificia diruta ac Civitatis menia usque de summa quantitate pecuniae tam per universitates
ad ruinam in locis pluribus concussata sicque Civi- easdem quam universitates aliarum terrarum et lo-
tatis eiusdem incolas iam artaverimus extrinsecus corum Siciliae praedicto Culmini nostro promissae
gladio intus fame quod nullum de ipsorum vicina in generali colloquio de mandato nostrae Celsitudi-
deditione restabat ambiguum vel dubietas remane- nis tunc Cathanae celebrato in sussidium expensarum
bat Verum inter hec omnia consultius cogitantes quod quas in expeditione imminentis guerrae negocii .....
Messanensibus ipsis nihil ex nunc prodesse potest Curiam ipsam subire debemus Collectores super ip-
autumpni fructuosa fecunditas tam tempore quam ....rum per easdem Universitates
sius recollectione.....
destructione consumpta quodque Yemali iam tempore Terrarum et locorum ipsius jurisdictionis tuae sta-
imminente procellosa fari rabies Vassellorum nostro- tutos, clericos ipsos ad concurrendum et contribuen-
rum statum et transitum sicque per consequens re- dum cum eis molestant et multiplicitur inquietant
rum necessariarum nobis et nostro exercitui copiam contra eorum immunitatem hujusmodi in ipsorum
poterat prohiberi Deliberante prudentia saniorique praejudicium manifestum. Petentibus igitur super
consilio providente aliquantulum castra nostra rc- hoc per nostram excellentiam providere ut sit sere-
traximus ac citra farum cum toto nostro exercitu nitatis nostrae propositum libertates Ecclesiasticas
incolumes venientes in Civitate nostra Regii sospites auctore Domino potissime et inviolabiliter observare,
permanemus Adveniente vero tempore congruo cum fidelitati tuae praecipiendo mandamus quatenus , si
eodem et omni alio quod nostra totis viribus po- vera cognoveris quae veniunt ad cautelam, eosdem
tentia procurabit tam terrestri exercitu quam marino clericos tam latinos quam graecos contra eorum
extolio eamdem insulam nostram Sicilie repetemus immunitatem praedictam per universitates et collec-
predictos Messanenses et alios rebelles nostros Si- tores praedictos molestare nullatenus paciaris. Et sí
cilie divina nos comitante potentia que nostram tue- praetextu hujusmodi contra eosdem clericos per uni-
rii DOCUMENTI

versitates casdem vel collectores ipsos ad exactionem nostram gerunt et in futurum gerere poterunt gra-
aliquam seu pignorum capcionem est processum , tiore ; dum convenit princípem semper humaniora
processum ipsum initum facias revocari. Ita quod censere, nec computare acceptum quod per alienum
exponentes ipsi coram Majestatis nostrae querelam sensum in comodum eveniat , atque liberalitas do-
iterare praeterea non cogantur. Datum Messanae Anno minos semper crescit , universitatibus et hominibus
Domini millesimo ducentesimo octogesimo secundo dictae insulae nostrae Siciliae fidelibus nostris exac-
(corr. 1283) mense februarii octavo eiusdem un- tionem collectarum quae ibi hactenus consueverunt
decimae Indictionis Regnorum Nostrorum Aragonum imponi, nec non solutionem juris marinareorum quae
anno septimo Siciliae vero primo . ibi hactenus Curiae debebantur remittendas et rela-
Dall' Archivio della Chiesa di Cefalù. Mss. della xandas duximus, de liberalitate mera et gratia spe-
Bible Comunale di Palermo . Q. q. G. 12. ciali et quod nulli successori de caetero liccat in
eadem insula nostra Siciliae generaliter seu specia-
liter aliquas generales subventiones seu marina-
IX. rium jura imponere, nostra sancit humanitas . Gau-
deant sub felici nostro Dominio qui sub jugo hostis
nostri regiminis tristiciam hactenus pertulerunt ; re-
Petras Dei gratia Aragonum et Siciliae Rex, etc. ficiendi libertate divites qui dudum bonis eorum
Decet Patri opera munificentie prestitis radiare, et evasere pauperrimi , et importabilia servitutis jura
subiectis semper intenta pro futuro decernere. Re- tirannide subivere.
gnantis gloria est subiectis commoda ..... sub ejus Ad hujus autem nostrae concessionis memoriam
imperio ; maxime dum ex commodis subiectorum et robur perpetuo valiturum ad cautelam Universi-
utilitatis principis procuretur augumentum . Proinde tatis Messanae presens privilegium fieri jussimus
quidem universis nostris fidelibus tam presentibus per manus Vinciguerrae de Palitio magnae Curiae
quam futuris , presentis relationis eloquio volumus nostrae notarii consiliarii familiaris et fidelis nostri,
fieri notum, quod in generali colloquio nuper in ci- et sigillo pendente Majestatis nostrae mandavimus
vitate Cathinae de mandato nostrae celsitudinis ce- communiri.
lebrato ..... ad quod universitates terrarum et loco- Datum Messanae per manus Perriconis de Bona-
rum insulae nostrae Siciliae per sindicos eorum no- stro scriptoris familiaris et fidelis nostri, anno Do-
stra man ..... Serenitas pro reformatione status ip- mini 1282, ( corr. 1285. ) die xv februarii x. Indict.
sius provinciae diutius ab hoste nostro provinciae co- Regnor. Nostrorum Aragonum anno septimo, Siciliae
mite suisque sequacibus afflictae miseriis Dignum vero primo.
est equidem regnantem humanitate singula praecel- Da' Mss. di Caldo in Messina nei Mss. della Bi-
lere et subiectis affectione oculos advertentem ipsos blioteca Comunale di Palermo Q. q. G. 12. Ne fa
reformatione lenire, unde sibi et dignitas oritur et menzione Gallo, Annali di Messina, Tom. 2, p. 155.
gloria geminatur : ac ipsorum nostrorum hostium La copia Ms. che cito è scorrettissima ; nè ho
subactione finali deo auctore nostrumque benigne potuto trovarne altra men trista. Ho corretto Vin-
propositum prosequenti ipsi serenitati nostrae sub- ciguerrae de Palitio , sul cenno del Gallo , loc. cit.
iecti ..... afflictorum diu eorum colla calcantium stra- le parole che si leggeano viri generalis de palatio ;
gibus satiati libertatis opitulationem gaudescant et il che basti a mostrare qual fosse quella copia. Non
diris consumptis hostibus glorientur et sub nobis dubito tuttavia della verità del provvedimento , e
possint profitere quicumque ad nostrum meruerunt anco terrei all' autenticità del diploma per le auto-
regnum pervenire. Provincias enim deo auxiliante rità citate qui innanzi, pag. 101, nota 1.
nobis submissas sic est propositi nostri , deo fa-
vente , disponere , quod subiecti nostro gaudentes
regimine floreant, nihilque doleant nostrum tardum X.
Dominium acquisisse. Consideratis multis variisque
et innumeris tormentorum generibus, quibus fideles
nostri insulae nostrae Siciliae diutina fuerunt ve- Scriptum est Alberico de Verberiis etc. Cum Camera
xatione contriti per huiusmodi nostros hostes ; at- nostra mutuo receperit per manus Magistri Ade de
tenta etiam multitudine fidelitatis ( et ) devotione Dussiaco thesaurarii etc. die Veneris vicesimo quarto
qua cum gratis obsequiorum servitiis excellentiam presentis mensis septembris huius duodecime In lic-
DOCUMENTI xn

tionis aput Nicoteram a Petro de Gregorio Carbon- ponderis librarum duarum minus tarenis septem et
cello Stephano portario Johanne Carboncello et Ni- medio corrigie de argento sex ponderis librarum sex
colao de Saxo mercatoribus et Civibus Romanis de- et unciarum quinque quarum una est rubea deaurata
votis nostris uncias auri sexcentum nonaginta quin- cum pernis alia diversi coloris ad Rosettas alia cum
que ponderis generalis computatis unciis auri tri- friso ad aurum cum pernis alia cum friso yndico ad
aurum alia cum friso viridi deaurato et alia viridis
ginta tribus quas eis donavimus gratiose et pro ipsa
pecunia per totum proximo futurum mensem octum- deaurata in buccula et mordente Summa ponderis
bris eisdem mercatoribus restituendas assignari fe- totius predicti argenti libras quadringentas septua-
ginta novem uncias quatuor tarenos undecim que
cerimus eis in pignore et loco pignoris per manus
sunt ad marcam Colonie de unciis octo tarcnis vi-
dieti thesaurarii nostri vasa et corrigias argentea in-
ginti quatuor per marcam marce sexcentum quin-
frascripta factis litteris nostris sub magno sigillo
pendenti Vicarie et parvo secreto ad Judicem Guil- quaginta tres uncie sex tareni viginti unus. Datum
lelmum de Riso et Judicem leonem de Juvenatio Nicotere die xx . septembris XII. Indictionis.
Dal r. Arch. di Napoli, reg. di Carlo 1. segn. 1283,
Secretos principatus etc. ut predicta summa pecunie
A, fog. 57. at.
eisdem mercatoribus in predicto termino de pecunia
nostre Curie debeant assignare devotioni vestre pre-
cipimus quatenus pignora superdicta que dicti se- XI.
creti tibi pro parte Curie nostre assignabunt ab eis
recipere et in Camera predicti filii nostri salubriter
conservare procures facturus eis ad corum cautelam Scriptum est domino Johanni de Ravello Capitaneo
ydoneam exinde apodixam et significaturi nobis et pre- Giracii et Raymundo Miletis militi et Judici Alde-
dicto magistro Ade diem receptionis ipsorum pigno- brandino etc. Cum nos Johanni de Mostoralo et
rum qualitatem et quantitatem ipsorum cum distin- Gualterio Luburges Gallicis Goffrido de Mornayo
ctione ponderis et omnium aliorum que fuerint distin- et Guillelmo de Sancto Vincentio Petro Michaeli Ber-
guenda. pignora autem predicta sunt hec videlicet trando Visiano Guillelmo de Lambesco B....... de
Scutelle sane de argento centum sexaginta ponderis Laylla Ynardo Catalano et Guillelmo Catalano ser-
librarum ducentarum viginti sex unciarum octo ta- vientibus de quorum fide et legalitate testimonium
renorum viginti duorum et medii alie scutelle fracte laudabile accepimus et qui cum domino petro de
quinque ponderis librarum quatuor unciarum quin- Lamanno in Castro Sperlinge per hostes et Rebelles
que tarenorum viginti duorum et medii placcelle Siculos pro fide regia et nostra servanda obsessi fuisse
magne ad flores liliorum due ponderis librarum no- dicuntur velimus de bonis proditorum Giracii qui
vem et tarenorum quindecim . Nappi plani centum pro Regia Curia procurantur et aliis per nos con-
quindecim ponderis librarum octuaginta novem un- cessa non sunt usque ad Regium et nostrum bene-
ciarum undecim tarenorum viginti duorum et medii placitum in subscripta...... gratiam facere speciale
Nappi et cuppe deaurate cum pedibus quindecim devotioni vestre precipiendo mandamus quatenus pre-
dictis servientibus tantum de bonis feudalibus dicto-
Inter quas due sunt cum cohoperculis asmaltos pon-
rum proditorum Giracii qui ut dictum est pro Curia
deris librarum viginti unciarum septem et tareno-
procurantur et per nos concessa aliis non extiterint
rum undecim flascones novi cum repositoriis suis
assignata curetis quod ipsorum quilibet terram va-
duo ponderis librarum septem unciarum sex Alii
lentem sex uncias auri in redditibus habeat....tenendi
flascones de argento quatuor ponderis librarum de-
et usufructuandi eam usque ad Regie et Nostre be-
cem et septem unciarum quatuor et medie Gallete
neplacitum voluntatis de quorum assignatione fieri
nove de argento cum repositoriis suis due ponderis
faciatis duo scripta..... consimilia quorum uno eis-
librarum quindecim et uncie unius poti de argento
dem ad ipsorum cautelam dimisso aliud ad nostram
tredecim et alij poti pro aqua duo ponderis libra-
rum sexaginta et unciarum duarum pedes napporum cameram destinetis. Datum Nicotere per Sparanum
sex thuribolum unum nappus sine pede unus cocleare de Baro etc. die xxvII septembris xr . Ind .
magnum unum et aliud argenti fractum ponderis Similes facte sunt eisdem pro Petro de Labisco et
librarum octo unciarum undecim tarenorum septem Poncio de Alamanno consanguineis domini petri de
Lamanno quod quilibet ipsorum habeat terram va-
et medii Nappi fracti et cohoperculi de potis por-
deris librarum undecim tarenorum viginti et medii lentem uncias auri decem. Datum ibidem XXVII sept.
coclearia viginti quinque et cohoperculus poti unus XII. Ind.
xiv DOCUMENTI

Dal r. Arch. di Napoli, registro segnato 1283, A, recedere et absque sollicitudinis interiectione con-
fog. 60. surgitis ad illa que dicti domini patris nostri fastigia
Nello stesso foglio del registro v'ha un altro di- nostrique honoris augmentum respiciunt et negotia
ploma dato a 28 settembre , che disdicea la conces- nostra magnifice tamen prudenter ubilibet placito
sione di 10 once annuali per ciascuno fatta poc' anzi cordis affectu et attentione fructuosa operis procu-
a Pietra de Condes , e Bertrando Deiutreper quos
retis. Verum cum per conventiones dudum habitas
credebamus obsessos fuisse dudum in Castro Sper-
inter eumdem dominum patrem nostrum et commune
linge, ma Pietro di Alemanno negava d'averli avuto Pisarum de dandis anno quolibet quinque Galeis ta-
compagni in quell'assedio. men armatis in subsidium quarumlibet necessita-
tum ipsius domini patris nostri dictum commune
Pisarum pro annis proximo preterito et presenti Ga-
XII. leas ipsas tamen armatas pro instanti guerra te-
neantur in nostrum subsidium destinare et se du-
dum paratas obtulerint illas dare seu mittere quia
Scriptum est domino Radulpho de Angelone Ca- paratas ipsas habebant cum necessitas immineret sin-
stellano Castri Salvatoris ad mare de Neapoli etc. ceritatem et amicitiam vestram requirimus et roga-
Cum nos Henricum Rubeum de Messana captum mus attente quatenus nostri contemplatione nominis
olim per gentem domini patris nostri in conflictu et amoris aput Pisas vos personaliter conferentes
habito in plano melacii cum rebellibus Messanensi- a commune Civitatis eiusdem iuxta conventiones
bus quem in castro vestre cure comissó Regius carcer easdem dictas Galeas pro eisdem duobus annis vi-
tenet inclusum mitius agendo cum ipso liberaverimus delicet proximo preterito et presenti ex parte do-
de gratia speciali devocioni vestre mandamus qua- mini patris nostri et nostra requiratis instanter ut
tenus statim receptis presentibus dictum Henricum galcas ipsas in nostrum subsidium pro instanti pas-
Rubeum solutum vinculis quibus tenetur in castro sagio simul cum alio nostro felici extolio congre-
predicto liberetis et liberum abire permittatis has gandas debeatis destinare ita quod vestro mediante
vobis lieteras in hujusmodi rei testimonium retinen- auxílio gaicas easdem per totum presentem mensem
do. Datum Neapoli die xxvi martii x11. Ind . ( 1284 ). aprilis infallibiliter habeamus cum intendamus in
Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 1. se- principio mensis madii ad extremam depopulatio-
gnato 1283, A, fog. 124. nem Rebellium nostrorum et hostium in Rebellem
Il castello del Salvatore di Napoli è quel che oggi insulam Sicilie duce Deo cum magno et potenti
si chiama castel dell' Uovo. extolio feliciter proficiscr. Datum neapoli x aprilis
XII. Ind.
Dal r. Arch. di Napoli , registro di Carlo 1. se-
XIII . gnato 1283, A, fog. 130.

Scriptum est Capitaneis partis Guelforum floren-


tie etc. Satis confidentes inducimur de nostris nego- XIV .
tiis humeris vestris incumbere ut ad ea que diversi-
modo processibus nostris circumfluunt prout in Regno Scriptum est domino Catello de Catellis et domino
Sicilie calupniosa temporis procella commovit ut de Gentili de Sancto Miniato dilectis etc. Quia nuper
hiis nobiscum sitis ydoneos vos diligenter invocare
exposuistis nobis quod aliqua communia lonbardie
quod per vos de quibus fidei puritate confidentes ad dominum patrem nostrum et nos pure gerentia
eadem nostra negotia colere compleantur dum enim dilectionis affectum per vos pridem Regio nostroque
gratitudines serviciorum innumeras que domino Ge- nomine requisita de gentis subsidio nobis dando il-
nitori nostro devotione prestantes constanter in fi- lud voluntarie obtulerunt et iam passagii nostri tem-
lium transtulistis diligenter advertimus dum volun- pus advenerit devotioni vestre mandamus expresse
tatem vestram et aliorum Civitatis vestre quam ma-
quatenus statim receptis presentibus ad eadem Com-
ter et alumpna fidelitas semper servavit illesam me- munia redeuntes ipsa ex Regis nostraque parte ro-
mori meditatione pensamus libenter vobis incumbi- gare et requirere studeatis quod huiusmodi gentis
mus a vobis habere suffragia qui nescitis a consuetis promissum subsidium ad nos incontinenter transmit-
DOCUMENTI xv

tant cum iam ultra quam foret expediens sit morata. Sicilie promeritum exterminium duce domino feli-
Datum neapoli die xxx madii XII. Ind. citer dirigantur. Ita quod in brevi divina favente
Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 1. se- clementia letos rumores de nostris processibus au-
gnato 1285, A, fog. 131. a t. dietis. Verum ne sub expectatione galearum vestra-
rum quas iuxta conditionem iniecti fede:is pridem
in transitu vestro nostre promissionis adiectione val-
XV. latam non solum declarato termino sed ut cumque
maturius in nostrum subsidium nostrique decus exto-
lii fiducialiter et ilariter expectamus contingat iam
Karolus Dei gratia Rex Jerusalem et Sicilie etc. apparatos motus nostre potentie retardari Sinceri-
Nobilibus et discretis viris Potestati Capitaneis An- tatem vestram affectuose requirimus et rogamus quod
zianis Consilio et Communi Civitatis Pisarum etc. si forte galeas ipsas in receptione presentium iter
Et si credamus quod de captione Karoli primogeniti ad nos quod non credimus non arripuisse contin-
nostri Salerni principis rumores jam ad vos pernix gerit sic ipsarum acceleretis et stimuletis adventum
fama perduxerit , ne tamen exinde nostre caritatis quod sicut pro eis amica vobis affectione tenemur
instintu cuius honores affectuose zelamini plus quam sic etiam de promptitudine teneamur. Datum Nea-
in causa sit concipiatis angoris ad sinceritatis nostre poli die xiv junii xii . Ind.
notitiam presentium tenore deducimus quod in eius Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 1. se-
captione nihil aut valde modicum nostris iuribus gnato 1285. A, fog. 150. a t.
est subductum . Et licet ad rumorem captionis ipsius
adiacens regio perstrepuerit tamen ad adventum no-
strum qui post casum ipsum infra triduum inter- XVI.
cessit vascellis hostium qui adhuc per adiacentem
marittimam navigabantur protinus in Siciliam re-
fugis omnis turbatio requievit et factus est ad nos ex Scriptum est eidem ( Justitiario Capitanate ) Cum
omnibus regni partibus concursus fidelium et nun- nonnulli de Sarracenis Luceric qui ad nostrum vene-
ciorum Universitatum quamplurium qui predicti ca- runt exercitum ad nostra servitia moraturi abinde
sus acerbitate commoti nobis ad prosecutionem as- intendant discedere sicut nuper accepimus et redire
sumpti negotii iuxta nostre ... dispositionis arbitrium ad propria licentia a nobis aliqua non obtenta fide-
prompta personarum et rerum subsidia sinceris af- litati tue firmiter et districte precipimus quatenus
fectibus obtulerunt . Ita quod contemplatione captio- si sarraceni ex eisdem aliqui nisi de ipsorum li-
nis dicti principis credatur nostris adiectum iuribus centia a nobis vel marescallo nostro licteras habeant
potius quam subtractum circa predictum itaque ca- ad partes ipsas redierint statim capias de personis
sum in eo efficacissime consolati quod divina gratia et ipsorum cuilibet ut de tanta temeritate non gau-
per eumdem principem nos locupletavit in sobole ac deant et alii timore perterriti similes deinceps com-
attendentes quod in portu nostro Neapolis galee mu- mittere non attemptent pedem facias irremissibiliter
nitissime quinquaginta quatuor galconi septem et amputari. Datum in castris in lictore Bruczani die
plura vassella In portu vero civitatis nostre Brun- VII augusti XII. Indict.
dusii galee vigintiquinque et Taride septuaginta et Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 1. se-
in plagia nostra Nicotere Taride septem nil aliud gnato 1285, A, fog. 54.
quam verbum nostre iussionis expectant Quodque
militum et nautarum nobis copie suppetunt que in
multo maiori negotio felicem pollicentur eventum il XVII .
lud autem in rationis nostre trutina ceteris prepo-
nentes qui in causa nostra divinam prosequimur et
sancte Matris ecclesie libertatem. Ad continuationem Scriptum est universitatibus per totam insulam
assupti negotii sine intermissione aliqua confidenter Sicilie constitutis etc. Noverit Universitas vestra
intendimus et totis nisibus preparamus quod per quod de illustri et magnifico viro domino Roberto
mediterraneas regni partes terrestris exercitus et Comite Atrebatensi Karissimo nepote nostro ut de
per utraque marittima regni latera vassellorum no- nobis met ipsis plenius confidentes , ipsum in tota
strorum extol ia in hostium et rebellium nostrorum insula nostra Sicilie nostrum generalem Vicarium
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usque ad nostrum beneplacitum ordinamus, dantes statem assecurando nomine nostro quascumque Uni-
sibi plenam generalem et liberam potestatem asse- versitates vel speciales personas dicte Insule in per-
curandi nomine nostro quascumque Universitates et sonis et rebus remittendi eis omnem offensam et
speciales personas eiusdem Insule in personis et re- culpam quam adversus nostram commiserint Maie-
bus remittendi eis offensam et culpam quam ad- statem et penas corporales vel reales aut exilii quas
versus nostram commiserint Maiestatem et penas propterea incurrerunt recipiendi eas in gratia no-
mortis rerum aut exilii quas propterea incurrerunt stra, et sub nostri nominis protectione tenendi sta-
recipiendi eas in gratia nostra et sub nostri nomi- tuendi ibidem Justitiarios Secretos Portulanos et alios
nis protectione tenendi statuendi ibidem Iustitia- officiales quoscumque ; et percipiendi omnes proven-
rium secretos portulanos et alios officiales quos- tus et redditus ad nostram Curiam pertinentes , et
cumque et percipiendi fructus et redditus ad no- sicuti nos met ipsi si presentes essemus facere va-
stram Curiam pertinentes sicuti nosmetipsi si pre- leremus in quibus omnibus totum vobis damus et
sentes essemus facere valeremus. In quibus omnibus tradimus posse nostrum. In verbo Regie dignitatis
totum sibi concessimus posse nostrum in verbo Re- tenore presentium promittentes nos et heredes no-
gie dignitatis tenore presentium promittentes Nos stros rata habituros et firma quecumque tractave-
et heredes nostros rata habituros et firma quecum- ritis ordinaveritis promiseritis et facienda duxeritis
que prefatus Comes noster Vicarius tractaverit , or- in premissis et singulis premissorum nullo unquam
dinaverit, promiserit, et fecerit in premissis et sin- tempore per nos aut ipsos heredes nostros quomo-
gulis premissorum nulla unquam per nos aut ipsos dolibet irritanda set manutenenda iugiter et servan
heredes nostros quomodolibet irritanda set manu- da. Datum in Castris in litore Bruczani die x au-
tenenda iugiter et servanda. Quare volumus et man- gusti XII. Ind.
damnus quatenus persona nostra in eodem Comite Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 1. se-
speculantes sibi in omnibus tamquam nobis devote gnato 1283, 4, fog. 169.
parcatis et efficaciter intendatis. Datum in Castris
in litore Bruczani die decimo augusti x11. Ind .
Dal r. Arch. di Napoli , registro di Carlo 1. se- XIX .
gnato 1283, A, fog. 168, a t.

Scriptum eidem. (Justitiario. ... ) Cum eorum ex-


XVIII . cessus qui castra ut transfuge derelinquunt jura gra-
vissima persequantur eo quod paulo minus distant
a lese crimine majestatis nos nolentes quod impu-
Excellenti et Magnifico Viro Nepoti suo Karissimo ne ..... transeant hii qui castra nostra relinquerunt
domino Roberto Comiti Atrebatensi Karolus Dei gra- pertinacia perniciosa, firmiter fidelitati tue etc. qua-
tia Rex Jerusalem et Sicilie etc. Communis nobiscum tenus statim receptis presentibus per omnes et sin-
sanguinis unione commoti semperque a Vobis in gulas terras marittime decrete tibi provincie inqui-
necessitatibus nostris filialis zelo caritatis adiuti, il- rere interca studeas diligenter et tam omnes illos
lius in persona vestra spei fiduciam obtinemus illa qui gagia curio receperunt et venientes cum galeis
de vobis securitate confidimus quod de quibuscum- et teridis exinde recesserunt postea vel recedunt in
que nostris negotiis que vestro subducerentur ducatui posterum fugitivi , ( quam ) subscriptos de vassellis
quo altiora consisterent eo securius in vestris bra- melficte ( quos ) maraldicio prothontino et comiti re-
chiis quiescentes adesse sentimus in illis alteram ferentibus aufugisse didicimus quocumque modo
corporis nostri partem. hiis igitur moniti ac strenui- ………………….. vel eorum aliquos poteris invenire capias de
.........
tatis vestre deliberatione fulciti , cum ex communi personis et in pena commisse fuge cum per tales
consilio sit provisum ut in Insulam nostram Sicilie non steterit quo minus noster sit exercitus disso-
presentialiter transfretetis Vos in tota eadem Insula lutus pedem sinistrum cuilibet facias amputare illos
nostrum generalem Vicariam usque ad nostrum bene- autem quos invenire non poteris voce preconia fa-
cies puplice forbannire bona eorum omnia tam mo-
placitum ordinamus quod si placet officium exercea-
tes terras et loca eiusdem Insule ad fidem culminis bilia quam stabilia capere studeas , et ad opus no-
nostri eo modo quo expedire videritis ..... plenam stre Curie facias procurare factis nihilominus de cap-
enim vobis et generalem et liberam concedimus pote- tione bonorum ipsorum tribus scriptis puplicis con-
DOCUMENTI xvii

similibus continentibus qualitatem et quantitatem instanter oportuit bellum nostrum aliter integrari
bonorum ipsorum particulariter et distincte quorum protinus itaque conversi in cum potentie nostre con-
uno penes te retento aliud Camere nostre et tertium siliis ipsum usque Bordellum in guasconie fines ubi
magistris rationalibus magne nostre Curie nobiscum nobiscum ad pugne iudicium cum centeno hinc inde
morantibus studeas destinare. Nomina vero illorum milite personaliter adesse juravit venatione sumus
de Melficta sunt hec videlicet excelsus de Nicolao sollicita persecuti co tamen contra religionem pre-
Dominicus de Sabino Santorus de sapis Nicolaus stiti juramenti non sine fame sue pernicie jurate pu-
privignus Leonardi de Baro Guillelmus de Senuita gne judicium declinante mora nihilominus in par-
Nicolaus Petracce de Nauclio Alexio Angelus de Ma- tibus ipsis pertraximus usque quo de invasione re-
gistro accipardo Riccardus gener Siri Raonis Petrus gni sui quod ad Romanam tenebat Ecclesiam justa
de Adam de ferlicio gener Luce de Padule Jacobus dispositione domini nostri summi pontificis per ma-
gener dompni Riccardi Johannes Albanense Andreas gnificum principem dominum Philippum regem Fran-
Stortus Egidius de ferlicio gener Clemente Petrus corum illustrem comitum dominum ac nepotem no-
de Radosta Magister Laurentius Zucarus Leonardus strum et nos deliberato consilio ageretur. quibus ef-
de Stella et Angelus de Vigiliis gener Josey. Datum fectum est quod ejusdem Regni per predictum sum-
mum pontificem in Karolum dicti regis Francorum
Cotrone die xix augusti XII. Ind. ( 1284 ) .
Dal r. Arch. di Napoli , registro di Carlo 1. se- filium collacione translata idem rex regnum ipsum
gnato 1283, A, fog. 34, a t. iam per ejus capitaneos ex diversis partibus potenter
Simili si leggono a fog. 35 , date lo stesso dì, e invasum vere futuro proximo sic duce domino per-
indirizzate al giustiziere di Terra di Bari , a quel sonaliter aggressurus ut idem Petrus proprio Regno
d'Abruzzo , e allo stratigoto di Salerno ; variando careat qui sic imprudenter manus injecerat ( in ) alie-
i nomi delle città e de' disertori. num. Hiisque itaque consulte dispositis ad partes
istas immediate reduximus bellum expeditum et li-
berum contra Siculos resumpturi quo quidem cum
XX. instanter traijcere crederemus annone coegit inopia
quod transitum nostrum in predictam insulam usque
ad predicti proximi futuri veris initium differamus
Scriptum est eidem ( Justitiario terre Bari ) Si re- si nobis interim de Annona maginis et singulis ne-
cessariis .......... quod nos nihil impediat vel mo-
gis eterni dextera de qua regnorum nostrorum sceptra
retur quod rebellibus domitis finem demus laboribus
suscepimus debilitata non creditur nec illud etiam
rationabiliter ambigetur quin qui sub ejus potentia et statum fidelium in cultu pacis et justitie compo-
reges et regna incuriose subegimus rebellem regni namus. Verum cum tam arduum amplumque nego-
nostri parctiolam eo nos dirigente qui statuit viri- tium sine fidelium nostrorum subsidio comode geri
bus nostris adhibitis facile subigamus nec opus est nequeat firmamque geramus fiduciam quod in ne-
ut credimus prudenter instruere unde sic ..... servilis cessitatibus omnibus ac specialiter in hoc casu in
quo non minus eorum quam nostrum vertitur inte-
contumacia rebellium nostrorum Sicilie cursu jam
imminente teneri potentie nostre laqueum et scu- resse a quo ..... ecclesie vel ecclesiastice persone non
ticam debite correctionis evaserit Scilicet omni et redduntur immunes ipsos inveniat nostra serenitas
usque ad ultimos orbis angulos fama pertonuit liberales generalem subventionem eisdem nostris
quod cum instanter quasi postquam predictam in- fidelibus citra farum propterea providimus imponen-
sulam generaliter rebellasse didicimus potencie no- dam fidelitati tue presentium tenore mandamus qua-
stre viribus illuc in parte trajectis civitatem Mes- tenus informati primo per sparanum de Baro mili-
sane velut ydre caput tam arcte obsidionis in im- tem juris civilis professorem magne Curie nostre
Magistrum rationalem dilectum consiliarium fami-
pugnationis instantia premeremus ut jam velut eli-
sis faucibus et in emissione spiritus singultiret su- liarem et fidelem nostrum de hiis que sibi circa id
bito vir nobilis dompnus P. tunc rex Aragonie hic in jurisdictione tua per nostram excellenciam com-
qui nobis nunquam alicujus odii signum ediderat mittantur subvencionem ipsam in terris et locis de-
crete tibi provincie juxta quantitatem taxationis anni
immo precipuum se confitebatur amicum honoris
sui prodigus ac juris et ritus gentium imprudenter proximo preterite duodecime indictionis quam tibi
oblitus insulam ipsam latenter ingrediens ostem per cedulam sub sigillo nostri culminis destinavi-
sese nobis obtulit improvisum. Propter quod nos mus et ultra id ana tarenis tribus et granis septem
3.
xviii DOCUMENTI

per unciam in singulis videlicet terris et locis per XXI.


sufficientes et ydoneos taxatores et collectores in
consueto et competenti numero eligendos per univer-
sitates terrarum et locorum ipsorum taxari et recol- Inclito ac spectabili Viro domino Jacobo filio quon-
ligi facias cum studio et sollicitudine opportuna. dam viri Magnifici domini petri olim Regis Arago-
Recipiens ab eis corporalia juramenta quod pecu- num . Robertus comes Atrebatensis Salutis monita
niam ipsam ultra ana granos duodecim per unciam pro salute. Formam conditiones et vincula Trengua-
pro expensis eorum inter homines terrarum et lo- rum que olim de mense Augusti secunde Indictionis
corum ipsorum bona burgensatica ibidem habentes proximo preterite ante Gaietam inter principem In-
sive ibi sive alibi habeant incolatum consideratis clitum dominum Karolum secundum Jerusalem et
facultatibus familiis et condicionibus singulorum Sicilie Regem Illustrem consobrinum nostrum ca-
prece precio timore gratia odio et amore pospositis rissimum ex una parte ac vos ex altera tam cele-
personaliter et fideliter taxent studiose recolligant briter constiterunt vestre credimus habere memorie
et tibi sine obstaculo retencionis assignent quam tu ac post nostra et aliorum quamplurium testimonia
pro ut successive receperis nihil inde retines ut pro nec non vulgarem exinde in populis notionem con-
quibuscumque serviciis prorsus expendens ad came- fecta utraque proinde scripta sollempnia serie tam
ram nostram penes nos statutam per fideles et suf- fulgenti expressione insinuant quod transgressor
ficientes nuncios destinari curabis. Ita quod ad plus post conscientie stimulum quo sub proprii censura
usque per totum proximo futurum mensem februarii Judicij graviter urgetur irreparabile nichilominus
totam pecuniam ipsam ad eamdem cameram nostram sui honoris et nominis occurreret detrimentum . Qua
mittas. facturi fieri de particulari taxatione ipsius consideratione commoniti eo teste qui scrutator est
pecunie cujuslibet terre vel loci quaternos consimiles cordium ut predicti Regis nostrumque servaremus
quinque quorum uno tibi retento reliquos sub sigillo honorem quantum Regis ipsius ac etiam Juramenti
tuo unum videlicet taxatoribus et collectoribus alium per nos inde prestiti ratione contingimur sic de treu-
uno vel duobus probis viris terre vel loci cujuslibet guarum ipsarum observatione curasse nos credimus
per universitates locorum ipsorum ad id propterea ut contra ipsarum formam nil penitus commisisse
eligendis ad faciendam inde copiam singulis taxa- nil etiam consensisse nil denique dissimulasse cre-
tionis sue scire volentibus assignabis alium ad no- damus firma etiam opinione subnixi quod et vos in
stram cameram et relicum Magne Curie nostre ma- hiis pro vestri nominis honore servando bone fidei
gistris Rationalibus ad plus infra mensem unum studia gesseritis et geratis nec ab opinione ipsa ea
postquam taxatio facta fuerit transmissuri. Univer- occasione divellimur quod plerique vestrorum non
sitates et personas alias ipsarum parcium ex parte tamen vestra ut credimus beneplacita propria con-
nostra requiras efficaciter et inducas quod predictum silia temere prosequentes occulto forsitan maris ter-
augumentum tarenorum trium et granorum septem reque discursu contra predictas Treuguas Regios
per unciam in hujus tam urgentis necessitatis ar- fideles invadunt personas interimunt vel offendunt
ticulo moleste non perferant ..... in obtentu nostri cul- ac bona diripiunt et predantur. Audimus et etiam
minis devote persolvant. Nos enim predictum nego- quod et de Regia gente sint aliqui a Regio tamen
tium intendimus duce domino collectis viribus tam et nostro beneplacito declinantes qui plerumque in
potenter assumere quod qualibet predictorum no- vestrorum aliquos simili temeritate bachantur. Nec
strorum rebellium deffensione tractu calcata bre- solum inter hostes bellorum duces in Treuguis Ve-
vissimo nulla propterea nobis aut nostris fidelibus rum etiam inter Cives Reges et alii presidentes in
laborum vel sumptuum materia relinquatur. Si ta- pace non sic possunt humanam frenare nequitiam
men universitatum ipsarum aliqua augumentum ip- quin in iniurias et scelera decurratur. hiis igitur
sum gravem sibi forc censuerit id nolumus invitis a qualibet suspictione ac admiratione sepositis de
imponi dummodo predicte prioris taxationis quan- illis certe grandi satis admiratione percellimur que
titas nullatenus minuatur. Datum Brundusii die v per vulgatos exercitus duces et officiales nostros
octobris XIII. Indictionis ( 1284 ) . ac de potioribus quidem aliquos tam puplice tam
Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 1. se- famose contra predictarum treuguarum seriem com-
gnato 1283, A, fog. 37. missa noscuntur quod verisimilitudo dissenciat nec
apparens ratio contradicat ea vel facienda quod cre-
dere certe non possumus vel demum facta quod excu-
DOCUMENTI xix

sare nescimus nostram latere notitiam nequivisse . qua decet advertat utrum ex eis vestro adijciatur
Que vel facienda prohiberi debuerint vel facta eos an dematur honori. Notorium est et etiam veluti
severius iudicari quando clariori evidentia opus erat quod passi miserabiliter deflent videntes discunt et
credibile facere quod illa nostris affectibus et pro- adjacentes populi non ignorant Nobisque in curia
positis non placerent. Verum prius quam commis- dicti Regis que penes nos est per probationes ydo-
sorum accedat expressio satis adiacet verba repeti neas plene constat quod olim de mense octumbris
treuguarum ut carum serie preposita et deinde com- anni tertie inditionis proximo preterite dum vir
missorum expressione subiuncta clarius liqueat quod nobilis dominus Guillelmus estandardus regni Si-
non sub lege sed contra legem Treuguarum ipsarum cilie Marescallus tunc regius Capitaneus Calabrie
quɔd usque ad festum omnium sanctorum proximo pro usu suo et gentis secum illic ad fidem et ser-
future quinte Indictionis penitus duraturum Guer- vitia regia commorantis per Nuntios suos deferri
ram aliquam non faciatis in terra nec in mari ne- facerit de partibus terre ydronti per mare ad par-
que per vestrorum aliquos moveri aut fieri permit- tes Calabrie in barcis septem sub ejus conductis
tatis exclusis a conditione Treuguarum ipsarum per periculo per eumdem ad mensuram generalem fru-
terram Calabria et citra Calabriam usque Tribisa- menti salmas ducentas et hordei salmas totidem do-
cium et Castrum Abbatis quibus . minus Guillelmus Gazzaranus tunc Capitaneus Ve-
per mare vero et usque ad locos ma- ster in Cutrono per quasdam barcas armatas de gente
ris Treuge sunt indite prout .. vestra capi fecit atque Cutronum devehi predictas
extensis etiam a terminis predictorum finium infra barcas cum eodem frumento et hordeo ac frumen-
terram almugavaris tantum si forte guerram aliquam tum et hordeum ipsum ibi ad opus suum exhone-
per terram .………. ubilibet infra regnum . Promisso ta- rari faciens cum requireretur sollepniter per estan-
men per vos bona fide quod almugavaris ipsis in dardum predictum de restitutione barcarum ac vic-
movenda vel facienda guerra ipsa nullum prestetis tualium predictorum eo quod hiis factum fuerat con-
Consilium auxilium vel favorem nec per officiales tra treguas predictas finaliter et expresse respondit
aut stipendiarios vestros associari permittatis eos- se nihil scire de treguis eisdem ac demum barcas
dem. Et licet ex treuguarum ipsarum serie vobis et et victualia ipsa retinuit ea seu valorem ipsarum
officialibus vestris competat pro munitione terrarum restituere contradicens. Item quod olim circa finem
et locorum Calabrie vestro subjectorum dominio va- mensis Junii eiusdem tertie inditionis ac Mensis Ju-
scella illuc per mare mittere cum munitionibus opor- lii continuo subsequentis initium Cum insula seu
tunis per sequens tamen Capitulum de treugis ipsis locus qui dicitur Licastelli situs in Calabria existeret
per vos gentem valitores ac fautores vestros ubilibet in fide potestate ac dominio dicti Regis in tenuta
per mare servandum ac servare faciendum expresse scilicet ac possessione viri nobilis domini Petri Rufi
subjungitur quod causa faciendi vel movendi guer- de Calabria Comitis Catanzarii qui locum a Regia
ram scandalum vel turb«tionem in locis aliquibus Curia tenuerat et tenebat predictus Dominus Roge-
existentibus ubilibet in dominio ac potestate dicti rius de Lauria cum vascellorum vestrorum estolio
Regis vobis infra treguarum ipsarum tempus cum et gente vestra sub invocatione vestri nominis ve-
vascellis aliquibus ire non liceat aut illuc vascella strisque vexillis hostiliter ad locum ipsum accedens
mittere in magna vel modica quantitate. Quibus illum non solum per armatos de vascellis ipsis in
etiam treugis inter alia subditur quod si medio tem- terram expositis quamvis nec id bono modo equus
pore contra earum formam ab una parte aliqua dap- treguarum ipsarum sensus admittat sed etiam per
na data fuerint alteri eis probatis in Curia domini reliquos de vascellis ipsis per mare aggrediens et
dapna passi vel viri nobilis domini Joannis de Mon- impugnans eum non sine strage civium rerumque
teforte Squillacii et Montis caveosi Comitis pro parte jactura sub octo ferme dierum impugnatione conti-
dicti regis seu viri nobilis domini Rogerii De Lauria nua tandem obtinuit . Qui locus ex tunc ad huc ve-
vestri ac Regni Aragonum Ammirati pro parte ve- stro nomine detinetur ubi atque Geracii Catanzarii
stra Dominus Illatoris infra quadraginta dies nu- et in locis aliis per partes illas in Regia fide do-
merandos a die significationis ex inde per litteras sibi minio ac potestate existentibus in vascellorum ipso-
factas dapna ipsa bona fide sarciri faciat passis . rum adventu et reditu per navigantes in eis preter
Nunc ergo que contra treguarum ipsarum tenorem personarum dispendia que dapna in rebus illata sint
sub concepta ex illis securitate commissa sint Ma- preferimus ad presens eo quod de illis distinctio
gnificentia vestra si placet intelligat ac diligentia clarior expectatur. Item quod infra predictum men-
xx DOCUMENTI

sem Junii Dominus Guillelmus de Padula justitia- cessisse quam qui sub predonum tolerantia deliquisse
rius vester in partibus basilicate nec solum cum noscuntur nec non eis et aliis vestris ad debitam
almugaveris qui per terram ut dictum est locorum treguarum ipsarum observantiam dirigentes tam con-
terminis non clauduntur sed etiam cum Malandrinis grue providere ut treguarum ipsarum ..... citis qui-
aliisque latinis et catalanis de gente vestra terram bus vestrum imminet juramentum ac vestro proinde
Montis Albani de justitiaratu Basilicate sistentem satisfaciatis honori pro quibus omnibus et singulis
in fide potestate ac dominio dicti Regis citra et extra explicandis apertius et efficacius prosequendis pre-
fines predictos a treuguis exceptos sub invocatione dictum dominum Raynaldum Cugnettum ad vos spe-
similiter nominis vestrisque vexillis hostiliter agre- cialiter mittimus cui super iis que circa hec oretenus
diens et ingrediens terram in captivis absumpsit ac ex parte nostra magnificentie vestre retulerit fidem
spoliis atque cedibus et igne consumpsit. In quibus capimus plenariam adhiberi . Datum Neapoli die xxvII
prout vestra non credimus dissentire consilia non decembris iv. Indictionis ( 1290 ) .
solum dapnorum instauratio quod etiam in priva- Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 11. se-
torum trasgressione de dapnis extimabili restaura- gnato 1291, A, fog. 183, 184.
tione subjectis locum habere ce■situr sed etiam pro
eo quod per officiales vestros vestro nomine gesta
sint ac eorum aliqua utpote personarum clades sar- XXII .
ciri vel extimari non possint ipsorum transgresso-
rum .......... peteretur. Quibus omnibus ut illud acci-
dit quod cum in treugis ipsis steterit ut est dictum Karolus secundus etc. Universis presentis scri-
de cohibendis gente valitoribus et fautoribus vestris pti seriem inspecturis. Presentata nuper in Maje-
a guerra per mare atque cohibendo accessu vascel- statis nostre presenciam capitula convencionum
Jorum ipsorum ad guerram scandalum vel turbatio- et pactorum habitorum et tractatorum inter nobi-
nem in insulis vel aliis locis regis faciendam Ecce les viros Thomasium de Sancto Severino Marsici
vestra seu vestrorum vascella et navigantes in eis et Hugonem Vademontis Comites Raymundum de
per superum inferumque mare more piratico discur. Bauctio Hugonem de Viariis et Jacobum de Bur-
rentes et non semper sepe tamen et sepius modico sone milites consiliarios familiares et fideles no-
tum per mare marisque litora tum plerisque aliqui- stros ex parte una et Apparentem de Villanova mi-
bus ex turma depositis per plagias propinquosque litem Capitaneum et Castellanum terre et Castri
saltus et nemora contra fideles regios lapsi sunt et Abbatis per se et universitatem terre et castri pre-
labuntur in predam ac ..... ad terras et loca vestri dicti nec non stipendiariis almugaveris et ma-
dominii redeuntes non scilicet occulte vel tacite sed landrinis in eadem terra morantibus ac servienti-
in pompis ac strepitu adeoque et civitatis ..... 10- bus dicti Castri ex alia sigillis utique dicti Appa-
corum ipsorum in iis ignorantia quoquo modo pre- rentii Guillelmi de Molinis Petri Formice Guil-
tendi ac tolerantia excusari non possit ibi puplice lelmi Aymari et Petri Bertrandi munita continebant
predas exponunt carcerant tenent venduntque capti- per omnia seriem infrascriptam. In primis petit
vos. . . . quorumdam ex dap- dictus Castellanus quod absolvantur renuncientur et
nis huiusmodi que contra treguas predictas per ve- diffiniantur Universis et singulis hominibus habita-
stros regiis sunt illata per alias nostras literas in- toribus dicte terre Uxoribus filiis et filiabus eo-
frascriptas ..... ad ea tamen per presentes insistimus rum omnes offenciones dampna et gravamina lesio-
ut predictum locum de Licastelli per vestros ut dic- nes et opposiciones acta seu illata per eos vel eo-
tum est contra treguarum seriem ..... occupatum rum alterum tam in factis quam in dictis tempo-
mandare velitis et facere absque mora restitui viro ribus retroactis et presentibus contra prefatum do-
nobili domino Raynaldo Cugnetto de Barulo dilecto minum regem Karolum fideles et valitores suos
Consiliario familiari et nuncio nostro latori presen- et quod predicti homines et eorum uxores filii et
tium ad id per nos pro parte Regie Curie ac per pre- familie eorumdem et omnes res et bona eorum sint
dictum Comitem Catanzarii coram nobis sollempniter affidati assecurati et confirmati ad bonam fidem et
constituto vel alii ad id per eumdem nuncium sta- sanum intellectum sine fraude et sine aliquo malo
tuendo pro parte ipsius Regie Curie atque Comitis ingenio et quod confirmentur et observentur eisdem
memorati ac de puniendis predictis tam qui sub of- omnes frankitudines consuetudines et observancie
ficiorum vestrorum titulis vestro nomine taliter ex- quas antiquis temporibus ipsi vel eorum anteces-
DOCUMENTI xxi
sores habere consueverant et si forte donaciones vel vientes dicti castri et quascumque alias personas
concessiones alique facte fuerint per Illustrissimum tam de dicta terra quam aliis qui et que cum di-
Regem prefatum vel aliquem loco ipsius de bonis cto Castellano a predictis castro et terra recedere
et possessionibus hominum dicte terre quod revo- voluerint et secum ire cum filiis et familiis eorum-
centur patronis eorumdem et de toto hoc capitulo dem et quod exhibeantur sibi vassella que dictum
petit fieri regium privilegium per eorum cautela. Castellanum et totam comitivam recedentium cum
Item petit idem Castellanus terminum triginta die- eo cum rebus eorum deferant et deponant eos salve
rum ab eo die videlicet quo Nuncii dicti Capita- et secure usque ad terram Tropee vel ultra in ali-
nei ascendant lignum ituri ad eorum dominum Dom- quo loco dominii dompni Friderici predicti. Item
pnum Fredericum in antea memorandum Ita quod petit Idem Castellanus quod si forte nuncius suus
infra et per totum vicesimum diem ipsius termini missus per eum ad dompnum Fridericum predi-
non recipiat nec recipi faciat fodrum et gentem ali- ctum arrestaretur seu turbaretur infra predictum
quam infra terminum et castrum predictum nisi in terminum et gentem Illustris Domini regis prefati
antea usque ad numerum triginta dierum tali modo non labatur eis terminis dierum predictorum tam
et condicione illis videlicet diebus et viginti usque de turbacione predicta dum tamen de turbacione
ad triginta gens dompni Frederici predicti possit et arrestacione predicta nuncii appareat evidenter.
stare et preliari in campo in loco videlicet ubi di- Item quod si aliqui almugaveri vel malandrini re-
citur Lasilicta sine fortellicia vel monte aliquo in manere voluerint ad fidem et servicia Regis prefati
quibus non sit habilis pugnatio militum et equitum et teneantur solvere seu solvi facere aliquid eidem
ad arma cum dictis dominis vel gente illustris Re- Capitaneo vel alicui Capiti almugaverorum quod sol-
gis prefati longe a mari infra terram per tractos vant eidem debita alioquin non recipiat seu re-
tres baliste et quod dicti nuncii sui ducantur se- colligat illum vel illos. Que omnia et singula su-
cure ad eorumdem dominum supradictum et si ex- pradicta capitula acceptata et affirmata fuerunt per
forcium seu succursus eorum pugnare seu preliari viros magnificos superius nominatos nec non con-
possit vel campum teneri contra dominos supra- firmata per eos prestito ad sancta Dei Evangelia
dictos et gentem predictam idem Castellanus red- corporaliter juramento ex una parte et dictum Ap-
dere terram et castrum minime teneatur et predicti parentem militem Guillelmum de Molinis Petrum
domini obsides omnes pro observacione dictorum Formicam Guillelmum Aymari Petrum Bertrandi
pactorum per ipsum capitaneum exhibitos restituere et alios quadraginta de Melioribus castri et terre
teneantur. Et si forte exforcium seu succursus eo predicte ex parte altera teneri et observari pacta
termino non venerit seu accesserit ut predicitur pre- predicta de quibus observandis dictus Castellanus
dictus Castellanus reddat et reddere teneatur pe- dedit obsides infrascriptos videlicet Matheum de
nitus et liberari totaliter terram et castrum predi- Goffrido Iohannem de Felice filium Mathei de Fe-
ctum cui predictus dominus rex mandaverit seu lice Matheum de Madio Nicolaum Magrintinum Leo-
dominis supradictis et infra predictum spatium tri- nem filium Iohannis de Massa Matheum de sancto
ginta dierum ab hodierna die tercia videlicet mar- Murro Iohannem filium Mathei Dompne Gemme
tii in antea sit treuga inter gentem dompni Regis Francisum Franciscum Ferranum Gaudilectum Ma-
Karoli predicti Valitores et fideles suos ex una gistrum Corradum Barbaleo Bonanoliam filium Ca-
parte et Castellanum ac gentem terre et castri pre- stellani Bernardum de Ribecta Petrum Bertrandi
dicti ex altera Ita quod gens predicti domini Regis Lyoctum deductum Cappellanum Mactalamala Ber-
non offendat nec offendi faciat de die vel nocte ca- nardum Corna Inciluam et Brancatum. In cujus
strum vel terram predictam nec gentem in perso- scripti et pactorum Retroscriptorum roboratiorem
nis vel rebus eorum et dictus Capitaneus et gens firmacionem et tenacem observacionem presens scri-
terre et castri predicti non offendat vel offendi fa- ptum predictus Castellanus et alii superius notati
ciat gentem dicti domini Regis Karoli in personis fieri fecerunt corum propriis sigillis munitum. Scri-
vel rebus eorum de die vel nocte publice vel oc- ptum in obsidione ante Castrum Abbatis die tercio
culte. Item petit idem Castellanus affidari et as- mensis Martii duodecime Indictionis. In quibus no-
securari per Illustrissimum Regem Karolum prefa- ster extitit postulatis assensus quia ergo hiis qui
tum et dominos suprascriptos bona fide et sine post errorem et devium que sequuntur rectam viam
fraude ad bonum et sanum intellectum se et om- repetunt et semitam veritatis gratie nostre Ianuam
nes stipendiarios almugaveros et malandrinos ser- nostram non claudimus. Immo volentibus abiurare
xxii DOCUMENTI

perfidiam fidem sequi misericordie nostre libenter almugaverorum ipsorum conversionem ad fidem non
gremium aperimus predictis pactis et Convencioni- sine re utile ex ratione varia fore proficuam et ho-
bus sic tractatis ubi sic executionis rem et facti ef- nori Regio statuique pacifico patrie considerantes
ficaciam habeant sicut. ....
. . . . . . de certa nostra accomodam dicto Berlengerio capitula et pacta pre-
scientia presencium tenore accedimus et etiam dicta pro se et sociis suis ad fidem redeuntibus
exaudimus ea tenore presencium Confirmantes et prelibatam tali modo providemus et promittemus
Acceptantes expresse ac per nos et nostros Heredes observare quod dictis equitibus ab eo die quo equos
et officiales quoscumque .... decernimus et volu- habuerint in antea gagia equitum computentur et
mus illibatam . Datum Neapoli per Bartolomeum alia pro ut supra destinata sunt per Regiam Cu-
de Capua Militem etc. die vii martii XII Indictio- riam et per nos observabunt eisdem et eis gagia
nis. (1299 ) . persolventur illis videlicet qui in stabilita et obe-
Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 11. se- diencia morabunt. In cujus rei testimonium et tu-
gnato 1299, A, fog. 43. titudinem eorumdem presentes patentes licteras
nostras exinde fieri fecimus nostro sigillo munitas.
Nomina vero ipsorum tam equitum quam peditum
XXIII . sunt hec videlicet Berlengarius de luminaria Andreas
Burratius Guillelmus Raymundi Bertrandus Marti-
ni et Ferreris Oliveri equites item pedites Petrus
Karolus secundus etc. Tenore presencium notum de terminis Guillelmus spronus Parisius de Arnes
fieri volumus universis quod ostense fuerunt nu- Ferreris Alberti Guillelmus Iurnectus Dominicus Bo-
per nobis lictere viri nobilis Thomasii de Sancto netti Guillelmus de Auliana Bernardus Maymonis
Severino Comitis Marsici consiliarii familiaris et Bernardus gavarra Raynaldus de Caraldo Petrus pro-
fidelis nostri que erant per omnia continencie in- namallolus Petrus de Vico Bernardus de Vitali
frascripte. Nos Thomasius de sancto Severino Co- Petrus Ferranti Petrus Baralacta Dominicus Pallo
mes Marsici Regius Capitaneus generalis principa- Raymundus Mathei Boneccus de Salas Bernardus
tus ad guerram tenore presencium notum facimus de Fullularia Bernardus de Saragueria Bernardus
universis quod existentibus nobis intus terram Ca- de Armaterio Berlengerius Baronus Bernardus de
stri abbatis quam ad fidem et mandata Regia est Scarpa Bartolomeus de Arnas Bernardus de Prato
regressa Berlengarius de luminaria almugaverus tam Petrus Fredera Petrus Sardonus Guillelmus Valenti-
pro se quam pro subscriptis almugaveris ad fidem nus Raymundus de Belsa Guillelmus Mirus Raynal-
et mandata regia redeuntibus infrascripta sibi fieri dus de Caralt Petrus magister Bonus natus de Cor-
peciit et attendere. primo videlicet quod pro ipso bera et Petrus Forcia. Data in obsidione intus ter-
Berlengerio Andrea Burraccio Ferrerio oliveri de ram Castri abbatis die xxvIII mensis martii XII Ind.
guardia Bernardo Martini et Guillelmo Raymundi Cumque petitum extitit per Almugaveros supradictos
gagia equitum videlicet unciarum auri duarum per pacta prescripta per nostras licteras confirmari Nos
mensem pro quolibet pro curia exsolvantur Item illa eis tenore presencium confirmamus has licte-
pro Guillelmo et petro de terminis capitibus al- ras nostras sigilli nostri appensione munitas in te-
mugaverorum gagia duplicata videlicet tarenum u- stimonium concedentes eisdem. datum Neapoli per
num per diem pro quolibet capitum eorumdem. manum etc. die Iv aprilis XII Indictionis. (1299) .
Item quod quilibet almugaverorum predictorum Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 11. se-
subscriptorum ad fidem eandem recedentium unius gnato 1299, A, fog. 36. a t.
caroleni per diem gagia consequatur. Item quod
ipsis omnibus tam equitibus quam peditibus suc-
cessivo tam videlicet sanis quam egrotis singulis XXIV .
tribus mensibus paga fiat. Ita quod quicquicd pre-
dicti almugaveri de bonis hostium regiorum fue-
rint modo quolibet acquisiti sine molestia aliqua Scriptum est Vicario Principatus et Stratigoto Sa-
inter se dividant iuxta eorum consuetudinem atque lerni etc. Pro parte Thomasii de Procida militis
usum que omnia supradicta paçta atque capitula fidelis nostri nobis fuit humiliter supplicatum ut
dictus Berlengerius pro se et sociis suis petiit ob- cum pridem de mandato celsitudinis nostre quon-
servari. Nos igitur consideratione debita prudentes dam Iohanni de Procida Patri ejusdem Thomasii
DOCUMENTI xxiii

bona quedam burgensatica existentia in eadem ci-


XXVI .
vitate Salerni fuissent restituta ac Matheo de Porta
de Salerno militi fideli nostro procuratori ejusdem
Iohannis postmodum assignata nunc nonnulli de Sa- Scriptum est Guillelmo de pontiaco militi etc.
lerno asserentes predictum Iohannem seu Thoma- Scribimus per alias litteras nostras Iohanni piticco
sium filium ejus ex certis causis incertis pecunie militi Castellano Castri nostri Sancte Marie de
quantitatibus sibi teneri ad bona ipsa habentes re- monte ut ad requisitionem tuam filios quondam
cursum illa capiunt et dictum procuratorem in pos- Manfridi dudum principis Tarentini quos in dicto
sessione eorumdem bonorum inquietant multiplici- Castro carcer noster includit absque difficultate qua-
ter et perturbant in ejusdem Thomasii prejudicium libet liberet et tibi liberos assignet eosdem propter
manifestum. Super quo provisionis nostre remedio quod volumus et fidelitati tue precipimus ut statim
implorato fidelitati tue committimus et mandamus receptis presentibus prefatum Castellanum qui eos
quatenus bona predicta a quocumque capi non per- liberet instanter requiras quibus liberis convenien-
mittens dictum Matheum in possessione eorumdem tem robam ipsorum cuilibet fieri facias eosque sub
bonorum non patiaris indebite molestari quin imo ducatu alicujus militis vel cuiusvis alterius prout
eumdem Matheum auctoritate presentium in ipso- expedire videris ad nos mittas traditis sibi equis
rum bonorum possessione manuteneas et defendas pro equitatu ipsorum ad loerium conducendis nec
et si secus huc usque fuerit attentatum facias in non expensisque pro adventu ipsorum ad nos usque
irritum revocari si vero aliqui in predictis bonis Neapolim necessarie dignoscuntur predictum vero
jus aliquod habere se dicant illud si voluerint co- Robarum et dictorum equorum loerium solvi ac
ram competenti judice ordinarie prosequantur. Pre- expensas huiusmodi exhiberi sibi facias per Erarium
sentes autem literas postquam eas inspexeritis in quod est tecum de fiscali pecunia existente per ma-
quantum fuerit opportunum restitui volumus presen- nus suas et in eius defectu de quacumque alia in-
tanti. Datum Neapoli in absentia Protonotarii per venienda mutuo ab illis restituenda postmodum il-
magistrum Petrum de Ferreriis etc. Die xvi apri- lis per eumdem Erarium de quacunque pecunia Cu-
lis x Indict. ( 1299 ) .
rie que ad manus suas undecunque pervenerit suc-
Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 11. se- cessive. Ita quod nullus in hoc possit quomodoli-
gnato 1299, A, fog. 210. bet intervenire defectus . Datum ut in proxima.
Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 11. se-
gnato 1299, A, fog. 96. a t.
XXV.

XXVII .
Scriptum est Iohanni piticco militi Castellano Ca-
stri Sancte Marie de monte etc. Volumus et fideli-
tati tue presentium tenore districte precipimus qua- Scriptum est Ecclesiarum prelatis Comitibus Ba-
tenus ad requisitionem Guillelmi de pontiaco mi- ronibus Iustitiariis Secretis Magistris Portulanis et
litis Magne Curie nostre magistri Rationalis dile- procuratoribus Magistris Salis provisoribus Castro-
cti Erarii familiaris et fidelis nostri cui exinde scri- rum Castellanis Capitaneis particularibus ac qui-
bimus Henricum Fredericum et Encium filios quon- buscumque officialibus et personis aliis Insule Sici-
dam Manfridi dudum principis Tarentini quos in lie et pertinentiarum ejus tam presentibus quam
dicto castro carcer noster includit statim absque futuris. Cultum vere fidei et spiritum veritatis Re-
alicuius more vel difficultatis obstaculo ab eodem presentatur ymago patris in filium et per virtutis
carcere liberes eosque sic liberos prefato Guillelmo generative suffragium memoria reservatur in cum
assignes mittendos ad nos per eum prout sibi per immo sic utriusque persona censetur altera ut unius
speciales nostras litteras demandatur mandato ali- actum sanctio Iuris alterius censeat et identitatem
quo huie contrario non obstante. Datum Neapoli in in ipsis alternis actionibus multifariam comprehen-
absentia prothonotarii per magistrum Petrum de dat. Et licet unius rei duorum in solidum non pos-
Ferreriis etc. die xxv Iunii XII Ind . ( 1299 ) . sit esse dominium ipsa tamen Iuris edictio meliora
Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 11. se- prospiciens dominum vivente patre filium quadam
gnato 1299, A, fog. 96. a t. extimatione constituit et in emolumento ac honore
xxiv DOCUMENTI

stipitem hereditarium subrogavit. Sane de Roberto quod illi qui sunt in Monaco non haberent auxilium
primogenito nostro carissimo duce Calabrie ac in hominum victualium nec alicujus alterius rei de
Regno Sicilie Vicario generali utique filio benedi- terra nostra comune janue faciet totum posse suum
ctionis et gratie plenarie confidentes quem ab ex- quod Corradus auria et alii omnes de janua in Si-
perto novimus aborrere vitia et amare virtutes eum cilia existentes inde discedant et januam reverten-
Vicarium nostrum generalem et perpetuum totius tur et si forte predicti nollent discedere comune
Insule nostre Sicilie ac pertinentiarum eius duxi- procedet in eos tamquam rebelles suos in avere et
mus statuendum plenam ei et integram meri ac persona et ultra habebimus a Comuni licentiam
mixti Imperii et animadversione gladij concedentes trahendi et habendi de janua homines ad nostrum
sub certis et specialibus plenitudinibus potestatem soldum juxta voluntatem nostram et insuper prout
quas nostre alie patentes sue inde commissionis lit- creditur multa alia ultra id grata et placibilia no-
tere continent et declarant. Volumus igitur et ex- bis fiant. Nos quoque pensantes quod post obitum
presse mandamus ut eidem primogenito nostro quem bone memorie Patris nostri nobis redditis libertati
velut ymaginarium presentie nostre in Insula pre- prefatum Comune Ianuc semper amavimus et nulla
dicta statuimus tamquam nostro in illa Vicario ge- ejus volumus incomoda vel adversa et quod erga
dictum comune servare intendimus amorem et di-
nerali de omnibus que ad generalis Vicarie officium
lectionem intime caritatis ipsumque in nostra et no-
pertinere noscuntur tamquam persone nostre reve-
renter intendere ac ad honorem et fidelitatem no- strorum persecutione manere confisi de fide industria
stram obedire devotius studeatis ac insuper litteras et legalitate Mathei de Adria Magne curie nostre
eius omnes sub sigillo Vicarie mittendas tam super Magistri rationalis et Landulfi Ayosse de Neapoli
negotiis fiscalibus quam privatis curetis devote re- militis dilectorum Consiliariorum familiarium et fi-
delium nostrorum facimus constituimus et ordina-
cipere et exequi cum effectu ac si essent sigillo
nostri Culminis sigillate . Nos enim penas et banna mus eos et quemlibet eorum in solidum ita quod
que dictus noster generalis Vicarius tulerit vel ferri non sit melior occupantis conditio sed quod unus
mandabit rata gerimus et firma eaque per eum vel inceperit alter perficere valeat et complere ad trac-
ad mandatum eius per Curiam volumus irremissi- tandum complendum et firmandum nomine nostro
biliter a transgressoribus extorqueri. Datum Neapoli cum comuni janue vel cum hiis pro ipso comuni
per Bartolomeum de Capua etc. die xxı Iulij xı qui deputabuntur ab eo omnia et singula supradi-
Indict. ( 1299 ). cta et insuper licet in premissis sane subaudiri pos-
Dal r. Arch. di Napoli , registro di Carlo 11. se- sit et duceat intellectu quod ubi dictum comune
gnato 1299, A, fog. 131. revocet de Sicilia januam prefatos Corradum et ce-
teros januenses cohibere debeat ne alii vel ceteri
illuc vadant pro pleniori tamen cautela que pro ce-
XXVIII . tero non obficere consuevit ad tractandum et fir-
mandum cum Comuni prefato quod sicut obligabit
se dictum Comune de revocandis januensibus de
Karolus secundus etc. Tenore presentis procu- Sicilia pro ut super describitur sic obliget se quod
ratorii notum facimus universis quod sicut certa nullum vassellum armatum de ipso Comuni deinceps
nobis nuper insinuatio patefecit inter quosdam a- vadat in Siciliam in subsidium Frederici et speciales
micos nostros et aliquos de civibus Ianue diebus personas ipsius illuc ire volentes in subsidium Frede-
proximis collatio intervenit ex qua colligitur quod rici predicti pro ut arctius comode comune ipsum
finis voluntatis que invenitur in omnibus civibus poterit cohibeat et restringat obliganti quoque nos
januensibus communis est iste videlicet quod si per obligatione que expedit ad observationem debitam
nos fieret quod castrum Monagi in forciam Comu- eorumdem promittentes sub ypoteca bonorum no-
nis predicti veniret quod si facere non possemus strorum omnium nos ratum habituros gratum et fir-
quod daremus Latorbiam et Sanctanecte in virtute mum quicquid per predictos procuratores nostros aut
Comunis ejusdem ipso quidem Comuni nos faciente alterum eorumdem tractatum completum et firma-
securos de reddendis nobis Castris eisdem Latorbie tum fuerit in premissis et quolibet premissorum.
et Sanctanecte habito Castro Monachi memorato et In cujus rei testimonium et cautelam presentis pro-
si constitueremus Nictie et in partibus illis Vica- curatorii scriptum exinde fieri et pendenti Maiesta-
rium qui fideliter et sine dolo aliquo operaretur tis nostre sigillo jussimus communiri. Actum et
DOCUMENTI xxv

datum Neapoli per Bartolomeum de Capua militem dicitur pervenisse reddentur ac restituentur dicto
etc. die XVI aprilis XIII ind . ( 1299) . comuni modo subscripto Scilicet quod comune pre-
Dal r. Arch. di Napoli, reg. di Carlo 11. segna- dictum extrahet et restituet omnes illos qui sunt
to 1299-1300 C, fog. 137. in dicto Castro monachi et omnes sequaces eorum
nec non et qui eorum occasione sunt banniti et
forestati ab omni banno et eis reddat omnia eorum
XXIX. bona talia et qualia sunt exceptis domibus quorum-
dam Grimaldorum que occasione guerre in parte de-
structe et deformate fuerunt et tandem vendite as-
Carolus secundus etc. Tenore presentis scripti no- signate vel tradite quovis titulo per comune Ianue
tum fieri volumus universis quod nos ex affectu quibusdam intrinsecis civibus per quos postmodum
caritatis interne quem erga comune Ianue semper reparate vel redificate seu meliorate fuerunt vel
habuimus et habemus quamquam alique speciales que vendite assignate seu tradite vel quovis titulo
persone ipsius contra nos sinistra et contraria mo- predictis intrinsecis per dictum comune Ianue.......
liantur circa reformationem tractatus pacis atque licet destructe vel deformate fuerunt quarum do-
concordie inter nos dictumque comune specialibus morum hujusmodi non fiet restitutio sed satisfatio
studiis libenter adhesimus et libentius inheremus eis quorum fuerunt de pretio competenti ad dictum
bonorum virorum seeundum eum statum et valorem
ut pote qui pacis bonum undequaque diligimus et
tractatum hujusmodi effectum ....debitum et premisse in quibus erant eo tempore quo eis fuerunt per dic-
charitatis instinctu sincero animo affectamus cum tum comune quovis titulo vendite tradite vel etiam
igitur subscripta nobis noviter sint insinuata capi- assignate . Ita quod de ipsis possint gaudere sicut
tula per aliquos amicos nostros cives Ianue per que faciunt alii cives Ianue de bonis eorum nec non
tractatus ipse perduci creditur ad debite prosecu- dictum comune faciet remissionem eis de omnibus
tionis effectum nos confisi de fide prudentia et le- dapnis et injuriis per eos et sequaces eorum factis
galitate Mathei de Adria magne curie magistri ra- comuni predicto sive singularibus personis .
tionalis et Landulfi Ajosse de Neapoli militum con- Et quod omnes predicti possint libere et secure
siliariorum et familiarium nostrorum quos pri dem ire redire habitare et stare cum familiis eorumdem
ad comune prefatum pro eadem prosecutione pro- in Ianua et districtu ejus pro eorum arbitrio vo-
vidimus destinandos plenam eis potestatem et auc- luntatis exceptis Grimaldensibus videlicet illis de
toritatem liberam impartimur tractatum ipsum ju- domo Grimaldorum et quinque de aliis de quibus
xta predictorum subscriptorum capitulorum seriem comuni placuerit qui debeant et possint stare extra
et tenorem prosequendi perficiendi firmandi atque Ianuam et districtum ejus ubicumque voluerint nec
complendi ac omnia alia et singula faciendi que redibunt in Ianua vel ejus districtu donec placue-
circa ipsum oportune noscuntur et nos ipsi facere rit comuni prefato .
possemus et deberemus si presentialiter adessemus Et omnes predicti tam illi de domo Grimaldorum
promittentes Leucio de Capua notario infrascripto quam alii jurabunt attendere et observare mandata
legitime stipulanti pro parte dicti comunis et quo- dicti comunis Potestatis et cujuslibet alterius Rec-
rumcumque interest vel interesse poterit nos ratum toris vel Rectorum qui pro tempore fuerint in dic-
gratum firmum et acceptum perpetuis temporibus to comuni et de hoc prestabant competentes ydo-
habituros quicquid per predictos nuncios et Am- neas cautiones et nihilominus solvent mutua ava-
bassiatores nostros in premissis actum tractatum rias datas et collectas que per ipsum comune im-
ordinatum promissum atque firmatum fuerit secun- ponentur sicut faciunt alii cives Ianue.
dum quod capitula ipsa docent illudque attendere Predictis autem de domo Grimaldorum et omni-
complere atque perficere ac attendi compleri et per bus aliis licebit navigare libere et ubicumque et
fici facere sub bonorum nostrorum omnium ypoteca quocumque voluerint ad eorum et cujuslibet ipso-
tenor autem capitulorum ipsorum talis est. rum propriam voluntatem dum tamen solvant in
Infrascripta petuntur fieri per Illustrem Domi- eundo et redeundo expeditamentum sicut solvent
num Regem Hierusalem et Sicilie comuni Ianue alii cives Ianue et in omnibus locis ubicumque fue-
videlicet. quod castrum Monachi et turris seu for-- rint et ibunt tractentur et habebuntur sicut alii Ia-
tellicia Abegii que turris seu fortellicia ab uno nuenses. Restringentur tamen sub quolibet magi-
anno et dimidio circa in posse dicti domini regis stratu Ianuensi sicut alii Ianuenses ,
4.
xxvi DOCUMENTI

Predicta quidem castrum monachi et turris seu mini regis fuerint requisiti dicta turri seu fortelli-
fortellicia Abegii tradentur in posse dicti comunis cia Comuni Ianue remanente.
hoc modo videlicet quod assignabuntur certis per- Simili modo obligent se predictum comune et per-
sonis de lanua de quibus concordabunt dictus Do- sone predicte quod si per prefatum comune Ianue
minus Rex et comune prefatum sub ea conditione non fuerint observate predicto domino Regi pre-
ut si predictum comune non fecerit observare pre- nominatas superscriptas obligationes et promissio-
fato domino Regi et omnibus aliis prenominatis su- nes ac omnes alias que inferius describuntur de-
perscriptas obligationes et promissiones et omnes beant dictum comune et persone quibus assigna-
alias que inferius describuntur teneatur dictum buntur dicta castra Ese et Turbie ac turris seu for-
comune et persone quibus assignantur predicta ca- tellicia Abigii eadem statim sine contradictione aliqua
strum monachi et turris seu fortellicia eadem sta- restituere domino regi prefato aut suo certo nuncio vel
tim restituere domino regi prefato aut certo suo procuratori statuto per eum vel statuendo ad hoc Re-
nuncio seu procuratori ejus ad hoc statuto vel sta- manentibus semper firmis obligationibus aliis factis
tuendo per eum et de hoc se obbligent dictum co- domino Regi et aliis subscriptis per comune Ianue.
mune et dicte certe persone per sacramentum et Circa predicta nichilominus idem dominus Rex
alias ydoneas securitates et cautelas observatis enim prohibebit cum effectu et sine fraude aliqua quod
conventionibus obbligationibus et promissionibus nullus de terra sua Provincie prestabit auxilium
ante dictis et infrascriptis per comune prefatum et vel favorem predictis qui sunt in Monacho eorum
finita guerra insule Sicilie predictum castrum mo- Rebellione durante et quod non possint illi de Mo-
nachi libere restituatur comuni Ianue non autem nacho aliqua victualia de terris domini Regis ex-
per illos quibus dictum castrum tradetur restituatur trahere contra dictum comune Ianue et districtus
etiam in hoc casu turris seu fortellicia superdicta Si eius et hoc dictus dominus Rex faciet inhiberi per
vero nolentibus illis qui tenent dictum castrum mo- provinciam sub competentibus et arduis bannis et
nachi dominus Rex prefatus tradere non posset ipsum penis quas et que faciet a contrafacientibus prout
castrum monachi modo prescripto comuni prefato expedit extorqueri et nichilominus procedet contra
tunc comodabuntur comuni predicto per ipsum domi- eos sicut contra Rebelles ,
num regem castrum Ese et Turbie et assignabitur Et ut omnia superdicta sine aliqua suspicione
Turris seu fortellicia Abegii hoc modo videlicet quod procedant dominus Rex non ponet Senescallum in
dominus Rex tradet predicta castra Turbie et Ese Provincia nec vicarium in Nicia qui dicto Comuni
in posse illorum de Ianua quos ipsi duxerint eli- Ianue rationabiliter possint esse suspecti.
gendos et dictam turrim seu fortellicia Abegli que Prefato quidem domino Regi dictum Comune Ia-
castra custodientur ad expensas comunis Ianue ho- nue promittit et cum effectu faciet infrascripta vi-
mines vero castrorum fructus redditus et proven- delicet quod inhibebit sub magnis et arduis bannis
tus erunt semper dicti domini Regis et regentur et et penis quod nullus de Ianua seu districtus eius
procurabuntur per officiales ipsius domini Regis et vadat in auxilium seu succursum dompni Frederici
dicta castra custodientur per illos de Ianua qui eli" vel Siculorum contra Ecclesiam et dominum Regem
gentur per predictum dominum Regem quousque predictum quas penas et que banna a contrafacien-
comune lanue habebit dictum castrum monachi ad tibus predictum comune cum effectu sine dolo vel
quod habendum continue intendent et procurabunt fraude exiget et extorquebit ac procedat contra eos
sine aliquo dolo vel fraude. quo castro habito sine sicut contra Rebelles .
dilatione aliqua statim dicta castra restituentur li- Et revocabit sub certis magnis penis et bannis
bere dicto domino regi aut suo certo nuncio vel dominum Corradum de Auria et alios Ianuenses qui
procuratori per comune Ianue ac per prefatos qui sunt in Sicilia in subsidium dompni Frederici vel
habebunt in custodia dicta castra. Pro quibus ca- Siculorum. . . . . ipse dominus Rex habere possit
stris modo prefato custodiendis et restituendis ob- inde duos vel tres homines ad stipendia sua et pro
bligabit se dictum comune Ianue per solepnes se- qualibet galea possit habere duas vel tres et hoc
curitates et cautiones ydoneas et cautelas nec non dietum Comune promittet et mandabit.
prefati quibus assignentur predicta castra jurabunt In cuius rei testimonium presens scriptum pu-
et per omagium firmabunt et promittent sub fir- blicum per manus predicti apostolica auctoritate
mis et ydoneis obligationibus dicta castra restitue- notarij exinde fieri et pendenti sigillo Maicstatis
re in casu predicto statim quod pro parte dicti do- nostre iussimus communiri.
DOCUMENTI xxvii

Actum Neapoli presentibus Venerabili in Christo XXXI .


patre domino Petro Dei gratia Episcopo lectorensi
Regni Sicilie Cancellario Iohanne de Monteforte
Squillacij et Montis Caveosi Comite Camerario di- Karolus secundus etc. Universis presentis scripti
cti Regni et Iohanne pipino de Barolo Magne Cu- seriem inspecturis tam presentibus quam futuris .
rie nostro Magistro Rationali ac pluribus aliis . Aufertur de vultu Regis iniquitas cum humana equi-
Et datum ibidem per Bartolomeum de Capua mi- tas illi sit socia benigna clementia constanter amica.
litem logothetam et prothonotarium Regni Sicilie harum quidem inspectio principem facit in cogno-
anno domini м° ccc° die vi Madij x Ind . Regno- scendo providum in discernendo securum quia dum
rum nostrorum anno XVI. per amabilis equitatis instinctum in humaniorem
partem declinat iudicium nec mansuetudo legis of
Et ego Leucius de Capua qui super puplicus a-
postolica auctoritate notarius ad mandatum prefati fenditur et rigor sevientis Iustitie temperatur· et
domini nostri Ierusalem et Sicilie Regis predictis dum levitas remissive clementie abolet termina fir
omnibus et singulis presens interfui et stipulatione mat Regnantium solia ut in securitate perpetua gau-
premissa cum debita sollempnitate recepta ca pro- deant et translationum amara dispendia non pave
pria manu scripsi et in puplicam formam redigi scant quo fit ut sodalem nobis ipsam clementiam
sereno complectentes amplexu libenter exerccamus
meoque consueto signo signavi.
in subditis et ministris nostris eam exercentibus
Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 11. se-
ubi maxime ratio puplice utilitatis exposcit prom-
gnato 1299-1500 C, fog. 45.
ptum et placidum prebeamus assensum quin potius
ut quod per eos agitur clementer et provide suf-
fragium plenioris firmitatis obtineat expresse no-
XXX . stre confirmationis munimine roboramus. Sane licet
Virgilius de Cathania miles dilectus consiliarius
familiaris et fidelis noster dudum in insula nostra
Karolus Secundus . • notum facimus universis
Sicilie rebellionis orto discrimine cum occupatio-
quod nos de Viro Nobili Rogerio de Lauria Milite
nis iniuria et obstilitatis insultu capitibus factionis
Regnorum Sicilie et Aragonum Ammirato dilecto
occupationis et obstilitatis eorum faventer adherens
Consiliario familiari et fideli nostro tamquam de cor- et cum aliis rebellibus siculis diuturne conversans
poris nostri parte plenarie confidentes ei commit-
eorum pro qualitate temporis extiterit fautor et fo-
tendum duximus quod ipse promittere valeat Uni-
tor delictum tamen hoc suum non ex proposito con-
versitatibus et Specialibus personis Insule nostre tigit set ex casu sicut antique sue devotionis ad
Sicilie gressus fidelitatis egressis ad fidem et man- tempus pro timore latente erga clare memorie do-
data Sancte Romane Ecclesie nostramque redire vo-
minum patrem nostrum et nos fides docuit et ef
lentibus quidquid sibi fore in hac parte providen- ficacia operum cum locus affuit demostravit . Et tan-
dum videbitur rationabile aut decens secundum re-
dem post temporis multi curricula dum Robertus
ctum bonumque iudicium Remoto cuilibet cavilla-
primogenitus noster carissimus Regni nostri Sicilie
tionis seu dure interpetracionis anfractu promit- Vicarius generalis cum copiosa caterva militum et
tentes nos tenore presencium bona fide in verbo
peditum Comitiva ad contundendam Siculorum ip-
regie Majestatis id quod per eumdem Ammiratum
sorum hostilitatis et rebellionis induratam proter-
promissum fuerit sicut premittitur Universitatibus
viam transfretasset Virgilius ipse ductus spiritu bone
et personis Specialibus supradictis ratum et firmum
mentis et pure non de suo tamen reditu ad huius-
habere et inviolabiliter observare ac si promissum
modi fidem nostram promptitudinem que diutius in
foret specialiter per nos ipsos . In cujus rei testi-
pectore fideli latuerat indicavit set eius ministerio
monium presentes licteras exinde fieri et pendente Catanienses quorum pro malitia temporis preclara
Majestatis nostre sigillo iussimus communiri.Datum
fides erga nos simili modo delituit optati temporis
Neapoli per Bartolomeum de Capua Militem etc.
oportunitate captata ad cultum et Reverentiam
die xx Iunii xu Indict. ( 1300 ) . Sancte Romane Matris Ecclesie atque nostram
Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 11. se- cum devotionis affectu humiliter redierunt. Pre-
gnato 1299-1500 C, fog. 55. fatus vero Primogenitus noster in conversione di-
eti Virgilii obtentu suorum tam grandium et lau-
xxviii DOCUMENTI
dabilium meritorum subscriptum privilegium cum est serviri de militaribus servitiis infra octo de
providi cautela consilii gratiose concessit quod qui- consueto tantummodo servitio. Si vero debeantur
dem de verbo ad verbum presentium tenori subne- militaria servitia ultra octo cum de certa scientia
ctitur de nostra speciali conscientia ut quod per teneamus quod redditus et proventus eorumdem
nos in hac parte agitur processisse de certa nostra Castri et Casalis ad plurium quam octo servitiorum
scientia demonstretur cuius privilegij tenor per summam ascendunt de servitio militum octo tantu-
omnia talis erat . Robertus primogenitus Illustris le-
modo teneantur relaxato sibi per nos reliquo de
rusalem et Sicilie Regis dux Calabrie ac eius in certa scientia gratiose quod servitium dictus domi-
Regno Sicilie Vicarius generalis. Universis presens nus Virgilius in nostri presentia constitutus pro se
privilegium inspecturis. Opus in nobis egregium ac suis heredibus eidem domino patrí nostro nobis
Clementia suggerante proficimus si ad illos qui de- nostrisque heredibus ac successoribus voluntarie fa-
votionis et fidei claritate prelucent et digna premia cere obtulit et promisit . Ita etiam quod si qui sunt
promerentur manum nostre liberalitatis extendimus quibus per Clare memorie dominum Avum vel Ge-
cosque ad statum honores et gloriam congruis be- nitorem nostrum aut nos aliqua bona possessiones
neficiis sublimamus . Quia proinde vigor fidelitatis seu Tura in predictis Castro Biccari et Casali Chi-
augetur in subditis et alij ad serviendum devotius minne ac eorum pertinentiis sunt concessa illa in
animantur exemplo. Sane attendentes probitatem et capite teneant prout eis concessa fore noscuntur nec
merita Viri nobilis domini Virgilii de Cathania con- ctiam respondeatur eisdem domino Virgilio et he-
siliarii familiaris et fidelis nostri dilecti necnon redibus suis per Barones et feudatarios si qui sunt
grandia grata et accepta servitia que miles ipse ibidem nisi de hiis tantumodo qui inter ipsa Ca-
predicto domino Genitori nostro et nobis precipue strum et Casale tenentur aliqui eorumdem. Quorum
in reducenda noviter Civitate Catanie ad cultum si qui sunt qui servire Curie Regie vel nostre in
fidei Sancte Romane Ecclesie ac Serenissimi principis capite tenentur in Regio et nostro demanio reser-
predicti domini Patris nostri et nostre prestitit et que ventur Retentis etiam Regie ac nostre Curie salinis
ad presens sub continuis laboribus in convertendis ad si que sunt ibidem animalia insuper et equitature
fulem predictam aliis Civitatibus et locis Insule Sicilie Aratiarum et Marestallarum Regiarum atque no-
prestat ac diversimode prestare poterit in futurum strarum pascua et aquas libere sumere valeant in
Castrum Biccari et Casale Chiminne sita in Insula territoriis et pertinentiis dictorum Castri atque Ca-
Sicilie ultra flumen salsum cum hominibus vassallis salis et si forte ipsarum tenimenta seu pertinentie
fortellitiis Casalibus Villis habitatis et inhabitatis protenderentur usque ad mare reservetur domino
Massariis redditibus proventibus servitiis domibus Patri nostro et nobis ac dictis heredibus et succes-
possessionibus vineis terris cultis et incultis planis soribus nostris possessio Ius et proprietas totius
montibus pratis nemoribus pascuis molendinis aquis litoris et maritime pertinentiarum ipsarum in quan-
aquarumque decursibus tenimentis territoriis et a- tum de mari infra terram per iactum baliste dicte
liisque Iuribus Iurisdictionibus et pertinentiis suis pertinentie protenduntur quam maritimam per ho-
omnibus prout ea tenuit dominus Matheus de Ter- mines Regii ac nostri demanii volumus custodiri.
mis Rebellis hostis Regius atque noster que videli Investientes predictum dominum Virgilium per an-
cet de demanio in demanium et que de servitio in nulum nostrum de Castro et Casali predictis. Ita
servitium pro illo annuo redditu quem Castrum ac quod tam ipse quam predicti heredes sui Castrum
Casale predicta valent aut fuerint valere comperta et Casale predicta predicto domino patri nostro
eidem domino Virgilio et suis heredibus auctoritate nobis nostrisque heredibus et successoribus perpe-
predicti Vicariatus quo fungimur in perpetuum da- tuo in capite teneant et possideant nullumque alium
mus donamus et tradimus ac ex causa donationis preter eumdem dominum Genitorem nostrum nos
proprij motus instinctu concedimus in baroniam de ac heredes et successores nostros maioris dominii
liberalitate mera et gratia speciali iuxta usum et ratione superiorem ac dominum recognoscant pro
consuetudinem Regni Sicilie . Ita quidem quod iidem quibus Castro et Casali miles ipse in manibus no-
dominus Virgilius et heredes ejus pro Castro et Ca- stris ligium fecit homagium et fidelitatis prestitit
sali predictis predicto patri nostro nobis nostrisque Juramentum cui de gratia speciali concessimus quod
heredibus et successoribus immediate ac in capite quamcito predicta castrum et Casale fidei predicte
iuxta usum et consuetudinem dicti Regni servire... redierint dicti dominus Virgilius ac heredes ejus
si videlicet pro eisdem Castro et Casali consuetum absque ulteriori mandato Regie curie sive nostre
DOCUMENTI xxix

possint corporalem possessionem dictorum Castri et tu istius nostre gratie non priventur. Nos enim
Casalis auctoritate presentis privilegii adipisci. re- ipsi domino Virgilio ad majorem sui securitatem
tinemus insuper prefato domino patri nostro nobis expresse promisimus quod presentem nostram gra-
ac dictis nostris heredibus ac successoribus jura- tiam sibi et heredibus suis per sacrosanctam Ro-
menta fidelitatis prelatorum Baronum et feudata- manam Ecclesiam et predictum dominum patrem
riorum si qui sunt ibidem ac universorum homi- nostrum pro posse curabimus confirmari. Salvis sem-
num Castri et Casalis ipsorum que dicto domino per predicto domino Genitori nostro nobis ac dictis
patri nostro nobis ac eisdem heredibus nostris et nostris heredibus et successoribus juramento et fi-
successoribus precise contra omnem hominem sicut delitatibus antedictis ac usibus et consuetudinibus
est de jure et consuetudine prestabuntur quibus dicti Regni nec non Iuribus Regie Curie dicti Re-
prestitis iidem dominus Virgilius et heredes sui gni ac alterius cujuscumque In cujus rei fidem per-
assecurabuntur ab ipsis prelatis Baronibus et feu- petuamque memoriam atque prefatorum domini Vir-
datariis et hominibus juxta usum et consuetudinem gilii et heredum suorum cautelam presens privile-
dicti Regni. propterea dicto domino Virgilio com- gium exinde fieri et appensione sigilli Vicarie quo
misimus similiter auctoritate presentis privilegii utimur jussimus communiri. Actum Cathanie pre-
tempore adeptionis possessionis ipsius possit pro sentibus Viro Venerabili domino Guillelmo Electo Sa-
parte Regie Curie seu nostre a predictis prelatis lernitano domini nostri Summi Pontificis in Insula
Baronibus et feudatariis et hominibus juramenta Sicilie Vicemgerente Cancellario necnon Viris Egre-
predicta recipere ac se facere assecurari si hec duxe- giis domino Thomasio de Sancto Severino Marsi-
rit eligendum . alioquin Iuramenta ipsa recipi et censi Domino et Philippo de Flandria Lauretani et
eumdem militem assecurari faciemus per officiales Theani et Domino Binengano de sabrano ejusdem
nostros quibus hec providerimus committenda. Ca- regni Sicilie Magistro Iustitiario Arianensi Comiti-
vemus insuper eisdem domino Virgilio et heredi- bus domino Rogerio de Lauria Regnorum Sicilie et
bus ejus per presens privilegium quod si forte pre- Aragonum Ammirato et domino Americo de Sus
dicta Castrum Biccari et Casale Chiminne compe- Consiliariis familiaribus nostris ac pluribus aliis.
riantur aut sint de mero demanio et propterea o- Datum vero ibidem anno Domini MCC" nonagesimo
nono die undecima mensis Octubris xm Indictio-
porteret eadem Baronia hujusmodi ad nostrum De-
manium revocari talis revocatio non liceat Regie nis. Nos igitur ad eque censure regulam clemen-
Curie sive nostre nec dato prius eisdem domino tieque dulcorem et ad tanti successus compendium
Virgilio et heredibus suis in terris et bonis fiscali- quod ex ipsius Virgilii commissione provenit de-
bus que de mero demanio non existant equivalenti bitum considerationis nostre vertentes intuitu gran-
excambio pro Castro et Casali predictis . Ita quod diaque etiam et utilia sua servitia que puris et
inde reputent se contentos et etiam si forsan do- devotis affectibus majestati nostre prestitit prestat
minus Matheus de termis qui adhuc in rebellionis et in futurum prestare poterit diligentius attenden-
et erroris perfidia perseverans Castrum et Casale tes predictis omnibus gestis per eumdem primoge-
prefata ut ponitur tenet ex concessione facta sibi nitum nostrum assentientes eaque approbantes ex-
ab olim per excellentem principem dominum Iaco- presse prelibatum privilegium in omni sui substan-
bum Illustrem Regem Aragonum tunc Sicilie oc- tia et effectu de certa nostra scientia et speciali
cupatorem illicitum vellet ad cultum fidei predicte gratia confirmamus prefatis reservationibus Iuribus
redire sub conditione fortassis de prefatis Castro curie nostre et cujuscumque alterius semper sal-
et Casali sibi et suis heredibus relaxandis conce vis. In cujus rei fidem perpetuamque memoriam et
dendis dandis seu confirmandis aut quivis alii pre- predicti Virgilii heredumque suorum cautelam pre-
tenderent se jus habere in Castro et Casali eisdem sentis indulti scriptum exinde fieri et pendenti si-
gillo majestatis nostre jussimus communiri. Actum
non liceat eosdem dominum Virgilium et heredes
suos presenti datione donatione ac traditione seu Neapoli presentibus Venerabili in Christo patre Phi-
lippo Neapolitano Archiepiscopo Viro nobili Ioanne
concessione vel prefata possessione destitui ullo mo-
de Monteforti Squillacii et Montiscaveosi Comite
do quin imo in Casu ipso provideatur eidem domino
Regni Sicilie Camerario Et Ioanne pipino de Barolo
Matheo aut aliis jus forsan habentibus in eisdem
in terris et aliis bonis fiscalibus dicti Regni que milite magne Curie nostre Magistro Rationali dilec-
similiter de mero demanio non existant . Ita quod tis Consiliariis familiaribus et fidelibus nostris ac
pluribus aliis etc. Datum ibidem per Bartholomeum
predictus dominus Virgilius et heredes ejus fruc-
XXX DOCUMENTI

de Capua militem logothetam et prothonotarium FILIA MANFREDI REGIS CONSTANTIA PETRO


Regni Sicilie anno domini м° ccc° die xx Iulii HIC SUA CONSORTI REGIA SCEPTRA DEdit.
XIII Ind. Regnorum nostrorum anno sextodecimo.
Dal r. Arch. di Napoli, registro di Carlo 11. se- Nella parte destra si leggono i seguenti :
gnato 1299-1300 C, fog. 84. a t.
SPONSUS UT EST TEMPLI DEUS ISQUE HOMO VIRGINE
NATUS
XXXII . SIC AQUILAE GEMINUM CERNIS INESSE CAPUT.

Nella parte sinistra :


Cappella di s. Maria l'Incoronata.
CVM SIS DIVORUM ALTRIX REGUM ET Regia sedeS
Sopra la porta di questa cappella si vede dipinta ET MERITO REGNI DICTA PANORME CAPUT.
a fresco per opera d'antico pennello la coronazione
del re Pietro d' Aragona, e della regina Costanza sua In un marmo sopra la finestra che sovrasta alla
moglie, fatte in questa cappella nel 1282. Nella parte porta, si legge questa iscrizione :
destra si vede il re genuflesso avanti il vescovo ( e
fu quel di Cefalù, poichè l'arcivescovo di Palermo HIC OLIM SICVLO CORONA REGI
Pietro Santafede s'era portato in Roma ambascia- SACRIS E MANIBVS DABATVR VNCTIO
tore del regno al Pontefice Martino iv. in discolpa HVNC MVNDI DOMINA DEIQUE MATER
de' siciliani dopo il vespro siciliano, come scrive il HIC CRISTVS COLITVR PIVS CORONANS
Pirri, in Cronologia Reg. fol. 61 ) . Assiso il prelato ET QVISQVIS BONA FABRICAE LEGAVIT
in una sedia avanti i gradini dell' altare in abito TEMPLI MAGNIFICI TVI PANORME
pontificale, mette in capo al re la corona di Sicilia , DIVINA PRECE SEV HOSTIA IVVATVR.
alla presenza di alcuni prelati assistenti. Sɔtto il re ANNO REPARATI ORBIS MDXXV IDIBVS SEPTEMBRIS
si legge Petrus Aragonius. Nella sinistra parte si
vede la regina Costanza sua moglie che riceve la
corona dal vescovo in piedi, coll' assistenza di alcuni Trattando dell'interno di questa cappella il Mon-
prelati. Sotto la regina si legge : Regina Constantia. gitore scrive :
La diversità del re in ginocchio e il vescovo seden- Nella volta della tribuna si osserva dipinto a fre-
te, e di Costanza sedente e il vescovo in piedi, fu sco l'Eterno Padre sedente in trono che con la de-
notata dal Gualterio in tabul. fol . 93 : « Petro ge- stra corona il re Pietro d'Aragona, e con la sini-
nuflexo a sedente archiepiscopo corona imponitur : stra Costanza, amendue genuflessi. A fianco del re
Constantia sedente ab assurgente datur. » Il p. Amato , si vede s. Pietro Apostolo in piedi che tien con la
nel lib. 4. cap. 6, fog. 49, riflette sopra questa di- destra le chiavi, con la sinistra un libro aperto col
versità : « Constantia Sueva Siciliae domina sedet : motto : Petrus ero Petro Regi Siculorum. A lato della
vir Petrus Aragonensis flexis genibus ; primam stans regina si vede s. Paolo Apostolo , che ha nella destra
Praesul, secundum coronat sedens. » la spada , nella sinistra un libro aperto ; ma non
Nella parte superiore si vedon l'armi del re Pie- può leggersi il motto cancellato dall' antichità.
tro. Sotto il limitare della finestra si legge scolpito : Non senza dispiacere considerano gli amatori del-
l'antichità, che doveasi conservare, ec.
HIC REGI CORONA DATVR. Da' Mss. del Mongitore. Cattedrale di Paler-
mo, etc. - Nella Bibl. Com. di Pal. Q. q. n. 10.
Sopra la finestra vi sono a pennello questi versi : fog. 675.

FINE DEI DOCUMENTI


INDICE DEI DOCUMENTI

1270. 3 Febbraio- Carlo 1. agli stratigoti di Sa- 1283. 24 Settembr.- Carlo principe di Salerno ad
lerno. Salvocondotto per Landol- Alberico de Verberiis. Descri-
fina moglie di Giovanni di Pro- zione del vasellame e minuta-
eida. - Docum. I. glie d'argento , impegnati dal
1278. 13 Agosto....- Carlo 1. al giustiziere di Ba- principe in poter di mercatanti
silicata. Sul corso de' nuovi car- romani . - Docum. x.
lini e mezzi carlini d'oro ; e la 1283. 27 Settembr.- Carlo principe di Salerno al
elezione de' giudici e maestri capitano di Geraci , ec . Dona-
giurati. - Docum. 11. zione di piccioli poderi a' sol-
1279. 12 Agosto ... Carlo 1. Cedola della distribu- dati che avean difeso il castel
zione della nuova moneta bassa di Sperlinga nella rivoluzione
per le terre della Sicilia oltre di Sicilia. - Docum. XI.
il Salso. - Docum . 111. 1284. 29 Marzo... Carlo principe di Salerno al
1282. 3 Aprite ....- Confederazione tra le città di castellano del castel dell' Uovo
Palermo e di Corleone. -. Do- di Napoli. Ordina di liberare
cum . IV. Arrigo Rosso da Messina.
1282. 13 Aprile ……..— Epistola de' palermitani ai mes- Docum. XII.
sinesi, perchè seguano la rivolu- 1284. 9 Aprile ... -- Carlo principe di Salerno ai
zione. - Docum. v. capitani di parte guelfa in Fi-
1282. 19 ( Agosto ? ) - Pietro d'Aragona a Eduardo 1 . renze. Perchè faccian mandare
d'Inghilterra. Avviso del pros- dalla città di Pisa le promesse
simo suo passaggio in Sicilia. galee per la impresa di Sicilia.
Docum. VI. - Docum. XIII.
1282. 29 Settembr.- Carlo 1. al capitano dal Faro 1284. 19 maggio.. Carlo principe di Salerno a Ca-
sino ai confini degli stati della tello de' Catelli e Gentile da san
Chiesa. Ragguaglio della ritira- Miniato . Perchè affrettin la le-
ta da Messina. - Docum. VII. va di gente in Lombardia.
1283. 8 Febbraio.— Pietro d'Aragona al giustiziere Docum. XIV.
Ruggiero di Mastrangelo. Su la 1284. 14 Giugno.. Carlo 1. al comune di Pisa.
immunità degli ecclesiastici dal- Ragguaglio della sconfitta del
la imposta deliberata poco in- principe di Salerno, e del nuovo
nanzi nel parlamento di Cata- armamento del re contro la Si-
nia. - · Docum. VIII, cilia. Docum . xv.
1283. 15 Febbraio.- Pietro d'Aragona al comune 1284. 7 Agosto .. Carlo 1. al giustiziere di Capita-
di Messina. Enuncia le franchi- nata . Faccia mozzare il piè a ' di-
ge accordate a tutta la Sicilia sertori saraceni. Docum. XVI.
nel recente parlamento di Cata- 1284. 10 Agosto .. Carlo 1. Proclamazione a' sici-
nia. - Docum. IX. liani, in cui si fa nota la ele-
zione di Roberto conte d' Artois liberi i figli di Manfredi. - Do-
a vicario generale in Sicilia con cum. XXV.
pien potere..- Docum. XVII. Detto........ Carlo II. a Guglielmo de Pon-
Detto........ Carlo I. al conte d'Artois. tiaco . Su Jo stesso argomento .
Su lo stesso argomento. - Do- - Docum. XXVI.
cum. XVIII. 1299. 24 Luglio...-Carlo 11. Elezione di Roberto
1284. 19 Agosto ..- Carlo 1. a parecchi giustizieri. suo figliuolo a vicario generale
Faccian mozzare il piè sinistro in Sicilia con larga autorità.-
ai disertori dell' armata. - Do- Docum. XXVII .
cum. XIX. 1300. 16 Aprile... Carlo n. Procura a' suoi legati
1284. 5 Ottobre.- Carlo 1. al giustiziere di Terra
per trattare con la Repubblica
di Bari. Toccando i capi più im- di Genova. — Docum. XXVIII.
portanti della guerra di Sicilia, 1300. 6 Maggio..- Carlo 11. Capitoli dell' accor-
richiede nuovi sussidi de' po- do tra il re e Genova. -·Do-
poli a continuarla.-Docum. xx. cum. XXIX.
1290. 27 Dicembr.- Roberto Conte d' Artois a Gia- 1300. 20 Giugno..- Carlo II. all'ammiraglio Rug-
como d'Aragona . Sopra alcune gier Loria. Gli dà pien potere
trasgressioni alla tregua di Gae- a fermar quantunque patti con
ta. — Docum. XXI. città o individui della Sicilia che
1299. 7 Marzo 21 Carlo 11. Ratifica i patti fermati volessero tornare in fede . - -Do-
col capitano per Federigo di cum. XXX.
Aragona in castell' Abate.- Do- 1300. 20 Luglio... Carlo II. Ratifica una conces-
cum. XXIII. sione feudale fatta da Roberto
1299. 4 Aprile... Carlo 11. Ratifica i patti fermati vicario a 11 ottobre 1299 in fa-
con gli almugaveri di castel- vore di Virgilio Scordia da Ca-
l'Abate. -· Docum. XXIII. tania . Docum . XXXI.
1299. 16 Aprile .. Carlo 11. al vicario di Princi- Descrizione di alcune antiche
pato. Sopra la restituzione di dipinture nella chiesa di s. Ma-
alcuni beni a Tommaso di Proci- ria Incoronata in Palermo , tratta
da.- Docum . XXIV. da un Ms. del can. Mongitore .
1299. 23 Giugno... Carlo 11. al castellano di santa -Docum. XXXII.
Maria del Monte. Che gli mandi

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BIBLIOT

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