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MF 7548
* 38.H.37
MENTEM ALIT ET EXCOLIT
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K. K. HOFBIBLIOTHEK
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* 38.H.37
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STANZE
A.
D'ALESSANDRO
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MANTOVANO ;
TOVE NARRA L'ORIGINE, 3
& fatti dell'Illuftriffima Cala di
CERNOVICCHI :
CON PRIVILEGIO .
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DELL'ECCELLEN
SIG . LORENZO
CORSO SICILIANO .
A L LILLVSTRISSIMA
Fameglia di Cernouicchi .
DEL
Olese
A L L'AVTTORE .
V che defcendi dal gran Mantouano
TYPadre della latina,e ſanca lingua 2
DEL
SOS
DEL REVER
S. A B BA TE
TARQUINIO
BRY NO .
ALL'A V TTORE.
WIND
S
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DELLA S. LAVRE
LLONCINI.
ALL'ILLVSTRISSIMA
Fameglia di Cernouicchi.
Amegliailluſtre a portarſcettri auezz
Che da l'Atlante , a gli Indiani ſegni,
Ribomba il ſuon de la tua degna altezza
Vorrei, ma non poſs'io la tua grandezza
Trattar gli geſti tuoi ſublimi, e degni,
Ma i feminil miei Carmi ſono indegni
Tanto ſperar de l'humil ſua baſſezza ;
Pur s'auuerra giamai,ch’Euterpe,e Clio,
Preſtiao l'ali a l'alto mio penſiero ,
Forſe ſciorro la lingua , e le parole ;
E doue lo mio carmehora è reftio ,
Allhora canterà l'illuftre prole ,
Degna del fil de lo toſcano Homero .
AL
AL MOLTO ILLVS
SIGN . MIO IL SIGN.
DON PIETRO
CERNOVICCHIO .
13
HOME UNA
Da quel
Daquel,come dal Soli chiari raggi,
Venner'al mondo dui famoſi figli,
Nell'armi e nelle lettre tanto faggi,
Ch'eran diuini in fatti & in conſigli,
Fecero a Sciti danni e grauiolcraggi,
Ponendoli piu uolte in gran perigli ,
Eugenio il primo, è Lazar il ſecondo
Due géme ch'illuftrar l'Europa e'l modo.
Lazaro fu defpoſto , ouer gran Duca ,
Coronato di tutta Bulgaria ,
La cui virtù mi par che lo conduca
A gran trionfi , contra la turchia,
Non uolſe di quel d'alcriuna feſtuca ,
Ma refle il ſuo con gran giuftitia è pia ,
Poi ſciolta Palmadal corporeo uelo ,
Fra diuine armonie fali nel cielo .
RU
STO
Cenancescence
Queſto
Quefto dapoi fi nominò Coffazzos,
E ciò li uene'andado a caccia un giorno >
แ ti
D
LE
Soneren
CANTO SECONDO.
E
D che latuafanta ueraè giuſta legge
El tuo popul Chriſtiano il ſuo domino,
el tuo redento con il ſangue gregge,
Sia in preda de peruerſo ,ſaracino ,
Che ſempre pecca,è mainon li corregge,
Profana i facri'luoghi, Altari, è Tempij
Dando di crudeltà Cuttigli eſempij .
Frange gli uaſi ſantiftratia i ueli,
Tra quali Chrifto fi conſacra ſpeſſo,
Arde li facraciſsimi vangeli,
E ftupra l'alme belle d'ogni feffo ,
Prende le retre,è minacciando i Cieli,
Alza il ſuo ſtaco , el noitio cien'oppreſſo,
Poſsiede inpace, e noi ftià sépre in guer
Et è monarcha quaſi della terra. Mena (12
Mena cactiue l'anime di Chriſto ,
Tormenta i buoni, arde le Chiereſie ,
Vecide i lanti,taglia a braoi il triſto ,
Scaccia i ſignoridelle ſignorie ,
Di rado perde,mafa ſpeſſo acquiſto ,
Ed è tiran Re delle tirannie ,
E s'vn di rotto in mar pianſe infelice ,
In terra ride mille di , felice.
Br
Neti
Neci penſar don Pietro illuftre , ch'io
Habbia poſto in oblio , lo tuo Vetcore,
Che dell'illuſtre gran Giouanni uſcio,
Che fu della tua prol uiuo fplendore ;
Queſti par anco in la città di Dio
Vinegia , uiue ancor colmo d'honore,
Che benche giouen fia, chiaro dimoſtra
D'eſſer germoglio della caſa uoftra.
11 ,
d.. ) . ,
Brindiſi cole quel già detto Helia ,
Nel fin dell'altro canto in regal tomba,
Perche uiſterte, è uiffe cutea uia,
E di ſua lode la città ribomba, -
ma l'alma pura generola, e pia,
Staſſe nelciel qual candida colomba ,
Doue fruifce la bontà diuina ,
,
A cựi chi non fa ben mai's'auuicina tà
Quelle ql magnioHelia chenelmio fondo
Dal primo Coſtantin mifu moſtrato ,
Queſt'è ilgran patre per eterno donno,
Di Nicolo, e di Pietro dal ciel dato ,
Gli humani ingegni pareggiar non põno
Le fue virtù , dei quali fu adornaco ,
De qualitadi tanco ſegnalate ,
Ch'uniche al mondo furon giudicate .
Perchequantunqueſoprainteſohabbiamo
Effer i Cernouicchi huomini eccelfi ,
Non tutti noi però forſe ſappiamo,
Che queſt'unico fol tramorti fcielf ,
E benche l'opre iue di cantar bramo,
Non però tal ualor dal mio cuor fuels ,
Sendo che non conuiene a l'huom finito
Di poter eſplicarquel ch'è infinito .
E dunque meglio di laſciars'adietro ,
Quel che no li può dir come ua inoanzi
Acciò fe honor da Clio io non impetro,
Che men dal mondo biaſmo non auanzi,
Dirò di Nicolo,dopò di Pietro ,
Suoi figli, emiei fignori epadronanzi
* Miei ſacri Numi, ouer terreſti Dei ,
Gloria e íplendor di tutti i carmi mici.
no
Ne , nelle
Helia
Helia lor patre candido, e felice,
Laſciò giù quefti duoi virgult'eletei
Nè l'armeNicolo fù la fenice,
Pierro gloria dei monaci perfetti,
Ma tanto d'ambiil diuin foglio dice,
Che non ſi troua fine a i bei concetti ,
Compoſtiin lode dellidoifratelli,
Di fede, e di bontà ricchi gioielli
E mentre queſti dui cantando éfalta ,
Di ualor, e uirtude , ecorteſia ,
In uiua ſpemel'un'è l'altra ſalta ,
Di racquiſtar la Grecia , e l'Albania ,
Però chiaman il padre conuoce alta ,
Per nome propio qual'è quel d'Helia,
E Dio permette c'hanno la riſpoſta ,
Che l'yna,e l'altra coſa ho quiui pofta.
C 2 O Cer
O Cernoyicchio Helia , perche non ſei
Viuo hoggi, a udire ch'i figlioli tuoi ;
Di mano leuaran de Scici rei
La Macedonia , e tutti i ftati fuoi ,
E col fauor delli celeſti Dei
Hauran la Grecia , l'Afia ,è i lidi Eoi,
E quant'irriga ilgran Danubio e Saua,
Ii Gange, il fiumeche'lgran menfi laua
Egli per uolontà di Dio riſponde,
Se ben dirado i morti a uiui danno
Riſpofta, con parole ſigioconde,
Che quì tra uiui e mortid'udirfanno ,
prole mia d'ogni uirtù feconde,
Dimenon ui pigliate alcuno affanne ,
Perche fi noi perdemo i regni noftri ,
Io uiuo in pace nei ſuperni chioſtri .
Meglio
Meglioè perderi regni della terra ,
Che licelefti iquali fono eternis
Quei sépre ſon ſoggetti, a infidie e guerra
Queſti non hanno mai trauaglieſterni ,
In breuetempo quei uanno per terra ,
Queſti ſon fermi, e ſono ſempiterni,
.
Dunque beato ch'i terreni ſprezza,
Amando quei del ciel c'hā piu fermezza.
Mentre che tra uoi uiſsi diſprezzai,
Le coſe frali , e le terrene ſpoglie,
E le diuine fommamente amai,
Onde l'Empireo altiſsimo m'accoglie ;
Qui ſempre godo, ma non godei mai
Nel mondo,fonte de martirij e doglie ,
Doue c'haue più robba,ha più penſieri,
E chi ha più regni ha più trauagli fieri.
Ciaſcun nelgrado ſuoſi tien mendicos
Bench'egli fia ricchiſsimo, e lourano ,
L'Imperador, il Papa, il Rè , ui dico ,
E tutti i gran ſignor di mano in mano ,
Creſce l'amor dice il prouerbio antico ,
De hauer danari ſempre nella mano,
Tanto quanto il danaio ancora creſce ,
Nè queſto cal deſio mai ci rincreſce .
ܝܐ
Chooks.
Si che
Si che tra l'ordin tuo ſei la fenice
Dinobiltà ,d'honore,e cortelia ,
Le tue dignicà ti fan felice',
E glorioſo tra la chierefia ,
E cioche quì fi canta , e di te dice ,
L'alto tuo padre lo direbb'Helia ,
E le mure, & Apollo, & Heliſeo .
Se lo taceſſe il cuo nouello Orfco .
Ma fe non manca à fuila ſaca lingua
E le ſonore rime, e i carmiegreggi,
Pria che la luce lua uital s'eftingua;
Riſuonerà li tuoigran merci,e pregg's
E con la rima di dolcezza pingua ,
Spiegarà ituoi dorati priuileggi,
Quali con riuereoza grande ferbi ,
Cheglihumilalza, e abaſcia li fuperbi .
Ek
E letue digaita deſcritt'in eſsi,
Cantand'andra ,con ftil ſoiue, e pronta
Che tante ſon che forz'è che confeſsi
D'eſſer a gradi ſignalaci gionto ,
E s'altra auctorità tu non haueſsi ,
Di quelle pur li faria di te conto ,
Come di ſpirto imperial, e ſacro ,
Di virtù iddea, e di fe fimulacro .
SUED MINU
IT
olyan su
no
PREMA SRL bor
Xurrexi
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CAN
CANTO TERZO .
Tip !
Califto terzo, & Innocentio ottauo ,
E Siſto, e Paulo quarto , il terz'è Leo
Decimo è Pio fecondo, Paftor brauo;
E Giulio terzo confirmar la feo ,
Pio quart'elqnto qualful tebro ſchiayo. pr
Hebbe il nipote del gran Scica reo; D
Approuan con l'autorità Papale, 1.4
* ), '
Queſta religion Imperiale A
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ELSEISLL
Ilta
CE
E
E
c
Approban queſtianchora i priuilegi . S
Voftri, che ui portare ſempre uoſco , D
Gliafferman occo, Imperadoriegregi,
Del Greco Imperio, no già diquel toſco,
E con fublimi honori , è diuin pregi, Sog
L'Angelic'ordin ferman' & conoſco F
I nomi loro,che cantando ſcrivo , E
s
Chę pergli amici mai fatica (chiuo. God
E prima
1E prima
di quel ſomm'è forte Iſaccio ,
Diquefto nome primo Imperadore,
L'ordine confirmò ſaper ti faccio,
Acciò ch'al mon l'haueſſe piu candore ,
E portò ſotto del finiftro braccio
Il ſegno,ch'a Minos mette terrore;
L'auraco ſprone,è l'indurato ſocco,
Con cui ilnimico fuo fè parer ſciocco .
Aleſsio fi degnò com'ibiſaui,
Diconfirmarlo , e darli piu decoro ,
Scriuend'il nome ſuo tra quelli braui,
E Cauaglier ti chiama a fpecón d'oro ,
La SantaCroce con geſti ſoaui
Sulcor timiſe;nel ſacracó choro, na
La ſpadal fiancho , col balceo fi cinſe,
Nè queſta mentre uiffe mai dicinſe.
Il terz'Imperacor fu Colaiani .
che confirmò queſt'ordin aureaco,
E l'arrichi d'honor per tuttiglianni;
E preſenti, è fựcuri poi creato,
Cauglier egli al ciel ſpiegando i uanni,
Sicollocò tra gli altri eroi beato ,
Dou'a'ndaranno tutti i Cauaglieri,
Che ſono per Gieſu ne l'armı fieri.
Soggiuns'il quarto Imperador a quelli,
Piu premioeacie a l'ordin ſacr'è bello,
| E ſi tu vuoi che'l nome ſuo riuelli
Sappi che fu nomato Manuellosi
Dico che dièmolti ornament'à quelli,
Perfar più riccho ilfingulardrapello,
Fù Imperador di forza, è diconſiglio,
E fali al Ciel ſenza temer periglio .
Il quint'Imperador gli anteceſſori
Segui Oromato, Andronico quel giuſto ,
Confirmò quegliè crebbeli gli honori,
E fi fè Caualier forte, è robbuſto;
E dopò daco a lor,canti fauori
Rari, conueniential magno Auguſto,
Cangiò la vita,con la morte,e l'alma.
In cieluolò ,con trionfante palma.
Vn'altro Iſatio che Biſantio refſe ,
Gli Aui immitò nella religione,
E prima d'effer Cauaglier s'elleſſe,
Facendo poi la confirmatione,
L'arme aureate mai più giù non meffe,
Sin ch'a la morte non rendè ragione,
D'effer vafal di lei come ciaſcuno ,
Perche fuggirla mai non può neſſuno .
Altri dò Aleſsij Imperadori Grechi
Seguironquegli foi,nelconfirmare,
L'ordine mio ,ch'à tutti forza erechi,
Ch'il prende gloria, è famafingulare , 1
b
ona io
Hoggi
Hoggi ſeti prior dentro Barletta, ..
Delvenerando monafterio uoftro ,
E mertameni'a voi d'effer s'aſpetta
Prouincial, d'ogni facrato chioſtro,
lodi ſalir a dignità più elletta,
Et effer primo a tutti ui dimoſtro ;
Perche la nobilcà ch'in uois'anoida ,
E la gran dignità , General grida .
Cedan a uoi tucci famoſi ſerui,
Che ſon intenti all'opre del Signore ,
Perche nelle ſcritture par s'offerui,
Che'l minor deue ceder al maggiore ,
Tutti i conuenti è l'ordin ui ferue
Dal General impoi, qual ſuperiore
Degno di queſte, e d'altra riuerenza,
D'Imperial ò uer regia preſenza .
n
Giubila tu Barletta , che nelgrembo
Siglorioſaprole hai quáto ſplenda , (bo
Da l'Hebro al Tago, e d'Oftro al fredo la
De l'Aquilon, è quanto il ciel coprenda,
Per lui le gratie, in te pioueno à nembo
Cerer, per amor fuo par che ti renda
Ricche raccolti,è n'empi foſs'eſacco ,
Per queſto Nettun'haifautor, & Bacco.
Mentre che tu trattieni nel tuo giro
Don Pietro Cernouicchio ,che quirimo ,
Non pauentar quel Scita piu che diro ,
Che ti minacciail perfido Selimo;
Nè d'arco, ne di bronzo,un piccol tiro,
Ne dir,brè,brè vdirà ſulpatriolimo ,
Perche quádo ſapran che ue do Pietro,
I Turchi all'hor ritornerau'indietro .
tum VALS 78
Senesterne korene
Magnanimo Signor Gioue ţi lalui,
Torna co ſon dinanzi alcuo bel trono ,
Ch'i cerco i verbi miei ſempreeffer falui
Come de far l'huom honorato, è buono,
Accio'che'l tuo libretco tiriſaluijia
Che mi preftafti; è in obligo tifono ,
Eťofferiſco il cor l'alm'è la vita,
Mille gratie ti rendo in tanta aica .
E s'io fuicardo nel reſtituirlo,
La cagion fù per cuiperdon impetro,
Che non mi laciauo di fruirlo ,
Vedea d'iui ſcolpito il tuo don Pietro,
Pur m'affretta uo tanto per finirlo, ( tro,
Scriuédo ogn'hor , ne mai mirad'indie
Ch'i temo forſe per la gran preſtezza,
Non hauer l'opra mia degna bellezza.
Perche
Perche ſel'huom ch'adagio ſcriue falla ,
Che farà quel, che rima è cantinfuria ,
L'humana mere ſpeſs'or monta,or calla
E quanto più ripenſa più s'infuria ,
O per obliuione lei rifalla,
Ol'ignoranza , ò pouertà l'ingiuria,
L'ira inegoci, ſon cagion de falli,
E l'huom foldir, che fa conuien che falli.
Unic) ROOT
Volgi la gli occhi,ouehora io uolgo i miei,
Ch'in un drapel real vedrai raccolti
Lafchari, Paleologi & i Romei ,
Di terreftri penfier liberi, e ſciolti,
I Bucchari gli Helichi, & anco i mei,
A ghirlande d'allor coi crini inuolti
Che coi lor fat ialtri pregiati è illuſtri
Glianni producon d'oro , e gême illuſtri.
Ma parme Febo a l'Occident'homai
Effer uicino, e pien la carticella ,
Più inchioſtro nonhauemo tu lo fai
Guaft'è la penna ecco la prima ftella ,
Vati condio con quei pochesci rai
D'Apollo ,acciò cu giongi alla ſua cella ,
Vlata,dou'orando uiue in pace ,
Secur dal mondo perfido, e fallace.
lo
lo me ne uado, coſi fei partita ,
Da quella imperial gran compagnia ,
Preſto foura l'imperio fù falita ,
Etio mi puofi per tornar in uia ,
Caminando la notte fù finita ,
Emi ſnegliai, quando che'l folyſcia ,
Damont'Eoi poi ſubito camino ,
A far quanto m'impofe Coſtantino .
TUHLF242H1.400
Ma prima che leggiate , e la ui prego' ,
Vdiril fin del canco ch'io ue fpiego .
DRUM
INICIAN
Menu
Tu
SONETTO .
V ſacro Apollo e uoi ſacrate Muſe,
T Voitutti ſpirti del beaco coro ,
ti Cernouicchio ringraziando adoro ,
Co gli occhi al ciel, e.co le man cochiuſe.
Chaueti in me fi belle gratie infuſe ,
Il breue tempo , con ſottillauoro ,
Ho conſeguito , ildefiae'alloro ,
Che fuor deluolgo uil chiaro m'eſcluſe ;
Piacciaui ( prego) ſe l'Efebea noftra ,
A piu ſublimi honor ch'a l'huom fi dia ,
Tanto eſaltaſte fol per pierà uoftra,
Cofi la quinta,e feſt'etade mia
Fauoreggiar,ch'in ciel facci la moſtra,
Del Lauro eterno de la Poeſia.
SONETTO .
Del Sig. Gio. Antonio Longobardi.
Elice patria al fecul noſtro ſola,
(co
Quel Sol, ch'à fatto ogo'altro ſcuro e ci
Di cuil'antica prole al mondo uola ;
Scoſs'Atheone , & hai laſciato fola
L'alta colona, el fier Leone cieco, (cec
Ch’ad ambi hai tolto il Cernouicchio ,
Fermando i uaoni, e più quindinon uol.
Godi c'hai fatto guerra al gran Nettuone
E colto al.fier Leon l'alma Corona,
Per uiua forza , è taccia il uolgo ſciocce
Ti die uigor fouente , è da Vertunno ,
Perciò l'inuitto nome tuo riſuona ,
Da l'Ind’al Mauro infio al gra Marocc
SONETTO .
Voi fpirti diuini Barlettani ,
D'altero bello ,e fortunato clima,
Che quìueniftiad adorar in prima,
I Dei celefti , ei fanti ſuoi fourani,
Poiper ueder quelle ſacrate mani
Del nobil Cernouicchio porm'in cima
Delcapo, per trionfo della rima
Noftro l'alloro , con uoftr'occhi humani;
De la nata con uoi gran corteſia,
De l'honorat'aſpetto , è gentilezza
Voſtra fautrice della poeſia ,
Rendo infinite gratie , & a l'altezza
Diuoi conſacro hoggi la muſa mia,
Iten'in pace è habbiate contentezza.
I L FINE.
IN VENETIA ,