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LA RINASCITA DOPO IL MILLE

La popolazione è aumentata per 3 motivi:

1) Fine grandi scorrerie:


-Ungari: dopo la sconfitta contro Ottone I si stanziano e si convertono al cristianesimo.
-Pirati Saraceni: Dopo la sconfitta da parte dei molti signori della Provenza, diminuiscono le
loro incursioni.
-Normanni: Diminuiscono le loro scorrerie e si stabiliscono in Normandia, Inghilterra e Italia
Meridionale.
2) Aumento terre coltivate:
Visto che sono finite le invasioni e c’è una riduzione delle epidemie, c’è crescita demografica
e ciò aumenta la domanda di beni agricoli. Aumentano delle terre coltivate, quindi ci sono
disboscamenti, dissodamenti, bonifiche, canalizzazioni.
3) Rivoluzione agricola:
-Nuovi strumenti: aratri (che si diffonde molto nel Italia del nord ed est Europa)e mulini.
-Miglior utilizzo degli animali: impiego del cavallo, ferratura degli zoccoli, collare da
spalla.
-Diffusione di alcune coltivazioni specializzate a carattere intensivo: la vite.
-Rotazione triennale: sfruttamento più razionale e minore impoverimento dei suoli.

Aratro pesante: era un aratro più robusta con un avantreno (2 ruote davanti) un versoio, un
vomere. Veniva trainato da cavalli con ferri agli zoccoli e collare o bue.
Giogo:serve ad attaccare i buoi all’aratro.

Il mulino ad acqua (e poi a vento): sfruttava l’energia idraulica per delle attività:
-frantumazione materiali grezzi, lavoro delle segherie, produzione carta e tessile.

Nella rotazione triennale si divideva in tre parti una parte a maggese, una a segale o
frumento e una a legumi o cereali in primavera.
Posso dare da mangiare sì alle persone ma anche agli animali che li mantengo per arare, e
si usano gli escrementi per concimale quindi si ha sempre più produzione.
Poi quando uno degli animali diventa vecchio si mangia se è una mucca si fa anche il latte,
prima invece non si riusciva a fare tutto questo.

Nascono nuove città e quelle vecchie si allargano, nasce la borghesia (abitanti dei borghi, quartieri fuori
dalle mura). Dentro le città c’era sempre più libertà mentre fuori dalle mura c’erano ancora vincoli.
La borghesia svolge diverse funzioni: mercanti e commercianti, banchieri e cambiavalute, liberi
professionali (notai, medici, …), artigiani. Nasce la mentalità della proprietà privata che diventa un
valore perché consente ai borghesi di essere pienamente autonomia dei fattori produttivi(terra, capitali).
Il lavoro viene considerato positivamente come fattore di sviluppo e successo personale.
C’è un ampliamento della cinta muraria.

COMUNI

La rivoluzione agricola e la crescita demografica portano alla nascita dei comuni che erano associazioni
private tra le famiglie più ricche che pian piano rubavano potere ai feudatari e all’imperatore, quindi è
una piccola forma di autogoverno e vengono creati per necessità o convenienza, quindi i centri di
potere si moltiplicano e si sovrappongono. I comuni non nascono solo in Italia ma solo dove il potere
centrale dell’imperatore e del papa è debole (Francia, Ing, …). Il comune ha un controllo sul contado
(zona di campagna che sta intorno alla città), che prima di allora venivano controllati dai vecchi
signori, i signori rurali (di campagna) si trasferiscono in città. L’organizzazione variava a seconda della
città, di solito c’era un consiglio (assemblea delle famiglie più influenti) che eleggeva dei consoli con
potere esecutivo. È una forma di potere più partecipata e più orizzontale ma non come oggi. Alcuni
vincoli nei confronti dell’imperatore rimanevano ma i comuni volevano essere sempre più liberi.
DOCUMENTO 1:
Paliotto: rivestimento della parte anteriore dell’altare opposto a dove sta il prete.
San Gimignano nasce e diventa vescovo di Modena, diventato famoso per scacciare demoni e ha
combattuto un’eresia, quella degli ariani. Nel rivestimento sono rappresentati alcuni episodi della vita
di San Gimignano, si rappresentano le vite dei santi perché così la gente (tutta analfabeta) si ricorda di
loro. Si racconta nella vita di questo santo che l’imperatore romano aveva la figlia indemoniata, ma
durante il viaggio scoppia una tempesta ma San Gimignano calma le tempesta e riesce ad arrivare a
Costantinopoli. Immagine ingrandita della facciata:
1) lo sfondo è dorato era la tipica rappresentazione medievale, serviva a dare una preziosità all’oggetto
è quanto di più prezioso si ha, vale anche nel senso di offerta come tributo alla divinità in questo caso
un santo, ma poi l’oro da grande luminosità e splendore e da anche un senso di astrazione (non lo fa
sembrare un uomo come gli altri) per dare un effetto sacro.
2) indossa una mitra ovvero il cappello tipico dei vescovi un copricapo, anche quello dorato. E ha
anche dei vestiti molto eleganti con un mantello e di colore rosso che aveva un richiamo al mantello
dell’imperatore romano che aveva un mantello rosso e rappresenta l’autorità e il potere che rappresenta
San Gimignano.
3) la mano destra indica la trinità (le tre dita verso in basso) e le due in alto rappresentano le due nature
di Cristo vero uomo e vero Dio.
4) con l’altra tiene la città, la tiene in mano e la mostra al mondo con orgoglio e la città sta sotto al
mantello e questo da un senso di protezione.
Committenti: sono coloro che comprano l’opera.
Le intenzioni del pittore erano quelle di far capire che la città era e voleva essere indipendente dal
sistema feudale, oltre che dal papa e dall’imperatore. Ciò che creava indipendenza era il rapporto tra
città (che offriva beni e servizi al contado) ed il contado (offriva cibo e manodopera).
DOCUMENTO 2:
La miniatura era una rappresentazione di ciò che c’era all’interno del libro.
Nella miniatura ci sono rappresentati:
1) è rappresentato un mercato cittadino che si svolge al centro della vita cittadina quando i comuni
rinascono, il tornare a vendere e comprare è visto positivamente e sta al centro delle case e dei comuni
e lo capiamo anche perché il lavoro è divertente ed è visto molto positivamente, con la ripresa dei
commerci e della nascita dei comuni si ha una nuova visione del lavoro.
Il lavoro è visto bene perché il lavoro serve per salire di classe sociale.
2) la presenza della croce al centro ci ricorda che la religione è ancora al centro della società.
3) la vendita dei tessuti all’epoca era il lavoro più redditizio e quindi ha un suo posto centrale nella
rappresentazione, corporazione: gruppo di persone che fanno la stessa cosa. L’Italia era ancora famosa
per i tessuti, specialmente nella zona di Firenze. Un certo modo di vestire è tipico della vita in città,
quindi ti rappresentano.
4) I comuni in Italia sono sempre legati al loro contado, e i contadini vanno in città a vendere i loro
prodotti.
DOCUMENTO 3:
Paolo da Certaldo (XIV)era un mercante che da dei consigli a quelli che vogliono diventare mercanti
come lui e i consigli riguardano come gestire i messaggi.
1) un mercante deve agire per avere successo negli affari e farlo anche con qualche furbizia.
2) un mercante può essere avvantaggiato rispetto ad un altro se agisce prima di un altro mercante,
leggendo prima la lettera riuscirebbe a fare ciò che c’è scritto prima degli altri mercanti.
3) gli altri mercanti sono visti come degli concorrenti.
4) si respira un clima di individualismo e competizione.
DOCUMENTO 4:
I ricordi (1411) sono un’opera che racconta la storia della sua famiglia fino alla sua morte, non scrive
per pubblicizzare ma per ricordare.
Anche lui da consigli sulla mercanzia.
1) l’autore dice così perché non bisogna mostrare le proprie spese agli altri per non suscitare invidia e
far finta di niente, anche per far sì che non ti vedano come un pericolo, e per non pagare troppe tasse.
2) bisogna sempre stare dalla parte dei potenti e non bisogna mai offenderli in alcun modo ed è meglio
non parlare con chi li critica.
3) opportunismo, perché ognuno pensa a se stesso per il suo tornaconto.

La vita economica dei comuni era governata dalle corporazioni ovvero associazioni di mestiere (dette
anche arti) che controllavano tutte le fasi di lavorazione per salvaguardare il valore e la qualità del
prodotto; impedivano concorrenza sleale tra i propri membri; curavano la formazione dei giovani
attraverso un percorso codificato di apprendistato.
Nel XI secolo i comuni diventano istituzioni di governo autonome, rette da consoli. Sono dominati però
dall’aristocrazia cittadina, la più potente in città. Nel XII per frenare i conflitti tra le famiglie
aristocratiche il console è sostituito da un podestà (spesso straniero e in carica per un periodo limitato
dai 6 mesi ad 1 anno), la conflittualità interna però rimane. Nel XIII il podestà è affiancato da un
capitano del popolo, espressione della borghesia urbana più ricca e potente, associata in corporazioni.
DOCUMENTO 5:
Cronista: scrive le cronache della sua città.
Giovanni Villani racconta di quando a Firenze si passa dal comune consolare al comune di podestà.
1) la signoria rappresenta il potere, signoria forestiera era la podestà.
2) si parla del potere dei consoli, che hanno un potere molto grande, 4 consoli quando c’erano 4
quartieri, poi 6 quando nacquero 6 quartieri.
3) collaterali=collaboratori. La città è cresciuta ma sono cresciuti anche i problemi cosi nel comune si
accordarono perché nessuno dei cittadini avesse il potere sulla città.
4) non veniva scelto nessuno della città, perché altrimenti questo potere sarebbe stato dato a qualcuno
che avrebbe fatto un favore a qualcun altro, e quindi chiamano uno che viene da un altra città per un
anno.

LOTTA PER LE INVESTITURE

I due poteri universali del medioevo sono papato e impero, lo scontro tra questi 2 poteri si chiama lotta
per le investiture.
DOCUMENTO 1:
Un diploma è un atto ufficiale rilasciato dalle autorità (spesso sovrani).
Ottone I: imperatore del sacro romano impero germanico, il quale rifonda il sacro romano impero
fondato da Carlo Magno. Ottone I viene incoronato nel 962.
1) Ottone concede al vescovo di Parma il potere politico sulla città.
Teloneo: tassa sulla compravendita e trasporto delle merci.
2) il fatto che l’imperatore conceda il potere al vescovo significa che pian piano la città si sta rendendo
indipendente dal sistema feudale.
Placito: sentenza di un giudice, e la carta che la contiene.
3) lui dice che chiunque sarà vescovo di Parma avrà il potere.
Ottone concede il potere al vescovo per i seguenti motivi:
Il vescovo è già un potere riconosciuto al potere della città, l’imperatore fa fatica a controllare le città
soprattutto da quando i feudi sono diventati ereditari. Il potere feudale si stava sbriciolando e quindi
l’imperatore punta alle persone che già erano riconosciute nelle città ovvero i vescovi e poi i vescovi
non possono avere figli quindi non sarebbero andati in eredità e le terre ritornavano a lui. Questi
vescovi che assumono anche potere politico sono chiamati vescovi-conti.
Però ciò causò una serie di problemi:
1) corruzione nella chiesa: tutti volevano diventare vescovi, anche i non credenti solo per essere politici
e ricchi.
2) l’imperatore vuole mettere la propria voce nella nomina dei vescovi perché questi poi avranno potere
politico, quindi vuole entrare negli affari della chiesa e ciò alla chiesa non piace.
DOCUMENTO 2:
coepiscopi: vuol dire vescovi come me, episcopato(vescovato).
Il papa dice che la chiesa sta passando un brutto momento a causa:
1) della perversità simoniaca: deriva da un uomo ovvero Simon Mago, il quale avrebbe provato ad
acquistare da San Pietro il potere di guarire le persone, quindi si usa per indicare la compravendita di
cariche religiose. Sommo pescatore: papa. Procelle: tempeste.
Anche a causa del nicolaismo: non rispetto da parte degli uomini del clero di un obbligo che ancora c’è
oggi ovvero l’obbligo al celibato (non si possono sposare), deriva da un antica setta della nicolaiti i
quali erano famosi per pratiche sessuali che facevano all’interno della loro setta, spesso di gruppo.
2) Cardinali: oggi sono l’autorità immediatamente inferiore al papa e lo aiutano nella gestione degli
affari della chiesa, il termine viene da cardine (punto che sorregge/punto importante); il nome non
deriva dal fatto che hanno un ruolo importante nella chiesa ma dal fatto che molto probabilmente
quando il papa celebrava la messa, il papa stava al centro e i cardinali ai 4 punti attorno al papa,
formando un rettangolo. Non solo danno una mano al papa ma anche nel momento in cui muore per la
sostituzione con un nuovo papa. Quindi i cardinali si trovano per delle assemblee per eleggere un
nuovo papa, si dice conclave vuol dire con la chiave perché si chiudevano a chiave finché non
eleggevano un nuovo papa; si iniziano ad eleggere i papi cosi solo dopo il 1200, per eleggere un papa ci
si metteva anche 2 o 3 anni, e la chiesa è in crisi quindi si chiudono a chiave per velocizzare i cardinali
e anche per non farsi condizionare dall’esterno.
Venalità: sinonimo di cupidigia.
3) Enrico aveva perso il padre e stavano aspettando che crescesse e diventasse imperatore. Prima
l’imperatore Ottone I aveva stabilito che l’elezione del papa avrebbe dovuto tenersi in presenza dei
funzionari dell’imperatore, ma che dovesse essere accettata dall’imperatore, il papa che in quel
momento era molto debole di potere accettò. Niccolò II sta dicendo che non serve il consenso
dell’imperatore perché era valido lo stesso. Quindi questo causa un conflitto tra papa e impero che
invadevano i propri “affari” a vicenda.
I protagonisti del primo grosso scontro sono l’imperatore Enrico IV, il papa Gregorio VII e la contessa
Matilde di Canossa.
Gregorio VII porta avanti la richiesta del papa di essere indipendente dal punto di vista dell’elezione
del papa.
DOCUMENTO 3:
Nel 1075 fa uscire un documento ovvero il DICTATUS PAPAE(si legge “dictatus pape”) era una lista
di 27 decisioni del papa. Gregorio VII porta avanti una nuova forma di politica della chiesa. Vuole:
1) principio 1: dice che la chiesa ha un origine divina. Su questo principio è costruito tutto il
documento.
2) principio 3: solo il papa può deporre(dimettersi dalla sua carica) o assolvere i vescovi. Qui si vede
molto bene la lotta per le investiture, l’imperatore voleva questo potere perché da potere temporale ai
vescovi.
3) principio 12: il papa può deporre gli imperatori, scomunicare (espulsa dalla comunità cristiana), per
un cristiano è importantissima la comunità. Quindi il papa sostiene la teoria del sole e della luna,
perché è il papa che concede il potere temporale all’imperatore.
Chierico: è un religioso.
Sinodo generale(sinonimo: concilio): riunione di vescovi e di altri religiosi.
4) principio 19, 20, 21: nessuno può giudicare il papa, il verdetto del papa è maggiore di tutti gli altri e
tutto ciò che ha un certo peso nella chiesa deve passare da lui.
5) il potere del papa è un potere assoluto e deve rispondere solo a Dio.
6) Gregorio VII annuncia un principio che diventerà ufficiale nel 1870 si chiama il principio
dell’infallibilità del papa, cioè che quando fa delle affermazioni in ambito dottrinale in quanto ispirato
dallo spirito santo non può sbagliare. Ciò non vuol dire che non sbaglia mai ma che quando dice una
cosa su una dottrina non sbaglia mai.
Errare vuol dire sbagliare ma anche perdere la retta via quindi vagare.
L’imperatore non era d’accordo:
1) lui ha riunito tutti i vescovi italiani e tedeschi a lui fedeli per deporre il papa. Ciò significa che il
potere spirituale e temporale si sovrappongono.
2) il papa risponde scomunicando l’imperatore, in questo modo scioglie i suoi sudditi dal dovere di
obbedire.
3) Idelbrando è il nome di battesimo di Gregorio VII, e lo chiama così perché non lo considera più
papa. Dice al papa che lui non ha potere temporale e spirituale ma dice che il suo potere discende
direttamente da Dio.
Quando l’imperatore viene scomunicato prova a resistere ma dopo un po’ è costretto a cedere, quindi
cerca un accordo col papa. La scomunica toglieva l’obbligo ai sudditi ma anche i grandi feudatari che
non vedono l’ora di prendere altro potere all’imperatore. Si reca a Canossa, una delle residenze di
Matilde di Canossa che era una feudataria molto vicina al papa e il papa era da lei e si dice che
l’imperatore volesse essere ricevuto dal papa e lui pare che rimanga 3 giorni e 3 notti infreddolito ad
aspettare che gli aprano i cancelli, gesto di umiltà e di uno che chiede scusa. E il papa accetta, la
scomunica viene ritirata. Enrico IV dopo ciò fa un concilio per eleggere un nuovo papa dando quello
vecchio per decaduto, scende in Italia con l’esercito e riesce ad imporre il nuovo papa. Questo crea
confusione, perché c’erano 2 papi, uno non riconosciuto da alcuni l’altro riconosciuto dagli altri ovvero
clemente terzo. Lo scontro si risolve circa 50 anni dopo con il concordato di Worms nel 1122, con
Enrico V e papa Callisto II.

CRISI DEI POTERI UNIVERSALI

L’impero in questo momento è fragile perché il rapporto con il papato è difficile e spesso ci sono
scontri, il regno di Germania è frammentato in tante piccole parti, sotto il controllo di signori locali
spesso in guerra tra loro, in Italia i comuni chiedono sempre più autonomia, l’elezione dell’imperatore
è spesso difficile e contrastata e poi c’è l’ incoronazione del papa.
L’impero attraversa un periodo di crisi perché c’erano dei conflitti per il controllo del trono tedesco tra:
guelfi: partigiani della casa di Baviera, e i ghibellini: partigiani della casa di Svevia. Alla fine dello
scontro prevale Federico I barbarossa, che appartiene alla casa di Svevia ma è imparentato con quella
di Baviera. Viene eletto nel 1152 ed incoronato nel 1154 e vuole rilanciare l’autorità imperiale in
campo politico.
SCONTRO TRA COMUNI ED IMPERO:
I comuni , specialmente dell’Italia centro settentrionale, richiedono autonomia. Vogliono essere più
indipendenti dall’Impero, sia politicamente che economicamente (tasse). Per l’imperatore, Federico I
Barbarossa, ciò è inaccettabile perché metterebbe in discussione il suo potere su tutto l’impero.
Una vittoria contro i comuni sarebbe, inoltre, per Barbarossa anche l’occasione per riprendere il
controllo di tutti i suoi territori.
Nel 1158 non potendo eliminare i poteri locali, Federico I stabilisce nella dieta di Roncaglia (dieta:
assemblea o riunione) che i poteri si possano esercitare autonomamente solo su delega dell’imperatore
(pagamento).
Nel 1162 alcuni comuni si ribellano, guidati da Milano. L’imperatore la conquista, la distrugge ed
impone nuove tasse. Nel 1167 alcuni comuni si alleano contro l’imperatore fondando a Pontida la Lega
lombarda. Nel 1176 battaglia di Legnano e vittoria dei comuni. Nel 1183 c’è la Pace di Costanza
ovvero un accordo tra impero ed i comuni italiani, le città giurano fedeltà a Federico I e si impegnano a
versare contributi; Federico I concede ai comuni autonomia amministrativa e alcuni importanti diritti
(regalie), come coniare moneta, eleggere magistrati ecc.
DOCUMENTO 1:
1) L’imperatore sceso in Italia prima devasta la campagna attorno a Milano e poi assedia la città.
Propongono all’imperatore un accordo vorrebbero un compromesso a certe condizioni.
2) i milanesi sono disposti ad arrendersi ma chiedono che la città non venga distrutta. All’epoca le città
erano tutte circondate da mura e di notte si chiudevano, avere le chiavi quindi significava avere libero
accesso sulla città. Oggi è un riconoscimento simbolico che lo si dà ad una persona stimata.
3) per questioni di comunicazione l’imperatore dice che visto che tutti hanno saputo il tradimento da
parte di Milano, ora tutti dovranno sapere della punizione attribuirà.
L’imperatore chiede consiglio non solo ai soldati che sono scesi con lui ma anche ai rappresentanti dei
comuni delle città vicino a Milano che volevano un po’ di territorio.
4) i rappresentanti delle città vicine dicono che siccome i milanesi ci hanno fatto soffrire per tutti questi
anni, adesso tocca a loro. Infatti loro hanno talmente tanta fretta di distruggere che l’imperatore rimase
con il suo esercito come spettatore.
5) l’imperatore aveva distrutto Milano e tutti i comuni d’Italia avevano paura di lui.

FEDERICO II DI SVEVIA

Lo scontro impero comuni continua con il nipote: Federico II di Svevia, Figlio di: Costanza d’Altavilla
normanna, erede del regno di Sicilia Enrico VI, imperatore e re di Germania.
Successione al trono:
1) Federico I Barbarossa→Enrico VI (papà di Federico II)→Ottone IV→Federico II
2) L’elezione Ottone IV era stato appoggiato dal papa (Innocenzo III) in cambio dell’obbedienza della
Chiesa.
3) Nominato , Ottone fa diversamente , è scomunicato e scoppia una guerra tra:
-1 I sostenitori di Ottone, appoggiato da re d’Inghilterra.
-2 I sostenitori di Federico, appoggiato da Chiesa e dal re di Francia.
4) Nella battaglia di Bouvines (1214) vince la parte di Federico, che viene incoronato imperatore nel
1220 (ha 18 anni e sarà in carica per 30).

Il papa (Innocenzo III) vuole riaffermare la sua superiorità e prima appoggia Ottone e poi Federico. Il
papa vuole impedire però che si uniscano Impero tedesco e regno di Sicilia e quindi prende Federico II
sotto la sua tutela con la promessa di NON UNIRLI. Federico, però, una volta cresciuto e morto
Innocenzo III, non si sente più vincolato…
Federico II Costruisce al Sud uno stato centralizzato, limitando autonomie cittadine e poteri feudali
(con le Costituzioni di Melfi emana delle leggi che rafforzano il potere centrale). Stabilisce la sua
residenza a Palermo e si occupa più dell'Italia che della Germania. E’ uomo di grande
cultura: è promotore della Scuola poetica siciliana e crea l’Università di Napoli e di Salerno. E’
tollerante nel confronti dell’Islam e di altre religioni. Il rapporto con la Chiesa è difficile perché il
pontefice si sente accerchiato e perché Federico II tarda a partire per le crociate. Riesce ad ottenere
Gerusalemme grazie ad un accordo con il Sultano d’Egitto. E’ più volte scomunicato. Al nord i comuni
stanno diventando sempre più forti e lui si scaglia contro di loro, provocando la rinascita della Lega
lombarda. Dopo vari scontri, muore quando è ad un passo dalla vittoria conclusiva. Alla sua morte
i successori non sapranno avere la sua forza e saranno sconfitti dai francesi, scesi in aiuto del papa.
L’impero perde sempre più prestigio e potere. Al nord ci sono i Comuni e le Signorie, al centro lo Stato
della Chiesa, al sud il Regno di Napoli è governato dai Angioini ovvero i francesi, mentre il Regno
Sicilia è governato dagli Aragonesi ovvero gli spagnoli.
LA BOLLA D’ORO:
L’imperatore Carlo IV nel 1356 emanò la Bolla d'oro, un editto, con il quale fu formalmente fissata la
procedura per l'elezione dell'imperatore, fino ad allora basata sulla consuetudine. Dipendeva dal voto di
7 principi (3 ecclesiastici e 4 laici):
1) Ciò chiariva, ancora meglio, che il potere dell’imperatore derivava dall’elezione dei suoi feudatari e
non dal papa.
2) L’impero diventa sempre più debole e formale.
3) L'impero è sempre più tedesco e l'Italia è sempre più «libera». Qui dai comuni si passa alla signorie,
che ad un certo punto ottengono il riconoscimento imperiale.
4) Fu la casata degli Asburgo, da metà 1400 a monopolizzare il trono imperiale, puntando
sull’allargamento (con guerre e matrimoni), dei propri possedimenti di famiglia.

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