Il regno della regina Vittoria dura dal 1837 al 1901 e tale epoca presenta una “duplice natura”, infatti nei primi decenni del Novecento viene fortemente rivalutata dai grandi intellettuali modernisti che denunciano l’ipocrisia dei ceti dirigenti, l’asservimento degli artisti ottocenteschi al perbenismo borghese, le tragiche condizioni di vita→ UGLINESS contro cui si accanisce Lawrence. È un’epoca attraversata da figure memorabili come Dickens, Marx, i ministri Disraeli e Gladstone, William Morris e Oscar Wilde, ma anche da moltitudini anonime chiamate HANDS, ovvero le masse proletarie che lavoravano negli opifici e relegate nei quartieri squallidi (SLUMS) delle grandi città industriali. La rivoluzione industriale è un processo lento ma traumatico che va dal 1780 al 1850. Thomas Carlyle parla infatti di una MECHANICAL AGE, ovvero l’epoca dei macchinari sia in senso interiore che esteriore: “Gli uomini sono divenuti meccanici nella testa e nel cuore come nelle loro mani” La conseguenza immediata è una serie di mutamenti socioeconomici: il popolo si sposta verso le città industriali che si espandono sempre di più. Si modificano radicalmente le condizioni di lavoro e nasce un nuovo ceto: IL PROLETARIATO (working-class). A livello politico, invece, c’è l’opposizione tra Tory (conservatori più vicini all’aristocrazia con una visione dello Stato ancora fortemente gerarchica) e Whigs (liberali aperti alla nuova economia, all’espansione commerciale, al progresso della scienza). Conservatori e liberali condivisero l’esigenza di allargare l’elettorato attraverso i REFORM BILLS del 1832 e del 1867, ma ci furono anche numerose misure legislative atte a migliorare le condizioni dei lavoratori in fabbrica e dei braccianti. In tale arco temporale, la popolazione inglese tende a ringiovanire e i fenomeni migratori sono imponenti: più del 50% degli inglesi vive in città. Il rapporto tra i grandi fenomeni socioeconomici e la tradizione letteraria viene messo in rilievo da Raymond Williams nell’opera “Culture and Society” in cui parla della trasformazione della “struttura del sentimento", cioè della diversa maniera di rappresentare la realtà: l’espansione dei grandi centri urbani è oggetto della riflessione degli intellettuali vittoriani sia per quanto riguarda gli aspetti negativi, sia per le potenzialità di progresso e sviluppo economico. Il sovraffollamento urbano costringe i governi ad intervenire con LE LEGGI SUI POVERI che obbligano le persone a vivere nelle cosiddette “workhouses”, istituzioni caritatevoli promosse dallo spirito filantropico dell’epoca ma che non attenua le tragiche condizioni di vita di numerosi orfani destinati ad entrare nel mondo della criminalità (esempio letterario di Oliver Twist). Durante la depressione che va dal 1837 al 1842, l’Inghilterra vive una crisi economica in un periodo di forti tensioni sociali dovute anche alla protesta dei sostenitori di una nuova carta costituzione (CHARTER), i cui principi erano: -Suffragio universale maschile -Segretezza del voto -Salario ai deputati -Elezione su base annuale del Parlamento -Riforma dei distretti elettorali Le richieste dei cartisti furono respinte dal Parlamento e l’eco delle proteste viene esplicitato in romanzi come Mary Barton di Elizabeth Gaskell. Si rafforzano le organizzazioni sindacali (TRADE UNIONS) che raggiungono i due milioni di iscritti alla fine del secolo. 1884: nasce la Fabian Society che si propone di modificare dall’interno le istituzioni ed anticipa la nascita dell’Independent Labour Party, il braccio politico delle Trade Unions. Molto importante fu la politica coloniale che permise di unificare ideologicamente un paese diviso: emigrare, trovare benessere materiale all’estero e partecipare alla creazione dell’Impero divenne una visione largamente divisa da larghi strati sociali. IMPERO= UNA GRANDE UTOPIA COLLETTIVA in cui potevano soprapporsi atteggiamenti diversi come il desiderio di evasione dalle costrizioni sociali, il sogno di avventura, quel senso del dovere che Kipling definisci “Il fardello dell’uomo bianco” Il dominio inglese si estese su gran parte dell’Africa e all’inizio del Novecento si delinea un’entità politica all’insegna dello UNION JACK 2. Periodizzazione dell’epoca: la rivoluzione del pensiero scientifico e la diffusione della cultura L’epoca della regina Vittoria è rappresentata da alcuni avvenimenti importanti che definiscono anche le diverse periodizzazioni fatte dai vari storici: l’esposizione universale del 1851 nel Crystal Palace permise, ad esempio, di esaltare la centralità del Regno Unito e la ricchezza dei contenuti provenienti da ogni parte del mondo. L’ispiratore fu il principe Alberto, consorte della regina, il quale era convinto che i governanti dovessero prendersi cura dei ceti meno abbienti in risposta alla loro obbedienza. Tuttavia, il palazzo fu smontato nel 1854 e riassemblato in una località periferica di Londra, quasi a sottolineare LA PRECARIETA’ di ogni risultato conseguito. -Formulazione delle leggi della selezione naturale di Darwin→ rivoluziona la concezione biblica e provvidenziale della storia umana e della natura e negli ultimi decenni del secolo, il darwinismo diventa il fondamento di UN’ANTROPOLOGIA RAZZISTA che vuole affermare la superiorità dell’uomo bianco sulle popolazioni di colore. Il 1870 fu un anno spartiacque, poiché nasce il Reich tedesco e c’è l’approvazione dell’EDUCATION ACT, una legge che diffonde l’istruzione elementare per accelerare l’alfabetizzazione delle grandi masse che progressivamente cominceranno a far sentire la propria voce nell’ambito della cultura e del giornalismo. Dopo gli anni Settanta si diffondono i periodici che hanno un impatto sempre maggiore sulla scena ottocentesca (verso la metà del secolo nasce “The Times”) anche per il continuo perfezionamento delle tecniche tipografiche e l’aumento della pubblicità→ Londra diventa la capitale della stampa in nome di un progetto politico che mirava all’integrazione dei ceti medio-bassi ai successi della scienza e ai fasti della monarchia e dell’aristocrazia. L’ultima parte del secolo si concentra, invece, su una visione critica del periodo precedente per via di una crisi generale e per il riemergere della QUESTIONE IRLANDESE. Negli stessi anni si fa sentire anche la voce delle donne della working-class, le quali sfruttate insieme ai bambini, chiedevano paghe uguali agli uomini. Al contrario, le donne della middle-class con una certa istruzione contestavano l’immagine convenzionale dell’ANGELO DEL FOCOLARE, secondo cui le donne erano una proprietà da possedere e da amministrare con le buone o con le cattive. Nella famiglia tutto apparteneva al marito (compresi i figli), ma la situazione muta grazie al Married Women’s Property Acts del 1870 che consentono alla donna coniugata di conservare i propri guadagni. Le donne, inoltre, organizzano forme di protesta pubblica che diventeranno sempre più violente per la presenza delle suffragette. • “The subjection of women” di John Stuart Mill→ ebbe un grande impatto sul modello di famiglia vittoriano e fu appoggiato dalle femministe anche perché tentò di concedere il voto alle donne (le sue idee però non erano totalmente condivise perché per Mill la sorte della donna rimane legata al matrimonio). L’epoca di Vittoria si chiude senza che le donne abbiano raggiunto il diritto di voto. II. IL ROMANZO p.80 1. Caratteristiche del novel Il novel afferma la sua decisiva importanza come strumento di educazione ed intrattenimento dei ceti borghesi per via della sua impostazione realistico-didascalica. La sua diffusione verso i ceti più bassi è fonte, però, di preoccupazione a causa del pericolo di “imbarbarimento” della cultura umanistica. Il romanziere vittoriano comunque fa uso della satira, del comico e dell’ironia per esprimere una visione antindustriale, inoltre tende a dialogare con i suoi lettori e con le stesse istituzioni rivendicando il proprio peso sociale. Infatti, molti critici sottolineano la funzione morale e pedagogica di cui il romanziere deve farsi carico, per questo motivo dovrebbe condurre una vita pubblica ineccepibile (ecco perché Dickens sente il bisogno di chiarire ai suoi lettori il motivo per cui divorzia dalla moglie, o la scandalosa relazione tra George Eliot e il critico George Henry Lewes). Tutti i romanzieri vittoriani fanno uso della tecnica del NARRATORE ONNISCIENTE, che regola la vita dei personaggi entrando nella propria interiorità ed intervenendo per esprimere il suo giudizio etico, abbandonandosi spesso a digressioni riguardo la politica, gli eventi storici, la morale. Il narratore si rivolge direttamente al lettore (Dear Reader) come se ci si trovasse in una cerchia di amici. • “Tom Jones” di Henry Fielding→ il narratore si trasforma in un personaggio che accompagna l’eroe nei suoi vagabondaggi per l’Inghilterra • “Robinson Crusoe” di Defoe→ l’eroe presenta spirito d’iniziativa, frugalità e tempra morale Almeno fino agli anni Ottanta, le vendite dei romanzieri erano tutelate dalle CIRCULATING LIBRARIES, le librerie private che davano in prestito i libri favorendo la diffusione della letteratura nel ceto medio e piccoloborghese. In alternativa al romanzo in 3 volumi si sviluppa la pubblicazione A PUNTATE, di solito in fascicoli mensili che il lettore acquista frazionando la spesa→ tecnica narrativa che si concentra sulla complessità dell’intreccio e la necessità di costruire una struttura ramificata (multi-plot novel) fatta di colpi di scena. La pubblicazione a puntate permette di superare la crisi dell’economia medio-vittoriana ma, verso la fine del secolo, le opere narrative abbandonano il modello del triple-decker (dispense mensili) e avrà maggior rilievo il genere della SHORT STORY. La visione realistico- didascalica del romanziere vittoriana viene espressa da Trollope nella sua “Autobiography”: il novelist è un artigiano che deve dedicarsi al suo lavoro con scrupolo e regolarità quotidiana, mantenendo un rapporto con il pubblico→ GOOD TEACHING poichè la sua è una funzione pedagogica (deve saper distinguere il bene dal male, la virtù dal peccato). • “On English Prose Fiction as Rational Amusement” → conferenza tenuta a Edimburgo in cui Trollope riconosce la supremazia del romanzo realista (eventi quotidiani e contemporanei) sull’unreal romance e sulla tradizione gotica. Allo stesso tempo afferma la natura ambivalente del romanziere vittoriano che deve essere contemporaneamente “realistico e sensazionale” Il dibattito sul romanzo si esprimere attraverso un fitto scambio epistolare tra Stevenson e James, inoltre per impulso di quest’ultimo e del realismo francese, una serie di convenzioni vittoriane vengono accantonate in quanto il realismo didascalico del romanzo vittoriano non è più uno strumento efficace per indagare la realtà. - Romanzo sperimentale→ punta sull’oggettività della narrazione e sulla rappresentazione scabrosa della sessualità, del crimine, della violenza che si nasconde nel mondo sociale e nella famiglia. 2. Dickens Charles Dickens esordisce come narratore con i bozzetti urbani “Sketches by Boz”, pubblicati sul Morning Chronicle dove egli lavorava come giornalista e recensore. In tali bozzetti appare la vita della grande metropoli londinese, visitata da una serie di personaggi ognuno dei quali viene celebrato grazie allo spirito di osservazione dello scrittore. Dà prova di una ricchezza verbale che gli permette di rappresentare Londra esplorando la miseria degli scenari notturni e la rapida ascesa del ceto piccolo e medioborghese fatto di impiegati e commercianti. Il successo arriva con “The Pickwick Papers” tra il 1836-1837, basato sulle imprese di Samuel Pickwick e dei soci del suo club, le cui vicissitudini finanziarie denunciano l’ingiustizia di un apparato legale che è l’emblema delle ingiustizie sociali. Il tono è prettamente ironico (sense of humour). Pur essendo popolarissimo in vita, la critica successiva lo definisce come inadeguato stilisticamente e troppo condiscendente con il pubblico, mentre Henri James rispetto al suo ultimo romanzo “Our Mutual Friend” sottolinea la superficialità con cui vengono tratteggiati i personaggi (Il protagonista è una sorta di morto vivente che assume varie identità fittizie per potersi muovere in incognito nei diversi ambienti sociali). Il rifiuto del suo metodo porta ad una scomunica dei circoli letterari che dura almeno fino agli anni Quaranta del nostro secolo. La critica contemporanea ha rivalutato tali aspetti: la carica comica di Dickens fa parte di una strategia di smascheramento delle apparenze che riguarda le istituzioni e le ipocrisie dell’epoca. Dickens, infatti, si rivolgeva ad un pubblico piccolo e medioborghese che vivevano un senso di inadeguatezza intellettuale: egli non cerca di rassicurarli, bensì li pone davanti alla continua mobilità della scena sociale con tutti i suoi inganni e le sue illusioni (ciò permette di accostarlo a Shakespeare). Il motivo della vita di un eroe senza identità (come in Oliver Twist) porta alla rivalutazione dell’io narrante che ricostruisce la propria vita con sofferta partecipazione→ SFUMATURE AUTOBIOGRAFICHE • “Great Expectation”→ Dickens mette in crisi il romanzo di formazione introducendo elementi gotici e fiabeschi. L’ambientazione è Londra, una città ingannevole senza alcuna speranza di raggiungere la condizione di gentleman, la ricchezza, l’amore. 3. Industria e romanzo. “Hard Times” ed Elizabeth Gaskell “Hard Times” è l’opera con cui lo scrittore si avvicina al mondo industriale cercando di rappresentarne le sofferenze e le tensioni sociali. Nonostante ciò, egli ha comunque una visione borghese in quanto guarda con sospetto i tentativi di organizzazione sindacale concentrandosi sul potere della fantasia che ha il potere di esorcizzare lo squallore della città industriale. In Hard Times vengono sottolineate le contraddizioni del ceto borghese raffigurate dall’alleanza tra Gradgrind, l’intellettuale educatore di studenti, e Bounderby, l’odioso capitalista tessile. Molti critici hanno messo in rilievo il carattere fiabesco dell’ispirazione di Dickens: la realtà delle fabbriche appare come un mondo caotico fatto di luci che si accendono misteriose nei fairy palaces, dove avviene il meccanismo della produzione. Il conflitto tra capitalisti (Bounderby) ed operai sedotti dalla retorica del sindacalista Slackbridge si risolve nello spettacolo di un circo equestre. Tale romanzo rappresenta il punto più alto di un discorso che coinvolge molti narratori inglesi verso la metà del secolo. • “Sybil” di Benjamin Disraeli→ insiste sulla retorica delle sofferenze umane e, nel brano più famoso, viene elaborata la TEORIA DELLE DUE NAZIONI su cui regna la regina Vittoria (la nazione dei ricchi e quella dei poveri) tra cui non c’è alcuna relazione e hanno un’educazione e leggi diverse • “Alton Locke” di Charles Kingsley→ affronta in modo diretto il motivo della miseria umana e la necessità di trovare un’alternativa al radicalismo dei cartisti. Il protagonista è un sarto che conosce il degrado dei quartieri più poveri di Londra e ripercorre tutte le tappe dell’evoluzione naturale. Lo scrittore esprime fiducia nel ceto dirigente e in una aristocrazia attenta alle sofferenze dei poveri. Al contrario, Elizabeth Gaskell ha una visione più diretta dei ceti umili di Manchester: in Mary Barton mette in evidenza la realtà degli emarginati sociali, gli operai delle fabbriche e le categorie femminili delle sartine. Il narratore onnisciente guida il lettore per le strade di Manchester per descrivere le abitazioni-tane e i volti innocenti che compongono una società priva di certezze. - Nella Coketown di Hard Times, Dickens descrive il rumore confuso delle macchine, al contrario Gaskell evoca una realtà urbana in cui i lamenti si confondono con le risate dei potenti. In Mary Barton le disavventure dell’eroina, coinvolta nei disordini sociali, riflettono un’identità turbata da eventi terribili. Il padre, John Barton, viene definito da Gaskell come un “powerful monster”, una specie di creatura di Frankenstein carica di odio e rancore che uccide il figlio del suo antagonista sociale. Al contrario in “North and South”, la scrittrice ha una visione più equilibrata sui conflitti di classe descrivendo ugualmente però la condizione delle vittime del mondo industriale (la giovane Bessy Higgins muore a causa dei fumi tossici della fabbrica in cui lavora). Nord: luogo vitale≠ Sud: agricolo Nonostante le scene melodrammatiche, il romanzo ha un HAPPY ENDING, possibile solo lasciandosi alle spalle la città infernale (Mary e Jem che emigrano in Canada) • “Ruth” → incentrato sulla sorte della figura della FALLEN WOMAN, la donna caduta, che il perbenismo dell’epoca condannava al ruolo della prostituta, per la quale è ugualmente possibile il riscatto. 4. Thackeray e Trollope: il romanzo senza eroi Sia Thackeray che Trollope concepiscono il loro impegno letterario come una professione e scelgono il novel con una forte impronta realistico-didascalica. Trollope crede che il romanzo debba riflettere la visione ottimistica dell’establishment mediovittoriano: il letterato, infatti, ha soprattutto una funzione sociale. Il momento di maggior successo per Thackeray è con la pubblicazione a puntate di “Vanity Fair” in cui si sofferma sulle turbolenze, gli arrivismi sociali e gli intrighi della politica dell’epoca. Nella premessa di Vanity Fair, eleva il ruolo del narratore onnisciente a “Manager of The Performance”, una sorta di burattinaio che muove le sue creature per fornire un’amara lezione morale→ NARRATORE= MODERATORE CHE RIEQUILIBRA ANCHE LE DESCRIZIONI DELL’AUTORE Al centro c’è la vita di due figure femminili, l’angelica Amelia Sedley e la sua amica opportunista e spregiudicata Rebecca Sharp, pronta a tutto per compiere la sua scalata sociale e mettere in gioco il valore sacro della sessualità (cosa che solo le donne cadute erano pronte a fare). Amelia e Rebecca sono i due volti dell’immaginario collettivo maschile: l’angelo della casa e il demone della sessualità, necessarie per inscenare la commedia del dualismo tra conformismo e desiderio. Thackeray e Trollope calano il lettore nel contesto della mediocrità umana, dove l’unico valore è il denaro, necessario per il soddisfacimento del proprio ego. Inoltre, entrambi erano consapevoli dell’importanza crescente della stampa. Al contrario di Trollope, Thackeray visse continuamente il confronto con Dickens (come nel ‘700 il confronto tra Stevenson e Fielding), il grande beniamino del pubblico mediovittoriano. 5. George Eliot: le tonalità della vita reale Marian Evans, la quale pubblicò con lo pseudonimo maschile di George Eliot, è una figura dominante della scena vittoriana tanto da essere considerata come l’apice della narrativa dell’epoca. Pur rimanendo fedele alle convenzioni romanzesche del narratore onnisciente di Dickens, Thackeray e Trollope, dà una personale interpretazione del romanzo e una particolare attenzione al quotidiano e al fattore esistenziale: vuole infatti in questo modo rappresentare una “verità interiore” che sia sgombra da sentimentalismo e sensazionalismo soprattutto nel raccontare la vita dei più umili (rimprovera infatti gli scrittori inglesi di aver narrato la vita dei contadini in una maniera distorta ed edulcorata). Così come Dickens, anche Eliot si concentra sui cambiamenti apportati alla vita quotidiana dalla rivoluzione industriale, in particolare sulle comunità legate ad un’economia rurale, come è possibile notare nel romanzo “The Mill on the Floss” (il mulino sulla Floss). È ambientato nelle campagne del Warwickshire e mostra come l’economia degli artigiani sia messa in crisi dall’arrivo delle tecnologie industriali→ tentativo di esplorare la psicologia e le emozioni dei singoli personaggi in cui la voce del narratore onnisciente mostra compassione e partecipazione alla sorte dei più deboli, tra cui figure femminili. Tra queste ricordiamo il destino di Maggie Tulliver, definita come “un piccolo errore della natura” perché testarda e indisciplinata e alla quale non viene concessa un’istruzione sebbene si mostri intelligente: “…non è affare di una donna essere così intelligente; mi sa che le si ritorcerà contro” Eliot risolve la questione attraverso il SACRIFICIO FEMMINILE: Maggie, infatti, vuole a tutti i costi avere l’approvazione del fratello e durante un’inondazione del fiume Floss i due moriranno abbracciati (paesaggio dell’infanzia che si dimostra crudele verso le sue creature). • “Romola” → ricostruzione storia della Firenze del tardo Quattrocento, negli anni di Savonarola. Il personaggio di Romola rappresenta un’epoca di tensioni e violenza politica, in quanto viene tradita dal marito e dal maestro Savonarola. Viene dichiarato il senso di sacrificio delle donne ma anche la loro impossibilità di essere parte attiva in tali processi storici. Il romanzo ritenuto il capolavoro di Eliot è “Middlemarch, a study of provincial life” che racconta le vicende dell’eroina Dorothea Brooke, un’orfana affidata alle cure di uno zio che la fa sposare con il vecchio reverendo Casaubon, il quale si rivela sterile fisicamente ma soprattutto spiritualmente→ ciò che emerge è la COMPLESSITA’ DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI e la necessità di difendere la propria integrità morale in un mondo che si fa sempre più universale. In questo caso si tratta anche del problema concreto dell’uso della proprietà che, secondo le leggi patrimoniali dell’epoca, era limitato alle donne. •CONSAPEVOLEZZA DI VIVERE IN UNA TOMBA VIRTUALE 6. Meredith, Hardy, Gissing: variazioni e inquietudini del novel George Eliot e molti altri scrittori si rifanno al novel realistico-didascalico con il sistema della pubblicazione a puntate in 3 volumi (triple-decker) ponendo l’attenzione sulla vita di provincia o sugli aspetti melodrammatici delle 3R (religion, reform, romance). Le dinamiche storiche e politiche NON permettono una rappresentazione rassicurante della realtà, come nel caso del romanzo di George Meredith: • “The ordeal of Richard Feverel”→ si concentra sul rapport tra padre e figlio all’insegna di una crisi generazionale che fa crollare tutte le certezze. THOMAS HARDY (1840-1928): la sua narrativa si basa sulla consapevolezza che il mondo rurale sta per essere annientato dalla rivoluzione industriale e da nuove forme di produzione→ visione tragica che coinvolge anche i personaggi poiché sono inevitabilmente sconfitti. Infatti, il tono di Hardy è fortemente melodrammatico nei conflitti tra i personaggi ma più nostalgico nel destino tragico del mondo contadino che viene spazzato via. Hardy induce i suoi personaggi a fare errori decisivi che ne condizionano per sempre l’esistenza, come nel caso di Bethsheba in “far from the madding crowd” che si lascia sedurre da un soldato perché incapace di accorgersi di aver trovato un degno marito. Inoltre tutto si svolge sullo sfondo di una piccola cittadina, sede di antiche pratiche pastorali, che si contrappone alla città moderna con la sua vita frenetica e distruttiva. Eternità della condizione rurale ≠ avvento delle macchine che accelerano i ritmi Negli anni 90, Hardy mette in crisi la presenza del narratore onnisciente per realizzare un ritmo narrativo più irregolare che rispecchia le tensioni emotive dei personaggi. A partire dagli anni Ottante, si percepisce l’influenza del naturalismo francese e in particolare Gissing PRENDE LE DISTANZE dall’estremismo di Zola e si fa portavoce di un realismo completamente immerso nella complessità della vita urbana: i suoi personaggi devono confrontarsi con gravi problemi finanziari, mentre i proletari e le donne lottano e soccombono nella giungla darwiniana. Compare una nuova figura, quella della NEW WOMAN, la donna emancipata che lotta per elevare la condizione femminile ma che viene osservata con uno sguardo maschile prettamente ironico ma anche con la convinzione che è ora di dare spazio ad un nuovo futuro. III. ROMANCE 1.Romance e Novel: il caso delle sorelle Bronte Lo scozzese George Moir nel saggio “Modern Romance and Novel” chiarisce la differenza tra queste due classi: -Romance: incentrato sul meraviglioso e gli incidenti inconsueti. -Novel: gli avvenimenti sono adattati allo stato moderno della società Il romance dell’epoca vittoriana NON è un genere ben definito, ma piuttosto una reazione al novel: rifiuta infatti il valore sociale della rappresentazione fedele della vita quotidiana e il controllo etico del narratore onnisciente. Per tale ragione è difficile classificare la produzione letteraria delle sorelle Bronte, in quanto l’intensità con cui si rappresentano alcune vicende individuali le colloca nell’area del romance. Le tre opere narrative Jane Eyre, Wuthering Heights e Agnes Grey, esemplificano la centralità della FIGURA DELL’EROINA in cerca di identità e di una propria autonomia, a cui si intrecciano lo spazio della domesticità, i motivi favolistici e gotici e infine i desideri delle donne. • Wuthering Height→ colloca al centro la passione tempestosa tra Catherine Earnshaw e Heathcliff, un trovatello adottato da Mr Earnshaw. La giovane Catherine si riconosce subito con la parte “selvaggia” di Heathcliff ma decide alla fine di sposare il mite Linton. Così Heathcliff organizza una spietata vendetta nei confronti delle due famiglie e si colloca come un EROE MALEFICO che tutto distrugge tormentato dalla perdita di Catherine. • Jane Eyre→ incentrato su motivi gotici e favolistici che si intrecciano. La voce narrante di Jane adulta guida il lettore attraverso dieci anni di formazione da orfana ad alunna in una scuola per poveri (Lowood) fino a trovare lavoro come istitutrice a Thornfield Hall. La parte più corposa del romanzo è la fase di Thornfiel. Da una parte troviamo il personaggio tenebroso di Edward Rochester, il VILLAIN che ha rinchiuso la moglie in soffitta ma che perderà la vista nel tentativo di salvarla da un incendio, dall’altra Jane come una donna indipendente, autonoma e libera di esprimere i propri sentimenti (dichiara il suo amore violando le regole del pudore vittoriano in nome dell’uguaglianza dei sessi). “Wide sargasso sea”: Jean Rhys recupera l’opera e la “pazza della soffitta” che rappresenta l’alter ego di Jane •Agnes Grey→ dedicato alla figura dell’istitutrice che esplora attraverso i suoi occhi innocenti i mali dell’educazione vittoriana. In “Shirley” invece sullo sfondo c’è lo scontro tra operai e padroni insieme al tema dell’oppressione della donna. 2. Dall’idealismo romantico all’ideologia imperiale Uno dei punti fermi della cultura ottocentesca è l’attenzione per il folcklore, per il carattere popolare della fiaba che da una parte può considerarsi come nostalgia del passato preindustriale e dall’altra sviluppare un intreccio avventuroso con fini pedagogici. Il rappresentante più consapevole è Edward Bulwer-Lytton, il quale parla di METAPHYSICAL NOVEL, un romanzo che esalta i caratteri ideali dell’umanità e gli aspetti generali del comportamento umano. Nel corso del secolo, il termine idealism viene associato sempre più spesso al romance: IDEALISM= ROMANCE REALISM= NOVEL 3. Tra fiaba e gotico La favola vittoriana si consolida verso la metà del secolo sotto l’influenza della cultura tedesca. Nonostante la funzione pedagogica, i personaggi costruiti dalle scrittrici femminili sono spesso figure sovversive e ribelli, di fate o streghe inquietanti→ modernizzazione della favola che annulla gli stereotipi vittoriani. È notevole anche l’interesse delle scrittrici verso il genere gotico come semplice forma di intrattenimento. • Lady Audley’s secret di Mary Elizabeth Braddon→ la protagonista è un’eroina apparentemente angelica, ma nel cuore perfida e arrampicatrice sociale. È presente anche l’elemento della DETECTION (investigazione) per scoprire la colpevolezza della donna L’esponente di spicco sarà Bram Stoker con “Dracula”, in cui si rappresenta l’arrivo del sovrannaturale e del magico nel mondo moderno apparentemente pacifico (commistione tra ragione e magia). 4. Utopia e romanzo dell’immaginario scientifico L’avanzata del pensiero scientifico che culmina con la pubblicazione di “On the origin on species” di Darwin, influenza anche il romance: il discorso della scienza in relazione alle sue conseguenze sociali. • After London di Richard Jefferies→ l’Inghilterra descritta è quella preindustriale dopo che la civiltà moderna è stata annientata dalla caduta di una meteora • News from Nowhere di William Morris→ il medioevo è inteso come epoca di benessere spirituale e pienezza comunicativa. L’autore e il protagonista auspicano un’alternativa al presente e alle sue brutture: il sogno di una Londra purificata dai mali della lotta e dello sfruttamento di classe, dedita a pacifiche attività rurali. Gli scientific romances si configurano come GRANDI FAVOLE DARWINIANE in cui il viaggiatore del tempo visita il futuro per verificare il fallimento delle civiltà e di ogni speranza di progresso. IV.LA POESIA p.127 1. Caratteristiche della poesia vittoriana I poeti vittoriani riprendono in parte la concezione romantica della poesia, secondo cui nella natura è nascosta una forza spirituale. Secondo i poeti vittoriani, tale forza invece è totalmente al di là del mondo e di base c’è una visione pessimista dovuta alla consapevolezza dell’assenza di Dio. È da sottolineare la RICCHEZZA TEMATICA della poesia vittoriana che tratta di teologia, scienza, filosofia, politica e sviluppa da una parte una tradizione conservatrice, dall’altra una più radicale. Infatti, i poeti sono consapevoli della propria modernità dovuta all’avanzare delle scoperte scientifiche. Sono numerosi i riferimenti al passato letterario e mitico, come nel caso di “Golden Wings” di William Morris, ambientato in un ambiente cortese. Tale scelta è dovuta alla sua vicinanza con i PRERAFFAELLITI, poeti e pittori che rifiutano “l’arte contaminata” della rivoluzione industriale e si rifanno all’Italia del Dolce Stil Novo, di Dante e di Giotto (rifiuto del materialismo del mondo moderno). Il linguaggio poetico vittoriano deve fare però i conti con un’epoca “profondamente impoetica” e con la tradizione romantica: alcuni poeti vittoriani, infatti, parlano ancora di “sogno” e la miseria del presente viene vista attraverso un’aria sublimata. POETA=PROFETA portatore di una verità che i lettori mediocri non possono intendere (apostrofati con dure parole) • “In Memoriam” di Alfred Tennyson→ il poeta cerca di lenire il dolore per la morte dell’amico attraverso la poesia, in modo da farle assumere un carattere alto e nobilitante. Tra i temi sviluppati c’è una NUOVA VISIONE SCIENTIFICA DELLA NATURA poiché anche il mondo della scienza diventa materia poetica (antitesi tra due modi di rappresentare il reale). Inoltre, Tennyson aveva il ruolo di “Poeta Laureato” proprio per la versatilità della sua produzione poetica. La volontà vittoriana è quella di trovare un equilibrio attraverso la perfezione dei versi e la varietà dei contenuti. Uno degli aspetti è quello dell’ESOTISMO e il sogno dell’Oriente, privo però di qualsiasi allusione coloniale. 2. Browning e il monologo drammatico Il poeta Robert Browning sviluppa un metodo poetico che permette di indagare a fondo la psicologia dei personaggi: da ciò deriva un senso di ambiguità nel linguaggio. La percezione del reale, infatti, rappresenta un senso di discontinuità, dubbio e precarietà Temi: Pittura, Musica e Religione personificati attraverso personaggi del passato che danno un effetto ironico per la loro identità fittizia filtrata attraverso la soggettività del poeta e i modelli culturali dell’epoca. La produzione poetica di Browning è fortemente influenzata dal suo soggiorno italiano soprattutto in riferimento alla corte ferrarese degli Estensi, alla Roma papale di fine Seicento arricchendo con dettagli storici (historical romance in versi). 3. Le poesie di Emily Bronte, Elizabeth Barrett Browning, Christina Rossetti Il mondo femminile è il soggetto preferito della poesia vittoriana, sia come figure misteriose di un lontano passato, sia come interlocutrici o antagoniste del poeta nelle vicende amorose. Il modello dei vittoriani lo troviamo nel romanzo “The Angel in the House”, dove la protagonista Honoria rappresenta la PERFETTA LADY (semplice, di nobili sentimenti, altruista= un angelo sceso in terra). Dunque, l’intenzione delle poetesse dell’Ottocento è dare espressione all’eterna lotta tra la figura dell’angelo per far emergere la donna sottomessa e affermare la sua dignità come donna ed artista. I versi delle sorelle Bronte appaiono raccolti nel volume “Poems” e stupiscono per la loro apparente semplicità ma allo stesso tempo musicalità melanconica e selvaggia. • esaltazione panteistica della natura, celebrazione del potere dell’immaginazione, senso della morte. Diversa è la posizione di Elizabeth Barrett Browning, la quale nel poema “Aurora Leigh” evoca la storia di un’artista dell’Ottocento. La protagonista viene addestrata come una lady ma rifiuta di sottomettersi e diventare un “angelo”. Al fianco di un’artista nel suo processo di formazione, inoltre, si colloca la figura della “fallen woman” che Aurora salva e porta con sé (tale figura viene spesso criticata). •Goblin Market di Christina Rossetti→ è un fairytale sul peccato e sulla redenzione, sul desiderio sessuale e sulla punizione. Narra la storia di due sorelle, Laura e Lizzie, che vengono tentate dai folletti del bosco: Laura cede e assapora i frutti magici (stessa valenza della mela di Eva= VELENO MORALE). La sua trasgressione comporta una grave malattia e in suo soccorso arriva la sorella Lizzie, la quale viene cosparsa da una polpa incantata per guarirla e liberarla dalla stregoneria. 4. Hopkins: il poeta di fronte al suo Dio La sperimentazione poetica di Hopkins si esprime nello SPRUNG RHYTHM, ovvero il ritmo naturale del discorso che è il più adatto alla versificazione. • “God’s Grandeur” → (sonetto) celebrazione della presenza divina e della figura di Cristo che si carica di ambiguità semantiche nel ricreare il paesaggio della natura attraverso un occhio scientifico o mistico 5. Verso la “fin de siecle”: armonie e disarmonie Negli anni Novanta si avverte una visione malinconica dei continui processi di urbanizzazione che cancellano i segni dell’antica civiltà rurale. Infatti, verso la fine del secolo si rivaluta l’esperienza romantica e si ritorna ai temi della natura e alla vita campestre. Esperienza romantica≠ conformismo della borghesia vittoriana Perenne esistenza della natura≠ mutevolezza dello scenario umano • “Wessex Poems” → la prima raccolta di poesie di Thomas Hardy, il quale mette in luce la mancanza di punti fermi della sua epoca È un poeta PESSIMISTA e riflette la fine di un secolo che aveva assistito alla “scomparsa di Dio” e ridimensione la visione della natura che ormai appare svuotata di nuove verità scientifiche. V. PROSA 1. Da Carlyle ad Arnold: il ruolo critico dell’intellettuale L'intellettuale vittoriano sente la responsabilità di farsi interprete autorevole dei tempi, nella maggior parte dei casi in modo critico e spesso con un atteggiamento duplice: da una parte cerca di comprendere le turbolenze del presente, dall’altra guarda con nostalgia il passato rurale spazzato via dal progresso. La “questione dell’Inghilterra” viene affrontata da Raymond Williams in “Culture and Society”, indicando nella trasformazione del significato di 5 termini-chiave (industria, democrazia, arte, classe, cultura) il senso più profondo del cambiamento che raggiunge il culmine nel periodo vittoriano. Inoltre, emergono le “specializzazioni intellettuali” che dividono in modo radicale la figura dell’intellettuale da quella dello scienziato: il segno di rivendicazione delle due culture è il dibattito di Matthew Arnold noto come “CRITICISM OF LIFE” in cui afferma la necessità di un rinnovamento pedagogico che valorizzi l’istruzione scientifica. Nella prima metà del secolo, Thomas Carlyle aveva affermato il potere critico dell’intellettuale contro l’inaridimento spirituale provocato dalle macchine. • “Signs of the Times” (1829) • “Chartism” (1839) Lo scrittore scozzese abbandona ogni speranza di democrazia per via dell’imbestialimento delle masse utilizzando un linguaggio aspro e pieno di richiami biblici all’Apocalisse. Al contrario John Stuart Mill utilizza toni più pacati quando dichiara i diritti fondamentali dell’individuo nei trattati “On Liberty” e “The subjection of women” in cui vengono portati all’attenzione gli aspetti più rilevanti dell’individuo e la vita sociale. L’approccio al presente di Matthew Arnold è MENO OTTIMISTA e nel saggio “Culture and Anarchy” difende gli ideale di una visione educativa in grado di salvaguardare la tradizione umanistica. 5. La prosa scientifica Thomas Henry Huxley, divulgatore delle teorie darwiniane, difende il nuovo sapere scientifico dichiarandone la supremazia al posto della teologia e della filosofia. Nel saggio “Science and Culture” sostiene un nuovo modello di istruzione scientifica senza trascurare i valori letterari che vengono identificati nelle 3 grandi letterature del mondo, l’inglese, la francese, la tedesca. In generale la prosa scientifica si concentra su una chiarezza espositiva che coinvolga un pubblico affascinato. Ad esempio, Darwin nei suoi scritti bilancia il suo rigore nell’osservazione della natura e la volontà di comunicare ai lettori il frutto della sua ricerca appassionata. 6. Viaggiatori e viaggiatrici imperiali Sono numerose le testimonianze scritte di viaggiatori e viaggiatrici dell’epoca vittoriana che si spingono fino ai confini dell’Impero e oltre. La figura più importante è quella di Richard Burton, il quale nei suoi resoconti combina erudizione e vivacità dell’esperienza. Totalmente diversa è, invece, la versione delle scrittrici che evidenziano “l’alterità” di un’impresa compiuta senza un uomo al loro fianco. La loro è la condizione della “DONNA MANCATA”, quella che secondo i canoni dell’epoca era la “spinster” (zitella) che osava competere con la mascolinità degli esploratori. Occorre ricordare la testimonianza di Mary Kingsley in “Travels in West Africa”, un resoconto privo di retorica e con un sottile umorismo dei viaggi compiuti nell’Africa occidentale. L’autrice osserva divertita i costumi dei cannibali Fan e la grandiosità della foresta tropicale, indagando anche le proprie reazioni psicologiche come di un individuo che ha superato le barriere del gender (il viaggio, dunque, è anche una rivendicazione del diritto delle donne di intromettersi nel dibattito coloniale). 7. L’autobiografia Uno dei punti centrali dell’epoca vittoriana è L’INDAGINE INTERIORE attraverso la pubblicazione di scritti autobiografici che seguono sempre uno schema ricorrente: si parte da un momento decisivo della formazione giovanile fino ad arrivare all’impegno e al successo nell’ambito della comunità dopo aver superato una serie di prove. Spesso l’autobiografia ha anche la funzione di AUTODIFESA, ovvero confessione pubblica delle proprie scelte, oppure nasce dalla convinzione della fine per una grave infermità. Un esempio è “Autobiography” di Charles Darwin in cui gli eventi privati e pubblici sono raccontati con una rassegnata ed ironica accettazione del proprio decadimento intellettuale. • “Praeterita” di John Ruskin • “Confessions of a young man” di George Moore 8. La riflessione estetica La riflessione sull’arte ha una funzione antindustriale e anti-utilitaristica e si arriva alla definizione dell’“arte per l’arte” (art for art’s sake), fondamentale per il passaggio alle estetiche novecentesche. In particolare, Ruskin nella sua concezione dell’arte, attribuisce una certa centralità all’esperienza estetica (cultura basata sulla percezione visiva) RIFIUTO DEL MATERIALISMO VITTORIANO in contrasto con l’armonia spirituale del Rinascimento (“la regione incantata”) dove arte e vita diventano una sola identità Fa da suggello a questa nuova sensibilità estetica l’opera di Oscar Wilde, in cui si intrecciano le aspirazioni di un riscatto dell’individuo dal suo asservimento alla macchina (“the soul of man under socialism”). ARTE= momento supremo dell’esperienza umana, una nuova religione in un mondo ormai senza certezze, che si incarna nell’artista DANDY antiborghese. In “The picture of Dorian Grey” dà voce alla sua visione aristocratica del rapporto tra arte e vita, della scissione tra letteratura e moralità corrente, della necessità dell’artista di indossare una maschera per esprimere una precaria “verità”. In generale è un romanzo che mostra la FACCIA NASCOSTA DELLA RISPETTABILITA’ VITTORIANA. 9. Mutazioni letterarie. Gli anni Novanta L’ultimo decennio dell’Ottocento è una fase di ambivalenza di una cultura che, da una parte si situa nella fase storica del regno di Vittoria, ma dall’altra non ne riconosce più caratteristiche e valori. Tale polarizzazione si deve anche ad una fase di tensioni politiche e sociali dovute al mancato tentativo di concedere l’indipendenza all’Irlanda, la lotta per l’emancipazione femminile, gli attentati anarchici che agitavano l’Europa. -Artista decadente→ sostenitore dell’art for art’s sake che esibisce la diversità del dandy -Letterato→ produttore di cultura per le masse attraverso l’impiego dei mezzi di comunicazione come i giornali, le riviste, i romanzi. Da una parte: Rifiuto del rapporto con una società conformista e ipocrita Dall’altra: recupero del nazionalismo e del patriottismo come reazione alla minaccia economica e coloniale della Germania e della Francia In particolare, viene valorizzata la forma della SHORT STORY per il racconto di avventure che esprime l’ideologia dell’Impero sulla rivista mensile “Strand”. In ogni caso il panorama letterario è alquanto movimentato anche per l’internazionalizzazione del romanzo inglese, per la traduzione dei grandi romanzieri russi e per l’ammirazione per l’arte francese. Nello stesso periodo si sviluppa anche una corrente narrativa che esprime la “condizione dell’Inghilterra” secondo una prospettiva realistica. Tra gli oppositori c’è Wells, il quale rifiuta il principio secondo cui il romanzo è uno STRUMENTO ESTETICO PERFETTO, dedicandosi ai già citati scientific romances e ad opere di attualità. VI. Il teatro Il teatro diviene probabilmente uno degli strumenti espressivi più importanti, in quanto la cultura degli anni Novanta tende alla SPETTACOLARIZZAZIONE. Si possono ricordare, quindi, grandi interpreti e forme di spettacolo popolare, come il melodramma e il music hall, che avevano grandissima presa sul pubblico. Il recupero del teatro riguarda anche la cultura irlandese del Celtic Revival. •W.B. Yeats→ fonda nel 1899 l’Irish Literary Theatre in cui, pur utilizzando la lingua inglese, vengono recuperati anche gli elementi folklorici delle campagne irlandesi e la tradizione greca ed elisabettiana. Nell’ultima parte del secolo nasce un genere innovativo di OPERETTA, in cui acquista una grande importanza la figura dell’attore, fino ad allora sostanzialmente emarginata: un esempio è il ruolo di new woman. I dominatori della scena inglese saranno Henry Arthur Jones, Arthur Wing Pinero, ma soprattutto Oscar Wilde, autore di almeno 4 opere memorabili: - “Lady Windermere’s Fan - “A Woman of No Importance” - “An Ideal Husband” - “The importance of Being Earnest” Wilde nelle commedie utilizza un impianto ottocentesco ma che viene trasformato attraverso il dialogo che mescola ironia, dissacrazione delle convenzioni sociali e dimensione ludica. Il linguaggio dei personaggi È PURA FORMA, SENZA CONTENUTI ETICI (mondo spregiudicato pronto a adattarsi ad ogni circostanza. 1. Shaw George Bernard Shaw è colui che dà un contributo decisivo nell’ambito teatrale della fin de siecle. • “Widower’s Houses” → attacca l’ipocrisia dei benpensanti attraverso il contrasto tra due innamorati che si risolve nella speculazione finanziaria sul reddito delle case affittate ai poveri • “Mr Warren’s Profession” → attraverso l’ironia rappresenta il conflitto tra morale pubblica e privata nella figura di Mrs Warren, una tenutaria di bordelli, che ha investito il suo reddito nella formazione della figlia Vivie, inconsapevole del suo passato. Il mondo maschile è rappresentato come opportunista. Pur avendo continuato a scrivere fino a metà del Novecento, i suoi punti di riferimento ideologici sono sostanzialmente ottocenteschi. Il suo linguaggio teatrale fu assolutamente rivoluzionario per la presenza di humor e paradossalità che conquistavano un pubblico vastissimo tra il settore progressista. Con la Prima guerra mondiale tale mondo scomparve e, dal dopoguerra in poi, Shaw ripiegò su scene ambientate in un lontano passato o in un ipotetico futuro per la mancanza di punti di riferimento.