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Volume 2 Sanders Letteratura Inglese II

Letteratura Inglese II (Università degli Studi di Messina)

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Descargado por Chiara Rotondo (chia.ro3199@gmail.com)
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L’ETA’ DEL ROMANTICISMO

1780-1830

Segni di disaffezione nei confronti del neoclassicismo e del razionalismo si registrano fin nel cuore del XVIII
secolo. Al 1750 risale infatti l’Elegia scritta in un cimitero di campagna di Thomas Gray che fu l’espressione
più notevole della cosiddetta poesia sepolcrale. Anche se a livello formale Gray adottò il linguaggio poetico
augusteo, il suo gusto per la meditazione malinconica, il riferimento a letterature primitive e al medioevo, la
celebrazione delle classi sociali più umili fanno di lui un esponente del preromanticismo.

Gli avvenimenti storici all’origine del profondo cambiamento segnato dal Romanticismo furono la
rivoluzione francese, che accelerò il processo democratico europeo, e la rivoluzione industriale, che provocò
fondamentali cambiamenti nella vita umana. Caratteristiche dello spirito romantico sono una diversa
interpretazione della natura vista in termini panteistici e in stretto rapporto con l’uomo, l’aspirazione a unirsi
con l’infinito e con il tutto, la concezione dell’artista come mediatore tra le forze trascendenti e il genere
umano, il culto per le epoche primitive e per gli umili, l’indagine sulle forze dell’irrazionale, l’enfasi sulla
libera iniziativa creatrice dell’artista, l’interesse per i sentimenti nei loro aspetti più segreti.

Edward Gibbon fu il più grande storico inglese del Settecento, incarnazione della razionalità e dello
scetticismo dell’Illuminismo europeo. In “Memoirs of my life and writings” egli affermava che la prima volta
che aveva visto Roma era stato pervaso da intense emozioni che indicavano fino a che punto egli
appartenesse alla sensibility. In “the decline and fall of Roman Empire” da un lato i principi fondanti di
quest’opera guardano al passato, alla cultura dei salottini intellettuali della Parigi prerivoluzionaria e al
mondo del Grand Tour aristocratico, dall’altro anticipano gli ideali repubblicani che avrebbero ossessionato
il pensiero europeo ottocentesco. Egli mostrava poca simpatia per coloro che scorgevano nella Rivoluzione
francese un nuovo inizio della storia umana. Con la sua ampia narrazione storica egli intende colpire la
sensibilità cristiana moderna e i brani ironici che punteggiano la sua opera hanno lo scopo di mettere in
discussione i pregiudizi circa l’inevitabilità del progresso.

Edmund Burke l’analisi più persuasiva delle conseguenze immediate della prima fase della Rivoluzione
francese si trova nel suo trattato “ Reflection on the Revolution in France”, in cui egli si proponeva di
bloccare e raffreddare l’ottimismo libertario con cui era stata accolta la Dichiarazione dei Diritti dell’uomo.
Fermo sostenitore del costituzionalismo inglese egli afferma il primato della tradizione sull’innovazione, del
riformismo sul radicalismo. Nel 1757 pubblica il suo trattato “Enquiry upon the origin of our ideas of the
sublime and beautiful” sostenendo per la prima volta il primato del Sublime sul bello. Nell’idea di Burke è
sublime tutto ciò che può destare idee di dolore e di pericolo, ossia tutto ciò che è in un certo senso terribile
o che agisce in modo analogo al terrore. Può anche essere definito come l’orrendo che affascina. La natura
nei suoi aspetti più terrificanti come mari burrascosi o eruzioni vulcaniche diventa dunque la fonte del
sublime perché produce la più forte emozione che l’animo sia capace di sentire.

Paine, Godwin e i romanzieri Giacobini

Le accuse di Burke contro le astrazioni metafisiche suscitarono immediate reazioni. Tra cui Thomas Paine
che con il suo sostegno alla rivoluzione americana e a quella francese si era fatto diversi amici. Il consenso di
cui Paine godette nella Francia Giacobina era dovuto a “ The rights of man” in cui promuove una nuova fede
nei diritti e nelle libertà definiti costituzionalmente e riesce a fare sembrare ridicolo il pragmatismo del suo
avversario. Negli anni della prigione portò a compimento la sua opera “the age of reason” in cui analizza,
con atteggiamento pragmatico, il Culto dell’Essere Supremo che si era propagato in Francia prendendo le
distanze dai toni enfatici e quasi religiosi di Robespierre. Egli inoltre rifiuta ogni forma di religione
consolidata, dogmatica o rivelata.

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La vera svolta ideologica della vita di William Godwin avviene sull’onda dell’emozione suscitata dalla
rivoluzione francese del 1789. Godwin sente la necessità di prendere posizione, soprattutto in risposta a
riflessioni sulla Rivoluzione Francese di Burke. Nasce così “An Enquiry Concerning Political Justice” (1793).
Agli occhi dell’autore la felicità umana e il benessere della società rappresentano gli unici scopi
dell’esistenza. Godwin guarda a una futura graduale dissoluzione di tutte le forme di governo, alle quali si
sostituirà un nuovo sistema fondato sull’anarchia. Il suo odio verso ogni forma di ingiustizia e di
autoritarismo politico e religioso prevale in “the adventures of Caleb Williams. (in questo romanzo troviamo
tre personaggi: Mr Falkland, Tyrrel e lo stesso Caleb Williams, attorno ai quali ruota l’artificio del doppio. E’
un romanzo incentrato sui problemi della coscienza di classe e sulla natura del potere.)

Anche “Vindication of the right of man” di Mary Wollstonecraf sostiene una protesta contro
l’atteggiamento nostalgico di Burke nei confronti dell’epoca cavalleresca, mettendo in ridicolo gli
atteggiamenti dei ceti superiori. E’ un trattato nel quale l’autrice rielabora la teoria rivoluzionaria francese
adattandola alle esigenze delle donne. Il suo libro si concentra sul duplice appello dell’istruzione e della
ragione: la prima servirà a rendere ingiustificabile la permanenza della donna in uno stato di sottomissione,
mentre la seconda servirà a dirimere tutte le future questioni di gender. Mary assume un’importanza vitale
per qualsiasi tentativo futuro di definire i rapporti tra classi e sessi. Sia “ Mary” che l’incompiuto “The
wrongs of Woman” trattano dell’oppressione universalmente subita dalle donne a opera degli uomini. Il
romanzo Mary tocca molte delle tematiche principali della letteratura romantica tra le quali l’importanza
della fantasia, la natura del sentimento religioso, il viaggio come momento di espansione della conoscenza,
esso inoltre contrappone la solidità emotiva delle amicizie femminili ai matrimoni senza amore e alle grandi
passioni insoddisfatte. In The Wrongs of Woman l’autrice afferma la necessità di un riconoscimento pubblico
dei diritti delle donne.

Del gruppo che utilizzava la narrativa per diffondere alcuni aspetti della nuova ideologia rivoluzionaria
facevano parte anche Mary Hais, autrice di Memoirs of Emma Courtney” e Elizabeth Inchbald che aveva
pubblicato “A simple story”. La Emma di Hais ha una storia d’amore infelice e non corrisposto, e di sofferena
accentuata da un carattere poco disciplinato dall’educazione. A simple story è un romanzo incentrato su una
tranquilla famiglia inglese cattolica, come un’opera radicale sotto il profilo politico o sessuale, l’autrice riesce
a mettere in luce la necessità di provvedere all’istruzione delle donne, al fine di combattere la mancanza di
realizzazione personale che le opprime.

Questa presenza di figure femminili dallo spirito indipendente caratterizza le opere di altri due membri della
cerchia, Robert Bage e Thomas Holcrof, nella produzione di entrambi sono gli uomini a farsi crio della
narrazione e a portare avanti la critica sociale. Bage scrisse dei romanzi ma l’impatto del pensiero
rivoluzionario è evidente soprattutto negli ultimi “Man as he” e “Hermsprong or man as he is not” in cui egli
difende con decisione la dignità del duro lavoro e mette in luce il retto impiego della ricchezza guadagnata
con il sudore della fronte, in contrapposizione ai privilegi caduti dal cielo sottoforma di eredità.

La narrativa gotica

Burke fu pronto a riconoscere che anche alcuni generi letterari si prestavano a suscitare un senso di
piacevole orrore. A tale proposito egli citava Paradise Lost di Milton e le opere shakespeariane. Riferimenti a
Shakespeare e Milton sono presenti in tutta la cosiddetta narrativa gotica del tardo settecento e inizi
dell’ottocento. Si tratta di un genere iniziato da Horace Walpole con la breve novella The Castle of Otranto
1764. Il piacevole orrore viene generato dagli scenari dominati da rovine del passato e dall’ambientazione in
un passato remoto. Prospera grazie al costante riferimento a strapiombi e orridi, torture e territori, alla
necrofilia. Storie di possessione, morti improvvise, celle, sogni, apparizioni, spettri e profezie. La narrativa
gotica è stata una reazione contro la tranquillità e la sicurezza, la stabilità politica e l’espansione
commerciale. The Castle of Otranto è un romanzo che si presenta come la traduzione di un antico racconto
italiano su una serie di improbabili catastrofi avvenute nella puglia medievale. L’opera di Anne Radcliffe è

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invece più ampia e più seria. Fu a tutti gli effetti la fondatrice di gruppo o una scuola, pioniera di un
particolare stile narrativo in grado di colpire con forza l’immaginazione del lettore. Era il terrore, non
l’orrore, per lei la vera fonte del sublime. The Mistery of Udolpho, The Italian sono entrambi caratterizzati
dalla presenza maschile che perseguita le due eroine, un senso di minaccia viene accentuato dalle loro
reminescenze colte di personaggi machiavellici e di un cattolicesimo sinistro. Le donne sono caratterizzate
da una grande delicatezza e un profondo senso del decoro ed entrambe fanno affidamento sulla propria
razionalità. Una sempre maggiore enfasi sul soprannaturale nella narrativa gotica è evidente nelle opere di
Mattew Gregory Lewis e di Robert Maturin. Entrambi sembrano provare gusto a degenerare nell’horror.
The Monk di Lewis è ambientato in un convento di frati cappuccini di Madrid, mondo dominato da
un’atmosfera di repressione, ambizione e intrigo. Ambrosio, il monaco viene descritto nella sua progressiva
caduta dall’apparente stato di grazia iniziale. Stanze segrete, passaggi sotterranei e cripte costituiscono gli
elementi determinanti della struttura narrativa. Il monaco stringe un patto con il diavolo che lo conduce alla
distruzione fisica e spirituale e si conclude con la morte. Charles Robert Maturin era un sacerdote, scrive
Melmoth the Wanderer, un’opera che ruota attorno a una serie di disperati tentativi del protagonista di
sfuggire alle conseguenze di un patto diabolico. Il romanzo gioca sul principio dell’accumulo: la narrazione di
offre il resoconto dell’infelice destino dei sostituti dell’eroe trasportandoci attraverso spazi geografici ed
epoche storiche diverse.

Frankenstein or the modern prometheus - Mary Shelley 1818

L’etichetta di gotico è stata applicata a una grande varietà di testi anomali in cui naturale e soprannaturale
coesistono e spesso si scontrano. Tra questi, l’esempio di narrativa scientifica di Frankenstein di Mary
Shelley (1818). Il romanzo ha anche un’origine assai curiosa, in quanto nasce da una competizione letteraria
tra amici. Durante la piovosissima estate del 1816, Mary e Percy soggiornano in una villa sul lago di Ginevra
con John Polidori (1795-1821), ospitati da Lord Byron (1788-1824). Quest’ultimo, per ingannare la noia del
tempo inclemente, sfida tutti a scrivere il miglior racconto dell’orrore. Da qui nasceranno il mito di
Frankenstein e Il vampiro (1819) di Polidori, romanzo breve che fonda tutte le storie sui vampiri, fino al
Dracula (1897) di Bram Stoker (1847-1912). Si tratta di un romanzo epistolare: la storia è narrata attraverso
le lettere che il capitano Robert Walton comincia a scrivere alla sorella per raccontarle di una sua missione
al polo nord. Durante questa missione incontra Victor Frankenstein, il quale proviene da una famiglia
svizzera che gli ha garantito un’infanzia felice, indirizzandolo sulla strada degli studi scientifici. La madre
muore di scarlattina. Il giovane ossessionato dall’idea di dare vita alla materia inanimata, studia con
accanimento e crede di aver scoperto il segreto della vita. Trascorre mesi cercando di creare un essere
vivente assemblato con parti del corpo provenienti da cadaveri. Una notte la creatura prende vita ma
Frankenstein fugge terrorizzato. Il romanzo analizza a fondo la tematica della responsabilità morale e indaga
sull’apparato di conoscenze a cui oggi diamo il nome di scienza. La tendenza a sviluppare le idee fino alle
loro estreme conseguenze e a saggiare ogni sorta di sensazione o esperienza, si trasfigura in un esame delle
possibili ripercussioni della sperimentazione e dell’esplorazione dell’ignoto. Quando pensiamo a
frankenstain pensiamo al mostro ma frankenstain è il creatore del mostro. Il mostro non ha nome perché
suo padre si rende conto dell' abominio commesso e non gli da un nome o un identità punto viene sempre
chiamato la creatura. È un mostro per il modo in cui si comporta per la sua interiorità , commette gli
omicidi, delle azioni malvagie, ha una forza fisica eccezionale. In tutti i film il mostro prende vita durante un
temporale , con la scarica elettrica che gli passa attraverso il corpo. Di tutto questo Mary shelly non parla. La
situazione gli sfugge però di mano, perché è una creatura appena nata, ma già l'aspetto di un uomo di 40
anni. Inizia subito a parlare appunto il mostro non nasce cattivo, lo diventa. Prende subito coscienza del suo
aspetto orribile, vive nascosto in un fienile in una fattoria dove osserva l'andamento il comportamento di
una famiglia di contadini. Da loro impara regole stile di vita. Decide anche di farsi vedere, aspetta che il
nonno resti solo a casa e chiacchiera con lui. Il nonno lo accetta perché cieco, la creatura chiede al padre
una compagna. Victor prima accetta poi si rende conto che raddoppierebbe il suo peccato e si rifiuta. Il
mostro da qui in poi accumula delusioni, cattiverie, offese. Comincia a uccidere, anche la promessa sposa di

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Victor, uccide anche Victor alla fine. Piange sul cadavere del suo creatore perché è suo padre. Il mostro
nasce vergine, puro di cervello, bisogna insegnargli tutto come fosse un bambino cosa che Victor non fa. Il
romanzo è dedicato a William Godwin.

Il sottotitolo del romanzo, o il Prometeo moderno è un elemento cruciale per la comprensione del
significato dell’opera. Prometeo è un personaggio della mitologia classica: egli è un Titano che restituisce
agli uomini il fuoco che Zeus, per vendetta, ha sottratto loro. A causa di questa disubbidienza, Prometeo si
trova a subire l’ira del padre degli dei, venendo incatenato da una rupe. Nella versione del mito raccontata
da Platone, inoltre, Prometeo è anche il creatore degli uomini.

È allora quest’ultima variante del mito quella accolta da Mary Shelley, che fa di Victor Frankenstein un
creatore e, al contempo, un individuo che viola consapevolmente un comando divino.

Dracula – Bram Stoker 1897

Bram stoker scrive Dracula. Sono i due testi che danno origine alla letteratura horror, che mescola il
sovrannaturale che si fa il gotico. Prima di parlare di bram stoker dovremmo spiegare quali erano le
credenze dell'epoca vittoriana. L'ottocento inglese è molto diverso da quello europeo. Mentre nel resto
d'europa c'è la lotta per l'indipendenza virgola in Inghilterra questo non accade appunto nel 1837 salì al
trono non per linea diretta vittoria che ha 18 anni. Vittoria riesci a dare stabilità al paese. In Inghilterra il
trono non è mai caduto come in altri paesi europei, non c'è stata una restaurazione. Vittoria arriva il trono
in un epoca di rivoluzioni appunto le città scoppiano perché coltivare la terra non conviene più punto c'è la
corsa all industrializzazione, le industrie sono delle grandi città. I contadini non avevano diritti, nell'epoca
vittoriana si comincia a parlare di diritto di voto poi si comincia a parlare di suffragio universale. Le
campagne vengono abbandonate. Non ci sono fognature, strade, acquedotti. Questo comporta un grande
focolaio di malattie per scarsa igiene. E’ il periodo del colonialismo ci sono tante materie prime importanti
che non vengono prodotte in patria e ci sono tante terre lontane e vergini che queste materie prime ce le
hanno. L'impero britannico è vastissimo e si allarga sempre di più la regina vittoria è imperatrice di questa
espansione. Nasce il concetto di White man's burden, il fardello dell'uomo bianco, la necessità di utilizzare i
selvaggi mentre gli si rubano le ricchezze. Il regno della regina vittoria è stato lunghissimo, termina con la
sua morte nel 1901.

Bram Stoker nasce nel 1847 vicino Dublino. Aveva una salute molto cagionevole, per questo trascorse la sua
infanzia costretto a letto, cominciò a camminare solo all’età di sette anni. Sua madre lo intratteneva
leggendogli storie di fantasmi e che parlavano della pandemia di colera del 1832, le quali influenzarono
notevolmente le sue opere letterarie. Studia a Cambridge, è un importante critico teatrale, amico di Henry
Irving, attore.

L'innesto principale del Dracula di Stoker è comunque sulla figura storica del principe Vlad III di Valacchia

Dracula fu pubblicato nel 1897. La storia è raccontata attraverso una serie di lettere, diari, racconti
personali dei vari personaggi coinvolti negli eventi narrati, in particolare attraverso di scritti di Jonathan
Harker. Nel romanzo Stoker introduce l’uso delle più recenti tecnologie del tempo, come il fonografo per
registrare la voce, usato dal Dottor Seward, o le prime macchine per scrivere, infatti, una delle protagoniste,
Mina Murray, batte a macchina i racconti dei personaggi. Usando le tecnologie più recenti per raccontare
eventi soprannaturali, Stoker rende i racconti più immediati. L’immediatezza dei fatti è raggiunta anche dal
modo in cui lo scrittore capovolge le convenzioni tipiche del romanzo gotico. La storia è ambientata nel

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1890. Jonhatan, un giovane avvocato inglese, viene inviato dal suo capo in Transilvania, una regione della
Romania, per curare l’acquisto di una proprietà londinese da parte di un aristocratico del posto, il conte
Dracula. Quando Jonathan raggiunge la Transilvania si ritrova in un mondo popolato di superstizioni, dove la
gente locale gli consiglia di non recarsi al castello e gli dona crocefissi per difendersi dal Conte. Harker non
dà loro ascolto e raggiunge il castello, dove incontra il Conte Dracula, un anziano gentiluomo, molto ospitale
e apparentemente innocuo. Dopo pochi giorni, Harker si rende conto di essere diventato prigioniero del
Conte; scopre che ha poteri soprannaturali e intende attuare un piano diabolico. In realtà Dracula è un
vampiro che si nutre di sangue umano e vuole recarsi in Inghilterra alla ricerca di nuove vittime. Harker
teme per la propria vita e cerca invano di fuggire dal castello. Dracula si reca in Inghilterra in cerca di nuove
vittime. Tra le sue vittime vi è anche Mina, fidanzata e poi moglie di Harker. Il dottor Seward, il Professor Van
Helsing e Harker riescono a salvare Mina e uccidere Dracula. Molti personaggi sono una critica all’epoca
vittoriana: Mina, la fidanzata di Jonhatan, studia dattilografia e vuole andare a lavorare, Van Helsing, uomo
di scienza ma legato alle tradizioni e superstizioni (è come uno stregone, capisce la natura del conte
dracula).

Smith e Burney

Nella narrativa di entrambe le autrici le donne non sono tanto delle martiri esposte a chissà quali pericoli
quanto persone che si trovano in una situazione di dipendenza, o vivono all’ombra di un uomo energico, e
che prendono decisioni solo nel caso in cui vengano messe di fronte a una scelta morale.

- Charlotte Smith, vittima tutt’altro che passiva di un matrimonio infelice, scriveva per guadagnare il
denaro necessario al mantenimento dei propri figli. Nota principalmente per la sua poesia, Elegiac
Sonnets, and other Essays da cui emerge l’immagine di un narratore malinconico, sensibile ai
cambiamenti di stagione. Il tratto più caratteristico della sua poesia è la capacità di fondere le
descrizioni minuziose dei particolari con il tema ricorrente dell’infelicità. I suoi romanzi sono meno
personali ed emotivamente ricchi: Emmeline, gioca con i luoghi comuni del gotico, The old manor
house riprende il tema della prigionia in un castello e della presenza di fantasmi, i temi principali
sono i dilemmi morali, la politica e il senso dell’età presente.
- Fanny Burney scrive il romanzo Evelina in cui descrive una società inglese ben lontana da quella di
Parigi con le sue relazioni pericolose. Attraverso l’esperienza la protagonista comprende il valore del
decoro ma acquisisce anche una modestia e saggezza che trascendono i limiti di quegli ambienti.
Scrive anche Cecilia, Camilla e The Wanderer, che riprendono e sviluppano le tematiche di Evelina.

Cowper e Burns

- Un senso di pace e di riconciliazione con la realtà pervade spesso le meditazioni di William Cowper
sul peccato, sulle avversità e sulla corruzione del mondo. Nella sua poesia trovano spazio anche
violente esplosioni di rabbia per l’ingiustizia e la disonestà e vigorose denunce dell’oppressione. Nei
suoi versi riecheggiano le polemiche contro la schiavitù e l’ingerenza coloniale ai danni delle civiltà
extraeuropee. In “the Negro’s complaint” egli chiede ai commercianti di dimostrare in che modo i
loro sentimenti umani si debbano ritenere superiori a quelli degli africani che essi sfruttano.
Nell’opera poetica “The Task” la sua denuncia investe l’oppressione coloniale, la condizione dei
poveri in Inghilterra, la corruzione di Londra e delle sue imprese commerciali, la gestione della
guerra e soprattutto la carcerazione ingiusta. The Task ha una struttura discorsiva: l’idea di
tranquillità e appartata vita in provincia e la contemplazione della natura sono i punti di partenza da
cui il poeta muove per addentrarsi in nuove riflessioni. L’amore dell’autore perla libertà ha una
dimensione politica, egli ribadisce l’importanza delle libertà di coscienza e di culto e più ancora
insiste sulla completa dedizione a Dio come modo di conquistare la più compiuta libertà. Nelle

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liriche religiose incluse nella raccolta Olney Hymns affiora una sensibilità di chi sente il bisogno di
esprimere un sentire comune, ma che tende alla forma del monologo interiore.
- Robert Burns è stato un poeta e compositore scozzese, il più noto fra quanti scrissero versi in scots
(detto anche lingua scozzese, è la lingua anglosassone in uso in Scozia). La sua poesia affonda le sue
radici nelle tradizioni orali scozzesi e grazie al suo eccezionale orecchio per il vocabolario, gli idiomi
e i ritmi della parlata scozzese, egli fu del tutto originale e personale. L’aspirazione di Burns al ruolo
di poeta nazionale è evidente nelle poesie in Scots, la sua produzione in inglese risulta scialba a
confronto con le caratterizzazioni ambientali che riesce a tratteggiare quando utilizza la lingua
locale.

Il fenomeno romantico in Inghilterra, a causa di un grande fermento politico e civile, viene anticipato e il
culmine del romanticismo si ha con le Lyrical Ballads di Wordsworth e Coleridge.

L'ETÀ ROMANTICA (1798-1832)

Il romanticismo si caratterizza in Inghilterra per la rivalutazione dell'immaginazione contro la razionalità,


l'amore per la natura, il senso del soprannaturale, l'insofferenza nei confronti di generi e regole metriche, la
rivolta contro ogni forma d'oppressione. La poesia diviene espressione dell'emozione del poeta e la sua
funzione, quella di scoprire la realtà intima delle cose, al di là del dato sensoriale. Già fra Settecento e
Ottocento William Blake annuncia la rivoluzione poetica. Poeta autenticamente rivoluzionario, in contrasto
con qualsiasi dogma, istituzione e sistema, egli rompe con gli schemi culturali del proprio tempo
anticipando temi e sentimenti dell'età romantica. Egli è, inoltre, il primo a riconoscere all'immaginazione la
suprema funzione conoscitiva, la possibilità di attingere a una realtà oltre il mondo dei fenomeni e delle
percezioni dei sensi.

Alcuni autori mostrarono interesse per i problemi sociali e politici, ma le condizioni sociali dell'Inghilterra
erano molto cambiate nella seconda metà del Settecento, soprattutto come conseguenza della rivoluzione
industriale, che aveva determinato una netta frattura tra classi ricche e povere. Proprio la mancanza di un
comune substrato di fede e aspirazioni tra le classi sociali determinò una sorta di allontanamento dei poeti
da un mondo sentito come alieno e un rivolgersi unicamente alla propria esperienza

Nell’ambito del romanticismo inglese possiamo distinguere due generazioni che si distinguono per diversi
orientamenti di pensiero:

1- Blake (preromantico), Wordsworth e Coleridge (pionieri, lake poets)


2- Byron, Keats e Shelley (hanno già affinato determinate tecniche romantiche, elaborate dai pionieri)

William Blake

Nato in una famiglia di tradizione puritana, Blake rimase per tutta la vita un radicale sul piano religioso,
politico e artistico. Sin dall’infanzia Blake affermò di avere ottenuto da Dio il dono della visione e di essere
capace di tradurre le sue illuminazioni in disegni in cui si fondevano immagine e parola. Blake, che aveva
studiato l’arte dell’incisione, trasferiva il testo scritto di una poesia su una lastra di rame, corredandola di
illustrazioni o decorazioni, poi colorava a mano la pagina stampata, oppure la stampava direttamente a
colori secondo un metodo da lui stesso elaborato. Le opere di Blake pongono in stretta relazione l’immagine
e il testo. Entrambi richiedono da pare del fruitore una lettura interpretativa o speculativa e, insieme,
costituiscono un testo globale in cui strumenti rappresentativi diversi concorrono alla resa del senso nella
sua contraddittorietà. Le fonti della sua poesia spaziano dalla Bibbia (nonostante fosse anticlericale) alle
strutture epiche d’ispirazione biblica di Dante e Milton. Le sue opere sono pervase dal simbolismo, dalle
immagini e dalle espressioni profetiche della bibbia. Numerose furono le visioni dirette di Dio e degli angeli
durante il periodo giovanile, ciò contribuì a investire l’autore di una sorta di compito profetico. Egli è un
poeta profeta ed è convinto che solo l’immaginazione possa far entrare l’uomo a contatto con la vera realtà.

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Le sue prime raccolte di poesie sono: Poetical Sketches, Songs of Innocence e Songs of Experience.

- Le ultime due sono di particolare importanza perché rappresentano due condizioni della vita
umana: la prima raccolta guarda allo stadio di fanciullezza dove regna la fiducia, la freschezza,
l’ingenuità, simbolo profondamente religioso e portatore del bene. Il tema ricorrente è quello
dell’innocenza corrotta o minacciata: bambini che hanno paura del buio, angeli minacciati da bestie
crudeli, i neri vittime di schiavitù..
- La seconda raccolta, in cui spicca la figura feroce della tigre, rappresenta l’umanità sopraffatta
dall’inganno, dalla violenza, dalla prepotenza, un simbolo quasi demoniaco. E’ dominata da
elementi che non fanno che contrastare l’innocenza originaria. La tigre però è simbolo delle forza
necessaria per la liberazione: in questo caso rappresenterebbe la rivoluzione, la forza violenta
diventa positiva perché garantisce la liberazione da ogni costrizione. E’ quindi possibile riscontrare
un dualismo fra bene e male, fra felicità e dolore, amore e odio, ma anche nel caso della tigre, una
forza vivificatrice, che porta al bene. Blake è convinto che l’infelicità dell’uomo nasca attraverso il
contatto delle istituzioni e di tutto ciò che è corrotto, mentre la felicità sia una qualità del tutto
propria del bambino, del periodo dell’innocenza. Tigri e cavalli, leoni e agnelli, fanciulli e adulti,
innocenza ed esperienza, tutti i contraries della simbologia di Blake devono essere intesi come parti
integranti del tutto, elementi della sintesi dinamica della creazione.
- Libri profetici. Blake vede i cieli come una struttura complessiva che deve fondedrsi con l’energia
creatrice dell’inferno, anziché contrapporsi. Egli ispessisce questo rapporto dualistico rendendolo
sempre più contraddittorio e simbolico, nel poema Milton egli si identifica con l’autore di Paradise
Lost ma anche con gli angeli caduti e non che popolano la sua opera. E’ lo stesso Blake in The
Marriage of Heaven and Hell a dichiarare che Milton era un vero poeta e dalla parte del diavolo
senza saperlo. Non esiste l’inferno senza il paradiso, il bene senza il male, l’innocenza senza
l’esperienza.
- Poesie imbevute di Spirito liberatorio e rivoluzionario. The french revolution, poesia in cui la
rivoluzione francese è esaltata. America: a profecy, Europe: a porfecy.

William Wordsworth

I più importanti esponenti del romanticismo inglese della prima generazione sono William Wordsworth e
Samuel Taylor Coleridge, che (con Southey) formarono il gruppo dei lake poets, i poeti dei laghi, così
chiamati perché, spinti dall’amore per la natura, scelsero come dimora la regione dei laghi del Cumberland.
La prefazione alle loro Lyrical Ballads (1798, seconda edizione 1802) costituisce il manifesto del primo
romanticismo inglese, in cui contro il freddo intellettualismo della dizione poetica settecentesca si propugna
il calore del sentimento, un’espressione poetica modellata sulla lingua parlata. La prefazione elenca quali
sono i motivi romantici e spiega la direzione del loro modo di fare poesia, scritta da Wordsworth. Nella
divisione dei compiti stabilita tra loro per la composizione delle ballate, Wordsworth si dedicò al naturale e
Coleridge al soprannaturale, a conferma dei due fondamentali orientamenti della poesia romantica, quello
verso il reale e quello verso il trascendente.

“Lyrical Ballds” è una delle più importanti collezioni di poesia nella storia della letteratura inglese. È stata
pubblicata per la prima volta nel 1798 e contiene poemi di William Wordsworth e Samuel Coleridge.
Un’edizione ampliata è stata poi lyrical ballads pubblicata nel 1800. Wordsworth ha voluto aggiungere una
“Prefazione” per spiegare le sue teorie circa la poesia. Wordsworth inoltre volta le spalle all’ornato e
fantasioso linguaggio della poesia del ‘700 con lo scopo “di adottare il vero linguaggio dell’uomo”. Cerca di
scrivere una poesia il più possibile vicina al linguaggio quotidiano.

Per alcuni critici, questa prefazione ha raggiunto lo status di un vero e proprio manifesto del Romanticismo
inglese, in quanto pone i principi base del movimento letterario.

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William Wordsworth considerato con S.T. Coleridge l’iniziatore del movimento romantico in inghilterra, si
distingue come il più grande poeta della natura. I due poeti erano molto amici, nonostante questo
dobbiamo separarli sia poeticamente che biograficamente. La poesia di Wordsworth, la sua vena romantica
è incentrata sul ritorno alla natura, la natura è madre, l’uomo può trovare conforto nella natura e solo lì può
riscattarsi, natura significa anche cose piccole, semplici. Vi è un grande contrasto tra topo di campagna e
topo di città, vita di campagna, che è quella che lui conduce, più umile, semplice, innocente, e vita di città
che è più centrata sul bon ton, le buone maniere, le apparenze. Anche nello scrivere egli cercava un
linguaggio semplice e comprensibile perché la poesia doveva essere nutrimento per l’animo e doveva
riuscire ad arrivare anche al contadino. E’ maestro del blank verse, l’ispirazione deve essere spontanea ma il
modo in cui ci si esprime deve essere controllato, anche se si tratta di un linguaggio comune. Nonostante
pensasse che la poesia dovesse sgorgare fuori dall’animo e non dall’intelletto e quindi utilizza un linguaggio
semplice, lui sa utilizzare molto bene le parole, che sono pensate, ponderate e costruite tecnicamente.
Aveva la funzione di consolare ma anche di parlare a nome dell’umanità. Coleridge invece aveva un’altra
visione della poesia, egli cerca lo stupore, la grandezza, utilizza un linguaggio più immaginifico. Non usa i
termini semplici, al contrario vuole stupire ed essere sfarzoso. Wordsworth è giovanissimo quando scoppia
la rivoluzione francese, parte per la Francia perché gli ideali della rivoluzione lo avevano affascinato e vi
rimane per un lungo periodo di tempo. Qui si sposa e si costruisce una vita familiare. Quando scoppia il
terrore napoleonico torna in Inghilterra e diventa più realista, rifiuta gli ideali della rivoluzione e conduce
una vita ritirata, sposa un’altra donna pur non abbandonando mai l’amante francese. Anche dal punto di
vista patriottico, i critici hanno definito la francia come la seconda patria di Wordsworth, paragonata
all’amante francese, è sempre altalenante tra una patria e l’altra, tra una donna e l’altra. Viene nominato
poeta laureato, poeta ufficiale di corte, un’onorificenza che viene data direttamente dalla famiglia reale,
significa avere l’autorizzazione a parlare a nome della monarchia, tutto quello che il poeta dice non può
andare contro determinati valori e ideali. Tutto questo si riflette nella sua poesia. Wordsworth e Coleridge
hanno condiviso amicizia e ideali letterari, i due dividono le proprie strade a causa dell’abuso di alcol e
droghe dell’ultimo.

Samuel Taylor Coleridge (intenzione di Burke di denfinire il bello e il sublime, W era il bello e C il sublime)

Il contributo più originale di Coleridge nella definizione della nuova estetica romantica è la sua concezione
di imagination come potere creativo della poesia, il tal senso distinta da fantasy. Secondo il poeta esistono
due tipi di immaginazione: quella primaria che permette all’uomo di percepire la realtà attraverso i sensi, e
l’immaginazione secondaria che permette all’uomo di creare allontanandolo dall’esperienza concreta.
L’apporto di Coleridge alle Lyrical Ballads può essere riconducibile all’elemento fantastico e al mistero. Il
soprannaturale viene usato per esprimere una metafora della vita umana che il mondo reale non potrebbe
esemplificare, attraverso l’utilizzo di immagini. Coleridge ha studiato a Cambridge, ha sempre letto
moltissimo, anche isolandosi dal mondo esterno per dedicarsi alla lettura. Nonostante questo aveva una
personalità magnetica, era un grande affabulatore, sapeva parlare molto bene. Ogni sua opera è una
riflessione sul significato della vita. Ha viaggiato molto specialmente in Germania, poi si è stabilito a Lake
District. Emerge la personalità tormentata di Coleridge che non riesce a trovare pace ed equilibrio e finisce
per rifugiarsi nell’alcol e nell’oppio, motivo per cui si allontana da Wordsworth. Passa alla storia per tre
composizioni: Christabel, la storia di una vampira, Kubla Khan che descrive la storia di questo condottiero, e
The Rime of The Ancient Mariner, migliore espressione della sua poetica sulla natura.

The Rime of The Ancient Mariner è suddivisa in 7 parti ed inizia con l’incontro tra un vecchio e un giovane
convitato a uno sposalizio. Il vecchio racconta come durante un viaggio in mare abbia ucciso, senza motivo,
un albatro e da quel momento una maledizione si sia abbattuta sulla nave, il cui equipaggio viene
sterminato. Il vecchio marinaio, unico superstite, è condannato a ritornare in patria, coadiuvato da un
macabro equipaggio di morti animati da spiriti celesti. Solo quando il marinaio si accorge della bellezza dei

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serpenti marini e li benedice, l’incantesimo si spezza e la nave, guidata da una schiera di angeli, ritorna al
porto, ma il marinaio dovrà espiare l’uccisione dell’albatro errando di paese in paese a insegnare amore e
rispetto per tutte le creature di Dio. il marinaio di Coleridge appartiene a quella serie di figure leggendarie
come Caino o l’Ebreo errante, che dopo aver commesso un crimine sono costrette a vagare per un numero
indefinito di anni per espiare il proprio peccato ed essere salvate. Il marinaio è un simbolo della caduta,
punizione e salvezza dell’uomo. Proprio il forte contenuto simbolico, unito all’atmosfera misteriosa, alla
presenza di uno scenario suggestivo e alla musicalità del verso (Coleridge adottò la forma della strofa
tradizionale della ballata arricchendola con allitterazioni, onomatopee e schemi di ripetizioni) sono gli
elementi che fanno della Ballata del vecchio marinaio una delle migliori espressioni del romanticismo
inglese. L’uso del soprannaturale, per essere credibile, viene giustificato anche attraverso l’uso di un
linguaggio arcaico.

Anche “the Book of church” e “Sir Thomas More” di Robert Southey affrontano il tema e il rapporto tra
storia e presente, ma ai due libri manca l’originalità di Coleridge. Il radicalismo di Southey si sviluppò
nell’ultimo decennio del 700 con “Joan of Arc” un poema a favore della rivoluzione, e opere teatrali come
“The fall of Robespierre”.

Attento al rapporto tra l’interiorità dei personaggi e l’ambiente naturale in cui si muovono George Crabbe
rimase ancorato a modalità stilistiche del passato e a concezioni morali e religiose tradizionali. Pare essere
interessato più alla carità che non alla rivoluzione, più a una descrizione partecipe della sofferenza e alla
possibilità di confortare chi soffre che a ipotizzare panacee politiche. In tutta la sua produzione Crabbe
rivela un deciso atteggiamento anti-pastorale presentandosi come uno scrittore che rappresenta la realtà
così com’è.

Jane Austen, il romanzo provinciale e Scott

Jane Austen è senza dubbio una delle scrittrici più importanti del periodo preromantico. Nei suoi romanzi
non è facile trovare tracce di impegno politico o di un’intensa partecipazione personale alle grandi questioni
nazionali e internazionali. Anche in romanzi come Mansfield Park e Persuasion viene accuratamente evitato
ogni riferimento preciso alla politica rivoluzionaria francese, mentre la guerra rimane una tematica
marginale. Le misure eccezionali introdotte dai governi britannici per contrastare il dissenso politico interno,
come le frequenti sospensioni dello habes corpus (il principio che tutela le libertà personali contro la
carcerazione arbitraria) e i provvedimenti d’emergenza contro la sedizione d’ogni genere e tipo (tra cui
l’applicazione più severa dei Combination Acts, le leggi che proibivano ai lavoratori di riunirsi in associazione
per portare avanti le proprie rivendicazioni in materia di salari o altro) vengono passati sotto silenzio. La
depressione agricola che gettò sul lastrico molti braccianti e il diffondersi sempre più evidente della povertà
nelle campagne vengono menzionati solo quando si tratta di mostrare un personaggio altolocato dedito ad
atti di beneficenza, oppure queste piaghe sociali divengono, come nel caso di Lady Cathrine in Pride and
Prejudice l’occasione per tenere prediche ai poveri sull’armonia e la prosperità. E’ un ambiente sociale che
definisce se stesso rigorosamente in termini di denaro, proprietà terriere e appartenenza di classe. I
romanzi della Austen si contraddistinguono per un atteggiamento di ispirazione cristiana e conservatrice,
ma non necessariamente reazionario, rispetto agli entusiasmi del suo tempo. Nei suoi romanzi compaiono
donne dotate di grande intelligenza, ma anche egocentriche e timide. I suoi primi romanzi sono stati
pubblicati in forma anonima, solo dopo l’uscita di Persuasion, pubblicato postumo, è stato rivelato il suo
nome come autrice delle opere.

Con ironia, esplorava le emozioni umane e il comportamento. I suoi romanzi si basano sul presupposto che
vi sia un rapporto vitale tra costumi, comportamento sociale e carattere. Il romanzo di costume le
permetteva di esplorare il carattere della gente, le relazioni personali, le distinzioni di classe e il loro effetto
sui comportamenti umani, il ruolo del denaro e dei beni. Per quanto riguarda il suo stile, deve molto ai
romanzieri del XVIII secolo, Richardson e il romanzo epistolare, da cui ha imparato le infinite possibilità

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offerte dalla comprensione psicologica dei personaggi, e Fielding da cui ha imparato la tecnica del narratore
onnisciente che non esprime mai il proprio giudizio, il parere dell’autrice andava sempre letto tra le righe.
Utilizza il discorso indiretto libero, la narrazione viene mantenuta in terza persona ma è come se si
mescolasse con la prima persona, viene mediato il pensiero del personaggio come se stesse parlando in
prima persona. Il lettore ha l’impressione di trovarsi in mezzo alla conversazione o anche nella testa dei
personaggi stessi.

I romanzi si basano principalmente sui valori tradizionali delle famiglie dei proprietari terrieri e dell’alta
borghesia. Il lieto fine è un elemento comune. Ciò che li rende interessanti è l’analisi dei vari ostacoli
attraverso i quali i protagonisti riescono a raggiungerlo.

Pride and Prejudice

Il romanzo è ambientato in una cittadina inglese a Longbourne, dove risiede e vive la signora Bennet con le
sue cinque figlie, che desidera assolutamente vedere sposate. Tra le figlie spicca sicuramente la maggiore,
Jane, la più bella e sensibile tra tutte, e la seconda, Elizabeth, intelligente e spiritosa. Una perfetta ragazza
da marito, che non si concede però al primo pretendente e non segue i consigli dettati dalla madre e dai
suoi famigliari. La ragazza ha un sogno nel cassetto: vuole innamorarsi e sposare solo l’uomo che amerà, una
vera eresia per i suoi tempi.

La vicenda ha inizio quando presso la villa dei Bennet arriva il ricco scapolo Mr. Bingley che prenderà in
affitto una delle più belle residenze della zona, Netherfield Park. Durante la sua prima apparizione in
pubblico ad un ballo, insieme con le sorelle e l’amico Fitzwilliam Darcy, incontra Jane ed è subito amore tra i
due, ma dopo il suo ritorno da un viaggio a Londra la situazione non prende una bella piega e decide di
troncare la sua relazione con Jane. La causa di questa rottura tra Jane e Bingley, secondo sua sorella
Elizabeth, è dovuta allo zampino dell’amico aristocratico di Bingley, il signorino “Darcy”, che ha sempre
guardato con occhi di distacco e superiorità la famiglia Bennet per la loro modesta estrazione sociale.
Elizabeth, seppur attratta da Darcy, inizialmente si crea un’immagine negativa del ragazzo, dato che anche
Wickham, amico di Bingley e delle sorelle minori di Elizabeth, non lo descrive come un gentiluomo. Così
nasce una relazione controversa, fatta di orgoglio da una parte e di pregiudizio dall’altra, tra Darcy ed
Elizabeth. Tra fraintendimenti, pettegolezzi e reciproche incomprensioni sembra proprio che Lizzy e Darcy
non vogliano rassegnarsi ad ammettere quello che i loro cuori hanno già perfettamente capito.

La situazione si complica ulteriormente quando in casa giunge il reverendo Collins, un lontano parente
destinato, come diretto discendente maschio, ad ereditare la proprietà dei Bennet, il quale vorrebbe
sposare Elizabeth, che invece lo respinge. Darcy è un ragazzo intelligente e affascinante ma non viene
compreso e la possibile relazione tra i due non sembra proprio ingranare. Elizabeth rifiuta di accettare la
proposta di matrimonio fatta dal ragazzo, malgrado le riserve che ha nei confronti della sua famiglia.

La ragazza però, pian piano, si ricrede dopo aver passato del tempo in sua compagnia e comprende di avere
sbagliato il giudizio nei suoi confronti, cogliendo la sua natura di vero aristocratico gentiluomo. Quando la
sorella di Lizzy, Lydia, decide di fuggire con Wickham, la situazione tra i due si rafforza visto che Darcy aiuta
Lizzy a ritrovare la sorella e s’impegna affinché i due convolino a nozze. Vista la vera natura di Darcy e
ricredendosi su di lui, alla seconda proposta di matrimonio, la bella Elizabeth non può che acconsentire.

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L’autrice ci dimostra come sia facile cadere nei trabocchetti del comportamento della mente umana; in
questo caso, quello del pregiudizio, che ci fa incappare nell’errore di giudicare le persone solo dalle
apparenze e dai “sentito dire”, e quello orribile dell’orgoglio, della superbia legata alla classe sociale, al
potere o al nome, influenzando la nostra felicità e portandoci a pensare che tutto sia dovuto.

La scrittrice, attraverso i propri personaggi, descrive, con tratti precisi, caratteri e psicologia dell’animo
umano, affrontandone le sue paure e contraddizioni in modo ironico e disincantato.

Walter Scott

Quello che Scott riuscì a fare per la Scozia fu di aiutare i suoi connazionali a capire meglio le caratteristiche
distintive della storia e della cultura scozzesi, mettendone in luce i contrasti e le contraddizioni non meno
della vitalità. Riscrivendo, analizzando e ricostruendo creativamente i passaggi cruciali della storia del suo
paese egli riuscì a fornire uno studio dei meccanismi che governano il divenire storia in generale. Scott
riplasmò l’identità nazionale scozzese in modo da sostenere il suo punto di vista tory. Grazie a lui il romanzo
britannico conquista una nuova dignità e il rispetto critico. Portando questo genere oltre gli eccessi
fantastici del gotico e della forma embrionale di Waverley, Scott creò il romanzo ottocentesco, una
creazione che grazie alla popolarità delle sue opere avrebbe esercitato un influsso incomparabile sulla
letteratura sia europea che americana. Scott aveva pubblicato una raccolta di ballate “ Minstresly of the
Scottish Border”. L’opera inframezzava poesia popolare inedita a versi composti dall’autore stesso. La poesia
narrativa The lay of the last minstrel è ambientata nel 500 e racconta la storia di una faida familiare infarcita
di episodi di stregoneria, alchimia e interventi soprannaturali. I romanzi furono un fenomeno epocale al
tempo. Il filo rosso che lega i primi 9 romanzi si deve rintracciare nel desiderio di trattare questioni scozzesi
includendo nel quadro però lo sguardo e le impressioni di un outsider pragmatico, in genere un inglese. Con
la pubblicazione di Ivanhoe la narrativa di Scott prende una direzione nuova allontanandosi sia dalla scozia
che dalla storia recente. Sviluppa un discorso critico riguardante le origini e l’utilità del codice cavalleresco
medievale fondato sull’onore e riflette il suo perpetuarsi nell’epoca della rivoluzione francese. Ivanhoe è
figlio di un re ed è allontanato per impedirgli di sposare una donna già promessa.

Byron, Shelley e Keats

I più grandi poeti della seconda generazione furono Byron, Shelley e Keats: ciascuno di loro propose una
personale poetica che lasciò tracce nella poesia inglese e non solo. Byron si limitò, in sede teorica,
all’affermazione generica di una poesia come espressione della passione eccitata, ma esercitò con le sue
opere un influsso enorme sulle letterature europee, mescolando titanismo, passione politica, erotismo,
gusto per l’esotico, con il sostegno di una dizione facile, ora sentimentale ora declamatoria. Shelley nella sua
difesa della poesia identificò il linguaggio stesso come fatto umano con la poesia, negando ogni differenza
qualitativa tra prosa e poesia. Keats coltivò invece il rigore formale di un classicismo modernamente
rivissuto.

- George Gordon Byron fu il più influente tra i poeti romantici inglesi. La sua poesia creò una moda
diffusasi in tutta Europa che fu considerata il modello del romanticismo. Era una poesia che si
proponeva di esprimere il male del secolo, l’inquietudine, l’irrequietezza, la malinconia e lo spirito
di ribellione contro qualsiasi ordine precostituito. Tra il 1809 e il 1811 viaggia molto toccando
Portogallo, Spagna, Grecia, Albania, Oriente. Le molteplici impressioni raccolte lungo il viaggio
fornirono la materia prima per Childe Harold’s Pilgrimage, una sorta di diario semiautobiografico
che racconta i vagabondaggi di un giovane uomo che cerca di fuggire dalla disillusione di una vita
colma di piaceri. E’ riuscito a creare in quest’opera un grande gusto per il gotico, l’oscuro e il
malinconico. E’ un viaggio intrapreso con un atteggiamento di sfida, come un gesto di rifiuto nei
confronti dell’Inghilterra, di ricerca di alternative alla mentalità chiusa del suo paese. Eroe
Byroniano: rappresenta l’individualismo però al tempo stesso non è isolato dalla società, esprime il
suo odio verso la tirannia, si impegna per la ricerca della libertà. Discende dalla tradizione del Villain

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e influenza la letteratura successiva, in particolare Heatcliff di Cime Tempestose. E’ un tipo


tenebroso, prototipo del bello e dannato, atteggiamento orgoglioso. E’ riuscito a creare un’aurea di
grande carisma, era un personaggio molto popolare. Ha avuto una storia incestuosa con la sua
sorellastra, da cui nasce anche una figlia, per cui è costretto a fuggire dall’Inghilterra, vive in Italia e
in Grecia, dove muore di febbre nel 1824. Diventa la voce di quella che è stata la generazione
postnapoleonica nel continente. Nel periodo in cui era a Venezia si impegna in una satira sociale,
per cui ha incontrato una risposta molto ostile da parte del pubblico e della critica, si tratta di Don
Juan. Opera molto diversa da Childe, propone un nuovo tipo di protagonista, al tempo stesso più
passivo e più vivace. La struttura del poema lascia spazio alla polifonia e colloquialità, con la voce
ironica del narratore che domina sulle altre. L’opera è percorsa da una certa leggerezza, a differenza
della lingua artificiosa dell’opera precedente, qui è una lingua molto colloquiale. Byron presenta
aspetti romantici: ribellione ad ogni forma di oppressione, titanismo, esagerazione delle passioni,
malinconia come conflitto tra reale e ideale, interesse per la storia, concetto di natura e sublime. E
aspetti non romantici: interesse per la società contro la contemplazione della natura, atteggiamento
eroicomico e visione disincantata della realtà, recupero delle forme poetiche classiche.
- Percy Shelley nasce a Sussex, in Inghilterra. Studia presso scuola prestigiose come Eton e Oxford, da
cui però fu espulso a diciannove anni per aver scritto un opuscolo sulla necessità dell’ateismo. Per
questo e per il matrimonio con una giovane sedicenne, Harriet Westbrook, ruppe con la famiglia e
cominciò una vita irregolare e vagabonda. Nutriva idee rivoluzionarie ed entrò per questo in
rapporto con il filosofo William Godwin, le cui posizioni oscillavano tra anarchismo individualistico e
socialismo. Si innamorò della figlia di questi, Mary, e per lei lasciò moglie e figli. Per la sua condotta
e le sue idee si attirò la condanna della società inglese benpensante, si trasferì quindi in italia, allora
meta dei poeti romantici inglesi. Qui scrisse le sue opere più importanti.
i suoi comportamenti anticonformistici e ribelli, l’idealismo utopistico e visionario, i suoi
atteggiamenti di sognatore assetato di infinito, la curiosità per l’irrazionale, la magia, l’occultismo,
l’alchimia, il misticismo, ne panno una figura esemplare del Romanticismo. Oltre a odi famose come
Al vento occidentale (Ode to the west wind, simbolo della rivoluzione americana e della libertà,
scritta in terza rima e profondamente diversa dalle odi settecentesche, che sviluppano un
argomento logico in uno stile elevato, il tema centrale è quello della morte in un ciclo continuo in
cui la vita trionfa), ha lasciato molti poemetti come La sensitiva, Epipsychidon, il dramma lirico
Prometeo Liberato (Prometeus Unbound, crea a modo suo il mito di Prometeo rappresentando
simbolicamente la vittoria dell’eroe greco su Giove come la vittoria finale dell’amore sull’odio, della
libertà sull’oppressione). A Defence of Poetry, documento teorico sul romanticismo europeo che
proclama la superiorità dell’immaginazione e del potere creativo dell’artista sulla ragione e le
regole. Viene definito il concetto di artista come “unacknowledged legislator” di una società futura
che imparerà a fare a meno delle restrizioni della legge. Coerentemente con le sue idee politiche,
Shelley intende la poesia come messaggio all’umanità, al fine di rendere il mondo più libero e più
giusto. Ma rifiuta la poesia didattica: per lui la poesia deve agire in maniera diversa dal comune
discorso logico, risvegliando e allargando la mente e rendendola ricettacolo di mille combinazioni di
pensieri.
- John Keats fra i romantici inglesi è forse il poeta la cui fama è rimasta più viva, è evidente l’influenza
di Milton e degli elisabettiani, mentre nel suo culto per la bellezza egli appare piuttosto vicino ai
classici greci, e questo rappresenta in parte la sostanziale difformità della sua esperienza da quella
dei suoi contemporanei. Il suo primo volume di versi, Poems, comprende il famoso sonetto On First
Looking into Champan’s Homer, in cui il poeta sosteneva la scuola di poesia naturale di
Wordsworth, alla quale sentiva di appartenere. Nelle odi, la dove la perfezione della forma si unisce
al sentimento dell’esperienza umana più profondo e tragico, Keats espresse meglio il suo genio
poetico. Tema centrale delle odi è quello, tipicamente romantico, del conflitto tra reale e ideale, tra
l’aspirazione a una vita di bellezza e felicità e la tragica consapevolezza del dolore e della morte

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come realtà ultima dell’esistenza. L’unica certezza lasciata all’uomo in questo mondo è la bellezza,
una bellezza che è anche verità, come scrive negli ultimi versi di Ode on a grecian urn. Quello della
coincidenza di bellezza e verità è uno dei due temi fondamentali della sua poetica, accanto a quello
della fugacità della vita: la bellezza ha la funzione di rivelare la verità più intima della realtà e della
vita. Mostra una notevole varietà di stili, che testimoniano la sua formazione da autodidatta e le
influenze dall’amico Hunt a Spenser, Shakespeare e Milton. Nelle odi raggiunge i risultati migliori
portando a piena maturazione i tratti già apparsi nelle altre opere: il ricorso a immagini concrete e
un attento uso dei suoni. Dal momento che per lui la conoscenza della realtà inizia dalle percezioni
sensoriali, le immagini dei suoi componimenti mostrano un’attenta osservazione delle
caratteristiche fisiche degli oggetti e una partecipazione alla loro vita intima. Molti dei suoi
componimenti rendono l’immagine non solo come appare agli occhi ma anche al tatto, rivelando
un’attenzione alla dimensione spaziale degli oggetti. La musicalità dei versi è ottenuta con
un’accurata scelta dei suoni, assonanze e suoni vocalici: le vocali secondo il poeta dovrebbero
essere usate come le note in musica. Scrisse La Belle Dame sans Merci nella primavera del 1819.
Era stato da poco colpito da un grave lutto familiare, il fratello era morto di tubercolosi, malattia che
avrebbe colpito lo stesso Keats tre anni dopo. Il poeta ebbe sempre vicino l’amico Charles Brown,
grazie al quale conobbe Fanny Brawne, colei che sarebbe diventata la sua musa ispiratrice. La
Negative Capability è la capacità di tollerare e di convivere con ambiguità e paradossi (che non ogni
cosa potesse essere risolta), di essere in grado di accontentarsi di mezza risposta, di tollerare ansia e
la paura, di restare nell’incertezza, entrare in relazione con ciò che muta e che ci terrorizza senza
cedere all’istinto a reagire. Mette a contatto l’individuo con ciò che Keats chiamava l’Unknown, ciò
che non si conosce, che può essere colto solo dall’immaginazione. Afferma che il poeta deve
rendersi vulnerabile per essere sempre aperto a sensazioni. Paragona la vita a un palazzo dalle
molte stanze, a ogni stanza corrisponde un livello di conoscenza. La prima è quella dei bambini, o
camera senza pensieri, in cui rimaniamo per un lungo tratto. La seconda stanza è quella dei pensieri
vergini, dei pensieri puri. Le porte di queste stanze sono aperte ma noi non abbiamo fretta di
varcare queste soglie.

La saggistica romantica

- Charles Lamb compagno di scuola e amico intimo di Coleridge, fu oltre che poeta anche un
drammaturgo. La sua scrittura prende a modello Montaigne e inoltre può essere considerato
l’antesignano della moderna critica Shakesperiana. L’autore rivela una notevole tenuta retorica, il
gusto per la ricercatezza stilistica e per i barocchismi. Nel 1820 appare su London Magazine un
articolo firmato Elia basato sui ricordi onirici infantili, esposti in uno stile semplice ed elegante,
svagato e accattivante. Il successo fu tale che gli articoli giunsero ad essere tanti così furono
pubblicati in un volume. Qui si mostra il temperamento più genuino, il suo stile umoristico ma non
per questo vago, gli argomenti apparentemente frivoli nascondono messaggi profondi: l’alter ego
del poeta, Elia, le tragedie del poeta, vengono sublimate in queste pagine. Lamb ha la necessità di
svagarsi, di dimenticare il contingente e di mostrarsi un sognatore.
- Lo stile di William Hazlitt a differenza di quello di Lamb è spoglio, semplicissimo. Più lineare e meno
bizzarro del collega. Hazlitt mostrò grande interesse per gli argomenti di carattere politico-sociale.
Fu anche lui grande critico di Shakespeare e esperto di critica di storia della poesia inglese dalle
origini all’ottocento. Amava definire il proprio uno stile familiare sottolineando come la sua scrittura
fosse basata sul ritmo della conversazione.
- Thomas de Quincey ha uno stile dell’eloquenza e della premonizione. Evitò di esprimersi nella
poesia, nel teatro e nella narrativa con l’eccezione del romanzo. Dotato di eccezionali doti

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linguistiche (conosceva benissimo il greco) ma di spirito ribelle, collaborò con diversi giornali dai
quali prese la forma saggistica. Aveva molto da raccontare, come dimostra in Confessions of an
English opium eater, una sorta di autobiografia che unisce alla narrazione di svariate avventure il
racconto della dipendenza dall’oppio e le immagini fantastiche da esso causate. L’abitudine a
narrare queste visioni sconfina nell’analizzare i propri sogni dove anticipa la tematica wildiana
dell’irresponsabilità morale dell’arte o la narrazione dell’orrorifico di Poe. Celeberrimo rimane il suo
scritto On the knocking at the gate in Macbeth, dove analizza il battito al portone dell’atto secondo
che secondo lui simboleggia il battito della vita che riprende a pulsare.
- I sette romanzi brevi di Thomas Love Peacock analizzano, in tono satirico, il modo in cui certe prese
di posizione filosofiche o ideologiche precludono la possibilità di una vita normale e di un rapporto
normale con gli altri. Le satire si basano sul dialogo piuttosto che sull’azione, sulle manie e le
ossessioni piuttosto che sullo scavo psicologico e l’analisi delle motivazioni. Maid Marion e The
misfortunes of Elphin descrivono le implicazioni politiche, estetiche e sociali del suo tempo, la storia
si rivela essere semplicemente il pretesto per argute disquisizioni sulle forme di governo, la
monarchia e l’opposizione rivoluzionaria al sistema di potere vigente. I suoi romanzi sono molto
legati alle particolari problematiche dei primi due decenni dell’ottocento.

Clare e Cobbet

- John Clare poeta inglese, fece il contadino e compì studi sommari. Esordì nel 1820 con i Poems
Descriptive of Rural Life and Scenery, rievocazioni appassionate e minuziose delle campagne del
Northamptonshire, che furono bene accolte, non altrettanto successo ebbero i versi che seguirono:
The village Minstrel e The Shepherd’s Calendar. Nel 1835 pubblicò l’ultimo volume di poesie The
Rural Muse, in cui la descrizione della vita dei campi cede a un più squisito lirismo. Nel 1837 fu
ricoverato nel manicomio di St. Andrew dove rimase fino alla morte.
- William Cobbet esordì nel giornalismo come pubblicista conservatore a Filadelfia, dove si era
rifugiato nel 1792. Ritornato in patria pubblicò a Londra l’influente periodico Weekly Political
Register dove passò da una fase nettamente tory e antigiacobina a una forma di radicalismo critica
verso il governo e sostenitrice di riforme politiche e sociali. Condannato per diffamazione fuggì in
America da dove continuò a dirigere il suo giornale. Rientrò nel 1820, si occupò di storia ed
economia e pubblicò una fortunata Grammar e i Rural Rides.

LETTERATURA DELL’ETA’ VITTORIANA

1830-1880

Per età vittoriana si intende il periodo di storia inglese compreso nel lungo regno della regina
Vittoria( (1837-1901). Definita in base alle sensibilità e alle preoccupazioni politiche, talvolta si
considera l’approvazione del Reform Act 1832 come l’inizio di quest’epoca. L'età vittoriana (dal 1837 al
1901: rispettivamente, l'anno dell'incoronazione e quello della morte della regina Vittoria) fu un
periodo caratterizzato da profondi mutamenti sociali, che spinsero gli scrittori a prendere posizione su
temi di immediato e comune interesse. Anche se forme letterarie tipicamente romantiche continuarono
a dominare per gran parte del secolo, molti scrittori diressero la loro attenzione a temi quali la crescita
della democrazia inglese, l'educazione delle masse, le difficili condizioni di vita degli operai, il progresso
industriale e l'affermazione di una filosofia materialistica. A ciò si aggiunse il dubbio insinuatosi nelle
credenze religiose a causa delle nuove scoperte scientifiche, soprattutto la teoria dell'evoluzione e lo
studio storico della Bibbia, che indussero molti intellettuali a indagare con nuovo interesse problemi
legati ai concetti di fede e verità. L’età vittoriana fu caratterizzata da un rapidissimo sviluppo industriale

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e segnò il trionfo della borghesia e della mentalità borghese. Fu un’epoca di grandi tensioni, soprattutto
per i problemi sociali creati dallo sviluppo industriale, le condizioni di miseria e di degradazione umana
delle masse operaie. L’Inghilterra però non conobbe le rotture rivoluzionarie tipiche del continente,
pensiamo alle rivoluzioni dell’800, in quanto la borghesia seppe mantenere, attraverso le riforme, un
equilibrio che le permise di conservare il potere senza scosse. In questo periodo si afferma il culto della
scienza, del profitto, dei fatti positivi. L’età vittoriana divenne nota per l’impiego di minori in fabbriche,
miniere e come spazzacamini. Il lavoro minorile giocò un ruolo importante fin dall’inizio della seconda
rivoluzione industriale. Il progresso dell'industria britannica nella prima metà dell'Ottocento fu
spettacolare: l'espansione delle città industriali, la crescita del benessere della borghesia (con la sua
fiducia incrollabile nel progresso) non potevano tuttavia nascondere la sovrappopolazione delle città, la
povertà, la mancanza delle più elementari condizioni igieniche nei quartieri poveri, lo sfruttamento della
manodopera sottoposta a orari di lavoro impossibili (anche per donne e bambini). Queste condizioni
produssero nel paese la scissione "in due nazioni", come vennero definite dal primo ministro Disraeli: la
classe operaia e quelle privilegiate.

Il compromesso vittoriano

Per impedire che la frattura fra le due nazioni sfociasse in una guerra sociale e ostacolasse lo sviluppo
industriale, le classi dirigenti britanniche attuarono quello che viene chiamato il "compromesso
vittoriano". Così, da un lato si garantì una politica di totale non ingerenza economica da parte dello
Stato, rifiutando l'imposizione di qualsiasi regola al mercato; dall'altra, la consapevolezza delle
condizioni disumane imposte alla forza lavoro contribuì all'adozione di riforme per migliorare le
condizioni di vita e di lavoro del proletariato. Nella società britannica questa consapevolezza prese la
forma di un vago umanitarismo, che divenne spesso espressione di un facile sentimentalismo. La
maggiore prosperità, il progresso medico-scientifico, l'allargarsi dell'alfabetizzazione furono tutti segnali
del progresso; di qui l'ottimismo diffuso e il desiderio da parte della classe media di estendere i propri
valori anche alla classe lavoratrice. L'idea di rispettabilità dominò tutta la società vittoriana, ma
rispettabilità e perbenismo non potevano di per sé eliminare mali sociali quali la povertà, la crudeltà sui
bambini, la prostituzione o lo sfruttamento dei lavoratori. I "peccati" vennero più semplicemente
nascosti sotto un velo di ipocrisia, contro la quale si scagliarono i critici del tempo (Carlyle, Ruskin,
Arnold, Morris), il poeta e critico William Morris e il polemista Thomas Henry Huxley (1825-1895).

La condizione dell’Inghilterra: Carlyle e Dickens

La storia della letteratura e del pensiero inglesi di questi anni è, in buona parte, la storia delle diverse
reazioni al compromesso vittoriano: tutto ciò è ben visibile nelle opere in prosa dei maggiori saggisti
dell’epoca. Il pensiero riformatore e la saggezza laica dell’Ottocento sono esemplificati nella loro forma
più convincente e disinteressata dal filosofo ed economista John Stuart Mill che, lontano da ogni
metafisica e trascendenza religiosa, elaborò una concezione utilitaristica che si esprimeva nella
convinzione dell’uguaglianza dei sessi, dell’istruzione come fondamento per la democrazia e della
capacità umana di progettare un mondo migliore.

- Thomas Carlyle attaccò la tradizione liberale vittoriana, criticando la democrazia e la nuova civiltà
industriale, influenzato dall’idealismo tedesco, elaborò uno stile retorico originale, diventando uno
dei profeti inglesi. Scozzese di fede calvinista (incline a una certa severità di giudizio), frequentò
l’università di Edimburgo. La lettura di filosofi e scettici del settecento lo orientò verso una
concezione scettica della vita, che lo allontanò completamente dal calvinismo e dal cristianesimo ( e
dalla carriera ecclesiastica a cui era destinato) e lo fece convertire a una nuova forma di
spiritualismo etico e teistico, incompatibile con le soluzioni utilitaristiche che esaltavano il progresso
vittoriano. Visse come precettore e traduttore dal tedesco e trasferitosi a Londra, nonostante il
successo letterario, fece vita appartata con la moglie, circondato da pochi amici. La sua carriera

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letteraria cominciò traducendo Goethe, Schiller, Fitche, la cui influenza è ben visibile nella sua prima
opera Sartor Resartus, lavoro composito tra il saggio, il discorso filosofico e l’autobiografia
spirituale. La sua concezione politica che respingeva il parlamentarismo, costituzionalismo e
liberalismo, lo condusse al culto per l’eroe, l’individuo superiore che sa condurre le nazioni a fare ed
essere qualcosa di grande. Nei saggi Heroes and Hero-worship egli definì l’eroe come divinità, come
profeta, come poeta, come sacerdote, letterato e re, uno che sfida le convenzioni e le mistificazioni,
un riformatore di ciò che è obsoleto e privo di senso. In The French Revolution., saggio che inizia
con la morte di Luigi XV e con un aggressivo resoconto delle carenze del governo, delle istituzioni e
della cultura francese dell’ancien regime, per finire con l’avvento di Napoleone, il compito dell’eroe
è quello di fare piazza pulita del falso. Nel saggio Chartism, egli analizza la crescente minaccia della
guerra di classe rappresentata dalla nuova consapevolezza politica del lavoratori dell’industria. Così
facendo egli offre una ricostruzione degli eventi che portarono alla rivoluzione francese e delle loro
conseguenze in tutta europa.
- Thomas Babington Macaulay fu lo storico che meglio documentò il caratteristico atteggiamento del
liberalismo borghese vittoriano nei confronti della storia, del governo, economia e problemi religiosi
e morali. Divenne membro del parlamento per il partito liberale e mantenne la carica per quasi
tutta la vita. Era dotato di un’appassionata eloquenza che riversò nelle opere di storico e critico
letterario. Il suo capolavoro è l’incompleta History of England from the accession of James II,
pubblicata in 5 volumi. La storia inizia con l’ascesa al trono di giacomo II nel 1685 e avrebbe dovuto
concludersi con l’approvazione del Reform Bill 1832. La sua idea era quella di scrivere la storia del
progresso materiale e spirituale del popolo inglese. Il suo stile lucido, energico e persuasivo, l’abile
ricostruzione dei fatti portati a esempio, rendono l’opera di piacevole lettura.
- John Ruskin, discepolo e ammiratore di Carlyle, fu soprattutto critico d’arte e dedicò la sua vita a
una fervida opposizione al materialismo e all’utilitarismo della civiltà industriale. Alcuni dei suoi
saggi Unto this last, Munera pulveris, sottolineavano la necessità di rendere più umana la terribile
scienza dell’economia politica al fine di assassinare il mostro dell’utilitarismo. Egli accusava la
società industriale di degradare la personalità umana e rendere gli uomini simili a macchine. La sua
lorra contro il dominio delle macchine era anche una lotta contro il brutto: fu uno dei primi a
denunciare il deterioramento del paesaggio inglese causato dalla rivoluzione industriale e l’orrore
per le condizioni disumane in cui lavoravano uomini e donne.
- Matthew Arnold tipico rappresentante della middle class intellettuale, per trent’anni fu ispettore
scolastico e per dieci insegnò poesia ad Oxford. Nella prefazione della sua raccolta Poems espose la
propria poetica tesa alla realizzazione di una nuova forma di classicismo, che accettava il
soggettivismo romantico e concentrava l’interesse sui contenuti intellettuali e umani dell’opera
letteraria, più che sugli aspetti formali o stilistici. Tratti caratteristici della sua poesia sono
l’ellenismo, un interesse romantico per le leggende popolari, una certa inclinazione alle meditazioni
fatte in solitudine tra paesaggi suggestivi. Le poesie più intense sono raccolte in New Poems, i due
volumi di Collected Poems. Quello che contraddistingue la sua poesia è la personale vena elegiaca,
che appare in contrasto con i suoi intenti di interpretazione critica. Anch’egli si oppose
all’utilitarismo, materialismo e ottimismo dell’età vittoriana, insistendo che il progresso materiale
andava considerato come un mezzo e non come il fine. In The function of criticism at the present
time, afferma che la funzione della critica è quella di vedere le cose come esse sono realmente in
tutti i campi del sapere umano, la critica è un libero gioco della mente. Per aver intuito il rapporto
tra letteratura, vita ed etica egli può essere considerato il primo critico moderno. Negli essay in
criticism sostiene che la poesia è una critica della vita e il poeta dovrebbe conoscere il mondo prima
di metterlo in poesia. Culture and anarchy definisce la cultura come studio della perfezione
spirituale interiore in contrasto con l’idea materialistica del progresso. Divide ironicamente la
società in tre classi: aristocrazia barbara, borghesia filistea e plebaglia ignorante. Nessuna di esse è
in grado di contrastare la progressiva decadenza dell’ordine politico e religioso.

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CHARLES DICKENS

Fu forse il maggior romanziere inglese dell’ottocento e uno dei più popolari della letteratura europea, egli
riprodusse perfettamente i gusti della società vittoriana. Nato a Portsea, vicino Portsmouth, ebbe l’infanzia
e l’adolescenza rattristate dall’indigenza economica: suo padre, impiegato nella marina, era infatti un
accanito giocatore e nel 1824 venne imprigionato per debiti. Il piccolo Dickens, benchè avesse solo nove
anni, fu obbligato a lavorare alla Warren’s Blacking Warehouse, una fabbrica di lucido per scarpe. Ripresi gli
studi, quando la situazione finanziaria della famiglia migliorò grazie a un piccolo lascito e il padre era uscito
di prigione, si impiegò a quindici anni presso un avvocato e successivamente divenne stenografo in
tribunale, occupazioni che gli impedirono di seguire un regolare corso di studi. Nel 1834 divenne cronista
parlamentare presso il giornale liberale Morning Chronicle, ma già l’anno precedente aveva iniziato a
pubblicare su varie riviste vivaci bozzetti di vita londinese, raccolti poi nel volume Sketches by Boz, che
ebbero un tale successo che gli fu offerto di scrivere delle storie per una serie di disegni destinanti a
rappresentare umoristicamente le attività ricreative del londinese tipo. Dickens accettò e così nacque Il
circolo Pickwick, che uscì a puntate mensili. Questo esordio gli spalancò le porte di una brillante carriera di
scrittore: in due anni pubblicò a puntate sulla Bentley’s Miscellany, rivista letteraria da lui diretta, altri due
romanzi: Oliver Twist: or the parish boy’s progress e The life and adventures of Nicholas Nickleby. Nessun
romanziere riuscì come Charles Dickens a rappresentare il vasto panorama sociale dell’Inghilterra vittoriana.
Ambientò la maggior parte dei suoi romanzi a Londra, città che conosceva a fondo grazie al suo lavoro di
giornalista che lo portava a fare indagini tra i quartieri londinesi più malfamati. Lo scrittore era consapevole
della corruzione materiale e spirituale del tempo causata soprattutto dalla Rivoluzione Industriale e per
questo sviluppò un atteggiamento critico nei confronti della società, denunciando le terribili condizioni in
cui erano costretti a lavorare gli operai, il lavoro minorile, il crimine, la prostituzione e il sistema legale
inglese verso cui non aveva alcuna simpatia, ma affiancò descrizioni terribili della miseria e del crimine che
imperversavano nella capitale inglese a episodi umoristici e comici.

- Oliver Twist 1838 guarda al secolo XVIII e soprattutto a Hogarth, pur risentendo profondamente
dell’influenza di due fenomeni contemporanei (la propaganda organizzata dai sostenitori della New
Poor Law e la diffusione di una letteratura incentrata sull’attività dei criminali, i cosiddetti romani di
newgate). Il protagonista è un bambino di nove anni allevato in un ospizio per poveri (workhouse).
Oliver fugge a Londra dove incontra una banda di giovani ladri guidati da Fagin. Il ragazzo è costretto
a partecipare a diverse missioni criminali. Durante una rapina in casa di Mrs Maylie viene ferito e
abbandonato dai compagni, la donna si prende cura di lui. Fagin scopre che Oliver e il suo
fratellastro Monks sono figli di un uomo ricco, vogliono dunque ucciderlo per appropiarsi
dell’eredità. Alla fine Oliver viene adottato da Mr Brownlow. Si tratta della storia di un bambino, non
di una storia per bambini. È un romanzo di forte condanna sociale verso la diffusione del crimine, il
maltrattamento e lo sfruttamento dei bambini, l’immoralità delle istituzioni, in particolare gli ospizi
di mendicità creati dalla legge sui poveri del 1834. Nell’inghilterra vittoriana le classi aristocratiche
non avevano bisogno di lavorare per vivere invece per la borghesia il duro lavoro era sinonimo di
virtù morale e consideravano la povertà un peccato. Infatti secondo la mentalità dell’epoca la
disoccupazione derivava dalla pigrizia. Gli ospizi per poveri, che erano supportati da fondi pubblici e
dalle parrocchie, ospitavano gente senza lavoro e bambini orfani, le condizioni di vita di questi
istituti erano terribili. Particolarmente importante è la caratterizzazione del protagonista che
nonostante le disavventure e le cattiverie a cui è sottoposto dimostra maturità e buon cuore.
- David Copperfield, anche in questo romanzo il tema ricorrente è quello dell’infanzia sfruttata. Il
testo ha una forte impronta autobiografica. David finisce a lavorare in una fabbrica, come era
successo all’autore, lavorerà in un ufficio legale, la moglie morirà a causa di un aborto spontaneo,
cosa che gli permetterà di sposare il suo vero amore Agnes. Il romanzo narra la storia di David
Copperfield dalla sua infanzia all’età adulta. Il bambino, cresciuto senza padre, con un patrigno
autoritario e violento, costretto a lavorare in fabbrica e a inventarsi una nuova vita, riscattandosi e

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realizzando i propri sogni. Tutti i romanzi di Dickens presentano molti personaggi, in David ne
incontriamo circa 70.
- A Christmas Carol 1843. Racconta la vita del taccagno Scrooge che tascorre le giornate sfruttando al
massimo i suoi lavoratori sottopagati, odia il Natale, non ha alcun tipo di relazione sociale e ama il
denaro. Una notte gli si presenta il fantasma di Marley, suo socio in affari morto 7 anni prima. Lo
mette in guardia e gli racconta di come egli sia eternamente costretto a vagare tra il mondo dei
morti e quello dei vivi senza avere pace per il suo egoismo e malvagità. Lo avvisa che tre spiriti
sarebbero andati a fargli visita quella notte. Gli spiriti del Natale passato, presente e futuro gli
mostrano alcuni momenti salienti della sua vita in cui si evince la sua malvagità. Il vecchio si ricrede
e comincia a riscoprire la generosità e la magia del natale.

Il romanzo sulla condizione dell’Inghilterra

Elizabeth Gaskell è ancora oggi associata dai suoi lettori alla Manchester industriale, benchè soltanto due
dei suoi romanzi siano effettivamente ambientati in questa città. Manchester era l’autentico fenomeno
urbano di quegli anni, pioniera dello sviluppo industriale fondato sullo sfruttamento di enormi risorse
umane e materiali, era anche una città sublime nel senso che nulla di simile si era mai visto nella storia. La
Manchester del 1840 mostrava le tragiche conseguenze sociali di una rapida industrializzazione non meno
degli entusiasmanti successi del sistema industriale. Sotto l’influenza di Carlyle Gaskell si sentì spinta a
scrivere Mary Barton, la sua prima storia di Manchester. Il romanzo affronta il malessere della società
urbana dei tardi anni Quaranta, contrassegnati da conflitti industriali, scioperi, bassi salari e disoccupazione,
oltre che dalla progressiva formazione di una coscienza di classe nei lavoratori e dalle agitazioni cartiste ( da
una rappresentazione cruda degli operai che vivono di stenti). E’ anche un romanzo sull’ignoranza, sai dei
potenziali lettori che nulla sapevano della vita dei quartieri poveri di Manchester, sai degli stessi personaggi,
estranei l’uno all’altro e indifferenti nei confronti dell’esistenza e delle preoccupazioni altrui.

- Ruth 1853 è il secondo romanzo dell’autrice, con cui riesce a suscitare una reazione ancora più
violenta di quella che aveva accompagnato l’uscita del primo, perché tratta un argomento tabù,
parla infatti di una fallen woman. In molti luoghi il libro venne messo al bando e molte copie
vennero bruciate, in segno di protesta. Ruth Hilton è una giovinetta di poco più di 15 anni che, già
orfana di madre, ha recentemente perso anche il padre, un agricoltore. Il suo tutore è disinteressato
a lei, alla morte del padre vende la sua proprietà e manda Ruth nella vicina città di Fordham per
lavorare nella sartoria di Mrs Mason che tiene le sue ragazze sotto una ferrea disciplina. Una sera le
lavoranti vengono chiamate a un ballo per effettuare delle riparazioni agli abiti, qui incontra per la
prima volta Mr Bellingam. Lui è subito affascinato e cerca in ogni modo di rivederla. Non ha
onorevoli intenzioni: il misfatto noi lettori non lo vediamo perché in epoca vittoriana non era
consentito parlare di sesso o anche solo accennarvi. Dopo lo stupro Ruth viene denigrata, la gente
la guarda con disprezzo. Quando tenta il suicidio dopo essere stata abbandonata viene aiutata da
Mr Benson, affetto da nanismo. Grazie all’aiuto di questa persona un po’ tutti finiscono per aiutarlai.
Affronta il tema delle ragazze madri con sensibilità, la protagonista deve affrontare un percorso di
sacrificio e redenzione per riconquistare il rispetto degli altri. La narrazione rivela la cultura religiosa
dell’autrice, con continui riferimenti alle scritture sacre. Tutte quelle donne che nella società
vittoriana risultano schiacciate dall’uomo, che siano colpevoli o meno, sono tutte innocenti, travolte
dalla vita e costrette loro malgrado a piegarsi ad una morale rigida e intollerante. Nei suoi romanzi
vengono smascherati i pregiudizi della società inglese nei confronti delle donne, uscirono spesso
anonimi e suscitarono scandalo, ma grande ammirazione da parte di Dickens.

Charles Kingsley

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Sacerdote della chiesa anglicana, considerava l’attività di romanziere una diretta conseguenza della sua
missione religiosa. intorno al 1840 si impegnò attivamente a favore del cosiddetto Christian Socialism
(socialismo cristiano, movimento nato per allontanare i cartisti dal socialismo francese, anticlericale e
spesso ateo e per avvicinarli a un’ideologia riformista di ispirazione religiosa).

- Yeast: a problem contiene brani in cui si descrive il degrado rurale all’interno di una narrazione che,
mentre si fa portavoce di una riforma sanitaria, attacca i pericoli morali derivanti dal cattolicesimo
romano. E’ un romanzo che vuole essere autobiografia di un operaio che è spinto ad aderire alla
protesta cartista dopo aver sperimentato la durezza delle condizioni lavorative, la miseria londinese
e la precarietà della vita nelle malsane abitazioni dei più poveri e discreditati, ma poi finisce per
convertirsi alla causa del socialismo cristiano.

Benjamin Disraeli

Autore di romanzi politici e di costume, fu primo ministro tory. Conservatore favorevole alla riforma sociale
(contro i whig e la dottrina utilitaristica di Mill che tende a armonizzare l’utile sociale con quello individuale
che coincideva con quello della borghesia). I tipi politici sono presenti con humor. La sua opera principale è
una trilogia di romanzi dal titolo

- Coningsby: or the new generation, e tratta degli eventi dal passaggio del primo Reform Bill alla
caduta del ministro Melbourne, presentando le sue idee politiche e discutendo dei partiti.
- Sybil:or the two nations discute le misere condizioni della classe operaia nei primi anni del regno di
Vittoria e presenta le agitazioni contro i proprietari terrieri guidate dal movimento cartista.
- Tacred:or the new crusade ci fa capire quanto l’autore fosse pronto a prendere posizione nelle
questioni che interessavano l’opinione pubblica del tempo e a farsi coinvolgere negli accesi dibattiti
circa il presente e il futuro dell’Inghilterra industriale. Tutti e tre i romanzi evidenziano una buona
conoscenza della storia e dei problemi della società contemporanea ma le soluzioni prospettate
sono spesso paradossali o utopistici

William Thackeray

Figlio di un impiegato della compagnia delle indie occidentali, nacque a Calcutta ma, rimasto orfano di
padre a soli quattro anni, venne affidato ad alcuni parenti e compì gli studi in Inghilterra. Benchè studente
brillante, lasciò Cambridge nel 1830 senza laurearsi. Gli anni solitari della sua adolescenza segnarono la sua
visione del mondo. Nel 1830 si recò in Germania per studiare la lingua e incontrò Goethe. A 21 anni, entrato
in possesso dell’eredità del padre, tornò a londra dove intrarpese gli studi giuridici che lasciò qualche anno
dopo. A parigi studiò disegno e pittura. Scrisse per molti giornali pubblicando diversi articoli, poi raccolti e
da lui stess illustrati nel The book of Snobs. Nel libro voleva colpire l’atteggiamento di fingersi appartenenti a
una condizione sociale più elevata e il tentativo della middle class meno abbiente di imitare i più ricchi. Il
suo primo romanzo The luck of Barry Lyndon è incentrato sulle avventure di un furfante romantico,
ambientato nell’inghilterra preindustriale. Il suo capolavoro è Vanity Fair, ambientato nella Londra di inizio
800. Non vi è la focalizzazione su un protagonista centrale ma è una galleria di ritratti anteriori e mediocri.
L’epoca è quella napoleonica. Offre un ritratto della borghesia vista attraverso la contrapposizione di due
personaggi femminili: una più astuta, arrampicatrice sociale che sfrutta il prossimo per ottenere
rispettabilità; l’altra virtuosa e ingenua, vittima della sua bontà e generosità.

Anthony Trollope (1815-1882),

nato e vissuto a Londra, ebbe un'infanzia difficile a causa dei rovesci finanziari del padre; la famiglia viveva
solo con proventi della madre romanziera. Nel 1843 ottenne un impiego alle poste e nel 1844 si sposò,
dedicandosi quasi subito all'attività letteraria solo per motivi economici, come dichiarò egli stesso

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nell'Autobiography (Autobiografia, 1875-76), uno dei suoi libri migliori, pubblicata postuma nel 1883. I suoi
numerosi romanzi non sono di facile classificazione. Più popolari sono quelli appartenenti alle due serie
note come Barsetshire novels (dal nome della regione immaginaria nella quale si svolgono le storie) e
Palliser novels; al primo gruppo appartengono cinque romanzi tra cui Barchester towers (Le torri di
Barchester, 1857) e Framley parsonage (La parrocchia di Framley, 1861), che ebbero un buon successo. Il
secondo gruppo ha per protagonisti uomini politici londinesi e comprende, fra l'altro, Phineas Finn (1869) e
The prime minister (Il primo ministro, 1876). Dimessosi nel 1867 dall'impiego, Trollope tentò invano di farsi
eleggere deputato fra i liberali. Forse la delusione subita contribuì a dare ai suoi ultimi romanzi (The Eustace
diamonds, I diamanti Eustace, 1873; The duke's children, I figli del duca, 1880; Dr. Wortle's school, La scuola
del dottor Wortle, 1881; Marion Fay, 1882), considerati i migliori, un tono di più aperta critica della società
vittoriana.

Sensation novel: William Collins

Amico e collaboratore di Dickens, la sua fama è legata a due romanzi in particolare, The Woman in White e
The Moonstone. Essi soddisfacevano a pieno la richiesta assai forte negli anni settanta dell’Ottocento, di
quella che oggi viene denominata Sensation fiction, un genere caratterizzato da vicende incentrate su un
atto criminoso, sulle relative indagini e sul disvelamento del movente del crimine. Il sensazionalismo può
essere ricollegato al gusto popolare per il melodramma. I suoi romanzi sono classificati tra i capolavori del
romanzo poliziesco, la loro importanza sta nel disegno d’ambiente, nella rappresentazione efficacissima
dell’irrazionale e del misterioso e nell’adozione di una tecnica molto moderna secondo la quale sono gli
stessi personaggi a raccontare la storia dal suo interno: sono tra i primi esempi di narrativa oggettiva. E’
incentrato sulla somiglianza e sostituzione di persona di due affascinanti donne. La donna in bianco sembra
un fantasma e chiede indicazioni al protagonista, Walter, insegnante d’arte, per arrivare a Londra. Un po’ di
tempo dopo, Walter viene assunto come maestro di disegno dai residenti di una dimora. Qui fa la
conoscenza di Laurie una ragazza bella e raffinata che somiglia incredibilmente alla donna in bianco. Essi
stringono amicizia e col passare del tempo si instaura un sentimento d’amore. Scopre che la donna in bianco
è la sorella, che era stata rinchiusa in manicomio. La vicenda viene esposta attraverso le diverse
testimonianze dei personaggi.

LE SORELLE BRONTE

Le tre sorelle Bronte, Charlotte, Emily, Anne al contrario degli altri scrittori del periodo non ebbero come
interesse primario lo studio della società, si dedicarono alla narrativa per esprimere passioni personali ed
esplorare la sfera delle emozioni individuali. La vita delle sorelle trascorse a Haworth, un paese sperduto
nella brughiera dello Yorkshire, dove si era trasferito il padre, pastore anglicano di origini irlandesi. Pur non
ricevendo una regolare istruzione, fecero molte letture e lasciarono libero sfogo alla loro immaginazione
scrivendo racconti e poesie. Nel 1846 pubblicarono insieme un libro di poesia Poems by Currer, Ellis and
Acton Bell, che fu un insuccesso. L’anonimato mai abbandonato finchè furono in vita non era dovuto
all’abituale riserbo delle donne scrittrici ma alla volontà di preservare la loro interiorità e isolamento.

- Charlotte e Jane Eyre


Charlotte, che per vivere fece la governante, si sposò nel 1854 e morì di parto dopo nove mesi di
matrimonio. Nel 1847 aveva ottenuto un grande successo con il suo primo romanzo, Jane Eyre, che
racconta la vicenda di una povera orfana cresciuta tra grandi difficoltà, che diviene governante
presso il ricco Mr Rochester, si innamora di lui, e dopo varie vicessitudini, riesce a sposarlo. Il
romanzo contiene molti episodi melodrammatici e d’effetto, nello spirito del romanzo gotico, e
possiede un’intensità di visione che l’autrice non riuscì più a trovare nei romanzi seguenti. E’ un
esempio di realismo. Per quanto possa essere considerato un classico e una storia d’amore
popolare, esalta l’autonomia e l’indipendenza dell’individuo e riconosce l’importanza di una

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reciproca dedizione all’interno di una coppia. Jane non riuscirà mai a disciplinare completamente il
gelo che si è impossessato della sua anima di bambina non amata e non sarà mai capace di
sopportare serenamente gli stupidi o di amare chi le ha fatto del male. Non si arrende: il suo
obiettivo è trovare un compagno che sia all’altezza della sua intelligenza, del suo spirito critico, della
sua spiccata personalità. La voce narrante è quella di Jane da adulta, si tratta di un romanzo di
formazione.
- Emily e Cime Tempestose
Fu tra le sorelle la migliore come poetessa, ma il suo capolavoro è il romanzo Wuthering Heights,
nel quale è espressa pienamene la qualità visionaria e poetica della sua immaginazione. E’ un’opera
grandiosa, dalla trama complessa, con uno sviluppo temporale che abbraccia due generazioni, vi si
mescolano l’elemento realistico del paesaggio dello Yorkshire e quello fantastico-simbolico della
storia d’amore selvaggio e tragico tra i due protagonisti, Heathcliff e Catherine Earnshaw: struttura
complessa intorno alle passioni umane che sono incontrollabili e tempestose come le forze della
natura. Il paesaggio è adattato alla rappresentazione delle passioni umane da renderle ancora più
persuasive, nessuna frattura è avvertibile tra gli aspetti realistici del romanzo e quelli fantastici e
simbolici. La storia è raccontata da due narratori principali (Lockwood e la signora Nelly Dean) e
cinque minori. Coniuga l’analisi psicologica e la critica sociale (le classi sociali e i loro oneri e divieti
sono all’origine della tragedia). L’argomento principale è la passione morbosa dei due personaggi e
a volte autodistruttiva. La scrittrice usa come forza liberatrice la morte che libera i personaggi dalle
angosce eterne. I due luoghi di ambientazione principali del romanzo (Wuthering Heights e
Thrushcross Grange) rappresentano i due caratteri opposti del romanzo, il primo simbolo di violenza
e passione, il secondo di tranquillità familiare.
- Anne e Agnes Grey
Di carattere introverso come le sorelle, non ebbe la stessa fantasia di Charlotte e Emily. Scrisse due
romanzi Agnes Grey e The tenant of Wildfell Hall, che, basati entrambi su elementi autobiografici (la
sua esperienza da levatrice nel primo e la tragica morte del fratello nel secondo), rivelano una
notevole padronanza della scrittura. Agnes offre un quadro sconvolgente delle difficoltà incontrate
dalle donne di classe media alla ricerca dell’unica forma di impiego rispettabile a loro riservata. Il
secondo romanzo descrive un matrimonio tragicamente infelice e la successiva fuga della
protagonista Helen. La storia si sviluppa grazie all’espediente di una doppia narrazione a ritroso.

TENNYSON E I POETI PRERAFFAELLITI

La poesia vittoriana risente del rinnovamento introdotto dai poeti romantici, in particolare Keats e Shelley,
del sensazionalismo gotico e dei tentativi di risalire ai modelli elisabettiani e giacobini. Essa, sostanzialmente
si presenta come una continuazione della poesia romantica. I principali poeti vittoriani sono infatti debitori
per invenzione e stile a Keats (Tennyson, Arnold, Rossetti, Morris e Hopkins) o a Shelley (Browning,
Swinburne, Hardy e Yeats). Il periodo vede anche nascere il movimento preraffaellita, con la sua concezione
estetica dell’arte che preannuncia il decadentismo.

Alfred Tennyson fu uno dei grandi poeti vittoriani e una delle figure più rappresentative dell’epoca, di cui
espresse gli atteggiamenti e le problematiche dominanti: il patriottismo, il profondo attaccamento alle
tradizioni, la convinzione che l’arte debba avere un fine morale o didattico, le preoccupazioni derivanti dal
contrasto tra la tradizione religiosa e nuove teorie e scoperte scientifiche. Fu molto ammirato per la sua
poetica, ancora legata ai temi romantici (leggende arturiane, ballate medievali, elementi naturalistici), ma
anche agli eterni problemi del bene e del male, della vita e della morte. Nasce in una famiglia colta e riceve
un’ottima educazione sotto la guida del padre. La produzione di Tennyson comprende tre volumi di poesie. I
volumi, pubblicati nel 1830 e 1833, mostrano la straordinaria capacità del poeta di immedesimarsi nei suoi
personaggi e nei loro stati d’animo. Molte delle poesie, tra cui The Lady of Shalott e The Lotos Eaters,

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trattano temi connessi a stati di morte apparente o alla morte stessa in quanto esperienza liberatoria.
Mostrano la predilezione per immagini tratte dal mondo della natura, per i temi classici e quelli attinti dal
ciclo arturiano. In seguito alla morte traumatica di Hallam, egli sprofondò in una fase di lutto durante la
quale si sottopose a un doloroso processo di autopurificazione personale. Molte delle poesie scritte in
questo periodo sono state raccolte sotto il titolo di In Memoriam, dedicate all’amico scomparso. La raccolta
Poems by two brothers fu scritta in collaborazione con i fratelli. Si laurea al Trinity College di Cambridge.
Venne nominato poeta laureato e fu considerato il più grande poeta del suo tempo. Tennyson possedeva il
senso della missione poetica (come Shelley e Wordsworth), anche lui desiderava divenire un profeta e
interpretare la realtà svelandone i problemi, i dubbi e le contraddizioni. Le qualità più alte della sua poesia
sono la musicalità del verso (derivata da Keats, dai preraffaelliti e dai poeti classici), la padronanza della
tecnica. Nella sua poesia utilizza la tecnica del Drammatic Monologue. In componimenti come Ulisse, egli è
interessato alla psicologia e la proiezione oltre i limiti dell’identità e dell’esperienza individuali. I tratti
distintivi di questa tecnica: uso della prima persona singolare che rappresenta un personaggio diverso dal
poeta, uso di verbi di espressione riferiti a un interlocutore che non appare nel componimento, linguaggio
drammatico.

Robert Browning. Il maggior pregio della sua poesia, che nel novecento influenzò poeti come Pound e T. S.
Eliot, è la potente capacità di osservare e trasfigurare il quotidiano in materia poetica, di drammatizzare il
fatto storico. Nasce a Londra da una famiglia borghese, lascia a scuola a 14 anni e non riceve un’istruzione
regolare. Fin dalla giovanissima età però legge tutto ciò che la biblioteca paterna, dotata di 6500 volumi, lei
gli mette a disposizione. Il padre gli insegna il greco e latino, e prende lezioni di italiano, francese e tedesco.
Scriveva anche per il teatro ma i suoi sforzi di drammaturgo si rivelarono un insuccesso, in quanto non
possedeva il senso dell’azione drammatica e non era interessato ai rapporti tra i personaggi, ma ai conflitti
di una sola mente. La forma poetica a lui più congeniale fu il dramatic monologue, adottato in Dramatic
Lyrics. Nel 1846 si innamorò della poetessa Elizabeth Barret e la sposò in segreto. Con lei fuggì in italia,
l’opera più importante di questo periodo è Men and Women. Il suo interesse è rivolto alla poesia di tono
colloquiale, a uno stile che ripeta le intonazioni e le inflessioni della voce narrante, alla forma del dramatic
monologue. Agli inizi egli risentì dell’influsso dei poeti romantici, soprattutto di Shelley, ma presto oppose al
soggettivismo romantico l’ideale di una poesia obiettiva o drammatica. Non si proponeva di cantare la storia
della propria anima, i propri sentimenti e le proprie idee, ma di esplorare e rappresentare in modo
drammatico, teatrale, le vite e i conflitti intimi dei personaggi, concepiti come personaggi di un’opera
teatrale che raccontavano l’evento in prima persona. Il poema in dodici libri The ring and the book, suo
capolavoro, elaborava una vicenda reale, la fonte è una raccolta di documenti inerenti un processo per
omicidio celebrato nella Roma del 1698 che il poeta aveva acquistato in una bancarella a Firenze e che
aveva suscitato la sua curiosità intellettuale e poetica. Nei vari libri i personaggi prendono la parola in
monologhi drammatici per ricostruire lo svolgimento degli eventi ed esporre il proprio punto di vista.

Nel 1848 un gruppo di sei giovani pittori fondò un movimento artistico a cui diede il nome di Pre-raphaelite
Brotherhood, fratellanza preraffaelita. Il progetto prevedeva che si rifiutassero le norme pittoriche in vigore
fin dal Rinascimento a favore di quella che la Confraternita sosteneva essere la superiore immediatezza
espressiva degli artisti precedenti a Raffaello. I preraffaelliti era un gruppo di artisti, principalmente pittori,
che avevano l’intenzione di opporsi alla pittura accademica ottocentesca, ritenuta superficiale e
materialistica, e di ispirarsi ai pittori italiani che erano vissuti e avevano dipinto prima di Raffaello. Rifiutano
l’arte contaminata dalla rivoluzione industriale e guardano più lontano del Rinascimento, all’Italia del dolce
Stil novo di Dante e di Giotto. Il periodico sul quale scrivevano i membri della confraternita, The Germ, che
mescolava in modo sperimentale componimenti in prosa e poesia, contribuì ad ampliare la gamma delle
predilezioni letterarie e pittoriche del tempo.

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- Dante Gabriel Rosset, pittore e poeta, fu l’uomo che meglio rappresentò l’ideale preraffaellita.
Figlio di un patriota italiano fuggito in Inghilterra dopo il fallimento dei moti napoletani del 1821,
nella sua formazione letteraria fu influenzato da Dante e dal dolce stil novo, e allo stesso tempo da
Keats, Shelley, Tennyson e il romanzo gotico. L’elemento nuovo della sua ispirazione è dato dalla
propensione per l’elegante, l’esoterico e l’arcano, indice di un atteggiamento estetizzante, la sua
poetica è alimentata dalla ricerca dell’anima evanescente delle cose e da una realtà suggestiva
sfumata nel sogno e nel ricordo. Nella sua poesia più conosciuta, The blessed damozel, egli delinea
una immagine fisica ma al tempo stesso celestiale di una donna amata, che è la trasfigurazione della
Beatrice dantesca, una figura che torna spesso nei suoi dipinti. Idealizza le donne sia fisicamente
che spiritualmente.
- William Morris poeta, scrittore, critico, pittore, uomo di straordinaria energia e versatilità fu un
altro significativo esponente del movimento preraffaellita. Iniziò la sua carriera come poeta sotto
l’influsso diretto di Rossetti, scrivendo componimenti di argomento medievale, classico. Egli
considerava la poesia come una estensione dell’artigianato e un naturale miglioramento della
qualità della vita. Nel lungo poema narrativo The earthly paradise prese come modello Chaucer. Fu
attratto prima dalla politica liberale e quindi dal socialismo e diede sfogo ai suoi nuovi interessi in
ballate. Si impegnò nella politica fondando la lega socialista, condannò l’industrializzazione e i suoi
effetti sulle condizioni di vita e sul paesaggio in numerosi studi politico-economici.
- Algernon Charles Swinburne, nato a Londra da una famiglia aristocratica, appassionato sin
dall’infanzia di lingue e letterature classiche e moderne, studiò a Oxford. Iniziò la carriera poetica
come amico e ammiratore di Rossetti e dei preraffaelliti, ma ben presto la sua personalità originale
lo indirizzò verso una rielaborazione degli influssi del teatro greco ed elisabettiano. Poems and
Ballads suscitò scalpore per le numerose note paganeggianti e ossessionate dall’erotismo. L’incontro
con Mazzini riaccese in lui gli ardori repubblicani, come testimoniano Songs before sunrise, dedicati
alla causa della libertà italiana. Swinburne manifesta una maggiore profondità di pensiero e una
carica erotico-sensuale a tinte fortemente sataniche anche in versi politici. Con lui, decisivo
esponente della reazione antivittoriana, la poesia inglese si mosse verso l’estetismo e il
decadentismo.
- Christina Rosset, sorella di Dante Gabriel, iniziatore del movimento preraffaellita, non ne condivise
la poetica e fece vita ritirata. Fonte della sua ispirazione è la sua sincera fede religiosa e le sue
poesie religiose (devono molto all’influenza di Dante Alighieri), Verses, The prince’s progress, New
Poems, sono la parte migliore della sua produzione, caratterizzata da versi melanconici, lugubri, in
cui è insistente l’idea della morte. Famosa soprattutto per la raccolta The Goblin Market, la storia
delle disavventure di due sorelle tenute prigioniere dagli gnomi. E’ stata interpretata dalla critica in
due modi diversi: alcuni ci hanno visto un’allegoria sulla tentazione e la redenzione, un commento
sui ruoli sessuali dell’epoca vittoriana e la tematizzazione del desiderio erotico e la redenzione
sociale.
- Elizabeth Barret Browning. Benchè ricordata soprattutto per il matrimonio con Robert Browning,
Elizabeth in vita fu la più famosa dei due. Cominciò a scrivere poesie in giovane età e nel 1844
raggiunge il successo di critica e pubblico con la pubblicazione dei due volumi di Poems. Trasferitasi
poi con il marito in Italia, scrisse la maggior parte delle sue opere ispirandosi agli ideali del
Risorgimento italiano, della giustizia e dell’uguaglianza sociale, ma espressi con un tono d’intimità
che rende le immagini e il linguaggio piuttosto convenzionali. La raccolta più popolare, Sonnets
from the portuguese, rievoca la storia d’amore con il marito.

La nuova narrativa degli anni sessanta: Meredith e Eliot

- George Eliot è lo pseudonimo maschile di Mary Ann Evans. Crebbe in una famiglia benestante e
molto religiosa a stretto contatto con la natura e con quella società rurale di proprietari terrieri e
contadini che costituirà una caratteristica dei suoi romanzi. È la più vigorosa e perspicace tra i grandi

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romanzieri vittoriani. La sua gravità riscosse un immediato successo e lodi entusiastiche presso i
critici. Il suo primo romanzo fu Adam Bede, enormemente apprezzato dalla stessa regina che ne
raccomandò la lettura ai suoi parenti. Da un lato rappresenta dettagliatamente una comunità rurale
formata da uomini e donne che vivono e lavorano lontani dal caos dei contesti urbani, dall’altro
propone efficacemente un nuovo tipo di eroismo, una sorta di eroica rettitudine contraddistingue la
gente comune delle campagne. Nonostante lo pseudonimo maschile, per cui il narratore aveva i
gusti, le opinioni e le fattezze di un uomo, Dickens notò subito che il modo di scrivere era quello di
una donna. Cercò di persuadere Eliot a scrivere un romanzo a puntate sul suo periodico. La vera
identità era mantenuta segreta per mantenere una netta distinzione tra il narratore del romanzo, un
uomo di grande moralità, e l’autrice, una donna che veniva considerata emarginata e adultera,
scettica in materia di religione. Middlemarch è il suo capolavoro, nome immaginario di una cittadina
inglese nella quale è ravvisabile Coventry. In questo romanzo proseguì la sua indagine morale
analizzando l’interazione degli individui con i gruppi sociali, dando allo stesso tempo il suo ritratto
più completo della vita di provincia inglese e delle differenze tra il modo di vivere in città e in
campagna. In una sola storia si intrecciano quattro trame distinte e una cinquantina di personaggi: il
suo interesse per i personaggi antieroici e per la quotidianità si accompagna sempre agli interessi
filosofici, teologici ed etici: del resto il suo obiettivo non era l’intrattenimento ma l’insegnamento
etico.

A partire dagli anni 60 dell’Ottocento, la prospettiva di cambiamenti radicali nella società e


nell’organizzazione politica era considerata con crescente preoccupazione dai vittoriani, liberali o
conservatori che fossero. Pur non essendo completamente svanita la fiducia nei benefici del progresso, essa
era stata messa in crisi da un’accresciuta consapevolezza delle implicazioni più inquietanti connesse allo
sviluppo intellettuale e sociale. L’ottimismo economico e la tendenza al compromesso che contrassegnavano
le decadi centrali del secolo erano venute meno. La pubblicazione di On the origin od the species by means
of natural selection di Charles Darwin costituì una clamorosa e ben argomentata smentita delle più antiche
e consolidate convinzioni sulla natura dell’uomo e sul suo posto nell’ordine del creato. Tutti furono colti da
un senso di smarrimento. In seno alla letteratura inglese si fece allora strada una corrente di pessimismo
che accentuò lo scetticismo già esistente e che raggiunse il suo culmine negli anni ottanta dell’ottocento.
Darwin aveva scardinato l’idea che l’uomo fosse al centro dell’universo, signore e padrone del creato, e
aveva minato ogni rassicurante certezza sulla natura del progresso. La teoria della selezione naturale scosse
la fede religiosa dei più influenzabili, mise in crisi le stesse concezioni laiche e materialistiche riguardo al
futuro. Si crearono le condizioni favorevoli per lo sviluppo di nuove forme di sperimentazione in campo
letterario e artistico. In ambito politico preoccupavano le conseguenze dell’espansione del diritto di voto
accordato dal secondo Reform Bill del 1867. Si temeva che essa spianasse la strada alla partecipazione delle
masse alla vita politica.

- John Stuart Mill all’epoca il più importante teorico del liberalismo, un attivo sostenitore della
riforma ai Comuni e un tenace difensore della necessità di ampliare la partecipazione popolare alla
vita democratica. Il suo saggio On Liberty definisce i principi su cui si fonda una democrazia
borghese: tolleranza, libertà di iniziativa per i cittadini. L’opera risulta ancora più notevole se si
considera che fu scritta in un momento in cui il sistema parlamentare britannico non aveva alcun
corrispettivo nell’Europa continentale e in cui le norme costituzionali a tutela della libertà dei
cittadini erano inesistenti o venivano calpestate.

La seconda primavera e Hopkins

Non fu uno scrittore di professione ma si dedicò alla poesia con una concentrazione assidua. La sua
produzione lirica apparve solo nel 1918 ed esercitò un influsso notevole sulla poesia degli anni Trenta e sui

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poeti metafisici del dopoguerra che videro in lui uno sperimentatore e un precursore della poesia
contemporanea. Fu allievo di Walter Pater a Oxford, si formò cultura e gusto sugli Studi sul Rinascimento del
maestro e sull’arte e la poesia dei preraffaelliti. L’evento più importante della sua vita fu la conversione alla
fede cattolica, entrato nella Compagnia di Gesù, pronunciò i voti nel 1874. Dopo aver operato come
predicatore in molte città della Gran Bretagna, nel 1844 divenne professore di greco all’università di
Dublino.

Il mondo poetico di Hopkins, raccolto nel volume Poems, testimonia una complessa esperienza religiosa ed
è percorso dall’angoscia e dalla tensione spirituale dovute all’inadeguatezza dell’essere umano
nell’esprimere gli ineffabili aspetti di una divinità percepibile solo mediante l’intuizione mistica.
Manifestazione della bellezza della divinità è la verità, che risiede nel cuore di ognuno e nell’essenza di ogni
oggetto e che conferisce autenticità. Per esprimere questi concetti Hopkins adottò uno stile fatto di
allitterazioni e assonanze, di arditezze verbali e sintattiche, facendo ricorso anche allo sprung rhytm, il ritmo
accentato della poesia anteriore alla conquista normanna. Invece di alternare sillabe accentate e non
accentate, egli raggruppa insieme le sillabe accentate, dando così un ritmo molto veloce ed incisivo al verso.
Il risultato è quello di un linguaggio poetico totalmente nuovo, indipendente dalla tradizione vittoriana, al
cui languore e alla cui prolissità sostituisce energia e concisione. Suo ideale stilistico era, infatti, quello della
massima economia, combinato con uno sfruttamento delle risorse musicali della lingua inglese per ottenere
una lingua il più possibile vicina a quella colloquiale. Una delle sue maggiori conquiste artistiche fu proprio il
rinnovamento del linguaggio poetico: egli operò una rottura sia con la poesia elegiaca vittoriana, sia con
quella naturalistica di derivazione wordsworthiana, aprendo la strada ai poeti del XX secolo.

- Lewiss Carroll è autore di opere per l’infanzia che gli hanno dato una fama mondiale. Lettore di
matematica a Oxford, appassionato di rompicapi, giochi di parole e nonsense, pubblicò dapprima
versi strampalati in riviste per l’infanzia finchè non scrisse i suoi capolavori, Alice’s adventures in
Wonderland e Through the looking-glass che egli anche illustrò. Gli affascinanti esperimenti verbali
e la sottile satira espressa attraverso personaggi assurdi fanno di Alice un’opera unica nel suo
genere. Nella sua narrativa il paradosso trova spiegazione una volta che ci sia assenso sull’idea di un
ordine ultimo e alternativo nel quale gli assunti della scienza, filosofia e religione non sono in
conflitto. I due libri di alice hanno come protagonista una bambina di buon senso che insiste sulla
validità dei valori della società borghese e dell’istruzione elementare. Questi valori li porta con sé in
un luogo in cui l’esperienza normale viene distorta, rovesciata.

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LETTERATURA TARDO VITTORIANA E EDOARDIANA

1880-1920

Anche se la regina Vittoria, incarnazione di rettitudine matronale, regnò fino al 1901 e anche se, per i più
ferventi patrioti, gli ultimi anni del suo regno rappresentarono l’apogeo della gloria nazionale e imperiale, i
valori vittoriani, le convinzioni e i modelli di comportamento, personale e sociale, erano già stati messi in
discussione da una nuova generazione di intellettuali e scrittori. La letteratura degli ultimi vent’anni del
secolo è impegnata in un dibattito diversificato. Se gli scrittori dei primi due terzi di secolo lottarono pe
accettare e rendere accettabile una molteplicità di impressioni, convinzioni, fatti e scetticismi, i loro
immediati successori rielaborarono tali idee e cercarono parallelismi, analogie o immagini nel pensiero
scientifico contemporaneo.

I due maggiori rappresentanti del romanzo tardo vittoriano sono Thomas Hardy e George Meredith.
Soprattutto il primo scuote la compiacenza vittoriana e sostituisce all’ottimismo un cupo fatalismo: temi dei
suoi romanzi sono l’uomo frustrato dall’indifferenza del caso e dalla cecità delle passioni, le tensioni della
civiltà urbana e del progresso tecnologico, il declino dei costumi tradizionali, il conflitto tra energie fisiche e
intellettuali, i problemi di alienazione sociale ed economica. Verso la fine dell’età vittoriana alcuni autori in
particolare George Moore, Stevenson e Kipling, scrivono opere che anticipano la nascita del romanzo
moderno.

Thomas Hardy nacque da una famiglia di piccoli proprietari terrieri, frequentò le scuole locali fino a quindici
anni e, vivendo in campagna, si appassionò agli aspetti più semplici della natura e al folclore contadino.
Dopo gli studi di architettura lavorò presso un architetto di Dorchester. Trasferitosi a Londra per continuare
la professione, ben presto si volse alla letteratura. Iniziò scrivendo poesie, che non riuscì a far pubblicare, si
dedicò allora alla prosa e per circa 25 anni scrisse solo romanzi e racconti, guadagnandosi la fama come uno
dei maggiori romanzieri del tempo. La sua carriera letteraria si può dividere in due periodi: il primo dal 1870
al 95, dedicato alla prosa, il secondo dal 96 fino alla morte, alla poesia. Furono i romanzi a renderlo celebre,
quasi tutti ambientanti nel Wessex e quasi tutte storie d’amore con una varietà di stati d’animo, sicuramente
hanno come nota più caratteristica il tragico. I suoi romanzi migliori (Tess of the D’Ubervilles. The mayor of

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Casterbridge, Jude the obscure) narrano di esseeri umani portati alla rovina da forze che essi non sono in
grado di controllare. Hardy sostenne di essere stato tra i primi a leggere The origin of Species. La teoria
darwiniana e le sue argomentazioni sulla selezione naturale e l’adattamento della specie sembrano aver
confermato l’intuizione di un universo indifferente, in continua evoluzione. Sia le trame dei suoi romanzi che
il destino dei personaggi riflettono questa intuizione. Elabora un determinismo nelle vicende umane che
lascia ben poco spazio alla volontà e alla responsabilità individuale. La sua narrativa segnò un decisivo
distacco dalle convenzioni del periodo vittoriano: la visione ottimistica lasciò il posto a una visione fatalistica
sempre più oppressiva. Spesso le sue opere suscitarono per il loro cupo pessimismo reazioni ostili nel
pubblico e negli editori. L’immersione totale nella natura e la convizione che solo la vita di campagna, quindi
a stretto contatto con la natura, permette all’uomo di esprimere pienamente le proprie passioni, fa di Hardy
uno scrittore per certi aspetti romantico. Tuttavia per lui la natura non è più fonte di gioia e consolazione ma
diventa ostile e indifferente.

- Tess of the D’Ubervilles


Tess, una povera e innocente ragazza di campagna, è sedotta dal ricco Alec, figlio dei D’Urberville, e
rimane incinta. Da alla luce un bambino che muore subito dopo. Incontra e si innamora di Angel
Clare. Durante le nozze racconta all’uomo il suo passato e lui la abbandona. Tess diventa l’amante di
Alec per necessità. Angel intanto si pente della sua decisione e ritorna in Inghilterra per perdonare
la moglie, ma scopre che vive con Alec. Tess è disperata e uccide il suo amante. I due fuggono
insieme ma Tess viene arrestata, processata e impiccata per l’omicidio di Alec. Il libro causò molto
scandalo, fu considerato da molto immorale ed eccessivamente pessimista. Hardy critica il
moralismo e l’ipocrisia dei valori della società vittoriana. Il titolo A pure woman, è in parte ironico e
fa riferimento al concetto di purezza secondo cui Tess è una fallen woman, che lo scrittore non
condivide. In tutta la narrativa di Hardy le donne non sono né intellettuali metropolitane, né
femministe, tuttavia spesso risultano più determinate dei personaggi maschili. La storia è raccontata
in terza persona da un narratore onnisciente che occasionalmente interviene per commentare le
azioni dei personaggi ed esprimere le sue opinioni, ma sempre con tono distaccato.
- Jude the Obscure racconta di un ragazzo povero che grazie alla sua ambizione e determinazione
riesce a studiare all’università di Christminster. Jude alterna il lavoro da scalpellino allo studio. Dopo
che il suo matrimonio con Arabella Donn si conclude in modo disastroso, torna a Christminster e
incontra una lontana cugina, Sue Bridehead, di cui si innamora. La donna però sposa Philloston, un
insegnante. Questo matrimonio si rivela un fallimento e Sue va a vivere con Jude, accettando di
prendere in casa anche il figlio nato dal primo matrimonio di Jude. Sue e Jude avranno due figli al di
fuori del matrimonio, per questo la loro relazione è fonte di scandalo nella piccola città. Il primo
figlio di Jude uccide i fratelli e poi s’impicca. Sopraffatta dal senso di colpa, Sue torna dal primo
marito, invece Jude cerca di nuovo la compagnia di Arabella ma morirà solo e abbandonato. Anche
questo libro fu disprezzato a causa delle accuse alla società vittoriana, fu rinominato Jude the
Obscene.

Negli ultimi anni dell’ottocento maturarono molti autori rappresentativi della transizione tra il romanzo del
periodo vittoriano e quello del periodo successivo. La loro prosa toccò i generi e le tematiche più diversi.

- Samuel Butler, figlio di un pastore anglicano, raggiunse la fama con il romanzo utopico Erewhon,
ambientato in un paese immaginario (il titolo è l’anagramma di nowhere, in nessun luogo),che
diventa occasione per una satira devastante contro l’inettitudine, ipocrisia e i capisaldi religiosi e
scientifici del tempo. Anche il suo romanzo più famoso The way of all flesh, è un feroce attacco alla
società vittoriana, della quale denunciò il dispotismo familiare, la concezione ipocrita e crudele
della religione, i metodi educativi spietati e ottusi, sostenendo la validità di un ideale di vita basato
sull’indipendenza economica.

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- Mark Rutherford, pseudonimo di William Hale White, viene ricordato per la sua The Autobiography
of Mark Rutherford e il suo seguito Mark Rutherford’s deliverance, esempi di romanzo vittoriano
ispirato dall’inquietudine e dalla ricerca religiosa.
- George Gissing combinò l’influenza dei grandi romanzieri francesi e russi e della tradizione inglese,
in particolare Dickens e Meredith: i suoi romanzi ( Demos, The nether world, new grub street)
presentano elementi realistici e un’abile analisi psicologica. the private papers of Henry Ryecroft è
una raccolta di saggi e riflessioni, nella quale l’autore condensa la propria esperienza umana e
artistica. Le opere più importanti riguardano l’emancipazione delle donne. The Odd Women traccia
la storia di tre sorelle impoverite che si aggrappano disperatamente alla loro rispettabilità e che
tentano di salvare le apparenze. Rodha Nunn, una donna risoluta le cui doti professionali e la cui
difesa del femminismo arricchiscono il libro di un segno di speranza per il futuro.
- George Moore irlandese, critico d’arte, personalità complessa e non priva di contraddizioni, oltre al
gustoso racconto Confessions of a young man, pervaso da una certa sensibilità decadente, scrisse
romanzi ispirati al naturalismo francese: The mummer’s wife, e il suo capolavoro Esther Waters che
narra la storia di una ragazza sedotta che deve sopportare le massime difficoltà e umiliazioni per far
crescere il figlio. Moore si rivolse a una ricerca stilistica raffinata in romanzi incentrati sul dissidio fra
aspirazione mistica e impulso edonistico. Le sue raccolte poetiche giovanili risentivano dell’influsso
di Baudelaire. (flowers of passion, pagan poems)
- Walter Pater, docente dell’università di Oxford, diede vita a un vasto dibattito per la presunta difesa
dell’edonismo estetico contenuta nella sua raccolta di saggi Studies in the History of the
Renaissance. Pater si fa sostenitore di un raffinamento della sensibilità finalizzato alla ricerca di una
verità ultima nell’arte e nella vita e del modo di rendere duratura l’estasi di un momento di
passione. Il suo libro offre una chiave di lettura che permette di comprendere l’estetismo colto che
dominò la cultura dell’avanguardia inglese nell’ultima decade dell’Ottocento. Nel romanzo storico
Marius the Epicurean sembra raccontare la storia della lenta conversione al cristianesimo di un
romano pagano.
- Jerome Klapka Jerome, uno degli umoristi più brillanti e popolari del suo tempo. Insegnante, attore
e giornalista, i cui libri furono tradotti in tutto il mondo. Three men in a boat (1889) è il racconto di
una gita in barca sul Tamigi compiuta da tre amici e pretesto per una successione ininterrotta di
descrizioni e divagazioni umoristiche, nelle quali prende luce il lato comico, talora vago nonsenso,
del mondo e della gente comuni. Il romanzo si apre con i tre amici che dialogano sul loro stato di
salute, si rendono conto di avere bisogno di un po’ di riposo e decidono di risalire il Tamigi in barca
e di trascorrere una notte in tenda. E’ evidente l’ironia dell’autore che descrive la fase preparatoria
del viaggio come quella di una grande spedizione. Il viaggio è costellato da imprevisti e colpi di
scena che mirano all’umorismo del lettore. L’autore si concentra sulla psicologia dei personaggi. Alla
fine del viaggio, sotto un temporale, gli amici si fermano a mangiare in un ristorante, rinunciando ai
propositi.

Mistero e storia: Conan Doyle, Stoker e Stevenson

Malgrado l’inquietante diffondersi della filosofia e della teologia tedesche e del revisionismo morale
sull’esempio del realismo narrativo francese, la letteratura inglese tardo-ottocentesca rimase
considerevolmente insulare per stile e tematiche. I suoi interessi principali erano la società inglese e i
suoi mali, la religione e le trasformazioni da essa subite, la posizione dell’Inghilterra all’interno del
Regno Unito e come centro di un impero coloniale e commerciale in espansione. Nella letteratura della
metà del secolo l’idea della Greater Britain era rimasta una tematica marginale. A fine secolo invece
assunse una nuova rilevanza, subordinata però a un senso di inquietudine. Disagio, incertezza e una
sensazione di spaesamento permeano sia gli scritti sull’espansione imperiale sia parte del dibattito
nazionale relativo alle problematiche socio-politiche interne. La preoccupazione suscitata dal malessere
sociale e spirituale e la diffusa consapevolezza che la dottrina cristiana tradizionale non era più in grado

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di offrire risposte immediate ai problemi del paese portarono al riaccendersi dell’interesse nei confronti
di altre religioni e di alternative scientifiche alla religione, nonché al revival delle stravaganze gotiche. Il
destino umano sembrava in preda a una spaventosa incertezza. L’attrazione per il crimine, l’anarchia, la
decadenza, l’animalità o per l’horror, accomuna molte delle maggiori figure letterarie di fine secolo e
permea il lavoro di autori estremamente diversi tra loro per stile e interessi.

- Conan Doyle scrittore inglese. Studiò medicina all’università di Edimburgo e si laureò nel 1881.
Abbandonò la medicina per dedicarsi alla letteratura. Non ebbe successo come scrittore fino al
1886, quando scrisse un romanzo poliziesco il cui protagonista era un detective molto abile a
scoprire il colpevole di un crimine grazie al suo ingegno e all’attenta osservazione degli indizi, alla
sua mente analitica e deduttiva. Ispirandosi a Mr. Dupin, l’infallibile detective di Poe, creò Sherlock
Holmes, il famoso investigatore, e ne fece il protagonista di una lunga serie di storie poliziesche che
inaugurarono il momento scientifico del romanzo giallo. Per la prima volta il detective Sherlok
Holmes e il suo assistente Dott. Watson (il narratore di quasi tutti i racconti che hanno per
protagonista il detective) apparvero nel romanzo A Study in Scarlet. Sherlock è dotato di un
carattere calmo e tranquillo, ama rimanere in vestaglia quando è in casa, suona il violino, fuma la
pipa, assume a volte droghe per combattere la depressione, ma quando deve risolvere un caso
affronta le indagini in modo energico, attivando il suo spirito di osservazione e le sue grandi capacità
deduttive. E’ il tipico rappresentante dei valori della classe media vittoriana, è un conformista che
lotta contro il male e protegge i deboli, soprattutto le donne, anche se non si innamora mai. Dopo
aver scritto vari romanzi con protagonista Sherlok, Doyle decise di uccidere il detective, la cui
popolarità era così enorme che i lettori rimasero sconvolti. Sherlok quindi ritornò a essere
protagonista di altre storie, riportato in vita nel romanzo Il mastino dei Baskerville. Fu pubblicato a
puntate sulla rivista The Strand Magazine tra il 1901 e il 1902. E’ il romanzo in cui Doyle resuscita il
famoso detective a grande richiesta dei lettori, dopo che James Moriarty, un criminale geniale, lo
aveva ucciso nel racconto The Final Problem. James Mortimer chiede a Holmes e Watson di
indagare sulla morte di Sir Charles Baskerville, un caro amico deceduto in circostanze strane. L’uomo
viene ritrovato privo di vita nel parco della residenza in cui vive. Inizialmente la morte viene
imputata ad un infarto ma Mortimer non è convinto, perché ritrova vicino al cadavere delle
impronte di un mastino. Secondo lui infatti il defunto è stato aggredito da un mastino posseduto da
un demonio che, secondo una antica leggenda, perseguita tutti i membri maschi della famiglia
Baskerville. Vuole quindi proteggere Herny, il discendente del defunto. Alla fine del romanzo
Sherlock scopre che l’assassino è Jack Stapleton, un discendente della famiglia. Il suo scopo era
quello di ottenere l’eredità, per farlo ha addestrato un mastino con il preciso obiettivo di uccidere i
membri della famiglia. Egli rende ancora più demoniaca la figura del cane, applicando alla sua bocca
una polvere fluorescente, in tal modo al buio la sua presenza appare spettrale.
Doyle aveva anche un grande interesse per la storia e scrisse romanzi storici come Micah Clarke e
Rodney Stone.
- Robert Louis Stevenson. Nato a Edimburgo, di famiglia borghese, cagionevole di salute e irrequieto,
compì numerosi viaggi alla ricerca di ispirazione. Nonostante il suo interesse per la letteratura
dell’orrore, è uno scrittore dai più ampi interessi e di più ricchi spunti inventivi. Fa parte di quel
gruppo di autori scozzesi particolarmente legati alle proprie origini, emersi negli ultimi anni del
secolo, che usano l’ambientazione provinciale e il dialetto scozzese per trasmettere in modo chiaro
il senso della propria identità locale. Le loro radici affondano nell’opera di Scott e degli scrittori della
cosiddetta Scuola di Kailyard. L’opera di Stevenson è tutt’altro che provinciale, anzi spesso è più
pregevole quando abbandona la Scozia o quando le tematiche scozzesi vengono affrontate
tangenzialmente. 1) Il racconto del mistero The Strage Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde, racconto di
mistero e suspense, di impianto psicologico, sul tema della doppia personalità e della dissociazione
psichica, il buon dr. Jekyll e il suo doppio, il malvagio Hyde, sono il simbolo del bene e del male che

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convivono in ciascun uomo e insieme della trasgressività che covava sotto il perbenismo vittoriano.
Il protagonista è Dr. Jekyll, uno stimato medico di Londra. Con i suoi esperimenti riesce a ottenere
una pozione in grado di separare le due nature dell’uomo: quella buona e quella malvagia. Decide
quindi di sperimentare il farmaco su di sé. Si trasforma così nel ripugnante e maledico Mr. Hyde e,
come tale, può dar sfogo ai suoi istinti più bassi. Con il passare del tempo però il dottore non riesce
più a controllare l’altro se stesso e deve sempre più spesso ingerire la pozione. A questo punto il
dottor Jekyll, esasperato da tutta la faccenda, decide di porre fine alla questione assumendo una
dose molto più alta rispetto al normale, così che diventi predominante la sua parte buona e
migliore. In ultimo, decide di distruggere i fatidici appunti dei suoi studi che trattano della famosa
sostanza che lui ha inventato e che l’avrebbe trasformato nel mostro che è ora. Una sera il suo
domestico, preoccupato per le urla che provengono dallo studio del medico, si reca da Utterson, il
legale e amico di Jekyll. I due sfondano la porta dello studio del dottore e trovano Hyde morto e con
indosso gli abiti del dottor Jekyll. Jekyll ha preferito uccidersi perché Hyde, la parte malvagia di sé,
stava sostituendo completamente la parte buona, quella del dottore. Chiude il romanzo la lunga
confessione per iscritto del dottore, letta dall’avvocato Utterson, che chiarisce tutta la storia. Il
romanzo anticipa le ricerche psicoanalitiche di Freud. Quello che emerge è che l’essere umano è
composto da due natura differenti, ciascuna delle quali può prendere il sopravvento e determinarne
la predisposizione. E’ anche una critica al progresso scientifico, che va perseguito ma anche
controllato. 2) Tresure island è un racconto per ragazzi, d’accusa contro gli effetti del colonialismo
settecentesco considerato come una nuova forma di pirateria. Il romanzo è narrato dal protagonista
Jim Hawkins, il quale ritrova una vecchia mappa di un’isola che trasfigura con la sua innocenza e
purezza una realtà carica di violenza e inganni senza rendersi conto che le figure adulte che gli
stanno attorno gli si propongono come padri che vogliono guidarlo in un processo di maturazione. Il
villain è Long John Silver, il cuoco di bordo che ha una gamba sola. Eppure l’unico insegnamento
appreso da Jim alla fine del romanzo consiste nell’angoscia che lo attanaglia al solo ricordo
dell’avventura. 3) The Master of Ballantrae, la trama ruota attorno al conflitto tra due fratelli, nobili
scozzesi, la cui famiglia è dilaniata dall’insurrezione giacobita del 1745. Militano uno tra le truppe di
re Giorgio III di Hanover e l’altro tra i ribelli sostenitori della dinastia Stuart.

La nostra espansione coloniale: Kipling e Conrad


- Rudyard Kipling, nato in India, a Bombay da genitori inglesi, fu mandato a studiare in Inghilterra. La
lontananza dalla famiglia e dall’ambiente dell’infanzia gli procurò un senso di abbandono e di
tristezza presente in molte delle sue opere. Divenne giornalista e viaggiò come inviato in Cina,
Giappone, America, Africa e Australia. Durante quegli anni scrisse molte poesie, tra cui Pain tales
from the hills e Soldiers Three, che gli diedero notorietà. Dopo vari viaggi si sposò e si trasferì per
qualche tempo in America, dove scrisse i suoi capolavori, The Jungle Book e The second jungle
book. Dopo essere stato corrispondente dal Sudafrica nella guerra contro i boeri, si stabilì
definitivamente in Inghilterra. La sua opera ottenne successo sia in Gran Bretagna che nell’India
britannica negli anni ottanta dell’Ottocento e il suo posto privilegiato all’interno della letteratura
inglese fu riconosciuto a livello nazionale nel 1907 quando divenne il primo autore britannico a
ricevere il Nobel per la letteratura. Polo fondamentale della sua produzione letteraria è l’esperienza
del mondo indiano. Troppo spesso considerato come un’opera per ragazzi, il libro della giungla
mette a fuoco il problema del rapporto dell’individuo con la società, dell’uomo naturale, non ancora
civilizzato che si confronta con quello corrotto della civiltà. L’India è lo scenario anche di Kim,
romanzo che ripropone i motivi del precedente ma approfonditi dalla rappresentazione del conflitto
tra valori religiosi delle antiche civiltà asiatiche e quelli del razionalismo europeo. Coniò
l’espressione “the white man’s burden” in una omonima poesia dedicata alla missione imperiale
americana nelle Filippine. Spesso è stato considerato celebratore della pax britannica imposta dai
colonizzatori, della razza anglosassone e quindi fautore dell’imperialismo che ha il dovere di

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civilizzare, anche contro la loro volontà, i popoli inferiori. Egli sostiene che senza principi morali o
regole di comportamento, senza il rispetto della legge comune o di un patto di lealtà nessun gruppo
di nessun genere può sopravvivere.

Il libro della giungla

E’ una raccolta di racconti pubblicati mentre viveva nel Vermont su vari giornali e riviste tra il 1893 e 94.
Le pubblicazioni originali contengono illustrazioni fate dal padre stesso dell’autore. Libro che ha riscosso
grandissimo successo. I racconti sono favole, usando gli animali in modo antropomorfo per insegnare
lezioni morali. Il libro è organizzato con una storia in ogni capitolo, ognuna è seguita da una poesia che
funge da epigramma e li collega tematicamente al capitolo successivo. I primi tre parlano di mowgli, gli
altri invece parlano di Kotick la foca bianca, Rikki Tikki Tavi la mangusta coraggiosa e di Toomai, il
bambino destinato a conoscere la vita degli elefanti. Parla di un piccolo cucciolo d’uomo di nome
Mowgli, scampato miracolosamente ad un assalto della tigre Shere Khan, che ha ucciso suo padre e che
diventerà sua acerrima nemica. Mowgli viene cresciuto da un branco di lupi guidati dal saggio Akela e
nel corso delle sue avventure troverà degli amici nell’orso Baloo, nella pantera Bagheera e nel pitone
Kaa. Una volta cresciuto tornerà nel mondo degli uomini. Il percorso di crescita di Mowgli avviene
attraverso una serie di prove che ne formano il carattere e il coraggio. Una delle chiavi di accesso per
interpretare la storia di Mowgli all’interno del libro viene offerta nell’ultimo racconto e nel dialogo finale
tra lui e il suo fratellastro-lupo Fratel Bigio. Mowgli abbandona la giungla non tanto per entrare nella
vita umana quanto in quella adulta. Si compie lo sviluppo sentimentale del cucciolo d’uomo: Kipling ci
spiega che non c’è una civiltà degli animali opposta a quella degli uomini, quanto un luogo dell’infanzia
e uno della maturità. Gli animali svolgono per Mowgli una funzione civilizzatrice, sia come educatori sia
come antagonisti, sia come compagni di strada.

- Joseph Conrad era un tipo diverso di outsider in cerca di integrità morale. Nato in Polonia, figlio di
un nazionalista vittima della repressione russa, Conrad diventò cittadino britannico nel 1886.
Considerato uno dei più importanti scrittori moderni in lingua inglese, capace, grazie a un
ricchissimo linguaggio di ricreare in maniera magistrale atmosfere esotiche e riflettere i dubbi
dell’animo umano nel confronto con terre selvagge. Sebbene molte delle sue opere siano pervase di
non pochi elementi di ispirazione romantica, è considerato soprattutto un precursore della
letteratura modernista. Mentre l’impero britannico raggiungeva il suo apice, Conrad sfruttò la sua
esperienza prima nella marina francese e, successivamente, in quella britannica per scrivere
romanzi e racconti che riflettono aspetti di un impero globale e allo stesso tempo esplorano abissi
della mente umana. Le origini polacche e signorili di Conrad e i suoi vari interessi intellettuali e
professionali sono alla base delle ambiguità che caratterizzano la sua vita e la sua opera. Nato
suddito dello zar russo e allontanatosi dalla politica nazionalistica del suo paese e dalla sua lingua
madre, egli esplora e mette in relazione tra loro i temi della colpa e dell’esilio. I racconti di Conrad
sulla natura e gli effetti, economici e politici, dell’imperialismo europeo si distinguono nettamente
da quelli di Kipling. Cornad si concentra sull’intrusione e interferenza degli europei nel pacifico,
nelle indie orientali, nel sud america e africa. I suoi colonizzatori provengono da paesi diversi, per la
maggior parte hanno una cattiva reputazione, sono ottusi, intolleranti e sfruttatori. Conrad aveva
accumulato molteplici esperienze, navigando per molti anni per gli oceani, tra paesi esotici e
popolazioni indigene di ogni ceto sociale, e questa vasta conoscenza la mise a frutto nello scrivere le
sue opere. Lord Jim è un romanzo complesso dal punto di vista narrativo. Inizialmente la storia è
raccontata in prima persona da un narratore onnisciente. Nel racconto di Marlow si inseriscono a
loro volta le storie riferite da vari personaggi secondari. Questa tecnica conferisce alla vicenda una
molteplicità di punti di vista. Jim è un giovane ufficiale della marina inglese. in questo romanzo il
colonialismo emerge nel complesso come selvaggio e brutale e produce alienazione sia nei nativi
che nei coloni.

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Heart of Darkness è un romanzo breve pubblicato nel 1899 e racconta la spedizione dell’europeo
Charles Marlow nel cuore dell’Africa per rintracciare, per conto di una compagnia coinvolta nel
traffico di avorio, il misterioso Kurtz, che non da più notizie di sé. Il viaggio, che diventa occasione
per una discesa negli inferi del colonialismo bianco in Africa e nell’abisso della psiche umana,
presenta i temi caratteristici della produzione conradiana: l’avventura per mare (che riprende
aspetti autobiografici della carriera di Conrad come comandante di navi) e lo scontro con la Natura,
la potente introspezione psicologica sui conflitti dell’animo umano tra bene e male, lo
sperimentalismo narrativo e l’elaborazione stilistica. Il racconto in prima persona di Marlow che
esprime duri giudizi sulle atrocità del colonialismo, al suo arrivo al campo base gli balza subito agli
occhi il disumano sfruttamento dei bianchi sulla popolazione locale, letteralmente schiavizzata.
Tutti parlano del famigerato Kurtz, un tedesco fonte di grandi guadagni per i quantitativi di avorio
che procura. Marlow parte su un battello per risalire il fiume con un equipaggio di cannibali e alcuni
europei. Viene ritrovato l’accampamento di Kurtz che è diventato una sorta di dio per la
popolazione indigena, non si è interrogato sulle conseguenze morali delle sue azioni. Durante il
ritorno Kurtz muore. Tornato in europa Marlow legge le carte di Kurtz e le consegna alla Compagnia
dopo aver eliminato un post scriptum intitolato Sterminate tutti i nativi. Il romanzo è stato
interpretato come un atto di accusa al colonialismo europeo ma anche come un percorso di
introspezione psicologica dell’animo umano alla ricerca delle radici del male e le sue motivazioni. Da
un lato è una severa denuncia degli orrori nascosti su cui si regge l’economia e il benessere della
società civilizzata: Kurtz e la compagnia si arricchiscono sfruttando le risorse dell’Africa. D’altro
canto, la ricerca di Kurtz da parte di Marlow porta in superficie l’ambiguità del lato oscuro
dell’umanità. Kurtz è sia uno sfruttatore abile e carismatico sia la figura semidivinizzata dagli
indigeni.

Il movimento estetico e Oscar Wilde

Iniziato negli anni Settanta (i precursori sono da ricercarsi nel movimento preraffaellita e nelle opere critiche
di Algernon Charles Swinburne), il movimento estetico raggiunge il culmine nell’ultima decade
dell’ottocento. Il periodo si configura come un’incessante ricerca non solo di nuove forme letterarie e
artistiche, ma anche di nuove esperienze, sensazioni e modi di vita. L’estetismo non è infatti solo un
movimento letterario, ma rappresenta anche il tentativo di liberarsi dai vincoli morali e dai pregiudizi della
società vittoriana. Al materialismo e utilitarismo dominanti vengono contrapposti come valori assoluti il
culto della bellezza e la religione dell’arte come impegno unicamente soggettivo. L’arte non può essere
subordinata a fini morali, sociali, religiosi o didattici, perché il suo fine ultimo è se stessa: teoria di arte per
l’arte, art for art’s sake. Il movimento estetico inglese, pur senza eccelsi risultati artistici, è interessante per
la reazione al puritanesimo vittoriano. Padre dell’estetismo inglese è ritenuto Pater, suo vero profeta è
Wilde.

- Oscar Wilde concepisce il mondo come un palcoscenico su cui interpretare il ruolo di protagonista,
con il comportamento eccentrico, le maniere raffinate e sofisticate, la conversazione brillante e ricca
di paradossi, egli si guadagna il ruolo di primo piano nell’alta società del tempo. Nato a dublino da
un celebre oculista studioso di tradizioni celtiche e da lady Jane Frances, autrice di poesie
patriottiche, fu educato al Trinity College di Oxford, dove si distinse negli studi classici e venne a
contatto con le idee estetiche dei suoi maestri (Ruskin e Pater). Si trasferì a Londra dove condusse
una vita mondana di stravagante estetismo, segnalandosi ben perso per le pose bizzarre e la
conversazione raffinata. Nel 1881 pubblicò la raccolta Poems che, nonostante la mediocrità dei
componimenti sui quali è evidente l’influsso di Keats, Swinburne e Milton e il giudizio negativo di
molti critici, venne ristampata cinque volte in un anno. Si trasferì a Parigi dove consolidò la sua fama
di genio del paradosso e della battuta brillante. Di ritorno da Parigi sposò Contance Lyod, non fu un

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matrimonio d’amore, ma una maschera che Wilde indossò per mettere a tacere le voci circa la sua
omosessualità che circolavano da tempo nei salotti della società vittoriana. Nel 1891 apparve il
famoso romanzo The Picture of Dorian Gray. Tra il 91 e il 95 scrisse alcune famose commedie: an
ideal husband e the importance of being earnest, nelle quali svolgeva una feroce critica dell’epoca
vittoriana attraverso intrecci e personaggi assurdi, inseriti in situazioni grottesche in una società
rappresentata con un dialogo estremamente stilizzato e volutamente insensato. Wilde portò sulle
scene inglesi quella commedia arguta che mancava dai tempi di Goldsmith e Sheridan, erano però
assenti in esse quelle concezioni sull’arte e sulla vita presenti in altre opere perché queste erano
scritte per il successo e per il pubblico. La brillante carriera mondana di Wilde ebbe un improvviso
declino nel 1895, quando venne condannato a due anni di lavori forzati perché accusato e ritenuto
colpevole di omosessualità. Uscito dal carcere nel 1897 in disastrose condizioni fisiche, psicologiche
e finanziarie, si traferì a Parigi dove morì in solitudine. A quegli anni risale la famosa lunga epistola
di confessione all’amico Alfred Douglas (responsabile dell’accusa di omosessualità), il cui testo
integrale, intitolato De Profundis, fu pubblicato nel 1961.
Il ritratto di Dorian Gray
Il romanzo narra la vicenda di un giovane che, pur abbandonandosi a vizi di ogni genere, ottiene per
mezzo di una sorta di magia di conservare intatta la propria bellezza mentre il suo ritratto (ricevuto
in dono dal pittore Basil Hallward), invecchiando, mostra progressivamente i segni della sua
corruzione fino a diventare specchio del suo vero essere e continuo rimprovero della sua vita
dissoluta. Sopraffatto dai sensi di colpa, Dorian pugnalerà il ritratto e, come se avesse pugnalato se
stesso, cadrà morto all’istante. Contemporaneamente, il ritratto riprenderà le primitive bellissime
fattezze del giovane e il cadavere l’aspetto orribile e disgustoso del quadro. L’opera, con la quale
Wilde voleva criticare la morale corrente e la nozione vittoriana dell’arte come strumento didattico,
fu ritenuta da critici e pubblico scandalosa, immorale e soprattutto pericolosa per i giovani, ma allo
stesso tempo ebbe una risonanza straordinaria, anche perché nel personaggio di Dorian si volle
vedere lo stesso autore. Il protagonista è disposto a tutto, anche a vendere la propria anima, per
ottenere la giovinezza eterna. Il romanzo in effetti rifletteva l’anticonformismo di Wilde e il concetto
estetico fonte di ispirazione per tutta la sua vita. Fu ritenuto una sorta di manifesto del
decadentismo inglese, poiché ne evidenziava i principi fondamentali: il culto della bellezza, la scelta
di una vita al di là della morale comune, la teoria della spiritualizzazione dei sensi come soluzione
alla dicotomia fra sensi e spirito, il capovolgimento del principio dell’arte imitatrice della vita in
quello della vita che imita l’arte.

Nel periodo di transizione tra Ottocento e Novecento, unici autori di rilievo nel panorama teatrale inglese
furono Wilde e Shaw. Quest’ultimo, fautore di un teatro di idee fondato su un programma di rigenerazione
sociale, illuministicamente fiducioso nella bontà e razionalità della natura umana, fu commediografo
d’eccezione: padrone della tecnica teatrale, che sempre calcola e controlla l’effetto della battuta, scrisse
commedie che ancora sopravvivono per la naturalezza del dialogo, l’intelligenza delle analisi e l’acuta
caratterizzazione dei personaggi.

- L’importanza di chiamarsi Ernesto è una commedia teatrale in tre atti scritta nel 1895. Il titolo è un
gioco di parole basato sulla parola Earnest, che significa non solo onesto ma anche serio, zelante,
fedele, un concetto chiave in epoca vittoriana, e il nome Ernest, sul quale si basano tutte le
ipocrisie, menzogne e falsità della commedia. Lo scopo di Wilde era fare una satira contro la falsa
morale vittoriana e intanto mostrare a suo modo il tema del doppio, anche esso centrale in epoca
vittoriana, durante la quale molte persone rispettabili conducevano una doppia vita, spesso
nascosta. Wilde inserì nella commedia la figura del Dandy, una persona estremamente attenta alla
propria apparenza e che pur apparendo molto immorale in un primo momento, alla fine si rivela
dotato di forte moralità. Si tratta di una commedia dove l’identità è qualcosa di fittizio e instabile,
facilmente acquisibile e scaricabile con noncuranza. E’ una satira all’aristocrazia del tempo, ricca di

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humour con una forte amarezza di fondo. Ambientato nell’Inghilterra Vittoriana, il testo narra la
doppia vita di John Worthing e del suo amico Algernon Moncrieff, nelle loro relazioni, nell’aulico
valore che viene assegnato a nomi di persona in relazione a quello che è il significato edibile sul
dizionario. La storia ruota intorno ai tentativi dei protagonisti di matrimonio. Wilde si prende gioco
del matrimonio, che secondo lui non è frutto dell’amore ma lo strumento per raggiungere una
posizione sociale più prestigiosa.

Il teatro vittoriano acquistò maggiore sottigliezza intellettuale, arricchendosi di nuove risorse tecniche e di
problematiche morali più attuali, solo con H.A. Jones (1851-1929) e A.W. Pinero (1855-1934), i quali, pur
non possedendo l'arguzia di Wilde e di Shaw, tentarono, con opere precise nella costruzione e svelte nei
dialoghi, di sfuggire agli schemi del dramma contemporaneo e alle convenzioni della tradizione
melodrammatica

- George Bernard Shaw, sostenitore di un teatro delle idee di forte impronta ideologica, irridente
demistificatore dei costumi, ha lasciato commedie di eccezionale valore tecnico e stilistico. Nato a
Dublino ebbe un’infanzia difficile perché il padre, alcolizzato, ridusse ben presto la famiglia in
miseria, mentre la madre dedicava il suo tempo alla musica e al canto. Fece studi irregolari e
completò la propria formazione culturale leggendo soprattutto Shakespeare e Shelley. Dopo aver
lavorato per qualche tempo come impiegato si trasferì in Inghilterra. Intrapresa l’attività letteraria
scrisse tra il 1879 e 83, cinque romanzi che furono pubblicati soltanto cinque anni dopo. In politica
fu tra i fondatori della Fabian Society i cui programmi socialisti si adoperò a propagandare con vari
scritti e conferenze, guadagnandosi da vivere come critico letterario, musicale e teatrale. Dal 1892
cominciò la sua lunga carriera teatrale di fronte impronta sociale con la rappresentazione al Royal
Theatre della prima commedia: Widower’s houses, contro i proprietari delle case fatiscenti dei
sobborghi operai londinesi. Nel 1925 ottenne il premio Nobel per la letteratura. Per Shaw il teatro
doveva essere soprattutto veicolo per le idee. Non fotografia della natura ma presentazione sotto
forma di parabola del conflitto tra la volontà dell’uomo e l’ambiente, in una parola di un problema.
Distaccandosi dalla tradizione ottocentesca, scelse la via della satira, del paradosso provocatorio e
scintillante, per lanciare strali contro istituzioni, pregiudizi, storture della società. Con il passare del
tempo le commedie di Shaw si discostarono sempre più spesso dalle forme tradizionali per
diventare per lo più scoppiettanti e iconoclastici dibattiti ideologici, integrati da lunghe prefazioni,
fondamentali per la comprensione piena della personalità, degli umori e delle concezioni
dell'autore. Appartengono a questa fase Man and superman (Uomo e superuomo, 1903), sul mito
di Don Giovanni; The doctor's dilemma (Il dilemma del dottore, 1906); Pygmalion (Pigmalione,
1912), apologo della metamorfosi di una donna di bassa estrazione che diventa duchessa;
Heartbreak house (Casa Cuorinfranto, 1920), riflessione sul tempo e sulla storia allo scoppio della
prima guerra mondiale. Né originali, né organicamente fuse in un sistema di pensiero, queste opere
ripropongono atteggiamenti socialriformisti, posizioni di convinto femminismo e, in particolare nel
ciclo Back to Methuselah (Torniamo a Matusalemme, 1922), la teoria della forza vitale che, ispirata
dal filosofo francese Henry Bergson e dall'evoluzionismo lamarckiano, postulava uno sviluppo verso
forme più alte e complete di esistenza. In questo teatro di grande vitalità nelle sue espressioni più
felici non trova quasi mai posto il personaggio inteso come entità autonoma: piuttosto, le figure
mosse sulla scena fungono da portavoce dell'autore, oppure rappresentano istituzioni e convenzioni
da lui prese di mira. In certi casi allo humour, che trova le sue origini in Wilde, subentra una trepida
vibrazione umana, come nella tragicommedia Saint Joan (Santa Giovanna, 1923), fra le prove più
alte e fortunate dell'arte dello scrittore.

ETA’ EDOARDIANA

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L’età edoardiana è il periodo tra il 1901 e il 1910, cioè l’epoca del regno di Edoardo VII. Dopo la morte della
regina Vittoria il suo successore fu il primogenito Edoardo VII segna l’inizio di un nuovo secolo e la fine
dell’età vittoriana. L’età fu contrassegnata da importanti cambiamenti in politica mentre settori della società
che erano stati largamente esclusi dall’esercizio del potere in passato, come gli operai comuni e le donne,
divennero sempre più partecipi alla vita politica. L’età edoardiana viene spesso estesa oltre la morte di
Edoardo avvenuta nel 1910, per includere gli anni fino all’affondamento del Titanic nel 1912, fino all’inizio
della prima guerra mondiale nel 1914. La questione politica più urgente degli anni edoardiani fu quella del
suffragio alle donne. Il sindacato politico e sociale delle donne fu costituito tra il 1903 e il 1906 e intraprese
azioni sempre più battagliere per promuovere la sua causa. Il movimento delle suffragette fu la prima forza
davvero galvanizzante nella vita di un gran numero di donne britanniche dal momento che, servì a educarle
all’identificazione del loro io e alla comunanza delle singole identità in un insieme più grande. La guerra
costituì il vero catalizzatore del cambiamento attraverso il significativo contributo delle donne lavoratrici allo
sforzo bellico. Il Representation of the people act diventò legge nel 1918 ed estese il diritto di voto alle
donne oltre i trent’anni. Nel 1900 i rappresentanti di tutte le organizzazioni socialiste della Gran Bretagna
avevano costituito un Comitato laburista di rappresentanza con lo scopo di istituire un gruppo laburista
separato in parlamento. Nelle elezioni del 1906 nacque il nuovo Labour Party. Valutazioni recenti
sottolineano le grandi differenze tra ricchi e poveri durante questo periodo e descrivono l'età come
preannunciatore di grandi cambiamenti nella vita politica e sociale.

Il romanzo edoardiano

Nel filone principale della narrativa inglese dei primi anni del Novecento i dubbi religiosi dei vent’anni
precedenti e la relazione contro la repressione e l’oppressione sociale e familiare vittoriane vennero
gradualmente messi da parte. Rimase un diffuso desiderio di dare voce ai gruppi sociali rimasti in silenzio
fino a quel momento, soprattutto le donne, e anche alla piccola borghesia spesso conformista e ignorata dai
grandi autori. Anche se la scrittura modernista che affonda le sue radici nei primi anni del Novecento
guardava alla sperimentazione formale, scrittori più tradizionali, specialmente Arnold Bennet e H.G. Wells,
svilupparono la narrativa seguendo la strada dei loro predecessori.

- Bennet
L’opera di Bennet oscilla tra provincialismo e vita domestica da un lato e gusto per l’esotico e
vagabondaggio dall’altro. Scrisse circa 80 opere tra romanzi, antologie di racconti, saggi, drammi.
Alcuni suoi romanzi come Anna of the Five Towns e The Old Wive’s Tale sono apprezzati ancora
oggi. Il secondo, il suo capolavoro, descrive le diverse sorti di due sorelle dalla metà alla fine del XIX
secolo sullo sfondo dei cambiamenti di una città industriale inglese e della Parigi degli anni sessanta
dell’Ottocento.
- H. G. Wells
Autore di alcune opere fondamentali della fantascienza, è ricordato da molti come uno degli
iniziatori di tale genere narrativo. Fu uno scrittore prolifico in molti generi, tra i quali narrativa
contemporanea, storia e critica sociale, mostrandosi particolarmente lungimirante, quasi profetico.
Scrisse una serie di lavori utopici, prevedendo con buon anticipo innovazioni tecnologiche come
l’avvento di aerei, carri armati, viaggi spaziali, armi nucleari.. Fu un sostenitore del socialismo e del
pacifismo, come dimostrano le sue ultime opere, divenute gradatamente più politiche e didattiche. I
romanzi nel mezzo della sua carriera furono più realistici contemplando la vita della classe medio-
bassa, la new woman e le suffragette. Era uno dei pochi scrittori inglesi ad essere versato negli studi
di scienza moderna. I suoi romanzi The Time Machine, The island of Dr. Moreau e The War of the
Worlds, hanno tuttora la funzione di allarmanti profezie.
- Edward Morgan Forster è un autore non accostabile agli sperimentalisti: rispetto a Joyce il suo
approccio alla prosa fu più ortodosso e tradizionale. Eppure nella sua opera si respira un’innegabile
sensazione di modernità, esponente della tradizione della grande narrativa inglese, esercitò una

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grande influenza sugli scrittori posteriori. Fu un tipico rappresentante della tradizionale borghesia
liberale inglese, colta e progressista ma anche prudente non facile preda di entusiasmi o ideologie
astratte. Frequentò il gruppo di intellettuali conosciuto come Bloomsbury group, condividendone le
idee liberali e anticonformiste. Nelle sue opere più famose, che hanno per lo più come sfondo
l’Italia, where angels fear to tread, the longest journey, a room with a view (contrasto tra il self-
control inglese e la passionalità italiana), Forster descrisse ambienti e situazioni tipicamente
borghesi, esprimendo al tempo stesso il proprio rifiuto per le convenzioni vittoriane e la simpatia
per la generosità, l’istintività e la passionalità italiane. Il tema centrale dei romanzi è spesso la
difficoltà nelle relazioni umane, che si fa insormontabile quando i personaggi appartengono a
gruppi etnici e mentalità diversi. Esemplare in questo senso è A Passage to India, il suo capolavoro,
complesso affresco che illustra le incomprensioni nella convivenza tra coloni inglesi e popolazione
indiana agli inizi degli anni venti. I britannici costituiscono un’elite che, grazie al suo insensato
complesso di superiorità razziale, sociale e culturale, si sente estranea alla molteplice varietà delle
culture delle popolazioni dell’India. I rapporti personali falliscono sotto i colpi del razzismo,
classismo, colonialismo e della religione. Maurice uscì postumo: il tema alludeva chiaramente a
vicende personali e trattava di una storia di omosessualità in un college maschile. Howards End ha
come temi principali le relazioni amorose fra persone di diverse classi sociali e le difficoltà della vita.
Il celebre motto di Howards end “only connect” vuole essere un invito alla conciliazione di questi
mondi, da un lato il mondo borghese, razionale, legato al mondo delle cose e degli affari, dall’altro
quello delle ragioni del cuore, che ubbidisce alle istanze della passione e della verità. Racconta le
storie di tre famiglie molto diverse tra loro: i Wilcox ricchi capitalisti, gli Schlegel di origine tedesca
ed esponenti della borghesia intellettuale di Londra, i Bast, una coppia della lower class inglese.
- Gilbert Keith Chesterton saggista, narratore e poeta. Tipica figura dell’Inghilterra post-vittoriana,
scrisse oltre un centinaio di opere distinguendosi per il vivace senso dell’umorismo e la predilezione
per il paradosso. Esordì come giornalista ma ben presto si diede alla narrativa con The Napoleon of
Notting Hill e The Man who was Thrusday, caratterizzati da una leggerezza che generalmente manca
alla narrativa politica del periodo. Il primo è ambientato nel futuro, il secondo in un presente
anarchico. Il secondo è una storia paradossale e impegnativa. Storia di artisti e anarchici londinesi
ed è costruita con alternanze di inganni e artifici, personaggi e ruoli sono versatili. A dargli maggiore
popolarità fu il ciclo di novelle poliziesco-moraleggianti, imperniate sulla figura di un prete-
poliziotto (padre Brown), che Chesterton iniziò a scrivere nel 1911 e nelle quali si manifesta
apertamente l’evoluzione spirituale che, da posizioni agnostiche, lo porterà ad abbracciare il
cattolicesimo. L’innocenza di padre Brown è una raccolta di racconti gialli composta nel 1911. E’ un
sacerdote cattolico dotato di profonda cultura e vaste esperienze di vita, astuzia e intelligenza
intuitiva che lo porta a una facile risoluzione dei casi polizieschi di cui si occupa assieme al suo
inseparabile amico Flambeau.

La poesia edoardiana

Nel periodo di transizione tra Ottocento e Novecento, William Butler Yeats fu la figura di maggiore come
poeta. Accanto a lui, le figure più interessanti di poeti sono quelle di Bridges e Housman, ma in generale la
poesia del periodo fu ancora tendenzialmente legata alla tradizione e lontana da qualsiasi esperimento.
secondo molti contemporanei la poesia dell ultimo ventennio dell'Ottocento fu dominata dalla produzione
di quei poeti che si erano costruiti una reputazione 30 40 anni prima. alla morte di tennyson , la regina
vittoria, cercando consigli su chi potesse essere nominato poeta laureato, fu informata sul fatto che
Swinburne potesse essere considerato il miglior poeta vivente dell'impero. però a causa della sua cattiva
reputazione e risultò impossibile prendere in considerazione la sua candidatura. la poesia delle generazioni
più giovani era molto diversa.

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Alfred Edward Housman (1859-1936), filologo, fu docente di letteratura latina e greca a Cambridge per
molti anni. Nelle sue tre brevi raccolte liriche di spirito tardo vittoriano A Shropshire lad (Un ragazzo dello
Shropshire, 1896), Last poems (Ultime poesie, 1922), More poems (Altre poesie, 1936) Housman
introdusse note di malinconico pessimismo e disillusione, temperate da una sorta di stoica saggezza dolente
o amaramente ironica. Lo stile, conciso e lineare, mostra gli influssi della poesia greca e latina ed è al tempo
stesso modellato sulla ballata popolare. Alfred Edward housman pubblico solo due volumi di poesie. Quasi
tutta la sua poesia è intimamente legata alla forma e ai modi spesso tragici o elegiaci della ballata
tradizionale.

Il maggiore autore di una generazione precedente la cui poesia sembra tracciare nuove mappe in spazi
nuovi nei primi anni del secolo 20 fu Thomas Hardy. Abbandonare totalmente la narrativa dopo lo scalpore
suscitato dal suo Jude the Obscure, Hardy diede impressione di voler intraprendere una nuova carriera di
poeta particolarmente prolifico. Sembra tuttavia che molte delle poesie del suo primo volume fossero state
scritte molto tempo prima. L’agnosticismo che caratterizza i suoi romanzi assume nuova veste e nuovo
vigore nella poesia. Molte delle poesie raccolte nei primi volumi evocano immagini scene o episodi di un
passato personale. Il numero impressionante di poesie scritte da Hardy rivela una straordinaria inventiva
metrica e una padronanza tecnica di una grande varietà di forme. Lo stile è semplice, anche se c'è un chiaro
piacere nell esibizione di un lessico di un fraseggio obsoleti e di giochi di parole con termini tipici del wessex
al fine di sorprendere il lettore.

William Butler Yeats è considerate uno dei maggiori poeti di lingua inglese del secolo XX. Genio
estremamente versatile, fu sensibile alla tradizione e insieme alle molteplici sollecitazioni e ai fermenti
intellettuali dell’epoca, che riuscì a interpretare con straordinaria originalità e profondità e con un linguaggio
evocativo e suggestivo. Fu anche la figura primaria del movimento per la rinascita culturale irlandese (Irish
revival). Nato a Dublino da una famiglia protestante, trascorse i primi anni dell’infanzia a Dublino e a nove
anni si trasferì a Londra con la famiglia, ritornando costantemente nella contea irlandese di Sligo, dove ebbe
modo di conoscere cultura e tradizioni storico-folcloriche a cui la sua ispirazione rimase sempre legata.
Studiò arti figurative e si interessò di religioni orientali e magia. Abbandonati gli studi artistici per tentare la
carriera letteraria, iniziò una sfortunata storia d’amore con Maud Gonne, che contribuì a dirigere i suoi
interessi anche verso i problemi politici e culturali della sua terra. La sua prima raccolta importante, the
Wandering of Oisin incentrata sui motivi fiabeschi e del folclore irlandese, risentiva dell’influsso dei
romantici e dei preraffaelliti. Gli stessi influssi si trovano nelle raccolte seguenti, The rose, e The Wind
among the reeds. Nella prima egli prova a collegare con temi epici derivati dalla storia e dal folclore
irlandese le idee eterne platoniche, quali amore, bellezza intellettuale, presentando un mondo di fantasie
personali e sogni a occhi aperti. A partire dal 1919 la sua poesia si arricchì di riferimenti alla realtà
contemporanea. Le raccolte di quegli anni sono sorprendenti in quanto a varietà dei temi e maestria dello
stile: The wild swans at Coole, The Tower, a full moon in march e last poems, raccolta in cui si trovano le sue
liriche più famose, nelle quali Yeats affrontava i temi eterni del rapporto tra arte e vita. Nel 23 ricevette il
nobel per la letteratura.

La personalità e l’opera di Keats sono influenzate da tre principali suggestioni. La pittura simbolica dei
preraffaelliti: suo padre era un famoso pittore e la famiglia in cui crebbe aveva precisi interessi artistici. I
miti, il folclore, le leggende dell’Irlanda, sublimati dal tentativo di far rinascere la lingua e la letteratura
gaeliche, quasi in ribellione contro quella degli invasori inglesi attraverso la fondazione di un teatro
nazionale che fosse veicolo per la diffusione delle idee nazionalistiche. L’esoterismo a cui egli si dedicò per
tutta la vita e l’occultismo. Risentì anche della frequentazione con membri del movimento estetico di fine
Ottocento, che gli trasmisero il gusto per le atmosfere languide e le immagini preziose. La sua predilezione
per la poesia visionaria di Blake viene rafforzata dalla lettura dei simbolisti francesi, con questi ultimi egli
condivideva sia la convinzione che l'arte fosse il mezzo adeguato per raggiungere i significati più profondi
della realtà, le cui corrispondenze simboliche possono venire intuite e spiegate dal poeta, sia l'aspirazione a

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fondere forme, colori e immagini in un reciproco "rapporto musicale" con lo scopo di "evocare emozioni
indefinite e tuttavia precise". Secondo i critici letterari la produzione poetica di Yeats attraversò varie
fasi.Allo stile piuttosto ornato e letterario delle prime opere, con il gusto per i particolari, il simbolismo e la
musicalità di derivazione preraffaellita, seguì una maggiore semplicità. Le esperienze personali, le
vicissitudini politiche dell'Irlanda e l'esperienza teatrale si rifletterono poi in forme più dirette e colloquiali.
Nelle raccolte della maturità, la ricchezza inventiva si compose in uno stile preciso, asciutto e al tempo
stesso vigoroso, che raggiunse un equilibrio perfetto fra immagini ed emozioni, tra simbolismo e realismo,
variando ritmi e metri.

A Vision, pubblicato nel 1925, opera in prosa in cui Yeats espone le sue teorie filosofiche e poetiche. L’opera
fornisce una chiave di lettura della sua poesia e dei simboli da lui usati che altrimenti sarebbero rimasti
oscuri. Il poeta scrive che molte delle teorie esposte nell’opera gli sono stare rivelate da esseri
soprannaturali (comunicatori) che hanno comunicato con lui attraverso la giovane moglie. Una delle teorie
più interessanti è la visione della storia, influenzata dalla teoria ciclica dei corsi e ricorsi storici elaborata da
Giambattista Vico. Secondo Yeats la storia europea è composta da una seria di cicli opposti, concezione
basata su quello che il poeta chiama gyre, una spirale conica. Due coni compenetranti che si muovono
secondo due moti contrapposti ma interdipendenti, un cono si allarga e l’atro si restringe. Il momento di
massimo capovolgimento avviene ogni 2000 anni, quando inizia un nuovo ciclo. Questo movimento causa
l’alternarsi di epoche storiche contrapposte per cui a un periodo di pace seguirà uno di violenza e anarchia.
Nelle sue opere fa spesso riferimento al mondo classico greco e romano, all’esoterismo, allo spiritualismo,
usando un ricco sistema di simboli e immagini piuttosto complesso. I simboli hanno una dimensione
visionaria che evoca immagini precise. Uccelli, casa, pietra, rosa, albero, mare.

Rupert Brooke (1887-1915) dopo gli studi a Cambridge viaggiò nell'America settentrionale e nei mari del
Sud. Morì combattendo nella prima guerra mondiale. Ottenne grande popolarità con i sonetti 1914 and
other poems (1914 e altre poesie, 1915), che catturavano i sentimenti patriottici di quegli anni, espressi con
una vena romantica sorretta da un linguaggio realistico e colloquiale.

Wilfred Owen (1893-1918) scrisse poesie che si collegano alla poesia di guerra del periodo, pubblicate
postume nel 1920 e poi in una seconda raccolta ampliata nel 1931 (The poems of Wilfred Owen). Sotto
l'influenza di Keats e dei romantici, i suoi componimenti, crudamente segnati dall'esperienza bellica,
mostrano vigore e abilità tecnica; la loro modernità risiede nell'immediatezza e nella sobrietà delle
immagini, nelle innovazioni metriche e nell'originale uso delle assonanze. Più che l'orrore della guerra, essi
trasmettono la pietà e il profondo turbamento che tale evento suscita nell'uomo.

IL MODERNISMO E LE SUE ALTERNATIVE

1920-45

Dopo la devastazione in Europa causata dalla Grande guerra, si diffuse la percezione di dover ricominciare
da capo in politica, in società e nell’arte. Negli anni Venti si diffonde nei testi sperimentali un senso di
frammentazione geografico, storico, culturale e psicologico, ma ciò apre anche positivamente nuovi
orizzonti e innovazioni. In particolare cominciano a circolare quotidiani popolari per la classe piccolo-
borghese ora socialmente e intellettualmente emancipata, come il Daily Mail, Daily Mirror e Daily Express.
In questo modo la cultura nazionale e la partecipazione a tutti gli aspetti della vita nazionale non riguardano
più esclusivamente un’elite colta, ma ci si assicura una più ampia opinione pubblica. Il trionfo di una cultura
medio-bassa fu largamente favorito dall’innovazione tecnologica negli anni tra le due guerre, anche dal

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punto di vista architettonico, vengono costruiti piacevoli sobborghi, nel 1926 nasce la nuova BBC, si
diffondono televisione e cinema. Da ciò deriva una messa in discussione delle idee tradizionali da parte dei
modernisti.

Bloomsbury group: Strachey, Woolf, Mansfield

Il Bloomsbury group non era formalmente riconosciuto: è originato dalle amicizie maschili della Camdridge
di fine secolo XIX che a inizio Novecento si riuniscono a Bloomsbury, un quartiere fuori moda, a casa delle
figlie di Leslie Stephen (critico e filosofo), Virginia Woolf e Vanessa Bell. Nel 1920 questi membri
costituiscono il Memoir Club, oltre alle due donne partecipano i mariti, amici e vicini. Il gruppo è legato dal
gusto per la discussione per amore della verità e dal disprezzo per i modi di pensare e sentire convenzionali.
Il più importante testo del gruppo è Eminent Victorians di Strachey, una raccolta di 4 biografie del cardinale
Manning, di Florence Nightingale, di Thomas Arnold e del generale Gordon. Egli mostra i falsi ideali e il
vuoto eroismo di questi personaggi e del contesto in cui vivevano, con grande atteggiamento iconoclasta:
non deride questi soggetti, ma lascia che essi si condannino da se agli occhi dei posteri, non fa un attacco
frontale ma usa pesanti insinuazioni ed epigrammi.

La contemporanea neozelandese Katherine Mansfield riprende le forme modellata da fugaci percezioni e


dettagli ripetuti accuratamente, destando la gelosia della Woolf. La sua narrativa breve, raccolta in In a
German Pension, Bliss, The Garden Party, mostra uno stile che ricrea un’atmosfera particolare e che mette
in risalto una serie di fenomeni evanescenti attingendo dettagli anche dalla flora della Nuova Zelanda e
cercando di esplorare le reazioni di diversi tipi sociale per descrivere la diversità della vita.

Richardson e Lawrence

Nel 1890 il filosofo e psicologo americano William James ha coniato l’espressione stream of consciousness
per descrivere il flusso dei pensieri coscienti della mente umana. Questa espressione è stata molto usata in
riferimento alla nuova narrativa degli anni venti e trenta del 900, in particolare alla Woolf. In questo modo si
vuole definire una letteratura che mirava a rappresentare il flusso dei pensieri e dei sentimenti del
personaggio senza ricorrere alla descrizione oggettiva o al dialogo convenzionale, tecnica inizialmente
sperimentata in Francia (Proust). Per la prima volta nel 1918 May Sinclair usa l’espressione Stream of
consciousness nel suo saggio dedicato al tentativo di Dorothy Richardson di eliminare l’autore onnisciente
dal suo ciclo di romanzi Pilgrimage.

Per Richardson il romanzo del periodo era un allontanamento dal romance verso un particolare realismo,
liberato dalle tradizionali costrizioni di trama, svolgimento e conclusione. Pilgrimage è una collana di dodici
romanzi pubblicati tra il 1915 e 38. Qui si nota la determinazione dell’autrice nel creare una tecnica che
esprima una coscienza femminile e uno stile opposto alla consolidata tradizione maschile. Le sue frasi si
frammentano e si ricostituiscono in forme nuove e suggestive, consentendo la rappresentazione di
associazioni libere e lasciare spazio all’indeterminato e all’interazione di una coscienza interiore femminile
ccol mondo esterno maschile. Il suo fuggire dagli impedimenti formali però ha reso l’autrice spesso
inaccessibile e difficile.

David Herbert Lawrence si è proclamato apostolo delle nuove libertà letterarie e morali. Nel saggio Surgery
for the novel- or a bomb?, afferma che per dare ad un romanzo nuovi propositi è necessario uno
sconvolgimento: il nuovo romanzo deve presentare ai lettori nuovi sentimenti. Egli considera la sua missione
di romanziere di assoluta importanza. Nel saggio Why the novel matters, egli proclama la superiorità del
romanziere rispetto al santo, allo scienziato, al filosofo, al poeta, in quanto egli è l’unico ad avere a che fare
con la vita nel suo complesso. Egli rielabora immagini cristiane in modo scioccante e appariscente, spesso in
chiave sessuale. Inoltre propone una teologia modernista della personalità completa, realizzata, basata
sull’idea di un inconscio maschile che sgorga da fonti sotterranee e libera la sessualità dalla tradizione
repressione sociale. Egli è attento nel definire i rapporti tra uomo e donna, come vediamo nel saggio su

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Thomas Hardy, che più che esaminare l’arte di quest’ultimo, propone un’indagine sulle peculiarità di
Lawrence stesso riguardo la visione delle donne. Egli considera una antinomia tra i principi di legge e amore:
il primo indica l’inerzia femminile, mentre il secondo il movimento maschile, questa antinomia
complementare genera però una fusione tra volontà e personalità, formando un essere umano intero, con
allusioni ironiche alle unioni sessuali. Lawrence ha origini modeste e proletarie nell’East Midlands, ha
beneficiato della riforma istituzionale tardo-vittoriana che garantiva l’istruzione elementare gratuita ai
poveri a una cultura religiosa provinciale. Nelle sue opere si evoca una campagna laboriosa che sopravvive
al contrario della città deturpata dalle macchine, la campagna si oppone all’industrializzazione così come
l’istinto prevale sull’intelletto. In particolare egli vede l’uomo non toccato dalla civilizzazione unito con un
patto di sangue alla fertilità della terra e degli animali. Dei suoi primi romanzi, il più noto è Sons and lovers
(Figli e amanti, 1913), una storia autobiografica del rapporto con la madre e con la prima ragazza visti sotto
la prospettiva del complesso edipico. Lady Chatterley's lover (L'amante di lady Chatterley, 1928) realizza
compiutamente le idee dello scrittore, mescolando abilmente lirismo e naturalismo. La storia d'amore fra la
ricca lady Chatterley e il guardiacaccia diventa l'emblema di ciò che rappresenta per Lawrence il legame
sessuale: la via per la più completa realizzazione di se stessi, al di sopra e contro ogni regola morale, ogni
convenzione sociale, ogni differenza di classe (il libro fu vietato in Inghilterra e apparve in edizione integrale
solo nel 1960).

Ford Madox Ford

Ford Madox Ford è lo pseudonimo di Ford Herman Hueffer (1873-1939), nato a Merton, nel Surrey, ma di
origine tedesca. Collaborò con J. Conrad e fondò "The English Review"(1908) e "The Transatlantic Review".
Tra le sue numerosissime opere le più note sono i romanzi The good soldier (Il buon soldato, 1915) e la
tetralogia The Tietjens tetralogy (La saga di Tietjens, 1924-28), ripubblicata nel 1950 con il titolo Parade's
end (Fine della parata), fondata sulle sue esperienze di guerra. In entrambi Ford analizza acutamente
l'interdipendenza fra i malesseri del singolo e i mali della società, il conflitto tra apparenza e realtà,
condizionato da una visione pessimistica e persino tragica della vita e dei rapporti interpersonali. La sua
estrema attenzione alla tecnica e alla forma rende talvolta le sue opere formalmente perfette, ma povere di
vita ed emozione. Egli preferisce procedere narrativamente presentando una vicenda nello specchio della
coscienza di un osservatore, il narratore stesso o un personaggio importante; è un metodo che ricorda la
tecnica del "flusso di coscienza", rifacendosi in parte all'idea joyciana di "epifania" e in parte a quella della
Woolf, secondo cui la realtà è un'evanescente intuizione soggettiva.

Wyndham Lewis

Wyndham Lewis (1884-1957), nato in Canada, fu pittore, romanziere e brillante critico. Studiò a Londra,
dove fondò nel 1914 con Ezra Pound la rivista "Blast", nella quale compariva il manifesto del "vorticismo".
Nemico dichiarato delle avanguardie, prese in seguito di mira le mode culturali dominanti nel romanzo The
apes of God (Le scimmie di Dio, 1930), che era un'aperta satira del gruppo di Bloomsbury, un gruppo di
intellettuali (frequentato da V. Woolf) critici e anticonformisti. Prima favorevole e poi ostile al nazismo (The
cult of Hitler and how it will end, Il culto di Hitler e come finirà, 1939), trascorse gli anni della seconda
guerra mondiale in Canada, ritornando in Inghilterra nel 1945. Nel suo capolavoro, la trilogia The human
age (L'età umana, 1928-55), espresse il proprio rifiuto verso la civiltà delle macchine. Nei saggi Time and the
western man (Il tempo e l'uomo occidentale, 1927) Men without art (Uomini senza arte, 1934) elaborò
un'estetica vicina a quella di T.S. Eliot. Pur non condividendo il punto di vista degli sperimentalisti e non
potendo essere considerato un innovatore, Lewis scrisse romanzi che mostrano forza e vigore.

Eliot, Firbank, Sitwell

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Thomas Sterne Eliot, il più importante e influente poeta inglese della sua generazione e delle due
generazioni successive, non era ancora cittadino britannico quando scrisse The Waste Land. Eliot era un
americano residente a Londra. A differenza di Pound aveva studiato e trovato lavoro in Inghilterra e aveva
preso la cittadinanza inglese nel 1927, abbracciando anche la fede della Chiesa d’Inghilterra. Le sue opere
possono essere considerate sia inglesi che americane perché si rivolgono sia all’Europa sia all’oltreoceano.
Anche se molta della topografia, del suo vocabolario e della sua coscienza storica e culturale sono inglesi, le
sue radici letterarie sono cosmopolite. Da studente all’università di Harvard aveva acquisito un notevole
bagaglio di sapere filosofico, storico e letterario. A Parigi aveva frequentato le lezioni di Henri Bergson e
conosciuto Jules Laforgue, al quale si ispira per una poesia reticente, ironica, ingegnosa e allusiva. Altre
influenze derivano da Baudelaire, che secondo Eliot ha creato un modo di liberazione e espressione per gli
altri uomini e ha inventato la poesia moderna, e da Dante, ritenuto un’autorità spirituale e poetica che
sembrava rivolgersi alla condizione moderna. I versi danteschi erano rigorosi ma al tempo stesso facilmente
comprensibili. I saggi critici di Eliot cercano di riordinare le tradizioni storiche, religiose, morali e letterarie.
Egli sostiene che i sentimenti personali non siano il materiale adatto per una poesia interessante: la poesia
non è un libero sfogo di sentimenti o di personalità, ma un’evasione da essi. Nel suo saggio “The
Metaphysical Poets”, Eliot sostiene che l’esperienza dell’uomo comune è caotica e irregolare: il mondo fisico
è disordinato, ma dietro questa superficie, in un livello più profondo e metafisico, si trova un ordine divino
che regola schemi complessi. Tra i moderni Eliot ammira molto il misticismo di Yeats, mentre disprezza
l’agnosticismo di Hardy. Nel 1950 vengono raccolte le poesie giovanili di Eliot col titolo di Poems Written in
Early Youth: vi troviamo sia canzoni goliardiche sia tributi eccentrici a Laforgue. Tra questi testi troviamo
anche The Love song of J. Alfred Prufrock, pubblicato nel 1915 sulla rivista Chicago Poetry e poi raccolta nel
1917, grazie a Ezra Pound, nella prima raccolta importante di Eliot Prufrock and other observations. In
questa raccolta si tratta di rapporti sociali difficili e di desolati paesaggi urbani. The Love Song mostra un
gioco di cortesie e incomprensioni, tra superficialità e profondità, Prufrock si presenta distinto e socievole,
ma ha anche coscienza delle opinioni altrui e dell’impossibilità di esprimere ciò che vuole. Nei Poems del
1919 sono ancora più chiare le tracce della tradizione da Dante a Michelangelo, Shakespeare, Dostoevskij e
la Bibbia. Questo volume contiene quattro poesie in francese e sette brevi poemi in quartine, versi sciolti e
dal tono vario che rendono l’effetto dell’anacronismo e della molteplicità di riferimenti e allusioni. Della
raccolta sono importanti anche le epigrafi, derivate da Shakespeare, Beaumont, Villon, San Paolo ed Eschilo:
esse mostrano il fascino di Eliot verso ordine e frammentazione, verso la sopravvivenza della tradizione e il
suo collasso.

The Waste Land, pubblicata per la prima volta nel 1922, è considerata tra le opere poetiche più importanti
ed influenti del 900. E’ dedicata all’amico e poeta Ezra Pound, definito, con esplicito rimando dantesco, il
miglior fabbro, per il grande contributo da lui offerto a Eliot nella revisione del poema. L’opera è divisa in 5
parti per un totale di 434 versi: la sepoltura dei morti, una partita a scacchi, il sermone del fuoco, morte per
acqua, ciò che disse il tuono. Lo stile è caratterizzato da una moltitudine di voci che parlano individualmente
usando molte lingue diverse (latino, greco, tedesco, francese, sanscrito) oltre che molteplici riferimenti
letterari, centinaia di allusioni e citazioni che spaziano da Dante, Shakespeare, Ovidio, Omero, Baudelaire, a
riferimenti a cartomanti e filastrocche per bambini. Eliot dichiarò di aver principalmente tratto ispirazione
da due opere che erano state pubblicate di recente: From ritual to romance di Jessie Weston e The Golden
Bough di Frazer.

In Ash Wednesday si ha un carattere quasi liturgico, grazie agli echi reiterati di preghiere e metafore anglo-
cattoliche, spesso si hanno epifanie di un Dio cristiano a cui ci si apre con meraviglia. Il poema è basato
sull’idea di “quickening”, un doloroso risveglio dello spirito nel mezzo di una terra misteriosa attraversata da
figure femminili. La mescolanza di temi mondani, tipografici e mistici si ritrova anche negli ultimi grandi
poemi Four Quartets: il modo di comunicare in questi poemi è simile a quello della musica da camera, ma si
avvicinano ad una maggiore classicità, si ritrova una superficie narrativa scorrevole instarsiata
polifonicamente da accenni di altre voci. Ogni poema medita sul significato delle parole e sulla difficoltà di

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orchestrarle in una poesia, inoltre si percepiscono le minacce di distruzione del tempo di guerra, che danno
pregnanza al significato ancestrale del villaggio di East Coker o della cappella a Little Gidding. Nell’ultimo
poema si ha un momento epifanico, dopo un’incursione aerea a Londra, emerge il fantasma di un poeta che
è sia voce individuale che mescolanza di altre voci, il cui messaggio afferma che il dolore, causato
dall’umanità stessa, viene lenito solo riscattandosi dal tempo e rinnovando la storia in un nuovo schema. Il
desiderio di liberazione dal tempo è presente anche in Murder in the Cathedral un dramma teatrale
religioso ricco di scontri verbali neoclassici che conferiscono all’opera un notevole successo. Ispirato
all’assassinio dell’arcivescovo di Canterbury Thomas Becket avvenuto nel 1170. E’ visto come critica al
regime nazista, in chiave di sovversione rispetto agli idali della chiesa.

Ronald Firbank (1886-1926), educato in Francia e in Inghilterra, si convertì al cattolicesimo nel 1908. Viaggiò
in Francia, Italia, Nord Africa e nelle isole caraibiche. Il suo primo romanzo fu Odette d'Antrevernes (1905),
al quale seguirono altre opere ispirate spesso dai soggiorni esotici: Inclinations (Inclinazioni, 1916), Caprice
(Capriccio, 1917), The flowers beneath the foot (Fiori calpestati, 1923), Concerning the eccentricities of
Cardinal Pirelli (Il cardinal Pirelli, 1926) e The artificial princess (La principessa artificiale, 1934 postumo). I
suoi romanzi, popolati da personaggi eccentrici e basati sul dialogo brillante e raffinato, diedero un valido
contributo allo sviluppo del romanzo comico moderno, influenzando le prime opere di A. Huxley ed Evelyn
Waugh.

James Joyce è considerato da Eliot, suo editore, il migliore autore di prosa vivente, che però ha dovuto
scontrarsi più volte con la censura per imporre la propria opera a editori e pubblico. Nasce a Dublino e
venne educato dai gesuiti, ricevendo un’eccellente educazione umanistica. All’Università mostrò particolare
interesse per la filosofia, letteratura e le lingue moderne. Oltre al francese studiò l’italiano (per leggere in
lingua originale Dante, Giordano Bruno) e il norvegese (stimolato dall’amore per Ibsen). Nel 1902 si laureò
e, insofferente dell’educazione cattolica e dell’ambiente di Dublino, si trasferì a Parigi per seguire, senza
troppa convinzione, corsi di Medicina. La sua vocazione di scrittore andò rivelandosi tra il 1900 en il 1904,
anni nei quali scrisse le Epiphanies, una raccolta di brevi prose liriche. Nel 1903 tornò a Dublino dove la
madre stava morendo e vi rimase per alcuni mesi. Con la moglie si recò a Parigi, Zurigo e a Trieste, dove
strinse amicizia con Italo Svevo. Nel 1912 tornò in Irlanda dove presento a una casa editrice il gruppo di
racconti Dubliners. Il libro fu rifiutato e solo nel 1914 dopo varie traversie dovute al suo presunto
antipatriottismo, venne pubblicato a Londra. Lo scrittore aveva completato anche il suo primo romanzo, A
Portrait of the artist as a young man. Il romanzo aveva per tema il racconto dell’infanzia e adolescenza
presso i gesuiti, la scoperta del sesso e la terribile esperienza religiosa, la liberazione mediante la vocazione
artistica. Fu accolto dalla critica con fervore e interesse. Allo scoppio della guerra Joyce si recò con la
famiglia a Zurigo, dove lavorò alla stesura del secondo romanzo Ulysses, pubblicato nel 1922 a Parigi.
Proibito in Inghilterra e negli Stati Uniti per le espressioni blasfeme e le oscenità, destò molto scalpore e
venne giudicato dalla critica come un audace e ambizioso esperimento letterario. Finnegan’s wake si può
considerare come uno sviluppo dei motivi filosofici e strutturali di Ulysses. Nel 1940, all'inizio del conflitto
mondiale, lo scrittore si trasferì a Zurigo, dove morì nel corso di un intervento chirurgico.

- Dubliners è una raccolta di 15 storie che vogliono ritrarre l’atmosfera decadente della città.
L’intenzione dell’autore è quella di scrivere un ritratto della storia morale del suo paese, e ha scelto
Dublino come scenario perché quella città gli era sembrata il centro della paralisi. La città è
presentata in racconti che procedono secondo quattro momenti dell’infanzia, adolescenza, maturità
e vita pubblica (politica, artistica e religiosa). I protagonisti sono persone di Dublino di cui vengono
narrate storie di vita quotidiana. A dispetto della banalità del soggetto, il libro vuole focalizzare la
propria attenzione su due aspetti comuni a tutti i racconti: la paralisi e la fuga. La prima è
principalmente una paralisi morale causata dalla politica e dalla religione dell’epoca. La fuga è la
conseguenza della paralisi, nel momento in cui i protagonisti comprendono la loro condizione. La
fuga però è destinata a fallire sempre. Le storie seguono una sequenza tematica e possono essere

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suddivise in 4 sezioni, ciascuna delle quali rappresenta una fase della vita: l’infanzia, l’adolescenza,
la maturità e la vita pubblica. Alla fine è presente un epilogo The Dead che può essere considerato il
primo capolavoro di Joyce. E’ insieme il riassunto e il climax della raccolta. Lo stile di dubliners è
realistico: la descrizione dei paesaggi naturali è concisa ma dettagliata, è presente un’abbondanza di
dettagli anche non essenziali che non hanno propriamente uno scopo descrittivo ma spesso un
significato più profondo. Realismo e naturalismo sono combinati con tratti simbolistici, e ciò si nota
anche dall’uso dell’epifania: improvvise manifestazioni spirituali, tecnica in cui un oggetto, gesto o
particolare insignificante portano un personaggio a una visione spirituale con cui comprende se
stesso e ciò che lo circonda. Joyce pensava che la sua funzione come scrittore fosse quella di portare
il lettore oltre i soliti aspetti della vita, e mostrarne il loro significato profondo, quindi spesso
l'epifania è la chiave della storia stessa: alcuni episodi descritti, apparentemente non influenti o
importanti, sono essenziali nella vita del protagonista e sono un emblema del loro contesto sociale
e storico. Joyce abbandona la tecnica del narratore onnisciente e non usa mai un singolo punto di
vista: ce ne sono tanti quanti sono i personaggi. Inoltre usa spesso il "discorso diretto" anche per i
pensieri dei personaggi, in questo modo, presentandoli senza l'interferenza del narratore, permette
al lettore una conoscenza diretta del personaggio.
Eveline è uno dei racconti. E’ una ragazza di 19 anni che guarda fuori dalla finestra. Osservando ciò
che accade all’esterno, vede un musicista suonare un organetto e questo suono le ricorda una
canzone sentita prima della morte della madre. La ragazza inizia a ricordare la sua infanzia, pensa al
padre che l’ha spesso maltrattata, la madre e il fratello scomparso e si sente frustrata nel suo lavoro
da commessa in un grande magazzino, la sua principale la prende in giro e la mette in cattiva luce.
Ha deciso di partire con il fidanzato, un marinaio di nome Frank, per Buenos Aires. Prima di partire
tiene in mano due lettere, una per Harry, il fratello e l’altra per il padre, e si lascia prendere dai
dubbi, non essendo più certa di voler abbandonare il nido familiare. Una volta arrivata con Frank al
porto Eveline viene nuovamente colta dall’indecisione e alla fine pensando alla promessa fatta alla
madre in punto di morte di tenere unita la famiglia, rimane immobile con una maschera di
indifferenza sul volto. Frank parte senza di lei. Il tempo della memoria si contrappone al tempo
cronologico. Attraverso il ricordo viene sottolineata la discrepanza tra presente e passato. Joyce ha
sperimentato la tecnica del flusso di coscienza. L’azione è ridotta al minimo. È paralizzata, non riesce
a fuggire e cambiare vita.
- Ulysses è la storia di una giornata, il 16 giugno 1904, di un gruppo di abitanti di Dublino. Tale data è
il giorno in cui Nora Barnacle, futura moglie, capì di essersi innamorata di lui. Incrociando in modo
apparentemente casuale le vite degli altri, i personaggi ne determinano lo svolgimento e lo
descrivono, attraverso un continuo monologo interiorie. Il libro è diviso in 18 capitoli. Ogni episodio
ha un tema, una tecnica e una corrispondenza tra i suoi personaggi e quelli dell’Odissea. E’ un libro
molto complesso e di difficile lettura, ciò si deve al tentativo di rendere il flusso del pensiero così
come sgorga in diretta dalla mente dei personaggi. E’ possibile individuare delle corrispondenze tra i
personaggi dell’Odissea e quelli del romanzo: Ulisse è Leopold Bloom, Penelope è la sua sposa
Molly Bloom, il ruolo di Telemaco è assunto da Stephen Dedalus (protagonista del romanzo Ritratto
dell’artista da giovane). Il protagonista, viaggiando costruisce la propria identità, arricchendosi delle
diversità con cui entra in contatto. Leopold è un promotore pubblicitario ebreo non praticante, si
sveglia, fa colazione e vaga per le strade della città. Ha svariate disavventure. Durante la giornata
incontra Stephen ed è come se lo adottasse, lo tira fuori da un bordello e lo porta a casa. Molly è
una cantante che tradisce il marito con il suo direttore d’orchestra. Stephen rappresenta il pensiero
puro, il ragazzo che conosce la maturità. Molly rappresenta la carne, la passione. Leopold è tutti,
l’umanità. La vera protagonista dell’opera è ancora una volta Dublino. Molte parti del racconto sono
sviluppate secondo quella particolare tecnica di scrittura, chiamata "monologo interiore", che
descrive il flusso di coscienza, in cui i pensieri del protagonista scorrono senza punteggiatura, per
definire la contemporaneità e l'intricato procedimento cognitivo che sottostà ai processi mentali

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dell'io narrante. Mythical method consiste nella sovrapposizione di elementi tratti dalla mitologia
(in questo caso odissea) per dimostrare la superiorità dei tempi passati su quelli presenti e
compensare alla mancanza di valori morali dei personaggi moderni, l’uso del mito e della tradizione
passata per descrivere e dare un senso al caos e all’insensatezza del presente. (usato anche da Eliot
in the waste land)
- Finnegan’s wake è un’opera a cui lavorò per molti anni, lasciandola però incompiuta. Il romanzo
porta alle estreme conseguenze i presupposti di Ulysses: la lingua è la vera protagonista del libro.
Parole che sono elementi puramente musicali, che creano successioni e immagini completamente
sganciate dalla realtà, in gran parte inventate, onomatopeiche, formate da termini che si attraggono
pr analogia e il cui significato viene desunto dal suono che producono nella mente. Alla base della
struttura circolare dell’opera si trova la visione ciclica della storia che Joyce riprese da Vico e adattò
ai propri fini, secondo la quale la storia è un eterno fluire di fatti che si ripetono continuamente.

Il teatro tra le due guerre: O’Casey, Coward, Priestley e Sherriff

Tra le due guerre mondiali i modernisti hanno avuto una scarsa influenza sul teatro: Joyce venne rifiutato a
Londra dalla Stage Society e la sua Exiles venne rappresentata per la prima volta a Monaco nel 1919,
Sweeney Agonistes di Eliot fu inscenato inizialmente negli Usa, di Lawrence solo l’ultimo testo fu
rappresentato a Londra.

Tra i principali scrittori di questo periodo troviamo Sean O’Casey, influenzato dal contesto teatrale
irlandese, legato all’Abbey Theatre di Dublino, dove inscena opere incentrate sui pregiudizi, le frustrazioni e
le usanze degli abitanti delle slums delle città, realtà che lui conosceva in quanto di origini povere. Da
giovane lavorò come operaio e partecipò al movimento di rinascita irlandese e alla guerra civile del 1922.
Furono queste esperienze a conferire ai suoi primi lavori uno stile molto vivo con l’uso di uno slang dei
bassifondi di Dublino. Ha messo in scena vari drammi caratterizzati dalla contrapposizione fra eroiche e
coraggiose eroine femminili e personaggi maschili di infimo carattere, come ad esempio The Shadow of a
Gunman, in cui è presente il tema dell’inganno e dell’autoinganno, l’ambiente urbano rivoluzionario è
trattato ironicamente. Mostra la repressione dei Black and Tan, i rinforzi della Royal Irish Constabulary Force
in Inghilterra. In questi testi egli non cerca giustificazioni per le tensioni irlandesi e non si schiera né con gli
oppressori né con i liberatori, i poveri sono visti come intrappolati in una lotta che li distrugge, essi non sono
mai vittime mute, anzi si esalta la loro loquacità ma anche il loro non capire a pieno la situazione, soffrendo
a causa di altri. Queste opere sono definite dall’autore tragedie, ma presentano un genio istintivo e
irriverente.

Un altro drammaturgo rappresentativo del periodo è Noel Coward, che riunisce in sé la figura dell’attore,
compositore, librettista e uomo di mondo. L’inizio del teatro è incerto ma ottiene poi successo nel 1924 con
The Vortex, che analizza la figura di un drogato turbato dagli adulteri di una madre sciattona, e con The Rat
Trap, che studia l’infelice matrimonio di un drammaturgo e una scrittrice di romanzi. Hay Fever mostra un
brusco cambiamento di stile, commedia maliziosa spesso assurda e incomprensibile, parla della scortesia di
un’eccentrica famiglia, i Bliss, e dello sconforto che provoca nei loro ospiti tradizionalisti. L’ultimo grande
successo è Blithe Spirit che ebbe molte repliche e girò in tournèe, commedia che vuole sfuggire alle
preoccupazioni per la seconda guerra mondiale, rivolgendosi alle famiglie divise dalla guerra e assicurando
che la morte non necessariamente mette fine a una relazione.

Comunità e società: i nuovi romanzieri degli anni Venti e Trenta

Le generazioni delle classi medio-alte che non combatterono furono comunque pervase da un senso di
incertezza riguardo il loro futuro e ciò si è riflesso in una nuova narrativa, sarcastica, incisiva, discontinua e
piena di interrogativi. Stephen Spender in World Within World descrive la propria infanzia e adolescenza
come periodi di crescita in un’atmosfera di fiducia nel progresso mescolata ad apprensione.

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William Gerhardie scrive God’s fifth column dove mostra un senso di disillusione e arroganza, questi
elementi si ritrovano anche in Futility un saggio di tipo cechoviano sull’assurdità, futilità e incomunicabilità
ambientato durante la rivoluzione russa. Egli compone anche The Polyglots in cui si intrecciano il comico e il
tragico, in un’ambientazione varia tra Giappone e Cina, il narratore è un outsider inglese, poliglotta che si
allontana sia dai russi che dagli inglesi che incontra e con cui non si sente a proprio agio. La sua narrativa
rischia di frammentarsi per la confusione tra identità, banalità, incongruenze e soliloqui.

Henry Green scrive Pack my Bag, ambientato in una casa di famiglia diventata luogo di convalescenza per
ufficiali feriti: il tentativo di suicidio di uno di essi, la morte del fratello di Green a scuola e l’elenco dei caduti
pubblicato sui giornali danno all’autore la consapevolezza della caducità umana. In Party going racconta un
gruppo di giovani frequentatori di feste che rimangono nell’albergo della stazione a causa dell’eccessiva
nebbia. I loro pettegolezzi vani sono accompagnati da segni di morte e decadenza, che li agita: un’incursione
aerea, la nebbia, il malessere di un personaggio, un piccione morto. In Loving ambienta la vita in una casa di
campagna in Irlanda e tratta temi sociali come la divisione in classi. Il suo capolavoro è Living che analizza in
modo distaccato i luoghi comuni della vita di fabbrica di Birmingham, con uno stile conciso che elimina
articoli, aggettivi, verbi rendendo invece la piattezza del discorso colloquiale. Si sottolinea la monotonia di
questa città, alleviata dalla fuga di Lily col proprio innamorato con l’obiettivo di raggiungere il Canada.

Lewis Grassic Gibbon scrive Sunset Song, Cloud Howe, Grey Granite. Essi sono indipendenti l’uno dall’altro
ma il loro filo conduttore è la protagonista Chris Guthrie e i suoi tre matrimoni, in seguito alle proprie
vedovanze. Ogni matrimonio coincide con uno spostamento: da una fattoria a un presbiterio e infine a una
pensione in città. Nei romanzi si mostra la sua presa di coscienza riguardo la situazione del suo tempo: non
accetta di riconoscere la morte del marito a causa di un sacrificio per la guerra di qualcun altro e quando
viene inaugurato il monumento ai caduti lei ha in sé la tristezza del lutto ma anche quella di tutta la storia
della sua nazione.

Wodehouse scrive parodie in cui inserisce l’eccentricità, le stranezze, l’attaccamento alle tradizioni e le
manie dei ceti alti dell’Inghilterra tra le due guerre. Egli pubblica più di 120 volumi in cui si ripropone la
figura dello stupido e disarmante Bertie Wooster e del suo maggiordomo Jeeves che rinnovano il clichè
della relazione servo-padrone.

Evelyn Waugh pubblica altre opere narrative comiche, dai primi titoli minacciosi come Decline and Fall, A
Handful of Dust, in queste opere si evoca una società decaduta e viene tracciata la carriera disastrosa di
Paul Pennyfeather, universitario e insegnante fallito e scadente, amante di Margot, che lo sottomette e lo
sfrutta, destino che egli sopporta con pazienza. In questi romanzi la depravazione viene bilanciata da una
comicità che prende in giro la follia umana, il crimine, l’ingiustizia e l’orrore. A Handful of Dust trae
ispirazione da The Waste Land per il motivo della desolazione e allude al biasimo morale nelle opere di
Dickens e Trollope per l’assenza di responsabilità sociale del periodo. Il romanzo esplora il crollo delle
illusioni e delle certezze in vari ambienti sociale come la campagna, club londinesi, appartamenti eleganti,
alberghi e foreste equatoriali e inoltre si concentra sul tema del divorzio come conclusione di un
matrimonio e come rottura tra vecchi e nuovi valori. Sebbene Waugh non apprezzò il confronto con Huxley,
sono molti i parallelismi nelle loro opere riguardo la rappresentazione satirica della rincorsa alla modernità,
anche se i due autori hanno fatto cammini stilistici e tematici diversi. Entrambi però sono autori letterari,
come dimostrano le numerose citazioni tratte da Shakespeare, Bacon e Milton.

Huxley è famoso principalmente per il romanzo utopico e fantasioso di Brave New World, in cui si evoca un
futuro scientifico nel quale la generazione anonima sostituirà il sistema della Natura, grazie a incubatrici
controllate dallo Stato che faranno scomparire il sistema famiglia. Sebbene Huxley cresce in una famiglia
che sostiene l’idea di progresso e favorevole al razionalismo, egli non si mostra così ottimista nel futuro, e
più che esaltare la scienza e difendere Darwin, crede nella libertà individuale radicata nella letteratura e
nella religione e il selvaggio del suo romanzo si oppone a Utopia basandosi su idee che derivano da

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Shakespeare. Qui l’autore mostra una religione che si occupa del problema del dolore e il selvaggio
preferisce la libertà di essere infelice piuttosto che evadere in un sogno indotto e controllato dal soma, la
droga che tutti usano per andare in un’estasi onirica.

Il circolo di Auden

A metà degli anni venti, un gruppo di giovani scrittori, come afferma Christopher Isherwood, soffrivano un
senso di vergogna per non aver partecipato alla guerra che li spinse successivamente ad abbracciare con
entusiasmo la militanza politica e il socialismo. Secondo la loro visione di stampo Marxista, il socialismo era
il principale mezzo di emancipazione sociale, sessuale e letteraria. Si esaltava quindi lo schieramento a
sinistra nella lotta di classe e si decantavano i successi del comunismo sovietico che controbilanciava i regimi
nazi-fascisti in Germania, Italia e Spagna, proponendosi di cambiare la società verso la democrazia con una
missione evangelizzatrice. Nel 1937 venne pubblicato un libello dal titolo Authors take sides on the spanish
civil war, frutto di un’indagine di 149 scrittori, di cui 127 erano a favore della repubblica spagnola. Molti
scrittori inglesi mostrarono solidarietà per questa causa e si recarono a combattere sul fronte spagnolo,
rischiando la vita e rimanendo uccisi sul campo come Cornfold e Caudwell.

Auden partì per Barcellona nel 1937, dove in due mesi fece una propaganda radiofonica a favore della
repubblica. Egli ottenne presto la fama di figura eminente del movimento antifascista, influenzando molti
suoi compagni di studi, la sua fama si consolidò con la pubblicazione di The Orators!, Look Stranger! e del
testo teatrale The Dog Beneath The Skin.

Isherwood è da ricordare, oltre che per la collaborazione con Auden, anche per due opere narrative Mr
Norris changes trains e Goodbye to berlin, che si ispirano alla sua esperienza di vita e insegnamento a
Berlino negli anni 1923-33. Il motivo reale della visita è il fatto che Berlino significa ragazzi: nessuno dei libri
berlinesi è esplicitamente omosessuale, ma mostrano capricci e devianze sessuali. Berlino appare
decadente, economicamente depressa e politicamente instabile, ma anche stimolante dal punto di vista
artistico. Egli cerca di usare una prosa oggettiva e semplice che fissasse la realtà in un’immagine, attraverso
uno stile lucido evitando una prosodia elaborata.

Auden scrive un tributo all’amico MacNeice dopo la sua morte, esaltando il piacere che si prova grazie al
linguaggio e alle ambientazioni che lui usava nelle proprie opere. Anche Auden si allontana dallo
schieramento marxista verso quello cristiano, soprattutto una volta giunto in USA, trasferimento che
determina la rottura totale con il passato personale, politico e letterario, anche se poi tornerà in Gran
Bretagna negli ultimi anni di vita. Con la maturità revisiona le poesie eccessive e difettose della giovinezza,
decidendo anche di non stamparne più alcune. La sua poesia è vicina a quella di Eliot per l’utilizzo del
correlativo oggettivo, un insieme di oggetti, situazioni o eventi che emergono da una particolare emozione:
immaginare un paesaggio è per Auden un modo di concretizzare uno stato psicologico. Per esempio egli
trova il correlativo oggettivo della pietra carsica, per definire la propria imprevedibilità, elusività e passione
per il cambiamento.

Elementi corrot: MacDiarmid, Upward, Koestler e Orwell

Negli anni Trenta, segnati dalla grande depressione economica e dalla nascita del nazismo, lo spirito degli
scrittori si orientò verso l'impegno a un rinnovamento della società. Sentendo la minaccia della guerra, del
fascismo e di grandi sconvolgimenti sociali, essi distolsero l'attenzione dai problemi psicologici per dedicarsi
a quelli politici, sociali e morali. Negli anni Quaranta l'interesse e la preoccupazione per il sociale si
affievolirono, come conseguenza della nascita dello stato assistenziale che aveva in parte alleviato gli
spaventosi problemi sociali degli anni precedenti. Il romanzo riprese dai romanzieri satirici antecedenti la
guerra (Huxley e Waugh) il tema dell'impossibilità dell'eroismo nella vita quotidiana, dominata dal
materialismo e dal provincialismo.

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Hugh MacDiarmid è un poeta scozzese e grande ammiratore della propria terra, che ha cercato di
rinvigorire grazie alla propria arte poetica. E’ stato sostenitore del partito laburista, nel 1928 fonda lo
Scottish National Party e nel 1934 diventa membro del partito comunista. Il suo attaccamento alla Scozia era
direttamente proporzionale al suo disprezzo per l’Inghilterra: egli sogna addirittura una Celtic Workers
Republic formata solo da lavoratori della Cornovaglia, Galles, Irlanda e Scozia. La sua poesia ha un
vocabolario sintetico, plasmato sul vernacolo scozzese e arcaismi, per questo i suoi testi sono spesso
accompagnati da piccoli glossari. Negli anni Trenta pubblica delle raccolte di poesie pungenti come First
Hymn to Lenin and Other Poems, Scots Unbound and other poems, sulle quali si fonda la reputazione
marxista-leninista dell’autore. Nella prima raccolta egli giustifica il terrore leninista e la sua polizia segreta
secondo la logica perversa di un uomo ubriaco di rivoluzione.

Edward Upward è invece uno scrittore inglese, ma anche egli di stampo marxista: spera in un rinnovamento
socialista e in particolare ritiene che lo scrittore prima di tutto debba divenire socialista e poi schierarsi dalla
parte progressiva della lotta di classe. Più tardi però ha dei dubbi sulla validità esclusiva degli schieramenti
politici e come vediamo in Journey to the border appare importante entrare in contatto con il movimento
stesso dei lavoratori.

Negli anni Quaranta spicca la figura di Arthur Koestler che torna al tema del comunismo in Arrow in the
Blue, un’autobiografia in cui afferma che l’unica soluzione al fascismo fu l’attività sovietica, alla quale non
esiste alcuna alternativa, per cui si è forzati di tornare ai valori del passato. Koestler è definito un equilibrista
intellettuale per la sua audacia nello scrivere: prima di tutto non utilizza la sua lingua madre, l’ungherese,
ma scrive principalmente in inglese o tedesco, inoltre ha partecipato da giornalista alla guerra civile
spagnola, durante la quale fu arrestato e condannato a morte, poi rilasciato. queste esperienze sono
raccontate in Spanish Treatment che ha ispirato il suo capolavoro Buio a Mezzogiorno, basato sull’arresto e
le riflessioni del veterano rivoluzionario Nicholas Rubashov. Qui l’ambientazione è una dittatura europea
non specificata e si analizza in particolare le distorsioni del pensiero stalinista, sull’uso e la corruzione del
potere. Rubashov viene emarginato, calunniato e disilluso, in quanto il Partito non riconosce più l’esistenza
e la qualità del singolo individuo. Inoltre egli si rende conto che alle masse sono state fatte molte promesse
anche imponendo il terrore, ma la Terra Promessa non è stata ancora trovata. L’idea di terra promessa torna
in Arrival and Departure, che sviluppa il tema di una dittatura fascista e della lenta disillusione di un
rivoluzionario borghese, ma offre alla fine una piccola speranza di continuare la resistenza combattendo in
Gran Bretagna piuttosto che restare neutrali in USA.

George Orwell pseudonimo di Eric Blair, è la figura principale tra gli scrittori politicamente impegnati. Nato
in India, studiò a Eton ma rinunciò a portare a termine i suoi studi e nel 1922 si arruolò nella polizia
imperiale in Birmania, dove rimase per cinque anni. Tornato in Europa nel 1927, le sue simpatie per il
socialismo democratico lo indussero a vivere nei quartieri più poveri di Parigi e di Londra e ad arruolarsi
volontario nelle milizie repubblicane durante la guerra civile spagnola, nel corso della quale rimase
gravemente ferito. Queste esperienze sono riflesse in una serie di romanzi, caratterizzati da un forte
impegno civile e morale: Burmese days, in cui emerge una severa condanna del colonialismo, Down and out
in Paris and London in cui si parla della vita disastrata, dei salari minimi e degli alti affitti a cui sono
sottoposti i proletari, Homage to Catalonia, sulla drammaticità dell’esperienza spagnola. Deluso dai metodi
staliniani.

Orwell attaccò il totalitarismo nella celebre favola satirica Animal Farm (1945) sul fallimento della
rivoluzione sovietica e degli ideali comunisti in Russia, la pubblicazione viene vietata in Unione Sovietica fino
agli anni Ottanta. I protagonisti sono dei maiali, promotori della rivoluzione degli animali, di cui causeranno
il fallimento. Essi sono infatti associati alla pigrizia e ingordigia e la loro rivoluzione e aspirazione non
riescono a spiccare il volo contro la corruzione del dittatore Napoleon, il cui linguaggio è distorto per
accentuare la potenza del suo totalitarismo. Per Orwell il linguaggio è un mezzo per corrompere il pensiero.
La fattoria degli animali è un romanzo allegorico che riflette sugli eventi che portarono alla Rivoluzione

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Russa e successivamente all’era staliniana nell’Unione Sovietica. Orwell era convinto che l'Unione sovietica
fosse divenuta una dittatura brutale, edificata sul culto della personalità e retta da un regno del terrore. Il
romanzo è ambientato in una fattoria nei pressi di Willingdon, in Inghilterra, dove gli animali, stanchi dello
sfruttamento del loro fattore, il signor Jones, si ribellano, ispirati dal discorso del Vecchio Maggiore e
guidato da Palladineve e Napoleone. La rivolta riesce, con il signor Jones che viene cacciato e gli animali che
rinominano la fattoria come Fattoria degli Animali, dove scrivono i Sette Comandamenti, il più importante
dei quali è "Tutti gli animali sono uguali". Ben presto però i maiali, più intelligenti e più ricchi di qualità
organizzative, assumono il controllo della situazione. In apparenza lavorano per il bene comune, ma in
realtà cercano soltanto di mantenere il potere. Napoleon, il maiale che ha assunto la guida della fattoria
dopo aver annientato la fronda interna, diventa impunemente sempre più simile agli uomini grazie ad una
massiccia opera di disinformazione a danno degli altri animali. Il libro si chiude con i maiali ormai
indistinguibili dagli uomini e con i sette principi che avevano ispirato la rivoluzione ridotti ad uno solo: “Tutti
gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”. Questa dittatura di pochi maiali genera terrore
e repressione verso i più deboli e finisce con una riappacificazione con gli uomini, dai quali per
opportunismo e avidità, gli animali rivoluzionari non si distinguono più. Le parti più interessanti sono quelle
dove il maiale “dittatore”, Napoleon, riesce a dare ad ogni fatto accaduto una spiegazione utile per la sua
causa al fine di convincere gli altri animali, i meno intelligenti o i più ingenui, che lui ha sempre ragione e ciò
che fa, lo fa sempre per il bene della comunità. Dove invece non riesce con le parole a persuadere gli
animali più intelligenti, usa il fucile. Napoleon ha assunto un tale potere che riesce a modificare a sua
convenienza anche i “comandamenti” che tutti gli animali allora si erano dati democraticamente dopo aver
cacciato il padrone. Egli, infatti, va ad abitare nella casa del fattore, si veste come lui, prende i suoi vizi,
incontra gli altri uomini con cui tratta gli affari, e tiene in sfruttamento e schiavitù gli altri animali a cui non
resta che chiedersi se era meglio prima con il sig. Jones o adesso con Napoleon, ormai del tutto simile agli
uomini. I maiali che camminano su due gambe rappresentano l’esito del comunismo: quelli che erano partiti
come liberatori erano diventati i nuovi oppressori. Lo stile è sempilice e infantile; esso però traduce
attraverso l' allegoria delle tematiche profonde. Il narratore è esterno e segue i fatti in maniera distaccata.

1984 romanzo distopico. Racconta di un ipotetico mondo futuro, ambientato nella Londra del 1984 (è stato
scritto nel 1948, 36 anni prima. La terra è divisa in tre grandi potenze totalitarie: Oceania, Eurasia ed Estasia,
impegnate in una perenne guerra tra loro, il cui scopo principale è mantenere il controllo totale sulla
società. La società è governata da un onnipotente partito unico con a capo il Grande Fratello, un
personaggio che nessuno ha mai visto di persona e che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i
cittadini. I suoi occhi sono i teleschermi, televisori forniti di telecamera installati per legge in ogni abitazione
che non possono essere spenti. Oltre a diffondere propaganda, spiano la vita di qualunque membro della
società annullando ogni forma di privacy: il governo può cos’ accertarsi che non vi siano comportamenti che
rivelino dei pensieri contrari al Partito. Ovunque nella città sono presenti grandi manifesti di propaganda
che ritraggono il Grande Fratello con didascalia “il grande fratello ti guarda, la guerra è pace, la libertà è
schiavitù, l’ignoranza è forza”. La lingua parlata in Oceania, newspeak, è un linguaggio in cui sono ammessi
solo termini con un significato preciso e privo di possibili sfumature in modo che riducendone il significato
ai concetti più elementari si renda possibile concepire un pensiero critico individuale. Esiste lo psicoreato:
diventa impossibile formulare o anche solo pensare ad un argomento proibito. La possibilità di produrre
letteratura è stata abolita: poesie, canzoni e romanzi vengono realizzati automaticamente da complessi
macchinari detti versificatori. Il trentanovenne Winston Smith è un impiegato del Partito Esterno che lavora
presso gli uffici del Ministero della Verità, incaricato di "correggere" i libri e gli articoli di giornale già
pubblicati, modificandoli in modo da rendere riscontrabili e veritiere le previsioni fatte dal Partito. Egli
inoltre si occupa di modificare la storia scritta, contribuendo così ad alimentare la fama di infallibilità del
Partito stesso, applicare le damnatio memoriae verso dissidenti "mai esistiti" e così via. Winston inizia a
scrivere in un diario i propri risentimenti nei confronti del regime. La sua vita cambia radicalmente quando
incontra Julia. Credendola un’agente della Psicopolizia, egli comincia a provare odio nei suoi confronti sino a

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quando riceve da lei un piccolo foglio di carta con scritto Ti amo. Dopo qualche difficoltà, Winston si
innamora di Julia nonostante il regime non voglia relazioni sessuali che non abbiano altro scopo che la
procreazione. Winston e Julia decidono così di collaborare con un'organizzazione clandestina di ribelli, detta
la Confraternita (Brotherhood), a cui O'Brien, importante funzionario del Partito Interno nel quale il
protagonista vede una figura paterna, dice di appartenere. Così ricevono da lui un libro, Teoria e prassi del
collettivismo oligarchico, il manifesto dell'organizzazione, che ne espone le ideologie anti-governative nei
confronti del regime. Catturati da uno squadrone della Psicopolizia e consegnati separatamente in una
prigione del Ministero dell'Amore, Winston e Julia vengono sottoposti a un programma di tortura fisica e
psicologica condotta da O'Brien, che in realtà è un ufficiale della stessa Psicopolizia. Dopo un vero e proprio
lavaggio del cervello, il tentativo riuscirà perfettamente e Winston finirà per schierarsi dalla parte del
Grande Fratello. Nel marzo 1985, Winston, ormai scarcerato e riabilitato, incontra Julia in un parco, ed
entrambi ammettono di essersi traditi l'un l'altro. Qualche tempo dopo, il protagonista si siede da solo nel
caffè Bar del Castagno dove apprende la notizia della vittoria militare dell'Oceania sugli eserciti eurasiatici in
Africa. Il romanzo si chiude con Winston che guarda con ammirazione un manifesto del Grande Fratello e
facendo così intuire al lettore il proprio cambiamento ideologico e il fatto che sarà probabilmente ucciso da
un proiettile e che morirà in questo modo, amando il Grande Fratello. Orwell intende esprimere un monito
contro gli abusi di potere e le sopraffazioni mentali compiute da certe ideologie che derivano
dall’accentuazione del nazionalismo e del fanatismo religioso.

La Gran Bretagna in guerra

L'impronta del complesso simbolismo di Eliot rimase indelebile sulla poesia a lui successiva. Tutti i poeti
presero posizione nei suoi confronti, o accettandone il modo di fare poesia o scegliendo modalità opposte.
Gli anni Venti furono direttamente influenzati dalla poesia eliotiana , dal pessimismo e dallo scetticismo, a
cui si contrappose l'impegno politico-sociale dei poeti degli anni Trenta. Negli anni Quaranta prese vita il
cosiddetto emotional revival: in contrapposizione alla poesia intellettuale del decennio precedente, Dylan
Thomas, il maggior poeta del periodo, sostenne una forma di poesia che riproponeva una liberazione delle
emozioni.

I bombardamenti aerei della 2GM portano morte e distruzione anche nel fronte interno della nazione, che
resta ricoperta da rovine di edifici e cumuli di macerie. Gli artisti si ritrovano di fronte a questa violenza e
cercano di dare voce alle loro reazioni attraverso la corrente postimpressionista e in particolare con quella
surrealista. Essa era basata sulla relazione tra i pensieri e l’inconscio e questi artisti sia in letteratura che in
pittura ricreano incubi e sogni a occhi aperti, distorsioni, dilatazioni, mostri marini e strane creature. Uno
dei più famosi surrealisti britannici è David Gascoyne che provoca l’esplosione di questa corrente
sperimentale alla fine degli anni Trenta. Raccoglie una serie di poesie bizzarre in Man’s life is His meat e in
Holderlin’s madness, dove elimina le lettere maiuscole e la punteggiatura, mescolando lo straordinario, il
provocatorio e lo sciocco. Più tardi egli si distacca da questa tipologia e compone poesia di guerra, più
dotata di una certa logicità e dove afferma che la coscienza umana solo adesso può vedere determinate
verità, portando dentro di sé il mondo della guerra senza fine.

Dylan Thomas fu il poeta più originale degli anni Quaranta, che reagì contro la poesia intellettuale di Eliot e
Auden. Nato nel Galles, figura quasi leggendaria di poeta maledetto, alcolizzato, è generalmente
considerato l’iniziatore di un movimento poetico, chiamato Nuovo romanticismo o Nuova apocalisse, al
quale appartennero anche i poeti George Barker, legato ai preraffaelliti, e David Gascoyne. Thomas
riconosceva come uniche influenze nella sua poesia le forme spontanee di letteratura, filastrocche e
racconti popolari, le più famose storie bibliche e due soli poeti del passato, Shakespeare e Blake, dei quali
evidenziò l’aspetto magico e mistico. Le prime opere di Dylan, Eighteen poems, presentano uno stile
stravagante, vibrante e retorico che si rifà alla scuola di Donne. La sua poesia mostra l’intreccio tematico tra
pulsioni e frementi della natura e immobilità della morte, come vediamo nella poesia dedicata alla morte
della zia. Le sue raccolte attirarono l’attenzione dei critici per l’originalità delle immagini magiche e surreali e

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il linguaggio personalissimo, fondato su strutture volutamente antitradizionali, desunte dai ritmi del gallese
e attente alla tradizione orale. Raccoglie inoltre poesie di guerra in Death and Entrances dove si nota l’idea
di morte come momento di Resurrezione, con impliciti riferimenti cristiani come l’idea di un incombente
Armageddon. Nel 1938 si trasferì nel Carmarthenshire dove scrisse la celebre raccolta di racconti Portrait of
the artist as a young dog. I temi principali delle sue opere sono: la natura, vista nel suo aspetto sacro come
energia che scorre in ogni creatura vivente, la fondamentale unità di vita e morte, di creazione e
distruzione, l’infanzia, l’orrore della guerra.

I poeti successivi sono stati soldati e sono morti in guerra, la loro poesia di guerra è diversa da quella della
1GM: si hanno nuove immagini, nuovi paesaggi di guerra e nuove ideologie meno rivoluzionarie: Sidney
Keyes cerca forme poetiche di rinnovamento e crede nell’idea di una catena di esperienze che unisca tutti
gli scrittori e di un’umanità raccolta sotto le ali protettrici della natura. Nelle sue poesie mostra un senso di
speranza insito nella natura e nel futuro dell’umanità, che porterà all’uomo libertà e giustizia, come
vediamo in Europe’s Prisoners. In War Poet racconta la propria chiamata alle armi nel 1942, sottolineando la
tristezza e la disperazione che colpiva i giovani soldati.

Keith Douglas in Alamein to Zem Zem raccoglie un diario sul servizio militare prestato nel deserto, fatto di
sensazioni e odori indeterminati e astratti. Egli inoltre prova il sentimento dell’inutilità e si interroga
continuamente sul significato dell’eroismo: l’uomo combattendo e rimanendo ferito o ucciso è preso in giro
dalla guerra stessa.

Alun Lewis scrive Raider’s Dawn come omaggio a Edward Thomas e descrive il tedio della vita di
accampamento sotto pioggia e neve. Il suo secondo volume di poesie Ha Ha Among the Trumpets è
suddiviso in tre parti: la prima è ambientata nell’Inghilterra turbata e in attesa, nella seconda si narra il
viaggio verso est, nella terza si descrive l’India e in particolare il difficile adattamento ai paesaggi stranieri e
desertici. Lewis è uno di quegli artisti inglesi che credeva nell’idea di un movimento collettivo di lotta che
unisse tutte le classi sociali contro un nemico straniero, adottando l’espressione Now and in England, inoltre
attraverso lo spirito creativo si cercava di cogliere il senso di devastazione del momento.

Joyce Carey in the horse’s mouth descrive un eroe-artista che dipinge un murale della creazione del mondo
su un muro pericolante, ignorando il fatto della sua prossima demolizione, della guerra imminente e della
sua stessa morte: per lui l’atto stesso della creazione è stato un gesto contro l’orrore della devastazione.

POSTGUERRA E POSTMODERNO

Quando si concluse la seconda guerra mondiale gran parte della Gran Bretagna era letteralmente in
ginocchio. Benchè le città industriali avessero subito devastazioni meno gravi di quelle tedesche, centri
urbani come Glasgow, Bristol, Canterbury erano stati pesantemente colpiti dai bombardamenti. Anche
Londra era stata completamente sfigurata. Un simile paesaggio di rovine costituì parte integrante anche
della letteratura degli anni Quaranta e Cinquanta.

Graham Greene era un convinto antimperialista e un sincero cattolico. Dopo la conversione al cattolicesimo
la componente religiosa diventò essenziale nella sua narrativa, favorendo un approfondimento psicologico
dei personaggi, sempre insidiati dalle forze del male. Il suo primo romanzo The man within è una storia di
contrabbandieri, a cui seguì una serie di romanzi sulle tensioni sociali dell’Inghilterra degli anni 30 e sulla
guerra civile spagnola. La Seconda Guerra mondiale rese in un certo senso più crudi e taglienti i suoi
romanzi. Non a caso la parte migliore della sua narrativa apparve tra il 1940 e il 51. I suoi romanzi,
abilmente costruiti e ricchi di storie di spionaggio, di intrighi polizieschi e di suspense, sono tra i più popolari
della narrativa anglosassone contemporanea e alcuni sono stati portati sullo schermo con successo (come
The third man, Il terzo uomo, 1949). I personaggi e le vicende sono sempre visti e rappresentati come
strumenti di una volontà superiore. Fu anche autore di racconti, commedie, libri di viaggio e di due volumi
autobiografici. The third man: la storia è ambientata a Vienna dove il protagonista vuole indagare sulla

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morte di un caro amico, Harry Lime. Il protagonista è diviso tra l’amore per Anna e la fedeltà all’amico. Alla
fine si scopre che colui che è morto non era l’amico bensì un trafficante. Si tratta di un giallo psicologico.

Nick Hornby è uno degli autori contemporanei di maggiore rilievo. La fama di Hornby ha avuto inizio con il
libro autobiografico Febbre a 90° (Fever Pitch) (1992), che narra la storia della sua vita come tifoso
dell'Arsenal; a questo sono seguiti i romanzi di grande successo Alta fedeltà (High Fidelity) (1995), in cui la
musica Rock gioca un ruolo fondamentale, Un ragazzo (About a Boy) (1998). High Fidelity è ambientato a
Londra negli anni novanta. Rob Fleming, conduce una vita non tutta rose e fiori: dirige un vecchio negozio di
dischi, è stato lasciato dalla sua fidanzata Laura ed è frustrato e insoddisfatto della propria vita. Partendo da
una classifica delle cinque più memorabili fregature di tutti i tempi (che sono donne). Rob ripercorre la sua
vita, i suoi sentimenti, le sue frustrazioni. Questo suo percorso interiore e la morte del padre di Laura porta i
due a tornare insieme. La loro relazione viene fortificata dal rilancio della carriera di Rob come dj. A Long
Way Down è un romanzo pubblicato nel 2005 diviso in tre parti e narra la storia di 4 sconosciuti che la notte
di San Silvestro si incontrano sulla cima di un palazzo a Londra, noto come la Casa dei Suicidi, con
l’intenzione di suicidarsi. Ognuno di loro ha diversi motivi per farla finita con la vita. Martin, conduttore
televisivo, ha perso tutto per essersi lasciato sedurre da una quindicenne. Maureen, una donna ha
sacrificato la sua vita per il figlio disabile. Jess, una diciottenne che vuole suicidarsi perché il ragazzo di cui è
innamorata l’ha lasciata. JJ, un musicista la cui band si è sciolta. Tra i quattro avviene una discussione accesa
e assurda alla quale l'autore riesce a dare un tocco di humor noir e alla fine decidono di scendere tutti
insieme dal tetto, ma per le scale, sentendosi accomunati da una complicità segreta che non era certo
pensabile al momento dell'incontro.

Tolkien nacque a Bloemfontein in Sudafrica nel 1882. Orfano di padre si trasferisce con la famiglia a
Birmingham, dove la madre si converte al cattolicesimo, fede che abbraccia anche l’autore. Studia all’Exter
College a Oxford. Scoppiata la prima guerra mondiale si arruola volontario, viene mandato in trincea sul
fronte occidentale e qui due dei suoi migliori amici muoiono, in seguito si ammala e gli viene concesso il
ritorno in patria. Finita la guerra prosegue gli studi conseguendo nel 1919 il titolo di Master of Arts.
Importante studioso della lingua anglosassone, è autore del celebre Il signore degli anelli e di opere ritenute
pietre miliari del genere high fantasy come Lo Hobbit. Il signore degli anelli è un romanzo ambientato
nell’immaginaria Terra di Mezzo. La narrazione comincia dove si era interrotto un precedente romanzo di
Tolkien, Lo Hobbit, e l'autore usa lo stratagemma dello pseudobiblium per collegare le due storie: entrambi i
romanzi sono, nella finzione della narrazione, una trascrizione di un volume immaginario, il Libro Rosso dei
Confini Occidentali, un'autobiografia scritta a quattro mani da Bilbo Baggins, protagonista de Lo Hobbit, e
dal nipote e cugino Frodo, il protagonista del Signore degli Anelli. Il Signore degli Anelli narra della missione
di nove Compagni, la Compagnia dell'Anello, partiti per distruggere il più potente Anello del Potere,
un'arma che renderebbe invincibile il suo malvagio creatore Sauron se tornasse nelle sue mani, dandogli il
potere di dominare tutta la Terra di Mezzo. Il linguaggio, l’elfico, non è una lingua fine a se stessa ma una
lingua completa, nella sua creazione ha giocato un ruolo importante il gallese.

Agatha Christie nata nel 1890, è stata una scrittrice e drammaturga britannica. Tra le sue opere si
annoverano, oltre ai romanzi e i racconti gialli che l’hanno resa celebre, numerosi racconti e opere teatrali e
anche alcuni romanzi rosa scritti con lo pseudonimo di Mary Westmacott. E’ considerata una delle scrittrici
più influenti del XX secolo. Nelle sue opere sono presenti personaggi come Hercule Poirot e Miss Marple,
divenuti famosi in tutto il mondo e protagonisti di buona parte della sua produzione letteraria. Cresce in una
ricca famiglia dell’alta borghesia e viene istruita dalla madre. Nel 1906 si trasferisce a Parigi per studiare
canto ma non ottiene grandi risultati così torna in Inghilterra. Durante la prima guerra mondiale lavora in
ospedale e poi spinta da una scommessa con la sorella inizia a scrivere il suo primo romanzo, The Mysterios
Affair at Styles che verrà pubblicato nel 1920. Era un’erborista e la sua conoscenza delle erbe medicinali è
evidente in molti dei suoi romanzi. Assassinio sull’Orient Express: l’investigatore Hercule Poirot viaggia sul
famoso Orient Express. Durante la notte avviene un omicidio, la vittima è un certo Ratchett, signore

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americano trovato senza vita nel suo scompartimento. Il treno è bloccato a causa di un’abbondante
nevicata, Poirot inizia a ipotizzare che l’assassino sia uno dei passeggeri del treno. Poirot scopre che la
vittima dell’omicidio è in realtà un italiano di nome Cassetti, accusato del rapimento e omicidio di Daisy
Armstrong. Egli tutti i passeggeri e scopre che ognuno di essi sembra avere un legame con la famiglia
Armstrong. Nota inoltre che molti indizi trovati sono solo indizi falsi che hanno lo scopo di depistare le sue
indagini. Dopo vari colpi di scena Poirot presenta ai viaggiatori due possibili soluzioni del caso: la prima vede
l’omicida travestito da dipendente delle ferrovie entrare nello scomparto di Cassetti e ucciderlo. La seconda,
più complessa, vede protagoniste ben 12 persone ( gli undici passeggeri della stessa carrozza di Cassetti e un
controllore) che hanno architettato il piano per vendicare la piccola Daisy a cui erano tutti in qualche modo
legati. Alla fine egli decide di non consegnare i passeggeri alla polizia ma di addossare la colpa a uno
sconosciuto salito sul treno mentre si trovava fermo alla stazione, dando così giustizia alla famiglia
Armstrong. Poirot è un tipo stravagante, meticoloso, usa il metodo deduttivo come Sherlock ma non è solo
scienza. Da grande importanza all’intuito. Non vi sono molti spargimenti di sangue, la maggior parte delle
volte si uccide col veleno.

James Hilton 1900

Nato nel Lancashire, suo padre, John, era un insegnante e si trasferì con la famiglia a Londra dove James
frequentò varie scuole prima di iscriversi alla Leys School di Cambridge. Contribuì nella pubblicazione della
rivista della scuola e successivamente, mentre era uno studente non laureato di diciassette anni del Christ's
College di Cambridge, uno dei suoi articoli fu accettato dal Manchester Guardian. Il suo primo romanzo,
Catherine Herself fu pubblicato nel 1920 mentre doveva ancora laurearsi.

Negli anni trenta Hilton si consolidò come sceneggiatore a Hollywood, divenendone una figura popolare.

Random Harvest: Charles Rainier, giovane capitano d'industria e rampollo di una ricca famiglia borghese
britannica, parte per la guerra dove, a seguito di un brutto colpo, cade in un'amnesia totale. Durante la
convalescenza conosce Paula Ridgeway, se ne innamora e la sposa, pur continuando a non ricordare nulla
del suo passato. Insieme vanno ad abitare in una bella e umile casetta. Un giorno Charles si reca in città da
solo per alcune commissioni: ha con sé solo la chiave di casa. Subisce un incidente stradale in cui recupera
la memoria passata ma perde quella recente, tornando nuovamente nella sua famiglia d'origine dove
riprende la guida della fabbrica, dimentico del suo matrimonio con Paula e di tutto ciò che è accaduto dopo
la guerra. Paula intraprende le ricerche del marito e arriva a scoprire dove egli sia finito e la sua nuova
amnesia. Coraggiosamente, sceglie di non manifestargli una realtà che egli certo disconoscerebbe e si fa
assumere come sua segretaria, portando lentamente Charles ad innamorarsi nuovamente di lei. Ma Paula
rivuole l'uomo di cui si era innamorata un tempo e, con lui, tutti i bei ricordi che li legavano. Charles, infatti,
spesso guarda quella chiave di casa che si è trovato indosso e che rappresenta la "chiave" del suo enigma
interiore, provando una sensazione di incompletezza e dolcezza al tempo stesso. Un giorno, per impegni
aziendali, Charles si reca nel paesino dove è la loro casa e, improvvisamente, si accorge di conoscere quei
luoghi, sapendocisi orientare alla perfezione: inizia così a farsi guidare dall'istinto, camminando fino a che
arriva davanti al giardino della casa, attraversa il vialetto, si ferma davanti alla porta e, mentre sta girando la
chiave nella toppa, Paula gli apre la porta: il passato è ritrovato e con esso l'amore.

William Golding, premio nobel per la letteratura nel 1938. Il signore delle mosche è il suo più celebre
romanzo. Il libro ha come protagonisti un gruppo di ragazzi britannici bloccati su un’isola disabitata e
racconta il loro disastroso tentativo di autogovernarsi. Il Signore delle mosche rappresenta il manifesto della
poetica dell'autore, che può essere riassunta in questa frase: "Gli umani producono il male come le api
producono il miele". Un aereo precipita in mare, unica salvezza è l'isola disabitata che si trova nei pressi. Gli
unici sopravvissuti al disastro sono un gruppo di ragazzi inglesi, tutti di buona famiglia borghese nell'età
della preadolescenza, assieme ad altri molto più piccoli; insieme si mettono subito all'opera nel tentativo di
auto-organizzarsi e governarsi con regole precise pur essendo senza alcun aiuto né controllo da parte di

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un'autorità adulta. Ben presto, la loro vita si trasforma in un incubo infernale: qualcosa comincia a non
funzionare come dovrebbe, emergono difatti paure ancestrali del tutto irrazionali e comportamenti
antisociali, da cui si sviluppa una vicenda che metterà a nudo gli aspetti più selvaggi e bestiali della natura
umana.

Dapprima, i ragazzi decidono di eleggere un unico leader, Ralph, un ragazzo con grandissime doti di
intelligenza che diventa, sin da subito, il punto di riferimento per tutti i sopravvissuti. Ralph cerca di trovare
delle soluzioni per attirare possibili soccorsi, ma tutto il suo pensare e creare non riesce ad ottenere i
risultati sperati. Comunque non si dà per vinto e coordina la vita dei ragazzi sull’isola, l’organizzazione, la
difesa del fuoco, affidata ai gemelli Sammeric, la creazione dei rifugi, la scelta delle leggi. I suoi fedeli
compagni sono Piggy, che rappresenta la razionalità ed è il più emarginato, e Simone, anche se mantiene
sempre un’attenzione vigile per gli altri ragazzi. Ma la quiete di leader per Ralph dura poco, difatti un altro
personaggio cerca di prevalere sul gruppo; il ragazzo si chiama Jack, vuole convincere gli altri superstiti a
stare con lui, occupandosi della quotidianità, cacciando e procurando cibo, invece che pensare a metodi per
poter essere avvistati e salvati. A questo punto, Ralph viene messo in discussione e la sua leadership
comincia a vacillare dando sempre più spazio, al suo posto, a Jack ed al suo gruppo di cacciatori votati ormai
unicamente alla vita selvaggia e senza regole. La situazione precipita quando i giovani intravedono un
presunto mostro che vivrebbe all’interno dell’isola, un demone ignoto ancestrale che terrorizza tutti
rendendogli la vita sempre più terribile. I cacciatori a quel punto decidono di lasciare come tributo un
macabro totem, una testa di maiale mozzata lasciata da Jack come offerta alla bestia che con il tempo si
riempie di larve di mosche. E che prenderà il nome di “Signore delle Mosche“. Ma il peggio arriva in seguito,
quando alcuni ragazzi del gruppo di Ralph e Piggy vengono uccisi brutalmente da ragazzi cacciatori del
gruppo di Jack. Anche Simone viene ucciso brutalmente colpito dalle lance scagliate dai cacciatori poiché i
ragazzi lo scambiano per la bestia. I giovani non hanno più nulla di umano, perché persino il loro volto è
coperto dai colori da guerra. Ralph piange disperato per le morti atroci capitate a Simone e Piggy e per la
fine dell’innocenza che l’oscurità insita nella natura umana ha portato a tutti loro. Il perfido Jack decide
perfino di bruciare tutta l’isola per cercare di bloccare Ralph con l’intento di ucciderlo. Per Ralph la sorte è
meno crudele. Il ragazzo corre verso la spiaggia imbattendosi in un ufficiale di marina la cui nave militare,
essendo stata attratta dal fumo, si era fermata proprio in quel momento davanti all’isola. In questo modo,
Ralph sfugge miracolosamente alla morte. Il romanzo si conclude con l’ufficiale di marina che chiede
informazioni ai ragazzi sopravvissuti ed esclama: “Non avrete mica ammazzato nessuno, spero“. L’uomo
viene a conoscenza di tutto ciò che è successo sull’isola deserta e dei delitti commessi. L’ufficiale rimane
basito e non riesce a capacitarsi dell’accaduto, ma in seguito si commuove e si imbarazza di fronte alle
lacrime versate dai ragazzi del gruppo. Infatti è troppo vivo in loro il ricordo della terribile avventura
fortunatamente ormai terminata. Secondo lo scrittore William Golding, i ragazzi sono definiti come la
“pianta-uomo” ancora in fase di crescita, ma purtroppo con tutti i tratti caratteristici che contraddistinguono
il mondo degli adulti. In questo caso emergono i lati più negativi e oscuri dell’animo umano, tra cui la
prevaricazione del più forte sul più debole, la superstizione, il trionfo della forza sulla ragione, la cattiveria e
perfino l’aggressività. Golding, nella sua opera, si occupa delle sue tematiche preferite come la violenza e la
sopraffazione.

Il nuovo teatro

La produzione teatrale del Novecento è ancora costituita in larga misura da commedie salottiere e drammi a
sfondo morale. Il contributo più interessante al rinnovamento del dramma nella prima metà del secolo fu
quello tentato da William Butler Yeats e Thomas Stearns Eliot di ridare vita al "teatro di poesia". L'Irish
Dramatic Movement diede vita a una ricca produzione di opere umoristiche o sentimentali, ispirate alla vita
contemporanea della nazione. Nel secondo dopoguerra iniziò un vivace rinnovamento del teatro con John
Osborne e i "giovani arrabbiati", che si sviluppò in modo più complesso con Harold Pinter, Arnold Wesker,
John Arden: fu il teatro dell'assurdo e della violenza, di quello rituale e comunitario. L'opera autorevole di

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Samuel Beckett, con le sue astrattezze metafisico-linguistiche, interpretò la fine dei valori, l'esaurimento
delle forme, la disintegrazione dei linguaggi e delle ragioni per vivere.

L'Irish Dramatic Movement, iniziato da W.B. Yeats e lady Gregory, ebbe come scopo principale quello di
creare un teatro nazionale incoraggiando la produzione di opere di argomento irlandese, scritte da
drammaturghi irlandesi. I soggetti erano derivati dal materiale leggendario e storico, oltre che dalla vita
contemporanea, e il linguaggio doveva conservare la ricchezza e la qualità immaginativa del "linguaggio vivo
del popolo". Tale programma sfociò nella creazione di un teatro al tempo stesso realistico e poetico, che,
come disse lady Gregory, doveva "avere alla base il realismo e all'apice la bellezza". Oltre a Yeats, le due
personalità più influenti del Movimento furono John Millington Synge e Sean O'Casey.

John Millington Synge (1871-1909), amico di Yeats, è famoso per la commedia amaramente ironica The
playboy of the western world (Il furfantello dell'Ovest, 1907) e per l'intenso atto unico Riders to sea
(Cavalcata a mare, 1904), opere scritte in un linguaggio poetico, nelle quali l'elemento realistico e quello
fantastico si fondono perfettamente, realizzando le teorie dell'Irish Dramatic Movement. Nella prefazione
l'autore scrisse di essere convinto che "sul palcoscenico bisogna avere la realtà", ma anche che il linguaggio
doveva possedere tutte le molteplici sfumature della poesia. Anche gli altri lavori teatrali (In the shadow of
the glen, Nell'ombra della vallata, 1903; The well of the saints, La fonte dei santi, 1905; Deirdre of the
sorrows, Deirdre l'addolorata, 1910 postumo) mostrano la forza della sua immaginazione poetica e
drammatica. The playboy of the western world è una commedia divisa in tre atti che racconta la storia
pittoresca e satirica di un giovane che riesce a farsi considerare un eroe vantandosi di aver ucciso il proprio
padre.

Sean O'Casey (1880-1964) divenne famoso come il drammaturgo dei quartieri poveri di Dublino con Juno
and the paycock (Giunone e il pavone, 1925) e The plough and the stars (L'aratro e le stelle, 1926), lavori
che mostravano un realismo amaro e satirico. In opere successive O'Casey fece ricorso a tecniche
espressioniste e simboliste, con risultati meno efficaci. The shadow of a gunman è ambientata durante la
guerrra di indipendenza irlandese, si concentra sulla falsa identità di un uomo che si pensa sia un assassino
dell’IRA.

La tappa più interessante nella storia del teatro inglese, negli anni intorno alla seconda guerra mondiale, fu
senza dubbio il tentativo di T.S. Eliot di far rivivere il dramma poetico, genere che conobbe un successo
notevole benché breve. Particolarmente interessante una nuova forma di teatro in versi che sembrò
introdurre le prime commedie di Christopher Fry (1907); in realtà, il modo dello scrittore di presentare i
personaggi e le situazioni appariva più una forma di elegante esibizionismo che una soluzione del problema
di creare un teatro moderno nella sensibilità e valido artisticamente. A phoenix too frequent (Una fenice
troppo frequente, 1946), The lady's not for burning (La signora non è da bruciare, 1949) e Venus observed
(Venere osservata, 1950) colpirono gli spettatori per l'esuberanza e il brio del linguaggio. Fry è stato anche
attore di teatro, direttore della Oxford Playhouse, traduttore, regista e sceneggiatore di film (Ben Hur, 1959;
Barabba, 1962; La Bibbia, 1966).

Samuel Beckett (1906-1989) fu la personalità più originale degli anni Cinquanta. Nato a Dublino, dal 1932
visse soprattutto a Parigi, divenendo amico e ammiratore di Joyce e scrivendo sia in francese sia in inglese,
spesso traducendo le proprie opere da una lingua all'altra. Raggiunse la notorietà nei circoli letterari con
alcuni romanzi: Murphy (1938), Watt (1953, ma scritta nel 1942) e la trilogia in francese composta da
Molloy (1951), Malone meurt (Malone muore, 1952), L'innommable (L'innominabile, 1953), i racconti brevi
raccolti in More pricks than kicks (Più punture che iatture, 1934). Tutta la produzione narrativa di Beckett ha
un'inclinazione filosofica: egli non era tanto interessato a raccontare storie, quanto a presentare situazioni e
personaggi emblematici, che mostrassero l'assurdità, la mancanza di significato della realtà e il tragico
destino dell'uomo, "un qualcosa circondato dal nulla". Beckett non credeva in nessuna forma d'azione o
salvezza: nel suo mondo non esisteva nulla per cui valesse la pena di lottare, nessuna fede, nessun ideale. I

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suoi personaggi sono generalmente imprigionati nel loro io, destinati alla solitudine, senza alcuna possibilità
di comunicazione e di mutua comprensione, incapaci di vivere nel loro breve viaggio "dal ventre alla
tomba".

La medesima visione nichilistica della vita e il tema dell'insensatezza dell'agire umano sono riscontrabili
nelle sue opere teatrali. Così, il dramma Waiting for Godot (Aspettando Godot, 1955, ma scritto in francese
nel 1953), che ottenne un successo strepitoso, presenta due vagabondi, Vladimir ed Estragon, in attesa del
misterioso Godot lungo una strada di campagna, tra chiacchiere, espressioni di sconforto e lazzi.

Waiting for Godot si inserisce perfettamente nel filone del teatro dell’assurdo, implicando situazioni
insensate, trama sterile, messaggi di difficile recezione da parte del pubblico. La storia, ambientata in uno
spazio surreale, che non consente il riconoscimento e la collocazione delle scene in ambito geografico
definito, si incentra sulle figure di Vladimiro e Estragone. I due protagonisti stanno aspettando su una
desolata strada un certo Godot. Non vi è nulla sulla scena solo un albero che regola la concezione temporale
attraverso la caduta delle foglie che indica il passare dei giorni. Godot non appare mai sulla scena, e nulla si
sa sul suo conto. Egli si limita a mandare un ragazzo dai due vagabondi, il quale dirà ai due che Godot “oggi
non verrà, ma verrà domani”. I due uomini, vestiti come barboni, si lamentano continuamente del freddo,
della fame, del loro stato esistenziale, litigano, pensano a separarsi ma alla fine restano l’uno dipendente
dall’altro. Ed è proprio attraverso i loro discorsi superficiali, inerenti ad argomenti futili e banali, che emerge
il nonsenso della vita umana. Ad un certo punto arrivano due personaggi, Pozzo e Lucy. Pozzo si definisce il
proprietario della terra sulla quale i protagonisti stanno, è un uomo crudele, tratta il suo servo Lucky come
una bestia tenendolo al guinzaglio con una lunga corda. Pozzo potrebbe rappresentare il potere del corpo,
lucky il potere della mente. I due personaggi escono di scena. Didi e Gogo, dopo aver avuto l’incontro con il
messaggero di Godot, rimangono fermi mentre si domandano “well, shall we go?”, “yes let’s go” e
l’indicazione scenica dice ironicamente “they don’t move”. Il linguaggio non riproduce più la realizzazione
della volontà individuale. Non esiste più legame tra parola e azione. Il secondo atto differisce solo in
apparenza dal primo: Vladimir e Estragon sono di nuovo nello stesso posto. Continuano a parlare. Ritornano
in scena Pozzo, che ora è diventato cieco, e Lucky che ora è muto, ma con una differenza: la corda che li
unisce è più corta, per indicare la soffocante simbiosi dei due. Rientra il ragazzo che dice che anche oggi il
signor Godot non verrà. E Vladimir ed Estragon rimangono lì mentre dicono "Well? Shall we go?" - "Yes, let's
go". E l'indicazione scenica che mette fine al dramma dice "They do not move."

In inglese God significa Dio, mentre dot significa punto. Qualcuno ha ipotizzato che Beckett abbia in questo
modo lasciato interpretare l’identità di Godot. In francese il suffisso ot significa piccolo, dando un’ulteriore
caratteristica del Dio in questione. L’opera è divisa in due atti nei quali non vi è sviluppo del tempo poiché
non sembra esistere possibilità di cambiamento. La trama è ridotta all’essenziale. Vi sono molte pause e
silenzi.

Con Aspettando Godot Beckett venne subito considerato una delle figure principali del teatro dell'assurdo,
un movimento che probabilmente trasse le proprie origini da una rappresentazione parigina del 1947 del
Processo (1925) di Kafka e, soprattutto, da un'opera teatrale di Eugène Ionesco, La cantatrice calva (1950).
Come in Ionesco, anche nei lavori di Beckett i temi dominanti sono l'assurdità della vita e la mancanza di
qualsiasi di comunicazione fra gli esseri umani. E un mondo che appare illogico e assurdo può essere
rappresentato solamente per mezzo di una nuova sintassi drammatica, sia scritta sia visuale. Il linguaggio, su
cui si basa la comunicazione, ha le proprie basi nella logica e in una corrispondenza precisa fra la realtà e le
immagini di essa che l'uomo si costruisce, ma una volta che la realtà appare illogica e arbitraria anche il
linguaggio non è più in grado di assicurare la comunicazione e diventa solo un modo di riempire il vuoto che
circonda l'uomo e si riduce a semplici formule ripetute incessantemente e inutilmente. Grande fu la sua
influenza su molti drammaturghi, soprattutto americani.

John Osborne

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Il vero punto di partenza per la rinascita del teatro inglese dopo la metà del secolo fu la rappresentazione di
Look back in anger (Ricorda con rabbia) di John Osborne, avvenuta a Londra nel 1956 e che iniziò una new
wave (nuova ondata) nel teatro inglese, ben presto seguita da una schiera di giovani drammaturghi, tutti
nati intorno agli anni Trenta, che sperimentarono molti tipi di rappresentazione teatrale, producendo un
buon numero di opere di successo. John Osborne (1929-1995) prima di approdare al teatro come attore
fece vari mestieri. Look back in anger (Ricorda con rabbia, 1956) lo rese improvvisamente famoso: il
dramma esprime il disagio di una generazione priva di radici, alla disperata ricerca di riferimenti morali. Il
protagonista Jimmy Porter è il prototipo degli angry young men, i giovani arrabbiati in rivolta contro la
società inglese e i suoi falsi valori. Essi si esprimono con un linguaggio tagliente e realistico e, pur tentando
di uscire dai condizionamenti sociali, ne rimangono irrimediabilmente prigionieri. L'opera appartiene al
filone del teatro realistico e il suo enorme successo fu dovuto non alle innovazioni tecniche o formali, ma
all'interesse suscitato dall'attualità del messaggio, espresso nella parlata quotidiana.

Harold Pinter

Harold Pinter (1930), londinese, studiò alla Royal Academy of Dramatic Art e inizialmente intraprese la
carriera di attore. Il primo lavoro teatrale, The room (La stanza, 1957) ebbe subito successo. Seguirono The
birthday party (Il compleanno, 1958) e The dumbwaiter (Il calapranzi, 1960). A questi primi tre lavori fu
applicata l'etichetta di "teatro della minaccia", perché in tutti un intervento misterioso, dall'esterno,
proiettava angoscia nella stanza chiusa dove si svolgeva l'azione. I tratti caratteristici del suo teatro sono il
rifiuto dell'ordine che solitamente la forma artistica cerca di imporre alla vita; il fatto che i suoi personaggi
continuano a "recitare", gli uni a beneficio degli altri, e risultano convincenti sul momento, ma cadono poi in
inevitabilli contraddizioni; una lingua idiomatica, piena di frasi fatte e luoghi comuni, inadeguata alle
necessità dei personaggi, così da costringerli a silenzi e lunghe pause; l'umorismo, che alleggerisce le sue
atmosfere ambigue e talvolta minacciose, influenzate dal teatro dell'assurdo di Beckett.

The Dumb Waiter è una commedia teatrale in un atto. L’azione si sviluppa in un seminterrato spoglio e
desolato dove due uomini, Ben e Gus, sono in attesa di qualcosa. Ben è il più autoritario e trascorre il tempo
leggendo il giornale, Gus invece è passivo ma è l'unico che utilizza la parola in modo positivo, facendo
domande, le quali però non trovano mai risposta. Ne derivano dialoghi vuoti, illogici, irrazionali. Nel corso
delle battute si scopre che essi sono due sicari professionisti che attendono istruzioni da un misterioso capo,
che sembra comunicare con loro tramite un calapranzi, dal quale vengono fatti scendere oggetti e messaggi.
Non conoscono la loro vittima, sanno solo che prima o poi entrerà dalla porta dello scantinato dove sono
chiusi e loro dovranno ucciderla. L'attesa è snervante ed i due riempiono il loro tempo parlando di cose
futili, in un crescente stato ansioso che li porta allo scontro verbale, sebbene non acceso. Il dramma termina
con il sipario che si abbassa nel momento in cui Ben punta la pistola verso Gus, indeciso se eliminare la sua
interiore personalità, identificata nell'opera nella persona di Gus, molto più semplice e positiva a dispetto di
quanto Ben esprima. Quale sarà la scelta: allo spettatore la propria personale valutazione.

Il teatro inglese degli ultimi decenni del Novecento presenta una versatilità che si esplica nel rappresentare
la drammaticità della vita o nel coglierne, secondo la tradizione britannica, i lati ironici e satirici. Fra gli
autori che hanno esordito dopo la fine degli anni 50 sono da ricordare:

- Alan Bennet è nato a Leeds (Yorkshire occidentale) e precisamente nel quartiere operaio Armley.
Figlio di un macellaio, dopo gli studi secondari ha vinto una borsa di studio ad Oxford presso l'Exeter
College, dove si è laureato in storia e dove è rimasto per diversi anni come ricercatore e docente di
storia medievale, finché non ha abbandonato il mondo accademico per dedicarsi al teatro.
Nonostante i proficui scambi tra televisione e teatro, il suo contributo più grande è stato quello di
contribuire all’evoluzione di un tipo di testo modellato sulle esigenze specifiche del mezzo
televisivo.

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The clothes they stood up è un romanzo breve pubblicato nel 2001. I benestanti coniugi Ransome
tornando da una serata passata al teatro scoprono di aver subito un furto nel loro appartamento. La
loro casa è stata completamente svuotata, dalla moquette ai lampadari i ladri non hanno trascurato
nemmeno il telefono e la carta igienica. Un'azione inconcepibile, forse uno scherzo o un errore, che
porterà moderato trambusto e novità soprattutto per Rosemary. The lady in the van è tratto dalla
storia vera di Mary Shepherd, che tra il 1974 e il 1989 ha vissuto in un furgone sul vialetto di casa di
Alan Bennett. Porta come cappello una scatola di cereali fissata con un velo e ha una gonna fatta di
strofinacci per la polvere. Si fa scarrozzare per la città su una sedia a rotelle ed emana un
insopportabile fetore. Ha un segreto, si ritiene responsabile per la morte di un motociclista con cui
ha avuto un incidente.
- Robert Bolt divenne famoso per A man of all seasons basato sulla vita di Sir Thomas More. Narra gli
eventi che portarono all’esecuzione di quest’ultimo, il Cancelliere di Inghilterra del 16 secolo, che
riufiutò di assecondare il desiderio di Enrico VIII di divorziare da Caterina D’Aragona, che non gli
aveva dato un figlio maschio, in modo da poter sposare Anna Bolena. La commedia lo mostra come
un uomo dai saldi valori, amato dalla gente e dalla sua famiglia e invidiato dai rivali come Thomas
Cromwell. L’autore scrisse due diverse conclusioni dell’opera. Una vedeva Cromwell e Chapuys
scontrarsi dopo l’esecuzione di More. The tiger and the horse è una commedia divisa in tre atti
scritta nel 1960. Tratta di Jack Dean, un professore di astronomia di una prestigiosa università che è
il principale candidato per il ruolo di vice-cancelliere. Ha una moglie e due figlie. La trama ruota
intorno alla richiesta di bandire le armi nucleari che era stata avanzata da Louis Flax. Egli rifiuta di
firmare la petizione, nonostante sua moglie la appoggi a pieno. Lei finisce per sentirsi poco
apprezzata dal marito. Alla fine dell’opera la moglie distrugge un ritratto del fondatore
dell’università e vi attacca la petizione, questo convince il marito a firmarla anche se questo
potrebbe rovinare le sue chance di diventare vice cancelliere.
- Tom Stoppard (1937), la cui opera d'esordio, Rosencrantz and Guildenstern are dead (Rosencrantz e
Guildenstern sono morti, 1967), riscosse un notevole successo e ripropose la tragedia di Amleto
vista da due personaggi minori, pedine in un gioco che non comprendono, in perenne attesa di
disposizioni e intenti a filosofeggiare, perfette allegorie dell'uomo contemporaneo, sballottato da
avvenimenti su cui non ha controllo.
- Peter Shaffer scrive Amadeus, un’opera teatrale in due atti scritta nel 1978 e liberamente ispirata
alla vita del compositore Mozart. il dramma racconta il presunto tentativo, senza fondamento
storico, del compositore italiano Antonio Salieri di distruggere la reputazione dell'odiato avversario
Wolfgang Amadeus Mozart. Il titolo dell'opera di Shaffer è legato all'abitudine di Mozart di usare
Amadeus come nome d'arte. D'altra parte, Amadeus non è altro che la latinizzazione di Theophilus,
uno dei nomi con cui Mozart venne battezzato. Egli ritorna sul giallo della morte di Mozart
arricchendo la leggenda con nuovi episodi romanzeschi e di una tensione narrativa che appassiona
il pubblico. La mancanza di chiarezza sulla morte del compositore ha dato origine ad alcune ipotesi
tra le quali la più inquietante sostiene che sia morto per avvelenamento. Salieri avrebbe provato
invidia per le doti musicali di Mozart.
- Terence Ratgan autore piacevole, di vena facile, commerciale, si mise in luce durante la seconda
guerra mondiale con alcuni drammi di ambiente bellico. Anche nel dopoguerra seppe far presa sul
gusto corrente, assicurandosi il successo con opere di buona fattura, non originali né profonde, ma
scorrevoli e tecnicamente valide. The french without tears La giovane inglese Diana Lake, si reca in
visita dal suo fratello Kenneth studente a Parigi con l'intenzione di flirtare con tutti i suoi compagni
di studio ed amici. Tutti cascano nelle trame della giovane intraprendente tranne uno, Alan Howard,
che tuttavia, dopo una spietata corte da parte della ragazza sarà costretto a cedere.

Tra i grandi poeti inglesi del XX secolo, Basil Bunting è uno dei più difficili da classificare. Egli è certamente
uno dei più provinciali, orgoglioso delle sue radici e della sua cultura del Northumbria, attaccato ai vocaboli

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e ai ritmi della parlata del nord. E’ considerato uno dei più sofisticati iniziatori del modernismo inglese, la cui
opera è fitta di ricordi di paesaggi stranieri. Egli faceva parte di quel gruppo di scrittori che tra le due guerre
ebbe l’approvazione di Ezra Pound. La sua produzione poetica rimane piuttosto scarna. In un certo senso la
sua poesia è caratterizzata dall’idea di riscoperta. La sua opera poetica ritorna al passato storico e
personale, intrecciando archeologia e paesaggio, memoria e sensibilità.

Larkin fin da giovanissimo coltiva la sua passione per la scrittura, scrivendo da quando aveva 21 anni vari
romanzi e racconti giovanili con lo pseudonimo di Brunette Coleman, pubblicate solo postume. È
considerato uno dei più importanti poeti del novecento. La sua opera, che ha caratterizzato la corrente
principale della poesia inglese degli anni 50 e 60 si oppone profondamente a quella di Bunting. Il suo
romanzo Jill è ambientato a Oxford, è importante non solo per il suo ritratto di una Oxford costretta dalla
guerra a un egualitarismo forzato, ma anche per l’introduzione di temi che sarebbero diventati comuni nella
letteratura degli anni 50 e 60. Poeta di riferimento dei decenni postbellici, egli registrò i cambiamenti sociali
e culturali con ironica sensibilità. Era la figura più significativa del gruppo conosciuto come The Movement,
composto da artisti che, oltre ad essere legati dalle stesse origini sociali, l’amicizia e la passione per la birra,
la pipa e il jazz, condividevano una sensibilità. La sua fu certamente una nuova voce e per certi versi
rappresentativa di quegli anni. Pubblicò sei volumi di poesie di piccole dimensioni, the north ship, the less
deceived. A partire dalla metà degli anni 50 il poeta scoprì Hardy come un nuovo modello di equilibrio
artistico. Da li abbandona lo sperimentalismo modernista, il linguaggio altisonante, a favore di forme
metriche tradizionali e una dizione semplice e precisa.

Ian Fleming è famoso soprattutto per aver creato il personaggio dell’agente 007, James Bond, dando vita
con i suoi romanzi a una nuova visione della letteratura gialla inglese. Ian Fleming fu un ufficiale della Royal
Navy durante la seconda guerra mondiale, arruolato nel Servizio Informazioni della Marina alle dipendenze
dell'ammiraglio Godfrey. Fu poi un giornalista di discreto successo. Nei primi anni della sua carriera come
scrittore, ovvero dal 1953, data di pubblicazione del suo primo romanzo Casino Royale, Fleming non ebbe
apprezzamenti da pubblico e critica. Col passare degli anni, e in particolare dal 1962, anno di approdo nelle
sale cinematografiche del primo film con James Bond, Agente 007 - Licenza di uccidere (titolo originale:
Dr.No), l'autore fu rivalutato. Ian Fleming scrisse dodici romanzi, più due raccolte di racconti brevi, con
protagonista l'agente segreto James Bond.

La narrativa di fine secolo

Gli anni novanta del novecento condividono con la fine dei due secoli precedenti la fisionomia di periodi
segnati da incertezze, ripensamenti, vicoli ciechi, ripetizioni e stanche riprese. Non si hanno chiare quali
siano le tendenze letterarie più rilevanti del tempo, è impossibile individuare uno o più grandi autori che
abbiano svolto il ruolo di numi tutelari. Nonostante il ruolo di rilevo della Gran Bretagna all’interno
dell’Unione Europea e nonostante l’importanza della lingua inglese in tutto il mondo, la letteratura
inglese mostra ancora oggi una spiccata tendenza all’insularità e ad una visione ristretta e
sostanzialmente anglo-centrica della storia. Un genere fiorente negli anni 70/80 che da ancora segni di
una certa vitalità a fine secolo è quello del campus fiction, romanzi ambientati nelle università, nei
college o che hanno come protagonisti stravaganti accademici in giro per il mondo. Tale filone è stato
inaugurato dal romanzo Jill di Larkan. La campus fiction descrive le ambientazioni accademiche e le
tensioni in seno al mondo dell’educazione superiore. Tra gli scrittori di questo genere: Tom Sharpe ,
David Lodge. In generale si più dire che la narrativa britannica recente ha esplorato quattro particolari
aree d’interesse: 1 la tradizione gotica anglo-scozzese, portata avanti e trasformata in un nuovo tipo di
narrativa urbana, 2 questioni legate al gender e alla sessualità, 3 nuove forme di scrittura storica
sperimentale, 4 accoglienza di scrittori e argomenti provenienti dal vecchio impero coloniale.

Anthony Burgess famoso per A Clockwork Orange, arancia meccanica, il suo romanzo più brillante e
sperimentale. Si tratta di una tagliente visione anti-utopica del futuro tecnologico, raccontata dal punto di

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vista di Alex, un delinquente quindicenne che si perde in fantasticherie di stupri, aggressioni e assassini
ascoltando Beethoven. Si sottopone alla cura di Ludwig, al paziente viene somministrato un farmaco che
induce nausea mentre è costretto a guardare film particolarmente violenti. L’autore sembra voler rendere i
suoi lettori complici dei pensieri di Alex obbligandoli a condividere la sua ribellione. Si esprime in nadsat, un
impasto tra il cockney e un idioma russo.

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