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La Rivoluzione Francese, con le stragi e la violenza che la caratterizzarono, mostrò i limiti della

concezione astratta e radicale della Ragione, così come era stata intesa dall’Illuminismo. Il
nuovo ordine sociale nato dalla Rivoluzione aveva travolto il vecchio regime per sostituirlo con
uno che si fondava su nuovi principi: libertà, uguaglianza e fraternità; esso aveva però distrutto la
fede in Dio e la speranza di una vita ultraterrena, promettendo al suo posto la felicità terrena.
In Europa erano intanto comparsi due movimenti culturali che sottolineavano alcuni aspetti
lasciati in ombra dall’Illuminismo.

Il Neoclassicismo
“Come la profondità del mare che resta sempre immobile per quanto agitata ne
sia la superficie, l’espressione delle figure greche, per quanto agitate da passioni,
mostra sempre un’anima grande e posata” (Winckelmann)

Il Neoclassicismo è un movimento prima di tutto artistico e si sviluppa nella seconda metà del
Settecento. Winckelmann è considerato il suo principale teorico. Dopo aver accuratamente
studiato i ritrovamenti archeologici di Ercolano e Pompei, egli propose come modello l’arte dei
greci perché essa era caratterizzata da <una nobile semplicità e una quieta grandezza>. Il
Neoclassicismo si caratterizza per l’armonia e l’equilibrio delle forme, esso riprende i personaggi
del mondo greco-romano e in generale fa sempre riferimento all’arte classica. Il Neoclassicismo
insiste molto sulla grandezza e sulla profondità delle passioni, sebbene celata da un
atteggiamento quieto e posato: questo aprirà la strada alla ricerca del sublime, tratto tipicamente
romantico.
Il Neoclassicismo è fortemente legato all’Illuminismo, l’arte greca, secondo Winckelmann,
sarebbe “la ragione tradotta in marmo”, ma già negli scritti dell’archeologo tedesco troviamo
qualche indicazione che sembra anticipare le tematiche del Romanticismo, ovvero una nostalgia
per un mondo perduto e inafferrabile e un parziale rifiuto dell’età presente.
L’attenzione si pone sulla singola personalità dell’io che esercita la ragione, ma è fatto anche di
passioni e desideri che spesso restano insoddisfatti.
In Italia i maggiori esponenti del Neoclassicismo sono Antonio Canova in arte e Vincenzo Monti
in letteratura. Monti scrive moltissime opere e aderisce al filone neoclassico. Egli sostiene che il
meglio sia già stato raggiunto dagli antichi, dunque è necessario imitarli; Monti fa conoscere
Omero, Virgilio e Dante agli italiani fortemente influenzati dalla cultura francese. Il poeta
afferma anche che tutto è già stato detto dagli antichi, dunque l’autore moderno deve dire di
nuovo le stesse cose, ma in modo nuovo; il recupero della tradizione serve anche a ricordare agli
italiani le proprie imprese gloriose. Il vero simbolo, nonché manifesto del Neoclassicismo
italiano, è la traduzione di Monti dell’Iliade di Omero (1809-11/12).

Il Preromanticismo (sebbene non tutti concordino sulla validità di questo termine) non è un
movimento unitario, ma comprende autori e correnti di pensiero che hanno in comune la sfiducia
nei confronti della ragione e condividono il ruolo di centralità attribuito all’individuo e al
sentimento. Essi, inoltre, sono pessimisti nei confronti della vita e della storia e pongono
l’accento sulle tradizioni locali e nazionali.
In Francia è grande il contributo di Rousseau, il quale mette sempre in primo piano l’individuo e
manifesta grande attrazione per la natura selvaggia, in cui l’io trova corrispondenza.
In Inghilterra si favoriva il fantastico e la soggettività in risposta alla razionalità illuminista: si
sviluppa la poesia sepolcrale, in cui il tema di riflessione era la morte e il destino dell’uomo.
La categoria del sublime diviene argomento di riflessione estetica.
Sublime è ciò che stride e contrasta, lo stupore che si prova davanti a fenomeni naturali oscuri,
vasti e violenti. Il sublime è ciò che esula dalla normalità per cercare di suscitare idee e
sensazioni vaste, una sorta di “forte sentire”, come già anticipava Alfieri. Cosa può suscitare il
sublime meglio di altro? La natura selvaggia, aspra, le immense masse d’acqua o di sabbia, le
distese ghiacciate e le montagne dirupate. Si vedano i Canti di Ossian e le opere dello Sturm und
Drang.

Lo Sturm und Drang (Tempesta e Assalto) è un movimento che nasce in Germania, in netta
contrapposizione alla cultura illuminista. Esso teorizza la libertà del genio creatore che attinge la
sua forza da un rapporto individuale e diretto con la natura. Le opere non nascono
dall’imitazione di modelli classici, ma dall’impulso delle tradizioni del popolo e soprattutto dalle
passioni del genio. In parte lo Sturm und Drang è influenzato anche dal pietismo, che suggeriva
il ritorno a una religione primitiva scevra di dottrine e animata dal cuore. Secondo lo Sturm und
Drang è necessario affermare la fantasia e il sentimento dell’individuo, lasciandosi influenzare
dalla tradizione popolare e non dai modelli classici, che tanto erano lontani dalle tradizioni
germaniche.Gli Stürmer caldeggiavano l’edificazione di una nazione tedesca che riunisse in una
Weltiteratur, letteratura mondiale, tutte le tradizioni popolari. Goethe e Schiller furono i
maggiori esponenti dello Sturm und Drang.

Il Romanticismo

Il Romanticismo storico è un movimento ideologico, culturale, artistico e letterario che si


diffonde in Europa alla fine del Settecento. I limiti della Ragione lasciano spazio all’ansia di
infinito e a tutto ciò che è sfumato e non ben definito. L’io risulta centrale e si concentra sulla
ricerca di originalità.
Il Romanticismo, sebbene abbia tratti comuni in tutta Europa, si sviluppa in date diverse nelle
varie nazioni.
1797 in Germania, con l’uscita della rivista “Athenäum” di Schlegel
1798 in Inghilterra con la prefazione delle Ballate liriche di Wordsworth e Coleridge
1813 in Francia con la traduzione francese del Corso sull’arte e la letteratura drammatica di
Schlegel.
1816 in Italia con la pubblicazione dell’articolo di Madame de Staël, Sulla maniera e l’utilità
delle traduzioni su “ Biblioteca italiana”.

I Temi del Romanticismo


Francisco Goya, Il sonno della ragione genera mostri
1799 (da Google immagini)

L’io romantico è dominato dai sentimenti e tende ad esperienze assolute. Il suo atteggiamento è
di isolamento e sfida nei confronti della società e si ripiega su una condizione di dolore e di
infelicità.
Il poeta romantico predilige le burrasche, le tempeste e la natura selvaggia perché solo questi
ambienti proiettano i suoi sentimenti e i suo stati d’animo.
Assistiamo a una rivalutazione del Medioevo poiché è proprio in quel periodo che nacquero le
moderne nazioni europee. L’intellettuale romantico è profondamente radicato nella propria
nazione ( e non si sente più cosmopolita, come nel 700).
La poesia romantica è poesia di ispirazione e va pian piano ad attingere anche alla filosofia e alla
teologia. La poetica dell’imitazione è un tratto che non appartiene al Romaticismo.
Caspar David Friedrich,Il
viaggiatore sopra il mare di nebbia (immagine da Google immagini)

Il Romanticismo in Italia

Il R. italiano nasce a Milano nel 1816, quando sulla “Biblioteca italiana” uscì l’articolo di
Madame de Staël, Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni in cui l’autrice esorta gli italiani a
tradurre anche le opere dei poeti moderni inglesi e tedeschi per cercare di svecchiare la
letteratura italiana. L’articolo suscita molteplici reazioni: da un lato i classicisti (Pietro Giordani
e Giacomo Leopardi) dall’altro i romantici (Pietro Borsieri e Giovanni Berchet). I classicisti
reagirono enumerando le glorie passate. L’arte è immutabile come la natura, bisogna dunque
imitare gli antichi che imitarono la natura. L’arte gode di norme universali. I classicisti
sostengono che la letteratura romantica vada bene per il Nord Europa, ma non per l’Italia. Le
aure sepolcrali e e il paesaggio notturno costituiscono materiale astruso per la nostra letteratura.
Dall’altro lato ci sono i romantici: essi difendono Madame De Staël e ribadiscono la necessità di
ammodernamento culturale. Non bisogna pascersi solo delle glorie passate, ma bisogna favorire
la creazione di una letteratura nazionale, fondata sulla circolazione europea delle idee. Berchet
condanna l’uso della mitologia perché è insincera, anche gli argomenti delle poesie dovevano
essere moderni, ossia posteriori alla nascita del cristianesimo. Berchet sottolinea la necessità di
un’arte popolare che doveva essere compresa da una classe media; la letteratura è una vocazione
dell’autore, il quale ha grande responsabilità nei confronti del lettore.
Il Romanticismo europeo risulta più moderato, non è caratterizzato dal fantastico e dal sublime,
ma da una poetica basata sul vero, evidentemente ereditata dall’Illuminismo. Assume anche
grande valore politico ed è legata alle vicende risorgimentali.

ADOZIONE DEL TERMINE ROMANTICO

Romantic (fine Settecento) è un animo disposto alla fantasticheria e al sentimento.

Romance: romanzo epico e cavalleresco di ambientazione medievale. L’animo romantico fu


ricollocato nel medioevo romanzo.

Romantik (Germania) il termine denota una ricchezza di contenuti filosofici. E’ un movimento


che si appellava al genio e alla sensibilità dell’artista.

ASPETTI DEL ROMANTICISMO

Di seguito uno schema sintetico degli aspetti, anche molto contraddittori, del romanticismo.
● Commistione di stili
● Rivalutazione della spiritualità, come bisogno di autoanalisi e della religiosità, come
giustificazione della sofferenza
● Irrazionalismo
● Libertà dell’artista
● Forte storicismo: rivalutazione delle epoche passate (compreso il Medioevo)
● Polemica con il classicismo
● Nascita di una cultura nazionale (si veda l’opera dei fratelli filologi tedeschi Jacob e
Wilhelm Grimm)
● Storicità dell’arte: l’arte muta nel tempo e necessita di spunti storici. Non è immutabile
● Soggettività del gusto: non vi sono canoni estetici fissi e subentra la categoria del
sublime.
● La letteratura deve essere moderna e nazionale, popolare e adeguata alle istanze del
nuovo pubblico.
● Riscoperta delle tradizioni non classiche: poesia popolare, favole, fiabe, mitologia
nazionale (germanica e anglosassone), gusto per l’esotico.
● poesia cristiana e malinconica: poesia spirituale, tenebrosa, introspettivamente
sentimentale, differente dalla poesia classica solare e amena.
● Sehnsucht (eterna irrequietezza) vs Stille (serena imperturbabilità)

IL ROMANZO: Da Werther a Jacopo (qualche appunto)


Il romanzo è il genere più popolare, in questi anni dalla Scozia arriva il romanzo storico Ivanhoe
di Walter Scott (1820)
A cavallo del secolo si impone una narrativa introspettiva più sentimentale, legata alla
confessione lirica, mirante a cogliere gli aspetti e le vicende umane. Si mette l’accento
sull’ideale, anche negativo o irrealizzato. L’eroe è travagliato, fugge nella natura, il suo animo è
caratterizzato da un’angoscia esistenziale e la voce del protagonista è viva. I capostipiti del
romanzo moderno sono Le confessioni di Rousseau (1782-1789) e I dolori del giovane Werther
(1774) di J.W.Goethe.
Si tratta di romanzi epistolari a una sola voce e la confessione scaturisce dalla tendenza
romantica che si diffonde e dalla delusione storica, come fuga di fronte alla realtà
contemporanea.
L’eroe romantico si trova a metà tra vittimismo e titanismo, anche se entrambe le caratteristiche
nascono dall’assenza di realtà. Assistiamo a una negazione/affermazione di sè attraverso il
suicidio.
Dalle esperienze europee appena citate nasce il primo romanzo italiano moderno: Le Ultime
lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo. La prima stesura risale al 1798, si susseguono molte
edizioni fino a quella definitiva del 1817. In questo romanzo assume un’importanza capitale il
tema politico e ne segue anche la scelta di dibattere argomenti contemporanei. Inoltre Foscolo
tenta di creare una lingua che ricalchi la tradizione letteraria italiana, ma che nello stesso tempo
sia attenta all’uso linguistico vivo. E’ presente la volontà di trasferire le forti passioni di un io
sofferente e lacerato sulla pagina scritta. La scelta della forma epistolare (è una raccolta di lettere
che il protagonista ha inviato da ottobre 1797 a marzo 1799 all’amico Lorenzo Alderani che le
pubblica e descrive le ultime ore e le notizie circa il suicidio diJacopo) è funzionale al tentativo
di rivivere tutti gli avvenimenti occorsi e di far sentire la presenza del protagonista costante e
viva.
Jacopo Ortis è un modello umano che aveva già avuto una storia prestigiosa a partire da Werther.
Egli scruta il proprio animo, sente fortemente (secondo la definizione alfieriana), è maldisposto
nei confronti del compromesso. E’ avverso alla società pragmatica e mediocre di cui Odoardo è
il rappresentante.
Jacopo Ortis può essere considerato una maschera di Ugo Foscolo: come lui vive esperienze
d’amore sofferenti, vive la realtà politica di esiliato, pondera la possibilità del suicidio, ma non si
tratta di un’autobiografia!

La Natura svolge un ruolo importante nel romanzo, essa non è mai un fondale neutro, bensì è
vista con gli occhi del protagonista e pertanto si carica di emozioni (positive e negative)

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