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ROMANTICISMO

Fiorisce in Germania tra la fine del 1700 e il primo/secondo decennio dell'800,


con il movimento dello “sturm und drang”, ma in ogni paese si sviluppa con i
suoi tempi ma soprattutto i suoi caratteri. Reagisce alla presenza sempre
maggiore della razionalità nell’illuminismo, fa sì che vi sia una sorta di
subordinazione progressiva della natura alle esigenze economiche e
produttive. Si era ridotto tutto a calcolo.
Il mondo viene percepito come qualcosa di finito, indagabile. Questo crea
disagio nell’uomo perché si sente limitato e quindi rivaluterà l’irrazionalità, il
mondo della natura, il senso del mistero, la fede e i sentimenti. Nel
romanticismo si diffonde una visione organicistica della natura, organismo
vivente dominato da una sua forza non misurabile.

ETIMOLOGIA
Il termine fa riferimento al concetto di romanzo, che nel medioevo indicava la
narrazione in lingua romanza (volgare italiano, lingua d'oc e lingua d'oil) di
tematiche avventurose e cavalleresche. Gradualmente dal termine romanzo si
sviluppa l’aggettivo “romantic” per riferirsi a vecchi romanzi che contenevano
narrazioni incredibili. Nel ‘600 assume valore negativo perché va ad indicare
una narrazione inverosimile. La percezione cambia nel ‘700 in cui il termine
comincia ad assumere un’accezione positiva. Si usa per indicare il fascino
della natura selvaggia, il fascino delle creature fantastiche, il fascino del
passato lontano, del mistero. Comincia da essere percepito come qualcosa di
positivo per ciò a cui faceva riferimento. In francese “romanesque,
romantique”, in italia “romantico”, in tedesco “romantisch”, “romantik” per
indicare una sensibilità inquieta, moderna, in contrapposizione con la
sensibilità classica.

GENESI
Collocabile nel circolo di Jena in Germania, che vede la partecipazione di
scrittori e filosofi come Schlegel, Novalis e Shiller. Da Jena Schlegel si sgancia
da questo gruppo e va a Berlino dove fondò la rivista “Athenaeum” che viene
pubblicata tra il 1798 e il 1800. Alla rivista intervengono anche altri poeti come
Schleiermacher, Teck, Hölderlin, Schelling. Contrasti fra l’IO e il MONDO. Si
trovano di fronte la società borghese che essi non accettano perché è votata
al guadagno, al denaro, ai beni materiali, alla scalata sociale. Tutti elementi
che contraddicono l’esigenza di una profondità dell’anima. Si assiste ad un
conflitto tra anima e mercato borghese, tra sogni e gloria all’infinito al mondo
borghese utilitaristico. Da questa sensazione di disagio si genera la Sennen
(desiderio) Suct (male), ricerca del desiderio che produce continuamente
insoddisfazione, inquietudine, malinconia, che genera il rifiuto della ragione e
l’esaltazione del sentimento e dell’arte.
Si generano una serie di atteggiamenti:
-Streben: attenzione al sempre oltre, lo sforzo. tensione verso il mistero.
-L'ironia: l’uomo può rendersi conto che la realtà è finita, limitata, e per questo
motivo non va presa sul serio; la realtà va vissuta in maniera ironica.
-Individualismo: esaltazione dell’individualismo che conseguentemente
produce una esaltazione del sentimento, mentre la ragione illuministica
eguaglia in quanto tutti pensano, il sentimento specifica, distingue, in quanto
nessuno SENTE la realtà che PENSA alla stessa maniera. Il sentimento è il
modo con cui noi sentiamo la realtà in maniera diversa da ogni altro
individuo.
-Anti-individualismo: Hegel vede nella vita in comunità l’estrinsecazione dello
Spirito; nel suo pensiero troveremo l’esaltazione delle entità nazionali, del
popolo, che non necessariamente contraddice l’individualismo, ma va ad
esaltare la collettività, l’insieme degli uomini come nazione-popolo.
-Titanismo: atteggiamento di sfida e ribellione. Fa riferimento ai titani che si
ribellano a Giove, o Prometeismo.
-Vittimismo: colui che vorrebbe ribellarsi ma non ci riesce.
-Tentativo di evasione in un mondo lontano: che può essere l’Ellade (Grecia)
-Tentativo di evasione provocata dalle droghe, dall’alcol.
-Rivalutazione del genio artistico: poeta considerato come un essere
straordinario, dotato di un genio, cioè di capacità straordinarie, oracolari,
profetiche. Attraverso il genio il poeta sa cogliere l’assoluto, il religioso... e può
rivelare questa verità che ha colto agli uomini.
-Rivalutazione di altri aspetti quali l’arte: ciò che precede e segue il processo
logico; è l’espressione stessa dell’invisibile, è il mezzo con cui il poeta
comprende e coglie la natura. Novalis dice “soltanto un artista può indovinare
il senso della vita”.
-Amore: mezzo che viene utilizzato per tentare di superare il conflitto tra l’io e
dio, vissuto in modo assoluto, la donna è una creatura fra umano è divino ed
è promessa di felicità infinita. all’amore si oppongono degli ostacoli: le
convenzioni sociali, la meschinità della società borghese. (cercare trama
“traviata”).

Attenzione alla storia, gusto per il primitivo, percepito con modalità diverse:
può essere espresso come attenzione al popolo e alle origini della nazione. Ci
si interessa alla storia dei popoli in particolare al medioevo, si scorge il
momento in cui c’è stata una coscienza nazionale. Recuperare un medioevo
fatto di leggende, di miti fantastici, più astorico che storico. Atteggiamento del
Wanderer, quello che ricerca.

POETICA ROMANTICA
L’uomo romantico vive una scissione/contrasto che esprime attraverso il
rimpianto ma che reagisce anche rivendicando il valore della poesia moderna
a quella antica (superiore). La Poesia Romantica nasce dalla civiltà, cioè si
genera attraverso l'uso della ragione (che origina la civiltà). L’uomo primitivo è
felice perché è in armonia con la natura e soddisfa tutti i bisogni dell’uomo. Si
accontenta di ciò che offre la natura.
Il romanticismo è caratterizzato dal conflitto tra uomo e natura e dalla
mancanza di armonia; questo senso di perdita viene affrontato in due fasi: il
rimpianto e la rivendicazione del valore della poesia moderna rispetto a
quella classica, che esprime direttamente l'armonia della natura. Infatti l'uomo
primitivo viveva in armonia con la natura e quindi è felice perché la natura
soddisfa ogni suo desiderio. Con l’evoluzione l’uomo inizia a generarsi altri
bisogni che la natura non può più soddisfare quindi nasce la civiltà e con
essa anche l'allontanamento dalla condizione primitiva. La poesia moderna
nasce dalla civilizzazione e quindi è anche direttamente frutto della ragione,
che è la facoltà che genera bisogni superflui. Quindi in questa fase l’uomo
cerca l'armonia al di fuori di se stesso, ma non con ingenuità. L’uomo
romantico recupera l’armonia con la natura tramite la propria ragione (il
proprio genio), quindi attraverso il rimpianto e il sentimento.
Questo concetto viene principalmente espresso da Schiller nella sua opera
intitolata “sulla poesia ingenua e sentimentale” , nel 1796. Lui prima di tutto
opera una distinzione tra la poesia classica e quella moderna. Quella classica
era ingenua perchè l’uomo la sentiva naturalmente, senza l'intromissione della
ragione quindi l’uomo era egli stesso la ragione. Mentre l’uomo moderno
percepisce e sente la natura tramite la ragione e la coglie con il pensiero, non
naturalmente. Quindi il poeta moderno rispetto al poeta antico deve lottare,
per cogliere l’idea della natura, anche con la realtà.
Due importanti poeti della prima generazione, che fa capo a Jena, furono(pag
71,72):
NOVALIS: scrive un romanzo incompiuto e gli “inni alla notte”. Essi sono
componimenti in prosa ritmica e versi, che sono stati scritti dopo la morte
della fidanzata. Quindi si può già vedere il concetto dell’amore come totalità e
la donna come promessa di una felicità eterna, che fa da ponte tra finito e
infinito, tra vita e morte e tra giorno e notte. Sotto la guida mistica della
donna, l’uomo riesce a conciliare finito e infinito e tramite la tensione
provocata dall’amore egli riesce a raggiungere la tensione alla morte, che
viene definita liberatoria. Quindi il poeta trova una nuova vita nella morte, e
concepisce la notte come momento di vera scoperta di sé e dell’amata.
HӦLDERLIN: lui scrive un romanzo epistolare “Iperione”: lui immagina che
venga scritto da un uomo greco, Iperione, il quale ama una donna che chiama
Diotima, che era anche il nome dell’amata del poeta, che però era sposata. Il
questo romanzo vengono presentati forti ideali patriottici, infatti Iperione
combatte per la patria e infine va in Germania dove pensa di trovare un
popolo senza convenzioni sociali ma rimane deluso, e questa si può
identificare anche come una critica alla società tedesca contemporanea al
poeta.
Per Hölderlin era fondamentale recuperare la poesia greca, dato che solo lì
era presentata l’armonia tra uomo e natura. Ciò può sembrare un tratto
neoclassico del suo pensiero ma non è così, in quanto la poesia greca che
Hölderlin vuole recuperare è quella di tipo dionisiaco, cioè basata sul
disordine e nella comunione con la natura senza limiti imposti dalla società. Al
contrario nel neoclassicismo si voleva recuperare la poesia apollinea, definita
da Nietzsche come “momento apollineo”. Essa era basata sulla razionalità e
sull’ordine e quindi si contrappone notevolmente con la poesia dionisiaca.
MUSICA: la musica viene concepita come uno strumento per superare
conflitto uomo-natura. Stendhal dice “le espressioni della musica vanno al
cuore, senza attraversare la mente”. Ciò è possibile anche grazie a una
grande evoluzione strumentale e tecnica, la quale porta all’espressione del
sentimento romantico soprattutto nella forma della sonata. I contenuti della
sonate possono essere divisi in due filoni: quella per la chiesa e quella da
camera. Le sonate erano generalmente scritte per due, tre o quattro
strumenti, tra cui c’era sempre il pianoforte, poi il violino o la viola… Erano
tutte divise in 3 tempi, e ogni momento era diviso in 3 momenti: la
presentazione del tema, l'arricchimento del tema, e una riproposizione del
tema stesso. Questa ricorrenza del tema fa pensare al concetto di sehnsucht,
la ricerca del desiderio o il desiderio irrealizzabile.

TRAMA DELLA “TRAVIATA” DI VERDI


Violetta Valery è una giovane cortigiana parigina, dedita al lusso e ai piaceri;
il suo protettore, il barone Douphol, non le fa mancare nulla. La vita che
conduce, però, non giova alla sua salute; è infatti ammalata di tisi. Una sera,
per dimenticare la malattia che l'affligge, invita i suoi amici a cena. È in
quest’occasione che Gastone le presenta il suo amico Alfredo Germont, un
giovane di buona famiglia che si è innamorato di lei. Dopo aver brindato
allegramente (Libiamo ne’ lieti calici), la compagnia si trasferisce nella sala da
ballo. Violetta ha un mancamento e si attarda qualche secondo; Alfredo le
raccomanda di badare di più alla sua salute, e le confessa di amarla da
quando lei gli è apparsa Un dì felice, eterea. Violetta è sorpresa, dubita di
poter corrispondere a questo sentimento; tuttavia non nega la sua amicizia al
giovane; gli dona una camelia e gli dice di presentarsi da lei il giorno dopo,
quando il fiore sarà appassito. Alfredo se ne va felice. Quando finisce la festa
e Violetta rimane sola, ripensa alle parole di Alfredo e si chiede se anche per
lei esista la possibilità di innamorarsi e cambiare vita; ma si risponde di no:
tutto quello che può fare è vivere Sempre libera e dedicarsi al piacere.
Tuttavia la voce dell’amore riecheggia nei suoi pensieri, anche se lei la vuole
respingere.
Violetta e Alfredo si sono trasferiti nella casa di campagna di Violetta, lontano
da Parigi. Qui vivono un’esistenza tranquilla, felici e innamorati. Violetta ha
ormai cambiato vita per amore di Alfredo, e a lui sembra di toccare il cielo con
un dito per la felicità (De’ miei bollenti spiriti). Tuttavia Violetta, per far fronte
alle spese, deve vendere i suoi averi; quando lo scopre, Alfredo si vergogna e
decide di partire per Parigi per onorare i debiti. Durante la sua assenza suo
padre, Giorgio Germont, arriva in casa di Violetta e la accusa di dilapidare le
sostanze del figlio. Violetta gli dimostra che non è così, e che è stata lei a
provvedere alle spese vendendo i suoi averi. Germont capisce che Violetta
prova dei sentimenti sinceri per il figlio, e che ormai ha cambiato vita. Tuttavia
le chiede di fare un sacrificio: lasciare Alfredo per sempre, perché quel legame
non è socialmente ammissibile; se continuano a vivere sotto lo stesso tetto, il
matrimonio della sorella di Alfredo non si potrà celebrare; Violetta dovrà fare
un sacrificio per questa giovane Pura siccome un angelo e per il bene di tutta
la famiglia. Violetta è sconvolta all’idea di doversi separare per sempre da
Alfredo, ma alla fine il vecchio genitore la convince. Violetta scrive una lettera
in cui dice ad Alfredo di avere nostalgia della sua vita di prima e di aver
deciso di tornare a Parigi; pur sapendo di attirarsi la rabbia e il disprezzo, per
amore di Alfredo è pronta a compiere qualsiasi sacrificio. Alfredo, in preda
alla rabbia, insulta Violetta pubblicamente.
Alfredo torna in casa proprio in quel momento, e si accorge che qualcosa di
grave dev’essere successo. Ma Violetta nasconde le lacrime, dissimula la sua
tristezza e si allontana da lui supplicando di amarla quanto lei lo ama (Amami,
Alfredo!). Dopo aver letto il contenuto della lettera, Alfredo è fuori di sé dalla
rabbia. Suo padre, che non si è allontanato, rientra in casa per consolarlo e
per cercare di convincerlo a tornare a casa con lui, in Provenza, in seno alla
sua famiglia (Di Provenza il mar, il suol). Ma Alfredo non lo sta nemmeno a
sentire, tanto è deluso e furente. Venuto a sapere che Violetta si recherà
quella sera stessa alla festa della sua amica Flora a Parigi, decide di
raggiungerla lì.
Alfredo arriva alla festa di Flora; gli invitati si preparano a passare il tempo
tra danze e divertimenti; alcune dame son vestite da zingarelle, alcuni signori
da mattatori (Noi siamo zingarelle, È Piquillo un bel gagliardo). Violetta arriva
accompagnata dal barone Douphol. Alfredo lo vince al gioco e incassa una
grossa somma di denaro. Violetta lo chiama e lo supplica di andarsene: gli
dice di essere innamorata del barone. Alfredo, ancora più arrabbiato, fa una
scenata e le getta i soldi ai piedi, chiamando tutti a testimonio che lui l’ha
pagata. Violetta sviene. Tutti gli invitati condannano questo gesto, anche suo
padre, che nel frattempo li ha raggiunti alla festa. Violetta perdona Alfredo
perché lui non può capire che lei si sta comportando così proprio perché lo
ama (Alfredo, Alfredo, di questo core).
Violetta giace a letto, ormai gravemente malata e sente che ormai le resta
poco da vivere: dice addio a bei sogni del passato e invoca il perdono di Dio
(Addio del passato). Giorgio Germont le ha scritto una lettera in cui le spiega
che ha detto tutta la verità ad Alfredo: lo ha messo al corrente del sacrificio
che lei ha fatto, e ora lui sta tornando a Parigi per chiederle perdono. Violetta
si logora nell’attesa, il tempo sembra non passare mai. Infine Alfredo arriva, e
nel rivederlo sente rinascere la speranza (Parigi, o cara); vorrebbe andare in
Chiesa a ringraziare Dio, ma sviene; si rende conto che ormai sta morendo,
proprio adesso che più che mai vorrebbe vivere (Gran Dio, morir sì giovane).
Anche il padre di Alfredo, pentito di quello che ha fatto, fa in tempo a
chiederle perdono prima che si spenga.

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