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Zmegac cap.

CAPITOLO 6

Sturm und Drang è un movimento letterario e artistico tedesco che si colloca nella seconda metà del
diciottesimo secolo. Le caratteristiche principali erano l’esaltazione della natura, i sentimenti e
l’individualismo umano, ma anche l’attacco alla cultura delle corti feudali e al razionalismo.

I fautori dello Sturm und Drang non rinunciarono affatto alla ragione, concetto fondamentale del 18esimo
secolo; soltanto, la intesero in modo diverso: la ragione era lo sviluppo naturale del GENIO. Il genio non è
più colui che, imparando, riesce a governare le leggi della fisica, a sfruttarle per il «costante progresso verso
il meglio», bensì chi, caoticamente, imprevedibilmente, riesce a percepire la natura, ad intuirla senza
pretese intellettualistiche. 

La NATURA era intesa come un’armonia invisibile, il simbolo della presenza di un ordine universale
dell’esistente. La natura viene assunta come forza vivificatrice che può essere colta solo dal Genio. i
protagonisti dello Sturm und Drang vedono nella natura il vero insegnante dell'uomo. L'uomo deformato
dalle regole della società deve ritornare ai valori veri della vita che trova solo nella natura.

In questo concetto di natura troviamo una forte influenza di Rousseau: l’uomo è buono per natura, ma la
società “sporca” la bontà e la purezza dell’uomo.

Alcuni pensieri simili a quelli di Rousseau erano presenti anche in Hamann. I suoi numerosi scritti sono
composti in uno stile soggettivo, traboccante di pensieri enigmatici e di nascoste allusioni letterarie e
mitologiche. Nelle sue opere possiamo notare la ribellione contro il razionalismo di quell’epoca.
Secondo Hamann nell’incontro con la realtà i sensi sono i più affidabili, mentre la chiave della verità è
riposta nei sentimenti. Nelle sue riflessioni di estetica si espresse a favore dello stato di “primordialità”,
Ursprünglichkeit: l’uomo della società antica, primitiva, era più vicino all’arte perché non esprimeva i giudizi
in modo razionale, bensì per immagini. Hamann fornì numerosi stimoli ai contemporanei più giovani, e le
sue intuizioni furono preservate in particolare nelle opere e nei pensieri di uno degli spiriti più universali del
XVIII secolo, Johann Gottfried Herder.

Herder. Una delle sue opere contenenti il suo pensiero è “Journal meiner Reise im Jahre 1769”, dove
riconobbe che il mondo nel quale fino ad allora aveva vissuto non rappresentava che una minuscola
porzione delle tante manifestazioni susseguitesi nel corso dei millenni.
Nel giornale di Herder troviamo più domande che risposte. Herder sosteneva che la civiltà del settecento
non è altro che una delle tante tappe del genere umano, e questo ci appare più evidente se tentiamo di
comprendere ciò che ci è lontano ed estraneo. Ogni epoca e ogni popolo possiede le proprie particolarità, e
i fenomeni alla base dei cambiamenti storici sono relativi (condizionati da fatti particolari o contingenti).
Esplorando e studiando il passato, Herder concentrò la propria attenzione sul concetto di “Entwicklung”,
sviluppo. Nell’ “Abhandlungen über den Ursprung der Sprache” (saggio sull’origine del linguaggio), riprese
la tesi sostenuta da Hamann secondo cui, l’immagine poetica era una forma di espressione naturale; Herder
però non vide in ciò il frutto di una rivelazione, bensì lo stadio di un processo, il prodotto dell’agire umano.
Secondo Herder l’uomo è fin dall’origine un essere dotato di raziocinio; la facoltà di elaborare il linguaggio è
data soltanto a lui.
L’idea Herdiana della trasformazione storica si manifesta in modo assai più ricco e ampio nella critica
letteraria. Herder sottolineava l’impossibilità di avvalersi di un criterio assoluto nel giudizio critico: non
bisogna prendere a modello norme rigide, perché in realtà sono soltanto le norme di una singola epoca. Il
compito del critico è quello di immedesimarsi nello spirito e nella forma delle espressioni poetiche per
ripercorrerne le origini. Tale pensiero fu esposto nel famoso saggio su Shakespeare, 1773.
La tragedia antica, ad esempio di Euripide e Sofocle, a suo modo era perfetta, ma da essa non bisogna
dedurre criteri da applicare all’arte di Shakespeare. Herder pone le basi dello storicismo.

Dopo il ritorno in Germania, Herder iniziò a trascrivere canti della Volksdichtung orale, poesia popolare, e
ad accumulare materiale di altri paesi e territori. Infine, unì in una raccolta intitolata “Stimmen der Völker in
Liedern”, voci dei popoli nelle canzoni, tutto il materiale raccolto: notizie folkloriche su popoli germanici,
neolatini e slavi, passi della bibbia, versi di Dante e Shakespeare e passi tratti da Ossian. Questa era una
sorta di prima antologia universale della letteratura; Herder ha contribuito a sviluppare una coscienza
dell’apporto poetico di tanti popoli, che era stata fino ad allora messa in ombra dalla tradizione classica.

Goethe è noto soprattutto per aver fondato un nuovo tipo di poesia Lirica, una lirica che esprime in modo
provocatorio il principio della libertà artistica. Nel 1773 pubblicò il dramma Götz von Berlichingen,
ottenendo così il suo primo grande successo. Goethe, ispirandosi a un modello di drammaturgia
Shakespeariano diede vita alla figura di un cavaliere nobile, incorrotto e naturale, che cade vittima degli
intrighi di corte. Ha inoltre scritto Die Leiden Des Jungen Werther, opera epistolare che narra il destino di
un individuo borghese la cui personalità incarna lo stato d’animo della giovane generazione.

Werther è un personaggio dotato di un'estrema sensibilità agli eventi esterni ed alterna momenti
ottimistici, di passione e di amore per la vita ad altri di sconforto e depressione. Werther non riesce ad
affermarsi nella società come individuo borghese a causa delle contraddizioni di quest’ultima. Il
protagonista scopre l’ipocrisia e la falsità delle classi più elevate della società, e insieme all’insofferenza per
un amore “non corrisposto”, deciderà di suicidarsi. (Albert e Lotte)

Il romanzo dette origine a un fenomeno chiamato "febbre di Werther" (Werther-Fieber in tedesco): i


giovani in Europa vestivano gli abiti indossati da Werther nel romanzo.

Suscitò anche i primi esempi di suicidio mimico (si ipotizzano duemila suicidi da parte di lettori del romanzo
negli anni successivi alla sua uscita), ragione per cui i sociologi parlano di effetto Werther quando un
suicidio o la notizia di esso suscita comportamenti similari.

Goethe scrive anche Faust, una storia che si tramanda dai tempi dei volksbucher, e che Goethe decide di
reinterpretare in un modo tutto suo.

Lenz era un drammaturgo, e pubblicò uno dei manifesti dello Sturm und Drang, il saggio “Anmerkungen
übers Theater” (osservazioni sul teatro). Veneratore di Shakespeare, l’autore si oppone alla vecchia
distinzione tra tragedia e commedia. Secondo Lenz il dramma contemporaneo non autorizza una rigida
divisione tra i due generi, perché nella vita gli elementi tragici e comici si compenetrano.

Klinger con la commedia Sturm und Drang ha dato il nome a un intero movimento. Klinger fece propria la
convinzione illuministica secondo la quale solo grazie alla collaborazione razionale si può raggiungere il
progresso della società.

Schiller.

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