Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
2017/2018
Liceo A. Pigafetta Vicenza
1 – Contesto storico-politico
Arte “degenerata” è la traduzione dal tedesco entartete Kunst, intesa come parola
d’ordine della propaganda nazista, utilizzata per educare la collettività a rifiutare
pregiudizialmente opere d’arte, nonché determinati autori e tendenze stilistiche
dell’arte moderna. Questo concetto stava ad indicare, in ambito artistico, tutto ciò che
si rifiutava con motivazioni ideologiche. Qualsiasi opera che non rientrasse nel modo
di pensare di Hitler era “degenerata”, proibita, perché compito dell’arte era esaltare lo
stile di vita ariano, cioè dimostrare la superiorità biologica e culturale dei tedeschi.
3.1 – Espressionismo
La politica di esaltazione della Germania nazista ebbe musicalmente vari esiti, spesso
drammatici: dell'esaltazione della razza ariana attraverso la strumentalizzazione della
musica di Wagner all'eliminazione di ogni riferimento a musicisti ebrei dai
programmi concertistici e dai manuali di storia. Si arrivò a cambiare i titoli degli
oratori biblici di Händel e a bandire la musica jazz perchè “creata da neri e diffusa da
ebrei”. Autori defunti come Mendelssohn e Mahler vennero banditi dai programmi
concertistici perchè ebrei mentre i viventi furono costretti all'esilio. Schöenberg, oltre
che ebreo, componeva pure musica d'avanguardia e questa era una “grave colpa” di
cui si macchiavano anche autentici tedeschi come Webern o Hindemith, gli autori di
avanguardia venivano infatti accusati di bolscevismo musicale e vennero quindi
banditi.
Nel manifesto della musica degenerata si può notare un uomo di colore dalle
sembianze scimmiesche che suona il sassofono vestito in smoking. Sull’occhiello
della giacca, in bella vista, è appuntata la stella di David. Questa immagine, diffusa in
un manifesto del 1938, sintetizza più di qualsiasi parola l’essenza della dottrina
razziale del Terzo Reich. Il jazz, appunto, era musica creata da neri e diffusa da ebrei,
il sax, suo strumento tipico, venne anch'esso bandito in quanto considerato simbolo
allegorico del fallo e strumento per la musicalità di ritmi orgiastici, assimilato a droga
e prostituzione e considerato opera del diavolo. La messa al bando di questo
strumento come appartenente alla Entartete Musik non fu priva di contraddizioni,
infatti il saxofono continuerà ad essere utilizzato per le parate della Luftwaffe,
l’aviazione militare tedesca durante il secondo conflitto mondiale.
4.1 – Schönberg: tra espressionismo e dodecafonia
Tra i compositori più criticati e soggetti alla censura del Terzo Reich emerge la figura
di Arnold Schönberg (Vienna, 1874 – Los Angeles, 1951). Tra le sue prime
composizioni ricordiamo Verklärte Nacht (Notte trasfigurata) per sestetto d'archi,
scritta in forma di poema sinfonico e ricca di cromatismi wagneriani. Durante il suo
soggiorno a Berlino (1901-1903) il suo stile inizia la sua evoluzione e lo stesso autore
parla di “sospensione” della tonalità. Il periodo dal 1908 al 1913 viene detto
“espressionista”, in questi anni le sue opere, sia musicali che pittoriche, sono
fortemente influenzate dalle teorie psicanalitiche di Freud e ciò si traduce in musica
in quello che l'autore chiama Klangfarbenmelodie, ovvero melodia di timbri.
Ricordiamo tra le opere di questo periodo Fünf Orchesterstücke, Sechs kleine
Klavierstücke e Pierrot lunaire.
Tra il 1913 e il 1923 Schönberg si prese un periodo di pausa creativa e di
ripensamento dell’esperienza atonale: il compositore sentiva l’esigenza di dare ordine
alla libera atonalità atematica e una nuova coerenza alla costruzione musicale.
Elaborò così il metodo dodecafonico: viene distrutta la gerarchia armonica del
sistema tonale a favore dell’utilizzo di una serie comprendente tutti i 12 semitoni che
non deve essere in nessun grado identica alla scala cromatica, i suoni non possono
essere ripetuti prima che la serie non sia stata eseguita completamente. Le opere
dodecafoniche più significative sono la Suite op.25 per pianoforte e le Variationen
op.31 per orchestra.
Con l’avvento del nazismo nel 1933 Schönberg fu costretto ad emigrare prima in
Francia e poi negli Stati Uniti a causa della sua confessione ebraica. L’impegno
morale del compositore ebbe modo di manifestarsi in alcune opere dodecafoniche
quali Ode to Napoleon op.41 su testo di Byron, una chiara accusa a Hitler, e A
Survivor from Warsaw op.46 che racconta le testimonianze di un sopravvissuto ebreo
al massacro del ghetto di Varsavia. Il testo è affidato ad una voce maschile che si
esprime nello Sprechengesang, il brano termina con un coro di ebrei che intonano il
Shema Israel.
Opera pittorica dello stesso Schönberg, è interessante notare il legame tra
quest’ultimo e il gruppo espressionista tedesco Der Blaue Reiter.
Bibliografia
Basso Alberto, Storia della musica. Vol.4: Il primo Novecento, il secondo Novecento,
il jazz, la popular music, UTET, Torino 2004
Sitografia