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DESTRO)
Alto Medioevo.
Dopo la morte di Carlo Magno, il Regno Franco d’Oriente attraversò un forte momento di crisi interna:
durante il suo regno, infatti, conti e marchesi erano feudatari ai quali lui affidava dei feudi, che ritornavano
indietro dopo la sua morte; uno dei suoi successori, Carlo il Calvo, permise loro di passare i feudi in eredità
ai figli, dando così inizio all’anarchia feudale, fenomeno in cui i feudatari imposero il loro potere al re.
Questo dominio finì con Ottone I che revocò questo diritto e diede, invece, più potere agli uomini di Chiesa
che non potevano cedere i loro poteri a nessun erede: in questo modo si indebolì il potere feudale e si
rafforzò quello ecclesiastico. Inoltre, Ottone I fu considerato anche il salvatore del cristianesimo poiché nel
955 sconfisse a Lechfeld gli ungheresi, allora invasori pagani d’Europa, così nel 962 ottenne a Roma la
corona d’imperatore, sottomettendo il Papa al suo potere e dando origine ad un nuovo impero cristiano,
con territori che comprendevano la Germania e parte dell’Italia settentrionale.
Ben presto lo Stato della Chiesa non accettò più la supremazia dell’impero e tale contrasto ebbe il suo apice
con Papa Gregorio VII che emanò il Dictatus Papae nel 1075 nel quale stabiliva la supremazia del Papa su
ogni potere terreno. A quel tempo l’imperatore era Enrico IV, che continuò ad eleggere vescovi provocando
la sua scomunica da parte di Gregorio VII e liberando così i suoi sudditi dall’obbligo di obbedienza e fedeltà.
Di questa scomunica ne approfittarono i feudali tedeschi che si ribellarono all’imperatore costringendolo,
quindi, ad andare a chiedere il perdono al Papa a Canossa, grazie anche alla mediazione di sua cugina, la
contessa Matilde. Questo nuovo assetto indebolì l’impero rafforzando, invece, i feudatari tedeschi che
imposero l’elezione del nuovo imperatore tramite l’elezione dei principi elettori e al sorgere dei comuni
nell’Italia settentrionale.
L’ultima ripresa dell’impero si ebbe con la dinastia degli Svevi e il suo primo imperatore, Federico
Barbarossa, che cercò di ristabilire il potere sui comuni in Italia riportando perfino una sconfitta a Legnano
nel 1776 contro le truppe militari della Lega Lombarda; la tregua si ottenne con la pace di Costanza firmata
nel 1183 con la quale i comuni si impegnavano a sottomettersi all’Impero che ne riconosceva la loro
autonomia. Grazie al matrimonio combinato tra suo figlio Enrico VI e Costanza d’Altavilla, il suo regno si
estese anche ai territori normanni dell’Italia Meridionale, fino alla Sicilia: proprio qui nacque suo nipote
Federico II che, divenuto imperatore nel 1220, organizzò il suo regno ex-novo concentrando il potere nelle
sue mani, destituendo tutti i feudatari e gettando le basi per una nuova economia e una buona difesa
militare. La base di questo nuovo stato moderno sorto sotto una forma di assolutismo illuminato fu la
Costituzione di Melfi, promulgata nel 1231.
La riorganizzazione dell’Impero avvenuta per mano di Federico II accentuò il divario tra i comuni
settentrionali e l’Imperatore e molti di questi comuni, sicuri dell’appoggio del Papa, si riunirono in una
nuova lega antimperiale, i Guelfi, che andò a scontrarsi con la lega dei comuni fedeli all’imperatore, i
Ghibellini. Tale lotta cessò soltanto alla morte di Federico II nel 1250, dopo la quale seguì un periodo di
interregno per portò alla definitiva frantumazione del Regno.
Basso Medioevo.
Il periodo dell’Interregno finì con l’elezione imperiale di Rodolfo d’Asburgo nel 1273, dando via all’ascesa
degli Asburgo che divennero la più grande famiglia imperiale d’Europa a mantenere la corona imperiale fino
al 1806, quando Napoleone abolì il Sacro Romano Impero. Gli Asburgo abbandonarono ogni pretesa di
controllo sui comuni italiani, cercando invece di arginare le tendenze di frantumazione dei territori tedeschi
causate anche dai grandi feudatari riuniti nella Lega dell’Hansa.
L’imperatore doveva far fronte anche alla nascita delle città intese come nuovi centri economici e di scambi
commerciali; vennero incentivate anche le attività finanziarie svolte dai banchieri che diventarono figure
ricche e potenti, come il banchiere di Augusta, Jakob Fugger, che prestò denaro all’allora Re di Spagna Carlo
per aiutarlo a comprare i voti dei 7 principi elettori ed eleggerlo così nuovo imperatore del Regno Franco
d’Oriente con il nome di Carlo V. il suo nuovo regno comprendeva territori che arrivavano fino alle colonie
spagnole in America e la sua idea di regnare comprendeva il desiderio di unire tutti i suoi sudditi nel nome
di un’unica religione e di un unico sovrano; tuttavia, le diversità linguistiche e culturali impedirono questo
progetto, poiché l’Europa si divise in cattolici e protestanti e il suo regno fu diviso fra altri due membri degli
Asburgo, Filippo e Ferdinando.
Lo stato Prussiano.
Nel 17° sec., per difendersi dall’attacco di Luigi XIV, l’Impero Germanico si riprese dalle conseguenze della
guerra dei 30 anni grazie al fronte unico dei principi tedeschi. Federico Guglielmo, della stirpe degli
Hohenzollern, fece la fortuna dello stato prussiano grazie ad una politica di rigore e prudenza, alla bonifica
di boschi e paludi, al miglioramento delle strutture amministrative e all’accoglienza che riservarono agli
Ugonotti francesi (cacciati dalla Francia perché protestanti) ai quali permise libertà di culto religioso in
cambio di forza lavoro. Grazie a questa ripresa economica, Federico Guglielmo strappò il ducato di Prussia
dalla dipendenza del regno di Polonia.
Il duca di Prussia divenne re di Prussia di nuovo grazie alla politica di Luigi XIV: in Spagna, nel 1655, il re era
Carlo II d’Asburgo che non aveva eredi per la sua successione, così verso la fine del secolo gli altri sovrani
europei avevano stipulato dei trattati di spartizione che volevano sia far rispettare i diritti ereditari dei
Borboni di Francia e degli Asburgo d’Austria, sia mantenere la pace in Europa. Tuttavia, Carlo II stipulò un
testamento dove affidava il trono o a Filippo V nipote di Luigi XIV, o a Carlo Asburgo figlio dell’imperatore
Leopoldo I: dopo la morte di Carlo II, Luigi XIV esortò il nipote ad accettare l’incarico senza però rinunciare
ai diritti di successione al trono francese. Questa decisione mise in allerta tutti i sovrani europei che
formarono un’alleanza contro la Francia composta da Inghilterra, Olanda, Impero Asburgico e Prussia: fu
proprio in questo frangente che Federico I di Prussia fu eletto Re.
Più della sconfitta della Francia, l’evento che segnò la fine della guerra fu la morte del nipote di Leopoldo I,
l’erede al trono di Vienna: a quel punto, l’erede diretto divenne Carlo Asburgo, colui per il quale si stava
combattendo questa guerra. Gli altri stati europei non avevano più interesse a favorire gli Asburgo e
vennero stipulati due trattati di pace (Utrecht e Rastadt) che stabilivano il primato inglese sui mari, la
cessione dei Paesi Bassi e dei domini francesi in Italia agli Asburgo e l’ascesa al potere della Prussia e del
suo re Federico Guglielmo I.
Assolutismo illuminato.
Sotto Maria Tesa e sotto Federico II si realizzò in Austria e in Prussia l’ASSOLUTISMO ILLUMINATO, che
portò una serie di innovazioni nei due stati.
L’Impero Asburgico, indebolito dalle guerre e dalla frammentazione culturale, attuò una politica
uniformatrice e centralizzata, secondo la quale vennero tolti i poteri alle assemblee regionali, venne
imposto il pagamento delle tasse alle alte cariche dello Stato che prima erano esentate e venne imposta la
lingua tedesca come unica lingua ufficiale. In Prussia, l’assolutismo illuminato si basava sul pensiero
illuministico: Federico II applicò il pensiero filosofico in politica. Il suo ideale era quello della “ragion di
Stato”, ovvero, nello stato lui vedeva un valore assoluto che non si poteva violare in nessun caso, anche a
costo della vita. Per lui poteva essere professata qualsiasi religione, purché non venissero messe in
discussione la solidità dello Stato, le gerarchie sociali e l’ordinamento dell’esercito. Inoltre, investì sulla
cultura e l’istruzione e venne migliorata l’agricoltura.
Le alleanze di Bismarck.
Nel 1870, il cancelliere del secondo Reich tedesco era Bismarck, il quale cercò di rafforzare il potere tedesco
alleandosi nel 1873 con l’Austria e la Russia attraverso il “patto dei tre imperatori” e, per impedire alla
Francia di contrattaccare o di allearsi con l’Inghilterra, Bismarck spinse i francesi alla conquista della Tunisia.
L’Impero Austro Ungarico era rimasto fuori da questo gioco di alleanze perché era troppo impegnato a
reprimere le insorgenze delle minoranze che pretendevano gli stessi diritti degli austriaci e degli ungheresi;
gli unici interessi dell’impero furono dirottati sulla politica estera e, nello specifico, sul mondo balcanico
dove, tuttavia, dovette scontrarsi con gli stessi interessi della Russia.
Con la crisi dell’Impero ottomano, la Russia estese il suo controllo sull’est Europa e, nel 1878, preoccupato
dall’espansione dei russi, Bismarck convocò il Congresso di Berlino, il cui scopo era quello di annullare in
qualche modo i vantaggi ottenuti dai russi con la vittoria sulla Turchia. Quindi, la Russia potette mantenere
solo il controllo sulla Bessarabia, mentre l’Austria prese possesso della Bosnia e dell’Erzegovina.
Tuttavia, l’Austria, allarmata dalla nuova politica espansionistica della Russia, strinse un patto difensivo con
la Germania, la Duplice Alleanza, visto che il precedente patto era ormai nullo. Preoccupata dalla politica
francese, l’Italia si avvicinò alla Germania e all’Austria stabilendo così la Triplice Alleanza.
In tutto questo la Germania, non volendo inimicarsi la Russia, stabilì con essa un patto segreto, la
Controassicurazione, dove si impegnava a fermare i suoi alleati austriaci in caso di attacco ai Balcani e,
contemporaneamente, la Russia doveva mantenersi neutrale in caso di attacco francese contro i tedeschi.
La I° Guerra Mondiale.
Il motivo principale che causò lo scoppio della I° Guerra Mondiale fu l’assassinio il 28/06/1914 di Francesco
Ferdinando, arciduca dell’impero austro-ungarico e possibile erede al trono, compiuto da due nazionalisti
servi. Il gesto fu causato dal fatto che FF era un sostenitore di quel trialismo che mirava a inserire
definitivamente la nazionalità slava nell’ambito austroungarico, mentre gli slavi ambivano all’annessione
con la Serbia.
Per reprimere qualche possibile nuova insurrezione degli slavi, l’Austria presentò un ultimatum alla Serbia,
in cui le chiedeva di riconoscere la sovranità austriaca a discapito degli slavi. I serbi, ovviamente, non
poterono accettare e il 28 luglio 1914 l’Austria dichiarò guerra alla Serbia. Questo implicò la mobilitazione
della Russia e della Francia contro i serbi e la Germania dichiarò immediatamente guerra alla Francia e alla
Russia. La Germania, inoltre, aveva intenzione di concentrarsi solo sul fronte russo e per questo motivo
attaccò la Francia dal Belgio (violando la sua neutralità) e ottenne una vittoria schiacciante che le costò,
tuttavia, la perdita del consenso dell’opinione pubblica. L’ultima mossa della Germania accelerò
l’intervento dell’Inghilterra in appoggio alla Francia e alla Russia con il suo arsenale e la sua flotta navale.
Inizialmente l’Italia si dichiarò neutrale, ma avviò le trattative con l’Austria quando si fece concreta la
possibilità di ottenere in cambio dei territori di interesse, tuttavia l’Austria non si mostrò disponibile e
l’Italia avviò subito le trattative con l’Inghilterra, stipulando il “patto di Londra”. Con questo patto l’Italia si
impegnava ad attaccare quelli che ormai erano i suoi ex-alleati e, il 24 maggio 1915, dichiarò guerra
all’Austria.
La Germania subì due sconfitte: contri i francesi nella battaglia della Marna e a Tannenberg, quando i russi
invasero la Prussia. Dopodiché la guerra si fermò nelle trincee, dando tempo alle forze dell’Intesa di
preparare la controffensiva bellica.
Nel 1917 in Russia scoppiò la rivoluzione: Lenin e Trotzkij, messa la fine al regime zarista, volevano tagliare
corto con la guerra per concentrarsi sui conflitti interni e firmarono con la Germania la pace di Brest-
Litovsk, con la quale alcune province russe vennero ridotte in condizioni di vassallaggio e la Russia pagò
ingenti indennità di guerra.
Nello stesso anno ci fu anche l’intervento degli Usa contro la Germania che aveva minacciato di far partire
gli attacchi marittimi col rischio di attaccare anche le navi mercantili americane. Il 1° aprile 1918 l’Austria
perse la battaglia di Vittorio Veneto e firmò l’armistizio, il governo tedesco fu sfiduciato dalla sinistra,
Guglielmo II abdicò e la Germania, diventata una repubblica, firmò l’armistizio finale con l’Intesa.
I trattati di pace.
A Parigi, nel 1919, furono stipulati gli accordi post-bellici: il trattato di Versailles obbligò la Germania a
restituire l’Alsazia e la Lorena alla Francia; cedette alcuni territori al Belgio e pagò tutti i debiti di guerra; con
il trattato di Saint-Germain l’Austria divenne una Repubblica e perse tutti i territori del regno.
L’Italia ottenne il Trentino, l’Alto Adige, Trieste e l’Istria.
Il dopoguerra svizzero.
Dopo la II°GM, la Svizzera, restata sempre neutrale, abbandonò man mano il suo isolamento e fornì aiuti
umanitari ai paesi in guerra, si impegnò per attuare una politica improntata sulla pace e diventò membro
dell’ONU.
Geografia fisica.
Il territorio tedesco viene suddiviso per tradizione in tre grandi aree morfologiche: a nord, il BASSOPIANO
SETTENTRIONALE, un’ampia distesa pianeggiante che occupa un terzo del paese, rappresentato soprattutto
da zone paludose, fasce di brughiera e numerosi laghi glaciali; nel mezzo la REGIONE DEI RILIEVI CENTRALI,
composto perlopiù da catene montuose di media altezza ricoperte di fitti boschi, il cui monte più alto è il
Brocken che svetta proprio in mezzo alla Germania; a sud, L’ALTOPIANO SVEVO-BAVARESE, chiuso dalle Alpi
Bavaresi, costituito perlopiù da colline di origine glaciale e dove si trova, inoltre, il lago di Costanza, il più
rande della Germania, e il Zugspitze, il monte più alto della zona.
I fiumi più importanti della Germania sono il Reno, il Weser, l’Elba e l’Oder, che sfociano nel Mar del Nord e
nel Mar Baltico, ad eccezione del Danubio e dei suoi affluenti, che seguono tutti un percorso verso est. Il
Reno e i suoi affluenti rappresentano un vero e proprio simbolo nazionale: sorge sulle Alpi svizzere,
attraversa il lago di Costanza e tutto il paese fino a sfociare nel Mar del Nord, passando per l’Olanda,
attraverso un ampio delta; esso rappresenta anche un punto di confine con la Francia.
Nel Mare del Nord troviamo le isole Frisone orientali, le Frisone settentrionali e le Halligen, un gruppo di
isole famose per essere coperte dalle maree durante la stagione delle burrasche. Il Mar Baltico presenta
profonde rientranze, i Förde, e ospita l’isola tedesca più grande, Rügen, caratteristica per le sue scogliere di
gesso.
Clima.
Complessivamente la Germania ha un clima continentale temperato. Sulla costa e sul bassopiano
settentrionale le piogge sono abbondanti, con estati fresche e inverni non troppo rigidi. In generale, questo
clima viene definito “salutare” dai tedeschi.
Nei rilievi centrali soffiano venti forti e la neve ricopre tutte le cime, mentre nella Valle del Reno le
temperature restano più elevate del resto della zona, anche se è la zona antistante alla città di Friburgo ad
essere la più soleggiata del paese.
L’altopiano svevo-bavarese è caratteristico per i suoi inverni lunghi e rigidi, fatta eccezione per la zona
attorno al Lago di Costanza, il cui clima è mitigato dalla massa d’acqua. Una particolare caratteristica è data
dalla città di Monaco, il cui cielo può risultare per lungo tempo sereno grazie al vento caldo di Föhn
proveniente dalle Alpi.
Vi sono tre espressioni tipiche che si riferiscono a particolari eventi climatici tedeschi: “die drei Eisheiligen”
(i tre santi del ghiaccio) con riferimento ai 3 giorni di freddo di maggio; “die Schafskälte (il freddo delle
pecore) che corrisponde al periodo della tosatura a giugno e, infine, “Altweibersommer” (l’estate delle
vecchiette) con riferimento alle giornate miti di inizio autunno.
Flora e fauna.
Le foreste della Germania sono considerate dai tedeschi dei veri e propri monumenti nazionali e vengono
attuate numerose iniziative per preservare i paesaggi boschivi. A sud del paese i boschi sono caratterizzati
dai latifoglie e da grandi distese di conifere man mano che si sale a nord.
Una particolare attrazione tedesca è la fioritura del fiore dell’erica che avviene a fine agosto nella brughiera
di Luneburgo a nord di Hannover.
La Germania possiede 14 parchi nazionali, 5200 aree protette e 12 riserve della biosfera riconosciute
dall’Unesco.
Popolazione.
La Germania è uno dei paesi più densamente popolati d’Europa, anche se solo un terzo della popolazione
vive nei centri urbani, infatti la maggior parte dei tedeschi vive nei piccoli centri e nelle cittadine. Le città più
popolate sono ovviamente Berlino, Amburgo e Monaco, mentre le aree più densamente popolate sono
nella Ruhr e il bacino industriale, l’area che circonda Francoforte sul Meno, la zona attorno Mannheim e la
capitale con il suo entroterra.
Negli anni ’70 la Germania visse un momento di calo demografico dato dal calo della natalità. La crescita
demografica che seguì il periodo di calo è data soprattutto all’immigrazione. Oltre a questo elemento, la
Germania presenta un alto numero di stranieri grazie all’antica legge risalente al 1913 dello “ius sanguinis”,
che dava cittadinanza tedesca anche agli stranieri che avevano antenati tedeschi, indipendentemente dal
loro luogo di nascita e di residenza.
Questa legge è stata poi riformata successivamente, introducendo nel 2000 lo “ius soli” (legge del suolo)
secondo cui i nati in Germania da genitori stranieri stabilmente residenti sul suolo tedesco potranno
ottenere la cittadinanza più facilmente. Con l’immigrazione l’islamismo è diventata la terza religione del
paese.
AUSTRIA
GEOGRAFIA POLITICA E FISICA.
È un paese situato a sud dell’Europa centrale che confina a nord con la Repubblica Ceca, a est con la
Slovacchia e l’Ungheria, a sud con la Slovenia e l’Italia e a ovest con la Svizzera, il Liechtenstein e la
Germania. È l’unico paese europeo a non avere accesso al mare insieme al Lussemburgo.
Conta circa 8 milioni di abitanti, è una Repubblica Federale ed è composta da 9 Länder, ovvero, 9 regioni a
statuto autonomo. La capitale è Vienna.
Le Alpi Orientali, le Prealpi e i Precarpazi costituiscono il territorio austriaco. Il suo monte più alto è il
Großglockner, situato nella catena delle Alpi Taure. Le zone a nord delle Alpi e delle Prealpi sono
prevalentemente pianeggianti, favorendo l’insediamento di grandi città come Linz e Vienna lungo il corso
del Danubio. Alpi e Prealpi sono di formazione geologica recente, mentre il massiccio boemo, che ospita le
zone austriache a nord del Danubio, ha origine geologica molto più antica. Gli altopiani di granito
permettono il pascolo di pecore e la relativa produzione di latte ricco di calcio.
Fiumi e laghi.
Il Danubio, come abbiamo visto, è il fiume più lungo e importante d’Austria che l’attraversa da nord-est a
nord-ovest, dando vita a numerosi affluenti importanti, come l’Inn e il Salzach. I fiumi che nascono dalle
sorgenti delle Alpi sfociano nel Danubio. In tutti il territorio sono presenti numerosi laghetti di formazione
glaciale e nella zona più occidentale dell’Austria penetra dalla Germania una piccola sponda orientale del
lago di Costanza.
Clima, flora e fauna.
Data la sua posizione, l’Austria ha un clima di tipo continentale con tre varianti: nella parte orientale il clima
presenta temperature moderate e precipitazioni annuali; nelle regioni alpine il clima è rigido con estati
brevi, inverni lunghi e abbonanti nevicate; nel resto del territorio il clima è quello tipico di transizione
centro-europeo. Grazie a queste differenze climatiche, l’Austria ha sviluppato vari tipi di flora e un vasto
numero di foreste. La fauna è quella tipica dell’Europa centrale.
Sottosuolo.
Sono le Alpi a racchiudere la maggior parte delle ricchezze del sottosuolo: all’era geologica più antica
risalgono giacimenti di tungsteno; all’età media del pianeta corrispondono le risorse di piombo e zinco e
all’età moderna risalgono le grandi scorte di carbone.
In Stiria troviamo giacimenti di ferro e nelle zone adiacenti a Salisburgo si trovano numerose risorse di
salgemma. Un’altra importante risorsa economica dell’Austria è la ricchezza di energia idroelettrica favorita
dalla direzione dei corsi d’acqua e dal turismo, favorito da un’ottima gestione del territorio e delle reti di
comunicazione.
SVIZZERA
Confina a nord con la Germania, a est con l’Austria e con il principato del Liechtenstein, a sud con l’Italia e a
ovest con la Francia. Il suo territorio è prevalentemente montuoso, composto dalle Alpi, l’Altopiano e la
catena montuosa del Giura e, tra queste, troviamo oggi circa 1800 ghiacciai le cui acque fungono da forza
motrice per l’alimentazione dei bacini idroelettrici.
I fiumi svizzeri principali sono il Reno, che sfocia nel Mare del Nord, il Rodano e i suoi affluenti del Po', che
sfocia nel Mediterraneo, e l’Inn che sfocia nel Mar Nero. Quasi la totalità delle abitazioni svizzere è dotata
di impianti di depurazione dell’acqua, rendendo questa unica materia prima svizzera potabile ovunque.
Nel Ticino e nelle valli meridionali vi è un clima mediterraneo, caratterizzato da piogge abbondanti in
primavera e autunno; nel Giura e nell’Altopiano le estati sono umide mentre gli inverni sono freddi e secchi.
Le zone più secche sono le Alpi centrali e il Vallese, mentre in alcune zone la neve è presente tutto l’anno.
Data la loro vitale importanza per l’ambiente e per il turismo, i boschi sono estremamente protetti dagli
svizzeri, con un divieto di riduzione della superficie boschiva che vige dall’inizio del 20esimo secolo.
Le Alpi svizzere rappresentano anche il punto di incontro di grandi aree culturali e linguistiche: il francese, il
tedesco, l’italiano e il retoromanzo. Le prime due sono le lingue più diffuse sul territorio, mentre l’italiano è
parlato soprattutto in ambiente lavorativo dagli immigrati; il retoromanzo è una lingua che risale ai tempi
degli insediamenti del 13esimo secolo, quest’ultima lingua si è frantumata in più idiomi nel corso del
tempo, arrivando oggi ad essere parlata da poco più dello 0.5% della popolazione svizzera totale. Tuttavia,
ogni prodotto è descritto nelle tre lingue principali e ogni documento viene rilasciato in tutte e quattro le
lingue ufficiali.
La posizione cruciale nel cuore dell’Europa ha fatto sì che la Svizzera sia diventata, sin dall’antichità, luogo
di flussi commerciali e di transito dei pellegrini verso Roma; con l’apertura della Galleria del San Gottardo
nel 1980, la Svizzera ha il traforo automobilistico più lungo al mondo.
Nonostante la diminuzione del tasso di natalità degli ultimi anni, la Svizzera ha registrato negli ultimi due
decenni un aumento considerevole della popolazione, grazie soprattutto all’alta percentuale di stranieri e
all’immigrazione stabile.