Nella prima metà del 500 in Europa nacque l’ultima grande monarchia universale.
Carlo V nacque dall’unione di Filippo d’Asburgo e Giovanna detta “La Pazza”.
Da parte materna egli ricevette nel 1516 la corona di Spagna e i suoi vasti domini in Italia,e alcuni territori
nelle Americhe.
Inoltre Carlo era il nipote di Massimiliano I d’Asburgo, che oltre ad essere imperatore del Sacro Romano
Impero, controllava altri territori: i domini austriaci che aveva ereditato dal padre, e quelli borgognoni della
moglie Maria di Borgogna.
Grazie ad un efficace politica patrimoniale fu possibile trasmettere tutti questi possedimenti al nipote di
Massimiliano, Carlo.
Il sogno universalistico di Carlo V mira a realizzare la missione voluta da Dio di governare la Terra e
garantire così l’ordine nel mondo, a garanzia della pace e difesa dagli infedeli islamici, dell’unica fede
cattolica sostenuta in funzione anti-protestante e dell’unità politica sotto la guida suprema dell’imperatore.
Il sogno tuttavia si scontra con la divisione dell’Europa in Stati nazionali, le lacerazioni prodotte dalla
Riforma e i nemici dell’unità imperiale che sul fronte esterno sono il re di Francia Francesco I che gli
contendeva il dominio sull’italia e sulla borgogna e gli Ottomani guidati da Solimano I in lotta per il
predominio del Mediterraneo mentre sul fronte interno sono i principi protestanti tedeschi che aderendo
alla riforma protestante avevano contestato l’universalità dell’imperatore e della chiesa.
La morte di Massimiliano d’Asburgo portò ad una competizione per il trono imperiale tra Carlo V e
Francesco I, re di Francia. Il re di Francia, vedeva il giovane Carlo come una minaccia dato che i suoi domini
circondavano lo stato francese e un ulteriore ostacolo verso il suo desiderio espansionistico in Italia e nel
Mediterraneo.
Entrambi i sovrani si allearono con i principi elettori pagando loro cuspiche somme di denaro. In particolare
Carlo con il sostegno finanziario dei Fugger, bachieri molto imporanti dell’epoca, comprò il voto di ben 7
principi elettori.
Carlo ottenne nel 1519 il titolo imperiale con il nome di Carlo V
Carlo V volevo restaurare il progetto di ritorno alle glorie della Roma imperiale. Carlo era devoto ai valori
evangelici del cristianesimo e considerava la religione cattolica come una dottrina fondata sulla giustizia e
sulla compassione per le sofferenze altrui, una religione di pietà. Era allo stesso tempo devoto alla
cavalleria e alla gloria militare.
La prima rivolta però arrivò ad un anno dall’acquisizione del titolo imperiale, proprio quando Carlo dovette
partire alla volta della Germania per l’incoronazione imperiale, la città della Castiglia e dell’Aragona
insorsero. La richiesta dei comuneros era basata sull’allontanamento della corte straniera, un sistema di
imposizione fiscale più equo e il ripristino delle tradizionali automie locali. La rivolta venne sedata,Carlo si
stabili in Spagna e sposò la principessa del Portogallo.
SCONTRI CON FRANCESCO I:
Gli eserciti di Carlo e Francesco si scontrarono prevalentamente nelle zone dei Pirenei,della Borgona,delle
Friande e sopratutto nella penisola italiana.
Per Francesco l’acquisizione degli Stati Italiani avrebbe rafforzato le posizioni del regno francese in europa,
e avendo una forte fede cristiana avrebbe anche rinnovato l’alleanza con il pontefice e si sarebbe
riguadagnato il titolo di Sua Maesta Cristianissima.
Per Carlo V il progetto dell’acquisizione degli Stati Italiani avrebbe significato proteggere l’Europa dalla
minaccia Ottomana.
La battaglia di Pavia
Con il trattato di Lione(1504), il ducato di Milano era nelle mani della corona francese. Ma nel 1512 il duca
Massimiliano Sforza era riuscito a riprendere il controllo su Milano grazie ad alcuni fanti svizzeri. Francesco I
però con la battaglia di Marignano (1515) riesce a volgere la situazione nuovamente a favore dei francesi
che con la pace di Noyon ottengono l’ufficiale controllo del settentrione. Quando però salì al potere Carlo,
aggiunse ai suoi obbiettivi quelli di conquistare la Lombardia per aprire nuovamente la via asburgica, che
avrebbe facilitato i collegamenti tra la penisola iberica e i suoi alleati in Italia e in Austria.
Lo scontro ebbe luogo a Pavia nel 1525, Francesco I venne imprigionato e successivamente liberato grazie
ad una somma ingente di denaro, mentre Carlo V vinse. Quando il re di francia fu nuovamente libero
organizzò una lega con Carlo la lega di Cognac (1527) alla quale aderirono lo Stato Pontificio, Genova,
Venezia,Firenze e Milano. Si presento però disunita e poco coordinata.
Il sacco di Roma
La scoperta delle lega anti-imperiale e sopratutto il voltafaccia del pontefice suscitarono in Carlo V molta
indignazione cosicchè radunò un esercito di 12 mila lanzichenecchi, mercenari tedesci molto feroci, e
ordinò loro di incombere su Roma. Questo sacco prosegui per mesi e lo stesso pontefice dovette rifugiarsi
tra le mura del castel Sant’Angelo.
A Firenze si riaprì lo scontro interno per il governo delle città che venne riproclamata come una Repubblica.
Il papa, che dovette cedere dei territori delleo Stato pontificio e che vedeva la sua rete di alleanze
sgretolarsi cercò un riavvicinamente con Carlo V. Con il trattato di Barcellona 1529, il papa Clemente VII
offriva il suo appoggio e Carlo in cambio si impegnava nella restituzione delle terre sottrate al pontefice e a
riportare i medici a firenze cosi da porre fine ai conflitti interni. Anche Francesco I scese a patti con Carlo e
con la pace di Cambrai chiamata anche pace delle due dame (perchè frutto della stess zia di Carlo e madre
di Francesco) Francesco I prese come sposa la sorella di Carlo Eleonora. Ma la cosa più importante fu che
Carlo aveva l’effettivo dominio sul ducato di Milano, Francesco I rinunciava alle pretese sul regno di Napoli,
Carlo rinunciava alla Borgogna.
Nel 1530 carlo V ottenne anche il titolo di re d’Italia.
Francesco I, non esitò ad allearsi con i due più temuti nemici di Carlo: gli Ottomani e i principi tedeschi
protestanti. Lo scontro fù talmente lungo che nessuno dei due sovrani riuscì a vederne la fine. Francesco
morì e Carlo V ormai stanco delle guerre abdicò e divise l’impero tra il fratello Ferdinando che acquisì il
titolo imperiale, l’Austria e la Boemia, mentre al figlio Filippo II diede la corona spagnola, i territori
americani,i Paesi Bassi e l’Italia.
Lo scontro continuò tra Enrico II figlio di Francesco e Filippo II erede di Carlo. Lo scontro decisivo si svolse a
San Quintino nel 1557 dove la Spagna riportò un importante vittoria, possibile anche grazie al contributo
del duca di Savoia Emanuele Filiberto. Una nuova pace venne firmata a Cateau-Cambresis nel 1559. I
territori della penisola rimasero sotto il dominio della corona spagnola che ebbe il possesso del ducato di
Milano, regno di Napoli,dello Stato dei Presidi (insieme di fortezze in Toscana), e poteva contare
sull’alleanza con la repubblica di Genova che aveva a sua volta ottenuto il possesso della Corsica e del
Ducato di Savoia.
La fine delle libertà italiane:
Sessant’anni di guerra furono molto rilevanti per gli Stati Italiani che si trovarono a subire il continuo
controllo esterno da parte delle principali dinastie europee. Significò per la penisola perdere il ruolo di
centro economico e politico che durante il Medioevo aveva ricoperto un ruolo fondamentale.
Gli Stati Italiani settentrionali che fino al quel momento avevano mantenuto una certa autonomia, vennero
anessi al Regno di Sicilia e di Napoli. Solo Venezia e Genova rimasero autonome senza però una nuova
fortuna economica. La Toscana divenne granducato nel 1569, quando i Medici riuscirono a riprendere il
potere, tuttavia anche in questo caso, le glorie economiche erano solo un ricordo.
Contro gli Ottomani:
Carlo V si sentiva il difensore della cristianità e per questo motivocercò in tutti i modi di contrastare
l’espansione degli Ottomani di Solimano I, che da sempre contendevano il dominio delle rotte commerciali
sul Mediterraneo. I turchi grazie al corsaro Khair al-Din detto anche “il Barbarossa”,conquistarono alcuni
Stati barbareschi dell’Africa settentrionale: la Tunisia,l’Algeria e parte del Marocco.
Carlo V, sentendosi sempre più minacciato, decise di intervenire anche perchè nel 1535 il Barbarossa era
riuscito a conquistare Tunisi, che costituiva una vera e propria base di partenza per una conquista. Carlo si
alleò con la Repubblica di Genova,il papa e il re del Portogallo e allestì una flotta di centinaia di navi e pose
sotto assedio la città di Tunisi. Il Barbarossa allora raccolse molti schiavi cristiani e decise di usarli come
scudi umani. Questi schivi cristiani però, riuscirono a ribellarsi, il barbarossa scappò in Algeria e ciò permise
all’imperatore di fare il suo ingresso imperiale il 21 luglio 1535.La presa di Tunisi però si trattò solo di una
vittoria effimera che non modificò gli equilibri di otere nel Mediterraneo.
VERSO UNA RIFORMA DELLA CHIESA
La crisi della cristianità
Il successo di Carlo V fu un successo di breve durata perchè in Germania i principi protestanti erano ormai
in aperta rivolta.
Questo conflitto ebbe origine con una grave crisi che investi la via spirituale della Chiesa all’inizio del 500.le
motivazioni erano numerose e riguardavano tutte la corruzione dei costumi ecclesiastici e l’eccessivo
interesse del vescovo di Roma per le faccende temporali.
I papi del Rinascimento
Il papato tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo era diventato molto più simile a una signoria
rinscimentale, infatti i papi erano sempre pi+ù interessati alla politica e al mecenatismo che non a
governare una Chiesa sempre più corrotta.
Le indulgenze:
I vescovi avevano come prima preoccupazione quella di trasferirsi a Roma e mantenere alto il tenore di vita
richiesto dalla competizione politica intorno alla corte papale. Spesso ricorrevano a prestiti bancari e in
poco tempo si promosse un inedito mercato: quello delle indulgenze, che consisteva nell’assoluzione dei
peccati di un fedele in cambio di una determinata somma di denaro.
La mancanza di controllo dei vertici ecclesiastici sul basso clero,in quanto i vescovi erano spesso assenti
dalle loro sedi, permetteva il vasto proliferare di peccati come la simonia e il concubinato. In tutta l’Europa
si diffusa il malcontento legato a una Chiesa corrotta e lontana dai fedeli.
Tra XV e XVI secolo, la corruzione e l’abbandono delle anime raggiunsero livelli inauditi e provocarono un
forte moto di riprovazione nel mondo cristiano. I fedeli cominciarono a manifestare la loro opposizione
verso la Chiesa in tutta europa ma soltanto alcuni ordini mendicanti risposero alla necessità dei fedeli.
Le condizioni per una riforma erano ormai mature. Non era scomparsa l’esigenza di una religiosità più
intima, di un approccio individuale ai testi sacri. I preti più volte, davanti alla convocazione di un concilio si
opponevano perchè temevano la discussione interna della Chiesa.
In Germania le tensioni erano amplificate da problemi di natura fiscale e politica. Al contrario la francia e
l’inghilterra erano riusciti ad esercitare un’azione sugli introiti della Chiesa e a ridurne i priilegi. In germania
i privilegi economici della Chiesa erano rimasti intatti a causa del potere dei vescovi sulla nomina imperiale.
LA RIFORMA PROTESTANTE
Le indulgenze in Germania:
All’inizio del 500, il mercato delle indulgenze si sviluppò particolarmente in Germania e venne condotto da
Alberto di Brandenburgo un vescovo spregiudicato. Il vescovo era gia titolare di due diocesi e intendeva
ottenere il titolo di arcivescovo di Magonza che lo avrebbe portato ad essere un grande elettore
dell’impero. Ma era vietato accumulare così tante cariche, quindi il vescovo versò a papa Leone X una
grande somma di denaro,prestatagli dalla banca dei Fugger. Per restituire i soldi ai Fugger, riscosse per 8
anni le indulgenze nelle sue diocesi e ne affido la raccolta a un frate domenicano Johann Tetzel.
Appena eletto imperatore, Carlo V fu impegnato nella risoluzione di gravi problemi religiosi e sociali
provocati dalle idee di Martin Lutero, un monaco tedesco che con le sue rivoluzionarie proposte di Riforma
della Chiesa minacciava di spezzare l’unità dell’impero e di tutta la cristianità europea.
Lutero, professore di teologia nella nuova università di Wittenberg, era giunto alla certezze che le “opere”,
le “buone azioni” senza la fede sono inutili e prive di valore. Ma questo principio contrastava la religiosità
del tempo, basata soprattutto sulle pratiche esteriori del culto, su una fede vissuta più come accettazione
dell’autorità della chiesa, come forza interiore.
Ciò che scandalizzava maggiormente Lutero era la convinzione, diffusa tra i cristiani, che per salvare l’anima
bastassero le indulgenze bandite dal Papa.
Proprio negli anni della sua ricerca teologica, le città e le campagne erano battute da frati inviati
dall’arcivescovo di Magonza per la vendita delle indulgenze; chiunque poteva comprare delle indulgenze
per ridurre la pena in purgatorio alla sua anima o a quella di un congiunto.
I soldi raccolti dalla vendita delle indulgenze in parte sarebbero andati al vescovo di Magonza, in parte al
papa per completare la costruzione della basilica di San Pietro a Roma.
Scandalizzato da questo commercio di cose sacre Lutero il 31 ottobre del 1517 pubblicò sul portone della
Cattedrale di Wittenberg 95 Tesi nelle quali sosteneva che solo Dio Aveva la facoltà di rimettere i peccati, e
non il Papa. Due anni dopo il Papa Leone X, dopo aver tentato invano di portare Lutero a Roma per
processarlo come eretico, emanò una bolla di condanna contro il frate ribelle; ma Lutero bruciò
pubblicamente la bolla pontificia .
A questo punto l’imperatore Carlo V, che voleva evitare la rottura con Roma, invitò Lutero a piegarsi alla
sua volontà; poi nella Dieta dei principi riunita a Worms nel 1521, di fronte a un ennesimo rifiuto di Lutero,
lo mise al bando dall’impero. Ma prima che la condanna potesse colpirlo, il frate ribelle era stato rapito e
nascosto nel castello di Wartburg dal Principe di Sassonia suo sostenitore.