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Il 500

Il sedicesimo secolo è caratterizzato dalle grandi scoperte geografiche che cambiano


completamente l'asse dell'economia europea, infatti questa si sposta verso
l'atlantico, e il Mediterraneo vede ridimensionato molto il suo ruolo; inoltre l'Italia
del 500 cessa di essere politicamente indipendente, poiché gli Stati regionali non
sono più in grado di opporsi agl’eserciti delle grandi monarchie europee. In questo
periodo ci sono anche diversi conflitti religiosi che porteranno alla rottura dell'unità
della chiesa cristiana d'occidente. In più ci fu anche un forte aumento della
popolazione soprattutto verso le città che poi però andrà a fermarsi verso la fine del
secolo.
Conquiste Spagnole
La vera conquista del continente sudamericano avviene nel 1519 ad opera di Hernan
Cortes, infatti Cristoforo Colombo con la sua spedizione aveva appena conquistato le
Antille, mentre gli spagnoli arrivarono dapprima sull’altopiano del Messico, dove
viveva una civiltà molto antica e ben organizzata a livello politico, sociale ed
economico, gli aztechi, i quali però imponevano alle popolazioni circostanti dei
tributi molto alti, e l’insofferenza da parte di queste popolazioni fu determinante per
aiutare gli spagnoli a sterminarli. Gli spagnoli erano comunque avvantaggiati, perché
avevano le armi da fuoco, i cavalli e sfruttarono anche il mito degli aztechi, i quali
aspettavano l'arrivo di una loro divinità, e quindi nel giro di pochi decenni gli
conquistarono l'altopiano del Messico distruggendo la civiltà azteca. Nel sud del
Messico distrussero l'impero dei Maya e poi arrivarono fino in Perù dove c'era
l'impero degli Incas e successivamente conquistarono anche gli altri stati
sudamericani che oggi conosciamo con il nome di Colombia Cile e Argentina.
L'organizzazione politica e sociale che gli spagnoli attuarono nei territori conquistati
rispecchiava quella del loro paese: un modello feudale in cui c'erano diversi organi e
cariche per amministrare le colonie, fino ad arrivare al viceré che sullo stato
coloniale faceva le veci del sovrano. Gli spagnoli furono capaci anche di distruggere
l'organizzazione economica di queste popolazioni, sia perché abolirono la proprietà
comune ed anche la gestione collettiva dei lavori, inoltre introdussero l'uso della
moneta abolendo baratto. I conquistatori erano accompagnati da monaci i quali
vedevano queste popolazioni Indios come nemici di Dio da convertire. Gli spagnoli
portarono anche diverse malattie come il morbillo per cui gli Indos non avevano le
difese immunitarie, inoltre le popolazioni conquistate venivano molto sfruttate nei
lavori delle miniere per l'estrazione dell'oro dell'argento e questo fece sì che circa 70
milioni di indios persero la vita. Il Brasile invece fu affidato dal trattato di Tordesillas
al Portogallo, il quale si comportò diversamente valorizzando economicamente i
territori coltivando e poi esportando cotone, caffè, zucchero e tabacco.
Tra la fine del quindicesimo secolo e la metà del sedicesimo l'Italia fu un campo di
battaglia per le monarchie europee di Francia e Spagna e per l'impero tedesco,
infatti nel 1494 Carlo ottavo di Francia decise di fare una spedizione a Napoli per
conquistarne il regno, ma ben presto dovette ritornare in Francia poiché si stava
formando una Lega anti-francese. Il suo successore Luigi dodicesimo nel 1500
organizzò un'altra spedizione in italia con la quale conquistò Milano. il conflitto tra la
Spagna e la Francia per la conquista del territorio italiano proseguì per diversi anni
alternando alleanze diverse.
Nel 1516 Francesco primo succedette a Luigi dodicesimo, mentre Carlo d'Asburgo fu
il nuovo re di Spagna e anche l'imperatore del sacro romano impero con il nome di
Carlo quinto. Carlo quinto si trova a regnare la Spagna, l’Austria e l’impero romano,
e l'unico che a contrastare il suo potere era la Francia. Proprio in questo periodo di
contrasto tra Carlo quinto e la monarchia francese ci fu il sacco di Roma che fu
voluto proprio da Carlo quinto per opera di alcune truppe mercenarie tedesche, i
famosi lanzichenecchi. Questo ebbe un forte impatto emotivo sulla città perché la
maggior parte di questi soldati erano seguaci di Martin Lutero, il monaco tedesco
che aveva provocato la scissione della chiesa Romana.
Alla morte di Francesco primo il nuovo re di Francia fu Enrico secondo il quale
spostò l'asse del conflitto dall’Italia alla Germania con la con l'appoggio di alcuni
principi dei protestanti tedeschi. Nel 1556 Carlo quinto abdicò e divise l'impero tra il
fratello Ferdinando primo e il figlio Filippo secondo, la guerra tra i due stati ossia la
Spagna e la Francia si concluse nel 1559 con la pace di Cateau-Cambresis che regalò
gli equilibri in Italia per circa mezzo secolo e lasciando Napoli e Milano agli spagnoli
con una stretta alleanza con lo stato della chiesa e con il gran ducato di toscana
governato dai Medici.

La riforma protestante e Martin Lutero


All'inizio del 500 si avvertiva l'esigenza di una riforma da parte della chiesa, la quale
si intrometteva troppo nelle questioni temporali. La chiesa era troppo corrotta,
infatti il Papa proprio per tenere alto il livello dei nomi della chiesa continuava a
vendere indulgenze ed inoltre c'era una scarsa preparazione teologica del clero. Il
primo che si oppose a questo sistema fu il Monaco agostiniano tedesco Martin
Lutero, il quale contestava innanzitutto la vendita delle indulgenze, poi diceva anche
che molte cose dette dalla chiesa non erano scritte nella Bibbia, ma erano state
inventate per i suoi interessi. Lutero vedeva quest’istituzione non solo corrotta, ma
anche tirannica; diceva infatti che l'unica cosa che contava veramente era avere una
fede molto forte, sostenendo che non c'era bisogno di sacerdoti, santi, ma ogni
credente che conosceva la Bibbia seguendo la via della fede poteva essere un buon
cristiano. Martin Lutero fu immediatamente scomunicato dalla chiesa cattolica però
venne appoggiato dal principe del palatinato di cui lui era suddito. L'invenzione della
stampa fece diffondere ancor di più la dottrina di Lutero, il quale cominciò a
tradurre la Bibbia in tedesco e ne diffuse moltissime copie. Il distacco con la chiesa
cattolica diventava sempre più grande, poiché molte persone erano stanche
dell'comportamento della chiesa. Ci furono altre persone che seguirono l'esempio di
Lutero, fra tutti ricordiamo il teologo riformista Giovanni Calvino in Svizzera, il quale
era ancora più riformista di Martin Lutero, valorizzando soprattutto il lavoro
dell'uomo, considerato come una missione che se fatta bene dava gloria a Dio.
In Inghilterra Enrico ottavo quando il Papa gli rifiutò l'annullamento del suo
matrimonio, se ne distaccò costituendo la chiesa anglicana proclamandosi capo di
essa. Il Papa allora pensò di istituire un concilio per risanare queste divisioni
all’interno della chiesa (in Italia il bisogno di riforma della chiesa era minore perché
non c’era tanta ostilità nei confronti della curia romana), però il concilio di Trento
fallì come occasione di ripacificazione della chiesa, la quale proclamò una netta
chiusura nei confronti di tutte le innovazioni introdotte da Lutero e reagì
potenziando il suo apparato repressivo (tribunale dell’inquisizione e creazione
dell’indice dei libri proibiti).

L’Europa alla fine del 500


Anche dopo la pace di Augusta del 1555 le guerre di religione continuarono a
insanguinare l'Europa. In Francia oltre problemi economici e finanziari dovute ai 50
anni spesi per la guerra per conquistare il suo italiano, iniziò un contrasto sempre
più forte tra i cattolici e i protestanti i cosiddetti ugonotti, scatenando una guerra
civile. L'editto di Nantes stabilì una soluzione di compromesso per la convivenza tra
protestanti e cattolici; la Francia fu poi governata da Enrico di Borbone(4°), il quale
era protestante, però prima di salire al trono rinuncia alla sua fede diventando
cattolico, poiché era la religione più diffusa. Anche nei Paesi Bassi ci fu un forte
conflitto religioso, poiché c'erano molte comunità protestanti e ad esse si unì anche
una protesta economica, perché i Paesi Bassi da tanti anni erano dominati dagli
spagnoli che imponevano tasse alte e dopo una lunga guerra riuscirono ad ottenere
l'indipendenza. In Inghilterra invece ci fu prima il regno protestante di Eduardo sesto
e poi quello cattolico di Maria Tudor, infine il lungo regno di Elisabetta
filo-protestante; in questo periodo questioni religiose, politiche ed economiche
accesero una forte rivalità tra Inghilterra e Spagna che arrivò all' apice quando
l'Inghilterra apoggiò apertamente la rivolta degli olandesi contro gli spagnoli, e nel
1558 Filippo 2° di Spagna inviò la famosa armata invincibile nel canale della Manica,
ma gli inglesi riuscirono ad avere la meglio, e da allora inglesi e olandesi si allearono
per i traffici dell'oceano non solo verso l'America ma anche attraverso le coste
dell'africa e l’Asia orientale. La Spagna invece era impegnata nel mediterraneo
contro i turchi, che negli ultimi anni si erano espansi molto, fino ad arrivare alla
conquista di Cipro. Quindi la flotta della lega santa, formata da papato, Spagna e
Venezia, inflisse una sconfitta ai turchi che li allontanò dal mediterraneo per lungo
tempo.

La società e la cultura
Rinascimento
Il processo iniziato da Petrarca e poi rilanciato dagli umanisti del primo 400 ruotava
intorno al concetto di rinascita, tutto quello che nel medioevo era stato dimenticato
ignorato ora poteva rifiorire, ma è una rinascita che in Italia non sia in ambito sociale
politico ed economico, ma in ambito culturale e artistico; infatti appartengono a
questo periodo il grande architetto Leon Battista Alberti, il pittore ingegnere filosofo
Leonardo da Vinci e lo scultore, poeta, architetto e pittore Michelangelo Buonarroti
e mentre l'Italia era al di sopra di tutti nelle arti e nella cultura in questo periodo
perdeva sempre più prestigio. Nel passaggio dal 400 al 500 comincia a manifestarsi
la crisi italiana in tutta la sua gravità, a cominciare da Firenze dove il frate
domenicano Savonarola predica contro la corruzione della famiglia dei medici, infatti
dopo la morte di Lorenzo dei medici, in città si era affermato un nuovo regime
ispirato al rigore morale e teologico del frate. La chiesa era spaventata da ciò che
predicava Savonarola poiché le sue idee manifestavano l’urgenza di una riforma
della società cristiana e per questo fu processato e giustiziato.

Il lato oscuro del 500


La predicazione apocalittica cominciata da Savonarola continuò e non solo da parte
di persone analfabete, ma anche uomini colti di chiesa. Inoltre era molto diffusa
l’astronomia e l'astrologia; anche la chiesa riconosceva l'astrologia cioè lo studio
degli astri che influenzavano la vita dell'uomo. inoltre si pensava che quando le
stelle indicavano qualcosa, era come una diagnosi e bisognava agire per manipolare
la situazione attraverso la magia.
Scienze occulte
Intanto nacque anche l'alchimia, l'antenata della chimica moderna, che aveva come
scopo quello di manipolare la materia. questa però confina con il mondo della
stregoneria, alla base delle persecuzioni della stregoneria vi era l'idea che vi fossero
individui dotati di poteri misteriosi capaci di nuocere le altre persone e loro stessi; ai
credeva inoltre nelle streghe che si pensava dessero la loro umanità in cambio di
poteri eccezionali al demonio.

Filosofia vs Fede
La chiesa nel 500 oltre a contrastare le varie forme di occultismo e superstizione
dovette fare i conti anche con questi cambiamenti epocali, c'era soprattutto la
diffusione del pensiero filosofico che era in contrapposizione con quella della chiesa.
Quindi si arrivò a un compromesso in cui la scienza poteva essere insegnata solo
nelle università e a determinate condizioni. La chiesa quindi aveva il controllo
sull’insegnamento e sulla circolazione dell'idea, però con la nascita della stampa
questo fu molto più difficile poiché ai libri potevano accedervi più persone e quindi
la chiesa non poteva più manipolare il loro pensiero. Questo l'abbiamo visto anche
quando Martin Lutero e gli altri teologi delle Alpi cominciarono a tradurre la Bibbia
in altre lingue.
I problemi più drammatici emersi dai conflitti religiosi del 500 era trovare un criterio
unico di verità che trovasse un punto d'incontro tra le varie visioni, poiché anche
nell'ambito della riforma c'erano pensatori diversi. Erasmo da Rotterdam fu il primo
a criticare l'atteggiamento e la posizione della chiesa, però si trovò in conflitto con
Martin Lutero che era molto rigido nelle sue idee, mentre Erasmo era più tollerante
e voleva trovare dei punti di incontro. Ricordiamo anche Italo Calvino che fu un altro
riformista della chiesa il quale in seguito alle sue teorie fu processo. Fu processato w
bruciare vivo Michele servito, uno spagnolo che aveva discusso il dogma della verità
della Trinità. Il caso più eclatante fu quello di uno del filosofo Giordano Bruno il
quale riprendeva le teorie del pensatore polacco Nicolò Copernico, il quale
sosteneva che era la terra a ruotare intorno al sole e non viceversa; mentre il mondo
cristiano aveva sempre considerato come la terra al centro di tutto, escludendo
l’esistenza di altri mondi, infatti anche Nicolò Copernico fu bruciato vivo. Queste
dispute religiose cambiarono il panorama sociale e la conquista delle nuove terre
poiché per la prima volta l'uomo si rese conto che non esisteva solo l’Europa e la
cristianità, ma anche civiltà che vivevano comunque bene anche se diverse da loro. il
filosofo francese Montagner diceva che noi chiamiamo contro natura ciò che non
conosciamo e quindi ci poniamo nei confronti delle novità con un atteggiamento di
superiorità, mentre sarebbe molto più semplice accettare la diversità. Questo
all'epoca era molto difficile soprattutto per la chiesa cattolica che era molto rigida
nelle sue convinzioni.

Il pensiero laico sulla religione di Macchiavelli


Anche Niccolò Machiavelli riflette sul significato di religioso e politico nel suo tempo
e infatti afferma che la religione partendo anche dall’antica Roma sia molto
importante come legame civico, perché unisce una comunità in un unico ideale.
Approfondendo però i suoi studi umanistici afferma che bisogna guardare la realtà
delle cose e fare il massimo per raggiungere un unico obiettivo; infatti lui pensa che
gli Stati italiani dovrebbero trovare un accordo tra di loro poiché solo in questo
modo si potrebbero opporre all'invasione degli stati stranieri. Diciamo che il
pensiero di Machiavelli è molto realista e per lui la politica così deve essere guardare
la realtà delle cose e agire seguendo ciò che è meglio per l'intera comunità. Al
pensiero di Machiavelli realista si oppone quello dell'utopia, questa parola significa
proprio luogo ideale e ci sono alcuni pensatori come il Campanella e Thomas Mohr
che parlano di una società ideale in cui anche senza una religione si vive bene
l'importante è che tutti gli uomini devono avere accesso all'istruzione e bisogna
avere un rapporto di tolleranza con ogni persona.

La lingua
Nel 500 i letterati si pongono lo stesso problema di Dante, ossia trovare una lingua
comune a tutti gli scrittori italiani, una lingua comune stabile e regolata. Non serviva
la maggioranza della popolazione che era analfabeta né alla scienza che usava il
latino, ma serviva soprattutto a livello economico commerciale; infatti gli altri stati
europei come la Francia e la Spagna avevano una propria lingua e questo facilitava
per loro l'economia commerciale, mentre in Italia ogni Ducato e Corte aveva la
propria lingua. L’invenzione della stampa fu determinante per la nascita di una
lingua comune, infatti per trarre vantaggio dalla vendita dei libri c’era bisogno che li
leggessero parecchie persone. Nel sedicesimo secolo furono pubblicati con grande
successo le edizioni del canzoniere di Petrarca, della commedia di Dante in
fiorentino. Pietro Bembo, un colto umanista, aveva trattato i testi di Dante e
Petrarca come gli umanisti avevano trattato i testi grechi e latini: studiandoli e
analizzandoli. In seguito a questo esame(che fece poi anche per il Decamerone di
Boccaccio), Bembo ricavò le regole della lingua e dello stile dei 3 grandi autori
toscani e giunse alla conclusione che il fiorentino toscano del 300 doveva essere
usato come lingua comune. Machiavelli criticò la proposta di Bembo in uno scritto
chiamato il discorso, poiché secondo lui non bisognava usare il fiorentino del 300 ma
quello contemporaneo. E anche le diverse corti italiane erano contrarie alla
proposta di Bembo, poiché legate alla lingua parlata nella loro corte. Dopo diversi
dibattiti tra vari studiosi si giunse finalmente ad usare il fiorentino toscano come
lingua comune. Questo grazie anche alla pubblicazione dell’Orlando furioso di
Ludovico Ariosto che in una prima edizione presentava molte forme settentrionali
ed elementi latineggianti, mentre nella seconda edizione si adeguò al modello
fiorentino. A sancire definitivamente la nascita della lingua italiana fu lo studioso
Benedetto Varchi il quale trova una mediazione tra le posizioni di Bembo che erano
pensati solo per la lingua scritta e la lingua parlata. Da qui nacque la lingua italiana.

La vita di Niccolò Macchiavelli


Machiavelli nasce a Firenze nel 1469, la sua vita si può dividere in due parti: nella
prima fino al 1512 egli lavora per la Repubblica Fiorentina ricoprendo diversi ruoli,
negli ultimi 15 anni della sua vita invece, viene estromesso dal governo della città e
trascorre gran parte del tempo studiando e scrivendo, quindi le sue opere
appartengono tutte agli ultimi anni della sua vita. Machiavelli si si impegnerà
costantemente durante tutta la sua vita alla lettura dei classici e fu molto
importante per lui il poema di rerum natura del latino Tito Lucrezio caro dato che lo
indusse al pensiero materialistico del filosofo greco Epicuro.

Prima Parte della vita


Nel 1498 Machiavelli venne nominato capo della seconda cancelleria della
Repubblica di Firenze diventando successivamente uno dei più ascoltati consiglieri
dei governanti fiorentini. Inoltre Machiavelli si recò anche come ambasciatore in
Francia, in Germania, alla Corte papale di Roma e in varie altre parti d'Italia dove
erano messi in gioco gli interessi di Firenze e al ritorno da queste missioni scrisse
delle relazioni per i suoi superiori: un ritratto delle cose di Francia (1510-1512
ritratto=relazione) e un ritratto delle cose della magna (1509-1512
magna=Germania).
Nel 1502 viene inviato in missione presso Cesare Borgia, figlio naturale di papà
Alessandro sesto che nel 1501 lo ha nominato duca di Romagna. Machiavelli assiste
alla scena in cui Cesare fa uccidere alcuni feudatari locali accusati di aver ordito una
congiura alle sue spalle, e scrive alcuni appunti che poi utilizzerà per scrivere una
sorta diari nei quali farà quasi un reportage su quel drammatico fatto di cronaca.
Oltre a questi diari Machiavelli, elaborò alcune memorie sul governo della sua città,
infatti nel 1503 scriverà il discorso del modo di trattare i popoli della Valdichiana
ribellati, nel quale egli compara Firenze e Roma antica tra ciò che gli antichi
governanti romani fecero per sedare le rivolte e ciò che governanti fiorentini
dovrebbero fare prendendo esempio da loro. Nel 1506 scrisse il discorso
dell'ordinare lo stato di Firenze alle armi, infatti una delle idee fisse di Machiavelli
era che Firenze senza un esercito di mercenari non sarebbe sopravvissuta in mezzo
alle potenze in una lotta sul suo italiano. Occorreva un esercito di popolo,
l'ordinanza era infatti la milizia cittadina che Machiavelli cercò di arruolare tra il
1505 e il 1507 ma con scarsi risultati. 12 anni dopo Machiavelli ritratterà
l’argomento in maniera molto più approfondita scrivendo il dialogo intitolato
dell'arte della guerra(1521).

Seconda Parte della vita


In seguito alla vittoria della Lega Santa sui francesi, di cui Firenze repubblicana era
alleata, al governo di Firenze tornano i medici che estromettono Machiavelli da ogni
incarico e lo condannano per un anno al confino. nei primi mesi del 1513 viene
accusato di aver preso parte a una congiura anti-medicea e viene incarcerato e
torturato, verrà liberato dopo poche settimane grazie a un'amnistia concessa per
celebrare l'elezione al soglio pontificio di leone decimo; Machiavelli sceglierà di
ritirarsi nella sua villa in campagna e nei successivi 15 anni cercherà di tornare nelle
grazie della famiglia dei medici, ma questi tentativi non avranno molto successo e
Machiavelli non riceverà più incarichi di importanza paragonabile a quelli svolti al
tempo della Repubblica.
Nei primi anni di questa inattività forzata Machiavelli scrive le sue due opere
politiche più importanti: il principe (1513-1514) e i discorsi sopra la prima deca di
Tito Livio(1517-1518).
Il principe: è un piccolo trattato di politica militante nel quale Machiavelli spiega ai
suoi contemporanei in che modo vada conquistato amministrato e conservato il
potere di un principe.
Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio: si tratta di un commento ai primi 10 libri
della storia di Roma dello storico Tito Livio; qui Machiavelli si serve delle storie di
Livio per trarre dalle vicende di Roma antica insegnamenti utili per i tempi moderni.
Macchiavelli a partire dal 1516 inizia a frequentare i cosiddetti orti Oricellari ovvero
un parco privato della casa di cosmo Rucellai, un giovane di storia dico fiorentino.
qui si ritrovano alcuni dei letterati fiorentini più in vista per parlare di storia,
filosofia, poesia. e proprio in questi giardini che nascono diverse opere di
Machiavelli che vengono scritte pensando innanzitutto a quel pubblico di amici.
Gli scritti storiografici
Tra il 1520 il 1525 Machiavelli lavora alle istorie fiorentine commissionategli dallo
studio di Firenze. egli lo fa per prestigio ma anche per denaro; le storie fiorentine
sono un'opera che consiste in 8 libri che dopo una premessa generale sulla storia
italiana dopo la caduta dell'impero romano, narrano la storia di Firenze dalla
Fondazione alla morte di Lorenzo il magnifico. Macchiavelli dedica quest’opera al
cardinale Giulio dei medici che diventerà papà con il nome di Clemente settimo.

L’attività poetica giovanile


Machiavelli scrive poesie soprattutto in gioventù ma non si tratta di poesie liriche,
bensì di storie, cronache in versi degli eventi italiani successivi al 1494 che
Machiavelli pubblica con il nome di decennali. Il primo decennale narra le vicende
degli anni tra il 1494 e il 1504; il secondo avrebbe dovuto trattare degli anni 1504 al
1514 ma dopo il ritorno dei medici e il suo allontanamento dalle cariche pubbliche,
Machiavelli smette di scrivere il testo fermandosi a racconto degli eventi del 1509. Al
1517-1520 risalgono il poemetto satirico in terzine intitolato L'asino (incompiuto) e
la novella sul Demonio che perse moglie.

Opere della maturità (vecchiaia)


Le due commedie che lo resero più celebre: la Mandragola (1518) e la Clizia (1525).
Machiavelli scrisse un trattato linguistico chiamato il discorso, dove diceva che
secondo lui non bisognava usare il fiorentino del 300 ma quello contemporaneo.
Gli ultimi anni
Machiavelli muore nel 1527. negli ultimi mesi di vita vede i medici cacciati da Firenze
in seguito alla discesa delle truppe imperiali e salire al potere è un governo
repubblicano guidato da Niccolò Capponi, ma i nuovi padroni della città guardavano
Machiavelli con sospetto a causa dei suoi buoni rapporti con i medici e lo esclusero
da ogni incarico politico. morì povero e non famoso dato che i suoi scritti vengono
pubblicati dopo la sua morte tranne dell'arte della guerra. La sua fama comincia
dopo la pubblicazione de il principe nel 1532 stampata a Firenze e a Roma.
Macchiavellico: indica il comportamento immorale di chi si adopera con qualsiasi
mezzo per acquisire e conservare il potere.
Le idee di Machiavelli e il suo posto nella storia della letteratura
Guardare le cose con realismo
Nel principe e nei discorsi vi sono due esperienze: quella degli storici antichi è quella
della realtà contemporanea. e la somma di queste due esperienze e una visione
estremamente realistica della sfera politica. secondo Machiavelli gli stati vivono in
un perenne contrasto tra i ricchi e i poveri, e qualsiasi governo deve considerare
questo conflitto e impedire che diventi tanto aspro da distruggere lo stato. Dal
momento che lo scopo sia per un principe sia per uno stato repubblicano è la
conquista e la conservazione del potere, è inutile fare modelli di governo buoni e
virtuosi che però non starebbero in piedi un solo giorno.

Definizione di virtù politica


Machiavelli nella sua opera parlerà solo del potere: di come lo si ottiene e di come lo
si conserva, tutto il resto non lo considera materia del suo studio. Dato che sa che gli
uomini spesso sono per indole cattivi consiglia ai governanti un accorto uso della
violenza. da qui viene la sua ammirazione per il duca Valentino, uno spietato
condottiero che tra il quindicesimo e sedicesimo secolo fu sul punto di conquistare
buona parte del centro Italia. il duca Valentino fu un uomo virtuoso ma la virtù
intesa come energia, ovvero la capacità di fare, di governare il popolo se necessario
anche con la forza.
Qual è la migliore forma di governo?
Machiavelli ammira sicuramente l'antica Roma repubblicana crede che quello sia il
governo ideale. però Machiavelli è un realista e vede che le condizioni della Roma
antica non si possono attuare nella Firenze del suo tempo. E proprio questo suo
realismo che gli suggerisce di scrivere il principe: perché in quel momento, secondo
lui, solo i medici alleandosi con il Papa erano in grado di liberare l'Italia dagli
invasori.

Le Lettere
Differenza tra le lettere di Macchiavelli e quelle del passato
Machiavelli è stato uno straordinario scrittore di lettere. vediamo facilmente la
differenza tra le lettere che scriveva lui e quelle che scrivano gli autori del passato:
innanzitutto i predecessori e contemporanei di Machiavelli usano quasi sempre il
latino, mentre Machiavelli usa quasi sempre il volgare; poi le lettere degli umanisti
servivano comunicare informazione, idee e opinioni, mentre quelle di Machiavelli
erano pensate spesso come dei piccoli trattati, con lo scopo di insegnare qualcosa
qualcuno.

Le lettere di Macchiavelli
le lettere di Machiavelli hanno una immediatezza e una forza di verità del tutto
nuove. Machiavelli non le scrive per insegnare ma per raccontare il modo in cui vive
e le idee che lo agitano. per questo motivo parla soprattutto di sé e di politica,
spendendo molte pagine per analizzare la situazione italiana e internazionale, non
mostrando alcun interesse per le questioni astratte.

Quel cibo che solum è mio


È la risposta di Machiavelli al suo amico Francesco Vettori ed è forse la lettera più
celebre della nostra letteratura, perché contiene un autoritratto proprio dello
scrittore e c'è soprattutto un primo accenno alla l'opera più famosa di Machiavelli, il
principe. La lettera è scritta nel periodo in cui Machiavelli si trova esiliato per un
anno da Firenze nella sua fattoria di Albergaccio. Machiavelli non ha difficoltà a
interagire con le persone semplici del posto, infatti diciamo che lui vive quasi una
doppia vita poiché di giorno a contatto con queste persone semplici come contadini,
mugnai, macellai con cui la sera si ritrova anche in osteria a bere e a giocare a carte;
però gli manca tantissimo il suo lavoro alle dipendenze dei politici, infatti questa
lettera dapprima il tono è ironico quando descrive la sua vita alla fattoria dove
svolge i suoi lavori da solo, per esempio tagliare la legna per poi venderla, si arrabbia
se qualcuno cerca di imbrogliarlo sul prezzo, mentre il suo amico conduce una vita
molto agiata, poiché lavora a Roma a servizio di leone decimo; infatti Vettori si
sveglia tardi e non all’alba come Macchiavelli, ha anche dei servi a sua disposizione
ed è sempre a contatto con persone di alto livello; però la sera quando ritorna nella
sua casa Machiavelli subisce una trasformazione in quanto riesce a leggere i classici
che lui ama molto, a differenza del suo amico che li legge e basta, Machiavelli cerca
anche di comprendere che cosa vogliono dirgli questi autori classici e quindi ne fa
tesoro per la sua esperienza di vita e quando legge i classici lui riesce a superare
tutte le sue paure anche addirittura la paura della morte e inoltre da ciò che
comprende dai classici diciamo ne ricava un capitale, ossia un'idea per scrivere la
sua opera più famosa che adesso conosciamo come il principe ma che lui chiamava
dei principatibus ed è la prima volta che lui accenna a questa opera. Alla fine della
lettera, Machiavelli, anche se non in maniera diretta chiara chiede all'amico di
intercedere presso i medici perché lo prendano al loro servizio, ma da quello che si
sa questo non è mai avvenuto; inoltre lui confida all’amico che vorrebbe mandare il
suo scritto a Giuliano dei medici, anche se pensa che lui non lo leggera e addirittura
che il suo rivale Pietro Ardinghelli lo spacci per suo. Ha molti dubbi sul da farsi sia
perché ha problemi economici e ha paura quindi di finire povero, sia perché il suo
più grande desiderio è ritornare all'attività politica lavorando alle dipendenze di
qualche governante.

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