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La pace di Augusta stipulata nell'anno 1555 pose fine alle sommosse nel Sacro Romano

Impero tra cattolici e protestanti. In particolare fu riconosciuta la coesistenza delle due


Chiese con l'obbligo dei sudditi di professare la religione del principe dello Stato "cuius regio,
eius religio". Prima della sua emanazione, l'impero di Carlo V comprendeva il Ducato di
Borgogna, i domini austriaci, il regno di Castiglia e di Aragona e Milano. Il suo sogno era
quello di creare uno Stato confessionale molto vasto, le cui comunità fossero legate
dall'ideale di religione cristiana. Egli peró si trovó innanzi ad un'Europa divisa in Stati
nazionali che non avevano intenzione di sottomettersi al potere imperiale. Dopo la Pace di
Augusta egli abdicó e spartí l'Impero tra il fratello Ferdinando già re di Boemia-Ungheria, che
ereditò i domini austriaci e la corona imperiale, ed il figlio Filippo II, a cui affidó la corona
spagnola, Paesi Bassi, Italia e colonie americane. I Paesi Bassi costituivano l'area piú
estesa economicamente, all'interno dei territori vi era un grande contrasto tra cattolici e
protestanti. Ferdinando cercò di imporre le decisioni del concilio di Trento, ma i protestanti si
unirono nella "rivolta dei pezzenti" del 1566, dove furono violentemente repressi. A questo
punto il territorio si suddivise ulteriormente nelle province del Nord e nelle province del Sud.
Successivamente tentò di ricondurre l'Inghilterra elisabettiana in seno alla chiesa romana,
poiché la regina rafforzò il potere della Chiesa cristiana, riorganizzò la dottrina calvinista e
appoggiò la ribellione delle Province Unite. Stavolta non conseguì alcun successo, anzi, nel
1588 perse l'egemonia navale a vantaggio degli inglesi, il cui settore navale era molto
sviluppato. Dopo tutto ciò volle scatenare un'altra guerra contro la Francia, approfittando
della crisi socioeconomica e dinastica di questo paese. Infatti Caterina de' Medici adottò una
politica dell'equilibrio tra i cattolici rappresentati dal partito di Guisa e appoggiati dalla
Spagna e gli ugonotti rappresentati dal partito dei Borboni e sostenuti, quindi, dall'Inghilterra.
L'editto di Saint-German garantì libertà di culto agli ugonotto, motivo dello scoppio di una
guerra civile che terminò a favore della Spagna con la pace di Cateau-Cambresis (1559):
secondo gli accordi presi, i territori della penisola italiana rimasero sotto la sovranità degli
Asburgo, i quali ebbero il possesso del ducati di Milano, del regno di Napoli e dello Stato dei
Presìdi. In seguito, a motivo del fatto che il re Borbone Enrico IV si convertì al cattolicesimo,
riconoscendo completa libertà di culto agli ugonotti con l'editto di Nantes (1598), la guerra si
rivelò catastrofica per la Spagna, in quanto la Francia la umilia in due sconfitte: la prima si
concluse con la pace di Westfalia (1648), che segnò il declino degli Asburgo d'Austria, e la
seconda si concluse con la pace dei Pirenei (1659), che segnò il declino degli Asburgo di
Spagna. Declino determinato anche dal fatto che le immense ricchezze provenienti dalle
colonie americane, vennero sperperate dal governo spagnolo per acquistare presso altri
paesi i beni di consumo ch'esso non voleva produrre in proprio; le stesse colonie andarono
in rovina. Con la morte di Enrico IV nel 1610, il Paese fu affidato a Maria de' Medici e al
cardinale Richelieu, in carica come primo ministro. La sua politica mirava al rafforzamento
del potere anarchico, privando gli ugonotti dei loro diritti civili e politici. Impose ingenti tazze
fiscali all'aristocrazia, motivo di rivolte popolari. Infine la Repubblica federale di Olanda visse
il suo secolo d'oro, divenendo la più grande potenza economica e marittima del continente.
Nel 1602 fu fondata la Compagnia Olandese delle Indie Orientali, la prima multinazionale
mai creata. Questa compagnia ottenne il monopolio olandese sul commercio asiatico e lo
mantenne per due secoli. A partire dal 1640 circa, la Compagnia Olandese delle Indie
Orientali (VOC) deteneva il monopolio del commercio con il Giappone, con il suo porto
commerciale sull'isola di Dejima, che si trova vicino a Nagasaki. Fino al 1854, gli olandesi
furono l'unica finestra del Giappone sul mondo occidentale. Le scienze e i prodotti
occidentali furono introdotti nel Giappone e i contatti così stabiliti portarono al cosiddetto
Rangaku o "Studi Olandesi", ovvero la trasmissione del sapere della rivoluzione industriale e
scientifica che era in corso in Occidente.

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