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Due sponde dell’Atlantico tra metà Seicento e fine Settecento —> alcuni la chiamano età

delle rivoluzioni atlantiche.

INGHILTERRA:
→ nel CINQUECENTO avvenne uno scisma rispetto alla Chiesa cattolica. Era un paese meno
sviluppato economicamente di altre regioni d’Europa, ma durante il regno di Elisabetta I si
ebbe un modesto sviluppo

→ all’inizio del SEICENTO quando salirono gli Stuart al trono, l’Inghilterra era un paese non
ancora sviluppato, meno urbanizzato e popolato di altre aree europee. In questi anni il
parlamento inglese era un'assemblea di ceto simile agli altri stati europei; nella sua camera
alta sedevano per diritto i Lord, ovvero i membri dell'aristocrazia terriera e del clero
anglicano, mentre nella camera bassa, dei Comuni, avevano voce le città del regno. Il
parlamento veniva convocato dal re per approvare le tasse e tributi, ma nel corso del
Seicento esso non solo si assunse l'onere di rappresentare il paese, ma anche accolse i
problemi del popolo inglese meglio del re e della Chiesa.

Nella prima metà dei Seicento i due sovrani Stuart, Giacomo I e Carlo I Stuart, vennero
percepiti sempre di più come sovrani assolutisti. Si creò quindi una spaccatura di ordine
geografico-territoriale, tra the court e the Country (cioè tra la corte e le città). Si diffuse infatti
l’idea che il sistema di corte degli Stuart fosse corrotto. Inoltre, mentre il paese si spostava
sempre di più verso il campo protestante, i due sovrani mantennero più forte i legami coi
paesi cattolici.
In questo progressivo allontanamento ebbe un ruolo anche il Parlamento inglese: nella
camera dei comuni trovò un'eco molto forte questo sentimento di distacco della figura del re.
A un certo punto Carlo I non convocò per una decina di anni il Parlamento, e quando lo
riconvocò esso decise di voler rimanere in seduta (e non più essere convocati solo dal re per
le approvazioni parlamentari). Nel 1642 il re voleva far arrestare i capi del Parlamento: si
creò una rissa generale, dando luogo ad una vera e propria guerra civile, in cui i due eserciti,
quello del re e quello del Parlamento, si scontrarono.
L’esercito del parlamento si autodefinì New Model Army, in quanto chi si arruolava non lo
faceva per i soldi, ma per la difesa del Paese. All’interno di esso, tutte queste tensioni
arrivarono a formulare un profilo di nuova società: fece dibattiti vicino a Londra in cui si
discusse di una repubblica; venne stilato un documento che prese il nome di Agreement of
the people.
Contrattualismo: idea che tra chi governa e la popolazione ci debba essere un contratto (tra
Settecento e Ottocento in Europa si chiamerà Costituzione). La guerra si concluse con la
vittoria dell'esercito del Parlamento, e il sovrano venne condannato a morte per tirannia e
alto tradimento. Nel gennaio 1649 Carlo I venne ucciso, per la prima volta tramite un atto del
Parlamento. Con la prima rivoluzione inglese venne appunto uccisa la teoria del diritto
divino: mandando a morte il re, il parlamento si autoleggittimò rappresentante della nazione.
Di conseguenza il potere non era più mandato da Dio, bensì dal popolo.
Il presidente della repubblica era il capo dell’esercito parlamentare, Oliver Cromwell, che alla
sua morte fece come erede suo figlio. Tuttavia nel 1660 cadde la repubblica e venne
restaurata la monarchia nella figura di Carlo II Stuart.
Carlo II e suo fratello Giacomo II, erano sovrani di religione cattolica e convertirono
l'Inghilterra a tale religione. Il parlamento chiamò quindi il genero di Giacomo II, Guglielmo
d’Orange, un olandese che aveva sposato la figlia di Giacomo II, Maria Stuart; essi
sbarcarono in Inghilterra, mandando in esilio Giacomo. Maria e Giacomo vennero nominati
insieme re d’Inghilterra, testimoniando il fatto che era ormai il parlamento a detenere la
legittimità del potere.
Per i deputati inglesi questa seconda rivoluzione, detta “gloriosa”, rappresentò il ritorno a un
ordine originario e legittimo che era stato rovesciato dal tentativo degli Stuart di imporre il
cattolicesimo e l’assolutismo.

Tra il 1689 e il 1690, Guglielmo e Maria firmarono una serie di atti che cambiarono la
Costituzione materiale inglese e che costituirono il primo esempio di Costituzione. Il rapporto
tra popolo, governo e sovrano era retto da una formula che si chiama King in Parlament (mai
scritta, fatta dagli insieme degli atti che in passato furono resi concreti), in base alla quale
sovrani inglesi erano vincolati da alcune leggi innovative: non potevano più sospendere le
leggi, interferire con la composizione del parlamento, convocare o sconvocare il parlamento
(che si autoconvocava) e nemmeno mantenere un esercito proprio (esercito della nazione).
Si formò una MONARCHIA COSTITUZIONALE , basata su un insieme di atti, non su una vera
e propria carta, che eliminarono la teoria del diritto divino.
Il sistema era controllato dalla gentry mentre il re mantenne saldo il suo potere esecutivo:
era infatti sempre il re a nominare i ministri e a guidare la politica estera. assieme alla
stabilizzazione religiosa il maggior successo delle rivoluzioni inglesi fu quello di trovare una
soluzione ai problemi di rapporto tra potere monarchico ed èlite politico-economiche

Iniziò a manifestarsi caratteri del moderno parlamentarismo, formato da due partiti: i Whigs,
che daranno luogo al partito del lavoro, e i Tories.

[stati europei e la loro trasformazione]

EUROPA
→ Tra il SEICENTO e il SETTECENTO l’Europa fu scossa da diverse guerre internazionali. La
tendenza dei vari stati ad acquisire sempre più risorse si trasformò in una guerra, sia per
causa della frammentazione territoriale esistente che poneva in competizione le varie entità
statali, sia per causa dell'economia preindustriale, poichè prima della rivoluzione industriale
le risorse non erano espandibili e ogni stato se avesse voluto crescere, avrebbe dovuto
conquistare nuovi territori. Eserciti e flotte sempre più grandi servivano per ampliare i
possedimenti extracontinentali e così i piccoli stati scomparirono sotto entità più ampie e
nazionali. [assolutismo illuminato]
1. Ci furono le guerre di successione, dove la competizione extraeuropea per le risorse
coloniali diventò fondamentale
2. Tra il 1756 e il 1763 venne combattuta la guerra dei sette anni in Nord America, in cui
si sfidarono la Francia (il maggiore paese d’Europa, con maggiori risorse, ricchezze e
popolazione), e l’Inghilterra (in fase di trasformazione industriale). La guerra si
concluse con la vittoria dell’Inghilterra e la sostanziale scomparsa della presenza
della Francia in Nordamerica.
Quella dei sette anni fu una guerra estremamente costosa, che si riflettè sui rapporti tra la
madrepatria inglese e le colline nordamericane: 13 entità regionali sulla costa orientale che
si erano formate tra il Cinquecento e il Settecento. Queste colonie fino alla guerra dei sette
anni erano sostanzialmente poco curate da Londra, quasi ignorate, nonostante il loro ruolo
economico stesse crescendo (crescita di popolazione, esportatori di prodotti locali, luoghi di
scambio di produzione manifatturiera). Dopo la guerra l’Inghilterra impose una serie di
imposte e di tasse alle colonie, per ex la tassa sul tè, che ebbe come conseguenza il Boston
Tea Party, un atto di ribellione contro l’imposizione di una tassa sui commerci. Le colonie
americane di fronte a questa stretta fiscale insorsero sulla base di questo principio: No
taxation without representation, che significava il fatto che ogni decisione fiscale nei loro
confronti non era legittima, in quanto non avevano rappresentanti nella camera dei Comuni.

Ebbe così inizio la guerra d’indipendenza americana.


La Dichiarazione d'indipendenza del 4 Luglio 1776 che affermava il diritto inalienabile di ogni
uomo alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità, trasformò tali ideali in un nuovo
programma politico.
Le colonie americane ebbero la meglio, e la madrepatria nel 1783 fu costretta ad accettare
la loro indipendenza. Le 13 colonie si unirono e decisero di adottare una forma
repubblicana: il potere venne diviso per tutti gli abitanti, in proporzione alle colonie, che
entrarono a far parte di una camera dei rappresentanti, e un senato eletto in proporzione al
numero degli abitanti. Venne eletto un presidente della repubblica che prese la sede a
Washington, nella casa bianca.
Nacque una nuova forma di stato: la REPUBBLICA FEDERALE.

FRANCIA:
Gli anni che precedettero la rivoluzione francese furono anni di instabilità politica. Alla
metà del SETTECENTO lo stato francese era in crisi a causa della sconfitta della guerra dei 7
anni e per rimediare il re elaborò una riforma del sistema fiscale, eliminando le esenzioni a
cui avevano diritto clero e nobiltà, che però si opposero all'eliminazione dei loro privilegi. In
un clima di tensione crescente, mentre le classi popolari erano prostrate da una grave crisi
di sussistenza, nel maggio del 1789 Luigi XVI convocò l'assemblea degli stati generali nel
quale erano rappresentati clero, nobiltà e terzo stato. Pochi giorni dopo l'apertura degli stati
generali, i membri del terzo stato se ne staccarono autoproclamandosi assemblea
nazionale, giurando di non separarsi fino a quando non fosse stata ottenuta la costituzione
(giuramento della Pallacorda). Nel frattempo il 14 luglio del 1789 avvenne a Parigi la presa
della Bastiglia mentre nelle campagne i contadini assaltarono i castelli. Spinta da tale rabbia
popolare e dalla paura di una rivolta nobiliare, l'Assemblea nazionale definitasi nel frattempo
costituente:
- il 4 agosto dichiarò decaduto l’ancien regime, cioè l’insieme dei diritti che secondo i
rivoluzionari costituirono il privilegio, in base ai quali la nobiltà era il primo ceto del
paese. Si affermò un principio che era stato formulato da Rousseau (l’eguaglianza
naturale di tutti gli uomini).
- Il 26 agosto venne emanata la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino: il
principio dell’eguaglianza degli uomini davanti alla legge e di tutti davanti alla legge
viene messa in nero su bianco.
La Francia possedeva una classe media sempre più robusta dovuta all’accrescimento delle
manifatture; in particolare cambiò la circolazione delle idee. Nacque l’opinione pubblica,
assieme a luoghi e contesti dove si poteva parlare liberamente di politica (salotti). [neri,
patrioti e democratici].

Nel giugno del 1791 il re fu sorpreso in un tentativo di fuga in Belgio scambiandosi per un
mercante, e finì per rafforzare il partito democratico repubblicano.. Lo portano a Parigi
nell’assemblea generale, dove si erano formati partiti: una destra monarchica, una grande parte
centrale detta La palude, una sinistra composta sopratutto dal club dei giacobini.
Fu costretto a firmare la costituzione e l'assemblea, che ormai si chiamava “legislativa”,
dichiarò guerra all'imperatore, al fianco del quale si schierarono Prussia, Russia, Spagna e
Regno di Sardegna. La guerra suscitò un nuovo senso di patriottismo nei confronti del
popolo parigino, tanto che trucidò gli antirivoluzionari e mise agli arresti re Luigi XVI. Tale
assemblea definita poi Convenzione nazionale dovette decidere sulla sorte del re: quando
vennero trovate lettere che il re scrisse ai sovrani europei dicendo di dichiarare guerra alla
Francia distruggendo i rivoluzionari, nel 1793 Luigi XVI venne ghigliottinato.
Altri paesi dichiararono guerra alla Francia e si formò così una coalizione internazionale
contro la Francia.

Si apri quindi la seconda fase della rivoluzione, dominata soprattutto dalla guerra.
Alcuni paesi dichiararono guerra alla Francia, che non aveva più un esercito del re ma della
nazione, e si formò così una coalizione internazionale contro la Francia.
La sinistra rovescia il regime economico nazionale, da liberista a sotto il controllo dello Stato.
A causa del costo della guerra viene introdotto il calmiere dei prezzi di necessità e una serie
di provvedimenti che rendono l’economia controllata dallo Stato. Si fece largo l’idea di una
repubblica popolare basata sul suffragio universale (maschile): venne votata la Costituzione
del 1793 (anno terzo), di tipo repubblicano-democratico. Vennero affermati diversi diritti: al
lavoro, alla salute, alla casa. Tuttavia non entrò mai in vigore.
Il potere venne accentrato nelle mani del Comitato di salute pubblica, ma venne di fatto
instaurata una dittatura, creando caos politico e terrore: vennero giustiziate migliaia di
persone solo per il sospetto che agiscano contro la patria e la guerra.
Robespierre instaurò un potere personale che durerà pochi anni, quando verrà poi
ghigliottinato, segnando la fine della fase della rivoluzione. La Francia resterà in guerra fino
al 1815.

Nel 1796, un personaggio importante, Napoleone Bonaparte, si fece nominare generale


dell'armata d'Italia.
Nato in Corsica nel 1769, si propose come un liberatore di popoli, ma si rivelò uno
spregiudicato conquistatore. Abbatte gli stati antichi italiani, ma venne poi sconfitto dagli
inglesi nella baia di Abukir. Nel novembre del 1799 si precipitò a Parigi e sciolse i due
consigli elettivi eredi del terzo stato.
Egli incentrò su di sè il potere fino ad autoincoronarsi imperatore nel 1804, instaurando un
regime autocratico e autoritario, creando una nuova corte fastosa ed abolendo elezioni e
camere legislative. Con il matrimonio con Maria Luisa, riprese la più classica politica
assolutistica, quella matrimoniale.
Dopo la sua caduta e il suo esilio a Sant’Elena, venne restaurato il vecchio regime
monarchico operato dal congresso di Vienna.
Allo stesso tempo il suo regime fu straordinariamente nuovo: egli creò anche un esercito di
massa basato sulla leva obbligatoria; utilizzò la propaganda attraverso i mezzi di
informazione. Organizzò uno stato gerarchico centralizzato basato su criteri razionali,
dov’era l’apparato amministrativo stesso ad assumere il ruolo di istituzione rappresentativa
della nazione. Egli inoltre creò il Codice napoleonico, un insieme di leggi basate su regole
precise ed uniformi. Grazie all'amministrazione napoleonica furono diffusi in Europa
centro.occidentale primcipi quali l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge; il diritto di
proprietà assoluta; la protezione dell'iniziativa individuale; la sicurezza dell'individuo e la
possibilità per chiunque di far carriera all'interno dello stato.
Nel 1806 ebbe fine il Sacro romano impero.

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