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CAPITOLO 18

LA SECONDA RIVOLUZIONE INGLESE

L’anno dopo Cromwell morì e il figlio Richard, che gli era succeduto nella carica di Protettore, fu
sconfitto dall’esercito fedele agli ideali repubblicani. Dopo qualche mese di guerra civile, il
generale Monk decise di richiamare sul trono inglese Carlo II che dal 1660 ritornò a regnare. Il
cadavere di Cromwell fu riesumato e impiccato, il Parlamento e la Chiesa episcopale furono
ripristinati nelle loro antiche prerogative.
Lo scontro si complicò con la rivoluzione puritana e culminò nella guerra civile: dopo la sconfitta
(1645) dell'esercito regio da parte di quello parlamentare, il P.i. (epurato dei suoi membri più
moderati) votò la messa a morte del re (1649), l'abolizione della camera alta, la proclamazione della
Repubblica e l'attribuzione dell'esecutivo a O. Cromwell. Dopo lo scioglimento (1653) del Lungo
parlamento, fu nominato da Cromwell il cd. Parlamento dei santi (composto da puritani), poi
sostituito da un Parlamento a base censitaria, sciolto (1655) per la sua ostilità al governo. Dopo la
morte di Cromwell (1658) e il riflusso della rivoluzione, nel 1660 fu ricostituito il Lungo
parlamento, che preparò il rientro di Carlo II. 
Nel 1651 Cromwell pubblicò un Atto di Navigazione che stabiliva una sorta di monopolio inglese
nel commercio di tutte le merci che arrivavano nei porti inglesi. Questa misura protezionistica
colpiva in particolare gli interessi commerciali dell’Olanda, favorevole all’assoluta libertà di
circolazione marittima delle merci. - Col nome di Atto di navigazione s'intende generalmente il
gruppo organico di provvedimenti approvati il 9 ottobre 1651, dal parlamento d'Inghilterra per
proteggere la marina mercantile nazionale contro la concorrenza straniera, particolarmente
olandese. 

Carlo II dal suo esilio francese, poté così esser chiamato dal nuovo parlamento, eletto nel
1660, a riprendere il trono del padre, nel presupposto della garanzia delle prerogative
parlamentari.
D'altra parte però Carlo II era ritenuto troppo vicino a Luigi XIV di Francia, che il
Parlamento considerava pericoloso, perché cattolico e perché assolutista.  Secondo il
trattato, il re d'Inghilterra Carlo II avrebbe dovuto soccorrere militarmente le truppe francesi
coinvolte in scontri con le Province Unite, mentre il re Luigi XIV avrebbe dovuto aiutare il
cugino a far avvicinare il popolo inglese al cattolicesimo romano, religione avversata in territorio inglese
sin dal regno di Enrico VIII. Egli si legò segretamente al re di Francia Luigi XIV, dal quale
riceveva copiosi sussidi; altri accordi segreti raggiunti con lo stesso re francese,
prevedevano il ritorno dell'Inghilterra alla religione Cattolica, la guerra contro l'Olanda

Il problema era acuito dal fatto che Carlo II non aveva figli legittimi che potessero succedergli sul
trono, e il fratello, che avrebbe ereditato perciò la corona, si era convertito al cattolicesimo e aveva
per di più sposato in seconde nozze una cattolica italiana. Nel contempo Carlo II promulgò
la Dichiarazione di indulgenza, che concedeva il diritto al re d’impedire che singole persone
s'impegnassero a far votare dal Parlamento delle leggi contro gli “eterodossi” (ci si riferiva
soprattutto alle leggi anticattoliche). Voleva riportare i cattolici sulla strada della parità dei
diritti politici rispetto agli anglicani. Sospendendo l'esecuzione delle leggi penali che
punito dissidenti dalla d’Inghilterra. Per scongiurare un sovrano cattolico, il Parlamento votò un Test
act (1673).La politica reazionaria del governo provocò un duro intervento dell’opposizione
parlamentare nell’anno successivo, 1673, che pretese l'approvazione del Test Act, una sorta di
giuramento conforme al rituale anglicano, da rendersi obbligatorio per tutti coloro che
entravano al servizio dello Stato. Veniva così impedito l’accesso all’amministrazione statale ai
cattolici e ai protestanti dissidenti. A quel punto il Parlamento riaffermò il proprio ruolo di difensore dei
diritti calpestati dal dispotismo degli Stuart e di baluardo contro il tentativo della restaurazione cattolica.
Diviso in due orientamenti politici: whigs (sostenitori delle libertà costituzionali) e tories (filomonarchici) .

Whigs, il cui nome derivava dai Whigamores, contadini puritani originari della Scozia
occidentale. In esso confluirono la grande borghesia mercantile londinese ed un gran
numero di grandi possidenti terrieri. Ad essi si contrapponevano i più accaniti sostenitori
della monarchia, che per scherno vennero soprannominati Tories, dal nome di alcune
bande di briganti irlandesi. Per tutta risposta Carlo II decise di sciogliere il Parlamento, in
funzione da ben 18 anni (1661-79), e d’indire nuove elezioni politiche. Queste si svolsero in un
clima molto teso, in cui lo scontro principale era fra due partiti: i democratici "Whigs"
(contrazione di "Whiggamores" - carrettieri - usato in Scozia nei riguardi dei presbiteriani
intransigenti negli anni '40 del XVII sec.), e i conservatori (sostenitori del governo), detti
"Tories" (parola irlandese che significa "ladri", data come soprannome ai partigiani cattolici
irlandesi che si erano battuti negli anni '60 del XVII sec. Contro la conquista inglese dell’Irlanda
e la sua trasformazione in una colonia inglese).

e l’«Atto di esclusione» che impediva la successione al trono di Giacomo duca di York, fratello del re, in
quanto cattolico.

 Carlo II si impegnava infatti a regnare accettando l’Habeas Corpus Act, emanato pochi anni prima, cioè
nel 1679 (l'Habeas corpus era un altro storico principio giuridico, riconducibile anch’esso alla Magna
Charta, che difendeva la libertà personale vietando gli arresti arbitrari; l’Habeas corpus Act del 1679 ne
ripristinava la piena efficacia(contro gli arresti decisi arbitrariamente dal governo): chi detiene un
prigioniero deve presentarlo entro un termine tassativo al giudice, perché nessun cittadino può essere
detenuto se non per un reato di cui sia stato riconosciuto colpevole dai giudici.. L’assolutismo dunque
era stato definitivamente messo al bando, tanto che, quando il successore di Carlo II, cioè Giacomo II,
cercò di ripristinare il cattolicesimo, ebbe luogo una seconda rivoluzione, che fu detta “gloriosa” perché
venne condotta facilmente e senza spargimenti di sangue. Il Parlamento infatti si limitò, senza atti
violenti, a deporre dal trono il sovrano e affidò il potere all’olandese Guglielmo III d’Orange, marito di
una figlia di Giacomo II. Questi accettò la corona impegnandosi a rispettare la Dichiarazione dei diritti
(Bill of Rights, 1689). Nonostante ciò, nel 1685, Giacomo subentrò al fratello dopo la sua morte. La sua
politica fece riesplodere la rivolta. Egli infatti abolì il Test Act, sospese l’«habeas corpus», avviò relazioni
amichevoli con il papa, sciolse la Camera dei Comuni. Nel 1688 la rivolta stava nuovamente
degenerando in guerra civile. Per evitarla, il Parlamento decise allora di invitare il genero di Giacomo II,
Guglielmo d’Orange, di sicura fede protestante, a prendere il posto dello stesso Stuart. Il Parlamento
dichiarò decaduto Giacomo II che trovò rifugio presso la corte di Luigi XIV. Quella del 1688 passò alla
storia come la «Gloriosa Rivoluzione», una rivoluzione pacifica e indolore. L’atto di decadenza di
Giacomo si basava sul mancato rispetto del “covenant”, del contratto tra re e popolo, da parte dello
Stuart. Seguì una «dichiarazione dei diritti», un elenco di leggi e di libertà tradizionali, che i nuovi
sovrani giurarono di rispettare prima della loro proclamazione e consacrazione. Il sovrano non era più
un monarca assoluto ma subordinato al controllo di una assemblea eletta e rappresentativa. Essa
introdusse in Gran Bretagna il regime costituzionale magistralmente descritto da John Locke
nei Due Trattati sul Governo e i cui principi cardinali (sovranità popolare, rappresentanza
parlamentare, prerogativa parlamentare nella politica fiscale, libertà civili e politiche, esercito non
permanente ecc.) furono fissati nel Bill of Rights del 1689. ): il re non può sospendere le leggi votate
dal Parlamento, non può imporre tasse senza l’autorizzazione del Parlamento, non può tenere un
esercito in tempo di pace; il Parlamento deve essere convocato periodicamente e non può essere
sciolto dal re, i membri del Parlamento hanno l’immunità parlamentare e piena libertà d’espressione;
le elezioni del parlamento devono essere libere (ma votano solo i possidenti); Che il re non potesse
perseguitare i suoi sudditi per motivi religiosi
 Se si eccettua quest'ultima, in tutti gli altri Stati si assiste a un processo di rafforzamento del potere
monarchico, che tende a esautorare politicamente i ceti nobiliari o, come nel caso dei potenti Junker
prussiani, a integrarli nell'apparato dello Stato. Nell'impero russo i progressi dell'assolutismo e le
guerre sostenute in funzione dell'espansione territoriale determinano un profondo malcontento e
l'insorgere di movimenti di rivolta. La crisi dinastica dopo la morte dello zar Alessio si risolve con la
salita al trono di Pietro I il Grande.
 il principale evento fu la già ricordata fusione parlamentare e costituzionale di Scozia e Inghilterra
nel “Regno Unito” (1707), resa necessaria dall’imminente venir meno dell’unione dei due regni nella
persona di un unico monarca. Alla morte di Anna infatti s’insediò sul trono, non senza qualche
resistenza del partito giacobita (ossia, dei seguaci del deposto re Giacomo II), la casa Hannover
con Giorgio I (1714-27), seguito da Giorgio II (1727-60): due sovrani completamente estranei alla
cultura e alla stessa lingua inglese.

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