Sei sulla pagina 1di 4

La rivoluzione inglese

 LA RIVOLUZIONE INGLESE: CAUSE, AVVENIMENTI ED EFFETTI


 Giacomo I: l’accentramento del potere
 Nel 1603, con la morte della regina Elisabetta, si pose il problema della successione alla Corona: il parente
più prossimo alla sovrana risultò essere il figlio di Maria Stuart, Giacomo VI re di Scozia. Egli, con la nomina
a re d’Inghilterra unificò il regno scozzese con quello inglese, prendendo il nome di Giacomo I.
 In questo periodo in Inghilterra erano ancora presenti forti tensioni religiose che si concretizzarono nel
1605 con la “congiura delle polveri”, un attentato al re di matrice cattolica che, tuttavia, si rivelò
fallimentare. Tale insuccesso pose fine alle speranze dei cattolici di poter avere un re cattolico. Altro
elemento di dissenso religioso fu rappresentato dai puritani che criticavano duramente la Chiesa anglicana,
divenuta sotto Elisabetta una Chiesa di Stato. I dissidenti puritani furono perseguitati e costretti ad
emigrare in America; tra di loro vi furono i Padri pellegrini, i fondatori della colonia del Massachussets.
 Giacomo I svolse un’intensa attività di accentramento del potere nelle mani del re. Come la sua
predecessora Elisabetta, infatti, rafforzò l’autorità della Chiesa anglicana, che diventò sempre più una
Chiesa di Stato. Inoltre, Giacomo I scelse di non convocare il Parlamento, che solitamente si riuniva
quando il re doveva farsi approvare leggi e decisioni. La frequenza di convocazione del Parlamento, quindi,
era indice dell’autoritarietà della monarchia: il governo Stuart, infatti, fu decisamente autoritario. Tale
provvedimento permise al sovrano di aumentare le tasse senza l’approvazione delle classi sociali a cui le
imposte erano destinate: i Lords (aristocrazia e clero) e i Comuni (borghesia), infatti, non furono più
convocati. Infine, Giacomo I istituì tribunali regi, venendo meno alle garanzie della Magna Charta: era,
infatti, il potere politico che decideva della condanna dell’imputato, non un tribunale di suoi pari come
previsto dall’antico documento.
 Il regno di Carlo I: la prima rivoluzione
 Nel 1625, alla morte di Giacomo I, salì al trono il figlio Carlo I che, sulla scia del padre, tese a interpretare il
suo ruolo in senso assolutistico, specialmente nei rapporti con il Parlamento. Tuttavia, nel 1628, il re si
trovò costretto a convocarlo, avendo bisogno di denaro per finanziare il sostegno militare dato agli ugonotti
francesi. In questa situazione, il Parlamento dichiarò che avrebbe ratificato le decisioni del sovrano purché
egli approvasse un documento in cui si chiedeva l’osservanza della Magna Charta, la cosiddetta Petition of
Rights (Petizione dei Diritti).
 In tale petizione il Parlamento ribadì quanto sancito dalla Magna Charta. Fu, quindi, riaffermata
l’inviolabilità della persona e del domicilio, che vietava l’incarcerazione che non fosse preceduta da una
regolare sentenza di un tribunale non regio composto da pari e non da funzionari dello Stato dipendenti dal
re. Questo principio, detto habeas corpus, non valido per le classi sociali più basse, era stato
frequentemente ignorato in passato. Inoltre, fu riconfermata la necessità dell’approvazione delle due
Camere per ogni richiesta fiscale. Infine, fu richiesta l’abolizione dell’alloggiamento gratuito dell’esercito
nelle case dei cittadini senza la loro approvazione.
 Carlo I, necessitando di denaro, accettò la Petizione, salvo poi ignorarla completamente. Infatti, senza
l’approvazione parlamentare, estese la Ship money, una tassa sulla flotta che dovevano pagare le città
portuali in tempo di guerra, alle zone dell’entroterra e in tempo di pace. Inoltre, istituì il la Camera stellata,
un tribunale regio con il compito di giudicare i reati politici, nettamente in contrasto con la Magna Charta.
Di fatto, tale tribunale era costituito da una cerchia di fedeli al re che controllavano l’economia e la
religione inglesi, reprimendo dissidenti politici e religiosi. Infatti, Carlo I utilizzò la Chiesa anglicana come
strumento di potere, scontrandosi con le sette puritane e presbiteriane che rifiutavano il verticismo
anglicano. Alla formazione dell’assolutismo regio, dunque, concorse anche l’uniformità religiosa, ottenuta
con il controllo del sovrano sulla Chiesa e, quindi, sul popolo.
1
 Alla fine degli anni Trenta, vi fu la prima ribellione contro Carlo I, indice di un grande malcontento
popolare. Nel 1638, infatti, la Chiesa scozzese presbiteriana si rifiutò di accettare il Prayer Book anglicano,
imposto dall’Arcivescovo di Canterbury, Laud. Il re, pertanto, era desideroso di far guerra alla Scozia e fu
costretto, nel 1640, a convocare il Parlamento, fiducioso che avrebbe accettato l’imposizione di nuove
tasse per finanziare il conflitto. Di fronte alla negazione del consenso, Carlo I sciolse il Parlamento dopo
solo tre settimane (che fu chiamato, per questo, “Corto parlamento”). Tuttavia, fu costretto a convocarlo di
nuovo pochi mesi dopo, vedendo le resistenze alle sue decisioni e sperando nell’assenso alle imposte.
Questa volta il Parlamento riuscì a non farsi sciogliere fino al 1653, assumendo l’appellativo di “ Lungo
parlamento”.
 Il Lungo parlamento, deciso ad eliminare l’assolutismo regio, avanzò varie richieste al sovrano: l’ abolizione
delle tasse arbitrarie (tra cui la Ship money) e dei tribunali regi; l’impeachment e la successiva condanna a
morte del ministro Wentworth e dell’Arcivescovo Laud; il diritto del Parlamento ad approvare i ministri
del re; l’approvazione di un atto che impedisse lo scioglimento del Parlamento senza il consenso dei suoi
membri. Inoltre, fu presentata al re anche la Grande rimostranza, con cui si ribadiva la Petition of Rights.
 Per far fronte alla ribellione del Parlamento, Carlo I il 3 gennaio 1642 irruppe in Parlamento, tentando di
arrestare i capi dell’opposizione: fu questo il casus belli della guerra civile inglese che vide opposti due
schieramenti: i sostenitori del re e quelli del Parlamento.
 Dalla parte del re si schierarono le classi aristocratiche feudali (la grande nobiltà terriera) e i gentry
dell’Inghilterra settentrionale e occidentale.
 Il fronte parlamentare fu invece più composito, essendo composto da piccoli proprietari terrieri (gentry e
yeomanry) dell’Inghilterra meridionale e orientale, borghesia, mercanti, puritani, sette religiose radicali e
classi popolari. Tale schieramento presenta notevoli differenze sociali e religiose ed è, quindi, indice del
fatto che la rivoluzione inglese non fu del tutto una rivoluzione sociale; ne è esempio la classe dei gentry,
divisa tra il fronte regio e quello parlamentare. La lotta di classe, dunque, non fu l’unico motivo della
rivoluzione, ma fu affiancato anche da motivazioni religiose. All’interno del fronte parlamentare, quindi, si
possono distinguere due sottogruppi. Il primo è quello dei moderati (gentry e mercanti più ricchi) che
erano contrari all’assolutismo e alla Chiesa anglicana, ma volevano conservare la monarchia (non
assoluta); essi erano, infatti, perlopiù presbiteriani, sostenitori di una Chiesa non di Stato e non verticistica.
Vi è poi il gruppo dei radicali, composto da puritani e seguaci di altre sette radicali, che volevano
l’abbattimento della monarchia e una Chiesa organizzata dal basso. All’interno di questo gruppo si
trovavano anche le correnti estremistiche dei livellatori (levellers), sostenitori della libertà religiosa e del
suffragio universale, e degli zappatori (diggers), fautori dell’abolizione della proprietà privata e del ritorno
agli open fields.
 Il potere di Cromwell
 A capo delle forze parlamentari fu posto un esponente della gentry, il puritano Oliver Cromwell, dotato di
grandi capacità di condottiero, che creò un nuovo modello di esercito, il New Model Army, composto da
volontari estremamente motivati e caratterizzato da frequenti dibattiti interni, indici della libertà di
pensiero dei soldati.
 L’esercito di Cromwell ottenne un’importante vittoria nel 1645 a Naseby che determinò la consegna del re
alle forze parlamentari da parte degli Scozzesi. In questo contesto, il Parlamento desiderava trovare una
conciliazione con il re, mentre l’esercito era contrario; la maggioranza moderata del Parlamento, però,
decise di sciogliere l’esercito, causando l’insurrezione delle truppe.
 Tra i soldati, infatti, si erano diffuse le idee estremiste dei livellatori e degli zappatori a cui Cromwell e i suoi
sostenitori erano contrari. Per trovare un accordo fra le due parti, si svolsero nel 1647 i dibattiti di Putney,
così definiti dal nome del sobborgo londinese in cui ebbero luogo. Le discussioni che si accesero furono di
grande modernità e democraticità. Ne è un esempio il dibattito sul diritto di voto in cui i radicali, nelle
persone di Petty, Rainborough e Sexby, erano a favore del suffragio universale (pur con l’esclusione di

2
donne e servi, ritenuti privi di una propria libertà di scelta), mentre i moderati, rappresentati da Cromwell e
Ireton, sostenevano che il diritto di voto dovesse essere solo dei proprietari terrieri, in quanto gli unici ad
avere un interesse fisso nel Paese, poiché il potere, proprietario delle terre, non può averlo chi terre non
ha.
 Nel 1648 Carlo I fu definitivamente sconfitto e Cromwell, per evitare che l’ala moderata del Parlamento
scendesse a compromessi con il re, irruppe in Parlamento e fece arrestare i filo-monarchici. Il Parlamento,
quindi, fu ridotto a poco più di 50 membri e prese il nome di Rump Parliament (“troncone di Parlamento”).
Esso approvò la condanna a morte del sovrano che fu decapitato nel 1649.
 Dopo la morte del re, il potere fu assunto da Cromwell stesso e il suo governo assunse le sembianze di una
repubblica autoritaria. Cromwell, infatti, si adoperò per la repressione delle opposizioni. Condusse, infatti,
una cruda campagna militare in Irlanda, che si era ribellata per ottenere l’indipendenza dall’Inghilterra,
caratterizzata da massacri e deportazioni di massa: il controllo inglese sull’Irlanda, quindi, si fece molto
pesante (per esempio fu imposta agli Irlandesi la monocoltura della patata). Anche in Scozia Cromwell
represse le opposizioni, unendola definitivamente all’Inghilterra. La repressione delle opposizioni fu attuata
anche in politica interna: il Parlamento, infatti, fu escluso dalle decisioni politiche e sciolto definitivamente
nel 1653.
 In ambito internazionale Cromwell si dedicò all’espansione commerciale. Nel 1651, infatti, fu proclamato il
Navigation Act, con cui si stabilì che nessuna merce inglese o destinata all’Inghilterra potesse essere
portata da navi straniere. Questo portò a una conflittualità con l’Olanda, grande potenza commerciale, che
sfociò in una guerra per imporre l’Atto e ridurre il commercio olandese. L’Inghilterra ottenne la vittoria,
allargando così la propria sfera commerciale e stabilendo la supremazia inglese sul mare, sostenuta anche
dalla sottomissione del Portogallo. Gli interessi economici ottenuti con questa politica, dunque, erano in
sintonia con quelli delle classi borghesi.
 Carlo II: la restaurazione monarchica
 Nel 1658, alla morte di Cromwell, il potere passò al figlio Richard che però, non avendo l’abilità politica del
padre, non riuscì a gestirlo, a tal punto che i disordini creatisi permisero, nel 1660, la restaurazione della
monarchia degli Stuart, voluta dalle forze moderate della rivoluzione che fecero affidamento al Lungo
parlamento del 1640. Nel 1660, quindi, divenne re il figlio di Carlo I, Carlo II.
 Prima di rientrare in patria dalla Francia, dove era stato educato, Carlo II fu costretto a firmare la
Dichiarazione di Breda, con cui prometteva di collaborare con il Parlamento e di concedere l’amnistia per i
regicidi. Le istituzioni monarchiche, come la Camera dei Lords e la Chiesa anglicana, però, vennero
restaurate.
 Carlo II, nel periodo in cui visse in Francia, era venuto a contatto con il re Luigi XIV e, pertanto, si diffuse il
timore di un ritorno al cattolicesimo. Fu, quindi, approvato dal Parlamento, nel 1673, il Test Act, che
prevedeva un atto di testimonianza di fede anglicana che doveva essere fatto da coloro che ricoprivano
cariche pubbliche, escludendo così i seguaci di confessioni diverse dall’anglicanesimo. Inoltre, nel 1679 fu
promulgato da Carlo II l’Habeas Corpus Act con cui si ribadivano i principi della Magna Charta.
 Giacomo II e la “Gloriosa rivoluzione”
 Nel 1685, alla morte di Carlo II, salì al trono il fratello Giacomo II, di religione cattolica. Si pose, quindi, il
problema di come conciliare la legittimità di discendenza con il Test Act. In Parlamento nacquero due
schieramenti: gli whigs, contrari alla nomina di un re cattolico, e i tories, favorevoli. Questi ultimi
prevalsero e Giacomo II divenne re. Egli desiderava un riavvicinamento alla Francia e a Roma, sedi del
cattolicesimo, ottenuto con una diplomazia filo-cattolica. Inoltre, tentò di abolire il Test Act, violandolo
apertamente per circondarsi di un personale cattolico.
 Alla nascita di un figlio maschio dalle seconde nozze con una cattolica, il Parlamento decise di cacciare il re,
temendo una restaurazione cattolica. Per far questo, i capi del Parlamento chiesero l’intervento militare di
Guglielmo d’Orange, capo della repubblica olandese e marito della figlia protestante di Giacomo II, Maria.

3
Il sovrano, di fronte alla minaccia di un attacco militare, fuggì in Francia e vennero riconosciuti sovrani
Maria e Guglielmo, che prese il nome di Guglielmo III. Non vi fu, quindi, una guerra e si parla, perciò, di
“Gloriosa rivoluzione” o “Pacifica rivoluzione”.
 In questa situazione il Parlamento decise di definire chiaramente i suoi poteri con la promulgazione nel
1689 del Bill of Rights (Dichiarazione dei Diritti). Esso prevedeva la superiorità del Parlamento sul re, il
quale non poté più agire senza l’approvazione delle due Camere: i provvedimenti imposti dall’assolutismo,
come i tribunali regi o l’imposizione di tasse senza il consenso del Parlamento, quindi, furono dichiarati
illegali. La rivoluzione, pertanto, fu definita come una restaurazione degli antichi diritti violati dal potere
assoluto del re, non come un cambiamento verso il nuovo.
 Si può, quindi, parlare di parlamentarismo inglese, dato che il Parlamento – la rappresentanza popolare,
dunque, benché con “popolo” si intendano i proprietari terrieri – ottenne un potere superiore a quello del
re. Per rafforzare i traguardi ottenuti, furono introdotti il Triennal Act nel 1694, con cui si stabiliva la
convocazione del Parlamento almeno ogni tre anni, e l’Act of Settlement nel 1701, con il quale si regolò la
successione al trono, escludendo i cattolici Stuart a favore dei protestanti Hannover.

Potrebbero piacerti anche