Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Situazione iniziale:
I domini inglesi in America iniziarono ad ampliarsi progressivamente dal 1583, anno nel quale il grande
navigatore Sir Walter Raleigh prese possesso di un territorio dell'America Settentrionale, al quale pose il
nome di Virginia, in onore della nubile regina Elisabetta. Nel XVIII secolo questi domini erano costituiti da
tredici colonie, per una popolazione totale di circa due milioni di abitanti. A Nord di queste colonie inglesi si
trovavano i domini francesi del Canada, ma dopo la sconfitta subita nella Guerra dei Sette Anni (1756-
1763), la Francia fu costretta a cederli all'Inghilterra, assieme a vastissimi territori situati ad Occidente dei
Monti Alleghany. Proprio verso questi territori la parte più povera della popolazione americana intendeva
emigrare per avviare attività agricole intese a migliorarne le condizioni di vita. Questi flussi migratori
preoccuparono il governo inglese che temeva scontri con le tribù indiane che abitavano da secoli quelle
terre - scontri che avrebbero comportato il mantenimento in zona di un forte contingente militare -
costringendolo quindi a limitare seriamente il diritto di immigrazione al di la degli Alleghany, causando il
malcontento sia di coloro che intendevano trasferirsi in quelle terre per necessità, sia degli speculatori che
intendevano prendere possesso di quei territori per lottizzarli e rivenderli a caro prezzo ai coloni. A questo
forte motivo di tensione tra il governo inglese ed i coloni americani se ne aggiunsero presto altri: per
risanare le casse dello Stato, prosciugate dalle spese militari sostenute nel corso della Guerra dei Sette
Anni, il governo introdusse nuove imposte a carico dei coloni ed iniziò ad applicare con maggior rigore le
leggi doganali, tese a limitare il libero commercio degli,armatori americani, a tutto vantaggio della politica
mercantile inglese. Naturalmente ciò urtava con gli interessi della borghesia mercantile, indistriale e
armatoriale americana, che vedeva in tal modo compromessi i sui traffici più redditizzi come ad esempio la
distillazione ed il commercio del rum con l'Africa e la conseguente tratta dei Negri. Dietro a questi contrasti
di natura economica si celava un contrasto ancora più profondo, ossia l'aspirazione dei coloni
all'indipendenza e all'utogoverno, molto sentita dagli Americani, in quanto la maggior parte di loro era
costituita da discendenti di quei Padri Pellegrini che un secolo prima avevano lasciato l'Inghilterra per
difendere la loro libertà politica e religiosa.
Vicende principali
1763-1773: La Gran Bretagna vara una serie di provvedimenti fiscali per le colonie:
• Stamp Act: tassa di bollo su atti commerciali e giornali
• Le colonie reagiscono secondo il principio: no taxation without representation
• Tassa sul the: i coloni reagiscono con il Boston Tea Party
• 1774: Quebec Act: il Parlamento inglese concede all’ex Canada francese libertà di culto per i
cattolici e crea un governo senza rappresentanza locale
• 1774: congresso di Philadelphia:
• 1775: inizia il conflitto tra la Gran Bretagna e le colonie La rivoluzione americana
• 1776: Dichiarazione
Gli emendamenti alla Costituzione degli Stati Uniti d’America (1791) Gli emendamenti vengono proposti
dagli “antifederalisti” a garanzia dei diritti individuali.
I: Libertà di parola, stampa, religione e petizione: Il Congresso non potrà approvare nessuna legge che
riguardi il riconoscimento di una religione o la proibizione del suo libero esercizio; oppure che limiti la
libertà di parola o di stampa; oppure ancora che limiti il diritto delle persone di riunirsi pacificamente e
di rivolgere petizioni al governo per riparare alle ingiustizie.
II: Diritto di ritenzione e porto d’armi
V: Provvedimenti riguardanti i processi penali
VI: Diritto a un processo breve
VIII: Cauzioni eccessive, punizioni crudeli
X: Diritti degli Stati