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La Rivoluzione Americana

La Rivoluzione Americana


Il contesto: fin dal 1600 francesi, inglesi e
spagnoli colonizzano il Nord America.

Francesi e spagnoli sfruttano le risorse, ma
raramente costituiscono insediamenti
importanti.

Gli inglesi invece dànno vita a vere e proprie
città.
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Le città fondate dagli inglesi sono distribuite
principalmente sulla costa orientale:
l’espansione di un retroterra abitato attorno a
queste città dà vita a 13 colonie vere e proprie:
colonie inglesi, sottolineiamo.
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Cinque colonie situate a Sud, caratterizzate da
agricoltura di piantagione, e basate su
manodopera di tipo schiavistico.

Quattro colonie al centro, con agricoltura non di
piantagione: piccola e media proprietà agricola.

Quattro colonie a Nord: agricoltura sì, simile a
quelle del centro, ma soprattutto commercio.
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Cosa vuol dire essere una colonia inglese?

Si può commerciare solo con l’Inghilterra (o con
gli altri paesi europei con autorizzazione e
maggiorazione delle tasse).

Gli abitanti delle colonie non hanno una
rappresentanza nel parlamento inglese, quindi
le tasse che devono pagare vengono decise a
Londra senza che le colonie possano metterci
becco.
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Un altro elemento fondamentale: gli abitanti
delle colonie sono migranti.

Questo significa che non ci sono nobili: la
società americana è pertanto
fondamentalmente egualitaria.

Le colonie erano guidate da un governatore
nominato dalla corona britannica e affiancato da
un parlamento locale che poteva avanzare
richieste.
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Per la Gran Bretagna il Settecento è un periodo
di grandi guerre.

Guerre significa spese: il che impone alla Gran
Bretagna di aumentare le tasse, anche alle
colonie americane.

I coloni non sono molto contenti. Con il motto di
No taxation without representation, reclamano
di poter discutere le tasse nel parlamento
inglese.
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Viene introdotto lo Stamp Act: per qualsiasi tipo
di foglio stampato dovevo pagare questa tassa.

Nuova tassa sul tè (che gli americani erano
obbligati a comprare dalla Gran Bretagna).

Disordini e rivolte (1773) provocano l’intervento
dell’esercito.
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Per i coloni, l’intervento dell’esercito è la goccia
che fa traboccare il vaso: in una società
egualitaria e che coltivava un un ideale forte di
libertà individuale, la riduzione della libertà
individuale era sentita come un affronto
enorme.

Battaglie e scontri: nel 1775, i rappresentanti
delle colonie si riuniscono a Philadelphia in una
parlamento chiamato Congresso.
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I lavori del Congresso, nel 1776, dànno vita a
una Dichiarazione di Indipendenza.

La dichiarazione di Imndipendenza si basava
su alcuni principi che avranno una eco
fortissima in Europa: tutti gli uomini sono uguali;
la libertà e i diritti di proprietà etc. sono
inalienabili.

Si afferma anche che se un governo nega i
diritti, il popolo può rovesciarlo.
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La guerra viene vinta dagli americani grazie a
un forte aiuto da parte dei Francesi. Gli
americani vincono, i francesi si rovinano.

Nel 1783 gli inglesi riconoscono l’indipendenza.

Nel 1787 nasce la Costituzione degli Stati Uniti
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Costituzione: legge fondamentale dello stato.

Gli Stati Uniti decidono di dare vita a una
repubblica federale presidenziale bicamerale.

Il potere giudiziario è detenuto dal popolo ed
esercitato da giudici eletti.

La costituzione americana sancisce la libertà
come principio fondamentale (l’idea che c’era
dietro era il liberalismo e la sua controparte
economica, il liberismo).

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