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Allo scoppio della seconda guerra mondiale Roosevelt si impegnò per convincere
Congresso e opinione pubblica della necessità di fornire aiuti agli stati aggrediti
da Adolf Hitler. Dopo la terza elezione a presidente, Roosevelt rinsaldò i legami
con le democrazie occidentali firmando con Winston Churchill la Carta
atlantica (1941), che riaffermava l’autodeterminazione dei popoli.
Quando i giapponesi bombardarono il porto di Pearl Harbor, nelle Hawaii gli
USA decisero di entrare in guerra. Alle operazioni di guerra si correlò un'intensa
attività diplomatica, condotta da Roosevelt e Churchill nelle Conferenze del
Cairo, di Teheran e di Jalta, che ebbero effetti risolutivi sia per le sorti della
guerra sia per la sistemazione geopolitica del dopoguerra.
IL PIANO MARSHALL
La guerra segnò l'espansione planetaria degli Stati Uniti. In Europa con il piano
Marshall (1946) furono distribuiti grandi aiuti finanziari e materiali, necessari a
rimettere in sesto l'economia postbellica. Si trattava di una necessità prioritaria
per gli stessi Stati Uniti perché un'Europa in ripresa avrebbe potuto divenire un
mercato per l'economia americana.
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NELSON MANDELA
Nelson Mandela nacque a Umtata nel 1918. Egli si interessò della politica quando
era ancora studente; insieme a Olivier Tambo, da allora suo fedele compagno di
lotta, partecipò nel 1940 ad alcuni scioperi studenteschi che gli costarono
l’espulsione dal college. Nel 1950 diventò presidente dell’African National
Congress (ANC). Mandela nel corso della campagna di disobbedienza auspicò
l’azione congiunta di tutti i gruppi razziali nella lotta contro la segregazione
razziale. Nel dicembre 1952 venne arrestato e condannato a nove mesi di carcere
ma la pena fu sospesa. Nel dicembre 1956 fu accusato di tradimento con altre
156 persone: il processo durò fino al 1961, ma nessuno venne condannato.
In seguito al massacro di Sharpeville nel 1960, nel quale la polizia sudafricana
uccise 67 civili durante una manifestazione contro l’apartheid, l’ANC venne
messo fuorilegge. Mandela andò in Nigeria dove si addestrò alla guerriglia,
dopodiché andò a Londra dove incontrò gli altri leader della resistenza politica
Sudafricana. Tornato in Sudafrica fu arrestato per aver lasciato illegalmente il
paese. Mandela fu condannato all’ergastolo Nel 1985 Mandela rifiutò la libertà
condizionata. Il presidente De Clerk liberò Mandela nel febbraio 1990; nel 1991 il
governo revocò l’ultima legge che regolava l’apartheid.
Tesina su sport e razzismo
JOHN FITZGERALD KENNEDY
J.F.Kennedy — Fonte: Getty-Images
John Fitzgerald Kennedy (Brookline, Massachusetts 1917 - Dallas 1963), 35°
presidente degli Stati Uniti (1961-1963). Nato in una ricca famiglia dell'alta
borghesia cattolica, si laureò ad Harvard nel 1937; combatté con valore
nella seconda guerra mondiale e al termine del conflitto aderì al Partito
democratico, candidandosi con successo alla Camera dei rappresentanti nel
1946. Nel 1952 ottenne un seggio al Senato e nel 1960, quando ormai aveva
assunto la leadership del partito, si candidò alla presidenza del paese in coppia
con il vice Lyndon B. Johnson. Alle elezioni sconfisse il candidato
repubblicano Richard Nixon e si insediò alla Casa Bianca.
Sul piano della politica interna il neoeletto presidente si impegnò nella lotta alla
disoccupazione con un imponente programma sociale di sussidi e aumenti
salariali; vennero incrementati anche gli investimenti nella ricerca scientifica e
nei programmi spaziali e le spese per la difesa militare, con la conseguente
crescita delle commesse per le industrie belliche.
Nell'autunno del 1963 il presidente cominciò a organizzare la campagna per la
propria rielezione; l'impegno per favorire l'integrazione razziale e garantire il
diritto di voto ai neri aveva suscitato un crescente malcontento e gruppi di
ispirazione razzista avevano provocato gravi episodi di violenza. Il 22 novembre,
mentre attraversava la città di Dallas a bordo di una limousine scoperta,
Kennedy venne colpito e ucciso da un colpo di arma da fuoco sparato da lunga
distanza.
La notizia del suo assassinio suscitò un'immensa emozione sia nel paese sia nel
mondo intero. Poche ore dopo la sua morte, venne arrestato un ex marine, Lee
Harvey Oswald, che due giorni più tardi fu a sua volta assassinato mentre veniva
trasferito da un carcere ad un altro. Nel settembre del 1964 il presidente della
Corte Suprema Earl Warren pose fine alle indagini stabilendo che il presidente
era stato ucciso da Oswald, che aveva agito da solo, ma la sentenza non mancò di
sollevare molti dubbi, tuttora insoluti. Fra le varie ipotesi, confermate anche
dalle dichiarazioni di numerosi testimoni, si fece strada quella di un complotto a
fini politici ordito forse dalla mafia o da esuli cubani.