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Quest’ultima vuole infatti anche avere più peso in Parlamento, dove dominavano i grandi proprietari

terrieri aristocratici; così i liberali, che rappresentavano la borghesia, cominciano una battaglia per far avere
alla borghesia il voto, combattono al loro fianco i radicali, che sono però “più a sinistra” dei liberali e che
vorrebbero addirittura il suffragio universale, quindi vorrebbero sganciare completamente il diritto di voto
al censo. La prima riforma elettorale, che è quella del 32, accontenta i borghesi, per cui i liberali, o meglio il
loro partito, quello dei Whig, si pacifica, mentre invece continuano i radicali a chiedere il suffragio. Un’altra
cosa molto importante che succede con il Reform Bill del 32 è che vengono ridisegnati i distretti elettorali,
togliendo rappresentanti ai cosiddetti Rotten Boroughs, Borghi Putridi, di fatto i piccoli centri rurali,
controllati e gestiti dall’aristocrazia fondiaria, che avevano pochissimi abitanti ma più di un rappresentante
in Parlamento, aristocratico però, tra l’altro il voto non era nemmeno segreto, per cui si decideva chi si
dovesse votare e si facevano gli interessi dei proprietari terrieri. Le città industriali del nord, che erano
appena state formate e che raccoglievano tra l'altro molta popolazione, perché si erano mossi in questa
direzione tutti i lavoratori delle industrie, non erano rappresentate in Parlamento. Quindi si comincia con il
32 a ridisegnare i distretti elettorali, togliendo rappresentanti ai Rotten Boroughs e dando invece
rappresentanti alla borghesia cittadina, delle grandi città industriali, che comincia a poter esercitare i propri
diritti politici. Questo sposta gli equilibri perché gli aristocratici hanno possibilità di esprimere un numero
minore di rappresentanti, e la borghesia 10 invece può esprimere un numero maggiore di rappresentanti in
Parlamento, il che significa che il baricentro politico del paese si va spostando. Roman Catholic Relief Act
(1829) Sempre per quanto riguarda le riforme costituzionali e politiche, importante in questi anni è il
Roman Catholic Relief Act del 1829, perché tanto i cattolici quanto i dissidenti protestanti erano esclusi da
una serie di attività: uffici ministeriali amministrativi, Parlamento, dall'università e dall'esercito. All'inizio del
secolo si formano vari movimenti per l'uguaglianza religiosa che vogliono rinunciare al principio “Uno stato-
Una chiesa”, cioè che ammettono che allo Stato partecipino alcune persone che non appartengono alla
chiesa anglicana. Nel 29 in Inghilterra passa una legge, appunto il Roman Catholic Relief Act che ammette
finalmente i cattolici in Parlamento. Leggi simili sono approvate anche in Scozia e in Irlanda. Per cui adesso
anche coloro che non appartengono alla chiesa d'Inghilterra possono partecipare all'attività politica.

New Poor Law (1834) Sempre per quando riguarda le riforme per il benessere delle classi più disagiate e
svantaggiate nel 1834 passa una nuova legge dei poveri, questa New Poor Law è molto importante perché
colpisce molto Dickens, e lo colpisce negativamente, quindi la troviamo spesso evocata nei suoi romanzi,
nello specifico in Oliver Twist. Sino al 1800 circa, i poveri ricevevano un sussidio dalle parrocchie e questo
sussidio era agganciato al prezzo del pane. Infatti con le Corn Laws del 1815 c'era un grande una grande
fluttuazione nel prezzo del grano e ovviamente anche in quello del pane: se il prezzo del pane cresceva, i
poveri erano in condizioni sempre più disagiate e ricevevano un sussidio dalle parrocchie per poter
continuare a permettersi di comprarlo. Questo è però un sistema che viene criticato, perché tra l'altro
nell'Inghilterra vittoriana si riteneva che i poveri non dovessero essere incoraggiati a rimanere tali. In
questo clima nel 1834 Chadwick, uno dei discepoli di Bentham, promuove questa riforma, la New Poor Law,
la quale stabilisce che ci siano dei poveri che non possono lavorare, per svariati motivi, i quali continuano a
ricevere il sussidio, per chi invece può lavorare viene annullato il sussidio e istituito l’Ospizio di mendicità, in
inglese Work House. Qui però i poveri sono costretti a lavorare, trattati molto duramente, le famiglie
vengono divise, le donne da un lato, gli uomini dall’altro, e i bambini non stanno con i genitori, perché
bisogna in qualche maniera scoraggiare il povero dal non voler migliorare la propria condizione. Tuttavia il
rimedio della Work House è peggiore del male. Quindi questa legge 11 per molti versi è criticata per
esempio da figure come Dickens, che rilevano la crudeltà del trattamento che i poveri ricevevano nella
workhouse, che era peggiore di quello che ricevevano quando veniva loro dato un sussidio dalla parrocchia.
Anche se questa New Poor Law fa sì che il trattamento dei poveri diventi uniforme su tutto il territorio
nazionale, e sia affidato a un'autorità centrale, e non più alle singole parrocchie. Problema del voto Il
Reform Bill del 32 era stato in fin dei conti deludente, perché aveva accontentato sì i borghesi, ma c’erano
ancora ampie fasce della popolazione che restavano senza voto. Per cui si fonda una lega formata dalle
masse del Lancashire, dello Yorkshire e degli Artigiani londinesi (che volevano il voto), che si riuniscono
nella London Working Men’s Association fondata da Lovett e Place, questi ultimi stilano una petizione, la
Carta del Popolo, People's charter, da cui il nome di Chartism, o Cartismo in italiano, che viene presentata
in Parlamento tre volte, e tutte e tre le volte sarà bocciata. Il Cartismo si può riassumere in 6 punti
fondamentali: 1. I cartisti vogliono il suffragio maschile 2. Poi vogliono lo scrutinio segreto, che era molto
importante perché in una situazione in cui si potevano subire controlli e pressioni, per esempio da parte del
grande proprietario terriero o del padrone della fabbrica nella quale si lavorava, lo scrutinio segreto poteva
proteggere e coprire le spalle 3. Poi volevano le elezioni del parlamento ogni anno, per evitare che i
rappresentanti assumessero troppo potere 4. Volevano una indennità per i deputati, perchè altrimenti chi
non aveva beni propri non poteva andare in Parlamento, pensiamo ad esempio a un contadino, se avesse
dovuto lasciare il proprio campo per andare in parlamento per un anno, la sua famiglia sarebbe morta di
fame, dunaque questo gli impediva di proporsi come un rappresentante parlamentare 5. Volevano collegi
numericamente uguali, dunque si torna alla questione della redistribuzione dei seggi e dei distretti elettorali
presentata dal Primo Reform Bill del 32. Di fatto volevano che un Tot numero di votanti esprimesse lo
stesso numero di rappresentati al Parlamento 6. E poi volevano l'abolizione del censo per essere eletti,
quindi non solo per eleggere ma anche per andare in Parlamento. Al gruppo della London Working Men’s
Association di Lovett si uniscono dei movimenti che alzano il tono dello scontro, perchè sono più radicali,
come la Birmingham Political Union oppure il gruppo che si riunisce attorno all'irlandese O'Connor, più
radicale, proprietario del giornale Northern Star, che diventerà 12 Mid-Victorianism (1851-1874) “The
Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations”, organizzata dal principe Alberto, l’amato marito
della regina Vittoria, segna l’inizio dell’età dell’oro del vittorianesimo, che va, simbolicamente dal 1851,
anno della Great Exhibition, al 1874. Si tratta di un evento di grande prestigio, voluto fortemente dal
principe Alberto, amante della modernità, e che stabilirà poi un modello per tutte queste grandi esibizioni
nazionali che verranno organizzate da questo momento in poi fino ai primi anni del Novecento in tutta
Europa. . La Great Exhibition vuole mostrare i prodotti della civiltà di tutti i paesi, ma soprattutto la
superiorità britannica, e mettere in luce il ruolo provvidenziale dell’Inghilterra nel guidare gli altri paesi
verso il progresso, idea che circola fra gli inglesi ancora prima della vera e propria teoria evoluzionistica
formulata da Darwin. L’inglese vedeva se stesso in cima a un'ideale scala evolutiva con sotto gli altri popoli
europei e poi africani, asiatici, ecc… Questa esibizione vide 6 milioni di visitatori. I paesi espositori erano,
oltre alla Gran Bretagna, anche le sue colonie e 44 nazioni europee e americane, e c’erano 13.000 oggetti
esibiti. Si trattava dunque di un’enorme mostra che serviva a sancire la grandezza della Gran Bretagna che
tutto questo racchiudeva. Quindi questa Great exhibition finisce per essere una sorta di grande cerimonia
che vuole glorificare la grandezza dell'Inghilterra. La Great Exhibition inaugura poi anche un nuovo tipo di
architettura; questi sono anni che vedono una sorta di revival gotico, ma l’architetto Joseph Paxton
costruisce appositamente per l’evento il Crystal Palace, una struttura fatta di vetro e ferro che ricorda un
po’ un’enorme serra. Questo genera un acceso dibattito, perché i più tradizionalisti ritenevano che fosse un
mostro, perché naturalmente non era un edificio che somigliasse agli altri. Il discorso inaugurale del
principe Alberto è molto significativo per comprendere quella che era la mentalità del tempo. Alberto
esprime al massimo quella che è l’idea di progresso, in una visione trionfalistica e assolutamente positiva,
che è quella in cui la mostra si tiene. [Nessuno che faccia attenzione alle caratteristiche principali del nostro
presente può dubitare del fatto che stiamo attraversando un periodo di splendida transizione che tende
rapidamente al raggiungimento del grande fine a cui la storia punta, e cioè la realizzazione dell'Unità della
umanità. La mostra del 51 è la prova evidente del livello di sviluppo a cui è arrivata l'umanità, e un nuovo
punto di partenza da cui tutte le nazioni potranno partire per raggiungere nuove mete. 15 Speriamo che
questa impresa possa condurre al benessere del Popolo inglese.] Prosperità ➛ Il paese che presenta il
Crystal Palace con tutti i suoi contenuti è un paese molto prospero, perché ha una agricoltura ricca, tanto è
vero che il paese produce i tre quarti del grano di cui ha bisogno (a metà 800), quindi ne deve importare
pochissimo. ➛ Procede la costruzione della strada ferrata, la ferrovia comincia ad attraversare parti sempre
più ampie dell'Inghilterra e naturalmente, in ottica se non altro economica, un grande miglioramento,
perché consente tutta una serie di commerci che senza strada ferrata sarebbero assai più difficoltosi. ➛
Crescono poi anche le industrie navali, in un’Inghilterra che è una grande potenza navale, sia dal punto di
vista commerciale che militare, e che tra l’altro ha un enorme commercio estero, superiore a quello di
Francia, Germania ed Italia messe insieme, ed è 4 volte quello degli Stati Uniti. Quindi l'Inghilterra
oggettivamente attraversa in questo periodo medio-Vittoriano straordinaria prosperità. Ma qual è l’umore
nazionale di fronte a questa straordinaria esplosione di benessere? Visione ottimistica: Palmerston,
Macaulay e Smiles Aristocrazia e borghesia sono soddisfatte e compiaciute di sé. Coloro che più di tutti
sono convinti della grandezza dell’Inghilterra e della sua capacità di continuare a migliorarsi senza limiti
sono: Palmerston, che è un importantissimo politico di questi anni che da un'impronta all'epoca, tanto che
quest’epoca da alcuni sarà chiamata “The Age of Palmerston”; Macaulay, che è lo storico vittoriano per
eccellenza, e Smiles. ↪ Smiles scrive nel 1859 un libro che si intitola “Self-Help” e che diventa un best-
seller. Si tratta di una sorta di sermone laico sull'operosità e l'onestà che ciascuno deve avere per ottenere il
benessere materiale. In altre parole diventa una specie di guida per coloro che vogliono compiere il salto in
un’altra classe sociale, quella che gli inglesi chiamerebbero “Upward Mobility”. In Self Help Smiles sostiene
essenzialmente che ciascuno, se operoso e industrioso, può diventare ricco. Il suo pensiero si connette
all’idea dell'evoluzionismo, al benthamismo, alla linea che lo Stato deve rimanere fuori dalle cose
dell'individuo perché sennò lo danneggia invece che aiutarlo. Smiles afferma un principio 16
importantissimo.

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