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Introduzione
«Passo da un mondo corruttibile a uno incorruttibile, dove c'è pace, tutta la pace possibile». Con
queste parole nel 1649 Carlo I Stuart, re d'Inghilterra e Scozia, salutava il mondo prima di venire
decapitato nel corso della rivoluzione inglese.
Nel 1625 divenne re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda Carlo I Stuart, figlio di Giacomo I Stuart.
Il Regno inglese stava vivendo un momento di cambiamenti e di tensioni che si combinarono
in modo esplosivo.
Dal punto di vista religioso i rapporti tra la monarchia e le minoranze protestanti e cattoliche si
erano deteriorati soprattutto dopo la congiura delle polveri del 1605, durante la quale i cattolici
provarono a uccidere re Giacomo I.
A livello politico i contrasti tra re e parlamento divennero più aspri: Giacomo I governò
secondo i principi della monarchia assoluta ed evitò il più possibile di convocare l'assemblea
togliendole potere.
Per quanto riguarda gli aspetti socio-economici, tra 1620 e 1650 una crisi economica senza
precedenti si abbatté sul Regno inglese con conseguenze pesanti per i ceti inferiori.
Il regno di Carlo I esasperò i conflitti e le divisioni che laceravano il Paese. Il matrimonio con
Enrichetta, figlia di re Enrico IV di Francia e fervente cattolica, e la nomina nel 1633 ad
arcivescovo di Canterbury di William Laud, prelato della corrente filo-cattolica della Chiesa
Anglicana, che mise in atto una politica repressiva nei confronti dei Protestanti, alienarono al re il
favore della maggioranza anglicana, che seguiva le idee calviniste.
Sul piano della gestione del potere Carlo I si ispirò al governo autoritario del padre e arrivò allo
scontro con il parlamento, anche se nel 1628 fu costretto a convocarlo per chiedere
l'imposizione di nuove tasse per riempire le casse vuote del Regno.
In questa occasione il parlamento approvò una Petizione dei diritti per sottolineare le sue
prerogative e per ribadire il principio secondo cui nessuna tassa potesse essere imposta ai
sudditi senza il suo consenso. I parlamentari chiesero al re di rispettare l'habeas corpus e di
evitare incarcerazioni arbitrarie e si batterono per limitare i diritti della monarchia richiedendo di
non adottare norme filo-cattoliche.
Nel 1629 Carlo decise di sciogliere il parlamento e di incarcerare i capi dell'opposizione:
governò i successivi dieci anni senza convocarlo e imponendo forti tasse.
Nel 1638, di fronte al tentativo di Carlo di estendere il rito anglicano agli scozzesi presbiteriani,
la Scozia di ribellò. Nel 1640 il re fu costretto a convocare il parlamento per chiedere denaro
per la guerra, ma sciolse la sessione, chiamata Corto parlamento, dopo due settimane.
In seguito alle vittorie scozzesi il re dovette convocare ancora il parlamento, che proclamò il
diritto di restare in sessione finché necessario, senza accettare altri scioglimenti, e di dover porre
l'assenso su ogni tassa imposta. I parlamentari si attribuirono poteri di nomina sui vescovi e sui
capi dell'esercito. Unica fonte di diritto venne considerato il diritto comune e furono abolite leggi
e strumenti giudiziari dell'assolutismo monarchico. Infine il parlamento, divenendo Camera di
giustizia, processò e condannò a morte i collaboratori più stretti di Carlo.
Alcuni mesi più tardi il parlamento abolì la monarchia: nasceva la Repubblica unita di
Inghilterra, Scozia e Irlanda, detta anche Commonwealth.
Il governo della neonata Repubblica fu affidato a un Consiglio di Stato guidato da Cromwell,
che dovette affrontare la rivolta dei Cattolici in Irlanda e le truppe del figlio di Carlo I, Carlo II.
Cromwell represse nel sangue gli Irlandesi e sbaragliò nel 1650 l'esercito regio.
Nel 1651 in seguito alla promulgazione da parte di Cromwell dell'Atto di Navigazione, una misura
che salvaguardava gli interessi navali inglesi, scoppiò una guerra contro l'Olanda che sancì nel
1654 il dominio inglese sui mari.
Vinta anche questa lotta, Cromwell fece prima disperdere con la forza il parlamento, ostile al
suo strapotere politico e militare, e poi scelse nuovi membri fedeli prima di scioglierlo del tutto.
Nel 1655 Cromwell assunse il titolo di Lord protettore della Repubblica e instaurò una dittatura
personale: egli rifiutò la corona di re, perché odiava la monarchia, ma rese ereditario il titolo di
Lord protettore.
OLIVER CROMWELL Era un nobile puritano (1599-1658) che aveva ottime doti di soldato e capo.
– L'Irlanda si ribellò per paura di persecuzioni puritane, Cromwell condusse una cruenta
battaglia che dimezzò la popolazione irlandese.
– Cromwell esercitò una dittatura sotto il nome di "protettore d'Inghilterra, Scozia e Irlanda.
POLITICA ESTERA
. Ampliamento della flotta;
. Espansione commerciale marittima;
. Scontro con Olanda e Spagna. Contro l'Olanda ATTO DI NAVIGAZIONE: limite del diritto di
pesca in acque inglesi; le merci in entrata trasportate solo da novi inglesi. Contro la
Spagna GUERRA: vinse l'Inghilterra che prese in possesso la Giamaica. Ma la dittatura di
Cromwell si avvertiva, preparando la strada alla monarchia.
Alla morta di Cromwell il figlio Richard si ritirò a vita privata; il lato moderato del Parlamento
ristabilì gli Stuart (anche grazie all'esercito) nella persona di Carlo II Stuart (1660-1688)
Nel 1658 Cromwell morì e si racconta che dopo la morte la folla ne dissotterrò il corpo e lo
impiccò, lasciandolo a lungo appeso, prima di esporne la testa al disprezzo di tutti nelle sale del
parlamento. Gli succedette il figlio con il quale si aprì una fase di scontri tra parlamento ed
esercito e tra repubblicani e monarchici.
Ritratto del re Carlo II Stuart. Dipinto di John Michael Wright — Fonte: Ansa
Nel 1660 un parlamento dominato da membri fedeli al re spianò la strada al ritorno di Carlo II
Stuart e alla restaurazione della monarchia. Malumori iniziarono a palesarsi a causa del timore
che il sovrano volesse restaurare il Cattolicesimo, ma lo stesso parlamento si pose a difesa
della Chiesa Anglicana: nel 1673 con l'Atto di prova vietò ai cattolici di ricoprire qualsiasi carica
pubblica e nel 1679 decretò l'esclusione del fratello di re Giacomo Stuart dalla successione
perché cattolico.
Nel 1685 alla morte di Carlo II salì comunque al trono Giacomo II, che abolì l'Atto di prova e
l'habeas corpus. Di fronte alle misure autoritarie del nuovo re, il parlamento decise di offrire il
regno a Guglielmo d'Orange, principe olandese, protestante e genero di Giacomo, che nel
1689 venne dichiarato re con il nome di Guglielmo III.
A coronamento di questa Gloriosa rivoluzione, chiamata così perché portata a termine senza
spargimenti di sangue, vennero compiuti due atti formali. Il parlamento:
● Dichiarò decaduto Giacomo II affermando l'idea che l'autorità dei re inglesi
traesse fondamento da un patto stabilito con il popolo
● Emanò la Dichiarazione dei diritti in cui furono elencate le leggi che il sovrano si
impegnava a rispettare prima di venir eletto: nasceva la monarchia costituzionale
parlamentare.
La Restaurazione monarchica
Curiosità
L’udienza e la condanna a morte del re Carlo I Stuart è il primo evento nella storia in cui è il
popolo a processare il proprio re, colpevole di non aver rispettato il patto su cui si basava il suo
potere.
Cesare Beccaria
Biografia di Cesare Beccaria
Nello stesso anno si avvicina alle idee filosofiche di Montesquieu e Rousseau, cosa che lo fa
aderire definitivamente al movimento illuminista, ma nella sua formazione ha un ruolo molto
importante anche il legame e l'influenza dei fratelli Verri.
Gli anni '60 sono gli anni che segnano la massima attività ed il massimo impegno di Beccaria:
frequenta l'Accademia dei Pugni e collabora intensamente con la rivista Il Caffè in cui si
impegna a difendere l'importanza della cultura e della sua diffusione, ed il ruolo attivo svolto
dalle riviste e dai giornali in questa direzione.
Nel 1764 avviene la prima pubblicazione di Dei diritti e delle pene, opera polemica in cui
Beccaria, forte della sua conoscenza giuridica, esamina molti aspetti delle pratiche processuali
dell'epoca individuando una serie di difetti che impedivano alla giustizia di essere, di fatto,
applicata in maniera equa e giusta: il volume è un successo e procura molta fama al suo autore.
Curiosità
Dei delitti e delle pene conosce un rapido successo in tutta Europa, e nel giro di pochi anni viene
tradotto in francese, inglese, spagnolo, tedesco e russo. In Italia però si scontra con la cultura
ecclesiastica che lo mette all'Indice nel 1766.
Dei delitti e delle pene di Beccaria. Sesta edizione, 1766. Museo del Risorgimento, Milano —
Fonte: Getty-Images
Nella stesura dell'opera Beccaria riceve un appoggio importante dai fratelli Verri, con i quali
decide di andare a Parigi: nell'intenzione dei tre, il viaggio avrebbe dovuto consacrare gli
illuministi italiani nel più importante centro culturale europeo. Tuttavia la missione si risolve in un
fallimento: dopo un mese Beccaria rompe i rapporti con i Verri e torna in patria.
Qui prende ad isolarsi dal gruppo degli illuministi meneghini e ricopre la carica di professore di
economia politica presso le Scuole Palatine e nel 1771, avvicinatosi al governo asburgico,
diventa membro del Supremo Consiglio di economia. Muore nella sua città nel novembre del
1794.
Nella sua opera Beccaria intende il delitto non come una violazione del diritto divino, il cui
rispetto è qualcosa che appartiene alla sensibilità personale del singolo, ma come una violazione
di quel contratto sociale che tutela la stabilità delle società umane, e che va sanzionato in
quanto tale.
Tra gli intellettuali francesi che hanno influenzato il pensiero del giurista meneghino troviamo
nomi importanti del movimento illuminista come il filosofo Voltaire, l’enciclopedista Diderot ed
Étienne de Condillac, filosofo promotore del pensiero sensista, secondo il quale la conoscenza
del mondo passa attraverso la mediazione dei sensi, che sono il primo strumento di contatto e
rapporto con il mondo.
Un giudice rifiuta l'offerta di una testa mozzata da un carnefice. Frontespizio del saggio "Dei
delitti e delle pene" di Cesare Beccaria — Fonte: Getty-Images
Il nome di Cesare Beccaria è indissolubilmente legato a quest’opera nella quale il pensatore
milanese propone una radicale riforma del modo stesso d’intendere la giustizia ed il rapporto
che deve esserci tra i delitti e le pene, motivo per cui egli dedica l’opera ai sovrani illuminati del
suo tempo, che indica come benefattori dell’umanità. Le idee alla base del trattato sono di tipo
contrattualistico ed utilitaristico: le leggi che governano la società devono essere sottoposte al
consenso dei governati ed avere come fine quello di garantire il più alto grado possibile di felicità
al maggior numero possibile di persone.
Le istanze portate avanti da Beccaria riguardano anzitutto la tassatività della legge penale, cioè
il fatto che un’azione possa essere definita reato solo se un preciso articolo di legge la definisce
come tale, un principio teso a limitare la discrezionalità dei giudici durante i processi, e la
generalità della legge, cioè il fatto che nessuno possa considerarsi al di sopra di essa: questo
principio mirava soprattutto ad abbattere i vari privilegi che permettevano ai nobili di sottrarsi
alle pene dopo aver commesso un delitto.
Su un piano più strettamente procedurale Beccaria propone di distinguere la figura
dell’accusatore da quella del giudice, per promuovere l’imparzialità di giudizio di quest’ultimo,
e che le leggi vengano scritte in modo chiaro e comprensibile da chiunque, sia per permettere a
tutti i cittadini una corretta conoscenza delle leggi che per limitare la pratica dell’interpretazione
delle leggi.
Busto-ritratto di Luigi XIV, opera in marmo di Gian Lorenzo Bernini — Fonte: Ansa
Luigi XIV, da monarca assoluto qual era, intervenne in ogni campo possibile attraverso i suoi
ministri.
Per quanto riguarda la difesa, il ministro della Guerra, Michel Le Tellier, riorganizzò le forze
armate con l'introduzione di un ordine gerarchico che dipendesse direttamente dal re, togliendo
potere alla nobiltà nell'esercito.
A livello economico, il ministro delle Finanze, Jean Baptiste Colbert, realizzò una serie di tagli
alle spese, che gli permisero, finché la Francia rimase in pace, di ridurre le tasse e di migliorare la
situazione economica del Paese e di arrivare a un risanamento delle casse dello Stato. Colbert,
convinto della necessità di puntare sulla ricchezza monetaria, fece affluire dall'estero più metalli
preziosi possibili mettendo a punto un sistema fiscale e doganale che favorì le esportazioni e
scoraggiò le importazioni e promosse la produzione interna con finanziamenti statali rivolti
soprattutto alle manifatture in grado di creare beni di lusso, come la seta e i merletti, da
esportare a prezzi alti con le compagnie commerciali.
Dal punto di vista religioso, la volontà di imporre il potere assoluto del sovrano condusse a una
politica religiosa accentratrice e intollerante. L'ondata di persecuzioni si concentrò sulla
minoranza Ugonotta e raggiunse il culmine nel 1685 quando, con l'editto di Fontainebleau,
vennero revocate le concessioni previste dall'editto di Nantes del 1598: gli Ugonotti fuggirono e
la Francia tornò a essere uniformemente cattolica.
L'impegno di Luigi XIV per dare al cattolicesimo francese un'impronta nazionale rese difficili
anche i rapporti con Roma. Nel 1682 l'assemblea dei rappresentanti del clero francese approvò
la Dichiarazione dei quattro articoli con cui la Chiesa gallicana affermò l'indipendenza dal
papato. Nel giro di pochi anni Luigi XIV trovò un compromesso con Roma e se ne servì per
combattere il Giansenismo, una corrente riformatrice sorta all'interno del Cattolicesimo, che
insisteva sul rigore morale e che Luigi XIV vide come un pericolo per l'unità religiosa della
Francia.
Curiosità
Al Re Sole venne diagnosticata una cancrena alla gamba sinistra causata dalla gotta, una malattia
che storicamente era conosciuta come la “malattia dei re” o la “malattia dei ricchi”; frequente
infatti all’epoca tra le persone di rango, consumatrici di carni rosse e di cacciagione. Al tempo,
tentarono di lenire il dolore alla gamba del re immergendola in una vasca riempita con del vino
caldo aromatizzato. Il re morì l’1 settembre del 1715 proprio per le complicazioni dovute alla
gotta.
Ogni volta che assegno una carica vacante creo cento scontenti e un ingrato.
Luigi XIV
2
Le conquiste delle scienze (prima dell’Illuminismo)
Alla base dell’Illuminismo c’è uno stimolo storico che proviene dal secolo precedente: la società
di Antico Regime, con i suoi vecchi privilegi, la Chiesa con le sue censure che non sono riuscite
a fermare il progresso scientifico di Galileo e di Newton, sono ormai anacronistici e si avverte un
forte bisogno di cambiamento culturale. Gli intellettuali hanno avuto modo di capire che
l’osservazione diretta dei fenomeni naturali, e il rifiuto di vecchissime autorità filosofiche come
Aristotele e Tolomeo, può portare a una vera conoscenza della realtà e del mondo. Il punto è
quindi questo: rifiutare ogni dogma precedente per osservare direttamente il mondo circostante
in modo da comprenderlo, gestirlo e migliorarlo. L’uomo deve essere liberato da tutto quello che
nella società attuale ostacola la felicità e la libera espressione dell’individuo.
Appunti
Mappa concettuale sull'Illuminismo
C’è bisogno di osservare i meccanismi del mondo attuale per riconoscerli e superarli, progredire
verso una condizione di benessere. Come si può fare questo? Solo ed esclusivamente attraverso
l’uso della ragione e dell’osservazione. Illuminismo significa proprio questo: la ragione illumina
le tenebre del passato, e il Settecento è conosciuto, appunto, come il “secolo della ragione”.
3
L’Illuminismo: protagonisti e temi
Maria Teresa d'Austria è stata la prima donna della casata degli Asburgo ad occupare il trono
in qualità di Imperatrice. Il suo destino inizialmente era quello di rimanere solo una pedina nello
scacchiere delle alleanze attraverso matrimoni combinati ma il padre Carlo VI muore
improvvisamente e in funziona della Prammatica Sanzione del 1713 Maria Teresa eredita il trono.
Una donna a capo di un impero mette l'Europa è in subbuglio; alcuni stati ne approfittano per
estendere i propri domini a danno dell'Austria e da questo nascerà una contesa che durerà 8
anni. La sovrana avrà però la meglio ed il riconoscimento del proprio ruolo da parte delle altre
monaerchie europee. Maria Teresa d'Austria sarà una sovrana accorta e illuminata che porterà
avanti numerose e importanti riforme:
● introduce l'istruzione obbligatoria e gratuita per i bambini tra i 6 e i 12 anni
sottraendola al monopolio ecclesiastico;
● riforma il sistema burocratico e amministrativo dello Stato;
● introduce la tassazione per tutti;
● riforma del catasto;
● riorganizzazione dei servizi amministrativi;
Anche Caterina la Grande di Russia è considerata una sovrana che respirò le idee
dell'Illuminismo e che realizzò all'interno del suo impero una serie di importanti riforme:
● Secondo i principi di Montesquieu e Beccaria abolì la tortura e la pena di morte;
● Portò avanti riforme nel sistema educativo e sanitario;
● Istituì la compagnia del Balletto e dell'Opera imperiale;
● era una appassionata d'arte, di filosofia e matematica e intrattenne
●
corrispondenza e scambi di idee con gli intellettuali francesi dell'epoca;
Purtroppo rimase molto turbata dalla Rivoluzione francese i cui esiti intiepidirono il suo fervore
riformatore.
Idee dell'Illuminismo
Le idee dell’illuminismo si ripercuotono prima di tutto sul modo di concepire l’arte e la
letteratura le quali devono rispondere e adattarsi alle seguenti e nuove regole:
● Tutte le forme d’arte devono essere ricondotte a principi razionali e validi, si
rifiuta l’eccesso del barocco e torna in voga il gusto per il linguaggio classico che sfocia, a
fine secolo, nel neoclassicismo.
In Italia è particolarmente forte il bisogno di classicismo, essendo il luogo che più degli
altri sente la presenza dell’antichità romana, e a Roma viene fondata l’Accademia
dell’Arcadia dove i poeti, fingendo di essere pastori provenienti da questa regione
dell’antica Grecia, si dilettano a scrivere e ragionare sui temi, la poesia e l’estetica
classiche, e di particolare rilevanza sono i componimenti a sfondo amoroso.
● L’arte deve dire il vero con la massima chiarezza.
● L’arte deve essere educativa, deve diffondere i risultati del pensiero filosofico,
scientifico e politico per istruire la società e migliorarla.
● Gli intellettuali sono pienamente coscienti del loro ruolo nella società, si
incontrano nei caffè, nel salotti letterari gestiti dalle nobildonne dell’alta società, per
discutere delle loro idee rivoluzionarie.
● In base a questi precetti si sviluppa in particolare il giornalismo, che oltre a
diffondere notizie sul mondo circostante si impegna anche a criticare i fatti reali che
racconta; viene poi rifondato il teatro attraverso i nuovi spettacoli messi in scena da Carlo
Goldoni, il veneziano che intende fondare le sue opere sul “libro del mondo”, mettendo in
scena cioè tutto quello che di più vero e autentico può osservare nella società veneziana.
A partire da queste idee che riguardano i mezzi (cioè gli strumenti che i pensatori hanno
concretamente a disposizione per esprimersi: opere d’arte, romanzi, giornali, testi teatrali)
vengono sviluppati i seguenti temi:
Prima della vocazione dei parenti, la natura lo chiama alla vita umana. Vivere è il
mestiere ch'io gli voglio insegnare.
Jean-Jacques Rousseau, Émile ou De l'éducation
Queste idee sono recuperate nell’opera di un pensatore italiano di grandissimo spessore nel
Settecento: Giuseppe Parini. In particolare nelle Odi (terminate nel 1795), che raggruppano
venticinque componimenti composti in vari momenti della sua vita, Parini espone le sue idee sulla
genuinità della vita in campagna contro la vita cittadina, in particolare la vita di Milano
caratterizzata da un’atmosfera inquinata e malsana e dove i genitori non sono in grado di
garantire una giusta infanzia ai bambini. Arrivano addirittura, per esempio, a castrarli, per farli
cantare nei teatri come voci bianche (questo pensiero è espresso nel testo La musica).
Curiosità
L'Illuminismo è un movimento cui presero parte anche le donne. Non era raro poter incontrare nei
salotti donne colte, accanto agli uomini.
3.5
Illuminismo e storia come prodotto dell'uomo
Statua di Giambattista Vico, protagonista dell'Illuminismo italiano per cui la storia può essere
analizzata attraverso il metodo scientifico — Fonte: Istock
La Storia, come ogni altro campo del sapere, viene indagata alla luce di un metodo scientifico, in
questo ambito la più importante innovazione viene dall’italiano Giambattista Vico. Secondo
quest’ultimo, nel suo capolavoro composto nel 1725 con il titolo Principi di una scienza nuova
d’intorno alla natura delle nazioni, l’unico campo del sapere che può essere veramente indagato
razionalmente è appunto la storia, perché è un prodotto dell’uomo, una sua creazione, e solo ciò
che viene fatto dall’uomo può essere conosciuto dall’uomo. La storia può essere quindi indagata
attraverso la filosofia (che studia il vero) e la filologia (che permette di scoprire basandosi su
testimonianze concrete, il certo).
I frutti della terra di queste Tredici Colonie erano molto richiesti dalla madrepatria Inghilterra:
tabacco, riso e cotone su tutti. Proprio per questo, i proprietari terrieri avevano avuto bisogno di
forti braccia per coltivare le loro piantagioni e le avevano trovate in Africa da dove per oltre due
secoli avrebbero importato in catene milioni di schiavi.
Rivoluzione Americana: cause
Dopo la Guerra dei Sette anni, durante la quale i coloni avevano sostenuto attivamente la Gran
Bretagna contro la Francia, si era rafforzata in questi ultimi la giustificata aspirazione ad avere
una propria rappresentanza nel Parlamento di Londra, proprio come spettava di diritto ai loro
lontani concittadini. Il governo britannico, invece, per risanare le finanze statali dopo il lungo
conflitto appena terminato, inasprì la politica fiscale nei confronti delle colonie aumentando
alcune tasse e promulgando delle nuove leggi che accentravano il potere nelle mani delle autorità
politiche e militari britanniche. Inoltre, ai coloni veniva vietato di commerciare con altri paesi e
proibito di produrre o esportare manufatti poiché avrebbero potuto entrare in concorrenza con
quelli britannici.
Appunti
Le colonie inglesi d'America
Le colonie inglesi in America: riassunto
Popolamento e Sfruttamento. Nel ‘700 le potenze coloniali erano Portogallo, Spagna, Olanda,
Francia e Inghilterra. Le due maggiori potenze furono però Francia e Inghilterra che entrarono in
lotta fra di loro per ottenere territori da sfruttare, come Asia, Africa e America del Nord.
● Tutto Storia: schemi riassuntivi e quadri di approfondimento
Per conoscere e ricordare i concetti, gli eventi e i principali avvenimenti della storia dalle
origini a oggi.
Le colonie rappresentavano un buon affare capaci di portare al paese:
● materie prima a basso prezzo;
● potenziamento dei commerci marittimi;
● sfruttamento delle popolazioni indigene a basso costo.
Vennero così formate due tipi di insediamenti:
LA FORMAZIONE DELLE COLONIE INGLESI Lungo le coste atlantiche erano sorte delle colonie
sotto la sovranità inglese. Esse erano caratterizzate da usi e costumi diversi, grazie anche ai
diversi popoli emigratori che la abitavano. Queste popolazioni iniziarono ad avere un’identità
comune.
Vi fu un’unificazione dovuta:
COLONIE DEL NORD E DEL SUD Le colonie del Nord erano basate sull’industria e sul
commercio, con una società costituita da artigiani, mercanti, piccoli industriali e uomini d’affari,
legati a grandi centri urbani come Filadelfia, Boston e New York.
Le colonie del Sud erano basate sull’agricoltura e grandi proprietà terriere, in quanto
beneficiavano di terreni fertili e un clima favorevole. Vi era un’aristocrazia terriera che sfruttava il
lavoro degli schiavi neri nelle piantagioni di tabacco, cotone e canna da zucchero.
POLITICA IN INGHILTERRA L’Inghilterra iniziò a imporre pesanti restrizioni alla libertà dei coloni:
● non potevano essere rappresentati in Parlamento e quindi non potevano
contrastare leggi sfavorevoli che li riguardavano;
● era impedito ogni scambio con l’estero e dovevano importare merci solo
dall’Inghilterra;
● dovevano vendere le merci ad un basso prezzo ed acquistarle invece a prezzo
elevato;
● era vietato intraprendere attività produttive, in maniera tale da non essere in
concorrenza. Era quindi un vero e proprio mercato di sfruttamento.
Il Parlamento Inglese impose nuove tasse su alcuni generi di consumo che i coloni erano costretti
ad importare e l’obbligo di pagare un bollo speciale sui giornali, fatture commerciali e documenti
legali. Tutte queste tasse erano destinate a mantenere la flotta inglese.
Tutte queste tasse portarono ad un malcontento nei coloni, che istituirono i Figli della Libertà,
formati anche da uomini politici che aspiravano all’indipendenza dalle colonie.
Dopo la legge sul tè, che avrebbe danneggiato i traffici dei coloni, vi furono numerose proteste, e
nel dicembre del 1773 i Figli della Libertà decisero di travestirsi da Indiani e assalire tre navi
gettando in mare tutto il carico.
Rivoluzione Americana e Nascita degli Stati Uniti d’America: cronologia, battaglie e
protagonisti
SCHIERAMENTI DELLE COLONIE Linea estremista: volevano rompere ogni rapporto con
l’Inghilterra.
Linea moderata: fu quella che prevalse al Congresso continentale di Filadelfia. Le colonie
rinnovavano la fedeltà al re, ma chiesero l’autonomia amministrativa e l’allontanamento delle
truppe inglesi.
La rottura con la madrepatria. Re Giorgio III, sostenitore di una politica autoritaria, respinse le
proposte dei coloni e numerosi scontri portarono a dichiarare le colonie ribelli. Ma accettare una
rottura con la madrepatria non era semplice, in quanto vi erano due schieramenti:
● schieramento Lealista: vi appartenevano le classi più agiate, leale agli Inglesi;
● schieramento dei Patrioti: mirava all’indipendenza (dichiarazione dei diritti).
La dichiarazione dei diritti era fondata sui tre principi:
● tutti gli uomini sono uguali;
● gli uomini hanno diritti inalienabili;
● governo legittimo che governa con il consenso dei governanti.
Vinsero i Federalisti e venne istituita una Costituzione federale, con un governo centrale retto da
un Presidente e un sistema bicamerale formato dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti. Il
primo presidente fu George Washington.
Quelle che presero il nome di Leggi intollerabili (Intolerable Acts), come la nuova Legge sul tè
(Tea act) e sullo zucchero (Sugar Act), provocarono le prime reazioni dei coloni che già da
tempo andavano acquisendo gradualmente una coscienza politica e culturale di un popolo
distinto, rinnovato anche nei tratti caratteriali.
A dare una decisiva accelerata al processo che nportò alla Rivoluzione americana furono le due
università sorte da poco, quelle di Yale e Harvard, le quali avevano gettato le basi per un grande
risveglio culturale dei coloni che, essendosi saputi adattare al nuovo ambiente naturale e sociale
così diverso da quello di origine, avevano tramutato il proprio stile di vita in individualismo, al
fare da sé, all’egualitarismo. Un cambiamento che fu anche religioso e filosofico, poiché proprio
su queste terre vergini il Calvinismo ebbe modo di attecchire attingendo alla linfa vitale
dell’orgogliosa affermazione dell’individualità e della ricerca del successo in quanto prova del
favore divino.
Le basi socioculturali del futuro capitalismo e della rivoluzione industriale, oltre ad affidarsi alle
letture di Calvino, poggiavano sul nascente spirito pragmatico americano che poi sarebbe stato
codificato qualche anno più tardi nell’omonima corrente filosofica, la prima sviluppata negli Stati
Uniti.
L’indignazione e il risentimento nei confronti del Parlamento britannico aizzarono i coloni nei
confronti delle guardie reali. Le proteste più celebri si registrarono nella città di Boston: prima nel
1770, con quelle che presero il nome di Massacro di Boston, e poi nel 1773 con il Boston Tea
Party, durante il quale un gruppo di patrioti travestiti da indiani, al grido di «no taxation
without representation» (niente tasse senza rappresentanti in parlamento), salì a bordo di una
nave della compagnia delle Indie orientali gettando in acqua tutto il carico di tè proveniente dalla
Cina.
George Washington: giuramento durante l'insediamento da primo presidente degli Stati Uniti —
Fonte: Istock
Trovandosi a dare ordini a uomini militarmente impreparati, poco professionali e decisamente
inferiori di numero rispetto all’esercito di Giorgio III, intuì ben presto che avrebbe dovuto evitare
gli scontri in campo aperto, nei quali avrebbe probabilmente avuto la peggio. Per questo motivo
puntò su una tattica ben definita: attacchi a sorpresa e guerra di logoramento. Così facendo,
per più di sette anni riuscirà a riorganizzare e tenere unito un esercito indipendentista composto
da contadini analfabeti, ex galeotti e schiavi, oltretutto facili all’insubordinazione e restii ad
accettare ordini esterni. Presto sarebbe diventato il primo Presidente degli Stati Uniti.
Curiosità
L’inverno imperversava così come le malattie, quali il vaiolo. Per evitare che la maggior parte
degli uomini venisse decimata, Washington decise di passare all'Inoculazione, ovvero
s'introduceva un germe del vaiolo che aveva colpito molti guerriglieri nella ferita di uno ancora
sano. In questo caso si rallentava e rinviava il contagio e la morte, sperando che il sistema
immunitario facesse il suo compito. Una sorta di vaccino ante litteram.
Neanche tre settimane più tardi, il 17 giugno 1775, George Washington ebbe modo di mettere alla
prova le proprie teorie tattiche durante la famosa Battaglia di Bunker Hill. Nonostante la
sconfitta numerica, Bunker Hill segnò l’inizio della fine per l’Esercito britannico. «Altre vittorie
così» avrebbe dichiarato il grande generale inglese Henry Clinton, «e presto metteranno fine al
dominio britannico in America».
4
La Dichiarazione di indipendenza
la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America. Il momento della firma — Fonte:
Getty-Images
Dopo quasi un anno di guerra, a seguito di numerose vittorie nei sanguinosi scontri armati, e
adesso uniti anche culturalmente dal Senso comune di Thomas Paine, il 4 luglio 1776 a Filadelfia
si riunì il Secondo Congresso continentale. I trentatré delegati che poi avrebbero preso il nome di
Founding Fathers (padri fondatori) in un clima di esaltazione collettiva approvarono la
Dichiarazione d’Indipendenza che proclamava il diritto degli americani a darsi un nuovo governo
sulla base dell’eguaglianza naturale tra tutti gli uomini e del diritto inalienabile di ciascuno alla
vita, alla libertà e alla ricerca della felicità.
«Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati
eguali».
Approfondisci
L'illuminismo e gli ideali di libertà
Benché fosse chiaramente in contraddizione con lo stato di schiavitù in cui vivevano i neri, la
Dichiarazione d’indipendenza — dei quali in molti avrebbero beneficiato in caso di vittoria —
diede un ulteriore impulso ai soldati dell’esercito continentale nella lotta per la liberazione dal
dominio inglese. Fu così che durante la notte di Natale del 1776, dopo l’iconico attraversamento
del fiume Delaware di George Washington (mirabilmente ritratto da Emanuel Leutze anni più
tardi), ci fu un’importante vittoria nella Battaglia di Trenton, che si concluse una settimana più
tardi con la riconquista del New Jersey.
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La fine del conflitto
Tuttavia, la svolta decisiva della guerra arrivò con l’intervento francese, e poi spagnolo, a fianco
delle tredici colonie (a cui diedero «pieno appoggio per mare e per terra») al fine di contrastare il
dominio dei mari della flotta britannica.
Nel 1783 col Trattato di Versailles la Gran Bretagna riconosceva l’indipendenza delle tredici
colonie nordamericane e restituì alcuni territori ai francesi. La causa della libertà aveva
trionfato. E la sua vittoria contribuì ad incoraggiare quanti in Europa contestavano il principio di
autorità e le gerarchie politiche e sociali dell’antico regime. I semi lanciati dagli appena
costituiti Stati Uniti d’America germoglieranno nella Rivoluzione francese.