Sei sulla pagina 1di 8

1

L'INGHILTERRA DAI SOVRANI TUDOR AL REGNO DI GIACOMO I: LA COSTRUZIONE


DELL'IDENTITÀ NAZIONALE

Introduzione
L’arco temporale, che va approssimativamente dalla fine del Quattrocento ai primissimi anni
del Seicento, è cruciale, non soltanto per la storia e la cultura inglese, ma anche per la storia
e la cultura europea. Questi circa cento anni sono definiti in inglese Early Modern Period
(‘Prima modernità’) perché segnano il momento in cui la cultura europea accede alla
modernità. Vi sono tre fenomeni che interagiscono fra di loro:

1. L'avvento della stampa


2. La Riforma
3. La diffusione dell'Umanesimo e del Rinascimento

L’interazione fra queste tre esperienze tra Quattro e Cinquecento segna effettivamente un
passaggio d’epoca e l’inizio dell’età moderna.

La guerra dei cent’anni (1337-1453)


Nel 1453, cioè trent’anni prima del periodo in cui sale al trono Enrico VII d’Inghilterra, si era
conclusa la guerra dei cent’anni che aveva visto confrontarsi fondamentalmente Inghilterra
e Francia. Nonostante alcune vittorie da parte inglese, come quella di Crecy o di Poitiers o
quella di Azincourt nel 1414, la guerra si concluse con una sconfitta degli inglesi e delle loro
pretesi sul trono di Francia. L’Inghilterra perse tutti i territori che possedeva in Francia con
l’eccezione di Calais.

La guerra delle due rose (1455-1485)


Dopo, l’Inghilterra è devastata da un altro conflitto. Questa volta, si tratta di una guerra
intestina tra due grandi casate nobiliari, i Lancaster e gli York, quindi una guerra feudale,
che combattono rivendicando ciascuna il diritto di sedere sul trono d’Inghilterra. “Guerra
delle due rose” perché la rosa bianca era simbolo del casato dei York e la rosa rossa del
casato dei Lancaster.
La guerra si conclude con la vittoria dei Lancaster e con la battaglia di Bosworth (1485), che
vede la sconfitta di Riccardo III di York, personaggio storico che sarà protagonista, non
soltanto di un’opera storica di Tommaso Moro, ma anche di uno dei grandi drammi storici di
Shakespeare, il Richard III. Riccardo viene sconfitto da Enrico, erede dei Lancaster, (educato
dallo zio Jasper Tudor, conte di Pembroke, che era il capo del partito Lancaster) e diventa re
d’Inghilterra come Enrico VII Tudor.

Enrico VII
È con Enrico VII, che regnerà dal 1485 al 1509, che prende inizio la monarchia Tudor. Il regno
di Enrico VII è quello in cui si gettano le basi per la trasformazione dell’Inghilterra in un
moderno stato unitario, o nazionale, perché:
2

➔ In primo luogo, segna la fine di quei conflitti feudali tra le varie casate nobiliari
inglesi che avevano attraversato tutta la storia inglese del Medioevo, e che erano poi
culminati con la guerra delle due rose.

➔ E poi, realizzando una politica tesa da una parte alla costruzione di un solido
apparato amministrativo-burocratico, senza il quale uno stato non può funzionare, e
dall'altra parte la costituzione di un esercito e, soprattutto, di una flotta navale sia
militare e sia mercantile. Flotta che sarà determinante nel segnare la successiva
fortuna dell'Inghilterra come grande potenza marittima e grande potenza coloniale.

Il regno di Enrico VII fu appunto caratterizzato da una situazione di pace interna con
l’eccezione di quella che sarà sempre la spina nel fianco per l’Inghilterra, vale a dire
l’Irlanda. L’Irlanda è stata la prima colonia degli inglesi. Ai confini del Pale, un’area geografica
che circonda l’attuale Dublino, c’era un forte tasso di conflittualità tra inglese e irlandesi.
All’epoca i due rivali politici dell’Inghilterra erano Francia, da una parte, e Scozia, dall’altra,
unite fra di loro da una secolare alleanza. Per far fronte a questa situazione, Enrico VII decise
di perseguire una politica filospagnola facendo sposare il primogenito, Arturo, Caterina
d’Aragona, la figlia di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, cioè i sovrani che
finanziarono la spedizione di Cristoforo Colombo. Matrimonio, questo, gravido di
conseguenze perché alla morte di Arthur, Enrico VIII, il secondogenito di Enrico VII, prenderà
in moglie Caterina d’Aragona e sarà proprio la decisione di Enrico di divorziare da Caterina
che scatenerà quel processo che porterà allo scisma anglicano.
L’altra figlia di Enrico VII, Margherita, sposa il re di Scozia, Giacomo IV Stuart. Anche questo
matrimonio è significativo perché è proprio in virtù di questo legame tra la corona
d’Inghilterra e quella di Scozia che, una volta morta Elisabetta priva di eredi, sarà Giacomo VI
di Scozia all’inizio del Seicento a diventare re d’Inghilterra con il titolo di Giacomo I, quindi a
unire la propria persona in due regni. Lui sarà il primo a usare l’espressione Great Britain,
un’idea di una nazione britannica che trascende i confini dell’Inghilterra ma che i Parlamenti
dei due Paesi rifiuteranno sempre (i due Parlamenti si unificheranno solo molto dopo,
all’inizio del ‘700).
Durante il regno di Enrico VII, il Parlamento inglese continua a mantenere le sue prerogative,
soprattutto quella fondamentale di esercitare un controllo sul prelievo fiscale, cioè il re non
poteva imporre tasse ai cittadini per fare guerra. Doveva passare comunque per il vaglio del
Parlamento. L’Inghilterra viene normalmente considerata la “patria della democrazia”
perché è il Paese in cui già nel 1215, sotto il regno di John Lackland, viene approvata la
Magna Carta con cui si limitano le prerogative del sovrano e si definisce una divisione dei
poteri in forma embrionale. In particolare, la Magna Carta sancisce che il re non poteva
riscuotere le tasse senza il consenso del Parlamento.
Il Parlamento inglese, il più antico d’occidente, già dalla fine del Duecento è costituito da due
camere:
3

➔ Una camera alta o House of Lords di nomina regia, di cui facevano parte duchi e
conti;

➔ Una camera bassa o House of Commons, una camera a base territoriale dove le
contee e i consigli delle città mandavano dei propri rappresentanti quali cavalieri e
cittadini.

Il sovrano persegue una politica interventista in economia che mira soprattutto a favorire i
nuovi ceti imprenditoriali-mercantili. Proprio durante il regno di Enrico VII vengono gettate
le basi per la costituzione di quella che sarà la grande forza dell’Inghilterra, cioè la flotta
navale sia militare che commerciale.

Enrico VIII
Enrico VII muore nel 1509 e gli succede la celebre figura di Enrico VIII (1509-1547, anno della
sua morte), il cui regno è uno dei più ricchi e carichi di eventi perché:

➔ segna l’inizio della stagione umanistico-rinascimentale;

➔ soprattutto vede l’Inghilterra venire assorbita da quel grande movimento che


sconvolge la Chiesa, segnandone la rottura dell’unità, che è la Riforma protestante.
Lo Scisma anglicano voluto da Enrico VIII si colloca all’interno di un più vasto
movimento che è quello della Riforma protestante, promossa da Martin Lutero nel
1517. Senza Lutero non ci sarebbe stato neanche lo Scisma anglicano.

Durante il regno di Enrico VIII viene approvato il Welsh Act of Union, cioè quell’atto in base
al quale il Galles viene formalmente annesso alla corona d’Inghilterra.
L’Irlanda rimane problematica. Al di là del Pale, si estendeva un’area abbastanza vasta in cui i
feudatari irlandesi erano solo nominalmente legati alla corona d’Inghilterra ma, di fatto,
erano indipendenti. Poi, c’era una vasta area che era, invece, completamente esclusa dalla
giurisdizione inglese, totalmente autonoma.
Enrico VIII persegue una politica tesa a consolidare ed estendere l’egemonia inglese in
Irlanda. Lo farà, attraverso il governatore che manderà lì in Irlanda, fino a ottenere nel 1541
dal Parlamento irlandese il riconoscimento del titolo di re d’Irlanda. Fino a quel momento il
re d’Inghilterra non poteva fregiarsi anche del titolo di re d’Irlanda. Dal 1541 Enrico ottiene
questo e consolida il controllo inglese in Irlanda.

Lo Scisma anglicano e la Riforma protestante


Gli anni del regno di Enrico sono segnati in maniera fondamentale dallo Scisma anglicano,
cioè la separazione della Chiesa d'Inghilterra dalla Chiesa di Roma, che si situa all’interno di
questo movimento più vasto che è la Riforma protestante. Il processo di frattura della
cristianità è avvenuto prima dell’atto di supremazia di Enrico VIII (1534), e cioè nel 1517 con
4

Martin Lutero, un monaco agostiniano che aveva affisso sulle porte del duomo di Wittenberg
le famose 95 tesi con cui appunto si scagliava in modo particolare contro:

➔ la corruzione della Chiesa;

➔ la perdita di contatto rispetto alla chiesa primitiva, ispirata al Vangelo;

➔ pratiche come la vendita delle indulgenze, per cui la Chiesa traeva proventi, con cui si
diceva che si poteva comprare la salvezza delle anime.

➔ la mediazione del clero nel rapporto del fedele con Dio.

Lutero segna l’inizio di un processo di contestazione che porterà alla frattura della cristianità
e alla costituzione di diverse chiese di matrice protestante, che sono quelle di matrice
luterana (per esempio la chiesa tedesca) e quelle di matrice calvinista (per esempio la chiesa
scozzese1). Quindi, una frattura che riguarda anche aspetti dottrinali, per esempio i
protestanti considerano solo due sacramenti, che sono battesimo ed eucaristia. Ma mentre
per i cattolici l’eucaristia è transustanziazione2, i protestanti che parlano, invece, di
consustanziazione.
La Bibbia circolava, all’epoca, nella versione latina della cosiddetta Vulgata, redatta nel V
secolo d.C. da San Girolamo, e le cerimonie liturgiche venivano officiate in latino. Dunque, il
rapporto con la parola di Dio, soprattutto per i ceti popolari, era assolutamente mediato dal
clero. Lutero sostiene la necessità che il rapporto con la parola di Dio, veicolata dalla Bibbia,
non sia mediato dal clero ma sia un’esperienza intima, individuale che riguarda il singolo
fedele il quale deve essere messo nella condizione di poter leggere i testi sacri anche se non
conosce le lingue classiche. Inizia, quindi, un’operazione che è quella della traduzione della
Bibbia nelle lingue volgari.

L’introduzione della stampa e le traduzioni della Bibbia


Il movimento della Riforma protestante in Europa si caratterizza proprio per questa
centralità che assumono le traduzioni della Bibbia nelle varie lingue. Ma questo
movimento, che sostiene la necessità delle traduzioni, trova ampia diffusione nel contesto
della Riforma grazie anche all’avvento di una nuova tecnologia che è la stampa.
Nella seconda metà del Quattrocento, Gutenberg inventa la stampa a caratteri mobili. Nel
1476, William Caxton introduce la stampa in Inghilterra. L'introduzione e l’avvento della
stampa determinano una rivoluzione che possiamo paragonare all’avvento delle tecnologie
informatiche.
La diffusione della stampa segna proprio un cambio radicale di paradigma culturale perché:

1
Il movimento della Riforma in Scozia assumerà un’identità di tipo calvinista. Giovanni Calvino è un
altro dei grandi protagonisti, chiamato “lo svizzero” della Riforma
2
Cioè ‘comunione’. “Transustanziazione” significa che il vino e l’ostia diventano il corpo e il sangue di
Cristo.
5

➔ segna il passaggio dal prevalere di una cultura in cui l’oralità è la dimensione


dominante a, invece, l’istituirsi di una cultura in cui è la scrittura la dimensione
dominante

➔ la Riforma se avvale come veicolo attraverso cui far circolare i testi, non solo le
traduzioni della Bibbia

➔ la cultura umanistico-rinascimentale non sarebbe immaginabile senza la stampa

Lutero stesso è artefice di una traduzione della Bibbia in tedesco che sarà fondamentale,
non solo per la storia religiosa della Germania, ma anche per la storia letteraria della
Germania. Il tedesco di Lutero diventa modello per generazioni e generazioni di scrittori nei
secoli successivi. La stessa cosa avverrà in l’Inghilterra dove, in realtà, di traduzioni della
Bibbia avevano già incominciato a parlare alcuni movimenti di contestazione della Chiesa in
età medievale.
Tra questi movimenti, in Inghilterra particolarmente importante è il movimento dei lollardi
che si diffonde nel tardo Trecento ad opera di John Wyclif. I seguaci di Wyclif venivano
chiamati poor fishers (‘pescatori poveri’) perché questi movimenti spesso e volentieri
attecchiscono in particolare tra i ceti popolari e questo fu per i lollardi. I seguaci di Wyclif
vennero chiamati lollardi, parola la cui etimologia è incerta. Le possibili ipotesi sono una che
derivi dal latino lolium (‘seminatore di zizzania’) oppure dall’inglese lollers (‘fannullone’),
oppure ‘borbottatori’ dall’olandes lollard (‘borbottatore’). Wyclif è il capo di questo
movimento che per primo sostenuto la necessità per i fedeli di accedere direttamente alla
Sacre Scritture. Dire che le Sacre Scritture devono essere accessibili a tutti significa spingere
verso un processo di democratizzazione della Chiesa. Tant’è vero che aveva promosso, ben
prima di Lutero, traduzioni della Bibbia in inglese. La prima traduzione della Bibbia in inglese
(ce ne saranno poi molte altre) si deve proprio a John Wyclif. Su quanto la Riforma sia figlia
diretta di un’esperienza del genere gli storici discutono però sicuramente questo movimento
di questo tipo crea un humus (‘suolo’), dissemina delle idee che poi, sottotraccia, continuano
a circolare nella società inglese.
Il primo a impegnarsi in una traduzione del Nuovo Testamento, non più dalla versione latina
di San Girolamo, ma dall'originale greco (e la riscoperta della lingua greca è uno dei grandi
eventi che segna la cultura umanistica) è William Tyndale. William Tyndale, la cui traduzione
venne però sequestrata e bruciata nel 1526 per ordine di Enrico VIII che era ancora cattolico.
Qualche anno prima era stato addirittura proclamato dal Papa Leone X Defensor Fidei perché
Enrico VIII aveva scritto un opuscolo contro Lutero. Tyndale viene arso sul rogo in Belgio
come eretico. La versione di Tyndale sarà al centro di una polemica appunto che vide
Tyndale contrastato da Tommaso Moro. Tommaso Moro contesta la contesta la traduzione di
alcuni termini, per esempio il greco ekklēsía con una parola, che poi verrà utilizzata
soprattutto nel contesto calvinista, cioè congregation al posto di church.
Nel 1535, quindi siamo già entrati nel periodo dello Scisma anglicano, viene prodotta la
6

prima traduzione integrale del testo biblico questa volta voluta dal sovrano, Enrico VIII, e
questa traduzione è opera di Miles Coverdale il quale però, non lavora su dei testi originali,
ma si serve di una serie di altre traduzioni che nel frattempo erano state prodotte in Europa
(quella svizzero-tedesca di Zwingli e Leo Juda, la Bibbia di Lutero, la Bibbia latina di Pagnino,
la Vulgata e ancora il Nuovo Testamento di Tyndale e anche quella parte del Vecchio
Testamento, cioè il Pentateuco, che sempre Tyndale aveva tradotto).
Nel 1537, cioè due anni dopo, viene redatta la cosiddetta Bibbia di Thomas Matthew che
mette insieme la Bibbia di Coverdale e quella di Tyndall.
Segue nel 1540 la cosiddetta Great Bible (‘Grande Bibbia’) che rimane in uso fino alla revoca
avvenuta nel 1543. Il testo torna in auge sotto Edoardo VI e viene poi definitivamente ritirato
da Maria la sanguinaria.
Durante il regno di Maria, che restaura il cattolicesimo in Inghilterra, viene riutilizzato il testo
latino della Vulgata ma viene prodotta anche una nuova versione della Bibbia, la Geneva
Bible (‘Bibbia di Ginevra’), da un gruppo di protestanti inglesi esiliati a Ginevra. Il testo
diventa molto popolare sia perché introduce la divisione del testo in capitoli e versetti, sia
perché diventa uno strumento importante di propaganda puritana ed è proprio a questa
versione della traduzione della Bibbia che attingono i maggiori letterati dell'epoca:
Shakespeare, John Knox, John Dunn, Bunyan e non solo. I testi shakespeariani sono carichi di
allusioni ai testi delle Scritture o di criptocitazioni. La vicenda del King Lear è ambientata
nella Bretagna pre-cristiana però, nonostante questo, la parola poetica che Shakespeare
utilizza attinge a quella dei testi sacri e vi ritroviamo innumerevoli criptocitazioni. Le
criptocitazioni sono citazioni non presentate in quanto tali ma formulazioni che richiamano
passi della Bibbia o del Vangelo.
La Bibbia di Ginevra nel 1560 sarà dedicata alla regina Elisabetta. Seguirà poi una nuova
versione commissionata da Elisabetta stessa che è la Bishop's Bible.
Il testo che sarà fondamentale per la storia religiosa ma letteraria dell'Inghilterra sarà la
versione della Bibbia voluta e autorizzata dal successore di Elisabetta, cioè Giacomo I Stuart,
nel 1611. Questa versione della Bibbia prende il nome di Bibbia di Giacomo, per l'appunto, o
di Authorised Version e fu il frutto di un lavoro collettivo. Ci lavorarono ben 54 studiosi i
quali si rifecero sia ai testi originali, sia alle traduzioni (soprattutto alla traduzione di Tyndale)
e tradussero la Bibbia utilizzando uno stile appunto che rifletteva quello del testo originale e
soprattutto utilizzando un lessico quotidiano che sfruttava al massimo le capacità espressive
della lingua inglese.
La traduzione è un'arte che viene coltivata nel più ampio contesto della cultura umanistica
che trova la sua massima fioritura proprio durante l'età di Elisabetta e che riflette il nuovo
approccio ai testi promosso proprio dalla cultura umanistica.

Cause della Riforma in Inghilterra


La causa scatenante è la richiesta di Enrico di annullare il matrimonio con Caterina d'Aragona
(1509), vedova del fratello Arturo. Enrico voleva assicurarsi un erede maschio e Caterina non
aveva saputo darglielo, perché allora si credeva che il sesso del nascituro fosse determinato
7

dalla madre. Si invaghisce di Anna Bolena e chiede al Lord cancelliere, il cardinale Wolsey, di
intercedere tra esso e il Papa, Clemente VII, affinché ne consenta di ottenere l’annullamento
del matrimonio, non il divorzio. Lui vuole che il matrimonio venga annullato e giustifica
questa richiesta, che verrà respinta dal Papa, sostenendo che in realtà il matrimonio con
Caterina d’Aragona era illegittimo. Illegittimo alla luce di un passo del Levitico in cui si legge:

“Non scoprirai la nudità della moglie di tuo fratello; è la nudità di tuo fratello. [...] Se un
uomo sposa la moglie del fratello è un’impurità. Ha scoperto la nudità del fratello. Non
avranno figli”.

Enrico dice sostanzialmente che è una profanazione congiungersi alla moglie del proprio
fratello. Il Papa respinge la richiesta di Enrico perché Caterina era la zia dell’imperatore di
Spagna Carlo V d’Asburgo con il quale la Chiesa non aveva alcun interesse a entrare in
conflitto. Da qui, la missione di Wolsey fallisce e il suo posto viene preso da due figure che
guidano il processo della Riforma in Inghilterra: il segretario di stato Thomas Cromwell e
l’arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer. Sono queste due figure che, insieme ad Enrico,
promuoveranno il distacco della Chiesa d’Inghilterra dalla Chiesa cattolica.
Enrico intercetta un diffuso malcontento nel Paese derivante dal fatto che la Chiesa di Roma
drenava enormi risorse dall’Inghilterra verso Roma sotto forma di tasse e balzelli che
venivano imposte direttamente dal Papa alla Chiesa inglese. Di queste risorse, che venivano
drenate verso la Chiesa di Roma, Enrico ne aveva bisogno per finanziare le proprie imprese
belliche e la propria politica estera. Infatti, lo Scisma anglicano implica immediatamente la
confisca dei beni della Chiesa da parte della corona. Beni che, quindi, il sovrano che utilizza,
non solo per finanziare la propria politica, ma anche come strumento per creare intorno a sé
un’aristocrazia di corte alla quale concedeva beni in cambio della fedeltà.
La Riforma in Inghilterra fu dunque anche espressione di una scelta politica da parte del
sovrano che aspirava a creare una Chiesa nazionale da lui stesso controllata a struttura
episcopale, cioè all'interno della quale i vescovi occupano le sfere più alte della gerarchia
ecclesiastica. La Chiesa anglicana, fra tutte le chiese nate dalla Riforma, è quella che per
quanto riguarda l’assetto gerarchico mantiene la più stretta somiglianza con la Chiesa
cattolica, cosa che invece non avviene per le altre chiese di matrice protestante.
Poi, i fattori che hanno determinato la diffusione della Riforma della Chiesa inglese sono la
diffusione dell’Umanesimo (con un nuovo approccio alle Sacre Scritture)in Inghilterra, la
diffusione della stampa (non è un caso che il primo testo che Gutenberg stampa a metà
Quattrocento sia proprio la Bibbia) e delle opere di Calvino, Lutero e Melantone grazie al
rapporto molto stretto che l’Inghilterra aveva con le Fiandre. Fiandre dove la Riforma ebbe
larghissimo seguito. Queste idee attraversarono il canale della Manica e giunsero in
Inghilterra.
Una serie di iniziative cominciano a minare il rapporto con la Chiesa:

➔ 1532-1534: Convocation of Canterbury e Reformation Parliament stabiliscono che il


sovrano ha l’ultima parola sulle norme del diritto canonico e si sospende il
8

pagamento di decime e annate alla Chiesa così come la riscossione dell’obolo di San
Pietro” da parte del Papa.

➔ 1534: data cruciale. Viene proclamato l’atto di supremazia con il quale Enrico VIII si
proclama Supreme Head of the Church of England (‘capo supremo della Chiesa
d’Inghilterra’). La Chiesa d'Inghilterra, che prende il nome di Chiesa anglicana, è
subordinata al sovrano come massima autorità politica. Essere capo della Chiesa
d’Inghilterra significa che anche in campo dottrinale l’ultima parola è quella del re. La
massima autorità religiosa della Chiesa d’Inghilterra è l’arcivescovo di Canterbury.

➔ 1535: Valor Ecclesiasticus, un provvedimento che è fondamentale, cioè viene fatto


l’inventario di tutti i beni della Chiesa d’Inghilterra. Grazie a questo inventario viene
resa possibile la confisca dei patrimoni ecclesiastici a tutto vantaggio da una parte
delle casse dello stato, dall'altra dei ceti più alti.

➔ 1536-1540: soppressione di tutti i monasteri, dei conventi e di tutti gli enti religiosi.

Nel 1536 Enrico, stanco di Anna Bolena, l'accusa di tradimento e adulterio. Sposa Jane
Seymour che sarà la madre del futuro sovrano Edoardo VI. Seguiranno poi le altre mogli.
Anna di Clèves, anch'ella sposata, soprattutto sotto l'influenza di Thomas Cromwell.
Matrimonio questo che ha una durata brevissima. Nel 1540 sposa nuovamente Catherine
Howard la quale due anni dopo viene giustiziata per alto tradimento. Nel 1543 sposa
Catherine Parr.

Edoardo VI
Nel 1547 Enrico muore lasciando il trono al proprio erede che è Edoardo VI, il re bambino,
che diventa sovrano a nove anni e che regnerà per un arco di tempo molto breve
(1547-1553) prima sotto la tutela dello zio materno, il duca di Somerset, e poi sotto la tutela
del duca di Northumberland.
Durante il suo regno, su ispirazione di Thomas Cranmer, l’arcivescovo di Canterbury, viene
riformata la liturgia della Chiesa d’Inghilterra. Nel 1549 viene approvato il cosiddetto Book
of Common Prayer (‘Libro della preghiera comune’) che stabilisce l'uso dell'inglese come
lingua esclusiva della liturgia anglicana e viene imposta a tutti i fedeli la partecipazione alle
funzioni della Chiesa d’Inghilterra attraverso l’atto di uniformità. Il Book of Common Prayer
fu poi rivisto prima nel 1552, quindi ancora sotto il regno di Edoardo, e poi sotto il regno di
Elisabetta nel 1558.

Potrebbero piacerti anche