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LA NASCITA DELLE GRANDI POTENZE EUROPEE

L'IMPERO DI CARLO V
Carlo V prende grande potere acquisito per eredità, da ciò scaturisce il sogno della
rinascita di un impero, in questo sfondo avviene scontri tra Francia e Turchi, con
abbastanza equilibrio interno.
Una serie di circostanze dinastiche si concentrarono nelle mani di Carlo V con un
potere immenso. Egli fu nipote dell'imperatore Massimiliano d’Asburgo, proveniente
dal Sacro Romano Impero, e del re di Spagna e figlio del Duca di Borgogna. Viene
affidato al futuro papa Adriano V.
Nell’elezione di Carlo confluivano lo spregiudicato capitale internazionale e
l’anacronistica ambizione dell’universalismo imperiale: modernità e restaurazione.
Tutto ciò con l’obiettivo di far rinascere l’impero universale cristiano d’Occidente,
seguendo delle linee:
- Rafforzare il potere centrale e l’autorità imperiale nella zona tedesca, che
vuole indipendenza.
- Indebolire la Francia, in quanto antagonista dell’impero.
- Ripristinare l’unità religiosa dell’Europa cristiana, venuta meno a causa dello
scisma protestante.
- Intervenire contro i Turchi per la loro religione.
- Maggiore oppositore fu Francesco I di Francia attraverso le guerre d’Italia tra il
1521 e il 1530, per fondamentalmente prendere il potere del ducato di
Milano.
Ricordiamo alcuni episodi importanti:
- Trattato di Madrid, dove Francesco I è costretto a cedere Milano al Carlo V nel
1526.
- Sacco di Roma, dove Carlo V nel maggio del 1527 paga dei mercenari
protestanti per marciare contro il papa, che devastano Roma (i
lanzichenecchi). Le altre città non intervengono in questa lotta, anzi cercano
di approfittare di questo momento di crisi del papa per perseguire proprio
interessi.
- Pace di Cambrai, che avviene nel 1529, dove Spagna e Francia firmano per la
pace: l’egemonia spagnola viene sancita in Italia. I francesi non potevano
rivendicare i territori italiani al posto del controllo della Borgogna.
Nel 1535 alla morte senza eredi di Francesco II Sforza, Carlo V assunse
personalmente il controllo del Milanese. Francesco I di Francia occupò allora la
Savoia, minacciando da vicino i territori del ducato di Milano. Iniziò così una nuova
guerra che durò 15 anni. Lo scontro perseguì anche dopo la morte di Francesco I di
Francia, ma il figlio Enrico II di Francia si allea con i nemici dell’impero per ottenere
un risultato vincente. Vincendo alcuni territori nel 1552. Il conflitto franco-asburgico
si concluse nel 1559 finisce tramite la pace di Catae-Cambresis assegna alla Spagna
Milano, regno di Napoli, la Sicilia, la Sardegna e la Toscana. Gli spagnoli così
rafforzano l’egemonia sull’Italia.
Carlo V si scontra anche con i Turchi e i pirati saraceni, poiché gli ottomani tentavano
di espandersi nei Balcani. I risultati furono però modesti in entrambi i casi: Carlo V
non riuscì nella sua spedizione militare verso Tunisi, così l’avanzata ottomana fu
rallentata.
Nel 1556 Carlo V abdica e divide i propri possedimenti al figlio Filippo II, corona
spagnola, e il fratello Ferdinando, titolo imperiale. Carlo prende atto del suo
fallimento nel ricostruire l’impero. Carlo V decisamente riuscì ad indebolire la
Francia, con l’egemonia italiana, ma fallì sul lato turco. In più, il controllo sui principi
tedeschi non fu del tutto totale e sulla religione unitaria, visto che il protestantesimo
rimane. Nel 1555, la pace di Augusta, sancisce la libertà di credo ai principi tedeschi
nei loro territori germanici. L’Europa è ufficialmente divisa cristianamente, ciò fu
l’ultimo tentativo di unione tra cattolici e protestanti. Questo bilancio fallimentare è
in base al suo sogno che si era posto come obiettivo: un grande impero sotto una
unica religione.
LA SPAGNA DI FILIPPO II
Ci troviamo nel secolo d’oro, tra ombre e luci, dove troviamo anche una repressione
e assolutismo religioso. Poi vi è la rivolta dei Paesi Bassi e la guerra nel
Mediterraneo.
Con Filippo II (1556 - 1598) inizia quest’epoca di massimo splendore della monarchia
iberica. In questo periodo troviamo El Greco e Cervantes. Tutto ciò è reso possibile
dalle favolose ricchezze delle colonie americane, ma non con uno scopo di sviluppo
del paese, ma per fomentare la Francia nobile, sia la nobiltà spagnola che disprezza i
borghesi che sono colpiti da un’alta fiscalità. Alla culturale si contrappone una
pensante arretratezza socio-economica.
Filippo II fu un sovrano assoluto ed un intransigente difensore della fede cattolica,
perseguitando tutti coloro che furono sospettati o realmente contrari alla Chiesa
cattolica. Questa azione repressiva colpisce i discendenti degli ebrei e dei
mussulmani convertiti al cristianesimo, conversos e moriscos. Alla morte del re di
Portogallo, non essendoci eredi, Filippo II fece valere la propria candidatura al trono
con le armi occupando Lisbona nel 1581 e ottenendo la Corona. Si realizzava così il
sogno di unificazione della Penisola iberica e la Spagna riuscì ad ampliare
considerevolmente i propri confini. Durante questo periodo l’inquisizione continua il
proprio lavoro di difesa della fede cristiana, cominciata con Los reyes catolicos.
PAESI BASSI CONTRO FILIPPO II
Filippo II tenta di imporre un governo assolutista nei Paesi Bassi, innanzitutto
cercando di sradicare il protestantesimo. La società dei Paesi Bassi era però molto
ricca ed evoluta e l’azione del sovrano, che aveva aumentato anche la pressione
fiscale, portò allo scoppio di una ribellione antispagnola, a cui parteciparono anche
molti cattolici.
L’intervento del governo spagnolo riuscì a separare dalla rivolta le province
meridionali di fede cattolica. Le sette province settentrionali, protestanti, diedero
invece vita all’Unione di Utrecht nel 1579, proclamandosi indipendenti e facendo
nascere la repubblica delle Province Unite, cioè l’Olanda.
FILIPPO II E IL MEDITERRANEO
Lo spirito di crociata la tutela degli interessi spagnoli spingono Filippo II ad
impegnarsi nel Mediterraneo contro i Turchi.
Come già fece Carlo V, Filippo II cerca ma senza successo, di fermare i pirati saraceni
che, partendo dall’Africa, depredavano le coste spagnole e italiane; e l’avanzata
dell’Impero Ottomano che rappresentava il pericolo maggiore per l’Europa cristiana,
avendo conquistato l’isola di Cipro e minacciando così l’intera area mediterranea.
Per fermare l’avanzata turca, viene istituita sotto l’egida di Papa Pio V, una Lega Santa
a cui parteciparono tutti gli Stati Europei. Nell’ottobre del 1571, la flotta cristiana a
Lepanto in Grecia, riuscì a distruggere quella turca. Ma gli Stati Europei non furono
capaci di sfruttare i vantaggi della vittoria. In ogni caso, questo episodio rappresenta
un punto di svolta e l’inizio della cristiana del controllo turco sul Mediterraneo.
L’INGHILTERRA ELISABETTIANA
Qui parliamo di successione al trono, lo sviluppo culturale ed economico, poi della
morte di Maria Stuarda e lo scontro con l’invincibile armata, protestanti contro
cattolici.
Dopo la morte di Enrico VIII e il breve regno di Edoardo VI, il re bambino, che dopo la
morte sale al trono Maria I Tudor (1553-1558) che sposerà Filippo II di Spagna, così
sarà detta la Cattolica per i suoi tentativi di reintrodurre nel paese il cattolicesimo,
ma anche la sanguinaria per la feroce persecuzione dei protestanti.
Maria Tudor muore e Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, sale al trono.
Elisabetta (1558-1603) reintroduce nel paese il protestantesimo e governa con
oculatezza (bravura), cercando costantemente l’accordo con il Parlamento e ceti
produttivi inglesi.
L’Elisabetta cercherà sempre di essere vista come nobile, pura e vergine, ma il trucco
che la dipinge bianca, pare che la porterà alla morte per l’uso di sostanze nocive nei
cosmetici.
SVILUPPO ECONOMICO E CULTURALE
Durante il regno di Elisabetta, si accentua il processo di innovazione nel campo
dell’agricoltura e della produzione industriale. La nascita delle compagnie
commerciali, con privilegi governativi, poi accresce il peso della forza mercantile
inglese, che inizia a far concorrenza alle navi spagnole. Per indebolire il predominio
spagnolo sui mari, la regina non esista a servirsi dei corsari.
Allo sviluppo economico corrisponde un’eccezionale fioritura culturale, Francis
Bacon pone le basi per un nuovo modello scientifico sperimentale. Ma il periodo
elisabettiano è famoso soprattutto per il teatro di William Shakespeare.
LA MORTE DI MARIA STUARDA
Nel 1568 una rivolta protestante costringe la regina di Scozia, la cattolica Maria
Stuarda a cercare rifugio in Inghilterra. Elisabetta però imprigiona la cugina in un
castello, ma anche dalla sua prigione Maria diventa il punto di riferimento dei
cattolici che speravano di detronizzare Elisabetta. Nel 1587 a seguito della scoperta
di un complotto, Maria Stuarda viene condannata a morte, venendo decapitata.
ELISABETTA CONTRO FILIPPO II
Dopo la morte di Maria Stuarda, con gli aiuti forniti da Elisabetta ai ribelli dei Paesi
Bassi e gli attacchi dei corsari alle navi spagnole, Filippo II non esista a dichiarare
guerra contro la nemica inglese.
La Spagna allestisce dunque un’enorme flotta, l’invincibile armata, che si dirige verso
i territori inglese. Ma arrivati nel Canale della Manica, le grandi navi spagnole, i
galeoni, vengono decimate dalle tempeste e quindi poi attaccate dalle più agili e
piccole imbarcazioni inglesi, i vascelli.
La disfatta dell’Invincibile Armata segna la fine dei sogni egemonia di Filippo II e
comincia il passaggio di dominio sui mari per gli inglesi e olandesi.
LA FRANCIA NELL’EPOCA DELLA GUERRE DI RELIGIONE
Qui parliamo di cattolici contro ugonotti (protestanti calvinisti), la notte di San
Bartolomeo, Enrico VI e l’editto di Nantes e il resto d’Europa e la Russia.
CATTOLICI CONTRO UGONOTTI
La morte di Enrico II, nel 1559, apre un periodo di profonda crisi per la Francia. Data
la minore età del nuovo re Carlo IX, la guida del paese viene affidata alla madre,
l’italiana Caterina dei Medici.
La nobiltà si divide allora in due fazioni: cattolici, guidati dai Guisa, e i protestanti
guidati dai Borbone.
Nel 1562 l’assassinio di alcuni ugonotti porta allo scoppio di una guerra civile che si
conclude provvisoriamente con la pace di Saint-Germain e il riconoscimento agli
ugonotti del diritto di professare la propria fede.
Nella notte tra il 23 e il 24 d’agosto del 1572, ovvero la notte di San Bartolomeo, i
Guisa fanno trucidare gli ugonotti giunti a Parigi per il matrimonio tra la figlia di
Caterina dei Medici e il leader protestante Enrico di Borbone, che doveva sancire
l’alleanza tra la reggente cattolici e gli ugonotti. La strage fa precipitare il paese in
una guerra civile.
Alle guerre di religione si sovrappone la lotta per la conquista del trono: a
contendersi la Corona francese sono il re Enrico III, l’ugonotto Ernico di Borbone e il
cattolico Ernico di Guisa, da qui la guerra o contesa dei tre Enrichi. Nel 1588 Enrico III
fa assassinare Enrico Guisa, ma l’anno successivo viene a sua volta assassinato da un
sicario cattolico.
Enrico di Borbone diventa re con il nome di Enrico IV, ma per cingere la Corona,
abiura il calvinismo e abbraccia il cattolicesimo. Poco dopo l’ascesa al trono nel 1598
promulga l’editto di Nantes, con cui riconosce agli ugonotti la libertà di culto e il
mantenimento di numerose fortezze. Negli anni successivi, il sovrano rafforza la
monarchia e favorisce la ripresa economica del paese. Nel 1610 Enrico IV, però,
viene pugnalato a morte da un fanatico cattolico.
NEL RESTO DELL’EUROPA
Nel corso del 1500 la Svezia ottiene l’indipendenza della Danimarca e, sotto la
dinastia dei Vasa, inizia a svilupparsi economicamente.
In Polonia, invece la dinastia degli Jagelloni porta ad una grave crisi dinastica che si
conclude solo a fine secolo con l’ascesa al trono di un ramo cadetto dei Vasa.
A oriente la vera novità è rappresentata dall’ascesa della Russia, zona che era
antecedentemente arretrata, dove lo zar Ivan IV il Terribile (1547 – 1584) rafforza il
potere della monarchia a danno della grande nobiltà terriera, che frammentata il
potere del paese. Ivan III fu molto spietato nell’attuare il suo piano di accentramento
del potere sulla corona di Russia. La Russia, comunque, rimane un paese caotico e
molto arretrato. Con la morte dello zar, si inaugurò un periodo di forte crisi a cui
seguì l’avvento al trono dello zar Michele III, con cui ebbe inizio la dinastia Romanov.

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