Sei sulla pagina 1di 3

L’età moderna è il periodo che va dal 1492 al 1815 ed è suddiviso in tre secoli 1500 il 1600 e 1700.

Il 1500 è
caratterizzato da nuove scoperte geografiche, dal Rinascimento culturale e dalla riforma religiosa. Il 1600 è
caratterizzato da crisi religiose e politiche, dallo sviluppo delle compagnie coloniali, dall’affermazione delle
monarchie assolute e delle monarchie costituzionali, dal rafforzamento dell’antico regime e dalla
rivoluzione scientifica. Il 1700 è caratterizzato dalla diffusione delle idee dell’illuminismo e dalla rivoluzione
francese. Il 1500 abbiamo detto che è caratterizzato dal Rinascimento culturale, dalle nuove scoperte
geografiche, dalla riforma religiosa, dei mutamenti politici e dalle nuove strutture economiche.

Le guerre d’Italia comprendono quel periodo della storia italiana che va dalla discesa in Italia del re francese
Carlo VIII (1494) alla pace di Cateau-Cambrésis (1559), che sancì il predominio spagnolo su gran parte della
penisola.

Nel 1492 morì Lorenzo il Magnifico, venne a mancare una figura in grado di mantenere i fragili equilibri
politici tra i maggiori Stati della penisola

In quello stesso anno, infatti, Ludovico il Moro usurpò la Signoria di Milano togliendola al nipote, genero del
re di Napoli. Temendo che quest’ultimo intervenisse a favore dell’erede legittimo, propose al re di Francia,
Carlo VIII di Valois, di scacciare gli Aragona da Napoli e di riprendersi il trono che un tempo era appartenuto
ai suoi cugini d’Angiò. Per convincerlo, gli garantì il passaggio attraverso tutte le città della penisola. Le altre
Signorie confermarono, ben contente di infliggere un colpo agli Aragonesi che stavano diventando troppo
ricchi e potenti.

Ma appena Carlo VIII si insediò sul trono di Napoli, tutte le Signorie gli rivoltarono contro. L’alleanza,
proposta da Venezia, incontrò il favore del papa Alessandro VI, di Ludovico il Moro (signore di Milano), di
Firenze, dell’imperatore Massimiliano d’Austria e del re di Spagna Ferdinando il Cattolico. La coalizione si
scontrò con i Francesi a Fornovo sul Taro (1495), presso la città di Parma. Carlo VIII, seppur non sconfitto, fu
costretto a riparare in Francia, dove morì nel 1498.

Le guerre d’Italia: la discesa di Luigi XII

A Carlo VIII successe il cugino Luigi XII (1498-1514), che riprese la politica espansionistica francese nella
penisola.

Luigi XII era imparentato con la dinastia dei Visconti, che Ludovico il Moro aveva spodestato dal Ducato di
Milano. Decise quindi di rivendicare il possesso della Lombardia; ma prima di scendere in Italia preparò
bene il terreno: a Venezia concesse Cremona e i territori vicini; agli Svizzeri la Contea di Bellinzona
(corrispondente al Canton Ticino); a Cesare Borgia la Romagna. In tal modo fu facile per Luigi XII sconfiggere
Ludovico il Moro (nel 1500), catturarlo e spedirlo in Francia (dove sarebbe morto nel 1508).

Il prossimo obiettivo per il re di Francia fu la conquista del Regno di Napoli. Nel 1500 stipulò con il re di
Spagna Ferdinando il Cattolico, il Trattato di Granada. Esso prevedeva la spartizione del Regno di Napoli:
alla Francia sarebbero toccate la Campania e l’Abruzzo; alla Spagna, la Calabria e la Puglia.
Venuto a conoscenza dell’accordo ai suoi danni, il re di Napoli Federico III (1496-1501) abdicò a favore del
re di Francia, ottenendo in cambio il Ducato di Angiò.

Questa mossa fece saltare l’intesa tra Francia e Spagna, che entrarono in guerra. La Francia, sconfitta dalle
truppe spagnole, fu costretta a sottoscrivere l’armistizio di Lione (1504). L’armistizio di Lione sanzionò la
divisione dell’Italia in due zone d’influenza: francese al nord, spagnola al sud.

Le guerre d’Italia: la Lega di Cambrai contro Venezia

Venezia restava l’unica ad esercitare una funzione di potenza economica e militare. Si costituì allora una
lega antiveneziana, la lega di Cambrai (1508). La lega di Cambrai comprendeva: papa Giulio II (ne era
promotore); il re di Francia Luigi XII; l’imperatore Massimiliano d’Asburgo; il re di Spagna Ferdinando il
Cattolico. Venezia subì una durissima sconfitta nella battaglia di Agnadello (1509); perse gran parte della
terraferma e i porti che possedeva in Romagna, nel Polesine e in Puglia.

Le guerre in Italia: la Lega Santa contro la Francia

Il papa Giulio II, spaventato dall’idea che il crollo di Venezia rofforzasse troppo la presenza straniera in
Italia, istituì una nuova alleanza, la Lega Santa (1511), appoggiata da Spagna, Inghilterra, Venezia e Svizzera,
per ridimensionare il potere francese.

Gli eserciti si scontrarono nella battaglia di Ravenna (11 aprile 1512). L’esito della battaglia fu favorevole ai
Francesi, ma la morte del generale Gastone di Foix non consentì loro di approfittare del successo. La
Francia, infatti, fu costretta a rinunciare a Milano e il ducato venne consegnato al figlio di Ludovico il Moro,
Massimiliano Sforza; la Repubblica di Firenze, alleata dei Francesi, fu abbattuta dagli Spagnoli, che
ripristinarono la signoria dei Medici.

Francia e Spagna in lotta per la conquista e il dominio della penisola italiana

Nel 1515 moriva Luigi XII; il nuovo re Francesco I pose come obiettivo la riconquista di Milano difesa dagli
Svizzeri. Lo scontro, vittorioso per i Francesi, avvenne nella Battaglia di Marignano (1515); il Trattato di
Noyon (1516) ristabilì la pace: alla Spagna venne attribuito il Regno di Napoli e di Sicilia e ai Francesi il
Ducato di Milano.

Questo accordo entrò in crisi allorché Carlo V d’Asburgo nel 1519 venne eletto imperatore in seguito alla
morte del nonno paterno Massimiliano I d’Asburgo. Tra il 1521 e il 1559 una serie di guerre contrapposero
Francia e Spagna per la conquista dell’Italia.

La guerra in Italia tra Carlo V e Francesco I

Nel 1521 Carlo V scese in Italia per riconquistare Milano: sconfisse i Francesi a Pavia (1525) e prese il re
Francesco I come ostaggio. Il re francese fu deportato in Spagna e costretto a firmare il Trattato di Madrid
(1526) con il quale, in cambio della libertà, si impegnò a concedere a Carlo V Milano e la Borgogna.
Tuttavia, una volta liberato, Francesco I non rispettò gli accordi; disse che il Trattato di Madrid gli era stato
estorto. Diede quindi vita a un’alleanza antiasburgica, la Lega di Cognac (1526), cui aderirono l’Inghilterra di
Enrico VIII, il papa Clemente VII (della famiglia Medici), Firenze, Milano e Venezia.

L’imperatore con il suo esercito giunse sino a Roma e la saccheggiò (per un approfondimento leggi I
Lanzichenecchi e il Sacco di Roma 1527).

Inrtanto cresceva la protesta per la sorte del papa, che si era dovuto rifugiare in Castel Sant’Angelo,
praticamente ostaggio delle forze imperiali. Si giunse così al Trattato di Barcellona (1529). Con questo
trattato Carlo V:

s’impegnò a far restituire al papa tutte le terre che gli erano state sottratte;

s’impegnò a far ripristinare in Firenze il governo dei Medici;

ottenne in cambio il riconoscimento dei suoi possessi d’Italia e l’incoronazione imperiale dalle mani del
papa (1530), che avrebbe consacrato definitivamente il suo ruolo e il suo prestigio.

Nello stesso anno (1529) Carlo V e Francesco I firmarono la pace di Cambrai: l’imperatore rinunciava alle
pretese sulla Borgogna, mentre il re di Francia gli riconosceva il possesso di Milano, a capo del quale restò
Francesco II Sforza, con la condizione che alla sua morte sarebbe stato annesso agli Spagnoli.

La ripresa della guerra e la definitiva rinuncia francese ai territori italiani

Nel 1535 morì Francesco II Sforza e Milano passò agli Spagnoli. Si riaccese la lotta con la Francia, che ne uscì
sconfitta anche per l’intervento, a fianco dell’imperatore, del re d’Inghilterra Enrico VIII.

Il re di Francia riuscì comunque a firmare una pace favorevole a Crépy nel 1544: Milano alla Spagna, Savoia
e parte del Piemonte alla Francia.

Nel 1547 il re di Francia Francesco I morì. Il suo successore Enrico II riprese la guerra contro Carlo V. La
guerra fu sospesa nel 1556, allorché Carlo V abdicò, affidando la corona d’Austria al fratello Ferdinando I e
la corona di Spagna con tutti i suoi domini al figlio Filippo II.

La guerra riprese nel 1557 tra il re di Francia Enrico II e il re di Spagna Filippo II. La battaglia di San Quintino
(1557) condotta da Filippo II di Spagna vide la definitiva sconfitta dei Francesi sanzionata dalla pace di
Cateau-Cambrésis (1559), con la quale la Francia rinunciò a ogni pretesa sui territori italiani e sancì il
dominio spagnolo in Italia.

Potrebbero piacerti anche